Wikiquote itwikiquote https://it.wikiquote.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.44.0-wmf.2 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikiquote Discussioni Wikiquote File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Portale Discussioni portale TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Albert Einstein 0 32 1351318 1351301 2024-11-11T13:31:34Z Udiki 86035 /* Citazioni di Albert Einstein */ 1351318 wikitext text/x-wiki {{nota disambigua||[[Einstein (disambigua)]]|Einstein}} [[File:Albert Einstein Head.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1947]] {{Premio|Nobel|la fisica '''(1921)'''}} '''Albert Einstein''' (1879 – 1955), fisico e filosofo tedesco naturalizzato svizzero e statunitense. {{vedi anche|Albert Einstein/Articoli scientifici|Albert Einstein/Citazioni su Albert Einstein}} ==Citazioni di Albert Einstein== {{vedi anche|La descrizione quantica della realtà può essere considerata completa?|L'evoluzione della fisica|Lettera Einstein-Szilárd}} *{{NDR|[[Ultime parole famose]]}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'[[energia nucleare]]}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segnali che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. :''At present there is not the slightest indication of when this energy will be obtainable, or whether it will be obtainable at all. For it would presuppose a disintegration of the atom effected at will – a shattering of the atom. And up to the present there is scarcely a sign that this will be possible. We observe atomic disintegration only where Nature herself presents it, as in the case of radium, the activity of which depends upon the continual explosive decomposition of its atom. Nevertheless, we can only establish the presence of this process, but cannot produce it; Science in its present state makes it appear almost impossible that we shall ever succeed in so doing.''<ref group="fonte">{{en}} Da una conversazione del 29 marzo 1920; riportata in Alexander Moszkowski, ''Einstein The Searcher: His Work Explained from Dialogues with Einstein'', Routledge, 2014, [https://books.google.it/books?id=BmyLAwAAQBAJ&pg=PA24 p. 24]. ISBN 9781317698951</ref> *C'è qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o misurazione e che in linea di principio si descrive con i mezzi di espressione della fisica [...]. Questa tesi sulla realtà non ha il senso di un enunciato chiaro in sé, a causa del suo carattere "metafisico". Ha soltanto il carattere di un programma. :''Es gibt so etwas wie den «realen Zustand» eines physikalischen Systems, was unabhängig von jeder Beobachtung oder Messung objektiv existiert und mit den Ausdrucksmitteln der Physik im Prinzip beschrieben werden kann'' [...]''. Diese These der Realität hat nicht den Sinn einer an sich klaren Aussage, wegen ihrer «metaphysischen» Natur; sie hat eigentlich nur programmatischen Charakter.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in [[Louis de Broglie]], ''Louis de Broglie und die Physiker'', Claasen Verlag, 1955; citato in Erhard Scheibe, ''Die Philosophie der Physiker'', C.H. Beck, 2007, [https://books.google.it/books?id=6aZKWtvte98C&pg=PA277 p. 277]. ISBN 3406547885</ref> *Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà. :''Was mich eigentlich interessiert, ist, ob Gott die Welt hätte anders machen können; das heißt, ob die Forderung der logischen Einfachheit überhaupt eine Freiheit lässt.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in E. Strauss, ''Assistant bei Albert Einstein'' in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 72. Citato in Max Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA124 p. 124]. ISBN 1400840872</ref> *[[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] a me ha dato più di qualunque scienziato, più di [[Carl Friedrich Gauss|Gauss]]. :''Dostojewski gives me more than any scientist, more than Gauss!''<ref group="fonte">{{en}} Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 185.</ref> [[File:Einstein1921 by F Schmutzer 2.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1921]] *È la teoria a decidere che cosa possiamo osservare.<ref group="fonte">1926; citato in Werner Heisenberg, ''Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti: 1920-1965'', p. 87; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 229. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *{{NDR|Riferito al [[modulor]] di [[Le Corbusier]]}} È una scala di proporzioni che rende difficile [produrre] il brutto e facile il bello.<ref>Altre fonti successive riportano che la citazione sia riferita, in realtà, alla [[sezione aurea]]. {{cfr}} AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 120, ISBN 9788858025857.</ref> :''It is a scale of proportions that makes the bad difficult and the god easy.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in [[Le Corbusier]], ''The Modulor and Modulor 2'', Springer Science & Business Media, 2004 (1954), [https://books.google.it/books?id=exnMTOE_t-EC&pg=PA58 p. 58]. ISBN 3764361883</ref> *Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà. :''Insofern sich die Sätze der Mathematik auf die Wirklichkeit beziehen, sind sie nicht sicher, und insofern sie sicher sind, beziehen sie sich nicht auf die Wirklichkeit.''<ref group="fonte">{{de}} Da ''Geometrie und Erfahrung'', versione estesa di una lezione tenuta presso l'Accademia Prussiana delle Scienze di Berlino, 27 gennaio 1921; riportata su ''[http://wikilivres.ca/wiki/Geometrie_und_Erfahrung Wikilivres.ca]''.</ref> *Ho pensato ai problemi [[Meccanica quantistica|quantistici]] cento volte di più che alla teoria della relatività generale.<ref group="fonte">Da una dichiarazione a Otto Stern; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 340. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *In considerazione di tale armonia nel cosmo, che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che [[Problema dell'esistenza di Dio|Dio non esiste]]. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni. :''In view of such harmony in the cosmos which I, with my limited human mind, am able to recognize, there are yet people who say there is no God. But what really makes me angry is that they quote me for the support of such views.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in [[Uberto di Löwenstein-Wertheim-Freudenberg]], ''Towards the Further Shore'', Victor Gollancz, Londra, 1968, p. 156; citato anche in M. Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA97 p. 97]. ISBN 1400840872</ref> *L'[[uomo|essere umano]] è una parte di quel tutto che noi chiamiamo "[[Universo]]", una parte limitata nello spazio e nel tempo. L'uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria [[coscienza]]. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l'unico scopo di un'autentica [[religione]]. Non per alimentare l'illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente. :''A human being is a part of the whole, called by us "Universe," a part limited in time and space. He experiences himself, his thoughts and feelings as something separate from the rest — a kind of optical delusion of his consciousness. The striving to free oneself from this delusion is the one issue of true religion. Not to nourish the delusion but to try to overcome it is the way to reach the attainable measure of peace of mind.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a Robert S. Marcus, 12 febbraio 1950; riportata su ''[http://www.lettersofnote.com/2011/11/delusion.html LettersofNote.com]''.</ref> *La consolante filosofia (o religione?) di [[Werner Heisenberg|Heisenberg]] e [[Niels Bohr|Bohr]] e così ben congegnata che, per il momento, offre ai suoi credenti un soffice cuscino di piume dal quale non è facile staccarli. E allora lasciamoceli riposare.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 31 maggio 1928; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 274. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *La musica di [[Mozart]] è così pura e bella che la considero un riflesso della bellezza interna dell'universo stesso. :''Mozarts Musik ist so rein und schön, dass ich sie als die innere Schönheit des Universums selbst ansehe.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in Armin Hermann, ''Albert Einstein'', Piper, München 1994; citato in Alice Calaprice, ''Einstein sagt'', Piper-Verlag, München, Zürich, 1996, p. 225. ISBN 3-492-03935-9</ref> *La parola Dio per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la [[Bibbia]] una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, per quanto sottile, può per me cambiare questo fatto. Per me la [[ebraismo|religione ebraica]], così come tutte le altre [[religione|religioni]], è una incarnazione delle più infantili superstizioni. :''The word God is for me nothing more than the expression and product of human weakness, the Bible a collection of honorable, but still purely primitive, legends which are nevertheless pretty childish. No interpretation, no matter how subtle, can change this for me. For me the Jewish religion like all other religions is an incarnation of the most childish superstition.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a Erik Gutkind, 3 gennaio 1954; riportata su ''[http://www.lettersofnote.com/2009/10/word-god-is-product-of-human-weakness.html Lettersofnote.com]''.</ref> *Quando mi domando come mai sia stato proprio io ad elaborare la teoria della relatività, la risposta sembra essere legata a questa particolare circostanza: un normale adulto non si preoccupa dei problemi dello spaziotempo, tutte le considerazioni possibili in merito alla questione sono già state fatte nella prima infanzia, secondo la sua opinione. Io, al contrario, mi sono sviluppato così lentamente che ho cominciato a interrogarmi sullo spazio e sul tempo solo dopo essere cresciuto e di conseguenza ho studiato il problema più a fondo di quanto un normale bambino avrebbe fatto. :''When I ask myself how it happened that I in particular discovered the relativity theory, it seems to lie in the following circumstance. The normal adult never bothers his head about spacetime problems. Everything there is to be thought about it, in his opinion, has already be done in early childhood. I, on the contrary, developed so slowly that I only began to wonder about space and time only when I was already grown up. In consequence I probed deeper into the problem than an ordinary child would have done.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in Carl Seelig, ''Albert Einstein: A Documentary Biography'', Staples Press, 1956, pp. 70-71; citato in Jürgen Neffe, ''Einstein: A Biography'', traduzione di Shelley Frisch, Macmillan, 2007, [https://books.google.it/books?id=B8K6n177ZwcC&pg=PA27 p. 27]. ISBN 1429997389</ref> *{{NDR|A [[Erwin Schrödinger]]}} Sei l'unica persona con cui mi piace avere discussioni. Quasi tutti passano dalla teoria ai fatti, e non dai fatti alla teoria. Le persone sono incapaci di uscire dall'insieme dei concetti ammessi e continuano a girarci intorno in modo grottesco. :''You are the only person with whom I am actually willing to come to terms. Almost all the other fellow do not look from the facts to the theory but from the theory to the facts; they cannot extricate themselves from a once accepted conceptual net, but only flop about in it in a grotesque way.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]] del 1935, a proposito di una discussione in merito all'[[interpretazione di Copenaghen]]; citato in Walter John Moore, ''A Life of Erwin Schrödinger'', Cambridge University Press, 1994, [https://books.google.it/books?id=n6XZlrJxgFkC&pg=PA217 p. 217]. ISBN 0521469341</ref> *{{NDR|Gli [[ateismo|atei]] fanatici}} Sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro il tradizionale "oppio dei popoli" – non sopportano la musica delle sfere. :''They [fanatical atheists] are like slaves who are still feeling the weight of their chains which they have thrown off after hard struggle. They are creatures who—in their grudge against the traditional "opium for the people"—cannot bear the music of the spheres.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a un destinatario non identificato, 7 agosto 1941; Archivio Einstein 54-927; citato in Max Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA97 p. 97]. ISBN 1400840872</ref> *Sono sicuro che è più facile imparare la [[matematica]] che non il [[baseball]].<ref group="fonte">Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', ''Dalai Editore'', 1992, p. 56. ISBN 88-8598-826-2</ref><br />Sono sicuro che lei imparerebbe la matematica prima che io possa imparare il baseball.<ref>Come racconta lo stesso [[Moe Berg]] nella sua biografia ''Moe Berg: Athlete, Scholar, Spy'', nel settembre del 1941 sull<nowiki>'</nowiki>''Atlantic Monthly'' venne pubblicato un suo articolo, ''[http://www.loa.org/images/pdf/Berg_Pitchers_Catchers.pdf Pitchers and Catchers]'' (''Lanciatori e ricevitori''), successivamente nel dicembre 1946 Pocket Books raccolse alcuni articoli pubblicati sull'''Atlantic Monthly'' e tra gli articoli selezionati vi era sia quello di Berg, sia un saggio di Einstein sulla bomba atomica (probabilmente ''Atomic War or Peace'' del novembre 1945). Quando Berg andò a trovare Einstein nella sua casa a Princeton, lo scienziato gli disse: «Ho letto la sua storia sul magazine, Signor Berg. Mi insegni a ricevere, e io le insegnerò la matematica.» («''I've read your story in the magazine, Mr Berg. You teach me to catch and I'll teach you mathematics.''») Nel libro l'aneddoto si conclude così ma Berkow nel suo articolo ne riporta la continuazione. Einstein infatti poco dopo disse: «Oh lasci stare, sono sicuro che lei imparerebbe la matematica prima che io possa imparare il baseball.» («''But let's forget about it, beacuse I'm sure you'd learn mathematics faster I'd learn baseball.''») {{Cfr}}:<br /> *{{en}} Nicholas Dawidoff, ''The Catcher Was a Spy: The Mysterious Life of Moe Berg'', Knopf Doubleday Publishing Group, 2011, [https://books.google.it/books?id=kAHo0DTDC_UC&pg=PA250 p. 250]. ISBN 0307807096<br /> *{{en}} Harold U. Ribalow e Meir Z. Ribalow, ''The Growing Legend of Moe Berg '23'', ''Princeton Alumni Weekly'', 1 giugno 1984, [https://books.google.it/books?id=GhJbAAAAYAAJ&pg=RA17-PA30 p. 30].</ref> :[...] ''I'm sure you'd learn mathematics faster I'd learn baseball.''<ref group="fonte">{{en}} Aneddoto riportato da [[Moe Berg]] e citato da [[Ira Berkow]] in ''[https://news.google.com/newspapers?nid=1356&dat=19770519&id=AYlPAAAAIBAJ&sjid=ogUEAAAAIBAJ&pg=7023,5035611&hl=it Moe Berg: Not a n-Of-The-Mill Ball Player]'', ''Ocala Star-Banner'', 19 maggio 1977.</ref> ===''Pensieri di un uomo curioso''=== *Conosco ormai l'incostanza di tutti i rapporti umani e ho imparato a isolarmi dal freddo e dal caldo in modo da garantirmi comunque un buon equilibrio termico.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 10 marzo 1917; Archivio Einstein 39-680.</ref> (p. 29) *Personalmente ho provato il piacere più grande a contatto con le [[opera d'arte|opere d'arte]]. Mi danno una felicità che non riesco a trovare altrove.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 184.</ref> (p. 30) *Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la [[Germania]] dirà che sono tedesco e la [[Francia]] che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse essere sbagliata, la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.<ref group="fonte">Da un discorso in Sorbona alla Società filosofica francese, 6 aprile 1922; riportato dalla stampa francese, 7 aprile 1922, Archivio Einstein 36-378; riportato in ''Berliner Tageblatt'', 8 aprile 1922, Archivio Einstein 79-535.</ref> (p. 31) *Per punirmi del mio disprezzo per l'[[autorità]], il destino ha fatto di me un'autorità.<ref group="fonte">Aforisma per un amico, 18 settembre 1930; Archivio Einstein 36-598; citato in [[Banesh Hoffmann]], ''Albert Einstein: Creator and Rebel'', Viking, New York, 1972, p. 24.</ref> (p. 31) *Non mi preoccupo mai del [[futuro]], arriva sempre abbastanza presto.<ref group="fonte">Aforisma del 1945 o 1946, Archivio Einstein 36-570.</ref> (p. 34) *Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente [[curiosità|curioso]].<ref group="fonte">Da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952, Archivio Einstein 39-013.</ref> (p. 34) *Se tornassi giovane e dovessi decidere come guadagnarmi la vita, non cercherei di diventare uno scienziato, uno studioso o un insegnante. Sceglierei piuttosto di fare l'idraulico o lo straccivendolo, nella speranza di trovare un minimo di indipendenza, quel poco che nelle attuali circostanze è ancora possibile.<ref group="fonte">Al ''Reporter Magazine'', 18 novembre 1953; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 613.</ref> (p. 36) *Dio mi ha dato la cocciutaggine di un [[mulo]] e il fiuto di un buon segugio.<ref group="fonte">Citato in G.J. Whitrow, ''Einstein: The Man and His Achievement'', Dover, New York, 1967.</ref> (p. 37) *Quando rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra quasi che il dono della [[fantasia]] mi sia servito più della capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.<ref group="fonte">Ricordato da un amico in occasione del centenario dalla nascita di Einstein, 18 febbraio 1979; citato in ''Einstein and the Humanities'', a cura di Dennis P. Ryan, Greenwood Press, New York, 1987, p. 125.</ref> (p. 37) [[File:Niels Bohr Albert Einstein2 by Ehrenfest.jpg|thumb|Niels Bohr con Albert Einstein]] *{{NDR|A [[Niels Bohr]]}} Poche volte una persona mi ha dato tanta gioia con la sua sola presenza com'è stato il Suo caso.<ref group="fonte">Da una lettera a Niels Bohr, 2 maggio 1920; Archivio Einstein 8-065.</ref> (p. 45) *[[Niels Bohr|Bohr]] è stato qui e sono innamorato di lui quanto te. È come un fanciullo sensibilissimo che si muove in questo mondo in una specie di trance.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 4 maggio 1920; Archivio Einstein 9-486. Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 314.</ref> (p. 46) *{{NDR|Su [[Niels Bohr]]}} È veramente un genio [...]. Ho una fiducia totale nel suo modo di pensare.<ref group="fonte">Da una lettera a Paul Ehrenfest, 23 marzo 1922; Archivio Einstein 10-035.</ref> (p. 46) *{{NDR|Su [[Niels Bohr]]}} Esprime le sue opinioni come se brancolasse perennemente nel buio, e mai come chi crede di essere in possesso della verità definitiva.<ref group="fonte">Da una lettera a Bill Becker, 20 marzo 1954; Archivio Einstein 8-109.</ref> (p. 46) *Non credo che la signorina [[Marie Curie|Curie]] sia assetata di potere o di alcunché. È una persona senza pretese e onesta che ha avuto più responsabilità e fatiche del dovuto. Ha un'intelligenza scintillante ma nonostante la sua natura passionale non è tanto carina da rappresentare un pericolo per chicchessia.<ref>A proposito della presunta relazione extraconiugale tra Marie Curie e il fisico francese [[Paul Langevin]], sposato. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 47.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a Heinrich Zangger, 7 aprile 1911; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 303.</ref> (pp. 46 -47) *La signora [[Marie Curie|Curie]] è molto intelligente ma fredda come un'aringa, intendendo con ciò che è assolutamente priva di sentimenti di gioia e di tristezza. Forse l'unico modo in cui esprime i propri sentimenti è quando si scaglia contro le cose che non le piacciono.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Elsa Einstein|Elsa Löwenthal]], 11? agosto 1913; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 465.</ref> (p. 47) *{{NDR|Su [[Sigmund Freud]]}} Il vecchio aveva [...] una visione acutissima: non si lasciava cullare dalle illusioni se non da una fiducia eccessiva nelle proprie idee.<ref group="fonte">Dalla lettera a A. Bacharach; 25 luglio 1949; Archivio Einstein 57-629.</ref> (p. 48) *Credo che [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] abbia avuto la visione più illuminata di tutti i politici del nostro tempo. Dovremmo sforzarci di operare nel suo spirito; di non usare la violenza nel combattere per la nostra causa e di rifiutarci di partecipare a qualsiasi iniziativa che noi crediamo sia volta al male.<ref group="fonte">Dal ''New York Times'', 19 giugno 1950; citato anche in [[Abraham Pais]], ''Einstein Lived Here'', Oxford University Press, Oxford, 1982, p. 110.</ref> (pp. 49-50) *[[Mahatma Gandhi|Gandhi]], il più grande genio politico del nostro tempo [...] ha dimostrato di quali sacrifici è capace l'uomo quando abbia trovato la via giusta.<ref group="fonte">Dalla lettera al congresso delle nazioni asiatiche per la confederazione mondiale, novembre 1952; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 584.</ref> (p. 50) *Il fenomeno [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] è il risultato di una straordinaria forza intellettuale e morale, unita a grande abilità politica e a circostanze eccezionali.<ref group="fonte">Nel 1953; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 594.</ref> (p. 50) *{{NDR|Su [[Johann Wolfgang von Goethe]]}} Sento in lui un certo atteggiamento di condiscendenza nei confronti del lettore, una certa mancanza di quell'umile dedizione che, soprattutto, nei grandi uomini, ci è di tanto conforto.<ref group="fonte">Dalla lettera a L. Caspar, 9 aprile 1932; Archivio Einstein 49-380.</ref> (p. 50) *{{NDR|Su [[Heike Kamerlingh Onnes]]}} Si è conclusa una vita che rimarrà sempre modello per le future generazioni [...]. Non ho conosciuto nessun altro per cui il dovere e la gioia erano la stessa e identica cosa. È questa la ragione della sua vita armoniosa.<ref group="fonte">Dalla lettera alla vedova del fisico olandese, 25 febbraio 1926; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, pp. 263-264.</ref> (p. 51) *La cosa più importante della filosofia di [[Immanuel Kant|Kant]], mi sembra, sono le sue categorie a priori che servono anche per costruire la scienza.<ref group="fonte">Durante un dibattito alla Société française de Philosophie, luglio 1922; riportato in ''Bulletin de la Société française de Philosophie'', n. 22, 1922; ripubblicato in ''Nature'', n. 112, 1923, p. 253.</ref> (p. 51) *Al di fuori della Russia [[Lenin]] e [[Friedrich Engels|Engels]] non sono ovviamente dei pensatori scientifici apprezzati e non potrebbe interessare a nessuno confutarli come tali. Può darsi che lo stesso sia in Russia, ma lì nessuno si azzarda a dirlo.<ref group="fonte">Dalla lettera a K.R. Leistner, 8 settembre 1932; Archivio Einstein 50-877.</ref> (p. 53) *[[Hendrik Lorentz|Lorentz]] è una meraviglia di intelligenza e ha un tatto squisito. Un'opera d'arte vivente! A mio avviso era il più intelligente tra i teorici presenti {{NDR|al Congresso Solvay di Bruxelles}}.<ref group="fonte">Dalla lettera a Heinrich Zangger, novembre 1911; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 305.</ref> (p. 53) *La mia sensazione di inferiorità intellettuale nei Suoi confronti non riesce a rovinare la grande delizia delle nostre conversazioni, soprattutto perché la Sua benevolenza paterna verso tutti noi ci trattiene dal piombare nello sconforto.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Hendrik Lorentz]], 18 febbraio 1912; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 360.</ref> (pp. 53-54) *La gente non si rende conto di quale grande influenza abbia avuto [[Hendrik Lorentz|Lorentz]] sullo sviluppo della fisica. Non possiamo immaginare come sarebbe andata se egli non avesse dato tanti contributi impareggiabili.<ref group="fonte">Citato da Robert Shankland in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 39.</ref> (p. 54) *Era così forte in lui il piacere immediato di vedere e capire – l'''amor dei intellectualis'' di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] – che fino in tarda età ha guardato il mondo con gli occhi curiosi di un bambino, continuando a trovare gioia e appagamento nel capire i nessi tra le cose.<ref group="fonte">Dal necrologio per [[Ernst Mach]]; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 6, doc. 29.</ref> (p. 54) *[[Ernst Mach|Mach]] era un ottimo studioso della meccanica, ma un pessimo filosofo.<ref group="fonte">Nel 1922; citato in ''Bulletin de la Société française de Philosophie'', n. 22, 1922; ripubblicato in ''Nature'', n. 112, 1923, p. 253.</ref> (p. 55) *Penso sempre a [[Albert Abraham Michelson|Michelson]] come all'artista della scienza. Sembrava trarre la massima gioia dalla bellezza dell'esperimento in sé e dall'eleganza del metodo utilizzato.<ref group="fonte">Dalla lettera a Robert Shankland, 17 settembre 1953; Archivio Einstein 17-203.</ref> (p. 55) *{{NDR|Su [[Isaac Newton]]}} Le sue idee lungimiranti e grandiose conserveranno per tutti i tempi il loro significato unico; su di esse si basa l'intero edificio dei nostri concetti nell'ambito delle scienze della natura.<ref group="fonte">Dalla dichiarazione al ''Times'' di Londra, 28 novembre 1919.</ref> (p. 55) *Per me, i più grandi geni sono stati [[Galileo Galilei|Galileo]] e Newton. In un certo senso mi sembrano formare un'unità nella quale è stato Newton a compiere l'impresa più prodigiosa in campo scientifico.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 40.</ref> (p. 55) *{{NDR|Su [[Isaac Newton]]}} Nella stessa persona erano riuniti lo sperimentatore, il teorico, l'artigiano e, in misura non minore, il maestro nell'arte di esporre.<ref group="fonte">Dall'introduzione a Isaac Newton, ''Opticks'', edizione McGraw-Hill, 1932.</ref> (p. 56) *Come sarebbe diverso, e come sarebbe meglio per l'umanità se ci fosse più gente come lui [...]. Sembra che in ogni tempo e su ogni continente le personalità più eccelse siano costrette a stare in disparte, incapaci di influenzare gli avvenimenti del mondo.<ref group="fonte">Dalla lettera alla vedova di [[Max Planck]], 10 novembre 1947; Archivio Einstein 19-406.</ref> (p. 57) *{{NDR|Su [[Max Planck]]}} Era una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto [...] ma non capiva proprio niente di fisica perché durante l'eclissi del 1919, è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se sarebbe stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazione. Se avesse capito davvero {{NDR|la teoria della relatività}}, avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto.<ref group="fonte">Citato in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 275.</ref> (p. 57) *In qualsiasi momento quest'uomo ci avesse lasciato, avremmo provato un senso di perdita irreparabile [...]. Possa egli avere un'influenza duratura sul cuore e sulla mente degli uomini!<ref group="fonte">Dalla dichiarazione alla morte di [[Franklin Delano Roosevelt]] in ''Aufbau'', New York, 27 aprile 1945.</ref> (p. 58) *La lucidità, la convinzione e l'imparzialità che nei Suoi libri Lei applica alle questioni logiche, filosofiche e umane non hanno parallelo nella nostra generazione.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Bertrand Russell]], 14 ottobre 1931; Archivio Einstein 33-155, 75-544; citato anche in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 369.</ref> (p. 58) *{{NDR|Sulle polemiche seguite al conferimento di un incarico accademico a [[Bertrand Russell]] alla City University di New York}} I grandi spiriti hanno sempre incontrato la violenta ostinazione delle menti mediocri. La mente mediocre è incapace di comprendere chi, rifiutando di inchinarsi ciecamente ai pregiudizi convenzionali, scelga invece di esprimere le proprie opinioni con coraggio e onestà.<ref group="fonte">Citato nel ''New York Times'', 13 marzo 1940. Citato in Paul Edwards, ''Come fu vietato a Bertrand Russell l'insegnamento al "City College" di New York'', 1957.</ref> (pp. 58-59) *{{NDR|Su [[Albert Schweitzer]]}} È l'unico occidentale che abbia avuto sull'attuale generazione un'influenza morale paragonabile a quella di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]]. Come nel caso di Gandhi, la portata della sua influenza è dovuta soprattutto all'opera esemplare alla quale ha dedicato la vita.<ref group="fonte">Da una dichiarazione inedita del 1953 destinata in origine al libro ''Mein Weltbild'' (''Come io vedo il mondo''); citato in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 296.</ref> (p. 59) *[[Baruch Spinoza|Spinoza]] è una delle personalità più profonde e pure che la nostra stirpe ebraica abbia mai prodotto.<ref group="fonte">Da una lettera del 1946; citato in Friedrich Dürrenmatt, ''Albert Einstein: Ein Vortag'', Diogenes, Zurigo, 1979, p. 22.</ref> (p. 59) *Rimane per molti versi il primo profeta del nostro tempo [...]. Non c'è oggi nessuno che abbia il profondo discernimento e la forza morale di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]].<ref group="fonte">Dall'intervista ''Peace Must Be Waged'', ''Survey Graphic'', agosto 1934; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 261.</ref> (p. 59) *{{NDR|Su [[Chaim Weizmann]]}} L'eletto del popolo eletto.<ref group="fonte">Dalla lettera a Chaim Weizmann, 27 ottobre 1923; Archivio Einstein 33-366.</ref> (p. 60) *[Il [[sionismo]]] è un nazionalismo il cui obiettivo non è il potere ma la dignità.<ref group="fonte">Da un articolo sul ''New York Times Magazine'', 12 marzo 1944; Archivio Einstein 29-102.</ref> (p. 65) *La maggior parte degli insegnanti perdono tempo a fare domande che mirano a scoprire ciò che l'alunno ''non'' sa, mentre la vera arte del fare domande mira a scoprire ciò che l'alunno sa o che è capace di sapere.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 65.</ref> (p. 69) *È per me una grande gioia avere un figlio che ha ereditato il tratto principale del mio carattere: la capacità di elevarsi al di sopra della mera esistenza e di sacrificarsi a lungo per uno scopo che la trascende. Questo è il modo migliore, anzi l'unico attraverso il quale riusciamo a renderci indipendenti dalla nostra sorte individuale e dagli altri esseri umani.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Hans Albert Einstein]]], 1° maggio 1954; citato in Roger Highfield e Paul Carter, ''The Private Lives of Albert Einstein'', Faber and Faber, Londra, 1993, p. 258.</ref> (p. 80) *La [[Germania]] ha avuto la sventura di venir avvelenata prima dalla ricchezza e poi dalla povertà.<ref group="fonte">Aforisma del 1923; Archivio Einstein 36-591.</ref> (p. 82) *Mi sento talmente parte di tutto ciò che vive che non m'importano per niente l'inizio e la fine dell'esistenza concreta di una singola persona in questo flusso eterno.<ref group="fonte">Da una lettera a Hedwig Born, moglie di [[Max Born]], 18 aprile 1920; Archivio Einstein 31-475; citato in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 36.</ref> (p. 86) *La nostra [[morte]] non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.<ref group="fonte">Da una lettera alla vedova di [[Heike Kamerlingh Onnes]], 25 febbraio 1926; Archivio Einstein 14-389.</ref> (p. 87) *A chi è piegato dall'età, la [[morte]] verrà come un sollievo. Lo sento molto fortemente ora che sono arrivato io stesso alla vecchiaia, e a considerare la morte come un vecchio debito che è giunto il momento di pagare. Ma istintivamente, facciamo di tutto per ritardare quest'ultimo adempimento. Così la natura si diverte a giocare con noi.<ref group="fonte">Da una lettera a un amico nel 1954 o 1955; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 616.</ref> (p. 88) *{{NDR|Ogni tentativo di liberare le grandi forze della materia}} è un po' come sparare agli uccelli di notte in un posto dove gli uccelli sono rarissimi.<ref group="fonte">Da una conferenza stampa del 1935; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 290.</ref> (p. 90) {{NDR|[[ultime parole famose]]}} *Non è degno di una grande nazione stare a guardare mentre piccoli paesi dalla grande cultura vengono distrutti con cinico disprezzo.<ref group="fonte">Da un messaggio a un raduno per la pace al [[Madison Square Garden]], New York, 5 aprile 1938; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 279.</ref> (p. 91) *La forza organizzata si può combattere soltanto con la forza organizzata. Per quanto ciò mi dispiaccia moltissimo, non c'è altro modo.<ref group="fonte">Da una lettera a uno studente pacifista, 14 luglio 1941; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 319.</ref> (p. 91) *Finché ci saranno gli uomini, ci saranno le [[guerra|guerre]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Philippe Halsmann]], 1947.</ref> (p. 94) *Se ha successo {{NDR|il tentativo di produrre una [[bomba all'idrogeno]]}}, l'avvelenamento radioattivo dell'atmosfera e quindi la distruzione di qualsiasi vita sulla terra rientrerà nell'ambito di ciò che è tecnicamente fattibile.<ref group="fonte">Da una trasmissione televisiva di [[Eleonor Roosevelt]], 13 febbraio 1950; ristampato in ''Ideas and Opinions'', Crown, New York, 1954, pp. 159-161.</ref> (p. 95) *Dal mio punto di vista, uccidere in [[guerra]] non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.<ref group="fonte">Citato nella rivista giapponese ''Kaizo'', autunno 1952.</ref> (p. 95) *Ho fatto un errore, nella vita, quando ho firmato quella lettera {{NDR|''[[Lettera Einstein-Szilárd]]''}} al presidente [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] chiedendo che venisse costruita la bomba atomica. Ma forse mi si potrà perdonare: infatti tutti noi eravamo convinti che fosse altamente probabile che i tedeschi riuscissero a costruirla, e a usarla per diventare la razza padrona.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Linus Pauling]], ricopiata dal proprio diario; citato nell'''A&E Television Einstein Biography'', VPI International, 1991; citato anche da Ted Morgan in ''FDR'', Simon and Schuster, New York, 1985.</ref> (p. 97) *Chi ha cari i valori della [[cultura]] non può non essere pacifista.<ref group="fonte">Da un manuale sul pacifismo, ''Die Friedensbewegung'', 1922.</ref> (p. 98) *Il mio [[pacifismo]] è un sentimento istintivo, un sentimento che mi abita perché l'omicidio è ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.<ref group="fonte">A Paul Hutchinson, direttore del ''Christian Century'', luglio 1929; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 98.</ref> (p. 99) *Non sono mai stato [[comunismo|comunista]], ma se lo fossi stato non me ne vergognerei.<ref group="fonte">Da una lettera a Lydia B. Hewes, 10 luglio 1950; Archivio Einstein 59-984.</ref> (p. 105) *Tutto è determinato [...] da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Lo è per l'insetto come per le stelle. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.<ref group="fonte">Dal ''Saturday Evening post'', 26 ottobre 1929; citato in Ronald W. Clark, ''Einstein: The Life and Times'', Cromwell, New York, 1971, pp. 346-347.</ref> (p. 110) *Credo nel [[Dio]] di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani.<ref group="fonte">Da un telegramma a un giornale ebraico, 1929.</ref> (p. 110) *Esiterei a dire che saranno la [[filosofia]] e la ragione a guidare le azioni umane in un futuro prevedibile; comunque rimarranno, come sempre un bellissimo santuario per gli eletti.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Benedetto Croce]], 7 giugno 1944; Archivio Einstein 34-075; citato in [[Abraham Pais]], ''Einstein Lived Here'', Oxford University Press, Oxford, 1982, p. 122.</ref> (p. 116) *Leggo spesso la [[Bibbia]], ma il suo testo originale mi è rimasto inaccessibile.<ref>Riferito al fatto che non conosceva l'ebraico. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 116.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a H. Friedmann, 2 settembre 1945.</ref> (p. 116) *Non cerco di immaginare un [[Dio]]; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.<ref group="fonte">Da una lettera a S. Flesch, 19 aprile 1954; Archivio Einstein 30-1154.</ref> (p. 119) *Senza un contatto con la scienza l'[[epistemologia]] diventa uno schema vuoto. La scienza senza epistemologia, se pure la si può concepire, è primitiva e confusa.<ref group="fonte">Da ''Reply to Criticism''; in ''Albert Einstein: Philosopher-Scientist'', a cura di Paul Schilpp, Library of Living Philosophers, Evanston, 1949, p. 684.</ref> (p. 120) *Non è come se tutta la [[filosofia]] fosse scritta con il miele? A prima vista, sembra chiara, ma quando la si guarda di nuovo, è scomparsa e resta solo la pappa.<ref group="fonte">Citato in Ilse Rosenthal-Schneider, ''Reality and Scientific Truth'', Wayne State University Press, Detroit, 1980, p. 90.</ref> (p. 120) *La mia [[religione]] consiste in una umile ammirazione dello spirito superiore e infinito, il quale si rivela nei dettagli minuti che riusciamo a percepire con le nostre menti fragili e deboli. Ecco la mia idea di [[Dio]], la convinzione profondamente emotiva della presenza di una razionalità suprema che si rivela nell'universo incomprensibile.<ref group="fonte">Citato nel necrologio del ''New York Times'', 19 aprile 1955.</ref> (p. 121) *Più la teoria dei [[Meccanica quantistica|quanti]] ha successo e più sembra una sciocchezza.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 20 maggio 1912.</ref> (p. 123) *In tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è giusta!<ref>In risposta alla domanda di uno studente su cosa avrebbe detto se la teoria della relatività generale non fosse stata confermata dalle misurazioni astronomiche. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 124.</ref><ref group="fonte">Nel 1919, Archivio Einstein 33-257.</ref> (p. 124) *Il Signore è sottile, ma non malizioso.<ref>Einstein era a Princeton per una serie di conferenze e aveva sentito dire che un risultato sperimentale (poi rivelatosi sbagliato) contraddiceva la sua teoria gravitazionale. La frase è stata variamente interpretata per alcuni significa che la natura, con quel suo essere sottile, nasconde i propri segreti; per altri che la natura può giocare brutti scherzi ma non bara. La frase è stata poi incisa sul caminetto del salotto della facoltà di fisica. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 125.</ref><ref group="fonte">Da una battuta rivolta a Oscar Veblen alla Princeton University nel maggio 1921.</ref> (p. 125) :''Raffiniert ist der Herr Gott, aber boshaft ist Er nicht.'' *La [[natura]] nasconde i propri segreti perché è sublime, non perché imbroglia.<ref group="fonte">Aforisma scritto a mano in tedesco; citato in [[Philipp Frank]], ''Einstein: His Life and Times'', Knopf, New York, 1947, p. 190.</ref> (p. 126) *Ero seduto nell'Ufficio brevetti a Berna quando all'improvviso mi ritrovai a pensare: se una persona cade liberamente, non avverte il proprio peso. Sobbalzai. Questo pensiero semplice mi colpì profondamente e mi spinse verso una teoria della gravitazione.<ref group="fonte">Dalla Conferenza di Kyoto; citato in J. Ishiwara, ''Einstein Koen-Roku'', Tokyo, 1977.</ref> (p. 126) *Lo [[scienziato]] trova la sua ricompensa in ciò che [[Henri Poincaré]] chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte.<ref group="fonte">Dall'epilogo a [[Max Planck]], ''Where Is Science Going?'', Norton, New York, 1932, p. 211.</ref> (p. 128) *Ho imparato una cosa nella mia lunga vita, e cioè che rispetto alla realtà tutta la nostra [[scienza]] è primitiva e infantile, eppure è la cosa più preziosa che abbiamo.<ref group="fonte">Citato in [[Banesh Hoffmann]], ''Albert Einstein: Creator and Rebel'', Viking, New York, 1972, p. V.</ref> (p. 136) *Dalla teoria della relatività consegue che la massa e l'energia sono entrambe manifestazioni diverse di una stessa cosa, una visione abbastanza insolita per la persona media. Inoltre, ''[[E=mc²|E = mc<sup>2</sup>]]'' in cui l'energia è uguale alla massa moltiplicata per la velocità della luce al quadrato, ha mostrato che una piccolissima quantità di massa può convertita in una grandissima quantità di energia... cioè che la massa e l'energia sono di fatto equivalenti.<ref group="fonte">Letto in pubblico, filmato ed inserito nel film su Einstein prodotto dalla Nova Television, 1979. [https://history.aip.org/history/exhibits/einstein/sound/voice1.mp3 Audio originale] disponibile su ''History.aip.org''.</ref> (p. 137) *I bambini non danno retta all'esperienza dei genitori e le nazioni ignorano la storia. Le brutte [[lezione|lezioni]] vanno sempre imparate da capo.<ref group="fonte">Aforisma scritto il 12 ottobre 1923; Archivio Einstein 36-589.</ref> (p. 138) *Non si può insegnare a un [[gatto]] a non cacciare gli uccellini.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Florence Schneller]], 9 marzo 1936; Archivio Einstein 51-756.</ref> (p. 139) *La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.<ref group="fonte">Dalla lettera a E. Mulder, aprile 1954; Archivio Einstein 60-609.</ref> (p. 140) *Se non c'è un prezzo da pagare, allora non ha valore.<ref group="fonte">Aforisma scritto il 20 giugno 1927; Archivio Einstein 36-582.</ref> (p. 141) *Soltanto una [[vita]] vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere.<ref group="fonte">Dalla risposta alla domanda dei redattori di ''Youth'', citato nel ''New York Times'', 20 giugno 1932.</ref> (p. 141) *Una [[vita]] che miri principalmente a soddisfare i desideri personali conduce prima o poi a un'amara [[delusione]].<ref group="fonte">Da una lettera a L. Lee, 16 gennaio 1954.</ref> (p. 142) *L'[[amore]] porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.<ref group="fonte">Da una lettera a Marie Winteler, 21 aprile 1986.</ref> (p. 145) *Sono convinto che alcune attività politiche e sociali delle organizzazioni cattoliche siano pregiudizievoli e perfino pericolose per la comunità nel suo insieme, qui e ovunque. Citerò soltanto la lotta contro il controllo delle nascite in un'epoca in cui la [[sovrappopolazione]] è diventata in vari paesi una seria minaccia alla salute della gente e un grave ostacolo a ogni tentativo di organizzare la pace sul pianeta.<ref group="fonte">Nel 1954 a un lettore del ''Brooklyn Tablet'', che si domandava se l'opinione di Einstein su questo tema fosse citata correttamente.</ref> (p. 148) *Non fate mai nulla contro la vostra [[coscienza morale|coscienza]], anche se è lo Stato a chiedervelo.<ref group="fonte">Citato nel necrologio della ''Saturday Review'', 30 aprile 1955.</ref> (p. 148) *La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La [[curiosità]] esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità.<ref group="fonte">Archivio Einstein 38-228.</ref> (p. 149) *La [[curiosità]] è una piantina delicata che, a parte gli stimoli, ha bisogno soprattutto di libertà.<ref group="fonte">Da un ricordo personale di William Miller citato in ''Life'', 2 maggio 1955.</ref> (p. 149) *Quando le donne stanno a casa, si attaccano ai loro mobili [...] continuano a spostarli e a risistemarli. Quando viaggio con una donna, sono l'unico mobile di cui dispone e per tutto il giorno non riesce a impedirsi di spostarmi e di sistemarmi qualcosa.<ref group="fonte">Citato in [[Philipp Frank]], ''Einstein: His Life and Times'', Knopf, New York, 1947, p. 126.</ref> (p. 150) *Mi fa orrore quando una bella [[intelligenza]] è abbinata a una personalità ripugnante.<ref group="fonte">Da una lettera a Jakob Laub, 19 maggio 1909.</ref> (p. 152) *Tutte le grandi conquiste scientifiche nascono dalla conoscenza intuitiva, vale a dire da [[Assioma|assiomi]] a partire dai quali si fanno delle deduzioni [...]. L'[[intuizione]] è la condizione necessaria per la scoperta di questi assiomi.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 180.</ref> (p. 153) *Ho sempre amato la [[solitudine]], una caratteristica che tende ad accentuarsi con l'età.<ref group="fonte">Da una lettera a E. Marangoni, 1° ottobre 1952; Archivio Einstein 60-406.</ref> (p. 153) *La [[senilità|vecchiaia]] ha i suoi momenti belli.<ref group="fonte">A Margot Einstein; citato in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 298.</ref> (p. 154) *Il [[matrimonio]] è il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di duraturo.<ref group="fonte">Citato da [[Otto Nathan]], 10 aprile 1982 in un'intervista pubblicata in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 80.</ref> (p. 157) *Il [[matrimonio]] non è altro che una schiavitù travestita da civiltà.<ref group="fonte" name=einhaus>Citato anche in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 159.</ref> (p. 157) *Il [[matrimonio]] fa sì che due persone si trattino come oggetti di proprietà e non più come esseri umani liberi.<ref group="fonte" name=einhaus/> (p. 157) *{{NDR|Sul [[proibizionismo]]}} Non bevo, quindi per me fa lo stesso.<ref group="fonte">Durante una conferenza stampa all'arrivo a New York, 1930; incluso nell'''A&E Television Einstein Biography'', VPI International 1991 e nel film su Einstein prodotto da Nova Television, 1979.</ref> (p. 162) *Ho sempre mangiato la [[carne]] con un pizzico di cattiva coscienza.<ref group="fonte">Agosto 1953; Archivio Einstein 60-058.</ref> (p. 165) *È difficile sapere cosa sia la [[verità e bugia|verità]], ma a volte è molto facile riconoscere una [[verità e bugia|falsità]].<ref group="fonte">Da una lettera a Jeremiah McGuire, 24 ottobre 1953; Archivio Einstein 60-483.</ref> (p. 166) {{int|Aggiunte nelle successive edizioni della versione in lingua inglese|Da ''Ultimate Quotable Einstein'', 2010|h=4}} [[File:Albert Einstein and Charlie Chaplin - 1931.jpg|thumb|«''Persino Chaplin mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio.''»]] *Persino [[Charlie Chaplin|Chaplin]] mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio. (1931?)<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Even Chaplin looks at me like I'm some kind of exotic creature and doesn't know what to make of me. In my room he acted as if he were being brought into a temple.''<ref group="fonte">{{en}} Ricordato da [[Konrad Wachsmann]]; citato in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 145.</ref> (p. 116) *[[Immanuel Kant|Kant]] è una specie di autostrada con tante, tante pietre miliari. Poi arrivano tutti i cagnolini e ognuno deposita il suo contributo alle pietre miliari.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Kant is sort of a highway with lots and lots of milestones. Then all the little dogs come and each deposits his contribution at the milestones.''<ref group="fonte">{{en}} Frase detta a [[Ilse Rosenthal-Schneider]], 15 settembre 1919.</ref> (p. 129) *La [[sfortuna]] si adatta incommensurabilmente bene al genere umano: meglio del successo.<ref group="fonte" name=laRepubblica>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/16/chaplin-mi-guarda-come-fossi-una-bestia.html Chaplin mi guarda come se fossi una bestia rara]'', ''la Repubblica'', 16 dicembre 2010.</ref> :''Misfortune suits minkind immeasurably better than success.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 24 dicembre 1909.</ref> (p. 174) *Le [[persona|persone]] sono come le [[bicicletta|biciclette]]: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''People are like bicycles. They can keep their balance only as long as they keep moving.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera al figlio [[Eduard Einstein]], 5 febbraio 1930; Archivio Einstein 75-590.</ref> (p. 176) *L'uomo è nato per odiare in misura quasi maggiore d'amare: e l'[[odio]] non si stanca di afferrare qualsiasi situazione disponibile.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Man is born to hate in almost higher measure than to love, and hate does not tire in taking grasp of any aviable situation.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Hans Muesham]], 3 aprile 1946; Archivio Einstein 38-352.</ref> (p. 183) *Bisogna spartire il proprio tempo tra la politica e le equazioni. Ma per me, le nostre [[equazione|equazioni]] sono molto più importanti, perché la politica è per il presente, ma le nostre equazioni sono per l'eternità.<ref group="fonte">{{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 108.</ref><ref group="fonte">{{cfr}} AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 30. ISBN 9788858025857</ref> :''One must divide one's time between politics and equations. But our equations are much more important to me, because politics is for the present, while our equations are for eternity.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in E. Strauss, ''Assistant bei Albert Einstein'' in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 71.</ref> (p. 308) *{{Ancora|veg|Benché sia stato impedito da circostanze esterne ad osservare una dieta strettamente [[vegetarianismo|vegetariana]], sono stato a lungo un aderente alla causa in linea di principio. Oltre a concordare con gli obiettivi del vegetarianismo per ragioni estetiche e morali, è mia opinione che uno stile di vita vegetariano, per il suo effetto puramente fisico sul temperamento umano, avrebbe la più benefica influenza sulle sorti dell'umanità.}} :''Although I have been prevented by outward circumstances from observing a strictly vegetarian diet, I have long been an adherent to the cause in principle. Besides agreeing with the aims of vegetarianism for aesthetic and moral reasons, it is my view that a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind.''<ref group="fonte">{{en}} 27 dicembre 1930, Archivio Einstein 46-756; 2011.</ref> (p. 453) *Dunque sto vivendo senza grassi, senza carne, senza pesce, ma in questo modo mi sento proprio bene. A me pare sempre che l'uomo non sia nato per essere un carnivoro. :''So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It always seems to me that man was not born to be a carnivore.''<ref group="fonte">{{en}} 30 marzo 1954, Archivio Einstein 38-435; 2011.</ref> (p. 454) ===''Einstein on Politics''=== *La guerra è vinta, ma la pace no. Le grandi potenze, unite nei combattimenti, sono ora divise nella costruzione della pace. Al mondo era stata promessa la libertà dalla paura, ma in realtà la paura è cresciuta enormemente dalla fine della guerra. Al mondo era stata promessa la libertà dalla miseria, ma gran parte del mondo si trova ad affrontare la fame mentre altri vivono in abbondanza. :''The war is won, but the peace is not. The great powers, united in fighting, are now divided over the peace settlements.''<ref group="fonte" name=CCLXXIII/> ''The world was promised freedom from fear, but in fact fear has increased tremendously since the termination of the war. The world was promised freedom from want, but large parts of the world are faced with starvation while others are living in abundance.''<ref group="fonte">Da ''The War is Won, but the Peace is Not'', 10 dicembre 1945.</ref> (p. 382) *Molte persone hanno indagato su un mio recente messaggio secondo cui "{{Ancora|Problema1|un nuovo tipo di pensiero è essenziale se l'umanità vuole sopravvivere}}." [...] {{Ancora|Problema2|Il pensiero e i metodi passati non hanno impedito le guerre mondiali. Il pensiero futuro ''deve'' prevenire le guerre}}. :''Many persons have inquired concerning a recent message of mine that "a new type of thinking is essential if mankind is to survive and move to higher levels."'' [...] ''Past thinking and methods did not prevent world wars. Future thinking ''must'' prevent wars.''<ref group="fonte">Da ''The real problem is in the hearts of men'', ''New York Times Magazine'', 23 giugno 1946.</ref><ref group="fonte" name=CCLXXIII>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA273 pp. 273].</ref> (p. 383) *Rendo onore a [[Lenin]] come uomo che ha interamente sacrificato se stesso e dedicato tutte le proprie energie alla realizzazione della giustizia sociale. Non considero i suoi metodi funzionali, ma una cosa è certa: uomini come lui sono i guardiani e i restauratori della coscienza dell'umanità. :''In Lenin I honor a man, who in total sacrifice of his own person has committed his entire energy to realizing social justice. I do not find his methods advisable. One thing is certain, however: men like him are the guardians and renewers'' [Erneuerer] ''of mankind's conscience.''<ref group="fonte">{{en}} Dal discorso per il quinto anniversario della morte di Lenin, 6 gennaio 1929; Archivio Einstein 47-471.</ref> (p. 413) *Senza la Russia {{NDR|l'[[Unione Sovietica]]}}, questi segugi tedeschi {{NDR|la [[Germania nazista]]}} avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente. :[...] ''without Russia, the German bloodhounds would have already achieved their goal, or would achieve it very soon.'' [...] ''we and our children owe a great debt of gratitude to the Russian people for having experienced such immense losses and suffering.'' [...] ''[Russia's] conduct the war has made obvious her great achievements in all industrial and technical fields.'' [...] ''and in the limitless sacrifice and exemplary self-denial of every single individual, I see proof of a strong and universal will to defend what they have won.'' [...] ''In Russia the equality of all national and cultural groups is not merely nominal but is actually practiced.''<ref group="fonte">{{en}} Dal discorso al Consiglio Ebreo per il sostegno alla guerra Russa, 25 ottobre 1942.</ref> (pp. 453-454) ===Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein: {{small|la sua vita, il suo universo}}''=== *Il primo articolo {{NDR|''[[Albert Einstein/Articoli scientifici#Un punto di vista euristico relativo alla generazione e alla trasformazione della luce|Un punto di vista euristico...]]''}} ha per oggetto la radiazione e le proprietà energetiche della luce ed è decisamente rivoluzionario.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Conrad Habicht]], 18 o 25 maggio 1905.</ref> (p. 7) *Le cose veramente [[originalità|originali]] si inventano soltanto quando si è giovani, poi si diventa più esperti, più famosi... e più ''stupidi''.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 6 dicembre 1917.</ref> (p. 305) *{{NDR|Riferito alla [[meccanica quantistica]]}} Quest'orgia impregnata di epistemologia dovrebbe esaurirsi. Ma senza dubbio sorridi di me e pensi che, dopotutto, molte giovani mignotte diventano vecchie bigotte, e che più di un giovane rivoluzionario diventa un vecchio reazionario.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 19 giugno 1935, Archivio Einstein 22-47.</ref> (p. 438) *Il tuo gatto {{NDR|[[paradosso del gatto di Schrödinger]]}} dimostra che siamo in completo accordo sulla tua valutazione del carattere della teoria attuale. Una funzione psi che contiene tanto il gatto vivo quanto il gatto morto non può certo essere considerata una descrizione di uno stato di cose reale.<ref>L'articolo di Schrödinger non era stato ancora pubblicato (29 novembre 1935), ma il fisico austriaco aveva esposto la sua argomentazione in una lettera ad Einstein del 19 agosto 1935. {{Cfr}} [[Walter Isaacson]], ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', nota a p. 603.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 4 settembre 1935, Archivio Einstein 22-53.</ref> (p. 442) *I fisici contemporanei in qualche modo credono che la teoria quantistica fornisca una descrizione della realtà, e per di più una descrizione ''completa''. Questa interpretazione è, però, confutata nel modo più elegante dal tuo sistema di atomo radioattivo + contatore Geiger + amplificatore + carica esplosiva + gatto in una scatola, in cui la funzione psi del sistema contiene il gatto sia vivo che fatto a pezzi.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 22 dicembre 1950, Archivio Einstein 22-174.</ref> (p. 442) *Breve è questa esistenza, come una visita fugace in una casa sconosciuta. La via da seguire è scarsamente rischiarata dal lume tremolante della coscienza.<ref group="fonte">Dall'elogio funebre di [[Rudolf Ladenburg]], 1° aprile 1952, Archivio Einstein 5-160.</ref> (p. 516) *La cosa strana dell'[[invecchiamento|invecchiare]] è che l'intima identificazione con il qui e ora si va lentamente perdendo. Ci si sente trasposti nell'infinito, più o meno soli.<ref group="fonte">Da una lettera alla regina madre Elisabetta del Belgio, 12 gennaio 1953, Archivio Einstein 32-405.</ref> (pp. 516-517) {{Int|Dall'intervista di [[George Sylvester Viereck]], ''What Life Means to Einstein'', 26 ottobre 1929|Pubblicata su ''The Saturday Evening Post'', p. 17 e successivamente in ''Glimpses of the Great'', Duckworth, 1930, pp. 372-373; tradotta in ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', p. 373.|h=4}} *Il [[nazionalismo]] è una malattia infantile, il morbillo del genere umano.<ref group="fonte">Citato in ''Il lato umano'', p. 37 e in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 102.</ref> *Nessuno può leggere i [[Vangelo|Vangeli]] senza avvertire la presenza reale di [[Gesù]]. La sua personalità pulsa in ogni parola. Nessun mito è così pieno di vita. *{{NDR|«Lei crede in Dio?»}} Non sono un [[ateismo|ateo]]. Il problema è troppo vasto per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bimbetto che entra in un'immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Ma non sa come. Non capisce le lingue in cui sono scritti. Intuisce indistintamente un ordine misterioso nella disposizione dei libri, ma non sa quale sia. Questo, mi sembra, è l'atteggiamento anche del più intelligente degli esseri umani verso [[Dio]]. Vediamo un universo meravigliosamente organizzato che obbedisce a certe leggi, ma comprendiamo solo indistintamente queste leggi. *Sono un determinista. Non credo nel libero arbitrio. Gli ebrei credono nel libero arbitrio. Credono che l'uomo decida della propria vita. Io respingo questa dottrina. Per questo aspetto non sono ebreo. *Sono affascinato dal panteismo di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], ma ammiro ancor di più il suo contributo al pensiero moderno perché è il primo filosofo ad aver trattato corpo e anima come un tutt'uno, e non come due cose separate. *L'[[immaginazione]] è più importante della [[conoscenza]]. La conoscenza è limitata; l'immaginazione racchiude il mondo.<ref>Rispondendo alla domanda: «''Do you trust more to your imagination than to your knowledge?''» («Ti fidi più della tua immaginazione che della tua conoscenza?» {{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA12 p. 12].</ref><ref>Citato nell'episodio 2 della prima stagione di ''[[Criminal Minds]]''.</ref><ref group="fonte" name=palaz>Citato in ''[http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/einstein-lha-detto-veramente Einstein l'ha detto veramente?]'', ''PalazzoEsposizioni.it''.</ref> ===Attribuite=== *Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un [[miracolo]]; l'altro come se tutto fosse un miracolo.<ref group="fonte">Citato in Michael J. Gelb, ''Il Genio che c'è in te''.</ref> :''There are only two ways to live your life. One is as though nothing is a miracle. The other is as though everything is.''<ref group="fonte">{{en}} Citato da [[Gilbert Fowler White]] in ''Journal of France and Germany'' (1942–1944); citato in Robert E. Hinshaw, ''Living with Nature's Extremes: The Life of Gilbert Fowler White'', Big Earth Publishing, 2006, [https://books.google.it/books?id=_2qfZRp9SeEC&lpg=PP1&pg=PA62 p. 62]. ISBN 1555663885</ref> ::[[Gilbert Fowler White]] citò questa frase senza tuttavia specificare l'occasione in cui Einstein l'avrebbe pronunciata. *Descrivere ogni cosa in modo scientifico sarebbe possibile, ma assurdo. Non avrebbe senso, sarebbe come descrivere una sinfonia di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] in base alla variazione della pressione dell'onda.<ref name=Curiosoattribuiti>Queste citazioni sono incluse nella sezione "''Attribuiti a Einstein''" del libro ''Pensieri di un uomo curioso''. La stessa curatrice del libro, Alice Calaprice, in ''Introduzione e ringraziamenti'' scrive: «Di alcune citazioni non sono riuscita a rintracciare la fonte sebbene io stessa, o le persone che si sono rivolte a me per saperne di più, abbiamo letto o sentito dire che erano di Einstein. Le ho raccolte alla fine del volume sotto il titolo di ''Attribuiti a Einstein''; spero che i lettori mi sappiano indirizzare ai documenti giusti.»</ref><ref group="fonte">Citato in Max Born, ''Physik im Wandel Meiner Zeit'', Vieweg, Braunschweig, Germania, 1966; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 170.</ref><br />Come si può mettere [[Sinfonia n. 9 (Beethoven)|la ''Nona'' di Beethoven]] in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'[[universo]] non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.<ref group="fonte">Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori, Milano, 1991, p. 94. ISBN 88-04-34449-0</ref> *I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di consapevolezza che li ha creati.<ref>Citato in Federico Renzo Grayeb, ''Il leader consapevole'', a cura di Patrizia Fogheri, FrancoAngeli, 2014, [https://books.google.it/books?id=JqD9CQAAQBAJ&pg=PA28 p. 28]. ISBN 8891703494</ref> :''The significant problems we face cannot be solved at the same level of thinking we were at when we created them''.<ref name=tuqe/> ::In ''The New Quotable Einstein'', la curatrice Alice Calaprice suggerisce che questa frase attribuita ad Einstein potrebbe essere una parafrasi di due citazioni tratte da un articolo del 1946: «[[#Problema1|Un nuovo tipo di pensiero è essenziale se l'umanità vuole sopravvivere]]» e «[[#Problema2|il pensiero e i metodi passati non hanno impedito le guerre mondiali. Il pensiero futuro ''deve'' prevenire le guerre]]».<ref group="fonte" name=CDLXXVI>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA476 pp. 476-477].</ref> *Non m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto.<ref group="fonte" name=eco>Dal commento a un libro di [[Franz Kafka]]; citato in [[Umberto Eco]], ''Sei passeggiate nei boschi narrativi'', Saggi Tascabili Bompiani, 1995, pp. 5-6.</ref> :Einstein avrebbe pronunciato questa frase restituendo a [[Thomas Mann]] un libro di [[Franz Kafka]] che gli era stato prestato. L'aneddoto venne riportato da [[Alfred Kazin]].<ref group="fonte" name=eco/> *Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività. :''When you sit with a nice girl for two hours you think it's only a minute, but when you sit on a hot stove for a minute you think it's two hours. That's relativity.'' ::L'aneddoto venne pubblicato per la prima volta sul ''New York Times'' nel marzo del 1929: Einstein in quell'occasione avrebbe detto alla sua segretaria di rispondere così agli intervistatori ansiosi di sapere cosa fosse la relatività. Da allora l'aneddoto è stato riproposto in diverse varianti. Tuttavia la fonte è indiretta, e data e occasione non sono note.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2014/11/24/hot-stove/ Relativity: A Hot Stove and A Pretty Girl]'', ''QuoteInvestigator.com'', 24 novembre 2014.</ref> *Se non posso disegnarlo, non posso capirlo. :''If I cannot picture it, I cannot understand it.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in Ian Watson, ''Hydrology: An Environmental Approach'', CRC Press, 1993, sezione C, [https://books.google.it/books?id=08STcsKc6A4C&lpg=PP1&pg=PA137 p. 137]. ISBN 1566700876</ref> ::La citazione venne attribuita ad Einstein da [[John Archibald Wheeler]], ma non sono note le circostanze in cui lo scienziato avrebbe pronunciato tale frase.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://www.scientificamerican.com/article/pioneering-physicist-john-wheeler-dies/ Pioneering Physicist John Wheeler Dies at 96]'', ''Scientific American.com'', 14 aprile 2008.</ref> *Se non sai spiegarlo a un bambino di sei anni, non l'hai capito neanche tu. :''If you can't explain something to a six-year-old, you really don't understand it yourself''. ::Spesso attribuita a [[Richard Feynman]], forse basata su una citazione simile su come spiegare la scienza ad un barista di [[Ernest Rutherford]]. Ronald W. Clark, nel libro ''Einstein: His Life and Times'', 1972, p. 418, suggerisce che sia stato [[Louis de Broglie]] ad attribuire una frase simile ad Einstein<ref>''To de Broglie, Einstein revealed an instinctive reason for his inability to accept the purely statistical interpretation of wave mechanics. It was a reason which linked him with Rutherford, who used to state that "it should be possible to explain the laws of physics to a barmaid." Einstein, having a final discussion with de Broglie on the platform of the Gare du Nord in Paris, whence they had traveled from Brussels to attend the Fresnel centenary celebrations, said "that all physical theories, their mathematical expressions apart ought to lend themselves to so simple a description 'that even a child could understand them.''</ref>, tratta dal libro di de Broglie ''New Perspectives in Physics'', 1962, p. 184. *Solo due cose sono [[infinito|infinite]], l'[[universo]] e la [[stupidità]] umana, e non sono sicuro della prima.<ref group="fonte">Citato in Matteo Molinari, ''Le formiche e le cicale'', Kowalski Editore IT, 2003, p. [http://books.google.it/books?id=z9bOw1eEQcoC&pg=PA117 p. 117]. ISBN 88-7496-603-2</ref> :''Two things are infinite, as far as we know – the universe and human stupidity.'' (1947) :''Two things are infinite: the universe and human stupidity.'' (1969) :''Two things are infinite, the universe and human stupidity, and I am not yet completely sure about the universe.'' (1969) ::Lo psicoterapeuta [[Fritz Perls]] nel libro ''Ego, Hunger, and Aggression: a Revision of Freud's Theory and Method'' (1947) attribuì la prima versione della citazione in lingua inglese ad un "grande astronomo" non meglio precisato, scrivendo poi nella frase successiva del paragrafo «Einstein ha dimostrato che l'universo è limitato» («''Einstein has proved that the universe is limited''»). Nel libro ''Gestalt Therapy Verbatim'' (1969) lo stesso Perls attribuì una versione più breve della frase (la seconda riportata) ad Einstein: lo scienziato l'avrebbe pronunciata nel corso di una conversazione con lo stesso Perls. Infine nel libro ''In and Out the Garbage Pail'' (1969), Perls attribuì ad Einstein la terza versione della citazione (quella più spesso citata anche in lingua italiana).<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/05/04/universe-einstein/#more-173 Two Things Are Infinite: the Universe and Human Stupidity]'', ''QuoteInvestigator.com'', 4 maggio 2010.</ref> [[File:Albert Einstein photo 1921.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1921]] *Tutto dev'essere reso quanto più semplice possibile. Ma non più semplice di così. :''Everything should be made as simple as possible, but no simpler''. ::Ci sono diverse varianti della stessa frase; [https://quoteinvestigator.com/2011/05/13/einstein-simple/ Quote Investigator] ne fornisce un elenco. *Uno [[stomaco]] vuoto non è un buon consigliere politico.<ref name=Curiosoattribuiti/><ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 169.</ref> :''An empty stomach is not a good political advisor.'' ::La frase è impropriamente ricavata da una citazione tratta da ''[https://books.google.it/books?id=W2UoAQAAMAAJ Cosmic Religion, with Other Opinions and Aphorisms]'' (Covici-Friede, New York, 1931, p. 107): «''Reduced to a formula, one might say simply that an empty stomach is not a good political adviser. Unfortunately, the corollary also is true—namely, that better political insight has a hard time winning its way as long as there is little prospect of filling the stomach.''» («Riducendo il tutto a una formula, si potrebbe dire semplicemente che uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico. Sfortunatamente la logica conseguenza è anch'essa vera e cioè che finché c'è la minima possibilità di riempire lo stomaco, un miglior approccio politico difficilmente avrebbe la meglio»).<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://www.barrypopik.com/index.php/new_york_city/entry/an_empty_stomach_is_not_a_good_political_adviser "An empty stomach is not a good political adviser"]'', ''BarryPopik.com'', 9 giugno 2010.</ref> ===[[Citazioni errate|Errate]]=== *[[Follia]] è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi.<ref>Citato nella [[The Big Bang Theory (quarta stagione)|quarta stagione di ''The Big Bang Theory'']].</ref><ref group="fonte" name=palaz/> :''Insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results.'' ::La citazione viene spesso attribuita erroneamente ad Einstein e talvolta anche a [[Benjamin Franklin]] e [[Mark Twain]]. In realtà essa proviene da un [http://web.archive.org/web/20121202030403/http://www.amonymifoundation.org/uploads/NA_Approval_Form_Scan.pdf documento del 1981] (p. 11) dei [[w:Narcotici Anonimi|Narcotici Anonimi]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} Cara Santa Maria, ''[http://www.huffingtonpost.com/2011/12/20/insanity-definition_n_1159927.html Insanity: The Real Definition]'', ''Huffington Post.com'', 19 febbraio 2012.</ref> Molte fonti<ref group="fonte" name=CDLXXIV>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA474 p. 474].</ref> attribuiscono la citazione a [[Rita Mae Brown]], ma ella cita solamente la frase nel suo libro ''Sudden Death'', Bantam Books, New York, 1983, p. 68 *Il [[diritto internazionale]] esiste soltanto nei manuali di diritto internazionale.<ref group="fonte">Citato in ''[https://books.google.it/books?id=iJpFDwAAQBAJ&pg=PT150 Pensieri di un uomo curioso]'', Mondadori, 1a ed 1997, ultima ed. 2018, traduzione di Sylvie Coyaud</ref> :''International law exists only in textbooks on international law.'' ::La citazione, spesso attribuita ad Einstein, venne pronunciata in realtà da [[Ashley Montagu]] mentre intervistava lo scienziato.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} Montagu, ''[https://www.cooperative-individualism.org/montagu-ashley_conversations-with-albert-einstein-1985.htm Conversations with Einstein]'', Science Digest, ristampato il luglio 1985 e ''The Ultimate Quotable Einstein'', Princeton University Press, 2010, [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA473 p. 473]</ref> *L'interesse composto è l'ottava meraviglia del mondo. Chi lo capisce, guadagna; chi non lo capisce, paga.<ref group="fonte">Citato in AA.VV., ''Come funzionano i soldi'', traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019, p. 209. ISBN 9788858025208</ref> :''Compound interest is the most powerful force in the universe. He who understands it, earns it; he who doesn't, pays it''. ::Con ogni probabilità è una falsa attribuzione, in quanto circolano varianti dal 1916, le prime delle quali non sono attribuite ad Einstein.<ref>Cfr. ''[http://quoteinvestigator.com/2011/10/31/compound-interest/ The Quote Investigator]''.</ref> *L'istruzione è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si era imparato a scuola.<ref group="fonte" name=palaz/> :Sebbene la citazione venga talvolta attribuita allo scienziato, Einstein nel suo saggio ''[[#Sull'istruzione|Sull'istruzione]]'' riporta la citazione attribuendola apertamente ad un anonimo, una persona «arguta» non meglio precisata.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''Il mondo come io lo vedo'', p. 37 e ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA473 p. 473].</ref> *La [[mente]] è come un paracadute. Funziona solo se si apre.<ref group="fonte">Citato in ''Focus Storia'', n. 63, gennaio 2012, p. 77.</ref> :La paternità di questa citazione è incerta: alcune fonti la attribuiscono a [[Thomas Dewar]], altre a [[James Dewar]]. Probabilmente l'ambiguità nasce dal fatto che i due hanno lo stesso cognome e sono vissuti in un periodo storico molto simile. La citazione è stata erroneamente attribuita anche ad Einstein e a [[Frank Zappa]], che appartengono ad un periodo storico successivo e hanno, con tutta probabilità, solamente citato la frase. *La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente.<ref group="fonte">Citato in AA.VV., ''Il libro della scienza'', traduzione di Martina Dominici e Olga Amagliani, Gribaudo, 2018, p. 15. ISBN 9788858015001</ref> :La frase corretta è invece "Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione ostinatamente persistente" (''People like us, who believe in physics, know that the distinction between past, present, and future is only a stubbornly persistent illusion''), tratta da una lettera alla famiglia di Michele Besso, marzo 1955, successiva alla morte di quest'ultimo, citata in Freeman Dyson, ''Disturbing the Universe'', 1979, Cap. 17, "A Distant Mirror", p. 193. *La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.<ref group="fonte">Da ''I fondamenti della fisica teorica'', in ''Pensieri, idee, opinioni'', p. 97.</ref> :Einstein cita esplicitamente [[Gotthold Ephraim Lessing]]. *Le [[coincidenza|coincidenze]] sono il modo di Dio per rendersi anonimo.<ref group="fonte">Citato in Elena Puntaroli, ''Spirale delle emozioni (La): Espandi e colora con gioia la tua vita'', Anima Srl, 2014, [https://books.google.it/books?id=VEJoAwAAQBAJ&pg=RA2-PA95 p. 95]. ISBN 88-6365-242-2</ref> :Le prime attribuzioni note di questa citazione ad Albert Einstein risalgono al 2000, molti anni dopo la sua morte, e non vi è alcuna evidenza che la citazione sia stata ideata da lui.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/04/20/coincidence/ Chance, Coincidence, Miracles, Pseudonyms, and God]'', ''QuoteInvestigator.com'', 20 aprile 2015.</ref> *Niente aumenterà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra quanto l'evoluzione verso un'alimentazione [[vegetarianismo|vegetariana]].<ref group="fonte">Citato in [[Umberto Veronesi]], ''Perché dobbiamo essere vegetariani'', in Umberto Veronesi e [[Mario Pappagallo]], ''Verso la scelta vegetariana: il tumore si previene anche a tavola'', Giunti Editore, 2011, p. 8. ISBN 978-88-09-76687-7</ref> :Nel libro ''Verso la scelta vegetariana'', [[Umberto Veronesi|Veronesi]] scrive che Einstein «si riporta abbia dichiarato» questa frase. Secondo la IVU (International Vegetarian Union), la frase inglese «''Nothing will'' [...] ''increase chances for survival of life on Earth as much as the evolution to a vegetarian diet''» risulta «completamente non verificata» e «sembra una cattiva traduzione dal tedesco» della frase di Einstein correttamente tradotta in inglese come «''a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind''» (da una lettera del 27 dicembre 1930 a Hermann Huth, editore della rivista ''Vegetarische Warte'', che avrebbe pubblicato la frase originale; fonte a volte erroneamente indicata come ''Vegetarian Watch-Tower''). cfr. la [[#veg|citazione corretta]] di Einstein.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''[http://www.ivu.org/history/northam20a/einstein.html History of Vegetarianism - North America: early 20th Century - Albert Einstein (1879-1955)]'', ''ivu.org''.</ref> *Non so con quali armi si combatterà la [[Terza guerra mondiale]], ma posso dirvi cosa useranno nella quarta: pietre!<ref group="fonte">Da ''Liberal Judaism'', aprile-maggio 1949, p. 12; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 169.</ref><ref>Citato anche in ''[[Call of Duty: Modern Warfare 3]]''.</ref> :La citazione, attribuita talvolta anche a [[Omar Bradley]], apparve per la prima volta nel settembre del 1946 in un articolo di [[Walter Winchell]]. In tale articolo venivano riportate le parole di un tenente, che interrogato sulle possibili armi di una futura guerra mondiale, rispose: «''I dunno, but in the war after the next war, sure as Hell, they'll be using spears!''» («Non lo so, ma nella guerra dopo la prossima, sicuro come l'inferno, useranno le lance!»). La frase venne citata in diversi contesti, talvolta con qualche variazione, soprattutto in merito al tipo di arma utilizzata in un'ipotetica quarta guerra mondiale. Ad esempio [[Dean Arthur L. Beeley]], direttore dell'University of Utah's Institute of World Affairs, nel giugno 1947 affermò che probabilmente una quarta guerra mondiale si sarebbe combattuta con «archi e frecce» («''Unless the free people of the earth unite to avert World War III, it is probable — as some sage recently prophesied — that World War IV will be fought with bows and arrows.''»). Nel giugno del 1948, due anni dopo la prima apparizione della citazione, in un articolo su Einstein pubblicato su ''The Rotarian'' si affermava che lo scienziato, interrogato sulle armi potenzialmente utilizzabili nella Terza guerra mondiale, avesse risposto: «''I don't know. But I can tell you what they'll use in the fourth. They'll use rocks!''» («Non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta. Useranno le pietre!»). Anche nell'articolo ''Einstein at 70'', pubblicato sul periodico ''Liberal Judaism'' nel'aprile 1949 venne attribuita ad Einstein una citazione molto simile a quella riportata su ''The Rotarian''.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/06/16/future-weapons/ The Futuristic Weapons of WW3 Are Unknown, But WW4 Will Be Fought With Stones and Spears]'', ''QuoteInvestigator.com'', 16 giugno 2010.</ref> *Non tutto quel che conta può essere contato e non tutto quello che può essere contato conta. :''Not everything that counts can be counted, and not everything that can be counted counts.'' ::La citazione, spesso attribuita ad Einstein, appare per la prima volta nel testo di William Bruce Cameron del 1963, ''Informal Sociology: A Casual Introduction to Sociological Thinking''. Anche se probabilmente una delle due parti della citazione esisteva già in qualche forma differente, Cameron è stato il primo a mettere insieme le due frasi e sembra aver coniato almeno una delle due. Il primo riferimento ad Einstein risale invece al 1986, più di trent'anni dopo la morte dello scienziato, nel libro di business, ''Peak Performance''. In tale libro si affermava che Einstein avesse scritto tale citazione sulla lavagna del suo ufficio all'Institute for Advanced Studies di Princeton. Nello stesso libro, del resto, la citazione veniva attribuita a [[George Pickering]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/05/26/everything-counts-einstein/ Not Everything That Counts Can Be Counted]'', ''QuoteInvestigator.com'', 26 maggio 2010.</ref> *Qualsiasi uomo che guida in maniera sicura mentre bacia una bella ragazza è un uomo che non sta dando al bacio l'attenzione che merita.<ref group="fonte">Citato in ''[http://ilsaggiolibro.it/dieci-consigli-di-albert-einstein/ I dieci consigli di Albert Einstein]'', ''Il Saggio Libro.it''.</ref> :''Any man who can drive safely while kissing a pretty girl is simply not giving the kiss the attention it deserves.''<ref name=tuqe>Queste citazioni sono incluse nella sezione "''Attribuited to Einstein''" del libro ''The Ultimate Quotable Einstein'', ultima edizione del libro noto in Italia come ''Pensieri di un uomo curioso''</ref> ::La citazione venne attribuita per la prima volta ad Einstein nel 2002 nel libro ''More Sex Talk'', quasi cinquant'anni dopo la morte dello scienziato, si può quindi affermare con ragionevole certezza che tale attribuzione è erronea. La citazione era apparsa per la prima volta nel 1923 in un articolo di un giornale statunitense.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/12/31/kiss/ Anyone Who Can Drive Safely While Kissing Is Simply Not Giving the Kiss the Attention It Deserves]'', ''QuoteInvestigator.com'', 31 dicembre 2015.</ref> *Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano.<br />Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.<ref group="fonte" name=um>{{Cfr}} ''Il lato umano'', pp. 87-88.</ref> :''Being a lover of freedom, when the revolution came in Germany, I looked to the universities to defend it, knowing that they had always boasted of their devotion to the cause of truth; but, no, the universities immediately were silenced. Then I looked to the great editors of the newspapers whose flaming editorials in days gone by had proclaimed their love of freedom; but they, like the universities, were silenced in a few short weeks.'' [...] ''Only the Church stood squarely across the path of Hitler's campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone has had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. I am forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.'' ::Questa dichiarazione venne riportata nell'articolo ''Religion: German Martyrs'', pubblicato sul ''Time Magazine'' del 23 dicembre 1940.<ref group="fonte">L'articolo originale del ''Time Magazine'' è riportato in parte su ''[http://www.drjudithreisman.com/archives/2010/11/religion_german.html DrJudithReisman]''.</ref> La citazione ebbe una grande diffusione e più scrittori la interpretarono in modo diverso. In una lettera dello scienziato del 1943 indirizzata a un ministro presbiteriano, che aveva chiesto una conferma in merito alle parole riportate da ''Time Magazine'', Einstein confermò di aver dichiarato approssimativamente qualcosa del genere, ma precisò che le dichiarazioni risalivano ai primi anni del regime nazista (ben prima del 1940) e erano state più «moderate» rispetto a quelle riportate successivamente dal ''Time Magazine'' («''It is true that I made a statement which corresponds approximately with the text you quoted. I made this statement during the first years of the Nazi-Regime — much earlier than 1940 — and my expressions were a little more moderate.''»).<ref group="fonte">{{Cfr}} *{{en}} [http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/archive/200706A19.html Lettera di Einstein del 1943], ''PBS.org''. *{{en}} Dave Armstrong, ''Science and Christianity: Close Partners or Mortal Enemies?'', Lulu.com, 2012, [https://books.google.it/books?id=XzWcAwAAQBAJ&pg=PA243 p. 243]. ISBN 1105537331 *[https://www.youtube.com/watch?v=Sk_-0UiiauU Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> Secondo lo scienziato [[William C. Waterhouse]] lo stralcio riportato dal ''Time Magazine'' sarebbe stato estrapolato da un commento casuale rilasciato dallo scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein viveva ancora in Germania. L'opinione di Waterhouse trova conferma in una lettera successiva dello scienziato, risalente al 14 novembre 1950.<br />Si tratta di una lettera di risposta ad una missiva invitagli da un pastore di una chiesa di Brooklyn, l'11 novembre 1950. Nella lettera il pastore ricordò che dopo l'avvento di Hitler, Einstein aveva rilasciato tale dichiarazione (una copia venne allegata alla lettera) e chiese gentilmente ad Einstein di inviargli una copia manoscritta di quel brano. Einstein rispose così: «Sono colpito dal tono generoso e leale della Sua lettera dell'11 novembre. Sono tuttavia un po' imbarazzato. Le parole che Lei cita non sono mie. Poco dopo l'ascesa al potere da parte di Hitler, ebbi un colloquio con un giornalista su questi argomenti. Da allora le mie osservazioni sono state rielaborate ed esagerate: non le riconosco più. Non posso trascrivere in buona fede il brano che Lei mi manda, credendolo mio. L'argomento è ancora più imbarazzante per me perché, come Lei, sono estremamente critico nei confronti degli atteggiamenti e soprattutto delle attività politiche del clero ufficiale nel corso della storia. Quindi il brano, anche se potessi trascriverlo con le mie parole originali (che non ricordo particolareggiatamente) dà un'impressione sbagliata del mio pensiero a riguardo.»<ref group="fonte">''[http://www.skeptic.com/eskeptic/06-01-05 Did Einstein Praise the Church?]'', ''Skeptic.com''.</ref><ref group="fonte" name=um/> *Se l'[[ape]] scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita.<ref>Citato in ''[[E venne il giorno]]'' (2008).</ref> :''If the bee disappears from the surface of the earth, man would have no more than four years to live.'' ::Non esiste una fonte originale per questa citazione attribuita a Einstein, essa non viene menzionata in nessun documento prima del 1994. In quell'anno, la frase venne citata per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d'importazione. È quindi probabile che sia stata creata ''ad hoc'' per avvalorare la protesta.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''[http://www.snopes.com/quotes/einstein/bees.asp Einstein on Bees]'', ''Snopes.com'' e ''[http://www.thedailygreen.com/environmental-news/latest/einstein-bees Major Paper Repeats Bogus Einstein Bee Quote]'', ''The Daily Green.com'', 2 luglio 2011.</ref> *Solo coloro che tentano [[assurdo|cose assurde]] possono raggiungere l'impossibile.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.vivizen.com/2014/01/11-lezioni-di-vita-di-albert-einstein.html 11 lezioni di vita di Albert Einstein]'', ''Vivizen.com'', 11 gennaio 2014.</ref> :La prima attribuzione nota allo scienziato risale al 1997, diversi decenni dopo la sua morte. La citazione appartiene in realtà a [[Miguel de Unamuno]] ed è tratta dal suo libro ''Vida de Don Quijote y Sancho'' (1905): «Soltanto chi mette a prova l'assurdo è capace di conquistar l'impossibile.» La citazione viene spesso attribuita erroneamente anche a [[Maurits Cornelis Escher]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/02/21/impossible/ Only One Who Attempts the Absurd Is Capable of Achieving the Impossible]'', ''QuoteInvestigator.com'', 21 febbraio 2015.</ref> *Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.trn-news.it/portale/index.php/mondo/item/146-albert-einstein--%E2%80%9Ctemo-quel-giorno-in-cui-la-tecnologia-andr%C3%A0-oltre-la-nostra-umanit%C3%A0 Albert Einstein: "Temo quel giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità]'', ''Trn-news.it'', 8 settembre 2014.</ref><ref group="fonte">Citato in ''[http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9898 Il giorno che Einstein temeva tanto potrebbe essere arrivato...]'', ''Lantidiplomatico.it'', 22 dicembre 2014.</ref><ref group="fonte">Citato in ''[http://www.sikelianews.it/wps/cultura-e-societa/quante-difficile-guardarsi-negli-occhi-meglio-facebook/ Quant'è difficile guardarsi negli occhi... meglio Facebook!]'', ''SikeliaNews.it'', 5 agosto 2014.</ref> :''I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.'' :''I fear the day when the technology overlaps with our humanity. The world will only have a generation of idiots.'' ::La frase sul web viene spesso citata e attribuita ad Einstein sia in lingua italiana che in lingua inglese (nelle due versioni riportate), soprattutto in relazione al crescente utilizzo dei cellulari e degli smartphone e al loro impatto sulle relazioni sociali. In realtà la frase non appare in nessuno scritto di Einstein, né tanto meno nella raccolta ''The Ultimate Quotable Einstein'' (''Pensieri di un uomo curioso''). Inoltre non vi è alcuna evidenza che Einstein abbia mai fatto una dichiarazione del genere. La frase è stata probabilmente creata ad hoc e risale probabilmente al 2012.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2013/03/19/tech-surpass/ I Fear the Day That Technology Will Surpass Our Human Interaction]'', ''QuoteInvestigator.com'', 19 marzo 2013.</ref> *Usiamo solo il 10% del nostro cervello.<ref group="fonte" name=palaz/> :''We use only 10 percent of our brain.'' ::La citazione attribuita in diverse forme ad Einstein e, più in generale, la credenza sullo sfruttamento del 10% del cervello sono molto diffuse, ma entrambe false. Per approfondire vedi [[w:Sfruttamento del 10% del cervello|qui]].<ref group="fonte" name=CDLXXIV/> ==''Autobiografia scientifica''== ===[[Incipit]]=== Eccomi qui seduto, all'età di sessantasette anni, per scrivere quello che potrebbe essere il mio necrologio. Lo faccio non solo perché il dottor Schilpp mi ha convinto a farlo, ma perché credo effettivamente che sia bene mostrare a chi opera accanto a noi come appaia retrospettivamente la nostra fatica e la nostra ricerca. Dopo averci riflettuto, capisco che qualsiasi tentativo del genere sarà sempre inadeguato. Per quanto breve e limitata possa essere la propria vita di lavoro, e per quanto grande sia la parte di essa sprecata in errori, esporre ciò che resta e merita d'essere detto è tuttavia difficile, perché l'uomo di oggi, che ha sessantasette anni, non è affatto lo stesso che ne aveva cinquanta, trenta, o venti. Ogni [[ricordo]] appare alla luce del presente, e quindi in una prospettiva ingannevole.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 143.</ref> Questa considerazione potrebbe addirittura fermarmi. Ma dalla propria esperienza si possono estrarre molte cose ancora ignote ad altre coscienze umane. ===Citazioni=== *Così io — benché figlio di genitori (ebrei) completamente irreligiosi — divenni religiosissimo; ma cessai improvvisamente di esserlo all'età di dodici anni. Attraverso la lettura di libri di divulgazione scientifica mi ero convinto ben presto che molte delle storie che raccontava la [[Bibbia]] non potevano essere vere. La conseguenza fu che divenni un accesissimo sostenitore del libero pensiero, accomunando alla mia nuova fede l'impressione che i giovani fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti bugiardi; e fu un'impressione sconvolgente. Da questa esperienza trassi un atteggiamento di sospetto contro ogni genere di autorità, e di scetticismo verso le convinzioni particolari dei diversi ambienti sociali: e questo atteggiamento non mi ha più abbandonato, anche se poi, per una più profonda comprensione delle connessioni causali, abbia perso un po' della sua asprezza primitiva.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 120.</ref> (p. 62) *Che cos'è precisamente il «[[pensiero]]»? Quando, sotto lo stimolo di impressioni sensoriali, affiorano alla mente certe immagini, questo non è ancora «pensiero». E quando queste immagini formano sequenze in cui ciascun termine ne richiama un altro, nemmeno questo è ancora «pensiero». Ma quando una certa immagine ricorre in molte di queste sequenze, allora – proprio attraverso questa interazione – essa diventa un elemento ordinatore, poiché collega tra loro sequenze che di per sé non sarebbero collegate. Un elemento simile diventa uno strumento, un [[concetto]]. Io ritengo che il passaggio dalla libera associazione, o «sogno», al pensiero sia caratterizzato dalla funzione più o meno dominante che assume in quest'ultimo il «concetto». Non è affatto necessario che un concetto sia connesso con un segno riproducibile e riconoscibile coi sensi (una parola); ma quando ciò accade, il pensiero diventa comunicabile. (p. 63) *Per me non c'è dubbio che il nostro pensiero proceda in massima parte senza far uso di segni (parole), e anzi assai spesso inconsapevolmente. Come può accadere altrimenti, che noi ci «meravigliamo» di certe esperienze in modo così spontaneo? Questa «[[meraviglia]]» si manifesta quando un'esperienza entra in conflitto con un mondo di concetti già sufficientemente stabile in noi.<ref group="fonte" name=CLXII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 162.</ref> (p. 64) *Io distinguo da una parte la totalità delle esperienze sensibili, e dall'altra la totalità dei concetti e delle proposizioni che sono enunciati nei libri. I rapporti interni fra i diversi concetti e proposizioni sono di natura logica, e il compito del [[logica|pensiero logico]] è strettamente limitato a stabilire tutte le connessioni interne fra concetti e proposizioni secondo regole ben definite, che sono appunto quelle della logica. I concetti e le proposizioni acquistano «significato», cioè «contenuto», solo attraverso la loro connessione con le esperienze sensibili. Questa connessione è puramente intuitiva, non è essa stessa di natura logica. Ciò che distingue la vuota [[fantasia]] dalla «verità» scientifica è il grado di certezza con cui questa connessione, cioè questa associazione intuitiva, può essere compiuta, e null'altro. (pp. 65-66) *Tutti i [[concetto|concetti]], anche quelli più vicini all'esperienza, sono dal punto di vista logico convenzioni liberamente scelte [...]. (p. 66) *[...] non ero in grado nel campo delle matematiche, di distinguere con chiarezza e con una intuizione sicura ciò che ha importanza fondamentale, che è veramente essenziale, da tutte le rimanenti nozioni più o meno utili. D'altra parte, il mio interesse a conoscere la natura era indiscutibilmente più forte, e da studente non capivo molto bene che la possibilità di conoscere più profondamente i princìpi fondamentali della fisica è legata ai metodi matematici più complicati. Me ne resi conto solo a poco a poco, dopo anni di lavoro scientifico indipendente. Certo, anche la fisica era divisa in diversi rami, ciascuno dei quali avrebbe potuto divorare una breve vita di lavoro senza soddisfare la fame di più profonda conoscenza. Anche qui la massa di dati sperimentali collegati fra loro era enorme. Ma in questo campo imparai subito a discernere ciò che poteva condurre ai princìpi fondamentali da quella moltitudine di cose che confondono la mente e la distolgono dall'essenziale.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 37.</ref> (pp. 67-68) *È un vero miracolo che i metodi moderni di istruzione non abbiano ancora completamente soffocato la sacra curiosità della ricerca: perché questa delicata pianticella, oltre che di stimolo, ha soprattutto bisogno di libertà, senza la quale inevitabilmente si corrompe e muore. È un gravissimo errore pensare che la gioia di vedere e di cercare possa essere suscitata per mezzo della coercizione e del senso del dovere. (p. 68) *Nonostante il rigoglio delle ricerche particolari, in materia di princìpi predominava una rigidezza dogmatica: in origine (se origine vi fu) Dio creò le leggi del moto di Newton insieme con le masse e le forze necessarie. Questo è tutto; ogni altra cosa risulta deduttivamente attraverso lo sviluppo di metodi matematici appropriati.<ref group="fonte" name=CXXXVII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 137.</ref> (p. 69) *[[Isaac Newton|Newton]], perdonami; tu hai trovato la sola via che, ai tuoi tempi, fosse possibile per un uomo di altissimo intelletto e potere creativo. I concetti che tu hai creato guidano ancora oggi il nostro pensiero nel campo della fisica, anche se ora noi sappiamo che dovranno essere sostituiti con altri assai più discosti dalla sfera dell'esperienza immediata, se si vorrà raggiungere una conoscenza più profonda dei rapporti fra le cose.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 56.</ref> (p. 75) *Una [[teoria]] è tanto più convincente quanto più semplici sono le sue premesse, quanto più varie sono le cose che essa collega, quanto più esteso è il suo campo di applicazione.<ref group="fonte" name=CXXXVII/> Per questo la [[termodinamica]] classica mi fece un'impressione così profonda. È la sola teoria fisica di contenuto universale che sono certo non sarà mai sovvertita, entro i limiti in cui i suoi concetti fondamentali sono applicabili (dedicato alla speciale attenzione di quelli che sono scettici per principio). (p. 76) *A questo proposito non posso fare a meno di osservare che la coppia [[Michael Faraday|Faraday]]-[[James Clerk Maxwell|Maxwell]] aveva un'intima e notevolissima rassomiglianza con la coppia [[Galileo Galilei|Galileo]]-[[Isaac Newton|Newton]]: il primo di ciascuna coppia afferrava intuitivamente le possibili relazioni, mentre il secondo le formulava esattamente e le applicava quantitativamente. (p. 76) *Davanti a me avevo l'esempio della termodinamica. Il principio generale era tutto in questo enunciato: le leggi della natura sono tali che è impossibile costruire un ''perpetuum mobile'' (di prima o di seconda specie). Ma come trovare un siffatto principio universale? Dopo dieci anni di riflessione, un siffatto principio risultò da un [[paradossi dai libri|paradosso]] nel quale m'ero imbattuto all'età di sedici anni: se io potessi seguire un raggio di luce a velocità ''c'' (la velocità della luce nel vuoto), il raggio di luce mi apparirebbe come un campo elettromagnetico oscillante nello spazio, in stato di quiete. Ma nulla del genere sembra possa sussistere sulla base dell'esperienza o delle equazioni di Maxwell. Fin dal principio mi sembrò intuitivamente chiaro che, dal punto di vista di un tale ipotetico osservatore, tutto debba accadere secondo le stesse leggi che valgono per un osservatore fermo rispetto alla Terra. Altrimenti, come farebbe il primo osservatore a sapere, cioè come potrebbe stabilire, di essere in uno stato di rapidissimo moto uniforme?<br />È chiaro che in questo paradosso è già contenuto il germe della teoria della relatività ristretta. (p. 86) *La [[teoria della relatività]] generale, per conseguenza, procede dal seguente principio: le leggi naturali debbono essere espresse da equazioni che siano covarianti rispetto al gruppo delle trasformazioni continue di coordinate. Questo gruppo sostituisce il gruppo delle trasformazioni di Lorentz della teoria della relatività particolare, che è un sottogruppo del primo. (pp. 93-94) *La [[fisica]] è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di «realtà fisica».<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 445.</ref> Prima dell'avvento della [[fisica]] quantistica, non c'era alcun dubbio in proposito: nella teoria di Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo nello spazio e nel tempo. Nella [[fisica quantistica|meccanica quantistica]], la rappresentazione della realtà non è cosi facile. Alla domanda se una funzione ''ψ'' della teoria quantistica rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico, si esita a rispondere con un semplice «sì» o «no». Perché? (p. 100) ===[[Explicit]]=== Questa esposizione avrà raggiunto il suo scopo, se avrà mostrato al lettore il legame che unisce gli sforzi d'una vita, e la ragione per cui essi hanno condotto ad aspettative di natura ben definita. ==''Come io vedo il mondo''== [[File:Albert Einstein, by Doris Ulmann.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1931]] {{Int|''Il senso della vita''|''The Meaning of Life''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Qual è il [[senso della vita]], o della vita organica in generale? Rispondere a questa domanda implica comunque una religione. Mi chiederete, allora, ha senso porla? Io rispondo che l'uomo che considera la propria vita e quella delle creature consimili priva di senso non è semplicemente sventurato, ma quasi inidoneo alla vita.<ref group="fonte" name=CXIV>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 114.</ref> (p. 163) {{Int|''Il mondo come io lo vedo''|Da ''What I Believe'', ''Forum and Century'', n. 84, 1930, pp. 193-194<ref>Differenti versioni del saggio sono apparse con il titolo di ''[http://www.einstein-website.de/z_biography/credo.html My Credo]'' (''Mein Glaubensbekenntnis'' per la Lega tedesca dei diritti umani, 1932). {{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA230 p. 230].</ref>; ristampato con il titolo di ''The World as I See It'' in ''The World as I See It'' e ''Ideas and Opinions''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Quale straordinaria situazione è quella di noi mortali! Ognuno di noi è qui per un breve soggiorno; non sa per quale scopo, sebbene talvolta pensi di percepirlo.<ref group="fonte" name=believe>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 141.</ref> (p. 163) *Cento volte al giorno, ogni giorno, io ricordo a me stesso che la mia vita, interiore ed esteriore, dipende dal lavoro di altri uomini, viventi o morti, e che io devo sforzarmi per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto e continuo a ricevere.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 31-32.</ref> (p. 163) *Considero altresì che la [[vita]] semplice faccia bene a tutti, fisicamente e mentalmente.<ref group="fonte" name=believe/> (p. 163) *Non credo assolutamente nella [[libertà]] dell'uomo in senso filosofico. Ognuno agisce non solo sotto stimoli esterni, ma anche secondo necessità interne. (p. 163) *In questo senso non ho mai considerato non ho mai considerato l'agiatezza e la felicità come fini in se stessi, una tale base etica la ritengo più adatta a un branco di porci. Gli ideali che hanno illuminato il mio cammino, e che via via mi hanno dato coraggio per affrontare la vita con gioia, sono stati la verità, la bontà e la bellezza.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Gli oggetti comuni degli sforzi umani – proprietà, successo pubblico, lusso – mi sono sembrati spregevoli.<ref group="fonte" name=CLXIII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 163.</ref> (p. 164) *Il mio appassionato senso della giustizia sociale e della responsabilità sociale ha sempre contrastato curiosamente con la mia pronunciata libertà dalle necessità di un contatto diretto con altri esseri umani e comunità umane. Vado per la mia strada e non ho mai fatto parte con tutto il cuore del mio paese, della mia città, dei miei amici e neppure della mia famiglia più prossima; rispetto a tutti questi legami non ho mai perso un ostinato senso del distacco, del bisogno di solitudine – un sentimento che aumenta con il passare degli anni.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Il mio ideale politico è la democrazia. Che ogni uomo sia rispettato come individuo e che nessuno venga idolatrato.<ref group="fonte" name=CII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 102.</ref> (p. 164) *È un'ironia del destino che io stesso sia stato fatto oggetto di eccessiva ammirazione e rispetto dai miei consimili, senza alcun pregio o difetto da parte mia.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Un sistema autocratico di coercizione, secondo me, degenera ben presto. Perché la forza attrae uomini di bassa moralità e io credo che sia una regola invariabili che a tiranni geniali seguano dei farabutti.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 150.</ref> (pp. 164-165) *La cosa veramente valida nello spettacolo della vita umana mi pare non lo Stato, ma l'individuo, creativo e sensibile, la personalità; solo lui crea ciò che è nobile e sublime, mentre il branco come tale resta sciocco nella mente e nei sentimenti.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 152.</ref> (p. 165) *Questa immagine mi fa pensare al frutto peggiore della natura del branco, il sistema militare, che io aborrisco. Che un uomo possa trarre piacere dal marciare in formazione sulla scia di una banda basta a farmelo disprezzare.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 99.</ref> È stato fornito del suo grande cervello solo per sbaglio; gli sarebbe bastata la spina dorsale. Questo bubbone della civilizzazione dovrebbe essere estirpato al più presto. L'eroismo comandato, la violenza senza senso e tutto quel pestilenziale nonsenso che va sotto il nome di patriottismo – quanto lo detesto! La [[guerra]] mi pare qualcosa di meschino e spregevole: preferirei essere fatto a pezzi che partecipare a una faccenda così abominevole.<ref group="fonte" name=LXXXIX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 89.</ref> (p. 165) *La cosa più lontana dalla nostra esperienza è ciò che è [[mistero|misterioso]]. È l'emozione fondamentale accanto alla culla della vera arte e della vera scienza. Chi non lo conosce e non è più in grado di meravigliarsi, e non prova più [[stupore]], è come morto, una candela spenta da un soffio.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 157.</ref> Fu l'esperienza del mistero – seppure mista alla paura – che generò la [[religione]]. Sapere dell'esistenza di qualcosa che non possiamo penetrare, sapere della manifestazione della ragione più profonda e della più radiosa bellezza, accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più elementari – questo sapere e questa emozione costituiscono la vera attitudine religiosa; in questo senso, e solo in questo, sono un uomo profondamente religioso. (p. 165) *Non posso concepire un [[Dio]] che premia e punisce le sue creature, o che possiede una volontà del tipo che noi riconosciamo in noi stessi. Un individuo che sopravvivesse alla propria morte fisica è totalmente lontano dalla mia comprensione, né vorrei che fosse altrimenti; tali nozioni valgono per le paure o per l'assurdo egoismo di anime deboli.<ref group="fonte" name=cur/> (pp. 165-166) *A me basta il mistero dell'eternità della vita e la vaga idea della meravigliosa struttura della realtà, insieme allo sforzo individuale per comprendere un frammento, anche il più piccino, della ragione che si manifesta nella natura.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 166) {{Int|''Bene e male''|''Good and Evil''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Per capirci, non sono i frutti della ricerca scientifica a elevare l'uomo e ad arricchire la sua natura, ma lo stimolo a comprendere, il lavoro intellettuale, creativo o ricettivo.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 167) {{Int|''Il valore di un essere umano''|''The True Value of a Human Being''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *''Il vero valore di un [[uomo|essere umano]]'' è determinato, in prima istanza, dalla misura e dal senso in cui ha raggiunto la liberazione dal [[ego|sé]].<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 138.</ref> (p. 167) {{Int|''Società e personalità''|Da ''Society and Personality'', 1932; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Se consideriamo le nostre vite e i nostri sforzi osserviamo, ben presto, che quasi la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri desideri è collegata all'esistenza di altri esseri umani. Notiamo che la nostra natura somiglia in tutto a quella degli [[animale sociale|animali sociali]]. (p. 167) *[...] siamo obbligati perciò ad ammettere che dobbiamo il nostro principale vantaggio sulle bestie al fatto che viviamo in una società umana. (p. 168) *Senza personalità creative, che pensano e giudicano indipendentemente, il progresso della società è impensabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza il terreno fertile della comunità.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 148-149.</ref> (p. 168) *Nel giro di due settimane masse, come greggi, possono essere portate dai giornali a uno stato di furia eccitata tale che gli uomini sono pronti ad indossare l'uniforme, a uccidere e a farsi uccidere, in nome delle mire inutili di pochi gruppi interessati. Il [[servizio militare]] obbligatorio mi sembra il sintomo più disgraziato di questa mancanza di dignità personale di cui oggi soffre l'umanità civilizzata. (p. 169) {{Int|''Discorso sulla tomba di H.A. Lorentz''|Dal discorso sulla tomba di [[Hendrik Lorentz]], 1928; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} [[File:Einstein en Lorentz.jpg|thumb|upright=1.2|«''La sua vita era organizzata come un'opera d'arte fin nel minimo dettaglio. La sua immancabile gentilezza, la magnanimità e il suo senso della giustizia, uniti ad una comprensione intuitiva della gente e delle cose, lo portavano a essere guida in ogni suo campo. Tutti erano contenti di seguirlo perché sentivano che non si esponeva mai per dominare, ma semplicemente per essere utile.''» {{NDR|riferito a [[Hendrik Lorentz]]}}]] *La sua vita era organizzata come un'opera d'arte fin nel minimo dettaglio. La sua immancabile gentilezza, la magnanimità e il suo senso della giustizia, uniti ad una comprensione intuitiva della gente e delle cose, lo portavano a essere guida in ogni suo campo.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 54.</ref> Tutti erano contenti di seguirlo perché sentivano che non si esponeva mai per dominare, ma semplicemente per essere utile. (pp. 169-170) {{Int|''Congratulazioni al dottor Solf''|Da ''Congratulations to Dr. Solf'', 25 ottobre 1932, tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La [[specializzazione]] in ogni campo dell'attività intellettuale sta aprendo un vuoto sempre più vasto fra gli intellettuali e i non specialisti, che rende ancor più difficile per la vita della nazione di venir fertilizzata e arricchita dai risultati ottenuti dall'arte e dalla scienza. Tuttavia il contatto fra l'intellettuale e le masse non deve andare perduto. È necessario, per il progresso della società e non di meno per rinnovare la forza dell'intellettuale; perché il fiore della scienza non cresce nel deserto. (p. 175) {{Int|''Sulla ricchezza''|Da ''Of Wealth'' tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Sono assolutamente convinto che nessuna [[ricchezza]] al mondo possa far avanzare l'umanità, neppure se è nelle mani dei più fedeli lavoratori per questa causa. L'esempio di personaggi grandi e puri è l'unica cosa capace di produrre idee illustri e azioni nobili. Il [[denaro]] richiama solo l'egoismo e induce sempre, irresistibilmente, chi lo possiede ad abusarne. Qualcuno riesce ad immaginarsi [[Mosè]], [[Gesù]] o [[Mahatma Gandhi|Ghandi]] armati di borse di studio?<ref group="fonte" name=CLXIII/> (p. 176) {{Int|''Religione e scienza''|Da ''Religion and Science'', New York Times Magazine, 9 novembre 1930, pp. 1-4; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Tutto quello che la razza umana ha fatto e pensato è volto a soddisfare i bisogni e a placare il dolore. Lo si deve sempre ricordare se si vogliono capire i movimenti spirituali e il loro sviluppo. Sentimento e desiderio sono le forze causali dietro ogni sforzo e creazione umana, per quanto eccelsa quest'ultima ci si presenti.<ref group="fonte" name=cur>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 110-113.</ref> (p. 178) *Per quel che riguarda l'uomo primitivo è soprattutto la paura a evocare nozioni religiose [...]. (p. 178) *Tuttavia c'è un terzo stato di esperienza religiosa che li riguarda tutti, sebbene solo raramente si trovi nella sua forma pura, e che chiameremo sentimento religioso cosmico. È molto difficile spiegare questo sentimento a chi ne sia totalmente privo, specialmente perché non c'è alcun concetto antropomorfico di Dio che vi corrisponde. L'individuo percepisce l'inutilità dei desideri e degli scopi umani e la sublimità e l'ordine meraviglioso che si manifestano in natura e nel mondo del pensiero. Considera l'esistenza individuale come una sorta di prigione e vuole indagare l'universo come un tutto unico pieno di significato. [...] Grandi spiriti religiosi di tutti i tempi si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso che non conosce né dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; così non vi può essere una Chiesa i cui insegnamenti centrali vi siano basati. [...] Secondo me, la funzione più importante dell'arte e della scienza è proprio quella di risvegliare questo sentimento e tenerlo vivo in quelli che non sono in grado di sentirlo.<ref group="fonte" name=cur/> (pp. 179-180) *L'uomo che è completamente convinto dell'azione universale della legge della causalità non può, nemmeno per un istante, soffermarsi sull'idea di un essere che interferisce nel corso degli eventi – cioè se prende l'ipotesi della causalità veramente sul serio.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) *Il comportamento [[etica|etico]] di un uomo dovrebbe in realtà basarsi sulla solidarietà, l'educazione e i legami sociali; non è necessario alcun fondamento religioso. L'uomo si troverebbe in una ben triste situazione se dovesse venir trattenuto dalla paura di una punizione e dalla speranza di una ricompensa dopo la morte.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) *D'altra parte ritengo che il sentimento religioso cosmico sia il più forte e nobile incitamento alla [[ricerca scientifica]].<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) {{Int|''La religiosità della scienza''|''The Religiousness of Science''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fra le menti scientifiche più profonde difficilmente ne troverete una priva di un particolare sentimento religioso tutto suo. Tuttavia è diverso dalla religione dell'uomo semplice. Per quest'ultimo Dio è un essere dalla cui attenzione si spera di trarre beneficio e di cui si teme la punizione; una sublimazione di un sentimento simile a quello di un figlio verso il padre, un essere con cui in qualche modo si ha una relazione personale, per quanto profondamente possa essere mista a paura.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 181) *Non vi è nulla di divino nella [[morale|moralità]], è una faccenda puramente umana.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref> (p. 181) *Ma lo [[scienziato]] è posseduto dal senso di causalità cosmica. [...] Il suo sentimento religioso prende la forma di uno stupore rapito davanti all'armonia della legge naturale, che rivela un'intelligenza di tale superiorità che, al confronto, tutto il pensiero e l'agire sistematici degli esseri umani sono un riflesso assolutamente insignificante. [...] Questo sentimento è indubbiamente molto vicino a quello che ha posseduto gli spiriti religiosi di tutti i tempi.<ref group="fonte" name=CXIV/> (p. 181) {{Int|''Alcuni appunti sulle mie impressioni americane''|Da un'intervista al ''Nieuwe Rotterdamsche Courant'', 4 luglio 1921; citato nel ''Berliner Tageblatt'', 7 luglio 1921; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La seconda cosa che colpisce il visitatore è l'atteggiamento gioioso e positivo verso la vita. Il sorriso sui volti della gente nelle fotografie è sintomatico di una delle più grandi qualità dell'[[Stati Uniti d'America|americano]]. È amichevole, fiducioso, ottimista e senza invidia. L'europeo trova che il rapporto con gli americani è facile e gradevole.<ref group="fonte" name=XXXIXXL>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 39-40.</ref> (p. 188) *L'[[Stati Uniti d'America|americano]] persegue l'ambizione, il futuro, molto più di quanto lo faccia l'europeo. la vita per lui non è mai essere, ma sempre diventare. [...] è meno individualista dell'europeo – in particolare dal punto di vista psicologico, non economico. Viene data più enfasi al "noi" che all'"io".<ref group="fonte" name=XXXIXXL/> (p. 188) *Il prestigio del governo è stato senza dubbio diminuito considerevolmente dalle [[proibizionismo|leggi proibizioniste]]. Perché nulla è più distruttivo del rispetto per il governo e la legge del paese che promulgare delle leggi che non si possono far rispettare con la forza. È un segreto di Pulcinella che il pericoloso aumento del crimine in questo paese è strettamente connesso a queste leggi.<ref group="fonte" name=CLXII/> (p. 189) *Il locale pubblico è un luogo che dà alla gente l'occasione per scambiare opinioni e idee sulle questioni dello Stato. Per quanto io possa vedere, qui la gente non ha la possibilità di farlo e ne segue che la stampa, principalmente controllata da precisi interessi, ha un'influenza eccessiva sulle opinioni della gente.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 189) [[Immagine:Albert Einstein citizenship NYWTS.jpg|thumb|upright=1.4|Einstein riceve la cittadinanza americana]] {{Int|''Risposta alle donne d'America''|Da un messaggio del 4 gennaio 1928; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Mai fino ad ora avevo sperimentato da parte del gentil sesso un rifiuto tanto energico di tutti i tentativi di approccio; o, se mi è accaduto, mai da così tante tutte insieme.<ref>Un'organizzazione femminista americana aveva protestato contro la visita del "comunista" Einstein negli Stati Uniti. Questa fu la risposta dello scienziato. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 40 e ''Il mondo come io lo vedo'', p. 190.</ref><ref group="fonte" name=XXXIXXL/> (p. 190) *Perché si dovrebbe aprire la porta a una persona che divora il capitalismo ben cotto con lo stesso appetito e gusto del minotauro cretese che nei tempi andati divorava dolci ragazze greche, e in soprammercato è abbastanza franco da evitare ogni guerra, tranne quella inevitabile con la propria moglie?<ref group="fonte" name=CLVI>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 156.</ref> (p. 190) {{Int|''Discorso all'incontro studentesco sul disarmo''|Da un discorso a un gruppo di studenti tedeschi pacifisti, intorno al 1930; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La gente cerca di minimizzare il pericolo limitando gli armamenti e promulgando leggi restrittive per la conduzione della guerra. Ma la [[guerra]] non è un gioco di famiglia in cui i giocatori sono lealmente ligi alle regole. Dove sono in ballo la vita e la morte, obblighi e regole vengono meno.<ref group="fonte" name=LXXXIX/> (p. 192) {{Int|''La Conferenza sul disarmo del 1932''|Da ''The Disarmament Conference of 1932''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Tuttavia tutti quelli che hanno a cuore la civiltà e la giustizia devono esercitare tutta la loro forza per convincere i propri simili della necessità di sottomettere tutti i paesi a un obbligo internazionale di questo genere.<ref group="fonte" name=XC>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 90.</ref> (I, p. 201) {{Int|''Il pacifismo attivo''|Da ''Jewish Ideals''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fintanto che esistono degli eserciti, ogni lite più seria porterà alla guerra. Un pacifismo che non prova di fatto a impedire alle nazioni di armarsi è e deve rimanere impotente.<ref group="fonte" name=XC/> (p. 206) {{Int|''Lettera a un amico della pace''|tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Non possiamo disperarci per l'[[uomo|umanità]], perché siamo noi stessi degli esseri umani. (p. 207) {{Int|''Una terza lettera''|Da una lettera a un amico pacifista; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La gente mi lusinga fintanto che io non intralcio il suo cammino. Ma se dirigo i miei sforzi verso obiettivi che non gli aggradano, mi rivolge immediatamente insulti e calunnie in difesa dei suoi interessi.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref> (p. 208) {{Int|''Manifesto''|Marzo 1933; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fintanto che posso scegliere, voglio stare in un paese dove la libertà, la tolleranza e l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge siano la regola. [...] Queste condizioni non ci sono in Germania attualmente.<ref group="fonte" name=CII/> (p. 217) {{Int|''Ideali ebraici''|Da ''Jewish Ideals''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La ricerca del sapere fine a se stesso, un amore quasi fanatico per la giustizia e il desiderio di indipendenza personale: sono questi i tratti della tradizione [[ebraismo|ebraica]] che mi fanno rendere grazie alle stelle perché ne faccio parte.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 63.</ref> (p. 225) {{Int|''Esiste un punto di vista ebraico?''|Da ''Is There a Jewish Point of View?''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La [[vita]] dell'individuo ha senso fintanto che aiuta nel rendere più nobile e più bella la vita di ogni cosa vivente. La vita è sacra – vale a dire che è il supremo valore, cui sono subordinati tutti gli altri valori. Il considerare come sacra la vita sopra-individuale porta con sé un rispetto per tutto ciò che è spirituale – una particolare caratteristica della tradizione ebraica.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 142.</ref> (p. 225) *Il [[ebraismo|giudaismo]] non è una dottrina: il Dio ebraico è semplicemente la negazione della superstizione, un esito immaginario della sua negazione. È altresì un tentativo di basare la legge morale sulla paura, un tentativo deplorevole e disdicevole. Eppure mi sembra che la forte tradizione morale della nazione ebraica si sia in larga parte liberata da questa paura. È chiaro anche che "servire Dio" era equiparato a "servire il vivente". I migliori del popolo ebraico, specialmente i profeti e Gesù, hanno lottato instancabilmente per questo.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 62.</ref> (p. 226) {{Int|''La ricerca scientifica''|Da ''On Scientific Truth'' e ''Principles of Research'' (discorso per il sessantesimo compleanno di [[Max Planck]], 1918); pubblicati in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotti in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Non è facile definire chiaramente il termine "[[verità]] scientifica": del pari, il senso della parola "verità" è diverso a seconda che si riferisca a fatti psicologici, a una proporzione matematica o a una teoria di scienza naturale. Ma non posso proprio farmi un'idea chiara di ciò che s'intende per "verità religiosa". (''Verità scientifica e no'', p. 61) *La [[ricerca scientifica]] può diminuire la superstizione incoraggiando il ragionamento e l'esplorazione causale. È certo che alla base di ogni lavoro scientifico un po' delicato si trova la convinzione, analoga al sentimento religioso, che il mondo è fondato sulla ragione e può essere compreso. (''Verità scientifica e no'', p. 61) *Quale varietà di stili nel tempio della [[scienza]]! E come diversi sono gli uomini che lo frequentano e diverse le forze morali che ve li hanno condotti! Più di uno si dedica alla scienza con la gioia di rendersi conto delle proprie superiori facoltà intellettuali: per lui la scienza è lo sport preferito che gli permette di vivere una vita intensa e di appagare le sue ambizioni. Ve ne sono anche molti i quali, unicamente allo scopo utilitario, vogliono portare la loro offerta alla effervescenza del cervello. Basterebbe che un angelo divino cacciasse dal tempio gli uomini di queste categorie e l'edificio rimarrebbe vuoto in modo inquietante, se non vi restassero alcuni uomini del presente e del passato: di questo numero fa parte il nostro [[Max Planck|{{sic|Plank}}]] ed è questa la ragione per cui lo amiamo. (''I fondamenti della ricerca'', pp. 62-63) *Io credo con [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]] che l'impulso più potente che li spinge verso l'arte e la scienza è il desiderio di evadere dalla vita d'ogni giorno con la sua dolorosa crudezza e il suo vuoto senza speranza di sfuggire alle catene dei desideri individuali più sensibili fuori del loro io individuale, verso il mondo della contemplazione e del giudizio obiettivo.<ref group="fonte" name=CXXIV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 124.</ref> (''I fondamenti della ricerca'', pp. 63-64) *La missione più alta del [[fisico]] è dunque la ricerca di queste leggi elementari, le più generali, dalle quali si parte per raggiungere, attraverso semplici deduzioni, la immagine del mondo. (''I fondamenti della ricerca'', p. 66) *Il desiderio ardente di una visione di questa armonia prestabilita è la fonte della perseveranza e della pazienza inesauribile con la quale vediamo [[Max Planck|Planck]] dedicarsi ai problemi più generali della nostra scienza senza lasciarsi distogliere da mete più facilmente raggiungibili e più utilitarie. Ho sovente inteso dire che alcuni colleghi attribuivano questo modo di agire a una energia, a una disciplina straordinarie! Credo che abbiano del tutto torto. Lo stato sentimentale che rende idoneo a simili azioni rassomiglia a quello dei religiosi o degli amanti: lo sforzo giornaliero non deriva da un calcolo o da un programma, ma da un bisogno immediato.<ref group="fonte" name=CXXIV/> (''I fondamenti della ricerca'', pp. 67-68) *[...] possa egli {{NDR|[[Max Planck]]}} riuscire a unire la teoria dei quanti all'elettrodinamica e alla meccanica, in un sistema costituente logicamente un tutto. (''I fondamenti della ricerca'', p. 68) {{Int|''I quanti di Planck''|Da ''Inaugural Address to the Prussian Academy of Sciences'', 2 luglio 1914; pubblicato in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto parzialmente in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Con questa ipotesi dei [[quanto|quanti]], egli {{NDR|[[Max Planck]]}} ha capovolto la meccanica classica, nel caso in cui masse sufficientemente piccole si spostano con velocità che toccano valori assai piccoli e accelerazioni sufficientemente grandi. Di modo che oggi non possiamo più considerare valide le leggi del movimento di Galileo e di Newton se non come leggi-limite. (p. 69) *Abbiamo dimostrato che la fisica induttiva pone delle questioni alla fisica deduttiva e viceversa e che la risposta a queste questioni esige la tensione di tutti gli sforzi. (p. 72) {{Int|''La questione del metodo''|Da ''[https://www.stmarys-ca.edu/sites/default/files/attachments/files/On_The_Method_of_Theoretical_Physics.pdf On the Method of Theoretical Physics]'', ''The Herbert Spencer Lecture delivered at Oxford, June 10, 1933'', Clarendon Press, Oxford, 1933, pp. 15-; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Se volete imparare qualche cosa dai [[fisica teorica|fisici teorici]] sui metodi che essi impiegano, vi consiglio di osservare questo principio: non ascoltate i loro discorsi, ma attenetevi alle loro azioni. (p. 73) *Noi onoriamo l'antica Grecia come la culla della scienza occidentale. Là, per la prima volta, è stato creato un sistema logico, meraviglia del pensiero, i cui enunciati si deducono così chiaramente gli uni dagli altri che ciascuna delle proposizioni dimostrate non solleva il minimo dubbio: si tratta della [[geometria euclidea|geometria di Euclide]]. Quest'opera ammirevole della ragione ha dato al cervello umano la più grande fiducia nei suoi sforzi ulteriori. Colui che nella sua prima giovinezza non ha provato entusiasmo davanti a quest'opera non è nato per fare lo scienziato teorico. (pp. 74-75) *Il pensiero logico, da solo, non ci può fornire conoscenze sul mondo dell'esperienza e termina in essa. Le proposizioni puramente logiche sono vuote davanti alla realtà. È grazie a questa conoscenza e soprattutto per averla fatta penetrare a colpi di martello nel mondo della scienza, che [[Galileo Galilei|Galileo]] è diventato il padre della fisica moderna e soprattutto delle scienze naturali moderne. (p. 75) *La ragione dà la struttura del sistema: in contenuto delle esperienze e le loro relazioni reciproche devono, grazie alle proposizioni conseguenti della teoria, trovare la loro rappresentazione. (pp. 76-77) *Osserviamo nondimeno che l'idea di spazio assoluto, che implica quella di riposo assoluto, era per [[Isaac Newton|Newton]] fonte di inquietudine [...]. (p. 78) *L'esperienza resta naturalmente l'unico criterio per utilizzare una costruzione matematica per la fisica; ma è nella matematica che si trova il principio veramente creatore. Da un certo punto di vista, riconosco che il pensiero puro è capace di afferrare la realtà, come gli antichi pensavano. (p. 81) {{Int|''Evoluzione della fisica: Kepler e Newton''|Da ''Johannes Kepler'' (''Über Kepler'', ''Frankfurter Zeitung'', 9 novembre 1930, p. 16) e ''The Mechanics of Newton And Their Influence On The Development Of Theoretical Physics'' (''Newtons Mechanik und ihr Einfluss auf die Gestaltung der theoretischen Physik'', ''Naturwissenschaften'', 1927, XV, pp. 273-276); pubblicati in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotti in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Per capire quanto fosse difficile il compito di determinare il movimento reale di rotazione bisogna comprendere quel che segue. Non si vede mai dove si trova realmente un pianeta in un determinato momento; si vede soltanto in quale direzione esso è visto dalla Terra la quale descrive, essa stessa, una curva di natura sconosciuta intorno al Sole. Le difficoltà parevano dunque insormontabili. (p. 88) *In epoche turbate e angosciate come la nostra, in cui è difficile trovare gioia negli uomini e nel corso degli eventi umani, è particolarmente consolante evocare il ricordo di un uomo così grande, così sereno quale [[Giovanni Keplero|Kepler]]. Egli viveva in un'epoca in cui l'esistenza di leggi generali per i fenomeni naturali non era affatto stabilita con certezza. Quanto grande doveva essere la sua fede in queste leggi per dargli la forza di consacrare dozzine d'anni ad un lavoro paziente e difficile, nell'isolamento, senza alcun appoggio, poco compreso dai suoi contemporanei, alla ricerca empirica del movimento dei pianeti e delle leggi matematiche di questo movimento. (pp. 93-94) *All'ammirazione per quest'uomo sublime deve aggiungersi un altro sentimento di ammirazione e di venerazione che va non più a un essere umano, ma all'armonia misteriosa della natura nella quale siamo nati. Fin dall'antichità gli uomini hanno immaginato le curve rispondenti a leggi per quanto possibile semplici: fra esse, vicino alla retta, l'ellisse e l'iperbole. Ora vediamo queste forme realizzate nelle traiettorie descritte dai corpi celesti, almeno con grande approssimazione. Sembra che la natura umana sia tenuta a costruire indipendentemente le forme prima di poterne dimostrare l'esistenza nella natura. (p. 94) *Risalta meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali [[Giovanni Keplero|Kepler]] ha consacrato la sua vita, che la [[conoscenza]] non può derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato. (p. 94) *Come nessun altro ha mai fatto prima o dopo di lui, [[Isaac Newton|Newton]] ha indicato il cammino al pensiero, allo studio e alla formazione pratica dell'occidente. Egli non è soltanto il creatore geniale di particolari metodi direttivi, egli ha anche dominato in modo singolare gli elementi empirici conosciuti nel suo tempo e il suo spirito è apparso meravigliosamente ingegnoso nell'argomentazione matematica e fisica. Per tutte queste ragioni egli è degno della nostra alta venerazione. Ma questa nobile figura ha un'importanza anche maggiore di quella dovuta alla sua autorità di maestro perché la sorte lo ha collocato a una svolta dello sviluppo dello spirito umano. Per rendercene esattamente conto, non dobbiamo dimenticare che, prima di Newton, non esisteva alcun sistema ben definito di causalità fisica capace di cogliere i tratti più profondi del mondo dell'esperienza. (pp. 96-97) *L'avere avuto la concezione netta della legge differenziale è uno dei più grandi meriti del genio di [[Isaac Newton|Newton]]. (p. 97) *I principî fondamentali di Newton erano tanto soddisfacenti dal punto di vista della logica che furono necessari i fatti sperimentali per dare l'impulso a nuovi slanci. Prima di trattare quest'argomento, devo sottolineare che Newton stesso conosceva i lati deboli della sua costruzione meglio degli scienziati che lo hanno seguito. Questa circostanza mi ha sempre riempito d'ammirazione e di venerazione [...]. (pp. 102-103) {{Int|''Evoluzione del concetto di realtà fisica''|Da ''Clerk Maxwell's Influence on the Evolution of The Idea of Physical Reality'' in ''James Clerk Maxwell: A Commemoration Volume'', University press, Cambridge, 1931, pp. 66–73; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *La fede in un mondo esteriore indipendente dall'individuo che lo esplora è alla base di ogni scienza della natura. Poiché tuttavia le percezioni dei sensi non dànno che indizi indiretti su questo mondo esteriore, su questo «reale fisico», quest'ultimo non può essere afferrato da noi che per via speculativa. Ne deriva che le nostre concezioni del reale fisico non possono mai essere definitive. (p. 111) *Fu allora che avvenne il grande sconvolgimento al quale resteranno sempre legati i nomi di [[Michael Faraday|{{sic|Farady}}]], Maxwell e [[Heinrich Rudolf Hertz|Hertz]]; ma è [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] che in questa rivoluzione ha avuto la parte del leone. Egli ha dimostrato che quanto si conosceva allora intorno alla luce e ai fenomeni elettromagnetici è rappresentato dal suo noto sistema doppio delle equazioni differenziali parziali, nelle quali il campo elettrico e il campo magnetico intervengono come variabili dipendenti. Maxwell a dire il vero ha cercato di dare una base a queste equazioni o di giustificarle per mezzo delle idee della meccanica. (p. 116) *[...] prima di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] si immaginava la realtà fisica (in quanto rappresentante i fenomeni della natura), come punti materiali le cui modifiche consistono soltanto in movimenti, regolati da equazioni differenziali parziali. Dopo Maxwell si è concepita la realtà fisica come rappresentata da campi continui, non meccanicamente spiegabili, regolati da equazioni differenziali parziali. Questo cambiamento nella concezione della realtà è il cambiamento più profondo e più fecondo che la fisica abbia subìto dopo Newton; [...]. (p. 117) {{Int|''Caratteri della teoria della relatività''|Da ''On The Theory of Relativity'', lezione al King's College sullo sviluppo e la posizione attuale della relatività, 1921, in ''Nation and Atheneaum'', XXIX, pp. 431-sg.<ref>Lo scritto venne riportato senza diretta citazione anche nel ''Times'', 14 giugno 1921, p. 8 e in ''Nature'', 1921, CVII, p. 504. {{Cfr}} ''Opere scelte'', p. 770.</ref>; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Nel considerare la natura specifica della teoria della relatività, tengo a mettere in evidenza che questa teoria non è di origine speculativa, ma che la scoperta è dovuta completamente e unicamente al desiderio di adattare, quanto meglio possibile, la teoria fisica ai fatti osservati. Non si tratta di un atto rivoluzionario, ma dell'evoluzione naturale di una linea seguita da secoli. Non è a cuor leggero che si sono abbandonate certe idee, considerate fino ad allora come fondamentali, sullo spazio, il tempo e il movimento; il che è stato imposto unicamente dall'osservazione di alcuni fatti. (p. 121) {{Int|''Lo spazio, l'etere e il campo''|Da ''[http://www.mountainman.com.au/aether_ae2.htm The Problem of Space, Ether and the Field in Physics]'' (''Das Raum-, Äther-, und Feld-problem der Physik'')<ref>Molto simile a due scritti del 1930:<br /> *''Raum-, Feld-, und Äther-problem in der Physik'', ''Second World Power Conference, Berlin 1930, Transactions'', vol. 19, pp. 1-5.<br /> *''Raum, Äther, und Feld in der Physik'', ''Forum philosophicum'', I, pp. 173-180.</ref> pubblicato in ''Mein Weltbild'' e successivamente in ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Il ragionamento scientifico è il perfezionamento del pensiero prescientifico. (p. 137) *I [[concetto|concetti]] non acquistano un fondo interiore se non sono legati, sia pure indirettamente, con le esperienze dei sensi. (p. 137) *[...] le idee si riferiscono alle esperienze dei sensi, ma non possono mai derivarne logicamente. Per questa ragione non ho mai potuto comprendere la questione dell'''a priori'' nel senso di [[Immanuel Kant|Kant]]. (p. 140) *La grande superiorità della teoria [[Cartesio|cartesiana]] non consiste soltanto nel fatto d'aver messo l'analisi al servizio della geometria. Secondo me, il punto capitale è questo, la geometria dei greci dà la preferenza a certe forme (retta, piano); altre, per esempio l'ellisse, non le sono accessibili se non in quanto costruite o definite con l'aiuto di forme come il punto, la retta e il piano. Invece nella dottrina cartesiana tutte le superfici, ad esempio, sono equivalenti per principio e la preferenza nell'edificio geometrico non è deliberatamente accordata alla forma lineare. (pp. 142-143) *Se si considera la [[geometria]] come la dottrina delle leggi della posizione reciproca dei corpi praticamente rigidi, questa scienza deve essere ritenuta il ramo più antico della fisica. Essa ha potuto svilupparsi, come abbiamo già fatto notare, senza l'idea di spazio in quanto spazio, poiché si è accontentata di forme ideali, di corpi, punti, rette, piani, distanze. (p. 143) *Con la teoria della relatività che si avvicina di più allo scopo scientifico per eccellenza, che è di abbracciare per deduzione logica, a mezzo di un minimo di ipotesi e di assiomi, un massimo di contenuto sperimentale. (p. 149) *Senza dubbio, anche qui, il fatto sperimentale è la guida onnipossente; ma il suo verdetto non è applicabile che basandosi su un lavoro potente e delicato, che ha in primo luogo stabilito i vincoli fra gli assiomi e gli eventi verificabili. E il [[fisico teorico|teorico]] deve eseguire questo lavoro gigantesco con la chiara coscienza di essere forse chiamato a giustificare la condanna a morte della sua teoria. Non si deve biasimare, tacciandolo di soverchia fantasia, il teorico che intraprende questo studio: ma bisogna al contrario provare la sua fantasia, perché, tutto ben considerato, non c'è per lui altro cammino per arrivare allo scopo: in ogni caso non è una fantasia senza disegno, ma una ricerca eseguita in vista di possibilità logicamente più semplici e delle loro conseguenze. (pp. 149-150) *Senza dubbio la gravitazione è stata riportata alla struttura dello spazio; ma, al di fuori del campo di gravitazione, c'è ancora il campo elettromagnetico; è stato necessario introdurre questo ultimo nella teoria, come una formazione indipendente dalla gravitazione. Nell'equazione di condizione per il campo si sono dovuti introdurre alcuni termini supplementari corrispondenti all'esistenza del campo elettromagnetico. Ma il pensiero teoretico non saprebbe sopportare l'idea che ci sono due strutture di spazio indipendenti l'una dall'altra: una di gravitazione metrica, l'altra elettromagnetica. S'impone la convinzione che queste due specie di campo devono corrispondere a una struttura unitaria dello spazio. Ora la «[[teoria del tutto|teoria del campo unitario]]», che si presenta come un'estensione matematicamente indipendente della teoria della relatività generalizzata, cerca di rispondere a questo postulato. (pp. 155-156) {{Int|''Origine della teoria della relatività generalizzata''|Da una conferenza all'Università di Glasgow, 20 giugno 1933; riportato con il titolo di ''Notes on the Origins of the General Theory of Relativity'' in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Qualche informazione storica sul mio lavoro scientifico. Non è che io sopravvaluti indebitamente l'importanza del mio sforzo: ma descrivere la storia del lavoro degli altri suppone una indagine del pensiero altrui, il che è piuttosto compito di personalità esercitate in lavori storici, mentre il dare spiegazioni sui propri pensieri anteriori sembrerebbe incomparabilmente più facile; ci si trova qui in una situazione di gran lunga più favorevole, e non si deve, per modestia, lasciar sfuggire l'occasione. (p. 161) *Ma queste ricerche, piene di presentimenti, perseguite nell'ombra per lunghi anni, quell'ardente desiderio di raggiungere lo scopo, quelle alternative di fiducia e di stanchezza, quell'improvviso irrompere della verità luminosa, tutto questo insomma non può essere veramente conosciuto che da colui che l'ha vissuto.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 170) ==''Il lato umano''== [[Immagine:Einstein Albert Elsa LOC 32096u.jpg|thumb|upright=1.4|Einstein con la moglie Elsa]] ===[[Incipit]]=== Un giorno ricevetti all'Ufficio brevetti di Berna una grande busta dalla quale estrassi un foglio dall'aspetto ufficiale. Recava in eleganti caratteri (mi pare che fosse addirittura in latino)<ref>In realtà il testo, stampato in corsivo, era in lingua francese. {{Cfr}} ''Il lato umano'', nota a p. 5.</ref> un messaggio che mi parve impersonale e di scarso interesse. Finì subito nel cestino. Più tardi appresi che si trattava dell'invito alle celebrazioni in memoria di [[Giovanni Calvino|Calvino]] e dell'avviso che avrei ricevuto la laurea honoris causa dall'università di [[Ginevra]]<ref>Il documento aveva un vistoso errore di stampa, forse rilevato da Einstein del tutto inconsciamente, che può aver provocato il suo gesto di rifiuto: la laurea era intestata a «Monsieur Tinstein» invece di «Monsieur Einstein». {{Cfr}} ''Il lato umano'', nota a p. 6.</ref>. Evidentemente la gente dell'università interpretò nel senso giusto il mio silenzio e quindi si rivolse al mio amico e allievo Lucien Chavan, ginevrino di origine e allora residente a Berna. Mi convinse ad andare a Ginevra, spiegandomi che praticamente non era possibile rifiutare l'invito; però non mi diede ulteriori chiarimenti. ===Citazioni=== *Con la [[fama]] divento sempre più stupido, un fenomeno molto comune d'altronde. C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!<ref group="fonte">Archivio Einstein 39-726; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 30.</ref> C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], dicembre 1919.</ref> (p. 8) *Non preoccuparti delle difficoltà che incontri in matematica; ti posso assicurare che le mie sono ancora più grosse.<ref group="fonte">Dalla lettera alla studentessa liceale Barbara Wilson, 7 gennaio 1943; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 131.</ref> (p. 8) *Un uomo contento è troppo soddisfatto del presente per pensare molto al futuro.<ref group="fonte">Tema scritto l'8 settembre 1896 per un esame di francese dal titolo ''Mes projets d'avenir'' (''I miei progetti per il futuro''); riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 1, ''The Early Years: 1879-1902'', a cura di John Stachel et al., Princeton University Press, Princeton, 1987, doc. 22. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 29.</ref> (p. 12) *Nelle nostre ricerche fondamentali nel campo della [[fisica]] andiamo a tastoni; nessuno ha fiducia in quel che il collega cerca di sperimentare con tanta speranza.<ref group="fonte">Da una lettera indirizzata a Maja, 31 agosto 1935.</ref> (p. 15) *Anch'io dovevo diventare [[ingegnere]]. Ma trovai intollerabile l'idea di applicare il genio creativo a problemi che non fanno che complicare la vita quotidiana – e tutto ciò unicamente al triste scopo di guadagnare denaro. Pensare solo per il piacere di pensare, come nella musica!...<ref group="fonte">Da una lettera a a Heinrich Zangger, 11 agosto 1918.</ref> (p. 16) *Per quel che riguarda la ricerca della verità, le mie faticose indagini, con i molti vicoli ciechi, mi hanno insegnato quant'è difficile fare un passo sicuro, anche piccolo, nella conoscenza di ciò che è essenziale.<ref group="fonte">Da una lettera del 13 febbraio 1934.</ref> (p. 17) *Lo [[scienziato]] teorico non è da invidiare. Perché la Natura, o più esattamente l'[[esperimento]], è un giudice inesorabile e poco benevolo del suo lavoro. Non dice mai «Sì» a una [[teoria scientifica|teoria]]: nei casi più favorevoli risponde: «Forse»; nella stragrande maggioranza dei casi, dice semplicemente: «No». Quando un esperimento concorda con una teoria, per la Natura significa «Forse»; se non concorda, significa «No». Probabilmente ogni teoria un giorno o l'altro subirà il suo «No»; per quasi tutte ciò avviene subito dopo la formulazione.<ref group="fonte">Frasi scritte l'11 novembre 1922 su un libro di ricordi dedicato al professor [[Heike Kamerlingh Onnes]].</ref> (pp. 17-18) *Bisogna essere particolarmente critici nei confronti del proprio lavoro. Si può sperare che la gente continui a leggervi solo se, per quanto possibile, si scarta tutto quello che non è rilevante.<ref group="fonte">Dalla risposta di Einstein a un membro del pubblico che, dopo aver trascritto una sua conferenza del marzo 1927, aveva intenzione di proporne la pubblicazione al direttore della rivista scientifica ''Die Naturwissenschaften''.</ref> (p. 20) *Sono state pubblicate sul mio conto tante di quelle fandonie e sfrontate menzogne che, se ci avessi prestato attenzione, ci avrei lasciato ad tempo la pelle. Bisogna consolarsi pensando che il tempo ha un setaccio attraverso il quale la maggior parte di queste cose importanti finisce nel mare dell'oblio; e quel che rimane dopo la selezione è spesso ancora brutto e meschino.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Max Brod]], 22 febbraio 1949.</ref> (p. 20) *Ogni mio squittio diventa uno squillo di tromba.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 21 marzo 1930.</ref> (p. 21) *Non ho mai visto una [[burrasca]] come quella di stanotte... Il mare ha un aspetto di indescrivibile grandiosità, specialmente quando è illuminato dal sole. Ci si sente immersi nella natura. Ancora più del solito si avverte la nullità dell'individuo e questo ci riempie di felicità.<ref group="fonte">Da un passo del suo diario, 10 dicembre 1931.</ref> (p. 22) *Misurato obiettivamente, quanto l'uomo con i suoi sforzi appassionati riesce a strappare alla [[verità]] è parte minima. Ma quegli sforzi ci liberano dalle catene dell'io e ci rendono compagni degli uomini migliori e più grandi.<ref group="fonte">Da un passo del suo diario, 10 dicembre 1931.</ref> (p. 23) *È maledettamente ignorante il [[fisica teorica|fisico teorico]] davanti alla natura e davanti ai suoi allievi!<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 15 marzo 1922.</ref> (p. 23) *Se parliamo dello [[scopo]] e del fine di un'azione, in effetti ci domandiamo quali aspirazioni si realizzano mediante questa azione e le eventuali conseguenze; oppure quali conseguenze negative si possono evitare? Certo, si può parlar in termini specifici dello scopo di un'azione dal punto di vista della comunità alla quale appartiene l'individuo. In questo caso, lo scopo dell'azione ha un rapporto perlomeno indiretto con la realizzazione delle aspirazioni degli individui che formano la società.<ref group="fonte">Da una lettera del 3 dicembre 1950.</ref> (p. 25) *Le dirò francamente che non approvo i [[genitore|genitori]] che influenzano i figli nelle decisioni determinanti per la loro vita futura: sono problemi che ognuno deve risolvere da solo. Tuttavia se vuole prendere una decisione alla quale i suoi si oppongono, deve porsi questa domanda: sono, in fondo, abbastanza indipendente per agire contro la volontà dei miei genitori senza perdere il mio equilibrio interiore?<ref group="fonte">Dalla bozza di una lettera di risposta in tedesco a uno psicologo che gli aveva scritto il 28 ottobre 1951.</ref> (pp. 26-27) *È vero che la comprensione della verità non è possibile senza una base empirica. Tuttavia più andiamo a fondo, più diventano esaurienti e ampie le nostre teorie, meno abbiamo bisogno di conoscenze empiriche per definire quelle teorie.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un laureando in filosofia, 9 dicembre 1952.</ref> (pp. 27-28) *O [[Giovinezza]]: sai che la tua non è la prima generazione ad aspirare a una vita piena di bellezza e di libertà? Sai che tutti i tuoi antenati sentivano quello che senti tu oggi – e poi furono vittime dell'odio e dell'infelicità?<br />Sai che i tuoi ardenti desideri si realizzeranno solo se sarai capace di amore e comprensione per uomini, animali, piante e stelle, così che ogni gioia sarà la tua gioia e ogni dolore il tuo dolore? Apri i tuoi occhi, il tuo cuore, le tue mani e fuggi quel veleno che i tuoi antenati hanno succhiato così avidamente dalla Storia. Soltanto allora il mondo intero diventerà la tua patria e il tuo lavoro e i tuoi sforzi diffonderanno benedizioni.<ref group="fonte">Dagli appunti scritti nel 1932 sull'albo della figlia di un suo vicino a Caputh; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 151.</ref> (pp. 28-29) *[...] chi s'impegna seriamente nella ricerca scientifica finisce sempre per convincersi che nelle leggi dell'Universo si manifesta uno Spirito infinitamente superiore allo spirito umano; noi, con le nostre deboli energie, non possiamo far altro che riconoscere la nostra inferiorità nei suoi confronti.<ref group="fonte">Da una lettera del 24 gennaio 1936.</ref> (p. 31) *Cari bambini, mi fa tanto piacere immaginarvi tutti riuniti a far festa nello splendore delle luci [[Natale|natalizie]]. Pensate anche agli insegnamenti di colui {{NDR|[[Gesù]]}} del quale festeggiate la nascita. Quegli insegnamenti sono così semplici e tuttavia dopo quasi duemila anni non prevalgono ancora tra gli uomini.<ref group="fonte">Da una lettera del 20 dicembre 1935.</ref> (pp. 31-32) *Quando il mondo cessa di essere il luogo dei nostri desideri e speranze personali, quando l'affrontiamo come uomini liberi, osservandolo con ammirazione, curiosità e attenzione, entriamo nel regno dell'arte e della scienza. Se usiamo il linguaggio della logica per descrivere quel che vediamo e sentiamo, allora ci impegniamo in una [[ricerca scientifica]]. Se lo comunichiamo attraverso forme le cui connessioni non sono accessibili al pensiero cosciente, ma vengono percepite mediante l'intuito e l'ingegno, allora entriamo nel campo dell'arte. Elemento comune alle due esperienze è quella appassionante dedizione a ciò che trascende la volontà e gli interessi personali.<ref group="fonte">Da un pensiero scritto nel gennaio 1921 e pubblicato su una rivista tedesca di arte moderna.</ref> (pp. 35-36) *[[Anima e corpo|L'anima e il corpo]] non sono due cose diverse, ma solo due modi diversi di percepire la stessa cosa. In modo analogo, la fisica e la psicologia rappresentano solo due tentativi diversi di unificare le nostre esperienze mediante il pensiero sistematico.<ref group="fonte">Aforisma scritto nel 1937 quando si trovava a Huntington, New York.</ref> (p. 36) *La [[politica]] è un pendolo i cui movimenti che oscillano tra l'anarchia e la tirannia sono alimentati da illusioni perennemente rinnovate.<ref group="fonte">Aforisma scritto nel 1937 quando si trovava a Huntington, New York; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 103.</ref> (p. 36) *Non credo nell'[[immortalità]] dell'individuo e considero che l'[[etica]] sia un interesse esclusivamente umano che non deriva da alcuna autorità sovrannaturale.<ref group="fonte">Dagli appunti scritti in inglesi su una lettera inviatagli da una donna il 17 luglio 1953.</ref> (p. 37) *Non ho mai attribuito alla [[natura]] una intenzione o un fine o qualsiasi altra cosa che si potesse interpretare in senso antropomorfico. Quel che vedo nella natura è una struttura magnifica che possiamo capire solo molto imperfettamente, il che non può non riempire di umiltà qualsiasi persona razionale. Si tratta di un autentico sentimento religioso che non ha niente a che fare con il misticismo.<ref group="fonte">Dalla prima stesura in tedesco della risposta ad una lettera del 1954 o 1955; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 119.</ref> (p. 37) *Dato che le nostre esperienze interiori consistono nel riprodurre e combinare le impressioni sensoriali, il concetto dell'anima senza il corpo mi pare del tutto senza significato.<ref group="fonte">Da una lettera di risposta a una signora viennese che gli aveva posto delle domande in merito all'esistenza dell'anima e alla possibilità di un'evoluzione personale e individuale dopo la morte, 5 febbraio 1921; Archivio Einstein 43-847; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 109-110.</ref> (p. 38) *Sono, ovviamente, menzogne quelle che Lei ha letto riguardo alla mia fede religiosa, menzogne che vengono sistematicamente ripetute. Non credo in un Dio personale, né ho mai negato questo fatto, anzi ho sempre espresso chiaramente il mio parere in proposito. Se c'è in me qualcosa che si possa definire sentimento religioso è proprio quella infinita ammirazione per la struttura del mondo rivelata dalle scoperte della scienza.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954, che citava un articolo sul pensiero religioso di Einstein mettendone in dubbio l'esattezza.</ref> (p. 41) *[...] la [[saggezza]] non è frutto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla che può durare tutta la vita.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 41) *L'ambizione e il puro senso del dovere non dànno frutti veramente importanti, che invece derivano dall'amore e dalla dedizione verso gli uomini e le cose.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un coltivatore dell'Idaho, 30 luglio 1947; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 144.</ref><ref>Un coltivatore dell'Idaho aveva inviato una lettera ad Einstein l'11 luglio 1947, informandolo che aveva chiamato suo figlio Albert e chiedendogli di scrivere due righe, con l'intento di conservarle e consegnarle al figlio quando sarebbe cresciuto. Dopo aver ricevuto la risposta di Einstein, l'uomo rimase molto contento, così scrisse nuovamente allo scienziato allegandogli una foto del piccolo Albert e promettendogli un sacco di patate dell'Idaho. Tale promessa venne poi mantenuta ed Einstein ricevette un grosso sacco di patate. {{Cfr}} ''Il lato umano'', p. 43.</ref> (p. 43) *L'[[uomo|essere umano]] è dotato di una intelligenza appena sufficiente nel comprendere il mondo reale. Se si potesse comunicare a ognuno questo senso di umiltà, tutta la sfera dei rapporti umani ne trarrebbe vantaggio.<ref group="fonte">Da una lettera ad [[Elisabetta di Baviera (1876-1965)|Elisabetta di Wittelsbach]], 19 settembre 1932.</ref> (p. 45) *Ha mai letto le ''Massime'' di [[François de La Rochefoucauld|La Rochefoucauld]]? Suonano piuttosto amare e malinconiche, ma attraverso la loro oggettivazione della natura umana suscitano nel lettore uno strano senso di liberazione. Nella persona di la Rochefoucauld vediamo un uomo che è riuscito a emanciparsi, anche se ha faticato molto per togliersi di dosso il pesante fardello delle passioni che la natura gli accollò durante il cammino della vita.<ref group="fonte">Da una lettera ad [[Elisabetta di Baviera (1876-1965)|Elisabetta di Wittelsbach]], 20 marzo 1936.</ref> (p. 46) *[[Innamoramento|Innamorarsi]] non è certo la cosa più sciocca che fa la gente; però la forza di gravità non c'entra per niente!<ref>Frase annotata su una lettera ricevuta nel 1933. L'autore della lettera scrisse che la terra girava a una velocità talmente alta da apparire ferma e che, a causa della forza di gravità, gli uomini a volte poggiavano i piedi sulla terra, a volte la testa, a volte si ritrovavano ad angolo retto, verso destra o sinistra. Per questo si chiedeva se la gente si innamorava o faceva altre stranezze di questo tipo proprio quando era capovolta, a testa in giù. {{cfr}} ''Il lato umano'', p. 51.</ref> (p. 52) *Non considerate mai lo [[studio]] come un dovere, ma come una occasione invidiabile di imparare a conoscere l'effetto liberatorio della bellezza spirituale, non solo per il vostro proprio godimento, ma per il bene della comunità alla quale appartiene la vostra opera futura.<ref group="fonte">Dalle sue parole di saluto pubblicate su ''The Dink'', una rivista delle matricole, dicembre 1933.</ref> (p. 52) *La [[scienza]] è una cosa meravigliosa quando non serve a guadagnarsi il pane quotidiano. È meglio guadagnarsi da vivere con un lavoro che si ha la certezza di poter fare. Solo quando non bisogna rendere conto delle nostre attività a nessuno, si può provare vero piacere e soddisfazione nella ricerca scientifica.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a una studentessa di un college californiano, che gli scrisse il 24 marzo 1951; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 133.</ref> (p. 53) *Nella [[ricerca scientifica]] la possibilità di ottenere risultati davvero significativi è molto scarsa anche per persone estremamente dotate. Lei corre quindi il rischio di provare un enorme senso di frustrazione quando avrà raggiunto l'età in cui le Sue capacità saranno in declino.<br />C'è un'unica soluzione: dedichi la maggior parte del Suo tempo a qualche attività pratica, nell'insegnamento o in qualche altro campo che si accordi con i Suoi gusti personali e studi durante le ore che Le restano. Potrà in tal modo condurre una vita normale e armoniosa, anche senza la speciale benedizione delle Muse.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a una ragazza di Nuova Delhi, 14 luglio 1953; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref> (pp. 54-55) *Non sono coinvolto, ringrazio Iddio, e non sono più costretto a partecipare alle gare dei cervelloni. Le ho sempre considerate una specie di penosa schiavitù, non meno odiosa della passione per il danaro o per il potere.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Paul Ehrenfest]], 5 maggio 1929; Archivio Einstein 10-163; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> (p. 55) *Il [[sionismo]] rappresenta davvero un nuovo ideale che può restituire al popolo ebraico la gioia di vivere.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Paul Ehrenfest]], 18 giugno 1921; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 68.</ref> (p. 58) *Il [[sionismo]] non fornì agli ebrei tedeschi molta protezione contro lo sterminio. Ma diede ai sopravvissuti la forza interiore di sopportare la rovina con dignità e senza perdere il proprio orgoglio.<ref group="fonte">Da una lettera a un ebreo antisionista nel gennaio 1946; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 65.</ref> (p. 59) *Non riesco a concepire un Dio personale che influisca direttamente sulle azioni degli individui o che giudichi direttamente le proprie creature. Non ci riesco malgrado il fatto che la causalità meccanicistica sia stata, fino a un certo punto messa in dubbio dalle scoperte della scienza moderna.<br />La mia religiosità consiste in una umile ammirazione dello Spirito infinitamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con la nostra ragione debole ed effimera, possiamo capire della realtà. La [[moralità]] ha la massima importanza – ma per noi, non per Dio.<ref group="fonte>Dalle frasi annotate in tedesco su una lettera del 5 agosto 1927, inviatagli da un banchiere del Colorado; Archivio Einstein 48-380; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 110 e 158.</ref> (p. 61) *Tu sei l'unica persona che io conosca che condivide il mio atteggiamento verso la fisica; la fede nella comprensione della realtà attraverso qualcosa di fondamentalmente semplice e unito... Come è difficile riuscire a dare un'occhiata alle carte di Dio. Ma non credo per un solo istante che [[Dio non gioca a dadi|Lui giochi a dadi]]<ref name=dadi/> o che adoperi metodi «telepatici» (come vorrebbe l'attuale [[meccanica quantistica|teoria dei quanti]]).<ref group="fonte>Da una lettera a [[Cornelius Lanczos]], 21 marzo 1942.</ref> (p. 63) *Più diamo la caccia ai [[meccanica quantistica|quanti]], più si nascondono.<ref group="fonte>Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 12 luglio 1924; Archivio Einstein 10-089; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref> (p. 63) [[Immagine:Albert Einstein photo 1920.jpg|thumb|Einstein in una foto del 1920]] *Il sentimento religioso destato dalla comprensione logica dei principî di interrelazioni profonde è di un genere alquanto diverso da quello comunemente definito religioso. Si tratta più di un sentimento di timore reverenziale per l'ordinamento che si manifesta nell'universo materiale; non ci conduce a modellare un essere divino a nostra immagine, un personaggio che abbia delle esigenze nei nostri confronti, che si interessa a noi in quanto individui. Non vi è in ciò né volontà né scopo, né necessità, ma solo l'essere allo stato puro.<ref group="fonte>Da una lettera di risposta a un rabbino di Chicago che gli aveva scritto il 20 dicembre 1939.</ref> (p. 64) *L'umanità ha perfettamente ragione di collocare i predicatori di alti valori morali e spirituali al di sopra degli scopritori di verità obiettive. Quel che l'umanità deve a personalità come [[Gautama Buddha|Buddha]], [[Mosè]], e [[Gesù]] è, a mio avviso, infinitamente più elevato di tutti i risultati del pensiero analitico e speculativo.<ref group="fonte>Da un passo scritto nel settembre 1937; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref> (p. 65) *Non inorgoglitevi per i pochi grandi uomini che nel corso dei secoli sono nati nella vostra terra – il merito non è vostro. Pensate piuttosto al modo in cui li avete trattati durante la loro vita e come avete seguito i loro insegnamenti.<ref group="fonte>Da un appunto in tedesco senza data, rinvenuto in un carteggio inviato a Le Coq dopo l'ultimo soggiorno di Einstein a Pasadena nell'inverno tra il 1932 e il 1933.</ref> (p. 65) *Per la maggior parte, noi uomini viviamo con una falsa impressione di sicurezza, e la sensazione di stare a nostro agio in un ambiente di uomini e cose apparentemente familiari e fidate. Ma quando il corso normale della vita quotidiana viene spezzato, ci rendiamo conto che siamo come dei naufraghi che cercano di tenersi in equilibrio su un pezzo di legno in mare aperto, dimentichi di dove sono venuti e senza sapere dove vanno. Ma una volta che accettiamo pienamente questo dato di fatto, la vita diventa più facile e non ci sono più delusioni.<ref group="fonte>Da una lettera di condoglianze, 26 aprile 1945.</ref> (pp. 66-67) *Facciamo parte di una mandria di [[bufalo|bufali]] e dobbiamo essere contenti se non veniamo calpestati prima del tempo.<ref group="fonte>Da una lettera a [[Cornelius Lanczos]], 26 aprile 1945.</ref> (p. 67) *''Dovunque vada dovunque scappo | sempre di me trovo un ritratto | sulla parete, la scrivania | intorno al collo, effige mia. || Uomini e donne con strano svago | mi implorano: «La sua firma, prego». | Ognuno esige uno scarabocchio | da questo eruditissimo marmocchio. || Talvolta in mezzo a questo godimento | son perplesso delle cose che sento, | e mi chiedo stropicciandomi gli occhi, | sono io pazzo o sono loro sciocchi?''<ref group="fonte>Dalla dedica su una fotografia inviata a Cornelia Wolf nel 1927.</ref> (p. 68) *Ecco quello che ho da dire sull'opera di [[Johann Sebastian Bach|Bach]]: ascoltatela, suonatela, amatela, riveritela e tenete la bocca chiusa.<ref group="fonte">Dalla risposta a un questionario su Bach del magazine tedesco ''Reclams Universum'', 24 marzo 1928; Archivio Einstein 28.058-1.</ref> (p. 70) *Per quanto riguarda [[Franz Schubert|Schubert]], ho solo questo da dire: suonate la sua musica, amatela e tenete la bocca chiusa.<ref group="fonte">Dalla risposta a un questionario su Schubert del magazine tedesco ''Reclams Universum'', 10 novembre 1928.</ref> (p. 70) *[[Georg Friedrich Händel|Haendel]] mi piace sempre – anzi, lo trovo perfetto – ma ha una certa superficialità.<ref group="fonte" name=musi>Dalle risposte a un questionario sui suoi gusti musicali, 1939.</ref> (p. 71) *Per me [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è troppo drammatico, troppo personale.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *[[Franz Schubert|Schubert]] è uno dei miei preferiti per la sua straordinaria abilità di esprimere l'emozione e la sua enorme capacità d'invenzione melodica. Ma nelle sue opere più vaste mi dà fastidio una certa mancanza di struttura architettonica.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *Le opere minori di [[Robert Schumann|Schumann]] mi piacciono per la loro originalità e la loro ricchezza di sentimento, ma la sua mancanza di grandezza formale mi impedisce un pieno godimento.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *In [[Felix Mendelssohn|Mendelssohn]] vedo un talento considerevole, ma anche un'indifendibile superficialità che spesso porta alla banalità.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *Trovo che alcuni ''lieder'' e opere da camera di [[Johannes Brahms|Brahms]] sono davvero significativi anche nella struttura. Tuttavia la maggior parte delle sue opere non hanno per me la forza di convincermi interiormente. Insomma, non capisco perché provò la necessità di scriverle.<ref group="fonte" name=musi/> (pp. 71-72) *Ammiro la capacità creativa di [[Richard Wagner|Wagner]], ma considero la sua mancanza di struttura architettonica un segno di decadenza. Inoltre trovo la sua personalità musicale così indescrivibilmente offensiva che per lo più lo ascolto solo con un senso di disgusto.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *Credo che {{NDR|Richard}} [[Richard Strauss|Strauss]] abbia molto talento, ma che gli manchi una verità interiore e che si preoccupi soltanto degli effetti esteriori.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *Mi pare che la musica di [[Claude Debussy|Debussy]] sia delicata e colorita, dimostra però ancora una mancanza di senso strutturale. Non riesco a entusiasmarmi per una cosa del genere.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *[...] la vera [[arte]] è caratterizzata da un impulso irresistibile dell'artista.<ref group="fonte">Da uno scritto del 15 novembre 1950, a proposito del musicista [[Ernst Bloch]]; Archivio Einstein 34-332; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 149.</ref> (p. 72) *La musica non ''influisce'' sulla ricerca, ma entrambe derivano dalla stessa fonte di ispirazione e si completano a vicenda nel senso di liberazione che procurano.<ref group="fonte">Da una lettera del 23 ottobre 1928; Archivio Einstein 28-065; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 159.</ref> (p. 73) *Io non ho mai creduto alle distinzioni più sottili che gli avvocati vorrebbero imporre ai medici. Obiettivamente, non esiste in fondo il libero arbitrio. Credo che dobbiamo difenderci dalla gente che costituisce un pericolo per gli altri, senza badare alle motivazioni dei loro gesti. Che bisogno c'è di un criterio di responsabilità? Credo che il terrificante deterioramento nel comportamento etico della gente oggi derivi fondamentalmente dalla meccanizzazione e disumanizzazione della nostra esistenza, un disastroso sottoprodotto dello sviluppo della mentalità scientifica e tecnica. ''Nostra culpa!'' Non vedo alcun modo per eliminare questa pericolosa carenza. L'uomo si raffredda più rapidamente del pianeta su cui vive.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Otto Juliusburger]], 11 aprile 1946.</ref> (pp. 76-77) *La gente come noi, benché mortale come tutta l'umanità, non [[invecchiamento|invecchia]] per quanto a lungo viva. Voglio dire che non smettiamo mai di osservare come dei bambini incuriositi il grande mistero che ci circonda. Quindi si crea intorno a noi uno spazio che ci separa da tutto ciò che è insoddisfacente nella sfera umana, è questo è già un gran bene.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Otto Juliusburger]], 29 settembre 1947.</ref> (p. 77) *Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.<ref group="fonte">Messaggio manoscritto e firmato e inviato ad Adriana Enriques, ottobre 1921.</ref> (p. 77) *Sono arrivato alla convinzione che l'abolizione della [[pena di morte]] sia auspicabile per i seguenti motivi:<br />1) Irreparabilità in caso di errore giudiziario.<br />2) Conseguenze morali deleterie per quanti hanno a che fare direttamente o indirettamente con il procedimento dell'esecuzione.<ref>Qualche mese prima, il ''New York Times'' del 6 marzo 1927 riferiva: «Il Professor Einstein non è favorevole all'abolizione della pena di morte [...]. Non vede perché la società non dovrebbe liberarsi degli individui che si sono dimostrati socialmente dannosi. Aggiunge che la società non ha più diritto di condannare una persona all'ergastolo di quanto ne abbia di condannarlo a morte.» {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a un editore berlinese, 3 novembre 1927; Archivio Einstein 46-009; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref> (p. 78) *{{NDR|Sulla [[pena di morte]]}} Non approvo affatto la punizione, accetto soltanto le misure utili a proteggere la società. In teoria non sono contrario all'uccisione di individui che sono privi di valore o in qualche modo pericolosi. Ma mi oppongo solo perché non mi fido degli uomini, cioè dei tribunali. Apprezzo nella vita più la qualità che non la quantità, così come nella natura i principî generali rappresentano una realtà superiore all'oggetto singolo.<ref group="fonte">Da una lettera a Valentin Bulgakov, 4 novembre 1931; Archivio Einstein 45-702; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref> (p. 78) *Sebbene io sia un democratico, ho la certezza che l'umanità non progredirebbe e degenererebbe senza una [[minoranza]] di uomini e donne onesti e socialmente impegnati, disposti a sacrificarsi per le loro convinzioni.<ref group="fonte">Da una lettera del 6 febbraio 1954.</ref> (pp. 79-80) *L'evoluzione umana è basata più sulla coscienza di uomini come [[Louis Brandeis|Brandeis]] che sul genio creativo.<ref group="fonte">Dal messaggio inviato alla rivista bostoniana ''The Jewish Advocate'', 19 ottobre 1931, in occasione del 75° compleanno di [[Louis Brandeis]].</ref> (p. 80) *Con la più profonda ammirazione e stima fraterna Le stringo la mano in occasione del Suo ottantesimo compleanno. Non conosco altri che unisca doti intellettuali così eccezionali a un tale spirito di abnegazione, mentre trova il significato completo della vita nel servire umilmente la comunità. Noi, tutti noi, La ringraziamo non solo per quello che ha fatto e raggiunto, ma anche perché ci rallegriamo che un uomo simile esista tra di noi in questa nostra epoca così priva di autentiche personalità.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Louis Brandeis]], 10 novembre 1936.</ref> (p. 80) *La sofferenza, se provocata dall'ottusità e dalla stupidità di una società legata alle tradizioni, di solito riduce i deboli a uno stato di cieco odio, ma esalta i forti a una superiorità morale e a una generosità altrimenti irraggiungibili dall'uomo.<ref group="fonte">Da un commento all'articolo di Walter White, ''Perché preferisco rimanere negro'', ''Saturday Review of Literature'', 11 ottobre 1947.</ref> (p. 81) *Com'è possibile che la nostra epoca così amante della cultura sia così mostruosamente amorale? Apprezzo di più la carità e l'amore per il prossimo al di sopra di ogni altra cosa. Tutto il nostro decantato progresso – la nostra stessa civiltà – è come l'accetta nelle mani del maniaco criminale.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], dicembre 1917.</ref> (p. 83) *[...] la [[tolleranza]] è l'amichevole apprezzamento delle qualità, delle opinioni e del comportamento degli altri, che sono estranei alle nostre abitudini, convinzioni, gusti. Pertanto essere tolleranti non significa essere indifferenti alle azioni, ai sentimenti degli altri: occorre anche la comprensione e il coinvolgimento personale.<ref group="fonte" name=tolle>Da un articolo sulla tolleranza del 1934 che avrebbe dovuto essere pubblicato su una rivista americana. I redattori vollero apportare delle modifiche, Einstein gradì poco la cosa e decise di ritirare l'articolo.</ref> (p. 83) *È fondamentale quindi la tolleranza per l'individuo da parte della società e dello stato. Indubbiamente lo stato serve a garantire all'individuo quella sicurezza indispensabile per il suo sviluppo. Ma quando lo stato diventa l'elemento principale e l'individuo si trasforma in uno strumento privo di volontà propria, allora si perdono tutti i valori più elevati. Come la roccia deve frantumarsi prima che gli alberi possano mettervi radici, come la terra viene arata perché possa dar frutto, così infatti la società umana dà risultati veramente significativi solo quando è sufficientemente dissodata per rendere possibile il libero sviluppo delle capacità individuali.<ref group="fonte" name=tolle/> (p. 84) *Quando Dio Onnipotente stabiliva le eterne leggi della natura, venne assalito da un dubbio che non riuscì a dissipare neppure in seguito: come sarebbe imbarazzante se più tardi le massime autorità del [[materialismo dialettico]] dichiarassero illegali alcune o addirittura tutte le sue leggi!<br />Quando poi Egli creò i profeti e i saggi del materialismo dialettico fu tormentato da un altro dubbio analogo. Tuttavia si rincuorò al pensiero che mai quei profeti e saggi avrebbero potuto affermare che la base del materialismo dialettico poteva essere contraria alla Ragione e alla Verità.<ref>Nell'Unione Sovietica la [[teoria della relatività]] venne spesso messa in discussione, non era chiaro se essa si accordasse o meno al [[materialismo dialettico]] e gli scienziati sovietici si guardavano bene dal confermare la validità della teoria. Nell'aprile 1952 un membro dell'Accademia delle scienze sovietica accusò Einstein di aver trascinato la fisica «nelle paludi dell'idealismo», di essere reo di «soggettivismo», sostenendo che il materialismo dialettico era invece basato «sull'oggettività della natura materiale». Lo stesso studioso russo condannò due suoi connazionali per aver dato credito alla teoria einsteiniana. L'attacco venne riportato dall<nowiki>'</nowiki>''Associated Press''. Il commento satirico di Einstein si riferiva all'atteggiamento sovietico in generale ed in particolare a tale episodio. {{cfr}} ''Il lato umano'', p. 85.</ref><ref group="fonte">Da un commento satirico inedito rinvenuto tra le carte di Einstein e risalente probabilmente agli anni '50.</ref> (p. 85) *{{NDR|«Se in punto di morte tu ripercorressi con il pensiero la tua vita da quali fatti giudicheresti se è stata un successo o un fallimento?»}} Né in punto di morte né prima mi porrò una simile domanda. La [[natura]] non è né ingegnere né imprenditore, e io stesso faccio parte della natura.<ref group="fonte">Dalla risposta del 12 novembre 1930 a una lettera dall'Inghilterra in cui gli era stata posta questa domanda di [[Thomas Alva Edison]]; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 87.</ref> (p. 86) *La più importante delle aspirazioni umane è la ricerca della [[moralità]] nel nostro comportamento: ne dipendono il nostro equilibrio interiore e persino la nostra stessa esistenza. Solo la moralità del comportamento conferisce alla vita bellezza bellezza e dignità.<ref group="fonte">Da una lettera a un pastore di Brooklyn, 20 novembre 1950; Archivio Einstein 28-894 e 59-871; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 159.</ref> (p. 89) *Se i fedeli delle attuali [[religione|religioni]] volessero davvero pensare e agire nello spirito dei fondatori di queste religioni, allora non esisterebbe alcuna ostilità causata dalla religione tra i seguaci delle differenti fedi. Perfino i conflitti in campo religioso si rivelerebbero insignificanti.<ref group="fonte">Dalla risposta alla richiesta di un telegramma di circa cinquanta parole sulla «fratellanza americana» da parte della ''National Conference of Christian and Jews'', 27 gennaio 1947.</ref> (p. 89) *{{NDR|Sull'[[Olocausto]]}} Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell'umanità.<ref group="fonte">Da un messaggio inviato in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra in Riverside a New York per un monumento dedicato agli eroi del ghetto di Varsavia, 19 ottobre 1947.</ref> (p. 90) *{{NDR|Su [[Michael Faraday]]}} Quell'uomo amava la natura misteriosa come un amante ama il suo amore lontano.<ref group="fonte">Dalla lettera a Gertrude Warschauer, 27 dicembre 1952; Archivio Einstein 39-517; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 48.</ref> (p. 92) *''Nel dir «noi» disagio m'assale, | che di nessun'altra bestia io son l'eguale; | ancor coperto veder posso | dietro a ogni interesse un grande abisso.''<ref group="fonte">Quartina rinvenuta tra gli scritti di Einstein, senza indicazione di data o occasione.</ref> (p. 93) :''Diffido del "noi" ed ecco il perché: | nessuno può dire: «L'altro è me». | Ogni intesa cela un imbroglio, | ogni accordo un abbaglio.''<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 37-38.</ref> *È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio [[lavoro]] con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma.<ref group="fonte">Da una lettera a Joseph Scharl, un amico artista, 27 dicembre 1949; Archivio Einstein 34-207; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 155.</ref> (pp. 94-95) *Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più razionali di quanto siamo (o eravamo) noi – allora andate al diavolo!<ref group="fonte">Da un messaggio in occasione della costruzione di una biblioteca su invito di un prestigioso editore americano, 1° maggio 1936.</ref> (p. 98) *La [[filosofia]] è come una madre che ha dato alla luce tutte le altre scienze, dotandole di caratteristiche diverse. Quindi, sebbene nuda e povera non merita il nostro disprezzo; dobbiamo invece sperare che una parte del suo ideale donchisciottesco sopravviva nei figli, impedendo loro di cadere nel filisteismo.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Bruno Winawer]], 28 settembre 1932; Archivio Einstein 36-532; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 112-113.</ref> (p. 99) *Comparve [[Adolf Hitler|Hitler]], un uomo di limitate capacità intellettuali, inadatto a qualsiasi lavoro utile, pieno di invidia e di amarezza contro tutti quelli che erano stati favoriti più di lui dalla natura e dal destino. [...] odiava più di qualsiasi altra cosa proprio quella cultura e quella educazione che gli erano state negate per sempre. Nella sua disperata ambizione di potere scoprì che i suoi discorsi sconnessi e pervasi dall'odio suscitavano gli applausi frenetici di quanti si trovavano nelle sue stesse condizioni e condividevano le sue opinioni. Raccattava questi relitti della società per la strada, nelle osterie, organizzandoli intorno a sé. In questo modo avviò la sua carriera politica. Ma ciò che veramente lo portò a diventare un Führer era il suo odio acerrimo contro ogni cosa di origine straniera e specialmente contro una minoranza inerme, gli ebrei tedeschi. La loro sensibilità intellettuale lo metteva a disagio e la considerava, non del tutto erroneamente, non tedesca.<ref group="fonte">Da un manoscritto inedito del 1935; Archivio Einstein 14-389; citato in parte in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 50-51.</ref> (pp. 102-103) *Coloro a cui le circostanze esteriori consentono un'esistenza apparentemente sicura non potranno mai capire che cosa significasse quest'uomo per i suoi fratelli imprigionati nella Germania e minacciati dall'inevitabile distruzione. Ritenne fosse suo dovere rimanere e sopportare le spietate persecuzioni al fine di dare ai suoi fratelli un appoggio morale fino all'ultimo. Noncurante del pericolo, trattò con i rappresentanti di un governo formato da assassini brutali, conservando in ogni circostanza la dignità sua e del suo popolo.<ref group="fonte">Dalle parole scritte in occasione dell'ottantesimo compleanno di [[Leo Baeck]] nel maggio 1953.</ref> (p. 104) *Per essere un elemento perfetto di un [[gregge]] bisogna innanzitutto essere una pecora.<ref group="fonte">Dagli aforismi inclusi nel ''Festschrift'' in onore di [[Leo Baeck]], 23 febbraio 1953.</ref> (p. 105) *Si ricordi sempre che gli animi più alti e più nobili sono sempre e necessariamente soli, e che perciò possono respirare la purezza della propria atmosfera.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un musicista di Monaco di Baviera, 5 aprile 1933.</ref> (p. 107) ==''Il significato della relatività''== [[Immagine:Einstein - Vier Vorlesungen über Relativitätstheorie, 1923 - BEIC 3937638 953893 00003.tiff|thumb|''Vier vorlesungen über Relativitätstheorie'' (''gehalten im Mai, 1921, an der Universität Princeton'', Vieweg, Braunschweig) rappresenta il testo originale tedesco della prima edizione di ''The Meaning of Relativity'' del 1921.]] ===[[Incipit]]=== La teoria della relatività è strettamente connessa con la teoria dello spazio e del tempo. Inizierò quindi con una breve analisi dell'origine delle nostre idee sullo spazio e sul tempo, anche se mi rendo conto che, così facendo, mi addentro in un terreno controverso. Oggetto di tutte le scienze, delle scienze della natura come della psicologia, è il tentativo di coordinare le esperienze e di organizzarle in un sistema logico. ma in che modo le nostre abituali idee di spazio e di tempo sono legate al carattere delle nostre esperienze? {{Int|''Spazio e tempo nella fisica pre-relativistica''|[[s:en:The Meaning of Relativity/Lecture 1|''Lecture 1, Space and Time in Pre-Relativity Phisycs'']]; inclusa sin dalla prima edizione: ''The Meaning of Relativity: Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921'', traduzione di E.P. Adams, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1921.}} *La sola giustificazione dei nostri [[concetto|concetti]] e dei nostri sistemi di concetti è il fatto che essi servono a rappresentare l'insieme delle nostre esperienze; a parte questo, essi non hanno nessuna legittimità. Sono convinto che i [[filosofo|filosofi]] hanno sempre avuto un effetto dannoso sul progresso del pensiero scientifico poiché hanno sottratto molti concetti fondamentali al dominio dell'empirismo, nel quale si trovano sotto il nostro controllo e li hanno portati alle intangibili altezze dell<nowiki>'</nowiki>''a priori''. Infatti, anche se dovesse risultare che il mondo delle idee non può essere dedotto dall'esperienza attraverso mezzi logici ma è, in un certo senso, una creazione della mente umana, senza la quale non è possibile nessuna scienza, il mondo delle idee risulterebbe altrettanto indipendente dalla natura delle nostre esperienze quanto lo sono i vestiti dalla forma del corpo. Questo in particolare è vero per i nostri concetti del tempo e dello spazio, che i fisici sono stati costretti dai fatti a far scendere dall'Olimpo dell<nowiki>'</nowiki>''a priori'' per adattarli e renderli utilizzabili. (p. 20) {{Int|''La teoria della relatività generale (seguito)''|[[s:en:The Meaning of Relativity/Lecture 4|''Lecture 4, The General Theory of Relativity (continued)'']]; inclusa sin dalla prima edizione: ''The Meaning of Relativity: Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921'', traduzione di E.P. Adams, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1921.}} *Un universo infinito è possibile soltanto nell'ipotesi che la densità media della materia in esso contenuta sia nulla, ipotesi logicamente possibile ma meno probabile di quella che nell'universo vi sia una densità media finita di materia. (p. 103) {{Int|''Appendice alla seconda edizione''|Aggiunta in ''The Meaning of Relativity'', 2<sup>a</sup> edizione, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1945.}} *Per grandi densità del campo e della materia, le equazioni di campo, e probabilmente anche le variabili del campo che intervengono in esse, non avranno significato reale. Pertanto, non si può supporre che le equazioni valgano per densità elevate del campo o della materia, né si può concludere che l'"inizio dell'espansione" {{NDR|dell'universo}} debba corrispondere a una singolarità in senso matematico. Si deve solo ricordare che le equazioni {{NDR|di campo}} non possono essere estese a queste regioni. Questa considerazione, tuttavia, non altera il fatto che l'"origine del mondo" costituisce realmente un inizio, dal punto di vista dello sviluppo delle stelle e dei sistemi di stelle attualmente esistenti, prima del quale tali stelle e tali sistemi di stelle ancora non esistevano come entità individuali. (p. 120) {{Int|''Appendice seconda: Teoria relativistica del campo non simmetrico''|Aggiunta in ''The Meaning of Relativity'', 4<sup>a</sup> edizione, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1953.<ref>Una prima stesura di questa seconda appendice (intitolata ''Generalized Theory of Gravitation'') era già stata introdotta nella 3<sup>a</sup> edizione di ''The Meaning of Relativity'' del 1950. Inoltre un supplemento di 8 pagine per la stesura definitiva di questa appendice venne pubblicato dalla Princeton University Press nel 1953, dopo l'uscita della 4<sup>a</sup> edizione. {{Cfr}} ''Opere scelte'', pp. 787-788.</ref>}} *Si possono avere buone ragioni per sostenere che la realtà non può essere rappresentata da un campo continuo. I fenomeni quantistici sembrano dimostrare con certezza che un sistema finito di energia finita può essere completamente descritto da un insieme finito di numeri (numeri quantici). Questo non sembra in accordo con una teoria del continuo, e deve quindi spingere alla ricerca di una teoria puramente algebrica in grado di descrivere la realtà: Ma nessuno sa come si possono ottenere le basi per una teoria di questo tipo. (p. 149) ==''Lettere a [[Michele Besso]]''== [[Immagine:1919 eclipse positive.jpg|thumb|L'[[eclissi solare]] del 1919 fornì una prova a sostegno della teoria della relatività generale]] *Sono riuscito a dimostrare, con un calcolo ''semplice, che le equazioni di gravitazione valgono per ogni sistema di riferimento che soddisfi a queste condizioni.'' Ne consegue che esistono trasformazioni d'accelerazione di varia natura, che mutano le equazioni in sé stesse (tra queste, ad esempio, le rotazioni), cosicché l'ipotesi di equivalenza si conserva nella sua forma più primitiva, e perfino in misura insospettabilmente ampia.<br />L'equivalenza rigorosa tra massa inerziale e massa gravitazionale, e anche massa del campo gravitazionale, l'avevo già dimostrata, credo, all'epoca della tua visita.<br />A questo punto indipendentemente dal fatto che l'osservazione dell'[[eclissi solare|eclisse solare]] abbia o non abbia successo<ref>Come ricordato da [[Abraham Pais]] (in ''«Sottile è il Singore...»: la scienza e la vita di Albert Einstein'', Boringhieri, Torino, 1986, cap. 16) i tentativi di osservazione in condizione di eclissi solare furono alquanto travagliati. Nel 1912 una spedizione in Brasile non riuscì ad effettuare le misurazioni a causa di condizioni meteorologiche avverse. Nell'estate del 1914 non venne intrapreso un secondo tentativo per via della crisi internazionale. La [[Prima guerra mondiale]] portò al rinvio del terzo tentativo (in Venezuela nel 1916) e nel 1918 un quarto esperimento condotto da statunitensi non diede risultati attendibili. Solo nel maggio 1919 due gruppi di ricercatori britannici raccolsero i dati, che una volta elaborati rappresentarono una prima conferma della teoria einsteiniana. {{Cfr}} ''Opere scelte'', nota a p. 674.</ref>, mi ritengo soddisfatto, e non dubito più della validità di tutto il sistema: la fondatezza della cosa è fin troppo evidente. (inizio marzo 1914; pp. 673-674) *Di quando in quando, ora mi ritiro per qualche settimana nella casa d'una tenuta di campagna, tutto solo, cucinandomi quel che mi occorre, come gli eremiti dell'antichità. Così noto con sorpresa quanto è lungo un giorno e quanto vano, perlopiù, l'affaccendarsi alacre e odioso che riempie il nostro tempo. (5 gennaio 1929; p. 683) *Ora sto leggendo con grande attenzione e piacere un libro sul socialismo di [[George Bernard Shaw|B. Shaw]], veramente un tipo da togliersi il cappello, dotato d'uno sguardo molto acuto sull'agire umano. (5 gennaio 1929; p. 683) *La salute piano piano migliora. Ma sono stato vicino a tirare le cuoia, cosa che, fra l'altro, è bene non eccedere nel rimandare. (5 gennaio 1929; p. 684) *So che per l'Italia tu nutri un'attrazione incurabile, così come molti ebrei tedeschi per la Germania. Questo genere di debolezza sentimentale è da ricondurre alla nostra nostalgia per una dimora stabile su questa terra effimera, in questo illudendoci, a torto, che i ''goyim'' {{NDR|i non-ebrei}} ne abbiano una e solo noi no. Credo però che non sia una vera patria una terra dove un uomo di buon senso non può nemmeno aprire il becco. (8 agosto 1938; p. 685) *Per quale ragione le civiltà prendano a imputridire dall'interno è cosa oscura. Forse la vita ordinata alla lunga distrugge le forze psichiche essenziali allo sviluppo sociale. (8 agosto 1938; p. 686) *{{NDR|A proposito del nazismo}} Non riuscirei a vivere, se non avessi il mio lavoro [...]. Per fortuna, sono già vecchio e non credo mi aspetti un lungo futuro. (10 ottobre 1938<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-376. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref>) *{{NDR|Sul figlio [[Eduard Einstein]]}} È un vero peccato che, così giovane, debba passare la vita senza poter sperare in una esistenza normale. Per parte mia, non ho più alcuna fiducia nell'assistenza medica da quando ho visto definitivamente fallire la cura d'insulina. Nel complesso ho pochissima stima di tutta la combriccola, e insomma mi sembra meglio lasciar la natura indisturbata. (11 novembre 1940<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-378. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 80.</ref>; p. 686) *Per quanto riguarda [[Ernst Mach|Mach]], è bene distinguere tra l'influenza che ebbe in generale e quella che esercitò su di ''me'' in particolare. Mach ha compiuto significative ricerche sperimentali (ad esempio, la scoperta delle onde d'urto, basata su un metodo ottico veramente geniale); ma non di questo vogliamo discutere, bensì di come influenzò la visione generale dei concetti di base della fisica. In questa prospettiva il suo grande merito sta, a mio parere, nell'aver allentato il dogmatismo che dominava in quell'ambito nei secoli XVIII e XIX. Egli ha cercato di mettere in luce, specialmente nei campi della meccanica e della teoria del calore, il modo in cui i concetti hanno avuto origine dall'esperienza; Mach sosteneva in maniera convincente l'opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano sui dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo ''necessari''. Evidenziando come nella fisica siano cruciali i problemi connessi ai concetti di base, più che quelli d'ordine logico-matematico, egli ha esercitato un'influenza particolarmente salutare. Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l'attività scientifica all'incirca un semplice «mettere ordine» nei materiali empirici. Egli, insomma, non rese giustizia all'elemento di libera volontà costruttiva presente nella formazione dei concetti. Riteneva, in certo modo, che all'origine delle teorie vi fossero «scoperte» e non «invenzioni», spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costitutive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato fra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l'atomismo, ma l'idea stessa d'una realtà fisica. (6 gennaio 1948; pp. 689-690) *È una sorte felice quella d'essere catturato fino all'ultimo respiro dal fascino del lavoro. Diversamente troppo si soffrirebbe della stoltezza e della demenza umana, come vengono alla luce soprattutto nella politica. (24 luglio 1949; pp. 692-693) *Qualcosa di vero forse c'è, nei ragionamenti di [[Arthur Eddington|Eddington]]. Mi è sempre sembrato un uomo di non comune ingegno, ma di scarso senso critico. Non obbligherei nessuno a sacrificargli tempo e fatica; disinteresse e altruismo hanno, giustamente, dei limiti. Con la sua filosofia mi ricorda una «prima ballerina», nemmeno lei in fondo convinta che i suoi eleganti saltelli abbiano una vera ragione d'essere. (29 luglio 1953; p. 702) *[...] considero tranquillamente possibile che la fisica non possa in realtà essere fondata sul concetto di campo, cioè su strutture continue. Nel qual caso non rimarrà ''niente'', né di tutto il mio castello in aria, né della restante fisica contemporanea. (10 agosto 1954; p. 706) *Raramente la capacità di condurre una vita in armonia è congiunta a un'intelligenza acuta come la sua, ma in lui questo inusuale incontro aveva avuto luogo. Quel che più ammiravo, nell'uomo, è l'esser riuscito a vivere molti anni non solo in pace ma addirittura in accordo costante con una donna; un'impresa nella quale io per due volte ho miseramente fallito. (lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref>; p. 706) *Egli mi ha preceduto di poco nel congedarsi da questo strano mondo.<ref>Einstein sarebbe morto meno di un mese dopo, il 18 aprile 1955. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref> Non significa niente. Per noi che crediamo nella fisica, la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un'ostinata illusione. (lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-245. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref>; p. 707) ==''Lettere a [[Max Born]]''== *Sto leggendo fra l'altro i Prolegomeni di Kant e comincio a capire l'enorme potere di suggestione che quest'uomo ha avuto e continua ad avere. Per cadere nelle sue mani è sufficiente concedergli l'esistenza dei giudizi sintetici a priori; per poter essere d'accordo con lui, dovrei attenuare questo "a priori" in "convenzionali", ma anche così non andrebbe bene nei particolari. Tuttavia è delizioso da leggersi, sebbene non sia bello quanto il suo predecessore Hume, che fra l'altro era dotato di un istinto molto più sano. (1918<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 11.</ref>) *Ho letto di recente che la popolazione europea è cresciuta nell'ultimo secolo da 113 milioni a quasi 400... Pensiero spaventoso, che potrebbe quasi riconciliare con la guerra! (Ahrenshoop, 2 agosto 1918<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 13</ref>) *Non credo che gli uomini come tali possano cambiare sostanzialmente, ma ritengo che sia possibile e addirittura ''necessario'' porre fine all'anarchia nei rapporti internazionali, anche a costo di notevoli sacrifici nell'indipendenza dei singoli stati. (1º settembre 1919<ref group="fonte" name=SVXVII>Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 17</ref>) *{{NDR|Il materialismo, ovvero il modo di considerare le cose fondato sulla causalità}} tende costantemente a rispondere solo alla domanda "Per quale ragione?" e mai a quella "A che scopo?". Non c'è principio utilitaristico o selezione naturale che possano aiutarci a rispondere a questa domanda, e se qualcuno si chiede: "A che scopo dobbiamo aiutarci l'un l'altro, renderci la vita meno difficile, comporre buona musica e avere pensieri elevati?", bisognerà rispondergli: "Se non l'intuisci da solo, nessuno potrà spiegartelo". Senza quest'istinto primario non saremmo niente e meglio sarebbe per noi non vivere affatto. (1º settembre 1919<ref group="fonte" name=SVXVII/>) *L'avere una chiara visione dei nessi tra le cose fa parte del lato più bello della vita: per negarlo, bisognerebbe che Lei {{NDR|Max Born}} fosse in uno stato d'animo assai cupo e nichilista. (1º settembre 1919<ref group="fonte" name=SVXVII/>) *Il posto dove si va ad abitare non è così importante [...]. Io stesso ho vagabondato costantemente da un posto all'altro, straniero ovunque [...]. L'ideale di un uomo come me è sentirsi a casa in qualunque posto. (3 marzo 1920<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-146; Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 146.</ref>) *{{NDR|A Born}} Devo confessarti del resto che i bolscevichi non mi dispiacciono poi tanto, per quanto ridicole possano essere le loro teorie; sarebbe maledettamente interessante osservarli una volta da vicino. (27 gennaio 1920<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 28</ref>) *{{NDR|A proposito del dibattito con lo scienziato antisemita [[Philipp Lenard]] durante il congresso dell'Associazione degli scienziati e dei medici tedeschi}} Ognuno deve recare di quando in quando la propria offerta sacrificale all'altare della stupidità, per compiacere la divinità e gli uomini, e io l'ho fatto a dovere col mio articolo. (9 settembre 1920<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 43</ref>) *Proprio come nella leggenda dell'uomo che tramutava in oro tutto ciò che toccava, con me tutto si tramuta in un gran baccano sulla stampa. (9 settembre 1920<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-151. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 30.</ref>) *In effetti, il senso di benessere dato dalla società e dall'arte giapponese deriva dal fatto che l'individuo è inserito così armoniosamente nel suo ambiente da vivere soprattutto l'esperienza della sua comunità, più che del proprio Io. Ognuno di noi da giovane ha avuto quest'aspirazione ardente, ma poi ha dovuto rassegnarsi; fra tutte le comunità a nostra disposizione non ce n'è infatti nessuna a cui vorrei appartenere, se non quella dei veri ricercatori, composta in ogni tempo da un numero assai limitato di membri effettivi. (29 aprile 1924<ref group="fonte" name=SVXCVIII>Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 98.</ref>) *L'idea che un elettrone esposto ad una radiazione possa scegliere ''liberamente'' l'istante e la direzione in cui spiccare il salto è per me intollerabile. Se così fosse, preferirei fare il ciabattino, o magari il biscazziere, anziché il fisico. Vero è che i miei tentativi di dare una forma tangibile ai quanti sono regolarmente abortiti, ma sono ben lontano dal rinunziare a questa speranza. E anche se la cosa non riuscirà, mi rimarrà sempre la consolazione di aver fallito da solo. (29 aprile 1924<ref group="fonte" name=SVXCVIII/>) *La [[meccanica quantistica]] è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che non è ancora la soluzione giusta. È una teoria che ci dice molte cose, ma non ci fa penetrare più a fondo il segreto del Grande Vecchio. In ogni caso, sono convinto che [[Dio non gioca a dadi|''questi'' non gioca a dadi]] col mondo.<ref name=dadi>Questa citazione, ripetuta più volte dallo scienziato in varianti leggermente diverse, è una delle massime più famose di Einstein. Essa viene spesso citata semplicemente come «Dio non gioca a dadi» ({{cfr}} [[Carl Friedrich von Weizsäcker]], ''I grandi della fisica. Da Platone a Heisenberg'', [https://books.google.it/books?id=eaV4IllnsQgC&pg=PA220 p. 220]) o «Dio non gioca a dadi con l'Universo» ({{cfr}} Cameron McPherson Smith e Charles Sullivan, ''I falsi miti dell'evoluzione. Top ten degli errori più comuni'', [https://books.google.it/books?id=g89J-fylzOcC&pg=PA72 p. 72]).<br /> In una delle occasioni in cui Einstein fece tale affermazione, Bohr avrebbe risposto: «Einstein, smettila di dire a Dio cosa deve fare!». Nonostante l'aneddoto venga riportato molto spesso, mancano fonti attendibili a sostegno. D'altra parte, alcune fonti riportano un episodio molto simile. Lo stesso Bohr infatti, ricordando l'incontro con Einstein al congresso Solvay del 1927, scrive: «Da parte sua, Einstein ci chiese scherzando se potevamo credere effettivamente che la Provvidenza divina fosse ricorsa al "giuoco dei dadi", al che io replicai facendo osservare che già gli antichi pensatori avevano ammonito di essere molto cauti nel definire gli attributi della Provvidenza col linguaggio comune.» Anche [[Werner Karl Heisenberg]], presente in quell'occasione, ricorda la battuta: «Al che Bohr poté soltanto rispondere: "Ma non tocca a noi dire a Dio come deve far andare il mondo."» {{Cfr}} [[Walter Isaacson]], ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', p. 315 e p. 584.<br />Successivamente [[Stephen Hawking]] in riferimento alla frase disse: «Einstein [...] sbagliò quando disse: "Dio non gioca a dadi". La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere.» Vedi anche [[Dio non gioca a dadi]].</ref> (4 dicembre 1926<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-180; citato in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 275. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref>, p. 709) *In Germania sono stato promosso al rango di bestia feroce e mi sono state confiscate tutte le mie sostanze. Mi consolo pensando che presto se ne sarebbero andate ugualmente. (30 maggio 1933; p. 711) *Mi sono acclimatato benissimo qui. Me ne sto come un orso nella tana; mai, nella mia vita avventurosa, mi sono sentito tanto a casa mia. La mia orsaggine si è acuita dopo la morte della mia compagna {{NDR|Elsa}}, che era più legata di me agli altri esseri umani. (1937 circa<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-151. Citato in ''Einstein-Born Briefwechsel'', p. 177. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref>) *Non posso però scrivere in [[lingua inglese|inglese]], per le insidie dell'ortografia: quando leggo l'inglese, sento solo il suono delle parole e non riesco a fissarne la forma.<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-208; Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 155.</ref> (7 settembre 1944; p. 713) *Non ci eravamo accorti che nell'uomo il [[midollo spinale]] ha un'azione assai più estesa e profonda di quella del cervello. (7 settembre 1944; p. 714) *Il senso di ciò che è giusto o ingiusto cresce e muore come fa un albero, e a ben poco giova qualsiasi genere di concime. Tutto ciò che il singolo può fare è di dare il buon esempio e di avere il coraggio di sostenere con serietà le convinzioni etiche in una società di cinici. Da lungo tempo mi sono sforzato (con alterno successo) di comportarmi in questo senso. (7 settembre 1944; p. 714) *Non posso prendere molto sul serio il fatto che ti senti «troppo vecchio», perché capita anche a me. È un sentimento che ogni tanto (sempre più spesso) riemerge per poi scomparire di nuovo. Possiamo tranquillamente lasciare alla natura il compito di ridurci in polvere un po' alla volta, posto che non preferisca usare sistemi più rapidi. (7 settembre 1944; p. 714) *Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi. Tu ritieni che [[Dio non gioca a dadi|Dio giochi a dadi]] col mondo<ref name=dadi/>; io credo invece che tutto ubbidisca a una legge, in un mondo di realtà obiettive che cerco di cogliere per via furiosamente speculativa. Lo ''credo'' fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica – o meglio un fondamento più tangibile – di quanto non abbia saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più giovani considerano quest'atteggiamento come un effetto della sclerosi. Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello giusto. (7 settembre 1944; p. 715) *Sono lieto che la tua vita e la tua attività siano fruttuose e soddisfacenti. Ciò aiuta a superare le follie degli uomini dai quali dipende il destino collettivo del cosiddetto ''homo sapiens''. Non che in passato questo destino fosse migliore; ma la sua miseria non ci appariva così evidente, e le conseguenze della ciarlataneria erano meno catastrofiche che nelle circostanze attuali. (3 marzo 1947; p. 717) *Quanto ai [[Germania|tedeschi]], non ho cambiato opinione; d'altronde, è un'opinione che risale a prima del periodo nazista. Alla nascita tutti gli uomini sono più o meno uguali, ma i tedeschi hanno una tradizione più pericolosa che non gli altri popoli cosiddetti civili. (15 settembre 1950; p. 726) ==''Lettere a [[Maurice Solovine]]''== [[Immagine:Einstein-with-habicht-and-solovine.jpg|thumb|upright=1.6|Einstein con gli amici [[Maurice Solovine]] (a sinistra) e [[Conrad Habicht]] (al centro) ]] *Non ho affatto voglia di andare in America, ci vado unicamente nell'interesse dei sionisti, che devono elemosinare dollari per costruire un'università a Gerusalemme {{NDR|[[Università Ebraica di Gerusalemme]]}}, per i quali fungo da grande sacerdote e da esca [...]. Ma faccio quello che posso per aiutare quelli della mia tribù: vengono talmente bistrattati altrove. (8 marzo 1921<ref group="fonte">Pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 41. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 61.</ref>) *In [[Stati Uniti d'America|America]], bisogna sempre avere un atteggiamento molto deciso, altrimenti non si viene pagati e nemmeno rispettati. (14 maggio 1922<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-157; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 49. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 40.</ref>) *{{NDR|Sulle sue dimissioni dalla commissione della [[Società delle Nazioni|Lega delle Nazioni]]}} Bisogna tenersi lontani dalle imprese dubbie anche quando portano un nome altisonante. (primavera 1923<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-189; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 59. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref>) *In buona sostanza il mio interesse per la scienza si è sempre limitato allo studio dei principi [...]. Perciò ho pubblicato così poco, perché il grande bisogno di afferrare i principi mi ha spinto a passare la maggior parte del tempo in imprese sterili. (30 ottobre 1924<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-195; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 63. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref>) *{{NDR|Su [[Democrito]]}} Ammirevole, nel testo democriteo, è il trattamento delle qualità sensibili. E colpiscono gli sforzi che egli fa con il senso della vista, mantenendo tenacemente l'idea fondamentale. Tra gli aforismi morali, alcuni sono veramente belli, ma molti, stranamente, hanno un'impronta piccolo-borghese (una morale volgare). [...] Degna di ammirazione è la ferma credenza nella causalità fisica, una causalità che non si arresta neanche di fronte alla volontà del'''homo sapiens''. Per quel che ne so, solo [[Baruch Spinoza|Spinoza]] è stato così radicale e conseguente. (4 marzo 1930; p. 732) *{{NDR|Su ''[[L'evoluzione della fisica]]''}} Il libro deve la sua esistenza al fatto che ho dovuto procurare a [[Leopold Infeld|Infeld]], al quale è stata rifiutata una borsa, una fonte temporanea di sostentamento. Insieme abbiamo effettuato un lavoro molto accurato, con una particolare attenzione per gli aspetti epistemologici. (10 aprile 1938; p. 733) *Come ai tempi di [[Ernst Mach|Mach]] dominava una concezione materialistica dogmatica, quanto mai dannosa, allo stesso modo siamo prigionieri, oggi, di una visione soggettivista rivestita di positivismo. L'esigenza di concepire la natura come realtà obiettiva viene descritta come un pregiudizio superato, mentre le magagne dei teorici dei quanti sono una virtù. Proprio vero, gli uomini sono più suggestionabili dei cavalli: ogni tempo è dominato da una moda, e i più neppure sono capaci di riconoscere il tiranno.<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 447.</ref> (10 aprile 1938; p. 733) *Avevo già saputo della morte di [[Paul Langevin|Langevin]]. Era uno dei miei conoscenti più cari, un vero santo, e di grande talento per di più. È vero che i politici hanno sfruttato la sua bontà, perché era incapace di penetrare le motivazioni squallide, troppo estranee alla sua natura. (9 aprile 1947<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-250; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 99. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 53.</ref>) *Le [[buona azione|buone azioni]] sono come le belle poesie. È facile afferrarne il senso generale ma spesso è meno facile capirne le ragioni. (9 aprile 1947<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-250; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 99-101. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 146.</ref>) *Nel mio lavoro di ricerca sono ostacolato da difficoltà matematiche – sempre le stesse – che mi rendono impossibile la conferma o la confutazione della mia [[teoria del tutto|teoria generale relativistica del campo]]; [...]. Non ne verrò più a capo; il problema verrà dimenticato per essere riscoperto più tardi. È già successo tante volte in passato.<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-256 e 80-865. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 132.</ref> (25 novembre 1948; p. 736) *Ho provato a leggere a mia sorella qualcosa dell'opera filosofica di [[Aristotele]]. In tutta franchezza: una delusione completa. Non fosse stata così oscura, così astrusa, questa pseudofilosofia non sarebbe durata così a lungo. Ma la maggior parte delle persone, per le parole che non riesce a comprendere, prova un sacro rispetto, e taccia invece di superficialità chi ha il torto di parlar chiaro. Quale toccante segno di modestia. (25 novembre 1948; p. 736) *Lei immagina che io guardi con serena soddisfazione all'opera della mia vita. Vista da vicino, però, la realtà è ben diversa. Non c'è una sola idea di cui io sia convinto che sia destinata a durare, e neppure sono sicuro d'essere sulla buona strada. Eretico per alcuni e reazionario per altri; uno che, per così dire, è sopravvissuto a sé stesso: ecco come sono visto dai miei contemporanei. Sarà certo una questione di mode e di angustia di orizzonti, ma la sensazione del fallimento mi viene da dentro. Né potrebbe essere altrimenti, per chi abbia un briciolo di spirito critico e di onestà intellettuale, e quel tanto di modestia che ti consentono un giudizio equilibrato, libero da influenze esterne. (28 marzo 1949; p. 737) *Non ho trovato una parola migliore di "[[religione]]" per definire la fiducia nella natura razionale della realtà, per quanto sia accessibile alla ragione. Ogni volta che questo sentimento è assente, la scienza degenera in un piatto [[empirismo]]. (1° gennaio 1951<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-474 e 80-871; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 119. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 117. Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 447.</ref>) *La [[teoria del tutto|teoria unitaria del campo]], in sé è ultimata. Ma è così difficile da trattare matematicamente che, con tutta la pena che mi sono dato, non sono in condizione di verificarla in alcun modo. Questo stato di cose è destinato a durare per anni, principalmente perché i fisici hanno poca attitudine a capire gli argomenti logici e filosofici.<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-277. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 133.</ref> (12 febbraio 1951; pp. 736-737) *Ci si potrebbe attendere (di più, ci si ''dovrebbe'') aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È questo il «miracolo» che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze. È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo degli dei, ma anche dei «miracoli». Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere il «miracolo» senza che ci sia una via legittima per andare oltre. (30 marzo 1952; pp. 740-741) *Nessuno osa prendere posizione sulla validità o meno {{NDR|della [[teoria del tutto|teoria unitaria dei campi]]}} per un semplice motivo: non esiste modo di affermare alcunché riguardo alle soluzioni di un sistema di equazioni non lineari tanto complesso, se si escludono casi particolari. (28 maggio 1953<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-300; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 149. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref>) ==''Lettere d'amore''== [[File:Albert Einstein and his wife Mileva Maric.jpg|thumb|upright=1.4|[[Mileva Marić]] e Albert Einstein]] *Mia madre e mia sorella mi paiono piuttosto grette e filistee, al di là dell'affetto che provo per loro. È interessante vedere come poco alla volta la vita ci cambi nel profondo dell'anima, per cui anche i legami di famiglia più stretti si riducono a normali amicizie. Non ci si capisce più a fondo, e non si riesce più a immedesimarsi davvero con l'altra persona, a capire le emozioni che la muovono.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 81.</ref> (7, primi di agosto 1899; p. 50) *Non vedo l'ora di ricevere una lettera della mia streghina adorata. Non riesco davvero a credere che rimarremo separati ancora per tutto questo tempo: solo ora mi rendo conto di essere pazzamente innamorato di te! Lasciati viziare quanto vogliono, così tornerai un piccolo tesoro radioso e selvaggia come una monella di strada.<ref group="fonte" name=mileva>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 74-76.</ref> (15, 1° agosto 1900; p. 64) *Capisco abbastanza bene i miei genitori. Pensano a una [[moglie]] come a un lusso che un uomo si può permettere solo quando si guadagna da vivere bene. È un modo di vedere il rapporto matrimoniale che non mi convince affatto, perché considera una moglie come una prostituta, con la sola differenza che la prima, grazie al rango sociale più elevato, è in grado di procacciarsi un contratto con un uomo che le dura tutta la vita.<ref group="fonte" name=CLVI/> (16, 6 agosto 1900; pp. 65-66) *La fame e l'amore sono e rimangono delle molle talmente importanti che quasi tutto può essere spiegato grazie a loro, anche trascurando altri motivi basilari. (16, 6 agosto 1900; p. 66) *Come facevo prima a vivere da solo, mio piccolo tutto? Senza di te perdo la fiducia, la passione per lo studio e la gioia di vivere, insomma, senza di te, la vita non è vita.<ref group="fonte" name=mileva/> (18, 14? agosto 1900; p. 69) *''Santo cielo, quel Johonzel!''<ref>«''Johann''» è uno pseudonimo di Einstein, usato comunemente dalla coppia nelle forme vezzeggiative «''Johonesl''», «''Johannesl''», «''Johonzel''», ecc. {{Cfr}} ''Lettere d'amore'', nota a p. 136.</ref>'' | Il desiderio l'ha reso folle! | Quando pensa alla sua Doxerl''<ref name=doxerl>«''Doxerl''» o «''Dockerl''» deriva da ''Docke'', che nel dialetto della Germania meridionale significa «bambola»; è lo pseudonimo affettuoso con cui Albert si rivolge a Mileva. {{Cfr}} ''Lettere d'amore'', nota a p. 134</ref>'' | il cuscino pare che bolle.''<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 56.</ref>'' || Se il mio tesoro è corrucciato, | io mi faccio tutto piccino, | ma ella alza appena le spalle | e non le importa neanche un pochino. || Ai miei vecchi queste cose | paiono solo una stupidata, | ma non osano fiatare | per timor di una sfuriata! || Il mio tesoro con la sua bocca, | canta ariette tenere e belle, | talché del cuore la corda mi tocca | e la mia voce raggiunge le stelle.'' (19, 20 agosto 1900; pp. 70-71) *''A lui ella ora si cela, | che può fare egli in rimessa? | A lui ella con tutta l'anima | con un bacio si è tosto concessa.'' (19, 20 agosto 1900; p. 72) *Senza il pensiero di te non vorrei più vivere in mezzo a questo miserabile gregge umano. Avere te mi rende fiero, e il tuo amore mi rende felice. Sarò doppiamente felice quando potrò tenerti nuovamente stretta stretta al cuore e rivedere quegli amorosi occhi che brillano solo per me e baciare la tua tenera bocca che vibra di gioia solo per me.<ref group="fonte" name=mileva/> (20, 30 agosto o 6 settembre 1900; p. 73) *Neanche tu ami più la vita filistea, vero? Chi ha assaporato la libertà non può più portare le catene. Sono talmente fortunato ad averti trovata, una persona che mi sta alla pari, forte e indipendente quanto me!<ref group="fonte" name=mileva/> Mi sento solo con chiunque altro tranne te. (23, 3 ottobre 1900; p. 80) *{{NDR|Su [[Michele Besso]]}} È uno smidollato terribile e non ha un pizzico di sano buon senso. È incapace di farsi abbastanza coraggio per combinare qualcosa nella vita o negli studi; e dire che ha una testa straordinariamente fine, di cui osservo con molto piacere i caotici processi mentali.<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 65.</ref> (26, 4 aprile 1901; p. 86) *Vedrai con i tuoi occhi come sono diventato brillante e allegro e come i miei corrucci siano ormai acqua passata. Ti amo di nuovo immensamente! È stato solo per colpa dei nervi che mi sono comportato in modo così meschino con te. Stenterai a riconoscermi, così brillante e allegro, carissima Doxerl<ref name=doxerl/>, non vedo l'ora di rivederti.<ref group="fonte" name=mileva/><ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 66.</ref> (29, 30 aprile 1901; p. 93) *Se almeno potessi trasmetterti un poco della mia felicità, per farti passare definitivamente la tristezza e l'ansia.<ref group="fonte" name=mileva/> (32, 9 maggio 1901; p. 98) *Sto lavorando freneticamente [[Albert Einstein/Articoli scientifici#L'elettrodinamica dei corpi in movimento|sull'elettrodinamica dei corpi in movimenti]], che promette di diventare una memoria eccellente. Ti ho scritto che dubitavo della correttezza delle idee sul moto relativo, ma le mie riserve erano basate su un semplice errore di calcolo. Ora ci credo di nuovo e più di prima. (46, 17 dicembre 1901; pp. 118-119) ==''Out of My Later Years''== [[File:Albert Einstein in later years.jpg|thumb|Albert Einstein nei suoi ultimi anni]] {{Int|''Autoritratto''|In George Schreiber, ''Portraits and Self-Portraits'', Houghton, Mifflin Co., Boston, 1936.}} *Di ciò che è importante nella propria esistenza non ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe interessare il prossimo. Che ne sa un [[pesce]] dell'acqua in cui nuota per tutta la vita? (p. 11) *Anche contro di me sono state scagliate frecce di odio; ma non mi hanno mai colpito, perché in qualche modo appartenevano a un altro mondo, con il quale non ho niente da spartire.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 36.</ref> (p. 11) *Vivo in quella [[solitudine]] che è dolorosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità. (p. 11) {{Int|''Decadimento morale''|Da ''Moral Decay'', messaggio alla ''Young Men's Christian Association'' durante il ''Founders Day'', 11 ottobre 1937.}} *Tutte le religioni, le arti e le scienze sono rami di uno stesso albero. Aspirano tutte a sollevare la vita dell'uomo, sollevandola dal livello della mera esistenza fisica per condurre l'individuo verso la libertà. (p. 15) {{Int|''Principi morali e sentimenti''|Da ''Morals and Emotions'', discorso tenuto alla cerimonia del conferimento delle lauree allo Swarthmore College, 1938.}} *[...] si sappiano non solo tollerare le differenze tra gli individui e i gruppi, ma accettarle di buon grado e considerarle un arricchimento della nostra esistenza. È questa l'essenza della vera [[tolleranza]]; senza una tolleranza intesa in questa accezione più vasta non si potrà parlare di vera moralità. (p. 23) {{Int|''Scienza e religione, II''|Da ''Science, Philosophy and Religion'', a Symposium; pubblicato dalla Conference on Science, Philosophy and Religion in Their Relation to the Democratic Way of Life, Inc., New York, 1941.}} *[...] la [[scienza]] può solo accertare ciò che ''è'', ma non ciò che ''dovrebbe essere'', e fuori dal suo ambito tutti i tipi di giudizi di valore restano necessari. (p. 28) *[...] la scienza può essere creata soltanto da chi sia totalmente vocato alla verità e alla comprensione. Questa fonte emotiva, tuttavia, scaturisce dalla sfera della religione. Ad essa appartiene anche la fede nelle possibilità che le regole valide per il mondo esterno sono razionali, cioè comprensibili per la ragione. Non riesco a concepire un vero scienziato che difetti di tale fede profonda. Possiamo esprimere la situazione con un'immagine: la [[scienza e religione|scienza]] senza la [[scienza e religione|religione]] è zoppa, la religione senza la scienza è cieca.<ref group="fonte" name=CXV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 115-116.</ref><ref>{{Cfr}} [[Immanuel Kant]], ''Critica della ragion pura'': «Senza i sensi non sarebbe a noi posto alcun oggetto, e senza l'intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le rappresentazioni visive senza idee sono cieche.» {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 115.</ref> (p. 29) *Nella fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia umana creò a propria immagine [[dèi|divinità]] che supponeva dovessero determinare, o quantomeno influenzare con le direttive della loro volontà, il mondo fenomenologico. L'uomo cercava di modificare a proprio vantaggio l'atteggiamento di tali divinità con la magia e con la preghiera. L'idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne implorino l'esaudimento dei propri desideri. (p. 29) *La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere [[scienza e religione|della religione e della scienza]] sta tutta in questa idea di un Dio personale.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 30) *Più un uomo è consapevole dell'ordinata regolarità di tutti gli eventi, più si rinsalda nella convinzione che non c'è posto, accanto a questa ordinata regolarità, per cause di natura differente. Per lui non esisterà né regola dell'umano né regola del divino come causa indipendente dagli eventi naturali. (pp. 30-31) *Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina di un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 31) *Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una [[conoscenza]] razionale.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 32) {{Int|''Sull'istruzione''|Dal discorso tenuto ad Albany a una riunione celebrativa dell'Università dello Stato di New York, 15 ottobre 1936; pubblicato poi in ''On Education'', ''School and Society'', XLIV, 1936, pp. 589-592.}} *Nel nostro caso la sola conoscenza della verità non è sufficiente; al contrario tale conoscenza va rinnovata di continuo, con sforzo incessante, se non si vuole che vada perduta. È come una statua di marmo che si erge nel deserto e sia continuamente minacciata di seppellimento dai movimenti delle sabbie. Le mani di chi si pone al servizio del prossimo non devono avere un istante di quiete, affinché il marmo possa continuare a risplendere durevolmente al sole. A tali mani pronte al servizio si uniranno sempre anche le mie. (p. 33) *[...] si deve tendere alla formazione di individui che agiscano e pensino in modo indipendente, pur vedendo nel servizio della comunità il proprio più alto compito vitale.<ref group="fonte" name=LXX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 70-71.</ref> (p. 34) *A me sembra che dal punto di vista metodologico la cosa peggiore per una [[scuola]] sia far leva soprattutto sulla paura, sulla costrizione e sull'autorità artificiosa. Tale impostazione distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stessi degli alunni, producendo soggetti passivi. [...] È relativamente semplice mettere al riparo la scuola da questo che è il peggiore di tutti i mali. Basta dotare gli insegnanti del minor numero possibile di strumenti coercitivi, in modo che per essi l'unica fonte di rispetto da parte dell'alunno siano le loro qualità umane e intellettive.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 35) *La [[scuola]] dovrebbe sempre tendere a sfornare giovani dalla personalità armonica, non degli specialisti. Il che, a mio avviso, vale in un certo senso anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una professione del tutto specifica. Bisognerebbe sempre dare la priorità allo sviluppo di una capacità generale di pensiero e di giudizio indipendente, non all'acquisizione di una competenza specialistica.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 37) {{Int|''La teoria della relatività''|Da ''Relativity: Essence of the Theory of Relativity'', ''American People's Encyclopedia'', Spencer Press, Chicago, 1949, vol. 16, coll. 604-608.}} *La [[matematica]] si occupa esclusivamente delle relazioni tra i concetti senza considerare la loro connessione con l'esperienza. Anche la [[fisica]] si occupa di concetti matematici; tuttavia questi concetti assumono un contenuto fisico solo attraverso una chiara determinazione del loro rapporto con gli oggetti dell'esperienza. Questo vale in particolare per i concetti di moto, spazio, tempo. (p. 41) {{Int|''E&#61;mc²''|Pubblicato originariamente su ''Science Illustrated'', New York, aprile 1946.}} *L'atomo M è un ricco avaro che, finché vive, non dà via alcun denaro (''energia''). Ma nel suo testamento lascia la sua fortuna in eredità ai figli M' e M", a condizione che essi ne destinino una piccola quantità a fini sociali, meno di un millesimo dell'intero patrimonio (''energia o massa''). I figli insieme hanno un po' meno di quanto avesse il padre (''la somma della massa M'+M" è leggermente minore della massa M dell'atomo radioattivo''). Ma la parte destinata alla società, benché relativamente piccola, è tuttavia così rilevante (''considerata come energia cinetica'') da costituire una grande minaccia. Sventare tale minaccia è diventato il più pressante problema del nostro tempo. (p. 50) {{Int|''Che cos'è la teoria della relatività?''|Da ''My Theory'', ''London Times'', 28 novembre 1919.<ref>Pubblicato anche in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science'' con il titolo di ''What Is The Theory of Relativity?'' (''Was ist Relativitätstheorie?''). Ripubblicato inoltre in forma leggermente diversa e con il titolo di ''Tempo, spazio e gravitazione'' (''Time, space and gravitation'') su ''Optician, the British optical journal'', LVIII, pp. 187-188. {{Cfr}} ''Come io vedo il mondo'', pp. 127-135 e ''Opere scelte'', p. 54, pp. 580-584 e p. 768.</ref>}} *Possiamo distinguere vari tipi di teorie nella fisica. Per la maggior parte sono costruttive. Tentano di ricavare un quadro dei fenomeni più complessi dai materiali di uno schema formale relativamente semplice, da cui prendono le mosse. Così la [[teoria cinetica dei gas]] cerca di ridurre i processi meccanici, termici e di propagazione a movimenti di molecole, cioè a ricavarli dalle ipotesi del moto molecolare. Quando diciamo che siamo riusciti a comprendere un insieme di processi naturali, invariabilmente intendiamo dire che abbiamo trovato una teoria costruttiva che copre i processi in questione.<br />Insieme a questa classe di teorie assai importante ne esiste una seconda, che chiamerò delle «teorie dei principi». Queste impiegano il metodo analitico, anziché quello sintetico. Gli elementi che ne costituiscono la base e il punto di partenza non sono stati costruiti per via ipotetica, ma vi si è giunti in modo empirico; essi sono caratteristiche generali di processi naturali, principi che danno origine a criteri formulati in modo matematico, che i processi separati o le loro rappresentazioni teoriche devono saper soddisfare. Così la scienza della [[termodinamica]] cerca di dedurre con mezzi analitici i nessi necessari – che gli eventi separati devono soddisfare – del fatto universalmente provato che il [[moto perpetuo]] è impossibile.<br />I vantaggi della teoria costruttiva sono la completezza, l'adattabilità e la chiarezza, quelli della teoria dei principi sono la perfezione logica e la sicurezza dei fondamenti.<br />La teoria della relatività appartiene a quest'ultima classe. Al fine di coglierne la natura, occorre prima di tutto acquisire dimestichezza con i principi su cui si fonda. (pp. 51-52) *Ecco un'ulteriore applicazione del principio della relatività, per diletto del lettore: oggi in Germania vengo chiamato «luminare tedesco», in Inghilterra «ebreo svizzero». Se dovesse mai succedermi di essere additato come una ''bête noire'', diventerei, al contrario, un «ebreo svizzero» per i tedeschi e un «luminare tedesco» per gli inglesi.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 29-30.</ref> (p. 55) {{Int|''Fisica e realtà''|Da ''Physik und Realität'', ''Franklin Institute Journal'', vol. 221, n. 3, marzo 1936, pp. 313-347.}} *L'intera [[scienza]] non è che un affinamento del pensiero quotidiano.<ref group="fonte" name=CXXIX>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 129.</ref> (p. 56) *Potremmo dire che «l'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità».<ref>Parafrasata spesso in «La cosa più incomprensibile dell'universo è che esso sia comprensibile». {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> È una delle grandi intuizioni di [[Immanuel Kant]] che senza tale comprensibilità l'assunzione di un mondo esterno reale sarebbe assurda. Per quanto riguarda la «comprensibilità», l'espressione è qui utilizzata nel suo senso più banale. Vuole riferirsi a: produzione di una qualche sorta di ordine fra le impressioni dei sensi, un ordine prodotto dalla creazione di concetti generali, di relazioni tra questi concetti, e dalle relazioni tra i concetti e l'esperienza sensoriale, relazioni a loro volta determinate in qualunque possibile modo. È in questo senso che il mondo delle nostre esperienze sensoriali è comprensibile. Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> (pp. 57-58) {{Int|''I fondamenti della fisica teoretica''|Da un discorso tenuto all'''American Scientific Congress'', Washington, maggio 1940; pubblicato con il titolo di ''Considerations Concerning the Fundamental of Theoretical Physics'', su''Science'', Washington D.C., n. 91, 24 maggio 1940, pp. 487-492.}} *Quella che chiamiamo [[fisica]] comprende quel gruppo di scienze naturali che basano i propri concetti su misurazioni; e i cui concetti e affermazioni si prestano a una formulazione matematica.<ref group="fonte" name=CXXX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 130.</ref> (p. 87) *[...] fin dall'inizio è sempre stato presente il tentativo di individuare per tutte queste singole scienze, una base teoretica unitaria composta del minor numero possibile di concetti e relazioni fondamentali, da cui si potessero ricavare per sviluppo logico tutti i concetti e le relazioni delle singole discipline. È questo che intendiamo per ricerca di fondamenti comuni per la globalità della fisica. La convinta fiducia nel conseguimento di tale obiettivo finale è la principale fonte dell'appassionata dedizione che ha sempre animato i ricercatori.<ref group="fonte" name=CXXX/> (pp. 87-88) {{Int|''Il linguaggio comune della scienza''|Da una registrazione radiofonica per la ''Science Conference'', Londra, 28 settembre 1941; pubblicata su ''Avancement of Science'', Londra, vol. 2, n. 5.}} *Quali speranze e paure il [[metodo scientifico]] comporta per l'uomo? Non penso che questo sia il modo giusto di impostare la questione. Qualunque cosa questo strumento a disposizione dell'uomo produrrà, essa dipenderà interamente dalla natura dei fini che l'umanità si sarà data. Una volta posti in essere gli obiettivi, il metodo scientifico fornisce i mezzi per realizzarli. Tuttavia esso non può fornire anche gli obiettivi. Il metodo scientifico non avrebbe condotto da nessuna parte, di per sé, non sarebbe nemmeno nato senza un appassionato sforzo di arrivare a una comprensione chiara. (p. 99-100) {{Int|''Le leggi della scienza e le leggi dell'etica''|Da ''The Laws of Science and The Laws of Ethics'', prefazione a Philipp Frank, ''Relativity – A Richer Truth'', Beacon Press, Boston, 1950.}} *A livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari, compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico. [...] All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si perviene in modo non dissimile da quello che riguarda gli assiomi della scienza. La [[verità]] è ciò che sopporta la verifica dell'esperienza. (p. 102) {{Int|''Una derivazione elementare dell'equivalenza di massa ed energia''|Da ''Elementary Derivation of the Equivalence of Mass and Energy'', ''Technion Journal'', V, pp. 16-sg.}} *La seguente derivazione della legge dell'equivalenza, mai pubblicata prima, ha due vantaggi. Benché utilizzi il principio di relatività ristretta, non presuppone il meccanismo formale della teoria, ma si avvale soltanto di tre leggi precedentemente note:<br />1. La legge della conservazione della quantità di moto.<br />2. L'espressione per la pressione della radiazione; cioè, la quantità di moto di un complesso di radiazioni che si muovano in direzione fissa.<br />3. La ben nota espressione per la deviazione della luce (influenza del moto della terra sulla posizione apparente delle stelle fisse, Bradley). (p. 103) {{Int|''Perché il socialismo?''|Da ''[http://monthlyreview.org/2009/05/01/why-socialism Why Socialism?]'', ''Montly Review: An Indipendent Socialist Magazine'', New York, I, maggio 1949, pp. 9-15.}} *La [[scienza]], tuttavia, non può creare fini e ancora meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al massimo, può fornire i mezzi con cui perseguire eventuali fini. Ma i fini in sé sono concepiti da personalità dotate di alti ideali etici [...]. (p. 110) *[...] dovremmo fare attenzione a non sopravvalutare la scienza e i metodi scientifici, quando si tratti di problemi umani; e non dovremmo presumere che gli esperti siano i soli ad avere il diritto di esprimersi su questioni riguardanti l'organizzazione della società. (p. 110) *[...] i [[Capitalismo|capitalisti]] privati controllano inevitabilmente, in modo diretto o indiretto, le fonti principali d'[[informazione]] (stampa, radio, pubblica istruzione). Per cui è estremamente difficile e nella maggior parte dei casi del tutto impossibile, che il singolo cittadino possa arrivare a conclusioni oggettive e avvalersi in modo intelligente dei propri diritti politici. (p. 113) *Considero tale storpiamento della coscienza dei singoli il peggiore dei mali del capitalismo. Tutto il nostro sistema educativo ne è contagiato. Si inculca un atteggiamento di esagerata competizione negli studenti, che vengono esortati all'adorazione del successo acquisitivo in preparazione della loro carriera futura.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 114) *Sono convinto che ci sia un ''unico'' modo per eliminare tali gravi malanni, vale a dire l'istituzione di una economia socialista, accompagnata da un sistema educativo orientato al perseguimento di obiettivi sociali. In un'economia del genere, i mezzi di produzione saranno posseduti dalla società stessa e utilizzati in maniera pianificata. Un'economia di piano, che adeguasse la produzione ai bisogni della comunità, distribuirebbe il lavoro fra tutti coloro che fossero in grado di lavorare e garantirebbe i mezzi di sussistenza a ciascuno, uomo, donna o bambino che fosse. L'istruzione dell'individuo, oltre a promuovere le capacità innate, si sforzerebbe di sviluppare in lui un senso di responsabilità verso i propri simili anziché la glorificazione del potere e del successo che caratterizzano la nostra società attuale. (p. 115) {{Int|''La questione dei negri''|Da un discorso alla Lincoln University, in occasione del conferimento di una laurea ''honoris causa'', maggio 1946; ''The Negro Question'', ''Pageant'', New York, 1946}} *C'è, tuttavia, una macchia scura nel panorama sociale degli americani. Il loro senso dell'eguaglianza e della dignità umana si limita essenzialmente agli uomini di pelle bianca. [...] Più mi sento americano, più questa situazione mi fa soffrire.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 41.</ref> (p. 116) *Dobbiamo sforzarci di discernere ciò che nella tradizione da noi assorbita è dannoso per il nostro destino e la nostra dignità, e modellare le nostre vite di conseguenza.<ref group="fonte">Citato in ''New York Times'', 4 maggio 1946, p. 7; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 142.</ref> (p. 117) {{Int|''Scienza e società''|Da ''Science and Society'', ''Science'', Washington D.C., numero invernale, 1935-36.}} *Sono due i modi in cui la [[scienza]] influenza le faccende umane. Il primo è a tutti familiare: quello diretto. Ma in maniera ancora più estesa, quella indiretta, la scienza fornisce aiuti che hanno trasformato completamente l'esistenza umana. Questo secondo modo è di natura educativa: agisce sulla mente. Benché possa apparire meno ovvio al nostro esame superficiale, non meno incisivo del primo. (p. 118) *Se mai possiamo affermare che oggi la [[schiavitù]] è stata abolita, dobbiamo tale abolizione agli effetti pratici della scienza.<ref group="fonte">Citato in ''New York Times'', 4 maggio 1946, p. 7; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 118) *Sta a imperituro credito della [[scienza]] l'aver permesso, agendo sulla mente umana, di superare l'insicurezza dell'uomo davanti a se stesso e davanti alla natura. (p. 119) *La gente comune può seguire i dettagli della ricerca scientifica solo fino a un livello modesto; ma può registrare almeno un grosso e importante guadagno: la fiducia che il pensiero umano è affidabile e la legge della natura è universale.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 120) {{Int|''Nel ricevere il premio One World''|Dal discorso pronunciato alla Carnegie Hall, New York, nel ricevere il premio ''One World'', 27 aprile 1948.}} *[...] dove la fiducia nell'onnipotenza della forza fisica ha il sopravvento sulla vita politica, tale forza assume una vita a sé e si rivela superiore agli uomini che pensano di usare la forza come strumento.<ref group="fonte" name=XCIV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 94.</ref> (p. 127) *C'è ''una sola'' strada per la pace e la sicurezza: la strada dell'organizzazione sovrannazionale. Un armamento unilaterale su base nazionale accresce soltanto l'incertezza e la confusione generale senza costituire un efficace protezione.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 104.</ref> (p. 127) {{Int|''Scienza e civiltà''|Dal discorso al Royal Albert Hall di Londra, ''Civilization and Science'', 3 ottobre 1933; citato nel ''Times'' di Londra, 4 ottobre 1933, p. 14.}} *Ci sta a cuore non solo il problema tecnico dell'assicurare e preservare la [[pace]], ma anche l'importante compito dell'istruzione e dell'illuminazione delle menti. Se vogliamo contrastare le forze che minacciano di sopprimere la libertà intellettuale e individuale dobbiamo avere chiara davanti ai nostri occhi la posta in gioco, e quanto dobbiamo a quella libertà che i nostri antenati conquistarono per noi dopo dure lotte. Senza tale libertà non ci sarebbe stato alcuno [[William Shakespeare|Shakespeare]], o [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], o [[Isaac Newton|Newton]], o [[Michael Faraday|Faraday]], o [[Louis Pasteur|Pasteur]] o [[Joseph Lister|Lister]]. [...] Solo gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere vissuta. (pp. 128-129) *[...] notai come la [[monotonia]] di una vita quieta stimoli la mente creativa.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 148.</ref> (p. 129) {{Int|''Lettera aperta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite''|Da ''United Nations World'', New York, ottobre 1947.}} *Le [[Nazioni Unite|NU]] per il momento, e il governo mondiale alla fine, dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta l'umanità. (p. 138) {{Int|''Una risposta agli scienziati sovietici''|Da ''A Reply to the Soviet Scientists'', ''Bulletin of the Atomic Scientists'', IV, febbraio 1948, pp. 33-sg.}} *E il governo è in se stesso un male finché reca in sé la tendenza a degenerare in [[tirannia]].<ref name=soviet>Einstein rispose con questo articolo alla lettera aperta ''Le idee sbagliate del dott. Einstein'', sottoscritta dagli scienziati sovietici [[Sergej Ivanovič Vavilov]], [[Alexander Frumkin]], [[Abram Ioffe]] e [[Nikolay Semyonov]]; pubblicata sul ''New Times'', Mosca, ottobre 1947. {{Cfr}} ''Pensieri, idee e opinioni'', pp. 234 e 238.</ref> (p. 146) *Difendo il governo mondiale perché sono convinto che non ci sia altra via percorribile per eliminare il più tremendo pericolo a cui l'uomo si sia mai trovato esposto. L'obiettivo di evitare la distruzione totale deve avere la priorità su qualunque altro obiettivo.<ref name=soviet/><ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 104-105.</ref> (p. 150) {{Int|''«L'Europa è stata un successo?»''|Da ''Was Europe a Success?'', ''The Nation'', New York, 3 ottobre 1934.}} *Nessun [[scopo|fine]] mi sembra così elevato da indurmi a giustificarne il perseguimento attraverso metodi indegni. (p. 156) :Nessuno scopo è, secondo me, così alto da giustificare dei metodi indegni per il suo conseguimento.<ref>In un [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/24/vita-da-cavie-sulla-pelle-degli.html articolo di ''la Repubblica''] e in molteplici pagine web si afferma che tale citazione di Einstein sia riferita alla [[sperimentazione animale]] o alla [[vivisezione]]. In realtà la frase di Einstein è una considerazione di natura generale e non si riferisce alla tematica specifica della vivisezione. {{Cfr}} ''[http://www.giornalettismo.com/archives/429071/la-vivisezione-repubblica-e-il-povero-albert-einstein/ La vivisezione, Repubblica e il povero Albert Einstein]'', ''Giornalettismo.com'', 24 luglio 2012.</ref> *A volte la [[violenza]] potrà aver sgomberato con rapidità la strada da ostacoli, ma non si è mai rivelata creativa.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 168.</ref> (p. 156) {{Int|''A un raduno per la libertà d'opinione''|Da ''At a Gathering for Freedom on Opinion'', 1936; scritto nel 1936 per un raduno di docenti universitari che non ebbe mai luogo.}} *È per questa ragione che negli ultimi tempi abbiamo dovuto assistere ripetutamente al licenziamento di degni docenti universitari contro la volontà dei loro colleghi, azioni di cui la stampa ha informato il pubblico in modo non adeguato. È sempre alla pressione di questa minoranza economicamente dominante che dobbiamo l'infausta istituzione del giuramento del docente, ideato per limitare la libertà d'insegnamento. Non c'è bisogno che mi soffermi sul fatto che la libertà d'insegnamento e di opinione nei libri o nella stampa è il fondamento di un sano e naturale sviluppo di qualsiasi popolo.<ref group="fonte" name=LXX/> (pp. 157-158) {{Int|''Guerra atomica o pace, I''|Come riportato da Raymond Swing in ''Atomic War or Peace'', ''the Atlantic Monthly'', parte prima, CLXXVI, novembre 1945, pp. 43-45.}} *La produzione dell'[[energia nucleare|energia atomica]] non ha creato un problema nuovo. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente.<ref group="fonte" name=curatom>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 92-93.</ref><ref name=raymondswing>Einstein venne intervistato due volte da Raymond Swing in merito all'eventualità di una guerra atomica: la prima intervista venne realizzata nel 1945 e la seconda nel 1947 ed entrambe vennero pubblicate sul ''the Atlantic Monthly''. Successivamente le due interviste sono state pubblicate più volte insieme, sotto forma di un unico articolo intitolato ''Atomic War or Peace'', nonostante le importanti differenze tra i due, dovute perlopiù al cambiamento delle relazioni internazionali tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel corso del biennio 1945-47. {{Cfr}} ''Einstein on Politics'', [https://books.google.it/books?id=_X1dAAAAQBAJ&pg=PA372 p. 372].</ref> (p. 159) *Non credo che una guerra combattuta con le bombe atomiche spazzerà via la civiltà. Forse potranno rimanere uccisi due terzi della popolazione della terra. Ma resterebbe un sufficiente numero di uomini capaci di pensare e un sufficiente numero di libri per consentire di ricominciare daccapo e restaurare la civiltà.<ref group="fonte" name=curatom/><ref name=raymondswing/> (p. 159) *Non mi considero il padre della liberazione dell'[[energia nucleare|energia atomica]]. Il mio ruolo in proposito è stato del tutto indiretto. Non prevedevo, infatti, che si sarebbe arrivati a produrla nel mio tempo. Lo credevo possibile solo sul piano teorico. È diventato un fatto concreto grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, cosa che non avrei potuto prevedere. È stato [[Otto Hahn|Hahn]] a scoprirla a [[Berlino]], e lui stesso ha frainteso il senso della propria stessa scoperta. È stata [[Lise Meitner]] a fornire l'interpretazione corretta. È fuggita dalla [[Germania]] per mettere l'informazione in mano a [[Niels Bohr]]. Non credo che si possa inaugurare una grande era della scienza atomica nel modo in cui sono organizzate le grandi società per azioni.<ref name=raymondswing/> (p. 162) *Dal momento che non prevedo che l'[[energia nucleare|energia atomica]] potrà risultare di grande vantaggio ancora per molto tempo, debbo dire che attualmente essa costituisce una minaccia. Forse è bene che sia così. Potrà agire da deterrente per la razza umana spingendola a mettere ordine nei propri affari internazionali, cosa che, senza la pressione della paura, di sicuro essa non farebbe.<ref group="fonte" name=curatom/> (p. 163) {{Int|''Guerra atomica o pace, II''|Come riportato da Raymond Swing in ''[http://www.theatlantic.com/past/issues/47nov/einstein.htm Atomic War or Peace]'', ''the Atlantic Monthly'', parte seconda, CLXXX, novembre 1947, pp. 29-32.}} *Dalla realizzazione della prima [[bomba atomica]] non è stato approntato nulla che rendesse il mondo più sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per accrescere la distruttività della guerra.<ref name=raymondswing/> (p. 163) *Ma non è necessario immaginare che un'esplosione stellare distrugga la terra come una Nova per capire con chiarezza la crescente distruttività di una [[guerra nucleare|guerra atomica]] e riconoscere che, a meno di impedire un'altra guerra, è probabile che si arrivi a devastazioni su scala mai ritenuta possibile prima d'ora, e a stento concepibili anche adesso, e che ad esse sopravviverebbe ben poco della nostra società.<ref name=raymondswing/> (p. 164) *Ma nulla è stato fatto per scongiurare la guerra, mentre molto è stato fatto per rendere la [[guerra nucleare|guerra atomica]] ancora più orribile; non ci sono giustificazioni, di conseguenza, per aver ignorato il pericolo. Dico che non è stato fatto nulla per scongiurare la guerra a partire dalla messa a punto della bomba atomica, malgrado gli Stati Uniti abbiano avanzato alle Nazioni Unite la proposta di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Si è trattato di una proposta condizionale, e a condizioni che l'Unione Sovietica è adesso determinata a respingere. Il che consente di addossare ai russi la colpa del fallimento.<ref name=raymondswing/> (p. 164) *Ma nell'incolpare i russi gli americani non dovrebbero ignorare il fatto che nemmeno loro hanno rinunciato volontariamente all'uso della bomba come arma ordinaria, in attesa che si arrivi al controllo sovrannazionale, o nel caso non si arrivi a un controllo sovrannazionale. Così hanno alimentato negli altri paesi la paura che gli americani considerino la bomba atomica una componente legittima del loro arsenale bellico fintantoché gli altri paesi declineranno di accettare i termini da essi proposti per un controllo sovrannazionale.<ref name=raymondswing/> (pp. 164-165) *Gli americani possono essere convinti della loro determinazione a non scatenare una guerra aggressiva o preventiva e ritenere così superfluo annunciare pubblicamente che non faranno più ricorso per primi alla bomba atomica. Ma questo paese è stato invitato solennemente a rinunciare all'uso della bomba – cioè a metterla al bando – e ha declinato di farlo a meno di non vedere accettati i propri termini per un controllo sovrannazionale.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Considero sbagliata questa linea politica. Scorgo un certo vantaggio militare nel non rinunciare per legge all'uso della bomba come deterrente volto a scoraggiare un altro paese dall'intraprendere una guerra in cui gli Stati Uniti potrebbero usarla. Ma quel che si guadagna da un lato lo si perde dall'altro. Perché si è resa più remota la comprensione dell'importanza di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Che non abbiano a verificarsi inconvenienti militari finché gli Stati Uniti detengono l'esclusiva della bomba. Ma non appena un altro paese sarà in grado di produrne in quantità consistenti, l'assenza di un accordo internazionale porrà gli Stati Uniti in condizioni di forte svantaggio, a causa della vulnerabilità delle sue industrie, così concentrate nel territorio, e dell'alto sviluppo della sua vita urbana.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Il rifiuto di mettere al bando la bomba finché ne detiene il monopolio procura a questo paese un'altra conseguenza negativa, impedendogli di tornare pubblicamente ai parametri etici bellici formalmente accettati prima dell'ultima guerra. Non si dovrebbe dimenticare che questo paese ha approntato la [[bomba atomica]] come misura preventiva; se ne voleva impedire l'utilizzo da parte dei tedeschi, in caso l'avessero scoperta.<ref group="fonte" name=curatom/> Sono stati i tedeschi a iniziare il bombardamento dei centri civili, seguiti dai giapponesi. A ciò gli alleati hanno risposto negli stessi termini – anzi, come è risultato, con maggiore efficacia – e ne avevano la giustificazione morale. Ma adesso, in assenza di alcuna provocazione, e in mancanza della giustificazione della rappresaglia o della ritorsione, il rifiuto di rinunciare all'uso della bomba se non per ritorsione rendo lo scopo del suo possesso prettamente politico. Il che è difficilmente perdonabile.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Non sto dicendo che gli Stati Uniti non dovrebbero preparare la bomba e farne scorta, perché credo che debbano farlo; con essa devono essere in grado di scoraggiare un altro paese dal predisporre un attacco atomico una volta che anch'esso si sia procurato la bomba.<ref name=raymondswing/> (p. 166) *Detenere una scorta di bombe atomiche senza impegnarsi a non utilizzarne per primi è sfruttare a fini politici il possesso delle bombe. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in tal modo di intimorire l'Unione Sovietica e di indurla ad accettare un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Ma inculcare la paura non fa che accrescere l'antagonismo e aumentare il pericolo di una guerra. Sono dell'opinione che questa politica ci abbia allontanati dalla vera soluzione moralmente accettabile, la proposta di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica.<ref name=raymondswing/> (p. 166) *L'appartenenza a un sistema di sicurezza sovrannazionale non dovrebbe, a mio avviso, basarsi su alcun arbitrario parametro di democrazia. Il solo requisito da parte di tutti dovrebbe essere l'elezione popolare diretta dei rappresentanti destinati all'organizzazione sovrannazionale – parlamento e consiglio – per scrutinio segreto in ogni paese membro. Tali rappresentanti dovrebbero rappresentare il popolo piuttosto che i singoli governi, il che aumenterebbe la natura pacifista dell'organizzazione.<ref name=raymondswing/> (p. 170) {{Int|''La minaccia della distruzione di massa''|Da un discorso alla seconda cena annuale offerta dalla Foreign Press Association all'Assemblea Generale e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al [[Waldorf-Astoria Hotel]], New York, 11 novembre 1947.}} *Siamo tutti consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui versa oggi la società umana – ridotta a un'unica comunità con un destino comune –, ma solo alcuni si comportano di conseguenza. Gran parte delle persone continua a vivere la propria vita ordinaria; per metà spaventate, per metà indifferenti, esse contemplano la cupa tragicommedia in atto sul palcoscenico internazionale davanti agli occhi e alle orecchie del mondo. Ma su quel palcoscenico, in cui gli attori recitano sotto i riflettori le proprie ordinate parti, si decide il nostro destino di domani, la vita o la morte delle nazioni. (p. 175) *Finché il contatto fra i due campi si limiterà ai negoziati ufficiali, vedo scarse prospettive di un accordo intelligente, specialmente dal momento che considerazioni di prestigio nazionale oltre che la tendenza a parlare alle masse da una finestra tendono a rendere pressoché impossibile ogni ragionevole progresso. Ciò che una parte propone a livello ufficiale è per ciò stesso guardato con diffidenza e persino fatto apparire come inaccettabile dall'altra. Inoltre dietro tutti i negoziati ufficiali si cela – per quanto velata – la minaccia del potere nudo e crudo. (p. 176) *Noi [[scienziato|scienziati]] crediamo che quello che noi e i nostri simili faremo o mancheremo di fare nel giro dei prossimi anni determinerà il destino della nostra civiltà. E consideriamo nostro dovere divulgare incessantemente questa verità, aiutando la gente a rendersi conto della posta in gioco e adoperandoci non per una tregua, ma per un'intesa e un definitivo accordo tra popoli e nazioni di differenti vedute. (p. 176) {{Int|''L'intrusione dei militari nella scienza''|Da ''Military Intrusion in Science. The Military Mentality'', ''American Scholar'', XVI, 1947, pp. 353-sg.}} *È tipico della mentalità militarista considerare essenziali i fattori non-umani (bombe atomiche, basi strategiche, armi di ogni sorta, il possesso di materie prime, ecc.) e ritenere invece trascurabile e secondario l'essere umano, i suoi desideri e pensieri, in breve i fattori psicologici.<ref group="fonte" name=XCIV/> (p. 182) *L'individuo è degradato a mero strumento; egli diventa «materiale umano».<ref group="fonte" name=XCIV/> Con una concezione simile i normali fini delle aspirazioni umane svaniscono. Al loro posto, la mentalità militarista eleva il «potere nudo» a fine in sé, uno dei più sconcertanti inganni a cui gli uomini possano soccombere. Nel nostro tempo la mentalità militare si è fatta ancora più pericolosa che in passato perché le armi offensive sono diventate molto più potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili del cittadino al presunto bene dello stato. (p. 182) *Non vedo altra via d'uscita dalle condizioni imperanti che una politica perspicace, onesta e coraggiosa, tesa a fondare la sicurezza su basi sovrannazionali. Speriamo che si troveranno individui sufficienti per numero e per forza morale, atti a guidare la nazione su questa strada, finché le circostanze esterne le attribuiranno un ruolo di guida. Allora problemi come quelli descritti cesseranno di esistere. (p. 182) {{Int|''[[Isaac Newton]]''|Da ''The Manchester Guardian'', Manchester, Inghilterra, Natale 1942.}} *[...] [[Isaac Newton|Newton]] fu il primo che riuscì a scoprire dei fondamenti formulati con chiarezza da cui poter dedurre un ampio campo di fenomeni a mezzo del pensiero matematico, a livello logico, quantitativo e in armonia con l'esperienza.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 56.</ref> (p. 187) {{Int|''[[Giovanni Keplero]]''|Dalla prefazione di ''Johannes Kepler's Letters'', a cura di David Baumgardt, ed. Carola Baumgardt, Philosophical Library, New York, 1951.}} *[...] [[Giovanni Keplero|Keplero]] era uno di quei rari individui semplicemente incapaci di fare altro che battersi apertamente in difesa delle proprie convinzioni in ogni ambito.<ref group="fonte" name=LILII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 51-52.</ref> (p. 192) *Nella ricerca dovette sbarazzarsi dell'approccio animistico, una modalità di pensiero orientata a fini nascosti. Dovette per prima cosa riconoscere che nemmeno la tecnica matematica più nitidamente logica offriva di per sé alcuna garanzia di verità, facendosi irrilevante se non verificata sulle più meticolose osservazioni della scienza naturale. Non fosse stato per questo orientamento filosofico, il lavoro di Keplero non sarebbe stato possibile. Lui non ne parla, ma le sue lettere riflettono tale lotta interiore.<ref group="fonte" name=LILII/> (p. 193) {{Int|''In memoria di [[Marie Curie]]''|Dalla dichiarazione in occasione della Curie Memorial Celebration al Roerich Museum, New York, 23 novembre 1935.}} [[Immagine:Marie Curie and Albert Einstein.jpg|thumb|Marie Curie con Albert Einstein ]] *La sua forza, la purezza della sua volontà, la sua severità con se stessa, la sua obiettività, il suo giudizio incorruttibile: erano tutte di una qualità raramente riscontrata, così riunite in un solo individuo. [...] Una volta che avesse riconosciuto una certa strada come giusta, la percorreva senza compromessi e con tenacia estrema.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 47-48; Archivio Einstein 5-142.</ref> (p. 194) {{Int|''In memoria di [[Paul Langevin]]''|Da ''La Pensée'', Parigi, febbraio-marzo 1947.}} *Sono così rare le persone, in qualunque generazione, in cui una chiara comprensione della natura delle cose si unisca a un intenso sentimento per la sfida della vera umanità e a una capacità di impegno militante. Quando se ne va un uomo del genere, lascia un vuoto che sembra intollerabile a chi gli sopravviva.<ref group="fonte" name=LII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 52.</ref> (p. 197) *Il suo desiderio di promuovere una vita migliore per tutti gli uomini era forse anche più forte della sua bramosia per una pura illuminazione dell'intelletto. Così accadeva che dedicasse molto del suo tempo e della sua energia vitale all'illuminazione politica.<ref group="fonte" name=LII/> (p. 197) {{Int|''In memoria di [[Paul Ehrenfest]]''|Da ''Almanak van het Leidsche Studentencorps'', pubblicato da S.C. Doesburg, Dosbug Verlag, Leiden, Olanda, 1934.}} *La sua statura stava tutta nella sua capacità straordinariamente sviluppata di afferrare l'essenza di un'idea teorica, nello spogliare una teoria delle sue sovrastrutture matematiche finché non emergeva con chiarezza la semplice idea di fondo. Questa capacità lo rendeva un docente senza pari. (pp. 202-203) *In realtà egli si sentiva più infelice di chiunque altro con cui fossi in intimità. La ragione era che non si riteneva all'altezza del nobile compito che gli si parava davanti. A che serviva che tutti lo smentissero? Il suo senso di inadeguatezza, oggettivamente ingiustificato, lo tormentava senza tregua, derubandolo spesso della pace mentale necessaria per una tranquilla ricerca.<ref group="fonte" name=XLVIII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 48.</ref> (p. 203) *Apprendere e insegnare cose che non si riescono ad accettare appieno nel proprio intimo è sempre un compito difficile [...]. (p. 204) *L'umiliazione e l'oppressione mentale da parte di insegnanti ignoranti ed egoisti provocano nello spirito del giovane devastazioni insanabili, che spesso esercitano un'influenza nefasta nella vita successiva.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 204) *Il rapporto più importante della sua vita fu quello con sua moglie, che gli era anche compagna di lavoro, una personalità insolitamente forte e risoluta, intellettualmente dotata quanto lui. [...] la ripagò con una venerazione e un amore quali non mi è stato dato spesso di riscontrare nel corso della mia vita.<ref group="fonte" name=XLVIII/> (p. 204) {{Int|''[[Mahatma Gandhi]]''|Dalla dichiarazione in occasione del 75° compleanno di Gandhi, 1946.}} *Una guida per il suo popolo, non sostenuta da autorità esterna: un politico il cui successo non posa sull'artificio né sul possesso di espedienti tecnici, ma semplicemente sulla forza carismatica della sua personalità; un combattente vincitore che ha sempre disdegnato l'uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di una determinazione e di una coerenza inflessibili, che ha dedicato tutta la propria forza all'elevazione del suo popolo e al miglioramento della sua sorte; un uomo che ha affrontato la brutalità dell'Europa con la dignità dei semplici, e quindi, assurgendo ogni volta a superiore.<br />Può darsi che le generazioni avvenire stenteranno a credere che un individuo simile abbia mai calpestato in carne e ossa questa terra.<ref group="fonte">Citato in ''Einstein on Humanism'', a cura di Helen Dukas e [[Banesh Hoffmann]], Carol Publishing, New York, 1993, p. 94; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 49.</ref> (p. 205) {{Int|''Perché gli ebrei sono odiati?''|Da ''Why Do They Hate the Jews'', ''Collier's'', New York, CII, 26 novembre 1938, pp. 9-sg.}} *Perché c'è molta verità nel detto che è facile elargire saggi e giusti consigli... agli altri!, ma difficile agire con saggezza e giustizia personalmente. (p. 210) *I crimini di cui gli [[ebrei]] sono stati incolpati nel corso della storia – crimini intesi a giustificare le atrocità perpetrate contro di essi – sono mutati in rapida successione [...] Le accuse contro di loro, accuse della cui falsità gli istigatori erano ogni volta perfettamente consapevoli, superavano ogni immaginazione, ma hanno influenzato ripetutamente le masse. [...] In questo caso, si può parlare di [[antisemitismo]] latente. (pp. 210-211) *In ogni società certe convinzioni e intenti comuni, certi interessi simili producono gruppi che, in un certo senso, agiscono come unità. Ci sarà sempre attrito tra tali gruppi, lo stesso tipo di contrapposizione e rivalità che esiste tra gli individui.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 139.</ref> (p. 211) *È noto, inoltre, che una lumaca può perdere il proprio guscio senza per questo cessare di essere una lumaca. L'[[ebrei|ebreo]] che abbandoni la propria fede (nel senso formale della parola) è in una posizione analoga. Resta un ebreo.<ref group="fonte" name=LXIVLXV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 64-65.</ref> (p. 212) *Il legame che ha unito gli [[ebrei]] per migliaia di anni e che ancora oggi li unisce è, principalmente, l'ideale democratico della giustizia sociale, assieme a quello della vicendevole solidarietà e tolleranza tra tutti gli uomini. [...] Il secondo tratto caratteristico della tradizione ebraica è l'alta considerazione in cui è tenuta ogni forma di aspirazione intellettuale e di sforzo spirituale.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 212) *Gli [[ebrei]] come gruppo possono essere privi di potere, ma l'insieme delle conquiste dei loro singoli componenti è ovunque considerevole e proficuo, anche se a tali conquiste si è arrivati tra mille ostacoli.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 214) *Per il gruppo nazista gli [[ebrei]] non sono soltanto un mezzo per stornare il risentimento popolare da se stessi, gli oppressori; considerano gli ebrei un elemento non ammissibile, che non potrà mai essere spinto all'accettazione acritica del dogma, e che, di conseguenza, continuerà a minacciare, finché esisterà, la loro autorità, per l'insistenza con cui gli ebrei difendono l'illuminazione popolare delle masse.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 214) {{Int|''Il fine dell'esistenza umana''|Da una trasmissione radiofonica per l'Appello Ebrei Uniti, 11 aprile 1943.}} *L'odio che impazza contro di noi {{NDR|ebrei}} affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo. (p. 221) {{Int|''Il nostro debito verso il Sionismo''|Dal discorso intitolato ''Our Debt to Zionism'' pronunciato in occasione del ''Third Seder'', National Labor Committee for Palestine, al Commodore Hotel, New York, 17 aprile 1938; testo completo pubblicato in ''New Palestine'', Washington D.C., 29 aprile 1938.}} [[Immagine:Albert Einstein WZO photo 1921.jpg|thumb|upright=1.6|Einstein con i leader della ''World Zionist Organization'' nel 1921]] *[...] il giudaismo ha un grande debito di riconoscenza verso il [[Sionismo]]. Il movimento sionista ha risvegliato tra gli ebrei il senso della comunità. Ha svolto una proficua attività superando qualunque aspettativa. Questo proficuo lavoro in Palestina, a cui hanno contribuito ebrei di ogni parte del mondo pronti all'abnegazione, ha sollevato un gran numero di nostri fratelli dal bisogno più atroce. In particolare è stato possibile avviare una parte non esigua dei nostri giovani a una vita di lavoro gioioso e creativo.<ref group="fonte" name=sion>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 63-64.</ref> (p. 222) *Preferirei senz'altro che si arrivasse a un accordo ragionevole con gli arabi sulla base di una pacifica convivenza, che alla creazione di uno stato ebraico.<ref group="fonte" name=sion/> (p. 223) *A parte ogni considerazione pratica, la mia consapevolezza della natura essenziale del [[ebraismo|giudaismo]] respinge l'idea di uno stato ebraico con propri confini, un proprio esercito e una qualche forma di potere temporale, non importa quanto modesta. Ho paura del danno interno che il giudaismo ne deriverebbe, specialmente se tra le nostre file cominciasse ad allignare un angusto nazionalismo, contro il quale abbiamo già dovuto combattere con forza anche senza che esistesse uno stato ebraico. Non siamo più gli ebrei del periodo dei Maccabei. Un ritorno a una nazione nel senso politico del termine equivarrebbe all'allontanamento della nostra comunità dalla spiritualizzazione di cui siamo debitori al genio dei nostri profeti.<ref group="fonte" name=sion/> (p. 223) *L'[[antisemitismo]] è sempre stato il mezzo più economico impiegato da minoranze egoistiche per ingannare il popolo. (p. 223) {{Int|''Agli eroi della battaglia del Ghetto di Varsavia''|Dal ''Bullettin of the Society of Polish Jews'', New York, 1944.}} *I tedeschi sono responsabili come intero popolo di questi assassini di massa e come popolo vanno puniti, se nel mondo c'è giustizia e se nelle nazioni la coscienza della responsabilità collettiva non deve sparire definitivamente dalla terra. Dietro il partito nazista c'è il popolo tedesco, che ha eletto [[Adolf Hitler|Hitler]] dopo che questi aveva manifestato con chiarezza e senza alcuna possibilità di fraintendimento nel suo libro e nei suoi discorsi le sue vergognose intenzioni.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 84.</ref> (p. 224) {{Int|''La vocazione degli ebrei''|Da un discorso alla Jewish Academy of Sciences and Arts, 22 marzo 1936.}} *Noi [[ebrei]] dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono sempre stati il fine comune di tutta l'umanità. (p. 226) {{Int|''All'università di Gerusalemme''|Da un discorso all'[[Università Ebraica di Gerusalemme]], in occasione del conferimento della laurea ''honoris causa'', 15 marzo 1949.}} *L'università che ventisette anni fa non era che un sogno e una debole speranza, questa università oggi è una cosa viva, una casa delle libera cultura, del libero insegnamento e del felice lavoro fraterno. Eccola là, su quel suolo che il nostro popolo ha liberato affrontando grandi asperità; eccola là, centro spirituale di una comunità fiorente e viva le cui realizzazioni hanno finalmente ottenuto il riconoscimento universale che meritavano.<ref group="fonte">Archivio Einstein 37-296; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 65-66.</ref> (p. 229) *La saggezza e la moderazione dimostrate dalle guide del nuovo stato mi fanno confidare nel fatto, tuttavia, che un po' alla volta si stabiliranno con il popolo arabo relazioni basate su una cooperazione proficua e su un mutuo rispetto e fiducia. Perché è questo il solo mezzo con cui entrambi i popoli potranno conseguire un'indipendenza dal mondo esterno.<ref group="fonte">Archivio Einstein 28-854; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 66.</ref> (p. 229) {{Int|''Gli ebrei di Israele''|Da una trasmissione radiofonica per l'Appello Ebrei Uniti della National Broadcasting Company, Atlantic City, 27 novembre 1949.}} *Gli ebrei di Palestina non hanno combattuto per puro amore dell'indipendenza politica, ma per conquistare la libertà d'immigrazione per gli ebrei dei molti paesi in cui la loro stessa esistenza era in pericolo; libertà d'immigrazione anche per tutti coloro che anelavano a una vita fra la propria gente. Non è un'esagerazione dire che abbiano combattuto per rendere possibile un sacrificio forse unico nella storia.<ref group="fonte">Archivio Einstein 58-904; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 66.</ref> (pp. 231-232) ==Altri saggi e articoli== {{cronologico}} {{Int|''L'etere e la teoria della relatività''|Dalla lezione inaugurale all'università di Leiden, 5 maggio (poi rinviata al 17 ottobre) 1920; pubblicato come ''Äther und Relativitätstheorie'', Springer, Berlino, 1920; traduzione di Giuseppe Longo in ''Opere scelte'', parte quarta, pp. 507-516.}} *La teoria di Newton costituisce certo la più grande conquista mai compiuta dallo spirito umano nel tentativo di stabilire un nesso causale tra i fenomeni della natura. E tuttavia questa teoria mise non poco a disagio i contemporanei di Newton, poiché sembrava in contraddizione con il principio, dedotto da altre esperienze, che limita la possibilità di azioni reciproche alle sole azioni per contatto e nega la possibilità di azioni a distanza senza un mezzo interposto. (pp. 507-508) *Pensiamo a un propagarsi di onde su una superficie d'acqua. Il fenomeno può essere visto in due modi differenti. Può pensarsi, cioè, che muti nel tempo la superficie ondosa che costituisce la frontiera tra acqua e aria; ma può pensarsi anche, riferendosi per esempio a corpuscoli galleggianti, che muti nel tempo la posizione di ogni singola particella liquida. Supponiamo che non si abbiano siffatti galleggianti a permetterci di osservare il moto delle particelle del fluido, e, in generale, che del fenomeno sia unicamente osservabile il cambiamento di posizione dello spazio occupato dall'acqua (cambiamento che avviene nel tempo). In tali condizioni non avremmo modo alcuno di supporre che l'acqua sia composta di particelle mobili, e tuttavia potremmo considerarla comunque un buon mezzo. (pp. 511-512) *L'[[etere luminifero|etere]] della teoria della relatività generale, quando lo si confronti con quello di [[Hendrik Lorentz|Lorentz]], ha questo di nuovo: in ciascun punto, il suo stato è legato a quello della materia e a quello dell'etere nei punti vicini secondo leggi esprimibili in forma di equazioni differenziali; viceversa, lo stato dell'etere di Lorentz, data l'assenza dei campi elettromagnetici, non è determinato da alcunché di esterno ed è ovunque lo stesso. (p. 514) *Sul ruolo che l'[[etere luminifero|etere]] è chiamato a sostenere nella concezione del mondo fisico non si hanno ancora idee precise. Sappiamo che esso determina le relazioni metriche nel continuo spazio-temporale, per esempio le possibili configurazioni dei corpi solidi, come pure i campi di gravitazione; ma non sappiamo affatto se esso determini o meno in maniera essenziale la struttura delle particelle elettriche elementari che costituiscono la materia. (p. 514) *[...] secondo la teoria della relatività generale lo spazio è dotato di proprietà fisiche; in tal senso, un etere esiste, e anzi un spazio privo di etere è inconcepibile, perché non solo la propagazione della luce vi sarebbe impossibile, ma neppure avrebbe senso, per un tale spazio, parlare di regoli di misura e di orologi e neppure, di conseguenza, di distanze spazio-temporali nel senso della fisica. Non si deve tuttavia attribuire a tale etere la proprietà che caratterizza i mezzi ponderabili, quella cioè di essere costituito di parti che si possano seguire nel tempo: e neppure è lecito applicare ad esso il concetto di moto. (p. 516) {{Int|''Idee e problemi fondamentali della teoria della relatività''|Dal discorso di ringraziamento per il conferimento del [[premio Nobel]], tenuto all'Assemblea nordica dei naturalisti, Göteborg, 11 luglio 1923; pubblicato come ''Grundgedanken und Probleme der Relativitätstheorie'', Imprimiere royal, Stoccolma, 1923; traduzione di Giuseppe Longo in ''Opere scelte'', parte quarta, pp. 517-527.}} *Se consideriamo quella parte della teoria della relatività che può, in un certo senso, essere oggi considerata come una conoscenza fisica acquisita, notiamo due aspetti che hanno, ai fini della teoria stessa, implicazioni rilevanti. Il primo riguarda il problema dell'esistenza o meno, in natura, di stati di moto privilegiati (problema della relatività fisica); è questa la chiave di volta dell'intera costruzione teoretica. Il secondo riguarda il fatto di ammettere solo concetti e distinzioni cui si possano associare, senza ambiguità, fatti osservabili (clausola che concetti e distinzioni abbiano significato fisico). Questo postulato, che attiene all'epistemologia, si rivela di importanza fondamentale. (p. 517) *La [[meccanica classica]] permette di tracciare una distinzione fra moti (assoluti) non accelerati e accelerati; inoltre essa asserisce che le velocità hanno un'esistenza soltanto relativa (dipendente dalla scelta del sistema di riferimento inerziale), mentre le accelerazioni e le rotazioni hanno un'esistenza assoluta (indipendentemente dalla scelta del riferimento inerziale). Questa situazione può essere espressa così: secondo la meccanica classica esiste la «relatività delle velocità» ma non la «relatività delle accelerazioni». (pp. 519-520) *In un qualunque campo gravitazionale, ad ogni intorno infinitesimo di punto, si può associare un sistema di coordinate locale in uno stato di moto tale che rispetto ad esso non esista alcun campo gravitazionale (sistema di riferimento inerziale locale). In termini di questo riferimento inerziale possiamo considerare i risultati della teoria della relatività ristretta corretti, in prima approssimazione, per questa regione infinitamente piccola. In ogni punto dello spazio-tempo vi è un numero infinito di questi sistemi di riferimento inerziali locali, tra loro legati dalle trasformazioni di Lorentz. (pp. 522-523) *Secondo la teoria della relatività generale, la legge del moto di un punto nel puro campo gravitazionale è espressa dall'equazione della geodetica. In effetti tale linea è quella matematicamente più semplice, e nel caso particolare in cui le <math>g_{\mu\nu}</math> siano costanti diventa una retta. Pertanto qui siamo di fronte alla traduzione del principio d'inerzia di [[Galileo Galilei|Galilei]] nella teoria della relatività generale. (p. 524) *Un secondo problema che oggi è al centro dell'interesse riguarda l'identità tra campo gravitazionale e campo elettromagnetico. Una mente che aneli all'unificazione della teoria non può essere paga del fatto che debbano esistere due campi i quali, per loro natura, siano indipendenti tra loro. Si cerca una teoria del campo, unificata sotto il profilo matematico, in cui il campo gravitazionale e il campo elettromagnetico siano interpretati solo come componenti o manifestazioni diverse di uno stesso campo uniforme e in cui, se possibile, le equazioni del campo non consistano più in addendi tra loro logicamente indipendenti. (p. 526) *Può darsi che la soluzione del problema quantico richieda una trasformazione radicale delle equazioni generali, e addirittura la sostituzione di tutti i parametri con cui rappresentiamo il processo elementare: ebbene, anche in tal caso il principio di relatività non sarà mai abbandonato e le leggi da esso derivate in precedenza manterranno il loro significato almeno come leggi limite. (p. 527) {{Int|''[https://archive.org/stream/lescienze-129/1979_129#page/n0/mode/2up Sulla teoria generalizzata della gravitazione]''|Articolo pubblicato su ''Scientific American'', aprile 1950; tradotto in ''Le Scienze'', 1979, n.° 129, pp. 6-10.}} *Cosa ci spinge, dunque, ad elaborare [[teoria]] dopo teoria? Perché, addirittura, formuliamo teorie? La risposta alla seconda domanda è semplice: perché amiamo «comprendere», ossia ridurre i fenomeni per mezzo del procedimento logico a qualcosa di già noto o (manifestamente) evidente. Prima di tutto sono necessarie nuove teorie quando si affrontano fatti nuovi che non possono essere «spiegati» da teorie esistenti. Ma questa motivazione è, per così dire, banale, imposta dall'esterno. C'è un'altra motivazione più sottile e di non minore importanza. Si tratta dello sforzo verso l'unificazione e la semplificazione delle premesse della teoria nel suo insieme (ossia, il principio di economia di Mach, interpretato come un principio logico). (p. 6) *Esiste una passione per la [[comprendere|comprensione]] proprio come esiste una passione per la musica; è una passione molto comune nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né le altre scienze. Più volte la passione per la comprensione ha condotto all'illusione che l'uomo sia in grado di comprendere razionalmente il mondo oggettivo, attraverso il pensiero puro, senza nessuna fondazione empirica; in breve attraverso la metafisica. Sono convinto che ogni teorico vero sia una sorta di metafisico addomesticato, indipendentemente da quanto possa immaginare di essere un puro «positivista».<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref> Il metafisico crede che il logicamente semplice sia anche reale. Il metafisico addomesticato crede che non tutto ciò che è logicamente semplice sia incorporato nella realtà esperita, ma che la totalità di tutta l'esperienza sensoriale possa essere «compresa» sulla base di un sistema concettuale costruito su premesse di grande semplicità. Lo scettico dirà che questo è un «credo del miracolo». È proprio così, ma è un credo del miracolo che è nato e cresciuto in maniera straordinaria grazie allo sviluppo della scienza. (p. 6) *Una volta che l'idea teorica sia acquisita, è bene seguirla finché conduce a una conclusione insostenibile. (p. 7) *Eppure ogni [[teoria]] è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica. (p. 8) ==''Perché la guerra?''== [[Immagine:Warum krieg.jpg|thumb|La copertina di ''Warum Krieg?'' (''Why War?''), carteggio tra Albert Einstein e [[Sigmund Freud]]]] *La domanda è: c'è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della [[guerra]]? È ormai sufficientemente risaputo che, col progredire della tecnica moderna, rispondere a questa domanda è diventato una questione di vita o di morte per la civiltà da noi conosciuta; eppure, nonostante la massima buona volontà, tutti i tentativi di soluzione sono miseramente falliti.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 90.</ref> (p. 595) *[...] la ricerca della sicurezza internazionale implica che ogni Stato rinunci, entro certi limiti, alla propria libertà d'azione, vale a dire alla propria sovranità, ed è incontestabilmente vero che non v'è altra strada per arrivare a siffatta sicurezza. (p. 596) *[...] l'uomo alberga in sé il bisogno di odiare e di distruggere. In tempi normali la sua inclinazione rimane latente, solo in circostanze eccezionali essa viene alla luce: ma è abbastanza facile attizzarla e portarla alle altezze di una psicosi collettiva. [...] E non penso affatto solo alle cosiddette masse incolte. La mia esperienza dimostra anzi che è proprio la cosiddetta «intellighenzia» a cedere per prima a queste rovinose suggestioni collettive, poiché l'[[intellettuale]] non ha contatto diretto con la realtà, ma la vive attraverso la sua forma riassuntiva più facile, quella della pagina stampata. (pp. 597-598) ==''Relatività. {{small|Esposizione divulgativa}}''== {{Int|[[Incipit]]|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Preface|Preface]]''}} ''Prefazione'' Il presente volume vuole offrire una visione per quanto possibile esatta della teoria della relatività a quei lettori che si interessano di tale teoria da un punto di vista scientifico generale e filosofico, senza avere familiarità con l'apparato matematico della fisica teorica. L'opera presuppone nel lettore un livello di cultura che corrisponde, pressappoco, a quello dell'esame di maturità e richiede — malgrado la sua brevità — una buona dose di pazienza e di forza di volontà.<br /> L'autore ha compiuto ogni sforzo nel tentativo di esporre le idee basilari nella forma più chiara e più semplice possibile, presentandole, nel complesso, in quell'ordine e in quella connessione in cui si sono effettivamente formate. Per raggiungere la massima chiarezza mi è parso inevitabile ripetermi di frequente, senza avere la minima cura per l'eleganza dell'esposizione; ho scrupolosamente seguito il precetto del geniale fisico teorico [[Ludwig Boltzmann]], secondo cui i problemi dell'eleganza vanno lasciati al sarto e al calzolaio. Non ritengo di aver defraudato il lettore di quelle difficoltà che sono insite nell'argomento. Ho invece di proposito trattato le basi empirico-fisiche della teoria "come farebbe una matrigna", per evitare che al lettore, poco pratico di fisica, accada come al viandante, che passando fra gli alberi non riesce a vedere la foresta. Possa questo volume procurare a qualcuno ore felici di stimolante meditazione! Dicembre 1916{{destra|A. E.}} {{Int|''Relatività ristretta''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part I|Part I - The Special Theory of Relativity]]''}} *Il nostro lettore ha certamente imparato a conoscere, sui banchi di scuola, il superbo edificio della [[geometria euclidea|geometria di Euclide]], e ricorderà – più con reverenza che con amore, forse – quella grandiosa costruzione, di cui ha passo passo salito la maestosa scalinata, pungolato per innumerevoli ore da coscienziosi insegnanti. (sez. 1, p. 45) *Non possiamo chiedere se sia vero che per due punti passa soltanto un'unica retta. Possiamo solamente dire che la geometria euclidea tratta di oggetti da essa chiamati «rette», attribuendo a ciascuna di queste rette la proprietà di essere univocamente determinata da due suoi punti. Il concetto di «vero» non si addice alle asserzioni della geometria pura, perché con la parola «vero» noi abbiamo in definitiva l'abitudine di designare sempre la corrispondenza con un oggetto «reale»; la geometria, invece, non si occupa della relazione fra i concetti da essa presi in esame e gli oggetti dell'esperienza, ma soltanto dalla connessione logica di tali concetti l'uno con l'altro. (sez. 1, p. 46) *Di fronte a tale dilemma pare che non vi sia modo di uscirne se non abbandonando o il principio di relatività o la semplice legge di propagazione della luce nel vuoto. Quanti fra i lettori hanno attentamente seguito la precedente discussione si attenderanno certamente che debba venir conservato il principio di relatività, il quale, per la sua semplicità e naturalezza, si raccomanda alla mente come pressoché irrefutabile, e che invece la legge di propagazione della luce nel vuoto debba venir sostituita da una legge più complicata che si conformi al principio di relatività. Lo sviluppo della fisica teorica ha dimostrato però che non possiamo seguire questa strada. (sez. 7, p. 57) *Un misterioso brivido coglie il non matematico quando sente parlare di entità "[[quarta dimensione|quadridimensionali]]": una sensazione non dissimile da quella risvegliata dall'apparizione di uno spettro sul palcoscenico. Tuttavia non esiste affermazione più banale di quella che il mondo in cui viviamo è un continuo spazio-temporale a quattro dimensioni. (sez. 17, p. 86) {{Int|''Relatività generale''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part II|Part II - The General Theory of Relativity]]''}} *Abbiamo allora la legge seguente: la massa ''gravitazionale'' di un corpo è uguale alla sua massa ''inerziale''. Peraltro questa importante legge è stata finora registrata dalla meccanica, ma non ''interpretata''. Un'interpretazione soddisfacente si può avere soltanto se riconosciamo il fatto seguente: la ''stessa'' qualità di un corpo si manifesta a seconda delle circostanze come "inerzia" o "pesantezza". (sez. 19, p. 95) *Nessuna teoria fisica potrebbe avere in sorte un destino più benigno, che quello di indicare la strada per la costruzione di una teoria più ampia, in cui essa continua a vivere come caso limite. (sez. 22, pp. 102-103) {{Int|''Considerazioni sull'universo inteso come un tutto''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part III|Part III - Considerations on the Universe as a Whole]]''}} *Se ci domandiamo come debba venir considerato l'[[universo]], inteso quale un tutto, la prima risposta che si presenta da sé è certamente questa: l'universo è infinito per quanto riguarda lo spazio (e il tempo). Esistono dovunque delle stelle, per cui la densità della materia, sebbene sia molto variabile nei particolari, è nondimeno in media dovunque la stessa. In altre parole: viaggiando attraverso lo spazio in zone comunque lontane, troveremmo dappertutto uno sciame diradato di stelle fisse all'incirca dello stesso genere e della stessa densità. Questa concezione è incompatibile con la teoria di Newton. Secondo quest'ultima l'universo deve invece avere una specie di centro in cui la densità delle stelle è massima, e man mano che ci allontaniamo da questo centro la densità delle stelle deve diminuire, finché in ultimo, a distanze immense, le succede una zona infinito di vuoto. L'universo sidereo dovrebbe costituire un'isola finita nell'oceano infinito dello spazio. (sez. 30, p. 123) {{Int|''Appendice: Conferma della teoria della relatività generale da parte dell'esperienza''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Appendix#Appendix III - The Experimental Confirmation of the General Theory of Relativity|Appendix III - The Experimental Confirmation of the General Theory of Relativity]]''}} *Da un punto di vista gnoseologico schematico possiamo immaginare il processo evolutivo di una scienza empirica come un continuo processo di [[induzione]]. Le teorie appaiono come ricapitolazione di un gran numero di singole osservazioni entro leggi empiriche, dalle quali, mediante comparazione, si possono accertare le leggi generali. Sotto quest'aspetto lo sviluppo di una scienza ha qualche somiglianza con la compilazione di un catalogo. Costituisce, per così dire, un'impresa puramente empirica. (p. 132) {{Int|''La relatività e il problema dello spazio''|Aggiunta nell'edizione del 1952}} *L'origine psicologica del concetto di [[spazio (fisica)|spazio]], o della necessità di esso, è lungi dall'essere così ovvia come potrebbe apparire in base al nostro abituale modo di pensare. Gli antichi geometri trattano di oggetti mentali (retta, punto, superficie), ma non propriamente dello spazio in quanto tale, come più tardi è stato fatto dalla geometria analitica. Il concetto di spazio, tuttavia, è suggerito da certe esperienze primitive. Supponiamo che si sia costruita una scatola. Vi si possono disporre in un certo ordine degli oggetti, in modo che essa risulti piena. La possibilità di queste disposizioni è una proprietà dell'oggetto materiale "scatola", qualcosa che è dato con la scatola, lo "spazio racchiuso" dalla scatola. Questo è qualcosa di differente per le varie scatole, qualcosa che in modo del tutto naturale viene pensato come indipendente dal fatto che vi siano o no, in generale, degli oggetti nella scatola, Quando non vi sono oggetti nella scatola, il suo spazio appare "vuoto". Fin qui, il nostro concetto di spazio è stato associato alla scatola. Ci si accorge però che le possibilità di disposizione che formano lo spazio-scatola sono indipendenti dallo spessore delle pareti della scatola. Non sarebbe possibile ridurre a zero tale spessore, senza che si abbia per risultato la perdita dello "spazio"? La naturalezza di tale passaggio al limite è ovvia, e ora rimane al nostro pensiero lo spazio senza scatola, una cosa autonoma, che tuttavia appare così irreale se dimentichiamo l'origine di tale concetto. Si può capire che ripugnasse a [[Cartesio|Descartes]] il considerare lo spazio come indipendente da oggetti corporei, capace di esistere senza materia.<ref>{{cfr}} [[Cartesio]], ''Principia philosophiae'', II, 16: «[...] se dal solo fatto che un corpo è esteso in lunghezza, larghezza e profondità concludiamo giustamente che esso è una sostanza, perché ripugna del tutto che il nulla abbia un'estensione, lo stesso si deve concludere anche per lo spazio supposto vuoto; infatti, poiché in esso vi è estensione, necessariamente vi è anche sostanza.»</ref> (pp. 295-296) *[...] occorre tener presente che esiste un numero infinito di spazi, i quali sono in moto gli uni rispetto agli altri. Il concetto di spazio come qualcosa che esiste oggettivamente ed è indipendente dalle cose appartiene già al pensiero prescientifico, non così però l'idea dell'esistenza di un numero infinito di spazi in moto gli uni rispetto agli altri. Quest'ultima idea è senza dubbio inevitabile da un punto di vista logico, ma per lungo tempo non svolse una parte importante nemmeno nel pensiero scientifico. (p. 297) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Albert Einstein, ''Autobiografia scientifica'' (''Philosopher Scientist'', 1949), a cura di Paul A. Schilpp, traduzione di Augusto Gamba; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte prima, pp. 61-109. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Come io vedo il mondo'' (''The World as I See It'', 1954), traduzione e prefazione di Remo Valori, Bottega del libro, Bologna, 1971. **Albert Einstein, ''Il mondo come io lo vedo'' (''The World as I See It'', 1934), prefazione di [[Emanuele Vinassa de Regny]], traduzione di [[Walter Mauro]], in ''Il significato della relatività. Il mondo come io lo vedo'', Newton Compton Editori, Roma, 2015, pp. 155-239. ISBN 978-88-541-7172-5 *{{en}} Albert Einstein, ''[https://books.google.it/books?id=_X1dAAAAQBAJ Einstein on Politics: {{small|His Private Thoughts and Public Stands on Nationalism, Zionism, War, Peace, and the Bomb}}]'', a cura di David E. Rowe e Robert Schulmann, Princeton University Press, 2013. ISBN 1400848288 *Albert Einstein, ''Il lato umano: {{small|spunti per un ritratto}}'' (''The Human Side'', 1979), a cura di Helen Dukas e [[Banesh Hoffmann]], traduzione di Annamaria Gilberti, Einaudi, Torino, 1980. *Albert Einstein, ''Il significato della relatività'' (''The Meaning of Relativity: {{small|Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921}}''), a cura di [[Emanuele Vinassa de Regny]], in ''Il significato della relatività. Il mondo come io lo vedo'', Newton Compton Editori, Roma, 2015, pp. 19-149. ISBN 978-88-541-7172-5 *Albert Einstein, ''Lettere a Michele Besso'' (''Correspondance 1903-1955'', a cura di P. Speziali, Hermann, 1972), traduzione di Filippo Bertotti e Carla Rozzoni; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 671-707. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Lettere a Max Born'' (''Einstein-Born Briefwechsel, 1916-1955'', Nymphenburger Verlagshandlung, 1969), traduzione di Giuseppe Scattone; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 708-730. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Lettere a Maurice Solovine'' (''Lettres à Maurice Solovine'', Gauthier-Villars, 1956), traduzione di Carla Rozzoni; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 731-744. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, traduzioni di AA.VV., Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Pensieri di un uomo curioso'' (''The Quotable Einstein'', 1996), a cura di Alice Calaprice, prefazione di [[Freeman Dyson]], traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997. ISBN 88-04-47479-3 **{{en}} ''[//books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA0 The Ultimate Quotable Einstein]'', a cura di Alice Calaprice, prefazione di [[Freeman Dyson]], Princeton University Press, 2010. ISBN 978-0-691-13817-6 *Albert Einstein, ''Pensieri, idee, opinioni'' (''Out of My Later Years: {{small|The Scientist, Philosopher, and Man Portrayed Through His Own Words}}''), traduzione di Lucio Angelini, Newton Compton, I MiniMammut, Roma, 2015. ISBN 978-88-541-8150-2 *Albert Einstein, ''Relatività. {{small|Esposizione divulgativa e scritti classici su Spazio Geometria Fisica}}'' (''Über die spezielle und allgemeine Relativitätstheorie (gemeinverständlich)'', 1920), a cura di Bruno Cermignani, traduzione di Virginia Geymonat, Bollati Boringhieri, Torino, 2011. ISBN 978-88-339-2199-0 *Albert Einstein e [[Mileva Marić]], ''Lettere d'amore'' (''Love letters'', 1992), a cura di Jürgen Renn e Robert Schulmann, traduzione di Marina Premoli, Bollati Boringhieri, Torino, 1993. ISBN 88-339-0750-3 *Albert Einstein, Max e Hedwig Born, ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', Einaudi, Torino, 1973. *[[Sigmund Freud]], ''Perché la guerra?'' (''Warum Krieg?''), Istituto internazionale per la Cooperazione intellettuale, Parigi, 1933; lettera a Sigmund Freud del 30 luglio 1932, traduzione di Sandro Candreva ed Ermanno Sagittario, in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte quinta, pp. 595-598. ISBN 978-88-339-0442-9 *[[Walter Isaacson]], ''Einstein: {{small|la sua vita, il suo universo}}'' (''Einstein. {{small|His Life and Universe}}'', 2007), traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, Milano, 2008. ISBN 978-88-04-58308-0 ==Voci correlate== *[[Dio non gioca a dadi]] *[[E=mc²]] *[[Eduard Einstein]], figlio. *[[Elsa Einstein]], seconda moglie. *[[Hans Albert Einstein]], figlio. *[[Mileva Marić]], prima moglie. *[[Teoria della relatività]] ==Altri progetti== {{interprogetto|b=Saeculum Mirabilis|w2=List of scientific publications by Albert Einstein|w2_site=en|w2_etichetta=pubblicazioni scientifiche di Albert Einstein|w2_oggetto=un elenco|w2_preposizione=delle}} ===Opere=== {{Pedia|Annus Mirabilis Papers||(1905)}} {{Pedia|Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento||(1905)}} {{Pedia|Relatività. Esposizione divulgativa||(1916)}} {{Pedia|Perché la guerra?||(1933)}} {{Pedia|Come io vedo il mondo||(1934)}} {{Pedia|Perché il socialismo?||(1949)}} {{DEFAULTSORT:Einstein, Albert}} [[Categoria:Aforisti statunitensi]] [[Categoria:Aforisti svizzeri]] [[Categoria:Aforisti tedeschi]] [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Filosofi statunitensi]] [[Categoria:Filosofi svizzeri]] [[Categoria:Filosofi tedeschi]] [[Categoria:Fisici statunitensi]] [[Categoria:Fisici svizzeri]] [[Categoria:Fisici tedeschi]] [[Categoria:Pacifisti]] [[Categoria:Sostenitori del vegetarianismo]] ragi4pqfznhuk3xbrjkqwy7067gwh91 1351329 1351318 2024-11-11T14:27:33Z Udiki 86035 Visto il dizionario, meglio così 1351329 wikitext text/x-wiki {{nota disambigua||[[Einstein (disambigua)]]|Einstein}} [[File:Albert Einstein Head.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1947]] {{Premio|Nobel|la fisica '''(1921)'''}} '''Albert Einstein''' (1879 – 1955), fisico e filosofo tedesco naturalizzato svizzero e statunitense. {{vedi anche|Albert Einstein/Articoli scientifici|Albert Einstein/Citazioni su Albert Einstein}} ==Citazioni di Albert Einstein== {{vedi anche|La descrizione quantica della realtà può essere considerata completa?|L'evoluzione della fisica|Lettera Einstein-Szilárd}} *{{NDR|[[Ultime parole famose]]}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'[[energia nucleare]]}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. :''At present there is not the slightest indication of when this energy will be obtainable, or whether it will be obtainable at all. For it would presuppose a disintegration of the atom effected at will – a shattering of the atom. And up to the present there is scarcely a sign that this will be possible. We observe atomic disintegration only where Nature herself presents it, as in the case of radium, the activity of which depends upon the continual explosive decomposition of its atom. Nevertheless, we can only establish the presence of this process, but cannot produce it; Science in its present state makes it appear almost impossible that we shall ever succeed in so doing.''<ref group="fonte">{{en}} Da una conversazione del 29 marzo 1920; riportata in Alexander Moszkowski, ''Einstein The Searcher: His Work Explained from Dialogues with Einstein'', Routledge, 2014, [https://books.google.it/books?id=BmyLAwAAQBAJ&pg=PA24 p. 24]. ISBN 9781317698951</ref> *C'è qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o misurazione e che in linea di principio si descrive con i mezzi di espressione della fisica [...]. Questa tesi sulla realtà non ha il senso di un enunciato chiaro in sé, a causa del suo carattere "metafisico". Ha soltanto il carattere di un programma. :''Es gibt so etwas wie den «realen Zustand» eines physikalischen Systems, was unabhängig von jeder Beobachtung oder Messung objektiv existiert und mit den Ausdrucksmitteln der Physik im Prinzip beschrieben werden kann'' [...]''. Diese These der Realität hat nicht den Sinn einer an sich klaren Aussage, wegen ihrer «metaphysischen» Natur; sie hat eigentlich nur programmatischen Charakter.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in [[Louis de Broglie]], ''Louis de Broglie und die Physiker'', Claasen Verlag, 1955; citato in Erhard Scheibe, ''Die Philosophie der Physiker'', C.H. Beck, 2007, [https://books.google.it/books?id=6aZKWtvte98C&pg=PA277 p. 277]. ISBN 3406547885</ref> *Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà. :''Was mich eigentlich interessiert, ist, ob Gott die Welt hätte anders machen können; das heißt, ob die Forderung der logischen Einfachheit überhaupt eine Freiheit lässt.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in E. Strauss, ''Assistant bei Albert Einstein'' in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 72. Citato in Max Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA124 p. 124]. ISBN 1400840872</ref> *[[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] a me ha dato più di qualunque scienziato, più di [[Carl Friedrich Gauss|Gauss]]. :''Dostojewski gives me more than any scientist, more than Gauss!''<ref group="fonte">{{en}} Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 185.</ref> [[File:Einstein1921 by F Schmutzer 2.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1921]] *È la teoria a decidere che cosa possiamo osservare.<ref group="fonte">1926; citato in Werner Heisenberg, ''Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti: 1920-1965'', p. 87; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 229. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *{{NDR|Riferito al [[modulor]] di [[Le Corbusier]]}} È una scala di proporzioni che rende difficile [produrre] il brutto e facile il bello.<ref>Altre fonti successive riportano che la citazione sia riferita, in realtà, alla [[sezione aurea]]. {{cfr}} AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 120, ISBN 9788858025857.</ref> :''It is a scale of proportions that makes the bad difficult and the god easy.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in [[Le Corbusier]], ''The Modulor and Modulor 2'', Springer Science & Business Media, 2004 (1954), [https://books.google.it/books?id=exnMTOE_t-EC&pg=PA58 p. 58]. ISBN 3764361883</ref> *Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà. :''Insofern sich die Sätze der Mathematik auf die Wirklichkeit beziehen, sind sie nicht sicher, und insofern sie sicher sind, beziehen sie sich nicht auf die Wirklichkeit.''<ref group="fonte">{{de}} Da ''Geometrie und Erfahrung'', versione estesa di una lezione tenuta presso l'Accademia Prussiana delle Scienze di Berlino, 27 gennaio 1921; riportata su ''[http://wikilivres.ca/wiki/Geometrie_und_Erfahrung Wikilivres.ca]''.</ref> *Ho pensato ai problemi [[Meccanica quantistica|quantistici]] cento volte di più che alla teoria della relatività generale.<ref group="fonte">Da una dichiarazione a Otto Stern; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 340. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *In considerazione di tale armonia nel cosmo, che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che [[Problema dell'esistenza di Dio|Dio non esiste]]. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni. :''In view of such harmony in the cosmos which I, with my limited human mind, am able to recognize, there are yet people who say there is no God. But what really makes me angry is that they quote me for the support of such views.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in [[Uberto di Löwenstein-Wertheim-Freudenberg]], ''Towards the Further Shore'', Victor Gollancz, Londra, 1968, p. 156; citato anche in M. Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA97 p. 97]. ISBN 1400840872</ref> *L'[[uomo|essere umano]] è una parte di quel tutto che noi chiamiamo "[[Universo]]", una parte limitata nello spazio e nel tempo. L'uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria [[coscienza]]. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l'unico scopo di un'autentica [[religione]]. Non per alimentare l'illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente. :''A human being is a part of the whole, called by us "Universe," a part limited in time and space. He experiences himself, his thoughts and feelings as something separate from the rest — a kind of optical delusion of his consciousness. The striving to free oneself from this delusion is the one issue of true religion. Not to nourish the delusion but to try to overcome it is the way to reach the attainable measure of peace of mind.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a Robert S. Marcus, 12 febbraio 1950; riportata su ''[http://www.lettersofnote.com/2011/11/delusion.html LettersofNote.com]''.</ref> *La consolante filosofia (o religione?) di [[Werner Heisenberg|Heisenberg]] e [[Niels Bohr|Bohr]] e così ben congegnata che, per il momento, offre ai suoi credenti un soffice cuscino di piume dal quale non è facile staccarli. E allora lasciamoceli riposare.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 31 maggio 1928; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 274. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *La musica di [[Mozart]] è così pura e bella che la considero un riflesso della bellezza interna dell'universo stesso. :''Mozarts Musik ist so rein und schön, dass ich sie als die innere Schönheit des Universums selbst ansehe.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in Armin Hermann, ''Albert Einstein'', Piper, München 1994; citato in Alice Calaprice, ''Einstein sagt'', Piper-Verlag, München, Zürich, 1996, p. 225. ISBN 3-492-03935-9</ref> *La parola Dio per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la [[Bibbia]] una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, per quanto sottile, può per me cambiare questo fatto. Per me la [[ebraismo|religione ebraica]], così come tutte le altre [[religione|religioni]], è una incarnazione delle più infantili superstizioni. :''The word God is for me nothing more than the expression and product of human weakness, the Bible a collection of honorable, but still purely primitive, legends which are nevertheless pretty childish. No interpretation, no matter how subtle, can change this for me. For me the Jewish religion like all other religions is an incarnation of the most childish superstition.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a Erik Gutkind, 3 gennaio 1954; riportata su ''[http://www.lettersofnote.com/2009/10/word-god-is-product-of-human-weakness.html Lettersofnote.com]''.</ref> *Quando mi domando come mai sia stato proprio io ad elaborare la teoria della relatività, la risposta sembra essere legata a questa particolare circostanza: un normale adulto non si preoccupa dei problemi dello spaziotempo, tutte le considerazioni possibili in merito alla questione sono già state fatte nella prima infanzia, secondo la sua opinione. Io, al contrario, mi sono sviluppato così lentamente che ho cominciato a interrogarmi sullo spazio e sul tempo solo dopo essere cresciuto e di conseguenza ho studiato il problema più a fondo di quanto un normale bambino avrebbe fatto. :''When I ask myself how it happened that I in particular discovered the relativity theory, it seems to lie in the following circumstance. The normal adult never bothers his head about spacetime problems. Everything there is to be thought about it, in his opinion, has already be done in early childhood. I, on the contrary, developed so slowly that I only began to wonder about space and time only when I was already grown up. In consequence I probed deeper into the problem than an ordinary child would have done.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in Carl Seelig, ''Albert Einstein: A Documentary Biography'', Staples Press, 1956, pp. 70-71; citato in Jürgen Neffe, ''Einstein: A Biography'', traduzione di Shelley Frisch, Macmillan, 2007, [https://books.google.it/books?id=B8K6n177ZwcC&pg=PA27 p. 27]. ISBN 1429997389</ref> *{{NDR|A [[Erwin Schrödinger]]}} Sei l'unica persona con cui mi piace avere discussioni. Quasi tutti passano dalla teoria ai fatti, e non dai fatti alla teoria. Le persone sono incapaci di uscire dall'insieme dei concetti ammessi e continuano a girarci intorno in modo grottesco. :''You are the only person with whom I am actually willing to come to terms. Almost all the other fellow do not look from the facts to the theory but from the theory to the facts; they cannot extricate themselves from a once accepted conceptual net, but only flop about in it in a grotesque way.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]] del 1935, a proposito di una discussione in merito all'[[interpretazione di Copenaghen]]; citato in Walter John Moore, ''A Life of Erwin Schrödinger'', Cambridge University Press, 1994, [https://books.google.it/books?id=n6XZlrJxgFkC&pg=PA217 p. 217]. ISBN 0521469341</ref> *{{NDR|Gli [[ateismo|atei]] fanatici}} Sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro il tradizionale "oppio dei popoli" – non sopportano la musica delle sfere. :''They [fanatical atheists] are like slaves who are still feeling the weight of their chains which they have thrown off after hard struggle. They are creatures who—in their grudge against the traditional "opium for the people"—cannot bear the music of the spheres.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a un destinatario non identificato, 7 agosto 1941; Archivio Einstein 54-927; citato in Max Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA97 p. 97]. ISBN 1400840872</ref> *Sono sicuro che è più facile imparare la [[matematica]] che non il [[baseball]].<ref group="fonte">Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', ''Dalai Editore'', 1992, p. 56. ISBN 88-8598-826-2</ref><br />Sono sicuro che lei imparerebbe la matematica prima che io possa imparare il baseball.<ref>Come racconta lo stesso [[Moe Berg]] nella sua biografia ''Moe Berg: Athlete, Scholar, Spy'', nel settembre del 1941 sull<nowiki>'</nowiki>''Atlantic Monthly'' venne pubblicato un suo articolo, ''[http://www.loa.org/images/pdf/Berg_Pitchers_Catchers.pdf Pitchers and Catchers]'' (''Lanciatori e ricevitori''), successivamente nel dicembre 1946 Pocket Books raccolse alcuni articoli pubblicati sull'''Atlantic Monthly'' e tra gli articoli selezionati vi era sia quello di Berg, sia un saggio di Einstein sulla bomba atomica (probabilmente ''Atomic War or Peace'' del novembre 1945). Quando Berg andò a trovare Einstein nella sua casa a Princeton, lo scienziato gli disse: «Ho letto la sua storia sul magazine, Signor Berg. Mi insegni a ricevere, e io le insegnerò la matematica.» («''I've read your story in the magazine, Mr Berg. You teach me to catch and I'll teach you mathematics.''») Nel libro l'aneddoto si conclude così ma Berkow nel suo articolo ne riporta la continuazione. Einstein infatti poco dopo disse: «Oh lasci stare, sono sicuro che lei imparerebbe la matematica prima che io possa imparare il baseball.» («''But let's forget about it, beacuse I'm sure you'd learn mathematics faster I'd learn baseball.''») {{Cfr}}:<br /> *{{en}} Nicholas Dawidoff, ''The Catcher Was a Spy: The Mysterious Life of Moe Berg'', Knopf Doubleday Publishing Group, 2011, [https://books.google.it/books?id=kAHo0DTDC_UC&pg=PA250 p. 250]. ISBN 0307807096<br /> *{{en}} Harold U. Ribalow e Meir Z. Ribalow, ''The Growing Legend of Moe Berg '23'', ''Princeton Alumni Weekly'', 1 giugno 1984, [https://books.google.it/books?id=GhJbAAAAYAAJ&pg=RA17-PA30 p. 30].</ref> :[...] ''I'm sure you'd learn mathematics faster I'd learn baseball.''<ref group="fonte">{{en}} Aneddoto riportato da [[Moe Berg]] e citato da [[Ira Berkow]] in ''[https://news.google.com/newspapers?nid=1356&dat=19770519&id=AYlPAAAAIBAJ&sjid=ogUEAAAAIBAJ&pg=7023,5035611&hl=it Moe Berg: Not a n-Of-The-Mill Ball Player]'', ''Ocala Star-Banner'', 19 maggio 1977.</ref> ===''Pensieri di un uomo curioso''=== *Conosco ormai l'incostanza di tutti i rapporti umani e ho imparato a isolarmi dal freddo e dal caldo in modo da garantirmi comunque un buon equilibrio termico.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 10 marzo 1917; Archivio Einstein 39-680.</ref> (p. 29) *Personalmente ho provato il piacere più grande a contatto con le [[opera d'arte|opere d'arte]]. Mi danno una felicità che non riesco a trovare altrove.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 184.</ref> (p. 30) *Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la [[Germania]] dirà che sono tedesco e la [[Francia]] che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse essere sbagliata, la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.<ref group="fonte">Da un discorso in Sorbona alla Società filosofica francese, 6 aprile 1922; riportato dalla stampa francese, 7 aprile 1922, Archivio Einstein 36-378; riportato in ''Berliner Tageblatt'', 8 aprile 1922, Archivio Einstein 79-535.</ref> (p. 31) *Per punirmi del mio disprezzo per l'[[autorità]], il destino ha fatto di me un'autorità.<ref group="fonte">Aforisma per un amico, 18 settembre 1930; Archivio Einstein 36-598; citato in [[Banesh Hoffmann]], ''Albert Einstein: Creator and Rebel'', Viking, New York, 1972, p. 24.</ref> (p. 31) *Non mi preoccupo mai del [[futuro]], arriva sempre abbastanza presto.<ref group="fonte">Aforisma del 1945 o 1946, Archivio Einstein 36-570.</ref> (p. 34) *Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente [[curiosità|curioso]].<ref group="fonte">Da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952, Archivio Einstein 39-013.</ref> (p. 34) *Se tornassi giovane e dovessi decidere come guadagnarmi la vita, non cercherei di diventare uno scienziato, uno studioso o un insegnante. Sceglierei piuttosto di fare l'idraulico o lo straccivendolo, nella speranza di trovare un minimo di indipendenza, quel poco che nelle attuali circostanze è ancora possibile.<ref group="fonte">Al ''Reporter Magazine'', 18 novembre 1953; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 613.</ref> (p. 36) *Dio mi ha dato la cocciutaggine di un [[mulo]] e il fiuto di un buon segugio.<ref group="fonte">Citato in G.J. Whitrow, ''Einstein: The Man and His Achievement'', Dover, New York, 1967.</ref> (p. 37) *Quando rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra quasi che il dono della [[fantasia]] mi sia servito più della capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.<ref group="fonte">Ricordato da un amico in occasione del centenario dalla nascita di Einstein, 18 febbraio 1979; citato in ''Einstein and the Humanities'', a cura di Dennis P. Ryan, Greenwood Press, New York, 1987, p. 125.</ref> (p. 37) [[File:Niels Bohr Albert Einstein2 by Ehrenfest.jpg|thumb|Niels Bohr con Albert Einstein]] *{{NDR|A [[Niels Bohr]]}} Poche volte una persona mi ha dato tanta gioia con la sua sola presenza com'è stato il Suo caso.<ref group="fonte">Da una lettera a Niels Bohr, 2 maggio 1920; Archivio Einstein 8-065.</ref> (p. 45) *[[Niels Bohr|Bohr]] è stato qui e sono innamorato di lui quanto te. È come un fanciullo sensibilissimo che si muove in questo mondo in una specie di trance.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 4 maggio 1920; Archivio Einstein 9-486. Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 314.</ref> (p. 46) *{{NDR|Su [[Niels Bohr]]}} È veramente un genio [...]. Ho una fiducia totale nel suo modo di pensare.<ref group="fonte">Da una lettera a Paul Ehrenfest, 23 marzo 1922; Archivio Einstein 10-035.</ref> (p. 46) *{{NDR|Su [[Niels Bohr]]}} Esprime le sue opinioni come se brancolasse perennemente nel buio, e mai come chi crede di essere in possesso della verità definitiva.<ref group="fonte">Da una lettera a Bill Becker, 20 marzo 1954; Archivio Einstein 8-109.</ref> (p. 46) *Non credo che la signorina [[Marie Curie|Curie]] sia assetata di potere o di alcunché. È una persona senza pretese e onesta che ha avuto più responsabilità e fatiche del dovuto. Ha un'intelligenza scintillante ma nonostante la sua natura passionale non è tanto carina da rappresentare un pericolo per chicchessia.<ref>A proposito della presunta relazione extraconiugale tra Marie Curie e il fisico francese [[Paul Langevin]], sposato. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 47.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a Heinrich Zangger, 7 aprile 1911; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 303.</ref> (pp. 46 -47) *La signora [[Marie Curie|Curie]] è molto intelligente ma fredda come un'aringa, intendendo con ciò che è assolutamente priva di sentimenti di gioia e di tristezza. Forse l'unico modo in cui esprime i propri sentimenti è quando si scaglia contro le cose che non le piacciono.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Elsa Einstein|Elsa Löwenthal]], 11? agosto 1913; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 465.</ref> (p. 47) *{{NDR|Su [[Sigmund Freud]]}} Il vecchio aveva [...] una visione acutissima: non si lasciava cullare dalle illusioni se non da una fiducia eccessiva nelle proprie idee.<ref group="fonte">Dalla lettera a A. Bacharach; 25 luglio 1949; Archivio Einstein 57-629.</ref> (p. 48) *Credo che [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] abbia avuto la visione più illuminata di tutti i politici del nostro tempo. Dovremmo sforzarci di operare nel suo spirito; di non usare la violenza nel combattere per la nostra causa e di rifiutarci di partecipare a qualsiasi iniziativa che noi crediamo sia volta al male.<ref group="fonte">Dal ''New York Times'', 19 giugno 1950; citato anche in [[Abraham Pais]], ''Einstein Lived Here'', Oxford University Press, Oxford, 1982, p. 110.</ref> (pp. 49-50) *[[Mahatma Gandhi|Gandhi]], il più grande genio politico del nostro tempo [...] ha dimostrato di quali sacrifici è capace l'uomo quando abbia trovato la via giusta.<ref group="fonte">Dalla lettera al congresso delle nazioni asiatiche per la confederazione mondiale, novembre 1952; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 584.</ref> (p. 50) *Il fenomeno [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] è il risultato di una straordinaria forza intellettuale e morale, unita a grande abilità politica e a circostanze eccezionali.<ref group="fonte">Nel 1953; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 594.</ref> (p. 50) *{{NDR|Su [[Johann Wolfgang von Goethe]]}} Sento in lui un certo atteggiamento di condiscendenza nei confronti del lettore, una certa mancanza di quell'umile dedizione che, soprattutto, nei grandi uomini, ci è di tanto conforto.<ref group="fonte">Dalla lettera a L. Caspar, 9 aprile 1932; Archivio Einstein 49-380.</ref> (p. 50) *{{NDR|Su [[Heike Kamerlingh Onnes]]}} Si è conclusa una vita che rimarrà sempre modello per le future generazioni [...]. Non ho conosciuto nessun altro per cui il dovere e la gioia erano la stessa e identica cosa. È questa la ragione della sua vita armoniosa.<ref group="fonte">Dalla lettera alla vedova del fisico olandese, 25 febbraio 1926; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, pp. 263-264.</ref> (p. 51) *La cosa più importante della filosofia di [[Immanuel Kant|Kant]], mi sembra, sono le sue categorie a priori che servono anche per costruire la scienza.<ref group="fonte">Durante un dibattito alla Société française de Philosophie, luglio 1922; riportato in ''Bulletin de la Société française de Philosophie'', n. 22, 1922; ripubblicato in ''Nature'', n. 112, 1923, p. 253.</ref> (p. 51) *Al di fuori della Russia [[Lenin]] e [[Friedrich Engels|Engels]] non sono ovviamente dei pensatori scientifici apprezzati e non potrebbe interessare a nessuno confutarli come tali. Può darsi che lo stesso sia in Russia, ma lì nessuno si azzarda a dirlo.<ref group="fonte">Dalla lettera a K.R. Leistner, 8 settembre 1932; Archivio Einstein 50-877.</ref> (p. 53) *[[Hendrik Lorentz|Lorentz]] è una meraviglia di intelligenza e ha un tatto squisito. Un'opera d'arte vivente! A mio avviso era il più intelligente tra i teorici presenti {{NDR|al Congresso Solvay di Bruxelles}}.<ref group="fonte">Dalla lettera a Heinrich Zangger, novembre 1911; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 305.</ref> (p. 53) *La mia sensazione di inferiorità intellettuale nei Suoi confronti non riesce a rovinare la grande delizia delle nostre conversazioni, soprattutto perché la Sua benevolenza paterna verso tutti noi ci trattiene dal piombare nello sconforto.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Hendrik Lorentz]], 18 febbraio 1912; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 360.</ref> (pp. 53-54) *La gente non si rende conto di quale grande influenza abbia avuto [[Hendrik Lorentz|Lorentz]] sullo sviluppo della fisica. Non possiamo immaginare come sarebbe andata se egli non avesse dato tanti contributi impareggiabili.<ref group="fonte">Citato da Robert Shankland in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 39.</ref> (p. 54) *Era così forte in lui il piacere immediato di vedere e capire – l'''amor dei intellectualis'' di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] – che fino in tarda età ha guardato il mondo con gli occhi curiosi di un bambino, continuando a trovare gioia e appagamento nel capire i nessi tra le cose.<ref group="fonte">Dal necrologio per [[Ernst Mach]]; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 6, doc. 29.</ref> (p. 54) *[[Ernst Mach|Mach]] era un ottimo studioso della meccanica, ma un pessimo filosofo.<ref group="fonte">Nel 1922; citato in ''Bulletin de la Société française de Philosophie'', n. 22, 1922; ripubblicato in ''Nature'', n. 112, 1923, p. 253.</ref> (p. 55) *Penso sempre a [[Albert Abraham Michelson|Michelson]] come all'artista della scienza. Sembrava trarre la massima gioia dalla bellezza dell'esperimento in sé e dall'eleganza del metodo utilizzato.<ref group="fonte">Dalla lettera a Robert Shankland, 17 settembre 1953; Archivio Einstein 17-203.</ref> (p. 55) *{{NDR|Su [[Isaac Newton]]}} Le sue idee lungimiranti e grandiose conserveranno per tutti i tempi il loro significato unico; su di esse si basa l'intero edificio dei nostri concetti nell'ambito delle scienze della natura.<ref group="fonte">Dalla dichiarazione al ''Times'' di Londra, 28 novembre 1919.</ref> (p. 55) *Per me, i più grandi geni sono stati [[Galileo Galilei|Galileo]] e Newton. In un certo senso mi sembrano formare un'unità nella quale è stato Newton a compiere l'impresa più prodigiosa in campo scientifico.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 40.</ref> (p. 55) *{{NDR|Su [[Isaac Newton]]}} Nella stessa persona erano riuniti lo sperimentatore, il teorico, l'artigiano e, in misura non minore, il maestro nell'arte di esporre.<ref group="fonte">Dall'introduzione a Isaac Newton, ''Opticks'', edizione McGraw-Hill, 1932.</ref> (p. 56) *Come sarebbe diverso, e come sarebbe meglio per l'umanità se ci fosse più gente come lui [...]. Sembra che in ogni tempo e su ogni continente le personalità più eccelse siano costrette a stare in disparte, incapaci di influenzare gli avvenimenti del mondo.<ref group="fonte">Dalla lettera alla vedova di [[Max Planck]], 10 novembre 1947; Archivio Einstein 19-406.</ref> (p. 57) *{{NDR|Su [[Max Planck]]}} Era una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto [...] ma non capiva proprio niente di fisica perché durante l'eclissi del 1919, è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se sarebbe stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazione. Se avesse capito davvero {{NDR|la teoria della relatività}}, avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto.<ref group="fonte">Citato in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 275.</ref> (p. 57) *In qualsiasi momento quest'uomo ci avesse lasciato, avremmo provato un senso di perdita irreparabile [...]. Possa egli avere un'influenza duratura sul cuore e sulla mente degli uomini!<ref group="fonte">Dalla dichiarazione alla morte di [[Franklin Delano Roosevelt]] in ''Aufbau'', New York, 27 aprile 1945.</ref> (p. 58) *La lucidità, la convinzione e l'imparzialità che nei Suoi libri Lei applica alle questioni logiche, filosofiche e umane non hanno parallelo nella nostra generazione.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Bertrand Russell]], 14 ottobre 1931; Archivio Einstein 33-155, 75-544; citato anche in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 369.</ref> (p. 58) *{{NDR|Sulle polemiche seguite al conferimento di un incarico accademico a [[Bertrand Russell]] alla City University di New York}} I grandi spiriti hanno sempre incontrato la violenta ostinazione delle menti mediocri. La mente mediocre è incapace di comprendere chi, rifiutando di inchinarsi ciecamente ai pregiudizi convenzionali, scelga invece di esprimere le proprie opinioni con coraggio e onestà.<ref group="fonte">Citato nel ''New York Times'', 13 marzo 1940. Citato in Paul Edwards, ''Come fu vietato a Bertrand Russell l'insegnamento al "City College" di New York'', 1957.</ref> (pp. 58-59) *{{NDR|Su [[Albert Schweitzer]]}} È l'unico occidentale che abbia avuto sull'attuale generazione un'influenza morale paragonabile a quella di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]]. Come nel caso di Gandhi, la portata della sua influenza è dovuta soprattutto all'opera esemplare alla quale ha dedicato la vita.<ref group="fonte">Da una dichiarazione inedita del 1953 destinata in origine al libro ''Mein Weltbild'' (''Come io vedo il mondo''); citato in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 296.</ref> (p. 59) *[[Baruch Spinoza|Spinoza]] è una delle personalità più profonde e pure che la nostra stirpe ebraica abbia mai prodotto.<ref group="fonte">Da una lettera del 1946; citato in Friedrich Dürrenmatt, ''Albert Einstein: Ein Vortag'', Diogenes, Zurigo, 1979, p. 22.</ref> (p. 59) *Rimane per molti versi il primo profeta del nostro tempo [...]. Non c'è oggi nessuno che abbia il profondo discernimento e la forza morale di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]].<ref group="fonte">Dall'intervista ''Peace Must Be Waged'', ''Survey Graphic'', agosto 1934; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 261.</ref> (p. 59) *{{NDR|Su [[Chaim Weizmann]]}} L'eletto del popolo eletto.<ref group="fonte">Dalla lettera a Chaim Weizmann, 27 ottobre 1923; Archivio Einstein 33-366.</ref> (p. 60) *[Il [[sionismo]]] è un nazionalismo il cui obiettivo non è il potere ma la dignità.<ref group="fonte">Da un articolo sul ''New York Times Magazine'', 12 marzo 1944; Archivio Einstein 29-102.</ref> (p. 65) *La maggior parte degli insegnanti perdono tempo a fare domande che mirano a scoprire ciò che l'alunno ''non'' sa, mentre la vera arte del fare domande mira a scoprire ciò che l'alunno sa o che è capace di sapere.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 65.</ref> (p. 69) *È per me una grande gioia avere un figlio che ha ereditato il tratto principale del mio carattere: la capacità di elevarsi al di sopra della mera esistenza e di sacrificarsi a lungo per uno scopo che la trascende. Questo è il modo migliore, anzi l'unico attraverso il quale riusciamo a renderci indipendenti dalla nostra sorte individuale e dagli altri esseri umani.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Hans Albert Einstein]]], 1° maggio 1954; citato in Roger Highfield e Paul Carter, ''The Private Lives of Albert Einstein'', Faber and Faber, Londra, 1993, p. 258.</ref> (p. 80) *La [[Germania]] ha avuto la sventura di venir avvelenata prima dalla ricchezza e poi dalla povertà.<ref group="fonte">Aforisma del 1923; Archivio Einstein 36-591.</ref> (p. 82) *Mi sento talmente parte di tutto ciò che vive che non m'importano per niente l'inizio e la fine dell'esistenza concreta di una singola persona in questo flusso eterno.<ref group="fonte">Da una lettera a Hedwig Born, moglie di [[Max Born]], 18 aprile 1920; Archivio Einstein 31-475; citato in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 36.</ref> (p. 86) *La nostra [[morte]] non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.<ref group="fonte">Da una lettera alla vedova di [[Heike Kamerlingh Onnes]], 25 febbraio 1926; Archivio Einstein 14-389.</ref> (p. 87) *A chi è piegato dall'età, la [[morte]] verrà come un sollievo. Lo sento molto fortemente ora che sono arrivato io stesso alla vecchiaia, e a considerare la morte come un vecchio debito che è giunto il momento di pagare. Ma istintivamente, facciamo di tutto per ritardare quest'ultimo adempimento. Così la natura si diverte a giocare con noi.<ref group="fonte">Da una lettera a un amico nel 1954 o 1955; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 616.</ref> (p. 88) *{{NDR|Ogni tentativo di liberare le grandi forze della materia}} è un po' come sparare agli uccelli di notte in un posto dove gli uccelli sono rarissimi.<ref group="fonte">Da una conferenza stampa del 1935; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 290.</ref> (p. 90) {{NDR|[[ultime parole famose]]}} *Non è degno di una grande nazione stare a guardare mentre piccoli paesi dalla grande cultura vengono distrutti con cinico disprezzo.<ref group="fonte">Da un messaggio a un raduno per la pace al [[Madison Square Garden]], New York, 5 aprile 1938; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 279.</ref> (p. 91) *La forza organizzata si può combattere soltanto con la forza organizzata. Per quanto ciò mi dispiaccia moltissimo, non c'è altro modo.<ref group="fonte">Da una lettera a uno studente pacifista, 14 luglio 1941; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 319.</ref> (p. 91) *Finché ci saranno gli uomini, ci saranno le [[guerra|guerre]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Philippe Halsmann]], 1947.</ref> (p. 94) *Se ha successo {{NDR|il tentativo di produrre una [[bomba all'idrogeno]]}}, l'avvelenamento radioattivo dell'atmosfera e quindi la distruzione di qualsiasi vita sulla terra rientrerà nell'ambito di ciò che è tecnicamente fattibile.<ref group="fonte">Da una trasmissione televisiva di [[Eleonor Roosevelt]], 13 febbraio 1950; ristampato in ''Ideas and Opinions'', Crown, New York, 1954, pp. 159-161.</ref> (p. 95) *Dal mio punto di vista, uccidere in [[guerra]] non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.<ref group="fonte">Citato nella rivista giapponese ''Kaizo'', autunno 1952.</ref> (p. 95) *Ho fatto un errore, nella vita, quando ho firmato quella lettera {{NDR|''[[Lettera Einstein-Szilárd]]''}} al presidente [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] chiedendo che venisse costruita la bomba atomica. Ma forse mi si potrà perdonare: infatti tutti noi eravamo convinti che fosse altamente probabile che i tedeschi riuscissero a costruirla, e a usarla per diventare la razza padrona.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Linus Pauling]], ricopiata dal proprio diario; citato nell'''A&E Television Einstein Biography'', VPI International, 1991; citato anche da Ted Morgan in ''FDR'', Simon and Schuster, New York, 1985.</ref> (p. 97) *Chi ha cari i valori della [[cultura]] non può non essere pacifista.<ref group="fonte">Da un manuale sul pacifismo, ''Die Friedensbewegung'', 1922.</ref> (p. 98) *Il mio [[pacifismo]] è un sentimento istintivo, un sentimento che mi abita perché l'omicidio è ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.<ref group="fonte">A Paul Hutchinson, direttore del ''Christian Century'', luglio 1929; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 98.</ref> (p. 99) *Non sono mai stato [[comunismo|comunista]], ma se lo fossi stato non me ne vergognerei.<ref group="fonte">Da una lettera a Lydia B. Hewes, 10 luglio 1950; Archivio Einstein 59-984.</ref> (p. 105) *Tutto è determinato [...] da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Lo è per l'insetto come per le stelle. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.<ref group="fonte">Dal ''Saturday Evening post'', 26 ottobre 1929; citato in Ronald W. Clark, ''Einstein: The Life and Times'', Cromwell, New York, 1971, pp. 346-347.</ref> (p. 110) *Credo nel [[Dio]] di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani.<ref group="fonte">Da un telegramma a un giornale ebraico, 1929.</ref> (p. 110) *Esiterei a dire che saranno la [[filosofia]] e la ragione a guidare le azioni umane in un futuro prevedibile; comunque rimarranno, come sempre un bellissimo santuario per gli eletti.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Benedetto Croce]], 7 giugno 1944; Archivio Einstein 34-075; citato in [[Abraham Pais]], ''Einstein Lived Here'', Oxford University Press, Oxford, 1982, p. 122.</ref> (p. 116) *Leggo spesso la [[Bibbia]], ma il suo testo originale mi è rimasto inaccessibile.<ref>Riferito al fatto che non conosceva l'ebraico. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 116.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a H. Friedmann, 2 settembre 1945.</ref> (p. 116) *Non cerco di immaginare un [[Dio]]; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.<ref group="fonte">Da una lettera a S. Flesch, 19 aprile 1954; Archivio Einstein 30-1154.</ref> (p. 119) *Senza un contatto con la scienza l'[[epistemologia]] diventa uno schema vuoto. La scienza senza epistemologia, se pure la si può concepire, è primitiva e confusa.<ref group="fonte">Da ''Reply to Criticism''; in ''Albert Einstein: Philosopher-Scientist'', a cura di Paul Schilpp, Library of Living Philosophers, Evanston, 1949, p. 684.</ref> (p. 120) *Non è come se tutta la [[filosofia]] fosse scritta con il miele? A prima vista, sembra chiara, ma quando la si guarda di nuovo, è scomparsa e resta solo la pappa.<ref group="fonte">Citato in Ilse Rosenthal-Schneider, ''Reality and Scientific Truth'', Wayne State University Press, Detroit, 1980, p. 90.</ref> (p. 120) *La mia [[religione]] consiste in una umile ammirazione dello spirito superiore e infinito, il quale si rivela nei dettagli minuti che riusciamo a percepire con le nostre menti fragili e deboli. Ecco la mia idea di [[Dio]], la convinzione profondamente emotiva della presenza di una razionalità suprema che si rivela nell'universo incomprensibile.<ref group="fonte">Citato nel necrologio del ''New York Times'', 19 aprile 1955.</ref> (p. 121) *Più la teoria dei [[Meccanica quantistica|quanti]] ha successo e più sembra una sciocchezza.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 20 maggio 1912.</ref> (p. 123) *In tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è giusta!<ref>In risposta alla domanda di uno studente su cosa avrebbe detto se la teoria della relatività generale non fosse stata confermata dalle misurazioni astronomiche. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 124.</ref><ref group="fonte">Nel 1919, Archivio Einstein 33-257.</ref> (p. 124) *Il Signore è sottile, ma non malizioso.<ref>Einstein era a Princeton per una serie di conferenze e aveva sentito dire che un risultato sperimentale (poi rivelatosi sbagliato) contraddiceva la sua teoria gravitazionale. La frase è stata variamente interpretata per alcuni significa che la natura, con quel suo essere sottile, nasconde i propri segreti; per altri che la natura può giocare brutti scherzi ma non bara. La frase è stata poi incisa sul caminetto del salotto della facoltà di fisica. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 125.</ref><ref group="fonte">Da una battuta rivolta a Oscar Veblen alla Princeton University nel maggio 1921.</ref> (p. 125) :''Raffiniert ist der Herr Gott, aber boshaft ist Er nicht.'' *La [[natura]] nasconde i propri segreti perché è sublime, non perché imbroglia.<ref group="fonte">Aforisma scritto a mano in tedesco; citato in [[Philipp Frank]], ''Einstein: His Life and Times'', Knopf, New York, 1947, p. 190.</ref> (p. 126) *Ero seduto nell'Ufficio brevetti a Berna quando all'improvviso mi ritrovai a pensare: se una persona cade liberamente, non avverte il proprio peso. Sobbalzai. Questo pensiero semplice mi colpì profondamente e mi spinse verso una teoria della gravitazione.<ref group="fonte">Dalla Conferenza di Kyoto; citato in J. Ishiwara, ''Einstein Koen-Roku'', Tokyo, 1977.</ref> (p. 126) *Lo [[scienziato]] trova la sua ricompensa in ciò che [[Henri Poincaré]] chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte.<ref group="fonte">Dall'epilogo a [[Max Planck]], ''Where Is Science Going?'', Norton, New York, 1932, p. 211.</ref> (p. 128) *Ho imparato una cosa nella mia lunga vita, e cioè che rispetto alla realtà tutta la nostra [[scienza]] è primitiva e infantile, eppure è la cosa più preziosa che abbiamo.<ref group="fonte">Citato in [[Banesh Hoffmann]], ''Albert Einstein: Creator and Rebel'', Viking, New York, 1972, p. V.</ref> (p. 136) *Dalla teoria della relatività consegue che la massa e l'energia sono entrambe manifestazioni diverse di una stessa cosa, una visione abbastanza insolita per la persona media. Inoltre, ''[[E=mc²|E = mc<sup>2</sup>]]'' in cui l'energia è uguale alla massa moltiplicata per la velocità della luce al quadrato, ha mostrato che una piccolissima quantità di massa può convertita in una grandissima quantità di energia... cioè che la massa e l'energia sono di fatto equivalenti.<ref group="fonte">Letto in pubblico, filmato ed inserito nel film su Einstein prodotto dalla Nova Television, 1979. [https://history.aip.org/history/exhibits/einstein/sound/voice1.mp3 Audio originale] disponibile su ''History.aip.org''.</ref> (p. 137) *I bambini non danno retta all'esperienza dei genitori e le nazioni ignorano la storia. Le brutte [[lezione|lezioni]] vanno sempre imparate da capo.<ref group="fonte">Aforisma scritto il 12 ottobre 1923; Archivio Einstein 36-589.</ref> (p. 138) *Non si può insegnare a un [[gatto]] a non cacciare gli uccellini.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Florence Schneller]], 9 marzo 1936; Archivio Einstein 51-756.</ref> (p. 139) *La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.<ref group="fonte">Dalla lettera a E. Mulder, aprile 1954; Archivio Einstein 60-609.</ref> (p. 140) *Se non c'è un prezzo da pagare, allora non ha valore.<ref group="fonte">Aforisma scritto il 20 giugno 1927; Archivio Einstein 36-582.</ref> (p. 141) *Soltanto una [[vita]] vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere.<ref group="fonte">Dalla risposta alla domanda dei redattori di ''Youth'', citato nel ''New York Times'', 20 giugno 1932.</ref> (p. 141) *Una [[vita]] che miri principalmente a soddisfare i desideri personali conduce prima o poi a un'amara [[delusione]].<ref group="fonte">Da una lettera a L. Lee, 16 gennaio 1954.</ref> (p. 142) *L'[[amore]] porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.<ref group="fonte">Da una lettera a Marie Winteler, 21 aprile 1986.</ref> (p. 145) *Sono convinto che alcune attività politiche e sociali delle organizzazioni cattoliche siano pregiudizievoli e perfino pericolose per la comunità nel suo insieme, qui e ovunque. Citerò soltanto la lotta contro il controllo delle nascite in un'epoca in cui la [[sovrappopolazione]] è diventata in vari paesi una seria minaccia alla salute della gente e un grave ostacolo a ogni tentativo di organizzare la pace sul pianeta.<ref group="fonte">Nel 1954 a un lettore del ''Brooklyn Tablet'', che si domandava se l'opinione di Einstein su questo tema fosse citata correttamente.</ref> (p. 148) *Non fate mai nulla contro la vostra [[coscienza morale|coscienza]], anche se è lo Stato a chiedervelo.<ref group="fonte">Citato nel necrologio della ''Saturday Review'', 30 aprile 1955.</ref> (p. 148) *La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La [[curiosità]] esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità.<ref group="fonte">Archivio Einstein 38-228.</ref> (p. 149) *La [[curiosità]] è una piantina delicata che, a parte gli stimoli, ha bisogno soprattutto di libertà.<ref group="fonte">Da un ricordo personale di William Miller citato in ''Life'', 2 maggio 1955.</ref> (p. 149) *Quando le donne stanno a casa, si attaccano ai loro mobili [...] continuano a spostarli e a risistemarli. Quando viaggio con una donna, sono l'unico mobile di cui dispone e per tutto il giorno non riesce a impedirsi di spostarmi e di sistemarmi qualcosa.<ref group="fonte">Citato in [[Philipp Frank]], ''Einstein: His Life and Times'', Knopf, New York, 1947, p. 126.</ref> (p. 150) *Mi fa orrore quando una bella [[intelligenza]] è abbinata a una personalità ripugnante.<ref group="fonte">Da una lettera a Jakob Laub, 19 maggio 1909.</ref> (p. 152) *Tutte le grandi conquiste scientifiche nascono dalla conoscenza intuitiva, vale a dire da [[Assioma|assiomi]] a partire dai quali si fanno delle deduzioni [...]. L'[[intuizione]] è la condizione necessaria per la scoperta di questi assiomi.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 180.</ref> (p. 153) *Ho sempre amato la [[solitudine]], una caratteristica che tende ad accentuarsi con l'età.<ref group="fonte">Da una lettera a E. Marangoni, 1° ottobre 1952; Archivio Einstein 60-406.</ref> (p. 153) *La [[senilità|vecchiaia]] ha i suoi momenti belli.<ref group="fonte">A Margot Einstein; citato in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 298.</ref> (p. 154) *Il [[matrimonio]] è il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di duraturo.<ref group="fonte">Citato da [[Otto Nathan]], 10 aprile 1982 in un'intervista pubblicata in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 80.</ref> (p. 157) *Il [[matrimonio]] non è altro che una schiavitù travestita da civiltà.<ref group="fonte" name=einhaus>Citato anche in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 159.</ref> (p. 157) *Il [[matrimonio]] fa sì che due persone si trattino come oggetti di proprietà e non più come esseri umani liberi.<ref group="fonte" name=einhaus/> (p. 157) *{{NDR|Sul [[proibizionismo]]}} Non bevo, quindi per me fa lo stesso.<ref group="fonte">Durante una conferenza stampa all'arrivo a New York, 1930; incluso nell'''A&E Television Einstein Biography'', VPI International 1991 e nel film su Einstein prodotto da Nova Television, 1979.</ref> (p. 162) *Ho sempre mangiato la [[carne]] con un pizzico di cattiva coscienza.<ref group="fonte">Agosto 1953; Archivio Einstein 60-058.</ref> (p. 165) *È difficile sapere cosa sia la [[verità e bugia|verità]], ma a volte è molto facile riconoscere una [[verità e bugia|falsità]].<ref group="fonte">Da una lettera a Jeremiah McGuire, 24 ottobre 1953; Archivio Einstein 60-483.</ref> (p. 166) {{int|Aggiunte nelle successive edizioni della versione in lingua inglese|Da ''Ultimate Quotable Einstein'', 2010|h=4}} [[File:Albert Einstein and Charlie Chaplin - 1931.jpg|thumb|«''Persino Chaplin mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio.''»]] *Persino [[Charlie Chaplin|Chaplin]] mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio. (1931?)<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Even Chaplin looks at me like I'm some kind of exotic creature and doesn't know what to make of me. In my room he acted as if he were being brought into a temple.''<ref group="fonte">{{en}} Ricordato da [[Konrad Wachsmann]]; citato in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 145.</ref> (p. 116) *[[Immanuel Kant|Kant]] è una specie di autostrada con tante, tante pietre miliari. Poi arrivano tutti i cagnolini e ognuno deposita il suo contributo alle pietre miliari.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Kant is sort of a highway with lots and lots of milestones. Then all the little dogs come and each deposits his contribution at the milestones.''<ref group="fonte">{{en}} Frase detta a [[Ilse Rosenthal-Schneider]], 15 settembre 1919.</ref> (p. 129) *La [[sfortuna]] si adatta incommensurabilmente bene al genere umano: meglio del successo.<ref group="fonte" name=laRepubblica>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/16/chaplin-mi-guarda-come-fossi-una-bestia.html Chaplin mi guarda come se fossi una bestia rara]'', ''la Repubblica'', 16 dicembre 2010.</ref> :''Misfortune suits minkind immeasurably better than success.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 24 dicembre 1909.</ref> (p. 174) *Le [[persona|persone]] sono come le [[bicicletta|biciclette]]: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''People are like bicycles. They can keep their balance only as long as they keep moving.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera al figlio [[Eduard Einstein]], 5 febbraio 1930; Archivio Einstein 75-590.</ref> (p. 176) *L'uomo è nato per odiare in misura quasi maggiore d'amare: e l'[[odio]] non si stanca di afferrare qualsiasi situazione disponibile.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Man is born to hate in almost higher measure than to love, and hate does not tire in taking grasp of any aviable situation.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Hans Muesham]], 3 aprile 1946; Archivio Einstein 38-352.</ref> (p. 183) *Bisogna spartire il proprio tempo tra la politica e le equazioni. Ma per me, le nostre [[equazione|equazioni]] sono molto più importanti, perché la politica è per il presente, ma le nostre equazioni sono per l'eternità.<ref group="fonte">{{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 108.</ref><ref group="fonte">{{cfr}} AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 30. ISBN 9788858025857</ref> :''One must divide one's time between politics and equations. But our equations are much more important to me, because politics is for the present, while our equations are for eternity.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in E. Strauss, ''Assistant bei Albert Einstein'' in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 71.</ref> (p. 308) *{{Ancora|veg|Benché sia stato impedito da circostanze esterne ad osservare una dieta strettamente [[vegetarianismo|vegetariana]], sono stato a lungo un aderente alla causa in linea di principio. Oltre a concordare con gli obiettivi del vegetarianismo per ragioni estetiche e morali, è mia opinione che uno stile di vita vegetariano, per il suo effetto puramente fisico sul temperamento umano, avrebbe la più benefica influenza sulle sorti dell'umanità.}} :''Although I have been prevented by outward circumstances from observing a strictly vegetarian diet, I have long been an adherent to the cause in principle. Besides agreeing with the aims of vegetarianism for aesthetic and moral reasons, it is my view that a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind.''<ref group="fonte">{{en}} 27 dicembre 1930, Archivio Einstein 46-756; 2011.</ref> (p. 453) *Dunque sto vivendo senza grassi, senza carne, senza pesce, ma in questo modo mi sento proprio bene. A me pare sempre che l'uomo non sia nato per essere un carnivoro. :''So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It always seems to me that man was not born to be a carnivore.''<ref group="fonte">{{en}} 30 marzo 1954, Archivio Einstein 38-435; 2011.</ref> (p. 454) ===''Einstein on Politics''=== *La guerra è vinta, ma la pace no. Le grandi potenze, unite nei combattimenti, sono ora divise nella costruzione della pace. Al mondo era stata promessa la libertà dalla paura, ma in realtà la paura è cresciuta enormemente dalla fine della guerra. Al mondo era stata promessa la libertà dalla miseria, ma gran parte del mondo si trova ad affrontare la fame mentre altri vivono in abbondanza. :''The war is won, but the peace is not. The great powers, united in fighting, are now divided over the peace settlements.''<ref group="fonte" name=CCLXXIII/> ''The world was promised freedom from fear, but in fact fear has increased tremendously since the termination of the war. The world was promised freedom from want, but large parts of the world are faced with starvation while others are living in abundance.''<ref group="fonte">Da ''The War is Won, but the Peace is Not'', 10 dicembre 1945.</ref> (p. 382) *Molte persone hanno indagato su un mio recente messaggio secondo cui "{{Ancora|Problema1|un nuovo tipo di pensiero è essenziale se l'umanità vuole sopravvivere}}." [...] {{Ancora|Problema2|Il pensiero e i metodi passati non hanno impedito le guerre mondiali. Il pensiero futuro ''deve'' prevenire le guerre}}. :''Many persons have inquired concerning a recent message of mine that "a new type of thinking is essential if mankind is to survive and move to higher levels."'' [...] ''Past thinking and methods did not prevent world wars. Future thinking ''must'' prevent wars.''<ref group="fonte">Da ''The real problem is in the hearts of men'', ''New York Times Magazine'', 23 giugno 1946.</ref><ref group="fonte" name=CCLXXIII>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA273 pp. 273].</ref> (p. 383) *Rendo onore a [[Lenin]] come uomo che ha interamente sacrificato se stesso e dedicato tutte le proprie energie alla realizzazione della giustizia sociale. Non considero i suoi metodi funzionali, ma una cosa è certa: uomini come lui sono i guardiani e i restauratori della coscienza dell'umanità. :''In Lenin I honor a man, who in total sacrifice of his own person has committed his entire energy to realizing social justice. I do not find his methods advisable. One thing is certain, however: men like him are the guardians and renewers'' [Erneuerer] ''of mankind's conscience.''<ref group="fonte">{{en}} Dal discorso per il quinto anniversario della morte di Lenin, 6 gennaio 1929; Archivio Einstein 47-471.</ref> (p. 413) *Senza la Russia {{NDR|l'[[Unione Sovietica]]}}, questi segugi tedeschi {{NDR|la [[Germania nazista]]}} avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente. :[...] ''without Russia, the German bloodhounds would have already achieved their goal, or would achieve it very soon.'' [...] ''we and our children owe a great debt of gratitude to the Russian people for having experienced such immense losses and suffering.'' [...] ''[Russia's] conduct the war has made obvious her great achievements in all industrial and technical fields.'' [...] ''and in the limitless sacrifice and exemplary self-denial of every single individual, I see proof of a strong and universal will to defend what they have won.'' [...] ''In Russia the equality of all national and cultural groups is not merely nominal but is actually practiced.''<ref group="fonte">{{en}} Dal discorso al Consiglio Ebreo per il sostegno alla guerra Russa, 25 ottobre 1942.</ref> (pp. 453-454) ===Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein: {{small|la sua vita, il suo universo}}''=== *Il primo articolo {{NDR|''[[Albert Einstein/Articoli scientifici#Un punto di vista euristico relativo alla generazione e alla trasformazione della luce|Un punto di vista euristico...]]''}} ha per oggetto la radiazione e le proprietà energetiche della luce ed è decisamente rivoluzionario.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Conrad Habicht]], 18 o 25 maggio 1905.</ref> (p. 7) *Le cose veramente [[originalità|originali]] si inventano soltanto quando si è giovani, poi si diventa più esperti, più famosi... e più ''stupidi''.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 6 dicembre 1917.</ref> (p. 305) *{{NDR|Riferito alla [[meccanica quantistica]]}} Quest'orgia impregnata di epistemologia dovrebbe esaurirsi. Ma senza dubbio sorridi di me e pensi che, dopotutto, molte giovani mignotte diventano vecchie bigotte, e che più di un giovane rivoluzionario diventa un vecchio reazionario.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 19 giugno 1935, Archivio Einstein 22-47.</ref> (p. 438) *Il tuo gatto {{NDR|[[paradosso del gatto di Schrödinger]]}} dimostra che siamo in completo accordo sulla tua valutazione del carattere della teoria attuale. Una funzione psi che contiene tanto il gatto vivo quanto il gatto morto non può certo essere considerata una descrizione di uno stato di cose reale.<ref>L'articolo di Schrödinger non era stato ancora pubblicato (29 novembre 1935), ma il fisico austriaco aveva esposto la sua argomentazione in una lettera ad Einstein del 19 agosto 1935. {{Cfr}} [[Walter Isaacson]], ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', nota a p. 603.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 4 settembre 1935, Archivio Einstein 22-53.</ref> (p. 442) *I fisici contemporanei in qualche modo credono che la teoria quantistica fornisca una descrizione della realtà, e per di più una descrizione ''completa''. Questa interpretazione è, però, confutata nel modo più elegante dal tuo sistema di atomo radioattivo + contatore Geiger + amplificatore + carica esplosiva + gatto in una scatola, in cui la funzione psi del sistema contiene il gatto sia vivo che fatto a pezzi.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 22 dicembre 1950, Archivio Einstein 22-174.</ref> (p. 442) *Breve è questa esistenza, come una visita fugace in una casa sconosciuta. La via da seguire è scarsamente rischiarata dal lume tremolante della coscienza.<ref group="fonte">Dall'elogio funebre di [[Rudolf Ladenburg]], 1° aprile 1952, Archivio Einstein 5-160.</ref> (p. 516) *La cosa strana dell'[[invecchiamento|invecchiare]] è che l'intima identificazione con il qui e ora si va lentamente perdendo. Ci si sente trasposti nell'infinito, più o meno soli.<ref group="fonte">Da una lettera alla regina madre Elisabetta del Belgio, 12 gennaio 1953, Archivio Einstein 32-405.</ref> (pp. 516-517) {{Int|Dall'intervista di [[George Sylvester Viereck]], ''What Life Means to Einstein'', 26 ottobre 1929|Pubblicata su ''The Saturday Evening Post'', p. 17 e successivamente in ''Glimpses of the Great'', Duckworth, 1930, pp. 372-373; tradotta in ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', p. 373.|h=4}} *Il [[nazionalismo]] è una malattia infantile, il morbillo del genere umano.<ref group="fonte">Citato in ''Il lato umano'', p. 37 e in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 102.</ref> *Nessuno può leggere i [[Vangelo|Vangeli]] senza avvertire la presenza reale di [[Gesù]]. La sua personalità pulsa in ogni parola. Nessun mito è così pieno di vita. *{{NDR|«Lei crede in Dio?»}} Non sono un [[ateismo|ateo]]. Il problema è troppo vasto per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bimbetto che entra in un'immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Ma non sa come. Non capisce le lingue in cui sono scritti. Intuisce indistintamente un ordine misterioso nella disposizione dei libri, ma non sa quale sia. Questo, mi sembra, è l'atteggiamento anche del più intelligente degli esseri umani verso [[Dio]]. Vediamo un universo meravigliosamente organizzato che obbedisce a certe leggi, ma comprendiamo solo indistintamente queste leggi. *Sono un determinista. Non credo nel libero arbitrio. Gli ebrei credono nel libero arbitrio. Credono che l'uomo decida della propria vita. Io respingo questa dottrina. Per questo aspetto non sono ebreo. *Sono affascinato dal panteismo di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], ma ammiro ancor di più il suo contributo al pensiero moderno perché è il primo filosofo ad aver trattato corpo e anima come un tutt'uno, e non come due cose separate. *L'[[immaginazione]] è più importante della [[conoscenza]]. La conoscenza è limitata; l'immaginazione racchiude il mondo.<ref>Rispondendo alla domanda: «''Do you trust more to your imagination than to your knowledge?''» («Ti fidi più della tua immaginazione che della tua conoscenza?» {{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA12 p. 12].</ref><ref>Citato nell'episodio 2 della prima stagione di ''[[Criminal Minds]]''.</ref><ref group="fonte" name=palaz>Citato in ''[http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/einstein-lha-detto-veramente Einstein l'ha detto veramente?]'', ''PalazzoEsposizioni.it''.</ref> ===Attribuite=== *Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un [[miracolo]]; l'altro come se tutto fosse un miracolo.<ref group="fonte">Citato in Michael J. Gelb, ''Il Genio che c'è in te''.</ref> :''There are only two ways to live your life. One is as though nothing is a miracle. The other is as though everything is.''<ref group="fonte">{{en}} Citato da [[Gilbert Fowler White]] in ''Journal of France and Germany'' (1942–1944); citato in Robert E. Hinshaw, ''Living with Nature's Extremes: The Life of Gilbert Fowler White'', Big Earth Publishing, 2006, [https://books.google.it/books?id=_2qfZRp9SeEC&lpg=PP1&pg=PA62 p. 62]. ISBN 1555663885</ref> ::[[Gilbert Fowler White]] citò questa frase senza tuttavia specificare l'occasione in cui Einstein l'avrebbe pronunciata. *Descrivere ogni cosa in modo scientifico sarebbe possibile, ma assurdo. Non avrebbe senso, sarebbe come descrivere una sinfonia di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] in base alla variazione della pressione dell'onda.<ref name=Curiosoattribuiti>Queste citazioni sono incluse nella sezione "''Attribuiti a Einstein''" del libro ''Pensieri di un uomo curioso''. La stessa curatrice del libro, Alice Calaprice, in ''Introduzione e ringraziamenti'' scrive: «Di alcune citazioni non sono riuscita a rintracciare la fonte sebbene io stessa, o le persone che si sono rivolte a me per saperne di più, abbiamo letto o sentito dire che erano di Einstein. Le ho raccolte alla fine del volume sotto il titolo di ''Attribuiti a Einstein''; spero che i lettori mi sappiano indirizzare ai documenti giusti.»</ref><ref group="fonte">Citato in Max Born, ''Physik im Wandel Meiner Zeit'', Vieweg, Braunschweig, Germania, 1966; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 170.</ref><br />Come si può mettere [[Sinfonia n. 9 (Beethoven)|la ''Nona'' di Beethoven]] in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'[[universo]] non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.<ref group="fonte">Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori, Milano, 1991, p. 94. ISBN 88-04-34449-0</ref> *I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di consapevolezza che li ha creati.<ref>Citato in Federico Renzo Grayeb, ''Il leader consapevole'', a cura di Patrizia Fogheri, FrancoAngeli, 2014, [https://books.google.it/books?id=JqD9CQAAQBAJ&pg=PA28 p. 28]. ISBN 8891703494</ref> :''The significant problems we face cannot be solved at the same level of thinking we were at when we created them''.<ref name=tuqe/> ::In ''The New Quotable Einstein'', la curatrice Alice Calaprice suggerisce che questa frase attribuita ad Einstein potrebbe essere una parafrasi di due citazioni tratte da un articolo del 1946: «[[#Problema1|Un nuovo tipo di pensiero è essenziale se l'umanità vuole sopravvivere]]» e «[[#Problema2|il pensiero e i metodi passati non hanno impedito le guerre mondiali. Il pensiero futuro ''deve'' prevenire le guerre]]».<ref group="fonte" name=CDLXXVI>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA476 pp. 476-477].</ref> *Non m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto.<ref group="fonte" name=eco>Dal commento a un libro di [[Franz Kafka]]; citato in [[Umberto Eco]], ''Sei passeggiate nei boschi narrativi'', Saggi Tascabili Bompiani, 1995, pp. 5-6.</ref> :Einstein avrebbe pronunciato questa frase restituendo a [[Thomas Mann]] un libro di [[Franz Kafka]] che gli era stato prestato. L'aneddoto venne riportato da [[Alfred Kazin]].<ref group="fonte" name=eco/> *Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività. :''When you sit with a nice girl for two hours you think it's only a minute, but when you sit on a hot stove for a minute you think it's two hours. That's relativity.'' ::L'aneddoto venne pubblicato per la prima volta sul ''New York Times'' nel marzo del 1929: Einstein in quell'occasione avrebbe detto alla sua segretaria di rispondere così agli intervistatori ansiosi di sapere cosa fosse la relatività. Da allora l'aneddoto è stato riproposto in diverse varianti. Tuttavia la fonte è indiretta, e data e occasione non sono note.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2014/11/24/hot-stove/ Relativity: A Hot Stove and A Pretty Girl]'', ''QuoteInvestigator.com'', 24 novembre 2014.</ref> *Se non posso disegnarlo, non posso capirlo. :''If I cannot picture it, I cannot understand it.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in Ian Watson, ''Hydrology: An Environmental Approach'', CRC Press, 1993, sezione C, [https://books.google.it/books?id=08STcsKc6A4C&lpg=PP1&pg=PA137 p. 137]. ISBN 1566700876</ref> ::La citazione venne attribuita ad Einstein da [[John Archibald Wheeler]], ma non sono note le circostanze in cui lo scienziato avrebbe pronunciato tale frase.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://www.scientificamerican.com/article/pioneering-physicist-john-wheeler-dies/ Pioneering Physicist John Wheeler Dies at 96]'', ''Scientific American.com'', 14 aprile 2008.</ref> *Se non sai spiegarlo a un bambino di sei anni, non l'hai capito neanche tu. :''If you can't explain something to a six-year-old, you really don't understand it yourself''. ::Spesso attribuita a [[Richard Feynman]], forse basata su una citazione simile su come spiegare la scienza ad un barista di [[Ernest Rutherford]]. Ronald W. Clark, nel libro ''Einstein: His Life and Times'', 1972, p. 418, suggerisce che sia stato [[Louis de Broglie]] ad attribuire una frase simile ad Einstein<ref>''To de Broglie, Einstein revealed an instinctive reason for his inability to accept the purely statistical interpretation of wave mechanics. It was a reason which linked him with Rutherford, who used to state that "it should be possible to explain the laws of physics to a barmaid." Einstein, having a final discussion with de Broglie on the platform of the Gare du Nord in Paris, whence they had traveled from Brussels to attend the Fresnel centenary celebrations, said "that all physical theories, their mathematical expressions apart ought to lend themselves to so simple a description 'that even a child could understand them.''</ref>, tratta dal libro di de Broglie ''New Perspectives in Physics'', 1962, p. 184. *Solo due cose sono [[infinito|infinite]], l'[[universo]] e la [[stupidità]] umana, e non sono sicuro della prima.<ref group="fonte">Citato in Matteo Molinari, ''Le formiche e le cicale'', Kowalski Editore IT, 2003, p. [http://books.google.it/books?id=z9bOw1eEQcoC&pg=PA117 p. 117]. ISBN 88-7496-603-2</ref> :''Two things are infinite, as far as we know – the universe and human stupidity.'' (1947) :''Two things are infinite: the universe and human stupidity.'' (1969) :''Two things are infinite, the universe and human stupidity, and I am not yet completely sure about the universe.'' (1969) ::Lo psicoterapeuta [[Fritz Perls]] nel libro ''Ego, Hunger, and Aggression: a Revision of Freud's Theory and Method'' (1947) attribuì la prima versione della citazione in lingua inglese ad un "grande astronomo" non meglio precisato, scrivendo poi nella frase successiva del paragrafo «Einstein ha dimostrato che l'universo è limitato» («''Einstein has proved that the universe is limited''»). Nel libro ''Gestalt Therapy Verbatim'' (1969) lo stesso Perls attribuì una versione più breve della frase (la seconda riportata) ad Einstein: lo scienziato l'avrebbe pronunciata nel corso di una conversazione con lo stesso Perls. Infine nel libro ''In and Out the Garbage Pail'' (1969), Perls attribuì ad Einstein la terza versione della citazione (quella più spesso citata anche in lingua italiana).<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/05/04/universe-einstein/#more-173 Two Things Are Infinite: the Universe and Human Stupidity]'', ''QuoteInvestigator.com'', 4 maggio 2010.</ref> [[File:Albert Einstein photo 1921.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1921]] *Tutto dev'essere reso quanto più semplice possibile. Ma non più semplice di così. :''Everything should be made as simple as possible, but no simpler''. ::Ci sono diverse varianti della stessa frase; [https://quoteinvestigator.com/2011/05/13/einstein-simple/ Quote Investigator] ne fornisce un elenco. *Uno [[stomaco]] vuoto non è un buon consigliere politico.<ref name=Curiosoattribuiti/><ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 169.</ref> :''An empty stomach is not a good political advisor.'' ::La frase è impropriamente ricavata da una citazione tratta da ''[https://books.google.it/books?id=W2UoAQAAMAAJ Cosmic Religion, with Other Opinions and Aphorisms]'' (Covici-Friede, New York, 1931, p. 107): «''Reduced to a formula, one might say simply that an empty stomach is not a good political adviser. Unfortunately, the corollary also is true—namely, that better political insight has a hard time winning its way as long as there is little prospect of filling the stomach.''» («Riducendo il tutto a una formula, si potrebbe dire semplicemente che uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico. Sfortunatamente la logica conseguenza è anch'essa vera e cioè che finché c'è la minima possibilità di riempire lo stomaco, un miglior approccio politico difficilmente avrebbe la meglio»).<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://www.barrypopik.com/index.php/new_york_city/entry/an_empty_stomach_is_not_a_good_political_adviser "An empty stomach is not a good political adviser"]'', ''BarryPopik.com'', 9 giugno 2010.</ref> ===[[Citazioni errate|Errate]]=== *[[Follia]] è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi.<ref>Citato nella [[The Big Bang Theory (quarta stagione)|quarta stagione di ''The Big Bang Theory'']].</ref><ref group="fonte" name=palaz/> :''Insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results.'' ::La citazione viene spesso attribuita erroneamente ad Einstein e talvolta anche a [[Benjamin Franklin]] e [[Mark Twain]]. In realtà essa proviene da un [http://web.archive.org/web/20121202030403/http://www.amonymifoundation.org/uploads/NA_Approval_Form_Scan.pdf documento del 1981] (p. 11) dei [[w:Narcotici Anonimi|Narcotici Anonimi]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} Cara Santa Maria, ''[http://www.huffingtonpost.com/2011/12/20/insanity-definition_n_1159927.html Insanity: The Real Definition]'', ''Huffington Post.com'', 19 febbraio 2012.</ref> Molte fonti<ref group="fonte" name=CDLXXIV>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA474 p. 474].</ref> attribuiscono la citazione a [[Rita Mae Brown]], ma ella cita solamente la frase nel suo libro ''Sudden Death'', Bantam Books, New York, 1983, p. 68 *Il [[diritto internazionale]] esiste soltanto nei manuali di diritto internazionale.<ref group="fonte">Citato in ''[https://books.google.it/books?id=iJpFDwAAQBAJ&pg=PT150 Pensieri di un uomo curioso]'', Mondadori, 1a ed 1997, ultima ed. 2018, traduzione di Sylvie Coyaud</ref> :''International law exists only in textbooks on international law.'' ::La citazione, spesso attribuita ad Einstein, venne pronunciata in realtà da [[Ashley Montagu]] mentre intervistava lo scienziato.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} Montagu, ''[https://www.cooperative-individualism.org/montagu-ashley_conversations-with-albert-einstein-1985.htm Conversations with Einstein]'', Science Digest, ristampato il luglio 1985 e ''The Ultimate Quotable Einstein'', Princeton University Press, 2010, [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA473 p. 473]</ref> *L'interesse composto è l'ottava meraviglia del mondo. Chi lo capisce, guadagna; chi non lo capisce, paga.<ref group="fonte">Citato in AA.VV., ''Come funzionano i soldi'', traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019, p. 209. ISBN 9788858025208</ref> :''Compound interest is the most powerful force in the universe. He who understands it, earns it; he who doesn't, pays it''. ::Con ogni probabilità è una falsa attribuzione, in quanto circolano varianti dal 1916, le prime delle quali non sono attribuite ad Einstein.<ref>Cfr. ''[http://quoteinvestigator.com/2011/10/31/compound-interest/ The Quote Investigator]''.</ref> *L'istruzione è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si era imparato a scuola.<ref group="fonte" name=palaz/> :Sebbene la citazione venga talvolta attribuita allo scienziato, Einstein nel suo saggio ''[[#Sull'istruzione|Sull'istruzione]]'' riporta la citazione attribuendola apertamente ad un anonimo, una persona «arguta» non meglio precisata.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''Il mondo come io lo vedo'', p. 37 e ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA473 p. 473].</ref> *La [[mente]] è come un paracadute. Funziona solo se si apre.<ref group="fonte">Citato in ''Focus Storia'', n. 63, gennaio 2012, p. 77.</ref> :La paternità di questa citazione è incerta: alcune fonti la attribuiscono a [[Thomas Dewar]], altre a [[James Dewar]]. Probabilmente l'ambiguità nasce dal fatto che i due hanno lo stesso cognome e sono vissuti in un periodo storico molto simile. La citazione è stata erroneamente attribuita anche ad Einstein e a [[Frank Zappa]], che appartengono ad un periodo storico successivo e hanno, con tutta probabilità, solamente citato la frase. *La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente.<ref group="fonte">Citato in AA.VV., ''Il libro della scienza'', traduzione di Martina Dominici e Olga Amagliani, Gribaudo, 2018, p. 15. ISBN 9788858015001</ref> :La frase corretta è invece "Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione ostinatamente persistente" (''People like us, who believe in physics, know that the distinction between past, present, and future is only a stubbornly persistent illusion''), tratta da una lettera alla famiglia di Michele Besso, marzo 1955, successiva alla morte di quest'ultimo, citata in Freeman Dyson, ''Disturbing the Universe'', 1979, Cap. 17, "A Distant Mirror", p. 193. *La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.<ref group="fonte">Da ''I fondamenti della fisica teorica'', in ''Pensieri, idee, opinioni'', p. 97.</ref> :Einstein cita esplicitamente [[Gotthold Ephraim Lessing]]. *Le [[coincidenza|coincidenze]] sono il modo di Dio per rendersi anonimo.<ref group="fonte">Citato in Elena Puntaroli, ''Spirale delle emozioni (La): Espandi e colora con gioia la tua vita'', Anima Srl, 2014, [https://books.google.it/books?id=VEJoAwAAQBAJ&pg=RA2-PA95 p. 95]. ISBN 88-6365-242-2</ref> :Le prime attribuzioni note di questa citazione ad Albert Einstein risalgono al 2000, molti anni dopo la sua morte, e non vi è alcuna evidenza che la citazione sia stata ideata da lui.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/04/20/coincidence/ Chance, Coincidence, Miracles, Pseudonyms, and God]'', ''QuoteInvestigator.com'', 20 aprile 2015.</ref> *Niente aumenterà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra quanto l'evoluzione verso un'alimentazione [[vegetarianismo|vegetariana]].<ref group="fonte">Citato in [[Umberto Veronesi]], ''Perché dobbiamo essere vegetariani'', in Umberto Veronesi e [[Mario Pappagallo]], ''Verso la scelta vegetariana: il tumore si previene anche a tavola'', Giunti Editore, 2011, p. 8. ISBN 978-88-09-76687-7</ref> :Nel libro ''Verso la scelta vegetariana'', [[Umberto Veronesi|Veronesi]] scrive che Einstein «si riporta abbia dichiarato» questa frase. Secondo la IVU (International Vegetarian Union), la frase inglese «''Nothing will'' [...] ''increase chances for survival of life on Earth as much as the evolution to a vegetarian diet''» risulta «completamente non verificata» e «sembra una cattiva traduzione dal tedesco» della frase di Einstein correttamente tradotta in inglese come «''a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind''» (da una lettera del 27 dicembre 1930 a Hermann Huth, editore della rivista ''Vegetarische Warte'', che avrebbe pubblicato la frase originale; fonte a volte erroneamente indicata come ''Vegetarian Watch-Tower''). cfr. la [[#veg|citazione corretta]] di Einstein.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''[http://www.ivu.org/history/northam20a/einstein.html History of Vegetarianism - North America: early 20th Century - Albert Einstein (1879-1955)]'', ''ivu.org''.</ref> *Non so con quali armi si combatterà la [[Terza guerra mondiale]], ma posso dirvi cosa useranno nella quarta: pietre!<ref group="fonte">Da ''Liberal Judaism'', aprile-maggio 1949, p. 12; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 169.</ref><ref>Citato anche in ''[[Call of Duty: Modern Warfare 3]]''.</ref> :La citazione, attribuita talvolta anche a [[Omar Bradley]], apparve per la prima volta nel settembre del 1946 in un articolo di [[Walter Winchell]]. In tale articolo venivano riportate le parole di un tenente, che interrogato sulle possibili armi di una futura guerra mondiale, rispose: «''I dunno, but in the war after the next war, sure as Hell, they'll be using spears!''» («Non lo so, ma nella guerra dopo la prossima, sicuro come l'inferno, useranno le lance!»). La frase venne citata in diversi contesti, talvolta con qualche variazione, soprattutto in merito al tipo di arma utilizzata in un'ipotetica quarta guerra mondiale. Ad esempio [[Dean Arthur L. Beeley]], direttore dell'University of Utah's Institute of World Affairs, nel giugno 1947 affermò che probabilmente una quarta guerra mondiale si sarebbe combattuta con «archi e frecce» («''Unless the free people of the earth unite to avert World War III, it is probable — as some sage recently prophesied — that World War IV will be fought with bows and arrows.''»). Nel giugno del 1948, due anni dopo la prima apparizione della citazione, in un articolo su Einstein pubblicato su ''The Rotarian'' si affermava che lo scienziato, interrogato sulle armi potenzialmente utilizzabili nella Terza guerra mondiale, avesse risposto: «''I don't know. But I can tell you what they'll use in the fourth. They'll use rocks!''» («Non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta. Useranno le pietre!»). Anche nell'articolo ''Einstein at 70'', pubblicato sul periodico ''Liberal Judaism'' nel'aprile 1949 venne attribuita ad Einstein una citazione molto simile a quella riportata su ''The Rotarian''.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/06/16/future-weapons/ The Futuristic Weapons of WW3 Are Unknown, But WW4 Will Be Fought With Stones and Spears]'', ''QuoteInvestigator.com'', 16 giugno 2010.</ref> *Non tutto quel che conta può essere contato e non tutto quello che può essere contato conta. :''Not everything that counts can be counted, and not everything that can be counted counts.'' ::La citazione, spesso attribuita ad Einstein, appare per la prima volta nel testo di William Bruce Cameron del 1963, ''Informal Sociology: A Casual Introduction to Sociological Thinking''. Anche se probabilmente una delle due parti della citazione esisteva già in qualche forma differente, Cameron è stato il primo a mettere insieme le due frasi e sembra aver coniato almeno una delle due. Il primo riferimento ad Einstein risale invece al 1986, più di trent'anni dopo la morte dello scienziato, nel libro di business, ''Peak Performance''. In tale libro si affermava che Einstein avesse scritto tale citazione sulla lavagna del suo ufficio all'Institute for Advanced Studies di Princeton. Nello stesso libro, del resto, la citazione veniva attribuita a [[George Pickering]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/05/26/everything-counts-einstein/ Not Everything That Counts Can Be Counted]'', ''QuoteInvestigator.com'', 26 maggio 2010.</ref> *Qualsiasi uomo che guida in maniera sicura mentre bacia una bella ragazza è un uomo che non sta dando al bacio l'attenzione che merita.<ref group="fonte">Citato in ''[http://ilsaggiolibro.it/dieci-consigli-di-albert-einstein/ I dieci consigli di Albert Einstein]'', ''Il Saggio Libro.it''.</ref> :''Any man who can drive safely while kissing a pretty girl is simply not giving the kiss the attention it deserves.''<ref name=tuqe>Queste citazioni sono incluse nella sezione "''Attribuited to Einstein''" del libro ''The Ultimate Quotable Einstein'', ultima edizione del libro noto in Italia come ''Pensieri di un uomo curioso''</ref> ::La citazione venne attribuita per la prima volta ad Einstein nel 2002 nel libro ''More Sex Talk'', quasi cinquant'anni dopo la morte dello scienziato, si può quindi affermare con ragionevole certezza che tale attribuzione è erronea. La citazione era apparsa per la prima volta nel 1923 in un articolo di un giornale statunitense.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/12/31/kiss/ Anyone Who Can Drive Safely While Kissing Is Simply Not Giving the Kiss the Attention It Deserves]'', ''QuoteInvestigator.com'', 31 dicembre 2015.</ref> *Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano.<br />Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.<ref group="fonte" name=um>{{Cfr}} ''Il lato umano'', pp. 87-88.</ref> :''Being a lover of freedom, when the revolution came in Germany, I looked to the universities to defend it, knowing that they had always boasted of their devotion to the cause of truth; but, no, the universities immediately were silenced. Then I looked to the great editors of the newspapers whose flaming editorials in days gone by had proclaimed their love of freedom; but they, like the universities, were silenced in a few short weeks.'' [...] ''Only the Church stood squarely across the path of Hitler's campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone has had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. I am forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.'' ::Questa dichiarazione venne riportata nell'articolo ''Religion: German Martyrs'', pubblicato sul ''Time Magazine'' del 23 dicembre 1940.<ref group="fonte">L'articolo originale del ''Time Magazine'' è riportato in parte su ''[http://www.drjudithreisman.com/archives/2010/11/religion_german.html DrJudithReisman]''.</ref> La citazione ebbe una grande diffusione e più scrittori la interpretarono in modo diverso. In una lettera dello scienziato del 1943 indirizzata a un ministro presbiteriano, che aveva chiesto una conferma in merito alle parole riportate da ''Time Magazine'', Einstein confermò di aver dichiarato approssimativamente qualcosa del genere, ma precisò che le dichiarazioni risalivano ai primi anni del regime nazista (ben prima del 1940) e erano state più «moderate» rispetto a quelle riportate successivamente dal ''Time Magazine'' («''It is true that I made a statement which corresponds approximately with the text you quoted. I made this statement during the first years of the Nazi-Regime — much earlier than 1940 — and my expressions were a little more moderate.''»).<ref group="fonte">{{Cfr}} *{{en}} [http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/archive/200706A19.html Lettera di Einstein del 1943], ''PBS.org''. *{{en}} Dave Armstrong, ''Science and Christianity: Close Partners or Mortal Enemies?'', Lulu.com, 2012, [https://books.google.it/books?id=XzWcAwAAQBAJ&pg=PA243 p. 243]. ISBN 1105537331 *[https://www.youtube.com/watch?v=Sk_-0UiiauU Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> Secondo lo scienziato [[William C. Waterhouse]] lo stralcio riportato dal ''Time Magazine'' sarebbe stato estrapolato da un commento casuale rilasciato dallo scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein viveva ancora in Germania. L'opinione di Waterhouse trova conferma in una lettera successiva dello scienziato, risalente al 14 novembre 1950.<br />Si tratta di una lettera di risposta ad una missiva invitagli da un pastore di una chiesa di Brooklyn, l'11 novembre 1950. Nella lettera il pastore ricordò che dopo l'avvento di Hitler, Einstein aveva rilasciato tale dichiarazione (una copia venne allegata alla lettera) e chiese gentilmente ad Einstein di inviargli una copia manoscritta di quel brano. Einstein rispose così: «Sono colpito dal tono generoso e leale della Sua lettera dell'11 novembre. Sono tuttavia un po' imbarazzato. Le parole che Lei cita non sono mie. Poco dopo l'ascesa al potere da parte di Hitler, ebbi un colloquio con un giornalista su questi argomenti. Da allora le mie osservazioni sono state rielaborate ed esagerate: non le riconosco più. Non posso trascrivere in buona fede il brano che Lei mi manda, credendolo mio. L'argomento è ancora più imbarazzante per me perché, come Lei, sono estremamente critico nei confronti degli atteggiamenti e soprattutto delle attività politiche del clero ufficiale nel corso della storia. Quindi il brano, anche se potessi trascriverlo con le mie parole originali (che non ricordo particolareggiatamente) dà un'impressione sbagliata del mio pensiero a riguardo.»<ref group="fonte">''[http://www.skeptic.com/eskeptic/06-01-05 Did Einstein Praise the Church?]'', ''Skeptic.com''.</ref><ref group="fonte" name=um/> *Se l'[[ape]] scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita.<ref>Citato in ''[[E venne il giorno]]'' (2008).</ref> :''If the bee disappears from the surface of the earth, man would have no more than four years to live.'' ::Non esiste una fonte originale per questa citazione attribuita a Einstein, essa non viene menzionata in nessun documento prima del 1994. In quell'anno, la frase venne citata per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d'importazione. È quindi probabile che sia stata creata ''ad hoc'' per avvalorare la protesta.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''[http://www.snopes.com/quotes/einstein/bees.asp Einstein on Bees]'', ''Snopes.com'' e ''[http://www.thedailygreen.com/environmental-news/latest/einstein-bees Major Paper Repeats Bogus Einstein Bee Quote]'', ''The Daily Green.com'', 2 luglio 2011.</ref> *Solo coloro che tentano [[assurdo|cose assurde]] possono raggiungere l'impossibile.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.vivizen.com/2014/01/11-lezioni-di-vita-di-albert-einstein.html 11 lezioni di vita di Albert Einstein]'', ''Vivizen.com'', 11 gennaio 2014.</ref> :La prima attribuzione nota allo scienziato risale al 1997, diversi decenni dopo la sua morte. La citazione appartiene in realtà a [[Miguel de Unamuno]] ed è tratta dal suo libro ''Vida de Don Quijote y Sancho'' (1905): «Soltanto chi mette a prova l'assurdo è capace di conquistar l'impossibile.» La citazione viene spesso attribuita erroneamente anche a [[Maurits Cornelis Escher]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/02/21/impossible/ Only One Who Attempts the Absurd Is Capable of Achieving the Impossible]'', ''QuoteInvestigator.com'', 21 febbraio 2015.</ref> *Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.trn-news.it/portale/index.php/mondo/item/146-albert-einstein--%E2%80%9Ctemo-quel-giorno-in-cui-la-tecnologia-andr%C3%A0-oltre-la-nostra-umanit%C3%A0 Albert Einstein: "Temo quel giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità]'', ''Trn-news.it'', 8 settembre 2014.</ref><ref group="fonte">Citato in ''[http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9898 Il giorno che Einstein temeva tanto potrebbe essere arrivato...]'', ''Lantidiplomatico.it'', 22 dicembre 2014.</ref><ref group="fonte">Citato in ''[http://www.sikelianews.it/wps/cultura-e-societa/quante-difficile-guardarsi-negli-occhi-meglio-facebook/ Quant'è difficile guardarsi negli occhi... meglio Facebook!]'', ''SikeliaNews.it'', 5 agosto 2014.</ref> :''I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.'' :''I fear the day when the technology overlaps with our humanity. The world will only have a generation of idiots.'' ::La frase sul web viene spesso citata e attribuita ad Einstein sia in lingua italiana che in lingua inglese (nelle due versioni riportate), soprattutto in relazione al crescente utilizzo dei cellulari e degli smartphone e al loro impatto sulle relazioni sociali. In realtà la frase non appare in nessuno scritto di Einstein, né tanto meno nella raccolta ''The Ultimate Quotable Einstein'' (''Pensieri di un uomo curioso''). Inoltre non vi è alcuna evidenza che Einstein abbia mai fatto una dichiarazione del genere. La frase è stata probabilmente creata ad hoc e risale probabilmente al 2012.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2013/03/19/tech-surpass/ I Fear the Day That Technology Will Surpass Our Human Interaction]'', ''QuoteInvestigator.com'', 19 marzo 2013.</ref> *Usiamo solo il 10% del nostro cervello.<ref group="fonte" name=palaz/> :''We use only 10 percent of our brain.'' ::La citazione attribuita in diverse forme ad Einstein e, più in generale, la credenza sullo sfruttamento del 10% del cervello sono molto diffuse, ma entrambe false. Per approfondire vedi [[w:Sfruttamento del 10% del cervello|qui]].<ref group="fonte" name=CDLXXIV/> ==''Autobiografia scientifica''== ===[[Incipit]]=== Eccomi qui seduto, all'età di sessantasette anni, per scrivere quello che potrebbe essere il mio necrologio. Lo faccio non solo perché il dottor Schilpp mi ha convinto a farlo, ma perché credo effettivamente che sia bene mostrare a chi opera accanto a noi come appaia retrospettivamente la nostra fatica e la nostra ricerca. Dopo averci riflettuto, capisco che qualsiasi tentativo del genere sarà sempre inadeguato. Per quanto breve e limitata possa essere la propria vita di lavoro, e per quanto grande sia la parte di essa sprecata in errori, esporre ciò che resta e merita d'essere detto è tuttavia difficile, perché l'uomo di oggi, che ha sessantasette anni, non è affatto lo stesso che ne aveva cinquanta, trenta, o venti. Ogni [[ricordo]] appare alla luce del presente, e quindi in una prospettiva ingannevole.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 143.</ref> Questa considerazione potrebbe addirittura fermarmi. Ma dalla propria esperienza si possono estrarre molte cose ancora ignote ad altre coscienze umane. ===Citazioni=== *Così io — benché figlio di genitori (ebrei) completamente irreligiosi — divenni religiosissimo; ma cessai improvvisamente di esserlo all'età di dodici anni. Attraverso la lettura di libri di divulgazione scientifica mi ero convinto ben presto che molte delle storie che raccontava la [[Bibbia]] non potevano essere vere. La conseguenza fu che divenni un accesissimo sostenitore del libero pensiero, accomunando alla mia nuova fede l'impressione che i giovani fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti bugiardi; e fu un'impressione sconvolgente. Da questa esperienza trassi un atteggiamento di sospetto contro ogni genere di autorità, e di scetticismo verso le convinzioni particolari dei diversi ambienti sociali: e questo atteggiamento non mi ha più abbandonato, anche se poi, per una più profonda comprensione delle connessioni causali, abbia perso un po' della sua asprezza primitiva.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 120.</ref> (p. 62) *Che cos'è precisamente il «[[pensiero]]»? Quando, sotto lo stimolo di impressioni sensoriali, affiorano alla mente certe immagini, questo non è ancora «pensiero». E quando queste immagini formano sequenze in cui ciascun termine ne richiama un altro, nemmeno questo è ancora «pensiero». Ma quando una certa immagine ricorre in molte di queste sequenze, allora – proprio attraverso questa interazione – essa diventa un elemento ordinatore, poiché collega tra loro sequenze che di per sé non sarebbero collegate. Un elemento simile diventa uno strumento, un [[concetto]]. Io ritengo che il passaggio dalla libera associazione, o «sogno», al pensiero sia caratterizzato dalla funzione più o meno dominante che assume in quest'ultimo il «concetto». Non è affatto necessario che un concetto sia connesso con un segno riproducibile e riconoscibile coi sensi (una parola); ma quando ciò accade, il pensiero diventa comunicabile. (p. 63) *Per me non c'è dubbio che il nostro pensiero proceda in massima parte senza far uso di segni (parole), e anzi assai spesso inconsapevolmente. Come può accadere altrimenti, che noi ci «meravigliamo» di certe esperienze in modo così spontaneo? Questa «[[meraviglia]]» si manifesta quando un'esperienza entra in conflitto con un mondo di concetti già sufficientemente stabile in noi.<ref group="fonte" name=CLXII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 162.</ref> (p. 64) *Io distinguo da una parte la totalità delle esperienze sensibili, e dall'altra la totalità dei concetti e delle proposizioni che sono enunciati nei libri. I rapporti interni fra i diversi concetti e proposizioni sono di natura logica, e il compito del [[logica|pensiero logico]] è strettamente limitato a stabilire tutte le connessioni interne fra concetti e proposizioni secondo regole ben definite, che sono appunto quelle della logica. I concetti e le proposizioni acquistano «significato», cioè «contenuto», solo attraverso la loro connessione con le esperienze sensibili. Questa connessione è puramente intuitiva, non è essa stessa di natura logica. Ciò che distingue la vuota [[fantasia]] dalla «verità» scientifica è il grado di certezza con cui questa connessione, cioè questa associazione intuitiva, può essere compiuta, e null'altro. (pp. 65-66) *Tutti i [[concetto|concetti]], anche quelli più vicini all'esperienza, sono dal punto di vista logico convenzioni liberamente scelte [...]. (p. 66) *[...] non ero in grado nel campo delle matematiche, di distinguere con chiarezza e con una intuizione sicura ciò che ha importanza fondamentale, che è veramente essenziale, da tutte le rimanenti nozioni più o meno utili. D'altra parte, il mio interesse a conoscere la natura era indiscutibilmente più forte, e da studente non capivo molto bene che la possibilità di conoscere più profondamente i princìpi fondamentali della fisica è legata ai metodi matematici più complicati. Me ne resi conto solo a poco a poco, dopo anni di lavoro scientifico indipendente. Certo, anche la fisica era divisa in diversi rami, ciascuno dei quali avrebbe potuto divorare una breve vita di lavoro senza soddisfare la fame di più profonda conoscenza. Anche qui la massa di dati sperimentali collegati fra loro era enorme. Ma in questo campo imparai subito a discernere ciò che poteva condurre ai princìpi fondamentali da quella moltitudine di cose che confondono la mente e la distolgono dall'essenziale.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 37.</ref> (pp. 67-68) *È un vero miracolo che i metodi moderni di istruzione non abbiano ancora completamente soffocato la sacra curiosità della ricerca: perché questa delicata pianticella, oltre che di stimolo, ha soprattutto bisogno di libertà, senza la quale inevitabilmente si corrompe e muore. È un gravissimo errore pensare che la gioia di vedere e di cercare possa essere suscitata per mezzo della coercizione e del senso del dovere. (p. 68) *Nonostante il rigoglio delle ricerche particolari, in materia di princìpi predominava una rigidezza dogmatica: in origine (se origine vi fu) Dio creò le leggi del moto di Newton insieme con le masse e le forze necessarie. Questo è tutto; ogni altra cosa risulta deduttivamente attraverso lo sviluppo di metodi matematici appropriati.<ref group="fonte" name=CXXXVII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 137.</ref> (p. 69) *[[Isaac Newton|Newton]], perdonami; tu hai trovato la sola via che, ai tuoi tempi, fosse possibile per un uomo di altissimo intelletto e potere creativo. I concetti che tu hai creato guidano ancora oggi il nostro pensiero nel campo della fisica, anche se ora noi sappiamo che dovranno essere sostituiti con altri assai più discosti dalla sfera dell'esperienza immediata, se si vorrà raggiungere una conoscenza più profonda dei rapporti fra le cose.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 56.</ref> (p. 75) *Una [[teoria]] è tanto più convincente quanto più semplici sono le sue premesse, quanto più varie sono le cose che essa collega, quanto più esteso è il suo campo di applicazione.<ref group="fonte" name=CXXXVII/> Per questo la [[termodinamica]] classica mi fece un'impressione così profonda. È la sola teoria fisica di contenuto universale che sono certo non sarà mai sovvertita, entro i limiti in cui i suoi concetti fondamentali sono applicabili (dedicato alla speciale attenzione di quelli che sono scettici per principio). (p. 76) *A questo proposito non posso fare a meno di osservare che la coppia [[Michael Faraday|Faraday]]-[[James Clerk Maxwell|Maxwell]] aveva un'intima e notevolissima rassomiglianza con la coppia [[Galileo Galilei|Galileo]]-[[Isaac Newton|Newton]]: il primo di ciascuna coppia afferrava intuitivamente le possibili relazioni, mentre il secondo le formulava esattamente e le applicava quantitativamente. (p. 76) *Davanti a me avevo l'esempio della termodinamica. Il principio generale era tutto in questo enunciato: le leggi della natura sono tali che è impossibile costruire un ''perpetuum mobile'' (di prima o di seconda specie). Ma come trovare un siffatto principio universale? Dopo dieci anni di riflessione, un siffatto principio risultò da un [[paradossi dai libri|paradosso]] nel quale m'ero imbattuto all'età di sedici anni: se io potessi seguire un raggio di luce a velocità ''c'' (la velocità della luce nel vuoto), il raggio di luce mi apparirebbe come un campo elettromagnetico oscillante nello spazio, in stato di quiete. Ma nulla del genere sembra possa sussistere sulla base dell'esperienza o delle equazioni di Maxwell. Fin dal principio mi sembrò intuitivamente chiaro che, dal punto di vista di un tale ipotetico osservatore, tutto debba accadere secondo le stesse leggi che valgono per un osservatore fermo rispetto alla Terra. Altrimenti, come farebbe il primo osservatore a sapere, cioè come potrebbe stabilire, di essere in uno stato di rapidissimo moto uniforme?<br />È chiaro che in questo paradosso è già contenuto il germe della teoria della relatività ristretta. (p. 86) *La [[teoria della relatività]] generale, per conseguenza, procede dal seguente principio: le leggi naturali debbono essere espresse da equazioni che siano covarianti rispetto al gruppo delle trasformazioni continue di coordinate. Questo gruppo sostituisce il gruppo delle trasformazioni di Lorentz della teoria della relatività particolare, che è un sottogruppo del primo. (pp. 93-94) *La [[fisica]] è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di «realtà fisica».<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 445.</ref> Prima dell'avvento della [[fisica]] quantistica, non c'era alcun dubbio in proposito: nella teoria di Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo nello spazio e nel tempo. Nella [[fisica quantistica|meccanica quantistica]], la rappresentazione della realtà non è cosi facile. Alla domanda se una funzione ''ψ'' della teoria quantistica rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico, si esita a rispondere con un semplice «sì» o «no». Perché? (p. 100) ===[[Explicit]]=== Questa esposizione avrà raggiunto il suo scopo, se avrà mostrato al lettore il legame che unisce gli sforzi d'una vita, e la ragione per cui essi hanno condotto ad aspettative di natura ben definita. ==''Come io vedo il mondo''== [[File:Albert Einstein, by Doris Ulmann.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1931]] {{Int|''Il senso della vita''|''The Meaning of Life''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Qual è il [[senso della vita]], o della vita organica in generale? Rispondere a questa domanda implica comunque una religione. Mi chiederete, allora, ha senso porla? Io rispondo che l'uomo che considera la propria vita e quella delle creature consimili priva di senso non è semplicemente sventurato, ma quasi inidoneo alla vita.<ref group="fonte" name=CXIV>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 114.</ref> (p. 163) {{Int|''Il mondo come io lo vedo''|Da ''What I Believe'', ''Forum and Century'', n. 84, 1930, pp. 193-194<ref>Differenti versioni del saggio sono apparse con il titolo di ''[http://www.einstein-website.de/z_biography/credo.html My Credo]'' (''Mein Glaubensbekenntnis'' per la Lega tedesca dei diritti umani, 1932). {{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA230 p. 230].</ref>; ristampato con il titolo di ''The World as I See It'' in ''The World as I See It'' e ''Ideas and Opinions''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Quale straordinaria situazione è quella di noi mortali! Ognuno di noi è qui per un breve soggiorno; non sa per quale scopo, sebbene talvolta pensi di percepirlo.<ref group="fonte" name=believe>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 141.</ref> (p. 163) *Cento volte al giorno, ogni giorno, io ricordo a me stesso che la mia vita, interiore ed esteriore, dipende dal lavoro di altri uomini, viventi o morti, e che io devo sforzarmi per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto e continuo a ricevere.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 31-32.</ref> (p. 163) *Considero altresì che la [[vita]] semplice faccia bene a tutti, fisicamente e mentalmente.<ref group="fonte" name=believe/> (p. 163) *Non credo assolutamente nella [[libertà]] dell'uomo in senso filosofico. Ognuno agisce non solo sotto stimoli esterni, ma anche secondo necessità interne. (p. 163) *In questo senso non ho mai considerato non ho mai considerato l'agiatezza e la felicità come fini in se stessi, una tale base etica la ritengo più adatta a un branco di porci. Gli ideali che hanno illuminato il mio cammino, e che via via mi hanno dato coraggio per affrontare la vita con gioia, sono stati la verità, la bontà e la bellezza.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Gli oggetti comuni degli sforzi umani – proprietà, successo pubblico, lusso – mi sono sembrati spregevoli.<ref group="fonte" name=CLXIII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 163.</ref> (p. 164) *Il mio appassionato senso della giustizia sociale e della responsabilità sociale ha sempre contrastato curiosamente con la mia pronunciata libertà dalle necessità di un contatto diretto con altri esseri umani e comunità umane. Vado per la mia strada e non ho mai fatto parte con tutto il cuore del mio paese, della mia città, dei miei amici e neppure della mia famiglia più prossima; rispetto a tutti questi legami non ho mai perso un ostinato senso del distacco, del bisogno di solitudine – un sentimento che aumenta con il passare degli anni.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Il mio ideale politico è la democrazia. Che ogni uomo sia rispettato come individuo e che nessuno venga idolatrato.<ref group="fonte" name=CII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 102.</ref> (p. 164) *È un'ironia del destino che io stesso sia stato fatto oggetto di eccessiva ammirazione e rispetto dai miei consimili, senza alcun pregio o difetto da parte mia.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Un sistema autocratico di coercizione, secondo me, degenera ben presto. Perché la forza attrae uomini di bassa moralità e io credo che sia una regola invariabili che a tiranni geniali seguano dei farabutti.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 150.</ref> (pp. 164-165) *La cosa veramente valida nello spettacolo della vita umana mi pare non lo Stato, ma l'individuo, creativo e sensibile, la personalità; solo lui crea ciò che è nobile e sublime, mentre il branco come tale resta sciocco nella mente e nei sentimenti.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 152.</ref> (p. 165) *Questa immagine mi fa pensare al frutto peggiore della natura del branco, il sistema militare, che io aborrisco. Che un uomo possa trarre piacere dal marciare in formazione sulla scia di una banda basta a farmelo disprezzare.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 99.</ref> È stato fornito del suo grande cervello solo per sbaglio; gli sarebbe bastata la spina dorsale. Questo bubbone della civilizzazione dovrebbe essere estirpato al più presto. L'eroismo comandato, la violenza senza senso e tutto quel pestilenziale nonsenso che va sotto il nome di patriottismo – quanto lo detesto! La [[guerra]] mi pare qualcosa di meschino e spregevole: preferirei essere fatto a pezzi che partecipare a una faccenda così abominevole.<ref group="fonte" name=LXXXIX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 89.</ref> (p. 165) *La cosa più lontana dalla nostra esperienza è ciò che è [[mistero|misterioso]]. È l'emozione fondamentale accanto alla culla della vera arte e della vera scienza. Chi non lo conosce e non è più in grado di meravigliarsi, e non prova più [[stupore]], è come morto, una candela spenta da un soffio.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 157.</ref> Fu l'esperienza del mistero – seppure mista alla paura – che generò la [[religione]]. Sapere dell'esistenza di qualcosa che non possiamo penetrare, sapere della manifestazione della ragione più profonda e della più radiosa bellezza, accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più elementari – questo sapere e questa emozione costituiscono la vera attitudine religiosa; in questo senso, e solo in questo, sono un uomo profondamente religioso. (p. 165) *Non posso concepire un [[Dio]] che premia e punisce le sue creature, o che possiede una volontà del tipo che noi riconosciamo in noi stessi. Un individuo che sopravvivesse alla propria morte fisica è totalmente lontano dalla mia comprensione, né vorrei che fosse altrimenti; tali nozioni valgono per le paure o per l'assurdo egoismo di anime deboli.<ref group="fonte" name=cur/> (pp. 165-166) *A me basta il mistero dell'eternità della vita e la vaga idea della meravigliosa struttura della realtà, insieme allo sforzo individuale per comprendere un frammento, anche il più piccino, della ragione che si manifesta nella natura.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 166) {{Int|''Bene e male''|''Good and Evil''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Per capirci, non sono i frutti della ricerca scientifica a elevare l'uomo e ad arricchire la sua natura, ma lo stimolo a comprendere, il lavoro intellettuale, creativo o ricettivo.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 167) {{Int|''Il valore di un essere umano''|''The True Value of a Human Being''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *''Il vero valore di un [[uomo|essere umano]]'' è determinato, in prima istanza, dalla misura e dal senso in cui ha raggiunto la liberazione dal [[ego|sé]].<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 138.</ref> (p. 167) {{Int|''Società e personalità''|Da ''Society and Personality'', 1932; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Se consideriamo le nostre vite e i nostri sforzi osserviamo, ben presto, che quasi la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri desideri è collegata all'esistenza di altri esseri umani. Notiamo che la nostra natura somiglia in tutto a quella degli [[animale sociale|animali sociali]]. (p. 167) *[...] siamo obbligati perciò ad ammettere che dobbiamo il nostro principale vantaggio sulle bestie al fatto che viviamo in una società umana. (p. 168) *Senza personalità creative, che pensano e giudicano indipendentemente, il progresso della società è impensabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza il terreno fertile della comunità.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 148-149.</ref> (p. 168) *Nel giro di due settimane masse, come greggi, possono essere portate dai giornali a uno stato di furia eccitata tale che gli uomini sono pronti ad indossare l'uniforme, a uccidere e a farsi uccidere, in nome delle mire inutili di pochi gruppi interessati. Il [[servizio militare]] obbligatorio mi sembra il sintomo più disgraziato di questa mancanza di dignità personale di cui oggi soffre l'umanità civilizzata. (p. 169) {{Int|''Discorso sulla tomba di H.A. Lorentz''|Dal discorso sulla tomba di [[Hendrik Lorentz]], 1928; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} [[File:Einstein en Lorentz.jpg|thumb|upright=1.2|«''La sua vita era organizzata come un'opera d'arte fin nel minimo dettaglio. La sua immancabile gentilezza, la magnanimità e il suo senso della giustizia, uniti ad una comprensione intuitiva della gente e delle cose, lo portavano a essere guida in ogni suo campo. Tutti erano contenti di seguirlo perché sentivano che non si esponeva mai per dominare, ma semplicemente per essere utile.''» {{NDR|riferito a [[Hendrik Lorentz]]}}]] *La sua vita era organizzata come un'opera d'arte fin nel minimo dettaglio. La sua immancabile gentilezza, la magnanimità e il suo senso della giustizia, uniti ad una comprensione intuitiva della gente e delle cose, lo portavano a essere guida in ogni suo campo.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 54.</ref> Tutti erano contenti di seguirlo perché sentivano che non si esponeva mai per dominare, ma semplicemente per essere utile. (pp. 169-170) {{Int|''Congratulazioni al dottor Solf''|Da ''Congratulations to Dr. Solf'', 25 ottobre 1932, tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La [[specializzazione]] in ogni campo dell'attività intellettuale sta aprendo un vuoto sempre più vasto fra gli intellettuali e i non specialisti, che rende ancor più difficile per la vita della nazione di venir fertilizzata e arricchita dai risultati ottenuti dall'arte e dalla scienza. Tuttavia il contatto fra l'intellettuale e le masse non deve andare perduto. È necessario, per il progresso della società e non di meno per rinnovare la forza dell'intellettuale; perché il fiore della scienza non cresce nel deserto. (p. 175) {{Int|''Sulla ricchezza''|Da ''Of Wealth'' tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Sono assolutamente convinto che nessuna [[ricchezza]] al mondo possa far avanzare l'umanità, neppure se è nelle mani dei più fedeli lavoratori per questa causa. L'esempio di personaggi grandi e puri è l'unica cosa capace di produrre idee illustri e azioni nobili. Il [[denaro]] richiama solo l'egoismo e induce sempre, irresistibilmente, chi lo possiede ad abusarne. Qualcuno riesce ad immaginarsi [[Mosè]], [[Gesù]] o [[Mahatma Gandhi|Ghandi]] armati di borse di studio?<ref group="fonte" name=CLXIII/> (p. 176) {{Int|''Religione e scienza''|Da ''Religion and Science'', New York Times Magazine, 9 novembre 1930, pp. 1-4; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Tutto quello che la razza umana ha fatto e pensato è volto a soddisfare i bisogni e a placare il dolore. Lo si deve sempre ricordare se si vogliono capire i movimenti spirituali e il loro sviluppo. Sentimento e desiderio sono le forze causali dietro ogni sforzo e creazione umana, per quanto eccelsa quest'ultima ci si presenti.<ref group="fonte" name=cur>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 110-113.</ref> (p. 178) *Per quel che riguarda l'uomo primitivo è soprattutto la paura a evocare nozioni religiose [...]. (p. 178) *Tuttavia c'è un terzo stato di esperienza religiosa che li riguarda tutti, sebbene solo raramente si trovi nella sua forma pura, e che chiameremo sentimento religioso cosmico. È molto difficile spiegare questo sentimento a chi ne sia totalmente privo, specialmente perché non c'è alcun concetto antropomorfico di Dio che vi corrisponde. L'individuo percepisce l'inutilità dei desideri e degli scopi umani e la sublimità e l'ordine meraviglioso che si manifestano in natura e nel mondo del pensiero. Considera l'esistenza individuale come una sorta di prigione e vuole indagare l'universo come un tutto unico pieno di significato. [...] Grandi spiriti religiosi di tutti i tempi si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso che non conosce né dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; così non vi può essere una Chiesa i cui insegnamenti centrali vi siano basati. [...] Secondo me, la funzione più importante dell'arte e della scienza è proprio quella di risvegliare questo sentimento e tenerlo vivo in quelli che non sono in grado di sentirlo.<ref group="fonte" name=cur/> (pp. 179-180) *L'uomo che è completamente convinto dell'azione universale della legge della causalità non può, nemmeno per un istante, soffermarsi sull'idea di un essere che interferisce nel corso degli eventi – cioè se prende l'ipotesi della causalità veramente sul serio.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) *Il comportamento [[etica|etico]] di un uomo dovrebbe in realtà basarsi sulla solidarietà, l'educazione e i legami sociali; non è necessario alcun fondamento religioso. L'uomo si troverebbe in una ben triste situazione se dovesse venir trattenuto dalla paura di una punizione e dalla speranza di una ricompensa dopo la morte.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) *D'altra parte ritengo che il sentimento religioso cosmico sia il più forte e nobile incitamento alla [[ricerca scientifica]].<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) {{Int|''La religiosità della scienza''|''The Religiousness of Science''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fra le menti scientifiche più profonde difficilmente ne troverete una priva di un particolare sentimento religioso tutto suo. Tuttavia è diverso dalla religione dell'uomo semplice. Per quest'ultimo Dio è un essere dalla cui attenzione si spera di trarre beneficio e di cui si teme la punizione; una sublimazione di un sentimento simile a quello di un figlio verso il padre, un essere con cui in qualche modo si ha una relazione personale, per quanto profondamente possa essere mista a paura.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 181) *Non vi è nulla di divino nella [[morale|moralità]], è una faccenda puramente umana.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref> (p. 181) *Ma lo [[scienziato]] è posseduto dal senso di causalità cosmica. [...] Il suo sentimento religioso prende la forma di uno stupore rapito davanti all'armonia della legge naturale, che rivela un'intelligenza di tale superiorità che, al confronto, tutto il pensiero e l'agire sistematici degli esseri umani sono un riflesso assolutamente insignificante. [...] Questo sentimento è indubbiamente molto vicino a quello che ha posseduto gli spiriti religiosi di tutti i tempi.<ref group="fonte" name=CXIV/> (p. 181) {{Int|''Alcuni appunti sulle mie impressioni americane''|Da un'intervista al ''Nieuwe Rotterdamsche Courant'', 4 luglio 1921; citato nel ''Berliner Tageblatt'', 7 luglio 1921; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La seconda cosa che colpisce il visitatore è l'atteggiamento gioioso e positivo verso la vita. Il sorriso sui volti della gente nelle fotografie è sintomatico di una delle più grandi qualità dell'[[Stati Uniti d'America|americano]]. È amichevole, fiducioso, ottimista e senza invidia. L'europeo trova che il rapporto con gli americani è facile e gradevole.<ref group="fonte" name=XXXIXXL>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 39-40.</ref> (p. 188) *L'[[Stati Uniti d'America|americano]] persegue l'ambizione, il futuro, molto più di quanto lo faccia l'europeo. la vita per lui non è mai essere, ma sempre diventare. [...] è meno individualista dell'europeo – in particolare dal punto di vista psicologico, non economico. Viene data più enfasi al "noi" che all'"io".<ref group="fonte" name=XXXIXXL/> (p. 188) *Il prestigio del governo è stato senza dubbio diminuito considerevolmente dalle [[proibizionismo|leggi proibizioniste]]. Perché nulla è più distruttivo del rispetto per il governo e la legge del paese che promulgare delle leggi che non si possono far rispettare con la forza. È un segreto di Pulcinella che il pericoloso aumento del crimine in questo paese è strettamente connesso a queste leggi.<ref group="fonte" name=CLXII/> (p. 189) *Il locale pubblico è un luogo che dà alla gente l'occasione per scambiare opinioni e idee sulle questioni dello Stato. Per quanto io possa vedere, qui la gente non ha la possibilità di farlo e ne segue che la stampa, principalmente controllata da precisi interessi, ha un'influenza eccessiva sulle opinioni della gente.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 189) [[Immagine:Albert Einstein citizenship NYWTS.jpg|thumb|upright=1.4|Einstein riceve la cittadinanza americana]] {{Int|''Risposta alle donne d'America''|Da un messaggio del 4 gennaio 1928; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Mai fino ad ora avevo sperimentato da parte del gentil sesso un rifiuto tanto energico di tutti i tentativi di approccio; o, se mi è accaduto, mai da così tante tutte insieme.<ref>Un'organizzazione femminista americana aveva protestato contro la visita del "comunista" Einstein negli Stati Uniti. Questa fu la risposta dello scienziato. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 40 e ''Il mondo come io lo vedo'', p. 190.</ref><ref group="fonte" name=XXXIXXL/> (p. 190) *Perché si dovrebbe aprire la porta a una persona che divora il capitalismo ben cotto con lo stesso appetito e gusto del minotauro cretese che nei tempi andati divorava dolci ragazze greche, e in soprammercato è abbastanza franco da evitare ogni guerra, tranne quella inevitabile con la propria moglie?<ref group="fonte" name=CLVI>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 156.</ref> (p. 190) {{Int|''Discorso all'incontro studentesco sul disarmo''|Da un discorso a un gruppo di studenti tedeschi pacifisti, intorno al 1930; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La gente cerca di minimizzare il pericolo limitando gli armamenti e promulgando leggi restrittive per la conduzione della guerra. Ma la [[guerra]] non è un gioco di famiglia in cui i giocatori sono lealmente ligi alle regole. Dove sono in ballo la vita e la morte, obblighi e regole vengono meno.<ref group="fonte" name=LXXXIX/> (p. 192) {{Int|''La Conferenza sul disarmo del 1932''|Da ''The Disarmament Conference of 1932''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Tuttavia tutti quelli che hanno a cuore la civiltà e la giustizia devono esercitare tutta la loro forza per convincere i propri simili della necessità di sottomettere tutti i paesi a un obbligo internazionale di questo genere.<ref group="fonte" name=XC>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 90.</ref> (I, p. 201) {{Int|''Il pacifismo attivo''|Da ''Jewish Ideals''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fintanto che esistono degli eserciti, ogni lite più seria porterà alla guerra. Un pacifismo che non prova di fatto a impedire alle nazioni di armarsi è e deve rimanere impotente.<ref group="fonte" name=XC/> (p. 206) {{Int|''Lettera a un amico della pace''|tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Non possiamo disperarci per l'[[uomo|umanità]], perché siamo noi stessi degli esseri umani. (p. 207) {{Int|''Una terza lettera''|Da una lettera a un amico pacifista; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La gente mi lusinga fintanto che io non intralcio il suo cammino. Ma se dirigo i miei sforzi verso obiettivi che non gli aggradano, mi rivolge immediatamente insulti e calunnie in difesa dei suoi interessi.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref> (p. 208) {{Int|''Manifesto''|Marzo 1933; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fintanto che posso scegliere, voglio stare in un paese dove la libertà, la tolleranza e l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge siano la regola. [...] Queste condizioni non ci sono in Germania attualmente.<ref group="fonte" name=CII/> (p. 217) {{Int|''Ideali ebraici''|Da ''Jewish Ideals''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La ricerca del sapere fine a se stesso, un amore quasi fanatico per la giustizia e il desiderio di indipendenza personale: sono questi i tratti della tradizione [[ebraismo|ebraica]] che mi fanno rendere grazie alle stelle perché ne faccio parte.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 63.</ref> (p. 225) {{Int|''Esiste un punto di vista ebraico?''|Da ''Is There a Jewish Point of View?''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La [[vita]] dell'individuo ha senso fintanto che aiuta nel rendere più nobile e più bella la vita di ogni cosa vivente. La vita è sacra – vale a dire che è il supremo valore, cui sono subordinati tutti gli altri valori. Il considerare come sacra la vita sopra-individuale porta con sé un rispetto per tutto ciò che è spirituale – una particolare caratteristica della tradizione ebraica.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 142.</ref> (p. 225) *Il [[ebraismo|giudaismo]] non è una dottrina: il Dio ebraico è semplicemente la negazione della superstizione, un esito immaginario della sua negazione. È altresì un tentativo di basare la legge morale sulla paura, un tentativo deplorevole e disdicevole. Eppure mi sembra che la forte tradizione morale della nazione ebraica si sia in larga parte liberata da questa paura. È chiaro anche che "servire Dio" era equiparato a "servire il vivente". I migliori del popolo ebraico, specialmente i profeti e Gesù, hanno lottato instancabilmente per questo.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 62.</ref> (p. 226) {{Int|''La ricerca scientifica''|Da ''On Scientific Truth'' e ''Principles of Research'' (discorso per il sessantesimo compleanno di [[Max Planck]], 1918); pubblicati in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotti in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Non è facile definire chiaramente il termine "[[verità]] scientifica": del pari, il senso della parola "verità" è diverso a seconda che si riferisca a fatti psicologici, a una proporzione matematica o a una teoria di scienza naturale. Ma non posso proprio farmi un'idea chiara di ciò che s'intende per "verità religiosa". (''Verità scientifica e no'', p. 61) *La [[ricerca scientifica]] può diminuire la superstizione incoraggiando il ragionamento e l'esplorazione causale. È certo che alla base di ogni lavoro scientifico un po' delicato si trova la convinzione, analoga al sentimento religioso, che il mondo è fondato sulla ragione e può essere compreso. (''Verità scientifica e no'', p. 61) *Quale varietà di stili nel tempio della [[scienza]]! E come diversi sono gli uomini che lo frequentano e diverse le forze morali che ve li hanno condotti! Più di uno si dedica alla scienza con la gioia di rendersi conto delle proprie superiori facoltà intellettuali: per lui la scienza è lo sport preferito che gli permette di vivere una vita intensa e di appagare le sue ambizioni. Ve ne sono anche molti i quali, unicamente allo scopo utilitario, vogliono portare la loro offerta alla effervescenza del cervello. Basterebbe che un angelo divino cacciasse dal tempio gli uomini di queste categorie e l'edificio rimarrebbe vuoto in modo inquietante, se non vi restassero alcuni uomini del presente e del passato: di questo numero fa parte il nostro [[Max Planck|{{sic|Plank}}]] ed è questa la ragione per cui lo amiamo. (''I fondamenti della ricerca'', pp. 62-63) *Io credo con [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]] che l'impulso più potente che li spinge verso l'arte e la scienza è il desiderio di evadere dalla vita d'ogni giorno con la sua dolorosa crudezza e il suo vuoto senza speranza di sfuggire alle catene dei desideri individuali più sensibili fuori del loro io individuale, verso il mondo della contemplazione e del giudizio obiettivo.<ref group="fonte" name=CXXIV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 124.</ref> (''I fondamenti della ricerca'', pp. 63-64) *La missione più alta del [[fisico]] è dunque la ricerca di queste leggi elementari, le più generali, dalle quali si parte per raggiungere, attraverso semplici deduzioni, la immagine del mondo. (''I fondamenti della ricerca'', p. 66) *Il desiderio ardente di una visione di questa armonia prestabilita è la fonte della perseveranza e della pazienza inesauribile con la quale vediamo [[Max Planck|Planck]] dedicarsi ai problemi più generali della nostra scienza senza lasciarsi distogliere da mete più facilmente raggiungibili e più utilitarie. Ho sovente inteso dire che alcuni colleghi attribuivano questo modo di agire a una energia, a una disciplina straordinarie! Credo che abbiano del tutto torto. Lo stato sentimentale che rende idoneo a simili azioni rassomiglia a quello dei religiosi o degli amanti: lo sforzo giornaliero non deriva da un calcolo o da un programma, ma da un bisogno immediato.<ref group="fonte" name=CXXIV/> (''I fondamenti della ricerca'', pp. 67-68) *[...] possa egli {{NDR|[[Max Planck]]}} riuscire a unire la teoria dei quanti all'elettrodinamica e alla meccanica, in un sistema costituente logicamente un tutto. (''I fondamenti della ricerca'', p. 68) {{Int|''I quanti di Planck''|Da ''Inaugural Address to the Prussian Academy of Sciences'', 2 luglio 1914; pubblicato in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto parzialmente in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Con questa ipotesi dei [[quanto|quanti]], egli {{NDR|[[Max Planck]]}} ha capovolto la meccanica classica, nel caso in cui masse sufficientemente piccole si spostano con velocità che toccano valori assai piccoli e accelerazioni sufficientemente grandi. Di modo che oggi non possiamo più considerare valide le leggi del movimento di Galileo e di Newton se non come leggi-limite. (p. 69) *Abbiamo dimostrato che la fisica induttiva pone delle questioni alla fisica deduttiva e viceversa e che la risposta a queste questioni esige la tensione di tutti gli sforzi. (p. 72) {{Int|''La questione del metodo''|Da ''[https://www.stmarys-ca.edu/sites/default/files/attachments/files/On_The_Method_of_Theoretical_Physics.pdf On the Method of Theoretical Physics]'', ''The Herbert Spencer Lecture delivered at Oxford, June 10, 1933'', Clarendon Press, Oxford, 1933, pp. 15-; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Se volete imparare qualche cosa dai [[fisica teorica|fisici teorici]] sui metodi che essi impiegano, vi consiglio di osservare questo principio: non ascoltate i loro discorsi, ma attenetevi alle loro azioni. (p. 73) *Noi onoriamo l'antica Grecia come la culla della scienza occidentale. Là, per la prima volta, è stato creato un sistema logico, meraviglia del pensiero, i cui enunciati si deducono così chiaramente gli uni dagli altri che ciascuna delle proposizioni dimostrate non solleva il minimo dubbio: si tratta della [[geometria euclidea|geometria di Euclide]]. Quest'opera ammirevole della ragione ha dato al cervello umano la più grande fiducia nei suoi sforzi ulteriori. Colui che nella sua prima giovinezza non ha provato entusiasmo davanti a quest'opera non è nato per fare lo scienziato teorico. (pp. 74-75) *Il pensiero logico, da solo, non ci può fornire conoscenze sul mondo dell'esperienza e termina in essa. Le proposizioni puramente logiche sono vuote davanti alla realtà. È grazie a questa conoscenza e soprattutto per averla fatta penetrare a colpi di martello nel mondo della scienza, che [[Galileo Galilei|Galileo]] è diventato il padre della fisica moderna e soprattutto delle scienze naturali moderne. (p. 75) *La ragione dà la struttura del sistema: in contenuto delle esperienze e le loro relazioni reciproche devono, grazie alle proposizioni conseguenti della teoria, trovare la loro rappresentazione. (pp. 76-77) *Osserviamo nondimeno che l'idea di spazio assoluto, che implica quella di riposo assoluto, era per [[Isaac Newton|Newton]] fonte di inquietudine [...]. (p. 78) *L'esperienza resta naturalmente l'unico criterio per utilizzare una costruzione matematica per la fisica; ma è nella matematica che si trova il principio veramente creatore. Da un certo punto di vista, riconosco che il pensiero puro è capace di afferrare la realtà, come gli antichi pensavano. (p. 81) {{Int|''Evoluzione della fisica: Kepler e Newton''|Da ''Johannes Kepler'' (''Über Kepler'', ''Frankfurter Zeitung'', 9 novembre 1930, p. 16) e ''The Mechanics of Newton And Their Influence On The Development Of Theoretical Physics'' (''Newtons Mechanik und ihr Einfluss auf die Gestaltung der theoretischen Physik'', ''Naturwissenschaften'', 1927, XV, pp. 273-276); pubblicati in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotti in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Per capire quanto fosse difficile il compito di determinare il movimento reale di rotazione bisogna comprendere quel che segue. Non si vede mai dove si trova realmente un pianeta in un determinato momento; si vede soltanto in quale direzione esso è visto dalla Terra la quale descrive, essa stessa, una curva di natura sconosciuta intorno al Sole. Le difficoltà parevano dunque insormontabili. (p. 88) *In epoche turbate e angosciate come la nostra, in cui è difficile trovare gioia negli uomini e nel corso degli eventi umani, è particolarmente consolante evocare il ricordo di un uomo così grande, così sereno quale [[Giovanni Keplero|Kepler]]. Egli viveva in un'epoca in cui l'esistenza di leggi generali per i fenomeni naturali non era affatto stabilita con certezza. Quanto grande doveva essere la sua fede in queste leggi per dargli la forza di consacrare dozzine d'anni ad un lavoro paziente e difficile, nell'isolamento, senza alcun appoggio, poco compreso dai suoi contemporanei, alla ricerca empirica del movimento dei pianeti e delle leggi matematiche di questo movimento. (pp. 93-94) *All'ammirazione per quest'uomo sublime deve aggiungersi un altro sentimento di ammirazione e di venerazione che va non più a un essere umano, ma all'armonia misteriosa della natura nella quale siamo nati. Fin dall'antichità gli uomini hanno immaginato le curve rispondenti a leggi per quanto possibile semplici: fra esse, vicino alla retta, l'ellisse e l'iperbole. Ora vediamo queste forme realizzate nelle traiettorie descritte dai corpi celesti, almeno con grande approssimazione. Sembra che la natura umana sia tenuta a costruire indipendentemente le forme prima di poterne dimostrare l'esistenza nella natura. (p. 94) *Risalta meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali [[Giovanni Keplero|Kepler]] ha consacrato la sua vita, che la [[conoscenza]] non può derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato. (p. 94) *Come nessun altro ha mai fatto prima o dopo di lui, [[Isaac Newton|Newton]] ha indicato il cammino al pensiero, allo studio e alla formazione pratica dell'occidente. Egli non è soltanto il creatore geniale di particolari metodi direttivi, egli ha anche dominato in modo singolare gli elementi empirici conosciuti nel suo tempo e il suo spirito è apparso meravigliosamente ingegnoso nell'argomentazione matematica e fisica. Per tutte queste ragioni egli è degno della nostra alta venerazione. Ma questa nobile figura ha un'importanza anche maggiore di quella dovuta alla sua autorità di maestro perché la sorte lo ha collocato a una svolta dello sviluppo dello spirito umano. Per rendercene esattamente conto, non dobbiamo dimenticare che, prima di Newton, non esisteva alcun sistema ben definito di causalità fisica capace di cogliere i tratti più profondi del mondo dell'esperienza. (pp. 96-97) *L'avere avuto la concezione netta della legge differenziale è uno dei più grandi meriti del genio di [[Isaac Newton|Newton]]. (p. 97) *I principî fondamentali di Newton erano tanto soddisfacenti dal punto di vista della logica che furono necessari i fatti sperimentali per dare l'impulso a nuovi slanci. Prima di trattare quest'argomento, devo sottolineare che Newton stesso conosceva i lati deboli della sua costruzione meglio degli scienziati che lo hanno seguito. Questa circostanza mi ha sempre riempito d'ammirazione e di venerazione [...]. (pp. 102-103) {{Int|''Evoluzione del concetto di realtà fisica''|Da ''Clerk Maxwell's Influence on the Evolution of The Idea of Physical Reality'' in ''James Clerk Maxwell: A Commemoration Volume'', University press, Cambridge, 1931, pp. 66–73; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *La fede in un mondo esteriore indipendente dall'individuo che lo esplora è alla base di ogni scienza della natura. Poiché tuttavia le percezioni dei sensi non dànno che indizi indiretti su questo mondo esteriore, su questo «reale fisico», quest'ultimo non può essere afferrato da noi che per via speculativa. Ne deriva che le nostre concezioni del reale fisico non possono mai essere definitive. (p. 111) *Fu allora che avvenne il grande sconvolgimento al quale resteranno sempre legati i nomi di [[Michael Faraday|{{sic|Farady}}]], Maxwell e [[Heinrich Rudolf Hertz|Hertz]]; ma è [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] che in questa rivoluzione ha avuto la parte del leone. Egli ha dimostrato che quanto si conosceva allora intorno alla luce e ai fenomeni elettromagnetici è rappresentato dal suo noto sistema doppio delle equazioni differenziali parziali, nelle quali il campo elettrico e il campo magnetico intervengono come variabili dipendenti. Maxwell a dire il vero ha cercato di dare una base a queste equazioni o di giustificarle per mezzo delle idee della meccanica. (p. 116) *[...] prima di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] si immaginava la realtà fisica (in quanto rappresentante i fenomeni della natura), come punti materiali le cui modifiche consistono soltanto in movimenti, regolati da equazioni differenziali parziali. Dopo Maxwell si è concepita la realtà fisica come rappresentata da campi continui, non meccanicamente spiegabili, regolati da equazioni differenziali parziali. Questo cambiamento nella concezione della realtà è il cambiamento più profondo e più fecondo che la fisica abbia subìto dopo Newton; [...]. (p. 117) {{Int|''Caratteri della teoria della relatività''|Da ''On The Theory of Relativity'', lezione al King's College sullo sviluppo e la posizione attuale della relatività, 1921, in ''Nation and Atheneaum'', XXIX, pp. 431-sg.<ref>Lo scritto venne riportato senza diretta citazione anche nel ''Times'', 14 giugno 1921, p. 8 e in ''Nature'', 1921, CVII, p. 504. {{Cfr}} ''Opere scelte'', p. 770.</ref>; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Nel considerare la natura specifica della teoria della relatività, tengo a mettere in evidenza che questa teoria non è di origine speculativa, ma che la scoperta è dovuta completamente e unicamente al desiderio di adattare, quanto meglio possibile, la teoria fisica ai fatti osservati. Non si tratta di un atto rivoluzionario, ma dell'evoluzione naturale di una linea seguita da secoli. Non è a cuor leggero che si sono abbandonate certe idee, considerate fino ad allora come fondamentali, sullo spazio, il tempo e il movimento; il che è stato imposto unicamente dall'osservazione di alcuni fatti. (p. 121) {{Int|''Lo spazio, l'etere e il campo''|Da ''[http://www.mountainman.com.au/aether_ae2.htm The Problem of Space, Ether and the Field in Physics]'' (''Das Raum-, Äther-, und Feld-problem der Physik'')<ref>Molto simile a due scritti del 1930:<br /> *''Raum-, Feld-, und Äther-problem in der Physik'', ''Second World Power Conference, Berlin 1930, Transactions'', vol. 19, pp. 1-5.<br /> *''Raum, Äther, und Feld in der Physik'', ''Forum philosophicum'', I, pp. 173-180.</ref> pubblicato in ''Mein Weltbild'' e successivamente in ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Il ragionamento scientifico è il perfezionamento del pensiero prescientifico. (p. 137) *I [[concetto|concetti]] non acquistano un fondo interiore se non sono legati, sia pure indirettamente, con le esperienze dei sensi. (p. 137) *[...] le idee si riferiscono alle esperienze dei sensi, ma non possono mai derivarne logicamente. Per questa ragione non ho mai potuto comprendere la questione dell'''a priori'' nel senso di [[Immanuel Kant|Kant]]. (p. 140) *La grande superiorità della teoria [[Cartesio|cartesiana]] non consiste soltanto nel fatto d'aver messo l'analisi al servizio della geometria. Secondo me, il punto capitale è questo, la geometria dei greci dà la preferenza a certe forme (retta, piano); altre, per esempio l'ellisse, non le sono accessibili se non in quanto costruite o definite con l'aiuto di forme come il punto, la retta e il piano. Invece nella dottrina cartesiana tutte le superfici, ad esempio, sono equivalenti per principio e la preferenza nell'edificio geometrico non è deliberatamente accordata alla forma lineare. (pp. 142-143) *Se si considera la [[geometria]] come la dottrina delle leggi della posizione reciproca dei corpi praticamente rigidi, questa scienza deve essere ritenuta il ramo più antico della fisica. Essa ha potuto svilupparsi, come abbiamo già fatto notare, senza l'idea di spazio in quanto spazio, poiché si è accontentata di forme ideali, di corpi, punti, rette, piani, distanze. (p. 143) *Con la teoria della relatività che si avvicina di più allo scopo scientifico per eccellenza, che è di abbracciare per deduzione logica, a mezzo di un minimo di ipotesi e di assiomi, un massimo di contenuto sperimentale. (p. 149) *Senza dubbio, anche qui, il fatto sperimentale è la guida onnipossente; ma il suo verdetto non è applicabile che basandosi su un lavoro potente e delicato, che ha in primo luogo stabilito i vincoli fra gli assiomi e gli eventi verificabili. E il [[fisico teorico|teorico]] deve eseguire questo lavoro gigantesco con la chiara coscienza di essere forse chiamato a giustificare la condanna a morte della sua teoria. Non si deve biasimare, tacciandolo di soverchia fantasia, il teorico che intraprende questo studio: ma bisogna al contrario provare la sua fantasia, perché, tutto ben considerato, non c'è per lui altro cammino per arrivare allo scopo: in ogni caso non è una fantasia senza disegno, ma una ricerca eseguita in vista di possibilità logicamente più semplici e delle loro conseguenze. (pp. 149-150) *Senza dubbio la gravitazione è stata riportata alla struttura dello spazio; ma, al di fuori del campo di gravitazione, c'è ancora il campo elettromagnetico; è stato necessario introdurre questo ultimo nella teoria, come una formazione indipendente dalla gravitazione. Nell'equazione di condizione per il campo si sono dovuti introdurre alcuni termini supplementari corrispondenti all'esistenza del campo elettromagnetico. Ma il pensiero teoretico non saprebbe sopportare l'idea che ci sono due strutture di spazio indipendenti l'una dall'altra: una di gravitazione metrica, l'altra elettromagnetica. S'impone la convinzione che queste due specie di campo devono corrispondere a una struttura unitaria dello spazio. Ora la «[[teoria del tutto|teoria del campo unitario]]», che si presenta come un'estensione matematicamente indipendente della teoria della relatività generalizzata, cerca di rispondere a questo postulato. (pp. 155-156) {{Int|''Origine della teoria della relatività generalizzata''|Da una conferenza all'Università di Glasgow, 20 giugno 1933; riportato con il titolo di ''Notes on the Origins of the General Theory of Relativity'' in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Qualche informazione storica sul mio lavoro scientifico. Non è che io sopravvaluti indebitamente l'importanza del mio sforzo: ma descrivere la storia del lavoro degli altri suppone una indagine del pensiero altrui, il che è piuttosto compito di personalità esercitate in lavori storici, mentre il dare spiegazioni sui propri pensieri anteriori sembrerebbe incomparabilmente più facile; ci si trova qui in una situazione di gran lunga più favorevole, e non si deve, per modestia, lasciar sfuggire l'occasione. (p. 161) *Ma queste ricerche, piene di presentimenti, perseguite nell'ombra per lunghi anni, quell'ardente desiderio di raggiungere lo scopo, quelle alternative di fiducia e di stanchezza, quell'improvviso irrompere della verità luminosa, tutto questo insomma non può essere veramente conosciuto che da colui che l'ha vissuto.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 170) ==''Il lato umano''== [[Immagine:Einstein Albert Elsa LOC 32096u.jpg|thumb|upright=1.4|Einstein con la moglie Elsa]] ===[[Incipit]]=== Un giorno ricevetti all'Ufficio brevetti di Berna una grande busta dalla quale estrassi un foglio dall'aspetto ufficiale. Recava in eleganti caratteri (mi pare che fosse addirittura in latino)<ref>In realtà il testo, stampato in corsivo, era in lingua francese. {{Cfr}} ''Il lato umano'', nota a p. 5.</ref> un messaggio che mi parve impersonale e di scarso interesse. Finì subito nel cestino. Più tardi appresi che si trattava dell'invito alle celebrazioni in memoria di [[Giovanni Calvino|Calvino]] e dell'avviso che avrei ricevuto la laurea honoris causa dall'università di [[Ginevra]]<ref>Il documento aveva un vistoso errore di stampa, forse rilevato da Einstein del tutto inconsciamente, che può aver provocato il suo gesto di rifiuto: la laurea era intestata a «Monsieur Tinstein» invece di «Monsieur Einstein». {{Cfr}} ''Il lato umano'', nota a p. 6.</ref>. Evidentemente la gente dell'università interpretò nel senso giusto il mio silenzio e quindi si rivolse al mio amico e allievo Lucien Chavan, ginevrino di origine e allora residente a Berna. Mi convinse ad andare a Ginevra, spiegandomi che praticamente non era possibile rifiutare l'invito; però non mi diede ulteriori chiarimenti. ===Citazioni=== *Con la [[fama]] divento sempre più stupido, un fenomeno molto comune d'altronde. C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!<ref group="fonte">Archivio Einstein 39-726; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 30.</ref> C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], dicembre 1919.</ref> (p. 8) *Non preoccuparti delle difficoltà che incontri in matematica; ti posso assicurare che le mie sono ancora più grosse.<ref group="fonte">Dalla lettera alla studentessa liceale Barbara Wilson, 7 gennaio 1943; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 131.</ref> (p. 8) *Un uomo contento è troppo soddisfatto del presente per pensare molto al futuro.<ref group="fonte">Tema scritto l'8 settembre 1896 per un esame di francese dal titolo ''Mes projets d'avenir'' (''I miei progetti per il futuro''); riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 1, ''The Early Years: 1879-1902'', a cura di John Stachel et al., Princeton University Press, Princeton, 1987, doc. 22. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 29.</ref> (p. 12) *Nelle nostre ricerche fondamentali nel campo della [[fisica]] andiamo a tastoni; nessuno ha fiducia in quel che il collega cerca di sperimentare con tanta speranza.<ref group="fonte">Da una lettera indirizzata a Maja, 31 agosto 1935.</ref> (p. 15) *Anch'io dovevo diventare [[ingegnere]]. Ma trovai intollerabile l'idea di applicare il genio creativo a problemi che non fanno che complicare la vita quotidiana – e tutto ciò unicamente al triste scopo di guadagnare denaro. Pensare solo per il piacere di pensare, come nella musica!...<ref group="fonte">Da una lettera a a Heinrich Zangger, 11 agosto 1918.</ref> (p. 16) *Per quel che riguarda la ricerca della verità, le mie faticose indagini, con i molti vicoli ciechi, mi hanno insegnato quant'è difficile fare un passo sicuro, anche piccolo, nella conoscenza di ciò che è essenziale.<ref group="fonte">Da una lettera del 13 febbraio 1934.</ref> (p. 17) *Lo [[scienziato]] teorico non è da invidiare. Perché la Natura, o più esattamente l'[[esperimento]], è un giudice inesorabile e poco benevolo del suo lavoro. Non dice mai «Sì» a una [[teoria scientifica|teoria]]: nei casi più favorevoli risponde: «Forse»; nella stragrande maggioranza dei casi, dice semplicemente: «No». Quando un esperimento concorda con una teoria, per la Natura significa «Forse»; se non concorda, significa «No». Probabilmente ogni teoria un giorno o l'altro subirà il suo «No»; per quasi tutte ciò avviene subito dopo la formulazione.<ref group="fonte">Frasi scritte l'11 novembre 1922 su un libro di ricordi dedicato al professor [[Heike Kamerlingh Onnes]].</ref> (pp. 17-18) *Bisogna essere particolarmente critici nei confronti del proprio lavoro. Si può sperare che la gente continui a leggervi solo se, per quanto possibile, si scarta tutto quello che non è rilevante.<ref group="fonte">Dalla risposta di Einstein a un membro del pubblico che, dopo aver trascritto una sua conferenza del marzo 1927, aveva intenzione di proporne la pubblicazione al direttore della rivista scientifica ''Die Naturwissenschaften''.</ref> (p. 20) *Sono state pubblicate sul mio conto tante di quelle fandonie e sfrontate menzogne che, se ci avessi prestato attenzione, ci avrei lasciato ad tempo la pelle. Bisogna consolarsi pensando che il tempo ha un setaccio attraverso il quale la maggior parte di queste cose importanti finisce nel mare dell'oblio; e quel che rimane dopo la selezione è spesso ancora brutto e meschino.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Max Brod]], 22 febbraio 1949.</ref> (p. 20) *Ogni mio squittio diventa uno squillo di tromba.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 21 marzo 1930.</ref> (p. 21) *Non ho mai visto una [[burrasca]] come quella di stanotte... Il mare ha un aspetto di indescrivibile grandiosità, specialmente quando è illuminato dal sole. Ci si sente immersi nella natura. Ancora più del solito si avverte la nullità dell'individuo e questo ci riempie di felicità.<ref group="fonte">Da un passo del suo diario, 10 dicembre 1931.</ref> (p. 22) *Misurato obiettivamente, quanto l'uomo con i suoi sforzi appassionati riesce a strappare alla [[verità]] è parte minima. Ma quegli sforzi ci liberano dalle catene dell'io e ci rendono compagni degli uomini migliori e più grandi.<ref group="fonte">Da un passo del suo diario, 10 dicembre 1931.</ref> (p. 23) *È maledettamente ignorante il [[fisica teorica|fisico teorico]] davanti alla natura e davanti ai suoi allievi!<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 15 marzo 1922.</ref> (p. 23) *Se parliamo dello [[scopo]] e del fine di un'azione, in effetti ci domandiamo quali aspirazioni si realizzano mediante questa azione e le eventuali conseguenze; oppure quali conseguenze negative si possono evitare? Certo, si può parlar in termini specifici dello scopo di un'azione dal punto di vista della comunità alla quale appartiene l'individuo. In questo caso, lo scopo dell'azione ha un rapporto perlomeno indiretto con la realizzazione delle aspirazioni degli individui che formano la società.<ref group="fonte">Da una lettera del 3 dicembre 1950.</ref> (p. 25) *Le dirò francamente che non approvo i [[genitore|genitori]] che influenzano i figli nelle decisioni determinanti per la loro vita futura: sono problemi che ognuno deve risolvere da solo. Tuttavia se vuole prendere una decisione alla quale i suoi si oppongono, deve porsi questa domanda: sono, in fondo, abbastanza indipendente per agire contro la volontà dei miei genitori senza perdere il mio equilibrio interiore?<ref group="fonte">Dalla bozza di una lettera di risposta in tedesco a uno psicologo che gli aveva scritto il 28 ottobre 1951.</ref> (pp. 26-27) *È vero che la comprensione della verità non è possibile senza una base empirica. Tuttavia più andiamo a fondo, più diventano esaurienti e ampie le nostre teorie, meno abbiamo bisogno di conoscenze empiriche per definire quelle teorie.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un laureando in filosofia, 9 dicembre 1952.</ref> (pp. 27-28) *O [[Giovinezza]]: sai che la tua non è la prima generazione ad aspirare a una vita piena di bellezza e di libertà? Sai che tutti i tuoi antenati sentivano quello che senti tu oggi – e poi furono vittime dell'odio e dell'infelicità?<br />Sai che i tuoi ardenti desideri si realizzeranno solo se sarai capace di amore e comprensione per uomini, animali, piante e stelle, così che ogni gioia sarà la tua gioia e ogni dolore il tuo dolore? Apri i tuoi occhi, il tuo cuore, le tue mani e fuggi quel veleno che i tuoi antenati hanno succhiato così avidamente dalla Storia. Soltanto allora il mondo intero diventerà la tua patria e il tuo lavoro e i tuoi sforzi diffonderanno benedizioni.<ref group="fonte">Dagli appunti scritti nel 1932 sull'albo della figlia di un suo vicino a Caputh; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 151.</ref> (pp. 28-29) *[...] chi s'impegna seriamente nella ricerca scientifica finisce sempre per convincersi che nelle leggi dell'Universo si manifesta uno Spirito infinitamente superiore allo spirito umano; noi, con le nostre deboli energie, non possiamo far altro che riconoscere la nostra inferiorità nei suoi confronti.<ref group="fonte">Da una lettera del 24 gennaio 1936.</ref> (p. 31) *Cari bambini, mi fa tanto piacere immaginarvi tutti riuniti a far festa nello splendore delle luci [[Natale|natalizie]]. Pensate anche agli insegnamenti di colui {{NDR|[[Gesù]]}} del quale festeggiate la nascita. Quegli insegnamenti sono così semplici e tuttavia dopo quasi duemila anni non prevalgono ancora tra gli uomini.<ref group="fonte">Da una lettera del 20 dicembre 1935.</ref> (pp. 31-32) *Quando il mondo cessa di essere il luogo dei nostri desideri e speranze personali, quando l'affrontiamo come uomini liberi, osservandolo con ammirazione, curiosità e attenzione, entriamo nel regno dell'arte e della scienza. Se usiamo il linguaggio della logica per descrivere quel che vediamo e sentiamo, allora ci impegniamo in una [[ricerca scientifica]]. Se lo comunichiamo attraverso forme le cui connessioni non sono accessibili al pensiero cosciente, ma vengono percepite mediante l'intuito e l'ingegno, allora entriamo nel campo dell'arte. Elemento comune alle due esperienze è quella appassionante dedizione a ciò che trascende la volontà e gli interessi personali.<ref group="fonte">Da un pensiero scritto nel gennaio 1921 e pubblicato su una rivista tedesca di arte moderna.</ref> (pp. 35-36) *[[Anima e corpo|L'anima e il corpo]] non sono due cose diverse, ma solo due modi diversi di percepire la stessa cosa. In modo analogo, la fisica e la psicologia rappresentano solo due tentativi diversi di unificare le nostre esperienze mediante il pensiero sistematico.<ref group="fonte">Aforisma scritto nel 1937 quando si trovava a Huntington, New York.</ref> (p. 36) *La [[politica]] è un pendolo i cui movimenti che oscillano tra l'anarchia e la tirannia sono alimentati da illusioni perennemente rinnovate.<ref group="fonte">Aforisma scritto nel 1937 quando si trovava a Huntington, New York; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 103.</ref> (p. 36) *Non credo nell'[[immortalità]] dell'individuo e considero che l'[[etica]] sia un interesse esclusivamente umano che non deriva da alcuna autorità sovrannaturale.<ref group="fonte">Dagli appunti scritti in inglesi su una lettera inviatagli da una donna il 17 luglio 1953.</ref> (p. 37) *Non ho mai attribuito alla [[natura]] una intenzione o un fine o qualsiasi altra cosa che si potesse interpretare in senso antropomorfico. Quel che vedo nella natura è una struttura magnifica che possiamo capire solo molto imperfettamente, il che non può non riempire di umiltà qualsiasi persona razionale. Si tratta di un autentico sentimento religioso che non ha niente a che fare con il misticismo.<ref group="fonte">Dalla prima stesura in tedesco della risposta ad una lettera del 1954 o 1955; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 119.</ref> (p. 37) *Dato che le nostre esperienze interiori consistono nel riprodurre e combinare le impressioni sensoriali, il concetto dell'anima senza il corpo mi pare del tutto senza significato.<ref group="fonte">Da una lettera di risposta a una signora viennese che gli aveva posto delle domande in merito all'esistenza dell'anima e alla possibilità di un'evoluzione personale e individuale dopo la morte, 5 febbraio 1921; Archivio Einstein 43-847; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 109-110.</ref> (p. 38) *Sono, ovviamente, menzogne quelle che Lei ha letto riguardo alla mia fede religiosa, menzogne che vengono sistematicamente ripetute. Non credo in un Dio personale, né ho mai negato questo fatto, anzi ho sempre espresso chiaramente il mio parere in proposito. Se c'è in me qualcosa che si possa definire sentimento religioso è proprio quella infinita ammirazione per la struttura del mondo rivelata dalle scoperte della scienza.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954, che citava un articolo sul pensiero religioso di Einstein mettendone in dubbio l'esattezza.</ref> (p. 41) *[...] la [[saggezza]] non è frutto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla che può durare tutta la vita.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 41) *L'ambizione e il puro senso del dovere non dànno frutti veramente importanti, che invece derivano dall'amore e dalla dedizione verso gli uomini e le cose.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un coltivatore dell'Idaho, 30 luglio 1947; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 144.</ref><ref>Un coltivatore dell'Idaho aveva inviato una lettera ad Einstein l'11 luglio 1947, informandolo che aveva chiamato suo figlio Albert e chiedendogli di scrivere due righe, con l'intento di conservarle e consegnarle al figlio quando sarebbe cresciuto. Dopo aver ricevuto la risposta di Einstein, l'uomo rimase molto contento, così scrisse nuovamente allo scienziato allegandogli una foto del piccolo Albert e promettendogli un sacco di patate dell'Idaho. Tale promessa venne poi mantenuta ed Einstein ricevette un grosso sacco di patate. {{Cfr}} ''Il lato umano'', p. 43.</ref> (p. 43) *L'[[uomo|essere umano]] è dotato di una intelligenza appena sufficiente nel comprendere il mondo reale. Se si potesse comunicare a ognuno questo senso di umiltà, tutta la sfera dei rapporti umani ne trarrebbe vantaggio.<ref group="fonte">Da una lettera ad [[Elisabetta di Baviera (1876-1965)|Elisabetta di Wittelsbach]], 19 settembre 1932.</ref> (p. 45) *Ha mai letto le ''Massime'' di [[François de La Rochefoucauld|La Rochefoucauld]]? Suonano piuttosto amare e malinconiche, ma attraverso la loro oggettivazione della natura umana suscitano nel lettore uno strano senso di liberazione. Nella persona di la Rochefoucauld vediamo un uomo che è riuscito a emanciparsi, anche se ha faticato molto per togliersi di dosso il pesante fardello delle passioni che la natura gli accollò durante il cammino della vita.<ref group="fonte">Da una lettera ad [[Elisabetta di Baviera (1876-1965)|Elisabetta di Wittelsbach]], 20 marzo 1936.</ref> (p. 46) *[[Innamoramento|Innamorarsi]] non è certo la cosa più sciocca che fa la gente; però la forza di gravità non c'entra per niente!<ref>Frase annotata su una lettera ricevuta nel 1933. L'autore della lettera scrisse che la terra girava a una velocità talmente alta da apparire ferma e che, a causa della forza di gravità, gli uomini a volte poggiavano i piedi sulla terra, a volte la testa, a volte si ritrovavano ad angolo retto, verso destra o sinistra. Per questo si chiedeva se la gente si innamorava o faceva altre stranezze di questo tipo proprio quando era capovolta, a testa in giù. {{cfr}} ''Il lato umano'', p. 51.</ref> (p. 52) *Non considerate mai lo [[studio]] come un dovere, ma come una occasione invidiabile di imparare a conoscere l'effetto liberatorio della bellezza spirituale, non solo per il vostro proprio godimento, ma per il bene della comunità alla quale appartiene la vostra opera futura.<ref group="fonte">Dalle sue parole di saluto pubblicate su ''The Dink'', una rivista delle matricole, dicembre 1933.</ref> (p. 52) *La [[scienza]] è una cosa meravigliosa quando non serve a guadagnarsi il pane quotidiano. È meglio guadagnarsi da vivere con un lavoro che si ha la certezza di poter fare. Solo quando non bisogna rendere conto delle nostre attività a nessuno, si può provare vero piacere e soddisfazione nella ricerca scientifica.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a una studentessa di un college californiano, che gli scrisse il 24 marzo 1951; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 133.</ref> (p. 53) *Nella [[ricerca scientifica]] la possibilità di ottenere risultati davvero significativi è molto scarsa anche per persone estremamente dotate. Lei corre quindi il rischio di provare un enorme senso di frustrazione quando avrà raggiunto l'età in cui le Sue capacità saranno in declino.<br />C'è un'unica soluzione: dedichi la maggior parte del Suo tempo a qualche attività pratica, nell'insegnamento o in qualche altro campo che si accordi con i Suoi gusti personali e studi durante le ore che Le restano. Potrà in tal modo condurre una vita normale e armoniosa, anche senza la speciale benedizione delle Muse.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a una ragazza di Nuova Delhi, 14 luglio 1953; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref> (pp. 54-55) *Non sono coinvolto, ringrazio Iddio, e non sono più costretto a partecipare alle gare dei cervelloni. Le ho sempre considerate una specie di penosa schiavitù, non meno odiosa della passione per il danaro o per il potere.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Paul Ehrenfest]], 5 maggio 1929; Archivio Einstein 10-163; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> (p. 55) *Il [[sionismo]] rappresenta davvero un nuovo ideale che può restituire al popolo ebraico la gioia di vivere.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Paul Ehrenfest]], 18 giugno 1921; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 68.</ref> (p. 58) *Il [[sionismo]] non fornì agli ebrei tedeschi molta protezione contro lo sterminio. Ma diede ai sopravvissuti la forza interiore di sopportare la rovina con dignità e senza perdere il proprio orgoglio.<ref group="fonte">Da una lettera a un ebreo antisionista nel gennaio 1946; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 65.</ref> (p. 59) *Non riesco a concepire un Dio personale che influisca direttamente sulle azioni degli individui o che giudichi direttamente le proprie creature. Non ci riesco malgrado il fatto che la causalità meccanicistica sia stata, fino a un certo punto messa in dubbio dalle scoperte della scienza moderna.<br />La mia religiosità consiste in una umile ammirazione dello Spirito infinitamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con la nostra ragione debole ed effimera, possiamo capire della realtà. La [[moralità]] ha la massima importanza – ma per noi, non per Dio.<ref group="fonte>Dalle frasi annotate in tedesco su una lettera del 5 agosto 1927, inviatagli da un banchiere del Colorado; Archivio Einstein 48-380; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 110 e 158.</ref> (p. 61) *Tu sei l'unica persona che io conosca che condivide il mio atteggiamento verso la fisica; la fede nella comprensione della realtà attraverso qualcosa di fondamentalmente semplice e unito... Come è difficile riuscire a dare un'occhiata alle carte di Dio. Ma non credo per un solo istante che [[Dio non gioca a dadi|Lui giochi a dadi]]<ref name=dadi/> o che adoperi metodi «telepatici» (come vorrebbe l'attuale [[meccanica quantistica|teoria dei quanti]]).<ref group="fonte>Da una lettera a [[Cornelius Lanczos]], 21 marzo 1942.</ref> (p. 63) *Più diamo la caccia ai [[meccanica quantistica|quanti]], più si nascondono.<ref group="fonte>Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 12 luglio 1924; Archivio Einstein 10-089; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref> (p. 63) [[Immagine:Albert Einstein photo 1920.jpg|thumb|Einstein in una foto del 1920]] *Il sentimento religioso destato dalla comprensione logica dei principî di interrelazioni profonde è di un genere alquanto diverso da quello comunemente definito religioso. Si tratta più di un sentimento di timore reverenziale per l'ordinamento che si manifesta nell'universo materiale; non ci conduce a modellare un essere divino a nostra immagine, un personaggio che abbia delle esigenze nei nostri confronti, che si interessa a noi in quanto individui. Non vi è in ciò né volontà né scopo, né necessità, ma solo l'essere allo stato puro.<ref group="fonte>Da una lettera di risposta a un rabbino di Chicago che gli aveva scritto il 20 dicembre 1939.</ref> (p. 64) *L'umanità ha perfettamente ragione di collocare i predicatori di alti valori morali e spirituali al di sopra degli scopritori di verità obiettive. Quel che l'umanità deve a personalità come [[Gautama Buddha|Buddha]], [[Mosè]], e [[Gesù]] è, a mio avviso, infinitamente più elevato di tutti i risultati del pensiero analitico e speculativo.<ref group="fonte>Da un passo scritto nel settembre 1937; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref> (p. 65) *Non inorgoglitevi per i pochi grandi uomini che nel corso dei secoli sono nati nella vostra terra – il merito non è vostro. Pensate piuttosto al modo in cui li avete trattati durante la loro vita e come avete seguito i loro insegnamenti.<ref group="fonte>Da un appunto in tedesco senza data, rinvenuto in un carteggio inviato a Le Coq dopo l'ultimo soggiorno di Einstein a Pasadena nell'inverno tra il 1932 e il 1933.</ref> (p. 65) *Per la maggior parte, noi uomini viviamo con una falsa impressione di sicurezza, e la sensazione di stare a nostro agio in un ambiente di uomini e cose apparentemente familiari e fidate. Ma quando il corso normale della vita quotidiana viene spezzato, ci rendiamo conto che siamo come dei naufraghi che cercano di tenersi in equilibrio su un pezzo di legno in mare aperto, dimentichi di dove sono venuti e senza sapere dove vanno. Ma una volta che accettiamo pienamente questo dato di fatto, la vita diventa più facile e non ci sono più delusioni.<ref group="fonte>Da una lettera di condoglianze, 26 aprile 1945.</ref> (pp. 66-67) *Facciamo parte di una mandria di [[bufalo|bufali]] e dobbiamo essere contenti se non veniamo calpestati prima del tempo.<ref group="fonte>Da una lettera a [[Cornelius Lanczos]], 26 aprile 1945.</ref> (p. 67) *''Dovunque vada dovunque scappo | sempre di me trovo un ritratto | sulla parete, la scrivania | intorno al collo, effige mia. || Uomini e donne con strano svago | mi implorano: «La sua firma, prego». | Ognuno esige uno scarabocchio | da questo eruditissimo marmocchio. || Talvolta in mezzo a questo godimento | son perplesso delle cose che sento, | e mi chiedo stropicciandomi gli occhi, | sono io pazzo o sono loro sciocchi?''<ref group="fonte>Dalla dedica su una fotografia inviata a Cornelia Wolf nel 1927.</ref> (p. 68) *Ecco quello che ho da dire sull'opera di [[Johann Sebastian Bach|Bach]]: ascoltatela, suonatela, amatela, riveritela e tenete la bocca chiusa.<ref group="fonte">Dalla risposta a un questionario su Bach del magazine tedesco ''Reclams Universum'', 24 marzo 1928; Archivio Einstein 28.058-1.</ref> (p. 70) *Per quanto riguarda [[Franz Schubert|Schubert]], ho solo questo da dire: suonate la sua musica, amatela e tenete la bocca chiusa.<ref group="fonte">Dalla risposta a un questionario su Schubert del magazine tedesco ''Reclams Universum'', 10 novembre 1928.</ref> (p. 70) *[[Georg Friedrich Händel|Haendel]] mi piace sempre – anzi, lo trovo perfetto – ma ha una certa superficialità.<ref group="fonte" name=musi>Dalle risposte a un questionario sui suoi gusti musicali, 1939.</ref> (p. 71) *Per me [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è troppo drammatico, troppo personale.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *[[Franz Schubert|Schubert]] è uno dei miei preferiti per la sua straordinaria abilità di esprimere l'emozione e la sua enorme capacità d'invenzione melodica. Ma nelle sue opere più vaste mi dà fastidio una certa mancanza di struttura architettonica.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *Le opere minori di [[Robert Schumann|Schumann]] mi piacciono per la loro originalità e la loro ricchezza di sentimento, ma la sua mancanza di grandezza formale mi impedisce un pieno godimento.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *In [[Felix Mendelssohn|Mendelssohn]] vedo un talento considerevole, ma anche un'indifendibile superficialità che spesso porta alla banalità.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *Trovo che alcuni ''lieder'' e opere da camera di [[Johannes Brahms|Brahms]] sono davvero significativi anche nella struttura. Tuttavia la maggior parte delle sue opere non hanno per me la forza di convincermi interiormente. Insomma, non capisco perché provò la necessità di scriverle.<ref group="fonte" name=musi/> (pp. 71-72) *Ammiro la capacità creativa di [[Richard Wagner|Wagner]], ma considero la sua mancanza di struttura architettonica un segno di decadenza. Inoltre trovo la sua personalità musicale così indescrivibilmente offensiva che per lo più lo ascolto solo con un senso di disgusto.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *Credo che {{NDR|Richard}} [[Richard Strauss|Strauss]] abbia molto talento, ma che gli manchi una verità interiore e che si preoccupi soltanto degli effetti esteriori.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *Mi pare che la musica di [[Claude Debussy|Debussy]] sia delicata e colorita, dimostra però ancora una mancanza di senso strutturale. Non riesco a entusiasmarmi per una cosa del genere.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *[...] la vera [[arte]] è caratterizzata da un impulso irresistibile dell'artista.<ref group="fonte">Da uno scritto del 15 novembre 1950, a proposito del musicista [[Ernst Bloch]]; Archivio Einstein 34-332; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 149.</ref> (p. 72) *La musica non ''influisce'' sulla ricerca, ma entrambe derivano dalla stessa fonte di ispirazione e si completano a vicenda nel senso di liberazione che procurano.<ref group="fonte">Da una lettera del 23 ottobre 1928; Archivio Einstein 28-065; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 159.</ref> (p. 73) *Io non ho mai creduto alle distinzioni più sottili che gli avvocati vorrebbero imporre ai medici. Obiettivamente, non esiste in fondo il libero arbitrio. Credo che dobbiamo difenderci dalla gente che costituisce un pericolo per gli altri, senza badare alle motivazioni dei loro gesti. Che bisogno c'è di un criterio di responsabilità? Credo che il terrificante deterioramento nel comportamento etico della gente oggi derivi fondamentalmente dalla meccanizzazione e disumanizzazione della nostra esistenza, un disastroso sottoprodotto dello sviluppo della mentalità scientifica e tecnica. ''Nostra culpa!'' Non vedo alcun modo per eliminare questa pericolosa carenza. L'uomo si raffredda più rapidamente del pianeta su cui vive.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Otto Juliusburger]], 11 aprile 1946.</ref> (pp. 76-77) *La gente come noi, benché mortale come tutta l'umanità, non [[invecchiamento|invecchia]] per quanto a lungo viva. Voglio dire che non smettiamo mai di osservare come dei bambini incuriositi il grande mistero che ci circonda. Quindi si crea intorno a noi uno spazio che ci separa da tutto ciò che è insoddisfacente nella sfera umana, è questo è già un gran bene.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Otto Juliusburger]], 29 settembre 1947.</ref> (p. 77) *Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.<ref group="fonte">Messaggio manoscritto e firmato e inviato ad Adriana Enriques, ottobre 1921.</ref> (p. 77) *Sono arrivato alla convinzione che l'abolizione della [[pena di morte]] sia auspicabile per i seguenti motivi:<br />1) Irreparabilità in caso di errore giudiziario.<br />2) Conseguenze morali deleterie per quanti hanno a che fare direttamente o indirettamente con il procedimento dell'esecuzione.<ref>Qualche mese prima, il ''New York Times'' del 6 marzo 1927 riferiva: «Il Professor Einstein non è favorevole all'abolizione della pena di morte [...]. Non vede perché la società non dovrebbe liberarsi degli individui che si sono dimostrati socialmente dannosi. Aggiunge che la società non ha più diritto di condannare una persona all'ergastolo di quanto ne abbia di condannarlo a morte.» {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a un editore berlinese, 3 novembre 1927; Archivio Einstein 46-009; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref> (p. 78) *{{NDR|Sulla [[pena di morte]]}} Non approvo affatto la punizione, accetto soltanto le misure utili a proteggere la società. In teoria non sono contrario all'uccisione di individui che sono privi di valore o in qualche modo pericolosi. Ma mi oppongo solo perché non mi fido degli uomini, cioè dei tribunali. Apprezzo nella vita più la qualità che non la quantità, così come nella natura i principî generali rappresentano una realtà superiore all'oggetto singolo.<ref group="fonte">Da una lettera a Valentin Bulgakov, 4 novembre 1931; Archivio Einstein 45-702; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref> (p. 78) *Sebbene io sia un democratico, ho la certezza che l'umanità non progredirebbe e degenererebbe senza una [[minoranza]] di uomini e donne onesti e socialmente impegnati, disposti a sacrificarsi per le loro convinzioni.<ref group="fonte">Da una lettera del 6 febbraio 1954.</ref> (pp. 79-80) *L'evoluzione umana è basata più sulla coscienza di uomini come [[Louis Brandeis|Brandeis]] che sul genio creativo.<ref group="fonte">Dal messaggio inviato alla rivista bostoniana ''The Jewish Advocate'', 19 ottobre 1931, in occasione del 75° compleanno di [[Louis Brandeis]].</ref> (p. 80) *Con la più profonda ammirazione e stima fraterna Le stringo la mano in occasione del Suo ottantesimo compleanno. Non conosco altri che unisca doti intellettuali così eccezionali a un tale spirito di abnegazione, mentre trova il significato completo della vita nel servire umilmente la comunità. Noi, tutti noi, La ringraziamo non solo per quello che ha fatto e raggiunto, ma anche perché ci rallegriamo che un uomo simile esista tra di noi in questa nostra epoca così priva di autentiche personalità.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Louis Brandeis]], 10 novembre 1936.</ref> (p. 80) *La sofferenza, se provocata dall'ottusità e dalla stupidità di una società legata alle tradizioni, di solito riduce i deboli a uno stato di cieco odio, ma esalta i forti a una superiorità morale e a una generosità altrimenti irraggiungibili dall'uomo.<ref group="fonte">Da un commento all'articolo di Walter White, ''Perché preferisco rimanere negro'', ''Saturday Review of Literature'', 11 ottobre 1947.</ref> (p. 81) *Com'è possibile che la nostra epoca così amante della cultura sia così mostruosamente amorale? Apprezzo di più la carità e l'amore per il prossimo al di sopra di ogni altra cosa. Tutto il nostro decantato progresso – la nostra stessa civiltà – è come l'accetta nelle mani del maniaco criminale.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], dicembre 1917.</ref> (p. 83) *[...] la [[tolleranza]] è l'amichevole apprezzamento delle qualità, delle opinioni e del comportamento degli altri, che sono estranei alle nostre abitudini, convinzioni, gusti. Pertanto essere tolleranti non significa essere indifferenti alle azioni, ai sentimenti degli altri: occorre anche la comprensione e il coinvolgimento personale.<ref group="fonte" name=tolle>Da un articolo sulla tolleranza del 1934 che avrebbe dovuto essere pubblicato su una rivista americana. I redattori vollero apportare delle modifiche, Einstein gradì poco la cosa e decise di ritirare l'articolo.</ref> (p. 83) *È fondamentale quindi la tolleranza per l'individuo da parte della società e dello stato. Indubbiamente lo stato serve a garantire all'individuo quella sicurezza indispensabile per il suo sviluppo. Ma quando lo stato diventa l'elemento principale e l'individuo si trasforma in uno strumento privo di volontà propria, allora si perdono tutti i valori più elevati. Come la roccia deve frantumarsi prima che gli alberi possano mettervi radici, come la terra viene arata perché possa dar frutto, così infatti la società umana dà risultati veramente significativi solo quando è sufficientemente dissodata per rendere possibile il libero sviluppo delle capacità individuali.<ref group="fonte" name=tolle/> (p. 84) *Quando Dio Onnipotente stabiliva le eterne leggi della natura, venne assalito da un dubbio che non riuscì a dissipare neppure in seguito: come sarebbe imbarazzante se più tardi le massime autorità del [[materialismo dialettico]] dichiarassero illegali alcune o addirittura tutte le sue leggi!<br />Quando poi Egli creò i profeti e i saggi del materialismo dialettico fu tormentato da un altro dubbio analogo. Tuttavia si rincuorò al pensiero che mai quei profeti e saggi avrebbero potuto affermare che la base del materialismo dialettico poteva essere contraria alla Ragione e alla Verità.<ref>Nell'Unione Sovietica la [[teoria della relatività]] venne spesso messa in discussione, non era chiaro se essa si accordasse o meno al [[materialismo dialettico]] e gli scienziati sovietici si guardavano bene dal confermare la validità della teoria. Nell'aprile 1952 un membro dell'Accademia delle scienze sovietica accusò Einstein di aver trascinato la fisica «nelle paludi dell'idealismo», di essere reo di «soggettivismo», sostenendo che il materialismo dialettico era invece basato «sull'oggettività della natura materiale». Lo stesso studioso russo condannò due suoi connazionali per aver dato credito alla teoria einsteiniana. L'attacco venne riportato dall<nowiki>'</nowiki>''Associated Press''. Il commento satirico di Einstein si riferiva all'atteggiamento sovietico in generale ed in particolare a tale episodio. {{cfr}} ''Il lato umano'', p. 85.</ref><ref group="fonte">Da un commento satirico inedito rinvenuto tra le carte di Einstein e risalente probabilmente agli anni '50.</ref> (p. 85) *{{NDR|«Se in punto di morte tu ripercorressi con il pensiero la tua vita da quali fatti giudicheresti se è stata un successo o un fallimento?»}} Né in punto di morte né prima mi porrò una simile domanda. La [[natura]] non è né ingegnere né imprenditore, e io stesso faccio parte della natura.<ref group="fonte">Dalla risposta del 12 novembre 1930 a una lettera dall'Inghilterra in cui gli era stata posta questa domanda di [[Thomas Alva Edison]]; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 87.</ref> (p. 86) *La più importante delle aspirazioni umane è la ricerca della [[moralità]] nel nostro comportamento: ne dipendono il nostro equilibrio interiore e persino la nostra stessa esistenza. Solo la moralità del comportamento conferisce alla vita bellezza bellezza e dignità.<ref group="fonte">Da una lettera a un pastore di Brooklyn, 20 novembre 1950; Archivio Einstein 28-894 e 59-871; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 159.</ref> (p. 89) *Se i fedeli delle attuali [[religione|religioni]] volessero davvero pensare e agire nello spirito dei fondatori di queste religioni, allora non esisterebbe alcuna ostilità causata dalla religione tra i seguaci delle differenti fedi. Perfino i conflitti in campo religioso si rivelerebbero insignificanti.<ref group="fonte">Dalla risposta alla richiesta di un telegramma di circa cinquanta parole sulla «fratellanza americana» da parte della ''National Conference of Christian and Jews'', 27 gennaio 1947.</ref> (p. 89) *{{NDR|Sull'[[Olocausto]]}} Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell'umanità.<ref group="fonte">Da un messaggio inviato in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra in Riverside a New York per un monumento dedicato agli eroi del ghetto di Varsavia, 19 ottobre 1947.</ref> (p. 90) *{{NDR|Su [[Michael Faraday]]}} Quell'uomo amava la natura misteriosa come un amante ama il suo amore lontano.<ref group="fonte">Dalla lettera a Gertrude Warschauer, 27 dicembre 1952; Archivio Einstein 39-517; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 48.</ref> (p. 92) *''Nel dir «noi» disagio m'assale, | che di nessun'altra bestia io son l'eguale; | ancor coperto veder posso | dietro a ogni interesse un grande abisso.''<ref group="fonte">Quartina rinvenuta tra gli scritti di Einstein, senza indicazione di data o occasione.</ref> (p. 93) :''Diffido del "noi" ed ecco il perché: | nessuno può dire: «L'altro è me». | Ogni intesa cela un imbroglio, | ogni accordo un abbaglio.''<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 37-38.</ref> *È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio [[lavoro]] con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma.<ref group="fonte">Da una lettera a Joseph Scharl, un amico artista, 27 dicembre 1949; Archivio Einstein 34-207; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 155.</ref> (pp. 94-95) *Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più razionali di quanto siamo (o eravamo) noi – allora andate al diavolo!<ref group="fonte">Da un messaggio in occasione della costruzione di una biblioteca su invito di un prestigioso editore americano, 1° maggio 1936.</ref> (p. 98) *La [[filosofia]] è come una madre che ha dato alla luce tutte le altre scienze, dotandole di caratteristiche diverse. Quindi, sebbene nuda e povera non merita il nostro disprezzo; dobbiamo invece sperare che una parte del suo ideale donchisciottesco sopravviva nei figli, impedendo loro di cadere nel filisteismo.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Bruno Winawer]], 28 settembre 1932; Archivio Einstein 36-532; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 112-113.</ref> (p. 99) *Comparve [[Adolf Hitler|Hitler]], un uomo di limitate capacità intellettuali, inadatto a qualsiasi lavoro utile, pieno di invidia e di amarezza contro tutti quelli che erano stati favoriti più di lui dalla natura e dal destino. [...] odiava più di qualsiasi altra cosa proprio quella cultura e quella educazione che gli erano state negate per sempre. Nella sua disperata ambizione di potere scoprì che i suoi discorsi sconnessi e pervasi dall'odio suscitavano gli applausi frenetici di quanti si trovavano nelle sue stesse condizioni e condividevano le sue opinioni. Raccattava questi relitti della società per la strada, nelle osterie, organizzandoli intorno a sé. In questo modo avviò la sua carriera politica. Ma ciò che veramente lo portò a diventare un Führer era il suo odio acerrimo contro ogni cosa di origine straniera e specialmente contro una minoranza inerme, gli ebrei tedeschi. La loro sensibilità intellettuale lo metteva a disagio e la considerava, non del tutto erroneamente, non tedesca.<ref group="fonte">Da un manoscritto inedito del 1935; Archivio Einstein 14-389; citato in parte in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 50-51.</ref> (pp. 102-103) *Coloro a cui le circostanze esteriori consentono un'esistenza apparentemente sicura non potranno mai capire che cosa significasse quest'uomo per i suoi fratelli imprigionati nella Germania e minacciati dall'inevitabile distruzione. Ritenne fosse suo dovere rimanere e sopportare le spietate persecuzioni al fine di dare ai suoi fratelli un appoggio morale fino all'ultimo. Noncurante del pericolo, trattò con i rappresentanti di un governo formato da assassini brutali, conservando in ogni circostanza la dignità sua e del suo popolo.<ref group="fonte">Dalle parole scritte in occasione dell'ottantesimo compleanno di [[Leo Baeck]] nel maggio 1953.</ref> (p. 104) *Per essere un elemento perfetto di un [[gregge]] bisogna innanzitutto essere una pecora.<ref group="fonte">Dagli aforismi inclusi nel ''Festschrift'' in onore di [[Leo Baeck]], 23 febbraio 1953.</ref> (p. 105) *Si ricordi sempre che gli animi più alti e più nobili sono sempre e necessariamente soli, e che perciò possono respirare la purezza della propria atmosfera.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un musicista di Monaco di Baviera, 5 aprile 1933.</ref> (p. 107) ==''Il significato della relatività''== [[Immagine:Einstein - Vier Vorlesungen über Relativitätstheorie, 1923 - BEIC 3937638 953893 00003.tiff|thumb|''Vier vorlesungen über Relativitätstheorie'' (''gehalten im Mai, 1921, an der Universität Princeton'', Vieweg, Braunschweig) rappresenta il testo originale tedesco della prima edizione di ''The Meaning of Relativity'' del 1921.]] ===[[Incipit]]=== La teoria della relatività è strettamente connessa con la teoria dello spazio e del tempo. Inizierò quindi con una breve analisi dell'origine delle nostre idee sullo spazio e sul tempo, anche se mi rendo conto che, così facendo, mi addentro in un terreno controverso. Oggetto di tutte le scienze, delle scienze della natura come della psicologia, è il tentativo di coordinare le esperienze e di organizzarle in un sistema logico. ma in che modo le nostre abituali idee di spazio e di tempo sono legate al carattere delle nostre esperienze? {{Int|''Spazio e tempo nella fisica pre-relativistica''|[[s:en:The Meaning of Relativity/Lecture 1|''Lecture 1, Space and Time in Pre-Relativity Phisycs'']]; inclusa sin dalla prima edizione: ''The Meaning of Relativity: Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921'', traduzione di E.P. Adams, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1921.}} *La sola giustificazione dei nostri [[concetto|concetti]] e dei nostri sistemi di concetti è il fatto che essi servono a rappresentare l'insieme delle nostre esperienze; a parte questo, essi non hanno nessuna legittimità. Sono convinto che i [[filosofo|filosofi]] hanno sempre avuto un effetto dannoso sul progresso del pensiero scientifico poiché hanno sottratto molti concetti fondamentali al dominio dell'empirismo, nel quale si trovano sotto il nostro controllo e li hanno portati alle intangibili altezze dell<nowiki>'</nowiki>''a priori''. Infatti, anche se dovesse risultare che il mondo delle idee non può essere dedotto dall'esperienza attraverso mezzi logici ma è, in un certo senso, una creazione della mente umana, senza la quale non è possibile nessuna scienza, il mondo delle idee risulterebbe altrettanto indipendente dalla natura delle nostre esperienze quanto lo sono i vestiti dalla forma del corpo. Questo in particolare è vero per i nostri concetti del tempo e dello spazio, che i fisici sono stati costretti dai fatti a far scendere dall'Olimpo dell<nowiki>'</nowiki>''a priori'' per adattarli e renderli utilizzabili. (p. 20) {{Int|''La teoria della relatività generale (seguito)''|[[s:en:The Meaning of Relativity/Lecture 4|''Lecture 4, The General Theory of Relativity (continued)'']]; inclusa sin dalla prima edizione: ''The Meaning of Relativity: Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921'', traduzione di E.P. Adams, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1921.}} *Un universo infinito è possibile soltanto nell'ipotesi che la densità media della materia in esso contenuta sia nulla, ipotesi logicamente possibile ma meno probabile di quella che nell'universo vi sia una densità media finita di materia. (p. 103) {{Int|''Appendice alla seconda edizione''|Aggiunta in ''The Meaning of Relativity'', 2<sup>a</sup> edizione, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1945.}} *Per grandi densità del campo e della materia, le equazioni di campo, e probabilmente anche le variabili del campo che intervengono in esse, non avranno significato reale. Pertanto, non si può supporre che le equazioni valgano per densità elevate del campo o della materia, né si può concludere che l'"inizio dell'espansione" {{NDR|dell'universo}} debba corrispondere a una singolarità in senso matematico. Si deve solo ricordare che le equazioni {{NDR|di campo}} non possono essere estese a queste regioni. Questa considerazione, tuttavia, non altera il fatto che l'"origine del mondo" costituisce realmente un inizio, dal punto di vista dello sviluppo delle stelle e dei sistemi di stelle attualmente esistenti, prima del quale tali stelle e tali sistemi di stelle ancora non esistevano come entità individuali. (p. 120) {{Int|''Appendice seconda: Teoria relativistica del campo non simmetrico''|Aggiunta in ''The Meaning of Relativity'', 4<sup>a</sup> edizione, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1953.<ref>Una prima stesura di questa seconda appendice (intitolata ''Generalized Theory of Gravitation'') era già stata introdotta nella 3<sup>a</sup> edizione di ''The Meaning of Relativity'' del 1950. Inoltre un supplemento di 8 pagine per la stesura definitiva di questa appendice venne pubblicato dalla Princeton University Press nel 1953, dopo l'uscita della 4<sup>a</sup> edizione. {{Cfr}} ''Opere scelte'', pp. 787-788.</ref>}} *Si possono avere buone ragioni per sostenere che la realtà non può essere rappresentata da un campo continuo. I fenomeni quantistici sembrano dimostrare con certezza che un sistema finito di energia finita può essere completamente descritto da un insieme finito di numeri (numeri quantici). Questo non sembra in accordo con una teoria del continuo, e deve quindi spingere alla ricerca di una teoria puramente algebrica in grado di descrivere la realtà: Ma nessuno sa come si possono ottenere le basi per una teoria di questo tipo. (p. 149) ==''Lettere a [[Michele Besso]]''== [[Immagine:1919 eclipse positive.jpg|thumb|L'[[eclissi solare]] del 1919 fornì una prova a sostegno della teoria della relatività generale]] *Sono riuscito a dimostrare, con un calcolo ''semplice, che le equazioni di gravitazione valgono per ogni sistema di riferimento che soddisfi a queste condizioni.'' Ne consegue che esistono trasformazioni d'accelerazione di varia natura, che mutano le equazioni in sé stesse (tra queste, ad esempio, le rotazioni), cosicché l'ipotesi di equivalenza si conserva nella sua forma più primitiva, e perfino in misura insospettabilmente ampia.<br />L'equivalenza rigorosa tra massa inerziale e massa gravitazionale, e anche massa del campo gravitazionale, l'avevo già dimostrata, credo, all'epoca della tua visita.<br />A questo punto indipendentemente dal fatto che l'osservazione dell'[[eclissi solare|eclisse solare]] abbia o non abbia successo<ref>Come ricordato da [[Abraham Pais]] (in ''«Sottile è il Singore...»: la scienza e la vita di Albert Einstein'', Boringhieri, Torino, 1986, cap. 16) i tentativi di osservazione in condizione di eclissi solare furono alquanto travagliati. Nel 1912 una spedizione in Brasile non riuscì ad effettuare le misurazioni a causa di condizioni meteorologiche avverse. Nell'estate del 1914 non venne intrapreso un secondo tentativo per via della crisi internazionale. La [[Prima guerra mondiale]] portò al rinvio del terzo tentativo (in Venezuela nel 1916) e nel 1918 un quarto esperimento condotto da statunitensi non diede risultati attendibili. Solo nel maggio 1919 due gruppi di ricercatori britannici raccolsero i dati, che una volta elaborati rappresentarono una prima conferma della teoria einsteiniana. {{Cfr}} ''Opere scelte'', nota a p. 674.</ref>, mi ritengo soddisfatto, e non dubito più della validità di tutto il sistema: la fondatezza della cosa è fin troppo evidente. (inizio marzo 1914; pp. 673-674) *Di quando in quando, ora mi ritiro per qualche settimana nella casa d'una tenuta di campagna, tutto solo, cucinandomi quel che mi occorre, come gli eremiti dell'antichità. Così noto con sorpresa quanto è lungo un giorno e quanto vano, perlopiù, l'affaccendarsi alacre e odioso che riempie il nostro tempo. (5 gennaio 1929; p. 683) *Ora sto leggendo con grande attenzione e piacere un libro sul socialismo di [[George Bernard Shaw|B. Shaw]], veramente un tipo da togliersi il cappello, dotato d'uno sguardo molto acuto sull'agire umano. (5 gennaio 1929; p. 683) *La salute piano piano migliora. Ma sono stato vicino a tirare le cuoia, cosa che, fra l'altro, è bene non eccedere nel rimandare. (5 gennaio 1929; p. 684) *So che per l'Italia tu nutri un'attrazione incurabile, così come molti ebrei tedeschi per la Germania. Questo genere di debolezza sentimentale è da ricondurre alla nostra nostalgia per una dimora stabile su questa terra effimera, in questo illudendoci, a torto, che i ''goyim'' {{NDR|i non-ebrei}} ne abbiano una e solo noi no. Credo però che non sia una vera patria una terra dove un uomo di buon senso non può nemmeno aprire il becco. (8 agosto 1938; p. 685) *Per quale ragione le civiltà prendano a imputridire dall'interno è cosa oscura. Forse la vita ordinata alla lunga distrugge le forze psichiche essenziali allo sviluppo sociale. (8 agosto 1938; p. 686) *{{NDR|A proposito del nazismo}} Non riuscirei a vivere, se non avessi il mio lavoro [...]. Per fortuna, sono già vecchio e non credo mi aspetti un lungo futuro. (10 ottobre 1938<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-376. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref>) *{{NDR|Sul figlio [[Eduard Einstein]]}} È un vero peccato che, così giovane, debba passare la vita senza poter sperare in una esistenza normale. Per parte mia, non ho più alcuna fiducia nell'assistenza medica da quando ho visto definitivamente fallire la cura d'insulina. Nel complesso ho pochissima stima di tutta la combriccola, e insomma mi sembra meglio lasciar la natura indisturbata. (11 novembre 1940<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-378. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 80.</ref>; p. 686) *Per quanto riguarda [[Ernst Mach|Mach]], è bene distinguere tra l'influenza che ebbe in generale e quella che esercitò su di ''me'' in particolare. Mach ha compiuto significative ricerche sperimentali (ad esempio, la scoperta delle onde d'urto, basata su un metodo ottico veramente geniale); ma non di questo vogliamo discutere, bensì di come influenzò la visione generale dei concetti di base della fisica. In questa prospettiva il suo grande merito sta, a mio parere, nell'aver allentato il dogmatismo che dominava in quell'ambito nei secoli XVIII e XIX. Egli ha cercato di mettere in luce, specialmente nei campi della meccanica e della teoria del calore, il modo in cui i concetti hanno avuto origine dall'esperienza; Mach sosteneva in maniera convincente l'opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano sui dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo ''necessari''. Evidenziando come nella fisica siano cruciali i problemi connessi ai concetti di base, più che quelli d'ordine logico-matematico, egli ha esercitato un'influenza particolarmente salutare. Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l'attività scientifica all'incirca un semplice «mettere ordine» nei materiali empirici. Egli, insomma, non rese giustizia all'elemento di libera volontà costruttiva presente nella formazione dei concetti. Riteneva, in certo modo, che all'origine delle teorie vi fossero «scoperte» e non «invenzioni», spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costitutive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato fra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l'atomismo, ma l'idea stessa d'una realtà fisica. (6 gennaio 1948; pp. 689-690) *È una sorte felice quella d'essere catturato fino all'ultimo respiro dal fascino del lavoro. Diversamente troppo si soffrirebbe della stoltezza e della demenza umana, come vengono alla luce soprattutto nella politica. (24 luglio 1949; pp. 692-693) *Qualcosa di vero forse c'è, nei ragionamenti di [[Arthur Eddington|Eddington]]. Mi è sempre sembrato un uomo di non comune ingegno, ma di scarso senso critico. Non obbligherei nessuno a sacrificargli tempo e fatica; disinteresse e altruismo hanno, giustamente, dei limiti. Con la sua filosofia mi ricorda una «prima ballerina», nemmeno lei in fondo convinta che i suoi eleganti saltelli abbiano una vera ragione d'essere. (29 luglio 1953; p. 702) *[...] considero tranquillamente possibile che la fisica non possa in realtà essere fondata sul concetto di campo, cioè su strutture continue. Nel qual caso non rimarrà ''niente'', né di tutto il mio castello in aria, né della restante fisica contemporanea. (10 agosto 1954; p. 706) *Raramente la capacità di condurre una vita in armonia è congiunta a un'intelligenza acuta come la sua, ma in lui questo inusuale incontro aveva avuto luogo. Quel che più ammiravo, nell'uomo, è l'esser riuscito a vivere molti anni non solo in pace ma addirittura in accordo costante con una donna; un'impresa nella quale io per due volte ho miseramente fallito. (lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref>; p. 706) *Egli mi ha preceduto di poco nel congedarsi da questo strano mondo.<ref>Einstein sarebbe morto meno di un mese dopo, il 18 aprile 1955. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref> Non significa niente. Per noi che crediamo nella fisica, la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un'ostinata illusione. (lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-245. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref>; p. 707) ==''Lettere a [[Max Born]]''== *Sto leggendo fra l'altro i Prolegomeni di Kant e comincio a capire l'enorme potere di suggestione che quest'uomo ha avuto e continua ad avere. Per cadere nelle sue mani è sufficiente concedergli l'esistenza dei giudizi sintetici a priori; per poter essere d'accordo con lui, dovrei attenuare questo "a priori" in "convenzionali", ma anche così non andrebbe bene nei particolari. Tuttavia è delizioso da leggersi, sebbene non sia bello quanto il suo predecessore Hume, che fra l'altro era dotato di un istinto molto più sano. (1918<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 11.</ref>) *Ho letto di recente che la popolazione europea è cresciuta nell'ultimo secolo da 113 milioni a quasi 400... Pensiero spaventoso, che potrebbe quasi riconciliare con la guerra! (Ahrenshoop, 2 agosto 1918<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 13</ref>) *Non credo che gli uomini come tali possano cambiare sostanzialmente, ma ritengo che sia possibile e addirittura ''necessario'' porre fine all'anarchia nei rapporti internazionali, anche a costo di notevoli sacrifici nell'indipendenza dei singoli stati. (1º settembre 1919<ref group="fonte" name=SVXVII>Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 17</ref>) *{{NDR|Il materialismo, ovvero il modo di considerare le cose fondato sulla causalità}} tende costantemente a rispondere solo alla domanda "Per quale ragione?" e mai a quella "A che scopo?". Non c'è principio utilitaristico o selezione naturale che possano aiutarci a rispondere a questa domanda, e se qualcuno si chiede: "A che scopo dobbiamo aiutarci l'un l'altro, renderci la vita meno difficile, comporre buona musica e avere pensieri elevati?", bisognerà rispondergli: "Se non l'intuisci da solo, nessuno potrà spiegartelo". Senza quest'istinto primario non saremmo niente e meglio sarebbe per noi non vivere affatto. (1º settembre 1919<ref group="fonte" name=SVXVII/>) *L'avere una chiara visione dei nessi tra le cose fa parte del lato più bello della vita: per negarlo, bisognerebbe che Lei {{NDR|Max Born}} fosse in uno stato d'animo assai cupo e nichilista. (1º settembre 1919<ref group="fonte" name=SVXVII/>) *Il posto dove si va ad abitare non è così importante [...]. Io stesso ho vagabondato costantemente da un posto all'altro, straniero ovunque [...]. L'ideale di un uomo come me è sentirsi a casa in qualunque posto. (3 marzo 1920<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-146; Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 146.</ref>) *{{NDR|A Born}} Devo confessarti del resto che i bolscevichi non mi dispiacciono poi tanto, per quanto ridicole possano essere le loro teorie; sarebbe maledettamente interessante osservarli una volta da vicino. (27 gennaio 1920<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 28</ref>) *{{NDR|A proposito del dibattito con lo scienziato antisemita [[Philipp Lenard]] durante il congresso dell'Associazione degli scienziati e dei medici tedeschi}} Ognuno deve recare di quando in quando la propria offerta sacrificale all'altare della stupidità, per compiacere la divinità e gli uomini, e io l'ho fatto a dovere col mio articolo. (9 settembre 1920<ref group="fonte">Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 43</ref>) *Proprio come nella leggenda dell'uomo che tramutava in oro tutto ciò che toccava, con me tutto si tramuta in un gran baccano sulla stampa. (9 settembre 1920<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-151. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 30.</ref>) *In effetti, il senso di benessere dato dalla società e dall'arte giapponese deriva dal fatto che l'individuo è inserito così armoniosamente nel suo ambiente da vivere soprattutto l'esperienza della sua comunità, più che del proprio Io. Ognuno di noi da giovane ha avuto quest'aspirazione ardente, ma poi ha dovuto rassegnarsi; fra tutte le comunità a nostra disposizione non ce n'è infatti nessuna a cui vorrei appartenere, se non quella dei veri ricercatori, composta in ogni tempo da un numero assai limitato di membri effettivi. (29 aprile 1924<ref group="fonte" name=SVXCVIII>Da ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', p. 98.</ref>) *L'idea che un elettrone esposto ad una radiazione possa scegliere ''liberamente'' l'istante e la direzione in cui spiccare il salto è per me intollerabile. Se così fosse, preferirei fare il ciabattino, o magari il biscazziere, anziché il fisico. Vero è che i miei tentativi di dare una forma tangibile ai quanti sono regolarmente abortiti, ma sono ben lontano dal rinunziare a questa speranza. E anche se la cosa non riuscirà, mi rimarrà sempre la consolazione di aver fallito da solo. (29 aprile 1924<ref group="fonte" name=SVXCVIII/>) *La [[meccanica quantistica]] è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che non è ancora la soluzione giusta. È una teoria che ci dice molte cose, ma non ci fa penetrare più a fondo il segreto del Grande Vecchio. In ogni caso, sono convinto che [[Dio non gioca a dadi|''questi'' non gioca a dadi]] col mondo.<ref name=dadi>Questa citazione, ripetuta più volte dallo scienziato in varianti leggermente diverse, è una delle massime più famose di Einstein. Essa viene spesso citata semplicemente come «Dio non gioca a dadi» ({{cfr}} [[Carl Friedrich von Weizsäcker]], ''I grandi della fisica. Da Platone a Heisenberg'', [https://books.google.it/books?id=eaV4IllnsQgC&pg=PA220 p. 220]) o «Dio non gioca a dadi con l'Universo» ({{cfr}} Cameron McPherson Smith e Charles Sullivan, ''I falsi miti dell'evoluzione. Top ten degli errori più comuni'', [https://books.google.it/books?id=g89J-fylzOcC&pg=PA72 p. 72]).<br /> In una delle occasioni in cui Einstein fece tale affermazione, Bohr avrebbe risposto: «Einstein, smettila di dire a Dio cosa deve fare!». Nonostante l'aneddoto venga riportato molto spesso, mancano fonti attendibili a sostegno. D'altra parte, alcune fonti riportano un episodio molto simile. Lo stesso Bohr infatti, ricordando l'incontro con Einstein al congresso Solvay del 1927, scrive: «Da parte sua, Einstein ci chiese scherzando se potevamo credere effettivamente che la Provvidenza divina fosse ricorsa al "giuoco dei dadi", al che io replicai facendo osservare che già gli antichi pensatori avevano ammonito di essere molto cauti nel definire gli attributi della Provvidenza col linguaggio comune.» Anche [[Werner Karl Heisenberg]], presente in quell'occasione, ricorda la battuta: «Al che Bohr poté soltanto rispondere: "Ma non tocca a noi dire a Dio come deve far andare il mondo."» {{Cfr}} [[Walter Isaacson]], ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', p. 315 e p. 584.<br />Successivamente [[Stephen Hawking]] in riferimento alla frase disse: «Einstein [...] sbagliò quando disse: "Dio non gioca a dadi". La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere.» Vedi anche [[Dio non gioca a dadi]].</ref> (4 dicembre 1926<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-180; citato in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 275. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref>, p. 709) *In Germania sono stato promosso al rango di bestia feroce e mi sono state confiscate tutte le mie sostanze. Mi consolo pensando che presto se ne sarebbero andate ugualmente. (30 maggio 1933; p. 711) *Mi sono acclimatato benissimo qui. Me ne sto come un orso nella tana; mai, nella mia vita avventurosa, mi sono sentito tanto a casa mia. La mia orsaggine si è acuita dopo la morte della mia compagna {{NDR|Elsa}}, che era più legata di me agli altri esseri umani. (1937 circa<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-151. Citato in ''Einstein-Born Briefwechsel'', p. 177. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref>) *Non posso però scrivere in [[lingua inglese|inglese]], per le insidie dell'ortografia: quando leggo l'inglese, sento solo il suono delle parole e non riesco a fissarne la forma.<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-208; Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 155.</ref> (7 settembre 1944; p. 713) *Non ci eravamo accorti che nell'uomo il [[midollo spinale]] ha un'azione assai più estesa e profonda di quella del cervello. (7 settembre 1944; p. 714) *Il senso di ciò che è giusto o ingiusto cresce e muore come fa un albero, e a ben poco giova qualsiasi genere di concime. Tutto ciò che il singolo può fare è di dare il buon esempio e di avere il coraggio di sostenere con serietà le convinzioni etiche in una società di cinici. Da lungo tempo mi sono sforzato (con alterno successo) di comportarmi in questo senso. (7 settembre 1944; p. 714) *Non posso prendere molto sul serio il fatto che ti senti «troppo vecchio», perché capita anche a me. È un sentimento che ogni tanto (sempre più spesso) riemerge per poi scomparire di nuovo. Possiamo tranquillamente lasciare alla natura il compito di ridurci in polvere un po' alla volta, posto che non preferisca usare sistemi più rapidi. (7 settembre 1944; p. 714) *Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi. Tu ritieni che [[Dio non gioca a dadi|Dio giochi a dadi]] col mondo<ref name=dadi/>; io credo invece che tutto ubbidisca a una legge, in un mondo di realtà obiettive che cerco di cogliere per via furiosamente speculativa. Lo ''credo'' fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica – o meglio un fondamento più tangibile – di quanto non abbia saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più giovani considerano quest'atteggiamento come un effetto della sclerosi. Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello giusto. (7 settembre 1944; p. 715) *Sono lieto che la tua vita e la tua attività siano fruttuose e soddisfacenti. Ciò aiuta a superare le follie degli uomini dai quali dipende il destino collettivo del cosiddetto ''homo sapiens''. Non che in passato questo destino fosse migliore; ma la sua miseria non ci appariva così evidente, e le conseguenze della ciarlataneria erano meno catastrofiche che nelle circostanze attuali. (3 marzo 1947; p. 717) *Quanto ai [[Germania|tedeschi]], non ho cambiato opinione; d'altronde, è un'opinione che risale a prima del periodo nazista. Alla nascita tutti gli uomini sono più o meno uguali, ma i tedeschi hanno una tradizione più pericolosa che non gli altri popoli cosiddetti civili. (15 settembre 1950; p. 726) ==''Lettere a [[Maurice Solovine]]''== [[Immagine:Einstein-with-habicht-and-solovine.jpg|thumb|upright=1.6|Einstein con gli amici [[Maurice Solovine]] (a sinistra) e [[Conrad Habicht]] (al centro) ]] *Non ho affatto voglia di andare in America, ci vado unicamente nell'interesse dei sionisti, che devono elemosinare dollari per costruire un'università a Gerusalemme {{NDR|[[Università Ebraica di Gerusalemme]]}}, per i quali fungo da grande sacerdote e da esca [...]. Ma faccio quello che posso per aiutare quelli della mia tribù: vengono talmente bistrattati altrove. (8 marzo 1921<ref group="fonte">Pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 41. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 61.</ref>) *In [[Stati Uniti d'America|America]], bisogna sempre avere un atteggiamento molto deciso, altrimenti non si viene pagati e nemmeno rispettati. (14 maggio 1922<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-157; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 49. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 40.</ref>) *{{NDR|Sulle sue dimissioni dalla commissione della [[Società delle Nazioni|Lega delle Nazioni]]}} Bisogna tenersi lontani dalle imprese dubbie anche quando portano un nome altisonante. (primavera 1923<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-189; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 59. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref>) *In buona sostanza il mio interesse per la scienza si è sempre limitato allo studio dei principi [...]. Perciò ho pubblicato così poco, perché il grande bisogno di afferrare i principi mi ha spinto a passare la maggior parte del tempo in imprese sterili. (30 ottobre 1924<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-195; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 63. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref>) *{{NDR|Su [[Democrito]]}} Ammirevole, nel testo democriteo, è il trattamento delle qualità sensibili. E colpiscono gli sforzi che egli fa con il senso della vista, mantenendo tenacemente l'idea fondamentale. Tra gli aforismi morali, alcuni sono veramente belli, ma molti, stranamente, hanno un'impronta piccolo-borghese (una morale volgare). [...] Degna di ammirazione è la ferma credenza nella causalità fisica, una causalità che non si arresta neanche di fronte alla volontà del'''homo sapiens''. Per quel che ne so, solo [[Baruch Spinoza|Spinoza]] è stato così radicale e conseguente. (4 marzo 1930; p. 732) *{{NDR|Su ''[[L'evoluzione della fisica]]''}} Il libro deve la sua esistenza al fatto che ho dovuto procurare a [[Leopold Infeld|Infeld]], al quale è stata rifiutata una borsa, una fonte temporanea di sostentamento. Insieme abbiamo effettuato un lavoro molto accurato, con una particolare attenzione per gli aspetti epistemologici. (10 aprile 1938; p. 733) *Come ai tempi di [[Ernst Mach|Mach]] dominava una concezione materialistica dogmatica, quanto mai dannosa, allo stesso modo siamo prigionieri, oggi, di una visione soggettivista rivestita di positivismo. L'esigenza di concepire la natura come realtà obiettiva viene descritta come un pregiudizio superato, mentre le magagne dei teorici dei quanti sono una virtù. Proprio vero, gli uomini sono più suggestionabili dei cavalli: ogni tempo è dominato da una moda, e i più neppure sono capaci di riconoscere il tiranno.<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 447.</ref> (10 aprile 1938; p. 733) *Avevo già saputo della morte di [[Paul Langevin|Langevin]]. Era uno dei miei conoscenti più cari, un vero santo, e di grande talento per di più. È vero che i politici hanno sfruttato la sua bontà, perché era incapace di penetrare le motivazioni squallide, troppo estranee alla sua natura. (9 aprile 1947<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-250; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 99. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 53.</ref>) *Le [[buona azione|buone azioni]] sono come le belle poesie. È facile afferrarne il senso generale ma spesso è meno facile capirne le ragioni. (9 aprile 1947<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-250; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 99-101. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 146.</ref>) *Nel mio lavoro di ricerca sono ostacolato da difficoltà matematiche – sempre le stesse – che mi rendono impossibile la conferma o la confutazione della mia [[teoria del tutto|teoria generale relativistica del campo]]; [...]. Non ne verrò più a capo; il problema verrà dimenticato per essere riscoperto più tardi. È già successo tante volte in passato.<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-256 e 80-865. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 132.</ref> (25 novembre 1948; p. 736) *Ho provato a leggere a mia sorella qualcosa dell'opera filosofica di [[Aristotele]]. In tutta franchezza: una delusione completa. Non fosse stata così oscura, così astrusa, questa pseudofilosofia non sarebbe durata così a lungo. Ma la maggior parte delle persone, per le parole che non riesce a comprendere, prova un sacro rispetto, e taccia invece di superficialità chi ha il torto di parlar chiaro. Quale toccante segno di modestia. (25 novembre 1948; p. 736) *Lei immagina che io guardi con serena soddisfazione all'opera della mia vita. Vista da vicino, però, la realtà è ben diversa. Non c'è una sola idea di cui io sia convinto che sia destinata a durare, e neppure sono sicuro d'essere sulla buona strada. Eretico per alcuni e reazionario per altri; uno che, per così dire, è sopravvissuto a sé stesso: ecco come sono visto dai miei contemporanei. Sarà certo una questione di mode e di angustia di orizzonti, ma la sensazione del fallimento mi viene da dentro. Né potrebbe essere altrimenti, per chi abbia un briciolo di spirito critico e di onestà intellettuale, e quel tanto di modestia che ti consentono un giudizio equilibrato, libero da influenze esterne. (28 marzo 1949; p. 737) *Non ho trovato una parola migliore di "[[religione]]" per definire la fiducia nella natura razionale della realtà, per quanto sia accessibile alla ragione. Ogni volta che questo sentimento è assente, la scienza degenera in un piatto [[empirismo]]. (1° gennaio 1951<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-474 e 80-871; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 119. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 117. Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 447.</ref>) *La [[teoria del tutto|teoria unitaria del campo]], in sé è ultimata. Ma è così difficile da trattare matematicamente che, con tutta la pena che mi sono dato, non sono in condizione di verificarla in alcun modo. Questo stato di cose è destinato a durare per anni, principalmente perché i fisici hanno poca attitudine a capire gli argomenti logici e filosofici.<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-277. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 133.</ref> (12 febbraio 1951; pp. 736-737) *Ci si potrebbe attendere (di più, ci si ''dovrebbe'') aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È questo il «miracolo» che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze. È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo degli dei, ma anche dei «miracoli». Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere il «miracolo» senza che ci sia una via legittima per andare oltre. (30 marzo 1952; pp. 740-741) *Nessuno osa prendere posizione sulla validità o meno {{NDR|della [[teoria del tutto|teoria unitaria dei campi]]}} per un semplice motivo: non esiste modo di affermare alcunché riguardo alle soluzioni di un sistema di equazioni non lineari tanto complesso, se si escludono casi particolari. (28 maggio 1953<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-300; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 149. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref>) ==''Lettere d'amore''== [[File:Albert Einstein and his wife Mileva Maric.jpg|thumb|upright=1.4|[[Mileva Marić]] e Albert Einstein]] *Mia madre e mia sorella mi paiono piuttosto grette e filistee, al di là dell'affetto che provo per loro. È interessante vedere come poco alla volta la vita ci cambi nel profondo dell'anima, per cui anche i legami di famiglia più stretti si riducono a normali amicizie. Non ci si capisce più a fondo, e non si riesce più a immedesimarsi davvero con l'altra persona, a capire le emozioni che la muovono.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 81.</ref> (7, primi di agosto 1899; p. 50) *Non vedo l'ora di ricevere una lettera della mia streghina adorata. Non riesco davvero a credere che rimarremo separati ancora per tutto questo tempo: solo ora mi rendo conto di essere pazzamente innamorato di te! Lasciati viziare quanto vogliono, così tornerai un piccolo tesoro radioso e selvaggia come una monella di strada.<ref group="fonte" name=mileva>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 74-76.</ref> (15, 1° agosto 1900; p. 64) *Capisco abbastanza bene i miei genitori. Pensano a una [[moglie]] come a un lusso che un uomo si può permettere solo quando si guadagna da vivere bene. È un modo di vedere il rapporto matrimoniale che non mi convince affatto, perché considera una moglie come una prostituta, con la sola differenza che la prima, grazie al rango sociale più elevato, è in grado di procacciarsi un contratto con un uomo che le dura tutta la vita.<ref group="fonte" name=CLVI/> (16, 6 agosto 1900; pp. 65-66) *La fame e l'amore sono e rimangono delle molle talmente importanti che quasi tutto può essere spiegato grazie a loro, anche trascurando altri motivi basilari. (16, 6 agosto 1900; p. 66) *Come facevo prima a vivere da solo, mio piccolo tutto? Senza di te perdo la fiducia, la passione per lo studio e la gioia di vivere, insomma, senza di te, la vita non è vita.<ref group="fonte" name=mileva/> (18, 14? agosto 1900; p. 69) *''Santo cielo, quel Johonzel!''<ref>«''Johann''» è uno pseudonimo di Einstein, usato comunemente dalla coppia nelle forme vezzeggiative «''Johonesl''», «''Johannesl''», «''Johonzel''», ecc. {{Cfr}} ''Lettere d'amore'', nota a p. 136.</ref>'' | Il desiderio l'ha reso folle! | Quando pensa alla sua Doxerl''<ref name=doxerl>«''Doxerl''» o «''Dockerl''» deriva da ''Docke'', che nel dialetto della Germania meridionale significa «bambola»; è lo pseudonimo affettuoso con cui Albert si rivolge a Mileva. {{Cfr}} ''Lettere d'amore'', nota a p. 134</ref>'' | il cuscino pare che bolle.''<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 56.</ref>'' || Se il mio tesoro è corrucciato, | io mi faccio tutto piccino, | ma ella alza appena le spalle | e non le importa neanche un pochino. || Ai miei vecchi queste cose | paiono solo una stupidata, | ma non osano fiatare | per timor di una sfuriata! || Il mio tesoro con la sua bocca, | canta ariette tenere e belle, | talché del cuore la corda mi tocca | e la mia voce raggiunge le stelle.'' (19, 20 agosto 1900; pp. 70-71) *''A lui ella ora si cela, | che può fare egli in rimessa? | A lui ella con tutta l'anima | con un bacio si è tosto concessa.'' (19, 20 agosto 1900; p. 72) *Senza il pensiero di te non vorrei più vivere in mezzo a questo miserabile gregge umano. Avere te mi rende fiero, e il tuo amore mi rende felice. Sarò doppiamente felice quando potrò tenerti nuovamente stretta stretta al cuore e rivedere quegli amorosi occhi che brillano solo per me e baciare la tua tenera bocca che vibra di gioia solo per me.<ref group="fonte" name=mileva/> (20, 30 agosto o 6 settembre 1900; p. 73) *Neanche tu ami più la vita filistea, vero? Chi ha assaporato la libertà non può più portare le catene. Sono talmente fortunato ad averti trovata, una persona che mi sta alla pari, forte e indipendente quanto me!<ref group="fonte" name=mileva/> Mi sento solo con chiunque altro tranne te. (23, 3 ottobre 1900; p. 80) *{{NDR|Su [[Michele Besso]]}} È uno smidollato terribile e non ha un pizzico di sano buon senso. È incapace di farsi abbastanza coraggio per combinare qualcosa nella vita o negli studi; e dire che ha una testa straordinariamente fine, di cui osservo con molto piacere i caotici processi mentali.<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 65.</ref> (26, 4 aprile 1901; p. 86) *Vedrai con i tuoi occhi come sono diventato brillante e allegro e come i miei corrucci siano ormai acqua passata. Ti amo di nuovo immensamente! È stato solo per colpa dei nervi che mi sono comportato in modo così meschino con te. Stenterai a riconoscermi, così brillante e allegro, carissima Doxerl<ref name=doxerl/>, non vedo l'ora di rivederti.<ref group="fonte" name=mileva/><ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 66.</ref> (29, 30 aprile 1901; p. 93) *Se almeno potessi trasmetterti un poco della mia felicità, per farti passare definitivamente la tristezza e l'ansia.<ref group="fonte" name=mileva/> (32, 9 maggio 1901; p. 98) *Sto lavorando freneticamente [[Albert Einstein/Articoli scientifici#L'elettrodinamica dei corpi in movimento|sull'elettrodinamica dei corpi in movimenti]], che promette di diventare una memoria eccellente. Ti ho scritto che dubitavo della correttezza delle idee sul moto relativo, ma le mie riserve erano basate su un semplice errore di calcolo. Ora ci credo di nuovo e più di prima. (46, 17 dicembre 1901; pp. 118-119) ==''Out of My Later Years''== [[File:Albert Einstein in later years.jpg|thumb|Albert Einstein nei suoi ultimi anni]] {{Int|''Autoritratto''|In George Schreiber, ''Portraits and Self-Portraits'', Houghton, Mifflin Co., Boston, 1936.}} *Di ciò che è importante nella propria esistenza non ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe interessare il prossimo. Che ne sa un [[pesce]] dell'acqua in cui nuota per tutta la vita? (p. 11) *Anche contro di me sono state scagliate frecce di odio; ma non mi hanno mai colpito, perché in qualche modo appartenevano a un altro mondo, con il quale non ho niente da spartire.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 36.</ref> (p. 11) *Vivo in quella [[solitudine]] che è dolorosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità. (p. 11) {{Int|''Decadimento morale''|Da ''Moral Decay'', messaggio alla ''Young Men's Christian Association'' durante il ''Founders Day'', 11 ottobre 1937.}} *Tutte le religioni, le arti e le scienze sono rami di uno stesso albero. Aspirano tutte a sollevare la vita dell'uomo, sollevandola dal livello della mera esistenza fisica per condurre l'individuo verso la libertà. (p. 15) {{Int|''Principi morali e sentimenti''|Da ''Morals and Emotions'', discorso tenuto alla cerimonia del conferimento delle lauree allo Swarthmore College, 1938.}} *[...] si sappiano non solo tollerare le differenze tra gli individui e i gruppi, ma accettarle di buon grado e considerarle un arricchimento della nostra esistenza. È questa l'essenza della vera [[tolleranza]]; senza una tolleranza intesa in questa accezione più vasta non si potrà parlare di vera moralità. (p. 23) {{Int|''Scienza e religione, II''|Da ''Science, Philosophy and Religion'', a Symposium; pubblicato dalla Conference on Science, Philosophy and Religion in Their Relation to the Democratic Way of Life, Inc., New York, 1941.}} *[...] la [[scienza]] può solo accertare ciò che ''è'', ma non ciò che ''dovrebbe essere'', e fuori dal suo ambito tutti i tipi di giudizi di valore restano necessari. (p. 28) *[...] la scienza può essere creata soltanto da chi sia totalmente vocato alla verità e alla comprensione. Questa fonte emotiva, tuttavia, scaturisce dalla sfera della religione. Ad essa appartiene anche la fede nelle possibilità che le regole valide per il mondo esterno sono razionali, cioè comprensibili per la ragione. Non riesco a concepire un vero scienziato che difetti di tale fede profonda. Possiamo esprimere la situazione con un'immagine: la [[scienza e religione|scienza]] senza la [[scienza e religione|religione]] è zoppa, la religione senza la scienza è cieca.<ref group="fonte" name=CXV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 115-116.</ref><ref>{{Cfr}} [[Immanuel Kant]], ''Critica della ragion pura'': «Senza i sensi non sarebbe a noi posto alcun oggetto, e senza l'intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le rappresentazioni visive senza idee sono cieche.» {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 115.</ref> (p. 29) *Nella fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia umana creò a propria immagine [[dèi|divinità]] che supponeva dovessero determinare, o quantomeno influenzare con le direttive della loro volontà, il mondo fenomenologico. L'uomo cercava di modificare a proprio vantaggio l'atteggiamento di tali divinità con la magia e con la preghiera. L'idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne implorino l'esaudimento dei propri desideri. (p. 29) *La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere [[scienza e religione|della religione e della scienza]] sta tutta in questa idea di un Dio personale.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 30) *Più un uomo è consapevole dell'ordinata regolarità di tutti gli eventi, più si rinsalda nella convinzione che non c'è posto, accanto a questa ordinata regolarità, per cause di natura differente. Per lui non esisterà né regola dell'umano né regola del divino come causa indipendente dagli eventi naturali. (pp. 30-31) *Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina di un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 31) *Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una [[conoscenza]] razionale.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 32) {{Int|''Sull'istruzione''|Dal discorso tenuto ad Albany a una riunione celebrativa dell'Università dello Stato di New York, 15 ottobre 1936; pubblicato poi in ''On Education'', ''School and Society'', XLIV, 1936, pp. 589-592.}} *Nel nostro caso la sola conoscenza della verità non è sufficiente; al contrario tale conoscenza va rinnovata di continuo, con sforzo incessante, se non si vuole che vada perduta. È come una statua di marmo che si erge nel deserto e sia continuamente minacciata di seppellimento dai movimenti delle sabbie. Le mani di chi si pone al servizio del prossimo non devono avere un istante di quiete, affinché il marmo possa continuare a risplendere durevolmente al sole. A tali mani pronte al servizio si uniranno sempre anche le mie. (p. 33) *[...] si deve tendere alla formazione di individui che agiscano e pensino in modo indipendente, pur vedendo nel servizio della comunità il proprio più alto compito vitale.<ref group="fonte" name=LXX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 70-71.</ref> (p. 34) *A me sembra che dal punto di vista metodologico la cosa peggiore per una [[scuola]] sia far leva soprattutto sulla paura, sulla costrizione e sull'autorità artificiosa. Tale impostazione distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stessi degli alunni, producendo soggetti passivi. [...] È relativamente semplice mettere al riparo la scuola da questo che è il peggiore di tutti i mali. Basta dotare gli insegnanti del minor numero possibile di strumenti coercitivi, in modo che per essi l'unica fonte di rispetto da parte dell'alunno siano le loro qualità umane e intellettive.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 35) *La [[scuola]] dovrebbe sempre tendere a sfornare giovani dalla personalità armonica, non degli specialisti. Il che, a mio avviso, vale in un certo senso anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una professione del tutto specifica. Bisognerebbe sempre dare la priorità allo sviluppo di una capacità generale di pensiero e di giudizio indipendente, non all'acquisizione di una competenza specialistica.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 37) {{Int|''La teoria della relatività''|Da ''Relativity: Essence of the Theory of Relativity'', ''American People's Encyclopedia'', Spencer Press, Chicago, 1949, vol. 16, coll. 604-608.}} *La [[matematica]] si occupa esclusivamente delle relazioni tra i concetti senza considerare la loro connessione con l'esperienza. Anche la [[fisica]] si occupa di concetti matematici; tuttavia questi concetti assumono un contenuto fisico solo attraverso una chiara determinazione del loro rapporto con gli oggetti dell'esperienza. Questo vale in particolare per i concetti di moto, spazio, tempo. (p. 41) {{Int|''E&#61;mc²''|Pubblicato originariamente su ''Science Illustrated'', New York, aprile 1946.}} *L'atomo M è un ricco avaro che, finché vive, non dà via alcun denaro (''energia''). Ma nel suo testamento lascia la sua fortuna in eredità ai figli M' e M", a condizione che essi ne destinino una piccola quantità a fini sociali, meno di un millesimo dell'intero patrimonio (''energia o massa''). I figli insieme hanno un po' meno di quanto avesse il padre (''la somma della massa M'+M" è leggermente minore della massa M dell'atomo radioattivo''). Ma la parte destinata alla società, benché relativamente piccola, è tuttavia così rilevante (''considerata come energia cinetica'') da costituire una grande minaccia. Sventare tale minaccia è diventato il più pressante problema del nostro tempo. (p. 50) {{Int|''Che cos'è la teoria della relatività?''|Da ''My Theory'', ''London Times'', 28 novembre 1919.<ref>Pubblicato anche in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science'' con il titolo di ''What Is The Theory of Relativity?'' (''Was ist Relativitätstheorie?''). Ripubblicato inoltre in forma leggermente diversa e con il titolo di ''Tempo, spazio e gravitazione'' (''Time, space and gravitation'') su ''Optician, the British optical journal'', LVIII, pp. 187-188. {{Cfr}} ''Come io vedo il mondo'', pp. 127-135 e ''Opere scelte'', p. 54, pp. 580-584 e p. 768.</ref>}} *Possiamo distinguere vari tipi di teorie nella fisica. Per la maggior parte sono costruttive. Tentano di ricavare un quadro dei fenomeni più complessi dai materiali di uno schema formale relativamente semplice, da cui prendono le mosse. Così la [[teoria cinetica dei gas]] cerca di ridurre i processi meccanici, termici e di propagazione a movimenti di molecole, cioè a ricavarli dalle ipotesi del moto molecolare. Quando diciamo che siamo riusciti a comprendere un insieme di processi naturali, invariabilmente intendiamo dire che abbiamo trovato una teoria costruttiva che copre i processi in questione.<br />Insieme a questa classe di teorie assai importante ne esiste una seconda, che chiamerò delle «teorie dei principi». Queste impiegano il metodo analitico, anziché quello sintetico. Gli elementi che ne costituiscono la base e il punto di partenza non sono stati costruiti per via ipotetica, ma vi si è giunti in modo empirico; essi sono caratteristiche generali di processi naturali, principi che danno origine a criteri formulati in modo matematico, che i processi separati o le loro rappresentazioni teoriche devono saper soddisfare. Così la scienza della [[termodinamica]] cerca di dedurre con mezzi analitici i nessi necessari – che gli eventi separati devono soddisfare – del fatto universalmente provato che il [[moto perpetuo]] è impossibile.<br />I vantaggi della teoria costruttiva sono la completezza, l'adattabilità e la chiarezza, quelli della teoria dei principi sono la perfezione logica e la sicurezza dei fondamenti.<br />La teoria della relatività appartiene a quest'ultima classe. Al fine di coglierne la natura, occorre prima di tutto acquisire dimestichezza con i principi su cui si fonda. (pp. 51-52) *Ecco un'ulteriore applicazione del principio della relatività, per diletto del lettore: oggi in Germania vengo chiamato «luminare tedesco», in Inghilterra «ebreo svizzero». Se dovesse mai succedermi di essere additato come una ''bête noire'', diventerei, al contrario, un «ebreo svizzero» per i tedeschi e un «luminare tedesco» per gli inglesi.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 29-30.</ref> (p. 55) {{Int|''Fisica e realtà''|Da ''Physik und Realität'', ''Franklin Institute Journal'', vol. 221, n. 3, marzo 1936, pp. 313-347.}} *L'intera [[scienza]] non è che un affinamento del pensiero quotidiano.<ref group="fonte" name=CXXIX>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 129.</ref> (p. 56) *Potremmo dire che «l'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità».<ref>Parafrasata spesso in «La cosa più incomprensibile dell'universo è che esso sia comprensibile». {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> È una delle grandi intuizioni di [[Immanuel Kant]] che senza tale comprensibilità l'assunzione di un mondo esterno reale sarebbe assurda. Per quanto riguarda la «comprensibilità», l'espressione è qui utilizzata nel suo senso più banale. Vuole riferirsi a: produzione di una qualche sorta di ordine fra le impressioni dei sensi, un ordine prodotto dalla creazione di concetti generali, di relazioni tra questi concetti, e dalle relazioni tra i concetti e l'esperienza sensoriale, relazioni a loro volta determinate in qualunque possibile modo. È in questo senso che il mondo delle nostre esperienze sensoriali è comprensibile. Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> (pp. 57-58) {{Int|''I fondamenti della fisica teoretica''|Da un discorso tenuto all'''American Scientific Congress'', Washington, maggio 1940; pubblicato con il titolo di ''Considerations Concerning the Fundamental of Theoretical Physics'', su''Science'', Washington D.C., n. 91, 24 maggio 1940, pp. 487-492.}} *Quella che chiamiamo [[fisica]] comprende quel gruppo di scienze naturali che basano i propri concetti su misurazioni; e i cui concetti e affermazioni si prestano a una formulazione matematica.<ref group="fonte" name=CXXX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 130.</ref> (p. 87) *[...] fin dall'inizio è sempre stato presente il tentativo di individuare per tutte queste singole scienze, una base teoretica unitaria composta del minor numero possibile di concetti e relazioni fondamentali, da cui si potessero ricavare per sviluppo logico tutti i concetti e le relazioni delle singole discipline. È questo che intendiamo per ricerca di fondamenti comuni per la globalità della fisica. La convinta fiducia nel conseguimento di tale obiettivo finale è la principale fonte dell'appassionata dedizione che ha sempre animato i ricercatori.<ref group="fonte" name=CXXX/> (pp. 87-88) {{Int|''Il linguaggio comune della scienza''|Da una registrazione radiofonica per la ''Science Conference'', Londra, 28 settembre 1941; pubblicata su ''Avancement of Science'', Londra, vol. 2, n. 5.}} *Quali speranze e paure il [[metodo scientifico]] comporta per l'uomo? Non penso che questo sia il modo giusto di impostare la questione. Qualunque cosa questo strumento a disposizione dell'uomo produrrà, essa dipenderà interamente dalla natura dei fini che l'umanità si sarà data. Una volta posti in essere gli obiettivi, il metodo scientifico fornisce i mezzi per realizzarli. Tuttavia esso non può fornire anche gli obiettivi. Il metodo scientifico non avrebbe condotto da nessuna parte, di per sé, non sarebbe nemmeno nato senza un appassionato sforzo di arrivare a una comprensione chiara. (p. 99-100) {{Int|''Le leggi della scienza e le leggi dell'etica''|Da ''The Laws of Science and The Laws of Ethics'', prefazione a Philipp Frank, ''Relativity – A Richer Truth'', Beacon Press, Boston, 1950.}} *A livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari, compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico. [...] All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si perviene in modo non dissimile da quello che riguarda gli assiomi della scienza. La [[verità]] è ciò che sopporta la verifica dell'esperienza. (p. 102) {{Int|''Una derivazione elementare dell'equivalenza di massa ed energia''|Da ''Elementary Derivation of the Equivalence of Mass and Energy'', ''Technion Journal'', V, pp. 16-sg.}} *La seguente derivazione della legge dell'equivalenza, mai pubblicata prima, ha due vantaggi. Benché utilizzi il principio di relatività ristretta, non presuppone il meccanismo formale della teoria, ma si avvale soltanto di tre leggi precedentemente note:<br />1. La legge della conservazione della quantità di moto.<br />2. L'espressione per la pressione della radiazione; cioè, la quantità di moto di un complesso di radiazioni che si muovano in direzione fissa.<br />3. La ben nota espressione per la deviazione della luce (influenza del moto della terra sulla posizione apparente delle stelle fisse, Bradley). (p. 103) {{Int|''Perché il socialismo?''|Da ''[http://monthlyreview.org/2009/05/01/why-socialism Why Socialism?]'', ''Montly Review: An Indipendent Socialist Magazine'', New York, I, maggio 1949, pp. 9-15.}} *La [[scienza]], tuttavia, non può creare fini e ancora meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al massimo, può fornire i mezzi con cui perseguire eventuali fini. Ma i fini in sé sono concepiti da personalità dotate di alti ideali etici [...]. (p. 110) *[...] dovremmo fare attenzione a non sopravvalutare la scienza e i metodi scientifici, quando si tratti di problemi umani; e non dovremmo presumere che gli esperti siano i soli ad avere il diritto di esprimersi su questioni riguardanti l'organizzazione della società. (p. 110) *[...] i [[Capitalismo|capitalisti]] privati controllano inevitabilmente, in modo diretto o indiretto, le fonti principali d'[[informazione]] (stampa, radio, pubblica istruzione). Per cui è estremamente difficile e nella maggior parte dei casi del tutto impossibile, che il singolo cittadino possa arrivare a conclusioni oggettive e avvalersi in modo intelligente dei propri diritti politici. (p. 113) *Considero tale storpiamento della coscienza dei singoli il peggiore dei mali del capitalismo. Tutto il nostro sistema educativo ne è contagiato. Si inculca un atteggiamento di esagerata competizione negli studenti, che vengono esortati all'adorazione del successo acquisitivo in preparazione della loro carriera futura.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 114) *Sono convinto che ci sia un ''unico'' modo per eliminare tali gravi malanni, vale a dire l'istituzione di una economia socialista, accompagnata da un sistema educativo orientato al perseguimento di obiettivi sociali. In un'economia del genere, i mezzi di produzione saranno posseduti dalla società stessa e utilizzati in maniera pianificata. Un'economia di piano, che adeguasse la produzione ai bisogni della comunità, distribuirebbe il lavoro fra tutti coloro che fossero in grado di lavorare e garantirebbe i mezzi di sussistenza a ciascuno, uomo, donna o bambino che fosse. L'istruzione dell'individuo, oltre a promuovere le capacità innate, si sforzerebbe di sviluppare in lui un senso di responsabilità verso i propri simili anziché la glorificazione del potere e del successo che caratterizzano la nostra società attuale. (p. 115) {{Int|''La questione dei negri''|Da un discorso alla Lincoln University, in occasione del conferimento di una laurea ''honoris causa'', maggio 1946; ''The Negro Question'', ''Pageant'', New York, 1946}} *C'è, tuttavia, una macchia scura nel panorama sociale degli americani. Il loro senso dell'eguaglianza e della dignità umana si limita essenzialmente agli uomini di pelle bianca. [...] Più mi sento americano, più questa situazione mi fa soffrire.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 41.</ref> (p. 116) *Dobbiamo sforzarci di discernere ciò che nella tradizione da noi assorbita è dannoso per il nostro destino e la nostra dignità, e modellare le nostre vite di conseguenza.<ref group="fonte">Citato in ''New York Times'', 4 maggio 1946, p. 7; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 142.</ref> (p. 117) {{Int|''Scienza e società''|Da ''Science and Society'', ''Science'', Washington D.C., numero invernale, 1935-36.}} *Sono due i modi in cui la [[scienza]] influenza le faccende umane. Il primo è a tutti familiare: quello diretto. Ma in maniera ancora più estesa, quella indiretta, la scienza fornisce aiuti che hanno trasformato completamente l'esistenza umana. Questo secondo modo è di natura educativa: agisce sulla mente. Benché possa apparire meno ovvio al nostro esame superficiale, non meno incisivo del primo. (p. 118) *Se mai possiamo affermare che oggi la [[schiavitù]] è stata abolita, dobbiamo tale abolizione agli effetti pratici della scienza.<ref group="fonte">Citato in ''New York Times'', 4 maggio 1946, p. 7; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 118) *Sta a imperituro credito della [[scienza]] l'aver permesso, agendo sulla mente umana, di superare l'insicurezza dell'uomo davanti a se stesso e davanti alla natura. (p. 119) *La gente comune può seguire i dettagli della ricerca scientifica solo fino a un livello modesto; ma può registrare almeno un grosso e importante guadagno: la fiducia che il pensiero umano è affidabile e la legge della natura è universale.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 120) {{Int|''Nel ricevere il premio One World''|Dal discorso pronunciato alla Carnegie Hall, New York, nel ricevere il premio ''One World'', 27 aprile 1948.}} *[...] dove la fiducia nell'onnipotenza della forza fisica ha il sopravvento sulla vita politica, tale forza assume una vita a sé e si rivela superiore agli uomini che pensano di usare la forza come strumento.<ref group="fonte" name=XCIV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 94.</ref> (p. 127) *C'è ''una sola'' strada per la pace e la sicurezza: la strada dell'organizzazione sovrannazionale. Un armamento unilaterale su base nazionale accresce soltanto l'incertezza e la confusione generale senza costituire un efficace protezione.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 104.</ref> (p. 127) {{Int|''Scienza e civiltà''|Dal discorso al Royal Albert Hall di Londra, ''Civilization and Science'', 3 ottobre 1933; citato nel ''Times'' di Londra, 4 ottobre 1933, p. 14.}} *Ci sta a cuore non solo il problema tecnico dell'assicurare e preservare la [[pace]], ma anche l'importante compito dell'istruzione e dell'illuminazione delle menti. Se vogliamo contrastare le forze che minacciano di sopprimere la libertà intellettuale e individuale dobbiamo avere chiara davanti ai nostri occhi la posta in gioco, e quanto dobbiamo a quella libertà che i nostri antenati conquistarono per noi dopo dure lotte. Senza tale libertà non ci sarebbe stato alcuno [[William Shakespeare|Shakespeare]], o [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], o [[Isaac Newton|Newton]], o [[Michael Faraday|Faraday]], o [[Louis Pasteur|Pasteur]] o [[Joseph Lister|Lister]]. [...] Solo gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere vissuta. (pp. 128-129) *[...] notai come la [[monotonia]] di una vita quieta stimoli la mente creativa.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 148.</ref> (p. 129) {{Int|''Lettera aperta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite''|Da ''United Nations World'', New York, ottobre 1947.}} *Le [[Nazioni Unite|NU]] per il momento, e il governo mondiale alla fine, dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta l'umanità. (p. 138) {{Int|''Una risposta agli scienziati sovietici''|Da ''A Reply to the Soviet Scientists'', ''Bulletin of the Atomic Scientists'', IV, febbraio 1948, pp. 33-sg.}} *E il governo è in se stesso un male finché reca in sé la tendenza a degenerare in [[tirannia]].<ref name=soviet>Einstein rispose con questo articolo alla lettera aperta ''Le idee sbagliate del dott. Einstein'', sottoscritta dagli scienziati sovietici [[Sergej Ivanovič Vavilov]], [[Alexander Frumkin]], [[Abram Ioffe]] e [[Nikolay Semyonov]]; pubblicata sul ''New Times'', Mosca, ottobre 1947. {{Cfr}} ''Pensieri, idee e opinioni'', pp. 234 e 238.</ref> (p. 146) *Difendo il governo mondiale perché sono convinto che non ci sia altra via percorribile per eliminare il più tremendo pericolo a cui l'uomo si sia mai trovato esposto. L'obiettivo di evitare la distruzione totale deve avere la priorità su qualunque altro obiettivo.<ref name=soviet/><ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 104-105.</ref> (p. 150) {{Int|''«L'Europa è stata un successo?»''|Da ''Was Europe a Success?'', ''The Nation'', New York, 3 ottobre 1934.}} *Nessun [[scopo|fine]] mi sembra così elevato da indurmi a giustificarne il perseguimento attraverso metodi indegni. (p. 156) :Nessuno scopo è, secondo me, così alto da giustificare dei metodi indegni per il suo conseguimento.<ref>In un [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/24/vita-da-cavie-sulla-pelle-degli.html articolo di ''la Repubblica''] e in molteplici pagine web si afferma che tale citazione di Einstein sia riferita alla [[sperimentazione animale]] o alla [[vivisezione]]. In realtà la frase di Einstein è una considerazione di natura generale e non si riferisce alla tematica specifica della vivisezione. {{Cfr}} ''[http://www.giornalettismo.com/archives/429071/la-vivisezione-repubblica-e-il-povero-albert-einstein/ La vivisezione, Repubblica e il povero Albert Einstein]'', ''Giornalettismo.com'', 24 luglio 2012.</ref> *A volte la [[violenza]] potrà aver sgomberato con rapidità la strada da ostacoli, ma non si è mai rivelata creativa.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 168.</ref> (p. 156) {{Int|''A un raduno per la libertà d'opinione''|Da ''At a Gathering for Freedom on Opinion'', 1936; scritto nel 1936 per un raduno di docenti universitari che non ebbe mai luogo.}} *È per questa ragione che negli ultimi tempi abbiamo dovuto assistere ripetutamente al licenziamento di degni docenti universitari contro la volontà dei loro colleghi, azioni di cui la stampa ha informato il pubblico in modo non adeguato. È sempre alla pressione di questa minoranza economicamente dominante che dobbiamo l'infausta istituzione del giuramento del docente, ideato per limitare la libertà d'insegnamento. Non c'è bisogno che mi soffermi sul fatto che la libertà d'insegnamento e di opinione nei libri o nella stampa è il fondamento di un sano e naturale sviluppo di qualsiasi popolo.<ref group="fonte" name=LXX/> (pp. 157-158) {{Int|''Guerra atomica o pace, I''|Come riportato da Raymond Swing in ''Atomic War or Peace'', ''the Atlantic Monthly'', parte prima, CLXXVI, novembre 1945, pp. 43-45.}} *La produzione dell'[[energia nucleare|energia atomica]] non ha creato un problema nuovo. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente.<ref group="fonte" name=curatom>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 92-93.</ref><ref name=raymondswing>Einstein venne intervistato due volte da Raymond Swing in merito all'eventualità di una guerra atomica: la prima intervista venne realizzata nel 1945 e la seconda nel 1947 ed entrambe vennero pubblicate sul ''the Atlantic Monthly''. Successivamente le due interviste sono state pubblicate più volte insieme, sotto forma di un unico articolo intitolato ''Atomic War or Peace'', nonostante le importanti differenze tra i due, dovute perlopiù al cambiamento delle relazioni internazionali tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel corso del biennio 1945-47. {{Cfr}} ''Einstein on Politics'', [https://books.google.it/books?id=_X1dAAAAQBAJ&pg=PA372 p. 372].</ref> (p. 159) *Non credo che una guerra combattuta con le bombe atomiche spazzerà via la civiltà. Forse potranno rimanere uccisi due terzi della popolazione della terra. Ma resterebbe un sufficiente numero di uomini capaci di pensare e un sufficiente numero di libri per consentire di ricominciare daccapo e restaurare la civiltà.<ref group="fonte" name=curatom/><ref name=raymondswing/> (p. 159) *Non mi considero il padre della liberazione dell'[[energia nucleare|energia atomica]]. Il mio ruolo in proposito è stato del tutto indiretto. Non prevedevo, infatti, che si sarebbe arrivati a produrla nel mio tempo. Lo credevo possibile solo sul piano teorico. È diventato un fatto concreto grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, cosa che non avrei potuto prevedere. È stato [[Otto Hahn|Hahn]] a scoprirla a [[Berlino]], e lui stesso ha frainteso il senso della propria stessa scoperta. È stata [[Lise Meitner]] a fornire l'interpretazione corretta. È fuggita dalla [[Germania]] per mettere l'informazione in mano a [[Niels Bohr]]. Non credo che si possa inaugurare una grande era della scienza atomica nel modo in cui sono organizzate le grandi società per azioni.<ref name=raymondswing/> (p. 162) *Dal momento che non prevedo che l'[[energia nucleare|energia atomica]] potrà risultare di grande vantaggio ancora per molto tempo, debbo dire che attualmente essa costituisce una minaccia. Forse è bene che sia così. Potrà agire da deterrente per la razza umana spingendola a mettere ordine nei propri affari internazionali, cosa che, senza la pressione della paura, di sicuro essa non farebbe.<ref group="fonte" name=curatom/> (p. 163) {{Int|''Guerra atomica o pace, II''|Come riportato da Raymond Swing in ''[http://www.theatlantic.com/past/issues/47nov/einstein.htm Atomic War or Peace]'', ''the Atlantic Monthly'', parte seconda, CLXXX, novembre 1947, pp. 29-32.}} *Dalla realizzazione della prima [[bomba atomica]] non è stato approntato nulla che rendesse il mondo più sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per accrescere la distruttività della guerra.<ref name=raymondswing/> (p. 163) *Ma non è necessario immaginare che un'esplosione stellare distrugga la terra come una Nova per capire con chiarezza la crescente distruttività di una [[guerra nucleare|guerra atomica]] e riconoscere che, a meno di impedire un'altra guerra, è probabile che si arrivi a devastazioni su scala mai ritenuta possibile prima d'ora, e a stento concepibili anche adesso, e che ad esse sopravviverebbe ben poco della nostra società.<ref name=raymondswing/> (p. 164) *Ma nulla è stato fatto per scongiurare la guerra, mentre molto è stato fatto per rendere la [[guerra nucleare|guerra atomica]] ancora più orribile; non ci sono giustificazioni, di conseguenza, per aver ignorato il pericolo. Dico che non è stato fatto nulla per scongiurare la guerra a partire dalla messa a punto della bomba atomica, malgrado gli Stati Uniti abbiano avanzato alle Nazioni Unite la proposta di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Si è trattato di una proposta condizionale, e a condizioni che l'Unione Sovietica è adesso determinata a respingere. Il che consente di addossare ai russi la colpa del fallimento.<ref name=raymondswing/> (p. 164) *Ma nell'incolpare i russi gli americani non dovrebbero ignorare il fatto che nemmeno loro hanno rinunciato volontariamente all'uso della bomba come arma ordinaria, in attesa che si arrivi al controllo sovrannazionale, o nel caso non si arrivi a un controllo sovrannazionale. Così hanno alimentato negli altri paesi la paura che gli americani considerino la bomba atomica una componente legittima del loro arsenale bellico fintantoché gli altri paesi declineranno di accettare i termini da essi proposti per un controllo sovrannazionale.<ref name=raymondswing/> (pp. 164-165) *Gli americani possono essere convinti della loro determinazione a non scatenare una guerra aggressiva o preventiva e ritenere così superfluo annunciare pubblicamente che non faranno più ricorso per primi alla bomba atomica. Ma questo paese è stato invitato solennemente a rinunciare all'uso della bomba – cioè a metterla al bando – e ha declinato di farlo a meno di non vedere accettati i propri termini per un controllo sovrannazionale.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Considero sbagliata questa linea politica. Scorgo un certo vantaggio militare nel non rinunciare per legge all'uso della bomba come deterrente volto a scoraggiare un altro paese dall'intraprendere una guerra in cui gli Stati Uniti potrebbero usarla. Ma quel che si guadagna da un lato lo si perde dall'altro. Perché si è resa più remota la comprensione dell'importanza di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Che non abbiano a verificarsi inconvenienti militari finché gli Stati Uniti detengono l'esclusiva della bomba. Ma non appena un altro paese sarà in grado di produrne in quantità consistenti, l'assenza di un accordo internazionale porrà gli Stati Uniti in condizioni di forte svantaggio, a causa della vulnerabilità delle sue industrie, così concentrate nel territorio, e dell'alto sviluppo della sua vita urbana.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Il rifiuto di mettere al bando la bomba finché ne detiene il monopolio procura a questo paese un'altra conseguenza negativa, impedendogli di tornare pubblicamente ai parametri etici bellici formalmente accettati prima dell'ultima guerra. Non si dovrebbe dimenticare che questo paese ha approntato la [[bomba atomica]] come misura preventiva; se ne voleva impedire l'utilizzo da parte dei tedeschi, in caso l'avessero scoperta.<ref group="fonte" name=curatom/> Sono stati i tedeschi a iniziare il bombardamento dei centri civili, seguiti dai giapponesi. A ciò gli alleati hanno risposto negli stessi termini – anzi, come è risultato, con maggiore efficacia – e ne avevano la giustificazione morale. Ma adesso, in assenza di alcuna provocazione, e in mancanza della giustificazione della rappresaglia o della ritorsione, il rifiuto di rinunciare all'uso della bomba se non per ritorsione rendo lo scopo del suo possesso prettamente politico. Il che è difficilmente perdonabile.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Non sto dicendo che gli Stati Uniti non dovrebbero preparare la bomba e farne scorta, perché credo che debbano farlo; con essa devono essere in grado di scoraggiare un altro paese dal predisporre un attacco atomico una volta che anch'esso si sia procurato la bomba.<ref name=raymondswing/> (p. 166) *Detenere una scorta di bombe atomiche senza impegnarsi a non utilizzarne per primi è sfruttare a fini politici il possesso delle bombe. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in tal modo di intimorire l'Unione Sovietica e di indurla ad accettare un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Ma inculcare la paura non fa che accrescere l'antagonismo e aumentare il pericolo di una guerra. Sono dell'opinione che questa politica ci abbia allontanati dalla vera soluzione moralmente accettabile, la proposta di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica.<ref name=raymondswing/> (p. 166) *L'appartenenza a un sistema di sicurezza sovrannazionale non dovrebbe, a mio avviso, basarsi su alcun arbitrario parametro di democrazia. Il solo requisito da parte di tutti dovrebbe essere l'elezione popolare diretta dei rappresentanti destinati all'organizzazione sovrannazionale – parlamento e consiglio – per scrutinio segreto in ogni paese membro. Tali rappresentanti dovrebbero rappresentare il popolo piuttosto che i singoli governi, il che aumenterebbe la natura pacifista dell'organizzazione.<ref name=raymondswing/> (p. 170) {{Int|''La minaccia della distruzione di massa''|Da un discorso alla seconda cena annuale offerta dalla Foreign Press Association all'Assemblea Generale e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al [[Waldorf-Astoria Hotel]], New York, 11 novembre 1947.}} *Siamo tutti consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui versa oggi la società umana – ridotta a un'unica comunità con un destino comune –, ma solo alcuni si comportano di conseguenza. Gran parte delle persone continua a vivere la propria vita ordinaria; per metà spaventate, per metà indifferenti, esse contemplano la cupa tragicommedia in atto sul palcoscenico internazionale davanti agli occhi e alle orecchie del mondo. Ma su quel palcoscenico, in cui gli attori recitano sotto i riflettori le proprie ordinate parti, si decide il nostro destino di domani, la vita o la morte delle nazioni. (p. 175) *Finché il contatto fra i due campi si limiterà ai negoziati ufficiali, vedo scarse prospettive di un accordo intelligente, specialmente dal momento che considerazioni di prestigio nazionale oltre che la tendenza a parlare alle masse da una finestra tendono a rendere pressoché impossibile ogni ragionevole progresso. Ciò che una parte propone a livello ufficiale è per ciò stesso guardato con diffidenza e persino fatto apparire come inaccettabile dall'altra. Inoltre dietro tutti i negoziati ufficiali si cela – per quanto velata – la minaccia del potere nudo e crudo. (p. 176) *Noi [[scienziato|scienziati]] crediamo che quello che noi e i nostri simili faremo o mancheremo di fare nel giro dei prossimi anni determinerà il destino della nostra civiltà. E consideriamo nostro dovere divulgare incessantemente questa verità, aiutando la gente a rendersi conto della posta in gioco e adoperandoci non per una tregua, ma per un'intesa e un definitivo accordo tra popoli e nazioni di differenti vedute. (p. 176) {{Int|''L'intrusione dei militari nella scienza''|Da ''Military Intrusion in Science. The Military Mentality'', ''American Scholar'', XVI, 1947, pp. 353-sg.}} *È tipico della mentalità militarista considerare essenziali i fattori non-umani (bombe atomiche, basi strategiche, armi di ogni sorta, il possesso di materie prime, ecc.) e ritenere invece trascurabile e secondario l'essere umano, i suoi desideri e pensieri, in breve i fattori psicologici.<ref group="fonte" name=XCIV/> (p. 182) *L'individuo è degradato a mero strumento; egli diventa «materiale umano».<ref group="fonte" name=XCIV/> Con una concezione simile i normali fini delle aspirazioni umane svaniscono. Al loro posto, la mentalità militarista eleva il «potere nudo» a fine in sé, uno dei più sconcertanti inganni a cui gli uomini possano soccombere. Nel nostro tempo la mentalità militare si è fatta ancora più pericolosa che in passato perché le armi offensive sono diventate molto più potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili del cittadino al presunto bene dello stato. (p. 182) *Non vedo altra via d'uscita dalle condizioni imperanti che una politica perspicace, onesta e coraggiosa, tesa a fondare la sicurezza su basi sovrannazionali. Speriamo che si troveranno individui sufficienti per numero e per forza morale, atti a guidare la nazione su questa strada, finché le circostanze esterne le attribuiranno un ruolo di guida. Allora problemi come quelli descritti cesseranno di esistere. (p. 182) {{Int|''[[Isaac Newton]]''|Da ''The Manchester Guardian'', Manchester, Inghilterra, Natale 1942.}} *[...] [[Isaac Newton|Newton]] fu il primo che riuscì a scoprire dei fondamenti formulati con chiarezza da cui poter dedurre un ampio campo di fenomeni a mezzo del pensiero matematico, a livello logico, quantitativo e in armonia con l'esperienza.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 56.</ref> (p. 187) {{Int|''[[Giovanni Keplero]]''|Dalla prefazione di ''Johannes Kepler's Letters'', a cura di David Baumgardt, ed. Carola Baumgardt, Philosophical Library, New York, 1951.}} *[...] [[Giovanni Keplero|Keplero]] era uno di quei rari individui semplicemente incapaci di fare altro che battersi apertamente in difesa delle proprie convinzioni in ogni ambito.<ref group="fonte" name=LILII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 51-52.</ref> (p. 192) *Nella ricerca dovette sbarazzarsi dell'approccio animistico, una modalità di pensiero orientata a fini nascosti. Dovette per prima cosa riconoscere che nemmeno la tecnica matematica più nitidamente logica offriva di per sé alcuna garanzia di verità, facendosi irrilevante se non verificata sulle più meticolose osservazioni della scienza naturale. Non fosse stato per questo orientamento filosofico, il lavoro di Keplero non sarebbe stato possibile. Lui non ne parla, ma le sue lettere riflettono tale lotta interiore.<ref group="fonte" name=LILII/> (p. 193) {{Int|''In memoria di [[Marie Curie]]''|Dalla dichiarazione in occasione della Curie Memorial Celebration al Roerich Museum, New York, 23 novembre 1935.}} [[Immagine:Marie Curie and Albert Einstein.jpg|thumb|Marie Curie con Albert Einstein ]] *La sua forza, la purezza della sua volontà, la sua severità con se stessa, la sua obiettività, il suo giudizio incorruttibile: erano tutte di una qualità raramente riscontrata, così riunite in un solo individuo. [...] Una volta che avesse riconosciuto una certa strada come giusta, la percorreva senza compromessi e con tenacia estrema.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 47-48; Archivio Einstein 5-142.</ref> (p. 194) {{Int|''In memoria di [[Paul Langevin]]''|Da ''La Pensée'', Parigi, febbraio-marzo 1947.}} *Sono così rare le persone, in qualunque generazione, in cui una chiara comprensione della natura delle cose si unisca a un intenso sentimento per la sfida della vera umanità e a una capacità di impegno militante. Quando se ne va un uomo del genere, lascia un vuoto che sembra intollerabile a chi gli sopravviva.<ref group="fonte" name=LII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 52.</ref> (p. 197) *Il suo desiderio di promuovere una vita migliore per tutti gli uomini era forse anche più forte della sua bramosia per una pura illuminazione dell'intelletto. Così accadeva che dedicasse molto del suo tempo e della sua energia vitale all'illuminazione politica.<ref group="fonte" name=LII/> (p. 197) {{Int|''In memoria di [[Paul Ehrenfest]]''|Da ''Almanak van het Leidsche Studentencorps'', pubblicato da S.C. Doesburg, Dosbug Verlag, Leiden, Olanda, 1934.}} *La sua statura stava tutta nella sua capacità straordinariamente sviluppata di afferrare l'essenza di un'idea teorica, nello spogliare una teoria delle sue sovrastrutture matematiche finché non emergeva con chiarezza la semplice idea di fondo. Questa capacità lo rendeva un docente senza pari. (pp. 202-203) *In realtà egli si sentiva più infelice di chiunque altro con cui fossi in intimità. La ragione era che non si riteneva all'altezza del nobile compito che gli si parava davanti. A che serviva che tutti lo smentissero? Il suo senso di inadeguatezza, oggettivamente ingiustificato, lo tormentava senza tregua, derubandolo spesso della pace mentale necessaria per una tranquilla ricerca.<ref group="fonte" name=XLVIII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 48.</ref> (p. 203) *Apprendere e insegnare cose che non si riescono ad accettare appieno nel proprio intimo è sempre un compito difficile [...]. (p. 204) *L'umiliazione e l'oppressione mentale da parte di insegnanti ignoranti ed egoisti provocano nello spirito del giovane devastazioni insanabili, che spesso esercitano un'influenza nefasta nella vita successiva.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 204) *Il rapporto più importante della sua vita fu quello con sua moglie, che gli era anche compagna di lavoro, una personalità insolitamente forte e risoluta, intellettualmente dotata quanto lui. [...] la ripagò con una venerazione e un amore quali non mi è stato dato spesso di riscontrare nel corso della mia vita.<ref group="fonte" name=XLVIII/> (p. 204) {{Int|''[[Mahatma Gandhi]]''|Dalla dichiarazione in occasione del 75° compleanno di Gandhi, 1946.}} *Una guida per il suo popolo, non sostenuta da autorità esterna: un politico il cui successo non posa sull'artificio né sul possesso di espedienti tecnici, ma semplicemente sulla forza carismatica della sua personalità; un combattente vincitore che ha sempre disdegnato l'uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di una determinazione e di una coerenza inflessibili, che ha dedicato tutta la propria forza all'elevazione del suo popolo e al miglioramento della sua sorte; un uomo che ha affrontato la brutalità dell'Europa con la dignità dei semplici, e quindi, assurgendo ogni volta a superiore.<br />Può darsi che le generazioni avvenire stenteranno a credere che un individuo simile abbia mai calpestato in carne e ossa questa terra.<ref group="fonte">Citato in ''Einstein on Humanism'', a cura di Helen Dukas e [[Banesh Hoffmann]], Carol Publishing, New York, 1993, p. 94; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 49.</ref> (p. 205) {{Int|''Perché gli ebrei sono odiati?''|Da ''Why Do They Hate the Jews'', ''Collier's'', New York, CII, 26 novembre 1938, pp. 9-sg.}} *Perché c'è molta verità nel detto che è facile elargire saggi e giusti consigli... agli altri!, ma difficile agire con saggezza e giustizia personalmente. (p. 210) *I crimini di cui gli [[ebrei]] sono stati incolpati nel corso della storia – crimini intesi a giustificare le atrocità perpetrate contro di essi – sono mutati in rapida successione [...] Le accuse contro di loro, accuse della cui falsità gli istigatori erano ogni volta perfettamente consapevoli, superavano ogni immaginazione, ma hanno influenzato ripetutamente le masse. [...] In questo caso, si può parlare di [[antisemitismo]] latente. (pp. 210-211) *In ogni società certe convinzioni e intenti comuni, certi interessi simili producono gruppi che, in un certo senso, agiscono come unità. Ci sarà sempre attrito tra tali gruppi, lo stesso tipo di contrapposizione e rivalità che esiste tra gli individui.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 139.</ref> (p. 211) *È noto, inoltre, che una lumaca può perdere il proprio guscio senza per questo cessare di essere una lumaca. L'[[ebrei|ebreo]] che abbandoni la propria fede (nel senso formale della parola) è in una posizione analoga. Resta un ebreo.<ref group="fonte" name=LXIVLXV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 64-65.</ref> (p. 212) *Il legame che ha unito gli [[ebrei]] per migliaia di anni e che ancora oggi li unisce è, principalmente, l'ideale democratico della giustizia sociale, assieme a quello della vicendevole solidarietà e tolleranza tra tutti gli uomini. [...] Il secondo tratto caratteristico della tradizione ebraica è l'alta considerazione in cui è tenuta ogni forma di aspirazione intellettuale e di sforzo spirituale.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 212) *Gli [[ebrei]] come gruppo possono essere privi di potere, ma l'insieme delle conquiste dei loro singoli componenti è ovunque considerevole e proficuo, anche se a tali conquiste si è arrivati tra mille ostacoli.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 214) *Per il gruppo nazista gli [[ebrei]] non sono soltanto un mezzo per stornare il risentimento popolare da se stessi, gli oppressori; considerano gli ebrei un elemento non ammissibile, che non potrà mai essere spinto all'accettazione acritica del dogma, e che, di conseguenza, continuerà a minacciare, finché esisterà, la loro autorità, per l'insistenza con cui gli ebrei difendono l'illuminazione popolare delle masse.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 214) {{Int|''Il fine dell'esistenza umana''|Da una trasmissione radiofonica per l'Appello Ebrei Uniti, 11 aprile 1943.}} *L'odio che impazza contro di noi {{NDR|ebrei}} affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo. (p. 221) {{Int|''Il nostro debito verso il Sionismo''|Dal discorso intitolato ''Our Debt to Zionism'' pronunciato in occasione del ''Third Seder'', National Labor Committee for Palestine, al Commodore Hotel, New York, 17 aprile 1938; testo completo pubblicato in ''New Palestine'', Washington D.C., 29 aprile 1938.}} [[Immagine:Albert Einstein WZO photo 1921.jpg|thumb|upright=1.6|Einstein con i leader della ''World Zionist Organization'' nel 1921]] *[...] il giudaismo ha un grande debito di riconoscenza verso il [[Sionismo]]. Il movimento sionista ha risvegliato tra gli ebrei il senso della comunità. Ha svolto una proficua attività superando qualunque aspettativa. Questo proficuo lavoro in Palestina, a cui hanno contribuito ebrei di ogni parte del mondo pronti all'abnegazione, ha sollevato un gran numero di nostri fratelli dal bisogno più atroce. In particolare è stato possibile avviare una parte non esigua dei nostri giovani a una vita di lavoro gioioso e creativo.<ref group="fonte" name=sion>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 63-64.</ref> (p. 222) *Preferirei senz'altro che si arrivasse a un accordo ragionevole con gli arabi sulla base di una pacifica convivenza, che alla creazione di uno stato ebraico.<ref group="fonte" name=sion/> (p. 223) *A parte ogni considerazione pratica, la mia consapevolezza della natura essenziale del [[ebraismo|giudaismo]] respinge l'idea di uno stato ebraico con propri confini, un proprio esercito e una qualche forma di potere temporale, non importa quanto modesta. Ho paura del danno interno che il giudaismo ne deriverebbe, specialmente se tra le nostre file cominciasse ad allignare un angusto nazionalismo, contro il quale abbiamo già dovuto combattere con forza anche senza che esistesse uno stato ebraico. Non siamo più gli ebrei del periodo dei Maccabei. Un ritorno a una nazione nel senso politico del termine equivarrebbe all'allontanamento della nostra comunità dalla spiritualizzazione di cui siamo debitori al genio dei nostri profeti.<ref group="fonte" name=sion/> (p. 223) *L'[[antisemitismo]] è sempre stato il mezzo più economico impiegato da minoranze egoistiche per ingannare il popolo. (p. 223) {{Int|''Agli eroi della battaglia del Ghetto di Varsavia''|Dal ''Bullettin of the Society of Polish Jews'', New York, 1944.}} *I tedeschi sono responsabili come intero popolo di questi assassini di massa e come popolo vanno puniti, se nel mondo c'è giustizia e se nelle nazioni la coscienza della responsabilità collettiva non deve sparire definitivamente dalla terra. Dietro il partito nazista c'è il popolo tedesco, che ha eletto [[Adolf Hitler|Hitler]] dopo che questi aveva manifestato con chiarezza e senza alcuna possibilità di fraintendimento nel suo libro e nei suoi discorsi le sue vergognose intenzioni.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 84.</ref> (p. 224) {{Int|''La vocazione degli ebrei''|Da un discorso alla Jewish Academy of Sciences and Arts, 22 marzo 1936.}} *Noi [[ebrei]] dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono sempre stati il fine comune di tutta l'umanità. (p. 226) {{Int|''All'università di Gerusalemme''|Da un discorso all'[[Università Ebraica di Gerusalemme]], in occasione del conferimento della laurea ''honoris causa'', 15 marzo 1949.}} *L'università che ventisette anni fa non era che un sogno e una debole speranza, questa università oggi è una cosa viva, una casa delle libera cultura, del libero insegnamento e del felice lavoro fraterno. Eccola là, su quel suolo che il nostro popolo ha liberato affrontando grandi asperità; eccola là, centro spirituale di una comunità fiorente e viva le cui realizzazioni hanno finalmente ottenuto il riconoscimento universale che meritavano.<ref group="fonte">Archivio Einstein 37-296; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 65-66.</ref> (p. 229) *La saggezza e la moderazione dimostrate dalle guide del nuovo stato mi fanno confidare nel fatto, tuttavia, che un po' alla volta si stabiliranno con il popolo arabo relazioni basate su una cooperazione proficua e su un mutuo rispetto e fiducia. Perché è questo il solo mezzo con cui entrambi i popoli potranno conseguire un'indipendenza dal mondo esterno.<ref group="fonte">Archivio Einstein 28-854; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 66.</ref> (p. 229) {{Int|''Gli ebrei di Israele''|Da una trasmissione radiofonica per l'Appello Ebrei Uniti della National Broadcasting Company, Atlantic City, 27 novembre 1949.}} *Gli ebrei di Palestina non hanno combattuto per puro amore dell'indipendenza politica, ma per conquistare la libertà d'immigrazione per gli ebrei dei molti paesi in cui la loro stessa esistenza era in pericolo; libertà d'immigrazione anche per tutti coloro che anelavano a una vita fra la propria gente. Non è un'esagerazione dire che abbiano combattuto per rendere possibile un sacrificio forse unico nella storia.<ref group="fonte">Archivio Einstein 58-904; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 66.</ref> (pp. 231-232) ==Altri saggi e articoli== {{cronologico}} {{Int|''L'etere e la teoria della relatività''|Dalla lezione inaugurale all'università di Leiden, 5 maggio (poi rinviata al 17 ottobre) 1920; pubblicato come ''Äther und Relativitätstheorie'', Springer, Berlino, 1920; traduzione di Giuseppe Longo in ''Opere scelte'', parte quarta, pp. 507-516.}} *La teoria di Newton costituisce certo la più grande conquista mai compiuta dallo spirito umano nel tentativo di stabilire un nesso causale tra i fenomeni della natura. E tuttavia questa teoria mise non poco a disagio i contemporanei di Newton, poiché sembrava in contraddizione con il principio, dedotto da altre esperienze, che limita la possibilità di azioni reciproche alle sole azioni per contatto e nega la possibilità di azioni a distanza senza un mezzo interposto. (pp. 507-508) *Pensiamo a un propagarsi di onde su una superficie d'acqua. Il fenomeno può essere visto in due modi differenti. Può pensarsi, cioè, che muti nel tempo la superficie ondosa che costituisce la frontiera tra acqua e aria; ma può pensarsi anche, riferendosi per esempio a corpuscoli galleggianti, che muti nel tempo la posizione di ogni singola particella liquida. Supponiamo che non si abbiano siffatti galleggianti a permetterci di osservare il moto delle particelle del fluido, e, in generale, che del fenomeno sia unicamente osservabile il cambiamento di posizione dello spazio occupato dall'acqua (cambiamento che avviene nel tempo). In tali condizioni non avremmo modo alcuno di supporre che l'acqua sia composta di particelle mobili, e tuttavia potremmo considerarla comunque un buon mezzo. (pp. 511-512) *L'[[etere luminifero|etere]] della teoria della relatività generale, quando lo si confronti con quello di [[Hendrik Lorentz|Lorentz]], ha questo di nuovo: in ciascun punto, il suo stato è legato a quello della materia e a quello dell'etere nei punti vicini secondo leggi esprimibili in forma di equazioni differenziali; viceversa, lo stato dell'etere di Lorentz, data l'assenza dei campi elettromagnetici, non è determinato da alcunché di esterno ed è ovunque lo stesso. (p. 514) *Sul ruolo che l'[[etere luminifero|etere]] è chiamato a sostenere nella concezione del mondo fisico non si hanno ancora idee precise. Sappiamo che esso determina le relazioni metriche nel continuo spazio-temporale, per esempio le possibili configurazioni dei corpi solidi, come pure i campi di gravitazione; ma non sappiamo affatto se esso determini o meno in maniera essenziale la struttura delle particelle elettriche elementari che costituiscono la materia. (p. 514) *[...] secondo la teoria della relatività generale lo spazio è dotato di proprietà fisiche; in tal senso, un etere esiste, e anzi un spazio privo di etere è inconcepibile, perché non solo la propagazione della luce vi sarebbe impossibile, ma neppure avrebbe senso, per un tale spazio, parlare di regoli di misura e di orologi e neppure, di conseguenza, di distanze spazio-temporali nel senso della fisica. Non si deve tuttavia attribuire a tale etere la proprietà che caratterizza i mezzi ponderabili, quella cioè di essere costituito di parti che si possano seguire nel tempo: e neppure è lecito applicare ad esso il concetto di moto. (p. 516) {{Int|''Idee e problemi fondamentali della teoria della relatività''|Dal discorso di ringraziamento per il conferimento del [[premio Nobel]], tenuto all'Assemblea nordica dei naturalisti, Göteborg, 11 luglio 1923; pubblicato come ''Grundgedanken und Probleme der Relativitätstheorie'', Imprimiere royal, Stoccolma, 1923; traduzione di Giuseppe Longo in ''Opere scelte'', parte quarta, pp. 517-527.}} *Se consideriamo quella parte della teoria della relatività che può, in un certo senso, essere oggi considerata come una conoscenza fisica acquisita, notiamo due aspetti che hanno, ai fini della teoria stessa, implicazioni rilevanti. Il primo riguarda il problema dell'esistenza o meno, in natura, di stati di moto privilegiati (problema della relatività fisica); è questa la chiave di volta dell'intera costruzione teoretica. Il secondo riguarda il fatto di ammettere solo concetti e distinzioni cui si possano associare, senza ambiguità, fatti osservabili (clausola che concetti e distinzioni abbiano significato fisico). Questo postulato, che attiene all'epistemologia, si rivela di importanza fondamentale. (p. 517) *La [[meccanica classica]] permette di tracciare una distinzione fra moti (assoluti) non accelerati e accelerati; inoltre essa asserisce che le velocità hanno un'esistenza soltanto relativa (dipendente dalla scelta del sistema di riferimento inerziale), mentre le accelerazioni e le rotazioni hanno un'esistenza assoluta (indipendentemente dalla scelta del riferimento inerziale). Questa situazione può essere espressa così: secondo la meccanica classica esiste la «relatività delle velocità» ma non la «relatività delle accelerazioni». (pp. 519-520) *In un qualunque campo gravitazionale, ad ogni intorno infinitesimo di punto, si può associare un sistema di coordinate locale in uno stato di moto tale che rispetto ad esso non esista alcun campo gravitazionale (sistema di riferimento inerziale locale). In termini di questo riferimento inerziale possiamo considerare i risultati della teoria della relatività ristretta corretti, in prima approssimazione, per questa regione infinitamente piccola. In ogni punto dello spazio-tempo vi è un numero infinito di questi sistemi di riferimento inerziali locali, tra loro legati dalle trasformazioni di Lorentz. (pp. 522-523) *Secondo la teoria della relatività generale, la legge del moto di un punto nel puro campo gravitazionale è espressa dall'equazione della geodetica. In effetti tale linea è quella matematicamente più semplice, e nel caso particolare in cui le <math>g_{\mu\nu}</math> siano costanti diventa una retta. Pertanto qui siamo di fronte alla traduzione del principio d'inerzia di [[Galileo Galilei|Galilei]] nella teoria della relatività generale. (p. 524) *Un secondo problema che oggi è al centro dell'interesse riguarda l'identità tra campo gravitazionale e campo elettromagnetico. Una mente che aneli all'unificazione della teoria non può essere paga del fatto che debbano esistere due campi i quali, per loro natura, siano indipendenti tra loro. Si cerca una teoria del campo, unificata sotto il profilo matematico, in cui il campo gravitazionale e il campo elettromagnetico siano interpretati solo come componenti o manifestazioni diverse di uno stesso campo uniforme e in cui, se possibile, le equazioni del campo non consistano più in addendi tra loro logicamente indipendenti. (p. 526) *Può darsi che la soluzione del problema quantico richieda una trasformazione radicale delle equazioni generali, e addirittura la sostituzione di tutti i parametri con cui rappresentiamo il processo elementare: ebbene, anche in tal caso il principio di relatività non sarà mai abbandonato e le leggi da esso derivate in precedenza manterranno il loro significato almeno come leggi limite. (p. 527) {{Int|''[https://archive.org/stream/lescienze-129/1979_129#page/n0/mode/2up Sulla teoria generalizzata della gravitazione]''|Articolo pubblicato su ''Scientific American'', aprile 1950; tradotto in ''Le Scienze'', 1979, n.° 129, pp. 6-10.}} *Cosa ci spinge, dunque, ad elaborare [[teoria]] dopo teoria? Perché, addirittura, formuliamo teorie? La risposta alla seconda domanda è semplice: perché amiamo «comprendere», ossia ridurre i fenomeni per mezzo del procedimento logico a qualcosa di già noto o (manifestamente) evidente. Prima di tutto sono necessarie nuove teorie quando si affrontano fatti nuovi che non possono essere «spiegati» da teorie esistenti. Ma questa motivazione è, per così dire, banale, imposta dall'esterno. C'è un'altra motivazione più sottile e di non minore importanza. Si tratta dello sforzo verso l'unificazione e la semplificazione delle premesse della teoria nel suo insieme (ossia, il principio di economia di Mach, interpretato come un principio logico). (p. 6) *Esiste una passione per la [[comprendere|comprensione]] proprio come esiste una passione per la musica; è una passione molto comune nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né le altre scienze. Più volte la passione per la comprensione ha condotto all'illusione che l'uomo sia in grado di comprendere razionalmente il mondo oggettivo, attraverso il pensiero puro, senza nessuna fondazione empirica; in breve attraverso la metafisica. Sono convinto che ogni teorico vero sia una sorta di metafisico addomesticato, indipendentemente da quanto possa immaginare di essere un puro «positivista».<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref> Il metafisico crede che il logicamente semplice sia anche reale. Il metafisico addomesticato crede che non tutto ciò che è logicamente semplice sia incorporato nella realtà esperita, ma che la totalità di tutta l'esperienza sensoriale possa essere «compresa» sulla base di un sistema concettuale costruito su premesse di grande semplicità. Lo scettico dirà che questo è un «credo del miracolo». È proprio così, ma è un credo del miracolo che è nato e cresciuto in maniera straordinaria grazie allo sviluppo della scienza. (p. 6) *Una volta che l'idea teorica sia acquisita, è bene seguirla finché conduce a una conclusione insostenibile. (p. 7) *Eppure ogni [[teoria]] è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica. (p. 8) ==''Perché la guerra?''== [[Immagine:Warum krieg.jpg|thumb|La copertina di ''Warum Krieg?'' (''Why War?''), carteggio tra Albert Einstein e [[Sigmund Freud]]]] *La domanda è: c'è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della [[guerra]]? È ormai sufficientemente risaputo che, col progredire della tecnica moderna, rispondere a questa domanda è diventato una questione di vita o di morte per la civiltà da noi conosciuta; eppure, nonostante la massima buona volontà, tutti i tentativi di soluzione sono miseramente falliti.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 90.</ref> (p. 595) *[...] la ricerca della sicurezza internazionale implica che ogni Stato rinunci, entro certi limiti, alla propria libertà d'azione, vale a dire alla propria sovranità, ed è incontestabilmente vero che non v'è altra strada per arrivare a siffatta sicurezza. (p. 596) *[...] l'uomo alberga in sé il bisogno di odiare e di distruggere. In tempi normali la sua inclinazione rimane latente, solo in circostanze eccezionali essa viene alla luce: ma è abbastanza facile attizzarla e portarla alle altezze di una psicosi collettiva. [...] E non penso affatto solo alle cosiddette masse incolte. La mia esperienza dimostra anzi che è proprio la cosiddetta «intellighenzia» a cedere per prima a queste rovinose suggestioni collettive, poiché l'[[intellettuale]] non ha contatto diretto con la realtà, ma la vive attraverso la sua forma riassuntiva più facile, quella della pagina stampata. (pp. 597-598) ==''Relatività. {{small|Esposizione divulgativa}}''== {{Int|[[Incipit]]|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Preface|Preface]]''}} ''Prefazione'' Il presente volume vuole offrire una visione per quanto possibile esatta della teoria della relatività a quei lettori che si interessano di tale teoria da un punto di vista scientifico generale e filosofico, senza avere familiarità con l'apparato matematico della fisica teorica. L'opera presuppone nel lettore un livello di cultura che corrisponde, pressappoco, a quello dell'esame di maturità e richiede — malgrado la sua brevità — una buona dose di pazienza e di forza di volontà.<br /> L'autore ha compiuto ogni sforzo nel tentativo di esporre le idee basilari nella forma più chiara e più semplice possibile, presentandole, nel complesso, in quell'ordine e in quella connessione in cui si sono effettivamente formate. Per raggiungere la massima chiarezza mi è parso inevitabile ripetermi di frequente, senza avere la minima cura per l'eleganza dell'esposizione; ho scrupolosamente seguito il precetto del geniale fisico teorico [[Ludwig Boltzmann]], secondo cui i problemi dell'eleganza vanno lasciati al sarto e al calzolaio. Non ritengo di aver defraudato il lettore di quelle difficoltà che sono insite nell'argomento. Ho invece di proposito trattato le basi empirico-fisiche della teoria "come farebbe una matrigna", per evitare che al lettore, poco pratico di fisica, accada come al viandante, che passando fra gli alberi non riesce a vedere la foresta. Possa questo volume procurare a qualcuno ore felici di stimolante meditazione! Dicembre 1916{{destra|A. E.}} {{Int|''Relatività ristretta''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part I|Part I - The Special Theory of Relativity]]''}} *Il nostro lettore ha certamente imparato a conoscere, sui banchi di scuola, il superbo edificio della [[geometria euclidea|geometria di Euclide]], e ricorderà – più con reverenza che con amore, forse – quella grandiosa costruzione, di cui ha passo passo salito la maestosa scalinata, pungolato per innumerevoli ore da coscienziosi insegnanti. (sez. 1, p. 45) *Non possiamo chiedere se sia vero che per due punti passa soltanto un'unica retta. Possiamo solamente dire che la geometria euclidea tratta di oggetti da essa chiamati «rette», attribuendo a ciascuna di queste rette la proprietà di essere univocamente determinata da due suoi punti. Il concetto di «vero» non si addice alle asserzioni della geometria pura, perché con la parola «vero» noi abbiamo in definitiva l'abitudine di designare sempre la corrispondenza con un oggetto «reale»; la geometria, invece, non si occupa della relazione fra i concetti da essa presi in esame e gli oggetti dell'esperienza, ma soltanto dalla connessione logica di tali concetti l'uno con l'altro. (sez. 1, p. 46) *Di fronte a tale dilemma pare che non vi sia modo di uscirne se non abbandonando o il principio di relatività o la semplice legge di propagazione della luce nel vuoto. Quanti fra i lettori hanno attentamente seguito la precedente discussione si attenderanno certamente che debba venir conservato il principio di relatività, il quale, per la sua semplicità e naturalezza, si raccomanda alla mente come pressoché irrefutabile, e che invece la legge di propagazione della luce nel vuoto debba venir sostituita da una legge più complicata che si conformi al principio di relatività. Lo sviluppo della fisica teorica ha dimostrato però che non possiamo seguire questa strada. (sez. 7, p. 57) *Un misterioso brivido coglie il non matematico quando sente parlare di entità "[[quarta dimensione|quadridimensionali]]": una sensazione non dissimile da quella risvegliata dall'apparizione di uno spettro sul palcoscenico. Tuttavia non esiste affermazione più banale di quella che il mondo in cui viviamo è un continuo spazio-temporale a quattro dimensioni. (sez. 17, p. 86) {{Int|''Relatività generale''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part II|Part II - The General Theory of Relativity]]''}} *Abbiamo allora la legge seguente: la massa ''gravitazionale'' di un corpo è uguale alla sua massa ''inerziale''. Peraltro questa importante legge è stata finora registrata dalla meccanica, ma non ''interpretata''. Un'interpretazione soddisfacente si può avere soltanto se riconosciamo il fatto seguente: la ''stessa'' qualità di un corpo si manifesta a seconda delle circostanze come "inerzia" o "pesantezza". (sez. 19, p. 95) *Nessuna teoria fisica potrebbe avere in sorte un destino più benigno, che quello di indicare la strada per la costruzione di una teoria più ampia, in cui essa continua a vivere come caso limite. (sez. 22, pp. 102-103) {{Int|''Considerazioni sull'universo inteso come un tutto''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part III|Part III - Considerations on the Universe as a Whole]]''}} *Se ci domandiamo come debba venir considerato l'[[universo]], inteso quale un tutto, la prima risposta che si presenta da sé è certamente questa: l'universo è infinito per quanto riguarda lo spazio (e il tempo). Esistono dovunque delle stelle, per cui la densità della materia, sebbene sia molto variabile nei particolari, è nondimeno in media dovunque la stessa. In altre parole: viaggiando attraverso lo spazio in zone comunque lontane, troveremmo dappertutto uno sciame diradato di stelle fisse all'incirca dello stesso genere e della stessa densità. Questa concezione è incompatibile con la teoria di Newton. Secondo quest'ultima l'universo deve invece avere una specie di centro in cui la densità delle stelle è massima, e man mano che ci allontaniamo da questo centro la densità delle stelle deve diminuire, finché in ultimo, a distanze immense, le succede una zona infinito di vuoto. L'universo sidereo dovrebbe costituire un'isola finita nell'oceano infinito dello spazio. (sez. 30, p. 123) {{Int|''Appendice: Conferma della teoria della relatività generale da parte dell'esperienza''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Appendix#Appendix III - The Experimental Confirmation of the General Theory of Relativity|Appendix III - The Experimental Confirmation of the General Theory of Relativity]]''}} *Da un punto di vista gnoseologico schematico possiamo immaginare il processo evolutivo di una scienza empirica come un continuo processo di [[induzione]]. Le teorie appaiono come ricapitolazione di un gran numero di singole osservazioni entro leggi empiriche, dalle quali, mediante comparazione, si possono accertare le leggi generali. Sotto quest'aspetto lo sviluppo di una scienza ha qualche somiglianza con la compilazione di un catalogo. Costituisce, per così dire, un'impresa puramente empirica. (p. 132) {{Int|''La relatività e il problema dello spazio''|Aggiunta nell'edizione del 1952}} *L'origine psicologica del concetto di [[spazio (fisica)|spazio]], o della necessità di esso, è lungi dall'essere così ovvia come potrebbe apparire in base al nostro abituale modo di pensare. Gli antichi geometri trattano di oggetti mentali (retta, punto, superficie), ma non propriamente dello spazio in quanto tale, come più tardi è stato fatto dalla geometria analitica. Il concetto di spazio, tuttavia, è suggerito da certe esperienze primitive. Supponiamo che si sia costruita una scatola. Vi si possono disporre in un certo ordine degli oggetti, in modo che essa risulti piena. La possibilità di queste disposizioni è una proprietà dell'oggetto materiale "scatola", qualcosa che è dato con la scatola, lo "spazio racchiuso" dalla scatola. Questo è qualcosa di differente per le varie scatole, qualcosa che in modo del tutto naturale viene pensato come indipendente dal fatto che vi siano o no, in generale, degli oggetti nella scatola, Quando non vi sono oggetti nella scatola, il suo spazio appare "vuoto". Fin qui, il nostro concetto di spazio è stato associato alla scatola. Ci si accorge però che le possibilità di disposizione che formano lo spazio-scatola sono indipendenti dallo spessore delle pareti della scatola. Non sarebbe possibile ridurre a zero tale spessore, senza che si abbia per risultato la perdita dello "spazio"? La naturalezza di tale passaggio al limite è ovvia, e ora rimane al nostro pensiero lo spazio senza scatola, una cosa autonoma, che tuttavia appare così irreale se dimentichiamo l'origine di tale concetto. Si può capire che ripugnasse a [[Cartesio|Descartes]] il considerare lo spazio come indipendente da oggetti corporei, capace di esistere senza materia.<ref>{{cfr}} [[Cartesio]], ''Principia philosophiae'', II, 16: «[...] se dal solo fatto che un corpo è esteso in lunghezza, larghezza e profondità concludiamo giustamente che esso è una sostanza, perché ripugna del tutto che il nulla abbia un'estensione, lo stesso si deve concludere anche per lo spazio supposto vuoto; infatti, poiché in esso vi è estensione, necessariamente vi è anche sostanza.»</ref> (pp. 295-296) *[...] occorre tener presente che esiste un numero infinito di spazi, i quali sono in moto gli uni rispetto agli altri. Il concetto di spazio come qualcosa che esiste oggettivamente ed è indipendente dalle cose appartiene già al pensiero prescientifico, non così però l'idea dell'esistenza di un numero infinito di spazi in moto gli uni rispetto agli altri. Quest'ultima idea è senza dubbio inevitabile da un punto di vista logico, ma per lungo tempo non svolse una parte importante nemmeno nel pensiero scientifico. (p. 297) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Albert Einstein, ''Autobiografia scientifica'' (''Philosopher Scientist'', 1949), a cura di Paul A. Schilpp, traduzione di Augusto Gamba; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte prima, pp. 61-109. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Come io vedo il mondo'' (''The World as I See It'', 1954), traduzione e prefazione di Remo Valori, Bottega del libro, Bologna, 1971. **Albert Einstein, ''Il mondo come io lo vedo'' (''The World as I See It'', 1934), prefazione di [[Emanuele Vinassa de Regny]], traduzione di [[Walter Mauro]], in ''Il significato della relatività. Il mondo come io lo vedo'', Newton Compton Editori, Roma, 2015, pp. 155-239. ISBN 978-88-541-7172-5 *{{en}} Albert Einstein, ''[https://books.google.it/books?id=_X1dAAAAQBAJ Einstein on Politics: {{small|His Private Thoughts and Public Stands on Nationalism, Zionism, War, Peace, and the Bomb}}]'', a cura di David E. Rowe e Robert Schulmann, Princeton University Press, 2013. ISBN 1400848288 *Albert Einstein, ''Il lato umano: {{small|spunti per un ritratto}}'' (''The Human Side'', 1979), a cura di Helen Dukas e [[Banesh Hoffmann]], traduzione di Annamaria Gilberti, Einaudi, Torino, 1980. *Albert Einstein, ''Il significato della relatività'' (''The Meaning of Relativity: {{small|Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921}}''), a cura di [[Emanuele Vinassa de Regny]], in ''Il significato della relatività. Il mondo come io lo vedo'', Newton Compton Editori, Roma, 2015, pp. 19-149. ISBN 978-88-541-7172-5 *Albert Einstein, ''Lettere a Michele Besso'' (''Correspondance 1903-1955'', a cura di P. Speziali, Hermann, 1972), traduzione di Filippo Bertotti e Carla Rozzoni; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 671-707. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Lettere a Max Born'' (''Einstein-Born Briefwechsel, 1916-1955'', Nymphenburger Verlagshandlung, 1969), traduzione di Giuseppe Scattone; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 708-730. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Lettere a Maurice Solovine'' (''Lettres à Maurice Solovine'', Gauthier-Villars, 1956), traduzione di Carla Rozzoni; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 731-744. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, traduzioni di AA.VV., Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Pensieri di un uomo curioso'' (''The Quotable Einstein'', 1996), a cura di Alice Calaprice, prefazione di [[Freeman Dyson]], traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997. ISBN 88-04-47479-3 **{{en}} ''[//books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA0 The Ultimate Quotable Einstein]'', a cura di Alice Calaprice, prefazione di [[Freeman Dyson]], Princeton University Press, 2010. ISBN 978-0-691-13817-6 *Albert Einstein, ''Pensieri, idee, opinioni'' (''Out of My Later Years: {{small|The Scientist, Philosopher, and Man Portrayed Through His Own Words}}''), traduzione di Lucio Angelini, Newton Compton, I MiniMammut, Roma, 2015. ISBN 978-88-541-8150-2 *Albert Einstein, ''Relatività. {{small|Esposizione divulgativa e scritti classici su Spazio Geometria Fisica}}'' (''Über die spezielle und allgemeine Relativitätstheorie (gemeinverständlich)'', 1920), a cura di Bruno Cermignani, traduzione di Virginia Geymonat, Bollati Boringhieri, Torino, 2011. ISBN 978-88-339-2199-0 *Albert Einstein e [[Mileva Marić]], ''Lettere d'amore'' (''Love letters'', 1992), a cura di Jürgen Renn e Robert Schulmann, traduzione di Marina Premoli, Bollati Boringhieri, Torino, 1993. ISBN 88-339-0750-3 *Albert Einstein, Max e Hedwig Born, ''Scienza e vita - Lettere 1916-1955'', Einaudi, Torino, 1973. *[[Sigmund Freud]], ''Perché la guerra?'' (''Warum Krieg?''), Istituto internazionale per la Cooperazione intellettuale, Parigi, 1933; lettera a Sigmund Freud del 30 luglio 1932, traduzione di Sandro Candreva ed Ermanno Sagittario, in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte quinta, pp. 595-598. ISBN 978-88-339-0442-9 *[[Walter Isaacson]], ''Einstein: {{small|la sua vita, il suo universo}}'' (''Einstein. {{small|His Life and Universe}}'', 2007), traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, Milano, 2008. ISBN 978-88-04-58308-0 ==Voci correlate== *[[Dio non gioca a dadi]] *[[E=mc²]] *[[Eduard Einstein]], figlio. *[[Elsa Einstein]], seconda moglie. *[[Hans Albert Einstein]], figlio. *[[Mileva Marić]], prima moglie. *[[Teoria della relatività]] ==Altri progetti== {{interprogetto|b=Saeculum Mirabilis|w2=List of scientific publications by Albert Einstein|w2_site=en|w2_etichetta=pubblicazioni scientifiche di Albert Einstein|w2_oggetto=un elenco|w2_preposizione=delle}} ===Opere=== {{Pedia|Annus Mirabilis Papers||(1905)}} {{Pedia|Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento||(1905)}} {{Pedia|Relatività. Esposizione divulgativa||(1916)}} {{Pedia|Perché la guerra?||(1933)}} {{Pedia|Come io vedo il mondo||(1934)}} {{Pedia|Perché il socialismo?||(1949)}} {{DEFAULTSORT:Einstein, Albert}} [[Categoria:Aforisti statunitensi]] [[Categoria:Aforisti svizzeri]] [[Categoria:Aforisti tedeschi]] [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Filosofi statunitensi]] [[Categoria:Filosofi svizzeri]] [[Categoria:Filosofi tedeschi]] [[Categoria:Fisici statunitensi]] [[Categoria:Fisici svizzeri]] [[Categoria:Fisici tedeschi]] [[Categoria:Pacifisti]] [[Categoria:Sostenitori del vegetarianismo]] rkx85o64zz9kh5vvld03s7mjzcweejt Ultime parole famose 0 35 1351320 1345974 2024-11-11T13:32:47Z Udiki 86035 Allineo 1351320 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=le ultime pronunciate da personaggi illustri in punto di morte|titolo=[[Ultime parole]]}} {{Raccolta}} [[Immagine:Grafik blutkreislauf.jpg|thumb|«La circolazione del sangue è paradossale, inutile alla medicina, falsa, impossibile, incomprensibile, assurda, nociva per la vita dell'uomo.» ([[Guy Patin]])]] Raccolta di '''ultime parole famose'''. ==Arte== *{{NDR|Nel 1934}} Il prestigio di [[Pablo Picasso|Picasso]] sta calando con grande rapidità. I sostenitori della sua fama e della sua pittura avranno il loro da fare per trovargli un posto tra i grandi. ([[Thomas Craven]]) ::{{spiegazione|Picasso nel 1937 realizzò la ''Guernica'', considerato uno dei suoi più grandi capolavori.}} ==Musica== {{cronologico}} *{{NDR|Dicembre 2011, su un'eventuale reunion degli [[Oasis]]}} Piuttosto che stare di nuovo in una band con lui {{NDR|Noel Gallagher}} mi mangio la mia merda. ([[Liam Gallagher]]) *{{NDR|Maggio 2021}} Me lo chiedono di continuo e posso solo rispondere che non me la sento. In ogni band devi scendere a compromessi e non credo che potrei sottoporre un'idea ad altre quattro persone solo perché la rifiutino dopo sei settimane perché il gatto di qualcuno ha la tosse. Voglio fare le cose a modo mio. Temo che gli Oasis siano finiti. ([[Noel Gallagher]]) *{{NDR|Aprile 2024}} Mai parlato di una reunion degli Oasis. È finita. Andiamo avanti per la nostra salute mentale. ([[Liam Gallagher]]) ::{{spiegazione|Il 27 agosto 2024 viene ufficializzata la reunion degli Oasis.}} *{{NDR|Marzo 2013}} Capisco l'aspetto "romantico" di voler fare una reunion, capisco il desiderio e la fantasia. Personalmente, non ho mai voluto vedere una band fare una reunion e non ho mai apprezzato quelli che l'hanno fatto. Per me, mancava sempre qualcosa. Ma i Guns sono la mia vita, non quella di qualcun altro. Per me, non c'è mai stato modo di far funzionare una reunion, indipendentemente dai soldi, senza prendere in giro gli interessi di quelli coinvolti, me incluso. Le persone qui hanno fatto un grande investimento nelle loro vite per fare quello che fanno. Abbiamo lavorato duro e continueremo a farlo. So cosa è successo. So cosa ci ha portato fino a qui. Le persone hanno amato il prodotto e l'intrattenimento che gli abbiamo dato in passato, ma non erano loro quelli che si trovavano dentro la situazione. Non è qualcosa in cui vorrei ritrovarmi. La vita è troppo breve. ([[Axl Rose]]) ::{{spiegazione|Il 5 gennaio 2016 viene ufficializzata la reunion dei [[Guns N' Roses]], con il rientro nel gruppo del chitarrista [[Slash]] e del bassista [[Duff McKagan]].}} *{{NDR|Agosto 2013}} Non mi interessa più suonare dal vivo. Non penso più a me stesso come a uno che si esibisce. Quella parte non mi è mai venuta naturale. Era qualcosa alla quale mi ero dovuto adattare, ma non è mai stata un'espressione di ciò che sentivo di essere... Non sono un performer. Non mi piace l'effetto che mi fa il pubblico, perché la musica per me arriva da dentro di me, e mi ci immergo completamente. Quando sono davanti a degli spettatori non posso ignorare ciò che mi circonda, il modo in cui mi fanno sentire. Mi fanno sentire bene, sai? Ma non sono più in grado di cercare la musica dentro me stesso in quei momenti, e piuttosto cerco di venire incontro alle loro aspettative. Cercando di fare qualcosa che è divertente per loro, ingaggiante, mento a me stesso. ([[John Frusciante]]) ::{{spiegazione|Il 15 dicembre 2019, a distanza di dieci anni esatti dal suo secondo abbandono, viene annunciato il rientro di John Frusciante nei [[Red Hot Chili Peppers]] (in cui militò già dal 1988 al 1992 e dal 1998 al 2009), in sostituzione del chitarrista [[Josh Klinghoffer]].}} ==Politica== {{cronologico}} *{{NDR|Nel 1870}} L'esercito americano è il miglior amico degli indiani. ([[George Armstrong Custer]]) ::{{spiegazione|L'esercito americano ha ucciso migliaia di nativi, lo stesso Custer prese parte a diverse campagne durante le Guerre Indiane e fu alla testa del 7º Reggimento di Cavalleria al massacro di Washita.}} *{{NDR|Nel 1922}} Il principio repubblicano e democratico è ormai così saldamente radicato in Germania che ben può dirsi che le difficoltà di ordine interno non minacciano più il paese. ([[Karl Joseph Wirth]]) ::{{spiegazione|La Repubblica di Weimar fu un periodo di estreme tensioni interne al popolo tedesco, che permise l'ascesa al potere di [[Adolf Hitler]] nel 1933.}} *{{NDR|Nel settembre 1923}} Sapete come sono i Bavaresi. Hanno bisogno di sfogarsi, hanno bisogno di potere dire dopo a propria tranquillità: Gliele ho cantate. ([[Gustav Stresemann]]) ::{{spiegazione|Nel novembre del 1923 venne perpetrato il fallito Putsch di Monaco, colpo di Stato organizzato da un giovane [[Adolf Hitler]].}} *{{NDR|Nel 1935}} Ora che la Germania si è preso ciò che ritiene necessario per la sua parità e avendo il Cancelliere annunziato nel suo proclama che questa forza armata tedesca non sarà mai adoperata a scopo di una aggressione, dovrebbe essere possibile ottenere un generale sentimento di sicurezza e che gli Stati arrivino a una comune base d'intesa. ([[Konstantin von Neurath]]) ::{{spiegazione|Il Cancelliere [[Adolf Hitler]] nel 1936 rimitalizzò la Renania, portando successivamente con le azioni militari del suo esercito allo scoppio della Seconda guerra mondiale.}} *{{NDR|Nel 1939}} Con l'offerta della corona a S.M. Vittorio Emanuele III l'Albania ha compiuto un atto di garanzia. ([[Shefqet Vërlaci]]) ::{{spiegazione|Nel 1940 dopo il disastroso attacco italiano alla Grecia, un terzo del territorio albanese fu occupato dai greci.}} *{{NDR|Nel 15 giugno 1961}} Nessuno ha intenzione di costruire un muro! ([[Walter Ulbricht]]) ::{{spiegazione|Nonostante la dichiarazione del Presidente del Consiglio di Stato della [[Repubblica Democratica Tedesca|DDR]], il [[muro di Berlino]] venne eretto due mesi più tardi.}} *{{NDR|Nel 1962}} Voi non avrete più Nixon in circolazione – poiché, signori, questa è la mia ultima conferenza stampa. ([[Richard Nixon]]) ::{{spiegazione|Richard Nixon terrà altre conferenze stampa, in più occasioni negli anni successivi.}} *{{NDR|Nel 1964}} In confidenza posso affermare che non prevedo assolutamente di candidarmi a qualunque cosa negli anni 1964, 1966, 1968 o 1972...Chiunque pensi che io possa candidarmi a qualunque cosa che inizi in qualunque anno è fuori di melone. ([[Richard Nixon]]) ::{{spiegazione|Nixon si candidò alle elezioni presidenziali del 1968 e del 1972 (entrambe vinte).}} *{{NDR|Nel 1970}} Non chiedetemi d'intrattenere relazioni diplomatiche con... <nowiki>[</nowiki>[[Israele]]<nowiki>]</nowiki>. Mai. Mai. ([[Anwar al-Sadat]]) ::{{spiegazione|Sadat firmò il trattato di pace israelo-egiziano nel 1979, a seguito degli accordi di Camp David dell'anno prima. L'Egitto diventò il primo Stato arabo a firmare un accordo di pace e a riconoscere Israele.}} *{{NDR|Nel 1993}} Ah-ah! È impensabile che il dottor [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] entri in politica. Deve occuparsi dei suoi debiti. Stia fermo, tanto prenderebbe pochi voti. Non siamo mica in [[Brasile]]! ([[Massimo D'Alema]]) ::{{spiegazione|Quello stesso anno Silvio Berlusconi avrebbe fondato il partito [[Forza Italia]], inaugurando una stagione politica che lo avrebbe visto a presiedere quattro governi per un totale di quasi nove anni, risultando uno dei Presidenti del Consiglio più lungamente in carica.}} *{{NDR|Nel 1995}} Io non mi siederò mai più allo stesso tavolo con [[Umberto Bossi|Bossi]]. È totalmente inaffidabile e non appoggerò mai un governo che sia appoggiato anche da Bossi, un monumento di slealtà che per giunta oggi vale l'1,8% dei voti. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Nel 1999 Berlusconi siglò un nuovo accordo con Bossi per le amministrative del 2000 e le politiche del 2001.}} *{{NDR|Nel 2009}} Non ho alcun interesse nel candidarmi di nuovo alla presidenza, assolutamente. Nessun interesse. Nessuno. Lo so che per alcuni è difficile crederlo [...] Ho dato e sto dando tutta me stessa per questo lavoro {{NDR|essere segretaria di stato}}, tutta me stessa. Provo a vivere nel presente e {{NDR|candidarmi}} non è nel mio futuro. ([[Hillary Clinton]]) ::{{spiegazione|Hillary Clinton si candidò alle elezioni presidenziali del 2016, poi perse a favore di [[Donald Trump]].}} *{{NDR|Nel 2009}} Il Pd non è un taxi su cui chiunque può salire. Se [[Beppe Grillo|Grillo]] vuole fare politica fondi un partito. Metta in piedi un'organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. E perché non lo fa? ([[Piero Fassino]]) ::{{spiegazione|Il [[Movimento 5 Stelle]], fondato il 4 ottobre 2009 da [[Beppe Grillo]] e [[Gianroberto Casaleggio]], ottenne, alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, il 23,79% dei voti al Senato e il 25,56% alla Camera dei Deputati.}} *{{NDR|Nel 2010}} In Italia la formula di soluzione non può essere quella del governo tecnico. [...] un governo di questo tipo, non basato sul voto popolare, non avrebbe chance di prendere posto al tavolo dell'Europa. [...] E non solo perché l'Europa è costruita sul canone della democrazia, ma soprattutto perché l'Europa, avviata a prendere la forma di un comune destino politico, presuppone e chiede comunque una base di stabilità e di forza. Questa derivante solo dalla politica e dalla democrazia. Tipico il caso della Grecia: la fiducia europea è stata indirizzata verso il governo greco legittimamente eletto. ([[Giulio Tremonti]]) ::{{spiegazione|Appena un anno dopo entrò in carica il [[Governo Monti|governo tecnico]] guidato da [[Mario Monti]].}} *{{NDR|14 novembre 2010, commentando le primarie per il candidato sindaco di Milano del centrosinistra}} Con le primarie di oggi il centrosinistra sceglie il candidato che sarà sconfitto. ([[Roberto Formigoni]]) ::{{spiegazione|Il vincitore di quelle primarie, [[Giuliano Pisapia]], divenne il nuovo sindaco di Milano battendo [[Letizia Moratti]].}} *{{NDR|20 novembre 2010}} Non farò mancare la fiducia a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal [[Il Popolo della Libertà|partito]]. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente. ([[Mara Carfagna]]) ::{{spiegazione|Mara Carfagna rimase nel PdL e rimase ministra fino alla fine del Governo Berlusconi e parlamentare fino alla fine della legislatura.}} *{{NDR|dicembre 2010}} Abbiamo la certezza di poter continuare a governare per i prossimi due anni e mezzo, visto il margine di sicurezza che ci danno i numeri aumentati alla Camera. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Meno di un anno dopo, il [[Governo Berlusconi IV]] diede le dimissioni. Al suo posto subentrerà il [[Governo Monti]].}} *{{NDR|17 febbraio 2011}} [[Pier Luigi Bersani|Bersani]] deve fare le primarie e se ha voglia di candidarsi lo faccia, se vince lo appoggeremo tutti. Io non mi candiderò. Da questa partita ho già detto che sono fuori. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|Nel 2012 Matteo Renzi sarà candidato alle primarie del [[Partito Democratico]] contro Pier Luigi Bersani.}} *{{NDR|4 maggio 2011, sulle elezioni del sindaco di [[Milano]]}} Chiunque può diventare sindaco con venti milioni di euro. Sanno già che vince lei! Ha già vinto perché la sinistra le ha messo lì un signore di 60 anni, [[Giuliano Pisapia|Pisapia]], che non ce la fa, che non riesce. È una buona persona ma lì ha già perso. ([[Beppe Grillo]]) ::{{spiegazione|Giuliano Pisapia vincerà le elezioni al ballottaggio con il 55,1% dei voti contro [[Letizia Moratti]].}} *{{NDR|17 aprile 2013, rispondendo al quesito se volesse fare il Presidente del Consiglio}} Passando dalle elezioni, non passando dagli inciuci di palazzo. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|il 17 febbraio 2014, il Presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] nominò Renzi Presidente del Consiglio; all'epoca Renzi non era un parlamentare eletto (XVII legislatura).}} *{{NDR|17 gennaio 2014}} Diamo un hashtag: #enricostaisereno. Vai avanti, fai le cose che devi fare. Io mi fido di Letta, è lui che non si fida. Non sto facendo manfrine per togliergli il posto. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|A febbraio 2014 [[Enrico Letta]] presenta le dimissioni da Presidente del Consiglio su richiesta dallo stesso Renzi - in veste di segretario del PD - e approvate dalla Direzione del partito.}} *{{NDR|22 giugno 2014}} Visto l'abuso che si fa di questo ''isitituto'' {{NDR|l'[[Immunità (diritto)|immunità parlamentare]]}}, in Italia è meglio abolirlo del tutto. ([[Luigi Di Maio]]) ::{{spiegazione| Nel febbraio 2019, dopo una votazione online sulla piattaforma "Rousseau", il [[Movimento 5 Stelle|M5S]] guidato da Di Maio si schiera contro l'autorizzazione a procedere per [[Matteo Salvini]], indagato dalla Procura di Palermo per sequestro di persona e abuso d'ufficio.}} *{{NDR|3 aprile 2014}} Chi ha votato PD ed oggi si ritrova al governo questo PD, oggettivamente, io ho delle serie preoccupazioni per loro, non sono in campagna elettorale, ma loro dovrebbero farla e farla seriamente, perché non li rivoterà più nessuno. ([[Paola Taverna]]) ::{{spiegazione|Un mese e mezzo più tardi, il 25 maggio, alle elezioni europee, il Partito Democratico venne votato da oltre 11 milioni di italiani, diventando il primo partito con il 40,81%: al di là dei dati sull'affluenza, era la prima volta dal 1958 che in Italia un partito superava la soglia del 40%.}} *{{NDR|14 maggio 2015}} Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare. ([[Piero Fassino]]) ::{{spiegazione|Fassino rivolse queste parole a [[Chiara Appendino]], all'epoca consigliera comunale. Il 19 giugno 2016 la Appendino venne eletta sindaco di Torino raccogliendo al secondo turno delle amministrative il 54,56% dei consensi, battendo proprio il sindaco uscente Piero Fassino (45,44% dei voti).}} *{{NDR|agosto 2015}} Non diventerà mai presidente degli Stati Uniti {{NDR|[[Donald Trump]]}} (lo scrivo sperando che non mi quereli), perché il pensiero di avere il dito di Donald sul bottone rosso dell'arsenale nucleare spegnerà le fiamme della sua chioma. ([[Vittorio Zucconi]]) *{{NDR|novembre 2016}} Hillary Rodham Clinton sarà il 45esimo presidente degli Stati Uniti, la prima donna ad assumere la carica. E il Grand Old Party (il partito Repubblicano) pagherà cara la scelta irresponsabile di un candidato impresentabile. ([[Beppe Severgnini]]) *{{NDR|ottobre 2016}} Giornali e tv stanno facendo di tutto per distrarre l'audience dalla assoluta prevedibilità del finale di questa storia, cioè la vittoria di Hillary Clinton. [...] Sappiamo che Hillary Clinton è in vantaggio da prima che Trump sbagliasse tutto con la determinazione dei campioni. [...] Questa amplificazione fisiologica delle minime inversioni di tendenza ha uno scopo diretto – quello di suscitare interesse – e uno indiretto – quello di sottoporre tutti i candidati a un test sotto sforzo continuo, esasperando ogni debolezza di chi sta vincendo ed esaltando ogni pregio dell'inseguitore. Ma anche a valle di tutto questo, comunque questa volta non c'è partita. [...] i fatti torneranno a essere più rilevanti del racconto, stiamo calmi, Clinton tornerà a salire, è tutto normale. Inutile dire che la previsione si è avverata puntualmente. D'altronde il desiderio di raccontare un movimento è connaturato sia alla stampa che alla narrativa. Se non succede niente, cosa racconti? [...] Tutti sanno che vincerà Clinton, e suggerire il contrario sta diventando sempre di più una menzogna pura più che una manifestazione di prudenza o un punto di vista minoritario. [...] Questa volta non è stata tra repubblicani e democratici, ma quasi sempre tra il racconto delle elezioni e le foto dei gattini. E hanno vinto le elezioni, intese come macchina mediatica e narrativa capace di fare un buon film con qualsiasi tema. Vista così, la disfatta di un partito e del suo improponibile candidato mostro, contro la prima donna a governare un paese di 325 milioni di persone, non è un brutto soggetto. ([[Matteo Bordone]]) ::{{spiegazione|Donald Trump verrà eletto presidente e il partito Repubblicano conquisterà Camera e Senato riportando una delle più clamorose vittorie elettorali di sempre}} *{{NDR|22 maggio 2016, rispondendo alla domanda in previsione del [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia|referendum costituzionale del 2016]]: «ma se [[Matteo Renzi|Renzi]] perde e lascia la [[politica]], lei lascia la politica o no?»}} Sì, perché ovviamente è un lavoro che abbiamo fatto insieme e quindi ci assumiamo insieme le responsabilità di un progetto politico nel quale abbiamo creduto e lavorato per tanto tempo. ([[Maria Elena Boschi]]) ::{{spiegazione|Il 12 dicembre 2016, dopo la sconfitta al Referendum Costituzionale e le dimissioni di [[Matteo Renzi]] da Presidente del Consiglio, giurerà come Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Gentiloni.}} *{{NDR|Novembre 2016}} Io penso che i parlamentari e le parlamentari si devono porre il tema che, se viene bocciata questa riforma [...], io penso che dobbiamo prenderne atto. Sai perché dico del Parlamento? Intanto perché – parlo di me: non mi sono confrontata con nessuno, nel senso che per chi mi conosce sa che uso in autonomia il mio pensiero e la mia testa – io penso che il giorno dopo, se ha vinto il no [...], ma se il Paese dice di no, tu ne devi prendere atto: non puoi andare avanti, perché non hai a quel punto l'autorevolezza ed è giusto rimettere il mandato da parte del premier [...], ma anche con la consapevolezza dei parlamentari. Tolgo l'alibi a chi pensa «tanto stiamo lì fino al 2018» perché pensano alla propria sedia: io non penso alla mia sedia. ([[Valeria Fedeli]]) ::{{spiegazione|Nonostante la vittoria del no al Referendum Costituzionale, a cui fecero seguito le dimissioni dell'allora Presidente del Consiglio [[Matteo Renzi]], il 12 dicembre 2016 Valeria Fedeli giurerà come Ministro dell'Istruzione del Governo presieduto da [[Paolo Gentiloni]].}} *{{NDR|14 giugno 2017}} Non ci sarà alcuna alleanza con la Lega, non faremo niente di simile alla Lega perché noi siamo il Movimento 5 Stelle, siamo un'altra cosa e faremo un altro tipo di percorso. […] Quando sento parlare di alleanze con la Lega è fantascienza allo stato puro. Quando sento parlare di convergenza anche di programma è sicuramente no. ([[Roberto Fico]]) *{{NDR|19 giugno 2017}} Io sono del Sud, sono di Napoli. Faccio parte di quella parte d'Italia che la Lega diceva: “Vesuvio lavali col fuoco”. Non ho nessuna intenzione di far parte di un movimento che si allea con la Lega Nord e non ho mai pensato di far parte di questo movimento. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|17 novembre 2017, rispondendo all'affermazione: “Le alleanze di sicuro non ne fate”}} Il giorno in cui il Movimento 5 Stelle (ma non succederà mai) si dovesse alleare con i partiti responsabili della distruzione dell'Italia, io lascerei il Movimento 5 Stelle. ([[Alessandro Di Battista]]) *{{NDR|24 gennaio 2018}} Noi con la Lega non faremo alcuna alleanza; sono culturalmente e geneticamente diversi da noi, quindi è impossibile. Anche perché noi non faremo alleanze con nessuno. ([[Roberto Fico]]) *{{NDR|21 febbraio 2018, rispondendo all'affermazione: “Mai governo con i 5 stelle”}} No, esatto. ([[Matteo Salvini]]) *{{NDR|7 marzo 2018}} Mai nella vita, quella dell'alleanza Lega-M5S è una fake news, un'invenzione surreale come la caccia al Salvini razzista, fascista e nazista che spaventa i bambini. ([[Matteo Salvini]]) ::{{spiegazione|Il 1° giugno 2018 avviene il giuramento del Governo presieduto da Giuseppe Conte e sostenuto da un'alleanza tra [[Lega Nord]] e [[Movimento 5 Stelle]]. I leader dei due partiti, [[Matteo Salvini]] e [[Luigi Di Maio]], assumono gli incarichi rispettivamente di Ministro dell'Interno e di Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali: [[Roberto Fico]] diventa Presidente della Camera.}} *{{NDR|16 febbraio 2018, rispondendo a «Tu non vuoi fare il presidente del Consiglio. Forse vuoi fare il sindaco di Roma?»}} Guardate, neanche morto. [...] Lo devo dire con grande chiarezza per una ragione: ché se io adesso utilizzassi il lavoro fatto sul tavolo Roma per candidarmi a fare il sindaco di Roma sarei un cialtrone, e quindi non lo farò. ([[Carlo Calenda]]) ::{{spiegazione|Carlo Calenda si è candidato a sindaco di Roma in occasione delle successive elezioni comunali.}} *{{NDR|1° giugno 2018 alla domanda «il governo durerà cinque anni?»}} Almeno dieci.<br /> {{NDR|19 dicembre 2018}} Un governo c'è e per quello che mi riguarda dura cinque anni; anche perché il governo che nasce sui cambi di casacca non è qualcosa che corrisponde alla mia sensibilità e alla sensibilità degli italiani. Quindi conto che questo governo avrà lunga e proficua vita.<br /> {{NDR|9 marzo 2019}} Noi regaliamo agli italiani cinque anni di governo, non c'è nessuna crisi in vista. La situazione economica è tale che nessuno si può permettere di giocare sul futuro degli italiani [...].{{NDR|«Sono escluse dunque le elezioni anticipate?»}} Non ci penso neanche, abbiamo fatto tanto in nove mesi, voglio fare ancora di più in cinque anni.<br /> {{NDR|29 maggio 2019}} La mia parola vale più dei sondaggi, l'ho detto il giorno prima del voto e lo dico il giorno dopo del voto: ho firmato un contratto che vale cinque anni e per quello che dipende dalla mia forza e dalla mia volontà il contratto dura cinque anni. ([[Matteo Salvini]]) ::{{spiegazione|L'8 agosto 2019, a distanza di un anno dalla nascita del [[Governo Conte]], la Lega, partito presieduto da Matteo Salvini, annuncia l'uscita dalla maggioranza, invocando il ritorno al voto. Il giorno seguente la stessa Lega presenterà al Senato una mozione di sfiducia nei confronti di [[Giuseppe Conte]], Presidente del Consiglio in carica, il quale, il 20 agosto successivo, rassegnerà le sue dimissioni.}} *{{NDR|31 dicembre 2018}} La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest'anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l'alternanza delle stagioni e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a mentire scrivendo il contrario. ([[Luigi Di Maio]]) ::{{spiegazione|Il 13 agosto 2020, con un'apposita votazione indetta dal Movimento 5 Stelle sulla piattaforma ''Rousseau'' del proprio sito, l'80% degli elettori iscritti ad essa voterà a favore della modifica proposta dal partito per permettere, a chi ha ricoperto l'incarico di consigliere comunale, di ricandidarsi più di una volta, contando come mandato "zero" il primo in qualità di consigliere municipale o comunale.}} *{{NDR|3 febbraio 2019}} Io ve lo dico davanti a tutti: non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i 5 stelle [...]. Li ho sconfitti due volte e non governo con loro, imparassero a sconfiggerli, chi mi accusa di questo... ([[Nicola Zingaretti]]) *{{NDR|14 maggio 2019}} Ma quale sintonia ci può essere con un partito in cui l'unica proposta fatta da quando c'è il nuovo segretario è quella per alzare lo stipendio dei parlamentari e reintrodurre i vitalizi. Il Pd è un semaforo, sta fermo lì con il suo nuovo segretario che però rappresenta sempre i renziani. È sempre lo stesso partito che ha cambiato solo volto, non ho nessuna sintonia con quel patito [...]. Chi mi accusa di sintonia col Pd è chi non sa che sono stato quello che più lo ha attaccato negli ultimi mesi. *{{NDR|15 maggio 2019}} Io vedo in questo PD un atteggiamento ancora più subdolo di quello di Renzi. Perché è un PD che ha cambiato volto, ma ha gli stessi comportamenti di quello di prima [...]. Con questo PD io non ho nulla a che vedere [...]. Oggi io non vedo un dialogo con il PD di Zingaretti, ma proprio nei fatti: è un PD che si occupa di privilegi, che è coinvolto in tutte le inchieste di corruzione sulla sanità [...]. Questo è il PD che io vedo. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|17 luglio 2019}} Colgo l'occasione per smentire per l'ennesima volta l'ipotesi di governi Pd-M5s come anche in queste ore si sta a volte teorizzando. Nel caso si arrivasse a una crisi di governo la nostra posizione era, è e rimarrà sempre la stessa: di fronte a una crisi di queste proporzioni la via maestra è quella di ridare la parola agli italiani e di avviarci verso elezioni anticipate. ([[Nicola Zingaretti]]) ::{{spiegazione|Il 5 settembre 2019, a distanza di due settimane dalla caduta del primo [[Governo Conte]], avviene il giuramento del secondo esecutivo presieduto dallo stesso premier e sostenuto da un'alleanza tra [[Partito Democratico]] e [[Movimento 5 Stelle]].}} *{{NDR|23 luglio 2019}} Oggi dico semplicemente, se ci fosse da votare un governo o con i Cinque Stelle o con la Lega, io voterei contro, in Parlamento. Penso che sia un atteggiamento molto serio, no polemics, nessuna discussione polemica. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|Il 10 settembre 2019 Matteo Renzi, allora facente parte del Partito Democratico, voterà la fiducia al secondo [[Governo Conte II|Governo Conte]], sorretto da un'alleanza tra lo stesso PD e [[Movimento 5 Stelle]]}}. ==Scienza== [[Immagine:Nagasakibomb.jpg|thumb|«Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando l'energia nucleare sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segnali che questo sarà mai possibile.» ([[Albert Einstein]])]] *{{NDR|Dopo che Harvey ne aveva annunciato la scoperta}} La circolazione del sangue è paradossale, inutile alla medicina, falsa, impossibile, incomprensibile, assurda, nociva per la vita dell'uomo. ([[Guy Patin]]) ::{{spiegazione|La scoperta di Harvey fu invece una delle più importanti di sempre nel campo medico.}} *{{NDR|Nel 1920}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'[[energia nucleare]]}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segnali che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. ([[Albert Einstein]]) *{{NDR|Ogni tentativo di liberare le grandi forze della materia}} è un po' come sparare agli uccelli di notte in un posto dove gli uccelli sono rarissimi. ([[Albert Einstein]]) {{NDR|nel 1935}} ::{{spiegazione|Nel 1938 venne ottenuta la fissione dell'atomo.}} *{{NDR|Con l'energia atomica}} Si potrebbe giungere alla costruzione di [[bomba atomica|bombe]] che – è da supporre – saranno di tipo nuovo ed estremamente potenti. Uno solo di tali ordigni, trasportato via mare e fatto esplodere in un porto, potrebbe distruggere l'intero porto e parte del territorio circostante. D'altra parte, l'impiego di queste armi potrebbe risultare ostacolato dal loro eccessivo peso, che ne renderebbe impossibile il trasporto con aerei. (''[[Lettera Einstein-Szilárd]]'') ::{{spiegazione|Questa frase è tratta dalla lettera scritta nel 1939 da [[Leó Szilárd]] e firmata da [[Albert Einstein]]. Nel 1945 le bombe atomiche sganciate su [[Hiroshima]] e [[Nagasaki]] vennero trasportate proprio via aria.}} *La teoria che il [[tumore|cancro]] al polmone è causato dal [[tabagismo|fumo]] verrà alla fine considerata un grandissimo, catastrofico errore. ([[Ronald Fisher]]) ::{{spiegazione|La correlazione tra il fumo e il cancro al polmone è stata ampiamente dimostrata da numerosi studi epidemiologici.}} ==Economia== *{{NDR|Nel 1998}} Da qui al 2005 diverrà chiaro che l’impatto di [[Internet]] sull’economia non è stato più grande di quello dei fax. ([[Paul Krugman]]) ::{{spiegazione|Internet ha avuto e ha tuttora un impatto molto rilevante sull'economia in diversi settori.}} *{{NDR|Nel 2008}} I fondamentali della nostra economia sono forti. ([[John McCain]]) ::{{spiegazione|La bolla del sistema immobiliario e finanziario statunitense fu la causa principale della [[crisi economica del 2008-2014]].}} ==Sanità== *{{NDR|25 febbraio 2020, sul virus [[Pandemia di COVID-19|COVID-19]]}} Questa non è una malattia mortale, porca di una put***, tr*** ladra [...]. Cosa state a casa? Pensate che si va in guerra? Con il coronavirus non succede una se** nel 99,7 o 8 per cento [...]. Perché vi viene un piccolo ca*** di raffreddore vi preoccupate? Avete bisogno della Nutella per sopravvivere alla quarantena [...]. Sono inc**** nero con la deficienza dei giornalisti che vanno in giro con amuchina e mascherina. Non è una pandemia. Mi sono visto annullare tutte le date a teatro [...]. Continuate a uscire, a scop***, a venire a teatro. ([[Andrea Scanzi]]) ::{{spiegazione|Il COVID-19, che l'11 marzo seguente verrà classificato dall'OMS come pandemia, causerà oltre sei milioni di vittime tra il gennaio 2020 e il maggio 2023, costringendo numerosi Paesi ad attuare misure restrittive come la quarantena e la chiusura di attività commerciali e non solo.}} ==Spettacolo== [[File:Museo Nazionale del Cinema, Turin (5283418096).jpg|thumb|right|250px|«Il cinema è un'invenzione senza futuro.» citazione attribuita ad [[Antoine Lumière]], padre di Auguste e [[Louis Lumière]]. (Museo Nazionale del Cinema, Torino)]] *{{NDR|Nel 1910}} A proposito del cinema: è assai probabile che questa mania finirà nel giro di pochi anni. (''Independent'', quotidiano statunitense<ref>Citato in ''Portala al cinema'', a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006.</ref>) *{{NDR|Nel 1916}} Il cinema è poco più di una moda. È dramma in scatola. Ciò che gli spettatori vogliono vedere è carne e sangue sul palcoscenico. ([[Charlie Chaplin]]) ::{{spiegazione|Inutile dire che il cinema è stato e continua ad essere uno dei più grandi fenomeni culturali.}} *{{NDR|Nel 1927}} Chi diavolo vuole sentire gli attori parlare? ([[Harry Warner]], Warner Brothers) ::{{spiegazione|Il [[cinema sonoro|sonoro]] ed il parlato nel cinema riscossero un'approvazione tale da cancellare di fatto il film muto in poco più di una decina d'anni dalla loro introduzione.}} *{{NDR|Nel 1933}} Escludo che possa esistere un teatro radiofonico. È mia convinzione invece che la radio, per non annoiare gli uditori, dovrà alla fine abbandonare ogni tentativo del genere. ([[Ruggero Ruggeri]]) ::{{spiegazione|Nel 1934 venne trasmesso il primo ciclo radiofonico EIAR del programma ''I quattro moschettieri'' che ottenne enorme successo.}} *{{NDR|Nel 1984}} Non è vero che aspetto un figlio [...]. Credo che trentacinque anni sia l'età adatta e [[Maurizio Costanzo|Maurizio]] il padre giusto. ([[Simona Izzo]]) ::{{spiegazione|La coppia si lascerà nel 1986.}} *{{NDR|Su [[Fred Astaire]] dopo il suo primo provino}} Non sa recitare. Non sa cantare. Ha un'incipiente calvizie. Riesce a mettere insieme a malapena quattro passi di danza.<ref>Citato in ''Portala al cinema'', a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006.</ref> ::{{spiegazione|Fred Astaire fu un ballerino, coreografo, attore e cantante di grande fama e vinse l'Oscar alla carriera nel 1950.}} *{{NDR|Dopo il suo ritorno in Rai nel 2009}} Posso garantire che sarà un ritorno definitivo. Voglio andare in pensione con la RAI. Dovranno cacciarmi loro. ([[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]) ::{{spiegazione|Il 15 aprile 2024 la Rai e Amadeus ufficializzano la fine del rapporto di collaborazione al termine della scadenza contrattuale prevista per il 31 agosto seguente. Tre giorni dopo viene annunciato il passaggio del conduttore a Warner Bros. Discovery, con cui firma un contratto di 4 anni.}} *{{NDR|Nel 2011, parlando degli ascolti della trasmissione ''Vieni via con me'' di Fabio Fazio e Roberto Saviano}} Eh, questi fanno il dieci, perché veramente non si può guardare. ([[Mauro Masi]]) ::{{spiegazione|Nella prima puntata la trasmissione raggiungerà uno share del 25,48%, e nelle puntate successive arriverà fino al 31,64%}} *{{NDR|Nel 2014}} Scusate lo sfogo ma in fondo in fondo che ci azzecco io con i giochi, i giochini, i talent, le gare di canto, di ballo, di burlesque e con quei [[Pechino Express|cretini che vanno a piedi a Pechino]]? ([[Enrico Montesano]]) ::{{spiegazione|Nel 2016 e nel 2017 Enrico Montesano ha preso parte come giudice al talent ''Tale e quale show'', mentre nel 2022 è stato concorrente al talent ''Ballando con le stelle''}} *{{NDR|6 marzo 2021, dopo la serata finale del Festival di Sanremo}} Non ci sarà l'Ama ter, lo abbiamo già deciso io e Fiorello, ci abbiamo scherzato. Se un giorno la Rai vorrà ancora affidarci il festival, magari prima dei 70 anni, sarà una grandissima gioia. Ma il terzo di seguito non ci sarà [...]. Sanremo per me è un evento, parte da un'idea e poi si realizza, non può essere routine [...]. Ma non vedo l'ora di tornare ai miei giochi, ai miei quiz, alla mia normalità. ([[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]) ::{{spiegazione|Amadeus condurrà altre tre edizioni consecutive del Festival, dal 2022 al 2024}}. ==Sport== *{{NDR|Nel 1997}} Oramai è una moda per la [[Scuderia Ferrari|Ferrari]] prendere i nostri ex dipendenti. [...] Il Cavallino sta rifondando la squadra con i pensionati della Benetton. Noi, invece, ci prendiamo il rischio di affrontare il futuro con uno staff tutto giovane. Vedremo alla fine chi avrà avuto ragione. ([[Flavio Briatore]]) ::{{spiegazione|Con il graduale ingaggio di ex elementi del team Benetton quali, tra gli altri, il pilota [[Michael Schumacher]], il direttore tecnico [[Ross Brawn]] e il progettista Rory Byrne, la Ferrari tornerà ai vertici della [[Formula 1]] instaurando uno dei cicli più vittoriosi nella storia della categoria, con 6 titoli costruttori tra il 1999 e il 2004 e, grazie al succitato Schumacher, 5 titoli piloti tra il 2000 e il 2004; al contrario la Benetton andrà incontro a un graduale scadimento tecnico che già nel corso del campionato 1997 porterà all'addio di Briatore come ''team principal'' fino alla successiva scomparsa della squadra nel 2001.}} *{{NDR|Nel 2006}} La Ferrari non mi ha mai cercato, ma io preferisco correre con un'altra squadra e battere le rosse. Ho l'impressione che la Ferrari sia sempre leggermente favorita rispetto alle altre scuderie. ([[Fernando Alonso]]) ::{{spiegazione|Il 30 settembre 2009 la Ferrari ufficializza l'ingaggio di Alonso a partire dalla stagione successiva. Il pilota iberico disputerà cinque Campionati mondiali, tra il 2010 e il 2014, con la scuderia di Maranello.}} *{{NDR|Nel marzo 2009; «Nello sport italiano la persona che ti ha più deluso?»}} Chi si è dopato.<br />{{NDR|«Ti hanno proposto doping?»}} No.<br />{{NDR|«Cosa risponderesti?»}} Lo denuncio.<br />{{NDR|Due giorni prima dell'annuncio della sua prima squalifica per doping nel 2012}} Posso giurare che non ho fatto niente di proibito... ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano. ([[Alex Schwazer]]) ::{{spiegazione|Le tre dichiarazioni del 2009 sono estrapolate da un'intervista doppia al programma televisivo ''Le iene''. Il 6 agosto 2012 viene annunciato che l'atleta è stato trovato positivo all'eritropoietina ricombinante in un controllo antidoping a sorpresa effettuato dall'Agenzia mondiale antidoping il 30 luglio e viene escluso dal CONI dalla squadra della 50 km di marcia dei Giochi olimpici. Dopo essere rientrato in attività in occasione dei Mondiali a squadre di marcia del 2016, il 22 giugno dello stesso anno viene comunicato alla FIDAL che Schwazer risulta nuovamente positivo ad un controllo anti-doping su un campione di urine prelevatogli in un controllo a sorpresa il 1º gennaio precedente; per questo motivo, il 10 agosto successivo il Tribunale Arbitrale dello sport, considerata la seconda violazione delle norme antidoping, squalifica l'atleta per 8 anni.}} ===Calcio=== *In tanti aspetti, a cominciare dal modo unico in cui sa segnare, [[Ronaldo]] mi ricorda [[Giuseppe Meazza|Meazza]], il quale commise solo un errore: accettare il trasferimento al Milan. Sono sicuro che Ronaldo mai potrebbe essere indotto in una simile tentazione. Uno grande come lui può indossare una sola maglia: quella nerazzurra. ([[Giuseppe Prisco]]) ::{{spiegazione|Ronaldo giocò con la maglia del Milan dal gennaio 2007 al giugno 2008.}} {{cronologico}} *{{NDR|Nel 1987}} [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente di una società di calcio. ([[Indro Montanelli]]) ::{{spiegazione|Il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nell'era Berlusconi (1986-2017) ha vinto 8 Scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club.}} *{{NDR|27 febbraio 1990}} Voglio allenare [...]. Non mi interessa la carriera da dirigente. Non sono tipo da ufficio. ([[Michel Platini]]) ::{{spiegazione|Nel 1992 Platini diventa co-presidente del comitato organizzatore di [[Francia '98]], iniziando una carriera dirigenziale che lo porterà a ricoprire, dal 2007 al 2015, la presidenza dell'UEFA.}} *{{NDR|15 marzo 1990}} L'ho ripetuto mille volte: io alla [[Juventus Football Club|Juve]] non ci vado. Lo scriverò sui muri di casa. ([[Roberto Baggio]]) ::{{spiegazione|Il 18 maggio dello stesso anno Baggio viene acquistato dalla Juventus per l'allora cifra-record di 25 miliardi di lire.}} *{{NDR|8 luglio 1990}} Non ci ripenserò [...] il mio ritiro dalla ''Selección'' è davvero ufficiale. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Nel febbraio 1993 Maradona tornò in Nazionale per giocare due partite amichevoli contro Brasile e Danimarca, venendo poi convocato per il Mondiale 1994 in cui disputò due gare (contro Grecia e Nigeria) segnando un gol.}} *{{NDR|Maggio 1994, alla vigilia della [[Finale della UEFA Champions League 1993-1994]] tra Milan e Barcellona}} Le finali sono sempre state la mia specialità, la paura non so cosa sia [...]. Il Milan dice che siamo favoriti? Li capisco: giocando come sa, il Barcellona può vincere qualsiasi partita [...]. I tifosi del Milan si godano questo Barcellona: agli italiani non capita tutte le settimane di vedere una squadra che gioca bene come la nostra [...]. Il calcio siamo solo noi, l'Europa deve incoronarci: il mondo ha bisogno di veder trionfare il gioco offensivo e spettacolare di cui siamo il simbolo [...]. Dio, nella carriera e nella vita, mi ha aiutato tante volte e mi sono ormai convinto che Lassù qualcuno mi ama. Sì, Dio è mio amico [...]. Non vedo proprio come possiamo perdere la Coppa dei Campioni. ([[Johan Cruijff]]) ::{{spiegazione|Il 18 maggio 1994, nella finale di Atene, il Milan sconfisse il Barcellona per 4-0, conquistando la quinta Coppa dei Campioni della sua storia.}} *{{NDR|20 giugno 2001}} Quello che viene detto in Spagna non ci tocca. [[Zinédine Zidane|Zidane]] non andrà là, ma resterà alla Juventus. ([[Luciano Moggi]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2001 viene ufficializzato il trasferimento di Zidane al Real Madrid per 140 miliardi di lire.}} *{{NDR|20 luglio 2001, durante la sua presentazione come nuovo giocatore della Lazio}} Non sono venuto con l'idea di andar via tra due o tre anni. Resterò a Roma almeno cinque anni. ([[Gaizka Mendieta]]) ::{{spiegazione|Dopo una sola stagione alla Lazio, Mendieta verrà ceduto in prestito al Barcellona nell'estate 2002 e, successivamente, al Middlesbrough a titolo definitivo nel 2003.}} *{{NDR|29 dicembre 2001}} Quella della Roma sarà l'ultima maglia che indosserò. Il mio contratto scade nel 2003, quando avrò 34 anni; non credo che cambierò squadra prima di allora. ([[Gabriel Batistuta]]) ::{{spiegazione|Batistuta chiuderà la carriera nel 2005, dopo aver vestito le maglie di Inter e Al-Arabi.}} *{{NDR|Aprile 2003, sulla Juventus}} È una squadra che non m'interessa. Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale. Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata.<br />{{NDR|Nel febbraio 2004}} Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita. ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|A fine maggio 2004 Capello diventa ufficialmente allenatore della Juventus, che guidò per due stagioni.}} *{{NDR|28 maggio 2004, riguardo a un suo possibile passaggio alla Juventus}} Non penso, adesso sto all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], mi trovo bene. E poi fin quando non farò una stagione come dico io dall'Inter non vado via. ([[Fabio Cannavaro]]) ::{{spiegazione|Tre mesi dopo (30 agosto 2004) venne ufficializzato il trasferimento di Cannavaro dall'Inter ai [[Derby d'Italia|rivali]] della Juventus.}} *{{NDR|Giugno 2004}} Machiavelli potrebbe essere stato soltanto italiano e agli italiani potrebbe piacere pensare in modo machiavellico, ma non sarebbe possibile giocare per un pareggio per 2-2 contro la Danimarca e non credo che finirà 2-2, è un risultato molto insolito. ([[Lars Lagerbäck]]) ::{{spiegazione|Lagerback, commissario tecnico della nazionale svedese, parlò così alla vigilia dell'ultima giornata del Girone C degli europei 2004, che vide giocare in contemporanea Danimarca-Svezia e italia-Bulgaria. Le formazioni scandinave, che in quel momento vantavano quattro punti ciascuna in classifica, si sarebbero entrambe garantite il passaggio al turno successivo qualora avessero ottenuto un pareggio con due o più gol a testa, rendendo vana un'eventuale vittoria dell'Italia, ferma a due lunghezze e penalizzata dalla differenza reti negli scontri diretti. Danimarca e Svezia pareggiarono 2-2, qualificandosi così ai quarti di finale, mentre agli ''Azzurri'' non bastò il successo per 2-1 sui bulgari.}} *{{NDR|Nel 2004}} Venderei noccioline nel mio villaggio piuttosto che giocare in una squadra patetica come il Chelsea. ([[Samuel Eto'o]]) ::{{spiegazione|Il 29 agosto 2013 viene ufficializzato il trasferimento di Eto'o al Chelsea.}} *{{NDR|14 maggio 2006}} Il mio futuro sarà sicuramente nella Juventus {{NDR|«Anche in Serie B?»}} Per quale motivo, scusi? L'ha deciso lei? ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|Capello, all'epoca allenatore della Juventus che aveva appena conquistato il suo ventinovesimo scudetto, rispose così alla domanda del giornalista di ''Sky Sport'' Paolo Assogna, al termine della sfida vinta per due a zero contro la Reggina nell'ultima giornata di campionato. Assogna faceva riferimento allo scandalo denominato ''[[Calciopoli]]'', scoppiato da due settimane e che vedeva coinvolta principalmente la dirigenza della società bianconera, che come massima punizione avrebbe rischiato la retrocessione d'ufficio in Serie B. Il 4 luglio 2006 il tecnico friulano rassegnò le dimissioni da tecnico della Juventus, che dieci giorni dopo venne retrocessa in cadetteria dalla Commissione d'appello federale, vedendosi revocato lo scudetto del campionato 2004-2005 e non assegnato quello del 2005-2006.}} *{{NDR|Prima dei Mondiali 2006}} L'[[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] pagherà in campo lo [[Calciopoli|scandalo calcio]]. Consideravo l'Italia tra le grandi favorite per il titolo. Ma il caos scoppiato danneggerà la squadra azzurra. I calciatori avranno la testa altrove. ([[Franz Beckenbauer]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2006 a Berlino la Nazionale italiana si laurea campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia ai tiri di rigore.}} *{{NDR|8 luglio 2006}} Noi abbiamo impiegato 80 anni a battere l'Italia. E adesso tocca a voi aspettare 80 anni per batterci. L'ultima volta è stato nel '78 in Argentina e allora dovete avere pazienza fino al 2030 o 2040. ([[Michel Platini]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2006 a Berlino la Nazionale italiana si laurea poi campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia ai calci di rigore: tuttavia la finale dei Mondiali 2006 non può essere considerata come una vittoria a pieno effetto, essendo terminata ai tiri di rigore. La vittoria sulla Francia arriva comunque due anni più tardi, il 17 giugno 2008, durante l'Europeo 2008: tale partita termina con il risultato di 2-0 e contribuisce a portare l'Italia a qualificarsi ai quarti di finale.}} *{{NDR|12 luglio 2006}} A conclusione di una straordinaria esperienza professionale ed umana, vissuta alla guida di un eccezionale gruppo di calciatori e con la collaborazione di uno staff di prima qualità, ritengo esaurito il mio ruolo alla guida della Nazionale italiana. ([[Marcello Lippi]]) ::{{spiegazione|Dopo gli Europei del 2008, Lippi diventerà nuovamente CT della Nazionale Italiana subentrando a [[Roberto Donadoni]]; la sua seconda esperienza da CT azzurro termina il 24 Giugno 2010, all'indomani della sconfitta contro la Slovacchia ai Mondiali 2010, costata l'eliminazione alla fase a gironi.}} *{{NDR|24 luglio 2008}} Io con l'Inghilterra finisco il turno. Il mio lavoro sul campo termina con l'esperienza inglese.<br />{{NDR|«Abbiamo capito bene, dopo i Mondiali del 2010 non sarà più un allenatore?»}} Questo è sicuro. ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|Dopo aver rassegnato le dimissioni da commissario tecnico della nazionale inglese l'8 febbraio 2012, il 19 luglio seguente Capello firmerà un contratto biennale con la nazionale russa, che guiderà fino al luglio 2015.}} *{{NDR|Nel 2010}} Forse è sbagliato. Sarebbe difficile rifiutare di andare a allenare il Milan – non mi si presenterà mai questa possibilità – ma se succedesse non lo potrei mai fare, perché sono stato quattro anni nell'Inter e sono interista. Non lo potrei mai fare. ([[Siniša Mihajlović]]) ::{{spiegazione|Il 16 giugno 2015, Mihajlović diventa ufficialmente l'allenatore del Milan.}} *{{NDR|22 agosto 2011}} Due anni fa il ramo cadetto degli Agnelli si riprende il giocattolo {{NDR|la [[Juventus Football Club|Juventus]]}} con il giovane [[Andrea Agnelli|Andrea]], figlio di [[Umberto Agnelli|Umberto]] e vecchio sodale di [[Luciano Moggi|Moggi]] e [[Antonio Giraudo|Giraudo]]. Risultato: zero titoli sul campo, ma centinaia sui giornali, cavalcando il revanscismo della parte più becera della [[tifoseria]] [...]. Ora Andrea Agnelli, per non passare alla storia come l'unico presidente juventino che non ha vinto neppure la Coppa del Nonno, rivuole addirittura indietro i due scudetti di [[Calciopoli]]. ([[Marco Travaglio]]) ::{{spiegazione|Dalla successiva stagione 2011-12 la Juventus, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, instaurerà il ciclo più vincente nella storia del campionato italiano con la conquista di nove scudetti consecutivi.}} *{{NDR|Prima del campionato 2011-12}} La Juventus è una squadra discreta, buona, che farà un discreto campionato ma che non può impensierire minimamente le prime due, può arrivare quarta o quinta. ([[Luciano Moggi]]) ::{{spiegazione|La Juventus vincerà il campionato da imbattuta, seconda squadra a riuscirvi dopo il Milan nella stagione 1991-92. Sarà il primo di 8 campionati consecutivi vinti dai bianconeri.}} *{{NDR|10 febbraio 2012}} Piuttosto che appartenere alla famiglia FIFA preferisco essere orfano. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Il 9 febbraio 2017 Maradona entrerà a far parte della FIFA in qualità di promotore e sviluppo del calcio nel mondo.}} *{{NDR|14 giugno 2012}} [[Thiago Silva]] resta al Milan. Non abbiamo cambiato idea, non c'era idea di cedere il calciatore, ma venivano delle offerte straordinarie. Però il mio vecchio cuore rossonero mi ha fatto dire di no. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Esattamente un mese dopo, il 14 luglio, venne ufficializzato il trasferimento di Thiago Silva al [[Paris Saint-Germain Football Club|Paris Saint-Germain]].}} *{{NDR|23 luglio 2012}} Io posso solo ringraziare i tifosi dell'Inter perché con me sono sempre stati davvero splendidi. Ma non penso proprio di tornare mai all'Inter. ([[Davide Santon]]) ::{{spiegazione|Il 2 febbraio 2015 viene ufficializzato il ritorno di Santon all'Inter.}} *{{NDR|1º dicembre 2012}} [[Angelo Ogbonna|Angelo]] è un bravo ragazzo. Soprattutto un ragazzo onesto. Non pensa minimamente di andare alla Juventus perché ama il [[Torino Football Club|Toro]]. Il giorno in cui lascerà il Toro avrà tali e tante offerte straniere che non gli passerà nemmeno per l'anticamera del cervello. ([[Urbano Cairo]]) ::{{spiegazione|L'11 luglio 2013 viene ufficializzato il trasferimento di Ogbonna ai [[Derby di Torino|rivali]] della Juventus.}} *{{NDR|7 gennaio 2013}} Mi dispiace di doverlo dire ma nel Milan è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo per vicende della vita di dare un giudizio sull'uomo [[Mario Balotelli|Balotelli]], è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Il 31 gennaio successivo viene ufficializzato il trasferimento di Balotelli al Milan. Dopo essere stato ceduto al Liverpool il 25 agosto 2014 (per circa 20 milioni di euro), circa un anno dopo (27 agosto 2015) Balotelli si trasferisce nuovamente al Milan.}} *{{NDR|30 aprile 2013}} Non punterei nemmeno un centesimo su un mio futuro da allenatore. È un lavoro che non mi entusiasma, prevede troppi pensieri e uno stile di vita esageratamente simile a quello dei calciatori. Ho già dato. Rivoglio indietro almeno in parte una parvenza di vita privata. Di Conte ne esiste uno solo e va bene così. ([[Andrea Pirlo]]) ::{{spiegazione|Il 27 settembre 2018, Pirlo ottiene la qualifica UEFA A a Coverciano, che lo abilita a ricoprire un ruolo da allenatore fino alla [[Serie C]]. Il 30 luglio 2020, viene nominato tecnico della [[Juventus]] U23, salvo poi essere promosso 9 giorni dopo ad allenatore della prima squadra a seguito dell'esonero di [[Maurizio Sarri]]. Ottiene l'abilitazione UEFA PRO il 14 settembre dello stesso anno.}} *{{NDR|17 giugno 2013}} Mertens è un giocatore normalissimo. Dico oggi, in data 17 giugno 2013, che non farà più di 8 partite nel Napoli. ([[Ezio Capuano]]) ::{{spiegazione|L'allenatore campano esprime tale giudizio nei confronti dell'allora neo-acquisto della squadra partenopea. Il belga lascerà la squadra dopo 9 anni da miglior marcatore della storia del club (148 gol) e da quinto giocatore con più presenze (397 partite).}} *{{NDR|Dicembre 2013}} Cosa manca alla Juve in Europa? Il tempo. Si vuole tutto e subito, dall'oggi al domani ci siamo trovati a combattere contro corazzate strutturate. [...] Credo che da qui a molti anni a venire sarà dura vedere una squadra italiana in finale di [[UEFA Champions League|Champions]], so di averlo già detto ma di solito ci azzecco. ([[Antonio Conte]]) ::{{spiegazione|Conte parla così pochi giorni dopo l'eliminazione della Juventus dalla Champions League, arrivata nella fase a gironi contro il Galatasaray. Nella stagione successiva la stessa Juventus, che nel frattempo aveva cambiato allenatore sostituendo il dimissionario Conte con [[Massimiliano Allegri]], raggiungerà la finale di tale competizione, poi persa contro il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]].}} *{{NDR|18 febbraio 2014}} Sono sempre più convinto che vinceremo i Mondiali [...]. In generale siamo i migliori. Ci sono nazionali che hanno vinto un solo Mondiale e che pensano di essere le più grandi. Immaginate noi che ne abbiamo vinti cinque [...]. Abbiamo grandi giocatori e una squadra organizzata. E poi abbiamo i tifosi: saremo sempre in 12 in campo e saremo i migliori. ([[Luiz Felipe Scolari]]) ::{{spiegazione|L'8 luglio 2014, in occasione della semifinale del Campionato mondiale di calcio svoltasi a Belo Horizonte, la Nazionale brasiliana di Scolari, padrona di casa, verrà eliminata dalla Germania, futura campione, con il punteggio di 1-7, facendo registrare la peggiore sconfitta di sempre nella sua storia (assieme a quella per 6-0 contro l'Uruguay, nel 1920). I "verdeoro" perderanno anche la finale valida per il terzo posto (0-3 contro i Paesi Bassi), chiudendo così il torneo in quarta posizione.}} *{{NDR|Estate 2014}} [[Massimiliano Allegri|Allegri]] alla [[Juventus Football Club|Juve]]? Fosse vero, si sono scavati la fossa col fesso. ([[Giancarlo Dotto]]) ::{{spiegazione|Sulla panchina della Juventus dal 2014 al 2019, Massimiliano Allegri sarà artefice di uno dei cicli più vittoriosi nella storia del club con cinque Scudetti, quattro Coppe Italia e due Supercoppe italiane, divenendo inoltre sul piano personale il primo allenatore nella storia del calcio italiano capace di vincere consecutivamente cinque campionati nazionali.}} *{{NDR|17 ottobre 2014}} Sono stato fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che uno sconfitta. Mi ha fatto capire che secondo me siamo più forti della Juve, questo lo dirà poi il campo. E lo dico chiaro: vinceremo lo scudetto, possiamo farlo. ([[Rudi Garcia]]) ::{{spiegazione|Garcia parlò così riferendosi alla partita Juventus-[[Associazione Sportiva Roma|Roma]] 3-2, giocata qualche giorno prima, il 5 ottobre 2014. La Juventus vincerà poi il campionato 2014-15 con 17 punti di vantaggio sulla Roma.}} *{{NDR|4 febbraio 2015}} Garcia ha ricevuto proposte che si possono definire irrinunciabili, ma intende onorare il suo contratto. Non andrà via da Roma fino a quando non avrà vinto lo scudetto. ([[Walter Sabatini]]) ::{{spiegazione|Il 13 gennaio 2016 Garcia venne esonerato dalla Roma, club con il quale non riuscì a vincere alcun titolo.}} *{{NDR|30 agosto 2015}} La squadra che ha vinto lo scudetto, ha cambiato 3-4 giocatori importanti e avrà bisogno di un po' di tempo per tornare a certi livelli. Lo farà alla svelta perché la squadra del futuro è già stata costruita, però credo che quest'anno la Juventus non possa vincere lo scudetto. ([[Gianluca Vialli]]) ::{{spiegazione|Il 25 aprile 2016 la Juventus si laurea campione d'Italia con tre giornate di anticipo, conquistando il suo quinto scudetto consecutivo.}} [[File:LCFC lift the Premier League Trophy (26943755296) (cropped).jpg|thumb|upright=1.6|«Se il Leicester vincerà la Premier farò la prima puntata della trasmissione della prossima stagione, indossando solo la mia biancheria.» ([[Gary Lineker]])]] *{{NDR|14 dicembre 2015}} Se il Leicester vincerà la Premier farò la prima puntata della trasmissione della prossima stagione, indossando solo la mia biancheria. ([[Gary Lineker]]) ::{{spiegazione|Lineker si riferiva al programma ''Match of the day'', da lui condotto. Nell'aprile 2016 l'ex calciatore, a proposito di questa dichiarazione, ha precisato: «Quando ho detto che l'avrei fatto ero assolutamente certo non sarebbe successo» aggiungendo che «Se qualcuno avesse fatto un film con questa trama, la gente avrebbe detto che era troppo ridicolo. La possibilità che una provinciale vinca il campionato va contro ogni logica, ed è ancora difficile comprendere come stia succedendo.» Quasi cinque mesi dopo queste dichiarazioni, il 2 maggio 2016 il Leicester si laurea campione d'Inghilterra, conquistando il suo primo titolo nazionale in 132 anni di storia.}} *{{NDR|Maggio 2016, riguardo ad un suo possibile trasferimento all'Olympique Marsiglia}} Per me non era un'opzione. All'inizio ne ho parlato con la mia famiglia e i miei fratelli, pensavo addirittura fosse uno scherzo. Andare a giocare nel Marsiglia è inconcepibile. Se potrei mai indossare quella maglia? No, non è possibile. ([[Adrien Rabiot]]) ::{{spiegazione|Il 15 settembre 2024 l'Olympique Marsiglia ufficializza l'ingaggio di Rabiot.}} *{{NDR|7 luglio 2016}} Andare via dalla Juventus? Piuttosto legatemi ai cancelli dello [[Allianz Stadium (Torino)|Stadium]], perché non me ne andrò mai. (attribuita a [[Leonardo Bonucci]]) ::{{spiegazione|Il 20 luglio 2017 viene ufficializzato il trasferimento di Bonucci ai [[Rivalità calcistica Juventus-Milan|rivali]] del Milan.}} *{{NDR|10 luglio 2016, alla vigilia della finale dell'Europeo tra Portogallo e Francia}} Finirà 3-1 con gol di [[Antoine Griezmann|Griezmann]] e [[Paul Pogba|Pogba]] [...]. E poi tutti sotto la [[Tour Eiffel]] a festeggiare. Come nel '98, come nel 2000. Ricordo bene come si fa. ([[Vincent Candela]]) ::{{spiegazione|La sera stessa il Portogallo sconfiggerà la Francia, padrona di casa, per 1-0, con un gol di Éder nel secondo tempo supplementare, laureandosi così campione d'Europa per la prima volta nella sua storia.}} *{{NDR|15 agosto 2017, sul trasferimento dalla Juventus al Milan}} Ho scelto il Milan anche perché nella mia testa c'è l'idea di ripetere il percorso vissuto in bianconero, dove eravamo partiti da una rifondazione come in questo caso e siamo arrivati in alto. Ecco, qui voglio arrivare ancora più in alto. Nell'arco di quattro anni spero di arrivare a vincere la Champions. Voglio portare a casa tutto.<br />{{NDR|15 agosto 2017, sul suo futuro al Milan}} Francamente in questo club mi ci vedo a lungo. ([[Leonardo Bonucci]]) ::{{spiegazione|Dopo una sola stagione al Milan, senza vincere trofei, il 2 agosto 2018 viene ufficializzato il ritorno di Bonucci alla Juventus.}} *{{NDR|10 dicembre 2017}} Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare, come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far tornare nuovamente il cigno un brutto anatroccolo... Sappiamo però che per adesso la fiaba è un'altra... È quella in cui sono tutti i gufi a diventare colombe. Bravi ragazzi, grande prova e fogne vuote anche questa settimana. ([[Luciano Spalletti]]) ::{{spiegazione|Spalletti pubblica questo post dopo il pareggio a Torino contro la Juventus. Già dalla giornata precedente, l'Inter era infatti rimasta l'unica squadra imbattuta nella stagione di Serie A. Tuttavia, nelle due giornate successive di campionato l'Inter subirà due sconfitte consecutive.}} *{{NDR|1° ottobre 2018}} Scaloni è una brava persona, ma non è capace di dirigere neanche il traffico. Figuriamoci l'Albiceleste... Come possiamo lasciare la nostra Nazionale nelle sue mani? Ma siamo impazziti? Scaloni dice di essere preparato, ma non l'ho mai visto segnare neanche un gol con la maglia dell'Argentina.<br />{{NDR|22 novembre 2018}} Noi argentini abbiamo questo ragazzo, Scaloni, che è stato spinto al ruolo di ct e dunque non ha colpe. Il problema è che se lui dice "voglio andare al Mondiale" io gli rispondo che al massimo può andare a quello di motociclismo, non di calcio. Mi arrabbio quando penso che un allenatore senza alcun titolo è il ct della mia Nazionale. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Tra il 2021 e il 2024, Scaloni conquistò alla guida della nazionale argentina un campionato del mondo, due edizioni consecutive della ''Copa América'' e una Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA.}} *{{NDR|26 marzo 2019, su [[Carlo Ancelotti]]}} Ho preso un allenatore che ama la città e il nostro centro sportivo e che vuole rimanere qui altri otto anni. Io lo voglio pure a vita, sono un po' sulla linea di Ferguson: l'allenatore deve essere il punto di riferimento della società e rappresentarla del tutto. ([[Aurelio De Laurentiis]]) ::{{spiegazione|Il 10 dicembre 2019, appena dopo aver conquistato gli ottavi di finale di Champions League con una vittoria sul Genk, il Napoli comunica ufficialmente l'esonero di Ancelotti, a distanza di un anno e mezzo dal suo arrivo sulla panchina partenopea.}} *{{NDR|1º febbraio 2020}} [[Cristiano Ronaldo|Cristiano]] tiri pure un [[Calcio di rigore|rigore]]. So come fa. ([[Bartłomiej Drągowski]]) ::{{spiegazione|Dichiarazione di Drągowski, portiere della Fiorentina, alla vigilia della trasferta contro la Juventus, 22ª giornata del campionato italiano di Serie A 2019-20: la partita, vinta 3-0 dai padroni di casa, vedrà Cristiano Ronaldo segnare a Drągowski una doppietta su calcio di rigore.}} *{{NDR|16 giugno 2021, sul rendimento della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale italiana]] agli europei 2020}} L'Italia sta facendo il massimo, ma [...] sento che non saranno all'altezza. Ci stanno mettendo passione, ma voglio vederli quando affronteranno una squadra più forte. ([[Gary Neville]])<br /> Penso che le prime due partite che hanno giocato siano state due partite facili. Certo, devi battere sempre chi hai di fronte, ma ho ancora dei dubbi che possano arrivare fino alla fine. Credo che manchino di intensità, potenza, ritmo, per essere ancora più pericolosi in avanti, quindi aspetterò ancora. Penso che sia ancora un po' presto per prendere in considerazione l'Italia, che possa arrivare fino in fondo. ([[Patrick Vieira]]) ::{{spiegazione|L'11 luglio 2021, la nazionale italiana allenata da [[Roberto Mancini]] conquisterà il secondo titolo europeo della sua storia, battendo l'Inghilterra ai tiri di rigore nella finale disputatasi allo Stadio di Wembley.}} *{{NDR|13 novembre 2021}} Noi al Mondiale andremo, di questo sono sicuro. ([[Roberto Mancini]]) ::{{spiegazione|Mancini, commissario tecnico della nazionale italiana, parlò così al termine della partita pareggiata per 0-0 a Roma contro la Svizzera, valevole per le qualificazioni ai mondiali in Qatar nel 2022. Il pareggio a reti bianche contro l'Irlanda del Nord e la contemporanea vittoria della nazionale elvetica sulla Bulgaria nel turno successivo, permisero ai rossocrociati di vincere il proprio girone di qualificazione, costringendo l'Italia a qualificarsi per la Coppa del Mondo attraverso gli spareggi. Il 24 marzo seguente, gli ''Azzurri'' persero la semifinale dei suddetti spareggi per 0-1 contro la Macedonia del Nord, mancando così l'accesso al mondiale per la seconda edizione consecutiva.}} ===Tennis=== *{{NDR|Nel 2003}} [[Andy Roddick]] vince il suo primo, ma non certo l'ultimo torneo del Grande Slam. ([[Rino Tommasi]]) ::{{spiegazione|Quello US Open fu l'unico Slam vinto da Roddick nella sua carriera, che lo vide disputare altre 4 finali (3 a Wimbledon e una a Flushing Meadows) perdendole tutte contro lo svizzero Roger Federer.}} *{{NDR|Nel 1987}} [[Boris Becker|Boris]] ha bisogno di una straordinaria dose di concentrazione e forza di volontà... Non credo che giocherà a tennis ancora per molto. ([[Günther Bosch]]) ::{{spiegazione|Boris Becker vinse altri quattro tornei del Grande Slam, diventando uno dei tennisti più noti della storia del tennis.}} *{{NDR|Sulla [[Steffi Graf|Graf]] nel 1982}} Ci sono centinaia di ragazze come lei in America. ([[Tracy Austin]]) ::{{spiegazione|Steffi Graf nella sua carriera vinse 22 tornei del Grande Slam (terza di sempre nel tennis femminile dietro a [[Serena Williams]] e a [[Margaret Court]]) e rimase per 377 settimane complessive alla prima posizione del Ranking WTA (record assoluto).}} *{{NDR|Su [[Jimmy Connors|Connors]] venticinquenne}} Entro due-tre anni smetterà perché non avrà più stimoli! ([[Pancho Segura]]) ::{{spiegazione|Connors si ritirò nel 1992 a quarant'anni, 15 anni dopo questa dichiarazione, e l'anno prima raggiunse le semifinali dello US Open entusiasmando il pubblico newyorkese.}} *{{NDR|Il 20 giugno 2015}} Finalmente il tennis ci regalerà un ricambio drastico. Perché ciò si realizzi appieno, manca però ancora un anno o poco più. Ovvero la fine del 2016 e buona parte del 2017. Periodo durante il quale [[Novak Đoković|Djokovic]] vincerà tutto. O quasi. ([[Andrea Scanzi]]) ::{{Spiegazione|Dei sei tornei del Grande Slam compresi in quel periodo di tempo, nessuno fu vinto da Djokovic: due furono vinti da [[Roger Federer]], due da [[Rafael Nadal]] e uno a testa da [[Stan Wawrinka]] e [[Andy Murray]].}} *{{NDR|Su [[Andre Agassi|Agassi]] nel 1999}} Non batterebbe più neanche mia mamma. È finito. ([[John Lloyd]]) ::{{spiegazione|Agassi vinse altri cinque tornei del Grande Slam.}} *{{NDR|Durante la telecronaca di Ivanisevic-Sampras, finale del torneo di Manchester 1991}} [[Pete Sampras|Sampras]] non riesce a coniugare servizio e gioco a rete: sull'erba non credo che vincerà mai molto. ([[Rino Tommasi]]) ::{{spiegazione|Con 7 vittorie Sampras è, al pari di Novak Djokovic, secondo soltanto a Roger Federer (8) come tennista che ha vinto il maggior numero di tornei di Wimbledon, il più importante torneo tennistico, che si gioca sull'erba.}} *{{NDR|Su [[John McEnroe]] alle prime armi}} Se è il nostro miglior giovane siamo in un grosso guaio. È leggerino! ([[Pancho Segura]]) ::{{spiegazione|McEnroe vincerà sette tornei del Grande Slam, e il suo stile di gioco è stato uno dei più apprezzati.}} *{{NDR|Riferita alla [[Chris Evert|Evert]] prima della semifinale di Wimbledon nel 1984}} Se gioco al massimo, sono migliore di lei. ([[Hana Mandlíková]]) ::{{spiegazione|In quella partita verrà sconfitta 6-1, 6-2 dalla Evert.}} *{{NDR|Nel 1974 riferito agli [[US Open]]}} Si sbarazzeranno dell'erba qui l'anno prossimo. Quello sarà il momento in cui dovranno stare veramente attenti a me. ([[Björn Borg]]) ::{{spiegazione|Borg non vinse mai lo Slam americano nella sua carriera, né quando si disputò sull'erba a Forest Hills né quando si trasferì a Flushing Meadows passando al cemento.}} *{{NDR|Nel 2009}} Dunque, sono finiti anche questi [[Australian Open]]. [[Rafael Nadal|Nadal]] è il vincitore, ma Rafa non vincerà tanti Slam quanti Federer. Così come Federer a Parigi non vincerà mai. ([[Corrado Barazzutti]]) ::{{spiegazione|Il 1° giugno dello stesso anno [[Roger Federer]] vinse per la prima volta in carriera il Roland Garros, superando lo svedese [[Robin Soderling]] per 6-1, 7-6, 6-4 e divenendo, all'epoca, il sesto tennista a completare il [[Career Grand Slam]] prima che ci riuscissero anche [[Rafael Nadal]] (nel 2010) e [[Novak Djokovic]] (nel 2016). L'11 Ottobre 2020 Rafael Nadal vinse il suo 20° titolo del Grande Slam (eguagliando, e poi in seguito superando, il numero di titoli Slam vinti in carriera da Roger Federer), trionfando per la 13ª volta sulla terra rossa del Roland Garros, dopo aver battuto nella finale Novak Djokovic per 6-0, 6-2, 7-5.}} *{{NDR|Nel 2008}} Roger Federer non tornerà mai più sul tetto del mondo. ([[Mats Wilander]]) ::{{spiegazione|Federer tornerà per due volte al numero 1 del Ranking ATP: dal 9 Luglio al 4 Novembre 2012 e dal 19 Febbraio al 1° Aprile 2018.}} *{{NDR|Nel 2014}} Il congedo è un'arte per tutti, non un'occupazione per anziani. Lo sport impone ritiri ad un'età in cui si è ancora giovani imprenditori (secondo Confindustria). Eppure Roger Federer continua a giocare a tennis, perdendo molte partite e un po' di fascino. ([[Beppe Severgnini]]) ::{{spiegazione|Roger Federer vincerà ancora 3 titoli dello Slam e disputerà partite epiche, come la finale di Wimbledon 2019, la più lunga di sempre, persa con Djokovic al tie-break del quinto set, a quasi 38 anni.}} ==Storia== {{cronologico}} *{{NDR|Parlando di [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]]}} Questo Papa è un galant'huomo perché favorisce i filosofi e posso ancora io sperare d'essere favorito. (attribuita a [[Giordano Bruno]]) ::{{spiegazione|Giordano Bruno fu arso al rogo sotto il pontificato di Clemente VIII.}} *{{NDR|Dal discorso alla Camera dei Comuni del 17 febbraio 1792}} Non c'è mai stato un momento come questo nella storia del nostro Paese, in cui, data la situazione in Europa, ci si sia mai potuti attendere ragionevolmente altri quindici anni di pace. ([[William Pitt il Giovane]]) ::{{spiegazione|Nel 1793 la Francia rivoluzionaria dichiarerà guerra alla Gran Bretagna iniziando le devastanti campagne militari in Italia, Olanda e Germania.}} *Non potrebbero colpire nemmeno un elefante a questa distanza. ([[John Sedgwick]]) ::{{spiegazione|Era il 13 settembre 1864 e queste furono le sue [[ultime parole]] prima di essere ucciso dal fuoco nemico nella battaglia di Spotsylvania durante la guerra di secessione americana.}} *{{NDR|Il 10 giugno 1940}} La parola d'ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'oceano Indiano: vincere. E vinceremo! ([[Benito Mussolini]]) ::{{spiegazione|La seconda guerra mondiale fu una disfatta per l'Italia che fu costretta a chiedere l'armistizio nel 1943.}} [[Immagine:Aldo Moro br.jpg|thumb|«A me queste Brigate Rosse fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla.» ([[Giorgio Bocca]])]] *{{NDR|Nell'ottobre 1975}} A me queste [[Brigate Rosse]] fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla. ([[Giorgio Bocca]]) ::{{spiegazione|Le Brigate Rosse diventeranno la più sanguinaria organizzazione terroristica italiana di ispirazione comunista durante gli anni di piombo, arrivando a rapire (e poi a uccidere) Aldo Moro e la sua scorta, nel 1978.}} *{{NDR|Nel 1983}} Mi pare che ci siano gli elementi per [[Enzo Tortora|trovarlo colpevole]]: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. ([[Camilla Cederna]]) ::{{spiegazione|Nel 1986 la Corte d'appello di Napoli assolse il presentatore televisivo [[Enzo Tortora]] dalle accuse di trafficare in droga e di collusione con la camorra, accuse nate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che si dimostrarono totalmente infondate.}} *{{NDR|Nel 1984}} È ormai chiaro che non ci sarà in questo secolo alcuna riunificazione della [[Germania]]. ([[Flora Lewis]]). ::{{spiegazione|Il 9 novembre 1989 il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle frontiere con la Repubblica Federale Tedesca. La riunificazione tedesca fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.}} ==Tecnologia== *Che l'automobile abbia raggiunto il limite del suo sviluppo è dimostrato dal fatto che nel corso dell'ultimo anno non è stata introdotta nessuna miglioria davvero radicale. (da ''Scientific American''<ref>Citato in Alessandro Sinibaldi, ''Alla creatività e all'innovazione'', ''Gruppo 24 Ore'', 2012, [http://books.google.it/books?id=t0OvaHPYhZUC&pg=PA117 p. 117].</ref>, 2 gennaio 1909) ::{{spiegazione|L'ingegneria automobilistica vivrà nel secolo successivo le sue principali rivoluzioni tecnologiche.}} ===Computer=== *{{NDR|Nel 2004}} Lo spam sarà un ricordo del passato entro 2 anni. ([[Bill Gates]]) ::{{spiegazione|Il problema dello [[w:spam|spam]] è tuttora presente.}} *{{NDR|Riferendosi al [[w:Kernel Linux|Kernel Linux]] nel 1991}} NON è portabile (usa il metodo 386 per lo switching tra i task etc..), e probabilmente non supporterà mai nient'altro che gli Hard disk AT, perché è tutto ciò che ho :-(. ([[Linus Torvalds]]) ::{{spiegazione|Il kernel ''Linux'' è oggi operativo su numerose architetture e supporta una vasta quantità di hardware differente.}} *{{NDR|Nel 1991, commentando Linux, progettato da Linus Torvalds}} Sei fortunato che non sei mio studente, non prenderesti un buon voto per un progetto così. ([[Andrew Stuart Tanenbaum]]) ::{{spiegazione|Il kernel ''Linux'' divenne in breve tempo la base per migliaia di solide distribuzioni adottate in tutto il mondo, fra le quali [[Debian]], [[Ubuntu]] e [[Android]].}} ==Ambiente== *{{NDR|A febbraio 2010}} Dobbiamo facilitare le pratiche e i permessi legali per trivellare. ([[Sarah Palin]]) ::{{spiegazione|Sei settimane dopo si verificò il [[disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon]], il più grave disastro ambientale della storia degli Stati Uniti.}} *{{NDR|A ottobre 2010, sulla [[Crisi dei rifiuti in Campania|crisi dei rifiuti]] a [[Napoli]]}} Nel corso delle prossime 24 ore la situazione tornerà sotto controllo. ([[Guido Bertolaso]]) ::{{spiegazione|La crisi si protrarrà fino al 2012.}} *{{NDR|A dicembre 2010, sulla [[Crisi dei rifiuti in Campania|crisi dei rifiuti]] a [[Napoli]]}} Pensiamo che nei prossimi due giorni Napoli sarà pulita. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|La crisi si protrarrà fino al 2012.}} ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante le}} {{Raccolte dai media|ultime parole famose}} [[Categoria:Ultime parole famose| ]] 54qjo77z8q12fui95mdcrpqykazm98f 1351331 1351320 2024-11-11T14:28:28Z Udiki 86035 Idem 1351331 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=le ultime pronunciate da personaggi illustri in punto di morte|titolo=[[Ultime parole]]}} {{Raccolta}} [[Immagine:Grafik blutkreislauf.jpg|thumb|«La circolazione del sangue è paradossale, inutile alla medicina, falsa, impossibile, incomprensibile, assurda, nociva per la vita dell'uomo.» ([[Guy Patin]])]] Raccolta di '''ultime parole famose'''. ==Arte== *{{NDR|Nel 1934}} Il prestigio di [[Pablo Picasso|Picasso]] sta calando con grande rapidità. I sostenitori della sua fama e della sua pittura avranno il loro da fare per trovargli un posto tra i grandi. ([[Thomas Craven]]) ::{{spiegazione|Picasso nel 1937 realizzò la ''Guernica'', considerato uno dei suoi più grandi capolavori.}} ==Musica== {{cronologico}} *{{NDR|Dicembre 2011, su un'eventuale reunion degli [[Oasis]]}} Piuttosto che stare di nuovo in una band con lui {{NDR|Noel Gallagher}} mi mangio la mia merda. ([[Liam Gallagher]]) *{{NDR|Maggio 2021}} Me lo chiedono di continuo e posso solo rispondere che non me la sento. In ogni band devi scendere a compromessi e non credo che potrei sottoporre un'idea ad altre quattro persone solo perché la rifiutino dopo sei settimane perché il gatto di qualcuno ha la tosse. Voglio fare le cose a modo mio. Temo che gli Oasis siano finiti. ([[Noel Gallagher]]) *{{NDR|Aprile 2024}} Mai parlato di una reunion degli Oasis. È finita. Andiamo avanti per la nostra salute mentale. ([[Liam Gallagher]]) ::{{spiegazione|Il 27 agosto 2024 viene ufficializzata la reunion degli Oasis.}} *{{NDR|Marzo 2013}} Capisco l'aspetto "romantico" di voler fare una reunion, capisco il desiderio e la fantasia. Personalmente, non ho mai voluto vedere una band fare una reunion e non ho mai apprezzato quelli che l'hanno fatto. Per me, mancava sempre qualcosa. Ma i Guns sono la mia vita, non quella di qualcun altro. Per me, non c'è mai stato modo di far funzionare una reunion, indipendentemente dai soldi, senza prendere in giro gli interessi di quelli coinvolti, me incluso. Le persone qui hanno fatto un grande investimento nelle loro vite per fare quello che fanno. Abbiamo lavorato duro e continueremo a farlo. So cosa è successo. So cosa ci ha portato fino a qui. Le persone hanno amato il prodotto e l'intrattenimento che gli abbiamo dato in passato, ma non erano loro quelli che si trovavano dentro la situazione. Non è qualcosa in cui vorrei ritrovarmi. La vita è troppo breve. ([[Axl Rose]]) ::{{spiegazione|Il 5 gennaio 2016 viene ufficializzata la reunion dei [[Guns N' Roses]], con il rientro nel gruppo del chitarrista [[Slash]] e del bassista [[Duff McKagan]].}} *{{NDR|Agosto 2013}} Non mi interessa più suonare dal vivo. Non penso più a me stesso come a uno che si esibisce. Quella parte non mi è mai venuta naturale. Era qualcosa alla quale mi ero dovuto adattare, ma non è mai stata un'espressione di ciò che sentivo di essere... Non sono un performer. Non mi piace l'effetto che mi fa il pubblico, perché la musica per me arriva da dentro di me, e mi ci immergo completamente. Quando sono davanti a degli spettatori non posso ignorare ciò che mi circonda, il modo in cui mi fanno sentire. Mi fanno sentire bene, sai? Ma non sono più in grado di cercare la musica dentro me stesso in quei momenti, e piuttosto cerco di venire incontro alle loro aspettative. Cercando di fare qualcosa che è divertente per loro, ingaggiante, mento a me stesso. ([[John Frusciante]]) ::{{spiegazione|Il 15 dicembre 2019, a distanza di dieci anni esatti dal suo secondo abbandono, viene annunciato il rientro di John Frusciante nei [[Red Hot Chili Peppers]] (in cui militò già dal 1988 al 1992 e dal 1998 al 2009), in sostituzione del chitarrista [[Josh Klinghoffer]].}} ==Politica== {{cronologico}} *{{NDR|Nel 1870}} L'esercito americano è il miglior amico degli indiani. ([[George Armstrong Custer]]) ::{{spiegazione|L'esercito americano ha ucciso migliaia di nativi, lo stesso Custer prese parte a diverse campagne durante le Guerre Indiane e fu alla testa del 7º Reggimento di Cavalleria al massacro di Washita.}} *{{NDR|Nel 1922}} Il principio repubblicano e democratico è ormai così saldamente radicato in Germania che ben può dirsi che le difficoltà di ordine interno non minacciano più il paese. ([[Karl Joseph Wirth]]) ::{{spiegazione|La Repubblica di Weimar fu un periodo di estreme tensioni interne al popolo tedesco, che permise l'ascesa al potere di [[Adolf Hitler]] nel 1933.}} *{{NDR|Nel settembre 1923}} Sapete come sono i Bavaresi. Hanno bisogno di sfogarsi, hanno bisogno di potere dire dopo a propria tranquillità: Gliele ho cantate. ([[Gustav Stresemann]]) ::{{spiegazione|Nel novembre del 1923 venne perpetrato il fallito Putsch di Monaco, colpo di Stato organizzato da un giovane [[Adolf Hitler]].}} *{{NDR|Nel 1935}} Ora che la Germania si è preso ciò che ritiene necessario per la sua parità e avendo il Cancelliere annunziato nel suo proclama che questa forza armata tedesca non sarà mai adoperata a scopo di una aggressione, dovrebbe essere possibile ottenere un generale sentimento di sicurezza e che gli Stati arrivino a una comune base d'intesa. ([[Konstantin von Neurath]]) ::{{spiegazione|Il Cancelliere [[Adolf Hitler]] nel 1936 rimitalizzò la Renania, portando successivamente con le azioni militari del suo esercito allo scoppio della Seconda guerra mondiale.}} *{{NDR|Nel 1939}} Con l'offerta della corona a S.M. Vittorio Emanuele III l'Albania ha compiuto un atto di garanzia. ([[Shefqet Vërlaci]]) ::{{spiegazione|Nel 1940 dopo il disastroso attacco italiano alla Grecia, un terzo del territorio albanese fu occupato dai greci.}} *{{NDR|Nel 15 giugno 1961}} Nessuno ha intenzione di costruire un muro! ([[Walter Ulbricht]]) ::{{spiegazione|Nonostante la dichiarazione del Presidente del Consiglio di Stato della [[Repubblica Democratica Tedesca|DDR]], il [[muro di Berlino]] venne eretto due mesi più tardi.}} *{{NDR|Nel 1962}} Voi non avrete più Nixon in circolazione – poiché, signori, questa è la mia ultima conferenza stampa. ([[Richard Nixon]]) ::{{spiegazione|Richard Nixon terrà altre conferenze stampa, in più occasioni negli anni successivi.}} *{{NDR|Nel 1964}} In confidenza posso affermare che non prevedo assolutamente di candidarmi a qualunque cosa negli anni 1964, 1966, 1968 o 1972...Chiunque pensi che io possa candidarmi a qualunque cosa che inizi in qualunque anno è fuori di melone. ([[Richard Nixon]]) ::{{spiegazione|Nixon si candidò alle elezioni presidenziali del 1968 e del 1972 (entrambe vinte).}} *{{NDR|Nel 1970}} Non chiedetemi d'intrattenere relazioni diplomatiche con... <nowiki>[</nowiki>[[Israele]]<nowiki>]</nowiki>. Mai. Mai. ([[Anwar al-Sadat]]) ::{{spiegazione|Sadat firmò il trattato di pace israelo-egiziano nel 1979, a seguito degli accordi di Camp David dell'anno prima. L'Egitto diventò il primo Stato arabo a firmare un accordo di pace e a riconoscere Israele.}} *{{NDR|Nel 1993}} Ah-ah! È impensabile che il dottor [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] entri in politica. Deve occuparsi dei suoi debiti. Stia fermo, tanto prenderebbe pochi voti. Non siamo mica in [[Brasile]]! ([[Massimo D'Alema]]) ::{{spiegazione|Quello stesso anno Silvio Berlusconi avrebbe fondato il partito [[Forza Italia]], inaugurando una stagione politica che lo avrebbe visto a presiedere quattro governi per un totale di quasi nove anni, risultando uno dei Presidenti del Consiglio più lungamente in carica.}} *{{NDR|Nel 1995}} Io non mi siederò mai più allo stesso tavolo con [[Umberto Bossi|Bossi]]. È totalmente inaffidabile e non appoggerò mai un governo che sia appoggiato anche da Bossi, un monumento di slealtà che per giunta oggi vale l'1,8% dei voti. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Nel 1999 Berlusconi siglò un nuovo accordo con Bossi per le amministrative del 2000 e le politiche del 2001.}} *{{NDR|Nel 2009}} Non ho alcun interesse nel candidarmi di nuovo alla presidenza, assolutamente. Nessun interesse. Nessuno. Lo so che per alcuni è difficile crederlo [...] Ho dato e sto dando tutta me stessa per questo lavoro {{NDR|essere segretaria di stato}}, tutta me stessa. Provo a vivere nel presente e {{NDR|candidarmi}} non è nel mio futuro. ([[Hillary Clinton]]) ::{{spiegazione|Hillary Clinton si candidò alle elezioni presidenziali del 2016, poi perse a favore di [[Donald Trump]].}} *{{NDR|Nel 2009}} Il Pd non è un taxi su cui chiunque può salire. Se [[Beppe Grillo|Grillo]] vuole fare politica fondi un partito. Metta in piedi un'organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. E perché non lo fa? ([[Piero Fassino]]) ::{{spiegazione|Il [[Movimento 5 Stelle]], fondato il 4 ottobre 2009 da [[Beppe Grillo]] e [[Gianroberto Casaleggio]], ottenne, alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, il 23,79% dei voti al Senato e il 25,56% alla Camera dei Deputati.}} *{{NDR|Nel 2010}} In Italia la formula di soluzione non può essere quella del governo tecnico. [...] un governo di questo tipo, non basato sul voto popolare, non avrebbe chance di prendere posto al tavolo dell'Europa. [...] E non solo perché l'Europa è costruita sul canone della democrazia, ma soprattutto perché l'Europa, avviata a prendere la forma di un comune destino politico, presuppone e chiede comunque una base di stabilità e di forza. Questa derivante solo dalla politica e dalla democrazia. Tipico il caso della Grecia: la fiducia europea è stata indirizzata verso il governo greco legittimamente eletto. ([[Giulio Tremonti]]) ::{{spiegazione|Appena un anno dopo entrò in carica il [[Governo Monti|governo tecnico]] guidato da [[Mario Monti]].}} *{{NDR|14 novembre 2010, commentando le primarie per il candidato sindaco di Milano del centrosinistra}} Con le primarie di oggi il centrosinistra sceglie il candidato che sarà sconfitto. ([[Roberto Formigoni]]) ::{{spiegazione|Il vincitore di quelle primarie, [[Giuliano Pisapia]], divenne il nuovo sindaco di Milano battendo [[Letizia Moratti]].}} *{{NDR|20 novembre 2010}} Non farò mancare la fiducia a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal [[Il Popolo della Libertà|partito]]. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente. ([[Mara Carfagna]]) ::{{spiegazione|Mara Carfagna rimase nel PdL e rimase ministra fino alla fine del Governo Berlusconi e parlamentare fino alla fine della legislatura.}} *{{NDR|dicembre 2010}} Abbiamo la certezza di poter continuare a governare per i prossimi due anni e mezzo, visto il margine di sicurezza che ci danno i numeri aumentati alla Camera. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Meno di un anno dopo, il [[Governo Berlusconi IV]] diede le dimissioni. Al suo posto subentrerà il [[Governo Monti]].}} *{{NDR|17 febbraio 2011}} [[Pier Luigi Bersani|Bersani]] deve fare le primarie e se ha voglia di candidarsi lo faccia, se vince lo appoggeremo tutti. Io non mi candiderò. Da questa partita ho già detto che sono fuori. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|Nel 2012 Matteo Renzi sarà candidato alle primarie del [[Partito Democratico]] contro Pier Luigi Bersani.}} *{{NDR|4 maggio 2011, sulle elezioni del sindaco di [[Milano]]}} Chiunque può diventare sindaco con venti milioni di euro. Sanno già che vince lei! Ha già vinto perché la sinistra le ha messo lì un signore di 60 anni, [[Giuliano Pisapia|Pisapia]], che non ce la fa, che non riesce. È una buona persona ma lì ha già perso. ([[Beppe Grillo]]) ::{{spiegazione|Giuliano Pisapia vincerà le elezioni al ballottaggio con il 55,1% dei voti contro [[Letizia Moratti]].}} *{{NDR|17 aprile 2013, rispondendo al quesito se volesse fare il Presidente del Consiglio}} Passando dalle elezioni, non passando dagli inciuci di palazzo. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|il 17 febbraio 2014, il Presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] nominò Renzi Presidente del Consiglio; all'epoca Renzi non era un parlamentare eletto (XVII legislatura).}} *{{NDR|17 gennaio 2014}} Diamo un hashtag: #enricostaisereno. Vai avanti, fai le cose che devi fare. Io mi fido di Letta, è lui che non si fida. Non sto facendo manfrine per togliergli il posto. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|A febbraio 2014 [[Enrico Letta]] presenta le dimissioni da Presidente del Consiglio su richiesta dallo stesso Renzi - in veste di segretario del PD - e approvate dalla Direzione del partito.}} *{{NDR|22 giugno 2014}} Visto l'abuso che si fa di questo ''isitituto'' {{NDR|l'[[Immunità (diritto)|immunità parlamentare]]}}, in Italia è meglio abolirlo del tutto. ([[Luigi Di Maio]]) ::{{spiegazione| Nel febbraio 2019, dopo una votazione online sulla piattaforma "Rousseau", il [[Movimento 5 Stelle|M5S]] guidato da Di Maio si schiera contro l'autorizzazione a procedere per [[Matteo Salvini]], indagato dalla Procura di Palermo per sequestro di persona e abuso d'ufficio.}} *{{NDR|3 aprile 2014}} Chi ha votato PD ed oggi si ritrova al governo questo PD, oggettivamente, io ho delle serie preoccupazioni per loro, non sono in campagna elettorale, ma loro dovrebbero farla e farla seriamente, perché non li rivoterà più nessuno. ([[Paola Taverna]]) ::{{spiegazione|Un mese e mezzo più tardi, il 25 maggio, alle elezioni europee, il Partito Democratico venne votato da oltre 11 milioni di italiani, diventando il primo partito con il 40,81%: al di là dei dati sull'affluenza, era la prima volta dal 1958 che in Italia un partito superava la soglia del 40%.}} *{{NDR|14 maggio 2015}} Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare. ([[Piero Fassino]]) ::{{spiegazione|Fassino rivolse queste parole a [[Chiara Appendino]], all'epoca consigliera comunale. Il 19 giugno 2016 la Appendino venne eletta sindaco di Torino raccogliendo al secondo turno delle amministrative il 54,56% dei consensi, battendo proprio il sindaco uscente Piero Fassino (45,44% dei voti).}} *{{NDR|agosto 2015}} Non diventerà mai presidente degli Stati Uniti {{NDR|[[Donald Trump]]}} (lo scrivo sperando che non mi quereli), perché il pensiero di avere il dito di Donald sul bottone rosso dell'arsenale nucleare spegnerà le fiamme della sua chioma. ([[Vittorio Zucconi]]) *{{NDR|novembre 2016}} Hillary Rodham Clinton sarà il 45esimo presidente degli Stati Uniti, la prima donna ad assumere la carica. E il Grand Old Party (il partito Repubblicano) pagherà cara la scelta irresponsabile di un candidato impresentabile. ([[Beppe Severgnini]]) *{{NDR|ottobre 2016}} Giornali e tv stanno facendo di tutto per distrarre l'audience dalla assoluta prevedibilità del finale di questa storia, cioè la vittoria di Hillary Clinton. [...] Sappiamo che Hillary Clinton è in vantaggio da prima che Trump sbagliasse tutto con la determinazione dei campioni. [...] Questa amplificazione fisiologica delle minime inversioni di tendenza ha uno scopo diretto – quello di suscitare interesse – e uno indiretto – quello di sottoporre tutti i candidati a un test sotto sforzo continuo, esasperando ogni debolezza di chi sta vincendo ed esaltando ogni pregio dell'inseguitore. Ma anche a valle di tutto questo, comunque questa volta non c'è partita. [...] i fatti torneranno a essere più rilevanti del racconto, stiamo calmi, Clinton tornerà a salire, è tutto normale. Inutile dire che la previsione si è avverata puntualmente. D'altronde il desiderio di raccontare un movimento è connaturato sia alla stampa che alla narrativa. Se non succede niente, cosa racconti? [...] Tutti sanno che vincerà Clinton, e suggerire il contrario sta diventando sempre di più una menzogna pura più che una manifestazione di prudenza o un punto di vista minoritario. [...] Questa volta non è stata tra repubblicani e democratici, ma quasi sempre tra il racconto delle elezioni e le foto dei gattini. E hanno vinto le elezioni, intese come macchina mediatica e narrativa capace di fare un buon film con qualsiasi tema. Vista così, la disfatta di un partito e del suo improponibile candidato mostro, contro la prima donna a governare un paese di 325 milioni di persone, non è un brutto soggetto. ([[Matteo Bordone]]) ::{{spiegazione|Donald Trump verrà eletto presidente e il partito Repubblicano conquisterà Camera e Senato riportando una delle più clamorose vittorie elettorali di sempre}} *{{NDR|22 maggio 2016, rispondendo alla domanda in previsione del [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia|referendum costituzionale del 2016]]: «ma se [[Matteo Renzi|Renzi]] perde e lascia la [[politica]], lei lascia la politica o no?»}} Sì, perché ovviamente è un lavoro che abbiamo fatto insieme e quindi ci assumiamo insieme le responsabilità di un progetto politico nel quale abbiamo creduto e lavorato per tanto tempo. ([[Maria Elena Boschi]]) ::{{spiegazione|Il 12 dicembre 2016, dopo la sconfitta al Referendum Costituzionale e le dimissioni di [[Matteo Renzi]] da Presidente del Consiglio, giurerà come Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Gentiloni.}} *{{NDR|Novembre 2016}} Io penso che i parlamentari e le parlamentari si devono porre il tema che, se viene bocciata questa riforma [...], io penso che dobbiamo prenderne atto. Sai perché dico del Parlamento? Intanto perché – parlo di me: non mi sono confrontata con nessuno, nel senso che per chi mi conosce sa che uso in autonomia il mio pensiero e la mia testa – io penso che il giorno dopo, se ha vinto il no [...], ma se il Paese dice di no, tu ne devi prendere atto: non puoi andare avanti, perché non hai a quel punto l'autorevolezza ed è giusto rimettere il mandato da parte del premier [...], ma anche con la consapevolezza dei parlamentari. Tolgo l'alibi a chi pensa «tanto stiamo lì fino al 2018» perché pensano alla propria sedia: io non penso alla mia sedia. ([[Valeria Fedeli]]) ::{{spiegazione|Nonostante la vittoria del no al Referendum Costituzionale, a cui fecero seguito le dimissioni dell'allora Presidente del Consiglio [[Matteo Renzi]], il 12 dicembre 2016 Valeria Fedeli giurerà come Ministro dell'Istruzione del Governo presieduto da [[Paolo Gentiloni]].}} *{{NDR|14 giugno 2017}} Non ci sarà alcuna alleanza con la Lega, non faremo niente di simile alla Lega perché noi siamo il Movimento 5 Stelle, siamo un'altra cosa e faremo un altro tipo di percorso. […] Quando sento parlare di alleanze con la Lega è fantascienza allo stato puro. Quando sento parlare di convergenza anche di programma è sicuramente no. ([[Roberto Fico]]) *{{NDR|19 giugno 2017}} Io sono del Sud, sono di Napoli. Faccio parte di quella parte d'Italia che la Lega diceva: “Vesuvio lavali col fuoco”. Non ho nessuna intenzione di far parte di un movimento che si allea con la Lega Nord e non ho mai pensato di far parte di questo movimento. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|17 novembre 2017, rispondendo all'affermazione: “Le alleanze di sicuro non ne fate”}} Il giorno in cui il Movimento 5 Stelle (ma non succederà mai) si dovesse alleare con i partiti responsabili della distruzione dell'Italia, io lascerei il Movimento 5 Stelle. ([[Alessandro Di Battista]]) *{{NDR|24 gennaio 2018}} Noi con la Lega non faremo alcuna alleanza; sono culturalmente e geneticamente diversi da noi, quindi è impossibile. Anche perché noi non faremo alleanze con nessuno. ([[Roberto Fico]]) *{{NDR|21 febbraio 2018, rispondendo all'affermazione: “Mai governo con i 5 stelle”}} No, esatto. ([[Matteo Salvini]]) *{{NDR|7 marzo 2018}} Mai nella vita, quella dell'alleanza Lega-M5S è una fake news, un'invenzione surreale come la caccia al Salvini razzista, fascista e nazista che spaventa i bambini. ([[Matteo Salvini]]) ::{{spiegazione|Il 1° giugno 2018 avviene il giuramento del Governo presieduto da Giuseppe Conte e sostenuto da un'alleanza tra [[Lega Nord]] e [[Movimento 5 Stelle]]. I leader dei due partiti, [[Matteo Salvini]] e [[Luigi Di Maio]], assumono gli incarichi rispettivamente di Ministro dell'Interno e di Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali: [[Roberto Fico]] diventa Presidente della Camera.}} *{{NDR|16 febbraio 2018, rispondendo a «Tu non vuoi fare il presidente del Consiglio. Forse vuoi fare il sindaco di Roma?»}} Guardate, neanche morto. [...] Lo devo dire con grande chiarezza per una ragione: ché se io adesso utilizzassi il lavoro fatto sul tavolo Roma per candidarmi a fare il sindaco di Roma sarei un cialtrone, e quindi non lo farò. ([[Carlo Calenda]]) ::{{spiegazione|Carlo Calenda si è candidato a sindaco di Roma in occasione delle successive elezioni comunali.}} *{{NDR|1° giugno 2018 alla domanda «il governo durerà cinque anni?»}} Almeno dieci.<br /> {{NDR|19 dicembre 2018}} Un governo c'è e per quello che mi riguarda dura cinque anni; anche perché il governo che nasce sui cambi di casacca non è qualcosa che corrisponde alla mia sensibilità e alla sensibilità degli italiani. Quindi conto che questo governo avrà lunga e proficua vita.<br /> {{NDR|9 marzo 2019}} Noi regaliamo agli italiani cinque anni di governo, non c'è nessuna crisi in vista. La situazione economica è tale che nessuno si può permettere di giocare sul futuro degli italiani [...].{{NDR|«Sono escluse dunque le elezioni anticipate?»}} Non ci penso neanche, abbiamo fatto tanto in nove mesi, voglio fare ancora di più in cinque anni.<br /> {{NDR|29 maggio 2019}} La mia parola vale più dei sondaggi, l'ho detto il giorno prima del voto e lo dico il giorno dopo del voto: ho firmato un contratto che vale cinque anni e per quello che dipende dalla mia forza e dalla mia volontà il contratto dura cinque anni. ([[Matteo Salvini]]) ::{{spiegazione|L'8 agosto 2019, a distanza di un anno dalla nascita del [[Governo Conte]], la Lega, partito presieduto da Matteo Salvini, annuncia l'uscita dalla maggioranza, invocando il ritorno al voto. Il giorno seguente la stessa Lega presenterà al Senato una mozione di sfiducia nei confronti di [[Giuseppe Conte]], Presidente del Consiglio in carica, il quale, il 20 agosto successivo, rassegnerà le sue dimissioni.}} *{{NDR|31 dicembre 2018}} La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest'anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l'alternanza delle stagioni e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a mentire scrivendo il contrario. ([[Luigi Di Maio]]) ::{{spiegazione|Il 13 agosto 2020, con un'apposita votazione indetta dal Movimento 5 Stelle sulla piattaforma ''Rousseau'' del proprio sito, l'80% degli elettori iscritti ad essa voterà a favore della modifica proposta dal partito per permettere, a chi ha ricoperto l'incarico di consigliere comunale, di ricandidarsi più di una volta, contando come mandato "zero" il primo in qualità di consigliere municipale o comunale.}} *{{NDR|3 febbraio 2019}} Io ve lo dico davanti a tutti: non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i 5 stelle [...]. Li ho sconfitti due volte e non governo con loro, imparassero a sconfiggerli, chi mi accusa di questo... ([[Nicola Zingaretti]]) *{{NDR|14 maggio 2019}} Ma quale sintonia ci può essere con un partito in cui l'unica proposta fatta da quando c'è il nuovo segretario è quella per alzare lo stipendio dei parlamentari e reintrodurre i vitalizi. Il Pd è un semaforo, sta fermo lì con il suo nuovo segretario che però rappresenta sempre i renziani. È sempre lo stesso partito che ha cambiato solo volto, non ho nessuna sintonia con quel patito [...]. Chi mi accusa di sintonia col Pd è chi non sa che sono stato quello che più lo ha attaccato negli ultimi mesi. *{{NDR|15 maggio 2019}} Io vedo in questo PD un atteggiamento ancora più subdolo di quello di Renzi. Perché è un PD che ha cambiato volto, ma ha gli stessi comportamenti di quello di prima [...]. Con questo PD io non ho nulla a che vedere [...]. Oggi io non vedo un dialogo con il PD di Zingaretti, ma proprio nei fatti: è un PD che si occupa di privilegi, che è coinvolto in tutte le inchieste di corruzione sulla sanità [...]. Questo è il PD che io vedo. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|17 luglio 2019}} Colgo l'occasione per smentire per l'ennesima volta l'ipotesi di governi Pd-M5s come anche in queste ore si sta a volte teorizzando. Nel caso si arrivasse a una crisi di governo la nostra posizione era, è e rimarrà sempre la stessa: di fronte a una crisi di queste proporzioni la via maestra è quella di ridare la parola agli italiani e di avviarci verso elezioni anticipate. ([[Nicola Zingaretti]]) ::{{spiegazione|Il 5 settembre 2019, a distanza di due settimane dalla caduta del primo [[Governo Conte]], avviene il giuramento del secondo esecutivo presieduto dallo stesso premier e sostenuto da un'alleanza tra [[Partito Democratico]] e [[Movimento 5 Stelle]].}} *{{NDR|23 luglio 2019}} Oggi dico semplicemente, se ci fosse da votare un governo o con i Cinque Stelle o con la Lega, io voterei contro, in Parlamento. Penso che sia un atteggiamento molto serio, no polemics, nessuna discussione polemica. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|Il 10 settembre 2019 Matteo Renzi, allora facente parte del Partito Democratico, voterà la fiducia al secondo [[Governo Conte II|Governo Conte]], sorretto da un'alleanza tra lo stesso PD e [[Movimento 5 Stelle]]}}. ==Scienza== [[Immagine:Nagasakibomb.jpg|thumb|«Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando l'energia nucleare sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile.» ([[Albert Einstein]])]] *{{NDR|Dopo che Harvey ne aveva annunciato la scoperta}} La circolazione del sangue è paradossale, inutile alla medicina, falsa, impossibile, incomprensibile, assurda, nociva per la vita dell'uomo. ([[Guy Patin]]) ::{{spiegazione|La scoperta di Harvey fu invece una delle più importanti di sempre nel campo medico.}} *{{NDR|Nel 1920}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'[[energia nucleare]]}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. ([[Albert Einstein]]) *{{NDR|Ogni tentativo di liberare le grandi forze della materia}} è un po' come sparare agli uccelli di notte in un posto dove gli uccelli sono rarissimi. ([[Albert Einstein]]) {{NDR|nel 1935}} ::{{spiegazione|Nel 1938 venne ottenuta la fissione dell'atomo.}} *{{NDR|Con l'energia atomica}} Si potrebbe giungere alla costruzione di [[bomba atomica|bombe]] che – è da supporre – saranno di tipo nuovo ed estremamente potenti. Uno solo di tali ordigni, trasportato via mare e fatto esplodere in un porto, potrebbe distruggere l'intero porto e parte del territorio circostante. D'altra parte, l'impiego di queste armi potrebbe risultare ostacolato dal loro eccessivo peso, che ne renderebbe impossibile il trasporto con aerei. (''[[Lettera Einstein-Szilárd]]'') ::{{spiegazione|Questa frase è tratta dalla lettera scritta nel 1939 da [[Leó Szilárd]] e firmata da [[Albert Einstein]]. Nel 1945 le bombe atomiche sganciate su [[Hiroshima]] e [[Nagasaki]] vennero trasportate proprio via aria.}} *La teoria che il [[tumore|cancro]] al polmone è causato dal [[tabagismo|fumo]] verrà alla fine considerata un grandissimo, catastrofico errore. ([[Ronald Fisher]]) ::{{spiegazione|La correlazione tra il fumo e il cancro al polmone è stata ampiamente dimostrata da numerosi studi epidemiologici.}} ==Economia== *{{NDR|Nel 1998}} Da qui al 2005 diverrà chiaro che l’impatto di [[Internet]] sull’economia non è stato più grande di quello dei fax. ([[Paul Krugman]]) ::{{spiegazione|Internet ha avuto e ha tuttora un impatto molto rilevante sull'economia in diversi settori.}} *{{NDR|Nel 2008}} I fondamentali della nostra economia sono forti. ([[John McCain]]) ::{{spiegazione|La bolla del sistema immobiliario e finanziario statunitense fu la causa principale della [[crisi economica del 2008-2014]].}} ==Sanità== *{{NDR|25 febbraio 2020, sul virus [[Pandemia di COVID-19|COVID-19]]}} Questa non è una malattia mortale, porca di una put***, tr*** ladra [...]. Cosa state a casa? Pensate che si va in guerra? Con il coronavirus non succede una se** nel 99,7 o 8 per cento [...]. Perché vi viene un piccolo ca*** di raffreddore vi preoccupate? Avete bisogno della Nutella per sopravvivere alla quarantena [...]. Sono inc**** nero con la deficienza dei giornalisti che vanno in giro con amuchina e mascherina. Non è una pandemia. Mi sono visto annullare tutte le date a teatro [...]. Continuate a uscire, a scop***, a venire a teatro. ([[Andrea Scanzi]]) ::{{spiegazione|Il COVID-19, che l'11 marzo seguente verrà classificato dall'OMS come pandemia, causerà oltre sei milioni di vittime tra il gennaio 2020 e il maggio 2023, costringendo numerosi Paesi ad attuare misure restrittive come la quarantena e la chiusura di attività commerciali e non solo.}} ==Spettacolo== [[File:Museo Nazionale del Cinema, Turin (5283418096).jpg|thumb|right|250px|«Il cinema è un'invenzione senza futuro.» citazione attribuita ad [[Antoine Lumière]], padre di Auguste e [[Louis Lumière]]. (Museo Nazionale del Cinema, Torino)]] *{{NDR|Nel 1910}} A proposito del cinema: è assai probabile che questa mania finirà nel giro di pochi anni. (''Independent'', quotidiano statunitense<ref>Citato in ''Portala al cinema'', a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006.</ref>) *{{NDR|Nel 1916}} Il cinema è poco più di una moda. È dramma in scatola. Ciò che gli spettatori vogliono vedere è carne e sangue sul palcoscenico. ([[Charlie Chaplin]]) ::{{spiegazione|Inutile dire che il cinema è stato e continua ad essere uno dei più grandi fenomeni culturali.}} *{{NDR|Nel 1927}} Chi diavolo vuole sentire gli attori parlare? ([[Harry Warner]], Warner Brothers) ::{{spiegazione|Il [[cinema sonoro|sonoro]] ed il parlato nel cinema riscossero un'approvazione tale da cancellare di fatto il film muto in poco più di una decina d'anni dalla loro introduzione.}} *{{NDR|Nel 1933}} Escludo che possa esistere un teatro radiofonico. È mia convinzione invece che la radio, per non annoiare gli uditori, dovrà alla fine abbandonare ogni tentativo del genere. ([[Ruggero Ruggeri]]) ::{{spiegazione|Nel 1934 venne trasmesso il primo ciclo radiofonico EIAR del programma ''I quattro moschettieri'' che ottenne enorme successo.}} *{{NDR|Nel 1984}} Non è vero che aspetto un figlio [...]. Credo che trentacinque anni sia l'età adatta e [[Maurizio Costanzo|Maurizio]] il padre giusto. ([[Simona Izzo]]) ::{{spiegazione|La coppia si lascerà nel 1986.}} *{{NDR|Su [[Fred Astaire]] dopo il suo primo provino}} Non sa recitare. Non sa cantare. Ha un'incipiente calvizie. Riesce a mettere insieme a malapena quattro passi di danza.<ref>Citato in ''Portala al cinema'', a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006.</ref> ::{{spiegazione|Fred Astaire fu un ballerino, coreografo, attore e cantante di grande fama e vinse l'Oscar alla carriera nel 1950.}} *{{NDR|Dopo il suo ritorno in Rai nel 2009}} Posso garantire che sarà un ritorno definitivo. Voglio andare in pensione con la RAI. Dovranno cacciarmi loro. ([[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]) ::{{spiegazione|Il 15 aprile 2024 la Rai e Amadeus ufficializzano la fine del rapporto di collaborazione al termine della scadenza contrattuale prevista per il 31 agosto seguente. Tre giorni dopo viene annunciato il passaggio del conduttore a Warner Bros. Discovery, con cui firma un contratto di 4 anni.}} *{{NDR|Nel 2011, parlando degli ascolti della trasmissione ''Vieni via con me'' di Fabio Fazio e Roberto Saviano}} Eh, questi fanno il dieci, perché veramente non si può guardare. ([[Mauro Masi]]) ::{{spiegazione|Nella prima puntata la trasmissione raggiungerà uno share del 25,48%, e nelle puntate successive arriverà fino al 31,64%}} *{{NDR|Nel 2014}} Scusate lo sfogo ma in fondo in fondo che ci azzecco io con i giochi, i giochini, i talent, le gare di canto, di ballo, di burlesque e con quei [[Pechino Express|cretini che vanno a piedi a Pechino]]? ([[Enrico Montesano]]) ::{{spiegazione|Nel 2016 e nel 2017 Enrico Montesano ha preso parte come giudice al talent ''Tale e quale show'', mentre nel 2022 è stato concorrente al talent ''Ballando con le stelle''}} *{{NDR|6 marzo 2021, dopo la serata finale del Festival di Sanremo}} Non ci sarà l'Ama ter, lo abbiamo già deciso io e Fiorello, ci abbiamo scherzato. Se un giorno la Rai vorrà ancora affidarci il festival, magari prima dei 70 anni, sarà una grandissima gioia. Ma il terzo di seguito non ci sarà [...]. Sanremo per me è un evento, parte da un'idea e poi si realizza, non può essere routine [...]. Ma non vedo l'ora di tornare ai miei giochi, ai miei quiz, alla mia normalità. ([[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]) ::{{spiegazione|Amadeus condurrà altre tre edizioni consecutive del Festival, dal 2022 al 2024}}. ==Sport== *{{NDR|Nel 1997}} Oramai è una moda per la [[Scuderia Ferrari|Ferrari]] prendere i nostri ex dipendenti. [...] Il Cavallino sta rifondando la squadra con i pensionati della Benetton. Noi, invece, ci prendiamo il rischio di affrontare il futuro con uno staff tutto giovane. Vedremo alla fine chi avrà avuto ragione. ([[Flavio Briatore]]) ::{{spiegazione|Con il graduale ingaggio di ex elementi del team Benetton quali, tra gli altri, il pilota [[Michael Schumacher]], il direttore tecnico [[Ross Brawn]] e il progettista Rory Byrne, la Ferrari tornerà ai vertici della [[Formula 1]] instaurando uno dei cicli più vittoriosi nella storia della categoria, con 6 titoli costruttori tra il 1999 e il 2004 e, grazie al succitato Schumacher, 5 titoli piloti tra il 2000 e il 2004; al contrario la Benetton andrà incontro a un graduale scadimento tecnico che già nel corso del campionato 1997 porterà all'addio di Briatore come ''team principal'' fino alla successiva scomparsa della squadra nel 2001.}} *{{NDR|Nel 2006}} La Ferrari non mi ha mai cercato, ma io preferisco correre con un'altra squadra e battere le rosse. Ho l'impressione che la Ferrari sia sempre leggermente favorita rispetto alle altre scuderie. ([[Fernando Alonso]]) ::{{spiegazione|Il 30 settembre 2009 la Ferrari ufficializza l'ingaggio di Alonso a partire dalla stagione successiva. Il pilota iberico disputerà cinque Campionati mondiali, tra il 2010 e il 2014, con la scuderia di Maranello.}} *{{NDR|Nel marzo 2009; «Nello sport italiano la persona che ti ha più deluso?»}} Chi si è dopato.<br />{{NDR|«Ti hanno proposto doping?»}} No.<br />{{NDR|«Cosa risponderesti?»}} Lo denuncio.<br />{{NDR|Due giorni prima dell'annuncio della sua prima squalifica per doping nel 2012}} Posso giurare che non ho fatto niente di proibito... ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano. ([[Alex Schwazer]]) ::{{spiegazione|Le tre dichiarazioni del 2009 sono estrapolate da un'intervista doppia al programma televisivo ''Le iene''. Il 6 agosto 2012 viene annunciato che l'atleta è stato trovato positivo all'eritropoietina ricombinante in un controllo antidoping a sorpresa effettuato dall'Agenzia mondiale antidoping il 30 luglio e viene escluso dal CONI dalla squadra della 50 km di marcia dei Giochi olimpici. Dopo essere rientrato in attività in occasione dei Mondiali a squadre di marcia del 2016, il 22 giugno dello stesso anno viene comunicato alla FIDAL che Schwazer risulta nuovamente positivo ad un controllo anti-doping su un campione di urine prelevatogli in un controllo a sorpresa il 1º gennaio precedente; per questo motivo, il 10 agosto successivo il Tribunale Arbitrale dello sport, considerata la seconda violazione delle norme antidoping, squalifica l'atleta per 8 anni.}} ===Calcio=== *In tanti aspetti, a cominciare dal modo unico in cui sa segnare, [[Ronaldo]] mi ricorda [[Giuseppe Meazza|Meazza]], il quale commise solo un errore: accettare il trasferimento al Milan. Sono sicuro che Ronaldo mai potrebbe essere indotto in una simile tentazione. Uno grande come lui può indossare una sola maglia: quella nerazzurra. ([[Giuseppe Prisco]]) ::{{spiegazione|Ronaldo giocò con la maglia del Milan dal gennaio 2007 al giugno 2008.}} {{cronologico}} *{{NDR|Nel 1987}} [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente di una società di calcio. ([[Indro Montanelli]]) ::{{spiegazione|Il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nell'era Berlusconi (1986-2017) ha vinto 8 Scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club.}} *{{NDR|27 febbraio 1990}} Voglio allenare [...]. Non mi interessa la carriera da dirigente. Non sono tipo da ufficio. ([[Michel Platini]]) ::{{spiegazione|Nel 1992 Platini diventa co-presidente del comitato organizzatore di [[Francia '98]], iniziando una carriera dirigenziale che lo porterà a ricoprire, dal 2007 al 2015, la presidenza dell'UEFA.}} *{{NDR|15 marzo 1990}} L'ho ripetuto mille volte: io alla [[Juventus Football Club|Juve]] non ci vado. Lo scriverò sui muri di casa. ([[Roberto Baggio]]) ::{{spiegazione|Il 18 maggio dello stesso anno Baggio viene acquistato dalla Juventus per l'allora cifra-record di 25 miliardi di lire.}} *{{NDR|8 luglio 1990}} Non ci ripenserò [...] il mio ritiro dalla ''Selección'' è davvero ufficiale. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Nel febbraio 1993 Maradona tornò in Nazionale per giocare due partite amichevoli contro Brasile e Danimarca, venendo poi convocato per il Mondiale 1994 in cui disputò due gare (contro Grecia e Nigeria) segnando un gol.}} *{{NDR|Maggio 1994, alla vigilia della [[Finale della UEFA Champions League 1993-1994]] tra Milan e Barcellona}} Le finali sono sempre state la mia specialità, la paura non so cosa sia [...]. Il Milan dice che siamo favoriti? Li capisco: giocando come sa, il Barcellona può vincere qualsiasi partita [...]. I tifosi del Milan si godano questo Barcellona: agli italiani non capita tutte le settimane di vedere una squadra che gioca bene come la nostra [...]. Il calcio siamo solo noi, l'Europa deve incoronarci: il mondo ha bisogno di veder trionfare il gioco offensivo e spettacolare di cui siamo il simbolo [...]. Dio, nella carriera e nella vita, mi ha aiutato tante volte e mi sono ormai convinto che Lassù qualcuno mi ama. Sì, Dio è mio amico [...]. Non vedo proprio come possiamo perdere la Coppa dei Campioni. ([[Johan Cruijff]]) ::{{spiegazione|Il 18 maggio 1994, nella finale di Atene, il Milan sconfisse il Barcellona per 4-0, conquistando la quinta Coppa dei Campioni della sua storia.}} *{{NDR|20 giugno 2001}} Quello che viene detto in Spagna non ci tocca. [[Zinédine Zidane|Zidane]] non andrà là, ma resterà alla Juventus. ([[Luciano Moggi]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2001 viene ufficializzato il trasferimento di Zidane al Real Madrid per 140 miliardi di lire.}} *{{NDR|20 luglio 2001, durante la sua presentazione come nuovo giocatore della Lazio}} Non sono venuto con l'idea di andar via tra due o tre anni. Resterò a Roma almeno cinque anni. ([[Gaizka Mendieta]]) ::{{spiegazione|Dopo una sola stagione alla Lazio, Mendieta verrà ceduto in prestito al Barcellona nell'estate 2002 e, successivamente, al Middlesbrough a titolo definitivo nel 2003.}} *{{NDR|29 dicembre 2001}} Quella della Roma sarà l'ultima maglia che indosserò. Il mio contratto scade nel 2003, quando avrò 34 anni; non credo che cambierò squadra prima di allora. ([[Gabriel Batistuta]]) ::{{spiegazione|Batistuta chiuderà la carriera nel 2005, dopo aver vestito le maglie di Inter e Al-Arabi.}} *{{NDR|Aprile 2003, sulla Juventus}} È una squadra che non m'interessa. Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale. Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata.<br />{{NDR|Nel febbraio 2004}} Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita. ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|A fine maggio 2004 Capello diventa ufficialmente allenatore della Juventus, che guidò per due stagioni.}} *{{NDR|28 maggio 2004, riguardo a un suo possibile passaggio alla Juventus}} Non penso, adesso sto all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], mi trovo bene. E poi fin quando non farò una stagione come dico io dall'Inter non vado via. ([[Fabio Cannavaro]]) ::{{spiegazione|Tre mesi dopo (30 agosto 2004) venne ufficializzato il trasferimento di Cannavaro dall'Inter ai [[Derby d'Italia|rivali]] della Juventus.}} *{{NDR|Giugno 2004}} Machiavelli potrebbe essere stato soltanto italiano e agli italiani potrebbe piacere pensare in modo machiavellico, ma non sarebbe possibile giocare per un pareggio per 2-2 contro la Danimarca e non credo che finirà 2-2, è un risultato molto insolito. ([[Lars Lagerbäck]]) ::{{spiegazione|Lagerback, commissario tecnico della nazionale svedese, parlò così alla vigilia dell'ultima giornata del Girone C degli europei 2004, che vide giocare in contemporanea Danimarca-Svezia e italia-Bulgaria. Le formazioni scandinave, che in quel momento vantavano quattro punti ciascuna in classifica, si sarebbero entrambe garantite il passaggio al turno successivo qualora avessero ottenuto un pareggio con due o più gol a testa, rendendo vana un'eventuale vittoria dell'Italia, ferma a due lunghezze e penalizzata dalla differenza reti negli scontri diretti. Danimarca e Svezia pareggiarono 2-2, qualificandosi così ai quarti di finale, mentre agli ''Azzurri'' non bastò il successo per 2-1 sui bulgari.}} *{{NDR|Nel 2004}} Venderei noccioline nel mio villaggio piuttosto che giocare in una squadra patetica come il Chelsea. ([[Samuel Eto'o]]) ::{{spiegazione|Il 29 agosto 2013 viene ufficializzato il trasferimento di Eto'o al Chelsea.}} *{{NDR|14 maggio 2006}} Il mio futuro sarà sicuramente nella Juventus {{NDR|«Anche in Serie B?»}} Per quale motivo, scusi? L'ha deciso lei? ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|Capello, all'epoca allenatore della Juventus che aveva appena conquistato il suo ventinovesimo scudetto, rispose così alla domanda del giornalista di ''Sky Sport'' Paolo Assogna, al termine della sfida vinta per due a zero contro la Reggina nell'ultima giornata di campionato. Assogna faceva riferimento allo scandalo denominato ''[[Calciopoli]]'', scoppiato da due settimane e che vedeva coinvolta principalmente la dirigenza della società bianconera, che come massima punizione avrebbe rischiato la retrocessione d'ufficio in Serie B. Il 4 luglio 2006 il tecnico friulano rassegnò le dimissioni da tecnico della Juventus, che dieci giorni dopo venne retrocessa in cadetteria dalla Commissione d'appello federale, vedendosi revocato lo scudetto del campionato 2004-2005 e non assegnato quello del 2005-2006.}} *{{NDR|Prima dei Mondiali 2006}} L'[[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] pagherà in campo lo [[Calciopoli|scandalo calcio]]. Consideravo l'Italia tra le grandi favorite per il titolo. Ma il caos scoppiato danneggerà la squadra azzurra. I calciatori avranno la testa altrove. ([[Franz Beckenbauer]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2006 a Berlino la Nazionale italiana si laurea campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia ai tiri di rigore.}} *{{NDR|8 luglio 2006}} Noi abbiamo impiegato 80 anni a battere l'Italia. E adesso tocca a voi aspettare 80 anni per batterci. L'ultima volta è stato nel '78 in Argentina e allora dovete avere pazienza fino al 2030 o 2040. ([[Michel Platini]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2006 a Berlino la Nazionale italiana si laurea poi campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia ai calci di rigore: tuttavia la finale dei Mondiali 2006 non può essere considerata come una vittoria a pieno effetto, essendo terminata ai tiri di rigore. La vittoria sulla Francia arriva comunque due anni più tardi, il 17 giugno 2008, durante l'Europeo 2008: tale partita termina con il risultato di 2-0 e contribuisce a portare l'Italia a qualificarsi ai quarti di finale.}} *{{NDR|12 luglio 2006}} A conclusione di una straordinaria esperienza professionale ed umana, vissuta alla guida di un eccezionale gruppo di calciatori e con la collaborazione di uno staff di prima qualità, ritengo esaurito il mio ruolo alla guida della Nazionale italiana. ([[Marcello Lippi]]) ::{{spiegazione|Dopo gli Europei del 2008, Lippi diventerà nuovamente CT della Nazionale Italiana subentrando a [[Roberto Donadoni]]; la sua seconda esperienza da CT azzurro termina il 24 Giugno 2010, all'indomani della sconfitta contro la Slovacchia ai Mondiali 2010, costata l'eliminazione alla fase a gironi.}} *{{NDR|24 luglio 2008}} Io con l'Inghilterra finisco il turno. Il mio lavoro sul campo termina con l'esperienza inglese.<br />{{NDR|«Abbiamo capito bene, dopo i Mondiali del 2010 non sarà più un allenatore?»}} Questo è sicuro. ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|Dopo aver rassegnato le dimissioni da commissario tecnico della nazionale inglese l'8 febbraio 2012, il 19 luglio seguente Capello firmerà un contratto biennale con la nazionale russa, che guiderà fino al luglio 2015.}} *{{NDR|Nel 2010}} Forse è sbagliato. Sarebbe difficile rifiutare di andare a allenare il Milan – non mi si presenterà mai questa possibilità – ma se succedesse non lo potrei mai fare, perché sono stato quattro anni nell'Inter e sono interista. Non lo potrei mai fare. ([[Siniša Mihajlović]]) ::{{spiegazione|Il 16 giugno 2015, Mihajlović diventa ufficialmente l'allenatore del Milan.}} *{{NDR|22 agosto 2011}} Due anni fa il ramo cadetto degli Agnelli si riprende il giocattolo {{NDR|la [[Juventus Football Club|Juventus]]}} con il giovane [[Andrea Agnelli|Andrea]], figlio di [[Umberto Agnelli|Umberto]] e vecchio sodale di [[Luciano Moggi|Moggi]] e [[Antonio Giraudo|Giraudo]]. Risultato: zero titoli sul campo, ma centinaia sui giornali, cavalcando il revanscismo della parte più becera della [[tifoseria]] [...]. Ora Andrea Agnelli, per non passare alla storia come l'unico presidente juventino che non ha vinto neppure la Coppa del Nonno, rivuole addirittura indietro i due scudetti di [[Calciopoli]]. ([[Marco Travaglio]]) ::{{spiegazione|Dalla successiva stagione 2011-12 la Juventus, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, instaurerà il ciclo più vincente nella storia del campionato italiano con la conquista di nove scudetti consecutivi.}} *{{NDR|Prima del campionato 2011-12}} La Juventus è una squadra discreta, buona, che farà un discreto campionato ma che non può impensierire minimamente le prime due, può arrivare quarta o quinta. ([[Luciano Moggi]]) ::{{spiegazione|La Juventus vincerà il campionato da imbattuta, seconda squadra a riuscirvi dopo il Milan nella stagione 1991-92. Sarà il primo di 8 campionati consecutivi vinti dai bianconeri.}} *{{NDR|10 febbraio 2012}} Piuttosto che appartenere alla famiglia FIFA preferisco essere orfano. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Il 9 febbraio 2017 Maradona entrerà a far parte della FIFA in qualità di promotore e sviluppo del calcio nel mondo.}} *{{NDR|14 giugno 2012}} [[Thiago Silva]] resta al Milan. Non abbiamo cambiato idea, non c'era idea di cedere il calciatore, ma venivano delle offerte straordinarie. Però il mio vecchio cuore rossonero mi ha fatto dire di no. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Esattamente un mese dopo, il 14 luglio, venne ufficializzato il trasferimento di Thiago Silva al [[Paris Saint-Germain Football Club|Paris Saint-Germain]].}} *{{NDR|23 luglio 2012}} Io posso solo ringraziare i tifosi dell'Inter perché con me sono sempre stati davvero splendidi. Ma non penso proprio di tornare mai all'Inter. ([[Davide Santon]]) ::{{spiegazione|Il 2 febbraio 2015 viene ufficializzato il ritorno di Santon all'Inter.}} *{{NDR|1º dicembre 2012}} [[Angelo Ogbonna|Angelo]] è un bravo ragazzo. Soprattutto un ragazzo onesto. Non pensa minimamente di andare alla Juventus perché ama il [[Torino Football Club|Toro]]. Il giorno in cui lascerà il Toro avrà tali e tante offerte straniere che non gli passerà nemmeno per l'anticamera del cervello. ([[Urbano Cairo]]) ::{{spiegazione|L'11 luglio 2013 viene ufficializzato il trasferimento di Ogbonna ai [[Derby di Torino|rivali]] della Juventus.}} *{{NDR|7 gennaio 2013}} Mi dispiace di doverlo dire ma nel Milan è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo per vicende della vita di dare un giudizio sull'uomo [[Mario Balotelli|Balotelli]], è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Il 31 gennaio successivo viene ufficializzato il trasferimento di Balotelli al Milan. Dopo essere stato ceduto al Liverpool il 25 agosto 2014 (per circa 20 milioni di euro), circa un anno dopo (27 agosto 2015) Balotelli si trasferisce nuovamente al Milan.}} *{{NDR|30 aprile 2013}} Non punterei nemmeno un centesimo su un mio futuro da allenatore. È un lavoro che non mi entusiasma, prevede troppi pensieri e uno stile di vita esageratamente simile a quello dei calciatori. Ho già dato. Rivoglio indietro almeno in parte una parvenza di vita privata. Di Conte ne esiste uno solo e va bene così. ([[Andrea Pirlo]]) ::{{spiegazione|Il 27 settembre 2018, Pirlo ottiene la qualifica UEFA A a Coverciano, che lo abilita a ricoprire un ruolo da allenatore fino alla [[Serie C]]. Il 30 luglio 2020, viene nominato tecnico della [[Juventus]] U23, salvo poi essere promosso 9 giorni dopo ad allenatore della prima squadra a seguito dell'esonero di [[Maurizio Sarri]]. Ottiene l'abilitazione UEFA PRO il 14 settembre dello stesso anno.}} *{{NDR|17 giugno 2013}} Mertens è un giocatore normalissimo. Dico oggi, in data 17 giugno 2013, che non farà più di 8 partite nel Napoli. ([[Ezio Capuano]]) ::{{spiegazione|L'allenatore campano esprime tale giudizio nei confronti dell'allora neo-acquisto della squadra partenopea. Il belga lascerà la squadra dopo 9 anni da miglior marcatore della storia del club (148 gol) e da quinto giocatore con più presenze (397 partite).}} *{{NDR|Dicembre 2013}} Cosa manca alla Juve in Europa? Il tempo. Si vuole tutto e subito, dall'oggi al domani ci siamo trovati a combattere contro corazzate strutturate. [...] Credo che da qui a molti anni a venire sarà dura vedere una squadra italiana in finale di [[UEFA Champions League|Champions]], so di averlo già detto ma di solito ci azzecco. ([[Antonio Conte]]) ::{{spiegazione|Conte parla così pochi giorni dopo l'eliminazione della Juventus dalla Champions League, arrivata nella fase a gironi contro il Galatasaray. Nella stagione successiva la stessa Juventus, che nel frattempo aveva cambiato allenatore sostituendo il dimissionario Conte con [[Massimiliano Allegri]], raggiungerà la finale di tale competizione, poi persa contro il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]].}} *{{NDR|18 febbraio 2014}} Sono sempre più convinto che vinceremo i Mondiali [...]. In generale siamo i migliori. Ci sono nazionali che hanno vinto un solo Mondiale e che pensano di essere le più grandi. Immaginate noi che ne abbiamo vinti cinque [...]. Abbiamo grandi giocatori e una squadra organizzata. E poi abbiamo i tifosi: saremo sempre in 12 in campo e saremo i migliori. ([[Luiz Felipe Scolari]]) ::{{spiegazione|L'8 luglio 2014, in occasione della semifinale del Campionato mondiale di calcio svoltasi a Belo Horizonte, la Nazionale brasiliana di Scolari, padrona di casa, verrà eliminata dalla Germania, futura campione, con il punteggio di 1-7, facendo registrare la peggiore sconfitta di sempre nella sua storia (assieme a quella per 6-0 contro l'Uruguay, nel 1920). I "verdeoro" perderanno anche la finale valida per il terzo posto (0-3 contro i Paesi Bassi), chiudendo così il torneo in quarta posizione.}} *{{NDR|Estate 2014}} [[Massimiliano Allegri|Allegri]] alla [[Juventus Football Club|Juve]]? Fosse vero, si sono scavati la fossa col fesso. ([[Giancarlo Dotto]]) ::{{spiegazione|Sulla panchina della Juventus dal 2014 al 2019, Massimiliano Allegri sarà artefice di uno dei cicli più vittoriosi nella storia del club con cinque Scudetti, quattro Coppe Italia e due Supercoppe italiane, divenendo inoltre sul piano personale il primo allenatore nella storia del calcio italiano capace di vincere consecutivamente cinque campionati nazionali.}} *{{NDR|17 ottobre 2014}} Sono stato fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che uno sconfitta. Mi ha fatto capire che secondo me siamo più forti della Juve, questo lo dirà poi il campo. E lo dico chiaro: vinceremo lo scudetto, possiamo farlo. ([[Rudi Garcia]]) ::{{spiegazione|Garcia parlò così riferendosi alla partita Juventus-[[Associazione Sportiva Roma|Roma]] 3-2, giocata qualche giorno prima, il 5 ottobre 2014. La Juventus vincerà poi il campionato 2014-15 con 17 punti di vantaggio sulla Roma.}} *{{NDR|4 febbraio 2015}} Garcia ha ricevuto proposte che si possono definire irrinunciabili, ma intende onorare il suo contratto. Non andrà via da Roma fino a quando non avrà vinto lo scudetto. ([[Walter Sabatini]]) ::{{spiegazione|Il 13 gennaio 2016 Garcia venne esonerato dalla Roma, club con il quale non riuscì a vincere alcun titolo.}} *{{NDR|30 agosto 2015}} La squadra che ha vinto lo scudetto, ha cambiato 3-4 giocatori importanti e avrà bisogno di un po' di tempo per tornare a certi livelli. Lo farà alla svelta perché la squadra del futuro è già stata costruita, però credo che quest'anno la Juventus non possa vincere lo scudetto. ([[Gianluca Vialli]]) ::{{spiegazione|Il 25 aprile 2016 la Juventus si laurea campione d'Italia con tre giornate di anticipo, conquistando il suo quinto scudetto consecutivo.}} [[File:LCFC lift the Premier League Trophy (26943755296) (cropped).jpg|thumb|upright=1.6|«Se il Leicester vincerà la Premier farò la prima puntata della trasmissione della prossima stagione, indossando solo la mia biancheria.» ([[Gary Lineker]])]] *{{NDR|14 dicembre 2015}} Se il Leicester vincerà la Premier farò la prima puntata della trasmissione della prossima stagione, indossando solo la mia biancheria. ([[Gary Lineker]]) ::{{spiegazione|Lineker si riferiva al programma ''Match of the day'', da lui condotto. Nell'aprile 2016 l'ex calciatore, a proposito di questa dichiarazione, ha precisato: «Quando ho detto che l'avrei fatto ero assolutamente certo non sarebbe successo» aggiungendo che «Se qualcuno avesse fatto un film con questa trama, la gente avrebbe detto che era troppo ridicolo. La possibilità che una provinciale vinca il campionato va contro ogni logica, ed è ancora difficile comprendere come stia succedendo.» Quasi cinque mesi dopo queste dichiarazioni, il 2 maggio 2016 il Leicester si laurea campione d'Inghilterra, conquistando il suo primo titolo nazionale in 132 anni di storia.}} *{{NDR|Maggio 2016, riguardo ad un suo possibile trasferimento all'Olympique Marsiglia}} Per me non era un'opzione. All'inizio ne ho parlato con la mia famiglia e i miei fratelli, pensavo addirittura fosse uno scherzo. Andare a giocare nel Marsiglia è inconcepibile. Se potrei mai indossare quella maglia? No, non è possibile. ([[Adrien Rabiot]]) ::{{spiegazione|Il 15 settembre 2024 l'Olympique Marsiglia ufficializza l'ingaggio di Rabiot.}} *{{NDR|7 luglio 2016}} Andare via dalla Juventus? Piuttosto legatemi ai cancelli dello [[Allianz Stadium (Torino)|Stadium]], perché non me ne andrò mai. (attribuita a [[Leonardo Bonucci]]) ::{{spiegazione|Il 20 luglio 2017 viene ufficializzato il trasferimento di Bonucci ai [[Rivalità calcistica Juventus-Milan|rivali]] del Milan.}} *{{NDR|10 luglio 2016, alla vigilia della finale dell'Europeo tra Portogallo e Francia}} Finirà 3-1 con gol di [[Antoine Griezmann|Griezmann]] e [[Paul Pogba|Pogba]] [...]. E poi tutti sotto la [[Tour Eiffel]] a festeggiare. Come nel '98, come nel 2000. Ricordo bene come si fa. ([[Vincent Candela]]) ::{{spiegazione|La sera stessa il Portogallo sconfiggerà la Francia, padrona di casa, per 1-0, con un gol di Éder nel secondo tempo supplementare, laureandosi così campione d'Europa per la prima volta nella sua storia.}} *{{NDR|15 agosto 2017, sul trasferimento dalla Juventus al Milan}} Ho scelto il Milan anche perché nella mia testa c'è l'idea di ripetere il percorso vissuto in bianconero, dove eravamo partiti da una rifondazione come in questo caso e siamo arrivati in alto. Ecco, qui voglio arrivare ancora più in alto. Nell'arco di quattro anni spero di arrivare a vincere la Champions. Voglio portare a casa tutto.<br />{{NDR|15 agosto 2017, sul suo futuro al Milan}} Francamente in questo club mi ci vedo a lungo. ([[Leonardo Bonucci]]) ::{{spiegazione|Dopo una sola stagione al Milan, senza vincere trofei, il 2 agosto 2018 viene ufficializzato il ritorno di Bonucci alla Juventus.}} *{{NDR|10 dicembre 2017}} Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare, come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far tornare nuovamente il cigno un brutto anatroccolo... Sappiamo però che per adesso la fiaba è un'altra... È quella in cui sono tutti i gufi a diventare colombe. Bravi ragazzi, grande prova e fogne vuote anche questa settimana. ([[Luciano Spalletti]]) ::{{spiegazione|Spalletti pubblica questo post dopo il pareggio a Torino contro la Juventus. Già dalla giornata precedente, l'Inter era infatti rimasta l'unica squadra imbattuta nella stagione di Serie A. Tuttavia, nelle due giornate successive di campionato l'Inter subirà due sconfitte consecutive.}} *{{NDR|1° ottobre 2018}} Scaloni è una brava persona, ma non è capace di dirigere neanche il traffico. Figuriamoci l'Albiceleste... Come possiamo lasciare la nostra Nazionale nelle sue mani? Ma siamo impazziti? Scaloni dice di essere preparato, ma non l'ho mai visto segnare neanche un gol con la maglia dell'Argentina.<br />{{NDR|22 novembre 2018}} Noi argentini abbiamo questo ragazzo, Scaloni, che è stato spinto al ruolo di ct e dunque non ha colpe. Il problema è che se lui dice "voglio andare al Mondiale" io gli rispondo che al massimo può andare a quello di motociclismo, non di calcio. Mi arrabbio quando penso che un allenatore senza alcun titolo è il ct della mia Nazionale. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Tra il 2021 e il 2024, Scaloni conquistò alla guida della nazionale argentina un campionato del mondo, due edizioni consecutive della ''Copa América'' e una Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA.}} *{{NDR|26 marzo 2019, su [[Carlo Ancelotti]]}} Ho preso un allenatore che ama la città e il nostro centro sportivo e che vuole rimanere qui altri otto anni. Io lo voglio pure a vita, sono un po' sulla linea di Ferguson: l'allenatore deve essere il punto di riferimento della società e rappresentarla del tutto. ([[Aurelio De Laurentiis]]) ::{{spiegazione|Il 10 dicembre 2019, appena dopo aver conquistato gli ottavi di finale di Champions League con una vittoria sul Genk, il Napoli comunica ufficialmente l'esonero di Ancelotti, a distanza di un anno e mezzo dal suo arrivo sulla panchina partenopea.}} *{{NDR|1º febbraio 2020}} [[Cristiano Ronaldo|Cristiano]] tiri pure un [[Calcio di rigore|rigore]]. So come fa. ([[Bartłomiej Drągowski]]) ::{{spiegazione|Dichiarazione di Drągowski, portiere della Fiorentina, alla vigilia della trasferta contro la Juventus, 22ª giornata del campionato italiano di Serie A 2019-20: la partita, vinta 3-0 dai padroni di casa, vedrà Cristiano Ronaldo segnare a Drągowski una doppietta su calcio di rigore.}} *{{NDR|16 giugno 2021, sul rendimento della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale italiana]] agli europei 2020}} L'Italia sta facendo il massimo, ma [...] sento che non saranno all'altezza. Ci stanno mettendo passione, ma voglio vederli quando affronteranno una squadra più forte. ([[Gary Neville]])<br /> Penso che le prime due partite che hanno giocato siano state due partite facili. Certo, devi battere sempre chi hai di fronte, ma ho ancora dei dubbi che possano arrivare fino alla fine. Credo che manchino di intensità, potenza, ritmo, per essere ancora più pericolosi in avanti, quindi aspetterò ancora. Penso che sia ancora un po' presto per prendere in considerazione l'Italia, che possa arrivare fino in fondo. ([[Patrick Vieira]]) ::{{spiegazione|L'11 luglio 2021, la nazionale italiana allenata da [[Roberto Mancini]] conquisterà il secondo titolo europeo della sua storia, battendo l'Inghilterra ai tiri di rigore nella finale disputatasi allo Stadio di Wembley.}} *{{NDR|13 novembre 2021}} Noi al Mondiale andremo, di questo sono sicuro. ([[Roberto Mancini]]) ::{{spiegazione|Mancini, commissario tecnico della nazionale italiana, parlò così al termine della partita pareggiata per 0-0 a Roma contro la Svizzera, valevole per le qualificazioni ai mondiali in Qatar nel 2022. Il pareggio a reti bianche contro l'Irlanda del Nord e la contemporanea vittoria della nazionale elvetica sulla Bulgaria nel turno successivo, permisero ai rossocrociati di vincere il proprio girone di qualificazione, costringendo l'Italia a qualificarsi per la Coppa del Mondo attraverso gli spareggi. Il 24 marzo seguente, gli ''Azzurri'' persero la semifinale dei suddetti spareggi per 0-1 contro la Macedonia del Nord, mancando così l'accesso al mondiale per la seconda edizione consecutiva.}} ===Tennis=== *{{NDR|Nel 2003}} [[Andy Roddick]] vince il suo primo, ma non certo l'ultimo torneo del Grande Slam. ([[Rino Tommasi]]) ::{{spiegazione|Quello US Open fu l'unico Slam vinto da Roddick nella sua carriera, che lo vide disputare altre 4 finali (3 a Wimbledon e una a Flushing Meadows) perdendole tutte contro lo svizzero Roger Federer.}} *{{NDR|Nel 1987}} [[Boris Becker|Boris]] ha bisogno di una straordinaria dose di concentrazione e forza di volontà... Non credo che giocherà a tennis ancora per molto. ([[Günther Bosch]]) ::{{spiegazione|Boris Becker vinse altri quattro tornei del Grande Slam, diventando uno dei tennisti più noti della storia del tennis.}} *{{NDR|Sulla [[Steffi Graf|Graf]] nel 1982}} Ci sono centinaia di ragazze come lei in America. ([[Tracy Austin]]) ::{{spiegazione|Steffi Graf nella sua carriera vinse 22 tornei del Grande Slam (terza di sempre nel tennis femminile dietro a [[Serena Williams]] e a [[Margaret Court]]) e rimase per 377 settimane complessive alla prima posizione del Ranking WTA (record assoluto).}} *{{NDR|Su [[Jimmy Connors|Connors]] venticinquenne}} Entro due-tre anni smetterà perché non avrà più stimoli! ([[Pancho Segura]]) ::{{spiegazione|Connors si ritirò nel 1992 a quarant'anni, 15 anni dopo questa dichiarazione, e l'anno prima raggiunse le semifinali dello US Open entusiasmando il pubblico newyorkese.}} *{{NDR|Il 20 giugno 2015}} Finalmente il tennis ci regalerà un ricambio drastico. Perché ciò si realizzi appieno, manca però ancora un anno o poco più. Ovvero la fine del 2016 e buona parte del 2017. Periodo durante il quale [[Novak Đoković|Djokovic]] vincerà tutto. O quasi. ([[Andrea Scanzi]]) ::{{Spiegazione|Dei sei tornei del Grande Slam compresi in quel periodo di tempo, nessuno fu vinto da Djokovic: due furono vinti da [[Roger Federer]], due da [[Rafael Nadal]] e uno a testa da [[Stan Wawrinka]] e [[Andy Murray]].}} *{{NDR|Su [[Andre Agassi|Agassi]] nel 1999}} Non batterebbe più neanche mia mamma. È finito. ([[John Lloyd]]) ::{{spiegazione|Agassi vinse altri cinque tornei del Grande Slam.}} *{{NDR|Durante la telecronaca di Ivanisevic-Sampras, finale del torneo di Manchester 1991}} [[Pete Sampras|Sampras]] non riesce a coniugare servizio e gioco a rete: sull'erba non credo che vincerà mai molto. ([[Rino Tommasi]]) ::{{spiegazione|Con 7 vittorie Sampras è, al pari di Novak Djokovic, secondo soltanto a Roger Federer (8) come tennista che ha vinto il maggior numero di tornei di Wimbledon, il più importante torneo tennistico, che si gioca sull'erba.}} *{{NDR|Su [[John McEnroe]] alle prime armi}} Se è il nostro miglior giovane siamo in un grosso guaio. È leggerino! ([[Pancho Segura]]) ::{{spiegazione|McEnroe vincerà sette tornei del Grande Slam, e il suo stile di gioco è stato uno dei più apprezzati.}} *{{NDR|Riferita alla [[Chris Evert|Evert]] prima della semifinale di Wimbledon nel 1984}} Se gioco al massimo, sono migliore di lei. ([[Hana Mandlíková]]) ::{{spiegazione|In quella partita verrà sconfitta 6-1, 6-2 dalla Evert.}} *{{NDR|Nel 1974 riferito agli [[US Open]]}} Si sbarazzeranno dell'erba qui l'anno prossimo. Quello sarà il momento in cui dovranno stare veramente attenti a me. ([[Björn Borg]]) ::{{spiegazione|Borg non vinse mai lo Slam americano nella sua carriera, né quando si disputò sull'erba a Forest Hills né quando si trasferì a Flushing Meadows passando al cemento.}} *{{NDR|Nel 2009}} Dunque, sono finiti anche questi [[Australian Open]]. [[Rafael Nadal|Nadal]] è il vincitore, ma Rafa non vincerà tanti Slam quanti Federer. Così come Federer a Parigi non vincerà mai. ([[Corrado Barazzutti]]) ::{{spiegazione|Il 1° giugno dello stesso anno [[Roger Federer]] vinse per la prima volta in carriera il Roland Garros, superando lo svedese [[Robin Soderling]] per 6-1, 7-6, 6-4 e divenendo, all'epoca, il sesto tennista a completare il [[Career Grand Slam]] prima che ci riuscissero anche [[Rafael Nadal]] (nel 2010) e [[Novak Djokovic]] (nel 2016). L'11 Ottobre 2020 Rafael Nadal vinse il suo 20° titolo del Grande Slam (eguagliando, e poi in seguito superando, il numero di titoli Slam vinti in carriera da Roger Federer), trionfando per la 13ª volta sulla terra rossa del Roland Garros, dopo aver battuto nella finale Novak Djokovic per 6-0, 6-2, 7-5.}} *{{NDR|Nel 2008}} Roger Federer non tornerà mai più sul tetto del mondo. ([[Mats Wilander]]) ::{{spiegazione|Federer tornerà per due volte al numero 1 del Ranking ATP: dal 9 Luglio al 4 Novembre 2012 e dal 19 Febbraio al 1° Aprile 2018.}} *{{NDR|Nel 2014}} Il congedo è un'arte per tutti, non un'occupazione per anziani. Lo sport impone ritiri ad un'età in cui si è ancora giovani imprenditori (secondo Confindustria). Eppure Roger Federer continua a giocare a tennis, perdendo molte partite e un po' di fascino. ([[Beppe Severgnini]]) ::{{spiegazione|Roger Federer vincerà ancora 3 titoli dello Slam e disputerà partite epiche, come la finale di Wimbledon 2019, la più lunga di sempre, persa con Djokovic al tie-break del quinto set, a quasi 38 anni.}} ==Storia== {{cronologico}} *{{NDR|Parlando di [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]]}} Questo Papa è un galant'huomo perché favorisce i filosofi e posso ancora io sperare d'essere favorito. (attribuita a [[Giordano Bruno]]) ::{{spiegazione|Giordano Bruno fu arso al rogo sotto il pontificato di Clemente VIII.}} *{{NDR|Dal discorso alla Camera dei Comuni del 17 febbraio 1792}} Non c'è mai stato un momento come questo nella storia del nostro Paese, in cui, data la situazione in Europa, ci si sia mai potuti attendere ragionevolmente altri quindici anni di pace. ([[William Pitt il Giovane]]) ::{{spiegazione|Nel 1793 la Francia rivoluzionaria dichiarerà guerra alla Gran Bretagna iniziando le devastanti campagne militari in Italia, Olanda e Germania.}} *Non potrebbero colpire nemmeno un elefante a questa distanza. ([[John Sedgwick]]) ::{{spiegazione|Era il 13 settembre 1864 e queste furono le sue [[ultime parole]] prima di essere ucciso dal fuoco nemico nella battaglia di Spotsylvania durante la guerra di secessione americana.}} *{{NDR|Il 10 giugno 1940}} La parola d'ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'oceano Indiano: vincere. E vinceremo! ([[Benito Mussolini]]) ::{{spiegazione|La seconda guerra mondiale fu una disfatta per l'Italia che fu costretta a chiedere l'armistizio nel 1943.}} [[Immagine:Aldo Moro br.jpg|thumb|«A me queste Brigate Rosse fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla.» ([[Giorgio Bocca]])]] *{{NDR|Nell'ottobre 1975}} A me queste [[Brigate Rosse]] fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla. ([[Giorgio Bocca]]) ::{{spiegazione|Le Brigate Rosse diventeranno la più sanguinaria organizzazione terroristica italiana di ispirazione comunista durante gli anni di piombo, arrivando a rapire (e poi a uccidere) Aldo Moro e la sua scorta, nel 1978.}} *{{NDR|Nel 1983}} Mi pare che ci siano gli elementi per [[Enzo Tortora|trovarlo colpevole]]: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. ([[Camilla Cederna]]) ::{{spiegazione|Nel 1986 la Corte d'appello di Napoli assolse il presentatore televisivo [[Enzo Tortora]] dalle accuse di trafficare in droga e di collusione con la camorra, accuse nate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che si dimostrarono totalmente infondate.}} *{{NDR|Nel 1984}} È ormai chiaro che non ci sarà in questo secolo alcuna riunificazione della [[Germania]]. ([[Flora Lewis]]). ::{{spiegazione|Il 9 novembre 1989 il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle frontiere con la Repubblica Federale Tedesca. La riunificazione tedesca fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.}} ==Tecnologia== *Che l'automobile abbia raggiunto il limite del suo sviluppo è dimostrato dal fatto che nel corso dell'ultimo anno non è stata introdotta nessuna miglioria davvero radicale. (da ''Scientific American''<ref>Citato in Alessandro Sinibaldi, ''Alla creatività e all'innovazione'', ''Gruppo 24 Ore'', 2012, [http://books.google.it/books?id=t0OvaHPYhZUC&pg=PA117 p. 117].</ref>, 2 gennaio 1909) ::{{spiegazione|L'ingegneria automobilistica vivrà nel secolo successivo le sue principali rivoluzioni tecnologiche.}} ===Computer=== *{{NDR|Nel 2004}} Lo spam sarà un ricordo del passato entro 2 anni. ([[Bill Gates]]) ::{{spiegazione|Il problema dello [[w:spam|spam]] è tuttora presente.}} *{{NDR|Riferendosi al [[w:Kernel Linux|Kernel Linux]] nel 1991}} NON è portabile (usa il metodo 386 per lo switching tra i task etc..), e probabilmente non supporterà mai nient'altro che gli Hard disk AT, perché è tutto ciò che ho :-(. ([[Linus Torvalds]]) ::{{spiegazione|Il kernel ''Linux'' è oggi operativo su numerose architetture e supporta una vasta quantità di hardware differente.}} *{{NDR|Nel 1991, commentando Linux, progettato da Linus Torvalds}} Sei fortunato che non sei mio studente, non prenderesti un buon voto per un progetto così. ([[Andrew Stuart Tanenbaum]]) ::{{spiegazione|Il kernel ''Linux'' divenne in breve tempo la base per migliaia di solide distribuzioni adottate in tutto il mondo, fra le quali [[Debian]], [[Ubuntu]] e [[Android]].}} ==Ambiente== *{{NDR|A febbraio 2010}} Dobbiamo facilitare le pratiche e i permessi legali per trivellare. ([[Sarah Palin]]) ::{{spiegazione|Sei settimane dopo si verificò il [[disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon]], il più grave disastro ambientale della storia degli Stati Uniti.}} *{{NDR|A ottobre 2010, sulla [[Crisi dei rifiuti in Campania|crisi dei rifiuti]] a [[Napoli]]}} Nel corso delle prossime 24 ore la situazione tornerà sotto controllo. ([[Guido Bertolaso]]) ::{{spiegazione|La crisi si protrarrà fino al 2012.}} *{{NDR|A dicembre 2010, sulla [[Crisi dei rifiuti in Campania|crisi dei rifiuti]] a [[Napoli]]}} Pensiamo che nei prossimi due giorni Napoli sarà pulita. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|La crisi si protrarrà fino al 2012.}} ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante le}} {{Raccolte dai media|ultime parole famose}} [[Categoria:Ultime parole famose| ]] sy5gx9gnelsdzocz5iux2cdel2vfh2p 1351465 1351331 2024-11-12T04:02:57Z AssassinsCreed 17001 ci sono mille esempi di citazioni più o meno simili di quel periodo perché sceglierne una di Scanzi piena di censure (da quando censuriamo?), nel dubbio meglio rimuoverla che già la voce sul covid è diventata un obbrobrio 1351465 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=le ultime pronunciate da personaggi illustri in punto di morte|titolo=[[Ultime parole]]}} {{Raccolta}} [[Immagine:Grafik blutkreislauf.jpg|thumb|«La circolazione del sangue è paradossale, inutile alla medicina, falsa, impossibile, incomprensibile, assurda, nociva per la vita dell'uomo.» ([[Guy Patin]])]] Raccolta di '''ultime parole famose'''. ==Arte== *{{NDR|Nel 1934}} Il prestigio di [[Pablo Picasso|Picasso]] sta calando con grande rapidità. I sostenitori della sua fama e della sua pittura avranno il loro da fare per trovargli un posto tra i grandi. ([[Thomas Craven]]) ::{{spiegazione|Picasso nel 1937 realizzò la ''Guernica'', considerato uno dei suoi più grandi capolavori.}} ==Musica== {{cronologico}} *{{NDR|Dicembre 2011, su un'eventuale reunion degli [[Oasis]]}} Piuttosto che stare di nuovo in una band con lui {{NDR|Noel Gallagher}} mi mangio la mia merda. ([[Liam Gallagher]]) *{{NDR|Maggio 2021}} Me lo chiedono di continuo e posso solo rispondere che non me la sento. In ogni band devi scendere a compromessi e non credo che potrei sottoporre un'idea ad altre quattro persone solo perché la rifiutino dopo sei settimane perché il gatto di qualcuno ha la tosse. Voglio fare le cose a modo mio. Temo che gli Oasis siano finiti. ([[Noel Gallagher]]) *{{NDR|Aprile 2024}} Mai parlato di una reunion degli Oasis. È finita. Andiamo avanti per la nostra salute mentale. ([[Liam Gallagher]]) ::{{spiegazione|Il 27 agosto 2024 viene ufficializzata la reunion degli Oasis.}} *{{NDR|Marzo 2013}} Capisco l'aspetto "romantico" di voler fare una reunion, capisco il desiderio e la fantasia. Personalmente, non ho mai voluto vedere una band fare una reunion e non ho mai apprezzato quelli che l'hanno fatto. Per me, mancava sempre qualcosa. Ma i Guns sono la mia vita, non quella di qualcun altro. Per me, non c'è mai stato modo di far funzionare una reunion, indipendentemente dai soldi, senza prendere in giro gli interessi di quelli coinvolti, me incluso. Le persone qui hanno fatto un grande investimento nelle loro vite per fare quello che fanno. Abbiamo lavorato duro e continueremo a farlo. So cosa è successo. So cosa ci ha portato fino a qui. Le persone hanno amato il prodotto e l'intrattenimento che gli abbiamo dato in passato, ma non erano loro quelli che si trovavano dentro la situazione. Non è qualcosa in cui vorrei ritrovarmi. La vita è troppo breve. ([[Axl Rose]]) ::{{spiegazione|Il 5 gennaio 2016 viene ufficializzata la reunion dei [[Guns N' Roses]], con il rientro nel gruppo del chitarrista [[Slash]] e del bassista [[Duff McKagan]].}} *{{NDR|Agosto 2013}} Non mi interessa più suonare dal vivo. Non penso più a me stesso come a uno che si esibisce. Quella parte non mi è mai venuta naturale. Era qualcosa alla quale mi ero dovuto adattare, ma non è mai stata un'espressione di ciò che sentivo di essere... Non sono un performer. Non mi piace l'effetto che mi fa il pubblico, perché la musica per me arriva da dentro di me, e mi ci immergo completamente. Quando sono davanti a degli spettatori non posso ignorare ciò che mi circonda, il modo in cui mi fanno sentire. Mi fanno sentire bene, sai? Ma non sono più in grado di cercare la musica dentro me stesso in quei momenti, e piuttosto cerco di venire incontro alle loro aspettative. Cercando di fare qualcosa che è divertente per loro, ingaggiante, mento a me stesso. ([[John Frusciante]]) ::{{spiegazione|Il 15 dicembre 2019, a distanza di dieci anni esatti dal suo secondo abbandono, viene annunciato il rientro di John Frusciante nei [[Red Hot Chili Peppers]] (in cui militò già dal 1988 al 1992 e dal 1998 al 2009), in sostituzione del chitarrista [[Josh Klinghoffer]].}} ==Politica== {{cronologico}} *{{NDR|Nel 1870}} L'esercito americano è il miglior amico degli indiani. ([[George Armstrong Custer]]) ::{{spiegazione|L'esercito americano ha ucciso migliaia di nativi, lo stesso Custer prese parte a diverse campagne durante le Guerre Indiane e fu alla testa del 7º Reggimento di Cavalleria al massacro di Washita.}} *{{NDR|Nel 1922}} Il principio repubblicano e democratico è ormai così saldamente radicato in Germania che ben può dirsi che le difficoltà di ordine interno non minacciano più il paese. ([[Karl Joseph Wirth]]) ::{{spiegazione|La Repubblica di Weimar fu un periodo di estreme tensioni interne al popolo tedesco, che permise l'ascesa al potere di [[Adolf Hitler]] nel 1933.}} *{{NDR|Nel settembre 1923}} Sapete come sono i Bavaresi. Hanno bisogno di sfogarsi, hanno bisogno di potere dire dopo a propria tranquillità: Gliele ho cantate. ([[Gustav Stresemann]]) ::{{spiegazione|Nel novembre del 1923 venne perpetrato il fallito Putsch di Monaco, colpo di Stato organizzato da un giovane [[Adolf Hitler]].}} *{{NDR|Nel 1935}} Ora che la Germania si è preso ciò che ritiene necessario per la sua parità e avendo il Cancelliere annunziato nel suo proclama che questa forza armata tedesca non sarà mai adoperata a scopo di una aggressione, dovrebbe essere possibile ottenere un generale sentimento di sicurezza e che gli Stati arrivino a una comune base d'intesa. ([[Konstantin von Neurath]]) ::{{spiegazione|Il Cancelliere [[Adolf Hitler]] nel 1936 rimitalizzò la Renania, portando successivamente con le azioni militari del suo esercito allo scoppio della Seconda guerra mondiale.}} *{{NDR|Nel 1939}} Con l'offerta della corona a S.M. Vittorio Emanuele III l'Albania ha compiuto un atto di garanzia. ([[Shefqet Vërlaci]]) ::{{spiegazione|Nel 1940 dopo il disastroso attacco italiano alla Grecia, un terzo del territorio albanese fu occupato dai greci.}} *{{NDR|Nel 15 giugno 1961}} Nessuno ha intenzione di costruire un muro! ([[Walter Ulbricht]]) ::{{spiegazione|Nonostante la dichiarazione del Presidente del Consiglio di Stato della [[Repubblica Democratica Tedesca|DDR]], il [[muro di Berlino]] venne eretto due mesi più tardi.}} *{{NDR|Nel 1962}} Voi non avrete più Nixon in circolazione – poiché, signori, questa è la mia ultima conferenza stampa. ([[Richard Nixon]]) ::{{spiegazione|Richard Nixon terrà altre conferenze stampa, in più occasioni negli anni successivi.}} *{{NDR|Nel 1964}} In confidenza posso affermare che non prevedo assolutamente di candidarmi a qualunque cosa negli anni 1964, 1966, 1968 o 1972...Chiunque pensi che io possa candidarmi a qualunque cosa che inizi in qualunque anno è fuori di melone. ([[Richard Nixon]]) ::{{spiegazione|Nixon si candidò alle elezioni presidenziali del 1968 e del 1972 (entrambe vinte).}} *{{NDR|Nel 1970}} Non chiedetemi d'intrattenere relazioni diplomatiche con... <nowiki>[</nowiki>[[Israele]]<nowiki>]</nowiki>. Mai. Mai. ([[Anwar al-Sadat]]) ::{{spiegazione|Sadat firmò il trattato di pace israelo-egiziano nel 1979, a seguito degli accordi di Camp David dell'anno prima. L'Egitto diventò il primo Stato arabo a firmare un accordo di pace e a riconoscere Israele.}} *{{NDR|Nel 1993}} Ah-ah! È impensabile che il dottor [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] entri in politica. Deve occuparsi dei suoi debiti. Stia fermo, tanto prenderebbe pochi voti. Non siamo mica in [[Brasile]]! ([[Massimo D'Alema]]) ::{{spiegazione|Quello stesso anno Silvio Berlusconi avrebbe fondato il partito [[Forza Italia]], inaugurando una stagione politica che lo avrebbe visto a presiedere quattro governi per un totale di quasi nove anni, risultando uno dei Presidenti del Consiglio più lungamente in carica.}} *{{NDR|Nel 1995}} Io non mi siederò mai più allo stesso tavolo con [[Umberto Bossi|Bossi]]. È totalmente inaffidabile e non appoggerò mai un governo che sia appoggiato anche da Bossi, un monumento di slealtà che per giunta oggi vale l'1,8% dei voti. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Nel 1999 Berlusconi siglò un nuovo accordo con Bossi per le amministrative del 2000 e le politiche del 2001.}} *{{NDR|Nel 2009}} Non ho alcun interesse nel candidarmi di nuovo alla presidenza, assolutamente. Nessun interesse. Nessuno. Lo so che per alcuni è difficile crederlo [...] Ho dato e sto dando tutta me stessa per questo lavoro {{NDR|essere segretaria di stato}}, tutta me stessa. Provo a vivere nel presente e {{NDR|candidarmi}} non è nel mio futuro. ([[Hillary Clinton]]) ::{{spiegazione|Hillary Clinton si candidò alle elezioni presidenziali del 2016, poi perse a favore di [[Donald Trump]].}} *{{NDR|Nel 2009}} Il Pd non è un taxi su cui chiunque può salire. Se [[Beppe Grillo|Grillo]] vuole fare politica fondi un partito. Metta in piedi un'organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. E perché non lo fa? ([[Piero Fassino]]) ::{{spiegazione|Il [[Movimento 5 Stelle]], fondato il 4 ottobre 2009 da [[Beppe Grillo]] e [[Gianroberto Casaleggio]], ottenne, alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, il 23,79% dei voti al Senato e il 25,56% alla Camera dei Deputati.}} *{{NDR|Nel 2010}} In Italia la formula di soluzione non può essere quella del governo tecnico. [...] un governo di questo tipo, non basato sul voto popolare, non avrebbe chance di prendere posto al tavolo dell'Europa. [...] E non solo perché l'Europa è costruita sul canone della democrazia, ma soprattutto perché l'Europa, avviata a prendere la forma di un comune destino politico, presuppone e chiede comunque una base di stabilità e di forza. Questa derivante solo dalla politica e dalla democrazia. Tipico il caso della Grecia: la fiducia europea è stata indirizzata verso il governo greco legittimamente eletto. ([[Giulio Tremonti]]) ::{{spiegazione|Appena un anno dopo entrò in carica il [[Governo Monti|governo tecnico]] guidato da [[Mario Monti]].}} *{{NDR|14 novembre 2010, commentando le primarie per il candidato sindaco di Milano del centrosinistra}} Con le primarie di oggi il centrosinistra sceglie il candidato che sarà sconfitto. ([[Roberto Formigoni]]) ::{{spiegazione|Il vincitore di quelle primarie, [[Giuliano Pisapia]], divenne il nuovo sindaco di Milano battendo [[Letizia Moratti]].}} *{{NDR|20 novembre 2010}} Non farò mancare la fiducia a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal [[Il Popolo della Libertà|partito]]. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente. ([[Mara Carfagna]]) ::{{spiegazione|Mara Carfagna rimase nel PdL e rimase ministra fino alla fine del Governo Berlusconi e parlamentare fino alla fine della legislatura.}} *{{NDR|dicembre 2010}} Abbiamo la certezza di poter continuare a governare per i prossimi due anni e mezzo, visto il margine di sicurezza che ci danno i numeri aumentati alla Camera. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Meno di un anno dopo, il [[Governo Berlusconi IV]] diede le dimissioni. Al suo posto subentrerà il [[Governo Monti]].}} *{{NDR|17 febbraio 2011}} [[Pier Luigi Bersani|Bersani]] deve fare le primarie e se ha voglia di candidarsi lo faccia, se vince lo appoggeremo tutti. Io non mi candiderò. Da questa partita ho già detto che sono fuori. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|Nel 2012 Matteo Renzi sarà candidato alle primarie del [[Partito Democratico]] contro Pier Luigi Bersani.}} *{{NDR|4 maggio 2011, sulle elezioni del sindaco di [[Milano]]}} Chiunque può diventare sindaco con venti milioni di euro. Sanno già che vince lei! Ha già vinto perché la sinistra le ha messo lì un signore di 60 anni, [[Giuliano Pisapia|Pisapia]], che non ce la fa, che non riesce. È una buona persona ma lì ha già perso. ([[Beppe Grillo]]) ::{{spiegazione|Giuliano Pisapia vincerà le elezioni al ballottaggio con il 55,1% dei voti contro [[Letizia Moratti]].}} *{{NDR|17 aprile 2013, rispondendo al quesito se volesse fare il Presidente del Consiglio}} Passando dalle elezioni, non passando dagli inciuci di palazzo. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|il 17 febbraio 2014, il Presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] nominò Renzi Presidente del Consiglio; all'epoca Renzi non era un parlamentare eletto (XVII legislatura).}} *{{NDR|17 gennaio 2014}} Diamo un hashtag: #enricostaisereno. Vai avanti, fai le cose che devi fare. Io mi fido di Letta, è lui che non si fida. Non sto facendo manfrine per togliergli il posto. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|A febbraio 2014 [[Enrico Letta]] presenta le dimissioni da Presidente del Consiglio su richiesta dallo stesso Renzi - in veste di segretario del PD - e approvate dalla Direzione del partito.}} *{{NDR|22 giugno 2014}} Visto l'abuso che si fa di questo ''isitituto'' {{NDR|l'[[Immunità (diritto)|immunità parlamentare]]}}, in Italia è meglio abolirlo del tutto. ([[Luigi Di Maio]]) ::{{spiegazione| Nel febbraio 2019, dopo una votazione online sulla piattaforma "Rousseau", il [[Movimento 5 Stelle|M5S]] guidato da Di Maio si schiera contro l'autorizzazione a procedere per [[Matteo Salvini]], indagato dalla Procura di Palermo per sequestro di persona e abuso d'ufficio.}} *{{NDR|3 aprile 2014}} Chi ha votato PD ed oggi si ritrova al governo questo PD, oggettivamente, io ho delle serie preoccupazioni per loro, non sono in campagna elettorale, ma loro dovrebbero farla e farla seriamente, perché non li rivoterà più nessuno. ([[Paola Taverna]]) ::{{spiegazione|Un mese e mezzo più tardi, il 25 maggio, alle elezioni europee, il Partito Democratico venne votato da oltre 11 milioni di italiani, diventando il primo partito con il 40,81%: al di là dei dati sull'affluenza, era la prima volta dal 1958 che in Italia un partito superava la soglia del 40%.}} *{{NDR|14 maggio 2015}} Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare. ([[Piero Fassino]]) ::{{spiegazione|Fassino rivolse queste parole a [[Chiara Appendino]], all'epoca consigliera comunale. Il 19 giugno 2016 la Appendino venne eletta sindaco di Torino raccogliendo al secondo turno delle amministrative il 54,56% dei consensi, battendo proprio il sindaco uscente Piero Fassino (45,44% dei voti).}} *{{NDR|agosto 2015}} Non diventerà mai presidente degli Stati Uniti {{NDR|[[Donald Trump]]}} (lo scrivo sperando che non mi quereli), perché il pensiero di avere il dito di Donald sul bottone rosso dell'arsenale nucleare spegnerà le fiamme della sua chioma. ([[Vittorio Zucconi]]) *{{NDR|novembre 2016}} Hillary Rodham Clinton sarà il 45esimo presidente degli Stati Uniti, la prima donna ad assumere la carica. E il Grand Old Party (il partito Repubblicano) pagherà cara la scelta irresponsabile di un candidato impresentabile. ([[Beppe Severgnini]]) *{{NDR|ottobre 2016}} Giornali e tv stanno facendo di tutto per distrarre l'audience dalla assoluta prevedibilità del finale di questa storia, cioè la vittoria di Hillary Clinton. [...] Sappiamo che Hillary Clinton è in vantaggio da prima che Trump sbagliasse tutto con la determinazione dei campioni. [...] Questa amplificazione fisiologica delle minime inversioni di tendenza ha uno scopo diretto – quello di suscitare interesse – e uno indiretto – quello di sottoporre tutti i candidati a un test sotto sforzo continuo, esasperando ogni debolezza di chi sta vincendo ed esaltando ogni pregio dell'inseguitore. Ma anche a valle di tutto questo, comunque questa volta non c'è partita. [...] i fatti torneranno a essere più rilevanti del racconto, stiamo calmi, Clinton tornerà a salire, è tutto normale. Inutile dire che la previsione si è avverata puntualmente. D'altronde il desiderio di raccontare un movimento è connaturato sia alla stampa che alla narrativa. Se non succede niente, cosa racconti? [...] Tutti sanno che vincerà Clinton, e suggerire il contrario sta diventando sempre di più una menzogna pura più che una manifestazione di prudenza o un punto di vista minoritario. [...] Questa volta non è stata tra repubblicani e democratici, ma quasi sempre tra il racconto delle elezioni e le foto dei gattini. E hanno vinto le elezioni, intese come macchina mediatica e narrativa capace di fare un buon film con qualsiasi tema. Vista così, la disfatta di un partito e del suo improponibile candidato mostro, contro la prima donna a governare un paese di 325 milioni di persone, non è un brutto soggetto. ([[Matteo Bordone]]) ::{{spiegazione|Donald Trump verrà eletto presidente e il partito Repubblicano conquisterà Camera e Senato riportando una delle più clamorose vittorie elettorali di sempre}} *{{NDR|22 maggio 2016, rispondendo alla domanda in previsione del [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia|referendum costituzionale del 2016]]: «ma se [[Matteo Renzi|Renzi]] perde e lascia la [[politica]], lei lascia la politica o no?»}} Sì, perché ovviamente è un lavoro che abbiamo fatto insieme e quindi ci assumiamo insieme le responsabilità di un progetto politico nel quale abbiamo creduto e lavorato per tanto tempo. ([[Maria Elena Boschi]]) ::{{spiegazione|Il 12 dicembre 2016, dopo la sconfitta al Referendum Costituzionale e le dimissioni di [[Matteo Renzi]] da Presidente del Consiglio, giurerà come Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Gentiloni.}} *{{NDR|Novembre 2016}} Io penso che i parlamentari e le parlamentari si devono porre il tema che, se viene bocciata questa riforma [...], io penso che dobbiamo prenderne atto. Sai perché dico del Parlamento? Intanto perché – parlo di me: non mi sono confrontata con nessuno, nel senso che per chi mi conosce sa che uso in autonomia il mio pensiero e la mia testa – io penso che il giorno dopo, se ha vinto il no [...], ma se il Paese dice di no, tu ne devi prendere atto: non puoi andare avanti, perché non hai a quel punto l'autorevolezza ed è giusto rimettere il mandato da parte del premier [...], ma anche con la consapevolezza dei parlamentari. Tolgo l'alibi a chi pensa «tanto stiamo lì fino al 2018» perché pensano alla propria sedia: io non penso alla mia sedia. ([[Valeria Fedeli]]) ::{{spiegazione|Nonostante la vittoria del no al Referendum Costituzionale, a cui fecero seguito le dimissioni dell'allora Presidente del Consiglio [[Matteo Renzi]], il 12 dicembre 2016 Valeria Fedeli giurerà come Ministro dell'Istruzione del Governo presieduto da [[Paolo Gentiloni]].}} *{{NDR|14 giugno 2017}} Non ci sarà alcuna alleanza con la Lega, non faremo niente di simile alla Lega perché noi siamo il Movimento 5 Stelle, siamo un'altra cosa e faremo un altro tipo di percorso. […] Quando sento parlare di alleanze con la Lega è fantascienza allo stato puro. Quando sento parlare di convergenza anche di programma è sicuramente no. ([[Roberto Fico]]) *{{NDR|19 giugno 2017}} Io sono del Sud, sono di Napoli. Faccio parte di quella parte d'Italia che la Lega diceva: “Vesuvio lavali col fuoco”. Non ho nessuna intenzione di far parte di un movimento che si allea con la Lega Nord e non ho mai pensato di far parte di questo movimento. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|17 novembre 2017, rispondendo all'affermazione: “Le alleanze di sicuro non ne fate”}} Il giorno in cui il Movimento 5 Stelle (ma non succederà mai) si dovesse alleare con i partiti responsabili della distruzione dell'Italia, io lascerei il Movimento 5 Stelle. ([[Alessandro Di Battista]]) *{{NDR|24 gennaio 2018}} Noi con la Lega non faremo alcuna alleanza; sono culturalmente e geneticamente diversi da noi, quindi è impossibile. Anche perché noi non faremo alleanze con nessuno. ([[Roberto Fico]]) *{{NDR|21 febbraio 2018, rispondendo all'affermazione: “Mai governo con i 5 stelle”}} No, esatto. ([[Matteo Salvini]]) *{{NDR|7 marzo 2018}} Mai nella vita, quella dell'alleanza Lega-M5S è una fake news, un'invenzione surreale come la caccia al Salvini razzista, fascista e nazista che spaventa i bambini. ([[Matteo Salvini]]) ::{{spiegazione|Il 1° giugno 2018 avviene il giuramento del Governo presieduto da Giuseppe Conte e sostenuto da un'alleanza tra [[Lega Nord]] e [[Movimento 5 Stelle]]. I leader dei due partiti, [[Matteo Salvini]] e [[Luigi Di Maio]], assumono gli incarichi rispettivamente di Ministro dell'Interno e di Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali: [[Roberto Fico]] diventa Presidente della Camera.}} *{{NDR|16 febbraio 2018, rispondendo a «Tu non vuoi fare il presidente del Consiglio. Forse vuoi fare il sindaco di Roma?»}} Guardate, neanche morto. [...] Lo devo dire con grande chiarezza per una ragione: ché se io adesso utilizzassi il lavoro fatto sul tavolo Roma per candidarmi a fare il sindaco di Roma sarei un cialtrone, e quindi non lo farò. ([[Carlo Calenda]]) ::{{spiegazione|Carlo Calenda si è candidato a sindaco di Roma in occasione delle successive elezioni comunali.}} *{{NDR|1° giugno 2018 alla domanda «il governo durerà cinque anni?»}} Almeno dieci.<br /> {{NDR|19 dicembre 2018}} Un governo c'è e per quello che mi riguarda dura cinque anni; anche perché il governo che nasce sui cambi di casacca non è qualcosa che corrisponde alla mia sensibilità e alla sensibilità degli italiani. Quindi conto che questo governo avrà lunga e proficua vita.<br /> {{NDR|9 marzo 2019}} Noi regaliamo agli italiani cinque anni di governo, non c'è nessuna crisi in vista. La situazione economica è tale che nessuno si può permettere di giocare sul futuro degli italiani [...].{{NDR|«Sono escluse dunque le elezioni anticipate?»}} Non ci penso neanche, abbiamo fatto tanto in nove mesi, voglio fare ancora di più in cinque anni.<br /> {{NDR|29 maggio 2019}} La mia parola vale più dei sondaggi, l'ho detto il giorno prima del voto e lo dico il giorno dopo del voto: ho firmato un contratto che vale cinque anni e per quello che dipende dalla mia forza e dalla mia volontà il contratto dura cinque anni. ([[Matteo Salvini]]) ::{{spiegazione|L'8 agosto 2019, a distanza di un anno dalla nascita del [[Governo Conte]], la Lega, partito presieduto da Matteo Salvini, annuncia l'uscita dalla maggioranza, invocando il ritorno al voto. Il giorno seguente la stessa Lega presenterà al Senato una mozione di sfiducia nei confronti di [[Giuseppe Conte]], Presidente del Consiglio in carica, il quale, il 20 agosto successivo, rassegnerà le sue dimissioni.}} *{{NDR|31 dicembre 2018}} La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest'anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l'alternanza delle stagioni e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a mentire scrivendo il contrario. ([[Luigi Di Maio]]) ::{{spiegazione|Il 13 agosto 2020, con un'apposita votazione indetta dal Movimento 5 Stelle sulla piattaforma ''Rousseau'' del proprio sito, l'80% degli elettori iscritti ad essa voterà a favore della modifica proposta dal partito per permettere, a chi ha ricoperto l'incarico di consigliere comunale, di ricandidarsi più di una volta, contando come mandato "zero" il primo in qualità di consigliere municipale o comunale.}} *{{NDR|3 febbraio 2019}} Io ve lo dico davanti a tutti: non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i 5 stelle [...]. Li ho sconfitti due volte e non governo con loro, imparassero a sconfiggerli, chi mi accusa di questo... ([[Nicola Zingaretti]]) *{{NDR|14 maggio 2019}} Ma quale sintonia ci può essere con un partito in cui l'unica proposta fatta da quando c'è il nuovo segretario è quella per alzare lo stipendio dei parlamentari e reintrodurre i vitalizi. Il Pd è un semaforo, sta fermo lì con il suo nuovo segretario che però rappresenta sempre i renziani. È sempre lo stesso partito che ha cambiato solo volto, non ho nessuna sintonia con quel patito [...]. Chi mi accusa di sintonia col Pd è chi non sa che sono stato quello che più lo ha attaccato negli ultimi mesi. *{{NDR|15 maggio 2019}} Io vedo in questo PD un atteggiamento ancora più subdolo di quello di Renzi. Perché è un PD che ha cambiato volto, ma ha gli stessi comportamenti di quello di prima [...]. Con questo PD io non ho nulla a che vedere [...]. Oggi io non vedo un dialogo con il PD di Zingaretti, ma proprio nei fatti: è un PD che si occupa di privilegi, che è coinvolto in tutte le inchieste di corruzione sulla sanità [...]. Questo è il PD che io vedo. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|17 luglio 2019}} Colgo l'occasione per smentire per l'ennesima volta l'ipotesi di governi Pd-M5s come anche in queste ore si sta a volte teorizzando. Nel caso si arrivasse a una crisi di governo la nostra posizione era, è e rimarrà sempre la stessa: di fronte a una crisi di queste proporzioni la via maestra è quella di ridare la parola agli italiani e di avviarci verso elezioni anticipate. ([[Nicola Zingaretti]]) ::{{spiegazione|Il 5 settembre 2019, a distanza di due settimane dalla caduta del primo [[Governo Conte]], avviene il giuramento del secondo esecutivo presieduto dallo stesso premier e sostenuto da un'alleanza tra [[Partito Democratico]] e [[Movimento 5 Stelle]].}} *{{NDR|23 luglio 2019}} Oggi dico semplicemente, se ci fosse da votare un governo o con i Cinque Stelle o con la Lega, io voterei contro, in Parlamento. Penso che sia un atteggiamento molto serio, no polemics, nessuna discussione polemica. ([[Matteo Renzi]]) ::{{spiegazione|Il 10 settembre 2019 Matteo Renzi, allora facente parte del Partito Democratico, voterà la fiducia al secondo [[Governo Conte II|Governo Conte]], sorretto da un'alleanza tra lo stesso PD e [[Movimento 5 Stelle]]}}. ==Scienza== [[Immagine:Nagasakibomb.jpg|thumb|«Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando l'energia nucleare sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile.» ([[Albert Einstein]])]] *{{NDR|Dopo che Harvey ne aveva annunciato la scoperta}} La circolazione del sangue è paradossale, inutile alla medicina, falsa, impossibile, incomprensibile, assurda, nociva per la vita dell'uomo. ([[Guy Patin]]) ::{{spiegazione|La scoperta di Harvey fu invece una delle più importanti di sempre nel campo medico.}} *{{NDR|Nel 1920}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'[[energia nucleare]]}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. ([[Albert Einstein]]) *{{NDR|Ogni tentativo di liberare le grandi forze della materia}} è un po' come sparare agli uccelli di notte in un posto dove gli uccelli sono rarissimi. ([[Albert Einstein]]) {{NDR|nel 1935}} ::{{spiegazione|Nel 1938 venne ottenuta la fissione dell'atomo.}} *{{NDR|Con l'energia atomica}} Si potrebbe giungere alla costruzione di [[bomba atomica|bombe]] che – è da supporre – saranno di tipo nuovo ed estremamente potenti. Uno solo di tali ordigni, trasportato via mare e fatto esplodere in un porto, potrebbe distruggere l'intero porto e parte del territorio circostante. D'altra parte, l'impiego di queste armi potrebbe risultare ostacolato dal loro eccessivo peso, che ne renderebbe impossibile il trasporto con aerei. (''[[Lettera Einstein-Szilárd]]'') ::{{spiegazione|Questa frase è tratta dalla lettera scritta nel 1939 da [[Leó Szilárd]] e firmata da [[Albert Einstein]]. Nel 1945 le bombe atomiche sganciate su [[Hiroshima]] e [[Nagasaki]] vennero trasportate proprio via aria.}} *La teoria che il [[tumore|cancro]] al polmone è causato dal [[tabagismo|fumo]] verrà alla fine considerata un grandissimo, catastrofico errore. ([[Ronald Fisher]]) ::{{spiegazione|La correlazione tra il fumo e il cancro al polmone è stata ampiamente dimostrata da numerosi studi epidemiologici.}} ==Economia== *{{NDR|Nel 1998}} Da qui al 2005 diverrà chiaro che l’impatto di [[Internet]] sull’economia non è stato più grande di quello dei fax. ([[Paul Krugman]]) ::{{spiegazione|Internet ha avuto e ha tuttora un impatto molto rilevante sull'economia in diversi settori.}} *{{NDR|Nel 2008}} I fondamentali della nostra economia sono forti. ([[John McCain]]) ::{{spiegazione|La bolla del sistema immobiliario e finanziario statunitense fu la causa principale della [[crisi economica del 2008-2014]].}} ==Spettacolo== [[File:Museo Nazionale del Cinema, Turin (5283418096).jpg|thumb|right|250px|«Il cinema è un'invenzione senza futuro.» citazione attribuita ad [[Antoine Lumière]], padre di Auguste e [[Louis Lumière]]. (Museo Nazionale del Cinema, Torino)]] *{{NDR|Nel 1910}} A proposito del cinema: è assai probabile che questa mania finirà nel giro di pochi anni. (''Independent'', quotidiano statunitense<ref>Citato in ''Portala al cinema'', a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006.</ref>) *{{NDR|Nel 1916}} Il cinema è poco più di una moda. È dramma in scatola. Ciò che gli spettatori vogliono vedere è carne e sangue sul palcoscenico. ([[Charlie Chaplin]]) ::{{spiegazione|Inutile dire che il cinema è stato e continua ad essere uno dei più grandi fenomeni culturali.}} *{{NDR|Nel 1927}} Chi diavolo vuole sentire gli attori parlare? ([[Harry Warner]], Warner Brothers) ::{{spiegazione|Il [[cinema sonoro|sonoro]] ed il parlato nel cinema riscossero un'approvazione tale da cancellare di fatto il film muto in poco più di una decina d'anni dalla loro introduzione.}} *{{NDR|Nel 1933}} Escludo che possa esistere un teatro radiofonico. È mia convinzione invece che la radio, per non annoiare gli uditori, dovrà alla fine abbandonare ogni tentativo del genere. ([[Ruggero Ruggeri]]) ::{{spiegazione|Nel 1934 venne trasmesso il primo ciclo radiofonico EIAR del programma ''I quattro moschettieri'' che ottenne enorme successo.}} *{{NDR|Nel 1984}} Non è vero che aspetto un figlio [...]. Credo che trentacinque anni sia l'età adatta e [[Maurizio Costanzo|Maurizio]] il padre giusto. ([[Simona Izzo]]) ::{{spiegazione|La coppia si lascerà nel 1986.}} *{{NDR|Su [[Fred Astaire]] dopo il suo primo provino}} Non sa recitare. Non sa cantare. Ha un'incipiente calvizie. Riesce a mettere insieme a malapena quattro passi di danza.<ref>Citato in ''Portala al cinema'', a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006.</ref> ::{{spiegazione|Fred Astaire fu un ballerino, coreografo, attore e cantante di grande fama e vinse l'Oscar alla carriera nel 1950.}} *{{NDR|Dopo il suo ritorno in Rai nel 2009}} Posso garantire che sarà un ritorno definitivo. Voglio andare in pensione con la RAI. Dovranno cacciarmi loro. ([[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]) ::{{spiegazione|Il 15 aprile 2024 la Rai e Amadeus ufficializzano la fine del rapporto di collaborazione al termine della scadenza contrattuale prevista per il 31 agosto seguente. Tre giorni dopo viene annunciato il passaggio del conduttore a Warner Bros. Discovery, con cui firma un contratto di 4 anni.}} *{{NDR|Nel 2011, parlando degli ascolti della trasmissione ''Vieni via con me'' di Fabio Fazio e Roberto Saviano}} Eh, questi fanno il dieci, perché veramente non si può guardare. ([[Mauro Masi]]) ::{{spiegazione|Nella prima puntata la trasmissione raggiungerà uno share del 25,48%, e nelle puntate successive arriverà fino al 31,64%}} *{{NDR|Nel 2014}} Scusate lo sfogo ma in fondo in fondo che ci azzecco io con i giochi, i giochini, i talent, le gare di canto, di ballo, di burlesque e con quei [[Pechino Express|cretini che vanno a piedi a Pechino]]? ([[Enrico Montesano]]) ::{{spiegazione|Nel 2016 e nel 2017 Enrico Montesano ha preso parte come giudice al talent ''Tale e quale show'', mentre nel 2022 è stato concorrente al talent ''Ballando con le stelle''}} *{{NDR|6 marzo 2021, dopo la serata finale del Festival di Sanremo}} Non ci sarà l'Ama ter, lo abbiamo già deciso io e Fiorello, ci abbiamo scherzato. Se un giorno la Rai vorrà ancora affidarci il festival, magari prima dei 70 anni, sarà una grandissima gioia. Ma il terzo di seguito non ci sarà [...]. Sanremo per me è un evento, parte da un'idea e poi si realizza, non può essere routine [...]. Ma non vedo l'ora di tornare ai miei giochi, ai miei quiz, alla mia normalità. ([[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]) ::{{spiegazione|Amadeus condurrà altre tre edizioni consecutive del Festival, dal 2022 al 2024}}. ==Sport== *{{NDR|Nel 1997}} Oramai è una moda per la [[Scuderia Ferrari|Ferrari]] prendere i nostri ex dipendenti. [...] Il Cavallino sta rifondando la squadra con i pensionati della Benetton. Noi, invece, ci prendiamo il rischio di affrontare il futuro con uno staff tutto giovane. Vedremo alla fine chi avrà avuto ragione. ([[Flavio Briatore]]) ::{{spiegazione|Con il graduale ingaggio di ex elementi del team Benetton quali, tra gli altri, il pilota [[Michael Schumacher]], il direttore tecnico [[Ross Brawn]] e il progettista Rory Byrne, la Ferrari tornerà ai vertici della [[Formula 1]] instaurando uno dei cicli più vittoriosi nella storia della categoria, con 6 titoli costruttori tra il 1999 e il 2004 e, grazie al succitato Schumacher, 5 titoli piloti tra il 2000 e il 2004; al contrario la Benetton andrà incontro a un graduale scadimento tecnico che già nel corso del campionato 1997 porterà all'addio di Briatore come ''team principal'' fino alla successiva scomparsa della squadra nel 2001.}} *{{NDR|Nel 2006}} La Ferrari non mi ha mai cercato, ma io preferisco correre con un'altra squadra e battere le rosse. Ho l'impressione che la Ferrari sia sempre leggermente favorita rispetto alle altre scuderie. ([[Fernando Alonso]]) ::{{spiegazione|Il 30 settembre 2009 la Ferrari ufficializza l'ingaggio di Alonso a partire dalla stagione successiva. Il pilota iberico disputerà cinque Campionati mondiali, tra il 2010 e il 2014, con la scuderia di Maranello.}} *{{NDR|Nel marzo 2009; «Nello sport italiano la persona che ti ha più deluso?»}} Chi si è dopato.<br />{{NDR|«Ti hanno proposto doping?»}} No.<br />{{NDR|«Cosa risponderesti?»}} Lo denuncio.<br />{{NDR|Due giorni prima dell'annuncio della sua prima squalifica per doping nel 2012}} Posso giurare che non ho fatto niente di proibito... ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano. ([[Alex Schwazer]]) ::{{spiegazione|Le tre dichiarazioni del 2009 sono estrapolate da un'intervista doppia al programma televisivo ''Le iene''. Il 6 agosto 2012 viene annunciato che l'atleta è stato trovato positivo all'eritropoietina ricombinante in un controllo antidoping a sorpresa effettuato dall'Agenzia mondiale antidoping il 30 luglio e viene escluso dal CONI dalla squadra della 50 km di marcia dei Giochi olimpici. Dopo essere rientrato in attività in occasione dei Mondiali a squadre di marcia del 2016, il 22 giugno dello stesso anno viene comunicato alla FIDAL che Schwazer risulta nuovamente positivo ad un controllo anti-doping su un campione di urine prelevatogli in un controllo a sorpresa il 1º gennaio precedente; per questo motivo, il 10 agosto successivo il Tribunale Arbitrale dello sport, considerata la seconda violazione delle norme antidoping, squalifica l'atleta per 8 anni.}} ===Calcio=== *In tanti aspetti, a cominciare dal modo unico in cui sa segnare, [[Ronaldo]] mi ricorda [[Giuseppe Meazza|Meazza]], il quale commise solo un errore: accettare il trasferimento al Milan. Sono sicuro che Ronaldo mai potrebbe essere indotto in una simile tentazione. Uno grande come lui può indossare una sola maglia: quella nerazzurra. ([[Giuseppe Prisco]]) ::{{spiegazione|Ronaldo giocò con la maglia del Milan dal gennaio 2007 al giugno 2008.}} {{cronologico}} *{{NDR|Nel 1987}} [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente di una società di calcio. ([[Indro Montanelli]]) ::{{spiegazione|Il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nell'era Berlusconi (1986-2017) ha vinto 8 Scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club.}} *{{NDR|27 febbraio 1990}} Voglio allenare [...]. Non mi interessa la carriera da dirigente. Non sono tipo da ufficio. ([[Michel Platini]]) ::{{spiegazione|Nel 1992 Platini diventa co-presidente del comitato organizzatore di [[Francia '98]], iniziando una carriera dirigenziale che lo porterà a ricoprire, dal 2007 al 2015, la presidenza dell'UEFA.}} *{{NDR|15 marzo 1990}} L'ho ripetuto mille volte: io alla [[Juventus Football Club|Juve]] non ci vado. Lo scriverò sui muri di casa. ([[Roberto Baggio]]) ::{{spiegazione|Il 18 maggio dello stesso anno Baggio viene acquistato dalla Juventus per l'allora cifra-record di 25 miliardi di lire.}} *{{NDR|8 luglio 1990}} Non ci ripenserò [...] il mio ritiro dalla ''Selección'' è davvero ufficiale. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Nel febbraio 1993 Maradona tornò in Nazionale per giocare due partite amichevoli contro Brasile e Danimarca, venendo poi convocato per il Mondiale 1994 in cui disputò due gare (contro Grecia e Nigeria) segnando un gol.}} *{{NDR|Maggio 1994, alla vigilia della [[Finale della UEFA Champions League 1993-1994]] tra Milan e Barcellona}} Le finali sono sempre state la mia specialità, la paura non so cosa sia [...]. Il Milan dice che siamo favoriti? Li capisco: giocando come sa, il Barcellona può vincere qualsiasi partita [...]. I tifosi del Milan si godano questo Barcellona: agli italiani non capita tutte le settimane di vedere una squadra che gioca bene come la nostra [...]. Il calcio siamo solo noi, l'Europa deve incoronarci: il mondo ha bisogno di veder trionfare il gioco offensivo e spettacolare di cui siamo il simbolo [...]. Dio, nella carriera e nella vita, mi ha aiutato tante volte e mi sono ormai convinto che Lassù qualcuno mi ama. Sì, Dio è mio amico [...]. Non vedo proprio come possiamo perdere la Coppa dei Campioni. ([[Johan Cruijff]]) ::{{spiegazione|Il 18 maggio 1994, nella finale di Atene, il Milan sconfisse il Barcellona per 4-0, conquistando la quinta Coppa dei Campioni della sua storia.}} *{{NDR|20 giugno 2001}} Quello che viene detto in Spagna non ci tocca. [[Zinédine Zidane|Zidane]] non andrà là, ma resterà alla Juventus. ([[Luciano Moggi]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2001 viene ufficializzato il trasferimento di Zidane al Real Madrid per 140 miliardi di lire.}} *{{NDR|20 luglio 2001, durante la sua presentazione come nuovo giocatore della Lazio}} Non sono venuto con l'idea di andar via tra due o tre anni. Resterò a Roma almeno cinque anni. ([[Gaizka Mendieta]]) ::{{spiegazione|Dopo una sola stagione alla Lazio, Mendieta verrà ceduto in prestito al Barcellona nell'estate 2002 e, successivamente, al Middlesbrough a titolo definitivo nel 2003.}} *{{NDR|29 dicembre 2001}} Quella della Roma sarà l'ultima maglia che indosserò. Il mio contratto scade nel 2003, quando avrò 34 anni; non credo che cambierò squadra prima di allora. ([[Gabriel Batistuta]]) ::{{spiegazione|Batistuta chiuderà la carriera nel 2005, dopo aver vestito le maglie di Inter e Al-Arabi.}} *{{NDR|Aprile 2003, sulla Juventus}} È una squadra che non m'interessa. Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale. Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata.<br />{{NDR|Nel febbraio 2004}} Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita. ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|A fine maggio 2004 Capello diventa ufficialmente allenatore della Juventus, che guidò per due stagioni.}} *{{NDR|28 maggio 2004, riguardo a un suo possibile passaggio alla Juventus}} Non penso, adesso sto all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], mi trovo bene. E poi fin quando non farò una stagione come dico io dall'Inter non vado via. ([[Fabio Cannavaro]]) ::{{spiegazione|Tre mesi dopo (30 agosto 2004) venne ufficializzato il trasferimento di Cannavaro dall'Inter ai [[Derby d'Italia|rivali]] della Juventus.}} *{{NDR|Giugno 2004}} Machiavelli potrebbe essere stato soltanto italiano e agli italiani potrebbe piacere pensare in modo machiavellico, ma non sarebbe possibile giocare per un pareggio per 2-2 contro la Danimarca e non credo che finirà 2-2, è un risultato molto insolito. ([[Lars Lagerbäck]]) ::{{spiegazione|Lagerback, commissario tecnico della nazionale svedese, parlò così alla vigilia dell'ultima giornata del Girone C degli europei 2004, che vide giocare in contemporanea Danimarca-Svezia e italia-Bulgaria. Le formazioni scandinave, che in quel momento vantavano quattro punti ciascuna in classifica, si sarebbero entrambe garantite il passaggio al turno successivo qualora avessero ottenuto un pareggio con due o più gol a testa, rendendo vana un'eventuale vittoria dell'Italia, ferma a due lunghezze e penalizzata dalla differenza reti negli scontri diretti. Danimarca e Svezia pareggiarono 2-2, qualificandosi così ai quarti di finale, mentre agli ''Azzurri'' non bastò il successo per 2-1 sui bulgari.}} *{{NDR|Nel 2004}} Venderei noccioline nel mio villaggio piuttosto che giocare in una squadra patetica come il Chelsea. ([[Samuel Eto'o]]) ::{{spiegazione|Il 29 agosto 2013 viene ufficializzato il trasferimento di Eto'o al Chelsea.}} *{{NDR|14 maggio 2006}} Il mio futuro sarà sicuramente nella Juventus {{NDR|«Anche in Serie B?»}} Per quale motivo, scusi? L'ha deciso lei? ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|Capello, all'epoca allenatore della Juventus che aveva appena conquistato il suo ventinovesimo scudetto, rispose così alla domanda del giornalista di ''Sky Sport'' Paolo Assogna, al termine della sfida vinta per due a zero contro la Reggina nell'ultima giornata di campionato. Assogna faceva riferimento allo scandalo denominato ''[[Calciopoli]]'', scoppiato da due settimane e che vedeva coinvolta principalmente la dirigenza della società bianconera, che come massima punizione avrebbe rischiato la retrocessione d'ufficio in Serie B. Il 4 luglio 2006 il tecnico friulano rassegnò le dimissioni da tecnico della Juventus, che dieci giorni dopo venne retrocessa in cadetteria dalla Commissione d'appello federale, vedendosi revocato lo scudetto del campionato 2004-2005 e non assegnato quello del 2005-2006.}} *{{NDR|Prima dei Mondiali 2006}} L'[[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] pagherà in campo lo [[Calciopoli|scandalo calcio]]. Consideravo l'Italia tra le grandi favorite per il titolo. Ma il caos scoppiato danneggerà la squadra azzurra. I calciatori avranno la testa altrove. ([[Franz Beckenbauer]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2006 a Berlino la Nazionale italiana si laurea campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia ai tiri di rigore.}} *{{NDR|8 luglio 2006}} Noi abbiamo impiegato 80 anni a battere l'Italia. E adesso tocca a voi aspettare 80 anni per batterci. L'ultima volta è stato nel '78 in Argentina e allora dovete avere pazienza fino al 2030 o 2040. ([[Michel Platini]]) ::{{spiegazione|Il 9 luglio 2006 a Berlino la Nazionale italiana si laurea poi campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia ai calci di rigore: tuttavia la finale dei Mondiali 2006 non può essere considerata come una vittoria a pieno effetto, essendo terminata ai tiri di rigore. La vittoria sulla Francia arriva comunque due anni più tardi, il 17 giugno 2008, durante l'Europeo 2008: tale partita termina con il risultato di 2-0 e contribuisce a portare l'Italia a qualificarsi ai quarti di finale.}} *{{NDR|12 luglio 2006}} A conclusione di una straordinaria esperienza professionale ed umana, vissuta alla guida di un eccezionale gruppo di calciatori e con la collaborazione di uno staff di prima qualità, ritengo esaurito il mio ruolo alla guida della Nazionale italiana. ([[Marcello Lippi]]) ::{{spiegazione|Dopo gli Europei del 2008, Lippi diventerà nuovamente CT della Nazionale Italiana subentrando a [[Roberto Donadoni]]; la sua seconda esperienza da CT azzurro termina il 24 Giugno 2010, all'indomani della sconfitta contro la Slovacchia ai Mondiali 2010, costata l'eliminazione alla fase a gironi.}} *{{NDR|24 luglio 2008}} Io con l'Inghilterra finisco il turno. Il mio lavoro sul campo termina con l'esperienza inglese.<br />{{NDR|«Abbiamo capito bene, dopo i Mondiali del 2010 non sarà più un allenatore?»}} Questo è sicuro. ([[Fabio Capello]]) ::{{spiegazione|Dopo aver rassegnato le dimissioni da commissario tecnico della nazionale inglese l'8 febbraio 2012, il 19 luglio seguente Capello firmerà un contratto biennale con la nazionale russa, che guiderà fino al luglio 2015.}} *{{NDR|Nel 2010}} Forse è sbagliato. Sarebbe difficile rifiutare di andare a allenare il Milan – non mi si presenterà mai questa possibilità – ma se succedesse non lo potrei mai fare, perché sono stato quattro anni nell'Inter e sono interista. Non lo potrei mai fare. ([[Siniša Mihajlović]]) ::{{spiegazione|Il 16 giugno 2015, Mihajlović diventa ufficialmente l'allenatore del Milan.}} *{{NDR|22 agosto 2011}} Due anni fa il ramo cadetto degli Agnelli si riprende il giocattolo {{NDR|la [[Juventus Football Club|Juventus]]}} con il giovane [[Andrea Agnelli|Andrea]], figlio di [[Umberto Agnelli|Umberto]] e vecchio sodale di [[Luciano Moggi|Moggi]] e [[Antonio Giraudo|Giraudo]]. Risultato: zero titoli sul campo, ma centinaia sui giornali, cavalcando il revanscismo della parte più becera della [[tifoseria]] [...]. Ora Andrea Agnelli, per non passare alla storia come l'unico presidente juventino che non ha vinto neppure la Coppa del Nonno, rivuole addirittura indietro i due scudetti di [[Calciopoli]]. ([[Marco Travaglio]]) ::{{spiegazione|Dalla successiva stagione 2011-12 la Juventus, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, instaurerà il ciclo più vincente nella storia del campionato italiano con la conquista di nove scudetti consecutivi.}} *{{NDR|Prima del campionato 2011-12}} La Juventus è una squadra discreta, buona, che farà un discreto campionato ma che non può impensierire minimamente le prime due, può arrivare quarta o quinta. ([[Luciano Moggi]]) ::{{spiegazione|La Juventus vincerà il campionato da imbattuta, seconda squadra a riuscirvi dopo il Milan nella stagione 1991-92. Sarà il primo di 8 campionati consecutivi vinti dai bianconeri.}} *{{NDR|10 febbraio 2012}} Piuttosto che appartenere alla famiglia FIFA preferisco essere orfano. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Il 9 febbraio 2017 Maradona entrerà a far parte della FIFA in qualità di promotore e sviluppo del calcio nel mondo.}} *{{NDR|14 giugno 2012}} [[Thiago Silva]] resta al Milan. Non abbiamo cambiato idea, non c'era idea di cedere il calciatore, ma venivano delle offerte straordinarie. Però il mio vecchio cuore rossonero mi ha fatto dire di no. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Esattamente un mese dopo, il 14 luglio, venne ufficializzato il trasferimento di Thiago Silva al [[Paris Saint-Germain Football Club|Paris Saint-Germain]].}} *{{NDR|23 luglio 2012}} Io posso solo ringraziare i tifosi dell'Inter perché con me sono sempre stati davvero splendidi. Ma non penso proprio di tornare mai all'Inter. ([[Davide Santon]]) ::{{spiegazione|Il 2 febbraio 2015 viene ufficializzato il ritorno di Santon all'Inter.}} *{{NDR|1º dicembre 2012}} [[Angelo Ogbonna|Angelo]] è un bravo ragazzo. Soprattutto un ragazzo onesto. Non pensa minimamente di andare alla Juventus perché ama il [[Torino Football Club|Toro]]. Il giorno in cui lascerà il Toro avrà tali e tante offerte straniere che non gli passerà nemmeno per l'anticamera del cervello. ([[Urbano Cairo]]) ::{{spiegazione|L'11 luglio 2013 viene ufficializzato il trasferimento di Ogbonna ai [[Derby di Torino|rivali]] della Juventus.}} *{{NDR|7 gennaio 2013}} Mi dispiace di doverlo dire ma nel Milan è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo per vicende della vita di dare un giudizio sull'uomo [[Mario Balotelli|Balotelli]], è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|Il 31 gennaio successivo viene ufficializzato il trasferimento di Balotelli al Milan. Dopo essere stato ceduto al Liverpool il 25 agosto 2014 (per circa 20 milioni di euro), circa un anno dopo (27 agosto 2015) Balotelli si trasferisce nuovamente al Milan.}} *{{NDR|30 aprile 2013}} Non punterei nemmeno un centesimo su un mio futuro da allenatore. È un lavoro che non mi entusiasma, prevede troppi pensieri e uno stile di vita esageratamente simile a quello dei calciatori. Ho già dato. Rivoglio indietro almeno in parte una parvenza di vita privata. Di Conte ne esiste uno solo e va bene così. ([[Andrea Pirlo]]) ::{{spiegazione|Il 27 settembre 2018, Pirlo ottiene la qualifica UEFA A a Coverciano, che lo abilita a ricoprire un ruolo da allenatore fino alla [[Serie C]]. Il 30 luglio 2020, viene nominato tecnico della [[Juventus]] U23, salvo poi essere promosso 9 giorni dopo ad allenatore della prima squadra a seguito dell'esonero di [[Maurizio Sarri]]. Ottiene l'abilitazione UEFA PRO il 14 settembre dello stesso anno.}} *{{NDR|17 giugno 2013}} Mertens è un giocatore normalissimo. Dico oggi, in data 17 giugno 2013, che non farà più di 8 partite nel Napoli. ([[Ezio Capuano]]) ::{{spiegazione|L'allenatore campano esprime tale giudizio nei confronti dell'allora neo-acquisto della squadra partenopea. Il belga lascerà la squadra dopo 9 anni da miglior marcatore della storia del club (148 gol) e da quinto giocatore con più presenze (397 partite).}} *{{NDR|Dicembre 2013}} Cosa manca alla Juve in Europa? Il tempo. Si vuole tutto e subito, dall'oggi al domani ci siamo trovati a combattere contro corazzate strutturate. [...] Credo che da qui a molti anni a venire sarà dura vedere una squadra italiana in finale di [[UEFA Champions League|Champions]], so di averlo già detto ma di solito ci azzecco. ([[Antonio Conte]]) ::{{spiegazione|Conte parla così pochi giorni dopo l'eliminazione della Juventus dalla Champions League, arrivata nella fase a gironi contro il Galatasaray. Nella stagione successiva la stessa Juventus, che nel frattempo aveva cambiato allenatore sostituendo il dimissionario Conte con [[Massimiliano Allegri]], raggiungerà la finale di tale competizione, poi persa contro il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]].}} *{{NDR|18 febbraio 2014}} Sono sempre più convinto che vinceremo i Mondiali [...]. In generale siamo i migliori. Ci sono nazionali che hanno vinto un solo Mondiale e che pensano di essere le più grandi. Immaginate noi che ne abbiamo vinti cinque [...]. Abbiamo grandi giocatori e una squadra organizzata. E poi abbiamo i tifosi: saremo sempre in 12 in campo e saremo i migliori. ([[Luiz Felipe Scolari]]) ::{{spiegazione|L'8 luglio 2014, in occasione della semifinale del Campionato mondiale di calcio svoltasi a Belo Horizonte, la Nazionale brasiliana di Scolari, padrona di casa, verrà eliminata dalla Germania, futura campione, con il punteggio di 1-7, facendo registrare la peggiore sconfitta di sempre nella sua storia (assieme a quella per 6-0 contro l'Uruguay, nel 1920). I "verdeoro" perderanno anche la finale valida per il terzo posto (0-3 contro i Paesi Bassi), chiudendo così il torneo in quarta posizione.}} *{{NDR|Estate 2014}} [[Massimiliano Allegri|Allegri]] alla [[Juventus Football Club|Juve]]? Fosse vero, si sono scavati la fossa col fesso. ([[Giancarlo Dotto]]) ::{{spiegazione|Sulla panchina della Juventus dal 2014 al 2019, Massimiliano Allegri sarà artefice di uno dei cicli più vittoriosi nella storia del club con cinque Scudetti, quattro Coppe Italia e due Supercoppe italiane, divenendo inoltre sul piano personale il primo allenatore nella storia del calcio italiano capace di vincere consecutivamente cinque campionati nazionali.}} *{{NDR|17 ottobre 2014}} Sono stato fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che uno sconfitta. Mi ha fatto capire che secondo me siamo più forti della Juve, questo lo dirà poi il campo. E lo dico chiaro: vinceremo lo scudetto, possiamo farlo. ([[Rudi Garcia]]) ::{{spiegazione|Garcia parlò così riferendosi alla partita Juventus-[[Associazione Sportiva Roma|Roma]] 3-2, giocata qualche giorno prima, il 5 ottobre 2014. La Juventus vincerà poi il campionato 2014-15 con 17 punti di vantaggio sulla Roma.}} *{{NDR|4 febbraio 2015}} Garcia ha ricevuto proposte che si possono definire irrinunciabili, ma intende onorare il suo contratto. Non andrà via da Roma fino a quando non avrà vinto lo scudetto. ([[Walter Sabatini]]) ::{{spiegazione|Il 13 gennaio 2016 Garcia venne esonerato dalla Roma, club con il quale non riuscì a vincere alcun titolo.}} *{{NDR|30 agosto 2015}} La squadra che ha vinto lo scudetto, ha cambiato 3-4 giocatori importanti e avrà bisogno di un po' di tempo per tornare a certi livelli. Lo farà alla svelta perché la squadra del futuro è già stata costruita, però credo che quest'anno la Juventus non possa vincere lo scudetto. ([[Gianluca Vialli]]) ::{{spiegazione|Il 25 aprile 2016 la Juventus si laurea campione d'Italia con tre giornate di anticipo, conquistando il suo quinto scudetto consecutivo.}} [[File:LCFC lift the Premier League Trophy (26943755296) (cropped).jpg|thumb|upright=1.6|«Se il Leicester vincerà la Premier farò la prima puntata della trasmissione della prossima stagione, indossando solo la mia biancheria.» ([[Gary Lineker]])]] *{{NDR|14 dicembre 2015}} Se il Leicester vincerà la Premier farò la prima puntata della trasmissione della prossima stagione, indossando solo la mia biancheria. ([[Gary Lineker]]) ::{{spiegazione|Lineker si riferiva al programma ''Match of the day'', da lui condotto. Nell'aprile 2016 l'ex calciatore, a proposito di questa dichiarazione, ha precisato: «Quando ho detto che l'avrei fatto ero assolutamente certo non sarebbe successo» aggiungendo che «Se qualcuno avesse fatto un film con questa trama, la gente avrebbe detto che era troppo ridicolo. La possibilità che una provinciale vinca il campionato va contro ogni logica, ed è ancora difficile comprendere come stia succedendo.» Quasi cinque mesi dopo queste dichiarazioni, il 2 maggio 2016 il Leicester si laurea campione d'Inghilterra, conquistando il suo primo titolo nazionale in 132 anni di storia.}} *{{NDR|Maggio 2016, riguardo ad un suo possibile trasferimento all'Olympique Marsiglia}} Per me non era un'opzione. All'inizio ne ho parlato con la mia famiglia e i miei fratelli, pensavo addirittura fosse uno scherzo. Andare a giocare nel Marsiglia è inconcepibile. Se potrei mai indossare quella maglia? No, non è possibile. ([[Adrien Rabiot]]) ::{{spiegazione|Il 15 settembre 2024 l'Olympique Marsiglia ufficializza l'ingaggio di Rabiot.}} *{{NDR|7 luglio 2016}} Andare via dalla Juventus? Piuttosto legatemi ai cancelli dello [[Allianz Stadium (Torino)|Stadium]], perché non me ne andrò mai. (attribuita a [[Leonardo Bonucci]]) ::{{spiegazione|Il 20 luglio 2017 viene ufficializzato il trasferimento di Bonucci ai [[Rivalità calcistica Juventus-Milan|rivali]] del Milan.}} *{{NDR|10 luglio 2016, alla vigilia della finale dell'Europeo tra Portogallo e Francia}} Finirà 3-1 con gol di [[Antoine Griezmann|Griezmann]] e [[Paul Pogba|Pogba]] [...]. E poi tutti sotto la [[Tour Eiffel]] a festeggiare. Come nel '98, come nel 2000. Ricordo bene come si fa. ([[Vincent Candela]]) ::{{spiegazione|La sera stessa il Portogallo sconfiggerà la Francia, padrona di casa, per 1-0, con un gol di Éder nel secondo tempo supplementare, laureandosi così campione d'Europa per la prima volta nella sua storia.}} *{{NDR|15 agosto 2017, sul trasferimento dalla Juventus al Milan}} Ho scelto il Milan anche perché nella mia testa c'è l'idea di ripetere il percorso vissuto in bianconero, dove eravamo partiti da una rifondazione come in questo caso e siamo arrivati in alto. Ecco, qui voglio arrivare ancora più in alto. Nell'arco di quattro anni spero di arrivare a vincere la Champions. Voglio portare a casa tutto.<br />{{NDR|15 agosto 2017, sul suo futuro al Milan}} Francamente in questo club mi ci vedo a lungo. ([[Leonardo Bonucci]]) ::{{spiegazione|Dopo una sola stagione al Milan, senza vincere trofei, il 2 agosto 2018 viene ufficializzato il ritorno di Bonucci alla Juventus.}} *{{NDR|10 dicembre 2017}} Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare, come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far tornare nuovamente il cigno un brutto anatroccolo... Sappiamo però che per adesso la fiaba è un'altra... È quella in cui sono tutti i gufi a diventare colombe. Bravi ragazzi, grande prova e fogne vuote anche questa settimana. ([[Luciano Spalletti]]) ::{{spiegazione|Spalletti pubblica questo post dopo il pareggio a Torino contro la Juventus. Già dalla giornata precedente, l'Inter era infatti rimasta l'unica squadra imbattuta nella stagione di Serie A. Tuttavia, nelle due giornate successive di campionato l'Inter subirà due sconfitte consecutive.}} *{{NDR|1° ottobre 2018}} Scaloni è una brava persona, ma non è capace di dirigere neanche il traffico. Figuriamoci l'Albiceleste... Come possiamo lasciare la nostra Nazionale nelle sue mani? Ma siamo impazziti? Scaloni dice di essere preparato, ma non l'ho mai visto segnare neanche un gol con la maglia dell'Argentina.<br />{{NDR|22 novembre 2018}} Noi argentini abbiamo questo ragazzo, Scaloni, che è stato spinto al ruolo di ct e dunque non ha colpe. Il problema è che se lui dice "voglio andare al Mondiale" io gli rispondo che al massimo può andare a quello di motociclismo, non di calcio. Mi arrabbio quando penso che un allenatore senza alcun titolo è il ct della mia Nazionale. ([[Diego Armando Maradona]]) ::{{spiegazione|Tra il 2021 e il 2024, Scaloni conquistò alla guida della nazionale argentina un campionato del mondo, due edizioni consecutive della ''Copa América'' e una Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA.}} *{{NDR|26 marzo 2019, su [[Carlo Ancelotti]]}} Ho preso un allenatore che ama la città e il nostro centro sportivo e che vuole rimanere qui altri otto anni. Io lo voglio pure a vita, sono un po' sulla linea di Ferguson: l'allenatore deve essere il punto di riferimento della società e rappresentarla del tutto. ([[Aurelio De Laurentiis]]) ::{{spiegazione|Il 10 dicembre 2019, appena dopo aver conquistato gli ottavi di finale di Champions League con una vittoria sul Genk, il Napoli comunica ufficialmente l'esonero di Ancelotti, a distanza di un anno e mezzo dal suo arrivo sulla panchina partenopea.}} *{{NDR|1º febbraio 2020}} [[Cristiano Ronaldo|Cristiano]] tiri pure un [[Calcio di rigore|rigore]]. So come fa. ([[Bartłomiej Drągowski]]) ::{{spiegazione|Dichiarazione di Drągowski, portiere della Fiorentina, alla vigilia della trasferta contro la Juventus, 22ª giornata del campionato italiano di Serie A 2019-20: la partita, vinta 3-0 dai padroni di casa, vedrà Cristiano Ronaldo segnare a Drągowski una doppietta su calcio di rigore.}} *{{NDR|16 giugno 2021, sul rendimento della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale italiana]] agli europei 2020}} L'Italia sta facendo il massimo, ma [...] sento che non saranno all'altezza. Ci stanno mettendo passione, ma voglio vederli quando affronteranno una squadra più forte. ([[Gary Neville]])<br /> Penso che le prime due partite che hanno giocato siano state due partite facili. Certo, devi battere sempre chi hai di fronte, ma ho ancora dei dubbi che possano arrivare fino alla fine. Credo che manchino di intensità, potenza, ritmo, per essere ancora più pericolosi in avanti, quindi aspetterò ancora. Penso che sia ancora un po' presto per prendere in considerazione l'Italia, che possa arrivare fino in fondo. ([[Patrick Vieira]]) ::{{spiegazione|L'11 luglio 2021, la nazionale italiana allenata da [[Roberto Mancini]] conquisterà il secondo titolo europeo della sua storia, battendo l'Inghilterra ai tiri di rigore nella finale disputatasi allo Stadio di Wembley.}} *{{NDR|13 novembre 2021}} Noi al Mondiale andremo, di questo sono sicuro. ([[Roberto Mancini]]) ::{{spiegazione|Mancini, commissario tecnico della nazionale italiana, parlò così al termine della partita pareggiata per 0-0 a Roma contro la Svizzera, valevole per le qualificazioni ai mondiali in Qatar nel 2022. Il pareggio a reti bianche contro l'Irlanda del Nord e la contemporanea vittoria della nazionale elvetica sulla Bulgaria nel turno successivo, permisero ai rossocrociati di vincere il proprio girone di qualificazione, costringendo l'Italia a qualificarsi per la Coppa del Mondo attraverso gli spareggi. Il 24 marzo seguente, gli ''Azzurri'' persero la semifinale dei suddetti spareggi per 0-1 contro la Macedonia del Nord, mancando così l'accesso al mondiale per la seconda edizione consecutiva.}} ===Tennis=== *{{NDR|Nel 2003}} [[Andy Roddick]] vince il suo primo, ma non certo l'ultimo torneo del Grande Slam. ([[Rino Tommasi]]) ::{{spiegazione|Quello US Open fu l'unico Slam vinto da Roddick nella sua carriera, che lo vide disputare altre 4 finali (3 a Wimbledon e una a Flushing Meadows) perdendole tutte contro lo svizzero Roger Federer.}} *{{NDR|Nel 1987}} [[Boris Becker|Boris]] ha bisogno di una straordinaria dose di concentrazione e forza di volontà... Non credo che giocherà a tennis ancora per molto. ([[Günther Bosch]]) ::{{spiegazione|Boris Becker vinse altri quattro tornei del Grande Slam, diventando uno dei tennisti più noti della storia del tennis.}} *{{NDR|Sulla [[Steffi Graf|Graf]] nel 1982}} Ci sono centinaia di ragazze come lei in America. ([[Tracy Austin]]) ::{{spiegazione|Steffi Graf nella sua carriera vinse 22 tornei del Grande Slam (terza di sempre nel tennis femminile dietro a [[Serena Williams]] e a [[Margaret Court]]) e rimase per 377 settimane complessive alla prima posizione del Ranking WTA (record assoluto).}} *{{NDR|Su [[Jimmy Connors|Connors]] venticinquenne}} Entro due-tre anni smetterà perché non avrà più stimoli! ([[Pancho Segura]]) ::{{spiegazione|Connors si ritirò nel 1992 a quarant'anni, 15 anni dopo questa dichiarazione, e l'anno prima raggiunse le semifinali dello US Open entusiasmando il pubblico newyorkese.}} *{{NDR|Il 20 giugno 2015}} Finalmente il tennis ci regalerà un ricambio drastico. Perché ciò si realizzi appieno, manca però ancora un anno o poco più. Ovvero la fine del 2016 e buona parte del 2017. Periodo durante il quale [[Novak Đoković|Djokovic]] vincerà tutto. O quasi. ([[Andrea Scanzi]]) ::{{Spiegazione|Dei sei tornei del Grande Slam compresi in quel periodo di tempo, nessuno fu vinto da Djokovic: due furono vinti da [[Roger Federer]], due da [[Rafael Nadal]] e uno a testa da [[Stan Wawrinka]] e [[Andy Murray]].}} *{{NDR|Su [[Andre Agassi|Agassi]] nel 1999}} Non batterebbe più neanche mia mamma. È finito. ([[John Lloyd]]) ::{{spiegazione|Agassi vinse altri cinque tornei del Grande Slam.}} *{{NDR|Durante la telecronaca di Ivanisevic-Sampras, finale del torneo di Manchester 1991}} [[Pete Sampras|Sampras]] non riesce a coniugare servizio e gioco a rete: sull'erba non credo che vincerà mai molto. ([[Rino Tommasi]]) ::{{spiegazione|Con 7 vittorie Sampras è, al pari di Novak Djokovic, secondo soltanto a Roger Federer (8) come tennista che ha vinto il maggior numero di tornei di Wimbledon, il più importante torneo tennistico, che si gioca sull'erba.}} *{{NDR|Su [[John McEnroe]] alle prime armi}} Se è il nostro miglior giovane siamo in un grosso guaio. È leggerino! ([[Pancho Segura]]) ::{{spiegazione|McEnroe vincerà sette tornei del Grande Slam, e il suo stile di gioco è stato uno dei più apprezzati.}} *{{NDR|Riferita alla [[Chris Evert|Evert]] prima della semifinale di Wimbledon nel 1984}} Se gioco al massimo, sono migliore di lei. ([[Hana Mandlíková]]) ::{{spiegazione|In quella partita verrà sconfitta 6-1, 6-2 dalla Evert.}} *{{NDR|Nel 1974 riferito agli [[US Open]]}} Si sbarazzeranno dell'erba qui l'anno prossimo. Quello sarà il momento in cui dovranno stare veramente attenti a me. ([[Björn Borg]]) ::{{spiegazione|Borg non vinse mai lo Slam americano nella sua carriera, né quando si disputò sull'erba a Forest Hills né quando si trasferì a Flushing Meadows passando al cemento.}} *{{NDR|Nel 2009}} Dunque, sono finiti anche questi [[Australian Open]]. [[Rafael Nadal|Nadal]] è il vincitore, ma Rafa non vincerà tanti Slam quanti Federer. Così come Federer a Parigi non vincerà mai. ([[Corrado Barazzutti]]) ::{{spiegazione|Il 1° giugno dello stesso anno [[Roger Federer]] vinse per la prima volta in carriera il Roland Garros, superando lo svedese [[Robin Soderling]] per 6-1, 7-6, 6-4 e divenendo, all'epoca, il sesto tennista a completare il [[Career Grand Slam]] prima che ci riuscissero anche [[Rafael Nadal]] (nel 2010) e [[Novak Djokovic]] (nel 2016). L'11 Ottobre 2020 Rafael Nadal vinse il suo 20° titolo del Grande Slam (eguagliando, e poi in seguito superando, il numero di titoli Slam vinti in carriera da Roger Federer), trionfando per la 13ª volta sulla terra rossa del Roland Garros, dopo aver battuto nella finale Novak Djokovic per 6-0, 6-2, 7-5.}} *{{NDR|Nel 2008}} Roger Federer non tornerà mai più sul tetto del mondo. ([[Mats Wilander]]) ::{{spiegazione|Federer tornerà per due volte al numero 1 del Ranking ATP: dal 9 Luglio al 4 Novembre 2012 e dal 19 Febbraio al 1° Aprile 2018.}} *{{NDR|Nel 2014}} Il congedo è un'arte per tutti, non un'occupazione per anziani. Lo sport impone ritiri ad un'età in cui si è ancora giovani imprenditori (secondo Confindustria). Eppure Roger Federer continua a giocare a tennis, perdendo molte partite e un po' di fascino. ([[Beppe Severgnini]]) ::{{spiegazione|Roger Federer vincerà ancora 3 titoli dello Slam e disputerà partite epiche, come la finale di Wimbledon 2019, la più lunga di sempre, persa con Djokovic al tie-break del quinto set, a quasi 38 anni.}} ==Storia== {{cronologico}} *{{NDR|Parlando di [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]]}} Questo Papa è un galant'huomo perché favorisce i filosofi e posso ancora io sperare d'essere favorito. (attribuita a [[Giordano Bruno]]) ::{{spiegazione|Giordano Bruno fu arso al rogo sotto il pontificato di Clemente VIII.}} *{{NDR|Dal discorso alla Camera dei Comuni del 17 febbraio 1792}} Non c'è mai stato un momento come questo nella storia del nostro Paese, in cui, data la situazione in Europa, ci si sia mai potuti attendere ragionevolmente altri quindici anni di pace. ([[William Pitt il Giovane]]) ::{{spiegazione|Nel 1793 la Francia rivoluzionaria dichiarerà guerra alla Gran Bretagna iniziando le devastanti campagne militari in Italia, Olanda e Germania.}} *Non potrebbero colpire nemmeno un elefante a questa distanza. ([[John Sedgwick]]) ::{{spiegazione|Era il 13 settembre 1864 e queste furono le sue [[ultime parole]] prima di essere ucciso dal fuoco nemico nella battaglia di Spotsylvania durante la guerra di secessione americana.}} *{{NDR|Il 10 giugno 1940}} La parola d'ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'oceano Indiano: vincere. E vinceremo! ([[Benito Mussolini]]) ::{{spiegazione|La seconda guerra mondiale fu una disfatta per l'Italia che fu costretta a chiedere l'armistizio nel 1943.}} [[Immagine:Aldo Moro br.jpg|thumb|«A me queste Brigate Rosse fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla.» ([[Giorgio Bocca]])]] *{{NDR|Nell'ottobre 1975}} A me queste [[Brigate Rosse]] fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla. ([[Giorgio Bocca]]) ::{{spiegazione|Le Brigate Rosse diventeranno la più sanguinaria organizzazione terroristica italiana di ispirazione comunista durante gli anni di piombo, arrivando a rapire (e poi a uccidere) Aldo Moro e la sua scorta, nel 1978.}} *{{NDR|Nel 1983}} Mi pare che ci siano gli elementi per [[Enzo Tortora|trovarlo colpevole]]: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. ([[Camilla Cederna]]) ::{{spiegazione|Nel 1986 la Corte d'appello di Napoli assolse il presentatore televisivo [[Enzo Tortora]] dalle accuse di trafficare in droga e di collusione con la camorra, accuse nate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che si dimostrarono totalmente infondate.}} *{{NDR|Nel 1984}} È ormai chiaro che non ci sarà in questo secolo alcuna riunificazione della [[Germania]]. ([[Flora Lewis]]). ::{{spiegazione|Il 9 novembre 1989 il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle frontiere con la Repubblica Federale Tedesca. La riunificazione tedesca fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.}} ==Tecnologia== *Che l'automobile abbia raggiunto il limite del suo sviluppo è dimostrato dal fatto che nel corso dell'ultimo anno non è stata introdotta nessuna miglioria davvero radicale. (da ''Scientific American''<ref>Citato in Alessandro Sinibaldi, ''Alla creatività e all'innovazione'', ''Gruppo 24 Ore'', 2012, [http://books.google.it/books?id=t0OvaHPYhZUC&pg=PA117 p. 117].</ref>, 2 gennaio 1909) ::{{spiegazione|L'ingegneria automobilistica vivrà nel secolo successivo le sue principali rivoluzioni tecnologiche.}} ===Computer=== *{{NDR|Nel 2004}} Lo spam sarà un ricordo del passato entro 2 anni. ([[Bill Gates]]) ::{{spiegazione|Il problema dello [[w:spam|spam]] è tuttora presente.}} *{{NDR|Riferendosi al [[w:Kernel Linux|Kernel Linux]] nel 1991}} NON è portabile (usa il metodo 386 per lo switching tra i task etc..), e probabilmente non supporterà mai nient'altro che gli Hard disk AT, perché è tutto ciò che ho :-(. ([[Linus Torvalds]]) ::{{spiegazione|Il kernel ''Linux'' è oggi operativo su numerose architetture e supporta una vasta quantità di hardware differente.}} *{{NDR|Nel 1991, commentando Linux, progettato da Linus Torvalds}} Sei fortunato che non sei mio studente, non prenderesti un buon voto per un progetto così. ([[Andrew Stuart Tanenbaum]]) ::{{spiegazione|Il kernel ''Linux'' divenne in breve tempo la base per migliaia di solide distribuzioni adottate in tutto il mondo, fra le quali [[Debian]], [[Ubuntu]] e [[Android]].}} ==Ambiente== *{{NDR|A febbraio 2010}} Dobbiamo facilitare le pratiche e i permessi legali per trivellare. ([[Sarah Palin]]) ::{{spiegazione|Sei settimane dopo si verificò il [[disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon]], il più grave disastro ambientale della storia degli Stati Uniti.}} *{{NDR|A ottobre 2010, sulla [[Crisi dei rifiuti in Campania|crisi dei rifiuti]] a [[Napoli]]}} Nel corso delle prossime 24 ore la situazione tornerà sotto controllo. ([[Guido Bertolaso]]) ::{{spiegazione|La crisi si protrarrà fino al 2012.}} *{{NDR|A dicembre 2010, sulla [[Crisi dei rifiuti in Campania|crisi dei rifiuti]] a [[Napoli]]}} Pensiamo che nei prossimi due giorni Napoli sarà pulita. ([[Silvio Berlusconi]]) ::{{spiegazione|La crisi si protrarrà fino al 2012.}} ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante le}} {{Raccolte dai media|ultime parole famose}} [[Categoria:Ultime parole famose| ]] 8l7jeb45bar3pd5lti6hzwa9x1eo0t3 William Shakespeare 0 216 1351434 1345815 2024-11-12T00:08:58Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Macbeth. 1351434 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Hw-shakespeare.png|thumb|William Shakespeare]] {{indicedx}} '''William Shakespeare''' (1564 – 1616), drammaturgo e poeta inglese. {{vedi anche|Amleto|Antonio e Cleopatra|Giulio Cesare (Shakespeare){{!}} Giulio Cesare|Enrico V (Shakespeare){{!}} Enrico V|Romeo e Giulietta}} ==''Cimbelino''== ===[[Incipit]]=== ====Aldo Camerino==== ''Britannia. Il giardino del palazzo di Cimbelino.<br>Entrano due gentiluomini.''<br> '''I gentiluomo''': Non incontrerete nessuno che non sia accigliato. Le nostre passioni non sono più ubbidienti ai cieli che i nostri cortigiani all'aspetto del re.<br> '''II gentiluomo''': Ma per qual ragione?<br> '''I gentiluomo''': Sua figlia, e l'erede del suo regno, quella che egli destinava all'unico figlio di sua moglie – una vedova che ha sposato da poco – si è data a un povero ma degno gentiluomo. Lo ha sposato: suo marito è bandito, lei imprigionata, tutto nelle apparenze è tristezza; ma il re, lo credo ferito nel profondo del cuore.<br> '''II gentiluomo''': Soltanto il re? ====Goffredo Raponi==== ''In Britannia, il palazzo di Cimbelino.<br>Entrano DUE GENTILUOMINI''<br> '''Primo gentil.''' – Qui non c'è caso che s'incontri un cane che non ti guardi con la faccia scura. Non obbediscono al voler celeste le nostre naturali inclinazioni, più di quanto agli umori del sovrano fan mostra d'accordare il loro aspetto i nostri cortigiani.<br> '''Secondo gent.''' – Che succede?<br> '''Primo gent.''' – Succede che sua figlia, erede del suo regno, destinata da lui ad andar sposa all'unico figliolo di sua moglie – una vedova da lui risposata recentemente – ha preferito a quello un gentiluomo povero ma degno, e l'ha sposato. Quello ora è bandito e lei reclusa; e un'aria di mestizia è scesa per la corte tutt'intorno; se pur io pensi che lo stesso re n'abbia profondamente risentito.<br> '''Secondo gent.''' – E nessuno oltre il re? ===Citazioni=== *Più non devi temere del fran sole l'ardore, né del rabbioso inverno l'infuriare; la tua terrena opera hai compiuto, a casa sei venuto, e la giusta mercede hai ricevuto. I fanciulli e le fanciulle dell'età dorata, tutti dovranno, al pari dello spazzacamino, convertirsi un giorno in cenere. ('''Guiderio''', atto IV, scena II) *La [[Fortuna]] sa far entrar in porto anche le navi senza [[timoniere]]. ('''Pisanio'''; atto IV, scena III; traduzione di Goffredo Raponi) *O prigionia, sii molto benvenuta! Tu sei forse per me la giusta via alla liberazione; grazie a te, sto meglio io di un malato di [[gotta]] che preferisce languir nel dolore piuttosto che cercar la guarigione ricorrendo a quel medico infallibile, la Morte; che sarebbe ora per me l'unica chiave che potrebbe sciogliermi da questi ceppi entro i quali anche tu, o mia coscienza sei impastoiata più dei miei piedi e delle mie caviglie. ('''Postumo'''; atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi) *Dormendo non si sente il mal di denti. ('''Primo carceriere'''; atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi) *Resta qui sospesa anima mia, come il frutto sull'albero, fino a tanto che questo se ne muoia! ('''Postumo''', atto V, scena V) *Non inginocchiatevi a me. Il potere che ho su di voi lo userò per risparmiarvi la vita, e il perdono sarà la mia vendetta. Vivete dunque, e agite verso il prossimo meglio che in passato. ('''Postumo''', atto V, scena V) *La parola per tutti è perdono. ('''Cimbelino''', atto V, scena V) ==''Come vi piace''== ===[[Incipit]]=== ====Antonio Calenda e Antonio Nediani==== ''Un giardino nella casa di Oliviero.<br>Entrano Orlando e Adamo.''<br> '''Orlando''': Per quanto ricordo, Adamo, ecco quel che accadde: per [[Testamenti dalle opere teatrali|testamento]] mio padre destinò a me un migliaio scarso di corone e, me lo dici tu stesso, incaricò, benedicendolo, mio fratello di allevarmi nel migliore dei modi. E così ebbe inizio la mia infelicità. Costui mantiene mio fratello Giacomo agli studi, e dei suoi progressi si dicono cose magnifiche; invece mantiene me, in casa, come un poveraccio, anzi, per dirla schietta, neanche mi mantiene, mi ci tiene segregato. Un tale trattamento, per un gentiluomo della mia nascita, differisce forse dal trattamento d'un bue nella stalla? I suoi cavalli sono curati, poiché oltre ad essere ben nutriti, vengono addestrati al maneggio da istruttori assoldati a caro prezzo; ma io, suo fratello, in questa situazione non ci guadagno altro che di crescere, e di sentirmi obbligato verso di lui quanto i suoi animali nel letame. A parte questo niente che mi dà in abbondanza, pare comportarsi in modo da privarmi di quel poco che la natura mi ha dato: mi fa mangiare coi servi, mi priva dei diritti di fratello, tenta in ogni modo di avvilire, con tale educazione, la mia nobiltà. Questo è quanto mi intristisce, Adamo, e lo spirito di mio padre, che io sento in me, comincia a ribellarsi contro questa schiavitù. Non voglio più sopportare queste cose, anche se non so ancora quale sia il modo per evitarle.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Come vi piace'', traduzione di Antonio Calenda e Antonio Nediani, Newton Compton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Verziere nella casa di Oliviero<br>Entrano ORLANDO e ADAMO''<br> '''Orlando''' – Sicché, se non ricordo male, Adamo, tutta l'eredità di nostro padre per me, in sostanza, si riduce a questo: un migliaio di misere corone e, in cambio della sua benedizione al mio fratello maggiore, l'impegno di costui, come tu ora mi dici, di provvedere ad allevarmi bene. E qui cominciano le mie disgrazie. Lui mantiene agli studi, fuori casa, l'altro fratello, Giacomo, e non si parla che del gran profitto ch'egli ne trae; mentre io son qui ad essere allevato dentro casa come un bifolco, e, a dirla proprio tutta, tirato su senza un'educazione; ché non si può chiamare educazione questa mia, che non è diversa in nulla dal governo dei buoi in una stalla. I suoi cavalli son tenuti meglio, perché, in aggiunta ad ottimo foraggio, sono addestrati da buoni scudieri ben pagati, laddove io, suo fratello, non ho da lui che il minimo che basti alla mia pura e semplice crescenza; talché le bestie ch'egli ha nelle stalle si può dire gli siano debitrici di quanto possa dir d'essergli io, né più né meno. Oltre a questo bel nulla ch'ei mi largisce con sì larga mano, mi viene deprivando a poco a poco dello stesso mio stato di natura: mi fa sedere a tavola coi servi, m'impedisce, con l'una o l'altra scusa, d'occupare il mio posto di fratello e s'ingegna di far tutto il possibile, per quanto è in suo potere, di annullare le radici della mia nobiltà negandomi ogni buona educazione. E questo, Adamo, è quel che più m'affligge; al punto ch'io mi sento rivoltare dentro di me lo spirito paterno contro un così umiliante trattamento. Ma ormai sono deciso a dire: basta! Basta di sopportare tutto questo, se pur non ho ben chiaro ancora in mente a qual saggio rimedio far ricorso.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Come vi piaccia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Che peccato che ai matti non sia permesso di parlare saggio di ciò che i saggi fanno pazzamente! ('''Pietraccia''': atto I, scena II) *Quale passione rende così pesante la mia lingua? Non sono riuscito a parlarle, nonostante ella volesse che io attaccassi discorso. ('''Orlando''', atto I, scena II) *La [[bellezza]] tenta i ladri più dell'oro. ('''Rosalinda''': atto I, scena III) *Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti... ('''Iacopo''': atto II, scena VII) *Non sai che sono donna? Quando penso, devo parlare. :Ti dimentichi forse che son donna? Devo [[parlare|dir]] quel che penso. ('''Rosalinda''': atto III, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Oh meraviglia, meraviglia, meraviglia delle meraviglie! E poi ancora meraviglia, e infine tutto ciò che la meraviglia può provocare in fatto di esclamazioni! ('''Celia''', atto III, scena II) *Chi manca di mezzi, contento e quattrini, tre buoni amici non ha vicini. (atto III, scena II; 2016) *Al mondo gli uomini son sempre [[amore e morte|morti]] e se li son mangiati sempre i vermi, ma nessuno di loro per [[amore e morte|amore]]. ('''Rosalinda''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Gli uomini sono morti in ogni tempo, e i vermi se li sono mangiati, ma non per amore. *No, no, Orlando, gli uomini sono come il mese di aprile quando corteggiano, mentre diventano come dicembre una volta sposati. Le fanciulle invece sono temperate come il mese di maggio quando sono nubili, ma l'aria cambia quando son maritate. ('''Rosalinda''', atto IV, scena I) *Il matto si crede saggio, ma il saggio sa d'esser matto. (atto V, scena I; 2016) *Non ti annoierò più allora con le mie stupide chiacchiere. ('''Rosalinda''', atto V, scena II) *{{NDR|Amare}} È esser tutto fantasia, passione, e tutto desiderio, adorazione, esser dovere, rispetto, umiltà, esser pazienza ed impazienza insieme, castità, sofferenza, obbedienza. ('''Silvio''': atto V, scena II) ==''Coriolano''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== ''Roma, una via. Entra un gruppo di cittadini rivoltosi con picche, clave e altre armi''<br>'''Primo cittadino''': Prima di proseguire, ascoltate le mie parole.<br>'''Tutti''': Parla, parla!<br>'''Primo cittadino''': Siete tutti decisi a morire ammazzati piuttosto che morire di fame?<br>'''Tutti''': Decisi, decisi.<br>'''Primo cittadino''': Prima di tutto, voi capite che Caio Marcio è il principale nemico del popolo.<br>'''Tutti''': Lo sappiamo, lo sappiamo.<br>'''Primo cittadino''': Uccidiamolo e avremo grano al nostro prezzo. Sentenza decisa?<br>'''Tutti''': Non se ne parli più: ai fatti. Via, andiamo. ====Franco Fochi==== ''Una via di Roma.<br>Entra un gruppo di popolani in rivolta, con randelli, clave e altre armi simili.''<br> '''I popolano''': Prima che andiamo avanti ancora, sentite.<br> '''Gli altri''': Parla.<br> '''I popolano''': Siete tutti decisi a morire piuttosto che patir la fame?<br> '''Gli altri''': Decisi! sì! tutti!<br> '''I popolano''': E voi sapete, anzitutto, che il primo nemico del popolo è Caio Marzio.<br> '''Gli altri''': Lo sappiamo, sì!<br> '''I popolano''': Uccidiamolo, e avremo il grano al prezzo giusto. È un verdetto?<br> '''Gli altri''': Non se ne parli più! Come già fatto! Via!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Coriolano'', traduzione di Franco Fochi, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Roma, una strada<br>Entra un gruppo di POPOLANI in rivolta, con mazze, randelli e altri ordigni''<br> '''Primo cittadino''' – (''Agli altri'') Prima d'andare avanti, m'ascoltate!<br> '''Tutti''' – Parla, parla.<br> '''Primo citt.''' – Decisi allora: morti, piuttosto che affamati!<br> '''Tutti''' – Decisi sì! – Decisi!<br> '''Primo citt.''' – Primo: ciascuno sa che Caio Marcio è il principale nemico del popolo.<br> '''Tutti''' – È Caio Marcio! Lo sappiamo tutti.<br> '''Primo citt.''' – Uccidiamolo, allora, e avremo il grano al prezzo nostro! Chiaro?<br> '''Tutti''' – Chiaro. Basta parole. Andiamo ai fatti!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Coriolano]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Dovessero venir prevaricati dal [[cormorano]] stomaco, ch'è la fogna del corpo. ('''Primo cittadino''': atto I, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, p. 11) *Che tutta la peste del vento del Sud si posi su di voi, vergogna di Roma! branco di – piaghe e bubboni. ('''Caio Marzio''', atto I, scena V) *Preferirei dover rimettermi a curare le mie ferite piuttosto che sentir raccontare come le ho ricevute. ('''Coriolano''': Atto II, Scena II, p. 241) *Preferirei farmi grattare la testa al sole quando fosse suonato l'allarme, che stare qui pigramente a sentir magnificare come prodigi i miei nonnulla. ('''Coriolano''', Atto II, Scena II, p. 241) *Si pensa che il valore sia la virtù suprema che più di ogni altra onora chi la possiede. ('''Cominio''', atto II, scena II) *La sua spada, impronta di morte, dove toccava andava dal viso al piede. Era una cosa di sangue, di cui ogni movimento era scandito da grida di morenti. ('''Cominio''', atto II, scena II) *Piuttosto che fare il buffone a questo modo, vadano l'alta carica e l'onore a chi ci si adatta. ('''Coriolano''': Atto II, Scena III, p. 248) *Cos'è la città se non il popolo? ('''Sicinio''', atto III, scena I) *Ah, per me, dico, datemi la [[pace e guerra|guerra]]! È meglio cento volte della [[pace e guerra|pace]], come il giorno è migliore della notte; la guerra è cosa viva, movimento, è vispa, ha voce, è piena di sorprese. La pace è [[ictus|apoplessia]], è letargia: spenta, sorda, insensibile, assonnata, e fa mettere al mondo più bastardi che non uccida uomini la guerra. ('''Servo''': atto IV, scena V) *Oh, mia diletta, questo lungo bacio, lungo come l'esilio, un bacio dolce come la mia vendetta! ('''Coriolano''': atto V, scena III; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :O, un bacio, lungo come il mio esilio, dolce come la mia vendetta! *O madre, madre! Che cosa hai fatto? Guarda, i cieli si aprono, gli dei volgono gli occhi in basso e ridono di questa scena innaturale. ('''Coriolano''', atto V, scena III) ===Citazioni sull'opera=== *Il ''Coriolano'' non ha avuto fortuna sulla scena, forse anche per il fatto che le passioni che danno vita al dramma non emergono dal quotidiano, o comunque non sono universalmente estensibili, ma sono piuttosto connesse alla particolare condizione di uomo politico del protagonista. La sorte del dramma fu talmente infelice che neppure i rifacimenti secenteschi ebbero successo. ([[Antonio Di Meo]]) *Più fortunato fu il dramma sulle scene italiane, dove recitarono la parte di Coriolano attori famosi come il Rossi, il [[Tommaso Salvini|Salvini]], il [[Gualtiero Tumiati|Tumiati]] e il [[Tino Carraro|Carraro]]. ([[Antonio Di Meo]]) *Secondo alcuni critici, il ''Coriolano'' più che una tragedia ha le caratteristiche del dramma storico. ([[Antonio Di Meo]]) *Perfino i critici favorevoli hanno trovato, in realtà, il ''Coriolano'' una tragedia fredda e piuttosto stanca, in cui la figura dell'eroe appare rigida e a volte grottesca, mentre addirittura inconsistente e incomprensibile può sembrare il comportamento del suo antagonista Aufidio. ([[Antonio Di Meo]]) *Critici come [[Derek Traversi]] hanno fatto notare che l'opera è in fondo più articolata e ricca di sensibilità di quanto non appaia ad una lettura che trascuri il gioco dell'ironia e i significati impliciti nei punti di vista che l'autore esprime tutto attraverso lo stile. ([[Antonio Di Meo]]) ==''Enrico IV''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== ''Una stanza nel palazzo''<br>'''Enrico''': Battuti dale tempeste, stanchi come siamo, e pallidi ancora di terrore, lasciam che la pace ci sorrida un istante, per avventarci poscia a nuove contese sopra sponde lontane. Questa terra non beverà più il sangue de' figli suoi: la guerra non strazierà più colla sua spada questo suolo fecondo; non più vi schiaccierà i suoi fiori sotto il piede di ferro dei nemici cavalli. ====Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio==== ''Londra. Il palazzo reale.<br>In scena Re Enrico e sir Gualtiero Blunt nell'atto di muovere incontro al Westmoreland e ad altri.''<br> '''Enrico''': Squassati come noi siamo da ansia tormentosa, smunti pei molti affanni, troviamo tuttavia breve tempo onde dar tregua alla pace atterrita sì ch'ella anelando sosti a dirci, con rotta affannosa voce, di nuove zuffe cui s'avrà a dare inizio su lidi tanto da noi remoti. Non più le riarse cavità di questo nostro suolo intingeranno avide le labbra nel sangue de' propri figli; non più la guerra distruttrice solcherà questi campi per scavarne trincee, né calerà sui teneri fiori percotendoli e calpestandoli con i ferrati zoccoli degli ostili corsieri.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Enrico IV'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990}} ====Paolo Dilonardo==== ''Entrano re Enrico, lord John di Lancaster e il conte di Westmoreland, con altri [lord]''<br> '''Re Enrico''': Scossi come siamo e pallidi d'affanno, troviamo il tempo per far sì che la pace impaurita e ansante torni a parlare con trafelati accenti di nuovi conflitti da intraprendere su lidi assai remoti. Non più la bocca riarsa della nostra terra si lorderà le labbra del sangue dei suoi stessi figli. Non più una guerra lacerante fenderà i suoi campi e schiaccerà i suoi teneri fiori sotto l'incedere ostile degli zoccoli ferrati.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La storia di Enrico IV'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Paolo Dilonardo, Giunti, 2017}} ====Goffredo Raponi==== ''Londra, il palazzo reale<br> Entrano Re Enrico, Giovanni di Lancaster, il conte di Westmoreland e altri nobili tra i quali sir Walter Blunt''<br> '''Enrico''' – Scossi ancor come siamo e spalliditi dai recenti affanni, non concediamo tuttavia respiro a questa nostra spaurita pace e, con voce pur rotta dall'affanno, ritorniamo a parlar dell'altra guerra da portare su più lontani lidi. Più non sarà che l'assetata bocca di questa terra abbia lorde le labbra del sangue dei suoi figli; né che la guerra scanali i suoi campi con valli e con trincee; le sue campagne, i suoi teneri fiori più non saranno calpestati e uccisi da passi ostili di ferrati zoccoli.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico IV]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *È fino al sepolcro di Cristo che noi andremo a guidare un bellicoso esercito d'[[Inghilterra|Inglesi]]... ('''Enrico''', parte I, atto I, scena I, p. 156) *L'[[Inglese]] è nato per cacciar l'infedele dalle sante pianure, che toccarono quei piedi divini, che per nostra salute furono, son già quattordici secoli, confitti in croce. ('''Enrico''', parte I, atto I, scena I, p. 155-156) *Non sarà mai detto ch'io mi sia dannato per l'amore d'alcun figlio di [[re]] cristiano. ('''Falstaff''', parte I, atto I, scena II, p. 160) *Dei miei falli io voglio fare uno strumento d'arte, e scegliere il momento di redimermi quando la gente meno se l'aspetti. ('''Principe''', parte I, atto I, scena II) *Infatti, mio signore, | io non v'ho mai negato i prigionieri [...]. ('''Hotspur''', parte I, atto I, scena III; Raponi) *Il [[sangue]] e il [[coraggio]] s'infiammano di più a risvegliar un leone, che a dar la caccia a un timido daino. ('''Hotspur''', parte I, atto I, scena III) *L'[[idea]] di un gran fatto varca sempre i limiti della moderanza. ('''Northumberland''': atto I, scena III, p. 167) *Quando la celia è tanto spinta, e massimamente a piedi, io la detesto. ('''Falstaff''', parte I, atto II, scena II, p. 174) *Non v'è che frode in uno scellerato; ma un [[viltà|codardo]] è peggio cento volte di un bicchier di vino adulterato; uno scellerato codardo. ('''Falstaff''', parte I, atto II, scena IV, p. 182) *Ti posso insegnare come scornarlo, il diavolo, col dir la verità. ('''Hotspur''', parte I, atto III, scena I) *Io capisco il linguaggio dei tuoi baci, | e tu quello dei miei ('''Mortimer''', parte I, atto III, scena I; Raponi) *Le compagnie, le compagnie cattive son state la mia rovina. (parte I, atto III, scena III; 2016) *In codesto tuo torso non c'è posto per fede, verità ed onestà, piena com'è di trippa e di budella. ('''Principe''', parte I, atto III, scena III) *L'onore è solo uno stemma usato ai funerali. ('''Falstaff''', parte I, atto V, scena I) *''Signori, il tempo della [[vita]] è breve. | Ma quand'anche la vita, | cavalcando la sfera del quadrante, | giungesse al suo traguardo dopo un'ora, | anche quel breve corso | sarebbe esageratamente lungo, | se trascorso in un'esistenza vile. | Se vivremo, vivremo per calcare | i nostri piedi sui corpi di [[monarchia|re]]; | se morremo, morire sarà bello | trascinando alla morte anche dei principi. | Assicurate le vostre coscienze: | l'armi son belle e giuste | se giusto è il fine per cui son brandite.'' ('''Hotspur''', parte I, atto V, scena II; Raponi) *C'è un'incapacità nell'uomo, innata, a separar l'età dall'avarizia, più che non a tenere separata la carne giovane dalla lussuria; ma l'una è castigata dalla [[gotta]], l'altra dalla [[sifilide]]; ma i mali che sono già per lui codesti due mi dispensano dall'indirizzargli anche tutte le mie maledizioni... ('''Falstaff'''; Parte II, atto I, scena II; Raponi, p. 232) *Maledetti pensieri degli uomini! Il passato e l'avvenire sembrano esser meglio; e le cose presenti appaiono, per contro, le peggiori. ('''Arcivescovo di York''', parte II, atto I, scena III) *Ah sir Giovanni, sir Giovanni, conosco assai bene il modo che avete di distorcere la verità e di tramutarla in menzogna. ('''Giudice supremo''', parte II, atto II, scena I) *Abbiamo sentito le campane di mezzanotte. ('''Falstaff''', parte II, atto III, scena II) *Signore, Signore, quanto siamo soggetti noi vecchi a questo vizio del mentire. ('''Falstaff''', parte II, atto III, scena II) :Dio, Dio, come noi uomini, da vecchi, siamo soggetti al vizio di mentire! (Raponi) *Dio solo sa, figlio mio, quali sentieri intricati e strade tortuose mi hanno condotto alla corona. ('''Re Enrico''', parte II, atto IV, scena III) *Mio padre è sceso nella tomba gravato dalle sue dissolutezze. ('''Principe Enrico''', parte II, atto V, scena II) ===Citazioni sull'opera=== *Falstaff è il carattere più comico che abbia creato la fertile immaginazione di Shakespeare. Egli introdusse quel personaggio in tre de' suoi drammi, e lo presentò sotto aspetti sempre nuovi, senza mai esaurirne l'effetto. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Falstaff è un tristo, ma il più gradito e più lepido uomo che sia mai vissuto. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Il contrasto di due giovani eroi, il principe Enrico e Percy, detto Hotspur, sparge gran splendore sulle scene della prima parte dell'Enrico IV. Tutte le amabili e seducenti qualità son date, a dir il vero, al principe di Galles; egli mescola alle triste brigate, senza poterne mai far parte, e tutto ciò che è ignobile gli si appressa senza lederlo. Le sue più folli stravaganze non sembrano che celie del suo spirito attivo, ritenuto suo malgrado nell'ozio. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Nella seconda parte dell'Enrico IV, Shakespeare impiega maggior arte a fine di supplire alla mancanza di materia, quanto ch'egli non vuole mai adornare arbitrariamente l'istoria più di quello che riecheggia la forma drammatica. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) ==''Enrico VI''== ===[[Incipit]]=== ====Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio==== ''L'Abbazia di Westminster. Corteo funebre.<br>Entra il feretro di re Enrico V con al seguito il duca di Bedford, reggente di Francia; il duca di Gloucester, protettore; il duca di Exeter; il conte di Warwick; il vescovo di Winchester; il duca di Somerset; araldi e altri.''<br> '''Bedford''': Siano parati a lutto i cieli ed il giorno ceda alla notte! Voi, [[Cometa|comete]], che presagite i mutamenti dei giorni e degli Stati, scotete in cielo le vostre trecce di splendente cristallo; fustigate con esse le maligne stelle ribelli che hanno permesso la morte di Enrico! Re Enrico quinto, troppo illustre per vivere a lungo! Mai l'Inghilterra aveva perduto un monarca di più grande valore.<br> '''Gloucester''': Mai, prima di lui, l'Inghilterra ebbe un vero e proprio sovrano. Egli era valoroso e ben degno di comandare; brandita, la sua spada accecava gli uomini co' suoi lampi; le di lui braccia si estendevano più ampie che non le ali d'un drago; e gli occhi scintillanti, colmi di fuoco pieno d'ira, abbagliavano e respingevano i nemici con maggior forza che non quella del sole meridiano che battesse in tutto il suo ardore sui loro visi... Che più dovrei io dire? i [''sic''] di lui atti sono al di là di qualsiasi parola; egli mai non alzò la mano se non per conquistare.<br> '''Exeter''': Noi lo piangiamo ora nerovestiti; perché mai non facciamo lutto, invece, nel sangue? Enrico è morto e più non rivivrà.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Enrico VI'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990}} ====Daniele Borgogni e Valentina Poggi==== ''Marcia funebre. Entra il corteo funebre di re Enrico V, seguito dal duca di Bedford (reggente di Francia), il duca di Gloucester (lord protettore), il duca di Exeter, il conte di Warwick, il vescovo di Winchester, e il duca di Somerset''<br> '''Bedford''': Paratevi a lutto, o cieli! Giorno, cedi il passo alla notte! Comet, che annunciate il mutare dei tempi e degli stati, brandite le vostre chiome cristalline nei cieli per sferzare le inique stelle ribelli, che hanno provocato la morte di Enrico - re Enrico quinto, troppo famoso per vivere a lungo. L'Inghilterra non ha mai perduto un sovrano così degno.<br> '''Gloucester''': L'Inghilterra non ha mai avuto re prima. Meritava il comando per le sue virtù. La sua spada brandita accecava gli uomini coi suoi bagliori. Le sue braccia si stendevano ampie più delle ali di un drago. I suoi occhi sfolgoranti colmi d'ardente ira abbacinavano e respingevano i nemici più del sole meridiano. Che posso dire? Le sue gesta superano qualunque parola. Non ha mai alzato la mano senza vincere.<br> '''Exeter''': Lo piangiamo nel lutto, perché non nel sangue? Enrico è morto e mai rivivrà.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Enrico VI'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Daniele Borgogni e Valentina Poggi, Giunti, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''L'Abbazia di Westminster.<br>Marcia funebre – Entra il feretro di Re Enrico V ed è steso sul catafalco. Seguono la salma il DUCA DI BEDFORD, il DUCA DI GLOUCESTER, il DUCA DI EXETER, il CONTE DI WARWICK, il VESCOVO DI WINCHESTER''.<br> '''Bedford''' – Si ammantino di nero a lutto i cieli, ceda il giorno alla notte! Comete che annunciate sulla terra mutamenti dell'ère e degli Stati, le vostre lunghe trecce di cristallo brandite per il cielo a fustigare quelle cattive e ribellanti stelle ch'hanno assentito alla morte d'Enrico! Enrico Quinto Re, troppo famoso per vivere a lungo! Mai re più degno perdé l'Inghilterra!<br> '''Gloucester''' – Mai ebbe un re Inghilterra prima di lui; egli era valoroso, nato per il comando; la sua spada, quando dalle sue mani era brandita abbarbagliava tutti coi suoi lampi; le sue braccia s'aprivano più larghe dell'ali di un dragone; i suoi occhi nell'ira sfavillanti abbacinavano e respingevano i nemici con assai maggior forza della spera d'un sole meridiano ardente, che sbattesse loro in faccia. Che potrei dire ancora?... Le sue gesta superan le parole: mai la mano egli alzò, se non fu per conquistare.<br> '''Exeter''' – Noi lo piangiamo in nero: e perché non in gramaglie di sangue?<ref>"''We mourn in black; why mourn we not in blood?''": intendi: "Invece di piangerlo vestiti di nero, vendichiamolo vestendoci del sangue dei nemici uccisi".</ref> Enrico è morto e più non rivivrà.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico VI]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *La [[gloria]] è simile a un cerchio nell'acqua che va sempre allargandosi, sin quando per il suo stesso ingrandirsi si risolve nel nulla. ('''Giovanna''': parte I, atto I, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) :La [[gloria]] è simile a un cerchio nell'acqua che non smette mai di allargarsi, fino a che, a causa del suo stesso ingrandirsi, non si disperde in un nulla. *E ora che dite, mia signora? Siete ormai persuasa che Talbot non è se non l'ombra di sé medesimo? ('''Talbot''', parte 1, atto II, scena III) *Questa controversia... invierà migliaia di anime, in nome della rosa rossa e della bianca, alla morte e alle tenebre dell'eterna notte. ('''Warwick''', parte 1, atto II, scena IV) *''C'è un diavolo che ti sta sempre accanto | nelle sembianze d'un vecchio grassone; | t'è socio di bagordi un uomo-botte. | Che t'è saltato mai di far brigata | con quel baule carico d'umori, | con quel cassone di bestialità, | quel pacco turgido d'ipocrisia, | quell'otre enorme di vino di Spagna, | quel borsone imbottito di budella, | quel manzo arrosto col ventre farcito, | quel reverendo simbolo del vizio, | quella malvagità grigio-canuta, | quel gran ministro di ruffianeria, | quella prosopopea carica d'anni?'' {{NDR|[[Insulti dai libri|insulto]]}} ('''Principe''': parte 1, atto II, scena IV, traduzione di Goffredo Raponi) *Non vi è corazza più forte di un cuore incontaminato! Tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia. (atto III, scena II) *Possa romperti in mille pezzi, e consumarti in cenere, tu maledetta pazza ministra dell'inferno! ('''Riccardo, duca di York'''), parte 1, atto V, scena IV) *Il popolo è come uno sciame di api infuriato che, per aver perso la propria regina, si sparpaglia qua e là. ('''Warwick''', parte 2, atto III, scena II) *Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati. :Intanto, come primissima cosa, ammazzeremo tutti gli avvocati. ('''Dick''': parte II, atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) *È grave peccato giurare di commettere peccato, ma peccato ancor più grave è mantenere un giuramento peccaminoso. ('''Salisbury''', parte 2, atto V, scena I) *Riusciremo a correre più veloce dei cieli? ('''Re Enrico''', parte 2, atto V, scena II) *''Ma dimmi: non hai mai sentito dire | che ciò che fu acquistato con la frode | è sempre destinato a triste fine? | E qual felicità recò a suo figlio | quel padre che per ammassar ricchezze | si guadagnò l'inferno? | L'eredità ch'io lascerò a mio figlio | sarà quella delle mie [[buona azione|buone azioni]]; | ed io vorrei che queste, e solo queste, | avesse a me lasciato il padre mio. | Ché tutto il resto si può sol serbare | ad un tal prezzo d'angosciose cure, | mille volte più alto del piacere | che si possa provar nel possederlo.'' ('''Enrico''', terza parte, atto II, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) *La mia corona è nel mio cuore, non sul mio capo; non è tempestata di diamanti e di gemme d'oriente. ('''Enrico VI''', parte 3, atto III, scena I) *''Che amore può ispirare | un essere così? Mostruoso errore, | coltivar nella mente un tal pensiero! | Perciò poiché nient'altro questo mondo | può offrirmi, come unico piacere, | che dominare, reggere, angariare | chi è meglio dotato da natura, | io farò del sognare una corona | tutto il mio paradiso sulla terra, | e stimerò un inferno questo mondo | finché non brillerà sulla mia testa, | retta da questo mio tronco deforme, | l'oro di una corona.'' ('''Gloucester''', terza parte, atto III, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) *Posso sorridere, e uccidere mentre sorrido. ('''Gloucester''', parte 3, atto III, scena II) *Ebbene, cos'altro è il fasto, il potere, il regno, se non terra e polvere? Ah, in qualsiasi modo viviamo, dobbiamo pur sempre morire. ('''Conte di Warwick''', parte 3, atto V, scena II). *''E dunque, poi che m'ha voluto il cielo | così brutto e deforme, sia l'inferno | a foggiarmi in sua proporzione l'anima. | Posso dire di non aver fratelli, | perché a nessun fratello rassomiglio; | e la parola "amore" | che i barbagrigia chiamano divina, | può albergare nelle creature umane | che s'assomigliano tutte tra loro, | ma non in me. Io son solo me stesso.'' ('''Gloucester''', terza parte, atto V, scena VI, traduzione di Goffredo Raponi) ==''Enrico VIII''== ===[[Incipit]]=== ====Goffredo Raponi==== '''Prologo''' – Non vengo questa volta a farvi ridere. Cose di gran momento, dal piglio triste, grave, doloroso, nobili e travagliate, piene di tragica maestosità; scene di così nobile dolore da trar dagli occhi rivoli di pianto, son quelle che andiamo a presentare. Quelli tra voi più inclini alla pietà, potranno, se così saran disposti, far anche qualche lacrima: l'argomento lo merita senz'altro. Chi ha speso il suo denaro sperando di veder cose credibili, potrà trovarne di fin troppo vere.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Enrico VIII]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ====Carlo Rusconi==== Non vengo più per farvi ridere. Vi presentiamo oggi gravi avvenimenti importanti e dolorosi, grandi e tragiche calamità, scene nobili e commoventi, ben atte a far scorrere le vostre lagrime. Coloro ai cui cuori non è ignota la compassione, possono oggi, se vogliono, versare qualche lacrima: il soggetto ne è degno. Coloro che danno il loro denaro sperando vedere rappresentati fatti storici e degni di fede avranno modo di scorger qui la verità.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Re Enrico VIII'', traduzione di Carlo Rusconi, Newton, 1990}} ===Citazioni=== *E nondimeno io sono più ricco dei miei vili accusatori che mai conobbero cosa significasse la verità. ('''Buckingham''', atto II, scena I) *Quest'uomo orgoglioso ci ridurrà da principi a paggi. ('''Norfolk''', atto II, scena II) *Addio, un lungo addio a tutta la mia grandezza! ('''Wolsey''', atto III, scena II) *Ama te stesso dopo tutti, accarezza coloro che ti detestano: la corruzione non è più potente dell'onestà. ('''Wolsey''', atto III, scena II) *Se soltanto avessi servito il mio Dio con metà dello [[zelo]] con cui ho servito il mio re, egli non mi avrebbe abbandonato nella mia vecchiaia, nudo, ai miei nemici. ('''Wolsey''', atto III, scena II) ==''I due gentiluomini di Verona''== ===[[Incipit]]=== ====Corrado Pavolini==== ''Verona. Una piazza.<br>Entrano Valentino e Proteo.''<br> '''Valentino''': Non sperar mai di convincermi, caro Proteo. Gioventù che rimane al paese avrà sempre cervello paesano. Vorrei io piuttosto, non fosse che l'amore incatena la giovinezza ai dolci sguardi della tua onorata diletta, persuaderti ad accompagnarmi: veder le meraviglie d'un mondo lontano, invece che restarcene qui a poltrir nel tedio e a consumare gli anni migliori in una inerzia senza costrutto. Ma dacché sei innamorato, segui le tue inclinazioni; e cerca di trovar tanta felicità nell'amore quanta ne auguro a me stesso, dovessi anch'io innamorarmi.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''I due gentiluomini di Verona'', traduzione di Corrado Pavolini, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Verona, una strada''<br> '''Valentino''' – Proteo, mio caro, è inutile che insisti, tanto non riuscirai a persuadermi: gioventù che al paese vuol restare, paesana nell'animo rimane. Se non fosse l'amore a incatenare i tuoi giovani giorni ai dolci sguardi della tua ragazza, sarei io ad insistere con te per averti compagno per il mondo ad ammirarne tutte le bellezze, invece di star qui a poltrir nel tedio e consumare i tuoi anni migliori in una oziosità senza costrutto. Ma, visto che ti sei innamorato, seguita a far come ti detta amore; ed in esso t'arrida quel successo che vorrei augurare anch'io a me, quando comincerò ad amare anch'io.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm I due gentiluomini di Verona]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *'''Giulia''': Perché di Proteo solo non giudichi il valore? <br /> '''Lucietta''': Dirò allora: fra tutti io lo stimo il migliore. <br /> '''Giulia''': La ragione? <br /> '''Lucietta''': Soltanto una ragione da donna: credo così perché credo così. <br /> '''Giulia''': E a lui dovrei concedere il mio affetto? <br /> '''Lucietta''': Sì, pensando di averlo ben collocato. <br /> '''Giulia''': A lui meno che a tutti voce del cuore mi chiama. <br /> '''Lucietta''': Pur credo che fra tutti sia quei che più vi ama. <br /> '''Giulia''': Il suo scarso parlare dimostra scarso amore. <br /> '''Lucietta''': Nel fuoco più compresso cova più intenso ardore. <br /> '''Giulia''': Non ama chi d'amore al proprio ben non parla. <br /> '''Lucietta''': Oh! ama assai di meno chi con tutti ne ciarla. <br /> (da ''[http://www.readme.it/libri/3/3055190.shtml I due gentiluomini di Verona]'', atto I, scena II) *Se abbandono la mia Giulia sono spergiuro; se amo la bella Silvia sono spergiuro; se tradisco l'amico sono gravemente spergiuro. ('''Proteo''', atto II, scena VI) *Che cosa c'è che egli tanto apprezza in lei che non sia apprezzabile anche nella sottoscritta, se questo folle amore non fosse un dio bendato? ('''Giulia''', atto IV, scena IV) *In amore, chi rispetta un amico? ('''Proteo''', atto V, scena IV) *Il pudore insegna che è assai minor peccato, per una donna mutare d'abito che per un uomo mutare affetto. ('''Giulia''', atto V, scena IV) ==''Il mercante di Venezia''== ===[[Incipit]]=== ====Agostino Lombardo==== ''Entrano Antonio, Salerio e Solanio''<br> '''Antonio''': Veramente non so perché sono così triste: mi stanca – voi dite che stanca voi. Ma come l'ho presa, trovata o come vi sono arrivato, di che stoffa è fatta, da dove è nata, debbo impararlo: e un tale inetto fa di me questa tristezza che fatico a conoscere me stesso.<br> '''Salerio''': La vostra mente ondeggia sull'oceano, dove le vostre ragusee incedendo con maestosa vela sull'acqua come signori e ricchi castellani, o come teatri mobili del mare, guardano sprezzanti i piccoli mercantili che s'inchinano, fan loro la riverenza, mentre li sorpassano volando con le ali trapunte.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2003}} ====Franco Marenco==== ''Entrano Antonio, Salerio e Solanio''<br> '''Antonio''': Davvero non mi capacito perché sono così triste. È una cosa che mi stanca e, dici tu, che stanca anche te. Ma come io l'abbia presa, o trovata, o incontrata, e di quale sostanza sia fatta, o dove sia nata, vorrei capirlo; una tristezza che mi istupidisce talmente da rendermi difficile conoscere me stesso.<br> '''Salerio''': È l'oceano che ti agita la mente, là dove le tue navi dalle vele possenti, come signore e ricche autorità sulle onde – ovvero, fastosi cortei del mare – guardano dall'alto i piccoli trafficanti che a loro si inchinano, le riveriscono, mentre gli volano accanto con le loro ali trapunte.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Franco Marenco, Giunti, 2019}} ====Paola Ojetti==== ''A Venezia, in strada.<br>Entrano Antonio, Salarino e Salanio.''<br> '''Antonio''': Non so davvero perché sono tanto triste. E questa tristezza mi stanca, e voi stessi dite d'esserne stanchi. Ma ho ancora da sapere dove l'ho presa, dove me la son trovata, come me la son guadagnata, di che diavolo è fatta, da dove è spuntata. Ed essa mi stordisce così che stento a riconoscere me stesso.<br> '''Salarino''': La vostra mente è agitata perché segue sul mare le vostre navi dalle immense vele, le vostre navi che come signori e ricchi borghesi dei flutti in sfarzoso corteo guardano dall'alto i vascelletti dei piccoli trafficanti che fanno continue riverenze sotto il volo di quelle grandi ali.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990}} ==== Carlo Rusconi==== ''Venezia. Una strada. (Entrano Antonio, Salarino, e Solanio)''<br>'''Antonio''': In verità, non so perché sono così triste. Mi duole e dite che ciò duole anche a voi; ma io in qual guisa sia pigliato questo affanno, come l'abbia trovato, in che consista, da che sia originato, non so ancora comprendere. Sono reso tanto malconcio mia imbelle tristezza che stento a riconoscermi.<br>'''Salarino''': La vostr'anima egue le gitazioni dell'oceano; essa va dietro ai vostri bei vascelli che, colla loro superba alberatura, vogando sopra i flutti, sembrano i sovrani, o i primi cittadini del mare, e signoreggiano sulla fila dei minuti navigli, che offrono loro un umile omaggio passando sospinti dalle loro ali di lino.<br> {{NDR|Carlo Rusconi, Orsa Maggiore editrice, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Venezia, una calle.<br>Entrano ANTONIO, SALERIO e SOLANIO''<br> '''Antonio''' – La ragione per cui son così triste, in verità, non so nemmeno dirla; mi sento come oppresso internamente, ed anche voi mi dite che lo siete; ma da dove mi venga quest'umore, dov'io l'abbia trovato, come ci sia caduto, di che è fatto, da che nasce, lo devo ancora apprendere; m'intorpidisce a tal punto lo spirito che stento a riconoscere me stesso.<br> '''Salerio''' – È che tu col pensiero navighi avanti e indietro per l'oceano, là dove le tue belle ragusine<ref>"''... your argosies''": "''argosies''" (o "''ergosies''"), "ragusine" o "ragusee" si chiamavano per antonomasia le grandi galee mercantili veneziane, da Ragusa (latino "''Ergasia''"), il grande porto dalmata, dominio della Serenissima, il cui commercio con l'Inghilterra era fiorente al tempo di Shakespeare. Era uso chiamare le navi dal nome della città che le armava (cfr. nell'"''Otello''", I, 1, 26, "veronese" da Verona, altro dominio di Venezia).</ref> con le loro imponenti velature a somiglianza di grandi signori e impettiti borghesi sopra i flutti, o di carri d'un gran corteo marino,<ref>"''Or as it were the pageants of the sea''": "''pageant''" è il corteo, la parata celebrativa di eventi importanti con l'esibizione di figure e costumi sfarzosi e con la riproduzione di scene storiche o allegoriche. "''Pageants of the sea''" furono chiamati – ma solo più tardi, ai primi del 1700 – le piattaforme mobili sull'acqua sulle quali erano rappresentate scene dei "''mistery plays''".</ref> riguardano dall'alto con sufficienza i più modesti barchi che fanno loro riverente ossequio nel vederle sfilare velocissime sull'ali delle ben tessute vele.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il mercante di Venezia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Io considero il mondo per quello che è: un [[palcoscenico]] dove ognuno deve recitare la sua parte. ('''Antonio''': atto I, scena I) *Se fare fosse facile quanto sapere ciò che va fatto, le cappelle sarebbero chiese e le catapecchie dei poveri palazzi principeschi. ('''Porzia''': atto I, scena II) *Il [[diavolo]] non si fa scrupolo, pei suoi disegni, di citar le Scritture. ('''Antonio''': atto I, scena III; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi. *Ma amore è cieco, e gli amanti non vedono le amabili follie cui s'abbandonano. ('''Gessica''': atto II, scena V; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Ma l'amore è cieco e gli amanti non possono vedere le graziose follie ch'essi commettono. *Non ha occhi un [[ebrei|ebreo]]? Non ha mani, organi, statura, sensi, affetti, passioni? Non si nutre anche lui di cibo? Non sente anche lui le ferite? Non è soggetto anche lui ai malanni e sanato dalle medicine, scaldato e gelato anche lui dall'estate e dall'inverno come un cristiano? Se ci pungete non diamo sangue, noi? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate non moriamo? ('''Shylock''': atto III, scena I) *Oh, fortunati strazi quando chi mi tortura mi insegna le risposte per liberarmi! ('''Bassanio''': atto III, scena II; traduzione di Carlo Rusconi, p. 92) *Dimmi dov'è l'amore, al cuore in fondo o nella testa? ('''Cantante''', atto III, scena II) *Aspetta un momento, c'è qualcos'altro. Questo contratto non ti accorda neanche una goccia di sangue. Le precise parole sono: "Una libbra di carne". Prendi dunque la tua penale, prendi la tua libbra di carne, ma se, nel tagliarla, versi una goccia di sangue cristiano, le tue terre e i tuoi averi sono, per le leggi di Venezia, confiscati dallo Stato di Venezia. ('''Porzia''': atto IV, scena I) *Il carattere della [[compassione]] è di non essere costretta; essa scende come una dolce pioggia dal cielo ed è due volte benedetta; benedice colui che la concede e quegli su cui si spande; è la più gran potenza dei maggiori potenti e si addice al monarca regnante meglio della sua corona. ('''Porzia''': atto IV, scena I; traduzione di Carlo Rusconi, p. 102) *'' Il tuo spirito bestiale | Governò un lupo, che fu impiccato | Per strage di uomini: ma la sua anima turpe | Fuggì dalla forca e mentre tu giacevi | Nel tuo grembo sconsacrato si infuse in te: | i tuoi appetiti, infatti, sono lupeschi, | Sanguinari, famelici, feroci.'' {{NDR|[[insulti dai libri|insulto]]}} ('''Graziano''': atto IV, scena I, vv. 133-138)<ref>William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=kurCXTZeENAC&printsec=frontcover&pg=145#v=onepage&q&f=false p. 145]. ISBN 88-07-82038-2.</ref> *Nulla v'è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l'eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall'armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell'animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l'Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile. ('''Lorenzo''': atto V, scena I) *Possiamo chiudere con il [[passato]], ma il passato non chiude con noi. *Come arrivano lontano i raggi di quella piccola candela: così splende una [[buona azione]] in un mondo malvagio. ('''Porzia''': atto V, scena I) :Come sparge lontano il suo chiarore quel picciol lume! Non diversamente risplende in mezzo ad un malvagio mondo un atto di bontà. ('''Porzia''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi) *In questa notte, direi, l'alba è malata. ('''Porzia''', atto V, scena I) ==''Il racconto d'inverno''== ===[[Incipit]]=== ====Fruttero & Lucentini==== '''Archidamo''' — Se avrai occasione di visitare la Boemia, Camillo, vedrai che come t'ho detto c'è una grande differenza tra la nostra Boemia e la tua Sicilia.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ====Agostino Lombardo==== [''Sala nel palazzo di Leonte, re di Sicilia]''<br>''Entrano Camillo e Archidamo''<br> '''Archidamo''': Se mai si darà il caso, Camillo, che visitiate la Boemia in un'occasione simile a quella per cui io presto qui i miei servigi, noterete, come ho detto, una grande differenza tra la nostra Boemia e la vostra Sicilia.<br> '''Camillo''': Credo che l'estate prossima il re di Sicilia intenda restituire al Boemia la visita che giustamente gli deve.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2004}} ====Eugenio Montale==== ''Anticamera nel palazzo di Leonte.<br>Entrano Camillo e Archidamo.''<br> '''Archidamo''': Se vi accadrà, Camillo, di visitare la Boemia per un'occasione simile a quella per cui sono ora qui di servizio, voi vedrete, come v'ho detto, una grande differenza tra la nostra Boemia e la vostra Sicilia.<br> '''Camillo''': Credo che nella prossima estate il re di Sicilia intenda ricambiare al re di Boemia la visita che giustamente gli deve.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Sicilia, il palazzo di Leonte<br>Entrano ARCHIDAMO e CAMILLO''<br> '''Archidamo''' – Se v'accadrà, Camillo, vi dicevo, di visitare un giorno la Boemia per una circostanza come questa ond'io mi trovo adesso qui in servizio, constaterete quanto sia diversa dalla vostra Sicilia.<br> '''Camillo''' – Giustappunto credo che questa estate il nostro re abbia in mente di rendere al Boemia<ref>I sovrani sono indicati spesso in Shakespeare – com'era uso nella poetica del tempo – col nome del paese in cui regnano.</ref> la visita di Stato che gli deve.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il racconto d'inverno]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Troppo calore, troppo calore! Mescolar tanto l'amicizia significa mescolare i sangui. ('''Leonte''', atto I, scena II) *[[Eresia|Eretico]] sarà chi accenda il rogo, non già colei che vi brucerà dentro! ('''Paolina''', atto II, scena III) *Signore, risparmiatevi le minacce! Lo spettro con cui vorreste spaventarmi, io lo cerco. ('''Ermione''', atto III, scena II) *Tu t'imbatti in cose che muoiono, io in cose appena nate. ('''Pastore''', atto III, scena III) *Ché un boccale di [[birra]] è un pasto da re. ('''Autolico''', atto IV, scena III) *Gli [[asfodelo|asfodeli]], che spuntano prima che la rondine osi e afferrano con la loro bellezza i venti di marzo. ('''Perdita''', atto IV, scena IV) *Possan gli dèi beati conservare purgata l'aria nostra dai miasmi, per tutto il tempo che starete qui! ('''Leonte''', atto V, scena I) ==''Il re Giovanni''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== ''Northampton. – La sala de Consiglio nel palazzo regio''<br>'''Giovanni''': Ora, signor di Chatillon, parlate: che chiede da noi la Francia?<br>'''Chatillon''': Quel sire vi saluta, e dice per bocca mia alla Maestà, alla simulata Maestà d'Inghilterra...<br>'''Elinora''': Strano principio... Maestà simulata!<br>'''Giovanni''': Silenzio, buona madre; ascoltiam l'ambasciatore.<br>'''Chatillon''': Filippo di Francia, disposando la causa e i giusti diritti del figlio di Gefredo, tuo fratello estinto, Arturo Plantageneto, reclama in nome della legge questa bella isola e il suo territorio, l'Irlanda, il Poitiers, l'Anjou, la Touraine e il Maine, e vuole che tu deponga la spada con cui t'afforzi in un ingiusto potere, e la rimetta fra le mani del giovane Arturo, tuo nipote, e tuo vero e legittimo sovrano. ====Rossella Ciocca==== ''Squilli di tromba. Entrano re Giovanni, la regina Eleonora e i conti di Pembroke, Essex, Salisbury insieme all'ambasciatore di Francia Châtillon''<br> '''Re Giovanni''': Allora parla, Châtillon. Cosa vuole la Francia da noi?<br> '''Châtillon''': Così, dopo i saluti, il re di Francia, tramite me, parla alla maestà, la maestà imprestata, d'Inghilterra qui presente.<br> '''Regina Eleonora''': Ben strano inizio: 'maestà imprestata'!<br> '''Re Giovanni''': Tranquilla, buona madre, ascoltiamo l'ambasciata.<br> '''Châtillon''': Filippo di Francia, a tutela e in nome di Arturo Plantageneto, figlio del tuo deceduto fratello Goffredo, reclama il legittimo possesso di questa bella isola e delle sue province d'Irlanda, Poitou, Anjou, Touraine e Maine; invitandori a deporre la spada che usurpa il diritto su tali domini e a cederla al giovane Arturo, tuo nipote e legittimo sovrano.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Vita e morte di Re Giovanni'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Rossella Ciocca, Giunti, 2017}} ====Tommaso Pisanti==== ''La sala del trono nel palazzo di Re Giovanni.<br>Entrano Re Giovanni, la regina Eleonora, Pembroke, Essex, Salisbury e altri del seguito; e, con essi, Chatillon, ambasciatore del re di Francia.''<br> '''Re Giovanni''': Ora ditemi, Chatillon, che vuole da noi questo Francia?<br> '''Chatillon''': Il re di Francia invia il suo saluto e così parla, per voce mia, alla maestà – una maestà raccattata – del re d'Inghilterra.<br> '''Eleonora''': Uno strano esordio: «maestà raccattata»!<br> '''Re Giovanni''': Non parlate, madre; ascoltiamo l'ambasceria.<br> '''Chatillon''': Filippo re di Francia, in nome, leale e giusto, di Arturo Plantageneto, figlio del tuo defunto fratello Goffredo, reclama con piena legittimità questa bella isola e le sue dipendenze, Irlanda, Poitou, Angiò, Turenna e Maine, invitandoti a deporre la spada con la quale le governi avendoli tu usurpati, questi vari possessi, e a restituirla nelle mani del giovane Arturo, tuo nipote e loro legittimo sovrano.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Re Giovanni'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Southampton, sala nel palazzo di Re Giovanni<br>Entrano RE GIOVANNI, la REGINA ELEONORA, PEMBROKE, ESSEX, SALISBURY e CHATILLON''<br> '''Re Giovanni''' – Allora, Chatillon, dite, che vuole Francia<ref>"''What would France with us?''": i re, al pari dei nobili titolari di principati, ducati, contee, marchesati ecc., sono indicati spesso in Shakespeare col nome del regno o del dominio di cui sono titolari. La sineddoche della identificazione del nome della persona con la terra era consueta anche nel linguaggio comune.</ref> da noi?<br> '''Chatillon''' – Così il re di Francia, dopo avervi mandato il suo saluto, parla per il mio mezzo alla maestà – maestà d'accatto – del re d'Inghilterra.<br> '''Eleonora''' – "Maestà d'accatto"... Stravagante esordio!<br> '''Giovanni''' – Silenzio, madre, udiamo l'imbasciata.<br> '''Chatillon''' – Filippo re di Francia, nel legittimo nome e nel diritto del figlio del fratello tuo Goffredo,<ref>Goffredo è il quarto figlio di Enrico II, Giovanni è il quinto. Alla morte di Enrico (1189), il trono era andato al suo terzo figlio Riccardo (detto Cuor-di-leone). Goffredo è morto prima (1186), ma ha lasciato un figlio maschio, Arturo, al quale, alla morte di Riccardo, sarebbe spettato il trono per diritto di rappresentazione osservato dalla regola dinastica. Se ne impadronisce invece Giovanni, col favore e la complicità della madre Eleonora d'Aquitania. Costei, moglie ripudiata di Luigi VII di Francia, aveva sposato Enrico due anni prima (1152) che questi ascendesse al trono dello zio Stefano. All'apertura del dramma (1200) Arturo ha 13 anni, Giovanni 33, Eleonora 78. Secondo alcuni storici, lo stesso Riccardo Cuor-di-leone, partendo per la crociata in Terrasanta (v. più sotto la nota 27) aveva esplicitamente istituito suo erede il giovane Arturo.</ref> defunto, Arturo dei Plantageneti, accampa la giustissima pretesa al possesso di quest'isola bella e dei dominii d'Irlanda, Poitou, Angiò, Turenna e Maine;<ref>Erano, salvo l'Irlanda, i possedimenti della corona inglese in terra di Francia.</ref> e t'invita a deporre quella spada che quelle terre tiene in suo dominio da usurpatrice, e rassegnarla in pace nelle mani del tuo nipote Arturo, loro legittimo signore e re.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Giovanni]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Mondo pazzo, re pazzi, patto pazzo! ('''Filippo il Bastardo''', atto II, scena I) *Perché il coraggio lievita nell'emergenza. (atto II, scena I; 2016) *Buon amico, non hai ancora ragione di dirlo, ma l'avrai, e, per quanto il tempo scorra lentamente, verrà il momento che ti farò del bene. Avrei una cosa da dirti, ma lasciamo andare: v'è il sole in cielo e il giorno nel suo splendore, accompagnato dal piaceri del mondo, è troppo gioioso e pieno di spassi per darmi ascolto: se la campana di mezzanotte con lingua di ferro e bocca di bronzo sonasse all'orecchio intorpidito della tenebra notturna, se questo luogo dove siamo fosse un cimitero e ti fossero stati fatti mille torti, o se il triste spirito della malinconia avesse ridotto e reso spesso il tuo sangue, che altrimenti corre frizzando su e giù per le vene, e insedia quello sciocco che è il riso negli occhi degli uomini e ne gonfia le guance in vana allegria, passione che cozza coi miei propositi, o se tu potessi vedermi senza occhi, udirmi senza orecchi e rispondermi senza la lingua, usando la mente soltanto, senza occhi, orecchi e nocivo suon di parole; ebbene, allora a dispetto del giorno che vigila con gli occhi spalancati, ti riverserei i miei pensieri nel petto. Ma ah! Non lo farò! Eppure ti amo assai, e in verità credo che tu pure ami me. ('''Giovanni''': atto III, scena III) *Mai stabil fondamenta poggiò sul sangue. ('''Giovanni''', atto IV, scena II) *Ah! Quante volte ci eccita al [[delitto]] la sola vista dei [[mezzo|mezzi]] di compierlo! (atto IV, scena II, p. 51) *Chiunque permette alla propria lingua di dire un [[bugia|mendaccio]], non dice il vero, e chiunque non dice il vero, mente. ('''Uberto''': atto IV, scena III) *Mi sento tutto come frastornato, come avessi perso la strada, tra le spine e le trappole del mondo. ('''Filippo il Bastardo''', atto IV, scena III) *Il cittadino crucciato fa alleanza col nemico... (atto IV, scena II, p. 56) *Oh, [[sintomo|sintomi]] vani e incannatori! I mali, allorché divengono estremi, non sono più sentiti: la morte, dopo aver manomesso il di fuori, lo abbandona, e fatta invisibile investe l'anima e l'assedia e l'opprime con legioni di fantasime e di larve, che affollandosi si conseguono confuse e senza interruzione. (atto V, scena VII, p. 68) ===Citazioni sull'opera=== *Il ''re Giovanni'' è il prologo, come l' ''Enrico VIII'' è l'epilogo degli otto drammi nazionali che succedendonsi l'uno all'altro, e formano, per così dire, la grande epopea della nazione britannica. Nel ''re Giovanni'' si cominciano a trattare tutti i soggetti politici e patrii che si svolgono poi così ampiamente; e vi si veggono guerre e negoziati colla Francia, una usurpazione e la tirannide che necessariamente ne deriva, l'influenza del clero e i litigi dei Grandi. È probabile che Shakespeare componesse questo dramma e l' ''Enrico VIII'' dopo tutti gli altri, ed abbia ciò fatto per meglio rannodarli insieme. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Gli avvenimenti politici militari sono presentati nel ''re Giovanni'' con tanta maggior pompa, quanta minore è la grandezza che in essi si riscontra. La doppiezza e l'avidità de' principi sono espresse in istile diplomatico, Il bastardo Faulconbridge è il vero interprete di questo genere di linguaggio. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *La tenera vittima di una sfrenata ambizione, l'amabile Arturo, eccita profondissimo interesse. La pietà ch'egli inspira diverrebbe anzi troppo tormentosa nella scena ove Uberto si prepara a privarlo della vista con un ferro rovente, se l'incanto delle parole di quel garzone che commuove fino Uberto non si diffondesse sopra gli affetti che vengono in noi destati. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) ==''Il regno di re Edoardo III''== ===[[Incipit]]=== ''Entrano re Edoardo, il conte di Derby, [il conte di Warwick], Edoardo principe di Galles, lord Audley e il conte di Artois''<br> '''Re Edoardo''': Roberto di Artois, anche se siete stato bandito dalla Francia, vostro paese nativo, da noi riceverete un titolo non inferiore: qui vi nominiamo conte di Richmond. Continuate pure a ricostruire il nostro albero genealogico: chi furono i successori diretti di Filippo il Bello?<br> '''Conte di Artois''': Tre suoi figli che, uno dopo l'altro, sedettero sul trono regale del padre. Tutti e tre, però, morirono senza lasciare eredi. ===Citazioni=== *Morire è altrettanto comune quanto vivere. ('''Audley''', scena XII) *Ditegli che la corona da lui usurpata appartiene a noi; ditegli che su quella terra che calpesta dovrebbe, invece, inginocchiarsi. ('''Re Edoardo''', scena I) *Qui volava una testa mozzata dal tronco; là braccia e gambe mutilate erano scagliate in aria, come quando un vortice cattura la polvere estiva e la disperde nell'aria. ('''Marinaio''', scena IV) ==''La bisbetica domata''== ===[[Incipit]]=== ====Francesco Franconeri==== ''In una pianura, davanti a un'osteria.<br>Si apre una porta ed entra Sly, barcollando, inseguito dall'ostessa.''<br> '''Sly''': Vi concerò io come si deve, vedrete!<br> '''Ostessa''': Un paio di bastonate! Malandrino!<br> '''Sly''': Siete voi una baldracca, ché gli Sly malandrini non lo sono... Date un'occhiata alle cronache: siamo venuti con Riccardo il Conquistatore, noialtri... E perciò ''paucas pallabris'', che il mondo vada come vuole: e piantiamola!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La bisbetica domata'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton Compton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Davanti a un'osteria, nei dintorni di Padova.<br>Entra, barcollando ubriaco, LENZA, e dietro l'OSTESSA''<br> '''Lenza''' – Vi metto a posto, io, parola mia!<br> '''Ostessa''' – Un paio di manette è quello che ci vuole a te, straccione!<br> '''Lenza''' – A me straccione? Sei tu una baldracca! Straccioni i Lenza?... Stùdiati la storia: siamo venuti qui con re Riccardo, sì, Riccardo il Conquistatore, ohé!<ref>Lenza esorta l'ostessa alla storia, ma la sua è storia inventata: fra i re inglesi non c'è alcun Riccardo col titolo di "Conquistatore". Fu così chiamato Guglielmo I (1027-1087).</ref> Perciò ''paucas palabras'',<ref>Strafalcione spagnolo-latino per "poche chiacchiere".</ref> lascia che il mondo giri e non seccarmi.<ref>"''Sessa''": esclamazione di conio shakespeariano e ricorrente solo qui, di significato incerto. Forse: "Basta, non m'infastidire più".</ref><br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La bisbetica addomesticata]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Per il grande desiderio che avevo di vedere | la bella [[Padova]], culla delle arti sono arrivato... | ed a Padova sono venuto, come chi lascia | uno stagno per tuffarsi nel mare, ed | a sazietà cerca di placare la sua sete. :''For the great desire I had to see | fair Padua, nursery of arts, I am arrived... | and am to Padua come, as he that leaves | a shallow plash to plunge in the deep, and | with satiety seeks to quench his thirst.'' ('''Lucenzio''', atto 1, Scena 1) *C'è poco da scegliere frammezzo alle mele marce. ('''Hortensio''': atto I, scena I, 1963) *Non ho forse al mio tempo sentito ruggire i leoni? ('''Petruccio''', atto I, scena I) *Ecco, questa sì che è una brava ragazza! Vieni qui e baciami, Kate. ('''Petruccio''', atto V, scena II) *Ora so come si fa a domare una bisbetica. ('''Lenza''', scena XIII, in Appendice) ==''La commedia degli errori''== ===[[Incipit]]=== ====Eugenio Montale==== ''La scena è in Efeso. Una sala nel palazzo del Duca.<br>Entrano il Duca, Egeone, il carceriere, ufficiali e persone del seguito.''<br> '''Egeone''': Continua pure, Solino, a trarmi in rovina e dannandomi a morte metti fine ai miei mali e a tutto per me.<br> '''Duca''': Non più difese, mercante di Siracusa; non son propenso a infrangere le nostre leggi. L'inimicizia e la discordia di recente provocate dall'astiosa offesa del vostro duca ad alcuni mercanti, nostri onesti concittadini, che mancando di denaro per riscattar le loro vite hanno suggellato col sangue i suoi spietati editti, esclude ogni compassione dai nostri minacciosi sguardi. Talché dopo queste mortali lotte intestine fra i tuoi sediziosi compatriotti [''sic''] e noi, è stato stabilito in solenni assemblee di impedire ogni traffico fra le nostre ostili città; e v'è di più: se un nato in Efeso sarà veduto nei mercati e nelle fiere di Siracusa o se un siracusano approdi alla baia di Efeso, egli deve morire e i suoi beni saranno confiscati a vantaggio del duca, a meno che mille marchi non siano pagati a titolo di penalità per riscattarlo. Il tuo avere, calcolato al massimo, non assomma a cento marchi, e però la legge ti condanna a morire.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La commedia degli errori'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Il palazzo reale di Efeso.<br>Entrano il DUCA SOLINO, EGEONE, il CARCERIERE, UFFICIALI DI GIUSTIZIA e gente del seguito''<br> '''Egeone''' – Procedi pure, Duca, se lo vuoi, a procurarmi l'ultima rovina, e poni, con la mia condanna morte, fine alle mie disgrazie e a tutto il resto.<br> '''Duca''' – Mercante di Siracusa, è inutile che seguiti a perorar per te: non io infrangerò le nostre leggi. L'inimicizia e la discordia insorte ultimamente dall'astioso oltraggio fatto dal vostro Duca a dei mercanti, nostri probi ed onesti cittadini che, privi del denaro pel riscatto, han suggellato con il loro sangue il rigore dei suoi ordinamenti, escludono ogni moto di pietà per te dai nostri minacciosi sguardi. E ciò perché, dopo il verificarsi di mortali intestini tafferugli tra i sediziosi tuoi compatrioti e noi, è stato sia da voi Siracusani, che da noi stessi, in solenni assemblee, deciso di vietare ogni commercio tra le nemiche nostre due città. Anzi, di più: è stato stabilito, che se un nativo d'Efeso sia visto circolare a Siracusa in mercati ed in fiere, o se un Siracusano faccia approdo ad Efeso... sia condannato a morte, e le sue merci siano confiscate a vantaggio del Duca, salvo ch'egli non paghi una penale di mille marchi<ref>Il riferimento al tipo di moneta, chiaramente anacronistico, è immaginario com'è immaginaria la Efeso del dramma; più sotto si parlerà indifferentemente di "ducati" e di "fiorini".</ref> per il suo riscatto. La tua sostanza, valutata al massimo, non può ammontare a più di cento marchi. Perciò per legge tu devi morire.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La commedia degli equivoci]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *In questo mondo io sono una goccia d'acqua che (ignara, avida) nell'oceano cerca l'altra goccia, e cadendovi per ritrovare la gemella, si disperde. ('''Antifolo di Siracusa''', atto I, scena II). *Quale errore svia l'occhio e l'orecchio mio? ('''Antifolo di Siracusa''', atto II, scena II). *I clamori avvelenati di una donna gelosa sono più micidiali dei denti di un cane idrofobo. ('''Madre Badessa''', atto V, scena I, in "Opere complete", traduzione di Gabriele Baldini, Rizzoli, 1963) ==''La dodicesima notte''== ===[[Incipit]]=== ====Goffredo Raponi==== ''Sala nel palazzo del duca Orsino<br>Entra ORSINO, CURIO e altri nobili. Son già presenti in sala dei musici, che al loro ingresso intonano una melodia''.<br> '''Orsino''' – Oh, la musica, sì! S'è vero ch'essa è cibo dell'amore, somministratemene ancora tanto, che la mia fame alfine d'esso sazia, possa ammalarsene, fino morire! Di nuovo quella melodia! Ancora! Aveva una sì languida cadenza, che mi sentivo come carezzare l'orecchio da un soave venticello<ref>«[...] ''like the sweet sound | that breaths upon a bank of violets'' [...].» «''Sound''» è qui "il suono del vento".</ref> che alitando su un prato di violette ne rubi e ne diffonda la fragranza... Ma basta, ora cessate... Non m'è più così dolce come prima. (''Cessa la musica'') Oh, spirito d'amore, come sei fresco tu, e vivificante, tu che, se nella tua capacità puoi ricevere tutto, come il mare, non ti lasci da nulla penetrare, qual che ne sia l'altezza e la sostanza, senza svilirlo di senso e valore in men che non si creda! Perché l'amore è sempre così pieno d'estrose fantasie da esser alta fantasia da solo.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La dodicesima notte]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ==== Nicoletta Rosati Bizzotto ==== ''Una sala nel palazzo del Duca.<br>Musica. Entrano Orsino, Duca di Illiria, Curio e altri.''<br> '''Duca''': Se la musica è cibo dell'amore suonatene in eccesso, così che, ormai sazia, la mia fame si plachi e muoia. Quel motivo ancora, dalla cadenza che si spegne al fondo; mi giunse all'orecchio simile a un dolce stormire che respira su un cespuglio di [[viola (botanica)|viole]] la cui fragranza esso carpisce ed effonde. Basta, basta così; più non è dolce come prima lo era. O spirito d'amore, così pungente tu sei, e vorace, che se pur'anche tutto accogliere potresti, come il mare, ad ogni slancio, ad ogni audacia sbarri la strada e lo svilisci, e in un solo momento lo distruggi. Tante sono le forme che l'amore crea, che l'amore stesso è fantasia.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La dodicesima notte'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton, 1990}} ===Citazioni=== *''Nascondi ciò che sono | E aiutami a trovare la [[maschera]] più adatta | Alle mie intenzioni.''<ref name=v>Citato in ''[[V per Vendetta]]''.</ref> ('''Viola''': atto I, scena II; traduzione e cura di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2004) *Molte buone impiccagioni impediscono un cattivo matrimonio. ('''Feste''', atto I, scena V) *Addio, bella crudeltà. ('''Viola''', atto I, scena V) *E allora baciami venti volte, mia dolcezza: gioventù è una stoffa che non dura. ('''Feste''', atto II, scena III) *Sedeva come la Pazienza su una tomba, sorridendo al dolore. ('''Viola''', atto II, scena IV) *La [[follia]], mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, e non c'è luogo dove non risplenda. ('''Feste''': atto III, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *'''Malvolio''': ''Non ti dia soggezione la grandezza'', c'era scritto così, né più né meno...<br>'''Maria''': Che cosa intendi, Malvolio, con questo?<br>'''Malvolio''': ''Taluni nascono grandi...''<br>'''Olivia''': E con questo?<br>'''Malvolio''': ''... altri ci arrivano a grado a grado, ed altri ci si trovano costretti...'' (Atto III, scena IV) *Un viso, una voce, un abito e due persone! Una macchina d'illusione creata dalla natura, che è e non è. ('''Orsino''', atto V, scena I) ==''La Tempesta''== ===[[Incipit]]=== ====Diego Angeli==== ''A bordo di una nave, sul mare. Una bufera con tuoni e fulmini.<br>Entrano il PADRONE della nave e il QUARTIERMASTRO''.<br> '''Il padrone.''' Mastro...<br> '''Il Quartiermastro.''' Eccomi, Padrone: che c'è?<br> '''Il padrone.''' Bene. Parla ai marinari e manovrate alla spiccia: altrimenti andiamo tutti a fondo. Presto! presto!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Diego Angeli, Milano, F.lli Treves, 1911}} ====Eduardo De Filippo==== '''Capitano''' — Nostromo!<br> '''Nostromo''' — A lli cummanne vuoste, Capitanio! Mal'aria e bà!<br> '''Capitano''' — Tiempo 'a perdere non ce n'è. Sotto è una massa de scuoglie. Come s'è miso lu mare, o ncagliate rumanimmo o da nu mumento all'auto se spacca la rota de poppa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La tempesta'', traduzione di [[Eduardo De Filippo]], citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ====Francesco Franconeri==== ''In mare, su una nave. Rumore di tuoni; fulmini.<br>Entrano il Capitano e il Nostromo.''<br> '''Capitano''': Nostromo!<br> '''Nostromo''': Son qui, capitano. Che c'è?<br> '''Capitano''': Ah, bene. Da' gli ordini ai marinai: e fa' svelto, ché altrimenti andiamo ad incagliarci: svelto, svelto!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La tempesta'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton, 1990}} ====Michele Leoni==== ''Nave in mare procelloso<br>Il Capitano e il Contromastro, amendue su la tolda''<br> '''Il Capitano''' Contromastro!<br> '''Il Contromastro''' Signor! Qual via ne resta?<br> '''Il Capitano''' Qual? raddoppiar lo zelo e la fatica; O il legno più non si contien dagli urti. A'marinaj ragionar vuolsi aperto.<ref>Il Capitano esce; e si veggono accorrere su la tolda parecchi marinaj.</ref><br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Michele Leoni, Pisa, presso Niccolo Capurro, 1815}} ====Andrea Maffei==== Una nave in mare. Fragor di tempesta con lampi e tuoni.<br> CAPITANO ''e il'' NOSTROMO <poem>'''Capitano.''' Nostromo! '''Nostromo.''' Eccomi qui. Che ve ne pare, Capitan? '''Capitano.''' Bene. I marinai rincora; Sollecita, ti sbraccia, o nelle secche Colla nave daremo. Animo, via, Moviti!</poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288a.pdf La tempesta]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869}} ====Goffredo Raponi==== ''A bordo di un vascello in mare. Tempesta, tuoni e fulmini<br>Entrano il CAPITANO e il CAPO NOCCHIERO''<br> '''Capitano''' – Capo nocchiero!<br> '''Capo Nocchiero''' – Son qui, capitano. Che c'è?<br> '''Capitano''' – Coraggio, dà voce alla ciurma: che si diano daffare, forza, forza! O qui coliamo a picco<ref>"''Or we run ourselves aground''": "''to run aground''" non è – come vedo tradotto altrove – "arenarsi", "andare in secco", o addirittura "andare di traverso", ma semplicemente "andare a fondo" ("''to the bottom of the sea''"). I personaggi a bordo di questa nave, in mezzo alla tempesta in alto mare, non temono di andare in secca – che sarebbe, in certo modo, la salvezza – ma di perire annegati.</ref>... Avanti! Presto!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *La mia {{NDR|biblioteca}} era per me un ducato grande abbastanza. ('''Prospero''': atto I, scena II) *A cinque tese sott'acqua tuo padre giace. Già corallo son le sue ossa ed i suoi occhi perle. Tutto ciò che di lui deve perire subisce una metamorfosi marina in qualche cosa di ricco e di strano. ('''Ariel''', atto I, scena II) *La sventura ti può dare le compagnie di letto più impensate! ('''Trinculo''': atto II, scena II) :La disgrazia ci fa conoscere strani compagni di letto. *L'uomo morendo salda tutti i debiti. ('''Stefano''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Padrone, non dovete aver paura. | L'isola è piena di questi sussurri, | di dolci suoni, rumori, armonie, | che non fanno alcun male, anzi dilettano.<ref>Citato in lingua originale nel film ''[[La dolce vita]]'' (1960).</ref> ('''Calibano''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *I giochi di magia son terminati. Come t'avevo detto, quegli attori erano solo spiriti dell'aria. ('''Prospero''', atto IV, scena I) *Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i [[sogni]]; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita. ('''Prospero''': atto IV, scena I) ===Citazioni sull'opera=== *È più facile avere una mentalità difensiva, «da bunker», stando nell'occhio del ciclone piuttosto che ritirandosi su un'isola, da cui si può ritornare dicendo, come Miranda nella «Tempesta», «o magnifico nuovo mondo che contiene simili abitanti». ([[Richard Newbury]]) ==''Le allegre comari di Windsor''== ===[[Incipit]]=== ====Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico==== ''A Windsor. Una strada davanti alla casa di Page. Alberi e una panchina.<br>Si avvicinano il giudice Shallow, Slender e il reverendo Ugo Evans, parlando vivacemente.''<br> '''Shallow''' (''con calore''): E inutile, reverendo. Non cercate di persuadermi. Ne farò un caso da Camera Stellata. Non uno, ma venti Giovanni Falstaff, non riuscirebbero a raggirare il cavaliere Roberto Shallow.<br> '''Slender''' (''approvando''): Roberto Shallow, giudice di pace della contea di Gloucester, uno dei ''quorum''.<br> '''Shallow''': Già, nipote Slender, e ''Custalorum''.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Le allegre comari di Windsor'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990}} ====Nadia Fusini==== ''Entrano il giudice Shallow, Slender e sir Hugh Evans''<br> '''Shallow''': Sir Hugh, non mi convincete: porterò il caso alla Corte Suprema. Neanche venti sir John Falstaff fregheranno Robert Shallow, Esquire.<br> '''Slender''': E giudice di pace nella contea di Gloucester e Coram.<br> '''Shallow''': Sì, nipote Slender, e Custalorum.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Le allegre madame di Windsor'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''Windsor, davanti alla casa di Giorgio Page.<br>Entrano il giudice ZUCCA, mastro STANGHETTA e Don Ugo EVANS''<br> '''Zucca''' – No, don Ugo, non mi convincerete; porterò la questione all'Alta Corte.<ref>""'' will make a Star Chamber of it''": "Farò di ciò una questione da Camera Stellata". Si chiamava "Camera Stellata" ("''Star Chamber''") la sala del palazzo reale di Westminster dove sedeva il Consiglio della Corona in funzione di tribunale penale, che da quella camera prendeva il nome.</ref> Foss'egli pure venti sir John Falstaff, non tratterà così Roberto Zucca, scudiero...<ref>"''Robert Shallow, esquire''": "''esquire''" era il titolo onorifico che precedeva, nella gerarchia araldica, quello di "''knight''", "cavaliere"; esso spettava di diritto ad alcuni funzionari di nomina regia tra cui i giudici di pace.</ref><br> '''Stanghetta''' – ... e giudice di pace e ''coram''<ref>Questo "''coram''" come il successivo "''rotulorum''" sono corruzioni e contrazioni maccheroniche del linguaggio curialesco: "''coram''" è corruzione del "''quorum''" della formula "''quorum unum vos esse volumus''", "dei quali noi vogliamo che voi siate uno" con la quale il sovrano nominava i suoi dignitari; "''costalorum''" è corruzione di "''custos rotulorum''", "custode dei rotuli", come si chiamavano i preposti alla giustizia ("''rotula''" erano, nel tardo latino, i cartigli contenenti i testi delle leggi); "''rotulorum''" è ripetizione pappagallesca della stessa parola.</ref> nella contea del Gloucester.<ref>Si legga "Glo-ster" per la metrica.</ref><br> '''Zucca''' – Già, nipote Stanghetta, e ''costalorum''.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Le gaie mogli di Windsor]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *... qui ci sarà uno stupro della pazienza d'Iddio e dell'inglese del re! ('''Signora Quickly''', atto I, scena IV) *E allora il mondo è un'ostrica, e io l'apro con la spada. ('''Pistola''', atto II, scena II) *Gli [[articolo (linguistica)|articoli]] sono governati dal [[pronome]] e vanno declinati. ''Singulariter nominativo: "hic, haec, hoc"''. ('''William''', atto IV, scena I) *Le mogli possono essere allegre, e pure oneste. ('''Meg''', atto IV, scena II) ==''Lucrezia violata''== ===[[Incipit]]=== <poem>Dall'assediata Ardea in grande fretta, d'illecito desio sull'ali infide, Tarquinio lascia il campo dei Romani ed a Collazio porta un fuoco buio, brace nascosta che vuol divampare ed abbracciare il corpo di Lucrezia, di Collatino sposa bella e casta.</poem> ===Citazioni=== *La [[bellezza]] da sola persuade | Gli occhi degli uomini senza aver bisogno d'avvocati. (I) :Bellezza di per sé sa persuadere | gli occhi dell'uomo senza un oratore. *Se ottengo ciò che cerco vinco un gaudio | più breve di una schiuma, un soffio, un sogno. | Per gioia d'un istante pianger giorni? *E in maggior pena lascia la sua spoglia: | col peso, lei, della di lui lussuria, | lui col fardello della propria colpa. (II, 734-735) ==''Macbeth''== ===[[Incipit]]=== ====Giulio Carcano==== Un luogo aperto.<br> (''Tuoni e lampi''.)<br> ''Entrano le'' TRE STREGHE.<br> <poem>'''1<sup>a</sup> Strega.''' Fra la piova, fra i lampi, fra il tuon, Quando ancor rivedremci noi tre? '''2<sup>a</sup> Strega.''' Quando cessi dell'armi il frastuon, Quando appaja chi vinse o perdé. '''3<sup>a</sup> Strega.''' Dunque, innanzi al tramonto. '''1<sup>a</sup> Strega.''' In qual loco? '''2<sup>a</sup> Strega.''' Sulla landa. — '''3<sup>a</sup> Strega.''' E Macbetto verrà. '''1<sup>a</sup> Strega.''' Son con te, Grimalchino.<ref>"Grimalkin," ''gatto vecchio'', e "Paddok," ''botta'', sono nomi di quella prediletta famiglia delle streghe, gatti, rospi e folletti, la quale accompagna sempre gl'incantesimi e le ronde notturne: mi torna bene il conservare le strane denominazioni del testo, perché rispondono all'aspro gergo delle tre femmine barbute e al cupo effetto della scena.</ref> '''Tutte e Tre.''' Paddóco Ne domanda. — Vediamo, siam qua. Orrendo è il bello: bello è l'orror! Via, tra l'immonda nebbia e il vapor!</poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII352a.pdf Macbetto]'', traduzione di Giulio Carcano, in "Teatro scelto di Shakespeare", Felice Le Monnier, Firenze, 1858}} ====Ugo Dèttore==== ''Un luogo aperto. Tuoni e lampi.<br>Entrano tre streghe.''<br> '''I strega''': Quando incontrarci potrem, sorelle | Noi tre, fra tuoni, lampi e procelle?<br> '''II strega''': Quando sia spenta la furia avversa, | Quando la pugna sia vinta e persa.<br> '''III strega''': Prima che il sole sia all'orizzonte.<br> '''I strega''': Dove?<br> '''II strega''': Sul piano.<br> '''III strega''': Via! Tutte e tre | Incontro a Macbeth.<br> '''I strega''': Vengo con te, | Graymalkin.<br> '''II strega''': Paddock chiama.<br> '''III strega''': Siam pronte!<br> '''Tutte e tre''': Il bello è brutto e il brutto è bello: | Fra nebbie e fumo corri a rovello.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Macbeth'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990}} ====Andrea Maffei==== Una landa.<br> ''Tuoni e lampi''.<br> Tre STREGHE.<br> <poem>'''Prima strega.''' Quando verremo noi tre di nuovo Ad un ritrovo? Nel tuon? nel lampo? O nella pioggia? '''Seconda strega.''' Quando si taccia L'urlo del campo; Quando ne faccia Noto il conflitto Chi sia vincente, chi sia sconfitto. '''Terza strega.''' Pria della sera Dunque. '''Prima strega.''' La posta? '''Seconda strega.''' Quella pianura. '''Terza strega.''' Vi dee Macbetto condur la schiera. '''Seconda strega.''' Noi gli diremo la sua ventura. '''Prima strega.''' Ma la maestra garrirne potria Se noi co' detti d'un falso destino Tronchiamo al prode la nobile via Per invaghirlo del torto cammino. '''Terza strega.''' Potrà seguirlo, potrà lasciarlo, Chè forza alcuna non gliel disdice; Ma detestarlo Colui deggiamo, perché felice. '''Seconda strega.''' Se a frenar gli appetiti non vale, Provi l'uomo la possa infernale. '''Terza strega.''' Noi gittiamo il mal seme nel core; Ma dell'opra l'uom sempre è signore. '''Seconda strega.''' L'uomo è di proba, gentil natura, Né merta, io penso, prova sì dura. '''Seconda e Terza strega.''' Tutti i demonj lieti non sono Se cade il giusto, se inciampa il buono? (''Tuoni e lampi''.) '''Prima strega.''' Gli spirti intendo. '''Seconda strega.''' Grida il Maestro! '''Tutte e tre le streghe.''' Padòc ne appella! Vegnam! vegnamo! Sole e procella L'un l'altro a muta. Bello è l'Orrendo, Orrendo il Bello. La nostra via Siano i vapori, la nebbia sia.</poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII292.pdf Macbeth]'', traduzione di Andrea Maffei, Felice Le Monnier, Firenze, 1863}} ====Goffredo Raponi==== ''Luogo aperto. Tuoni e lampi.<br>Entrano tre STREGHE''.<br> '''1ª strega''' -Quando noi tre ci rivedremo ancora? | Con tuono, lampo o pioggia? Quando, allora?<br> '''2ª strega''' -Quando sarà finito il parapiglia, | e sarà vinta o persa la battaglia.<br> '''3ª strega''' -Sarà al calar del sole, questa sera.<br> '''1ª strega''' -E il luogo?<br> '''2ª strega''' – Alla brughiera.<br> '''3ª strega''' -Laggiù dobbiamo andare | Macbeth ad incontrare.<br> '''1ª strega''' -Vengo, Gattaccio.<ref>"''I come Grimalkin''": è come se la 1ª strega senta una voce che la chiama. "''Graymalkin''" o "''Grimalkin''" era il nomignolo che si dava, in senso spregiativo, al gatto, più spesso ad una gatta vecchia ("''malkin''" è la femmina del diavolo, la versiera), donde l'uso dello stesso appellativo ad indicare in generale una vecchia petulante.</ref><br> '''2ª strega''' – Ci chiama Ranocchio.<ref>"''Paddock calls''": "''Paddock''", "Ranocchio" è il nome di uno degli esseri infernali della favolistica medioevale.</ref><br> '''3ª strega''' -Veniamo subito, in un batter d'occhio!<br> '''Tutte e tre''' – "Per noi il bello è brutto, il brutto è bello" | fra la nebbia planiamo e l'aer fello.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Macbeth]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Il bello è brutto, il brutto è bello. ('''Le streghe''': atto I, scena I) :''Fair is foul, and foul is fair.'' *''Lo spietato Macdonwald | (che sembra fatto per esser ribelle | perché son tante le scelleratezze | che natura gli fa sciamare addosso) | aveva ricevuto dei rinforzi | di kerni e galloglassi provenienti | dall'isole a occidente, | e talmente arrideva la Fortuna | alla dannata sua contestazione, | che sembrava la ganza d'un ribelle. | Ma non gli è valso nulla; ché Macbeth, | il prode – e di tal titolo è ben degno – | a spregio della sorte, spada in pugno, | di cruenti massacri ancor fumante, | quasi fosse il pupillo della Gloria, | s'apre un varco nel mezzo della mischia | fino a trovarsi quel ribaldo a fronte; | né gli porse saluto né congedo | finché non l'ebbe tutto dilaccato | dall'ombelico in giù fino alle chiappe, | infiggendone poi la testa mozza | sui nostri spalti, alla vista di tutti.''<ref name=v/> ('''Ufficiale''': atto I, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Una bella giornata così brutta non l'avevo mai vista. ('''Macbeth''': atto I, scena III) :''So foul and fair a day I haven't seen.'' *L'orrore del reale | è nulla contro l'idea dell'orrore. | I miei pensieri, solo virtuali omicidi, | scuotono la mia natura di uomo; | funzione e immaginazione si mescolano; | e nulla è, se non ciò che non è. :''Present fears | Are less than horrible imaginings. | My thought, whose murder yet is but fantastical, | Shakes so my single state of man | that function is smother'd in surmise, | and nothing is but what is not.'' ('''Macbeth''': atto I, scena III) *Avvenga che può, anche nel dì più burrascoso le ore e il tempo trascorrono.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''Chi l'ha detto?'', [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/124|p. 92]].</ref> :''Come what come may, | Time and the hour runs through the roughest day.'' *Prendi l'aspetto del [[fiore]] innocente, ma sii il [[serpente]] sotto di esso. ('''Lady Macbeth''': atto I, scena V) :''Look like the innocent flower but be the serpent under it.'' *Se fosse fatto, una volta fatto, sarebbe bene che fosse fatto presto. ('''Macbeth''', atto I, scena VII) *È un pugnale questo che vedo davanti a me, con l'impugnatura rivolta alla mia mano? Su, lasciati afferrare. ('''Macbeth''', atto II, scena II) *S'è brindato, signore, in verità, | sino al secondo cantare del gallo; | ed il [[Bevanda alcolica|bere]] si sa, causa tre cose. | [...] naso rosso, | gran voglia di dormire e pisciarella. | La lussuria la provoca e la sprovoca; | perché ne provoca, bensì, la voglia, | ma ne impedisce poi l'esecuzione. | Si può dire perciò che il troppo vino | si diverta a imbrogliarla, la lussuria; | la fa e disfà, la tira su e l'abbatte, | l'eccita e la diseccita; la drizza, | e poi non sa più mantenerla su. | In conclusione a forza di imbrogliarla, | e, dopo averla bene sbugiardata, | la pianta in asso. ('''Portiere''': atto II, scena III; traduzione di Goffredo Raponi) *Il più vicino per [[sangue]], il più pronto a spargere sangue. ('''Donalbano''': atto II, scena III) *Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro [[desiderio]] è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la [[distruzione]] una dubbiosa gioia. ('''Lady Macbeth''': atto III, scena II) *''Cose senza rimedio | non devono impensierire: il fatto è fatto.'' (atto III, scena II; 2016) *Ciò che l'uomo [[osare|osa]], io oso.<ref name=v/> (atto III, scena IV) *Vorrà sangue, dicono: il sangue vuole sangue. ('''Macbeth''', atto III, scena IV) *Oh Cielo misericordioso: uomo, non calcarti il cappello sulle sopracciglia: dai parole al dolore; il dolore che non parla, sussurra al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi. ('''Malcolm''': atto IV, scena III) *Gli [[angeli]] sono sempre rilucenti anche se il più rilucente fra loro è caduto. ('''Malcolm''': atto IV, scena III; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Gli angeli ancora risplendono, anche se è caduto quello più splendente. *Scompari, macchia maledetta! Scompari, dico!...Uno, due. Ebbene, è venuto il momento di agire... l'inferno è buio... vergogna, mio signore, vergogna! Come? Sei un soldato e hai paura?... Che bisogno c'è di preoccuparsi se qualcuno lo venga a sapere, dal momento che nessuno può chiamarci a renderne conto? Eppure, chi avrebbe mai pensato che il vecchio avesse tanto sangue? ('''Lady Macbeth''': atto V, scena I) *Mi batterò, finché dalle mie ossa non si stacchi la carne a brandelli. A me l'armatura. ('''Macbeth''': atto V, scena III) *''Sarebbe dovuta morire prima o poi. | Ci sarebbe dovuto essere un tempo per (usare) questa parola | domani, domani, domani, | si insinua a piccoli passi giorno per giorno | fino all'ultima sillaba del tempo prescritto; | e tutti i nostri ieri hanno rischiarato a stupidi | la strada a una morte polverosa. Consumati, consumati, corta candela! | La [[vita]] è un'ombra che cammina, un povero attore | che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco | e poi non se ne sa più niente. È un racconto | narrato da un idiota, pieno di suoni e furore, | significante niente.'' ('''Macbeth''': atto V, scena V, vv. 17-27) :''She should have died hereafter. | There would have been a time for such a word– | Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow,<ref>È la terza frase del più famoso soliloquio della tragedia. In questa il protagonista reagisce con insensibilità alla morte della moglie.</ref> | Creeps in this petty pace from day to day | To the last syllable of recorded time; | And all our yesterdays have lighted fools | The way to dusty death. Out, out, brief candle! | Life's but a walking shadow, a poor player | That struts and frets his hour upon the stage | And then is heard no more. It is a tale | Told by an idiot, full of sound and fury, | Signifying nothing.'' *''E allora arrenditi, come un vigliacco, | e vivi sol per essere spettacolo | e ludibrio alla gente'' [...]. ('''Macduff''': atto V, scena VIII; traduzione di Goffredo Raponi) *''Venite spiriti che presiedete i pensieri di morte. | Cancellate il mio sesso. | Stivatemi di crudeltà dalla corona ai piedi. | Ispessite il mio sangue. | Sbarrate ogni accesso al rimorso, | che nessuna ipocrita istanza di umanità scuota il mio disegno mortale o ne' disturbi l'effetto.'' ===Citazioni sull'opera=== *Il male: ma se questo male fosse del tutto e apertamente male, turpe, ripugnante, la tragedia sarebbe finita prima che cominciata. Esso si chiamava, invece, per Macbeth, ''greatness'', la grandezza: la grandezza che le fatali sorelle gli hanno profetata, che il corso destinato degli eventi comincia pronto a largirgli, additandogli prossimo e certo tutto il resto, sol ch'egli non stia ad attendere inerte, ma si muova, stenda la mano e lo afferri. ([[Benedetto Croce]]) *Nel ''Macbeth'', il bene appare solo nella vendetta che il bene compie, nel rimorso, nella punizione. Nessuna figura ne impersona la presenza. ([[Benedetto Croce]]) ==''Misura per misura''== ===[[Incipit]]=== ====Mario Praz==== ''Vienna. Un appartamento nel palazzo del Duca.<br>Entrano il Duca, Escalo, consiglieri e seguito.''<br> '''Duca''': Escalo.<br> '''Escalo''': Mio signore?<br> '''Duca''': Esporvi la natura del governo, sembrerebbe da parte mia un'ostentazione di parole e di frasi, dal momento che sono in grado di sapere che la vostra scienza oltrepassa in ciò quanto la mia forza può giungere a consigliarvi; sicché altro non manca che questa alla vostra idoneità, come il vostro credito è confacente, e lasciarle collaborare. L'indole del nostro popolo, le istituzioni della nostra città e la procedura dei giudizi, voi ne siete così perito quant'altri mai che a nostra memoria fosse arricchito dall'arte e dalla pratica. Eccovi il nostro incarico, da cui non vorremmo che voi vi discostaste. Olà, fate venire dinanzi a noi Angelo. (''Esce uno del seguito.'') Come pensate che farà la parte nostra? Poiché dovete sapere che di tutto cuore l'abbiamo eletto a sostituirci in nostra assenza, gli abbiamo prestato il nostro terrore, l'abbiam rivestito dell'amor nostro, e conferito al suo ufficio di deputato tutti gli organi del nostro potere: che ve ne pare?<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Misura per misura'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Il palazzo del Duca<br>Entrano il DUCA, ESCALO, nobili e seguito''<br> '''Duca''' – Escalo!<br> '''Escalo''' – Mio signore?<br> '''Duca''' – Starvi ora a svelar le buone regole del governo, potrebbe anche sembrare, pretesa inutile, da parte mia, di sfoggiare discorsi ed argomenti, dal momento che so per esperienza come le tue conoscenze in materia vadan bene al di là d'ogni consiglio io mi possa sforzare d'impartirvi; perciò non mi rimane che far credito alla provata vostra competenza<ref>"''To your sufficiency''": "''sufficiency''" è qui sinonimo di "''adequacy''", "competenza"; ma il passaggio è ambiguo, tanto da far pensare a una lacuna tra "''sufficiency''" e il successivo "''let them work''", dove quel plurale "''them''" non si sa a chi riferire.</ref> – e i vostri meriti ve ne dan titolo – e farla oprare a pieno suo talento. Della natura della nostra gente, delle nostre civili istituzioni, delle nostre normali procedure nel dire e amministrare la giustizia, voi conoscete, in teoria e in pratica, quanto chiunque altro, a nostra mente, n'abbia tratto ricchezza di pensiero. Questo è il vostro mandato: dai cui termini, quali qui indicati, non vorremmo che aveste a discostarvi. (''Gli consegna il mandato'') Fate venire innanzi a noi Angelo. (''Esce uno del seguito'') Che immagine pensate di noi sarà capace di dare egli al popolo? Perché dovete sapere che è lui che di buon animo abbiam designato alle funzioni di nostro vicario per il tempo che resteremo assenti; a lui abbiamo deferito, all'uopo, ammantato di tutto il nostro affetto, il potere d'amministrar giustizia e di far eseguire normalmente le leggi dello Stato, trasferendo a codesta sua reggenza tutti i nostri poteri. Che ne dite?<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Misura per misura]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ====Caterina Ricciardi==== ''Entrano il duca, Escalo e altri nobili''<br> '''Duca''': Escalo.<br> '''Escalo''': Mio signore.<br> '''Duca''': Mi sembrerebbe di ostentare parole e discorsi se spiegassi le proprietà del governo, sapendo come la vostra dottrina in materia superi ogni consiglio frutto della mia autorevolezza. Non resta altro che questo a sostenervi: le capacità le avete, quindi applicatele. Conoscete la natura del nostro popolo, le istituzioni civiche e le norme della giustizia, meglio di qualsiasi altro esperto di pratica e teoria che noi ricordiamo.<br> :''Porge a Escalo dei documenti'' Ecco il mandato, dal quale non vorremmo che deviaste. (''A un nobile'') Chiamate, che Angelo sia convocato.<br> {{Centrato|''Esce uno del seguito''}} (''A Escalo'') Come, secondo voi, saprà rappresentarci? In quale figura? Sappiate che con animo speciale lo abbiamo scelto a supplire la nostra assenza, prestandogli il terrore, investendolo del nostro amore, conferendo alla delega tutti gli organi del potere. Cosa ne pensate?<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Misura per misura'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Caterina Ricciardi, Giunti, 2019}} ===Citazioni=== *Alcuni s'innalzano grazie al peccato, altri cadono a causa della virtù. ('''Escalo''', atto II, scena I) *La legge non era morta, si era solo assopita. ('''Angelo''', atto II, scena II) *Ah, è cosa eccellente possedere la [[forza]] d'un [[gigante]], ma usarla da gigante, è tirannia! ('''Isabella''': atto II, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Ma l'uomo, l'uomo orgoglioso, ammantato d'una breve autorità, sommamente ignorante di ciò di cui si crede più sicuro, nella sua essenza fragile, come uno scimmione collerico, compie tali trucchi fantastici, al cospetto dell'alto cielo, che gli angeli piangono. ('''Isabella''': atto II, scena II) :E l'uomo, invece, nella sua alterigia, sebben vestito d'un potere effimero, e tanto più ignorante della cosa di cui dev'essere tanto più certo, ossia la vitrea sua fragilità, si dà, al cospetto dell'eccelso cielo, a somiglianza di rabbiosa scimmia, in lazzi sì grotteschi e stravaganti, da far venire le lacrime agli angeli, che, se fosser provvisti della milza, si muterebbero tutti in mortali, per via che scoppierebbero dal ridere. ('''Isabella''': atto II, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Dolce sorella, lasciami vivere. ('''Claudio''', atto III, scena I) *La virtù è audace e l'onestà non ha mai paura. (atto III, scena I; 2016) *Mi chiedete di cercare la mia redenzione dalle mani del demonio. ('''Isabella''', atto V, scena I) *Perché la [[verità]] è la verità, sempre la stessa, fino all'infinito. ('''Isabella''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) ==''Molto rumore per nulla''== ===[[Incipit]]=== ====Maura Del Serra==== ''Davanti alla casa di Leonato.<br>Entrano Leonato, governatore di Messina, Ero sua figlia e Beatrice sua nipote, con un messaggero.''<br> '''Leonato''': Questa lettera m'informa che Don Pedro d'Aragona arriva a Messina stasera.<br> '''Messaggero''': E poco lontano, l'ho lasciato a meno di tre leghe da qui.<br> '''Leonato''': Quanti gentiluomini avete perduto in questa azione?<br> '''Messaggero''': Di grado pochi, e di nome nessuno.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Maura Del Serra, Newton, 1990}} ====Nadia Fusini==== {{Centrato|''(La casa di Leonato)''}}''Entrano Leonato, governatore di Messina, la figlia Ero e la nipote Beatrice con un messaggero''<br> '''Leonato''': Da questa lettera apprendo che Don Pedro d'Aragona sarà a Messina stasera.<br> '''Messaggero''': Dovrebbe essere già qui, era a meno di tre leghe di distanza, quando l'ho lasciato.<br> '''Leonato''': Quanti gentiluomini avete perduto in quest'azione?<br> '''Messaggero''': Pochi di valore, e nessuno di fama.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2009}} ====Goffredo Raponi==== ''Messina, davanti alla casa di Leonato.<br>Entrano LEONATO, ERO e BEATRICE; viene loro incontro un MESSAGGERO che consegna un plico a Leonato''.<br> '''Leonato''' – (''Leggendo'') Questo messaggio annuncia che Don Pedro sarà a Messina questa sera stessa.<br> '''Messaggero''' – Non dovrebb'essere molto distante: era a tre leghe quando l'ho lasciato.<br> '''Leonato''' – Quali perdite d'uomini di rango avete sopportato, in quest'azione?<br> '''Messaggero''' – Poche in complesso, direi, e nessuna di uomini di massimo rilievo.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tanto trambusto per nulla]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Ma una cosa è certa: tutte le donne mi amano, a parte voi. E vorrei proprio scoprire che in fondo non sono poi così duro di cuore, ma la verità è che non ne amo nessuna. ('''Benedick''', atto I, scena I) *Uomo con [[barba]] è più che uomo giovane, | e uomo senza barba è men che uomo: [...]. ('''Beatrice''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *L'amicizia è leale in tutto tranne che negli affari e nelle questioni di cuore., i cuori innamorati è meglio che usino la propria lingua, è meglio che ogni occhio tratti per sé, non si fidi di nessuno. ('''Claudio''', atto II, scena I) *Il [[silenzio]] è l'araldo più perfetto | della felicità; e quella mia | sarebbe una felicità da nulla | se si potesse esprimere a parole. ('''Claudio''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Eh, no, mia madre urlava, monsignore; | ma in cielo era una stella ballerina, | ed è sotto quel segno ch'io son nata. ('''Beatrice''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Io disporrò le cose in modo che appaia non Ero, ma l'apparente verità dell'infedeltà sua e la gelosia si farà certezza. ('''Borraccio''', atto II, scena II) *Eh, sì, tutti son buoni a farsi forti | al dolore degli altri, | eccetto chi lo deve sopportare. ('''Benedetto''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Basta con le apparenze, io denunzio le apparenze. ('''Claudio''', atto IV, scena I) *Ma tu eri mia, e come mia t'ho amata, | come mia t'ho lodata; era ben mia | quella cosa di cui andavo fiero; | e mia sì fortemente la sentivo, | da non appartenere più a me stesso | con altrettanta forza, tanto in alto | è stata sempre lei nella mia stima. ('''Leonato''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Ma la virilità s'è squagliata tutta in inchini, il coraggio in complimenti, e gli uomini ora sono tutti lingua, e che lingue vezzose! ('''Beatrice''', atto IV, scena I) *[...] giacché nessun [[filosofo]] | seppe mai sopportare stoicamente | nemmeno il più banale mal di denti, | anche se tutti ne han potuto scrivere | in uno stile degno degli dèi | ed abbiano guardato con sussiego | ai casi ed ai malanni della vita. ('''Leonato''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Che cos'è quella faccia da [[febbraio]], | gelida, nuvolosa, tempestosa? ('''Don Pedro''': atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Quando ero in vita ero l'altra tua sposa; e, quando mi amavi, eri l'altro mio sposo. ('''Ero''', atto V, scena IV) *Una Ero è morta disonorata, ma io vivo. E, com'è vero che vivo, sono vergine. ('''Ero''', atto V, scena IV) ==''Otello''== ===[[Incipit]]=== ====Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico==== ''Una strada di Venezia.<br>Entrano Roderigo e Iago.''<br> '''Roderigo''': Non dirmi altro! Proprio tu, Iago, che ti sei servito del mio denaro come di roba tua, eri al corrente di tutto e me l'hai taciuto.<br> '''Iago''': Sangue di Dio. Non volete ascoltarmi. Se mi sono mai sognato una cosa simile, avreste ragione di detestarmi.<br> '''Roderigo''': Mi avevi anche detto che l'odiavi.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Otello, il Moro di Venezia'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990}} ====Michele Leoni==== ''JAGO, RODRIGO.''<br> <poem>'''Rodrigo.''' Cessa: ti affanni invan. Chiaro è l'inganno: Più asconderlo non puoi. — Tu dunque, o Jago, Conscio di tutto... '''Jago.''' No: se mai di questo Il più leggier sospetto ebb'io, mi abborri. '''Rodrigo.''' D'aver già da gran tempo Otello in ira Mi dichiaravi pur.</poem> {{NDR|G. Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgPCI58.pdf Otello o Il moro di Venezia]'', traduzione di Michele Leoni, Tipografia Chirio e Mina, Torino, 1823}} ====Andrea Maffei==== Una via di Venezia.<br> RODRIGO, JAGO.<br> <poem>'''Rodrigo.''' Non cantarmene più: m'offende, Jago, Che di ciò consapevole tu fossi, Tu che suoli allentar le cordicelle Della mia borsa a senno tuo. '''Jago.''' Ma retta Darmi non vuoi... Se pure io v'ho sognato, Possa tu detestarmi! '''Rodrigo.''' E poi dicevi Ch'egli t'era odïoso!</poem> {{NDR|Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288.pdf Otello]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869}} ====Goffredo Raponi==== ''Venezia, una strada. Notte.<br>Entrano JAGO e RODERIGO''<br> '''Roderigo''' – Non dirmelo. L'ho assai per male, Jago, che tu, ch'hai sempre avuto la mia borsa a tua disposizione, come tua,<ref>Roderigo rimprovera a Jago di non averlo informato del fatto che Desdemona, di cui è innamorato, nel momento in cui parlano si trova a segreto colloquio con Otello. Jago conosce il luogo dell'appuntamento. È già lo sbozzo, fin dalle prime battute, dei due personaggi: Roderigo, il giovane benestante, grullo e credulone; Jago, lo scaltro maligno suo parassita, cosa di cui si vanterà lui stesso alla fine dell'atto: "Così io faccio di questo fantoccio / ancora e sempre la mia cassaforte".</ref> sapevi questo, e me l'hai sottaciuto.<br> '''Jago''' – Sangue di Cristo,<ref>"''S' blood!''": esclamativo per contrazione di "''By God's Blood''", "Per il sangue di Dio!" (v. anche "''Amleto''", II, 2, 355).</ref> ascoltami, ti prego, Roderigo: se avessi sol sognato che avesse mai a succedere tanto, avresti pur ragione di schifarmi.<br> '''Roderigo''' – M'hai detto sempre che l'avevi in odio.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Otello]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *E crepi la tua idea di volerti annegare! È davvero fuori luogo! Se mai, fatti impiccare per aver avuto il tuo piacere; altro che annegarti per non averlo goduto! ('''Iago''' a Roderigo: atto I, scena III) *Il Moro è franco e leale e giudica onesti tutti gli uomini, anche quelli che solo all'apparenza sono tali. ('''Iago''': atto I, scena III) *Quando non c'è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso. ('''Il Doge di Venezia''': atto I, scena III)<ref>L'ultimo periodo è citato nel testo della canzone ''Che cosa sono le nuvole'' di [[Pier Paolo Pasolini]] e [[Domenico Modugno]]</ref> *Gli uomini dovrebbero essere quello che sembrano. ('''Otello''': atto I, scena III) *Ho trovato. L'idea è generata. L'inferno e la notte porteranno questo mostruoso parto alla luce del mondo. ('''Iago''': atto I, scena III) *Oh, ho perduto la mia reputazione! Ho perduto la parte immortale di me stesso, e ciò che resta è bestiale! ('''Cassio''', atto II, scena III) *Oh, [[riguardi|guardatevi]] dalla [[gelosia]], mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. [[beatitudini dalle opere teatrali|Beato]] vive quel [[mettere le corna|cornuto]] il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! ('''Iago''' ad Otello: atto III, scena III, traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici). *Quest'uomo è di rara onestà, e legge con sapienza in tutti i movimenti dell'anima umana... ('''Otello''', atto III, scena III) *Lei però deve morire, affinché non tradisca altri uomini. ('''Otello''', atto V, scena II) *'''Emilia''': Oh, ma chi ha potuto farvi questo? <br/>'''Desdemona''': Nessuno... Io... da sola... Emilia addio! Ricordami al cortese mio signore. Oh addio!... {{NDR|[[Ultime parole dalle opere teatrali|ultime parole]]}} (atto V, scena II; traduzione di Goffredo Raponi) :'''''Emilia''': O, who hath done this deed? <br/>'''Desdemona''': Nobody; I myself. Farewell... Commend me to my kind lord: O, farewell!'' *Infamia, infamia, infamia! Se ci penso, so che l'avevo fiutata. O infamia! ('''Emilia''', atto V, scena II) *'''Otello''': Domandate di grazia a quel demonio lì per che cagione mi ha così rovinato anima e corpo.<br/>'''Iago''': Non domandatemi più nulla. Quel che sapete sapete. Da ora in là non aprirò più bocca. (atto V, scena II, traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici). *È tutta colpa della [[Luna]], quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti. (Otello: atto V, scena II) *{{NDR|[[Ultime parole dalle opere teatrali|ultime parole]] avvicinandosi al corpo di Desdemona}} Prima d'ucciderti, io t'ho baciata. Non mi restava altro modo che questo: uccidermi morendo in un tuo bacio. ('''Otello''': atto V, scena II; traduzione di Goffredo Raponi) :''I kiss'd thee ere I kill'd thee: no way but this; | Killing myself, to die upon a kiss.'' ===Citazioni sull'opera=== *Carmelo Bene già aveva messo in scena un ''Otello'' bellissimo in cui Desdemona era una scema totale, non vedeva quel che le stava succedendo, perché troppo presa da sé e dalla propria idea dell'amore. ([[Valentina Cervi]]) *Desdemona che si vede pura, rigorosa, innamorata e pronta a morire per amore, compie un peccato di superbia. Se fosse stata un po' meno sicura del proprio amore! ([[Valentina Cervi]]) *Nella tragedia di ''Otello'', il male volge un'altra delle sue facce; e il sentimento che gli risponde è, questa volta, non la condanna mista di pietà, non l'orrore per l'ipocrisia e per la crudeltà, ma lo stupore. Jago non è il male commesso per un sogno di grandezza, non è il male per l'egoistico soddisfacimento delle proprie voglie, ma il male per il male, compiuto quasi per un bisogno artistico, per attuare il proprio essere e sentirlo potente e denominatore e distruttore anche nella subordinata condizione sociale in cui esso è posto. ([[Benedetto Croce]]) ==''Pene d'amor perdute''== ===[[Incipit]]=== ====Tommaso Pisanti==== ''Il parco di Ferdinando, Re di Navarra.<br>Entrano Ferdinando, Re di Navarra, Bàiron, Longaville e Dumain.''<br> '''Re''': Fate, orsù, che quella fama, di cui tutti vanno a caccia in vita, viva bene impressa nel bronzo delle nostre tombe e ci dia favori nel disfavore della morte allorquando, a dispetto del tempo vorace cormorano, il nostro sforzo, in questo nostro attuale respirare, potrà farci conquistare quell'onore che, smussando della morte l'affilata falce, ci renda alla fine eredi dell'eternità tutta. Perciò, miei prodi vincitori – giacché tali voi siete, che guerreggiando contro i vostri istinti stessi e contro l'innumerevole armata dei mondani desideri – il nostro recente editto resterà fermamente in vigore. Sarà, la Navarra, la meraviglia del mondo; la nostra corte sarà una piccola accademia, serena e bene in grado di meditare sull'arte del vivere. Voi tre, Biron, Dumain e Longaville, avete giurato di stare qui con me per tre anni, come miei compagni di studio, e di attenervi a quelle norme che sono registrate in questo foglio. Avete pronunziato i vostri giuramenti; ed ora sottoscriveteli con i vostri nomi, di modo che sia la stessa mano a colpire l'onor suo se qualcuno di voi dovesse violare anche la minima clausola qui contenuta. Se siete ben decisi a far così come giuraste di fare, sottoscrivete qui allora i vostri solenni giuramenti, e osservateli.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Pene d'amor perdute'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Navarra, il parco del palazzo reale<br>Entrano il RE FERDINANDO, BIRON, LONGUEVILLE e DUMAIN''<br> '''Re''' – Quella fama che tutti in vita inseguono noi faremo che viva imperitura, impressa con caratteri di bronzo sul marmo delle nostre sepolture ad elargirci ancor grazia di vita nell'immane disgrazia della morte; ché, a dispetto del Tempo, cormorano divorator di tutto,<ref>Il riferimento al cormorano, come esempio di divoratore insaziabile, è frequente in Shakespeare (cfr. "''Riccardo II''", III, 1, 38: "''Light, vanity, insatiate cormorant''"; "''Coriolano''", I, 1, 125: "''The cormorant belly''").</ref> l'opra che ci apprestiamo ad affrontare in questo scorcio della nostra vita<ref>Testo: "''The endeavour of this present breath''", letteralm.: "lo sforzo di questo nostro attuale respirare".</ref> potrà farci acquistare quella fama che, smussandone<ref>Il Tempo, nell'iconografia medioevale, è rappresentato come un vecchio armato di una falce.</ref> l'affilata falce, ci renda eredi dell'eternità. Perciò, miei valorosi vincitori – ché tali siete, per aver lottato e trionfato sopra i vostri istinti e sulla variegata moltitudine dei mondani appetiti – sempre valido resta perciò il recente nostro editto: la Navarra sarà la meraviglia del mondo e questa corte sarà una minuscola Accademia<ref>"Accademia" era il nome del giardino di Atene dove Platone teneva scuola. Il termine, divenuto sinonimo di luogo dove si coltivavano le arti e le scienze, deriva dal nome del mitico eroe greco Akàdemos, nel dominio del quale si stendevano i giardini dove poi insegnò Platone. Il Lodovici, in felice analogia col luogo in cui si svolge la scena – il parco reale di Navarra – traduce: "Faremo di questo parco gli orti di Accademo".</ref> di sereno e contemplativo studio sopra l'arte del vivere. Voi tre, Biròn, Dumain e Longueville, avete preso, sotto giuramento, l'impegno a viver qui insieme a me, miei compagni di studio, per tre anni e d'osservare scrupolosamente le regole sancite in questo scritto. Ciascuno apponga, in calce al giuramento, ch'è formulato qui, la propria firma, e sia la stessa mano che ha firmato a colpire l'onore di colui che violi nel più piccolo dettaglio, quanto è qui stabilito. Perciò se vi sentite bene armati a far le cose che avete giurato, apponete la firma al vostro impegno e preparatevi a tenervi fede.<ref>Questo esordio del re di Navarra è una specie di preludio al tipo di linguaggio che pervaderà l'intera commedia: un esempio, in chiave parodistica, del parlare eufuistico (dal romanzo "''Eupheus''" di [[John Lyly]], 1578) in voga nelle corti europee del tardo Rinascimento.</ref><br> {{NDR|William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/shakespeare/pene_d_amore_perdute/pdf/pene_d_p.pdf Pene d'amor perdute]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *L'[[afflizione]] potrebbe anche sorridere un giorno; fino allora, mio dolore, stattene in un cantuccio zitto e buono. ('''Zucca''': atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Oh sarebbero sterili doveri, troppo difficili da osservare - studiare, digiunare, non dormire, non veder donne. ('''Biron''': atto I, scena I) *La [[bellezza]] sta negli occhi di chi guarda, non la si acquista a buon mercato sulla lingua del banditore. ('''Principessa''': atto II, scena I, testo inglese a cura di Stanley Wells, nota introduttiva, traduzione e note di Mario Domenichelli, Bompiani, Milano, 2015.) *Costui, signore, non s'è mai cibato di nessuna delle prelibatezze che son racchiuse nel ventre dei libri; egli non ha mai mangiato carta, né ha mai bevuto inchiostro; il suo intelletto non è ben farcito. ('''Nathaniel''': atto IV, scena II) *Quale mai potere può separar da carità l'amore? ('''Biron''': atto IV, scena II) *Son essi i libri, i fondamenti, le accademie che mostrano, contengono e nutrono il mondo intero. ('''Biron''': atto IV, scena III) *Lasciamo perdere una buona volta i giuramenti, se teniamo a cuore di ritrovar noi stessi perché altrimenti noi rischiamo di perdere noi stessi, per mantenere i nostri giuramenti. ('''Biron''': atto IV, scena III) *La fortuna di un [[Facezia|motto spiritoso]] riposa sull'orecchio di chi ascolta, non sulla lingua di chi lo pronuncia [...]. ('''Rosalina''': atto IV, scena III<!--trad. Raponi-->) == ''Pericle, il principe di Tiro'' == ===[[Incipit]]=== ====Giorgio Albertazzi==== ''Di fronte al palazzo di Antiochia.''<br> '''Gower''': A ricantarvi un canto | già un tempo cantato | dalle sue ceneri l'antico Gower | è tornato, rivestito | del suo umano aspetto, | perché agli occhi e agli orecchi | voi n'abbiate diletto.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', traduzione di Giorgio Albertazzi, Newton, 1990}} ====Antonio Castore==== ''Entra Gower in veste di Prologo''<br> '''Gower''': A cantare un canto che in antico fu cantato, dalle ceneri è tornato il vecchio Gower, assumendo su di sé l'umana infermità per rallegrare i vostri orecchi, per dilettarvi gli occhi.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Antonio Castore, Giunti, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''Antiochia, davanti al palazzo di re Antioco.<br>Entra JOHN GOWER''<ref>Nel copione non v'è didascalia della scena.</ref><br> <poem>'''Gower''' – Per ricantare un canto nell'antico cantato, il vecchio Gower per voi dalle sue ceneri è rinato riprendendo le umane infermità,<ref>"''Reassuming man's infermities''": le spoglie di cui l'uomo è rivestito sono soggette ad infermità di ogni sorta, compresa la morte.</ref> a deliziar con esso occhi ed orecchi d'uomini e donne della vostra età; un canto che s'udì spesso cantare cento e cent'anni fa in pubblico alle feste e alle fiere,<ref>"''On ember-eves and holy ales''": "''ember-eves''", "vigilie di digiuno" è il nome dei quattro periodi di digiuno (che vanno sotto il nome di "Quattro Tempora") del rito cristiano nelle quattro stagioni dell'anno; "''holy ales''" erano le feste nelle quali i membri di una parrocchia si riunivano per fabbricare e bere insieme birra ("''ale''") (cfr. "''... to go to the Ale with a Christian''" ne "''I due gentiluomini di Verona''", II, 5, 49).</ref> in tempi di digiuni e di preghiere, e dame e cavalieri, ai tempi loro, ne trassero dell'animo ristoro a leggerlo a cantarlo; ché vantaggio fu sempre all'uomo ciò che è buono e saggio.<ref>Il "vantaggio" della storia che Gower si accinge a raccontare sarà da lui illustrato subito dopo.</ref></poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Pericle, principe di Tiro]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Il pensiero della [[morte]] è come uno specchio, in cui la vita è apparenza, breve come un sospiro. Fidarsene è errore. ('''Pericle'''; atto I, scena II) *Pochi amano sentir parlare dei [[Peccato|peccati]] che amano commettere. ('''Pericle'''; atto I, scena II) *La [[malinconia]] dagli oscuri occhi, triste compagna. ('''Pericle'''; atto I, scena III) *Più bella è l'apparenza e peggiore l'inganno. ('''Cleone'''; atto I, scena V) *Beh, fanno come gli uomini a terra: i grandi mangiano i piccoli. ('''Primo pescatore''', atto II, scena I) *Ai miei occhi sembra un diamante tra pezzi di vetro. ('''Taisa'''; atto II, scena III) *Vedo così che il tempo è il vero tiranno dei mortali, li genera e li seppellisce, a suo piacimento. A loro, inascoltati, non resta che la fatalità. ('''Pericle'''; atto II, scena III) *O [[dèi]]! Perché prima ci date il cielo e poi ce lo togliete? Noi, quaggiù, non rivogliamo indietro i nostri regali, siamo più generosi di voi, noi (miserabili) mortali. ('''Pericle'''; atto III, scena I) *È strano come la nostra natura sia tanto incline ad esporsi ai [[Disagio|disagi]], anche quando potrebbe farne a meno. ('''1° gentiluomo'''; atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Tutto il [[mondo]] è una perpetua tempesta in cui perdi via via le persone che ami. ('''Marina'''; atto IV, scena I) *Una [[donna]] disonesta non è una donna. ('''Marina'''; atto IV, scena I) *Quello la sua malattia se l'è portata addosso dalla Francia, e la vuol rinfrescare qui da noi. So che verrà a cercare l'ombra nostra per sciorinar la sua corona al sole.<ref>La malattia cui si riferisce è la [[sifilide]], nota anche come "mal francese". "Sciorinar la sua corona al sole" vuol dire "spendere i suoi denari". La "corona" infatti è il denaro per antonomasia. Il "sole" era simbolo frequente nelle insegne dei bordelli in Inghilterra. Ma ''crown'' ha, tra i vari significati, anche quello di "zucca pelata" (la calvizia era un frequente effetto della sifilide). La Mezzana quindi, con le stesse parole, vuole anche intendere che il sifilitico cavalier francese, oltre a spendere le sue corone, verrà anche a spandere la sua malattia.</ref> ('''Mezzana'''; atto IV, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Vieni, Taisa, tra le mie braccia, qui ti seppellisco una seconda volta. ('''Pericle''', atto V, scena III) ==''Re Lear''== ===[[Incipit]]=== ====Ugo Dèttore==== ''Sala nel palazzo di re Lear.<br>Entrano Kent, Gloucester e Edmondo.''<br> '''Kent''': Credevo che il re fosse più affezionato al duca di Albany che al Cornovaglia.<br> '''Gloucester''': Anche a noi era sembrato: ma adesso, nella divisione del regno, non appare chiaro quale dei duchi egli stimi di più, perché le parti sono state fatte con tale equilibrio che, per quanto si consideri, non si può vedere una preferenza per l'uno o per l'altro.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Re Lear'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Sala nel palazzo di Re Lear. Un grande tavolo con sedie nel mezzo.<br>Entrano KENT, GLOUCESTER e EDMONDO''<br> '''Kent''' – Mi pareva che il re prediligesse il Duca d'Albania al Cornovaglia.<ref>"Albania", "Cornovaglia": si usava chiamare i re e i nobili titolati col nome del dominio di cui erano titolari. "Albania" ("''Albany''") è l'antico nome col quale si designava la regione compresa tra la parte settentrionale dell'Inghilterra e orientale della Scozia (da Albanatte, il leggendario discendente di Enea).</ref><br> '''Gloucester''' – Così anche a noi; sennonché ora, nella spartizione che vuol fare del regno, non appare quale dei duchi ei voglia prediligere; son sì ben bilanciate le lor parti, ch'anche il più minuzioso scrutatore non saprebbe indicare quale scegliere.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Lear]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Noi nel frattempo riveleremo il nostro proposito più oscuro. Datemi quella mappa. Sappiate che il nostro regno noi lo abbiamo diviso in tre. ('''Lear''', atto I, scena I) *È un amore che impoverisce il fiato, e che rende incapace la parola: vi amo più di quanto si possa dire quanto. ('''Goneril''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Ama e sta' zitta. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *…il mio amore pesa molto di più della mia lingua. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Da niente non verrà fuori niente. ('''Lear''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Non riesco a sollevare il mio cuore all'altezza delle labbra. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Non metterti fra il drago e la sua rabbia. ('''Lear''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *L'arco è carico e teso, schiva il dardo. ('''Lear''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Tu pensi che il dovere debba stare in silenzio per timore quando il potere si piega così alla lusinga? ('''Kent''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Il tempo svellerà ciò che l'astuzia nasconde tra le pieghe; il tempo prima copre le colpe ma infine le deride e le svergogna. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *E perché poi dovrei io acconciarmi a quella calamità che sono i pregiudizi umani e lasciarmi spogliare del mio ad arbitrio delle leggi della nazione, solo perché in ritardo di un dodici o quattordici lune su mio fratello? E perché bastardo, spurio? ('''Edmondo''': atto I, scena II) *Qui sta la stoltezza della gente: quando la nostra fortuna vacilla, per lo più a causa della nostra condotta da ghiottoni, diamo la colpa dei nostri disastri al sole, alla luna, alle stelle... ('''Edmondo''': atto I, scena II) *Oh signora, il mio vecchio cuore s'è rotto, rotto! ('''Gloucester''', atto II, scena I) *'''Osvaldo''': ''Per chi mi prendi?''<br>'''Kent''': ''Per un grosso furfante, una canaglia, | uno sgranocchiatore di rifiuti, | un malnato smargiasso, un tre-vestiti, | cento libbre di carne mal calzate, | fegato di coniglio, quereloso, | un figlio di puttana frustaspecchi, | leccapiedi, servile narcisista, | sordido erede d'un sacco di stracci, | pronto a fare il ruffiano come capita, | nient'altro che un impasto di marrano, | accattone, vigliacco, portaborse, | figlio ed erede di cagna bastarda: | uno che io sbatacchierò a legnate | da farlo stridere come un maiale | se ardisce di negarmi uno soltanto | di tutti i titoli che gli ho affibbiato.'' {{NDR|[[Insulti dai libri|insulto]]}} (atto II, scena II; traduzione di Goffredo Raponi) *Tu, "[[Z]]", figlia illegittima, tu lettera affatto necessaria. :''Thou whoreson zed, thou unnecessary letter!'' ('''Kent''': atto II, scena II) *Non cavillate sul "bisogno"! Gl'infimi mendicanti nella loro miseria hanno qualcosa di superfluo. Se si concede alla natura nulla più dello stretto indispensabile la vita dell'uomo vale meno di quella della bestia. Tu sei una gentildonna; se tutta l'eleganza consistesse nell'andar caldi, la natura non avrebbe bisogno di codesti tuoi abiti sontuosi, che non ti tengon caldo. ('''Lear''' alle figlie Regan e Gonerill che vogliono convincerlo a rinunciare alla sua scorta, atto II, scena IV, traduzione di Giorgio Melchiori, supplemento de l'Unità, 1993) *Soffiate, venti, e rompetevi le guance! Infuriate! Soffiate! Voi cateratte e uragani. ('''Lear''', atto III, scena II) *Io sono un uomo che ha patito più peccati di quanti non ne abbia commessi. ('''Lear''', atto III, scena II) *Il [[diavolo|principe delle tenebre]] è un gentiluomo. ('''Edgardo''', atto III, scena III; traduzione di Carlo Rusconi, [http://books.google.it/books?id=Zv4VAAAAYAAJ&pg=PA55&dq=Il+principe+delle+tenebre+%C3%A8+un+gentiluomo.&cd=4#v=onepage&q=Il%20principe%20delle%20tenebre%20%C3%A8%20un%20gentiluomo.&f=false Cugini Pomba e comp], 1852) *L'uomo non adulterato non è più di un povero, nudo, forcuto animale come te. ('''Lear''', atto III, scena IV) *Ti par gran fatto che questo temporale furibondo ci penetri fino alla pelle; tale è per te. Ma là dove esiste un male maggiore, il minore non si sente. Diciamo che scappi da un orso: però se la fuga ti porta verso un mare ruggente, allora ti volgi ad affrontare le fauci dell'orso. Quando la mente è libera il corpo è vulnerabile; ma la tempesta che ho io nella mente rende i miei sensi incapaci di provare altra pena se non quella che mi martella dentro. Ingratitudine filiale! Come se questa bocca mordesse questa mano perché le porta il cibo! ('''Lear''', atto III, scena IV, traduzione di Giorgio Melchiori, supplemento de l'Unità, 1993) *Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire. ('''Edgardo''': atto IV, scena I, 1963) *Io non ho strada, e perciò non ho bisogno di occhi; quando vedevo ho inciampato. ('''Duca di Gloucester''', atto IV, scena I) *Noi siamo per gli dèi quello che son le mosche pei monelli: ci spiaccicano per divertimento. ('''Gloucester''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *I [[vizi capitali]] s'appalesano bene a tutti gli occhi se vestiti di stracci sbrindellati; le belle acconciature e le pellicce li nascondono all'occhio più indagante. ('''Lear''': atto IV, scena VI; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Miserabile sgherro, ferma quella mano sanguinosa: perché frusti quella sgualdrina? Frusta piuttosto la tua stessa schiena, perché ti struggi di far con lei la stessa cosa per cui la frusti. ('''Lear''': atto IV, scena VI; vv. 162-165) *Da stracci sbrindellati fan capolino i vizi capitali: ricchi mantelli e toghe impellicciate nascondono tutto. Metti al peccato una corazza d'oro, e la lancia robusta della giustizia va in frantumi; vestito di cenci e basterà per trafiggerlo la pagliuzza di un pigmeo. ('''Lear''', atto IV, scena VI, traduzione di Giorgio Melchiori, supplemento de l'Unità, 1993) *Rideremo delle farfalle dorate. ('''Lear''': atto V, scena III) *Urlate, urlate, urlate! Oh! Siete uomini di pietra. ('''Lear''', atto V, scena III) ===Citazioni sull'opera=== *Nel ''Re Lear'', il tempestoso dramma, che è tutto una sequela di tradimenti orrendi, la bontà s'impersona, prende un nome, Cordelia; e brilla essa sola nella tempesta, ad essa sola si guarda, come in un cielo cupo all'unica stella che vi scintilla. ([[Benedetto Croce]]) *Un odio infinito per la malvagità ingannatrice ha ispirato quest'opera {{NDR|''Re Lear''}}: l'egoismo puro e semplice, la crudeltà, la perversità muovono ripugnanza ed orrore, ma non inducono direttamente al tremendo dubbio che il bene non esista o quanto meno non sia riconoscibile e sceverabile dal suo contrario, come accade invece per l'inganno morale, che prende sembianza di rettitudine, di generosità, lealtà, e, poi che ha ottenuto il suo intento, disvela nel fatto l'impura cupidigia, l'aridità, la durezza di cuore, che sole realmente esistevano. ([[Benedetto Croce]]) ==''Riccardo II''== ===[[Incipit]]=== ====Carlo Rusconi==== ''Londra. – Una stanza nel palazzo regio''.<br>'''Riccardo''': Giovanni di Gaunt, nobile Lancastro, vecchio pieno d'anni e di onori, conformandoti alla tua promessa e al tuo giuramento, hai tu qui condotto il tuo intrepido figlio Enrico di Hereford, per sostenere dinanzi a noi l'audace sfida ch'egli addirizzò al duca di Norfolk, Tommaso Mowbray? Non avemmo agio prima d'ora d'intender le due parti.<br>'''Giovanni di Gaunt''': Attenni ciò che promisi, mio sovrano.<br>'''Riccardo''': Dimmi ancora; l'hai tu interrogato? Sai s'ei mandasse quel cartello per odio antico, o se prorompesse nella collera virtuosa di un buon suddito, per qualche tradimento, di cui egli conosca Mowbray colpevole?<br>'''Giovanni di Gaunt''': Da quanto seppi indagare e' fu per qualche trama pericolosa di Mowbray in danno di Vostra Altezza, e non per un'ira personale e inveterata.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Teatro completo, Vita e morte del Re Riccardo II'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923}} ====Mario Luzi==== ''Londra. Il palazzo di re Riccardo.<br>Entrano re Riccardo, Giovanni di Gaunt con altri nobili e persone del seguito.''<br> '''Re Riccardo''': Vecchio Giovanni di Gaunt, venerabile Lancaster, hai tenuto fede al giuramento e condotto qui Enrico Hereford, tuo generoso figlio, a provare l'impetuosa accusa, che ancora non avemmo tempo di ascoltare contro il duca di Norfolk, Tommaso Mowbray?<br> '''Gaunt''': L'ho fatto, maestà.<br> '''Re Riccardo''': Dimmi anche: l'hai esaminato a fondo, se accusa il duca per antico malanimo oppure onestamente, come un buon suddito dovrebbe, per qualche manifesto fondamento di slealtà.<br> '''Gaunt''': Per quanto ho potuto stringerlo da presso su questo argomento lo muove un pericolo evidente preparato contro l'altezza vostra, non astio inveterato.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Riccardo II'', traduzione di Mario Luzi, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Londra. Il palazzo reale.<br>Entrano RE RICCARDO, GIOVANNI DI GAUNT, nobili e seguito''<br> '''Riccardo''' – Dunque, Giovanni Gaunt, mio vecchio e venerabile zio Lancaster, fedele alla giurata tua promessa, hai condotto ora qui, davanti a noi, Enrico d'Hereford, tuo fiero figlio, a confermare l'irruenta accusa, cui non potemmo dar finora udienza, al Duca di Norfolk, Tommaso Mowbray.<br> '''Gaunt''' – Per l'appunto, maestà.<br> '''Riccardo''' – Ma dimmi, l'hai sondato bene a fondo per sincerarti che l' accusa al duca di notorio e palese tradimento muova non già da qualche antica ruggine, ma da un onesto, personale impulso, come dovrebbe fare ogni buon suddito?<ref>In realtà, l'accusa è storicamente infondata, e nel dramma la figura di Norfolk sarà riabilitata. Ma simili denunce di slealtà verso il sovrano avevano regolare corso nell'Inghilterra del tempo. "Così rilassati erano i costumi tra la nobiltà, insieme coi principii d'onore e di delicatezza, che Enrico duca di Hereford, primo conte di Derby e figlio del Duca di Lancaster, non arrossì di accusare il duca di Norfolk di avergli in privato tenuto discorsi ingiuriosi contro il monarca. Norfolk gli diede una smentita e lo sfidò al duello". (L. Galibert & C. Pellé, "''Storia d'Inghilterra''", vol. I, pag. 380, Venezia, Antonelli, 1845).</ref><br> '''Gaunt''' – Per quanto potei stringerlo da presso sull'argomento, ho potuto discernere in lui il timore di qualche pericolo alla persona dell'Altezza vostra, e nessun vecchio ed astioso rancore.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo II]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Più il cristallo del firmamento è terso, e vie più le nubi che l'ingombrano sembrano nere e deformi. ('''Bolingbroke''': atto I, scena I, p. 78) *Il diamante prezioso, racchiuso con dieci sbarre di ferro in uno scrigno, è il [[coraggio]] in un cuor leale. Il mio onor è la mia vita; tutti e due non fan che uno. ('''Mowbray''': atto I, scena I, p. 81, Utet, 1923) *Quella che noi appelliamo pazienza nelle anime volgari, è bassezza e viltà nei cuori magnanimi. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923) *Il dolore allorché è profondo e vero è un peso che non si sgrava mai dal cuore. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923) *– E non dimenticare che il [[Leone e leopardo|leone]] seppe sempre domare il leopardo.<br>– Non gli mutò però il colore del pelo. (atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Non siamo nati per supplicare, ma per comandare. :Noi siamo nati non per postulare, ma per imporre. ('''Riccardo''': atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *La sventura fa di un'ora un giorno. (atto I, scena III, p. 90, Utet, 1923) *Tutti i luoghi, che l'occhio del Cielo vede, sono pel saggio porti di salvezza e asili di felicità. (atto I, scena III, p. 91, Utet, 1923) *Nessuna virtù può eguagliare il bisogno. ('''Gaunt''': atto I, scena III) *La [[vanità]], insaziato cormorano, consumato tutto il resto, addenta le sue viscere. ('''Gaunt''': atto II, scena I) *Ah, Riccardo! Con gli occhi di una mente addolorata io guardo alla tua gloria, come una stella cadente caduta dal firmamento su questa vile terra. ('''Conte di Salisbury''', atto II, scena IV) *Per vivere ho bisogno del pane, come voi; ho emozioni, desideri, soffro come voi, e necessito di amici veri. Così assoggettato, come potete chiamarmi re? ('''Riccardo''', atto III, scena II) *Egli viene ad aprire il testamento vermiglio d'una guerra sanguinosa.<ref>Citato in [[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|''Ai confini della realtà'', prima stagione]]: «Egli è venuto ad aprire il testamento purpureo della sanguinosa guerra.»</ref> ('''Riccardo''': atto III, scena III; traduzione di Goffredo Raponi) *Scenderò, scenderò sempre più giù, come un Fetonte sfavillante. ('''Riccardo''', Atto III, scena III) *Voi potete spogliarmi dei miei titoli, della mia maestà, delle mie glorie: delle mie pene, no, perché di queste ancora e sempre sarò io il re. ('''Riccardo''': atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) ===Citazioni sull'opera=== *Shakespeare ne dipinge nel Riccardo II un'anima nobile che aveva incominciato ad abbandonarsi agli errori di una gioventù sfrenata, ma che viene detersa dalle sciagure, ed è adorna anche in questa vita di uno splendido immortale. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *La serie degli avvenimenti politici, che cagionano la degradazione di Riccardo, è dipinta con meravigliosa cognizione del mondo. Vedesi la marea del favore che ritirandosi dall'una parte, e impetuosamente rivolgendosi all'altra, seco trascina tutto ciò che le pone ostacolo. Parimente si vede Bolingbroke che già impera qual re, e che è trattato come tale dai suoi fautori, mentre vuol far credere ancora di non esser giunto fuorché per sostenere, armata mano, il suo diritto d'eredità, e riformare gli abusi. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Oltre ai significati storico-politici, la sostanza di questo dramma shakespeariano è fortemente psicologica, in quanto al centro del testo è posta la crisi – che psicanaliticamente definiremmo narcisistica – del protagonista, il quale è progressivamente condotto a fare i conti con il passaggio da una visione eroica di Sé come "anointed King", re di origine divina prescelto dal destino, a un'immagine infranta del suo Io [...]. Nello scoprirsi subjected – termine da intendersi nella duplice accezione di "suddito", ma anche di "soggetto umano" – Riccardo scopre la vanità (egli definirà hollow, "vuota", la sua corona) del suo essere e, di conseguenza, la fallacia della sua regalità legittima. Ciò che la crisi narcisistica del protagonista del dramma in ultima analisi esprime è un ben preciso messaggio di carattere culturale: alla crisi narcisistica di Riccardo fa da specchio un mutamento epocale, poiché il Re non è più tale in virtù della sua natura divina e trascendente, bensì in forza del consenso popolare e delle contingenze. Con Bolingbroke, possiamo ben dire, finisce il tempo della Cavalleria e ha inizio quello della modernità, aprendo la strada a una visione secolarizzata del potere umano e delle sue prerogative. Il capolavoro di Shakespeare fotografa questa mutazione radicale nello spirito e nella storia dell'Europa. ([[Cesare Catà]], ''Eretico Potere Ieratico. Il Liber Augustalis di Federico II di Svevia e il Riccardo II di Shakespeare'', in "Tabulae. Rivista del Centro Studi Federiciani", XXIV, (Dicembre 2012), pp. 137-158) ==''Riccardo III''== ===[[Incipit]]=== ====Salvatore Quasimodo==== ''Londra. Una strada.<br>Entra Riccardo, duca di Gloucester, solo.''<br> '''Gloucester''': Ora l'inverno della nostra amarezza s'è cambiato in gloriosa estate a questo sole di York; e tutte le nuvole che pesavano sulla nostra casa sono sepolte nel profondo cuore dell'oceano. Ora le nostre fronti sono strette da ghirlande di vittoria; le nostre armi contorte appese per memoria, i nostri bruschi allarmi mutati in lieti convegni, le nostre terribili marce in amabili danze. La guerra dal viso arcigno ha spianato la sua fronte corrugata, e ora, invece di montare bardati destrieri per atterrire il cuore dei tremendi nemici, salta lievemente nella stanza d'una lady al diletto lascivo d'un liuto.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Riccardo III'', traduzione di Salvatore Quasimodo, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Una via di Londra<ref>Questa didascalia è arbitraria del traduttore. I testi non ne portano nessuna. Il lettore – o il regista – può dunque immaginare il luogo a suo talento; che può essere anche un interno della corte.</ref><br>Entra RICCARDO, duca di Gloucester''<br> '''Riccardo''' – Ormai l'inverno del nostro travaglio s'è fatto estate sfolgorante ai raggi di questo sole di York;<ref>"''By this sun of York''": alcuni testi hanno "''son''", "figlio", invece dell'omofono "''sun''", "sole", che leggerebbe pertanto: "ad opera di questo figlio di York" riferito a Re Edoardo IV; "figlio" di York e fratello di Riccardo è infatti questo Edoardo, che ha tolto il trono a un Lancaster, Enrico VI. È verosimile che il drammaturgo abbia inteso sfruttare l'omofonia dei due termini per uno di quei giochi di parole assai graditi al pubblico elisabettiano; ma la lezione "''sun''" è la più probabile, anche perché il sole era l'emblema gentilizio degli York (cfr. in "''Enrico VI – Parte terza''", il dialogo dei due fratelli Edoardo e Riccardo York alla prima scena del II atto).</ref> e le nuvole che incombevano sulla nostra casa son sepolte nel fondo dell'oceano. Ora le nostre fronti si cingono di serti di vittoria; peste e ammaccate sono appese al muro le nostre armi, gloriose panoplie, e in giulivi convegni tramutate le massacranti marce militari. Deposto ha Marte l'arcigno cipiglio e spianata la corrugata fronte, e, non più in sella a bardati destrieri ad atterrir sgomente anime ostili, ora se'n va, agilmente saltellando per l'alcova di questa o quella dama alle lascive note d'un liuto.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo III]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *È reso gloriosa estate da questo sole di York. ('''Riccardo''', atto I, scena I) *Sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi. ('''Riccardo''', atto I, scena I) *La vostra bellezza fu causa di quest'effetto, la vostra bellezza che mi incitava nel sonno a dare la morte a tutto il mondo per poter vivere un'ora sola sul vostro dolce seno. ('''Riccardo''': atto I, scena II) *Non insegnare alle tue labbra tale disprezzo, perché esse furono fatte per baciare, non per disprezzare, signora. Se il tuo cuore vuole vendetta e non può perdonare, ecco questa spada affilata: se vuoi trafiggere questo petto e farne uscire l'anima che ti adora, lo denudo al colpo mortale, e umilmente in ginocchio ti chiedo la morte. ('''Riccardo''': atto I, scena II) *'''Anna''': Sei tu che ignori, infame,<br/>tutte le leggi di Dio e degli uomini.<br/>Non c'è [[animale|bestia]] che sia tanto feroce<br/>da non conoscere almeno un briciolo<br/>di pietà.<br/>'''Riccardo''': Ma io non la conosco,<br/>perciò non sono bestia. (atto I, scena II; Raponi) *Vesto così la mia nuda perfidia | con vecchi stracci carpiti a casaccio | dai sacri testi; e mostro d'esser pio | quanto più mi comporto da demonio.<ref name=v/> ('''Riccardo''': atto I, scena III; Raponi) *Vi han forse scelti fra le moltitudini proprio per ammazzare l'innocente? ('''Clarence''', atto I, scena IV) *Volete costringermi a un mondo di angosce? Chiamateli di nuovo. Non sono fatto di pietra.. ('''Riccardo''', atto III, scena VII) *Sei tutto ghiaccio; la tua gentilezza gela. (atto IV, scena II; 2016) *Se vuoi giurare su qualcosa a cui si possa credere, giura allora su qualcosa che non hai offeso. ('''Regina Elisabetta''', atto IV, scena IV) *Un [[cavallo]]! Un cavallo!<br/>Il mio regno per un cavallo! ('''Riccardo''': atto V, scena IV; Raponi) :''A horse! a horse! my kingdom for a horse!'' ==''Sogno di una notte di mezza estate''== ===[[Incipit]]=== ====Guido Bulla==== ''[Atene. Sala nel palazzo di Teseo.] Entrano Teseo, Ippolita, Filostrato e il Seguito.'' <br> TESEO: La nostra ora nuziale, bella Ippolita, <br>Adesso si avvicina a grandi passi. <br>Quattro giorni felici porteranno <br>La luna nuova; ma quanto mi sembra <br>Lenta a svanire questa luna vecchia! <br> S'interpone fra me e i miei desideri, <br>Così come una suocera, o una vedova <br>Che pian piano prosciughi le ricchezze <br>Di un giovinetto. <br> {{NDR|William Shakespeare, ''Sogno di una notte di mezza estate'', traduzione di Guido Bulla, Newton Compton, Roma, 2014. ISBN 978-88-541-6987-6}} ====Paola Ojetti==== ''Atene, il palazzo di Teseo.<br>Entrano Teseo, Ippolita, Filostrato e i servi.''<br> '''Teseo''': L'ora delle nostre nozze è prossima, o bella Ippolita: quattro giorni ancora di felice attesa, e apparirà la nuova luna; ma, oh, quanto questa vecchia luna è lenta a tramontare! Essa fa languire le mie brame come una matrigna o vedova che con l'aiuto del tempo lasci avvizzire le sostanze del giovane erede.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Sogno di una notte di mezza estate'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Atene, sala nel Palazzo di Teseo<br>Entrano TESEO, IPPOLITA, FILOSTRATO e seguito''<br> '''Teseo''' – La nostra ora nuziale, bella Ippolita, s'approssima: quattro giorni felici ci porteranno la novella luna... Oh, come questa vecchia pare lenta a dileguarsi, quasi a ritardare malignamente, come una matrigna,<ref>"''... like to a stepdame or a dowager''": "''stepdame''", "matrigna", ha nell'inglese, più che nell'italiano, il senso di donna perfida e crudele; "''dowager''" è la vedova ricca che si sta godendo le rendite del defunto marito, nobiluomo o mercante.</ref> l'appagamento dei miei desideri, o somigliante ad una ricca vedova ostinatasi a viver troppo a lungo per rendere a più a più sottili le rendite del suo giovane erede.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Sogno d'una notte di mezza estate]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *L'[[amore]] può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l'alato [[Cupido]] viene dipinto col volto bendato. ('''Elena''': atto I, scena I) :L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupìdo viene dipinto bendato. * Ahimè, da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del vero amore non è mai piana. ('''Lisandro''': atto I, scena I) *Sono pure menzogne, gelosia. ('''Titania''', atto II, scena I) *La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi? ('''Elena''', atto II, scena I) *Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci. ('''Demetrio''': atto II, scena I) *Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: Apollo scappa e [[Dafne (mitologia)|Dafne]] lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la [[coraggio e viltà|vigliaccheria]] ci insegue e la [[coraggio e viltà|prodezza]] fugge. ('''Elena''': atto II, scena I) *Conosco una valle in cui fiorisce il timo selvatico, dove crescono le primule e le timide viole, coperte da un baldacchino di rigoglioso agrifoglio, dolci rose muschiate e caprifogli. ('''Oberon''', atto II, scena I) *''Ciò che il tuo occhio al risveglio vedrà il tuo vero amore diventerà.'' (formula magica di Oberon: atto II, scena II) *E, per quanto piccola, è feroce. ('''Elena''', atto III, scena II) *O notte lunga e tediosa, accorcia le tue ore. ('''Elena''', atto III, scena II) * Non c'è occhio d'uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai veduto, non c'è mano che abbia mai assaggiato, né lingua che abbia mai toccato, e tantomeno cuore che abbia mai raccontato un sogno come il mio. ('''Rocchetto''': atto IV, scena I) *Pazzo, amante, [[poeta]]: tutti e tre sono composti sol di fantasia. ('''Teseo''': atto V, scena I) *Può ben dire la sua un [[leone]], quando a dir la loro ci sono tanti [[asino|asini]] in giro. ('''Demetrio''': atto V, scena I) *Ruggisce il leone affamato, ulula il lupo alla luna, russa pesante il contadino dalla fatica grave stremato. ('''Puck''', atto V, scena II) ===[[Explicit]]=== Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,<br /> immaginate come se veduti<br /> ci aveste in sogno, e come una visione<br /> di fantasia la nostra apparizione.<br /> Se vana e insulsa è stata la vicenda,<br /> gentile pubblico, faremo ammenda;<br /> con la vostra benevola clemenza,<br /> rimedieremo alla nostra insipienza.<br /> E, parola di Puck, spirito onesto,<br /> se per fortuna a noi càpiti questo,<br /> che possiamo sfuggir, indegnamente,<br /> alla lingua forcuta del serpente,<br /> ammenda vi farem senza ritardo,<br /> o tacciatemi pure da bugiardo.<br /> A tutti buonanotte dico intanto,<br /> finito è lo spettacolo e l'incanto.<br /> Signori, addio, batteteci le mani,<br /> e Robin v'assicura che domani<br /> migliorerà della sua parte il canto.<ref>Recitato in una forma semplificata da Neil ([[Robert Sean Leonard]]) nel film ''[[L'attimo fuggente]]''.</ref> ('''Puck''') ===Citazioni sull'opera=== *La più insipida, ridicola commedia che ho visto mai in vita mia. ([[Samuel Pepys]]) *La quintessenza di tutte queste commedie (al modo stesso che, rispetto alle grandi tragedie, si può in certo senso dire dell' ''Amleto'') è il ''Sogno di una notte di mezza estate''; dove le rapide accensioni, le incostanze, i capricci, le illusioni e le delusioni, le follie d'ogni sorta dell'amore si danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli; sicché tutto vi è parimente reale e parimente fantastico, secondo meglio piaccia chiamarlo. Il senso del sogno, di un sogno-realtà, permane e impedisce ogni freddezza di allegoria e di apologo. ([[Benedetto Croce]]) ==''Sonetti''== *''Quando quaranta inverni avranno assediato la tua fronte | e scavato trincee profonde nel campo della tua bellezza...''<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *''Devo paragonarti dunque a una giornata d'estate? | No, sei più amabile e temperata.''<ref>Citato in ''[[L'attimo fuggente]]''.</ref> (da ''Sonetto XVIII'') :''Shall I compare thee to a summer's day? | Thou art more lovely and more temperate.''<ref>da ''[[s:en:Sonnet 18 (Shakespeare)|Sonnet 18]]''</ref> *''Finché l'uomo avrà occhi, avrà respiro, | vive la mia parola, e in lei sei vivo.'' (da ''Sonetto XVIII''; 1988) *''Ancor mi dolgo di doglie già chiuse | e di rancura in rancura riconto | i tristi conti, lamenti che furono, | e pago ancora, quasi già non fosse. || Ma se allora a te penso, dolce amico, | ha fine il duolo, ogni perdita è vinta.'' (da ''Sonetto XXX''; 1988) *''Più gli occhi serro e più i miei occhi vedono, | ché il dì posando su futili oggetti, | quando dormo, nel sonno guardan te, | e luci buie al buio in luce tendono. | Tu che con l'ombra l'ombre fai lucenti, | qual visione sarebbe al chiaro giorno, | più chiara assai, di tua ombra l'essenza, | se occhi ciechi tanto splendi in ombra: | quanta goia ai miei occhi, dico, quando | ti guardassero nel giorno vivente | se in morta notte sui chiusi occhi stai, | bella ombra imperfetta, e il sonno fendi. || [[Notte]] è ogni giorno finché io veda te, | la notte è luce se in sogno ti svela.'' (''Sonetto XLIII''; 1988) *E cosi, coll'imagine tua o coll'amor tuo, tu, benché assente, mi sei ognora presente, poiché non puoi allontanarti oltre il confine de' miei pensieri ed io sono ognora con essi, ed essi con te. (da ''Sonetto XLVII'', in William Shakespeare, Gabriele Baldini, ''Sonetti'', traduzione di Lucifero Darchini, Feltrinelli Editore, 1994. ISBN 8807820536) :''Così, in immagine o nell'amor mio, | lontano, sei con me presente sempre: | dei pensieri più in là non puoi fuggire | e sempre io son con loro e lor con te, || o, se dormono, l'immagine appare | e il cuor risveglia, e il cuore e l'occhio affascina.'' (1988) *''Le [[Rosa (fiore)|rose]] canine hanno colore altrettanto intenso | quanto la profumata tinta delle rose, | pendono su consimili spine, e scherzano con pari vezzosità | quando il fiato estivo schiude i loro incappucciati bottoni.<br>Ma, poiché la loro virtù è unicamente nel loro aspetto, | esse vivono non amate e avvizziscono non circondate da riverenza: | muoiono interamente. Le dolci rose non muoiono così: | delle loro soavi morti si fanno soavissimi odori.'' (da ''Sonetto LIV''; citato in [[Benedetto Croce]], ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari 1968) :''The canker-blooms have full as deep a dye | as the perfumed tincture of the roses,| hang on such thorns, and play as wantonly | when summer's breath their masked bud discloses.<br>But, for their virtue only is their show, | they live unwoo'd and unrespected fade; | die to themselves. Sweet roses do not so; | of their sweet deaths are sweetest odours made...'' *''Se voi leggete questi versi, non ricordate | la mano che li scrisse; perché io [[Dichiarazioni d'amore dalle poesie|vi amo]] tanto | che nei vostri dolci pensieri vorrei essere dimenticato, | se il pensare a me vi dovesse procurar dolore.'' (da ''Sonetto LXXI''; citato in [[Benedetto Croce]], ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari 1968) :''Nay, if you read this line, remember not | the hand that writ it; for I love you so, | that I in your sweet thoughts would be forgot, | if thinking on me then should make you woe'' *''In me quel tempo dell'anno tu scorgi | quando nessuna foglia pende o rara, | gialla, dai rami che al freddo si scuotono, | cori in ruina senza uccelli e canti.'' (da ''Sonetto LXXIII''; 1988) *''E ogni altra angoscia che ora par mortale, | di fronte al perder te, non parrà eguale.'' (da ''Sonetto XC''; 1988) :''And other strains of woe, which now seem woe, | Compar'd with loss of thee, will not seem so.'' *''E più che il [[rovo]] appesta il [[giglio]] sfatto.'' (da ''Sonetto XCIV''; 1988) *''Alle nozze sincere di due anime | impedimenti non so. Non è amore | l'amor che muta se in mutare imbatte | o, rimuovendosi altri, si rimuove, | oh no: è faro che per sempre è fisso | e guarda alle bufere e non dà crollo.'' (da ''Sonetto CXVI''; 1988) *''Ragazzo [[bellezza|bello]], che del tempo reggi | l'ora la falce il mutevole specchio, | che al declino t'espandi e, appassendo | gli amanti, mostri come doce cresci – | se Natura, signora di ruine, mentre tu avanzi, all'indietro t'attira | è sol per questo, a vantarsi di vincerla | sul tempo e il lancinante attimo uccidere.'' (da ''Sonetto CXXVI''; 1988) *''Sciupio vitale in scempio di vergogna | è [[lussuria]] in azione, e lì, lussuria | è spergiura, di sangue e di infamia sozza, | brutale estrema incredibile cruda. | Goduta appena, subito si spregia, | oltre ragione l'agogni, ma poi | oltre ragione l'odii, come l'esca | posta a far impazzire chi l'inghiotte.'' (da ''Sonetto CXXIX''; 1988) *''Di morte mangerai, che mangia gli uomini, | e il morir finirà, morta la [[morte]].'' (da ''Sonetto CXLVI''; 1988) ===Citazioni sui ''Sonetti''=== *I Sonetti di Shakespeare sono più che non mera poesia: sono un romanzo, perché Shakespeare non intrattiene con se stesso un rapporto fintamente umano – come la maggior parte dei poeti autentici – ma un rapporto consapevolmente e squisitamente e ferramente sociale. ([[Aldo Busi]]) ==''Timone di Atene''== ===[[Incipit]]=== ====Eugenio Montale==== ''Atene. Una sala in casa di Timone.<br>Entrano il Poeta, il Pittore, il Gioielliere, il Mercante ed altri da porte diverse.''<br> '''Poeta''': Buon giorno, signore.<br> '''Pittore''': Son lieto di trovarvi bene.<br> '''Poeta''': È da molto che non vi vedo. E il mondo? come va?<br> '''Pittore''': Si logora quanto più cresce.<br> '''Poeta''': Oh lo so bene. Ma che c'è di inusitato, di raro, che non trova cosa che l'eguagli nei molteplici annali? Vedi qui, o magia della liberalità, tutti questi spiriti presentarsi, evocati dal tuo potere. Io conosco quel mercante. ====Goffredo Raponi==== ''Atene, la casa di Timone.<br>Entrano, da porte diverse, IL POETA, IL PITTORE, IL GIOIELLIERE e IL MERCANTE''<br> '''Poeta''' – Buongiorno, amico.<ref>"''Good day, Sir''": è inutile osservare che i Greci, come i Romani, non conoscevano le espressioni di "signore", "signoria vostra", ecc. Shakespeare, è noto, fa parlare i suoi personaggi col linguaggio del suo tempo.</ref><br> '''Pittore''' – Lieto d'incontrarti.<br> '''Poeta''' – Era tempo che non ci vedevamo. Come va il mondo?<br> '''Pittore''' – Si usura col crescere.<br> '''Poeta''' – Ah, sì, questo è notorio! Che c'è infatti di strano al mondo d'oggi che non sia già accaduto e che non si ritrovi registrato nel multiforme libro della storia?... Guarda – magia della munificenza! – quanti spiriti l'alto suo potere ha saputo evocare in questa casa... Quel mercante mi pare di conoscerlo.<br> ===Citazioni=== *Chi muore senza portar nella tomba una pedata, dono di un amico? ('''Apemanto''': atto I, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Gli uomini chiudono la propria porta contro il sole che [[tramonto|tramonta]]. ('''Apemanto''': atto I, scena II) *Ogni cosa che dice crea un nuovo debito, egli deve di più a ogni parola. ('''Flavio''', atto I, scena II) *Bestie selvagge molto più miti dell'uman genere. ('''Timone''', atto IV, scena I) *''O [[sole]], tu di vita almo ministro, | suggi infetti vapori dalla terra, | che ne sia ammorbata tutta l'aria | sotto l'orbe di tua sorella luna!'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999) *''La [[uomo|creatura umana]], | assediata com'è da tanti guai, | una volta salita a gran fortuna, | non è capace di reggersi in essa | se non sprezzando altre creature umane.'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999) *''Tant'[[oro]] come questo è sufficiente | a fare nero il bianco, bello il brutto, | giusto l'ingiusto, nobile il volgare, | giovane il vecchio, vile il coraggioso. | O dèi, perché? Che cos'è questo, o dèi? | Questo allontanerà dai vostri altari | i vostri preti e i vostri servitori, | questo farà strappare da sotto il capo | dei vivi moribondi gli origlieri. | Questo giallo ribaldo | cucirà insieme e romperà a vicenda | ogni fede, renderà sacro l'empio, | farà gradita l'aborrita lebbra, | metterà i ladri nei posti migliori | e darà loro titoli onorifici | e inchini e generale approvazione | dai senatori seduto a consesso. | È lui che fa che l'avvizzita vedova | si rimariti: lei, cui l'ospedale | e l'ulcerose piaghe in tutto il corpo | fanno apparire cosa disgustosa, | l'oro imbalsama, rende profumata | e riconduce ai giorni dell'aprile. Vieni, vieni, metallo maledetto, | tu, puttana di tutto l'uman genere, | motivo di discordia tra le genti, | saprò ben io quel che fare di te, | in modo cònsono alla tua natura!'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999) *Tu proprio dell'umana condizione non hai mai conosciuto il giusto mezzo: conosci solo i due eccessi estremi. ('''Apemanto''', atto IV, scena III) *Qui io giaccio, Timone, colui che in vita odiò tutti gli uomini; passa e impreca pure, ma non sostare qui mai. ('''Alcibiade''', leggendo l'epitaffio di Timone, atto V, scena V) ==''Tito Andronico''== ===[[Incipit]]=== ====Agostino Lombardo (1990)==== ''Squilli di tromba. Entrano in alto i tribuni e i senatori; poi Saturnino col suo seguito da una porta, Bassiano col suo seguito dall'altra, tamburi e trombe.''<br> '''Saturnino''': Nobili patrizi, patroni del mio diritto, difendete la giustizia della mia causa con le armi, e voi, compatrioti, seguaci miei fedeli, pretendete con la spada il mio titolo di successore; sono io il primo figlio di chi per ultimo cinse la corona imperiale di Roma, e quindi fate che gli onori di mio padre vivano in me e che questa indignità non offenda i miei anni.<br> '''Bassiano''': Romani, amici, seguaci, difensori del mio diritto, se mai Bassiano, figlio di Cesare, fu gradito agli occhi della regale Roma, tenete aperta la strada al Campidoglio e impedite che al trono imperiale, a virtù consacrato e a giustizia, temperanza e nobiltà, s'accosti il disonore: lasciate invece che in limpida elezione rifulga il merito e combattete, o romani, per una libera scelta.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Newton, 1990}} ====Agostino Lombardo (1999)==== ''Squilli di tromba. Entrano in alto i tribuni e i senatori; poi in basso Saturnino col suo seguito da una porta, Bassiano col suo seguito dall'altra, tamburi e stendardi.''<br> '''Saturnino''' (''ai suoi seguaci''): Nobili patrizi, patroni del mio diritto, difendete la giustizia della mia causa con le armi, e voi, compatrioti, seguaci miei fedeli, pretendete con la spada il mio diritto alla successore. Sono io il primo figlio di chi per ultimo cinse la corona imperiale di Roma, e quindi fate che gli onori di mio padre vivano in me e che questa indignità non deturpi i miei anni.<br> '''Bassiano''' (''ai suoi seguaci''): Romani, amici, seguaci, difensori del mio diritto, se mai Bassiano, figlio di Cesare, fu gradito agli occhi della regale Roma, consentite allora ch'io ascenda al Campidoglio e impedite che al trono imperiale, a virtù consacrato e a giustizia, temperanza e nobiltà, s'accosti il disonore: lasciate invece che in limpida elezione rifulga il merito e combattete, o Romani, per una libera scelta.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 1999}} ====Goffredo Raponi==== ''Piazza davanti al Campidoglio. A un lato, il monumento sepolcrale degli Andronici.<ref>Questa indicazione della presenza sulla scena di un monumento funebre la trovo introdotta per la prima volta dal Lodovici. Uomo di teatro egli stesso e drammaturgo illustre, s'è avveduto dell'incongruità di un rito funebre, qual è quello che si svolge sulla scena, in assenza di qualsiasi cenno alla presenza del cenotafio.</ref><br>Trombe.<ref>"''Flourish''": è uno dei tanti segnali musicali del teatro shakespeariano.</ref> Nella galleria in alto<ref>"''Aloft''": è il piano superiore ("''upper stage''") del palcoscenico elisabettiano. I personaggi si rivelano al pubblico all'apertura delle tende della galleria all'inizio della scena. È uno dei casi in cui la didascalia "''enter''" non indica necessariamente che i personaggi "entrano" in scena.</ref> appaiono i SENATORI e i TRIBUNI tra i quali MARCO ANDRONICO; in basso entrano, da una parte SATURNINO con i suoi sostenitori, dall'altra BASSIANO con i suoi, tutti con tamburi e trombe''.<br> '''Saturnino''' – (''Ai suoi sostenitori'') O voi di Roma nobili patrizi, patrocinanti la mia buona causa, difendete con l'armi il mio diritto; la giustizia della mia causa; voi, cittadini, fidi miei seguaci, sostenete ora con le vostre spade il mio titolo alla successione: il diritto di figlio primogenito di colui che per ultimo ha precinto il diadema imperiale; fate sì che rivivano nella mia persona quegli onori che furon di mio padre; non mi disconoscete, non fate questo affronto alla mia età.<ref>"''... nor wrong mine age with this indegnity''", letteralm.: "... né fate torto alla mia età (al mio diritto di primogenitura) con questo affronto".</ref><br> '''Bassiano''' – Romani, amici, fidi miei seguaci, sostenitori del mio buon diritto, se mai Bassiano, di Cesare figlio, fu grato agli occhi di Roma imperiale, a lui questo passaggio al Campidoglio<ref>"''... keep then this passage to the Capitol''": "questo passaggio" è la piazza dove si trovano; Bassiano incita i suoi a custodirlo ("''keep''") cioè a impedire che vi passi altri che lui.</ref> riservate, nessun di voi permetta che all'imperiale seggio a virtù consacrato ed a giustizia, a dignità e modestia di costumi, s'accosti il disonore, ma fate che da libera elezione rifulga il merito, e combattete, Romani, tutti, per rivendicare la vostra piena libertà di scelta.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tito Andronico]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Uomo più nobile, guerriero più audace, non vive oggi tra le mura della città. ('''Marco Andronico''', atto I, scena I) *Ascoltate, scellerati: triturerò in polvere le vostre ossa e usando il vostro sangue, farò una pasta, e con la pasta una sfoglia e con le vosre teste maledette due torte. ('''Tito Andronico''', atto V, scena II) *Eccoli, tutti e due cotti in questa torta. ('''Tito Andronico''', atto V, scena III) *Se ho fatto una sola cosa buona nella mia vita, me ne pento dal profondo del mio cuore. ('''Aronne''', atto V, scena III) ==''Troilo e Cressida''== ===[[Incipit]]=== ====Chiara Lombardi==== ''Entra il Prologo armato''<br> '''Prologo''': Troia è la scena. Dalle isole di Grecia i tracotanti prìncipi, nobile sangue in ebollizione, al porto di Atene hanno mandato le navi, cariche di uomini e d'armi per una guerra crudele. Sessantanove teste coronate sono salpate dalla baia di Atene alla volta della Frigia. Il loro voto: saccheggiare Troia, nelle cui possenti mura [[Elena (mitologia)|Elena]], la moglie rapita a [[Menelao]], dorme con il dissoluto [[Paride]]. Questa la causa della guerra.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019}} ====Iolanda Plescia==== [''Entra il Prologo, in armi'']<br> '''Prologo''': E' a Troia la scena. Dalle isole greche i principi orgogliosi - l'alto sangue acceso d'ira - hanno inviato al porto di Atene navi cariche di ministri e strumenti di guerra cruenta. Sessantanove, con in capo la corona regale, dalla baia ateniese muovono verso la Frigia, facendo voto di saccheggiare Troia, nelle cui forti mura la violata Elena, regina di Menelao, dorme con Paride il vizioso; è tutta qui la contesa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Iolanda Plescia, Feltrinelli, 2015}} ====Mario Praz==== La scena è posta a Troia. Dalle isole della Grecia i principi orgogliosi, il loro gran sangue scaldato, hanno spedito al porto d'Atene le lor navi cariche dei ministri e degl'istrumenti della cruda guerra: sessanta e nove cinti di real corona, dalla baia d'Atena salpano alla volta della Frigia; e han fatto voto di mettere a sacco Troia dentro alle cui forti mura la rapita Elena, la regina di Menelao, giace col lascivo Paride; e codesta è la contesa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Entra il PROLOGO''<br> '''Prologo''' – La scena è a Troia. Dall'isole greche i re orgogliosi, il loro nobil sangue bollente d'ira, han radunato in massa le loro flotte nel porto di Atene, stracarico ciascun loro vascello di micidiali strumenti di guerra. Sessanta e nove teste coronate han fatto vela per la frigia costa da lì, giurando di dar sacco a Troia dove, al riparo di possenti mura, di Menelao la rapita regina si giace a fianco del lascivo Paride. a cagione della contesa è questa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Troilo e Cressida]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *La donna è un angelo quando si lascia corteggiare; la cosa appena avuta è già finita; l'essenza del piacere è nel fare. L'amata nulla sa se non conosce questo rituale: l'uomo apprezza ciò che non ha ben più di quel che vale. ('''Cressida''', atto I, scena II) *Non son forse dei mostri quelli che fanno voce da leone, ma sanno solo agire da conigli? ('''Cressida''', atto III, scena II) *Nostro fratello [[Paride]] è una torcia, che ci manda tutti a fuoco. Piangete, Troiani, piangete! Un'Elena, una rovina! Piangete, piangete! Troia brucia, se non la mandate via. ('''[[Cassandra (mitologia)|Cassandra]]''', atto II, scena II) *[[Piacere]] e [[vendetta]] sono più sordi delle bisce alla voce di una decisione giusta. ('''[[Ettore (mitologia)|Ettore]]''', atto II, scena II) *Che guerra e libidine se li mangino tutti! ('''Tersite''', atto II, scena III) *''Esser saggi e amare | supera il potere dell'uomo, è cosa per gli dei.'' (atto III, scena II; 2016) *Parole, parole, solo parole, non c'è sostanza che venga dal cuore. ('''Troilo''', atto V, scena III) *Sono un bastardo anch'io; adoro i bastardi! Sono nato bastardo, allevato bastardo, bastardo di testa, bastardo nel valore, illegittimo da ogni punto di vista. ('''Tersite''', atto V, scena VIII) *Tu hai innato in te il vizio della pietà che meglio che ad un uomo s'addice ad un leone. ('''Troilo''', atto V, scena III) ==''Tutto è bene quel che finisce bene''== {{Vedi anche|Tutto è bene quel che finisce bene}} ===[[Incipit]]=== ====Gabriele Baldini==== ''Rossillion. Palazzo del conte.<br/>Entra il giovane {{maiuscoletto|Bertram}}, conte di Rossillion, con sua madre la {{maiuscoletto|Contessa}}, {{maiuscoletto|Elena}} e {{maiuscoletto|Lord Lafeu}} tutti vestiti a lutto.''<br> '''{{maiuscoletto|Contessa}}''': Nel lasciare che il mio figliuolo si separi da me, io seppellisco un secondo marito.<br> '''{{maiuscoletto|Bertram}}''': Ed io nell'andarmene, signora, piango nuovamente la morte di mio padre. Pure debbo eseguire l'ordine di sua maestà del quale io sono ora in custodia e del quale sarò sempre suddito fedele.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Gabriele Baldini, ''Tutte le opere'', Fabbri Editori, 2003}} ====Chiara Lombardi==== ''Entrano il giovane Bertram conte di Rossiglione, la contessa sua madre, Elena e lord Lafeu, tutti in lutto''<br> '''Contessa''': Lasciare partire mio figlio da me è come seppellire un'altra volta mio marito.<br> '''Bertram''': E nell'andarmene, signora, io rinnovo le lacrime per la morte di mio padre; ma devo obbedire all'ordine di sua maestà: sono sotto la sua tutela, oltre che sempre suo suddito.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tutto è bene ciò che finisce bene'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''Rossiglione, il palazzo del conte.<br>Entrano il giovane BERTRAMO, la CONTESSA sua madre, ELENA, LAFEU, tutti vestiti a lutto''<br> '''Contessa''' – Lasciare ora andar via da me mio figlio è come seppellire mio marito una seconda volta.<br> '''Bertramo''' – E per me, madre, è piangere mio padre un'altra volta, andando via: ma devo sottostare a un ordine del re, al quale sono tanto più soggetto ora che sono sotto sua tutela.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tutto è bene quel che finisce bene]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ====Nicoletta Rosati Bizzotto==== ''Rossillion. Il palazzo del conte.<br>Entrano il giovane Bertram, conte di Rossillion, sua madre, la Contessa, Elena e lord Lafew, tutti vestiti di nero.''<br> '''Contessa''': Consegnare mio figlio al mondo è come dare nuovamente sepoltura al mio sposo.<br> '''Bertram''': E nell'andare, signora, piango nuovamente la morte di mio padre; ma devo obbedienza al comando di sua maestà; di cui sono pupillo ora e sarò sempre suddito.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton Compton, 1990}} ===Citazioni=== *Ama tutti, ma [[fiducia|fidati]] di pochi [...]. ('''Contessa''', atto I, scena I; 2003) *È come se mi fossi [[innamoramento|innamorata]] di una stella splendente, e pensassi di sposarla, tanto lui è al di sopra di me. ('''Elena''', atto I, scena I) *E la [[verginità]], la vostra buona vecchia verginità, somiglia tanto a quelle pere vizze di Francia, brutte fuori e dentro acide. ('''Parolles''', atto I, scena I; traduzione di Goffredo Raponi) *Non è a mio [[padre]] che penso, e questi lacrimoni di ora onorano la sua memoria più di quelli che piansi per lui allora. Com'era? Io l'ho dimenticato. ('''Elena''', atto I, scena I) * Non può aver bisogno di buoni [[consiglio|consigli]], chi segue quelli del proprio amore. ('''Lafeu''', atto I, scena I; 2003) *[...] sarebbe come s'io [[amore|amassi]] una certa stella di particolare splendore [...] Debbo contentarmi del conforto che posso trovare nel suo pur luminoso riverbero e nella sua luce collaterale, e non pensare mai d'attingere quello della sua sfera? ('''Elena''', atto I, scena I; 2003) * Un [[cuore]] troppo impressionabile, il mio, per ogni linea ed ogni tratto o capriccio di quel suo dolce viso! ('''Elena''', atto I, scena I; 2003) *Ti si rimproveri pure il silenzio, ma possa tu non venir mai biasimato per aver voluto [[parlare]]. ('''Contessa''', atto I, scena I; 2003) *[...] un uomo farebbe prima a estrarre il suo proprio cuore, anziché aspettare che la [[sorte]] gli consenta di pescarne una buona. ('''Lavatch''', atto I, scena III; 2003) *La [[parola]] è appena una serva, svergognata su ogni lastra tombale, un trofeo di menzogna su ogni sepolcro, ed altrettanto spesso resta invece muta là dove la polvere e il maledetto oblìo son la tomba d'ossa invero onorate. ('''Re di Francia''', atto II, scena III; 2003) *Ma se a gonfiarci sono i [[titoli]] e non la virtù, l'onore diventa idropico. La bontà è tale di per se stessa senza che abbia alcun bisogno di titoli. E tale è anche la bassezza. E la proprietà di qualche oggetto dovrebb'essere giudicata per la sua stessa essenza e non per il nome che le è dato. ('''Re di Francia''', atto II, scena III; 2003) *Rispetto a una casa tetra e a una moglie odiata, meglio la [[guerra]]. ('''Betramo''', atto II, scena III) *Se è il [[titoli|titolo]] che disprezzi in lei, io posso crearlo. È strano, il sangue di tutti noi, mescolato insieme, per colore, peso e calore non si distingue, si confonde; però, le differenze sono enormi. ('''Re di Francia''', atto II, scena III) *Un giovanotto [[matrimonio|sposato]] è un uomo sciupato. ('''Parolles''', atto II, scena III) *L'[[occasione]] mancata e la dilazione son tuttavia cosparse di dolcezza, e, distillate pur ora nella storta del tempo, faranno traboccare di gioia le ore future, e il piacere supererà e andrà oltre l'orlo. ('''Parolles''', atto II, scena IV; 2003) *Vieni, o notte. Concluditi, o giorno. Poiché, povero [[ladro]] qual sono, me ne andrò di furto senza esser vista, protetta dalla tenebra. ('''Elena''', atto III, scena II; 2003) *La trama della [[vita]] è un tessuto misto, bene e male mescolati insieme. ('''Primo nobile''', atto IV, scena III) *Ma l'[[amore]] che sa farsi sentire troppo tardi, simile a un pietoso perdono che giunge quando non s'è più in tempo, si rivolge tutto pieno d'amaritudine proprio contro la grandezza di colui che l'invia, e grida alto: «Buono era quel che ora non è più». ('''Re''', atto V, scena III; 2003) *È noto infatti che tutto quel che si frappone al godimento dell'[[amore|amor]] è soltanto qualcosa che serve ad accrescerne la forza divampante. ('''Bertram''', atto V, scena III; 2003) *Pure, anche da quel poco che ne sappiamo, possiamo arguire che tutto sia andato per il meglio, e se le amarezze del passato hanno una conclusione così grata, anche più grata sarà la dolcezza del [[presente]]. ('''Re''', atto V, scena III; 2003) ==''Venere e Adone''== ===[[Incipit]]=== <poem>Mentre, con purpureo volto, il sole dava l'estremo addio all'aurora lacrimosa, Adone dalle rosee guance si affrettava alla caccia.</poem> ===Citazioni=== *La cerbiatta bramosa d'accoppiarsi col leone è destinata a morire d'amore. ('''Elena''', I, 1) *La caccia amava e dell'amore rideva (I, 4) * Dice, e gli abbranca il madido palmo, | segno dell'ardore di vita che ha nel corpo, | e, tremante di passione, balsamo lo chiama, panacea terrena sì ma anche per lei, ch'è dea, ideale. (II, 25-28) *Tra questi confini v'è cibo a sufficienza, | dolci erbe di valle, amenissimi altipiani, | tonde colline che s'innalzano, scuri, aspri boschetti | che riparo ti daranno dalla burrasca e la pioggia. | Sii tu il mio cervo, allora, ché io a te sono tal parco. (II, 231-234) ==Citazioni su William Shakespeare== *A chi e a che cosa pensava Guglielmo Shakespeare, quali ricordi amari rimuginava quando, la penna stillante tossico, scriveva il verso celebre in cui parla del ritorno di un uomo ''ad una buia casa, ad una moglie odiata?'' Alcuni studiosi sono inclini a ritenere che fosse proprio la donna rimasta a Stratford-on-Avon a ispirargli la malinconica immagine. ([[Olga Ceretti]]) *Aprite un libro e cercate di leggere, ma scoprite che Shakespeare è trito e banale. ([[Jerome K. Jerome]]) *Ciò che Shakespeare non poté essere praticamente, ovvero il mimo di tutti i suoi ruoli, può esserlo con la massima precisione il compositore giacché egli ci parla direttamente attraverso ogni musicista che ne esegue l'opera. ([[Richard Wagner]]) *Continuo a studiarlo, accorgendomi ogni volta di più di quanti spunti contengano i suoi testi. ([[Joseph Fiennes]]) *Dopo [[Omero]] nessun poeta, per mio giudicio, può alzarsi a competere con l'[[Dante Alighieri|Alighieri]], salvo Guglielmo Shakspeare, gloria massima dell'[[Inghilterra]]. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante di [[Beatrice Portinari|Beatrice]]. ([[Terenzio Mamiani]]) *Finché resta Shakespeare la Letteratura è salda. ([[Emily Dickinson]]) *[[John Keats]] definì Shakespeare «poeta camaleonte», capace di aderire a ciascuna sua creatura fino ad annullare la propria personalità – di provare lo stesso piacere nel calarsi in uno Iago o in una Imogen<ref>Personaggi di ''Otello'' e ''Cimbelino''.</ref>. In effetti nessun autore di teatro, e pochissimi sommi poeti o narratori in qualunque lingua, ha mai dato vita a una paragonabile moltitudine di caratteri. ([[Masolino D'Amico]]) *La mia [[anima]] si rifugia sempre nel [[Antico Testamento|Vecchio Testamento]] ed in Shakespeare. Là almeno si sente qualche cosa: là son uomini che parlano. Là si odia! là si ama, si uccide il nemico, si maledice ai posteri per tutte le generazioni; là si pecca. ([[Søren Kierkegaard]]) *Lei è qui per imparare qualcosa sulla condizione umana, e le assicuro che non c'è maniera migliore per farlo se non quella di abbracciare Shakespeare. Ma lei deve scoprirlo attraverso la sua recitazione, non può farlo imitando gli altri. ([[Jean-Luc Picard]], ''[[Star Trek: The Next Generation]]'') *''Leggere Shakespeare | questo è il vero problema!'' ([[Caparezza]]) *Molti furono i combattimenti di ingegno fra Shakespeare e [[Ben Jonson]], che vedo ora davanti a me, in forma di un grande galeone spagnolo e di una nave da guerra inglese. Il Sig. Jonson, come il galeone, era costruito molto più alto in erudizione; solido, ma più lento nelle sue prestazioni. Shakespeare è come la nave da guerra inglese, meno massiccio ma più leggero nella vela, è in grado di girare con ogni marea e avvantaggiarsi di tutti i venti, grazie alla celerità del suo ingegno e della sua fantasia. ([[Thomas Fuller]]) *Non si deve amare Shakespeare che molto tardi, quando si ha il disgusto della perfezione. ([[Jules Renard]]) *Però, scusa ti posso dire una cosa adesso, che rimanga tra di noi! Io ho la sensazione che ultimamente Shakespeare... sia un po' troppo... come dire... un po' troppo italiano. ([[Stanis La Rochelle]], ''[[Boris (prima stagione)|Boris]]'') *Persino {{sic|Shakspere}}, che così profondamente permea le lettere e l'arte contemporanea (le quali in fatto derivano soprattutto da lui), appartiene sostanzialmente al sepolto passato. Soltanto che egli possiede la superba distinzione, per alcune importanti fasi di quel passato, di essere il più alto cantore che sia mai nato. ([[Walt Whitman]]) *Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio. ([[Martin Amis]]) *Qualunque cosa dica, so che Shakespeare l'ha già detta. (''[[Riccardo III - Un uomo, un re]]'') *Quando, ad esempio, sento le espressioni ammirate che per secoli sono state dedicate a Shakespeare da grandi uomini, non posso sottrarmi al sospetto che quelle lodi siano state solo convenzionali. ([[Ludwig Wittgenstein]]) *Sarebbe stato impossibile... per qualsiasi donna scrivere i drammi di Shakespeare all'epoca di Shakespeare. ([[Virginia Woolf]]) *Se neanche Shakespeare, col suo magico nome, per non parlare della grande bellezza di certi passi, riesce a riconciliarci (e molti sono d'accordo con me) con i [[verso|versi]], e specialmente con i versi rimati, come mezzo di espressione sostenuta, chi altri potrà mai farlo? ([[Samuel Butler]]) *Shakespeare è facile, la cosa più facile del mondo... possiedi un briciolo di dote, un filino di intelligenza... dici: "Onesta come le mosche che gremiscono i macelli folleggiando anche col vento"... e la gente applaude, sbava rispetto, si commuove... perché dici Shakespeare, dici Sartre, dici Shaw, dici Brecht... è farsi apprezzare dicendo "Che belle chiappe che hai" o "Che bel sedere" che è difficile... ([[Renzo Montagnani]]) *Shakespeare ''forse'' non era Shakespeare. Ma Tizio non lo è di certo. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Shakespeare mi faceva dimenticar Sofocle: ma quando io quelle opere considerava più da vicino, io m'accorsi che cosa alcuna non ha mai superata l'originalità, la vita, la grazia di quest'arte sovrana, e che più che l'immaginazioni sono impazienti, anelanti, più ad esse converrebbe il riposarsi ad intervalli nella meditazione di questa bellezza, che deve la sua superiorità su tutte le altre alla sua medesima severità. ([[Giovan Battista Niccolini]]) *Shakespeare nei suoi 36 testi, copre ogni aspetto della vita umana, assimilando pensieri cosmici e metafisici alle storie semplici della vita quotidiana. ([[Peter Brook]]) *Shakespeare non è mai esistito. Tutte le sue opere sono state scritte da uno sconosciuto che aveva il suo stesso nome. ([[Alphonse Allais]]) *{{sic|''Shakspeare''}}, meravigliosa sintesi del gusto ispano-mauro-sassone, a proposito del quale un vecchio ateniese amico d'''[[Eschilo]]'' sarebbe scoppiato dalle risa o dal dispetto: ma noi — accogliamo precisamente codesta accozzaglia di ciò che v'ha di più delicato, di più grossolano, di più artifizioso, con una certa segreta confidenza e cordialità, la gustiamo come una raffinatezza dell'arte, che fu riservata a noi soli e non ci lasciamo indisporre dalle esalazioni mefitiche, dalla prossima vicinanza della plebaglia inglese, in mezzo alla quale vivono l'arte ed il gusto {{sic|''shaksperiani''}}, allo stesso modo come quando ci troviamo a ''[[Napoli]]'' sulla riviera di ''Chiaia''; noi la seguiamo, affascinati e volonterosi, senza preoccuparci delle esalazioni che tramandano lo cloache dei quartieri della plebe. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Si dice spesso che il più grande [[seccatore]] è il seccatore [[intelligenza|intelligente]]. La gente intelligente è sempre noiosa e deve esserlo. Ecco perché, forse, Shakespeare ha dovuto lasciare Londra: la gente non lo sopportava più. ([[Samuel Butler]]) *Sullo Shakespeare sarebbe facile forse (e forse altrettanto vano) scrivere una pagina quale scrisse il [[Walter Pater|Pater]] sulla ''Gioconda'' di Leonardo, e vedere sul suo capo «scontrarsi i termini dei secoli», e sulla sua fronte (di cui pur nelle insoddisfacenti effigi s'indovina la serena ampiezza) il segno di tutti i pensieri e di tutta l'esperienza del mondo; anche per lui potrebbe dirsi che «tutto questo non è stato che suono di lire e di flauti, e vive solamente nella delicatezza» con la quale ha modellato gl'incomparabili versi, fino alla conclusione di quel famoso «pezzo» di Pater, che vede nel personaggio incarnata la fantasia d'una perpetua vita, che aduna insieme migliaia d'esperienze. ([[Mario Praz]]) *Un barbaro che non era privo d'ingegno.<ref>Frase de [[I promessi sposi]], cap. VII, «Tra il primo pensiero di un'impresa terribile e l'esecuzione di essa (ha detto un barbaro che non era privo d'ingegno) [...]» allusiva ai versi dell'opera shakespiriana ''Julius Caesar'', atto II, scena I: ''Between the acting of a dreadful thing | And the first motion, all the interim is | Like a phantasma or a hideous dream'' (Tra il primo pensiero di un'impresa terribile e la prima azione, tutto ciò che sta in mezzo, è come un fantasma od un odioso sogno). Il Manzoni era un ammiratore di Shakespeare e la battuta è ironicamente rivolta al [[Voltaire]], che aveva definito il grande drammaturgo inglese «''un sauvage avec des ètincelles de génie''» (Un selvaggio con qualche scintilla di genio).</ref> ([[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'') *Uno è un attore soltanto quando ha dimostrato di saper recitare Shakespeare. ([[Max Reinhardt]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *AA.VV., ''Il libro di Shakespeare'', traduzione di Giovanni Agnoloni, Gribaudo, 2018. ISBN 9788858021590 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Cimbelino]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Cimbelino'', traduzione di Aldo Camerino, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Come vi piaccia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Come vi piace'', traduzione di Antonio Calenda e Antonio Nediani, Newton Compton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/s/shakespeare/coriolano/pdf/coriol_p.pdf Coriolano]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Coriolano'', traduzione di Antonio Di Meo, Aldo Garzanti Editore, 1974. *William Shakespeare, ''Coriolano'', traduzione di Franco Fochi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico IV]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Enrico IV'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico VI]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Enrico VI'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Enrico VI'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Daniele Borgogni e Valentina Poggi, Giunti, 2017. ISBN 9788858777152 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm I due gentiluomini di Verona]'', traduzione originale di Goffredo Raponi *William Shakespeare, ''I due gentiluomini di Verona'', traduzione di Corrado Pavolini, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il mercante di Venezia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'' (''The Merchant of Venice''), introduzine di Alberto Castelli, traduzione di Carlo Rusconi, Orsa Maggiore editrice, 1990. *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2003. ISBN 8807820382 *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Franco Marenco, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di di Paola Ojetti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2004. ISBN 9788858803714 *William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il racconto d'inverno]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Il regno di re Edoardo III'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Michele Stanco, Bompiani, 2017. ISBN 9788845294532 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La bisbetica addomesticata]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''La bisbetica domata'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton Compton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La commedia degli equivoci]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''La commedia degli errori'', traduzione di di Eugenio Montale, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-s/william-shakespeare/la-dodicesima-notte/ La dodicesima notte]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''La dodicesima notte'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''La storia di Enrico IV'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Paolo Dilonardo, Giunti, 2017. ISBN 9788858777152 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Michele Leoni, Pisa, presso Niccolo Capurro, 1815. *Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288a.pdf La tempesta]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Diego Angeli, Milano, F.lli Treves, 1911. *William Shakespeare, ''La tempesta'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''La tragedia di Romeo e Giulietta'', traduzione di Alfredo Obertello, Arnoldo Mondadori Editore, 1970. *William Shakespeare, ''Le allegre comari di Windsor'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Le allegre madame di Windsor'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2017. ISBN 9788858829899 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Le gaie mogli di Windsor]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII292.pdf Macbeth]'', traduzione di Andrea Maffei, Felice Le Monnier, Firenze, 1863. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Macbeth]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Macbeth'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII352a.pdf Macbetto]'', traduzione di Giulio Carcano, in "Teatro scelto di Shakespeare", Felice Le Monnier, Firenze, 1858. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Misura per misura]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Misura per Misura'', traduzione, introduzione e note di Gabriele Baldini, B.U.R., 1988. *William Shakespeare, ''Misura per misura'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Misura per misura'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Caterina Ricciardi, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Maura Del Serra, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2009. ISBN 9788807822087 *William Shakespeare, ''Opere Complete'', traduzione e note da Gabriele Baldini, Rizzoli, 1963. *William Shakespeare, ''Opere complete. Con testo a fronte'', traduzione di Carlo Pagetti, Vittorio Gabrieli, Sergio Perosa, Guido Fink, Andrea Cozza, Alessandro Serpieri, Nemi D'Agostino, Marcello Pagnini, Silvano Sabbadini, Massimo Bacigalupo, Carlo Alberto Corsi, Francesco Binni, Agostino Lombardo, Giuseppe Maugeri, Demetrio Vittorini, Maria Antonietta Marelli, Romana Rutelli, Gilberto Sacerdoti, Garzanti, 2016. ISBN 9788811145141 *G. Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgPCI58.pdf Otello o Il moro di Venezia]'', traduzione di Michele Leoni, Tipografia Chirio e Mina, Torino, 1823. *Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288.pdf Otello]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Otello]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Otello'', traduzione, introduzione e note di Gabriele Baldini, BUR, 1984. *William Shakespeare, ''Otello, il Moro di Venezia'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/shakespeare/pene_d_amore_perdute/pdf/pene_d_p.pdf Pene d'amor perdute]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Pene d'amor perdute'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Pericle, principe di Tiro]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', traduzione di Giorgio Albertazzi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Antonio Castore, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Enrico VIII]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Re Enrico VIII'', traduzione di Carlo Rusconi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Giovanni]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Re Giovanni'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Pericle, principe di Tiro]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Re Lear'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo II]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Riccardo II'', traduzione di Mario Luzi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo III]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Riccardo III'', traduzione di Salvatore Quasimodo, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Sogno d'una notte di mezza estate]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Sogno di una notte di mezza estate'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''I sonetti'', a cura di Rina Sara Virgillito, Newton Compton editori s.r.l. 1988. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tanto trambusto per nulla]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Teatro completo'', ''Il Re Giovanni'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923. *William Shakespeare, ''Teatro completo'', ''Vita e morte del Re Riccardo II'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923. *William Shakespeare, ''Teatro completo'', ''Enrico IV'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923. *William Shakespeare, ''Tempesta'', introduzione, traduzione e note di Gabriele Baldini, Rizzoli, 1973. *William Shakespeare, ''Timone d'Atene'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/s/shakespeare/timone_di_atene/pdf/timone_p.pdf Timone di Atene]'', traduzione originale di Goffredo Raponi, 1999. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tito Andronico]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 1999. ISBN 8807821516 *William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Iolanda Plescia, Feltrinelli, 2015. ISBN 9788807902147 *William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Troilo e Cressida]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Tutto è bene ciò che finisce bene'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tutto è bene quel che finisce bene]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Gabriele Baldini, ''Tutte le opere'', Fabbri Editori, 2003. *William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton Compton, 1990. *William Shakespeare, ''Venere e Adone'', in ''Tutte le opere'', coordinamento generale di Franco Marenco, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Vita e morte di Re Giovanni'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Rossella Ciocca, Giunti, 2017. ISBN 9788858777152 ==Opere== *''[[Amleto]]'' (1600-1602) *''[[Antonio e Cleopatra]]'' (1607-1608) *''[[Enrico V (Shakespeare)|Enrico V]]'' (1598-1599) *''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'' (1599) *''[[Romeo e Giulietta]]'' (1594-1596) ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Come vi piace||}} {{Pedia|Coriolano (Shakespeare)|''Coriolano''|}} {{Pedia|Il mercante di Venezia||}} {{Pedia|La bisbetica domata||}} {{Pedia|Macbeth||}} {{Pedia|Otello||}} {{Pedia|Re Lear||}} {{Pedia|Riccardo II (Shakespeare)|''Riccardo II''|}} {{Pedia|Riccardo III (Shakespeare)|''Riccardo III''|}} {{Pedia|Sogno di una notte di mezza estate||}} {{DEFAULTSORT:Shakespeare, William}} [[Categoria:Attori britannici]] [[Categoria:Drammaturghi britannici]] [[Categoria:Poeti britannici]] amn1lw6fiqjlh1uqu1aub8qdfa4eztz 1351435 1351434 2024-11-12T00:10:02Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ 1351435 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Hw-shakespeare.png|thumb|William Shakespeare]] {{indicedx}} '''William Shakespeare''' (1564 – 1616), drammaturgo e poeta inglese. {{vedi anche|Amleto|Antonio e Cleopatra|Giulio Cesare (Shakespeare){{!}} Giulio Cesare|Enrico V (Shakespeare){{!}} Enrico V|Romeo e Giulietta}} ==''Cimbelino''== ===[[Incipit]]=== ====Aldo Camerino==== ''Britannia. Il giardino del palazzo di Cimbelino.<br>Entrano due gentiluomini.''<br> '''I gentiluomo''': Non incontrerete nessuno che non sia accigliato. Le nostre passioni non sono più ubbidienti ai cieli che i nostri cortigiani all'aspetto del re.<br> '''II gentiluomo''': Ma per qual ragione?<br> '''I gentiluomo''': Sua figlia, e l'erede del suo regno, quella che egli destinava all'unico figlio di sua moglie – una vedova che ha sposato da poco – si è data a un povero ma degno gentiluomo. Lo ha sposato: suo marito è bandito, lei imprigionata, tutto nelle apparenze è tristezza; ma il re, lo credo ferito nel profondo del cuore.<br> '''II gentiluomo''': Soltanto il re? ====Goffredo Raponi==== ''In Britannia, il palazzo di Cimbelino.<br>Entrano DUE GENTILUOMINI''<br> '''Primo gentil.''' – Qui non c'è caso che s'incontri un cane che non ti guardi con la faccia scura. Non obbediscono al voler celeste le nostre naturali inclinazioni, più di quanto agli umori del sovrano fan mostra d'accordare il loro aspetto i nostri cortigiani.<br> '''Secondo gent.''' – Che succede?<br> '''Primo gent.''' – Succede che sua figlia, erede del suo regno, destinata da lui ad andar sposa all'unico figliolo di sua moglie – una vedova da lui risposata recentemente – ha preferito a quello un gentiluomo povero ma degno, e l'ha sposato. Quello ora è bandito e lei reclusa; e un'aria di mestizia è scesa per la corte tutt'intorno; se pur io pensi che lo stesso re n'abbia profondamente risentito.<br> '''Secondo gent.''' – E nessuno oltre il re? ===Citazioni=== *Più non devi temere del fran sole l'ardore, né del rabbioso inverno l'infuriare; la tua terrena opera hai compiuto, a casa sei venuto, e la giusta mercede hai ricevuto. I fanciulli e le fanciulle dell'età dorata, tutti dovranno, al pari dello spazzacamino, convertirsi un giorno in cenere. ('''Guiderio''', atto IV, scena II) *La [[Fortuna]] sa far entrar in porto anche le navi senza [[timoniere]]. ('''Pisanio'''; atto IV, scena III; traduzione di Goffredo Raponi) *O prigionia, sii molto benvenuta! Tu sei forse per me la giusta via alla liberazione; grazie a te, sto meglio io di un malato di [[gotta]] che preferisce languir nel dolore piuttosto che cercar la guarigione ricorrendo a quel medico infallibile, la Morte; che sarebbe ora per me l'unica chiave che potrebbe sciogliermi da questi ceppi entro i quali anche tu, o mia coscienza sei impastoiata più dei miei piedi e delle mie caviglie. ('''Postumo'''; atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi) *Dormendo non si sente il mal di denti. ('''Primo carceriere'''; atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi) *Resta qui sospesa anima mia, come il frutto sull'albero, fino a tanto che questo se ne muoia! ('''Postumo''', atto V, scena V) *Non inginocchiatevi a me. Il potere che ho su di voi lo userò per risparmiarvi la vita, e il perdono sarà la mia vendetta. Vivete dunque, e agite verso il prossimo meglio che in passato. ('''Postumo''', atto V, scena V) *La parola per tutti è perdono. ('''Cimbelino''', atto V, scena V) ==''Come vi piace''== ===[[Incipit]]=== ====Antonio Calenda e Antonio Nediani==== ''Un giardino nella casa di Oliviero.<br>Entrano Orlando e Adamo.''<br> '''Orlando''': Per quanto ricordo, Adamo, ecco quel che accadde: per [[Testamenti dalle opere teatrali|testamento]] mio padre destinò a me un migliaio scarso di corone e, me lo dici tu stesso, incaricò, benedicendolo, mio fratello di allevarmi nel migliore dei modi. E così ebbe inizio la mia infelicità. Costui mantiene mio fratello Giacomo agli studi, e dei suoi progressi si dicono cose magnifiche; invece mantiene me, in casa, come un poveraccio, anzi, per dirla schietta, neanche mi mantiene, mi ci tiene segregato. Un tale trattamento, per un gentiluomo della mia nascita, differisce forse dal trattamento d'un bue nella stalla? I suoi cavalli sono curati, poiché oltre ad essere ben nutriti, vengono addestrati al maneggio da istruttori assoldati a caro prezzo; ma io, suo fratello, in questa situazione non ci guadagno altro che di crescere, e di sentirmi obbligato verso di lui quanto i suoi animali nel letame. A parte questo niente che mi dà in abbondanza, pare comportarsi in modo da privarmi di quel poco che la natura mi ha dato: mi fa mangiare coi servi, mi priva dei diritti di fratello, tenta in ogni modo di avvilire, con tale educazione, la mia nobiltà. Questo è quanto mi intristisce, Adamo, e lo spirito di mio padre, che io sento in me, comincia a ribellarsi contro questa schiavitù. Non voglio più sopportare queste cose, anche se non so ancora quale sia il modo per evitarle.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Come vi piace'', traduzione di Antonio Calenda e Antonio Nediani, Newton Compton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Verziere nella casa di Oliviero<br>Entrano ORLANDO e ADAMO''<br> '''Orlando''' – Sicché, se non ricordo male, Adamo, tutta l'eredità di nostro padre per me, in sostanza, si riduce a questo: un migliaio di misere corone e, in cambio della sua benedizione al mio fratello maggiore, l'impegno di costui, come tu ora mi dici, di provvedere ad allevarmi bene. E qui cominciano le mie disgrazie. Lui mantiene agli studi, fuori casa, l'altro fratello, Giacomo, e non si parla che del gran profitto ch'egli ne trae; mentre io son qui ad essere allevato dentro casa come un bifolco, e, a dirla proprio tutta, tirato su senza un'educazione; ché non si può chiamare educazione questa mia, che non è diversa in nulla dal governo dei buoi in una stalla. I suoi cavalli son tenuti meglio, perché, in aggiunta ad ottimo foraggio, sono addestrati da buoni scudieri ben pagati, laddove io, suo fratello, non ho da lui che il minimo che basti alla mia pura e semplice crescenza; talché le bestie ch'egli ha nelle stalle si può dire gli siano debitrici di quanto possa dir d'essergli io, né più né meno. Oltre a questo bel nulla ch'ei mi largisce con sì larga mano, mi viene deprivando a poco a poco dello stesso mio stato di natura: mi fa sedere a tavola coi servi, m'impedisce, con l'una o l'altra scusa, d'occupare il mio posto di fratello e s'ingegna di far tutto il possibile, per quanto è in suo potere, di annullare le radici della mia nobiltà negandomi ogni buona educazione. E questo, Adamo, è quel che più m'affligge; al punto ch'io mi sento rivoltare dentro di me lo spirito paterno contro un così umiliante trattamento. Ma ormai sono deciso a dire: basta! Basta di sopportare tutto questo, se pur non ho ben chiaro ancora in mente a qual saggio rimedio far ricorso.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Come vi piaccia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Che peccato che ai matti non sia permesso di parlare saggio di ciò che i saggi fanno pazzamente! ('''Pietraccia''': atto I, scena II) *Quale passione rende così pesante la mia lingua? Non sono riuscito a parlarle, nonostante ella volesse che io attaccassi discorso. ('''Orlando''', atto I, scena II) *La [[bellezza]] tenta i ladri più dell'oro. ('''Rosalinda''': atto I, scena III) *Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti... ('''Iacopo''': atto II, scena VII) *Non sai che sono donna? Quando penso, devo parlare. :Ti dimentichi forse che son donna? Devo [[parlare|dir]] quel che penso. ('''Rosalinda''': atto III, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Oh meraviglia, meraviglia, meraviglia delle meraviglie! E poi ancora meraviglia, e infine tutto ciò che la meraviglia può provocare in fatto di esclamazioni! ('''Celia''', atto III, scena II) *Chi manca di mezzi, contento e quattrini, tre buoni amici non ha vicini. (atto III, scena II; 2016) *Al mondo gli uomini son sempre [[amore e morte|morti]] e se li son mangiati sempre i vermi, ma nessuno di loro per [[amore e morte|amore]]. ('''Rosalinda''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Gli uomini sono morti in ogni tempo, e i vermi se li sono mangiati, ma non per amore. *No, no, Orlando, gli uomini sono come il mese di aprile quando corteggiano, mentre diventano come dicembre una volta sposati. Le fanciulle invece sono temperate come il mese di maggio quando sono nubili, ma l'aria cambia quando son maritate. ('''Rosalinda''', atto IV, scena I) *Il matto si crede saggio, ma il saggio sa d'esser matto. (atto V, scena I; 2016) *Non ti annoierò più allora con le mie stupide chiacchiere. ('''Rosalinda''', atto V, scena II) *{{NDR|Amare}} È esser tutto fantasia, passione, e tutto desiderio, adorazione, esser dovere, rispetto, umiltà, esser pazienza ed impazienza insieme, castità, sofferenza, obbedienza. ('''Silvio''': atto V, scena II) ==''Coriolano''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== ''Roma, una via. Entra un gruppo di cittadini rivoltosi con picche, clave e altre armi''<br>'''Primo cittadino''': Prima di proseguire, ascoltate le mie parole.<br>'''Tutti''': Parla, parla!<br>'''Primo cittadino''': Siete tutti decisi a morire ammazzati piuttosto che morire di fame?<br>'''Tutti''': Decisi, decisi.<br>'''Primo cittadino''': Prima di tutto, voi capite che Caio Marcio è il principale nemico del popolo.<br>'''Tutti''': Lo sappiamo, lo sappiamo.<br>'''Primo cittadino''': Uccidiamolo e avremo grano al nostro prezzo. Sentenza decisa?<br>'''Tutti''': Non se ne parli più: ai fatti. Via, andiamo. ====Franco Fochi==== ''Una via di Roma.<br>Entra un gruppo di popolani in rivolta, con randelli, clave e altre armi simili.''<br> '''I popolano''': Prima che andiamo avanti ancora, sentite.<br> '''Gli altri''': Parla.<br> '''I popolano''': Siete tutti decisi a morire piuttosto che patir la fame?<br> '''Gli altri''': Decisi! sì! tutti!<br> '''I popolano''': E voi sapete, anzitutto, che il primo nemico del popolo è Caio Marzio.<br> '''Gli altri''': Lo sappiamo, sì!<br> '''I popolano''': Uccidiamolo, e avremo il grano al prezzo giusto. È un verdetto?<br> '''Gli altri''': Non se ne parli più! Come già fatto! Via!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Coriolano'', traduzione di Franco Fochi, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Roma, una strada<br>Entra un gruppo di POPOLANI in rivolta, con mazze, randelli e altri ordigni''<br> '''Primo cittadino''' – (''Agli altri'') Prima d'andare avanti, m'ascoltate!<br> '''Tutti''' – Parla, parla.<br> '''Primo citt.''' – Decisi allora: morti, piuttosto che affamati!<br> '''Tutti''' – Decisi sì! – Decisi!<br> '''Primo citt.''' – Primo: ciascuno sa che Caio Marcio è il principale nemico del popolo.<br> '''Tutti''' – È Caio Marcio! Lo sappiamo tutti.<br> '''Primo citt.''' – Uccidiamolo, allora, e avremo il grano al prezzo nostro! Chiaro?<br> '''Tutti''' – Chiaro. Basta parole. Andiamo ai fatti!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Coriolano]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Dovessero venir prevaricati dal [[cormorano]] stomaco, ch'è la fogna del corpo. ('''Primo cittadino''': atto I, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, p. 11) *Che tutta la peste del vento del Sud si posi su di voi, vergogna di Roma! branco di – piaghe e bubboni. ('''Caio Marzio''', atto I, scena V) *Preferirei dover rimettermi a curare le mie ferite piuttosto che sentir raccontare come le ho ricevute. ('''Coriolano''': Atto II, Scena II, p. 241) *Preferirei farmi grattare la testa al sole quando fosse suonato l'allarme, che stare qui pigramente a sentir magnificare come prodigi i miei nonnulla. ('''Coriolano''', Atto II, Scena II, p. 241) *Si pensa che il valore sia la virtù suprema che più di ogni altra onora chi la possiede. ('''Cominio''', atto II, scena II) *La sua spada, impronta di morte, dove toccava andava dal viso al piede. Era una cosa di sangue, di cui ogni movimento era scandito da grida di morenti. ('''Cominio''', atto II, scena II) *Piuttosto che fare il buffone a questo modo, vadano l'alta carica e l'onore a chi ci si adatta. ('''Coriolano''': Atto II, Scena III, p. 248) *Cos'è la città se non il popolo? ('''Sicinio''', atto III, scena I) *Ah, per me, dico, datemi la [[pace e guerra|guerra]]! È meglio cento volte della [[pace e guerra|pace]], come il giorno è migliore della notte; la guerra è cosa viva, movimento, è vispa, ha voce, è piena di sorprese. La pace è [[ictus|apoplessia]], è letargia: spenta, sorda, insensibile, assonnata, e fa mettere al mondo più bastardi che non uccida uomini la guerra. ('''Servo''': atto IV, scena V) *Oh, mia diletta, questo lungo bacio, lungo come l'esilio, un bacio dolce come la mia vendetta! ('''Coriolano''': atto V, scena III; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :O, un bacio, lungo come il mio esilio, dolce come la mia vendetta! *O madre, madre! Che cosa hai fatto? Guarda, i cieli si aprono, gli dei volgono gli occhi in basso e ridono di questa scena innaturale. ('''Coriolano''', atto V, scena III) ===Citazioni sull'opera=== *Il ''Coriolano'' non ha avuto fortuna sulla scena, forse anche per il fatto che le passioni che danno vita al dramma non emergono dal quotidiano, o comunque non sono universalmente estensibili, ma sono piuttosto connesse alla particolare condizione di uomo politico del protagonista. La sorte del dramma fu talmente infelice che neppure i rifacimenti secenteschi ebbero successo. ([[Antonio Di Meo]]) *Più fortunato fu il dramma sulle scene italiane, dove recitarono la parte di Coriolano attori famosi come il Rossi, il [[Tommaso Salvini|Salvini]], il [[Gualtiero Tumiati|Tumiati]] e il [[Tino Carraro|Carraro]]. ([[Antonio Di Meo]]) *Secondo alcuni critici, il ''Coriolano'' più che una tragedia ha le caratteristiche del dramma storico. ([[Antonio Di Meo]]) *Perfino i critici favorevoli hanno trovato, in realtà, il ''Coriolano'' una tragedia fredda e piuttosto stanca, in cui la figura dell'eroe appare rigida e a volte grottesca, mentre addirittura inconsistente e incomprensibile può sembrare il comportamento del suo antagonista Aufidio. ([[Antonio Di Meo]]) *Critici come [[Derek Traversi]] hanno fatto notare che l'opera è in fondo più articolata e ricca di sensibilità di quanto non appaia ad una lettura che trascuri il gioco dell'ironia e i significati impliciti nei punti di vista che l'autore esprime tutto attraverso lo stile. ([[Antonio Di Meo]]) ==''Enrico IV''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== ''Una stanza nel palazzo''<br>'''Enrico''': Battuti dale tempeste, stanchi come siamo, e pallidi ancora di terrore, lasciam che la pace ci sorrida un istante, per avventarci poscia a nuove contese sopra sponde lontane. Questa terra non beverà più il sangue de' figli suoi: la guerra non strazierà più colla sua spada questo suolo fecondo; non più vi schiaccierà i suoi fiori sotto il piede di ferro dei nemici cavalli. ====Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio==== ''Londra. Il palazzo reale.<br>In scena Re Enrico e sir Gualtiero Blunt nell'atto di muovere incontro al Westmoreland e ad altri.''<br> '''Enrico''': Squassati come noi siamo da ansia tormentosa, smunti pei molti affanni, troviamo tuttavia breve tempo onde dar tregua alla pace atterrita sì ch'ella anelando sosti a dirci, con rotta affannosa voce, di nuove zuffe cui s'avrà a dare inizio su lidi tanto da noi remoti. Non più le riarse cavità di questo nostro suolo intingeranno avide le labbra nel sangue de' propri figli; non più la guerra distruttrice solcherà questi campi per scavarne trincee, né calerà sui teneri fiori percotendoli e calpestandoli con i ferrati zoccoli degli ostili corsieri.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Enrico IV'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990}} ====Paolo Dilonardo==== ''Entrano re Enrico, lord John di Lancaster e il conte di Westmoreland, con altri [lord]''<br> '''Re Enrico''': Scossi come siamo e pallidi d'affanno, troviamo il tempo per far sì che la pace impaurita e ansante torni a parlare con trafelati accenti di nuovi conflitti da intraprendere su lidi assai remoti. Non più la bocca riarsa della nostra terra si lorderà le labbra del sangue dei suoi stessi figli. Non più una guerra lacerante fenderà i suoi campi e schiaccerà i suoi teneri fiori sotto l'incedere ostile degli zoccoli ferrati.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La storia di Enrico IV'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Paolo Dilonardo, Giunti, 2017}} ====Goffredo Raponi==== ''Londra, il palazzo reale<br> Entrano Re Enrico, Giovanni di Lancaster, il conte di Westmoreland e altri nobili tra i quali sir Walter Blunt''<br> '''Enrico''' – Scossi ancor come siamo e spalliditi dai recenti affanni, non concediamo tuttavia respiro a questa nostra spaurita pace e, con voce pur rotta dall'affanno, ritorniamo a parlar dell'altra guerra da portare su più lontani lidi. Più non sarà che l'assetata bocca di questa terra abbia lorde le labbra del sangue dei suoi figli; né che la guerra scanali i suoi campi con valli e con trincee; le sue campagne, i suoi teneri fiori più non saranno calpestati e uccisi da passi ostili di ferrati zoccoli.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico IV]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *È fino al sepolcro di Cristo che noi andremo a guidare un bellicoso esercito d'[[Inghilterra|Inglesi]]... ('''Enrico''', parte I, atto I, scena I, p. 156) *L'[[Inglese]] è nato per cacciar l'infedele dalle sante pianure, che toccarono quei piedi divini, che per nostra salute furono, son già quattordici secoli, confitti in croce. ('''Enrico''', parte I, atto I, scena I, p. 155-156) *Non sarà mai detto ch'io mi sia dannato per l'amore d'alcun figlio di [[re]] cristiano. ('''Falstaff''', parte I, atto I, scena II, p. 160) *Dei miei falli io voglio fare uno strumento d'arte, e scegliere il momento di redimermi quando la gente meno se l'aspetti. ('''Principe''', parte I, atto I, scena II) *Infatti, mio signore, | io non v'ho mai negato i prigionieri [...]. ('''Hotspur''', parte I, atto I, scena III; Raponi) *Il [[sangue]] e il [[coraggio]] s'infiammano di più a risvegliar un leone, che a dar la caccia a un timido daino. ('''Hotspur''', parte I, atto I, scena III) *L'[[idea]] di un gran fatto varca sempre i limiti della moderanza. ('''Northumberland''': atto I, scena III, p. 167) *Quando la celia è tanto spinta, e massimamente a piedi, io la detesto. ('''Falstaff''', parte I, atto II, scena II, p. 174) *Non v'è che frode in uno scellerato; ma un [[viltà|codardo]] è peggio cento volte di un bicchier di vino adulterato; uno scellerato codardo. ('''Falstaff''', parte I, atto II, scena IV, p. 182) *Ti posso insegnare come scornarlo, il diavolo, col dir la verità. ('''Hotspur''', parte I, atto III, scena I) *Io capisco il linguaggio dei tuoi baci, | e tu quello dei miei ('''Mortimer''', parte I, atto III, scena I; Raponi) *Le compagnie, le compagnie cattive son state la mia rovina. (parte I, atto III, scena III; 2016) *In codesto tuo torso non c'è posto per fede, verità ed onestà, piena com'è di trippa e di budella. ('''Principe''', parte I, atto III, scena III) *L'onore è solo uno stemma usato ai funerali. ('''Falstaff''', parte I, atto V, scena I) *''Signori, il tempo della [[vita]] è breve. | Ma quand'anche la vita, | cavalcando la sfera del quadrante, | giungesse al suo traguardo dopo un'ora, | anche quel breve corso | sarebbe esageratamente lungo, | se trascorso in un'esistenza vile. | Se vivremo, vivremo per calcare | i nostri piedi sui corpi di [[monarchia|re]]; | se morremo, morire sarà bello | trascinando alla morte anche dei principi. | Assicurate le vostre coscienze: | l'armi son belle e giuste | se giusto è il fine per cui son brandite.'' ('''Hotspur''', parte I, atto V, scena II; Raponi) *C'è un'incapacità nell'uomo, innata, a separar l'età dall'avarizia, più che non a tenere separata la carne giovane dalla lussuria; ma l'una è castigata dalla [[gotta]], l'altra dalla [[sifilide]]; ma i mali che sono già per lui codesti due mi dispensano dall'indirizzargli anche tutte le mie maledizioni... ('''Falstaff'''; Parte II, atto I, scena II; Raponi, p. 232) *Maledetti pensieri degli uomini! Il passato e l'avvenire sembrano esser meglio; e le cose presenti appaiono, per contro, le peggiori. ('''Arcivescovo di York''', parte II, atto I, scena III) *Ah sir Giovanni, sir Giovanni, conosco assai bene il modo che avete di distorcere la verità e di tramutarla in menzogna. ('''Giudice supremo''', parte II, atto II, scena I) *Abbiamo sentito le campane di mezzanotte. ('''Falstaff''', parte II, atto III, scena II) *Signore, Signore, quanto siamo soggetti noi vecchi a questo vizio del mentire. ('''Falstaff''', parte II, atto III, scena II) :Dio, Dio, come noi uomini, da vecchi, siamo soggetti al vizio di mentire! (Raponi) *Dio solo sa, figlio mio, quali sentieri intricati e strade tortuose mi hanno condotto alla corona. ('''Re Enrico''', parte II, atto IV, scena III) *Mio padre è sceso nella tomba gravato dalle sue dissolutezze. ('''Principe Enrico''', parte II, atto V, scena II) ===Citazioni sull'opera=== *Falstaff è il carattere più comico che abbia creato la fertile immaginazione di Shakespeare. Egli introdusse quel personaggio in tre de' suoi drammi, e lo presentò sotto aspetti sempre nuovi, senza mai esaurirne l'effetto. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Falstaff è un tristo, ma il più gradito e più lepido uomo che sia mai vissuto. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Il contrasto di due giovani eroi, il principe Enrico e Percy, detto Hotspur, sparge gran splendore sulle scene della prima parte dell'Enrico IV. Tutte le amabili e seducenti qualità son date, a dir il vero, al principe di Galles; egli mescola alle triste brigate, senza poterne mai far parte, e tutto ciò che è ignobile gli si appressa senza lederlo. Le sue più folli stravaganze non sembrano che celie del suo spirito attivo, ritenuto suo malgrado nell'ozio. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Nella seconda parte dell'Enrico IV, Shakespeare impiega maggior arte a fine di supplire alla mancanza di materia, quanto ch'egli non vuole mai adornare arbitrariamente l'istoria più di quello che riecheggia la forma drammatica. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) ==''Enrico VI''== ===[[Incipit]]=== ====Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio==== ''L'Abbazia di Westminster. Corteo funebre.<br>Entra il feretro di re Enrico V con al seguito il duca di Bedford, reggente di Francia; il duca di Gloucester, protettore; il duca di Exeter; il conte di Warwick; il vescovo di Winchester; il duca di Somerset; araldi e altri.''<br> '''Bedford''': Siano parati a lutto i cieli ed il giorno ceda alla notte! Voi, [[Cometa|comete]], che presagite i mutamenti dei giorni e degli Stati, scotete in cielo le vostre trecce di splendente cristallo; fustigate con esse le maligne stelle ribelli che hanno permesso la morte di Enrico! Re Enrico quinto, troppo illustre per vivere a lungo! Mai l'Inghilterra aveva perduto un monarca di più grande valore.<br> '''Gloucester''': Mai, prima di lui, l'Inghilterra ebbe un vero e proprio sovrano. Egli era valoroso e ben degno di comandare; brandita, la sua spada accecava gli uomini co' suoi lampi; le di lui braccia si estendevano più ampie che non le ali d'un drago; e gli occhi scintillanti, colmi di fuoco pieno d'ira, abbagliavano e respingevano i nemici con maggior forza che non quella del sole meridiano che battesse in tutto il suo ardore sui loro visi... Che più dovrei io dire? i [''sic''] di lui atti sono al di là di qualsiasi parola; egli mai non alzò la mano se non per conquistare.<br> '''Exeter''': Noi lo piangiamo ora nerovestiti; perché mai non facciamo lutto, invece, nel sangue? Enrico è morto e più non rivivrà.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Enrico VI'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990}} ====Daniele Borgogni e Valentina Poggi==== ''Marcia funebre. Entra il corteo funebre di re Enrico V, seguito dal duca di Bedford (reggente di Francia), il duca di Gloucester (lord protettore), il duca di Exeter, il conte di Warwick, il vescovo di Winchester, e il duca di Somerset''<br> '''Bedford''': Paratevi a lutto, o cieli! Giorno, cedi il passo alla notte! Comet, che annunciate il mutare dei tempi e degli stati, brandite le vostre chiome cristalline nei cieli per sferzare le inique stelle ribelli, che hanno provocato la morte di Enrico - re Enrico quinto, troppo famoso per vivere a lungo. L'Inghilterra non ha mai perduto un sovrano così degno.<br> '''Gloucester''': L'Inghilterra non ha mai avuto re prima. Meritava il comando per le sue virtù. La sua spada brandita accecava gli uomini coi suoi bagliori. Le sue braccia si stendevano ampie più delle ali di un drago. I suoi occhi sfolgoranti colmi d'ardente ira abbacinavano e respingevano i nemici più del sole meridiano. Che posso dire? Le sue gesta superano qualunque parola. Non ha mai alzato la mano senza vincere.<br> '''Exeter''': Lo piangiamo nel lutto, perché non nel sangue? Enrico è morto e mai rivivrà.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Enrico VI'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Daniele Borgogni e Valentina Poggi, Giunti, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''L'Abbazia di Westminster.<br>Marcia funebre – Entra il feretro di Re Enrico V ed è steso sul catafalco. Seguono la salma il DUCA DI BEDFORD, il DUCA DI GLOUCESTER, il DUCA DI EXETER, il CONTE DI WARWICK, il VESCOVO DI WINCHESTER''.<br> '''Bedford''' – Si ammantino di nero a lutto i cieli, ceda il giorno alla notte! Comete che annunciate sulla terra mutamenti dell'ère e degli Stati, le vostre lunghe trecce di cristallo brandite per il cielo a fustigare quelle cattive e ribellanti stelle ch'hanno assentito alla morte d'Enrico! Enrico Quinto Re, troppo famoso per vivere a lungo! Mai re più degno perdé l'Inghilterra!<br> '''Gloucester''' – Mai ebbe un re Inghilterra prima di lui; egli era valoroso, nato per il comando; la sua spada, quando dalle sue mani era brandita abbarbagliava tutti coi suoi lampi; le sue braccia s'aprivano più larghe dell'ali di un dragone; i suoi occhi nell'ira sfavillanti abbacinavano e respingevano i nemici con assai maggior forza della spera d'un sole meridiano ardente, che sbattesse loro in faccia. Che potrei dire ancora?... Le sue gesta superan le parole: mai la mano egli alzò, se non fu per conquistare.<br> '''Exeter''' – Noi lo piangiamo in nero: e perché non in gramaglie di sangue?<ref>"''We mourn in black; why mourn we not in blood?''": intendi: "Invece di piangerlo vestiti di nero, vendichiamolo vestendoci del sangue dei nemici uccisi".</ref> Enrico è morto e più non rivivrà.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico VI]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *La [[gloria]] è simile a un cerchio nell'acqua che va sempre allargandosi, sin quando per il suo stesso ingrandirsi si risolve nel nulla. ('''Giovanna''': parte I, atto I, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) :La [[gloria]] è simile a un cerchio nell'acqua che non smette mai di allargarsi, fino a che, a causa del suo stesso ingrandirsi, non si disperde in un nulla. *E ora che dite, mia signora? Siete ormai persuasa che Talbot non è se non l'ombra di sé medesimo? ('''Talbot''', parte 1, atto II, scena III) *Questa controversia... invierà migliaia di anime, in nome della rosa rossa e della bianca, alla morte e alle tenebre dell'eterna notte. ('''Warwick''', parte 1, atto II, scena IV) *''C'è un diavolo che ti sta sempre accanto | nelle sembianze d'un vecchio grassone; | t'è socio di bagordi un uomo-botte. | Che t'è saltato mai di far brigata | con quel baule carico d'umori, | con quel cassone di bestialità, | quel pacco turgido d'ipocrisia, | quell'otre enorme di vino di Spagna, | quel borsone imbottito di budella, | quel manzo arrosto col ventre farcito, | quel reverendo simbolo del vizio, | quella malvagità grigio-canuta, | quel gran ministro di ruffianeria, | quella prosopopea carica d'anni?'' {{NDR|[[Insulti dai libri|insulto]]}} ('''Principe''': parte 1, atto II, scena IV, traduzione di Goffredo Raponi) *Non vi è corazza più forte di un cuore incontaminato! Tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia. (atto III, scena II) *Possa romperti in mille pezzi, e consumarti in cenere, tu maledetta pazza ministra dell'inferno! ('''Riccardo, duca di York'''), parte 1, atto V, scena IV) *Il popolo è come uno sciame di api infuriato che, per aver perso la propria regina, si sparpaglia qua e là. ('''Warwick''', parte 2, atto III, scena II) *Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati. :Intanto, come primissima cosa, ammazzeremo tutti gli avvocati. ('''Dick''': parte II, atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) *È grave peccato giurare di commettere peccato, ma peccato ancor più grave è mantenere un giuramento peccaminoso. ('''Salisbury''', parte 2, atto V, scena I) *Riusciremo a correre più veloce dei cieli? ('''Re Enrico''', parte 2, atto V, scena II) *''Ma dimmi: non hai mai sentito dire | che ciò che fu acquistato con la frode | è sempre destinato a triste fine? | E qual felicità recò a suo figlio | quel padre che per ammassar ricchezze | si guadagnò l'inferno? | L'eredità ch'io lascerò a mio figlio | sarà quella delle mie [[buona azione|buone azioni]]; | ed io vorrei che queste, e solo queste, | avesse a me lasciato il padre mio. | Ché tutto il resto si può sol serbare | ad un tal prezzo d'angosciose cure, | mille volte più alto del piacere | che si possa provar nel possederlo.'' ('''Enrico''', terza parte, atto II, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) *La mia corona è nel mio cuore, non sul mio capo; non è tempestata di diamanti e di gemme d'oriente. ('''Enrico VI''', parte 3, atto III, scena I) *''Che amore può ispirare | un essere così? Mostruoso errore, | coltivar nella mente un tal pensiero! | Perciò poiché nient'altro questo mondo | può offrirmi, come unico piacere, | che dominare, reggere, angariare | chi è meglio dotato da natura, | io farò del sognare una corona | tutto il mio paradiso sulla terra, | e stimerò un inferno questo mondo | finché non brillerà sulla mia testa, | retta da questo mio tronco deforme, | l'oro di una corona.'' ('''Gloucester''', terza parte, atto III, scena II, traduzione di Goffredo Raponi) *Posso sorridere, e uccidere mentre sorrido. ('''Gloucester''', parte 3, atto III, scena II) *Ebbene, cos'altro è il fasto, il potere, il regno, se non terra e polvere? Ah, in qualsiasi modo viviamo, dobbiamo pur sempre morire. ('''Conte di Warwick''', parte 3, atto V, scena II). *''E dunque, poi che m'ha voluto il cielo | così brutto e deforme, sia l'inferno | a foggiarmi in sua proporzione l'anima. | Posso dire di non aver fratelli, | perché a nessun fratello rassomiglio; | e la parola "amore" | che i barbagrigia chiamano divina, | può albergare nelle creature umane | che s'assomigliano tutte tra loro, | ma non in me. Io son solo me stesso.'' ('''Gloucester''', terza parte, atto V, scena VI, traduzione di Goffredo Raponi) ==''Enrico VIII''== ===[[Incipit]]=== ====Goffredo Raponi==== '''Prologo''' – Non vengo questa volta a farvi ridere. Cose di gran momento, dal piglio triste, grave, doloroso, nobili e travagliate, piene di tragica maestosità; scene di così nobile dolore da trar dagli occhi rivoli di pianto, son quelle che andiamo a presentare. Quelli tra voi più inclini alla pietà, potranno, se così saran disposti, far anche qualche lacrima: l'argomento lo merita senz'altro. Chi ha speso il suo denaro sperando di veder cose credibili, potrà trovarne di fin troppo vere.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Enrico VIII]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ====Carlo Rusconi==== Non vengo più per farvi ridere. Vi presentiamo oggi gravi avvenimenti importanti e dolorosi, grandi e tragiche calamità, scene nobili e commoventi, ben atte a far scorrere le vostre lagrime. Coloro ai cui cuori non è ignota la compassione, possono oggi, se vogliono, versare qualche lacrima: il soggetto ne è degno. Coloro che danno il loro denaro sperando vedere rappresentati fatti storici e degni di fede avranno modo di scorger qui la verità.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Re Enrico VIII'', traduzione di Carlo Rusconi, Newton, 1990}} ===Citazioni=== *E nondimeno io sono più ricco dei miei vili accusatori che mai conobbero cosa significasse la verità. ('''Buckingham''', atto II, scena I) *Quest'uomo orgoglioso ci ridurrà da principi a paggi. ('''Norfolk''', atto II, scena II) *Addio, un lungo addio a tutta la mia grandezza! ('''Wolsey''', atto III, scena II) *Ama te stesso dopo tutti, accarezza coloro che ti detestano: la corruzione non è più potente dell'onestà. ('''Wolsey''', atto III, scena II) *Se soltanto avessi servito il mio Dio con metà dello [[zelo]] con cui ho servito il mio re, egli non mi avrebbe abbandonato nella mia vecchiaia, nudo, ai miei nemici. ('''Wolsey''', atto III, scena II) ==''I due gentiluomini di Verona''== ===[[Incipit]]=== ====Corrado Pavolini==== ''Verona. Una piazza.<br>Entrano Valentino e Proteo.''<br> '''Valentino''': Non sperar mai di convincermi, caro Proteo. Gioventù che rimane al paese avrà sempre cervello paesano. Vorrei io piuttosto, non fosse che l'amore incatena la giovinezza ai dolci sguardi della tua onorata diletta, persuaderti ad accompagnarmi: veder le meraviglie d'un mondo lontano, invece che restarcene qui a poltrir nel tedio e a consumare gli anni migliori in una inerzia senza costrutto. Ma dacché sei innamorato, segui le tue inclinazioni; e cerca di trovar tanta felicità nell'amore quanta ne auguro a me stesso, dovessi anch'io innamorarmi.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''I due gentiluomini di Verona'', traduzione di Corrado Pavolini, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Verona, una strada''<br> '''Valentino''' – Proteo, mio caro, è inutile che insisti, tanto non riuscirai a persuadermi: gioventù che al paese vuol restare, paesana nell'animo rimane. Se non fosse l'amore a incatenare i tuoi giovani giorni ai dolci sguardi della tua ragazza, sarei io ad insistere con te per averti compagno per il mondo ad ammirarne tutte le bellezze, invece di star qui a poltrir nel tedio e consumare i tuoi anni migliori in una oziosità senza costrutto. Ma, visto che ti sei innamorato, seguita a far come ti detta amore; ed in esso t'arrida quel successo che vorrei augurare anch'io a me, quando comincerò ad amare anch'io.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm I due gentiluomini di Verona]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *'''Giulia''': Perché di Proteo solo non giudichi il valore? <br /> '''Lucietta''': Dirò allora: fra tutti io lo stimo il migliore. <br /> '''Giulia''': La ragione? <br /> '''Lucietta''': Soltanto una ragione da donna: credo così perché credo così. <br /> '''Giulia''': E a lui dovrei concedere il mio affetto? <br /> '''Lucietta''': Sì, pensando di averlo ben collocato. <br /> '''Giulia''': A lui meno che a tutti voce del cuore mi chiama. <br /> '''Lucietta''': Pur credo che fra tutti sia quei che più vi ama. <br /> '''Giulia''': Il suo scarso parlare dimostra scarso amore. <br /> '''Lucietta''': Nel fuoco più compresso cova più intenso ardore. <br /> '''Giulia''': Non ama chi d'amore al proprio ben non parla. <br /> '''Lucietta''': Oh! ama assai di meno chi con tutti ne ciarla. <br /> (da ''[http://www.readme.it/libri/3/3055190.shtml I due gentiluomini di Verona]'', atto I, scena II) *Se abbandono la mia Giulia sono spergiuro; se amo la bella Silvia sono spergiuro; se tradisco l'amico sono gravemente spergiuro. ('''Proteo''', atto II, scena VI) *Che cosa c'è che egli tanto apprezza in lei che non sia apprezzabile anche nella sottoscritta, se questo folle amore non fosse un dio bendato? ('''Giulia''', atto IV, scena IV) *In amore, chi rispetta un amico? ('''Proteo''', atto V, scena IV) *Il pudore insegna che è assai minor peccato, per una donna mutare d'abito che per un uomo mutare affetto. ('''Giulia''', atto V, scena IV) ==''Il mercante di Venezia''== ===[[Incipit]]=== ====Agostino Lombardo==== ''Entrano Antonio, Salerio e Solanio''<br> '''Antonio''': Veramente non so perché sono così triste: mi stanca – voi dite che stanca voi. Ma come l'ho presa, trovata o come vi sono arrivato, di che stoffa è fatta, da dove è nata, debbo impararlo: e un tale inetto fa di me questa tristezza che fatico a conoscere me stesso.<br> '''Salerio''': La vostra mente ondeggia sull'oceano, dove le vostre ragusee incedendo con maestosa vela sull'acqua come signori e ricchi castellani, o come teatri mobili del mare, guardano sprezzanti i piccoli mercantili che s'inchinano, fan loro la riverenza, mentre li sorpassano volando con le ali trapunte.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2003}} ====Franco Marenco==== ''Entrano Antonio, Salerio e Solanio''<br> '''Antonio''': Davvero non mi capacito perché sono così triste. È una cosa che mi stanca e, dici tu, che stanca anche te. Ma come io l'abbia presa, o trovata, o incontrata, e di quale sostanza sia fatta, o dove sia nata, vorrei capirlo; una tristezza che mi istupidisce talmente da rendermi difficile conoscere me stesso.<br> '''Salerio''': È l'oceano che ti agita la mente, là dove le tue navi dalle vele possenti, come signore e ricche autorità sulle onde – ovvero, fastosi cortei del mare – guardano dall'alto i piccoli trafficanti che a loro si inchinano, le riveriscono, mentre gli volano accanto con le loro ali trapunte.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Franco Marenco, Giunti, 2019}} ====Paola Ojetti==== ''A Venezia, in strada.<br>Entrano Antonio, Salarino e Salanio.''<br> '''Antonio''': Non so davvero perché sono tanto triste. E questa tristezza mi stanca, e voi stessi dite d'esserne stanchi. Ma ho ancora da sapere dove l'ho presa, dove me la son trovata, come me la son guadagnata, di che diavolo è fatta, da dove è spuntata. Ed essa mi stordisce così che stento a riconoscere me stesso.<br> '''Salarino''': La vostra mente è agitata perché segue sul mare le vostre navi dalle immense vele, le vostre navi che come signori e ricchi borghesi dei flutti in sfarzoso corteo guardano dall'alto i vascelletti dei piccoli trafficanti che fanno continue riverenze sotto il volo di quelle grandi ali.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990}} ==== Carlo Rusconi==== ''Venezia. Una strada. (Entrano Antonio, Salarino, e Solanio)''<br>'''Antonio''': In verità, non so perché sono così triste. Mi duole e dite che ciò duole anche a voi; ma io in qual guisa sia pigliato questo affanno, come l'abbia trovato, in che consista, da che sia originato, non so ancora comprendere. Sono reso tanto malconcio mia imbelle tristezza che stento a riconoscermi.<br>'''Salarino''': La vostr'anima egue le gitazioni dell'oceano; essa va dietro ai vostri bei vascelli che, colla loro superba alberatura, vogando sopra i flutti, sembrano i sovrani, o i primi cittadini del mare, e signoreggiano sulla fila dei minuti navigli, che offrono loro un umile omaggio passando sospinti dalle loro ali di lino.<br> {{NDR|Carlo Rusconi, Orsa Maggiore editrice, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Venezia, una calle.<br>Entrano ANTONIO, SALERIO e SOLANIO''<br> '''Antonio''' – La ragione per cui son così triste, in verità, non so nemmeno dirla; mi sento come oppresso internamente, ed anche voi mi dite che lo siete; ma da dove mi venga quest'umore, dov'io l'abbia trovato, come ci sia caduto, di che è fatto, da che nasce, lo devo ancora apprendere; m'intorpidisce a tal punto lo spirito che stento a riconoscere me stesso.<br> '''Salerio''' – È che tu col pensiero navighi avanti e indietro per l'oceano, là dove le tue belle ragusine<ref>"''... your argosies''": "''argosies''" (o "''ergosies''"), "ragusine" o "ragusee" si chiamavano per antonomasia le grandi galee mercantili veneziane, da Ragusa (latino "''Ergasia''"), il grande porto dalmata, dominio della Serenissima, il cui commercio con l'Inghilterra era fiorente al tempo di Shakespeare. Era uso chiamare le navi dal nome della città che le armava (cfr. nell'"''Otello''", I, 1, 26, "veronese" da Verona, altro dominio di Venezia).</ref> con le loro imponenti velature a somiglianza di grandi signori e impettiti borghesi sopra i flutti, o di carri d'un gran corteo marino,<ref>"''Or as it were the pageants of the sea''": "''pageant''" è il corteo, la parata celebrativa di eventi importanti con l'esibizione di figure e costumi sfarzosi e con la riproduzione di scene storiche o allegoriche. "''Pageants of the sea''" furono chiamati – ma solo più tardi, ai primi del 1700 – le piattaforme mobili sull'acqua sulle quali erano rappresentate scene dei "''mistery plays''".</ref> riguardano dall'alto con sufficienza i più modesti barchi che fanno loro riverente ossequio nel vederle sfilare velocissime sull'ali delle ben tessute vele.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il mercante di Venezia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Io considero il mondo per quello che è: un [[palcoscenico]] dove ognuno deve recitare la sua parte. ('''Antonio''': atto I, scena I) *Se fare fosse facile quanto sapere ciò che va fatto, le cappelle sarebbero chiese e le catapecchie dei poveri palazzi principeschi. ('''Porzia''': atto I, scena II) *Il [[diavolo]] non si fa scrupolo, pei suoi disegni, di citar le Scritture. ('''Antonio''': atto I, scena III; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi. *Ma amore è cieco, e gli amanti non vedono le amabili follie cui s'abbandonano. ('''Gessica''': atto II, scena V; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Ma l'amore è cieco e gli amanti non possono vedere le graziose follie ch'essi commettono. *Non ha occhi un [[ebrei|ebreo]]? Non ha mani, organi, statura, sensi, affetti, passioni? Non si nutre anche lui di cibo? Non sente anche lui le ferite? Non è soggetto anche lui ai malanni e sanato dalle medicine, scaldato e gelato anche lui dall'estate e dall'inverno come un cristiano? Se ci pungete non diamo sangue, noi? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate non moriamo? ('''Shylock''': atto III, scena I) *Oh, fortunati strazi quando chi mi tortura mi insegna le risposte per liberarmi! ('''Bassanio''': atto III, scena II; traduzione di Carlo Rusconi, p. 92) *Dimmi dov'è l'amore, al cuore in fondo o nella testa? ('''Cantante''', atto III, scena II) *Aspetta un momento, c'è qualcos'altro. Questo contratto non ti accorda neanche una goccia di sangue. Le precise parole sono: "Una libbra di carne". Prendi dunque la tua penale, prendi la tua libbra di carne, ma se, nel tagliarla, versi una goccia di sangue cristiano, le tue terre e i tuoi averi sono, per le leggi di Venezia, confiscati dallo Stato di Venezia. ('''Porzia''': atto IV, scena I) *Il carattere della [[compassione]] è di non essere costretta; essa scende come una dolce pioggia dal cielo ed è due volte benedetta; benedice colui che la concede e quegli su cui si spande; è la più gran potenza dei maggiori potenti e si addice al monarca regnante meglio della sua corona. ('''Porzia''': atto IV, scena I; traduzione di Carlo Rusconi, p. 102) *'' Il tuo spirito bestiale | Governò un lupo, che fu impiccato | Per strage di uomini: ma la sua anima turpe | Fuggì dalla forca e mentre tu giacevi | Nel tuo grembo sconsacrato si infuse in te: | i tuoi appetiti, infatti, sono lupeschi, | Sanguinari, famelici, feroci.'' {{NDR|[[insulti dai libri|insulto]]}} ('''Graziano''': atto IV, scena I, vv. 133-138)<ref>William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=kurCXTZeENAC&printsec=frontcover&pg=145#v=onepage&q&f=false p. 145]. ISBN 88-07-82038-2.</ref> *Nulla v'è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l'eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall'armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell'animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l'Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile. ('''Lorenzo''': atto V, scena I) *Possiamo chiudere con il [[passato]], ma il passato non chiude con noi. *Come arrivano lontano i raggi di quella piccola candela: così splende una [[buona azione]] in un mondo malvagio. ('''Porzia''': atto V, scena I) :Come sparge lontano il suo chiarore quel picciol lume! Non diversamente risplende in mezzo ad un malvagio mondo un atto di bontà. ('''Porzia''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi) *In questa notte, direi, l'alba è malata. ('''Porzia''', atto V, scena I) ==''Il racconto d'inverno''== ===[[Incipit]]=== ====Fruttero & Lucentini==== '''Archidamo''' — Se avrai occasione di visitare la Boemia, Camillo, vedrai che come t'ho detto c'è una grande differenza tra la nostra Boemia e la tua Sicilia.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ====Agostino Lombardo==== [''Sala nel palazzo di Leonte, re di Sicilia]''<br>''Entrano Camillo e Archidamo''<br> '''Archidamo''': Se mai si darà il caso, Camillo, che visitiate la Boemia in un'occasione simile a quella per cui io presto qui i miei servigi, noterete, come ho detto, una grande differenza tra la nostra Boemia e la vostra Sicilia.<br> '''Camillo''': Credo che l'estate prossima il re di Sicilia intenda restituire al Boemia la visita che giustamente gli deve.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2004}} ====Eugenio Montale==== ''Anticamera nel palazzo di Leonte.<br>Entrano Camillo e Archidamo.''<br> '''Archidamo''': Se vi accadrà, Camillo, di visitare la Boemia per un'occasione simile a quella per cui sono ora qui di servizio, voi vedrete, come v'ho detto, una grande differenza tra la nostra Boemia e la vostra Sicilia.<br> '''Camillo''': Credo che nella prossima estate il re di Sicilia intenda ricambiare al re di Boemia la visita che giustamente gli deve.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Sicilia, il palazzo di Leonte<br>Entrano ARCHIDAMO e CAMILLO''<br> '''Archidamo''' – Se v'accadrà, Camillo, vi dicevo, di visitare un giorno la Boemia per una circostanza come questa ond'io mi trovo adesso qui in servizio, constaterete quanto sia diversa dalla vostra Sicilia.<br> '''Camillo''' – Giustappunto credo che questa estate il nostro re abbia in mente di rendere al Boemia<ref>I sovrani sono indicati spesso in Shakespeare – com'era uso nella poetica del tempo – col nome del paese in cui regnano.</ref> la visita di Stato che gli deve.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il racconto d'inverno]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Troppo calore, troppo calore! Mescolar tanto l'amicizia significa mescolare i sangui. ('''Leonte''', atto I, scena II) *[[Eresia|Eretico]] sarà chi accenda il rogo, non già colei che vi brucerà dentro! ('''Paolina''', atto II, scena III) *Signore, risparmiatevi le minacce! Lo spettro con cui vorreste spaventarmi, io lo cerco. ('''Ermione''', atto III, scena II) *Tu t'imbatti in cose che muoiono, io in cose appena nate. ('''Pastore''', atto III, scena III) *Ché un boccale di [[birra]] è un pasto da re. ('''Autolico''', atto IV, scena III) *Gli [[asfodelo|asfodeli]], che spuntano prima che la rondine osi e afferrano con la loro bellezza i venti di marzo. ('''Perdita''', atto IV, scena IV) *Possan gli dèi beati conservare purgata l'aria nostra dai miasmi, per tutto il tempo che starete qui! ('''Leonte''', atto V, scena I) ==''Il re Giovanni''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== ''Northampton. – La sala de Consiglio nel palazzo regio''<br>'''Giovanni''': Ora, signor di Chatillon, parlate: che chiede da noi la Francia?<br>'''Chatillon''': Quel sire vi saluta, e dice per bocca mia alla Maestà, alla simulata Maestà d'Inghilterra...<br>'''Elinora''': Strano principio... Maestà simulata!<br>'''Giovanni''': Silenzio, buona madre; ascoltiam l'ambasciatore.<br>'''Chatillon''': Filippo di Francia, disposando la causa e i giusti diritti del figlio di Gefredo, tuo fratello estinto, Arturo Plantageneto, reclama in nome della legge questa bella isola e il suo territorio, l'Irlanda, il Poitiers, l'Anjou, la Touraine e il Maine, e vuole che tu deponga la spada con cui t'afforzi in un ingiusto potere, e la rimetta fra le mani del giovane Arturo, tuo nipote, e tuo vero e legittimo sovrano. ====Rossella Ciocca==== ''Squilli di tromba. Entrano re Giovanni, la regina Eleonora e i conti di Pembroke, Essex, Salisbury insieme all'ambasciatore di Francia Châtillon''<br> '''Re Giovanni''': Allora parla, Châtillon. Cosa vuole la Francia da noi?<br> '''Châtillon''': Così, dopo i saluti, il re di Francia, tramite me, parla alla maestà, la maestà imprestata, d'Inghilterra qui presente.<br> '''Regina Eleonora''': Ben strano inizio: 'maestà imprestata'!<br> '''Re Giovanni''': Tranquilla, buona madre, ascoltiamo l'ambasciata.<br> '''Châtillon''': Filippo di Francia, a tutela e in nome di Arturo Plantageneto, figlio del tuo deceduto fratello Goffredo, reclama il legittimo possesso di questa bella isola e delle sue province d'Irlanda, Poitou, Anjou, Touraine e Maine; invitandori a deporre la spada che usurpa il diritto su tali domini e a cederla al giovane Arturo, tuo nipote e legittimo sovrano.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Vita e morte di Re Giovanni'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Rossella Ciocca, Giunti, 2017}} ====Tommaso Pisanti==== ''La sala del trono nel palazzo di Re Giovanni.<br>Entrano Re Giovanni, la regina Eleonora, Pembroke, Essex, Salisbury e altri del seguito; e, con essi, Chatillon, ambasciatore del re di Francia.''<br> '''Re Giovanni''': Ora ditemi, Chatillon, che vuole da noi questo Francia?<br> '''Chatillon''': Il re di Francia invia il suo saluto e così parla, per voce mia, alla maestà – una maestà raccattata – del re d'Inghilterra.<br> '''Eleonora''': Uno strano esordio: «maestà raccattata»!<br> '''Re Giovanni''': Non parlate, madre; ascoltiamo l'ambasceria.<br> '''Chatillon''': Filippo re di Francia, in nome, leale e giusto, di Arturo Plantageneto, figlio del tuo defunto fratello Goffredo, reclama con piena legittimità questa bella isola e le sue dipendenze, Irlanda, Poitou, Angiò, Turenna e Maine, invitandoti a deporre la spada con la quale le governi avendoli tu usurpati, questi vari possessi, e a restituirla nelle mani del giovane Arturo, tuo nipote e loro legittimo sovrano.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Re Giovanni'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Southampton, sala nel palazzo di Re Giovanni<br>Entrano RE GIOVANNI, la REGINA ELEONORA, PEMBROKE, ESSEX, SALISBURY e CHATILLON''<br> '''Re Giovanni''' – Allora, Chatillon, dite, che vuole Francia<ref>"''What would France with us?''": i re, al pari dei nobili titolari di principati, ducati, contee, marchesati ecc., sono indicati spesso in Shakespeare col nome del regno o del dominio di cui sono titolari. La sineddoche della identificazione del nome della persona con la terra era consueta anche nel linguaggio comune.</ref> da noi?<br> '''Chatillon''' – Così il re di Francia, dopo avervi mandato il suo saluto, parla per il mio mezzo alla maestà – maestà d'accatto – del re d'Inghilterra.<br> '''Eleonora''' – "Maestà d'accatto"... Stravagante esordio!<br> '''Giovanni''' – Silenzio, madre, udiamo l'imbasciata.<br> '''Chatillon''' – Filippo re di Francia, nel legittimo nome e nel diritto del figlio del fratello tuo Goffredo,<ref>Goffredo è il quarto figlio di Enrico II, Giovanni è il quinto. Alla morte di Enrico (1189), il trono era andato al suo terzo figlio Riccardo (detto Cuor-di-leone). Goffredo è morto prima (1186), ma ha lasciato un figlio maschio, Arturo, al quale, alla morte di Riccardo, sarebbe spettato il trono per diritto di rappresentazione osservato dalla regola dinastica. Se ne impadronisce invece Giovanni, col favore e la complicità della madre Eleonora d'Aquitania. Costei, moglie ripudiata di Luigi VII di Francia, aveva sposato Enrico due anni prima (1152) che questi ascendesse al trono dello zio Stefano. All'apertura del dramma (1200) Arturo ha 13 anni, Giovanni 33, Eleonora 78. Secondo alcuni storici, lo stesso Riccardo Cuor-di-leone, partendo per la crociata in Terrasanta (v. più sotto la nota 27) aveva esplicitamente istituito suo erede il giovane Arturo.</ref> defunto, Arturo dei Plantageneti, accampa la giustissima pretesa al possesso di quest'isola bella e dei dominii d'Irlanda, Poitou, Angiò, Turenna e Maine;<ref>Erano, salvo l'Irlanda, i possedimenti della corona inglese in terra di Francia.</ref> e t'invita a deporre quella spada che quelle terre tiene in suo dominio da usurpatrice, e rassegnarla in pace nelle mani del tuo nipote Arturo, loro legittimo signore e re.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Giovanni]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Mondo pazzo, re pazzi, patto pazzo! ('''Filippo il Bastardo''', atto II, scena I) *Perché il coraggio lievita nell'emergenza. (atto II, scena I; 2016) *Buon amico, non hai ancora ragione di dirlo, ma l'avrai, e, per quanto il tempo scorra lentamente, verrà il momento che ti farò del bene. Avrei una cosa da dirti, ma lasciamo andare: v'è il sole in cielo e il giorno nel suo splendore, accompagnato dal piaceri del mondo, è troppo gioioso e pieno di spassi per darmi ascolto: se la campana di mezzanotte con lingua di ferro e bocca di bronzo sonasse all'orecchio intorpidito della tenebra notturna, se questo luogo dove siamo fosse un cimitero e ti fossero stati fatti mille torti, o se il triste spirito della malinconia avesse ridotto e reso spesso il tuo sangue, che altrimenti corre frizzando su e giù per le vene, e insedia quello sciocco che è il riso negli occhi degli uomini e ne gonfia le guance in vana allegria, passione che cozza coi miei propositi, o se tu potessi vedermi senza occhi, udirmi senza orecchi e rispondermi senza la lingua, usando la mente soltanto, senza occhi, orecchi e nocivo suon di parole; ebbene, allora a dispetto del giorno che vigila con gli occhi spalancati, ti riverserei i miei pensieri nel petto. Ma ah! Non lo farò! Eppure ti amo assai, e in verità credo che tu pure ami me. ('''Giovanni''': atto III, scena III) *Mai stabil fondamenta poggiò sul sangue. ('''Giovanni''', atto IV, scena II) *Ah! Quante volte ci eccita al [[delitto]] la sola vista dei [[mezzo|mezzi]] di compierlo! (atto IV, scena II, p. 51) *Chiunque permette alla propria lingua di dire un [[bugia|mendaccio]], non dice il vero, e chiunque non dice il vero, mente. ('''Uberto''': atto IV, scena III) *Mi sento tutto come frastornato, come avessi perso la strada, tra le spine e le trappole del mondo. ('''Filippo il Bastardo''', atto IV, scena III) *Il cittadino crucciato fa alleanza col nemico... (atto IV, scena II, p. 56) *Oh, [[sintomo|sintomi]] vani e incannatori! I mali, allorché divengono estremi, non sono più sentiti: la morte, dopo aver manomesso il di fuori, lo abbandona, e fatta invisibile investe l'anima e l'assedia e l'opprime con legioni di fantasime e di larve, che affollandosi si conseguono confuse e senza interruzione. (atto V, scena VII, p. 68) ===Citazioni sull'opera=== *Il ''re Giovanni'' è il prologo, come l' ''Enrico VIII'' è l'epilogo degli otto drammi nazionali che succedendonsi l'uno all'altro, e formano, per così dire, la grande epopea della nazione britannica. Nel ''re Giovanni'' si cominciano a trattare tutti i soggetti politici e patrii che si svolgono poi così ampiamente; e vi si veggono guerre e negoziati colla Francia, una usurpazione e la tirannide che necessariamente ne deriva, l'influenza del clero e i litigi dei Grandi. È probabile che Shakespeare componesse questo dramma e l' ''Enrico VIII'' dopo tutti gli altri, ed abbia ciò fatto per meglio rannodarli insieme. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Gli avvenimenti politici militari sono presentati nel ''re Giovanni'' con tanta maggior pompa, quanta minore è la grandezza che in essi si riscontra. La doppiezza e l'avidità de' principi sono espresse in istile diplomatico, Il bastardo Faulconbridge è il vero interprete di questo genere di linguaggio. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *La tenera vittima di una sfrenata ambizione, l'amabile Arturo, eccita profondissimo interesse. La pietà ch'egli inspira diverrebbe anzi troppo tormentosa nella scena ove Uberto si prepara a privarlo della vista con un ferro rovente, se l'incanto delle parole di quel garzone che commuove fino Uberto non si diffondesse sopra gli affetti che vengono in noi destati. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) ==''Il regno di re Edoardo III''== ===[[Incipit]]=== ''Entrano re Edoardo, il conte di Derby, [il conte di Warwick], Edoardo principe di Galles, lord Audley e il conte di Artois''<br> '''Re Edoardo''': Roberto di Artois, anche se siete stato bandito dalla Francia, vostro paese nativo, da noi riceverete un titolo non inferiore: qui vi nominiamo conte di Richmond. Continuate pure a ricostruire il nostro albero genealogico: chi furono i successori diretti di Filippo il Bello?<br> '''Conte di Artois''': Tre suoi figli che, uno dopo l'altro, sedettero sul trono regale del padre. Tutti e tre, però, morirono senza lasciare eredi. ===Citazioni=== *Morire è altrettanto comune quanto vivere. ('''Audley''', scena XII) *Ditegli che la corona da lui usurpata appartiene a noi; ditegli che su quella terra che calpesta dovrebbe, invece, inginocchiarsi. ('''Re Edoardo''', scena I) *Qui volava una testa mozzata dal tronco; là braccia e gambe mutilate erano scagliate in aria, come quando un vortice cattura la polvere estiva e la disperde nell'aria. ('''Marinaio''', scena IV) ==''La bisbetica domata''== ===[[Incipit]]=== ====Francesco Franconeri==== ''In una pianura, davanti a un'osteria.<br>Si apre una porta ed entra Sly, barcollando, inseguito dall'ostessa.''<br> '''Sly''': Vi concerò io come si deve, vedrete!<br> '''Ostessa''': Un paio di bastonate! Malandrino!<br> '''Sly''': Siete voi una baldracca, ché gli Sly malandrini non lo sono... Date un'occhiata alle cronache: siamo venuti con Riccardo il Conquistatore, noialtri... E perciò ''paucas pallabris'', che il mondo vada come vuole: e piantiamola!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La bisbetica domata'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton Compton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Davanti a un'osteria, nei dintorni di Padova.<br>Entra, barcollando ubriaco, LENZA, e dietro l'OSTESSA''<br> '''Lenza''' – Vi metto a posto, io, parola mia!<br> '''Ostessa''' – Un paio di manette è quello che ci vuole a te, straccione!<br> '''Lenza''' – A me straccione? Sei tu una baldracca! Straccioni i Lenza?... Stùdiati la storia: siamo venuti qui con re Riccardo, sì, Riccardo il Conquistatore, ohé!<ref>Lenza esorta l'ostessa alla storia, ma la sua è storia inventata: fra i re inglesi non c'è alcun Riccardo col titolo di "Conquistatore". Fu così chiamato Guglielmo I (1027-1087).</ref> Perciò ''paucas palabras'',<ref>Strafalcione spagnolo-latino per "poche chiacchiere".</ref> lascia che il mondo giri e non seccarmi.<ref>"''Sessa''": esclamazione di conio shakespeariano e ricorrente solo qui, di significato incerto. Forse: "Basta, non m'infastidire più".</ref><br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La bisbetica addomesticata]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Per il grande desiderio che avevo di vedere | la bella [[Padova]], culla delle arti sono arrivato... | ed a Padova sono venuto, come chi lascia | uno stagno per tuffarsi nel mare, ed | a sazietà cerca di placare la sua sete. :''For the great desire I had to see | fair Padua, nursery of arts, I am arrived... | and am to Padua come, as he that leaves | a shallow plash to plunge in the deep, and | with satiety seeks to quench his thirst.'' ('''Lucenzio''', atto 1, Scena 1) *C'è poco da scegliere frammezzo alle mele marce. ('''Hortensio''': atto I, scena I, 1963) *Non ho forse al mio tempo sentito ruggire i leoni? ('''Petruccio''', atto I, scena I) *Ecco, questa sì che è una brava ragazza! Vieni qui e baciami, Kate. ('''Petruccio''', atto V, scena II) *Ora so come si fa a domare una bisbetica. ('''Lenza''', scena XIII, in Appendice) ==''La commedia degli errori''== ===[[Incipit]]=== ====Eugenio Montale==== ''La scena è in Efeso. Una sala nel palazzo del Duca.<br>Entrano il Duca, Egeone, il carceriere, ufficiali e persone del seguito.''<br> '''Egeone''': Continua pure, Solino, a trarmi in rovina e dannandomi a morte metti fine ai miei mali e a tutto per me.<br> '''Duca''': Non più difese, mercante di Siracusa; non son propenso a infrangere le nostre leggi. L'inimicizia e la discordia di recente provocate dall'astiosa offesa del vostro duca ad alcuni mercanti, nostri onesti concittadini, che mancando di denaro per riscattar le loro vite hanno suggellato col sangue i suoi spietati editti, esclude ogni compassione dai nostri minacciosi sguardi. Talché dopo queste mortali lotte intestine fra i tuoi sediziosi compatriotti [''sic''] e noi, è stato stabilito in solenni assemblee di impedire ogni traffico fra le nostre ostili città; e v'è di più: se un nato in Efeso sarà veduto nei mercati e nelle fiere di Siracusa o se un siracusano approdi alla baia di Efeso, egli deve morire e i suoi beni saranno confiscati a vantaggio del duca, a meno che mille marchi non siano pagati a titolo di penalità per riscattarlo. Il tuo avere, calcolato al massimo, non assomma a cento marchi, e però la legge ti condanna a morire.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La commedia degli errori'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Il palazzo reale di Efeso.<br>Entrano il DUCA SOLINO, EGEONE, il CARCERIERE, UFFICIALI DI GIUSTIZIA e gente del seguito''<br> '''Egeone''' – Procedi pure, Duca, se lo vuoi, a procurarmi l'ultima rovina, e poni, con la mia condanna morte, fine alle mie disgrazie e a tutto il resto.<br> '''Duca''' – Mercante di Siracusa, è inutile che seguiti a perorar per te: non io infrangerò le nostre leggi. L'inimicizia e la discordia insorte ultimamente dall'astioso oltraggio fatto dal vostro Duca a dei mercanti, nostri probi ed onesti cittadini che, privi del denaro pel riscatto, han suggellato con il loro sangue il rigore dei suoi ordinamenti, escludono ogni moto di pietà per te dai nostri minacciosi sguardi. E ciò perché, dopo il verificarsi di mortali intestini tafferugli tra i sediziosi tuoi compatrioti e noi, è stato sia da voi Siracusani, che da noi stessi, in solenni assemblee, deciso di vietare ogni commercio tra le nemiche nostre due città. Anzi, di più: è stato stabilito, che se un nativo d'Efeso sia visto circolare a Siracusa in mercati ed in fiere, o se un Siracusano faccia approdo ad Efeso... sia condannato a morte, e le sue merci siano confiscate a vantaggio del Duca, salvo ch'egli non paghi una penale di mille marchi<ref>Il riferimento al tipo di moneta, chiaramente anacronistico, è immaginario com'è immaginaria la Efeso del dramma; più sotto si parlerà indifferentemente di "ducati" e di "fiorini".</ref> per il suo riscatto. La tua sostanza, valutata al massimo, non può ammontare a più di cento marchi. Perciò per legge tu devi morire.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La commedia degli equivoci]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *In questo mondo io sono una goccia d'acqua che (ignara, avida) nell'oceano cerca l'altra goccia, e cadendovi per ritrovare la gemella, si disperde. ('''Antifolo di Siracusa''', atto I, scena II). *Quale errore svia l'occhio e l'orecchio mio? ('''Antifolo di Siracusa''', atto II, scena II). *I clamori avvelenati di una donna gelosa sono più micidiali dei denti di un cane idrofobo. ('''Madre Badessa''', atto V, scena I, in "Opere complete", traduzione di Gabriele Baldini, Rizzoli, 1963) ==''La dodicesima notte''== ===[[Incipit]]=== ====Goffredo Raponi==== ''Sala nel palazzo del duca Orsino<br>Entra ORSINO, CURIO e altri nobili. Son già presenti in sala dei musici, che al loro ingresso intonano una melodia''.<br> '''Orsino''' – Oh, la musica, sì! S'è vero ch'essa è cibo dell'amore, somministratemene ancora tanto, che la mia fame alfine d'esso sazia, possa ammalarsene, fino morire! Di nuovo quella melodia! Ancora! Aveva una sì languida cadenza, che mi sentivo come carezzare l'orecchio da un soave venticello<ref>«[...] ''like the sweet sound | that breaths upon a bank of violets'' [...].» «''Sound''» è qui "il suono del vento".</ref> che alitando su un prato di violette ne rubi e ne diffonda la fragranza... Ma basta, ora cessate... Non m'è più così dolce come prima. (''Cessa la musica'') Oh, spirito d'amore, come sei fresco tu, e vivificante, tu che, se nella tua capacità puoi ricevere tutto, come il mare, non ti lasci da nulla penetrare, qual che ne sia l'altezza e la sostanza, senza svilirlo di senso e valore in men che non si creda! Perché l'amore è sempre così pieno d'estrose fantasie da esser alta fantasia da solo.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La dodicesima notte]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ==== Nicoletta Rosati Bizzotto ==== ''Una sala nel palazzo del Duca.<br>Musica. Entrano Orsino, Duca di Illiria, Curio e altri.''<br> '''Duca''': Se la musica è cibo dell'amore suonatene in eccesso, così che, ormai sazia, la mia fame si plachi e muoia. Quel motivo ancora, dalla cadenza che si spegne al fondo; mi giunse all'orecchio simile a un dolce stormire che respira su un cespuglio di [[viola (botanica)|viole]] la cui fragranza esso carpisce ed effonde. Basta, basta così; più non è dolce come prima lo era. O spirito d'amore, così pungente tu sei, e vorace, che se pur'anche tutto accogliere potresti, come il mare, ad ogni slancio, ad ogni audacia sbarri la strada e lo svilisci, e in un solo momento lo distruggi. Tante sono le forme che l'amore crea, che l'amore stesso è fantasia.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La dodicesima notte'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton, 1990}} ===Citazioni=== *''Nascondi ciò che sono | E aiutami a trovare la [[maschera]] più adatta | Alle mie intenzioni.''<ref name=v>Citato in ''[[V per Vendetta]]''.</ref> ('''Viola''': atto I, scena II; traduzione e cura di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2004) *Molte buone impiccagioni impediscono un cattivo matrimonio. ('''Feste''', atto I, scena V) *Addio, bella crudeltà. ('''Viola''', atto I, scena V) *E allora baciami venti volte, mia dolcezza: gioventù è una stoffa che non dura. ('''Feste''', atto II, scena III) *Sedeva come la Pazienza su una tomba, sorridendo al dolore. ('''Viola''', atto II, scena IV) *La [[follia]], mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, e non c'è luogo dove non risplenda. ('''Feste''': atto III, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *'''Malvolio''': ''Non ti dia soggezione la grandezza'', c'era scritto così, né più né meno...<br>'''Maria''': Che cosa intendi, Malvolio, con questo?<br>'''Malvolio''': ''Taluni nascono grandi...''<br>'''Olivia''': E con questo?<br>'''Malvolio''': ''... altri ci arrivano a grado a grado, ed altri ci si trovano costretti...'' (Atto III, scena IV) *Un viso, una voce, un abito e due persone! Una macchina d'illusione creata dalla natura, che è e non è. ('''Orsino''', atto V, scena I) ==''La Tempesta''== ===[[Incipit]]=== ====Diego Angeli==== ''A bordo di una nave, sul mare. Una bufera con tuoni e fulmini.<br>Entrano il PADRONE della nave e il QUARTIERMASTRO''.<br> '''Il padrone.''' Mastro...<br> '''Il Quartiermastro.''' Eccomi, Padrone: che c'è?<br> '''Il padrone.''' Bene. Parla ai marinari e manovrate alla spiccia: altrimenti andiamo tutti a fondo. Presto! presto!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Diego Angeli, Milano, F.lli Treves, 1911}} ====Eduardo De Filippo==== '''Capitano''' — Nostromo!<br> '''Nostromo''' — A lli cummanne vuoste, Capitanio! Mal'aria e bà!<br> '''Capitano''' — Tiempo 'a perdere non ce n'è. Sotto è una massa de scuoglie. Come s'è miso lu mare, o ncagliate rumanimmo o da nu mumento all'auto se spacca la rota de poppa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La tempesta'', traduzione di [[Eduardo De Filippo]], citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ====Francesco Franconeri==== ''In mare, su una nave. Rumore di tuoni; fulmini.<br>Entrano il Capitano e il Nostromo.''<br> '''Capitano''': Nostromo!<br> '''Nostromo''': Son qui, capitano. Che c'è?<br> '''Capitano''': Ah, bene. Da' gli ordini ai marinai: e fa' svelto, ché altrimenti andiamo ad incagliarci: svelto, svelto!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''La tempesta'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton, 1990}} ====Michele Leoni==== ''Nave in mare procelloso<br>Il Capitano e il Contromastro, amendue su la tolda''<br> '''Il Capitano''' Contromastro!<br> '''Il Contromastro''' Signor! Qual via ne resta?<br> '''Il Capitano''' Qual? raddoppiar lo zelo e la fatica; O il legno più non si contien dagli urti. A'marinaj ragionar vuolsi aperto.<ref>Il Capitano esce; e si veggono accorrere su la tolda parecchi marinaj.</ref><br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Michele Leoni, Pisa, presso Niccolo Capurro, 1815}} ====Andrea Maffei==== Una nave in mare. Fragor di tempesta con lampi e tuoni.<br> CAPITANO ''e il'' NOSTROMO <poem>'''Capitano.''' Nostromo! '''Nostromo.''' Eccomi qui. Che ve ne pare, Capitan? '''Capitano.''' Bene. I marinai rincora; Sollecita, ti sbraccia, o nelle secche Colla nave daremo. Animo, via, Moviti!</poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288a.pdf La tempesta]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869}} ====Goffredo Raponi==== ''A bordo di un vascello in mare. Tempesta, tuoni e fulmini<br>Entrano il CAPITANO e il CAPO NOCCHIERO''<br> '''Capitano''' – Capo nocchiero!<br> '''Capo Nocchiero''' – Son qui, capitano. Che c'è?<br> '''Capitano''' – Coraggio, dà voce alla ciurma: che si diano daffare, forza, forza! O qui coliamo a picco<ref>"''Or we run ourselves aground''": "''to run aground''" non è – come vedo tradotto altrove – "arenarsi", "andare in secco", o addirittura "andare di traverso", ma semplicemente "andare a fondo" ("''to the bottom of the sea''"). I personaggi a bordo di questa nave, in mezzo alla tempesta in alto mare, non temono di andare in secca – che sarebbe, in certo modo, la salvezza – ma di perire annegati.</ref>... Avanti! Presto!<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *La mia {{NDR|biblioteca}} era per me un ducato grande abbastanza. ('''Prospero''': atto I, scena II) *A cinque tese sott'acqua tuo padre giace. Già corallo son le sue ossa ed i suoi occhi perle. Tutto ciò che di lui deve perire subisce una metamorfosi marina in qualche cosa di ricco e di strano. ('''Ariel''', atto I, scena II) *La sventura ti può dare le compagnie di letto più impensate! ('''Trinculo''': atto II, scena II) :La disgrazia ci fa conoscere strani compagni di letto. *L'uomo morendo salda tutti i debiti. ('''Stefano''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Padrone, non dovete aver paura. | L'isola è piena di questi sussurri, | di dolci suoni, rumori, armonie, | che non fanno alcun male, anzi dilettano.<ref>Citato in lingua originale nel film ''[[La dolce vita]]'' (1960).</ref> ('''Calibano''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *I giochi di magia son terminati. Come t'avevo detto, quegli attori erano solo spiriti dell'aria. ('''Prospero''', atto IV, scena I) *Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i [[sogni]]; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita. ('''Prospero''': atto IV, scena I) ===Citazioni sull'opera=== *È più facile avere una mentalità difensiva, «da bunker», stando nell'occhio del ciclone piuttosto che ritirandosi su un'isola, da cui si può ritornare dicendo, come Miranda nella «Tempesta», «o magnifico nuovo mondo che contiene simili abitanti». ([[Richard Newbury]]) ==''Le allegre comari di Windsor''== ===[[Incipit]]=== ====Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico==== ''A Windsor. Una strada davanti alla casa di Page. Alberi e una panchina.<br>Si avvicinano il giudice Shallow, Slender e il reverendo Ugo Evans, parlando vivacemente.''<br> '''Shallow''' (''con calore''): E inutile, reverendo. Non cercate di persuadermi. Ne farò un caso da Camera Stellata. Non uno, ma venti Giovanni Falstaff, non riuscirebbero a raggirare il cavaliere Roberto Shallow.<br> '''Slender''' (''approvando''): Roberto Shallow, giudice di pace della contea di Gloucester, uno dei ''quorum''.<br> '''Shallow''': Già, nipote Slender, e ''Custalorum''.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Le allegre comari di Windsor'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990}} ====Nadia Fusini==== ''Entrano il giudice Shallow, Slender e sir Hugh Evans''<br> '''Shallow''': Sir Hugh, non mi convincete: porterò il caso alla Corte Suprema. Neanche venti sir John Falstaff fregheranno Robert Shallow, Esquire.<br> '''Slender''': E giudice di pace nella contea di Gloucester e Coram.<br> '''Shallow''': Sì, nipote Slender, e Custalorum.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Le allegre madame di Windsor'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''Windsor, davanti alla casa di Giorgio Page.<br>Entrano il giudice ZUCCA, mastro STANGHETTA e Don Ugo EVANS''<br> '''Zucca''' – No, don Ugo, non mi convincerete; porterò la questione all'Alta Corte.<ref>""'' will make a Star Chamber of it''": "Farò di ciò una questione da Camera Stellata". Si chiamava "Camera Stellata" ("''Star Chamber''") la sala del palazzo reale di Westminster dove sedeva il Consiglio della Corona in funzione di tribunale penale, che da quella camera prendeva il nome.</ref> Foss'egli pure venti sir John Falstaff, non tratterà così Roberto Zucca, scudiero...<ref>"''Robert Shallow, esquire''": "''esquire''" era il titolo onorifico che precedeva, nella gerarchia araldica, quello di "''knight''", "cavaliere"; esso spettava di diritto ad alcuni funzionari di nomina regia tra cui i giudici di pace.</ref><br> '''Stanghetta''' – ... e giudice di pace e ''coram''<ref>Questo "''coram''" come il successivo "''rotulorum''" sono corruzioni e contrazioni maccheroniche del linguaggio curialesco: "''coram''" è corruzione del "''quorum''" della formula "''quorum unum vos esse volumus''", "dei quali noi vogliamo che voi siate uno" con la quale il sovrano nominava i suoi dignitari; "''costalorum''" è corruzione di "''custos rotulorum''", "custode dei rotuli", come si chiamavano i preposti alla giustizia ("''rotula''" erano, nel tardo latino, i cartigli contenenti i testi delle leggi); "''rotulorum''" è ripetizione pappagallesca della stessa parola.</ref> nella contea del Gloucester.<ref>Si legga "Glo-ster" per la metrica.</ref><br> '''Zucca''' – Già, nipote Stanghetta, e ''costalorum''.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Le gaie mogli di Windsor]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *... qui ci sarà uno stupro della pazienza d'Iddio e dell'inglese del re! ('''Signora Quickly''', atto I, scena IV) *E allora il mondo è un'ostrica, e io l'apro con la spada. ('''Pistola''', atto II, scena II) *Gli [[articolo (linguistica)|articoli]] sono governati dal [[pronome]] e vanno declinati. ''Singulariter nominativo: "hic, haec, hoc"''. ('''William''', atto IV, scena I) *Le mogli possono essere allegre, e pure oneste. ('''Meg''', atto IV, scena II) ==''Lucrezia violata''== ===[[Incipit]]=== <poem>Dall'assediata Ardea in grande fretta, d'illecito desio sull'ali infide, Tarquinio lascia il campo dei Romani ed a Collazio porta un fuoco buio, brace nascosta che vuol divampare ed abbracciare il corpo di Lucrezia, di Collatino sposa bella e casta.</poem> ===Citazioni=== *La [[bellezza]] da sola persuade | Gli occhi degli uomini senza aver bisogno d'avvocati. (I) :Bellezza di per sé sa persuadere | gli occhi dell'uomo senza un oratore. *Se ottengo ciò che cerco vinco un gaudio | più breve di una schiuma, un soffio, un sogno. | Per gioia d'un istante pianger giorni? *E in maggior pena lascia la sua spoglia: | col peso, lei, della di lui lussuria, | lui col fardello della propria colpa. (II, 734-735) ==''Macbeth''== ===[[Incipit]]=== ====Giulio Carcano==== Un luogo aperto.<br> (''Tuoni e lampi''.)<br> ''Entrano le'' TRE STREGHE.<br> <poem>'''1<sup>a</sup> Strega.''' Fra la piova, fra i lampi, fra il tuon, Quando ancor rivedremci noi tre? '''2<sup>a</sup> Strega.''' Quando cessi dell'armi il frastuon, Quando appaja chi vinse o perdé. '''3<sup>a</sup> Strega.''' Dunque, innanzi al tramonto. '''1<sup>a</sup> Strega.''' In qual loco? '''2<sup>a</sup> Strega.''' Sulla landa. — '''3<sup>a</sup> Strega.''' E Macbetto verrà. '''1<sup>a</sup> Strega.''' Son con te, Grimalchino.<ref>"Grimalkin," ''gatto vecchio'', e "Paddok," ''botta'', sono nomi di quella prediletta famiglia delle streghe, gatti, rospi e folletti, la quale accompagna sempre gl'incantesimi e le ronde notturne: mi torna bene il conservare le strane denominazioni del testo, perché rispondono all'aspro gergo delle tre femmine barbute e al cupo effetto della scena.</ref> '''Tutte e Tre.''' Paddóco Ne domanda. — Vediamo, siam qua. Orrendo è il bello: bello è l'orror! Via, tra l'immonda nebbia e il vapor!</poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII352a.pdf Macbetto]'', traduzione di Giulio Carcano, in "Teatro scelto di Shakespeare", Felice Le Monnier, Firenze, 1858}} ====Ugo Dèttore==== ''Un luogo aperto. Tuoni e lampi.<br>Entrano tre streghe.''<br> '''I strega''': Quando incontrarci potrem, sorelle | Noi tre, fra tuoni, lampi e procelle?<br> '''II strega''': Quando sia spenta la furia avversa, | Quando la pugna sia vinta e persa.<br> '''III strega''': Prima che il sole sia all'orizzonte.<br> '''I strega''': Dove?<br> '''II strega''': Sul piano.<br> '''III strega''': Via! Tutte e tre | Incontro a Macbeth.<br> '''I strega''': Vengo con te, | Graymalkin.<br> '''II strega''': Paddock chiama.<br> '''III strega''': Siam pronte!<br> '''Tutte e tre''': Il bello è brutto e il brutto è bello: | Fra nebbie e fumo corri a rovello.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Macbeth'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990}} ====Andrea Maffei==== Una landa.<br> ''Tuoni e lampi''.<br> Tre STREGHE.<br> <poem>'''Prima strega.''' Quando verremo noi tre di nuovo Ad un ritrovo? Nel tuon? nel lampo? O nella pioggia? '''Seconda strega.''' Quando si taccia L'urlo del campo; Quando ne faccia Noto il conflitto Chi sia vincente, chi sia sconfitto. '''Terza strega.''' Pria della sera Dunque. '''Prima strega.''' La posta? '''Seconda strega.''' Quella pianura. '''Terza strega.''' Vi dee Macbetto condur la schiera. '''Seconda strega.''' Noi gli diremo la sua ventura. '''Prima strega.''' Ma la maestra garrirne potria Se noi co' detti d'un falso destino Tronchiamo al prode la nobile via Per invaghirlo del torto cammino. '''Terza strega.''' Potrà seguirlo, potrà lasciarlo, Chè forza alcuna non gliel disdice; Ma detestarlo Colui deggiamo, perché felice. '''Seconda strega.''' Se a frenar gli appetiti non vale, Provi l'uomo la possa infernale. '''Terza strega.''' Noi gittiamo il mal seme nel core; Ma dell'opra l'uom sempre è signore. '''Seconda strega.''' L'uomo è di proba, gentil natura, Né merta, io penso, prova sì dura. '''Seconda e Terza strega.''' Tutti i demonj lieti non sono Se cade il giusto, se inciampa il buono? (''Tuoni e lampi''.) '''Prima strega.''' Gli spirti intendo. '''Seconda strega.''' Grida il Maestro! '''Tutte e tre le streghe.''' Padòc ne appella! Vegnam! vegnamo! Sole e procella L'un l'altro a muta. Bello è l'Orrendo, Orrendo il Bello. La nostra via Siano i vapori, la nebbia sia.</poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII292.pdf Macbeth]'', traduzione di Andrea Maffei, Felice Le Monnier, Firenze, 1863}} ====Goffredo Raponi==== ''Luogo aperto. Tuoni e lampi.<br>Entrano tre STREGHE''.<br> '''1ª strega''' -Quando noi tre ci rivedremo ancora? | Con tuono, lampo o pioggia? Quando, allora?<br> '''2ª strega''' -Quando sarà finito il parapiglia, | e sarà vinta o persa la battaglia.<br> '''3ª strega''' -Sarà al calar del sole, questa sera.<br> '''1ª strega''' -E il luogo?<br> '''2ª strega''' – Alla brughiera.<br> '''3ª strega''' -Laggiù dobbiamo andare | Macbeth ad incontrare.<br> '''1ª strega''' -Vengo, Gattaccio.<ref>"''I come Grimalkin''": è come se la 1ª strega senta una voce che la chiama. "''Graymalkin''" o "''Grimalkin''" era il nomignolo che si dava, in senso spregiativo, al gatto, più spesso ad una gatta vecchia ("''malkin''" è la femmina del diavolo, la versiera), donde l'uso dello stesso appellativo ad indicare in generale una vecchia petulante.</ref><br> '''2ª strega''' – Ci chiama Ranocchio.<ref>"''Paddock calls''": "''Paddock''", "Ranocchio" è il nome di uno degli esseri infernali della favolistica medioevale.</ref><br> '''3ª strega''' -Veniamo subito, in un batter d'occhio!<br> '''Tutte e tre''' – "Per noi il bello è brutto, il brutto è bello" | fra la nebbia planiamo e l'aer fello.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Macbeth]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Il bello è brutto, il brutto è bello. ('''Le streghe''': atto I, scena I) :''Fair is foul, and foul is fair.'' *''Lo spietato Macdonwald | (che sembra fatto per esser ribelle | perché son tante le scelleratezze | che natura gli fa sciamare addosso) | aveva ricevuto dei rinforzi | di kerni e galloglassi provenienti | dall'isole a occidente, | e talmente arrideva la Fortuna | alla dannata sua contestazione, | che sembrava la ganza d'un ribelle. | Ma non gli è valso nulla; ché Macbeth, | il prode – e di tal titolo è ben degno – | a spregio della sorte, spada in pugno, | di cruenti massacri ancor fumante, | quasi fosse il pupillo della Gloria, | s'apre un varco nel mezzo della mischia | fino a trovarsi quel ribaldo a fronte; | né gli porse saluto né congedo | finché non l'ebbe tutto dilaccato | dall'ombelico in giù fino alle chiappe, | infiggendone poi la testa mozza | sui nostri spalti, alla vista di tutti.''<ref name=v/> ('''Ufficiale''': atto I, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Una bella giornata così brutta non l'avevo mai vista. ('''Macbeth''': atto I, scena III) :''So foul and fair a day I haven't seen.'' *L'orrore del reale | è nulla contro l'idea dell'orrore. | I miei pensieri, solo virtuali omicidi, | scuotono la mia natura di uomo; | funzione e immaginazione si mescolano; | e nulla è, se non ciò che non è. :''Present fears | Are less than horrible imaginings. | My thought, whose murder yet is but fantastical, | Shakes so my single state of man | that function is smother'd in surmise, | and nothing is but what is not.'' ('''Macbeth''': atto I, scena III) *Avvenga che può, anche nel dì più burrascoso le ore e il tempo trascorrono.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''Chi l'ha detto?'', [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/124|p. 92]].</ref> :''Come what come may, | Time and the hour runs through the roughest day.'' ('''Macbeth''': atto I, scena III) *Prendi l'aspetto del [[fiore]] innocente, ma sii il [[serpente]] sotto di esso. ('''Lady Macbeth''': atto I, scena V) :''Look like the innocent flower but be the serpent under it.'' *Se fosse fatto, una volta fatto, sarebbe bene che fosse fatto presto. ('''Macbeth''', atto I, scena VII) *È un pugnale questo che vedo davanti a me, con l'impugnatura rivolta alla mia mano? Su, lasciati afferrare. ('''Macbeth''', atto II, scena II) *S'è brindato, signore, in verità, | sino al secondo cantare del gallo; | ed il [[Bevanda alcolica|bere]] si sa, causa tre cose. | [...] naso rosso, | gran voglia di dormire e pisciarella. | La lussuria la provoca e la sprovoca; | perché ne provoca, bensì, la voglia, | ma ne impedisce poi l'esecuzione. | Si può dire perciò che il troppo vino | si diverta a imbrogliarla, la lussuria; | la fa e disfà, la tira su e l'abbatte, | l'eccita e la diseccita; la drizza, | e poi non sa più mantenerla su. | In conclusione a forza di imbrogliarla, | e, dopo averla bene sbugiardata, | la pianta in asso. ('''Portiere''': atto II, scena III; traduzione di Goffredo Raponi) *Il più vicino per [[sangue]], il più pronto a spargere sangue. ('''Donalbano''': atto II, scena III) *Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro [[desiderio]] è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la [[distruzione]] una dubbiosa gioia. ('''Lady Macbeth''': atto III, scena II) *''Cose senza rimedio | non devono impensierire: il fatto è fatto.'' (atto III, scena II; 2016) *Ciò che l'uomo [[osare|osa]], io oso.<ref name=v/> (atto III, scena IV) *Vorrà sangue, dicono: il sangue vuole sangue. ('''Macbeth''', atto III, scena IV) *Oh Cielo misericordioso: uomo, non calcarti il cappello sulle sopracciglia: dai parole al dolore; il dolore che non parla, sussurra al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi. ('''Malcolm''': atto IV, scena III) *Gli [[angeli]] sono sempre rilucenti anche se il più rilucente fra loro è caduto. ('''Malcolm''': atto IV, scena III; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) :Gli angeli ancora risplendono, anche se è caduto quello più splendente. *Scompari, macchia maledetta! Scompari, dico!...Uno, due. Ebbene, è venuto il momento di agire... l'inferno è buio... vergogna, mio signore, vergogna! Come? Sei un soldato e hai paura?... Che bisogno c'è di preoccuparsi se qualcuno lo venga a sapere, dal momento che nessuno può chiamarci a renderne conto? Eppure, chi avrebbe mai pensato che il vecchio avesse tanto sangue? ('''Lady Macbeth''': atto V, scena I) *Mi batterò, finché dalle mie ossa non si stacchi la carne a brandelli. A me l'armatura. ('''Macbeth''': atto V, scena III) *''Sarebbe dovuta morire prima o poi. | Ci sarebbe dovuto essere un tempo per (usare) questa parola | domani, domani, domani, | si insinua a piccoli passi giorno per giorno | fino all'ultima sillaba del tempo prescritto; | e tutti i nostri ieri hanno rischiarato a stupidi | la strada a una morte polverosa. Consumati, consumati, corta candela! | La [[vita]] è un'ombra che cammina, un povero attore | che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco | e poi non se ne sa più niente. È un racconto | narrato da un idiota, pieno di suoni e furore, | significante niente.'' ('''Macbeth''': atto V, scena V, vv. 17-27) :''She should have died hereafter. | There would have been a time for such a word– | Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow,<ref>È la terza frase del più famoso soliloquio della tragedia. In questa il protagonista reagisce con insensibilità alla morte della moglie.</ref> | Creeps in this petty pace from day to day | To the last syllable of recorded time; | And all our yesterdays have lighted fools | The way to dusty death. Out, out, brief candle! | Life's but a walking shadow, a poor player | That struts and frets his hour upon the stage | And then is heard no more. It is a tale | Told by an idiot, full of sound and fury, | Signifying nothing.'' *''E allora arrenditi, come un vigliacco, | e vivi sol per essere spettacolo | e ludibrio alla gente'' [...]. ('''Macduff''': atto V, scena VIII; traduzione di Goffredo Raponi) *''Venite spiriti che presiedete i pensieri di morte. | Cancellate il mio sesso. | Stivatemi di crudeltà dalla corona ai piedi. | Ispessite il mio sangue. | Sbarrate ogni accesso al rimorso, | che nessuna ipocrita istanza di umanità scuota il mio disegno mortale o ne' disturbi l'effetto.'' ===Citazioni sull'opera=== *Il male: ma se questo male fosse del tutto e apertamente male, turpe, ripugnante, la tragedia sarebbe finita prima che cominciata. Esso si chiamava, invece, per Macbeth, ''greatness'', la grandezza: la grandezza che le fatali sorelle gli hanno profetata, che il corso destinato degli eventi comincia pronto a largirgli, additandogli prossimo e certo tutto il resto, sol ch'egli non stia ad attendere inerte, ma si muova, stenda la mano e lo afferri. ([[Benedetto Croce]]) *Nel ''Macbeth'', il bene appare solo nella vendetta che il bene compie, nel rimorso, nella punizione. Nessuna figura ne impersona la presenza. ([[Benedetto Croce]]) ==''Misura per misura''== ===[[Incipit]]=== ====Mario Praz==== ''Vienna. Un appartamento nel palazzo del Duca.<br>Entrano il Duca, Escalo, consiglieri e seguito.''<br> '''Duca''': Escalo.<br> '''Escalo''': Mio signore?<br> '''Duca''': Esporvi la natura del governo, sembrerebbe da parte mia un'ostentazione di parole e di frasi, dal momento che sono in grado di sapere che la vostra scienza oltrepassa in ciò quanto la mia forza può giungere a consigliarvi; sicché altro non manca che questa alla vostra idoneità, come il vostro credito è confacente, e lasciarle collaborare. L'indole del nostro popolo, le istituzioni della nostra città e la procedura dei giudizi, voi ne siete così perito quant'altri mai che a nostra memoria fosse arricchito dall'arte e dalla pratica. Eccovi il nostro incarico, da cui non vorremmo che voi vi discostaste. Olà, fate venire dinanzi a noi Angelo. (''Esce uno del seguito.'') Come pensate che farà la parte nostra? Poiché dovete sapere che di tutto cuore l'abbiamo eletto a sostituirci in nostra assenza, gli abbiamo prestato il nostro terrore, l'abbiam rivestito dell'amor nostro, e conferito al suo ufficio di deputato tutti gli organi del nostro potere: che ve ne pare?<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Misura per misura'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Il palazzo del Duca<br>Entrano il DUCA, ESCALO, nobili e seguito''<br> '''Duca''' – Escalo!<br> '''Escalo''' – Mio signore?<br> '''Duca''' – Starvi ora a svelar le buone regole del governo, potrebbe anche sembrare, pretesa inutile, da parte mia, di sfoggiare discorsi ed argomenti, dal momento che so per esperienza come le tue conoscenze in materia vadan bene al di là d'ogni consiglio io mi possa sforzare d'impartirvi; perciò non mi rimane che far credito alla provata vostra competenza<ref>"''To your sufficiency''": "''sufficiency''" è qui sinonimo di "''adequacy''", "competenza"; ma il passaggio è ambiguo, tanto da far pensare a una lacuna tra "''sufficiency''" e il successivo "''let them work''", dove quel plurale "''them''" non si sa a chi riferire.</ref> – e i vostri meriti ve ne dan titolo – e farla oprare a pieno suo talento. Della natura della nostra gente, delle nostre civili istituzioni, delle nostre normali procedure nel dire e amministrare la giustizia, voi conoscete, in teoria e in pratica, quanto chiunque altro, a nostra mente, n'abbia tratto ricchezza di pensiero. Questo è il vostro mandato: dai cui termini, quali qui indicati, non vorremmo che aveste a discostarvi. (''Gli consegna il mandato'') Fate venire innanzi a noi Angelo. (''Esce uno del seguito'') Che immagine pensate di noi sarà capace di dare egli al popolo? Perché dovete sapere che è lui che di buon animo abbiam designato alle funzioni di nostro vicario per il tempo che resteremo assenti; a lui abbiamo deferito, all'uopo, ammantato di tutto il nostro affetto, il potere d'amministrar giustizia e di far eseguire normalmente le leggi dello Stato, trasferendo a codesta sua reggenza tutti i nostri poteri. Che ne dite?<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Misura per misura]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ====Caterina Ricciardi==== ''Entrano il duca, Escalo e altri nobili''<br> '''Duca''': Escalo.<br> '''Escalo''': Mio signore.<br> '''Duca''': Mi sembrerebbe di ostentare parole e discorsi se spiegassi le proprietà del governo, sapendo come la vostra dottrina in materia superi ogni consiglio frutto della mia autorevolezza. Non resta altro che questo a sostenervi: le capacità le avete, quindi applicatele. Conoscete la natura del nostro popolo, le istituzioni civiche e le norme della giustizia, meglio di qualsiasi altro esperto di pratica e teoria che noi ricordiamo.<br> :''Porge a Escalo dei documenti'' Ecco il mandato, dal quale non vorremmo che deviaste. (''A un nobile'') Chiamate, che Angelo sia convocato.<br> {{Centrato|''Esce uno del seguito''}} (''A Escalo'') Come, secondo voi, saprà rappresentarci? In quale figura? Sappiate che con animo speciale lo abbiamo scelto a supplire la nostra assenza, prestandogli il terrore, investendolo del nostro amore, conferendo alla delega tutti gli organi del potere. Cosa ne pensate?<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Misura per misura'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Caterina Ricciardi, Giunti, 2019}} ===Citazioni=== *Alcuni s'innalzano grazie al peccato, altri cadono a causa della virtù. ('''Escalo''', atto II, scena I) *La legge non era morta, si era solo assopita. ('''Angelo''', atto II, scena II) *Ah, è cosa eccellente possedere la [[forza]] d'un [[gigante]], ma usarla da gigante, è tirannia! ('''Isabella''': atto II, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Ma l'uomo, l'uomo orgoglioso, ammantato d'una breve autorità, sommamente ignorante di ciò di cui si crede più sicuro, nella sua essenza fragile, come uno scimmione collerico, compie tali trucchi fantastici, al cospetto dell'alto cielo, che gli angeli piangono. ('''Isabella''': atto II, scena II) :E l'uomo, invece, nella sua alterigia, sebben vestito d'un potere effimero, e tanto più ignorante della cosa di cui dev'essere tanto più certo, ossia la vitrea sua fragilità, si dà, al cospetto dell'eccelso cielo, a somiglianza di rabbiosa scimmia, in lazzi sì grotteschi e stravaganti, da far venire le lacrime agli angeli, che, se fosser provvisti della milza, si muterebbero tutti in mortali, per via che scoppierebbero dal ridere. ('''Isabella''': atto II, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Dolce sorella, lasciami vivere. ('''Claudio''', atto III, scena I) *La virtù è audace e l'onestà non ha mai paura. (atto III, scena I; 2016) *Mi chiedete di cercare la mia redenzione dalle mani del demonio. ('''Isabella''', atto V, scena I) *Perché la [[verità]] è la verità, sempre la stessa, fino all'infinito. ('''Isabella''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) ==''Molto rumore per nulla''== ===[[Incipit]]=== ====Maura Del Serra==== ''Davanti alla casa di Leonato.<br>Entrano Leonato, governatore di Messina, Ero sua figlia e Beatrice sua nipote, con un messaggero.''<br> '''Leonato''': Questa lettera m'informa che Don Pedro d'Aragona arriva a Messina stasera.<br> '''Messaggero''': E poco lontano, l'ho lasciato a meno di tre leghe da qui.<br> '''Leonato''': Quanti gentiluomini avete perduto in questa azione?<br> '''Messaggero''': Di grado pochi, e di nome nessuno.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Maura Del Serra, Newton, 1990}} ====Nadia Fusini==== {{Centrato|''(La casa di Leonato)''}}''Entrano Leonato, governatore di Messina, la figlia Ero e la nipote Beatrice con un messaggero''<br> '''Leonato''': Da questa lettera apprendo che Don Pedro d'Aragona sarà a Messina stasera.<br> '''Messaggero''': Dovrebbe essere già qui, era a meno di tre leghe di distanza, quando l'ho lasciato.<br> '''Leonato''': Quanti gentiluomini avete perduto in quest'azione?<br> '''Messaggero''': Pochi di valore, e nessuno di fama.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2009}} ====Goffredo Raponi==== ''Messina, davanti alla casa di Leonato.<br>Entrano LEONATO, ERO e BEATRICE; viene loro incontro un MESSAGGERO che consegna un plico a Leonato''.<br> '''Leonato''' – (''Leggendo'') Questo messaggio annuncia che Don Pedro sarà a Messina questa sera stessa.<br> '''Messaggero''' – Non dovrebb'essere molto distante: era a tre leghe quando l'ho lasciato.<br> '''Leonato''' – Quali perdite d'uomini di rango avete sopportato, in quest'azione?<br> '''Messaggero''' – Poche in complesso, direi, e nessuna di uomini di massimo rilievo.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tanto trambusto per nulla]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Ma una cosa è certa: tutte le donne mi amano, a parte voi. E vorrei proprio scoprire che in fondo non sono poi così duro di cuore, ma la verità è che non ne amo nessuna. ('''Benedick''', atto I, scena I) *Uomo con [[barba]] è più che uomo giovane, | e uomo senza barba è men che uomo: [...]. ('''Beatrice''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *L'amicizia è leale in tutto tranne che negli affari e nelle questioni di cuore., i cuori innamorati è meglio che usino la propria lingua, è meglio che ogni occhio tratti per sé, non si fidi di nessuno. ('''Claudio''', atto II, scena I) *Il [[silenzio]] è l'araldo più perfetto | della felicità; e quella mia | sarebbe una felicità da nulla | se si potesse esprimere a parole. ('''Claudio''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Eh, no, mia madre urlava, monsignore; | ma in cielo era una stella ballerina, | ed è sotto quel segno ch'io son nata. ('''Beatrice''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Io disporrò le cose in modo che appaia non Ero, ma l'apparente verità dell'infedeltà sua e la gelosia si farà certezza. ('''Borraccio''', atto II, scena II) *Eh, sì, tutti son buoni a farsi forti | al dolore degli altri, | eccetto chi lo deve sopportare. ('''Benedetto''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Basta con le apparenze, io denunzio le apparenze. ('''Claudio''', atto IV, scena I) *Ma tu eri mia, e come mia t'ho amata, | come mia t'ho lodata; era ben mia | quella cosa di cui andavo fiero; | e mia sì fortemente la sentivo, | da non appartenere più a me stesso | con altrettanta forza, tanto in alto | è stata sempre lei nella mia stima. ('''Leonato''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Ma la virilità s'è squagliata tutta in inchini, il coraggio in complimenti, e gli uomini ora sono tutti lingua, e che lingue vezzose! ('''Beatrice''', atto IV, scena I) *[...] giacché nessun [[filosofo]] | seppe mai sopportare stoicamente | nemmeno il più banale mal di denti, | anche se tutti ne han potuto scrivere | in uno stile degno degli dèi | ed abbiano guardato con sussiego | ai casi ed ai malanni della vita. ('''Leonato''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Che cos'è quella faccia da [[febbraio]], | gelida, nuvolosa, tempestosa? ('''Don Pedro''': atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Quando ero in vita ero l'altra tua sposa; e, quando mi amavi, eri l'altro mio sposo. ('''Ero''', atto V, scena IV) *Una Ero è morta disonorata, ma io vivo. E, com'è vero che vivo, sono vergine. ('''Ero''', atto V, scena IV) ==''Otello''== ===[[Incipit]]=== ====Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico==== ''Una strada di Venezia.<br>Entrano Roderigo e Iago.''<br> '''Roderigo''': Non dirmi altro! Proprio tu, Iago, che ti sei servito del mio denaro come di roba tua, eri al corrente di tutto e me l'hai taciuto.<br> '''Iago''': Sangue di Dio. Non volete ascoltarmi. Se mi sono mai sognato una cosa simile, avreste ragione di detestarmi.<br> '''Roderigo''': Mi avevi anche detto che l'odiavi.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Otello, il Moro di Venezia'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990}} ====Michele Leoni==== ''JAGO, RODRIGO.''<br> <poem>'''Rodrigo.''' Cessa: ti affanni invan. Chiaro è l'inganno: Più asconderlo non puoi. — Tu dunque, o Jago, Conscio di tutto... '''Jago.''' No: se mai di questo Il più leggier sospetto ebb'io, mi abborri. '''Rodrigo.''' D'aver già da gran tempo Otello in ira Mi dichiaravi pur.</poem> {{NDR|G. Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgPCI58.pdf Otello o Il moro di Venezia]'', traduzione di Michele Leoni, Tipografia Chirio e Mina, Torino, 1823}} ====Andrea Maffei==== Una via di Venezia.<br> RODRIGO, JAGO.<br> <poem>'''Rodrigo.''' Non cantarmene più: m'offende, Jago, Che di ciò consapevole tu fossi, Tu che suoli allentar le cordicelle Della mia borsa a senno tuo. '''Jago.''' Ma retta Darmi non vuoi... Se pure io v'ho sognato, Possa tu detestarmi! '''Rodrigo.''' E poi dicevi Ch'egli t'era odïoso!</poem> {{NDR|Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288.pdf Otello]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869}} ====Goffredo Raponi==== ''Venezia, una strada. Notte.<br>Entrano JAGO e RODERIGO''<br> '''Roderigo''' – Non dirmelo. L'ho assai per male, Jago, che tu, ch'hai sempre avuto la mia borsa a tua disposizione, come tua,<ref>Roderigo rimprovera a Jago di non averlo informato del fatto che Desdemona, di cui è innamorato, nel momento in cui parlano si trova a segreto colloquio con Otello. Jago conosce il luogo dell'appuntamento. È già lo sbozzo, fin dalle prime battute, dei due personaggi: Roderigo, il giovane benestante, grullo e credulone; Jago, lo scaltro maligno suo parassita, cosa di cui si vanterà lui stesso alla fine dell'atto: "Così io faccio di questo fantoccio / ancora e sempre la mia cassaforte".</ref> sapevi questo, e me l'hai sottaciuto.<br> '''Jago''' – Sangue di Cristo,<ref>"''S' blood!''": esclamativo per contrazione di "''By God's Blood''", "Per il sangue di Dio!" (v. anche "''Amleto''", II, 2, 355).</ref> ascoltami, ti prego, Roderigo: se avessi sol sognato che avesse mai a succedere tanto, avresti pur ragione di schifarmi.<br> '''Roderigo''' – M'hai detto sempre che l'avevi in odio.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Otello]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *E crepi la tua idea di volerti annegare! È davvero fuori luogo! Se mai, fatti impiccare per aver avuto il tuo piacere; altro che annegarti per non averlo goduto! ('''Iago''' a Roderigo: atto I, scena III) *Il Moro è franco e leale e giudica onesti tutti gli uomini, anche quelli che solo all'apparenza sono tali. ('''Iago''': atto I, scena III) *Quando non c'è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso. ('''Il Doge di Venezia''': atto I, scena III)<ref>L'ultimo periodo è citato nel testo della canzone ''Che cosa sono le nuvole'' di [[Pier Paolo Pasolini]] e [[Domenico Modugno]]</ref> *Gli uomini dovrebbero essere quello che sembrano. ('''Otello''': atto I, scena III) *Ho trovato. L'idea è generata. L'inferno e la notte porteranno questo mostruoso parto alla luce del mondo. ('''Iago''': atto I, scena III) *Oh, ho perduto la mia reputazione! Ho perduto la parte immortale di me stesso, e ciò che resta è bestiale! ('''Cassio''', atto II, scena III) *Oh, [[riguardi|guardatevi]] dalla [[gelosia]], mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. [[beatitudini dalle opere teatrali|Beato]] vive quel [[mettere le corna|cornuto]] il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! ('''Iago''' ad Otello: atto III, scena III, traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici). *Quest'uomo è di rara onestà, e legge con sapienza in tutti i movimenti dell'anima umana... ('''Otello''', atto III, scena III) *Lei però deve morire, affinché non tradisca altri uomini. ('''Otello''', atto V, scena II) *'''Emilia''': Oh, ma chi ha potuto farvi questo? <br/>'''Desdemona''': Nessuno... Io... da sola... Emilia addio! Ricordami al cortese mio signore. Oh addio!... {{NDR|[[Ultime parole dalle opere teatrali|ultime parole]]}} (atto V, scena II; traduzione di Goffredo Raponi) :'''''Emilia''': O, who hath done this deed? <br/>'''Desdemona''': Nobody; I myself. Farewell... Commend me to my kind lord: O, farewell!'' *Infamia, infamia, infamia! Se ci penso, so che l'avevo fiutata. O infamia! ('''Emilia''', atto V, scena II) *'''Otello''': Domandate di grazia a quel demonio lì per che cagione mi ha così rovinato anima e corpo.<br/>'''Iago''': Non domandatemi più nulla. Quel che sapete sapete. Da ora in là non aprirò più bocca. (atto V, scena II, traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici). *È tutta colpa della [[Luna]], quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti. (Otello: atto V, scena II) *{{NDR|[[Ultime parole dalle opere teatrali|ultime parole]] avvicinandosi al corpo di Desdemona}} Prima d'ucciderti, io t'ho baciata. Non mi restava altro modo che questo: uccidermi morendo in un tuo bacio. ('''Otello''': atto V, scena II; traduzione di Goffredo Raponi) :''I kiss'd thee ere I kill'd thee: no way but this; | Killing myself, to die upon a kiss.'' ===Citazioni sull'opera=== *Carmelo Bene già aveva messo in scena un ''Otello'' bellissimo in cui Desdemona era una scema totale, non vedeva quel che le stava succedendo, perché troppo presa da sé e dalla propria idea dell'amore. ([[Valentina Cervi]]) *Desdemona che si vede pura, rigorosa, innamorata e pronta a morire per amore, compie un peccato di superbia. Se fosse stata un po' meno sicura del proprio amore! ([[Valentina Cervi]]) *Nella tragedia di ''Otello'', il male volge un'altra delle sue facce; e il sentimento che gli risponde è, questa volta, non la condanna mista di pietà, non l'orrore per l'ipocrisia e per la crudeltà, ma lo stupore. Jago non è il male commesso per un sogno di grandezza, non è il male per l'egoistico soddisfacimento delle proprie voglie, ma il male per il male, compiuto quasi per un bisogno artistico, per attuare il proprio essere e sentirlo potente e denominatore e distruttore anche nella subordinata condizione sociale in cui esso è posto. ([[Benedetto Croce]]) ==''Pene d'amor perdute''== ===[[Incipit]]=== ====Tommaso Pisanti==== ''Il parco di Ferdinando, Re di Navarra.<br>Entrano Ferdinando, Re di Navarra, Bàiron, Longaville e Dumain.''<br> '''Re''': Fate, orsù, che quella fama, di cui tutti vanno a caccia in vita, viva bene impressa nel bronzo delle nostre tombe e ci dia favori nel disfavore della morte allorquando, a dispetto del tempo vorace cormorano, il nostro sforzo, in questo nostro attuale respirare, potrà farci conquistare quell'onore che, smussando della morte l'affilata falce, ci renda alla fine eredi dell'eternità tutta. Perciò, miei prodi vincitori – giacché tali voi siete, che guerreggiando contro i vostri istinti stessi e contro l'innumerevole armata dei mondani desideri – il nostro recente editto resterà fermamente in vigore. Sarà, la Navarra, la meraviglia del mondo; la nostra corte sarà una piccola accademia, serena e bene in grado di meditare sull'arte del vivere. Voi tre, Biron, Dumain e Longaville, avete giurato di stare qui con me per tre anni, come miei compagni di studio, e di attenervi a quelle norme che sono registrate in questo foglio. Avete pronunziato i vostri giuramenti; ed ora sottoscriveteli con i vostri nomi, di modo che sia la stessa mano a colpire l'onor suo se qualcuno di voi dovesse violare anche la minima clausola qui contenuta. Se siete ben decisi a far così come giuraste di fare, sottoscrivete qui allora i vostri solenni giuramenti, e osservateli.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Pene d'amor perdute'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Navarra, il parco del palazzo reale<br>Entrano il RE FERDINANDO, BIRON, LONGUEVILLE e DUMAIN''<br> '''Re''' – Quella fama che tutti in vita inseguono noi faremo che viva imperitura, impressa con caratteri di bronzo sul marmo delle nostre sepolture ad elargirci ancor grazia di vita nell'immane disgrazia della morte; ché, a dispetto del Tempo, cormorano divorator di tutto,<ref>Il riferimento al cormorano, come esempio di divoratore insaziabile, è frequente in Shakespeare (cfr. "''Riccardo II''", III, 1, 38: "''Light, vanity, insatiate cormorant''"; "''Coriolano''", I, 1, 125: "''The cormorant belly''").</ref> l'opra che ci apprestiamo ad affrontare in questo scorcio della nostra vita<ref>Testo: "''The endeavour of this present breath''", letteralm.: "lo sforzo di questo nostro attuale respirare".</ref> potrà farci acquistare quella fama che, smussandone<ref>Il Tempo, nell'iconografia medioevale, è rappresentato come un vecchio armato di una falce.</ref> l'affilata falce, ci renda eredi dell'eternità. Perciò, miei valorosi vincitori – ché tali siete, per aver lottato e trionfato sopra i vostri istinti e sulla variegata moltitudine dei mondani appetiti – sempre valido resta perciò il recente nostro editto: la Navarra sarà la meraviglia del mondo e questa corte sarà una minuscola Accademia<ref>"Accademia" era il nome del giardino di Atene dove Platone teneva scuola. Il termine, divenuto sinonimo di luogo dove si coltivavano le arti e le scienze, deriva dal nome del mitico eroe greco Akàdemos, nel dominio del quale si stendevano i giardini dove poi insegnò Platone. Il Lodovici, in felice analogia col luogo in cui si svolge la scena – il parco reale di Navarra – traduce: "Faremo di questo parco gli orti di Accademo".</ref> di sereno e contemplativo studio sopra l'arte del vivere. Voi tre, Biròn, Dumain e Longueville, avete preso, sotto giuramento, l'impegno a viver qui insieme a me, miei compagni di studio, per tre anni e d'osservare scrupolosamente le regole sancite in questo scritto. Ciascuno apponga, in calce al giuramento, ch'è formulato qui, la propria firma, e sia la stessa mano che ha firmato a colpire l'onore di colui che violi nel più piccolo dettaglio, quanto è qui stabilito. Perciò se vi sentite bene armati a far le cose che avete giurato, apponete la firma al vostro impegno e preparatevi a tenervi fede.<ref>Questo esordio del re di Navarra è una specie di preludio al tipo di linguaggio che pervaderà l'intera commedia: un esempio, in chiave parodistica, del parlare eufuistico (dal romanzo "''Eupheus''" di [[John Lyly]], 1578) in voga nelle corti europee del tardo Rinascimento.</ref><br> {{NDR|William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/shakespeare/pene_d_amore_perdute/pdf/pene_d_p.pdf Pene d'amor perdute]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *L'[[afflizione]] potrebbe anche sorridere un giorno; fino allora, mio dolore, stattene in un cantuccio zitto e buono. ('''Zucca''': atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Oh sarebbero sterili doveri, troppo difficili da osservare - studiare, digiunare, non dormire, non veder donne. ('''Biron''': atto I, scena I) *La [[bellezza]] sta negli occhi di chi guarda, non la si acquista a buon mercato sulla lingua del banditore. ('''Principessa''': atto II, scena I, testo inglese a cura di Stanley Wells, nota introduttiva, traduzione e note di Mario Domenichelli, Bompiani, Milano, 2015.) *Costui, signore, non s'è mai cibato di nessuna delle prelibatezze che son racchiuse nel ventre dei libri; egli non ha mai mangiato carta, né ha mai bevuto inchiostro; il suo intelletto non è ben farcito. ('''Nathaniel''': atto IV, scena II) *Quale mai potere può separar da carità l'amore? ('''Biron''': atto IV, scena II) *Son essi i libri, i fondamenti, le accademie che mostrano, contengono e nutrono il mondo intero. ('''Biron''': atto IV, scena III) *Lasciamo perdere una buona volta i giuramenti, se teniamo a cuore di ritrovar noi stessi perché altrimenti noi rischiamo di perdere noi stessi, per mantenere i nostri giuramenti. ('''Biron''': atto IV, scena III) *La fortuna di un [[Facezia|motto spiritoso]] riposa sull'orecchio di chi ascolta, non sulla lingua di chi lo pronuncia [...]. ('''Rosalina''': atto IV, scena III<!--trad. Raponi-->) == ''Pericle, il principe di Tiro'' == ===[[Incipit]]=== ====Giorgio Albertazzi==== ''Di fronte al palazzo di Antiochia.''<br> '''Gower''': A ricantarvi un canto | già un tempo cantato | dalle sue ceneri l'antico Gower | è tornato, rivestito | del suo umano aspetto, | perché agli occhi e agli orecchi | voi n'abbiate diletto.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', traduzione di Giorgio Albertazzi, Newton, 1990}} ====Antonio Castore==== ''Entra Gower in veste di Prologo''<br> '''Gower''': A cantare un canto che in antico fu cantato, dalle ceneri è tornato il vecchio Gower, assumendo su di sé l'umana infermità per rallegrare i vostri orecchi, per dilettarvi gli occhi.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Antonio Castore, Giunti, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''Antiochia, davanti al palazzo di re Antioco.<br>Entra JOHN GOWER''<ref>Nel copione non v'è didascalia della scena.</ref><br> <poem>'''Gower''' – Per ricantare un canto nell'antico cantato, il vecchio Gower per voi dalle sue ceneri è rinato riprendendo le umane infermità,<ref>"''Reassuming man's infermities''": le spoglie di cui l'uomo è rivestito sono soggette ad infermità di ogni sorta, compresa la morte.</ref> a deliziar con esso occhi ed orecchi d'uomini e donne della vostra età; un canto che s'udì spesso cantare cento e cent'anni fa in pubblico alle feste e alle fiere,<ref>"''On ember-eves and holy ales''": "''ember-eves''", "vigilie di digiuno" è il nome dei quattro periodi di digiuno (che vanno sotto il nome di "Quattro Tempora") del rito cristiano nelle quattro stagioni dell'anno; "''holy ales''" erano le feste nelle quali i membri di una parrocchia si riunivano per fabbricare e bere insieme birra ("''ale''") (cfr. "''... to go to the Ale with a Christian''" ne "''I due gentiluomini di Verona''", II, 5, 49).</ref> in tempi di digiuni e di preghiere, e dame e cavalieri, ai tempi loro, ne trassero dell'animo ristoro a leggerlo a cantarlo; ché vantaggio fu sempre all'uomo ciò che è buono e saggio.<ref>Il "vantaggio" della storia che Gower si accinge a raccontare sarà da lui illustrato subito dopo.</ref></poem> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Pericle, principe di Tiro]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Il pensiero della [[morte]] è come uno specchio, in cui la vita è apparenza, breve come un sospiro. Fidarsene è errore. ('''Pericle'''; atto I, scena II) *Pochi amano sentir parlare dei [[Peccato|peccati]] che amano commettere. ('''Pericle'''; atto I, scena II) *La [[malinconia]] dagli oscuri occhi, triste compagna. ('''Pericle'''; atto I, scena III) *Più bella è l'apparenza e peggiore l'inganno. ('''Cleone'''; atto I, scena V) *Beh, fanno come gli uomini a terra: i grandi mangiano i piccoli. ('''Primo pescatore''', atto II, scena I) *Ai miei occhi sembra un diamante tra pezzi di vetro. ('''Taisa'''; atto II, scena III) *Vedo così che il tempo è il vero tiranno dei mortali, li genera e li seppellisce, a suo piacimento. A loro, inascoltati, non resta che la fatalità. ('''Pericle'''; atto II, scena III) *O [[dèi]]! Perché prima ci date il cielo e poi ce lo togliete? Noi, quaggiù, non rivogliamo indietro i nostri regali, siamo più generosi di voi, noi (miserabili) mortali. ('''Pericle'''; atto III, scena I) *È strano come la nostra natura sia tanto incline ad esporsi ai [[Disagio|disagi]], anche quando potrebbe farne a meno. ('''1° gentiluomo'''; atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Tutto il [[mondo]] è una perpetua tempesta in cui perdi via via le persone che ami. ('''Marina'''; atto IV, scena I) *Una [[donna]] disonesta non è una donna. ('''Marina'''; atto IV, scena I) *Quello la sua malattia se l'è portata addosso dalla Francia, e la vuol rinfrescare qui da noi. So che verrà a cercare l'ombra nostra per sciorinar la sua corona al sole.<ref>La malattia cui si riferisce è la [[sifilide]], nota anche come "mal francese". "Sciorinar la sua corona al sole" vuol dire "spendere i suoi denari". La "corona" infatti è il denaro per antonomasia. Il "sole" era simbolo frequente nelle insegne dei bordelli in Inghilterra. Ma ''crown'' ha, tra i vari significati, anche quello di "zucca pelata" (la calvizia era un frequente effetto della sifilide). La Mezzana quindi, con le stesse parole, vuole anche intendere che il sifilitico cavalier francese, oltre a spendere le sue corone, verrà anche a spandere la sua malattia.</ref> ('''Mezzana'''; atto IV, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Vieni, Taisa, tra le mie braccia, qui ti seppellisco una seconda volta. ('''Pericle''', atto V, scena III) ==''Re Lear''== ===[[Incipit]]=== ====Ugo Dèttore==== ''Sala nel palazzo di re Lear.<br>Entrano Kent, Gloucester e Edmondo.''<br> '''Kent''': Credevo che il re fosse più affezionato al duca di Albany che al Cornovaglia.<br> '''Gloucester''': Anche a noi era sembrato: ma adesso, nella divisione del regno, non appare chiaro quale dei duchi egli stimi di più, perché le parti sono state fatte con tale equilibrio che, per quanto si consideri, non si può vedere una preferenza per l'uno o per l'altro.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Re Lear'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Sala nel palazzo di Re Lear. Un grande tavolo con sedie nel mezzo.<br>Entrano KENT, GLOUCESTER e EDMONDO''<br> '''Kent''' – Mi pareva che il re prediligesse il Duca d'Albania al Cornovaglia.<ref>"Albania", "Cornovaglia": si usava chiamare i re e i nobili titolati col nome del dominio di cui erano titolari. "Albania" ("''Albany''") è l'antico nome col quale si designava la regione compresa tra la parte settentrionale dell'Inghilterra e orientale della Scozia (da Albanatte, il leggendario discendente di Enea).</ref><br> '''Gloucester''' – Così anche a noi; sennonché ora, nella spartizione che vuol fare del regno, non appare quale dei duchi ei voglia prediligere; son sì ben bilanciate le lor parti, ch'anche il più minuzioso scrutatore non saprebbe indicare quale scegliere.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Lear]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Noi nel frattempo riveleremo il nostro proposito più oscuro. Datemi quella mappa. Sappiate che il nostro regno noi lo abbiamo diviso in tre. ('''Lear''', atto I, scena I) *È un amore che impoverisce il fiato, e che rende incapace la parola: vi amo più di quanto si possa dire quanto. ('''Goneril''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Ama e sta' zitta. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *…il mio amore pesa molto di più della mia lingua. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Da niente non verrà fuori niente. ('''Lear''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Non riesco a sollevare il mio cuore all'altezza delle labbra. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Non metterti fra il drago e la sua rabbia. ('''Lear''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *L'arco è carico e teso, schiva il dardo. ('''Lear''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Tu pensi che il dovere debba stare in silenzio per timore quando il potere si piega così alla lusinga? ('''Kent''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *Il tempo svellerà ciò che l'astuzia nasconde tra le pieghe; il tempo prima copre le colpe ma infine le deride e le svergogna. ('''Cordelia''': Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla) *E perché poi dovrei io acconciarmi a quella calamità che sono i pregiudizi umani e lasciarmi spogliare del mio ad arbitrio delle leggi della nazione, solo perché in ritardo di un dodici o quattordici lune su mio fratello? E perché bastardo, spurio? ('''Edmondo''': atto I, scena II) *Qui sta la stoltezza della gente: quando la nostra fortuna vacilla, per lo più a causa della nostra condotta da ghiottoni, diamo la colpa dei nostri disastri al sole, alla luna, alle stelle... ('''Edmondo''': atto I, scena II) *Oh signora, il mio vecchio cuore s'è rotto, rotto! ('''Gloucester''', atto II, scena I) *'''Osvaldo''': ''Per chi mi prendi?''<br>'''Kent''': ''Per un grosso furfante, una canaglia, | uno sgranocchiatore di rifiuti, | un malnato smargiasso, un tre-vestiti, | cento libbre di carne mal calzate, | fegato di coniglio, quereloso, | un figlio di puttana frustaspecchi, | leccapiedi, servile narcisista, | sordido erede d'un sacco di stracci, | pronto a fare il ruffiano come capita, | nient'altro che un impasto di marrano, | accattone, vigliacco, portaborse, | figlio ed erede di cagna bastarda: | uno che io sbatacchierò a legnate | da farlo stridere come un maiale | se ardisce di negarmi uno soltanto | di tutti i titoli che gli ho affibbiato.'' {{NDR|[[Insulti dai libri|insulto]]}} (atto II, scena II; traduzione di Goffredo Raponi) *Tu, "[[Z]]", figlia illegittima, tu lettera affatto necessaria. :''Thou whoreson zed, thou unnecessary letter!'' ('''Kent''': atto II, scena II) *Non cavillate sul "bisogno"! Gl'infimi mendicanti nella loro miseria hanno qualcosa di superfluo. Se si concede alla natura nulla più dello stretto indispensabile la vita dell'uomo vale meno di quella della bestia. Tu sei una gentildonna; se tutta l'eleganza consistesse nell'andar caldi, la natura non avrebbe bisogno di codesti tuoi abiti sontuosi, che non ti tengon caldo. ('''Lear''' alle figlie Regan e Gonerill che vogliono convincerlo a rinunciare alla sua scorta, atto II, scena IV, traduzione di Giorgio Melchiori, supplemento de l'Unità, 1993) *Soffiate, venti, e rompetevi le guance! Infuriate! Soffiate! Voi cateratte e uragani. ('''Lear''', atto III, scena II) *Io sono un uomo che ha patito più peccati di quanti non ne abbia commessi. ('''Lear''', atto III, scena II) *Il [[diavolo|principe delle tenebre]] è un gentiluomo. ('''Edgardo''', atto III, scena III; traduzione di Carlo Rusconi, [http://books.google.it/books?id=Zv4VAAAAYAAJ&pg=PA55&dq=Il+principe+delle+tenebre+%C3%A8+un+gentiluomo.&cd=4#v=onepage&q=Il%20principe%20delle%20tenebre%20%C3%A8%20un%20gentiluomo.&f=false Cugini Pomba e comp], 1852) *L'uomo non adulterato non è più di un povero, nudo, forcuto animale come te. ('''Lear''', atto III, scena IV) *Ti par gran fatto che questo temporale furibondo ci penetri fino alla pelle; tale è per te. Ma là dove esiste un male maggiore, il minore non si sente. Diciamo che scappi da un orso: però se la fuga ti porta verso un mare ruggente, allora ti volgi ad affrontare le fauci dell'orso. Quando la mente è libera il corpo è vulnerabile; ma la tempesta che ho io nella mente rende i miei sensi incapaci di provare altra pena se non quella che mi martella dentro. Ingratitudine filiale! Come se questa bocca mordesse questa mano perché le porta il cibo! ('''Lear''', atto III, scena IV, traduzione di Giorgio Melchiori, supplemento de l'Unità, 1993) *Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire. ('''Edgardo''': atto IV, scena I, 1963) *Io non ho strada, e perciò non ho bisogno di occhi; quando vedevo ho inciampato. ('''Duca di Gloucester''', atto IV, scena I) *Noi siamo per gli dèi quello che son le mosche pei monelli: ci spiaccicano per divertimento. ('''Gloucester''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *I [[vizi capitali]] s'appalesano bene a tutti gli occhi se vestiti di stracci sbrindellati; le belle acconciature e le pellicce li nascondono all'occhio più indagante. ('''Lear''': atto IV, scena VI; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Miserabile sgherro, ferma quella mano sanguinosa: perché frusti quella sgualdrina? Frusta piuttosto la tua stessa schiena, perché ti struggi di far con lei la stessa cosa per cui la frusti. ('''Lear''': atto IV, scena VI; vv. 162-165) *Da stracci sbrindellati fan capolino i vizi capitali: ricchi mantelli e toghe impellicciate nascondono tutto. Metti al peccato una corazza d'oro, e la lancia robusta della giustizia va in frantumi; vestito di cenci e basterà per trafiggerlo la pagliuzza di un pigmeo. ('''Lear''', atto IV, scena VI, traduzione di Giorgio Melchiori, supplemento de l'Unità, 1993) *Rideremo delle farfalle dorate. ('''Lear''': atto V, scena III) *Urlate, urlate, urlate! Oh! Siete uomini di pietra. ('''Lear''', atto V, scena III) ===Citazioni sull'opera=== *Nel ''Re Lear'', il tempestoso dramma, che è tutto una sequela di tradimenti orrendi, la bontà s'impersona, prende un nome, Cordelia; e brilla essa sola nella tempesta, ad essa sola si guarda, come in un cielo cupo all'unica stella che vi scintilla. ([[Benedetto Croce]]) *Un odio infinito per la malvagità ingannatrice ha ispirato quest'opera {{NDR|''Re Lear''}}: l'egoismo puro e semplice, la crudeltà, la perversità muovono ripugnanza ed orrore, ma non inducono direttamente al tremendo dubbio che il bene non esista o quanto meno non sia riconoscibile e sceverabile dal suo contrario, come accade invece per l'inganno morale, che prende sembianza di rettitudine, di generosità, lealtà, e, poi che ha ottenuto il suo intento, disvela nel fatto l'impura cupidigia, l'aridità, la durezza di cuore, che sole realmente esistevano. ([[Benedetto Croce]]) ==''Riccardo II''== ===[[Incipit]]=== ====Carlo Rusconi==== ''Londra. – Una stanza nel palazzo regio''.<br>'''Riccardo''': Giovanni di Gaunt, nobile Lancastro, vecchio pieno d'anni e di onori, conformandoti alla tua promessa e al tuo giuramento, hai tu qui condotto il tuo intrepido figlio Enrico di Hereford, per sostenere dinanzi a noi l'audace sfida ch'egli addirizzò al duca di Norfolk, Tommaso Mowbray? Non avemmo agio prima d'ora d'intender le due parti.<br>'''Giovanni di Gaunt''': Attenni ciò che promisi, mio sovrano.<br>'''Riccardo''': Dimmi ancora; l'hai tu interrogato? Sai s'ei mandasse quel cartello per odio antico, o se prorompesse nella collera virtuosa di un buon suddito, per qualche tradimento, di cui egli conosca Mowbray colpevole?<br>'''Giovanni di Gaunt''': Da quanto seppi indagare e' fu per qualche trama pericolosa di Mowbray in danno di Vostra Altezza, e non per un'ira personale e inveterata.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Teatro completo, Vita e morte del Re Riccardo II'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923}} ====Mario Luzi==== ''Londra. Il palazzo di re Riccardo.<br>Entrano re Riccardo, Giovanni di Gaunt con altri nobili e persone del seguito.''<br> '''Re Riccardo''': Vecchio Giovanni di Gaunt, venerabile Lancaster, hai tenuto fede al giuramento e condotto qui Enrico Hereford, tuo generoso figlio, a provare l'impetuosa accusa, che ancora non avemmo tempo di ascoltare contro il duca di Norfolk, Tommaso Mowbray?<br> '''Gaunt''': L'ho fatto, maestà.<br> '''Re Riccardo''': Dimmi anche: l'hai esaminato a fondo, se accusa il duca per antico malanimo oppure onestamente, come un buon suddito dovrebbe, per qualche manifesto fondamento di slealtà.<br> '''Gaunt''': Per quanto ho potuto stringerlo da presso su questo argomento lo muove un pericolo evidente preparato contro l'altezza vostra, non astio inveterato.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Riccardo II'', traduzione di Mario Luzi, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Londra. Il palazzo reale.<br>Entrano RE RICCARDO, GIOVANNI DI GAUNT, nobili e seguito''<br> '''Riccardo''' – Dunque, Giovanni Gaunt, mio vecchio e venerabile zio Lancaster, fedele alla giurata tua promessa, hai condotto ora qui, davanti a noi, Enrico d'Hereford, tuo fiero figlio, a confermare l'irruenta accusa, cui non potemmo dar finora udienza, al Duca di Norfolk, Tommaso Mowbray.<br> '''Gaunt''' – Per l'appunto, maestà.<br> '''Riccardo''' – Ma dimmi, l'hai sondato bene a fondo per sincerarti che l' accusa al duca di notorio e palese tradimento muova non già da qualche antica ruggine, ma da un onesto, personale impulso, come dovrebbe fare ogni buon suddito?<ref>In realtà, l'accusa è storicamente infondata, e nel dramma la figura di Norfolk sarà riabilitata. Ma simili denunce di slealtà verso il sovrano avevano regolare corso nell'Inghilterra del tempo. "Così rilassati erano i costumi tra la nobiltà, insieme coi principii d'onore e di delicatezza, che Enrico duca di Hereford, primo conte di Derby e figlio del Duca di Lancaster, non arrossì di accusare il duca di Norfolk di avergli in privato tenuto discorsi ingiuriosi contro il monarca. Norfolk gli diede una smentita e lo sfidò al duello". (L. Galibert & C. Pellé, "''Storia d'Inghilterra''", vol. I, pag. 380, Venezia, Antonelli, 1845).</ref><br> '''Gaunt''' – Per quanto potei stringerlo da presso sull'argomento, ho potuto discernere in lui il timore di qualche pericolo alla persona dell'Altezza vostra, e nessun vecchio ed astioso rancore.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo II]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Più il cristallo del firmamento è terso, e vie più le nubi che l'ingombrano sembrano nere e deformi. ('''Bolingbroke''': atto I, scena I, p. 78) *Il diamante prezioso, racchiuso con dieci sbarre di ferro in uno scrigno, è il [[coraggio]] in un cuor leale. Il mio onor è la mia vita; tutti e due non fan che uno. ('''Mowbray''': atto I, scena I, p. 81, Utet, 1923) *Quella che noi appelliamo pazienza nelle anime volgari, è bassezza e viltà nei cuori magnanimi. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923) *Il dolore allorché è profondo e vero è un peso che non si sgrava mai dal cuore. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923) *– E non dimenticare che il [[Leone e leopardo|leone]] seppe sempre domare il leopardo.<br>– Non gli mutò però il colore del pelo. (atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Non siamo nati per supplicare, ma per comandare. :Noi siamo nati non per postulare, ma per imporre. ('''Riccardo''': atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *La sventura fa di un'ora un giorno. (atto I, scena III, p. 90, Utet, 1923) *Tutti i luoghi, che l'occhio del Cielo vede, sono pel saggio porti di salvezza e asili di felicità. (atto I, scena III, p. 91, Utet, 1923) *Nessuna virtù può eguagliare il bisogno. ('''Gaunt''': atto I, scena III) *La [[vanità]], insaziato cormorano, consumato tutto il resto, addenta le sue viscere. ('''Gaunt''': atto II, scena I) *Ah, Riccardo! Con gli occhi di una mente addolorata io guardo alla tua gloria, come una stella cadente caduta dal firmamento su questa vile terra. ('''Conte di Salisbury''', atto II, scena IV) *Per vivere ho bisogno del pane, come voi; ho emozioni, desideri, soffro come voi, e necessito di amici veri. Così assoggettato, come potete chiamarmi re? ('''Riccardo''', atto III, scena II) *Egli viene ad aprire il testamento vermiglio d'una guerra sanguinosa.<ref>Citato in [[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|''Ai confini della realtà'', prima stagione]]: «Egli è venuto ad aprire il testamento purpureo della sanguinosa guerra.»</ref> ('''Riccardo''': atto III, scena III; traduzione di Goffredo Raponi) *Scenderò, scenderò sempre più giù, come un Fetonte sfavillante. ('''Riccardo''', Atto III, scena III) *Voi potete spogliarmi dei miei titoli, della mia maestà, delle mie glorie: delle mie pene, no, perché di queste ancora e sempre sarò io il re. ('''Riccardo''': atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) ===Citazioni sull'opera=== *Shakespeare ne dipinge nel Riccardo II un'anima nobile che aveva incominciato ad abbandonarsi agli errori di una gioventù sfrenata, ma che viene detersa dalle sciagure, ed è adorna anche in questa vita di uno splendido immortale. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *La serie degli avvenimenti politici, che cagionano la degradazione di Riccardo, è dipinta con meravigliosa cognizione del mondo. Vedesi la marea del favore che ritirandosi dall'una parte, e impetuosamente rivolgendosi all'altra, seco trascina tutto ciò che le pone ostacolo. Parimente si vede Bolingbroke che già impera qual re, e che è trattato come tale dai suoi fautori, mentre vuol far credere ancora di non esser giunto fuorché per sostenere, armata mano, il suo diritto d'eredità, e riformare gli abusi. ([[Wilhelm August von Schlegel]]) *Oltre ai significati storico-politici, la sostanza di questo dramma shakespeariano è fortemente psicologica, in quanto al centro del testo è posta la crisi – che psicanaliticamente definiremmo narcisistica – del protagonista, il quale è progressivamente condotto a fare i conti con il passaggio da una visione eroica di Sé come "anointed King", re di origine divina prescelto dal destino, a un'immagine infranta del suo Io [...]. Nello scoprirsi subjected – termine da intendersi nella duplice accezione di "suddito", ma anche di "soggetto umano" – Riccardo scopre la vanità (egli definirà hollow, "vuota", la sua corona) del suo essere e, di conseguenza, la fallacia della sua regalità legittima. Ciò che la crisi narcisistica del protagonista del dramma in ultima analisi esprime è un ben preciso messaggio di carattere culturale: alla crisi narcisistica di Riccardo fa da specchio un mutamento epocale, poiché il Re non è più tale in virtù della sua natura divina e trascendente, bensì in forza del consenso popolare e delle contingenze. Con Bolingbroke, possiamo ben dire, finisce il tempo della Cavalleria e ha inizio quello della modernità, aprendo la strada a una visione secolarizzata del potere umano e delle sue prerogative. Il capolavoro di Shakespeare fotografa questa mutazione radicale nello spirito e nella storia dell'Europa. ([[Cesare Catà]], ''Eretico Potere Ieratico. Il Liber Augustalis di Federico II di Svevia e il Riccardo II di Shakespeare'', in "Tabulae. Rivista del Centro Studi Federiciani", XXIV, (Dicembre 2012), pp. 137-158) ==''Riccardo III''== ===[[Incipit]]=== ====Salvatore Quasimodo==== ''Londra. Una strada.<br>Entra Riccardo, duca di Gloucester, solo.''<br> '''Gloucester''': Ora l'inverno della nostra amarezza s'è cambiato in gloriosa estate a questo sole di York; e tutte le nuvole che pesavano sulla nostra casa sono sepolte nel profondo cuore dell'oceano. Ora le nostre fronti sono strette da ghirlande di vittoria; le nostre armi contorte appese per memoria, i nostri bruschi allarmi mutati in lieti convegni, le nostre terribili marce in amabili danze. La guerra dal viso arcigno ha spianato la sua fronte corrugata, e ora, invece di montare bardati destrieri per atterrire il cuore dei tremendi nemici, salta lievemente nella stanza d'una lady al diletto lascivo d'un liuto.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Riccardo III'', traduzione di Salvatore Quasimodo, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Una via di Londra<ref>Questa didascalia è arbitraria del traduttore. I testi non ne portano nessuna. Il lettore – o il regista – può dunque immaginare il luogo a suo talento; che può essere anche un interno della corte.</ref><br>Entra RICCARDO, duca di Gloucester''<br> '''Riccardo''' – Ormai l'inverno del nostro travaglio s'è fatto estate sfolgorante ai raggi di questo sole di York;<ref>"''By this sun of York''": alcuni testi hanno "''son''", "figlio", invece dell'omofono "''sun''", "sole", che leggerebbe pertanto: "ad opera di questo figlio di York" riferito a Re Edoardo IV; "figlio" di York e fratello di Riccardo è infatti questo Edoardo, che ha tolto il trono a un Lancaster, Enrico VI. È verosimile che il drammaturgo abbia inteso sfruttare l'omofonia dei due termini per uno di quei giochi di parole assai graditi al pubblico elisabettiano; ma la lezione "''sun''" è la più probabile, anche perché il sole era l'emblema gentilizio degli York (cfr. in "''Enrico VI – Parte terza''", il dialogo dei due fratelli Edoardo e Riccardo York alla prima scena del II atto).</ref> e le nuvole che incombevano sulla nostra casa son sepolte nel fondo dell'oceano. Ora le nostre fronti si cingono di serti di vittoria; peste e ammaccate sono appese al muro le nostre armi, gloriose panoplie, e in giulivi convegni tramutate le massacranti marce militari. Deposto ha Marte l'arcigno cipiglio e spianata la corrugata fronte, e, non più in sella a bardati destrieri ad atterrir sgomente anime ostili, ora se'n va, agilmente saltellando per l'alcova di questa o quella dama alle lascive note d'un liuto.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo III]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *È reso gloriosa estate da questo sole di York. ('''Riccardo''', atto I, scena I) *Sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi. ('''Riccardo''', atto I, scena I) *La vostra bellezza fu causa di quest'effetto, la vostra bellezza che mi incitava nel sonno a dare la morte a tutto il mondo per poter vivere un'ora sola sul vostro dolce seno. ('''Riccardo''': atto I, scena II) *Non insegnare alle tue labbra tale disprezzo, perché esse furono fatte per baciare, non per disprezzare, signora. Se il tuo cuore vuole vendetta e non può perdonare, ecco questa spada affilata: se vuoi trafiggere questo petto e farne uscire l'anima che ti adora, lo denudo al colpo mortale, e umilmente in ginocchio ti chiedo la morte. ('''Riccardo''': atto I, scena II) *'''Anna''': Sei tu che ignori, infame,<br/>tutte le leggi di Dio e degli uomini.<br/>Non c'è [[animale|bestia]] che sia tanto feroce<br/>da non conoscere almeno un briciolo<br/>di pietà.<br/>'''Riccardo''': Ma io non la conosco,<br/>perciò non sono bestia. (atto I, scena II; Raponi) *Vesto così la mia nuda perfidia | con vecchi stracci carpiti a casaccio | dai sacri testi; e mostro d'esser pio | quanto più mi comporto da demonio.<ref name=v/> ('''Riccardo''': atto I, scena III; Raponi) *Vi han forse scelti fra le moltitudini proprio per ammazzare l'innocente? ('''Clarence''', atto I, scena IV) *Volete costringermi a un mondo di angosce? Chiamateli di nuovo. Non sono fatto di pietra.. ('''Riccardo''', atto III, scena VII) *Sei tutto ghiaccio; la tua gentilezza gela. (atto IV, scena II; 2016) *Se vuoi giurare su qualcosa a cui si possa credere, giura allora su qualcosa che non hai offeso. ('''Regina Elisabetta''', atto IV, scena IV) *Un [[cavallo]]! Un cavallo!<br/>Il mio regno per un cavallo! ('''Riccardo''': atto V, scena IV; Raponi) :''A horse! a horse! my kingdom for a horse!'' ==''Sogno di una notte di mezza estate''== ===[[Incipit]]=== ====Guido Bulla==== ''[Atene. Sala nel palazzo di Teseo.] Entrano Teseo, Ippolita, Filostrato e il Seguito.'' <br> TESEO: La nostra ora nuziale, bella Ippolita, <br>Adesso si avvicina a grandi passi. <br>Quattro giorni felici porteranno <br>La luna nuova; ma quanto mi sembra <br>Lenta a svanire questa luna vecchia! <br> S'interpone fra me e i miei desideri, <br>Così come una suocera, o una vedova <br>Che pian piano prosciughi le ricchezze <br>Di un giovinetto. <br> {{NDR|William Shakespeare, ''Sogno di una notte di mezza estate'', traduzione di Guido Bulla, Newton Compton, Roma, 2014. ISBN 978-88-541-6987-6}} ====Paola Ojetti==== ''Atene, il palazzo di Teseo.<br>Entrano Teseo, Ippolita, Filostrato e i servi.''<br> '''Teseo''': L'ora delle nostre nozze è prossima, o bella Ippolita: quattro giorni ancora di felice attesa, e apparirà la nuova luna; ma, oh, quanto questa vecchia luna è lenta a tramontare! Essa fa languire le mie brame come una matrigna o vedova che con l'aiuto del tempo lasci avvizzire le sostanze del giovane erede.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Sogno di una notte di mezza estate'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Atene, sala nel Palazzo di Teseo<br>Entrano TESEO, IPPOLITA, FILOSTRATO e seguito''<br> '''Teseo''' – La nostra ora nuziale, bella Ippolita, s'approssima: quattro giorni felici ci porteranno la novella luna... Oh, come questa vecchia pare lenta a dileguarsi, quasi a ritardare malignamente, come una matrigna,<ref>"''... like to a stepdame or a dowager''": "''stepdame''", "matrigna", ha nell'inglese, più che nell'italiano, il senso di donna perfida e crudele; "''dowager''" è la vedova ricca che si sta godendo le rendite del defunto marito, nobiluomo o mercante.</ref> l'appagamento dei miei desideri, o somigliante ad una ricca vedova ostinatasi a viver troppo a lungo per rendere a più a più sottili le rendite del suo giovane erede.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Sogno d'una notte di mezza estate]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *L'[[amore]] può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l'alato [[Cupido]] viene dipinto col volto bendato. ('''Elena''': atto I, scena I) :L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupìdo viene dipinto bendato. * Ahimè, da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del vero amore non è mai piana. ('''Lisandro''': atto I, scena I) *Sono pure menzogne, gelosia. ('''Titania''', atto II, scena I) *La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi? ('''Elena''', atto II, scena I) *Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci. ('''Demetrio''': atto II, scena I) *Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: Apollo scappa e [[Dafne (mitologia)|Dafne]] lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la [[coraggio e viltà|vigliaccheria]] ci insegue e la [[coraggio e viltà|prodezza]] fugge. ('''Elena''': atto II, scena I) *Conosco una valle in cui fiorisce il timo selvatico, dove crescono le primule e le timide viole, coperte da un baldacchino di rigoglioso agrifoglio, dolci rose muschiate e caprifogli. ('''Oberon''', atto II, scena I) *''Ciò che il tuo occhio al risveglio vedrà il tuo vero amore diventerà.'' (formula magica di Oberon: atto II, scena II) *E, per quanto piccola, è feroce. ('''Elena''', atto III, scena II) *O notte lunga e tediosa, accorcia le tue ore. ('''Elena''', atto III, scena II) * Non c'è occhio d'uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai veduto, non c'è mano che abbia mai assaggiato, né lingua che abbia mai toccato, e tantomeno cuore che abbia mai raccontato un sogno come il mio. ('''Rocchetto''': atto IV, scena I) *Pazzo, amante, [[poeta]]: tutti e tre sono composti sol di fantasia. ('''Teseo''': atto V, scena I) *Può ben dire la sua un [[leone]], quando a dir la loro ci sono tanti [[asino|asini]] in giro. ('''Demetrio''': atto V, scena I) *Ruggisce il leone affamato, ulula il lupo alla luna, russa pesante il contadino dalla fatica grave stremato. ('''Puck''', atto V, scena II) ===[[Explicit]]=== Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,<br /> immaginate come se veduti<br /> ci aveste in sogno, e come una visione<br /> di fantasia la nostra apparizione.<br /> Se vana e insulsa è stata la vicenda,<br /> gentile pubblico, faremo ammenda;<br /> con la vostra benevola clemenza,<br /> rimedieremo alla nostra insipienza.<br /> E, parola di Puck, spirito onesto,<br /> se per fortuna a noi càpiti questo,<br /> che possiamo sfuggir, indegnamente,<br /> alla lingua forcuta del serpente,<br /> ammenda vi farem senza ritardo,<br /> o tacciatemi pure da bugiardo.<br /> A tutti buonanotte dico intanto,<br /> finito è lo spettacolo e l'incanto.<br /> Signori, addio, batteteci le mani,<br /> e Robin v'assicura che domani<br /> migliorerà della sua parte il canto.<ref>Recitato in una forma semplificata da Neil ([[Robert Sean Leonard]]) nel film ''[[L'attimo fuggente]]''.</ref> ('''Puck''') ===Citazioni sull'opera=== *La più insipida, ridicola commedia che ho visto mai in vita mia. ([[Samuel Pepys]]) *La quintessenza di tutte queste commedie (al modo stesso che, rispetto alle grandi tragedie, si può in certo senso dire dell' ''Amleto'') è il ''Sogno di una notte di mezza estate''; dove le rapide accensioni, le incostanze, i capricci, le illusioni e le delusioni, le follie d'ogni sorta dell'amore si danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli; sicché tutto vi è parimente reale e parimente fantastico, secondo meglio piaccia chiamarlo. Il senso del sogno, di un sogno-realtà, permane e impedisce ogni freddezza di allegoria e di apologo. ([[Benedetto Croce]]) ==''Sonetti''== *''Quando quaranta inverni avranno assediato la tua fronte | e scavato trincee profonde nel campo della tua bellezza...''<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *''Devo paragonarti dunque a una giornata d'estate? | No, sei più amabile e temperata.''<ref>Citato in ''[[L'attimo fuggente]]''.</ref> (da ''Sonetto XVIII'') :''Shall I compare thee to a summer's day? | Thou art more lovely and more temperate.''<ref>da ''[[s:en:Sonnet 18 (Shakespeare)|Sonnet 18]]''</ref> *''Finché l'uomo avrà occhi, avrà respiro, | vive la mia parola, e in lei sei vivo.'' (da ''Sonetto XVIII''; 1988) *''Ancor mi dolgo di doglie già chiuse | e di rancura in rancura riconto | i tristi conti, lamenti che furono, | e pago ancora, quasi già non fosse. || Ma se allora a te penso, dolce amico, | ha fine il duolo, ogni perdita è vinta.'' (da ''Sonetto XXX''; 1988) *''Più gli occhi serro e più i miei occhi vedono, | ché il dì posando su futili oggetti, | quando dormo, nel sonno guardan te, | e luci buie al buio in luce tendono. | Tu che con l'ombra l'ombre fai lucenti, | qual visione sarebbe al chiaro giorno, | più chiara assai, di tua ombra l'essenza, | se occhi ciechi tanto splendi in ombra: | quanta goia ai miei occhi, dico, quando | ti guardassero nel giorno vivente | se in morta notte sui chiusi occhi stai, | bella ombra imperfetta, e il sonno fendi. || [[Notte]] è ogni giorno finché io veda te, | la notte è luce se in sogno ti svela.'' (''Sonetto XLIII''; 1988) *E cosi, coll'imagine tua o coll'amor tuo, tu, benché assente, mi sei ognora presente, poiché non puoi allontanarti oltre il confine de' miei pensieri ed io sono ognora con essi, ed essi con te. (da ''Sonetto XLVII'', in William Shakespeare, Gabriele Baldini, ''Sonetti'', traduzione di Lucifero Darchini, Feltrinelli Editore, 1994. ISBN 8807820536) :''Così, in immagine o nell'amor mio, | lontano, sei con me presente sempre: | dei pensieri più in là non puoi fuggire | e sempre io son con loro e lor con te, || o, se dormono, l'immagine appare | e il cuor risveglia, e il cuore e l'occhio affascina.'' (1988) *''Le [[Rosa (fiore)|rose]] canine hanno colore altrettanto intenso | quanto la profumata tinta delle rose, | pendono su consimili spine, e scherzano con pari vezzosità | quando il fiato estivo schiude i loro incappucciati bottoni.<br>Ma, poiché la loro virtù è unicamente nel loro aspetto, | esse vivono non amate e avvizziscono non circondate da riverenza: | muoiono interamente. Le dolci rose non muoiono così: | delle loro soavi morti si fanno soavissimi odori.'' (da ''Sonetto LIV''; citato in [[Benedetto Croce]], ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari 1968) :''The canker-blooms have full as deep a dye | as the perfumed tincture of the roses,| hang on such thorns, and play as wantonly | when summer's breath their masked bud discloses.<br>But, for their virtue only is their show, | they live unwoo'd and unrespected fade; | die to themselves. Sweet roses do not so; | of their sweet deaths are sweetest odours made...'' *''Se voi leggete questi versi, non ricordate | la mano che li scrisse; perché io [[Dichiarazioni d'amore dalle poesie|vi amo]] tanto | che nei vostri dolci pensieri vorrei essere dimenticato, | se il pensare a me vi dovesse procurar dolore.'' (da ''Sonetto LXXI''; citato in [[Benedetto Croce]], ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari 1968) :''Nay, if you read this line, remember not | the hand that writ it; for I love you so, | that I in your sweet thoughts would be forgot, | if thinking on me then should make you woe'' *''In me quel tempo dell'anno tu scorgi | quando nessuna foglia pende o rara, | gialla, dai rami che al freddo si scuotono, | cori in ruina senza uccelli e canti.'' (da ''Sonetto LXXIII''; 1988) *''E ogni altra angoscia che ora par mortale, | di fronte al perder te, non parrà eguale.'' (da ''Sonetto XC''; 1988) :''And other strains of woe, which now seem woe, | Compar'd with loss of thee, will not seem so.'' *''E più che il [[rovo]] appesta il [[giglio]] sfatto.'' (da ''Sonetto XCIV''; 1988) *''Alle nozze sincere di due anime | impedimenti non so. Non è amore | l'amor che muta se in mutare imbatte | o, rimuovendosi altri, si rimuove, | oh no: è faro che per sempre è fisso | e guarda alle bufere e non dà crollo.'' (da ''Sonetto CXVI''; 1988) *''Ragazzo [[bellezza|bello]], che del tempo reggi | l'ora la falce il mutevole specchio, | che al declino t'espandi e, appassendo | gli amanti, mostri come doce cresci – | se Natura, signora di ruine, mentre tu avanzi, all'indietro t'attira | è sol per questo, a vantarsi di vincerla | sul tempo e il lancinante attimo uccidere.'' (da ''Sonetto CXXVI''; 1988) *''Sciupio vitale in scempio di vergogna | è [[lussuria]] in azione, e lì, lussuria | è spergiura, di sangue e di infamia sozza, | brutale estrema incredibile cruda. | Goduta appena, subito si spregia, | oltre ragione l'agogni, ma poi | oltre ragione l'odii, come l'esca | posta a far impazzire chi l'inghiotte.'' (da ''Sonetto CXXIX''; 1988) *''Di morte mangerai, che mangia gli uomini, | e il morir finirà, morta la [[morte]].'' (da ''Sonetto CXLVI''; 1988) ===Citazioni sui ''Sonetti''=== *I Sonetti di Shakespeare sono più che non mera poesia: sono un romanzo, perché Shakespeare non intrattiene con se stesso un rapporto fintamente umano – come la maggior parte dei poeti autentici – ma un rapporto consapevolmente e squisitamente e ferramente sociale. ([[Aldo Busi]]) ==''Timone di Atene''== ===[[Incipit]]=== ====Eugenio Montale==== ''Atene. Una sala in casa di Timone.<br>Entrano il Poeta, il Pittore, il Gioielliere, il Mercante ed altri da porte diverse.''<br> '''Poeta''': Buon giorno, signore.<br> '''Pittore''': Son lieto di trovarvi bene.<br> '''Poeta''': È da molto che non vi vedo. E il mondo? come va?<br> '''Pittore''': Si logora quanto più cresce.<br> '''Poeta''': Oh lo so bene. Ma che c'è di inusitato, di raro, che non trova cosa che l'eguagli nei molteplici annali? Vedi qui, o magia della liberalità, tutti questi spiriti presentarsi, evocati dal tuo potere. Io conosco quel mercante. ====Goffredo Raponi==== ''Atene, la casa di Timone.<br>Entrano, da porte diverse, IL POETA, IL PITTORE, IL GIOIELLIERE e IL MERCANTE''<br> '''Poeta''' – Buongiorno, amico.<ref>"''Good day, Sir''": è inutile osservare che i Greci, come i Romani, non conoscevano le espressioni di "signore", "signoria vostra", ecc. Shakespeare, è noto, fa parlare i suoi personaggi col linguaggio del suo tempo.</ref><br> '''Pittore''' – Lieto d'incontrarti.<br> '''Poeta''' – Era tempo che non ci vedevamo. Come va il mondo?<br> '''Pittore''' – Si usura col crescere.<br> '''Poeta''' – Ah, sì, questo è notorio! Che c'è infatti di strano al mondo d'oggi che non sia già accaduto e che non si ritrovi registrato nel multiforme libro della storia?... Guarda – magia della munificenza! – quanti spiriti l'alto suo potere ha saputo evocare in questa casa... Quel mercante mi pare di conoscerlo.<br> ===Citazioni=== *Chi muore senza portar nella tomba una pedata, dono di un amico? ('''Apemanto''': atto I, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber) *Gli uomini chiudono la propria porta contro il sole che [[tramonto|tramonta]]. ('''Apemanto''': atto I, scena II) *Ogni cosa che dice crea un nuovo debito, egli deve di più a ogni parola. ('''Flavio''', atto I, scena II) *Bestie selvagge molto più miti dell'uman genere. ('''Timone''', atto IV, scena I) *''O [[sole]], tu di vita almo ministro, | suggi infetti vapori dalla terra, | che ne sia ammorbata tutta l'aria | sotto l'orbe di tua sorella luna!'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999) *''La [[uomo|creatura umana]], | assediata com'è da tanti guai, | una volta salita a gran fortuna, | non è capace di reggersi in essa | se non sprezzando altre creature umane.'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999) *''Tant'[[oro]] come questo è sufficiente | a fare nero il bianco, bello il brutto, | giusto l'ingiusto, nobile il volgare, | giovane il vecchio, vile il coraggioso. | O dèi, perché? Che cos'è questo, o dèi? | Questo allontanerà dai vostri altari | i vostri preti e i vostri servitori, | questo farà strappare da sotto il capo | dei vivi moribondi gli origlieri. | Questo giallo ribaldo | cucirà insieme e romperà a vicenda | ogni fede, renderà sacro l'empio, | farà gradita l'aborrita lebbra, | metterà i ladri nei posti migliori | e darà loro titoli onorifici | e inchini e generale approvazione | dai senatori seduto a consesso. | È lui che fa che l'avvizzita vedova | si rimariti: lei, cui l'ospedale | e l'ulcerose piaghe in tutto il corpo | fanno apparire cosa disgustosa, | l'oro imbalsama, rende profumata | e riconduce ai giorni dell'aprile. Vieni, vieni, metallo maledetto, | tu, puttana di tutto l'uman genere, | motivo di discordia tra le genti, | saprò ben io quel che fare di te, | in modo cònsono alla tua natura!'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999) *Tu proprio dell'umana condizione non hai mai conosciuto il giusto mezzo: conosci solo i due eccessi estremi. ('''Apemanto''', atto IV, scena III) *Qui io giaccio, Timone, colui che in vita odiò tutti gli uomini; passa e impreca pure, ma non sostare qui mai. ('''Alcibiade''', leggendo l'epitaffio di Timone, atto V, scena V) ==''Tito Andronico''== ===[[Incipit]]=== ====Agostino Lombardo (1990)==== ''Squilli di tromba. Entrano in alto i tribuni e i senatori; poi Saturnino col suo seguito da una porta, Bassiano col suo seguito dall'altra, tamburi e trombe.''<br> '''Saturnino''': Nobili patrizi, patroni del mio diritto, difendete la giustizia della mia causa con le armi, e voi, compatrioti, seguaci miei fedeli, pretendete con la spada il mio titolo di successore; sono io il primo figlio di chi per ultimo cinse la corona imperiale di Roma, e quindi fate che gli onori di mio padre vivano in me e che questa indignità non offenda i miei anni.<br> '''Bassiano''': Romani, amici, seguaci, difensori del mio diritto, se mai Bassiano, figlio di Cesare, fu gradito agli occhi della regale Roma, tenete aperta la strada al Campidoglio e impedite che al trono imperiale, a virtù consacrato e a giustizia, temperanza e nobiltà, s'accosti il disonore: lasciate invece che in limpida elezione rifulga il merito e combattete, o romani, per una libera scelta.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Newton, 1990}} ====Agostino Lombardo (1999)==== ''Squilli di tromba. Entrano in alto i tribuni e i senatori; poi in basso Saturnino col suo seguito da una porta, Bassiano col suo seguito dall'altra, tamburi e stendardi.''<br> '''Saturnino''' (''ai suoi seguaci''): Nobili patrizi, patroni del mio diritto, difendete la giustizia della mia causa con le armi, e voi, compatrioti, seguaci miei fedeli, pretendete con la spada il mio diritto alla successore. Sono io il primo figlio di chi per ultimo cinse la corona imperiale di Roma, e quindi fate che gli onori di mio padre vivano in me e che questa indignità non deturpi i miei anni.<br> '''Bassiano''' (''ai suoi seguaci''): Romani, amici, seguaci, difensori del mio diritto, se mai Bassiano, figlio di Cesare, fu gradito agli occhi della regale Roma, consentite allora ch'io ascenda al Campidoglio e impedite che al trono imperiale, a virtù consacrato e a giustizia, temperanza e nobiltà, s'accosti il disonore: lasciate invece che in limpida elezione rifulga il merito e combattete, o Romani, per una libera scelta.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 1999}} ====Goffredo Raponi==== ''Piazza davanti al Campidoglio. A un lato, il monumento sepolcrale degli Andronici.<ref>Questa indicazione della presenza sulla scena di un monumento funebre la trovo introdotta per la prima volta dal Lodovici. Uomo di teatro egli stesso e drammaturgo illustre, s'è avveduto dell'incongruità di un rito funebre, qual è quello che si svolge sulla scena, in assenza di qualsiasi cenno alla presenza del cenotafio.</ref><br>Trombe.<ref>"''Flourish''": è uno dei tanti segnali musicali del teatro shakespeariano.</ref> Nella galleria in alto<ref>"''Aloft''": è il piano superiore ("''upper stage''") del palcoscenico elisabettiano. I personaggi si rivelano al pubblico all'apertura delle tende della galleria all'inizio della scena. È uno dei casi in cui la didascalia "''enter''" non indica necessariamente che i personaggi "entrano" in scena.</ref> appaiono i SENATORI e i TRIBUNI tra i quali MARCO ANDRONICO; in basso entrano, da una parte SATURNINO con i suoi sostenitori, dall'altra BASSIANO con i suoi, tutti con tamburi e trombe''.<br> '''Saturnino''' – (''Ai suoi sostenitori'') O voi di Roma nobili patrizi, patrocinanti la mia buona causa, difendete con l'armi il mio diritto; la giustizia della mia causa; voi, cittadini, fidi miei seguaci, sostenete ora con le vostre spade il mio titolo alla successione: il diritto di figlio primogenito di colui che per ultimo ha precinto il diadema imperiale; fate sì che rivivano nella mia persona quegli onori che furon di mio padre; non mi disconoscete, non fate questo affronto alla mia età.<ref>"''... nor wrong mine age with this indegnity''", letteralm.: "... né fate torto alla mia età (al mio diritto di primogenitura) con questo affronto".</ref><br> '''Bassiano''' – Romani, amici, fidi miei seguaci, sostenitori del mio buon diritto, se mai Bassiano, di Cesare figlio, fu grato agli occhi di Roma imperiale, a lui questo passaggio al Campidoglio<ref>"''... keep then this passage to the Capitol''": "questo passaggio" è la piazza dove si trovano; Bassiano incita i suoi a custodirlo ("''keep''") cioè a impedire che vi passi altri che lui.</ref> riservate, nessun di voi permetta che all'imperiale seggio a virtù consacrato ed a giustizia, a dignità e modestia di costumi, s'accosti il disonore, ma fate che da libera elezione rifulga il merito, e combattete, Romani, tutti, per rivendicare la vostra piena libertà di scelta.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tito Andronico]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *Uomo più nobile, guerriero più audace, non vive oggi tra le mura della città. ('''Marco Andronico''', atto I, scena I) *Ascoltate, scellerati: triturerò in polvere le vostre ossa e usando il vostro sangue, farò una pasta, e con la pasta una sfoglia e con le vosre teste maledette due torte. ('''Tito Andronico''', atto V, scena II) *Eccoli, tutti e due cotti in questa torta. ('''Tito Andronico''', atto V, scena III) *Se ho fatto una sola cosa buona nella mia vita, me ne pento dal profondo del mio cuore. ('''Aronne''', atto V, scena III) ==''Troilo e Cressida''== ===[[Incipit]]=== ====Chiara Lombardi==== ''Entra il Prologo armato''<br> '''Prologo''': Troia è la scena. Dalle isole di Grecia i tracotanti prìncipi, nobile sangue in ebollizione, al porto di Atene hanno mandato le navi, cariche di uomini e d'armi per una guerra crudele. Sessantanove teste coronate sono salpate dalla baia di Atene alla volta della Frigia. Il loro voto: saccheggiare Troia, nelle cui possenti mura [[Elena (mitologia)|Elena]], la moglie rapita a [[Menelao]], dorme con il dissoluto [[Paride]]. Questa la causa della guerra.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019}} ====Iolanda Plescia==== [''Entra il Prologo, in armi'']<br> '''Prologo''': E' a Troia la scena. Dalle isole greche i principi orgogliosi - l'alto sangue acceso d'ira - hanno inviato al porto di Atene navi cariche di ministri e strumenti di guerra cruenta. Sessantanove, con in capo la corona regale, dalla baia ateniese muovono verso la Frigia, facendo voto di saccheggiare Troia, nelle cui forti mura la violata Elena, regina di Menelao, dorme con Paride il vizioso; è tutta qui la contesa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Iolanda Plescia, Feltrinelli, 2015}} ====Mario Praz==== La scena è posta a Troia. Dalle isole della Grecia i principi orgogliosi, il loro gran sangue scaldato, hanno spedito al porto d'Atene le lor navi cariche dei ministri e degl'istrumenti della cruda guerra: sessanta e nove cinti di real corona, dalla baia d'Atena salpano alla volta della Frigia; e han fatto voto di mettere a sacco Troia dentro alle cui forti mura la rapita Elena, la regina di Menelao, giace col lascivo Paride; e codesta è la contesa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990}} ====Goffredo Raponi==== ''Entra il PROLOGO''<br> '''Prologo''' – La scena è a Troia. Dall'isole greche i re orgogliosi, il loro nobil sangue bollente d'ira, han radunato in massa le loro flotte nel porto di Atene, stracarico ciascun loro vascello di micidiali strumenti di guerra. Sessanta e nove teste coronate han fatto vela per la frigia costa da lì, giurando di dar sacco a Troia dove, al riparo di possenti mura, di Menelao la rapita regina si giace a fianco del lascivo Paride. a cagione della contesa è questa.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Troilo e Cressida]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ===Citazioni=== *La donna è un angelo quando si lascia corteggiare; la cosa appena avuta è già finita; l'essenza del piacere è nel fare. L'amata nulla sa se non conosce questo rituale: l'uomo apprezza ciò che non ha ben più di quel che vale. ('''Cressida''', atto I, scena II) *Non son forse dei mostri quelli che fanno voce da leone, ma sanno solo agire da conigli? ('''Cressida''', atto III, scena II) *Nostro fratello [[Paride]] è una torcia, che ci manda tutti a fuoco. Piangete, Troiani, piangete! Un'Elena, una rovina! Piangete, piangete! Troia brucia, se non la mandate via. ('''[[Cassandra (mitologia)|Cassandra]]''', atto II, scena II) *[[Piacere]] e [[vendetta]] sono più sordi delle bisce alla voce di una decisione giusta. ('''[[Ettore (mitologia)|Ettore]]''', atto II, scena II) *Che guerra e libidine se li mangino tutti! ('''Tersite''', atto II, scena III) *''Esser saggi e amare | supera il potere dell'uomo, è cosa per gli dei.'' (atto III, scena II; 2016) *Parole, parole, solo parole, non c'è sostanza che venga dal cuore. ('''Troilo''', atto V, scena III) *Sono un bastardo anch'io; adoro i bastardi! Sono nato bastardo, allevato bastardo, bastardo di testa, bastardo nel valore, illegittimo da ogni punto di vista. ('''Tersite''', atto V, scena VIII) *Tu hai innato in te il vizio della pietà che meglio che ad un uomo s'addice ad un leone. ('''Troilo''', atto V, scena III) ==''Tutto è bene quel che finisce bene''== {{Vedi anche|Tutto è bene quel che finisce bene}} ===[[Incipit]]=== ====Gabriele Baldini==== ''Rossillion. Palazzo del conte.<br/>Entra il giovane {{maiuscoletto|Bertram}}, conte di Rossillion, con sua madre la {{maiuscoletto|Contessa}}, {{maiuscoletto|Elena}} e {{maiuscoletto|Lord Lafeu}} tutti vestiti a lutto.''<br> '''{{maiuscoletto|Contessa}}''': Nel lasciare che il mio figliuolo si separi da me, io seppellisco un secondo marito.<br> '''{{maiuscoletto|Bertram}}''': Ed io nell'andarmene, signora, piango nuovamente la morte di mio padre. Pure debbo eseguire l'ordine di sua maestà del quale io sono ora in custodia e del quale sarò sempre suddito fedele.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Gabriele Baldini, ''Tutte le opere'', Fabbri Editori, 2003}} ====Chiara Lombardi==== ''Entrano il giovane Bertram conte di Rossiglione, la contessa sua madre, Elena e lord Lafeu, tutti in lutto''<br> '''Contessa''': Lasciare partire mio figlio da me è come seppellire un'altra volta mio marito.<br> '''Bertram''': E nell'andarmene, signora, io rinnovo le lacrime per la morte di mio padre; ma devo obbedire all'ordine di sua maestà: sono sotto la sua tutela, oltre che sempre suo suddito.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tutto è bene ciò che finisce bene'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019}} ====Goffredo Raponi==== ''Rossiglione, il palazzo del conte.<br>Entrano il giovane BERTRAMO, la CONTESSA sua madre, ELENA, LAFEU, tutti vestiti a lutto''<br> '''Contessa''' – Lasciare ora andar via da me mio figlio è come seppellire mio marito una seconda volta.<br> '''Bertramo''' – E per me, madre, è piangere mio padre un'altra volta, andando via: ma devo sottostare a un ordine del re, al quale sono tanto più soggetto ora che sono sotto sua tutela.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tutto è bene quel che finisce bene]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}} ====Nicoletta Rosati Bizzotto==== ''Rossillion. Il palazzo del conte.<br>Entrano il giovane Bertram, conte di Rossillion, sua madre, la Contessa, Elena e lord Lafew, tutti vestiti di nero.''<br> '''Contessa''': Consegnare mio figlio al mondo è come dare nuovamente sepoltura al mio sposo.<br> '''Bertram''': E nell'andare, signora, piango nuovamente la morte di mio padre; ma devo obbedienza al comando di sua maestà; di cui sono pupillo ora e sarò sempre suddito.<br> {{NDR|William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton Compton, 1990}} ===Citazioni=== *Ama tutti, ma [[fiducia|fidati]] di pochi [...]. ('''Contessa''', atto I, scena I; 2003) *È come se mi fossi [[innamoramento|innamorata]] di una stella splendente, e pensassi di sposarla, tanto lui è al di sopra di me. ('''Elena''', atto I, scena I) *E la [[verginità]], la vostra buona vecchia verginità, somiglia tanto a quelle pere vizze di Francia, brutte fuori e dentro acide. ('''Parolles''', atto I, scena I; traduzione di Goffredo Raponi) *Non è a mio [[padre]] che penso, e questi lacrimoni di ora onorano la sua memoria più di quelli che piansi per lui allora. Com'era? Io l'ho dimenticato. ('''Elena''', atto I, scena I) * Non può aver bisogno di buoni [[consiglio|consigli]], chi segue quelli del proprio amore. ('''Lafeu''', atto I, scena I; 2003) *[...] sarebbe come s'io [[amore|amassi]] una certa stella di particolare splendore [...] Debbo contentarmi del conforto che posso trovare nel suo pur luminoso riverbero e nella sua luce collaterale, e non pensare mai d'attingere quello della sua sfera? ('''Elena''', atto I, scena I; 2003) * Un [[cuore]] troppo impressionabile, il mio, per ogni linea ed ogni tratto o capriccio di quel suo dolce viso! ('''Elena''', atto I, scena I; 2003) *Ti si rimproveri pure il silenzio, ma possa tu non venir mai biasimato per aver voluto [[parlare]]. ('''Contessa''', atto I, scena I; 2003) *[...] un uomo farebbe prima a estrarre il suo proprio cuore, anziché aspettare che la [[sorte]] gli consenta di pescarne una buona. ('''Lavatch''', atto I, scena III; 2003) *La [[parola]] è appena una serva, svergognata su ogni lastra tombale, un trofeo di menzogna su ogni sepolcro, ed altrettanto spesso resta invece muta là dove la polvere e il maledetto oblìo son la tomba d'ossa invero onorate. ('''Re di Francia''', atto II, scena III; 2003) *Ma se a gonfiarci sono i [[titoli]] e non la virtù, l'onore diventa idropico. La bontà è tale di per se stessa senza che abbia alcun bisogno di titoli. E tale è anche la bassezza. E la proprietà di qualche oggetto dovrebb'essere giudicata per la sua stessa essenza e non per il nome che le è dato. ('''Re di Francia''', atto II, scena III; 2003) *Rispetto a una casa tetra e a una moglie odiata, meglio la [[guerra]]. ('''Betramo''', atto II, scena III) *Se è il [[titoli|titolo]] che disprezzi in lei, io posso crearlo. È strano, il sangue di tutti noi, mescolato insieme, per colore, peso e calore non si distingue, si confonde; però, le differenze sono enormi. ('''Re di Francia''', atto II, scena III) *Un giovanotto [[matrimonio|sposato]] è un uomo sciupato. ('''Parolles''', atto II, scena III) *L'[[occasione]] mancata e la dilazione son tuttavia cosparse di dolcezza, e, distillate pur ora nella storta del tempo, faranno traboccare di gioia le ore future, e il piacere supererà e andrà oltre l'orlo. ('''Parolles''', atto II, scena IV; 2003) *Vieni, o notte. Concluditi, o giorno. Poiché, povero [[ladro]] qual sono, me ne andrò di furto senza esser vista, protetta dalla tenebra. ('''Elena''', atto III, scena II; 2003) *La trama della [[vita]] è un tessuto misto, bene e male mescolati insieme. ('''Primo nobile''', atto IV, scena III) *Ma l'[[amore]] che sa farsi sentire troppo tardi, simile a un pietoso perdono che giunge quando non s'è più in tempo, si rivolge tutto pieno d'amaritudine proprio contro la grandezza di colui che l'invia, e grida alto: «Buono era quel che ora non è più». ('''Re''', atto V, scena III; 2003) *È noto infatti che tutto quel che si frappone al godimento dell'[[amore|amor]] è soltanto qualcosa che serve ad accrescerne la forza divampante. ('''Bertram''', atto V, scena III; 2003) *Pure, anche da quel poco che ne sappiamo, possiamo arguire che tutto sia andato per il meglio, e se le amarezze del passato hanno una conclusione così grata, anche più grata sarà la dolcezza del [[presente]]. ('''Re''', atto V, scena III; 2003) ==''Venere e Adone''== ===[[Incipit]]=== <poem>Mentre, con purpureo volto, il sole dava l'estremo addio all'aurora lacrimosa, Adone dalle rosee guance si affrettava alla caccia.</poem> ===Citazioni=== *La cerbiatta bramosa d'accoppiarsi col leone è destinata a morire d'amore. ('''Elena''', I, 1) *La caccia amava e dell'amore rideva (I, 4) * Dice, e gli abbranca il madido palmo, | segno dell'ardore di vita che ha nel corpo, | e, tremante di passione, balsamo lo chiama, panacea terrena sì ma anche per lei, ch'è dea, ideale. (II, 25-28) *Tra questi confini v'è cibo a sufficienza, | dolci erbe di valle, amenissimi altipiani, | tonde colline che s'innalzano, scuri, aspri boschetti | che riparo ti daranno dalla burrasca e la pioggia. | Sii tu il mio cervo, allora, ché io a te sono tal parco. (II, 231-234) ==Citazioni su William Shakespeare== *A chi e a che cosa pensava Guglielmo Shakespeare, quali ricordi amari rimuginava quando, la penna stillante tossico, scriveva il verso celebre in cui parla del ritorno di un uomo ''ad una buia casa, ad una moglie odiata?'' Alcuni studiosi sono inclini a ritenere che fosse proprio la donna rimasta a Stratford-on-Avon a ispirargli la malinconica immagine. ([[Olga Ceretti]]) *Aprite un libro e cercate di leggere, ma scoprite che Shakespeare è trito e banale. ([[Jerome K. Jerome]]) *Ciò che Shakespeare non poté essere praticamente, ovvero il mimo di tutti i suoi ruoli, può esserlo con la massima precisione il compositore giacché egli ci parla direttamente attraverso ogni musicista che ne esegue l'opera. ([[Richard Wagner]]) *Continuo a studiarlo, accorgendomi ogni volta di più di quanti spunti contengano i suoi testi. ([[Joseph Fiennes]]) *Dopo [[Omero]] nessun poeta, per mio giudicio, può alzarsi a competere con l'[[Dante Alighieri|Alighieri]], salvo Guglielmo Shakspeare, gloria massima dell'[[Inghilterra]]. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante di [[Beatrice Portinari|Beatrice]]. ([[Terenzio Mamiani]]) *Finché resta Shakespeare la Letteratura è salda. ([[Emily Dickinson]]) *[[John Keats]] definì Shakespeare «poeta camaleonte», capace di aderire a ciascuna sua creatura fino ad annullare la propria personalità – di provare lo stesso piacere nel calarsi in uno Iago o in una Imogen<ref>Personaggi di ''Otello'' e ''Cimbelino''.</ref>. In effetti nessun autore di teatro, e pochissimi sommi poeti o narratori in qualunque lingua, ha mai dato vita a una paragonabile moltitudine di caratteri. ([[Masolino D'Amico]]) *La mia [[anima]] si rifugia sempre nel [[Antico Testamento|Vecchio Testamento]] ed in Shakespeare. Là almeno si sente qualche cosa: là son uomini che parlano. Là si odia! là si ama, si uccide il nemico, si maledice ai posteri per tutte le generazioni; là si pecca. ([[Søren Kierkegaard]]) *Lei è qui per imparare qualcosa sulla condizione umana, e le assicuro che non c'è maniera migliore per farlo se non quella di abbracciare Shakespeare. Ma lei deve scoprirlo attraverso la sua recitazione, non può farlo imitando gli altri. ([[Jean-Luc Picard]], ''[[Star Trek: The Next Generation]]'') *''Leggere Shakespeare | questo è il vero problema!'' ([[Caparezza]]) *Molti furono i combattimenti di ingegno fra Shakespeare e [[Ben Jonson]], che vedo ora davanti a me, in forma di un grande galeone spagnolo e di una nave da guerra inglese. Il Sig. Jonson, come il galeone, era costruito molto più alto in erudizione; solido, ma più lento nelle sue prestazioni. Shakespeare è come la nave da guerra inglese, meno massiccio ma più leggero nella vela, è in grado di girare con ogni marea e avvantaggiarsi di tutti i venti, grazie alla celerità del suo ingegno e della sua fantasia. ([[Thomas Fuller]]) *Non si deve amare Shakespeare che molto tardi, quando si ha il disgusto della perfezione. ([[Jules Renard]]) *Però, scusa ti posso dire una cosa adesso, che rimanga tra di noi! Io ho la sensazione che ultimamente Shakespeare... sia un po' troppo... come dire... un po' troppo italiano. ([[Stanis La Rochelle]], ''[[Boris (prima stagione)|Boris]]'') *Persino {{sic|Shakspere}}, che così profondamente permea le lettere e l'arte contemporanea (le quali in fatto derivano soprattutto da lui), appartiene sostanzialmente al sepolto passato. Soltanto che egli possiede la superba distinzione, per alcune importanti fasi di quel passato, di essere il più alto cantore che sia mai nato. ([[Walt Whitman]]) *Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio. ([[Martin Amis]]) *Qualunque cosa dica, so che Shakespeare l'ha già detta. (''[[Riccardo III - Un uomo, un re]]'') *Quando, ad esempio, sento le espressioni ammirate che per secoli sono state dedicate a Shakespeare da grandi uomini, non posso sottrarmi al sospetto che quelle lodi siano state solo convenzionali. ([[Ludwig Wittgenstein]]) *Sarebbe stato impossibile... per qualsiasi donna scrivere i drammi di Shakespeare all'epoca di Shakespeare. ([[Virginia Woolf]]) *Se neanche Shakespeare, col suo magico nome, per non parlare della grande bellezza di certi passi, riesce a riconciliarci (e molti sono d'accordo con me) con i [[verso|versi]], e specialmente con i versi rimati, come mezzo di espressione sostenuta, chi altri potrà mai farlo? ([[Samuel Butler]]) *Shakespeare è facile, la cosa più facile del mondo... possiedi un briciolo di dote, un filino di intelligenza... dici: "Onesta come le mosche che gremiscono i macelli folleggiando anche col vento"... e la gente applaude, sbava rispetto, si commuove... perché dici Shakespeare, dici Sartre, dici Shaw, dici Brecht... è farsi apprezzare dicendo "Che belle chiappe che hai" o "Che bel sedere" che è difficile... ([[Renzo Montagnani]]) *Shakespeare ''forse'' non era Shakespeare. Ma Tizio non lo è di certo. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Shakespeare mi faceva dimenticar Sofocle: ma quando io quelle opere considerava più da vicino, io m'accorsi che cosa alcuna non ha mai superata l'originalità, la vita, la grazia di quest'arte sovrana, e che più che l'immaginazioni sono impazienti, anelanti, più ad esse converrebbe il riposarsi ad intervalli nella meditazione di questa bellezza, che deve la sua superiorità su tutte le altre alla sua medesima severità. ([[Giovan Battista Niccolini]]) *Shakespeare nei suoi 36 testi, copre ogni aspetto della vita umana, assimilando pensieri cosmici e metafisici alle storie semplici della vita quotidiana. ([[Peter Brook]]) *Shakespeare non è mai esistito. Tutte le sue opere sono state scritte da uno sconosciuto che aveva il suo stesso nome. ([[Alphonse Allais]]) *{{sic|''Shakspeare''}}, meravigliosa sintesi del gusto ispano-mauro-sassone, a proposito del quale un vecchio ateniese amico d'''[[Eschilo]]'' sarebbe scoppiato dalle risa o dal dispetto: ma noi — accogliamo precisamente codesta accozzaglia di ciò che v'ha di più delicato, di più grossolano, di più artifizioso, con una certa segreta confidenza e cordialità, la gustiamo come una raffinatezza dell'arte, che fu riservata a noi soli e non ci lasciamo indisporre dalle esalazioni mefitiche, dalla prossima vicinanza della plebaglia inglese, in mezzo alla quale vivono l'arte ed il gusto {{sic|''shaksperiani''}}, allo stesso modo come quando ci troviamo a ''[[Napoli]]'' sulla riviera di ''Chiaia''; noi la seguiamo, affascinati e volonterosi, senza preoccuparci delle esalazioni che tramandano lo cloache dei quartieri della plebe. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Si dice spesso che il più grande [[seccatore]] è il seccatore [[intelligenza|intelligente]]. La gente intelligente è sempre noiosa e deve esserlo. Ecco perché, forse, Shakespeare ha dovuto lasciare Londra: la gente non lo sopportava più. ([[Samuel Butler]]) *Sullo Shakespeare sarebbe facile forse (e forse altrettanto vano) scrivere una pagina quale scrisse il [[Walter Pater|Pater]] sulla ''Gioconda'' di Leonardo, e vedere sul suo capo «scontrarsi i termini dei secoli», e sulla sua fronte (di cui pur nelle insoddisfacenti effigi s'indovina la serena ampiezza) il segno di tutti i pensieri e di tutta l'esperienza del mondo; anche per lui potrebbe dirsi che «tutto questo non è stato che suono di lire e di flauti, e vive solamente nella delicatezza» con la quale ha modellato gl'incomparabili versi, fino alla conclusione di quel famoso «pezzo» di Pater, che vede nel personaggio incarnata la fantasia d'una perpetua vita, che aduna insieme migliaia d'esperienze. ([[Mario Praz]]) *Un barbaro che non era privo d'ingegno.<ref>Frase de [[I promessi sposi]], cap. VII, «Tra il primo pensiero di un'impresa terribile e l'esecuzione di essa (ha detto un barbaro che non era privo d'ingegno) [...]» allusiva ai versi dell'opera shakespiriana ''Julius Caesar'', atto II, scena I: ''Between the acting of a dreadful thing | And the first motion, all the interim is | Like a phantasma or a hideous dream'' (Tra il primo pensiero di un'impresa terribile e la prima azione, tutto ciò che sta in mezzo, è come un fantasma od un odioso sogno). Il Manzoni era un ammiratore di Shakespeare e la battuta è ironicamente rivolta al [[Voltaire]], che aveva definito il grande drammaturgo inglese «''un sauvage avec des ètincelles de génie''» (Un selvaggio con qualche scintilla di genio).</ref> ([[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'') *Uno è un attore soltanto quando ha dimostrato di saper recitare Shakespeare. ([[Max Reinhardt]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *AA.VV., ''Il libro di Shakespeare'', traduzione di Giovanni Agnoloni, Gribaudo, 2018. ISBN 9788858021590 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Cimbelino]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Cimbelino'', traduzione di Aldo Camerino, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Come vi piaccia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Come vi piace'', traduzione di Antonio Calenda e Antonio Nediani, Newton Compton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/s/shakespeare/coriolano/pdf/coriol_p.pdf Coriolano]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Coriolano'', traduzione di Antonio Di Meo, Aldo Garzanti Editore, 1974. *William Shakespeare, ''Coriolano'', traduzione di Franco Fochi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico IV]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Enrico IV'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Enrico VI]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Enrico VI'', traduzione di Maria Antonietta Andreoni D'Ovidio, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Enrico VI'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Daniele Borgogni e Valentina Poggi, Giunti, 2017. ISBN 9788858777152 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm I due gentiluomini di Verona]'', traduzione originale di Goffredo Raponi *William Shakespeare, ''I due gentiluomini di Verona'', traduzione di Corrado Pavolini, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il mercante di Venezia]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'' (''The Merchant of Venice''), introduzine di Alberto Castelli, traduzione di Carlo Rusconi, Orsa Maggiore editrice, 1990. *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2003. ISBN 8807820382 *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Franco Marenco, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', traduzione di di Paola Ojetti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 2004. ISBN 9788858803714 *William Shakespeare, ''Il racconto d'inverno'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il racconto d'inverno]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Il regno di re Edoardo III'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Michele Stanco, Bompiani, 2017. ISBN 9788845294532 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La bisbetica addomesticata]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''La bisbetica domata'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton Compton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La commedia degli equivoci]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''La commedia degli errori'', traduzione di di Eugenio Montale, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-s/william-shakespeare/la-dodicesima-notte/ La dodicesima notte]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''La dodicesima notte'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''La storia di Enrico IV'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Paolo Dilonardo, Giunti, 2017. ISBN 9788858777152 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Michele Leoni, Pisa, presso Niccolo Capurro, 1815. *Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288a.pdf La tempesta]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm La Tempesta]'', traduzione di Diego Angeli, Milano, F.lli Treves, 1911. *William Shakespeare, ''La tempesta'', traduzione di Francesco Franconeri, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''La tragedia di Romeo e Giulietta'', traduzione di Alfredo Obertello, Arnoldo Mondadori Editore, 1970. *William Shakespeare, ''Le allegre comari di Windsor'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Le allegre madame di Windsor'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2017. ISBN 9788858829899 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Le gaie mogli di Windsor]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII292.pdf Macbeth]'', traduzione di Andrea Maffei, Felice Le Monnier, Firenze, 1863. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Macbeth]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Macbeth'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII352a.pdf Macbetto]'', traduzione di Giulio Carcano, in "Teatro scelto di Shakespeare", Felice Le Monnier, Firenze, 1858. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Misura per misura]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Misura per Misura'', traduzione, introduzione e note di Gabriele Baldini, B.U.R., 1988. *William Shakespeare, ''Misura per misura'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Misura per misura'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Caterina Ricciardi, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Maura Del Serra, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2009. ISBN 9788807822087 *William Shakespeare, ''Opere Complete'', traduzione e note da Gabriele Baldini, Rizzoli, 1963. *William Shakespeare, ''Opere complete. Con testo a fronte'', traduzione di Carlo Pagetti, Vittorio Gabrieli, Sergio Perosa, Guido Fink, Andrea Cozza, Alessandro Serpieri, Nemi D'Agostino, Marcello Pagnini, Silvano Sabbadini, Massimo Bacigalupo, Carlo Alberto Corsi, Francesco Binni, Agostino Lombardo, Giuseppe Maugeri, Demetrio Vittorini, Maria Antonietta Marelli, Romana Rutelli, Gilberto Sacerdoti, Garzanti, 2016. ISBN 9788811145141 *G. Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgPCI58.pdf Otello o Il moro di Venezia]'', traduzione di Michele Leoni, Tipografia Chirio e Mina, Torino, 1823. *Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII288.pdf Otello]'', traduzione di Andrea Maffei, Successori Le Monnier, Firenze, 1869. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Otello]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Otello'', traduzione, introduzione e note di Gabriele Baldini, BUR, 1984. *William Shakespeare, ''Otello, il Moro di Venezia'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/shakespeare/pene_d_amore_perdute/pdf/pene_d_p.pdf Pene d'amor perdute]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Pene d'amor perdute'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Pericle, principe di Tiro]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', traduzione di Giorgio Albertazzi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Pericle, principe di Tiro'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Antonio Castore, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Enrico VIII]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Re Enrico VIII'', traduzione di Carlo Rusconi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Re Giovanni]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Re Giovanni'', traduzione di Tommaso Pisanti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Pericle, principe di Tiro]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Re Lear'', traduzione di Ugo Dèttore, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo II]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Riccardo II'', traduzione di Mario Luzi, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Riccardo III]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Riccardo III'', traduzione di Salvatore Quasimodo, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Sogno d'una notte di mezza estate]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Sogno di una notte di mezza estate'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''I sonetti'', a cura di Rina Sara Virgillito, Newton Compton editori s.r.l. 1988. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tanto trambusto per nulla]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Teatro completo'', ''Il Re Giovanni'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923. *William Shakespeare, ''Teatro completo'', ''Vita e morte del Re Riccardo II'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923. *William Shakespeare, ''Teatro completo'', ''Enrico IV'', traduzione di Carlo Rusconi, Vol. IV, UTET, Torino 1923. *William Shakespeare, ''Tempesta'', introduzione, traduzione e note di Gabriele Baldini, Rizzoli, 1973. *William Shakespeare, ''Timone d'Atene'', traduzione di Eugenio Montale, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/s/shakespeare/timone_di_atene/pdf/timone_p.pdf Timone di Atene]'', traduzione originale di Goffredo Raponi, 1999. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tito Andronico]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''Tito Andronico'', traduzione di Agostino Lombardo, Feltrinelli, 1999. ISBN 8807821516 *William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Iolanda Plescia, Feltrinelli, 2015. ISBN 9788807902147 *William Shakespeare, ''Troilo e Cressida'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990. *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Troilo e Cressida]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Tutto è bene ciò che finisce bene'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Chiara Lombardi, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Tutto è bene quel che finisce bene]'', traduzione originale di Goffredo Raponi. *William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Gabriele Baldini, ''Tutte le opere'', Fabbri Editori, 2003. *William Shakespeare, ''Tutto è bene quel che finisce bene'', traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto, Newton Compton, 1990. *William Shakespeare, ''Venere e Adone'', in ''Tutte le opere'', coordinamento generale di Franco Marenco, Giunti, 2019. ISBN 9788858781630 *William Shakespeare, ''Vita e morte di Re Giovanni'', in ''Tutte le opere'', traduzione di Rossella Ciocca, Giunti, 2017. ISBN 9788858777152 ==Opere== *''[[Amleto]]'' (1600-1602) *''[[Antonio e Cleopatra]]'' (1607-1608) *''[[Enrico V (Shakespeare)|Enrico V]]'' (1598-1599) *''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'' (1599) *''[[Romeo e Giulietta]]'' (1594-1596) ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Come vi piace||}} {{Pedia|Coriolano (Shakespeare)|''Coriolano''|}} {{Pedia|Il mercante di Venezia||}} {{Pedia|La bisbetica domata||}} {{Pedia|Macbeth||}} {{Pedia|Otello||}} {{Pedia|Re Lear||}} {{Pedia|Riccardo II (Shakespeare)|''Riccardo II''|}} {{Pedia|Riccardo III (Shakespeare)|''Riccardo III''|}} {{Pedia|Sogno di una notte di mezza estate||}} {{DEFAULTSORT:Shakespeare, William}} [[Categoria:Attori britannici]] [[Categoria:Drammaturghi britannici]] [[Categoria:Poeti britannici]] mao9feidtttpfqmzps189h3nkod3pww Wikiquote:Pagine da cancellare 4 1478 1351475 1351154 2024-11-12T04:56:24Z AssassinsCreed 17001 /* Ignazio Fresu */ nuova sezione 1351475 wikitext text/x-wiki {{Pagine da cancellare}} {{centrato|'''Aggiornato''': {{#time:j F Y, H:i|{{REVISIONTIMESTAMP}} }} '''Utente''': {{REVISIONUSER}} __TOC__}} == [[Ignazio Fresu]] == Voce cancellata più volte su Wikipedia.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:56, 12 nov 2024 (CET) ml76os1vgo41052stx94k0a7ny72t4n Tempo 0 1586 1351436 1348630 2024-11-12T00:12:32Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Shakespeare. 1351436 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|il tempo meteorologico|[[Tempo (meteorologia)]]}} {{voce tematica}} [[Immagine:Wooden hourglass.jpg|thumb|Clessidra]] Citazioni sul '''tempo'''. ==Citazioni== *Altre carte continuano a cadere, le mani vanno e vengono. Che curiosa occupazione, non sembra né un gioco, né un rito, né un'abitudine. Credo ch'essi lo facciano per occupare il tempo, semplicemente. Ma il tempo è troppo vasto, non si lascia riempire. Tutto ciò che uno vi getta s'ammollisce e si stira. Per esempio questo gesto della mano rossa, che raccoglie le carte incespicando, è fiacco. Bisognerebbe scucirlo e tagliarlo dentro. ([[Jean-Paul Sartre]]) *Arriverò a una soluzione circa il problema del ''tempo''. Quando l'infinito mostra un lembo della sua veste, esso getta sul problema la sua ombra immensa; allora si brancola, ma è fatica perduta. ([[Sully Prudhomme]]) *Avvenga che può, anche nel dì più burrascoso le ore e il tempo trascorrono. ([[William Shakespeare]]) *Bisogna ammazzare il tempo per nutrirci del suo sangue. ([[José Bergamín]]) *Bisogna regalare ai genitori i nostri giorni, il nostro tempo, quello che si dice di non avere mai... Ma allora quale tempo in più ci regala Dio? Quello che noi regaliamo e che doniamo agli altri, che ci torna indietro decuplicato. "Cerca dentro di te i giorni che non credevi di avere, cercali... Io te li ho dati". ([[Roberto Benigni]]) *Bisogna vivere con il tempo e con lui morire. ([[Albert Camus]]) *C'è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo. ([[Charles Baudelaire]]) *C'è ''un'' tempo astronomico, ma insieme esiste una molteplicità di tempi della vita, il cui ritmo scandisce contemporaneamente, come l'oscillare del pendolo, innumerevoli ore l'una parallela all'altra. <br/> Anzi, non esiste un tempo, ''il'' tempo, ma una pluralità di tempi che accampa diritti sull'uomo. [...] Siamo nel tempo come se fossimo in piedi su un tappeto: ci guardiamo intorno, e vediamo che fino ai margini esso è tutto intessuto di antichi motivi, oppure non vediamo quei motivi e ci pare che la trama si copra interamente di nuovissime e diverse figure. ([[Ernst Jünger]]) *Capitale prezioso per tutti è il tempo, ma preziosissimo ai giovani, perché, bene adoperandolo, essi soli possono goderne i frutti; e laddove i provetti lavorano solo per gli altri, i giovani lavorano anche per se medesimi. ([[Vincenzo Gioberti]]) *''Cerco le qualità che non rendono | in questa razza umana | che adora gli orologi | ma non conosce il tempo.'' ([[CCCP Fedeli alla linea]]) *Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più. ([[Agostino da Ippona]]) *Che cosa c'era prima del Big Bang? Be', vedete... non c'è nessun prima, perché prima del Big Bang il tempo non esisteva. Il tempo è solo il risultato dell'espansione dell'universo. Ma cosa succederà quando l'universo avrà smesso di espandersi e il movimento verrà invertito? Quale sarà la natura del tempo? Se la teoria delle stringhe è vera, l'universo possiede nove dimensioni spaziali e una dimensione temporale. Si può immaginare che al principio tutte le dimensioni fossero attorcigliate e che nel Big Bang tre dimensioni spaziali, che conosciamo come altezza, larghezza e profondità, e una dimensione temporale, siano state dispiegate. Le altre sei sono rimaste minuscole e si sono intrecciate. Ora, se viviamo in un universo di dimensioni intrecciate, come riusciamo a distinguere l'illusione dalla realtà? Il tempo, come lo conosciamo, è una dimensione avvertita solo in una direzione. E se una delle direzioni aggiunte non fosse spaziale, ma temporale? (''[[Mr. Nobody]]'') *Che senso ha il tempo per chi non conosce la morte? (''[[Nosferatu a Venezia]]'') *Ci sono anche valide ragioni fisiche per cui dubitare dello scorrere del tempo. ([[Paul Davies]]) *Ci sono molte cose che puoi comprare, materialisticamente, l'unica cosa che non potrai ottenere è il tempo. ([[Nicole Kidman]]) *Ci sono persone che si divertono e che uccidono il tempo, nell'attesa che il tempo le uccida. ([[Madeleine Delbrêl]]) *Ciò che separa gli eventi non è il tempo, ma la vostra percezione. Voi percepite gli eventi «uno alla volta». Il tempo, per come vi appare, è un'organizzazione psichica dell'esperienza. Gli apparenti inizio e fine di un evento, nascita e morte, sono semplicemente altre dimensioni di esperienza, come lo sono ad esempio il peso, l'altezza, la larghezza. ([[Jane Roberts]]) *Col tempo si dà più peso al tempo che fa piuttosto che al tempo che passa. (''[[L'uomo del treno]]'') *Coll'economizzare il tempo si allunga la vita. ([[Antonio Rosmini]]) *Confesso di non aver alcun rancore verso il nostro tempo, che oggi quasi tutti accusano di ogni crimine possibile, come se fosse la più barbara tra le età umane. Ma di una cosa è certo colpevole: ha sciupato e dissipato l'immenso tesoro di sapienza artigiana, che la civiltà aveva costruito nei secoli. ([[Pietro Citati]]) *Cos'è il tempo? In Svizzera si fabbrica, in Francia è fermo, in Italia lo sprecano, in America dicono che è denaro e in India non esiste. Sai che ti dico? Per me il tempo è una truffa. (''[[Il tesoro dell'Africa]]'') *D'ora in poi lo spazio di per se stesso e il tempo di per se stesso sono condannati a svanire in pure ombre, e solo una specie di unione tra i due concetti conserverà una realtà indipendente. ([[Hermann Minkowski]]) *Da noi a Napoli il tempo si chiama tiempo, come in spagnolo, perché Napoli ha avuto secoli spagnoli. La ''i'' infilata nel tempo lo scombina, gli leva l'andatura inesorabile. [...] 'O tiempo è irregolare. Può mettersi a correre e far correre tutti con lui, l'ho visto nelle lotte politiche del decennio settanta, ma per il resto delle ore 'o tiempo è assai più lento del ticchettio degli orologi che lo vogliono misurare. ([[Erri De Luca]]) *Del tempo ho paura, del tempo che fugge così in fretta. Fugge? No, non fugge, e nemmeno vola: scivola, dilegua, scompare, come la rena che dal pugno chiuso filtra giù attraverso le dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto. Ma, come della rena restano, nelle rughe della pelle, dei granellini sparsi, così anche del tempo che passa resta a noi la traccia. ([[Antonia Pozzi]]) *«''Dia na perasome tin ora''... per passare il tempo...». Quanto spesso si sente questa frase in Grecia! È la parola chiave di ore incantevoli come quella mattina o di lunghi malinconici momenti di tedio; esprime tutto il problema di come riempire il lungo intervallo tra adesso e la tomba. ([[Patrick Leigh Fermor]]) *Dio violentò l'Eternità: nacque un frutto della colpa e fu il Tempo. ([[Gesualdo Bufalino]]) *[[Dio]] è l'eterno, mentre il tempo è un [[idolo]], quando diventa oggetto di venerazione. ([[Papa Benedetto XVI]]) *– Dunque, c'era una volta un vecchio santone, {{NDR|indica Cesare}} come lei, che aveva un giovane discepolo, come lui. {{NDR|indica Fabrizio}} E tutt'e due camminavano per la campagna. E un giorno il vecchio santone disse al giovane: "Io avrei molta sete, mi andresti a prendere un bicchiere d'acqua?" E il giovane disse: "Sì, va bene." E s'incamminò per una strada e arrivò fino a una fontana e oltre la fontana vide un paese meraviglioso che lo affascinava molto, e...<br />– ...e in questo paese conobbe una ragazza, misteriosa, straordinaria. Come te. E la sposò ed ebbero molti figli e visse con lei per vent'anni.<br />– Imbroglione, tu la sapevi già!<br />– E dopo vent'anni scoppiò una terribile pestilenza, morirono tutti e si salvò solamente lui. Intanto era diventato più vecchio. Disperato s'incamminò per la campagna. Camminò molto e arrivò proprio al punto dove aveva lasciato il vecchio santone.<br />– E chi vide, seduto sui suoi stracci?<br />– Proprio il vecchio santone che era ancora lì. E che gli disse...<br />– "Eh, ma quanto tempo che ci hai messo per andare a prendere un bicchiere d'acqua! È tutto il pomeriggio che t'aspetto!" {{NDR|ridono}} Ecco che il tempo non esiste. Hai capito? Per il discepolo era passata tutta una vita e il vecchio era ancora lì che aspettava la sua acqua. (''[[Prima della rivoluzione]]'') *E chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere uno spazio di tempo alla sua vita? ([[Discorso della Montagna|Gesù, Discorso della Montagna]]) *È il tempo la nostra prigione. Il troppo presto, il troppo tardi, il troppo breve e troppo poco. ([[Concita De Gregorio]]) *''E il tempo non mi riguarda perché il tempo mi appartiene.'' ([[Modena City Ramblers]]) *È matematicamente dimostrabile che la concezione del tempo è in stretto rapporto con l'età: per i vecchi il tempo passa più in fretta. ([[Alvin Toffler]]) *''E sono ormai convinto da molte lune | dell'inutilità irreversibile del tempo.'' ([[Rino Gaetano]]) *''Er tempo, fijja, è ppeggio d'una lima. | Rosica sordo sordo e tt'assotijja, | che ggnissun giorno sei quella de prima.'' ([[Giuseppe Gioachino Belli]]) *Già adesso lo sviluppo della teoria ci consente di distinguere diversi livelli di tempo: il tempo associato con la dinamica classica e quella quantistica, il tempo associato con l'irreversibilità tramite la funzione di Lyapounov e il tempo associato alla "storia" attraverso le biforcazioni. Credo che questa diversificazione del concetto di tempo permette una migliore integrazione della [[fisica]] teorica e della [[chimica]] con discipline che riguardano altri aspetti della natura. ([[Ilya Prigogine]]) *Gli orologi sono fatti dall'uomo, ma è Dio che crea il tempo. Nessuno può prolungare il tempo che gli è stato concesso, può solo viverlo appieno in questo mondo oppure ai confini della realtà. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (quinta stagione)|Ai confini della realtà]]'') *Il grado dell'[[intelligenza]] dipende [...] dallo sviluppo del senso del tempo. Il bruto vive solo del presente non avendo coscienza del tempo. Non molto diversamente avviene dell'uomo nomade; egli non ricava alcun ammaestramento dal passato, e non si prepara all'avvenire. L'uomo incivilito è perciò appunto l'essere terrestre più elevato, perché egli nelle sue azioni tien conto del passato e dell'avvenire. ([[Carl du Prel]]) *Il mio tempo non è mai stato un corso d'acqua impetuoso, da molto ormai era un cristallo di rocca: prezioso ma facile a rompersi, si schiantava in schegge sottili, faceva male perderlo. Sapevo che quel tempo perduto non lo avrei più recuperato. ([[Daina Opolskaitė]]) *Il nostro tempo e il tempo di Dio non vengono misurati con lo stesso orologio. ([[Charles Spurgeon]]) *Il nostro tempo si dissolve senza che prendiamo alcun provvedimento, perché ci sembra di averne a disposizione un'infinità. ([[Daniele Brolli e Francesco Coniglio]]) *Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi. ([[Licia Troisi]]) *Il tempo, che in sé è indefinibile, si misura soltanto dagli avvenimenti, e quello è maggiore corso di tempo che mena seco più numerosi, più forti e più memorabili eventi. ([[Ugo Foscolo]]) *Il tempo ciclico e il tempo progressivo sollecitano due stati d'animo fondamentali dell'uomo, il ricordo e la speranza. Sono i due edificatori della sua dimora. In loro s'incontrano padre e figlio, spirito conservatore e spirito riformatore. ([[Ernst Jünger]]) *Il tempo credo lo si possa capire solo per il fatto che tutto, tutto cambia, tutto invecchia. Si nasce, si muore. Gli esseri viventi, gli oggetti se sono nuovi, poi diventano vecchi. Anche le pietre, anche la nostra terra, nel corso dei 4 miliardi e mezzo d'età è mutata grandemente. Quindi il tempo lo possiamo definire solo grazie al fatto che tutto cambia. ([[Margherita Hack]]) *Il tempo degli uomini è eternità ripiegata. ([[Jean Cocteau]]) *Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico: le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispirano lo restringono, e l'abitudine lo riempie. ([[Marcel Proust]]) *Il tempo è ciò che accade quando non accade nient'altro. ([[Richard Feynman]]) *''Il tempo è come una miccia, è corto e si brucia subito.'' ([[Metallica]]) *''Il tempo | È d'alto prezzo, e in altro che lamenti | Adoprarlo convien''. ([[Vincenzo Monti]]) *Il tempo è gioiello che oggi ha un prezzo inestimabile, domani non più. ([[Giuseppe Marello]]) *Il tempo è la cosa più preziosa che un [[uomo]] possa spendere. ([[Teofrasto]]) *Il tempo è la croce. ([[Simone Weil]]) *Il tempo è la perenne novità del dono che l'Eterno fa alla creatura dell'esistenza, dell'energia e della vita, l'atto della continua creazione, l'eternità che si proietta nello spazio: esso è la partecipazione allo spazio creato del dinamismo dell'amore eterno, l'inserzione dell'esteriorità del mondo nell'interiorità di Dio, l'atto sempre nuovo per il quale ciò che è avvenuto nel primo mattino degli esseri si compie ed è accolto in ogni istante del loro esistere. ([[Bruno Forte]]) *Il tempo è misurato dall'impazienza del desiderio e dal timore di un termine fatale cui ci si avvicina. ([[Gabriel Sénac de Meilhan]]) *''Il tempo è muto fra canneti immoti...'' ([[Giuseppe Ungaretti]]) *Il tempo è ricchezza negli scambi, ma considerato nella parodia dell'orologio è semplice scambio e non ricchezza. ([[Rabindranath Tagore]]) *Il tempo è rivestito di indumenti diversi a seconda del ruolo che riveste nei nostri pensieri. ([[John Archibald Wheeler]]) *Il tempo è rotondo; ritorna in sé stesso. E gli orologi, che servono a indicarlo, dovrebbero pure essere rotondi. Lo furono infatti: dalla loro invenzione a ieri. L'uso, ultimamente invalso di dare agli orologi forma quadrata, triangolare, ottagonale, è uno dei tanti piccoli indizi dello smarrimento dei nostri giorni. Di mille e non più mille. ([[Umberto Saba]]) *Il tempo è solo un sistema di calcolo: numeri con un significato convenzionale. (''[[Number 23]]'') *Il tempo è un'emozione, ed è una grandezza bidimensionale, nel senso che lo puoi vivere in due dimensioni diverse: in lunghezza e in larghezza. Se lo vivete in lunghezza, in modo monotono, sempre uguale, dopo sessant'anni, voi avete sessant'anni. Se invece lo vivi in larghezza, con alti e bassi, innamorandoti, magari facendo pure qualche sciocchezza, allora dopo sessant'anni avrai solo trent'anni. Il guaio è che gli uomini studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla... (''[[32 dicembre]]'') *Il tempo è un bene prezioso nel bosco, non sprecarlo, ma usalo sempre con attenzione! (''[[Sette punti neri]]'') *Il tempo è un dio benigno. ([[Sofocle]]) *Il tempo è un gran maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi allievi. ([[Hector Berlioz]]) *Il tempo è un pozzo nero. E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. E la musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più. ([[Ezio Bosso]]) *Il tempo è un problema per tutti, non solo per gli [[Africa|africani]] che paiono vivere in una sorte di «[[presente]] continuo». ([[Alberto Salza]]) *''Il Tempo è un vasto mar mosso dai venti | In cui fondo non è, né riva appare; | Son vasti fiumi i secoli correnti | Che vanno a lui con onde or torbe or chiare; | E gli anni, i mesi, i dì, l'ore, i momenti, | Grandi o piccioli rii, vanno a quel mare: | Ei tutto assorbe e lo confonde e mesce, | E quanto gli entra in sen mai più non n'esce.'' ([[Gabriele Rossetti]]) *Il tempo è una brutta bestia. A volte confonde la memoria, a volte si limita a schivarla per lasciarla intatta. ([[Giorgio Faletti]]) *Il tempo è una [[illusione|illusione]]. L'ora di pranzo è una doppia illusione. ([[Douglas Adams]]) *Il tempo è una tragedia, è la tragedia per definizione; il tempo, la continuità del tempo è l'insegnamento dell'eternità, l'aldilà del tempo. – L'eternità è trascendente, ma insieme è immanente nel tempo che la nega. – Forse soltanto la negazione è eterna. – Perciò siamo perpetua origine e perpetua fine d'istante eterno. – La continuità del tempo esprime il desiderio dell'eternità. – Il tempo è la tragedia, il sacrificio dell'eternità? Forse il tempo è più bello dell'eternità, è la coscienza dell'eternità. – [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] che volle esprimere, inaugurare l'aldilà del tempo, l'aldilà della tragedia, cominciò appunto esplorando l'origine della tragedia – Geburt der Tragödie. – Ma la tragedia è appunto l'origine. ([[Andrea Emo]]) *Il tempo farà vivere il tempo e la vita servirà alla vita. ([[Albert Camus]]) *''Il tempo finge | e poi commette l'ingenuità, | non cancella mai le tracce sue | vuol esser preso, arreso, inchiodato lì.'' (da ''Madre pennuta'' ([[Lucio Battisti]]) *Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? (''[[Il cielo sopra Berlino]]'') *Il tempo ha così poco rispetto per la vanità umana. (''[[La casa delle ombre lunghe]]'') *Il tempo ha la proprietà fondamentale di scorrere sempre nel medesimo verso. ([[Vittorio Giovanni Rossi]]) *Il tempo ha la velocità degli astri. ([[Giorgio Saviane]]) *Il tempo in genere è bello, quando la gente si corteggia. ([[Robert Louis Stevenson]]) *Il tempo libera l'uomo dagli affanni. ([[Terenzio]]) *Il tempo lineare è un’invenzione dell’Occidente. Il tempo non è lineare, è un meraviglioso groviglio dove, in qualsiasi momento, possiamo scegliere punti e inventare soluzioni, senza inizio e senza fine. ([[Lina Bo Bardi]]) *''Il tempo miserabile consumi | Me, la mia gioia e tutta la speranza | Venga la morte pallida e mi dica | Pàrtiti figlio''. ([[Dino Campana]]) *Il tempo mi pare qualche cosa di così inconcepibile, che sarei tentato di credere che non esista affatto, e che ciò che si chiama così non sia altro che una pena del pensiero. ([[Xavier de Maistre]]) *Il tempo non aspetta nessuno. (''[[La ragazza che saltava nel tempo]]'') *Il tempo non è poi questo gran male, dopotutto. Basta usarlo bene, e si può tirare qualsiasi cosa, come un elastico, finché da una parte o dall'altra si spacca, e eccoti lì, con tutta la tragedia e la disperazione ridotta a due nodini fra pollice e indice delle due mani. ([[William Faulkner]]) *Il tempo non è una corda che si può misurare a nodi, il tempo è una superficie obliqua e oscillante che solo la memoria riesce a far muovere e avvicinare. ([[José Saramago]]) *Il tempo non esiste. Siamo tutti al mondo allo stesso momento, nel passato nel presente e nel futuro. ([[Concita De Gregorio]]) *Il tempo non passa, il tempo arriva. Quello che conta è quello che vuoi fare domani, non quello che fai. ([[Carlo Pernat]]) *''Il tempo passa dritto, non prova nostalgia | e lascia dentro gli occhi l'amarezza e l'allegria.'' ([[Negrita]]) *Il tempo passa senza chiedere scusa. ([[Jirō Taniguchi]]) *Il tempo, questo scultore, cui talvolta riescono così bene le teste di vecchio. ([[Natalie Barney]]) *Il tempo scappa di mano, ancor più della [[ricchezza]]. Non c'è banca che possa tenere al sicuro questa cosa così preziosa, che spendiamo così prodigalmente in banalità. ([[Wilbur Smith]]) *Il tempo scorre in un verso solo, e ciò che si vede ripercorrendolo all'indietro è fuorviante. Il tempo non è palindromo: partendo dalla fine e risalendolo all'indietro tutto sembra assumere significati diversi, inquietanti, sempre, e non bisogna farsi impressionare da queste cose. ([[Sandro Veronesi]]) *Il Tempo tira il carro, come un cavallo con sette redini, con mille occhi, ricco di seme, immune alla vecchiaia. Lo cavalcano i poeti che capiscono i canti ispirati. Egli ha per ruote tutte le esistenze. (''[[Atharvaveda Saṃhitā]]'') *Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila. ([[Giordano Bruno]]) *Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l'uomo non può essere felice, perché la [[felicità]] è [[desiderio]] di ripetizione. ([[Milan Kundera]]) *Io so, non per teoria ma per esperienza, che si può vivere infinitamente meglio con pochissimi soldi e un sacco di tempo libero, che non con più soldi e meno tempo. Il tempo non è moneta, ma è quasi tutto il resto. ([[Ezra Pound]]) *L'unica nobiltà dell'uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell'amore. Al di fuori di questo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che "vanità e soffiar di vento", risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non appartiene all'eternità ritrovata appartiene al tempo perduto. ([[Gustave Thibon]]) *L'uomo è sempre stato affascinato dal mistero del tempo, e atterrito dal mistero del suo veloce divenire ha desiderato vincerne il corso o almeno rallentarne la marcia, fermarne alcune immagini strappandole al passato. Ognuno aveva solo la sua [[memoria]] che con il passare degli anni, incapace di documentare, si sforzava di illudere arricchendo il passato di quegli sperati splendori che non ebbe. Finalmente ad aiutare i ricordi venne una macchina, l'[[Fotografia|apparecchio fotografico]]. ([[Paolo Monti]]) *L'uomo volgare non si preoccupa che di ''passare il tempo'', l'uomo di talento che d<nowiki>'</nowiki>''impiegarlo''. ([[Arthur Schopenhauer]]) *La maggior parte delle persone crede che il tempo trascorra; in realtà esso sta sempre là dov'è. Questa idea del trascorrere può essere chiamata tempo, ma è un'idea inesatta; infatti, dato che lo si può vedere solo come un trascorrere, non si può comprendere che esso sta proprio dov'è. ([[Eihei Dōgen]]) *La [[morale]] migliore in questo mondo dove i più [[pazzia|pazzi]] sono i più savi di tutti, è ancora di dimenticare l'ora. ([[Paul Verlaine]]) *La parola Tempo non è venuta dal cielo, ma dalla bocca di un uomo. ([[John Archibald Wheeler]]) *La più perfetta e terrorizzante [[opera d'arte]] dell'umanità è la sua ripartizione del tempo. ([[Elias Canetti]]) *«La voce del tempo» disse il fantasma «grida all'uomo: va' avanti! Il tempo esiste perché egli possa avanzare e migliorare, perché il suo valore sia più grande, più grande la sua felicità, migliore la sua vita, perché progredisca innanzi, verso quella meta che è nota a lui e che egli può vedere e che è stata fissata nel periodo nel quale il tempo e lui cominciarono a esistere. Epoche di oscurità, di malvagità e di violenza, sono venute e scomparse: milioni di persone hanno sofferto, hanno vissuto e sono morte per additare a lui la via che gli sta dinanzi. Chi cerca di farlo volgere indietro o di arrestarlo nel suo corso, ferma una macchina potente che stenderà morto l'intruso e che l'arresto momentaneo renderà più feroce e più violenta.» ([[Charles Dickens]]) *Lascia che altri si lagni che i tempi sono cattivi: io mi lagno ch'essi sono miserabili, perché senza passione. ([[Søren Kierkegaard]]) *Libera le ore e vedrai che il tempo si trasformerà, è molto interessante. Muterà a tal punto che non lo riconoscerai nemmeno. Smetterà di essere frammentato, diviso in sezioni composte da ore, minuti e secondi. Il tempo è come il mercurio: se lo spargi, si riunisce di nuovo, ritrova la sua integrità e la sua indeterminatezza. L'uomo è riuscito a domarlo, a rinchiuderlo in orologi da taschino e cronometri e, per coloro che tengono il tempo alla catena, questo scorre senza intoppi. Ma se lo liberi, vedrai: scorre in maniera diversa a seconda delle persone. ([[Dmitrij Gluchovskij]]) *Lo so, sono fissata col tempo. È che il tempo non lo puoi spostare. È veramente l'unica grandezza che è uguale per tutti. Puoi accumulare ricchezze, puoi costruirti una casa enorme, ma non puoi accumulare tempo. Scorre giorno per giorno, quello hai e devi farci entrare tutto ciò che vuoi e che devi fare. E l'inizio di solito è rinunciare a qualcosa. Capire subito che quella cosa che vorresti tanto fare non ci entrerà mai nella tua giornata, è troppo grossa o ha una forma troppo strana, e il resto non ci starebbe mai. ([[Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone]]) *Lo [[spazio]] è la [[prigione|prigionia]] del corpo, il tempo è quella dello [[spirito]]. ([[Carlo Maria Franzero]]) *''Lo [[Spazio (fisica)|spazio]] è uno sciame dentro gli occhi; e il tempo | un canto nelle orecchie.'' ([[Vladimir Nabokov]]) *Maggior scrupolo nell'uso del mio tempo: fare subito, tutto, presto e bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle principali; sempre alacre, occupato, sereno. ([[Papa Giovanni XXIII]]) *Marciando ho sempre permesso che gli uomini cantassero, e ciò fa bene sia a loro sia a me. Tutto quel che ha a che vedere col [[ritmo]] è un'arma contro il tempo, ed è contro di esso, in fondo, che lottiamo. L'uomo combatte sempre contro la potenza del tempo. ([[Ernst Jünger]]) * Mi piaceva accarezzarti davanti a tutti, per far vedere che fra me e te c'era una cosa da cui tutti erano esclusi. Mi piaceva quando stavi male e io ti potevo consolare, allora parlare era diverso da quello che è in genere parlare, io smettevo di essere soltanto io e tu smettevi di essere soltanto tu e anche il tempo smetteva di essere quella cosa che deve passare in fretta perché arrivino le vacanze o la domenica o l'essere grandi. Il tempo diventava con te una cosa da fermare in tanti attimi perfetti. In tanti momenti da ricordare e raccontare e tenere fra me e te come una specie di garanzia. (''[[Porci con le ali]]'') *– Mio marito sostiene che il tempo sia il miglior medico.<br/>– No, suo marito non dice la verità. In realtà il tempo serve solo a farti invecchiare. (''[[Rocco Schiavone (serie televisiva)|Rocco Schiavone]]'') *Nell'Apocalisse l'angelo giura che il tempo non esisterà più. È molto giusto, preciso, esatto. Quando tutto l'uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più, perché non ce ne sarà più bisogno. È un'idea giustissima. Dove lo nasconderanno? Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un'idea. Si spegnerà nella mente. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Nella Roma Imperiale, per esempio, l'aspettativa media di vita era ben al di sotto dei 30 anni, niente in confronto ai quasi 80 di oggi. Non si può dire che vivessero più di noi, ma se consideriamo il tempo pienamente goduto, le cose cambiano. Difficile dire che in realtà “vivessero” meno di noi. La differenza la elimina il tempo che ci viene sottratto. La sparizione di un bene immateriale ma così fondamentale genera in noi frustrazione, senso di impotenza e spesso rabbia: un disagio che avvelena anche tutto il resto. Spesso ce ne rendiamo conto solo inconsciamente, perché i modi in cui il tempo si dissolve sono svariati, insinuati nelle pieghe della quotidianità. ([[Daniele Brolli e Francesco Coniglio]]) *Nessuna cosa sparisce più presto all'uomo che il tempo. ([[Salvator Rosa]]) *Nessuno ha ancora trovato una definizione soddisfacente di tempo, ma non c'è dubbio che una delle sue funzioni primarie sia quella di registrare il cambiamento. Come ci accorgiamo che è passato del tempo? Perché qualcosa che era in un certo modo prima ora è cambiata. La lancetta delle ore di un orologio punta a un diverso numero, il Sole è a un'altra altezza nel cielo, le pagine di ''Guerra e pace'' sono meno ordinate di prima, il diossido di carbonio fuoriuscito dalla lattina di bibita gasata si è diffuso nell'aria e cosi via: tutti segni di cambiamento, a cui il tempo fornisce il potenziale per accadere. Per citare un famoso detto di [[John Archibald Wheeler|John Wheeler]], il tempo è il modo in cui la natura impedisce che tutto accada nello stesso istante. ([[Brian Greene]]) *Non abbiamo altro tempo a disposizione che quello di oggi. ([[Charles Spurgeon]]) *Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vuoi. ([[Bill Watterson]]) *Non discuterò dell'argomento: il Tempo passa troppo in fretta: ogni lettera che traccio mi dice con quanta rapidità la Vita segua la mia penna; i suoi giorni e le sue ore, più preziosi, mia cara Jenny! dei rubini che porti al collo, fuggono sulle nostre teste come nubi leggere in un giorno di vento, per non tornare mai più – tutto incalza – mentre ti arrotoli intorno al dito quel boccolo, – guarda! diventa grigio; e ogni volta che ti bacio la mano per dirti adieu e ogni assenza che segue, sono preludio a quella separazione eterna alla quale dovremo presto sottostare. –<br/>– Il cielo abbia misericordia di entrambi!» ([[Laurence Sterne]]) *Non esiste un solo attimo su questo globo rotante che non sia, per milioni di individui, non misurabile con i comuni sistemi di computo del tempo: un frammento di eternità per sempre privo di rapporto con il calendario e con l'orologio. ([[Joan Lindsay]]) *Non vi prendete pena dei danni del tempo: grato l'amore ad un cuor costante ve li spargerà di fiori. Le grazie della parola, qualche bellezza presa accortamente in imprestito, una riputazione assicurata, una buona dose di spirito daranno un lustro uniforme a tutte le età della vostra vita. ([[Aurelio de' Giorgi Bertola]]) *O tempo!... divinità terribile! non è già la tua falce crudele che mi spaventi, sono i tuoi orridi figli che io temo, l'indifferenza e l'oblio, i quali fanno una lunga morte di tre quarti della nostra vita. ([[Xavier de Maistre]]) *O Tempo divoratore, e tu, invidiosa [[Vecchiaia]], voi tutto distruggete e a poco a poco consumate ogni cosa facendola morire, rosa dai denti dell'età, di morte lenta. ([[Publio Ovidio Nasone]]) *Oggi nella società dei consumi solo una cosa si vuol risparmiare: il tempo. ([[Chiara Lubich]]) *Ogni ora di tempo perduto è una probabilità di danno per l'avvenire. ([[Napoleone Bonaparte]]) *Ogni paesaggio, ogni volto, ogni città è spazio in cui si è trasfuso e condensato il tempo. Ciò vale per la storia, ma anche per l’individuo; noi siamo «tempo rappreso», scrive Marisa Madieri in ''Verde acqua''. ([[Claudio Magris]]) *Organizzandosi, il tempo lo si trova sempre. ([[Giulio Andreotti]]) *''Parola d'una fede che mai non inganna, | ora o in futuro è lo stesso per me, accetto il Tempo in senso assoluto. || Quello solo è senza pecche, quello solo colma e completa tutto, | solo quella mistica meraviglia elusiva completa tutto.'' ([[Walt Whitman]]) *Per quanto il passato possa sembrare superiore al presente, mai è dato agli individui o alle nazioni di rovesciare il processo del tempo. ([[William Boyd]]) *''Prima di me non c'era tempo alcuno, dopo di me non ne verrà nessuno, | con me il tempo nasce, con me pure perisce.'' ([[Daniel Czepko]]) *Qual è la natura del tempo? Giungerà mai a una fine? Possiamo tornare indietro nel tempo? Un giorno forse queste risposte ci sembreranno ovvie come la Terra che orbita intorno al sole o magari ridicole come una torre di tartarughe. Solo il tempo, qualunque cosa sia, ce lo dirà. (''[[La teoria del tutto]]'') *Qualcuno una volta mi ha detto che il tempo è un predatore che ci aspetta al varco per tutta la vita, ma io credo che il tempo sia un amico che ci accompagna e ci ricorda di godere di ogni istante, perché quell'istante non tornerà mai più. Quello che ci lasciamo alle spalle è meno importante di come abbiamo vissuto. [...] (''[[Generazioni (film)|Generazioni]]'') *Quando il tempo è [[denaro]], sembra morale risparmiare tempo, specialmente il proprio. ([[Theodor Adorno]]) *Quando sei in partiti difficili, o in cose che ti sono moleste, allunga e aspetta tempo quanto puoi, perché quello spesso ti illumina o ti libera. ([[Francesco Guicciardini]]) *Quanto tempo guadagna chi non s'incarica di star a vedere che cosa il suo vicino abbia detto o fatto o pensato, ma si cura solamente delle sue proprie azioni, per renderle giuste e sante e indirizzate al bene! ([[Marco Aurelio]]) *"Qui c'è anzitutto molta Asia nell'atmosfera... non per nulla si devono brulicare i tipi della Mongolia moscovita! Questa gente" e Settembrini accennò col mento dietro a sé, "non si regoli spiritualmente su di loro, non si lasci contagiare dai loro concetti, ponga invece la sua natura, la sua superiore natura contro la loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio dell'[[Occidente]], del divino Occidente, figlio della civiltà, è sacro per natura e tradizione, per esempio il tempo! Codesta liberalità, codesta barbara larghezza del consumo del tempo è stile asiatico... e forse per questo I figli dell'Oriente si trovano così bene quassù. Non ha mai notato che quando russo dice: "quattro ore" non dice più di quando uno di noi dice "una"? Non è difficile immaginare che la noncuranza di costoro in riferimento al tempo dipenda dalla selvaggia vastità del loro paese. Dove c'è molto spazio c'è molto tempo... infatti si dice che sono il popolo che ha tempo può aspettare. Noi no, noi europei non possiamo. Abbiamo poco tempo, come il nostro nobile continente, articolato con tanto garbo, ha poco spazio, noi dobbiamo ricorrere alla precisa amministrazione dell'uno e dell'altro, allo sfruttamento, caro ingegnere! Prenda per simbolo le nostre grandi città, centri e fuochi della civiltà, crogioli del pensiero! Come il terreno vi rincara, È lo spreco di spazio diventa impossibile, nella stessa misura, noti, anche il tempo diviene sempre più prezioso. Carpe diem! Lo disse uno che viveva in una metropoli. Il tempo è un dono di Dio, dato all'uomo affinché usi… ne usi, ingegnere, al servizio dell'umano progresso!" ([[Thomas Mann]]) *Senza [[emozione|emozioni]] il tempo è solo un orologio che fa tic-tac... (''[[Equilibrium]]'') *Solo gli [[operaio|operai]] sanno quanto vale il tempo; se lo fanno sempre pagare. ([[Voltaire]]) *Spesso parliamo del ''buon tempo andato'', ma quando vi riflettiamo criticamente e lasciamo perdere i nostri ricordi pieni di romanticismo, scopriremo presto che proprio a quell'epoca eravamo in grandi ansie circa il nostro futuro. ([[Henri Nouwen]]) *Tempi di crisi sono tutti quei tempi di cui abbiamo coscienza in quanto tempo. ([[Friedrich Georg Jünger]]) *Tutti ce l'abbiamo... un tempo limitato... Il tempo limitato è quello della nostra vita... sta a noi usarlo al meglio o sprecarlo... Il tempo non si vede... perché le cose che non si vedono sono più le più importanti!? (''[[Sakura Mail]]'') *Un anno è finito. Si è tagliata via una fetta al tempo, e il tempo resta intero. ([[Jules Renard]]) *''Uno stillicidio di minuti | eguali scialbi muti | raccolti da una fredda estatica urna | nell'aula taciturna''. ([[Renato Mucci]]) *''Va troppo adagio il tempo, | allor che giovinezza è dentro i pori, | e non si vede l'ora d'esser grandi.'' ([[Michele Marzulli]]) *''Vecchio ed alato dio, nato col sole | ad un parto medesmo e con le stelle, | che distruggi le cose e rinnovelle | mentre per torte vie vole e rivole, | il mio cor, che languendo egro si duole | e de le cure sue spinose e felle | dopo mille argomenti una non svelle, | non ha, se non sei tu, chi più 'l console. | Tu ne sterpa i pensieri e di giocondo | oblio spargi le piaghe, e tu disgombrala frode onde son pieni i regi chiostri; | e tu la verità traggi dal fondo | dov'è sommersa e, senza velo od ombra, | ignuda e bella a gli occhi altrui si mostri.'' ([[Torquato Tasso]]) *Vi è un tempo dell'amore come v'è un tempo in cui si vive nella culla felice. Ma la vita stessa ce ne sospinge fuori. ([[Friedrich Hölderlin]]) ===[[Caparezza]]=== *''[[Crono|Chronos]] è il dio della caccia, | tu credi, Diana? | La frеccia che ho nella pancia | è una [[meridiana]].'' *''Dimmi, Zeit, cosa ti è successo? Non mi tieni il passo, | ritorni indietro come Sisifo, non tieni il masso, | correvi a perdifiato, adesso perdi fiato, che disastro, | sembri Pilato, non sei più pilastro.'' *''Io felice sulla riva, per cornice l'aria estiva, | tra i castelli sulla sabbia chiuso nella gabbia della tua clessidra.'' *''Io non pensavo tu invecchiassi come tutto il resto, | tu che accartocciavi quegli anziani come un brutto testo, | seguo le tue tracce sul mio corpo, tutto il tempo | quando un giorno perderemo Chronos, sarà a lutto il tempio.'' ===[[Emily Dickinson]]=== *Il tempo è corto e pieno, come un Vestito fuori misura. *''Prima del Suo arrivo misuriamo il Tempo, | è Pesante e Leggero | quando parte un Vuoto | è il Carico prevalente.'' *''Un'incerta durata – dà maggior lustro | al Tempo.'' ===[[Francesco Guccini]]=== *''L'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, è già lontana, la guardi, è già lontana...'' *''Ma il tempo, il tempo, chi me lo rende? Chi mi dà indietro quelle stagioni | di vetro e sabbia, chi mi riprende la rabbia, il gesto, donne e canzoni, | gli amici persi, i libri mangiati, la gioia piana degli appetiti, | l'arsura sana degli assetati, la fede cieca in poveri miti?'' *''Ma il tempo più ottuso di noi incalza per tutti, sia per i giganti che i nani.'' *''Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo, | sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.'' ===[[Stanisław Jerzy Lec]]=== *Anche il tempo di [[Albert Einstein|Einstein]] dipendeva dall'orologio della torre cittadina. *Il tempo è immobile. Siamo noi che ci spostiamo spesso in esso nella direzione sbagliata. *Il tempo fugge sempre. A volte si sente colpevole, a volte solo minacciato. *Il tempo – la principale materia prima. *Il tempo lavora. E tu? *Il tempo rimarrà cannibale. ===[[Giacomo Leopardi]]=== *''E tu certo comprendi | il perché delle cose, e vedi il frutto | del mattin, della sera, | del tacito, infinito andar del tempo''. *''Ecco è fuggito | il dì festivo, ed al festivo il giorno | volgar succede, e se ne porta il tempo | ogni umano accidente.'' *Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d'averne che basti, quanto più se ne gitta, tanto par che n'avanzi. ===[[Roberto Peregalli]]=== *All'inizio della Genesi (3,4) il serpente convince Eva a mangiare con Adamo il frutto dell'albero della [[conoscenza]]. Così "i loro occhi si apriranno" e vedranno per la prima volta la loro nudità. Comincia in questo modo la storia della conoscenza e del [[desiderio]]. Vedere, desiderare e infine morire. Il tempo, il suo scorrere nelle nostre vene, diventa dominante. Lo splendore dell'attimo, la sua rivelazione abbagliante, ne sancisce la caducità. Il tempo corrode la vita e la esalta. Insieme alla conoscenza e al desiderio nasce anche l'amore per la fragilità dell'esistenza. Le cose si rovinano. *Il tempo è la nostra carne. Siamo fatti di tempo. Siamo il tempo. È una curva inesorabile che condiziona ogni gesto della nostra vita, compresa la morte. *La superficie di qualunque "cosa", sia essa un oggetto o un luogo, è intaccata dal tempo, riposa nel tempo. Viene corrosa, sporcata, impolverata in ogni istante. Sono la sua caducità e la sua fragilità che la fanno vivere nel trascorrere delle ore, dei giorni, degli anni. ==[[Proverbi italiani]]== *Bisogna servire al tempo e farsi servire dal tempo. *C'è più tempo che vita. *Chi fa tutto a tempo debito, di un giorno ne fa tre. *Chi ha tempo ha vita. *Chi ha tempo non aspetti tempo. *Chi ha un'ora di tempo non muore impiccato. *Chi risparmia i minuti, guadagna le ore. *Chi va forte, va alla morte. *Chi va piano, va sano e va lontano. *Ci sono molti orologi, ma poco tempo. *Col tempo e con la paglia, si maturano le sorbe e la canaglia. *Col tempo una foglia di gelso diventa seta. *Faccia chi può prima che il tempo mute | Ché tutte le lasciate son perdute. *I tempi buoni fanno gli uomini cattivi. *Il momento sfuggito più non torna. *Il tempo cammina con scarpe di lana. *Il tempo consuma ogni cosa. *Il tempo dà e toglie tutto. *Il tempo è galantuomo. *Il tempo è il ladro della gioventù e dell'amore. *Il tempo è la cosa più preziosa di questo mondo. *Il tempo è moneta. *Il tempo è un gran maestro. *Il tempo è un gran medico. *Il tempo fa le pietre e poi le divora. *Il tempo ferisce e sana. :Il tempo guarisce ogni ferita. *Il tempo fugge e non s'arresta un'ora. *Il tempo matura i frutti acerbi e guasta i maturi. *Il tempo matura il grano, ma non ara il campo. *Il tempo non ha un momento di tempo. *Il tempo passa e porta via ogni cosa. *Il tempo perduto non ritorna più. *Il tempo speso bene è un gran guadagno. *Il tempo ti saluta, ma non aspetta che tu lo ringrazi. *Il tempo tutto mangia e tutto reca. *Il tempo viene per tutti. *Il tempo vince tutto. *L'[[amore]] fa passare il tempo ed il tempo l'amore. *Minore il tempo, maggiore la fretta. *Misura il tempo e farai buon guadagno. *Molte cose il tempo cura che la ragion non sana. *Nel giardino del tempo cresce il fiore della consolazione. *Nel tempo buono bisogna temere il cattivo. *Non c'è cosa che si vendichi più del tempo. *Non sa il tempo se non chi lo fece. *Non vi son frutti così duri che il tempo non maturi. *Nulla è più prezioso del tempo, e nulla c'è che più si sprechi. *Ogni dì ne passa uno. *Ogni tempo porta con sé qualche novità. *Tempo perduto, ridotto a memoria, dà più noia che gloria. ===[[Proverbi toscani|Toscani]]=== *Dài tempo al tempo. *Il tempo sana ogni cosa. *Il tempo scuopre la verità. *Tempo e fantasia si varia spesso. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Età]] *[[Invecchiamento]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante il|wikt|preposizione=sul}} [[Categoria:Grandezze fisiche]] [[Categoria:Tempo| ]] 9qn5w3v0y0yfarx1u34kxee7xje006w Torquato Tasso 0 1761 1351381 1350577 2024-11-11T17:53:29Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Aggiunta 1351381 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Torquato Tasso.jpg|thumb|Torquato Tasso]] '''Torquato Tasso''' (1544 – 1595), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Torquato Tasso== *{{NDR|[[Giovanni Della Casa]]}} Avendo trovato tutti i vòlti all'imitazione del [[Francesco Petrarca|Petrarca]], solo egli fu il primo ad uscir da questa via, trovando una maniera peregrina, piena non meno di novità che di maestà, "facendo le pose nel mezzo de' versi", e tenendo il lettore sospeso con piacere e con maraviglia.<ref>Citato in [[Giuseppe Prezzolini]], in prefazione a [[Giovanni Della Casa]], ''Galateo'', Edizioni Studio Tesi.</ref> *Come scrive [[Plotino]] nel libro ''De triplici animae reditu'', tre sono le strade di ritornare al Cielo: l'una per via della bellezza, o dell'amore: la seconda della musica: la terza della Filosofia.<ref>Da ''Rime'', nota al sonetto 282.</ref> *E avendo la natura prodotto [[maschio e femmina|l'uomo e la donna]] di molto differente temperatura e complessione, si può credere che non siano atti ne' medesimi uffici: ma l'uomo, come più robusto, ad alcuni è disposto, e la donna, come più delicata, ad alcuni altri, onde nel principio della ''Politica'', contra Platone conchiude Aristotele che la virtù dell'uomo e della femina non siano la medesima; perciò che la virtù dell'uomo sarà la fortezza e la liberalità, e la virtù della donna la pudicizia. E come piacque a Gorgia, così il silenzio è virtù della donna, come l'eloquenza dell'uomo.<ref>Da ''Discorso della virtù feminile e donnesca'', 1997, pp. 55-56.</ref> *''È la [[bellezza]] un raggio | di chiarissima [[luce]] | che non si può ridir quanto riluce | né pur quel ch'ella sia. | Chi dipinger desìa | il bel con sue [[Parola|parole]] e i suoi colori, | se può dipinga il [[Sole|sol]].''<ref>Da ''È la [[bellezza]] un raggio'', nelle ''Rime''.</ref> *''Era fermo Imeneo tra l'erto monte | e 'l mare, in cui sovente austro risuona, | la 've cinge e 'ncorona [[Napoli]] bella l'onorata fronte : Napoli che di gloria e d'or corona | impose a tanti duci, | quante serene luci | ha notte ombrosa, allorché 'l vel dispiega; | e con amor, che avvolge i cori, e lega | l'anime pellegrine, | facean ghirlanda al crine, | ed allori tesseano e sacre palme, | e tessean preziosi i nodi all'alme''.<ref>Da ''Canzone'', ''Nelle nozze del conte di Paleno''; citato in ''Efemeridi letterarie di Roma'', 1822.</ref> *''Già discende Imeneo là dove alberga | la virtù col valore | e la gloria e l'onore, | e a gloriosi Eroi tesson corona. | E nulla par che più s'innalzi ed erga | de la gran stirpe loro, | mentre con l'ale d'oro | vola dal monte al mar ch'alto risuona''.<ref>Da ''Madrigale'', ''Nelle nozze del conte di Paleno''; citato in ''Efemeridi letterarie di Roma'', 1822.</ref> *La [[Tema (letteratura)|materia nuda]] (materia nuda è detta quella che non ha ancor ricevuta qualità alcuna dall'artificio dell'oratore e del poeta) cade sotto la considerazion del poeta in quella guisa che 'l ferro o 'l legno vien sotto la considerazion del fabro; peroché, sì come colui che {{sic|fabrica}} le navi non solo è {{sic|obligato}} a sapere qual debba esser la forma delle navi, ma deve anco conoscere qual maniera di legno è più atta a ricever in sé questa forma, così parimente conviene al poeta non solo aver arte nel formare la materia, ma {{sic|giudicio}} ancora nel conoscerla; e sceglierla {{sic|dee}} tale che sia per sua natura d'ogni perfezione capace.<ref>Da ''Discorsi dell'arte poetica'', I, in ''Discorsi dell'arte poetica e del poema eroico'', a cura di Luigi Poma, Laterza, Bari, 1964, p. [https://archive.org/details/228TassoDiscorsiSi245/page/n7 3].</ref> *[...] le [[scienze]] deono adoperarsi in grazia di se medesime, né altra grazia o altro giovamento o altro piacere o altra gloria è necessario che si ricerchi.<ref>Da ''[http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit001535 Il Porzio overo de le Virtù]'', in ''Dialoghi'', a cura di [[Ezio Raimondi]], Sansoni, Firenze, 1958.</ref> *Non ci è chi meriti nome di creatore, che Dio e il poeta.<ref>Citato in una lettera di monsignor de Nores a Gian Vincenzo Pinelli, 15 marzo 1595; citato ne ''Le lettere di Torquato Tasso'', a cura di [[Cesare Guasti]], Le Monnier, 1854.</ref><ref>Cfr. anche [[Percy Bysshe Shelley]], ''[[:en:s:A Defence of Poetry|A Defence of Poetry]]'', 1840: «Non merita nome di creatore, se non Iddio ed il Poeta».</ref> *''Penso e ripenso e nel pensar impazzo; | levati di costì, testa di...''.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/776#c2090|744]].</ref> *Quella della [[musica]] è una delle tre vie per le quali l'[[anima]] ritorna al Cielo.<ref>Da ''Esposizioni dell'autore d'alcune sue rime'', in ''Opere'', nota al sonetto CXXXVIII.</ref> *''Quivi Napoli bella i regi alberga, | città vittoriosa e trionfale: | veggio altri tempi ancor, e in altri monti | quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.''<ref>Da ''Il monte Oliveto'', 76; in ''Tutte le Opere'', 1997.</ref> *Solo gli [[Schiavitù|schiavi]] delle galere si conoscono, tuttavia noi facciamo certamente finta di "non conoscere" gli altri perché essi siano a loro volta costretti a non conoscerci.<ref name=>Citato in [[Friedrich Nietzsche]], ''Richard Wagner a Bayreuth'' (''Richard Wagner in Bayreuth''), traduzione di Giovanna Vignato, Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1992. ISBN 88-7692-094-3</ref> ==''Aminta''== ===[[Incipit]]=== <poem>''Amore in abito pastorale'' '''Amore''' Chi crederia che sotto umane forme e sotto queste pastorali spoglie fosse nascosto un Dio? non mica un Dio selvaggio, o de la plebe de gli Dei, ma tra' grandi e celesti il più potente, che fa spesso cader di mano a Marte la sanguinosa spada, ed a Nettuno scotitor de la terra il gran tridente, ed i folgori eterni al sommo Giove.</poem> ===Citazioni=== *''Forse, se tu gustassi anco una volta | la millesima parte de le gioie, | che gusta un cor amato riamando, | diresti, ripentita, sospirando: | perduto è tutto il tempo, | che in amar non si spende.'' ([[Dafne (mitologia)|Dafne]]: {{Source|Aminta/Atto primo/Scena prima|Forse, se tu gustassi|I, I}}) *''Ma [[Regole dalle poesie|legge]] aurea, e felice, | che natura scolpì, S'ei piace, ei lice.'' (coro: {{Source|Aminta/Atto primo/Choro|ei lice|I, II}}) *''Amiam, ché non hà tregua | Con gli anni humana vita, e si dilegua: | Amiam, che ’l Sol si muore, e poi rinasce. | A noi sua breve luce | S’asconde, e ’l sonno eterna notte adduce''. (coro: {{Source|Aminta/Atto primo/Choro|adduce|I, II}}) *''Veramente il secol d'oro è questo, | poiché sol vince l'oro e regna l'oro.'' (II, I) *''Femina, cosa mobil per natura''. (I, 2) *''A poco a poco nacque ne 'l mio petto, | non so da qual radice, | com'erba suol che per se stessa germini, | un incognito affetto''. (I, 2, 87) *''Il ben passato e la presente noia!'' (II, 2, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli) *''Il mondo [[invecchiamento|invecchia]], | e invecchiando intristisce''. (II, 2, 71-72) *''Ma nulla fa chi troppe cose pensa.'' ===Citazioni sull'opera=== *L<nowiki>'</nowiki>''Aminta'' del Tasso, ch'io v'offro, fu soggetto ai travedimenti de' letterati e de' grandi. Oggi s'ignorano e censure e censori; e l'''Aminta'' vive immortale. ([[Andrea Rubbi]]) ==''Gerusalemme liberata''== ===[[Incipit]]=== ''Canto l'arme pietose e 'l capitano<br>che 'l gran sepolcro liberò di Cristo.<br>Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,<br>molto soffrì nel glorioso acquisto;<br>e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano<br>s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.<br>Il ciel gli diè favore, e sotto ai santi<br>segni ridusse i suoi compagni erranti'' ===Citazioni=== *''Il vero condito in molli versi | i più schivi allettando ha persuaso''. (I, 3) *''Seguian poi di Rollon l'altera insegna | altri guerrier, non men famosi e pronti | de la [[Sicilia]], a servitute indegna | ritolta già, che tre superbe fronti, | dove la stirpe sua trionfa e regna, | erge su 'l mar de' tre famosi monti: | co' due la Grecia e l'Africa bugiarda | e co 'l terzo l'Italia ella riguarda. | E da tre valli ancora, in cui distinse | il novo abitator la fertil terra, | venian guerrier' ch'alto desio sospinse | d'eterna gloria a perigliosa guerra''. (I, 66) *[...] ''| e [[Trapani]], ove fu di vita spento | l'antichissimo [[Anchise]], i suoi non cela, |'' [...]. (I, 69) *''A re malvagio, consiglier peggiore''. (II, 2) *''Già l'aura messaggera erasi desta | ad annunziar che se ne vien l'aurora: | ella intanto s'adorna, e l'aurea testa | di rose colte in paradiso infiora''. (II, 11) *''Purché 'l reo non si salvi, il giusto pera | e l'innocente''. (II, 12) *''A [[re]] malvagio, consiglier peggiore.'' (II, 16) *''Magnanima [[Verità e bugia|menzogna]], or quand'è il [[Verità e bugia|vero]] | sì bello che si possa a te preporre?'' (II, 22) *''Un non so che d'inusitato e molle | par che nel duro petto al re trapasse; | ei presentillo e si sdegnò, né volle | piegarsi, e gli occhi torse, e si ritrasse.'' (II, 37) *''Nulla a tanto intercessor si neghi''. (II, 52) *''Di sua bocca uscieno | più che mel dolci d'eloquenza i fiumi''. (II, 61) *''Ben gioco è di [[fortuna]] audace e stolto | por contra il poco e incerto il certo e 'l molto.'' (II, 67) *''Ché fortuna qua già varia a vicenda | mandandoci venture or triste or buone, | ed a i voli troppo alti e repentini | sogliono i precipizi esser vicini.'' (II, 70) *''Liberi sensi in libere parole''. (II, 81) *''Noi morirem, ma non morremo inulti''. (II, 86) *''Chi la [[pace e guerra|pace]] non vuol, la [[pace e guerra|guerra]] s'abbia''. (II, 88) *''Io vêr Gerusalem, tu verso Egitto''. (II, 94) *''Sommessi accenti, e tacite parole, | Rotti singulti, e flebili sospiri''. (III, 6) *''Non lunge, quai veggiam fantasmi o larve, | Poi che nascoso è lo splendor diurno, | Tale un corrier ne l'ombre oscuro apparve | Per non diritte vie cheto e notturno: | Là ove il maggior lume occulto sparve, | Spiegan tremuli rai Giove e Saturno''. (III, 26) *{{NDR|Sul [[diavolo]]}} ''Il gran nemico dell'umane genti''. (IV, 1) *''Diversi aspetti in un confusi e misti''. (IV, 3) *''Il rauco suon della tartarea [[tromba]]''. (IV, 3) *''Pera il campo e ruini, e resti in tutto | Ogni vestigio suo con lui distrutto''. (IV, 17) *''[...] (ahi, cieca umana [[mente]], | come i [[Giudizio|giudizi]] tuoi son vani e torti!)'' (IV, 21) *''Fa manto del vero alla menzogna''. (IV, 25) *''Renditi vinto; e per tua gloria basti | Che dir potrai che contro me pugnasti''. (IV, 32) *''Ahi crudo [[Amore|Amor]], ch'ugualmente n'ancide | l'assenzio e 'l mèl che tu fra noi dispensi, | e d'ogni tempo egualmente mortali | vengon da te le medicine e i mali!'' (IV, 92) *''Ché nel mondo mutabile e leggiero | costanza è spesso il variar [[pensiero]].'' (V, 3) *''Così conclude, e con sì adorno inganno | cerca di ricoprir la mente accesa | sotto altro zelo; e gli altri anco d'[[onore]] | fingon desio quel ch'è desio d'amore.'' (V, 7) *''Instinto è dell'umane menti | Che ciò che più si vieta, uom più desia''. (V, 76) *''Spesso avvien che ne' maggior perigli | Sono i più audaci gli ottimi consigli''. (VI, 6) *''Mostra a dito ed onorata andresti | Fra le madri latine e fra le spose | Là nella bella Italia'' (VI, 77) *''Era la notte, e 'l suo stellato velo | chiaro spiegava e senza nube alcuna; | e già spargea rai luminosi e gelo | di vive perle la sorgente luna. | L'innamorata donna iva co'l cielo | le sue fiamme sfogando ad una ad una; | e secretari del suo amore antico | fea i muti campi e quel silenzio amico.'' (VI, 103) *''[...] [[Alberi|ombrose piante]] | D'antica selva [...]''. (VII, 1) *''Questa greggia e l'orticel dispensa | Cibi non compri alla mia parca mensa''. (VII, 10) *''Difesa miglior, ch'usbergo e scudo, | È la santa innocenza al petto ignudo''. (VIII, 41) *''Tosto s'opprime chi di [[sonno]] è carco, | ché dal sonno a la [[morte]] è un picciol varco.'' (IX, 18) *''Però che quello, o figli, è vile onore | cui non adorni alcun passato orrore.'' (IX, 28) *''Ma non perciò nel disdegnoso petto | d'Argante vien l'ardire o 'l furor manco, | benché suo [[Fuoco|foco]] in lui non spiri Aletto, | né flagello infernal gli sferzi il fianco. | Rota il ferro crudel ove è più stretto | e più calcato insieme il [[Popolo|popol]] franco; | miete i vili e i potenti, e i più sublimi | e i più superbi capi adegua a gli imi.'' (IX, 67) *''Risorgerò nemico ognor più crudo, | Cenere anco sepolto e spirto ignudo''. (IX, 99) *''A guisa di leon quando si posa''. (X, 56) *''L'asta, ch'offesa or porta ed or [[vendetta]], | per lo noto sentier vola e rivola, | ma già colui non fère ove è diretta, | ch'egli si piega e 'l capo al colpo invola; | coglie il fedel Sigiero, il qual ricetta | profondamente il ferro entro la gola, | né gli rincresce, del suo caro duce | morendo in vece, abbandonar la [[luce]].'' (XI, 80) *''Il bruno il bel non toglie''. (XII, 21) *''Degne d'un chiaro sol, degne d'un pieno | teatro, opre sarian sì memorande. | [[Notte]], che nel profondo oscuro seno | chiudesti e ne l'[[oblio]] fatto sì grande, | piacciati ch'io ne 'l tragga e 'n bel sereno | a le future età lo spieghi e mande. | Viva la fama loro; e tra lor [[gloria]] | splenda del fosco tuo l'alta [[memoria]].'' (XII, 54) *''Oh nostra folle | mente ch'ogn'aura di [[fortuna]] estolle!'' (XII, 58) *''Segue egli la vittoria, e la trafitta | vergine minacciando incalza e preme. | Ella, mentre cadea, la voce afflitta | movendo, disse le parole estreme; | parole ch'a lei novo un spirto ditta, | spirto di fé, di carità, di speme: | virtú ch'or Dio le infonde, e se rubella | in vita fu, la vuole in morte ancella.'' (XII, [[s:Gerusalemme liberata/Canto dodicesimo#65|65]]) *''Amico, hai vinto: io ti perdon...; perdona''. (XII, 66) *''La vide, e la conobbe; e restò senza | E voce e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!''. (XII, 67) *''In questa forma | Passa la bella donna, e par che dorma''. (XII, 69) *''Qual in membro gentil piaga mortale | tocca s'inaspra e in lei cresce il [[dolore]], | tal da i dolci conforti in sì gran [[male]] | più inacerbisce medicato il [[Cuore|core]].'' (XII, 85) *''Oh vani giuramenti! ecco contrari | seguir tosto gli effetti a l'alta speme, | e cader questi in tenzon pari estinto | sotto colui ch'ei fa già preso e vinto.'' (XII, 105) *''Non dee guerra co' morti aver chi vive''. (XIII, 39) *''Femmina è cosa garrula e fallace, | Vuole e disvuole: è folle uom che sen fida''. (XIV, 84) *''[[Morte|Muoiono]] le [[città]], muoiono i regni, | copre i fasti e le pompe arena ed erba, | e l'uom d'[[mortalità|esser mortal]] par che si sdegni: | oh nostra mente cupida e superba!'' (XV, 20) *''Di poema dignissima e d'istoria'' (XV, 32) *''Quando mi gioverà narrare altrui | Le novità vedute e dire: Io fui!'' (XV, 38) *''E quel che 'l bello e 'l caro accresce a l'opre, | l'arte, che tutto fa, nulla si scopre.'' (XVI, 9) *''Cogliam' la rosa in sul mattino adorno | Di questo dì che tosto il seren perde.'' (XVI, 15) *''Teneri sdegni, e placide e tranquille | Repulse, e cari vezzi, e liete paci, | Sorrisi e parolette e dolci stille | Di pianto, e sospir tronchi, e molli baci''. (XVI, 25) *''E mentre spunta l'un, l'altro matura''. (XVI, 40) *''Lo schermitor vinto è di schermo''. (XIX, 14) *''Non scese, no, precipitò di sella''. (XIX, 104) *''Purché costei si salvi, il mondo pera''. (XX, 69) *''Combatta qui chi di campar desia: | la via d'onor de la [[salute]] è via.'' (XX, 110) *''Conosco l'arti del fellone ignote, | ma ben può nulla chi morir non pote.'' (XX, 131) *''– Ecco l'ancilla tua; d'essa a tuo senno | dispon, – gli disse – e le fia [[legge]] il cenno. –'' (XX, 136) *''Difesa miglior ch'usbergo e scudo | è la santa [[innocenza]] al petto ignudo.'' *''È 'l [[sonno]], [[ozio]] de l'alme, [[oblio]] de' mali.'' *''La [[morte]] non è pena de i rei, ma fine de la pena.'' ===[[Explicit]]=== ''Così vince Goffredo, ed a lui tanto<br>avanza ancor de la diurna luce<br>ch'a la città già liberata, al santo<br>ostel di Cristo i vincitor conduce.<br>Né pur deposto il sanguinoso manto,<br>viene al tempio con gli altri il sommo duce;<br>e qui l'arme sospende, e qui devoto<br>il gran Sepolcro adora e scioglie il voto.'' ===Citazioni sulla ''Gerusalemme liberata''=== *Quanto ha di scenico e di fastoso l'età della Controriforma, è quanto rimane di quella sovranità [rinascimentale dell'uomo sull'universo]: una pompa a cui non risponde più lo slancio fiducioso dell'anima. Dietro quel fasto c'è un senso di vuoto e d'angoscia. Questa è la giustificazione storica della costante oscillazione della ''Liberata'' tra lo scenico e l'elegiaco. ([[Attilio Momigliano]]) ==''Rime''== *''In questo sacro legno {{NDR|la [[croce cristiana|croce di Cristo]]}}, ove la vita | Fu la sua prima foglia, e 'l frutto morte, | Estinta morte prende oggi la morte, | E più bella, che pria, torna la vita''.<ref>Da ''Sopra la Croce''.</ref> *''Qui gli Angeli innalzaro il santo albergo, | Che già Maria co ‘l santo figlio accolse, | E ‘l portar sovra i nembi e sovra l’acque: | Miracol grande, a cui sollevo ed ergo. | La mente, ch’altro obietto a terra volse, | Mentre da suoi pensieri oppressa giacque. | Questo è quel Monte ch’onorar ti piacque. | De le tue sante mura, | Vergine, casta e pura, | Anzi il tuo parto, e poscia, e quando ei nacque.''<ref>Canzone alla Beata Vergine di Loreto, ''Rime Sacre e Morali'', in Torquato Tasso, ''[https://books.google.it/books?id=6LN9VvuMGNwC&pg=PA197&lpg=PA197 Rime scelte di Torquato Tasso]'', Dalla Società tipogr. de'classici italiani, Milano, 1827 (OCLC 23482924).</ref> *''Tu, [[Maria|Regina del ciel]], ch' a noi ti mostri | umida i lumi e l'una e l'altra gota, | fa' di lagrime dono a gli occhi nostri, | ed ambe l'urne in lor trasfondi e vota, | perché, piangendo, a gli stellanti chiostri | teco inalzi il pensier l'alma devota; | parte del Tebro in su la verde riva | il tuo santo dolor formi e descriva''. (da ''Lagrime di Maria Vergine'') *''Vecchio ed alato dio {{NDR|il [[tempo]]}}, nato col sole | ad un parto medesmo e con le stelle, | che distruggi le cose e rinnovelle | mentre per torte vie vole e rivole, | il mio cor, che languendo egro si duole | e de le cure sue spinose e felle | dopo mille argomenti una non svelle, | non ha, se non sei tu, chi più 'l console. | Tu ne sterpa i pensieri e di giocondo | oblio spargi le piaghe, e tu disgombrala frode onde son pieni i regi chiostri; | e tu la verità traggi dal fondo | dov'è sommersa e, senza velo od ombra, | ignuda e bella a gli occhi altrui si mostri.''<ref>Da ''[http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit000099 Rime]'', n. 687, in ''Opere'', a cura di Bruno Maier, Rizzoli, Milano, 1963-1964.</ref> *''Vergine bella {{NDR|[[Chiara d'Assisi]]}}, che dal Re del Cielo | Dell'alma i doni sì graditi avesti; | Che 'l gentil sangue, e i bei sembianti onesti | Sprezzasti, e ciò, ch'offende il caldo, e 'l gelo: | Tu con sì casto amor, sì vero zelo | Voto del nobil core a lui facesti; | Ch'ei sen fè puro tempio, onde prendesti | Le benedette bende, e 'l sacro velo''. ==''Rinaldo''== ===[[Incipit]]=== <poem>Canto i felici affanni e i primi ardori che giovanetto ancor soffrì Rinaldo, e come 'l trasse in perigliosi errori desir di gloria ed amoroso caldo, allor che, vinti dal gran Carlo, i Mori mostraro il cor più che le forze saldo; e Troiano, Agolante e 'l fiero Almonte restar pugnando uccisi in Aspramonte.</poem> ===Citazioni=== *''Pendon dopoi da le parti più belle | molte imagin ritratte in tutti i lati. | Di sesso e volto son diverse quelle, | e gli abiti tra loro han variati; | né so se tai le avria già fatte Apelle o se tai le fêsse oggi [[Giuseppe Porta|il Salviati]], | che coi colori e col pennello audace | scorno a Natura, invidia agli altri face.'' (VII, 69) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Discorso della virtù feminile e donnesca''=== Serenissima Madama. Sogliono le belle donne con vaghezza rimirare o statua o pittura ove alcuna somiglianza loro si vede espressa, e le giovani particolarmente di vagheggiarsi nello specchio e di vedere ivi ogni loro similitudine ritratta hanno vaghezza: ma Vostra Altezza, tutto che bellissima sia di corpo, né ancora sì attempata che non potesse o altrui piacere o di se stessa compiacersi molto, nondimeno né di suo ritratto né di specchio è tanto vaga, quanto di vedere se stessa rinata e ringiovinita ne' suoi bellissimi figliuoli, de' quali il Principe è tale, che ben di lui si può cantare quel verso oraziano: :''... quo calet iuventus'' :''Nunc omnis et mox virgines tepebunt''; o più tosto quel di Virgilio: :''Gratior et pulchro veniens in corpore virtus''. ===''Gerusalemme conquistata''=== <poem>Io canto l'arme e 'l cavalier sovrano, che tolse il giogo a la cittá di Cristo. Molto co 'l senno e con l'invitta mano egli adoprò nel glorïoso acquisto; e di morti ingombrò le valli e 'l piano, e correr fece il mar di sangue misto. Molto nel duro assedio ancor sofferse, per cui prima la terra e 'l ciel s'aperse.</poem> ==Citazioni su Torquato Tasso== *Dopo Michelangelo, l'anima più alta di artista credente che l'Italia abbia dato è quella del Tasso. Il Carducci lo chiama a ragione «''il solo cristiano del nostro rinascimento'' del quale», aggiunge per altro, «partecipa tanto, che il sensualismo nell'opera sua si mescola al misticismo.» ([[Giacomo Barzellotti (filosofo)|Giacomo Barzellotti]]) *E lo chiamavano {{NDR|l'animaletto}}: «il tasso della quercia della guercia del Tasso», mentre l'[[albero]] era detto: «la quercia del tasso della guercia del Tasso» e lei: «la guercia del Tasso della quercia del tasso» ([[Achille Campanile]]) *Il più grande del Mezzogiorno. ([[Maurice Barrès]]) *Il Tasso, anima pia e generosa, ma in cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme ([[Terenzio Mamiani]]) *Il Tasso piacerà sempre più alle anime romantiche, mentre l'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] sarà sempre più ammirato dagli spiriti classici. ([[Giuseppe Prezzolini]]) *Nel Tasso poi sono tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine al bello. In perpetuo si ammirerà nella ''Liberata'' ciò che l'arte, i precetti, l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda natura poetica. ([[Terenzio Mamiani]]) *«Signore e signori, c'era una volta un critico il quale, affermando con straordinario calore la superiorità della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso sull'Orlando furioso di [[Ludovico Ariosto|Lodovico Ariosto]], attaccò molte liti con le persone che non la pensavano come lui, e sostenne perciò uno dopo l'altro non meno di quattordici fortunati duelli; ma al quindicesimo, cadde finalmente col petto trapassato dalla lama nemica. Allora i padrini che afflittissimi lo sorreggevano e aspettavano di raccogliere le sue ultime volontà, lo udirono uscire in questa confessione suprema: "E dire che io non ho ancora letto né l'Orlando furioso né la Gerusalemme liberata!...".» ([[Federico De Roberto]]) *Torquato Tasso, lui sì divino, tra audacia e angoscia il supremo cantore dell'eros cattolico. ([[Umberto Silva]]) ==Note== <references /> == Bibliografia == *Torquato Tasso, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-t/torquato-tasso/aminta/ Aminta]'', in "Opere", a cura di Marta Savini, Newton Compton Editori, 1995. ISBN 8879838938 *Torquato Tasso, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-t/torquato-tasso/discorso-della-virtu-feminile-e-donnesca/ Discorso della virtù feminile e donnesca]'', a cura di Maria Luisa Doglio, Sellerio Editore, Palermo, 1997. ISBN 8838913358 *Torquato Tasso, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-t/torquato-tasso/gerusalemme-conquistata/ Gerusalemme conquistata]'', a cura di Luigi Bonfigli, Laterza Editore, Bari, 1934. *Torquato Tasso, ''Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme poste in migliore ordine'', [http://books.google.it/books?id=4ogHAAAAQAAJ&source=gbs_navlinks_s Volume VI], Capurro, 1822. *Torquato Tasso, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/t/tasso/rinaldo/pdf/rinald_p.pdf Rinaldo]'', in "Opere di Torquato Tasso", a cura di Bortolo Tommaso Sozzi, Unione tipografico-editrice torinese (UTET), Torino. 1956. *Torquato Tasso, ''Tutte le opere'', a cura di Amedeo Quondam, Lexis Progetti Editoriali, 1997. ==Voci correlate== *[[Bernardo Tasso]] *[[Tomba di Torquato Tasso]] ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Tasso, Torquato}} [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] jxkhq5nvhz0acote7s8qmunjy1v6gba Jean Racine 0 1783 1351462 1351031 2024-11-12T03:54:17Z AssassinsCreed 17001 +wikilink 1351462 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Jean racine.jpg|thumb|Jean Racine]] '''Jean-Baptiste Racine''' (1639 – 1699) scrittore e tragediografo francese. ==Citazioni di Jean Racine== *{{NDR|I cosmetici}} Con i quali essa ebbe cura di dipingere e ornare il suo viso per riparare l’irreparabile oltraggio degli anni.<ref>Da ''Athalie'', II, 5, v. 495-496; citato in Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/72|p. 40]]</ref> :''Dont elle eut soin de peindre et d’orner son visage, | Pour réparer des ans l’irréparable outrage.'' *La mia unica [[speranza]] è nella mia disperazione.<ref>Da ''Baiazette'', I, 4, in ''Teatro''.</ref> *Ondeggia, esita; in una [[parola]], è [[donna]].<ref>Da ''Atalia'', III, 3, in ''Teatro''.</ref> *Quanto crede l'amore in tutto ciò che spera!<ref>Da ''Baiazette'', I, 4; citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *Un beneficio rinfacciato vale quanto un'offesa.<ref>Da ''Mithridate'', IV, 6.</ref><ref name=diz /> ==''Andromaca''== *Ah! troppo l'ho amato per non odiarlo. (II, 1) *La mia [[innocenza]] comincia alla fine a pesarmi. (III, 1) *Bisogna credersi amati per credersi infedeli. (IV, 5)<ref name=diz /> *Ti amavo incostante; che avrei fatto fedele! (IV, 5) *Il vile teme la morte, ed è tutto ciò che teme.<ref name=diz /> ==''Britannico''== *Questa [[diffidenza]] è sempre l'ultima cosa che un grande cuore impara: lo si inganna a lungo. (I, 4) *Non ho meritato né un [[onore e disonore|onore]] così grande né tanta [[onore e disonore|ingiuria]]. (II, 3) :''Je n'ai mérité | Ni cet excès d'honneur, ni cette indignité''. *Se abbraccio il mio rivale è solo per soffocarlo. (IV, 3<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644</ref>) ==''Fedra''== *Non è più un fuoco nascosto nelle mie vene, è Venere tutta intera che s'avvinghia alla sua preda. (I, 3) *L'[[innocenza]] non ha nulla da temere. (III, 6) *Come la [[virtù]], anche la colpa ha i suoi gradi. (IV, 2) *La luce non è più pura del fondo del mio cuore. (IV, 2) *Odiosi adulatori, voi siete il dono più funesto che la collera divina possa fare ai re. (IV, 6, 1325-1326) :''Détestables flatteurs, présent le plus funeste | Que puisse faire aux rois la colère céleste''.<ref>Citato in Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/569|p. 537]]</ref> {{NDR|[[ultime parole dalle opere teatrali|Ultime parole]] di Fedra, morente}} ==''I litiganti''== *Come si suol dire, coi lupi s'impara a urlare. (I, 1) *Ma senza [[denaro|danaro]] il [[rispetto]] è solo una [[malattia]]. (I, 1) *Pazzo davvero chi fida nell'avvenire: chi ride di venerdì, piange la domenica. (I, 1) ==Citazioni su Jean Racine== *Dà soddisfazione pensare che il primo scrittore della letteratura francese non è un moralista, né uno scienziato, né un generale, né un re, ma un uomo di lettere. ([[Jean Giraudoux]]) *Forse gli uomini di oggi non vibrano più per un Tito che rinuncia all'impero per la donna amata, ma soltanto per il gaudente che rinuncia all'impero per una consorte di terza mano. <br/> Io sto con Racine; la nostra epoca si conservi le sue rivistine a fumetti, che vendono tanti milioni di esemplari da regalare villini a tutti i redattori. Tra i romanzieri unanimisti e ''Grand Hotel'', preferisco semmai ''Grand hotel''. Ma resto con Racine. Se siamo di fronte, veramente, a un nuovo Medioevo, non c'è da sgomentarsi troppo. Ogni Medioevo termina. E Racine resterà. ([[Henry Furst]]) *Quasi nello stesso [[tempo]] perdemmo il celebre Racine, tanto conosciuto per le sue belle opere teatrali. Nessuno aveva intelligenza più profonda e più aperta, né più piacevolmente volta: niente del [[poeta]] nel suo commercio, ma tutto dell'[[Onestà|onesto]] [[uomo]], dell'uomo modesto, e verso la fine della sua esistenza, dell'uomo dabbene. ([[Louis de Rouvroy de Saint-Simon]]) *{{maiuscoletto|Racine}}. Come hanno potuto i francesi anche solo avvicinare al grosso [[Pierre Corneille|Corneille]] questo sottile usignolo che ha empito di accenti penetranti tutte le notti dell'insonnia? Oh, Racine! Tenero e crudele Racine! Pensare che hai taciuto, come una qualunque [[Louise de La Vallière|La Valliére]], per aver perdute le grazie di un re decorativo e bastone! ([[Umberto Saba]]) *{{NDR|Su ''Atalia''}} Se il sentimento cristiano fa l'originalità, l'essenza stessa di questo capolavoro, chiunque sia inaccessibile a qualsiasi specie di senso religioso resta chiuso alla bellezza essenziale di ''Atalia''. ([[Henri Brémond]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Jean Racine, ''Andromaca'', ''Britannico'', ''Fedra'', ''I litiganti'' in ''Teatro'', a cura di Maria Ortiz, Sansoni, 1963. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Racine, Jean}} [[Categoria:Scrittori francesi]] 5bbiggexb6hxzywlbcipovszmuqswln Marlene Dietrich 0 1840 1351533 1351268 2024-11-12T09:43:25Z Spinoziano 2297 /* Filmografia */ 1351533 wikitext text/x-wiki [[File:Marlene Dietrich in No Highway (1951) (Cropped).png|thumb|Marlene Dietrich nel film ''Il viaggio indimenticabile'' (1951)]] '''Marie Magdalene Dietrich''' (1901 – 1992), attrice e cantante tedesca naturalizzata statunitense. ==Citazioni di Marlene Dietrich== *{{NDR|Su [[Cary Grant]]}} L'unico vero principe di Hollywood.<ref name=CGrant>Citato in Geoffrey Wansell, ''Cary Grant. Tra fascino e ironia la carriera e i film di un perfetto gentiluomo'', Gremese, 1996.</ref> *La prima prova da [[Cristóbal Balenciaga|Balenciaga]] vale quanto la terza di qualsiasi altra maison.<ref name=Matzeu> Citato in ''Cristóbal Balenciaga Museoa'' ''[https://artsandculture.google.com/exhibit/crist%C3%B3bal-balenciaga-l-esperienza-del-lusso/JQLip5M31W1sJg Cristóbal Balenciaga: l'esperienza del lusso]‎'', ''artsandculture.google.com''.</ref> *Quando l'amore è finito, gli [[Assegni di mantenimento|alimenti]] colmano il vuoto.<ref>Citato in ''Focus'', n. 59, p. 113.</ref> *{{NDR|Su [[Orson Welles]]}} Quando lo vedo e gli parlo, mi sento come una pianta dopo che l'hanno annaffiata.<ref>Citato in [[Peter Bogdanovich]], ''Il cinema secondo Orson Welles'', il Saggiatore, Milano, 2016, traduzione di Roberto Buffagni, [https://books.google.it/books?id=xyhhDwAAQBAJ&lpg=PT514&dq=t&pg=PT514#v=onepage&q&f=false p. 514]. ISBN </ref> ==Citazioni su Marlene Dietrich== *Era molto amica di Hemingway, il legante era questo. È stata l'ultima persona che ha parlato con Hemingway. Ad un certo punto io le ho chiesto: "Ma come fai ad essere così bella?". Perché lei era bellissima, aveva la pelle bianca come quell'ombrellino. È incredibile com'era bella quella creatura! Come fai ad essere così bella? E lei, con quegli occhioni che aveva: "Ma è facile, basta fare l'amore cinque volte al giorno". Allora le ho detto: "Ma io non credo che mio marito ce la farebbe". Lei: "Ah ma mica sempre con tuo marito". ([[Fernanda Pivano]]) *Fu spiritosa e «alla mano», dopo essere stata distante e aureolata, ma restò tuttavia «diva», un ideale di donna con una «classe» conquistata con sforzo, partendo da una calorosa volgarità cui aveva rinunciato per Sternberg, ma cui mai aveva rinunciato del tutto. ([[Goffredo Fofi]]) *Il film {{NDR|''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]''}} è del 1930. È il grande momento della Germania, della [[Repubblica di Weimar]] che rappresenta la più alta manifestazione culturale del nostro secolo. Un vero fenomeno, una sorta di Rinascimento del diciannovesimo secolo. Letteratura, teatro, pittura, design, scienze, cinema: Weimar detta nuove regole al mondo. Sono invenzioni fondamentali i cui segni rimangono vivi e attivi anche nel nostro tempo. Una delle parole chiave è "[[espressionismo]]". Un gruppo di autori di lingua tedesca come [[Fritz Lang|Lang]], [[Friedrich Wilhelm Murnau|Murnau]] e [[Josef von Sternberg|von Sternberg]] trova questa nuova forma, mediata dalle arti figurative, importantissima, decisiva. Molti di questi autori, dopo il 1933, con l'avvento di [[Adolf Hitler|Hitler]], abbandoneranno il loro paese portando la corrente in tutto il mondo civile, soprattutto in America. Marlene Dietrich arrivava nel momento più opportuno, a rappresentare qualcosa di ben più vasto di una parte in un film. Catalizzava fisicamente quella tendenza. Ne era, forse inconsapevolmente, una sorta di sintesi. Veniva da ruoli insignificanti e si trovò titolare di un personaggio, Lola Lola, che avrebbe costruito un precedente imprescindibile tramandato per decenni dalla stessa Dietrich e imitato con assoluta trasparenza. I grandi segni erano: cappello a cilindro, calze e giarrettiere nere, boa di piume. Di suo l'attrice ci mise una voce roca e profonda, una carnagione bianchissima di contrasto e due gambe notevoli. [...] Fra le tante imitazioni di Lola Lola una in particolare si fa ricordare: quella di [[Liza Minnelli]] in ''[[Cabaret (film)|Cabaret]]''. Emigrata in America, insieme al suo scopritore Sternberg, Marlene divenne (come la [[Greta Garbo|Garbo]] e la [[Ingrid Bergman|Bergman]]) una delle grandi conquistatrici europee di Hollywood, partner dei massimi divi dell'epoca. Quasi sessantenne, mostrava ancore quelle gambe. (''[[il Farinotti]]'') *La donna meno costruita che abbia conosciuto. Era intelligente, brava, schietta. Ma anche furba. Non nascondeva nulla di sé, ma al tempo stesso dava a volte l'impressione di una donna che aveva dovuto lottare ferocemente per affermarsi. ([[Valentina Cortese]]) ==Note== <references/> ==Filmografia== {{div col}} *''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'' (1930) *''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'' (1930) *''[[Shanghai Express]]'' (1932) *''[[Venere bionda]]'' (1932) *''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (1936) *''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (1937) *''[[La taverna dei sette peccati]]'' (1940) *''[[Vincitori e vinti]]'' (1961) {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Portale|donne}} {{DEFAULTSORT:Dietrich, Marlene}} [[Categoria:Attori tedeschi]] [[Categoria:Cantanti tedeschi]] ryfom6pkhyt2xujhijujq8tai7x69cw Destino 0 1874 1351361 1348041 2024-11-11T16:35:09Z ~2024-9620 100276 /* Voci correlate */ Condizione 1351361 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Strudwick- A Golden Thread.JPG|thumb|John Melhuish Strudwick, ''Il filo d'oro'', 1885]] {{indicedx}} Citazioni sul '''destino''' e sulla '''sorte'''. ==Citazioni== *Abbiamo un destino? Che noia non saperlo! Che noia se lo si sapesse! ([[Jules Renard]]) *Anche il destino detiene le proprie onorevoli leggi, ma sono leggi di una superiore consequenzialità.<br/> Il destino non conosce alcuna responsabilità personale. Il suo corso accompagna invisibile i fenomeni di superficie, ma improvvisamente, quando d'un tratto tutto il mondo ci fa caso, scosso dalla propria apparente sicurezza, in un colpo solo tutti i conti tornano. ([[Ernst Jünger]]) *Beati coloro che non hanno fame di giustizia, perché sanno che la nostra sorte, avversa o benigna, è opera del caso, che è inscrutabile. ([[Jorge Luis Borges]]) *Bisogna seminare un carattere per raccogliere un destino. ([[Romano Battaglia]]) *Ciò che determina o piuttosto indica il fato di un uomo è l'opinione che egli ha di se stesso. ([[Henry David Thoreau]]) *Così, se gode il favore di Dio, un uomo il cui destino non è ancora la morte può facilmente sfuggire al dolore e alla sorte avversa! (''[[Beowulf]]'') *Credo nel destino. Ma cerco di non lasciare che altre cose mi influenzino. Quando tutto funziona bene, credo nel destino. Ma se il destino non va dalla mia parte, non ci credo per niente. ([[Zheng Qinwen]]) *D'ordinario sono semplicemente le loro stesse stupidaggini che la gente chiama destino. ([[Arthur Schopenhauer]]) *''Debbono i saggi | adattarsi alla sorte''. ([[Pietro Metastasio]]) *Destino (''s.m.''). L'autorità di un tiranno per un crimine e la scusa di uno sciocco per un fallimento. ([[Ambrose Bierce]]) *È destino dello spirito umano di non poter risolvere da sé le più alte questioni, e non si riesce a nulla di buono, quando si vuol fare contro questa legge. ([[Friedrich Julius Stahl]]) *Fate quel che vi pare; il destino ha l'ultima parola nelle faccende umane. Ecco la vera tirannide. Secondo i princìpi del Progresso, è da gran tempo che il destino avrebbe dovuto essere abolito. ([[Johann Nestroy]]) *I destini possono avere un nome? Spesso hanno la regolarità delle figure geometriche, ma non si sa come chiamarli. ([[John Berger]]) *Il destino a volte insiste. Incontri due, tre volte la stessa persona. E, se non le rivolgi la parola, allora peggio per te. ([[Patrick Modiano]]) *Il destino assomiglia all'ordito di un telaio. (''[[Inuyasha]]'') *Il destino di ogni essere umano viene deciso da quanto succede dentro la sua testa, dopo che si è confrontato con quanto avviene fuori di essa. ([[Eric Berne]]) *Il destino e la giusta punizione sono spesso in relazione tra loro. (''[[La casa delle ombre lunghe]]'') *Il Destino è quanto di meglio si sia inventato per spiegare le vicissitudini umane. E che cos'è se non la Provvidenza decapitata? ([[Emil Cioran]]) *Il destino è spesso una comoda giustificazione per illuderci che tutto quanto accade non dipende da noi, ma da una forza misteriosa capace di trasformare i sogni in realtà e le nostre azioni in un fallimento. ([[Romano Battaglia]]) *Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata. ([[Ignazio Silone]]) *Il destino è un'utile invenzione degli uomini. ([[Adolfo Bioy Casares]]) *Il destino è uno scrigno come altri non ne esistono, aperto e contemporaneamente chiuso, si guarda dentro e si può vedere quanto è successo, la vita passata, destino ormai compiuto, ma di quanto dovrà accadere non si ottiene niente, solo qualche presentimento, qualche intuizione. ([[José Saramago]]) *Il destino ha due modi per distruggerci, negare i nostri desideri o realizzarli. ([[Henri-Frédéric Amiel]]) *Il destino non è soltanto un drammaturgo, è anche il proprio buttafuori, cioè indica ai personaggi il momento di entrare in scena, dà loro le carte e gli altri oggetti ed esegue dall'interno i suoni corrispondenti al dialogo: un temporale, una carrozza che passa, uno sparo. ([[Machado de Assis]]) *Il destino spesso lo si incontra proprio sulla strada presa per evitarlo. (''[[Il mio nome è Nessuno]]'') *Il destino, te ne accorgi che c'è quando guardi indietro, mai quando guardi avanti. ([[Giulia Carcasi]]) *Il fato che ci stringe non è che la pigrizia del nostro spirito. ([[Novalis]]) *Il Fato non sposta le pietre per noi senza una ragione. ([[David Anthony Durham]]) *Il fato (o che altro è) gode a produrre un grande talento e a renderlo poi vano. Beethoven diventò sordo. Uno scherzo meschino, ai nostri occhi: la beffa di un idiota malevolo. ([[Clive Staples Lewis]]) *Il Fato salva spesso un uomo non destinato ancora a morire, quando il valore non lo abbandona. ([[Beowulf (personaggio)|Beowulf]], ''[[Beowulf]]'') *Il fato stabilisce le carte, Drew. Noi le giochiamo nel modo migliore. (''[[Wolverine (fumetto)|Wolverine]]'') *Il [[pianto]] offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz'obbiezioni, il destino. ([[Italo Svevo]]) *Il [[proiettile]] corre e non sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere. ([[Alessandro Baricco]]) *In genere, noi uomini, siamo soliti essere in balia delle circostanze, ci lasciamo trascinare dalla corrente; e ci dirigiamo non senza esitazione verso un punto determinato. Non siamo noi che scegliamo, ma accettiamo e facciamo quello che ci tocca in sorte, quello che ci offre la cieca fortuna. La professione, il partito politico, l'intera vita di molti uomini pende da casi fortuiti, dall'evento, dal capriccio improvviso della sorte. ([[Juan Valera]]) *In realtà il destino un po’ puoi "piegarlo". Come? Ascoltando la tua voce interiore. ([[Elsa Zylberstein]]) *In tutte le cose la sorte è padrona e a suo capriccio, più che in base alla verità, le imprese vengono rese illustri oppure oscure. ([[Gaio Sallustio Crispo]]) *In un [[libro]] indiano ho letto che il fato possiede tutto il potere mentre lo sforzo della [[volontà]] è solo un pretesto [...]. Già il giorno dopo però, poche pagine più in là, ho trovato scritto che il fato non è altro che il risultato delle azioni passate, siamo noi, con le nostre mani, a forgiare il nostro stresso destino. ([[Susanna Tamaro]]) *La rapida instabilità della Sorte la si può riconoscere soprattutto in alcuni momenti, quando ci si impegna in certe azioni pensando di farlo a proprio vantaggio, per scoprire poi, inaspettatamente, che si sta operando a vantaggio del nemico. ([[Polibio]]) *La sorte è mutevole, buona oggi, è cattiva domani: non sorride mai interamente. (''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]'') *«Ma per i giovani essa appartiene al canto della vita: vorrebbero avere un destino e non sanno che cosa sia.»<br />«Nei tempi che verranno e che saranno meglio informati,» replicò Ulrich «la parola destino assumerà probabilmente un significato statistico.» ([[Robert Musil]]) *Nasciamo tutti attori di uno sceneggiato a puntate che è la nostra vita. E la regia è il destino. ([[Tony Sperandeo]]) *Nell'epoca del destino il tempo non è più creatore, ma lento subdolo fatale distruttore; e distruttore di se stesso. Le epoche del destino, che noi abbiamo creato e che, come ogni creatura, strappa il potere al creatore, sono le creature del tempo e tentano di distruggerlo, nell'atto in cui lo sono. Ma il tempo è distruttore di se stesso, come il destino. ([[Andrea Emo]]) *Nessuno considera la sua sorte superiore al suo merito, ma tutti si lamentano delle ingiustizie degli uomini e della fortuna. ([[Mariano José Pereira da Fonseca]]) *Noi siamo come il destino: chi va a stare bene e chi va a prenderselo nel culo. (''[[C'era una volta in America]]'') *Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino. Però siamo noi a immettere il contenuto. ([[Dag Hammarskjöld]]) *Non è possibile piegare il fato, e nessuno può opporsi alla natura. ([[Tim Severin]]) *Non lo so... se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per [[caso]] come da una brezza... ma io credo, può darsi le due cose, forse le due cose capitano nello stesso momento. (''[[Forrest Gump]]'') *''Non nutrirci tu adunque, o avara sorte, | poi che mieter vuoi tu la dolce vita! | che se la mieti, qual roccogli frutto | dal nutricar?... L'uom tu sollevi all'alto | cielo a principio; ratto poi l'affidi | alla sua tomba desolata e grama.'' ([[Shāh-Nāmeh]]) *Non valeva lagnarci della nostra sorte; era un lagnarci di noi medesimi; era un confessare che non avevamo voluto essere ciò che desideravamo. ([[Luciano Zuccoli]]) *«Ohè! Un po' di rispetto per me! Siete impazziti? Crede qualcuno di essere cosí potente da poter superare il destino? Per volere del destino Iolào è tornato ad anni già vissuti. Per volere del destino i figli di Callíroe otterranno di diventare adulti, e non con gli intrighi o le armi. Anche voi dipendete dal destino e, se ciò vi consola, anche io. Ché se fossi capace di mutarlo, il caro Èaco non sarebbe curvo sotto i suoi tanti anni e Radamanto avrebbe in eterno il dono della giovinezza e cosí il mio Minosse, che per l'amaro peso della vecchiaia è ora disprezzato e non governa piú come una volta». ([[Publio Ovidio Nasone]]) *''Perché la sorte, udir bramo da te, | sia così parzial di teste sceme?'' ([[Salvator Rosa]]) *{{NDR|Non credo nel destino}} Perché non mi piace l'idea di non poter gestire la mia vita. (''[[Matrix]]'') *Possiamo diventare i padroni del nostro destino quando avremo finito di atteggiarci a suoi profeti. ([[Alexander Pope]]) *Prendete tutta la responsabilità sulle vostre spalle e sappiate che voi soli siete i creatori del vostro destino. Tutta la forza e tutto l'aiuto di cui abbisognate sono dentro di voi. Perciò createvi voi stessi il vostro avvenire. ([[Vivekananda]]) *Quando il battito del [[cuore]] supera le [[Ombra|ombre]] del [[passato]] l'[[amore]] potrà trionfare sul destino. ([[Nicholas Sparks]]) *Quando il destino, sotto qualsiasi forma, si rivolge direttamente alla nostra individualità, quasi chiamandoci per nome, in fondo all'angoscia e alla paura esiste sempre una specie di attrazione, perché l'uomo non vuole soltanto vivere, vuole anche conoscere fino in fondo e accettare il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo e alla distruzione. ([[Sándor Márai]]) *Quando uno non ha un mestiere, si crea un destino. ([[Aldo Busi]]) *Rimangono soltanto coloro che il destino designa per la messa eterna dell'[[amore]] infinito. Formano solo una piccolissima cappella di chiarore, nello spazio e nel tempo. ([[Louis-Ferdinand Céline]]) *Ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null'altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda, soprattutto non egli stesso. ([[Marguerite Yourcenar]]) *Se il destino è contro di noi, peggio per lui. ([[Motti|motto]] del [[1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"]]) *Se l'[[uomo|uom]] tra bara e culla | si perpetua, e le sue croci | son legno di un tronco immortale | e le sue tende frale germoglio | d'inesausto rigoglio, | questo è cieco destin che si trastulla? ([[Clemente Rebora]]) *Si dice che il destino sia maestro nello stringere il cappio intorno al collo del paziente; che io sappia, è maestro soprattutto nello spezzare le fila. ([[Marguerite Yourcenar]]) *Si è schiavi del [[denaro]] o della sorte. ([[Euripide]]) *– Soldato Kimmel, qual è la mia opinione sul gioco nelle camerate?<br/>– Non le piace, sergente Farell.<br/>– Nance, perché non mi piace?<br/>– Le dà l'idea che il nostro destino sia in mani che non sono le nostre.<br/>– E qual è la mia posizione definitiva sul concetto di destino? In coro.<br/>– Con la prontezza e la disciplina siamo padroni del destino. (''[[Edge of Tomorrow - Senza domani]]'') *Sono molte le strade che ci portano al nostro destino, ma nessuna strada è diretta come la guerra. ([[David Anthony Durham]]) *''Sopporta un male necessario, e pensa che non si può | sfidare meglio il destino che volendo ciò che esso vuole.'' ([[Jean Bertaut]]) *Un uomo farebbe prima a estrarre il suo proprio cuore, anziché aspettare che la sorte gli consenta di pescarne una buona. ([[William Shakespeare]]) *Uno degli aspetti più fastidiosi dell'essere umano è la ridicola convinzione che non siamo responsabili delle conseguenze delle nostre azioni, come testimonia l'infantile disinvoltura con cui troppo spesso attribuiamo alla volontà del Fato il disastroso esito delle nostre cazzate. ([[Marco Malvaldi]]) ===''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]''=== *Che cosa cercate e a che pro? Il destino dirige tutto! *Meglio resistere indifferenti ai colpi del destino già ricevuti. *Non spetta a me mutare il cammino del destino. ===[[Cesare Pavese]]=== *Chi non si ferma adesso, subito, non si ferma mai più. Quello che fai, lo farai sempre. Devi rompere una volta il destino. Devi uscire di strada, e lasciarti affondare nel tempo... *Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo. [...] Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena. [...] E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'origine del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte. <br>''Bacca.'' E che vuol dire che un destino non tradisce? <br>''Orfeo''. Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. nessun dio può toccarlo. *Non è che accadano a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso – vale a dire, un destino. ===''[[Shāh-Nāmeh]]''=== *''Qual fu la sorte, | Tale il nostro cammin, chè non leoni, | Ben che possenti, non feroci draghi | Dai lacci del destin trovano scampo.'' *''Quando già già ti sembra | Che il fato ponge in te novello affetto, | Quando già pensi che a te sol non mostri | La sua fronte crucciata e già ne senti | Gioia insperata in cor, godi, e frattanto | L'arcano a lei dell'alma tua disveli, | Perfido un gioco essa ti fa con arte, | Inatteso dolor t'innesta in core.'' *''Volge ratto il destin, sì come turbo, | Sul nostro capo. E l'uom che ha fior di senno, | Perché se ne dorrìa? Cadon le rose | Già fresche e porporine, e immortal spirto | S'attrista e oscura al trapassar degli anni. | È nostra vita fulgido tesoro | Al suo principio, e duol senza misura | Al termin suo; dopo il dolor, ne resta | Da questo luogo miserando e breve | Eterna disparita.'' ===[[Publilio Siro]]=== *È meglio affidarsi alle proprie capacità che alla sorte. *L'uomo e la sorte la pensano sempre in modo diverso. *La sorte molte più facilmente nuoce a chi sta in alto. *La sorte non può togliere molto a chi poco essa ha dato. *La sorte non si accontenta mai di una sola disgrazia. ==[[Proverbi italiani]]== *A chi di peste ha da morir non giova mutar paese e cercar aria nuova. *A duro destino, duro cuore. *Accadono in un punto cose strane, che parevano impossibili o lontane. *Chi crede al destino, nega Dio. *Chi è destinato alla forca non annega. *Chi non è savio, paziente e forte si lamenti di sé, non della sorte. *Chi ha da aver bene, dormendo gli viene. *Chi ha da rompersi il collo, trova la strada al buio. *Ciò che vien per acqua, per acqua tornerà. *Così ognor fu e sarà: chi è morto è morto e chi vive si rallegra e dà conforto. *Dio tiene le redini del destino e la chiave della felicità. *Fato e destino ha l'uomo ognor sul labbro, pur dei suoi mali egli è a se stesso il fabbro. *Fino alla [[morte]] non si sa qual è la sorte. *Finché uno ha i denti in bocca, non sa mai quel che gli tocca. *La fine del marinaio è annegare. *La fortuna, il fato, il destino non valgono un quattrino. *La prima palla un uomo a terra ha steso, fra mille palle un altro resta illeso. *La sorte è come ognuno se la fa. *Piccola palla spinta da un fucile, uccider può l'eroe ed anche il vile. *Se si sfascia la casa a te vicina, anche la tua è in pericol di rovina. *Una disgrazia sola mai non viene, un'altra per lo meno dietro tiene. *Uno si fa il proprio destino, l'altro lo trova bell'e fatto. *Uno si fa la sorte da sé, l'altro la riceve bell'e fatta. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Caso]] *[[Condizione]] *[[Fortuna]] *[[Sfortuna]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Casi]] [[Categoria:Metafisica]] r0ix0mll08o74tp6nv7l1yhj24rjq79 Solitudine 0 1881 1351310 1349253 2024-11-11T12:35:28Z ~2024-9620 100276 Ovidio. 1351310 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Edmund Blair Leighton - Sweet solitude.jpg|thumb|upright=1.2|''Dolce solitudine'' (E. Leighton, 1919)]] Citazioni sulla '''solitudine'''. ==Citazioni== *Abbiamo un'anima capace di ripiegarsi in se stessa: può farsi compagnia, ha i mezzi per assalire e per difendere, per ricevere e per donare; non dobbiamo temere di marcire d'ozio noioso in questa solitudine. ([[Michel de Montaigne]]) *A ciascuno è affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro. ([[Lia Varesio]]) *Bisogna essere molto forti per amare la solitudine. ([[Pier Paolo Pasolini]]) *Bisogna imparare a stare soli, solo così si può imparare a stare con gli altri, altrimenti ci stai perché ne hai bisogno. Bisogna fare a scuola un'ora di insegnamento alla solitudine, imparare a bastarsi. ([[Vasco Rossi]]) *Bisogna stare soli, gli aveva insegnato il vecchio, sin dai primi tempi. Poi gli aveva spiegato molte cose, gli aveva dischiuso tanti misteri, ma di tutti gli insegnamenti il più importante era quello: bisogna stare soli. Se uno vuole preservarsi, capire la vita, giungere alla saggezza, deve stare solo! ([[Felix Salten]]) *Bisogna udire, fiutare, vedere da soli. Bisogna imparare da soli. ([[Felix Salten]]) *C'è da meravigliarsi se amo la solitudine? Sul volto degli uomini non scorgo che odio, mentre la natura mi sorride sempre. ([[Jean-Jacques Rousseau]]) *Cerca la solitudine: in essa troverai te stessa, e alla natura leverai l'immenso inno dell'amore. ([[Ambrogio Bazzero]]) *Chi non sa popolare la propria solitudine, nemmeno sa esser solo in mezzo alla folla affaccendata. ([[Charles Baudelaire]]) *Chi, trovandosi in terra straniera, invano cerca, senza mai riuscirci, di leggere uno sguardo di intesa in diecimila volti, si trova in allegra compagnia a paragone di colui che, quotidianamente, passa accanto a dieci volti che, un tempo amici, ora sfuggono il suo sguardo. ([[Charles Dickens]]) *Com'è beata una vita nella solitudine! Essa ti permette di guidare la tua anima verso l'unione ininterrotta con Dio. La foresta silenziosa è come un Eden nel quale il dolce albero della vita cresce nel cuore del solitario che prega. (''[[Racconti di un pellegrino russo]]'') *Conviene che l'uomo impari a saper vivere con sé stesso; poiché altro non è la debolezza dell'animo che l'opinione d'aver bisogno degli uomini; e chi sa esser bene con sé stesso, non può avere forte opinione di questo bisogno. ([[Pietro Verri]]) *"Cos'è la solitudine?" domando. Ma nessuno mi risponde. (''[[Rat-Man]]'') *CULTO DELLA SOLITUDINE: Il bisogno ossessivo di autonomia, solitamente a spese delle proprie relazioni a lungo termine. Nasce spesso da aspettative smisurate nei confronti del prossimo. ([[Douglas Coupland]]) *Della solitudine io ho terrore; un terrore cieco, che mi scuote nel profondo. Non intendo l'ordinaria solitudine fisica: mi sono volontariamente allontanata da Londra proprio per cercarla, per raggiungere la sua immensa capacità di guarigione. Intendo piuttosto l'orrenda solitudine dello spirito che è l'ultima tragedia della vita. Quando ci sei arrivato per davvero, senza possibilità di appello o di fuga, allora sei morto. Non riesci a sopportarla, e sei morto. ([[Elizabeth von Arnim]]) *«Dove sono gli uomini?» riprese poi il piccolo principe. «Si è un po' soli nel deserto...» «Si è soli anche fra gli uomini» disse il serpente. ([[Antoine de Saint-Exupéry]]) *Dopo tante antiche e recenti disillusioni, qualcuno può essere tentato di raccogliersi nella propria solitudine e rifiutare l'offerta di nuove amicizie; ma io dico che deve battersi contro questa amara e pericolosa tentazione. ([[Carlo Gnocchi]]) *{{NDR|Donnie ha appena riferito alla dottoressa Thruman le parole di Roberta Sparrow, "Ogni creatura sulla Terra quando muore è sola"}} <br/> – E che cosa hai provato? <br/> – Ho pensato a Callie, il mio cane. È morto quando avevo otto anni. Si andò a rintanare sotto il portico. <br/> – Per morire. <br/> – Per essere solo... <br/> – Tu ti senti solo in questo momento? <br/> – Non lo so... O meglio, vorrei credere il contrario, ma non... Non ho mai avuto nessuna prova, quindi... Ho... ho anche smesso di discuterne, tanto se... se... se anche passassi tutta la vita a ragionare, studiare, valutare i pro e i contro, alla fine non avrei prove comunque, e allora tanto vale non discuterne più. Eh... è assurdo. <br/> – La ricerca di Dio è assurda? <br/> – Lo è, se ognuno muore da solo. <br/> – Questo ti spaventa? <br/> – Non voglio restare solo. (''[[Donnie Darko]]'') *E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo. ([[Leonardo da Vinci]]) *È soprattutto nella solitudine che si sente il vantaggio di vivere con qualcuno che sappia pensare. ([[Jean-Jacques Rousseau]]) *È un errore confondere preghiera e solitudine, dire che la solitudine mi è necessaria per pregare. ([[Catherine Doherty]]) *Esiste soltanto il desiderio della carne e la nostra condanna è l'invalicabile solitudine dell'anima. (''[[Gertrud]]'') *Forse occorre una forza d'animo ancor più grande per resistere alla solitudine che alla miseria; la miseria avvilisce, la clausura deprava. È forse meglio vivere nell'abiezione che nella follia. Non sarei in grado di decidere; ma bisogna evitare l'una e l'altra. ([[Denis Diderot]]) *Gli uomini debbono saper vivere soli, e soli associarsi all'armonia delle cose. Chi fugge la solitudine, fugge sé stesso: è uomo ammalato nell'intimo essere suo. La solitudine ci educa e ci mantiene l{{'}}''individualità'' collo stoglierci dall'''egoismo'': perché gli uomini sociabilissimi sono i più disamorati. Il perpetuo strepito della società istupidisce come il perpetuo silenzio della solitudine; e più. Io mi fiderei più ad uomo che da quarant'anni non avesse parlato cogli uomini, che non d'uomo il quale da quarant'anni non abbia mai parlato a sé stesso. ([[Niccolò Tommaseo]]) *Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. (''[[Qoelet]]'') *I solitari leggono molto, ma parlano poco e poco sentono dire: la vita per loro è misteriosa. Sono mistici e spesso vedono il diavolo dove non è. ([[Anton Čechov]]) *Il centro della mia vita è la vertigine della solitudine. ([[Pierre Drieu La Rochelle]]) *Il più gran merito della compagnia, disse un moralista, è di farci apprezzare la solitudine. ([[Remo Cantoni]]) *Il senso del possesso che lui osserva nelle altre solitudini gli appare esagerato. In alcuni diventa vera e propria tirchieria, in altri essenzialità, in altri ancora frugalità o nevrosi di ordine, pulizia, attenzione maniacale per la disposizione abituale delle cose e dei sentimenti. ([[Pier Vittorio Tondelli]]) *Il solitario vive in compagnia di Dio, e Dio gli tiene compagnia incessantemente. ([[André Louf]]) *In ognuno, c'è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale. È questa solitudine rudimentale che dobbiamo accettare in primo luogo. ([[Madeleine Delbrêl]]) *Infelice colui che non può rimaner solo un giorno della sua vita senza provare il tormento della noia, e che preferirebbe anche, se fosse d'uopo, il conversare con gli sciocchi al conversar con se stesso. ([[Xavier de Maistre]]) *In realtà non ho paura della solitudine. Anzi, spesso mi galvanizza. ([[Lenny Kravitz]]) *Innanzitutto credo che siamo tutti soli. Allontanandoci dalla nostra solitudine possiamo interagire con gli altri. Per quanto possiamo espandere la nostra prospettiva personale, la nostra esperienza, la nostra conoscenza, vediamo sempre il mondo con gli stessi due occhi, i nostri occhi. È insieme benedizione e maledizione, prigione e giungla. Tuttavia negli ultimi tempi ci completiamo solo con l'amore di e per qualcun altro, sebbene anche questa concezione stia mutando, evolvendo. Nulla rimane uguale per sempre e nulla è assoluto, tranne il cambiamento. Di modo che ci troviamo sempre in lotta per rimanere sulla superficie della corrente selvaggia, aggrappandoci alle rocce, affannandoci per respirare, ridendo e piangendo e sperando di raggiungere quel grande mare blu che è calmo e infinito... O forse no... Non lo so, non ci sono mai stato. Anche se lo sogno spesso. ([[Danijel Žeželj]]) *Io ho vissuto una solitudine particolare, frutto di una scelta personale in un momento determinato. [...] ci sono tantissime persone che sono sole senza averlo voluto, perché sono malate, anziane, chiuse in carcere. Quella è una solitudine insopportabile. Per me invece si tratta di un lusso incredibile e consiglierei a tutti di prendere un breve periodo, un momento di completa solitudine perché fa davvero molto bene. Nella vita ordinaria passiamo il nostro tempo a rispondere alle sollecitazioni degli altri. Quando siamo soli prestiamo attenzione a noi stessi, abbiamo il tempo e la calma per pensare alla nostra persona. La solitudine ti restituisce la consapevolezza di essere vivo, la possibilità di pensare a cosa vuoi fare della tua vita, riflettere sui tuoi progetti, sul senso della tua esistenza. Quando poi torni nel caos della vita quotidiana in mezzo alla gente non hai più tempo per farlo. Infine, può sembrare paradossale, ma credo che la solitudine ti riavvicini agli altri. Quando sei privato del rapporto con le altre persone e la comunicazione è molto debole, fatta di qualche messaggio, di conversazioni di pochi minuti al telefono, senti la necessità di comunicare le cose davvero importanti, essenziali, senti il bisogno di maggiore verità nel rapporto con gli altri, esprimi di più ciò che pensi. La verità nei rapporti è qualcosa che poi cerchi di mantenere quando torni alla vita di sempre. ([[Isabelle Autissier]]) *''Io lo so che non sono solo | anche quando sono solo; | io lo so che non sono solo | e rido e piango | e mi fondo con il cielo e con il fango''. ([[Jovanotti]]) *Irena andò alla finestra per assaporare, nella calma ritrovata, la libertà della solitudine. ([[Milan Kundera]]) *L'amor della solitudine nasce da indole trista e rinchiusa: può essere in molti. Nasce dalla noja del Mondo; o questa derivi dal ben conoscerlo, e però da un disinganno totale; o dal conoscerlo poco, e quindi dal non saper vivere in esso: anche questo esser può. Nasce da quel senso fino de' falli e difetti umani, unito ad una passion forte per le doti della mente e del cuore, che a formar viene ciò che dicesi misantropía: anche questo. Nasce da passione di studio, massime ove si tratti di quelle facoltà, che più comodamente coltivar si possono in villa: e questo ancora. Ma la libertà del vivere, l'amor del riposo, il piacer della meditazione, la cura della propria salute, lo spettacolo de' lavori e della rustica economia, son motivi anche questi di considerazion degni; a nulla dire di quell'incantesimo per alcuni così possente, che su la faccia sparso veggiamo della natura. ([[Ippolito Pindemonte]]) *L'amore o a dir meglio l'abitudine all'isolamento noi l'acquistiamo e si accentua in noi invecchiando. ([[Carlo Dossi]]) *L'ardente solitudine non annulla la possibilità degli amori. ([[Giovanni Papini]]) *L'erba cerca la propria moltitudine nella terra.<br>L'albero cerca la sua solitudine nel cielo. ([[Rabindranath Tagore]]) *L'intimità dovrebbe designare un modo d'essere del vivere che non è solitudine, né semplice riservatezza. Non un allontanamento, non una opacità della vita, ma la possibilità di coglierla nella sua pienezza, fuori d'ogni controllo o interferenza. Collocandosi, però, nel cuore della dicotomia tra pubblico e privato, non può che risentire del modo in cui queste due sfere si strutturano, si compenetrano, si combattono. Da ciò il suo trascorrere da libertà in possibile tirannia. ([[Stefano Rodotà]]) *L'opposto di solitudine non è stare insieme. È stare in [[intimità]]. ([[Richard Bach]]) *L'uomo solo, nel Medioevo come in altre epoche, è un personaggio di scarsa rilevanza. Un codice inglese di comportamento del XIII secolo dichiara disdicevole che un gentiluomo mangi solo. ([[Edmond Pognon]]) *La beata solitudine nella quale si può finalmente pulirsi minuziosamente il naso. ([[Jules Renard]]) *La nostra solitudine è la nostra nobiltà. La nostra solitudine è la nostra gioia. ([[Alberto Savinio]]) *La sofferenza cagionata dalla solitudine è, certo, il martirio più acuto. (''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]'') *La solitudine crea persone d'ingegno o idioti. ([[Victor Hugo]]) *La solitudine diventa uno stile di vita, una regola, capisci? D'accordo, vivi per un sacco di tempo da sola, non hai più rapporti di nessun genere con gli uomini, con nessuno... È devastante, ma nel contempo riesci a... a serbare in te stessa una certa... purezza, per così dire, perché così non... non disperdi quel poco di energia che hai dentro, cioè... continui a sognare, ad aspettare, ma è meglio vivere sognando un ideale che... che... che adattarsi a una mediocre realtà, capisci?, e perdere ogni speranza. (''[[Il raggio verde (film)|Il raggio verde]]'') *La solitudine è come un dolore fisico che uno sente dappertutto, che non si può localizzare in una parte del corpo. (''[[Fuga di mezzanotte]]'') *''La solitudine è dolore | La solitudine è santa | La solitudine è oblio | La solitudine è morte.'' ([[Amir Hamzah]]) *La solitudine è il più straordinario mezzo per entrare in intimità con noi stessi. E, paradossalmente, la solitudine è anche il miglior mezzo per imparare a comunicare. Solo [[conoscere se stessi|conoscendomi]], cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all'interiorità dell'altro. ([[Susanna Tamaro]]) *– La solitudine è il prato dove l'animo umano si pasce, dove germoglia il seme della conoscenza. Come potrebbe crescere altrimenti, impegnati nel quotidiano, immersi nelle apparenze della vita materiale?<br>– Ho imparato a memoria i tuoi libri, ascoltato le conferenze. Il frutto della solitudine è il distacco: si acquista il distacco da tutto. Anche dall'uomo come è, come veramente è. È spaventoso. (''[[L'ispettore Derrick]]'') *La solitudine è impraticabile e la [[società]] fatale. Dobbiamo tenere la testa nell'una e le mani nell'altra. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri. ([[Hermann Hesse]]) *La solitudine è la dieta dell'anima, disse sensatamente non so chi. ([[Francesco Algarotti]]) *La solitudine è la libertà completa. ([[Romano Battaglia]]) *La solitudine è un regno, ma può essere un carcere. ([[Tullio Colsalvatico]]) *La solitudine è una cosa repellente. Ha un lievissimo alone di tristezza, non riesce ad attrarre o a interessare; se ne prova un po' di vergogna. Ma, in misura maggiore o minore, è la compagna di tutti. ([[Charlie Chaplin]]) *La solitudine è una grande amica: non urla, non minaccia, non ricatta, non condiziona, non ruba, non uccide. ([[Bianca Bianchi]]) *La solitudine è una pace inaccettabile. Una contenzione dei sentimenti per sembrare normali mentre si avverte il desiderio di esplodere, di esistere per qualcuno. E allora si può anche litigare, colpire e colpirsi, pur di non essere soli. Inutile per tutti. Inutile a se stesso. ([[Vittorino Andreoli]]) *La solitudine è una scuola di morte e l'uomo comune non la frequenterà mai. ([[Albert Caraco]]) *La solitudine è una tempesta silenziosa che spezza tutti i nostri rami morti. ([[Khalil Gibran]]) *La solitudine è vasta come un mare, è liscia come un lago, è nera come una notte, è anche verde come la bile! ([[Giacomo Puccini]]) *La solitudine fa quasi l'ufficio della gioventù; o certo ringiovanisce l'animo, ravvalora e rimette in opera l'immaginazione. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *La solitudine genera l'[[originalità]], la strana e inquietante bellezza, la [[poesia]], ma anche il contrario: l'abnorme, l'assurdo, l'illecito. ([[Thomas Mann]]) *La solitudine ha, a volte, colori e sfumature inattesi, sorprendenti. È una stanza vuota dove risuona la propria anima, la propria sensibilità. ([[Paolo Crepet]]) *La solitudine implica dei pensieri importanti, pieni di significato, implica contemplazione, tranquillità, saggezza... ([[Michail Afanas'evič Bulgakov]]) *La solitudine mette a dura prova la castità. ([[Luc de Clapiers de Vauvenargues]]) *La solitudine mio Dio non consiste nel fatto che siamo soli, ma che tu sei presente. Infatti di fronte a te tutto muore o si trasforma in te. ([[Madeleine Delbrêl]]) *''La solitudine | non è mica una follia | è indispensabile | per star bene in compagnia.'' ([[Giorgio Gaber]]) *La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice. ([[José Saramago]]) *La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà. ([[Anthony de Mello]]) *La solitudine non vuole esser sorpresa ignuda e si difende con ogni sorta d'ostacoli. ([[Théophile Gautier]]) *La solitudine, o ci fa ritrovare o ci fa perdere noi stessi. ([[Roberto Gervaso]]) *La solitudine sarebbe la condizione ideale se si potessero scegliere le persone da evitare. ([[Karl Kraus]]) *La solitudine si accresce quante più persone conosciamo. ([[Dino Buzzati]]) *La solitudine tira molti scherzi. Ci spreme, si spreme che noi ci troviamo nel tempo fino al primo giorno della nostra conoscenza. E altro non vogliamo, per raccontarci. ([[Rocco Scotellaro]]) *La solitudine unendosi alle anime semplici, le complica. ([[Victor Hugo]]) *La vera, devastante solitudine non è di chi è solo da solo con se stesso, ma di chi è in due e dispera di poter essere di nuovo solo da solo. ([[Aldo Busi]]) *La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l'estraneo siete voi. ([[Luigi Pirandello]]) *Le attività del pensiero e del sentimento sono dissipate e disperse. Ond'è che per riconcentrarle nell'abitudine della meditazione, si è sentita da alcune anime elette la necessità di appartarsi per alcun tempo dalle folle. Nessuno mai potrà spiegare intere le attività del suo spirito che non abbia almeno variata la sua vita di solitudine. Più è solitudine più è potenza. ([[Thomas de Quincey]]) *Le persone che provano a vivere da sole non avranno successo come esseri umani. I loro cuori inaridiranno se non risponderanno ad altri cuori. Le loro menti si restringeranno se ascolteranno solo l'[[eco]] dei propri [[pensiero|pensieri]] senza altra fonte d'ispirazione. ([[Pearl S. Buck]]) *''Ma tu non mi parlavi | e le mie idee come ramarri | ritiravano la testa | dentro il muro, quando è tardi | perché è freddo, perché è scuro: | e mille solitudini | e i buchi per nascondersi...'' ([[Roberto Vecchioni]]) *Mi colpiva la mutazione di significato degli oggetti rimasti nella casa. Mancando la persona che li aveva voluti, e usati, mi apparivano spaesati, come fossero tanti orfani; e sembravano esprimere una sorta di dolore, ma anche un'accusa nei miei confronti. Stavo entrando a far parte di una categoria speciale. Col tempo ho capito che la più importante divisione tra gli esseri umani è quella che separa chi è solo da chi non lo è. ([[Stefano Brusadelli]]) *Molte tristezze umane sono solitudini. Se rendiamo a Dio l'onore della nostra gioia, è perché tutte le nostre solitudini saranno state colmate da lui. ([[Madeleine Delbrêl]]) *Nel tumulto degli uomini e degli avvenimenti, la solitudine era la mia tentazione. Adesso è la mia compagna. Di che cos'altro accontentarsi quando si è incontrata la Storia? ([[Charles de Gaulle]]) *Né è sempre tra le selve e le rupi la solitudine; il misero è solo per ogni dove. ([[Xavier de Maistre]]) *Nella solitudine è impossibile essere morti. ([[Adolfo Bioy Casares]]) *Nella solitudine il solitario divora se stesso. Nella moltitudine lo divorano i molti. Ora scegli. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Nella solitudine le [[Donna|donne]] non possono vivere e immancabilmente la saccheggiano, non fosse che sforzandosi di costruirvi un giardino. ([[Marguerite Yourcenar]]) *Nella solitudine scopri te essere il pianto di [[Dio]]. ([[Giovanni Giraldi]]) *''Nessun uomo è un'isola, | completo in sé stesso''. ([[John Donne]]) *Nessuno pensa quanto necessaria è la solitudine all'uomo. Nessuno pensa quanto necessaria è all'organismo dell'uomo e alla economia della sua vita una certa dose di solitudine giornaliera. Per purificare la sua vita, rinettarla delle scorie del vivere collettivo. La vita sociale, la vita collettiva intossica l'organismo dell'uomo. Ci si preoccupa tanto dei danni dell'alcolismo, del tabagismo: nessuno si preoccupa dei danni del collettivismo. ([[Alberto Savinio]]) *Noi siamo abituati a dare a parole come "[[silenzio]]" e "solitudine" un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell'essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora "ogni affanno". ([[Corrado Augias]]) *{{NDR|Dio}} Non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. ([[Antonio Bello]]) *Non è soltanto vero che l'uomo muore sempre solo, perché nessuno lo accompagna, né lo può accompagnare, nella morte. Ma vero è altresì che, anche nella vita, l'uomo è in ciò che ha di più suo sempre solo con sé stesso, sempre solo. Ciascuno ha un mondo esclusivamente suo. Quello che è per davvero il suo mondo è suo soltanto. ([[Giuseppe Rensi]]) *Non nego la mia solitudine. Essa è profonda. Un re, quando non deve rendere conto a nessuno di ciò che dice e che fa, inevitabilmente è assai solo. Però non sono del tutto solo perché mi accompagna una forza che gli altri non vedono. ([[Mohammad Reza Pahlavi]]) *Non vi è migliore compagnia di quella della solitudine.<br />Star soli con se medesimi è come stare con un amico la cui compagnia durerà per sempre.<br />La saggezza si acquista nella solitudine. ([[Inayat Khan]]) *''O cara Solitudine, una volta | a sollevar deh! vieni i miei tormenti | tutta nel velo della notte avvolta. | Te chiamano le amiche ombre dolenti | di questa selva, e i placidi sospiri | tra fronda e fronda de' nascosti venti''. ([[Vincenzo Monti]]) *Odio la solitudine perché mi fa provare nostalgia della [[folla]]. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Ogni nostro male deriva dal non essere noi soli: da ciò il giuoco, il lusso, la dissipazione, il vino, le donne, l'ignoranza, la maldicenza, la invidia, l'oblio di sé stessi e di Dio. ([[Jean de La Bruyère]]) *Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. ([[Salvatore Quasimodo]]) *Più mi lasciano sola più splendo. ([[Alda Merini]]) *Prega perché la tua solitudine sia di sprone a trovare qualcosa per cui vivere, abbastanza grande per cui morire. ([[Dag Hammarskjöld]]) *Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita. ([[Dino Buzzati]]) *Purtroppo c'è chi non sa affrontare la solitudine da solo. (''[[La cena]]'') *Quando non vorrai essere solo, va in compagnia di te stesso. ([[Carlo Maria Franzero]]) *Quando si evita a ogni costo di ritrovarsi soli, si rinuncia all'opportunità di provare la solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e sostanza alla comunicazione. Certo, chi non ne ha mai gustato il sapore non saprà mai ciò che ha perso, ha lasciato indietro, a cosa ha rinunciato. ([[Zygmunt Bauman]]) *Quello strano senso di tristezza e la necessità di stringere forte qualcuno e di poterlo fare per una notte intera, senza volerlo mai lasciare: è questa quella che normalmente si chiama solitudine, no? (''[[Boys Be]]'') *Questo era uno dei vantaggi di aver vissuto così a lungo sola. La piccola, attiva, affaccendata, allegra creatura esisteva interamente entro se stessa, parlava a se stessa, si pigliava a confidente di se stessa, era il più che possibile sarcastica contro le persone che la offendevano, sempre in se stessa, piaceva a se stessa, e non commetteva alcun male. Se essa si lasciava andare a mormorare, non ne soffriva la reputazione di alcuno; e se essa si divertiva a vendicarsi un pochettino, non un'anima vivente ne soffriva. Una delle tante persone alle quali, per disgraziate vicende, per la conseguente inabilità a formarsi le relazioni che desidererebbero e la ritrosia a mischiarsi con le conoscenze che potrebbero fare, Londra è assolutamente un deserto come le pianure della Siria, l'umile artista aveva continuato a vivere sola ma contenta da molti anni, e finché le particolari disgrazie della famiglia Nickleby non avevano attirata la sua attenzione, s'era mantenuta senza amici, benché traboccante di sentimenti amichevoli per tutta l'umanità. Vi sono molti fervidi cuori solitari come quello della povera signorina La Creevy. ([[Charles Dickens]]) *Sarai triste se sarai solo. ([[Ovidio]]) *Se decideste di spegnere la televisione e iniziaste a sfogliare dei saggi, vi accorgereste che l'unico grande tema del XX secolo è stata la solitudine e l'[[alienazione]]. ([[Patch Adams]]) *Se temi la solitudine, cerca di non essere giusto. ([[Jules Renard]]) *Se temi la solitudine, lei ti divora. Affrontala energicamente sino a signoreggiarla: allora percepirai accanto a te una folla di presenze amiche. ([[Fausto Gianfranceschi]]) *Sentirsi soli è come stare faccia a faccia con la morte. ([[Rocco Scotellaro]]) *Senza conoscere altre persone non è possibile né tradirsi né ferirsi l'un l'altro, però... non è neanche possibile dimenticare la solitudine. Gli esseri umani non potranno mai affrancarsi dalla solitudine. Del resto ogni uomo è comunque solo. Ed è soltanto poiché è possibile dimenticarlo che gli uomini riescono a vivere. (''[[Neon Genesis Evangelion]]'') *Si è più felici nella solitudine che in società. Dipenderebbe forse questo dal fatto che nella solitudine si pensa alle cose, mentre in società si è obbligati a pensare agli uomini? ([[Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort]]) *''Si freme | assieme ad ogni filo d'erba | quando si rimane soli''. ([[Tat'jana Aleksandrovna Bek]]) *Si può essere soli anche in città. Anzi, le persone che non stanno mai sole spesso sono le più sole. (''[[Neve rossa (film)|Neve rossa]]'') *Si resiste a star soli finché qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera solitudine è una cella intollerabile. ([[Cesare Pavese]]) *Si vive bene, tutti soli, si lavora splendidamente, si perde tempo regalmente. ([[Tiziano Scarpa]]) *Siamo due razze, sulla terra: la razza di coloro che hanno bisogno degli altri, per esser calmi e sereni, e che nella solitudine sono spossati, affranti, come per l'ascensione a un formidabile ghiacciaio o per la traversata d'un deserto; e la razza di coloro che invece per la presenza di altre persone provano stanchezza, fastidio, oppressione, mentre l'isolamento li calma, li riposa profondamente nell'indipendenza e nel capriccio del loro pensiero. ([[Guy de Maupassant]]) *''Sin dalla mia fanciullezza io non sono stato | come gli altri; io non ho veduto | come gli altri vedevano; io non potevo derivare | le mie passioni da una comune sorgente. | Dalla stessa fonte io non ho attinto | il mio dolore; io non potevo destare | il mio cuore alla gioia colla stessa armonia; | e tutto ciò che amai, ''io'' lo amai da solo.'' ([[Edgar Allan Poe]]) *''Sola, alla porta o alla finestra, | sola, nascosta in un angolo, | sola, mi nutro di lacrime, | sola, dolente o quieta, | sola, non c'è nulla di più triste. | Sola, chiusa nella mia stanza, | sola, senza più amico. || Sola, ovunque e in ogni luogo, | sola, che io vada o che rimanga, | sola, più di ogni altra creatura, | sola, abbandonata da tutti, | sola, duramente umiliata, | sola, sovente tutta in lacrime, | sola, senza più amico.'' ([[Christine de Pizan]]) *Solitudine: dolce assenza di sguardi. ([[Milan Kundera]]) *''Solitudine dura e cara, | compagna dei miei tardi giorni, | alla mensa d'erba amara, | al torbo vino dei ricordi, || soli siamo, tu ed io.'' ([[Diego Valeri]]) *Solitudine è non aver bisogno. Non aver bisogno lascia un uomo molto solo, assolutamente solo. ([[Clarice Lispector]]) *Solitudine, quanto sei sovrappopolata! ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Solo chi è in cattiva compagnia è solo. (''[[La cena]]'') *Solo chi si isola da se stesso e dal prossimo è veramente solo. ([[Nicola Abbagnano]]) *''Sono completamente solo.''<br /> ''Non sei solo'', disse Lista, appoggiandosi al petto la testa di lui. <br /> ''Sì, invece.'' <br /> Lista si accorse che lui stava piangendo, e lei no. ''Non sei solo'', gli disse. ''È che ti senti solo.'' <br /> ''Sentirsi soli è esserlo. Ecco cos'è.'' ([[Jonathan Safran Foer]]) *Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine. ([[Massimo Troisi]]) *Sono sinceramente convinto che se c'è a questo mondo una persona che noi possiamo toccare totalmente, senza vergognarci, non moriremo mai di solitudine. ([[Leo Buscaglia]]) *Son solo al mondo e mi bisogna metter giudizio, aprire gli occhi, e pensare ai casi miei. (''[[Lazarillo de Tormes]]'') *''Star soli è necessario. | E se non sei volgare, | dovunque potrai stare | in luogo solitario''. ([[Angelus Silesius]]) *Starsene tranquillamente "da soli, senza testimoni" ([[Luis de León]]) con una certa frequenza è un lusso di prima necessità. ([[Antonio Muñoz Molina]]) *''Tramontata è la luna | e le Pleiadi, è a mezza | notte, è passata l'ora: | giaccio sola nel letto.'' ([[Saffo]]) *Tutta la mia vita è stata contesa fra la noia di vivere insieme e la paura di vivere solo. ([[Indro Montanelli]]) *''Tutte le persone sole, | da dove vengono? | Tutte le persone sole | di dove sono?'' ([[The Beatles]]) *Un giorno anche noi diventiamo adulti, e scopriamo che la solitudine, quella vera, scelta consapevolmente, non è una punizione, e nemmeno una forma morbosa e risentita di isolamento, né un vezzo da eccentrici, bensì l'unico stato davvero degno di un essere umano. E a quel punto non è più tanto difficile da sopportare. È come poter vivere per sempre in un grande spazio e respirare aria pura. ([[Sándor Márai]]) *Un individuo solo e l'infinito sono in termini uguali, degni di guardarsi a vicenda, ognuno dal proprio trono. ([[Rabindranath Tagore]]) *Un uomo solitario vede solo il lato tragico della vita. (''[[Il capro espiatorio (film 1959)|Il capro espiatorio]]'') *Un uomo solo è sempre in cattiva compagnia. ([[Paul Valéry]]) *Uomo, se sei qualcuno, cammina da solo, parla con te stesso e non celarti in un coro. ([[Epitteto]]) *''Vado alle mie solitudini, | dalle mie solitudini vengo, | perché per stare con me | mi bastano i miei pensieri.'' ([[Lope de Vega]]) *[[Vagabondaggio]] e solitudine, sappiate, son l'uno la fonte della gioia, l'altra la sorgente della vita. ([[Ubayde Zākāni]]) *''Veggo persona tra i cespugli e i sassi. | Sedea sovra il maggior masso, che un giorno | sorse nobil meta d'alta colonna: | abbarbicata or gli è l'edera intorno. | M'appresso; ed era ossequïabil Donna: | scendea sul petto il crine in due diviso, | e bianca la copria semplice gonna. | Par che lo sguardo al ciel rivolto e fiso | nelle nubi si pasca, e tutta pósi | l'alma rapita nel beato viso. | Chi sei? le dico; ed ella, i rai pensosi | chinando, Solitudine m'appello''. ([[Ippolito Pindemonte]]) *Vi è qualcosa di così inebriante nella solitudine che un essere, pur da me desiderato, accompagnandomi nel giardino guasterebbe il mio piacere, rubandomi a me stesso. O rigenerazione d'essere solo! Solitudine! Solitudine! Come stringerti abbastanza sul mio cuore? ([[Henry de Montherlant]]) *Vivendo sola e così lontana dal mondo, mi illudevo di trovare la pace. Poi ho scoperto che non c'è vera pace nella solitudine, ma soltanto malinconia. (''[[La caduta dell'Impero romano]]'') *Vivo in quella solitudine che è dolorosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità. ([[Albert Einstein]]) *Volontà di Dio è la vittoria sulle solitudini. ([[Ermes Ronchi]]) ===''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959)|Ai confini della realtà]]''=== *Lassù... lassù c'è l'immensità dello spazio, il senso dell'infinito. Lassù c'è un nemico che si chiama solitudine. Se ne sta lì con le stelle e aspetta. Aspetta con la pazienza dell'eternità, impassibile, al confine della realtà. ([[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|prima stagione]]) *Mi controllerò quando potrò raggiungere quella felicità quella perfezione assoluta che accompagna la solitudine! Mi capisce? Gente, gente, gente! Se solo potessi farlo, ecco come sistemerei l'universo: eliminerei la gente, la cancellerei, me ne libererei, la distruggerei, la decimerei. Alla fine rimarrebbe un uomo solo: io! Archibald Beecroft, qui presente. ([[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (seconda stagione)|seconda stagione]]) *Possiamo nutrire coi concentrati, abbiamo dei microfilm per leggere e rilassarsi, provvediamo anche al cinema, possiamo immettere l'ossigeno, eliminare l'anidride... ma c'è una cosa che non possiamo fabbricare ed è un elemento essenziale: il bisogno della [[compagnia]]. La barriera della solitudine è qualcosa che non siamo ancora riusciti a superare. ([[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|prima stagione]]) ===[[Charles Bukowski]]=== *A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte lo so di sicuro. *Ero il tipo d'uomo che rifioriva con la solitudine; senza solitudine era per me come un altro stare senza cibo o senza acqua. Ogni giorno senza solitudine mi indeboliva. Non andavo orgoglioso della mia solitudine; ma ne ero dipendente. Il buio della stanza per me era come la luce del sole. *La cosa migliore è essere soli ma mai veramente soli. ===[[Emil Cioran]]=== *Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. *Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza? *L'unico modo di salvaguardare la propria solitudine è ferire tutti, a cominciare da quelli che amiamo. *Più che un dato, la solitudine è una missione: elevarsi ad essa e assumerla significa rinunciare al contributo di quella bassezza che garantisce la riuscita di una qualsiasi impresa, religiosa o di altro genere. Ripercorrete la storia delle idee, dei gesti, degli atteggiamenti: vedrete che l'''avvenire'' fu sempre complice della turba. Non si predica in nome di [[Marco Aurelio]]. *Sono talmente appagato dalla solitudine che il minimo appuntamento è per me una crocifissione. ===[[Emily Dickinson]]=== *''C'è una solitudine dello spazio | una solitudine del mare | una solitudine della Morte, ma queste | sono comunità | confrontate con quell'area più profonda | quell'intimità polare | un'anima al cospetto di se stessa.'' *''La Solitudine Nessuno osi sondare – | e si preferisca supporre piuttosto | che nella sua Tomba scandagliare | per accertarne la dimensione – || la Solitudine il cui peggior timore | è doversi accorgere di sé – | e perire di fronte a se stessa | solo per uno sguardo.'' *''Sarei forse più sola | senza la mia solitudine.'' *Non è capitato nulla se non la solitudine, forse troppo quotidiana per riferirne. *Susie – ci vuole poco a dire quanto si è soli – chiunque può farlo, ma portare la solitudine accanto al cuore per settimane, quando dormi, e quando sei sveglia, con sempre qualcosa che ti manca, ''questo'', non tutti riescono a dirlo, e mi sconcerta. Ne dipingerei un ritratto che indurrebbe alle lacrime, se avessi la tela per farlo, e la scena sarebbe la ''solitudine'', e le figure – solitudine – e le luci e le ombre, ciascuna una solitudine. Potrei riempire una stanza con paesaggi così solitari, la gente si fermerebbe là a piangere; poi andrebbe di fretta a casa, per ritrovare una persona amata. ===[[Francesco Petrarca]]=== *''Cercato ò sempre solitaria vita | (le rive il sanno, et le campagne e i boschi) | per fuggir questi ingegni sordi et loschi, | che la strada del cielo ànno smarrita''. *La solitudine è santa, semplice, incorrotta e davvero la più pura di tutte le cose umane. *Ho provato gli stimoli che essa dà all'animo, le ali che fornisce all'ingegno, il tempo che accorda libero al lavoro: tutte cose che non saprei dove cercare al di fuori della solitudine. *Come è grande dunque il piacere, come è grande la sicurezza data dalla solitudine che ha attraversato tutti i pericoli ed enumera, alle sue spalle, lontano, i propri mali! *La solitudine – a volerla debitamente definire – è di tre tipi: del luogo [...]; del tempo, ovverosia delle notti, quando anche nel foro c'è solitudine e silenzio; dell'animo, ovverosia di quelli che, per la straordinaria capacità di concentrarsi nella contemplazione, si sottraggono al mezzogiorno e alla piazza affollata e ignorano che cosa vi succeda e sono soli in qualunque momento e luogo vogliano esserlo. ===[[Arthur Schopenhauer]]=== *Chi non ama la solitudine non ama la libertà, perché non si è liberi che essendo soli. *Ciò che d'altra parte rende gli uomini sociabili si è che essi sono incapaci di sopportare la solitudine e di sopportare sé stessi quando sono soli. *Ciò che un individuo può essere per un altro è molto strettamente limitato; ciascuno finisce col restar solo. *La solitudine è fonte di [[felicità]] e di tranquillità dell'animo. *La solitudine è il retaggio delle menti superiori; qualche volta succederà loro che se ne rammarichino, ma la sceglieranno sempre come il minore dei mali. *La solitudine offre all'uomo altolocato intellettualmente due vantaggi: il primo d'esser con sé, il secondo di non esser con gli altri. *Non è mai solo chi è in compagnia di nobili pensieri. ===[[August Strindberg]]=== *Così, a poco a poco, rimasi da solo, rinviato esclusivamente ai superficiali contatti cui mi costringeva il mio lavoro e che per lo più tenevo per telefono. Non voglio negare che l'inizio fosse difficile e che il vuoto che si chiudeva attorno a me esigesse di essere colmato. Troncando i rapporti con gli altri, mi sembrò dapprima di perdere forza, ma contemporaneamente il mio Io iniziò come a coagularsi, addensarsi attorno a un nucleo, dove tutte le mie esperienze si raccoglievano, si fondevano e divenivano nutrimento per la mia anima. Inoltre, mi abituai a trasformare tutto ciò che vedevo e sentivo, ogni cosa in casa, per la strada, nella natura, e mettendo in relazione ogni mia percezione con il lavoro che stavo svolgendo, sentivo che il mio capitale cresceva, e gli studi che facevo in solitudine risultavano di maggior valore di quelli che avevo fatto sugli uomini nella vita di società. *Alla fine è questa la solitudine: avvolgersi nella seta della propria anima, farsi crisalide e aspettare la metamorfosi, perché questa arriva sempre. Nel frattempo si vive delle proprie esperienze e telepaticamente si vivono le vite degli altri. Morte e resurrezione; una nuova educazione per un futuro sconosciuto.<br>Alla fine si è l'unico padrone di sé stessi. Nessun pensiero d'estraneo controlla i miei, nessuna idea o capriccio altrui limita i miei. L'anima inizia adesso a crescere in una libertà di nuova acquisizione, e si prova un'inaudita pace all'interno, una quieta gioia, un sentimento di sicurezza e senso di responsabilità. *La prima cosa che si ottiene con la solitudine è la resa dei conti con sé stessi e il passato. *Ma la solitudine, allo stesso tempo, rende emotivi, e mentre prima con la brutalità mi ero armato contro la sofferenza, adesso divenivo più sensibile alle pene degli altri, facile preda delle influenze esterne, anche se non di quelle cattive. Queste infatti, mi spaventavano solamente, e mi facevano ritirare ancora di più all'indietro. ===[[Henry David Thoreau]]=== *Non trovai mai un compagno che fosse tanto buon compagno come la solitudine. *Per la maggior parte, noi siamo più soli quando usciamo tra gli uomini che quando restiamo in camera nostra. Un uomo che pensi o lavori è sempre solo – lasciatelo stare dove vuole. La solitudine non è misurata dalle miglia di distanza che si frappongono fra un uomo e il suo prossimo. *Voi pensate che ritirandomi dagli uomini io mi impoverisca, ma nella mia solitudine ho intessuto attorno a me una rete o crisalide serica, da cui, come ninfa, sorgerà quanto prima una creatura nuova e più perfetta fatta per più alte compagnie. ==[[Proverbi italiani]]== *Chi da sé si consiglia, da sé si trova. *Chi mangia solo, crepa solo. *Chi va solo, va bene. *Con un sol bue non si può far buon solco. *La pecora che se ne va sola, il lupo se la mangia. *La pecora fuori del gregge è sempre triste. *La solitudine è la madre della malinconia. *La solitudine è pericolosa. *La solitudine è un grave peso quando non si ha Dio per compagno. *La solitudine fa nascere dei buoni e dei cattivi pensieri. *Non piangermi povero, piangimi solo. *Quando Cristo fu solo, fu tentato dal diavolo. *Un albero che è solo, intristisce facilmente. *Uno e nessuno è tutt'uno. *Uomo solitario, o angelo o demone. ===[[Proverbi toscani|Toscani]]=== *Meglio soli, che male accompagnati. *Soli non si starebbe bene nemmeno in Paradiso. *Uno da sé non può far nulla. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Compagnia]] *[[Individuo]] *[[Solipsismo]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla}} [[Categoria:Psicologia sociale]] kuyqjns7mi9xuxylyic5f1y8reahgfp Sogno 0 1900 1351402 1349724 2024-11-11T19:05:28Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Pietro Metastasio. 1351402 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Briullov, Karl - A Dream of a Girl Before a Sunrise.jpg|thumb|upright=1.5|''Sogno di una ragazza prima dell'alba'' (Karl Briullov, 1830 ca.)]] Citazioni sul '''sogno'''. ==Citazioni== *A volte dimostra più forza una persona che insegue il suo sogno di una che lo afferra. (''[[Gintama]]'') *Abbiamo tutti diritto ai nostri sogni folli. ([[Sōichirō Honda]]) *Abbiate un sogno. Abbiate un bel sogno. Seguite soltanto un sogno. Il sogno di tutta la vita. La vita umana che ha un sogno è lieta. Una vita che segue un sogno si rinnova di giorno in giorno. La vita umana che sembra lunga è corta. Sia il vostro un sogno che miri a rendere liete non soltanto tutte le persone, ma anche i loro discendenti. È bello sognare di rendere felice tutta l’umanità.<br>Non è impossibile. ([[Ezechiele Ramin]]) *Alcuni dicono che il sonno profondo è senza sogni e che si sogna solo nei momenti che precedono il risveglio, e che nel giro di pochi secondi si immaginano eventi della durata di minuti o di ore intere. Altri invece sostengono che si sogna per tutta la durata del sonno, così come le sensazioni e le esperienze si susseguono ininterrotte allorché si è svegli; ma che noi ricordiamo – quando ricordiamo qualcosa affatto – solo dei frammenti, gli episodi conclusivi della lunga vicenda onirica; come se uno che, di notte, fosse in grado di visitare gli abissi del mare ma che, al ritorno, riuscisse solo a ricordare gli ultimi istanti, prima di riaffiorare alla superficie: l'acqua verde che filtra la luce del giorno, le sabbie dell'approdo mattutini. Altri ancora ritengono che nel sogno profondo si spalancano le porte di antichissime, misteriose caverne della mente e ne escono fuori forze oscure, che però sono per loro natura inesprimibili – e quindi invisibili agli occhi di chi sogna. Alcune di tali forze oscure tuttavia (così sostiene questa teoria) riescono a risalire, dalle profondità degli abissi psichici, verso la soglia della coscienza, e nel risalire attraggono a sé qualche brandello, qualche scheggia – per concordanza o per affinità – della memoria individuale del dormiente che sogna: quindi qualcosa arriva dall'abisso alla ragione. I sogni sono perciò bolle, bollicine, immateriali globi di sostanza reale, che risalgono per loro natura attraverso l'elemento del sonno, che tutto avviluppa; e troppo numerose per venir conosciute e ricordate dal dormiente, il quale al suo risveglio ne afferra solo una qua e là, come un bimbo – d'autunno – può afferrare una foglia fra le mille e mille che, intorno a lui, cadono al suolo. ([[Richard Adams]]) *Anche dai sogni è possibile ad ognuno accorgersi dei suoi progressi sulla via della virtù; se non gli avviene di vedere in sogno ch'egli si compiaccia di qualcosa di disonesto nè che approvi o commetta azione alcuna indegna o mostruosa, ma come in un gran mare in perfetta bonaccia, lucido e trasparente, la facoltà fantastica e passionale dell'anima gli si illumini rasserenata dalla ragione. ([[Zenone di Cizio]]) *''Basta che un uomo sogni | perché un'intera razza profumi di farfalle. | Basta che solo uno | sussurri di aver visto l'arcobaleno di notte, | perché perfino il fango abbia gli occhi rilucenti.'' ([[Manuel Scorza]]) *Bisogna sempre coltivare sogni e quindi affrontare delle paure. Ciò che rende una vita degna di essere vissuta è anche saper affrontare coraggiosamente le possibilità che la vita ci presenta. In generale possiamo dire che i sogni devono essere coltivati, devono essere sogni lucidi, sogni consapevoli, sogni capaci di portare a una realtà che si realizzi: i sogni sono fatti per essere realizzati perché se sono sogni e basta, forse non sono sogni buoni. ([[Gianmario Pagano]]) *Bisogna vivere per i propri sogni, non morire per loro. ([[Simone Moro]]) *C'è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada. E se c'è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c'è anche un sogno simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe, né lo status, e neppure l'età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato "sogno". (''[[Berserk]]'') *C'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia. ([[Alberto Moravia]]) *Chi non ha mai avuto un sogno forse ha solo sognato di vivere. ([[Fausto Cercignani]]) *Chi sogna, e chi viene sognato, non sono svegli alla stessa misura. ([[Jostein Gaarder]]) *Chi va dall'interprete di sogni butta via il maggior bene che possiede e merita la schiavitù in cui, in tal modo, immancabilmente cadrà. ([[Elias Canetti]]) *Chiederci che cosa stanno cercando di dirci i nostri sogni significa farci domande profonde e difficili che altrimenti eviteremmo, anche se in realtà non stavano cercando di dirci proprio nulla. ([[Oliver Burkeman]]) *Come si fa a uscire da un sogno quando i personaggi che lo popolano diventano improvvisamente ostili? ([[Robert Fisk]]) *Con i sogni funziona così: più se ne parla e più rapidamente svanisce. ([[Benjamin Sisko]], ''[[Star Trek: Deep Space Nine]]'') *Così come non esiste il grano senza paglia, non esistono sogni che non contengano sciocchezze. ([[Isaac Bashevis Singer]]) *Dai sogni si ricavano molte cose. Ma dobbiamo anche ammettere che sono soltanto frammenti della nostra attività psichica notturna. ([[Cesare Musatti]]) *Dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra. ([[Antonio Tabucchi]]) *Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere, un [[cuore]] eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove. ([[Fernando Pessoa]]) *''E i sogni si allontanano | come i cavalli scossi, | caduti i sognatori.'' ([[Lucio Battisti]]) *E se ci chiudono la porta dei sogni, siamo già morti. ([[Roberto Benigni]]) *Ed io essendo povero ho solo i miei sogni e i miei sogni ho steso ai tuoi piedi. Cammina leggera perché stai camminando sui miei sogni. ([[William Butler Yeats]]) *Evito di sognare. Ogni volta che ci provo, mi sveglio sbattendo sul comodino. ([[Cesare Maldini]]) *Forse i sogni sono i ricordi che l'anima ha del corpo. ([[José Saramago]]) *Forse non è vero che "un uomo diventa ciò che sogna" <ref>Frase di [[Floyd 'Red Crow' Westerman]] nel film ''[[Grey Owl - Gufo grigio]]''.</ref>; ma se non sogna, che razza d'uomo è? ([[Fausto Cercignani]]) *Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli. ([[Hermann Hesse]]) *Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. ([[Primo Levi]]) *''Ho imparato a sognare | quando inizi a scoprire che ogni sogno ti porta più in là, | cavalcando aquiloni oltre muri e confini | ho imparato a sognare da là, | quando tutte le scuse per giocare son buone, | quando tutta la vita è una bella canzone | c'era chi era incapace a sognare e chi sognava già.'' ([[Negrita]]) *Ho solo due ricchezze, il bene di chi mi ama e i miei sogni. Ho poche regole, la più importante è: accarezzare i miei sogni come se fossero reali e tenerli per mano mentre attraverso le strade strette e piovose della mia vita. Sì, credimi, i sogni sono veri fino a quando non li abbandoni. ([[Giovanni Scafoglio]]) *I sogni ci preparano alla vita da svegli. ([[Hannibal Lecter]], ''[[Hannibal (serie televisiva)|Hannibal]]'') *I sogni correggono i dettagli che non tornano... (''[[The Punisher (fumetto)|The Punisher]]'') *I sogni danno molto più sapore alla vita, la colorano. (''[[Caro fratello]]'') *I sogni discesi nella storia e nella politica producono violenze, guerre e regimi dispotici. Questa è in fondo la differenza fra [[Don Chisciotte]] e [[Che Guevara]], uno degli ultimi miti politici, il cui sogno fece prigionieri e vittime lungo la strada, nemici, traditori e dissidenti, ''campesinos'', per concludersi con la sua stessa uccisione. ([[Marcello Veneziani]]) *I sogni dunque non sono lo sfogo di quei sentimenti inconfessabili che da svegli siamo costretti a celare, ma il teatro sperimentale sul quale questi sentimenti prendono forma, e si mostrano a noi in una rappresentazione edificante e ammonitrice. Piacere non c'è nella libertà, nella non coscienza del sogno, e aneliamo dunque a rientrare nella «prigione» della nostra morale, della nostra coscienza, della nostra volontà di segreto. I sogni, questi iloti fedeli, ci danno ogni notte lo spettacolo angoscioso ma salutare del nostro inferno. ([[Alberto Savinio]]) *I sogni non perdonano. ([[Marcello Marchesi]]) *I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano. (''[[Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza‎]]'') *I sogni portano successivamente a galla, nel corso del trattamento, i contenuti dell'inconscio per esporli alla forza disinfettante della luce del giorno, riscoprendo anche elementi importanti creduti perduti. ([[Carl Gustav Jung]]) *I sogni sono come i vestiti: bisogna farli su misura, sennò non vanno. (''[[L'incantevole nemica]]'') *I sogni sono come un microscopio col quale osserviamo le vicende nascoste della nostra anima. ([[Erich Fromm]]) *''I Sogni sono l'elusiva Dote | che ci fa ricchi per un'Ora – | poi ci gettano poveri | fuori della Purpurea Porta | dentro i nudi Confini | che avevamo prima.'' ([[Emily Dickinson]]) *I sogni sono le pietre di paragone del nostro carattere. ([[David Henry Thoreau]]) *I sogni sono pericolosi perché sono forti e forse sono proprio loro a muovere tutto, a farti viaggiare, a farti prendere le decisioni. A volte ti travolgono, a volte ne siamo dipendenti ma è una dipendenza bellissima. ([[Annalisa (cantante)|Annalisa]]) *I sogni sono proiezioni dei nostri desideri o riflessi delle nostre sconfitte, delle nostre paure. Quando siamo svegli, siamo costretti ad occuparci di quei desideri, sconfitte, speranze, frustrazioni. Dobbiamo confrontarci con esse, combatterle, accettarle. È molto più aspro, fisico e brutale che in sogno. ([[Danijel Žeželj]]) *I sogni sono risposte a domande che non siamo ancora in grado di formulare. (''[[X-Files]]'') *I sogni sono una delle origini più importanti della credenza dei primitivi negli spiriti. ([[Carl Gustav Jung]]) *Il contenuto dei sogni viene sempre determinato, in misura maggiore o minore, dalla personalità individuale, dall'età, dal sesso, dalla condizione sociale, dal livello culturale, dal modo di vivere abituale, dagli avvenimenti e dall'esperienza di tutta la vita passata. ([[Peter Jessen]]) *Il mero fatto di ricordare un sogno equivale a organizzarlo. ([[Alejandro Jodorowsky]]) *Il migliore interprete dei sogni è chi li fa. ([[Charles Bukowski]]) *Il nostro sogno urta contro il mistero come la vespa contro un vetro. Meno pietoso dell'uomo, Dio non apre mai la finestra. ([[Jules Renard]]) *''Il sogno cattura per ore ed ore ed ore, | a volte fa la guerra, a volte fa l'amore | e quando chiudi gli occhi non sai mai cosa succede, | saluti la tua vita, domani ci si vede al mattino.'' ([[Caparezza#Come Mikimix|Mikimix]]) *''Il sogno | che non ricordi | è tuo?'' ([[Alberto Casiraghi]]) *Il sogno è appunto la sfera nella quale gli opposti possono sussistere l'uno accanto all'altro senza generare la situazione di un contrasto, la sfera nella quale la logica della mente desta può essere violata in nome di una diversa logica, altrettanto rigorosa. ([[Paola Capriolo]]) *Il sogno è l'infinita ombra del Vero. ([[Giovanni Pascoli]]) *Il sogno è quel pensiero che non si è avuto nel momento in cui era necessario. ([[José Saramago]]) *Il sogno è un elemento di fuga della tensione causata dall'ansia. ([[Andrea Rossi]]) *Il sogno è un deposito d'oggetti smarriti. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *Il sogno è una costruzione dell'intelligenza, cui il costruttore assiste senza sapere come andrà a finire. ([[Cesare Pavese]]) *Il sogno sono le rappresentazioni mentali. ([[Vasugupta]]) *Io credo che in qualche modo i sogni più privati possano coincidere con quelli più nobili, i sogni sociali, quando iniziano ad assomigliarsi. [...] Uno dei miei sogni era stato quello di rimanere nella mia terra, raccontarla, e continuare, come dire, a resistere. Mi piace usare una frase di un vecchio barbuto che scrisse questa cosa in un vecchio libro: "Tutto ciò che io desidero non è possibile identificarlo e quindi preferisco dire che io voglio il sogno di una cosa". E quindi anche io sogno una cosa. ([[Roberto Saviano]]) *L'infanzia, e i suoi terrori ancor più delle sue gioie riprendono ali e luce nel sogno, e vibrano come lucciole nella piccola notte dell'anima. ([[Jean Paul]]) *L'unica maniera per dare al sogno una possibilità di realizzarsi è smettere di sognarlo. ([[Aldo Busi]]) *L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi. ([[Roberto Benigni]]) *La cosa più terribile della morte di un sogno è sopravvivergli. ([[Efraim Medina Reyes]]) *La diffusione di un sogno, in una lotta ideologica, è sempre l'arma più forte. ([[George Steiner]]) *La maggior parte dei sogni è simile a belle cartoline riportate da un viaggio dal quale si è tornati, e poi dimenticate. La vostra coscienza si è già orientata nella realtà fisica; il sogno è un tentativo di tradurre l'esperienza più profonda in forme riconoscibili. Anche le immagini nel sogno sono altamente codificate e sono segnali per eventi sotterranei che in sostanza non sono decifrabili. ([[Jane Roberts]]) *La [[vita]] e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Le cose che ci sembra di vivere nei sogni sono solitamente quelle a cui siamo più legati, come il lavoro a cui ciascuno si dedica o le attività nelle quali ci siamo impegnati prima di dormire, o ciò su cui la mente si è più concentrata. ([[Tito Lucrezio Caro]]) *Lo sapete voi da dove provengono i sogni? [...] I neuroni producono {{sic|acelticolina}} mediante la quale inviano impulsi al proencefalo. Questi impulsi diventano immagini e le immagini diventano sogni, ma nessuno sa perché scegliamo queste particolari immagini. (''[[I segreti di Twin Peaks (prima stagione)|I segreti di Twin Peaks]]'') *Man mano che il mio sé reale, cioè io, cresceva, riuscivo a penetrare sempre di più nella sostanza dei miei sogni. Accade che sognando ci si renda conto, nel bel mezzo del sogno, di stare appunto sognando; e in caso di brutto sogno può accadere che si riesca a farsi coraggio pensando che si tratta solo di un sogno. ([[Jack London]]) *Nei sogni, forse per un notturno segreto del notturno dormiente, che s'illumina ad un tratto nell'oscurità e subito scompare alla memoria appena il sogno è finito, ogni figlio della nostra razza misteriosa consuma per conto proprio il tradimento del peccato originale. ([[Thomas de Quincey]]) *Nei sogni si rispecchia il mio intimo, perciò posso servirmene come di uno specchio per la barba: vedere quello che faccio, evitando di tagliarmi. ([[August Strindberg]]) *Nel sogno c'è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch'è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare. ([[Dino Buzzati]]) *Nel sogno sei autore e non sai come finirà. ([[Cesare Pavese]]) *Nell'esame e nell'interpretazione di sogni coerenti e rigorosi, occorre vagliare attentamente il fatto, sinora a quanto pare trascurato, che la loro verità è quasi sempre poco soddisfacente: perché, quando richiamiamo alla memoria un sogno, colmiamo e integriamo, senza farci caso o senza volere, le sue lacune. Raramente e forse mai un sogno coerente è stato così coerente in realtà come ci appare nel ricordo. ([[Peter Jessen]]) *Nessuno sogna di ciò che non lo riguarda. ([[Hermann Hesse]]) *Nessun sogno è mai solamente un sogno. (''[[Eyes Wide Shut]]'') *Nessun sogno è mai stato così insensato come la sua spiegazione. ([[Elias Canetti]]) *''Non agogno | che la virtù del sogno: | l'inconsapevolezza.'' ([[Guido Gozzano]]) *– Ogni sera, prima di dormire, cerco di pensare a cose belle. Così spero di fare un bel sogno quando mi addormento.<br />– Mi sembra un'ottima idea. Anche se non possiamo scegliere i sogni, forse possiamo indirizzarli sulla strada giusta.<br />– E anche quando fai dei brutti sogni, la paura e la solitudine non durano se ti svegli accanto a qualcuno a cui vuoi bene. (''[[Sword Art Online: Hollow Realization]]'') *Ogni sogno si costruisce il suo mondo particolare, è completo. Completo di passato e, finché si continua a dormire, di futuro. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (seconda stagione)|Ai confini della realtà]]'') *''Ospite, per i sogni siamo senza risorse, il loro linguaggio | è confuso, e non tutto dei sogni si compie per gli uomini. | Due sono le porte dei sogni, immagini senza vigore: | una è fatta di corno, l'altra di avorio. | Quelli che vengono attraverso l'avorio intagliato, | sono ingannevoli e portano parole ineffettuali; | quelli che vengono attraverso il corno ben levigato, | realizzano il vero, quando qualcuno dei mortali li veda.'' ([[Penelope]]: ''[[Odissea]]'') *Per avere i sogni leggeri addormèntati con gli occhi pieni di luna. ([[Jules Renard]]) *Per esempio, non vi è dubbio che i simbolismi arcaici, che ricorrono di frequente nelle fantasie e nei sogni, sono elementi collettivi. ([[Carl Gustav Jung]]) *Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. ([[Franco Battiato]]) *Pretendere la felicità nella vita è un sogno. Vivere la vita camminando verso la felicità è un ideale. ([[Luigi Giussani]]) *Quando un animo è portato al sogno, non bisogna tenervelo lontano, razionarglielo. Finché distoglierete il vostro animo dai suoi sogni, non li conoscerà; sarete in balia di mille apparenze perché non ne avrete capito la natura. Se un po' di sogno è pericoloso, quel che ce ne guarisce non è sognare di meno, ma di più, fare tutto il sogno. ([[Marcel Proust]]) *Quel che vediam la notte, è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto durante la veglia. Il sogno è sovente la rivincita delle cose disprezzate o il rimprovero degli esseri abbandonati. Da qui l'imprevisto e talvolta la tristezza. ([[Anatole France]]) *Quello che mi ha sempre irritato dei sogni è che non sappiamo che farcene. Eppure, dagli assiri alla cabala fino alla psicoanalisi, gli uomini hanno coltivato la convinzione che essi siano messaggi da decifrare e contengano verità più profonde di quelle che riusciamo ad afferrare durante la veglia. ([[Bruno Morchio]]) *Ritorna sobrio e riprenditi, desto di nuovo e consapevole che dei sogni ti davano inquietudine; svegliatoti nuovamente, osserva queste cose come osservavi quelle. ([[Marco Aurelio]]) *Sappi che dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce, che quello non può mai. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore? E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno...? ([[Arthur B. Chandler]]) *Se non sogni il tempo non passa. ([[Orhan Pamuk]]) *Se potessi ti comprerei una casa grande enorme capace di contenere la tua anima e la riempirei con tutti i tuoi sogni grandi e piccoli. ([[David Grossman]]) *Se si consegna il proprio sogno a qualcun altro... non è più un sogno. (''[[Video Girl Ai]]'') *Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione. ([[Massimo Gramellini]]) *Senza sogni non si vive, si sopravvive... senza sogni non sei il protagonista della tua vita ma sei solo una scolorita figura che ha accettato rassegnato la propria esistenza, senza squilli, senza sussulti, senza vita... ([[Gianluigi Buffon]]) *Si sogna sempre quello che ci attrae o quello che ci spaventa. (''[[Strategia di una rapina]]'') *Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita. ([[William Shakespeare]]) *''Sogna il guerrier le schiere, | Le selve il cacciator; | E sogna il pescator | Le reti e l'amo.'' ([[Pietro Metastasio]]) *''Sogno di un'ombra è l'[[uomo]].'' ([[Pindaro]]) *''– Sognare, sognare – perché sognare? | Meglio è, credi, agire nel giorno! | Meglio vuotare il nappo della vita | che star sonnolenti accanto ai morti padri''. ([[Henrik Ibsen]]) *Sognare è per chi non è bravo a ottenere quello che vuole. (''[[The Knick]]'') *Sognare è rendere la vita più sopportabile. (''[[Rudy - Il successo di un sogno]]'') *Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo. ([[Luis Sepúlveda]]) *Solo sognare è vivere. E alle soglie dei sogni ride sempre la [[Speranza]]. ([[Nino Salvaneschi]]) *''Son veramente i sogni | De le nostre speranze, | Più che de l'avvenir, vane sembianze; | Imagini del dì guaste e corrotte | Da l'ombra de la notte.'' ([[Battista Guarini]]) *Spesso i sogni sono terreni molto fertili su cui gettare i semi del tormento. ([[Pinhead (personaggio)|Pinhead]], ''[[Hellraiser III - Inferno sulla città]]'') *State molto attenti con i vostri sogni, perché corrono il rischio di avverarsi. ([[Leo Buscaglia]]) *Tre tipi di sogno si avverano: il sogno mattutino, il sogno di un amico che ti riguarda, ed il sogno interpretato in mezzo a un sogno. (''[[Talmud]]'') *''Togli la ragione e lasciami sognare, | lasciami sognare in pace!'' ([[Samuele Bersani]]) *Tutti i sogni sono sempre un po' misteriosi e questo è il loro bello, ma certi sono misteriosissimi, cioè non si capisce niente, sono come dei rebus. Mentre i rebus hanno una soluzione, loro non ce l'hanno, puoi dargli cento significati diversi e l'uno vale l'altro. ([[Luigi Malerba]]) *Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno. ([[Edgar Allan Poe]]) *Un brutto sogno può bastare a persuaderci di non essere – dopotutto – troppo sfortunati. ([[Michel Simon]]) *Un sogno è come un libro sacro, e molti di questi non sono altro che sogni. ([[Umberto Eco]]) *Un sogno è qualcosa che riempie il vuoto interiore. L'unica cosa che, se si avverasse, allontanerebbe ogni male. (''[[Glee (prima stagione)|Glee]]'') *Un sogno non interpretato è come una lettera non letta. (''[[Talmud]]'') *Un tizio che conoscevo una volta scrisse che noi abbandoniamo i nostri sogni per paura di fallire o, ancora peggio, per paura di aver successo. (''[[Scoprendo Forrester]]'') *Una cosa è avere un sogno e ben altra cosa è inseguirlo. (''[[One Piece (serie televisiva)|One Piece]]'') ===[[Gesualdo Bufalino]]=== *Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più. *I sogni: "lavoro nero", ma non pagato, della ragione. *I sogni: spazzatura della ragione. *In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. *Ognuno sogna i sogni che si merita. ===[[Sigmund Freud]]=== *Chi s'interessa di sogni dovrà riconoscere come fenomeno comune, io penso, il fatto che essi testimoniano di nozioni e ricordi che riteniamo di non possedere durante la veglia. *Il sogno è incoerente, riunisce senza esitazione le più grosse contraddizioni, ammette cose impossibili, trascura le nostre cognizioni, così importanti durante il giorno, ci fa apparire eticamente e moralmente ottusi. *L'esperienza del sogno si presenta come un fatto estraneo, inserito fra due periodi di vita che sono perfettamente contigui e si prolungano l'uno nell'altro. *Lo studio dei sogni può essere considerato come il metodo più sicuro per indagare sui processi psichici profondi. *Nell'ingenua opinione di chi si sveglia, il sogno, se pure non proviene da un altro mondo, ci rapisce tuttavia, mentre dormiamo, in un altro mondo. *Una delle fonti a cui il sogno attinge per la sua attività riproduttiva elementi in parte non ricordati né utilizzati dall'attività psichica dello stato di veglia, è la vita infantile. ===[[Stanisław Jerzy Lec]]=== *Chi fa sogni di potenza, non [[russare|russi]] forte. *Dimmi con chi dormi e ti dirò chi sogni. *Ho sognato [[Sigmund Freud|Freud]]. Che significa? *I sogni dipendono dalla posizione del dormiente. *Sul fondo dell'[[infelicità]] giacciono i rottami dei sogni. Se solo si potessero tirar su e aggiustare! ===[[José Saramago]]=== *Forse i sogni sono i ricordi che l'anima ha del corpo. *Il sogno è quel pensiero che non si è avuto nel momento in cui era necessario. *Oltre alla conversazione delle donne, sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita. *Un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni. ===[[Ludwig Strümpell]]=== *Chi sogna è staccato dal mondo della coscienza vigile. *L'anima nel sogno è isolata e quasi senza ricordo del contenuto normale del corso della vita vigile. *Nel sogno, il ricordo del contenuto ordinario della coscienza vigile e del suo comportamento normale è quasi interamente perduto. ==[[Proverbi italiani]]== *Ai sogni non far assegnamento. *Chi crede ai sogni, si trova in mano un pugno di mosche. *Chi di giorno sogna, va a dormir con la testa rotta. *Chi dorme, sogna. *Chi fa cattivo sogno, di mangiar non ha bisogno. *Chi mal ti vuole, mal ti sogna. *Chi sogna d'esser signore, si sveglia mendico. *Chi va a [[letto]] senza cena, tutta la notte sogna. *Ciò che dice il sogno non dar mente, che spesso i sogni ingannano la gente. *Ciò che si sogna la notte, spesso avviene di giorno. *Con i sogni non si fabbricano case. *I sogni dorati, lasciano svegliandosi, gli uomini affamati. *I sogni non si comprendono finché non s'avverano. *Il lupo sogna le pecore, e la volpe le galline. *Il sogno di un savio val più del vegliar di un pazzo. *Il sogno è ubbia, e il crederci è pazzia. *La gente sciocca fa sciocchi sogni. *La [[speranza]] è il sogno dell'uomo desto. *L'orso sogna sempre pere. *Non bisogna fidarsi dei sogni. *Non dar retta ai sogni. *Più violenta la [[malattia]], più strani i sogni. *Quando il mugnaio sogna, sogna grano e farina. *Quel che uno pensa di giorno, sogna volentieri la notte. *Sogni e pensieri non hanno limiti. *Tali i pensieri, tale il sogno. *Taluni sognano ad occhi aperti. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Fantasia]] *[[Fantasticheria]] *[[Incubo]] *[[Sogno e realtà]] *[[Sonno]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il|wikt}} {{Raccolte dai media|Sogni}} [[Categoria:Psicoanalisi]] [[Categoria:Sonno]] 5jx5cw0r5it5j6nf7p3gnvslu9e2tqv 1351403 1351402 2024-11-11T19:09:15Z ~2024-9620 100276 Iliade. 1351403 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Briullov, Karl - A Dream of a Girl Before a Sunrise.jpg|thumb|upright=1.5|''Sogno di una ragazza prima dell'alba'' (Karl Briullov, 1830 ca.)]] Citazioni sul '''sogno'''. ==Citazioni== *A volte dimostra più forza una persona che insegue il suo sogno di una che lo afferra. (''[[Gintama]]'') *Abbiamo tutti diritto ai nostri sogni folli. ([[Sōichirō Honda]]) *Abbiate un sogno. Abbiate un bel sogno. Seguite soltanto un sogno. Il sogno di tutta la vita. La vita umana che ha un sogno è lieta. Una vita che segue un sogno si rinnova di giorno in giorno. La vita umana che sembra lunga è corta. Sia il vostro un sogno che miri a rendere liete non soltanto tutte le persone, ma anche i loro discendenti. È bello sognare di rendere felice tutta l’umanità.<br>Non è impossibile. ([[Ezechiele Ramin]]) *Alcuni dicono che il sonno profondo è senza sogni e che si sogna solo nei momenti che precedono il risveglio, e che nel giro di pochi secondi si immaginano eventi della durata di minuti o di ore intere. Altri invece sostengono che si sogna per tutta la durata del sonno, così come le sensazioni e le esperienze si susseguono ininterrotte allorché si è svegli; ma che noi ricordiamo – quando ricordiamo qualcosa affatto – solo dei frammenti, gli episodi conclusivi della lunga vicenda onirica; come se uno che, di notte, fosse in grado di visitare gli abissi del mare ma che, al ritorno, riuscisse solo a ricordare gli ultimi istanti, prima di riaffiorare alla superficie: l'acqua verde che filtra la luce del giorno, le sabbie dell'approdo mattutini. Altri ancora ritengono che nel sogno profondo si spalancano le porte di antichissime, misteriose caverne della mente e ne escono fuori forze oscure, che però sono per loro natura inesprimibili – e quindi invisibili agli occhi di chi sogna. Alcune di tali forze oscure tuttavia (così sostiene questa teoria) riescono a risalire, dalle profondità degli abissi psichici, verso la soglia della coscienza, e nel risalire attraggono a sé qualche brandello, qualche scheggia – per concordanza o per affinità – della memoria individuale del dormiente che sogna: quindi qualcosa arriva dall'abisso alla ragione. I sogni sono perciò bolle, bollicine, immateriali globi di sostanza reale, che risalgono per loro natura attraverso l'elemento del sonno, che tutto avviluppa; e troppo numerose per venir conosciute e ricordate dal dormiente, il quale al suo risveglio ne afferra solo una qua e là, come un bimbo – d'autunno – può afferrare una foglia fra le mille e mille che, intorno a lui, cadono al suolo. ([[Richard Adams]]) *Anche dai sogni è possibile ad ognuno accorgersi dei suoi progressi sulla via della virtù; se non gli avviene di vedere in sogno ch'egli si compiaccia di qualcosa di disonesto nè che approvi o commetta azione alcuna indegna o mostruosa, ma come in un gran mare in perfetta bonaccia, lucido e trasparente, la facoltà fantastica e passionale dell'anima gli si illumini rasserenata dalla ragione. ([[Zenone di Cizio]]) *''Basta che un uomo sogni | perché un'intera razza profumi di farfalle. | Basta che solo uno | sussurri di aver visto l'arcobaleno di notte, | perché perfino il fango abbia gli occhi rilucenti.'' ([[Manuel Scorza]]) *Bisogna sempre coltivare sogni e quindi affrontare delle paure. Ciò che rende una vita degna di essere vissuta è anche saper affrontare coraggiosamente le possibilità che la vita ci presenta. In generale possiamo dire che i sogni devono essere coltivati, devono essere sogni lucidi, sogni consapevoli, sogni capaci di portare a una realtà che si realizzi: i sogni sono fatti per essere realizzati perché se sono sogni e basta, forse non sono sogni buoni. ([[Gianmario Pagano]]) *Bisogna vivere per i propri sogni, non morire per loro. ([[Simone Moro]]) *C'è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada. E se c'è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c'è anche un sogno simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe, né lo status, e neppure l'età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato "sogno". (''[[Berserk]]'') *C'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia. ([[Alberto Moravia]]) *Chi non ha mai avuto un sogno forse ha solo sognato di vivere. ([[Fausto Cercignani]]) *Chi sogna, e chi viene sognato, non sono svegli alla stessa misura. ([[Jostein Gaarder]]) *Chi va dall'interprete di sogni butta via il maggior bene che possiede e merita la schiavitù in cui, in tal modo, immancabilmente cadrà. ([[Elias Canetti]]) *Chiederci che cosa stanno cercando di dirci i nostri sogni significa farci domande profonde e difficili che altrimenti eviteremmo, anche se in realtà non stavano cercando di dirci proprio nulla. ([[Oliver Burkeman]]) *Come si fa a uscire da un sogno quando i personaggi che lo popolano diventano improvvisamente ostili? ([[Robert Fisk]]) *Con i sogni funziona così: più se ne parla e più rapidamente svanisce. ([[Benjamin Sisko]], ''[[Star Trek: Deep Space Nine]]'') *Così come non esiste il grano senza paglia, non esistono sogni che non contengano sciocchezze. ([[Isaac Bashevis Singer]]) *Dai sogni si ricavano molte cose. Ma dobbiamo anche ammettere che sono soltanto frammenti della nostra attività psichica notturna. ([[Cesare Musatti]]) *Dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra. ([[Antonio Tabucchi]]) *Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere, un [[cuore]] eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove. ([[Fernando Pessoa]]) *''E i sogni si allontanano | come i cavalli scossi, | caduti i sognatori.'' ([[Lucio Battisti]]) *E se ci chiudono la porta dei sogni, siamo già morti. ([[Roberto Benigni]]) *Ed io essendo povero ho solo i miei sogni e i miei sogni ho steso ai tuoi piedi. Cammina leggera perché stai camminando sui miei sogni. ([[William Butler Yeats]]) *Evito di sognare. Ogni volta che ci provo, mi sveglio sbattendo sul comodino. ([[Cesare Maldini]]) *Forse i sogni sono i ricordi che l'anima ha del corpo. ([[José Saramago]]) *Forse non è vero che "un uomo diventa ciò che sogna" <ref>Frase di [[Floyd 'Red Crow' Westerman]] nel film ''[[Grey Owl - Gufo grigio]]''.</ref>; ma se non sogna, che razza d'uomo è? ([[Fausto Cercignani]]) *Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli. ([[Hermann Hesse]]) *Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. ([[Primo Levi]]) *''Ho imparato a sognare | quando inizi a scoprire che ogni sogno ti porta più in là, | cavalcando aquiloni oltre muri e confini | ho imparato a sognare da là, | quando tutte le scuse per giocare son buone, | quando tutta la vita è una bella canzone | c'era chi era incapace a sognare e chi sognava già.'' ([[Negrita]]) *Ho solo due ricchezze, il bene di chi mi ama e i miei sogni. Ho poche regole, la più importante è: accarezzare i miei sogni come se fossero reali e tenerli per mano mentre attraverso le strade strette e piovose della mia vita. Sì, credimi, i sogni sono veri fino a quando non li abbandoni. ([[Giovanni Scafoglio]]) *I sogni ci preparano alla vita da svegli. ([[Hannibal Lecter]], ''[[Hannibal (serie televisiva)|Hannibal]]'') *I sogni correggono i dettagli che non tornano... (''[[The Punisher (fumetto)|The Punisher]]'') *I sogni danno molto più sapore alla vita, la colorano. (''[[Caro fratello]]'') *I sogni discesi nella storia e nella politica producono violenze, guerre e regimi dispotici. Questa è in fondo la differenza fra [[Don Chisciotte]] e [[Che Guevara]], uno degli ultimi miti politici, il cui sogno fece prigionieri e vittime lungo la strada, nemici, traditori e dissidenti, ''campesinos'', per concludersi con la sua stessa uccisione. ([[Marcello Veneziani]]) *I sogni dunque non sono lo sfogo di quei sentimenti inconfessabili che da svegli siamo costretti a celare, ma il teatro sperimentale sul quale questi sentimenti prendono forma, e si mostrano a noi in una rappresentazione edificante e ammonitrice. Piacere non c'è nella libertà, nella non coscienza del sogno, e aneliamo dunque a rientrare nella «prigione» della nostra morale, della nostra coscienza, della nostra volontà di segreto. I sogni, questi iloti fedeli, ci danno ogni notte lo spettacolo angoscioso ma salutare del nostro inferno. ([[Alberto Savinio]]) *I sogni non perdonano. ([[Marcello Marchesi]]) *I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano. (''[[Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza‎]]'') *I sogni portano successivamente a galla, nel corso del trattamento, i contenuti dell'inconscio per esporli alla forza disinfettante della luce del giorno, riscoprendo anche elementi importanti creduti perduti. ([[Carl Gustav Jung]]) *I sogni sono come i vestiti: bisogna farli su misura, sennò non vanno. (''[[L'incantevole nemica]]'') *I sogni sono come un microscopio col quale osserviamo le vicende nascoste della nostra anima. ([[Erich Fromm]]) *''I Sogni sono l'elusiva Dote | che ci fa ricchi per un'Ora – | poi ci gettano poveri | fuori della Purpurea Porta | dentro i nudi Confini | che avevamo prima.'' ([[Emily Dickinson]]) *I sogni sono le pietre di paragone del nostro carattere. ([[David Henry Thoreau]]) *I sogni sono pericolosi perché sono forti e forse sono proprio loro a muovere tutto, a farti viaggiare, a farti prendere le decisioni. A volte ti travolgono, a volte ne siamo dipendenti ma è una dipendenza bellissima. ([[Annalisa (cantante)|Annalisa]]) *I sogni sono proiezioni dei nostri desideri o riflessi delle nostre sconfitte, delle nostre paure. Quando siamo svegli, siamo costretti ad occuparci di quei desideri, sconfitte, speranze, frustrazioni. Dobbiamo confrontarci con esse, combatterle, accettarle. È molto più aspro, fisico e brutale che in sogno. ([[Danijel Žeželj]]) *I sogni sono risposte a domande che non siamo ancora in grado di formulare. (''[[X-Files]]'') *I sogni sono una delle origini più importanti della credenza dei primitivi negli spiriti. ([[Carl Gustav Jung]]) *Il contenuto dei sogni viene sempre determinato, in misura maggiore o minore, dalla personalità individuale, dall'età, dal sesso, dalla condizione sociale, dal livello culturale, dal modo di vivere abituale, dagli avvenimenti e dall'esperienza di tutta la vita passata. ([[Peter Jessen]]) *Il mero fatto di ricordare un sogno equivale a organizzarlo. ([[Alejandro Jodorowsky]]) *Il migliore interprete dei sogni è chi li fa. ([[Charles Bukowski]]) *Il nostro sogno urta contro il mistero come la vespa contro un vetro. Meno pietoso dell'uomo, Dio non apre mai la finestra. ([[Jules Renard]]) *''Il sogno cattura per ore ed ore ed ore, | a volte fa la guerra, a volte fa l'amore | e quando chiudi gli occhi non sai mai cosa succede, | saluti la tua vita, domani ci si vede al mattino.'' ([[Caparezza#Come Mikimix|Mikimix]]) *''Il sogno | che non ricordi | è tuo?'' ([[Alberto Casiraghi]]) *Il sogno è appunto la sfera nella quale gli opposti possono sussistere l'uno accanto all'altro senza generare la situazione di un contrasto, la sfera nella quale la logica della mente desta può essere violata in nome di una diversa logica, altrettanto rigorosa. ([[Paola Capriolo]]) *Il sogno è l'infinita ombra del Vero. ([[Giovanni Pascoli]]) *Il sogno è quel pensiero che non si è avuto nel momento in cui era necessario. ([[José Saramago]]) *Il sogno è un elemento di fuga della tensione causata dall'ansia. ([[Andrea Rossi]]) *Il sogno è un deposito d'oggetti smarriti. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *Il sogno è una costruzione dell'intelligenza, cui il costruttore assiste senza sapere come andrà a finire. ([[Cesare Pavese]]) *Il sogno sono le rappresentazioni mentali. ([[Vasugupta]]) *''Il sogno viene da Zeus.'' ([[Omero]], ''[[Iliade]]'') *Io credo che in qualche modo i sogni più privati possano coincidere con quelli più nobili, i sogni sociali, quando iniziano ad assomigliarsi. [...] Uno dei miei sogni era stato quello di rimanere nella mia terra, raccontarla, e continuare, come dire, a resistere. Mi piace usare una frase di un vecchio barbuto che scrisse questa cosa in un vecchio libro: "Tutto ciò che io desidero non è possibile identificarlo e quindi preferisco dire che io voglio il sogno di una cosa". E quindi anche io sogno una cosa. ([[Roberto Saviano]]) *L'infanzia, e i suoi terrori ancor più delle sue gioie riprendono ali e luce nel sogno, e vibrano come lucciole nella piccola notte dell'anima. ([[Jean Paul]]) *L'unica maniera per dare al sogno una possibilità di realizzarsi è smettere di sognarlo. ([[Aldo Busi]]) *L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi. ([[Roberto Benigni]]) *La cosa più terribile della morte di un sogno è sopravvivergli. ([[Efraim Medina Reyes]]) *La diffusione di un sogno, in una lotta ideologica, è sempre l'arma più forte. ([[George Steiner]]) *La maggior parte dei sogni è simile a belle cartoline riportate da un viaggio dal quale si è tornati, e poi dimenticate. La vostra coscienza si è già orientata nella realtà fisica; il sogno è un tentativo di tradurre l'esperienza più profonda in forme riconoscibili. Anche le immagini nel sogno sono altamente codificate e sono segnali per eventi sotterranei che in sostanza non sono decifrabili. ([[Jane Roberts]]) *La [[vita]] e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Le cose che ci sembra di vivere nei sogni sono solitamente quelle a cui siamo più legati, come il lavoro a cui ciascuno si dedica o le attività nelle quali ci siamo impegnati prima di dormire, o ciò su cui la mente si è più concentrata. ([[Tito Lucrezio Caro]]) *Lo sapete voi da dove provengono i sogni? [...] I neuroni producono {{sic|acelticolina}} mediante la quale inviano impulsi al proencefalo. Questi impulsi diventano immagini e le immagini diventano sogni, ma nessuno sa perché scegliamo queste particolari immagini. (''[[I segreti di Twin Peaks (prima stagione)|I segreti di Twin Peaks]]'') *Man mano che il mio sé reale, cioè io, cresceva, riuscivo a penetrare sempre di più nella sostanza dei miei sogni. Accade che sognando ci si renda conto, nel bel mezzo del sogno, di stare appunto sognando; e in caso di brutto sogno può accadere che si riesca a farsi coraggio pensando che si tratta solo di un sogno. ([[Jack London]]) *Nei sogni, forse per un notturno segreto del notturno dormiente, che s'illumina ad un tratto nell'oscurità e subito scompare alla memoria appena il sogno è finito, ogni figlio della nostra razza misteriosa consuma per conto proprio il tradimento del peccato originale. ([[Thomas de Quincey]]) *Nei sogni si rispecchia il mio intimo, perciò posso servirmene come di uno specchio per la barba: vedere quello che faccio, evitando di tagliarmi. ([[August Strindberg]]) *Nel sogno c'è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch'è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare. ([[Dino Buzzati]]) *Nel sogno sei autore e non sai come finirà. ([[Cesare Pavese]]) *Nell'esame e nell'interpretazione di sogni coerenti e rigorosi, occorre vagliare attentamente il fatto, sinora a quanto pare trascurato, che la loro verità è quasi sempre poco soddisfacente: perché, quando richiamiamo alla memoria un sogno, colmiamo e integriamo, senza farci caso o senza volere, le sue lacune. Raramente e forse mai un sogno coerente è stato così coerente in realtà come ci appare nel ricordo. ([[Peter Jessen]]) *Nessuno sogna di ciò che non lo riguarda. ([[Hermann Hesse]]) *Nessun sogno è mai solamente un sogno. (''[[Eyes Wide Shut]]'') *Nessun sogno è mai stato così insensato come la sua spiegazione. ([[Elias Canetti]]) *''Non agogno | che la virtù del sogno: | l'inconsapevolezza.'' ([[Guido Gozzano]]) *– Ogni sera, prima di dormire, cerco di pensare a cose belle. Così spero di fare un bel sogno quando mi addormento.<br />– Mi sembra un'ottima idea. Anche se non possiamo scegliere i sogni, forse possiamo indirizzarli sulla strada giusta.<br />– E anche quando fai dei brutti sogni, la paura e la solitudine non durano se ti svegli accanto a qualcuno a cui vuoi bene. (''[[Sword Art Online: Hollow Realization]]'') *Ogni sogno si costruisce il suo mondo particolare, è completo. Completo di passato e, finché si continua a dormire, di futuro. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (seconda stagione)|Ai confini della realtà]]'') *''Ospite, per i sogni siamo senza risorse, il loro linguaggio | è confuso, e non tutto dei sogni si compie per gli uomini. | Due sono le porte dei sogni, immagini senza vigore: | una è fatta di corno, l'altra di avorio. | Quelli che vengono attraverso l'avorio intagliato, | sono ingannevoli e portano parole ineffettuali; | quelli che vengono attraverso il corno ben levigato, | realizzano il vero, quando qualcuno dei mortali li veda.'' ([[Penelope]]: ''[[Odissea]]'') *Per avere i sogni leggeri addormèntati con gli occhi pieni di luna. ([[Jules Renard]]) *Per esempio, non vi è dubbio che i simbolismi arcaici, che ricorrono di frequente nelle fantasie e nei sogni, sono elementi collettivi. ([[Carl Gustav Jung]]) *Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. ([[Franco Battiato]]) *Pretendere la felicità nella vita è un sogno. Vivere la vita camminando verso la felicità è un ideale. ([[Luigi Giussani]]) *Quando un animo è portato al sogno, non bisogna tenervelo lontano, razionarglielo. Finché distoglierete il vostro animo dai suoi sogni, non li conoscerà; sarete in balia di mille apparenze perché non ne avrete capito la natura. Se un po' di sogno è pericoloso, quel che ce ne guarisce non è sognare di meno, ma di più, fare tutto il sogno. ([[Marcel Proust]]) *Quel che vediam la notte, è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto durante la veglia. Il sogno è sovente la rivincita delle cose disprezzate o il rimprovero degli esseri abbandonati. Da qui l'imprevisto e talvolta la tristezza. ([[Anatole France]]) *Quello che mi ha sempre irritato dei sogni è che non sappiamo che farcene. Eppure, dagli assiri alla cabala fino alla psicoanalisi, gli uomini hanno coltivato la convinzione che essi siano messaggi da decifrare e contengano verità più profonde di quelle che riusciamo ad afferrare durante la veglia. ([[Bruno Morchio]]) *Ritorna sobrio e riprenditi, desto di nuovo e consapevole che dei sogni ti davano inquietudine; svegliatoti nuovamente, osserva queste cose come osservavi quelle. ([[Marco Aurelio]]) *Sappi che dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce, che quello non può mai. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore? E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno...? ([[Arthur B. Chandler]]) *Se non sogni il tempo non passa. ([[Orhan Pamuk]]) *Se potessi ti comprerei una casa grande enorme capace di contenere la tua anima e la riempirei con tutti i tuoi sogni grandi e piccoli. ([[David Grossman]]) *Se si consegna il proprio sogno a qualcun altro... non è più un sogno. (''[[Video Girl Ai]]'') *Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione. ([[Massimo Gramellini]]) *Senza sogni non si vive, si sopravvive... senza sogni non sei il protagonista della tua vita ma sei solo una scolorita figura che ha accettato rassegnato la propria esistenza, senza squilli, senza sussulti, senza vita... ([[Gianluigi Buffon]]) *Si sogna sempre quello che ci attrae o quello che ci spaventa. (''[[Strategia di una rapina]]'') *Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita. ([[William Shakespeare]]) *''Sogna il guerrier le schiere, | Le selve il cacciator; | E sogna il pescator | Le reti e l'amo.'' ([[Pietro Metastasio]]) *''Sogno di un'ombra è l'[[uomo]].'' ([[Pindaro]]) *''– Sognare, sognare – perché sognare? | Meglio è, credi, agire nel giorno! | Meglio vuotare il nappo della vita | che star sonnolenti accanto ai morti padri''. ([[Henrik Ibsen]]) *Sognare è per chi non è bravo a ottenere quello che vuole. (''[[The Knick]]'') *Sognare è rendere la vita più sopportabile. (''[[Rudy - Il successo di un sogno]]'') *Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo. ([[Luis Sepúlveda]]) *Solo sognare è vivere. E alle soglie dei sogni ride sempre la [[Speranza]]. ([[Nino Salvaneschi]]) *''Son veramente i sogni | De le nostre speranze, | Più che de l'avvenir, vane sembianze; | Imagini del dì guaste e corrotte | Da l'ombra de la notte.'' ([[Battista Guarini]]) *Spesso i sogni sono terreni molto fertili su cui gettare i semi del tormento. ([[Pinhead (personaggio)|Pinhead]], ''[[Hellraiser III - Inferno sulla città]]'') *State molto attenti con i vostri sogni, perché corrono il rischio di avverarsi. ([[Leo Buscaglia]]) *Tre tipi di sogno si avverano: il sogno mattutino, il sogno di un amico che ti riguarda, ed il sogno interpretato in mezzo a un sogno. (''[[Talmud]]'') *''Togli la ragione e lasciami sognare, | lasciami sognare in pace!'' ([[Samuele Bersani]]) *Tutti i sogni sono sempre un po' misteriosi e questo è il loro bello, ma certi sono misteriosissimi, cioè non si capisce niente, sono come dei rebus. Mentre i rebus hanno una soluzione, loro non ce l'hanno, puoi dargli cento significati diversi e l'uno vale l'altro. ([[Luigi Malerba]]) *Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno. ([[Edgar Allan Poe]]) *Un brutto sogno può bastare a persuaderci di non essere – dopotutto – troppo sfortunati. ([[Michel Simon]]) *Un sogno è come un libro sacro, e molti di questi non sono altro che sogni. ([[Umberto Eco]]) *Un sogno è qualcosa che riempie il vuoto interiore. L'unica cosa che, se si avverasse, allontanerebbe ogni male. (''[[Glee (prima stagione)|Glee]]'') *Un sogno non interpretato è come una lettera non letta. (''[[Talmud]]'') *Un tizio che conoscevo una volta scrisse che noi abbandoniamo i nostri sogni per paura di fallire o, ancora peggio, per paura di aver successo. (''[[Scoprendo Forrester]]'') *Una cosa è avere un sogno e ben altra cosa è inseguirlo. (''[[One Piece (serie televisiva)|One Piece]]'') ===[[Gesualdo Bufalino]]=== *Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più. *I sogni: "lavoro nero", ma non pagato, della ragione. *I sogni: spazzatura della ragione. *In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. *Ognuno sogna i sogni che si merita. ===[[Sigmund Freud]]=== *Chi s'interessa di sogni dovrà riconoscere come fenomeno comune, io penso, il fatto che essi testimoniano di nozioni e ricordi che riteniamo di non possedere durante la veglia. *Il sogno è incoerente, riunisce senza esitazione le più grosse contraddizioni, ammette cose impossibili, trascura le nostre cognizioni, così importanti durante il giorno, ci fa apparire eticamente e moralmente ottusi. *L'esperienza del sogno si presenta come un fatto estraneo, inserito fra due periodi di vita che sono perfettamente contigui e si prolungano l'uno nell'altro. *Lo studio dei sogni può essere considerato come il metodo più sicuro per indagare sui processi psichici profondi. *Nell'ingenua opinione di chi si sveglia, il sogno, se pure non proviene da un altro mondo, ci rapisce tuttavia, mentre dormiamo, in un altro mondo. *Una delle fonti a cui il sogno attinge per la sua attività riproduttiva elementi in parte non ricordati né utilizzati dall'attività psichica dello stato di veglia, è la vita infantile. ===[[Stanisław Jerzy Lec]]=== *Chi fa sogni di potenza, non [[russare|russi]] forte. *Dimmi con chi dormi e ti dirò chi sogni. *Ho sognato [[Sigmund Freud|Freud]]. Che significa? *I sogni dipendono dalla posizione del dormiente. *Sul fondo dell'[[infelicità]] giacciono i rottami dei sogni. Se solo si potessero tirar su e aggiustare! ===[[José Saramago]]=== *Forse i sogni sono i ricordi che l'anima ha del corpo. *Il sogno è quel pensiero che non si è avuto nel momento in cui era necessario. *Oltre alla conversazione delle donne, sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita. *Un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni. ===[[Ludwig Strümpell]]=== *Chi sogna è staccato dal mondo della coscienza vigile. *L'anima nel sogno è isolata e quasi senza ricordo del contenuto normale del corso della vita vigile. *Nel sogno, il ricordo del contenuto ordinario della coscienza vigile e del suo comportamento normale è quasi interamente perduto. ==[[Proverbi italiani]]== *Ai sogni non far assegnamento. *Chi crede ai sogni, si trova in mano un pugno di mosche. *Chi di giorno sogna, va a dormir con la testa rotta. *Chi dorme, sogna. *Chi fa cattivo sogno, di mangiar non ha bisogno. *Chi mal ti vuole, mal ti sogna. *Chi sogna d'esser signore, si sveglia mendico. *Chi va a [[letto]] senza cena, tutta la notte sogna. *Ciò che dice il sogno non dar mente, che spesso i sogni ingannano la gente. *Ciò che si sogna la notte, spesso avviene di giorno. *Con i sogni non si fabbricano case. *I sogni dorati, lasciano svegliandosi, gli uomini affamati. *I sogni non si comprendono finché non s'avverano. *Il lupo sogna le pecore, e la volpe le galline. *Il sogno di un savio val più del vegliar di un pazzo. *Il sogno è ubbia, e il crederci è pazzia. *La gente sciocca fa sciocchi sogni. *La [[speranza]] è il sogno dell'uomo desto. *L'orso sogna sempre pere. *Non bisogna fidarsi dei sogni. *Non dar retta ai sogni. *Più violenta la [[malattia]], più strani i sogni. *Quando il mugnaio sogna, sogna grano e farina. *Quel che uno pensa di giorno, sogna volentieri la notte. *Sogni e pensieri non hanno limiti. *Tali i pensieri, tale il sogno. *Taluni sognano ad occhi aperti. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Fantasia]] *[[Fantasticheria]] *[[Incubo]] *[[Sogno e realtà]] *[[Sonno]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il|wikt}} {{Raccolte dai media|Sogni}} [[Categoria:Psicoanalisi]] [[Categoria:Sonno]] 58t32k9oo1qr670gfj9ajd1d48j4wi5 Animale 0 1940 1351396 1336198 2024-11-11T18:33:42Z ~2024-9620 100276 Molière. 1351396 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Tigergebiss.jpg|thumb|Una tigre]] {{indicedx}} Citazioni sugli '''animali'''. ==Citazioni== [[Immagine:Biandintz eta zaldiak - modified2.jpg|thumb|Due cavalli in montagna]] *Abbiamo detto, parlando dell'[[anima]] umana, che si tratta di una sostanza provvista della facoltà di pensiero. Gli animali posseggono certamente questa facoltà. Essi hanno, quindi, un'anima. L'anima degli animali è forse immortale? Sì, e ciò le deriva proprio dalla sua natura, che è spirituale. ([[Pierre Massuet]]) *Abbiamo reso alcuni animali in un certo senso membri onorari della nostra società; ed arriviamo a vederli in una relazione quasi umana con noi, in particolare quando conferiamo loro nomi propri, come se fossero persone. Di [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]], quel misantropo che amava i cagnolini, si potrebbe quasi dire che lui ed il suo cane (il sovrano in carica del momento) formavano una società a sé. In senso metaforico si può dire che abbiamo dei doveri verso questi esseri umani onorari. ([[David George Ritchie]]) *Affermare che gli animali sono intelligenti o che hanno vite emotive molto ricche e profonde non costituisce affatto un tentativo di "umanizzarli". Invero, quando poniamo davvero attenzione alla teoria [[evoluzione|evolutiva]] e all'idea di [[Charles Darwin]] riguardo alla continuità evolutiva, vediamo che noi esseri umani ''non'' siamo gli unici esseri intelligenti, [[essere senziente|senzienti]] ed emotivi. Derubare gli animali delle loro capacità cognitive ed emotive significa fare della "cattiva biologia". Allo stesso tempo, riconoscere loro tali caratteristiche non significa affatto attribuire loro "qualcosa di umano" che essi stessi già non posseggano. ([[Marc Bekoff]]) *Agli [[India|indiani]] la [[reincarnazione|trasmigrazione dell'anima]] dall'animale all'uomo e viceversa non sembra strana, quindi dai nostri libri sacri non è stata bandita come esagerazione sentimentale la pietà per tutte le creature senzienti.<br />Quando mi trovo in diretto contatto con la Natura, in campagna, l'Indiano si risveglia in me e io non posso rimanere freddo e indifferente davanti a tutta la gioia di vivere che batte nel soffice petto, ricoperto di piume, di un solo uccellino. ([[Rabindranath Tagore]]) *Al fondo della mia rivolta contro i [[potere|potenti]] trovo, più antico, il ricordo dell'orrore delle [[tortura|torture]] inflitte alle bestie... e più l'uomo è feroce verso la bestia, più è carponi davanti agli uomini che lo dominano. ([[Louise Michel]]) *Amate gli animali [...]. Non inquietateli, non tormentateli, non togliete loro la gioia: non opponetevi all'intenzione di Dio. Uomo, non porti al di sopra degli animali: essi sono senza peccato mentre tu, nella tua grandezza, guasti la Terra al tuo solo apparire lasciando dietro di te la tua lurida traccia. ([[I fratelli Karamazov|Fëdor Dostoevskij, ''I fratelli Karamazov'']]) *Anche gli animali sono creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono un segno dell'impronta universale del peccato e della universale attesa della redenzione. ([[Papa Paolo VI]]) *Anche l'animale [[produzione|produce]]: si costruisce un nido, abitazioni, come le api, i castori, le formiche ecc. Se non che esso produce solo ciò di cui abbisogna immediatamente per sé o per i suoi piccoli [...]; produce solo sotto il dominio del bisogno fisico immediato, mentre l'uomo produce anche libero dal bisogno fisico ed anzi produce veramente solo nella libertà dal medesimo; produce solo se stesso, mentre l'uomo riproduce l'intera natura; il suo prodotto appartiene immediatamente al suo corpo fisico, mentre l'uomo si pone liberamente di fronte al suo prodotto. L'animale dà forma solo secondo la misura e il bisogno della [[specie]] a cui appartiene, mentre l'uomo sa produrre secondo la misura di ogni specie. ([[Karl Marx]]) *Animale (''s.m.''). Organismo che richiede un gran numero di altri animali per il proprio sostentamento, dimostrando così in modo inoppugnabile quanto siano generosi i disegni della Provvidenza nel preservare la vita delle sue creature. ([[Ambrose Bierce]]) *Appare ormai inconfutabile, sulla base di molti dati scientifici, che gli animali non umani sono stati oggetto di una sottovalutazione soprattutto sotto il profilo delle loro capacità intellettive ed emotive: non solamente essi provano dolore e piacere, ma anche sospetto e timore, curiosità e stupore, gelosia e orgoglio, fino all'autocompiacimento e, ancora, sono capaci di risolvere problemi, di acquisire ed elaborare informazioni tratte non solo dall'immediata esperienza, fino a sedimentarle e a trasmetterle tramite processi comunicativi ed educativi. ([[Valerio Pocar]]) *Apparentemente le guerre fra gli uomini sono dovute a problemi economici e politici, ma in realtà sono il risultato di tutto il massacro di animali che gli uomini fanno. La legge di giustizia è implacabile: essa obbliga gli uomini a pagare versando tanto sangue quanto ne hanno fatto versare agli animali. Noi uccidiamo gli animali senza tenere conto che la natura è un organismo e che... si crea uno squilibrio. ([[Omraam Mikhaël Aïvanhov]]) *Avremmo bisogno di un diverso concetto degli animali, più saggio e forse più poetico... Trattiamo con condiscendenza la loro incompletezza e il tragico destino di avere assunto una forma assai inferiore alla nostra, e in questo sbagliamo: non possiamo misurare gli animali con il nostro stesso metro. In un mondo più arcaico e completo del nostro gli animali si muovevano compiuti e perfetti, dotati di percezioni sensoriali che noi non abbiamo mai raggiunto o abbiamo perduto, vivendo di gridi che non udremo mai. Gli animali non sono nostri fratelli né subalterni; sono popoli altri, coinvolti come noi nella trama della vita e del tempo, compagni di prigionia dello splendido e faticoso travaglio della terra. ([[Henry Beston]]) *Bisogna imparare a riconoscere e a rispettare negli altri animali i [[sentimento|sentimenti]] che vibrano in noi stessi. ([[John Oswald]]) *C'è appunto affinità di natura tra noi e gli animali, giacché questi, dal momento che hanno in comune con noi la vita e gli stessi elementi e la mescolanza che di questi si compone, sono legati a noi uomini come fossero nostri fratelli. ([[Giamblico]]) *C'è, tra uomini e bestie, tra certi uomini e le bestie, domestiche o no, riconoscimenti inesplicabili, simpatie spontanee e subitanee. Si direbbero, costoro, persone segnate. ([[Alberto Jacometti]]) *Cane non mangia cane; «i feroci leoni non si fanno guerra»; il serpente non aggredisce il suo simile; v'è pace tra le bestie velenose. Ma per l'uomo non c'è bestia più pericolosa dell'uomo. ([[Erasmo da Rotterdam]]) *Capita, vero Fima, che quando si guarda un animale si pensa che forse lui [[ricordo|ricorda]] qualcosa che le persone hanno dimenticato. ([[Amos Oz]]) *Cercare il piacere, evitare il dolore e conservare le energie riassumono il comportamento animale, che si tratti di un paramecio al microscopio o dello squalo bianco. (''[[Forchette contro coltelli]]'') *Certamente l'agire per un fine, il trarre vantaggio dall'esperienza, il prevedere l'avvenire, cioè quanto secondo voi conviene alle bestie, non può non derivare da un principio [[spirito|spirituale]], esattamente come ne deriva ciò che si trova negli uomini. ([[Ignace-Gaston Pardies]]) *Certamente non siamo gli unici animali che vivono l'esperienza del dolore e della sofferenza. In altre parole, non c'è una linea netta tra l'animale uomo e il resto del regno animale. È una linea indistinta e lo sarà sempre... ([[Jane Goodall]]) *Che almeno alcune reazioni degli animali superiori non siano dovute al semplice caso ma attestino una facoltà di giudizio, ciò sembra ormai incontestabile. ([[Ernst Cassirer]]) *''Che cos'è l'animale''? È una questione di fronte alla quale si è tanto più imbarazzati quante più nozioni si hanno di filosofia e di storia naturale. Se si esaminano tutte le proprietà conosciute dell'''animale'', non se ne troverà alcuna che appartenga a tutti gli esseri cui siamo obbligati a dare questa qualifica, o sia assente da quanti non possiamo chiamare con tal nome. ([[Denis Diderot]]) *Che cos'è un cuore caritatevole? È un cuore che arde di amore per tutta la creazione, per gli uomini, per gli uccelli, per le bestie... per tutte le creature. [...] e non può più sopportare di vedere o sentire da altri qualsiasi sofferenza, incluso il minimo dolore inflitto a una creatura. È per questo che un uomo siffatto non smette mai di pregare per gli animali... spinto dall'infinita pietà che regna nei cuori di coloro che si stanno unendo a Dio. ([[Isacco di Ninive]]) *Che! – mi replicò scoppiando dal ridere – voi ritenete la vostra anima immortale, a differenza di quelle delle bestie? Sinceramente, mio grande amico, il vostro orgoglio è ben insolente! E da dove, vi prego, argomentate questa immortalità a danno di quella delle bestie? Sarebbe forse perché noi siamo dotati di [[ragione]] e quelle no? In primo luogo io ve lo nego, e vi proverò, quando vorrete, che esse ragionano come noi. ([[Savinien Cyrano de Bergerac]]) *Chi mette al centro della propria vita un animale o gli animali, con tutto il rispetto, perché ognuno nella vita può fare quello che vuole, però è evidente che ha problemi col mondo che lo circonda. ([[Giuseppe Cruciani]]) *Chi non soffre delle sofferenze dell'animale non potrà unirsi, come un vero cristiano, alle sofferenze del prossimo; non ha l'amore del prossimo e per conseguenza non avrà l'amore di Dio! Chi nutre invece sentimento per gli animali e per la natura, non sarà mai perduto, perché non si indurirà completamente; e nelle sue cadute sarà capace di ritrovare e riprendere il tono vero, che è dunque sulla grande linea di Dio. La natura è pure su questa linea, benché ad un grado inferiore, e a colui che può unirsi colla natura è più facile unirsi con Dio... L'animale deve passare la sua vita secondo i suoi conti, ma guai a chi non si cura delle sue sofferenze e non cerca di alleviarle! ([[Andrzej Towiański]]) *Chi può dire, o anche soltanto sospettare, fino a qual punto giungano le facoltà intellettuali delle bestie?... Quando qualche aspetto – (per non dire tutti gli aspetti) – della natura sfugge alla nostra comprensione, eccoci pronti a sfoderare parole difficili e a farci belli con la nostra miserabile erudizione scolastica, che non ci aiuta a vedere una spanna al di là del naso. Così, ad esempio, l'intelligenza degli animali, di cui spesso abbiamo dimostrazioni impressionanti. ([[E. T. A. Hoffmann]]) *Ci piaccia o no, prima o poi dovremo accettare che gli animali non sono oggetti, né macchine, né un ammasso di istinti e riflessi; che ciascuno di loro è un individuo irripetibile e distinto dagli altri della propria specie, esattamente come siamo irripetibili e distinti noi esseri umani; che non si possono vendere né comprare, che non si possono uccidere per sport né con pretesti scientifici né per mangiarli, e che ucciderli è un atto crudele che finisce per sottrarre valore alla vita umana; che non sono strumenti dei nostri desideri né della nostra volontà; che possono provare piacere, dolore, felicità e tristezza come qualunque essere umano, e che hanno un'anima, una coscienza o come la volete chiamare: un'anima mortale come la nostra. ([[Fernando Vallejo]]) *Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l'abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz'acqua dirette al macello. ([[Marguerite Yourcenar]]) *Ci si può domandare: cosa sarebbe l'uomo senza gli animali? Ma non il contrario: cosa sarebbero gli animali senza l'uomo? ([[Christian Friedrich Hebbel]]) *Ci sono storie chassidiche molto frequenti sul fatto che una delle grandi occasioni perse, da parte dei giusti, per far venire il messia, è stata quella di essere indifferenti alle sofferenze degli animali. ([[Moni Ovadia]]) *Ci viene detto che non dobbiamo essere crudeli verso gli animali per non divenirlo verso gli uomini. Ma se ci venisse assicurato che non svilupperemmo tale crudeltà verso gli uomini, ciò significherebbe che la crudeltà nei confronti degli animali sarebbe permessa? [...] Preferiamo affermare, più semplicemente, che la benevolenza verso l'animale è un dovere nei confronti dell'animale stesso. ([[Paul Janet]]) *''Ciò che amo di più | Nell'animale, è il [[silenzio]] | Poiché non parla, non mente | Solo chi parla mente.'' ([[Elisabetta di Baviera]]) *Colui il quale legge gli esempi commoventi dell'[[amor materno]], riferiti tanto spesso, delle donne di ogni nazione e delle femmine di tutti gli animali, può egli mettere in dubbio che il principio dell'azione non sia lo stesso in ambo i casi? ([[William Whewell]]) *''Come d'incanto | al mio cospetto di scimmia | si sta spegnendo | il suono degli animali | e un gran silenzio | pervade tutta la terra | come il brontolio | di un tuono lontano.'' ([[Adriano Celentano]]) *Come fra tutti gli animali, che non siano troppo imperfetti per poter avere [[orgoglio]], troviamo che i migliori, cioè i più belli e i più apprezzabili della loro specie, sono in generale i più orgogliosi, cosi nell'uomo, il più perfetto degli animali, l'orgoglio è talmente inseparabile dalla sua profonda essenza (per quanto astutamente alcuni possano aver imparato a nasconderlo e a dissimularlo) che, senza di esso, il composto di cui è fatto mancherebbe di uno dei più importanti elementi. ([[Bernard de Mandeville]]) *Come non possiamo negare all'animale in modo sia pure crepuscolare l'uso della categoria della causalità, così non possiamo escludere che l'animale partecipando al nostro mondo non abbia un senso oscuro di quello che può essere la [[proprietà]], l'obbligazione. [...] È assurdo pensare che l'animale che rende un servizio al suo padrone che lo mantiene agisca soltanto istintivamente. [...] Deve pure sentire in sé per quanto oscuramente e in modo sensibile questo rapporto di servizi resi e scambiati. ([[Cesare Goretti]]) *''Come un animale che non sa capire | guardo il mondo con occhio lineare, | come un animale che sa cos'è il dolore | guardo il mondo con occhio lineare, | come un animale che non può capire | guardo il mondo con occhio lineare. | Come un animale nel tempo di morire | cerco un posto che non si può trovare, | come un animale nel tempo di morire | mi accontento di un posto in cui sostare.'' ([[Consorzio Suonatori Indipendenti]]) *Complessivamente si constaterà che l'osservanza assidua dei diritti e delle esigenze di altri uomini, la padronanza delle proprie passioni, e la venerazione per il Creatore, danno la miglior garanzia di un trattamento saggio ed umano degli animali inferiori. Ma predicare la gentilezza verso le bestie come obbligo primario, e come motivo fondamentale di riparazione nella conversione di un peccatore, vuol dire curare il sintomo e trascurare la malattia interiore. ([[Joseph Rickaby]]) *Confesso che, in considerazione della lotta per l'esistenza che ha luogo nel mondo animale, e della spaventosa quantità di dolore a cui essa deve accompagnarsi, mi piacerebbe se le probabilità fossero a favore dell'ipotesi di [[Cartesio|Descartes]] {{NDR|sull'automatismo degli animali}}; ma d'altra parte, considerando le terribili conseguenze per gli animali domestici che potrebbero conseguire a qualsiasi errore da parte nostra, è bene sbagliare dalla parte giusta, se proprio dobbiamo sbagliare, e occuparci di loro come di fratelli minori, costretti, come noi, a pagare il loro tributo per vivere e a soffrire ciò che è necessario per il bene generale. ([[Thomas Henry Huxley]]) *Conviene, di tanto intanto, alzare lo sguardo verso la maestà degli altri esseri viventi che, per loro sventura, condividono con noi l'esistenza su questo povero martoriato pianeta: gli animali. ([[Moni Ovadia]]) *Credo che chi ha compassione degli animali e li rispetta come esseri viventi e li assiste nei momenti di difficoltà non potrà mai essere indifferente davanti a un uomo che ha bisogno d'aiuto. Chi ha compassione degli animali ha compassione anche dei suoi simili. ([[Rosita Celentano]]) *''Credo che potrei voltare la schiena e andare a vivere con gli animali, così placidi e contenti, | mi fermo e li contemplo per ore e ore. || Non s'affannano mai, non gemono per la loro condizione, | non vegliano al buio a piangere i loro peccati, | non mi danno disgusto discutendo sui loro doveri verso Dio, | nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per smania di possedere, | nessuno s'inginocchia davanti a un suo simile, né ad altri della sua specie vissuti migliaia di anni fa, | nessuno è rispettabile o infelice per la terra universa.'' ([[Walt Whitman]]) *Dagli animali possiamo imparare con grande efficacia il valore della [[sobrietà]]. La condizione stessa di "animalità" è in antitesi al concetto di «spreco», perché è legata a doppio filo agli equilibri dell'ecosistema. ([[Dario Martinelli]]) *''Dalle gravide glebe, oh maraviglia! | Fuori allor si lanciò scherzante e presta | la vaga delle belve ampia famiglia. | Ecco dal suolo liberar la testa, | scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto | il biondo imperator della foresta: | ecco la tigre, e il leopardo in alto | spiccarsi fuora della rotta bica, | e fuggir nelle selve a salto a salto: | vedi sotto la zolla, che l'implica, | divincolarsi il bue, che pigro e lento | isviluppa le gran membra a fatica: | vedi pien di magnanimo ardimento | sovra i piedi balzar ritto il destriero, | e nitrendo sfidar nel corso il vento; | indi il cervo ramoso, ed il leggiero | daino fugace, e mille altri animanti, | qual mansueto, e qual ritroso e fiero. | Altri per valli e per campagne erranti, | altri di tane abitator crudeli, | altri dell'uomo difensori e amanti. | E lor di macchia differente i peli | tu di tua mano dipingesti, o Diva {{NDR|la Bellezza}}, | con quella mano, che dipinse i cieli.'' ([[Vincenzo Monti]]) *Dapprima i sentimenti di [[benevolenza]] includono soltanto la famiglia, poi il cerchio si allarga includendo prima una classe, poi una nazione, poi un gruppo di nazioni, poi tutta l'umanità; e infine il suo influsso si fa sentire nei rapporti fra l'uomo e il mondo animale. In ognuno di questi casi prende forma un criterio, diverso da quello dello stadio precedente, ma in ogni caso la medesima inclinazione è riconosciuta come virtù. ([[William Edward Hartpole Lecky]]) *Darei qualche cosa per sapere che cosa gli animali pensino dell'uomo. ([[Anacleto Verrecchia]]) *Dato per certo che una qualche pratica causa più dolore agli animali di quanto piacere dia agli uomini, questa pratica è morale o immorale? E se gli esseri umani, esattamente nella misura in cui si liberano dai vincoli dell'egoismo, non risponderanno ad una sola voce «immorale», che la moralità del [[utilitarismo|principio di utilità]] sia per sempre condannata. ([[John Stuart Mill]]) *Di poi, non bisogna che altri, attendendo a quello che l'uomo ha comune cogli altri animali, conchiuda però che tutta la nostra essenza sia prossima a quella delle bestie; ma vuolsi eziandio guardare a quelle altre operazioni dell'uomo che hanno più del divino, e di qui conchiudere che in noi debba anco essere un'altra essenza, molto più divina di quella degli animali. ([[Giorgio Gemisto Pletone]]) *Di solito il lavoro onirico simboleggia mediante animali feroci gli impulsi passionali [...] che il sognatore teme [...]. Tra gli animali usati come [[simbolo|simboli]] di organi genitali nella mitologia e nel folklore, molti hanno questa parte anche nel [[sogno]]: il pesce, la lumaca, il gatto, il topo (a causa del pelo pubico), ma soprattutto il serpente, il più importante simbolo del membro maschile. Piccoli animali, insetti nocivi, rappresentano bambini piccoli, per esempio fratelli indesiderati. ([[Sigmund Freud]]) *Dicono {{NDR|gli [[stoicismo|stoici]]}} che il suo primo impulso l'animale lo indirizzi verso la cura di sé, dal momento che sin dal principio la natura lo spinge ad appropriarsi di sé. Come sostiene [[Crisippo di Soli|Crisippo]] nel primo libro del trattato ''Sui fini'', la prima cosa di cui ogni animale si appropria è la propria struttura e la consapevolezza della stessa. ([[Diogene Laerzio]]) *''Dimmi: perché giacendo | a bell'agio, ozioso, | s'appaga ogni animale; | me, s'io giaccio in riposo, il [[Noia|tedio]] assale?'' ([[Giacomo Leopardi]]) *Dobbiamo prestare fede all'anatomia del nostro corpo e, in ordinata proporzione, alle forme, alle figure, alle costituzioni delle altre specie animali. Senza indugiare sulle profonde ipotesi moderne circa l'insensibilità degli animali, dobbiamo fermamente e risolutamente credere che anche le altre creature hanno sensi e sentimenti, inclinazioni e passioni, proprio come noi. ([[Anthony Ashley Cooper (III conte di Shaftesbury)|Shaftesbury]]) *Due cose mi sorprendono: l'intelligenza delle bestie e la bestialità degli uomini. ([[Tristan Bernard]]) *E a forza di sterminare animali, s'era capito che anche sopprimere l'uomo non richiedeva un grande sforzo. ([[Erasmo da Rotterdam]]) *E alla vostra affermazione, secondo cui Dio ci ha dato il potere di catturare le fiere e di usarne a nostro piacimento, risponderemo che verosimilmente prima che esistessero le città e le arti e rapporti sociali di questo genere e armi e reti, gli uomini venivano catturati e divorati dalle fiere, mentre era rarissimo che le fiere venissero prese dagli uomini. ([[Celso (filosofo)|Celso]]) *E che dire del nuovo atteggiamento verso gli animali? Dibattiti sempre più frequenti ed estesi, riguardanti la liceità della [[caccia]], i limiti della [[vivisezione]], la protezione di specie animali diventate sempre più rare, il [[vegetarianismo]], che cosa rappresentano se non avvisaglie di una possibile estensione del principio di eguaglianza al di là addirittura dei confini del genere umano, un'estensione fondata sulla consapevolezza che gli animali sono eguali a noi uomini, per lo meno nella capacità di [[sofferenza|soffrire]]? ([[Norberto Bobbio]]) *È chiaro che l'animale non è una macchina, né i moti dell'animale possono spiegarsi con le leggi meccaniche. L'animale si muove e sente la natura, ovvero la natura si riconcentra, si riflette e trova già una certa unità nell'animale. Un essere che si muove e che sente, pensa per ciò stesso. Il suo pensiero sarà confuso, indistinto e rudimentario, ma è un certo pensiero, perché sentire è già pensare. L'animale adunque pensa. ([[Augusto Vera]]) *È del tutto evidente sia dalla storia che dall'esperienza presente, che l'istintivo sconvolgimento, il naturale sentimento di repulsione causato dalla vista delle sofferenze umane non è diverso in genere da quello causato dalla vista delle sofferenze animali. ([[William Edward Hartpole Lecky]]) *È meglio impedire a una bestia di soffrire, piuttosto che restare seduto a contemplare i mali dell'universo, pregando in compagnia dei sacerdoti. ([[Gautama Buddha]]) *È ormai chiaro che gli animali hanno sentimenti e sono capaci di essere felici o provare sofferenza. Ma gli uomini che li torturano e li uccidono non hanno sentimenti e coscienza. ([[Janez Drnovšek]]) *È paradossale ma gli animali sono avanti anni luce rispetto a noi in materia di relazione affettiva.<br />Gli uomini sono molto più [[noia|noiosi]] degli animali. La reazione di un animale non è mai così prevedibile come quella dell'uomo. Io vorrei confutare, in tutto e per tutto, la teoria di [[Ivan Petrovič Pavlov]], l'etologo russo premio Nobel [...]. Secondo lui gli animali vivono attraverso schemi comportamentali sempre identici. Non è per niente vero. Forse Pavlov avrebbe fatto meglio ad adattare le sue idee all'uomo: se c'è uno che si comporta sempre allo stesso modo, quello è l'essere umano. È l'uomo che vive per riflesso condizionato, non gli animali. ([[Maurizio Costanzo]]) *È tipico della vanità e dell'impertinenza dell'uomo definire stupidi gli animali perché così gli appaiono ai suoi sensi ottusi. ([[Mark Twain]]) *E un cane, un cavallo, qualsiasi essere vivente potrà mai essere [[coraggio|coraggioso]] se non ha anche istinto aggressivo? ([[La Repubblica (dialogo)|Platone, ''La Repubblica'']]) *È vietato uccidere "esso [l'animale] e suo [[figlio]] in un sol giorno", facendo attenzione ed evitando di uccidere il figlio davanti alla madre.<ref>Cfr. ''[[Deuteronomio]]'': «Se camminando troverai per la via, su un albero o in terra, un nido d'uccelli, con la madre a covarvi i piccoli o le uova, non la prenderai insieme coi piccoli, ma la lascerai andar libera tenendo per te i piccoli, acciò bene te ne venga, e tu abbia lunga vita».</ref> In effetti, l'animale ne soffrirebbe moltissimo, e non c'è differenza tra la sofferenza dell'uomo e quella degli altri animali in tale circostanza, giacché l'amore e l'affetto della [[madre]] per il figlio non segue la ragione, ma l'azione della facoltà immaginativa, che si trova nella maggior parte degli animali così come si trova nell'uomo. ([[Mosè Maimonide]]) *Ed ecco che scoprirsi e sentirsi fratelli di tutti gli [[oppressione|oppressi]], a cominciare dai più oppressi fra gli oppressi, ossia gli (altri) animali, è un'illuminazione. ([[Lorenzo Guadagnucci]]) *Esistono poi gli animali e tra gli animali includo anche gli uomini; l'etimologia di animale è, infatti, "anima", la comunanza di vita ricevuta e, se posso esprimermi così, riconosciuta dalla propria coscienza. ([[Paolo De Benedetti]]) *Finché gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno tra di loro. In verità, colui che semina il seme del dolore e della morte non può raccogliere amore e gioia. ([[Pitagora]]) *Finora si è considerato il campo animale come un campo libero dove uno potesse portare stragi; la [[nonviolenza]] inizia il piano di un accordo col campo animale, che potrà arrivare molto lontano. Di riflesso poi, la direttiva di rispettare la vita animale porta maggiore attenzione alla vita umana. ([[Aldo Capitini]]) *Fintanto che godono buona salute e hanno di che nutrirsi sufficientemente, gli animali sono [[felicità|felici]]. ([[Bertrand Russell]]) *Forse gli animali non creano concetti astratti, ma mostrano dei desideri. ([[James Rachels]]) *Frequentaste mai persone che vivono in grande dimestichezza cogli animali? Ebbene, vi sarete certamente stupiti come (esse persone) parlando di loro (animali) usassero un linguaggio pieno di tenera umanità. Ma vi avranno stupito ancora di più quando parlando di voi o di qualche vostro simile quelle stesse persone si servirono di un frasario addirittura bestiale. ([[Aldo Palazzeschi]]) *Gli animali, al pari degli umani, hanno vita, sentimenti e sensibilità, come i risultati della biologia, della neurofisiologia comparata e dell'etologia ci assicurano. Essi proverebbero sofferenza, gioia e amore, avrebbero coscienza di sé, altruismo, comunicatività, capacità di analisi e di risoluzione di problemi, sicché la creatività e l'accumulazione culturale non parrebbero caratteristiche esclusive della specie umana. ([[Valerio Pocar]]) *Gli animali che noi distruggiamo contribuiscono a mantenerci in vita, finché noi stessi non siamo distrutti per conservare altre cose e diveniamo erba o piante, acqua o aria o qualche altra cosa che serve a produrre altri animali e questi a loro volta altri animali o di nuovo altri uomini. Questi poi di nuovo si trasformano in pietre, legna, metalli, minerali o nuovamente animali e divengono parti di tutti questi esseri e di molte altre cose, visto che animali e vegetali si consumano quotidianamente e si divorano l'un l'altro. ([[John Toland]]) *Gli animali ci migliorano l'esistenza, la mia l'hanno sicuramente migliorata. Noi possiamo dare molto a loro, ma sicuramente sarà sempre meno di quello che ne possiamo ricevere in cambio. ([[Annalisa (cantante)|Annalisa]]) *Gli animali della terra sono tra le più preziose creature di Dio. Ci aiutano nel lavoro, ci trasportano, vegliano sulle nostre case, e soprattutto ci danno gioia e sorriso. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]'') *Gli animali, come tutti i paria, sono talora ispirati da un [[genialità|genio]] quasi divino... ([[Elsa Morante]]) *Gli animali costituiscono una società sempre in fuga dinanzi all'uomo, il quale, col soccorso delle armi che s'è forgiato, s'è reso temibile al più forte tra loro. ([[Claude-Adrien Helvétius]]) [[Immagine:Welpe 2011.JPG|thumb|Un cucciolo di cane. «È davvero terribile amare gli animali. Quando in un cane si vede un essere umano, non si può fare a meno di vedere un cane in qualsiasi essere umano, e di amarlo». ([[Romain Gary]])]] *Gli animali domestici sono costretti a dipendere da noi. Perciò ci perdonano il nostro egoismo. Timidamente ci mostrano una [[purezza]] d'animo che noi umani abbiamo perduto. ([[Jirō Taniguchi]]) *Gli animali (e non dico i minerali o le piante) non possono fare altro che essere come sono, e fare ciò per cui la natura li ha programmati. Non si possono criticare né applaudire per quello che fanno: «non saprebbero comportarsi in altro modo». Questa predisposizione obbligatoria risparmia loro senz'altro molti mal di testa. ([[Fernando Savater]]) *Gli animali esistono su questa Terra per se stessi. Non sono stati creati per gli umani, così come i neri non sono stati creati per i bianchi né le donne per gli uomini. ([[Alice Walker]]) *Gli animali incitati dalla natura niente possono contenersi. Adunque neanche gli uomini? Certo sì, quelli ne' quali non sia più che nelle bestie ragione e giudicio a discernere e fuggire la disonestà e vizio, e chi mai lodasse negli uomini alcune virtù, le quali sì sono propie nostre che con altri alcuno animante terrestre mai permisse la natura esserle comuni. ([[Leon Battista Alberti]]) *Gli animali non abbandonano assurdamente i loro piccoli. E nemmeno si suicidano! (''[[Black Jack]]'') *Gli animali non conoscono il dubbio, né l'avidità... A volte, anche gli esseri umani arrivano a quel punto di "purezza" che possiedono proprio gli animali... (''[[Budda (manga)|Budda]]'') *Gli animali non mancano mai di naturalezza, tranne che allo stato domestico. ([[Malcolm de Chazal]]) *Gli animali non possono darci tutto quello che sono in grado di offrire gli esseri umani. Parte del nostro percorso è capire che, in quanto esseri umani, abbiamo dei difetti: dobbiamo accettarlo, sia negli altri che in noi stessi, fa parte della nostra crescita. Ciò che ci offrono gli animali è una fede cieca, fedeltà assoluta e amore incondizionato. ([[Naomie Harris]]) *Gli animali [...] non solo ci riguardano e costituiscono i nostri compagni di strada sul pianeta, ma sono in noi e noi in loro. ([[Giorgio Celli]]) *Gli animali non sono afflitti dal terrore di morire, né ci tormentano con la visione della loro morte; non ci opprimono con i loro problemi psicologici; non vivono nel passato; non si circondano di beni materiali; non si abbandonano alla disperazione perché hanno perso l'amore; non tentano di assassinarti; non si aspettano che tu muoia per loro. ([[Phyllis Dorothy James]]) *Gli animali non sono materia inerte, sono invece i loro uccisori ad avere il cuore di pietra. ([[A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada]]) *Gli animali non sono nostra proprietà da mangiare, indossare, sperimentarci sopra, usare come divertimento o abusare in qualsiasi altro modo. ([[Motti|motto]] della [[People for the Ethical Treatment of Animals]]) *Gli animali piangono. O almeno emettono suoni che esprimono dolore o sofferenza, e in molti casi sembrano chiedere aiuto. La maggior parte delle persone crede perciò che gli animali possano essere infelici, e anche che provino sentimenti primari, come la felicità, la rabbia e la paura. Le persone comuni non hanno alcuna difficoltà a credere che i loro cani, gatti, pappagalli o cavalli abbiano dei sentimenti; non soltanto lo credono, ma ne hanno di continuo la prova sotto gli occhi. Ognuno di noi ha storie straordinarie da raccontare di animali che conosce bene. Ma sull'argomento della vita affettiva degli animali, fra il punto di vista della gente comune e quello della scienza ufficiale c'è un abisso. Per mezzo di una preparazione rigorosa e di grandi sforzi mentali, la maggior parte degli scienziati moderni – e specialmente di quelli che studiano il comportamento degli animali – è riuscita a procurarsi una cecità quasi totale su questi argomenti. (''[[Quando gli elefanti piangono]]'') *Gli animali selvatici non possono essere addestrati senza che l'integrità della loro indole più profonda non venga distrutta. Se l'addestramento funziona, una parte della natura originaria dell'animale viene persa. ([[Tom Regan]]) *Gli animali sono amici così piacevoli: non fanno domande, non criticano. ([[George Eliot]]) *Gli animali sono, come noi, specie in pericolo di estinzione su un pianeta minacciato, e noi siamo quelli che minacciano l'esistenza di quelle specie e di noi stessi. Gli animali sono esseri innocenti che soffrono in un inferno creato da noi. Noi dobbiamo, quanto meno, astenerci dal danneggiarli oltre. Se non altro, potremmo lasciarli in pace.<br />Quando gli animali non saranno più colonizzati da noi e considerati di nostra proprietà, noi potremo cercare di stabilire un rapporto con i nostri vicini nell'evoluzione. Potrà forse allora essere realizzata l'antica speranza di un più profondo legame emozionale al di là dei confini di specie, di più stretti rapporti e di una maggiore partecipazione in un regno di sentimenti che sono oggi al di là della nostra immaginazione. (''[[Quando gli elefanti piangono]]'') *Gli animali sono così felici, mi basta guardarli perché mi trasmettano la loro serenità. (''[[Proteggi la mia terra]]'') *Gli ''animali'' sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come [[Francesco d'Assisi|san Francesco d'Assisi]] o [[Filippo Neri|san Filippo Neri]], trattassero gli animali. (''[[Catechismo della Chiesa Cattolica]]'') *Gli animali sono esseri che soffrono come tutti. I cani hanno un padrone, lo scelgono, si fidano di lui e a lui danno la vita e gli sono fedeli come tante volte noi essere umani non ci sogniamo neppure di fare. È vero che purtroppo noi cattolici – in contrasto con la Bibbia e il vangelo – non trattiamo gli animali con l'amore con cui Dio li ha creati. È davvero una lacuna imperdonabile. ([[Mauro Leonardi]]) *Gli animali sono forti a causa della loro umiltà, così come noi siamo deboli per il nostro orgoglio. ([[Richard Adams]]) *Gli animali sono fra le poche cose belle in un mondo che mi piace poco. ([[Marina Cicogna]]) *Gli animali sono la parte più piccola della creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di [[Gesù|Cristo]]. ([[Papa Paolo VI]]) *Gli animali ti danno un amore incondizionato. Mi hanno dato la forza di superare i momenti difficili nella vita, se non ci fossero stati loro, se non mi avessero fatto sentire quanto sono importante per loro non so che cosa sarebbe potuto accadere. Ora sono la mia forza, quando ho un problema, mi siedo in mezzo a loro e piano piano la soluzione la trovo. ([[Andrea Roncato]]) *Gli animali vanno rispettati e non uccisi per poi mangiarli. Tutti gli animali. [...] Gli animali provano emozioni, dolore, paura. Che diritto abbiamo di strappare l'agnellino alla pecora per gustare un cosciotto di agnello, e il vitello alla mucca per avere le "fettine" che le mamme umane amano tanto per i propri figli? Non credo che le mie siano idee romantiche, senza fondamento. Ricordo ancora una sconvolgente inchiesta sul vero e proprio terrore che si impadronisce degli animali portati al macello, quando arrivano in prossimità del mattatoio. Smettiamola di dire che gli animali "non capiscono". ([[Umberto Veronesi]]) *Gli animali vengono verso di noi, se li chiamiamo per [[nome]]. Esattamente come gli uomini. ([[Ludwig Wittgenstein]]) *Gli ingenui animali dialogizzano fra loro. E sempre, si tratti del gufo tenebroso, dell'orso che si sente brontolare, dell'asino che si ode ragliare, o dell'oca che apostrofa il dindo, suo fratello maggiore, o della vespa che insulta l'ape sull'Ibla, la loro balordaggine somigliò allo spirito dell'uomo. ([[Victor Hugo]]) *Gli uomini alterano e torcono ogni messaggio: non così le bestie. ([[Louis de Wohl]]) *Gli uomini sono in continua competizione per l'onore e la dignità, cose che quelle creature<ref>Gli animali – con riferimento, in particolare, agli animali sociali, come le formiche e le api.</ref> non conoscono nemmeno, e di conseguenza fra di loro sorgono per questa ragione invidia e odio e infine guerre: fra quelle creature invece niente di tutto questo.<br />In secondo luogo fra quelle creature il [[bene comune]] non differisce da quello privato, per cui essendo esse per natura spinte a cercare il loro bene privato procurano per ciò stesso il bene di tutti. [...]<br />Infine l'[[accordo]] che si produce fra quelle creature è naturale mentre quello degli uomini è solo per convenzione, cioè artificiale. ([[Thomas Hobbes]]) *Gran parte degli animali superiori hanno qualcosa come desideri, pulsioni volitive e scopi rudimentali, la cui mutua soddisfazione costituisce il loro benessere o bene. ([[Joel Feinberg]]) *– Guardi gli animali selvatici. Mica si lavano, ma però stanno bene. Non se ne vedono di ammalati. Ma proprio mai, perché se ne stanno belli sporchi.<br>– Che ne sai tu degli animali selvatici?<br>– Eccome se ne so! Io me ne intendo di bestie. E so anche le loro abitudini.<br>– Forse perché li mette in pratica?<br>– E che c'è di male? Erano al mondo prima di noi e ci saranno quando noi non ci saremo più, perché loro sanno molto bene come si deve vivere. (''[[La vendetta di Frankenstein]]'') *I barbari hanno divinizzato le bestie per trarne vantaggio. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *I [[Filosofia|filosofi]] hanno il torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico. ([[Luigi Pirandello]]) *{{NDR|Le fiere}} ignorano gli odii delle matrigne né, cambiando coniuge, i genitori diventano snaturati verso la loro prole né sanno mostrare preferenza per i figli dell'unione successiva e quindi trascurare quelli della precedente. Conoscono i frutti dell'amore, ignorano le differenze dell'affetto, gli stimoli dell'odio, le discriminazioni dell'avversione. La natura delle fiere è semplice, non sa alterare la verità. Il Signore ha stabilito in ogni creatura un tale equilibrio per cui ha concesso maggiore semplicità d'affetto a quelli cui ha dato minore capacità razionale. Quale fiera non esiterebbe ad offrirsi spontaneamente alla morte in difesa dei propri piccoli? ([[Sant'Ambrogio]]) *Il cervello rappresenta il principio dell'uomo, il cuore quello dell'animale. ([[Filolao]]) *Il destino degli animali nel nostro mondo è simboleggiato da un trafiletto pubblicato da un giornale pochi anni fa, in cui si osservava che l'atterraggio degli aeroplani in [[Africa]] era spesso ostacolato da branchi di elefanti e di altri animali: qui gli animali sono dunque considerati semplicemente come disturbatori del traffico. Questa mentalità che concepisce l'uomo come unico e assoluto padrone del mondo si può far risalire fino ai primi capitoli del [[Genesi]]. ([[Max Horkheimer]]) *Il dovere di non uccidere animali, e quindi di proteggerli, deve essere accettato come fatto incontestabile. Va perciò ascritto a maggior merito dell'[[Induismo]] l'aver prescritto la [[vacca sacra|protezione della vacca]] come dovere. Mentre è un difetto dell'Induismo la mancata estensione della protezione ad altri animali. ([[Mahatma Gandhi]]) *Il modo, in cui vengono trattati gli animali da una [[nazione]], è la misura principale della civiltà di questa. ([[David Friedrich Strauß]]) *Il nostro comportamento verso gli animali è l'ultima frontiera morale, il test decisivo della nostra umanità, lo specchio grazie al quale è possibile guardare più profondamente nelle nostre anime. ([[Bernard Rollin]]) *Il nostro rapporto con gli animali è uno specchio in cui vediamo ciò che siamo diventati nel corso dei secoli. In questo specchio non appaiono soltanto gli orrori di cui ci rendiamo colpevoli sfruttando altri esseri senzienti, ma anche il volto pallido di un'umanità che sta perdendo la propria anima. ([[Corine Pelluchon]]) *Il nostro sentimentalismo verso le bestie è il segno sicuro del disprezzo in cui le teniamo. È proporzionale a questo disprezzo. L'animale diventa degno di affetto e protezione proprio nella misura in cui viene relegato nell'irresponsabilità, nel non-umano, così come il bambino viene relegato in una condizione di innocenza e di infantilismo. Il sentimentalismo non è che la forma infinitamente degradata della bestialità. Commiserazione razzista, ne sobbarchiamo le bestie fino a renderle, a loro volta, sentimentali. ([[Jean Baudrillard]]) *Il pensiero e la parola, come tutte le altre facoltà umane, sono radicati nell'animalità, e la psicologia comparata ci dimostra che non c'è animale, per quanto poco organizzato, per quanto infimo sia, che sia completamente privo di intelligenza. ([[Michail Aleksandrovič Bakunin]]) [[File:Book of Genesis Chapter 1-15 (Bible Illustrations by Sweet Media).jpg|miniatura|upright=1.2|Una illustrazione della Bibbia. «A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno». (''[[Genesi]]'')]] *Il sesto giorno Iddio con il solo comandamento produsse in un punto tutte le sorti degli animali terrestri, salvatichi, e domestichi, e gli comandò, che moltiplicassero; e così hanno fatto, fanno, e faranno fino alla fine del mondo. E sebbene niuno ha cura di mantenere certe sorti d'animali, come lupi, serpi, volpi, e simili, ed ogn'uno si sforza di ucciderli, e bandirli dalla terra; nondimeno sempre vi sono in grandissima copia, e ci saranno; perché bisogna, che obbediscano all'ordine dell'onnipotente Creatore.<br />Finalmente nel sesto giorno volendo Iddio fare un compendio di tutte le sue opere, fece l'uomo, nel quale pose le qualità di tutti gli elementi; la vita delle piante, il sentimento degli animali, e l'intelletto, e libero arbitrio degli Angeli. ([[Roberto Bellarmino]]) *Il trattamento che riserviamo agli animali, creature del tutto soggette al nostro controllo, può essere considerato un criterio accurato della nostra umanità nei confronti della nostra stessa specie. ([[Elizabeth Heyrick]]) *Il trattamento che riserviamo ai nostri compagni animali è soltanto un altro modo in cui ciascuno di noi scrive il proprio [[epitaffio]], portando nel mondo un messaggio di luce e vita oppure un messaggio di tenebre e morte, aumentandone la gioia o la disperazione. ([[Matthew Scully]]) *In India, in Cina, in Africa la miseria di massa supera ogni immaginazione. Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l'indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l'inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali... ([[Max Horkheimer]]) *In qualche cosa siamo certamente superiori agli animali; ma nell'animale non c'è niente che non possa essere anche in noi. ([[Karl Ludwig Börne]]) *In un'epoca in cui l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed evidente. ([[Gianni Vattimo]]) *Intendono molti animali il sistema [[monarchia|monarchico]], a un dipresso come lo intendevano gli antichi {{sic|[[Cina|Chinesi]]}}, che veneravano i loro Re, ma seguendo la dottrina di [[Confucio]], lo sopprimevano quando veniva meno ai suoi doveri. ([[Cesare Lombroso]]) *Io credo... che l'animale, compagno di tante solitudini, di tante tristezze, in misura varia secondo la sua coscienza – affermo e ripeto coscienza – ci accompagnerà anche nell'altra vita, e non ci si chieda di spiegare il perché. ([[Paolo De Benedetti]]) *Io osservo gli animali, e trovo in essi il modello delle virtù che debbo prediligere. M'insegnò la colomba a serbarmi fedele; sull' esempio della formica, accumulai per godere; mi dispongono i buoi alla costanza, le mie capre alla dolcezza, i miei cani alla vigilanza. E, se ne avessi bisogno, per amare i miei figli e le mie figlie, nella chioccia e nei pulcini troverei l'esempio. ([[Jean-Pierre Claris de Florian]]) *Io sento ronzare continuamente al mio orecchio: «L'uomo è un animale ragionevole». Chi vi ha dato questa definizione? I lupi, forse, le scimmie, i leoni? O siete stati voi stessi a darvela? È già divertente che voi diate agli animali, vostri confratelli, ciò che c'è di peggio, per prendere per voi ciò che c'è di meglio. Lasciate un po' che si definiscano da sé e vedrete come si sfogheranno e come si tratteranno. ([[Jean de La Bruyère]]) *L'affermazione ricorrente che i selvaggi, i negri, i giapponesi, somigliano ad animali, o a scimmie, contiene già la chiave del ''pogrom''. Della cui possibilità si decide nell'istante in cui l'occhio di un animale ferito a morte colpisce l'uomo. L'ostinazione con cui egli devia da sé quello sguardo – "non è che un animale" – si ripete incessantemente nelle crudeltà commesse sugli uomini, in cui gli esecutori devono sempre di nuovo confermare a se stessi il "non è che un animale", a cui non riuscivano a credere neppure nel caso dell'animale. ([[Theodor Adorno]]) *L'[[amore]] per l'uomo non esclude quello per gli animali, e viceversa, perché l'amore non è mai fonte di separazione né di giudizio. Chi ama, ama e basta. Chi ama e separa, non ha mai iniziato a farlo. ([[Susanna Tamaro]]) *L'animale ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E [[pensiero|pensare]] comincia forse proprio da qui. ([[Jacques Derrida]]) *L'animale è immediatamente una sola cosa con la sua attività vitale. Non si distingue da essa. È ''essa''. ([[Karl Marx]]) *L'animale è l'uomo. Anzi più di un uomo. Non ha i suoi difetti, l'invidia, l'interesse. È un uomo divinizzato. ([[Lea Massari]]) *L'animale ha soprattutto ''sentimento''. ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]) *L'animale messo nella situazione critica, quella in cui i suoi automatismi d'azione non funzionano più, tende verso il pensiero. ([[Paul Valéry]]) *L'animale non è libero ma ha una difesa: l'ordine interiore dei propri istinti. ([[Romano Guardini]]) *L'animale! Oscuro mistero! Mondo immenso di sogni e muti dolori [...]. Ma segni troppo visibili esprimono questi dolori, nonostante la mancanza della parola. Tutta la natura protesta contro la barbarie dell'uomo che disconosce, avvilisce, tortura i suoi fratelli inferiori e lo accusa dinanzi a Colui che li creò tutti. ([[Jules Michelet]]) *L'animale presenta all'uomo uno [[specchio]] che gli permette di scoprire se stesso. ([[Albert de Pury]]) *L'animale sano è attivo e fa qualcosa. ([[William McDougall]]) *L'articolo 3 secondo comma della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]] [...] attribuisce allo Stato il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. È un principio che si può applicare agli animali: l'utopia allora è mettere ciascun animale nella condizione di potersi esprimere secondo le sue capacità, cioè la sua indole, la sua etologia. ([[Luigi Lombardi Vallauri]]) *L'atteggiamento del [[bambino]] presenta numerose analogie con quello del [[primitivo]] nei confronti degli animali. Il bambino non prova ancora l'orgoglio proprio all'adulto civilizzato che traccia una netta linea di demarcazione tra sé e tutti gli altri rappresentanti del regno animale. ([[Sigmund Freud]]) *L'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali. (''[[Dichiarazione universale dei diritti dell'animale]]'') *L'elemento comune, all'uomo e all'animale, che colpisce maggiormente è la capacità di percepire la sofferenza. ([[Matthieu Ricard]]) *L'essere umano non ha mai avuto rapporti facili con gli altri animali: nella storia del mondo è stato, di volta in volta, predatore o preda. Ma, soprattutto, all'uomo [[Occidente|occidentale]] è rimproverabile un complesso di superiorità filosofica nei confronti degli animali; di essere stato, cioè, il creatore di cosmologie culturali il cui centro gravitazionale era sempre rappresentato da lui – l'Uomo – mentre agli altri esseri animali non restava che un ruolo dimesso, di sfondo, che magnificasse la superiorità dell'essere umano tra i viventi. ([[Enrico Alleva]]) *L'idea dell'uomo, nella storia [[Europa|europea]], trova espressione nella distinzione dall'animale. Con l'irragionevolezza dell'animale si dimostra la dignità dell'uomo. Questa antitesi è stata predicata con tale costanza e unanimità da tutti gli antenati del pensiero borghese – antichi ebrei, stoici e padri della Chiesa – e poi attraverso il Medioevo e l'età moderna, che appartiene ormai, come poche altre idee, al fondo inalienabile dell'antropologia occidentale. Essa è ammessa anche oggi. (''[[Dialettica dell'illuminismo]]'') *L'umiliazione degli animali non è più tollerabile di quella delle persone. ([[Philippe Diolé]]) *''L'uom fiero più delle più fiere belve | È di sua specie disonor, vergogna: | Pugnan color nelle natie lor selve | In lor difesa e per la lor bisogna; | L'un contro l'altro s'armano in lor danno | Gli uomini folli, e lo perché non sanno.'' ([[Giovanni Battista Casti]]) *L'uomo disprezza, aggredisce, tortura gli animali – maledetto lui che fa il deserto intorno a sé sulla polvere. ([[Mario Sironi]]) *L'uomo è diverso dall'animale solo perché non sa esserne uno preciso. ([[Fernando Pessoa]]) *L'uomo si distingue dall'animale in virtù della [[compassione]] verso l'animale stesso. ([[Richard Wagner]]) *La benevolenza che si estende oltre il limite della razza umana, la bontà, cioè, verso gli animali, è una delle più recenti qualità morali acquisite dal genere umano; e più questo sentimento è sviluppato nell'uomo, più grande è la distanza che lo separa dal suo primitivo stato di barbarie.<br>L'individuo nel quale questo sentimento manchi può essere considerato come un tipo di transizione fra l'uomo selvaggio e l'uomo civile. È l'anello che manca nella catena dell'evoluzione del cervello umano, dallo stato bruto allo stato colto. ([[Axel Munthe]]) *La [[brutalità]] verso gli animali è più ipocrita<ref>Rispetto a quella verso gli umani.</ref>: è accompagnata e aggravata da una vera bassezza morale. ([[Louis Barthou]]) *La [[civiltà]] è un concetto che si compone di molte idee armoniche tra di esse. Destate nel popolo l'umanità per le bestie, e desterete nel tempo istesso una serie di buoni sentimenti che dormivano sotto l'involucro della rozzezza. ([[Giuseppe Arnaud]]) *La [[crudeltà]] nei confronti degli animali induce alla crudeltà anche verso gli uomini. ([[Ovidio]]) *La crudeltà nei confronti degli animali non è conciliabile né con una vera cultura né con una vera erudizione. Essa è una dei vizi caratteristici di un popolo rozzo e ignobile. ([[Alexander von Humboldt]]) *La crudeltà verso gli animali equivale per l'uomo a non amare [[Dio]]. ([[John Henry Newman]]) *La differenza che è tra gli uomini e gli altri animali, per grandissima che ella sia, chi dicesse poter darsi poco dissimile tra gli stessi uomini, forse non parlerebbe fuor di ragione. ([[Galileo Galilei]]) *La diffusione degli animali da compagnia tra le classi medie urbane all'inizio dell'età moderna è [...] un fenomeno di grande importanza sul piano sociale, psicologico e, bisogna dirlo, anche su quello commerciale. Ma ciò ha avuto anche delle conseguenze di natura intellettuale: ha spinto le classi medie a trarre delle conclusioni ottimistiche sull'intelligenza degli animali e ha dato origine a innumerevoli aneddoti sulla loro astuzia; ha spinto l'uomo a pensare che gli animali potessero avere un carattere e una personalità individuali, e ha fornito le basi psicologiche per far accettare l'idea che almeno alcuni animali avessero diritto a considerazione morale. ([[Keith Thomas]]) *La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire. ([[Jeremy Bentham]]) *La [[psicologia]] degli esseri umani è parte della psicologia degli animali in generale. ([[Gareth Matthews]]) *La scomparsa degli animali, in realtà, la loro liquidazione, è un'azione di una gravità senza precedenti. Il loro carnefice ha letteralmente invaso il paesaggio. Non c'è posto che per lui. Quale tristezza vedere un uomo dove prima si poteva contemplare un cavallo! ([[Emil Cioran]]) *La [[sofferenza]] o la frustrazione animale costituiscono un male dello stesso genere di quello cui appartengono la sofferenza e la frustrazione degli esseri umani; ragione per cui noi abbiamo lo stesso genere di obbligo morale di astenerci dal causare, e cercare di prevenire attivamente, questo male non solo quando esso riguarda gli esseri umani, ma anche quando interessa gli animali. ([[Timothy Sprigge]]) *La tradizione filosofica, con l'aiuto della teologia, ma anche senza il suo intervento, è pesantemente responsabile dello svilimento e dei maltrattamenti subiti dagli animali. [...] La maggior parte dei filosofi ha eretto, nel corso della storia, un muro che separa i viventi, opponendo l'uomo, che ''esiste'', all'animale, ''che vive solamente'', e attribuendo al primo il potere di usare e abusare di tutto ciò che non è umano. Tale tradizione dominante ha inventato la cosiddetta essenza umana, una sorta di enfatica ampollosità metafisica. Inoltre nella maggior parte dei casi ha fatto emergere il concetto di animalità in relazione all'assenza di coscienza, libertà e ponderazione, e quindi denigrandolo per ricavare una sorta di controprova della natura tipica dell'uomo. ([[Élisabeth de Fontenay]]) *La vera [[bontà]] dell'uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza. Il vero esame [[morale]] dell'umanità, l'esame fondamentale (posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell'uomo, tanto fondamentale che da esso derivano tutti gli altri. ([[Milan Kundera]]) *La vita dell'uomo è stata condotta per milioni di anni insieme alla flora, alla fauna e al grandioso movimento musicale del mondo animale. [...] Animali e [[pianta|piante]] partecipano dai primordi alle nostre comunità. Fanno parte della nostra filosofia, modellano la nostra natura e contribuiscono a renderci pienamente umani. Sono tra i nostri maggiori insegnanti. ([[Baker Brownell]]) *Le bestie non sono così bestie come si pensa. ([[Molière]]) *''Le bestie stimo più infinitamente, | Che, se no le gà tanta cognizion, | No le gà gnanca tante gran passion, | E le vive de nù più quietamente.'' ([[Giorgio Baffo]]) *Le creature senza piedi hanno il mio amore, e così lo hanno quelle a due piedi e anche quelle a molti piedi. Possano tutte le creature, tutte le cose che hanno vita, tutti gli esseri di qualunque specie, non avere mai nulla che possa danneggiarle. Possa non accadere loro mai nulla di male. ([[Gautama Buddha]]) *Le tesi evoluzioniste di [[Charles Darwin|Darwin]] [...] rafforzavano l'idea che non è lecito maltrattare gli animali, nostri antenati e in certo senso anche nostri "creatori". ([[Marina Baruffaldi]]) *Lo spirito vaga e da lì viene qui e da qui va lì e s'infila in qualsiasi corpo, e dagli animali passa nei corpi umani e da noi negli animali, e mai si consuma. ([[Ovidio]]) *Lodiamo tutta la multiforme nazione dei nostri compagni animali, questo circo angelico in cui l'uomo può riconoscere, a testimonianza del suo rango perduto, la nobile infanzia dell'[[Giardino dell'Eden|Eden]]. ([[Elsa Morante]]) *Mai meglio che al termine degli ultimi quattro secoli della sua storia, l'uomo occidentale è in grado di capire che, arrogandosi il diritto di separare radicalmente l'umanità dall'animalità, accordando all'una tutto ciò che toglieva all'altra, apriva un circolo vizioso, e che la stessa frontiera, costantemente spostata indietro, sarebbe servita a escludere dagli uomini altri uomini, e a rivendicare, a beneficio di minoranze sempre più ristrette, il privilegio di un umanismo nato corrotto per avere desunto dall'amor proprio il suo principio e la sua nozione. ([[Claude Lévi-Strauss]]) *Mai mi fu dato di vedere un animale in cordoglio di sé. Un uccelletto cadrà morto di gelo giù dal ramo senza aver provato mai pena per sé stesso. (''[[Soldato Jane]]'') *Mangerei la terra, masticherei i sassi, ingoierei lo sterco, tradirei mia madre, pur di aiutare un uomo, o un animale, a non soffrire. ([[Curzio Malaparte]]) *Mansueti animali, compagni nostri, aiuti e fratelli di lavoro, e persino di affezioni quaggiù. ([[Alphonse de Lamartine]]) *Mantenere un animale che potresti ''mangiare'' è una menzogna; non puoi guardare quell'animale in faccia. ([[Edward Carpenter]]) *Mi piacerebbe imparare, o ricordare, come [[vivere]]. Non credo di poter imparare dagli animali selvatici come vivere concretamente (dovrò succhiare sangue caldo, tenere la coda ritta, camminare mettendo i piedi esattamente nell'impronta delle mani?) ma potrei imparare qualcosa di irrazionale, qualcosa della purezza di vivere in senso fisico e la dignità di vivere senza pregiudizi o ragioni. ([[Annie Dillard]]) *Mi sembra duro pensare [...] che questo animale, mio fratello, non abbia anima. ([[Simone Weil]]) *Migliorare la sorte degli animali resi schiavi e vittime dall'animale-uomo è uno dei compiti storici più importanti scritti sull'agenda dell'etica, della politica e del diritto. ([[Luigi Lombardi Vallauri]]) *Molti animali hanno virtù naturali tali da renderli assai atti al presagire e al vaticinare. ([[Agrippa von Nettesheim]]) *Nel giorno dell'[[Giudizio universale|ultimo Giudizio]], le bestie che avranno ricevuto le vostre cure verranno a testimoniare a vostro favore. ([[Tommaso Maria Zigliara]]) *Nel ricordo del tempo in cui gli animali vivevano con noi in compagnia ed uguaglianza, è contenuta l'idea più confortante sull'avvenire del mondo, l'idea che di là dalla contrazione dei popoli in se stessi, lascia intravedere l'espansione di essi popoli in una comune fraternità, e infine la loro nuova fusione con gli animali nel paradiso ritrovato. ([[Alberto Savinio]]) *Nell'amore delle bestie, disinteressato sino al sacrifizio, c'è qualche cosa che va direttamente al cuore di colui che ha avuto di frequente l'occasione di mettere a prova la comune amicizia, la labile fedeltà del mero "uomo". ([[Edgar Allan Poe]]) *Nell'estremo dolore, i ruoli sono capovolti: gli uomini emettono [[grido|grida]] bestiali e le bestie grida umane. ([[Malcolm de Chazal]]) [[Immagine:Bible beasts and birds - a new edition of illustrations of scripture by an animal painter (1886) (14770151043).jpg|thumb|Una illustrazione dei [[Salmi]] (104, 18): «''le alte montagne sono per i camosci, le rocce sono rifugio per gli iraci''».]] *Nell'uomo c'è un "alito di vita", che proviene dal "soffiare" di Dio stesso. Nell'uomo c'è un soffio o spirito che assomiglia al soffio o spirito di Dio.<br />Quando il [[Libro della Genesi]], al capitolo 2, parla della creazione degli animali (''Gen'' 2, 19), non accenna a una relazione così stretta col soffio di Dio. Dal capitolo precedente sappiamo che l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" (''Gen'' 1, 26-27).<br />Altri testi, tuttavia, ammettono che anche gli animali hanno un alito o soffio vitale e che l'hanno ricevuto da Dio. Sotto questo aspetto l'uomo, uscito dalle mani di Dio, appare solidale con tutti gli esseri viventi. Così il Salmo 104 non pone distinzione tra gli uomini e gli animali quando dice, rivolgendosi a Dio creatore: "Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono" (''Sal'' 104, 27-28). Poi il Salmista aggiunge: "Se togli loro il soffio, muoiono e ritornano nella polvere. Mandi il tuo soffio, sono creati e rinnovi la faccia della terra" (''Sal'' 104, 29-30). ([[Papa Giovanni Paolo II]]) *Nella mia giovinezza le strade erano popolate da cavalli e uccelli. Sono scomparsi. Gli abitanti delle grandi città vedono gli animali solo sotto forma di carne morta acquistata dal macellaio. [...] Oggi una mucca è un laboratorio vivente [...] La gallina che una volta razzolava liberamente nell'aia, ora è imprigionata e costretta a ingozzarsi. La deposizione delle uova è diventata un processo matematico [...] Gli animali sono trattati come macchine da usare, miniere viventi di materie prime... ([[Paul Claudel]]) *Nella prima pagina della [[Bibbia]], Dio stesso ordina ai suoi due ritratti di «regnare sopra i pesci nel mare e gli uccelli sotto il cielo e sopra il bestiame e tutti gli animali dei campi». Per esigere subito di nuovo: «e rendeteli vostri sudditi e regnate...». [...] Esemplarmente opposto il [[Buddhismo|buddismo]], che nel suo divieto di uccidere comprende il mondo non umano! Già [[Gautama Buddha|Buddha]] esige felicità e pace per ogni creatura [...]. Nel [[cristianesimo]], invece, l'animale è una cosa; un semplice oggetto da sfruttare, allevare, cacciare e mangiare, l'uomo è il nemico mortale dell'animale, il suo diavolo. ([[Karlheinz Deschner]]) *Nello [[sguardo]] delle bestie è racchiusa una luce profonda che ispira una tale simpatia che l'anima si apre, come un ospizio, a tutti i dolori animali. ([[Francis Jammes]]) *Nessun essere senziente e capace di provare dolore (e gli animali lo sono) dovrebbe avere una vita indegna di essere vissuta. ([[Marina Baruffaldi]]) *Nessun essere umano può portare a un altro il dono dell'idillio. L'unico a poterlo fare è l'animale perché lui non è stato cacciato dal [[Giardino dell'Eden|Paradiso]]. ([[Milan Kundera]]) *Nessuno dubita di quel che vede, e va ciascuno tra le cose, sicuro ch'esse appaiano agli altri quali sono per lui; figuriamoci poi se c'è chi pensa che ci siete anche voi bestie che guardate uomini e cose con codesti occhi silenziosi e chi sa come li vedete, e che ve ne pare. ([[Luigi Pirandello]]) *Noi ci affezioniamo molto a cani, gatti e cavalli, ci prendiamo cura di loro e quando muoiono viviamo un autentico lutto. Ma ai maiali, ai vitelli, alle galline che vivono nelle nostre fattorie riserviamo un trattamento brutale, di sfruttamento, lontano da qualsiasi forma d'affetto, essendo questi parte di un sistema produttivo, il cui unico scopo è produrre la massima quantità di cibo al minor costo. [...] Per giustificare questo comportamento, gli animali sfavoriti devono essere considerati inferiori, indegni di un attaccamento affettivo. Se dovesse sorgere il dubbio che anche gli animali sfruttati abbiano un certo valore proprio, nascerebbe un conflitto irrisolvibile. Un modo sicuro per evitare il sorgere di tale conflitto è tenere le due categorie di animali, privilegiati e sfruttati, in ambiti della nostra mente completamente separati. Una categoria consuma cibo appositamente confezionato, l'altra è utilizzata per confezionare tale cibo. Quando poi le emozioni si estendono dalla prima alla seconda categoria, sorgono problemi e si diventa [[vegetarianismo|vegetariani]], o persino attivisti dei [[diritti degli animali]]. ([[Rupert Sheldrake]]) *Noi siamo stati discepoli delle bestie nelle arti più importanti: del ragno nel tessere e nel rammendare, della rondine nel costruire le case, degli uccelli canterini, del cigno e dell'usignolo nel canto, con l'[[imitazione]]. ([[Democrito]]) *– ''Non c'è bestia che sia tanto feroce | da non conoscere almeno un briciolo | di [[pietà]].''<br />– ''Ma io non la conosco, | perciò non sono bestia.'' ([[William Shakespeare]]) *Non ci sono ragioni oggettive per considerare gli interessi degli esseri umani più importanti di quelli degli animali. Possiamo distruggere gli animali più facilmente di quanto loro possono distruggere noi; questa è l'unica base solida per la nostra affermazione di superiorità. ([[Bertrand Russell]]) *Non è ancora sufficientemente chiaro se gli esseri animati che si dicono bruti siano privi di ragione. Forse infatti, quantunque non siano forniti di quella ragione, chiamata enunciativa, che si manifesta con una voce comune con noi, senza dubbio però hanno in comune con noi quella che si riceve con l'anima, e che si chiama ragione capace di affetti, quantunque alcuni ne abbiano in misura maggiore e altri in misura minore. ([[Galeno]]) *Non è generata una bestia nello stesso modo in cui noi lo siamo? Non è il suo corpo nutrito dallo stesso cibo, ferito dagli stessi colpi; non è la sua mente agitata dalle stesse passioni? ([[John Lawrence]]) *Non esiste l'Animale al singolare generale. Separato dall'uomo da un unico limite indivisibile. Bisogna rendersi conto che ci sono dei «viventi» la cui pluralità non può essere raccolta nella sola figura dell'animalità semplicemente opposta all'umanità. [...] La confusione di tutti gli esseri viventi non umani nella categoria comune e generale dell'animale non è solo un errore contro le esigenze del pensiero, della vigilanza o della lucidità, dell'autorità dell'esperienza, ma è anche un crimine: non un crimine contro l'animalità, appunto, ma un primo crimine contro gli animali, contro ''degli'' animali. ([[Jacques Derrida]]) *Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te<ref name="reciprocit%C3%A0">Cfr. [[Etica della reciprocità]].</ref> vale anche per gli animali. ([[Thomas Tryon]]) *Non potremmo cominciare ad accordarci sull'amore che dobbiamo agli animali? [...] e ciò semplicemente in nome della sofferenza, per porre fine a tale sofferenza, l'abominevole sofferenza di cui vive la natura e che l'umanità dovrebbe sforzarsi di ridurre il più possibile; in nome di una lotta continua, l'unica che sarebbe saggio combattere. ([[Émile Zola]]) *''Non sai quanto invidio gli animali, loro capiscono sempre da chi tornare.'' ([[Lo Stato Sociale]]) *Non so se gli animali debbano essere grati a [[Noè]] di averli salvati dal [[Diluvio universale|Diluvio]]. A questo mondo – povere bestie – fanno quasi tutti una vita da cani. ([[Pino Caruso]]) *Non sono lontano dal pensare che gli uomini arriveranno veramente a non uccidersi tra di loro, quando arriveranno a non uccidere più gli animali. ([[Aldo Capitini]]) *Non v'è dunque miglior regola per giudicare bene delle bestie, quanto lo studiar avanti se stesso. Imperocché, quantunque noi abbiamo qualche cosa di superiore all'animale, siamo animali, ed abbiamo l'esperienza tanto di quello, che fa in noi la parte animale, quanto di quello, che fa il discorso, e la riflessione. ([[Jacques Bénigne Bossuet]]) *{{NDR|Gli animali da fattoria}} Nostri sfortunati servitori [...] soprattutto quando sono in età avanzata, esausti per la fatica improba. ([[James Granger]]) *Nulla è più divertente del vedere con quale sicumera gli [[Scolastica|scolastici]] vogliono imporre dei limiti alla conoscenza delle bestie. Secondo loro le bestie conoscono soltanto gli oggetti singoli e materiali e ricercano esclusivamente l'utile e il piacevole; non sanno riflettere sui loro sentimenti e sui loro desideri né trarre conclusioni da una cosa all'altra. Si direbbe che essi abbiano frugato nelle facoltà e negli atti dell'anima delle bestie con miglior successo di quanto non abbiano fatto i più esperti anatomisti nelle viscere dei cani. La loro temerità è tanto grande, che se anche per caso avessero trovato la verità, sarebbero indegni di lode e persino di giustificazione. ([[Pierre Bayle]]) *{{NDR|Preghiera per gli animali}} O Signore, accresci in noi la fratellanza con i nostri piccoli fratelli; concedi che essi possano vivere non per noi, ma per se stessi e per Te; facci capire che essi amano, come noi, la dolcezza della vita e ti servono nel loro posto meglio di quanto facciamo noi nel nostro. ([[Basilio Magno]]) *Oggi l'uomo inventa animali genetici, ricopia le pecore e poi dice che le ha inventate lui. ([[Corrado Guzzanti]]) *Ogni animale che scava, costruisce un nido, accaparra alimenti, fa qualcosa che sarà importante nell'avvenire. Se abbia consapevolezza di quel che fa è difficile dirlo, perché finora non ne sappiamo abbastanza per dare una risposta. ([[Donald Griffin]]) *Ogni persecuzione e vendetta tra gli uomini e ogni crudeltà nei confronti degli animali è una violazione del dovere morale. ([[Thomas Paine]]) *Opponiamo sempre notevole resistenza ad accettare l'idea che il comportamento animale possa essere estremamente complesso, anche se tale complessità non è della stessa natura di quella del comportamento umano. L'intelligenza animale non è un'intelligenza umana ''meno evoluta'' di quella dell'uomo, ma semplicemente un'intelligenza ''diversa''. ([[Dominique Lestel]]) *''Ora l'autunno guasta il verde ai colli, | o miei dolci animali. Ancora udremo, | prima di notte, l'ultimo lamento | degli uccelli, il richiamo della grigia | pianura che va incontro a quel rumore | alto di mare. E l'odore di legno | alla pioggia, l'odore delle tane, | com'è vivo qui fra le case, | fra gli uomini, o miei dolci animali. | Questo volto che gira gli occhi lenti, | questa mano che segna il cielo dove | romba un tuono, sono vostri, o miei lupi, | mie volpi bruciate dal sangue. | Ogni mano, ogni volto, sono vostri.'' ([[Salvatore Quasimodo]]) *Osservate gli animali. Sebbene non siano come gli umani, quando danno alla luce un cucciolo le madri hanno per lui ogni attenzione. Da un certo punto di vista il loro amore è ancora meno egoistico di quello degli esseri umani. Infatti questi ultimi possono sempre pensare che l'amore che stanno donando ritornerà loro quando saranno anziani. Ma questo non accade con gli animali. ([[Tenzin Gyatso]]) *Pare che [...] l'idea più difficile da accettare, nella costruzione dell'identità umana, sia proprio quella di essere, comunque, animali. Possiamo accettare (almeno negli strati più laici della società) l'evidenza scientifica della nostra appartenenza a quel regno, ma in quel caso dobbiamo per forza provare di essere animali «speciali», e non nel senso che ogni animale, a suo modo, è speciale. No. Dobbiamo essere speciali-speciali, speciali al quadrato. ([[Dario Martinelli]]) *Pensava che gli animali non fossero pure macchine, anzi concedeva loro un'anima, di natura inferiore a quella degli uomini ma pure capace d'intelligenza e di sentimento; la quale opinione, d'altra parte, è quella di tutti coloro che, essendo vissuti lungo tempo in solitudine, con la sola compagnia di un cane, d'un gatto o di un altro animale, hanno avuto modo di osservarlo e di aver rapporti con lui. ([[Théophile Gautier]]) *Per quanto riguarda l'anima di tutti gli animali irrazionali sono turbato non poco dall'interrogativo che mi pongo, per quale ragione molti dei santi Padri affermano che essa muore insieme con i corpi, e non può sopravvivere oltre... ([[Giovanni Scoto Eriugena]]) *Per quanto riguarda la facoltà di comprendere, ebbene molti animali capiscono proprio come gli uomini il mondo in cui vivono e che esplorano. Altrimenti non potrebbero sopravvivere. Sotto le differenze si nasconde quindi una somiglianza. Proprio come noi, gli animali non sono semplicemente ''al'' mondo, ma sono ''coscienti del'' mondo. E proprio come noi, incarnano il mistero e la meraviglia della coscienza. Come noi, sono il fulcro psicologico di un'esistenza che appartiene soltanto a loro. ([[Tom Regan]]) *Per secoli, gli etologi hanno posto un'enfasi eccessiva sul ruolo del conflitto e della violenza tra gli animali. L'attenzione oggi riservata alla gentilezza e all'attenzione è un correttivo necessario di questa antica idea di una natura «rossa di zanne e d'artigli», per usare le parole del poeta [[Alfred Tennyson]]. Eppure, proprio mentre andiamo in estasi per la dolcezza del mondo animale, corriamo il rischio di esagerare dalla parte opposta, occultando parte della storia. Molti animali mettono in atto campagne di disinformazione rivolte ad altri membri della stessa specie, o anche di specie diverse: imbrogliano, truffano e mentono con comportamenti manifestamente ingannevoli. ([[Barbara J. King]]) *Peraltro, anche nelle bestie feroci è possibile osservare la potenza della natura, poiché in esse ci sembra perfino di potere ascoltare la sua voce quando vediamo la loro fatica nel partorire i propri piccoli e poi nell'allevarli. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *''Perché amo gli animali? | Perché io sono uno di loro. | Perché io sono la cifra indecifrabile dell'erba, | il panico del cervo che scappa, | sono il tuo oceano grande | e sono il più piccolo degli insetti. | E conosco tutte le tue creature: | sono perfette | in questo amore che corre sulla terra | per arrivare a te.'' ([[Alda Merini]]) *Perché scatta la domanda: «L'animale parla?» e non piuttosto: «L'animale sogna?». L'autobiografia stessa, l'idea di autobiografia irrompe nell'animale. ([[Gianfranco Dalmasso]]) *[[Pitagora]] stabilì anche un'affinità di natura tra gli uomini e gli animali, prescrivendo che gli uomini considerassero gli animali loro propri parenti e amici, in modo da non commettere ingiustizia contro nessuno di essi né ucciderlo né mangiarlo.<br />Colui, dunque, che ha assimilato gli uomini agli animali per il fatto che questi sono composti degli stessi nostri elementi e partecipano della vita che hanno piuttosto in comune con noi, a maggior ragione ha inculcato il senso di appartenenza in coloro che erano accomunati da un'anima della stessa natura, di natura cioè razionale. ([[Giamblico]]) *Più conosco gli uomini e più amo le bestie, amico mio. (''[[Siamo uomini o caporali]]'') *Poiché fra tutti gli esseri animati solo l'uomo è fornito di ragione propriamente detta, solo lui è capace di volontà, di virtù, di vizio, e solo lui è meritevole di premio e di castigo. Tuttavia anche gli animali bruti hanno qualcosa di analogo a queste capacità, specialmente quelli che sono più perfetti e più capaci di seguire una qualche regola. In essi infatti vi è anzitutto una qualche facoltà corrispondente alla ragione, facoltà che alcuni chiamano ragione inferiore, grazie alla quale ragionano non soltanto sulle cose piacevoli, ma anche su quelle utili, riflettendo sui mezzi per conseguirle; non solo, ma essi conoscono anche la via loro prescritta da Dio, ovvero una certa maniera di vivere conforme alla loro natura e che è qualcosa di analogo all'onestà. ([[Johannes Crell]]) *Poiché il sentimento della pietà sorge dalle afflizioni degli altri, ed accade anche agli animali bruti di soffrire dolore, l'affezione della pietà può sorgere nell'uomo anche rispetto alle afflizioni degli animali. Ovviamente, chiunque sia abituato a provare un sentimento di pietà verso gli animali, è per questo motivo più disposto ad un'affezione di pietà verso gli uomini: onde si dice nei [[Libro dei Proverbi|Proverbi]] XII 10: «Il giusto sa curare il suo bestiame, ma le viscere degli empi sono crudeli». E perciò il Signore, vedendo che il popolo ebraico era crudele, per poterlo richiamare alla pietà, volle insegnargli la misericordia anche verso le bestie brute, proibendo che venissero compiuti contro gli animali certi atti che sembrano confinare con la crudeltà. E perciò egli proibì loro di bollire i cuccioli nel latte della madre ([[Deuteronomio|Deut.]] XIV 21), o di mettere la [[museruola]] al bue che trebbia (Deut. XXV 4), o di uccidere gli uccelli vecchi con quelli giovani (Deut. XXII 6,7). ([[Tommaso d'Aquino]]) *Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati da fatica o malattia, questa è la più bella virtù del forte verso il debole. ([[Giuseppe Garibaldi]]) *«Provo una violenta avversione, – scrive {{NDR|[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]]}} nella quarta lettera a Malesherbes, – per gli stati che dominano gli altri. Odio i Grandi, odio il loro stato». È inevitabile riferire questa dichiarazione anzitutto all'uomo, che ha preteso di dominare gli altri esseri e di godere di una condizione a parte. ([[Claude Lévi-Strauss]]) *Quando analizzi come agiscono i processi di reificazione degli "altri", non puoi non considerare la reificazione degli animali. E se analizzi la tendenza ad animalizzare gli umani "altri" che agisce nel razzismo, finisci per considerare la bestializzazione dei non umani che agisce nello [[specismo]]. ([[Annamaria Rivera]]) *Quando noi trattiamo con cura e rispettiamo tutti gli animali, contribuiamo alla pace nel mondo. ([[Paola Maugeri]]) *Quando un animale è [[malattia|ammalato]], soffre in silenzio e non dà in ismanie, né per questo si vedono le bestie patire più che gli uomini. Si obietterà che gli animali, vivendo in maniera più conforme a natura, debbono esser soggetti a minor numero di mali. Ebbene, proprio a questa maniera intendo far vivere il mio allievo; egli deve dunque trarne lo stesso profitto. ([[Jean-Jacques Rousseau]]) *Quando un essere umano tratta un individuo non umano come un oggetto anonimo, anziché come un essere con una propria soggettività, è l'umano e non l'altro animale a rinunciare a essere una [[persona]]. ([[Barbara Smuts]]) *Quanta dolcezza, amore, voglia di vivere e di rialzarci dopo le sofferenze e le sconfitte possono trasmetterci gli animali! ([[Franco Zeffirelli]]) *Quanti animali che si lasciano sottomettere perché non conoscono la loro forza! ([[François de La Rochefoucauld]]) *Quanti animali sono emuli, se non persino superiori all'uomo, nella manipolazione della materia! Certi nidi di uccelli sono capolavori inimitabili. Quale operaio migliore dell'ape o del ragno? ([[Auguste Blanqui]]) *Questo dolore degli animali è qualcosa che si espande per l'universo e avvolge tutti noi. ([[Susanna Tamaro]]) *Questo interesse per gli animali è melenso sentimentalismo, o è un risveglio della coscienza della specie tiranna, riguardo al tipo di tirannia che esercita sulle altre specie? (''[[Diritti animali, obblighi umani]]'') *Quindi possete capire esser possibile che molti animali possono aver più ingegno e molto maggior lume d'intelletto che l'uomo (come non è burla quel che proferì [[Mosè]] del [[serpente|serpe]], che nominò sapientissimo tra tutte l'altre bestie de la terra); ma per penuria d'instrumenti gli viene ad essere inferiore, come quello per ricchezza e dono de medesimi gli è tanto superiore. ([[Giordano Bruno]]) *Restiamo violentemente turbati quando gli animali mangiano gli uomini, è orribile, è terrificante. Ma allora perché non dovremmo provare orrore quando gli uomini mangiano gli animali? ([[Morrissey]]) *Ribes cercò di venirmi in aiuto. Parlò con molta eloquenza della solidarietà fra gli animali, del loro innato senso dell'onore. "Gli animali non si comportano come gli uomini" disse. "Se devono battersi, si battono. Se devono uccidere, uccidono. Ma non usano la loro intelligenza per trovar la maniera di arrecar danni alle altre creature, di avvelenar loro la vita. Essi hanno dignità, hanno animalità." ([[Richard Adams]]) *Ricordo ancora certi dibattiti surreali tra scienziati che, negli anni settanta, liquidavano la sofferenza degli animali come una questione stucchevole. Tra i severi ammonimenti contro l'[[antropomorfismo]], il punto di vista allora dominante era che gli animali non fossero altro che robot, privi di sentimenti, pensieri ed emozioni. ([[Frans de Waal]]) *Rifiutando il concetto di [[schiavitù]] umana si arriva, per onestà intellettuale, ad ammettere anche l'ingiustizia della schiavitù nei riguardi degli animali. ([[Dacia Maraini]]) *[[Errore|Sbagliare]] è cosa umana, anche per questo: gli animali sbagliano poco o non sbagliano affatto, almeno i più intelligenti fra essi. ([[Georg Christoph Lichtenberg]]) *Scorgesi nella macchina degli animali un fine savissimo, un fine degnissimo della Divinità. ([[Gaspare Gherardini]]) *Se gli uomini sono [[immortalità|immortali]], perché non dovrebbero esserlo anche gli animali? ([[Eugen Drewermann]]) *Se noi dovessimo realizzare la felicità di tutti coloro che portano una figura umana e destinare alla morte tutti coloro che hanno un muso e che non differiscono da noi che per un angolo facciale meno aperto, noi non avremmo certo realizzato il nostro ideale. Da parte mia, nel mio affetto di solidarietà socialista, io abbraccio anche tutti gli animali. ([[Élisée Reclus]]) *Se noi portiamo una [[croce cristiana|croce]], gli animali ne portano tre. ([[Rocco di Montpellier|San Rocco]]) *Se non esistessero gli animali l'uomo sarebbe ancora più incomprensibile a se stesso. ([[Georges-Louis Leclerc de Buffon]]) *Se poi si ritiene che l'uomo sia superiore a tutti gli altri animali perché possiede sentimenti divini, sappiano i sostenitori di questa tesi che anche tale possesso può essere rivendicato da molti altri animali. E a buon diritto, certo. Quale facoltà potrebbe qualificarsi più divina di quella di prevedere o [[predizione|predire]] l'avvenire? Ora, questo potere gli uomini lo apprendono dagli altri animali. ([[Celso (filosofo)|Celso]]) [[Immagine:Tarangire 2012 05 28 1785 (7468560420).jpg|thumb|Una mandria di bufali. «Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo». ([[Severn Cullis-Suzuki]])]] *Se potessi [...] mi riempirei la casa di tutti gli animali possibili. Farei ogni sforzo non solo per osservarli, ma anche per entrare in comunicazione con loro. Non farei questo in vista di un traguardo scientifico (non ne ho la cultura né la preparazione), ma per simpatia, e perché sono sicuro che ne trarrei uno straordinario arricchimento spirituale e una più compiuta visione del mondo. In mancanza di meglio, leggo con godimento e stupore sempre rinnovati molti libri vecchi e nuovi che parlano di animali, e mi pare di ricavarne un nutrimento vitale, indipendentemente dal loro valore letterario o scientifico. ([[Primo Levi]]) *Se si nega un'anima agli animali, perché gli esseri umani ne avrebbero una? ([[Jean Rostand]]) *Se tutti fossero della mia natura, non si ammazzariano gli animali. ([[Filippo Neri]]) *Se un animale sente il [[dolore]], quel dolore vale tanto quanto il dolore provato da un essere umano. (''[[Come mangiamo]]'') *Se, verso gli animali, pensiamo di doverci comportare in un certo modo, ciò è soprattutto in considerazione dei loro sentimenti. ([[William David Ross]]) *Se vogliamo analizzare un tratto della visione primitiva che le religioni storiche hanno in gran parte abbandonato, consideriamo come essa tenda a classificare gerarchicamente gli esseri in base alla loro prossimità con la fonte divina. Così, gli animali sono in gran parte venerati per la loro "anteriorità". ([[Huston Smith]]) *{{NDR|Gli uccelli}} sentono giocondità e letizia più che alcuno altro animale. Si veggono gli altri animali comunemente seri e gravi; e molti di loro anche paiono malinconici: rade volte fanno segni di gioia, e questi piccoli e brevi; nella più parte dei loro godimenti e diletti, non fanno festa, né significazione alcuna di allegrezza; delle campagne verdi, delle vedute aperte e leggiadre, dei soli splendidi, delle arie cristalline e dolci, se anco sono dilettati, non ne sogliono dare indizio di fuori: eccetto che delle lepri si dice che la notte, ai tempi della luna, e massime della luna piena, saltano e giuocano insieme, compiacendosi di quel chiaro. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *Senza dubbio ci troviamo un gradino più sopra rispetto agli animali per la nostra intelligenza e la nostra forza spirituale. Ma per quel che riguarda il diritto alla vita ci troviamo sul loro medesimo piano. ([[Tenzin Gyatso]]) *Senza voce, dipendenti dall'uomo, «schiavi», con una coscienza anche se impossibilitati a difendere i loro diritti. Capaci di gioire e soffrire, di accudire con amore i loro «figli» che l'uomo prende, mette in gabbie ristrette, ingozza di cibo per aumentare il loro peso rapidamente... e che libera solo per farli passare dalla gabbia al macello. Da una non vita alla morte. Uccisi senza dignità né attenzione alla sofferenza. Eppure gli animali urlano, urlano nel silenzio. ([[Mario Pappagallo]]) *Si dice che gli animali possano piangere o arrabbiarsi... ma che non possano [[Risata|ridere]], soltanto quello. Il riso è un impulso che solo gli esseri umani hanno. Perciò poter ridere significa essere un animale superiore. (''[[Black Jack]]'') *Si è capito che gli animali vengono al mondo dotati di specifiche risorse, di certe doti [...], ma altre cose le imparano per l'influsso dell'ambiente; sono, dice [[Konrad Lorenz|Lorenz]], una alternanza tra istinto ed esperienza. ([[Enzo Biagi]]) *Si può fondatamente affermare che il comandamento "Non uccidere"<ref>Cfr. ''[[Libro dell'Esodo|Esodo]]'': «Non uccidere».</ref> non si riferisce ai soli umani, ma anche agli animali. ([[Luigi Lorenzetti]]) *Sia gli animali sia gli esseri umani esistono realmente e immediatamente per essere felici per mezzo della propria esistenza e chi deliberatamente e senza necessità e più alti scopi disturbi, distrugga e cancelli la felicità degli umani o degli animali viola il diritto di godere della letizia data da Dio a ogni essere vivente. ([[Laurids Smith]]) *Sicuramente noi dobbiamo mostrare dolcezza e gentilezza verso gli animali e per varie ragioni, e questo soprattutto perché essi hanno la nostra stessa origine. ([[Giovanni Crisostomo]]) *So bene che, ogni volta che si parla di animali si solleva un vespaio, spesso con reazioni scomposte. [...] Eppure è mia ferma convinzione che il [[rispetto]] per l'ambiente e per l'uomo non può prescindere dal rispetto per gli animali: è il rovescio della stessa medaglia. E forse, in futuro, saranno in molti a ritenere, come me, che non è necessario far agonizzare un'aragosta per il piacere della nostra tavola. ([[Gianfranco Amendola]]) *Solo chi uccide gli animali non può provare piacere nel messaggio della verità assoluta. (''[[Bhāgavata Purāṇa]]'') *Solo l'uomo è stato fornito di quella scienza che gli permette di comprendere la [[religione]], e questa è la principale o l'unica differenza che intercorre fra l'uomo e le bestie; infatti tutte le altre cose che sembrano essere proprie degli uomini, se non sono eguali anche nelle bestie, sembrano essere per lo meno simili [...]. Che cosa è tanto proprio all'uomo quanto la ragione e la previsione del futuro? Ma sono gli animali che forniscono le loro tane di diverse e numerose uscite, per poter fuggire in caso di pericolo, cosa che non farebbero, se in loro non vi fosse intelligenza e riflessione [...]. Altri poi provvedono per il futuro. ([[Lattanzio]]) *Sono da lodare tanto le anime degli animali selvaggi quanto quelle degli animali domestici. ([[Zarathustra]]) *''Sono felice per aver baciato le donne, | calpestato i fiori, giaciuto sull'erba. | E per non avere mai picchiato sulla testa | gli animali nostri fratelli minori.'' ([[Sergej Aleksandrovič Esenin]]) *Sono propenso a credere che gli animali non abbiano emozioni "superiori". Tuttavia è certo che le [[emozione|emozioni]] giochino un ruolo più significativo negli animali che non negli esseri umani, considerato il loro immenso potenziale e assodato il fatto che gli animali non possono contare sulle nostre straordinarie capacità mnemoniche e di linguaggio. ([[Antonio Damasio]]) *Stare a chiedersi se scimpanzé, elefanti, cani e così via, sperimentino felicità, tristezza, disperazione, rabbia, è uno spreco di tempo – poiché queste cose sono evidenti a chiunque abbia... sperimentato nella sua vita una conoscenza degli animali. ([[Jane Goodall]]) *Toccherebbe ai magistrati, agli educatori, agli scrittori a pigliare dal lato della compassione delle bestie l'educazione del popolo, a destare la sensibilità per que' dolori che non possono parlare. Ma in [[Italia]] direbbesi che si abbia vergogna a pensarvi. Vi pensano gli orientali, presso i quali l'umanità verso le creature irragionevoli è virtù comunissima, e noi italiani vorremmo lasciarci vincere in umanità dai turchi? ([[Giuseppe Arnaud]]) *Togliere la [[dignità]] ad un animale è un'alterazione grave dell'armonia cosmica. ([[Elio Fiorucci]]) *Tratta l'animale che è in tuo potere come tu vorresti essere trattato se fossi quell'animale.<ref name="reciprocit%C3%A0" /> ([[George Nicholson]]) *''Tu sei come una giovane, | una bianca pollastra. | ''[...]'' pettoruta e superba. | È migliore del maschio. | È come sono tutte | le femmine di tutti | i sereni animali | che avvicinano a Dio.'' ([[Umberto Saba]]) *Tutte le creature esistenti, viventi, senzienti, che respirano non dovrebbero essere uccise, trattate con violenza, né abusate, né tormentate, né allontanate. ([[Mahavira]]) *Tutte le guerre che noi {{NDR|animali}} facciamo così fra di noi come contro di voi {{NDR|uomini}}, son fatte da noi senza inganni e senza fraude alcuna; e [...] ciascheduno di noi, confidatosi nelle forze proprie solamente, per grandezza d'animo e fortezza cerca di vendicare quelle ingiurie che gli sono fatte, non essendo sottoposti a legge alcuna che gli sforzi a farlo, né temendo di pena o disonore alcuno non lo facendo. [...] ciascheduno di noi, non si lasciando mai superare dal nimico, facendo resistenzia con ogni suo sforzo insino a l'ultimo, senza timore o spavento alcuno né di pene né di morte, cerca più tosto di morire combattendo che d'essere preso, non cedendo mai al nimico, se non con altro, almanco con l'animo: la qual cosa ne dimostra chiaramente il non supplicare o spargere giamai prego alcuno verso quello, al manco con cenni e con gesti miserabili o piatosi; e dipoi, quando noi pure perdiamo (ché a ognuno non è dato sempre il vincere), il lasciarsi il più delle volte morire. Và dipoi più oltre: tu non troverrai che il leone serva al leone, o un cervo all'altro cervo, come fa l'uno uomo a l'altro senza curarsi di essere reputato timido e vile. E questo donde nasce, se non da io lo invitto e forte animo nostro? il quale si manifesta molto maggiormente quando noi siamo presi da voi; ché, sopportando pazientemente la fame e la sete, ci lasciamo molti di noi più tosto morire che stare con voi, preponendo allegramente la morte a la servitù. Onde vi è forza, quando volete dimesticare molti di noi, che voi pigliate de' nostri figliolini piccoli; i quali, non sapendo quel che si faccino, lasciandosi cibare da voi domesticamente con le vane lusinghe vostre, perdono (per esser loro astutamente tolta da voi) a un tratto con la libertà quella fortezza dell'animo e quella gagliardezza del corpo che si conviene a la specie loro. ([[Giovan Battista Gelli]]) *Tutti abbiamo lo spirito di un animale che ci accompagna. È come la nostra anima. Non tutti incontrano il proprio animale, solo i grandi guerrieri e gli sciamani. ([[Isabel Allende]]) *Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che [[Venere (divinità)|Venere]] comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi. ([[Anacleto Verrecchia]]) *Tutti gli animali diffidano dell'uomo, e non hanno torto; ma non appena sono sicuri che egli non vuol nuocer loro, la loro confidenza diventa tanto grande, che bisogna esser più che barbari per abusarne. ([[Jean-Jacques Rousseau]]) *Tutti gli animali, eccetto l'uomo, sanno che il principale dovere in questa vita è di goderla, ed essi infatti la godono, quanto l'uomo e le altre circostanze permettono loro. ([[Samuel Butler]]) *Tutti gli animali, io pure, si esprimono. ([[Karl Popper]]) *Tutti gli animali, noi soli esclusi e quelli che abbiamo addomesticato per dividere con loro le nostre miserie, gioiscono di tutti i [[piacere|piaceri]] di cui sono capaci per loro natura; non conoscono il lavoro, la guerra, la malattia. ([[Jean-Baptiste-René Robinet]]) *Tutti gli animali sono solleciti soltanto nel soddisfare se stessi e seguono le loro naturali tendenze, senza alcuna considerazione del bene o del male che dal proprio soddisfacimento può derivare agli altri. ([[Bernard de Mandeville]]) *Uccelli e animali non sono di [[compagnia]]. Se non fossi con la gente, con chi dovrei essere? ([[Confucio]]) *Un animale che entra in [[chiesa (architettura)|chiesa]] ne uscirà ancora animale, quale che sia la cerimonia a cui è stato presente. ([[Jakob Böhme]]) *Un interesse sociale generalizzato per la giustizia e per l'equità e un'enfasi sugli obblighi, piuttosto che su una condiscendente benevolenza nei confronti degli oppressi e di coloro che sono privi di potere, devono aver condotto a una nuova visione sociale del trattamento degli animali [...]. La maggior parte della gente ritiene che gli animali siano esseri coscienti, che quello che noi facciamo loro abbia importanza per loro e che essi siano capaci di avere un'ampia gamma di esperienze moralmente rilevanti. ([[Bernard Rollin]]) *Vedeste mai segno di civiltà umana addosso a nessuna bestia? Io, ad eccezione di qualche cagnolino in paletot, non ne vidi mai. Ah! I cavalli ragionieri! ([[Aldo Palazzeschi]]) *Vi è una sottigliezza di percezione nel vero affetto, che si lascia indietro, anche quando si tratti dell'affetto di qualche povero animale per l'uomo, perfino l'intelligenza più alta. ([[Charles Dickens]]) ===[[Aristotele]]=== *I caratteri degli animali più difficili da avvistare e meno longevi sono per noi più oscuri alla percezione, mentre sono maggiormente evidenti quelli degli animali più longevi. Sembra infatti che possiedano una certa facoltà naturale in relazione a ciascuna delle affezioni dell'anima, così come in relazione alla saggezza e alla semplicità di carattere, al coraggio e alla viltà, alla docilità e alla ferocia e ad altre disposizioni simili. Alcuni di loro, poi, partecipano, al contempo, della capacità di apprendere e di insegnare. Alcuni imparano e apprendono tra loro, altri dagli uomini. Si tratta, in particolare, di quanti sono dotati di udito: non solo di quelli che percepiscono le differenze fra le voci, ma anche di quelli che percepiscono le differenze dei segni. *Nei [[bambino|bambini]], benché si possano vedere peculiari disposizioni che avranno sviluppo in seguito, si nota tuttavia come il loro spirito, in questo periodo {{NDR|dell'[[infanzia]]}}, non sia praticamente differente da quello degli animali selvatici, da che non è illogico dedurre che alcuni caratteri sono i medesimi in tutti gli animali. *Nel complesso, in relazione ai generi di vita, è possibile osservare molti esempi di imitazioni, da parte degli altri animali, dell'animale umano. In particolare negli animali di dimensioni più piccole, più che nei più grandi, è possibile vedere all'opera l'esattezza del ragionamento. *Occorre affrontare senza disgusto l'indagine su ognuno degli animali, giacché in tutti vi è qualche cosa di naturale e di bello. *Sono infatti presenti nella maggior parte degli esseri animati tracce delle disposizioni dell'anima che negli uomini presentano tuttavia differenze più evidenti: in effetti, la mansuetudine e la selvatichezza, la docilità e l'aggressività, l'indole coraggiosa e la codardia, le paure e gli atteggiamenti audaci, gli impulsi e le astuzie e certi tratti di intelligenza applicati alla facoltà di comprendere che si presentano simili a quelli dell'uomo si trovano in molti di essi, in maniera analoga a come è per le parti del corpo. Alcuni animali, infatti, differiscono dagli uomini per il più e il meno, e così avviene per l'uomo se paragonato con molti degli animali (giacché alcune delle dette disposizioni sono presenti in misura superiore nell'uomo, alcune negli altri animali); altri animali invece differiscono in base all'analogia. Come infatti nell'uomo ci sono l'arte, la saggezza e la capacità di comprendere, così in alcuni animali c'è una facoltà diversa ma rapportabile a queste che è insita per natura. ===[[Arnobio]]=== *Che se poi è vero, come si dice in taluni misteri particolarmente occulti, che le anime dei malvagi, una volta separate dai corpi umani, [[reincarnazione|trapassano]] in bestie o in altri animali, più chiaramente si conferma che noi siamo ad essi vicini e non separati da distanze troppo grandi. *Volete deporre ogni parzialità e rendervi conto nel silenzio della vostra meditazione che noi siamo animali del tutto simili agli altri o non separati da eccessiva differenza? Che cosa indica, infatti, che noi siamo diversi e non somigliamo per nulla a loro? O quale superiorità è in noi così evidente da doverci sdegnare di essere annoverati nel numero degli animali? I loro corpi sono strutturati su ossa e tenuti legati da un sistema di muscoli: allo stesso modo i nostri corpi sono strutturati su ossa e tenuti stretti da un sistema di muscoli. *Vorrei però sapere qual è questa ragione per cui noi valiamo di più di tutte le categorie di animali. Perché ci siamo fatti domicili per poter sfuggire ai freddi dell'inverno e ai calori dell'estate?<br />E che? Gli altri animali non provvedono a ciò? [...] E se madre natura li avesse voluti dotare anche di [[mano|mani]] capaci di assecondarli, non ci sarebbe da dubitare che essi pure costruirebbero alti fastigi di mura e modellerebbero artistiche e originali creazioni. Tuttavia in quello che fanno coi rostri e con le unghie vediamo molti segni di un saggio discernimento, che noi uomini non possiamo imitare con nessun tipo di accorgimenti. ===[[Annette Baier]]=== *Gli animali non possono esprimere la loro disapprovazione, ma possono lamentarsi e protestare, almeno finché le loro corde vocali non vengono tagliate per risparmiare agli [[sperimentazione animale|sperimentatori]] le proteste rivolte nei loro confronti. *Gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse finanziario diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente "coinvolti". Riguardo invece ai guadagni particolari legati al mantenimento delle pratiche esistenti e alle perdite che deriverebbero dal loro mutamento, scopriamo un gran numero di gruppi alle cui convinzioni potremmo non dare credito. Macellai, cacciatori, allevatori, pellicciai, ricercatori che sperimentano su animali, se non risarciti, dovrebbero sopportare perdite personali significative qualora dovessimo modificare le nostre pratiche. *Trovo che credere che non si ''debba'' scegliere tra "gli interessi degli animali o i nostri interessi" sia altrettanto idealistico e utopistico del credere che non si ''debba'' scegliere fra gli interessi degli uomini e quelli delle donne. L'impresa morale si regge sulla fede che gli interessi possano essere in qualche modo conciliati, che la nostra prosperità non si realizzi sempre a spese di altri. Suppongo che tale fede in un regno pacifico, quando viene estesa al di là della specie umana, non sia più utopistica di quanto lo sia nell'ambito della nostra specie di animali morali. ===[[John Berger]]=== *Da principio gli animali entrarono nell'immaginario dell'uomo come messaggeri e come promesse. La pratica di addomesticare il bestiame, per esempio, non nacque dalla semplice prospettiva di procurarsi latte e carne. Il bestiame aveva funzioni magiche, talvolta divinatorie, talvolta sacrificali. *Gli animali vengono messi al mondo e sono esseri senzienti e mortali. In questo somigliano all'uomo. Nella loro anatomia visibile – meno in quella profonda – nelle abitudini, nella percezione del tempo, nelle capacità fisiche, essi differiscono dall'uomo. Sono allo stesso tempo simili e diversi. *Nelle prime fasi della [[rivoluzione industriale]], gli animali venivano usati come macchine. E altrettanto si faceva con i bambini. Più tardi, nelle cosiddette società post-industriali, gli animali vengono trattati come materia prima. I capi di bestiame destinati all'alimentazione vengono lavorati alla stregua di prodotti industriali. [...] Questa riduzione dell'animale [...] fa parte dello stesso processo che ha ridotto gli uomini a isolate unità di produzione e consumo. In effetti, durante questo periodo l'atteggiamento nei confronti degli animali spesso prefigurava quello nei confronti dell'uomo. ===''[[Bibbia]]''=== [[Immagine:Jan il Vecchio Bruegel Landscape of Paradise and the Loading of the Animals in Noah.jpg|miniatura|upright=1.2|Paesaggio paradisiaco con [[Noè]] e gli animali (Bruegel il Vecchio, 1596)]] *Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'[[uomo (genere)|uomo]], per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo [[nome]]. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche. (''[[Genesi]]'') *''Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli.'' (''[[Libro di Daniele]]'') *Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. (''[[Genesi]]'') *Dio ordinò a Noè: "Esci dall'arca [...]. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa". (''[[Genesi]]'') *''Il giusto ha cura del suo bestiame, | ma i sentimenti degli empi sono spietati.'' (''[[Libro dei Proverbi|Proverbi]]'') *Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è [[vanità]]. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: ''tutto è venuto dalla [[polvere]] | e tutto ritorna nella polvere.'' Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? (''[[Qoelet]]'') *Se vedi smarriti un bue o una pecora di tuo fratello, tu non devi fingere di non averli scorti, ma avrai cura di ricondurli a tuo fratello. Se tuo fratello non abita vicino a te e non lo conosci, accoglierai l'animale in casa tua: rimarrà da te finché tuo fratello non ne faccia ricerca e allora glielo renderai. (''[[Deuteronomio]]'') ===[[Henri Bergson]]=== *Gli animali, costretti ad andare alla ricerca del loro nutrimento, si sono [[evoluzione|evoluti]] nel senso dell'attività locomotoria e, di conseguenza, di una [[coscienza]] sempre più ampia, sempre più distinta. *Nell'animale l'[[invenzione]] non è mai altro che una variazione sullo stesso tema fisso usuale: chiuso nelle abitudini della specie, esso arriva, certo, ad allargarle con la sua iniziativa individuale, ma sfugge all'automatismo per un solo istante, esattamente il tempo di creare un nuovo automatismo, e le porte della sua prigione si richiudono appena aperte, dato che tirando la sua catena esso riesce soltanto ad allungarla. *Sarebbe assurdo rifiutare la coscienza ad un animale, perché non ha cervello, quanto dichiararlo incapace di nutrirsi perché non ha stomaco. ===[[Michela Vittoria Brambilla]]=== *Dagli animali si può davvero imparare come comportarsi nella vita. *Sono pochi i veri [[amicizia|amici]] che ci accompagnano nel nostro cammino e spesso hanno quattro zampe. *Uno dei crimini più odiosi verso gli animali è anche il più sottovalutato: l'[[indifferenza]]. ===[[Tito Brandsma]]=== *Come gli umani, gli animali possiedono consapevolezza di sentimenti, possono provare piacere per mezzo dei loro sensi e anche provare dolore. Egli {{NDR|Dio}} fece questo non per farli soffrire; bensì, come prova ulteriore della Sua bontà. Noi esseri umani comprendiamo col nostro intelletto che è Dio che diede agli animali la capacità di provare sensazioni e la intese come una sorgente di piacere, per rendere la loro esistenza più bella. *L'amore della Natura ci aiuta ad amarci e ad amare Dio in una maniera più nobile e profonda. Questo si ottiene in modo molto speciale attraverso l'amore per gli animali.<br />È come se Dio, risvegliando in noi l'amore degli animali, avesse voluto renderci più facile l'amarci gli uni gli altri.<br />Al contrario, noi vediamo che sopprimere l'amore per gli animali spegne i semi dell'amore per gli esseri umani a noi prossimi. *L'amore per gli animali, la protezione degli animali minacciati, la cura per gli animali che soffrono, suscita nell'uomo mirabili condizioni di amore e cura per i propri prossimi. *Non vediamoci in modo ristretto; non vediamo il mondo in piccolo. Vediamoci piuttosto partecipi del grande piano della creazione, pensando e amando come fa Dio, amiamo gli animali, facciamo loro del bene, proteggiamoli, come Egli ci chiede secondo il piano della Sua creazione che parla ora e sempre al nostro intelletto.<br />Diamo dunque agli animali il loro elevato, bel posto nella nostra vita! ===[[Tommaso Campanella]]=== *Che tutti gli animali sentano, nessun dubita. Or che molti abbino memoria si vede, ch'imparano i [[cavallo|cavalli]] li salti; le [[scimmia|simie]] i giochi, e l'[[ape|api]] di tornar in casa loro. *Molti animali bramano gli onori, conoscono il disprezzo, e quanto sappiano le scimie argomentar a tutti è noto.<br />L'onor e il disprezzo non si sentono con sensi esteriori, ma sono intelligibili; han dunque intendimento, e [[Libro di Giobbe|Job]] dice nel [[gallo]] esser intelligenza del Sole; e [[Gesù|Cristo]] nelli [[serpente|serpi]] prudenza pone, e tutti gli animali disciplinabili dota [[Aristotele|Aristotile]] di prudenza. *Quando noi miriamo i Tartari ed Etiopi, e li sentimo parlar sermoni ignoti, ci paiono più ignoranti, che li nostri cavalli, e di costumi e atti differentissimi dalli umani nostri. Così paion gli altri animali a noi esser senza discorso e favella e giudizio; ma tutti n'hanno chi più e chi meno, come tra noi avviene che molti paion bestie. *Tutti gli animali stanno dentro il ventre del [[mondo]], e l'uom con loro, come vermi dentro il ventre dell'animale; e pur solo gli uomini s'accorgeno che cosa è questo grande animale e li suoi principii, corsi, vita, e morte. ===[[Mario Canciani]]=== [[Immagine:San-francesco.jpg|thumb|Monumento che raffigura San Francesco e il lupo di Gubbio. «{{NDR|[[Francesco d'Assisi|Francesco]]}} considerando l'origine di tutte le cose era colmato da una grande pietà e chiamava tutte le creature, non importa quanto piccole fossero, col nome di fratello e sorella, perché sapeva che esse provenivano dalla stessa sorgente dalla quale proveniva lui». ([[Bonaventura da Bagnoregio]])]] *È innegabile che la tradizione cristiana nel suo insieme non accorda molta attenzione agli animali. [...] In teoria, non mancano dichiarazioni di principio nei Documenti del Magistero, non ultima la "Sollecitudo rei socialis" di [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], che al n. 29 afferma: «L'uomo ha una certa affinità con le altre creature. È chiamato ad occuparsi di esse, sottostando alla volontà di Dio, che gli prescrive limiti nel loro uso e dominio». Nella pratica, sono pochi i preti che integrano nell'insegnamento religioso il rispetto delle creature e la bontà verso gli animali. [...] La protezione di questi «nostri fratelli più piccoli», come li chiamava [[Francesco d'Assisi|San Francesco]], deriva in tutta coerenza dalle virtù cristiane. Sono convinto che i cristiani tutti stanno per scoprire questa dimensione del messaggio evangelico che merita anch'esso la nostra attenzione. *San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a [[Federico II di Svevia|Federico II]] perché con un editto stabilisse che a [[Natale]] le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati, dicendo: «Fatevi furbi...». *Signore, le mille voci della Creazione cantano a Te in cielo, sulla terra e nelle acque. [...] Benedici i nostri fratelli più piccoli che ci hai donato come compagni di vita e quelli che in libertà vivono nei deserti, nei mari, nelle foreste. Aiutaci [...] a essere buoni verso tutti gli animali e a bandire ogni crudeltà nei loro confronti. Fa' che possiamo guardarli e onorarli come se al presente uscissero dalle Tue mani. ===[[Cartesio]]=== *Ho presto scoperto chiaramente che tutti {{NDR|i movimenti degli animali}} potevano avere origine dal principio corporeo e meccanico, e da allora in poi ho ritenuto certo e stabilito che noi non possiamo affatto provare la presenza di un'anima pensante negli animali. Non mi preoccupano l'astuzia e l'abilità dei cani e delle volpi, o tutte le cose che gli animali fanno spinti dal desiderio di cibo, sesso o paura; anzi, affermo di poter facilmente spiegare l'origine di tutti loro dalla costituzione dei loro [[organo (anatomia)|organi]]. *Non posso condividere l'opinione di [[Michel de Montaigne|Montaigne]] e di altri che attribuiscono agli animali la capacità di comprendere e di pensare. Non sono preoccupato dal fatto che la gente dice che l'uomo ha l'impero assoluto su tutti gli altri animali; perché sono d'accordo che alcuni di loro sono più forti di noi, e credo che ce ne possano essere anche alcuni che hanno un'astuzia istintiva capace di ingannare gli esseri umani più abili. Ma osservo che loro ci imitano o ci sorpassano solo in quelle delle nostre azioni che non sono guidate dalla ragione. *Non si è mai saputo di un animale così perfetto da usare un [[segno]] per far capire ad altri animali qualcosa che non esprimesse passione; e non esiste alcun essere umano così imperfetto da non farlo, dato che persino i sordomuti inventano segni speciali per esprimere i loro pensieri. Questa mi sembra un'argomentazione molto forte per provare che la ragione per cui gli animali non parlano come noi non è che a loro mancano gli organi ma che loro non hanno pensieri. *So che gli animali fanno molte cose meglio di noi, ma questo non mi sorprende. Si può citare questo esempio persino per provare che essi agiscono naturalmente e meccanicamente, come un [[orologio]] che segna il tempo meglio di quanto faccia il nostro giudizio. ===[[Guido Ceronetti]]=== *È più che legittimo che il Papa pensi alla sua Polonia. Ma anche un pappagallo è Polonia. Anche un agnello trascinato al mattatoio è disperata Polonia. Anche una piccola foca bianca del Labrador è Polonia, e addirittura più Polonia della patria polacca che anche noi amiamo. E verso le povere bestie, l'uomo è cento volte Unione Sovietica! Guai a esaltarne la sinistra potenza! La compassione non è divisibile. *L'animale torturato, straziato e svaginato del proprio essere naturale, in ogni momento di tutti i secoli del predominio umano.<br />Il suo grande {{maiuscoletto|urlo}} dal neolitico attraversa tutto l'arco sgocciolante sangue e lacrime della nostra maledizione in terra... Per chi abbia un cuore che abbia orecchi non è un silenzio, è veramente un ''urlo'' spaventoso, che si avvinghia ai lobi, che ci preme il petto con ginocchio di ferro... *Tutte le torture, i patimenti, i terrori (per Némesis, ''imperdonabili'') inflitti agli animali appartengono legittimamente al dolore infinito della storia e ne modificano il senso, se ne abbia uno ([[patimento|patire]] è essere modificati: tutta la storia, da quel patire oscuro, invendicato dalla parola, il più privo di giudici e tribunali, è modificata). ===[[Clemente Alessandrino]]=== *Fra gli esseri che sono capaci di muoversi, alcuni si muovono per impulso e rappresentazione, come per esempio gli animali. Altri si muovono per trasposizione, come gli oggetti privi di anima. [...] La facoltà del ragionamento, che è una peculiarità dell'anima umana, non è vincolata all'istinto (come avviene negli esseri animati privi di ragionamento), ma al discernere le rappresentazioni senza lasciarsi coinvolgere da esse. *Gli animali terricoli e i volatili si alimentano della stessa [[aria]] che permette anche alle nostre anime di respirare. La loro anima, infatti, è fatta della stessa natura dell'aria. Dicono invece che i pesci non respirino quest'aria, bensì quella che, sin dal momento della creazione, è stata mescolata all'acqua così come agli altri elementi. *Per dirla in breve, il cartaginese Senocrate non depone la generale speranza che anche negli animali privi di ragione vi sia una qualche nozione di Dio. E lo dovrà riconoscere lo stesso [[Democrito]], per quanto possa costargli fatica, se sarà conseguente con i propri princìpi; riteneva infatti che dall'essere divino penetrassero negli uomini come negli animali privi di ragione le stesse immagini provenienti dall'essenza divina. ===[[Licia Colò]]=== *È un dato di fatto che nella maggior parte dei casi ci fa comodo non riconoscere la capacità degli animali di provare sentimenti, di amare, odiare, soffrire e provare paura, se non terrore... Ci fa comodo perché ci nutriamo degli animali e dei loro prodotti, perché di loro ci serviamo in ogni senso. *La vita dei nostri animali e il loro destino inevitabilmente si intrecciano con i nostri e, se ci pensiamo, raccontando di loro raccontiamo di noi, e viceversa. *Molti sorridono quando sentono parlare di un animale come se si trattasse di un essere umano... Sono abituata anche a sentire le critiche di chi mi accusa di occuparmi più di animali che di uomini...<br />Ebbene, di costoro non mi curo, perché in genere si tratta proprio di chi impugna questa scusa per non occuparsi di nessuno, né di uomini né di animali. *Non oso pensare alla tristezza di un [[paradiso]] senza animali, fatto solo per gli uomini... Un luogo senza i loro colori, le loro voci. Una natura vuota di vita animale mi sembra una natura inutile, indegna del paradiso. *Se ogni uomo è un universo a sé, la stessa cosa vale per gli animali. Non è vero che sono tutti uguali, che si comportano allo stesso modo, che in quanto gatti, ad esempio, sono egoisti e più legati alla casa che a noi. ===[[Étienne Bonnot de Condillac]]=== *Avendo pochi bisogni, gli animali contraggono solo un piccolo numero di [[abitudine|abitudini]], facendo sempre le stesse cose, le fanno meglio. *Ora, le bestie, imparano a toccare, a vedere, a camminare, a nutrirsi, a difendersi, a vegliare sulla propria conservazione. Fanno dunque scoperte, ma ne fanno solo perché confrontano: inventano dunque. Perfezionano anche: infatti, agli inizi, non sanno tutte queste cose come le sanno quando hanno maggiore esperienza. *Quando lo crediamo completamente occupato a [[gioco|giocare]], è la natura, in verità, che gioca con l'animale, per istruirlo. *Se le bestie sentono, sentono come noi. *Tuttavia, quando si fanno vedere i rapporti che intercorrono tra le nostre operazioni e quelle delle bestie, ci sono uomini che si spaventano. Credono che si confondano gli uomini con le bestie; e alle bestie rifiutano il sentimento e l'intelligenza, sebbene non possano rifiutare né gli organi che ne sono il principio meccanico, né le azioni che ne sono gli effetti. ===''[[Corano]]''=== *Dall'[[acqua]] Allah ha creato tutti gli animali. Alcuni di loro strisciano sul ventre, altri camminano su due piedi e altri su quattro. *Il bestiame lo ha creato per voi; vi dà calore e profitto, vi dà nutrimento. La sera quando tornano alla stalla, la mattina quando vanno al pascolo, sono per voi spettacolo bello da vedere. Trasportano i vostri carichi in paesi che non raggiungereste senza affanno degli animi, poiché il vostro Signore è buono e pietoso: cavalli, muli ed asini per cavalcatura e per ornamento, e altre cose che non conoscete neppure, Egli crea. *Non c'è al mondo un solo animale che Dio non lo tenga per il ciuffo della fronte. *Non vi sono sulla terra bestie, né uccelli volanti sulle loro ali, che non formino una nazione come voi uomini; nulla abbiamo tralasciato nel Libro e tutte le creature verranno riunite a suo tempo presso il loro Signore. ===[[Margherita D'Amico]]=== *Dagli animali siamo attratti, a volte impauriti; costruiamo con loro quotidiani rapporti basati sulle nostre incostanti fantasie. *Difficilmente riconosciamo gli animali come individui – una sterminata a varia moltitudine di individui – a meno che non si tratti del nostro gatto, cane, cavallo, criceto, con cui abbiamo instaurato una consuetudine, o di qualche soggetto che c'incanti in virtù di un'episodica conoscenza. L'idea che ''quel'' maiale sia più intraprendente di suo fratello, oppure il passero che vediamo scandagliare il terreno accanto alla panchina soffra in modo particolare il freddo, e la mucca con la macchia intorno all'occhio, sì, proprio lei, sia percorsa da brividi angosciati ogni volta che sente rumore di ferraglie, mentre il giovane tonno dal ventre argenteo che nuota in mezzo al branco fili spedito malgrado un piccolo difetto di orientamento. Non siamo abituati a questo genere di percezione, né ci conviene. Tendiamo invece a percepire gli animali come insieme; l'individuo risolto nella specie, o nella razza. *Singoli soggetti, dotati ciascuno di sensibilità, personalità, sentimenti, intelligenza. Ma noi, nostro malgrado, agli ''altri animali'' seguitiamo a fare perpetuo riferimento psicologico e morale, senza ammettere che non potremmo immaginare il mondo e noi stessi, se un giorno scomparissero. Gli animali ci sono indispensabili, finanche per compiacerci e credere che la nostra diversità ci condurrà in luoghi privilegiati. Essi abitano il nostro linguaggio di ogni giorno, le metafore più ricorrenti, in un perenne confronto di comodo. ===[[Charles Darwin]]=== [[Immagine:Expression of the Emotions Figure 10.png|thumb|Una figura da ''[[L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali]]''. «La parte del corpo che cerca le [[carezza|carezze]] e che le fa è sempre quella più sensibile. Se tutto il corpo e i fianchi sono sensibili, in tutta la loro lunghezza, l'animale serpeggia e striscia sotto le carezze; e queste ondulazioni si propagano lungo i muscoli analoghi dei segmenti fino alle ultime parti della colonna vertebrale; la coda si piega e si agita». ([[Louis Pierre Gratiolet|Gratiolet]])]] *Gli animali inferiori sentono evidentemente come l'uomo il piacere e il dolore, la [[felicità]] e l'infelicità. La felicità è molto chiaramente espressa dai giovani animali, come i cagnolini, i gattini, gli agnelli, quando si trastullano fra loro come i nostri bambini. *La simpatia, oltre i confini umani, che vuol dire l'umanità verso le bestie, sembra essere fra gli acquisti morali più tardivi. Non sembra che i selvaggi la provino tranne che per quegli animali che prediligono. [...] Questa virtù, una delle più nobili di cui l'uomo sia fornito, sembra derivare per incidente da ciò che le nostre simpatie facendosi più tenere e più espansive e diffuse, vengono a riversarsi su tutti gli esseri senzienti. *Siccome i cani, i gatti, i cavalli e probabilmente tutti gli animali superiori ed anche gli uccelli, come è confermato da buone testimonianze, hanno [[sogno|sogni]] vivaci, che dimostrano coi movimenti e con la voce, dobbiamo ammettere che posseggano un certo potere d'[[immaginazione]].<br />[...] Sono pochi quelli che vorranno negare che gli animali non siano forniti di un certo potere di [[ragione|ragionare]]. Si possono vedere costantemente animali che si fermano, deliberano e risolvono. È un fatto significativo che, quanto più un naturalista studia le abitudini di un dato animale, tanto più dà spazio alla ragione e meno al semplice istinto. *Tutti gli animali sentono la ''[[meraviglia]]'', e molti mostrano ''[[curiosità]]''. Talvolta quest'ultima facoltà reca loro danno, come quando il cacciatore si atteggia buffamente e li attira in tal modo. *Una gran parte delle [[emozione|emozioni]] più complesse sono comuni agli animali più elevati ed a noi. Ognuno può aver veduto quanta [[gelosia]] dimostri il cane se il padrone prodiga il suo affetto ad un'altra creatura; ed io ho osservato lo stesso fatto nelle scimmie. Ciò dimostra che non solo gli animali amano, ma sentono il desiderio di essere amati. ===[[Friedrich Engels]]=== *L'animale si limita a ''usufruire'' della [[natura]] esterna, e apporta ad essa modificazioni solo con la sua presenza; l'uomo la rende utilizzabile per i suoi scopi modificandola: la ''domina''. *Presso tutte le bestie ha luogo, in misura elevata, lo spreco del [[cibo|nutrimento]], e con esso l'uccisione in germe del nuovo nutrimento. Il lupo non risparmia, come fa il cacciatore, la femmina del capriolo, che gli deve fornire nel prossimo anno i piccoli. [...] Questa «depredazione» propria delle bestie riveste un importante ruolo nella graduale trasformazione delle specie animali, in quanto le costringe ad assuefarsi a un nutrimento diverso dal loro abituale: con ciò nuovi composti chimici entrano nel loro sangue, e tutta la costituzione dell'organismo si altera a poco a poco, finché si estinguono le vecchie specie nelle forme in cui si erano una volta fissate. *Quel poco che le bestie, anche le più sviluppate, hanno da comunicarsi se lo possono comunicare anche senza linguaggio articolato. Nessuna bestia allo stato di natura sente come una mancanza il fatto di non parlare o di non poter comprendere il linguaggio umano. Le cose stanno in modo del tutto diverso per le bestie che sono state addomesticate dall'uomo [...]. Chi ha avuto consuetudine con queste bestie non si sottrae facilmente all'idea che ci siano parecchi casi nei quali esse, ''adesso'', sentono come una mancanza la loro incapacità di parlare. ===[[Ludwig Feuerbach]]=== *È vero che la natura ha fatto dell'uomo il signore degli animali, ma non gli ha dato soltanto le mani per domarli, ma anche occhi ed orecchi per ammirarli. Quella libertà che all'animale viene strappata dalla mano crudele gli viene restituita dalle orecchie e dagli occhi pietosi. L'amore dell'[[arte]] scioglie le catene nelle quali l'egoismo dell'industria umana ha serrato gli animali. *Forse che l'uomo abbandonato e respinto non trova nella fedeltà dell'animale, e in questa soltanto, un compenso per l'ingratitudine, la doppiezza e la perfidia del suo prossimo? L'animale non esercita forse sul cuore infranto dell'uomo una salutare influenza conciliatrice? Non c'è forse alla base del culto degli animali anche un senso buono e ragionevole? E non è possibile che ci sembri ridicolo solo perché noi siamo caduti in una [[idolatria]] di altro genere?<br />Non è l'animale che, nella favola, parla al cuore del fanciullo? *Non dai vertici, ma dalle profondità della natura viene tutto ciò che sostiene l'uomo nel suo agire conscio e volontario [...].<br />Queste entità ausiliatrici, questi spiriti tutelari erano, in particolare, gli animali. Solo per mezzo degli animali l'uomo si sollevò sopra lo stato animale. Solo sotto la loro protezione e con la loro assistenza poté prosperare la messe della [[civiltà]] umana. [...]<br />Da questa importanza che gli animali avevano per l'uomo, soprattutto agli inizi della civiltà, trae la sua piena giustificazione il culto di cui essi erano oggetto. Per l'uomo gli animali erano indispensabili, necessari; da essi dipendeva la sua esistenza umana. ===[[Jonathan Safran Foer]]=== *Chiedersi «che cos'è un animale?» – o, aggiungerei, leggere a un bambino la storia di un cane o difendere i [[diritti degli animali]] – vuol dire andare inevitabilmente a toccare la nostra interpretazione di ciò che significa essere noi e non loro. Vuol dire chiedersi: «che cos'è un essere umano?» *Chiunque lasci intendere che esista una simbiosi perfetta tra l'interesse dell'[[allevamento|allevatore]] e quello degli animali probabilmente sta cercando di venderti qualcosa (e non è fatta di [[tōfu|tofu]]). *Gli altri animali possiedono i nostri stessi cinque sensi. E sempre più capiamo che hanno bisogni emotivi, psicologici e comportamentali che l'evoluzione ha creato in loro proprio come in noi. [...] Trascurare le ovvie implicazioni morali di queste somiglianze è facile al mondo d'oggi: è comodo, vantaggioso e frequente. È anche sbagliato. *Non serve né un filosofo, né un religioso per capire quanto soffrano gli animali. *Recenti ricerche interdisciplinari nel campo delle scienze umane hanno riscontrato una strabiliante quantità di modi in cui la nostra interazione con gli animali riflette o plasma la nostra [[conoscere se stessi|comprensione di noi stessi]]. ===[[Fulvio Grimaldi]]=== *Gli animali hanno un'intelligenza analoga e diversa. Per l'armonia del sistema e adattamento ai mutamenti, nettamente "superiore". Che è quella di saper vivere, collaborare, selezionarsi, difendersi, preservare l'ambiente, l'ecologia (scienza della casa), riprodursi sessualmente in coppia e, in certi casi, anche da soli (batteri, unicellulari, amebe). E i cani, come i lupi, sono esseri sociali, vivono e si regolano in branco. Hanno avuto l'intelligenza e la generosità di permetterci di sostituirci, noi famiglia, al loro branco. Sanno che è la comunità a garantirne il benessere, la felicità, la continuità, come compito primordiale e ultimo di ogni vivente. Vengono amati dai giusti e maltrattati dagli ingiusti proprio per questo. *Gli animali, oltre a essere miliardi di miliardi volte più numerosi di noi, sono anche, tutti quanti, più indispensabili a quello che conta sul pianeta: la vita. Che, in quanto tale, vale di più della mia, della tua, della sua e degli altri.<br>Più indispensabili, le persone senza parola, perché, di noi umani, più intelligenti biologicamente (preservarsi), socialmente (organizzare le comunità) ed ecologicamente (curare la casa). E probabilmente anche economicamente, dato che non fanno danno e tengono tutto insieme ed in equilibrio. *Tocca ammettere che gli animali, dal bruco all'ippopotamo, dal mio bassotto Ernesto al tuo canarino Titti, ci sono superiori anche eticamente. [...] Quanto a moralità, la loro psiche, pur spesso complessa quanto noialtri solipsisti neanche immaginiamo, non si è evoluta al punto da riservare spazi per la malvagità, la crudeltà, l'invidia, la soddisfazione per il malessere dell'altro, del concorrente, del nemico. Quasi quasi non riusciamo neanche a concepire come possa esistere un essere che sente, riflette, prova dolore, gioia, paura, risentimento, gelosia, amore, erotismo, solidarietà, risentimento, dubbio, memoria, attesa, delusione, eccetera eccetera, ma che non provi odio, non sappia di cattiveria e non voglia fare del male. C'è da sospettare che proprio per questo, il "Creatore" abbia ordinato all'uomo di dominarlo e sottometterlo, l'animale. ===[[Margherita Hack]]=== *Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente sia un po' come uccidere noi stessi e non vedo differenze tra il dolore di un animale e quello di un essere umano. *Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devon considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro. *Quando vedo un animale, quando vedo il suo comportamento, soprattutto dal punto di vista affettivo e istintivo, mi riconosco. Son tanto simili a noi. ===[[Paul Henri Thiry d'Holbach]]=== *Gli uomini [...] invece d'inorgoglirsi, male a proposito, per le loro facoltà mentali, non saranno costretti ad ammettere che spesso quelle facoltà li rendono più infelici delle bestie, nelle quali non troviamo né le credenze, né i pregiudizi, né le vanità, né le follie che mettono continuamente a dura prova il benessere dell'uomo? *L'animale non è impressionato dagli stessi oggetti che fanno colpo sull'uomo. Non ha né gli stessi bisogni, né gli stessi desideri, né le stesse fantasie. Giunge molto rapidamente alla maturità, mentre nulla accade più raramente che vedere lo spirito umano godere completamente delle sue facoltà, esercitarle liberamente, farne un uso conveniente per la propria felicità. *Le sragionevolezze umane, a chi le esamini con gli occhi della ragione, fanno dileguare ben presto la superiorità che, tanto arbitrariamente, l'uomo si arroga sugli altri animali.<br />Quanti animali mostrano più bontà, riflessione e ragionevolezza dell'animale che si considera ragionevole per antonomasia! [...] Si sono mai viste delle bestie feroci della stessa specie darsi appuntamento nelle pianure per sbranarsi e annientarsi senza alcun vantaggio? Si sono forse viste scoppiare guerre di religione tra gli animali? ===[[David Hume]]=== *Dalla somiglianza delle azioni esteriori degli animali con quelle che noi stessi compiamo, possiamo inferire che quelle interiori assomigliano anch'esse alle nostre. *È evidente che la ''[[simpatia]]'', ovvero il comunicarsi delle passioni, si riscontra tra gli animali non meno che tra gli uomini. Frequentemente gli animali si comunicano l'un l'altro la paura, la collera, il coraggio [...]. Ed è degno di attenzione il fatto che sebbene quasi tutti gli animali adoperino, giocando, la stessa parte del corpo che usano per combattere [...], pur tuttavia essi evitano con la massima attenzione di fare del male ai propri compagni, anche quando non abbiano nulla da temere dal loro rancore; tutto ciò rappresenta una chiara prova della sensibilità che le bestie possiedono per il dolore e il piacere reciproco. *L'[[orgoglio]] e l'[[umiltà]] non sono soltanto passioni umane, ma si estendono a tutta la creazione animale. *Subito dopo il ridicolo di negare una [[verità]] evidente, c'è quello di darsi molta pena per difenderla, e nessuna verità appare più evidente di questa: gli animali sono dotati di pensiero e di ragione come gli uomini. Gli argomenti in questo caso sono così ovvi che non sfuggono nemmeno alla persona più stupida e ignorante. *Tra gli animali l'[[amore]] non ha per suo oggetto soltanto gli animali della stessa [[specie]], ma si estende fino a comprendere quasi tutti gli esseri sensibili e pensanti. È del tutto naturale che un cane ami l'uomo, che è al di sopra della sua stessa specie, e molto frequentemente ne riceve in cambio dell'affetto. ===[[Immanuel Kant]]=== *Essendo, dunque, gli atti degli animali analoghi a quelli umani e derivando dagli stessi princìpi, in tanto noi abbiamo dei doveri verso di essi in quanto, osservando questi, noi promuoviamo quelli verso l'umanità. Chi perciò facesse uccidere il proprio cane, non essendo questo più in grado di guadagnarsi il pane, non agirebbe affatto contro i doveri riguardanti i cani, i quali sono sprovvisti di giudizio, ma lederebbe nella loro intrinseca natura quella socievolezza e umanità, che occorre rispettare nella pratica dei doveri verso il genere umano. Per non distruggerla, l'uomo deve mostrare bontà di cuore già verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini. Si può conoscere il cuore d'un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie. *In conclusione, i nostri doveri verso gli animali sono indirettamente doveri verso l'umanità. *Quanto più ci si dedica all'osservazione degli animali e del loro comportamento, tanto più si prova amore per essi, al vedere quante cure essi riservino ai loro piccoli. *Si può ammettere che gli animali siano considerati come strumenti dell'uomo; ma è assolutamente inaccettabile che essi ne costituiscano il gioco. ===[[Julien Offray de La Mettrie]]=== *Dagli animali all'uomo la transizione non è violenta: i veri filosofi ne converranno. Che cos'era l'uomo prima dell'invenzione delle parole e della conoscenza delle lingue? Un animale appartenente alla specie umana, che con molto meno istinto naturale degli altri, di cui allora non si credeva re, si distingueva dalla [[scimmia]] e dagli altri animali solo come la scimmia si distingue da questi ultimi, cioè grazie a una fisionomia esprimente maggior discernimento. *Malgrado tutti questi vantaggi che l'uomo ha sugli animali, è ancora un onore per lui metterlo nella loro stessa classe. È d'altronde innegabile che fino ad una certa età egli è più animale di loro perché nascendo porta con sé un minore istinto. Qual è l'animale che morirebbe di fame in mezzo ad un fiume di [[latte]]? Solo l'uomo. [...]<br />Egli si nasconde come se si vergognasse di provare il piacere e di esser fatto per la felicità, mentre gli animali si gloriano di essere ''[[cinismo|cinici]]''. Privi di educazione, essi sono privi anche di pregiudizi. *Non mi si obietti che gli animali sono nella maggior parte esseri feroci, incapaci di sentire il male che fanno. Forse che tutti gli uomini sanno distinguere meglio i vizi e le virtù? [...] Gli uni e gli altri possono essere più o meno feroci per temperamento, e lo divengono ancor più a contatto con coloro che lo sono. Ma un animale dolce, pacifico, che vive con altri animali simili e si ciba di alimenti dolci sarà nemico del sangue e della carneficina, e arrossirà nel suo interno per averne versato: forse con questa differenza da noi, che siccome in lui tutto è sacrificato ai bisogni, ai piaceri e ai comodi della vita di cui gode più di noi, i suoi rimorsi non sembra debbano essere altrettanto vivi dei nostri. ===[[Gottfried Wilhelm von Leibniz]]=== *Come oggi parecchi autorevoli ricercatori hanno stabilito che, già prima della concezione, gli animali si trovano nascosti nei semi sotto la forma di animaletti invisibili, sicché la generazione dell'animale non è altro che un'evoluzione ed un accrescimento, e perciò l'animale naturalmente non comincia, ma si trasforma; così è ragionevole che ciò che naturalmente non comincia, naturalmente non finisca, onde la [[morte]] non è che un'involuzione e diminuzione dell'animale che, dallo stato di animale grande, ritorna a quello di animale piccolo. *Il ragionamento vero e proprio dipende dalle verità necessarie od eterne, come son quelle della logica, dell'aritmetica, della geometria, che costituiscono la connessione indubitabile delle idee, e le conseguenze che non possono mancare. Gli animali che non colgono tali connessioni sono chiamati bestie; quelli, invece, che conoscono le verità necessarie, son propriamente coloro che vengono chiamati animali ragionevoli, e le loro anime son dette spiriti. *Secondo l'opinione comune le anime delle bestie periscono; e, secondo i [[Cartesianesimo|Cartesiani]], non v'è che l'uomo il quale abbia veramente un'anima, ed abbia anche percezione ed appetito; opinione che non sarà mai approvata, ed in cui s'è caduti perché s'è visto che bisognava, o riconoscere alle bestie anime immortali, o confessare che l'anima dell'uomo potesse essere mortale. ===[[Leonardo da Vinci]]=== [[Immagine:The Lady with an Ermine rodent.jpg|thumb|Un ermellino dipinto da Leonardo (dettaglio della ''Dama con l'ermellino'')]] *Gli animali sono esemplo de la vita mondiale. *L'omo e li animali sono propio transito e condotto di cibo, sepoltura di animali, albergo de' morti, facendo a sé vita dell'altrui morte, guaina di corruzione. *L'uomo ha grande [[discorso]] del quale la più parte è vano e falso, li animali l'hanno piccolo ma è utile e vero. *La piú importante cosa che ne' discorsi della [[pittura]] trovar si possa, sono i movimenti appropriati agli accidenti mentali di ciascun animale, come desiderio, sprezzamento, ira, pietà e simili. *Uscirà dalla terra animali vestiti di tenebre, i quali, con maravigliosi assalti, assaliranno l'umana generazione, e quella da feroci morsi fia, con fusion di sangue, da essi divorata. ===[[Konrad Lorenz]]=== *Come l'origine dell'uomo è passata attraverso la condizione animale, così la chiave della comprensione dell'uomo passa attraverso la conoscenza degli animali. *Gli animali ci aiutano a ristabilire quell'immediato contatto con la sapiente realtà della natura che è andato perduto per l'uomo civilizzato. *Il nostro amore per loro si misura proprio dai sacrifici cui siamo disposti a sobbarcarci. *Purtroppo gli animali superiori hanno una capacità e una tendenza a combinar disastri direttamente proporzionale alla loro [[intelligenza]]. *Quando ci sentiamo toccati emotivamente dal [[comportamento]] di un animale, ciò è sicuro indicatore del fatto che abbiamo scoperto intuitivamente una somiglianza tra comportamento animale e umano. [...] L'accendersi della nostra risposta emotiva, della nostra «commozione» è dunque un segno certo di una forte somiglianza tra comportamento animale e comportamento umano. *Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una [[coscienza]]. L'uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva. ===[[Danilo Mainardi]]=== *Esistono animali che si [[somiglianza|assomigliano]] senza essere parenti: vivendo nello stesso ambiente tendono evolutivamente pian piano ad assomigliarsi. *La [[mente]] degli animali non è migliore né peggiore della nostra. Semplicemente è adatta per altri stili di vita. *Nessun [[rito]] vale la sofferenza d'un singolo animale. *Noi esseri umani veniamo al mondo con una forte curiosità per tutti gli animali, curiosità che è scritta dentro nei nostri geni [...]. La nostra specie, per decine di migliaia di anni, è vissuta immersa nella natura e in quel lungo spazio temporale era indispensabile, per la sua sopravvivenza, saper interagire, e conoscendoli davvero, con gli altri esseri che con noi condividevano il medesimo ambiente. *Non c'è animale, se conosciuto, che non sia bello. *Quando capiremo, a fatti e non a parole, che le scelte esercitate contro gli animali sono anche scelte contro di noi? ===[[Piero Martinetti]]=== [[Immagine:Jan Bruegel d. Ä. 003.jpg|thumb|Un ''Paradiso'' con animali, dipinto da Bruegel il Vecchio. «Se il [[Paradiso]] esiste è giusto che sia popolato di animali. Ve lo immaginate un Eden senza il canto degli uccelli, il garrire delle rondini, il belare delle caprette e l'apparire del buffo e curioso musetto di un coniglio? Di sicuro nel mio Paradiso ideale non possono non echeggiare miagolii da ogni angolo. Il festoso abbaiare di cani che giocano finalmente sereni». ([[Giorgio Celli]])]] *Anche gli animali sono capaci di moralità, di affetto, di riconoscenza: anch'essi godono e soffrono ed esprimono coi mezzi più suggestivi i sentimenti che essi provano: il dolore delle bestie perseguitate a morte, delle madri ferite che supplicano per i loro figli, ha qualche cosa di umano. *Gli animali partecipano dunque dell'intelligenza e della ragione, ossia della natura umana: sono esseri affini a noi e il presentimento pietoso non ci inganna quando nei loro occhi leggiamo l'unità profonda che ad essi ci lega. *Il problema dell'avvenire spirituale si riferisce a tutti i principi senzienti che sono nel mondo sensibile; il riferire all'uomo questo privilegio è un grossolano antropocentrismo. [...] sotto l'aspetto morale la [[rassegnazione]] e la [[mitezza]] con cui l'animale sopporta il suo destino può stare a pari di qualunque valore morale umano. [...] Se le sofferenze inique e crudeli a cui una gran parte degli animali è soggetta non avessero alcun senso, ciò sarebbe nel più alto grado inconciliabile con la giustizia e la bontà divina. [...] Questo solo sappiamo; che ciò che era degno di vivere, vivrà. *L'animale non è puramente [[istinto|istintivo]], la sua vita non è un semplice meccanismo d'istinti. [...] Resta sempre un elemento di spontaneità. [...] Ogni animale ha in maggiore o minor misura una certa spontaneità, un'intelligenza individuale, che del resto è stata l'origine prima degli istinti stessi. *Negli animali non soltanto l'attività, ma gli stessi atteggiamenti, i gesti, la fisionomia tradiscono l'espressione di una vita interiore: una vita forse estremamente diversa e lontana dalla nostra, ma in ogni modo ha anch'essa il carattere della coscienza e non può essere ridotta ad un semplice meccanismo fisiologico. ===[[Jeffrey Moussaieff Masson]]=== *Benché gli animali non scrivano autobiografie, come le intendiamo noi, è possibile scriverne la [[biografia]]. Essi sono individui e membri di gruppi, con storie complesse che hanno luogo in un mondo concreto, e che implicano un gran numero di stati emozionali complessi. Sono esseri senzienti che hanno una percezione emozionale di tutta la loro vita, esattamente come noi. *Ci sono persone che hanno [[sofferenza|sofferto]] molto e che sembrano possedere una conoscenza dei recessi del sentimento umano irraggiungibili a tutti gli altri. Forse vorrebbero condividerla, ma spesso noi non siamo in grado di ascoltare. Stranamente gli animali mi danno la stessa impressione. *Forse per noi umani è possibile cambiare direzione, guardare agli animali non come a rivali o a un'altra specie da colonizzare, ma come a modelli per realizzare qualcosa che ci è sfuggito durante tutta la nostra storia evolutiva. Se gli animali possono imparare a vivere in armonia, e a volte persino in amicizia, con le altre specie, osservare questa straordinaria capacità non può fungere da catalizzatore per noi? *La cosa più importante che possiamo chiedere a proposito di qualsiasi animale è: che cosa lo rende felice? Spesso gli etologi si sono desolatamente arresi, come se ci fosse impossibile rispondere a un quesito tanto complesso. Non è vero. In realtà la risposta è semplicissima. La conosciamo ''tutti'': un animale è felice quando fa quello che l'[[evoluzione]] l'ha portato a fare in natura. Qualsiasi limitazione di spazio, di rapporti e di durata della vita crea condizioni per l'infelicità. ===[[Jean Meslier]]=== *Benedette siano le nazioni che trattano benignamente e favorevolmente gli animali, che compatiscono le loro miserie e i loro dolori. Maledette siano le nazioni che li trattano crudelmente, che li tirannizzano, che amano spargere il loro sangue, che sono avide di mangiare la loro carne. *Come sarebbe ridicolo affermare che gli animali non vivono, col pretesto che la loro vita non è né rotonda né quadrata, ugualmente è ridicolo sostenere che essi non hanno conoscenze e sensazioni col pretesto che le loro conoscenze e sensazioni non possono essere cose rotonde o quadrate; e così i cartesiani si rendono ridicoli, quando, servendosi di un pretesto così sciocco e basandosi su motivazioni tanto inconsistenti, affermano che gli animali mangiano senza provare alcun piacere, gridano senza sentir dolore, non sanno niente, non desiderano niente, non temono niente. L'esperienza dimostra chiaramente il contrario. *È una crudeltà, una barbarie uccidere, accoppare, sgozzare animali che non fanno niente di male; essi sono sensibili al male e al dolore come noi, malgrado ciò che dicono vanamente, falsamente e ridicolmente i nostri nuovi cartesiani che guardano a loro come pure macchine senz'anima e senza alcun sentimento [...]. Ridicola opinione, massimamente perniciosa, detestabile dottrina che tende manifestamente a soffocare nel cuore degli uomini tutti i sentimenti di bontà, di dolcezza e di umanità che potrebbero avere per questi poveri animali. ===[[Mary Midgley]]=== *Gli animali non esistono solo perché noi ce ne possiamo servire [...]. Essi sono la classe a cui anche noi apparteniamo; e noi non siamo che una piccola minoranza in mezzo a loro. È ragionevole pensare che dovremmo considerarli seriamente. *Il fatto che alcune persone siano superficiali riguardo agli animali non vuol dire che l'argomento non sia serio. Gli animali non sono soltanto una delle cose con cui ci svaghiamo, come la gomma da masticare e lo sci d'acqua, ''essi sono il gruppo stesso cui noi apparteniamo''. Noi non siamo semplicemente alquanto simili agli animali, noi ''siamo'' animali. La nostra diversità dai nostri parenti può essere considerevole, ma il confronto è sempre stato, e deve essere, cruciale per la visione che abbiamo di noi stessi. *Il punto centrale è che gli animali chiaramente conducono una vita molto più strutturata e meno caotica di quanto generalmente non si fosse abituati a pensare e sono quindi, sotto certi aspetti ben definiti, molto meno diversi dagli uomini. C'è ancora una notevole differenza ma è una differenza diversa. Tradizionalmente l'umanità si è felicitata con se stessa di trovarsi su un'isola di ordine in un mare di caos; [[Konrad Lorenz|Lorenz]] e gli altri hanno dimostrato che sono tutte fanfaluche. Ne conseguono molti cambiamenti nella nostra visione dell'uomo, poiché tale visione fu costruita su un supposto contrasto fra l'uomo e gli animali, generato dal fatto di vedere gli animali non così come sono, bensì come proiezioni delle nostre paure e dei nostri desideri. ===[[Michel de Montaigne]]=== *Bisogna che osserviamo la parità che c'è fra noi {{NDR|e le bestie}}. Noi comprendiamo approssimativamente il loro sentimento, così le bestie il nostro, pressappoco nella stessa misura. Esse ci lusingano, ci minacciano e ci cercano; e noi loro.<br />Del resto, vediamo in modo evidente che c'è fra loro una piena e totale comunicazione, e che esse si capiscono fra loro, non solo quelle della stessa specie, ma anche quelle di specie diverse. *Esse hanno parecchie qualità che si avvicinano alle nostre; da queste, per confronto, noi possiamo trarre qualche congettura; ma quello che è loro particolare, come possiamo sapere che cosa sia? *La [[presunzione]] è la nostra malattia naturale e originaria. [...] È per la vanità di questa stessa immaginazione che egli {{NDR|l'uomo}} si uguaglia a Dio, che si attribuisce le prerogative divine, che trasceglie e separa se stesso dalla folla delle altre creature, fa le parti agli animali suoi fratelli e compagni, e distribuisce loro quella porzione di facoltà e di forze che gli piace. Come può egli conoscere, con la forza della sua intelligenza, i moti interni e segreti degli animali? Da quale confronto fra essi e noi deduce quella bestialità che attribuisce loro? *Le bestie hanno ragione a considerare noi bestie, come noi le consideriamo. *Noi constatiamo ampiamente, nella maggior parte delle loro opere, quanta superiorità abbiano gli animali su di noi, e quanto la nostra arte sia insufficiente a imitarli. *Per cui è chiaro che non è per un vero ragionamento, ma per una folle superbia e ostinazione che noi ci mettiamo al di sopra degli altri animali e ci isoliamo dalla loro condizione e compagnia. ===[[Desmond Morris]]=== *Gli animali combattono tra loro per una o due ragioni serie: per stabilire il loro predominio in una gerarchia sociale o per affermare i loro diritti territoriali su di una zona particolare. *La prima legge sull'attrazione degli animali {{NDR|da parte dei [[bambini]]}} dice: "La popolarità di un animale è direttamente proporzionale al numero di caratteristiche antropomorfiche che questo possiede." La seconda legge sull'attrazione degli animali dice: "L'età del bambino è inversamente proporzionale alle dimensioni dell'animale preferito." *Quello che l'animale vuole è la sconfitta, non l'uccisione; lo scopo dell'[[aggressività]] è il predominio, non la distruzione. ===[[Friedrich Nietzsche]]=== *Anche quel senso della verità, che in fondo è il senso della sicurezza, l'uomo l'ha in comune con l'animale: non ci si vuol lasciar ingannare, non si vuol esser tratti in errore da noi stessi, si presta un diffidente ascolto all'esortazione delle proprie passioni, ci si domina e si rimane in agguato contro se stessi; tutto questo l'animale lo comprende parimenti all'uomo, anche in lui il [[dominio di sé]] si sviluppa dal senso del reale (dalla saggezza). Parimenti l'animale osserva gli effetti che esercita sulla rappresentazione di altri animali, e da lì impara a rivolgere il suo sguardo indietro su se stesso, a considerarsi «oggettivamente»; così ha il suo grado di [[autocoscienza]]. L'animale giudica i movimenti dei suoi nemici e amici, impara a memoria le loro peculiarità, su queste si regola. *Gli uomini più profondi hanno sempre provato compassione per gli animali. *Temo che gli animali vedano nell'uomo un essere loro eguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l'animale delirante, l'animale che ride, l'animale che piange, l'animale infelice. ===[[Anna Maria Ortese]]=== *Chi [[tortura]] gli animali paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci. *Ci sono momenti in cui un [[albero]] ci si mostra improvvisamente ''umano'', ''stanco''. Altri momenti che un'umile bestia (o ciò che crediamo tale) ci guarda in modo tanto quieto, benevolo, profondo, tanto puro, consapevole, amoroso, «divino», da farci balenare l'idea di una comune Casa, un comune Padre, un comune Paese, un Reale tanto felice e beato, dal quale partimmo ''insieme'', per naufragare in questo. *Insegnerei poi nelle scuole cos'è veramente (nei suoi lati immondi) il celeste impero umano, e com'è notturna ma sacra, dolorosa ma spesso così dolce, l'oscura e umile nazione degli animali. *La parola bestia, poi, non ha senso nella [[Creazione (teologia)|Creazione]], dove il soffio è tutto, in tutte le forme che variano – e ugualmente apre alla visione e all'esperienza oscura ''tutti gli occhi'': quelli di [[William Shakespeare|Shakespeare]] e quelli del cane [[Sperimentazione animale|da laboratorio]], che fissano una finestra chiamando Dio, a loro modo. ===[[George Orwell]]=== *L'Uomo è l'unica creatura che consumi senza produrre. Non dà latte, non depone uova, è troppo debole per tirare l'aratro, non corre abbastanza veloce da catturare un coniglio. Però è padrone di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio concede loro il minimo necessario alla sussistenza, tenendo il resto per sé. Il nostro lavoro dissoda la terra, il nostro escremento la fertilizza, tuttavia non c'è fra noi chi possegga altro che la nuda pelle. *''Tutti gli animali sono [[uguaglianza|uguali]].'' (ma alcuni sono più uguali degli altri) *Una volta compiuto il primo anno di vita, nessun animale d'Inghilterra conosce il significato delle parole felicità e riposo. Nessun animale d'Inghilterra è libero. La vita degli animali è sofferenza e schiavitù: ecco la nuda verità. ===[[Plutarco]]=== *Anche nell'animale più portato all'affetto si trova una componente di coraggio, anche in chi è nobile d'animo si trova la docilità e, allo stesso modo, la furbizia e l'intelligenza non sono disgiunte dall'ardore e dal coraggio. *L'anima migliore infatti è quella che produce la [[virtù]] senza fatica, come se fosse un frutto spontaneo. [...] Pertanto [...] l'anima delle bestie è naturalmente più nobile e compiuta quanto a produzione di virtù. Essa infatti, senza ricevere alcuna disposizione e senza che nessuno glielo insegni, produce e fa sviluppare in maniera conforme a natura, come se fosse un terreno non arato e non seminato, le virtù appropriate per ciascun essere vivente. *Tu vedi i combattimenti delle fiere fra di loro e con gli uomini, come sieno senz'inganno e senz'arte, e come si difendano e facciano vendetta con palese e nudo ardire e con verace forza, e come non per comandamento di legge, né per temenza di pena da darsi a chi abbandona il campo, ma per natura fuggano l'esser vinti, e soffriscano gli ultimi mali per mantenersi invitti. [...] E quant'a quelle fiere che con lacci ed inganni furon prese dagli uomini, allorché sono in matura età e perfetta, tutte sdegnano il cibo e soffrono la sete, conducendosi a tale stremità, che ben mostrano d'amar meglio la morte che la servitù. [...] Onde è manifesto che gli animali sono ben disposti per natura all'ardire e al valore. ===[[Porfirio]]=== *Dopo il [[parto]] ogni animale netta il suo piccolo come se stesso. L'osservazione dimostra che gli animali sono sempre in ordine e si presentano a colui che li nutre con manifestazioni di gioia, sapendo riconoscere il proprio padrone e denunciare l'uomo malevolo. E chi non sa quale rispetto della giustizia verso gli altri si ritrovi fra gli animali che vivono in società, tra le formiche, le api e i loro simili? *Gli animali sembrano possedere una [[sensibilità]] ben superiore alla nostra. *La natura [...] li ha resi bisognosi degli uomini, e gli uomini bisognosi degli animali, inscrivendo nella loro natura il dovere di giustizia verso gli uomini, e negli uomini il dovere di giustizia verso di loro. E se ve ne sono che attaccano l'uomo, di questo non c'è da stupirsi; perché è vero, come dice [[Aristotele]], che se il cibo fosse offerto agli animali a profusione, essi non sarebbero feroci né tra loro né verso di noi, i loro odi e le loro amicizie derivano solo dalla necessità di assicurarsi il nutrimento, ancorché limitato allo stretto necessario, e lo spazio vitale. *Ma un solo vizio è loro sconosciuto, la malevolenza per colui che si manifesta loro amico: essi rispondono sempre con una amicizia assoluta. E tanto grande è la loro fiducia nell'uomo benevolente, che lo seguono dovunque li conduca, fosse anche al sacrificio o a un pericolo manifesto. *{{NDR|Gli [[Antico Egitto|egizi]]}} seppero bene che dio era passato non solo attraverso l'uomo e che l'anima non aveva posto il suo tabernacolo solamente nell'uomo, ma che essa era penetrata quasi in tutti gli animali. Perciò, nel costruire immagini degli [[dèi]], presero assieme all'uomo ogni tipo di animale e mescolarono in qualche modo il corpo dell'uomo con quello di animali o di uccelli. [...] Indicano chiaramente con queste raffigurazioni che gli animali sono uniti fra di loro per volere divino, e che, sia domestici che selvatici, ci sono affini non senza un volere divino. ===[[Jean Prieur]]=== *Invece di sacrificare gli animali, lasciateli liberi. Lasciateli cercare l'erba, l'acqua e la carezza del vento. Gli animali che uccidete vi hanno dato il tributo del loro latte e della loro lana. Hanno posto la fiducia fra le vostre mani che ora li sgozzano. *L'animale manifesta il dolore allo stesso modo dell'uomo. È in questa occasione che possiamo notare la somiglianza di questi due esseri, in questi momenti tragici in cui l'orgoglio del secondo è annientato. *Se per ''anima'' intendiamo la parte incorporea dell'essere, sede della sensibilità, del giudizio e della volontà, fonte dei pensieri, dei desideri e delle passioni, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.<br />Se per ''anima'' intendiamo il coraggio, i sentimenti nobili, gli istinti generosi di un essere, considerato dal punto di vista morale, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.<br />Se per ''anima'' intendiamo un'entità immateriale, ma pur tuttavia sottile e sostanziale, che si separa dal corpo nel momento della morte; se per ''anima'' s'intende una copia conforme dell'essere, che riproduce fedelmente ciò che egli fu nella sua vita e che gli consente di continuare a vivere in un altro mondo, ebbene sì, gli animali hanno un'anima. ===[[Hermann Samuel Reimarus]]=== *La percezione sensitiva basta agli animali, in quasi tutti i casi, per conoscere e distinguere gli individui e la loro specie; questa maniera di rappresentarsi gli oggetti ha molte analogie con l'intelligenza umana. La sola percezione sensitiva rende agli animali un servizio per i loro bisogni pari a quello che gli uomini si possono procurare attraverso le conoscenze che sono il frutto della loro intelligenza. *Le bestie hanno organi sensibili interamente analoghi ai nostri che rispondono al cervello tramite la vibrazione dei nervi e delle fibre. Dopo aver stabilito che esse ricevono, come noi e attraverso la stessa via, le impressioni che gli oggetti esterni hanno causato sui loro organi, se ne può concludere ch'esse hanno, come noi, la facoltà di rappresentarsi gli oggetti e di condursi secondo gli stessi princìpi che determinano il nostro istinto rappresentativo. *Non può esistere alcun animale, come corpo animato e organizzato, che non sia dotato di qualche percezione, e conseguentemente non sia provvisto di organi sensitivi. La sensazione non può assolutamente giungere nei corpi che attraverso le fibre e i princìpi nervosi che rispondono agli occhi, alle orecchie, al naso, alla bocca e alle altre parti del corpo. Bisogna distinguere gli animali perfetti che, come l'uomo, essendo dotato dei cinque sensi, possono toccare, gustare, sentire, intendere e vedere, da quelli che sono privi di uno o più sensi. ===[[Gerolamo Rorario]]=== *Ciò che accade agli uomini accade parimenti agli animali. Inoltre, poiché non invidiano la gloria altrui, non suscitano discordia, non si struggono per l'altrui fortuna. Perciò, dato che non sono gravati da molte malattie dell'anima, vedono più acutamente, valutano in modo più equo, provvedono a se stessi e agli altri più volentieri. *E tuttavia noi chiameremo uomini da umanità coloro che si sono comportati sempre in modo truculento nei confronti degli animali? E chiameremo fiere da ferinità coloro che non nuocciono, se non provocati o per fame? *Mi ha a lungo tormentato questa opinione – risposi – che spesso gli animali siano più razionali dell'uomo e che nulla ci sia stato elargito che non sia stato dato anche ad essi. [...] che cosa fa sì che gli animali selvatici siano più forti degli uomini poiché combattono senza inganno e senza frode e muoiano combattendo piuttosto che ritirarsi per paura? o più temperanti, poiché la cornacchia osserva la vedovanza per nove anni? ===[[Hans Ruesch]]=== *È difficile conoscere a fondo gli animali senza prenderli in simpatia. Io non conosco un sol caso in cui l'amore per gli animali si sia tramutato in odio; invece molti in cui l'odio o l'indifferenza per gli animali —fondati appunto sull'ignoranza della loro vera natura —ha preso la direzione opposta. *Il desiderio di proteggere gli animali scaturisce inevitabilmente dalla più approfondita conoscenza di essi, dalla scoperta che sono creature sensibili e intelligenti, enormemente desiderose di affetto, nonché affettuose, ma indifese in un mondo crudele e incomprensibile, esposte a tutti i soprusi dei dominatori. Gli zoofobi vorrebbero dar a intendere che l'amore per gli animali va a scapito dell'amore per l'uomo. È vero esattamente il contrario. L'amore per gli animali è qualcosa in più, non in meno. [...] E chi ama gli animali li ama anzitutto per le qualità "umane" che essi dimostrano: intendendo però quelle che l'uomo manifesta quando è al suo meglio, non quando è al suo peggio. *L'amore dell'uomo per l'animale è comunque sempre inferiore, come intensità e completezza, all'amore che l'animale porta all'essere umano che ha saputo conquistarne l'affetto. L'uomo è il fratello maggiore, che ha mille preoccupazioni, attività e interessi diversi: invece per l'animale che si è affezionato a un essere umano, costui diventa tutto per lui. *L'uomo ha o dovrebbe avere pietà soprattutto degli orfani, dei bambini maltrattati, dei vecchi, dei malati, di tutti gli indifesi e i sopraffatti. Tra questi ultimi figura la più parte degli animali. E noi non dobbiamo domandarci se essi hanno un'anima, o se sono capaci di ragionare, o di parlare, o di contare, ma dobbiamo domandarci una cosa sola: «Sono capaci di soffrire?»<ref>Cfr. [[Jeremy Bentham]]: «La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire».</ref> E per loro sfortuna essi ne sono fin troppo capaci. ===[[Arthur Schopenhauer]]=== [[Immagine:Pair of Merops apiaster feeding.jpg|thumb|Una coppia di gruccioni. «Due begli uccelli, l'un l'altro compagno, abitano assieme sul medesimo albero. L'uno si ciba del dolce frutto del pippala, l'altro, senza mangiare, con lo sguardo tutto abbraccia». (''[[Muṇḍaka Upaniṣad]]'')]] *Gli animali sono, assai più di noi, soddisfatti per il semplice fatto di esistere [...]. Questa dedizione totale al [[presente]], propria degli animali, è la precipua causa del piacere che ci danno gli animali domestici. *Il [[Bramanesimo|bramanesimo]] e il [[Buddhismo|buddismo]], fedeli alla verità, riconoscono decisamente la palese parentela dell'uomo, come in generale con l'intera natura, così anzitutto con la natura animale e, mediante la [[metempsicosi]] e in altri modi, rappresentano l'essere umano come collegato strettamente con il mondo degli animali. *Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria [[esistenza]]; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso. Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra. (''[[Il mondo come volontà e rappresentazione]]'') *Oggi si stanno formando dovunque in Europa e in America, delle società di protezione degli animali, le quali sarebbero per tutta l'[[Asia]] ''incirconcisa'' la cosa più superflua del mondo, essendoché ivi la religione protegge sufficientemente gli animali e li fa anzi oggetto di beneficenza positiva [...]. Si veda invece con quale inaudita malvagità la nostra plebe cristiana si comporta verso gli animali, uccidendoli senza scopo ed anche solo per sollazzo [...]. Ben si potrebbe dire che gli uomini sono i demoni della terra e gli animali le anime tormentate. *Si ha pietà di un peccatore, di un malfattore, ma non di un innocente e fedele animale che spesso procura il pane al suo padrone e non riceve che misero foraggio. «Aver pietà»! Non già pietà, ma giustizia si deve all'animale! ===[[Albert Schweitzer]]=== *Dobbiamo lottare contro lo spirito di incosciente crudeltà con cui trattiamo gli animali. Gli animali soffrono tanto quanto noi... È nostro dovere far sì che il mondo intero lo riconosca. *Fin dalla mia più tenera infanzia ho sentito il bisogno di avere compassione per gli animali. Ancor prima di andare a scuola non riuscivo a capire perché, nella [[preghiera]] della sera, dovevo pregare soltanto per delle persone. *Il Movimento per la protezione degli animali, sorto durante la mia giovinezza, ebbe una grande influenza su di me. Finalmente c'era qualcuno che osava sostenere in pubblico che la compassione per gli animali è qualcosa di naturale, che fa parte della vera umanità, e che non è necessario tener nascosti i propri sentimenti di fronte a questa consapevolezza. *L'etica del rispetto per la vita [...] ci induce ad unirci nella ricerca di occasioni che diano un qualche aiuto agli altri animali, per compensare la grande quantità di sofferenza che essi ricevono da noi. *Verrà un momento in cui l'[[opinione pubblica]] non tollererà più divertimenti basati sul maltrattamento e l'uccisione degli animali. *Voi, però, tenete gli occhi aperti: non perdete occasione di essere [[misericordia|misericordiosi]]. Perciò, non ignorate con noncuranza il povero insetto caduto in acqua, ma pensate che cosa significhi lottare per non affogare. Aiutatelo dunque [...]; e se poi si pulirà le ali, vi mostrerà qualcosa di meraviglioso: la fortuna di aver tratto in salvo la vita [...]. «Ciò che avrete fatto a uno di questi piccoli, l'avrete fatto a me».<ref>Cfr. [[Gesù]]: «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».</ref> Queste parole di [[Gesù]] si applicano a ogni nostra azione nei confronti delle creature inferiori. ===[[Lucio Anneo Seneca]]=== *Agli animali è concesso soltanto il presente, che è brevissimo [e] fugace: del passato hanno un vago ricordo, che può essere richiamato alla loro memoria solo dall'impatto con le cose presenti. *Anche gli animali ancora in tenera età e appena usciti dall'utero materno o dall'uovo sanno subito che cosa può essere pericoloso ed evitano ciò che può essere causa di morte: quelli che sono preda degli uccelli rapaci ne temono anche l'ombra, quando questi passano in volo. Nessun animale viene alla luce senza la paura della morte. *Ci chiedevamo se tutti gli animali abbiano coscienza della loro natura. Che l'abbiano appare chiaro soprattutto dal fatto che muovono le membra in modo appropriato e prontamente, come se esse fossero addestrate a tale scopo; non c'è nessuno che sia privo della capacità di muoversi agilmente. L'artigiano maneggia con facilità i suoi attrezzi, il pilota muove con abilità il timone, il pittore distingue rapidamente i colori che si è messo davanti in gran numero e varietà per fare un ritratto, e passa facilmente con lo sguardo e con le mani dalla cera all'opera: così l'animale è agile in ogni sua attività. *Noterai che nessun animale tiene in poco conto il suo [[corpo]] o si disinteressa di esso. Anche quelli più stupidi e sciocchi, per quanto siano tardi in tutto il resto, sono ben svegli quando si tratta della loro vita. *Perché, ti domando, alimenti ed eserciti le forze fisiche? La natura le ha concesse in misura maggiore agli animali domestici e alle fiere. Perché curi tanto il tuo aspetto esteriore? Per quanto tu ti dia da fare, sarai vinto in [[bellezza]] dai muti animali. ===[[Isaac Bashevis Singer]]=== *Si sono convinti che l'uomo, il peggiore trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti, per gli animali Treblinka dura in eterno, eppure l'uomo pretende compassione dal Cielo. *Sono convinto che gli animali siano creature di Dio esattamente come lo sono gli esseri umani. E noi dobbiamo rispettarli e amarli, invece di macellarli. *Tutte le volte in cui Herman aveva assistito al massacro di un animale o di un pesce, era sempre stato assalito dalla stessa riflessione: nel loro comportamento con le creature viventi, tutti gli uomini dimostravano di essere nazisti. La presuntuosità con la quale l'uomo faceva con le altre specie quel che gli piaceva era una esemplificazione delle teorie razziste più estremistiche, il principio secondo il quale la forza è diritto. ===[[Peter Singer]]=== *I segni del comportamento e il fatto di sapere che la struttura biologica degli animali è simile alla nostra costituiscono insieme la dimostrazione adeguata che gli animali soffrono. *Noi non «amavamo» gli animali: semplicemente volevamo che venissero trattati come gli esseri sensibili e indipendenti che sono, e non come mezzi per i fini umani – come era stato trattato il maiale la cui carne era adesso nei panini della nostra ospite. *Raramente ci soffermiamo a riflettere che l'animale che [[uccisione|uccide]] con meno ragioni per farlo è l'animale umano. Consideriamo feroci i leoni e i lupi perché uccidono; ma essi devono uccidere, o morire di fame. Noi uccidiamo gli altri animali per divertimento, per soddisfare la nostra curiosità, per adornare il nostro corpo, per compiacere il nostro palato. *Un animale può soffrire di più proprio a causa della sua limitata capacità di [[comprensione]]. ===[[Teofrasto]]=== *{{NDR|Gli egizi}} sono così lontani dall'uccidere uno solo degli animali, ch'essi fanno delle loro figure immagini degli dèi perché li considerano prossimi e apparentati agli dèi e agli uomini. *Sotto tutti i rapporti, dunque, la [[razza]] degli altri animali ci è apparentata ed è la stessa della nostra; poiché i mezzi di sussistenza sono gli stessi per tutti come l'aria che respirano, secondo [[Euripide]], e un sangue rosso scorre in tutti gli animali e tutti mostrano d'avere in comune per padre il cielo e per madre la terra. *Tutti gli uomini, ma anche tutti gli animali sono della stessa razza, perché i princìpi dei loro corpi sono per natura gli stessi (parlando così non mi riferisco ai primi elementi dai quali provengono le piante, ma penso alla pelle, alle carni, a quel genere di umori inerenti agli animali), e ancor più perché l'anima che è in loro non è diversa per natura in rapporto agli appetiti, ai movimenti di collera, ai ragionamenti e soprattutto alle sensazioni. ===[[Lev Tolstoj]]=== *L'uomo è superiore agli animali non perché abbia la possibilità di torturarli, ma perché è capace di provare compassione per loro; e l'uomo ha compassione degli animali perché sente che in essi dimora il medesimo principio che alberga nell'uomo. *La compassione per gli animali è la più preziosa qualità dell'uomo e io (come uomo) sono tanto più felice quanto più la sviluppo in me. *Non solo gli uomini, ma anche gli animali nella [[senilità|vecchiaia]] diventano più buoni. *Quando un uomo vede un animale che [[morte|muore]], lo prende un senso d'orrore: ciò che anche lui è – la sua essenza – sta evidentemente distruggendosi davanti ai suoi occhi, sta cessando di esistere. (''[[Guerra e pace]]'') ===[[Voltaire]]=== *Che vergogna, che miseria, aver detto che le bestie sono macchine prive di conoscenza e sentimento, che fanno sempre tutto ciò che fanno nella stessa maniera, che non imparano niente, non si perfezionano, ecc. ecc.! *L'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole. *Le sofferenze degli animali ci sembrano dei mali perché, essendo anche noi animali, pensiamo che saremmo molto da compiangere se a noi si facesse altrettanto. Sentiremmo la stessa pietà per una pianta o per una pietra se sapessimo che, quando viene tagliata, essa soffre, ma la compiangeremmo molto meno di un animale, perché la pianta e la pietra ci somigliano meno. *Ma chi fa funzionare il soffietto degli animali: chi li fa respirare? Ve l'ho già detto: colui che fa muovere anche gli astri. Il filosofo che dichiarò: ''Deus est anima brutorum'',<ref>«Dio è l'anima degli animali». La paternità di questa espressione è dubbia.</ref> aveva ragione; ma doveva andare più in là. ===[[Thomas Willis]]=== *Alcuni animali bruti sono ammaestrati dall'[[esempio]], dall'imitazione, dal modo di agire di animali della stessa o di diversa specie a compiere azioni eccellenti. *Di fatto molte azioni dei bruti che suscitano la nostra meraviglia, la prima volta sono state da essi compiute per caso; poi, ripetute più volte diventano loro abitudine, e ciò sembra dimostrare una maggiore sagacità e interesse. *Le bestie sono dotate nel loro cuore di molti altri tipi di capacità e di qualità che noi dobbiamo acquistare con lo studio. E di fatto se guardiamo le capacità naturali proprie degli animali ci sarà lecito scoprire delle capacità dello stesso tipo in certa misura in tutti. La maggior parte di essi infatti, pur nata da poco, ricerca, senza alcuna guida i rimedi contro la fame e il freddo e li adotta avidamente. Da adulti poi, sia pur osservati attentamente da alcuni del branco, senza alcun consigliere, ma seguendo semplicemente l'esempio, compiono spontaneamente le azioni peculiari della propria specie. [...] tanto che [[Plinio il Vecchio|Plinio]] dice che dobbiamo vergognarci del fatto che tutti gli animali abbiano appreso da loro stessi quali sono le erbe medicinali tranne l'uomo. ===[[Claude Yvon]]=== *Basta appena osservare il loro comportamento per cogliere l'esistenza di un istinto sociale evidente tra quelli appartenenti ad una stessa specie, e a volte perfino a specie diverse; sembrano intendersi, agire d'accordo, concorrere ai medesimi disegni; corrispondono con gli uomini, [...] rispondono alle adulazioni e carezze. Anzi, giacché dobbiamo qui lasciar da parte tutte le meraviglie dell'istinto, vediamo che gli animali eseguono azioni spontanee, nelle quali compare un simulacro di ragione e di libertà, tanto più esplicito quanto meno tali azioni sono uniformi, più differenziate, più singolari, più impreviste e disposte immediatamente all'occasione presente. *Che cosa notiamo in loro? Azioni coerenti, ragionate, che esprimono un senso e rappresentano le idee, i desideri, gli interessi, i disegni di qualche essere particolare. È ben vero che i bruti non parlano; e questa differenza tra essi e l'uomo gioverà tutt'al più a provare che non hanno, come l'uomo, idee universali, né costruiscono ragionamenti astratti. Ma agiscono coerentemente: ciò prova che posseggono un sentimento di sé e un interesse individuale, principio e scopo delle loro azioni. *Noi siamo certi che v'è nelle bestie un principio pensante e senziente; tutte le azioni che noi le vediamo eseguire fanno supporre tale principio: dunque abbiamo buone ragioni per attribuirlo loro, nonostante l'opposta possibilità che ci viene obiettata. *Se le bestie sono mere macchine, Dio c'inganna: quest'argomento è il colpo di grazia contro l'ipotesi delle macchine. ==Modi di dire== [[Immagine:Animalia diversity.jpg|thumb|Animali di varie specie. «Dall'elefante alla pulce, e dalla pulce alla molecola sensibile e vivente, che costituisce l'origine di ogni cosa, non c'è un punto in tutta la natura che non soffra o non goda». ([[Denis Diderot]])]] *''Ein vielbeiniges Tier''. ([[Modi di dire tedeschi|Tedesco]]) :''Un animale con molte gambe'', ovvero: il [[governo]] popolare. *''To make a beast of oneself''. ([[Modi di dire inglesi|Inglese]]) :Ridursi come una bestia, abbrutirsi. ===[[Modi di dire italiani|Italiani]]=== *[[Uccisione|Ammazzare]] bestie e [[Cristianesimo|cristiani]]. *Ammazzare come una bestia.<ref>Riflette il concetto non ancora superato che permette di uccidere un animale in quanto tale e nel modo preferito, senza doverne rendere conto.</ref> *Andare, entrare, essere in bestia.<ref>Cioè in collera.</ref> *Bestia [[nero|nera]].<ref>Di cosa o persona che suscita forte avversione, antipatia.</ref> *Conoscere l'[[umore]] della bestia.<ref>Cioè le tendenze e il carattere (con riferimento scherzoso) di una persona con cui si deve trattare.</ref> *È più bestia che cristiano. *[[Fatica]] da bestia. *[[Lavoro|Lavorare]] come una bestia. *[[Morte|Morire]] come una bestia.<ref>Cioè senza i conforti religiosi.</ref> *[[Sofferenza|Soffrire]] come una bestia. *[[Vivere]], [[sonno|dormire]] come una bestia. ====[[Modi di dire milanesi|Milanesi]]==== *Animal de l'Africa o del preseppi.<ref>Ovvero un «buaccio».</ref> *Bestia bólgironna.<ref>Cioè «buscherona».</ref> *L'è ón omm bestial.<ref>Sta per «intrattabile».</ref> ==Proverbi== *Chi vuol fare l'[[angelo]], fa la bestia. ([[Proverbi francesi|Francese]]) *Con tutte le [[pianta|piante]] e con tutti gli animali saremo fratelli. ([[Proverbi dei nativi americani|Nativo americano]]) *Se tu parli agli animali loro anche ti parleranno, così vi conoscerete. Se non parli agli animali, non li conoscerai mai. E ciò che non conosci lo temerai sempre. Ciò che si teme, si distrugge. ([[Proverbi indiani|Indiano]]) *Tutti gli animali sono mesti dopo il [[rapporto sessuale|coito]]. ([[Proverbi latini|Latino]]) ===[[Proverbi africani|Africani]]=== *Gli attacchi delle bestie feroci non si respingono a mani nude. *L'[[orfano]] è al di sotto degli animali. ([[Proverbi ivoriani|Baulé]]) *Un animale che non sa arrampicarsi sugli [[albero|alberi]] non dovrebbe affidare i propri soldi a una scimmia. ===[[Proverbi cinesi|Cinesi]]=== *Chi non conosce il passato e il presente della propria [[nazione]] è solo un animale in vesti di uomo. *Le cime più alte degli alberi vengono raggiunte dagli animali più intelligenti, le aquile, e dagli animali che strisciano, i serpenti. *Quando vivono a lungo insieme gli animali finiscono per amarsi, gli uomini per odiarsi. *Tale l'uomo, tali sono le sue bestie. ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Anche le bestie le ha fatte il Signore. *Andar bestia, e tornar bestia, dice il moro. :Andar bestia e tornar bestia è tutt'uno. ([[Giulio Cesare Croce]]) *Buona greppia, buona bestia. *Chi cavalca o trotta alla china, o non è sua la bestia, o non la stima. *Chi non ama le bestie, non ama i cristiani. *Le bestie vanno trattate da bestie. *Mediocre bestiame ben pasciuto è di maggior vantaggio che molto bestiame mal mantenuto. *Ogni animale per non morir s'aiuta. *Per Santa Caterina,<ref>Il 25 novembre.</ref> le bestie fuori dalla cascina. *Sol gente di mal'affare, bestie e botte, van fuori di [[notte]]. ====[[Proverbi marchigiani|Marchigiani]]==== *Chi non vole vene a le vestie non vole vene mancu ali cristiani. ====[[Proverbi napoletani|Napoletani]]==== *С'o [[vino]] pure 'o saputo addiventa animale. *Chi fa 'nu bene pe' ricavarne male, è peggio 'e n'animale. *Tre songo le sciorte<ref>«Tre sono le sorti», ovvero i tipi.</ref> de l'animale: vegetativo, sensetivo e 'ntellettivo. ====[[Proverbi pugliesi|Pugliesi]]==== *Ci tène vèstie e [[figlio|fèile]] me cuntènte rèire.<ref>«Chi ha bestie e figli mai contento ride».</ref> *Ricordate ca l'animale tene a rabbia e nu caz de [[autocontrollo|controllu]] ma tie omu teni la rascione<ref>«Ma tu, uomo, possiedi la ragione».</ref> e lu controllu. ====[[Proverbi sardi|Sardi]]==== *Ogni animale si unit cum s'ispecie sua. ====[[Proverbi toscani|Toscani]]==== *Asciutto il [[piede]] e calda la [[testa]], e nel resto vivi da bestia. *Bella testa è talvolta una malvagia bestia. *Chi dice tutto e niente serba, può andar con l'altre bestie a pascer l'[[erba]]. *Chi non sa comprare compri [[giovinezza|giovane]].<ref name=Compra>Riferito, in particolare, alla compra del bestiame.</ref> :Sulla gioventù non si fece mai male. :Chi bestie sul mercato ha da comprare, giovani scelga, che non può fallare. ([[Cristoforo Poggiali]]) *D'aprile [[pioggia|piove]] per gli uomini e di [[maggio]] per le bestie. *È meglio dare e pentire, che tenere e patire.<ref>Generalmente riferito al bestiame, in quanto tenere per molto tempo una bestia da soma può richiedere gravi costi.</ref> *È meglio un garofano che un gambo di pera.<ref>Esorta a comprare bestie grosse.</ref> *Quando il tempo si muta, la bestia [[starnuto|starnuta]]. ====[[Proverbi trentini|Trentini]]==== *San Giorgio dinze, San Marco fora.<ref>Fino a San Giorgio ([[23 aprile]]) gli animali stanno nei prati, da San Marco ([[25 aprile]]) nei pascoli.</ref> ====[[Proverbi veneti|Veneti]]==== *Chi maltrata le bestie, maltrata anca i cristiani. *Chi no ga cuor per le bestie, no lo ga gnanca per i cristiani. =====[[Proverbi veneziani|Veneziani]]===== *Chi no vol ben a le bestie, no vol ben a le persone. *La note de l'[[Epifania]] tute le bestie parla. *Ogni [[somiglianza|simile]] ama 'l so simile.<ref>Scherzosamente rivolto, in particolare, a chi accarezza un animale.</ref> ==Note== <references /> ==Voci correlate== {{vedi anche|:Categoria:Animali}} {{MultiCol}} *[[Abbandono degli animali]] *[[Animalismo]] *[[Bestialità]] *[[Caccia]], [[Pesca (attività)|pesca]] *[[Carne]], [[pelliccia]] {{ColBreak}} *[[Diritti degli animali]] *[[Maltrattamento di animali]] *[[Mattatoio]], [[allevamento]] *[[Sperimentazione animale]] *[[Vegetarianismo]], [[veganismo]] {{EndMultiCol}} ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt_etichetta=animale|wikt|preposizione=sugli|etichetta=animali}} {{vetrina|5|12|2013|argomenti}} [[Categoria:Animali| ]] 184gbo4rcm3p31hfb0f94fcyx63nhl2 Guy de Maupassant 0 2006 1351515 1326556 2024-11-12T08:51:51Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Guy de Maupassant */ 1351515 wikitext text/x-wiki [[File:Maupassant par Nadar.jpg|thumb|Guy de Maupassant]] '''Henri-René-Albert-Guy de Maupassant''' (1850 – 1893), scrittore francese. ==Citazioni di Guy de Maupassant== *Bisognerebbe [[Amore|amare]], amare follemente, senza vedere ciò che si ama. Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare.<ref>Da ''Un caso di divorzio''; in ''Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994</ref> *I grandi [[Artista|artisti]] sono quelli che impongono all'umanità la loro particolare illusione.<ref>Da ''Pietro e Giovanni'', Prefazione</ref> *{{NDR|[[Segesta]]}} Il tempio di Segesta sembra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo geniale che aveva avuto la rivelazione del punto unico in cui lo doveva erigere. Anima da solo l'immensità del paesaggio che vivifica ed abbellisce divinamente.<ref>Citato in ''[http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-segesta-affascino-alberto-moravia/1401211/2 Quando Segesta affascinò Alberto Moravia]'', ''Repubblica.it'', 6 dicembre 2007.</ref> *Infatti nella [[vita]] tutto consiste nel poter digerire bene. Così l'artista trova l'ispirazione, i giovanotti la voglia d'amare, i pensatori le idee luminose e tutti quanti la gioia di stare al mondo.<ref>Da ''Suicidi''; in ''Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994</ref> *L'anno scorso [...] ho spesso accompagnato Monet in cerca di impressioni. Non era più un pittore, in verità, ma un cacciatore. Camminava, seguito dai bambini che portavano le sue tele, cinque o sei tele raffiguranti lo stesso soggetto in diverse ore del giorno e con diversi effetti di luce <ref> Da ''La vie d'un paysagiste'', "Gil Blas", 28 settembre 1886 in ''Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi'' catalogo della mostra presso Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma, 19 ottobre 2017 - 11 febbraio 2018, Arthemisia Books, 2017</ref> *La cosa più insignificante racchiude un po' d'[[ignoto]]. Troviamolo.<ref>Da ''Pietro e Giovanni'', prefazione; citato in Elena Spagnol, ''Citazioni'', Garzanti, 2003.</ref> *La [[luna]], al primo quarto, quella che sorge alle quattro o alle cinque di sera, è vivida, gaia, di lucentissimo argento; ma quella che appare dopo mezzanotte è rossastra, fosca, inquietante; è la vera mezzaluna delle tregende. Tutti i nottambuli devono averlo notato. La luna nuova, anche se sottile come un filo, manda una tenue luce allegra, che allieta il cuore, e disegna sulla terra ombre nitide; l'ultimo quarto diffonde appena un chiarore morente, che quasi non fa ombre.<ref name=chisa>Da ''Chi sa?'', traduzione di Bruno Dell'Amore, Alfredo Fabietti, Ottavio Cecchi, in Jorge Luis Borges, Silvina Ocampo, Adolfo Bioy Casares (a cura di), ''Antologia della letteratura fantastica'', Editori Riuniti, Roma, 1981.</ref> *[...] [il] [[matrimonio]] [...], secondo un uomo famoso, altro non è se non uno scambio di cattivi umori durante il [[giorno]] e di cattivi odori durante la [[notte]].<ref>Da ''Una trovata'', in Maupassant, ''La casa Tellier'', traduzione di Mario Picchi, Sansoni, 1965</ref> *L'orribile, quest'antica parola, vuol dire assai più che terribile. Una paurosa disgrazia, come quella narrata, commuove, sconcerta, impaurisce: non atterrisce. Perché si provi orrore più che la commozione dell'anima e più dello spettacolo di un morto, bisogna provare un fremito di mistero, o una sensazione di spavento anormale, innaturale. Un uomo che muore, anche nelle condizioni più drammatiche, non suscita orrore; un campo di battaglia non è orribile; la vista del sangue non è orribile; i delitti più vili di rado sono orribili.<ref>Da ''L'orribile''; in ''Le Horla e altri racconti dell'orrore'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994</ref> *Lo scorso anno, in questo paese, ho spesso seguito [[Claude Monet]] in cerca di 'impressioni'. Non era un pittore, in verità, ma un cacciatore. Andava, seguito dai bambini che portavano le sue tele, cinque o sei tele raffiguranti lo stesso motivo, in diverse ore del giorno e con diversi effetti di luce. Egli le riprendeva e le riponeva a turno, secondo i mutamenti del cielo. E il pittore, davanti al suo soggetto, restava in attesa del sole e delle ombre, fissando con poche pennellate il raggio che appariva o la nube che passava... E sprezzante del falso e dell'opportuno, li poggiava sulla tela con velocità... L'ho visto cogliere così un barbaglio di luce su una roccia bianca, e registrarlo con un fiotto di pennellate gialle che, stranamente, rendevano l'effetto improvviso e fuggevole di quel rapido e inafferrabile bagliore. Un'altra volta ha preso a piene mani uno scroscio d'acqua abbattutosi sul mare e lo ha gettato rapidamente sulla tela. Ed era proprio la pioggia che era riuscito a dipingere, nient'altro che della pioggia che velava le onde, le rocce e il cielo, appena distinguibili sotto quel diluvio.<ref>Citato in Vanessa Gavioli, ''Monet'', in ''I Classici dell'Arte'', vol. 4, Rizzoli, 2003, p. 46.</ref> *L'uomo che ama normalmente sotto il sole, adora freneticamente sotto la [[luna]]. :''L'homme qui aime normalement sous le soleil, adore frénétiquement sous la lune.''<ref>Da {{fr}} ''Sur l'eau'', in ''Œuvres complètes de Guy de Maupassant: {{small|Sur l'eau. Blanc et bleu. Livre de bord}}'', Louis Conard, Parigi, 1921, [https://books.google.it/books?id=01gfAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Maupassant+l%27homme+qui+aime+normalemente+sous+le+soleil&q=Maupassant+l%27homme+qui+aime+normalemente+sous+le+soleil&hl=it&redir_esc=y p. 70].</ref> *Oltrepassammo Freius, Saint-Raphaël: il treno correva attraverso quel giardino, quel paradiso delle rose, quei boschi d'aranci e limoni in fiore che portano insieme le bianche zàgare e i frutti dorati, attraverso quel regno dei profumi, patria dei fiori: la meravigliosa [[Riviera di Ponente|riviera]] che si stende tra Marsiglia e Genova.<br>Bisogna percorrerla di giugno questa costa sulla quale crescono, liberi e selvaggi, nelle strette vallicelle, sui pendii delle colline, i fiori più belli. E continuamente si vedono rose: campi, distese, siepi, boschetti di rose. S'arrampicano sui muri, sbocciano sui tetti, salgono sugli alberi, esplodono in mezzo alle foglie: bianche, rosse, gialle, piccole o grandissime, esili, con un vestitino unito e semplice, oppure carnose, abbigliate pesantemente e splendidamente.<br>Il loro respiro possente e continuo rende l'aria più densa, saporosa e illanguidente. Quel profumo ancor più penetrante di quello dei fiori d'arancio raddolcisce l'aria ed è una festa per l'odorato.<br>La gran costa di rocce brune si distende, bagnata dall'immobile Mediterraneo. Il pesante sole estivo si riversa in pioggia infuocata sulle montagne, sulle lunghe spiagge, sul mare d'un color turchino intenso e come solido. Il treno corre sempre, penetra nelle gallerie per traversare i promontori, striscia sulle ondulazioni delle colline, passa sull'acqua, su ripide scarpate; ed un dolce, vago odore salso, di alghe secche, si mischia a tratti al forte e sconvolgente odore dei fiori.<ref>Da ''Le sorelle Rondoli'', p. 213</ref> *Ormai ci conoscevano, nelle strade in cui giravamo dalla mattina alla sera, nelle [[Caruggi di Genova|stradine strette]] e senza marciapiedi di quella città {{NDR|[[Genova]]}} che somiglia a un immenso labirinto di pietra, traforato da corridoi simili a sotterranei. Andavamo in quei vicoli percorsi da furiose correnti d'aria, stretti tra muri così alti che appena si riesce a scorgere il cielo.<ref>Da ''Le sorelle Rondoli'', pp. 223-224</ref> *Quale che sia la cosa che vogliamo dire, esistono una sola parola per esprimerla, un solo verbo per animarla, un solo aggettivo per qualificarla.<ref>Dalla prefazione a ''Pietro e Giovanni''</ref> *Se la guerra è una cosa orribile, il patriottismo non è forse l'idea madre che la nutre?<ref>Da ''Les dimanches d'un bourgeois de Paris''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *[[Gli uomini si dividono in due categorie|Siamo due razze, sulla terra]]: la razza di coloro che hanno bisogno degli altri, per esser calmi e sereni, e che nella [[solitudine]] sono spossati, affranti, come per l'ascensione a un formidabile ghiacciaio o per la traversata d'un deserto; e la razza di coloro che invece per la presenza di altre persone provano stanchezza, fastidio, oppressione, mentre l'isolamento li calma, li riposa profondamente nell'indipendenza e nel capriccio del loro pensiero.<ref name=chisa/> *Un [[bacio]] legale non potrà mai valere un bacio rubato.<ref>Da ''Confessioni di una donna'', in Maupassant, ''La casa Tellier'', Sansoni 1965, trad. di Mario Picchi</ref> ==''Bel-Ami''== ===[[Incipit]]=== ====Originale==== ''Quand la caissière lui eut rendu la monnaie de sa pièce de cent sous, Georges Duroy sortit du restaurant.<br>Comme il portait beau, par nature et par pose d'ancien sous-officier, il cambra sa taille, frisa sa moustache d'un geste militaire et familier, et jeta sur les dîneurs attardés un regard rapide et circulaire, un de ces regards de joli garçon, qui s'étendent comme des coups d'épervier.'' ====Giorgio Caproni==== Avuto dalla cassiera il resto alla sua moneta da cinque franchi, Georges Duroy uscì di trattoria.<br>Sfoggiando il suo bel portamento, naturale in parte e in parte posa d'ex sottufficiale, spinse in fuori il petto, s'arricciò i baffi con gesto militaresco divenutogli abituale, e lanciò su quanti erano ancora a tavola una rapida occhiata avvolgente, una di quelle occhiate da bel giovanottone, gittate a tondo come il [[giacchio]] in mare. ====Orsola Nemi==== Quando la cassiera gli ebbe dato il resto dei cinque franchi, Georges Duroy uscì dal ristorante. Siccome aveva un bel portamento, sia per natura, sia per posa di ex sottufficiale, si impettì, si arricciò i baffi con un gesto militaresco abituale, e girò su quelli che stavano a tavola uno sguardo rapido e circolare, uno di quegli sguardi da bel giovane, che si stendono intorno come una rete nell'acqua. ===Citazioni=== ====Prima parte==== *Non è difficile passare per forte in materia; tutto sta nel non lasciarsi cogliere in flagrante delitto di ignoranza. (cap. I, 2010) *[...] il miglior modo per giungere a una transazione è sempre quello di lasciar che i [[debito|debiti]] si accumulino.<ref>Il testo ha: «[...] il faut toujours accumuler ses dettes pour transiger.»</ref> (cap. IV, 2012) *«Devo imparare il trucco anch'io,» pensava, scorgendo certi suoi colleghi sempre con le tasche gonfie d'oro, senza peraltro riuscir mai a capire a quali segreti espedienti essi ricorressero per procacciarsi tanta agiatezza. E pieno d'invidia immaginava intrallazzi a lui ignoti ed equivoci, ricompense per favori fatti, tutto un commercio illecito ma pur accettato e consentito. Già, doveva penetrare il mistero, entrar nella tacita associazione, imporsi ai colleghi che si dividevano la torta senza di lui. (cap. IV, 2012) *Quante belle cose piacevoli ci sarebbero nella vita, se si potesse contare sulla [[discrezione]] assoluta gli uni degli altri! Quello che spesso, molto spesso, quasi sempre, trattiene le [[donna|donne]], è la paura del segreto violato. (cap. V, 2010) *Norbert de Varenne riprese: «No, voi non mi capite, oggi, ma ricorderete più avanti quello che vi dico in questo momento. Capita un giorno, vedete, e per molti capita presto, in cui si smette di ridere, come si suol dire, perché dietro a tutto ciò che si guarda, si vede la [[morte]]... Oh! voi non comprendete neanche questa parola: la morte. Alla vostra età non significa nulla. Alla mia età è terribile. Si comprende di colpo, e non si sa perché, né per quale motivo, e allora tutto muta aspetto, nella vita. Io, da quindici anni, la sento che mi rode, come se portassi in me una bestia. L'ho sentita a poco a poco, mese per mese, ora per ora, devastarmi come una casa che sta per crollare. Mi ha talmente trasformato che non mi riconosco più. Non v'è più nulla in me dell'uomo raggiante, fresco e forte che ero a trent'anni. L'ho vista tingere di bianco i miei capelli neri, e con quale lentezza sapiente e cattiva! Mi ha preso la pelle soda, i muscoli, i denti, tutto il mio corpo di un tempo, per lasciarmi soltanto un'anima disperata, e ruberà tra breve anche quella... Sì, mi ha ridotto a pezzi, la sgualdrina, lentamente, terribilmente ha compiuto la lunga distruzione del mio essere, momento per momento. E adesso mi accorgo di morire in ogni cosa che faccio. Ogni passo mi avvicina a lei, ogni movimento, ogni respiro, affretta il suo odioso lavoro. [...] Adesso, la vedo tanto da vicino, che spesso ho voglia di allungare le braccia per respingerla. Copre la terra, riempie lo spazio. La riconosco dappertutto. Le bestioline schiacciate per la strada, le foglie che cadono, i peli bianchi nella barba di un amico, mi straziano il cuore e mi gridano: Eccola! Mi rovina tutto quello che faccio, tutto quello che vedo, che mangio, che bevo, che amo, il chiaro di luna, il sorgere del sole, il mare aperto, i bei fiumi e l'aria delle sere d'estate, così dolce a respirare!» (cap. VI, 2010) *È profondo e triste il silenzio della stanza dove si vive soli. Non è soltanto il silenzio intorno a un corpo, ma il silenzio intorno a un'anima, e, quando un mobile scricchiola, si trasale fino in fondo al cuore, perché non ci si aspetta nessun rumore, nella casa tetra. (cap. VI, 2010) *La [[vita]] è un monte. Finché si sale, si guarda la vetta, e ci si sente felici; ma quando s'arriva lassù, si scorge d'un tratto la china, e giù in fondo la fine, che è la morte. L'ascesa è lenta, ma la discesa è un ruzzolone. (cap. VI, 2012) *[...] eravamo nati per vivere più in obbedienza alla materia che in obbedienza allo spirito; ma a furia di pensare, s'è creato uno squilibrio fra la nostra intelligenza ingigantita e le immutabili condizioni della nostra esistenza. Guardi la gente mediocre: se non son grosse catastrofi a cader loro fra capo e collo, son beati e contenti, senza soffrire per la comune sventura. Neppure le bestie ne soffrono. (cap. VI, 2012) *Una vita! qualche giorno, e poi più nulla! (cap. VIII, 2012) *Ebbene, ecco la sola cosa buona della vita: l'[[amore]]! Tenere fra le braccia la donna amata! Quello è il limite della felicità umana. (cap. VIII, 2010) *[...] s'accorse che la sua inquietudine proveniva da uno di quei pensieri non formulati e confusi, segreti, che nascondiamo a noi stessi e che scopriamo soltanto quando frughiamo in fondo al nostro animo. (cap. VIII, 2012) ====Seconda parte==== *Era uno di quegli uomini [[politici]] senza un suo volto preciso, senza convinzioni proprie, senza grandi mezzi, senza ardimento e senza una seria preparazione, un avvocatuccio di provincia, un simpatico figurino nella sua cittaduzza, un furbacchiotto che sapeva barcamenarsi fra i partiti estremisti, una specie di gesuita repubblicano e di fungo liberale di dubbia commestibilità, come ne spuntano a bizzeffe sul letamaio popolare del suffragio universale. (cap. II, 2012) *Cosa vuol dire l'abitudine a servirsi della [[religione]] come d'un ombrello! L'aria è mite, e ti fa da bastone da passeggio; c'è la canicola, ed è un parasole; diluvia, ed è un parapioggia; non sorti, e lo lasci in anticamera. (cap. IV, 2012) *«Nemmeno a farlo apposta, ho con me la chiave del [[confessionale]].»<br>E frugatosi in tasca ne cavò un anello pieno di chiavi, ne scelse una e si diresse, a passo svelto, verso uno dei casotti di legno, specie di bussoli per la spazzatura dell'anima, dove i fedeli vuotano i loro peccati. (cap. IV, 2012) *Proprio vero che le parole d'amore, che son sempre le medesime, prendono il gusto delle labbra che le pronunciano. (cap. V, 2012) ===[[Explicit]]=== Scendeva lentamente i gradini dell'alta scalea, fra due ali di spettatori. Ma lui non li vedeva; il suo pensiero, ora, tornava indietro, e davanti ai suoi occhi abbagliati dallo splendore del sole vagava la figurina della signora de Marelle, intenta ad aggiustarsi allo specchio i riccioletti leggeri sulle tempie, sempre scompigliati al sortir dal letto. {{NDR|Traduzione di Giorgio Caproni}} ==''La vita errante''== ===[[Incipit]]=== Ho lasciato Parigi, anzi la Francia, perché la [[Torre Eiffel]] cominciava a darmi troppo sui nervi.<ref name=F&L>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[[Genova]] vista dal mare è una delle cose più belle che si possano vedere al mondo.<br>La città si innalza in fondo al golfo, come se uscisse dai flutti, ai piedi della montagna. Lungo le due coste che si arrotondano intorno a lei per racchiuderla, proteggerla e accarezzarla, vi sono quindici cittadine, serve e vassalle, che riflettono nell'acqua le case dai colori chiari. A sinistra della loro grande patrona ci sono Cogoleto, Arenzano, Voltri, Pra, Pegli, Sestri Ponente, San Pier d'Arena; a destra, Sturla, Quarto, Quinto, Nervi, Bogliasco, Sori, Recco, Camogli, ultima macchia bianca sulla punta di Portofino, che chiude il golfo a sud est.<br>Sopra al suo immenso porto, Genova si stende sui primi mammelloni delle Alpi, che si innalzano dietro, curvi e allungati in una gigantesca muraglia. Sul molo, la torre alta e quadrata del faro, detto '[[Lanterna di Genova|la Lanterna]]', sembra una candela smisurata. (p. 42) *Dopo aver aggirato il molo est, entriamo nel [[Porto di Genova|porto]], pieno di navi, le belle navi del Mezzogiorno e dell'Oriente dai colori incantevoli, tartane, bilancelle, maone, fornite di vele e alberati e pitturate con grande fantasia, guarnite di madonne blu e oro, santi ritti sulla prua, animali bizzarri considerati santi protettori.<br>Tutta questa flotta con vergini e talismani contro la sventura è allineata lungo le banchine, con i nasi puntuti e ineguali rivolti verso il centro dei bacini. Poi appaiono, raggruppati per compagnie, robuste navi a vapore in ferro, strette e alte, dalle forme colossali e sottili. Al centro di questi pellegrini del mare, vi sono dei navigli bianchi, dei grandi tre alberi o brigantini vestiti, come gli Arabi, di abiti appariscenti sul quale scivola il sole. (pp. 42-43) *A [[Genova]] si prova quello che si prova a Firenze e ancora di più a Venezia, l'impressione di una città molto aristocratica caduta in potere del volgo.<br>Qui nacque il pensiero dei rudi signori che si battevano o commerciavano sui mari e che poi, col denaro delle loro conquiste o del commercio, costruivano gli straordinari [[Palazzi dei Rolli|palazzi di marmo]], che ancora oggi fiancheggiano le strade principali.<br>Quando si entra in queste magnifiche residenze signorili, che i discendenti dei grandi cittadini della più fiera delle repubbliche hanno dipinto di colori chiassosi, quando se ne paragona lo stile, i cortili, i giardini, i portici, le gallerie, le superbe decorazioni con l'opulenta barbarie delle belle dimore della Parigi moderna, appartenenti a milionari capaci di incassare soldi ma non di concepire e realizzare una cosa nuova e bella, si comprende che nella nostra società democratizzata, composta da ricchi finanzieri senza gusto e da ''parvenu'' privi di tradizioni la distinzione data dall'intelligenza, il senso della bellezza delle forme, quello della perfezione nelle proporzioni e nelle linee sono scomparsi. (pp. 43-44) *Dopo aver visitato le antiche e nobili dimore di Genova e ammirato alcuni quadri fra i quali i tre capolavori di Van Dyck, non rimane da vedere che il [[Cimitero monumentale di Staglieno|Camposanto]], il più bizzarro, sorprendente, macabro e comico museo di sculture funebri che vi sia al mondo. Lungo l'immenso quadrilatero corre una galleria, come un chiostro gigantesco aperto su un cortile che accoglie le tombe dei poveri ricoperte da lapidi bianche come neve. Percorrendola, si passa davanti a una processione di borghesi di marmo che piangono i loro morti.<br>Che mistero! Queste statue testimoniano una grande capacità, un vero talento da parte degli artigiani che le hanno realizzate. La natura dei vestiti, delle camicie, dei pantaloni rivela una lavorazione di fattura stupefacente. Ho visto un abito di amoerro a cui i tagli netti della stoffa davano un aspetto di totale verosimiglianza. Non vi è niente di più irresistibilmente grottesco, mostruosamente ordinario, indegnamente comune di queste persone che piangono gli amati congiunti.<br>Di chi è la colpa? Dello scultore, che nei lineamenti dei suoi modelli ha visto soltanto la volgarità dei borghesi moderni e non ha saputo trovarvi quel riflesso superiore d'umanità che i pittori fiamminghi hanno colto così bene nei tipi più laidi e plebei della loro razza? Dei borghesi, ai quali il basso livello di civilizzazione democratica ha eroso e cancellato ogni carattere distintivo e ha fatto perdere i segni di originalità di cui ogni classe sociale è sempre stata dotata?<br>I Genovesi sembrano molto fieri di questo sorprendente museo che disorienta e rende difficile il giudizio. (pp. 45-46) *Un'[[opera d'arte]] è superiore soltanto se è, nello stesso [[tempo]], un simbolo e l'espressione esatta di una [[realtà]]. *{{NDR|Sull'[[Etna]]}} Davanti a noi una spessa nuvola si leva lentamente come una cortina bianca che sale e che sorge dalla [[terra]]. Avanziamo ancora qualche passo, naso e bocca avvolti, per non essere soffocati dallo zolfo, ed all'improvviso, davanti ai nostri piedi, si apre un prodigioso, uno spaventevole abisso, di quasi cinque chilometri di circonferenza.<ref name=cappelli>Citato in Rina La Mesa, ''Scrittori stranieri in Sicilia'', Cappelli, 1961</ref> *La bestia è calma, e dorme in fondo, tutt'in fondo. Solo la pesante fumata sfugge dal prodigioso fumaiolo alto 3312 metri.<ref name=cappelli/> ==''Pierre e Jean''== ===[[Incipit]]=== «Accidenti!» esclamò all'improvviso papà Roland, che, da un quarto d'ora, se ne stava immobile, con gli occhi fissi sull'acqua e a tratti sollevava leggermente la lenza immersa nel mare. ===Citazioni=== *[...] Le Havre separa la bassa [[Normandia]] dall'alta. Nella bassa Normandia la costa piatta digrada in pascoli, in prati e campi fino al mare. La costa dell'alta Normandia, invece, è ripida: una grande scogliera, frastagliata, dentellata, magnifica, che forma, fino a Dunkerque, un'immensa muraglia bianca, dove in ogni insenatura si nasconde un villaggio o un porto: Etretat, Fécamlp, Saint-Valery, Le Tréport, Dieppe, ecc. (cap. [[s:Pierre e Jean/I|I]]) *Sentiva male in qualche parte, senza sapere dove; portava in sé un piccolo punto doloroso, uno di quegli indolenzimenti quasi insensibili che non si sanno localizzare, ma che impacciano, irritano, rendono tristi e depressi; una sofferenza ignota e lieve, qualcosa come il seme di un dolore. (cap. [[s:Pierre e Jean/II|II]]) *Quando si nasce poveri, bisogna lavorare; ebbene, tanto peggio: si lavora! Ma quando si hanno rendite, perbacco, bisognerebbe essere stupidi per sgobbare. (Papà Roland: cap. [[s:Pierre e Jean/III|III]]) *Quando non si è soli non ci si sente più così smarriti. Nei momenti di turbamento e di incertezza sentiamo almeno qualcuno muoversi intorno a noi. È già qualche cosa dare del tu ad una donna, quando si soffre. (cap. [[s:Pierre e Jean/III|III]]) *«Le [[donna|donne]],» pensava, «devono apparirci in un sogno o in una aureola di lusso, che sublimi la loro volgarità.» (Pierre: cap. [[s:Pierre e Jean/III|III]]) *Uscì presto e ricominciò a girare per le strade, sepolte sotto la [[nebbia]] che rendeva la notte pesante, opaca e nauseabonda. Sembrava che un fumo pestilenziale fosse calato sulla terra. Si vedeva la nebbia passare sui fanali a gas e, a momenti, pareva spegnerli. I selciati delle strade diventavano scivolosi come nelle serate di gelo e pareva che dai ventri delle case si sprigionassero tutti gli odori cattivi, puzza di cantine, di fossi, di fogne, di cucine povere, per mescolarsi all'orribile sentore di quella nebbia vagante. (cap. [[s:Pierre e Jean/IV|IV]]) *Quando {{NDR|Pierre}} si svegliò al buio soffocante della sua camera risentì, prima ancora che i pensieri lo riprendessero, quel senso di oppressione, quel malessere che lascia in noi il dolore dopo aver dormito. Come se la disgrazia che ci ha colpiti soltanto il giorno prima, durante il sonno sia entrata nel nostro corpo lasciandolo pesto e indolenzito come una febbre. (cap. [[s:Pierre e Jean/V|V]]) *Il [[bacio]] colpisce come il fulmine, l'amore passa come un uragano; poi la vita, di nuovo, si calma come il cielo e ricomincia come prima. Ci ricordiamo, forse, di una nuvola? (cap. [[s:Pierre e Jean/V|V]]) *L'amore tra uomo e donna è un patto volontario nel quale chi manca è colpevole soltanto di perfidia; ma, quando la [[donna]] diventa madre, il suo dovere è molto maggiore, perché la natura le assegna una razza. Se viene meno allora, è vile, indegna, infame. (cap. [[s:Pierre e Jean/V|V]]) *Com'è miserabile e ingannatrice, la [[vita]]!... Non c'è nulla che duri... (Louise Roland: cap. [[s:Pierre e Jean/VII|VII]]) *È brutta, la vita. Se una volta si trova un po' di [[dolcezza]], siamo colpevoli di esserci abbandonati ad essa e, più tardi, la scontiamo a prezzo molto caro. (Louise Roland: cap. [[s:Pierre e Jean/VIII|VIII]]) ===[[Explicit]]=== E, poiché stavano per lasciare la banchina e prendere il boulevard François I, la moglie si girò ancora per lanciare un ultimo sguardo verso il mare aperto. Ma non vide che un filo di fumo grigio, così lontano, così leggero, che sembrava foschia. ==''Racconti fantastici''== *Ho [[paura]] della paura; paura degli spasmi del mio spirito che si smarrisce, paura di questa orribile sensazione del terrore incomprensibile. [...] Ho paura dei muri, dei mobili, degli oggetti familiari che si animano, per me, d'una vita animale. Ho paura soprattutto dell'orribile turbamento della mia mente, della ragione che mi sfugge, confusa, dispersa da una misteriosa e invisibile angoscia. (da ''Lui?'') *Nella maggioranza dei casi, le donne leggiadre non hanno un'intelligenza in proporzione con la loro persona. (da ''Lettera trovata indosso a un annegato'') *Voi, signora, che avete occhi azzurri, non potete considerare l'esistenza, giudicare le cose e gli eventi come se aveste occhi neri. Il [[Colore degli occhi|colore del vostro sguardo]] deve fatalmente corrispondere al colore del vostro pensiero. (da ''Lettera trovata indosso a un annegato'') *Il passato mi attira, il presente mi atterrisce perché l'avvenire è la morte. (da ''La chioma'') *{{NDR|La [[musica]]}} [...] la più poetica e la più precisa delle arti, vaga come un sogno ed esatta come l'algebra. (da ''Lettera di un pazzo'') *Il [[suicidio]]! <!-- è in minuscolo nel testo -->ma è la forza di quelli che non hanno più forza, è la speranza di quelli che non credono più, è il sublime coraggio dei vinti! Già: in questa vita c'è almeno una porta che possiamo sempre aprire per passare dall'altra parte! La natura ha avuto un moto di pietà: non ci ha imprigionati. (da ''L'addormentatrice'') *Si può amare un'amica come la propria moglie: la [[passione]] non ha legge. (da ''Le tombali'') *Quello che amiamo con violenza finisce sempre con l'ucciderci. (da ''La notte'') *Da quando ho sentito la solitudine del mio essere, mi sembra di sprofondare ogni giorno di più in un oscuro sotterraneo del quale non trovo i margini, del quale non conosco la fine, e che forse non ha limite! Ci vado senza alcuna compagnia, senza nessuno ntorno a me, senza un vivente che percorra questa stessa via tenebrosa: questo sotterraneo è la vita. (da "Solitudine") * No, nessuno comprende gli altri, checché si pensi, checché si dica, checché si tenti. La terra sa forse che cosa avviene nelle stelle gettate lassù? Ebbene, non maggiormente l'uomo sa quello che avviene in un altro uomo. Noi siamo lontani uno dall'altro più di quegli astri, siamo soprattutto isolati, perché il pensiero è insondabile. Conosci qualcosa di più spaventoso di questo sfiorare essere che non possiamo penetrare? Ci amiamo l'un l'altro come se, incatenati vicinissimi, tendessimo le braccia senza riuscire a congiungerci. Ci travaglia un torturante bisogno d'unione, ma tutti i nostri sforzi rimangono sterili, i nostri abbandoni inutili, le nostre confidenze infruttuose, i nostri amplessi impotenti, le nostre carezze vane. Quando vogliamo compenetrarci, gli slanci dell'uno verso l'altro non fanno che urtarci l'uno contro l'altro. E io ho un bel volere donarmi interamente, aprire tutte le porte della mia anima: ma non riesco ad abbandonarmi. Conservo in fondo, proprio nell'intimo, quel luogo segreto di ME dove nessuno penetra. Nesuno può scoprirlo, entrarvi, perché nessuno m'assomiglia, perché nessuno comprende nessun altro. (da "Solitudine") * Non ho paura d'un pericolo: se un uomo entrasse qui dentro lo ucciderei senza fremere. Non ho paura dei fantasmi; non credo al sovrannaturale. Non ho paura dei morti; credo all'annientamento definitivo di tutti gli esseri che trapassano. Allora?...già. Ebbene ho paura di me stesso, paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che si smarrisce, paura di questa orribile sensazione del terrore incomprensibile." (da "Lui?") *I clienti dell'albergo entravano lentamente nella grande sala da pranzo e si sedevano.<br>I camerieri cominciarono a servire con la stessa lentezza, per permettere ai ritardatari di giungere in tempo, e per non dover più tardi recare una seconda volta le stesse vivande.<br>I clienti più vecchi guardavano a ogni schiudersi d'uscio il sopraggiunto, in attesa di un viso nuovo. E questa la maggior distrazione delle città climatiche. Si attende l'ora dei pasti per conoscere i nuovi villeggianti, per indovinare chi sono, ciò che fanno, ciò che pensano. Un desiderio nasce in noi: quello di incontri gradevoli, di conoscenze piacevoli, forse anche di amori.<br>E ogni vicino, ogni sconosciuto, assume una grande importanza. La curiosità è vigile, la simpatia in attesa, la socievolezza in fermento.<br>Si hanno antipatie di una settimana e amicizie che durano un mese; si vedono le persone con occhi sempre diversi, sotto un'ottica speciale.<br>Si scoprono negli uomini, a un tratto, durante una conversazione, dopo cena, sotto gli alberi, una intelligenza superiore e meriti eccezionali, ma, dopo un mese, i nuovi amici così simpatici nei primi giorni, sono già bell'e dimenticati.<br>Si formano però anche legami durevoli e seri più presto che in qualunque altro luogo. Ci si vede tutti i giorni, ci si conosce molto presto e alla cordialità che comincia si mescola qualche cosa simile alla dolcezza e all'abbandono delle vecchie intimità.<br>Più tardi si conserva il ricordo caro e commosso di quelle prime conversazioni attraverso le quali si fa la scoperta delle anime, e si serba il ricordo dei primi sguardi che interrogano e rispondono alle domande e ai pensieri segreti che la bocca ancora non dice, il ricordo della prima confidenza cordiale, il ricordo della deliziosa sensazione provata aprendo il proprio cuore a qualcuno che sembrava aprirvi il suo.<br>E la tristezza della stazione climatica, la monotonia dei giorni sempre eguali rendono d'ora in poi più completo quello sbocciare d'affetti. (da ''Il tic'') *[[Festa nazionale francese|''14 luglio.'' Festa della Repubblica]]. Ho passeggiato per strada. petardi e bandiere mi rallegravano come un fanciullo, anche se è stupido essere allegri a una data fissa, per decreto governativo. Il popolo è un gregge imbecille, qualche volta stupidamente paziente, qualche volta ferocemente ribelle. Se gli si dice: «Divertiti», si diverte. Gli dicono «Va' a a combattere il nemico», e lui va a combattere. Gli dicono: «Vota per l'Imperatore», e lui vota così. Poco dopo gli dicono: «Vota per la Repubblica». E lui vota così.<br>Anche coloro che lo influenzano sono idioti, con la sola differenza che non ubbidiscono a degli uomini, ma a dei princìpi, che non possono essere altro che stolidi, sterili e falsi proprio per il fatto che sono dei princìpi, e cioè idee ritenute certe e immutabili, in un mondo dove non si è sicuri di nulla, dato che la luce è un'illusione, il rumore è un' illusione. (da ''Le Horla'') ==''Una vita''== ===[[Incipit]]=== Giovanna, fatte le valigie, s'avvicinò alla finestra: che insistenza, la pioggia!<br/>L'acquazzone aveva battuto tutta notte lastrico e tetti. Il cielo basso, carico d'acqua, sembrava rompersi e vuotarsi sopra la terra; e spappolarla, la terra, fonderla come zucchero. Passavano raffiche piene d'un calore pesante. Il mugliare dei ruscelli straripati empiva le strade deserte là dove le case bevevano l'umidità come spugne; l'umidità che invade gl'interni e fa sudare i muri dalla cantina al solaio. ===Citazioni=== *E poiché aveva finito d'attendere non c'era più nulla da fare, né oggi, né domani, né mai. Tutto ciò le dava una vaga delusione. È così che crollano i sogni. (pp. 74-75) *Non c'è niente di peggio, quando s'è [[Vecchiaia|vecchi]], che rimettere il naso nella propria giovinezza. (p. 137) *Il curato si avvicinò a Giovanna, le prese le mani, cercò di farle animo versando in quel povero cuore l'onda untuosa dei conforti chiesastici, parlò della morta, la celebrò in termini sacerdotali, mostrandosi triste di quella falsa tristezza dei preti per i quali un cadavere rappresenta pur sempre un beneficio [...]. (p. 140) ==''Viaggio in Sicilia''== *Nel [[Sicilia|siciliano]] [invece], si trova già molto dell'[[Arabia|arabo]]. Egli possiede la gravità di movimento, benché tenga dall'italiano una grande vivacità di mente. Il suo orgoglio natìo, il suo amore per i titoli, la natura della sua fierezza e persino i tratti del viso lo avvicinano anzi più allo spagnolo che all'italiano. Tuttavia, quel che suscita sempre, non appena si mette piede in Sicilia, l'impressione profonda dell'oriente, è il timbro della voce, l'intonazione nasale dei banditori per le strade. La si ritrova ovunque, la nota acuta dell'arabo, quella nota che sembra scendere dalla fronte nella gola, mentre, nel nord, sale dal petto alla bocca. E la cantilena trascinata, monotona e morbida, sentita di sfuggita dalla porta aperta di una casa, è proprio la stessa, col ritmo e con l'accento, di quella cantata dal cavaliere vestito di bianco che guida i viaggiatori attraverso i grandi spazi spogli del deserto. (pp. 39-41) *In una, la Latomia del Paradiso, si osserva, in fondo ad una grotta, una strana apertura, chiamata l'[[orecchio di Dionisio]], il quale veniva ad ascoltare vicino a questo buco, così almeno dicono, i lamenti delle proprie vittime. Circolano pure altre versioni. Alcuni eruditi pretendono che la grotta, messa in comunicazione col teatro, servisse da sala sotterranea per le rappresentazioni cui prestava l'eco della sua prodigiosa sonorità; i minimi rumori, infatti, vi assumono una sorprendente risonanza. (p. 125) *{{NDR|Riferendosi alla [[Venere Landolina]]}} La Venere di [[Siracusa]] è una donna, ed è anche il simbolo della carne. [...] La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di [[Paros]], è – dicono – La [[Venere Callipigia]] descritta da [[Ateneo di Naucrati|Ateneo]] e Lampridio, data da [[Eliogabalo]] ai siracusani.<br />Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza.<br />[[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]] scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola.<br />La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita.<br />È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere.<br />È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella. (pp. 127-133) *[...] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'[[Fiume Anapo|Anapo]].<br />Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,<br />La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,<br />Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,<br />Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico [[Ciane]], suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,<br />I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,<br />Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,<br />Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti? (p. 135) *La [[Sicilia]] è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo... Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un'estremità all'altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Forte come la morte''=== Il giorno penetrava nel vasto studio attraverso il lucernario aperto nel soffitto.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ===''In famiglia''=== Il tramway a vapore proveniente da Neuilly, passata la Porta Maillot, sferragliava per il lungo viale che conduce alla Senna. La piccola macchina col suo vagone a rimorchio fischiava per allontanare ogni ostacolo, sputava fumo, ansimava come una persona che corre.<ref name=F&L/> ===''L'eredità''=== Benché non fossero ancora le dieci, gli impiegati arrivavano come una fiumana sotto il portone del Ministero della Marina, affluendo frettolosi dalle quattro estremità di Parigi, poiché si avvicinava il capodanno, epoca di zelo e d'avanzamenti. Il rumore dei passi rapidi riempiva il vasto edificio tortuoso come un labirinto, solcato da inestricabili corridoi, forati da innumerevoli porte d'ingresso ai vari uffici. ===''La casa Tellier''=== Ci si andava ogni sera, verso le undici, come si va al caffè: in tutta semplicità.<ref name=F&L/> ===''Le Horla''=== ''8 maggio''<ref>La prima versione di questo lungo racconto fu pubblicata in ''Gil Blas'' del 26 ottobre 1886 e raccolta in volume solo dopo la morte dell'Autore; la seconda – che è quella qui pubblicata – fa parte della raccolta ''Le Horla'' edita a Parigi da Ollendorff nel 1887. Il titolo «Le Horla» è affascinante e misterioso. Da dove deriva questo nome? Sono state avanzate in proposito ipotesi altrettanto affascinanti, molte delle quali sono riassunte e presentate nel bel saggio di André Vial sulla ''Revue d'istoire littéraire de la France'' (nov.-dic. 1973). Si va da ''Horloribo'', personaggio di una nota pantomima a ''Hurlubleu'', racconto di Charles Nodier, dalla metatesi sillabica di Lahor (pseudonimo del dottor Cazalis, amico di Maupassant) a un ''incipit'' di Eugène Sue (''Hors l'Eglise pas de salut''). Marie Claure Bancquart, che a Maupassant ha dedicato la cura di tre volumi antologici e un esauriente saggio critico (''Maupassant conteur fantastique'', 1976), propone una derivazione da ''horsain'', che nel ''patois'' di Normandia significa «lo straniero», «l'estraneo». Ammand Lanoux e Louis Forestier, curatori dell'opera di Maupassant nell'edizione della Bibliothèque de la Pléiade, registrano anche derivazioni dall'alternanza vocalica o/a che si trova in Zola, e la fantasia slavizzante che vede in «Orla» l'accusativo della parola russa ''Oriol''. Qualche maggior attendibilità potrebbe avere l'ipotesi d'un anagramma da ''choléra'' (l'epidemia di colera apre e chiude il racconto). Ma la più semplice delle derivazioni mi sembra la più attendibile: ''Horla'' è una semplice contrazione di ''hors-là'': e si torna quindi al concetto di qualcosa che è al di fuori, al concetto di altro, estraneo, straniero. Sulla versione del titolo molte edizioni italiane cadono nella trappola grammaticale dell'acca aspirata francese e propongono semplicisticamente «''L'Horla''», che è un errore bello e buono. Ma anche la soluzione proposta dal finissimo ingegno di Alberto Savinio («''Il Gorla''») non persuade troppo per le risibili assonanze coi soprannomi della «mala» nell'''hinterland'' milanese. Meglio, dunque, lasciare l'intraducibile titolo originale (''N.d.T.'').</ref><ref>Flaubert è morto l'8 maggio 1880 (''N.d.T.'').</ref>. Che splendida giornata! Ho passato tutta la [[Mattino|mattina]] sdraiato sull'erba, davanti a casa mia, sotto l'enorme platano che le offre riparo, protezione e [[ombra]]. Mi piace questo paese e mi piace viverci perché qui sono le mie radici, radici profonde e sottili, che legano un uomo alla terra dove sono nati e morti i suoi antenati e lo legano anche ai [[Pensiero|pensieri]], ai pasti, alle usanze e agli alimenti, alle locuzioni del posto, alle intonazioni degli abitanti, agli odori della terra, dei villaggi e persino dell'aria! Mi piace la [[casa]] dove sono cresciuto. Dalle finestre vedo scorrere la Senna lungo il giardino dietro la strada, quasi presso di me, la grande e larga Senna, che va da Rouen a Le Havre, affollata da battelli che passano.<ref>La descrizione della casa corrisponde con esattezza assoluta alla topografia e alla disposizione interna della casa di Flaubert a Croisset. Cfr. anche l'articolo di Maupassant intitolato «Flaubert et sa maison» (''Gil Blas'', 24.XI.1890) (''N.d.T.'').</ref> ===''Palla di sego''=== Resti dell'esercito in rotta passavano da più giorni per la città. Non erano più truppe ma orde di sbandati, ormai. Sporchi e con la barba lunga, le uniformi lacere, andavano stracchi e senza bandiera, senza reggimento.<ref>Da ''Le serate di Médan'', citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ==Citazioni su Guy de Maupassant== *Ho letto Maupassant. Ti prende con la maestria dei colori, ma non ha nulla da dire, poveretto. ([[Lev Tolstoj]]) *Lui sì, che è un vero scrittore. I suoi racconti fanno sostanzialmente schifo, ma i romanzi sono buoni. Mi sono imbattuto in qualche frase davvero ficcante. Sono appena sceso dalla brandina per annotarmene una, che in sostanza dice qualcosa come: «Aveva quel fortunato aspetto che le donne sognano e gli uomini trovano repellente». Non è fantastica? ([[Aleksej Naval'nyj]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *{{fr}} Guy de Maupassant, ''[[s:fr:Bel-Ami/Édition Ollendorff, 1901|Bel-Ami]]'', Ollendorf, Paris, 1901. *Guy de Maupassant, ''[https://books.google.it/books?id=_Rbl1dMVbMoC Bel-Ami]'', traduzione di [[Orsola Nemi]], Rizzoli, 2010 (edizione digitale). ISBN 978-88-58-60122-8. *Guy de Maupassant, ''[https://books.google.it/books?id=rEF-MAzvvtwC Bel-Ami]'', traduzione di [[Giorgio Caproni]], Rizzoli, 2012 (edizione digitale). ISBN 978-88-58-62498-2. *Guy de Maupassant, ''L'eredità'', traduzione di Massimo Mila, Einaudi, 1989 *Guy de Maupassant, ''La vita errante'', traduzione di Graziella Martina, Ibis, 2012. ISBN 978-88-7164-120-1 *Guy de Maupassant, ''Le Horla'', traduzione di Lucio Chiavarelli, in "Storie di vampiri", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton 1994. ISBN 8879834177 *Guy de Maupassant, ''Le sorelle Rondoli'', in ''Tutte le novelle'' vol. II, Gherardo Casini Editore, Roma, 1956 *Guy de Maupassant, ''Racconti fantastici'', traduzione di Egidio Bianchetti, Oscar Classici, Mondadori editore 1988. ISBN *Guy de Maupassant, ''Una vita'', traduzione di [[Marino Moretti]], Oscar Mondadori, 1984. *Guy de Maupassant, ''Viaggio in Sicilia'', Sigma edizioni. ISBN 887231039X *Guy de Maupassant, ''[[:s:Pierre e Jean|Pierre e Jean]]'', traduzione di Giacomo di Belsito, Garzanti. ==Altri progetti== {{interprogetto}} ==Adattamenti== ===Film=== *''[[Il maschio e la femmina]]'' (1966) *''[[Bel Ami - Storia di un seduttore]]'' (2012) ===Opere=== {{Pedia|Una vita (Maupassant)|''Una vita''|(1883)}} {{Pedia|Bel Ami||(1885)}} {{DEFAULTSORT:Maupassant, Guy de}} [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] ql3kufsvlk1d5nqiq4ckzaq2kyl73x2 Povertà 0 2009 1351315 1351302 2024-11-11T13:08:01Z Udiki 86035 Annullata la modifica [[Special:Diff/1351302|1351302]] di [[Special:Contributions/~2024-9620|~2024-9620]] ([[User talk:~2024-9620|discussione]]) è sui malvagi, nelle tematiche non si mette l'omissis 1351315 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Nepali slum in Bhutan.jpg|thumb|upright=1.2|Quartiere povero in Bhutan]] Citazioni sulla '''povertà''' e sui '''poveri'''. ==Citazioni== *Ai poveri è proibito fare all'amore! ([[Papa Pio II]]) *Al povero non va dato ciò che è possibile a noi ma ciò di cui lui ha bisogno. ([[Oreste Benzi]]) *[[Amartya Sen]], premio Nobel per l’economia, diceva sulla povertà una cosa importante. L’aveva conosciuta, l’aveva conosciuta da vicino, diceva: la vera povertà non è la mancanza di soldi, la vera povertà è la tua impossibilità di migliorare la condizione nella quale ti trovi, che è data da quello che ti circonda. ([[Giorgia Meloni]]) *Attraverso le apparizioni di Lourdes, Nostra Signora ha voluto restaurare in noi l'amore dei poveri e della povertà, un amore ingegnoso e liberatore. ([[René Laurentin]]) *Aiutare i poveri non vuol dire semplicemente distribuire denaro. Vuol dire soprattutto permettere loro di istruirsi e curarsi, metterli in condizione di provvedere ai propri bisogni. ([[Tenzin Gyatso]]) *Beati voi poveri, perché vostro è il [[Regno dei cieli|regno di Dio]]. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *Beato l'uomo che comprende le afflizioni dei poveri, e si adopera per consolarli. ([[Giacomo Cusmano]]) *Bisogna aiutare gli ultimi, bisogna sostenere quelli che hanno bisogno, ma bisogna dare [[lavoro]]. Un antico proverbio dice: se vedi un povero insegnagli a pescare, non dargli un pesce. ([[Edmondo Cirielli]]) *''Chi opprime il povero offende il suo creatore, | chi ha pietà del misero lo onora.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *Ciò che spesso si dice povertà, ma che è invero solo un rapporto più semplice e sincero con la natura, conferisce alla vita una particolare attrattiva, proprio come l'astinenza ci dà il desiderio del cibo. ([[Henry David Thoreau]]) *''Custodiscono tutto ciò che è vita, | anche se solamente li ha sfiorati, | come la vecchia scatola di latta | dove altri han conservato sigarette. | I poveri scrutano, | badano a tutto, | anche per te, essi vivono | – e non dimenticano.'' ([[Dezső Kosztolányi]]) *D'accordo: la povertà non è una [[vergogna]]. Ma quel che m'insospettisce è il fatto che questa sentenza sia stata inventata dai ricchi. ([[Carl Schurz]]) *Di loro si occupano, certo gli intellettuali comunisti o filocomunisti; ma essendo questi, come pare dimostrato, servi mistici di un impero materiale, non possono considerarli se non sotto il loro aspetto di strumenti, oppure, come osserva [[Elsa Morante]], d'ideali pastori di una brutta Arcadia operaia. ([[Juan Rodolfo Wilcock]]) *E il guaio caratteristico è questo, che meno quattrini si hanno e meno ci si sente disposti a spenderli in cibo sano. Un milionario può apprezzare a colazione, la mattina, succo d'arancia e biscotti leggeri; un disoccupato no[...] Quando si è disoccupati, quando cioè non si mangia abbastanza, e si è tormentati, annoiati e depresso, non si ha voglia di mangiare tediosi cibi sani. Si ha voglia di qualcosa un po' "stuzzicante". [...] I risultati di tutto ciò sono visibili in una degenerazione fisica [...]. ([[George Orwell]]) *È nella povertà [...] che le [[Criminalità organizzata|organizzazioni criminali]] reclutano agevolmente le nuove leve della manovalanza. ([[Federico Cafiero De Raho]]) *Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. Spesso prendeva qualcosa di caldo: la febbre. ([[Giobbe Covatta]]) *Essere poveri è il meno. È l'esser conosciuti come poveri, che fa male. ([[Jerome K. Jerome]]) *Farsi povero con il povero per portarlo a Cristo. ([[Angela della Croce]]) *I miei erano così poveri che si sono sposati per avere il riso! (''[[A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar]]'') *I poveri che danno nonostante la loro povertà, che condividono ciò che sarebbe loro necessario come la vedova di Sarepta, fanno miracoli, conquistano il Cielo. ([[Claude de la Colombière]]) *I poveri, ci vuol poco a farli comparir birboni. ([[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'') *I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi. ([[Antonio Bello]]) *I poveri non hanno capacità di consumo, perciò il mercato li ignora. ([[James Orbinski]]) *I poveri non hanno spiccioli hanno solo pochi soldi. ([[Marcello Marchesi]]) *I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla. ([[Antonio Bello]]) *I poveri sono la persona di Gesù Cristo, e si devono rispettare. Riguardiamo nei poverelli e negli infermi lo stesso Dio, e soccorriamoli con tutto l'affetto del nostro cuore e secondo le proprie nostre forze. Consoliamo con dolci parole i poveri ammalati e prontamente rechiamo loro soccorso. ([[Felice di Nicosia]]) *I poveri sono poveri perché le loro capacità sono limitate: non per quello che non hanno, ma per quello che non possono fare. ([[Meghnad Desai]]) *Il [[capitalismo]] non ha né la possibilità, né la morale, né l'etica, né la volontà di risolvere i problemi della povertà. ([[Fidel Castro]]) *Il povero intelligente è un osservatore assai più sottile che non il ricco intelligente. A ogni passo che fa, il povero si guarda intorno e tende l'orecchio diffidente a tutte le parole di coloro che incontra. Ogni suo passo presenta, per così dire, un compito, una fatica ai suoi pensieri e sentimenti. Egli ha l'udito acuto e sensibile, è esperto e ha l'anima segnata di cicatrici... ([[Knut Hamsun]]) *Il povero sente più degli altri la dignità dell'uomo. ([[Giacomo Cusmano]]) *Il solo pensiero di una famiglia senza il necessario per vivere, mi da un'acuta sofferenza fisica. Io so, per averlo provato, che cosa vuol dire la casa deserta ed il desco nudo. ([[Benito Mussolini]]) *Il vero povero è colui che fa cattivo uso di ciò che ha. Il vero ricco è colui che fa buon uso di ciò che possiede. ([[Mikha'il Nu'ayma]]) *In verità non è povertà, se è lieta; povero è non chi possiede poco, ma chi desidera di più. ([[Lucio Anneo Seneca]]) *Innanzi il [[cristianesimo]] il solo popolo [[ebrei|ebraico]] ci offre un complesso di leggi tendenti sì a prevenire e sì a soccorrere la povertà. A nome di [[Dio]] Mosè dichiarava che nel suo popolo non doveva esservi uomo indigente o mendico. ([[Carlo Luigi Morichini]]) *Io amo i poveri, e soffrirei in un mondo senza poveri; i poveri sono le brioches dell'anima. ([[Giorgio Manganelli]]) *L'unico vantaggio della povertà è che quando si comincia da zero si può solo migliorare. ([[Tomás Eloy Martínez]]) *La borghesia illuminata considera il povero una miniera inesauribile di ricchezza e la sfrutta in modo che si dica poi che è un modo intelligente. ([[Aldo Busi]]) *La povertà cristiana, espressione d'[[amore]], è solidale coi poveri ed è protesta contro la povertà. Questo è il significato concreto e attuale che rivestirà la testimonianza di povertà vissuta non per se stessa, ma come un'autentica [[imitazione di Cristo]] che assume il peccato dell'uomo, per liberarlo dal [[peccato]] e da tutte le sue conseguenze. ([[Gustavo Gutiérrez]]) *La povertà da sola non è [...] in grado di protestare. ([[Juliet Mitchell]]) *La povertà è il solo lusso delle persone [[Onestà|oneste]]. ([[Libero Bovio]]) *La povertà è sempre stata di casa con la [[filosofia]]: è onesta, moderata, padrona di poco, desiderosa di approvazione, è un bene sicuro rispetto alle [[Ricchezza|ricchezze]]; non si preoccupa mai delle apparenze, è di modi semplici, benevola quando dà consigli, non istiga mai alcuno alla superbia, non riduce mai alcuno al male per la sua sfrenatezza, mai rende bestiali con la sua tirrannia, non vuole, né può, tutti i piaceri del ventre e del sesso. ([[Apuleio]]) *La povertà è una condizione molto pericolosa, uno stato di vita quasi embrionale, attraverso il quale è meglio passare se si vogliono mantenere sicuramente gli ulteriori sviluppi, ma che, come il morbillo o la scarlattina, è meglio avere in forma benigna e guarire il più presto possibile. ([[Samuel Butler]]) *La povertà è una forma di halitosi sprirituale. ([[George Orwell]]) *La povertà è una grande educatrice. ([[Neil Postman]]) *La povertà [...] fu presso i Greci giusta in [[Aristide]], buona in [[Omero]], valorosa in [[Epaminonda]]. Ancora oggi la povertà ha posto fin dalle origini il fondamento dell'impero del popolo romano, e per lui ancor oggi essa offre sacrifici agli dèi immortali con un mestolo e una scodella di terracotta. ([[Apuleio]]) *La povertà ha volti diversi. Da noi non c'è abbondanza. Da noi non c'è la libertà di scelta. In Svezia ho avuto la sensazione di intuire quella povertà che ha le sue origini nella mancanza della necessità di lottare per la propria sopravvivenza. Per me quella lotta ha una dimensione religiosa. Non vorrei essere al vostro posto. ([[Henning Mankell]]) *La scuola della povertà è la nutrice dei grandi animi: si è quella che prepara e dispone gli uomini alle cose eccelse; è quella che sforza la volontà a porre in mostra, e ripulire, mediante il lavoro, gli attributi dell'ingegno, è quella che dalla spessa corteccia dell'uomo di mondo, desta, riscuote, sprigiona, incita al volo la farfalla del genio. ([[Vittorio Bersezio]]) *La sofferenza dei poveri è nostra! E vogliamo sperare che questa nostra simpatia sia di per sé stessa capace di suscitare quel nuovo amore che moltiplicherà, mediante un'economia provvida e nuova al suo servizio, i pani necessari per sfamare il mondo. ([[Papa Paolo VI]]) *La [[vita]] è una cella un po' fuori dell'ordinario, più uno è povero più si restringono i metri quadrati a sua disposizione. ([[Vasco Pratolini]]) *Lavoro pei poveri: e sono contento, E se il mondo fosse pieno di finzioni? E se tanti poveri sono bricconi? E se io sono novizzo? ([[Ambrogio Bazzero]]) *– Ma, eminenza, Gesù Cristo non è morto povero?<br />– Appunto, non vogliamo fare la stessa fine. ([[Pino Caruso]]) *Mi rifiuto di insultare il povero offrendogli dei cenci di cui non ha bisogno invece che del [[lavoro]] di cui ha un bisogno estremo. ([[Mahatma Gandhi]]) *Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri. ([[Madre Teresa di Calcutta]]) *Monetizzare il bisogno genera dipendenza e monetizzare il bisogno mantiene poveri. ([[Maria Chiara Gadda]]) *Nacqui povero, ed imparai prima a stentare che a godere. ([[Niccolò Machiavelli]]) *Nessun uomo intraprendente accetterà mai di rimanere povero quando sia convinto che chi sta meglio di lui si è procacciato la ricchezza con la fortuna e l'imbroglio. ([[John Maynard Keynes]]) *Nessuno di noi è povero se non desidera il superfluo e possiede il necessario, che per natura è assai poco. ([[Apuleio]]) *Niente è più sicuro di una dolce povertà. ([[Fernando de Rojas]]) *Noi non ci occupiamo dei poverissimi. Questi sono inimmaginabili e li possono avvicinare solo gli esperti di statistica o i poeti. La nostra storia tratta della gente di buona famiglia, o di coloro che sono obbligati a far finta di esserlo. ([[Edward Morgan Forster]]) *Non bisogna mai disprezzare i poveri, perché questo disprezzo ricade su Dio. ([[Giovanni Maria Vianney]]) *Non c'è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare. ([[Oreste Benzi]]) *Non è che gli abitatori i ''slums'' non possano fare a meno della sporcizia e della promiscuità, come ama credere la borghesia panciuta [...] Si dia al popolo una casa decente e il popolo imparerà in breve a tenerla in modo decente. ([[George Orwell]]) *Non esiste un uomo tanto povero da non poter donare qualcosa agli altri. ([[Romano Battaglia]]) *Non fa paura il povero, non fa paura la voce di giustizia che Dio fa sua, ma il numero dei poveri.<br>Io non li ho mai contati i poveri, perché non si possono contare: '''i poveri si abbracciano, non si contano'''. Eppure v'è chi tiene la statistica dei poveri e ne ha paura: paura di una pazienza che si può anche stancare, paura di un silenzio che potrebbe diventare un urlo, paura del loro lamento che potrebbe diventare un canto, paura dei loro stracci che potrebbero farsi bandiera, paura dei loro arnesi che potrebbero farsi barricata. ([[Primo Mazzolari]]) *Non ho mai conosciuto una persona che ammettesse di essere ricca o di stare dormendo: forse chi è povero o sta sveglio ha un qualche grande vantaggio di ordine morale? Perché mai sarà così? ([[Patrick O'Brian]]) *Nulla è scandaloso quanto gli stracci e nessun [[crimine]] è vergognoso quanto la povertà. ([[George Farquhar]]) *''O amor de povertate, | regno de tranquillitate! Povertate, via secura, | non ha lite né de nulla tempestate''. :O amor di povertà, regno di tranquillità! Povertà è la strada sicura, su cui non s'incontrano né liti né odi, non si devono temere i ladri né alcuna tempesta. ([[Iacopone da Todi]]) *Oggi casa povera è il mondo intero, che ha tanto bisogno di [[Dio]]! ([[Albino Luciani]]) *'''Pauper ubique iacet'''. ''Il povero dovunque giace''. Così Ovidio (Fast., I, 218). E Perpetua a Renzo: «Mala cosa nascer povero, il mio caro Renzo!» ([[I promessi sposi|Pr. Sp., II]]). E Agnese al cardinal Borromeo: «I poveri ci vuol poco a farli comparir birboni» (Pr. Sp., XXIV). Simili pensieri di vera sapienza puoi leggere anche nei mirabili colloqui di don Chisciotte con Sancio Pancia. Ed è forse per questo che Cristo, non potendo aprire ai poveri le porte della terra, assicurò quelle del cielo. ([[Alfredo Panzini]]) *Per ogni povero che impallidisce di fame, c'è un ricco che impallidisce di paura. ([[Louis Blanc]]) *''Povertate muore en pace, nullo testamento face, | lassa el mondo come iace | e la gente concordate''. :Povertà muore in pace, non lascia nessun testamento, lascia il mondo come sta e tutti lascia in armonia. ([[Iacopone da Todi]]) *Quando si è poveri, il difficile non è scoprire in sé come si potrebbe essere virtuosi, ma con cosa. ([[Maurice Sachs]]) *Quando si parla di povera gente, di persone che vivono ai margini, non si fanno mai dei distinguo, non si cercano mai le radici del problema, si dice sempre: sono fannulloni, vivono alle spalle dello [[Stato]]. ([[Riccardo Ricciardi (politico)|Riccardo Ricciardi]]) *Quando si pensa essere sì pochi che godono o per meglio dire monopolizzano i benefici della società incivilita e che tanti sono i sofferenti, non si può fare a meno di dubitare: se veramente la classe povera ritrae molto profitto dalla civiltà presente. ([[Giuseppe Garibaldi]]) *{{NDR|In [[Inghilterra]]}} Qui la povertà è [[vergogna]] che nessun merito lava. ([[Ugo Foscolo]]) *Se nasci povero non è colpa tua, ma se muori povero sì. ([[Bill Gates]]) *Se potete permettervi una nuova tv, potete certo contribuire a ridurre quel fenomeno osceno che è la povertà globale. ([[Paul Kennedy]]) *Se siete ancora poveri a 35 anni lo meritate. ([[Jack Ma]]) *Se volete dare a un uomo il senso della povertà dategli mille dollari. I successivi cento non varranno per lui più dei dieci che guadagnava prima. Abbiate pietà di lui e negategli i vostri doni. ([[Henry David Thoreau]]) *Senza il [[purgatorio]] e l'[[inferno]], il buon [[Dio]] non sarebbe che un povero [[re]]. ([[Anatole France]]) *Senza una conoscenza umana del povero, non si arriva alla conoscenza fraterna. l'uomo deve vedere l'uomo nel povero. Il "compagno" non basta, il "camerata" non basta, come non basta colui che è della nostra razza, della nostra classe, della nostra nazione.<br>Non disprezzo nessuna conoscenza e nessun vincolo, ma abbiamo troppo sofferto, e tuttora soffriamo, di questi limiti di umanità: abbiamo troppo sofferto per quello che è legato alle parole razza, nazione, casta, classe, per accoglierle come il momento della nostra conoscenza. Abbiamo bisogno di veder subito l'uomo, per non cadere di nuovo nella tentazione d'ipotecare la giustizia e di restringere il cuore. Vogliamo anzitutto una visione umana del povero, perché il povero non ha nazione, né classe, né razza, né partito: è l’uomo che domanda a tutti pietà e amore.<br>E quando dico voglio vedere l'uomo, non intendo l'uomo dei filosofi, che non m'interessa, come non m'interessa il dio dei filosofi. Intendo l'uomo reale, l'uomo vero, in carne e ossa: uno cioè che posso toccare. E quest'uomo che posso toccare e che chiede pietà sono io stesso. Povero è l'uomo, ogni uomo. Non per quello che non ha, ma per quello che è, per quello che non gli basta, e che lo fa mendicante ovunque, sia che tenda la mano, sia che la chiuda.<br>Il povero sono io, chi ha fame sono io, chi è senza scarpe sono io. Questa è la realtà: così è il vedere reale. Io sono il povero; ogni uomo è il povero! ([[Primo Mazzolari]]) *Solo i poveri conoscono il [[senso della vita|significato della vita]]; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare. ([[Charles Bukowski]]) *Tutte le migliaia di poveri che sono morti da noi, alla fine hanno avuto la gioia di un biglietto per San Pietro. ([[Madre Teresa di Calcutta]]) *Tutti sappiamo riconoscere la povertà quando ce la troviamo di fronte, ma non è tanto facile definire tale condizione in termini obiettivi. Il reddito stesso non è un'unità di misura del tutto soddisfacente, in quanto non ci dice nulla sulla vita che la gente effettivamente conduce. A un'esatta descrizione di cosa sia la povertà ci si avvicina maggiormente quando la si definisce come l'impossibilità di soddisfare i propri bisogni o le proprie necessità materiali. ([[Oscar Lewis]]) *Una visione realistica del problema della povertà nel mondo esige, deve esigere, una decisione e un coraggio che non potranno mai trovare ispirazione da un ottimismo opportunistico. ([[Gunnar Myrdal]]) *Vedendo uno che faceva una colletta per le divinità, uno spartano disse che non aveva nessuna stima per un dio che fosse più povero di lui. ([[Anonimi spartani|anonimo spartano]]) *Voglio essere povero. Sì, sì, un povero. Cristo era povero, i suoi apostoli erano poveri. Voglio essere libero, come sono liberi loro. (''[[Fratello sole, sorella luna]]'') *Voi poveri sì che siete furbi, vero?!? Già ai tempi della Bibbia avete fatto in modo di avere una stampa favorevole!! E da allora "non abbiamo da vivere", "non abbiamo da vivere"!! Però, non solo non vi estinguete mai, ma ogni giorno che passa siete sempre più numerosi. Birichini!!! ([[Quino]]) ===[[San Vincenzo de' Paoli]]=== *Dio ama i poveri, e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri. *Il servizio dei poveri deve essere preferito a tutto. Non ci devono essere ritardi. *Non dobbiamo regolare il nostro atteggiamento verso i poveri da ciò che appare esternamente in essi e neppure in base alle loro qualità interiori. Dobbiamo piuttosto considerarli al lume della fede. *Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcuna timore della morte. ==Proverbi== *La povertà offusca l'intelligenza. ([[Proverbi giapponesi|giapponese]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *A fare i poveri non si spende nulla. *A veste logorata poca fede vien prestata. *Acqua e pane, vita da cane. *Al miser uomo non giova andar lontano, ché la sciagura sempre gli tien mano. *Buono l'amico, buono il parente, ma triste la casa dove non si trova niente. *Cento ladri non possono spogliare un uomo nudo. *Chi con i poveri è sgarbato, sarà sempre tribolato. *Cucina senza sale, credenza senza pane, cantina senza vino, si fa un mal mattino. *Da san Martino a Natale, ogni povero sta male. *Dei peccati dei signori fanno penitenza i poveri. *È meglio dire poveretto me, che poveretti noi. *I debiti dei poveri fanno gran fracasso. *I poveri mantengono la giustizia. *I poveri non hanno [[parenti]]. *Il pane del povero è sempre duro. *In povertà, è sospetta la lealtà. *La povertà mantiene la [[carità]]. *La vera povertà è vergognosa. *L'estate è la madre dei poveri. *Né cavalli, né giardini son dei poverini. *Non v'è pensier penoso, quanto onore e povertà. *Pignatta vuota e boccale asciutto, guastan tutto. *Povertà non è vizio. *Povertà non guasta gentilezza. *Povertà, è madre di sanità. *Se ti trovi dal bisogno stretto, prima che da altri vai dal poveretto. *Se vuoi vedere un uomo quanto è brutto: un uomo senza denaro dice tutto. *Uomo senza denaro è una pecora senza lana. ====[[Proverbi napoletani|Napoletani]]==== *'Mar'-Isso sposa 'Mar'-essa e fanno 'mar'-a-loro.<ref>Povero lui sposa povera lei e fanno poveri loro.</ref> ====[[Proverbi toscani|Toscani]]==== *Gli stracci vanno all'aria. *I poveri s'ammazzano, e i signori s'abbracciano. *I poveri sono i primi alle forche, e gli ultimi a tavola. *Nessun diventò mai pover per far limosine. ==Modi di dire== ===[[Modi di dire napoletani|Napoletani]]=== *Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.<ref>Con le natiche nell'acqua. ''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua''. Stare con le natiche nell'acqua: essere in grande miseria.</ref> *L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.<ref>Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto. C'è estrema penuria di risorse economiche.</ref> *Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.<ref>Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare. Vale a dire: è povero in canna.</ref> *Nun tengo manco l'uocchie pe'chiagnere.<ref>Non ho nemmeno gli occhi per piangere (non mi restano neppure più gli occhi, mi hanno preso anche quelli). Cioè: sono finito sulla paglia, sono nella più nera miseria.</ref> ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Indigenza]] *[[Miseria]] *[[Ricchezza]] *[[Ricchezza e povertà]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante la|wikt|commons_preposizione=sulla}} [[Categoria:Disuguaglianza sociale]] [[Categoria:Qualità sociali]] [[Categoria:Sociologia economica]] lh36g9ygm99u5cgh2f09ssdbsn0nfxe Michail Gorbačëv 0 2418 1351491 1345319 2024-11-12T08:08:35Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351491 wikitext text/x-wiki [[File:RIAN archive 359290 Mikhail Gorbachev.jpg|thumb|Gorbačëv nel 1986]] {{Premio|Nobel|la pace '''(1990)'''}} '''Michail Sergeevič Gorbačëv''' (1931 – 2022), politico russo. ==Citazioni di Michail Gorbačëv== ===1985=== *La posizione dell'Urss è nota a tutti e io posso solo ribadire che non vogliamo una superiorità unilaterale sugli Stati Uniti e i Paesi della Nato, ma l'interruzione della corsa agli armamenti. Per questo proponiamo di congelare gli arsenali nucleari e di cessare l'ulteriore installazione dei missili. Noi chiediamo una reale e decisa riduzione degli armamenti già accumulati, non la creazione di nuovi sistemi di armi, siano essi nel cosmo o sulla Terra.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1001_01_1985_0051_0001_22805403/ ''«Non vogliamo superare la potenza nucleare Usa»''], ''La Stampa'', 12 marzo 1985</ref> ===1987=== *Una mezza verità è peggio di una menzogna.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0974_01_1987_0122_0007_13389914/ ''Gorbaciov ai romeni: non siete felici''], ''La Stampa'', 27 maggio 1987</ref> {{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/05/20/page_013.pdf La gente chiede: «Non fermate la perestrojka»]''|Intervista di Gerardo Chiaromonte, Renzo Foa e Giuliette Chiesa, ''L'Unità'', 20 maggio 1987|h=4}} *Vi dico subito che mi piace molto il popolo italiano: sprizza vita ed energia. *Ho sempre ritenuto una mia «debolezza» il fatto di interessarmi di molte cose in campi diversi. Non saprei neppure dire quali materie mi interessavano particolarmente a scuola, quali discipline mi piacevano di più e quali di meno. Ad esempio, mi iscrissi alla facoltà di giurisprudenza ma, inizialmente, volevo iscrivermi a quella di fisica. Mi piaceva molto la matematica ma anche la storia e la letteratura. Ricordo ancora a memoria le poesie imparate a scuola. Si può, forse, essere d'accordo sul fatto che nella vita realizzano molto coloro che si concentrano in qualche campo specifico. Però mi sono più simpatiche le persone che hanno un vasto spettro di interessi. *Qui le citazioni non servono. Se non ci impadroniamo del metodo creativo di Lenin non potremo fare una analisi dell'attualità ed elaborare decisioni giuste. *Il fatto è che il socialismo non può assicurare condizioni di vita e consumi uguali per tutti. Ciò avverrà nel [[comunismo]]. *Si sente dire ogni tanto che l'Unione Sovietica accetterà soltanto quel regolamento politico del problema afghano che manterrà l'Afghanistan nella propria «sfera d'influenza». È un giudizio profondamente errato, l'Unione Sovietica non ha, in generale, sfere di influenza e non tende a crearle. Per quanto riguarda l'Afghanistan, noi appoggiamo in pieno le posizioni del movimento dei non allineati affinché questo paese rimanga indipendente, sovrano, non allineato. Qualora l'Afghanistan decidesse di diventare anche uno Stato neutrale, sarebbe pur sempre una decisione che spetta al popolo afghano. *Non abbiamo ragioni per assumere nei confronti di Israele un atteggiamento diverso da quello verso qualsiasi altro paese, tranne che per un punto la politica aggressiva di Israele nei riguardi degli arabi. *Senza democrazia non c'è iniziativa, senza democrazia non c'è partecipazione diretta alla gestione della produzione, senza democrazia non c'è giustizia sociale, senza democrazia non c'è compartecipazione di ognuno ai problemi dell intera società. *La stessa Rivoluzione d'Ottobre ha aperto uno spazio nuovo all'affermazione dei diritti e della libertà della persona dell uguaglianza e della giustizia. ===1988=== *Non dissimuliamo il nostro atteggiamento di fronte alla concezione religiosa che è non materialista, non scientifica, ma non per questo autorizza a mancare di rispetto verso il mondo spirituale dei credenti e ancor meno a far ricorso a qualunque pressione amministrativa a sostegno delle idee materialiste. (dal discorso alla XIX Conferenza del Pcus, 28 giugno 1988)<ref name=religione>Citato in [[Giulio Andreotti]], ''L'URSS vista da vicino'', Rizzoli, Milano, 1988, pp. 330-331</ref> *''Tutti i credenti, indipendentemente dalla religione che professano, sono cittadini dell'Urss a pieno titolo.'' La grande maggioranza di essi partecipa attivamente alla nostra vita produttiva e sociale, al raggiungimento delle mete della perestrojka. (dal discorso alla XIX Conferenza del Pcus, 28 giugno 1988)<ref name=religione/> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0961_01_1988_0157_0005_13037036/ E Gorbaciov zittì il delegato armeno]''|Discussione del presidio del Soviet supremo dell'Urss sul [[conflitto del Nagorno Karabakh]], 18 luglio 1988, riportato ne ''La Stampa'', 23 luglio 1988|h=4}} *È noto che in Armenia vivono non meno azerbaigiani di quanti armeni viano nel Nagorny-Karabakh. Vogliamo fare anche per questi una regione autonoma? *Per secoli armeni e azerbaigiani sono vissuti su questa terra. Per loro il Karabakh è la culla, per così dire, uno dei capisaldi della nazione armena. Ma dal Karabakh sono venuti non pochi compositori e artisti dell'Azerbaidjan. Non si può passare attraverso l'anima degli uomini, le famiglie, i secoli, in modo semplicistico, come con un aratro. *Ci sono 400 mila armeni nell'Azerbaidjan, di questi 270 mila sono a Baku. In Georgia ne vivono 500 mila. Che cosa dobbiamo farne? Dobbiamo cedere anche questi all'Armenia? {{Int|Da ''L'inizio di un'era di pace''|Discorso pronunciato a New York il 7 dicembre 1988 all'Assemblea generale dell'Onu, riportato in ''Pensare il mondo nuovo'', ''L'Unità'', 2 giugno 1989|h=4}} [[File:RIAN archive 828797 Mikhail Gorbachev addressing UN General Assembly session.jpg|thumb|Gorbačëv all'Assemblea generale dell'Onu]] *Il mondo in cui viviamo oggi è radicalmente diverso da quello dell'inizio o addirittura della metà del nostro secolo. Ed esso continua a mutare in tutte le sue componenti. La comparsa delle armi nucleari non ha fatto che sottolineare tragicamente il carattere fondamentale di tali mutamenti. In quanto simbolo materiale e veicolo di una forza bellica assoluta, esse hanno contemporaneamente messo a nudo i limiti assoluti di tale forza. Si è posto in tutta la sua grandezza il problema della sopravvivenza e dell'autoconservazione dell'umanità. Sono in atto profondissimi mutamenti sociali. *Le comunicazioni internazionali si sono incomparabilmente semplificate. Oggi ben difficilmente è possibile tenere chiusa una qualsiasi società. Ciò richiede una decisa revisione dei punti di vista su tutto l'insieme dei problemi della cooperazione internazionale, in quanto elemento di primaria importanza per la sicurezza universale. *La libertà di scelta è un principio universale e non deve conoscere eccezioni. *Noi non rinunciamo alle nostre convinzioni, alla nostra filosofia e alle nostre tradizioni, né invitiamo nessuno a rinunciare alle proprie. Ma non intendiamo neppure rinchiuderci nell'ambito dei nostri valori. Ciò ci condurrebbe a un inaridimento spirituale, poiché significherebbe rinunciare a una possente fonte di sviluppo, quale è lo scambio di tutto ciò che di originale viene creato da ogni nazione autonomamente. *L'[[Organizzazione delle Nazioni Unite]] riassume in sé gli interessi di diversi Stati. Essa è l'unica in grado di riunire in un flusso unico i loro sforzi, siano essi bilaterali, regionali e globali. *Non dimentichiamo che il mondo in via di sviluppo ha anticipato la prosperità di una parte non piccola della comunità mondiale al prezzo di perdite e sacrifici incalcolabili nell'era del colonialismo. È giunto il momento di compensare le privazioni che hanno accompagnato questo suo contributo storico e tragico al progresso materiale del mondo. *Vediamo un attimo di riflettere: non sarebbe il caso di costituire presso le Nazioni Unite un centro di pronto soccorso ecologico? Le funzioni di questo centro potrebbero essere quelle di inviare gruppi internazionali di specialisti in quelle regioni dove si registri un brusco peggioramento dello stato ecologico. *Lo sviluppo e le relazioni internazionali sono stati deformati dalla corsa agli armamenti. ===1989=== *Gli appelli all'autarchia economica e all'isolamento culturale sono profondamente estranei agli interessi di ogni popolo dell'Urss e dell'intera società.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0938_01_1989_0148_0001_24978789/ ''«In pericolo l'unità dell'Urss»''], ''La Stampa'', 2 luglio 1989</ref> *Le condizioni di lavoro in Unione Sovietica sono rimaste ai tempi di [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]].<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0939_01_1989_0158_0001_24981998/ ''«Siamo rimasti agli zar»''], ''La Stampa'', 15 luglio 1989</ref> *In Urss [...] ci sono cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e altri gruppi religiosi, e tutti hanno il diritto di soddisfare le loro esigenze spirituali.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0952_01_1989_0277_0002_24183965/ ''Sarà varata una legge''], ''La Stampa'', 2 dicembre 1989</ref> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0952_01_1989_0280_0028_24178482/ Gorbaciov: a tu per tu parlando di Guicciardini]''|Colloquio con Giovanni Spadolini, ''La Stampa'', 6 dicembre 1989|h=4}} *L'idea della casa comune europea non è nata a tavolino, è il risultato della storia dell'Europa ed è stata generata dalle realtà della fine del XX secolo. *Non si può sopprimere l'identità dei popoli, c'è invece chi vuole amalgamare tutto, mescolare tutto, per togliere il carattere individuale di un popolo.<br>Guardiamo all'Urss, guardiamo ai problemi che si pongono all'Unione Sovietica in quanto casa comune sovietica. In questa casa si sta discutendo in che modo impostare la vita, popoli vi vivono da centinaia di anni con radici concrete, proprie tradizioni, propri problemi, proprie realizzazioni. Un patrimonio che è entrato nelle coscienze, nel codice genetico. Un patrimonio che abbiamo ignorato in passato portando così all'accumulazione di problemi nei rapporti fra le etnie. *Sa in quante lingue è tradotto [[Dante Alighieri|Dante]] all'interno dell'Urss? In settanta. ===1990=== *Gli attuali dirigenti della Lituania, con una scalata di decisioni illegittime e irresponsabili, stanno contrapponendo la Repubblica all'insieme dell'Unione Sovietica e questo mette in pericolo i legami storici tra i nostri popoli.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0900_01_1990_0077_0001_25585975/ ''Ultimatum di Gorbaciov. «Annullate subito l'indipendenza»''], ''La Stampa'', 1 aprile 1990.</ref> *Siamo a un bivio tra il presente e il futuro. Marx, Engels e Lenin si riferivano ad una realtà diversa dalla nostra e prendere in esame le circostanze del momento è uno degli insegnamenti principali del marxismo: per questo la nostra politica va basata sulla situazione attuale del Paese. Altrimenti si resta prigionieri del dogmatismo. (dal discorso al 28º Congresso del Pcus)<ref name=contragocce>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0909_01_1990_0152_0001_12533974/ Applausi col contagocce a Gorbaciov]'', ''La Stampa'', 3 luglio 1990</ref> *A chi lo definisce un collasso del socialismo, vorrei rispondere: quale socialismo? Un tipo di stalinismo autoritario e burocratico che noi stessi abbiamo abbandonato. Se poi i popoli di quei Paesi stanno facendo una scelta non socialista, questo è un altro problema ed è un loro problema. (dal discorso al 28º Congresso del Pcus)<ref name=contragocce/> ===1991=== *Speriamo che il compagno Eltsin non abbia perso del tutto la ragione. L'idea di creare un esercito russo è una provocazione. È come aggiungere dinamite in una situazione già esplosiva.<ref name=eltsinimpazzendo>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,0855_01_1991_0012_0013_11915433/ ''Gorbaciov: Eltsin sta impazzendo''], ''La Stampa'', 16 gennaio 1991</ref> *Boris Eltsin non sfida soltanto i massimi organi del potere dell'Urss, ma aggiunge ulteriori elementi di contrasto, specula sulla tensione che esiste nel Paese. Io condanno questo modo di agire come un atto deliberato che incita allo scontro. Questo deve essere respinto e condannato.<ref name=eltsinimpazzendo/> *{{NDR|Sulla [[guerra del Golfo]]}} Gli avvenimenti nel Golfo tendono chiaramente ad estendersi e questo e molto pericoloso. Dobbiamo fare di tutto per impedirlo.<ref name=guerradilaga>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0856_01_1991_0018_0004_11922661/ ''Gorbaciov: questa guerra dilaga''], ''La Stampa'', 23 gennaio 1991</ref> *{{NDR|Sulla [[guerra del Golfo]]}} Non possiamo permettere che la situazione precipiti nel massacro di soldati americani, iracheni e, soprattutto, di civili. E proprio questo sta per accadere.<ref name=guerradilaga/> *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} C'è stato un vero e proprio tentativo di golpe militare, organizzato da forze reazionarie, dal nucleo dell'autorità statale, persone che io avevo nominato, in cui avevo fiducia, non solo hanno partecipato, ma hanno organizzato il colpo di Stato.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0877_01_1991_0195_0006_12231165/ «Non farò la caccia alle streghe»]'', ''La Stampa'', 23 agosto 1991.</ref> *Ritengo di dover mantenere la mia fedeltà all'idea socialista.<ref name=gettanofango>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0881_01_1991_0224_0001_12266951/ ''Gettano fango su di me''], ''La Stampa'', 21 settembre 1991</ref> *Il Paese che ha bloccato la strada ai golpisti ha chiaramente dimostrato così il proprio impegno a continuare le riforme democratiche com'era stato chiesto.<ref name=gettanofango/> *Il nostro obiettivo deve essere un mondo senza [[armi nucleari]].<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0882_01_1991_0239_0001_12285342/ ''Via le testate nucleari tattiche''], ''La Stampa'', 6 ottobre 1991</ref> *{{NDR|Su [[Robert Maxwell (imprenditore)|Robert Maxwell]]}} Ha dato un contributo notevole alla cooperazione fra i popoli e i Paesi in una sfera così importante come l'editoria e l'informazione in generale.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0885_01_1991_0270_0009_18493738/ ''Favorì la pace fra i popoli''], ''La Stampa'', 7 novembre 1991</ref> *Non tornerò indietro. Non parteciperò alla dissoluzione dell'Unione... questa disintegrazione costerà cara ai nostri popoli, ai popoli del mio Paese, ai popoli di tutta l'Europa, e ciò che avviene in Jugoslavia sembrerà uno scherzo al confronto.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0888_01_1991_0302_0003_12470970/ Gli slavi cancellano Gorbaciov]'', ''La Stampa'', 9 dicembre 1991.</ref> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0877_01_1991_0195_0003_12231420/ «Sì, lo ammetto: ho sbagliato»]''|Prima conferenza stampa dopo il [[putsch di agosto]], ''La Stampa'', 23 agosto 1991|h=4}} *Mi trovavo nel mio studio, stavo lavorando. Ho preso il telefono per parlare con Mosca e mi sono reso conto che era isolato. Allora ho capito. Sono andato in un'altra stanza, ho cercato di telefonare con la linea interna agli adulti della mia famiglia, a mia moglie, a mia figlia e a mio genero, e ho detto loro che cosa stava accadendo. Acoltavano con molta serietà. Mi ero reso conto che si poteva trattare di tutto, di qualsiasi cosa, insomma. Ho detto a mia moglie e a mia figlia che se fosse stata una questione politica avrei continuato a mantenere la mia posizione, non avrei ceduto a nessun ricatto. Ho pensato che fosse utile dire questo ai miei cari, era necessario che lo sapessero. Mia moglie e mia figlia hanno risposto che questa decisione spettava solo a me e che loro l'avrebbero rispettata. Così è finito il consiglio di famiglia. *Mi hanno proposto un ultimatum: avrei dovuto passare i poteri al vicepresidente. Prima di rispondere ho chiesto: ma chi ti ha mandato? Risposta: «Il comitato». Quale comitato? «Il comitato speciale». Chi ha creato questo comitato? Io non l'ho creato, il Soviet supremo neanche. Dunque? Queste persone non possono riunirsi e decidere senza un decreto del presidente. "Allora o voi fate questo decreto e rimanete qui oppure dovete cedere i poteri al vicepresidente". [...] Ho risposto che conosco meglio di tutti loro la situazione nel Paese. Ho aggiunto: voi e chi vi ha mandato, siete degli avventurieri, volete distruggervi, andate pure al diavolo, questi sono affari vostri. *Volevano distruggere me e la mia famiglia e anche chi era con me. Invece il risultato è stato che mi sono reso conto di tutta la loro vigliaccheria. È stata veramente una vigliaccheria ed una perfidia. *{{NDR|Su [[Gennadij Ivanovič Janaev]]}} Avevo scelto quella persona come vicepresidente, è stato un errore da parte mia e non è stato il mio unico errore, adesso me ne rendo conto. Lo dico sinceramente, sì, ho sbagliato. *Se mi domando che cosa ha motivato queste persone posso dire che si tratta di uomini che probabilmente sul piano psicologico sono deboli, esposti alle tentazioni o non vogliono i cambiamenti o hanno paura dei cambiamenti. * ===1992=== *[[Willy Brandt|Brandt]] merita l'appellativo di democratico con la D maiuscola.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0844_01_1992_0278_0005_25116972/ ''«Democratico straordinario»''], ''La Stampa'', 10 ottobre 1992</ref> *{{NDR|Sulla Sinfonia n. 5}} Ebbi la percezione che la musica di [[Gustav Mahler|Mahler]] in qualche modo rifletteva la nostra situazione: la perestrojka con tutte le sue passioni e le sue battaglie. Ero andato al concerto con l'idea di rilassarmi, ma non mi fu possibile. Quello che provai fu una totale immersione nella musica. Fu una specie di rivelazione.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0829_01_1992_0122_0008_11596525/ ''Gorbaciov: il mio crepuscolo''], ''La Stampa'', 6 maggio 1992</ref> ===1993=== *{{NDR|Sull'Italia}} Da voi non esiste un problema nazionale quanto, piuttosto, un problema di rapporti tra sud e nord. Si tratta, ovviamente, di una questione che spetta agli italiani affrontare e risolvere. Io posso offrire la mia esperienza come riflessione. Quando, ricordate, ad un certo punto dissero che bisognava liberarsi di tutte le repubbliche e saremmo diventati tutti ricchi. Ecco, sento che nel vostro Nord si dice di volersi liberare della Sicilia e di qualche altra regione meridionale per poi vivere meglio.<ref name=italianiattenti>Citato in [https://archivio.unita.news/assets/main/1993/09/19/page_011.pdf ''«Italiani attenti alle divisioni»''], ''L'Unità'', 19 settembre 1993</ref> *{{NDR|Su [[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]}} È un grande scrittore, non v'è dubbio. Ma mi sembra che non sappia bene come stiano le cose adesso. Ha vissuto troppo tempo fuori dal paese. Veniamo dalla stessa regione, io da una famiglia di contadini poveri, lui da benestanti che parecchie decine di anni fa avevano già la Rolls Royce. Capisco perché va dicendo certe cose.<ref name=italianiattenti/> *Noi ci siamo brutalmente staccati dalla nostra storia recente, privando di significato la vita di milioni e milioni di persone, dei nostri nonni, dei nostri genitori, che hanno lavorato con onestà, credendo sinceramente in un felice futuro. Abbiamo bollato come barbara una grande rivoluzione qual è stata senza dubbio quella di Ottobre. È vero che dopo il 1917, in una situazione di regime totalitario, ci fu non poca barbarie. Ma, pur giudicandolo, non è ammissibile respingere con ignoranza e senza appello un fatto storico.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0803_01_1993_0258_0006_11294558/ ''Gorbaciov difende l'Ottobre''], ''La Stampa'', 20 settembre 1993</ref> *All'inizio anche Hitler era sottovalutato e ridicolizzato come [[Vladimir Žirinovskij|Zhirinovskij]].<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/22/zhirinovskij-nazi-patto-in-germania.html Zhirinovskij e i nazi. Patto in Germania]'', ''la Repubblica'', 22 dicembre 1993.</ref> {{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1993/01/24/page_002.pdf Gorbaciov. «Non sono uno sconfitto, la Russia ha bisogno di me»]''|Intervista di Walter Veltroni e Sergio Sergi, ''L'Unità'', 24 gennaio 1993|h=4}} *Io non rinuncio alla scelta compiuta nel 1985, in questa Russia che ha attraversato tante fasi di sviluppo, ha dimostrato un grande amore per la libertà ma dove è mancata anche una tradizione di funzionamento delle istituzioni democratiche. E ciò prima e dopo la rivoluzione. *Se fosse proseguito il processo democratico avviato dalla rivoluzione borghese del febbraio 1917, si sarebbe aperta un'altra strada. Invece, questo processo di sviluppo democratico è stato interrotto. *Il mio compito era quello di salvaguardare quel processo, contenere i cowboy di sinistra e i fondamentalisti di destra e portare oltre Scilla e Cariddi il processo della trasformazione rivoluzionaria. *Ci sono quindici Stati nuovi ma c'è un Paese malato, un Paese lacerato che resiste e continua ad essere vivo. E non è solo un'immagine. Se la rottura fosse stata totale, saremmo in pieno collasso. *Il guaio dei politici odierni è che attaccano da posizioni estreme. Io, per esempio, i democratici ormai li definisco tra virgolette perché non posso considerare democratico un potere che in un anno ha condotto l'ottanta per cento della popolazione sulla soglia della povertà. *Il ruolo dell'opposizione è insostituibile perché non lascia dormire tranquilli quelli che governano. *I privilegi del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Pcus]] sfumano al cospetto delle ruberie di adesso. *Quando Eltsin ha cominciato a firmare il decreto sullo scioglimento del Pcus, io gli dissi: «Lei non può vietare il partito, lei può solo colpire le strutture del partito che hanno collaborato. Non si può lanciare un'accusa contro diciotto milioni di comunisti con un decreto». *Son certo che [[Bill Clinton|Clinton]] non compirà l'errore di immaginare una direzione americana sul mondo intero. Non servirebbe né agli americani, né al mondo. *Mi piace in particolare che il presidente Clinton sia uscito da una vera scuola di vita, è un «self-made man»; non è semplicemente il discendente di una famiglia benestante che si è visto servire le uova ben fritte al tegamino. *Ricordo i discorsi di [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]], molto pacati, pronunciati con una voce piana, come se fosse una conferenza oppure un seminario. Non c'erano esclamazioni ad effetto ma si avvertiva una grande carica intellettuale. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0805_01_1993_0271_0004_11309988/ È stata una guerra tra irresponsabili]''|Sulla [[crisi costituzionale russa del 1993]], ''La Stampa'', 5 ottobre 1993|h=4}} *I tremendi e tragici sviluppi della situazione a Mosca sono la conseguenza logica e inesorabile della follia che ha guidato i comportamenti di entrambi i contendenti. *Il Presidente ha creato le premesse per la crisi con le sue pretese di gestione personale del potere. I suoi avversari hanno condotto il confronto fino all'irresponsabile decisione di assaltare il Comune di Mosca e la televisione centrale Ostankino, in questo modo ponendosi fuori della legalità di cui loro stessi si erano dichiarati difensori, e che anzi avevano innalzato come bandiera e come suprema giustificazione della loro resistenza. Gli oppositori del Cremlino hanno reso in tal modo il peggiore dei servigi al popolo russo, tradendo proprio la legalità. E hanno fornito un pretesto al Presidente per regolare definitivamente la partita con loro. *Il pericolo è ora quello dell'euforia della vittoria. Che faccia dimenticare le ragioni di fondo, i problemi reali (e non quelli fittizi della contrapposizione tra Parlamento e Presidente) delle condizioni di decine di milioni di russi, dentro e fuori i confini della Russia attuale. ===1994=== {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0766_01_1994_0340_0001_10995071/ «Occidente, non puoi chiudere gli occhi»]''|Intervista de ''La Stampa'', 13 dicembre 1994|h=4}} *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} La guerriglia non si combatterà nella capitale ma sulle montagne. E non solo sulle montagne della Cecenia ma in tutto il Caucaso del Nord. E non c'è esercito di occupazione che possa vincere una guerra del genere, perché mai un esercito regolare è riuscito a vincere contro un popolo. *Solo ignorando la storia del popolo ceceno e dei popoli del Caucaso in generale si poteva inviare l'esercito. *Tutto ciò che succede è un gran male per la Cecenia, ma è anche un gran male per la Russia intera. Le ripercussioni di questo intervento giungeranno presto fino a Mosca, destabilizzandone gli equilibri già precari. *Penso che la reazione degli altri Paesi dell'ex Unione Sovietica è molto diversa e esplicitamente negativa. Non perché appoggino la rivendicazione d'indipendenza di Dudaev, ma perché sono spaventati e resi inquieti da una Russia che agisce in modo così platealmente imperiale. ===1995=== {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0698_01_1995_0070_0009_10315357/ Gorbaciov: la mia seconda perestrojka]''|Intervista di Aldo Cazzullo, ''La Stampa'', 12 marzo 1995|h=4}} *Sei deluso da una società che si chiamava socialista, ma era una dittatura. *La nostra letteratura e la nostra musica hanno attraversato tutti i dispotismi, sono sopravvissute agli zar e ai bolscevichi. Il materialismo non fa per noi. Nel nostro carattere ci sono gli spazi immensi della Russia. *L'[[Italia]] è una grande democrazia. Nel vostro Parlamento risse non se ne sono mai viste... *L'Occidente ha raggiunto l'apice della sua civiltà politica. L'Italia no, sta ancora sperimentando. *{{NDR|Sulla mafia russa}} La mafia nasce dal modo sbagliato con cui avvengono le privatizzazioni. È penetrata nel sistema. *Avrei dovuto introdurre prima l'economia di mercato. Legarmi di più ai democratici. Ma ricordate cos'era la Russia prima di me? Si beveva un mare di vodka negli anniversari dell'Ottobre, ci si ripeteva: tutto va bene. E il Paese languiva e taceva. A chi è lungimirante capita di essere considerato un eretico. Per fortuna non c'è più il rogo. E eccomi qui. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0698_01_1995_0071_0009_10316795/ Il comunismo? Non è tutto da buttare]''|Intervista di Enzo Biagi, Giulietto Chiesa, Demetrio Volcic e Alain Elkann, ''La Stampa'', 13 marzo 1995|h=4}} *Ero prigioniero nella dacia in Crimea, durante il golpe d'agosto. Mi minacciarono di farmi sparire se non firmavo i loro decreti. Ma io capivo che in quelle 72 ore si giocava il destino del mio Paese, e preferivo una bella morte alla vergogna di un cedimento. *L'altro brutto momento è stato all'inizio della mia presidenza: quando limitai la vendita della vodka. Allora a Mosca circolava una barzelletta. C'è una fila di tre chilometri fuori da un negozio di vodka. Pazzo di rabbia, un uomo urla: vado al Cremlino, prendo Gorby e lo ammazzo. Dopo mezz'ora ritorna. La gente chiede: "Ce l'hai fatta?". E lui: "Macché. La coda per ammazzarlo è ancora più lunga di questa. *Io non sono di quelli che portano i ceri nelle processioni. Ma sono un democratico nell'animo. Lo ero prima ancora di sapere cosa volesse dire la parola democrazia. E credo che la politica debba volere bene alla gente. Per questo la mia prima riforma è stata il ripristino della libertà religiosa, perché ognuno potesse realizzare la sua fede, diventare se stesso. *La Russia ha conosciuto una forma perversa del comunismo. Ma il comunismo ha in sé grandi idee, condivise anche dalla dottrina cristiana: la solidarietà, la giustizia sociale, l'uguaglianza. Voi italiani siete forse contrari alla giustizia sociale? Non siete solidali fra di voi? *{{NDR|Sulla [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} In Russia sono tornati i bolscevichi. Non fucilano più gli oppositori, ma si comportano come cow-boy: l'attacco al Parlamento lo ha dimostrato. Per colpa loro sono crollate la moneta, la produzione industriale, la sicurezza; soprattutto, si sono lacerati i rapporti umani. ===1998=== {{Int|Da ''[http://www.30giorni.it/articoli_id_14613_l1.htm Wojtyla, slavo e umanista]''|Intervista in ''30 Giorni'', n. 10 - 1998|h=4}} *{{NDR|Su [[Papa Giovanni Paolo II]]}} Lui è stato, e rimane, una persona che è uscita anche al di fuori della sua propria missione spirituale. Non è stato fermato né dagli attentati contro di lui né dalle minacce. È stato sempre un fermo e convinto difensore delle idee dell’umanesimo. È stato un grande umanista. *Certo, lui usciva dalla sfera spirituale, a volte parlava come un politico. Ma più che del politico, direi, spesso ricopriva il ruolo del profeta. *Non c'era tra noi un rapporto come tra maestro ed alunno. C'era invece una grande comprensione e coincidenza di opinioni, una stessa visione del mondo e gli stessi pronostici. *C'era qualcosa tra noi, non lo voglio tenere nascosto, qualcosa come un filo invisibile, un "filo slavo", impercettibile, ma era presente. E questo certamente rende i nostri rapporti più umani. *La [[malizia]] è una delle caratteristiche dell'[[intelligenza]]. *Non so quale altro popolo sarebbe capace di sopportare ciò che sopporta il popolo russo. I russi vogliono vivere in un Paese libero, non vogliono tornare al dominio del comunismo, così come non vogliono Eltsin e ne richiedono le dimissioni. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0531_01_1998_0021_0002_7047960/ «Vedrete, lui cambierà Castro»]''|Intervista in ''La Stampa'', 22 gennaio 1998|h=4}} *{{NDR|Su [[Papa Giovanni Paolo II]]}} Io vedo in lui un umanista, che ha compreso a fondo, molto a fondo, le tragedie del comunismo, le ragioni della sua degenerazione. Ma anche un uomo che ha capito molto bene la realtà di un certo capitalismo, la sua brutalità, la sua vuotezza, il cui materialismo pratico non è affatto migliore del materialismo filosofico di una certa interpretazione del marxismo. *Si misura tutto in termini di chi ci guadagna e quanto ci guadagna, di chi vuole giocare chi, di chi deve vincere e chi deve perdere. Io invece penso che, non appena si guardino le cose con occhi sgombri dalle ragnatele del passato, si possa vedere un grande avvenimento... *{{NDR|Sulla [[Cuba]]}} La loro è stata una rivoluzione vera, vissuta dalla gente, appoggiata, compresa. Un atto di liberazione collettiva nei confronti di un regime corrotto e brutale, non un colpo di Stato. Io ho visto grandi conquiste sociali realizzate dalla direzione politica di [[Fidel Castro]]. Ignorarle o tacerle sarebbe offendere la verità. {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0566_01_1998_0283_0021_10518373/ ''Contro il comunismo. E il consumismo'']|''La Stampa'', 15 ottobre 1998|h=4}} *Sì, all'epoca Giovanni Paolo II aveva criticato spesso - e critica ancora oggi - il cosiddetto sistema comunista (anche se preferirei chiamarlo pseudocomunista, in quanto si è solo appropriato il nome) e il modello sociale antiumano che incarnava. Il Papa lo conosceva non per sentito dire: ci aveva vissuto. Ma questa presa di posizione non gli ha impedito di ricordare, ormai nei giorni nostri, che anche questo modello aveva aspetti positivi, inanzitutto sociali. *Era privo di legami a queste o quelle ideologie o partiti. Predicava il rispetto verso l'Uomo, servendo la giustizia. *Sua Santità si schiera sempre per una soluzione politica, umana. Crede profondamente nella possibilità di una tale soluzione e io condivido pienamente questa fede. ===1999=== *Non è compito di Eltsin decidere il suo successore. Questo è ridicolo. In democrazia questa è prerogrativa del popolo.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0504_01_1999_0217_0003_6685702/ Gorbaciov: Boris è finito, deve capirlo]'', ''La Stampa'', 10 agosto 1999</ref> ===2000=== {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0395_01_2000_0002_0001_4250464/ «Con Putin non cambia nulla»]''|Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 3 gennaio 2000|h=4}} *La tv li aveva mostrati tutti in piedi, acclamanti [[Vladimir Putin|Putin]], in un'atmosfera di unanimità forzata che mi ricordava i tempi sovietici. Tutto ciò mi confermava che stavano maturando in fretta novità. *Il regime non cambia, non ci sarà lotta alla corruzione, gli interessi e i privilegi dell'oligarchia saranno tutelati in pieno. Se continua così Vladimir Putin vedrà presto logorarsi i suoi margini di popolarità, perché la gente capirà che è stato un trucco. E il gioco diverrà scoperto. *Dopo quello che abbiamo visto in questa campagna elettorale e in questa conta dei voti, pensare a elezioni libere e oneste in Russia è semplicemente ridicolo. *{{NDR|«Quanto durerà la [[Seconda guerra cecena|guerra di Cecenia]]?»}} Putin è il primo a sapere che in caso di sconfitta, o anche semplicemente di non vittoria, la sua posizione potrebbe rapidamente peggiorare. Dunque farà di tutto per vincere, a tutti i costi, non importa con quanti morti. {{Int|Da ''[http://www.30giorni.it/articoli_id_12604_l1.htm La Realpolitik e la "politica morale"]''|Intervista di Giovanni Cubeddu, ''30giorni.it'', aprile 2000|h=4}} *Se io non avessi iniziato la perestrojka probabilmente avreste davanti a voi ancora oggi il segretario del Pcus! *Alla Russia probabilmente, oltre alla necessità di conservare l’attaccamento a libertà, democrazia, mercato e apertura, servirà anche l’introduzione di qualche elemento autoritario. Perché ci sono dei problemi molto complessi... *Se Putin avesse le riforme in tasca, darebbe maggiore ascolto alle richieste della Chiesa cattolica. Ma se non riuscisse a liberarsi dall’abbraccio ingombrante di coloro che lo hanno eletto, allora dovrà tenersi stretto all’Ortodossia russa, non potrà permettersi aperture. {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/01/gorbaciov-promuove-putin-ma-dovra-liberarsi-di.html Gorbaciov promuove Putin. Ma dovrà liberarsi di Eltsin]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''la Repubblica'', 1 aprile 2000|h=4}} *[[Vladimir Putin]] è un uomo freddo e concreto, un uomo capace di capire, analizzare e gestire le situazioni. Anche le più difficili. *Putin arriva al potere in un momento di acuto e profondo distacco tra il vertice e la società. Una vera e propria crisi di fiducia. In questo senso si può dire che perfino l'affluenza alle urne, che è stata relativamente alta, rappresenta un evento stupefacente. Perché questo sia accaduto bisogna ancora capirlo. Ma io oggi penso che Putin sia in grado di fare le mosse giuste. *Solo gente irresponsabile può affermare oggi che dalla Russia viene un pericolo o una minaccia per la sicurezza degli altri paesi, vicini o lontani. Il fatto che un leader russo si proponga di riorganizzare la difesa del paese non solo non è scandaloso, ma è doveroso. Inoltre io mi domando perché gli Stati Uniti debbano orgogliosamente mantenere il monopolio della vendita delle armi in tutto il mondo, mentre ogni volta che la Russia tenta di affacciarsi sul mercato che loro controllano si grida allo scandalo. *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} Furono Eltsin e i suoi uomini a consegnare le armi a [[Džochar Dudaev|Dudaev]], violando tutte le leggi e creando un buco nero nel corpo della Russia da cui fuoriusciva ogni tipo di bruttura, dalle macchinazioni finanziarie alla droga e al banditismo. Mosca e il Cremlino usarono la Cecenia ai propri fini, per il potere, e quando questa uscì dal loro controllo scatenarono la guerra. E la perdettero. {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/16/gorbaciov-promuove-putin-aiutiamolo-governare.html Gorbaciov promuove Putin. Aiutiamolo a governare]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''la Repubblica'', 16 maggio 2000|h=4}} *Forse Putin non ha una grande esperienza, ma è un uomo che impara in fretta. Il suo tempo non è ancora scaduto. Per ora va con la corrente e, al di là delle apparenze, non ha ancora fatto la sua scelta. Dobbiamo aiutarlo, perchè presto sarà costretto a farla. *Io super-consigliere di Putin? Ma per carità. Nessuno me lo ha proposto e del resto come potrei accettare un incarico del genere? Io sono stato il Presidente dell'Urss. Il che non significa che se mi si chiedesse un consiglio non sarei ben lieto di darlo, nell'interesse del mio paese. *Io gli ho detto, ancora una volta, che lo sostengo e lo sosterrò, finchè sarò d'accordo con lui. Qualora la sua politica dovesse andare contro gli interessi del paese, allora lo dirò, perché non posso mentire. *Le cose in Russia vanno così, da sempre: lo zar dà il segnale e i sudditi si allineano. *Quando si erigono i monumenti, in un certo senso si passa una mano di bianco su tutto ciò che è veramente stato, inclusi gli errori e le mostruosità. E alla fine questo può portare a pesanti conseguenze politiche. *Il gruppo Most è stato accusato di aver infranto la legge. Ammettiamolo pure. Ma allora si sarebbe dovuto ricorrere ai giudici, e non certo lanciare un assalto simile, come quelli di Ivan il Terribile. È chiaro che siamo di fronte a una provocazione bella e buona per spaventare, mostrare chi comanda e dare un esempio agli altri mezzi d'informazione, perché chiudano il becco. Probabilmente non è stato Putin in persona a dare quest'ordine, ma certamente l'amministrazione presidenziale ne è responsabile. *Sta di fatto che al momento attorno al Presidente ci sono ancora gli stessi personaggi che hanno fatto la minestra e cucinato il pranzo avvelenato negli ultimi anni, come Voloshin, ad esempio. Ma finchè non avrà una squadra di cui fidarsi e a cui far riferimento, le cose saranno molto difficili per lui. *{{NDR|Su [[Michail Michajlovič Kas'janov]]}} Su di lui la stampa ha pubblicato molti articoli in passato dove veniva accusato di aver preso parte ad affari alquanto dubbi, con tanto di fotocopie, documenti e firme. Mai nulla è stato smentito da alcuno e così a Mosca tutti lo chiamano "Misha 2%", (Michelino 2%), come la sua percentuale. Non mi pare un buon inizio, anzi credo che sia un grave errore ricorrere a persone implicate in vicende che scottano e nella corruzione. ===2001=== *Ancora oggi non partecipo mai alle feste di Indipendenza delle varie repubbliche ex sovietiche, dove vengo regolarmente invitato. Non ci vado, perché non capisco cosa ci sia da festeggiare.<ref name="crollo">Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/12/21/il-crollo-dellimpero-sovietico.html Il crollo dell'Impero sovietico]'', intervista di Fiammetta Cucurnia, ''la Repubblica'', 21 dicembre 2001</ref> *Il paese è stato scientemente ingannato, ha pagato e continua a pagare per questo. Io voglio cercare di essere il più possibile obiettivo. E perciò dirò che nell' enorme baratro di miseria e distruzioni che abbiamo davanti c' è anche qualche aspetto positivo: ci resta un grande potenziale intellettuale; abbiamo ancora enormi risorse nonostante gli sperperi e le ruberie; abbiamo assaporato il gusto della libertà e della democrazia e della libera impresa, che sono la premessa per tirarsi su. Ma il prezzo pagato è stato davvero troppo alto, incommensurabile.<ref name="crollo"/> ===2002=== *Mi sembra chiaro che l'avvicinamento della Russia alla [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|Nato]] riduce, in primo luogo, l'impatto negativo che produrrà l'allagamento della Nato ormai in corso e che, a novembre di quest'anno, vedrà probabilmente l'ingresso nell'Alleanza di un nutrito gruppo di stati dell'est e centro-europei, cui si aggiungeranno le tre repubbliche baltiche. Se questo allargamento avvenisse a prescindere dalla Russia, o contro la Russia, esso sarebbe un fatto negativo che traccerebbe una nuova linea divisoria in Europa, spostata più a Nord e a Est, ma sempre divisoria.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0271_01_2002_0101_0005_2287550/ Gorbaciov «I russi nella Nato. Si avvera il sogno mio e di Reagan»]'', intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 14 aprile 2002.</ref> {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0310_01_2002_0297_0001_2800157/ ''Allargare il fronte anti-terrore'']|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]], ''La Stampa'', 30 ottobre 2002|h=4}} *Molto resta ancora da chiarire, ma l'accaduto è una tragedia anche per l'Europa e per il mondo intero. Una tragedia che può essere paragonata a quella che colpì il mondo l'11 settembre 2001. *Ho già detto che i problemi del mondo contemporaneo sono grandi e irrisolti. Ma non si può accettare che essi vengano affrontati con violenza, tantomeno con il terrorismo, quando a soffrirne sono innocenti. In questo modo i problemi non solo non ottengono una soluzione, ma si radicano ancora più profondamente. *Prima di tutto dobbiamo guardare alle aree, troppo vaste, di miseria, fame, sete e malattie. Se si perde di vista tutto ciò, l'idea di sconfiggere il terrorismo con puri mezzi militari si rivelerà insufficiente e inefficace. *Nelle condizioni estreme in cui si è svolta la tragedia, il presidente Putin ha agito con sangue freddo e responsabilità. So personalmente che gli è costato molto. Ma non poteva accettare una richiesta di capitolazione che era comunque impossibile da soddisfare. *Gli ostaggi non ricevevano cibo né acqua, non potevano muoversi, nemmeno usare il bagno. Non potevano comunicare, sempre sotto tiro dei kalashnikov in un locale farcito di esplosivo che avrebbe potuto sterminare tutti, ostaggi e terroristi. Che per giunta rinnovavano le loro minacce di fucilare i prigionieri se non fossero state soddisfatte le loro richieste. *Mi sono già chiesto se a qualcuno all'estero non facesse comodo che la Russia non uscisse mai dal pantano ceceno. ===2003=== *{{NDR|Su Putin durante la [[seconda guerra cecena]]}} Ciò che lui sta tentando di fare è, più o meno, quello che occorre. Ma non funziona.<ref name=putinfabene>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0174_01_2003_0292_0008_1211822/ ''Gorbaciov: Putin fa bene in Cecenia ma ha tanti nemici''], ''La Stampa'', 24 ottobre 2003</ref> *{{NDR|Sull'[[Iraq]]}} L'ho già detto: si deve costruire in quel Paese una "pace araba" inviando, cioè, forze di pace che appartengano a nazioni islamiche.<ref name=putinfabene/> {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,65/articleid,0169_01_2003_0242_0065_1189303/ ''Un passo indispensabile'']|''La Stampa'', 4 settembre 2003|h=4}} *È noto che la Russia, insieme alla Francia e alla Germania, si era opposta con decisione ad un intervento militare straniero sul territorio iracheno senza una legittimazione internazionale adeguata. Questa legittimazione poteva venire soltanto dal Consiglio di Sicurezza e, com'è noto, non vi fu. Non vi fu perché gli Stati Uniti preferirono agire da soli, in compagnia della Gran Bretagna, ignorando gli appelli alla prudenza e al rispetto della legalità internazionale. Ora è del tutto evidente che l'intervento in Iraq, sotto l'etichetta dell'esportazione della democrazia, non ha condotto ad alcun risultato - salvo il rovesciamento di Saddam Hussein - e minaccia di trasformarsi in una catastrofe politica, militare, umanitaria. *La cacciata di Saddam non ha chiuso la partita con gli iracheni e la situazione nel paese si è ormai trasformata in un miscuglio esplosivo di guerriglia e di terrorismo. *C'è chi pensa [...] che gli Stati Uniti hanno fatto la frittata e tocca a loro, adesso, fronteggiarne le conseguenze. Ma una tale posizione non può essere considerata accettabile. Chi pagherebbe sarebbe il popolo iracheno, incolpevole, come già è accaduto negli undici hanno di embargo che hanno preceduto la guerra. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0172_01_2003_0280_0006_1195292/ Gorbaciov: Wojtyla ha comunque lasciato un segno]''|Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 12 ottobre 2003|h=4}} [[File:Giovanni Paolo II premiazione.jpg|thumb|Gorbačëv con [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]]]] *Nella storia della Chiesa ci sono stati pochi Papi così longevi come [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], e così importanti: per avere attraversato un'intera epoca di eccezionali cambiamenti non da spettatori ma da protagonisti. *La sua critica dell'assenza di libertà individuali nel sistema politico sovietico fu giusta. Io stesso, che pure vi ero nato e cresciuto, ero giunto a conclusioni analoghe e, proprio per questo, mi ero impegnato a riformarlo. Ma c'è sempre, nelle parole di questo Papa, una sincerità e una coerenza che non si trovano in altri critici di quel comunismo: cioè Giovanni Paolo II denuncia la mancanza di libertà dovunque si manifesta, nel comunismo, ma anche nel capitalismo. Per questo è stato osteggiato e criticato dalle potentissime congreghe dei vincitori della guerra fredda. *Credo che questo Papa, che pure ha tratti di totale intransigenza, sia al fondo un politico realista. Richiamare l'attenzione del mondo sui suoi problemi più urgenti, improcrastinabili, è realismo e lungimiranza. Cosa ben diversa dal realismo di piccolo respiro dedicato a chiudere le falle e a risolvere meschini interessi di breve momento. La sua attenzione al Terzo Mondo, al debito che lo schiaccia in misura crescente, ne è la prova. *Dopo il 1989 ci siamo incontrati più volte e, ogni volta, ho avuto la conferma che l'uomo che avevo di fronte aveva una chiara consapevolezza della drammaticità delle sfide del mondo contemporaneo. Fin dal primo contatto provai fiducia, istintivamente. E credo che sia stata una comprensione reciproca. Certo siamo diversi, con percorsi di vita che più diversi non potrebbero essere, eppure - e questo non cessa di stupirmi - siamo giunti agli stessi approdi nel giudizio sull'uomo. Forse, chissà, in questa convergenza gioca il fatto che entrambi siamo uomini dell'Est. ===2004=== *Certo, la striscia di sangue sembra infinita, sia in Cecenia che a Mosca. Ma una soluzione militare non è praticabile. La forza ha dimostrato di non potere imporsi in alcun modo.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0183_01_2004_0037_0003_1301179/ Gorbaciov: no alle accuse generiche]'', ''La Stampa'', 7 febbraio 2004</ref> *{{NDR|Sulla [[guerra in Iraq]]}} Washington deve capire alcune cose, assolutamente. In primo luogo di avere fatto un grande errore, di avere cominciato una guerra senza senso e senza prospettive. Le armi di distruzione di massa non c'erano. È vero che Saddam Hussein è stato abbattutto. Ma non è meno vero che la situazione è peggiorata. Il terrorismo non solo non è stato debellato ma è cresciuto e si è moltiplicato. E, del resto, molti misero in guardia -inascoltati - che non si combatte comunque il terrorismo con guerre contro paesi sovrani. Il terrorismo non ha territorio. È stupido bombardare un territorio perché il terrorismo è in casa nostra. Finirà che ci dovremo bombardare da soli.<ref>Dall'intervista di Giulietto Chiesa, in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,67/articleid,0194_01_2004_0152_0067_1353820/ Gorbaciov: una data esplicita per il ritiro]'', ''La Stampa'', 3 giugno 2004</ref> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0188_01_2004_0092_0001_1322274/ Il coraggio di una nuova politica]''|''La Stampa'', 2 aprile 2004|h=4}} *Con lo scorrere del tempo diventa sempre più evidente che i problemi centrali del pianeta non si possono più affrontare con i vecchi metodi, con la vecchia politica che ha caratterizzato i tempi della guerra fredda e che, per nostra comune sventura, non è quasi mutata con la fine dell'esperienza sovietica, la caduta del muro di Berlino. *Sebbene gli Stati Uniti e i loro alleati abbiano intrapreso azioni per combattere il terrorismo, esso non si è affatto ridotto, si è anzi esteso in tutte le direzioni. Segno che l'azione repressiva, anche quando è fatta nei modi giusti, non conducendo cioè guerre contro Stati (come è avvenuto nel caso afghano e in quello iracheno), non è sufficiente. *Io condivido la tesi di Giovanni Paolo II che un nuovo ordine mondiale dev'essere più giusto e umano di quello attuale, altrimenti non sarà un nuovo ordine mondiale. *L'esportazione della democrazia dell'Occidente sta producendo in giro per il mondo un crescere della sfiducia verso la democrazia. Cresce il numero di coloro che pensano che, per risolvere qualche cosa, occorrano soluzioni autoritarie. Predichiamo la libertà, ma siamo intolleranti. Combattiamo i fondamentalismi, ma stiamo diventando sempre più fondamentalisti noi stessi, nella pretesa che i nostri valori debbano essere obbligatoriamente condivisi da tutti. *{{NDR|Sulla [[guerra in Iraq]]}} Quella guerra è stata un errore con conseguenze disastrose. Purtroppo assistiamo a tentativi di prolungare l'errore, invece che a ripararlo. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0194_01_2004_0156_0001_1361150/ Insieme disarmammo il mondo]''|''La Stampa'', 7 giugno 2004|h=4}} [[File:Photograph of President Reagan and General Secretary Gorbachev at the first Summit in Geneva - NARA - 198570.tif|thumb|Gorbačëv con [[Ronald Reagan|Reagan]] nel 1985]] *{{NDR|Su [[Ronald Reagan]]}} Sapevo perfettamente che mi sarei trovato di fronte un uomo di idee profondamente conservatrici, perfino reazionarie. Eppure mi resi conto assai presto che era un uomo lineare, senza fronzoli e senza trucchi. *Reagan era consapevole che il mondo intero stava correndo gravissimi pericoli e che una guerra nucleare era possibile. Per questo non si tirò indietro di fronte al problema di mettere fine alla guerra fredda. *Fu un Presidente di grande statura, dotato di coraggio e inventiva. Non so come altri leader avrebbero reagito di fronte a una situazione così difficile come quella che egli dovette affrontare. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0197_01_2004_0182_0009_1386055/ L'Ue forte, antidoto al terrore]''|''La Stampa'', 3 luglio 2004|h=4}} *In primo luogo io credo che l'Europa possa vantare una grande, unica esperienza politica. Esperienza tanto gloriosa quanto dolorosa. Ci sarà bisogno di entrambe le cose nel mondo a venire. In secondo luogo c'è la ricchezza delle sue diversità, che ne fa un laboratorio mondiale per la creazione di un vaccino potente contro il virus dello «scontro di civiltà». In terzo luogo essa può offrire l'esempio prezioso del proprio processo di unificazione. E la sua forza, che è stata capace di soverchiare la cortina di ferro e il muro di Berlino. *L'Europa non ha armate, ma non sono le armate quelle che servono per affrontare i problemi del mondo contemporaneo. I missili non possono produrre acqua e aria pulita. E, per quanto concerne il terrorismo, l'Europa l'ha conosciuta da sempre. *Per l'America, specie dopo l'11 settembre, il terrorismo è un'aggressione dall'esterno, un incubo simile a una nuova Pear Harbor, che dev'essere spezzato con i bombardamenti, con la guerra preventiva. Per gli europei - che non solo vivono da sempre fianco a fianco con il mondo musulmano, ma che anzi l'hanno già all'interno dei loro confini - il terrorismo costituisce una malattia sociale, che minaccia la stabilità politica e acute crisi interne. Essi sanno che non lo si può curare solo con la forza, poiché in questo modo si va direttamente allo scontro di civiltà sognato dagli estremisti. *Come le radici del terrorismo non si possono tagliare con le armi e la tecnologia militare, così la democrazia non può essere impiantata mediante corpi di spedizione. Non è una merce di esportazione, con la quale aprire di forza mercati in altri continenti. La democrazia non è nemmeno il vestito della festa, che s'indossa a casa propria ma che si può togliere, sostituendolo con la divisa militare quando si va all'estero, magari quando si va all'estero, magari per installare zone al di fuori delle leggi. *L'esperienza europea dice che la pace sociale, in ogni società, non è meno importante della sicurezza nazionale. {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/09/07/le-radici-di-questa-strage-negli-errori.html Le radici di questa strage negli errori di Boris Eltsin]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia sulla [[strage di Beslan]], ''la Repubblica'', 7 settembre 2004|h=4}} *Siamo stati colpiti al cuore. La tragedia ci ha travolti, lasciandoci annichiliti. Molte domande restano ora sospese, in cerca di una risposta. E nuove inquietudini si aggiungono alle vecchie. Dietro la strage dei bambini di Beslan, intuisco interessi che vanno al di là dei suoi esecutori materiali e di chi li ha finanziati, ma in qualche modo toccano anche l' Occidente. *Le radici di tutto questo odio sono ancora ben visibili e solo una scelta definitiva a favore del negoziato che abbandoni la via della guerra potrà portarci a una soluzione. Non faccio fatica a dire che gran parte della responsabilità di quel che sta accadendo oggi ricade sulle spalle di Boris Eltsin. [...] Fu lui, col suo entourage, a sostituire l'intero gruppo dirigente, portando alla guida della repubblica il generale Dudaev. Una personalità di tutto rispetto, un uomo che fu a capo delle divisioni dei bombardieri strategici sovietici. Ma nel caos che seguì il golpe di agosto del 1991, accaddero due cose fatali: da un lato Eltsin offrì indipendenza e autonomia alle repubbliche; dall'altro all'interno della Cecenia si misero in moto dei meccanismi ingovernabili che la trasformarono in un buco nero, una terra di nessuno battuta da criminali e contrabbando. Il che spaventò il Cremlino. In quel momento c'era ancora spazio per la politica, la trattativa era possibile. «Eltsin e Dudaev si conoscevano bene, si scrivevano lettere. Quando la Russia lanciò l'ultimatum, io parlai al telefono con Dudaev. Mi disse: "L'aspetto a braccia aperte, la Cecenia resterà sempre in Russia". Mi offrii per gestire il negoziato. Ma Eltsin non avrebbe mai permesso che il suo rivale Gorbaciov potesse avere successo dove lui aveva fallito. Scelse la guerra. *Io non dico che [[Vladimir Putin]] sia perfetto. Ad esempio trovo inaccettabile il controllo stretto a cui vengono sottoposti i giornali. Anche in questi giorni di tragedia, le notizie mancavano. E non perché i nostri giornalisti non sappiano fare il loro lavoro e non siano in grado di raccoglierle. Penso che non potessero scriverle. Penso anche però che Putin abbia un grande merito: lentamente, faticosamente, sta risollevando il paese dalle macerie, lo sta tirando fuori dal caos per restituirlo a una vita normale. Per questo credo che in certa misura l'assalto di Beslan fosse diretto proprio contro di lui. Intuisco che non solo i ceceni, non solo gli esecutori materiali di questo attentato e chi li finanzia, ma anche qualcuno in Occidente ha interesse a destabilizzare il Cremlino. A qualcuno la Russia fa ancora paura e ritiene che debba continuare a marcire in questa palude. *Non riesco a capire come sia possibile che una scuola venga infarcita di esplosivi senza che nessuno se ne accorga. Dov' erano i servizi? E che cosa stavano facendo? Le conclusioni andranno tratte. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0227_01_2005_0127_0003_1598589/ Verità sulla strage]''|''La Stampa'', 9 settembre 2004|h=4}} *La guerra insensata cominciata nel 1994 da Boris Eltsin e dai suoi consiglieri ha portato conseguenze tragiche non solo ai ceceni e al Caucaso, ma a tutta la Russia. *Una trattativa con la cessazione del fuoco e del terrorismo non sarà agevole da raggiungere. Sappiamo che non tutti vogliono il dialogo, che esso ha nemici irriducibili, coloro per i quali la guerra è diventata un modello di vita e che sono indifferenti al destino del popolo ceceno come a quello della Russia. *{{NDR|Sulla [[Strage di Beslan]]}} Per quanto concerne gli eventi tragici di Beslan, molte cose non sono ancora chiare, la dinamica degli eventi non è stata rivelata. Ma è già evidente che non si è trattato di singoli errori, ma di un pesante fallimento dei servizi segreti russi. La catena del comando non ha funzionato, la situazione è sfuggita al controllo. Le conseguenze sono state catastrofiche. Fronteggiare il terrorismo a questo livello è inammissibile. *Il dolore ferisce sempre. Ma rende anche uniti. La gente è sconvolta, ma non si fa prendere dal panico. È pronta ad agire e a sostenere il presidente Putin e le misure che si renderanno necessarie. Ma è impossibile risolvere il problema combattendolo in un singolo Paese. Il [[terrorismo]] è un male globale. Per vincerlo bisogna essere uniti. Non a parole, nei fatti. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0208_01_2004_0292_0001_1573053/ Prosperità in un mare di desolazione]''|''La Stampa'', 22 ottobre 2004|h=4}} *Noi dobbiamo piegare la [[globalizzazione]] verso una rotta etica. Per fare questo dobbiamo creare nuove strutture e nuovi sistemi, che prevedano una governance umana e non solo tecnologicamente ineccepibile. È un'esigenza etica, e al tempo stesso profondamente realistica, se noi vogliamo evitare disastri sociali e ambientali di proporzioni mai viste prima d'ora. Poiché la povertà è solo in parte un'eredità della storia e, nei tempi in cui viviamo, non è più (o non dovrebbe essere) una fatalità. *Non è soltanto, infatti, il rapporto diseguale tra ricchi e poveri a mettere in forse la nostra stessa esistenza, ma anche quello, ormai precario, tra l'Umanità e la Natura che la circonda. È questo paradosso dei più tragici, poiché, in tal modo, con uno sviluppo insensato e senza limiti, noi stiamo infliggendo un danno a noi stessi e alle future generazioni. *Lo sviluppo di un popolo non deriva in primo luogo dal denaro, dagli aiuti materiali, dalle migliorie tecnologiche. Esso deriva innanzitutto dai valori. È l'uomo che deve stare al centro dello sviluppo, non il denaro o la tecnologia. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0210_01_2004_0309_0001_1573458/ Correzioni di rotta]''|''La Stampa'', 8 novembre 2004|h=4}} *{{NDR|Su [[George W. Bush]]}} È apparso più in sintonia con la gente semplice, è stato più comprensibile, più immediato. *Non c'è dubbio che la linea seguita da [[George W. Bush|Bush]] ha accentuato in tutto il mondo sentimenti antiamericani. Mi parrebbe sorprendente se il Presidente e i suoi più stretti collaboratori non l'avessero compreso. *La [[guerra in Iraq]] è stato il disastro politico e morale più grande, lasciando gli Stati Uniti praticamente soli, con un pugno di alleati assai ridotto. ===2005=== *Gli Stati Uniti - e l'Europa con loro - devono smettere d'avere paura che la Russia costruisca un altro impero. E la Russia, per parte sua, deve liberarsi dei timori nei confronti di chi le sta attorno. Chiediamoci: "cui prodest", a chi giova, la situazione attuale? Risposta semplice: a chi usa questo muro contro muro come mezzo per fare business o per rafforzare la propria posizione politica.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0006_01_2005_0065_0010_1545320/ ''Gorbaciov: l'Occidente non tema la Russia''], ''La Stampa'', 7 marzo 2005</ref> {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0220_01_2005_0054_0001_1721352/ ''Perestrojka 20 anni dopo. L'Urss era riformabile'']|''La Stampa'', 24 febbraio 2005|h=4}} *Se dovessi riassumere in poche parole il senso della [[perestrojka]], direi che coloro che la promossero si proponevano di umanizzare e rinnovare il Paese: gradualmente, attraverso la democrazia, nell'ambito di una scelta socialista. *Credo si debba dire prima di tutto che la perestrojka fu una rivoluzione pacifica in senso anti-totalitario, realizzata in come degli ideali democratici e socialisti. *Il nostro punto di partenza fu che si potesse, e si dovesse, tornare alle origini del socialismo e liberare la società sovietica da quell'eredità. Cioè che ci si dovesse muovere verso un modello di «socialismo - come poi fu detto - dal volto umano». *Cento volte mi sono sentito porre questa domanda: ma era riformabile il sistema sovietico? Vi erano, anche tra gl'iniziatori della perestrojka, opinioni disparate al riguardo. E la domanda in un certo senso è aperta tutt'oggi. Ma io, dopo avere molto vissuto, molto riflettuto, sono giunto alla conclusione che non esistono in natura sistemi sociali non riformabili. Altrimenti non vi sarebbe progresso e sviluppo nella storia. *Riandando agli anni difficili della perestrojka io vedo che essi aprirono la strada sulla quale cominciarono a modificarsi le idee di milioni di persone, in cui si sprigionò una nuova energia, in cui si dimostrò che i popoli della Russia - per quanto fossero diversi gli uni dagli altri - potevano muoversi rapidamente verso una nuova prospettiva. Fu dato un potente impulso alla democrazia e alla libertà di pensiero. *I dogmatici temevano che noi volessimo passare al capitalismo. Noi cercavamo di spiegare che le trasformazioni in atto sarebbero avvenute all'interno della scelta socialista. Loro non capivano che l'allontanamento delle masse dalle idee del socialismo era avvenuto proprio perché il socialismo si era presentato ai loro occhi nella forma dello stalinismo. *In quei brevi sei anni furono raggiunti risultati senza precedenti in tutte le direzioni del disarmo nucleare strategico tattico. Il mondo intero trasse un sospiro di sollievo. Anche questo dimostra che gli spazi di trasformazione furono utilizzati ed ebbero successo. Stava cominciando a emergere, seppure tra mille difficoltà, una nuova idea del futuro comune, una nuova visione della convivenza, un altro livello, qualitativamente diverso del potere, dei rapporti tra i popoli, ma anche di quelli tra i popoli e i loro governanti. Un'idea più alta di democrazia, alla fine dei conti, strettamente connessa con un mondo liberato dalle armi di distruzione di massa e capace di progettare la pace.<br>Sfortunatamente questa prospettiva è rimasta un progetto non realizzato. L'occidente preferì trarre vantaggi immediati dalla situazione che si era creata con la fine dell'Unione Sovietica. Forse soltanto adesso in Europa e perfino negli Stati Uniti si comincia a capire che sarebbe stato utile agire in modo più lungimirante. *Io sono convinto che l'esperienza della perestrojka e del nuovo modo di pensare è attuale anche oggi, nel momento in cui l'umanità si trova di fronte alle sfide della sicurezza, della povertà, della crisi del suo rapporto con la natura. La comunità mondiale può vincere queste sfide solo con un'azione comune e solidale. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0227_01_2005_0127_0003_1598589/ «Stalin fa parte della nostra storia»]''|Intervista di Giulietto Chiesa, ''La Stampa'', 10 maggio 2005|h=4}} *Stalin ha dato un contributo rilevante alla vittoria contro il nazismo. Nello stesso tempo ha commesso errori gravi, ha reagito con ritardo e si fece prendere dal panico perché non si aspettava l'attacco. In precedenza aveva fatto uccidere decine di ufficiali e comandanti, indebolendo gravemente le nostre capacità difensive. È tragicamente vero che solo il coraggio di soldati e ufficiali riuscì a contenere l'offensiva tedesca, a prezzo di centinaia di migliaia di vittime. Ma è anche vero che poi Stalin guidò alla vittoria l'Armata Rossa, seppe riprendere in mano la situazione, trasferì le fabbriche in Siberia, impresa logistica di dimensioni epiche. Così fu percepito dal popolo russo e dai popoli della Russia, come il vincitore. *Le stesse promesse che Putin ha ripetutamente fatto non sono state realizzate e, io temo, non sono realizzabili perché la burocrazia fa affogare il Paese in un pantano d'incompetenza, corruzione e disordine. *Non credo che Putin sia interessato a un regime autoritario. [...] Putin crede nella democrazia e nello Stato di diritto. Ma egli eredita una situazione desolante. Eltsin e il suo gruppo hanno costruito un sistema oligarchico che si rivela tenace e ostile a ogni forma di rinnovamento e di sviluppo. Non c'è spazio per i piccoli imprenditori, per il ceto medio. C'è una concentrazione di ricchezze in poche mani, ricchezze improduttive per il Paese, che infatti emigrano all'estero. Portare ordine è necessario. Ma non credo che Putin voglia eliminare la democrazia per portare ordine. *{{NDR|Su [[George W. Bush]]}} Cerca di semplificare tutto, ma provoca solo disastri. Come l'Iraq dimostra. ===2006=== {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/10/09/la-rabbia-di-gorbaciov-un-omicidio-politico.html La rabbia di Gorbaciov. È un omicidio politico]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''la Repubblica'', 9 ottobre 2006|h=4}} *Che sia maledetto chi ha ucciso [[Anna Stepanovna Politkovskaja|Anna Politkovskaja]]. Questo è un vero omicidio politico. Una vendetta. Ed è un duro colpo per la libera stampa e per chi si batte per la democrazia nel nostro paese. *Anna Politkovskaja era una giornalista speciale, direi meravigliosa. Una che non conosceva le mezze misure, che denunciava gli orrori di cui era testimone. E non si fermava di fronte a niente. Era la giornalista scomoda per eccellenza. Quella che mette insieme il cuore, la lealtà e anche grandi capacità professionali. Non c'era intimidazione che potesse fermarla, lei andava avanti per la sua strada, denuncia su denuncia: le torture, i soprusi, i bambini e via dicendo. È chiaro che volevano chiuderle la bocca. E lo hanno fatto. *Anna Politkovskaja era una giornalista scomoda e non aveva un solo nemico. La sua attività l'aveva portata a concentrare gli sforzi sulla Cecenia e, via via, sulla corruzione nell'esercito e nel paese. Bisogna indagare in questi due ambiti. Ho sentito che molti puntano il dito su Kadyrov, l'attuale leader ceceno. Nulla si può escludere, e poi Kadyrov non è certo un tipo delicato, anzi, è uno che, per così dire, ha fatto l'università nei boschi e nelle gole del Caucaso. Ma in questo momento, proprio mentre la situazione cecena fa meno parlare, non mi sembra nel suo interesse sollevare un tale polverone. D'altra parte, il momento è stato scelto con cura. Il sicario ha agito nello scenario migliore, nel giorno del compleanno di Putin, mentre Grozny era in festa e a Mosca c'è un clima teso, anche a causa della disputa con la Georgia. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/10/31/non-isolate-putin-la-russia-occidente.html ''Non isolate Putin e la Russia l'Occidente ha bisogno di loro'']|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''la Repubblica'', 31 ottobre 2006|h=4}} *No, Putin non vuol dar vita a un nuovo regime autoritario, e non si trasformerà in un dittatore. Ha ereditato un Paese in preda al caos e ha cercato di restituirgli un ordine e una vita normale. Anche se per riuscirci non ha potuto mettersi a studiare sui manuali della democrazia. *Io non dico che Putin sia un modello di democrazia, ma sul piatto della bilancia il bene pesa molto più del male. Le vostre accuse, spesso, sono pretestuose. *Ai tempi di Eltsin le ricchezze del nostro Paese venivano saccheggiate, il Paese distrutto, l'esercito semismantellato, la costituzione calpestata. Due terzi dei russi vivevano in miseria, umiliati, e l'Occidente applaudiva. Così si è insinuato il dubbio. La gente si domandava: ma che amici sono quelli che parlano di Casa comune europea, dicono di sostenerci e poi vogliono trasformarci in un semplice fornitore di materie prime. Putin, con i mezzi che aveva, ha restituito al Paese una speranza. Credetemi, io nei suoi panni ci sono stato e so quanto sia difficile. *L'assassinio di Anna Politkovskaja è stato una cosa terribile, sporca. Io la conoscevo bene, le volevo bene. Quello sì che è stato un colpo alla democrazia. Ma anche per Putin è stato un colpo duro. Era il giorno del suo compleanno e io penso che qualcuno glielo volesse far ricordare. C'è chi ha interesse a spingere Putin con le spalle al muro e non perde occasione. Certo, lui non ha saputo reagire, è stato troppo a lungo in silenzio dopo l'omicidio, e quando ha parlato non l'ha fatto nel modo migliore. *Saakashvili non fa che provocare Mosca. È così coraggioso perché sa di essere coperto dagli Stati Uniti e dall'Europa. *Ma perché la Russia non dovrebbe avere voce in capitolo per quel che accade nello spazio post-sovietico, ovvero nel suo giardino di casa? Quanto agli oligarchi, eravamo arrivati al punto che, attraverso la proprietà, essi ormai stavano usurpando il potere. Le immense ricchezze della Russia si erano concentrate nelle mani di poche persone, una decina, che volevano usarle per i propri interessi, contro il Paese. Putin non lo ha permesso. E a proposito dei governatori, solo i più astuti con le moine o con i soldi riuscivano a farsi eleggere. Eravamo passati a una specie di feudalesimo regionale. La soluzione di Putin non è forse la migliore, ma ha dato i suoi frutti. Il bicchiere che per voi è mezzo vuoto, per noi si sta riempiendo. Se riuscirete a capire questo, Russia e Europa potranno andare avanti insieme, con grande vantaggio per tutti. ===2007=== *{{NDR|In occasione della morte di [[Sri Chinmoy]]}} Una perdita per tutto il mondo. Nei nostri cuori, egli rimarrà per sempre un uomo che ha dedicato tutta la sua vita per la pace. :''A loss for the whole world. In our hearts, he will forever remain a man who dedicated his whole life to peace.''<ref>{{en}} Citato in ''[http://www.nytimes.com/2007/10/13/nyregion/13chinmoy.html Sri Chinmoy, Athletic Spiritual Leader, Dies at 76]'', ''Nytimes.com'', 13 ottobre 2007.</ref> {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/04/24/gorbaciov-siamo-stati-avversari-in-anni-di.html ''Gorbaciov: Siamo stati avversari in anni di scelte drammatiche'']|Sulla morte di [[Boris Nikolaevič El'cin]], ''la Repubblica'', 24 aprile 2007|h=4}} *Scompare un uomo dal tragico destino sulle cui spalle grava il peso di grandi meriti per il bene del paese, ma anche di gravissimi errori. *Il destino ha voluto che le nostre strade si incrociassero. Siamo stati costretti a fare scelte dure, abbiamo dovuto prendere decisioni difficili. Ma non tutto è andato bene, non c'è stato accordo. E questo ha comportato gravi conseguenze, divisioni nella politica, nelle nostre relazioni personali, ha comportato gravi danni alla vita stessa del nostro paese. *L'ambizione, la lotta per il potere avevano preso il sopravvento, avevano dato un'impronta diversa a tutte le cose. In quella lotta, noi prendemmo strade diverse che non si unirono mai più. [...] Ma oggi è il giorno del dolore, in cui siamo chiamati a salutare Boris Eltsin con rispetto e cordoglio sincero. Per tutto il resto, ci sarà tempo. ===2008=== *Nei giorni scorsi alcuni media hanno sparso fantasie – non riesco a trovare nessun'altra parola – sul mio cattolicesimo segreto, citando la mia visita al Sacro Convento, dove giacciono i resti di [[san Francesco]]. Per concludere, e per evitare ogni equivoco, lasciatemi dire che sono stato e rimango un [[ateismo|ateo]].<ref>Citato in ''[http://www.lastampa.it/2008/03/28/blogs/san-pietro-e-dintorni/gorbaciov-ero-e-resto-ateo-hzJHyGDTIHnLBgbkzTSh2O/pagina.html Gorbaciov: ero e resto ateo]'', ''Lastampa.it'', 28 marzo 2008.</ref> {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/08/13/gorbaciov-per-attacco-alla-russia-tbilisi.html ''Per l'attacco alla Russia Tbilisi si aspettava il sostegno degli Usa'']|''La repubblica'', 13 agosto 2008|h=4}} *Il presidente georgiano Saakashvili si aspettava di aver il sostegno incondizionato dell'Occidente perché l'Occidente gli aveva dato buone ragioni per crederlo. Ora sia Tbilisi sia i suoi sostenitori dovrebbero rivedere le loro posizioni. *{{NDR|Sulla [[Seconda guerra in Ossezia del Sud]]}} Quello che è successo la notte del 7 agosto è al di là di ogni comprensione. I militari georgiani hanno attaccato la capitale dell' Ossezia del sud Tshkhivali con lanci di razzi multipli con enorme portata di devastazione. La Russia doveva rispondere. Accusarla di aggressione verso "un piccolo paese indifeso" non è solo ipocrita, mostra una mancanza di umanità. Montare un attacco militare contro una popolazione innocente è stata una decisione avventuristica le cui tragiche conseguenze sono ora davanti agli occhi di tutti. La leadership georgiana ha potuto farlo solo perché riteneva di essere sostenuta da una forza molto più potente. *È vero che la pace nel [[Caucaso]] è nell'interesse di tutti, ma è semplice buon senso riconoscere che la Russia ha qui radici che provengono dalla geografia e da secoli di storia. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/12/occidente-deve-smetterla-di-dare-lezioni.html ''L'Occidente deve smetterla di dare lezioni alla Russia'']|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''La repubblica'', 12 ottobre 2008|h=4}} *Certo, Putin ha commesso degli errori sul piano dello sviluppo democratico, ma non possiamo dimenticare l' eredità che ha ricevuto da Eltsin: un paese che stava andando a pezzi. Bisogna dargli atto che ha evitato il collasso della Russia. *La Russia sta facendo il suo percorso verso la democrazia e si trova a metà strada. Le lezioni occidentali non servono a molto. Anzi, possono essere controproducenti. Basti pensare alla guerra scatenata dalla Georgia contro l'Ossezia che in Occidente ha mostrato un sistema informativo spesso poco rispettoso della verità. Quindi non avete titolo per dare lezioni. *Il neoliberismo ha clamorosamente fallito. E purtroppo la crisi non è solo finanziaria. Diventerà presto anche crisi economica reale e ad essa dobbiamo aggiungere la crisi climatica, quella energetica, quella dell'acqua. Procedendo con un modello basato esclusivamente sulla ricerca del massimo profitto e di una crescita parossistica dei consumi saremo costretti a scontrarci inesorabilmente con i limiti dello sviluppo. Bisogna istituire nuove regole e reintrodurre nelle scelte dei governi i criteri della giustizia sociale e della solidarietà verso i più poveri e i più deboli all' interno dei paesi e nei rapporti tra paesi. Dopo il crollo dell' Urss gli Stati Uniti si sono sentiti dei vincitori ed hanno imposto al mondo le loro regole. Ora dovrebbe essere chiaro a tutti che quelle regole non hanno funzionato. ===2009=== *Un altro errore che ho fatto [...] è quello di non aver mandato per sempre [[Boris El'cin|El'cin]] da qualche parte a cogliere banane o cose del genere. :''Была и ошибка ещё одна ''[...]'', что я не отправил Ельцина навсегда куда-нибудь в страну заготавливать банановые продукты, бананы и прочее.'' :''Byla i ošibka eščë odna ''[...]'', čto ja ne otpravil El'cina navsegda kuda-nibud' v stranu zagotavlivat' bananovye produkty, banany i pročee.''<ref>{{ru}} Citato in ''[http://www.agitclub.ru/gorby/ourman/pozn.htm Intervista a Vladimir Vladimirovič Pozner]'', ''Agitclub.ru'', 29 giugno 2009.</ref> {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/esteri/tienanmen-20-anni/gorbaciov-testimone/gorbaciov-testimone.html Gorbaciov: "Vent'anni fa ero a Pechino non dimenticherò mai quei ragazzi"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Repubblica.it'', 31 maggio 2009|h=4}} *Sapete quanto erano lunghe le frontiere tra Urss e Cina? Mezzo mondo. Piccole scaramucce qua e là potevano sempre essere ricomposte. *{{NDR|Sulla [[protesta di piazza Tienanmen]]}} Centinaia di migliaia di persone, non solo studenti, chiedevano un incontro. Speravano che Gorbaciov, arrivato da Mosca con la sua perestrojka, potesse influire sulle decisioni del governo. Ma io non potevo. *È vero che incontrai i ragazzi. Un giorno, mentre ci muovevamo in macchina scortati dalla polizia, ho visto un gruppo di studenti e operai. Erano riusciti ad avvicinarsi tanto che l'auto fu costretta a fermarsi. Io aprii subito la portiera e uscii fuori. Erano molto affettuosi. Sorridenti. Avevano i visi stanchi, gli occhi rossi. Capii che volevano spiegarmi il perché della loro protesta, che erano lì per la democrazia, la libertà. "Perestrojka", dicevano. Ma io ho cercato di non approfondire. *Non potrò mai dimenticare [[Zhao Ziyang]]. La sofferenza si leggeva sul suo viso. Il giorno in cui ci accolse in qualità di segretario del Partito comunista cinese non riusciva a nascondere il peso insostenibile che aveva nel cuore. Sembrava che potesse avere un infarto da un momento all'altro. ===2013=== *{{NDR|Su [[Nelson Mandela]]}} Era un uomo straordinario. Un terzo della sua vita si è svolto in condizioni molto difficili. Ha fatto molto per l'umanità, e sarà ricordato non solo dalla gente del suo paese, ma da persone di tutto il mondo. [...] Era uno statista incredibile, intelligente e di talento. Mi ha detto molte volte che la perestroika in Urss ha fatto molto per aiutare il suo paese a sbarazzarsi dell'apartheid.<ref>Citato in [http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/12/06/Mandela-omaggio-leader-mondo-Madiba_9735422.html ''Mandela: l'omaggio dei leader del mondo a Madiba''], ''Ansa.it'', 6 dicembre 2013</ref> ===2014=== *{{NDR|Su [[Eduard Shevardnadze]]}} Era un uomo molto capace, talentuoso, molto aperto per lavorare con la gente, con tutti gli strati della società. Con lui si poteva parlare direttamente, si lavorava bene.<ref>Citato in [https://www.avvenire.it/mondo/pagine/morto-shevardnadze ''Morto Shevardnadze, alfiere della perestrojka''], ''Avvenire.it'', 7 luglio 2014</ref> {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/10/30/mikhail-gorbaciov29.html Gorbaciov: La memoria e il futuro]''|Intervista di Danil Golovkin sul [[trattato sullo stato finale della Germania]], ''Repubblica.it'', 30 ottobre 2014|h=4}} *Né io, né Helmut Kohl, nell'estate del 1989 ci aspettavamo che tutto sarebbe avvenuto così presto. Ed entrambi in seguito lo ammettemmo. Non pretendo di essere considerato un profeta. Accade talvolta che la storia acceleri il proprio corso, che punisca i ritardatari. Ma la storia punisce ancor più severamente quanti cercano di ostacolare il suo cammino. Sarebbe stato un grosso errore restare aggrappati alla "cortina di ferro". *Il ruolo più importante nella riunificazione della Germania lo ebbero sicuramente i tedeschi. Non parlo solo delle manifestazioni di massa in favore dell'unità, ma anche del fatto che nei decenni successivi alla guerra, i tedeschi - nell'Est come nell'Ovest - dimostrarono di aver tratto insegnamento dal passato e di meritare la nostra fiducia. *Ormai non è più un segreto che François Mitterrand e Margaret Thatcher nutrivano forti dubbi sui tempi della riunificazione. La guerra, dopo tutto, aveva lasciato tracce profonde. Ma quando tutti gli aspetti della questione furono regolati, i due leader politici firmarono i documenti che ponevano fine una volta per tutte alla Guerra fredda. *{{NDR|«Perché non insistette sulla formalizzazione giuridica delle [...] promesse del Segretario di stato americano James Baker sul non allargamento verso est della Nato?»}} La questione non era oggetto di discussione ai tempi. Lo dico con piena responsabilità. Nessun paese dell'Europa Orientale aveva sollevato la questione, neppure dopo l'abolizione del Patto di Varsavia nel 1991, né l'avevano sollevata i governanti occidentali. Si discuteva di altro, di evitare che - dopo la riunificazione della Germania - vi fosse un avanzamento delle strutture militari della Nato e un ulteriore dispiegamento di forze armate dell'Alleanza nel territorio di quella che allora era la Ddr. In questo contesto Baker fece la dichiarazione che lei ha ricordato nella sua domanda. Ne parlavano anche Kohl e Genscher. Tutto ciò che si poteva e si doveva fare per fissare questo impegno politico venne fatto, e mantenuto. Nell'accordo con la Germania sulla definitiva pacificazione fu scritto che nella parte orientale del paese non sarebbero state create nuove strutture militari, non vi sarebbero stati ulteriori dispiegamenti di truppe, e non sarebbero state dislocate armi di distruzione di massa. Queste condizioni sono state rispettate per tutti questi anni. *{{NDR|Sul [[conflitto russo-ucraino]]}} Bisogna ammettere che i rapporti tra la Russia e l'Ucraina hanno subito un danno enorme. Non dobbiamo permettere a tutto ciò di trasformarsi in un reciproco allontanamento tra i nostri popoli. In questo senso un'enorme responsabilità poggia sulle spalle dei leader, i Presidenti Putin e Poroshenko: sono loro che devono dare l'esempio. Bisogna calmare le passioni. Più avanti cercheremo di chiarire chi ha ragione e chi ha torto. ===2015=== {{Int|Da ''[https://www.bulgaria-italia.com/bg/news/news/04541.asp Intervista a Mikhail Gorbaciov sulla situazione politica internazionale]''|Intervista di Sophiko Shevardnadze, ''Bulgaria-italia.com'', 10 gennaio 2015|h=4}} *I giornalisti distorcono troppo, esagerano. Non si può fare così. Questa non è affatto una richiesta per limitare la trasparenza, la libertà di parola. Al contrario. Bisogna parlare di tutto, ma solo attraverso la verità, onestamente e ragionevolmente. *Gli americani sono già ovunque. O schierano le difese missilistiche in tutte le città, vicino a tutti i confini, o aprono basi militari. *La guerra fredda è terminata e questa è una vittoria comune a tutti i popoli. Gli americani dicono: "Abbiamo vinto, siamo noi i vincitori della guerra fredda! Noi". Al diavolo, se volete godere di ciò, fatelo pure. *Penso che non abbiano bisogno di proteggersi da nessuno, è un'invenzione. Hanno bisogno di un nemico per tornare alla vecchia politica di comando, di pressione. Non possono in alcun modo vivere senza. Pertanto, l'America deve essere fermata. Fermata amichevolmente, fermata come partner. *I semplici americani non vogliono la guerra. Ma sono in una situazione difficile nella loro società. Hanno bisogno di una perestrojka, lo posso confermare anche adesso. Lo possono chiamare però come vogliono, alla maniera americana. *Se guardiamo la storia, vediamo che nonostante tutti gli sforzi nessuno è mai riuscito a mettere in ginocchio la Russia. Ricordiamo Napoleone, ricordiamo Hitler. Nessuno è riuscito a farlo. *Ma a che serviva restituire la Crimea se esisteva l'Unione Sovietica? Nell'URSS tale confinazione era come quella tra gli orti di due abitanti di un villaggio. Se le oche di un contadino entravano nell'orto dell'altro, potevano litigare, ma non era una divisione statale, non era un confine protetto. ===2016=== {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2016/03/11/news/il_ricordo_di_gorbaciov_venticinque_anni_fa_provai_a_salvare_l_urss_ma_eltsin_mi_tradi_-135254345/ Il ricordo di Gorbaciov: "Venticinque anni fa provai a salvare l'Urss ma Eltsin mi tradì"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Repubblica.it'', 11 marzo 2016|h=4}} *Eltsin continuava a dire "l'Unione ci sarà". Ma aveva ben altre intenzioni. *Rimprovero a Putin la lentezza del processo democratico. Perché è vero che molte delle libertà civili introdotte con la perestrojka resistono e che la stragrande maggioranza dei russi ha votato per Vladimir Putin. Ma nessuno sa quale sarebbe la loro scelta se l'intero processo elettorale, dalla selezione dei candidati in poi, fosse davvero libero e democratico *Innanzitutto in Crimea c'è stato un referendum che ha stabilito la volontà dei cittadini. Inoltre la Crimea è Russia, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. In Siria, poi, contro il terrorismo, la Russia ha fatto il suo dovere. {{Int|Da [https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2016/04/26/news/chernobyl-30-anni-fa-la-catastrofe-che-ha-cambiato-la-nostra-vita-1.32079540 ''Chernobyl, 30 anni fa la catastrofe che ha cambiato la nostra vita'']|''Ilsecoloxix.it'', 26 aprile 2016|h=4}} *Quest'anno ricorre il 30esimo anniversario della [[Disastro di Černobyl'|catastrofe di Chernobyl]]: il peggior disastro con cui il genere umano si sia mai dovuto confrontare, legato all'incapacità di scienziati e ingegneri di prevedere come problemi apparentemente piccoli possano tramutarsi in disastri di scala quasi inimmaginabile. *A mio parere Chernobyl rimane uno dei più tragici incidenti del nostro tempo. Dal momento in cui venni informato telefonicamente, alle 5 del mattino di quel fatidico 26 aprile 1986 - che un incendio era divampato nel Reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, la mia vita non è stata più la stessa. *Nel caso di Chernobyl, se il mondo ha potuto apprendere la verità sul disastro e trarne gli insegnamenti, il merito è da attribuire al processo della "perestroika" e della politica di "glasnost" che stava affermandosi in Unione Sovietica. In caso contrario, i fatti e gli effetti sarebbero stati nascosti o distorti. {{Int|Da ''[https://www.panorama.it/news/esteri/putin-lurss-e-il-tradimento-di-eltsin-parla-gorbaciov/ Putin, l'Urss e il tradimento di Eltsin: parla Gorbaciov]''|Intervista di Mark Franketti, ''Panorama.it'', 13 giugno 2016|h=4}} *Sono un sostenitore della libertà di scelta, di religione, di parola. Sempre e comunque libertà. Piuttosto sparatemi, ma alla libertà non volto le spalle. *Sono molto prudente quando si tratta di criticare gli altri. Ho sempre dichiarato espressamente che il futuro per la Russia non può che essere la democrazia, con libertà di stampa ed elezioni libere e regolari. *Sotto al tavolo, gli americani si stavano già sfregando le mani soddisfatti. Pensavano di essere i vincitori della Guerra fredda invece di riconoscere il nostro ruolo nel portarla a termine. Pensavano di essere a capo del mondo; non erano sinceramente interessati ad aiutare la Russia a diventare una democrazia stabile e forte. Pensavano a spartirsela. E hanno demolito la fiducia che avevamo costruito. *Mi rammarico che un grande Paese con grandi potenzialità e risorse sia scomparso. La mia intenzione è sempre stata quella di riformarlo, non distruggerlo. ===2019=== *Le [[armi nucleari]] possono essere attivate da problemi tecnici, fattori umani o errori informatici. L'ultima cosa mi infastidisce di più. Le tecnologie informatiche sono usate ovunque ora. E quante volte i computer e l'elettronica hanno fallito nell'aviazione, nell'industria, in vari sistemi di controllo?<ref>Citato in [https://it.sputniknews.com/mondo/201904307592918-gorbaciov-esorta-russia-e-usa-a-stabilire-un-dialogo-strategico/ ''Gorbaciov esorta Russia e USA a stabilire un dialogo strategico''], ''Sputniknews.com'', 30 aprile 2019</ref> *Tutte le nazioni dovrebbero dichiarare... che le armi nucleari andrebbero distrutte. Questo è per salvare noi stessi e il nostro pianeta.<ref>Citato in ''[https://www.bbc.com/news/av/world-europe-50265870/mikhail-gorbachev-tells-the-bbc-world-in-colossal-danger Mikhail Gorbachev tells the BBC: World in ‘colossal danger’]'', BBC World News, 4 novembre 2019. Citato in AA.VV., ''Il libro della legge'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2021, p. 247. ISBN 9788858029596</ref> {{Int|Da ''[https://ilmanifesto.it/michail-gorbaciov-in-quel-novembre-89-vinse-la-pace/ «In quel novembre '89 vinse la pace»]''|Intervista di Yurii Colombo, ''Ilmanifesto.it'', 8 novembre 2019|h=4}} *Sono sempre stato e rimango un avversario dello spargimento di sangue. Sono sempre stato e resto un avversario dell’uso della forza contro il popolo. *Sono sicuro che se l'Urss fosse stata preservata, la Nato non si sarebbe espansa ed entrambe le parti avrebbero adottato un approccio diverso alla creazione di un sistema di sicurezza europeo. *Non sminuisco il ruolo dei politici, è stato importante. Ma il ruolo principale è stato svolto dal popolo, da 2 popoli. I tedeschi, che risolutamente e, soprattutto, pacificamente espressero la loro volontà di riunirsi. E, naturalmente, i russi, che mostrarono comprensione per le aspirazioni dei tedeschi. Russi e tedeschi hanno il diritto di essere orgogliosi di essere riusciti a incontrarsi dopo lo spargimento di sangue della Seconda guerra mondiale. Senza ciò, il governo sovietico non sarebbe stato in grado di agire come agì in quel momento. ===2020=== {{Int|Da ''[https://www.peacelink.it/pace/a/47502.html Emergenza pandemia: intervista a Mikhail Gorbachev]''|Intervista di Pavel Palazhchenko e Metta Spencer, 5 aprile 2020, traduzione di Matteo Locatelli per ''PeaceLink'', 11 aprile 2020|h=4}} *{{NDR|Sulla [[pandemia di COVID-19]]}} Bisognerà analizzare nei minimi dettagli ciò che è successo ma la priorità ora è di riprendere il controllo della situazione e sconfiggere questo nuovo e malvagio nemico. *{{NDR|Sulla [[pandemia di COVID-19]]}} In questo momento sono tutti d’accordo con la necessità di misure di confinamento. È qualcosa che sia le autorità che la gente devono accettare. Molto dipende anche dal comportamento delle persone. La massima responsabilità e disciplina sono essenziali. Solo in seguito si potrà sperare che il peggio sia passato. *Questa pandemia, una tragedia comune, ci ricorda quanto sia inutile tentare di nascondersi ignorando le minacce di fronte a noi. ===2021=== *{{NDR|Sull'[[assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 2021]]}} L'importante è che abbiano messo in dubbio il futuro destino degli Stati Uniti d'America come stato. (da un intervista di ''Interfax'', 7 gennaio 2021)<ref>Citato in [https://it.topwar.ru/178822-gorbachev-zajavil-chto-pod-vopros-postavlena-dalnejshaja-sudba-ssha-kak-gosudarstva.html ''Gorbaciov ha detto che il destino futuro degli Stati Uniti come stato è stato messo in discussione''], ''It.topwar.ru'', 7 gennaio 2021.</ref> *Il fallimento avrebbe dovuto essere riconosciuto prima. [...] Quello che conta ora è imparare la lezione e, almeno, non ripetere errori come questo. (da un'intervista all'agenzia RIA Novosti dopo la [[Caduta di Kabul (2021)|caduta di Kabul]])<ref name=cattivaidea>Citato in [https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gorbaciov_invasione_usa_dellafghanistan_una_cattiva_idea_fin_dallinizio/82_42705/ ''Gorbaciov: Invasione Usa dell'Afghanistan "una cattiva idea fin dall'inizio"''], ''Lantidiplomatico.it'', 17 agosto 2021.</ref> *{{NDR|Sulla [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|guerra in Afghanistan]]}} Era fin dall'inizio un'impresa fallita, anche se nella prima fase la Russia l'ha sostenuta. [...] Come molti progetti simili, si basava su un'esagerazione della minaccia e su concetti geopolitici poco chiari. A ciò si sono aggiunti tentativi irrealistici di democratizzare una società multi-tribale. (da un'intervista all'agenzia RIA Novosti dopo la [[Caduta di Kabul (2021)|caduta di Kabul]])<ref name=cattivaidea/> ==Attribuite== *L'obiettivo della mia vita è stato annientare il [[comunismo]]. [...] Per raggiungere tale finalità ho approfittato della mia posizione nel [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito]] e nel Paese. [...] Quando [[Boris Nikolaevič El'cin|El'cin]] ha distrutto l'[[Unione Sovietica|URSS]], ho lasciato il [[Cremlino di Mosca|Cremlino]], e qualche giornalista ha immaginato che piangessi per questo. Ma non ho affatto pianto, perché sono stato io a farla finita con il comunismo in Europa.<ref name=fonte>Citato in ''[http://www.comintern.it/16-home/65-gorbacev-obiettivo-l-annientamento-del-comunismo.html Gorbacev: obiettivo l'annientamento del comunismo]'', ''Comintern.it''.</ref> :{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} La citazione non datata è apparentemente apparsa per la prima volta nella rivista slovacca ''Uzvit'' n° 24 e presa da un discorso tenuto nell'"università statunitense in Turchia", di cui non ci sono segnalazioni.<ref>{{en}} [https://history.stackexchange.com/questions/8090/did-gorbachev-say-that-his-intention-was-to-destroy-communism ''Did Gorbachev say that his intention was to destroy Communism?''], ''History.stackexchange.com'', 2013</ref> *Quel mondo andava abbattuto perché l'identificazione con quei regimi era un peso insostenibile per la sinistra.<ref>Citato in ''[https://www.huffingtonpost.it/entry/rimpiango-il-pci-non-lurss-intervista-a-massimo-dalema_it_5dc31726e4b0d8eb3c8eda4b "Rimpiango il Pci, non l'Urss". Intervista a Massimo D'Alema]'', ''huffingtonpost.it''.</ref> ==''Perestrojka''== ===Incipit=== Ho scritto questo libro con il desiderio di rivolgermi direttamente ai popoli dell'URSS, degli Stati Uniti e di ogni paese del mondo.<br>Ho incontrato capi di stato e di governo e altri ''leaders'' di molti stati e rappresentanti dell'opinione pubblica: tuttavia lo scopo di questo libro è quello di parlare senza intermediari ai cittadini di tutto il mondo a proposito delle cose che riguardano tutti noi, senza eccezioni.<br>Ho scritto questo libro perché ho fiducia nel loro buon senso. Sono convinto che loro, come me, si preoccupano del futuro del nostro pianeta. E questa è la cosa più importante.<br>Dobbiamo incontrarci e discutere. Dobbiamo affrontare i problemi con uno spirito di cooperazione, non di animosità. Mi rendo conto che non tutti saranno d'accordo con me. E, per me la verità, neppure io sono d'accordo con tutto ciò che altri hanno da dire sui vari problemi. E ciò rende ancora più importante il dialogo. Questo libro rappresenta il mio contributo. ===Citazioni=== *Tutti i paesi sono oggi interdipendenti come non era mai accaduto, e l'arsenale delle armi, soprattutto dei missili nucleari, rende più probabile il rischio di una guerra mondiale, sia pure involontaria e dovuta al caso in seguito ad un guasto tecnico o alla fallibilità umana. E allora ne soffrirebbero tutti gli esseri viventi sulla Terra.<br>Tutti sembrano concordare sul fatto che in una guerra del genere non vi sarebbero né vincitori né vinti. Non vi sarebbero superstiti. È una minaccia mortale per tutti. (p. 7) *Siamo passeggeri a bordo della stessa nave, la Terra, e non dobbiamo permettere che faccia naufragio. Non ci sarà una seconda Arca di Noè. (p. 8) *Noi affermiamo apertamente che ripudiamo le aspirazioni egemoniche e le rivendicazioni globali degli Stati Uniti. Non ci piacciono certi aspetti della politica e del modo di vivere degli americani. Tuttavia rispettiamo il diritto del popolo degli Stati Uniti, come di ogni altro popolo, di vivere secondo le sue leggi, le sue tradizioni e i suoi gusti. Conosciamo e non dimentichiamo il ruolo fondamentale degli Stati Uniti nel mondo moderno, apprezziamo il contributo che hanno dato e che danno alla civiltà mondiale, teniamo conto dei loro interessi legittimi e comprendiamo che senza la loro cooperazione è impossibile eliminare il pericolo di una catastrofe nucleare e garantire una pace durevole. (p. 8) *La [[Russia]], dove settant'anni fa avvenne una grande rivoluzione, è un paese antico con una sua storia unica, caratterizzata da ricerche, trionfi e avvenimenti tragici. Ha dato al mondo molte scoperte e molti personaggi famosi.<br>L'[[Unione Sovietica]], tuttavia, è uno stato giovane che non ha analogie nella storia o nel mondo moderno. Negli ultimi sette decenni, un tempo molto breve nella storia della civiltà umana, il nostro paese ha compiuto progressi pari a molti secoli. Una delle massime potenze mondiali ha preso il posto dell'[[Impero russo]], arretrato, semicoloniale e semifeudale. Enormi forze produttive, un grandioso potenziale intellettuale, una cultura avanzata, una comunità di più di cento nazioni e nazionalità, e una solida protezione sociale per 280 milioni di persone in un territorio che corrisponde a un sesto della Terra... questi sono i nostri grandi e incontestabili successi e il popolo sovietico ne è giustamente orgoglioso. (p. 14) *Durante una certa fase (e questo apparve particolarmente chiaro nella seconda metà degli anni Settanta) accadde qualcosa a prima vista inesplicabile. Il paese incominciò a perdere il suo slancio. Gli insuccessi economici divennero più frequenti. Le difficoltà cominciarono ad accumularsi e a deteriorarsi, i problemi insoluti a moltiplicarsi. Nella vita sociale incominciarono ad affiorare elementi di quella che possiamo chiamare stagnazione e altri fenomeni estranei al socialismo. Si formò una specie di «meccanismo frenante» che influiva sullo sviluppo sociale ed economico. E tutto ciò avvenne in un periodo in cui la rivoluzione scientifica e tecnologica schiudeva nuove prospettive di progresso sociale ed economico. (p. 15) *È naturale che il produttore miri ad «accontentare» il consumatore, se posso esprimermi così. Ma da noi il consumatore si trovava completamente alla mercé del produttore, e doveva accettare ciò che quest'ultimo decideva di dargli. (p. 16) *L'Unione Sovietica, la più grande produttrice di acciaio, materie prime, combustibili ed energia nel mondo, presenta scarsità dovute agli sprechi e all'inefficienza. È uno dei maggiori produttori di cereali, ma è costretta ad acquistarne ogni anno milioni di tonnellate per nutrire la popolazione. Abbiamo il maggior numero di medici e di letti d'ospedale in rapporto al numero di abitanti, e tuttavia abbiamo stridenti carenze nei servizi sanitari. I nostri razzi possono raggiungere con straordinaria precisione la cometa di Halley e volare fino a Venere, ma accanto a questi trionfi scientifici e tecnologici coesiste una chiara mancanza di efficienza nell'uso dei risultati scientifici per i fini economici, e molti degli elettrodomestici sovietici sono di qualità mediocre. (p. 19) *La nostra gente ha sempre posseduto la capacità intrinseca di distinguere la differenza tra le parole e i fatti. Non è strano che i racconti popolari russi si facciono beffe di coloro che amano lo sfarzo e l'esteriorità; e la letteratura, che ha sempre avuto un ruolo molto importante nella vita spirituale del nostro paese, è spietata nei confronti di ogni manifestazione d'ingiustizia e di abuso del potere. (p. 24) *Le opere di [[Lenin]] e i suoi ideali socialisti rimanevano per noi una fonte inesauribile di pensiero dialettico creativo, di ricchezza teorica e di acume politico. La sua stessa immagine è un esempio imperituro di grande forza morale, di compiuta cultura spirituale e di altruistica dedizione alla causa del popolo e del socialismo. Lenin vive nelle menti e nei cuori di milioni di persone. Nonostante tutte le barriere erette dagli scolastici e dai dogmatici, l'interesse per l'eredità di Lenin e il desiderio di conoscerlo meglio nell'originale crescevano via via che si aggravavano i fenomeni negativi della società. (p. 25) *Virtualmente la disoccupazione non esiste. Lo stato si è assunto l'onere di assicurare il posto di lavoro. Persino una persona licenziata per pigrizia o per infrazione alla disciplina del lavoro deve avere un altro impiego. Anche il livellamento delle retribuzioni è diventato una caratteristica abituale della nostra vita quotidiana; persino un pessimo lavoratore riceve quanto basta per vivere decentemente. I figli di un parassita non vengono abbandonati al loro destino. Noi abbiamo concentrato somme enormi nei fondi provvedono ai finanziamenti degli asili nido, degli orfanotrofi, delle case dei Giovani Pionieri e di altre istituzioni che si occupano della creatività e dell'attività sportiva dei giovanissimi. L'assistenza sanitaria è gratuita, e così pure l'educazione. La gente è protetta dalle vicissitudini della vita e noi ne siamo molto fieri. (pp. 31-32) *In Occidente Lenin è spesso presentato come un sostenitore dei metodi amministrativi autoritari. Ciò dimostra la più totale ignoranza delle idee di Lenin e, non di rado, la loro distorsione voluta. Infatti secondo Lenin il socialismo e la democrazia sono indivisibili. Le masse lavoratrici pervengono al potere acquisendo le libertà democratiche. E soltanto in condizioni di democrazia in espansione possono consolidare e realizzare tale potere. È un'altra idea straordinariamente vera di Lenin: più vasta è la portata del lavoro e più profonda la riforma, e più aumenta il bisogno di accrescere l'interesse e di convincere milioni e milioni di persone della sua necessità. Ciò significa che se siamo decisi a una ristrutturazione radicale e completa, dobbiamo anche realizzare l'intero potenziale della democrazia. (pp. 34-35) *''Perestrojka'' significa vincere il processo di stagnazione, spezzare il meccanismo frenante, creare al suo posto un meccanismo affidabile ed efficiente per accelerare il progresso sociale ed economico e per conferirgli un maggiore dinamismo. (p. 37) *''Perestrojka'' significa l'eliminazione dalla società delle distorsioni dell'etica socialista, l'applicazione coerente dei principii della giustizia sociale. Significa l'unità tra parola e azioni, diritti e doveri. È l'elevazione del lavoratore onesto e qualificato, il superamento delle tendenze livellatrici nelle retribuzioni e del consumo. (p. 38) *L'essenza della ''perestrojka'' sta nel fatto che ''unisce il socialismo con la democrazia'' e fa rivivere il concetto leninista della costruzione del socialismo, sia in teoria sia in pratica. (p. 39) *Noi procederemo verso un socialismo migliore, anziché allontanarcene. Lo diciamo sinceramente, senza cercare di ingannare il nostro popolo o il mondo. Le speranze che noi incominceremo a costruire una società diversa, non socialista, e passeremo nell'altro campo sono irrealistiche e infondate. Coloro che in Occidente si aspettano che rinunciamo al socialismo resteranno delusi. È tempo che lo comprendano e, cosa ancora più importante, si basino su tale comprensione nelle relazioni pratiche con l'Unione Sovietica. (p. 41) *Noi vogliamo più socialismo e, quindi, più democrazia. Così come la vediamo noi, le difficoltà e i problemi degli anni Settanta e Ottanta non hanno significato una specie di crisi del socialismo quale sistema politico e sociale, ma sono stati piuttosto il risultato di un'insufficiente coerenza nell'applicazione dei principii del socialismo, di deviazioni e distorsioni, e della continua adesione ai metodi e alle forme di gestione sociale affermatisi in condizioni storiche specifiche nelle fasi iniziali dell'evoluzione socialista. (p. 42) *Un osservatore obiettivo deve ammettere che la storia sovietica è in generale una storia di progresso incontestabile, nonostante gli insuccessi e i fallimenti. Siamo progrediti nonostante la mancanza di strade, letteralmente e figurativamente; a volte ci siamo smarriti e abbiamo commesso errori, e lungo il nostro cammino è stato sparso anche troppo sangue e troppo sudore. Ma abbiamo continuato con tenacia la nostra marcia senza mai pensare di ritirarci, di cedere il terreno guadagnato o di mettere in discussione la nostra scelta socialista. (p. 43) *Il nostro popolo sconfisse il fascismo con la potenza che aveva creato negli anni Venti e Trenta. Se non vi fosse stata l'industrializzazione, noi saremmo stati inermi di fronte al fascismo. (p. 44) *L'intera Europa non era riuscita a fermare Hitler, ma noi lo schiacciammo. Sconfiggemmo il fascismo non solo grazie all'eroismo e allo spirito di sacrificio dei nostri soldati, ma anche alla superiorità del nostro acciaio, dei nostri carri armati e dei nostri aerei. E tutto questo era stato realizzato dal nostro periodo sovietico. (p. 45) *Dal punto di vista delle ricchezze delle calorie nella dieta, l'Unione Sovietica si classifica senza dubbio tra i paesi sviluppati. E ciò che conta è il fatto che grazie alla [[Collettivizzazione in Unione Sovietica|collettivizzazione]] e alla sua storia di oltre un cinquantennio, noi abbiamo acquisito la capacità potenziale di innalzare, nel corso della ristrutturazione, l'intero settore agricolo a un livello qualitativamente nuovo. (p. 46) *In Occidente c'era chi diceva che la Russia non sarebbe stata in grado di risorgere neppure in un secolo e che sarebbe rimasta tagliata fuori dalla politica internazionale perché avrebbe dovuto pensare a guarire le proprie ferite. Eppure oggi dicono, alcuni con ammirazione e altri con aperta ostilità, che siamo una superpotenza! Facemmo rinascere da soli il nostro paese, grazie ai nostri sforzi, sfruttando le immense potenzialità del sistema socialista. (p. 47) *Non abbiamo motivo di parlare a bassa voce della [[Rivoluzione d'Ottobre]] e del socialismo, come se ce ne vergognassimo. I nostri successi sono immensi e indiscutibili. Tuttavia noi vediamo il passato nella sua complessa totalità. I nostri trionfi più grandi non ci impediscono di vedere le contraddizioni nello sviluppo della nostra società, i nostri errori e le nostre omissioni. E la nostra ideologia è per sua natura critica e rivoluzionaria. (p. 49) *Lenin aveva il raro dono di intuire al momento giusto la necessità dei cambiamenti radicali, di un riesame dei valori, di una revisione delle direttive teoriche e degli slogan politici. (p. 56) *''Perestrojka'' è una parola dai molti significati. Ma se dobbiamo scegliere tra i suoi molti sinonimi quello che esprime nel modo più esatto la sua essenza, possiamo dire che la ''perestrojka'' è una rivoluzione. Un'accelerazione decisiva dello sviluppo socio-economico e culturale della società sovietica, che comporta cambiamenti radicali lungo la strada verso uno stato qualitativamente nuovo, è senza dubbio un compito rivoluzionario. (p. 58) *La rivoluzione richiede la demolizione di tutto ciò che è [[obsolescenza|obsoleto]] e stagnante e ostacola un rapido progresso. (p. 61) *Ognuno dovrà probabilmente fare sacrifici nella fase iniziale della ''perestrojka''; ma alcuni dovranno rinunciare per sempre ai privilegi e alle prerogative che non meritano e che hanno acquisito illegittimamente, e ai diritti che hanno ostacolato il nostro progresso. (p. 62) *È un carattere distintivo e un punto di forza della ''perestrojka'' il fatto che sia simultaneamente una rivoluzione «dall'alto» e «dal basso». Questa è una delle più sicure garanzie del suo successo e della sua irreversibilità. (p. 68) *La politica è l'arte del possibile. Al di là dei limiti del possibile incomincia l'avventurismo. (p. 79) *Non esistono accenni, raccomandazioni e avvertimenti più utili di quelli che si possono ricevere direttamente dal popolo. (p. 90) *L'atmosfera nuova si manifesta forse più chiaramente nella ''[[glasnost]]''. Noi vogliamo una maggiore trasparenza negli affari pubblici in ogni sfera della vita. La gente deve sapere che cosa è bene e che cosa è male, per accrescere il primo e combattere il secondo. Così deve essere in un regime socialista. (p. 92) *Oggi la ''glasnost'' è un esempio vivo di una normale e favorevole atmosfera spirituale e sociale nella società, che permette alla gente di comprendere meglio quanto ci è accaduto nel passato, quanto avviene ora, quanto stiamo cercando di realizzare, quali sono i nostri piani, e sulla base di tale comprensione permette di partecipare coscientemente all'impegno della ristrutturazione. (p. 93) *Noi consideriamo la ''glasnost'' un sistema per raccogliere i diversi punti di vista e le diverse idee che rispecchiano gli interessi di tutti gli strati, di tutti i mestieri e le professioni della società sovietica. Non potremo progredire se non scopriremo in quale modo la nostra politica reagisce alle critiche, soprattutto alle critiche dal basso, se non combatteremo gli sviluppi negativi e non risponderemo alle informazioni provenienti dal basso. Non posso immaginare la democrazia senza tutto questo. (p. 97) *La critica è una medicina amara; ma i mali che assillano la nostra società la rendono necessaria. Si può fare una smorfia, ma bisogna inghiottirla. E sbagliano quanti pensano che le critiche debbano essere avanzate soltanto a intervalli. Ma ha egualmente torto la gente portata a credere che la stagnazione sia stata vinta completamente e che sia venuto il momento di prendersela con calma. Un allentamento delle critiche danneggerebbe inevitabilmente la ''perestrojka''. (p. 100) *Qualcuno ha obiettato che sarebbe difficile lavorare in un ambiente dove ogni individuo ha una sua filosofia, una propria autorità e ritiene di essere l'unico depositario della verità. Ho replicato che è molto peggio avere a che fare con un'intellighenzia passiva e con l'indifferenza e il cinismo. (p. 102) *È vero che la stampa aveva pubblicato ancora proposte che esorbitavano dal nostro sistema. Per esempio, era stata espressa l'opinione che avremmo dovuto rinunciare all'economia pianificata e accettare la disoccupazione. Questo tuttavia non possiamo permetterlo, poiché intendiamo rafforzare il socialismo e non sostituirlo con un sistema diverso. Quanto ci viene proposto dall'Occidente, da un'economia diversa, è per noi inaccettabile. Siamo certi che se mettiamo effettivamente in moto il potenziale del socialismo, se aderiamo ai suoi principii basilari, se teniamo pienamente conto degli interessi umani e approfittano dei vantaggi di un'economia pianificata, il socialismo possa realizzare molto più del capitalismo. (p. 108) *D'accordo, supponiamo che faremo errori. E con ciò? È molto meglio correggere gli errori che restare nell'inerzia. (p. 112) *Secondo me, avevamo accettato con troppe speranze la politica della [[Distensione (politica)|distensione]]: con troppa fiducia, direi. Molti credevano che sarebbe stata irreversibile e che avrebbe schiuso possibilità sconfinate, soprattutto per l'espansione del commercio e delle relazioni economiche con l'Occidente. Arrivammo addirittura a sospendere certe nostre ricerche e certi sviluppi tecnologici, sperando nella divisione internazionale di tale lavoro e pensando che sarebbe stato più vantaggioso acquistare certe macchine anziché fabbricarle in patria. Ma che cosa accadde? Fummo duramente puniti per la nostra ingenuità. (p. 118) *Noi non abbiamo bisogno di un socialismo «puro», dottrinario, inventato, bensì di un socialismo reale, leninista. Lenin fu molto chiaro su questo punto: dato che abbiamo un'industria enormemente sviluppata, non c'è nulla da temere. Attingendo a questa forza, possiamo operare in maniera pianificata le trasformazioni socialiste. Questo è un autentico lavoro socialista. Era vero allora ed è ancora più vero al giorno d'oggi, perché la nostra società è forte economicamente e politicamente. Lenin non perdeva mai di vista la realtà concreta ed era guidato dagli interessi del popolo lavoratore. (p. 122) *Non vi è lo sfruttamento dell'uomo ad opera dell'uomo, non vi è divisione tra ricchi e poveri, tra milionari e mendicanti; tutte le nazioni sono eguali tra eguali; tutti hanno un posto di lavoro garantito; abbiamo l'istruzione secondaria e superiore gratuita e servizi sanitari gratuiti; i cittadini hanno una vecchiaia assicurata. Questa è la concretizzazione della giustizia sociale sotto il [[socialismo]]. (p. 128) *Il sistema più sicuro per liberarci di una piaga sociale come l'[[alcolismo]] consiste nello sviluppare la sfera della ricreazione, dell'efficienza fisica, dello sport e delle attività culturali di massa e nel democratizzare ulteriormente la vita della società nel suo complesso. (p. 131) *Se non vi fossero stati i [[Soviet]] non avremmo vinto la guerra civile. Se non vi fossero stati i Soviet, non saremmo riusciti a mobilitare milioni di persone, soprattutto operai e contadini, in un territorio tanto vasto. Se non vi fossero stati i Soviet, la Nuova Politica Economica non avrebbe dato alcun esito. Il loro vero potere stava nel fatto che, creati dalle masse, esprimevano e salvaguardavano gli interessi dei lavoratori. La caratteristica fondamentale, il segreto della loro diffusione rapida e a volte spontanea in tutto il paese fu il fatto che prendevano decisioni e le applicavano in proprio, mentre erano al centro dell'attenzione della gente e sotto l'aperto controllo di tutti i diretti interessati. Era un sistema unico ed efficiente che combinava la democrazia diretta con la democrazia rappresentativa. (p. 142) *L'ampiezza dell'emancipazione femminile viene spesso considerata come un metro per giudicare il livello sociale e politico di una società. Lo stato sovietico pose fine alla discriminazione contro le donne, tipica della Russia zarista, e vi pose fine con decisione e senza compromessi. Le donne acquisirono una posizione sociale di eguaglianza con gli uomini, garantita dalla legge. Siamo orgogliosi di tutto ciò che il governo sovietico ha datto alle donne: il diritto di lavorare esattamente come gli uomini, retribuzione eguale per eguale lavoro, previdenza sociale. Le donne hanno avuto ogni opportunità di ricevere un'istruzione, di avere una carriera e di partecipare alle attività sociali e politiche. Senza il contributo delle donne non avremmo costruito una società nuova e non avremmo vinto la guerra contro il fascismo. (pp. 150-151) *Noi viviamo in un paese multinazionale, e questo è un fattore di forza anziché di debolezza e di disintegrazione. La Russia zarista veniva chiamata «una prigione di nazioni». La Rivoluzione e il socialismo hanno cancellato l'oppressione e la diseguaglianza nazionali e hanno assicurato il progresso economico, intellettuale e culturale per tutte le nazioni e nazionalità. Le nazioni un tempo arretrate hanno acquisito un'industria avanzata e una struttura sociale moderna. Sono salite al livello della cultura moderna anche se alcune, in precedenza, non avevano neppure un alfabeto. Ogni persona libera da pregiudizi riconoscerà il fatto che il nostro Partito ha svolto un lavoro immane e ha trasformato la situazione. I risultati hanno arricchito la società sovietica e la civiltà mondiale. (pp. 152-153) *Ogni cultura nazionale è un tesoro che non deve andare perduto. Ma un sano interesse per ciò che vi è di prezioso in ogni cultura nazionale non deve degenerare in tentativi di isolarsi dai processi oggettivi d'interazione e di ''rapprochement''. (p. 154) *Io ho passato molti anni nel [[Caucaso]] settentrionale, una regione popolata da molte nazionalità diverse. Non solo ogni città e ogni villaggio di montagna è abitato da persone di nazionalità differenti: lo è anche l'intera regione. La storia del Caucaso settentrionale comprende diverse pagine dolorose; ma negli anni del governo sovietico la situazione è mutata radicalmente. Non intendo affatto idealizzarla, tuttavia i rapporti tra le nazionalità presenti in questa regione multi-etnica sono caratterizzati da un atteggiamento rispettoso, cooperazione, ''rapprochement'' e coesione. So per esperienza che i montanari sono molto sensibili all'amicizia ma anche ad ogni manifestazione di arroganza nei loro confronti. (p. 155) *Non si può negare il diritto alla madrelingua neppure alla più piccola etnia. Dopotutto, la cultura umana consiste nella sua diversità odierna, con le sue lingue, i suoi costumi, le sue manifestazioni e i suoi rituali diversi. È il nostro patrimonio comune. (p. 156) *Gli ambienti di destra non cercano di nascondere il loro atteggiamento ostile verso la ''perestrojka'', perché essa dimostrerebbe l'infondatezza della loro opinione, secondo la quale il socialismo non ha nulla di attraente da presentare al mondo libero. Per costoro, l'abbandono del vecchio dogma dell'immobilismo sociale sovietico equivale a una catastrofe ideologica, perché dovrebbero rivedere l'intera dottrina dell'antisovietismo e le direttive politiche che ne derivano. Svanirebbe così la mitica minaccia sovietica, derivante secondo queste tesi dal fatto che l'Unione Sovietica, incapace di risolvere le proprie difficoltà interne, intraprenderebbe iniziative espansionistiche. (p. 165) *Per quanto gli Stati Uniti siano ricchissimi, non possono permettersi di gettar via ogni anno in armamenti un terzo di trillione di dollari. Un aumento delle spese per le armi causa anche un aumento del deficit del bilancio. Oggi gli Stati Uniti prendono a prestito due terzi della somma che spendono per le armi. Il debito federale è, in effetti, il debito del Pentagono, e dovrà essere ripagato da molte generazioni di americani. Tutto questo deve finire prima o poi. Comunque, è una faccenda americana, non nostra. (p. 169) *L'Unione Sovietica è un paese immenso, ricco di minerali e di manodopera e di grandi risorse scientifiche. Quasi tutti i lavoratori hanno un'istruzione secondaria completa. Perciò è meglio non affrettarsi a gettarci nell'«immondezzaio della storia»: è un'idea che fa sorridere il popolo sovietico. (p. 170) *Poiché è entrata nell'era nucleare, in cui l'energia dell'atomo viene usata per scopi militari, l'umanità ha perduto la sua immortalità. In passato vi furono guerre, guerre terribili che costarono milioni e milioni di vite umane, trasformarono in rovine e ceneri città e villaggi e distrussero intere nazioni e intere culture. Ma la continuazione della specie umana non era minacciata. Oggi, al contrario, se scoppiasse una [[guerra nucleare]] ogni essere vivente verrebbe cancellato dalla faccia della Terra. (p. 181) *È vero che gli sforzi dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] non sempre hanno avuto successo. Ma secondo il mio punto di vista questa organizzazione è la tribuna più appropriata per cercare un equilibrio negli interessi degli stati, che è indispendabile per la stabilità del mondo. (p. 184) *La funzione politica della guerra è sempre stata una giustificazione della guerra stessa, una spiegazione «razionale». La guerra nucleare è insensata, è irrazionale. Non vi sarebbero né vincitori né vinti in un conflitto nucleare globale: la civiltà mondiale perirebbe inevitabilmente. Sarebbe un suicidio anziché una guerra nel senso convenzionale del termine. (p. 185) *I tentativi di conseguire una supremazia militare sono assurdi. Oggi tali tentativi vengono compiuti nello spazio. È un anacronismo sorprendente, che persiste a causa del ruolo eccessivo dei militaristi in campo politico. Dal punto di vista della sicurezza la corsa agli armamenti è diventata un'assurdità perché la stessa logica porta alla destabilizzazione delle relazioni delle relazioni internazionali e in ultima analisi a un conflitto nucleare. (p. 186) *Le divergenze ideologiche non devono essere trasposte nella sfera delle relazioni tra gli stati, e la politica estera non deve venire subordinata a esse, perché le ideologie possono essere contrapposte mentre gli interessi della sopravvivenza e della prevenzione della guerra sono universali e supremi. (p. 188) *La logica stessa della [[Distensione (politica)|distensione]] era suggerita dalla crescente constatazione che non si può vincere una guerra nucleare. Partendo da questo principio, cinque anni fa proclamammo al mondo interno che non useremo mai per primi le armi nucleari. (p. 190) *Noi umani siamo tutti nella stessa barca, e affonderemo o nuoteremo tutti insieme. Ecco perché i discorsi sul disarmo non sono un gioco che può essere vinto da una delle parti in causa. Devono vincere tutti, altrimenti tutti rischieranno di perdere. (p. 192) *Durante la [[seconda guerra mondiale]], paesi di sistemi diversi combatterono in una coalizione contro il fascismo e alla fine lo schiacciarono. L'interesse comune di tutti i popoli e di tutti gli stati di fronte alla minaccia fascista controbilanciava le differenze sociopolitiche e forniva la base per un'alleanza antifascista al di sopra dei sistemi. Ciò significa che anche oggi, di fronte a un pericolo ancora più grave, gli stati appartenenti a sistemi sociali diversi possono e devono collaborare in nome della pace. (pp. 193-194) *Noi vediamo quanto siano forti le posizioni della parte aggressiva e militarista della classe dirigente nei più importanti paesi capitalistici. Il loro sostegno principale proviene dall'apparato militare-industriale, i cui interessi hanno le radici nella natura stessa del sistema capitalistico e che traggono profitti enormi dalla produzione delle armi a spese dei contribuenti. E per convincere la gente che non è denaro speso invano, devono convincerla dell'esistenza di un «nemico esterno» che minaccia il suo benessere e gli interessi interessi nazionali in generale. Ecco la causa di un'avventata, irresponsabile politica del potere. Com'è possibile, nella nostra era nucleare, questa fede assoluta nella forza, quando le scorte di armi già esistenti sono così enormi che già una minima parte potrebbe annientare tutta l'umanità? (p. 196) *[[Nikita Sergeevič Chruščёv|Kruscev]] era un emotivo, e se la prendeva perché i suoi sforzi sinceri e le sue proposte specifiche per il miglioramento della situazione internazionale urtavano contro un muro d'incomprensione e di resistenza. (p. 198) *Secondo la teoria [[Marxismo|marxista]], il futuro appartiene a una società in cui non esistono lo sfruttamento dell'uomo ai danni dell'uomo, né oppressioni nazionali e razziali. Il futuro appartiene a una società governata da principii di giustizia sociale, libertà e sviluppo armonioso dell'individuo. Ma ogni nazione ha il diritto di decidere se tali principii le sembrano validi e se vuole adottarli per ristrutturare la propria vita. Se è così, non deve far altro che decidere con quanta rapidità e in quale forma intende procedere. (p. 199) *Non importa cosa pensino gli oppositori, il comunismo ha avuto origine ed esiste nell'interesse dell'uomo e della sua libertà, per difendere i suoi diritti reali, e la giustizia nel mondo. (pp. 204-205) *{{NDR|Su [[Gabriel García Márquez]]}} La gamma del suo pensiero è globale, e basta leggere uno dei suoi libri per rendersene conto. (p. 206) *Le donne, la cui predestinazione naturale consiste nel preservare e tramandare la specie umana, sono le sostenitrici più altruiste e numerose dell'idea della pace. (p. 207) *Il [[Consiglio di mutua assistenza economica|COMECON]] non viola in alcun modo l'indipendenza degli stati membri e il loro diritto sovrano di disporre delle proprie risorse e di fare il necessario per il bene dei loro popoli. Il COMECON non è un'organizzazione sovrannazionale. Nel prendere le decisioni si affida al principio del consenso anziché alla maggioranza dei voti. L'unica cosa importante è che la mancanza di desiderio o d'interesse verso la partecipazione a un dato progetto da parte di un paese non deve costituire una remora per gli altri. Chiunque vuole partecipare è il benvenuto; altrimenti può attendere di vedere come se la cavano gli altri. Ogni paese è libero di decidere se è pronto per tale cooperazione e fino a che punto intende parteciparvi. (p. 223) *Se si vuole sradicare il terrorismo, è imperativo eliminare le ragioni che lo generano. (p. 230) *In Medio Oriente è in corso da molti anni un conflitto tra Israele e i suoi vicini. Mosca viene indicata come la responsabile, poiché si oppone invariabilmente all'espansione di Israele e si schiera in difesa dei diritti sovrani dei popoli arabi, inclusi gli arabi della Palestina. All'Unione Sovietica vengono attribuiti inesistenti pregiudizi antisraeliani, sebbene il nostro paese sia stato tra i primi a favorire la creazione dello stato d'Israele. (p. 231) *{{NDR|Sulla [[rivoluzione sandinista]]}} Qual è la causa del conflitto? Il regime antipopolare di Somoza è stato rovesciato in Nicaragua e la rivoluzione popolare ne è uscita vittoriosa. Anche in questo caso la rivoluzione sandinista è stata proclamata opera di Mosca e di Cuba. Questo è il criterio ideologico usato per scatenare una guerra non dichiarata contro un piccolo paese la cui unica colpa è la volontà di vivere a modo suo, senza interferenze dall'esterno. Tra l'altro, ciò che è accaduto in Nicaragua lascia presagire ciò che accadrà in altri paesi. Troviamo assurdo sentir affermare che il Nicaragua minaccia la sicurezza degli Stati Uniti e che stanno per esservi costruite basi sovietiche di cui gli americani sembrano sapere tutto ma di cui io non ho mai sentito parlare. (p. 233) *Probabilmente non tutti sanno che l'Afghanistan fu il primo paese con il quale l'Unione Sovietica stabilì relazioni diplomatiche. Siamo sempre stati in rapporti molto amichevoli con quel paese, con i suoi re e i suoi capi tribali. Certamente l'Afghanistan ha molti problemi a causa della sua estrema arretratezza, derivata in gran parte dalla dominazione britannica. Perciò è del tutto naturale che molti afghani aspirassero ad aiutare il loro popolo a superare i modelli di vita medievali, ad ammodernare lo stato e le istituzioni pubbliche e ad accelerare il progresso. Ma non appena furono progettati cambiamenti progressisti, gli imperialisti incominciarono a esercitare dall'esterno pressioni sull'Afghanistan. Perciò ai sensi del trattato sovietico-afghano i dirigenti del paese chiesero l'aiuto dell'URSS. Si appellarono a noi ben undici volte prima che acconsentissimo a introdurre nel paese un limitato contingente militare. (p. 235) *È l'interferenza americana a ritardare il ritiro delle nostre truppe e a ostacolare la realizzazione della politica di riconciliazione nazionale e quindi la soluzione dell'intero problema afghano. E la consegna degli ''Stinger'' ai gruppi di controrivoluzionari, che usano tali missili per abbattere gli aerei civili, è semplicemente immorale e del tutto ingiustificabile. (p. 236) *Molti paesi in via di sviluppo aderiscono allo schieramento dei paesi non allineati. Il [[movimento dei paesi non allineati]] sorse allo scopo di unire più di cento paesi che comprendono la maggior parte della popolazione mondiale. Il movimento è divenuto una grande forza, un fattore importante negli affari mondiali. Contribuisce a formare un nuovo tipo di relazioni internazionali, indipendentemente dalle caratteristiche particolari e dalle sfumature del movimento stesso, che rappresenta il desiderio delle nazioni libere da poco di cooperare con altre su una base di eguaglianza e di abolire o ''diktat'' e i tentativi egemonici nelle relazioni internazionali. L'Unione Sovietica comprende le finalità del movimento ed è solidale con esso. (p. 238) *Com'è possibile che l'India e l'Unione Sovietica, due stati dai sistemi sociali e politici diversi, siano riusciti a sviluppare relazioni di qualità tanto elevata? Perché entrambi basano le loro politiche, non a parole ma con i fatti, sui principii di sovranità, di eguaglianza, di non interferenza negli affari interni degli altri paesi e di cooperazione. Entrambi riconoscono a ogni nazione il diritto di scegliere il proprio sistema politico e il proprio modello di sviluppo sociale. (p. 248) *Ho detto al presidente Reagan: «Per decenni avete considerato l'America Latina come lo scalino di casa vostra e vi siete comportati di conseguenza. Le nazioni ne hanno avuto abbastanza. Che poi realizzino le loro aspirazioni con mezzi pacifici o con la forza delle armi, è affar loro. Siete stati voi a innescare una "bomba" nell'America Latina con i prestiti che hanno creato un gigantesco debito. Dovreste pensarci bene». (p. 251) *I legami commerciali, culturali e politici della Russia con altri stati e nazioni europei hanno radici profonde nella storia. Noi siamo europei. La vecchia Russia era unita all'Europa dal cristianesimo, della cui venuta sulla terra dei nostri avi l'anno prossimo si celebrerà il millenario. La storia della Russia è parte integrante della grande storia europea. I russi, gli ucraini, i bielorussi, i moldavi, i lituani, i lettoni, gli estoni, i careli e altri popoli hanno dato tutti un grande contributo allo sviluppo della civiltà europea. Perciò si considerano a buon diritto suoi eredi legittimi. (p. 255) *In Europa circola una versione dei fatti secondo la quale l'Europa fu divisa dai comunisti. E il discorso di Churchill a Fulton? E la Dottrina Truman? La divisione politica dell'Europa fu iniziata da coloro che vollero la disintegrazione della coalizione antihitleriana, vararono la guerra fredda contro i paesi comunisti e crearono il blocco della NATO come strumento di scontro politico-militare in Europa. È opportuno ripetere che il [[Patto di Varsavia]] fu firmato ''dopo'' l'istituzione della NATO. (p. 258) *Densamente popolata e altamente urbanizzata, l'Europa brulica di armi, nucleari e convenzionali. Oggi non sarebbe sufficiente definirla un «barile di polvere». Vi si fronteggiano i gruppi militari più potenti, equipaggiati dei mezzi più moderni e continuamente migliorati. Vi si concentrano migliaia di testate nucleari, mentre ne basterebbero alcune dozzine per trasformare il territorio europeo in un inferno. (p. 261) *Le nazioni europee hanno l'esperienza più amara e dolorosa delle due guerre mondiali. La coscienza dell'inammissibilità di una nuova guerra ha lasciato una profondissima impronta nella loro memoria storica. Non è una coincidenza che l'Europa abbia il più vasto e autorevole movimento contro la guerra, che abbraccia tutti gli strati sociali. (p. 263) *È tempo di porre fine alle menzogne sull'aggressività dell'Unione Sovietica. Mai, in nessuna circostanza, il nostro paese darà inizio alle operazioni militari contro l'Europa occidentale a meno che noi e i nostri alleati veniamo attaccati dalla NATO! Mai, lo ripeto, mai! (p. 271) *L'Europa occidentale non progredirà certo tecnologicamente grazie al programma militarista delle [[Strategic Defense Initiative|Guerre Stellari]]. Questa è pura e semplice demagogia colorata di imperialismo tecnologico. (p. 274) *L'antico mito greco del rapimento di Europa ha assunto oggi una particolare attualità. È superfluo precisare che l'Europa, come espressione geografica, resterà al suo posto. Tuttavia si ha a volte l'impressione che la politica indipendente delle nazioni dell'Europa occidentale sia stata loro sottratta e venga trasportata al di là dell'oceano, e che gli interessi nazionali vengano cancellati con il pretesto di diffendere la sicurezza. (p. 278) *Non accetterò mai l'affermazione, qualunque cosa mi venga detta, che il popolo americano ha intenzioni aggressive verso l'Unione Sovietica. Non posso crederlo. Vi sono forse certi individui che si compiacciono delle tensioni, degli sontri e dell'intensa rivalità tra i nostri paesi. Forse c'è qualcuno che guadagna qualcosa da tale situazione. Ma ciò non corrisponde agli interessi dei nostri popoli. (p. 282) *Gli Stati Uniti hanno un potenziale di produzione enorme e un'enorme ricchezza materiale, ma nel contempo hanno milioni di bisognosi. Questo va tenuto presente. Una passione quasi missionaria per predicare i diritti umani e la libertà, e l'inadempienza ad assicurare gli stessi diritti elementari in casa loro. Anche questo induce a riflettere. Interminabili chiacchiere sulla libertà dell'uomo, tentativi di imporre il proprio modo di vivere ad altri, propaganda su vasta scala del culto della forza e della violenza. Come dobbiamo interpretare tutto questo? Arroganza del potere, soprattutto del potere militare, continuo aumento delle spese per gli armamenti e deficit nel bilancio, un debito interno e ora anche un debito con l'estero. A quale scopo? Quali sono le motivazioni degli Stati Uniti? Noi ci poniamo tutti questi interrogativi e molti altri nel tentativo di cogliere la realtà americana e di scoprire le molle principali della sua politica. (p. 288) *Non rivelo un segreto se dico che l'Unione Sovietica fa quanto è in suo potere per mantenere le proprie difese moderne e affidabili. È un dovere verso il nostro popolo e i nostri alleati. Nel contempo desidero ricordare che ciò non avviene per nostra scelta. Ci è stato imposto. (p. 293) *Senza dubbio l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti sono due stati potenti, dagli immensi interessi. Ognuno ha i suoi alleati e i suoi amici. Abbiamo le nostre priorità in politica estera, ma ciò non significa che siamo inevitabilmente condannati allo scontro. Sarebbe più logica, anzi, una conclusione diversa: l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti sono responsabili per il futuro del mondo. (p. 302) *Sì, siamo contrari alla SDI perché siamo per l'eliminazione completa delle armi nucleari e perché la SDI rende il mondo ancora più instabile. Ma per noi è una questione di responsabilità anziché di paura, perché le conseguenze sarebbero imprevidibili. Anziché promuovere la sicurezza, la SDI distrugge quanto ancora resta di ciò che potrebbe servirle. (p. 314) *[[Disastro di Černobyl'|Chernobyl]] ci ha ricordato spietatamente ciò che subiremmo tutti se venisse scatenato un uragano nucleare. (p. 317) ===Explicit=== Noi vogliamo che la libertà regni suprema nel mondo durante il prossimo secolo. Vogliamo che la competizione pacifica fra i diversi sistemi sociali si sviluppi senza impedimenti, vogliamo incoraggiare la cooperazione anziché lo scontro e la corsa agli armamenti. Vogliamo che i popoli di ogni paese godano di prosperità, benessere e felicità. La via per realizzare tutto questo passa attraverso un mondo non violento e senza armi nucleari. Noi ci siamo avviati su questa strada e invitiamo gli altri paesi e le altre nazioni a seguirci. ==''La casa comune europea''== *Dopo [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima e Nagasaki]] la guerra mondiale ha cessato di essere la continuazione della politica con altri mezzi.<ref>Cfr. [[Carl von Clausewitz]]: «La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi».</ref> Nella [[guerra nucleare]] si disintegreranno anche gli autori di tale politica. (p. 77) *Noi siamo testimoni viventi di come vada crescendo un vasto movimento di opinione pubblica, che comprende in ogni parte del mondo scienziati, intellettuali di varie tendenze, esponenti religiosi, donne, giovani, bambini, un numero sempre più grande di bambini (!)<!--il punto esclamativo è presente così fra parentesi nel libro-->, persino ex militari, generali, che sanno bene che cosa siano le armi moderne. E tutto questo perché gli uomini sono sempre più consapevoli del punto in cui il mondo si è venuto a trovare, su quale abisso si trovi e quanto sia reale la minaccia che incombe su di esso. (p. 81) *L'autoaffermazione di un mondo sfaccettato rende inconsistenti i tentativi di guardare dall'alto chi ci circonda e di voler insegnare agli altri la «propria» [[democrazia]]. Senza parlare del fatto che i valori democratici in «versione esportazione» in genere si deprezzano molto rapidamente.<br />Cosicché il discorso verte su una unità nella diversità. Se constatiamo tale realtà a livello politico, se confermiamo che ci atteniamo alla libertà di scelta, verranno a cadere anche le concezioni secondo cui qualcuno è sulla terra per «volontà divina» e qualcun altro invece per puro caso. (pp. 116-117) *La [[politica]] è l'arte del possibile.<ref>{{Cfr}} [[Otto von Bismarck]]: «La politica è l'arte del possibile, la scienza del relativo».</ref> (p. 168) *Lo spirito democratico di [[Lenin]] e il suo continuo contatto con la gente, l'atteggiamento esigente di Lenin verso se stesso e verso gli altri, la sua intransigenza verso il burocratismo, sono un esempio insuperabile. Le deviazioni da questo stile si sono sempre trasformate in costi politici e morali, hanno frenato lo sviluppo. (pp. 247-248) {{int|''La perestrojka illustrata agli italiani''|intervista di [[Gerardo Chiaromonte]], 18 maggio 1987, in ''La casa comune europea''}} *L'Unione Sovietica avversa fieramente, sul piano dei princìpi, il progetto delle «guerre stellari». E non perché si tratta di un programma americano. [...] ogni «scudo cosmico» può essere agevolmente trasformato in una «spada cosmica». E chi la impugna potrebbe non resistere alla tentazione di usarla. (pp. 252-253) *Debbo dire che mi piace molto lo stile con cui voi italiani ponete le domande. Prima occupate mezza pagina per ricordarmi quello che io stesso ho detto, e solo a quel punto fate la domanda. Uno stile simpatico! (pp. 260-261) *Lenin disse a suo tempo (non sto citando, rendo l'idea) che è importante non soltanto conoscere la posizione dei propri compagni di partito, o di movimento, ma anche quello che dice di noi l'avversario di classe. Poiché questo in primo luogo esprime apertamente le proprie vedute e, in secondo luogo, vede più chiaramente i punti deboli delle nostre posizioni. (p. 264) *Il [[socialismo]] non può assicurare condizioni di vita e consumi uguali per tutti. Ciò avverrà nel [[comunismo]]. Nel socialismo il criterio di distribuzione dei beni sociali è diverso: da ciascuno secondo le capacità, a ciascuno secondo il lavoro.<ref>Cfr. [[Louis Blanc]]: «Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni».</ref> (p. 268) *Il [[realismo]] è il tratto obbligatorio di ogni [[politico]]. (p. 273) *La stampa borghese tratta in modo distorto il processo della democratizzazione in corso nel nostro paese. Probabilmente c'è chi desidera convincere i propri lettori e ascoltatori che nell'Unione Sovietica finalmente si sarebbero decisi ad avvicinarsi alla democrazia che c'è in Occidente. Le cose, direi, stanno completamente al contrario. Stiamo sviluppando la sostanza originaria dei princìpi leninisti della democrazia socialista sovietica, partendo dal potenziale politico e culturale della società e del popolo sovietico che abbiamo accumulato. La democrazia socialista è insieme il nostro obiettivo, la condizione, lo strumento potente della perestrojka. (p. 291) *È chiaro che l'efficacia dell'[[opinione pubblica]] dipende molto da quanto essa è competente, dal fatto cioè se possiede o no informazioni attendibili. (p. 295) *Il risanamento della società e l'immagine pulita, onesta di ogni iscritto al partito sono indivisibili. (p. 297) ==''Ogni cosa a suo tempo''== [[File:RIAN archive 770286 Mikhail Gorbachev and Raisa Gorbachev seeing off US President Ronald Reagan.jpg|thumb|Gorbačëv con sua moglie [[Raisa Maksimovna Gorbačëva|Raisa]] nel 1988]] ===Incipit=== È trascorso ormai un anno da quando [[Raisa Maksimovna Gorbačëva|Raisa]] è venuta a mancare. Oggi, insieme ai miei familiari e agli amici più cari, sono andato al cimitero per l'inaugurazione del suo monumento funebre, opera dello scultore Fridrich Sogojan. È fatto di grosse lastre di marmo variegato e ricorda un prato. L'iscrizione recita: «Raisa Maksimovna Gorbačëva. 5 gennaio 1932-20 settembre 1999». Sul monumento è scolpita la figura di una giovane donna molto somigliante a Raisa, china a raccogliere dei fiori di campo sulla pietra tombale. ===Citazioni=== *Io e Raisa abbiamo convissuto quasi cinquant'anni, senza mai separarci e senza sentirci mai di peso l'uno per l'altra, insieme siamo stati sempre felici. Ci amavamo, ma anche in privato non ce lo confessavamo spesso. L'essenziale era preservare quel sentimento che era nato tra noi fin dagli anni della giovinezza. Ci comprendevamo e cercavamo di proteggere il nostro rapporto. (p. 9) *Il Precaucaso è un crocevia di civiltà, culture e religioni diverse. La sua ricca e variegata storia ha sempre suscitato in me un vivo interesse. (p. 17) *Nel Caucaso avevo sentito un proverbio che sosteneva che per un «montanaro» vivere senza avere ospiti è come vivere senza l'aria, ma quando l'ospite si trattiene un po' troppo, al «montanaro» viene a mancare l'aria, e lo raccontai ai miei conoscenti. Ma loro non erano d'accordo. (p. 21) *Qui, in questa mia «piccola» patria, ho avuto le mie prime lezioni di internazionalismo. Non si tratta solo di una teoria, era il presupposto fondamentale della vita comune nel Caucaso settentrionale. Persone di differente nazionalità che vivevano fianco a fianco nel loro ''aul'', villaggio o ''stanitza'', serbando la propria cultura e le proprie tradizioni e, al tempo stesso, si aiutavano reciprocamente, si scambiavano ospitalità e lavoravano insieme, trovando una lingua comune. (p. 22) *Quante volte mi è capitato di sentire che nelle fasi di trasformazione sociale la violenza non soltanto è legittima, ma necessaria! È un fatto che durante le rivoluzioni sia quasi impossibile evitare spargimenti di sangue, ma ritenere la violenza un metodo universale di soluzione dei problemi, farvi ricorso in nome del conseguimento di «nobili» scopi, praticando una volta di più lo sterminio di un popolo, è disumano. (p. 24) *Del 1933 - l'anno della carestia - serbo nella memoria solo pochi momenti, frammenti di ricordi. Rivedo nonno Andrej che cuoce in un pentolone delle rane per sfamare la famiglia. (p. 28) *La gente si stava appena riprendendo da tutti gli sconvolgimenti provocati dalla prima guerra mondiale e dalla guerra civile, dalla collettivizzazione, dalle repressioni, la vita misera e grama di un tempo stava finendo, nei negozi si potevano acquistare scarpe, calicò, sale, articoli per la casa, aringhe, alici (a volte avariate), fiammiferi, cherosene, sapone... Ed ecco che la Russia si trovava ad affrontare di nuovo la più dura delle prove: continuare a esistere o sparire. (pp. 30-31) *La guerra fu una terribile tragedia per l'intero paese. Molto di ciò che era stato costruito con dura fatica andò distrutto. Andò annullata la speranza di una vita felice nell'immediato. Andarono annientate anche le famiglie: i figli persero i popri padri, le mogli i mariti, le ragazze i fidanzati. (p. 40) *In quegli anni ho sofferto anch'io come tutti, ma, ogni volta che si accenna alla guerra, subito mi torna alla memoria una scena da incubo. Era la fine di febbraio 1943 e, con altri bambini della mia età, vagando in cerca di trofei, mi aggiravo nella striscia di bosco che separava Privol'noe da un villaggio vicino della provincia di Kuban, Belaja Glina. Ci imbattemmo nei resti dei soldati dell'Armata Rossa che nell'estate 1942 avevano combattuto lì la loro ultima battaglia. Era una scena indescrivibile: i corpi putrefatti con i teschi negli elmetti arrugginiti, le bianche falangi delle mani che spuntavano dalle giubbe e stringevano mitragliatrici, granate e caricatori. Giacevano lì insepolti, nel lerciume e nella fanghiglia delle trincee e dei crateri, osservandoci con le nere orbite vuote degli occhi... (p. 41) *Ciò che abbiamo sofferto in quegli anni può spiegare perché proprio noi, figli della guerra, decidemmo poi di cambiare il nostro modo di vivere arretrato. Noi bambini, che portavamo sulle spalle il peso della responsabilità della sopravvivenza delle nostre famiglie e del nostro nutrimento, diventammo adulti in un attimo. Gli sconvolgimenti di cui siamo stati testimoni e protagonisti nella nostra vita e nel mondo ci hanno trasportato di colpo dall'infanzia all'età adulta. Abbiamo continuato a rallegrarci della vita come fanno i bambini, a giocare come fanno gli adolescenti, ma sempre guardando a questi giochi con un certo distacco, da adulti. (p. 42) *Negli anni della guerra la gente era consapevole di dover alvare la propria terra, la propria patria e pensava che una volta finito tutto, dopo la vittoria, si sarebbe ricominciato a vivere. Ma dopo la guerra, soprattutto nei primi anni, ben poco sembrava essere cambiato. Il lavoro era massacrante come sempre e si continuava a sognare: ecco, ricostruiremo tutto, faremo risorgere il paese e allora sì che potremo vivere davvero, da cristiani. Questa convinzione alimentava la speranza anche di chi era oppresso dai lavori più umilianti, logoranti, che così acquisivano un senso, e li aiutava a superare la dura fatica. (p. 49) *Mentirei se dicessi che la manipolazione ideologica a cui venivano sottoposti gli studenti universitari non lasciava segni nelle nostre coscienze. Eravamo figli del nostro tempo. Se una certa parte del corpo accademico, per come mi appare oggi, era costretta a seguire le regole del gioco, dal canto nostro noi studenti assimilavamo in modo fiducioso e ingenuo come se fossero delle verità molti aspetti delle discipline studiate. (p. 61) *Lenin era un marxista veemente, alla russa, e quindi ancora più veemente. (p. 62) *Il regime staliniano trattava i contadini come servi della gleba. Non è un caso che fosse soprattutto chi emigrava dalle campagne a nutrire dubbi sull'equità del sistema vigente, piuttosto di chi era nato e cresciuto in città. Certi principi, come quelli della [[Collettivizzazione in Unione Sovietica|collettivizzazione]] forzata e della politica di collettivizzazione agraria, per me, a differenza che per i miei compagni di corso, che vivevano in città, non erano soltanto teorie, ma realtà. Sapevo per esperienza quanto fossero ingiusti molti aspetti di quei principi. (p. 63) *Apparire elegante in ogni situazione era per Raisa una sorta di imperativo interiore. In tutti gli anni trascorsi insieme non l'ho mai vista comparire al mattino con un aspetto sciatto o trascurato. È questa una caratteristica che hanno ereditato anche mia figlia Irina e le mie nipoti. La nonna rimarrà per sempre, per loro, un modello di eleganza. (p. 80) *{{NDR|Su [[Jawaharlal Nehru]]}} Quell'uomo straordinario, con il suo nobile portamento, gli occhi intelligenti e penetranti e un sorriso buono, disarmante mi turbò profondamente. Riccordo le affettuose parole che rivolse alla nostra ''Alma Mater'' e il augurio che l'università potesse laureare ragazzi e ragazze «dall'intelletto e del cuore grandi», che diventassero «portatori di buona volontà e di pace nel mondo».<br>L'ospite indiano sosteneva che il problema della pace era legato a quello del progresso della civiltà umana e dell'utilizzo delle più innovative conoscenze in campo tecnico e scientifico per il bene di tutta l'umanità e si augurava l'abbattimento di ogni limite e barriera che impedisce l'evoluzione della nostra coscienza e del nostro spirito. (p. 84) *{{NDR|Su [[Nikita Sergeevič Chruščёv]]}} Ora si levano spesso critiche contro Chruščёv, si scrivono articoli e libri sui suoi errori. Indubbiamente ne commise, ma penso che i suoi meriti siano talmente rilevanti da superare gli errori. Fu l'iniziatore della lotta contro lo stalinismo, promosse con energia una politica di pace, consentì la riabilitazione di milioni di persone innocenti che erano state perseguitate, annullò le disposizioni di Stalin sulla deportazione in Siberia di interi popoli tra cui balkari, karačai, ingusci, ceceni, calmucchi e tatari di Crimea. (p. 99) *Mi fece l'impressione di un uomo aperto, schietto. Mi colpì il suo atteggiamento democratico, la sua disponibilità verso tutti. [...] Lo stile di Chruščёv era una sorta di marchio personale e molti dirigenti di rango inferiore si sforzavano di imitarlo.<br>Il guaio era che, essendo un'imitazione, e per di più fatta da politici di cultura limitata, un simile stile di leadership assumeva spesso forme volgari. La sua genuinità e il suo tratto popolare, per non parlare poi del turpiloquio e dell'ubriachezza, si trasformavano a volte in autentica cafoneria. (p. 106) *Malgrado tutte le contraddizioni del suo carattere, Chruščёv rimane per me un leader del tutto coerente con le linee principali del suo operato politico. Certo, non voleva appropriarsi della leadership del partito, intendeva semplicemente modernizzarlo, indebolendo il suo monopolio su ogni cosa. E qui si scontrò con una potente resistenza che alla fine determinò la sua sconfitta. (p. 111) *[[Heydər Əliyev|Aliyev]] era senza dubbio un politico notevole: astuto, determinato e calcolatore. Guardando alla sua attività in Azerbaigian, rimasi subito impressionato dalla forte lotta da lui ingaggiata contro la corruzione e l'economia parallela. Era stato molto attivo nel suo paese e aveva attuato riforme nel settore dell'agricoltura. Però, scavando più a fondo, arrivai gradualmente a capire che, dietro ai cambiamenti che stavano avvenendo laggiù, c'erano motivi alquanto ambigui. È opinione diffusa, in politica, che le ragioni nascoste siano irrilevanti nella valutazione dei risultati oggettivi. Non è vero. So per esperienza che certe ragioni, in particolare quelle non legittime, incidono invariabilmente sui risultati. Il clan originario che si era esteso a macchia d'olio in Azerbaigian, invadendo tutte le strutture direttive della repubblica, cacciato da Aliyev per corruzione e inefficienza, era stato soppiantato da un altro clan, il cosiddetto «gruppo di Nachičevan». Come in passato, il nepotismo era dilagante. Avendo così creato un potente bacino di appoggio basato sulla logica del clan, Aliyev regnava sovrano. La profusione di sedute, assemblee, manifestazioni, conferenze stampa, incontri con il popolo e altre iniziative democratiche era una mera facciata, la leadership alla guida del paese non era cambiata. (p. 239) *{{NDR|Su ''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''}} Fu girato sotto la protezione di Eduard Ševardnadze e mostrato durante una proiezione privata alla casa del Cinema a un gruppo ristretto di spettatori e, quindi, in altre sale riservate. Il film era una vera bomba: aveva un profondo significato non solo artistico, ma anche politico. (p. 313) ==''La posta in gioco''== ===Incipit=== Questo libro, dal titolo ''La posta in gioco'', tratta niente di meno che del futuro del mondo globale. Un po' presuntuoso, forse. Ma dopo tutto, chi può dire dove andrà a finire l'umanità?<br>Le previsioni fatte cento o anche solo venti anni fa oggi non susciterebbero altro che sorrisini di perplessità. In questo libro, però, non voglio fare nessun pronostico. Al contrario, voglio riflettere sul nostro comportamento, su ciò per cui stiamo lottando e che dovremmo evitare, se speriamo di salvaguardare il nostro mondo per le generazioni future. ===Citazioni=== *La generazione di politici a cui appartengo si costituì nel dopoguerra. Alcuni di noi avevano combattuto nella seconda guerra mondiale, altri avevano sperimentato questo terribile flagello quando ancora erano bambini o adolescenti. Questo conflitto mondiale aveva lasciato nelle nostre anime delle cicatrici così profonde da insegnarci a fare tesoro della pace. (p. 23) *Cosa rimane dello spirito della ''[[Carta di Parigi]]''? Sembra essere svanito nell'oscurità durante gli anni Novanta. Per anni politici, ministri e capi di Stato non hanno fatto menzione di questo documento. Cosa ne è stato dell'impegno chiave che esso sanciva, quello cioè di «sviluppare meccanismi per la prevenzione e la soluzione di conflitti fra gli Stati partecipanti»? In seguito, non è stato fatto nessun passo sostanziale in questa direzione. (p. 25) *Trent'anni fa nessuno mise in dubbio che si dovesse considerare la fine della guerra fredda come una vittoria comune. Tutto nacque tramite il dialogo e i negoziati sui problemi più complicati in materia di sicurezza e disarmo, e attraverso il perfezionamento delle relazioni bilaterali. In assenza di tutto questo la guerra fredda e la corsa agli armamenti avrebbero potuto trascinarsi per diversi decenni ancora. E chi può dire a cosa avrebbero portato?<br>Anziché riconoscere tutto questo, l'occidente si dichiarò vincitore. Fu il crollo dell'Unione Sovietica, che i leader americani attribuirono a una politica dal pugno di ferro, a segnare la fine della guerra fredda.<br>Questi ultimi conclusero che fosse ora necessario rafforzare ulteriormente il loro potere militare, imporre la propria volontà e creare un mondo unipolare, un impero americano. Le conseguenze sono evidenti in Medio Oriente e in Nord Africa, così come in Jugoslavia e Ucraina. In Europa, insomma, proprio nel continente che ha vissuto due guerre mondiali! È imperdonabile. (p. 26) *Le armi nucleari sono come un fucile appeso sullo sfondo di uno spettacolo teatrale: non abbiamo scritto noi l'opera, non la stiamo mettendo in scena, e non siamo quindi a conoscenza delle intenzioni dell'autore, dunque chiunque, e in qualsiasi momento, potrebbe prendere e portare via il fucile dalla scenografia per utilizzarlo. (p. 28) *Mi preoccupa profondamente il fatto che le Nazioni Unite possano perdere il loro ruolo come strumento principale per risolvere problemi di sicurezza internazionale, sebbene siano state create proprio per questo motivo. (p. 43) *Quando il presidente americano decise di usare la forza contro l'Iraq – con il pretesto che il Paese possedesse armi di distruzione di massa –, non solo ignorò i fatti, ma si contrappose anche all'opinione della maggior parte dei Paesi del mondo, tra cui alcuni loro alleati. Ma soprattutto, agì senza l'approvazione delle Nazioni Unite: una chiara violazione del diritto internazionale. (p. 46) *I principali Paesi industrializzati e le loro multinazionali si sono serviti dei processi della globalizzazione per portare avanti i propri interessi. I grandi Paesi in via di sviluppo, come la Cina e l'India, sono stati in grado di adattarsi con successo a tali processi, ma in molte altre nazioni in via di sviluppo è di gran lunga maggiore il numero di chi è rimasto svantaggiato, rispetto a quello di chi invece ne ha tratto beneficio. Per questo motivo, molti considerano la globalizzazione una nuova forma di colonialismo. (pp. 51-52) *A partire dalla crisi finanziaria del 2007-2008, il numero di miliardari è raddoppiato a livello globale, e oggi sono oltre duemila. Solo nel 2018, il loro reddito è aumentato di novecento miliardi di dollari: un aumento di due miliardi e mezzo al giorno! La ricchezza complessiva delle ventisei persone più ricche al mondo – 1,4 trilioni di dollari – corrisponde al reddito di 3,8 miliardi degli abianti più poveri del mondo. 738 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà con un reddito inferiore a cinque dollari e mezzo al giorno. (pp. 53-54) *Dal 1979, il reddito reale dei cittadini americani generalmente considerati appartenenti alla classe media è cresciuto solo del ventotto per cento, mentre il reddito reale dei cittadini più ricchi è cresciuto del novantacinque per cento nell'arco dello stesso periodo!<br>Come può tutto questo avvenire in un'epoca di eccezionali progressi progressi in campo scientifico, tecnologico ed economico? Il motivo principale sembra risiedere in un sistema fiscale fatto su misura per gli interessi dei ricchi, e in particolare dei più ricchi. (p. 54) *In sostanza, è necessario rivedere il modello economico dominante a livello globale di un'economia di mercato così sfrenata, il cui obiettivo è ottenere il massimo profitto e il massimo consumo. Questo sistema produce crisi, diseguaglianza sociale, nonché il rischio che avvenga una catastrofe ambientale. (pp. 55-56) *Può essere legittimo muovere delle critiche alla burocrazia, ma ciò non deve degenerare in una negazione globale del governo statale. Noi russi ricordiamo bene il prezzo che dovemmo pagare per questo negli anni Novanta. Il collasso dello Stato privò milioni di cittadini del loro lavoro, dei loro risparmi e della loro prospettiva di vita, favorendo invece il crimine organizzato, la corruzione e la conquista del potere reale da parte di oligarchi. (p. 57) *Le grandi sfide e i problemi del mondo moderno sono fra loro strettamente intrecciati. Per come la vedio io, ci sono due principali minacce che potrebbero annullare tutti i tentativi fatti finora per assicurare una vita dignitosa alle generazioni attuali e future. Innanzitutto, c'è il serio pericolo che possa socppiare una nuova e devastante guerra che coinvolga l'utilizzo di armi di distruzione di massa. In secondo luogo, c'è il rischio di essere colpiti da catastrofi ambientali causate da un riscaldamento globale accelerato, in larga parte imputabile all'opera dell'uomo. (p. 61) *Le minacce ambientali sono il rovescio della medaglia, l'inevitabile conseguenza del modello economico esistente e delle soluzioni industriali e tecnico-economiche a esse associate. Tali minacce non si possono eliminare esclusivamente a livello nazionale, e spesso nemmeno mediante forme già esistenti di cooperazione internazionale. I rischi globali sono soprattutto espressione di una nuova forma di interdipendenza globale, e richiedono dunque nuove forme di intervento. (p. 62) *Il rapporto delle Nazioni Unite ci segnala che il tasso di estinzione di varie specie animali e vegetali non ha precedenti nella storia del pianeta; è decine o centinaia di volte maggiore rispetto al tasso medio degli ultimi dieci milioni di anni. Un milione di specie comparse sulla Terra sono ora in via di estinzione. Gli scienziati parlano di «distruzione della natura»: gli esseri umani stanno mettendo a repentaglio la capacità della Terra di generare acqua potabile, aria pulita e suolo fertile.<br>Come risultato delle nostre attività economiche, circa metà delle foreste pluviali – i polmoni del nostro ecosistema – è già scomparsa. Al tasso attuale di sfruttamento, nel 2030 solo il dieci per cento sarà rimasto intatto. Stiamo avvelenando mari e fiumi a un ritmo inimmaginabile. Ogni giorno, due milioni di tonnellate di liquami, così come di rifiuti industriali e agricoli, finiscono nei nostri bacini idrici. L'ottanta per cento dei fiumi in tutto il mondo è attualmente in pericolo. (pp. 63-64) *Chi vota i [[Populismo|populisti]]? La stragrande maggioranza di elettori comprende normali cittadini preoccupati per il futuro del proprio Paese, della propria famiglia e dei propri figli. Sono coloro che hanno tratto svantaggio dalla globalizzazione, che prima appartenevano alla classe media ma il cui tenore di vita continua ora a peggiorare. (p. 80) *Non posso [...] mettere alla gogna chi vota questi demagoghi politici. È sempre stata una caratteristica della natura umana quella di sperare e di cercare eroi politici. E oltretutto, le persone sembrano non vedere altro modo di segnalare al sistema politico e ai suoi rappresentanti che qualcosa deve cambiare.<br>È questo ciò che penso quando in televisione vedo i volti di coloro che hanno dato il loro voto ai populisti e ai demagoghi. Nono posso biasimarli. Il fatto che i rappresentanti da loro eletti trovino o meno delle soluzioni ai problemi e alle sfide attuali, è un altro discorso. Sospetto che ne saranno amaramente delusi. (p. 81) *Agli amici e agli individui affini si dovrebbe parlare apertamente, e devo dire che in questi ultimi decenni i socialdemocratici si sono permessi di nuotare tra le onde del monetarismo, del liberalismo economico e della globalizzazione senza fondamentalmente metterli in discussione. Al massimo hanno cercato di mitigarne gli effetti peggiori. Le forze di sinistra davano la priorità alla discussione di problemi come la posizione delle donne, le minoranze, i migranti e altri temi ampiamente socio-culturali; questioni certamente di grande importanza, ma che hanno sviato l'attenzione da problemi riguardanti in particolare i lavoratori, la classe media, i comuni cittadini che stavano perdendo il lavoro, se non addirittura i mezzi di sostentamento. (p. 85) *C'è qualcosa di sbagliato nella cultura e nella mentalità della classe politica. Cinismo, lotta per conquistare i voti degli elettori a tutti i costi per mezzo dell'inganno e facendo uso di promesse per lo più impossibili da mantenere, sono praticamente diventati la norma. Il passo verso la corruzione e un comportamento criminale è breve. (p. 87) *Gli Stati Uniti potrebbero assumere un ruolo di primaria importanza nella cessazione dei conflitti, nella lotta per la salvaguardia dell'ambiente e nella soluzione di altri problemi, se solo cercassero di creare partenariati invece di insistere sulla ricerca di una posizione di dominio. Ma gli eventi degli ultimi decenni mostrano che i politici americani non hanno ancora afferrato questo concetto. L'uso della forza rimane la loro argomentazione preferita. (p. 99) *Sentiamo spesso parlare di due tendenze contraddittorie nella politica estera degli Stati Uniti, una realistica e l'altra idealistica. I "realisti" tendono a difendere gli interessi nazionali, in particolare gli interessi in ambito commerciale e militare, mentre gli "idealisti" spingono per intraprendere la strada verso la democrazia e i diritti umani. Ovviamente questa è una semplificazione grossolana. Non è possibile, infatti, identificare due "fazioni" separate all'interno della politica americana. Ciononostante, direi che ogni loro amministrazione tende a interpretare gli interessi del Paese in modo espansivo e globale e ad affermarli di conseguenza, ignorando quelli di altre nazioni e, di recente, spesso con dispiacere dei loro alleati. (p. 100) *Dopo la dissoluzione dell'Urss, gli Stati Uniti perseguirono una strategia di dominanza, sfruttando il "momento unipolare" esclusivamente nel loro interesse. Per di più scoprirono di avere tali interessi in diverse località del pianeta: Iraq, Balcani, Afghanistan, Libia, Siria e, da ultimo, il Venezuela. Ogni singolo presidente americano ha combattuto una guerra tutta sua.<br>Il mondo è migliore per questo? I comuni cittadini americani hanno forse tratto beneficio da queste campagne militari? Ve n'è stata almeno una che abbia contribuito a rendere il mondo più sicuro? Quanto ci vorrà per rimuovere le macerie prodotte da queste rischiose imprese e dal budget militare sempre più gonfio? (p. 101) *Il 2020 ha inflitto una nuova calamità all'umanità, dando inizio a un'ulteriore sfida globale. Nell'arco di soli due o tre mesi, l'[[pandemia di COVID-19 del 2019-2020|epidemia di coronavirus]] ha travolto il mondo intero. Ma se all'inizio sembrava esserci la speranza di poter gestire questa situazione senza troppe difficoltà, ben presto gli scienziati hanno cominciato a lanciare degli avvertimenti in merito al contrario, che sfortunatamente non sono stati ascoltati da numerosi leader e rappresentanti politici. (p. 169) *{{NDR|Sulla [[pandemia di COVID-19]]}} È già diventato banale sostenere che il mondo non sarà più come prima, una volta che avremo debellato questo nemico invisibile e ci saremo lasciati alle spalle questa calamità. Ma come esso ''sarà'' esattamente, dipenderà solo dalle lezioni che impareremo mentre questi eventi si svolgono sotto i nostri occhi. (p. 169) ===Explicit=== Non mi stancherò mai di ripetere che dobbiamo smilitarizzare la politica mondiale, le relazioni internazionali e il pensiero politico. Questo problema richiede una discussione al più alto livello internazionale.<br>Per questo motivo, all'inizio di aprile ho invitato i leader mondiali a convocare una sessione speciale di emergenza delle Nazioni Unite, da tenersi non appena la situazione si stabilizzerà, e che dovrà essere niente di meno che una revisione generale dell'intera agenda globale. In particolare, il mio invito, che rivolgo a tutti gli Stati, è quello di impegnarsi a ridurre le spese militari almeno del dieci o quindici per cento. ==Citazioni su Michail Gorbačëv== *Anch'io guardo a Gorbaciov come una figura positiva, non per ciò che voleva fare, perché lui voleva solo ''aggiustare'' il comunismo, bensì per ciò che effettivamente ha fatto: aprire uno spazio di libertà che ha pian piano risucchiato via il comunismo. ([[Adam Michnik]]) *C'è forse un solo uomo, oggi, che può fare qualcosa subito: Gorbaciov. È a lui che faccio appello, perché intervenga, fermi la mano al mostro di Bucarest. Gli tagli i viveri. Rompa i legami economici. È la prima cosa da fare. Gorbaciov è il solo che potrebbe interrompere i rifornimenti alla Romania e far saltare da un giorno all'altro la dittatura di [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]]. ([[Eugène Ionesco]]) *Dopo una vita nel Partito Comunista, ha posto fine con coraggio e determinazione all'esperienza dell'Unione Sovietica e cercato di costruire una nuova stagione di trasparenza, diritti, libertà. Il suo desiderio di pace, la sua opposizione a una visione imperialista della Russia gli sono valsi il Premio Nobel. Sono messaggi quanto mai attuali davanti alla tragedia dell'invasione dell'Ucraina. ([[Mario Draghi]]) *È il treno che passa una sola volta nella vita e perderlo sarebbe criminale. In lui noi aiutiamo non il socialismo, ma la sua disfatta. ([[Joe Biden]]) *È riuscito a distruggere il [[socialismo]] meglio di qualunque suo dichiarato nemico, da [[Winston Churchill|Churchill]] a [[Adolf Hitler|Hitler]]. ([[Kurt Gossweiler]]) *È stato un sovietico dalla testa ai piedi, si credeva sicuro di poter costruire un comunismo dal volto umano: un'assurdità. Lui e Shevardnadze non sapevano guardare le cose nel profondo, volevano arrivare alla democrazia senza dare l'indipendenza alle repubbliche, il che era impossibile. ([[Levan Berdzenišvili]]) *È un uomo formidabile, l'uomo che porterà l'Urss in Europa. ([[Robert Maxwell (imprenditore)|Robert Maxwell]]) *Era un uomo che ha cercato di offrire una vita migliore per la sua gente. La sua vita è stata significativa perché, senza lui e il suo coraggio, non sarebbe stato possibile porre fine pacificamente alla Guerra fredda. ([[Condoleezza Rice]]) *Gorbačëv deve sentirsi sempre più solo. Continua a essere immensamente popolare in Occidente. L'Occidente desidera andare d'accordo con i padroni del Cremlino, ma a condizione che si tratti di persone simpatiche, sorridenti, ben vestite, rilassate, serene, spiritose e gentili. Ed ecco che, dopo seicento anni di inutile attesa, spunta un uomo come Gorbačëv! Londra, Parigi, Washington e Bonn spalancano le braccia tutte contente. Che scoperta! Che sollievo! ([[Ryszard Kapuściński]]) *Gorbačëv è tremendo tanto quanto i suoi predecessori, solo che lui sorride di più ed è accompagnato dalla sua bella moglie, Raisa. Entrambi stanno cercando di mostrare al mondo e all'America che non sono poi così cattivi. ([[Norodom Sihanouk]]) *Gorbačëv era un tipico «sovietico», che pensava che i cittadini assennati dovessero assimilare i valori dell'Unione Sovietica indipendentemente dal loro retroterra nazionale, e presumeva sconsideratamente che la cultura russa dovesse essere il nucleo dell'identità sovietica. ([[Robert Service]]) *Gorbaciov è un interlocutore attento, spiritoso e con la battuta pronta. [...] Ci ha detto che si sarebbe voluto laureare in fisica, che legge molti testi filosofici e, infine, che conserva un bellissimo ricordo del primo dei suoi due viaggi in Italia, quando visitò in lungo e in largo la penisola; mentre il secondo fu triste, per i funerali di [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]]. ([[Gerardo Chiaromonte]]) *Gorbaciov era e restava espressione di un sistema totalitario e di un partito comunista che egli cercava di mantenere al centro del sistema. Non poteva non essere travolto dalla caduta di un regime rimasto in vita troppo a lungo e accompagnato dalla sconfitta economica. ([[Giorgio La Malfa]]) *Ha sbagliato a non seguire il consiglio che gli avevo rivolto: dissolvere l'Unione Sovietica per poi riformarla, ricompattarla. Io, al posto suo, avrei rischiato. ([[Lech Wałęsa]]) *Ho avuto simpatia per lui, come tutti i romeni, come tutto l'Occidente. È stato Mikhail Sergeevic a spezzare il ghiaccio del breznevismo, a innescare il crollo dell'Impero. Ma per il cittadino russo il declino è legato alla figura di Gorbaciov. Per questo il suo ruolo e il suo personaggio non vengono discussi, ma rifiutati in blocco. ([[Ion Iliescu]]) *Ho sempre ammirato il coraggio e l'integrità con cui egli portò la guerra fredda a una conclusione pacifica. In un tempo segnato dall'aggressione di Putin all'Ucraina, il suo impegno senza risparmio per aprire la società sovietica resta un esempio per tutti noi. ([[Boris Johnson]]) *I nemici di Gorbačëv lo accusano di essersi messo a capo di un'Urss prospera e di averla portata alla rovina. È vero il contrario: l'Urss era crollata da un pezzo e Gorbačëv ne ha allungato il più possibile la vita. ([[Ryszard Kapuściński]]) *Impossibile dialogare con lui. Ha detto: non vi permetterò di andarvene dall'Unione. Ha chiesto di ritirare le nostre milizie e ha detto che violavamo la Costituzione. Gli ho risposto che noi abbiamo la nostra e che quella sovietica non la riconosciamo. Si è messo a urlare. Con lui non parlo più. ([[Zviad Gamsakhurdia]]) *La morte biologica di Michail Gorbačëv è la sua seconda morte: simbolicamente, era già morto con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Il suo ruolo è stato puramente negativo, quello di un mediatore evanescente: ha "buttato giù il muro", ha avviato la scomparsa del sistema comunista ed è ricordato ed elogiato per aver fatto sì che questa scomparsa avvenisse in maniera pacifica. Gorbačëv ha svolto il suo ruolo onestamente. ([[Slavoj Žižek]]) *Lo considero un riformatore straordinario. Ha avviato una causa importante e io sono convinto che ha ancora un futuro, che è l'unico in grado di guidare la Russia di oggi. ([[Džochar Dudaev]]) *Noi naturalmente abbiamo il dovere di ringraziare Gorbačëv per quello che ha fatto, però se lei mi chiede se lo ha fatto bene o lo ha fatto male io debbo rispondere che lo ha fatto malissimo. Io non so se lui... che lui volesse salvare la Patria sovietica questo non lo metto in dubbio. Che lui volesse salvare il comunismo... io debbo risponderle di no, perché quello che lui ha fatto per affossare il comunismo lo ha fatto. ([[Indro Montanelli]]) *Non faccio pronostici, ma per me il suo ritorno curerebbe molti mali, mali cronici in Russia. ([[Džochar Dudaev]]) *Non si può confondere il giudizio su Gorbaciov con la valutazione storica dell'intera esperienza sovietica. La morte dell'Urss avviene in modo drammatico e convulso ma nello stesso tempo suggerisce ulteriori e più ripensamenti su 70 anni di movimenti comunisti. Gorbaciov però resta lo straordinario iniziatore di una nuova fase nella vita europea e di svolta verso il disarmo. ([[Giorgio Napolitano]]) *Non so se i popoli che vivono al di là del Prut considerino Gorbačëv uno zar buono o cattivo, ma per i milioni di esseri umani che in Polonia, Ungheria, Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania orientale e Romania hanno taciuto nell'umiliazione per decenni, il leader sovietico incarna la buona novella, è il messia del socialismo dal volto umano. ([[Mircea Dinescu]]) *Per lui ci vorrebbe la ghigliottina. [...] Voi occidentali continuate a considerarlo un eroe. Ma qui in Russia non lo sopporta nessuno. Vi siete mai chiesti il perché? [...] Perché ha smantellato il [[Patto di Varsavia]], ci ha fatto perdere tutto quello che controllavamo. Ha fatto riunire la Germania devastando ogni equilibrio in Europa. [...] La Germania Unita ha per esempio fomentato la [[Guerre jugoslave|guerra in Jugoslavia]]. Le migliaia di vite perdute nella guerra dei Balcani sono tutte a carico del signor Gorbaciov. ([[Ėduard Limonov]]) *Per me è una figura quasi mistica, come [[Grigorij Efimovič Rasputin|Rasputin]], ma positiva. Oggi siamo amici. Mi dice spesso "Se avessi lasciato tutto com'era, potevo restare al potere per quindici anni, forse di più, ma sentivo che così non si poteva andare avanti". Io dico che se nel 1985 alla morte di Cernenko, fosse andato al potere Eltsin, il Politburo lo avrebbe spazzato via. Se ci fosse andato uno meno riformatore di Gorbaciov non ci sarebbe stata la ''perestrojka''. Dio scelse lui è bastò la sua volontà di cambiare a mettere in moto tutto il resto. ([[Viktor Vladimirovič Erofeev]]) *Persone estranee agli ideali comunisti iniziarono a entrare negli organi di governo del partito. Per un po' mascherarono le loro vere opinioni e intenzioni con la retorica “corretta”. Tuttavia, dal 1985, mostrarono i loro veri volti. L'ascesa al potere di Gorbačëv segnò l'inizio della [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|distruzione dell'Unione Sovietica]]. Col pretesto di slogan su accelerazione, [[perestrojka]] e glasnost, i nuovi governanti iniziarono a distruggere metodicamente tutti i pilastri chiave del sistema socialista: dall'economia all'ideologia. Tale processo culminò nella tragedia del 1991. ([[Gennadij Zjuganov]]) *Quando in Occidente rievocano con aria nostalgica la ''perestrojka'' o la ''glasnost'' di Gorby, non fanno che rinverdire un mito creato ad arte da gente felicissima di avere un nuovo leader comunista dall'aria rispettabile, capace di comportarsi come si deve sulle tribune internazionali, e in grado fisicamente di sostenere una conversazione senza agitare a ogni secondo la minaccia dei missili nucleari. In Russia, invece, la gente rideva apertamente della comica formula del "socialismo dal volto umano", perché l'uomo di solito non ha nessun bisogno di mascherarsi e di indossare un "volto umano", dato che ce l'ha già. Normalmente la maschera serve solo ai vampiri dei film dell'orrore. ([[Elena Tregubova]]) *{{NDR|Sulla riunificazione tedesca}} Senza Gorbaciov non avremmo potuto raggungere la riunificazione. ([[Lothar de Maizière]]) *Statista insigne, sin dal momento della sua elezione alla guida dell'U.R.S.S. Gorbaciov ha suscitato in patria e all'estero importantissime aspettative di cambiamento. Ha perseguito con tenacia l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini e di dischiudere alla comunità internazionale prospettive di pace e di collaborazione che sarebbero state inimmaginabili senza il suo fondamentale contributo, come poi riconosciuto con l'assegnazione del Premio Nobel per la pace. In lui convivevano sincero attaccamento alle proprie radici e capacità di ascoltare e comprendere le ragioni degli altri, con il coraggio della consapevolezza che la preservazione della pace rappresentasse il valore più alto e la chiave di volta per la costruzione di un mondo migliore per tutti. Il debito nei suoi confronti è grande, soprattutto da parte degli europei. ([[Sergio Mattarella]]) ===[[Svetlana Allilueva]]=== *C'è un esercito estremamente forte e moderno e un partito dirigente debole e superato. Gorbaciov è serio e sincero a proposito della sua iniziativa di pace. *Credo che Gorbaciov sia un governante moderno e civile. Egli ha voluto dimostrare di non voler trattenere le persone contro la loro volontà. *Ha voluto la democrazia e poi si è indignato quando gli altri hanno cominciato ad avere idee diverse dalle sue. *Gorbaciov voleva riformare il Pcus per conservarlo. Eltsin, come la maggior parte dei russi, voleva abbattere il partito per poter costruire qualcosa di nuovo. È riuscito nella prima parte del suo progetto, ma adesso non è in grado di andare avanti. Deve mettersi da parte. ===[[Zbigniew Brzezinski]]=== {{cronologico}} *Sul conto di Gorbaciov, gli occidentali stanno dicendo e scrivendo un mucchio di stupidaggini. Perchè mai la giovane età, degli abiti di buon taglio, maniere affabili ed educate, e una moglie carina dovrebbero essere i segni distintivi di un riformista? Krusciov era un rozzo campagnolo, Deng Xiaoping è un ottuagenario, ed entrambi hanno saputo, in modi diversi, essere dei riformatori. No, il nuovo capo del Cremlino deve ancora mostrare se ha la stoffa di un leader, e quali sono le sue intenzioni. E se davvero vorrà essere l'uomo della Grande Riforma, dovrà affrontare ostacoli immani. *Quel che mi sembra interessante in Gorbaciov non è certo la sua età: Stalin, Kruscev e Breznev andarono al potere prima dei sessanta, e quindi semmai le aberrazioni furono le segreterie dei già vecchi Andropov e Cernienko. No, quel che colpisce è che Gorbaciov è il primo leader sovietico che ha saputo farsi scegliere dai suoi predecessori. Egli ha saputo imporsi come l'uomo capace di ispirare fiducia ai vecchi del Cremlino, e di piacere all'Occidente. Qui sta la sua forza, ma anche la sua debolezza. [...] Perchè se prima Andropov e Suslov, poi gli altri vecchi del Cremlino si sono fidati del giovane Mikhail, ciò vuol dire che non hanno certo visto in lui l'uomo che avrebbe spezzato la continuità del sistema. Semmai, egli è stato scelto come il leader che avrebbe saputo ringiovanire il sistema garantendone la continuità, come Andropov aveva continuato a fare. Ringiovanire un sistema centralizzato e burocratico è una cosa, riformarlo è ben altra. *Se Gorbaciov vuole ottenere autentico progresso economico, deve concedere più democrazia, ma il prezzo che pagherebbe è l' instabilità politica in Urss, che è un sistema multinazionale pronto ad esplodere, come si è già visto in Armenia e nelle regioni baltiche. Viceversa, se Gorbaciov vuole mantenere la stabilità politica, dovrà rinunciare ad un vero progresso economico, perché solo con la liberalizzazione dei mercati e dei prezzi, solo attraverso individualismo e pluralismo, il suo tentativo di riforma può avere successo. *Io sostengo infatti che Gorbaciov è un revisionista, molto più vicino ad un Dubcek che ai suoi predecessori del Cremlino. Io sono favorevole a quel che Gorbaciov sta facendo, ma non penso che produrrà mai un genuino sistema pluralista. Prevedo piuttosto una fase di protratta turbolenza, in cui assisteremo da un lato a concessioni eclatanti che Gorbaciov potrebbe fare, come l'abbattimento del muro di Berlino o la restituzione al Giappone delle quattro isole di Kuril, in cambio di crediti e aiuti occidentali; e dall'altra a rivolte etniche, ribellioni di massa, anche armate. *Ha svolto una funzione importante, ma si è lasciato superare dagli eventi. Poteva ritirarsi prima. Doveva capire che nell'Urss la decentralizzazione era il presupposto del rinnovamento. Senza di essa, sarebbero impossibili le eventuali - sottolineo eventuali - democratizzazione del sistema e graduale ripresa dell' economia. La decentralizzazione è un evento positivo. ===[[Nina Lvovna Chruščёva]]=== *Come Putin, Gorbacev pensava che sarebbe stato meglio se l’Unione Sovietica fosse andata avanti. Ma, diversamente da Putin, egli concepiva una federazione riformata e democratizzata, anziché una unione di nazioni non disposte a sottomettersi al dominio del Cremlino. *Con l’invasione dell’Ucraina e la distruzione degli organi di stampa che erano divenuti possibili a causa della ''glasnost'', oggi l’eredità di Gorbacev sembra morta. Ma lo stesso Gorbacev era più ottimista. Egli spesso osservava di essere stato lui stesso un prodotto del disgelo di Kruscev, e non averbbe avuto esitazione nell’incoraggiarci a credere che un giorno emergerà un nuovo leader in Russia, si avvierà una nuova ''perestroika'', e risorgeranno i valori ai quali lui aveva dedicato la sua vita. *Il primo e l’ultimo presidente sovietico fu il leader più democratico che la Russia (il centro di fatto della URSS) abbia avuto nel corso dell’ultimo secolo, se non da sempre. E nei 31 anni a partire dal collasso sovietico, la sua fiducia nella pace, nella comprensione reciproca, nel dialogo e nella democrazia sono rimaste incrollabili. *Quello che rese Gorbacev diverso dagli altri leader russi era che egli accettò la responsabilità delle conseguenze del suo governo. Mentre anche Kruscev ed il successore di Gorbacev, Boris Eltsin lo fecero (tra parentesi, gli unici altri leader che furono allontanati dal potere o lo lasciarono volontariamente prima della loro morte), essi abbandonarono del tutto la vita pubblica, in privato rimproverandosi per quello che non erano riusciti a compiere. Gorbacev, all’opposto, si unì agli storici, ai politici, ai suoi stessi compagni e all’opinione pubblica nel riconsiderare il suo governo. Paradossalmente, contribuì a seppellire se stesso come figura storica mentre era ancora in vita. ===[[Boris Nikolaevič El'cin]]=== *Gorbaciov ha portato l'Urss verso una dittatura con il bel nome di "regime presidenziale". *La principale differenza tra me e Gorbaciov è che lui vuole mantenere il sistema, mentre io voglio distruggerlo. *Se Michail Gorbaciov bussasse alla mia porta e mi chiedesse di riconciliarci, gli risponderei: troppo tardi, il treno è già partito. ===[[Enrico Franceschini]]=== *Disse che i primi anni di Vladimir Putin erano stati buoni, per riportare un po' di ordine senza imbrigliare del tutto la nascente democrazia russa e i buoni rapporti con l'Occidente, ma che poi Putin aveva sbagliato a spingere sull'autoritarismo e sulla forza. Quella forza che Gorbaciov non aveva usato, lasciando che l'Europa orientale si liberasse dalle catene, regalando agli stessi russi lo spiritello della libertà. Ma la libertà, come ripetevano le massaie di Mosca davanti ai negozi vuoti, non si mangia. *Gorbaciov era rimasto solo, abbandonato dai nostalgici del comunismo come dai radicali democratici. E sbeffeggiato dalla gente comune per la sua battaglia contro l'alcolismo, che gli valse il soprannome di "segretario minerale", come se fosse astemio, un'infamia per un russo paragonabile a quella di un italiano che disdegna la pizza o gli spaghetti. Non era vero che non beveva: qualche volta, nei giorni finali di solitudine al Cremlino, si era perfino sbronzato di cognac, come confessò il suo più stretto collaboratore Anatolij Cernjaev nel proprio diario. Non era un ubriacone come il suo successore Boris Eltsin, tuttavia. Non avrebbe mai detto, come il principe Vladimir, fondatore della prima Russia, "bere è la gioia dei russi, non possiamo vivere senza", rifiutando per questo l'Islam come fede di stato, perché vietava l'alcol, e abbracciando invece il cristianesimo. *L'uomo della perestroika, l'ultimo presidente sovietico, il leader che per liberare un impero lo ha distrutto, era fatto così: sapeva ridere di sé stesso. Perfino nel momento in cui aveva perso tutto. ===[[Pierre Haski]]=== *Al potere dal 1985 fino alla fine dell’Urss nel 1991, Michail Gorbačëv non ne desiderava la scomparsa. Voleva solo umanizzarla e modernizzarla nel tentativo di salvarla. *Gorbačëv aveva scelto di consentire all’ex blocco sovietico di emanciparsi e aveva un progetto che avrebbe dovuto trascendere i blocchi, quello della "casa comune europea". Gli occidentali non lo hanno seguito, soddisfatti di aver ottenuto la fine della guerra fredda e poi anche la fine dell’Urss. *Gorbačëv è uscito di scena quando Putin ha trasformato la Russia in una potenza autoritaria agli antipodi della ''glasnost'', in guerra semidichiarata con l’occidente laddove il principale merito dell’ultimo presidente dell’Urss era stato quello di aver seppellito la guerra fredda. L’invasione dell’Ucraina è il punto d’arrivo di questa demolizione di fatto del sogno di Gorbačëv. ===[[Garri Kasparov]]=== *Il disperato tentativo di Gorbaciov di salvare il socialismo e l'Unione Sovietica alla fine fallì miseramente, mentre lui diventava senza volerlo un eroe dell'Occidente. Io personalmente, al contrario di altri, non gli riconosco il minimo merito per non aver mandato i soliti carri armati a sedare le rivolte anticomuniste scoppiate in tutto il blocco sovietico, anche perché in realtà Gorbaciov inviò militari in Lettonia e in Lituania, dove secondo lui avrebbe potuto agire indisturbato. Gorbaciov non era propriamente un cuor di leone quando c'era in ballo la sua testa, e non voleva fare la fine del rumeno [[Nicolae Ceaușescu]], la cui destituzione e il cui assassinio, nel dicembre del 1989, erano ancora ben impressi nella memoria collettiva. *Persino chi in Occidente critica Gorbaciov per non aver mai voluto seriamente la fine del comunismo e dell'Urss gli riconosce il merito di "non aver inviato le truppe" quando, con lo sgretolarsi della Cortina di ferro, le repubbliche sovietiche si allontanavano via via da Mosca. Io invece gli nego anche questo piccolo onore. In primo luogo perché in realtà Gorbaciov usò la forza militare in diversi luoghi, soprattutto nei paesi baltici. È vero, avrebbe potuto ordinare ai soldati di bloccare le elezioni, arrestare i leader dell'opposizione e sparare sui dissidenti. Il punto, però, è: gli avrebbero dato ascolto? Anche se qualcuno di quei soldati avesse obbedito agli ordini di Mosca e avessero massacrato migliaia di persone, questo avrebbe decretato la fine violenta dello stesso Gorbaciov, e lui era una che ci teneva a rimanere in piedi. [...] Gorbaciov non inviò i carri armati per tenere insieme l'Unione Sovietica semplicemente perché sapeva che era troppo tardi e che così facendo sarebbe stata la sua testa a cadere. *Ufficialmente, durante il colpo di Stato, Gorbaciov fu rinchiuso nella sua dacia in Crimea, ma è mia convinzione che il golpe fosse una sua idea, o quantomeno che egli ne fosse un autore consapevole. In questo modo Gorbaciov non avrebbe dovuto assistere impotente al declino della sua autorità, ma avrebbe potuto sperare di tornare in una posizione di forza dopo aver "negoziato" con i falchi, che nel frattempo avrebbero fatto il lavoro sporco sbaragliando gli oppositori politici come Eltsin. ===[[Ruhollah Khomeyni]]=== *Con la parziale libertà di culto concessa in alcune Repubbliche Sovietiche Lei ha dimostrato di non pensare più che la religione è l’oppio della società. *Egregio Signor Gorbaciov, è chiaro a tutti che d’ora in poi bisognerà cercare il comunismo nei musei della storia politica del mondo. *Le chiedo di compiere un serio e approfondito studio dell’Islam, e questo, non perché l’Islam e i musulmani abbiano bisogno di Lei, ma per i valori superiori e universali di questa religione. ===[[Henry Kissinger]]=== *Chiunque arrivi al vertice della gerarchia sovietica ad una età relativamente giovane deve avere una personalità formidabile. E deve possedere una eccezionale combinazione di ortodossia e di audacia. *Gorbaciov è sicuramente più colto e più giovane degli ultimi due capi sovietici, anche se dobbiamo ricordare che è più giovane di Breznev (quando questi salì al potere) di soli tre anni, e un po' più vecchio di Kruscev quando questi diventò segretario generale del PCUS. Dobbiamo perciò mantenere il senso della realtà. *I sovietici, con Gorbaciov, hanno aumentato i loro sforzi militari in Afghanistan; hanno accresciuto il loro impegno militare in Angola, il che fa quasi pensare che essi vogliano acquisire in prospettiva una posizione di interlocutori nella crisi sudafricana. È questa la premessa di un negoziato globale in cui si tratta per superare le reciproche diffidenze? *Le maggiori speranze di allentare la tensione nei rapporti Est-Ovest non stanno nell'imperscrutabile atteggiamento di Gorbaciov, ma nella crisi della struttura governativa ed economica dell'Urss. *Penso che Gorbaciov sia molto abile. Sa quel che deve fare per sopravvivere nel sistema, per rafforzare la sua posizione. *Uno degli atteggiamenti più irritanti è la fissazione dell'Occidente di basare le speranze di pace sulla personalità del leader sovietico, o su un rapporto personale creato dal vertice. Sono speranze che non hanno alcun riscontro nella realtà sovietica. Nessun segretario generale, neppure Stalin, è riuscito ad assumere un potere incontrastato in meno di quattro anni. Né un leader sovietico può basare una svolta politica su un principio così poco marxista quale il suo rapporto personale con un presidente americano, senza screditarsi di fronte ai suoi colleghi. ===[[Menghistu Hailè Mariàm]]=== *Altro che premio Nobel per la pace: armava i miei nemici e a parole mi blandiva. Smisi di telefonargli. Avevo capito che mentiva. Erano giorni molto difficili: noi non sapevamo più chi era l'amico e chi il nemico. *Mio caro amico, Gorbaciov ha tradito il mondo intero, e non solo Menghistu. Ha distrutto il proprio paese e tutto il movimento internazionale socialista, comunista e nazionalista. È salito al potere dicendo che voleva combattere la corruzione all'interno del vecchio Pcus, dandosi arie di efficientista: invece voleva smantellare il sistema, altro che migliorarlo. *Sembrava una persona perbene, onesto, devoto alla causa socialista. Mi dimostrava amicizia e calore. Poi, una volta salito al potere, nel 1985, iniziò a parlare di perestrojka e di glasnost. A un certo punto io lo chiamai da Addis Abeba per fissare un appuntamento. Avevo bisogno di capire cosa stava succedendo. Andai a Mosca per domandargli cosa significavano quei due slogan. Slogan che io non capivo e che, secondo me, neppure il popolo sovietico capiva. Gli dissi: "Compagno Gorbaciov, parliamoci chiaro. Se ci sono dei cambiamenti in linea, diccelo, così possiamo anche noi rettificare il cammino. La vostra forza è la nostra forza, la vostra debolezza è la nostra debolezza." *Siamo stati tutti traditi da Gorbaciov: quel controrivoluzionario ha distrutto l'Unione Sovietica consegnando il mondo agli americani e rovesciando tutti gli equilibri. ===[[Kirill Martynov]]=== *Gorbačëv credeva che per lui e per il vero socialismo ci fosse un futuro, che la politica onesta non temesse il confronto con gli avversari, che non ci fossero argomenti tabù. In questo senso era europeo, parlava la stessa lingua del resto del mondo. *La nostra generazione, quella cresciuta ai tempi di Gorbačëv, è stata fortunata. Abbiamo vissuto in un paese libero, in cui si poteva non indossare un'uniforme militare, non marciare in colonna, usare la propria testa. Questo non può esserci tolto né dalla violenza né dalle leggi. In questo senso siamo gli eredi di Gorbačëv e gli siamo debitori. *La Russia di Gorbačëv poteva discutere e fare politica. Lui stesso subiva critiche durissime, ma sapeva ascoltare ed era più forte di chi invece si circonda di adulatori. *Michail Gorbačëv guidò l'Unione Sovietica per sei anni. Un periodo breve, se pensiamo ai dittatori che sognano il potere eterno. Se ne andò insieme al paese di cui era presidente, per evitare che affogasse nel sangue. È una cosa che molti non possono perdonargli, perché in Russia non c'erano stati governanti come lui prima e non ce ne sono stati dopo. Gorbačëv è stato un estraneo in una società in cui l'ideale di uomo politico è rappresentato da Stalin. Una società malata di paura. *Se le idee del Pcus erano giuste, perché doveva aver paura di altri partiti? Gorbačëv la pensava così, demolendo il principio secondo cui il capo ha sempre ragione. Ai suoi tempi si poteva dubitare delle autorità senza rischiare di essere dichiarati agenti stranieri. Scomparve il concetto di nemico del popolo: se ognuno può dire la sua, provare a individuare il nemico non ha più senso, perché semplicemente siamo tutti diversi. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *È stato proprio sotto Gorbačëv che vennero liberato gli ultimi prigionieri politici dell'URSS. Il fatto che oggi gente come me venga a sapere della sua morte da "radio-galera" è la perfetta illustrazione della capriola che il mio Paese ha compiuto e che questo grande uomo ha iniziato. *I miei sentimenti nei confronti di Gorbačëv sono passati da una feroce irritazione – stava ostacolando i «democratici radicali», che io idolatravo – a un amaro rispetto. Quando fu chiaro che i «democratici radicali» erano in gran parte un gruppo di ladri e ipocriti, Gorbačëv rimase uno dei pochi a non usare il potere, e le opportunità che offriva, per l'arricchimento personale. Ha lasciato il potere pacificamente, di sua spontanea volontà, rispettando la volontà degli elettori. Già solo questo era un enorme successo per gli standard dell'ex URSS. *Il maggiore problema di Gorbačëv, che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. *Sono certo che la sua vita e la sua storia, che hanno avuto un significato cruciale per quanto è accaduto alla fine del XX secolo, saranno giudicate più favorevolmente dai posteri che dai suoi contemporanei. ===[[Ronald Reagan]]=== *È il primo leader sovietico, a quanto mi risulta, ad aver parlato spontaneamente di un taglio degli arsenali nucleari. *È l'unico che cerca di attuare l'insegnamento di Lenin, la Nep, la nuova politica economica. La glasnost e la [[perestrojka]] potrebbero cancellare lo stalinismo... *Segretario generale Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità, se cerca liberalizzazione per l'Unione Sovietica e l'Europa dell'est: venga a questa porta. Signor Gorbaciov, apra questa porta. Signor Gorbaciov, abbatta questo muro! ===[[Sergio Romano]]=== *Egli non ignora, ripeto, la gravità delle crisi ma sembra usarle per meglio realizzare lo scopo prioritario della sua strategia politica. Si vale del nazionalismo armeno per tenere a bada gli azeri e del nazionalismo russo per controllare i baltici. Usa gli argomenti della perestrojka contro i conservatori e gli argomenti della conservazione contro gli impazienti. Si vale della crisi economica per chiamare in causa le responsabilità degli oppositori in seno al partito e per meglio argomentare la necessità di un suo radicale rinnovamento. E continua nel frattempo a perseguire il suo obiettivo principale: sconfiggere gli avversari, eliminare i compagni infidi, estendere e consolidare il controllo del partito. *Le crisi, finché possono essere usate contro i suoi avversari, non sembrano preoccuparlo eccessivamente e non lo distraggono dal suo obiettivo prioritario. Considerato in questa prospettiva egli su muove coerentemente nell'ambito di una tradizione politica elaborata da Lenin e consolidata da Stalin. E come Stalin aveva notevolmente ridotto il potere del partito per meglio affermare il proprio, così Gorbaciov sembra pronto a sconvolgere il partito pur di farne lo strumento della sua politica. *Si va diffondendo da qualche tempo nell'opinione pubblica occidentale la sensazione che Gorbaciov sia divenuto col passare del tempo una sorta di Kerenskij e che egli galleggi sulle onde di un Paese in tempesta assai più di quanto non riesca a pilotare la nave del governo. ===[[Andrej Dmitrievič Sacharov]]=== *Dichiara che stiamo restaurando gli ideali dell'epoca di Lenin. In realtà, instauriamo qualcosa di fondamentalmente diverso, perché non ritorneremo all'epoca di Lenin. Impossibile. *Gorbaciov insiste tanto sull'importanza dei soviet elettivi, ma quando un soviet regionale ed uno di una Repubblica decidono liberamente in una terminata direzione e il loro volere non è rispettato, si tratta d'una contraddizione. *Personalmente, penso che verrà rovesciato presto, e, insieme con lui, tutta quella parte del Paese che ha creduto alla perestrojka. Non scommetterei dieci rubli su Gorbaciov. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== *Aveva le mie stesse radici contadine, la stessa consuetudine di lavoro in campagna, una buona conoscenza della vita del popolo. Un livello d'istruzione e una cultura indiscutibili. E infine la prossimità geografica e le cure comuni, che predeterminavano un'altra «prossimità», informale e di lavoro.<br>Ma c'era ancora qualcosa che, ai miei occhi, lo distingueva nettamente da quella sorta di artificiosa rozzezza komsomoliana che tanto mi aveva sempre infastidito, e, soprattutto, gli si leggeva sul volto un modo di pensare inequivocabilmente fuori di ogni schema precostituito. *Come uomo, padre e marito, e infine come suo ex compagno di lotta, ho potuto condividere con lui l'incubo di quelle 72 ore di prigionia nel comodo carcere di Foros. Era prigioniero della giunta. Ma quando tornò e arrivò alla conferenza stampa vidi subito che restava un prigioniero: prigioniero del suo carattere, della sua immagine, del suo modo di pensare e di agire. Adesso posso affermarlo con assoluta certezza: lui solo, e nessun altro, ha allevato con molte cure quella giunta, con la sua negligenza, la sua indecisione e la sua inclinazione a barcamenarsi, con la sua scarsa conoscenza degli uomini, la sua indifferenza nei confronti dei suoi veri compagni di lotta, la sua sfiducia nelle forze democratiche e in quella fortezza che si chiama popolo. Quel popolo che si è trasformato grazie alla perestrojka inaugurata da lui.<br>E qui c'è la grande tragedia personale di Michail Gorbačev, e purtroppo dobbiamo dire - anche se la nostra compassione per lui è ancora grande - che questa tragedia avrebbe potuto condurre alla catastrofe nazionale. *Esprimo la mia grande gratitudine a Mikhail Sergheevic Gorbaciov. Sono suo amico. La penso come lui. Ho sempre sostenuto e continuerò a farlo fino all' ultimo giorno le sue idee sulla perestrojka, sul rinnovamento, sulla democratizzazione. Abbiamo fatto un grande lavoro in campo internazionale. Ma penso che sia mio dovere come persona, come cittadino, come comunista. Non posso accettare quanto sta accadendo nel nostro paese, né i processi che sono in corso. E ritengo ancora che la dittatura non passerà. Il futuro appartiene alla democrazia e alla libertà. *Gorbaciov potrebbe abbandonare il posto di dirigente del partito sovietico. Farebbe bene, ma avrebbe dovuto farlo prima. *L'ho sempre rispettato. È un grande uomo, un protagonista di tutti questi cambiamenti. Abbiamo anche avuto momenti di dissenso, ma questo non riduce i suoi meriti. *Non mi posso spiegare le ragioni del conflitto tra Eltsin e Gorbaciov. Anche un bambino sa benissimo che quest'ultimo non rappresenta una minaccia, non potrà mai tornare a fare il presidente, ma allo stesso tempo possiede delle grandi capacità politiche che potrebbero essere utilmente valorizzate e impiegate in una Russia democratica. ===[[Margaret Thatcher]]=== *Gorbaciov è uno di quei rari uomini capaci di cambiare il futuro. *Il leader più grande e coraggioso che l'Unione Sovietica abbia mai avuto. *Mi piace Mr. Gorbaciov. Possiamo fare affari insieme. *{{NDR|Sul crollo del muro di Berlino}} Tutto questo non sarebbe avvenuto se Gorbaciov non avesse cominciato ad ampliare le libertà nell'Unione Sovietica. Ha agito con audacia e le sue riforme hanno avviato in Polonia e in Ungheria metamorfosi irresistibili. ===[[Demetrio Volcic]]=== *A differenza di altri dirigenti Gorbaciov non ha mai fatto parte della polizia segreta, ma ha assimilato il mondo psicologico del suo grande mentore Andropov, capo supremo dell'organizzazione, che passava anche lui le acque dalle parti di Gorbaciov. I due facevano assieme lunghe passeggiate, e il più giovane assimilava e faceva proprie le categorie mentali del maestro. Questi era convinto che un potere razionale e forte potesse cambiare il mondo. A differenza di molti altri nomeklaturščiki, scettici su ogni possibilità di cambiamento, Gorbaciov credeva nella riformabilità del sistema, trovando in Andropov una conferma illustre e autorevolissima. *Gorbaciov è uno di quegli scolari che amano le scorciatoie, il salto per cancellare lunghi incubi notturni dovuti ai compiti non eseguiti giorno per giorno. Poi tutto si complica di nuovo. *Gorbaciov pensava di attenuare le spinte centrifughe con il miglioramento delle condizioni di vita e concedendo il libero voto. Una visione che si è dissolta non solo perché il tenore di vita si è abbassato e perché il voto è stato un grido di indipendenza, ma perché storicamente non è possibile manipolare genti, Stati e confini. *Nessuno è in grado di stabilire come e perché Gorbaciov sia approdato al riformismo. Certo, aveva avuto frequentemente davanti agli occhi l'esempio negativo delle cariatidi della generazione più anziana che lui, da segretario del partito di Stavropol', accompagnava regolarmente dalla stazione ferroviaria, ove scendevano dai loro sfarzosi treni speciali, alle terme curative, facendosi apprezzare per la sua disponibilità e deferenza. Si trattava di gente che continuava cocciutamente a cullarsi nelle proprie illusioni, erano prigionieri della «surrealtà» comunista, amavano il mondo fittizio di successi altrettanto fittizi e soprattutto s'inebriavano dell'adulazione dei cortigiani e dell'adorazione delle masse. Gente che ignorava tutto o quasi della realtà effettuale dell'Urss. Gli ambasciatori nelle capitali straniere inviavano solo dispacci tali da gratificare questi vecchietti, conformandosi alla loro miopia psicologica: il capitalismo, ormai condannato ineluttabilmente, si sarebbe ben guardato dallo sferrare micidiali zampate contro il sistema comunista mondiale – come a suo tempo avevano previsto i testi sacri – perché l'Urss, grazie ai suoi immani sacrifici e alla sua genialità, s'era ormai dotata di una forza di dissuasione nucleare tale da far desistere qualunque aggressore. *Tra Gorbaciov ed Eltsin c'è sempre rimasto un certo rispetto; concedendo l'uno all'altro la qualifica del solo avversario-partner. Sono due caratteri estremi dell'universo russo: spontaneo e ribelle Eltsin; razionale, puntuale Gorbaciov, che forse invidia all'altro la statura fisica, la capacità di prendere le decisioni senza aver dubbi, più contadino. Al contrario, Gorbaciov cercava sempre le conferme dall'esterno. ===[[Heydər Əliyev]]=== *Gorbaciov da la colpa di tutto allo stalinismo e alla corruzione di Breznev. Sono nauseato... Perché non parla dei propri errori? *Gorbaciov vuole rinnovare il socialismo contro il capitalismo. Ma che cosa significa? Forse una socialdemocrazia? Il suo non è vero socialismo. Ci stiamo muovendo nella nebbia... *Sotto il breznismo Gorbaciov fece tutto ciò che gli venne ordinato... Tra lui e [[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] non ci fu mai nessun contrasto... Come noi, Gorbaciov esaltò Breznev... Entrò nel politburo prima di me, come è possibile che abbia cambiato idee e noi no? ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Michail Gorbaciov, ''Perestrojka. {{small|Il nuovo pensiero per il nostro Paese e per il mondo}}'', traduzione di Roberta Rambelli, Mondadori, Milano, 1987, ISBN 88-04-331008-1 *Michail Gorbaciov, ''La casa comune europea'', traduzione a cura della APN Publishing House<!--nel libro c'è scritto così: non c'è il nome di un traduttore preciso-->, Mondadori, Milano, 1989, ISBN 88-04-33183-6 *Michail Gorbačëv, ''Ogni cosa a suo tempo. {{small|Storia della mia vita}}'', traduzione di Nadia Cigognini e Francesca Gori, Marsilio, 2013, ISBN 978-88-317-1518 *Michail Gorbačëv, ''La posta in gioco. {{small|Manifesto per la pace e la libertà}}'', traduzione di Monica Manzella, Baldini+Castoldi, 2020, ISBN 978-88-9388-304-7 ==Voci correlate== *[[Glasnost']] *[[Perestrojka]] *[[Raisa Maksimovna Gorbačëva]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Gorbacev, Mikhail}} [[Categoria:Comunisti]] [[Categoria:Personalità dell'ateismo]] [[Categoria:Personalità della guerra fredda]] [[Categoria:Politici russi]] [[Categoria:Politici sovietici]] [[Categoria:Segretari generali del PCUS]] s6oo7boph7xrzc8f5n0d9fzn554ii2e Avvocato 0 2600 1351505 1293781 2024-11-12T08:35:47Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351505 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Marinus van Reymerswale, Ein Notar, 1542.jpg|thumb|Marinus van Reymerswale, ''L'ufficio dell'avvocato'', 1542]] {{indicedx}} Citazioni sugli '''avvocati'''. ==Citazioni== *All'avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle. ([[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'') *– Sei umano...<br />– Poco, sono avvocato. (''[[Blade II]]'') *Ci sono cause che rifiuteresti di difendere? «Se me lo chiedi, allora non hai capito cosa significa fare l'avvocato. Io non difendo nessuna causa, ma non rifiuto nessun imputato. [[Jacques Vergès|Vergès]], lui sì che difendeva delle cause. Non difendeva soltanto [[Pol Pot]] o [[Ilich Ramírez Sánchez|Carlos]], ma quel che avevano fatto Pol Pot o Carlos. Era d'accordo con loro. Noi, per fare l'esempio dei reati più odiosi, naturalmente non difendiamo la pedofilia o il terrorismo, ma siamo disposti a difendere un pedofilo o un terrorista. ''Devono'' essere difesi, è la legge. Quindi a volte mi costa fatica, certo, è più facile difendere un rapinatore con il quale potrei andare a bere un bicchiere quando sarà uscito invece di uno che si eccita a guardare un video di decapitazioni, ma è fondamentale distinguere fra l'uomo e l'azione. Fare l'avvocato è proprio questo: fare tutto il possibile perché l'imputato sia processato sulla base del diritto e non delle passioni. E poi, quando tutti gli hanno voltato le spalle, essere l'ultimo a tendere ancora la mano.» ([[Emmanuel Carrère]]) *Ci sono uomini eterosessuali e uomini bisessuali e uomini che non pensano affatto al sesso e allora fanno l'avvocato. (''[[Amore e guerra]]'') *Cosa sono 100 avvocati incatenati al fondo dell'oceano? Un buon inizio... (''[[Philadelphia (film)|Philadelphia]]'') *Dicette 'a paglietta: A tuorto o a raggione, 'a cca add'ascì 'a zuppa e 'o pesone. ([[proverbi napoletani|proverbio napoletano]]) *– Gli animali. E perché non le piante? Il tabacco è un essere vivente, sai? Che ne sai che non stia male quando viene estratto a forza dalla terra e messo a seccare al sole, poverino?<br>– Il giorno in cui qualcuno mi dimostrerà che il tabacco ha una coscienza mi toccherà diventare cannibale e cominciare a mangiare avvocati, così sto tranquilla che mi nutro di qualcosa che ne è privo. ([[Marco Malvaldi]]) *Gli avvocati sono le uniche persone la cui ignoranza della legge non venga punita. ([[Jeremy Bentham]]) *Ho letto di recente che adesso per gli esperimenti scientifici si usano gli avvocati al posto dei topi. Lo si fa per un paio di ragioni: la prima che gli scienziati si affezionano molto meno agli avvocati; la seconda è che ci sono certe cose che nemmeno un topo di fogna farebbe mai. (''[[Hook - Capitan Uncino]]'') *Il mestiere degli avvocati è di vendere speranza. Niente più che aria fritta. ([[Edward Bunker]]) *L'avvocato è un galantuomo che salva i vostri beni dai vostri nemici tenendoli per sé. ([[Heinrich Heine]]) *L'avvocatura è baluardo della difesa dei diritti e della democrazia. Una voce fondamentale a tutela delle garanzie, soprattutto di chi ha meno voce per difendersi. ([[Andrea Orlando]]) *“Lo sai che non sono un bravo avvocato, vero?” [...]<br>“Perché i bravi avvocati sanno bluffare e arrivare con la tecnica lì dove fa difetto la verità.”<br>“Esatto. Io non sono capace di fare né l'una, né l'altra cosa.” ([[Carlo Bonini]]) *Ma che "avvocato e avvocato"! Voi prima fate i guai e poi venite da noi! (''[[Ieri, oggi, domani (film 1963)|Ieri, oggi, domani]]'') *Nel futuro il sistema giudiziario funziona velocemente, hanno abolito gli avvocati! (''[[Ritorno al futuro - Parte II]]'') *Niente fa più felice la gente che vedere un avvocato finire in galera. In fondo è una reazione comprensibile: gli avvocati rappresentano la vittoria della logica sul senso di giustizia. È facile non avere più fiducia in un sistema in cui i più forti calpestano i più deboli. (''[[Analisi di un delitto]]'') *No, no, credete a me: l'economia è buona e santa in tutte le cose tranne che nella scelta dell'avvocato. Se uno compera un quadro falso invece che autentico, be' pazienza! Se acquista un'imitazione invece di un tappeto persiano non fa male a nessuno. Ma l'avvocato no! Ah! L'avvocato ci vuole buono! (''[[Imputato, alzatevi!]]'') *Noi avvocati abbiamo la tendenza a essere scettici – la diffidenza è il nostro spirito ombra. ([[Jonathan Harker|Thomas Harker]], ''[[I poteri delle tenebre (Islanda)|I poteri delle tenebre]]'') *Non esiste modo migliore di esercitare l'immaginazione che lo studio della legge. Nessun poeta mai interpreterà la natura così liberamente come un avvocato la verità. ([[Jean Giraudoux]]) *Non ho conosciuto un avvocato che non fosse pure stronzo. (''[[JFK - Un caso ancora aperto]]'') *Ogni ingegnosa argomentazione legale viene controbattuta da un'argomentazione ancor più ingegnosa della parte avversa. L'escalation non ha limiti: gli incartamenti diventano sempre più pesanti, gli schedari, le deposizioni, gli interrogatori sempre più numerosi... I clienti si sentono obbligati a spendere sempre di più per ottenere vantaggi esigui, o almeno per evitare costose sconfitte. Dal punto di vista della società nel suo insieme, spese del genere rappresentano uno spreco... Come per i missili balistici che trasportano bombe H, il semplice fatto che {{NDR|gli avvocati}} esistano induce a farvi ricorso, costringendo tutti gli altri a non essere da meno. ([[Robert Reich]]) *Poche cose meritano l'incenerimento con un lanciafiamme più di un gruppo di avvocati ubriachi consapevole che qualche scappatoia legale permetterà loro di passarla lisca dopo aver fatto i gradassi e aver spadroneggiato sulla gente comune che non conosce la legge ma ha il diritto dalla sua parte. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Quando sei avvocato il tuo lavoro è di mettere a posto i casini che fanno gli altri. Attaccare bolli e rendere legale il lavoro di qualcun altro, in parole povere sei il custode delle carte che in quel momento sta facendo qualcosa di veramente importante. ([[Tucker Max]]) *Realizzai che la vera funzione di un avvocato era di unire le parti lacerate a pezzi. La lezione mi si impresse così indelebilmente che dedicai gran parte del mio tempo, durante i vent'anni della mia pratica come avvocato, a portare avanti compromessi privati di centinaia di casi. Non persi nulla, così facendo, nemmeno del denaro, e certamente non la mia anima. ([[Mahatma Gandhi]]) *– Sa, darei l'idea di essere colpevole se assumessi un avvocato.<br>– Già...<br> No, a dire il vero è quando si viene arrestati che si dà l'idea di essere colpevoli anche se si è innocenti e di innocenti ne arrestano ogni giorno: gente che si ritrova in una stanzetta con un detective che finge di essere un vero amico. "Su, dimmi tutto!" dice "Aiutami a chiarire, non ti serve un avvocato, chi è colpevole chiama l'avvocato e boom! A quel punto tutto va a rotoli. A quel punto vuoi avere qualcuno dalla tua parte, qualcuno che combatta con le unghie e con i denti. Ah, avvocati, siamo come un'assicurazione sulla vita: speri che non serva ma – per la miseria! – non averla è un errore. (''[[Better Call Saul]]'') *Si discute a lungo di carità... di generosità, ma in questo precario stato di vita che noi attraversiamo, io credo che le conseguenze più favorevoli e felici si verifichino soltanto quando un gentiluomo consulta il suo avvocato e prende tutto ciò che la legge gli consente di prendere. ([[Robert Louis Stevenson]]) *''Temete, litiganti sventurati, | Più delle liti stesse gli Avvocati.'' ([[Lorenzo Pignotti]]) *Un avvocato con la sua valigetta può rubare più di mille uomini armati di pistole. ([[Mario Puzo]]) *Un buon giaccone è come un buon avvocato: ti copre il culo. ([[Lee Child]]) ===''[[L'uomo della pioggia]]''=== *Che differenza c'è tra un avvocato ed una prostituta? Quando sei morto la prostituta smette di fotterti. *Come si fa sapere quando un avvocato mente? Semplice: gli si muovono le labbra. *Ogni avvocato, almeno una volta in ogni causa, sente di superare una linea che non intende veramente superare, capita; se lo fai parecchie volte la linea sparisce per sempre e poi sei solo un'altra barzelletta sugli avvocati, un altro pescecane nell'acqua sporca. ==Proverbi== *L'avvucato spoglia 'e vive e 'o schiattamuòrto 'e muòrte. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Gli avvocati vivono di carne ostinata, e i medici di carne malata. *L'ignorante e l'ostinato sono il pane dell'avvocato. *[[Prete]], [[medico]] e avvocato si trovano in ogni lato. ==Voci correlate== *[[Arringa]] *[[Giudice|Giudice, magistrato]] *[[Giudizio]] *[[Magistratura]] *[[Processo (diritto)]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante l'|commons_preposizione=sull'|s=:Categoria:Avvocati|s_preposizione=redatte da|s_etichetta=avvocati}} [[Categoria:Professioni legali]] 1b044o9053gllecwsga291vo7u5u0fj Giovanni Papini 0 2766 1351351 1348115 2024-11-11T16:23:41Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ Giovanni Bertacchi 1351351 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: — Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze: saggi non critici'', p. 57.</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] j5617nbzhm55xq1aw82oejbs512uvxl 1351354 1351351 2024-11-11T16:29:36Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ riferimenti bibliografici 1351354 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: — Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] hfk34cmdyow4jyxvdk7ayezd15yp9n6 1351359 1351354 2024-11-11T16:34:24Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ tratto 1351359 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] gut18tlpjex0sg02psulvvwnak0xcun 1351366 1351359 2024-11-11T17:20:36Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ Olindo Guerrini 1351366 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di Postuma in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. Qual' è il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/38/mode/1up p. 38].</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] q22e57d8hcm3lcw8pl6jlzvy0elkre3 1351367 1351366 2024-11-11T17:23:12Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ corsivo e sic 1351367 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/38/mode/1up p. 38].</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] lecfwputxe3fpk19fujq161pxrsa47p 1351370 1351367 2024-11-11T17:37:16Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ Corrado Govoni 1351370 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole. *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/38/mode/1up p. 38].</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] 11tq77ohl4cmxope8ih2gy0o1fv4a4i 1351371 1351370 2024-11-11T17:39:06Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giovanni Papini */ riferimenti bibliografici 1351371 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/82/mode/1up p. 82-83].</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/38/mode/1up p. 38].</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] qa71npgjzyt73bg6njz1t993sk1mxk5 1351375 1351371 2024-11-11T17:46:59Z Gaux 18878 raggruppo in nuova sezione (Testimonianze) 1351375 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Testimonianze''== *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/38/mode/1up p. 38].</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/82/mode/1up p. 82-83].</ref> ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] fayk8cku9h7mz4xuh7708eya19sbmca 1351377 1351375 2024-11-11T17:49:27Z Gaux 18878 Bibliografia: Testimonianze 1351377 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Testimonianze''== *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/38/mode/1up p. 38].</ref> *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/57/mode/1up p. 57].</ref> *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole.<ref>Da ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918, [https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/82/mode/1up p. 82-83].</ref> ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] k45ggdevaikkzj8a2dqorrtxeld3jj5 1351379 1351377 2024-11-11T17:50:59Z Gaux 18878 /* Testimonianze */ sistemo nuova sezione 1351379 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Testimonianze''== *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna. (p. 38) *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo. (p. 57) *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole. (pp. 82-83) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''Testimonianze {{small|Saggi non critici}}'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] n4wt2oty7dgz3ov5nid59ffcn5j1dkv 1351380 1351379 2024-11-11T17:53:04Z Gaux 18878 /* Bibliografia */ Testimonianze: Internet Archive 1351380 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Testimonianze''== *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna. (p. 38) *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo. (p. 57) *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole. (pp. 82-83) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/n8/mode/1up Testimonianze {{small|Saggi non critici}}]'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] 15k7iruh7jb53t0fxr6gh38d3ojcbdu 1351385 1351380 2024-11-11T17:59:15Z Gaux 18878 attività (così in Pedia) 1351385 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Papini in the 1920's.jpg|thumb|Giovanni Papini]] '''Giovanni Papini''' (1881 – 1956), scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano. ==Citazioni di Giovanni Papini== {{vedi anche|Dizionario dell'omo salvatico}} *{{NDR|La ''[[Pietà di Palestrina]]''}} Appare il gruppo, a un primo sguardo, una trinità del dolore. Nel [[Gesù|Cristo]] un dolor soave; nella Madre un dolor contenuto; nel giovane un dolore attonito. Nel viso che fu divino si scoprono, specie se guardato di sotto in {{sic|sù}} e di profilo, tracce visibili dello spirito che fino a poche ore innanzi lo illuminò: soprattutto la desolata dolcezza dell'amore non riamato.<br>Il volto della corredentrice è chiuso e composto in augusta severità, ma non è spasimoso e stravolto come lo fanno, di solito, gli artisti cristiani. [[Michelangelo Buonarroti|Michelangiolo]] va più a fondo nel cuor di [[Maria]]. Essa soffre come madre, ma gode come figlia. Il sacrificio più tremendo di Cristo – un [[Dio]] disceso e carcerato in carne d'uomo – è finito. [...] Il corpo di Lui è ancora stretto da corde e legami, al par di quello d'uno schiavo colpevole, ma lo spirito è già ricongiunto all'onnipotente gioia del Padre. [...] Più misteriosa è la terza figura che aiuta la madre a sorreggere il Figlio. [...] Per conto mio è San Giovanni, che Michelangiolo ha voluto associare a quella estrema fatica d'amore. Giovanni, il discepolo più amato e più amoroso, l'unico che fosse ai piedi della croce, quello al quale il morente affidò la Madre, quello che più a lungo d'ogni altro apostolo doveva sopravvivere al Maestro. Nei suoi lineamenti appena accennati v'è stupore più che disperazione; la consapevolezza d'essere il prediletto e l'ultimo diretto testimonio; la sicura fede di ritrovare e rivedere Colui che gli tenne il giovane capo sul cuore immortale.<br>E così l'opera che sembrava trinità del dolore è invece trilogia di umano e divino conforto. La ''Pietà'' di Palestrina è suprema riconciliazione nell'amore.<ref>Da ''La Pietà di Palestrina'', in ''L'imitazione del padre: <small>Saggi sul Rinascimento</small>'', Le Monnier, Firenze, stampa 1942, pp. 116-118.</ref> *Ci furono guerre lunghissime. Ci furono guerre di sterminio: chi legge le imprese di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio il Bulgaroctono]]<ref>Massacratore di bulgari.</ref> può, se appena abbia il cuor tenero, più di una volta impallidire.<ref>Da ''La paga del sabato. Agosto 1914/1915'', p. 289.</ref> *Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *{{NDR|Replicando a giudizi malevoli su [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} Come se un uomo non potesse avere le gambe corte e le idee lunghe. I più istruiti lo giudicano un omino per bene, buon padre di famiglia, che raccoglie le monete<ref>Il re era un appassionato numismatico.</ref> e dà poche noie. Soltanto tra i più intelligenti e disinteressati ha qualche simpatia.<ref>''Lacerba, 3 luglio 1914. Citato in [[Romano Bracalini]], ''Vittorio Emanuele III il re "vittorioso"'', I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, ISBN 88-04-29770-0, cap. IX, p. 108.''</ref> *Dicevo che [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.<ref>Da ''Tutte le opere: Prose morali'', A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.</ref> *Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre.<ref>Da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914.</ref> *I [[Cinema (luogo)|cinematografi]] colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro ''boys'' rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le ''halls'' di un ''réstaurant'' o le sale di un {{sic|bigliardo}}, si associano ai ''bars'', illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè.<ref>Da ''La filosofia del cinematografo'', La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, ''L'esperienza del pubblico cinematografico'' in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, ''Introduzione al cinema muto italiano'', UTET, Torino, 2014, p. 285. ISBN 9788860083524</ref> *Il [[Alberto Martini|Martini]] è disegnatore e nient'altro che disegnatore. Egli non pretende far quadri né aspira a eseguire decorazioni. I suoi unici strumenti sono la penna e la matita e non ha bisogno d'altre materie prime al di fuori della carta e dell'inchiostro. S'egli è qualcosa di più di un artefice, è un poeta, uno scrittore – un pensatore se volete. Ma in lui non c'è traccia di ricerca del colore. Un semplice e sicuro contorno; il crudo contrasto fra il bianchissimo e il nerissimo gli bastano. Al di là della linea e della massa tenebrosa egli non cerca altro. Tutta la sua opera è fatta di disegni e tutta la sua fama è fondata sopra la sua fecondità di disegnatore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/24 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''Vita d'arte {{small|Rivista mensile d'arte antica e moderna}}'', Anno I, Vol. I, Gennaio 1908, p. 24.</ref> *{{NDR|Dopo aver definito i caratteri che non appartengono all'artista romantico: serenità, realismo corretto, idealizzazione ottimistica delle cose e prudenza della fantasia}} In questo senso Alberto Martini è il più romantico dei disegnatori italiani. Egli ama il riso e lo spavento, le smorfie dei buffoni e il ghigno dei demoni, le contorsioni dei corpi pallidi e le ombre delle spelonche. Le sue opere, sia che ci appaiano ricche di ''humour'' o di eleganza macabra, sono fra le più interessanti che i {{sic|giovini}} italiani abbiano offerto negli ultimi anni per il nostro godimento e la nostra riflessione.<ref>Da ''[https://archive.org/details/vitadarterivista01unse/page/32 Disegnatori italiani. Alberto Martini]'', in ''op. citata'', p. 32.</ref> *Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 – ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo.<ref>Dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920. Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref> *{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.<ref>Da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti''. Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref> *La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza.<ref>Da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932.</ref> *La [[guerra]], infine, giova all'agricoltura e alla modernità. I campi di battaglia rendono, per molti anni, assai più di prima senz'altra spesa di concio. Che bei cavoli mangeranno i francesi dove s'ammucchiarono i fanti tedeschi e che grasse patate si caveranno in Galizia quest'altro anno! E il fuoco degli scorridori e il dirutamento dei mortai fanno piazza pulita tra le vecchie case e le vecchie cose. Quei villaggi sudici che i soldatacci incendiarono saranno rifatti più igienici. E rimarranno anche troppe cattedrali gotiche e troppe chiese e troppe biblioteche e troppi castelli per gli abbrutimenti e i rapimenti e i rompimenti dei viaggiatori e dei professori. Dopo il passo dei barbari nasce un'arte nuova fra le rovine e ogni guerra di sterminio mette capo a una moda diversa. Ci sarà sempre da fare per tutti se la voglia di creare verrà, come sempre, eccitata e ringagliardita dalla distruzione.<br>Amiamo la guerra e assaporiamola da buongustai finché dura, La guerra è spaventosa e appunto perché e spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi. (''Amiamo la guerra!'' in ''Lacerba'', 1 ottobre 1914)<ref>Citato in ''Storia della bruttezza'', a cura di [[Umberto Eco]], Bompiani, Milano, p. 372. ISBN 978-88-452-7389-6</ref> *La [[modestia]] è la forma più insulsa dell'orgoglio.<ref>Da ''Schegge''.</ref> *La [[scuola]] fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.<ref>Da un articolo pubblicato su ''Lacerba'', 1° giugno 1914.</ref> *Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra [[Circe]] e [[Orfeo]]. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini.<ref>Da ''Pillole di Minerva'', ''II Frontespizio''; ora in ''Mostra personale'', Morcelliana, 1947.</ref> *{{NDR|[[Carlo Michelstaedter]]}} Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.<ref>Da ''Un suicidio metafisico'', ''Il Resto del Carlino'', 5 novembre 1910; anche in ''24 cervelli: saggi non critici'', Facchi, 1919.</ref> *''Recinto di mandragola | di malve e di narcisi | scende al suo Mugello | l'incantatore [[Nicola Lisi|Lisi]]. Parroco di campagna | dice colui che sa | e invece non è vero: | è frate di città.''<ref>Citato in Antonio Altomonte, [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1974/n.175/3 ''Lisi, un cattolico dalle radici pagane''], ''Il Tempo'', 30 giugno 1974.</ref> *Se [[Roma]] ti ha fatto scrivere l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Barabba'', [[Parigi]] t'ispirerebbe l<nowiki>'</nowiki>''Ora di Lucifero'' — o forse l<nowiki>'</nowiki>''Ora d'Iddio''. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri.<ref>Lettera a [[Domenico Giuliotti]], Parigi, 19 maggio 1928, carteggio Giuliotti-Papini.</ref> *Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.<ref>Da ''Il tragico quotidiano''.</ref> *Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[Giorno e notte|notte]] è individualista e il [[Giorno e notte|giorno]] è monarchico.<ref>Da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932.</ref> ==''Il diavolo''== ===[[Incipit]]=== V'è, nel mondo delle grandi religioni, un Essere a parte, che non è bruto, né uomo, né tanto meno Dio. ===Citazioni=== *Dio è [[ateismo|ateo]]. *L'imbecillità dei [[filosofo|filosofi]] «profondi» è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. *L'[[Inferno]] non è che il [[Paradiso]] capovolto. Una [[spada]] riflessa nell'acqua prende figura di croce. *Si può entrare nel [[regno di Dio]] anche dal nero portale del [[peccato]]. ==''Il sacco dell'orco''== *Anche la [[giovinezza]] è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. *Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. *Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. *Se gli [[scrittore e lettore|scrittori]] non leggessero e i [[scrittore e lettore|lettori]] non scrivessero, gli affari della [[letteratura]] andrebbero straordinariamente meglio. ==''La spia del mondo''== ===[[Incipit]]=== '''L'UNIVERSO COME RIVELAZIONE'''<br><br>Fratellanza col sole<br>È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare.<br>I moralisti credono di conoscere l'uomo; gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. ===Citazioni=== *L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. (p. 23) *La [[Luna]], per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente ''memento mori'' che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (p. 27) *Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della [[terra]], noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. (p. 29) *Il [[mare]] è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. (p. 30) *Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare; il mare era un di più; un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. (p. 35) *La [[falena]] è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo – fiera destinata a diventar farfalla angelica – è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal [[fuoco]]. (p. 42) *Quando il diavolo di Goethe dice: «se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me» mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. (p. 44) *L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. (pagg. 48-49) ====''Il mondo visto dal poeta''==== *È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una «donzelletta» acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. (pagg. 55-56) *Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è [[leggenda]]. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. (p. 59) *L'ardente [[solitudine]] non annulla la possibilità degli amori. (p. 61) *La vampa favorisce la caparbia volontà della specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi. (p. 61) *I giorni di [[settembre]] sono, fino all'ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all'avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (p. 64) ====''I figli del quinto giorno''==== *[...] La pelle di Simba, del superbo imperatore della foresta africana, fu inondata e lordata dalla bava di quei due cuccioli dell'uomo di città. Finché divenuta troppo sordida e putente perfino per il non delicato olfatto della portinaia, fu sdegnosamente buttata sopra un monte di spazzatura, dove ebbe finalmente termine la sciagurata e immeritata infamia del re prigioniero.<br>Tale è spesso la miseranda sorte degli esseri migliori e non soltanto fra queli che nacquero, leoni, sulle sponde erbose di un gran fiume. (p. 88) *Nel nostro mondo nulla muore o sparisce interamente e definitivamente e così un rito magico preistorico è contemporaneo, presso un popolo civile, delle più ardite applicazioni della fisica modernissima. (p. 90) *L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.<br>Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i poliziotti, poliziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang». (pagg. 92-93) *[...] le fiere selvatiche e i mammiferi giganti son vendicati, sempre, dagli animali più microscopici che esitano, da quei [[Microrganismo|microbi]] che prosperano nel corpo umano e che, alla fine, nella maggior parte dei casi, lo intossicano, lo divorano e lo spengono. Strano e singolare contrappasso, gli esseri infinitesimi e invisibili puniscono con la morte gli uccisori dei loro fratelli colossi. Gli umili, che son legione, fanno giustizia dei mediocri che ammazzano i potenti. (p. 93) ====''Gli ultimogeniti''==== *L'uomo non è che un quadrupede riottoso e maligno che, a forza di superbia, riesce a star ritto sulle zampe di dietro. (p. 97) *– Chi aspira ad innalzarsi al di sopra della terra [...] è segno che in altri tempi ebbe le ali oppure che è destinato, in un lontano futuro, ad averle. (p. 98) *Medievali debbono essere i versicoli [[lingua latina|latini]] che trovai, non so più dove, e che mi sono rimasti, non so come nella memoria.<br><br>''Homo? Humus<br>Fama? Fumus<br>Finis? Cinis.''<br>Con terribile brevità qui è contenuta la storia terrena di tutti gli uomini, anche dei sommi e dei gloriosi. [...] Nella poesia moderna non conosco nulla che sia ugualmente laconico e pauroso, all'infuori dei quattro versicoli popolari che da qualcuno sono attribuiti a Verlaine:<br>''Les marionettes<br>Font, font, font<br>Trois petits tour<br>Et puis s'en vont''.<br>Più profondamente e crudelmente è incisa l'umana sorte nei versi latini che mettono sotto gli occhi, con spietata evidenza, l'umiltà originaria e la distruzione finale, mentre nei versi francesi c'è qualcosa del teatrino bambinesco e soprattutto un senso comico ed ironico. Nel medioevale c'è il solenne epitaffio sul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi. (pagg. 98-99) *L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100) *L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101) *''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101) *Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102) *Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105) *I [[medico|medici]] sono più pericolosi delle malattie, ma le medicine sono ancor più pericolose dei medici. (p. 107) *L'uomo si vendica col [[risata|riso]] di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore. (p. 109) *La bellezza è un dono della pietà divina. (p. 110) *Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: «Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un'altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare». (p. 112) *Il Renouvier – filosofo assai noto nel passato secolo – immaginò che Dio avesse creato un mondo perfetto e che gli uomini, stolti e perversi, l'abbiano ridotto come ora si vede.<br>Fantasia poco persuadente e molto irriverente ma che oggi – scendendo dall'ordine teologico a quello storico – appare meno fantastica che a prima vista non sia. (p. 113) *Mi accorgo di non aver detto le cose che più mi premevano e solo una piccola parte di quelle che avrei voluto dire in modo che dopo avere adoprato senza risparmio carta e inchiostro per mezzo secolo son costretto a riconoscere che il più e il meglio della mia mente e della mia anima è rimasto dentro di me e rimarrà probabilmente ignoto per sempre. (p. 133) ====''Ave Eva''==== *La [[vita]] umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori son più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori. (p. 135) *Ogni [[idea]], per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. (p. 139) *La vita non è illusione né finzione ma i [[sogno e realtà|sogni]] e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della [[sogno e realtà|realtà]]; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. (p. 146) *[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (p. 158) *Se i [[cristiano (religione)|cristiani]] credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali. *La [[felicità]] non accompagna mai né la potenza né il genio né la bellezza, benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei sogni più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile. E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pp. 164-165) *Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della [[sventura]] e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (p. 166) *Non è vero sempre che la sventura genera sventura: molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. ([https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=lShJAAAAMAAJ&dq=Non+%C3%A8+vero+che+la+sventura+genera+sventura%3B+molte+volte+essa+non+%C3%A8+che+il+pagamento+anticipato+di+un+dono+che+vale+assai+pi%C3%B9+della+caparra.&focus=searchwithinvolume&q=caparra p. 166]) *[[Ridere]] significa aver paura. L'uomo è «l'animale che ride» perché lui solo sa di dover morire. *Tutto ciò che è davvero desiderabile è per gli uomini impossibile; tutto ciò che è possibile abbassa o delude, cioè non è desiderabile. (p. 182) *La [[riconoscenza]] del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo [[benefattore]]. (p. 187) *L'[[adulazione|adulatore]] è colui che dice – senza pensarle – le cose medesime che l'adulato pensa di sé – senza avere il coraggio di dirle. (p. 187) *Disgraziatamente coloro che dicono male di noi lo dicono quasi sempre assai bene mentre coloro che dicono bene di noi lo dicono quasi sempre piuttosto male. (p. 187) *La [[malizia]] è una musa più efficacemente ispiratrice che non l'amicizia. (p. 187) ==''Storia di Cristo''== ===[[Incipit]]=== Da cinquecent'anni quelli che si dicono «spiriti liberi» perché hanno disertato la Milizia per gli Ergastoli smaniano per assassinare una seconda volta Gesù. Per ucciderlo nei cuori degli uomini.<br>Appena parve che la seconda agonia di Cristo fosse ai penultimi rantoli vennero innanzi i necrofori. Bufoli presuntuosi che avevan preso le biblioteche per stalle; cervelli aerostatici che credevano di toccare le sommità del cielo montando nel pallon volante della filosofia; professori insatiriti da fatali sbornie di filologia e di metafisica si armarono – l'Uomo vuole! – come tanti crociati contro la Croce. Certi frottolanti svolazzatoi fecero vedere in candela, con una fantasia da far vergogna alla famosa Radeliffe, che la storia degli Evangeli era una leggenda attraverso la quale si poteva tutt'al più ricostruire una vita naturale di Gesù, il quale fu per un terzo profeta, per un terzo un negromante e per quell'altro terzo arruffapopoli; e non fece miracoli, fuor della guarigione ipnotica di qualche ossesso, e non morì sulla croce ma si svegliò nel freddo della tomba e riapparve con arie misteriose per far credere d'esser risuscitato. Altri dimostravano, come quattro e quattro fa otto, che Gesù è un mito creato ai tempi d'Augusto e di Tiberio e che tutti gli Evangeli si riconducono a un intarsio inabile di testi profetici. Altri rappresentarono Gesù come un eclettico venturiero, ch'era stato a scuola dai Greci, dai Buddisti e dagli Esseni e aveva rimpastato alla meglio i suoi plagi per farsi credere il Messia d'Israele. Altri ne fecero un umanitario maniaco, precursore di Rousseau e della divina Democrazia: uomo eccellente, per i suoi tempi, ma che oggi si metterebbe sotto la cura d'un alienista. Altri, infine, per farla finita per sempre, ripresero l'idea del mito e a forza di almanaccamenti e comparizioni conclusero che Gesù non era mai nato in nessun luogo del mondo. ===Citazioni=== *La non resistenza al male repugna profondamente alla nostra natura. (p. 144) *Nulla è più comune tra gli uomini che della bramosia delle ricchezze. (p. 145) *Tutta la storia degli uomini non è che il terrore della secondità. (p. 145) *L'[[avarizia]] degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco. (p. 147) *L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del [[Cristianesimo]]. (p. 148) *[[Amare]] i [[nemici]] è l'unica via perché non resti sulla terra neanche un nemico. (p. 148) *Il mondo antico non conosce l'Amore. Conosce la passione per la donna, l'amicizia per l'amico, la giustizia per il cittadino, l'ospitalità per il forestiero. (p. 161) *Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'[[amore]] che distrugge l'[[odio]] e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici.<br>Di questo amore nessuno parlò prima di [[Gesù]]: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al ''[[Discorso della Montagna|Discorso sulla montagna]]''. (p. 163) *L'idea di Gesù è una sola, questa sola: trasformare gli Uomini da Bestie in Santi per mezzo dell'Amore. Circe, la maga, la consorte satanica delle belle mitologie, convertiva gli eroi in bestie per mezzo del piacere. Gesù è l'antisatana, l'anticirce, colui che salva dall'animalità con una forza più potente del piacere. (p. 165) *La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire. (p. 178) *Il [[matrimonio]] è una promessa di felicità e un'accettazione di martirio. (p. 198) ==''Testimonianze''== *[...] si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il [[Olindo Guerrini|Guerrini]] purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna. (p. 38) *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro [[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo. (p. 57) *[[Corrado Govoni|Govoni]] è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole. (pp. 82-83) ==''Un uomo finito''== ===[[Incipit]]=== Io non sono mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza.<br> Calde e bionde giornate di ebbrezza puerile; lunghe serenità dell'innocenza; sorprese della scoperta quotidiana dell'universo: che cosa son mai? Non le conosco e non le rammento. L'ho sapute soltanto dai libri, dopo.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===Citazioni=== *[...] mi rintanavo, mi nascondevo, mi distendevo in me stesso, nell'anima, nella [[fantasticheria]] bramosa, nella solitaria ruminazione dell'io e del mondo rifatto attraverso l'io.<ref>Da ''Un uomo finito'', Mondadori, 2016, p. [https://books.google.it/books?id=tA6MDAAAQBAJ&pg=PT29 29]. ISBN 9788852074875</ref> *[[Il mondo si divide in due categorie|L'universo è diviso in due parti]]: io — e il resto.<ref>Da Un uomo finito, in ''Io, Papini'', Valecchi, 1967, p. 162.</ref> ===Citazioni su ''Un uomo finito''=== *Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia. ([[Henry Miller]]) ==[[Incipit]] di ''Chiudiamo le scuole''== Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche [[architettura|architetture]] son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.<ref>Citato in ''[https://archivi.dar.unibo.it/files/cultea/news/633-cratere.html Merano-Bolzano // 13 > 22 maggio "della rivolta" ovveroeducazione e scuola tra esclusione e inclusione]'', in ''CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna'', ''Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo'', La casa Usher, Firenze; riportato in ''unibo.it''.</ref><ref>Citato, meno estesamente, in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giovanni Papini== *[[Agostino d'Ippona|Agostino]] non è un autore qualsiasi. In lui si trova tutto: c'è il giovanotto che conosce un'esistenza brillante e c'è il santo; è un cittadino del mondo e non soltanto un colto, inoltre è moderno perché le sue pagine lo fanno sentire ancora vivo nelle idee. Papini sosteneva che è uno degli uomini che non riescono a morire. ([[Agostino Trapè]]) *Chi concepisce la religione come una consuetudine di riti ed un insieme di formule non può comprendere il valore della conversione di Papini, che poi non è una conversione, ma un moto di reazione interiore, che rappresenta nella vita dell'artista il passaggio da una torbida e trista giovinezza indifferente e indecisa a una commossa comprensione del cristianesimo. ([[Renato Fondi]]) *Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina. ([[Mircea Eliade]]) *Io ho molta stima dell'ingegno del Papini, ma noto con dispiacere in lui una smania, che diventa sempre più violenta, di mostrarsi originale, a ogni costo. Ora originali, per forza, non si può essere: si è o non si è. Chi vuol essere per forza originale, riuscirà strambo, strano, stravagante e nient'altro. Io credo che il Papini abbia originalità, cioè un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire, e un proprio modo quindi d'esprimersi; tanto più dunque mi dà noja e dolore vedergli gonfiare certi paradossi come vessiche per darli in testa alla povera gente e stordirla. ([[Luigi Pirandello]]) *Papini è di queste personalità {{NDR|dissimili dal mio spirito}}: uomo che ha trovato – dopo una distillazione cerebrale della realtà vitale, e un inzuppamento nel fiume delle impressioni, ora filosofo – testa al di sopra delle nuvole – ora critico – minatore infelice nelle viscere della realtà – (per vedere, il ''tutto'', prima; il particolare, poi) – la sua salvezza nella poesia.<br>Respiriamo dell'aria rarefatta, e naufraghiamo in tenebre sotterranee – ma dopo, caduta di valanga, schianto d'anima: ecco la tragedia. Papini è l'incarnazione di un conflitto – che non è rimastichìo letterario, travaso di spirito – ma fatto di coscienza, doloroso tentativo di scavalcare la vita, dopo un esperimento di sfoghi, per calmarsi, di bagni in ondate liriche per illimpidirsi.<br>Tenuto curvo e fermo sul suo cammino dalle conseguenze ultime della sua idea filosofica, mentre tutto vive e tende alla vita, sente che l'arte non è un oblìo, un'atmosfera armoniosa di dimenticanze, ma un colorito, austero, avvincente, movimentato ricordarsi; non ripiegamento ma attività di tutte le facoltà. ([[Renato Fondi]]) *Papini, padre dello scandalo, del poeta cicerone che le dolcezze finocchie di ... condusse per gli orti del bene e del male tra famigliari serponi e coccodrilli, macabro spaventapasseri, impuro ciarlatano di piazza della poesia. Chi più tollererà le sue delicatezze di sbirro? ([[Dino Campana]]) *Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di Giovanni Papini, che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. ([[Massimo Bontempelli]]) *Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato. ([[Jorge Louis Borges]]) *Tu {{NDR|[[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]}} e Papini avete insegnato tante cose in mezzo secolo e negli ultimi tempi ancor più che nei primi: tutta Italia dovrebbe esservene grata. ([[Marino Moretti]]) *Una figura unica, insostituibile, a cui tutti dobbiamo qualcosa di noi stessi. ([[Eugenio Montale]]) *Uomo di certezze, Papini non si è fatto catturare dalle mode. Non ha navigato nella ambiguità dei compromessi. Le tensioni dialettiche e le ricerche problematiche non hanno mai inquinato il suo possesso della sua verità. ([[Francesco Grisi]]) ===[[Antonio Gramsci]]=== *Papini è cattolico e anticrociano; le contraddizioni del suo superficiale scritto risultano da questa doppia qualità. *Papini è sempre stato un «polemista» nel senso che dice il Volpicelli, e lo è ancor oggi, poiché non si sa se nell'espressione «polemista cattolico» a Papini interessi più il sostantivo o l'aggettivo. Col suo «cattolicismo» Papini avrebbe voluto dimostrare di non essere un puro «polemista», cioè un «calligrafo», un funambolo della parola e della tecnica, ma non c'è riuscito! Il Volpicelli ha torto nel non precisare: il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista «puro», il boxeur di professione della parola qualsiasi: Volpicelli avrebbe dovuto giungere esplicitamente all'affermazione che il cattolicismo in Papini è un vestito da clown, non la «pelle» formata dal suo sangue «rinnovato», ecc. *Papini ha esercitato tutti i mestieri, per poi sporcificarli tutti: il filosofo, per concludere che la filosofia è una specie di cancrena al cervelletto, il cattolico, per incenerare l'universo con un appropriato dizionario, il letterato, per sancir da ultimo che della letteratura non sappiamo che farcene. Ciò non toglie che Papini non si sia conquistato un posticino nella storia della letteratura dentro il capitolo i "polemisti". ===[[Giuseppe Prezzolini]]=== *Che cos'è Papini? Non lo so. Alle volte mi pare un arcangelo, gli s'illuminano gli occhi e ci sono riflessi d'oro sui suoi capelli ricciuti, come un'aureola. Alle volte mi pare uno gnomo, storto, maligno, unghioso. *Di persona Papini è come certa specie di pere, brutte a vedersi e dolci a mangiarsi. A prima vista non piace. I suoi lineamenti sono irregolari. La bocca è troppo grande, la mascella troppo sporgente, i denti troppo in fuori, il naso troppo schiacciato, il colore troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo, cammina come uno scheletro da commedia, tutto storto e dinoccolato. *È sempre il caso di scrivere qualcosa intorno a Papini. Più si cerca di definirlo e di caratterizzarlo, più sembra che egli si sforzi di sfuggirci e di creare un nuovo Papini che ci costringa a mutar di giudizio. *Papini è principalmente un artista ma di un carattere suo speciale: un artista delle idee. Il suo mondo di colori e di forme (il mondo esterno) si è presentato a lui forse un po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi brani, il resto è opera di talento e di scienza letteraria e diciamolo pure, accademica, più che di lirico. *Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Papini, ''Il tragico quotidiano'', Lunachi, Firenze, 1903. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/lapagadelsabatoa00papi/page/n6/mode/1up La paga del sabato. Agosto 1914/1915]'', Studio Editoriale Lombardo, Milano, 1915. *Giovanni Papini, ''[https://archive.org/details/testimonianzesag00papiuoft/page/n8/mode/1up Testimonianze {{small|Saggi non critici}}]'', Studio editoriale lombardo, Milano, 1918. *Giovanni Papini, ''Dizionario dell'Omo Selvatico'', con [[Domenico Giuliotti]], Vallecchi, Firenze, 1923. *Giovanni Papini, ''Storia di Cristo'', Vallecchi, Firenze, 1935. *Giovanni Papini, ''Il diavolo'', Vallecchi, Firenze, 1953. *Giovanni Papini, ''La spia del mondo'', Vallecchi, Firenze, 1955. *Giovanni Papini, ''Schegge'', Vallecchi, Firenze, 1971. *Giovanni Papini, ''Il sacco dell'orco'', Vallecchi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Papini, Giovanni}} [[Categoria:Aforisti italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Scrittori di fantascienza italiani]] r6ebye13ziip6ah7hz05hzani00qke6 Albero 0 2821 1351383 1341915 2024-11-11T17:54:55Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Tasso. 1351383 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Birke Herbst.jpg|thumb|Un albero]] Citazioni sugli '''alberi'''. ==Citazioni== *Abbiamo un'esplicita affinità – una parola che deriva dal latino ''affinis'', indicante una relazione acquisita per matrimonio – con gli alberi. Nonostante non apparteniamo alla stessa famiglia, gli alberi e gli uomini sono in un certo senso sposati tra le proprie famiglie, con tutte le sfide, le responsabilità e i benefici che possono derivare dall'essere così connessi. Ci siamo evoluti con gli alberi fin dalle prime tracce della comparsa dell'uomo. Le nostre mani sono in grado di afferrare le cose, i pollici opponobili e la visione binoculare un tempo ci permettevano di saltare tra i rami con facilità, nonostante ora usiamo queste doti per altri scopi, come giocare a baseball o farci strada nel traffico. Il prezzo esorbitante degli attici riflette il nostro desiderio di spaziare con lo sguardo sul territorio, un desiderio nato nelle savane della nostra culla evolutiva costellate di alberi. ([[Nalini Nadkarni]]) *Albero (''s.m.''). Pianta di forma allungata di cui la natura ci ha provveduti nella sua generosità, perché potessimo servircene come strumento di pena. ([[Ambrose Bierce]]) *Anche gli alberi hanno la loro anima che è in fondo, il demone stesso della vegetazione (come lo sono gli spiriti antropomorfici o i re di maggio, le cui gare o processioni si inverano, appunto, nel conducimento e nel seppellimento dello spirito dell'albero). ([[Giuseppe Cocchiara]]) *''Anche gli alberi sgomitano per un po' di sole.'' ([[Caparezza]]) *Come gli [[dèi]], anche gli alberi muoiono: gli uni e gli altri sono le creature più delicate e feribili del mondo; e noi dobbiamo assistere alla loro malattia e alla loro morte. ([[Pietro Citati]]) *''Con il [[legno]] | l’uomo fa le porte, | [[Dio]] gli alberi.'' ([[Lillo Gullo]]) *Credo che non vedrò mai una [[poesia]] bella come un albero. Ma le poesie le fanno gli sciocchi come me. Un albero lo può fare solamente Dio. ([[Joyce Kilmer]]) *Gli alberi li piantavamo per i morti, ma in guerra sono serviti ai vivi. Durante l'assedio di Sarajevo scomparivano gli alberi e si estendevano i cimiteri. Per riscaldarsi, quando ormai si erano esaurite tutte le altre risorse, la gente tagliava gli alberi nei parchi e nei cimiteri. I più audaci, o i più disperati, segavano gli alberi sulle colline, e sui pendii dei monti vicini, talvolta a solo una decina di metri di distanza dalla linea del fronte ([[Azra Nuhefendić]]) *Gli alberi sono forse i soli che conoscono a fondo il mistero dell'acqua. ([[Jules Renard]]) *Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo. Noi li abbattiamo e li trasformiamo in carta per potervi registrare, invece, la nostra vuotaggine. ([[Khalil Gibran]]) *Il [[mito]] però non riconosce nell'albero solo un simbolo della vita ma anche del cosmo. Con le radici affondate nel terreno promordiale, dischiudendo la sua fioritura nell'universo, genera stelle e soli. Qui il padre e la madre sono uniti in eterno splendore. È il legno della vita al centro della città eterna in cui ancora non vi sono divisioni né luoghi sacri. Anche il frassino ''Yggrasil'', all'ombra del quale ogni giorno si riuniscono gli dèi per tenere consiglio, non deve morire con loro: sopravvive oltre il tramonto. ([[Ernst Jünger]]) *Il [[potere]] reale è come un grande albero frondoso; se gli spunti la cima o gli tagli i rami più grossi, e gli lasci stare gli altri rami e la radice, crescerà ancora e riprenderà nuova forza. ([[Gerrard Winstanley]]) *''Il segreto è fare come gli alberi, | prima cerchi, dopo tronchi.'' ([[Caparezza]]) *In realtà sono le anime degli alberi che noi vediamo in inverno. In estate tutto è verde e idilliaco ma in inverno sono soltanto i rami e i tronchi ad esaltare. (''[[Nymphomaniac]]'') *– In realtà sono le anime degli alberi che noi vediamo d'inverno.<br />– Penso che assomiglino a quelle umane.<br />– Sì, hai ragione. Assomigliano alle anime umane: anime contorte, anime normali, anime pazze, dipendono tutte dal tipo di vita che gli esseri umani conducono. [...] Ho trovato il mio albero, quello della mia anima. Eccolo, è questo qui.<br />– Non è un frassino.<br />– No, è una quercia. <br />– Mio padre trovò l'albero della sua anima ma io non ho mai trovato il mio. «Lo saprai quando lo vedrai» mi diceva. (''[[Nymphomaniac]]'') *In tempi passati, alberi e uomini erano buoni amici. (''[[Il mio vicino Totoro]]'') *Insieme con l'acqua l'albero è il simbolo della creazione. Nessun'altra forma rappresenta la vita quanto lui. Le radici aspirano l'humus. Il tronco ne è l'asse. I rami sono l'espansione, il dominio della sfera terrestre. Fogli e fiori solidali alla luce sono forze imponderabili. ([[Ignácio de Loyola Brandão]]) *''Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri | animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo. | Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile, | ma lo so, lo so, sono io tutto quel | manto, sono io il tronco e lo storno e il | falco. Ci separa un niente, colore, capello, | piccolo piccolo nome: l'impianto del | respiro è solo apparente diverso.'' ([[Mariangela Gualtieri]]) *''L'albero sembra | un cane intento a | ringhiare verso i Cieli.'' ([[Jack Kerouac]]) *L'evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell'amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall'altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice. ([[Muriel Barbery]]) *L'[[uomo]] è come un albero e in ogni suo inverno levita la [[primavera]] che reca nuove foglie e nuovo vigore. ([[Vasco Pratolini]]) *La condotta dell'uomo dovrebbe ispirarsi a un albero. Il tronco è radicato, i rami sono liberi di agitarsi nel vento. (''[[Ip Man - The Final Fight]]'') *La gioventù va via presto sulla terra, figuratevi sugli alberi, donde tutto è destinato a cadere: foglie, frutti. ([[Italo Calvino]]) *Mi piacciono gli alberi, sono segno di forza e di grandezza, si innalzano verso il cielo. Hanno una vita lunga: c'erano e ci saranno prima e dopo di noi. Ci sopravvivono. E così mi sdraio in veranda e ascolto la brezza che muove appena le fronde. Un suono meraviglioso che solo la vita e la natura ti sanno dare. ([[Arrigo Sacchi]]) *''Nelle foreste c'era un albero'' | ''Ed era proprio un bell'albero'' || ''Sull'albero c'era un ramo'' | ''Sul ramo c'era un fuscello'' | ''Sul fuscello c'era un nido'' | ''In quel nido c'era un uovo'' | ''Nell'uovo c'era un uccello'' | ''E da quell'uccello venne una piuma'' | ''E da quella piuma venne'' | ''Un letto'' || ''E su quel letto c'era una ragazza'' | ''E su quella ragazza c'era un uomo'' | ''E da quell'uomo venne un seme'' | ''E da quel seme venne un bambino'' | ''E da quel bambino venne un uomo'' | ''E per quell'uomo c'era una tomba'' | ''E su quella tomba crebbe'' | ''Un albero'' (''[[The Wicker Man]]'') *Non c'è albero solido e robusto, se il vento non lo colpisce di frequente: quel tormento lo rende più compatto e gli abbarbica più saldamente a terra le radici: sono fragili gli alberi che crescono in valli solatie. ([[Lucio Anneo Seneca]]) *''[...] ombrose piante | D'antica selva [...].'' ([[Torquato Tasso]]) *''Perché vi sono alberi sotto i quali non posso passare senza che vasti e melodiosi [[pensiero|pensieri]] non scendano su di me? | (Ritengo che pendano da quegli alberi, d'estate come d'inverno, e facciano sempre cadere frutti sul mio passaggio).'' ([[Walt Whitman]]) *Pianta alberi, che gioveranno in un altro tempo. ([[Marco Porcio Catone]]) *Più antico è un albero, più tra le sue fronde e nelle cavità possono abitare capinere, passeri, tortore, storni, scoiattoli, insetti. Salvo casi di emergenza, da metà marzo fino a conclusione dell'autunno non bisognerebbe tagliarne nemmeno una fronda. Non solo sono i mesi della piena vegetazione, ma pure quelli in cui uccelli, insetti, piccoli mammiferi, già logorati dall'urbanizzazione, depongono le uova e partoriscono le cucciolate. ([[Margherita D'Amico]]) *''Rustiche frenesie, sogni fioriti, | deliri vegetabili odorosi, | capricci de' giardin, Protei frondosi, | e di ameno furor impazziti, || quasi piante di Cadmo amano arditi | a l'Autunno guerrier tornei selvosi; | o di Pomona adulteri giocosi | fan nascere nel suol mostri mentiti. || Vedi zampe di tigri e ceffi d'orso | e chimere di serpi; e se l'addenti, | quasi ne temi il tocco e fuggi il morso. || Altri in larve di Lemuri frementi | arruffano di corna orrido il dorso, | e fan cibo e diletto anco i spaventi.'' ([[Giacomo Lubrano]]) *''Sapranno tutti gli alberi della foresta | che io sono il Signore, | che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso; | faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco.'' (''[[Libro di Ezechiele]]'') *Se un albero scrivesse l'autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo. ([[Khalil Gibran]]) *So che gli alberi mi guardano, mi curano e mi proteggono con la loro presenza silenziosa, col loro amore senza parole. Non sanno nulla di me, ma sono disposti a distendere le loro braccia sopra di me e sopra ciascuno. ([[Pietro Citati]]) *Sotto la terra ci sono le tenebre, riposa la profonda oscurità. Come prima della creazione del mondo... Sopra la terra c'è la luce. L'albero è l'unione di questii due mondi. Porta la luce al vuoto tenebroso. Porta, al fondo della terra, l'aria di cui necessita per ricostruirsi e fornire la vita. ([[Ignácio de Loyola Brandão]]) *Un albero giovane che non abbia ancora profonde radici, può con facilità sterparsi; bisogna usar la scure chi lo lasci ingrossare. ([[Confucio]]) ==[[Proverbi toscani]]== *Albero che non fa [[frutto]], taglia taglia. *Albero spesso trapiantato, mai di frutti è caricato. *Dal frutto si conosce l'albero. *Gli alberi grandi fanno più ombra che frutto. ==Voci correlate== *[[Bosco]] *[[Casa sull'albero]] *[[Pianta]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'}} [[Categoria:Alberi| ]] k7n9wkz9h432540z5odcf2ggf5bblrx Marco Valerio Marziale 0 2974 1351459 1293377 2024-11-12T03:49:53Z AssassinsCreed 17001 +wikilink 1351459 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Martialis.jpg|thumb|Marco Valerio Marziale]] '''Marco Valerio Marziale''' (38 – 104), poeta latino. ==''Epigrammi''== ===[[Incipit]]=== ====Originale==== <poem>''Hic est quem legis ille, quem requiris,'' ''toto notus in orbe Martialis'' ''argutis epigrammaton libellis:'' ''cui, lector studiose, quod dedisti'' ''viventi decus atque sentienti,'' ''rari post cineres habent poetae''.</poem> ====[[Giuseppe Lipparini]]==== <poem>Questi è quel che tu leggi e che tu cerchi, quel noto in tutto il mondo Marzïale per gli arguti libretti di epigrammi: cui vivo e sano, o mio lettor benevolo, tu donasti una gloria, che di rado tocca ai poeti dopo che son morti.</poem> ===Citazioni=== *[[Lascivia|Lasciva]] è la mia pagina, ma onesta la vita. (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#IV|4]], 8) :''Lasciva est nobis pagina, vita proba est''. *[...] ''non è da saggio, ah credimi, il dire: «Vivrò»: | tardi è viver domani; tu devi [[Carpe diem|vivere oggi]].'' (I, 15, 11-12; 1943, p. 7) :''Non est, crede mihi, sapientis dicere «Vivam»: | sera nimis vita est crastina: vive hodie''. *{{NDR|Sugli ''Epigrammi''}} Ce ne sono dei buoni, alcuni sono mediocri, ma i più sono cattivi. (I, 16)<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli.</ref> :''Sunt bona, sunt quaedam mediocria, sunt mala plura''. * {{NDR|A un [[Plagio|plagiario]]}} ''Si dice in giro, Fidentino, che tu le mie poesie | reciti in pubblico come se fossero le tue. | Te le regalerò, se vuoi che si dicano mie: comprale | se vuoi che si dica che sono tue, e non saranno più mie.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXIX|29]]; 1995) *Vero dolore prova colui che soffre senza testimoni. (I, 31; 2013) *''Questa è la legge stabilita per le poesie giocose: | possono divertire solo se sono pruriginose.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXXV|35]], 10; 1995) *L'uva sbattuta dalle continue piogge è tutta bagnata: se anche lo volessi, tu non potresti, o oste, vendere il [[vino]] schietto. (I, 56; 2013) *O Lelio, tu non pubblichi i tuoi carmi, ma critichi i miei. O smetti di criticare i miei carmi o pubblica i tuoi. (I, 91; 2013) *''Muove liti Diodoro in ogni lato, | sebbene afflitto sia dalla [[gotta|podagra]]; | ma quando ha da pagare l'avvocato, | il suo male convertesi in chiragra.''<ref>Citato in Vittoria Madurelli Berti, ''Epigrammi di Dafnide Eretenia'', G. B. Berti Editore, Padova, 1824, [[s:Epigrammi di Dafnide Eretenia.djvu/24|p. 24]]</ref><ref>Da questo epigramma deriva il [[modi di dire toscani|modo di dire toscano]] "avere la gotta alle mani" nel senso di "essere avaro".</ref> :''Litigat et podagra Diodorus, Flacce, laborat. | Sed nil patrono porrigit: haec cheragra est.'' (I, [[s:la:Epigrammaton liber I#XCVIII|98]]) *Non sente di buono chi vuol sentir sempre di buono. (II, 12, 4) :''Non bene olet, qui bene semper olet''. *''Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino. | Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XXVIII|28]]; 1995) *Tu stai ammirando dei pesci, splendida cesellatura degna di un [[Fidia]]: aggiungi dell'[[acqua]] ed essi nuoteranno. (III, 35; 2013) :''Artis Phidiacae toreuma clarum | Pisces aspicis: adde aquam, natabunt''.<ref>L'espressione ''artis Phidiacae'' è un po' ambigua, perché si può intendere: «fatta da Fidia», «fatta con l'arte di Fidia». (2013)</ref> *''Lascia che si veda il tuo piccolo [[difetto]]: | un difetto, se nascosto, sembra molto più grave.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XLII|42]]; 1995) :''Simpliciter pateat vitium fortasse pusillum: quod tegitur, maius creditur esse malum.'' *''Tutto quello che mi chiedi, Cinna maledetto, non è mai nulla: | se non mi chiedi nulla, Cinna, allora non ti nego nulla.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#LXI|61]]; 1995) *''Ciabattino, non devi prendertela con il mio libretto. | Le mie poesie colpiscono il tuo mestiere, non la tua vita. | Permettimi le mie spiritosaggini innocue.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XCIX|99]]; 1995) *Ecco il [[Vesuvio]], poc'anzi verdeggiante di vigneti ombrosi, qui un'uva pregiata faceva traboccare le tinozze; [[Bacco]] amò questi balzi più dei colli di [[Nisa (monte)|Nisa]], su questo monte i [[satiro|Satiri]] in passato sciolsero le lor danze; questa, di [[Sparta]] più gradita, era di [[Venere (divinità)|Venere]] la sede, questo era il luogo rinomato per il nome di Ercole. Or tutto giace sommerso in fiamme ed in tristo lapillo: ora non vorrebbero gli dèi che fosse stato loro consentito d'esercitare qui tanto potere. (IV, 44)<ref>Citato in Verena Lindtner, ''Il Vesuvio – Un Vulcano Nella Letteratura E Nella Cultura'', GRIN Verlag, 2008, p.18.</ref> *Lodano quelli, ma leggono gli altri. (IV, 49, 10) :''Laudant illa, sed ista legunt'' *Quando non avevi seimila sesterzi, Ceciliano, una portantina | da sei schiavi ti scarrozzava in giro per tutta Roma. | dopo che la dea cieca te ne ha dati due milioni, | tanti da sfondarti le tasche, ecco, te ne vai in giro a piedi. (IV, [[s:la:Epigrammaton_liber_IV#LI|51]]; 1995) *[[Parma]], nella Gallia Cisalpina, tosa innumerevoli armenti. (V, 13, 8; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921) :''Tondet et innumeros Gallica Parma greges''. *Se la [[gloria]] suole venire dopo la morte, non ho nessuna fretta. (V, 10; 2013) *Il povero coltiva [[Amicizia|amicizie]] che non gli rendono nulla. (V, 19; 2013) *I regali fatti agli amici non sono preda del fato: | avrai soltanto le ricchezze che hai donato. (V, [[s:la:Epigrammaton_liber_VI#XLII|42]]) :''Extra fortunam est, quidquid donatur amicis: | Quas dederis, solas semper habebis opes.'' *''[[Ricchezza e povertà|Povero]] sempre sarai, se povero sei, Emiliano; | oggi soltanto ai [[Ricchezza e povertà|ricchi]] si donan le ricchezze.'' (V, 81; 1943, p. 163) :''Semper pauper eris, si pauper es, Aemiliane. | Dantur opes nullis nunc nisi divitibus.'' *Le creature superiori hanno breve vita e raramente invecchiano. (VI, 29; 2013) *A quale [[avvoltoio]] toccherà questo cadavere? (VI, 62, 4) :''Cujus vulturis hoc erit cadaver?'' *''La vita non è vivere: la vita è stare bene''. (VI, [[s:la:Epigrammaton_liber_VI#LXX|70]], 15; 1995) *Mi chiedete perché io non voglio sposare una donna ricca? Non voglio diventare la moglie di mia moglie. (VIII, 12; 2013) *Se ci saranno Mecenati, Flacco, non mancheranno i Virgilii. (VIII, 56, 5)<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> * ''Vuoi sposare Prisco: non mi stupisco, Paola, scema non sei. | Prisco non ti vuole sposare: scemo non è neppure lui.'' (IX, [[s:la:Epigrammaton_liber_IX#X|10]]; 1995) *{{NDR|Alle terme}} ''Hai sentito che applausi ai bagni pubblici? Sappi che è entrata l'enorme minchia di Marone!'' (IX, 33) :''Audieris in quo, Flacce, in balneo plausum,/ Maronis illic esse mentulam scito.'' *''Nelle strettezze è facile sprezzare la vita. Fortezza | vera è quella di chi sa sopportar la miseria.'' (IX, 56, 15-16; 1943, p. 305) :''Rebus in angustis facile est contumnere vitam: | fortiter ille facit, qui miser esse potest.'' *Un uomo [[Onestà|onesto]] aumenta il tempo della sua vita: | vive due volte chi riesce a godere del [[passato]]. (X, [[s:la:Epigrammaton_liber_X#XXIII|23]]; 1995) :''Ampliat aetatis spatium sibi vir bonus: hoc est | vivere bis, vita posse priore frui''. *[...] ''non temer né affrettare il [[morte|dì supremo]]''. (X, 47, 13; 1943, p. 277) :[...] ''summum nec metuas diem nec optes.'' *''Hai fatto un errore, Lupo, per colpa delle vocali: | infatti, quando mi hai dato un terreno, | avrei preferito che tu vessi dato un torrone.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XVIII|18]]; 1995) *''Mi sorprendi a letto con un ragazzino e, con tono severo, | moglie, mi sgridi dicendo che un culo ce l'hai anche tu. | Quante volte [[Giunone]] disse la stessa cosa al lascivo [[Giove (divinità)|Giove]]! | Ma lui dorme con Ganimede, che non è più un ragazzo. | Ercole metteva da parte il suo arco e faceva piegare Ila: | credi forse che sua moglie Megara non avesse le chiappe? | Febo si tormentava per Dafne che lo fuggiva: ma Giacinto, | il giovane spartano, fece spegnere quel fuoco d'amore. | Anche se [[Briseide]], dormendo, gli offriva il fondoschiena, | Achille preferiva l'amichetto dal volto senza peli. | Smettila di dare alle tue cose due nomi maschili: | tu hai due fiche, dammi retta, mogliettina.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIII|43]]; 1995) *{{NDR|All'amante}} ''Vergognati, Fillide: rispetta almeno verità e giustizia. | Io non ti nego nulla, Fillide: tu, Fillide, non mi negare nulla.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIX|49]]; 1995) *La fortuna dà troppo a molti, a nessuno abbastanza. (XII, [[s:la:Epigrammaton_liber_XII#X|10]].2) :''Fortuna multis dat nimis, satis nulli''. *Apro è asciutto e astemio: e che m'importa? Così apprezzo lo schiavo, non l'amico. (XII, 30; 2013) *Né con te posso vivere, né senza di te. (XII, 47) :''Nec possum tecum vivere, nec sine te''. *L'uomo [[bontà|buono]] è sempre un inesperto. (XII, 51) :''Semper homo bonus tiro est''. *''Dal momento che conosci la vita e la fedeltà di tuo marito | e sai che nessun'altra donna agita o monta sul tuo letto, | perché sciocca ti tormenti per i suoi schiavi come fossero | i suoi amanti, che amano di un amore breve e fuggitivo?'' [...] | ''La vera matrona, la vera donna deve conoscere i suoi limiti: | lascia ai ragazzi la loro parte, tu tieniti la tua.'' (XII, [[s:la:Epigrammaton_liber_XII#XCVI|96]]; 1995) *Se nella questione alcuno chiami me a giudice, dirò che il più prelibato fra gli uccelli è il [[tordo (uccello)|tordo]], fra i quadrupedi la [[lepre]]. (XIII, 92) :''Inter aves turdus, si quis me judice certet; | Inter quadrupedes mattya'' [ovvero ''gloria''] ''prima lepus''. *In questo piccolo volume di pergamena è racchiuso l'immenso [[Tito Livio|Livio]], che la mia biblioteca non può contenere per intero. (XIV, 190; 2013)<ref>Si allude a un'epitome liviana. L'opera storica di Livio (''Ab urbe condita libri'') si componeva di 142 libri (ce ne restano 35). (2013)</ref> ==Citazioni su Marco Valerio Marziale== *Era un uomo ingegnoso, acuto e pungente, che aveva nello scrivere moltissimo di sale e di fiele e non meno di sincerità. ([[Plinio il Giovane]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *M. Valerio Marziale, ''[https://books.google.it/books?id=3MVEAAAAIAAJ Gli epigrammi]'', traduzione di Giuseppe Lipparini, Zanichelli, Bologna, 1943. *Marco Valerio Marziale, ''Epigrammi'', a cura di Simone Beta, Mondadori, 1995. ISBN 9788804571438 *Marco Valerio Marziale, ''Epigrammi'', a cura di Giuseppe Norcio, UTET, Torino, 2013. ==Altri progetti== {{interprogetto|s=la:Scriptor:Marcus Valerius Martialis|s_lingua=latina|s_preposizione=di o su|s_etichetta=Marcus Valerius Martialis}} {{DEFAULTSORT:Marziale, Marco Valerio}} [[Categoria:Poeti romani]] blb359dnmfs9y8khrm22k20h76jyajx Boris Nikolaevič El'cin 0 3099 1351501 1337533 2024-11-12T08:23:35Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Boris El'cin */ 1351501 wikitext text/x-wiki [[File:Борис Николаевич Ельцин-1.jpg|thumb|Boris Nikolaevič El'cin]] '''Boris Nikolaevič El'cin''' (1931 – 2007), politico sovietico e, dal 1991, russo. ==Citazioni di Boris El'cin== {{cronologico}} ===1991=== *Gorbaciov ha portato l'Urss verso una dittatura con il bel nome di "regime presidenziale".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0858_01_1991_0039_0001_11945661/ ''Gorbaciov si dimetta''], ''La Stampa'', 20 febbraio 1991</ref> *Se Michail Gorbaciov bussasse alla mia porta e mi chiedesse di riconciliarci, gli risponderei: troppo tardi, il treno è già partito.<ref name=gorbaciovchiuso>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0861_01_1991_0057_0002_11963639/ ''Eltsin: con Gorbaciov ho chiuso''], ''La Stampa'', 14 marzo 1991</ref> *La principale differenza tra me e Gorbaciov è che lui vuole mantenere il sistema, mentre io voglio distruggerlo. Io sono per repubbliche forti, con un centro che abbia soltanto funzioni di coordinamento. Dovranno essere le singole repubbliche, non il Cremlino, a portare a soluzione tutti i problemi.<ref name=gorbaciovchiuso/> *{{NDR|Sull'[[Unione degli Stati Sovrani]]}} Si è convenuto che il trattato sarà fra "stati sovrani", questo è già deciso. E per il nome del paese, si è arrivati a un compromesso: rispettare l'abitudine, la tradizione, per cui rimane Urss, ma significa Unione di Repubbliche Sovrane Sovietiche. La parola "socialista" è caduta, sparisce.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/01/accordo-col-cremlino-contro-conservatori-per.html "Accordo col Cremlino contro i conservatori e per l'aiuto occidentale]'', ''La Repubblica'', 1 giugno 1991.</ref> *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Ho emanato un decreto 20 minuti dopo la dichiarazione dello stato d'emergenza. Non riconosciamo il Comitato, dichiariamo illegali sul territorio della Russia tutte le misure che esso ha adottato e adotterà. Ci rivolgiamo a tutti i popoli del mondo perché ci siano vicini nella nostra resistenza.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0877_01_1991_0191_0049_12227570/ Rapporto dal Soviet russo. Eltsin alla folla: ribelliamoci]'', ''La Stampa'', 19 agosto 1991.</ref> *{{NDR|Durante il putsch di agosto}} Soldati, mi rivolgo a voi, pensate ai vostri cari, alla vostra gente. Non dimenticate che avete giurato fedeltà al popolo, a quel popolo contro cui loro vogliono puntare le armi. Le nuvole del terrore e della dittatura si addensano sulla Russia, in quest'ora tragica fate la scelta giusta. Non macchiate del sangue del popolo l'onore e la gloria delle armi russe.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/20/appello-di-eltsin-ribelliamoci.html Appello di Eltsin. "Ribelliamoci"]'', ''la Repubblica'', 20 agosto 1991.</ref> *Si può erigere un trono con le baionette, ma è impossibile restarci seduti sopra a lungo.<ref>20 agosto 1991; citato in Carlo Benedetti, ''Chi comanda a Mosca. Tutti gli uomini della vecchia e nuova nomenklatura da Abramovic a Putin'', Datanews, Roma, 2004, p. 98. ISBN 88-7981-258-0</ref> *{{NDR|Dopo l'abbattimento della statua di [[Feliks Ėdmundovič Dzeržinskij]]}} La Russia è diversa. È finalmente sulla strada del progresso e della democrazia e non tornerà mai più indietro.<ref name=rivendica>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0877_01_1991_0195_0004_12231499/ Eltsin rivendica la vittoria]'', ''La Stampa'', 23 agosto 1991.</ref> *Gli avvenimenti degli ultimi quattro giorni devono essere una lezione anche per Gorbaciov. [...] Gorbaciov, non dimenticare che ti abbiamo liberato noi.<ref name=rivendica/> {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/25/eltsin-russia-perdono-per-tuoi-figli.html ''"Russia, perdono per i tuoi figli morti"'']|Discorso pronunciato dopo il [[putsch di agosto]], ''la Repubblica'', 25 agosto 1991|h=4}} *I nomi di questi ragazzi diventeranno sacri per tutta la Russia. [...] Quando abbiamo saputo del golpe, i nostri cuori hanno avuto un sussulto per i nostri figli perchè proprio loro, i nostri ragazzi, sono venuti qui a difendere la Russia, la democrazia, la libertà e il parlamento e i dirigenti russi che erano il principale obiettivo dei golpisti. *Vorrei che voi sappiate che è stata ritrovata la lista delle dodici persone che dovevano essere fucilate per prime. I nostri nemici sono stati feroci, erano assetati di sangue. I nostri nemici sapevano che se avessero perso sarebbero stati soggetti a una severa punizione. *Io desidero esprimere la mia più profonda partecipazione al dolore dei genitori di queste vittime, Dmitri, Vladimir e Ilja, e desidero esprimere di nuovo la mia più profonda partecipazione al dolore delle altre vittime e ai loro genitori. [...] Voglio chiedere loro di perdonare il presidente per non essere riuscito a proteggerli e a salvarli. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/04/non-sono-non-saro-il-nuovo.html ''"Non sono e non sarò il nuovo zar"'']|Intervista di Steve Hurst e Claire Shipman, ''la Repubblica'', 4 settembre 1991|h=4}} *La Russia è cambiata, tutto il paese è cambiato, ma anche il presidente è cambiato: alla fine {{NDR|Gorbačëv}} ha capito che soltanto se lui si appoggerà al vasto movimento democratico e favorirà riforme democratiche, la transizione al mercato, il paese potrà uscire dalla crisi. Ora mi fido pienamente, o quasi pienamente, di lui, molto di più che non tre settimane fa quando era ancora capace di manovre politiche. Questa è la sua ultima chance. *Gli atteggiamenti imperiali appartengono al passato e la Russia avrà relazioni tra eguali con tutte le altre repubbliche. Ma noi difenderemo gli interessi della Russia, nulla dovrà essere fatto che possa minacciare gli interessi del popolo russo. Dovremo costruire i rapporti economici tra le repubbliche in modo che il popolo russo non debba sempre fornire assistenza a tutti gli altri. Dobbiamo costruire relazioni paritarie anche per quanto riguarda la fiducia nella mia persona. *Per prima cosa, l'Ucraina si è proclamata territorio denuclearizzato, e il Kazakhstan sta per fare lo stesso. Quindi le armi nucleari schierate in queste due repubbliche saranno trasferite in Russia. A parte ciò, vogliamo creare una struttura speciale, un comitato di controllo delle armi nucleari, per garantire che le atomiche non vengano usate da estremisti di destra o di sinistra o da terroristi, perché attualmente questo è il grosso pericolo. Vogliamo che, oltre al governo centrale, la Russia controlli le armi nucleari e sia responsabile di quelle schierate sul suo territorio. Vogliamo essere responsabili di fronte alla comunità internazionale, quindi dobbiamo tenere anche noi un dito sul bottone. *Abbiamo bisogno di mantenere la parità con altre nazioni e di promuovere l'idea della non proliferazione. Dobbiamo continuare la nostra opera per eliminare le armi nucleari, e la Russia lavorerà a questo fine. È anche necessario sospendere gli esperimenti nucleari sotterranei, e a tal fine parlerò con il presidente Bush e con i leader delle altre potenze nucleari. *Spesso ci avevano garantito che i colpi di Stato sarebbero stati impossibili da noi, e ora sappiamo che è vero il contrario. Dobbiamo trarne le dovute conclusioni ed eliminare i possibili strumenti di un colpo di Stato. *Ciò di cui abbiamo bisogno è stabilire relazioni economiche tra Stati. Anche i Baltici vorranno partecipare, come Stati indipendenti e sovrani. Ma ci serve assolutamente uno spazio economico unitario. Questo è molto importante. I rapporti tra le aziende sono frutto di anni e anni, ed è molto difficile ora rescindere questi legami e smembrare l'unione. *Vede, in quelle ore io ho pensato una cosa sola: come isolare i golpisti e sventare il colpo. Ci sono riuscito perché sono stato capace di convincerli ad andare in Crimea per convincere Gorbaciov a firmare una dichiarazione, e Krjuckov mi ha creduto. Non saremmo riusciti ad arrestarli al Cremlino, ma in Crimea ci è stato possibile. Al momento, avevo solo una cosa in mente, cioè salvare la Russia, salvare questo paese, salvare la democrazia e il mondo intero. Perché altrimenti sarebbe stato il caos, un'altra guerra fredda o addirittura una guerra calda. Questa è la responsabilità che mi sono sentito sulle spalle in quel momento. Ma tre giorni dopo, quando sono tornato a casa, mia figlia, una bambina di cinque anni, mi ha chiesto se ci avrebbero ucciso. Ecco, questa è stata la cosa peggiore: le radici del vecchio sistema totalitario sono ancora presenti in noi, dobbiamo estirparle, e costruire uno Stato di diritto. *[...] per quanto riguarda chi è Boris Eltsin: io sono un figlio di contadini. Ho studiato, ho fatto sport, e da giovane ho fatto ogni sorta di marachelle e scorrettezze. Poi sono stato manager di Stato, poi ho scelto una carriera politica. All'inizio fu un'esperienza inattesa, non mi sentivo adatto. Oggi ho fatto un po' di esperienze, e questo basterà per i prossimi due o tre anni. E insieme al Soviet supremo, e al governo della Federazione russa, faremo in modo che questa ruota arrugginita della Russia si muova senza intoppi. È un orso, un orso gigante, e ha bisogno di essere messo in moto. È quanto io voglio fare. ===1992=== *{{NDR|«Presidente, pare che lei non stia bene in salute, che soffra di cirrosi, e che la colpa dei suoi malanni sia dovuta al fatto che beve molto...»}} Sono maldicenze, io sto benissimo e si vede. Queste voci le ha messe in giro Gorbaciov!!!<ref name=cirrosi>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/16/eltsin-lei-soffre-di-cirrosi.html "Eltsin, lei soffre di cirrosi?" "No, è una bugia di Gorbaciov"]'', ''la Repubblica'', 16 giugno 1992.</ref> *Perché non ce li date voi gli antibiotici? Voi siete un paese ricco. Mia madre ha avuto un attacco al cuore e non si trova la medicina per curarla. Ed è la madre del presidente.<ref name=cirrosi/> *Ci servono milioni di proprietari e non un pugno di milionari.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0839_01_1992_0227_0001_11783672/ ''Eltsin: tutti proprietari''], ''la Stampa'', 20 agosto 1992</ref> *{{NDR|Sulla [[guerra georgiano-abcasa]]}} Se il conflitto in Abkhazia non si arresterà, sorgerà una situazione pari a cinque Karabakh messi insieme.<ref>Citato in [https://archivio.unita.news/assets/main/1992/09/04/page_010.pdf ''Per l'Abkhazia polveriera del Caucaso siglato un incerto cessate il fuoco''], ''L'Unità'', 4 settembre 1992</ref> ===1993=== {{Int|Da [https://archivio.unita.news/assets/main/1993/10/05/page_003.pdf ''L'appello di Eltsin. «Si sono ammutinati. Salvate la Russia»'']|Discorso alla nazione durante la [[crisi costituzionale russa del 1993]], 4 ottobre 1993; citato ne ''L'Unità'', 5 ottobre 1993|h=4}} *Questa allarmante e tragica notte ci insegna molte lezioni. Non eravamo pronti a una guerra. [...] Tutto ciò che sta avvenendo a Mosca è un ammutinamento armato premeditato. È organizzato dai comunisti che cercano una rivincita, dai capi fascisti, da alcuni ex deputati e rappresentanti dei parlamenti. *Uno sparuto gruppetto di politici ha provato a imporre la sua volontà a tutto il paese, con le armi puntate. I piani che volevano realizzare per la Russia sono ora chiari al mondo intero. Quesi piani prevedono ciniche menzogne e atti di corruzione. Prevedono pietre, fucili automatici e mitragliatori. Coloro che sventolano le bandiere rosse hanno di nuovo gettato la Russia in un bagno di sangue. *La rivolta armata è condannata al fallimento. Per restaurare l'ordine e la pace, truppe stanno arrivando a Mosca. Il loro obiettivo è di liberare e sbloccare le installazioni controllate dagli elementi criminali, così come disarmare le fazioni armate illegali. Vi prego, cari moscoviti, di sostenere il morale dei soldati e ufficiali russi. Sono la nostra milizia. *Mi appello a tutte le forze politiche in Russia, in nome di coloro le cui vite sono state falciate, in nome di coloro il cui sangue innocente è stato versato: vi chiedo di dimenticare ciò che ieri sembrava importante delle lotte interne. Tutti coloro che chiedono pace e tranquillità, onore e dignità per il loro paese, tutti quelli che si oppongono alla guerra devono restare uniti. ===1994=== *I Paesi dell'ex Urss hanno bisogno di una Russia forte, con un ruolo da guida. Ma anche il mondo ha bisogno di una Russia forte.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0728_01_1994_0055_0001_10498280/ «Al mondo serve una Russia più forte»]'', ''La Stampa'', 25 febbraio 1994.</ref> *State attenti che dalle ceneri della Guerra fredda non nasca la Pace fredda.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/06/eltsin-clinton-il-seme-della-discordia.html Eltsin e Clinton, il seme della discordia]'', ''la Repubblica'', 6 dicembre 1994.</ref> *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} I soldati russi proteggono l'integrità dello Stato, condizione necessaria dell'esistenza dello stato russo. La Cecenia è parte integrante della Federazione e non ha il diritto di lasciarla.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/28/contro-ceceni-fino-in-fondo-eltsin.html "Contro i ceceni fino in fondo". Eltsin sposa la linea dei falchi]'', ''la Repubblica'', 28 dicembre 1994.</ref> *La Cecenia è parte integrante della Federazione Russa. Perderla significa mettere a rischio l'esistenza stessa dello Stato.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0768_01_1994_0353_0008_11024306/ Eltsin ordina: la guerra continua]'', ''La Stampa'', 28 dicembre 1994.</ref> ===1995=== {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0831_01_1992_0143_0009_25119097/ ''Eltsin: a Mosca ci vuole un De Gaulle'']|Intervista di [[Giulietto Chiesa]] et al., ''La Stampa'', 19 agosto 1995|h=4}} *Non accetto l'accusa di aver ingannato il popolo. Al contrario, per la prima volta la gente si è sentita dire onestamente la verità. *{{NDR|Sulla [[guerra di Transnistria]]}} Penso che abbiamo sottovalutato questo problema. Qualcuno lo considera un'interferenza negli affari interni di un altro Stato. Ma in realtà loro sono dei «nostri», sono russi, sono nostri compatrioti. E noi dobbiamo cercare forme più attive per influenzare gli eventi. *Il presidente [[Mircea Snegur|Snegur]] dice che ci sarebbe un'interferenza russa negli affari interni della Moldavia. Ma non è così. Mi chiedo, a mia volta, perché Snegur non concede almeno l'autonomia alla Repubblica dell'Oltre-Dnestr. Mi pare che sia quello che chiedono. *{{NDR|«Chi, tra i grandi uomini della Russia del passato, sente più vicino? Ivan il Terribile, Pietro I, Alessandro II?»}} [[Pietro I di Russia|Pietro I]]. Lo considero un creatore. Ovviamente, non privo di difetti da zar... *La vita che faccio ora è così dura che non credo proprio che vorrò prolungare artificialmente il mio mandato. Assolutamente! {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0719_01_1995_0223_0005_10622276/ ''«Russia, ringraziami ti ho salvato dal caos»'']|Intervista di ''Komsomolskaja Pravda'', riportato ne ''La Stampa'', 19 agosto 1995|h=4}} *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} È stato il primo atto di coraggio civile commesso dal nostro popolo in molti anni. I golpisti volevano spaventare il popolo e questo ha offeso i russi nel profondo dell'anima. *Quelli sono stati giorni decisivi per la democrazia russa, ma anche per la dignità di milioni di persone. In quell'occasione numerose persone, forse per la prima volta, hanno superato la loro paura, si sono sentiti cittadini. *Per salvare l'Urss la giunta avrebbe dovuto iniziare una guerra: per il Baltico, per il Caucaso e per altre Repubbliche. Questa strategia è stata applicata nell'ex Jugoslavia. Abbiamo visto tutti a cosa ha portato: un colossale scoppio di energia mortale. Quanto dolore ha portato e quanto ne porterà ancora. E se qualcuno avesse tentato di tenere unita la vecchia Urss con gli stessi metodi? Grazie a Dio ciò non è avvenuto. Le conseguenze sarebbero state mostruose e il Paese non si sarebbe salvato lo stesso. *Il guaio è che in Russia c'è ancora poca democrazia, soprattutto nella testa della gente. Non parlo solo dei cittadini comuni, ma anche dei politici. Mi amareggia osservare molti "democratici" che, arrivati al potere, hanno assorbito le tradizioni e i vizi della nomenklatura comunista tanto da loro odiata. Se mi sento colpevole? Sì. Ma nessuno potrà cambiare questo stato delle cose. Dobbiamo cambiare noi stessi. Sono convinto che ci riusciremo. Non posso accettare l'idea che il popolo russo sia nato per la dittatura e puà essere governato solo con la frusta. ===1996=== *{{NDR|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 1996]]}} So che molti di coloro che al primo turno hanno votato comunista non volevano un ritorno al passato, ma intendevano segnalare il malcontento per le difficoltà della vita odierna. Li capisco, perché io stesso sono rattristato da molti aspetti della nostra vita. Ma se il 3 luglio saranno la nostra stanchezza e la nostra pena a votare, per la Russia sarà il disastro.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/01/il-nazionalismo-di-eltsin-per-fermare-zjuganov.html Il nazionalismo di Eltsin per fermare Zjuganov]'', ''la Repubblica'', 1 luglio 1996.</ref> {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/06/14/eltsin-rischiamo-una-guerra-civile.html ''Eltsin: "Rischiamo una guerra civile'']|Intervista di Eldar Rjazanov sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 1996]], ''la Repubblica'', 14 giugno 1996|h=4}} *{{NDR|«È proprio sicuro di voler essere rieletto?»}} Ci ho pensato su sei mesi, da un lato volevo riposare, stare finalmente in pace, in famiglia; dall'altro volevo evitare ad ogni costo che un comunista diventasse presidente. Pietro il Grande non finì le sue riforme, l'imperatrice Caterina neppure, lo zar Alessandro II neanche, almeno io voglio finire quello che ho cominciato. *{{NDR|«Non pensa a tutti i morti che ha provocato la guerra in Cecenia?»}} Crede che io non senta il dolore di ogni madre che ha perso il proprio figlio? Ci penso giorno e notte. E mi fa male al cuore. *{{NDR|«Cosa accadrà se i comunisti vincono?»}} La guerra civile tra Rossi e Bianchi. Tutto ricomincerà da capo e la Russia andrà in pezzi. ===1999=== {{Int|Da [https://www.repubblica.it/online/mondo/dimissioni/addio/addio.html ''"La Russia andrà avanti. Siate felici"'']|Discorso di fine anno, ''la Repubblica'', 31 dicembre 1999|h=4}} [[File:Boris Yeltsin-2 (cropped).jpg|thumb|El'cin durante il suo discorso di fine anno, 31 dicembre 1999]] *Ho preso una decisione. Ci ho pensato sopra a lungo e con sofferenza. Oggi, nell'ultimo giorno del secolo uscente, mi dimetto. *Mi ritiro prima del termine previsto. Ho capito di doverlo fare. La Russia deve entrare nel nuovo millennio con dei politici nuovi, con delle facce nuove, intelligenti, forti ed energiche. Noi, invece, che siamo al potere da molti anni, dobbiamo ritirarci. *Io non devo ostacolare questo percorso naturale del processo storico. A che serve aggrapparsi ancora al potere quando il paese ha un uomo forte, degno di diventare presidente, al cui nome ogni cittadino lega le proprie speranze per il futuro? *Oggi in questa giornata particolarmente importante per me, vorrei dire qualcosa di più personale di quanto faccio di solito: vi devo chiedere scusa, chiedere scusa per i molti sogni che abbiamo condiviso e che non si sono realizzati. Cose che sembravano facili da fare si sono rivelate penosamente difficili. Chiedo scusa perché ho deluso le aspettative di coloro che credevano fosse possibile con un unico salto passare da un grigio passato di totalitarismo e stagnazione a un luminoso, ricco e civilizzato futuro. Ci ho creduto anch'io, che con un bello sforzo ce la potessimo fare. *Ogni vostro dolore è stato anche un dolore per me, per il mio cuore. Ho passato notti in bianco, mi sono tormentato su quello che si poteva fare affinché la gente avesse una vita almeno un po' migliore, almeno un po' più facile. Non mi sono mai posto un obiettivo più importante di questo. Me ne vado avendo fatto tutto ciò che potevo. *Vi dico addio e dico a ciascuno di voi: siate felici. Ve lo siete meritato, vi siete meritati felicità e tranquillità . Buon anno e buon secolo ===2003=== {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/22/eltsin-quando-dissi-putin-le-regalo-un.html ''Eltsin: Quando dissi a Putin le regalo un destino difficile'']|Intervista di Ljudmila Telen', ''La Repubblica'', 22 ottobre 2003|h=4}} *{{NDR|«Come ha scelto quale suo successore Vladimir Putin?»}} L'avevo studiato abbastanza a lungo, e non solo per i dossier dell' ufficio personale. Conoscevo bene il lavoro che lui, allora vice di Anatolj Sobcjak ha fatto a Pietroburgo. E poi, quando si traferì a Mosca, mi sono messo a tenerlo d' occhio con maggiore attenzione, dedicandogli abbastanza tempo. E ho visto che lui è non solo intelligente e competente, ma anche un uomo onesto e dotato di autocontrollo. *Quando venni a lavorare in un'azienda dopo essermi laureato all'università, rinunciai alla proposta di occupare la carica di caporeparto. Pensavo di dover imparare prima a scegliere fra le persone. Lo imparai. Non ricordo, per esempio, neanche un errore nello scegliere il personale. [...] E al Cremlino invece, sì. [...] Semplicemente non le conoscevo abbastanza. La vita era talmente burrascosa, che non rimaneva tempo per studiare qualcuno per filo e per segno. *{{NDR|«Putin ha accettato facilmente la proposta?»}} Gli ho parlato due volte. All'inizio l'ha respinta: no - ha detto - questo non è per me. "Ci pensi un po' ancora. Il discorso non è finito". E ci siamo lasciati così. Due settimane dopo l'ho invitato di nuovo. E la seconda volta ha accettato. *Considero di non avere più diritto di condurre una vita pubblica dopo le dimissioni. Mi sono dato come regola quella di non commentare quello che fa il presidente. Quello che mi piace o non mi piace poi glielo dico a quattrocchi. *Mi era assolutamente chiaro il compito da risolvere. Il regime politico non andava semplicemente cambiato, andava rivoltato. Al posto del sistema politico sovietico doveva nascere quello democratico. Doveva nascere un sistema economico di mercato. Al posto della censura andava introdotta la libertà di parola. Un passaggio del genere non poteva essere indolore. Di conseguenza ci volevano misure impopolari. Ci voleva una squadra pronta a farsi bruciare, ma di agire comunque per quanto forte potesse essere il malcontento. ===2004=== *Non ci sono parole per descrivere la mia compassione per chi ha perduto i figli nella [[Strage di Beslan|tragedia di Beslan]]. Penso che ogni persona adulta in Russia si senta in parte responsabile per ciò che è accaduto. Non si è riusciti a proteggere i bambini, a salvarli. È una disgrazia che ci coinvolge tutti. La vicenda di Beslan ha rappresentato una svolta. Siamo cambiati, tutti noi. È cambiata la nazione. Il potere deve rispondere con durezza e prontezza alla sfida sanguinosa di questo nuovo nemico, il terrorismo.<ref name=democraziarispettata>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0204_01_2004_0258_0001_1435934/ ''«La democrazia sarà rispettata»''], ''La Stampa'', 18 settembre 2004</ref> *Soltanto un Paese democratico può combattere con successo contro il [[terrorismo]] e contare sul fatto di avere al proprio fianco, in questa lotta, tutto il mondo civile.<ref name=democraziarispettata/> ==''Il Diario del Presidente''== ===[[Incipit]]=== Diario del Presidente: Quattro ottobre 1993 Verso le cinque di mattina arrivarono da me il capo del servizio di sicurezza Mikhail Barsukov e il suo vice, capo della scorta del presidente Aleksandr Koržakov per chiedermi di avere un incontro con gli ufficiali dei reparti ''Alfa'' e ''Vympel''. Dal loro tono di voce capii che c'era qualcosa che non andava, ma senza chiedere chiarimenti dissi subito di non avere tempo per incontrarmi con loro, il loro compito era molto chiaro, che lo eseguissero. Barsukov annuì e i due uscirono. Ma dopo circa mezz'ora Barsukov mi chiese ancora una volta il permesso di entrare. Entrò nell'ufficio e disse:<br>Boris Nikolaevič, la prego, li deve vedere, magari non tutto il gruppo, ma almeno i comandanti delle unità e gli ufficiali anziani. I ragazzi sono preoccupati con un compito così, è ben la seconda volta nella loro vita che devono assaltare la Casa Bianca... ===Citazioni=== *Quella definizione di un giornale occidentale, che parla dell'«anarchia legalizzata» che regna adesso in Russia, riflette abbastanza bene il senso di quanto stia accadendo. Sembra che in Russia sia tuto a posto: ci sono tutte le strutture statali, c'è un Ministero della Giustizia, c'è un potente sistema di sicurezza, c'è un'enorme polizia.<br>Ma non c'è ordine. (p. 4) *È facile mettere ordine col frustino cosacco; mettere ordine con la persuasione e con la buona volontà è molto più difficile. (p. 4) *La società è in movimento, e ciò che sta avvenendo è qualcosa di ben diverso di quanto avvenne con la rivoluzione del 1917, quando il cielo era stato scambiato con la terra. Ai giorni nostri il paese sta solo cercando la strada verso un mondo più razionale e più moderno; perciò non condivido assolutamente le note allarmiste che a volte risuonano nella nostra stampa. (pp. 5-6) *{{NDR|Sulla [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} Che figura fa di fronte alla storia la nostra democrazia russa se la prima volta il golpe comunista aveva avuto paura a spararle contro, mentre la seconda volta la democrazia stessa non aveva esitato contro i propri nemici? (p. 17) *{{NDR|Su [[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]}} Era un ex pilota di guerra con il fisico di un attore, un eroe dell'Unione Sovietica con la parlantina sciolta, insomma un combattente! Le donne di mezza età sarebbero andate letteralmente in brodo di giuggiole alla vista di un vice presidente così! Senza contare poi i voti dei militari...! (p. 29) *Durante il [[Putsch di agosto|golpe]] Rutskoj si comportò con fermezza, da ufficiale, guadagnandosi la mia fiducia. C'era solo un piccolo dettaglio che rovinava non poco questi primi mesi di «luna di miele» con il vice presidente: Aleksandr Vladimirovič Rutskoj cominciò ad interessarsi troppo al mio abbigliamento. [...] Trovavo sorprendente questo amore per il lusso in un ex ufficiale operativo «afgano» e devo ammettere che la sua insistenza mi disorientava un poco... Ma il difetto principale di Rutskoj, e più che di difetto bisognerebbe parlare di tratto caratteriale, era il suo testardo rifiuto a capire e accettare il proprio ruolo. (p. 29) *{{NDR|Su Aleksandr Vladimirovič Ruckoj}} Aveva capito che il suo rapporto con me non funzionava e cercava una via di uscita assegnandosi un ruolo veramente paradossale, mai visto fino a quel momento in nessuna istituzione di potere: quello del moralista, del fustigatore di costumi, del Tartufo molieriano che con fare mite ed ispirato si lancia verso la poltrona presidenziale. (p. 30) *{{NDR|Su Aleksandr Vladimirovič Ruckoj}} La nostra incompatibilità si mostrava in molti aspetti, anche minimi. Ad esempio non riuscivo ad accettare la sua abitudine a farcire la conversazione con volgari parolacce e soprattutto non amavo la sua aggressività, la sua continua ricerca di un «nemico interno». Mi resi conto in seguito che si trattava in realtà di una caratteristica propria del suo carattere, un odio profondamente celato e che perciò lasciava disorientati. (p. 30) *{{NDR|Su [[Vladimir Žirinovskij]]}} Per questa persona, che con incredibile velocità appiccicava una tesi assurda dietro l'altra, hanno votato milioni (!) di elettori. Sulla gente ha certamente fatto effetto il suo slogan: è ora di allontanare dal potere i vecchi ''apparatčiki'' di partito, i membri del Comitato Centrale e «aprire la strada al governo dei tecnici»; ma penso che il succo della questione sia un altro: in una società politica come la nostra, una variabile impazzita con un'impostazione fascista o parafascista avrà sempre molte possibilità di successo. (p. 31) *Quel paese non poteva esistere al di fuori del concetto di un impero, d'altra parte l'impero non poteva esistere senza un'immagine di forza. L'URSS è finita nel momento in cui il primo martello ha colpito il «muro di Berlino». (p. 32) *Penso che il [[Ventesimo secolo]] sia finito il 19 – 21 agosto del 1991. E se le prime elezioni libere del presidente della Russia furono un evento di importanza nazionale, il fallimento del golpe di agosto è stato un avvenimento di portata globale, planetaria.<br>Il nostro secolo è stato soprattutto il secolo della paura. Orrori come il totalitarismo e il fascismo, il comunismo, i campi di concentramento, il genocidio, la peste atomica non erano stati mai visti prima dall'umanità.<br>Ed ecco arrivare i tre fatidici giorni, un secolo è finito, ne comincia un altro. Forse a qualcuno questa affermazione potrà sembrare troppo ottimista, ma io ci credo fermamente.<br>Ci credo perché in quei giorni è crollato l'ultimo impero, mentre sono state proprio la politica e la logica imperiali che hanno giocato all'inizio del secolo questo brutto scherzo all'umanità, fungendo da detonatore di tutti i processi di cui abbiamo parlato prima. (p. 37) *Come spesso succede nei giorni fatidici, il tempo era splendido. L'odore dell'asfalto caldo trasmetteva un certo strano sentimento di familiare conforto. Quel mattino mi aveva svegliato mia figlia Tanja. Entrò correndo nella mia stanza: «Papà, alzati, c'è il golpe!» Ancora assonnato dissi: «Ma questo è illegale!» Lei mi cominciò a raccontare del GKCP, di Krjučkov, di Janaev, ma a me sembrava tutto troppo assurdo. Dissi: «Mi state prendendo in giro?» (p. 49) *{{NDR|Su [[Gennadij Ivanovič Janaev]]}} Riusciva a parlare all'infinito, discutere e proclamare le proprie opinioni con aria molto convinta. Sembrava nato per il lavoro di partito nel sistema sovietico. Tuttavia in attesa della prima riunione generale dei cospiratori dovette rincuorarsi ben bene con della vodka, il coraggio non gli bastava, mentre la funzione che gli era stata affidata nel golpe non era per niente secondaria. (p. 50) *[[Vladimir Aleksandrovič Krjučkov|Krjučkov]], pupillo di Andropov, aveva accumulato un'enorme esperienza nei servizi segreti. Per carattere e per il ruolo assegnatogli nella struttura statale avrebbe dovuto in teoria avere una visione lucida e realistica degli eventi. Ma Vladimir Aleksandrovič era affetto da una malattia professionale, vale a dire un banalissimo complesso di persecuzione. (p. 50) *[[Dmitrij Timofeevič Jazov|Dmitri Timofeevič]] non era più capace di guardare il mondo se non attraverso la lente deformante del dovere, dell'obbligo, degli ordini. [...] Il peso delle responsabilità crollate su di lui lo aveva spezzato. (p. 51) *Vedo la tragedia dei cospiratori come la tragedia di un intero strato di funzionari statali che il sistema aveva trasformato in rotelle di un ingranaggio privandoli di ogni qualità umana. Davanti alla nuova realtà dove un politico, per operare, doveva assumere punti di vista personali, espressioni proprie, elaborare regole interne, un modo di parlare individuale e un comportamento autonomo, la gente del tipo che ho appena descritto finiva frantumata. (p. 51) *Balzai sul carro e mi misi in piedi. È forse stato lì che ho nettamente percepito che avremmo vinto e che non potevamo perdere? La sensazione era di completa lucidità, di unione totale con la gente che stava intorno a me. Sono in molti, volano i fischi, le urla. Ci sono molti giornalisti, operatori televisivi, fotoreporter. Prendo in mano il foglio con l'appello. Le grida si interrompono, io leggo con forza, quasi mi si rompe la voce... Alla fine saluto il comandante del carro armato e scambio qualche parola con i soldati. Dai loro visi e dai loro occhi capisco che non ci avrebbero sparato. Salto giù dal carro e dopo pochi minuti sono di nuovo al mio ufficio, ma sono già un'altra persona. (pp. 63-64) *Credo che i russi abbiano verso [[Mosca (Russia)|Mosca]] un atteggiamento duplice, se da una parte le danno sempre addosso, dall'altra la amano profondamente e una minaccia alla sicurezza della città veniva interpretata da tutti come una minaccia alla sicurezza di tutta la Russia. Nella testa di ogni soggetto pensante avvenne allora una sorta di personale guerra di liberazione nazionale, l'impero sovietico si era definitivamente staccato dal concetto di Patria e la Russia dall'URSS. (p. 70) *I golpisti avevano sottovalutato i cambiamenti avvenuti nel paese. Durante la guida di Gorbačev erano apparsi, oltre al potere ufficiale, vari leader dell'opinione pubblica, forze politiche, intellettuali indipendenti e stampa democratica. Si poteva tappare loro la bocca solo con una repressione sanguinaria, con un'ondata di arresti e di condanne. Oppure lo si poteva fare con qualche mossa scaltra, con una qualche originale strategia informativa che giocasse sull'opinione pubblica, ma i golpisti non avevano neanche questo. Avevano perso su tutti i fronti. (p. 74) *In tempo di guerra esiste fra [[Tiratore scelto|cecchini]] una legge non scritta per la quale se si accorgono di essere uno nel mirino dell'altro si lasciano per così dire in pace. (p. 80) *[[Aleksandr Ivanovič Lebed'|Lebed']] è una persona interessante. È un generale che ha passato la guerra in Afghanistan mostrando un'efficienza superiore a chiunque altro, è molto duro e diretto nei rapporti con gli altri, per lui l'onore militare sta al primo posto. (p. 82) *Uno dei pochi dirigenti dei nuovi partiti politici ad appoggiare il golpe fu [[Vladimir Žirinovskij]]. Lo fece in un comizio che tenne ancora il 19 agosto. La sua era una posizione coerente: il Partito Liberal-democratico in Russia era sempre intervenuto a favore dell'impero, dell'inviolabilità delle frontiere, dell'ordine. E allora, evviva! (pp. 86-87) *Alle elezioni del 1993 Žirinovskij avrebbe riaperto certe piaghe morali e socio-psicologiche della nostra società di cui noi non sospettavamo neanche l'esistenza. Una di queste è la carenza immunitaria verso il fascismo. (p. 87) *In precedenza la nostra famiglia era stata sottoposta alla [[Collettivizzazione in Unione Sovietica|collettivizzazione]] forzata. Adesso si comincia a dimenticare che cosa questo significasse. Era molto semplice, la famiglia Eltsin [...] aveva preso cinque ettari di terra in affitto. [...] La sua colpa era lavorare molto, fare molte cose. Invece al potere sovietico piacevano le persone modeste, insignificanti, che rimanevano al loro posto. Per gli uomini forti e attivi non c'era pietà. (pp. 89-90) *Il Potere qui è sempre stato considerato come l'espressione di una qualche potenza totalizzante talmente tremenda e indistruttibile che l'idea stessa di tentare una rivolta o un colpo di Stato appare assurda. Il potere può, secondo questa impostazione, solo crollare da solo come avvenne nell'ottobre del '17. Lo stesso avvenne nel 1991 e stava quasi per capitare nel 1993 grazie alla nostra congenita incapacità non solo di rafforzare il potere, ma soprattutto di difenderlo in quanto cuore della sicurezza nazionale e chiave di comando del paese, parlo del potere inteso nella sua forma concreta di edifici, corridoi, uffici. (p. 97) *Il totalitarismo è rimasto nel passato, ma non se ne sono forse anche andate le regole morali, gli ideali senza i quali non può esistere nessuna società civile? (p. 100) *{{NDR|Sull'[[Accordo di Belaveža]]}} L'incontro si svolgeva con grande discrezione, la residenza era addirittura controllata da un reparto speciale dei servizi segreti. A volte quella cautela creava situazioni curiose, ci accorgemmo ad esempio che nella residenza non c'era neanche una fotocopiatrice. Per avere la copia di un documento bisognava ogni volta farlo passare per i due fax che fortunatamente avevamo. (p. 107) *Mi ricordo bene quando lì, nella foresta vergine di Belaja Veža ebbi finalmente una sensazione di liberazione, come se mi fossi scrollato un peso di dosso. Firmando quel patto, la Russia aveva scelto una nuova via per il proprio sviluppo, non si trattava tanto di parti dell'antico impero conquistate secoli prima che si separavano, l'integrazione economica, culturale e politica avrà prima o poi il suo decorso naturale e quei paesi rimarranno in una zona di mutua collaborazione. Piuttosto era importante il fatto che la Russia si era scelta una strada pacifica, democratica e non imperiale, si era scelta una nuova strategia globale rinunciando all'immagine consolidata di dominatrice di mezzo mondo, rinunciando al confronto armato con la civiltà occidentale e al ruolo di gendarme nei conflitti etnici. (p. 108) *Certo, un impero monolitico è un concetto potente, fondamentale, che incute timore e rispetto. Ma per quanto tempo ancora avremmo potuto restare impero? I grandi imperi del passato, quello britannico, quello francese, quello portoghese sono già tutti crollati, ancora poco tempo fa gli Stati Uniti avevano cercato di controllare quasi direttamente una serie di governi delle due Americhe, ma non ci sono riusciti...<br>Non si trattava quindi di un ''golpe bianco'' contro Gorbačev, bensì di un cambio di rotta perfettamente legale, una mutazione nei rapporti tra tre importanti repubbliche dell'Unione. (p. 109) *[[Egor Timurovič Gajdar|Gajdar]] mi colpì soprattutto per la sua sicurezza. Non era una sicurezza sfrontata o la semplice sicurezza di un uomo energico e forte come ce n'erano molti attorno a me. Si vedeva subito che Gajdar era semplicemente una persona di grande indipendenza, con un profondo senso della propria dignità. Era cioè un intellettuale che al contrario di uno stupido burocrate non si sarebbe mai messo a nascondere i propri dubbi, le proprie riflessioni e le proprie debolezze andando tuttavia fino in fondo nella difesa dei propri principi, non perché ''l'ha detto il partito'', ma perché sono cosa sua, frutto di un duro lavoro. (p. 120) *Gajdar sapeva parlare in modo chiaro, anche quello ebbe una grande importanza dato che prima o poi sia io che lui avremmo dovuto parlare con i nostri oppositori. Non è che semplificasse i propri concetti, ma piuttosto parlava in modo facile di cose complicate. Tutti gli economisti vorrebbero farlo, ma Gajdar è quello che ci riesce in modo più convincente. (p. 108) *Tutti sanno che una gran parte dell'apparato esecutivo degli Stati Uniti viene lasciato in eredità dai democratici ai repubblicani e viceversa. Noi invece, abbiamo dovuto cominciare quasi ex novo, anche se non completamente dato che bisognava cercare, dove ciò fosse possibile, di mantenere figure esperte per non compiere la mossa suicida di distruggere la totalità dell'apparato esecutivo di un paese così grande, e anche questo ci ha spinto a compiere errori. (p. 123) *Da cosa e da chi dipende allora il presidente Eltsin?<br>Dipende soprattutto dal proprio ''io'', dall'immagine di sé che si è creato e che ha creato chi lo circonda, l'immagine di un politico forte e risoluto. Questo in primo luogo.<br>Poi è molto dipendente dall'opinione della gente che rispetta, cioè da tante persone. Non tutte le opinioni riescono ad influire su di lui, ma capita che una parola gettata di passaggio o una riga di un articolo lo costringano a cambiare opinione.<br>Infine io dipendo dalle mie idee e dai miei principi contro i quali, come succede alla maggior parte delle persone, non posso fare nulla. Li ho dall'infanzia, sono più forti di me. (p. 127) *{{NDR|Su [[Margaret Thatcher]]}} Nella politica internazionale i personaggi come lei sono rari e la loro opinione è sempre molto importante, indipendentemente dalla carica che ricoprano. (p. 128) *Per me la personalità di Margaret Thatcher è importante anche perché è l'esempio di come un politico possa rimanere fedele a se stesso per molti anni e attraverso mille difficoltà. Le priorità cambiano, il paese attraverso mille difficoltà. Le priorità cambiano, il paese attraversa crisi politiche di tutti i tipi, quante battaglie parlamentari ha dovuto affrontare il primo ministro britannico in tutti quegli anni? Per ogni nuova proposta di legge, per ogni nuova tassa ribollivano gli animi, nascevano campagne di stampa e manifestazioni, ma il governo continuava fermamente sulla sua strada. Tutto questo veniva realizzato da Margaret Thatcher con lo stesso irrefutabile sorriso che anno dopo anno diventa sempre più incantevole. (p. 129) *La [[guerra civile]] deforma la psicologia della gente, la mette in condizioni estreme, annormali, e sembra non abbia nessuna intenzione di finire finché non è bruciato tutto. [[Eduard Shevardnadze|Ševardnadze]] si è trovato ad essere ostaggio di quell'odio. (pp. 135-136) *[...] non esiste popolo più fiero della propria indipendenza di quello georgiano. (p. 136) *[...] in [[Georgia]] circola con insistenza la leggenda che la Russia imperiale stia mettendo in atto una politica tesa a distruggerne l'unità. Accecati dalla loro tragedia, i georgiani non riescono a rendersi conto che la Russia non può permettersi di intervenire in favore di una fazione nei conflitti interetnici. Se la Russia prendesse le parti della Georgia nel conflitto abkhaso-georgiano, ci sarebbe una sollevazione in tutto il Caucaso settentrionale e la guerra dilagherebbe in quelle regioni, sarebbe una lunga guerra. (p. 136) *Per noi russi i crimini di [[Iosif Stalin|Stalin]] sono un gigantesco pozzo nero nel quale è stata gettata tutta la nostra storia, neppure noi abbiamo ben chiaro cosa e come sia successo e quasi tutti i paesi, compreso il Giappone, hanno dei conti aperti con la Russia staliniana. I Giapponesi sentono l'eccidio di massa dei loro soldati nei campi di prigioni siberiani (con condizioni climatiche micidiali per loro) come una ferita aperta, alla stregua della tragedia di Hiroshima, ma mentre per Hiroshima gli americani hanno già da tempo presentato le loro scuse, noi da parte nostra non lo abbiamo mai fatto. (p. 141) *[...] rimasi impressionato dalla femminilità e dall'incantevole naturalezza di [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]], tutto avveniva nel più semplice dei modi, ma né io né Naina dimenticammo per un attimo di essere ospiti della Regina d'Inghilterra, era qualche cosa che andava al di là del grigio termine ''protocollo''. (p. 143) *{{NDR|Su [[Naina El'cina]]}} Tutti i complimenti che ho sentito al suo indirizzo sottolineano la sua capacità di rimanere sempre se stessa, la sua sincerità: ammira ciò che crede sinceramente degno d'ammirazione e si indigna con tutto il cuore se la conversazione ruota su una qualche disgrazia o su qualche atto deplorevole. Questo atteggiamento le rende sempre possibile trovare qualcosa di comune con la gente. (p. 144) *L'Europa degli [[Anni 1960|anni '60]] viveva un clima arroventato, come anche il resto del mondo, era un continuo ribollire di avvenimenti: in Francia una serie di attentati a [[Charles De Gaulle|De Gaulle]], la [[Sessantotto|rivolta studentesca]] e la frattura nella società provocata dalla [[Guerra d'Algeria|crisi d'Algeria]]; in Inghilterra l'inizio del difficile [[Conflitto nordirlandese|conflitto in Irland del Nord]], la [[Guerra dei sei giorni|guerra tra Egitto e Israele]] [...] il nostro [[Primavera di Praga|intervento in Cecoslovacchia]]. L'inizio del decennio era stato segnato dalla [[Crisi dei missili di Cuba|crisi dei Carabi]] e dall'[[Assassinio di John Fitzgerald Kennedy|assassinio di Kennedy]], la fine dalla [[guerra in Vietnam]] e dalla [[rivoluzione culturale]] in Cina. In poche parole in tutto il pianeta c'era odore di guerra mondiale, ma qualcosa salvò l'umanità dalla catastrofe, non credo valga la pena di tingere quell'epoca con troppi chiaroscuri: un mondo occidentale «buono» da una parte e un comunismo «cattivo» dall'altra. Tutto era molto più complicato. (p. 156) *[...] le guerre etniche nei Balcani e nel Caucaso rinchiudono da due lati la Turchia, che da parte sua non può rimanere indifferente nei confronti del destino dei suoi connazionali in Europa, ai disordini razziali in Germania. C'è poi la difficile situazione degli immigrati in altri paesi europei, situazioni simili si ripetono anche in Russia: noi non lo dobbiamo permettere. Non ci si può rinchiudere nei propri egoistici interessi nazionali, se lasceremo via libera all'escalation della discordia razziale, religiosa ed etica, ci ritroveremo di nuovo, come negli anni '60, minacciati da una guerra planetaria. E se allora, come mi sembra, siamo stati salvati dalla civiltà, dalla diffusione di standard di vita che rendevano inconcepibile l'idea di una guerra, vuol dire che anche adesso si può cercare la stessa strada, senza risparmiare i nostri sforzi per raggiungere la pace. (pp. 157-158) *[[Andrej Kozyrev]] fu fin dall'inizio una figura molto controversa. Molta gente faceva pressione su di me dicendo che Kozyrev è un filooccidentale e un filoamericano, che le strutture statali non avrebbero mai accettato un personaggio simile. Per questo seguii con molta attenzione e per molto tempo l'operato del ministro degli Esteri. Adesso posso dire che la scelta fu giusta. (p. 163) *[...] trovo stupido che mi si rimproveri, come avviene, di avere modificato le secolari linee portanti della politica russa, della Russia imperiale. La Russia, in tutta la sua storia, non ha mai voluto contrapporsi al mondo occidentale, anzi, fin dal diciottesimo secolo ha voluto in tutti i modi entrare nel giro dell'Europa civilizzata con accordi e alleanze. Un paese così grande e potente incuteva sì un certo rispetto e attenzione, ma mai paura! Il concetto di storia che propagandano invece oggi i nostri «intransigenti» è antistorico, destinato agli ignoranti. (p. 165) *C'era un'epoca nella quale l'URSS si contrapponeva a tutto il mondo occidentale cercando di imporre la sua volontà e trascinare nella propria sfera d'influenza molti paesi mettendosi nei panni del gendarme internazionale, ma non bisogna pensare che questo sia il ruolo tradizionale e giusto del nostro paese nel contesto storico generale, era un ruolo posticcio, ai limiti del farsesco. (p. 165) *Il [[Caucaso]] è una regione unica al mondo dove coabitano letteralmente centinaia di popoli diversi, è come un'enorme parco che oltre ad una natura meravigliosa conserva minuscole popolazioni montane, ognuna delle quali ha una propria lingua, una propria cultura e proprie tradizioni nelle quali si riflettono tutte le epoche, tutta la storia dello sviluppo dell'umanità. Ma proprio in questa unicità si nasconde il germe dell'ingovernabilità; la psicologia dei montanari, di questi piccoli popoli in balia della guerra rifiuta i compromessi pacifici. Il governo centrale, anche volendo, non è in grado di controllare tutto il territorio e la gente continua a combattere, non più con coltelli e fucili, come succedeva nel secolo scorso, ma con carri armati e missili, distruggendo così la propria cultura, la propria riserva naturale e etnica unica al mondo. (pp. 167-168) *{{NDR|Sulle [[guerre jugoslave]]}} A nostro avviso il problema è di natura stratificata. Il primo, superficiale livello è chiarissimo a tutti: la Jugoslavia è una piccola Unione Sovietica con la stessa matassa di problemi storici legati ad una varietà di etnie, di gente diversa che si è ritrovata sotto lo stesso tetto. [[Josip Broz Tito|Tito]] è stato uno dei dittatori più «morbidi» del Ventesimo secolo (prima di lui c'è solo Franco) e con lui la nazione non ha fatto che fiorire, ma questa costruzione artificiale non considerava i conflitti insiti nelle popolazioni. I problemi in Jugoslavia sono iniziati, come una reazione a catena, in seguito al crollo dell'Unione Sovietica. Per questo cerchiamo di rapportarci al conflitto jugoslavo con grande cautela, ci assomigliamo troppo.<br>Il secondo livello della questione riguarda il nostro ruolo internazionale come «stato guida». Perché gli USA insistono così tanto nel volere la nostra partecipazione alle sanzioni armate contro l'aggressore (la Serbia, secondo loro)? Lo fanno per creare un precedente, precedente che, a dire il vero, esiste già ed è il nostro appoggio all'operazione «Tempesta nel deserto», la spettacolare azione militare del presidente Bush contro l'Iraq. Quando le nostre due nazioni agiscono di comune accordo si crea, in un certo senso, un modello di governo mondiale che colpisce inevitabilmente con le sanzioni chiunque infranga la legge. (pp. 168-169) *Mentre i nostri ragazzi rischiano la vita nei battaglioni dei caschi blu ucraino e russo, in Jugoslavia certi cosiddetti volontari, che mi piacerebbe proprio vedere in faccia, giocano alla guerra dalla parte dei serbi, certo, sono molto pochi, ma che risonanza hanno avuto in Jugoslavia! Gli argomenti dei politici pro serbi delle nostre parti sono che si tratta di fratelli slavi che dobbiamo difendere in nome di interessi nazional-religiosi. Ma noi li stiamo appunto difendendo! E lo facciamo in condizioni di completo isolamento internazionale. (p. 169) *Continuando la metafora medica mi viene in mente quando in Spagna, la mattina dopo l'operazione, con i punti di sutura ancora freschi, mi proposero di alzarmi e io lo feci, in un bagno di sudore, spaventato e teso, facendo pochi passi. Ecco, il ruolo di Gajdar consisteva nell'alzare la nostra economia paralizzata, riportare alla vita i suoi centri vitali, le sue risorse e il suo organismo. È crudele ma necessario. Mentre gli altri medici si consultavano sul da farsi, lui ha tirato fuori il malato dal letto e ha cercato di farlo camminare. (p. 171) *Nella storia degli ultimi due secoli la Russia ha avuto solo due capi che per la loro mediocrità si sono attenuti ad una pratica puramente conservatrice e apertamente antiriformatoria. Sotto il loro governo la centralizzazione del potere era tanto accentuata che tutta la società viveva una sensazione di oppressione, il tutto accompagnato da severi concetti ideologici e, ovviamente, dalla persecuzione dei dissenzienti. Sto parlando di Alessandro III e di [[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]]. Ambedue hanno governato molto a lungo e ambedue se ne sono andati da questo mondo odiati dalla loro nazione. Ma perché poi? Se guardiamo bene, durante il regno di Alessandro III è avvenuto un indiscutibile balzo in avanti nell'industria che se non ha portato il benessere al popolo, ha però fatto finalmente apparire sulla scena in Russia una classe media, preparando la base materiale per lo sviluppo della scienza e della cultura e facendo definitivamente entrare la nazione nel consorzio dei paesi civili.<br>Con Brežnev si era sicuramente mantenuto il disumano sistema sovietico, si sono continuate le persecuzioni politiche e il confronto militare con l'Occidente, sono cose che sanno tutti: si osservava tuttavia anche un'altra tendenza, pur avendo cioè apparentemente bloccato (come Alessandro III) le riforme, Brežnev non aveva fatto fare al paese una svolta di cento ottanta gradi come allora sembrava a molti, aveva anzi mantenuto lo scheletro delle trasformazioni khruščeviane per cui la sua amministrazione ottusa ma, bisogna ammetterlo, estremamente coerente ha avuto anche conseguenze benefiche. Il concetto brežneviano di «socialismo sviluppato» e di «crescita costante del benessere dei lavoratori», mille volte deriso dai giornalisti della perestrojka non era privo di fondamento, le relazioni economiche di tipo socialista si erano, come vediamo adesso, radicate nel profondo della psicologia della gente, riguardo a un reale benessere, quello ovviamente non c'era, parlare di benessere quando manca il burro e la carne sembra una presa in giro, tuttavia, con il raggiungimento di una certa parità in campo internazionale, alla gente non veniva più chiesto di dare tutta se stessa sarificandosi per la nazione come avveniva prima. Passo dopo passo, per via amministrativa e con un'assordante cigolio si cominciavano a raggiungere certi standard occidentali: appartamenti di proprietà, garanzie sociali, elettrodomestici, minimi possedimenti di terra e addirittura automobili private, cioè condizioni più o meno tollerabili per il cittadino medio. Non voglio adesso parlare dei più complicati processi che avvennero nella società dalla metà degli anni '60 alla metà dei '70, faccio solo notare che c'era in corso una tendenza all'accumolo graduale e quasi invisibile di beni materiali. Poi il leader divenne decrepito e la sua decadenza fisica assurse a simbolo dello sfaldamento della nostra enorme ma dissennata economia. (pp. 171-172) *La madre è la Russia e noi siamo i suoi figli, curare la propria madre con una terapia d'urto è sicuramente crudele, ma la Russia non è solo nostra madre, la Russia siamo anche noi stessi, e io sicuramente curerei me stesso con una terapia d'urto, l'avevo già fatto, a volte l'uomo va avanti e sopravvive solo grazie a una rottura netta. Non ho scelto questa strada per un qualche astratto paese sottosviluppato, l'ho scelta per me stesso, la prima figura che ha dovuto sopportare lo schock e le reazioni dolorose sono stato io, il presidente. Ho dovuto sopportare attacchi di depressione, ripensamenti notturni, insonnie, lacrime, amarezza alla vista dello stato in cui erano ridotte Mosca e le altre città di Russia, valanghe di critiche nei giornali e alla televisione, interventi velenosi al congresso, pesanti decisioni, persone vicine che al momento giusto non mi hanno appoggiato. Senza parlare del sollevamento di ottobre. (pp. 173-174) *{{NDR|Su [[Gennadij Burbulis]]}} [...] lui mal sopportava i funzionari come classe e odiava il lavoro di apparato, d'altra parte gli piaceva molto il fervore distruttivo della squadra di ministri di Gajdar che bramavano di dilaniare letteralmente tutto quel mondo putrido di obbedienza gerarchica e controllo verticale. (p. 179) *{{NDR|Su Gennadij Burbulis}} Per me rimane un mistero come mai sia diventato per lui così importante il versante formale del potere; si tratta pur sempre di un uomo intelligente che ha diretto concretamente uno strumento strategico di potere concentrando molta influenza nelle sue mani. Ma è proprio questo mistero, questo segreto nella psicologia di Burbulis che gli ha impedito di commisurare realisticamente i suoi compiti con le sue possibilità. (p. 181) *{{NDR|Su Gennadij Burbulis}} Non nascondo che ad un certo momento cominciai a provare una certa malcelata stanchezza nei confronti di quella persona, continuavo a vedere la sua faccia in ufficio, alle riunioni, ai ricevimenti, a casa, in dacia, sul campo da tennis, in sauna... È giusto cercare di influire sul presidente per portare avanti le proprie idee, ma tutto ha un limite! E non era una mia mania di persecuzione, semplicemente Burbulis stava cominciando a entrarmi dentro con la stessa disinvoltura con la quale entrava alle riunioni. Le nostre relazioni personali cominciarono a diradarsi. Cose che succedono. (p. 181) *Bisogna innanzitutto dire che [[Jurij Skokov|Skokov]] è una persona intelligente, ma dura e impenetrabile. Sia Silaev, con il quale è stato presidente del comitato economico, che Gajdar, che lo aveva come capo del Consiglio di sicurezza, avvertivano in lui una minaccia nascosta avendo con me non pochi conflitti sulla questione. (p. 187) *Il ruolo reale di Skokov nel gruppo dei miei consiglieri era quello di una sorta di primo ministro «ombra», e questo fin dai tempi del golpe d'agosto, dove ebbe un ruolo importantissimo, forse più importante di quello di altri difensori della Casa Bianca. Skokov conduceva per mio conto le trattative con i rappresentanti dell'esercito e del Ministero degli Interni Gračev e Gromov, sono stati incontri di enorme importanza e assolutamente segreti dove Skokov si distinse tra l'altro per la sua grande discrezione. (pp. 187-188) *La separazione, durata settantacinque anni, della Russia dal mondo civile durante la quale è stata creata la grande economia socialista, ci ha privato del vantaggio di un'entrata naturale del mercato, lì non ci aspetta nessuno. Abbiamo dovuto, per l'ennesima volta nella nostra lunga storia, distruggere quanto c'era e rinunciare ad una vita stabile basata su semilibertà e semipovertà. Ci tocca ancora una volta correre dietro agli altri, fare sforzi sovrumani solo per... diventare come tutti. (pp. 189-190) *{{NDR|Sulla [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} Purtroppo la vicenda ebbe una conclusione tutt'altro che pacifica, questo sta a significare che non era una semplice battaglia parlamentare per la modifica di questa o quella legge o per la sostituzione dei ministri, ma era invece una lotta contro la figura del presidente, una battaglia all'inizio sotterranea e poi via via sempre più aperta, un tentativo di cambiare i fondamenti stessi dello Stato. Per essere ancora più precisi, si trattò di un lungo e ben pianificato tentativo di rovesciarmi. Se avessi capito prima che quel parlamento non aveva alcuna intenzione di accettare la nuova Costituzione, che non era in grado di scendere a patti e neanche di legiferare normalmente, si sarebbero evitati lo spargimento di sangue, le vittime innocenti, lo schock che tutti abbiamo dovuto sopportare e soprattutto quella frattura all'interno delle forze democratiche di cui tuttora avvertiamo le conseguenze. (p. 193) *[...] oramai conoscevo bene [[Ruslan Imranovič Chasbulatov|Khasbulatov]] e il suo carattere orientale, aveva sempre pronte, su una medesima questione, diverse opinioni, della quali una sola veniva dichiarata apertamente, le altre preferiva tenerle in serbo per ogni evenienza. [...] Ognuno di noi due voleva essere il leader, io per motivi, diciamo così, di servizio, e lui, per come mi sembrava, in virtù di una sua personale passione. (p. 195) *Oggi è il sette novembre, porta tante domande amare alla gente della vecchia generazione, anche a quella della generazione di mezzo: chi erano i «bianchi», chi erano i «rossi», chi erano i veri eroi? Non ci si capisce niente. E chi siamo noi nella nostra storia? Possibile che siamo stati solo schiavi, carne da cannone? (p. 200) *Cos'è successo a questi uomini? Da dove è arrivata la loro folle sete di potere? Chissà come avrebbero trascorso le loro vite questi insegnanti di provincia se una nuova epoca non li avesse fatti uscire repentinamente in primo piano. Evidentemente dietro alla loro «tranquillità» e discrezione si nasconde qualche segreto, forse da ragazzi volevano a tutti i costi diventare i capi della loro compagnia, qualcuno li aveva umiliati, forse hanno vissuto continuamente nella convinzione che chi li circondava a scuola o in università non capisse con quale grande personaggio aveva a che fare, che le ragazze facessero troppa attenzione alle apparenze senza saper scavare più in fondo... (p. 202) *So che l'Occidente aveva reagito freddamente alla candidatura di [[Viktor Stepanovič Černomyrdin|Černomyrdin]], e lo stesso si può dire della nostra stampa che lo definiva un tipico funzionario di partito, anche se lui in realtà non lo era mai stato. Černomyrdin si è sempre occupato di produzione, ha percorso in lungo e in largo la Siberia e gli Urali, è un uomo che conosce il valore delle cose, mi è capitato di vederlo immerso fino alle cinocchia nel fango con gli stivali di gomma ai piedi, quello era il suo lavoro, un lavoro duro. (p. 206) *Era proprio Gajdar ad apparire il miglior garante delle riforme economiche agli occhi dei governi occidentali e io lo sapevo bene, ma un conto è vedere le cose dal laggiù, un altro è trovarsi in mezzo agli avvenimenti. (p. 206) *Infine, la riforma di Gajdar aveva creato un grande movimento macroeconomico, aveva distrutto la vecchia economia. Era stata un'operazione priva di qualsiasi eleganza chirurgica, che aveva strappato insieme al tumore anche parti vitali e funzionanti. (p. 207) *Gajdar non aveva capito fino in fondo che cosa volesse dire produzione, metallurgia, complesso petrolifero, industria militare, industria leggera; per lui questi erano concetti teorici. Era uno sbilanciamento pericoloso. (p. 207) *Riguardo alle sue qualità personali Viktor Stepanovič ha dimostrato di essere come me lo aspettavo: una persona affidabile. Non mi ha deluso in nessuna situazione, per quanto critica. Rispetto molto la sua laconicità e la sua discrezione, la sua lucidità, il suo coraggio. (p. 207) *[...] si vede che sono per natura poco disposto all'attesa, alla lotta sotterranea, non appena la situazione si mostra in tutta la sua chiarezza divento completamente un'altra persona. Può essere un bene e un male. [...] Nelle situazione estreme sono forte, in quelle normali posso anche essere appanato, completamente diverso dallo Eltsin che tutti sono abituati a vedere. Posso avere degli scatti infantili... E questa è una debolezza. (pp. 210-211) *Anche negli altri paesi succede che in parlamento si prendano a botte, ma non va mai a finire in questo modo. Non avevo nessun bisogno di una vittoria così, ma ho dovuto lo stesso lottare per raggiungerla a qualunque prezzo per potere mantenere almeno una base di stabilità, la speranza in una pace magari facile. (p. 219) *Io e Viktor Stepanovič siamo uniti, se così si può dire, da un comune stile di vita. Egli non ammette una politica di basso profilo senza principi, ma al tempo stesso non vive nelle nuvole. Questa combinazione di esperienza concreta e di solidi principi elaborati nel tempo è una peculiarità della nostra generazione. (p. 227) *L'atmosfera del terrore, la legge del taglione e le persecuzioni non mi si addicono. Io ho bisogno di sentire e vedere che attorno a me c'è gente normale. In poche parole avevo voglia di vivere una vita semplice, e per chiarire questo pensiero devio un poco dalla severa trattazione politica. (p. 239) *Da tempo ho notato che, prima di avvenimenti terribili, cala per un momento un periodo calmo e sereno, in cui non si ha proprio voglia di pensare al male, in cui la serenità diventa un'esigenza dell'anima e persino di tutto l'organismo. Evidentemente la natura ha i suoi segreti e dispone che ci sia un tempo per prepararsi ad affrontare le prove più dure. E le sciagure... Quelle sono sempre improvvise. (p. 243) *[...] per la prima volta nella mia vita, continuo a essere torturato da un dilemma: ho fatto bene? Esisteva una qualche alternativa, si poteva fare altrimenti, ho davvero esaminato tutte le possibilità?... La Russia sta affondando per mancanza di leggi, e il primo presidente eletto dal popolo rovescia la legge, una legge sbagliata, ottusa, che porterebbe il paese sull'orlo del crollo, ma pur sempre una legge. (p. 245) ==Citazioni su Boris El'cin== *A essere onesti, il bilancio di Eltsin non fu del tutto negativo. I paraocchi mentali del vecchio ordine furono strappati via e i cittadini russi comuni furono liberi di viaggiare e di vedere quanto fossero indietro rispetto all'Occidente. Il Parlamento, la Duma, funzionava, più o meno. Il giornalismo era molto attivo, sulla carta stampata e in modo più impressionante alla radio e in TV. Gli assassini e i corrotti erano chiamati a rendere conto sui giornali, se non nei tribunali. Ma nell'insieme fu più un fallimento che un successo. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Bisogna sapere che all'epoca di Eltzin, uomo debole fisicamente quanto moralmente, per ottenere una concessione di vendita di una fabbrica statale, o il permesso di aprire una nuova miniera sul territorio nazionale o di svendere sottobanco le centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio, metalli preziosi e altre ricchezze accumulate dall'URSS nel corso di decenni, era sufficiente presentarsi armati di racchetta da tennis a uno dei suoi appuntamenti sportivi e lasciarsi sconfiggere da quel lento e scoordinato individuo che per qualche motivo credeva di essere un tennista talentuoso. Tra gli oligarchi circolava la battuta secondo cui, per avere successo negli affari in Russia, la cosa più difficile era perdere a tennis con "l'alcolizzato", come era soprannominato (da tutto il paese!) il presidente. ([[Nicolai Lilin]]) *Boris Eltsin ha sicuramente avuto la sua buona dose di colpe, ma era una persona vera, con i suoi vizi e le sue virtù. Pensavamo fosse un fantasma che ci avrebbe imprigionato per sempre nelle tenebre, invece le file chilometriche di russi in attesa di rendere omaggio alla bara di Eltsin in una cattedrale di Mosca dimostrarono che malgrado i suoi tanti fallimenti il popolo aveva scorto nelle sue azioni la possibilità di un futuro migliore. Un futuro ben diverso da quello che invece ci è toccato vivere con il suo successore. ([[Garri Kasparov]]) *Boris Eltsin verrà sottoposto a una operazione chirurgica. Il vantaggio: ubriaco com'è, non ci sarà bisogno dell'anestesia. ([[Daniele Luttazzi]]) *Boris Nikolaievic è sottovalutato. In realtà è un gigante del Novecento. Ci voleva un essere biologicamente anomalo, eccessivo, forte bevitore, molto carnale, più adatto a distruggere che il costruire, per abbattere il corpaccione del comunismo sovietico. ([[Enzo Bettiza]]) *Come chiunque altro aveva i suoi difetti, ma anche un lato forte. Uno dei suoi pregi era che non cercò mai di evitare le responsabilità, le responsabilità personali. Sapeva assumersi le sue responsabilità, anche se aveva i suoi demoni. ([[Vladimir Putin]]) *Con {{NDR|[[Vladimir Putin]]}} almeno si sopravvive. Negli anni del caos di Eltsin, invece si faceva fatica pure a trovare il pane. ([[Ėduard Limonov]]) *Credo che Putin scelse deliberatamente di non demolire del tutto la democrazia russa fino alla morte di Eltsin. Malgrado tutti i suoi errori e i suoi scivoloni, Eltsin era un vero combattente per la libertà. Se avesse deciso di criticare pubblicamente le manovre dittatoriali di Putin ciò avrebbe avuto delle forti ripercussioni, che si sarebbero fatte sentire anche alle presidenziali del 2008. Con la sua morte, il 23 aprile 2007, però, Putin non sentiva più vincoli di alcun tipo. ([[Garri Kasparov]]) *Eltzin era arrivato al potere sull'onda dell'euforia che accompagnava il crollo dell'URSS, e i cittadini si attendevano da lui il benessere e la miracolosa trasformazione della società in qualcosa di simile al modello occidentale. Ma il brusco crollo dell'economia aveva spazzato via quella classe media sovietica che nonostante tutto conduceva una vita relativamente agiata, e trasformato la maggior parte dei cittadini in miserabili, esposti alle minacce del nuovo mondo, privi delle sicurezze sociali alle quali l'URSS li aveva abituati, indifesi di fronte alle speculazioni delle nuove élite politiche ed economiche che razziavano il paese. Il contrasto tra la miseria delle masse e l'osceno arricchimento degli oligarchi che si comportavano come feudatari medievali, abbassò drasticamente la popolarità del presidente Eltzin, dei suoi programmi politici e del suo concetto di democrazia. Il popolo voleva un cambiamento, e in varie parti del paese pericolose tendenze estremiste mandavano segnali preoccupanti. ([[Nicolai Lilin]]) *Ha pagato i salari che aveva promesso? Niente affatto, non li ha pagati. Anzi, l'indebitamento dello Stato verso i lavoratori era di 16 trilioni. Ha fatto la pace in Cecenia? Niente affatto. Lui ha fatto solo la guerra. Adesso finge di voler fare la pace, ma si combatte ancora... ([[Gennadij Zjuganov]]) *Il crudo coraggio di Eltsin durante il colpo di Stato del 1991 fu il suo momento migliore. Quello che seguì fu un lungo e patetico barcollamento alcolico verso la tomba. Il sogno di democrazia e di Stato di diritto della Nuova Russia lasciò il posto a un caotico pasticcio di vodka, a un'anarchia a singhiozzo in cui i ricchi gangster venivano uccisi da oligarchi più ricchi. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Il più radicale in questo paese è Eltsin. Lui non posso tenerlo a freno. Lui ha fatto la Cecenia, lui ha ficcato le mani nelle tasche dei russi. E poi dice che difende la proprietà privata. ([[Gennadij Zjuganov]]) *Io lo guardavo e pensavo: è colpa tua se la mia mamma è sempre stanca. Se si trascina a stento, se cammina come una vecchia. Se non gioca con me e non mi abbraccia quanto vorrei. Se prima c'era l'Urss e le persone erano buone, e adesso c'è la Russia e in Russia si sta peggio. Quando El'cin compariva sullo schermo, io mi incupivo e dicevo: cattivo, lui. E capitava che mia madre sorridesse. Per questo cominciai a guardare il telegiornale insieme a lei: sgridavano El'cin per vederla sorridere. ([[Elena Kostjučenko]]) *L'ho ammirato quando è riuscito ad opporsi al golpe, ma adesso si comporta come un paleo-comunista. Monta in collera, ordina a destra e a manca, fate questo, fate quello. Ha la stessa sindrome di Gorbaciov, che ha voluto la democrazia e poi si è indignato quando gli altri hanno cominciato ad avere idee diverse dalle sue. ([[Svetlana Allilueva]]) *Malgrado tutta l'ambiguità della sua figura politica, Eltsin è riuscito a fermare la prima guerra cecena, a fermare lo spargimento di sangue e a salvare la vita a molta gente. Con Eltsin noi lavoravamo in piena libertà, per questo potevamo informare su quanto avveniva in Cecenia durante la guerra e il risultato è che si arrivò alla decisione politica di fermare la guerra. Eltsin stesso capiva che nel paese esistevano milioni di indigenti che andavano sostenuti, e che senza il sostegno dello Stato non potevano fornire un'istruzione ai propri figli o curarsi della propria salute. Oggi, con Putin, di questo ci si è dimenticati. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Un giorno la mamma mi disse che prima ci chiamavamo Urss e ora Russia. E che quando eravamo l'Urss si stava meglio, c'era da mangiare in abbondanza ed erano tutti buoni. Con la Russia non era più così. [...] Le chiesi di chi era la colpa, se l'Urss era diventata Russia. Di El'cin, disse lei. Chi sarebbe? Il presidente. Cos'è un presidente? La persona più importante del Paese. E me lo fece vedere, al telegiornale. L'uomo più importante del Paese era vecchio e brutto e aveva una testa gigantesca. Quando parlava non lo capivo. Farfugliava come la nonna quando stava male, strascicava le parole. ([[Elena Kostjučenko]]) ===[[Svjatoslav Nikolaevič Fëdorov]]=== *Il Presidente firma molti decreti, ma non ho visto uno solo dei suoi ''ukaz'' che abbia restituito il sorriso alla gente, né fatto nascere di nuovo i bambini. *Lui ha in testa solo le sue alchimie, i suoi complotti. Lui ha bisogno di avere dei nemici contro i quali combattere. La rissa è la sua unica attività, quella che riempie la sua vita. *Non ha restituito la libertà economica. Non doveva aver paura di andare alle elezioni per confrontarsi con i suoi oppositori. Invece ha sparato contro di loro. Non pensavo fosse un codardo, invece ho scoperto che anche per lui la cosa più importante è il potere. ===[[Maša Gessen]]=== *El'cin, per quanto democratico fosse, aveva l'ossessione spiccamente monarchica di scegliersi un successore. *Eltsin nominava un successore dopo l'altro solo per rimanere deluso in un modo drammaticamente pubblico che imbarazzava sia l'oggetto del malcontento del presidente sia tutti coloro che assistevano alla manifestazione di sfiducia. *Il governo di Eltsin aveva commesso il grave errore di ignorare il dolore e la paura del paese. In quei dieci anni Eltsin, che era stato un sincero populista, uno che andava in autobus o che saliva sui carri armati se la situazione lo richiedeva, si era a poco a poco ritirato in un mondo impenetrabile e rigorosamente protetto di limousine nere e di riunioni private. *Tutto quello che sapeva fare Eltsin era riscoprire i suoi modi populisti: non era capace di nuove sfide o di far rinascere le aspettative; non riusciva a proporre al paese nuovi ideali o una nuova visione. Poteva solo provare a dare alla gente quello che la gente voleva. E quello che la gente voleva non era di certo Eltsin. Dieci milioni di russi lo ritenevano responsabile di tutte le disgrazie che avevano subito nei dieci anni precedenti, colpevole di aver distrutto i loro sogni e le loro speranze – magari anche la loro giovinezza – e lo odiavano visceralmente. Chiunque fosse arrivato alla guida del paese dopo Eltsin sarebbe facilmente diventato popolare se lo avesse processato. ===[[Aleksandr Goldfarb (biologo)|Aleksandr Goldfarb]]=== *Giunto al potere nel 1991 mentre consegnava la dissoluzione della Russia, Boris Eltsin diede inizio a misure drastiche e decisive: rinunciò al controllo statale dei prezzi, abbatté le barriere doganali e si imbarcò in un dirompente programma di privatizzazioni. In quattro anni di terapia d'urto il suo primo consigliere, [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]], il trentottenne ragazzo prodigio dell'economia russa, fece l'impossibile: mise all'asta e privatizzò decine di migliaia di imprese, spostò più della metà della forza lavoro nel settore privato e in qualche modo impedì all'economia di scivolare nell'inflazione incontrollata. *Il principale dilemma di Eltsin durante tutta la sua amministrazione fu stabilire fino a che punto lui stesso intendesse violare la democrazia proprio per salvarla. *Univa tratti apparentemente incompatibili: personalità decisa in tempo di crisi, aveva crisi di inerzia al limite dell ''stupor'' nei periodi intermedi. Era un autocrate che proteggeva la libertà di parola e le libertà civili, un ex boss del Partito comunista che odiava i comunisti, un sovietico al cento per cento che aveva scompaginato in un solo colpo l'intera Unione Sovietica. ===[[Michail Gorbačëv]]=== *Boris Eltsin non sfida soltanto i massimi organi del potere dell'Urss, ma aggiunge ulteriori elementi di contrasto, specula sulla tensione che esiste nel Paese. Io condanno questo modo di agire come un atto deliberato che incita allo scontro. Questo deve essere respinto e condannato. *Eltsin continuava a dire "l'Unione ci sarà". Ma aveva ben altre intenzioni. *Eltsin e il suo gruppo hanno costruito un sistema oligarchico che si rivela tenace e ostile a ogni forma di rinnovamento e di sviluppo. Non c'è spazio per i piccoli imprenditori, per il ceto medio. C'è una concentrazione di ricchezze in poche mani, ricchezze improduttive per il Paese, che infatti emigrano all'estero. *Non è compito di Eltsin decidere il suo successore. Questo è ridicolo. In democrazia questa è prerogrativa del popolo. *Speriamo che il compagno Eltsin non abbia perso del tutto la ragione. L'idea di creare un esercito russo è una provocazione. È come aggiungere dinamite in una situazione già esplosiva. *Un altro errore che ho fatto [...] è quello di non aver mandato per sempre El'cin da qualche parte a cogliere banane o cose del genere. ===[[Sergej Adamovič Kovalëv]]=== *Gli anni di Eltsin ci hanno riportati indietro. [...] Noi intellettuali, che dopo il '91 ci siamo lasciati tentare dal potere, e ne abbiamo fatto l'apologia, ora ci ritroviamo imbavagliati. *Nei primi tempi accanto a Lei c'erano parecchie persone competenti e oneste. Ma Lei accoglieva più volentieri coloro la cui unica virtù era la fedeltà personale. Pian piano questo principio di selezione dei collaboratori, tipico del pcus, ha prevalso. Quelli che invece non possedevano nella misura giusta questa qualità venivano allontanati. Ma perfino nella ristretta cerchia dei «fedeli senza adulazione» facevano carriera solo quelli che – e ciò era evidente a tutto il Paese – perseguivano innanzitutto i propri interessi, ed è ancora una fortuna quando quegli interessi non erano criminali. Risultato? Guardi bene in faccia i suoi seguaci attuali e smetterà di stupirsi perché il Paese non si fida di loro e, quindi, di Lei. *Temo che non venga informato di quello che accade {{NDR|in Cecenia}}. Ma è comunque responsabile per essersi circondato di bugiardi e canaglie. ===[[Aleksandr Ivanovič Lebed']]=== *El'cin si era ritirato dalla guida effettiva del governo. Non era mai stato un democratico, e la sua età avanzata e la sua cattiva salute non davano motivo di sperare che lo diventasse mai. Era capace di regnare a modo suo e di emanare decreti, la maggior parte dei quali nessuno intendeva comunque eseguire. Aveva abbastanza forza per gli intrighi di palazzo, ma non si degnò mai di affrontare il problema della "marmaglia". *Eltsin non è in grado di lavorare. Non è lui che governa il paese. La Russia sta andando in pezzi. Ecco perché dovendo scegliere tra un paese di 150 milioni di abitanti e il presidente, io ho scelto il paese. *La salute del presidente è un dramma umano e personale, che sta diventando una tragedia nazionale. Da sei mesi assistiamo a un triste spettacolo: trasloco di Boris Nikolaevic da una casa di cura all'altra, da un ospedale a una clinica, da una dacia a un sanatorio, mentre il paese rimane senza guida. Un paese talmente in crisi che non si pagano più le pensioni né i salari né le tasse. *Non ho alcuna ragione per averlo in simpatia, ma rappresenta un'idea nuova, mentre i comunisti finora hanno portato solo disgrazia. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Dall'inizio alla metà degli anni Novanta non ero solo un sostenitore di Eltsin, ma uno di quelli che appoggiava senza riserve il leader in ogni sua iniziativa. Strano a dirsi, non ero tanto infatuato della sua persona o dei membri della sua squadra. Semplicemente non potevo soffrire nessuno degli altri politici. Il mondo senza chiaroscuri della politica dell'epoca comportava il fatto che o eri a favore di Eltsin e guardavi avanti, a dispetto degli errori, delle difficoltà e delle decisioni impopolari, oppure puntavi su quelle teste di rapa, rimasugli dell'Unione Sovietica, la cui unica idea era: «Torniamo indietro. Quelli erano bei tempi». Ebbene, per me non erano bei tempi, e mi faceva impazzire che le persone cercassero di convincermi che così era. Mi fa impazzire tuttora. Negli anni Novanta, certi cretini cercavano di convincermi che mia madre non aveva dovuto alzarsi alle cinque del mattino per comprare la carne, e che io non avevo dovuto fare un'ora di fila per acquistare il latte. *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. *Il regno di Eltsin non aveva nulla a che fare con le riforme. Era inutile aspettarsi da lui una qualsiasi visione o una crescita economica. Era solo un vecchio alcolizzato con attorno una manica di cinici imbroglioni che si dedicavano alla loro consueta attività di riempirsi le tasche. [...] L'entourage di Eltsin era una banda di farabutti, alcuni dei quali si definivano statisti patriottici, mentre altri si descrivevano come riformatori. I riformatori rubavano di più, ma avevano un aspetto più presentabile. *In realtà, è probabile che ciò che provo per Eltsin non sia il genere di odio che si può nutrire verso un vivo, ma piuttosto una complessa mescolanza di avversione, rimpianto e sgomento. Rimpianto per la meravigliosa occasione che il mio paese e i miei connazionali si sono lasciati scappare di vivere la normale e civile vita europea che meritiamo. Le aspirazioni, le speranze, la fiducia, compresa la fiducia cieca di persone ingenue e confuse com'ero io in gioventù, sono state tradite e cinicamente svendute. Sono state barattate con le trame patetiche e corrotte – e i guadagni occulti – della famiglia Eltsin, con le garanzie della loro sicurezza. Il primo decreto di Putin riguardava aiuti materiali e garanzie di immunità legale per «la famiglia del primo presidente della Russia». A questo furono ridotti i grandi eventi storici che andarano dalla metà degli anni Ottanta all'inizio dei Novanta. *Un'occhiata fredda e obiettiva all'era Eltsin ci pone di fronte a una verità triste e sgradevole, che spiega l'ascesa di Putin al potere: nel governo della Russia post-sovietica non ci sono mai stati democratici, e tanto meno liberali che sostenessero la libertà e si opponessero ai conservatori desiderosi di resuscitare l'Unione Sovietica. Tutti loro – con rare eccezioni come Egor Gajdar e Boris Nemcov, che si sono mostrati incorruttibili e hanno trovato la forza di ritirarsi (Gajdar) o di resistere alla reincarnazione dell'autoritarismo (Nemcov) – sono stati un'orda scellerata di ladri e mascalzoni. Per un certo periodo sono stati stimolati dalla retorica democratica, ma sempre nell'ottica di stare, nella cornice delle battaglie politiche dell'epoca, dalla parte del Cremlino, delle autorità. Per loro contava solo questo. Questo e, soprattutto, le opportunità di arricchirsi. ===[[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]=== {{cronologico}} *Boris, come tutti noi, ha i suoi lati negativi, su molte questioni abbiamo idee diverse, ma è normale che sia così, quando c'è l'accordo di fondo. Forse io sono più rigido, dipenderà dalla mia formazione militare. Lui per natura è un uomo molto buono, ma non voglio dire con questo che io sono cattivo... *È più anziano di me e ha maggiore esperienza. Ma sono sempre stato contro quelli che gli stanno intorno, che lo spingevano, e che alla fine l'hanno trasformato in ostaggio delle loro idee folli. *Al presidente vengono date informazioni talmente deformate su quello che sta avvenendo nel Paese, che, quando le rende note, viene semplicemente fischiato. *Abbiamo preso l'abitudine di accusare di tutti i nostri problemi economici il circolo dei consiglieri del presidente. I consiglieri lo informano male, gli danno consigli sbagliati... Ma a dire il vero, cosa c'entrano i consiglieri? Tutto dipende dall'uomo che sta al vertice. *Il comportamento del presidente {{NDR|durante la [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} ricorda piuttosto gli atti di una giunta fascista poiché si applicano metodi, nella rimozione degli organi di potere legalmente eletti, che neppure i fascisti si potevano permettere. *Quest'uomo non è capace di fare da garante perché nell'ubriacchezza inveterata ha rovinato non solo l'Unione Sovietica, ma anche la Russia. Egli non ha mai diretto lo Stato. A guidare lo Stato è sempre stata la teppaglia politica, il suo entourage. ===[[Vittorio Strada]]=== *Il lascito di Eltsin è quello di una Russia infinitamente più libera, più emancipata di quanto non fosse dieci anni fa, ma con una rete di poteri inficiata se non addirittura corrotta. *Naturalmente Eltsin, come tutti i dirigenti russi, è un uomo del vecchio sistema e come tale esprime una mentalità autoritaria. Ma anche qui: è stupefacente che un uomo che fu carne e sangue di quel sistema sovietico abbia saputo “divincolarsi” dal suo passato e trovare in sé un impulso tendenzialmente democratico. *Un merito storico va riconosciuto a Boris Eltsin: quello di essere stato il “grande distruttore” del regime del comunismo reale. È stato lui, infatti, ad aver dato il colpo di grazia ad un sistema totalitario comunque già condannato dalle sue insanabili contraddizioni interne, acuite ulteriormente da quanti si illusero di poter riformare ciò che riformabile non era: il sistema sovietico. ===[[Elena Tregubova]]=== *C'era effettivamente in Eltsin una sorta di spirito di espiazione. Ma dove ha imparato, questo funzionario di partito, abituato a governare con metodi tutt'altro che democratici, una volta giunto al Cremlino (cioè con il massimo del potere nelle sue mani), a trattare i giornalisti con tanto rispetto e attenzione? Eltsin è stato attaccato dalla stampa come nessun altro presidente degli ultimi decenni, ma non ha mai pensato di chiudere un giornale, o una televisione, o di trascinare in tribunale un giornalista. *Io non ho mai considerato il potere di Eltsin o di qualche suo funzionario come un potere in qualche modo "amico". Ho sostenuto la maggior parte delle riforme eltsiniane, pur considerandole spesso incoerenti e non abbastanza radicali per portare il nostro Paese fuori dalla crisi. D'altra parte mi rendevo conto che nell'arena della politica russa non c'era in quel momento un altro concorrente minimamente serio più adatto di Eltsin a imboccare l'unica possibile via d'uscita per il nostro Paese: la liberalizzazione e l'introduzione dell'economia di mercato al posto del sistema centralizzato-amministrativo ormai in putrefazione, che era necessario spazzare via completamente. *Nonno Eltsin la sua bella missione, anche se parzialmente, l'ha portata a termine: ha dato al Paese la possibilità di respirare un po' di libertà, anche se non per molto. ''Chapeau''. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Eltsin ha sempre governato con il metodo dell'esasperata concorrenzialità tra i suoi collaboratori: tutti avevano le potenzialità, la forza intellettuale per poter fare qualcosa, per «lasciare il segno», ma per poter realizzare i propri disegni dovevano necessariamente invadere il «giardino» altrui. Ma questo avrebbe scatenato, come sempre è avvenuto, una controreazione che, a sua volta, rendeva indispensabile l'arbitrato del numero uno, del Presidente. Su questa sorta di «divide et impera» Eltsin ha costruito le sue fortune politiche, garantendo, sia pur tra mille contraddizioni, una transizione non traumatica per la Russia. *Fino all'ultimo Eltsin sorprese tutti per la forza fisica e per l'energia vitale che lo sosteneva, anche dopo un periodo di abulia o dopo le gravi malattie. Da popolano russo non fu mai frenato né dall'educazione, né dalle formalità protocollari e proprio per questo divenne un vero zar. Poteva addormentarsi nel bel mezzo di un ricevimento o mettersi a dirigere una banda musicale di tromboni senza suscitare alcuna disapprovazione. Ma in fondo queste sono cose che da secoli succedono tra le mura del Cremlino. *Ha saputo inventare un marchingegno, la guerra in Cecenia, con cui unire le forze nazionali. È un fenomeno non nuovo nella storia, intendo dire lo spostamento a destra di una nazione intera, in concomitanza con il verificarsi di certi avvenimenti. Ne sono esempi l'ascesa di Mussolini in Italia, di Hitler in Germania, di Milosevic in Serbia. La specificità russa odierna è che il gioco è riuscito non ad un capo carismatico in ascesa, ma ad una figura al tramonto. Questo dimostra l'esistenza in Russia di un forte senso collettivo di frustrazione nazionale che va in cerca di una rivalsa. *L'ideologia non è mai stata un'idea fissa per Eltsin. Gli ho chiesto una volta se si considerasse comunista e mi ha risposto: «Non sono né comunista né anticomunista». Eppure è stato lui a scogliere il partito comunista, unica forza politica al mondo che abbia dominato su undici meridiani. La sua è stata una risposta spontanea, non dettata dalla prudenza o dall'opportunismo. Mi ha dato anche una pacca sulla spalla destra. *Lo hanno definito populista, perché ama le strategie semplici e si ritrova in sintonia con una società, che preferisce soluzioni immediate. Lui è con la gente, «semplice come la verità». Per questo è un leader. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Boris Eltsin, ''Il Diario del Presidente. {{small|La lotta per la Russia}}'', traduzione di Igor Francia, Marina Ghiglione, Elena Kostjukovich, Lucia Tonini, Sperling & Kupfer, 1994, ISBN 88-200-1848-9. ==Voci correlate== *[[Accordo di Belaveža]] *[[Crisi costituzionale russa del 1993]] *[[Elezioni presidenziali in Russia del 1996]] *[[Prima guerra cecena]] *[[Putsch di agosto]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Eltsin, Boris}} [[Categoria:Politici russi]] [[Categoria:Politici sovietici]] [[Categoria:Personalità della guerra fredda]] 54fth5c9wp1j32f10pvdd8o4ruhyrxr 1351502 1351501 2024-11-12T08:24:23Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351502 wikitext text/x-wiki [[File:Борис Николаевич Ельцин-1.jpg|thumb|Boris Nikolaevič El'cin]] '''Boris Nikolaevič El'cin''' (1931 – 2007), politico sovietico e, dal 1991, russo. ==Citazioni di Boris El'cin== {{cronologico}} ===1991=== *Gorbaciov ha portato l'Urss verso una dittatura con il bel nome di "regime presidenziale".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0858_01_1991_0039_0001_11945661/ ''Gorbaciov si dimetta''], ''La Stampa'', 20 febbraio 1991</ref> *Se Michail Gorbaciov bussasse alla mia porta e mi chiedesse di riconciliarci, gli risponderei: troppo tardi, il treno è già partito.<ref name=gorbaciovchiuso>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0861_01_1991_0057_0002_11963639/ ''Eltsin: con Gorbaciov ho chiuso''], ''La Stampa'', 14 marzo 1991</ref> *La principale differenza tra me e Gorbaciov è che lui vuole mantenere il sistema, mentre io voglio distruggerlo. Io sono per repubbliche forti, con un centro che abbia soltanto funzioni di coordinamento. Dovranno essere le singole repubbliche, non il Cremlino, a portare a soluzione tutti i problemi.<ref name=gorbaciovchiuso/> *{{NDR|Sull'[[Unione degli Stati Sovrani]]}} Si è convenuto che il trattato sarà fra "stati sovrani", questo è già deciso. E per il nome del paese, si è arrivati a un compromesso: rispettare l'abitudine, la tradizione, per cui rimane Urss, ma significa Unione di Repubbliche Sovrane Sovietiche. La parola "socialista" è caduta, sparisce.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/01/accordo-col-cremlino-contro-conservatori-per.html "Accordo col Cremlino contro i conservatori e per l'aiuto occidentale]'', ''La Repubblica'', 1 giugno 1991.</ref> *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Ho emanato un decreto 20 minuti dopo la dichiarazione dello stato d'emergenza. Non riconosciamo il Comitato, dichiariamo illegali sul territorio della Russia tutte le misure che esso ha adottato e adotterà. Ci rivolgiamo a tutti i popoli del mondo perché ci siano vicini nella nostra resistenza.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0877_01_1991_0191_0049_12227570/ Rapporto dal Soviet russo. Eltsin alla folla: ribelliamoci]'', ''La Stampa'', 19 agosto 1991.</ref> *{{NDR|Durante il putsch di agosto}} Soldati, mi rivolgo a voi, pensate ai vostri cari, alla vostra gente. Non dimenticate che avete giurato fedeltà al popolo, a quel popolo contro cui loro vogliono puntare le armi. Le nuvole del terrore e della dittatura si addensano sulla Russia, in quest'ora tragica fate la scelta giusta. Non macchiate del sangue del popolo l'onore e la gloria delle armi russe.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/20/appello-di-eltsin-ribelliamoci.html Appello di Eltsin. "Ribelliamoci"]'', ''la Repubblica'', 20 agosto 1991.</ref> *Si può erigere un trono con le baionette, ma è impossibile restarci seduti sopra a lungo.<ref>20 agosto 1991; citato in Carlo Benedetti, ''Chi comanda a Mosca. Tutti gli uomini della vecchia e nuova nomenklatura da Abramovic a Putin'', Datanews, Roma, 2004, p. 98. ISBN 88-7981-258-0</ref> *{{NDR|Dopo l'abbattimento della statua di [[Feliks Ėdmundovič Dzeržinskij]]}} La Russia è diversa. È finalmente sulla strada del progresso e della democrazia e non tornerà mai più indietro.<ref name=rivendica>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0877_01_1991_0195_0004_12231499/ Eltsin rivendica la vittoria]'', ''La Stampa'', 23 agosto 1991.</ref> *Gli avvenimenti degli ultimi quattro giorni devono essere una lezione anche per Gorbaciov. [...] Gorbaciov, non dimenticare che ti abbiamo liberato noi.<ref name=rivendica/> {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/25/eltsin-russia-perdono-per-tuoi-figli.html ''"Russia, perdono per i tuoi figli morti"'']|Discorso pronunciato dopo il [[putsch di agosto]], ''la Repubblica'', 25 agosto 1991|h=4}} *I nomi di questi ragazzi diventeranno sacri per tutta la Russia. [...] Quando abbiamo saputo del golpe, i nostri cuori hanno avuto un sussulto per i nostri figli perchè proprio loro, i nostri ragazzi, sono venuti qui a difendere la Russia, la democrazia, la libertà e il parlamento e i dirigenti russi che erano il principale obiettivo dei golpisti. *Vorrei che voi sappiate che è stata ritrovata la lista delle dodici persone che dovevano essere fucilate per prime. I nostri nemici sono stati feroci, erano assetati di sangue. I nostri nemici sapevano che se avessero perso sarebbero stati soggetti a una severa punizione. *Io desidero esprimere la mia più profonda partecipazione al dolore dei genitori di queste vittime, Dmitri, Vladimir e Ilja, e desidero esprimere di nuovo la mia più profonda partecipazione al dolore delle altre vittime e ai loro genitori. [...] Voglio chiedere loro di perdonare il presidente per non essere riuscito a proteggerli e a salvarli. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/04/non-sono-non-saro-il-nuovo.html ''"Non sono e non sarò il nuovo zar"'']|Intervista di Steve Hurst e Claire Shipman, ''la Repubblica'', 4 settembre 1991|h=4}} *La Russia è cambiata, tutto il paese è cambiato, ma anche il presidente è cambiato: alla fine {{NDR|Gorbačëv}} ha capito che soltanto se lui si appoggerà al vasto movimento democratico e favorirà riforme democratiche, la transizione al mercato, il paese potrà uscire dalla crisi. Ora mi fido pienamente, o quasi pienamente, di lui, molto di più che non tre settimane fa quando era ancora capace di manovre politiche. Questa è la sua ultima chance. *Gli atteggiamenti imperiali appartengono al passato e la Russia avrà relazioni tra eguali con tutte le altre repubbliche. Ma noi difenderemo gli interessi della Russia, nulla dovrà essere fatto che possa minacciare gli interessi del popolo russo. Dovremo costruire i rapporti economici tra le repubbliche in modo che il popolo russo non debba sempre fornire assistenza a tutti gli altri. Dobbiamo costruire relazioni paritarie anche per quanto riguarda la fiducia nella mia persona. *Per prima cosa, l'Ucraina si è proclamata territorio denuclearizzato, e il Kazakhstan sta per fare lo stesso. Quindi le armi nucleari schierate in queste due repubbliche saranno trasferite in Russia. A parte ciò, vogliamo creare una struttura speciale, un comitato di controllo delle armi nucleari, per garantire che le atomiche non vengano usate da estremisti di destra o di sinistra o da terroristi, perché attualmente questo è il grosso pericolo. Vogliamo che, oltre al governo centrale, la Russia controlli le armi nucleari e sia responsabile di quelle schierate sul suo territorio. Vogliamo essere responsabili di fronte alla comunità internazionale, quindi dobbiamo tenere anche noi un dito sul bottone. *Abbiamo bisogno di mantenere la parità con altre nazioni e di promuovere l'idea della non proliferazione. Dobbiamo continuare la nostra opera per eliminare le armi nucleari, e la Russia lavorerà a questo fine. È anche necessario sospendere gli esperimenti nucleari sotterranei, e a tal fine parlerò con il presidente Bush e con i leader delle altre potenze nucleari. *Spesso ci avevano garantito che i colpi di Stato sarebbero stati impossibili da noi, e ora sappiamo che è vero il contrario. Dobbiamo trarne le dovute conclusioni ed eliminare i possibili strumenti di un colpo di Stato. *Ciò di cui abbiamo bisogno è stabilire relazioni economiche tra Stati. Anche i Baltici vorranno partecipare, come Stati indipendenti e sovrani. Ma ci serve assolutamente uno spazio economico unitario. Questo è molto importante. I rapporti tra le aziende sono frutto di anni e anni, ed è molto difficile ora rescindere questi legami e smembrare l'unione. *Vede, in quelle ore io ho pensato una cosa sola: come isolare i golpisti e sventare il colpo. Ci sono riuscito perché sono stato capace di convincerli ad andare in Crimea per convincere Gorbaciov a firmare una dichiarazione, e Krjuckov mi ha creduto. Non saremmo riusciti ad arrestarli al Cremlino, ma in Crimea ci è stato possibile. Al momento, avevo solo una cosa in mente, cioè salvare la Russia, salvare questo paese, salvare la democrazia e il mondo intero. Perché altrimenti sarebbe stato il caos, un'altra guerra fredda o addirittura una guerra calda. Questa è la responsabilità che mi sono sentito sulle spalle in quel momento. Ma tre giorni dopo, quando sono tornato a casa, mia figlia, una bambina di cinque anni, mi ha chiesto se ci avrebbero ucciso. Ecco, questa è stata la cosa peggiore: le radici del vecchio sistema totalitario sono ancora presenti in noi, dobbiamo estirparle, e costruire uno Stato di diritto. *[...] per quanto riguarda chi è Boris Eltsin: io sono un figlio di contadini. Ho studiato, ho fatto sport, e da giovane ho fatto ogni sorta di marachelle e scorrettezze. Poi sono stato manager di Stato, poi ho scelto una carriera politica. All'inizio fu un'esperienza inattesa, non mi sentivo adatto. Oggi ho fatto un po' di esperienze, e questo basterà per i prossimi due o tre anni. E insieme al Soviet supremo, e al governo della Federazione russa, faremo in modo che questa ruota arrugginita della Russia si muova senza intoppi. È un orso, un orso gigante, e ha bisogno di essere messo in moto. È quanto io voglio fare. ===1992=== *{{NDR|«Presidente, pare che lei non stia bene in salute, che soffra di cirrosi, e che la colpa dei suoi malanni sia dovuta al fatto che beve molto...»}} Sono maldicenze, io sto benissimo e si vede. Queste voci le ha messe in giro Gorbaciov!!!<ref name=cirrosi>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/16/eltsin-lei-soffre-di-cirrosi.html "Eltsin, lei soffre di cirrosi?" "No, è una bugia di Gorbaciov"]'', ''la Repubblica'', 16 giugno 1992.</ref> *Perché non ce li date voi gli antibiotici? Voi siete un paese ricco. Mia madre ha avuto un attacco al cuore e non si trova la medicina per curarla. Ed è la madre del presidente.<ref name=cirrosi/> *Ci servono milioni di proprietari e non un pugno di milionari.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0839_01_1992_0227_0001_11783672/ ''Eltsin: tutti proprietari''], ''la Stampa'', 20 agosto 1992</ref> *{{NDR|Sulla [[guerra georgiano-abcasa]]}} Se il conflitto in Abkhazia non si arresterà, sorgerà una situazione pari a cinque Karabakh messi insieme.<ref>Citato in [https://archivio.unita.news/assets/main/1992/09/04/page_010.pdf ''Per l'Abkhazia polveriera del Caucaso siglato un incerto cessate il fuoco''], ''L'Unità'', 4 settembre 1992</ref> ===1993=== {{Int|Da [https://archivio.unita.news/assets/main/1993/10/05/page_003.pdf ''L'appello di Eltsin. «Si sono ammutinati. Salvate la Russia»'']|Discorso alla nazione durante la [[crisi costituzionale russa del 1993]], 4 ottobre 1993; citato ne ''L'Unità'', 5 ottobre 1993|h=4}} *Questa allarmante e tragica notte ci insegna molte lezioni. Non eravamo pronti a una guerra. [...] Tutto ciò che sta avvenendo a Mosca è un ammutinamento armato premeditato. È organizzato dai comunisti che cercano una rivincita, dai capi fascisti, da alcuni ex deputati e rappresentanti dei parlamenti. *Uno sparuto gruppetto di politici ha provato a imporre la sua volontà a tutto il paese, con le armi puntate. I piani che volevano realizzare per la Russia sono ora chiari al mondo intero. Quesi piani prevedono ciniche menzogne e atti di corruzione. Prevedono pietre, fucili automatici e mitragliatori. Coloro che sventolano le bandiere rosse hanno di nuovo gettato la Russia in un bagno di sangue. *La rivolta armata è condannata al fallimento. Per restaurare l'ordine e la pace, truppe stanno arrivando a Mosca. Il loro obiettivo è di liberare e sbloccare le installazioni controllate dagli elementi criminali, così come disarmare le fazioni armate illegali. Vi prego, cari moscoviti, di sostenere il morale dei soldati e ufficiali russi. Sono la nostra milizia. *Mi appello a tutte le forze politiche in Russia, in nome di coloro le cui vite sono state falciate, in nome di coloro il cui sangue innocente è stato versato: vi chiedo di dimenticare ciò che ieri sembrava importante delle lotte interne. Tutti coloro che chiedono pace e tranquillità, onore e dignità per il loro paese, tutti quelli che si oppongono alla guerra devono restare uniti. ===1994=== *I Paesi dell'ex Urss hanno bisogno di una Russia forte, con un ruolo da guida. Ma anche il mondo ha bisogno di una Russia forte.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0728_01_1994_0055_0001_10498280/ «Al mondo serve una Russia più forte»]'', ''La Stampa'', 25 febbraio 1994.</ref> *State attenti che dalle ceneri della Guerra fredda non nasca la Pace fredda.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/06/eltsin-clinton-il-seme-della-discordia.html Eltsin e Clinton, il seme della discordia]'', ''la Repubblica'', 6 dicembre 1994.</ref> *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} I soldati russi proteggono l'integrità dello Stato, condizione necessaria dell'esistenza dello stato russo. La Cecenia è parte integrante della Federazione e non ha il diritto di lasciarla.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/28/contro-ceceni-fino-in-fondo-eltsin.html "Contro i ceceni fino in fondo". Eltsin sposa la linea dei falchi]'', ''la Repubblica'', 28 dicembre 1994.</ref> *La Cecenia è parte integrante della Federazione Russa. Perderla significa mettere a rischio l'esistenza stessa dello Stato.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0768_01_1994_0353_0008_11024306/ Eltsin ordina: la guerra continua]'', ''La Stampa'', 28 dicembre 1994.</ref> ===1995=== {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0831_01_1992_0143_0009_25119097/ ''Eltsin: a Mosca ci vuole un De Gaulle'']|Intervista di [[Giulietto Chiesa]] et al., ''La Stampa'', 19 agosto 1995|h=4}} *Non accetto l'accusa di aver ingannato il popolo. Al contrario, per la prima volta la gente si è sentita dire onestamente la verità. *{{NDR|Sulla [[guerra di Transnistria]]}} Penso che abbiamo sottovalutato questo problema. Qualcuno lo considera un'interferenza negli affari interni di un altro Stato. Ma in realtà loro sono dei «nostri», sono russi, sono nostri compatrioti. E noi dobbiamo cercare forme più attive per influenzare gli eventi. *Il presidente [[Mircea Snegur|Snegur]] dice che ci sarebbe un'interferenza russa negli affari interni della Moldavia. Ma non è così. Mi chiedo, a mia volta, perché Snegur non concede almeno l'autonomia alla Repubblica dell'Oltre-Dnestr. Mi pare che sia quello che chiedono. *{{NDR|«Chi, tra i grandi uomini della Russia del passato, sente più vicino? Ivan il Terribile, Pietro I, Alessandro II?»}} [[Pietro I di Russia|Pietro I]]. Lo considero un creatore. Ovviamente, non privo di difetti da zar... *La vita che faccio ora è così dura che non credo proprio che vorrò prolungare artificialmente il mio mandato. Assolutamente! {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0719_01_1995_0223_0005_10622276/ ''«Russia, ringraziami ti ho salvato dal caos»'']|Intervista di ''Komsomolskaja Pravda'', riportato ne ''La Stampa'', 19 agosto 1995|h=4}} *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} È stato il primo atto di coraggio civile commesso dal nostro popolo in molti anni. I golpisti volevano spaventare il popolo e questo ha offeso i russi nel profondo dell'anima. *Quelli sono stati giorni decisivi per la democrazia russa, ma anche per la dignità di milioni di persone. In quell'occasione numerose persone, forse per la prima volta, hanno superato la loro paura, si sono sentiti cittadini. *Per salvare l'Urss la giunta avrebbe dovuto iniziare una guerra: per il Baltico, per il Caucaso e per altre Repubbliche. Questa strategia è stata applicata nell'ex Jugoslavia. Abbiamo visto tutti a cosa ha portato: un colossale scoppio di energia mortale. Quanto dolore ha portato e quanto ne porterà ancora. E se qualcuno avesse tentato di tenere unita la vecchia Urss con gli stessi metodi? Grazie a Dio ciò non è avvenuto. Le conseguenze sarebbero state mostruose e il Paese non si sarebbe salvato lo stesso. *Il guaio è che in Russia c'è ancora poca democrazia, soprattutto nella testa della gente. Non parlo solo dei cittadini comuni, ma anche dei politici. Mi amareggia osservare molti "democratici" che, arrivati al potere, hanno assorbito le tradizioni e i vizi della nomenklatura comunista tanto da loro odiata. Se mi sento colpevole? Sì. Ma nessuno potrà cambiare questo stato delle cose. Dobbiamo cambiare noi stessi. Sono convinto che ci riusciremo. Non posso accettare l'idea che il popolo russo sia nato per la dittatura e puà essere governato solo con la frusta. ===1996=== *{{NDR|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 1996]]}} So che molti di coloro che al primo turno hanno votato comunista non volevano un ritorno al passato, ma intendevano segnalare il malcontento per le difficoltà della vita odierna. Li capisco, perché io stesso sono rattristato da molti aspetti della nostra vita. Ma se il 3 luglio saranno la nostra stanchezza e la nostra pena a votare, per la Russia sarà il disastro.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/01/il-nazionalismo-di-eltsin-per-fermare-zjuganov.html Il nazionalismo di Eltsin per fermare Zjuganov]'', ''la Repubblica'', 1 luglio 1996.</ref> {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/06/14/eltsin-rischiamo-una-guerra-civile.html ''Eltsin: "Rischiamo una guerra civile'']|Intervista di Eldar Rjazanov sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 1996]], ''la Repubblica'', 14 giugno 1996|h=4}} *{{NDR|«È proprio sicuro di voler essere rieletto?»}} Ci ho pensato su sei mesi, da un lato volevo riposare, stare finalmente in pace, in famiglia; dall'altro volevo evitare ad ogni costo che un comunista diventasse presidente. Pietro il Grande non finì le sue riforme, l'imperatrice Caterina neppure, lo zar Alessandro II neanche, almeno io voglio finire quello che ho cominciato. *{{NDR|«Non pensa a tutti i morti che ha provocato la guerra in Cecenia?»}} Crede che io non senta il dolore di ogni madre che ha perso il proprio figlio? Ci penso giorno e notte. E mi fa male al cuore. *{{NDR|«Cosa accadrà se i comunisti vincono?»}} La guerra civile tra Rossi e Bianchi. Tutto ricomincerà da capo e la Russia andrà in pezzi. ===1999=== {{Int|Da [https://www.repubblica.it/online/mondo/dimissioni/addio/addio.html ''"La Russia andrà avanti. Siate felici"'']|Discorso di fine anno, ''la Repubblica'', 31 dicembre 1999|h=4}} [[File:Boris Yeltsin-2 (cropped).jpg|thumb|El'cin durante il suo discorso di fine anno, 31 dicembre 1999]] *Ho preso una decisione. Ci ho pensato sopra a lungo e con sofferenza. Oggi, nell'ultimo giorno del secolo uscente, mi dimetto. *Mi ritiro prima del termine previsto. Ho capito di doverlo fare. La Russia deve entrare nel nuovo millennio con dei politici nuovi, con delle facce nuove, intelligenti, forti ed energiche. Noi, invece, che siamo al potere da molti anni, dobbiamo ritirarci. *Io non devo ostacolare questo percorso naturale del processo storico. A che serve aggrapparsi ancora al potere quando il paese ha un uomo forte, degno di diventare presidente, al cui nome ogni cittadino lega le proprie speranze per il futuro? *Oggi in questa giornata particolarmente importante per me, vorrei dire qualcosa di più personale di quanto faccio di solito: vi devo chiedere scusa, chiedere scusa per i molti sogni che abbiamo condiviso e che non si sono realizzati. Cose che sembravano facili da fare si sono rivelate penosamente difficili. Chiedo scusa perché ho deluso le aspettative di coloro che credevano fosse possibile con un unico salto passare da un grigio passato di totalitarismo e stagnazione a un luminoso, ricco e civilizzato futuro. Ci ho creduto anch'io, che con un bello sforzo ce la potessimo fare. *Ogni vostro dolore è stato anche un dolore per me, per il mio cuore. Ho passato notti in bianco, mi sono tormentato su quello che si poteva fare affinché la gente avesse una vita almeno un po' migliore, almeno un po' più facile. Non mi sono mai posto un obiettivo più importante di questo. Me ne vado avendo fatto tutto ciò che potevo. *Vi dico addio e dico a ciascuno di voi: siate felici. Ve lo siete meritato, vi siete meritati felicità e tranquillità . Buon anno e buon secolo ===2003=== {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/22/eltsin-quando-dissi-putin-le-regalo-un.html ''Eltsin: Quando dissi a Putin le regalo un destino difficile'']|Intervista di Ljudmila Telen', ''La Repubblica'', 22 ottobre 2003|h=4}} *{{NDR|«Come ha scelto quale suo successore Vladimir Putin?»}} L'avevo studiato abbastanza a lungo, e non solo per i dossier dell' ufficio personale. Conoscevo bene il lavoro che lui, allora vice di Anatolj Sobcjak ha fatto a Pietroburgo. E poi, quando si traferì a Mosca, mi sono messo a tenerlo d' occhio con maggiore attenzione, dedicandogli abbastanza tempo. E ho visto che lui è non solo intelligente e competente, ma anche un uomo onesto e dotato di autocontrollo. *Quando venni a lavorare in un'azienda dopo essermi laureato all'università, rinunciai alla proposta di occupare la carica di caporeparto. Pensavo di dover imparare prima a scegliere fra le persone. Lo imparai. Non ricordo, per esempio, neanche un errore nello scegliere il personale. [...] E al Cremlino invece, sì. [...] Semplicemente non le conoscevo abbastanza. La vita era talmente burrascosa, che non rimaneva tempo per studiare qualcuno per filo e per segno. *{{NDR|«Putin ha accettato facilmente la proposta?»}} Gli ho parlato due volte. All'inizio l'ha respinta: no - ha detto - questo non è per me. "Ci pensi un po' ancora. Il discorso non è finito". E ci siamo lasciati così. Due settimane dopo l'ho invitato di nuovo. E la seconda volta ha accettato. *Considero di non avere più diritto di condurre una vita pubblica dopo le dimissioni. Mi sono dato come regola quella di non commentare quello che fa il presidente. Quello che mi piace o non mi piace poi glielo dico a quattrocchi. *Mi era assolutamente chiaro il compito da risolvere. Il regime politico non andava semplicemente cambiato, andava rivoltato. Al posto del sistema politico sovietico doveva nascere quello democratico. Doveva nascere un sistema economico di mercato. Al posto della censura andava introdotta la libertà di parola. Un passaggio del genere non poteva essere indolore. Di conseguenza ci volevano misure impopolari. Ci voleva una squadra pronta a farsi bruciare, ma di agire comunque per quanto forte potesse essere il malcontento. ===2004=== *Non ci sono parole per descrivere la mia compassione per chi ha perduto i figli nella [[Strage di Beslan|tragedia di Beslan]]. Penso che ogni persona adulta in Russia si senta in parte responsabile per ciò che è accaduto. Non si è riusciti a proteggere i bambini, a salvarli. È una disgrazia che ci coinvolge tutti. La vicenda di Beslan ha rappresentato una svolta. Siamo cambiati, tutti noi. È cambiata la nazione. Il potere deve rispondere con durezza e prontezza alla sfida sanguinosa di questo nuovo nemico, il terrorismo.<ref name=democraziarispettata>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0204_01_2004_0258_0001_1435934/ ''«La democrazia sarà rispettata»''], ''La Stampa'', 18 settembre 2004</ref> *Soltanto un Paese democratico può combattere con successo contro il [[terrorismo]] e contare sul fatto di avere al proprio fianco, in questa lotta, tutto il mondo civile.<ref name=democraziarispettata/> ==''Il Diario del Presidente''== ===[[Incipit]]=== Diario del Presidente: Quattro ottobre 1993 Verso le cinque di mattina arrivarono da me il capo del servizio di sicurezza Mikhail Barsukov e il suo vice, capo della scorta del presidente Aleksandr Koržakov per chiedermi di avere un incontro con gli ufficiali dei reparti ''Alfa'' e ''Vympel''. Dal loro tono di voce capii che c'era qualcosa che non andava, ma senza chiedere chiarimenti dissi subito di non avere tempo per incontrarmi con loro, il loro compito era molto chiaro, che lo eseguissero. Barsukov annuì e i due uscirono. Ma dopo circa mezz'ora Barsukov mi chiese ancora una volta il permesso di entrare. Entrò nell'ufficio e disse:<br>Boris Nikolaevič, la prego, li deve vedere, magari non tutto il gruppo, ma almeno i comandanti delle unità e gli ufficiali anziani. I ragazzi sono preoccupati con un compito così, è ben la seconda volta nella loro vita che devono assaltare la Casa Bianca... ===Citazioni=== *Quella definizione di un giornale occidentale, che parla dell'«anarchia legalizzata» che regna adesso in Russia, riflette abbastanza bene il senso di quanto stia accadendo. Sembra che in Russia sia tuto a posto: ci sono tutte le strutture statali, c'è un Ministero della Giustizia, c'è un potente sistema di sicurezza, c'è un'enorme polizia.<br>Ma non c'è ordine. (p. 4) *È facile mettere ordine col frustino cosacco; mettere ordine con la persuasione e con la buona volontà è molto più difficile. (p. 4) *La società è in movimento, e ciò che sta avvenendo è qualcosa di ben diverso di quanto avvenne con la rivoluzione del 1917, quando il cielo era stato scambiato con la terra. Ai giorni nostri il paese sta solo cercando la strada verso un mondo più razionale e più moderno; perciò non condivido assolutamente le note allarmiste che a volte risuonano nella nostra stampa. (pp. 5-6) *{{NDR|Sulla [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} Che figura fa di fronte alla storia la nostra democrazia russa se la prima volta il golpe comunista aveva avuto paura a spararle contro, mentre la seconda volta la democrazia stessa non aveva esitato contro i propri nemici? (p. 17) *{{NDR|Su [[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]}} Era un ex pilota di guerra con il fisico di un attore, un eroe dell'Unione Sovietica con la parlantina sciolta, insomma un combattente! Le donne di mezza età sarebbero andate letteralmente in brodo di giuggiole alla vista di un vice presidente così! Senza contare poi i voti dei militari...! (p. 29) *Durante il [[Putsch di agosto|golpe]] Rutskoj si comportò con fermezza, da ufficiale, guadagnandosi la mia fiducia. C'era solo un piccolo dettaglio che rovinava non poco questi primi mesi di «luna di miele» con il vice presidente: Aleksandr Vladimirovič Rutskoj cominciò ad interessarsi troppo al mio abbigliamento. [...] Trovavo sorprendente questo amore per il lusso in un ex ufficiale operativo «afgano» e devo ammettere che la sua insistenza mi disorientava un poco... Ma il difetto principale di Rutskoj, e più che di difetto bisognerebbe parlare di tratto caratteriale, era il suo testardo rifiuto a capire e accettare il proprio ruolo. (p. 29) *{{NDR|Su Aleksandr Vladimirovič Ruckoj}} Aveva capito che il suo rapporto con me non funzionava e cercava una via di uscita assegnandosi un ruolo veramente paradossale, mai visto fino a quel momento in nessuna istituzione di potere: quello del moralista, del fustigatore di costumi, del Tartufo molieriano che con fare mite ed ispirato si lancia verso la poltrona presidenziale. (p. 30) *{{NDR|Su Aleksandr Vladimirovič Ruckoj}} La nostra incompatibilità si mostrava in molti aspetti, anche minimi. Ad esempio non riuscivo ad accettare la sua abitudine a farcire la conversazione con volgari parolacce e soprattutto non amavo la sua aggressività, la sua continua ricerca di un «nemico interno». Mi resi conto in seguito che si trattava in realtà di una caratteristica propria del suo carattere, un odio profondamente celato e che perciò lasciava disorientati. (p. 30) *{{NDR|Su [[Vladimir Žirinovskij]]}} Per questa persona, che con incredibile velocità appiccicava una tesi assurda dietro l'altra, hanno votato milioni (!) di elettori. Sulla gente ha certamente fatto effetto il suo slogan: è ora di allontanare dal potere i vecchi ''apparatčiki'' di partito, i membri del Comitato Centrale e «aprire la strada al governo dei tecnici»; ma penso che il succo della questione sia un altro: in una società politica come la nostra, una variabile impazzita con un'impostazione fascista o parafascista avrà sempre molte possibilità di successo. (p. 31) *Quel paese non poteva esistere al di fuori del concetto di un impero, d'altra parte l'impero non poteva esistere senza un'immagine di forza. L'URSS è finita nel momento in cui il primo martello ha colpito il «muro di Berlino». (p. 32) *Penso che il [[Ventesimo secolo]] sia finito il 19 – 21 agosto del 1991. E se le prime elezioni libere del presidente della Russia furono un evento di importanza nazionale, il fallimento del golpe di agosto è stato un avvenimento di portata globale, planetaria.<br>Il nostro secolo è stato soprattutto il secolo della paura. Orrori come il totalitarismo e il fascismo, il comunismo, i campi di concentramento, il genocidio, la peste atomica non erano stati mai visti prima dall'umanità.<br>Ed ecco arrivare i tre fatidici giorni, un secolo è finito, ne comincia un altro. Forse a qualcuno questa affermazione potrà sembrare troppo ottimista, ma io ci credo fermamente.<br>Ci credo perché in quei giorni è crollato l'ultimo impero, mentre sono state proprio la politica e la logica imperiali che hanno giocato all'inizio del secolo questo brutto scherzo all'umanità, fungendo da detonatore di tutti i processi di cui abbiamo parlato prima. (p. 37) *Come spesso succede nei giorni fatidici, il tempo era splendido. L'odore dell'asfalto caldo trasmetteva un certo strano sentimento di familiare conforto. Quel mattino mi aveva svegliato mia figlia Tanja. Entrò correndo nella mia stanza: «Papà, alzati, c'è il golpe!» Ancora assonnato dissi: «Ma questo è illegale!» Lei mi cominciò a raccontare del GKCP, di Krjučkov, di Janaev, ma a me sembrava tutto troppo assurdo. Dissi: «Mi state prendendo in giro?» (p. 49) *{{NDR|Su [[Gennadij Ivanovič Janaev]]}} Riusciva a parlare all'infinito, discutere e proclamare le proprie opinioni con aria molto convinta. Sembrava nato per il lavoro di partito nel sistema sovietico. Tuttavia in attesa della prima riunione generale dei cospiratori dovette rincuorarsi ben bene con della vodka, il coraggio non gli bastava, mentre la funzione che gli era stata affidata nel golpe non era per niente secondaria. (p. 50) *[[Vladimir Aleksandrovič Krjučkov|Krjučkov]], pupillo di Andropov, aveva accumulato un'enorme esperienza nei servizi segreti. Per carattere e per il ruolo assegnatogli nella struttura statale avrebbe dovuto in teoria avere una visione lucida e realistica degli eventi. Ma Vladimir Aleksandrovič era affetto da una malattia professionale, vale a dire un banalissimo complesso di persecuzione. (p. 50) *[[Dmitrij Timofeevič Jazov|Dmitri Timofeevič]] non era più capace di guardare il mondo se non attraverso la lente deformante del dovere, dell'obbligo, degli ordini. [...] Il peso delle responsabilità crollate su di lui lo aveva spezzato. (p. 51) *Vedo la tragedia dei cospiratori come la tragedia di un intero strato di funzionari statali che il sistema aveva trasformato in rotelle di un ingranaggio privandoli di ogni qualità umana. Davanti alla nuova realtà dove un politico, per operare, doveva assumere punti di vista personali, espressioni proprie, elaborare regole interne, un modo di parlare individuale e un comportamento autonomo, la gente del tipo che ho appena descritto finiva frantumata. (p. 51) *Balzai sul carro e mi misi in piedi. È forse stato lì che ho nettamente percepito che avremmo vinto e che non potevamo perdere? La sensazione era di completa lucidità, di unione totale con la gente che stava intorno a me. Sono in molti, volano i fischi, le urla. Ci sono molti giornalisti, operatori televisivi, fotoreporter. Prendo in mano il foglio con l'appello. Le grida si interrompono, io leggo con forza, quasi mi si rompe la voce... Alla fine saluto il comandante del carro armato e scambio qualche parola con i soldati. Dai loro visi e dai loro occhi capisco che non ci avrebbero sparato. Salto giù dal carro e dopo pochi minuti sono di nuovo al mio ufficio, ma sono già un'altra persona. (pp. 63-64) *Credo che i russi abbiano verso [[Mosca (Russia)|Mosca]] un atteggiamento duplice, se da una parte le danno sempre addosso, dall'altra la amano profondamente e una minaccia alla sicurezza della città veniva interpretata da tutti come una minaccia alla sicurezza di tutta la Russia. Nella testa di ogni soggetto pensante avvenne allora una sorta di personale guerra di liberazione nazionale, l'impero sovietico si era definitivamente staccato dal concetto di Patria e la Russia dall'URSS. (p. 70) *I golpisti avevano sottovalutato i cambiamenti avvenuti nel paese. Durante la guida di Gorbačev erano apparsi, oltre al potere ufficiale, vari leader dell'opinione pubblica, forze politiche, intellettuali indipendenti e stampa democratica. Si poteva tappare loro la bocca solo con una repressione sanguinaria, con un'ondata di arresti e di condanne. Oppure lo si poteva fare con qualche mossa scaltra, con una qualche originale strategia informativa che giocasse sull'opinione pubblica, ma i golpisti non avevano neanche questo. Avevano perso su tutti i fronti. (p. 74) *In tempo di guerra esiste fra [[Tiratore scelto|cecchini]] una legge non scritta per la quale se si accorgono di essere uno nel mirino dell'altro si lasciano per così dire in pace. (p. 80) *[[Aleksandr Ivanovič Lebed'|Lebed']] è una persona interessante. È un generale che ha passato la guerra in Afghanistan mostrando un'efficienza superiore a chiunque altro, è molto duro e diretto nei rapporti con gli altri, per lui l'onore militare sta al primo posto. (p. 82) *Uno dei pochi dirigenti dei nuovi partiti politici ad appoggiare il golpe fu [[Vladimir Žirinovskij]]. Lo fece in un comizio che tenne ancora il 19 agosto. La sua era una posizione coerente: il Partito Liberal-democratico in Russia era sempre intervenuto a favore dell'impero, dell'inviolabilità delle frontiere, dell'ordine. E allora, evviva! (pp. 86-87) *Alle elezioni del 1993 Žirinovskij avrebbe riaperto certe piaghe morali e socio-psicologiche della nostra società di cui noi non sospettavamo neanche l'esistenza. Una di queste è la carenza immunitaria verso il fascismo. (p. 87) *In precedenza la nostra famiglia era stata sottoposta alla [[Collettivizzazione in Unione Sovietica|collettivizzazione]] forzata. Adesso si comincia a dimenticare che cosa questo significasse. Era molto semplice, la famiglia Eltsin [...] aveva preso cinque ettari di terra in affitto. [...] La sua colpa era lavorare molto, fare molte cose. Invece al potere sovietico piacevano le persone modeste, insignificanti, che rimanevano al loro posto. Per gli uomini forti e attivi non c'era pietà. (pp. 89-90) *Il Potere qui è sempre stato considerato come l'espressione di una qualche potenza totalizzante talmente tremenda e indistruttibile che l'idea stessa di tentare una rivolta o un colpo di Stato appare assurda. Il potere può, secondo questa impostazione, solo crollare da solo come avvenne nell'ottobre del '17. Lo stesso avvenne nel 1991 e stava quasi per capitare nel 1993 grazie alla nostra congenita incapacità non solo di rafforzare il potere, ma soprattutto di difenderlo in quanto cuore della sicurezza nazionale e chiave di comando del paese, parlo del potere inteso nella sua forma concreta di edifici, corridoi, uffici. (p. 97) *Il totalitarismo è rimasto nel passato, ma non se ne sono forse anche andate le regole morali, gli ideali senza i quali non può esistere nessuna società civile? (p. 100) *{{NDR|Sull'[[Accordo di Belaveža]]}} L'incontro si svolgeva con grande discrezione, la residenza era addirittura controllata da un reparto speciale dei servizi segreti. A volte quella cautela creava situazioni curiose, ci accorgemmo ad esempio che nella residenza non c'era neanche una fotocopiatrice. Per avere la copia di un documento bisognava ogni volta farlo passare per i due fax che fortunatamente avevamo. (p. 107) *Mi ricordo bene quando lì, nella foresta vergine di Belaja Veža ebbi finalmente una sensazione di liberazione, come se mi fossi scrollato un peso di dosso. Firmando quel patto, la Russia aveva scelto una nuova via per il proprio sviluppo, non si trattava tanto di parti dell'antico impero conquistate secoli prima che si separavano, l'integrazione economica, culturale e politica avrà prima o poi il suo decorso naturale e quei paesi rimarranno in una zona di mutua collaborazione. Piuttosto era importante il fatto che la Russia si era scelta una strada pacifica, democratica e non imperiale, si era scelta una nuova strategia globale rinunciando all'immagine consolidata di dominatrice di mezzo mondo, rinunciando al confronto armato con la civiltà occidentale e al ruolo di gendarme nei conflitti etnici. (p. 108) *Certo, un impero monolitico è un concetto potente, fondamentale, che incute timore e rispetto. Ma per quanto tempo ancora avremmo potuto restare impero? I grandi imperi del passato, quello britannico, quello francese, quello portoghese sono già tutti crollati, ancora poco tempo fa gli Stati Uniti avevano cercato di controllare quasi direttamente una serie di governi delle due Americhe, ma non ci sono riusciti...<br>Non si trattava quindi di un ''golpe bianco'' contro Gorbačev, bensì di un cambio di rotta perfettamente legale, una mutazione nei rapporti tra tre importanti repubbliche dell'Unione. (p. 109) *[[Egor Timurovič Gajdar|Gajdar]] mi colpì soprattutto per la sua sicurezza. Non era una sicurezza sfrontata o la semplice sicurezza di un uomo energico e forte come ce n'erano molti attorno a me. Si vedeva subito che Gajdar era semplicemente una persona di grande indipendenza, con un profondo senso della propria dignità. Era cioè un intellettuale che al contrario di uno stupido burocrate non si sarebbe mai messo a nascondere i propri dubbi, le proprie riflessioni e le proprie debolezze andando tuttavia fino in fondo nella difesa dei propri principi, non perché ''l'ha detto il partito'', ma perché sono cosa sua, frutto di un duro lavoro. (p. 120) *Gajdar sapeva parlare in modo chiaro, anche quello ebbe una grande importanza dato che prima o poi sia io che lui avremmo dovuto parlare con i nostri oppositori. Non è che semplificasse i propri concetti, ma piuttosto parlava in modo facile di cose complicate. Tutti gli economisti vorrebbero farlo, ma Gajdar è quello che ci riesce in modo più convincente. (p. 108) *Tutti sanno che una gran parte dell'apparato esecutivo degli Stati Uniti viene lasciato in eredità dai democratici ai repubblicani e viceversa. Noi invece, abbiamo dovuto cominciare quasi ex novo, anche se non completamente dato che bisognava cercare, dove ciò fosse possibile, di mantenere figure esperte per non compiere la mossa suicida di distruggere la totalità dell'apparato esecutivo di un paese così grande, e anche questo ci ha spinto a compiere errori. (p. 123) *Da cosa e da chi dipende allora il presidente Eltsin?<br>Dipende soprattutto dal proprio ''io'', dall'immagine di sé che si è creato e che ha creato chi lo circonda, l'immagine di un politico forte e risoluto. Questo in primo luogo.<br>Poi è molto dipendente dall'opinione della gente che rispetta, cioè da tante persone. Non tutte le opinioni riescono ad influire su di lui, ma capita che una parola gettata di passaggio o una riga di un articolo lo costringano a cambiare opinione.<br>Infine io dipendo dalle mie idee e dai miei principi contro i quali, come succede alla maggior parte delle persone, non posso fare nulla. Li ho dall'infanzia, sono più forti di me. (p. 127) *{{NDR|Su [[Margaret Thatcher]]}} Nella politica internazionale i personaggi come lei sono rari e la loro opinione è sempre molto importante, indipendentemente dalla carica che ricoprano. (p. 128) *Per me la personalità di Margaret Thatcher è importante anche perché è l'esempio di come un politico possa rimanere fedele a se stesso per molti anni e attraverso mille difficoltà. Le priorità cambiano, il paese attraverso mille difficoltà. Le priorità cambiano, il paese attraversa crisi politiche di tutti i tipi, quante battaglie parlamentari ha dovuto affrontare il primo ministro britannico in tutti quegli anni? Per ogni nuova proposta di legge, per ogni nuova tassa ribollivano gli animi, nascevano campagne di stampa e manifestazioni, ma il governo continuava fermamente sulla sua strada. Tutto questo veniva realizzato da Margaret Thatcher con lo stesso irrefutabile sorriso che anno dopo anno diventa sempre più incantevole. (p. 129) *La [[guerra civile]] deforma la psicologia della gente, la mette in condizioni estreme, annormali, e sembra non abbia nessuna intenzione di finire finché non è bruciato tutto. [[Eduard Shevardnadze|Ševardnadze]] si è trovato ad essere ostaggio di quell'odio. (pp. 135-136) *[...] non esiste popolo più fiero della propria indipendenza di quello georgiano. (p. 136) *[...] in [[Georgia]] circola con insistenza la leggenda che la Russia imperiale stia mettendo in atto una politica tesa a distruggerne l'unità. Accecati dalla loro tragedia, i georgiani non riescono a rendersi conto che la Russia non può permettersi di intervenire in favore di una fazione nei conflitti interetnici. Se la Russia prendesse le parti della Georgia nel conflitto abkhaso-georgiano, ci sarebbe una sollevazione in tutto il Caucaso settentrionale e la guerra dilagherebbe in quelle regioni, sarebbe una lunga guerra. (p. 136) *Per noi russi i crimini di [[Iosif Stalin|Stalin]] sono un gigantesco pozzo nero nel quale è stata gettata tutta la nostra storia, neppure noi abbiamo ben chiaro cosa e come sia successo e quasi tutti i paesi, compreso il Giappone, hanno dei conti aperti con la Russia staliniana. I Giapponesi sentono l'eccidio di massa dei loro soldati nei campi di prigioni siberiani (con condizioni climatiche micidiali per loro) come una ferita aperta, alla stregua della tragedia di Hiroshima, ma mentre per Hiroshima gli americani hanno già da tempo presentato le loro scuse, noi da parte nostra non lo abbiamo mai fatto. (p. 141) *[...] rimasi impressionato dalla femminilità e dall'incantevole naturalezza di [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]], tutto avveniva nel più semplice dei modi, ma né io né Naina dimenticammo per un attimo di essere ospiti della Regina d'Inghilterra, era qualche cosa che andava al di là del grigio termine ''protocollo''. (p. 143) *{{NDR|Su [[Naina El'cina]]}} Tutti i complimenti che ho sentito al suo indirizzo sottolineano la sua capacità di rimanere sempre se stessa, la sua sincerità: ammira ciò che crede sinceramente degno d'ammirazione e si indigna con tutto il cuore se la conversazione ruota su una qualche disgrazia o su qualche atto deplorevole. Questo atteggiamento le rende sempre possibile trovare qualcosa di comune con la gente. (p. 144) *L'Europa degli [[Anni 1960|anni '60]] viveva un clima arroventato, come anche il resto del mondo, era un continuo ribollire di avvenimenti: in Francia una serie di attentati a [[Charles De Gaulle|De Gaulle]], la [[Sessantotto|rivolta studentesca]] e la frattura nella società provocata dalla [[Guerra d'Algeria|crisi d'Algeria]]; in Inghilterra l'inizio del difficile [[Conflitto nordirlandese|conflitto in Irland del Nord]], la [[Guerra dei sei giorni|guerra tra Egitto e Israele]] [...] il nostro [[Primavera di Praga|intervento in Cecoslovacchia]]. L'inizio del decennio era stato segnato dalla [[Crisi dei missili di Cuba|crisi dei Carabi]] e dall'[[Assassinio di John Fitzgerald Kennedy|assassinio di Kennedy]], la fine dalla [[guerra in Vietnam]] e dalla [[rivoluzione culturale]] in Cina. In poche parole in tutto il pianeta c'era odore di guerra mondiale, ma qualcosa salvò l'umanità dalla catastrofe, non credo valga la pena di tingere quell'epoca con troppi chiaroscuri: un mondo occidentale «buono» da una parte e un comunismo «cattivo» dall'altra. Tutto era molto più complicato. (p. 156) *[...] le guerre etniche nei Balcani e nel Caucaso rinchiudono da due lati la Turchia, che da parte sua non può rimanere indifferente nei confronti del destino dei suoi connazionali in Europa, ai disordini razziali in Germania. C'è poi la difficile situazione degli immigrati in altri paesi europei, situazioni simili si ripetono anche in Russia: noi non lo dobbiamo permettere. Non ci si può rinchiudere nei propri egoistici interessi nazionali, se lasceremo via libera all'escalation della discordia razziale, religiosa ed etica, ci ritroveremo di nuovo, come negli anni '60, minacciati da una guerra planetaria. E se allora, come mi sembra, siamo stati salvati dalla civiltà, dalla diffusione di standard di vita che rendevano inconcepibile l'idea di una guerra, vuol dire che anche adesso si può cercare la stessa strada, senza risparmiare i nostri sforzi per raggiungere la pace. (pp. 157-158) *[[Andrej Kozyrev]] fu fin dall'inizio una figura molto controversa. Molta gente faceva pressione su di me dicendo che Kozyrev è un filooccidentale e un filoamericano, che le strutture statali non avrebbero mai accettato un personaggio simile. Per questo seguii con molta attenzione e per molto tempo l'operato del ministro degli Esteri. Adesso posso dire che la scelta fu giusta. (p. 163) *[...] trovo stupido che mi si rimproveri, come avviene, di avere modificato le secolari linee portanti della politica russa, della Russia imperiale. La Russia, in tutta la sua storia, non ha mai voluto contrapporsi al mondo occidentale, anzi, fin dal diciottesimo secolo ha voluto in tutti i modi entrare nel giro dell'Europa civilizzata con accordi e alleanze. Un paese così grande e potente incuteva sì un certo rispetto e attenzione, ma mai paura! Il concetto di storia che propagandano invece oggi i nostri «intransigenti» è antistorico, destinato agli ignoranti. (p. 165) *C'era un'epoca nella quale l'URSS si contrapponeva a tutto il mondo occidentale cercando di imporre la sua volontà e trascinare nella propria sfera d'influenza molti paesi mettendosi nei panni del gendarme internazionale, ma non bisogna pensare che questo sia il ruolo tradizionale e giusto del nostro paese nel contesto storico generale, era un ruolo posticcio, ai limiti del farsesco. (p. 165) *Il [[Caucaso]] è una regione unica al mondo dove coabitano letteralmente centinaia di popoli diversi, è come un'enorme parco che oltre ad una natura meravigliosa conserva minuscole popolazioni montane, ognuna delle quali ha una propria lingua, una propria cultura e proprie tradizioni nelle quali si riflettono tutte le epoche, tutta la storia dello sviluppo dell'umanità. Ma proprio in questa unicità si nasconde il germe dell'ingovernabilità; la psicologia dei montanari, di questi piccoli popoli in balia della guerra rifiuta i compromessi pacifici. Il governo centrale, anche volendo, non è in grado di controllare tutto il territorio e la gente continua a combattere, non più con coltelli e fucili, come succedeva nel secolo scorso, ma con carri armati e missili, distruggendo così la propria cultura, la propria riserva naturale e etnica unica al mondo. (pp. 167-168) *{{NDR|Sulle [[guerre jugoslave]]}} A nostro avviso il problema è di natura stratificata. Il primo, superficiale livello è chiarissimo a tutti: la Jugoslavia è una piccola Unione Sovietica con la stessa matassa di problemi storici legati ad una varietà di etnie, di gente diversa che si è ritrovata sotto lo stesso tetto. [[Josip Broz Tito|Tito]] è stato uno dei dittatori più «morbidi» del Ventesimo secolo (prima di lui c'è solo Franco) e con lui la nazione non ha fatto che fiorire, ma questa costruzione artificiale non considerava i conflitti insiti nelle popolazioni. I problemi in Jugoslavia sono iniziati, come una reazione a catena, in seguito al crollo dell'Unione Sovietica. Per questo cerchiamo di rapportarci al conflitto jugoslavo con grande cautela, ci assomigliamo troppo.<br>Il secondo livello della questione riguarda il nostro ruolo internazionale come «stato guida». Perché gli USA insistono così tanto nel volere la nostra partecipazione alle sanzioni armate contro l'aggressore (la Serbia, secondo loro)? Lo fanno per creare un precedente, precedente che, a dire il vero, esiste già ed è il nostro appoggio all'operazione «Tempesta nel deserto», la spettacolare azione militare del presidente Bush contro l'Iraq. Quando le nostre due nazioni agiscono di comune accordo si crea, in un certo senso, un modello di governo mondiale che colpisce inevitabilmente con le sanzioni chiunque infranga la legge. (pp. 168-169) *Mentre i nostri ragazzi rischiano la vita nei battaglioni dei caschi blu ucraino e russo, in Jugoslavia certi cosiddetti volontari, che mi piacerebbe proprio vedere in faccia, giocano alla guerra dalla parte dei serbi, certo, sono molto pochi, ma che risonanza hanno avuto in Jugoslavia! Gli argomenti dei politici pro serbi delle nostre parti sono che si tratta di fratelli slavi che dobbiamo difendere in nome di interessi nazional-religiosi. Ma noi li stiamo appunto difendendo! E lo facciamo in condizioni di completo isolamento internazionale. (p. 169) *Continuando la metafora medica mi viene in mente quando in Spagna, la mattina dopo l'operazione, con i punti di sutura ancora freschi, mi proposero di alzarmi e io lo feci, in un bagno di sudore, spaventato e teso, facendo pochi passi. Ecco, il ruolo di Gajdar consisteva nell'alzare la nostra economia paralizzata, riportare alla vita i suoi centri vitali, le sue risorse e il suo organismo. È crudele ma necessario. Mentre gli altri medici si consultavano sul da farsi, lui ha tirato fuori il malato dal letto e ha cercato di farlo camminare. (p. 171) *Nella storia degli ultimi due secoli la Russia ha avuto solo due capi che per la loro mediocrità si sono attenuti ad una pratica puramente conservatrice e apertamente antiriformatoria. Sotto il loro governo la centralizzazione del potere era tanto accentuata che tutta la società viveva una sensazione di oppressione, il tutto accompagnato da severi concetti ideologici e, ovviamente, dalla persecuzione dei dissenzienti. Sto parlando di Alessandro III e di [[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]]. Ambedue hanno governato molto a lungo e ambedue se ne sono andati da questo mondo odiati dalla loro nazione. Ma perché poi? Se guardiamo bene, durante il regno di Alessandro III è avvenuto un indiscutibile balzo in avanti nell'industria che se non ha portato il benessere al popolo, ha però fatto finalmente apparire sulla scena in Russia una classe media, preparando la base materiale per lo sviluppo della scienza e della cultura e facendo definitivamente entrare la nazione nel consorzio dei paesi civili.<br>Con Brežnev si era sicuramente mantenuto il disumano sistema sovietico, si sono continuate le persecuzioni politiche e il confronto militare con l'Occidente, sono cose che sanno tutti: si osservava tuttavia anche un'altra tendenza, pur avendo cioè apparentemente bloccato (come Alessandro III) le riforme, Brežnev non aveva fatto fare al paese una svolta di cento ottanta gradi come allora sembrava a molti, aveva anzi mantenuto lo scheletro delle trasformazioni khruščeviane per cui la sua amministrazione ottusa ma, bisogna ammetterlo, estremamente coerente ha avuto anche conseguenze benefiche. Il concetto brežneviano di «socialismo sviluppato» e di «crescita costante del benessere dei lavoratori», mille volte deriso dai giornalisti della perestrojka non era privo di fondamento, le relazioni economiche di tipo socialista si erano, come vediamo adesso, radicate nel profondo della psicologia della gente, riguardo a un reale benessere, quello ovviamente non c'era, parlare di benessere quando manca il burro e la carne sembra una presa in giro, tuttavia, con il raggiungimento di una certa parità in campo internazionale, alla gente non veniva più chiesto di dare tutta se stessa sarificandosi per la nazione come avveniva prima. Passo dopo passo, per via amministrativa e con un'assordante cigolio si cominciavano a raggiungere certi standard occidentali: appartamenti di proprietà, garanzie sociali, elettrodomestici, minimi possedimenti di terra e addirittura automobili private, cioè condizioni più o meno tollerabili per il cittadino medio. Non voglio adesso parlare dei più complicati processi che avvennero nella società dalla metà degli anni '60 alla metà dei '70, faccio solo notare che c'era in corso una tendenza all'accumolo graduale e quasi invisibile di beni materiali. Poi il leader divenne decrepito e la sua decadenza fisica assurse a simbolo dello sfaldamento della nostra enorme ma dissennata economia. (pp. 171-172) *La madre è la Russia e noi siamo i suoi figli, curare la propria madre con una terapia d'urto è sicuramente crudele, ma la Russia non è solo nostra madre, la Russia siamo anche noi stessi, e io sicuramente curerei me stesso con una terapia d'urto, l'avevo già fatto, a volte l'uomo va avanti e sopravvive solo grazie a una rottura netta. Non ho scelto questa strada per un qualche astratto paese sottosviluppato, l'ho scelta per me stesso, la prima figura che ha dovuto sopportare lo schock e le reazioni dolorose sono stato io, il presidente. Ho dovuto sopportare attacchi di depressione, ripensamenti notturni, insonnie, lacrime, amarezza alla vista dello stato in cui erano ridotte Mosca e le altre città di Russia, valanghe di critiche nei giornali e alla televisione, interventi velenosi al congresso, pesanti decisioni, persone vicine che al momento giusto non mi hanno appoggiato. Senza parlare del sollevamento di ottobre. (pp. 173-174) *{{NDR|Su [[Gennadij Burbulis]]}} [...] lui mal sopportava i funzionari come classe e odiava il lavoro di apparato, d'altra parte gli piaceva molto il fervore distruttivo della squadra di ministri di Gajdar che bramavano di dilaniare letteralmente tutto quel mondo putrido di obbedienza gerarchica e controllo verticale. (p. 179) *{{NDR|Su Gennadij Burbulis}} Per me rimane un mistero come mai sia diventato per lui così importante il versante formale del potere; si tratta pur sempre di un uomo intelligente che ha diretto concretamente uno strumento strategico di potere concentrando molta influenza nelle sue mani. Ma è proprio questo mistero, questo segreto nella psicologia di Burbulis che gli ha impedito di commisurare realisticamente i suoi compiti con le sue possibilità. (p. 181) *{{NDR|Su Gennadij Burbulis}} Non nascondo che ad un certo momento cominciai a provare una certa malcelata stanchezza nei confronti di quella persona, continuavo a vedere la sua faccia in ufficio, alle riunioni, ai ricevimenti, a casa, in dacia, sul campo da tennis, in sauna... È giusto cercare di influire sul presidente per portare avanti le proprie idee, ma tutto ha un limite! E non era una mia mania di persecuzione, semplicemente Burbulis stava cominciando a entrarmi dentro con la stessa disinvoltura con la quale entrava alle riunioni. Le nostre relazioni personali cominciarono a diradarsi. Cose che succedono. (p. 181) *Bisogna innanzitutto dire che [[Jurij Skokov|Skokov]] è una persona intelligente, ma dura e impenetrabile. Sia Silaev, con il quale è stato presidente del comitato economico, che Gajdar, che lo aveva come capo del Consiglio di sicurezza, avvertivano in lui una minaccia nascosta avendo con me non pochi conflitti sulla questione. (p. 187) *Il ruolo reale di Skokov nel gruppo dei miei consiglieri era quello di una sorta di primo ministro «ombra», e questo fin dai tempi del golpe d'agosto, dove ebbe un ruolo importantissimo, forse più importante di quello di altri difensori della Casa Bianca. Skokov conduceva per mio conto le trattative con i rappresentanti dell'esercito e del Ministero degli Interni Gračev e Gromov, sono stati incontri di enorme importanza e assolutamente segreti dove Skokov si distinse tra l'altro per la sua grande discrezione. (pp. 187-188) *La separazione, durata settantacinque anni, della Russia dal mondo civile durante la quale è stata creata la grande economia socialista, ci ha privato del vantaggio di un'entrata naturale del mercato, lì non ci aspetta nessuno. Abbiamo dovuto, per l'ennesima volta nella nostra lunga storia, distruggere quanto c'era e rinunciare ad una vita stabile basata su semilibertà e semipovertà. Ci tocca ancora una volta correre dietro agli altri, fare sforzi sovrumani solo per... diventare come tutti. (pp. 189-190) *{{NDR|Sulla [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} Purtroppo la vicenda ebbe una conclusione tutt'altro che pacifica, questo sta a significare che non era una semplice battaglia parlamentare per la modifica di questa o quella legge o per la sostituzione dei ministri, ma era invece una lotta contro la figura del presidente, una battaglia all'inizio sotterranea e poi via via sempre più aperta, un tentativo di cambiare i fondamenti stessi dello Stato. Per essere ancora più precisi, si trattò di un lungo e ben pianificato tentativo di rovesciarmi. Se avessi capito prima che quel parlamento non aveva alcuna intenzione di accettare la nuova Costituzione, che non era in grado di scendere a patti e neanche di legiferare normalmente, si sarebbero evitati lo spargimento di sangue, le vittime innocenti, lo schock che tutti abbiamo dovuto sopportare e soprattutto quella frattura all'interno delle forze democratiche di cui tuttora avvertiamo le conseguenze. (p. 193) *[...] oramai conoscevo bene [[Ruslan Imranovič Chasbulatov|Khasbulatov]] e il suo carattere orientale, aveva sempre pronte, su una medesima questione, diverse opinioni, della quali una sola veniva dichiarata apertamente, le altre preferiva tenerle in serbo per ogni evenienza. [...] Ognuno di noi due voleva essere il leader, io per motivi, diciamo così, di servizio, e lui, per come mi sembrava, in virtù di una sua personale passione. (p. 195) *Oggi è il sette novembre, porta tante domande amare alla gente della vecchia generazione, anche a quella della generazione di mezzo: chi erano i «bianchi», chi erano i «rossi», chi erano i veri eroi? Non ci si capisce niente. E chi siamo noi nella nostra storia? Possibile che siamo stati solo schiavi, carne da cannone? (p. 200) *Cos'è successo a questi uomini? Da dove è arrivata la loro folle sete di potere? Chissà come avrebbero trascorso le loro vite questi insegnanti di provincia se una nuova epoca non li avesse fatti uscire repentinamente in primo piano. Evidentemente dietro alla loro «tranquillità» e discrezione si nasconde qualche segreto, forse da ragazzi volevano a tutti i costi diventare i capi della loro compagnia, qualcuno li aveva umiliati, forse hanno vissuto continuamente nella convinzione che chi li circondava a scuola o in università non capisse con quale grande personaggio aveva a che fare, che le ragazze facessero troppa attenzione alle apparenze senza saper scavare più in fondo... (p. 202) *So che l'Occidente aveva reagito freddamente alla candidatura di [[Viktor Stepanovič Černomyrdin|Černomyrdin]], e lo stesso si può dire della nostra stampa che lo definiva un tipico funzionario di partito, anche se lui in realtà non lo era mai stato. Černomyrdin si è sempre occupato di produzione, ha percorso in lungo e in largo la Siberia e gli Urali, è un uomo che conosce il valore delle cose, mi è capitato di vederlo immerso fino alle cinocchia nel fango con gli stivali di gomma ai piedi, quello era il suo lavoro, un lavoro duro. (p. 206) *Era proprio Gajdar ad apparire il miglior garante delle riforme economiche agli occhi dei governi occidentali e io lo sapevo bene, ma un conto è vedere le cose dal laggiù, un altro è trovarsi in mezzo agli avvenimenti. (p. 206) *Infine, la riforma di Gajdar aveva creato un grande movimento macroeconomico, aveva distrutto la vecchia economia. Era stata un'operazione priva di qualsiasi eleganza chirurgica, che aveva strappato insieme al tumore anche parti vitali e funzionanti. (p. 207) *Gajdar non aveva capito fino in fondo che cosa volesse dire produzione, metallurgia, complesso petrolifero, industria militare, industria leggera; per lui questi erano concetti teorici. Era uno sbilanciamento pericoloso. (p. 207) *Riguardo alle sue qualità personali Viktor Stepanovič ha dimostrato di essere come me lo aspettavo: una persona affidabile. Non mi ha deluso in nessuna situazione, per quanto critica. Rispetto molto la sua laconicità e la sua discrezione, la sua lucidità, il suo coraggio. (p. 207) *[...] si vede che sono per natura poco disposto all'attesa, alla lotta sotterranea, non appena la situazione si mostra in tutta la sua chiarezza divento completamente un'altra persona. Può essere un bene e un male. [...] Nelle situazione estreme sono forte, in quelle normali posso anche essere appanato, completamente diverso dallo Eltsin che tutti sono abituati a vedere. Posso avere degli scatti infantili... E questa è una debolezza. (pp. 210-211) *Anche negli altri paesi succede che in parlamento si prendano a botte, ma non va mai a finire in questo modo. Non avevo nessun bisogno di una vittoria così, ma ho dovuto lo stesso lottare per raggiungerla a qualunque prezzo per potere mantenere almeno una base di stabilità, la speranza in una pace magari facile. (p. 219) *Io e Viktor Stepanovič siamo uniti, se così si può dire, da un comune stile di vita. Egli non ammette una politica di basso profilo senza principi, ma al tempo stesso non vive nelle nuvole. Questa combinazione di esperienza concreta e di solidi principi elaborati nel tempo è una peculiarità della nostra generazione. (p. 227) *L'atmosfera del terrore, la legge del taglione e le persecuzioni non mi si addicono. Io ho bisogno di sentire e vedere che attorno a me c'è gente normale. In poche parole avevo voglia di vivere una vita semplice, e per chiarire questo pensiero devio un poco dalla severa trattazione politica. (p. 239) *Da tempo ho notato che, prima di avvenimenti terribili, cala per un momento un periodo calmo e sereno, in cui non si ha proprio voglia di pensare al male, in cui la serenità diventa un'esigenza dell'anima e persino di tutto l'organismo. Evidentemente la natura ha i suoi segreti e dispone che ci sia un tempo per prepararsi ad affrontare le prove più dure. E le sciagure... Quelle sono sempre improvvise. (p. 243) *[...] per la prima volta nella mia vita, continuo a essere torturato da un dilemma: ho fatto bene? Esisteva una qualche alternativa, si poteva fare altrimenti, ho davvero esaminato tutte le possibilità?... La Russia sta affondando per mancanza di leggi, e il primo presidente eletto dal popolo rovescia la legge, una legge sbagliata, ottusa, che porterebbe il paese sull'orlo del crollo, ma pur sempre una legge. (p. 245) ==Citazioni su Boris El'cin== *A essere onesti, il bilancio di Eltsin non fu del tutto negativo. I paraocchi mentali del vecchio ordine furono strappati via e i cittadini russi comuni furono liberi di viaggiare e di vedere quanto fossero indietro rispetto all'Occidente. Il Parlamento, la Duma, funzionava, più o meno. Il giornalismo era molto attivo, sulla carta stampata e in modo più impressionante alla radio e in TV. Gli assassini e i corrotti erano chiamati a rendere conto sui giornali, se non nei tribunali. Ma nell'insieme fu più un fallimento che un successo. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Bisogna sapere che all'epoca di Eltzin, uomo debole fisicamente quanto moralmente, per ottenere una concessione di vendita di una fabbrica statale, o il permesso di aprire una nuova miniera sul territorio nazionale o di svendere sottobanco le centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio, metalli preziosi e altre ricchezze accumulate dall'URSS nel corso di decenni, era sufficiente presentarsi armati di racchetta da tennis a uno dei suoi appuntamenti sportivi e lasciarsi sconfiggere da quel lento e scoordinato individuo che per qualche motivo credeva di essere un tennista talentuoso. Tra gli oligarchi circolava la battuta secondo cui, per avere successo negli affari in Russia, la cosa più difficile era perdere a tennis con "l'alcolizzato", come era soprannominato (da tutto il paese!) il presidente. ([[Nicolai Lilin]]) *Boris Eltsin ha sicuramente avuto la sua buona dose di colpe, ma era una persona vera, con i suoi vizi e le sue virtù. Pensavamo fosse un fantasma che ci avrebbe imprigionato per sempre nelle tenebre, invece le file chilometriche di russi in attesa di rendere omaggio alla bara di Eltsin in una cattedrale di Mosca dimostrarono che malgrado i suoi tanti fallimenti il popolo aveva scorto nelle sue azioni la possibilità di un futuro migliore. Un futuro ben diverso da quello che invece ci è toccato vivere con il suo successore. ([[Garri Kasparov]]) *Boris Eltsin verrà sottoposto a una operazione chirurgica. Il vantaggio: ubriaco com'è, non ci sarà bisogno dell'anestesia. ([[Daniele Luttazzi]]) *Boris Nikolaievic è sottovalutato. In realtà è un gigante del Novecento. Ci voleva un essere biologicamente anomalo, eccessivo, forte bevitore, molto carnale, più adatto a distruggere che il costruire, per abbattere il corpaccione del comunismo sovietico. ([[Enzo Bettiza]]) *Come chiunque altro aveva i suoi difetti, ma anche un lato forte. Uno dei suoi pregi era che non cercò mai di evitare le responsabilità, le responsabilità personali. Sapeva assumersi le sue responsabilità, anche se aveva i suoi demoni. ([[Vladimir Putin]]) *Con {{NDR|[[Vladimir Putin]]}} almeno si sopravvive. Negli anni del caos di Eltsin, invece si faceva fatica pure a trovare il pane. ([[Ėduard Limonov]]) *Credo che Putin scelse deliberatamente di non demolire del tutto la democrazia russa fino alla morte di Eltsin. Malgrado tutti i suoi errori e i suoi scivoloni, Eltsin era un vero combattente per la libertà. Se avesse deciso di criticare pubblicamente le manovre dittatoriali di Putin ciò avrebbe avuto delle forti ripercussioni, che si sarebbero fatte sentire anche alle presidenziali del 2008. Con la sua morte, il 23 aprile 2007, però, Putin non sentiva più vincoli di alcun tipo. ([[Garri Kasparov]]) *Eltzin era arrivato al potere sull'onda dell'euforia che accompagnava il crollo dell'URSS, e i cittadini si attendevano da lui il benessere e la miracolosa trasformazione della società in qualcosa di simile al modello occidentale. Ma il brusco crollo dell'economia aveva spazzato via quella classe media sovietica che nonostante tutto conduceva una vita relativamente agiata, e trasformato la maggior parte dei cittadini in miserabili, esposti alle minacce del nuovo mondo, privi delle sicurezze sociali alle quali l'URSS li aveva abituati, indifesi di fronte alle speculazioni delle nuove élite politiche ed economiche che razziavano il paese. Il contrasto tra la miseria delle masse e l'osceno arricchimento degli oligarchi che si comportavano come feudatari medievali, abbassò drasticamente la popolarità del presidente Eltzin, dei suoi programmi politici e del suo concetto di democrazia. Il popolo voleva un cambiamento, e in varie parti del paese pericolose tendenze estremiste mandavano segnali preoccupanti. ([[Nicolai Lilin]]) *Ha pagato i salari che aveva promesso? Niente affatto, non li ha pagati. Anzi, l'indebitamento dello Stato verso i lavoratori era di 16 trilioni. Ha fatto la pace in Cecenia? Niente affatto. Lui ha fatto solo la guerra. Adesso finge di voler fare la pace, ma si combatte ancora... ([[Gennadij Zjuganov]]) *Il crudo coraggio di Eltsin durante il colpo di Stato del 1991 fu il suo momento migliore. Quello che seguì fu un lungo e patetico barcollamento alcolico verso la tomba. Il sogno di democrazia e di Stato di diritto della Nuova Russia lasciò il posto a un caotico pasticcio di vodka, a un'anarchia a singhiozzo in cui i ricchi gangster venivano uccisi da oligarchi più ricchi. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Il più radicale in questo paese è Eltsin. Lui non posso tenerlo a freno. Lui ha fatto la Cecenia, lui ha ficcato le mani nelle tasche dei russi. E poi dice che difende la proprietà privata. ([[Gennadij Zjuganov]]) *Io lo guardavo e pensavo: è colpa tua se la mia mamma è sempre stanca. Se si trascina a stento, se cammina come una vecchia. Se non gioca con me e non mi abbraccia quanto vorrei. Se prima c'era l'Urss e le persone erano buone, e adesso c'è la Russia e in Russia si sta peggio. Quando El'cin compariva sullo schermo, io mi incupivo e dicevo: cattivo, lui. E capitava che mia madre sorridesse. Per questo cominciai a guardare il telegiornale insieme a lei: sgridavano El'cin per vederla sorridere. ([[Elena Kostjučenko]]) *L'ho ammirato quando è riuscito ad opporsi al golpe, ma adesso si comporta come un paleo-comunista. Monta in collera, ordina a destra e a manca, fate questo, fate quello. Ha la stessa sindrome di Gorbaciov, che ha voluto la democrazia e poi si è indignato quando gli altri hanno cominciato ad avere idee diverse dalle sue. ([[Svetlana Allilueva]]) *Malgrado tutta l'ambiguità della sua figura politica, Eltsin è riuscito a fermare la prima guerra cecena, a fermare lo spargimento di sangue e a salvare la vita a molta gente. Con Eltsin noi lavoravamo in piena libertà, per questo potevamo informare su quanto avveniva in Cecenia durante la guerra e il risultato è che si arrivò alla decisione politica di fermare la guerra. Eltsin stesso capiva che nel paese esistevano milioni di indigenti che andavano sostenuti, e che senza il sostegno dello Stato non potevano fornire un'istruzione ai propri figli o curarsi della propria salute. Oggi, con Putin, di questo ci si è dimenticati. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Un giorno la mamma mi disse che prima ci chiamavamo Urss e ora Russia. E che quando eravamo l'Urss si stava meglio, c'era da mangiare in abbondanza ed erano tutti buoni. Con la Russia non era più così. [...] Le chiesi di chi era la colpa, se l'Urss era diventata Russia. Di El'cin, disse lei. Chi sarebbe? Il presidente. Cos'è un presidente? La persona più importante del Paese. E me lo fece vedere, al telegiornale. L'uomo più importante del Paese era vecchio e brutto e aveva una testa gigantesca. Quando parlava non lo capivo. Farfugliava come la nonna quando stava male, strascicava le parole. ([[Elena Kostjučenko]]) ===[[Svjatoslav Nikolaevič Fëdorov]]=== *Il Presidente firma molti decreti, ma non ho visto uno solo dei suoi ''ukaz'' che abbia restituito il sorriso alla gente, né fatto nascere di nuovo i bambini. *Lui ha in testa solo le sue alchimie, i suoi complotti. Lui ha bisogno di avere dei nemici contro i quali combattere. La rissa è la sua unica attività, quella che riempie la sua vita. *Non ha restituito la libertà economica. Non doveva aver paura di andare alle elezioni per confrontarsi con i suoi oppositori. Invece ha sparato contro di loro. Non pensavo fosse un codardo, invece ho scoperto che anche per lui la cosa più importante è il potere. ===[[Maša Gessen]]=== *El'cin, per quanto democratico fosse, aveva l'ossessione spiccamente monarchica di scegliersi un successore. *Eltsin nominava un successore dopo l'altro solo per rimanere deluso in un modo drammaticamente pubblico che imbarazzava sia l'oggetto del malcontento del presidente sia tutti coloro che assistevano alla manifestazione di sfiducia. *Il governo di Eltsin aveva commesso il grave errore di ignorare il dolore e la paura del paese. In quei dieci anni Eltsin, che era stato un sincero populista, uno che andava in autobus o che saliva sui carri armati se la situazione lo richiedeva, si era a poco a poco ritirato in un mondo impenetrabile e rigorosamente protetto di limousine nere e di riunioni private. *Tutto quello che sapeva fare Eltsin era riscoprire i suoi modi populisti: non era capace di nuove sfide o di far rinascere le aspettative; non riusciva a proporre al paese nuovi ideali o una nuova visione. Poteva solo provare a dare alla gente quello che la gente voleva. E quello che la gente voleva non era di certo Eltsin. Dieci milioni di russi lo ritenevano responsabile di tutte le disgrazie che avevano subito nei dieci anni precedenti, colpevole di aver distrutto i loro sogni e le loro speranze – magari anche la loro giovinezza – e lo odiavano visceralmente. Chiunque fosse arrivato alla guida del paese dopo Eltsin sarebbe facilmente diventato popolare se lo avesse processato. ===[[Aleksandr Goldfarb (biologo)|Aleksandr Goldfarb]]=== *Giunto al potere nel 1991 mentre consegnava la dissoluzione della Russia, Boris Eltsin diede inizio a misure drastiche e decisive: rinunciò al controllo statale dei prezzi, abbatté le barriere doganali e si imbarcò in un dirompente programma di privatizzazioni. In quattro anni di terapia d'urto il suo primo consigliere, [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]], il trentottenne ragazzo prodigio dell'economia russa, fece l'impossibile: mise all'asta e privatizzò decine di migliaia di imprese, spostò più della metà della forza lavoro nel settore privato e in qualche modo impedì all'economia di scivolare nell'inflazione incontrollata. *Il principale dilemma di Eltsin durante tutta la sua amministrazione fu stabilire fino a che punto lui stesso intendesse violare la democrazia proprio per salvarla. *Univa tratti apparentemente incompatibili: personalità decisa in tempo di crisi, aveva crisi di inerzia al limite dell ''stupor'' nei periodi intermedi. Era un autocrate che proteggeva la libertà di parola e le libertà civili, un ex boss del Partito comunista che odiava i comunisti, un sovietico al cento per cento che aveva scompaginato in un solo colpo l'intera Unione Sovietica. ===[[Michail Gorbačëv]]=== *Boris Eltsin non sfida soltanto i massimi organi del potere dell'Urss, ma aggiunge ulteriori elementi di contrasto, specula sulla tensione che esiste nel Paese. Io condanno questo modo di agire come un atto deliberato che incita allo scontro. Questo deve essere respinto e condannato. *Eltsin continuava a dire "l'Unione ci sarà". Ma aveva ben altre intenzioni. *Eltsin e il suo gruppo hanno costruito un sistema oligarchico che si rivela tenace e ostile a ogni forma di rinnovamento e di sviluppo. Non c'è spazio per i piccoli imprenditori, per il ceto medio. C'è una concentrazione di ricchezze in poche mani, ricchezze improduttive per il Paese, che infatti emigrano all'estero. *Non è compito di Eltsin decidere il suo successore. Questo è ridicolo. In democrazia questa è prerogrativa del popolo. *Speriamo che il compagno Eltsin non abbia perso del tutto la ragione. L'idea di creare un esercito russo è una provocazione. È come aggiungere dinamite in una situazione già esplosiva. *Un altro errore che ho fatto [...] è quello di non aver mandato per sempre El'cin da qualche parte a cogliere banane o cose del genere. ===[[Sergej Adamovič Kovalëv]]=== *Gli anni di Eltsin ci hanno riportati indietro. [...] Noi intellettuali, che dopo il '91 ci siamo lasciati tentare dal potere, e ne abbiamo fatto l'apologia, ora ci ritroviamo imbavagliati. *Nei primi tempi accanto a Lei c'erano parecchie persone competenti e oneste. Ma Lei accoglieva più volentieri coloro la cui unica virtù era la fedeltà personale. Pian piano questo principio di selezione dei collaboratori, tipico del pcus, ha prevalso. Quelli che invece non possedevano nella misura giusta questa qualità venivano allontanati. Ma perfino nella ristretta cerchia dei «fedeli senza adulazione» facevano carriera solo quelli che – e ciò era evidente a tutto il Paese – perseguivano innanzitutto i propri interessi, ed è ancora una fortuna quando quegli interessi non erano criminali. Risultato? Guardi bene in faccia i suoi seguaci attuali e smetterà di stupirsi perché il Paese non si fida di loro e, quindi, di Lei. *Temo che non venga informato di quello che accade {{NDR|in Cecenia}}. Ma è comunque responsabile per essersi circondato di bugiardi e canaglie. ===[[Aleksandr Ivanovič Lebed']]=== *El'cin si era ritirato dalla guida effettiva del governo. Non era mai stato un democratico, e la sua età avanzata e la sua cattiva salute non davano motivo di sperare che lo diventasse mai. Era capace di regnare a modo suo e di emanare decreti, la maggior parte dei quali nessuno intendeva comunque eseguire. Aveva abbastanza forza per gli intrighi di palazzo, ma non si degnò mai di affrontare il problema della "marmaglia". *Eltsin non è in grado di lavorare. Non è lui che governa il paese. La Russia sta andando in pezzi. Ecco perché dovendo scegliere tra un paese di 150 milioni di abitanti e il presidente, io ho scelto il paese. *La salute del presidente è un dramma umano e personale, che sta diventando una tragedia nazionale. Da sei mesi assistiamo a un triste spettacolo: trasloco di Boris Nikolaevic da una casa di cura all'altra, da un ospedale a una clinica, da una dacia a un sanatorio, mentre il paese rimane senza guida. Un paese talmente in crisi che non si pagano più le pensioni né i salari né le tasse. *Non ho alcuna ragione per averlo in simpatia, ma rappresenta un'idea nuova, mentre i comunisti finora hanno portato solo disgrazia. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Dall'inizio alla metà degli anni Novanta non ero solo un sostenitore di Eltsin, ma uno di quelli che appoggiava senza riserve il leader in ogni sua iniziativa. Strano a dirsi, non ero tanto infatuato della sua persona o dei membri della sua squadra. Semplicemente non potevo soffrire nessuno degli altri politici. Il mondo senza chiaroscuri della politica dell'epoca comportava il fatto che o eri a favore di Eltsin e guardavi avanti, a dispetto degli errori, delle difficoltà e delle decisioni impopolari, oppure puntavi su quelle teste di rapa, rimasugli dell'Unione Sovietica, la cui unica idea era: «Torniamo indietro. Quelli erano bei tempi». Ebbene, per me non erano bei tempi, e mi faceva impazzire che le persone cercassero di convincermi che così era. Mi fa impazzire tuttora. Negli anni Novanta, certi cretini cercavano di convincermi che mia madre non aveva dovuto alzarsi alle cinque del mattino per comprare la carne, e che io non avevo dovuto fare un'ora di fila per acquistare il latte. *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. *Il regno di Eltsin non aveva nulla a che fare con le riforme. Era inutile aspettarsi da lui una qualsiasi visione o una crescita economica. Era solo un vecchio alcolizzato con attorno una manica di cinici imbroglioni che si dedicavano alla loro consueta attività di riempirsi le tasche. [...] L'entourage di Eltsin era una banda di farabutti, alcuni dei quali si definivano statisti patriottici, mentre altri si descrivevano come riformatori. I riformatori rubavano di più, ma avevano un aspetto più presentabile. *In realtà, è probabile che ciò che provo per Eltsin non sia il genere di odio che si può nutrire verso un vivo, ma piuttosto una complessa mescolanza di avversione, rimpianto e sgomento. Rimpianto per la meravigliosa occasione che il mio paese e i miei connazionali si sono lasciati scappare di vivere la normale e civile vita europea che meritiamo. Le aspirazioni, le speranze, la fiducia, compresa la fiducia cieca di persone ingenue e confuse com'ero io in gioventù, sono state tradite e cinicamente svendute. Sono state barattate con le trame patetiche e corrotte – e i guadagni occulti – della famiglia Eltsin, con le garanzie della loro sicurezza. Il primo decreto di Putin riguardava aiuti materiali e garanzie di immunità legale per «la famiglia del primo presidente della Russia». A questo furono ridotti i grandi eventi storici che andarano dalla metà degli anni Ottanta all'inizio dei Novanta. *Un'occhiata fredda e obiettiva all'era Eltsin ci pone di fronte a una verità triste e sgradevole, che spiega l'ascesa di Putin al potere: nel governo della Russia post-sovietica non ci sono mai stati democratici, e tanto meno liberali che sostenessero la libertà e si opponessero ai conservatori desiderosi di resuscitare l'Unione Sovietica. Tutti loro – con rare eccezioni come [[Egor Timurovič Gajdar|Egor Gajdar]] e [[Boris Nemcov]], che si sono mostrati incorruttibili e hanno trovato la forza di ritirarsi (Gajdar) o di resistere alla reincarnazione dell'autoritarismo (Nemcov) – sono stati un'orda scellerata di ladri e mascalzoni. Per un certo periodo sono stati stimolati dalla retorica democratica, ma sempre nell'ottica di stare, nella cornice delle battaglie politiche dell'epoca, dalla parte del Cremlino, delle autorità. Per loro contava solo questo. Questo e, soprattutto, le opportunità di arricchirsi. ===[[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]=== {{cronologico}} *Boris, come tutti noi, ha i suoi lati negativi, su molte questioni abbiamo idee diverse, ma è normale che sia così, quando c'è l'accordo di fondo. Forse io sono più rigido, dipenderà dalla mia formazione militare. Lui per natura è un uomo molto buono, ma non voglio dire con questo che io sono cattivo... *È più anziano di me e ha maggiore esperienza. Ma sono sempre stato contro quelli che gli stanno intorno, che lo spingevano, e che alla fine l'hanno trasformato in ostaggio delle loro idee folli. *Al presidente vengono date informazioni talmente deformate su quello che sta avvenendo nel Paese, che, quando le rende note, viene semplicemente fischiato. *Abbiamo preso l'abitudine di accusare di tutti i nostri problemi economici il circolo dei consiglieri del presidente. I consiglieri lo informano male, gli danno consigli sbagliati... Ma a dire il vero, cosa c'entrano i consiglieri? Tutto dipende dall'uomo che sta al vertice. *Il comportamento del presidente {{NDR|durante la [[crisi costituzionale russa del 1993]]}} ricorda piuttosto gli atti di una giunta fascista poiché si applicano metodi, nella rimozione degli organi di potere legalmente eletti, che neppure i fascisti si potevano permettere. *Quest'uomo non è capace di fare da garante perché nell'ubriacchezza inveterata ha rovinato non solo l'Unione Sovietica, ma anche la Russia. Egli non ha mai diretto lo Stato. A guidare lo Stato è sempre stata la teppaglia politica, il suo entourage. ===[[Vittorio Strada]]=== *Il lascito di Eltsin è quello di una Russia infinitamente più libera, più emancipata di quanto non fosse dieci anni fa, ma con una rete di poteri inficiata se non addirittura corrotta. *Naturalmente Eltsin, come tutti i dirigenti russi, è un uomo del vecchio sistema e come tale esprime una mentalità autoritaria. Ma anche qui: è stupefacente che un uomo che fu carne e sangue di quel sistema sovietico abbia saputo “divincolarsi” dal suo passato e trovare in sé un impulso tendenzialmente democratico. *Un merito storico va riconosciuto a Boris Eltsin: quello di essere stato il “grande distruttore” del regime del comunismo reale. È stato lui, infatti, ad aver dato il colpo di grazia ad un sistema totalitario comunque già condannato dalle sue insanabili contraddizioni interne, acuite ulteriormente da quanti si illusero di poter riformare ciò che riformabile non era: il sistema sovietico. ===[[Elena Tregubova]]=== *C'era effettivamente in Eltsin una sorta di spirito di espiazione. Ma dove ha imparato, questo funzionario di partito, abituato a governare con metodi tutt'altro che democratici, una volta giunto al Cremlino (cioè con il massimo del potere nelle sue mani), a trattare i giornalisti con tanto rispetto e attenzione? Eltsin è stato attaccato dalla stampa come nessun altro presidente degli ultimi decenni, ma non ha mai pensato di chiudere un giornale, o una televisione, o di trascinare in tribunale un giornalista. *Io non ho mai considerato il potere di Eltsin o di qualche suo funzionario come un potere in qualche modo "amico". Ho sostenuto la maggior parte delle riforme eltsiniane, pur considerandole spesso incoerenti e non abbastanza radicali per portare il nostro Paese fuori dalla crisi. D'altra parte mi rendevo conto che nell'arena della politica russa non c'era in quel momento un altro concorrente minimamente serio più adatto di Eltsin a imboccare l'unica possibile via d'uscita per il nostro Paese: la liberalizzazione e l'introduzione dell'economia di mercato al posto del sistema centralizzato-amministrativo ormai in putrefazione, che era necessario spazzare via completamente. *Nonno Eltsin la sua bella missione, anche se parzialmente, l'ha portata a termine: ha dato al Paese la possibilità di respirare un po' di libertà, anche se non per molto. ''Chapeau''. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Eltsin ha sempre governato con il metodo dell'esasperata concorrenzialità tra i suoi collaboratori: tutti avevano le potenzialità, la forza intellettuale per poter fare qualcosa, per «lasciare il segno», ma per poter realizzare i propri disegni dovevano necessariamente invadere il «giardino» altrui. Ma questo avrebbe scatenato, come sempre è avvenuto, una controreazione che, a sua volta, rendeva indispensabile l'arbitrato del numero uno, del Presidente. Su questa sorta di «divide et impera» Eltsin ha costruito le sue fortune politiche, garantendo, sia pur tra mille contraddizioni, una transizione non traumatica per la Russia. *Fino all'ultimo Eltsin sorprese tutti per la forza fisica e per l'energia vitale che lo sosteneva, anche dopo un periodo di abulia o dopo le gravi malattie. Da popolano russo non fu mai frenato né dall'educazione, né dalle formalità protocollari e proprio per questo divenne un vero zar. Poteva addormentarsi nel bel mezzo di un ricevimento o mettersi a dirigere una banda musicale di tromboni senza suscitare alcuna disapprovazione. Ma in fondo queste sono cose che da secoli succedono tra le mura del Cremlino. *Ha saputo inventare un marchingegno, la guerra in Cecenia, con cui unire le forze nazionali. È un fenomeno non nuovo nella storia, intendo dire lo spostamento a destra di una nazione intera, in concomitanza con il verificarsi di certi avvenimenti. Ne sono esempi l'ascesa di Mussolini in Italia, di Hitler in Germania, di Milosevic in Serbia. La specificità russa odierna è che il gioco è riuscito non ad un capo carismatico in ascesa, ma ad una figura al tramonto. Questo dimostra l'esistenza in Russia di un forte senso collettivo di frustrazione nazionale che va in cerca di una rivalsa. *L'ideologia non è mai stata un'idea fissa per Eltsin. Gli ho chiesto una volta se si considerasse comunista e mi ha risposto: «Non sono né comunista né anticomunista». Eppure è stato lui a scogliere il partito comunista, unica forza politica al mondo che abbia dominato su undici meridiani. La sua è stata una risposta spontanea, non dettata dalla prudenza o dall'opportunismo. Mi ha dato anche una pacca sulla spalla destra. *Lo hanno definito populista, perché ama le strategie semplici e si ritrova in sintonia con una società, che preferisce soluzioni immediate. Lui è con la gente, «semplice come la verità». Per questo è un leader. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Boris Eltsin, ''Il Diario del Presidente. {{small|La lotta per la Russia}}'', traduzione di Igor Francia, Marina Ghiglione, Elena Kostjukovich, Lucia Tonini, Sperling & Kupfer, 1994, ISBN 88-200-1848-9. ==Voci correlate== *[[Accordo di Belaveža]] *[[Crisi costituzionale russa del 1993]] *[[Elezioni presidenziali in Russia del 1996]] *[[Prima guerra cecena]] *[[Putsch di agosto]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Eltsin, Boris}} [[Categoria:Politici russi]] [[Categoria:Politici sovietici]] [[Categoria:Personalità della guerra fredda]] satf195oeleuyrcwyu1vxqteoovhp58 Fede 0 3417 1351516 1341989 2024-11-12T08:53:04Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351516 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:National gallery in washington d.c., mino da fiesole, fede, 1475-1480.JPG|thumb|Allegoria della Fede di Mino da Fiesole]] Citazioni sulla '''fede'''. ==Citazioni== *A ogni uomo, in questo mondo, vengono proposte due domande di fede, la prima circa la credibilità di questa vita, la seconda circa la credibilità del suo fine. A entrambe queste domande il semplice fatto della vita di ciascuno di noi risponde con un «sì» così forte ed esplicito, che potrebbe sorgere il dubbio se le domande siano state intese a dovere. Ad ogni modo, ora bisogna che ognuno vada conquistando pian piano questo suo «sì» fondamentale, perché, molto al di sotto della sua superficie, le risposte, aggredite da una tempesta di domande, sono confuse ed evasive. ([[Franz Kafka]]) *Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Marco]]'') *Al tempo di [[Martin Lutero|Lutero]] e di [[Giovanni Calvino|Calvino]], l'[[Europa]] si faceva sterminare per stabilire se ci si salva con le opere e con la fede, o solo con la fede. Ma oggi nessuno darebbe una goccia di sangue per tutti i dogmi vecchi e nuovi. ([[Augusto Guerriero]]) *Al funerale di un amico o davanti allo sfogo di disperazione di un altro, ci troviamo faccia a faccia con la realtà, distogliamo lo sguardo con terrore e sconcerto. In questa cultura la fede è condannata ad avere la funzione di consolazione per quanti non sono all'altezza. ([[John Waters (giornalista)|John Waters]]) *Alla fine che cos'è, la fede, se non conforto e consolazione? ([[Francesco Pannofino]]) *Avere fede significa credere in cose che il buon senso ritiene assurde. (''[[Il miracolo della 34ª strada]]'') *Avere fede ti aiuta ad avere fiducia in te, chi vive dentro di sé una fede credo che sia più accompagnato in tutto ciò che fa, anche nell'avvicinarsi al limite, perché non è mai li limite il problema ma come lo approcci. ([[Sofia Goggia]]) *''Bella Immortal! benefica | fede ai trionfi avvezza''. ([[Alessandro Manzoni]]) *C'è una fede che si arricchisce dei concetti della [[ragione]], e c'è una ragione che si arricchisce dei doni della fede. ([[Battista Mondin]]) *Che cos'è il cielo? Dove si trova? Il cielo non si trova né sopra né sotto, né a destra né a sinistra; il cielo è esattamente nel centro del petto dell'uomo che ha fede! ([[Salvador Dalí]]) *Che cosa è proprio della fede? Piena e indubbia certezza della verità delle parole ispirate da Dio ... che cosa è proprio del fedele? Il conformarsi con tale piena certezza al significato delle parole della Scrittura, e non osare togliere o aggiungere alcunché. ([[Basilio Magno]]) *Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. (''[[Lettera di Giacomo]]'') *''Con me nel carcer nero | ragiona il prigioniero; | si scorda gli affanni e pene, | e al suon di sue catene | cantando va talor.'' ([[Pietro Metastasio]]) *Cosa ci salverà? La fede? Io non voglio avere la fede e non ci tengo ad essere salvato. ([[Jules Renard]]) *Dio ha deposto in noi, con la fede e il battesimo, questo nuovo corpo dotato di capacità spirituali nuove e superiori, per neutralizzare l'influenza e l'arroganza dell'uomo vecchio in noi, non tanto dal punto di vista di ciò che percepiamo o sentiamo, quanto dal punto di vista di Dio, della sua immensa giustizia e della sua grande misericordia. ([[Matta el Meskin]]) *E la fede è molto importante in questo secolo che agonizza così dolorosamente, non le pare? Sono state tentate tutte le rivoluzioni e sono rimaste solo le sconfitte. Le barricate sono deserte, e i paladini delle solidarietà si sono trasformati in solitari che si aggrappano a ciò che possono per sopravvivere. [...] Non si è mai sentito come uno di quei pedoni rimasti indietro, abbandonati in un angolo della scacchiera, che odono spegnersi il rumore della battaglia, mentre si sforzano di restare in piedi, chiedendosi se c'è ancora un re da continuare a servire? ([[Arturo Pérez-Reverte]]) *E se la fede più pura fosse quella in una divinità inesistente? ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *E tutto ciò che è buono, se è una grazia, è un atto di fede; se è una ricompensa, è il frutto della fede. Come tutte le azioni dell'uomo nuovo sono gli effetti della fede. ([[Geremia Taylor]]) *È un'estensione dello spirito, un potere inverso oltre che infinito. Negare la fede è confutare se stessi e lo spirito che genera tutte le nostre forze creative. ([[Charlie Chaplin]]) *''Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto, | mentre il giusto vivrà per la sua fede.'' (''[[Libro di Abacuc]]'') *''El nostro fine è de vedere Osanna. | Per nostra sancta fede a Lui se sale, | E senza fede l'opera se danna''. ([[Cecco d'Ascoli]]) *Entrare davvero nel cuore della fede è veramente l'ultimo tabù. ([[Ben Weasel]]) *Fede e storia non si escludono, ma si integrano e si spiegano a vicenda. ([[Massimo Camisasca]]) *Fede non è sapere che l'altro esiste, è vivere dentro di lui, calarsi nella pelle dell'amico che passa, che ti interpella come un pugno nello stomaco, non ti lascia tregua, ti ricorda che esisti. ([[Lia Varesio]]) *Ho avuto fede nelle armi che possedevo: [[denaro]], [[salute]], [[sapienza]]. Ed ora non credo più in nulla. ([[Maxence Van der Meersch]]) *Ho imparato ad apprezzare la vita in ogni istante, grazie alla fede che per me è una dimensione importante, un dono [...]. Credere ti aiuta a reagire nei momenti negativi che prima o poi capitano a tutti. Ma ti porta anche a gioire e riconoscere quanto di bello c'è già nella tua vita. ([[Ofelia Malinov]]) *Ho imparato che il dolore non distrugge la fede, ma la tempra. E noi abbiamo bisogno di credere, di sperare, anche quando non comprendiamo. (''[[Cosa mi lasci di te]]'') *Ho sempre pensato, e detto apertamente, che essere credente ti rende più facile vivere e, in misura ancora maggiore, impegnarti in una politica di opposizione. La fede rende la vita più semplice. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *I ciechi, pur non vedendo il Principe al cui cospetto si trovano, non per questo non tengono un contegno rispettoso se sono avvertiti di tale presenza; però, non vedendolo, dimenticano facilmente la sua presenza; di conseguenza ancor più facilmente dimenticano il contegno rispettoso. Noi siamo così, Filotea: pur sapendo che Dio è presente, non lo vediamo; è la fede che ci ricorda la sua presenza. Non vedendolo materialmente con gli occhi ce ne dimentichiamo molto spesso e ci comportiamo come se Dio fosse molto lontano. Sappiamo bene che è presente in tute le cose, ma non ci pensiamo, ed è quindi come se non lo sapessimo. ([[Francesco di Sales]]) *I grandi spiriti, che abbandonarono la fede, da [[Ernest Renan|Renan]] a [[Alfred Loisy|Loisy]], confessarono, senza rossore, il loro disagio, e rimpiansero sempre il passato, riguardando la loro deviazione come una mutilazione e una sventura. Una profonda amarezza, che nessun applauso può dissipare, è nelle loro pagine, nelle loro parole. Sono sempre sul limitare della confessione. In ogni [[apostasia|apostata]] c'è un'anima che implora in segreto la grazia divina. ([[Mario Missiroli]]) *Il credente – sia cristiano, che ebreo, o musulmano... – è sempre chiamato a servire anima e corpo un feticcio, e la congrega che utilizza quest'ultimo. Per cui, la cattura, l'abdicazione, l'abiezione dell'individuo sono – per chi bada ai fatti e non alle facezie – integrali. ([[Arrigo Cajumi]]) *– Il fatto che tu non creda in Dio non vuol dire che Dio non creda in te. <br />– Quando si passa la metà della propria vita in galera con un morso da cavallo in bocca, si può non credere. Quando si viene al mondo in un bidone della spazzatura con un cordone ombelicale avvolto intorno al collo, si può non credere. No, sant'uomo, hai capito male: io credo in Dio con tutte le mie forze, e lo odio con tutte le mie forze. (''[[Pitch Black]]'') *Il frutto visibile di una fede viva è la [[gioia]]. Anche umanamente, quando c'è il massimo di amore c'è felicità e humor. ([[Mario Canciani]]) *Il motivo per cui gli uccelli, a differenza degli esseri umani sono in grado di volare, risiede nella loro fede incrollabile, perché avere fede vuol dire avere le ali. ([[James Matthew Barrie]]) *In Francia il presidente è Macron, io credo nell’esistenza anche se mai lo ho visto di persona, sì in altri modi. Una cosa è conoscere la sua esistenza e l’altra è aderire a lui. E la fede è l’adesione a Dio. ([[Michel-Yves Bolloré]]) *Il riso uccide la paura, e senza la paura non ci può essere la fede. (''[[Il nome della rosa (film)|Il nome della rosa]]'') *Il Signore non ci ha riservato un cammino facile. Ma sono sicuro che la fede, quando tutto è come desideri che sia, non è vera fede. È solo quando le nostre vite stanno cadendo a pezzi che abbiamo la possibilità di rendere la nostra fede vera. (''[[La forza del perdono]]'') *In effetti, proprio in questo è «diverso» da ogni altro il [[Dio]] in cui crede il [[cristiano (religione)|cristiano]]: nel fatto, cioè, che propone agli uomini la fede (che è, al contempo, esperienza ''e'' speranza, uso della ragione ''e'' adesione alla rivelazione, anche in ciò che quella ragione supera); che non impone l'adesione a un'evidenza (nella quale occorre «credere» per forza esigendo di essere constatata, pena l'irragionevolezza). [...] Solo un Dio che ''si propone'' con segni, indizi, tracce, impronte e che non ''si impone'', apparendo sfolgorante nella Sua gloria, può instaurare con le Sue creature un rapporto libero e non una dipendenza necessaria. ([[Vittorio Messori]]) *Io credo perché ho bisogno di credere in Dio e nel «dopo» che c'è oltre la vita. La fede, per me, è un dogma. Un valore assoluto. Che fa parte della vita di chiunque, anche di quelli che dicono di non credere. ([[Bud Spencer]]) *Io dunque ho dovuto sopprimere il [[conoscenza|sapere]] per sostituirvi la fede. ([[Immanuel Kant]]) *Io non credo, né mi rifiuto di credere, in nulla. ([[Charlie Chaplin]]) *L'apertura verso la [[verità]], quali che siano le conseguenze, dovunque ci porti, senza sapere nemmeno dove ci porterà. Questa è la fede. Non una convinzione, ma la fede. Le convinzioni danno molta sicurezza, la fede è insicurezza. Non si sa dove si andrà a finire. Si è pronti a seguire e si è aperti, aperti a tutto! Si è pronti ad ascoltare. ([[Anthony de Mello]]) *L'esperienza di fede è esperienza di bellezza, di un incontro tanto reale quanto indicibile, di una presenza più intima a noi del nostro stesso intimo. Ed è esperienza che investe anche il corpo e i sensi. In Oriente il santo è l'uomo con il volto luminoso, il cui corpo esala profumo, la cui somaticità è ormai evento di bellezza e di comunione. Certo, guai a confondere lo psicologico e l'emozionale con lo spirituale, ma lo spirituale traversa lo psichico e investe i sensi del corpo. ([[Enzo Bianchi]]) *L'incredulità è un accidente; la fede sola è lo stato permanente dell'umanità. ([[Alexis de Tocqueville]]) *La fede aiuta a distinguere il bene e il male, a scegliere la via giusta nei momenti di difficoltà. ([[Antonio Conte]]) *La fede cattolica, non solo non teme questo poderoso confronto della sua umile dottrina con le meravigliose ricchezze del pensiero scientifico moderno, ma lo desidera. ([[Paolo VI]]) *La fede che nasce su un'onda di paura, non è altro che la schiuma della paura: essa s'alza e s'abbassa con la paura. La vera Fede non sboccia che sullo stelo dell'Amore. Il suo frutto è il Discernimento. Se hai timore di Dio, non amar Dio. ([[Mikha'il Nu'ayma|Mikhail Naimy]]) *La fede che non agisce è lettera morta, gli atti senza la fede sono peggio ancora; è tempo perso, nient'altro. ([[Anton Cechov]]) *La fede che riposa su di un'autorità non è una fede. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *La fede, come l'amore, non occupa solo alcune ore dell'esistenza, ma ne è l'anima, il respiro costante. ([[Gianfranco Ravasi]]) *La fede comincia appunto là dove la ragione finisce. ([[Sören Kierkegaard]]) *– La fede comincia dove termina la comprensione.<br>– Ma è lì che la ricerca scientifica della verità dovrebbe iniziare.<br>– D'altra parte, cos'è la fede, se non la ricerca della verità?<br>– Un'inspiegabile verità, che genera speranze irrazionali. (''[[Fatima (film 2020)|Fatima]]'') *La fede è credere a ciò che sai che non è così. ([[Mark Twain]]) *La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. (''[[Lettera agli Ebrei]]'') *La fede e nient'altro è la vita il resto non conta, è Storia. ([[Elio Fiore]]) *La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazioni di realtà che non si vedono. Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio. (''[[Millennium - Uomini che odiano le donne]]'') *La fede è il faccia a faccia nelle tenebre. ([[Elisabetta della Trinità]]) *La Fede, è ingrandire la nostra visione del mondo e delle cose, al di là, infinitamente al di là di quello che la nostra, più alta intelligenza, la più luminosa, può raggiungere. ([[Jacques Loew]]) *La fede è l'antisettico dell'anima – pervade la gente comune e la conserva – essi non cessano mai di credere, di aspettare, di aver fiducia. ([[Walt Whitman]]) *La fede è la grande amica del nostro spirito e può, a buon diritto, parlare alle scienze umane. ([[Francesco di Sales]]) *La fede è la risposta dell'uomo a Dio che gli si rivela e gli si dona, apportando nello stesso tempo una luce sovrabbondante all'uomo in cerca del senso ultimo della vita. (''[[Catechismo della Chiesa cattolica]]'') *La fede è qualcosa che c'è o non c'è. Se c'è, inutile discuterla. ([[Zulfiqar Ali Bhutto]]) *La fede è qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata; diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri. ([[Jiddu Krishnamurti]]) *La fede è un mistero. All'inizio sei come un bambino, che tiene per mano suo padre e che si sente al sicuro. Ma viene un momento, e io credo che venga per tutti, in cui il padre lascia la mano. (''[[Agnus Dei (film 2016)|Agnus Dei]]'') *La fede è una ragione di vita, più passa il tempo e più diventa importante. ([[Lenny Kravitz]]) *La fede è ventiquattr'ore di dubbio e un minuto di speranza. (''[[Agnus Dei (film 2016)|Agnus Dei]]'') *La fede in Dio si può averla senza saperlo. Anzi, forse, la si ha solo quando si crede di non averla. La fede si dimostra nell'azione. ([[Mario Soldati]]) *La fede in noi è così debole che crediamo più facilmente a quanto ci cade sotto gli occhi, che non alle verità che essa ci insegna. ([[Teresa d'Ávila]]) *La fede non è passività. Apre alla vita. È lucidità, stupore, camminare e partecipare alla comprensione della vita. ([[Susanna Tamaro]]) *La fede (religiosa) è forse un mito. I credenti che si incontrano sono posseduti innanzitutto dai propri interessi. Ma se si prescinde dalla loro sorte, dalle loro paure, dai loro bisogni − la loro fede non è niente. ([[Paul Valéry]]) *La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governati, e la demostrazione per gli contemplativi che sanno governar sé e gli altri. ([[Giordano Bruno]]) *La fede solleva delle montagne; sì: delle montagne d'assurdità. ([[André Gide]]) *La fede consiste nella volontà di chi crede. ([[Agostino d'Ippona]]) *La fede è conoscenza del cuore e oltrepassa il potere della dimostrazione. ([[Kahlil Gibran]]) *La fede è un apparato del mio corpo, come il sistema nervoso, come le ossa o il sangue: tu sai di avere tutti questi elementi ma non sempre li nomini. ([[Irene Pivetti]]) *La fede è un crampo, una paralisi, un'atrofia della mente in certe posizioni. ([[Ezra Pound]]) *La fede è una luce nera. ([[Madeleine Delbrel]]) *La fede fa miracoli. In base al principio della reciprocità. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *La fede nella scienza e nella tecnica, nella fisica e nella chimica sta riducendo l'[[uomo]] a un oggetto privo di orizzonti metafisici. ([[Andrea Rossi]]) *La fede non è confortevole, deve invece renderci inquieti. ([[Ben Weasel]]) *La fede non si sponsorizza, ma si trasmette e condivide con gli abbracci. ([[Renato Zero]]) *La fede passa attraverso un rapporto umano diretto, non è un qualcosa che si impara dai libri. ([[Sabino Chialà]]) *La fede religiosa costituisce l'essenza spirituale di ogni società, perché senza un tale sostegno, qualsiasi società, per quanto progredita e materialmente ricca, è destinata a vivere in maniera confusa e senza scopo. Una fede autentica è la migliore garanzia della salute spirituale e dell'integrità morale di una società, il suo sostegno più valido nell'affrontare i problemi quotidiani, piccoli o grandi che siano e la protezione migliore contro ogni attacco sferrato alla moralità. Nessuna società può ritenere di poter sostituire questo essenziale fattore di forza e di continuità con una qualsiasi ideologia. Tutti i tentativi fatti fino ad oggi in tal senso si sono dimostrati perdenti. ([[Mohammad Reza Pahlavi]]) *La fede, spesso, è stato il vero motore delle persone di buona volontà che nelle zone più difficili del Sud han cercato di trasformare le cose. ([[Roberto Saviano]]) *La nostra fede di credenti del secolo XXI è ancora sempre chiamata a misurarsi su quella delle prime generazioni cristiane. ([[Romano Penna]]) *La fiducia in se medesimi è il vero significato della fede; e nella fede sta il segreto del compimento di ogni desiderio. ([[Inayat Khan]]) *La maggioranza dei [[cristiano (religione)|cristiani]], ahimè, non è mai passata dal [[Gesù]] personaggio — cioè un insieme di dottrine, di dogmi — a Gesù persona viva; non è passata mai da «Gesù Egli» a «Gesù Tu». Per questo la fede di molti cristiani è come il sole invernale, che illumina ma non riscalda. ([[Raniero Cantalamessa]]) *La mia fede è condizionata dal dubbio, credo che sia la bellezza della fede. Ogni giorno devi perderla e ritrovarla. Se hai capito cos'è la fede, dopo un po' lo fai di mestiere. ([[Pupi Avati]]) *La ragione dell'uomo è debole e può essere tratta in inganno; la vera fede non lo può, mai. (''[[Imitazione di Cristo]]'') *La [[ragione]] è direttamente opposta alla fede, perciò si deve abbandonarla . Nei credenti deve essere uccisa e sepolta. ([[Martin Lutero]]) *La verifica di un'autentica fede, della vera religiosità, è se nasce una fraternità, una giustizia, un impegno, una possibilità di solidarietà assistenziale. Il cristiano fa una solidarietà liberatrice e in questo c'è il crisma e la conferma di una fede. ([[Andrea Gallo]]) *La via alla consapevolezza non passa attraverso la fede. Ma solo la consapevolezza raggiunta nell'inseguire la struggente luce interiore ci permette di comprendere cosa sia la fede. Quanti sono stati spinti nelle tenebre dallo sterile discutere intorno alla fede come se fosse qualcosa di "vero" per la ragione. ([[Dag Hammarskjöld]]) *L'[[Europa]] tornerà alla Fede o perirà. Perché la Fede è l'Europa e l'Europa è la Fede. ([[Hilaire Belloc]]) *Lezione numero uno: se rifiutiamo l'illusione della fede, le consolazioni di Dio e le favole della religione, se preferiamo voler sapere optando per la conoscenza e l'intelligenza, allora la realtà ci appare così com'è: tragica. Ma una verità che toglie subito la speranza e consente di non sprecare del tutto la vita collocandola sotto il segno del morto-vivente è meglio di una storia che sul momento consola, ma ci fa trascurare il nostro unico bene: la vita qui e ora. ([[Michel Onfray]]) *Ma la mia religione sono io: ogni essere umano è diverso dall'altro, perché dobbiamo avere la stessa religione? Io non ho bisogno di credere in un Dio. Fin da piccino, ho imparato a credere in me. È l'insegnamento dei genitori: al limite, Dio è mio padre. ([[Jo-Wilfried Tsonga]]) *Nella modernità occidentale gli ostacoli alla fede sono innanzitutto di tipo morale e spirituale, piuttosto che epistemico. ([[Charles Taylor]]) *Nell'origine della fede cristologica c'è la storia, cioè la vita vissuta, per quanto riguarda sia il credente sia soprattutto Gesù stesso. ([[Romano Penna]]) *Noi sappiamo che la fede non è né una camomilla né una consolazione, ma una fonte di interrogativi, di inquietudini, di non appagamento. ([[Paolo Giuntella]]) *Non c'è che la fede a renderci felici in questa vita e nell'altra. (''[[Tralci d'una terra forte]]'') *Non credo a chi parla agli altri della propria fede, soprattutto con l'intento di convertire. La fede non ammette di essere raccontata. Deve essere vissuta e allora si propaga da sé. ([[Mahatma Gandhi]]) *Non mi è difficile credere in Dio, importante è che lui creda in me. ([[William Golding]]) *Non si arriva alla fede che per una sola via, per quella del dolore. ([[Iginio Ugo Tarchetti]]) *Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'') *Ogni fede viene messa alla prova mediante i suoi effetti pratici nella vita. Se è vero che l'ottimismo permette al mondo di andare avanti e che il pessimismo lo rallenta, allora è pericoloso propagare una filosofia pessimista. ([[Helen Keller]]) *Per ebrei, cristiani e musulmani, questo unico vero [[Dio]] non è il Dio sconosciuto, ma il Dio buono, il Dio amico dell'uomo, su cui anche nel dubbio, nel dolore e nella colpa, anche in tutte le pene private e in tutte le necessità sociali, l'uomo può riporre una fiducia incondizionata e totale, ''fede'' appunto. ([[Hans Küng]]) *Per il momento non c'è più conflitto tra uomini di ragione e uomini di fede. Siamo tutti in ginocchio. ([[Primo Mazzolari]]) *Per me è impossibile pensare a una [[vita]] senza il dono della fede, e ho la fortuna di averla. Ma la mia fede è "pro" e non "contro": non credo nei divieti, in una [[religione]] terrorizzante e punitiva; di conseguenza, non credo al 99 per cento delle cose che mi sono state insegnate al [[catechismo]]. ([[Fabio Genovesi]]) *Per me l'unica arte è la fede, e Cristo la mia poesia. ([[Paolino di Nola]]) *Potete strapparmi gli occhi, eppure non mi ucciderete. Ma distruggete la mia fede in Dio, e io sono morto. ([[Mahatma Gandhi]]) *''Qual fede? o figlio, or non son più quei tempi; | A tempo mio ben si vedea, ma ora | Troppo intristito è 'l Mondo, e troppo iniqui | Gli uomini son fatti''. ([[Scipione Maffei]]) *Quando la fede è forte può spostare delle montagne. Ma è anche cieca, e per questo vi seppellisce sotto le cose migliori. ([[Karl Heinrich Waggerl]]) *Quando non si è [[Sincerità|sinceri]] bisogna fingere, a [[forza]] di fingere si finisce per credere; questo è il [[principio]] di ogni fede. ([[Alberto Moravia]]) *Quello che dicono le persone spirituali che chi ha fede conduce cose grandi, e come dice lo Evangelio, chi ha fede può comandare a' monti, procede perché la fede fa ostinazione. Fede non è altro che credere con opinione ferma, e quasi certezza, le cose che non sono ragionevole; o, se sono ragionevole, crederle con più resoluzione che non persuadono le ragione. Chi adunche ha fede diventa ostinato in quello che crede, e procede al cammino suo intrepido e resoluto, sprezzando le difficultà e pericoli, e mettendosi a soportare ogni estremità. Donde nasce che essendo le cose del mondo sottoposte a mille casi ed accidenti, può nascere per molti versi nella lunghezza del tempo aiuto insperato a chi ha perseverato nella ostinazione; la quale essendo causata dalla fede, si dice meritamente: chi ha fede ecc. ([[Francesco Guicciardini]]) *Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la [[speranza]] e la carità; ma di tutte più grande è la carità. (''[[Prima lettera ai Corinzi]]'') *Questi giovani sono portati a escludere la fede. È uno dei segni più importanti del tempo. E invece io credo che quel che bisogna cercare disperatamente nella storia è la fede. Il curioso è poi che ammettono la scienza; ma la scienza – in assoluto – non è fede? Problemi grossi. Ed eterni. Gli uomini hanno sempre lavorato per la loro distruzione. ([[Salvatore Satta]]) *[[Scienza]] e fede non sono in contrasto, sono espressioni delle due componenti di cui siamo fatti: il [[trascendente]] e l'[[immanente]]. ([[Antonino Zichichi]]) *Se avessimo la fede vedremmo il buon Dio in ogni cosa. ([[Bernadetta Soubirous]]) *Se c'è una cosa che non sopporto, è la passività della fede. ([[David Grossman]]) *Se [[Gesù|Cristo]] non è risorto, allora la nostra predicazione è senza senso, senza senso pure la nostra fede. (''[[Prima lettera ai Corinzi]]'') *Se noi fossimo gente di fede potremmo consegnare allo Spirito tutte le azioni della giornata, qualunque siano: le trasformerebbe in vita. ([[Madeleine Delbrel]]) *Se voi onorate la vostra fede, dovete onorare la fede degli altri che sono diversi da voi. Onorando la fede altrui, esalterete la vostra stessa fede, e farete sì che sia onorata dagli altri. ([[Jawaharlal Nehru]]) *– Se vuoi sposarti devi comunicarti e se vuoi comunicarti devi confessarti, se no... lui non ci sposa!<br />– Ma io non sono credente.<br />– Ah, e chi lo è? Il 90% della gente cha va in chiesa mica è credente. E i preti stessi... (''[[Il conformista (film)|Il conformista]]'') *Senza [[cultura]] letteraria, si può, ne converngo, avere sincerità di fede; ma non si può intendere la Scrittura, non le esposizioni e le tradizioni dei dottori, a mala pena comprensibili per i letterati... ([[Coluccio Salutati]]) *Senza fede non potremmo accettare né concepire la morte. ([[Sophia Loren]]) *Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. (''[[Prima lettera di Giovanni]]'') *Tutto ciò che ho veduto mi induce a confidare nel Creatore per tutto ciò che non ho veduto. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *Un confronto con i contenuti fondamentali della fede cristiana, così come sono rivelati nelle Sacre Scritture, risulta impossibile, per l'ovvio motivo che, misurata con il metro della sola ragione, la fede non può non risultare follia, proprio come, misurata con il metro della sola fede, è la ragione a risultare folle. ([[Sergio Quinzio]]) *Una fede che non dubita è una fede morta. ([[Miguel de Unamuno]]) *Una fede, la cui verità fosse razionalmente verificabile, sarebbe scienza, non fede. La fede non soltanto si riferisce al [[soprannaturale]], ma non può avere fondamento che in questo; il che è quanto dire, è impossibile che la sua verità consti alla ragione. ([[Bernardino Varisco]]) *Vedi che belle [[patata|patate]]? Annusane una. È così che dev'essere la tua fede: una cosa reale. La puoi sentire, la puoi odorare. La tua fede dev'essere proprio come le patate. (''[[Fede come patate]]'') *Vivere fino in fondo la fede, oltre a non essere uno stato di minorità, è un modo eccellente per rendere migliore il mondo. ([[Angelo Bagnasco]]) *Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere ma vivacchiare... ([[Pier Giorgio Frassati]]) ===[[Papa Benedetto XVI]]=== *Il cedimento [[morale]] di tanti cristiani anzi, la crisi stessa della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] hanno una causa. E questa causa è, per dirla chiara, l'indebolimento della fede. È impossibile vivere la morale cattolica se non si è più convinti, e fino in fondo, che Gesù Cristo è il figlio di Dio e che nel vangelo è contenuto il progetto divino per l'uomo. *La fede è un dono che ci è dato perché sia condiviso; è un talento ricevuto perché porti frutto; è una luce che non deve rimanere nascosta, ma illuminare tutta la casa. È il dono più importante che ci è stato fatto nella nostra esistenza e che non possiamo tenere per noi stessi. *La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita. *Nel credente sussiste la minaccia dell'incertezza, che nei momenti della tentazione gli fa duramente e d'improvviso balenare dinnanzi agli occhi la paurosa fragilità dell'intero edificio in cui ha fede, il quale ordinariamente gli appare invece tanto ovvio e compatto. *Ragione e fede si aiutano a vicenda. Solo assieme salveranno l'uomo. Attratta dal puro fare tecnico, la [[ragione]] senza la fede è destinata a perdersi nell'illusione della propria onnipotenza. La fede senza la ragione, rischia l'estraniamento dalla vita concreta delle persone. *Se in certe teologie ed ecclesiologie di oggi [[Maria]] non trova più posto, la ragione è semplice e drammatica: hanno ridotto la fede a un'astrazione. E un'astrazione non sa che farsene di una madre. *«Speranza», di fatto, è una parola centrale della fede biblica – al punto che in diversi passi le parole «fede» e «speranza» sembrano interscambiabili. ===[[Tony Blair]]=== *La fede "corregge", in modo necessario e vitale, la tendenza dell'umanità al "relativismo". *La fede è un credere "vivo", non fermo in un'epoca nella storia, ma che si muove col tempo, con la ragione, migliorata dalle scoperte scientifiche e tecnologiche, non in "antitesi" ad esse, e dirige tali scoperte verso fini umani. *La fede risponde al desiderio umano più fondamentale, irresistibile, "irreprimibile" di fare del bene, di migliorarsi, di pensare e agire oltre i limiti degli egoismi umani. ===[[Hans Urs von Balthasar]]=== *C'è nella Chiesa una tendenza ancora più pericolosa: il superamento o lo svuotamento della fede mediante il sapere. *Il tesoro che ci viene procurato dalla fede è la completezza dell'uomo, preparata in Dio. *La fede è due cose: un atto ed il suo contenuto ed oggetto: un ritenere per vero e un ritenuto per vero. *La fede, l'amore e la speranza camminano nella notte: esse credono l'incredibile, amano ciò che si sottrae e li abbandona, sperano contro ogni speranza. ===[[Samuel Butler]]=== *La fede, come un qualsiasi corpo mobile, segue la linea di minor resistenza. *La fede non consiste, come sostengono falsamente alcuni, nel credere in certe cose senza avere prove sufficienti; questa non è fede, ma mancanza di fede in tutte le cose in cui dovremmo credere di più. La fede consiste nel credere che l'istinto dei migliori tra gli uomini sia in se stesso una prova che non può essere messa da parte alla leggera; e i migliori tra gli uomini hanno sempre ritenuto la morte preferibile al disonore, e addirittura desiderabile, quando con essa si può conquistare la gloria. *Poi giunse a capire quanto poco importasse la fede professata, fosse religione, fosse irreligione, purché la si seguisse con caritevole con caritatevole incoerenza, senza voler giungere ad assurde conclusioni. ===[[Emil Cioran]]=== *Colui che propone una fede nuova è perseguitato, in attesa di diventare a sua volta persecutore: le verità cominciano da un conflitto con la polizia e finiscono col farsi sostenere da essa. *La fede è una immaginazione che rifiuta il concreto, che non si preoccupa di ciò che la respinge. Non si può credere senza immaginazione. *Ogni fede è falsa – vista dall'esterno. Ma credere è importante quanto respirare. ===[[Mariano Crociata]]=== *La fede non esiste mai senza cultura. *Gesù Cristo offre e comunica la possibilità di credere, sperimentando lui per primo e mostrando come si vive di fede. *Gesù si presenta come l'origine e il modello della fede. ===[[Umberto Galimberti]]=== *La fede a sua volta non ha a che fare con la [[verità]] perché, lo dice [[Tommaso d'Aquino|Tommaso D'Aquino]] commentando [[Paolo di Tarso]], la fede, a differenza della [[scienza]] espressa dalla ragione umana, conduce in captivitatem omnem intellectum, cioè rende l'intelletto prigioniero di un contenuto che non è evidente, e che quindi gli è estraneo (alienus), sicché l'intelletto è inquieto (nondum est quietatus) di fronte alla scienza nei cui confronti si sente in infirmitate et timore et tremore multo. *La ragione "sa" cosa dice mentre la fede "crede" in quel che dice. E siccome non "credo" che due più due faccia quattro perché lo "so", tra fede e ragione non c'è parentela, né subordinazione gerarchica, come pretendono gli uomini di fede che collocano il loro credere al di sopra del loro sapere. Infatti non posso "credere" in ciò che "so", e non posso "sapere" se è vero ciò in cui "credo". In realtà l'area della fede si riduce man mano che avanza il sapere. Una volta, come ci ricorda Ippocrate, l'epilessia si chiamava "male sacro"; oggi a nessun medico e a nessun paziente verrebbe in mente di attribuire a Dio o agli dèi l'origine di questa malattia. *Quanto al rapporto fede-morale, penso che per stabilire una corretta convivenza tra gli uomini la ragione sia in grado di fondare una morale (vedi Kant) indipendentemente dalla fede la quale, come dimostrano il nostro tempo e i tempi trascorsi, concorre più all'ostilità e alla ferocia fra gli uomini che alla loro pacifica convivenza. ===[[Nicolás Gómez Dávila]]=== *La fede di qualsiasi uomo intelligente, qualsiasi fede, vacilla se ascolta i suoi correligionari. *La fede incapace di ridere di se stessa deve dubitare della propria autenticità. Il sorriso è ciò che dissolve il simulacro. *Tra lo [[scetticismo]] e la fede ci sono affinità pratiche: entrambi minano la presunzione umana. ===[[Friedrich Nietzsche]]=== *La fede nella verità comincia con il dubbio in tutte le «verità» credute sino a quel momento. *Il cristianesimo richiede fede e nient'altro che fede, e respinge con passione la ricerca delle motivazioni. *Che la fede in determinate circostanti renda beati, che non basti la beatitudine a fare di una idea fissa un'idea ''vera'', che la fede non sposti le montagne, sibbene ''ponga'' le montagne laddove non esistono: un rapido giro attraverso un manicomio è abbastanza chiarificativo al riguardo. ===[[Adrienne von Speyr]]=== *Se il [[parabola del granello di senape|granello di senapa]] è la fede, allora sarà molto chiaro quale deve essere il ruolo della fede nell'uomo: crescere, come il granello dalla terra, dalla sostanza della grazia invisibile di Dio che egli accoglie in sé. *Solo la fede può mantenere quel che la [[speranza]] promette. *[[Sofferenza]] senza fede sarebbe come amore senza speranza. *Vivere nella fede significa vivere nel [[silenzio]]. ===[[Teresa di Lisieux]]=== *Esistono davvero anime senza fede, le quali per l'abuso delle grazie hanno perduto questo tesoro immenso, sorgente delle sole gioie pure e vere. *Il velo della fede [...] non è più un velo per me, è un muro che si alza fino ai cieli e copre le stelle. Quando canto la feli­cità del Cielo, il possesso eterno di Dio, non provo gioia alcuna, perché canto semplicemente ciò che voglio credere. *Sì!!! Che grazia avere la fede! Se non avessi avuto la fede, mi sarei data la morte senza esitare un solo istante. ==[[Proverbi italiani]]== *A chi crede, Dio provvede. *Chi ha fede in Dio non può perire. *Chi non ha fede, non ne può dare. *Chi non vuol perdere la sua fede, si guardi dal disputare. *Chi perde la fede, nessuno gli crede. *Fede, [[occhio]] e [[coscienza]] non possono sopportare un granellin di sabbia. *La fede degli uomini, il sogno e il vento son cose fallaci. *La fede deve venir da Dio. *La fede è il letto di riposo dello spirito. *La fede genera l'amore, e l'amore raddoppia la fede. *La fede nelle parole molti delude. *La fede non s'impara dai libri. *La fede riguarda Dio, e l'amore il prossimo. *La fede santifica in noi tutte le cose. *La fede senza le opere è una fede impotente. *La fede sta nel credere, e non nel vedere. *La fede toglie tutti i peccati, e la miscredenza li conserva. *La fede vien dalla parola, e dalla fede sgorga l'amore. *La vera fede poco può esistere senza le opere buone, come il sole senza luce ed il fuoco senza calore. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Credere]] *[[Devozione]] *[[Scienza e religione]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la|wikt}} [[Categoria:Concetti religiosi]] [[Categoria:Filosofia della religione]] [[Categoria:Teologia]] [[Categoria:Virtù]] 1odip6qiv7kqs8dn9js0k6dfgmaum7k Cielo 0 3470 1351378 1295812 2024-11-11T17:49:48Z ~2024-9620 100276 Dante. 1351378 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Sky with puffy clouds.JPG|thumb|Cielo azzurro]] Citazioni sul '''cielo'''. *Aprirà il Signore il più grande dei suoi tesori, il cielo, per dare alla tua terra, a' suoi tempi, la pioggia. (''[[Deuteronomio]]'') *''Capirai che il cielo è bello perché | in fondo fa da tetto a un mondo pieno di paure e lacrime.'' ([[Cesare Cremonini]]) *''Certi [[pomeriggio|pomeriggi]] | è troppo il blu del cielo | per una persona sola.'' ([[Lillo Gullo]]) *Che cos'è il cielo? Dove si trova? Il cielo non si trova né sopra né sotto, né a destra né a sinistra; il cielo è esattamente nel centro del petto dell'uomo che ha fede! ([[Salvador Dalí]]) *''Ci sono tanti mondi, ma tutti | condividono lo stesso cielo – | un solo cielo, un solo [[destino]].'' (''[[Kingdom Hearts]]'') *Cieco chi guarda il cielo senza comprenderlo: è un viaggiatore che attraversa il mondo senza vederlo; è un sordo in mezzo ad un concerto. ([[Camille Flammarion]]) *Colui che salta verso il cielo potrebbe cadere, è vero, ma potrebbe anche volare. ([[Lauren Oliver]]) *Com'è misterioso, il cielo... esiste da sempre, lassù, trascendendo il tempo. L'eternità... forse è il cielo stesso... ([[Jirō Taniguchi]]) *''Dell'innocente | [[Sangue]] versato | In scellerata [[guerra]] | Conta il Cielo le stille, e le schernite | Lagrime tutte della stanca terra''. ([[Vincenzo Monti]]) *''Dolce color d’orïental zaffiro, | che s’accoglieva nel sereno aspetto | del mezzo, puro infino al primo giro, | a li occhi miei ricominciò diletto, | tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta | che m’avea contristati li occhi e ’l petto.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *E allora, in quel giorno percepii per la prima volta (e per l'unica volta) la verità della metafora così spesso e banalmente abusata: il cielo piange. Il mio cuore, certamente più piccolo del cielo, allora piangeva in modo più violento di lui; e neppure l'imperialregio regolamento di servizio, che allora regolava, reprimeva, mitigava i miei sentimenti, poteva impedirmi di piangere. ([[Joseph Roth]]) *''È qui | che la vera differenza | è tutta nel modo in cui | ognuno | guarda il cielo | qui | da dentro | questa bizzarra | coincidenza''. ([[Luciano Ligabue]]) *''E tu, Cielo, dall'alto dei mondi | sereni, infinto, immortale, | oh! d'un pianto di stelle lo inondi | quest'atomo opaco del Male.'' ([[Giovanni Pascoli]]) *''Guarda il cielo prima di morire | è l'ultima volta che lo farai.'' ([[Metallica]]) *Guarda il cielo, Rosie. Sembra così prezioso quando è stellato. (''[[Una storia vera]]'') *Il cielo con tutta la sua creazione è come il telescopio che ci fa scorgere Dio: non lo ingrandisce, non lo può ingrandire al nostro sguardo, perché Egli è infinito, ma può farci intravedere la sua grandezza, può farci contemplare un raggio della sua potenza, un fulgore della sua sapienza, un caldo riflesso dell'infinita fiamma del suo amore. ([[Dolindo Ruotolo]]) *Il cielo di città mi piace perché puzza di basso, di uomini. Il cielo di campagna invece mi fa paura. C'è solo roba del Signore, lassù: stelle, stelloni, nuvole al galoppo. ([[Margaret Mazzantini]]) *Il cielo è il maestro paesaggista preferito dei sognatori. ([[Albert Samain]]) *Il cielo esisteva già prima che le nubi si ammassassero, e continuerà a esistere quando saranno scomparse. È presente anche quando le nubi sembrano coprirne ogni centimetro a noi visibile. ([[Tenzin Gyatso]]) *Il Cielo non ha parenti; tratta egualmente tutti gli uomini. ([[Confucio]]) *Il sole era già alto nello sconfinato cielo greco: un cielo più alto, più leggero, che ti circonda più da vicino e si stende più in là nello spazio che in qualunque altro luogo del mondo. Non intimidisce, non sminuisce, ma è ospitale e accogliente per l'uomo, suo elemento non meno della terra; e pare che solo un errore di gravità inchiodi l'uomo alle rocce e al ponte della nave e gli impedisca di essere assunto nell'infinito. ([[Patrick Leigh Fermor]]) *Il vuoto del cielo disarma la collera. ([[Simone de Beauvoir]]) *''Io guardo spesso il cielo. Lo guardo di mattino nelle | ore di luce e tutto il cielo s'attacca agli occhi e viene a | bere, e io a lui mi attacco, come un vegetale | che si mangia la luce.'' ([[Mariangela Gualtieri]]) *''Le competizioni del cielo | incorrotte procedono.'' ([[Emily Dickinson]]) *''Non c'è scatto nel cielo. | Solo il fulmine ha spigoli e fuoco. | Solo il fulmine viaggia nervoso. | Ma guarda ora – che pace – || A me pare di averlo percorso | tutto a volo - questo azzurro – | che si dispiega pacato. Mi pare | un luogo che conosco. Che è stato | di me. E lo è ancora. | Se guardo – entra nella radice | dà da bere al mio | alimenta il mio fuoco.'' ([[Mariangela Gualtieri]]) *Non quello che le [[stella|stelle]] hanno fatto, ma quello che faranno, è ciò che fa durare il cielo. ([[Emily Dickinson]]) *''O ciel, sei bello quand'azzurro fulgi, | E se d'orror ti cinge la tempesta''. ([[Augusto Conti]]) *O cielo! [...] Sei bello. Arcibello. Tu e le tue [[Nuvola|nuvole]], le quali non si capisce che simulacri siano, e di che. Se cifre geroglifiche e pedagogiche; o crolli d'alti castelli; o rassegne di flotte regali; o processioni di sogni... Fino a quando un mattino, oggi per esempio, un vento le disfa, una calura le squaglia, e tu ridivieni di colpo questo schietto cristallo di rocca, questo duro orbe di blu, la pupilla d'un guercio, onniveggente dio... [...] Come vorrei, insondabile cielo, starmene a guardia di te, per il tempo che m'avanza! Da una garitta di torre, con la sola compagnia d'un bicchiere d'acqua e d'un pane. Per capire se sei smeraldo senza peccato o perla scaramazza, viscere del tutto o fauce del niente... Di cui si dice che non hai confini, ma altri dice che t'incurvi e avvolgi a morderti la fiammeggiante coda... E inanelli lune con soli, e intrecci albe e tramonti, saetti zig zag di fulmini entro il fogliame delle galassie... Serpente cielo. Albero cielo. Giusto, arcano, bellissimo, arcibellissimo cielo! ([[Gesualdo Bufalino]]) *''Per cinquantaquattro anni | ho ornato il cielo di stelle. | Ora balzo attraverso – | che rovinio!'' ([[Eihei Dōgen]]) *''Poiché è blu il cielo mi fa piangere.'' ([[The Beatles]]) *''Ringrazio il ciel, ch'in quest'alme contrade | Drizzò i miei passi, e più ringrazio [[Amore]], | Che mostrò a gli occhi miei tanta beltade.'' ([[Angelo di Costanzo]]) *''Sciocco è chi a contrastar col ciel s'ingegna, | Il tuo destin a tal ben non si degna; | Ond'è dispersa al vento ogni fatica''. ([[Angelo di Costanzo]]) *Scusatemi, mentre bacio il cielo! ([[Jimi Hendrix]]) *Un punto microscopico brilla, poi un altro, poi un altro: è l'impercettibile, è l'enorme. Questo lumicino è un focolare, una stella, un sole, un universo; ma questo universo è niente. Ogni numero è zero di fronte all'infinito. L'inaccessibile unito all'impenetrabile, l'impenetrabile unito all'inespicabile, l'inespicabile unito all'incommensurabile: questo è il cielo. ([[Victor Hugo]]) ===[[Richard Bach]]=== *Come l'astronomia senza un telescopio può essere priva d'interesse, così lo è il cielo senza un [[aeroplano]]. *Con un aeroplano, si può imparare a conoscere il cielo come un vecchio amico, e a sorridere quando lo si vede. *E poi venitemi a parlare di cielo sovraffollato. Ma forse i primi trecento metri non contano come cielo. *Perché il cielo è l'unico mondo, letteralmente l'unico mondo che ci sia per un aeroplano e per l'uomo che lo conduce. *Un [[aviatore|pilota]] non può parlare delle meraviglie del cielo nemmeno all'essere più amato. ==Voci correlate== *[[Cielo e mare]] *[[Cielo e terra]] *[[Cielo notturno]] *[[Natura]] *[[Nuvola]] *[[Pioggia]] *[[Regno dei Cieli]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|wikt|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Astronomia osservativa]] [[Categoria:Meteorologia]] 018n2x572nfe7wf3e3owg9vq2h2nf9e Problema 0 3501 1351503 1343139 2024-11-12T08:30:03Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351503 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''problema'''. ==Citazioni== *– Allora, Johnny, c'è qualche problema?<br />– Io non ho problemi. Non sono un [[intellettuale]]. (''[[I segreti di Filadelfia]]'') *Dà forma artistica alla Vita del tuo tempo, al tuo presente; vivi come presente in atto ed esprimilo artisticamente; sperimenta la Vita come presente, come informe, come problema e trovane la soluzione; vivi e risolvi i problemi del tuo tempo. ([[Adriano Tilgher]]) *È importante che i nostri sforzi siano rivolti al vero nocciolo del problema, e non ai dispersivi aspetti marginali. Più sono complesse le difficoltà che incontriamo, più diventa importante tenerlo a mente, perché fa parte della natura umana cercare di sfuggire a ciò che non sappiamo affrontare. ([[Bernard Baruch]]) *Esiste qualcosa di più enigmatico e irrazionale dei piccoli problemi di ciascuno? ([[Alejandro Jodorowsky]]) *Fai aspettare il tuo problema finché non venga il suo giorno. ([[proverbi inglesi|proverbio inglese]]) *Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un'opportunità. ([[Ezio Bosso]]) *I problemi che agitano una generazione si estinguono per la generazione successiva non perché siano stati risolti ma perché il disinteresse generale li abolisce. ([[Cesare Pavese]]) *I problemi fanno parte della vita, come bere e mangiare. (''[[I grandi eroi della Bibbia]]'') *''I miei problemi vengono fuori come funghi | rimbombano nella mia mente come un assolo di bonghi, | sono fanghi che mi sporcano, mi ungono, mi immobilizzano se | divento matto come in uno scacco al re, | anche se ne venissi fuori | ammetto che ne sono attratto come un'ape in un campo di fiori, | come un beone tra i liquori, | salgono e scendono dentro di me come ascensori di un hotel | e anche se andassi alle Seychelles | mi inseguirebbero, mi aspetterebbero | al varco come un cane quando il gatto sta sull'albero.'' ([[Caparezza]]) *Il [[filosofo]] è prudente nel muovere una condanna, perché sa che ogni grande problema contiene degli elementi oscuri, perché sa che, al pari delle nuvole, i problemi non si agitano senza proiettare delle ombre. ([[Victor Hugo]]) *Il porsi costantemente dei problemi sta alla base della saggezza. Poiché attraverso il dubbio siamo portati all'indagine, e attraverso l'indagine arriviamo alla verità. ([[Pietro Abelardo]]) *In effetti, una volta impostata bene la problematica è fatale che la risposta approssimata od esatta finisca con l'essere trovata. ([[Carlo Maria Cipolla]]) *L'Eccellenza d'un qualche Problema, si può certamente valutare dal prodotto della difficoltà per l'utilità, che il medesimo contiene; poiché se ne stima degna la soluzione di quello, secondo che l'è utile; e si crede altresì grande a proporzione che l'è stata difficile. ([[Antonio Adamucci]]) *L'esperienza mi ha insegnato che i problemi più gravi sorgono da cose alle quali non hai pensato. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *L'umanità i dilemmi non li risolve, ma li pianta lì. ([[Kurt Tucholsky]]) *L'unico modo di risolvere i problemi è di conoscerli, di sapere che ci sono. Il semplicismo li cancella e così li aggrava. ([[Giovanni Sartori]]) *La gente tende a valutare l'importanza relativa dei problemi in base alla facilità con cui li recupera dalla memoria, e questa è in gran parte determinata da quanto i media si occupano di quei temi. ([[Daniel Kahneman]]) *La nostra vita dovremmo viverla non evitando problemi ma accogliendoli come delle sfide che ci rafforzino, tanto da renderci vittoriosi in futuro. (''[[L'ultimo regalo]]'') *La [[vita]] cerca problemi e l'offerta di problemi è significativa per il successo; una mancanza di problemi può provocare una stagnazione. ([[Konrad Lorenz]]) *Lo stupido non si rassegna all'esistenza dell'insolubile: falso problema o problema risolvibile domani, questo è il suo dilemma. ([[Nicolás Gómez Dávila]]) *Ma i problemi non si risolvono, si vivono. (''[[Appunti per un'Orestiade africana]]'') *Mi succede sempre così, a me, coi problemi. Da lontano, mi fanno fare un sacco di discorsi complicati. Quando poi ci vediamo, troviamo sempre il modo di metterci d'accordo. ([[Diego De Silva]]) *Nel momento in cui credi di essere venuto a capo di qualcosa, tutto è perduto. Non veniamo mai a capo di qualcosa, i nostri problemi si spostano di continuo, vanno sempre più lontano. ([[Karl Popper]]) *Nessun problema può essere risolto congelandolo. ([[Winston Churchill]]) *Nessuno presuma di poter risolvere un grande problema se questo non domina tutta la sua vita in modo che ogni altra cosa divenga per lui una questione accessoria. ([[Ernst Mach]]) *Okay, Houston, abbiamo avuto un problema qui. ([[Jack Swigert]]) *Ogni problema che ho risolto è diventato regola che è servita più tardi per risolvere altri problemi. ([[Cartesio]]) *Problema è una proposizione, in cui si domanda di fare, o di sapere alcune cose per mezzo di altre cose note, e di alcune condizioni, che si chiamano i dati del problema; siccome quelle, che si cercano, i quesiti o questioni si appellano. ([[Maria Gaetana Agnesi]]) *PROBLEMA – Parola usata per dire che non c'è: non c'è problema. Variante euforica: no problem. Tipica di esistenze assillate da troppi problemi. Ha una funzione liberatoria e per questo ricorre anche quando non è il caso. Mi può portare in via Bixio? Non c'è problema. Poi ci si impiega cinquantacinque minuti. Questo è il problema. ([[Giuseppe Pontiggia]]) *Quando gli esseri umani imparano a ridere dei loro problemi, vuol dire che sono in grado di fare qualcosa a questo proposito. ([[Richard Bandler]]) *Quando i problemi non si mettono sotto le ginocchia, normalmente si mettono sotto i piedi, è per questo che non si risolvono mai e vengono fuori le liti dell'uomo piccolo che riduce Dio alla sua intelligenza e anziché inginocchiarsi di fronte al mistero pronto ad accoglierlo, vuole dettare legge a Dio e sostituirsi a lui! ([[Oreste Benzi]]) *Quando si sa che ogni problema è soltanto un falso problema, si è pericolosamente vicini alla salvezza. ([[Emil Cioran]]) *Tutti abbiamo dei problemi. Come li affrontiamo è la misura del nostro valore. (''[[Codice 46]]'') *Un problema è una possibilità che ti viene offerta per fare meglio. ([[Duke Ellington]]) ===[[Gabriel Marcel]]=== *I problemi per la loro stessa natura sono portati a particolarizzarsi. Il mistero è invece ciò che non si particolarizza mai. *Il problema è qualcosa che si incontra, che ci ostruisce la strada. È davanti a me nella sua totalità. Invece il mistero è qualcosa in cui mi trovo impegnato e quindi non viene a trovarsi davanti a me nella sua totalità. *Un [[mistero]] è un problema che usurpa i propri dati, che li invade e perciò li supera come problema. ==Voci correlate== *[[Problema e soluzione]] *[[Soluzione]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul}} [[Categoria:Casi]] [[Categoria:Conoscenza]] ktqfc1xe4r8q3v1uzn0ahwsl1cvjhlm Consiglio 0 3854 1351342 1219107 2024-11-11T16:00:54Z ~2024-9620 100276 Rochefoucauld. 1351342 wikitext text/x-wiki {{nota disambigua|il concetto teologico|[[Consiglio (teologia)]]}} {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sui '''consigli'''. ==Citazioni== *Ai forti piacciono i consigli magnanimi, ai deboli i crudeli. ([[Francesco Domenico Guerrazzi]]) *''Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano, | l'uomo accorto le sa attingere.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *''Consiglio di nemico è tradimento''. ([[Vincenzo Monti]]) *Consiglio (''s.m.''). La più piccola moneta corrente. ([[Ambrose Bierce]]) *Di solito Alice si dava degli ottimi consigli, però poi li seguiva raramente. ([[Lewis Carroll]]) *Domanda consiglio a chi ben si corregge. ([[Leonardo Da Vinci]]) *È proibito dare consigli quando la gente non li chiede. (''[[Napoli milionaria]]'') *I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.<ref>L'articolo da cui è tratta questa citazione costituisce anche il monologo finale del film ''[[The Big Kahuna]]'' (2000). Tale monologo viene letto dalla voce fuori campo di [[Danny DeVito]] in lingua inglese (sia nel doppiaggio originale sia in quello italiano) che scandisce il testo al ritmo di un sottofondo musicale. Nel frattempo scorrono le immagini finali del film e la parte iniziale dei titoli di coda e vengono mostrati man mano anche i sottotitoli in italiano del monologo. La traduzione qui indicata si rifà a tali sottotitoli.<br />Il brano è anche conosciuto come ''Wear sunscreen'' ed è apparso per la prima volta sul web nel giugno 1997 sotto forma di catena di Sant'Antonio: il testo veniva [[citazioni errate|erroneamente]] indicato come un discorso ai laureati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) pronunciato da [[Kurt Vonnegut]]. In realtà il vero autore del testo è proprio Mary Schmich, giornalista del ''Chicago Tribune'' che il 1º giugno 1997 pubblicò questo articolo come una sorta di "Guida alla vita per i neolaureati". [[Baz Luhrmann]] nel 1998 realizzò un singolo musicale partendo da questo testo, ''Everybody's free to wear sunscreen''. Dopo aver visto il film [[Linus (deejay)|Linus]], nel 2002, rimase colpito dal monologo finale e decise di realizzarne una versione in italiano, ''Accetta il consiglio'', utilizzando il testo italiano dei sottotitoli del film e lo stesso sottofondo musicale. Tale brano viene recitato da [[Giorgio Lopez]], il quale aveva doppiato [[Danny DeVito]] in molti film ma non in ''The Big Kahuna''.</ref> ([[Mary Schmich]]) *I vecchi amano dare buoni consigli per consolarsi di non poter più dare cattivi [[esempio|esempi]]. ([[François de la Rochefoucauld]]) *Il consiglio consiste nel richiedere l'approvazione in merito ad una decisione già adottata. ([[Ambrose Bierce]]) *Il profferire il tuo consiglio, non richiesto, niuna altra cosa è che un dire di essere più savio di colui, cui tu consigli; anzi un rimproverargli il suo poco sapere e la sua ignoranza. ([[Giovanni Della Casa]]) *Il [[saggezza|saggio]] muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione. ([[Francesco Petrarca]]) *In tempi di scarsi [[denaro|denari]] abbondano i consigli. ([[Riccardo Bacchelli]]) *La docilità e il saper profittare di un buon consiglio e metterlo in pratica è virtù superiore e più regale che non sia l'intelligenza. ([[Zenone di Cizio]]) *''Lo stolto giudica diritta la sua condotta, | il saggio, invece, ascolta il consiglio.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *Nelle cose difficili, come nelle cose lievi, i consigli rigorosi formano una sicurezza per chi li riceve. ([[Tito Livio]], attribuita a [[Lucio Marcio]]) *''Non accettare consigli da chi non accetta mai consigli''. ([[Fabri Fibra]]) *Non c'è nessun "consiglio" che possa davvero servire nella vita. Le cose accadono, ecco tutto. ([[Sándor Márai]]) *''Non consigliarti con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio.'' (''[[Siracide]]'') *Non datemi consigli: so sbagliare da me. ([[Pitigrilli]]) *Non può aver bisogno di buoni consigli, chi segue quelli del proprio amore. ([[William Shakespeare]]) *Non provvedere a sé e dar consigli agli altri è cosa stolta. ([[Fedro]]) *Non v'è nemico peggiore del cattivo consiglio. ([[Sofocle]]) *Nulla si dona con tanta prodigalità quanto i propri consigli. ([[François de La Rochefoucauld]]) *Quando [...] ci rivolgiamo l'uno all'altro per chiedere consiglio, riduciamo il numero dei nostri nemici. ([[Khalil Gibran]]) *''Segui il consiglio del tuo cuore, | perché nessuno ti sarà più fedele di lui.'' (''[[Siracide]]'') *Si domandano consigli solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]]) *Tutti chiedono consigli perché nessuno li vuole mettere in pratica. Ognuno ha bisogno di sbagliare a modo suo, oggi più che mai. ([[Leo Nucci]]) *Tutti i consigli salutari dati in anticipo, non sono altro che un'ingerenza a spese altrui nella coscienza altrui. Io ho fatto abbastanza incursioni nella coscienza degli altri, e alla fin fine ne ho riportato solo mortificazioni e beffe. Delle mortificazioni e delle beffe, certo, non mi importa niente, ma l'essenziale è che con questa tattica non si ottiene proprio niente: nessuno ti ascolterà, per quanto tu ti intrometta... e tutti ti disarmeranno. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Un buon consiglio diamolo sempre a qualcun altro. È l'unica cosa da farne giacché non è di nessuna utilità per noi stessi. ([[Oscar Wilde]]) ===[[Francesco Guicciardini]]=== *Facilmente da' prìncipi sono riputati savi quegli consigli che si conformano più alla loro inclinazione. *Niuna cosa è certamente più necessaria nelle deliberazioni ardue, niuna da altra parte più pericolosa, che 'l domandare consiglio; né è dubbio che manco è necessario agli uomini prudenti il consiglio che agli imprudenti; e nondimeno, che molto più utilità riportano i savi del consigliarsi. Perché chi è quello di prudenza tanto perfetta che consideri sempre e conosca ogni cosa da se stesso? e nelle ragioni contrarie discerna sempre la migliore parte? Ma che certezza ha chi domanda il consiglio d'essere fedelmente consigliato? Perché chi dà il consiglio, se non è molto fedele o affezionato a chi 'l domanda, non solo mosso da notabile interesse ma per ogni suo piccolo comodo, per ogni leggiera sodisfazione, dirizza spesso il consiglio a quel fine che più gli torna a proposito o di che più si compiace; e essendo questi fini il più delle volte incogniti a chi cerca d'essere consigliato, non s'accorge, se non è prudente, della infedeltà del consiglio. *Sono inutili i consigli diligenti e prudenti quando l'esecuzione procede con negligenza e imprudenza. ==Proverbi== *La [[formica]] dette un consiglio all'[[elefante]]. ([[proverbi senegalesi|Senegalese]]) === [[Proverbi italiani|Italiani]] === *Buone ragioni male intese, sono perle ai porci stese. *Chi dà soltanto consigli non rischia nulla. *Chi ricorre a poco sapere, ne riporta cattivo parere. *Consiglio di due non fu mai buono. *Consiglio non richiesto, è sospetto. *Dar consigli è proprietà dei vecchi, i fatti sono dei giovani. *Dopo aver fallito, tutti sanno ciò che si sarebbe dovuto fare. *È facile dar consigli quando non si ha alcun male. *È un cattivo consiglio quello che non si può cambiare. *Esamina bene i consigli che assecondano i tuoi desideri. *I consigli arrivano quando la casa è crollata. *I consigli delle donne valgono poco. *I consigli d'un inferiore devono essere richiesti, non offerti. *Il consiglio non va lodato, ma seguito. *La notte porta consiglio. *Ne sa più un pazzo in casa sua, che un savio in casa d'altri. *Non si devono mai prendere consigli da gente andata in malora. *Ogni buon detto è fatto retto. *Prendi il primo consiglio da una donna, e non il secondo. *Prima di dare buoni consigli bisogna dare buoni [[esempio|esempi]]. *Se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadono nella fossa. *Siamo tutti savi nel dar consigli. *Tutti morendo danno buoni consigli. *Un consiglio buono val più di un regno. *Uomo avvisato è mezzo salvato. ==== [[Proverbi toscani|Toscani]] ==== *A ben s'appiglia, chi ben consiglia. *A chi consiglia non gli duole il capo. *Al prudente non bisogna consiglio. *Chi si consiglia da sé, da sé si ritrova. *Chi trovò il consiglio, inventò la salute. *Consiglio di due non fu mai buono. *Consiglio di vecchio non rompe mai la testa. *Consiglio di volpi, tribolo di galline. *Dono di consiglio più vale che d'oro. *Guardati da chi consiglia a fine di bene. *I consigli e il villano pigliali alla mano. *Il consiglio va raro invano. *Il consiglio del traditore è come la semplicità della volpe. *Il sano consiglia bene il malato. *Male altrui consiglia, chi per sé non lo piglia. *Meglio un aiuto che cinquanta consigli. *Ogni pazzo vuol dar consiglio. *Quando è caduta la scala, ognun sa consigliare. *Quando le volpi si consigliano, bisogna chiudere il pollajo. *Quei consigli son sprezzati che son chiesti e ben pagati. *Sotto consiglio non richiesto gatta ci cova. *Tale dà un consiglio per uno scudo, che nol torrebbe per un quattrino. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Consigliere]] *[[Suggerimento]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Interazioni sociali]] of6pcz2a8zrbbi0a33es80pnfu32m4i 1351349 1351342 2024-11-11T16:10:56Z ~2024-9620 100276 Pietro Metastasio. 1351349 wikitext text/x-wiki {{nota disambigua|il concetto teologico|[[Consiglio (teologia)]]}} {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sui '''consigli'''. ==Citazioni== *Ai forti piacciono i consigli magnanimi, ai deboli i crudeli. ([[Francesco Domenico Guerrazzi]]) *''Alme incaute, che torbide ancora | non provaste l’umane vicende, | ben lo veggo, vi spiace, v’offende | il consiglio d’un labbro fedel. || Confondete coll’utile il danno; | chi vi regge chiamate tiranno, | chi vi giova chiamate crudel.'' ([[Pietro Metastasio]]) *''Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano, | l'uomo accorto le sa attingere.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *''Consiglio di nemico è tradimento''. ([[Vincenzo Monti]]) *Consiglio (''s.m.''). La più piccola moneta corrente. ([[Ambrose Bierce]]) *Di solito Alice si dava degli ottimi consigli, però poi li seguiva raramente. ([[Lewis Carroll]]) *Domanda consiglio a chi ben si corregge. ([[Leonardo Da Vinci]]) *È proibito dare consigli quando la gente non li chiede. (''[[Napoli milionaria]]'') *I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.<ref>L'articolo da cui è tratta questa citazione costituisce anche il monologo finale del film ''[[The Big Kahuna]]'' (2000). Tale monologo viene letto dalla voce fuori campo di [[Danny DeVito]] in lingua inglese (sia nel doppiaggio originale sia in quello italiano) che scandisce il testo al ritmo di un sottofondo musicale. Nel frattempo scorrono le immagini finali del film e la parte iniziale dei titoli di coda e vengono mostrati man mano anche i sottotitoli in italiano del monologo. La traduzione qui indicata si rifà a tali sottotitoli.<br />Il brano è anche conosciuto come ''Wear sunscreen'' ed è apparso per la prima volta sul web nel giugno 1997 sotto forma di catena di Sant'Antonio: il testo veniva [[citazioni errate|erroneamente]] indicato come un discorso ai laureati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) pronunciato da [[Kurt Vonnegut]]. In realtà il vero autore del testo è proprio Mary Schmich, giornalista del ''Chicago Tribune'' che il 1º giugno 1997 pubblicò questo articolo come una sorta di "Guida alla vita per i neolaureati". [[Baz Luhrmann]] nel 1998 realizzò un singolo musicale partendo da questo testo, ''Everybody's free to wear sunscreen''. Dopo aver visto il film [[Linus (deejay)|Linus]], nel 2002, rimase colpito dal monologo finale e decise di realizzarne una versione in italiano, ''Accetta il consiglio'', utilizzando il testo italiano dei sottotitoli del film e lo stesso sottofondo musicale. Tale brano viene recitato da [[Giorgio Lopez]], il quale aveva doppiato [[Danny DeVito]] in molti film ma non in ''The Big Kahuna''.</ref> ([[Mary Schmich]]) *I vecchi amano dare buoni consigli per consolarsi di non poter più dare cattivi [[esempio|esempi]]. ([[François de la Rochefoucauld]]) *Il consiglio consiste nel richiedere l'approvazione in merito ad una decisione già adottata. ([[Ambrose Bierce]]) *Il profferire il tuo consiglio, non richiesto, niuna altra cosa è che un dire di essere più savio di colui, cui tu consigli; anzi un rimproverargli il suo poco sapere e la sua ignoranza. ([[Giovanni Della Casa]]) *Il [[saggezza|saggio]] muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione. ([[Francesco Petrarca]]) *In tempi di scarsi [[denaro|denari]] abbondano i consigli. ([[Riccardo Bacchelli]]) *La docilità e il saper profittare di un buon consiglio e metterlo in pratica è virtù superiore e più regale che non sia l'intelligenza. ([[Zenone di Cizio]]) *''Lo stolto giudica diritta la sua condotta, | il saggio, invece, ascolta il consiglio.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *Nelle cose difficili, come nelle cose lievi, i consigli rigorosi formano una sicurezza per chi li riceve. ([[Tito Livio]], attribuita a [[Lucio Marcio]]) *''Non accettare consigli da chi non accetta mai consigli''. ([[Fabri Fibra]]) *Non c'è nessun "consiglio" che possa davvero servire nella vita. Le cose accadono, ecco tutto. ([[Sándor Márai]]) *''Non consigliarti con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio.'' (''[[Siracide]]'') *Non datemi consigli: so sbagliare da me. ([[Pitigrilli]]) *Non può aver bisogno di buoni consigli, chi segue quelli del proprio amore. ([[William Shakespeare]]) *Non provvedere a sé e dar consigli agli altri è cosa stolta. ([[Fedro]]) *Non v'è nemico peggiore del cattivo consiglio. ([[Sofocle]]) *Nulla si dona con tanta prodigalità quanto i propri consigli. ([[François de La Rochefoucauld]]) *Quando [...] ci rivolgiamo l'uno all'altro per chiedere consiglio, riduciamo il numero dei nostri nemici. ([[Khalil Gibran]]) *''Segui il consiglio del tuo cuore, | perché nessuno ti sarà più fedele di lui.'' (''[[Siracide]]'') *Si domandano consigli solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]]) *Tutti chiedono consigli perché nessuno li vuole mettere in pratica. Ognuno ha bisogno di sbagliare a modo suo, oggi più che mai. ([[Leo Nucci]]) *Tutti i consigli salutari dati in anticipo, non sono altro che un'ingerenza a spese altrui nella coscienza altrui. Io ho fatto abbastanza incursioni nella coscienza degli altri, e alla fin fine ne ho riportato solo mortificazioni e beffe. Delle mortificazioni e delle beffe, certo, non mi importa niente, ma l'essenziale è che con questa tattica non si ottiene proprio niente: nessuno ti ascolterà, per quanto tu ti intrometta... e tutti ti disarmeranno. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Un buon consiglio diamolo sempre a qualcun altro. È l'unica cosa da farne giacché non è di nessuna utilità per noi stessi. ([[Oscar Wilde]]) ===[[Francesco Guicciardini]]=== *Facilmente da' prìncipi sono riputati savi quegli consigli che si conformano più alla loro inclinazione. *Niuna cosa è certamente più necessaria nelle deliberazioni ardue, niuna da altra parte più pericolosa, che 'l domandare consiglio; né è dubbio che manco è necessario agli uomini prudenti il consiglio che agli imprudenti; e nondimeno, che molto più utilità riportano i savi del consigliarsi. Perché chi è quello di prudenza tanto perfetta che consideri sempre e conosca ogni cosa da se stesso? e nelle ragioni contrarie discerna sempre la migliore parte? Ma che certezza ha chi domanda il consiglio d'essere fedelmente consigliato? Perché chi dà il consiglio, se non è molto fedele o affezionato a chi 'l domanda, non solo mosso da notabile interesse ma per ogni suo piccolo comodo, per ogni leggiera sodisfazione, dirizza spesso il consiglio a quel fine che più gli torna a proposito o di che più si compiace; e essendo questi fini il più delle volte incogniti a chi cerca d'essere consigliato, non s'accorge, se non è prudente, della infedeltà del consiglio. *Sono inutili i consigli diligenti e prudenti quando l'esecuzione procede con negligenza e imprudenza. ==Proverbi== *La [[formica]] dette un consiglio all'[[elefante]]. ([[proverbi senegalesi|Senegalese]]) === [[Proverbi italiani|Italiani]] === *Buone ragioni male intese, sono perle ai porci stese. *Chi dà soltanto consigli non rischia nulla. *Chi ricorre a poco sapere, ne riporta cattivo parere. *Consiglio di due non fu mai buono. *Consiglio non richiesto, è sospetto. *Dar consigli è proprietà dei vecchi, i fatti sono dei giovani. *Dopo aver fallito, tutti sanno ciò che si sarebbe dovuto fare. *È facile dar consigli quando non si ha alcun male. *È un cattivo consiglio quello che non si può cambiare. *Esamina bene i consigli che assecondano i tuoi desideri. *I consigli arrivano quando la casa è crollata. *I consigli delle donne valgono poco. *I consigli d'un inferiore devono essere richiesti, non offerti. *Il consiglio non va lodato, ma seguito. *La notte porta consiglio. *Ne sa più un pazzo in casa sua, che un savio in casa d'altri. *Non si devono mai prendere consigli da gente andata in malora. *Ogni buon detto è fatto retto. *Prendi il primo consiglio da una donna, e non il secondo. *Prima di dare buoni consigli bisogna dare buoni [[esempio|esempi]]. *Se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadono nella fossa. *Siamo tutti savi nel dar consigli. *Tutti morendo danno buoni consigli. *Un consiglio buono val più di un regno. *Uomo avvisato è mezzo salvato. ==== [[Proverbi toscani|Toscani]] ==== *A ben s'appiglia, chi ben consiglia. *A chi consiglia non gli duole il capo. *Al prudente non bisogna consiglio. *Chi si consiglia da sé, da sé si ritrova. *Chi trovò il consiglio, inventò la salute. *Consiglio di due non fu mai buono. *Consiglio di vecchio non rompe mai la testa. *Consiglio di volpi, tribolo di galline. *Dono di consiglio più vale che d'oro. *Guardati da chi consiglia a fine di bene. *I consigli e il villano pigliali alla mano. *Il consiglio va raro invano. *Il consiglio del traditore è come la semplicità della volpe. *Il sano consiglia bene il malato. *Male altrui consiglia, chi per sé non lo piglia. *Meglio un aiuto che cinquanta consigli. *Ogni pazzo vuol dar consiglio. *Quando è caduta la scala, ognun sa consigliare. *Quando le volpi si consigliano, bisogna chiudere il pollajo. *Quei consigli son sprezzati che son chiesti e ben pagati. *Sotto consiglio non richiesto gatta ci cova. *Tale dà un consiglio per uno scudo, che nol torrebbe per un quattrino. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Consigliere]] *[[Suggerimento]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Interazioni sociali]] 8lwbgsea4yy72ql3k967brg7cd7gbrp Madame de Staël 0 4034 1351317 1351267 2024-11-11T13:27:27Z Udiki 86035 /* Attribuite */ sistemo 1351317 wikitext text/x-wiki [[File:Marie Eléonore Godefroid - Portrait of Mme de Staël.jpg|thumb|Madame de Staël]] '''Anne Louise Germaine de Staël''' (1766 – 1817), scrittrice francese di origini svizzere. ==Citazioni di Madame de Staël== *C'è qualcosa di magico in quel movimento dei bastimenti nel porto {{NDR|di [[Porto di Genova|Genova]]}} durante la notte. L'acqua è così calma che non la si può credere capace di animare delle masse così enormi. Di notte, le navi hanno l'aspetto di isole nere; gli alberi, che sembrano elevarsi fino al cielo, si rispecchiano anche nell'acqua. A fatica si riesce a vedere un po' di mare, tanto esso è coperto dalle imbarcazioni.<ref name=kanceff>Citato in Emanuele Kanceff (a cura di), ''Poliopticon italiano'', vol. II, Centro Interuniversitario di Ricerche sul Viaggio in Italia, 1993, pp. 416-418. ISBN 978-8877600486</ref> *Chiunque prevede in [[politica]] il domani eccita la collera di quanti non concepiscono altro che la giornata che passa.<ref>Da ''Considérations sur les principaux événements de la Révolution française'', Parigi, 1818.</ref> *Darei volentieri metà dell'intelligenza che mi si attribuisce per metà della vostra bellezza.<ref>Da una lettera a [[Juliette Récamier|Madame de Récamier]]; citato in Laura Bolgeri, ''Le donne hanno detto'', Rizzoli, 1990, p. 51.</ref> *Di tutti gli uomini che io non amo, questo è quello che preferisco.<ref>Ghislain de Diesbach, ''Madame de Staël'', Perin Editeur, 2008. Riferito al barone de Staël, di 17 anni più anziano, che ha sposato in giovanissima età.</ref> *Ho l'idea di essere nata per soffrire e su questo ne faccio un sistema religioso. Mi rimprovero di essere stata nella prosperità leggera e poiché credo alla giustizia divina, mi accuso e penso di essermi meritata di aver pianto per ben quattro anni.<ref>Citato nell'articolo ''Madame de Staël e il suicidio'', in Mind Mente&Cervello.</ref> *Il [[Colosseo]], la più bella rovina di Roma, termina il nobile recinto dove si manifesta tutta la storia. Questo magnifico edificio, di cui esistono solo le pietre spoglie dell'oro e de' marmi, servì di arena ai gladiatori combattenti contro le bestie feroci. Così si soleva divertire e ingannare il popolo romano, con emozioni forti, quando i sentimenti naturali non potevano più avere slancio.<ref>Da ''Corinne'', 1807, in ''Lettere a E. G. Lambert'', Mosca, 1915.</ref> *Il [[mare]] è amico della libertà. Tutti i popoli veramente liberi hanno abitato sempre sul mare.<ref>Da ''L'Italie'', 1815; citato in Giuseppe Marcenaro, ''Viaggio in Liguria'', Sagep, Genova, 1983, p. 55</ref> *L'[[amore]] è tutta la storia della vita d'una donna, un episodio soltanto in quella dell'uomo.<ref>Da ''Dell'influenza delle passioni''; citato in Aa. Vv., ''Dammi mille baci, e ancora cento. Le più belle citazioni sull'amore'', a cura delle Redazioni Garzanti, Garzanti, 2013.</ref> *L'uomo volgare scambia per follia il disagio di un'anima che non respira in questo mondo abbastanza aria, abbastanza entusiasmo, abbastanza speranza.<ref>Da ''La Germania'', libro XIII, cap. IV, 1810.</ref> *La poesia è il linguaggio naturale di tutti i culti.<ref>Da ''De l'Allemagne''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *Nella vita non esistono che gli [[inizio|inizi]].<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 15 luglio 2006.</ref> *O [[donna|donne]], voi siete le vittime del tempio in cui siete adorate.<ref>Citato in Giovanni De Castro, ''Proverbi italiani illustrati'', Francesco Sanvito, 1858, [http://books.google.it/books?id=o2cxAQAAMAAJ&pg=PA303 p. 303]</ref> *Quando una nobile vita si è preparata per la [[vecchiaia]], quello che rivela non è il declino ma i primi giorni dell'immortalità.<ref>Citato in ''Focus'', n. 115, p. 170.</ref> *Si scambierebbe il faro {{NDR|la [[Lanterna di Genova]]}} per una stella, se non si vedesse la torre sulla quale si eleva. Quando la luna tramonta, la luce del faro e la sua luce si confondono completamente.<ref name=kanceff/> *[[Traduzione|Trasportare da una ad altra favella]] le opere eccellenti dell'umano ingegno è il maggior benefizio che far si possa alle lettere; perché sono sì poche le opere perfette, e la invenzione in qualunque genere è tanto rara, che se ciascuna delle nazioni moderne volesse appagarsi delle ricchezze sue proprie, sarebbe ognor povera: e il commercio de' pensieri è quello che ha più sicuro profitto.<ref>Da ''[[s:Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni|Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni]]'', traduzione di [[Pietro Giordani]], Biblioteca Italiana, gennaio 1816, p. 9.</ref> *Un uomo deve saper sfidare l'opinione; una donna deve sapervisi sottomettere.<ref>Da ''Delphine''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> *{{NDR|[[Genova]]}} [...] veramente ha un aspetto sovrano, da una parte elevata a dominare il mare e dall'altra appoggiata a quella bella catena di montagne.<ref name=kanceff/> ===Attribuite=== *Comprendere tutto vuol dire perdonare tutto. **Comunemente attribuita nella formulazione in francese «''Tout comprendre c'est tout pardonner''». Ma in ''Corinna'' ([[s:fr:Corinne ou l’Italie/Livre XVIII|lib. XVIII]], cap. 5) l'autrice scrisse: «[...] ''tout comprendre rend très indulgent et sentir profondément inspire une grande bonté.''»<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''Chi l'ha detto?'', § 177, Hoepli, Milano, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/79|p. 47]].</ref> ==''Corinna, ossia l'Italia''== *[...] giunsero a [[Napoli]] di giorno, in mezzo a quella immensa popolazione ch'è cotanto animata e nello stesso tempo cotanto oziosa. Attraversarono di primo lancio la [[Via Toledo|via ''Toledo'']] e videro i [[Lazzari|Lazzaroni]] a dormire sul lastricato o in una cesta di vetrice<ref>Ramo flessibile del salice, vimine.</ref> che serve loro di abitazione notte e giorno. Questo stato selvaggio, che si vede colà mescolato con la ''civilizzazione'', ha qualche cosa di estremamente originale. Tra quegli uomini ve ne sono alcuni che non sanno neppure il loro nome, e vanno a confessarsi di peccati anonimi, non potendo dire come si chiami colui che gli ha commessi. Esiste in Napoli una grotta sotterranea nella quale migliaia di Lazzaroni passano la loro vita, uscendo solamente sul mezzodì per vedere il sole, e dormendo il restante del giorno, mentreché le loro mogli filano. Nei climi in cui il vitto e il vestito sono sì facili, vi abbisognerebbe il più indipendente ed attivo governo per dare alla nazione sufficiente emulazione. Imperroché egli è sì agevole pel popolo il sussistere materialmente in Napoli, che può fare a meno di quella specie d'industria ch'è necessaria altrove per guadagnarsi il pane. L'infingardaggine e l'ignoranza, combinate coll'aria vulcanica che si respira in quel soggiorno, debbono produrre la ferocia, quando le passioni sono eccitate; ma questo popolo non è più cattivo di un altro. Esso ha dell'immaginazione, il che potrebbe essere il principio di azioni disinteressate, e con questa immaginazione si condurrebbe al bene, se le sue istituzioni politiche e religiose fossero buone. (pp. 358-359) *Il popolo di Napoli non ha altra idea della felicità che quella del piacere: ma l'amore del piacere vale più di arido egoismo.<br/>È vero che questo è il popolo del mondo che ami più il danaro. Se voi domandate a uomo del popolo il vostro cammino per la via, egli stende subito la mano dopo avervi fatto un cenno, poiché eglino sono più infingardi rapporto alle parole che ai gesti. Ma il loro gusto pel denaro non è né metodico, né ponderato; lo spendono subitoché l'hanno ricevuto. Se s'introducesse il danaro tra i selvaggi, i selvaggi lo domanderebbero come i Napoletani. (p. 359) *Ciò che manca il più a questa nazione in generale, è il sentimento della dignità. Eglino fanno azioni generose e benefiche per buon cuore, piuttosto che per principii: poiché la loro teoria in ogni genere nulla vale, e l'opinione in questo paese non ha punto di forza.<br/>Ma allorché uomini e donne scansano cotal morale anarchia, la loro condotta è più notabile in sé stessa e più degna di ammirazione che in qualsivoglia altra parte, poiché niuna cosa nelle circostanze esteriori favorisce la virtù.<br/>Si adotta tutta intiera nella sua anima. Né leggi, né i costumi ricompensano o puniscono. Quegli ch'è virtuoso è tanto più eroico, in quantoché non è per questo né più tenuto in istima, né più ricercato. (pp. 359-360) *Il popolo napoletano, in alcuni rapporti, non è niente affatto dirozzato, ma non somiglia altronde al volgo degli altri popoli. La sua materialità stessa colpisce l'immaginazione. La spiaggia africana che circonda il mare dall'altra banda, vi si fa già quasi sentire e vi è un non so che di numidico nei gridi selvaggi che si odono da tutte le parti. Quei visi bruni, quei vestiti formati di alcuni brani di panno rosso o violetto, il cui colore pieno attrae gli altrui sguardi; quei pezzi d'abito, nel panneggiamento de' quali traspira ancora il gusto delle arti, danno qualche cosa di pittoresco al popolaccio, mentre che in altri paesi non vi si può scorgere che le miserie della ''civilizzazione''. (p. 361) *Si trova sovente in Napoli certo gusto {{sic|pegli}} acconciamenti e per le decorazioni accanto alla penuria assoluta delle cose necessarie o degli agi. Le botteghe sono ornate graziosamente con fiori e con frutta. Alcune hanno un'aria festiva che non dipende dall'abbondanza, né dalla felicità pubblica, ma solamente dalla vivacità dell'immaginazione: prima di ogni altra cosa si vuole rallegrare gli occhi. La dolcezza del clima permette agli artigiani di ogni specie di lavorare nella strada. I sarti vi fanno i vestiti, i vivandieri la loro cucina, e le occupazioni domestiche, succedendo in tal guisa esternamente, moltiplicano i movimenti del popolo in utili maniere; i canti, i balli, i giuochi rumorosi accompagnano assai bene tutto questo spettacolo; e non vi è altro paese, in cui si senta più chiaramente la differenza tra il divertimento e la felicità: finalmente si esce dall'interno della città per andare alla spiaggia d'onde si vede il mare e il [[Vesuvio]], e si dimentica ciò che si sa degli uomini. (pp. 361-362) *Fatte alcune onorevoli eccezioni, le prime classi di persone hanno molta somiglianza colle ultime; lo spirito delle une non è quasi più coltivato delle altre, e l'uso del mondo costituisce la sola differenza nell'esteriore. Ma in mezzo a questa ignoranza vi è un fondo di spirito naturale e di attitudine a tutto, talché non si può prevedere ciò che diventerebbe una somigliante nazione, se tutta la forza del governo fosse diretta nel senso dei lumi e della morale. Siccome vi è poca istruzione in Napoli, così vi si trova fino al presente più originalità che carattere nello spirito. Ma gli uomini ragguardevoli di questo paese, come l'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]], Caracciolo, ecc. possedevano, si dice, nel più alto grado la lepidezza e la riflessione, rare facoltà del pensiero, e unione, senza di cui la pedanteria o la frivolezza v'impedisce di conoscere il vero valore delle cose. (p. 360) *Le idee nuove spiacciono alle persone d'età; ai vecchi piace credere che il mondo non ha fatto altro che perdere, in luogo di acquistare, da quando loro hanno cessato di esser giovani.<ref name="e" /> *Si direbbe che l'anima dei giusti, come i fiori, emani più profumo verso la sera.<ref name="e">Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> ==''Riflessioni sul suicidio''== *Se esistono nella natura fisica due forze opposte che fanno muovere il mondo come l'impulso e la gravitazione, si può anche affermare che il bisogno di agire e la necessità di sottomettersi, la volontà e la rassegnazione, sono i due poli dell'essere morale e che l'equilibrio della ragione non può che trovarsi fra i due. *Sottolineerò con forza la differenza che esiste tra il suicidio e la dedizione, ossia tra il sacrificio di sé agli altri o - il che è lo stesso - alla virtù, e la rinuncia all'esistenza perché ci è di peso. *Per quanto esistano azioni umane più perverse del suicidio, nessuna di esse sembra sottrarci in modo così letterale alla protezione di Dio *È insensato, oltre che colpevole, volersi uccidere, perché tutto quel che ha a che vedere con la vanità, è necessariamente passeggero e non bisogna consentire a qualcosa di passeggero il diritto di scaraventarci nell'eternità. ==''Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni''== ===[[Incipit]]=== Trasportare da una ad altra favella le opere eccellenti dell'umano ingegno è il maggior benefizio che far si possa alle lettere; perché sono sì poche le opere perfette, e la invenzione in qualunque genere è tanto rara, che se ciascuna delle nazioni moderne volesse appagarsi delle ricchezze sue proprie, sarebbe ognor povera: e il commercio de' pensieri è quello che ha più sicuro profitto. ===Citazioni=== *Dovrebbero a mio avviso gl'italiani tradurre diligentemente assai delle recenti poesie inglesi e tedesche; onde mostrare qualche novità a' loro cittadini. *Havvi oggidì nella Letteratura italiana una classe di eruditi che vanno continuamente razzolando le antiche ceneri, per trovarvi forse qualche granello d'oro: ed un'altra di scrittori senz'altro capitale che molta fiducia nella lor lingua armoniosa, donde raccozzano suoni vôti d'ogni pensiero, esclamazioni, declamazioni, invocazioni, che stordiscono gli orecchi, e trovan sordi i cuori altrui, perché non esalarono dal cuore dello scrittore. Non sarà egli dunque possibile che una emulazione operosa, un vivo desiderio d'esser applaudito ne' teatri, conduca gl'ingegni italiani a quella meditazione che fa essere inventori, e a quella verità di concetti e di frasi nello stile, senza cui non ci è buona letteratura, e neppure alcuno elemento di essa? ==Citazioni su Madame de Staël== *Questa donna, così raffinata, si lamenta continuamente di non poterlo essere abbastanza. Assieme alla sua verve nel conversare, alla sua gaiezza, al coro di quanti le mostravano devozione, Madame de Staël è melancolica, teme la solitudine e soprattutto la noia, è disposta a qualsiasi concessione pur di non restare sola con se stessa.<ref>Citato in ''Madame de Staël'', Perin Editeur, 2008.</ref> ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Madame de Staël, ''[https://books.google.it/books?id=_NNVAAAAcAAJ&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=true Corinna ossia l'Italia, vol. II]'', Coi Tipi Borroni e Scotti, Milano, 1844. *Madame de Staël, ''[[s:Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni|Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni]]'', traduzione di [[Pietro Giordani]], in ''Biblioteca italiana'', gennaio 1816. *Ghislain de Diesbach, ''Madame de Staël'', Perin Editeur, 2008. *[[Vittorino Andreoli]], ''Madame de Staël e il suicidio''. In: Mind Mente&Cervello, Le Scienze, luglio 2018, N. 163, pp. 22-23. ==Voci correlate== *[[Claude Fauriel]] ==Altri progetti== {{Interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Corinna o l'Italia||(1807)}} {{Pedia|Sulla maniera e utilità delle traduzioni||(1816)}} {{Portale|donne}} {{DEFAULTSORT:Stael, Madame de]}} [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Scrittori svizzeri]] eg0yxkvnqo776lynw5nbmkx8yu6e5c0 Norman Douglas 0 4143 1351316 1351249 2024-11-11T13:12:42Z Udiki 86035 /* La terra delle sirene */ 1351316 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Norman Douglas 1935.jpg|thumb|Norman Douglas nel 1935]] '''George Norman Douglas''' (1868 – 1952), scrittore britannico. ==Citazioni di Norman Douglas== *Bisogna essere intelligenti per dire una bugia. Gli sciocchi è meglio che siano sinceri. :''It takes a wise man to handle a lie. A fool had better remain honest''.<ref>Da ''Fountains in the sand'', M. Secker, 1921.</ref> *L'[[istruzione]] è una fabbrica di echi gestita dallo Stato. :''Education is a State-controlled manufactory of echoes''.<ref>Da ''How About Europe'', Chatto & Windus, Londra, 1930.</ref> *L'[[Aspromonte]] merita il nome che porta. È un'agglomerazione incredibilmente aspra di colli e valloni [...]. Lasciatosi alle spalle il nucleo più alto del gruppo montagnoso, il viandante si trova sperduto in un dedalo di gole intricate, serpeggianti qua e là senza che si distingua un ben definito sistema di spartiacque. Il sentiero si snoda entro e fuori valli e burroni, si arrampica sulle alture punteggiate di felci e cisti riarsi dal sole, ridiscende in radure rugiadose orlate di precipizi e sormontate da felceti scoscesi, attraversa torrenti di una limpidezza cristallina, serpeggia di nuovo sotto i pini inerpicandosi in zig-zag interminabili solo per svanire ancora una volta nella penombra di abissi più profondi, fiancheggia un ruscello dai bordi precari, finché qualche nuovo ostacolo blocca la via – e così per lunghe, lunghe ore.<ref>Da ''Vecchia Calabria'', traduzione di Grazia Lanzillo e Lidia Lax, Giunti Martello, Firenze, 1978; citato in Francesco Bevilacqua, ''Calabria sublime'', Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2005. p. [https://books.google.it/books?id=rI0d6iC3324C&&pg=PA125 125].</ref> *Nel corso del viaggio verso Occidente, le Sirene si fermarono a lungo sul promontorio Ateneo, che ora è chiamato punta della Campanella [...] Su quel promontorio, battuto dalle onde, sorse in loro onore un candido tempio [...] Statue e colonne furono presto spazzate via, ma il ricordo del tempio rimane, racchiuso nel nome del villaggio di [[Massa Lubrense]] (''delubrum''). Splendida forma di sopravvivenza, se si riflette: un tempio racchiuso e conservato nelle lettere di una parola della quale è stato dimenticato il significato, anche se è stata trasmessa da padre in figlio, attraverso i secoli tumultuosi dei Romani e dei Goti, dei Saraceni, dei Normanni, dei Francesi, degli Spagnoli; parola misteriosa per il volgo, che riesce a sopravvivere in eterno [...] Una terra benedetta, traboccante di latte e di miele e di questo soprattutto.<ref>Citato in ''Guida d'Italia''. ''Napoli e dintorni'', Touring Club Italiano, Milano, 2001<sup>6</sup>, [https://books.google.it/books?id=lubgLNSCZrgC&lpg=RA1-PA85&dq=&pg=RA1-PA85#v=onepage&q&f=false p. 85]. ISBN 883651954-7</ref> *Non vale quasi mai la pena di essere [[Offesa|offensivo]]. Non vale mai la pena di essere offensivo a metà.<ref name="multi">Citato in [[Guido Almansi]], ''Il filosofo portatile'', TEA, Milano, 1991.</ref> *{{NDR|La [[Sila]]}} [...] venerando altopiano granitico, dolcemente ondulato, con cime delle montagne occupate da boschi [...] se non fosse per la mancanza dell'[[erica]] con le sue inconfondibili sfumature violacee, il viaggiatore potrebbe credere di essere in [[Scozia]].<ref>Da ''Old Calabria'', Citato in Stefano Ardito, ''Cammini e sentieri nascosti d'Italia: {{small|da percorrere almeno una volta nella vita}}'', Newton Compton, Roma, 2018<sup>3</sup>, p. 256. ISBN 978-88-227-0436-8</ref> ==''La terra delle sirene''== ===[[Incipit]]=== *Fu l'imperatore [[Tiberio]] che mise in imbarazzo i grammatici di corte chiedendo quali fossero i canti delle [[Sirene]]? Io credo che, in verità, egli dovesse saperne più di loro, perché per tutta la vita fu un adoratore delle Sirene, anche se il Fato gli concesse di soddisfare questa passione solo negli ultimi pochi anni, che trascorse in mezzo a loro nell'[[Isola di Capri|isoletta rocciosa di Capri]]. I grammatici, se erano prudenti, certo lo rinviarono ad [[Omero]], che ci ha tramandato una parte di quei canti. ===Citazioni=== *Da queste parti qualsiasi cosa abbia penne viene sparata senz'altro e mangiata, senza tener conto di misure e di specie. Non è piacevole essere [[uccello]] nella Terra delle Sirene. (da ''Lungo la costa'', p. 99) *La verità è che nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] è difficile trovare un [[pesce]] che valga la pena di mangiare e che ''ex nihilo nihil fit''. La bouillabaisse è buona perché la preparano i francesi e questi, se volessero provare, riuscirebbero a fare un piatto prelibato e sostanzioso anche con cicche di sigaro e scatole di fiammiferi vuote. (da ''Pioggia sulle colline'', p. 137) *Comunque, questa nuova Terra delle Sirene non può essere nelle stelle, perché solo Platone poteva immaginare di far rivivere le Sirene in quei mondi remoti e perché non vale la pena di cercare ciò che non è possibile trovare su questa Terra. (da ''Il promontorio di Minerva'', p. 253) ===[[Explicit]]=== L'estate è finita. ==''Vento del Sud''== *Don Francesco era un pescatore di uomini e di donne. Pescava ''ad maiorem Dei gloriam'' e perché la cosa lo divertiva. Era il suo modo per fare del moto. *Nessuno può aspettarsi che una [[maggioranza]] sia mossa da motivi che non siano ignobili. *...Non vedo come [[bellezza]] e utilità possano mai essere fuse in un concetto omogeneo. Sono troppo antagonistiche per coincidere...<ref>Citato in [[Victor Von Hagen|Victor W. von Hagen]], ''Gli imperi del deserto nel Perù precolombiano, Archeologia, tradizioni e riti sessuali delle più importanti civiltà precolombiane'', traduzione di Pietro Negri, illustrazioni di Alberto Beltrán, Newton Compton, Roma, 1993, p. 73. ISBN 88-7983-186-0</ref> ('''Count Caloveglia''') *Per trovare un [[Amicizia|amico]], bisogna chiudere un occhio; e, per non perderlo, tutti e due. *Quanti uomini che credono di aver trovato una [[casa]] scoprono invece di avere aperto una [[taverna]] per i propri amici. *Si possono conoscere gli ideali di una [[nazione]] attraverso la sua [[pubblicità]]. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Norman Douglas, ''Vento del Sud'', traduzione di Henry Furst, Leonardo, 1994. *Norman Douglas, ''La terra delle sirene'', traduzione di Giuseppe Viggiani, Leonardo, 1991. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Douglas, Norman}} [[Categoria:Scrittori britannici]] axiy8s5wfinb4yoiv4glovwzfqvglrr Template:SelezioneNuove 10 4465 1351394 1351274 2024-11-11T18:27:43Z IppolitoN 23099 1351394 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Elena Bacchin]]{{,}} ''[[La taverna dei sette peccati]]''{{,}} [[Jill Lepore]]{{,}} ''[[Cortigiana (film)|Cortigiana]]''{{,}} [[Keane (gruppo musicale)]]{{,}} [[Goldie Goldbloom]]{{,}} [[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]]{{,}} [[Bryan Ferry]]{{,}} [[Mattia Furlani]]{{,}} [[Giuseppe Governale]]{{,}} ''[[Situazione pericolosa]]''{{,}} [[Lionello Fiumi]]{{,}} [[Milena Baldassarri]]{{,}} [[Giulia Maenza]]{{,}} [[Margot Sikabonyi]]{{,}} [[Daijirō Katō]]{{,}} [[Cal Crutchlow]]{{,}} [[Takaaki Nakagami]]{{,}} [[Franco Alfano (compositore)|Franco Alfano]]{{,}} [[Alyssa D'Incà]]{{,}} [[Vittoria Vecchini]]{{,}} [[Meta (rugby)]]{{,}} [[Vittoria Ostuni Minuzzi]]{{,}} [[Suzuki RG 500]]{{,}} [[Rugby a 7]]{{,}} [[Barry John]]{{,}} [[Angelique Rockas]]{{,}} [[Francesco Balilla Pratella]]{{,}} [[Margarete Buber-Neumann]]{{,}} ''[[Mata Hari (film 1931)|Mata Hari]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> ofdvu3h68jqx78tqrqf37vhwvj5yrw6 1351430 1351394 2024-11-12T00:03:01Z Udiki 86035 Enrico La Talpa 1351430 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Enrico La Talpa]]{{,}} [[Elena Bacchin]]{{,}} ''[[La taverna dei sette peccati]]''{{,}} [[Jill Lepore]]{{,}} ''[[Cortigiana (film)|Cortigiana]]''{{,}} [[Keane (gruppo musicale)]]{{,}} [[Goldie Goldbloom]]{{,}} [[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]]{{,}} [[Bryan Ferry]]{{,}} [[Mattia Furlani]]{{,}} [[Giuseppe Governale]]{{,}} ''[[Situazione pericolosa]]''{{,}} [[Lionello Fiumi]]{{,}} [[Milena Baldassarri]]{{,}} [[Giulia Maenza]]{{,}} [[Margot Sikabonyi]]{{,}} [[Daijirō Katō]]{{,}} [[Cal Crutchlow]]{{,}} [[Takaaki Nakagami]]{{,}} [[Franco Alfano (compositore)|Franco Alfano]]{{,}} [[Alyssa D'Incà]]{{,}} [[Vittoria Vecchini]]{{,}} [[Meta (rugby)]]{{,}} [[Vittoria Ostuni Minuzzi]]{{,}} [[Suzuki RG 500]]{{,}} [[Rugby a 7]]{{,}} [[Barry John]]{{,}} [[Angelique Rockas]]{{,}} [[Francesco Balilla Pratella]]{{,}} [[Margarete Buber-Neumann]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> exyvolay2elkt0f69bwde90p6muvy5r 1351456 1351430 2024-11-12T03:21:01Z Danyele 19198 +3 1351456 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Rebecca Sartori]]{{,}} [[Pattinaggio artistico su ghiaccio]]{{,}} [[Lara Naki Gutmann]]{{,}} [[Enrico La Talpa]]{{,}} [[Elena Bacchin]]{{,}} ''[[La taverna dei sette peccati]]''{{,}} [[Jill Lepore]]{{,}} ''[[Cortigiana (film)|Cortigiana]]''{{,}} [[Keane (gruppo musicale)]]{{,}} [[Goldie Goldbloom]]{{,}} [[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]]{{,}} [[Bryan Ferry]]{{,}} [[Mattia Furlani]]{{,}} [[Giuseppe Governale]]{{,}} ''[[Situazione pericolosa]]''{{,}} [[Lionello Fiumi]]{{,}} [[Milena Baldassarri]]{{,}} [[Giulia Maenza]]{{,}} [[Margot Sikabonyi]]{{,}} [[Daijirō Katō]]{{,}} [[Cal Crutchlow]]{{,}} [[Takaaki Nakagami]]{{,}} [[Franco Alfano (compositore)|Franco Alfano]]{{,}} [[Alyssa D'Incà]]{{,}} [[Vittoria Vecchini]]{{,}} [[Meta (rugby)]]{{,}} [[Vittoria Ostuni Minuzzi]]{{,}} [[Suzuki RG 500]]{{,}} [[Rugby a 7]]{{,}} [[Barry John]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> hcncse98t2z2t2nevcswlx8ppaa7qn1 1351469 1351456 2024-11-12T04:21:49Z AssassinsCreed 17001 1351469 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Michele Ferrero]]{{,}} [[Rebecca Sartori]]{{,}} [[Pattinaggio artistico su ghiaccio]]{{,}} [[Lara Naki Gutmann]]{{,}} [[Enrico La Talpa]]{{,}} [[Elena Bacchin]]{{,}} ''[[La taverna dei sette peccati]]''{{,}} [[Jill Lepore]]{{,}} ''[[Cortigiana (film)|Cortigiana]]''{{,}} [[Keane (gruppo musicale)]]{{,}} [[Goldie Goldbloom]]{{,}} [[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]]{{,}} [[Bryan Ferry]]{{,}} [[Mattia Furlani]]{{,}} [[Giuseppe Governale]]{{,}} ''[[Situazione pericolosa]]''{{,}} [[Lionello Fiumi]]{{,}} [[Milena Baldassarri]]{{,}} [[Giulia Maenza]]{{,}} [[Margot Sikabonyi]]{{,}} [[Daijirō Katō]]{{,}} [[Cal Crutchlow]]{{,}} [[Takaaki Nakagami]]{{,}} [[Franco Alfano (compositore)|Franco Alfano]]{{,}} [[Alyssa D'Incà]]{{,}} [[Vittoria Vecchini]]{{,}} [[Meta (rugby)]]{{,}} [[Vittoria Ostuni Minuzzi]]{{,}} [[Suzuki RG 500]]{{,}} [[Rugby a 7]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> ktygf9bbatz5mx5blb5gudcpoy9514d 1351520 1351469 2024-11-12T09:10:27Z Mariomassone 17056 1351520 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Nostalgia per l'Unione Sovietica]]{{,}} [[Michele Ferrero]]{{,}} [[Rebecca Sartori]]{{,}} [[Pattinaggio artistico su ghiaccio]]{{,}} [[Lara Naki Gutmann]]{{,}} [[Enrico La Talpa]]{{,}} [[Elena Bacchin]]{{,}} ''[[La taverna dei sette peccati]]''{{,}} [[Jill Lepore]]{{,}} ''[[Cortigiana (film)|Cortigiana]]''{{,}} [[Keane (gruppo musicale)]]{{,}} [[Goldie Goldbloom]]{{,}} [[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]]{{,}} [[Bryan Ferry]]{{,}} [[Mattia Furlani]]{{,}} [[Giuseppe Governale]]{{,}} ''[[Situazione pericolosa]]''{{,}} [[Lionello Fiumi]]{{,}} [[Milena Baldassarri]]{{,}} [[Giulia Maenza]]{{,}} [[Margot Sikabonyi]]{{,}} [[Daijirō Katō]]{{,}} [[Cal Crutchlow]]{{,}} [[Takaaki Nakagami]]{{,}} [[Franco Alfano (compositore)|Franco Alfano]]{{,}} [[Alyssa D'Incà]]{{,}} [[Vittoria Vecchini]]{{,}} [[Meta (rugby)]]{{,}} [[Vittoria Ostuni Minuzzi]]{{,}} [[Suzuki RG 500]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> lzce8wy6uuswijzposglzj5lz3urjxr 1351540 1351520 2024-11-12T09:48:37Z Spinoziano 2297 + 1351540 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> ''[[Shanghai Express]]''{{,}} [[Nostalgia per l'Unione Sovietica]]{{,}} [[Michele Ferrero]]{{,}} [[Rebecca Sartori]]{{,}} [[Pattinaggio artistico su ghiaccio]]{{,}} [[Lara Naki Gutmann]]{{,}} [[Enrico La Talpa]]{{,}} [[Elena Bacchin]]{{,}} ''[[La taverna dei sette peccati]]''{{,}} [[Jill Lepore]]{{,}} ''[[Cortigiana (film)|Cortigiana]]''{{,}} [[Keane (gruppo musicale)]]{{,}} [[Goldie Goldbloom]]{{,}} [[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]]{{,}} [[Bryan Ferry]]{{,}} [[Mattia Furlani]]{{,}} [[Giuseppe Governale]]{{,}} ''[[Situazione pericolosa]]''{{,}} [[Lionello Fiumi]]{{,}} [[Milena Baldassarri]]{{,}} [[Giulia Maenza]]{{,}} [[Margot Sikabonyi]]{{,}} [[Daijirō Katō]]{{,}} [[Cal Crutchlow]]{{,}} [[Takaaki Nakagami]]{{,}} [[Franco Alfano (compositore)|Franco Alfano]]{{,}} [[Alyssa D'Incà]]{{,}} [[Vittoria Vecchini]]{{,}} [[Meta (rugby)]]{{,}} [[Vittoria Ostuni Minuzzi]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> q7vjezwgh655w0rne4irvsdemw0kkig Delitto 0 5433 1351305 1304980 2024-11-11T12:05:52Z ~2024-9620 100276 Seneca. 1351305 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Beccaria - Dei delitti e delle pene - 6043967 A.jpg|miniatura|''[[Cesare Beccaria#Dei delitti e delle pene|Dei delitti e delle pene]]'', illustrazione (1766)]] Citazioni sul '''delitto''' e la '''delinquenza'''. *Ah! quante volte ci eccita al delitto la sola vista dei mezzi di compierlo! ([[William Shakespeare]]) *– Credi davvero nel delitto perfetto?<br>– Mmmh... Certo, ma nei libri. Penso che saprei idearne uno meglio di chiunque altro, ma dubito che riuscirei a portarlo a termine.<br>– Ah! Perché no?<br>– Nei romanzi le cose vanno come l'autore vuole che vadano; ma nella vita no, mai. Il mio delitto sarebbe come il mio bridge: farei qualche stupido errore e me ne accorgerei quando mi sentissi guardato da tutti. (''[[Il delitto perfetto]]'') *Che cos'è un delitto, signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Una opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante. ([[Augusto De Angelis]]) *Che un delitto si offra agli inquirenti come un quadro i cui elementi materiali e, per così dire, stilistici consentano, se sottilmente reperiti e analizzati, una sicura attribuzione, è corollario di tutti quei romanzi polizieschi cui buona parte dell'umanità si abbevera. Nella realtà le cose stanno però diversamente: e i coefficienti dell'impunità e dell'errore sono alti non perché (o non soltanto, o non sempre) è basso l'intelletto degli inquirenti, ma perché gli elementi che un delitto offre sono di solito assolutamente insufficienti. Un delitto, diciamo, commesso o organizzato da gente che ha tutta la buona volontà di contribuire a tenere alto il coefficiente di impunità.<br>Gli elementi che portano a risolvere i delitti che si presentano con carattere di mistero o di gratuità sono la ''confidenza'' diciamo professionale, la delazione anonima, il caso. E un po', soltanto un po', l'acutezza degli inquirenti. ([[Leonardo Sciascia]]) *Coloro che commettono delitti nel sonno non soffrono alcuna [[pena]]. ([[Francesco Mario Pagano]]) *Colui al quale il delitto porta giovamento, quello ne è l'autore. ([[Lucio Anneo Seneca]]) *Come potevo sapere che il delitto qualche volta ha il profumo del caprifoglio? (''[[La fiamma del peccato]]'') *Dapprincipio, e d'altronde si trattava ormai di parecchio tempo addietro, l'aveva interessato una questione: perché quasi tutti i delitti vengono a galla e si risolvono così facilmente, e perché quasi tutti i delinquenti lasciano delle tracce così manifeste? A poco a poco era giunto alle conclusioni più svariate e curiose, e, a parer suo, la causa principale in assoluto era racchiusa non tanto nell'impossibilità materiale d'occultare un delitto, quanto nel delinquente stesso: lo stesso delinquente, infatti, e praticamente qualsiasi delinquente, nel momento del delitto è soggetto a una sorta di decadimento della volontà e della ragione, alle quali viene a sostituirsi una fenomenale leggerezza infantile, e questo avviene precisamente nel momento in cui sarebbero maggiormente necessarie la ragione e la prudenza. Secondo questa sua convinzione, ne veniva fuori che una sorta di eclissi della ragione e di decadimento della volontà s'impossessano dell'essere umano come una malattia, si sviluppano con regolarità e raggiungono il momento culminante poco prima del compimento del delitto; perdurano nella stessa forma nel corso del delitto e ancora per il breve lasso di tempo successivo, a seconda degli individui; quindi passano, come passa una qualsiasi malattia. La questione quindi era: è la malattia che genera il delitto o è il delitto, per una sua natura particolare, che sempre s'accompagna a quella specie di malattia? ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Delitti assurdi? Ma io le assicuro che delitti come questi, e forse ancor più spaventosi, ne venivano commessi anche prima, e sempre ne sono stati commessi, e non solo da noi, ma dovunque, e, secondo me, fatti del genere si ripeteranno ancora per molto tempo. La differenza sta nel fatto che da noi prima c'era meno trasparenza, mentre ora di queste cose se ne parla ad alta voce e anche se ne scrive, e per questo può sembrare che delinquenti di questo genere siano comparsi da noi soltanto adesso. ([[Fëdor Dostoevskij]], ''[[L'idiota]]'') *Dentro di sé la chiama­va 'la teoria della crepa'. In ogni malfattore, in ogni delinquente c'è un uomo. Ma c'è anche e soprattutto un giocatore, un avversario: ed è questo che la polizia tende a vedere in lui, è questo che, in generale, affronta. La lotta viene ingaggiata su dati più o meno oggettivi, come ogni problema a una o più incognite che la ra­gione si sforza di risolvere. Maigret agiva come gli altri. Ma lui cercava, aspettava, spiava soprattutto la 'crepa'. Il momento in cui, in altri ter­mini, dietro il giocatore appare l'uomo. ([[Georges Simenon]]) *Dire che un delitto è opera di una [[società]], il risultato matematico di taluni «fattori ambientali», è una di quelle offese che il nostro tempo rivolge continuamente alla libertà individuale e alla [[libertà]] in genere. ([[Vitaliano Brancati]]) *I delitti più tremendi si incominciano pericolosamente, ma si conducono a termine vantaggiosamente. ([[Publio Cornelio Tacito]]) *I grandi che delinquono animano più al delitto, che le persone dappoco. ([[Francesco Mario Pagano]]) *Il delinquente non soltanto nuoce col danno che reca, ma benanche coll'esempio che porge. ([[Francesco Mario Pagano]]) *Il delitto che la mente nasconde, li trasparisce sul viso. ([[Domenico Cirillo]]) *''Il delitto | cui coronò il successo e la fortuna, virtù si chiama.'' ([[Lucio Anneo Seneca]]) *Il delitto è ''la violazione di un [[Diritto|dritto]] o naturale, o civile dell'uomo'': ovvero ''una mancanza dell'adempimento dell'obbligazione o naturale, o civile''. Esso è una commissione di ciò che non devesi fare, o l'omissione di ciò che convien fare.<br />La [[pena]] per l'opposto è ''la perdita di un dritto per un diritto violato'', o ''per un dovere omesso'': perdita di un dritto che toglie al reo la legge, e per essa i magistrati suoi esecutori. ([[Francesco Mario Pagano]]) *Il delitto è ribellione all'autorità dello Stato, è la negazione del diritto, la pena è a sua volta la negazione del delitto e quindi la riaffermazione del diritto. ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]) *Il delitto è un fenomeno naturale; non solo nelle società umane, ma negli animali, nelle piante, nel mondo fisico si trovano gli equivalenti del delitto e della pena. ([[Giuseppe Antonini (medico)|Giuseppe Antonini]]) *La capacità a delinquere, per me avvocato civilista, ha due aspetti: uno giuridico e uno sociale. Sotto l'aspetto giuridico mi pare che essa sia la tendenza e la attitudine a violare il diritto altrui; sotto l'aspetto sociale mi pare sia la incapacità di intendere che la vita in società è fatta di solidarietà e di altruismo: che senza solidarietà e senza altruismo non vi è civiltà. Il delinquente è essenzialmente un infelice esiliato nel suo sfrenato egoismo, un solitario incapace di vivere in società. ([[Piero Calamandrei]]) *La nascita della delinquenza è l'investimento segreto nella furbizia di tutte le facoltà dell'intelligenza. ([[Daniel Pennac]]) *Ma la natura non ci offre mai la possibilità di commettere delitti che entrerebbero in conflitto con le sue esigenze. E allora l'equilibrio deve essere ristabilito, ma siccome ciò è possibile solo attraverso altri delitti, ne consegue che il delitto è al servizio della natura. (''[[Justine, ovvero le disavventure della virtù]]'') *Nessun delitto può trovare un motivo scusante. ([[Tito Livio]], attribuita a [[Scipione l'Africano]]) *Niuno debba del nudo pensiero soffrir la [[pena]], essendo il delitto un fatto dannevole alla società. E quando sia manifestato nelle semplici parole, può meritar correzione soltanto. Quindi i pensieri soggetti alle divine, sono esenti dalle umane pene. ([[Francesco Mario Pagano]]) *Non esiste il delitto perfetto, Adalgisa. Esistono solo colpevoli molto fortunati. (''[[Rocco Schiavone (serie televisiva)|Rocco Schiavone]]'') *Non tutti i delitti hanno riflessi [[società|sociali]]. [...] Ma ci sono delitti, invece, in cui tutto è sociale, dall'arma usata all'ambiente fisico, dai caratteri dei protagonisti al loro modo di vita, tutto, perfino il dolore, perfino il peccato, perfino la riparazione, perfino il pentimento. ([[Alberto Moravia]]) *''Ogni delitto | porta in sé, dentro il suo impulso, un angelo | vendicatore: l'angoscia dell'attesa.'' ([[Friedrich Schiller]]) *Peccato che i delitti meglio eseguiti, i delitti perfetti, insomma, siano rimasti privi di firma; e che gli autori in cambio d'una banale impunità abbiano perso la gloria. ([[Gesualdo Bufalino]]) *Per i grandi Geni o per i grandi delinquenti non vi è posto fra la mediocrità trionfante che domina e comanda. ([[Renzo Novatore]]) *Un delitto è come ogni altra un'opera d'arte. Non si sorprenda: i delitti non sono affatto le sole opere d'arte che provengono da un'officina infernale. Ma ogni opera d'arte, sia essa divina o diabolica, ha un'impronta inevitabile; voglio dire che l'idea centrale è semplice, per quanto l'adempimento possa essere complicato. (''[[Padre Brown]]'') *Un delitto non dovrebbe andare impunito perché altrimenti tutte le fondamenta [[Morale|morali]] crollerebbero e soltanto il [[caos]] regnerebbe. ([[Erich Maria Remarque]]) ===[[Stanisław Jerzy Lec]]=== *I giovani delinquenti non hanno un avvenire sicuro. Possono ancora diventare persone per bene. *Il delitto – la musa dei predicatori e dei moralisti. *Quante volte è stato condannato il delitto! Per la sua scadente esecuzione. *Talvolta proprio l'[[alibi]] è un delitto. ==Voci correlate== {{MultiCol}} *[[Assassino]] *[[Crimine]] *[[Frode]] *[[Furto]] *[[Omicidio]] *[[Ricatto]] {{ColBreak}} *[[Pena]] *[[Pena di morte]] *[[Prigione]] {{EndMultiCol}} ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=delitto|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul|wikt=delitto}} [[Categoria:Reati]] [[Categoria:Teoria del diritto]] jgtlz8kjpbptv9lupo6zhdtwh2hiiue Silver 0 5462 1351416 711167 2024-11-11T23:29:00Z Udiki 86035 /* Citazioni di Silver */ +1 1351416 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Guido Silvestri.jpg|thumb|Silver a Lucca Comics & Games 2008]] '''Silver''', pseudonimo di '''Guido Silvestri''' (1952 – vivente), fumettista italiano. == Citazioni di Silver == *[...] con il passare degli anni mi riconosco sempre di più in [[Enrico La Talpa|Enrico]] {{NDR|personaggio di ''Lupo Alberto''}}, anche con tutte le sue contraddizioni, con il suo essere talvolta meschino e con i suoi pensieri non proprio nobili. Alla fine, la talpa rappresenta quello che siamo al di là di quello che cerchiamo di far credere di essere. Se il lupo è la figura ideale, la talpa è la cruda realtà.<ref>Dall'intervista di Gianmaria Tammaro, ''[https://www.rollingstone.it/cultura/interviste-cultura/silver-ci-racconta-il-suo-lupo-alberto-la-persona-che-vive-ai-margini-della-societa/310542/ Silver ci racconta il suo Lupo Alberto, «la persona che vive ai margini della società»]'', ''rollingstone.it'', 22 aprile 2016.</ref> *{{NDR|Su ''[[Lupo Alberto]]''}} Mi piace pensare di aver creato qualcosa che da trent'anni tiene compagnia alla gente e aiuta qualcuno a sdrammatizzare la realtà o magari a segare le sbarre di un'esistenza grigia, con un sorriso.<ref>Citato in Luca Raffaelli, ''Il mondo di Silver'' in ''Lupo Alberto'', I Classici del Fumetto di Repubblica n. 47, ed. Gruppo Editoriale L'Espresso/Panini Comics, Roma, 2004, p. 10.</ref> === ''[http://www.inkonline.info/?p=233 Intervista a Silver]'', Ink on Line, 2 marzo 1999 === *[[Lupo Alberto]] è come un abito, non è un pupazzetto di plastica da muovere come un automa. È una cosa che uno indossa, che cerca di adattarsi in modo che possa rendere nel modo migliore. Quindi è logico che chi lo scrive o lo disegna ci metta parecchio di sé. *Io ho sempre ritenuto che uno dei personaggi più belli in assoluto sia [[Cattivik]], e lo dico senza timore di passare per autocelebrativo visto che il personaggio è di Bonvi. È uno dei più bei personaggi in assoluto perché non risente delle mode, è essenziale, moderno, forse per questa sua forma ad uovo... *È anche ovvio che i personaggi a fumetti, una volta animati, perdono molte caratteristiche per acquisirne altre, trasformandosi quasi in tutt'altro. *{{NDR|Riguardo la [[Lupo Alberto (serie animata)|serie animata di Lupo Alberto]]}} Io volevo rifarmi idealmente ai vecchi cartoni della Warner, ovviamente con tutti i limiti imposti dai costi. Volevo che lo spirito fosse quello, così come hanno fatto recentemente con gli ''[[Animaniacs]]''. *Non è un segnale positivo quando si trovano le magliette sulle bancarelle. Già la bancarella non è un canale di vendita che esalti l'immagine di un personaggio. Poi il fatto che sia su una bancarella significa che chi produce queste magliette ritiene che questo sia un fenomeno da bruciare in poco tempo. *{{NDR|[[Lupo Alberto (personaggio)|Lupo Alberto]]}} Nelle mie intenzioni doveva avere il colore del lupo grigio, il lupo siberiano, per intenderci, che ha un colore grigio un po' tendente all'azzurro. Grigio sembrava troppo in bianco e nero. Doveva quindi avere una certa percentuale di grigio e una certa percentuale di azzurro. Questa percentuale veniva sempre sbagliata: o me lo facevano grigio completamente o me lo facevano di un blu troppo abbagliante. Allora ho stabilito che dovesse essere un sessanta per cento di cyan e basta, senza miscele di colori. Una volta me l'hanno fatto anche bianco. Ricordo che uscì una copertina del Corriere dei Ragazzi col lupo marrone. ==Opere== *''[[Lupo Alberto]]'' *''[[Cattivik]]'' ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto|w}} [[Categoria:Fumettisti italiani]] ecu1xyxgytkb7ca4wl459chb2hhzenq Nostalgia 0 5653 1351529 1347616 2024-11-12T09:27:50Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351529 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''nostalgia'''. *C'è stato un tempo in cui misuravamo la distanza con l'intensità della nostalgia. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l'unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro, l'unico. (''[[La grande bellezza]]'') *Da quando sappiamo che il mondo è rotondo, la nostra nostalgia si morde la coda. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Gli chiese di spiegargli che cosa fosse la nostalgia.<br>– È difficile! – cominciò Alfonso – ma qualche cosa credo di poterne dire.<br>Raccontò che prima di tutto era una malattia organica perché soffrivano i polmoni per la differenza dell'aria, lo stomaco per la differenza dei cibi, i piedi per la differenza del selciato. Quello che però rinunziava a descrivere era l'intensità del desiderio di rivedere i luoghi che si erano abbandonati, un muro nero, una via tortuosa col canale nel mezzo, infine una stanza incomoda mal riparata dalle intemperie; e non si poteva descrivere l'aborrimento per il palazzo in cui abitava, alludeva a quello della banca, la via grande, spaziosa, e persino il mare:<br>– In quanto alle persone poi... è la stessa cosa. ([[Italo Svevo]]) *Gli umani sono schiavi della nostalgia, del dolore che nasce dalla separazione; soffrono se sono lontano da chi amano. Ma questo non li indebolisce, semmai li rende sempre più forti, perché hanno qualcosa in cui credere. (''[[I Cavalieri dello zodiaco: Le porte del paradiso]]'') *Ho imparato che, dopo una certa età, il segreto per vivere bene è premunirsi contro la nostalgia e rifuggirla come la peste. La nostalgia è la malattia dei vecchi, il bianchetto degli omissis scomodi della memoria, una subdola forma di autoinganno che induce a rimuovere il lato doloroso, aspro del passato. ([[Bruno Morchio]]) *Io ho un'altra febbre. Una febbre che mi fa sentire la nostalgia del presente. Mentre vivo sento già lontanissimi i momenti che sto vivendo, così non voglio modificarlo il presente, lo prendo come viene [...]. (''[[Prima della rivoluzione]]'') *Io non credo nella nostalgia di nessuno all'infuori della mia. La nostalgia è prodotto di insoddisfazione e rabbia. È un regolamento di conti tra il presente e il passato. Più forte è, più vicini si arriva alla violenza. La guerra è la forma assunta dalla nostalgia quando gli uomini sono forzati a dire qualcosa di bene del proprio paese. ([[Don DeLillo]]) *Io per natura cerco di combattere strenuamente ogni forma di nostalgia. Penso fermamente sia un sentimento molto sopravvalutato, soprattutto quando viene condiviso e formalizzato, si trasforma in un racconto o in un film e diventa un sentimento deteriore. Quindi ci rimane il [[presente]] e il presente non è di per sé giudicabile. È solamente, direi, impressionabile. ([[Umberto Contarello]]) *L'[[amore]] si fonda sulla nostalgia, nostalgia della persona amata. Esso non è libero dalla dimensione sessuale. Quanto più grande è la nostalgia dell'unione con la persona amata, tanto più grande è l'amore. Se si toglie il tabù della dimensione sessuale, cade la barriera che produce continuamente la nostalgia e così l'amore perde la sua base. ([[Max Horkheimer]]) *La [[musica]] non esprime la passione, l'amore, la nostalgia di questo o quell'individuo in questa o quella situazione ma la passione, l'amore, la nostalgia stessa. ([[Richard Wagner]]) *La luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con il fascino della nostalgia: anche la ghigliottina. ([[Milan Kundera]]) *La nostalgia è il sentimento originario che muove l'arte, il pensiero, la grande letteratura e si condensa in [[mito]]: l<nowiki>'</nowiki>''[[Odissea]]'' è il poema della nostalgia. L'uomo è un animale nostalgico, non sa vivere solo del presente ed è indotto a mitizzare per dare un significato alla vita. Nella sua vita nutre la nostalgia delle origini. ([[Marcello Veneziani]]) *La nostalgia è il canto e l'incanto di un tempo eletto a favola, [[mito]]. ([[Marcello Veneziani]]) *La nostalgia è proprio questo: il passare e ripassare delle vecchie memorie. ([[Machado de Assis]]) *La nostalgia è un sentimento bello, ma pericoloso. Mi piace il futuro, anche se il futuro non è allegro. Il passato è terribile, peraltro come il futuro. Dobbiamo vivere nel presente. ([[Michel Piccoli]]) *La nostalgia è una forma per preservare l'[[identità]] psichica, tenerla unita, come una fascia che impedisce al proprio Io di disgregarsi. ([[Roberto Cotroneo]]) *La nostalgia è una sofferenza fragile e gentile, essenzialmente diversa, più intima, più umana delle altre pene che avevamo sostenuto fino a quel tempo: percosse, freddo, fame, terrore, destituzione, malattia. È un dolore limpido e pulito, ma urgente: pervade tutti i minuti della giornata, non concede altri pensieri, e spinge alle evasioni. ([[Primo Levi]]) *La nostalgia è una sorta di smalto che tiriamo sul passato per renderlo allettante e coprirne le ferite. ([[Bruno Morchio]]) *La nostalgia fa di noi tutti dei buoni [[Stalin|stalinisti]], infatti ciò che è scomodo o impopolare ricordare diventa progressivamente meno reale sbiadendo in un grigiore reso ancor più sfocato dai toni accesi e dai ritratti vivaci della versione autorizzata. ([[Charles Shaar Murray]]) *Non posso negare di essere sempre stata un'anima nostalgica. Il passato per me, come per tanti altri, è la cosa più semplice da guardare, perché non lo devi immaginare, è già accaduto, è molto più facile guardarsi indietro. Per immaginare il futuro, invece, ci vuole un grande impegno. ([[Levante (cantante)|Levante]]) *Ogni nostalgia è una specie di vecchiaia. ([[João Guimarães Rosa]]) *Per me l'emblema della nostalgia è rappresentato dalla spiaggia del Purgatorio, dove [[Dante Alighieri|Dante]] e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] sostano a chiacchierare in un' atmosfera familiare, e Virgilio dice a Dante di lavarsi le mani e il viso per rinfrescarsi dalla dura esperienza dell'Inferno. ([[Kenzaburō Ōe]]) *Solamente chi trae l'un dopo l'altro i giorni lontano dagli affetti che prima non si guastano e troppo tardi si apprezzano e amano, può comprendere quanto sia il rimpianto dei beni ignorati per l'anima che si ammala di nostalgia. ([[Carlo Maria Franzero]]) ==Voci correlate== *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Saudade]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Sentimenti]] 1ii19aqmr7m3ekrzgna6zz30okm49g0 Strange Days (film) 0 6145 1351363 1193458 2024-11-11T16:58:13Z ~2024-11640 100339 /* Frasi */ 1351363 wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano = Strange Days |titolooriginale = Strange Days |paese = Stati Uniti d'America |annouscita = 1995 |genere= fantascienza, thriller |regista = [[Kathryn Bigelow]] |soggetto = [[James Cameron]] e [[Jay Cocks]] |sceneggiatore = [[James Cameron]] e [[Jay Cocks]] |attori = *[[Ralph Fiennes]]: Lenny Nero *[[Angela Bassett]]: Lornette "Mace" Mason *[[Juliette Lewis]]: Faith Justin *[[Tom Sizemore]]: Max Peltier *[[Michael Wincott]]: Philo Gant *[[Vincent D'Onofrio]]: Burton Steckler *[[Glenn Plummer]]: Jeriko One *[[Brigitte Bako]]: Iris *[[Richard Edson]]: Tick *[[Josef Sommer]]: Palmer Strickland *[[William Fichtner]]: Dwayne Engelman *[[Nicky Katt]]: Joey Corto |doppiatoriitaliani= *[[Tonino Accolla]]: Lenny Nero *[[Alessandra Cassioli]]: Lornette "Mace" Mason *[[Laura Boccanera]]: Faith Justin *[[Massimo Corvo]]: Max Peltier *[[Mauro Magliozzi]]: Philo Gant *[[Angelo Maggi]]: Burton Steckler *[[Alessandra Korompay]]: Iris *[[Luigi Ferraro (doppiatore)|Luigi Ferraro]]: Tick *[[Francesco Prando]]: Dwayne Engelman }} '''''Strange Days''''', film statunitense del 1995 di [[Kathryn Bigelow]], con [[Ralph Fiennes]] e [[Angela Bassett]]. ==Frasi== *Sei mai stato filocollegato? ('''Lenny Nero''') *Ora senti, voglio che tu sappia esattamente di cosa stiamo parlando. Okay? Questa non è come la TV, è un po' meglio. Questa è vita reale. Un pezzo di vita di qualcuno. Puro e integrale, dritto dalla corteccia cerebrale. Insomma, sei lì, lo stai facendo, lo stai vedendo, lo stai sentendo... Lo stai provando. Esattamente qualunque cosa tu voglia, chiunque tu voglia essere, okay? Insomma, se tu vuoi andare a sciare senza lasciare il tuo studio, puoi farlo, ma presumo che uno come te quando vuole andare a sciare vuole ad Aspen, non è certo questa roba qui che ti interessa! È la roba che non puoi avere, giusto? Il frutto proibito. Come irrompere in un negozio di liquori con una 357 Magnum, sentire l'adrenalina che ti pompa nelle vene, oppure... Vedi quello laggiù con la filippina superdotata? Ti piacerebbe essere quello lì per venti minuti? I venti minuti giusti? Sì, io posso farlo accadere senza neanche farti macchiare la fede nuziale. Io posso farti avere quello che vuoi, posso farlo, posso procurarlo, qualunque cosa, non devi fare altro che parlare con me, fidati di me, fidati! Perché io sono il tuo confessore... Sono il tuo strizzacervelli, io sono il tuo collegamento diretto alla centralina delle anime... Io sono l'uomo magico, il Babbo Natale del subconscio. Lo dici, lo pensi, puoi averlo. ('''Lenny Nero''') *Aspetta, fammi capire bene. Mi pagherai 200 dollari per mettermi una retina per capelli e sbattermi una bella pupa? Non lo so, amico. Ci devo pensare. ('''Un ragazzo''') *Dai amico, il mondo è pieno di imbecilli. Nessuno sa lavorarseli meglio di te. Riusciresti a vendere il [[ano|buco del culo]] di un topo come fede nuziale! ('''Max Peltier''') *Senti, tutti hanno bisogno di fare una capatina nel vicolo cieco di tanto in tanto. Fa parte di noi. ('''Lenny Nero''') *La [[paranoia]] è solo la realtà su una scala più sottile. ('''Philo Gant''') *Vedi, è questo il tuo problema. Tu immagini ci sia qualcosa quando invece non c'è niente. Tu immagini di avere una vita quando invece spacci solo pezzi di vita di altri e le parti frantumate della tua. ('''Philo Gant''') *Il punto non è se sei paranoico. Lenny, insomma, il punto è se sei abbastanza paranoico. ('''Max Peltier''') *I [[Ricordo|ricordi]] sono fatti per svanire, Lenny! ('''Mace''') *Ciao, sono Lenny. Che ti passa per la testa? ('''[[Segreterie telefoniche dai film|Segreteria telefonica]] di Lenny Nero''') *Sai come faccio a sapere che è la fine del mondo, Lenny? Perché tutto è già stato fatto, capisci? Ogni genere di musica è stata provata, ogni genere di governo è stato provato, capisci? Ogni cazzo di pettinatura, ogni orrendo gusto di gomma da masticare, i cereali per la colazione, ogni tipo di schifoso... capisci che intendo? Che ci resta da fare? Come faremo a sopravvivere per altri mille anni? ('''Max Peltier''') *Tu non sei più mio cliente, Gant. Non ti venderei nemmeno il sudore delle palle di un cane morto. ('''Lenny Nero''') *Quando ho conosciuto Faith lei era solo un'altra fuggiasca che faceva pompini a venti dollari per comprarsi il crack. Solo un'altra anima persa. E aveva questa voce che era... metteva paura. Come se lei potesse prendere e innalzare tutta la sofferenza e la rabbia del mondo fino al cielo unicamente con la forza della sua voce. E io l'ho aiutata, e le ho promesso che sarei stato lì con lei, pronto a proteggerla. Vedi, non si tratta di quello che c'è nella sua testa, si tratta di quello che c'è nella mia. Non posso dimenticarla quella promessa, è come se questo fosse tutto quello che mi resta. ('''Lenny Nero''') ==Dialoghi== *'''Lenny Nero''' {{NDR|si leva di dosso lo SQUID dopo aver rivissuto la morte di un rapinatore}}: Cazzo, lo sai che non tratto le morti in diretta!<br/>'''Tick''': Non farti prendere un infarto, Lenny!<br/>'''Lenny Nero''': Potevi almeno avvertirmi, sai che odio lo zap quando muoiono, ti rovina tutto il resto della giornata! E che cazzo, Tick!<br/>'''Tick''': Scusa.<br/>'''Lenny Nero''': Come lo hai beccato il dischetto? Come mai gli sbirri non lo hanno usato come prova?<br/>'''Tick''': Con tutto il sangue che c'era non hanno visto l'attrezzatura. Quello la portava sotto una parrucca!<br/>'''Lenny Nero''': Già, ma tu come lo hai avuto?<br/>'''Tick''': Ho i miei mezzi, Lenny, ho i miei mezzi! Vedi, ho un accordo con uno dei paramedici. Il mio uomo mi rintraccia, io passo a ritirare il dischetto all'obitorio. Allora, che ne pensi? Questa clip deve valere almeno mille dollari, giusto? <br/>'''Lenny Nero''': Tick... Non voglio distruggere le tue speranze, ma io non tratto questo genere di prodotto, questo lo sai. Te ne do quattrocento perché devo tagliare l'ultimo pezzo e i miei clienti non sopportano tagli, ne vogliono integrali.<br/>'''Tick''': Fregatene, amico! L'ultimo pezzo è il migliore, fai un tuffo secco di sei piani e bam! Ti getti nel grande buio!<br/>'''Lenny Nero''': Io non tratto blackjack! È la mia politica. Ho i miei principi, io.<br/>'''Tick''': Ah sì? E da quando? Dai, Lenny, è questa roba qui che la gente vuole vedere, tu lo sai!<br/>'''Lenny Nero''': Allora dalla a qualcun altro!<br/>'''Tick''': Lenny! Lenny, ho delle spese, devo far riparare l'attrezzatura. Guardala, c'è sangue su tutte le testine!<br/>'''Lenny Nero''': E leva questa roba!<br/>'''Tick''': Dai, dammene almeno seicento, questa è una buona clip, amico! Ti pompa adrenalina!<br/>'''Lenny Nero''': La prima parte va bene, è meglio delle solite soap opera che mi porti.<br/>'''Tick''': Ah! Questo è un colpo basso, Lenny. Sai benissimo che ti porto roba DOC!<br/>'''Lenny Nero''': Sì, certo, come questo schifo di merda qui: una che litiga con il suo ragazzo. È come guardare una banda fissa, non succede niente, russo.<br/>'''Tick''': Lenny, mi dici sempre di portarti la vita di strada, d-di portarti la vita reale, che la vita mondana o disperata di un uomo è il technicolor per un altro!<br/>'''Lenny Nero''': Io ho detto questo?<br/>'''Tick''': Un sacco di volte, tue testuali parole!<br/>'''Lenny Nero''': Te ne do cinquecento. Ti va più che bene perché in questo caso è un guadagno netto, non devi spartire niente con chi lo indossava.<br/>'''Tick''': Questo è poco ma sicuro! *'''Lenny Nero''': Keith?<br/>'''Keith''': Sì.<br/>'''Lenny Nero''': Ciao, sonno Lenny, Lenny Nero. Ci siamo sentiti per telefono.<br/>'''Keith''': Piacere. {{NDR|si stringono la mano}}<br/>'''Lenny Nero''': Piacere. Okay... Non per sapere i fatti tuoi, ma te lo devo chiedere... Sei uno sbirro?<br/>'''Keith''': Capisco perfettamente. No, non lo sono.<br/>'''Lenny Nero''': Lo capisci... Avvocato, giusto? Avvocato? Giusto? L'ho capito dai mocassini! Leggi dello spettacolo, direi, sta calmo. Sapere quello che vogliono le persone è il mio mestiere, sapere... Cosa nascondono i loro occhi. Okay, dimmi, hai mai... Hai mai jackkato? Hai mai... Filoviaggiato?<br/>'''Keith''': No, io no, no.<br/>'''Lenny Nero''': Ah, un cervello vergine? Bene! Bene... Ti faremo cominciare bene. Okay, avanti, spara, risparmiamo tempo, dimmi quello che sai.<br/>'''Keith''': Solo quello che ho letto, che... Questa tecnologia è stata inventata per i federali, per rimpiazzare i microfoni che si portano addosso... Adesso è sul mercato nero.<br/>'''Lenny Nero''': Proprio così, perciò... Questa conversazione non sta avendo luogo, okay?<br/>'''Keith''': Puoi dirlo forte. *'''Palmer Strickland''': Nero!<br/>'''Lenny Nero''': Strickland.<br/>'''Palmer Strickland''': ''Commissario'' Strickland.<br/>'''Lenny Nero''': Certo, come no. Vede, siccome ha scaricato la mia carriera nel cesso io non devo chamarla neanche "signore". E' uno dei piccoli piaceri della vita. *'''Lenny Nero''': Cristo! <br/>'''Max Peltier''': Secondo le statistiche quella è la seconda [[Ultime parole|parola più usata dalla gente prima di morire]]. ''Merda'' è la numero uno. *'''Philo Gant''': Come hai fatto ad arrivare quassù?! <br/> '''Lenny Nero''': Charme. == Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Strange Days''}} [[Categoria:Film di fantascienza]] [[Categoria:Film thriller]] p6i4xdvcpbedenv2mw6jewd6fmybyqd 1351369 1351363 2024-11-11T17:35:02Z Homer 215 /* Dialoghi */ -1 tanto lungo quanto insignificante 1351369 wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano = Strange Days |titolooriginale = Strange Days |paese = Stati Uniti d'America |annouscita = 1995 |genere= fantascienza, thriller |regista = [[Kathryn Bigelow]] |soggetto = [[James Cameron]] e [[Jay Cocks]] |sceneggiatore = [[James Cameron]] e [[Jay Cocks]] |attori = *[[Ralph Fiennes]]: Lenny Nero *[[Angela Bassett]]: Lornette "Mace" Mason *[[Juliette Lewis]]: Faith Justin *[[Tom Sizemore]]: Max Peltier *[[Michael Wincott]]: Philo Gant *[[Vincent D'Onofrio]]: Burton Steckler *[[Glenn Plummer]]: Jeriko One *[[Brigitte Bako]]: Iris *[[Richard Edson]]: Tick *[[Josef Sommer]]: Palmer Strickland *[[William Fichtner]]: Dwayne Engelman *[[Nicky Katt]]: Joey Corto |doppiatoriitaliani= *[[Tonino Accolla]]: Lenny Nero *[[Alessandra Cassioli]]: Lornette "Mace" Mason *[[Laura Boccanera]]: Faith Justin *[[Massimo Corvo]]: Max Peltier *[[Mauro Magliozzi]]: Philo Gant *[[Angelo Maggi]]: Burton Steckler *[[Alessandra Korompay]]: Iris *[[Luigi Ferraro (doppiatore)|Luigi Ferraro]]: Tick *[[Francesco Prando]]: Dwayne Engelman }} '''''Strange Days''''', film statunitense del 1995 di [[Kathryn Bigelow]], con [[Ralph Fiennes]] e [[Angela Bassett]]. ==Frasi== *Sei mai stato filocollegato? ('''Lenny Nero''') *Ora senti, voglio che tu sappia esattamente di cosa stiamo parlando. Okay? Questa non è come la TV, è un po' meglio. Questa è vita reale. Un pezzo di vita di qualcuno. Puro e integrale, dritto dalla corteccia cerebrale. Insomma, sei lì, lo stai facendo, lo stai vedendo, lo stai sentendo... Lo stai provando. Esattamente qualunque cosa tu voglia, chiunque tu voglia essere, okay? Insomma, se tu vuoi andare a sciare senza lasciare il tuo studio, puoi farlo, ma presumo che uno come te quando vuole andare a sciare vuole ad Aspen, non è certo questa roba qui che ti interessa! È la roba che non puoi avere, giusto? Il frutto proibito. Come irrompere in un negozio di liquori con una 357 Magnum, sentire l'adrenalina che ti pompa nelle vene, oppure... Vedi quello laggiù con la filippina superdotata? Ti piacerebbe essere quello lì per venti minuti? I venti minuti giusti? Sì, io posso farlo accadere senza neanche farti macchiare la fede nuziale. Io posso farti avere quello che vuoi, posso farlo, posso procurarlo, qualunque cosa, non devi fare altro che parlare con me, fidati di me, fidati! Perché io sono il tuo confessore... Sono il tuo strizzacervelli, io sono il tuo collegamento diretto alla centralina delle anime... Io sono l'uomo magico, il Babbo Natale del subconscio. Lo dici, lo pensi, puoi averlo. ('''Lenny Nero''') *Aspetta, fammi capire bene. Mi pagherai 200 dollari per mettermi una retina per capelli e sbattermi una bella pupa? Non lo so, amico. Ci devo pensare. ('''Un ragazzo''') *Dai amico, il mondo è pieno di imbecilli. Nessuno sa lavorarseli meglio di te. Riusciresti a vendere il [[ano|buco del culo]] di un topo come fede nuziale! ('''Max Peltier''') *Senti, tutti hanno bisogno di fare una capatina nel vicolo cieco di tanto in tanto. Fa parte di noi. ('''Lenny Nero''') *La [[paranoia]] è solo la realtà su una scala più sottile. ('''Philo Gant''') *Vedi, è questo il tuo problema. Tu immagini ci sia qualcosa quando invece non c'è niente. Tu immagini di avere una vita quando invece spacci solo pezzi di vita di altri e le parti frantumate della tua. ('''Philo Gant''') *Il punto non è se sei paranoico. Lenny, insomma, il punto è se sei abbastanza paranoico. ('''Max Peltier''') *I [[Ricordo|ricordi]] sono fatti per svanire, Lenny! ('''Mace''') *Ciao, sono Lenny. Che ti passa per la testa? ('''[[Segreterie telefoniche dai film|Segreteria telefonica]] di Lenny Nero''') *Sai come faccio a sapere che è la fine del mondo, Lenny? Perché tutto è già stato fatto, capisci? Ogni genere di musica è stata provata, ogni genere di governo è stato provato, capisci? Ogni cazzo di pettinatura, ogni orrendo gusto di gomma da masticare, i cereali per la colazione, ogni tipo di schifoso... capisci che intendo? Che ci resta da fare? Come faremo a sopravvivere per altri mille anni? ('''Max Peltier''') *Tu non sei più mio cliente, Gant. Non ti venderei nemmeno il sudore delle palle di un cane morto. ('''Lenny Nero''') *Quando ho conosciuto Faith lei era solo un'altra fuggiasca che faceva pompini a venti dollari per comprarsi il crack. Solo un'altra anima persa. E aveva questa voce che era... metteva paura. Come se lei potesse prendere e innalzare tutta la sofferenza e la rabbia del mondo fino al cielo unicamente con la forza della sua voce. E io l'ho aiutata, e le ho promesso che sarei stato lì con lei, pronto a proteggerla. Vedi, non si tratta di quello che c'è nella sua testa, si tratta di quello che c'è nella mia. Non posso dimenticarla quella promessa, è come se questo fosse tutto quello che mi resta. ('''Lenny Nero''') ==Dialoghi== *'''Lenny Nero''': Keith?<br/>'''Keith''': Sì.<br/>'''Lenny Nero''': Ciao, sonno Lenny, Lenny Nero. Ci siamo sentiti per telefono.<br/>'''Keith''': Piacere. <br/>'''Lenny Nero''': Piacere. Okay... Non per sapere i fatti tuoi, ma te lo devo chiedere... Sei uno sbirro?<br/>'''Keith''': Capisco perfettamente. No, non lo sono.<br/>'''Lenny Nero''': Lo capisci... Avvocato, giusto? Avvocato? Giusto? L'ho capito dai mocassini! Leggi dello spettacolo, direi, sta calmo. Sapere quello che vogliono le persone è il mio mestiere, sapere... Cosa nascondono i loro occhi. Okay, dimmi, hai mai... Hai mai jackkato? Hai mai... Filoviaggiato?<br/>'''Keith''': No, io no, no.<br/>'''Lenny Nero''': Ah, un cervello vergine? Bene! Bene... Ti faremo cominciare bene. Okay, avanti, spara, risparmiamo tempo, dimmi quello che sai.<br/>'''Keith''': Solo quello che ho letto, che... Questa tecnologia è stata inventata per i federali, per rimpiazzare i microfoni che si portano addosso... Adesso è sul mercato nero.<br/>'''Lenny Nero''': Proprio così, perciò... Questa conversazione non sta avendo luogo, okay?<br/>'''Keith''': Puoi dirlo forte. *'''Palmer Strickland''': Nero!<br/>'''Lenny Nero''': Strickland.<br/>'''Palmer Strickland''': ''Commissario'' Strickland.<br/>'''Lenny Nero''': Certo, come no. Vede, siccome ha scaricato la mia carriera nel cesso io non devo chamarla neanche "signore". E' uno dei piccoli piaceri della vita. *'''Lenny Nero''': Cristo! <br/>'''Max Peltier''': Secondo le statistiche quella è la seconda [[Ultime parole|parola più usata dalla gente prima di morire]]. ''Merda'' è la numero uno. *'''Philo Gant''': Come hai fatto ad arrivare quassù?! <br/> '''Lenny Nero''': Charme. == Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Strange Days''}} [[Categoria:Film di fantascienza]] [[Categoria:Film thriller]] 4498saw5z806xi2gv4457ke8rz8zld8 Proprietà 0 6453 1351307 1329769 2024-11-11T12:18:04Z ~2024-9620 100276 Alfred de Musset. 1351307 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Private Property Sign.jpg|thumb|Cartello di proprietà privata]] Citazioni sulla '''proprietà'''. *''[[Comunismo]]'' – Che cosa si potrebbe ottenere? La proprietà diventerà criminosa e celata, come quella dei Ghetti nei tempi antichi. La [[ricchezza]] perderà, più ancora di adesso, ogni civiltà, gentilezza, festa e ricreazione. Diventerà privata del tutto. Tutti saranno avari. Avranno feste di stato, arte e scienza di stato. Del resto è probabilmente il cammino della democrazia, e i ricchi moderni ci si sono già messi avanti di un buon poco. Può darsi invece che, minacciata sul serio una cosa provvida e naturale come la proprietà, questo istinto di conservazione della società, nasca per essa, in tutti quelli che non sono dei puri salariati e pensionati, affetto trepido, sollecitudine e gratitudine. Tale che amava nella sua proprietà la sua porzione di libertà e di spiritualità, non farà più distinzione e vorrà difenderla mentre non ci aveva forse mai pensato. Per rendere nobile, stimabile ed amata una cosa, non c'è nulla di meglio che [[proibizione|perseguitarla]]. ([[Riccardo Bacchelli]]) *Dei socialisti francesi hanno detto che la proprietà privata è un furto. Io penso che sia una seccatura. ([[Paul Erdős]]) *''Della proprietà — come se persona adatta a possedere le cose, non potesse, a suo piacere, appropriarsi tutto e incorporare tutto in se stesso o se stessa.'' ([[Walt Whitman]]) *I comunisti possono riassumere le loro teorie in questa proposta: ''abolizione della proprietà privata''. (''[[Manifesto del Partito Comunista]]'') *Il bicchiere in cui io bevo non è grande, ma è mio. ([[Alfred de Musset]]) *Il pesce diventa colpevole quando inghiotte l'amo: proprietà altrui. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *In principio ci fu un dono. Questo è il dono della vita all’uomo e il dono di tutti i mezzi necessari per la vita, cioè il mondo. Questo cosa vuol dire? Che da una parte abbiamo la proprietà, dall’altra l’uso comune di questa proprietà. Queste due cose sono tra loro in relazione, però – dice il Papa – la destinazione, cioè l’uso comune è primario, cioè la proprietà è funzionale a questa condivisione. Che cosa significa? Che la proprietà non è fine a se stessa, che anche la proprietà ha un senso e questo senso sta non nell’individuo ma nella comunità umana, quindi in qualche modo ciascuno possiede del suo per poterlo donare, per poterlo condividere. ([[Gianmario Pagano]]) *La guerra a' ricchi è, in senso volgare, guerra alla proprietà; giacché ogni [[ricchezza]] non illegittima è proprietà. ([[Francesco Melzi d'Eril]]) *La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. (''[[Atti degli apostoli]]'') *La natura è nemica delle proprietà eterne. Essa distrugge secondo salde leggi tutti i segni della proprietà, e cancella tutti i ricordi della sua formazione. La terra appartiene a tutte le razze; ognuna ha diritto a tutto. I diritti dei primi non debbono aver alcun privilegio per questa loro primogenitura. Il diritto di proprietà si spegne ad epoche determinate. ([[Novalis]]) *La proprietà nobilita il possesso come il matrimonio il godimento fisico. ([[Novalis]]) *La proprietà privata è un elemento anomalo per l'essere umano. ([[Hernán Huarache Mamani]]) *La proprietà privata è una delle molle più potenti per le vibrazioni e gli slanci dell'[[anima]], ed è una delle componenti essenziali del gusto di vivere. Senza di essa la vita non può essere grigia: quel grigiore, appunto, che è una delle caratteristiche più evidenti di tutte le società di tipo comunista, da Sparta ai giorni nostri. ([[Dario Bernazza]]) *La proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario. ([[Papa Paolo VI]]) *La proprietà è furto. ([[Pierre-Joseph Proudhon]]) *Nessuno ottiene una proprietà senza usare un po' di aritmetica. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *Noi sosteniamo il mantenimento della proprietà privata... Proteggeremo la libera impresa come il più conveniente, o meglio, l'unico possibile ordine economico. ([[Adolf Hitler]]) *Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di ''pochi''; bisogna aprire la via perché i ''molti'' possano acquistarla. ([[Giuseppe Mazzini]]) *Pochi uomini ricchi possiedono le loro proprietà: sono le proprietà che possiedono loro. ([[Robert G. Ingersoll]]) *PROPRIETÀ. Una delle basi della società. Più sacra della religione. ([[Gustave Flaubert]]) *Qual è la fonte principale di tutti i mali che affliggono l'umanità? È la proprietà dei beni. ([[Gabriel Bonnot de Mably]]) *Sopra di ogni altro questo vizio sia estirpato sin dalle radici nel monastero; che niuno cioè ardisca né dare né ricevere nulla senza il comando dell'Abbate, né avere cosa alcuna di proprio, niente affatto; né codice, né tavolette, né stilo, nulla in somma; come è giusto che non abbia siffatte cose chi non ha più balìa né della propria volontà né del proprio corpo. ([[Benedetto da Norcia]]) *{{NDR|Il diritto di proprietà è un}} terribile, e forse non necessario diritto. ([[Cesare Beccaria]]) *Voi inorridite all'idea che noi vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nell'attuale vostra società la proprietà privata è abolita per nove decimi dei suoi membri; anzi, essa esiste precisamente in quanto per quei nove decimi non esiste. Voi ci rimproverate dunque di voler abolire una proprietà che ha per condizione necessaria la mancanza di proprietà per l'enorme maggioranza della società. In una parola, voi ci rimproverate di voler abolire la vostra proprietà. È vero: è questo che vogliamo. (''[[Manifesto del Partito Comunista]]'') ==Voci correlate== *[[Proprietà fondiaria]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Diritto civile]] [[Categoria:Sociologia economica]] 6lsenvygvoike65krwjriju1dw48ea8 Casa 0 6633 1351306 1301039 2024-11-11T12:14:46Z ~2024-9620 100276 Ludovico Ariosto. 1351306 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:RybnoeDistrict 06-13 Konstantinovo village 05.jpg|thumb|upright=1.3|Case di legno in Russia]] Citazioni sulla '''casa'''. ==Citazioni== *Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate. (''[[Dracula di Bram Stoker]]'') *Casa è un luogo santo – né dubbio né sospetto può varcare il suo sacro ingresso. ([[Emily Dickinson]]) *Casa fatta di nuovo e vigna posta, non può l'uom sapere quanto gli costa. ([[Cristoforo Poggiali]]) *Casa non è il posto, sono le persone. (''[[NCIS: New Orleans]]'') *Casa (''s.f.''). 1. Costruzione cava eretta per essere abitata da uomini, topi, scarafaggi, mosche, zanzare, pulci, bacilli e microbi. ([[Ambrose Bierce]]) *''Case, o case germogliate | come un pugno di sementi | sulle croste smisurate | di tutti i continenti! || Case a branco della pianura, | case sparse sulle colline, | case nude di pietra pura, | case candide di calcine. || Lividore di mattoni, | case azzurre case bionde, | coronate di bei balconi | rabbelliti di fiori e fronde; | case e case. Muri alti, | muri bassi, palizzate, | porte chiuse e spalancate | sulla polvere e sugli asfalti. || Tetti grigi inghirlandati | dai camini arsi dal vento | finestrelle in smarrimento | come gli occhi dei bimbi malati. || Tutto il mondo è pieno di case. | Ogni casa è tutta piena | d'allegria d'ansia di pena. | Case, case, case. O case!'' ([[Marco Pola]]) *Ci vuole una vita intera per fare di un'abitazione una casa. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (quinta stagione)|Ai confini della realtà]]'') *Comprare casa è stato un grande passo nel mondo degli adulti: ti costringe ad abbandonare quella parte più spensierata di te... a favore del mutuo! ([[Levante (cantante)|Levante]]) *Dio concesse la terra agli uomini perché vi andassero errando con le loro tende e i loro animali, non perché vi costruissero case e ci abitassero mettendo radici. Un'abitazione che non sia provvisoria è subito invasa dal superfluo e noi ne diventiamo prigionieri. Un'infinità di cose ci ingombra ed eccoci trasformati senza volerlo nei custodi di un deposito. Un magazzino che ci toglie libertà di movimento e ci prosciuga l'anima. Servi delle nostre proprietà. ([[Paolo Ruffilli]]) *È così stupendamente [[Borghesia|borghese]] l'[[amore]] per la donna massaia e riposante, per la [[donna]] che rattoppa le calze e attende tranquilla, a casa, il suo unico amore. ([[Mario Mariani]]) *Ho abolito la distinzione tra pavimento, pareti e soffitto. La casa non è una macchina, ma un organismo vivente, epidermide del corpo umano. ([[Frederick John Kiesler]]) *Il posto dove si va ad abitare non è così importante... Io stesso ho vagabondato costantemente da un posto all'altro, straniero ovunque... L'ideale di un uomo come me è sentirsi a casa in qualunque posto. ([[Albert Einstein]]) *''Io volevo far piangere la gente | e davanti a dei mattoni nessuno si commuove | perché le case in fondo sono solo scatole | dove la gente si rifugia quando fuori piove.'' ([[Pinguini Tattici Nucleari]]) *L'unico scopo reale di una casa è quello di essere la casa di una bambola. Non si ricorda, quando lei era un bambino, di come quelle piccole finestre fossero veramente finestre, mentre le finestre grandi non lo erano? Un bambino ha la casa di una bambola, e grida di gioia quando vede aprirsi la porticina verso l'interno. Un banchiere ha invece una vera casa, ma quanti banchieri non riescono ad emettere nemmeno un debole grido quando le loro vere porte anteriori si aprono verso l'interno! ([[Gilbert Keith Chesterton]]) *L'uomo ama tutto ciò che serve alla sua comodità e odia tutto ciò che lo infastidisce e vuole strapparlo dalla posizione sicura che ha raggiunto. È per questo che ama la casa e odia l'arte. ([[Adolf Loos]]) *La casa deve armonizzare coi dintorni. Se è costruita in una valle, deve accoccolarsi fra gli alberi. Se è sulla cima di un colle, deve far parte del cielo. (''[[La seconda moglie (film 1951)|La seconda moglie]]'') *''La casa è come un punto di memoria, | le tue radici danno la saggezza | e proprio questa è forse la risposta | e provi un grande senso di dolcezza.'' ([[Francesco Guccini]]) *La Casa è l'enigma del saggio – il bottino della colomba. ([[Emily Dickinson]]) *La casa è una necessità per l'individuo e la sua famiglia. Pertanto deve essere di proprietà di chi la abita. Non vi è libertà alcuna per l'uomo che vive in una casa appartenente ad un altro sia che paghi o no il canone. ([[Mu'ammar Gheddafi]]) *La casa non è un luogo, è la gente con cui stai. (''[[Assassin's Creed: Odyssey]]'') *''La casa sul confine dei ricordi, | la stessa sempre, come tu la sai | e tu ricerchi là le tue radici | se vuoi capire l'anima che hai.'' ([[Francesco Guccini]]) *La mia casa è il mio castello. ([[modi di dire ungheresi|modo di dire ungherese]]) *La strada per arrivare a casa non finisce mai. ([[Marcello Marchesi]]) *Nessun posto è bello come casa mia. (''[[Il mago di Oz]]'') *Non c'è mica bisogno di scappare di casa. Basta rimanere in casa quando gli altri escono. (''[[Prima della rivoluzione]]'') *Non desiderare la casa del tuo prossimo. (''[[Libro dell'Esodo]]'') *Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te. ([[Franz Kafka]]) *Nostra non è la casa che ci facciamo, ma la casa che ci viene tramandata dai nostri padri, quella che riceviamo apparentemente gratis, in realtà attraverso il lavoro, onesto o disonesto, delle generazioni. ([[Salvatore Satta]]) *Nulla è più triste che il trovarsi in una casa dove le persone e le cose che dovrebbero essere le più [[Intimità|intime]] ci sono quasi sconosciute. ([[Carlo Maria Franzero]]) *Ogni casa ha il suo odore inconfondibile. Qualcosa che ti eccita e ti spaventa. Come quando torni a casa dalle vacanze e rimani sul ballatoio, con la porta aperta e le valigie a terra. Indeciso se profanare quella strana penombra. ([[Alfredo Accatino]]) *Piccola è questa casa, ma sufficiente per me, nessuno vi ha ragioni sopra, è pulita, infine è stata fatta con i miei denari. ([[Ludovico Ariosto]]) *''Poco ne so, delle case: di qualcosa | come loro allegria loro dolore, | talvolta, se mi fermo, mi ricordo.'' | [...] | ''Sai come sono, le case: se le denudi, | subito s'irrigidiscono.'' ([[Giorgos Seferis]]) *Quanti uomini che credono di aver trovato una casa scoprono invece di avere aperto una taverna per i propri amici. ([[Norman Douglas]]) *Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio, non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia. ([[John Ruskin]]) *''Se il Signore non costruisce la casa, | invano vi faticano i costruttori.'' (''[[Salmi]]'') *Sembriamo tutte uguali, ma se vi fermaste vi accorgereste che ci sono delle differenze tra una casa e l'altra. Dovreste entrare e passarci un po' di tempo, vedere quello che hanno visto gli specchi, sapere quello che sanno gli orologi, sentire quello che le pareti hanno sentito. Vi accorgereste che non siamo solo pietra e legno. Alcune cose qui sono le solite, comuni a tutte le case: un campanello che squilla nell'ingresso, rumore di passi su e giù per le scale, un pianoforte che suona, finestre che si aprono e si chiudono, un rubinetto che fa scorrere l'acqua, una luce che si accende in una stanza di notte e poi improvvisamente si spegne. Ma queste sono cose marginali. L'anima di una casa è chi ci vive. (''[[Fuga nel tempo]]'') *Triste è giungere alla casa paterna quando la folgore s'è abbattuta sulla quercia maggiore. ([[Carlo Maria Franzero]]) *Una casa è importante. Vedi, un uomo deve avere un posto dove sa di essere il re. (''[[Frenzy]]'') *Una casa è una macchina per abitare. ([[Le Corbusier]]) *''Voglio andare a casa, | la casa dov'è? | La casa dove posso stare in pace. | Io voglio andare a casa, | la casa dov'è? | La casa dove posso stare | in pace con te.'' ([[Jovanotti]]) *Vorrei avere nella mia casa: una donna ragionevole, un gatto che passi tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere. ([[Guillaume Apollinaire]]) ===[[Charles Dickens]]=== *Dall'amore della casa, origina l'amor della patria. *Meglio, mille volte meglio non avere neppure un tetto sulla testa che una casa nella quale si ha il timore di tornare! *Quando parlo di casa, parlo del luogo dove, in mancanza d'altro, sono raccolte le persone alle quali voglio bene; e se quel luogo fosse una tenda di zingaro o una soffitta, continuerei a chiamarla con lo stesso nome. *Tristissima cosa è vergognarsi della propria casa. ==Proverbi== *Ognunu p'a sò casuzza. ([[proverbi aliminusani|proverbio aliminusano]]) *Se non è Dio a costruire la casa, a che serve adornare le fondamenta? ([[Proverbi georgiani|georgiano]]) *Una casa che non ospita un [[cane]] o un [[gatto]] è una casa poco onesta. ([[Proverbi portoghesi|Portoghese]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Abbia pur figli, abbia bicchieri assai, non ne avrà troppi la tua casa mai. *Buono è l'amico, buono il parente, ma triste la casa dove non si trova niente. *Camera adorna, donna savia. *Casa compita avrem nell'altra vita. *Casa forte ha quattro colonne: padre valente, madre prudente, figlio obbediente, fratello compiacente. *Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia. *Casa senza amministrazione, nave senza timone. *Casa senza inquilini, nido di topi. *Chi ha la sua casa, poco gli manca. *Chi imbianca la casa, vuole affittarla. *Chi non ha casa non ha contrada. *Chi non ha casa non può farsi la cuccia. *Chi vuole casa netta, gente d'altri non ci metta. *Ciascuno a casa sua, muove la coda e il sedere, in casa degli altri soltanto la coda. *Dalla casa si riconosce il padrone. *È buona cosa la messa udire, ma è meglio la casa custodire. *Giusto è la Patria amar, amano anch'esse le spelonche natie le fiere stesse. *Il pane fatto in casa è sempre il più saporito. *In casa propria si fa come si vuole; in casa altrui, come si può. *La bella gabbia non nutre l'uccello, sotto i suoi tetti è il viver più bello. *La casa e la moglie si godono più di ogni altra cosa. *La casa è sempre casa per umile che sia. *La casa va sempre male quando la donna porta i calzoni e l'uomo il grembiule. *Lontan da casa sua, vicino a qualche disgrazia. *Magari male, ma a casa sua. *Nella casa dove c'è un buon [[medico|dottore]] o un ricco [[prete]], non si sente né [[fame]] né sete. *Nessuno può indovinare quanto costi impiantare una casa o una vigna. *Niente è più bello di casa nostra. *Non vi è pace in quella casa dove la gallina canta e il gallo tace. *Per Pasqua e per Natale, nessuno lascia il suo casale. *Più vale il fumo di casa mia, che l'arrosto dell'altrui. *Quando la casa brucia, tutti si scaldano. *Quando uno è stato a casa del diavolo, sa ciò che vi avviene. *Una buona [[donna]] in casa è la miglior cassa di [[risparmio]]. *Una casa senza donna è come una lanterna senza lume. ====[[Proverbi napoletani|Napoletani]]==== *A casa cu' doj porte 'o diavolo s'a porta. *Ognuno è ricco e guappo a casa soja. *Se s'abbruscia la casa de lo vecino, curre co l'acqua a la casa toja. ====[[Proverbi toscani|Toscani]]==== *A ogni [[uccello]] suo nido è bello. *Amico vecchio e casa nuova. *Beata quella casa che un battitor sol ha. *Casa che ha buon vicino, val più qualche fiorino. *Casa di terra, caval d'erba, amico di bocca, non vagliono il piede d'una mosca. *Casa fatta e terra sfatta. *Casa fatta e vigna posta, mai si paga quanto costa. *Casa fatta e vigna posta, non si sa quel che la costa. *Casa fatta, possession disfatta. *Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia. *Casa mia, donna mia, pane e aglio, vita mia. *Casa mia, mamma mia. *Casa nuova, chi non ve ne porta non ve ne trova. *Casa per suo abitare, vigna per suo logorare, terren quanto si può guardare. *Casa sua, vita sua. *Chi non cura sua magione, non è uomo di ragione. *Chi non ha casa, l'accatta. *Chi vuol la casa monda, non tenga mai colomba. *È meglio essere il primo a casa sua che il secondo a casa d'altri. *In casa de' ladri non ci ruba. *In casa de' sonatori non si balla. *In casa sua ciascuno è re. *La bella gabbia non nutre l'uccello. *La casa e la moglie si godono più d'ogni altra cosa. *La porta di dietro è quella che ruba la casa. *Le case grandi dal mezzo in su non s'abitano. *Ogni formica ama il suo buco. *Ogni tristo cane abbaia da casa sua. *Ogni uccello canta meglio nel suo nido che in quello degli altri. *Ogni uccello fa festa al suo nido. *Ogni [[volpe]] ama la sua tana. *Ognuno è padrone in casa sua. *Più ne sa un pazzo a casa sua, che un savio a casa d'altri. *Se vuoi guardar la casa, fai un uscio solo. *Va' in piazza, vedi e odi; torna a casa, bevi e godi. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Casa sull'albero]] *[[Porta di casa]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Tipi di abitazione]] b7fuofbovsrz4k5lfvxh4v53eadbfuc Sole 0 6774 1351365 1310909 2024-11-11T17:11:46Z ~2024-9620 100276 Dante. Aggiunta sezione. 1351365 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:The Sun by the Atmospheric Imaging Assembly of NASA's Solar Dynamics Observatory - 20100819.jpg|thumb|upright=1.3|Il sole]] Citazioni sul '''sole'''. ==Citazioni== *Anche il sole ha le sue macchie. ([[Napoleone Bonaparte]]) *A mezzogiorno il sole è rimasto a guardare fissamente dall'alto deserto la terra, che gira sotto il suo sguardo. Un campo di grano, che muta la veste verde nella veste d'oro, crede d'averlo per sé solo e ne gode. ([[Giuseppe Fanciulli]]) *Astro possente! Che sarebbe la tua felicità, se non avessi coloro ai quali risplendi! Per dieci anni sei venuto quassù, alla mia caverna; sazio della tua luce e di questo cammino saresti divenuto, senza di me, la mia aquila, il mio serpente. Noi però ti abbiamo atteso ogni mattino e liberato del tuo superfluo, di ciò ti abbiamo benedetto. ([[Friedrich Nietzsche]]) *''C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole | anzi d'antico: io vivo altrove e sento | che sono intorno nate le viole || Sono nate nella selva del convento | dei cappuccini tra le morte [[foglia|foglie]] | che al ceppo delle querce agita il [[vento]]''. ([[Giovanni Pascoli]]) *Cieco chi non vede il sole, stolto chi nol conosce, ingrato chi nol ringrazia; se tanto è il lume, tanto il bene, tanto il beneficio; per cui risplende, per cui eccelle, per cui giova; maestro dei sensi, padre di sustanze autor di vita. ([[Giordano Bruno]]) *Com'è bello il sole quando fresco sorge, come un'esplosione lanciandoci il suo buongiorno. Beato è colui che può con amore salutare il suo tramonto più glorioso di un sogno. (''[[Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet]]'') *Dal Sole deriva l'idea prima di Dio. ([[Emilio Bossi]]) *''Datemi il fulgido sole silente, con tutti i raggi in pieno splendore.'' ([[Walt Whitman]]) *"Diffidate da chi guarda il sole senza sternutire" e da chi starnuta senza guardare il sole. ([[Marcello Marchesi]]) *''Fugga pur'io, dove il mattin dall'onde | Riede il Sole al suo primo alto soggiorno; | O dove poi si posa, e si nasconde | Stanco la sera del cammin del giorno''. ([[Berardino Rota]]) *Il difetto non è di luce, ma di lumi: quanto in sé sarà piú bello e piú eccellente il sole, tanto sarà agli occhi de le notturne strige odioso e discaro di vantaggio. ([[Giordano Bruno]]) *Il medesimo sole fa conoscere ed onora le gesta di uno, espone al biasimo le azioni di un altro. Si contristano per la sua presenza le notturne strige, il rospo, il basilisco, il gufo: esseri solitari, notturni e sacri a Plutone. Esultano invece gallo, fenice, cigno reale, cigno, aquila, lince, ariete e leone. ([[Giordano Bruno]]) *''Il sol, che chiaro a tutti gli altri splende, | A me d'oscurità velato appare''. ([[Angelo di Costanzo]]) *''Il sole | chino sul grembo della montagna | con tensione | grifagna | sembrava un occhio stupefatto d'arancione | cigliato | di raggi a lame vivide | sotto un sopracciglio corrucciato | di nubi livide.'' ([[Antonia Pozzi]]) *Il sole dei vivi non scalda più i morti. ([[Alphonse de Lamartine]]) *Il sole è nuovo ogni giorno. ([[Eraclito]]) *Il Sole è una stella così solitaria. Ogni volta che esce per vedere i suoi amici, scompaiono tutti. ([[Joseph Gordon-Levitt]]) *''Il Sole, focolare di tenerezza e vita, | Versa amore bruciante alla terra estatica, | E stesi nella valle noi sentiamo | Che la terra è nubile e trabocca di sangue; [...]'' ([[Arthur Rimbaud]]) *Il sole guarda, dona a ogni spiga il tesoro della luce, del suo calore. Il seme nei freschi astucci s'intiepidisce, e già sogna, cullato nel moto della spiga, l'oro dei campi futuri. ([[Giuseppe Fanciulli]]) *Il sole, il vivido sole che ridona all'uomo non soltanto la luce, ma anche una vita nuova e nuove speranze e nuove energie, salì nel cielo splendendo vivido e radioso sulla città gremita. Ovunque, attraverso costosi vetri colorati, o finestre rotte riparate con fogli di carta, diffuse equamente il suo splendore. ([[Charles Dickens]]) *Il sole, meno propizio ai sognatori, sfuma le ore ben diversamente dal solito. Allora bisogna eludere il giorno fin dal primo mattino, soprattutto bisogna alzarsi presto e avere una buona coscienza per l'ozio. [[Ferdinand Hardekopf]] [...] ha indicato, nell'''Ode del beato mattino'' dedicata a Emmy Hennings, le migliori misure protettive per il sognatore contro i giorni di sole. In tutta la storia dei ''poètes maudits'', il capitolo della loro lotta contro il sole è ancora da scrivere... ([[Walter Benjamin]]) *''Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: | "Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!". | A mezzogiorno dissecca la terra, | e di fronte al suo calore chi può resistere? | Si soffia nella fornace per ottenere calore, | il sole brucia i monti tre volte tanto; | emettendo vampe di fuoco, | facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. | Grande è il Signore che l'ha creato | e con la parola ne affretta il rapido corso.'' (''[[Siracide]]'') *''Il sole può sorgere pure a est, | ma almeno si stabilisce nella posizione finale.'' ([[Red Hot Chili Peppers]]) *Il sole si alza prima di me, ma io mi corico dopo di lui. Siamo pari e patta. ([[Jules Renard]]) *Il sole splende ugualmente sulla rosa più bianca e sulle ortiche più odiose. (''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]'') *In primavera, Tipasa è abitata dagli dei e gli dei parlano nel sole e nell'odore degli assenzi, nel mare corazzato d'argento, nel cielo d'un blu crudo, fra le rovine coperte di fiori e nelle grosse bolle di luce, fra i mucchi di pietre. In certe ore la campagna è nera di sole. ([[Albert Camus]]) *''Io songo nato addò sta 'e casa 'o sole. | 'O sole me cunosce 'a piccerilio; | 'o primmo vaso''<ref>Bacio.</ref>'' 'nfronte, ero tantillo | m'ha dato quanno stevo int' 'o spurtone''<ref>Grande cesto.</ref>''.'' ([[Totò]]) *''Jesce sole, jesce sole, | nun te fa' cchiù suspirà |: siente maje ca li ffigliole | hanno tanto da prià. | Jesce sole, jesce sole...'' ([[Canti popolari|canto popolare napoletano]]) *La crudeltà del sole, che brilla dopo la morte dell'amato. Rimpianto, pena, dolore disperato: erano tutti lì con l'amara consapevolezza che al sole non importava. E continuava crudelmente a brillare. ([[Lisa Marie Rice]]) *''Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, | spetialmente messor lo frate Sole, | lo qual è iorno, et allumini noi per lui. | Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: | de Te, Altissimo, porta significatione.'' ([[Francesco d'Assisi]]) *Ma il sole fa male! Come tutto quello che faceva bene prima: il sole, il latte, la carne, l'università... (''[[Io e Annie]]'') *Ma in mezzo a tutti sta il sole. Chi infatti, in tale bellissimo tempio, metterebbe codesta lampada in un luogo diverso o migliore di quello, donde possa tutto insieme illuminare? Perciò non a torto alcuni lo chiamano lampada del mondo, altri mente, altri reggitore. Trismegisto lo chiama Dio visibile, Elettra, nella tragedia di Sofocle, colui che tutto vede. Così, per certo, come assiso su un trono regale, il sole governa la famiglia degli astri che gli ruotano intorno. ([[Niccolò Copernico]]) *Noi adoriamo il sole, perché cuoce il nostro cibo, e non solo, illumina le tenebre e rimuove la paura; noi lo chiamiamo "Nostro Re", e "Nostro Creatore", e lo adoriamo come nostro Dio. Nessun uomo ci ha mai detto che al suo fianco possa esserci un altro Dio. ([[Regina di Saba]], ''[[Gloria dei Re]]'') *''Non posso nascondere il sole con un pugno di polvere.'' ([[Omar Khayyam]]) *''O Sole nun è d'[[oro]], figlia mia, | nè dint' 'o vierno, nè dint' 'a staggione''<ref>''<nowiki/>'A staggione'': l'estate.</ref>''. | Nun credere a chi conta 'sta buscia; | nun sentere a chi canta 'sta canzone. || Rispunne a chi te dice 'sti pparole: | – «'O sole nun é d'oro! 'O sole è... 'o Sole! || 'O Sole è 'o Sole che 'nce scarfa 'e ccase, | c'ammatura ogni frutto e 'ndora 'e spiche. | È 'o Sole ca m'asciutta 'e panne spase, | ca mme secca 'a cunzerva e spacca 'e ffiche. || E nun è d'oro! Pecchè ll'oro è niente... | E senza 'o Sole nun sarrìa lucente!»'' ([[Rocco Galdieri]]) *''O sole, tu di vita almo ministro, | suggi infetti vapori dalla terra, | che ne sia ammorbata tutta l'aria | sotto l'orbe di tua sorella luna!'' ([[William Shakespeare]]) *O sole, tu che concedi alla forza creativa il suo potere, unico Saggio, trattieni, ti prego, i tuoi raggi! Attenua il tuo splendore, perché io possa vedere la tua benedetta forma! Questo Sé simile al sole, sono io! (''[[Isa Upanishad]]'') *''O tu che luminoso erri e rotondo | come lo scudo de' miei padri, o Sole, | donde sono i tuoi raggi? e da che fonte | trai, l'eterna tua luce? esci tu fuora | in tua bellezza maestosa, e gli astri | fuggon dal cielo: al tuo apparir la Luna | nell'onda Occidental ratto s'asconde | pallida e fredda: tu pel ciel deserto | solo ti movi.'' ([[James Macpherson]]) *Oggi è una di quelle giornate in cui il sole sorge veramente per umiliarti. ([[Chuck Palahniuk]]) *Più la notte è nera, più soli riusciamo a vedere nel cielo. Finché è giorno riusciamo a vedere soltanto il nostro. ([[Jostein Gaarder]]) *''Possa il Sole a Oriente, possa il Sole a Occidente, | possa il Sole a Settentrione, possa il Sole a mezzogiorno, | possa il Sole dare vita perfetta, | e dotarci di lunga vita.'' (''[[Sūrya Upaniṣad]]'') *Quando il sole è pallido, guarda le tombe. ([[Xavier Forneret]]) *Quando si adora il sole [...] è duro andare dove il sole non brilla mai. ([[John Galsworthy]]) *Se i fisici potessero viaggiare su un qualche veicolo adatto, sarebbero stupiti di non trovare il Sole che somiglia ad un gas. Essi troverebbero una cavità, una vera cavità che appare come luce. E ciò che essi troverebbero sarebbe proprio lo spirituale. ([[Rudolf Steiner]]) *''Sfavillano di [[luce]] i firmamenti | Che il Sol tacito corre; ma nell'alte | Serenità di pure [[Ombra|ombre]] ti veli, | O empireo lume: ove lo sguardo ha fine, | Non la [[mente]] che va senza riposo. | L'[[infinità]] non sei, ma il cor ne sente | Mesto ricordo in quell'ombre lontane''. ([[Augusto Conti]]) *Solo chi si impadronirà del sole potrà diventare signore assoluto delle tenebre. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Spostando avanti idealmente l'orologio cosmico di 9 miliardi di anni, si può assistere alla fine del Sole, che ha ormai esaurito la sua riserva di combustibile. La gravità lo riduce alle dimensioni della Terra (circa 6000 chilometri di diametro), trasformandolo in una stella nana. Si arroventa perché l'energia del movimento di contrazione si tramuta in calore. Il colore tende al bianco ([[nana bianca]]). Ora la sua densità è enorme: una cucchiaiata di nana bianca pesa una tonnellata. Nello stesso tempo il suo nucleo collassa, e la stella si spoglia dei suoi strati esterni, i quali, illuminati dalla nana bianca, assumono l'aspetto di un anello gassoso screziato di rosso, di verde e di giallo. È quel che va sotto il nome di [[nebulosa planetaria]]; una denominazione impropria, perché tra nebulose planetarie e pianeti non esiste alcuna connessione. ([[Trinh Xuan Thuan]]) *''Stolti! che osaro vïolare i sacri | al Sole Iperïon candidi [[bue|buoi]] | con empio [[dente]], ed irritâro il nume, | che del ritorno il dì lor non addusse''. (''[[Odissea]]'') *''Vedo che salgo a rubare il sole | per non aver più notti, | perché non cada in reti di tramonti, | l'ho chiuso nei miei occhi, | e chi avrà freddo | lungo il mio sguardo si dovrà scaldare.'' ([[Fabrizio De André]]) *Voglio che il sole mi dia il benvenuto. ([[Rodolfo Valentino]]) === [[Dante Alighieri]] === *''A l'alta fantasia qui mancò possa; | ma già volgeva il mio disio e 'l velle | sì come rota ch'igualmente è mossa | l'[[Dio|amor]] che move il sole e l'altre [[stella|stelle]]''. (''[[Divina Commedia]]'') *''Lo ministro maggior de la natura, | che del valor del ciel lo mondo imprenta | e col suo lume il tempo ne misura, | con quella parte che sù si rammenta | congiunto, si girava per le spire | in che più tosto ognora s’appresenta''. (''[[Divina Commedia]]'') *Nullo sensibile in tutto lo mondo è più degno di farsi essemplo di Dio che 'l sole. ===''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]''=== *Il sole splende ugualmente sulla rosa più bianca e sulle ortiche più odiose: sii dunque ugualmente generosa per i piccoli e per i grandi. *La rosa più bella appassisce senza sole e perde il suo splendido colore. Così per noi: il distacco dall'amato riapre l'antica piaga e rinnova le sofferenze. *O sole! Dio ha voluto che tu fossi un sole sulla terra, per la gioia di coloro che vengono illuminati dai tuoi raggi e per infiammare quelli che incontri sulla tua strada. Le stelle sono felici e orgogliose di guardarti e lodarti. *O sole, immagine dell'unità suprema, senza spazio né istante, senza limiti né tempo! Tu sei unico maestro e governatore dei mondi, e i cieli obbediscono alla tua volontà per una durata incalcolabile. ===[[Vincenzo Monti]]=== *''Così talvolta il Sol, poiché di Giove | tacquero i lampi procellosi e i tuoni, | delle nuvole straccia il fosco velo, | e più bella che pria mostra la fronte | che tutto allegra di suo riso il mondo.'' *''E gli brillava il [[viso]] | come raggio di Sol, che dopo il nembo | ravviva il [[fiore]] dal furor battuto | d'aquilon tempestoso.'' *''Era il tempo che stanche in occidente | piegava il Sol le rote, e raccogliendo | dalle cose i colori, all'inimica | [[notte]] del mondo concedea la cura.'' *''Pallido intanto sull'Abnobie rupi | il Sol cadendo raccogliea d'intorno | dalle cose i colori, e alla pietosa | [[notte]] del mondo concedea la cura.'' ==[[Proverbi italiani]]== *Dove non va il sole, va il [[medico|dottore]]. *El sol de inverno l'è come la bela siera dei veci. ([[Proverbi veneti|proverbio veneto]]) *Esce 'o sole e squaglia 'a neve. ([[Proverbi napoletani|proverbio napoletano]]) *Il sole che nasce ha più adoratori di quel che tramonta. *Il sole dà lume anche dietro alle nuvole. *Il sole è la legna dei poveri. *Non c'è sabato senza sole, non c'è [[donna]] senza amore. *Quando il sole si offusca la [[mattino|mattina]], la pioggia è vicina. *Sole a finestrelle, acqua a catinelle. *Sole d'alta levata non è mai di durata. *Sole di vetro e aria di fessura portano l'uomo alla sepoltura. *Sole d'[[inverno]] e amor di pagliarda {{NDR|donna di facili costumi}}, tardi viene e poco tarda. *Tutti adorano il sole che nasce. ===[[Proverbi toscani]]=== *Chi ha il capo di cera, non s'esponga al sole. *Quando luce e dà il sole, il pastor non fa parole. *Un'ora di buon sole asciuga molti bucati. *Vigna al nugolo fa debol vino. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Sole e luna]] *[[Sole (divinità)]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Sole|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{Sistema solare}} [[Categoria:Stelle]] iodjizg3lnwb87987h4qj46bqhsoj4n Giuseppe Parini 0 6880 1351426 1350483 2024-11-11T23:46:30Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ da La caduta. 1351426 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giuseppe Parini_pastel on paper.jpg|thumb|Giuseppe Parini]] '''Giuseppe Parini''' (1729 – 1799), poeta e abate italiano. ==Citazioni di Giuseppe Parini== *''Aborro in su la scena | un canoro elefante, | che si strascina a pena | su le adipose piante, | e manda per gran foce | di bocca un fil di voce''. (da ''La Musica'', 1) *''Con altri e spessi | segni del tuo valore, o Sfregia, impressi''. (da ''In morte del barbiere'', 25-26) *''Dall'alma origin solo | han le lodevol'opre. | Mal giova illustre sangue | ad animo che langue. |'' [...] ''| Chi de la gloria è vago | sol di virtù sia pago. |'' [...] ''| È d'uopo, Achille, alzare | nell'alma il primo [[altare]]. | Giustizia entro al tuo seno | sieda e sul labbro il vero, | e le tue mani sieno | qual albero straniero | onde soavi unguenti | stillin sopra le genti.'' (da ''L'educazione'', 1764) *E a che credete voi che servir possano le [[gotta|gotte]], o sia quel mal che gotta artetica chiamasi più comunemente? A vivere, risponderete voi, sempre in continove doglie, a star lì confitto in s'una seggiola senza moversi mai. Eh! perdonatemi, Chè può servire a tutt'altro ne gli uomini cotesto male. Egli m'è stato socio fido ed amico nel corso di varii giorni, e di varie notti: e stato è causa ch'io abbia fatto i lontani e lunghissimi viaggi ch'io ho fatto. [...] Adunque siavi noto, che quando vennemi ad aflliggere giovine com'io son la gotta artetica per sollevarmi un poco da la doglia, e da la noia di quel male, diedimi a studiare un poco sopra un piccolo Libretto Geografico; ed in simile guisa mi vendicai di quello stranio mal che volea rapirmi a i dolci studii.<ref>Da ''Opera'', Volume 3, a cura di Francesco Reina, 1802, [http://books.google.it/books?id=qi5LAAAAcAAJ&pg=PA147 p. 147].</ref> *''E se i duri mortali | a lui voltano il tergo, | ei si fa, contro ai mali, | de la costanza suo scudo ed usbergo''. (da ''La caduta'', str. 14) *Ho scritto sull'amore, e non ho mai avuto una donna. (da una lettera a Febo d'Adda, 1798) *''Me non nato a percotere | le dure illustri porte, | nudo accorrà, ma libero, | il regno de la morte. | No, ricchezza né onore | con frode o con viltà | il secol venditore | mercar non mi vedrà''. (da ''La vita rustica'', 4) *''O s'a un marito alcuna | d'anima generosa orma rimane, | ad altra mensa il piè rivolga, e d'altra | dama al fianco s'assida il cui marito | pranzi altrove lontan d'un'altra al fianco | ch'abbia lungi lo sposo, e così nuove | anella intrecci a la catena immensa | onde alternando Amor l'anime avvince.''<ref>Ci si riferisce alla pratica del cicisbeismo, forma di adulterio istituzionalizzato.</ref> (da ''Il mezzogiorno'', 59-66) *{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} Sempre minaccia di cadere colla repentina sublimità de' suoi voli, e non cade mai.<ref>Citato in [[Francesco Cassi]], ''Notizie intorno alla vita ed alle opere di [[Vincenzo Monti]]'' in ''Tragedie del cavaliere Vincenzo Monti'', Leonardo Giardetti, Firenze, 1825.</ref> *Tutta la sapienza consiste nel diffidare de' nostri sensi e delle nostre passioni.<ref>Da ''Frammenti varii'', IX. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *''Va per negletta via | ognor l'util cercando | la calda fantasia, | che sol felice è quando | l'utile unir può al vanto | di lusinghevol canto''.<ref>Da ''La salubrità dell'aria'', 22, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 546.</ref> *Voglio, ordino e comando che le spese funebri mi siano fatte nel più semplice e mero necessario, ed all'uso che si costuma per il più infimo dei cittadini.<ref>Da ''Testamento'', Milano, 15 ottobre 1798, in ''Poesie e prose'', Ricciardi, 1951.</ref> ==''Dialogo sopra la nobilità''== ===[[Incipit]]=== ''Benché l'umana superbia sia discesa fino ne' sepolcri, d'oro e di velluto coperta, unta di preziosi aromi e di balsami, seco recando la distinzione de' luoghi perfino tra' cadaveri, pure un tratto, non so per quale accidente, s'abbatterono nella medesima sepoltura un Nobile ed un Poeta, e tennero questo ragionamento'': '''Nobile''': Fatt'in là mascalzone!<br/>'''Poeta''': Ell'ha il torto, Eccellenza. Teme Ella forse che i suoi vermi non l'abbandonino per venire a me? Oh! le so dir io ch'e' vorrebbon fare il lauto banchetto sulle ossa spolpate d'un Poeta. ===Citazioni=== *Colui ch'è inferiore è tenuto a rispettar l'altro, che gli è superiore; e il non osare accostarsi è segno di rispetto; laddove il contrario è indizio di troppa famigliarità, come dianzi ti accennai. ('''Nobile''') *Il [[Rispetto]] non è altro che un certo sentimento dell'animo posto fra l'affetto e la meraviglia, che l'uomo pruova naturalmente al cospetto di colui ch'ei vede fornito d'eccellenti virtù morali o d'eccellenti doti dell'ingegno o del corpo. Questo sentimento per lo più stassi rinserrato nel cuore di chi lo prova; e talvolta ancora per una certa ridondanza prorompe di fuora ne' cenni o nelle parole. ('''Poeta''') ===[[Explicit]]=== '''Poeta''': Egli non può più parlare; la lingua gli si è infracidita. Riposatevi, Eccellenza, sul vostro letame. La lingua de' [[poeta|Poeti]] è sempre l'ultima a guastarsi. Beato voi, se colassù aveste trovato uno sì coraggioso che avesse ardito di trattarvi una sola volta da sciocco! Se io avessi a risuscitare, io per me, prima d'ogni altra cosa, desidererei d'esser uomo dabbene, in secondo luogo d'esser uomo sano, dipoi d'esser uomo d'ingegno, quindi d'esser uomo ricco, e finalmente, quando non mi restasse più nulla a desiderare, e mi fosse pur forza di desiderare alcuna cosa, potrebbe darsi che per istanchezza io mi gettassi a desiderar d'esser uomo nobile, in quel senso che questa voce è accettata presso la moltitudine. ==''Il mattino''== ===[[Incipit]]=== ''Giovin Signore, o a te scenda per lungo<br />di magnanimi lombi ordine il sangue<br />purissimo celeste, o in te del sangue<br />emendino il difetto i compri onori<br />e le adunate in terra o in mar ricchezze<br />dal genitor frugale in pochi lustri,<br />me Precettor d'amabil Rito ascolta.<br />Come ingannar questi nojosi e lenti<br />giorni di vita, cui sì lungo tedio<br />e fastidio insoffribile accompagna<br />or io t'insegnerò. Quali al Mattino,<br />quai dopo il Mezzodì, quali la Sera<br />esser debban tue cure apprenderai,<br />se in mezzo agli ozj tuoi ozio ti resta<br />pur di tender gli orecchi a' versi miei.'' ===Citazioni=== *{{NDR|Dalla dedicatoria Alla Moda che precede l'opera}} Lungi da queste carte i cisposi occhi già da un secolo rintuzzati [...]<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/38|6]]</ref> *''Ben folle è quegli | che a rischio de la vita onor si merca.'' (21) *''Ti feron troppo i queruli ricinti | ove l'arti migliori e le scïenze, | cangiate in mostri e in vane orride larve'' | [...]. (26-28) *''Ma che? Tu inorridisci e mostri in capo | qual istrice pungente irti i capelli | al suon di mie parole? Ah il tuo mattino | signor questo non è...'' (53) *''Oh se te in sì gentil atto mirasse | il duro capitan, quando tra l'arme, | sgangherando la bocca, un grido innalza | lacerator di ben costrutti orecchi, | onde a le squadre vari moti impone''. (106-110) *''Se noiosa ipocondria t'opprime, | o troppo intorno a le vezzose membra | adipe cresce, de' tuoi labbri onora | la [[caffè|nettarea bevanda]], ove abbronzato | fuma et arde il legume a te d'Aleppo | giunto, e da Moca, che di mille navi | popolata mai sempre insuperbisce''. (138-144) *''[[Eruttazione|Ruttar]] plebeiamente il giorno intero''. (185) *''Che segga intorno a te, manchi, o Signore, | il precettor del tenero idioma | che da la Senna, de le Grazie madre, | pur ora a sparger di celeste ambrosia | venne all'Italia nauseata i labbri. | All'apparir di lui l'itale voci | tronche cedano il campo al lor tiranno; | e a la nova ineffabile armonia | de' soprumani accenti, odio ti nasca | più grande in sen contra a le impure labbra | ch'osan macchiarle ancor di quel sermone | onde in Valchiusa fu lodata e pianta | già la bella Francese, e i culti campi | a l'orecchio dei re cantati furo | lungo il fonte gentil da le bell'acque. | Misere labbra, che temprar non sanno | con le galliche grazie il sermon nostro, | sì che men aspro a' dilicati spirti | e men barbaro suon fieda gli orecchi!'' (202-220) *''A voi, divina schiatta, | più assai che a noi mortali, il ciel concesse | domabili midolle entro al cerèbro, | sì che breve lavor nove scïenze | vale a stamparvi. Inoltre a voi fu dato | tal de' sensi e de' nervi e degli spirti | moto e struttura, che ad un tempo mille | penetrar puote e concepir vostr'alma | cose diverse, e non però turbate | o confuse giammai, | ma scevre e chiare | nei loro alberghi ricovrarle in mente.'' (244-254) *{{NDR|Su [[Voltaire]]}} [...] ''maestro | di coloro che mostran di sapere''. (602-603<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 409.</ref>) *''Ma a possente signor scender non lice | dale stanze superne infin che al gelo | o al meriggio non abbia il cocchier stanco | durato un pezzo, onde l'uom servo intenda | per quanto immensa via natura il parta | dal suo signore.'' (1049-1054) ==''Odi''== ===[[Incipit]]=== O Genovese ove ne vai? qual raggio<br/>brilla di speme su le audaci antenne?<br/>Non temi oimè le penne<br/>non anco esperte degli ignoti venti? ===Citazioni=== *''Amor con l'età fervida | convien che si dilegue; | ma l'[[Amicizia|amistà]] ne segue | fino a l'estremo dì. || Le belle, ch'or s'involano | schife da noi lontano, | verranci | allor pian piano | lor [[Brindisi dalle poesie|brindisi]] ad offrir. || E noi compagni amabili | che far con esse allora? | Seco un bicchiere ancora | bevere, e poi morir.'' (da ''Il brindisi'') *''Lascia, mia [[Silvia]] ingenua, | Lascia cotanto orrore | All'altre belle, stupide | E di mente e di core.'' (da ''A Silvia'') *''Mal giova [[nobiltà|illustre sangue]] | ad animo che langue''. (da ''La educazione'') *Oh beato terreno del vago Eupili mio, ecco al fin nel tuo seno m'accogli; e del natìo aere mi circondi, e il petto avido inondi [...] Austro scortese qui suoi vapor non mena: e guarda il bel paese alta di monti schiena, cui sormontar non vale Borea con rigid' ale [...] Io de' miei colli ameni nel bel clima innocente passerò i dì sereni tra la beata gente, che di fatiche onusta è vegeta e robusta. (dal secondo libro) *''Perché turbarmi l'anima, | o d'oro e d'onor brame, | se del mio viver Atropo | presso è a troncar lo stame?'' (da ''[[s:Odi (Parini)/La vita rustica|La vita rustica]]'', vv. 1-2) *''[...] se i duri mortali | a lui voltano il tergo, | ei si fa, contro ai mali, | della costanza sua scudo ed usbergo.'' (da ''[[s: Odi (Parini)/La caduta|La caduta]]'', vv. 93-96) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Canzone in morte del barbiere''=== ''O Sfregia, o Sfregia mio,<br/>o dolce mio barbieri, o delle guance amor, delizia e cura,<br/>ahimè, che farò io,<br/>poiché ti trasse ai regni oscuri e neri<br/>empia morte immatura?'' {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===''Il giorno''=== Sorge il mattino in compagnia dell'alba<br/>dinanzi al sol che di poi grande appare<br/>su l'estremo orizzonte a render lieti<br/>gli animali e le piante e i campi e l'onde.<br/> ===''La vita rustica''=== Perché turbarmi l'anima,<br />o d'oro e d'onor brame,<br />se del mio viver Atropo<br />presso è a troncar lo stame?<br />e già per me si piega<br />sul remo il nocchier brun<br />colà donde si niega<br />che più ritorni alcun? ==Citazioni su Giuseppe Parini== *Abbondavano i satirici. Era la moda. [[Carlo Goldoni|Goldoni]] e [[Giancarlo Passeroni|Passeroni]], ci erano i fratelli Gozzi {{NDR|[[Carlo Gozzi]] e [[Gasparo Gozzi]]}}, ci era [[Pietro Verri]], ci era [[Pier Jacopo Martello|Martelli]] e [[Giovanni Battista Casti|Casti]]. Tutti mordevano quella vecchia società, per un verso o per l'altro, a frammenti. Ci era tutto un materiale, più o meno elaborato. Mancava l'artista. e quando uscì il ''Mattino'', tutti s'inchinarono. Era comparso l'artista. ([[Francesco De Sanctis]]) *Ben era quel Parini che richiesto di gridare Viva la Repubblica e muoiono i tiranni rispose: – Viva la Repubblica e morte a nessuno! Ben era quel [[Ugo Foscolo|Foscolo]] che diede l'ultima pennellata al suo ritratto dicendo: – Morte sol mi darà pace e riposo. ([[Ippolito Nievo]]) *''E tu gli ornavi del tuo riso i canti | che il lombardo pungean Sardanapalo | cui solo è dolce il muggito de' [[bue|buoi]], | che dagli antri abdüani e dal Ticino | lo fan d'ozi beato e di vivande''.<ref>Parlando a Talia dei versi che ispirava a Giuseppe Parini, critico verso i nobili nullafacenti.</ref> ([[Ugo Foscolo]]) *Giuseppe Parini fu alla nostra memoria uno dei pochissimi Italiani che all'eccellenza nelle lettere congiunsero la profondità dei pensieri, e molta notizia ed uso della filosofia presente: cose oramai sì necessarie alle lettere amene, che non si comprenderebbe come queste se ne potessero scompagnare, se di ciò non si vedessero in Italia infiniti esempi. Fu eziandio, come è noto, di singolare innocenza, pietà verso gl'infelici e verso la patria, fede verso gli amici, nobiltà d'animo, e costanza contro le avversità della natura e della fortuna, che travagliarono tutta la sua vita misera ed umile, finché la morte lo trasse dall'oscurità. Ebbe parecchi discepoli: ai quali insegnava prima a conoscere gli uomini e le cose loro, e quindi a dilettarli coll'eloquenza e colla poesia. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *Io amo moltissimo il Parini; sono uno dei pochi ad amarlo. Ma come possono i critici scrivere, ancora oggi, che {{maiuscoletto|Il giorno}} «sferza i costumi effeminati del secolo» mentre (quello che Parini credeva di fare non importa) un liceale dovrebbe vedere che la sua vena secreta, quella senza la quale il poema non sarebbe nato, è l'invidia del plebeo per il nobile, inasprita da una sfumatura di quel sentimento amoroso, o quasi amoroso, che ispirò i sonetti di [[William Shakespeare|Shakespeare]], rivolti anche quelli a un «giovane signore»? ([[Umberto Saba]]) *Parini è come uomo, a cui sanguina il cuore e che fa il viso allegro. Appunto perché ha la forza di contenere il suo sentimento, l'ironia è possibile, e non diviene una sconciatura o una dissonanza. Il che gli riesce per quell'interno equilibrio delle sue facoltà, che gli dà un'assoluta padronanza su' moti e sulle sue impressioni. ([[Francesco De Sanctis]]) *Parini che in pieno teatro, contro chi urlava: «Morte agli aristocratici!» grida: «Viva la libertà! Morte a nessuno!» doveva avere un cuore meglio temperato del nostro, che ai primi bisbigli di abbasso e di viva, scantoniamo nel viottolo più buio. ([[Emilio De Marchi]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Giuseppe Parini, ''[[s:Dialogo sopra la nobiltà|Dialogo sopra la nobiltà]]'', in ''Opere scelte'', a cura di G. M. Zurardelli, Torino, UTET, 1961, *Giuseppe Parini, ''Il giorno'', Fabbri Editori, 2001. *Giuseppe Parini, ''Le odi'', Fabbri Editori, 2001. ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Parini, Giuseppe}} [[Categoria:Abati italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] 14lp9zsg4qr1r9i36txg3jv2y3nv202 1351427 1351426 2024-11-11T23:47:00Z ~2024-9620 100276 1351427 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giuseppe Parini_pastel on paper.jpg|thumb|Giuseppe Parini]] '''Giuseppe Parini''' (1729 – 1799), poeta e abate italiano. ==Citazioni di Giuseppe Parini== *''Aborro in su la scena | un canoro elefante, | che si strascina a pena | su le adipose piante, | e manda per gran foce | di bocca un fil di voce''. (da ''La Musica'', 1) *''Con altri e spessi | segni del tuo valore, o Sfregia, impressi''. (da ''In morte del barbiere'', 25-26) *''Dall'alma origin solo | han le lodevol'opre. | Mal giova illustre sangue | ad animo che langue. |'' [...] ''| Chi de la gloria è vago | sol di virtù sia pago. |'' [...] ''| È d'uopo, Achille, alzare | nell'alma il primo [[altare]]. | Giustizia entro al tuo seno | sieda e sul labbro il vero, | e le tue mani sieno | qual albero straniero | onde soavi unguenti | stillin sopra le genti.'' (da ''L'educazione'', 1764) *E a che credete voi che servir possano le [[gotta|gotte]], o sia quel mal che gotta artetica chiamasi più comunemente? A vivere, risponderete voi, sempre in continove doglie, a star lì confitto in s'una seggiola senza moversi mai. Eh! perdonatemi, Chè può servire a tutt'altro ne gli uomini cotesto male. Egli m'è stato socio fido ed amico nel corso di varii giorni, e di varie notti: e stato è causa ch'io abbia fatto i lontani e lunghissimi viaggi ch'io ho fatto. [...] Adunque siavi noto, che quando vennemi ad aflliggere giovine com'io son la gotta artetica per sollevarmi un poco da la doglia, e da la noia di quel male, diedimi a studiare un poco sopra un piccolo Libretto Geografico; ed in simile guisa mi vendicai di quello stranio mal che volea rapirmi a i dolci studii.<ref>Da ''Opera'', Volume 3, a cura di Francesco Reina, 1802, [http://books.google.it/books?id=qi5LAAAAcAAJ&pg=PA147 p. 147].</ref> *''E se i duri mortali | a lui voltano il tergo, | ei si fa, contro ai mali, | de la costanza suo scudo ed usbergo''. (da ''La caduta'', str. 14) *Ho scritto sull'amore, e non ho mai avuto una donna. (da una lettera a Febo d'Adda, 1798) *''Me non nato a percotere | le dure illustri porte, | nudo accorrà, ma libero, | il regno de la morte. | No, ricchezza né onore | con frode o con viltà | il secol venditore | mercar non mi vedrà''. (da ''La vita rustica'', 4) *''O s'a un marito alcuna | d'anima generosa orma rimane, | ad altra mensa il piè rivolga, e d'altra | dama al fianco s'assida il cui marito | pranzi altrove lontan d'un'altra al fianco | ch'abbia lungi lo sposo, e così nuove | anella intrecci a la catena immensa | onde alternando Amor l'anime avvince.''<ref>Ci si riferisce alla pratica del cicisbeismo, forma di adulterio istituzionalizzato.</ref> (da ''Il mezzogiorno'', 59-66) *{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} Sempre minaccia di cadere colla repentina sublimità de' suoi voli, e non cade mai.<ref>Citato in [[Francesco Cassi]], ''Notizie intorno alla vita ed alle opere di [[Vincenzo Monti]]'' in ''Tragedie del cavaliere Vincenzo Monti'', Leonardo Giardetti, Firenze, 1825.</ref> *Tutta la sapienza consiste nel diffidare de' nostri sensi e delle nostre passioni.<ref>Da ''Frammenti varii'', IX. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *''Va per negletta via | ognor l'util cercando | la calda fantasia, | che sol felice è quando | l'utile unir può al vanto | di lusinghevol canto''.<ref>Da ''La salubrità dell'aria'', 22, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 546.</ref> *Voglio, ordino e comando che le spese funebri mi siano fatte nel più semplice e mero necessario, ed all'uso che si costuma per il più infimo dei cittadini.<ref>Da ''Testamento'', Milano, 15 ottobre 1798, in ''Poesie e prose'', Ricciardi, 1951.</ref> ==''Dialogo sopra la nobilità''== ===[[Incipit]]=== ''Benché l'umana superbia sia discesa fino ne' sepolcri, d'oro e di velluto coperta, unta di preziosi aromi e di balsami, seco recando la distinzione de' luoghi perfino tra' cadaveri, pure un tratto, non so per quale accidente, s'abbatterono nella medesima sepoltura un Nobile ed un Poeta, e tennero questo ragionamento'': '''Nobile''': Fatt'in là mascalzone!<br/>'''Poeta''': Ell'ha il torto, Eccellenza. Teme Ella forse che i suoi vermi non l'abbandonino per venire a me? Oh! le so dir io ch'e' vorrebbon fare il lauto banchetto sulle ossa spolpate d'un Poeta. ===Citazioni=== *Colui ch'è inferiore è tenuto a rispettar l'altro, che gli è superiore; e il non osare accostarsi è segno di rispetto; laddove il contrario è indizio di troppa famigliarità, come dianzi ti accennai. ('''Nobile''') *Il [[Rispetto]] non è altro che un certo sentimento dell'animo posto fra l'affetto e la meraviglia, che l'uomo pruova naturalmente al cospetto di colui ch'ei vede fornito d'eccellenti virtù morali o d'eccellenti doti dell'ingegno o del corpo. Questo sentimento per lo più stassi rinserrato nel cuore di chi lo prova; e talvolta ancora per una certa ridondanza prorompe di fuora ne' cenni o nelle parole. ('''Poeta''') ===[[Explicit]]=== '''Poeta''': Egli non può più parlare; la lingua gli si è infracidita. Riposatevi, Eccellenza, sul vostro letame. La lingua de' [[poeta|Poeti]] è sempre l'ultima a guastarsi. Beato voi, se colassù aveste trovato uno sì coraggioso che avesse ardito di trattarvi una sola volta da sciocco! Se io avessi a risuscitare, io per me, prima d'ogni altra cosa, desidererei d'esser uomo dabbene, in secondo luogo d'esser uomo sano, dipoi d'esser uomo d'ingegno, quindi d'esser uomo ricco, e finalmente, quando non mi restasse più nulla a desiderare, e mi fosse pur forza di desiderare alcuna cosa, potrebbe darsi che per istanchezza io mi gettassi a desiderar d'esser uomo nobile, in quel senso che questa voce è accettata presso la moltitudine. ==''Il mattino''== ===[[Incipit]]=== ''Giovin Signore, o a te scenda per lungo<br />di magnanimi lombi ordine il sangue<br />purissimo celeste, o in te del sangue<br />emendino il difetto i compri onori<br />e le adunate in terra o in mar ricchezze<br />dal genitor frugale in pochi lustri,<br />me Precettor d'amabil Rito ascolta.<br />Come ingannar questi nojosi e lenti<br />giorni di vita, cui sì lungo tedio<br />e fastidio insoffribile accompagna<br />or io t'insegnerò. Quali al Mattino,<br />quai dopo il Mezzodì, quali la Sera<br />esser debban tue cure apprenderai,<br />se in mezzo agli ozj tuoi ozio ti resta<br />pur di tender gli orecchi a' versi miei.'' ===Citazioni=== *{{NDR|Dalla dedicatoria Alla Moda che precede l'opera}} Lungi da queste carte i cisposi occhi già da un secolo rintuzzati [...]<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/38|6]]</ref> *''Ben folle è quegli | che a rischio de la vita onor si merca.'' (21) *''Ti feron troppo i queruli ricinti | ove l'arti migliori e le scïenze, | cangiate in mostri e in vane orride larve'' | [...]. (26-28) *''Ma che? Tu inorridisci e mostri in capo | qual istrice pungente irti i capelli | al suon di mie parole? Ah il tuo mattino | signor questo non è...'' (53) *''Oh se te in sì gentil atto mirasse | il duro capitan, quando tra l'arme, | sgangherando la bocca, un grido innalza | lacerator di ben costrutti orecchi, | onde a le squadre vari moti impone''. (106-110) *''Se noiosa ipocondria t'opprime, | o troppo intorno a le vezzose membra | adipe cresce, de' tuoi labbri onora | la [[caffè|nettarea bevanda]], ove abbronzato | fuma et arde il legume a te d'Aleppo | giunto, e da Moca, che di mille navi | popolata mai sempre insuperbisce''. (138-144) *''[[Eruttazione|Ruttar]] plebeiamente il giorno intero''. (185) *''Che segga intorno a te, manchi, o Signore, | il precettor del tenero idioma | che da la Senna, de le Grazie madre, | pur ora a sparger di celeste ambrosia | venne all'Italia nauseata i labbri. | All'apparir di lui l'itale voci | tronche cedano il campo al lor tiranno; | e a la nova ineffabile armonia | de' soprumani accenti, odio ti nasca | più grande in sen contra a le impure labbra | ch'osan macchiarle ancor di quel sermone | onde in Valchiusa fu lodata e pianta | già la bella Francese, e i culti campi | a l'orecchio dei re cantati furo | lungo il fonte gentil da le bell'acque. | Misere labbra, che temprar non sanno | con le galliche grazie il sermon nostro, | sì che men aspro a' dilicati spirti | e men barbaro suon fieda gli orecchi!'' (202-220) *''A voi, divina schiatta, | più assai che a noi mortali, il ciel concesse | domabili midolle entro al cerèbro, | sì che breve lavor nove scïenze | vale a stamparvi. Inoltre a voi fu dato | tal de' sensi e de' nervi e degli spirti | moto e struttura, che ad un tempo mille | penetrar puote e concepir vostr'alma | cose diverse, e non però turbate | o confuse giammai, | ma scevre e chiare | nei loro alberghi ricovrarle in mente.'' (244-254) *{{NDR|Su [[Voltaire]]}} [...] ''maestro | di coloro che mostran di sapere''. (602-603<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 409.</ref>) *''Ma a possente signor scender non lice | dale stanze superne infin che al gelo | o al meriggio non abbia il cocchier stanco | durato un pezzo, onde l'uom servo intenda | per quanto immensa via natura il parta | dal suo signore.'' (1049-1054) ==''Odi''== ===[[Incipit]]=== O Genovese ove ne vai? qual raggio<br/>brilla di speme su le audaci antenne?<br/>Non temi oimè le penne<br/>non anco esperte degli ignoti venti? ===Citazioni=== *''Amor con l'età fervida | convien che si dilegue; | ma l'[[Amicizia|amistà]] ne segue | fino a l'estremo dì. || Le belle, ch'or s'involano | schife da noi lontano, | verranci | allor pian piano | lor [[Brindisi dalle poesie|brindisi]] ad offrir. || E noi compagni amabili | che far con esse allora? | Seco un bicchiere ancora | bevere, e poi morir.'' (da ''Il brindisi'') *''Lascia, mia [[Silvia]] ingenua, | Lascia cotanto orrore | All'altre belle, stupide | E di mente e di core.'' (da ''A Silvia'') *''Mal giova [[nobiltà|illustre sangue]] | ad animo che langue''. (da ''La educazione'') *Oh beato terreno del vago Eupili mio, ecco al fin nel tuo seno m'accogli; e del natìo aere mi circondi, e il petto avido inondi [...] Austro scortese qui suoi vapor non mena: e guarda il bel paese alta di monti schiena, cui sormontar non vale Borea con rigid' ale [...] Io de' miei colli ameni nel bel clima innocente passerò i dì sereni tra la beata gente, che di fatiche onusta è vegeta e robusta. (dal secondo libro) *''Perché turbarmi l'anima, | o d'oro e d'onor brame, | se del mio viver Atropo | presso è a troncar lo stame?'' (da ''[[s:Odi (Parini)/La vita rustica|La vita rustica]]'', vv. 1-2) *''[...] se i duri mortali | a lui voltano il tergo, | ei si fa, contro ai mali, | della costanza sua scudo ed usbergo.'' (da ''[[s:Odi (Parini)/La caduta|La caduta]]'', vv. 93-96) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Canzone in morte del barbiere''=== ''O Sfregia, o Sfregia mio,<br/>o dolce mio barbieri, o delle guance amor, delizia e cura,<br/>ahimè, che farò io,<br/>poiché ti trasse ai regni oscuri e neri<br/>empia morte immatura?'' {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===''Il giorno''=== Sorge il mattino in compagnia dell'alba<br/>dinanzi al sol che di poi grande appare<br/>su l'estremo orizzonte a render lieti<br/>gli animali e le piante e i campi e l'onde.<br/> ===''La vita rustica''=== Perché turbarmi l'anima,<br />o d'oro e d'onor brame,<br />se del mio viver Atropo<br />presso è a troncar lo stame?<br />e già per me si piega<br />sul remo il nocchier brun<br />colà donde si niega<br />che più ritorni alcun? ==Citazioni su Giuseppe Parini== *Abbondavano i satirici. Era la moda. [[Carlo Goldoni|Goldoni]] e [[Giancarlo Passeroni|Passeroni]], ci erano i fratelli Gozzi {{NDR|[[Carlo Gozzi]] e [[Gasparo Gozzi]]}}, ci era [[Pietro Verri]], ci era [[Pier Jacopo Martello|Martelli]] e [[Giovanni Battista Casti|Casti]]. Tutti mordevano quella vecchia società, per un verso o per l'altro, a frammenti. Ci era tutto un materiale, più o meno elaborato. Mancava l'artista. e quando uscì il ''Mattino'', tutti s'inchinarono. Era comparso l'artista. ([[Francesco De Sanctis]]) *Ben era quel Parini che richiesto di gridare Viva la Repubblica e muoiono i tiranni rispose: – Viva la Repubblica e morte a nessuno! Ben era quel [[Ugo Foscolo|Foscolo]] che diede l'ultima pennellata al suo ritratto dicendo: – Morte sol mi darà pace e riposo. ([[Ippolito Nievo]]) *''E tu gli ornavi del tuo riso i canti | che il lombardo pungean Sardanapalo | cui solo è dolce il muggito de' [[bue|buoi]], | che dagli antri abdüani e dal Ticino | lo fan d'ozi beato e di vivande''.<ref>Parlando a Talia dei versi che ispirava a Giuseppe Parini, critico verso i nobili nullafacenti.</ref> ([[Ugo Foscolo]]) *Giuseppe Parini fu alla nostra memoria uno dei pochissimi Italiani che all'eccellenza nelle lettere congiunsero la profondità dei pensieri, e molta notizia ed uso della filosofia presente: cose oramai sì necessarie alle lettere amene, che non si comprenderebbe come queste se ne potessero scompagnare, se di ciò non si vedessero in Italia infiniti esempi. Fu eziandio, come è noto, di singolare innocenza, pietà verso gl'infelici e verso la patria, fede verso gli amici, nobiltà d'animo, e costanza contro le avversità della natura e della fortuna, che travagliarono tutta la sua vita misera ed umile, finché la morte lo trasse dall'oscurità. Ebbe parecchi discepoli: ai quali insegnava prima a conoscere gli uomini e le cose loro, e quindi a dilettarli coll'eloquenza e colla poesia. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *Io amo moltissimo il Parini; sono uno dei pochi ad amarlo. Ma come possono i critici scrivere, ancora oggi, che {{maiuscoletto|Il giorno}} «sferza i costumi effeminati del secolo» mentre (quello che Parini credeva di fare non importa) un liceale dovrebbe vedere che la sua vena secreta, quella senza la quale il poema non sarebbe nato, è l'invidia del plebeo per il nobile, inasprita da una sfumatura di quel sentimento amoroso, o quasi amoroso, che ispirò i sonetti di [[William Shakespeare|Shakespeare]], rivolti anche quelli a un «giovane signore»? ([[Umberto Saba]]) *Parini è come uomo, a cui sanguina il cuore e che fa il viso allegro. Appunto perché ha la forza di contenere il suo sentimento, l'ironia è possibile, e non diviene una sconciatura o una dissonanza. Il che gli riesce per quell'interno equilibrio delle sue facoltà, che gli dà un'assoluta padronanza su' moti e sulle sue impressioni. ([[Francesco De Sanctis]]) *Parini che in pieno teatro, contro chi urlava: «Morte agli aristocratici!» grida: «Viva la libertà! Morte a nessuno!» doveva avere un cuore meglio temperato del nostro, che ai primi bisbigli di abbasso e di viva, scantoniamo nel viottolo più buio. ([[Emilio De Marchi]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Giuseppe Parini, ''[[s:Dialogo sopra la nobiltà|Dialogo sopra la nobiltà]]'', in ''Opere scelte'', a cura di G. M. Zurardelli, Torino, UTET, 1961, *Giuseppe Parini, ''Il giorno'', Fabbri Editori, 2001. *Giuseppe Parini, ''Le odi'', Fabbri Editori, 2001. ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Parini, Giuseppe}} [[Categoria:Abati italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] k91z8y9rvo0d6cpv83kqcv0khyajnwk Vittorio Sgarbi 0 6882 1351492 1347341 2024-11-12T08:09:36Z Ibisco 49387 /* Citazioni di Vittorio Sgarbi */ + 1 1351492 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Vittorio Sgarbi a Viterbo il 18 Dicembre 2022.jpg|thumb|Vittorio Sgarbi nel 2022]] '''Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi''' (1952 – vivente), critico d'arte, politico, scrittore, opinionista, personaggio televisivo e storico dell'arte italiano. ==Citazioni di Vittorio Sgarbi== *{{NDR|Sulla relazione con [[Sabrina Colle]]}} Noi non facciamo l’amore da un millennio perché l'ultima volta fu nel secolo scorso. Non lo facciamo per amore perché l'atto sessuale presuppone una componente animale che è importante nei rapporti ma sarebbe impensabile per Dante e per Petrarca. [...] Ho avuto la fortuna di incontrare una donna straordinaria che esiste ed è reale, ha resistito con me più vent'anni con la tolleranza, l'intelligenza, il perdono.<ref>Dall'intervista di Giuseppe Candela, ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/31/sabrina-colle-la-compagna-di-vittorio-sgarbi-si-racconta-il-tradimento-sessuale-non-e-importante-lui-noi-non-facciamo-lamore-da-un-millennio/4938026/ Sabrina Colle, la compagna di Vittorio Sgarbi si racconta: "Il tradimento sessuale non è importante". Lui: "Noi non facciamo l'amore da un millennio"]'', ''ilfattoquotidiano.it'', 31 gennaio 2019.</ref> ===Da programmi televisivi=== *Tu pensa questa [[Hillary Clinton]] che dopo aver buttato bombe, bombe, bombe e bombe per importare la democrazia, c'ha pure la faccia di quella che ha ragione. Una delinquente, una criminale di guerra che andrebbe arrestata come Milosevic! (da Matrix, novembre 2016). *[[Angelino Alfano|Alfano]] è un uomo incapace, traditore e privo di qualunque vera lotta alla [[mafia]], la mafia è nel nostro governo attraverso Alfano, esponente della mafia organizzata. (da ''L'aria che tira'', LA7, 21 febbraio 2014) *{{NDR|Rivolgendosi ad [[Alessandro Cecchi Paone]]}} Ateo bastardo! Ateo fasullo! [...] Pensi solo all'esibizione della tua oscena bisessualità. Ridicolo sei! [...] Pensa a Papa Giovanni, pensa a [[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]], pensa ai santi, e non alle stronzate che dici tu. Rispetta la Chiesa! [...] Ignorante, capra! [...] Ma quale laico, un finto laico, un prete del laicismo sei, quale laico! Ridicolo sei, lo sei sempre stato. No, diciamo che Papa Giovanni era un oppressore, che [[Paolo VI]] era un incapace, che [[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]] non valeva nulla, che [[Madre Teresa di Calcutta]] non valeva nulla, che [[Padre Pio]] non valeva nulla... vale lui, che non ha fatto mai un cazzo in vita sua! Capra ignorante! Quello è! Rispetta! Altro che il fasc... ha detto il fascismo, la Chiesa, l'oppressione... ma quale oppressione? Legga [[Dante Alighieri|Dante]]! Legga [[Alessandro Manzoni|Manzoni]]! Impari, quella capra! Non portarmi dei fasulli... che fanno i laici del cazzo... il cazzo gli piace! Quello gli piace! (da ''Markette'', LA7, 8 febbraio 2007) *{{NDR|Rivolto a [[Gianni Barbacetto]]}} C'erano persone di grande valore rispetto a uomini come [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] che hanno soltanto distrutto e sono entrati per portar via quel che potevano portar via. Tu c'eri e dicevi solo stronzate, come hai sempre detto. È proprio la tua mentalità. C'eri tu e c'era anche [[Sergio Mattarella|Mattarella]].<ref>Da ''L'aria che tira'', ''La7'', riportato in Gisella Ruccia, ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/07/tv-sgarbi-vs-barbacetto-dici-stronzate-stronzate-e-capre-fanno-alzare-il-tuo-compenso/3148463/ Sgarbi vs Barbacetto: "Dici stronzate". "Stronzate" e "capre" fanno alzare il tuo compenso?]'', ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 febbraio 2015.</ref> *Capisco che piaccio alle donne perché contro di me insiste una congiura dei brutti, cioè quelli che scrivono contro di me con violenza sono orripilanti. L'ultimo è stato, per esempio, Beniamino Placido, che secondo me è come la caricatura di Giovanni Leone, persona che stimo mentre non stimo Placido, con quella faccia da topo che si ritrova ha detto di me delle cose assolutamente assurde, e come lui anche altri, Federico Zeri è certamente più brutto che bello. Quindi generalmente tutti quelli che ce l'hanno con me, sono brutti e non piacciono alle donne, sono o omosessuali o impotenti. (da ''Blob'', 24 ottobre 1990) *{{NDR|Rivolto a [[Gianni Barbacetto]]}} Capra, capra ignorante, sei una merda secca, un finocchio.<ref>Da ''Talk Show'', ''Vero TV'', riportato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/12/casta-sgarbi-delirio-contro-barbacetto-capra-finocchio/3159449/ Casta, Sgarbi e il delirio contro Barbacetto: "Capra e finocchio"]'', ''Ilfattoquotidiano.it'', 12 settembre 2012.</ref> *Chi governa la Sicilia non si faccia intimidire da una forma di retorica, di demagogia che vuol far pensare che l’unica cosa esportabile e potente della Sicilia è la mafia. Non è più così, la violenza che la mafia ha portato alla Sicilia merita una risposta altrettanto forte e determinata, [[Leonardo Sciascia|Sciascia]] lo diceva a [[Sandro Pertini|Pertini]]. Oggi c'è una Sicilia nuova.<ref name=raca>Citato in Concetta Rizzo, ''[http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/sgarbi-omaggio-sciascia-appello-chi-governa-non-si-faccia-intimidire-7-gennaio-2018.html Sgarbi: "Chi governa non si faccia intimidire, la mafia non è l'unica cosa potente ed esportabile della Sicilia]'', ''Agrigentonotizie.it'', 7 gennaio 2018.</ref> *Di Pietro, Colombo e Davigo: assassini che vanno arrestati per associazione a delinquere volta a sovvertire l'ordine democratico. (citato da Marco Travaglio ad ''Annozero'', 17 dicembre 2009) *{{NDR|Dopo l'abbattimento di Villa Bianchi (una villa in stile Liberty del 1920) a Morazzone (Varese)}} Dico che è un delitto, e che una cosa come questa non capita neanche nei luoghi dove c'è la [[Mafia]]. Questo è l'atto più grave che è stato fatto in Italia da molto tempo; in un comune dove non c'è un'amministrazione responsabile, dove la [[Lega Nord|Lega]] ha tradito il suo mandato, dove invece di abbattere le schifezze fatte dai democristiani negli anni '60, '70 e '80, distruggono le opere che hanno 100 anni. Sarebbe come bruciare un manoscritto di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] [...] Io il sindaco non credo che esista in questa città... non voglio parlare con lui [...] Se tu vedi che uno uccide un bambino glielo impedisci! Lui è responsaile! È lui il colpevole! Se stuprano una donna la fermi, non dici non c'è la polizia! Si vergognino, e abbiano la mia maledizione! [...] La Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia è qui! Perché la Mafia cose come queste le ha fatte prima che arrestassero Provenzano e Riina. Qui evidentemente sono ancora a piede libero Provenzano e Riina, se si possono fare cose di questo genere. Queste cose in Sicilia non accadono più.<ref>Dall'intervista al programma televisivo ''Striscia la notizia'', Canale 5, 4 novembre 2009.</ref> *{{NDR|Su [[Angelino Alfano]]}} È il peggior politico italiano, mi fa schifo fisicamente, sembra Frankenstein. (da ''Le invasioni barbariche'', LA7, 25 febbraio 2015<ref>Citato in ''[http://www.blitzquotidiano.it/blitztv/vittorio-sgarbi-alfano-mi-fa-schifo-fisicamente-sembra-frankenstein-video-2113105/ Vittorio Sgarbi: "Alfano mi fa schifo fisicamente, sembra Frankenstein"]'', ''BlitzQuotidiano.it''.</ref>) *E poi va detto, in fondo, – cosa che non si dice più da molto tempo, che i luoghi comuni prevalgono – che la classe politica italiana è migliore di quello che sembra. Non è vero che i cittadini sono migliori dei politici; i cittadini sono lo specchio dei politici: guardano poi in 6 milioni ''Miss Italia'' o ''San Remo''; i giovani, come dice [[Vivienne Westwood]], galleggiano come degli stronzi e non hanno una sola idea e si drogano tutti, nella scuola si drogano perché la scuola è piena di insegnanti che non sanno cosa dire. La classe politica italiana è piena di sindaci, di deputati, di ministri a destra e a sinistra di ottima qualità. È ora di finirla con questo sputtanamento. [[Walter Veltroni|Veltroni]] è un politico di qualità; Chiamparino è un politico di qualità. (da ''Matrix'', maggio 2006) *[...] e siccome una fascista di fatto, [[Rosy Bindi]], ha detto "Se c'è Sgarbi vado via" – ha detto così –, io non potevo entrare perché questa occupava il posto. Credo di essere come il demonio che ha fatto andare via una santa, ma io preferisco le puttane alle sante. (da ''Piazzapulita'', LA7<ref>Visibile al minuto 01:14 [http://www.youtube.com/watch?v=6WXqAlC6XxE&t=74 ''1/2 Show di Sgarbi a Piazza Pulita: "La Bindi è una fascista. Mobbing contro Berlusconi"''], YouTube, 29 settembre 2011</ref>) *{{NDR|''[[Dan Brown#Il codice da Vinci|Il codice da Vinci]]'' di [[Dan Brown]]}} È un libro idiota, stupido, bugiardo, pornografico per depensanti e depensato. La qualità del [[Vangelo]] e dei Vangeli è cosa diversa da questa patacchiata immonda, da questa stronzata insopportabile di questo libro. (da ''Matrix'', 1° maggio 2006) *{{NDR|Riferendosi a [[Sandro Bondi]]}} [...] è un misto fra Don Abbondio e [[Massimo Boldi|Boldi]], cioè una figura che ha in sé una componente naturalmente comica, perché è molto comico e piacevole nell'esserlo naturalmente Bondi e l'idea che in realtà non dice la verità, cioè che ha quella componente di ipocrisia tipica dei preti e della politica. Bondi è una figura di cortigiano, lo dico senza volerlo insultare, rispetto al potente e cioè l'adorazione per [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è in lui naturale e convinta, lo so perché lo conosco, ma pare innaturale a un uomo libero [...] (da ''Porta a Porta'', 5 dicembre 2007<ref>Visibile in ''[http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=15081 Bondi vs Sgarbi, lite in tv]'', Repubblica TV, 6 dicembre 2007.</ref>) *{{NDR|La [[Via Appia]]}} Fatta la strada, la prima grande strada di collegamento così come oggi la intendiamo, l'uomo ha pensato di servirsi dell'[[arte]] non solo per arricchirla, ma anche per darle un altro senso oltre quello letterale: sono dunque cresciuti ai suoi margini porte monumentali, circhi, residenze, mausolei, colombari, terme, lapidi, rilievi e statue di varia natura, e ancora, con l'era cristiana, catacombe e chiese, tutto in perfetta simbiosi con la campagna circostante, per fare della strada un percorso rivolto agli occhi, alla mente, all'anima.<br>Dal punto di vista simbolico, non è esagerato dire che una strada come la Via Appia abbia rappresentato l'inizio e la fine di un modo d'intendere l'arte.<ref>Da Tahar Ben Jelloun, Isabella Bossi Fedrigotti, Candido Cannavò, Alain Elkann, Dacia Maraini e Vittorio Sgarbi, ''Strade'', prefazione di Pietro Lunardi, edizione speciale per l'Anas, RCS, Milano, 2004, pp. 97-98.</ref> *{{NDR|Rivolgendosi a Marco Columbro riferito a Gianni Barbacetto}} Grillo è stato condannato perché ha ucciso tre persone... quindi quando lui dice stronzate, dica fatti. (da ''Vero TV'', 11 settembre 2012) *{{NDR|Rivolgendosi a [[Roberto Benigni]] a Sanremo}} Ha detto di tutto, ha detto di tutto. Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Restituisca i soldi! Lei gratis! Restituisca i soldi! Pagato! Pagato! Comunista pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Lei gratis! Tanto per dire, lei è gratis. Diamo i soldi di Benigni alla Zanicchi per risarcirla, diamoli a lei. Io non vengo pagato perché politico, lei non viene pagata, lui che è un politico, leader della sinistra, che ha fatto la campagna per [[Romano Prodi|Prodi]], che ha fatto la campagna per Prodi, viene pagato. Ridia i soldi! Ridia i soldi! Ridia i soldi! Li ridia! Li ridia! Li ridia a lei. (da ''L'Arena'', Rai 1, 22 febbraio 2009) *Hanno arrestato [[Giovannino Guareschi|Guareschi]], non hanno cacciato [[Enzo Biagi]]! Hanno arrestato un uomo che diceva la verità! (da ''Annozero'', Rai 2, 1° maggio 2008) *I giudici di [[Mani pulite]] vanno arrestati, sono un'associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell'ordine democratico.<ref>Citato in [[Marco Travaglio]], ''Ad personam'', Chiarelettere, Milano, 2010, p. 59. ISBN 978-88-6190-104-9.</ref> (16 luglio 1994) *I giudici sono fascisti [...] I giudici sono tutti fascisti! (da ''Alballoscuro'', 1° marzo 2011) *I siciliani devono essere come gli emiliani, come i lombardi, come i veneziani. Non possono essere figli di un Dio minore, per cui se c'è un mafioso a Racalmuto si scioglie un Comune, se c'è a Milano il Comune non si scioglie.<ref name=raca/> *Il [[presepe]], non è un simbolo del male, una contrapposizione di cultura, è un bambino che nasce, è la vita, è la vita, punto! (da ''Domenica Live'', 6 dicembre 2015) *Il sole, quale io sono, abbronza ma non si abbronza.<ref>Citato in ''L'espresso'', Volume 47, Edizioni 17-20, Editrice L'Espresso, 2001, p. 59</ref> *{{NDR|Dopo le dimissioni da sottosegretario alla Cultura}} Io non soffro di manie di superiorità. Io sono realmente superiore. (dall'intervista a ''Sette'') {{da controllare|Data?}} *Io odio [[Federico Zeri]] e desidero la sua morte. (da ''Maurizio Costanzo Show''; citato da ''Blob'', 20 gennaio 2006) *Io so, come diceva [[Pasolini]], so e so perfettamente che potrebbe esserci un presidente della repubblica che corrisponde a quello a cui nessuno può dire di no, perché che cos'è che è considerato e ammirato in [[Italia]] da tutto il mondo, conosciuto? [[Pierluigi Bersani|Bersani]]? [[Beppe Grillo|Grillo]]? [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]? No, [[Donatello]], [[Giotto]], [[Michelangelo]], [[Filippo Brunelleschi|Brunelleschi]], [[Giuseppe Verdi|Verdi]], [[Mozart]] e [[Lorenzo Da Ponte|Da Ponte]]. [...] Potrei dire qualcuno anche di quelli viventi: potrei dire [[Guido Ceronetti|Ceronetti]], potrei dire dei nomi, ma arrivavo a un nome più giusto; e, a parte quello che io ho già fatto, invisissimo, tanto da chiamarlo qui da te {{NDR|a ''Servizio pubblico'' di [[Michele Santoro]]}}, con mia ira, ''Cancronesi'', che è [[Umberto Veronesi]], che il mondo riconosce e che ha solo il limite dell'età- non è morto, ma è molto avanti nel tempo- ce n'è uno però che è un po' più indietro nel tempo e ha un nome. [...] Il nome è semplice: [[Riccardo Muti]]. Voglio che qualcuno mi dica, a sinistra: "No, Muti è di destra". Muti non è di destra: Muti è la musica italiana, è Verdi, è Da Ponte, è [[Rossini]], è la grande civiltà italiana, che viene sempre negata da questi ignoranti {{NDR|indicando [[Massimo Cacciari]]}} e capre [...]. (da ''Servizio Pubblico'', LA7, 29 marzo 2013<ref name="Servizio Pubblico 1">[http://www.youtube.com/watch?v=J-y_hMv8hX0 Video] disponibile su ''La7 Attualità'', ''YouTube.com''.</ref>) *Io sono italiano e ho vissuto fino al 1984 con la convinzione che noi avessimo i quadri più belli del mondo. {{NDR|Ma}} devo confessare che il quadro più bello del mondo è ''[[Las Meninas]]''. (da ''Virus'', Rai 2, 28 marzo 2014<ref>Visibile in [http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-829644aa-7b32-4a2c-bce3-1a7ef44418b9.html ''Vittorio Sgarbi commenta Las Meninas di Diego Velazquez - Virus 28/03/14''], ''Rai.it'', 28 marzo 2014.</ref>) *L'Agrigentino è parte importante della letteratura del Novecento, ecco "La via degli scrittori": una parte agrigentina c'è in [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi]] che è di Palma di Montechiaro, in [[Luigi Pirandello|Pirandello]] che è di Girgenti e che ha rappresentato la più alta espressione del teatro e della letteratura e [[Leonardo Sciascia|Sciascia]] che era di Racalmuto. Sciascia l'ho conosciuto come uomo che ha scritto le cose più intense sul piano civile e a lui ho voluto legare il mio destino. [...] Spero che potremo animare il teatro di Agrigento e il teatro di Racalmuto con opere che siano legate a Pirandello e a Sciascia. A [[Pesaro]] dove è nato [[Gioachino Rossini|Rossini]] c'è un festival legato al nome di quel grande musicista. A [[Parma]] c'è il festival [[Giuseppe Verdi|Verdi]]. Il teatro di Pirandello deve avere un festival Pirandello ad [[Agrigento]] che sia legato anche al teatro di Racalmuto, unendo i nomi di Pirandello e Sciascia. Avere un festival Pirandello significa far diventare Agrigento come [[Salisburgo]], come Pesaro. Pirandello è stato grande scrittore, è stato premio Nobel, ma è difficile essere [[drammaturgo]] dopo [[Eschilo]], dopo i grandi drammaturghi. Un drammaturgo del Novecento è di più di uno scrittore, è un uomo che si può paragonare a [[Euripide]]. Un festival pirandelliano può essere importante almeno quanto il festival del teatro antico di [[Siracusa]], quindi va incardinato con forza.<ref name=agri>Citato in ''[http://livesicilia.it/2018/01/07/vittorio-sgarbi-professionisti-antimafia_920730/Sgarbi, la Sicilia e Sciascia "No ai professionisti dell'antimafia"]'', ''Live Sicilia'', 7 gennaio 2018.</ref> *L'Europa è una menzogna e una truffa, perché gli stati sovrani sono la realtà sola che dà un senso alla democrazia. I due stati sovrani che danno senso all'Europa sono la Grecia e l'Italia. Bisogna uscire dall'Europa. (da ''Agorà Estate'', Rai 3<ref>Citato in ''[http://www.losai.eu/sgarbi-su-ue-e-stati-sovrani-video/ Sgarbi su UE e stati sovrani (VIDEO)]'', ''Lo Sai.eu'', 13 novembre 2015.</ref>) *L'ignoranza è una colpa. (a [[Mike Bongiorno]], ''Telemike'', 1991) {{c|Data completa?}} *La [[Sicilia]] fa ignorare al mondo d'avere la prima miniera d'Italia, fa ignorare al mondo di avere i più bei siti archeologici, ma fa sapere al mondo che c'è il "capo dei capi". Non mi piace. Sono contro questa pubblicità che l'antimafia continuamente fa. Non lo accetto. Bisogna vivere in Sicilia come in qualunque altro luogo. C'è criminalità meno che a [[Milano]], stimarne di più è un atto grave di attentato alla dignità della Sicilia.<ref name=agri/> *{{NDR|Rivolgendosi ad [[Alessandro Cecchi Paone]]}} Lasciami parlare, e taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci!<ref>Dal programma televisivo ''Sabato, domenica &...'', Rai 1, 8 febbraio 2009.</ref> *Le donne sono molto attratte dall'immagine di virilità non esteriore ma intellettuale. Cioè io rappresento un modello di virilità assoluta del cervello. E quindi l'idea di essere violentate e penetrate dal cervello invece che dal fallo le eccita ancora di più che della penetrazione che qualunque uomo può fare... è una iperpenetrazione. (da ''Blob'', 24 ottobre 1990) *Mai [[Angelino Alfano|Alfano]] agli Interni, Alfano al cesso!<ref>Dal programma televisivo ''L'aria che tira'', LA7, 19 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Rivolgendosi a [[Marco Travaglio]]}} Mia sorella vale venti volte te che sei un pezzo di merda! Pezzo di merda puro!<ref>Dal programma televisivo ''Annozero'', Rai 2, 1º maggio 2008.</ref> *Montanelli, vecchio fascista. Nella sua turpe vecchiaia sputa nel piatto dove ha velenosamente mangiato. (citato da [[Marco Travaglio]] ad ''Annozero'', 17 dicembre 2009) *[...] [[Movimento 5 Stelle|5 stelle]]... La suite è il 5 stelle! Cos'è questa mania di chiamare un partito "5 Stelle"? No, lo chiamano 5 stelle perché aspirano ad andare sull'auto blu, come hanno fatto in [[Sicilia]]: li hanno beccati sull'auto blu. (da ''Servizio Pubblico'', LA7<ref name="Servizio Pubblico 1"/>) *{{NDR|Sul processo al generale Mori e la condanna di [[Marcello Dell'Utri]]}} Oggi è difficile perfino difendere il difendibile e oggi sono qua per denunciare uno Stato criminale che ha mortificato persone innocenti e non punisce i colpevoli. I giudici devono chiedere scusa perché per più di 10 anni hanno ritenuto quegli straordinari uomini di Stato responsabili di chissà quali percorsi perversi. Possibile che i magistrati debbano torturare le persone e non pagare mai? Arriviamo alla tragedia di un uomo che oggi è in carcere e che è stato portato in ospedale, si chiama Dell'Utri. Io so che Dell'Utri è innocente, mi dicano di cosa è colpevole. Occorreva tenerlo in carcere, era il riferimento di Berlusconi. Dell'Utri in carcere, Berlusconi no. (da ''Virus'', 19 maggio 2016) *{{NDR|Parlando dell'arte contemporanea e del [[MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo|MAXXI]]}} Non vorrei fare Sgarbi, ma il quadro – purtroppo io sono un italiano che lo capisce meglio – è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento "all'Ago e al Filo" del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile. Non so se hai visto il Museo di Messina: il Museo di Messina è un luogo bellissimo, quello che c'è, un edificio storico; quel cesso che hanno fatto, una scatola di merda, non è neanche un magazzino, miliardi agli architetti! Fuksas, che è un distruttore e un fascista, prende 22 miliardi di parcella, neanche Bramante, Palladio, Michelangelo hanno preso tanto. In galera! Altro che Bertolaso per la casa da 1.500 euro al mese. Architetti ladri! Distruttori! Detto questo, però, non voglio fare Sgarbi, ma siccome conosco tutto, tu non hai idea di come è bello un museo povero. E posso dirti che io che ho fatto il più bel museo d'Italia e l'ho aperto in tre mesi, prendendoli a calci nel culo, solo con i ragazzi che lavoravano con me, ho speso, per il Museo della Mafia, 60.000 euro. Stella, che non è mai stato mio amico ma, insomma, è sempre stato il severo censore, è rimasto sedotto dal fatto che un museo bellissimo con un artista formidabile, che si chiama Inzirillo, con tante cose che verrete a vedere, spero, [...] è costato 60.000 euro [...] Sai quanto è costato il cesso di Zaha Hadid? 160 milioni di euro! Per un monumento a una troia irachena! [...] Tu non vieni da noi, a distruggere l'Italia, per farti un monumento! Che non serve a niente! E a spendere 50 milioni di euro di opere di merda! Di opere di merda! Perché se non hai i soldi per il Colosseo, è perché hai comprato Andy Warhol, Gilbert & George, dei cacatori di merda! [...] Fuksas, guarda, è bene che non venga, perché calci nel culo, in galera deve andare! In galera! In galera! Ci sono i soldi, vengono buttati! [...] Ai tempi di Andreotti c'erano 40 miliardi per il Colosseo, 20 milioni di euro; oggi ne occorrono 17. Perché hanno speso... Roma ha bisogno di un museo d'arte contemporanea, 160 milioni di euro, e non ha bisogno del Colosseo? Il problema della spesa pubblica è capire che cosa è importante fare e non buttare i soldi. Lì, tra gli acquisti e il museo, hanno speso 220 milioni di euro per la merda d'artista. (da ''L'ultima parola'', 5 giugno 2010) *Perché non dicono nomi {{NDR|di possibili candidati alla presidenza della repubblica}}? Non ci sono i nomi? Ci sono i nomi. Non esiste [[Carlo Petrini]], con un progetto economico formidabile? Non esiste [[Massimo Cacciari]]? Non ha scritto abbastanza per essere meglio di [[Franco Marini|Marini]], [[Giuliano Amato|Amato]] e qualche altro catenaccio di un'epoca perduta? [...] Ma stai zitto tu {{NDR|Cacciari}}, che non sei stato neanche a vedere le cose di casa tua, che non sai un cazzo! Nulla sai! Non sai cosa c'è nelle chiese di [[Venezia]], hai fatto fare il ponte di [[Santiago Calatrava|Calatrava]]! Tu l'hai fatto fare, soldi buttati, per un ponte inutile! (da ''Servizio Pubblico'', LA7<ref name="Servizio Pubblico 1"/>) *{{NDR|Rivolto a [[Michele Santoro]]}} Perché ti pare possibile, che [[Berlino]]... abbia tre volte i turisti di [[Roma]]? Quel cesso di città che è Berlino, bombardata! (da ''Servizio Pubblico'', LA7<ref name="Servizio Pubblico 1"/>) *[[Matteo Renzi|Renzi]] è tecnicamente un figlio di puttana. (da ''L'aria che tira'', LA7, 21 febbraio 2014) *{{NDR|Rivolgendosi a [[Roberto D'Agostino]]}} Sei un volgare mascalzone. (da ''Blob'', 24 ottobre 1990) *{{NDR|Rivolgendosi a [[Marco Travaglio]]}} Siamo un grande paese con un pezzo di merda come te, questo siamo. Siamo un grande Paese! Siamo un grande paese con un diffamatore abituale. (da ''Annozero'', Rai 2, 1º maggio 2008) *{{NDR|Parlando delle due maestre dell'"asilo-lager" di Pistoia}} Tonino Guerra dice: "Di un cane con i soldi si dice signor cane". Mentre si presentavano la Pesce e la Scuderi, qualcuno le ha chiamate la "signora Pesce" e la "signora Scuderi". Signori sono altri, quelle sono due puttane immonde! Due stronze immonde! (da ''Domenica Cinque'', Canale 5, 6 dicembre 2009) *Tu sei esattamente come [[Sandro Curzi]], fai della retorica insopportabile. I poliziotti possono essere pagati di più ma è inutile tirar fuori i poliziotti, altrimenti io tiro fuori che Picasso era uno stronzo, Raffaello era una merda e i poveri soldati sono degli eroi. Che c'entra? Tu hai preso un sacco di soldi con i film, non rompere i coglioni con 'sti discorsi inutili! (Vittorio Sgarbi rivolto a [[Pasquale Squitieri]] da ''Il processo di Biscardi'', TELE+2; citato in ''Mai dire gol'', Italia 1) *{{NDR|Rivolgendosi a Roberto D'Agostino}} Tu sei un comico penoso e fallito e completamente dimenticato. (dalla trasmissione televisiva ''L'istruttoria'', condotta da [[Giuliano Ferrara]], 15 aprile 1991) *Tutta l'opera di Petrarca si potrebbe riassumere nel verso di Sergio Endrigo: «Dite a Laura che l'amo».<ref>Citato in ''Panorama'', Edizioni 1350-1354, Mondadori, Milano, 1992, p. 75</ref> *{{NDR|Su [[Emilio Fede]] e i giudici che lo hanno condannato per favoreggiamento della prostituzione}} Un uomo che non ha fatto niente se non essere amico di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] [...], il cui merito non è inferiore a quello di [[Enzo Biagi|Biagi]], per il giornalismo. [...] è una violazione del diritto, andando poi a condannare uno che non ha fatto niente [...] è un processo che non farebbero neanche a [[Teheran]]! E vanno arrestati quei magistrati. Dei criminali! Altro che [[Enzo Tortora|Tortora]], Tortora era, al confronto di Fede, uno che ha avuto poco. Fede è stato mortificato, umiliato, condannato da un tribunale del popolo costituito da criminali! [...] Se Dio c'è li fulmina! Li fulmina! Che all'inferno, li brucia vivi! Speriamo che Dio esista per bruciare questi qui. (da ''Punto e a Capo'', 21 novembre 2013) *Quindi buon [[Natale]] a tutti, che non siete nati il giorno in cui è nato [[Gesù Cristo]], ma dovete a Gesù Cristo la vostra libertà, l'uguaglianza, l'indipendenza della donna, la bellezza... Tutto! (da ''Virus'', Rai2, 3 dicembre 2015<ref>Video su ''[http://www.ilgiornale.it/video/cronache/virus-lezione-sgarbi-crozza-1202348.html il giornale.it]''.</ref>) *La violenza fondamentale dei musulmani nei confronti delle donne sta nel negare loro la libertà del proprio corpo [...]. A Colonia non è avvenuto qualcosa di strano ma qualcosa che appartiene a una cultura che non è riconducibile alla nostra. (da ''Virus'', Rai 2<ref>Citato in Sergio Rame, ''[http://www.ilgiornale.it/news/cultura/colonia-lezione-sgarbi-perch-lislam-stupra-donne-1213690.html Colonia, la lezione di Sgarbi: "Perché l'islam stupra le donne"]'', ''il Giornale.it'', 15 gennaio 2016.</ref>) *[[Giuseppe Conte|Conte]] è un disperato, insomma, un trovatello, è uno che abbiamo ritenuto indispensabile, ci saranno almeno 20.000 italiani che hanno le caratteristiche di Conte: bravi avvocati, con il fazzolettino bianco, buon taglio Lubiam, adatti a fare il maître d'albergo che è la cosa che può fare meglio Conte e infatti suo suocero ha un albergo ed è un evasore fiscale da 2 milioni {{NDR|di euro}} che dovrebbe essere in galera secondo la legge che ha in mente lui Conte. Quindi non c'è niente che funziona nella vicenda umana e politica di Conte: non c'è storia, non c'è partito, non c'è credibilità; niente, è una finzione, carino, gradevole, una maschera, un portavoce, nulla. D'altra parte [[Governo Conte II|questo governo]] ha il padre di [[Luigi Di Maio|Di Maio]] indagato, i genitori di [[Matteo Renzi|Renzi]] condannati, condannato il suocero di {{NDR|Conte}} con un patteggiamento e, ripeto, un'inchiesta seppure per presunto [[stupro]] ma con avviso di garanzia per {{NDR|il figlio di}} [[Beppe Grillo|Grillo]]. (da ''Otto e mezzo'', La7, 28 ottobre 2019)<ref>In ''Vittorio Sgarbi contro Giuseppe Conte: "Un disperato, un trovatello"'', [https://www.youtube.com/watch?v=1yIPUGZllSI Video] disponibile su ''youtube.com'', 28 ottobre 2019, min. 1:26-2:17.</ref> *{{NDR|Su [[Giuseppe Conte]]}} Oltre la ''pochette'' non c'è nulla, nel senso che le sue decisioni sono totalmente prive di ogni dignità umana, sono incostituzionali - come ha decretato il Tribunale di Roma - spero che venga condannato all'[[ergastolo]] per quello che ha fatto contro gli italiani e credo che non meriti nessuna pietà, se ci fosse la [[tortura]] meriterebbe anche di essere torturato. Per il resto, per quello che io penso, lui è una cripto-checca totale, l'elemento checchesco in lui è l'elemento prevalente, e infatti fa coppia perfetto con [[Rocco Casalino|Casalino]], con la velina Casalina.<ref>[https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartarepubblica/puntata-del-28-dicembre_F310595701001801 Intervenendo nel programma televisivo] ''Quarta Repubblica'' su Rete 4, 28 dicembre 2020</ref> *Come giudico gli stranieri che sono stati alla guida dei grandi musei italiani? Che adesso se ne vanno. Siamo arrivati noi e se ne vanno loro. Perché devo mettere un direttore straniero agli Uffizi? Si è mai visto al [[Louvre]] un direttore straniero? I simboli sono i simboli. Quando arrivò [[Dario Franceschini|Franceschini]] pensò che bisognava mettere molti stranieri, molte donne. Questa stagione è semplicemente finita.<ref>Citato in ''[https://www.lastampa.it/cultura/2023/08/21/news/musei_sgarbi_e_finita_lera_dei_direttori_di_musei_stranieri-13005037/ Musei, Sgarbi: “È finita l’era dei direttori di musei stranieri”]'', ''lastampa.it'', 21 agosto 2023.</ref> ====''Il senso della vita (2006)''==== {{c|date?}} *[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] è stato il padre di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], lo ha generato uccidendo una parte della Repubblica. *L'[[amore]] in sostanza tra un [[maschio e femmina|uomo]] e una [[maschio e femmina|donna]] non si basa su chi insegue e chi fugge, ma su chi sa aspettare. *La pittura di Frappi appare come una sorta di pacata provocazione a un'arte figurativa che rifiuta letture e non vuole darne. *[[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è stato il poeta più grande di tutti i tempi. Con [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] vedi quello che la sua musica e le sue parole raccontano. *{{NDR|Commentando l'immagine dell'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi}} Questo è il simbolo di un'[[Italia]], rappresenta la somma di una identità e di una cultura cristiana e occidentale che deve essere mostrata a chi usa la tua vita in quel modo. Perché quelli che lo stanno ammazzando non sono dei mussulmani, sono degli idioti e dei criminali da prendere a calci e da picchiare. Ma ha reagito e ha detto:''Vi faccio vedere come muore un italiano'', un cristiano, un martire cristiano. ====''Le iene''==== {{da controllare|Date?}} *[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è l'avversario politico che stimo di più. *[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] ha fondato il suo successo su Tangentopoli. *Le iene mi fanno vomitare. *Le iene mi stanno sui coglioni di principio. *Le iene mi stanno sui coglioni, quindi mandate in onda vostra nonna ma non me. *Mi occupo solo di me stesso, è chiaro o no? *Nella vostra mente ottenebrata, l'intelligenza non passa, non esiste l'intelligenza. Siete solo capaci di dire delle puttanate gigantesche, enormi. *{{NDR|Rivolgendosi al Trio Medusa}} Scopatevi le vostre ragazze e non rompete le scatole a me. *Siete dei culattoni, e raccomandati. *{{NDR|Rivolgendosi al Trio Medusa}} Siete delle scorregge fritte, delle piccole scorregge fritte. *Tu Busi, sei un mentecatto assoluto, sei senza cervello, sei un depensante assoluto, un pettegolo. Capra! capra! capra! *{{NDR|Rivolgendosi al Trio Medusa}} Voi siete un gruppo di pezzi di merda che fate stronzate. ====''Sgarbi quotidiani''==== *[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], [[Gherardo Colombo|Colombo]], [[Piercamillo Davigo|Davigo]] e gli altri sono degli assassini che hanno fatto morire della gente. È giusto che se ne vadano, nessuno li rimpiangerà. Vadano in chiesa a pregare per tutta quella gente che hanno fatto morire: Moroni, [[Raul Gardini|Gardini]], Cicogna. Hanno tutte queste croci sulla coscienza. Ringrazio Iddio che, con questo decreto {{NDR|Decreto Biondi}}, eviteranno essi stessi l'arresto per tutti gli assassinii che hanno commesso. (14 luglio 1994) *Io, purtroppo, conosco [[Beppe Grillo|Grillo]] da circa ventidue anni... dico ventidue circa. Lui girava con un amico, con la Porsche bianca, un amico pugliese, e venivano a casa mia a trovare mia sorella che aveva quindici anni, insomma... ecco, venivano a trovare mia sorella. Grillo era già un comico, diceva delle cose orribili, disgustose, del genere della comicità più ridicola, più patetica che la RAI abbia prodotto. Io lo vedevo e gli dico "ma con così poche idee ha questo grande successo". Lo guardavo con un'invidia terribile, quindi, essendo sadico, quando era a tavola a casa mia [...] gli dicevo "tu sei un incapace, un ignorante, un bullo di periferia con quella Porsche, ricco con soldi inutili". Io non avevo una lira in quel momento. [...] Sentivo soltanto delle banalità, delle stupidaggini... proprio uno... uno scemo patentato. Glielo dicevo "sei uno scemo patentato" e rideva come uno scemo patentato. Che poteva fare? Era uno scemo patentato. Niente. È diventato un mito della sinistra, un eroe della sinistra, un eroe pronto a sacrificarsi per la RAI, per il bene della RAI e dei consumatori. (1996) *Questi magistrati vanno arrestati e processati. Sono un'associazione per delinquere con libertà di uccidere. (26 giugno 1998) *Vergogna! Altro che valori! Valori del [[buco del culo]], questa è la storia! Ci sarà forse una querela per questo? Non credo. Il buco del culo ha dei grandi valori. Perché no? Si può negare? Sicuramente ci sarà una querela: si dirà "Ecco Sgarbi...". Ma perché la parola "valori" è di qualcuno? La parola "Italia" è di qualcuno? O sono sequestrati per sempre da parte di uno che ha stabilito, senza sapere niente di letteratura, di arte, di civiltà, di grammatica... niente, e pensando di comandare l'Italia!? Ma andate... no, niente da fare. (1998) ===Da opere=== *Edifici che sembrano un pensiero architettonico piuttosto che opere compiute, che si impongono come l'elaborazione più completa del pensiero dell'uomo rispetto alla natura, chiaramente distinti dalla natura e dal paesaggio, eppure ad esso legati da un rapporto indissolubile, così che anche la natura sembra pensata dall'[[architettura|architetto]]. (''Andrea Palladio. La luce della Ragione'', 2004) *Intanto sia chiaro, per me ragione significa che io ho ragione. (da ''Ragione e passione contro l'indifferenza'', Bompiani, Milano, 2005) *La passione è uno strumento di difesa della ragione. Perché non basta avere ragione: bisogna anche, appassionatamente, difenderla. (da ''Ragione e passione contro l'indifferenza'', Bompiani, Milano, 2005<ref>Citato in [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/05/Ragione_passione_Vittorio_Sgarbi_co_10_051205130.shtml ''«Ragione e passione» di Vittorio Sgarbi''], ''Corriere della Sera'', 5 dicembre 2005</ref>) *Ma qual è il problema? {{NDR|riferendosi alle opere "MatrimoniMisti" del pittore [[Salvatore Garau]], in cui l'artista completava opere di giovani pittori emergenti al fine di dargli visibilità}} Se uno va a letto con tua moglie ti incavoli, ma se a letto ci va e tu sei d’accordo, la questione è risolta. [...] Se le opere sono state messe a disposizione dagli stessi autori. È tutto lineare. Si tratterà semmai di capire cosa è il prodotto di questa unione. Sarebbe artisticamente grave invece se si intervenisse su un’opera senza il placet dell’autore. In pratica non è pensabile che questa operazione venga fatta su un lavoro del Cinquecento, giusto per capire.<ref>Citato in ''Unione Sarda'', 8 gennaio 2003, p. 21, Roberto Ripa, ''La provocazione. Fa discutere la mostra al GAM organizzata da Garau. Ma è scontro sulle tele “miste”. Leinardi critica l’operazione, Corriga è d’accordo''</ref> *{{NDR|Su [[Gianfranco Ferroni]]}} Niente è più difficile che essere un pittore figurativo. Ciò che appare facile a chi guarda, per la quotidiana consuetudine con gli oggetti rappresentati; i più semplici: un tavolo, un letto, una sedia, una forbice, una bottiglia, gli accessori per dipingere, richiede una concentrazione superiore, qualcosa di simile al tiro al bersaglio. L'artista è in gara, deve afferrare la preda che continuamente tenta di sfuggirgli, anche se è ferma, immobile. Così la scommessa di [[Gianfranco Ferroni]], nei ripetuti temi di nature morte, complementare a quella di [[Piero Guccione]] nei temi di paesaggio, è nella definizione di una immagine assoluta, attraverso una progressiva rarefazione della fenomenologia delle cose.<ref>Citato in ''Gianfranco Ferroni opere su carta 1963-1991'', a cura di Marco Goldin, Galleria Bellinzona, Lecco, 1991, pp. 63-64.</ref> *{{NDR|Su [[Paolo Vallorz]]}} Non urge più la natura nella fantasia di Vallorz, urge la riflessione sulla pittura, sulla sua necessità e anche sulla sua perdita d'identità. Il pittore che ha creduto “che il reale non è morto”, che ha fatto commuovere i colori davanti ai volti rassegnati di “René Behaire”, del “Giardiniere”, e di “Sam il drogato”, sembra lentamente distaccarsi da quella esperienza troppo infiammata, per volgersi su se stesso. Protagonista diventa il quadro (o il quadro dentro il quadro) con il soggetto, solo apparentemente convenzionale, del mondo femminile. Quel nudo in realtà sostiene la superficie indistinta dello specchio, un grigio sfumato come le nuvole nel cielo. In quel niente, sfiorato dalla luce, modulato, non solo realtà e finzione, e finzione della realtà, si confondono; ma la pittura stessa si riduce a una essenza impercettibile, a “nuance”, con un supremo distacco da ogni artificio. La pittura sembra rinunciare a ogni ornamento, a ogni compiacimento, ridursi a un velo. D'altra parte, se il corpo è policromo, il colore dell'anima non è forse il grigio?<ref>Da ''Paolo Vallorz: nudi, ritratti, figure. Opere dal 1960 al 1989'', citato in catalogo della mostra, Compagnia del Disegno e Galleria Bergamini, Milano,1989.</ref> *Rockwell non sente la necessità di comportarsi con il linguaggio moderno: le sue immagini sono libere come animali in una foresta; e se da un nucleo partono, questo è come la lampada di Aladino. Ogni sorpresa, ogni stravaganza è possibile, dalla comicità al lirismo (come nella bellissima ''Red Head'' per ''American Magazine''). La sua facilità non è mai banalità ma sempre intuizione del piacere dello sguardo. È evidente, infatti, che chi ha come obiettivo la larghissima diffusione di un giornale deve sapere, con scientifica certezza, miscelare ingredienti di cui è certo il gradimento in composizioni sempre originali. Il piacere, il divertimento dell'intelligenza sono tanto più intensi quanto più condivisi: ed è necessario identificare un linguaggio sul quale la pittura non sia filosofia ma racconto con una capacità di presa immediata. Così l'originalità di Rockwell, tradizionalista in pittura, sta nel senso delle sue immagini rispetto alle esigenze della comunicazione di massa, così minuziosamente intuite da renderlo modernissimo e attualissimo.<ref>Da ''L'illustrazione della felicità''; in ''Norman Rockwell'', a cura di Davide Faccioli e Manuela Teatini, Electa, Milano, 1990, pp. 35-36. ISBN 88-435-3307-X</ref> ====''Davanti all'immagine''==== *[[Pietro Cavallini]] con il suo ''Giudizio''<ref>Il ''Giudizio universale'' nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere a Roma.</ref>, dove gli Apostoli e le schiere di angeli sembrano chiamati ai loro ranghi nell'alto consesso del cielo, scavalca d'un tratto l'intera tradizione bizantina e la terragna fantasia di Cimabue, non sappiamo per quale sovrumana capacità d'intendere e restituire l'umano. (''Artisti'', p. 37) *{{NDR|Pietro Cavallini}} Niente ci consiglia di ritenere che egli dipenda da Giotto, come più volte è stato imprudentemente sostenuto: la limpida immagine {{NDR|del ''Giudizio universale''}} che ora abbiamo di fronte è senza precedenti, ha la forza di un isolato segnale che indirizza la rotta, senza errore, con sicurezza. (''Artisti'', p. 37) *Asimmetrico, anarchico, monumentale e anche profondamente realistico, [[Benedetto Antelami|Antelami]] ha fondato la scultura moderna, definendo una lingua pienamente italiana, intimamente classica. (''Artisti'', p. 47) *Il più misterioso, il più segreto, il più sensibile fra i pittori manieristi, è certamente [[Lelio Orsi]]. Pittore per diletto e non per necessità, Lelio Orsi ha una produzione naturalmente limitata, ma sempre ad altissimi vertici di qualità. (''Artisti'', p. 91) *Con lui, gli strumenti della critica d'arte devono lasciare il posto a quelli della psicoanalisi. Davanti a noi si schierano non santi e sante in estasi, ma donne e uomini sfiniti da un desiderio struggente, affannati e sul punto di perdere i sensi. San Francesco brucia in un'estasi che lo divora, lo frantuma, lo spezza; Cristo nell'orto langue e impallidisce, come se avesse perduto tutte le forze. E tutto avviene nell'ombra, con luci striscianti, bagliori notturni, gemiti.<br>Ma il tema prediletto di [[Francesco Cairo]] sembra essere quello biblico di Erodiade con la testa del Battista; un soggetto ripetuto numerose volte, con sempre originali varianti, che trasformano la monotonia creativa in una suggestione di atmosfere peccaminose e dichiaratamente sadiche. (''Artisti'', p. 122) *{{NDR|Riferendosi al quadro ''La famiglia Bellelli''}} [[Edgar Degas|Degas]] nulla aggiunge e nulla toglie alla vita; non deve esasperare nessun sentimento, nessuna emozione; registra tutto, impassibilmente; attribuisce ad ogni personaggio, pure esplicitamente in posa, l'atteggiamento dimostrato nei suoi confronti. Basta questo, oltre a una impercettibile ombra di malinconia che trasporta l'esistenza nella sfera sublime dell'arte. L'arte non è gesto, non è spontaneità, per Degas; è una profondissima riflessione sul passato, senza pedanterie, senza accademie. (''Artisti'', p. 158) *{{NDR|Riferendosi al quadro ''La famiglia Bellelli''}} Degas è riuscito a conciliare i due opposti, riconoscendo la modernità dell'antico e l'antichità del moderno. (''Artisti'', p. 159) *Un vento, un vento benefico, non di tempesta, un vento che muove l'aria, pulisce il cielo, risveglia.<br>A questo penso davanti alle opere di [[Giovanni Boldini|Boldini]]: lo stile di Boldini nella sua età matura, non è artificio, come appare, ma natura. È un vento forte che scuote l'immobilità dell'immagine, la sua facilità, il suo limite illustrativo, per una strada diversa da quella del futurismo, ma nello stesso senso. (''Artisti'', p. 160) *Boldini è un antiaccademico, ma è anche un pittore classico. Il segno, la pennellata veloce non sono una fuga ma una condizione più viva della pittura, un modo per fermare ciò che è instabile, lasciandolo tale. (''Artisti'', p. 160) *[[Félix Vallotton|Vallotton]] irrigidisce, sottrae: in lui anche il mito, le allegorie, le figure femminili paludate in ampi panneggi, naturalmente esposti al vento come nuvole, subiscono un drastico ridimensionamento. Perdono ogni aura romantica i temi del Decadentismo, del Simbolismo, con i loro ampi margini di evocazione, da Gustave Moureau a Odilon Redon: restano letteratura: Vallotton è il grande sobrio: severo, austero, senza colpa e senza peccato, lontano sia dagli ardimenti delle avanguardie che dai veleni del gusto decadente. (''Artisti'', p. 171) *Vallotton semplifica, stilizza, riduce, restando apparentemente fedele alla realtà, ma vuole rivelarci il segreto ordine delle cose che è lì, in superficie e sembra continuamente scivolare via. (''Artisti'', p. 172) *Di vita instabile – ma niente di più fermo del suo segno, infallibile e tagliente, come inciso sul metallo – [[Aubrey Beardsley|Beardsley]] ebbe subito l'incrollabile certezza di una vocazione, la fanatica convinzione della fede. Fu puro artista, fu l'essenza stessa dell'arte, senza corpo, per diretta emanazione dell'anima. Appena toccò la carta, subito rinacquero le figure bianche e nere della pittura vascolare, le danze sfrenate del Pollaiolo, i più vertiginosi grafismi di Schifanoia. E il suo rigoroso ''en blanc et noir'' si sostituì, senza destare rimpianti, alla pittura. (''Artisti'', p. 176) *Il desiderio, la bellezza, la morte, il piacere, il tormento, la voluttà del martirio, l'identificazione e la separazione nei sensi, la mondanità e la sacralità, trovano compiuta espressione, unità e ragione nel segno di Beardsley. Qui il Decadentismo tocca il culmine, ha la sua massima esaltazione come neppure nei suoi più valorosi campioni, Oscar Wilde e D'Annunzio. (''Artisti'', p. 177) *Per lunghi anni il turbinoso vento che anima il fregio di [[Giulio Aristide Sartorio]] nell'aula del parlamento in palazzo di Montecitorio è stato sopraffatto da venti contrari. Oggi che la pittura di questo grande artista potrebbe di nuovo essere assunta da molti a modello, il nome di Sartorio resta in penombra o in luce sinistra rispetto a quelli degli artefici consacrati dell'arte moderna. (''Artisti'', p. 185) *Nessun odore, nessun sapore locale, nessuna componente emotiva sale dai quadri di [[Ferruccio Ferrazzi|Ferrazzi]], esercizi d'intelligenza che seguono una strada indipendente da tutto, ispirata al metodo razionalistico del Rinascimento toscano, da Piero della Francesca a Michelangelo. (''Artisti'', p. 192) ===Da interviste=== *A [[Napoli]] puoi anche mandare un prefetto di frontiera come Mori o un baluardo della cultura come il sottoscritto. Ma non ci fai nulla. Un po' come a [[Palermo]]. Al Sud c'è una travolgente forza del male. (dall'intervista a ''il Velino'', 4 giugno 2010; citato in ''[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/notizie/arte_e_cultura/2010/4-giugno-2010/sgarbi-a-napoli-vince-sempre-male-fortuna-lavorero-venezia-1703141396353.shtml Sgarbi: «A Napoli vince sempre il male ma grazie a Bondi andrò a Venezia»]'', ''Corriere del Mezzogiorno'', 4 giugno 2010) *Con Berlusconi è stato subito colpo di fulmine: La prima volta che ci siamo incontrati ci siamo trovati d'accordo su tutto, e devo ammettere che a Sgarbi non capita spesso. (dall'intervista di Silvia Fumarola, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/08/sgarbi-capricci-per-il-professore.html "Sgarbi e capricci" per il professore]'', ''la Repubblica'', 8 luglio 1989, p. 29) *È un comportamento anomalo, una persona normale tradisce la moglie. Se non lo fa è perché si sente inferiore. (intervista di Andrea Greco, ''[http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-17964.htm Articolo]'' ''A'', 13 agosto 2010) *Farò di tutto perché non vengano più installate quelle terribili pale eoliche che tanto rovinano il paesaggio. Dovranno passare sopra di me per installarne di altre. Chi ne vorrà di altre cominci a pensare di infilarserle in quel posto. (dalla prima intervista rilasciata come sindaco di Salemi, ''[http://www.ilove-sicilia.it/ils/index.php?option=com_content&view=article&id=312:intervista&catid=64:le-altre-news&Itemid=123 Sgarbi sindaco di Salemi: "Mai più nuovi impianti eolici"]'', ''I love Sicilia'', 30 giugno 2008) *Il rumore positivo è quello di cui parlava Goethe: la bellezza vince la mafia e il male. Dovremmo puntare più sulla bellezza della [[Sicilia]] che non sui suoi stereotipi negativi, perché non possono essere il biglietto da visita davanti al mondo. È un vizio mentale che purtroppo hanno molti siciliani. Io in passato proposi di mandare in giro per la Calabria i Bronzi di Riace piuttosto che la foto di un carabiniere col bambino in braccio e con una pistola. Dobbiamo promuovere il bello e il positivo, perché è questo che è la Sicilia.<ref name=voir>Citato in ''[http://www.voir.it/a-lezione-con-sgarbi-ecco-qual-e-il-bello-della-sicilia/ A "lezione" con Sgarbi: ecco qual è il bello della Sicilia]'', ''Voir'', 12 agosto 2013.</ref> *Il sistema è talmente corrotto che tanto vale trarne vantaggio. (dall'intervista di Aldo Cazzullo, ''[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/05_Maggio/14/sgarbi.shtml Sgarbi: mi butto a sinistra, Prodi è d'accordo]'', ''Corriere della sera'', 15 maggio 2005) * [...] in passato dicevo che [[Ancona]] era come l'Atlantide: non si capiva cosa ci fosse, forse perché penalizzata dal porto e dalla sua posizione geografica [...]. Oggi la capitale universale è Urbino, mentre Ancona sembra essere una città di una regione minore.<ref name=carlino>Dall'intervista di Gianmarco Minossi, ''[https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/lannuncio-di-sgarbi-quattro-grandi-mostre-per-risvegliare-ancona-mai-piu-come-latlantide-d8030716?live L'annuncio di Sgarbi "Quattro grandi mostre per risvegliare Ancona. Mai più come l'Atlantide"]'', ''ilrestodelcarlino.it'', 26 luglio 2023.</ref> *{{NDR|Sulla nascita del [[governo Conte]]}} Io ho sempre pensato malissimo di [[Luigi Di Maio|Di Maio]], e confermo il mio giudizio, però ora le cose sono cambiate, e [[Matteo Salvini|Salvini]] farà in modo che si realizzi il nostro programma di centrodestra.<ref>Dall'intervista di Concetto Vecchio, ''[http://www.repubblica.it/politica/2018/06/06/news/governo_conte_il_si_di_sgarbi_penso_malissimo_di_di_maio_ma_salvini_realizzera_il_programma_di_centrodestra_-198315097/ Governo, lo strappo di Sgarbi: "Penso malissimo di Di Maio. Ma voto sì: Salvini realizzerà il programma di centrodestra"]'', ''Repubblica.it'', 6 giugno 2018.</ref> *[[Italo Calvino]] è uno degli scrittori italiani più sopravvalutati. Con nomi come [[Cesare Pavese]], [[Gabriele D'Annunzio]] o [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa]], Calvino è sicuramente un minore ed è la prova della smemoratezza culturale italiana. (dall'intervista [http://www.ilsussidiario.net/mobile/Educazione/2015/6/17/Prima-Prova-Maturita-2015-Tracce-e-temi-d-italiano-svolti-Resistenza-e-Risorgimento-tratti-comuni-Esami-di-Stato-oggi-17-giugno-/617879/ ''Sgarbi: Calvino sopravvalutato, che errore del Miur''], ''il Sussidiario.net'', 17 giugno 2015) *Le [[Marche]], trattandosi di una regione defilata, non sono sull'asse del percorso necessario per chi viene a raccontarci l'Italia: ma tutti i grandi pittori scendono via mare, non via terra, basti pensare a Crivelli e Lotto, che diventano marchigiani perché sentono che qui c'è la vera Italia. Le Marche non sono solo la bellezza delle coste, ma anche paesi dell'interno, come Apiro, San Severino Marche e Camerino, dove ci sono opere d'arte straordinarie.<ref name=carlino/> *Non capisco quelli che si indignano. Sollecito in TV? E quindi? È libero, quindi non è colpevole. Non ci si può indignare per Sollecito in TV. Si dovevano indignare se gli avessero fatto un contratto dal carcere. Di cosa è colpevole Sollecito? È stato assolto con sentenza definitiva. (da Radio Cusano Campus, 6 aprile 2016) *Mai presa. Se la [[cocaina]] mi vede, si eccita lei. (dall'intervista di Aldo Cazzullo, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/febbraio/03/Sniffano_tutti_dagli_attori_politici_co_9_070203054.shtml «Sniffano tutti: dagli attori ai politici. E i nobili più degli altri»]'', ''Corriere della sera'', 3 febbraio 2007, p. 27) *L'arte contemporanea è sublimata nella sua non essenzialità e invisibile concretezza. La metafisica incontra la oltrefisica nell'ulteriorità segmentata del genio. E chi non lo capisce è uno stronzo. (dall'intervista di Anna Bandettini, ''L'arte e la controarte in Sgarbi'', ''la Repubblica'', 16 settembre 2008) *L'Unesco è la più forte arma contro la [[Cosa nostra|mafia]] perché la mafia può essere battuta se la Sicilia è ricordata come luogo della bellezza e non della violenza.<ref name=luss>Citato in Giulia Ferri ''[http://www.lussuosissimo.com/shanghai-2010-vittorio-sgarbi-parla-della-sicilia/ Shanghai 2010: Vittorio Sgarbi parla della Sicilia]'', ''Lussiosissimo.com'', 21 agosto 2010.</ref> *La [[Cosa nostra|mafia]] a Salemi ha avuto una sua stazione stabile. Abbiamo realizzato un meraviglioso museo della mafia che è come il cimitero della mafia. È come un sito archeologico. Quando c'è un museo, un sito archeologico, è perché quella civiltà è finita. Nel desiderio che la mafia finisca, quel museo rappresenta il flagello della mafia attraverso documenti, filmati, cabine elettorali in cui entri al buio e ti vengono raccontati i misteri della mafia e altro.<ref name=luss/> *[[Emmanuel Macron|Macron]] ama l'Italia e la sua città preferita è [[Napoli]], ma subito dopo viene [[Urbino]]. Si è dimostrato un grande conoscitore del ''[[Il cortegiano|Cortegiano]]'', che apprezza e considera un dei saggi più importanti del [[Rinascimento]].<ref>Dall'intervista di Giacomo Puletti, [http://www.ilducato.it/2020/01/21/il-ritratto-di-baldassarre-castiglione-a-urbino-sgarbi-macron-mi-ha-detto-che-si-impegnera-personalmente/ ''Il Ritratto di Baldassarre Castiglione a Urbino, Sgarbi: "Macron mi ha detto che si impegnerà personalmente"''], ''ilducato.it'', 21 gennaio 2020.</ref> *{{NDR|Riferendosi al ''Cenacolo'' di [[Leonardo da Vinci]]}} Quella cagata di affresco non lo si può danneggiare più di così, è già un fantasma. (citato in ''[http://www.corriere.it/vivimilano/politica/articoli/2007/10_Ottobre/26/sgarbi_cenacolo.shtml Sgarbi: «L'unico danno l'ha fatto Leonardo»]'', ''Corriere della sera'', 26 ottobre 2007) *{{NDR|Sui rapporti di [[Silvio Berlusconi]] con Karima el Marhroug detta Ruby}} Comunque se ci fosse andato a letto, di certo non le ha prima chiesto l’età perché è un gentiluomo e questo già lo assolve.<ref>Da un'intervista al ''Riformista'' del 13 aprile 2011. Citato in ''[https://www.ilpost.it/2011/04/13/sgarbi-eta-ruby/ Sgarbi: «Non le ha chiesto l’età perché è un gentiluomo»]'', ''ilpost.it'', 13 aprile 2011</ref> *Se la gente dice che a Salemi c'è la [[Cosa nostra|mafia]], nessuno dice niente; se invece dicono che c'è mafia in qualche altro movimento s'incazzano tutti! Bisognerebbe indignarsi in entrambi i casi. Io non dico che la mafia non c'è più, dico che non c'è più il potere assoluto della mafia come non c'è più il nazismo. Cade il potere della mafia ma restano i mafiosi e i comportamenti mafiosi. Come spiega appunto Mutolo, noto pentito, se non c'è più l'appoggio del potere politico oggi la mafia deve agire in modi molto più faticosi; continuare a parlare della mafia come nel '92, ai tempi di Falcone e Borsellino, è una menzogna. Quei tempi sono passati e la Sicilia non si può più dannare appresso a quel modello culturale. Quelli che combattono la mafia, Crocetta compreso, vanno guardati con rispetto per carità, ma la mafia in realtà non c'è! Oggi nessuno corre i rischi dei giudici del passato, ed è giusto che sia così.<ref name=voir/> *Sì, posso avere una quarantina di figli. Ne ho quattro a San Severino, tutti non riconosciuti. Otto a Salemi, dove sono sindaco. (dall'intervista a ''Il Messaggero'' del 24 agosto 2011; citato in ''[http://www.ilmessaggero.it/societa/persone/una_nuova_figlia_per_sgarbi_ad_ancona_nessuna_sorpresa_ne_ho_quaranta/notizie/160640.shtml Una nuova figlia per Sgarbi ad Ancona «Nessuna sorpresa, ne ho quaranta»]'', imessaggero.it) *Un secolo di arte siciliana vuol dire, in larga misura, un secolo di arte italiana. Non è lo stesso per quasi nessun'altra regione, non per l'Emilia Romagna, nonostante Morandi e De Pisis; non per la Toscana, nonostante Soffici e Rosai; non per Roma, nonostante le due scuole romane. La Sicilia del Novecento, sia in letteratura sia nelle arti figurative, ha dato una quantità di artisti e scrittori che hanno contribuito in modo determinante a delineare l'identità prevalente della cultura italiana. Penso a Giovanni Gentile, a Leonardo Sciascia, a Vitaliano Brancati, Tomasi di Lampedusa, Federico De Roberto e Lucio Piccolo, Gesualdo Bufalino e Manlio Sgalambro, con un'intensità e una densità di proposte che non hanno paragone.<ref>Dall'intervista al ''Giornale di Sicilia'' del 3 novembre 2014; citato in ''[http://palermo.gds.it/2014/11/03/palermo-i-capolavori-del-novecento-siciliano-risplendono-a-palazzo-santelia-le-foto_256368/ Palermo, i capolavori del Novecento siciliano risplendono a Palazzo Sant'Elia.]'', ''Gds.it'', 3 novembre 2014.</ref> {{Int|Da ''Vi racconto le mie ossessioni''|Intervista di [[Antonio Gnoli]], ''la Repubblica'', 1° dicembre 2002, p. 29|h=4}} *A differenza di un letterato, che può permettersi il lusso di essere malato, a uno [[Storia dell'arte|storico dell'arte]] si richiede una componente di azione e dunque di integrità fisica. Non può fare il proprio mestiere senza muoversi e viaggiare. *Il [[Moralismo|moralista]] conosce la brevità e il limite di ciò che fai. *La mia vita è un lungo tentativo di scappare dal pensiero della morte. Non mi fermo. Perché se uno si ferma riflette. Fuggo attraverso il mio vitalismo. *[...] la [[televisione]] ha una sua grammatica che è lungi dall'essere stata capita [...]. La televisione consente di guadagnare molto denaro. *Se si ha una buona idea occorre trasformarla in azione, solo così un [[intellettuale]] può avere un senso. ===Dalla pagina ufficiale ''Facebook.com''=== {{cronologico}} *Avere una [[moglie]] è un limite dell'uomo. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/945875902135484 post] del 12 giugno 2015) *Il [[selfie]] è l'istantanea di un pirla che immortala la sua vanità. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1006580789398328 post] del 2 ottobre 2015) *Non esiste figlio senza la [[madre]]. I bambini hanno bisogno della madre. La madre tanto amata da Pasolini. Il matrimonio si chiama così perché il punto centrale è la madre. Infatti [[Matrimonio fra persone dello stesso sesso|quello omosessuale]] non può esistere, dovrebbe chiamarsi culimonio. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1019171218139285 post] del 29 ottobre 2015) *Il [[Dio]] della morte non è Dio. Dio è grande e misericordioso, e dà la vita. Il Dio che uccide è il demonio. È il male: non può vincere. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1026435130746227 post] del 14 novembre 2015) *Cristo non dice di uccidere. Il Dio del fondamentalista, invece, dice: il cristiano non deve esistere, l'ebreo non deve esistere... (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1027537977302609 post] del 17 novembre 2015) *Bonus di qua, bonus di là. Tecnicamente un voto di scambio. Tra Renzi e gli elettori lo stesso rapporto che c'è tra un giocatore e una slot machine. Ha creato un meccanismo di dipendenza. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1033796716676735 post] del 30 novembre 2015) *Il Cristianesimo insegna ad amare l'uomo. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1034475666608840/ post] del 1° dicembre 2015) *Guardate Renzi: sembra uscito da un film di Pieraccioni. Come potranno mai prendere sul serio l'Italia? (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1034473196609087/ post] del 1° dicembre 2015) *Nessuna religione ha espresso tanta bellezza come la nostra. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1035315143191559/ post] del 3 dicembre 2015) *Io alla Leopolda preferisco l'Ubalda. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1039675956088811 post] del 12 dicembre 2015) *[[Facebook]] è un ritrovo di lavativi e guardoni. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1061857597203980 post] del 22 gennaio 2016) *[[Carlo Freccero]] ha smesso di pensare da molti anni. Non per ignoranza, ma per assenza di testa. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1080685791987827 post] del 24 febbraio 2016) *Il [[potere]] è idiota perché sono gli idioti ad averlo, non avendo passioni. Si concentrano per ostacolare quelle degli altri, che non hanno tempo da perdere con il potere. Per questo i grandi uomini fanno ammazzare il mondo e non hanno potere, che, in linea di massima, li ostacola. (da un [https://m.facebook.com/profile.php?id=121157734607309#!/story.php?story_fbid=1099058900150516&id=121157734607309&fs=5 post] del 22 marzo 2016) *Gli [[Intellettuale|intellettuali]] sono pecore che hanno bisogno di un protettore: in Italia sono tutti vigliacchi, quindi di sinistra. Di non allineati ne conosco pochissimi. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1118346998221706 post] del 14 aprile 2016) *La [[fedeltà]] è una virtù dei cani. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1119226184800454 post] del 15 aprile 2016) *Il selfie è la foto di un coglione che si commemora con te pensando di esistere. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1138306592892413 post] del 15 maggio 2016) *[[Marco Pannella]] politicamente non è mai stato un grande stratega. Aveva, semmai, la "temperatura" di un leader religioso. Io e lui, prima ancora di Grillo, potevamo essere i "grillini" della scena politica, ma Pannella non era politicamente molto avveduto. Aveva un afflato religioso. E la sua era la più alta espressione della "religione della libertà" indicata da Benedetto Croce. Non a caso le sue più importanti conquiste sono quelle in tema di diritti civili. Sono l'unico che ha avuto con lui un rapporto alla pari, e cioè quando, insieme nel 1996, presentammo la lista «Pannella-Sgarbi», naufragata poi per la sua inefficacia politica politica [...]. È inutile che adesso certi esponenti istituzionali lo rimpiangano, non avendo fatto nulla perché fosse riconosciuto a Pannella il rango di senatore a vita, preferendogli pizzicagnoli davvero inutili. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1140894252633647 post] del 19 maggio 2016) *Le [[opera d'arte|opere d'arte]], inermi, nella loro fragilità sono come persone, sono come donne e bambini, perché nella materia tramandano l'anima degli artisti, che in esse continuano a vivere. (da un [https://www.facebook.com/notes/vittorio-sgarbi/questo-%C3%A8-il-momento-di-piangere-le-critiche-non-servono-distinguere-le-opere-dar/1210683975654674?qid=6323157271028313880&mf_story_key=-9047415608244677899 articolo] del 25 agosto 2016) ===Citazioni di altro tipo=== *A Salemi io sono stato eletto, a Milano sono stato nominato. C'è una bella differenza. Non avrei mai deluso i miei elettori siciliani.<ref>Citato in Maurizio Giannattasio, ''[http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/07_Luglio/31/sgarbi_dimissioni_moratti.shtml La Moratti? Incapace anche di licenziarmi]'', ''Corriere della Sera'', 31 luglio 2008.</ref> *Alcune ragazze pensano di fare le spiritose quando si avvicinano al tuo membro e iniziano a [[fellatio|leccarlo come un gelato]], ma dimostrano solo pigrizia e inadempienza.<ref name=zanza>Da un intervento alla trasmissione radiofonica ''La zanzara'', Radio 24; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/12433500/zanzara-vittorio-sgarbi-e-il-sesso-con-malena---le-ho-insegnato-io-la-fellatio-.html Vittorio Sgarbi e il sesso con Malena: "Le ho insegnato io la fellatio"]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 8 luglio 2017.</ref> *[[Giuliano Amato|Amato]] stava a [[Bettino Craxi|Craxi]] come il bidè sta al water.<ref>Citato in Gian Antonio Stella, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/03/Sgarbi_seduttore_ritardatario_caccia_mule_co_0_0105031224.shtml Sgarbi, un seduttore ritardatario a caccia di «mule» e di voti]'', ''Corriere della Sera'', 3 maggio 2001, p. 13.</ref> *Bella è, ancora oggi, la vita a [[Modica]]. Città grande e spaziosa e insieme intima e segreta, Modica cresce a grappolo sulle rocce e sulle grotte seguendo una strada sinuosa, come a spirale. Il cuore è la grandiosa chiesa di San Giorgio, la cui facciata è ritta come una torre e insieme soffice come una torta. La vediamo da ogni punto: dal Palazzo Giardina con una spaziosa terrazza e poi dal mirabile Palazzo Napolino. Tra le mura della città senti ancora la voce di Quasimodo, il poeta che partì da una piccola casa, oggi riarredata e custodita da Valeria Lentini, per arrivare a parlare della Sicilia in tutto il mondo. Ma il tempo qui non si è fermato: riparato nella sua casa scrive oggi Franco Antonio Belgiorno, descrivendo le estasi di questo luogo straordinario. E c'è poesia non solo nella letteratura, ma anche nella produzione di dolci e cioccolate, su ricette antiche con sapori insperati. Così troviamo animate, per una festa senza fine, le pasticcerie di Modica: Di Lorenzo, Bonajuto e Iacono, che preservano i sapori in carte colorate che saranno piaciute a Giuseppe Tornatore. L'incanto e la vita continuano nella notte a Villa De Naro Papa, integra negli arredi e magica nel giardino, teatro di musiche zigane, arabe e greche, spagnole. Così lasciamo Modica con molto rimpianto e molte cioccolate.<ref>Da ''La magia di Modica nascosta nei dolci'' da ''Sgarbi Quotidiani'', ne ''Il Giornale'', agosto 2002.</ref> *{{NDR|Sull'ipotesi di togliere la scritta "Mussolini Dux" dall'[[Obelisco Mussolini|obelisco]] al Foro Italico di Roma}} Il quartiere dell'Eur è dello stesso periodo, mica si può togliere. La scritta Dux è come quelle lasciate dagli studenti sessantottini sui muri.<ref>Da un commento rilasciato ad ''Adnkronos''; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11780085/Vittorio-Sgarbi---Laura-Boldrini.html Vittorio Sgarbi: "Laura Boldrini rappresenta l'ignoranza italiana, si deve dimettere"]'', ''Libero Quotidiano.it'', 18 aprile 2015.</ref> *Ci sono due stupratori che sono [[Roberto Saviano|Saviano]] e [[Beppe Grillo|Grillo]] i quali stabiliscono di avere proprietà del loro partito e della loro ideologia [...] I 5 Stelle non sono al di sopra della democrazia. Quella ragazza fa la resistenza contro tre fascisti e un nazista che sarebbe Grillo accompagnato dal suo collega Stalin che si chiama Saviano.<ref>Dal programma radiofonico ''La Zanzara'', Radio 24; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11868629/sgarbi-grillo-nazista-stupratore-saviano-stalin.html "Chi cazz... sei? Sei un nazista stupratore". Vittorio Sgarbi massacra il super-big della politica: caos in diretta]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 16 gennaio 2016.</ref> *{{NDR|Annunciando la candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana}} Credo che la Sicilia sia nel mio destino. Lo faccio come atto d'amore verso una regione simbolo della bellezza italiana, per una Sicilia libera dai pregiudizi e dai luoghi comuni. E per restituirle la dignità di terra degli Dei. Basta con l'esaltazione della mafia per perpetuare l'antimafia dei privilegi e degli affari, umiliando l'isola e i suoi abitanti: è ora di finirla con quanti, pur di dare un senso alle loro funzioni, chiamano tutto mafia. La Sicilia va rispettata come ogni altra regione: merita attenzione, amore, intelligenza, cultura. E non vecchi e nuovi barbari. L'Isola vuole gli Dei.<ref>Citato in ''[http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2017/09/01/sicilia-sgarbi-candida-atto-amore_wowlk6ihZCSgwXOm3daExJ.html?refresh_ce Sicilia, Sgarbi si candida: "È un atto d'amore"]'', ''Adnkronos'', 1 settembre 2017</ref> *{{NDR|Parlando dell'''[[Annunciata di Palermo]]''}} È il velo di una donna libera, un segno di pudore e fierezza. È idiota pensare oggi di togliere il velo alle donne musulmane. Dovremmo farlo allora anche con le nostre suore. Le religioni vanno rispettate.<ref name=cristianiearabi>Citato in Salvo Toscano, ''[http://livesicilia.it/2015/11/18/cristiani-e-arabi-insieme-palermo-dimostra-che-si-puo_686769/ "Cristiani e arabi insieme? Palermo dimostra che si può"]'', ''Live Sicilia.it'', 18 novembre 2015.</ref> *[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] si scopa tutte queste ragazze in nome di tutti gli italiani, e questi lo devono ringraziare perché per governare bene bisogna scopare bene. :''Berlusconi se folla a todas esas chicas en nombre de todos los italianos.''<ref>{{es}} Citato in ''[http://www.elpais.com/articulo/internacional/peligrosas/amistades/Papi/elpepuint/20090628elpepiint_7/Tes Las peligrosas amistades de Papi]'', ''El Pais.com'', 28 giugno 2009.</ref> *{{NDR|Parlando dell'''[[Annunciata di Palermo]]''}} Ha una carnalità siciliana, è una madonna ma porta il chador che ne potenzia il volto. [[Antonello da Messina|Antonello]] fa una sintesi tra modello femminile musulmano e spiritualità cristiana: la potremmo chiamare la "Gioconda di Sicilia".<ref name=pale>Citato in Chiara Raiola ''[https://www.panorama.it/amp/sgarbi-racconta-palermo-citta-del-dialogo-tra-culture-2644794442 Sgarbi racconta Palermo, città del dialogo tra culture]'', ''Panorama.it'', 10 ottobre 2018.</ref> *Ho sempre detto che i figli appartengono alle madri... se nasce da una distrazione non è detto che poi uno debba prendersene la responsabilità.<ref>Citato in Concetto Vecchio, ''[http://vecchio.blogautore.repubblica.it/2011/04/15/sgarbi-e-le-minorenni/?ref=HREC1-8 Ritagli]'', ''Repubblica.it'', 15 aprile 2011.</ref> *{{NDR|Sul caso di Bruno Contrada}} I giudici che condannarono Contrada andrebbero messi fuori dalla magistratura perché, evidentemente, non conoscono la legge. Non si può essere processati e condannati per un reato che non esiste. Aveva ragione il Procuratore generale della Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello quando nella requisitoria del processo Dell'Utri ha scritto che "il concorso esterno è ferocemente contestato in dottrina e giurisprudenza sotto il profilo della sua tipicità sfuggente". Tre Sezioni Unite hanno cercato di tipizzarlo. Ammettere una contestazione in fatto significa platealmente aggirare il principio di tipicità. Cioè la principale conquista dell'illuminismo giuridico.<ref>Citato in [http://www.si24.it/2015/04/14/sgarbi-contro-i-giudici-che-giudicarono-contrada-via-dalla-magistratura-non-conoscono-la-legge/87830/ ''Sgarbi contro i giudici che giudicarono Contrada: "Via dalla magistratura, non conoscono la legge"''], ''Si24.it'', 14 aprile 2015.</ref> *Il culo è pura forma. Il culo è musica. Il culo è potere. Non per caso, la formula che indica la fortuna è legata al culo e alla sua dimensione. Si dice di chi vince, di chi ha successo, di chi ha buona sorte: "ha avuto culo"; "ha un gran culo". E, ovviamente, il culo è il più universale obiettivo erotico. Lo documentano tutti i film di [[Tinto Brass]]. La ragione è semplice: il culo è maschile e femminile, in natura è il doppio dei singoli organi sessuali, ha il pubblico più vasto di amatori.<ref>Citato in ''[http://www.blitzquotidiano.it/photogallery/vittorio-sgarbi-il-culo-e-potere-evoca-labbondanza-2026603/ Vittorio Sgarbi: "Il culo è potere. Evoca l'abbondanza"]'', ''Blitzquotidiano.it'', 19 novembre 2014.</ref> *Il [[fellatio|pompino]] è un concetto serio, una produzione tipicamente italiana come il parmigiano, che poi si è estesa al resto del mondo. Il brevetto italiano è senza copertura, se bisogna farlo col condom è meglio rinunciare.<ref name=zanza/> *{{NDR|Su [[Palermo]]}} In questa città il dialogo tra mondo musulmano e cristiano è continuo, non sono culture antagoniste.La futura vocazione di Palermo è quella di essere il luogo del dialogo fra mondi lontani e diversi in una convivenza armonica. <ref name=pale/> *{{NDR|[[Leonardo da Vinci|Leonardo]]}} Se dobbiamo puntualizzare quale fosse la sua specialità, quello che più assomiglia non dico ad un lavoro -parola troppo pericolosa per lui- ma ad un'applicazione è di fare il cantautore. Girava così. e questo lo porta anche a Milano. E sente che la musica, in quanto arte immateriale...Leonardo era un cantore di strada, un cantautore aplicato alla capacità di comunicare con l'affabulazione [e] con la bellezza della voce qualcosa che è immediato. Aveva iniziato come letterato, ma non mi risulta che vi fossero un "Promessi Sposi", un canone o un'opera letteraria fondamentale, perchè la caratteristica della sua grande insoddisfazione è che del grande Leonardo architetto non c'è una sola architettura, del grande Leonardo scultore una sola scultura, del grande poeta e trattatista un solo verso: non c'è niente, sono tutte ipotesi non realizzate. In tutto questo, lui ha un'impotenza sostanziale alla conclusione e [il Vasari] dice che «anche nelle lettere avrebbe fatto profitto tanto grande se egli non fosse stato così vario e instabile. Periocchè egli si mise ad imparare molte cose e, cominciatele, egli poi le abandonava». Questo talento dell'incompiutezza gli dà una condizione speciale, quella per cui Leonardo è il [[genio]] dell'imperfezione.<ref>Estratto dal videointervento [https://www.youtube.com/watch?v=SPoQKiZSRnI/ ''Vittorio Sgarbi racconta Leonardo''], pubblicato nel canale Youtube di Fastweb il 20 giugno 2019 (dal minuto 22:52 al minuto 26:00 ). URL archiviato il [http://web.archive.org/save/https://www.youtube.com/watch?v=SPoQKiZSRnI/ 14 dicembre 2019].</ref> *L'idea stessa di turismo nasce da lì. Si scendeva dalle terre più fredde dell'Europa per vedere l'Italia, fino al luogo dove la luce diventa abbagliante e la bellezza infinita, la [[Sicilia]].<ref name=cristianiearabi/> *La fotografia di [[Ugo Mulas]], come indicano chiaramente le sue brevi note, non ha bisogno di commenti, saggi, introduzioni, tanto meno di interpretazioni. Essa è. Anzi essa spiega. In un lungo, ininterrotto atto d'amore per gli artisti, prima che per l'arte, descrive una storia di idee e di visioni attraverso alcuni momenti esemplari. Come [[Lucio Fontana]] in azione, nella sequenza in cui esegue uno dei suoi tagli; o Giuseppe Capogrossi colto in assenza di sé e in presenza dei suoi segni che lo fanno riconoscere. Segni di riconoscimento, di identità, appunto. [[Peggy Guggenheim]] vista mentre si specchia con un'opera di [[Picasso]] della sua collezione. Peggy non è "in sé" ma nell'artista. Fino all'artista che non è in sé, come negli antiritratti, e non per caso ma per scelta (dell'uno e dell'altro) di Max Ernst, sorpreso in vaporetto (ma non sorpreso!) o mentre prova un paio di scarpe. L'opposto esatto di [[Joan Miró|Miró]], [[Renato Guttuso|Guttuso]], Tancredi. Inevitabilmente in posa.<ref>Da ''[http://www.archimagazine.com/rnullamulas.htm La fotografia di Ugo Mulas: non c'è bisogno di scrivere nulla]'', ''archimagazine.com''</ref> *La [[Rosy Bindi|Bindi]] è più bella che intelligente.<ref>Citato in Gian Antonio Stella, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/marzo/22/indietro_donne_seggi_non_bastano_co_0_01032211460.shtml Indietro donne (se i seggi non bastano)]'', ''Corriere della Sera'', 22 marzo 2001.</ref> *La scuola serve a difenderci; difenderci perché nel mondo ci sono pericoli e minacce, e più si conosce più si hanno strumenti per capire, più ci si può difendere.<ref>Dal suo canale su [[Youtube]] (guarda [https://www.youtube.com/watch?v=0mTcSVKqrM8 qui]).</ref> *La sinistra ha paura di un personaggio scomodo come me, ma forse è solo ipocrisia laica. (dal suo sito ufficiale){{c|Fonte precisa?}} *Liberi culi in libero Stato!<ref>All'arrivo alla Camera del presidente dell'Arcigay [[Franco Grillini]].</ref><ref name=gianantoniostella>Citato in [[Gian Antonio Stella]], ''[http://www.corriere.it/politica/10_settembre_27/Sgarbi-si-difende-da-travaglio_a74e3db0-ca11-11df-9db5-00144f02aabe.shtml Sgarbi si difende da Travaglio. La disputa sul «pezzo di m...»]'', ''Corriere.it'', 27 settembre 2010.</ref> *Meridionale colto, lucano, evase con il sogno americano e con la passione per quella letteratura entro la quale era «immigrato» più di quanto non lo fosse a Roma. Dotto e brutto, [[Beniamino Placido]] era facile da prendere in giro per l'aspetto, per il vistoso naso, ma il suo pensiero era sottile, mai banale (come quando fece indispettire i suoi colleghi di sinistra dichiarando che l'Einaudi era stata faziosa e partigiana nella scelta dei titoli e nell’'indicazione di una linea culturale) e la sua prosa arguta, divertente anche quando era dissacrante (intendo non in astratto ma contro di me, suo amministrato, suo beniamino, anche se criticabile, criticabilissimo).<ref>Da ''[http://www.ilgiornale.it/news/addio-amato-nemico-stato-bello-litigare-critico-te.html Addio amato nemico È stato bello litigare con un critico come te]'', ''il Giornale.it'', 7 gennaio 2010.</ref> *{{NDR|A proposito della distruzione di antichi reperti archeologici da parte dell'[[ISIS]]}} Neppure il [[Nazismo]] si è spinto a tanto facendo violenza a testimonianze mute e inermi di civiltà. [...] La distruzione delle opere d'arte è puro e semplice crimine.<ref>Citato in Umberto De Giovannangeli, ''[http://www.huffingtonpost.it/2015/03/07/isis-nazisti-terzo-millennio-sgarbi-nemmeno-hitler-spinto-a-tanto_n_6822438.html Isis, i nazisti del Terzo millennio che distruggono le opere d'arte. Sgarbi: "Ma nemmeno Hitler si era spinto a tanto"]'', ''Huffington Post.it'', 7 marzo 2015.</ref> *Non c'è luogo al mondo in cui il dialogo tra civiltà cristiana e araba sia stato tanto profondo. A [[Palermo]] quel dialogo mille anni fa, ai tempi dei Normanni, c'era. Gli arabi hanno dato bellezza a Palermo, non morte. Perché oggi, mille anni dopo non è più possibile?<ref name=cristianiearabi/> *Onorevole [[Massimo D'Alema|D'Alema]], le darei volentieri il mio voto<ref>Al dibattito parlamentare alla nascita del governo D'Alema.</ref>; sono molto tentato di farlo, per aggiungere la mia corruzione alla vostra, aggiungere merda a merda.<ref name=gianantoniostella/> *Quando [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] mi faceva lavorare nelle sue televisioni guadagnavo due miliardi di lire l'anno, che peraltro spendevo tutti in opere d'arte. Ho sempre trasformato il denaro in spirito. E non venderei neanche un francobollo. Ma ora che in televisione non vado più, guadagno molto meno, per cui sono regolarmente in rosso.<ref>Citato in Armando Besio, ''[http://milano.repubblica.it/dettaglio/Sgarbi-vende-i-suoi-tesori-I-miei-conti-sono-in-rosso/1425738 Sgarbi vende i suoi tesori "I miei conti sono in rosso"]'', ''Repubblica.it'', 6 febbraio 2008.</ref> *Sono contrario alla paternità. Quella del padre non è una categoria a cui ritengo di dover appartenere. Ciò detto sono anche contrario all'[[aborto]]. Ci sono donne che hanno voluto figli da me, non io da loro perché non può esserci l'obbligo di diventare padre.<ref>Citato in Rapaël Zanotti, ''[http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200802articoli/6024girata.asp "Sgarbi mantenga la nostra bambina"]'', ''LaStampa.it'', 26 febbraio 2008.</ref> *{{NDR|Gli elettori veneti}} Sono dei deficienti. Egoisti. Stronzi. Destrorsi. Unti. Razzisti. Evasori. Hanno scelto la [[Lega Nord|Lega]]? Complimenti. Risultato: si ritrovano a essere governati dai meridionali democristiani e dai comunisti. [...] Voglio fare un'Antilega al Sud, incitando i meridionali a non comprare più prodotti veneti. Questi qui ormai coltivano il razzismo puro. Questa gente non è stupida. È peggio: ignorante e plebea. Il concetto di fondo è: questi elettori sono tutti delle teste di cazzo.<ref>Citato in Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ''La Casta''.</ref> {{NDR|dopo la mancata elezione in Veneto nel 1996}} *{{NDR|Parlando del ''[[Ritratto d'ignoto marinaio|Ritratto d'uomo]]'' di Antonello da Messina}} Tempo fa Crocetta e io ci siamo trovati a convenire sul fatto che questo dipinto, ostaggio di un museo che non è messo in condizione di funzionare, potesse essere un simbolo della grande arte italiana, con la stessa forza evocativa della [[Gioconda]]. Che potesse diventare emblema della Sicilia, con la sua furbizia, l'astuzia, e tutto ciò che si lega all'abilità, inclusa la stronzaggine [...] il dipinto porta con sé, oltre al volto piuttosto singolare del personaggio, un qualche sortilegio, un maleficio.<ref>Citato in Stefano Pitrelli, ''[http://www.huffingtonpost.it/2014/04/17/vittorio-sgarbi-ritratto-duomo-antonello-da-messina-meglio-giconda_n_5167385.html Vittorio Sgarbi: "Ritratto d'uomo di Antonello da Messina meglio della Gioconda: ha la stessa forza evocativa"]'', ''L'Huffington Post'', 20 aprile 2014.</ref> *{{NDR|Parlando dell'''[[Annunciata di Palermo]]'' e del ''[[Ritratto d'ignoto marinaio|Ritratto d'uomo]]'' di Antonello da Messina}} Un ritratto in cui c'è una potentissima vena siciliana: questo bellissimo dipinto potrebbe essere il simbolo assoluto dell'isola, insieme al ritratto del marinaio di Antonello custodito al Mandralisca di Cefalù, che è una Gioconda al maschile per quel sorriso ironico, beffardo.<ref name=cristianiearabi/> *Una città viva, [[Palermo]], ricca di capolavori che andrebbero valorizzati meglio in una esposizione permanente: per visitare Palermo non basta una vita, è infinita nei suoi segmenti architettonici ed artistici, è la capitale della bellezza. <ref name=pale/> *Venendo a [[Palermo]] e guardando il materiale fotografico dei tesori della città, ho capito questo: la [[convivenza]] non è impossibile. Forse non funziona il dialogo tra le religioni ma può esserci il dialogo tra culture.<ref name=cristianiearabi/> ===Dall'intervento alla Camera dei deputati, 6 giugno 2018=== [http://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=0012&tipo=stenografico Resoconto stenografico dell'Assemblea. Seduta n. 12 di mercoledì 6 giugno 2018] *[[Governo Conte|Questo]] è un Governo Salvini che ha avuto come Presidente che ha dato l'incarico il Presidente Berlusconi, che ha incaricato Salvini di fare un Governo e Salvini lo ha fatto: Salvini può essere detto un Bersani riuscito. Non avete consentito a Bersani di fare quello che invece Salvini è riuscito a farvi, riducendo l'onorevole Di Maio al prossimo Alfano [...]: ha un futuro straordinario! *E allora qualcuno un giorno dirà che questo è un Governo illegittimo e, proprio perché dove c'è disordine e ignoranza io prospero, darò la fiducia a questo Governo [...], una fiducia piena per vedere il vostro declino già nelle parole, nelle contraddizioni... *Voglio ricordare che da un dibattito democratico potevano nascere per Forza Italia suggestioni per votare Salvini alleato con loro oggi in tutte le amministrazioni comunali d'Italia in cui si vota. Lega e Forza Italia sono insieme in Italia e sono contro in Parlamento: qualcosa non funziona. Ricorderò allora che Jung diceva: il limite della Trinità è di non inglobare il diavolo facendo la quaternità. Inglobiamo i 5 Stelle e facciamoli morire. ==''Diario della capra 2019/2020''== *Da qualche parte nel mondo per ogni [[Uomo e donna|uomo]] esiste la donna ideale. Basta evitarla. *[[Dio]] è indimostrabile, non incredibile. *Il [[matrimonio]] è un crimine contro l'umanità. *Il vero [[politico]] onesto è il politico capace. *Io non ho complessi di superiorità. Io sono superiore senza complessi. *L'arte ci avvicina a Dio: la parola [[creazione]] vale sia per il creato che per l'opera dell'uomo. *L'arte contemporanea non esiste, tutta l'arte è contemporanea. *La vera questione morale è l'ignoranza. *Nella [[formazione]] di un giovane niente è più dannoso di ciò che viene imposto. *Non vedo il pericolo [[fascista]]. Vedo il pericolo dei cretini. *Sdraiato è la miglior posizione, qualunque cosa tu faccia. ==Citazioni su Vittorio Sgarbi== *È un maleducato, forse tra i più maleducati d'Italia, ma non è un violento e se viene portato alla calma, ragiona.<ref>Citato in ''[http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/09/22/news/sgarbi_condannato_expo-148317157/?ref=HREC1-29 Sgarbi, condanna a 5 mesi per insulti a carabinieri Expo. L'avvocato: "E' tra i più maleducati d'Italia"]'', ''Repubblica.it'', 22 settembre 2016</ref> (Giampaolo Cicconi<ref>Legale di Vittorio Sgarbi nel procedimento penale a suo carico per il reato di resistenza a pubblico ufficiale avanti il Tribunale di Milano, IV Sezione penale.</ref>) *È un volgare calunniatore, che non disonora se stesso, ma anche il suo committente e padrone (tutti sappiamo chi è) che si serve di un simile scherano. ([[Indro Montanelli]]) *Il reclutamento di [[Giuliano Ferrara|Ferrara]] e (forse) Sgarbi nei palinsesti Rai è una buona notizia, perché aggiunge due voci non banali all’offerta televisiva. Chi non li sopporta (e sono in tanti) potrà rimediare con l’arma finale di ogni teleutente: cambiando canale. ([[Michele Serra]]) *Io vengo processato perché critico i potenti, tu perché li servi, cialtrone! ([[Piero Ricca]]) *''La bella e la bestia'' è solo una favola o già a quei tempi si conosceva la storia tra Sgarbi e [[Demetra Hampton]]? ([[Giobbe Covatta]]) *Parlo di [[José Mourinho|Mourinho]], che sta allo sport come Vittorio Sgarbi sta alla politica. ([[Marco Travaglio]]) *Peccato che è pazzo. Peccato, perché è un talento. È come una mela marcia. Ha una malattia che forse andava curata da piccolo. Forse è la madre la causa di tutto, la madre iperprotettiva. ([[Ida Di Benedetto]]) *Quando lo vedo in televisione mi sembra il figlio impazzito di [[Wanna Marchi]]. ([[Roberto Benigni]]) *Quando, tanti anni fa, gli diedi uno schiaffo, la gente mi fermava la strada per farmi i complimenti. ([[Roberto D'Agostino]]) *Siamo tutti Frankenstein. Tutti assemblati con pezzi diversi, riciclati. Guarda Sgarbi. Fino a ieri tutto Polo e salotti tv, oggi già dall'altra parte, con la Margherita in mano. Più Frankenstein di lui. ([[Elio (cantante)|Elio]]) *Ti manca una dote fondamentale – e lo hai dimostrato spesso nella tua vita politica – che è l'educazione, l'equilibrio. Non ti ha giovato molto non avere l'equilibrio, nella vita pubblica e nella vita politica. ([[Sandro Bondi]]) ==Bibliografia== *Vittorio Sgarbi, ''Diario della capra 2019/2020'', Baldini+Castoldi, 2019. ISBN 8893882108. ==Note== <references/> ==Bibliografia== Vittorio Sgarbi, ''Davanti all'immagine'', RCS Rizzoli Libri, Milano, 1989. ISBN 88-17-53755-1 ==Voci correlate== *[[Elisabetta Sgarbi]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Sgarbi, Vittorio}} [[Categoria:Critici d'arte italiani]] [[Categoria:Opinionisti italiani]] [[Categoria:Personaggi televisivi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] 5s7flhw3yrseypbmnlez0x4xzmtmv6y 1351498 1351492 2024-11-12T08:17:28Z Ibisco 49387 /* Citazioni su Vittorio Sgarbi */ 1 1351498 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Vittorio Sgarbi a Viterbo il 18 Dicembre 2022.jpg|thumb|Vittorio Sgarbi nel 2022]] '''Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi''' (1952 – vivente), critico d'arte, politico, scrittore, opinionista, personaggio televisivo e storico dell'arte italiano. ==Citazioni di Vittorio Sgarbi== *{{NDR|Sulla relazione con [[Sabrina Colle]]}} Noi non facciamo l’amore da un millennio perché l'ultima volta fu nel secolo scorso. Non lo facciamo per amore perché l'atto sessuale presuppone una componente animale che è importante nei rapporti ma sarebbe impensabile per Dante e per Petrarca. [...] Ho avuto la fortuna di incontrare una donna straordinaria che esiste ed è reale, ha resistito con me più vent'anni con la tolleranza, l'intelligenza, il perdono.<ref>Dall'intervista di Giuseppe Candela, ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/31/sabrina-colle-la-compagna-di-vittorio-sgarbi-si-racconta-il-tradimento-sessuale-non-e-importante-lui-noi-non-facciamo-lamore-da-un-millennio/4938026/ Sabrina Colle, la compagna di Vittorio Sgarbi si racconta: "Il tradimento sessuale non è importante". Lui: "Noi non facciamo l'amore da un millennio"]'', ''ilfattoquotidiano.it'', 31 gennaio 2019.</ref> ===Da programmi televisivi=== *Tu pensa questa [[Hillary Clinton]] che dopo aver buttato bombe, bombe, bombe e bombe per importare la democrazia, c'ha pure la faccia di quella che ha ragione. Una delinquente, una criminale di guerra che andrebbe arrestata come Milosevic! (da Matrix, novembre 2016). *[[Angelino Alfano|Alfano]] è un uomo incapace, traditore e privo di qualunque vera lotta alla [[mafia]], la mafia è nel nostro governo attraverso Alfano, esponente della mafia organizzata. (da ''L'aria che tira'', LA7, 21 febbraio 2014) *{{NDR|Rivolgendosi ad [[Alessandro Cecchi Paone]]}} Ateo bastardo! Ateo fasullo! [...] Pensi solo all'esibizione della tua oscena bisessualità. Ridicolo sei! [...] Pensa a Papa Giovanni, pensa a [[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]], pensa ai santi, e non alle stronzate che dici tu. Rispetta la Chiesa! [...] Ignorante, capra! [...] Ma quale laico, un finto laico, un prete del laicismo sei, quale laico! Ridicolo sei, lo sei sempre stato. No, diciamo che Papa Giovanni era un oppressore, che [[Paolo VI]] era un incapace, che [[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]] non valeva nulla, che [[Madre Teresa di Calcutta]] non valeva nulla, che [[Padre Pio]] non valeva nulla... vale lui, che non ha fatto mai un cazzo in vita sua! Capra ignorante! Quello è! Rispetta! Altro che il fasc... ha detto il fascismo, la Chiesa, l'oppressione... ma quale oppressione? Legga [[Dante Alighieri|Dante]]! Legga [[Alessandro Manzoni|Manzoni]]! Impari, quella capra! Non portarmi dei fasulli... che fanno i laici del cazzo... il cazzo gli piace! Quello gli piace! (da ''Markette'', LA7, 8 febbraio 2007) *{{NDR|Rivolto a [[Gianni Barbacetto]]}} C'erano persone di grande valore rispetto a uomini come [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] che hanno soltanto distrutto e sono entrati per portar via quel che potevano portar via. Tu c'eri e dicevi solo stronzate, come hai sempre detto. È proprio la tua mentalità. C'eri tu e c'era anche [[Sergio Mattarella|Mattarella]].<ref>Da ''L'aria che tira'', ''La7'', riportato in Gisella Ruccia, ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/07/tv-sgarbi-vs-barbacetto-dici-stronzate-stronzate-e-capre-fanno-alzare-il-tuo-compenso/3148463/ Sgarbi vs Barbacetto: "Dici stronzate". "Stronzate" e "capre" fanno alzare il tuo compenso?]'', ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 febbraio 2015.</ref> *Capisco che piaccio alle donne perché contro di me insiste una congiura dei brutti, cioè quelli che scrivono contro di me con violenza sono orripilanti. L'ultimo è stato, per esempio, Beniamino Placido, che secondo me è come la caricatura di Giovanni Leone, persona che stimo mentre non stimo Placido, con quella faccia da topo che si ritrova ha detto di me delle cose assolutamente assurde, e come lui anche altri, Federico Zeri è certamente più brutto che bello. Quindi generalmente tutti quelli che ce l'hanno con me, sono brutti e non piacciono alle donne, sono o omosessuali o impotenti. (da ''Blob'', 24 ottobre 1990) *{{NDR|Rivolto a [[Gianni Barbacetto]]}} Capra, capra ignorante, sei una merda secca, un finocchio.<ref>Da ''Talk Show'', ''Vero TV'', riportato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/12/casta-sgarbi-delirio-contro-barbacetto-capra-finocchio/3159449/ Casta, Sgarbi e il delirio contro Barbacetto: "Capra e finocchio"]'', ''Ilfattoquotidiano.it'', 12 settembre 2012.</ref> *Chi governa la Sicilia non si faccia intimidire da una forma di retorica, di demagogia che vuol far pensare che l’unica cosa esportabile e potente della Sicilia è la mafia. Non è più così, la violenza che la mafia ha portato alla Sicilia merita una risposta altrettanto forte e determinata, [[Leonardo Sciascia|Sciascia]] lo diceva a [[Sandro Pertini|Pertini]]. Oggi c'è una Sicilia nuova.<ref name=raca>Citato in Concetta Rizzo, ''[http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/sgarbi-omaggio-sciascia-appello-chi-governa-non-si-faccia-intimidire-7-gennaio-2018.html Sgarbi: "Chi governa non si faccia intimidire, la mafia non è l'unica cosa potente ed esportabile della Sicilia]'', ''Agrigentonotizie.it'', 7 gennaio 2018.</ref> *Di Pietro, Colombo e Davigo: assassini che vanno arrestati per associazione a delinquere volta a sovvertire l'ordine democratico. (citato da Marco Travaglio ad ''Annozero'', 17 dicembre 2009) *{{NDR|Dopo l'abbattimento di Villa Bianchi (una villa in stile Liberty del 1920) a Morazzone (Varese)}} Dico che è un delitto, e che una cosa come questa non capita neanche nei luoghi dove c'è la [[Mafia]]. Questo è l'atto più grave che è stato fatto in Italia da molto tempo; in un comune dove non c'è un'amministrazione responsabile, dove la [[Lega Nord|Lega]] ha tradito il suo mandato, dove invece di abbattere le schifezze fatte dai democristiani negli anni '60, '70 e '80, distruggono le opere che hanno 100 anni. Sarebbe come bruciare un manoscritto di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] [...] Io il sindaco non credo che esista in questa città... non voglio parlare con lui [...] Se tu vedi che uno uccide un bambino glielo impedisci! Lui è responsaile! È lui il colpevole! Se stuprano una donna la fermi, non dici non c'è la polizia! Si vergognino, e abbiano la mia maledizione! [...] La Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia, la Mafia è qui! Perché la Mafia cose come queste le ha fatte prima che arrestassero Provenzano e Riina. Qui evidentemente sono ancora a piede libero Provenzano e Riina, se si possono fare cose di questo genere. Queste cose in Sicilia non accadono più.<ref>Dall'intervista al programma televisivo ''Striscia la notizia'', Canale 5, 4 novembre 2009.</ref> *{{NDR|Su [[Angelino Alfano]]}} È il peggior politico italiano, mi fa schifo fisicamente, sembra Frankenstein. (da ''Le invasioni barbariche'', LA7, 25 febbraio 2015<ref>Citato in ''[http://www.blitzquotidiano.it/blitztv/vittorio-sgarbi-alfano-mi-fa-schifo-fisicamente-sembra-frankenstein-video-2113105/ Vittorio Sgarbi: "Alfano mi fa schifo fisicamente, sembra Frankenstein"]'', ''BlitzQuotidiano.it''.</ref>) *E poi va detto, in fondo, – cosa che non si dice più da molto tempo, che i luoghi comuni prevalgono – che la classe politica italiana è migliore di quello che sembra. Non è vero che i cittadini sono migliori dei politici; i cittadini sono lo specchio dei politici: guardano poi in 6 milioni ''Miss Italia'' o ''San Remo''; i giovani, come dice [[Vivienne Westwood]], galleggiano come degli stronzi e non hanno una sola idea e si drogano tutti, nella scuola si drogano perché la scuola è piena di insegnanti che non sanno cosa dire. La classe politica italiana è piena di sindaci, di deputati, di ministri a destra e a sinistra di ottima qualità. È ora di finirla con questo sputtanamento. [[Walter Veltroni|Veltroni]] è un politico di qualità; Chiamparino è un politico di qualità. (da ''Matrix'', maggio 2006) *[...] e siccome una fascista di fatto, [[Rosy Bindi]], ha detto "Se c'è Sgarbi vado via" – ha detto così –, io non potevo entrare perché questa occupava il posto. Credo di essere come il demonio che ha fatto andare via una santa, ma io preferisco le puttane alle sante. (da ''Piazzapulita'', LA7<ref>Visibile al minuto 01:14 [http://www.youtube.com/watch?v=6WXqAlC6XxE&t=74 ''1/2 Show di Sgarbi a Piazza Pulita: "La Bindi è una fascista. Mobbing contro Berlusconi"''], YouTube, 29 settembre 2011</ref>) *{{NDR|''[[Dan Brown#Il codice da Vinci|Il codice da Vinci]]'' di [[Dan Brown]]}} È un libro idiota, stupido, bugiardo, pornografico per depensanti e depensato. La qualità del [[Vangelo]] e dei Vangeli è cosa diversa da questa patacchiata immonda, da questa stronzata insopportabile di questo libro. (da ''Matrix'', 1° maggio 2006) *{{NDR|Riferendosi a [[Sandro Bondi]]}} [...] è un misto fra Don Abbondio e [[Massimo Boldi|Boldi]], cioè una figura che ha in sé una componente naturalmente comica, perché è molto comico e piacevole nell'esserlo naturalmente Bondi e l'idea che in realtà non dice la verità, cioè che ha quella componente di ipocrisia tipica dei preti e della politica. Bondi è una figura di cortigiano, lo dico senza volerlo insultare, rispetto al potente e cioè l'adorazione per [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è in lui naturale e convinta, lo so perché lo conosco, ma pare innaturale a un uomo libero [...] (da ''Porta a Porta'', 5 dicembre 2007<ref>Visibile in ''[http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=15081 Bondi vs Sgarbi, lite in tv]'', Repubblica TV, 6 dicembre 2007.</ref>) *{{NDR|La [[Via Appia]]}} Fatta la strada, la prima grande strada di collegamento così come oggi la intendiamo, l'uomo ha pensato di servirsi dell'[[arte]] non solo per arricchirla, ma anche per darle un altro senso oltre quello letterale: sono dunque cresciuti ai suoi margini porte monumentali, circhi, residenze, mausolei, colombari, terme, lapidi, rilievi e statue di varia natura, e ancora, con l'era cristiana, catacombe e chiese, tutto in perfetta simbiosi con la campagna circostante, per fare della strada un percorso rivolto agli occhi, alla mente, all'anima.<br>Dal punto di vista simbolico, non è esagerato dire che una strada come la Via Appia abbia rappresentato l'inizio e la fine di un modo d'intendere l'arte.<ref>Da Tahar Ben Jelloun, Isabella Bossi Fedrigotti, Candido Cannavò, Alain Elkann, Dacia Maraini e Vittorio Sgarbi, ''Strade'', prefazione di Pietro Lunardi, edizione speciale per l'Anas, RCS, Milano, 2004, pp. 97-98.</ref> *{{NDR|Rivolgendosi a Marco Columbro riferito a Gianni Barbacetto}} Grillo è stato condannato perché ha ucciso tre persone... quindi quando lui dice stronzate, dica fatti. (da ''Vero TV'', 11 settembre 2012) *{{NDR|Rivolgendosi a [[Roberto Benigni]] a Sanremo}} Ha detto di tutto, ha detto di tutto. Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Restituisca i soldi! Lei gratis! Restituisca i soldi! Pagato! Pagato! Comunista pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Pagato! Lei gratis! Tanto per dire, lei è gratis. Diamo i soldi di Benigni alla Zanicchi per risarcirla, diamoli a lei. Io non vengo pagato perché politico, lei non viene pagata, lui che è un politico, leader della sinistra, che ha fatto la campagna per [[Romano Prodi|Prodi]], che ha fatto la campagna per Prodi, viene pagato. Ridia i soldi! Ridia i soldi! Ridia i soldi! Li ridia! Li ridia! Li ridia a lei. (da ''L'Arena'', Rai 1, 22 febbraio 2009) *Hanno arrestato [[Giovannino Guareschi|Guareschi]], non hanno cacciato [[Enzo Biagi]]! Hanno arrestato un uomo che diceva la verità! (da ''Annozero'', Rai 2, 1° maggio 2008) *I giudici di [[Mani pulite]] vanno arrestati, sono un'associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell'ordine democratico.<ref>Citato in [[Marco Travaglio]], ''Ad personam'', Chiarelettere, Milano, 2010, p. 59. ISBN 978-88-6190-104-9.</ref> (16 luglio 1994) *I giudici sono fascisti [...] I giudici sono tutti fascisti! (da ''Alballoscuro'', 1° marzo 2011) *I siciliani devono essere come gli emiliani, come i lombardi, come i veneziani. Non possono essere figli di un Dio minore, per cui se c'è un mafioso a Racalmuto si scioglie un Comune, se c'è a Milano il Comune non si scioglie.<ref name=raca/> *Il [[presepe]], non è un simbolo del male, una contrapposizione di cultura, è un bambino che nasce, è la vita, è la vita, punto! (da ''Domenica Live'', 6 dicembre 2015) *Il sole, quale io sono, abbronza ma non si abbronza.<ref>Citato in ''L'espresso'', Volume 47, Edizioni 17-20, Editrice L'Espresso, 2001, p. 59</ref> *{{NDR|Dopo le dimissioni da sottosegretario alla Cultura}} Io non soffro di manie di superiorità. Io sono realmente superiore. (dall'intervista a ''Sette'') {{da controllare|Data?}} *Io odio [[Federico Zeri]] e desidero la sua morte. (da ''Maurizio Costanzo Show''; citato da ''Blob'', 20 gennaio 2006) *Io so, come diceva [[Pasolini]], so e so perfettamente che potrebbe esserci un presidente della repubblica che corrisponde a quello a cui nessuno può dire di no, perché che cos'è che è considerato e ammirato in [[Italia]] da tutto il mondo, conosciuto? [[Pierluigi Bersani|Bersani]]? [[Beppe Grillo|Grillo]]? [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]? No, [[Donatello]], [[Giotto]], [[Michelangelo]], [[Filippo Brunelleschi|Brunelleschi]], [[Giuseppe Verdi|Verdi]], [[Mozart]] e [[Lorenzo Da Ponte|Da Ponte]]. [...] Potrei dire qualcuno anche di quelli viventi: potrei dire [[Guido Ceronetti|Ceronetti]], potrei dire dei nomi, ma arrivavo a un nome più giusto; e, a parte quello che io ho già fatto, invisissimo, tanto da chiamarlo qui da te {{NDR|a ''Servizio pubblico'' di [[Michele Santoro]]}}, con mia ira, ''Cancronesi'', che è [[Umberto Veronesi]], che il mondo riconosce e che ha solo il limite dell'età- non è morto, ma è molto avanti nel tempo- ce n'è uno però che è un po' più indietro nel tempo e ha un nome. [...] Il nome è semplice: [[Riccardo Muti]]. Voglio che qualcuno mi dica, a sinistra: "No, Muti è di destra". Muti non è di destra: Muti è la musica italiana, è Verdi, è Da Ponte, è [[Rossini]], è la grande civiltà italiana, che viene sempre negata da questi ignoranti {{NDR|indicando [[Massimo Cacciari]]}} e capre [...]. (da ''Servizio Pubblico'', LA7, 29 marzo 2013<ref name="Servizio Pubblico 1">[http://www.youtube.com/watch?v=J-y_hMv8hX0 Video] disponibile su ''La7 Attualità'', ''YouTube.com''.</ref>) *Io sono italiano e ho vissuto fino al 1984 con la convinzione che noi avessimo i quadri più belli del mondo. {{NDR|Ma}} devo confessare che il quadro più bello del mondo è ''[[Las Meninas]]''. (da ''Virus'', Rai 2, 28 marzo 2014<ref>Visibile in [http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-829644aa-7b32-4a2c-bce3-1a7ef44418b9.html ''Vittorio Sgarbi commenta Las Meninas di Diego Velazquez - Virus 28/03/14''], ''Rai.it'', 28 marzo 2014.</ref>) *L'Agrigentino è parte importante della letteratura del Novecento, ecco "La via degli scrittori": una parte agrigentina c'è in [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi]] che è di Palma di Montechiaro, in [[Luigi Pirandello|Pirandello]] che è di Girgenti e che ha rappresentato la più alta espressione del teatro e della letteratura e [[Leonardo Sciascia|Sciascia]] che era di Racalmuto. Sciascia l'ho conosciuto come uomo che ha scritto le cose più intense sul piano civile e a lui ho voluto legare il mio destino. [...] Spero che potremo animare il teatro di Agrigento e il teatro di Racalmuto con opere che siano legate a Pirandello e a Sciascia. A [[Pesaro]] dove è nato [[Gioachino Rossini|Rossini]] c'è un festival legato al nome di quel grande musicista. A [[Parma]] c'è il festival [[Giuseppe Verdi|Verdi]]. Il teatro di Pirandello deve avere un festival Pirandello ad [[Agrigento]] che sia legato anche al teatro di Racalmuto, unendo i nomi di Pirandello e Sciascia. Avere un festival Pirandello significa far diventare Agrigento come [[Salisburgo]], come Pesaro. Pirandello è stato grande scrittore, è stato premio Nobel, ma è difficile essere [[drammaturgo]] dopo [[Eschilo]], dopo i grandi drammaturghi. Un drammaturgo del Novecento è di più di uno scrittore, è un uomo che si può paragonare a [[Euripide]]. Un festival pirandelliano può essere importante almeno quanto il festival del teatro antico di [[Siracusa]], quindi va incardinato con forza.<ref name=agri>Citato in ''[http://livesicilia.it/2018/01/07/vittorio-sgarbi-professionisti-antimafia_920730/Sgarbi, la Sicilia e Sciascia "No ai professionisti dell'antimafia"]'', ''Live Sicilia'', 7 gennaio 2018.</ref> *L'Europa è una menzogna e una truffa, perché gli stati sovrani sono la realtà sola che dà un senso alla democrazia. I due stati sovrani che danno senso all'Europa sono la Grecia e l'Italia. Bisogna uscire dall'Europa. (da ''Agorà Estate'', Rai 3<ref>Citato in ''[http://www.losai.eu/sgarbi-su-ue-e-stati-sovrani-video/ Sgarbi su UE e stati sovrani (VIDEO)]'', ''Lo Sai.eu'', 13 novembre 2015.</ref>) *L'ignoranza è una colpa. (a [[Mike Bongiorno]], ''Telemike'', 1991) {{c|Data completa?}} *La [[Sicilia]] fa ignorare al mondo d'avere la prima miniera d'Italia, fa ignorare al mondo di avere i più bei siti archeologici, ma fa sapere al mondo che c'è il "capo dei capi". Non mi piace. Sono contro questa pubblicità che l'antimafia continuamente fa. Non lo accetto. Bisogna vivere in Sicilia come in qualunque altro luogo. C'è criminalità meno che a [[Milano]], stimarne di più è un atto grave di attentato alla dignità della Sicilia.<ref name=agri/> *{{NDR|Rivolgendosi ad [[Alessandro Cecchi Paone]]}} Lasciami parlare, e taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci! Taci!<ref>Dal programma televisivo ''Sabato, domenica &...'', Rai 1, 8 febbraio 2009.</ref> *Le donne sono molto attratte dall'immagine di virilità non esteriore ma intellettuale. Cioè io rappresento un modello di virilità assoluta del cervello. E quindi l'idea di essere violentate e penetrate dal cervello invece che dal fallo le eccita ancora di più che della penetrazione che qualunque uomo può fare... è una iperpenetrazione. (da ''Blob'', 24 ottobre 1990) *Mai [[Angelino Alfano|Alfano]] agli Interni, Alfano al cesso!<ref>Dal programma televisivo ''L'aria che tira'', LA7, 19 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Rivolgendosi a [[Marco Travaglio]]}} Mia sorella vale venti volte te che sei un pezzo di merda! Pezzo di merda puro!<ref>Dal programma televisivo ''Annozero'', Rai 2, 1º maggio 2008.</ref> *Montanelli, vecchio fascista. Nella sua turpe vecchiaia sputa nel piatto dove ha velenosamente mangiato. (citato da [[Marco Travaglio]] ad ''Annozero'', 17 dicembre 2009) *[...] [[Movimento 5 Stelle|5 stelle]]... La suite è il 5 stelle! Cos'è questa mania di chiamare un partito "5 Stelle"? No, lo chiamano 5 stelle perché aspirano ad andare sull'auto blu, come hanno fatto in [[Sicilia]]: li hanno beccati sull'auto blu. (da ''Servizio Pubblico'', LA7<ref name="Servizio Pubblico 1"/>) *{{NDR|Sul processo al generale Mori e la condanna di [[Marcello Dell'Utri]]}} Oggi è difficile perfino difendere il difendibile e oggi sono qua per denunciare uno Stato criminale che ha mortificato persone innocenti e non punisce i colpevoli. I giudici devono chiedere scusa perché per più di 10 anni hanno ritenuto quegli straordinari uomini di Stato responsabili di chissà quali percorsi perversi. Possibile che i magistrati debbano torturare le persone e non pagare mai? Arriviamo alla tragedia di un uomo che oggi è in carcere e che è stato portato in ospedale, si chiama Dell'Utri. Io so che Dell'Utri è innocente, mi dicano di cosa è colpevole. Occorreva tenerlo in carcere, era il riferimento di Berlusconi. Dell'Utri in carcere, Berlusconi no. (da ''Virus'', 19 maggio 2016) *{{NDR|Parlando dell'arte contemporanea e del [[MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo|MAXXI]]}} Non vorrei fare Sgarbi, ma il quadro – purtroppo io sono un italiano che lo capisce meglio – è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento "all'Ago e al Filo" del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile. Non so se hai visto il Museo di Messina: il Museo di Messina è un luogo bellissimo, quello che c'è, un edificio storico; quel cesso che hanno fatto, una scatola di merda, non è neanche un magazzino, miliardi agli architetti! Fuksas, che è un distruttore e un fascista, prende 22 miliardi di parcella, neanche Bramante, Palladio, Michelangelo hanno preso tanto. In galera! Altro che Bertolaso per la casa da 1.500 euro al mese. Architetti ladri! Distruttori! Detto questo, però, non voglio fare Sgarbi, ma siccome conosco tutto, tu non hai idea di come è bello un museo povero. E posso dirti che io che ho fatto il più bel museo d'Italia e l'ho aperto in tre mesi, prendendoli a calci nel culo, solo con i ragazzi che lavoravano con me, ho speso, per il Museo della Mafia, 60.000 euro. Stella, che non è mai stato mio amico ma, insomma, è sempre stato il severo censore, è rimasto sedotto dal fatto che un museo bellissimo con un artista formidabile, che si chiama Inzirillo, con tante cose che verrete a vedere, spero, [...] è costato 60.000 euro [...] Sai quanto è costato il cesso di Zaha Hadid? 160 milioni di euro! Per un monumento a una troia irachena! [...] Tu non vieni da noi, a distruggere l'Italia, per farti un monumento! Che non serve a niente! E a spendere 50 milioni di euro di opere di merda! Di opere di merda! Perché se non hai i soldi per il Colosseo, è perché hai comprato Andy Warhol, Gilbert & George, dei cacatori di merda! [...] Fuksas, guarda, è bene che non venga, perché calci nel culo, in galera deve andare! In galera! In galera! Ci sono i soldi, vengono buttati! [...] Ai tempi di Andreotti c'erano 40 miliardi per il Colosseo, 20 milioni di euro; oggi ne occorrono 17. Perché hanno speso... Roma ha bisogno di un museo d'arte contemporanea, 160 milioni di euro, e non ha bisogno del Colosseo? Il problema della spesa pubblica è capire che cosa è importante fare e non buttare i soldi. Lì, tra gli acquisti e il museo, hanno speso 220 milioni di euro per la merda d'artista. (da ''L'ultima parola'', 5 giugno 2010) *Perché non dicono nomi {{NDR|di possibili candidati alla presidenza della repubblica}}? Non ci sono i nomi? Ci sono i nomi. Non esiste [[Carlo Petrini]], con un progetto economico formidabile? Non esiste [[Massimo Cacciari]]? Non ha scritto abbastanza per essere meglio di [[Franco Marini|Marini]], [[Giuliano Amato|Amato]] e qualche altro catenaccio di un'epoca perduta? [...] Ma stai zitto tu {{NDR|Cacciari}}, che non sei stato neanche a vedere le cose di casa tua, che non sai un cazzo! Nulla sai! Non sai cosa c'è nelle chiese di [[Venezia]], hai fatto fare il ponte di [[Santiago Calatrava|Calatrava]]! Tu l'hai fatto fare, soldi buttati, per un ponte inutile! (da ''Servizio Pubblico'', LA7<ref name="Servizio Pubblico 1"/>) *{{NDR|Rivolto a [[Michele Santoro]]}} Perché ti pare possibile, che [[Berlino]]... abbia tre volte i turisti di [[Roma]]? Quel cesso di città che è Berlino, bombardata! (da ''Servizio Pubblico'', LA7<ref name="Servizio Pubblico 1"/>) *[[Matteo Renzi|Renzi]] è tecnicamente un figlio di puttana. (da ''L'aria che tira'', LA7, 21 febbraio 2014) *{{NDR|Rivolgendosi a [[Roberto D'Agostino]]}} Sei un volgare mascalzone. (da ''Blob'', 24 ottobre 1990) *{{NDR|Rivolgendosi a [[Marco Travaglio]]}} Siamo un grande paese con un pezzo di merda come te, questo siamo. Siamo un grande Paese! Siamo un grande paese con un diffamatore abituale. (da ''Annozero'', Rai 2, 1º maggio 2008) *{{NDR|Parlando delle due maestre dell'"asilo-lager" di Pistoia}} Tonino Guerra dice: "Di un cane con i soldi si dice signor cane". Mentre si presentavano la Pesce e la Scuderi, qualcuno le ha chiamate la "signora Pesce" e la "signora Scuderi". Signori sono altri, quelle sono due puttane immonde! Due stronze immonde! (da ''Domenica Cinque'', Canale 5, 6 dicembre 2009) *Tu sei esattamente come [[Sandro Curzi]], fai della retorica insopportabile. I poliziotti possono essere pagati di più ma è inutile tirar fuori i poliziotti, altrimenti io tiro fuori che Picasso era uno stronzo, Raffaello era una merda e i poveri soldati sono degli eroi. Che c'entra? Tu hai preso un sacco di soldi con i film, non rompere i coglioni con 'sti discorsi inutili! (Vittorio Sgarbi rivolto a [[Pasquale Squitieri]] da ''Il processo di Biscardi'', TELE+2; citato in ''Mai dire gol'', Italia 1) *{{NDR|Rivolgendosi a Roberto D'Agostino}} Tu sei un comico penoso e fallito e completamente dimenticato. (dalla trasmissione televisiva ''L'istruttoria'', condotta da [[Giuliano Ferrara]], 15 aprile 1991) *Tutta l'opera di Petrarca si potrebbe riassumere nel verso di Sergio Endrigo: «Dite a Laura che l'amo».<ref>Citato in ''Panorama'', Edizioni 1350-1354, Mondadori, Milano, 1992, p. 75</ref> *{{NDR|Su [[Emilio Fede]] e i giudici che lo hanno condannato per favoreggiamento della prostituzione}} Un uomo che non ha fatto niente se non essere amico di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] [...], il cui merito non è inferiore a quello di [[Enzo Biagi|Biagi]], per il giornalismo. [...] è una violazione del diritto, andando poi a condannare uno che non ha fatto niente [...] è un processo che non farebbero neanche a [[Teheran]]! E vanno arrestati quei magistrati. Dei criminali! Altro che [[Enzo Tortora|Tortora]], Tortora era, al confronto di Fede, uno che ha avuto poco. Fede è stato mortificato, umiliato, condannato da un tribunale del popolo costituito da criminali! [...] Se Dio c'è li fulmina! Li fulmina! Che all'inferno, li brucia vivi! Speriamo che Dio esista per bruciare questi qui. (da ''Punto e a Capo'', 21 novembre 2013) *Quindi buon [[Natale]] a tutti, che non siete nati il giorno in cui è nato [[Gesù Cristo]], ma dovete a Gesù Cristo la vostra libertà, l'uguaglianza, l'indipendenza della donna, la bellezza... Tutto! (da ''Virus'', Rai2, 3 dicembre 2015<ref>Video su ''[http://www.ilgiornale.it/video/cronache/virus-lezione-sgarbi-crozza-1202348.html il giornale.it]''.</ref>) *La violenza fondamentale dei musulmani nei confronti delle donne sta nel negare loro la libertà del proprio corpo [...]. A Colonia non è avvenuto qualcosa di strano ma qualcosa che appartiene a una cultura che non è riconducibile alla nostra. (da ''Virus'', Rai 2<ref>Citato in Sergio Rame, ''[http://www.ilgiornale.it/news/cultura/colonia-lezione-sgarbi-perch-lislam-stupra-donne-1213690.html Colonia, la lezione di Sgarbi: "Perché l'islam stupra le donne"]'', ''il Giornale.it'', 15 gennaio 2016.</ref>) *[[Giuseppe Conte|Conte]] è un disperato, insomma, un trovatello, è uno che abbiamo ritenuto indispensabile, ci saranno almeno 20.000 italiani che hanno le caratteristiche di Conte: bravi avvocati, con il fazzolettino bianco, buon taglio Lubiam, adatti a fare il maître d'albergo che è la cosa che può fare meglio Conte e infatti suo suocero ha un albergo ed è un evasore fiscale da 2 milioni {{NDR|di euro}} che dovrebbe essere in galera secondo la legge che ha in mente lui Conte. Quindi non c'è niente che funziona nella vicenda umana e politica di Conte: non c'è storia, non c'è partito, non c'è credibilità; niente, è una finzione, carino, gradevole, una maschera, un portavoce, nulla. D'altra parte [[Governo Conte II|questo governo]] ha il padre di [[Luigi Di Maio|Di Maio]] indagato, i genitori di [[Matteo Renzi|Renzi]] condannati, condannato il suocero di {{NDR|Conte}} con un patteggiamento e, ripeto, un'inchiesta seppure per presunto [[stupro]] ma con avviso di garanzia per {{NDR|il figlio di}} [[Beppe Grillo|Grillo]]. (da ''Otto e mezzo'', La7, 28 ottobre 2019)<ref>In ''Vittorio Sgarbi contro Giuseppe Conte: "Un disperato, un trovatello"'', [https://www.youtube.com/watch?v=1yIPUGZllSI Video] disponibile su ''youtube.com'', 28 ottobre 2019, min. 1:26-2:17.</ref> *{{NDR|Su [[Giuseppe Conte]]}} Oltre la ''pochette'' non c'è nulla, nel senso che le sue decisioni sono totalmente prive di ogni dignità umana, sono incostituzionali - come ha decretato il Tribunale di Roma - spero che venga condannato all'[[ergastolo]] per quello che ha fatto contro gli italiani e credo che non meriti nessuna pietà, se ci fosse la [[tortura]] meriterebbe anche di essere torturato. Per il resto, per quello che io penso, lui è una cripto-checca totale, l'elemento checchesco in lui è l'elemento prevalente, e infatti fa coppia perfetto con [[Rocco Casalino|Casalino]], con la velina Casalina.<ref>[https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartarepubblica/puntata-del-28-dicembre_F310595701001801 Intervenendo nel programma televisivo] ''Quarta Repubblica'' su Rete 4, 28 dicembre 2020</ref> *Come giudico gli stranieri che sono stati alla guida dei grandi musei italiani? Che adesso se ne vanno. Siamo arrivati noi e se ne vanno loro. Perché devo mettere un direttore straniero agli Uffizi? Si è mai visto al [[Louvre]] un direttore straniero? I simboli sono i simboli. Quando arrivò [[Dario Franceschini|Franceschini]] pensò che bisognava mettere molti stranieri, molte donne. Questa stagione è semplicemente finita.<ref>Citato in ''[https://www.lastampa.it/cultura/2023/08/21/news/musei_sgarbi_e_finita_lera_dei_direttori_di_musei_stranieri-13005037/ Musei, Sgarbi: “È finita l’era dei direttori di musei stranieri”]'', ''lastampa.it'', 21 agosto 2023.</ref> ====''Il senso della vita (2006)''==== {{c|date?}} *[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] è stato il padre di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], lo ha generato uccidendo una parte della Repubblica. *L'[[amore]] in sostanza tra un [[maschio e femmina|uomo]] e una [[maschio e femmina|donna]] non si basa su chi insegue e chi fugge, ma su chi sa aspettare. *La pittura di Frappi appare come una sorta di pacata provocazione a un'arte figurativa che rifiuta letture e non vuole darne. *[[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è stato il poeta più grande di tutti i tempi. Con [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] vedi quello che la sua musica e le sue parole raccontano. *{{NDR|Commentando l'immagine dell'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi}} Questo è il simbolo di un'[[Italia]], rappresenta la somma di una identità e di una cultura cristiana e occidentale che deve essere mostrata a chi usa la tua vita in quel modo. Perché quelli che lo stanno ammazzando non sono dei mussulmani, sono degli idioti e dei criminali da prendere a calci e da picchiare. Ma ha reagito e ha detto:''Vi faccio vedere come muore un italiano'', un cristiano, un martire cristiano. ====''Le iene''==== {{da controllare|Date?}} *[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è l'avversario politico che stimo di più. *[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] ha fondato il suo successo su Tangentopoli. *Le iene mi fanno vomitare. *Le iene mi stanno sui coglioni di principio. *Le iene mi stanno sui coglioni, quindi mandate in onda vostra nonna ma non me. *Mi occupo solo di me stesso, è chiaro o no? *Nella vostra mente ottenebrata, l'intelligenza non passa, non esiste l'intelligenza. Siete solo capaci di dire delle puttanate gigantesche, enormi. *{{NDR|Rivolgendosi al Trio Medusa}} Scopatevi le vostre ragazze e non rompete le scatole a me. *Siete dei culattoni, e raccomandati. *{{NDR|Rivolgendosi al Trio Medusa}} Siete delle scorregge fritte, delle piccole scorregge fritte. *Tu Busi, sei un mentecatto assoluto, sei senza cervello, sei un depensante assoluto, un pettegolo. Capra! capra! capra! *{{NDR|Rivolgendosi al Trio Medusa}} Voi siete un gruppo di pezzi di merda che fate stronzate. ====''Sgarbi quotidiani''==== *[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], [[Gherardo Colombo|Colombo]], [[Piercamillo Davigo|Davigo]] e gli altri sono degli assassini che hanno fatto morire della gente. È giusto che se ne vadano, nessuno li rimpiangerà. Vadano in chiesa a pregare per tutta quella gente che hanno fatto morire: Moroni, [[Raul Gardini|Gardini]], Cicogna. Hanno tutte queste croci sulla coscienza. Ringrazio Iddio che, con questo decreto {{NDR|Decreto Biondi}}, eviteranno essi stessi l'arresto per tutti gli assassinii che hanno commesso. (14 luglio 1994) *Io, purtroppo, conosco [[Beppe Grillo|Grillo]] da circa ventidue anni... dico ventidue circa. Lui girava con un amico, con la Porsche bianca, un amico pugliese, e venivano a casa mia a trovare mia sorella che aveva quindici anni, insomma... ecco, venivano a trovare mia sorella. Grillo era già un comico, diceva delle cose orribili, disgustose, del genere della comicità più ridicola, più patetica che la RAI abbia prodotto. Io lo vedevo e gli dico "ma con così poche idee ha questo grande successo". Lo guardavo con un'invidia terribile, quindi, essendo sadico, quando era a tavola a casa mia [...] gli dicevo "tu sei un incapace, un ignorante, un bullo di periferia con quella Porsche, ricco con soldi inutili". Io non avevo una lira in quel momento. [...] Sentivo soltanto delle banalità, delle stupidaggini... proprio uno... uno scemo patentato. Glielo dicevo "sei uno scemo patentato" e rideva come uno scemo patentato. Che poteva fare? Era uno scemo patentato. Niente. È diventato un mito della sinistra, un eroe della sinistra, un eroe pronto a sacrificarsi per la RAI, per il bene della RAI e dei consumatori. (1996) *Questi magistrati vanno arrestati e processati. Sono un'associazione per delinquere con libertà di uccidere. (26 giugno 1998) *Vergogna! Altro che valori! Valori del [[buco del culo]], questa è la storia! Ci sarà forse una querela per questo? Non credo. Il buco del culo ha dei grandi valori. Perché no? Si può negare? Sicuramente ci sarà una querela: si dirà "Ecco Sgarbi...". Ma perché la parola "valori" è di qualcuno? La parola "Italia" è di qualcuno? O sono sequestrati per sempre da parte di uno che ha stabilito, senza sapere niente di letteratura, di arte, di civiltà, di grammatica... niente, e pensando di comandare l'Italia!? Ma andate... no, niente da fare. (1998) ===Da opere=== *Edifici che sembrano un pensiero architettonico piuttosto che opere compiute, che si impongono come l'elaborazione più completa del pensiero dell'uomo rispetto alla natura, chiaramente distinti dalla natura e dal paesaggio, eppure ad esso legati da un rapporto indissolubile, così che anche la natura sembra pensata dall'[[architettura|architetto]]. (''Andrea Palladio. La luce della Ragione'', 2004) *Intanto sia chiaro, per me ragione significa che io ho ragione. (da ''Ragione e passione contro l'indifferenza'', Bompiani, Milano, 2005) *La passione è uno strumento di difesa della ragione. Perché non basta avere ragione: bisogna anche, appassionatamente, difenderla. (da ''Ragione e passione contro l'indifferenza'', Bompiani, Milano, 2005<ref>Citato in [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/05/Ragione_passione_Vittorio_Sgarbi_co_10_051205130.shtml ''«Ragione e passione» di Vittorio Sgarbi''], ''Corriere della Sera'', 5 dicembre 2005</ref>) *Ma qual è il problema? {{NDR|riferendosi alle opere "MatrimoniMisti" del pittore [[Salvatore Garau]], in cui l'artista completava opere di giovani pittori emergenti al fine di dargli visibilità}} Se uno va a letto con tua moglie ti incavoli, ma se a letto ci va e tu sei d’accordo, la questione è risolta. [...] Se le opere sono state messe a disposizione dagli stessi autori. È tutto lineare. Si tratterà semmai di capire cosa è il prodotto di questa unione. Sarebbe artisticamente grave invece se si intervenisse su un’opera senza il placet dell’autore. In pratica non è pensabile che questa operazione venga fatta su un lavoro del Cinquecento, giusto per capire.<ref>Citato in ''Unione Sarda'', 8 gennaio 2003, p. 21, Roberto Ripa, ''La provocazione. Fa discutere la mostra al GAM organizzata da Garau. Ma è scontro sulle tele “miste”. Leinardi critica l’operazione, Corriga è d’accordo''</ref> *{{NDR|Su [[Gianfranco Ferroni]]}} Niente è più difficile che essere un pittore figurativo. Ciò che appare facile a chi guarda, per la quotidiana consuetudine con gli oggetti rappresentati; i più semplici: un tavolo, un letto, una sedia, una forbice, una bottiglia, gli accessori per dipingere, richiede una concentrazione superiore, qualcosa di simile al tiro al bersaglio. L'artista è in gara, deve afferrare la preda che continuamente tenta di sfuggirgli, anche se è ferma, immobile. Così la scommessa di [[Gianfranco Ferroni]], nei ripetuti temi di nature morte, complementare a quella di [[Piero Guccione]] nei temi di paesaggio, è nella definizione di una immagine assoluta, attraverso una progressiva rarefazione della fenomenologia delle cose.<ref>Citato in ''Gianfranco Ferroni opere su carta 1963-1991'', a cura di Marco Goldin, Galleria Bellinzona, Lecco, 1991, pp. 63-64.</ref> *{{NDR|Su [[Paolo Vallorz]]}} Non urge più la natura nella fantasia di Vallorz, urge la riflessione sulla pittura, sulla sua necessità e anche sulla sua perdita d'identità. Il pittore che ha creduto “che il reale non è morto”, che ha fatto commuovere i colori davanti ai volti rassegnati di “René Behaire”, del “Giardiniere”, e di “Sam il drogato”, sembra lentamente distaccarsi da quella esperienza troppo infiammata, per volgersi su se stesso. Protagonista diventa il quadro (o il quadro dentro il quadro) con il soggetto, solo apparentemente convenzionale, del mondo femminile. Quel nudo in realtà sostiene la superficie indistinta dello specchio, un grigio sfumato come le nuvole nel cielo. In quel niente, sfiorato dalla luce, modulato, non solo realtà e finzione, e finzione della realtà, si confondono; ma la pittura stessa si riduce a una essenza impercettibile, a “nuance”, con un supremo distacco da ogni artificio. La pittura sembra rinunciare a ogni ornamento, a ogni compiacimento, ridursi a un velo. D'altra parte, se il corpo è policromo, il colore dell'anima non è forse il grigio?<ref>Da ''Paolo Vallorz: nudi, ritratti, figure. Opere dal 1960 al 1989'', citato in catalogo della mostra, Compagnia del Disegno e Galleria Bergamini, Milano,1989.</ref> *Rockwell non sente la necessità di comportarsi con il linguaggio moderno: le sue immagini sono libere come animali in una foresta; e se da un nucleo partono, questo è come la lampada di Aladino. Ogni sorpresa, ogni stravaganza è possibile, dalla comicità al lirismo (come nella bellissima ''Red Head'' per ''American Magazine''). La sua facilità non è mai banalità ma sempre intuizione del piacere dello sguardo. È evidente, infatti, che chi ha come obiettivo la larghissima diffusione di un giornale deve sapere, con scientifica certezza, miscelare ingredienti di cui è certo il gradimento in composizioni sempre originali. Il piacere, il divertimento dell'intelligenza sono tanto più intensi quanto più condivisi: ed è necessario identificare un linguaggio sul quale la pittura non sia filosofia ma racconto con una capacità di presa immediata. Così l'originalità di Rockwell, tradizionalista in pittura, sta nel senso delle sue immagini rispetto alle esigenze della comunicazione di massa, così minuziosamente intuite da renderlo modernissimo e attualissimo.<ref>Da ''L'illustrazione della felicità''; in ''Norman Rockwell'', a cura di Davide Faccioli e Manuela Teatini, Electa, Milano, 1990, pp. 35-36. ISBN 88-435-3307-X</ref> ====''Davanti all'immagine''==== *[[Pietro Cavallini]] con il suo ''Giudizio''<ref>Il ''Giudizio universale'' nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere a Roma.</ref>, dove gli Apostoli e le schiere di angeli sembrano chiamati ai loro ranghi nell'alto consesso del cielo, scavalca d'un tratto l'intera tradizione bizantina e la terragna fantasia di Cimabue, non sappiamo per quale sovrumana capacità d'intendere e restituire l'umano. (''Artisti'', p. 37) *{{NDR|Pietro Cavallini}} Niente ci consiglia di ritenere che egli dipenda da Giotto, come più volte è stato imprudentemente sostenuto: la limpida immagine {{NDR|del ''Giudizio universale''}} che ora abbiamo di fronte è senza precedenti, ha la forza di un isolato segnale che indirizza la rotta, senza errore, con sicurezza. (''Artisti'', p. 37) *Asimmetrico, anarchico, monumentale e anche profondamente realistico, [[Benedetto Antelami|Antelami]] ha fondato la scultura moderna, definendo una lingua pienamente italiana, intimamente classica. (''Artisti'', p. 47) *Il più misterioso, il più segreto, il più sensibile fra i pittori manieristi, è certamente [[Lelio Orsi]]. Pittore per diletto e non per necessità, Lelio Orsi ha una produzione naturalmente limitata, ma sempre ad altissimi vertici di qualità. (''Artisti'', p. 91) *Con lui, gli strumenti della critica d'arte devono lasciare il posto a quelli della psicoanalisi. Davanti a noi si schierano non santi e sante in estasi, ma donne e uomini sfiniti da un desiderio struggente, affannati e sul punto di perdere i sensi. San Francesco brucia in un'estasi che lo divora, lo frantuma, lo spezza; Cristo nell'orto langue e impallidisce, come se avesse perduto tutte le forze. E tutto avviene nell'ombra, con luci striscianti, bagliori notturni, gemiti.<br>Ma il tema prediletto di [[Francesco Cairo]] sembra essere quello biblico di Erodiade con la testa del Battista; un soggetto ripetuto numerose volte, con sempre originali varianti, che trasformano la monotonia creativa in una suggestione di atmosfere peccaminose e dichiaratamente sadiche. (''Artisti'', p. 122) *{{NDR|Riferendosi al quadro ''La famiglia Bellelli''}} [[Edgar Degas|Degas]] nulla aggiunge e nulla toglie alla vita; non deve esasperare nessun sentimento, nessuna emozione; registra tutto, impassibilmente; attribuisce ad ogni personaggio, pure esplicitamente in posa, l'atteggiamento dimostrato nei suoi confronti. Basta questo, oltre a una impercettibile ombra di malinconia che trasporta l'esistenza nella sfera sublime dell'arte. L'arte non è gesto, non è spontaneità, per Degas; è una profondissima riflessione sul passato, senza pedanterie, senza accademie. (''Artisti'', p. 158) *{{NDR|Riferendosi al quadro ''La famiglia Bellelli''}} Degas è riuscito a conciliare i due opposti, riconoscendo la modernità dell'antico e l'antichità del moderno. (''Artisti'', p. 159) *Un vento, un vento benefico, non di tempesta, un vento che muove l'aria, pulisce il cielo, risveglia.<br>A questo penso davanti alle opere di [[Giovanni Boldini|Boldini]]: lo stile di Boldini nella sua età matura, non è artificio, come appare, ma natura. È un vento forte che scuote l'immobilità dell'immagine, la sua facilità, il suo limite illustrativo, per una strada diversa da quella del futurismo, ma nello stesso senso. (''Artisti'', p. 160) *Boldini è un antiaccademico, ma è anche un pittore classico. Il segno, la pennellata veloce non sono una fuga ma una condizione più viva della pittura, un modo per fermare ciò che è instabile, lasciandolo tale. (''Artisti'', p. 160) *[[Félix Vallotton|Vallotton]] irrigidisce, sottrae: in lui anche il mito, le allegorie, le figure femminili paludate in ampi panneggi, naturalmente esposti al vento come nuvole, subiscono un drastico ridimensionamento. Perdono ogni aura romantica i temi del Decadentismo, del Simbolismo, con i loro ampi margini di evocazione, da Gustave Moureau a Odilon Redon: restano letteratura: Vallotton è il grande sobrio: severo, austero, senza colpa e senza peccato, lontano sia dagli ardimenti delle avanguardie che dai veleni del gusto decadente. (''Artisti'', p. 171) *Vallotton semplifica, stilizza, riduce, restando apparentemente fedele alla realtà, ma vuole rivelarci il segreto ordine delle cose che è lì, in superficie e sembra continuamente scivolare via. (''Artisti'', p. 172) *Di vita instabile – ma niente di più fermo del suo segno, infallibile e tagliente, come inciso sul metallo – [[Aubrey Beardsley|Beardsley]] ebbe subito l'incrollabile certezza di una vocazione, la fanatica convinzione della fede. Fu puro artista, fu l'essenza stessa dell'arte, senza corpo, per diretta emanazione dell'anima. Appena toccò la carta, subito rinacquero le figure bianche e nere della pittura vascolare, le danze sfrenate del Pollaiolo, i più vertiginosi grafismi di Schifanoia. E il suo rigoroso ''en blanc et noir'' si sostituì, senza destare rimpianti, alla pittura. (''Artisti'', p. 176) *Il desiderio, la bellezza, la morte, il piacere, il tormento, la voluttà del martirio, l'identificazione e la separazione nei sensi, la mondanità e la sacralità, trovano compiuta espressione, unità e ragione nel segno di Beardsley. Qui il Decadentismo tocca il culmine, ha la sua massima esaltazione come neppure nei suoi più valorosi campioni, Oscar Wilde e D'Annunzio. (''Artisti'', p. 177) *Per lunghi anni il turbinoso vento che anima il fregio di [[Giulio Aristide Sartorio]] nell'aula del parlamento in palazzo di Montecitorio è stato sopraffatto da venti contrari. Oggi che la pittura di questo grande artista potrebbe di nuovo essere assunta da molti a modello, il nome di Sartorio resta in penombra o in luce sinistra rispetto a quelli degli artefici consacrati dell'arte moderna. (''Artisti'', p. 185) *Nessun odore, nessun sapore locale, nessuna componente emotiva sale dai quadri di [[Ferruccio Ferrazzi|Ferrazzi]], esercizi d'intelligenza che seguono una strada indipendente da tutto, ispirata al metodo razionalistico del Rinascimento toscano, da Piero della Francesca a Michelangelo. (''Artisti'', p. 192) ===Da interviste=== *A [[Napoli]] puoi anche mandare un prefetto di frontiera come Mori o un baluardo della cultura come il sottoscritto. Ma non ci fai nulla. Un po' come a [[Palermo]]. Al Sud c'è una travolgente forza del male. (dall'intervista a ''il Velino'', 4 giugno 2010; citato in ''[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/notizie/arte_e_cultura/2010/4-giugno-2010/sgarbi-a-napoli-vince-sempre-male-fortuna-lavorero-venezia-1703141396353.shtml Sgarbi: «A Napoli vince sempre il male ma grazie a Bondi andrò a Venezia»]'', ''Corriere del Mezzogiorno'', 4 giugno 2010) *Con Berlusconi è stato subito colpo di fulmine: La prima volta che ci siamo incontrati ci siamo trovati d'accordo su tutto, e devo ammettere che a Sgarbi non capita spesso. (dall'intervista di Silvia Fumarola, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/08/sgarbi-capricci-per-il-professore.html "Sgarbi e capricci" per il professore]'', ''la Repubblica'', 8 luglio 1989, p. 29) *È un comportamento anomalo, una persona normale tradisce la moglie. Se non lo fa è perché si sente inferiore. (intervista di Andrea Greco, ''[http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-17964.htm Articolo]'' ''A'', 13 agosto 2010) *Farò di tutto perché non vengano più installate quelle terribili pale eoliche che tanto rovinano il paesaggio. Dovranno passare sopra di me per installarne di altre. Chi ne vorrà di altre cominci a pensare di infilarserle in quel posto. (dalla prima intervista rilasciata come sindaco di Salemi, ''[http://www.ilove-sicilia.it/ils/index.php?option=com_content&view=article&id=312:intervista&catid=64:le-altre-news&Itemid=123 Sgarbi sindaco di Salemi: "Mai più nuovi impianti eolici"]'', ''I love Sicilia'', 30 giugno 2008) *Il rumore positivo è quello di cui parlava Goethe: la bellezza vince la mafia e il male. Dovremmo puntare più sulla bellezza della [[Sicilia]] che non sui suoi stereotipi negativi, perché non possono essere il biglietto da visita davanti al mondo. È un vizio mentale che purtroppo hanno molti siciliani. Io in passato proposi di mandare in giro per la Calabria i Bronzi di Riace piuttosto che la foto di un carabiniere col bambino in braccio e con una pistola. Dobbiamo promuovere il bello e il positivo, perché è questo che è la Sicilia.<ref name=voir>Citato in ''[http://www.voir.it/a-lezione-con-sgarbi-ecco-qual-e-il-bello-della-sicilia/ A "lezione" con Sgarbi: ecco qual è il bello della Sicilia]'', ''Voir'', 12 agosto 2013.</ref> *Il sistema è talmente corrotto che tanto vale trarne vantaggio. (dall'intervista di Aldo Cazzullo, ''[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/05_Maggio/14/sgarbi.shtml Sgarbi: mi butto a sinistra, Prodi è d'accordo]'', ''Corriere della sera'', 15 maggio 2005) * [...] in passato dicevo che [[Ancona]] era come l'Atlantide: non si capiva cosa ci fosse, forse perché penalizzata dal porto e dalla sua posizione geografica [...]. Oggi la capitale universale è Urbino, mentre Ancona sembra essere una città di una regione minore.<ref name=carlino>Dall'intervista di Gianmarco Minossi, ''[https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/lannuncio-di-sgarbi-quattro-grandi-mostre-per-risvegliare-ancona-mai-piu-come-latlantide-d8030716?live L'annuncio di Sgarbi "Quattro grandi mostre per risvegliare Ancona. Mai più come l'Atlantide"]'', ''ilrestodelcarlino.it'', 26 luglio 2023.</ref> *{{NDR|Sulla nascita del [[governo Conte]]}} Io ho sempre pensato malissimo di [[Luigi Di Maio|Di Maio]], e confermo il mio giudizio, però ora le cose sono cambiate, e [[Matteo Salvini|Salvini]] farà in modo che si realizzi il nostro programma di centrodestra.<ref>Dall'intervista di Concetto Vecchio, ''[http://www.repubblica.it/politica/2018/06/06/news/governo_conte_il_si_di_sgarbi_penso_malissimo_di_di_maio_ma_salvini_realizzera_il_programma_di_centrodestra_-198315097/ Governo, lo strappo di Sgarbi: "Penso malissimo di Di Maio. Ma voto sì: Salvini realizzerà il programma di centrodestra"]'', ''Repubblica.it'', 6 giugno 2018.</ref> *[[Italo Calvino]] è uno degli scrittori italiani più sopravvalutati. Con nomi come [[Cesare Pavese]], [[Gabriele D'Annunzio]] o [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa]], Calvino è sicuramente un minore ed è la prova della smemoratezza culturale italiana. (dall'intervista [http://www.ilsussidiario.net/mobile/Educazione/2015/6/17/Prima-Prova-Maturita-2015-Tracce-e-temi-d-italiano-svolti-Resistenza-e-Risorgimento-tratti-comuni-Esami-di-Stato-oggi-17-giugno-/617879/ ''Sgarbi: Calvino sopravvalutato, che errore del Miur''], ''il Sussidiario.net'', 17 giugno 2015) *Le [[Marche]], trattandosi di una regione defilata, non sono sull'asse del percorso necessario per chi viene a raccontarci l'Italia: ma tutti i grandi pittori scendono via mare, non via terra, basti pensare a Crivelli e Lotto, che diventano marchigiani perché sentono che qui c'è la vera Italia. Le Marche non sono solo la bellezza delle coste, ma anche paesi dell'interno, come Apiro, San Severino Marche e Camerino, dove ci sono opere d'arte straordinarie.<ref name=carlino/> *Non capisco quelli che si indignano. Sollecito in TV? E quindi? È libero, quindi non è colpevole. Non ci si può indignare per Sollecito in TV. Si dovevano indignare se gli avessero fatto un contratto dal carcere. Di cosa è colpevole Sollecito? È stato assolto con sentenza definitiva. (da Radio Cusano Campus, 6 aprile 2016) *Mai presa. Se la [[cocaina]] mi vede, si eccita lei. (dall'intervista di Aldo Cazzullo, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/febbraio/03/Sniffano_tutti_dagli_attori_politici_co_9_070203054.shtml «Sniffano tutti: dagli attori ai politici. E i nobili più degli altri»]'', ''Corriere della sera'', 3 febbraio 2007, p. 27) *L'arte contemporanea è sublimata nella sua non essenzialità e invisibile concretezza. La metafisica incontra la oltrefisica nell'ulteriorità segmentata del genio. E chi non lo capisce è uno stronzo. (dall'intervista di Anna Bandettini, ''L'arte e la controarte in Sgarbi'', ''la Repubblica'', 16 settembre 2008) *L'Unesco è la più forte arma contro la [[Cosa nostra|mafia]] perché la mafia può essere battuta se la Sicilia è ricordata come luogo della bellezza e non della violenza.<ref name=luss>Citato in Giulia Ferri ''[http://www.lussuosissimo.com/shanghai-2010-vittorio-sgarbi-parla-della-sicilia/ Shanghai 2010: Vittorio Sgarbi parla della Sicilia]'', ''Lussiosissimo.com'', 21 agosto 2010.</ref> *La [[Cosa nostra|mafia]] a Salemi ha avuto una sua stazione stabile. Abbiamo realizzato un meraviglioso museo della mafia che è come il cimitero della mafia. È come un sito archeologico. Quando c'è un museo, un sito archeologico, è perché quella civiltà è finita. Nel desiderio che la mafia finisca, quel museo rappresenta il flagello della mafia attraverso documenti, filmati, cabine elettorali in cui entri al buio e ti vengono raccontati i misteri della mafia e altro.<ref name=luss/> *[[Emmanuel Macron|Macron]] ama l'Italia e la sua città preferita è [[Napoli]], ma subito dopo viene [[Urbino]]. Si è dimostrato un grande conoscitore del ''[[Il cortegiano|Cortegiano]]'', che apprezza e considera un dei saggi più importanti del [[Rinascimento]].<ref>Dall'intervista di Giacomo Puletti, [http://www.ilducato.it/2020/01/21/il-ritratto-di-baldassarre-castiglione-a-urbino-sgarbi-macron-mi-ha-detto-che-si-impegnera-personalmente/ ''Il Ritratto di Baldassarre Castiglione a Urbino, Sgarbi: "Macron mi ha detto che si impegnerà personalmente"''], ''ilducato.it'', 21 gennaio 2020.</ref> *{{NDR|Riferendosi al ''Cenacolo'' di [[Leonardo da Vinci]]}} Quella cagata di affresco non lo si può danneggiare più di così, è già un fantasma. (citato in ''[http://www.corriere.it/vivimilano/politica/articoli/2007/10_Ottobre/26/sgarbi_cenacolo.shtml Sgarbi: «L'unico danno l'ha fatto Leonardo»]'', ''Corriere della sera'', 26 ottobre 2007) *{{NDR|Sui rapporti di [[Silvio Berlusconi]] con Karima el Marhroug detta Ruby}} Comunque se ci fosse andato a letto, di certo non le ha prima chiesto l’età perché è un gentiluomo e questo già lo assolve.<ref>Da un'intervista al ''Riformista'' del 13 aprile 2011. Citato in ''[https://www.ilpost.it/2011/04/13/sgarbi-eta-ruby/ Sgarbi: «Non le ha chiesto l’età perché è un gentiluomo»]'', ''ilpost.it'', 13 aprile 2011</ref> *Se la gente dice che a Salemi c'è la [[Cosa nostra|mafia]], nessuno dice niente; se invece dicono che c'è mafia in qualche altro movimento s'incazzano tutti! Bisognerebbe indignarsi in entrambi i casi. Io non dico che la mafia non c'è più, dico che non c'è più il potere assoluto della mafia come non c'è più il nazismo. Cade il potere della mafia ma restano i mafiosi e i comportamenti mafiosi. Come spiega appunto Mutolo, noto pentito, se non c'è più l'appoggio del potere politico oggi la mafia deve agire in modi molto più faticosi; continuare a parlare della mafia come nel '92, ai tempi di Falcone e Borsellino, è una menzogna. Quei tempi sono passati e la Sicilia non si può più dannare appresso a quel modello culturale. Quelli che combattono la mafia, Crocetta compreso, vanno guardati con rispetto per carità, ma la mafia in realtà non c'è! Oggi nessuno corre i rischi dei giudici del passato, ed è giusto che sia così.<ref name=voir/> *Sì, posso avere una quarantina di figli. Ne ho quattro a San Severino, tutti non riconosciuti. Otto a Salemi, dove sono sindaco. (dall'intervista a ''Il Messaggero'' del 24 agosto 2011; citato in ''[http://www.ilmessaggero.it/societa/persone/una_nuova_figlia_per_sgarbi_ad_ancona_nessuna_sorpresa_ne_ho_quaranta/notizie/160640.shtml Una nuova figlia per Sgarbi ad Ancona «Nessuna sorpresa, ne ho quaranta»]'', imessaggero.it) *Un secolo di arte siciliana vuol dire, in larga misura, un secolo di arte italiana. Non è lo stesso per quasi nessun'altra regione, non per l'Emilia Romagna, nonostante Morandi e De Pisis; non per la Toscana, nonostante Soffici e Rosai; non per Roma, nonostante le due scuole romane. La Sicilia del Novecento, sia in letteratura sia nelle arti figurative, ha dato una quantità di artisti e scrittori che hanno contribuito in modo determinante a delineare l'identità prevalente della cultura italiana. Penso a Giovanni Gentile, a Leonardo Sciascia, a Vitaliano Brancati, Tomasi di Lampedusa, Federico De Roberto e Lucio Piccolo, Gesualdo Bufalino e Manlio Sgalambro, con un'intensità e una densità di proposte che non hanno paragone.<ref>Dall'intervista al ''Giornale di Sicilia'' del 3 novembre 2014; citato in ''[http://palermo.gds.it/2014/11/03/palermo-i-capolavori-del-novecento-siciliano-risplendono-a-palazzo-santelia-le-foto_256368/ Palermo, i capolavori del Novecento siciliano risplendono a Palazzo Sant'Elia.]'', ''Gds.it'', 3 novembre 2014.</ref> {{Int|Da ''Vi racconto le mie ossessioni''|Intervista di [[Antonio Gnoli]], ''la Repubblica'', 1° dicembre 2002, p. 29|h=4}} *A differenza di un letterato, che può permettersi il lusso di essere malato, a uno [[Storia dell'arte|storico dell'arte]] si richiede una componente di azione e dunque di integrità fisica. Non può fare il proprio mestiere senza muoversi e viaggiare. *Il [[Moralismo|moralista]] conosce la brevità e il limite di ciò che fai. *La mia vita è un lungo tentativo di scappare dal pensiero della morte. Non mi fermo. Perché se uno si ferma riflette. Fuggo attraverso il mio vitalismo. *[...] la [[televisione]] ha una sua grammatica che è lungi dall'essere stata capita [...]. La televisione consente di guadagnare molto denaro. *Se si ha una buona idea occorre trasformarla in azione, solo così un [[intellettuale]] può avere un senso. ===Dalla pagina ufficiale ''Facebook.com''=== {{cronologico}} *Avere una [[moglie]] è un limite dell'uomo. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/945875902135484 post] del 12 giugno 2015) *Il [[selfie]] è l'istantanea di un pirla che immortala la sua vanità. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1006580789398328 post] del 2 ottobre 2015) *Non esiste figlio senza la [[madre]]. I bambini hanno bisogno della madre. La madre tanto amata da Pasolini. Il matrimonio si chiama così perché il punto centrale è la madre. Infatti [[Matrimonio fra persone dello stesso sesso|quello omosessuale]] non può esistere, dovrebbe chiamarsi culimonio. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1019171218139285 post] del 29 ottobre 2015) *Il [[Dio]] della morte non è Dio. Dio è grande e misericordioso, e dà la vita. Il Dio che uccide è il demonio. È il male: non può vincere. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1026435130746227 post] del 14 novembre 2015) *Cristo non dice di uccidere. Il Dio del fondamentalista, invece, dice: il cristiano non deve esistere, l'ebreo non deve esistere... (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1027537977302609 post] del 17 novembre 2015) *Bonus di qua, bonus di là. Tecnicamente un voto di scambio. Tra Renzi e gli elettori lo stesso rapporto che c'è tra un giocatore e una slot machine. Ha creato un meccanismo di dipendenza. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1033796716676735 post] del 30 novembre 2015) *Il Cristianesimo insegna ad amare l'uomo. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1034475666608840/ post] del 1° dicembre 2015) *Guardate Renzi: sembra uscito da un film di Pieraccioni. Come potranno mai prendere sul serio l'Italia? (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1034473196609087/ post] del 1° dicembre 2015) *Nessuna religione ha espresso tanta bellezza come la nostra. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1035315143191559/ post] del 3 dicembre 2015) *Io alla Leopolda preferisco l'Ubalda. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1039675956088811 post] del 12 dicembre 2015) *[[Facebook]] è un ritrovo di lavativi e guardoni. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1061857597203980 post] del 22 gennaio 2016) *[[Carlo Freccero]] ha smesso di pensare da molti anni. Non per ignoranza, ma per assenza di testa. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1080685791987827 post] del 24 febbraio 2016) *Il [[potere]] è idiota perché sono gli idioti ad averlo, non avendo passioni. Si concentrano per ostacolare quelle degli altri, che non hanno tempo da perdere con il potere. Per questo i grandi uomini fanno ammazzare il mondo e non hanno potere, che, in linea di massima, li ostacola. (da un [https://m.facebook.com/profile.php?id=121157734607309#!/story.php?story_fbid=1099058900150516&id=121157734607309&fs=5 post] del 22 marzo 2016) *Gli [[Intellettuale|intellettuali]] sono pecore che hanno bisogno di un protettore: in Italia sono tutti vigliacchi, quindi di sinistra. Di non allineati ne conosco pochissimi. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1118346998221706 post] del 14 aprile 2016) *La [[fedeltà]] è una virtù dei cani. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1119226184800454 post] del 15 aprile 2016) *Il selfie è la foto di un coglione che si commemora con te pensando di esistere. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1138306592892413 post] del 15 maggio 2016) *[[Marco Pannella]] politicamente non è mai stato un grande stratega. Aveva, semmai, la "temperatura" di un leader religioso. Io e lui, prima ancora di Grillo, potevamo essere i "grillini" della scena politica, ma Pannella non era politicamente molto avveduto. Aveva un afflato religioso. E la sua era la più alta espressione della "religione della libertà" indicata da Benedetto Croce. Non a caso le sue più importanti conquiste sono quelle in tema di diritti civili. Sono l'unico che ha avuto con lui un rapporto alla pari, e cioè quando, insieme nel 1996, presentammo la lista «Pannella-Sgarbi», naufragata poi per la sua inefficacia politica politica [...]. È inutile che adesso certi esponenti istituzionali lo rimpiangano, non avendo fatto nulla perché fosse riconosciuto a Pannella il rango di senatore a vita, preferendogli pizzicagnoli davvero inutili. (da un [https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1140894252633647 post] del 19 maggio 2016) *Le [[opera d'arte|opere d'arte]], inermi, nella loro fragilità sono come persone, sono come donne e bambini, perché nella materia tramandano l'anima degli artisti, che in esse continuano a vivere. (da un [https://www.facebook.com/notes/vittorio-sgarbi/questo-%C3%A8-il-momento-di-piangere-le-critiche-non-servono-distinguere-le-opere-dar/1210683975654674?qid=6323157271028313880&mf_story_key=-9047415608244677899 articolo] del 25 agosto 2016) ===Citazioni di altro tipo=== *A Salemi io sono stato eletto, a Milano sono stato nominato. C'è una bella differenza. Non avrei mai deluso i miei elettori siciliani.<ref>Citato in Maurizio Giannattasio, ''[http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/07_Luglio/31/sgarbi_dimissioni_moratti.shtml La Moratti? Incapace anche di licenziarmi]'', ''Corriere della Sera'', 31 luglio 2008.</ref> *Alcune ragazze pensano di fare le spiritose quando si avvicinano al tuo membro e iniziano a [[fellatio|leccarlo come un gelato]], ma dimostrano solo pigrizia e inadempienza.<ref name=zanza>Da un intervento alla trasmissione radiofonica ''La zanzara'', Radio 24; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/12433500/zanzara-vittorio-sgarbi-e-il-sesso-con-malena---le-ho-insegnato-io-la-fellatio-.html Vittorio Sgarbi e il sesso con Malena: "Le ho insegnato io la fellatio"]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 8 luglio 2017.</ref> *[[Giuliano Amato|Amato]] stava a [[Bettino Craxi|Craxi]] come il bidè sta al water.<ref>Citato in Gian Antonio Stella, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/03/Sgarbi_seduttore_ritardatario_caccia_mule_co_0_0105031224.shtml Sgarbi, un seduttore ritardatario a caccia di «mule» e di voti]'', ''Corriere della Sera'', 3 maggio 2001, p. 13.</ref> *Bella è, ancora oggi, la vita a [[Modica]]. Città grande e spaziosa e insieme intima e segreta, Modica cresce a grappolo sulle rocce e sulle grotte seguendo una strada sinuosa, come a spirale. Il cuore è la grandiosa chiesa di San Giorgio, la cui facciata è ritta come una torre e insieme soffice come una torta. La vediamo da ogni punto: dal Palazzo Giardina con una spaziosa terrazza e poi dal mirabile Palazzo Napolino. Tra le mura della città senti ancora la voce di Quasimodo, il poeta che partì da una piccola casa, oggi riarredata e custodita da Valeria Lentini, per arrivare a parlare della Sicilia in tutto il mondo. Ma il tempo qui non si è fermato: riparato nella sua casa scrive oggi Franco Antonio Belgiorno, descrivendo le estasi di questo luogo straordinario. E c'è poesia non solo nella letteratura, ma anche nella produzione di dolci e cioccolate, su ricette antiche con sapori insperati. Così troviamo animate, per una festa senza fine, le pasticcerie di Modica: Di Lorenzo, Bonajuto e Iacono, che preservano i sapori in carte colorate che saranno piaciute a Giuseppe Tornatore. L'incanto e la vita continuano nella notte a Villa De Naro Papa, integra negli arredi e magica nel giardino, teatro di musiche zigane, arabe e greche, spagnole. Così lasciamo Modica con molto rimpianto e molte cioccolate.<ref>Da ''La magia di Modica nascosta nei dolci'' da ''Sgarbi Quotidiani'', ne ''Il Giornale'', agosto 2002.</ref> *{{NDR|Sull'ipotesi di togliere la scritta "Mussolini Dux" dall'[[Obelisco Mussolini|obelisco]] al Foro Italico di Roma}} Il quartiere dell'Eur è dello stesso periodo, mica si può togliere. La scritta Dux è come quelle lasciate dagli studenti sessantottini sui muri.<ref>Da un commento rilasciato ad ''Adnkronos''; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11780085/Vittorio-Sgarbi---Laura-Boldrini.html Vittorio Sgarbi: "Laura Boldrini rappresenta l'ignoranza italiana, si deve dimettere"]'', ''Libero Quotidiano.it'', 18 aprile 2015.</ref> *Ci sono due stupratori che sono [[Roberto Saviano|Saviano]] e [[Beppe Grillo|Grillo]] i quali stabiliscono di avere proprietà del loro partito e della loro ideologia [...] I 5 Stelle non sono al di sopra della democrazia. Quella ragazza fa la resistenza contro tre fascisti e un nazista che sarebbe Grillo accompagnato dal suo collega Stalin che si chiama Saviano.<ref>Dal programma radiofonico ''La Zanzara'', Radio 24; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11868629/sgarbi-grillo-nazista-stupratore-saviano-stalin.html "Chi cazz... sei? Sei un nazista stupratore". Vittorio Sgarbi massacra il super-big della politica: caos in diretta]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 16 gennaio 2016.</ref> *{{NDR|Annunciando la candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana}} Credo che la Sicilia sia nel mio destino. Lo faccio come atto d'amore verso una regione simbolo della bellezza italiana, per una Sicilia libera dai pregiudizi e dai luoghi comuni. E per restituirle la dignità di terra degli Dei. Basta con l'esaltazione della mafia per perpetuare l'antimafia dei privilegi e degli affari, umiliando l'isola e i suoi abitanti: è ora di finirla con quanti, pur di dare un senso alle loro funzioni, chiamano tutto mafia. La Sicilia va rispettata come ogni altra regione: merita attenzione, amore, intelligenza, cultura. E non vecchi e nuovi barbari. L'Isola vuole gli Dei.<ref>Citato in ''[http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2017/09/01/sicilia-sgarbi-candida-atto-amore_wowlk6ihZCSgwXOm3daExJ.html?refresh_ce Sicilia, Sgarbi si candida: "È un atto d'amore"]'', ''Adnkronos'', 1 settembre 2017</ref> *{{NDR|Parlando dell'''[[Annunciata di Palermo]]''}} È il velo di una donna libera, un segno di pudore e fierezza. È idiota pensare oggi di togliere il velo alle donne musulmane. Dovremmo farlo allora anche con le nostre suore. Le religioni vanno rispettate.<ref name=cristianiearabi>Citato in Salvo Toscano, ''[http://livesicilia.it/2015/11/18/cristiani-e-arabi-insieme-palermo-dimostra-che-si-puo_686769/ "Cristiani e arabi insieme? Palermo dimostra che si può"]'', ''Live Sicilia.it'', 18 novembre 2015.</ref> *[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] si scopa tutte queste ragazze in nome di tutti gli italiani, e questi lo devono ringraziare perché per governare bene bisogna scopare bene. :''Berlusconi se folla a todas esas chicas en nombre de todos los italianos.''<ref>{{es}} Citato in ''[http://www.elpais.com/articulo/internacional/peligrosas/amistades/Papi/elpepuint/20090628elpepiint_7/Tes Las peligrosas amistades de Papi]'', ''El Pais.com'', 28 giugno 2009.</ref> *{{NDR|Parlando dell'''[[Annunciata di Palermo]]''}} Ha una carnalità siciliana, è una madonna ma porta il chador che ne potenzia il volto. [[Antonello da Messina|Antonello]] fa una sintesi tra modello femminile musulmano e spiritualità cristiana: la potremmo chiamare la "Gioconda di Sicilia".<ref name=pale>Citato in Chiara Raiola ''[https://www.panorama.it/amp/sgarbi-racconta-palermo-citta-del-dialogo-tra-culture-2644794442 Sgarbi racconta Palermo, città del dialogo tra culture]'', ''Panorama.it'', 10 ottobre 2018.</ref> *Ho sempre detto che i figli appartengono alle madri... se nasce da una distrazione non è detto che poi uno debba prendersene la responsabilità.<ref>Citato in Concetto Vecchio, ''[http://vecchio.blogautore.repubblica.it/2011/04/15/sgarbi-e-le-minorenni/?ref=HREC1-8 Ritagli]'', ''Repubblica.it'', 15 aprile 2011.</ref> *{{NDR|Sul caso di Bruno Contrada}} I giudici che condannarono Contrada andrebbero messi fuori dalla magistratura perché, evidentemente, non conoscono la legge. Non si può essere processati e condannati per un reato che non esiste. Aveva ragione il Procuratore generale della Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello quando nella requisitoria del processo Dell'Utri ha scritto che "il concorso esterno è ferocemente contestato in dottrina e giurisprudenza sotto il profilo della sua tipicità sfuggente". Tre Sezioni Unite hanno cercato di tipizzarlo. Ammettere una contestazione in fatto significa platealmente aggirare il principio di tipicità. Cioè la principale conquista dell'illuminismo giuridico.<ref>Citato in [http://www.si24.it/2015/04/14/sgarbi-contro-i-giudici-che-giudicarono-contrada-via-dalla-magistratura-non-conoscono-la-legge/87830/ ''Sgarbi contro i giudici che giudicarono Contrada: "Via dalla magistratura, non conoscono la legge"''], ''Si24.it'', 14 aprile 2015.</ref> *Il culo è pura forma. Il culo è musica. Il culo è potere. Non per caso, la formula che indica la fortuna è legata al culo e alla sua dimensione. Si dice di chi vince, di chi ha successo, di chi ha buona sorte: "ha avuto culo"; "ha un gran culo". E, ovviamente, il culo è il più universale obiettivo erotico. Lo documentano tutti i film di [[Tinto Brass]]. La ragione è semplice: il culo è maschile e femminile, in natura è il doppio dei singoli organi sessuali, ha il pubblico più vasto di amatori.<ref>Citato in ''[http://www.blitzquotidiano.it/photogallery/vittorio-sgarbi-il-culo-e-potere-evoca-labbondanza-2026603/ Vittorio Sgarbi: "Il culo è potere. Evoca l'abbondanza"]'', ''Blitzquotidiano.it'', 19 novembre 2014.</ref> *Il [[fellatio|pompino]] è un concetto serio, una produzione tipicamente italiana come il parmigiano, che poi si è estesa al resto del mondo. Il brevetto italiano è senza copertura, se bisogna farlo col condom è meglio rinunciare.<ref name=zanza/> *{{NDR|Su [[Palermo]]}} In questa città il dialogo tra mondo musulmano e cristiano è continuo, non sono culture antagoniste.La futura vocazione di Palermo è quella di essere il luogo del dialogo fra mondi lontani e diversi in una convivenza armonica. <ref name=pale/> *{{NDR|[[Leonardo da Vinci|Leonardo]]}} Se dobbiamo puntualizzare quale fosse la sua specialità, quello che più assomiglia non dico ad un lavoro -parola troppo pericolosa per lui- ma ad un'applicazione è di fare il cantautore. Girava così. e questo lo porta anche a Milano. E sente che la musica, in quanto arte immateriale...Leonardo era un cantore di strada, un cantautore aplicato alla capacità di comunicare con l'affabulazione [e] con la bellezza della voce qualcosa che è immediato. Aveva iniziato come letterato, ma non mi risulta che vi fossero un "Promessi Sposi", un canone o un'opera letteraria fondamentale, perchè la caratteristica della sua grande insoddisfazione è che del grande Leonardo architetto non c'è una sola architettura, del grande Leonardo scultore una sola scultura, del grande poeta e trattatista un solo verso: non c'è niente, sono tutte ipotesi non realizzate. In tutto questo, lui ha un'impotenza sostanziale alla conclusione e [il Vasari] dice che «anche nelle lettere avrebbe fatto profitto tanto grande se egli non fosse stato così vario e instabile. Periocchè egli si mise ad imparare molte cose e, cominciatele, egli poi le abandonava». Questo talento dell'incompiutezza gli dà una condizione speciale, quella per cui Leonardo è il [[genio]] dell'imperfezione.<ref>Estratto dal videointervento [https://www.youtube.com/watch?v=SPoQKiZSRnI/ ''Vittorio Sgarbi racconta Leonardo''], pubblicato nel canale Youtube di Fastweb il 20 giugno 2019 (dal minuto 22:52 al minuto 26:00 ). URL archiviato il [http://web.archive.org/save/https://www.youtube.com/watch?v=SPoQKiZSRnI/ 14 dicembre 2019].</ref> *L'idea stessa di turismo nasce da lì. Si scendeva dalle terre più fredde dell'Europa per vedere l'Italia, fino al luogo dove la luce diventa abbagliante e la bellezza infinita, la [[Sicilia]].<ref name=cristianiearabi/> *La fotografia di [[Ugo Mulas]], come indicano chiaramente le sue brevi note, non ha bisogno di commenti, saggi, introduzioni, tanto meno di interpretazioni. Essa è. Anzi essa spiega. In un lungo, ininterrotto atto d'amore per gli artisti, prima che per l'arte, descrive una storia di idee e di visioni attraverso alcuni momenti esemplari. Come [[Lucio Fontana]] in azione, nella sequenza in cui esegue uno dei suoi tagli; o Giuseppe Capogrossi colto in assenza di sé e in presenza dei suoi segni che lo fanno riconoscere. Segni di riconoscimento, di identità, appunto. [[Peggy Guggenheim]] vista mentre si specchia con un'opera di [[Picasso]] della sua collezione. Peggy non è "in sé" ma nell'artista. Fino all'artista che non è in sé, come negli antiritratti, e non per caso ma per scelta (dell'uno e dell'altro) di Max Ernst, sorpreso in vaporetto (ma non sorpreso!) o mentre prova un paio di scarpe. L'opposto esatto di [[Joan Miró|Miró]], [[Renato Guttuso|Guttuso]], Tancredi. Inevitabilmente in posa.<ref>Da ''[http://www.archimagazine.com/rnullamulas.htm La fotografia di Ugo Mulas: non c'è bisogno di scrivere nulla]'', ''archimagazine.com''</ref> *La [[Rosy Bindi|Bindi]] è più bella che intelligente.<ref>Citato in Gian Antonio Stella, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/marzo/22/indietro_donne_seggi_non_bastano_co_0_01032211460.shtml Indietro donne (se i seggi non bastano)]'', ''Corriere della Sera'', 22 marzo 2001.</ref> *La scuola serve a difenderci; difenderci perché nel mondo ci sono pericoli e minacce, e più si conosce più si hanno strumenti per capire, più ci si può difendere.<ref>Dal suo canale su [[Youtube]] (guarda [https://www.youtube.com/watch?v=0mTcSVKqrM8 qui]).</ref> *La sinistra ha paura di un personaggio scomodo come me, ma forse è solo ipocrisia laica. (dal suo sito ufficiale){{c|Fonte precisa?}} *Liberi culi in libero Stato!<ref>All'arrivo alla Camera del presidente dell'Arcigay [[Franco Grillini]].</ref><ref name=gianantoniostella>Citato in [[Gian Antonio Stella]], ''[http://www.corriere.it/politica/10_settembre_27/Sgarbi-si-difende-da-travaglio_a74e3db0-ca11-11df-9db5-00144f02aabe.shtml Sgarbi si difende da Travaglio. La disputa sul «pezzo di m...»]'', ''Corriere.it'', 27 settembre 2010.</ref> *Meridionale colto, lucano, evase con il sogno americano e con la passione per quella letteratura entro la quale era «immigrato» più di quanto non lo fosse a Roma. Dotto e brutto, [[Beniamino Placido]] era facile da prendere in giro per l'aspetto, per il vistoso naso, ma il suo pensiero era sottile, mai banale (come quando fece indispettire i suoi colleghi di sinistra dichiarando che l'Einaudi era stata faziosa e partigiana nella scelta dei titoli e nell’'indicazione di una linea culturale) e la sua prosa arguta, divertente anche quando era dissacrante (intendo non in astratto ma contro di me, suo amministrato, suo beniamino, anche se criticabile, criticabilissimo).<ref>Da ''[http://www.ilgiornale.it/news/addio-amato-nemico-stato-bello-litigare-critico-te.html Addio amato nemico È stato bello litigare con un critico come te]'', ''il Giornale.it'', 7 gennaio 2010.</ref> *{{NDR|A proposito della distruzione di antichi reperti archeologici da parte dell'[[ISIS]]}} Neppure il [[Nazismo]] si è spinto a tanto facendo violenza a testimonianze mute e inermi di civiltà. [...] La distruzione delle opere d'arte è puro e semplice crimine.<ref>Citato in Umberto De Giovannangeli, ''[http://www.huffingtonpost.it/2015/03/07/isis-nazisti-terzo-millennio-sgarbi-nemmeno-hitler-spinto-a-tanto_n_6822438.html Isis, i nazisti del Terzo millennio che distruggono le opere d'arte. Sgarbi: "Ma nemmeno Hitler si era spinto a tanto"]'', ''Huffington Post.it'', 7 marzo 2015.</ref> *Non c'è luogo al mondo in cui il dialogo tra civiltà cristiana e araba sia stato tanto profondo. A [[Palermo]] quel dialogo mille anni fa, ai tempi dei Normanni, c'era. Gli arabi hanno dato bellezza a Palermo, non morte. Perché oggi, mille anni dopo non è più possibile?<ref name=cristianiearabi/> *Onorevole [[Massimo D'Alema|D'Alema]], le darei volentieri il mio voto<ref>Al dibattito parlamentare alla nascita del governo D'Alema.</ref>; sono molto tentato di farlo, per aggiungere la mia corruzione alla vostra, aggiungere merda a merda.<ref name=gianantoniostella/> *Quando [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] mi faceva lavorare nelle sue televisioni guadagnavo due miliardi di lire l'anno, che peraltro spendevo tutti in opere d'arte. Ho sempre trasformato il denaro in spirito. E non venderei neanche un francobollo. Ma ora che in televisione non vado più, guadagno molto meno, per cui sono regolarmente in rosso.<ref>Citato in Armando Besio, ''[http://milano.repubblica.it/dettaglio/Sgarbi-vende-i-suoi-tesori-I-miei-conti-sono-in-rosso/1425738 Sgarbi vende i suoi tesori "I miei conti sono in rosso"]'', ''Repubblica.it'', 6 febbraio 2008.</ref> *Sono contrario alla paternità. Quella del padre non è una categoria a cui ritengo di dover appartenere. Ciò detto sono anche contrario all'[[aborto]]. Ci sono donne che hanno voluto figli da me, non io da loro perché non può esserci l'obbligo di diventare padre.<ref>Citato in Rapaël Zanotti, ''[http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200802articoli/6024girata.asp "Sgarbi mantenga la nostra bambina"]'', ''LaStampa.it'', 26 febbraio 2008.</ref> *{{NDR|Gli elettori veneti}} Sono dei deficienti. Egoisti. Stronzi. Destrorsi. Unti. Razzisti. Evasori. Hanno scelto la [[Lega Nord|Lega]]? Complimenti. Risultato: si ritrovano a essere governati dai meridionali democristiani e dai comunisti. [...] Voglio fare un'Antilega al Sud, incitando i meridionali a non comprare più prodotti veneti. Questi qui ormai coltivano il razzismo puro. Questa gente non è stupida. È peggio: ignorante e plebea. Il concetto di fondo è: questi elettori sono tutti delle teste di cazzo.<ref>Citato in Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ''La Casta''.</ref> {{NDR|dopo la mancata elezione in Veneto nel 1996}} *{{NDR|Parlando del ''[[Ritratto d'ignoto marinaio|Ritratto d'uomo]]'' di Antonello da Messina}} Tempo fa Crocetta e io ci siamo trovati a convenire sul fatto che questo dipinto, ostaggio di un museo che non è messo in condizione di funzionare, potesse essere un simbolo della grande arte italiana, con la stessa forza evocativa della [[Gioconda]]. Che potesse diventare emblema della Sicilia, con la sua furbizia, l'astuzia, e tutto ciò che si lega all'abilità, inclusa la stronzaggine [...] il dipinto porta con sé, oltre al volto piuttosto singolare del personaggio, un qualche sortilegio, un maleficio.<ref>Citato in Stefano Pitrelli, ''[http://www.huffingtonpost.it/2014/04/17/vittorio-sgarbi-ritratto-duomo-antonello-da-messina-meglio-giconda_n_5167385.html Vittorio Sgarbi: "Ritratto d'uomo di Antonello da Messina meglio della Gioconda: ha la stessa forza evocativa"]'', ''L'Huffington Post'', 20 aprile 2014.</ref> *{{NDR|Parlando dell'''[[Annunciata di Palermo]]'' e del ''[[Ritratto d'ignoto marinaio|Ritratto d'uomo]]'' di Antonello da Messina}} Un ritratto in cui c'è una potentissima vena siciliana: questo bellissimo dipinto potrebbe essere il simbolo assoluto dell'isola, insieme al ritratto del marinaio di Antonello custodito al Mandralisca di Cefalù, che è una Gioconda al maschile per quel sorriso ironico, beffardo.<ref name=cristianiearabi/> *Una città viva, [[Palermo]], ricca di capolavori che andrebbero valorizzati meglio in una esposizione permanente: per visitare Palermo non basta una vita, è infinita nei suoi segmenti architettonici ed artistici, è la capitale della bellezza. <ref name=pale/> *Venendo a [[Palermo]] e guardando il materiale fotografico dei tesori della città, ho capito questo: la [[convivenza]] non è impossibile. Forse non funziona il dialogo tra le religioni ma può esserci il dialogo tra culture.<ref name=cristianiearabi/> ===Dall'intervento alla Camera dei deputati, 6 giugno 2018=== [http://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=0012&tipo=stenografico Resoconto stenografico dell'Assemblea. Seduta n. 12 di mercoledì 6 giugno 2018] *[[Governo Conte|Questo]] è un Governo Salvini che ha avuto come Presidente che ha dato l'incarico il Presidente Berlusconi, che ha incaricato Salvini di fare un Governo e Salvini lo ha fatto: Salvini può essere detto un Bersani riuscito. Non avete consentito a Bersani di fare quello che invece Salvini è riuscito a farvi, riducendo l'onorevole Di Maio al prossimo Alfano [...]: ha un futuro straordinario! *E allora qualcuno un giorno dirà che questo è un Governo illegittimo e, proprio perché dove c'è disordine e ignoranza io prospero, darò la fiducia a questo Governo [...], una fiducia piena per vedere il vostro declino già nelle parole, nelle contraddizioni... *Voglio ricordare che da un dibattito democratico potevano nascere per Forza Italia suggestioni per votare Salvini alleato con loro oggi in tutte le amministrazioni comunali d'Italia in cui si vota. Lega e Forza Italia sono insieme in Italia e sono contro in Parlamento: qualcosa non funziona. Ricorderò allora che Jung diceva: il limite della Trinità è di non inglobare il diavolo facendo la quaternità. Inglobiamo i 5 Stelle e facciamoli morire. ==''Diario della capra 2019/2020''== *Da qualche parte nel mondo per ogni [[Uomo e donna|uomo]] esiste la donna ideale. Basta evitarla. *[[Dio]] è indimostrabile, non incredibile. *Il [[matrimonio]] è un crimine contro l'umanità. *Il vero [[politico]] onesto è il politico capace. *Io non ho complessi di superiorità. Io sono superiore senza complessi. *L'arte ci avvicina a Dio: la parola [[creazione]] vale sia per il creato che per l'opera dell'uomo. *L'arte contemporanea non esiste, tutta l'arte è contemporanea. *La vera questione morale è l'ignoranza. *Nella [[formazione]] di un giovane niente è più dannoso di ciò che viene imposto. *Non vedo il pericolo [[fascista]]. Vedo il pericolo dei cretini. *Sdraiato è la miglior posizione, qualunque cosa tu faccia. ==Citazioni su Vittorio Sgarbi== *È un maleducato, forse tra i più maleducati d'Italia, ma non è un violento e se viene portato alla calma, ragiona.<ref>Citato in ''[http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/09/22/news/sgarbi_condannato_expo-148317157/?ref=HREC1-29 Sgarbi, condanna a 5 mesi per insulti a carabinieri Expo. L'avvocato: "E' tra i più maleducati d'Italia"]'', ''Repubblica.it'', 22 settembre 2016</ref> (Giampaolo Cicconi<ref>Legale di Vittorio Sgarbi nel procedimento penale a suo carico per il reato di resistenza a pubblico ufficiale avanti il Tribunale di Milano, IV Sezione penale.</ref>) *È un volgare calunniatore, che non disonora se stesso, ma anche il suo committente e padrone (tutti sappiamo chi è) che si serve di un simile scherano. ([[Indro Montanelli]]) *Il reclutamento di [[Giuliano Ferrara|Ferrara]] e (forse) Sgarbi nei palinsesti Rai è una buona notizia, perché aggiunge due voci non banali all’offerta televisiva. Chi non li sopporta (e sono in tanti) potrà rimediare con l’arma finale di ogni teleutente: cambiando canale. ([[Michele Serra]]) *Io vengo processato perché critico i potenti, tu perché li servi, cialtrone! ([[Piero Ricca]]) *''La bella e la bestia'' è solo una favola o già a quei tempi si conosceva la storia tra Sgarbi e [[Demetra Hampton]]? ([[Giobbe Covatta]]) *Parlo di [[José Mourinho|Mourinho]], che sta allo sport come Vittorio Sgarbi sta alla politica. ([[Marco Travaglio]]) *Peccato che è pazzo. Peccato, perché è un talento. È come una mela marcia. Ha una malattia che forse andava curata da piccolo. Forse è la madre la causa di tutto, la madre iperprotettiva. ([[Ida Di Benedetto]]) *Quando lo vedo in televisione mi sembra il figlio impazzito di [[Wanna Marchi]]. ([[Roberto Benigni]]) *Quando, tanti anni fa, gli diedi uno schiaffo, la gente mi fermava la strada per farmi i complimenti. ([[Roberto D'Agostino]]) *Siamo tutti Frankenstein. Tutti assemblati con pezzi diversi, riciclati. Guarda Sgarbi. Fino a ieri tutto Polo e salotti tv, oggi già dall'altra parte, con la Margherita in mano. Più Frankenstein di lui. ([[Elio (cantante)|Elio]]) *Ti manca una dote fondamentale – e lo hai dimostrato spesso nella tua vita politica – che è l'educazione, l'equilibrio. Non ti ha giovato molto non avere l'equilibrio, nella vita pubblica e nella vita politica. ([[Sandro Bondi]]) *Vorrei essere la musa di Vittorio, la dea della casa ma se devo dirlo più freddamente direi che sono la sua compagna, la convivente. [...] Per me il tradimento sessuale non è importante, sono ventidue anni che ripeto la stessa cosa. Gli uomini sono deboli, noi siamo più forti e possiamo sostenerlo questo tradimento. Su una cosa sono intransigente, sul tradimento dei sentimenti reciproci perché trovo riprovevole giocare sui sentimenti. Dire a una donna che la ami e non è vero, quello è un vero tradimento. Il sesso è vitalità, è gioco, c'è sempre la novità e Vittorio faccia pure e si diverta pure. ([[Sabrina Colle]]) ==Bibliografia== *Vittorio Sgarbi, ''Diario della capra 2019/2020'', Baldini+Castoldi, 2019. ISBN 8893882108. ==Note== <references/> ==Bibliografia== Vittorio Sgarbi, ''Davanti all'immagine'', RCS Rizzoli Libri, Milano, 1989. ISBN 88-17-53755-1 ==Voci correlate== *[[Elisabetta Sgarbi]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Sgarbi, Vittorio}} [[Categoria:Critici d'arte italiani]] [[Categoria:Opinionisti italiani]] [[Categoria:Personaggi televisivi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] gv0en1ud59myj80ifw2pvdzeffkqnb2 Modestia 0 7021 1351478 1320380 2024-11-12T07:30:29Z Mari-massu 80230 1351478 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Jan van der Straet - Vanity, Moderation (or Modesty) and Death.JPGg|thumb|upright=1.2|''Vanità, modestia e morte'' (G. Stradano, 1569)]] Citazioni sulla '''modestia'''. ==Citazioni== *Che è mai la modestia? un [[sentimento]] convenzionale, l'[[ipocrisia]] applicata all'auto-[[giudizio]]. ([[Carlo Maria Franzero]]) *Che qualcuno per il quale si prova Modestia, la provi lui stesso con dolcezza e chieda quanto è suo con tale grazia, è un adorabile rimprovero. ([[Emily Dickinson]]) *Ci si finge modesti per farsi ancor più adulare. ([[Roberto Gervaso]]) *Gratta la modestia del grande [[uomo]], e verrà fuori la [[vanità]] della sciantosa. ([[Libero Bovio]]) *Guardati dalle persone modeste: non immagini con quale commosso orgoglio coltivano le loro debolezze. ([[Arthur Schnitzler]]) *Io ignoro la modestia. È troppo modesta per essere presa in considerazione. ([[Andrea G. Pinketts]]) *Il sentimento della modestia si accompagna al sentimento della religione. ([[Papa Pio XII]]) *La falsa modestia è l'estremo raffinamento della vanità: [...] si tratta di menzogna. ([[Jean de La Bruyère]]) *La modestia, che sembra rifiutare le lodi, in realtà desidera soltanto riceverne di più raffinate. ([[François de La Rochefoucauld]]) *La modestia [...] è come un rossetto interno. ([[Théophile Gautier]]) *La modestia è considerata una virtù, ma io, per parte mia, dubito che, nelle sue espressioni estreme, essa meriti d'essere considerata tale. ([[Bertrand Russell]]) *La modestia è l'ornamento del bolscevico. ([[Stalin]]) *La modestia è la forma più insulsa dell'orgoglio. ([[Giovanni Papini]]) *La modestia è la prima regola che s'insegna nella scola d'amore. ([[Salvator Rosa]]) *La modestia è la vile riuscita di chi si annulla ma solo un pochino e proprio così si mette in risalto. ([[Manlio Sgalambro]]) *La modestia è proprio una virtù inventata principalmente per uso e consumo dei mariuoli, perocché esige che ciascuno parli di sé come se fosse un mariuolo: ciocché stabilisce un'eguaglianza di livello ammirabile e produce la stessa apparenza come se non vi fosse in generale che della canaglia. ([[Arthur Schopenhauer]]) *La modestia è sempre falsa, altrimenti non è tale. ([[Alan Bennett]]) *La modestia è un modo d'essere che ha la sua essenza nel non voler essere superiore agli altri e nel non dare loro disturbo. Il modesto non si pone mete troppo elevate, non entra in competizione, non pretende di avere grandi riconoscimenti. Non si mette in mostra, non opprime, non si vanta. Evita tutto ciò che ha a che fare con la superbia, la presunzione, la vanità. È misurato in ogni cosa, nel parlare, nel vestire, anche nelle emozioni. Non ha passioni violente. ([[Francesco Alberoni]]) *La modestia è una buona cosa, e una falsa modestia — perché la modestia è sempre falsa — è sempre ancora meglio di niente. ([[Theodor Fontane]]) *La modestia è una delle più amabili doti dell'uomo superiore: si osserva comunemente che essa cresce a misura della superiorità: e questa si spiega benissimo con le idee della religione. La superiorità non è altro che un grande avanzamento nella cognizione e nell'amore del vero: la prima rende l'uomo umile, e il secondo lo rende modesto. ([[Alessandro Manzoni]]) *La modestia si addice allo scienziato, ma non alle idee che sono in lui e che egli ''ha il dovere'' di difendere. ([[Jacques Monod]]) *La modestia sta al merito come le ombre stanno alle figure in un quadro: gli dà forza e risalto. ([[Jean de La Bruyère]]) *Ma ho anche un'altra qualità: sono privo di modestia! ([[Filippo Tommaso Marinetti]]) *Ma la vittoria della [[vanità]] non è la modestia, tanto meno l'[[umiltà]], è piuttosto il suo eccesso. ([[José Saramago]]) *Modestia: Falsa modestia? Ma la modestia è sempre falsa! ([[Pitigrilli]]) *Nelle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è ipocrisia. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Nessuno sa essere tanto modesto da non considerarsi migliore di quanto effettivamente sia. ([[Franz Fischer]]) *Niente inganna quanto l'apparenza della modestia. [...] Spesso non è che indifferenza per l'opinione altrui e qualche volta un modo indiretto di vantarsi. ([[Jane Austen]]) *Niente rende modesti, neppure la vista di un cadavere. ([[Emil Cioran]]) *Non sono fra coloro che considerano la modestia una virtù. Per un uomo dotato di logica, tutte le cose andrebbero viste esattamente come sono, e sottovalutare se stessi significa allontanarsi dalla verità almeno quanto sopravvalutare le proprie doti. ([[Sherlock Holmes]], [[Arthur Conan Doyle]]) *''Ostentare la modestia è una cosa da superbi.'' ([[Caparezza]]) *Per un occhio che guardi un po' in fondo alle cose, la modestia non è che una forma, anche più visibile, della vanità. ([[Jules Renard]]) *Quando si è grandi come lo sono io, è difficile essere modesti. ([[Muhammad Ali]]) *Quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto sieno lontani dal conseguirla. ([[Giacomo Leopardi]]) *Tutti i grandi sono modesti. ([[Gotthold Ephraim Lessing]]) *Una cosa più spiacevole dell'arrivismo è l'esibizione della modestia. ([[Jules Renard]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Chi siede in basso, siede bene. *Fra Modesto non fu mai priore. *La fortuna del savio ha per figliola la modestia. *La modestia è il dattero che matura raramente sull'albero della ricchezza. *La modestia è madre d'ogni creanza. *Troppa modestia è orgoglio mascherato. ==Voci correlate== *[[Umiltà]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Virtù]] aqvefmst09jxf3whpzxe3nczdb55w9u 1351479 1351478 2024-11-12T07:30:53Z Mari-massu 80230 1351479 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Jan van der Straet - Vanity, Moderation (or Modesty) and Death.JPG|thumb|upright=1.2|''Vanità, modestia e morte'' (G. Stradano, 1569)]] Citazioni sulla '''modestia'''. ==Citazioni== *Che è mai la modestia? un [[sentimento]] convenzionale, l'[[ipocrisia]] applicata all'auto-[[giudizio]]. ([[Carlo Maria Franzero]]) *Che qualcuno per il quale si prova Modestia, la provi lui stesso con dolcezza e chieda quanto è suo con tale grazia, è un adorabile rimprovero. ([[Emily Dickinson]]) *Ci si finge modesti per farsi ancor più adulare. ([[Roberto Gervaso]]) *Gratta la modestia del grande [[uomo]], e verrà fuori la [[vanità]] della sciantosa. ([[Libero Bovio]]) *Guardati dalle persone modeste: non immagini con quale commosso orgoglio coltivano le loro debolezze. ([[Arthur Schnitzler]]) *Io ignoro la modestia. È troppo modesta per essere presa in considerazione. ([[Andrea G. Pinketts]]) *Il sentimento della modestia si accompagna al sentimento della religione. ([[Papa Pio XII]]) *La falsa modestia è l'estremo raffinamento della vanità: [...] si tratta di menzogna. ([[Jean de La Bruyère]]) *La modestia, che sembra rifiutare le lodi, in realtà desidera soltanto riceverne di più raffinate. ([[François de La Rochefoucauld]]) *La modestia [...] è come un rossetto interno. ([[Théophile Gautier]]) *La modestia è considerata una virtù, ma io, per parte mia, dubito che, nelle sue espressioni estreme, essa meriti d'essere considerata tale. ([[Bertrand Russell]]) *La modestia è l'ornamento del bolscevico. ([[Stalin]]) *La modestia è la forma più insulsa dell'orgoglio. ([[Giovanni Papini]]) *La modestia è la prima regola che s'insegna nella scola d'amore. ([[Salvator Rosa]]) *La modestia è la vile riuscita di chi si annulla ma solo un pochino e proprio così si mette in risalto. ([[Manlio Sgalambro]]) *La modestia è proprio una virtù inventata principalmente per uso e consumo dei mariuoli, perocché esige che ciascuno parli di sé come se fosse un mariuolo: ciocché stabilisce un'eguaglianza di livello ammirabile e produce la stessa apparenza come se non vi fosse in generale che della canaglia. ([[Arthur Schopenhauer]]) *La modestia è sempre falsa, altrimenti non è tale. ([[Alan Bennett]]) *La modestia è un modo d'essere che ha la sua essenza nel non voler essere superiore agli altri e nel non dare loro disturbo. Il modesto non si pone mete troppo elevate, non entra in competizione, non pretende di avere grandi riconoscimenti. Non si mette in mostra, non opprime, non si vanta. Evita tutto ciò che ha a che fare con la superbia, la presunzione, la vanità. È misurato in ogni cosa, nel parlare, nel vestire, anche nelle emozioni. Non ha passioni violente. ([[Francesco Alberoni]]) *La modestia è una buona cosa, e una falsa modestia — perché la modestia è sempre falsa — è sempre ancora meglio di niente. ([[Theodor Fontane]]) *La modestia è una delle più amabili doti dell'uomo superiore: si osserva comunemente che essa cresce a misura della superiorità: e questa si spiega benissimo con le idee della religione. La superiorità non è altro che un grande avanzamento nella cognizione e nell'amore del vero: la prima rende l'uomo umile, e il secondo lo rende modesto. ([[Alessandro Manzoni]]) *La modestia si addice allo scienziato, ma non alle idee che sono in lui e che egli ''ha il dovere'' di difendere. ([[Jacques Monod]]) *La modestia sta al merito come le ombre stanno alle figure in un quadro: gli dà forza e risalto. ([[Jean de La Bruyère]]) *Ma ho anche un'altra qualità: sono privo di modestia! ([[Filippo Tommaso Marinetti]]) *Ma la vittoria della [[vanità]] non è la modestia, tanto meno l'[[umiltà]], è piuttosto il suo eccesso. ([[José Saramago]]) *Modestia: Falsa modestia? Ma la modestia è sempre falsa! ([[Pitigrilli]]) *Nelle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è ipocrisia. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Nessuno sa essere tanto modesto da non considerarsi migliore di quanto effettivamente sia. ([[Franz Fischer]]) *Niente inganna quanto l'apparenza della modestia. [...] Spesso non è che indifferenza per l'opinione altrui e qualche volta un modo indiretto di vantarsi. ([[Jane Austen]]) *Niente rende modesti, neppure la vista di un cadavere. ([[Emil Cioran]]) *Non sono fra coloro che considerano la modestia una virtù. Per un uomo dotato di logica, tutte le cose andrebbero viste esattamente come sono, e sottovalutare se stessi significa allontanarsi dalla verità almeno quanto sopravvalutare le proprie doti. ([[Sherlock Holmes]], [[Arthur Conan Doyle]]) *''Ostentare la modestia è una cosa da superbi.'' ([[Caparezza]]) *Per un occhio che guardi un po' in fondo alle cose, la modestia non è che una forma, anche più visibile, della vanità. ([[Jules Renard]]) *Quando si è grandi come lo sono io, è difficile essere modesti. ([[Muhammad Ali]]) *Quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto sieno lontani dal conseguirla. ([[Giacomo Leopardi]]) *Tutti i grandi sono modesti. ([[Gotthold Ephraim Lessing]]) *Una cosa più spiacevole dell'arrivismo è l'esibizione della modestia. ([[Jules Renard]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Chi siede in basso, siede bene. *Fra Modesto non fu mai priore. *La fortuna del savio ha per figliola la modestia. *La modestia è il dattero che matura raramente sull'albero della ricchezza. *La modestia è madre d'ogni creanza. *Troppa modestia è orgoglio mascherato. ==Voci correlate== *[[Umiltà]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Virtù]] pi9u8hxwk7jay85qw1cryd7fg5lyfg1 Benito Mussolini 0 8282 1351347 1345916 2024-11-11T16:08:13Z Darkcloud2222 10646 /* Citazioni di Benito Mussolini */ 1351347 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua||[[Mussolini (disambigua)]]|Mussolini}} [[Immagine:Benito Mussolini (primo piano).jpg|miniatura|Benito Mussolini]] '''Benito Amilcare Andrea Mussolini''' (1883 – 1945), politico, dittatore e giornalista italiano. ==Citazioni di Benito Mussolini== *[...] ad impiccare questa ribelle genia d'Italia, ci vuole corda assai. Non ne ha abbastanza il boia. [[Franz Conrad von Hötzendorf|Conrad]]<ref>Franz Conrad von Hötzendorf, feldmaresciallo austriaco, capo di Stato Maggiore dell'esercito austroungarico nella prima guerra mondiale.</ref> non ha avuto abbastanza uomini e cannoni per costringerci alla resa. Ci credevano ancora percossi, piegati nella rovina triste di Caporetto e ci hanno trovati in piedi, pronti a tutti i sacrifici. (da ''Dall'intervento al fascismo'', Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1934, [https://archive.org/details/DallInterventoAlFascismo/page/n173 p. 336]) *Amate il [[pane]], cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio. (da un articolo scritto in occasione delle Giornate del pane (14-15 aprile 1928), pubblicato su ''Il Popolo d'Italia'', n. 73, 25 marzo 1928, p. 15; ora in ''Opera omnia'', vol. 23) *{{NDR|Su [[Joachim von Ribbentrop]]}} Basta guardargli la testa per capire che ha un piccolo cervello. (citato in [[Galeazzo Ciano]], ''Diario, 1937-1938'', Cappelli, 1948) *Chi non è pronto a morire per la sua [[fede]] non è degno di professarla. (da ''Scritti e discorsi'', vol. VII, p. 225) *Chi vuol governare, deve imparare a dir: no. (citato in Margherita Sarfatti, ''Dux'', Mondadori, 1926) *Con le nostre macchine, come, soprattutto, col nostro popolo e con la nostra fede, andremo sicuramente verso la [[vittoria]]. (da ''Opera omnia'', vol. 29, p. 298) *Comunichi al senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori per gli operai. Gli dica che l'operaio che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo fascista. Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita a un'altra macchina. (telegramma datato 16 luglio 1937, indirizzato al prefetto di Torino, in ''Opera Omnia'', vol XLII, pp. 189-190) *[[Emilio De Bono|De Bono]] è un vecchio cretino: non a causa degli anni, che possono rispettare l'ingegno se c'è stato, ma perché è sempre stato cretino ed ora è anche invecchiato. (citato in [[Galeazzo Ciano]], ''Diario, 1937-1938'', Cappelli, 1948) *Di fronte a una [[Razzismo|razza]] inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini d'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.<ref>Citato in Luigi Salvatorelli e Giovanni Mira, ''Storia d'Italia nel periodo fascista'', Giulio Einaudi, Torino, 1964, p. 161.</ref> *{{NDR|Dopo aver parlato con [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], nel 1931}} È un santone, un genio, che, cosa rara, usa la bontà come arma.<ref>Citato in ''Storia del fascismo'', diretta da [[Enzo Biagi]], ed. Sadea, Firenze, 6 agosto 1964, fascicolo n. 23<!--non vidi-->; citato in [[Aldo Capitini]], ''La compresenza dei morti e dei viventi'', Il Saggiatore, Milano, 1966, p. 139.</ref> *{{NDR|Su [[Filippo Corridoni]]}} Egli era un nomade della vita, un pellegrino che portava nella sua bisaccia poco pane e moltissimi sogni e camminava così, nella sua tempestosa giovinezza, combattendo e prodigandosi, senza chiedere nulla. Leviamoci un momento dalle bassure della vita parlamentare; allontaniamoci da questo spettacolo mediocre e sconfortante; andiamo altrove col nostro pensiero che non dimentica; portiamo altrove il nostro cuore, le nostre angosce segrete, le nostre speranze superbe, e inchiniamoci sulla pietra che, nella desolazione dell'Altipiano di Trieste, segnò il luogo dove Filippo Corridoni cadde in un tumulto e in una rievocazione di vittoria.<ref>Il "Il Popolo d'Italia", 23 ottobre [[1917]], ora, in Andrea Benzi, a cura di ''…Come per andare più avanti ancora – Filippo Corridoni, gli scritti'', SEB, Milano, 2001</ref> *Era necessario farci strada con la violenza, con il sacrificio, con il sangue; era necessario stabilire un ordine e una disciplina voluti dalle masse, ma impossibili da ottenere con una propaganda all'acqua di rose, con parole, parole e ancora parole e con ingannevoli battaglie parlamentari e giornalistiche. (da ''La mia vita'', 1983, p. 101) *Fate che le glorie del [[passato]] siano superate dalle glorie dell'avvenire. (da ''Scritti e discorsi'', vol VII, p. 256) *Governare gli [[italiani]] non è difficile, è inutile.<ref>Si tratta di un aforisma presente in [[Giulio Andreotti]], ''Governare con la crisi'', Rizzoli, 1991, e [[Indro Montanelli]], ''La mia eredità sono io. Pagine da un secolo'', Rizzoli, 2008, desunto dalla pubblicazione di [[Emil Ludwig]], ''Colloqui con Mussolini'', Mondadori, 1932, in cui l'autore, durante la sua intervista con Mussolini, gli chiese: "Ma deve essere ben difficile governare gente così individualista ed anarchica come gli italiani!", a cui Mussolini rispose: "Difficile?" Ma per nulla. È semplicemente inutile!". La frase è stata attribuita anche a [[Giovanni Giolitti]].</ref> *{{NDR|Dopo il primo incontro con [[Adolf Hitler|Hitler]]}} [I tedeschi] sono sempre i barbari di Tacito e della Riforma, in perpetua lotta contro Roma. Non ho alcuna fiducia in loro.<ref>Citato in ''[https://lanostrastoria.corriere.it/2021/05/06/lincontro-di-stra-del-1934-quando-mussolini-studio-hitler/ L'incontro di Stra del 1934: quando Mussolini studiò Hitler]'', ''lanostrastoria.corriere.it'', 6 maggio 2021.</ref> *I vecchi governi hanno inventato, allo scopo di non risolverla mai, la [[questione meridionale]]. Non esistono questioni settentrionali o meridionali. Esistono questioni nazionali. (da un discorso del 31 marzo 1939; citato in Indro Montanelli e Mario Cervi, ''L'Italia dell'Asse'', Milano, Rizzoli, 1980) *{{NDR|Parlando con Galeazzo Ciano}} Forse ti parrà mefistofelico quanto ti esporrò, ma conviene far così. Il [[Cesare Maria De Vecchi|De Vecchi]] ha sempre creato una massa di guai dovunque io lo abbia messo. Non ha mai saputo far niente. Ora a Rodi, va malissimo. Ma non importa. Anzi, bisogna incoraggiarlo perché vada sempre peggio. Dargli la sensazione di approvare il suo operato, insaponargli la via e attendere che prenda uno scivolone così grosso, così definitivo da sentirsi liquidato ancor prima che davanti agli altri, davanti a sé stesso. E allora, me lo sarò levato dai piedi per sempre. (citato in Galeazzo Ciano, ''Diario 1937-1943'', liberliber.it, prima edizione elettronica del 13 gennaio 2015, [https://archive.org/details/tntvillage_434812/page/n301 10 ottobre 1938, pp. 302-303]) *Il fascismo è un metodo, non un fine; se volete è una autocrazia sulla via della democrazia.<ref>Da ''Dall'attentato Zaniboni al discorso dell'ascensione (5 novembre 1925-26 maggio 1927)'', La Fenice, 1957, p. 287.</ref> *Il fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto. Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del ''Resto del Carlino'', non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro. (da ''Dopo due anni'', ''Il Popolo d'Italia'', 23 marzo 1921) *Il fascismo femminile che porta bravamente la gloriosa camicia nera e si raccoglie intorno ai nostri gagliardetti, è destinato a scrivere una storia splendida, a lasciare tracce memorabili, a dare un contributo sempre più profondo di passioni e di opere al fascismo italiano. (da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 109) *Il fascismo non fece una rivoluzione: c'era una monarchia prima e una monarchia rimase. Se la Camera appariva un'emanazione del partito, il Senato sottolineava il suo lealismo monarchico per la sua nomina regia e la sua stessa composizione. Il numero dei generali, degli ammiragli, dei senatori per censo, era sempre imponente, una forza materiale e una riserva dello Stato in favore della monarchia. Tutta l'aristocrazia italiana, prima la bianca, poi dopo la Conciliazione anche la nera, costituiva un'altra forza monarchica. Definita la Questione Romana, la curia e il clero entrarono nell'orbita regia. La grossa borghesia industriale, agraria, bancaria, pur non esponendosi in prima linea, marciava anch'essa sotto le insegne regie. (citato in [[Paolo Pavolini]], ''1943, la caduta del fascismo'') *Il [[lavoratore]] che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di [[eroismo]]. (dall'intervista di Ivanoe Fossani, ''Soliloquio in «libertà» all'isola Trimellone'', Isola del Trimelone, 20 marzo 1945, da ''Opera omnia'', vol. 32) *Il Mondo, me scomparso, avrà bisogno ancora dell'Idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la più mediterranea ed europea delle idee. (da ''Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945'', a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972) *Il "[[oltreuomo|superuomo]]" ecco la grande creazione Nietzschiana. Qual impulso segreto, quale interna rivolta hanno suggerito al solitario professore di lingue antiche dell'università di Basilea questa superba nozione? Forse il ''taedium vitae''... della nostra vita. Della vita quale si svolge nelle odierne società civili dove l'irrimediabile mediocrità trionfa a danno della pianta-uomo. E [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] suona la diana di un prossimo ritorno all'ideale. Ma a un ideale diverso fondamentalmente da quelli in cui hanno creduto le generazioni passate. Per comprenderlo, verrà una nuova specie di "liberi spiriti" fortificati nella guerra, nella solitudine, nel grande pericolo, spiriti che conosceranno il vento, i ghiacci, le nevi delle alte montagne e sapranno misurare con occhio sereno tutta la profondità degli abissi. (da ''La filosofia della forza'', ''Il pensiero romagnolo'', 1908; in ''Scritti politici'', a cura di Enzo Santarelli, Feltrinelli, 1979) *Il [[Città del Vaticano|Vaticano]] odierno è identico al Vaticano del secolo XVI. È il covo dell'intolleranza e di una banda di rapinatori. (da ''L'Avvenire del Lavoratore'', 22 luglio 1909; in ''Opera omnia'', vol. 2) *I leoni di Traù sono stati distrutti; ma ecco che, distrutti, sono, come non mai, divenuti simbolo vivo e testimonianza certa. Solo uomini arretrati ed incolti possono illudersi che, demolendo le pietre, si cancelli la [[storia]]. (da ''La Dalmazia nella storia d'Italia'', Ed. Hoepli) *Improntare il [[giornale]] a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche e deprimenti. (da ''Magazine'', 4 giugno 2009) *I neutrali non hanno mai dominato gli avvenimenti. Li hanno sempre subiti. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 24) *I nostri generali, anche i migliori, sono rimasti all'800. Credono ancora che vincere una guerra sia una questione di mezzi. Ignorano l'elemento psicologico e gli effetti di quella super-arma che si chiama fede. I [[carro armato|carri armati]] sono pezzi d'acciaio. Ma la [[storia]] non si fa con l'acciaio. Si fa con lo spirito. (1939: citato in Gian Carlo Fusco, ''Guerra d'Albania'', Sellerio, 2001, p. 19) *Io ho del socialismo una nozione barbarica. Io lo immagino come il più grande atto di negazione e di distruzione che la storia registri. Io penso ad un socialismo che non "distingue", che non "patteggia" che non si "mortifica". (da ''Lotta di classe'', 1910. Citato in Paolo Alatri, ''Mussolini'', Tascabili economici Newton, Roma, 1995, p. 18) *Io mi vanto soprattutto di essere un rurale. (da ''Opera omnia'', vol. 29) *Io sono l'uomo più disobbedito della storia.<ref>Citato in [[Denis Mack Smith]], ''Storia d'Italia dal 1861 al 1997'', volume I (''Modern Italy. A Political History'', 1997), traduzione di Alberto Acquarono, Giovanni Ferrara Degli Uberti e Michele Sampaolo, Laterza, Bari, 1997, p. 469.</ref> *L'Italia non può rimanere neutrale per tutta la durata della guerra, senza dimissionare dal suo ruolo, senza squalificarsi, senza ridursi al livello di una [[Svizzera]], moltiplicata per dieci. Il problema non è quindi di sapere se l'Italia entrerà in guerra; si tratta di sapere quando e come; si tratta di ritardare il più a lungo possibile, compatibilmente con l'onore e la dignità, la nostra entrata in guerra.<ref>Citato in Ennio Di Nolfo, ''Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri'', Editori Laterza, Roma, 2008, p. 351. ISBN 978-88-420-8734-2</ref> *La [[cinema]]tografia è l'arma più forte.<ref>Tale motto, a firma di Mussolini, fu posto su di una parete nel cantiere degli studi di Cinecittà a Roma, in occasione della posa della prima pietra, il 26 gennaio 1936. In Amedeo Benedetti, ''Gli archivi delle immagini'', Erga, è descritto come «una scritta cubitale in caratteri moderni, seguiti dalla firma in facsimile»; si veda l'[http://eco86.altervista.org/_altervista_ht/cinema/duce.jpg immagine] della parete e l'[http://www.terramedia.co.uk/Chronomedia/years/Mussolini_opening_Cinecitta.jpg immagine] della posa della pietra, nella quale, sullo sfondo, si può intravedere parte della scritta e della firma.</ref> *La [[democrazia]] ha tolto lo «stile» alla vita del popolo. Il fascismo riporta lo «stile» nella vita del popolo: cioè una linea di condotta; cioè il colore, la forza, il pittoresco, l'inaspettato, il mistico; insomma, tutto quello che conta nell'animo delle moltitudini. (da ''I discorsi della rivoluzione'', Casa editrice del Partito Nazionale Fascista, Imperia, 1923) *La [[disciplina]] deve cominciare dall'alto, se si vuole che sia rispettata in basso. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 35) *La geniale [[invenzione]] nasce quasi sempre nel cervello dell'uomo isolato, ma solo l'opera tenace di pazienti ricercatori, con mezzi larghi ed adatti, può efficacemente svilupparla ed utilizzarla. (da ''Opera omnia'', vol. 23) *La Germania si compone di diverse razze, più o meno felicemente miscelate fra loro come ognuno può constatare girando in Germania. Vedremo se il nazismo riuscirà a trarne un «armento» di sangue puro. Nella migliore delle ipotesi, secondo i calcoli degli esperti nella materia, occorrono sei secoli, fra matrimoni razziali e non meno razziali castrature. (da ''Opera omnia'', vol. 26, p. 310) *La [[guerra]] si accetta in blocco o si respinge in blocco. Se questo processo deve essere eseguito, saremo noi che lo faremo e non gli altri. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 372) *La [[Basilicata|Lucania]] ha un primato che la mette alla testa di tutte le regioni italiane: il primato della fecondità, la quale è la giustificazione demografica e quindi storica dell'impero. (da ''Opera omnia'', vol. 28) *Le persone intelligenti hanno meno amici e se l'invidia richiama l'astio altrui, non importa, molti nemici molto onore. (da "Scritti e discorsi", vol. II, p. 142) *Libertà di pensiero, di parola e di stampa? Sì, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente stabiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi, sopra tutto la morale deve avere i suoi diritti. (da ''Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945'', a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972) *Libro e moschetto, fascista perfetto!<ref>Motto ideato nel 1927 in occasione dell'inaugurazione della Libreria del Littorio a Roma (Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'' Hoepli); attribuita anche a [[Leo Longanesi]].</ref> *Mentre in tante parti del mondo tuona il cannone, farsi delle illusioni è follia, non [[Preparazione|prepararsi]] è delitto. Noi non ci illudiamo e ci prepariamo. (da ''Opera omnia'', vol. 29) *{{NDR|Telegramma inviato ad [[Adolf Hitler]] successivo all'annessione dell'[[Austria]]}} Mio atteggiamento è determinato dall'amicizia tra i nostri due Paesi consacrata nell'Asse.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1129_01_1938_0063_0001_16721757/ Il Duce a Hitler]'', ''La Stampa'', 14 marzo 1938.</ref> *Molto spesso il [[Trento|Trentino]] impiega il suo dialetto, anche conversando con «regnicoli» che parlano italiano. Alcuni difetti di pronuncia ci spiegano questa specie di boicottaggio dell'italiano. Il Trentino pronuncia la ''u'', come i lombardi e i francesi, la ''s'' strisciante, aspra; le doppie, come può. ''Ferro'' diventa ''fero'' e ''querela'' aggiunge una ''l''. Non insisto, per non sembrare pedante. Del resto nessuna regione d'Italia può vantarsi di parlare l'italiano vero: neppure i toscani, specie i fiorentini, colle loro aspiranti... teutoniche. L'italiano trentino si mantiene abbastanza puro data la vicinanza col confine linguistico.<ref>Da ''Il Trentino visto da un socialista'', con uno scritto di Franco Cardini, La Finestra , Trento, 2003, pp. 101-102. ISBN 88-88097-29-05</ref> *{{ndr|Il 25 aprile 1945}} Mussolini fa sapere al Comando del CVL e al CLNAI, tramite il cardinale Schuster, che è disposto ad incontrarsi con i suoi delegati per trattare la resa. Da tempo il cardinale manteneva i contatti con le due parti in lotta. [...] Mussolini chiede quali condizioni gli vengono fatte. Gli risponde Achille Marazza, dicendo che gli si può offrire soltanto la resa senza condizioni. Irritazione del "duce", il quale osserva di aver accettato il colloquio perché gli erano state offerte garanzie per lui, per la sua famiglia e per i fascisti. [...] Intervento aspro di [[Rodolfo Graziani|Graziani]] per chiarire che mai essi avrebbero firmato un accordo all'insaputa dei tedeschi. Cadorna, Marazza e il cardinale Schuster provarono allora, documenti alla mano, che già da tempo i tedeschi trattavano la resa all'insaputa dei fascisti. Esplosione indignata di Mussolini: "I tedeschi ci hanno sempre trattato come schiavi, vado a telefonare al viceconsole tedesco Wolff e gli dirò che i tedeschi ci hanno tradito e che noi riprendiamo la nostra libertà d'azione." [...] Mussolini esita, alla fine sollecitato a prendere una decisione, si alza, dice che va a parlare con Wolff e che alle 20 avrebbe fatto conoscere la sua risposta. Alle 21 quelli rimasti all'Arcivescovado vengono a sapere che Mussolini e Graziani avevano deciso di rompere le trattative ed erano partiti per ignota destinazione. ([[Pietro Secchia]]) *Mutevolissimo è lo spirito degli [[italiani]]. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone. [...] Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della [[borghesia]], si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei [[lavoro|lavoratori]]. [...] Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda e implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. [...] Devo dire per ragioni di giustizia che il [[Capitale (economia)|capitale]] italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora. (da ''Opera omnia'', vol. 32, pp. 170-171)<ref>Erroneamente, si indica spesso come fonte di questa citazione un falso testamento di Mussolini, a volte definito "politico", diffuso in rete e composto da brani riportati in un ordine totalmente arbitrario e con omissioni non segnalate; si noti, a titolo di esempio, come l'incipit di tale falso testamento si ritrovi a pagina 182 del 32esimo volume dell'''Opera omnia'', mentre la sua conclusione sia a pagina 181.</ref> *{{NDR|Alludendo alla diversabilità di [[Franklin Delano Roosevelt]]}} Nella storia non si è mai visto un popolo retto da un paralitico. Si sono avuti Re calvi, Re grossi, Re belli e magari stupidi, ma mai Re che per andare al gabinetto, al bagno o a tavola avessero bisogno d'essere retti da altri uomini. (28 maggio 1941, citato in G. Ciano, ''Diario 1937-1943'', Rizzoli, 1980, p. 517) *Niente c'è di definitivo nel mondo, ma le cose meno definitive di questo mondo sono le vittorie elettorali. (da ''Scritti e discorsi'', vol. II, p. 44) *{{NDR|Sul [[Germania|popolo tedesco]]}} Noi possiamo guardare con un sovrano disprezzo talune dottrine d'oltralpe, di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, in un tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio ed Augusto.<ref>Dal discorso di Bari, 6 settembre 1934. ([http://www.youtube.com/watch?v=j3ClvAk-0sw Link Youtube])</ref> *Non c'è dubbio che, dopo il Concordato del Laterano, non tutte le voci, che si sono levate nel campo cattolico, erano intonate. Taluni hanno cominciato a fare il processo al Risorgimento; altri ha trovato che la statua di [[Giordano Bruno]] a Roma è quasi offensiva. Bisogna che io dichiari che la statua di Giordano Bruno, malinconica come il destino di questo frate, resterà dov'è? È vero che, quando fu collocata in Campo di Fiori, ci furono delle proteste violentissime; perfino Ruggero Bonghi era contrario e fu fischiato dagli studenti di Roma; ma, oramai, ho l'impressione che parrebbe di incrudelire contro questo filosofo, che, se errò e persisté nell'errore, pagò. Naturalmente, non è nemmeno il caso di pensare che il monumento a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] sul Gianicolo possa avere una ubicazione diversa.<ref>Dal discorso alla Camera, 13 maggio 1929, citato in Corrado Marvasi, ''I disaccordi nei rapporti personali fra coniugi nel diritto vivente'', Maggioli editore, 2011.</ref> *Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani. (21 settembre 1938; da ''Opera omnia'', vol. 29, p. 156) *O il governo accetta questa necessità, o il proletariato saprà imporgliela con tutti i mezzi: è giunta l'ora delle grandi responsabilità. Il proletariato italiano permetterà dunque che lo si conduca al macello ancora una volta ? Noi non lo pensiamo, ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo, mobilitare le nostre forze: sorga dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai comuni, dalle province dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, dalle moltitudini profonde del proletariato, un solo grido e sia ripetuto per le piazze e le strade d'Italia: abbasso la [[prima guerra mondiale|guerra]]. E venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d'ordine: non un uomo, non un soldo per la guerra a qualunque costo. (da ''Abbasso la guerra'', ''Avanti!'', 1914<ref>All'inizio della prima guerra mondiale; citato in Luciano Canfora, ''1914'', Sellerio editore, 2006, p. 139.</ref>) *Quando mancasse il [[consenso]], c'è la [[forza]]. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli. (7 marzo 1923, da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 82) *Quella che chiamiamo «vita» non è che un quasi impercettibile «punto» fra due eternità, quella di prima e quella di dopo. — Confortante pensiero. (da ''Pensieri pontini e sardi'' n.º 4; citato ne ''La domenica di Repubblica'', 22 luglio 2007, p. 36) *{{NDR|[[Franklin D. Roosevelt]]}} Quella sinistra figura. (citato in Piero Baroni, ''8 settembre 1943: il tradimento!'', p. 44) *{{NDR|Sul [[nazismo]]}} Razzismo al cento per cento. Contro tutto e contro tutti: ieri contro la civiltà cristiana, oggi contro la civiltà latina; domani, chissà, contro la civiltà di tutto il mondo! (da ''Teutonica'', ''Il Popolo d'Italia'', 26 maggio 1934) *Regimi [[democrazia|democratici]] possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi, tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno. (da ''La dottrina del fascismo'', con Luigi Contu, Hoepli, 1936) *{{NDR|Telegramma al prefetto di Torino riferendosi a [[Piero Gobetti]]}} Rendere nuovamente difficile vita questo insulso oppositore governo e fascismo.<ref>Citato in Bruno Quaranta, ''[https://www.repubblica.it/cultura/2021/06/19/news/piero_gobetti_un_intellettuale_di_penna_e_spada-306667075/?ref=RHTP-VS-I287621970-P13-S4-L Piero Gobetti. Un intellettuale di penna e spada]'', ''Repubblica.it'', 18 giugno 2021.</ref> *Ripetiamo che la parola fascista comprende anche gli Arditi e i Volontari di guerra, poiché le tre associazioni sono distinte nella forma, ma fuse e confuse nella sostanza: si tratta di tre corpi e di un'anima sola. Ora, il blocco fascista [...] potrà anche chiamarsi il blocco delle «teste di ferro». (da ''Scritti e discorsi'', vol. II, p. 39) *Sarei grandemente ingenuo se chiedessi di essere lasciato in pace dopo morto. Attorno alle tombe dei Capi di quelle grandi trasformazioni, che si chiamano rivoluzioni, non ci può essere pace; ma tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. Mentre il mio spirito, ormai liberato dalla materia, vivrà, dopo la piccola vita terrena, la vita immortale e universale di Dio. Non ho che un desiderio, quello di essere sepolto accanto ai miei nel cimitero di San Cassiano. (da ''Vita di Arnaldo'', a cura di Gian Guglielmo Rebora, Edizioni FPE, Milano, 1966) *Se Dio esiste, gli do due minuti per fulminarmi. (citato in [[Indro Montanelli]], ''Storia d'Italia'') *Se la [[libertà]] dev'essere l'attributo dell'uomo reale, e non di quell'astratto fantoccio a cui pensava il liberalismo individualistico, il Fascismo è per la libertà. È per la sola libertà che possa essere una cosa seria, la libertà dello Stato e dell'individuo nello Stato. (dalla voce "Fascismo" redatta per l'Enciclopedia Treccani, 1932<ref>Tale voce fu presumibilmente scritta con la collaborazione di [[Giovanni Gentile]]</ref>; da ''Scritti e discorsi'', vol. VIII, p. 71) *Se le [[operaio|masse lavoratrici]] rimangono in uno stato di miseria e di abbrutimento, non v'è grandezza di popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria. (da ''Discorso da ascoltare'', ''Il Popolo d'Italia'', 1° maggio 1919) *Secondo le norme elementari dell’economia, fra massa di beni reali e massa di beni simbolici, ci dovrebbe essere un rapporto di equilibrio. Quando aumentano i beni simbolici – carta valuta – e diminuiscono gli altri, si ha il fenomeno dell’inflazione cartacea, con relative conseguenze tangibili a chiunque. (''Il Popolo d'Italia'', 8 dicembre 1920)<ref>Citato in Federico Lordi, [https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/draghi-mario-euro-storia/ ''A chi conviene seppellire la storia?''], ''L'intellettuale dissidente'',11 maggio 2019.</ref> *Senza sforzo, senza sacrifìcio e senza sangue nulla si conquista nella storia. (da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 444) *So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori. (ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943; citato in ''Fascist Legacy'', documentario BBC sui crimini di guerra italiani, diretto da Ken Kyrby) *Solo dall'armonia costituita dai tre principi, capitale, tecnica, lavoro, vengono le sorgenti della [[fortuna]]. (da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 350) *{{NDR|Alla notizia dell'attacco dei bombardieri inglesi in Campania}} Sono lieto che Napoli abbia delle notti così severe. La razza diventerà più dura. La guerra farà dei napoletani un popolo nordico.<ref>Citato in [[Paolo Alatri]], ''[https://books.google.it/books?id=kUIcAAAAMAAJ Le origini del fascismo]'', Editori Riuniti, 1956, p. 349</ref> *{{NDR|Sul [[Trentino|Dialetto trentino]]}} Sono tuttavia visibili ancora le tracce di questa infiltrazione tedesca. Il vocativo frequentissimo ''toi'' o ''tei'' deve provenire dal tedesco ''du''. I residui del tedeschismo nel dialetto trentino vanno scomparendo e il dialetto stesso s'italianizza nelle sue parole e nelle sue costruzioni. Già trent'anni fa il Malfatti notava che le parole tedesche ''grobian'', ''fraila'', ''pinter'', ''tissler'' cadevano in disuso e cedevano il posto alle parole italiane ''vilan'', ''siorata'', ''botar'', ''marangon''. Questo processo eliminatore dei tedeschismi continua.<ref>Da ''Il Trentino visto da un socialista'', con uno scritto di Franco Cardini, La Finestra , Trento, 2003, p. 101. ISBN 88-88097-29-05</ref> *Tutte le leggi umane, non quelle divine, sono il risultato di uno sforzo di uomini. Altri uomini vengono, modificano, aboliscono, perfezionano. Non ci vuole nulla ad abolire. Distruggere è facile, ma ricostruire è difficile. (1924, da ''Scritti e discorsi'', vol. IV, p. 297-298) *{{NDR|[[Italo Balbo|Balbo]]}} Un bell'alpino, un grande aviatore, un autentico rivoluzionario. Il solo che sarebbe stato capace di uccidermi. (citato in [[Enzo Biagi]], ''Storia del fascismo'', Sadea-Della Volpe, 1964) *Un grande [[popolo]] è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940) *{{NDR|Gli [[Inghilterra|inglesi]]}} Un popolo che pensa col culo. (citato in [[Galeazzo Ciano]], ''Diario, 1937-1943'', Rizzoli, 1980, 14 settembre 1937) *Un'[[idea]] è al tramonto, quando non trova più nessuno capace di difenderla anche a prezzo della vita. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 257) *{{NDR|Gli [[Italia|italiani]]}} Un popolo di santi, di eroi e di navigatori.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Il dito nell'occhio. {{small|Interviste coi contemporanei}}'', Rusconi, Milano, 1977, p. 25.</ref> *{{NDR|Destituendo [[Guido Buffarini Guidi|Buffarini Guidi]] ministro degl'Interni il 21 febbraio 1945}} Un uomo che ha molti meriti ma è odiato da tutti, antifascisti e fascisti: è odiato persino più di me. (citato in [[Indro Montanelli e Mario Cervi]], ''L'Italia della guerra civile (8 settembre 1943 – 9 maggio 1946)'', Rizzoli, Milano, 2001, p. 271) *Vado verso il popolo e sono col popolo per comunione di intenti e di spirito. (da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 132) {{int|Intervista di [[Emil Ludwig]], 1932}} *A tavola noi ragazzi sedevamo in tre reparti. Io dovevo sempre sedere in fondo e mangiare coi più poveri. Potrei forse dimenticare le formiche nel pane della terza classe. Ma che noi bambini fossimo divisi in classi, mi brucia ancora nell'anima!<ref name=ludw/> *Chi marcia non si diminuisce [...] ma si moltiplica attraverso tutti quelli che marciano con lui.<ref name=ludw/> *Con la [[libertà di stampa]] i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale.<ref name=ludw/> *Gli uomini possono pregare Dio in molti modi. Si deve lasciare assolutamente a ciascuno il proprio modo. {{NDR|passo eliminato dalla censura}}<ref name=ludw/> *In ogni [[anarchia|anarchico]] sta dentro un dittatore fallito.<ref name=ludw/> *L'interesse del popolo è una cosa drammatica. In quanto io lo servo, moltiplico la mia vita.<ref name=ludw/> *La [[donna]] deve obbedire. [...] Essa è analitica, non sintetica. Ha forse mai fatto dell'architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna, non dico un tempio! Non lo può! Essa è estranea all'architettura, che è la sintesi di tutte le arti, e ciò è un simbolo del suo destino. La mia opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente essa non dev'essere una schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale, mi si deriderebbe. Nel nostro Stato essa non deve contare.<ref name=ludw>Citato in [[Emil Ludwig]], ''Colloqui con Mussolini'', traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.</ref> *La gente oggi non vuol governare; essa vuole esser governata, e avere la sua pace. Se fossero di più i grandi uomini di stato in Europa, ci sarebbero meno partiti.<ref name=ludw/> *La [[massa]] ama gli uomini forti. La massa è donna.<ref name="biagi88">Citato in [[Enzo Biagi]], ''Amori'', Rizzoli, Milano, 1988, p. 139. ISBN 88-17-85139-6</ref> *La massa per me non è altro che un [[gregge]] di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.<ref name=ludw/> *Non posso avere amici, non ne ho. Ma non ne sento la mancanza.<ref name=biagi88/> *Ogni [[rivoluzione|rivoluzionario]] a un certo momento diventa [[conservatorismo|conservatore]].<ref name=biagi88/> *Razza: questo è un sentimento, non una realtà. Il 95% è sentimento. [...] L'orgoglio nazionale non ha affatto bisogno dei deliri di razza.<ref name=ludw/> *So [...] ciò che si pubblica: che sono sorvegliato da mille poliziotti e che dormo ogni notte in un luogo diverso. Lo so. Ma io dormo ogni notte nella Villa Torlonia, e vado in auto e cavalco quando e dove mi piace. Se dovessi pensare alla mia sicurezza, mi sentirei umiliato.<ref name=ludw/> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0029_01_1936_0117_0001_16416095/ L'intervista del Matin]''|Da un'intervista del ''Matin'', riportato in ''La Stampa'', 16 maggio 1936.}} *Nessuno al mondo può dubitare che il [[Italia|Popolo italiano]] non sia volto verso una pace di cui ha bisogno per completare l'opera intrapresa. Esso vuole la pace e vuole lavorare per la pace. *Se si tentasse di carpirci i frutti di una vittoria pagata con tanti sacrifici ci si troverebbe in piedi pronti ad ogni resistenza. *Oggi l'[[Etiopia]] è irrevocabilmente, integralmente, unicamente italiana. *Irrevocabile, ripetetelo, ripetetelo ancora. Occorre che l'Europa intera intenda queste parole, questo grido di tutto un popolo che ha voluto il suo Impero e che saprà, se domani fosse necessario, difenderlo con tutto il suo coraggio e tutte le sue forze. ===Citazioni tratte dalle lettere=== ===Citazioni tratte dai discorsi=== *Bisogna che non appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su questa linea che i marinai chiamano del bagnasciuga. (Discorso del 24 giugno 1943 al Direttorio del Partito nazionale fascista) *Bisogna porsi delle [[meta|mète]] per avere il coraggio di raggiungerle. (Milano, 28 ottobre 1925; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 163) *Bisogna volere, fortemente volere!<ref>Questa prima frase non è originale, vedi [[Prospero Padoa]], ''Intorno ai governi rappresentativi'', 1859: "Bisogna durare ne' virili propositi, bisogna volere e fortemente volere, ed essere parati sempre e spiare e cogliere tutte le opportunità". Confronta anche [[Vittorio Alfieri]]: "Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli".</ref> Solo con questa potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo. Dobbiamo essere pronti a tutti i sacrifici. (Milano, 2 aprile 1923; da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 99) *Noi non daremo un solo minuto di tregua al partito socialista, sino a quando non la smetterà di parlare di comunismo, di dittatura, di Russia. Come si può disarmare dalla lotta contro un partito di vigliacchi e di mistificatori che, dopo tutto quel po' po' di roba riferita dai missionari italiani reduci dalla Russia, ha ancora la faccia tosta di invitare le masse a inneggiare al bolscevismo nella ricorrenza dell'anniversario del colpo di Stato di Lenin? Complessivamente sono state giustiziate a Mosca in un mese 1182 persone. E noi non dovremmo combattere - sino all'ultimo sangue - contro l'abietto partito che si propone di mascherare l'Italia alla moda di Lenin? Contro un partito che pratica, quando può, l'insurrezione, i mezzi blandi non contano: ci vogliono i nostri. È una dura, spietata, implacabile battaglia quella che abbiamo impegnato, buttando tutto nella posta in giuoco. (discorso tenuto il 6 novembre 1920)<ref>https://www.repubblica.it/cultura/2022/01/09/news/ezio_mauro_racconta_le_cronache_della_marcia_su_roma_gennaio_1922-333201810/</ref> *Camicie Nere della Rivoluzione, uomini e donne di tutta Italia! Una tappa del nostro cammino è raggiunta. Continuiamo a marciare nella pace per i còmpiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo col nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà. Viva l'Italia! (dal discorso tenuto il 5 maggio 1936) *Camminare, costruire e, se necessario, combattere e vincere! (Roma, Piazza Venezia, 28 ottobre 1932; dal discorso in occasione del decennale della [[Marcia su Roma]]) *Chi non è con noi è contro di noi. (Teatro Costanzi, Roma, 24 marzo 1924; da ''Scritti e discorsi'', vol. IV, p. 81) *D'altra parte è pacifico, oramai, che sul terreno della violenza le masse operaie saranno battute [...]. Le masse operaie sono naturalmente, oserei dire santamente, pacifondaie, perché rappresentano sempre le riserve statiche della società umana, mentre il rischio, il pericolo, il gusto dell'avventura sono stati sempre il compito, il privilegio delle piccole aristocrazie. E allora, o [[socialisti]], se voi convenite e ammettete e confessate che su questo terreno noi vi batteremo, allora dovete concludere che avete sbagliato strada. (dal primo discorso alla Camera, 21 giugno 1921) *Desidero rivolgere un elogio alla gente di Puglia perché è feconda e crede coi fatti nell'unico primato che veramente conta nella vicenda e nella lotta dei popoli: il primato dei figli, il primato della vita. (Lecce, 7 settembre 1934; da ''Opera omnia'', vol. 26) *Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia. (Discorso del 18 novembre 1940 dal balcone di Palazzo Venezia) *Dodici anni della mia vita di partito {{NDR|[[socialismo|socialista]]}} sono o dovrebbero essere una sufficiente garanzia della mia fede socialista. Il socialismo è qualche cosa che si radica nel sangue. Quello che mi divide ora da voi non è una piccola questione, è una grande questione che divide il socialismo tutto. (Teatro del popolo, Milano, 24 novembre 1914; da ''II Popolo d'Italia'', n. 11, 25 novembre 1914 – anche in ''Scritti e discorsi''<ref>Pronunciato al teatro del popolo di Milano, la sera del 24 novembre 1914, durante l'assemblea della sezione socialista milanese che decreta l'espulsione di Benito Mussolini dal partito socialista ufficiale.</ref>) *Dopo la [[Roma]] dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo. (18 aprile 1934; da ''Opera omnia'', vol. 26) *Durante i trenta secoli della sua storia, l'Italia ha vissuto molte ore memorabili, ma questa è certamente una delle più solenni.<br/>Annuncio al popolo italiano che la guerra è finita. Annuncio al popolo italiano e al mondo che la pace è ristabilita. (dal discorso tenuto il 5 maggio 1936) *È l'[[aratro]] che traccia il solco, ma è la [[spada]] che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori. (dal discorso per l'inaugurazione della Provincia di Littoria, 18 dicembre 1934; da ''Scritti e discorsi'', vol. IX, p. 154) *È questa un'altra giornata di decisioni solenni nella storia d'Italia e di memorabili eventi, destinati ad imprimere un nuovo corso nella storia dei continenti. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, Palazzo Venezia, Roma, 11 dicembre 1941; da ''Opera omnia'', vol. 30) *Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto [...]. Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa soggezione a delinquere! [...] Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell'Aventino. (dal discorso alla Camera, 3 gennaio 1925<ref>Citato in Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto, ''Il mondo contemporaneo. {{small|Dal 1848 a oggi}}'', Laterza, Roma, 2008, p. 332. ISBN 978-88-420-8741-0</ref>) *Fermarsi è male; fermarsi significa retrocedere. (Piazza De Ferrari, Genova, 24 maggio 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 342) *Il concetto di [[libertà]] non è assoluto perché nulla nella vita vi è di assoluto. La libertà non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista; non è un'uguaglianza; è un privilegio. Il concetto di libertà muta col passare del tempo. C'è una libertà in tempo di pace che non è più la libertà in tempo di guerra. C'è una libertà in tempo di ricchezza che non può essere concessa in tempo di miseria. (Teatro Costanzi, Roma, 24 marzo 1924; da ''La nuova politica dell'Italia: Volume 3'', Alpes, 1925, p. 31) *Il [[contadino]] deve rimanere fedele alla terra, dev'essere orgoglioso di essere contadino, fiero di lavorare il suo campo, né cercare altrove una vita più facile perché una vita più facile non esiste. (Sala Regia, Palazzo Venezia, Roma, 27 ottobre 1937, da ''Scritti e discorsi di Benito Mussolini dal novembre 1936 al maggio 1938'', Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1938) *Il fascismo stabilisce l'uguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla nazione. (Milano, 6 ottobre 1934; da ''Opera omnia'', vol. 26) *Il fascismo è tutto il popolo italiano. (Palazzo Municipale di Vercelli, 28 settembre 1925; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 136) *Il [[libro]] ha qualche volta il valore di una ambasciata. (dal discorso alla Società Italiana degli Autori, Roma, 1° agosto 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 375) *Il pittoresco ci ha fregati per tre secoli. (dal discorso al consiglio nazionale del PNF, 25 ottobre 1938; da ''Opera omnia'', vol. 29) *Il [[italiani|popolo italiano]] ha creato col suo sangue l'impero. Lo feconderà col suo [[lavoro]] e lo difenderà contro chiunque con le sue armi. (dal [[s:Italia - 9 maggio 1936, Discorso di proclamazione dell'Impero|discorso di proclamazione dell'impero]], 9 maggio 1936) *Il problema di scottante attualità è quello [[Razzismo|razziale]]. Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il problema razziale non è scoppiato all'improvviso, come pensano coloro i quali sono abituati ai bruschi risvegli, perché sono abituati ai lunghi sonni poltroni: è in relazione con la conquista dell'impero, poiché la storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi ma si tengono col prestigio. E per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze ma delle superiorità nettissime. (dal discorso a Trieste, 19 settembre 1938)<ref>Riportato su ''[https://www.archivioluce.com/2019/09/18/il-discorso-di-trieste/ Archivio Luce''.</ref> *Il solo pensiero di una famiglia [[povertà|senza il necessario]] per vivere, mi dà un'acuta sofferenza fisica. Io so, per averlo provato, che cosa vuol dire la casa deserta ed il desco nudo. (Torino, 23 ottobre 1932; citato in ''Scritti e discorsi'') *Io amo piuttosto di pensare a quello che faremo nel decennio prossimo. Del resto basta guardarsi attorno, per convincersi che il nostro consuntivo è semplicemente immenso. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, 17 ottobre 1932) *L'Europa sarà dominata dalla Germania. Gli stati vinti saranno vere e proprie colonie. Gli stati associati saranno province confederate. Tra queste la più importante è l'Italia. Bisogna accettare questo stato di cose perché ogni tentativo di reazione ci farebbe declassare dalla condizione di provincia confederata a quella ben peggiore di colonia. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *L'Italia fascista può, se sarà necessario, portare oltre il suo tricolore. Abbassarlo mai! (Parlamento, 5 febbraio 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 269) *L'Italia ha finalmente il suo impero. Impero fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano, perché questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane. Impero di pace, perché l'Italia vuole la pace per sé e per tutti e si decide alla guerra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero di civiltà e di umanità per tutte le popolazioni dell'Etiopia. Questo è nella tradizione di Roma, che, dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936) *La [[lotta]] è l'origine di tutte le cose perché la vita è tutta piena di contrasti. (Teatro Rossetti, Trieste, 20 settembre 1920; da ''Scritti e discorsi'', vol. II, 99) *La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: [[vincere]]! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo. (dall'[[s:Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra|annuncio della dichiarazione di guerra]], 10 giugno 1940) *La Sicilia è fascista fino al midollo. (Palermo, 20 agosto 1937; da ''Opera omnia'', vol. 28) *La [[stampa]] più libera del mondo intero è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione. (Palazzo Chigi, 10 ottobre 1928; da ''Scritti e discorsi'', vol. VI, 250-251) *La storia ci dice che la [[guerra]] è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna. (dal discorso al Parlamento, 26 maggio 1934; da ''Scritti e discorsi'', vol. IX, p. 98) *Là dove si è voluto esasperare ancora di più il [[capitalismo]], facendone un capitalismo di Stato, la miseria è semplicemente spaventosa. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, il 17 ottobre 1932, davanti a 25.000 adunati) *Lo schieramento è ormai completo. Da una parte Roma, Berlino, Tokio; dall'altra Londra, Washington, Mosca. Nemmeno il più lontano dubbio ci sfiora circa l'esito di questa immane battaglia: noi vinceremo. Vinceremo perché la storia dice che i popoli i quali rappresentano le idee del passato devono perdere dinnanzi ai popoli che rappresentano le idee dell'avvenire. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Nella nuova organizzazione io voglio sparire, perché voi dovete guarire del mio male e camminare da voi. (Teatro Augusteo, Roma, 7 novembre 1921; da ''Scritti e discorsi'', vol. II, p. 206) *Nessuno ha potuto fermarci.<ref>Come nota Massimo Cardillo in ''Il duce in moviola: politica e divismo nei cinegiornali e documentari'', Edizioni Dedalo, questa prima frase non è rintracciabile nelle registrazioni audio del discorso, mentre appare nelle trascrizioni successive.</ref> Nessuno ci fermerà. (Udine, 20 settembre 1938; da ''Opera omnia'', vol. 29) *Nessuno pensi di piegarci senza avere prima duramente combattuto. Un [[popolo]] geloso del suo onore non può usare linguaggio, né avere atteggiamento diverso! (dal discorso tenuto in occasione dell'adunata generale delle forze del Regime il 2 ottobre 1935) *Neve e freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento dell'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Noi marceremo con la Germania per dare all'Europa quella pace con giustizia che è nel desiderio profondo di tutti i popoli. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale del nuovo comune di [[Latina|Littoria]], consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino. Abbiamo, cioè, vinto la nostra prima battaglia.<br/>Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro, occorreva valicare le [[Alpi]] o traversare l'Oceano. Oggi la terra è qui, a mezz'ora soltanto da [[Roma]]. È qui che noi abbiamo conquistato una nuova provincia. È qui che abbiamo condotto e condurremo delle vere e proprie operazioni di [[guerra]]. È questa la guerra che noi preferiamo. Ma occorrerà che tutti ci lascino intenti al nostro lavoro. (dal discorso tenuto a [[Latina|Littoria]], dalla terrazza del Municipio, il 19 dicembre 1932) *Noi tireremo diritto. (Palazzo Venezia, Roma, 8 settembre 1935; da ''Scritti e discorsi'', vol. IX, 215) *Non è più permesso a nessuno di vivere su quello che fu fatto da altri prima di noi. Bisogna che noi creiamo. (Reggio Emilia, 30 ottobre 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 454) *Non possiamo dare la libertà a coloro che ne approfitterebbero per assassinarci. (Circolo rionale Sciesa, Milano, 4 ottobre 1922; da ''Scritti e discorsi'', vol. II, 333) *{{NDR|Sulla [[seconda guerra mondiale]]}} Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione. È la lotta dei [[popolo|popoli]] poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra. È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto. È la lotta tra due secoli e due idee. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940) *Ricordate che oggi non ci sarebbe la marcia su Mosca, marcia che sarà infallibilmente vittoriosa, se vent'anni prima non ci fosse stata la [[marcia su Roma]], se primi tra i primi non avessimo alzata la bandiera dell'antibolscevismo. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Rinunziare alla [[lotta]] significa rinunciare alla vita. (Palazzo Chigi, 20 dicembre 1923; da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 290) *Se è per fare onore alla vostra firma che il vostro governo ha dichiarato guerra alla Germania, voi {{NDR|Winston Churchill}} comprenderete che lo stesso senso d'onore e di rispetto agli impegni assunti col trattato italo-tedesco guidi oggi e domani la politica italiana di fronte a qualsiasi evento.<ref>Dalla lettera di risposta a quella del 16 maggio 1940 di [[Winston Churchill]], con la quale lo statista inglese, appena divenuto capo del governo in sostituzione di [[Neville Chamberlain]], invitava Mussolini a non schierarsi in guerra a fianco della Germania. Citato in Richard Lamb, ''Mussolini e gli inglesi'', Corbaccio, p. 409.</ref> *Se veramente, cosa che io escludo sin da oggi, si meditasse, veramente, di soffocare la vita del Popolo Italiano in quel mare che fu il mare di Roma, ebbene si sappia che il Popolo Italiano balzerebbe come un solo uomo in piedi pronto al combattimento con una decisione che avrebbe rari precedenti nella storia. (Milano, 1° novembre 1936; da ''Scritti e discorsi'', vol. X) *Temo più uno [[iettatura|iettatore]] di un antifascista.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Milano, Mondadori, 2006, p. 235. ISBN 88-04-54931-9</ref> *Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936) *Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. (dall'[[s:Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra|annuncio della dichiarazione di guerra]], 10 giugno 1940) *Venti milioni di italiani sono in questo momento raccolti nelle piazze di tutta Italia. È la più gigantesca dimostrazione che la storia del genere umano ricordi. (dall'annuncio radiofonico della dichiarazione di guerra all'Etiopia, 2 ottobre 1935) ===Attribuite=== *Che in Italia si faccia del razzismo e dell'antisemitismo è cosa tanto importante nella sua apparenza politica quanto priva di peso nella sua sostanza reale. La purità della razza in questo popolo sul quale sono passate tante invasioni e che ha assorbito tante genti dai quattro punti cardinali, e il pericolo semita in una Nazione come la nostra dove persino l'alta finanza, e persino se manovrata dagli ebrei, non può non diventare qualcosa di cattolico [...], sono evidentemente fandonie da lasciar scrivere a certi zelatori. Ma se le circostanze mi avessero portato a un asse Roma-Mosca anziché a un asse Roma-Berlino, avrei forse ammannito ai lavoratori italiani, intenti alla loro fatica con tanta alacrità e però con un distacco che i razzisti potrebbero chiamare mediterraneo, l'equivalente fandonia dell'etica stakanovista e della felicità in essa racchiusa. :Riferito da Edvige Mussolini, ''Mio fratello Benito'', La Fenice, Firenze, 1957, p. 175. *{{NDR|Su [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]]}} È come un dente cariato: non c'è che da estirparlo o coprirlo d'oro.<ref>Riferito da Dino Provenzal, ''Fascismo e dannunzianesimo'', in "L'Italia che scrive", 29 novembre 1945, p. 8.</ref> *Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo. :È in realtà il primo precetto di un decalogo di [[Giovanni Giuriati]], pubblicato su ''Gioventù fascista'' il 20 settembre 1931. *Il manifesto della razza poteva evitarsi. Si è trattato di una astruseria scientifica di alcuni docenti e giornalisti [...] C'è molta distanza da quanto io ho detto, scritto e firmato in materia. [...] Io ho sempre considerato il popolo italiano un mirabile prodotto di diverse fusioni etniche sulla base di una unitarietà geografica, economica e specialmente spirituale. È lo spirito che ha messo la nostra civiltà sulle strade del mondo. Uomini che avevano sangue diverso furono i portatori di un'unica splendida civiltà. Ecco perché io sono lontano dal mito di Rosenberg. Anche quella è una posizione da rettificare. :Riferito da Bruno Spampanato, ''Contromemoriale'', C.E.N., Roma, 1974, vol. III, p. 638 *Maestà, vi porto l'Italia di Vittorio Veneto. (30 ottobre 1922) :Secondo quanto riporta [[Antonio Spinosa]] in ''Mussolini: il fascino di un dittatore'', Mondadori, 1989, l'ossequio di Mussolini al re [[Vittorio Emanuele III]] non è mai stato pronunciato; Mussolini confidò al figlio che la frase era "un'invenzione storica a posteriori". [[Romano Bracalini]], in ''Il re vittorioso: la vita, il regno e l'esilio di Vittorio Emanuele III'', Feltrinelli, 1980, riporta la testimonianza di [[Rachele Guidi]], moglie di Mussolini: secondo la consorte, lui stesso ammetteva che la frase non era mai stata pronunciata, "è venuta fuori e gliel'hanno attribuita; gli era piaciuta e la lasciava correre". *Ringrazia ogni giorno devotamente Dio, perché ti ha fatto Italiano e Fascista. :Decimo precetto del decalogo di Giovanni Giuriati (v. sopra). *Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se muoio vendicatemi. :{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Questa frase è comunemente attribuita a Mussolini. Benito pronunciò realmente la citazione al termine di un discorso il 7 aprile 1926, all'insediamento del nuovo Direttorio fascista, citando «il vecchio combattitore». In realtà, la frase appartiene a [[Henri de la Rochejaquelein]] ed è stata pronunciata dopo la vittoria nella battaglia di Les Aubiers il 25 aprile 1793.<ref>Cfr. Antonello Capurso, Le frasi celebri nella storia d'Italia, Edizioni Mondadori, 2012, [http://books.google.it/books?id=yvQeJfDmY8MC&pg=PT258 p. 258]. ISBN 885203126X</ref> *[[Dio]] stramaledica gli inglesi. :Diverse fonti (per citarne alcune, Umberto Eco, ''Sulla letteratura'', Bompiani, 2003; [[Arrigo Petacco]], ''Come eravamo negli anni di guerra: cronaca e costume, 1940/1945'', Istituto geografico De Agostini, 1984; Marco Innocenti, ''L'Italia del 1945: come eravamo nell'anno in cui scoppiò la pace'', Mursia, 1994) indicano come coniatore della frase il giornalista [[Mario Appelius]]. Appelius, durante la Seconda guerra mondiale, fu radiocronista: alla radio italiana ripeteva di continuo tale motto. *Siamo quelli che siamo. :Motto del battaglione "Barbarigo", reparto di fanteria di marina della Xª Flottiglia MAS della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945); è riportato sul gagliardetto<ref>Luca Villoresi, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/03/barbarigo-teschi-memorie.html Barbarigo teschi e memorie]'', ''la Repubblica'', 3 giugno 1994.</ref> e citato nell'[[s:Inno del battaglione "Barbarigo"|inno del battaglione]]. *Una calamità, nefasto per la religione: peggio di questo papa in questo periodo non poteva capitare... Tu non sai il male che fa alla Chiesa. Fa cose indegne. Come quella di dire che noi siamo simili ai semiti. Come, li abbiamo combattuti per secoli, li odiamo, e ora siamo come loro. Abbiamo lo stesso sangue! Ah! Credi, è nefasto. :Sono le parole riportate a proposito di [[Pio XI]] in una lettera dell'8 ottobre 1938 all'amante Claretta Petacci. Fonte: Mauro Suttora, ''Pio XI fu assassinato dal padre di Claretta?'' edito nel «Sette – Corriere della Sera» n. 20 del 18 maggio 2012. ====[[Ultime parole]]==== *Ma... ma... ma, signor colonnello.<ref>Citato in Franco Bandini, ''Vita e morte segreta di Mussolini'', ''A. Mondadori'', 1978, p. 314.</ref> *Mirate al cuore!<ref>Citato in Aldo Lampredi, ''Documento inedito sulla fine del Duce'', "L' Unità", 1972.</ref> ==''Preludio al Machiavelli''== *Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione. Vi immaginate voi una guerra proclamata per ''[[referendum]]''? Il referendum va benissimo quando si tratta di scegliere il luogo più acconcio per collocare la fontana del villaggio, ma quando gli interessi supremi di un popolo sono in gioco, anche i Governi ultrademocratici si guardano bene dal rimetterli al giudizio del popolo stesso. *Il [[popolo]] non fu mai definito. È una entità meramente astratta, come entità politica. Non si sa dove cominci esattamente, né dove finisca. L'aggettivo di sovrano applicato al popolo è una tragica burla. Il popolo tutto al più, delega, ma non può certo esercitare sovranità alcuna. I sistemi rappresentativi appartengono più alla meccanica che alla morale. *L'individuo tende ad evadere continuamente. Tende a disubbidire alle leggi, a non pagare i tributi, a non fare la guerra. Pochi sono coloro – eroi o santi – che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato. *Regimi esclusivamente consensuali non sono mai esistiti, non esistono, non esisteranno mai. {{NDR|Benito Mussolini, ''Preludio al Machiavelli'', in ''Gerarchia'', aprile 1924 - anche in ''Scritti e discorsi'', vol. IV.}} ==''Memorie del commesso di Mussolini''== *Sono andato da lui per la prima volta in borghese. Continuerà a vedermi così! <small>Rispondendo alla domanda: "Perché non va mai dal re in divisa?"</small> *Fino a ieri ero espulso. Ora invece sono ospite! <small>Quando seppe che il governo svizzero voleva ospitarlo in occasione di una conferenza</small> *E' bene che i primi a ridere delle storielle antifasciste siamo noi. *[[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] gioca come un ragazzo. È un vecchio bambino che costa caro. *L'ammirazione e la paura sono sempre un po' parenti. *La pioggia può scolorirmi le parole, ma non le idee! <small>A chi gli disse che la pioggia poteva rovinargli le pagine del discorso pronunciato a Berlino nel 1937, in occasione della visita a Hitler</small> *[[Emilio De Bono|De Bono]]: "Con la morte di [[Lenin]] abbiamo un avversario in meno". Mussolini: "No, abbiamo un immortale in più!" *Le donne, prima di sposarle, bisogna provarle. *Temo più uno iettatore che un antifascista! *Se fossi sicuro di essere lo Stellone d'Italia, non esiterei a dichiarare guerra alla Germania oggi stesso: credo nei segni del destino! *Ci vorrebbe una bella guerra per metterli a posto! <small>Vedendo un gruppo di studenti tirarsi i coriandoli durante le vacanze di Carnevale</small> *Per governare gli italiani ci vogliono soprattutto due cose: i poliziotti e le musiche in piazza. *Gli inglesi sono dei tedeschi che hanno viaggiato! *Ricordatevi che bisogna odiare il nemico! *Se gli italiani provassero un mese di governo di [[Stalin]], farebbero un vitalizio con Mussolini. *Se la Russia non viene da noi, noi andremo verso la Russia. *In Italia possiamo benissimo fare a meno di [[Alberto Rabagliati|Rabagliati]] e di [[Arturo Toscanini|Toscanini]]! *Questa faccia di feto di [[Pietro Badoglio|Badoglio]]! Quante anticamere ha mai fatto! Se c'è un uomo che io ho aiutato, che ho coperto di onori e di denaro è stato lui, il responsabile di Caporetto... Si salvò perché era massone, e massone rimase tutta la vita! *Io, io solo farò davvero il socialismo in Italia! *Il gioco dell'Inghilterra è molto rischioso. La Russia non si lascerà facilmente ingabbiare. La responsabilità di questa guerra, del resto, contrariamente a quanto si crede, non ricade su di me. Un giorno, ad esempio, si saprà che la guerra in Spagna io l'ho fatta con l'appoggio inglese! *Fa' il tuo dovere <small>Rispondendo al giudice Vecchini che gli chiedeva se era il caso di condannare a morte [[Galeazzo Ciano|Ciano]], nonostante fosse suo genero</small> {{NDR|Quinto Navarra, ''Memorie del commesso di Mussolini'', Milano, Longanesi, II ed. 1983 - anche nella stessa opera, I. ed., 1946}} ==Citazioni su Benito Mussolini== *A molte riprese, la politica italiana, l'incapacità militare dell'Italia cacciarono la Germania in difficoltà gravi e fatali, e tuttavia mai una parola d'impazienza o di offesa uscì dalle labbra veementi del [[Adolf Hitler|Führer]]. Perché Mussolini era un compagno di lotta. Era nato, anche lui, in mezzo ai poveri e aveva, anche lui, servito e sofferto sotto l'uniforme anonima del soldato delle trincee. Il parallelismo fra le loro due vite e le loro carriere colpiva Hitler che vi vedeva un simbolo. ([[Raymond Cartier]]) *A sei anni gli scrissi una lettera. "Caro duce io mi chiamo come te. Quando tu morirai – gli dissi – io prenderò il tuo posto". Mi rispose: "Stai tranquillo, io vivrò a lungo". ([[Benito Jacovitti]]) *Abbiamo in Italia il regime fascista, abbiamo a capo del fascismo Benito Mussolini, abbiamo una ideologia ufficiale in cui il "capo" è divinizzato, è dichiarato infallibile, è preconizzato organizzatore e ispiratore di un rinato Sacro Romano Impero [...] Conosciamo quel viso: conosciamo quel roteare degli occhi nelle orbite che nel passato dovevano, con la loro ferocia meccanica, far venire i vermi alla borghesia e oggi al proletariato. Conosciamo quel pugno sempre chiuso alla minaccia [...] Mussolini [...] è il tipo concentrato del piccolo borghese italiano, rabbioso, feroce impasto di tutti i detriti lasciati sul suolo nazionale da vari secoli di dominazione degli stranieri e dei preti: non poteva essere il capo del proletariato; divenne il dittatore della borghesia, che ama le facce feroci quando ridiventa borbonica, [...]. ([[Antonio Gramsci]]) *Alla [[Leda Rafanelli|Rafanelli]], che gli chiedeva se fosse sentimentalmente impegnato, {{NDR|Mussolini}} rispondeva di essere libero «come l'aria». Leda sapeva benissimo del suo rapporto con Rachele e non gliene fece mistero, ma Benito replicava giurandole e spergiurandole di non essere legato a nessuna. Le rivelava tuttavia l'esistenza di due donne che lo amavano «follemente». Ma egli non le voleva: «Una è troppo brutta, pur avendo un'anima nobile e generosa. L'altra è bella, ma ha l'anima subdola, avara, sordida anzi. È ebrea». Le fece i nomi: Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti. ([[Antonio Spinosa]]) *Aveva un'autentica paura per gli iettatori di cui vietava si pronunciasse il nome in suo cospetto. ([[Julius Evola]]) *Benito Mussolini, dopo una delle sue tante umilianti sconfitte, se la prese, come spesso faceva, con gli italiani imbelli. Coronò una figuraccia, l'impresa sciagurata di Grecia, con una stentore sciocchezza. Disse che sarebbe stato meglio per l'Italia avere meno statue nei suoi musei e più bandiere strappate al nemico. Per nostra fortuna, la storia non è un supermarket dove si possano scambiare statue e bandiere. Fosse così, dubito comunque che oggi qualcuno sarebbe disposto a rinunciare alla ''Primavera'' di Botticelli per i gagliardetti di qualche vittoriosa strage. ([[Giorgio Ruffolo]]) *Che attore comico sarebbe stato! Il più grande, altro che Sordi. Era un po' tutti noi messi insieme: Villaggio, Gassman, Verdone, Manfredi, Montesano. ([[Enrico Montesano]]) *Ci voleva tutta la stupidità di Mussolini per dire che l'[[Inghilterra]] è il nostro eterno nemico. ([[Francesco Saverio Nitti]]) *Cosa avrebbe detto il povero [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], il profeta dell'idealismo democratico del diciannovesimo secolo, al suo connazionale Mussolini! ([[Jawaharlal Nehru]]) *Credo che l'istituzione mussoliniana di una terza via in alternativa al comunismo sia ancora attualissima. ([[Gianfranco Fini]]) *Da giovane, come si è detto, Mussolini era stato ferocemente anticlericale e perfino ateo, e non aveva nascosto questi suoi sentimenti, ma anzi li aveva ostentati, non senza manifestazioni clamorose e volgari. Ma una volta al governo, girò di 180 gradi. L'appoggio della Chiesa gli era prezioso per solidificare il suo potere, ed egli non esitò sia a manifestare opinioni personali lontanissime da quelle giovanili, sia a fare vistose concessioni politiche al Vaticano. ([[Paolo Alatri]]) *Dalla finestra della mia stanza ora vedo con il cannocchiale Mussolini: è anch'egli alla finestra, in maniche di camicia e si passa nervosamente il fazzoletto sulla fronte. Scherzi del destino! Trent'anni fa eravamo in carcere assieme [...] legati da un'amicizia che sembrava dover sfidare il tempo e le tempeste della vita. Oggi eccoci entrambi confinati nella stessa isola {{NDR|Ponza}}: io per decisione sua, egli per decisione del re […] Mussolini è oramai un vinto, è l'eroe dannunziano che, ruzzolato dal suo trono di cartapesta, morde la polvere. ([[Pietro Nenni]]) *Davanti al male era pauroso e trepido, non aveva più quella sicurezza delle sue qualità fisiche che in altre occasioni ostentava. Anche da giovanotto, quando faceva l'eversore e il rivoluzionario, aveva una gran paura delle malattie; gli amici di Forlì sapevano di questa sua debolezza, si divertivano a spaventarlo, chiedendogli quando lo incontravano: «Cos'hai professore, che sei così pallido?» E lui impallidiva davvero. ([[Paolo Monelli]]) *«Del resto,» aggiunse Lippolis, «vivessimo in un paese serio, Benito Mussolini sarebbe freddo cadavere da un pezzo. Eh: se indietreggio uccidetemi,» e rovesciò le mani con un gesto avvocatesco. ([[Beppe Fenoglio#Primavera di Bellezza|''Primavera di bellezza'']]) *Dobbiamo dire che siamo stati anche dall'altra parte nobilmente assecondati. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi. ([[Papa Pio XI]]) *È un grande uomo, molto più grande di [[Stalin]]. ([[Emil Ludwig]]) *{{NDR|[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]}} è un personaggio da ridere e Mussolini era come lui! ([[Fidel Castro]]) *Egli non ha nulla di religioso, sdegna il problema come tale, non sopporta la lotta con il dubbio: ha bisogno di una fede per non doverci più pensare, per essere il braccio temporale di un'idea trascendente. Avrebbe potuto riuscire il duce di una Compagnia di Gesù, l'arma di un pontefice persecutore di eretici, con una sola idea in testa da ripetere e da far entrare "a suon di randellate" nei "crani refrattari". ([[Piero Gobetti]]) *Fino alla fine Mussolini, quando si è trattato di intervenire in guerra, ha a lungo sfogliato la margherita. ([[Renzo De Felice]]) *Fra gli allievi di quegli anni Benito Mussolini gode di una reputazione molto discutibile nonostante sia entrato alla Scuola Normale già con la fama del "genio giovinetto" destinato a un grande futuro proprio in quel campo che i romagnoli di allora prediligevano sopra ogni altra cosa: la [[politica]]. ([[Chino Alessi]]) *Giorni fa è venuto a [[Napoli]] Mussolini e ha pronunciato un lungo discorso al "popolo", si dice che in quel discorso abbia dichiarato che entro il 1935 egli intende riformare radicalmente tutta la vita dell'Italia. "La grande [[Roma]] deve essere quella d'un tempo: il centro della cultura mondiale, e il Vaticano sarà il ghetto del cattolicesimo". Un giornale ha pubblicato questa frase, ma è stato subito sequestrato e trovarlo è impossibile. ([[Maksim Gor'kij]]) *Il Duce, per quanto si sentisse lo sforzo fisico, imprimeva alle sue frasi l'energia, con la quale egli aspirava al dominio delle masse [che stavano] ai suoi piedi; il Duce nuotava sempre nella corrente sonora della sua madrelingua, le si abbandonava con tutte le sue rivendicazioni territoriali, era un parlatore, anche quando scivolava dall'oratoria alla retorica, parlatore senza distorsioni, senza convulsioni. [[Adolf Hitler|Hitler]] al contrario voleva procedere patetico o beffardo – due toni tra i quali egli amava sempre oscillare – parlava, o piuttosto urlava, sempre convulsamente. Si può, anche nella più forte eccitazione, mantenere una certa dignità, una calma interiore, un'autoconsapevolezza, un sentimento di concordia tra sé e la propria comunità. Di questo mancò fin dall'inizio in poi il consapevole, l'esclusivo, l'essenziale retore, Hitler. ([[Victor Klemperer]]) *Il mussolinismo è [...] un risultato assai più grave del [[fascismo]] stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza. ([[Piero Gobetti]]) *Il nostro Mussolini non è un socialista ordinario. Credetemi, lo vedremo forse un giorno alla testa di un battaglione sacro salutare con la spada la bandiera italiana. È un italiano del XV secolo. Un condottiero. ([[Georges Eugène Sorel]]) *Il più grande statista del secolo. Se vivesse oggi garantirebbe la libertà degli italiani. ([[Gianfranco Fini]]) *Io non mi opposi [alla campagna italiana in Abissinia]. Desideravo anzi distruggere la ridicola illusione che è nobile parteggiare per i deboli... Ho anche affermato che era immorale mandare armi a quei crudeli e brutali Abissini e, al tempo stesso, negarle ad altri che compiono azioni onorevoli. ([[Lord Mottistone]]) *L'ego smisurato che innalzò Mussolini ai vertici del potere fu lo stesso che in seguito lo tradì. Il Duce si fidava così ciecamente del suo istinto e credeva talmente nei suoi proclami che si rifiutava di chiedere o accettare consigli. Per gran parte del suo governo riunì nelle sue mani le redini dei ministeri più importanti, arrivando a guidare fino a sei contemporaneamente. A differenza di Hitler, che delegò ad altri il grosso del lavoro, Mussolini si dedicò con fierezza al governo della nazione. Un'arte nella quale, tuttavia, non eccelleva. ([[Madeleine Albright]]) *''L'enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del | contadino | Manes! Manes fu conciato e impagliato, | Così Ben e ''[[Clara Petacci|la Clara]]'' a [[Milano]] | per i calcagni a Milano | Che i vermi mangiassero il torello morto | [[Dioniso|DIGENES]], διγενές, ma il due volte crocifisso | dove lo trovate nella storia? | eppure dite questo al [[Thomas Stearns Eliot|Possum]]: uno schianto, non una lagna, | con uno schianto, non con una lagna, | Per costruire la città di Dioce che ha terrazze color delle stelle, | Gli occhi miti, sereni, non sdegnosi, | fa parte del processo anche la pioggia. | Quello di partire non è il modo | e l'albero di olivo soffiata bianchezza nel vento | lavata nel [[Fiume Azzurro|Kiang]] e nell'[[Fiume Han (Cina)|Han]] | che bianchezza aggiungerai a questo candore, quale candore?'' ([[Ezra Pound]]) *L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche: a me l'opposizione ha sempre dato fastidi e travagli, con lui se ne va dal Parlamento e gli lascia libero il campo. ([[Giovanni Giolitti]]) *L'uomo, nella sua realtà, era di corta intelligenza, correlativa alla sua radicale deficienza di sensibilità morale, ignorante di quella ignoranza sostanziale che è nel non intendere e non conoscere gli elementari rapporti della vita umana e civile, incapace di autocritica al pari che di scrupoli di coscienza, vanitosissimo, privo di ogni gusto in ogni sua parola o gesto, sempre tra il pacchiano e l'arrogante. ([[Benedetto Croce]]) *La destra [[Fascismo|fascista]] e [[Nazionalsocialismo|nazista]] sono nate con dei barlumi sociali ma poi si sono subito acconciate una volta preso il potere. Mussolini, mangiapreti, ha fatto i Patti lateranensi col Vaticano, ha appoggiato i latifondisti. [[Adolf Hitler|Hitler]] ha fatto gli accordi con gli industriali, con i banchieri, da Krupp a tutti gli altri, e ha scelto una via chiaramente dentro il meccanismo capitalistico. ([[Marco Rizzo]]) *La fine miserabile di Benito Mussolini è la giusta conclusione di una vita miserabile. (''The New York Times''<ref>30 aprile 1945; citato in AA.VV., ''Il libro della Seconda guerra mondiale'', traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 297. ISBN 9788858041406</ref>) *Labbra diritte, mandibole prominenti, mento quadrato: è il suo volto fisso, volontario, diciamo classico. ([[Ugo Ojetti]]) *[[Max Weber]] distingueva tre tipi di capo carismatico. Il profeta religioso, il grande demagogo e il capo militare. Mussolini è stato soprattutto un gran demagogo. ([[Norberto Bobbio]]) *Mussolini è il più grande bluff d'Europa. Anche se domattina mi facesse arrestare e fucilare, continuerei a considerarlo un bluff. Sarebbe un bluff anche la fucilazione. Provate a prendere una buona foto del signor Mussolini ed esaminatela. Vedrete nella sua bocca quella debolezza che lo costringe ad accigliarsi nel famoso cipiglio mussoliniano imitato in Italia da ogni fascista diciannovenne. Studiate il suo passato. Studiate quella coalizione tra capitale e lavoro che è il fascismo e meditate sulla storia delle coalizioni passate. Studiate il suo genio nel rivestire piccole idee con paroloni. Studiate la sua predilezione per il duello. Gli uomini veramente coraggiosi non hanno nessun bisogno di battersi a duello, mentre molti vigliacchi duellano in continuazione per farsi credere coraggiosi. E guardate la sua camicia nera e le sue ghette bianche. C’è qualcosa che non va, anche sul piano istrionico, in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera. ([[Ernest Hemingway]]) *Mussolini è il primo uomo politico del mondo, a cui nessuno può paragonarsi nemmeno lontanamente. ([[Adolf Hitler]]) *Mussolini è sempre stato tirchio con le sue amanti, e più che tirchio con la Claretta. Per razza e per educazione pensava che gli omaggi delle donne gli fossero dovuti, ed esse dovevano ringraziarlo per quello che faceva loro. ([[Paolo Monelli]]) *Mussolini è stato un grande uomo della storia, e bisogna dire la verità: ha fatto tante cose positive, come nelle infrastrutture, e nel rilancio dell'[[Italia]]. Pensiamo a [[Bolzano]]. Quando arrivò il fascismo qui c'erano ancora le fogne a cielo aperto. Chi inventò le fogne in Italia, e non solo in Alto Adige, fu Mussolini, fu il Ventennio. Prima i bagni erano fuori dalle abitazioni e i bambini morivano di broncopolmonite perché per andare fuori, in questi bagni fatti di legno, prendevano un freddo glaciale... È vero che è stato un dittatore, ma i dittatori talvolta lasciano delle cose ben fatte, non lo possiamo dimenticare. ([[Michaela Biancofiore]]) *Mussolini è una di quelle figure solitarie di tutti i tempi che non sono prodotti della storia, ma sono essi stessi artefici della storia. ([[Adolf Hitler]]) *Mussolini è un enigma per me. Molte delle riforme che ha fatto mi attirano. Sembra aver fatto molto per i contadini. In verità, il guanto di ferro c'è. Ma poiché la forza (la violenza) è la base della società occidentale, le riforme di Mussolini sono degne di uno studio imparziale. La sua attenzione per i poveri, la sua opposizione alla superurbanizzazione, il suo sforzo per attuare una coordinazione tra il capitale e il lavoro, mi sembrano richiedere un'attenzione speciale. [...] Il mio dubbio fondamentale riguarda il fatto che queste riforme sono attuate mediante la costrizione. Ma accade anche nelle istituzioni democratiche. Ciò che mi colpisce è che, dietro l'implacabilità di Mussolini, c'è il disegno di servire il proprio popolo. Anche dietro i suoi discorsi enfatici c'è un nocciolo di sincerità e di amore appassionato per il suo popolo. Mi sembra anche che la massa degli italiani ami il governo di ferro di Mussolini. ([[Mahatma Gandhi]]) *Mussolini era davvero un grande ipnotizzatore, come il mio Mandrake. Peccato non leggesse i fumetti: forse avrebbe preso la vita con più humour. ([[Lee Falk]]) *Mussolini ha commesso tanti errori, tipo l'entrata in guerra quando gli sembrava di dover semplicemente salire sul carro dei vincitori. Andò a invadere l'Albania e la Grecia in modo insensato e persino [[Hitler]], che era folle ma non fesso, s'infuriò. ([[Giorgio Bocca]]) *Mussolini, l'eroe che schiaccia il mostro col piede, era del nostro mondo: per questo, tutte le teste del mostro si slanciavano su di lui giurandogli morte. Per noi, gli altri, egli sarà un astro luminoso che ci infonderà speranza: sarà per noi la prova che l'idra può essere vinta. Una prova delle nostre possibilità di vittoria. ([[Corneliu Zelea Codreanu]]) *Mussolini non aveva nessuna filosofia: aveva solo una retorica. ([[Umberto Eco]]) *Mussolini non era un fine conoscitore dell'animo umano, ma sapeva cosa desideravano le masse: spettacolarità. Paragonava la folla a una donna che resta inerme (nella sua fantasia) di fronte alla possenza dell'uomo, e si faceva riprendere dai mezzi d'informazione governativi al volante di auto sportive, a torso nudo nei campi di frumento, in sella al suo stallone bianco di nome Frufrù, o in uniforme militare, corredata da stivali lucenti e una fila di medaglie sul petto, e accettava ogni invito che la sua agenda gli consentiva, passando da feste di matrimonio a inaugurazioni di fabbriche, a manifestazioni pattriotiche. ([[Madeleine Albright]]) *Mussolini pretendeva di essere un uomo di grande cultura e amava molto le adulazioni di chi si riferiva a lui come un grande scrittore. Ostentava interesse e competenza in fatto, oltre che di letteratura e di filosofia, anche di musica, di architettura, di arti e di cinema. Favorì il realismo e avversò ogni forma di astrattismo e di avanguardia, come del resto gli altri due dittatori {{NDR|[[Adolf Hitler]] e [[Stalin]]}} a lui contemporanei. ([[Paolo Alatri]]) *Mussolini si comportò come un vigliacco, senza un gesto, senza una parola di fierezza. Presentendo l'insurrezione si era rivolto al cardinale arcivescovo di Milano chiedendo di potersi ritirare in Valtellina con tremila dei suoi. Ai [[partigiani]] che lo arrestarono offrì un impero, che non aveva. Ancora all'ultimo momento piativa di aver salva la vita per parlare alla radio e denunciare Hitler che, a suo parere, lo aveva tradito nove volte. ([[Sandro Pertini]]) *Nel suo paese [Mussolini] funse da antidoto a un mortale veleno. Per l'Europa è stato un tonico, che ha fatto molto bene a tutti. Posso pretendere con sincera soddisfazione di essere la prima autorevole persona che ha presentato nella giusta luce gli splendidi risultati conseguiti da Mussolini: egli è la più grande possibilità del nostro tempo. ([[Lord Rothermere]]) *Nessuno dubita che il Plebiscito del 24 marzo, anziché il giudizio sui singoli candidati, abbia espresso la certezza unanime del popolo italiano nel Capo che con polso sicuro traccia il destino della Patria. ([[Giovanni Giurati]]) *Non s'era mai inteso, dalla costituzione del regno d'Italia in poi, un Presidente del Consiglio chiamar popolo l'Italia e professarsi suo servitore, come Mussolini. ([[Vincenzo Cardarelli]]) *Oggi vi è un Governo: il capo mostra volontà ferma ; si sente uno che comanda: dopo circa due anni che non si sentiva la parola ''voglio'', c'è un uomo che vuole. L'Italia ha bisogno di chi comandi e di chi voglia, e dimentichi i torti. ([[Luigi Sturzo]]) *{{NDR|Nel 1996}} Penso che Mussolini fosse un buon politico. Ossia che tutto ciò che ha fatto, l'ha fatto per l'[[Italia]]. E ciò non succede con i [[Politico|politici]] che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni. ([[Giorgia Meloni]]) *Per la paternità universale, che che è propria del nostro ufficio, formiamo nell'intimo del cuore il voto ardente che siano risparmiati all'Europa, grazie alle tue iniziative, alla fermezza, al tuo animo di italiano, più vaste rovine e più numerosi lutti; e in particolar modo sia risparmiata al nostro popolo e al tuo diletto paese una così grande calamità. ([[Papa Pio XII]]) *Per quanto riguarda l'episodio abissino, meno se parla e meglio è. Quando vecchi amici si riconciliano dopo una disputa, è sempre pericoloso andare alla ricerca delle cause prime. ([[Duff Cooper]]) *Persone ignoranti e piene di pregiudizi parlano degli affari italiani come se quella nazione fosse sottomessa a una tirannia, da cui vorrebbe liberarsi. Con quella quasi morbosa simpatie per le minoranza fanatiche, che è di regola presso certe sezioni dell'opinione pubblica britannica male informata, troppo a lungo questo paese ha chiuso gli occhi davanti agli splendidi risultati conseguiti dal regime fascista. Parecchie volte Mussolini in persona mi ha manifestato la sua gratitudine per il ''Daily Mail'', il primo quotidiano inglese che abbia onestamente esposto al mondo gli scopi che egli si prefigge. ([[Ward Price]]) *Possedeva l'idealismo di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], unito alla pratica scienza di governo del [[Camillo Benso Conte di Cavour|Conte di Cavour]] e all'eroica tempra di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]. ([[John Arthur Ransome Marriott]]) *Qualunque giudizio di si dia di Mussolini, la verità è che egli fu sempre un nemico della [[Francia]]. ([[Francesco Saverio Nitti]]) *''Quando c'era lui i treni partivano in orario, | quando c'era lui ci deportavano in orario, | quando c'era lui non c'eravamo noi | che se c'eravamo noi saremo stati impallinati.'' ([[Caparezza]]) *Quando [[Bill Clinton|Clinton]] chiese a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] cosa ne pensasse di Mussolini, lui rispose: "Ha fatto delle cose buone"! Ma dico, se neanche di Mussolini si può parlar male, ma che deve fare uno perché si possa parlarne male? Deve stuprare le capre in via Frattina? Che deve fare? Dice "Ha fatto delle cose buone", certamente: anche [[Adolf Hitler]] o [[Stalin]], un ponte, una strada l'avranno fatta! Anche il Mostro di Firenze l'avrà detto "Buongiorno" a qualcuno qualche volta [...]. Sarebbe come se io invitassi un elettricista a casa, no?. Dico: "Scusi, mi rifà l'impianto?". "Prego". Quello mi rifà l'impianto, fatto bene, nel frattempo mi tromba la moglie, mi sventra la figlia, mi violenta la cognata, mi stupra il nonno. Dico: "Oh, ma questo è matto!". "No, però ha fatto delle cose buone: guarda che impianto." ([[Roberto Benigni]]) *Quando il suo destino sarà compiuto, nessun eroe della storia sarà stato più saggio di {{maiuscoletto|Mussolini}}<ref>Così nel testo.</ref>, nessun uomo avrà lasciato maggior retaggio di grandi opere, nessuno avrà maggiormente contribuito alla vita unitaria del Continente europeo. ([[Ugo D'Andrea]]) *Quanto a Mussolini, lasciando da parte la politica, naturalmente, le confesso che come uomo mi era simpatico. Ricordo che una volta, ad una esposizione milanese che lui venne a visitare in forma ufficiale, due o tre carrozzieri lo aspettavano al varco, ai loro stands, per chiedergli non so più quali favori. Arrivò il mio turno e Mussolini mi chiese: «E voi, cosa avete da chiedermi?» «Niente» dissi. «Come niente!» E io ripetei: «Niente». Allora lui mi rivolse qualche parola di elogio e poi, rivolto a uno del seguito, ordinò di prendere il mio nome e di ricordargli l'episodio a Roma. Effettivamente qualche tempo dopo ricevetti non so quale agevolazione. ([[Battista Farina]]) *Quell'uomo, ragazzo mio, fa rapidi progressi, e invaderà tutto con la forza di un elemento naturale. Mussolini è un uomo formidabile. Mi ha capito bene? Un uomo formidabile! ([[Papa Pio XI]]) *Rivendico l'onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l'utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d'Italia. ([[Guglielmo Marconi]]) *Rivoluzionario, socialista, pacifista, interventista, repubblicano, monarchico, e infine Duce e condottiero, egli si distingue da Lenin, da Hitler e dagli altri dittatori del suo tempo proprio per questa sua funambolica capacità di trasformarsi. Quelli conquistarono il potere fidando su incrollabili certezza e obbedendo a schemi precedentemente stabiliti, lui lo conquistò mutando i suoi programmi in corso d'opera con la disinvoltura di un esperto giocoliere. ([[Arrigo Petacco]]) *Salvo che la statura di Mussolini era ben altra {{NDR|rispetto a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]}}. Mussolini era un uomo colto che sapeva di politica, che era andato a scuola dai socialisti. ([[Giorgio Bocca]]) *Se Mussolini fosse nato negli anni Sessanta non avrebbe fatto le camicie nere, le leggi razziali, le guerre. Era un uomo che mirava a trasformare la società, usando gli strumenti e i bisogni dell’epoca. Oggi farebbe tutt'altro. ([[Giordano Bruno Guerri]]) *Secondo me è un onore per gli italiani che Mussolini abbia fatto la fine che ha fatto. ([[Alexandros Panagulis]]) *Senza farne una radiografia, tutto fa supporre che Mussolini abbia una tiroide eccezionale. ([[Enrico Ferri]]) *Senza Mussolini, impossibile capire il fascismo, impossibile capire l'Italia contemporanea. Al principio e alla fine dell'evoluzione politica denominata [[fascismo]] sta Mussolini. Con Mussolini il fenomeno fascismo è entrato per la prima volta nel mondo fenomenico. A Mussolini il fascismo non deve solamente tutto il proprio nucleo ideale, bensì e inoltre la sua forma, struttura, organizzazione. In ogni espressione vivente dell'Italia contemporanea è impresso così, e profondamente, il sigillo inimitabile di codesta individualità di specie unica. ([[Joseph Goebbels]]) *Soltanto Napoleone può paragonarsi a lui. ([[Roald Engelbreth Amundsen]]) *Sono certo di non offendere la verità affermando che contro il [[Criminalità organizzata|crimine organizzato]] solo Benito Mussolini ha fatto meglio di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]. ([[Mario Landolfi]]) *Sui «vizi» del nostro popolo esiste una copiosissima letteratura, quasi tutta di terz'ordine. Quando vogliamo averli davanti alla memoria, basta pensare che quell'ignobile attore, quell'astuto evocatore di fantasmi che fu Mussolini seppe individuarli tutti nelle pieghe più nascoste del nostro paese, e li portò ingigantiti sulla scena pubblica: la mediocrità intellettuale, la fragilità nervosa, la bassa furbizia, la vanteria fallica, la presunzione immotivata, la fantasticheria ad occhi aperti, il rozzo buon senso, il disprezzo per le idee, l'arroganza verbale... ([[Pietro Citati]]) *Tutto il mondo ha già detto di Mussolini. Non si può parlare che con entusiasmo del vostro eccezionale Capo del Governo, che nel giro di pochi anni è riuscito a trasformare la vostra Nazione in una formidabile Potenza, di già affermatasi in tutti i campi, all'estero ed all'interno. ([[Eleutherios Venizelos]]) *Un giorno fui convocato a Palazzo Venezia, era il 1932 e avevo 23 anni, perché il duce voleva vedermi. Ero emozionatissimo, entrai e mi misi sull'attenti, e il duce che faceva finta di scrivere mi lasciò lì per un quarto d'ora e alla fine mi disse: "Ho letto il vostro articolo sul razzismo (avevo scritto un articolo contro il razzismo). Bravo, vi elogio. Il razzismo è roba da biondi (non si era accorto che ero biondo), continuate così. Sei anni dopo fece le leggi razziali. Perché questo era Mussolini, diceva una cosa e ne faceva un'altra, secondo il vento del momento. Non creava il vento, vi si accodava da buon italiano. ([[Indro Montanelli]]) *{{NDR|Sulla resa intimata a Benito Mussolini}} Vidi la grossa faccia davanti a me sollevarsi e contrarsi per un momento, quasi per un moto riflesso, un ritorno inconscio alla consueta burbanza, poi le parole vennero frammentarie: "Non è per questo che io sono venuto qui... allora mi hanno ingannato..." ([[Achille Marazza]]) === [[Walter Audisio]] === *Adesso gli sono di fronte, come prima: egli non si è mosso, continua il suo balbettio di invocazione. Vuol salvare solo quel grosso corpo tremante. E su quel corpo scarico cinque colpi. Il criminale si afflosciò sulle ginocchia, appoggiato al muro, con la testa reclinata sul petto. Non era ancora morto, gli tirai una seconda raffica di quattro colpi. La [[Clara Petacci|Petacci]], fuori di sé, stordita, si mosse confusamente, fu colpita e cadde di quarto a terra. Mussolini respirava ancora e gli diressi, sempre col Mas, un ultimo colpo al cuore. L'autopsia constatò più tardi che l'ultima pallottola gli aveva troncato netto l'aorta. Erano le 16.10 del 28 aprile 1945. *Ogni uomo normale avrebbe pensato di difendersi ma Mussolini era al di sotto di ogni uomo normale e continuava a balbettare, a tremare, immobile con la bocca semiaperta e le braccia penzoloni. *Tremava livido di terrore e balbettava con quelle grosse labbra in convulsione: "Ma...ma...ma...ma signor colonnello. Ma...ma...ma signor colonnello". Nemmeno a quella donna {{NDR|[[Clara Petacci]]}} che gli saltellava vicino, che si muoveva di qua e di là, disse una sola parola. No: si raccomandava nel modo più vile, per quel suo grosso corpo tremante: solo a quello pensava: a quel grosso corpo appoggiato al muretto. === [[Silvio Berlusconi]] === *È ingovernabile questo Paese. Mussolini diceva che è inutile governare l'Italia, poi un giorno ha detto "È impossibile governare l'Italia" e io lo ripeto. Sto leggendo, tra l'altro, i diari di Mussolini e le lettere della Petacci e devo dire che mi ci ritrovo in molte situazioni. *Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino. *Non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di paragonarlo a Mussolini, è una semplificazione dei giornali... Mussolini è stato un protagonista della storia, [[Romano Prodi|Prodi]] invece è una comparsa della cronaca. *Oso citarvi una frase di colui che era considerato come un grande dittatore: dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l'hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient'altro. === [[Mario Borsa]] === *A Predappio dicono che il bambino Benito appena nato e attaccato al seno della madre ne morse il capezzolo. Ma questa storiella si spiega con la vanità dei suoi compaesani, i quali si compiacevano nel crederlo un leone. Ora, a parte che il leone è un nobile animale, non c'è stato mai nulla di leonino in Mussolini, che ha fatto il male solo per insensibilità È inutile paragonarlo al leone o ad altri animali più o meno nobili: quando si è detto che Mussolini è stato il più grande e più demagogico ciarlatano che mai si sia prodotto in quel circo equestre comunemente detto mondo politico, si è detto tutto. *L'uomo non mi ha mai persuaso. Mi ha sempre urtato quel suo ''io'' brutalmente presuntuoso, cupo e chiuso. I suoi occhi mi facevano venire in mente le parole di Macbeth allo spettro di Banco: «Tu non hai virtù visiva in quegli occhi che sbarri». *Mussolini dovette la sua fortuna alla conoscenza degli italiani e la sua disgrazia alla non conoscenza degli inglesi. *Mussolini non è stato un grand'uomo. «Alcuni nascono grandi», dice un clown di Shakespeare, «alcuni lo diventano, altri sono sorpresi dalla grandezza che è loro gettata sulle spalle». La grandezza di Benito Mussolini fu tutta in questa sorpresa. È stata la borghesia italiana a gettargli sulle spalle una grandezza, di cui nemmeno la sua incommensurabile vanità avrebbe mai osato sognare. Presa dalla paura del bolscevismo, la nostra borghesia credette di vedere in lui un baluardo contro il suo dilagare. Lo incoraggiò, lo applaudì, aiutò con tutti i mezzi lo squadrismo, gli aprì la strada che conduceva a Roma e, quando fu là, gli fece omaggio di tutte le sue libertà, di tutte le sue guarentigie, di tutte le sue dignità, mettendosi in ginocchio e leccandogli i piedi. ===[[Giampiero Carocci]]=== *Era quasi un grande giornalista e ne aveva, anche politicamente, le qualità e i difetti: acuta capacità di diagnosi della situazione politica, intuito sicurissimo di ciò che il pubblico desidera, abilità di polemista, intelligenza rapida, vivace e superficiale, cultura disordinata, approssimativa e dilettantesca. *Fu un corruttore sapiente che all'occorrenza sapeva solleticare tutti i difetti degli uomini, quelli del popolo e quelli dei potenti. Non credeva negli uomini e li disprezzava. Non aveva amici. Restò sempre vicino al popolo nella misura in cui il capofazione è vicino ai suoi seguaci e, ancora più, nella misura in cui l'attore è vicino alla platea degli ammiratori. *Mussolini, romagnolo ed ex socialista, era stato accesamente anticlericale. La sua politica ecclesiastica e la mira di sfruttare la religione come ''instrumentum regni'' furono atti di una spregiudicatezza che si può definire cinica e che nessuno dei suoi predecessori al governo avrebbe mai pensato di compiere. *Più che dei collaboratori Mussolini voleva degli esecutori. Era disposto a chiudere un occhio se molti di costoro si arricchivano in modo più o meno lecito. ===[[Winston Churchill]]=== *Che sia un grand'uomo io non lo nego... ma è anche un criminale. *Così finirono i ventuno anni della dittatura di Mussolini in Italia durante i quali egli aveva salvato il popolo Italiano dal Bolscevismo per portarlo in una posizione in Europa quale l'Italia non aveva mai avuto prima... Le grandi strade che egli tracciò rimarranno un monumento al suo prestigio personale e al suo lungo governo. *Gettare un esercito di un quarto di milione di uomini, comprendente il fior fiore della popolazione maschile italiana, su uno sterile lido distante duemila miglia dalla patria, contro l'opinione del mondo intero e senza controllo dei mari e quindi, in questa situazione, imbarcarsi in quella che può essere una serie di campagne contro un popolo ed in regioni che nessun conquistatore in quattromila anni ha ritenuto che valesse la pena di sottomettere, è un rendersi ostaggio del destino che non ha un parallelo in tutta la storia. *Il signor Mussolini è il più grande legislatore fra i viventi. *L'Italia [...] è retta da un governo che, sotto la sicura guida del signor Mussolini, non arretra di fronte alle logiche conseguenze della realtà economica e ha il coraggio di imporsi i correttivi finanziari indispensabili per stabilizzare la ripresa del paese. *Se io fossi italiano sarei stato con voi {{NDR|Mussolini}} fin dal principio [...] il vostro movimento ha reso un servigio al mondo intero. *Se fossi stato un italiano, sono sicuro che avrei dato la mia entusiastica adesione alla Vostra vittoriosa lotta contro gli appetiti e le passione bestiali del [[leninismo]]... L'Italia ci ha offerto l'antidoto necessario al veleno russo. D'ora in poi nessuna grande nazione sarà priva dei mezzi decisivi per proteggersi contro la crescita del cancro bolscevico. ===[[Marcello Dell'Utri]]=== *Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin. Leggendo i diari, giorno per giorno, per 5 anni dal '35 al '39, cioè alla vigilia della decisione di entrare in un conflitto mondiale già iniziato, le posso assicurare che trovo Mussolini un uomo straordinario e di grande cultura. Un grande scrittore, alla Montanelli, i suoi diari sembrano cronache di un inviato speciale, con frasi brevi e aggettivazioni efficaci come raramente ho letto. *Nei suoi diari Mussolini scrive che le leggi razziali devono essere blande. Tra gli Ebrei, il duce, spiega di avere i suoi più cari amici e si chiede perché seguire Hitler con le sue idee sulle razze ariane, razze pure che non esistono. *Non è colpa di Mussolini se il fascismo diventò un orrendo regime. Ci sono testimonianze autografe del duce in cui critica i suoi uomini che hanno falsato il fascismo, costruendosene uno a proprio modo, basato sul ricatto e sulla violenza. Il suo fascismo era di natura socialista. *Non ho paura di diventare impopolare con queste rivelazioni, perseguo solo la ricerca della verità. Io non ho alcuna intenzione di fare apologia né del fascismo né di Mussolini. Ho scoperto nei diari di Mussolini la figura di un grande uomo. Ha commesso errori ed è già stato condannato dalla storia. Ma da questi scritti viene fuori una figura diversa da quella che ci è stata propinata dagli storici dei vincitori, non era un buffone, non era un ignorante e tantomeno un sanguinario. Era un uomo buono. Mussolini era solo una brava persona che ha fatto degli errori. *Sono state le sanzioni a costringere Mussolini a trovare un accordo con la Germania di Hitler. Se non ci fossero state le sanzioni, probabilmente non si sarebbe mai alleato con Hitler che non stimava per niente, anzi temeva. Ci sono pagine inedite, scritte da Mussolini su questi anni, che faranno discutere molto e che dimostrano la disaffezione del duce nei confronti del Führer, tanto che definisce il suo Mein Kampf un rigurgitevole testo. ===[[Anthony Eden]]=== *Guardai le finestre e il balcone {{NDR|del Palazzo Venezia}} da cui tante volte aveva recitato davanti alla folla i suoi evanescenti trionfi. Adesso era solo, uno sparuto prigioniero dei nazisti. Un dittatore non ha amici. *Le imprese di Mussolini nell'Africa Orientale avevano messo a repentaglio la pace in Europa. *Mussolini è, mi pare, un vero e proprio gangster e la sua parola d'onore non significa niente. *Mussolini ha la mentalità di un gangster e se stesse meditando un atto di aggressione contro di noi il suo modo attuale di procedere sarebbe il più confacente al suo carattere. Proclama di aver paura di essere attaccato e così può eccitare il suo popolo e nello stesso tempo prepararsi una scusa davanti al mondo, se ne avrà bisogno. *Se Mussolini pensa che gli basti strizzare l'occhio per indurci ad aprire le braccia, si sbaglia di grosso ===[[Carlo Emilio Gadda]]=== *La Italia la era padronescamente polluta dallo spiritato: lo spiritato l'era imperialescamente grattato e tirato a pruriggine dal plauso d'un poppolo di quarantaquattro milioni di miliardi di animalini a cavattappo. *Lui, il primo Racimolatore e Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze e delle enfatiche cazziate, quali ne sgrondarono giù dal balcone ventitré anni durante: sulle povere e macre spalle di una gente sudata, convocata birrescamente a' sagrati maledetti, a' rostri delle future isconfitte, incitata alle acclamazioni obbligative. [...] *Vorrei, e sarebbe il mio debito, essere al caso d'aver dottrina di psichiatra e di frenologo di studio consumato in Sorbona: da poter indagare e conoscere con più partita perizia la follia tetra del [[Marco Aurelio]] ipocalcico dalle gambe a ìcchese: autoerotomane affetto da violenza ereditaria. [...] Frenologo non essendo, e tanto meno sifolologo, farò icché potrò. ===[[Leo Longanesi]]=== *Fra [[Luigi Facta|Facta]] e Mussolini, il paese aveva già fatto la sua scelta: il primo è un onest'uomo, con due baffi bianchi, ignoto a tutti, incapace di uscire dalla tutela giolittiana; il secondo ha due occhi autoritari, il passo spedito, la voce risoluta. Il primo ''spera'', il secondo vuole, e tutti gli italiani ''vogliono''. *Mussolini ha sempre ragione! *Se si osserva attentamente il nascere della sua personalità, se si leggono tutti i suoi scritti dal 1910 in poi, ci si accorge che il segreto della sua fortuna è racchiuso, soprattutto, nella sua eclettica cultura, in quel suo continuo passare da una tendenza all'altra, da una precisa ideologia a una opposta, in quel suo costante contraddirsi e ripetere sempre due o tre formule a lui care. ===[[Emilio Lussu]]=== *Mussolini era incapace di covare, da sé, l'uovo [[Fascismo|fascista]]. *È stata fatta una politica di incubazione del [[fascismo]]. Il signor [[Winston Churchill|Churchill]], il signor [[Édouard Daladier|Daladier]], hanno fatto con [[Adolf Hitler|Hitler]] esattamente quello che ha fatto in Italia [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] con Mussolini. *[[Giovanni Giolitti|Giolitti]] credeva di poter allevare Mussolini: lo riscaldò, lo accarezzò, lo portò persino con sé trionfalmente alle elezioni politiche, sicuro di servirsene per domare il partito socialista; ma l'uccello ha dimostrato quello che era, e noi sappiamo che cosa è successo. ===[[Denis Mack Smith]]=== *È un fatto che durante tutta la sua vita il vero Mussolini fu largamente occultato da una successione di maschere, e forse ognuna di tali maschere rivela in qualche modo aspetti autentici del suo carattere. *Il nuovo presidente del Consiglio s'era fatto le ossa come direttore di giornale, ed il giornalismo restò una delle sue grandi passioni. Era probabilmente il miglior giornalista popolare del suo tempo, abilissimo nel semplificare e volgarizzare le grandi questioni sul tappeto (quel ch'egli chiamava iperdrammatizzare o addirittura inventare i fatti), e nell'ignorare in caso di necessità ogni vincolo di coerenza. Ebbene, tutte queste lezioni, precocemente apprese nell'esercizio del mestiere giornalistico, contribuirono grandemente a farlo eccellere in quel tipo di politica populistica verso cui era istintivamente attratto. Esse lo porteranno al successo come uomo politico, anche se fecero di lui un cattivo statista. *Mussolini amava ricordare che la sua nascita seguiva a soli pochi mesi di distanza la morte di Garibaldi, come se l'eroe dell'unificazione nazionale dell'Italia avesse consegnato la fiaccola nelle mani di un successore destinato a creare un impero italiano. *Quando gli si chiedeva quale tra le varie arti amasse di più, Mussolini talvolta indicava il teatro, talaltra la musica, o magari il cinema o l'architettura. Ma sempre era ansioso di mostrare che s'occupava attivamente di ogni aspetto della cultura. Amava essere elogiato come un uomo che aveva pochi eguali per la vastità di conoscenze. === [[Curzio Malaparte]]=== *Fra le molte piacevoli storie che si raccontano a bassa voce in Italia su Mussolini, ve n'è una che dipinge assai bene quelle che saranno le condizioni morali del popolo tedesco fra qualche tempo. Una sera Mussolini, stanco di stare solo in casa, infilò un pastrano, si calò un cappello sugli occhi, e, col viso nascosto dal bavero del cappotto, uscì a piedi a spasso per Roma. Giunto davanti ad un cinematografo, gli venne il desiderio di divertirsi come tutti quanti, prese un biglietto ed entrò. Lo spettacolo incominciò con delle ''News Picture'' e, naturalmente, l'eroe delle ''News Picture'' era lo stesso Mussolini, sempre lui, sempre il solito Mussolini, a cavallo, in automobile, a piedi, in uniforme, in borghese, in camicia nera, in frack, in aeroplano, in motoscafo. Mussolini passava in rivista truppe fasciste, inaugurava un monumento, presiedeva un congresso di filosofi, stringeva la mano a un Cardinale, visitava una caserma, saliva sul Campidoglio, pronunciava un discorso, due discorsi, tre discorsi, un'infinità di discorsi. Appena il Duce era apparso sullo schermo, tutto il pubblico s'era alzato in piedi battendo le mani: soltanto Mussolini, che non era abituato ad alzarsi in piedi in proprio onore, era rimasto tranquillamente a sedere. Un modesto piccolo borghese, si era alzato anche lui, e vedendo quel signore accanto rimaner seduto con tanta inutile imprudenza, gli toccò la spalla, si chinò al suo orecchio, e gli disse: – Scusi, signore, anch'io la penso come lei, ma è meglio alzarsi. – Fra qualche tempo tutto il popolo tedesco la penserà come quel piccolo borghese italiano nel cinema di Roma, e, come lui, si alzerà subito in piedi battendo le mani appena [[Hitler]] apparirà sullo schermo. *Il Cardinale Gasparri, che era obbligato, dalla natura delle sue funzioni di Segretario di Stato del Vaticano, ad avere una certa conoscenza della miseria e della grandezza umane, diceva che «Mussolini certamente è un grand'uomo, se per grandi uomini s'intende degli uomini del genere di Mussolini.» *La sua voce è calda, grave, eppur delicata. Una voce che talvolta ha strani, profondi accenti femminili, un che di morbosamente femmineo. *Non si può fare il ritratto di Mussolini senza fare il ritratto del popolo italiano. Le sue qualità e i suoi difetti non gli sono propri: sono le qualità e i difetti di tutti gli italiani. Il dir male di Mussolini è legittimo: ma è un dir male del popolo italiano. *Quanti guai si sarebbero risparmiati, se Mussolini, invece di parlare dal balcone di Palazzo Venezia, avesse parlato dal terrazzino di Palazzo Vecchio. *Stringeva nella mano una rosa color carne. Mussolini ha sempre una rosa stretta con delicatezza nel pugno. [...] Quel gesto all'[[Oscar Wilde]], quel gesto, in un certo senso, [[George Gordon Byron|byroniano]], quel gesto decadente, mi mise a disagio. Egli non sa il valore, il senso di quel suo gesto, di quella sua rosa. Il giorno in cui egli sarà fucilato, io vorrei esser presente per mettergli una rosa nella mano rattrappita. Non per insultarlo, per mancargli di rispetto: no. Non mi piace mancar di rispetto ai morti. ===[[Paolo Pavolini]]=== *Mai Mussolini fu tanto seguito e ammirato come quando scatenò un'altra volta in [[Etiopia]] un esercito di 300.000 uomini contro le scalze armate del Negus: per la conquista inutile di uno "scatolone di sassi" che al pari dell'altra conquista, parimenti inutile, dello "scatolone di sabbia" libico segnò l'inizio di un conflitto mondiale. *Mussolini aveva perso la guerra delle armi, aveva perso la guerra della propaganda. Gli restava un'estrema carta: anticipare tutti i possibili aspiranti alla sua successione, inforcando per primo (ci perdoni il bisticcio) il cavallo vincente della sconfitta sicura. *Mussolini contribuì egregiamente ad accelerare la sconfitta delle sue truppe, tanto che qualche antifascista particolarmente sottile proclamò che Mussolini, a quel punto, lavorava contro Mussolini. ===[[Joseph Franklin Rutherford]]=== *Confessando un peccato, per quanto odioso esso sia, si può ricevere l'assoluzione, e quindi andare a commetterne immediatamente un altro. Mussolini ne è un lampante esempio. Prima di fare la pace colla Gerarchia Cattolico-Romana egli era un ateo confesso, ed aveva fatto tutto un po', ma da quando fu entrato in Vaticano ed ebbe fatto alleanza col papato, egli si sentì autorizzato a commettere dei più gravi delitti. Infatti egli condusse una crudele guerra di conquista in Abissinia violando così la legge di Dio, e senza dubbio ricevette dal papa ciò che vien chiamato "l'assoluzione", poiché "quell'augusto personaggio" mandò la sua "benedizione" all'attività guerresca di lui. *L'ambizione di Mussolini è quella di diventare un grande signore della guerra e di reggere il mondo intero mediante la forza. L'organizzazione Cattolico-Romana, operando d'accordo con lui, appoggia la sua ambizione. Quando egli intraprese la guerra di conquista contro i poveri negri dell'Abissinia, durante la quale delle migliaia di vite umane furono sacrificate, il papa e l'organizzazione Cattolica lo spalleggiarono, e "benedissero" le sue micidiali armi. Oggi il Dittatore d'Italia cerca di costringere uomini e donne a procreare bestialmente, allo scopo di produrre in gran quantità degli uomini da essere sacrificati nelle guerre future, ed anche in questo egli è spalleggiato dal papa. *Si dice che Mussolini non si fida di nessuno, ch'egli non ha alcun vero amico, che non perdona mai un nemico. Temendo di perdere il controllo sul popolo, egli regge in modo inflessibile e con mano implacabile. Egli diffida di tutte le altre nazioni, ed è molto superstizioso. Quando s'impadronì del potere in Italia era un ateo, ma d'allora in poi è divenuto religiosissimo. ===[[António de Oliveira Salazar]]=== *Mussolini [...] è un meraviglioso opportunista dell'azione. *Non dimentichiamo che Mussolini è un Italiano discendente dai Condottieri del Medioevo, e non dimentichiamo, parimenti, le sue origini, la sua formazione socialista, quasi comunista. *Non pongo in dubbio l'azione moralizzatrice di Mussolini. Dico che certe affermazioni e certi atteggiamenti nell'ordine morale sono imposti da Mussolini al Fascismo, non sono imposti dal Fascismo a Mussolini. Egli ''vuole'' così, e potrebbe volere tutto l'opposto senza contraddirsi. *Sfiorando un po' il ridicolo (per uno straniero che non vive la vita dell'Italia d'oggi) giovani appena adolescenti imitano la ferma andatura, l'aggrottar di ciglia, l'espressione dura, lo sguardo altero, l'aria di sfida e di assoluta padronanza di sè con che Mussolini si impone alle masse italiane. A me non stupisce il fatto, essendo certo che le moltitudini hanno tendenza a copiare i tratti salienti dei propri idoli, a volte anche i loro più gravi difetti. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Benito Mussolini, ''La mia vita'', traduzione di Monica Mazzanti, Rizzoli, Milano 1983. *Benito Mussolini, ''Scritti e discorsi di Benito Mussolini'', Hoepli, Milano 1934. *Benito Mussolini, ''Opera omnia'', a cura di Edoardo e Duilio Susmel, La Fenice, Firenze 1951. *Richard Lamb, ''Mussolini e gli inglesi'', Ed. Corbaccio, Milano, 1998, ISBN 88-7972-286-7 ==Voci correlate== *[[Italia fascista]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Mussolini, Benito}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Personalità della seconda guerra mondiale]] [[Categoria:Politici italiani]] 0ruv94gs2sqb97pp267d8ey4784nvor 1351352 1351347 2024-11-11T16:23:54Z Darkcloud2222 10646 1351352 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua||[[Mussolini (disambigua)]]|Mussolini}} [[Immagine:Benito Mussolini (primo piano).jpg|miniatura|Benito Mussolini]] '''Benito Amilcare Andrea Mussolini''' (1883 – 1945), politico, dittatore e giornalista italiano. ==Citazioni di Benito Mussolini== *[...] ad impiccare questa ribelle genia d'Italia, ci vuole corda assai. Non ne ha abbastanza il boia. [[Franz Conrad von Hötzendorf|Conrad]]<ref>Franz Conrad von Hötzendorf, feldmaresciallo austriaco, capo di Stato Maggiore dell'esercito austroungarico nella prima guerra mondiale.</ref> non ha avuto abbastanza uomini e cannoni per costringerci alla resa. Ci credevano ancora percossi, piegati nella rovina triste di Caporetto e ci hanno trovati in piedi, pronti a tutti i sacrifici. (da ''Dall'intervento al fascismo'', Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1934, [https://archive.org/details/DallInterventoAlFascismo/page/n173 p. 336]) *Amate il [[pane]], cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio. (da un articolo scritto in occasione delle Giornate del pane (14-15 aprile 1928), pubblicato su ''Il Popolo d'Italia'', n. 73, 25 marzo 1928, p. 15; ora in ''Opera omnia'', vol. 23) *{{NDR|Su [[Joachim von Ribbentrop]]}} Basta guardargli la testa per capire che ha un piccolo cervello. (citato in [[Galeazzo Ciano]], ''Diario, 1937-1938'', Cappelli, 1948) *Chi non è pronto a morire per la sua [[fede]] non è degno di professarla. (da ''Scritti e discorsi'', vol. VII, p. 225) *Chi vuol governare, deve imparare a dir: no. (citato in Margherita Sarfatti, ''Dux'', Mondadori, 1926) *Con le nostre macchine, come, soprattutto, col nostro popolo e con la nostra fede, andremo sicuramente verso la [[vittoria]]. (da ''Opera omnia'', vol. 29, p. 298) *Comunichi al senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori per gli operai. Gli dica che l'operaio che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo fascista. Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita a un'altra macchina. (telegramma datato 16 luglio 1937, indirizzato al prefetto di Torino, in ''Opera Omnia'', vol XLII, pp. 189-190) *[[Emilio De Bono|De Bono]] è un vecchio cretino: non a causa degli anni, che possono rispettare l'ingegno se c'è stato, ma perché è sempre stato cretino ed ora è anche invecchiato. (citato in [[Galeazzo Ciano]], ''Diario, 1937-1938'', Cappelli, 1948) *Di fronte a una [[Razzismo|razza]] inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini d'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.<ref>Citato in Luigi Salvatorelli e Giovanni Mira, ''Storia d'Italia nel periodo fascista'', Giulio Einaudi, Torino, 1964, p. 161.</ref> *{{NDR|Dopo aver parlato con [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], nel 1931}} È un santone, un genio, che, cosa rara, usa la bontà come arma.<ref>Citato in ''Storia del fascismo'', diretta da [[Enzo Biagi]], ed. Sadea, Firenze, 6 agosto 1964, fascicolo n. 23<!--non vidi-->; citato in [[Aldo Capitini]], ''La compresenza dei morti e dei viventi'', Il Saggiatore, Milano, 1966, p. 139.</ref> *{{NDR|Su [[Filippo Corridoni]]}} Egli era un nomade della vita, un pellegrino che portava nella sua bisaccia poco pane e moltissimi sogni e camminava così, nella sua tempestosa giovinezza, combattendo e prodigandosi, senza chiedere nulla. Leviamoci un momento dalle bassure della vita parlamentare; allontaniamoci da questo spettacolo mediocre e sconfortante; andiamo altrove col nostro pensiero che non dimentica; portiamo altrove il nostro cuore, le nostre angosce segrete, le nostre speranze superbe, e inchiniamoci sulla pietra che, nella desolazione dell'Altipiano di Trieste, segnò il luogo dove Filippo Corridoni cadde in un tumulto e in una rievocazione di vittoria.<ref>Il "Il Popolo d'Italia", 23 ottobre [[1917]], ora, in Andrea Benzi, a cura di ''…Come per andare più avanti ancora – Filippo Corridoni, gli scritti'', SEB, Milano, 2001</ref> *Era necessario farci strada con la violenza, con il sacrificio, con il sangue; era necessario stabilire un ordine e una disciplina voluti dalle masse, ma impossibili da ottenere con una propaganda all'acqua di rose, con parole, parole e ancora parole e con ingannevoli battaglie parlamentari e giornalistiche. (da ''La mia vita'', 1983, p. 101) *Fate che le glorie del [[passato]] siano superate dalle glorie dell'avvenire. (da ''Scritti e discorsi'', vol VII, p. 256) *Governare gli [[italiani]] non è difficile, è inutile.<ref>Si tratta di un aforisma presente in [[Giulio Andreotti]], ''Governare con la crisi'', Rizzoli, 1991, e [[Indro Montanelli]], ''La mia eredità sono io. Pagine da un secolo'', Rizzoli, 2008, desunto dalla pubblicazione di [[Emil Ludwig]], ''Colloqui con Mussolini'', Mondadori, 1932, in cui l'autore, durante la sua intervista con Mussolini, gli chiese: "Ma deve essere ben difficile governare gente così individualista ed anarchica come gli italiani!", a cui Mussolini rispose: "Difficile?" Ma per nulla. È semplicemente inutile!". La frase è stata attribuita anche a [[Giovanni Giolitti]].</ref> *{{NDR|Dopo il primo incontro con [[Adolf Hitler|Hitler]]}} [I tedeschi] sono sempre i barbari di Tacito e della Riforma, in perpetua lotta contro Roma. Non ho alcuna fiducia in loro.<ref>Citato in ''[https://lanostrastoria.corriere.it/2021/05/06/lincontro-di-stra-del-1934-quando-mussolini-studio-hitler/ L'incontro di Stra del 1934: quando Mussolini studiò Hitler]'', ''lanostrastoria.corriere.it'', 6 maggio 2021.</ref> *I vecchi governi hanno inventato, allo scopo di non risolverla mai, la [[questione meridionale]]. Non esistono questioni settentrionali o meridionali. Esistono questioni nazionali. (da un discorso del 31 marzo 1939; citato in Indro Montanelli e Mario Cervi, ''L'Italia dell'Asse'', Milano, Rizzoli, 1980) *{{NDR|Parlando con Galeazzo Ciano}} Forse ti parrà mefistofelico quanto ti esporrò, ma conviene far così. Il [[Cesare Maria De Vecchi|De Vecchi]] ha sempre creato una massa di guai dovunque io lo abbia messo. Non ha mai saputo far niente. Ora a Rodi, va malissimo. Ma non importa. Anzi, bisogna incoraggiarlo perché vada sempre peggio. Dargli la sensazione di approvare il suo operato, insaponargli la via e attendere che prenda uno scivolone così grosso, così definitivo da sentirsi liquidato ancor prima che davanti agli altri, davanti a sé stesso. E allora, me lo sarò levato dai piedi per sempre. (citato in Galeazzo Ciano, ''Diario 1937-1943'', liberliber.it, prima edizione elettronica del 13 gennaio 2015, [https://archive.org/details/tntvillage_434812/page/n301 10 ottobre 1938, pp. 302-303]) *Il fascismo è un metodo, non un fine; se volete è una autocrazia sulla via della democrazia.<ref>Da ''Dall'attentato Zaniboni al discorso dell'ascensione (5 novembre 1925-26 maggio 1927)'', La Fenice, 1957, p. 287.</ref> *Il fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto. Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del ''Resto del Carlino'', non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro. (da ''Dopo due anni'', ''Il Popolo d'Italia'', 23 marzo 1921) *Il fascismo femminile che porta bravamente la gloriosa camicia nera e si raccoglie intorno ai nostri gagliardetti, è destinato a scrivere una storia splendida, a lasciare tracce memorabili, a dare un contributo sempre più profondo di passioni e di opere al fascismo italiano. (da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 109) *Il fascismo non fece una rivoluzione: c'era una monarchia prima e una monarchia rimase. Se la Camera appariva un'emanazione del partito, il Senato sottolineava il suo lealismo monarchico per la sua nomina regia e la sua stessa composizione. Il numero dei generali, degli ammiragli, dei senatori per censo, era sempre imponente, una forza materiale e una riserva dello Stato in favore della monarchia. Tutta l'aristocrazia italiana, prima la bianca, poi dopo la Conciliazione anche la nera, costituiva un'altra forza monarchica. Definita la Questione Romana, la curia e il clero entrarono nell'orbita regia. La grossa borghesia industriale, agraria, bancaria, pur non esponendosi in prima linea, marciava anch'essa sotto le insegne regie. (citato in [[Paolo Pavolini]], ''1943, la caduta del fascismo'') *Il [[lavoratore]] che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di [[eroismo]]. (dall'intervista di Ivanoe Fossani, ''Soliloquio in «libertà» all'isola Trimellone'', Isola del Trimelone, 20 marzo 1945, da ''Opera omnia'', vol. 32) *Il Mondo, me scomparso, avrà bisogno ancora dell'Idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la più mediterranea ed europea delle idee. (da ''Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945'', a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972) *Il "[[oltreuomo|superuomo]]" ecco la grande creazione Nietzschiana. Qual impulso segreto, quale interna rivolta hanno suggerito al solitario professore di lingue antiche dell'università di Basilea questa superba nozione? Forse il ''taedium vitae''... della nostra vita. Della vita quale si svolge nelle odierne società civili dove l'irrimediabile mediocrità trionfa a danno della pianta-uomo. E [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] suona la diana di un prossimo ritorno all'ideale. Ma a un ideale diverso fondamentalmente da quelli in cui hanno creduto le generazioni passate. Per comprenderlo, verrà una nuova specie di "liberi spiriti" fortificati nella guerra, nella solitudine, nel grande pericolo, spiriti che conosceranno il vento, i ghiacci, le nevi delle alte montagne e sapranno misurare con occhio sereno tutta la profondità degli abissi. (da ''La filosofia della forza'', ''Il pensiero romagnolo'', 1908; in ''Scritti politici'', a cura di Enzo Santarelli, Feltrinelli, 1979) *Il [[Città del Vaticano|Vaticano]] odierno è identico al Vaticano del secolo XVI. È il covo dell'intolleranza e di una banda di rapinatori. (da ''L'Avvenire del Lavoratore'', 22 luglio 1909; in ''Opera omnia'', vol. 2) *I leoni di Traù sono stati distrutti; ma ecco che, distrutti, sono, come non mai, divenuti simbolo vivo e testimonianza certa. Solo uomini arretrati ed incolti possono illudersi che, demolendo le pietre, si cancelli la [[storia]]. (da ''La Dalmazia nella storia d'Italia'', Ed. Hoepli) *Improntare il [[giornale]] a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche e deprimenti. (da ''Magazine'', 4 giugno 2009) *I neutrali non hanno mai dominato gli avvenimenti. Li hanno sempre subiti. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 24) *I nostri generali, anche i migliori, sono rimasti all'800. Credono ancora che vincere una guerra sia una questione di mezzi. Ignorano l'elemento psicologico e gli effetti di quella super-arma che si chiama fede. I [[carro armato|carri armati]] sono pezzi d'acciaio. Ma la [[storia]] non si fa con l'acciaio. Si fa con lo spirito. (1939: citato in Gian Carlo Fusco, ''Guerra d'Albania'', Sellerio, 2001, p. 19) *Io ho del socialismo una nozione barbarica. Io lo immagino come il più grande atto di negazione e di distruzione che la storia registri. Io penso ad un socialismo che non "distingue", che non "patteggia" che non si "mortifica". (da ''Lotta di classe'', 1910. Citato in Paolo Alatri, ''Mussolini'', Tascabili economici Newton, Roma, 1995, p. 18) *Io mi vanto soprattutto di essere un rurale. (da ''Opera omnia'', vol. 29) *Io sono l'uomo più disobbedito della storia.<ref>Citato in [[Denis Mack Smith]], ''Storia d'Italia dal 1861 al 1997'', volume I (''Modern Italy. A Political History'', 1997), traduzione di Alberto Acquarono, Giovanni Ferrara Degli Uberti e Michele Sampaolo, Laterza, Bari, 1997, p. 469.</ref> *L'Italia non può rimanere neutrale per tutta la durata della guerra, senza dimissionare dal suo ruolo, senza squalificarsi, senza ridursi al livello di una [[Svizzera]], moltiplicata per dieci. Il problema non è quindi di sapere se l'Italia entrerà in guerra; si tratta di sapere quando e come; si tratta di ritardare il più a lungo possibile, compatibilmente con l'onore e la dignità, la nostra entrata in guerra.<ref>Citato in Ennio Di Nolfo, ''Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri'', Editori Laterza, Roma, 2008, p. 351. ISBN 978-88-420-8734-2</ref> *La [[cinema]]tografia è l'arma più forte.<ref>Tale motto, a firma di Mussolini, fu posto su di una parete nel cantiere degli studi di Cinecittà a Roma, in occasione della posa della prima pietra, il 26 gennaio 1936. In Amedeo Benedetti, ''Gli archivi delle immagini'', Erga, è descritto come «una scritta cubitale in caratteri moderni, seguiti dalla firma in facsimile»; si veda l'[http://eco86.altervista.org/_altervista_ht/cinema/duce.jpg immagine] della parete e l'[http://www.terramedia.co.uk/Chronomedia/years/Mussolini_opening_Cinecitta.jpg immagine] della posa della pietra, nella quale, sullo sfondo, si può intravedere parte della scritta e della firma.</ref> *La [[democrazia]] ha tolto lo «stile» alla vita del popolo. Il fascismo riporta lo «stile» nella vita del popolo: cioè una linea di condotta; cioè il colore, la forza, il pittoresco, l'inaspettato, il mistico; insomma, tutto quello che conta nell'animo delle moltitudini. (da ''I discorsi della rivoluzione'', Casa editrice del Partito Nazionale Fascista, Imperia, 1923) *La [[disciplina]] deve cominciare dall'alto, se si vuole che sia rispettata in basso. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 35) *La geniale [[invenzione]] nasce quasi sempre nel cervello dell'uomo isolato, ma solo l'opera tenace di pazienti ricercatori, con mezzi larghi ed adatti, può efficacemente svilupparla ed utilizzarla. (da ''Opera omnia'', vol. 23) *La Germania si compone di diverse razze, più o meno felicemente miscelate fra loro come ognuno può constatare girando in Germania. Vedremo se il nazismo riuscirà a trarne un «armento» di sangue puro. Nella migliore delle ipotesi, secondo i calcoli degli esperti nella materia, occorrono sei secoli, fra matrimoni razziali e non meno razziali castrature. (da ''Opera omnia'', vol. 26, p. 310) *La [[guerra]] si accetta in blocco o si respinge in blocco. Se questo processo deve essere eseguito, saremo noi che lo faremo e non gli altri. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 372) *La [[Basilicata|Lucania]] ha un primato che la mette alla testa di tutte le regioni italiane: il primato della fecondità, la quale è la giustificazione demografica e quindi storica dell'impero. (da ''Opera omnia'', vol. 28) *Le persone intelligenti hanno meno amici e se l'invidia richiama l'astio altrui, non importa, molti nemici molto onore. (da "Scritti e discorsi", vol. II, p. 142) *Libertà di pensiero, di parola e di stampa? Sì, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente stabiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi, sopra tutto la morale deve avere i suoi diritti. (da ''Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945'', a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972) *Libro e moschetto, fascista perfetto!<ref>Motto ideato nel 1927 in occasione dell'inaugurazione della Libreria del Littorio a Roma (Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'' Hoepli); attribuita anche a [[Leo Longanesi]].</ref> *Mentre in tante parti del mondo tuona il cannone, farsi delle illusioni è follia, non [[Preparazione|prepararsi]] è delitto. Noi non ci illudiamo e ci prepariamo. (da ''Opera omnia'', vol. 29) *{{NDR|Telegramma inviato ad [[Adolf Hitler]] successivo all'annessione dell'[[Austria]]}} Mio atteggiamento è determinato dall'amicizia tra i nostri due Paesi consacrata nell'Asse.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1129_01_1938_0063_0001_16721757/ Il Duce a Hitler]'', ''La Stampa'', 14 marzo 1938.</ref> *Molto spesso il [[Trento|Trentino]] impiega il suo dialetto, anche conversando con «regnicoli» che parlano italiano. Alcuni difetti di pronuncia ci spiegano questa specie di boicottaggio dell'italiano. Il Trentino pronuncia la ''u'', come i lombardi e i francesi, la ''s'' strisciante, aspra; le doppie, come può. ''Ferro'' diventa ''fero'' e ''querela'' aggiunge una ''l''. Non insisto, per non sembrare pedante. Del resto nessuna regione d'Italia può vantarsi di parlare l'italiano vero: neppure i toscani, specie i fiorentini, colle loro aspiranti... teutoniche. L'italiano trentino si mantiene abbastanza puro data la vicinanza col confine linguistico.<ref>Da ''Il Trentino visto da un socialista'', con uno scritto di Franco Cardini, La Finestra , Trento, 2003, pp. 101-102. ISBN 88-88097-29-05</ref> *Mutevolissimo è lo spirito degli [[italiani]]. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone. [...] Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della [[borghesia]], si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei [[lavoro|lavoratori]]. [...] Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda e implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. [...] Devo dire per ragioni di giustizia che il [[Capitale (economia)|capitale]] italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora. (da ''Opera omnia'', vol. 32, pp. 170-171)<ref>Erroneamente, si indica spesso come fonte di questa citazione un falso testamento di Mussolini, a volte definito "politico", diffuso in rete e composto da brani riportati in un ordine totalmente arbitrario e con omissioni non segnalate; si noti, a titolo di esempio, come l'incipit di tale falso testamento si ritrovi a pagina 182 del 32esimo volume dell'''Opera omnia'', mentre la sua conclusione sia a pagina 181.</ref> *{{NDR|Alludendo alla diversabilità di [[Franklin Delano Roosevelt]]}} Nella storia non si è mai visto un popolo retto da un paralitico. Si sono avuti Re calvi, Re grossi, Re belli e magari stupidi, ma mai Re che per andare al gabinetto, al bagno o a tavola avessero bisogno d'essere retti da altri uomini. (28 maggio 1941, citato in G. Ciano, ''Diario 1937-1943'', Rizzoli, 1980, p. 517) *Niente c'è di definitivo nel mondo, ma le cose meno definitive di questo mondo sono le vittorie elettorali. (da ''Scritti e discorsi'', vol. II, p. 44) *{{NDR|Sul [[Germania|popolo tedesco]]}} Noi possiamo guardare con un sovrano disprezzo talune dottrine d'oltralpe, di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, in un tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio ed Augusto.<ref>Dal discorso di Bari, 6 settembre 1934. ([http://www.youtube.com/watch?v=j3ClvAk-0sw Link Youtube])</ref> *Non c'è dubbio che, dopo il Concordato del Laterano, non tutte le voci, che si sono levate nel campo cattolico, erano intonate. Taluni hanno cominciato a fare il processo al Risorgimento; altri ha trovato che la statua di [[Giordano Bruno]] a Roma è quasi offensiva. Bisogna che io dichiari che la statua di Giordano Bruno, malinconica come il destino di questo frate, resterà dov'è? È vero che, quando fu collocata in Campo di Fiori, ci furono delle proteste violentissime; perfino Ruggero Bonghi era contrario e fu fischiato dagli studenti di Roma; ma, oramai, ho l'impressione che parrebbe di incrudelire contro questo filosofo, che, se errò e persisté nell'errore, pagò. Naturalmente, non è nemmeno il caso di pensare che il monumento a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] sul Gianicolo possa avere una ubicazione diversa.<ref>Dal discorso alla Camera, 13 maggio 1929, citato in Corrado Marvasi, ''I disaccordi nei rapporti personali fra coniugi nel diritto vivente'', Maggioli editore, 2011.</ref> *Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani. (21 settembre 1938; da ''Opera omnia'', vol. 29, p. 156) *O il governo accetta questa necessità, o il proletariato saprà imporgliela con tutti i mezzi: è giunta l'ora delle grandi responsabilità. Il proletariato italiano permetterà dunque che lo si conduca al macello ancora una volta ? Noi non lo pensiamo, ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo, mobilitare le nostre forze: sorga dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai comuni, dalle province dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, dalle moltitudini profonde del proletariato, un solo grido e sia ripetuto per le piazze e le strade d'Italia: abbasso la [[prima guerra mondiale|guerra]]. E venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d'ordine: non un uomo, non un soldo per la guerra a qualunque costo. (da ''Abbasso la guerra'', ''Avanti!'', 1914<ref>All'inizio della prima guerra mondiale; citato in Luciano Canfora, ''1914'', Sellerio editore, 2006, p. 139.</ref>) *Quando mancasse il [[consenso]], c'è la [[forza]]. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli. (7 marzo 1923, da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 82) *Quella che chiamiamo «vita» non è che un quasi impercettibile «punto» fra due eternità, quella di prima e quella di dopo. — Confortante pensiero. (da ''Pensieri pontini e sardi'' n.º 4; citato ne ''La domenica di Repubblica'', 22 luglio 2007, p. 36) *{{NDR|[[Franklin D. Roosevelt]]}} Quella sinistra figura. (citato in Piero Baroni, ''8 settembre 1943: il tradimento!'', p. 44) *{{NDR|Sul [[nazismo]]}} Razzismo al cento per cento. Contro tutto e contro tutti: ieri contro la civiltà cristiana, oggi contro la civiltà latina; domani, chissà, contro la civiltà di tutto il mondo! (da ''Teutonica'', ''Il Popolo d'Italia'', 26 maggio 1934) *Regimi [[democrazia|democratici]] possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi, tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno. (da ''La dottrina del fascismo'', con Luigi Contu, Hoepli, 1936) *{{NDR|Telegramma al prefetto di Torino riferendosi a [[Piero Gobetti]]}} Rendere nuovamente difficile vita questo insulso oppositore governo e fascismo.<ref>Citato in Bruno Quaranta, ''[https://www.repubblica.it/cultura/2021/06/19/news/piero_gobetti_un_intellettuale_di_penna_e_spada-306667075/?ref=RHTP-VS-I287621970-P13-S4-L Piero Gobetti. Un intellettuale di penna e spada]'', ''Repubblica.it'', 18 giugno 2021.</ref> *Ripetiamo che la parola fascista comprende anche gli Arditi e i Volontari di guerra, poiché le tre associazioni sono distinte nella forma, ma fuse e confuse nella sostanza: si tratta di tre corpi e di un'anima sola. Ora, il blocco fascista [...] potrà anche chiamarsi il blocco delle «teste di ferro». (da ''Scritti e discorsi'', vol. II, p. 39) *Sarei grandemente ingenuo se chiedessi di essere lasciato in pace dopo morto. Attorno alle tombe dei Capi di quelle grandi trasformazioni, che si chiamano rivoluzioni, non ci può essere pace; ma tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. Mentre il mio spirito, ormai liberato dalla materia, vivrà, dopo la piccola vita terrena, la vita immortale e universale di Dio. Non ho che un desiderio, quello di essere sepolto accanto ai miei nel cimitero di San Cassiano. (da ''Vita di Arnaldo'', a cura di Gian Guglielmo Rebora, Edizioni FPE, Milano, 1966) *Se Dio esiste, gli do due minuti per fulminarmi. (citato in [[Indro Montanelli]], ''Storia d'Italia'') *Se la [[libertà]] dev'essere l'attributo dell'uomo reale, e non di quell'astratto fantoccio a cui pensava il liberalismo individualistico, il Fascismo è per la libertà. È per la sola libertà che possa essere una cosa seria, la libertà dello Stato e dell'individuo nello Stato. (dalla voce "Fascismo" redatta per l'Enciclopedia Treccani, 1932<ref>Tale voce fu presumibilmente scritta con la collaborazione di [[Giovanni Gentile]]</ref>; da ''Scritti e discorsi'', vol. VIII, p. 71) *Se le [[operaio|masse lavoratrici]] rimangono in uno stato di miseria e di abbrutimento, non v'è grandezza di popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria. (da ''Discorso da ascoltare'', ''Il Popolo d'Italia'', 1° maggio 1919) *Secondo le norme elementari dell’economia, fra massa di beni reali e massa di beni simbolici, ci dovrebbe essere un rapporto di equilibrio. Quando aumentano i beni simbolici – carta valuta – e diminuiscono gli altri, si ha il fenomeno dell’inflazione cartacea, con relative conseguenze tangibili a chiunque. (''Il Popolo d'Italia'', 8 dicembre 1920)<ref>Citato in Federico Lordi, [https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/draghi-mario-euro-storia/ ''A chi conviene seppellire la storia?''], ''L'intellettuale dissidente'',11 maggio 2019.</ref> *Senza sforzo, senza sacrifìcio e senza sangue nulla si conquista nella storia. (da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 444) *So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori. (ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943; citato in ''Fascist Legacy'', documentario BBC sui crimini di guerra italiani, diretto da Ken Kyrby) *Solo dall'armonia costituita dai tre principi, capitale, tecnica, lavoro, vengono le sorgenti della [[fortuna]]. (da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 350) *{{NDR|Alla notizia dell'attacco dei bombardieri inglesi in Campania}} Sono lieto che Napoli abbia delle notti così severe. La razza diventerà più dura. La guerra farà dei napoletani un popolo nordico.<ref>Citato in [[Paolo Alatri]], ''[https://books.google.it/books?id=kUIcAAAAMAAJ Le origini del fascismo]'', Editori Riuniti, 1956, p. 349</ref> *{{NDR|Sul [[Trentino|Dialetto trentino]]}} Sono tuttavia visibili ancora le tracce di questa infiltrazione tedesca. Il vocativo frequentissimo ''toi'' o ''tei'' deve provenire dal tedesco ''du''. I residui del tedeschismo nel dialetto trentino vanno scomparendo e il dialetto stesso s'italianizza nelle sue parole e nelle sue costruzioni. Già trent'anni fa il Malfatti notava che le parole tedesche ''grobian'', ''fraila'', ''pinter'', ''tissler'' cadevano in disuso e cedevano il posto alle parole italiane ''vilan'', ''siorata'', ''botar'', ''marangon''. Questo processo eliminatore dei tedeschismi continua.<ref>Da ''Il Trentino visto da un socialista'', con uno scritto di Franco Cardini, La Finestra , Trento, 2003, p. 101. ISBN 88-88097-29-05</ref> *Tutte le leggi umane, non quelle divine, sono il risultato di uno sforzo di uomini. Altri uomini vengono, modificano, aboliscono, perfezionano. Non ci vuole nulla ad abolire. Distruggere è facile, ma ricostruire è difficile. (1924, da ''Scritti e discorsi'', vol. IV, p. 297-298) *{{NDR|[[Italo Balbo|Balbo]]}} Un bell'alpino, un grande aviatore, un autentico rivoluzionario. Il solo che sarebbe stato capace di uccidermi. (citato in [[Enzo Biagi]], ''Storia del fascismo'', Sadea-Della Volpe, 1964) *Un grande [[popolo]] è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940) *{{NDR|Gli [[Inghilterra|inglesi]]}} Un popolo che pensa col culo. (citato in [[Galeazzo Ciano]], ''Diario, 1937-1943'', Rizzoli, 1980, 14 settembre 1937) *Un'[[idea]] è al tramonto, quando non trova più nessuno capace di difenderla anche a prezzo della vita. (da ''Scritti e discorsi'', vol. I, p. 257) *{{NDR|Gli [[Italia|italiani]]}} Un popolo di santi, di eroi e di navigatori.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Il dito nell'occhio. {{small|Interviste coi contemporanei}}'', Rusconi, Milano, 1977, p. 25.</ref> *{{NDR|Destituendo [[Guido Buffarini Guidi|Buffarini Guidi]] ministro degl'Interni il 21 febbraio 1945}} Un uomo che ha molti meriti ma è odiato da tutti, antifascisti e fascisti: è odiato persino più di me. (citato in [[Indro Montanelli e Mario Cervi]], ''L'Italia della guerra civile (8 settembre 1943 – 9 maggio 1946)'', Rizzoli, Milano, 2001, p. 271) *Vado verso il popolo e sono col popolo per comunione di intenti e di spirito. (da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 132) {{int|Intervista di [[Emil Ludwig]], 1932}} *A tavola noi ragazzi sedevamo in tre reparti. Io dovevo sempre sedere in fondo e mangiare coi più poveri. Potrei forse dimenticare le formiche nel pane della terza classe. Ma che noi bambini fossimo divisi in classi, mi brucia ancora nell'anima!<ref name=ludw/> *Chi marcia non si diminuisce [...] ma si moltiplica attraverso tutti quelli che marciano con lui.<ref name=ludw/> *Con la [[libertà di stampa]] i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale.<ref name=ludw/> *Gli uomini possono pregare Dio in molti modi. Si deve lasciare assolutamente a ciascuno il proprio modo. {{NDR|passo eliminato dalla censura}}<ref name=ludw/> *In ogni [[anarchia|anarchico]] sta dentro un dittatore fallito.<ref name=ludw/> *L'interesse del popolo è una cosa drammatica. In quanto io lo servo, moltiplico la mia vita.<ref name=ludw/> *La [[donna]] deve obbedire. [...] Essa è analitica, non sintetica. Ha forse mai fatto dell'architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna, non dico un tempio! Non lo può! Essa è estranea all'architettura, che è la sintesi di tutte le arti, e ciò è un simbolo del suo destino. La mia opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente essa non dev'essere una schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale, mi si deriderebbe. Nel nostro Stato essa non deve contare.<ref name=ludw>Citato in [[Emil Ludwig]], ''Colloqui con Mussolini'', traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.</ref> *La gente oggi non vuol governare; essa vuole esser governata, e avere la sua pace. Se fossero di più i grandi uomini di stato in Europa, ci sarebbero meno partiti.<ref name=ludw/> *La [[massa]] ama gli uomini forti. La massa è donna.<ref name="biagi88">Citato in [[Enzo Biagi]], ''Amori'', Rizzoli, Milano, 1988, p. 139. ISBN 88-17-85139-6</ref> *La massa per me non è altro che un [[gregge]] di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.<ref name=ludw/> *Non posso avere amici, non ne ho. Ma non ne sento la mancanza.<ref name=biagi88/> *Ogni [[rivoluzione|rivoluzionario]] a un certo momento diventa [[conservatorismo|conservatore]].<ref name=biagi88/> *Razza: questo è un sentimento, non una realtà. Il 95% è sentimento. [...] L'orgoglio nazionale non ha affatto bisogno dei deliri di razza.<ref name=ludw/> *So [...] ciò che si pubblica: che sono sorvegliato da mille poliziotti e che dormo ogni notte in un luogo diverso. Lo so. Ma io dormo ogni notte nella Villa Torlonia, e vado in auto e cavalco quando e dove mi piace. Se dovessi pensare alla mia sicurezza, mi sentirei umiliato.<ref name=ludw/> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0029_01_1936_0117_0001_16416095/ L'intervista del Matin]''|Da un'intervista del ''Matin'', riportato in ''La Stampa'', 16 maggio 1936.}} *Nessuno al mondo può dubitare che il [[Italia|Popolo italiano]] non sia volto verso una pace di cui ha bisogno per completare l'opera intrapresa. Esso vuole la pace e vuole lavorare per la pace. *Se si tentasse di carpirci i frutti di una vittoria pagata con tanti sacrifici ci si troverebbe in piedi pronti ad ogni resistenza. *Oggi l'[[Etiopia]] è irrevocabilmente, integralmente, unicamente italiana. *Irrevocabile, ripetetelo, ripetetelo ancora. Occorre che l'Europa intera intenda queste parole, questo grido di tutto un popolo che ha voluto il suo Impero e che saprà, se domani fosse necessario, difenderlo con tutto il suo coraggio e tutte le sue forze. ===Citazioni tratte dalle lettere=== ===Citazioni tratte dai discorsi=== *Bisogna che non appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su questa linea che i marinai chiamano del bagnasciuga. (Discorso del 24 giugno 1943 al Direttorio del Partito nazionale fascista) *Bisogna porsi delle [[meta|mète]] per avere il coraggio di raggiungerle. (Milano, 28 ottobre 1925; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 163) *Bisogna volere, fortemente volere!<ref>Questa prima frase non è originale, vedi [[Prospero Padoa]], ''Intorno ai governi rappresentativi'', 1859: "Bisogna durare ne' virili propositi, bisogna volere e fortemente volere, ed essere parati sempre e spiare e cogliere tutte le opportunità". Confronta anche [[Vittorio Alfieri]]: "Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli".</ref> Solo con questa potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo. Dobbiamo essere pronti a tutti i sacrifici. (Milano, 2 aprile 1923; da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 99) *Noi non daremo un solo minuto di tregua al partito socialista, sino a quando non la smetterà di parlare di comunismo, di dittatura, di Russia. Come si può disarmare dalla lotta contro un partito di vigliacchi e di mistificatori che, dopo tutto quel po' po' di roba riferita dai missionari italiani reduci dalla Russia, ha ancora la faccia tosta di invitare le masse a inneggiare al bolscevismo nella ricorrenza dell'anniversario del colpo di Stato di Lenin? Complessivamente sono state giustiziate a Mosca in un mese 1182 persone. E noi non dovremmo combattere - sino all'ultimo sangue - contro l'abietto partito che si propone di mascherare l'Italia alla moda di Lenin? Contro un partito che pratica, quando può, l'insurrezione, i mezzi blandi non contano: ci vogliono i nostri. È una dura, spietata, implacabile battaglia quella che abbiamo impegnato, buttando tutto nella posta in giuoco. (discorso tenuto il 6 novembre 1920)<ref>https://www.repubblica.it/cultura/2022/01/09/news/ezio_mauro_racconta_le_cronache_della_marcia_su_roma_gennaio_1922-333201810/</ref> *Camicie Nere della Rivoluzione, uomini e donne di tutta Italia! Una tappa del nostro cammino è raggiunta. Continuiamo a marciare nella pace per i còmpiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo col nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà. Viva l'Italia! (dal discorso tenuto il 5 maggio 1936) *Camminare, costruire e, se necessario, combattere e vincere! (Roma, Piazza Venezia, 28 ottobre 1932; dal discorso in occasione del decennale della [[Marcia su Roma]]) *Chi non è con noi è contro di noi. (Teatro Costanzi, Roma, 24 marzo 1924; da ''Scritti e discorsi'', vol. IV, p. 81) *D'altra parte è pacifico, oramai, che sul terreno della violenza le masse operaie saranno battute [...]. Le masse operaie sono naturalmente, oserei dire santamente, pacifondaie, perché rappresentano sempre le riserve statiche della società umana, mentre il rischio, il pericolo, il gusto dell'avventura sono stati sempre il compito, il privilegio delle piccole aristocrazie. E allora, o [[socialisti]], se voi convenite e ammettete e confessate che su questo terreno noi vi batteremo, allora dovete concludere che avete sbagliato strada. (dal primo discorso alla Camera, 21 giugno 1921) *Desidero rivolgere un elogio alla gente di Puglia perché è feconda e crede coi fatti nell'unico primato che veramente conta nella vicenda e nella lotta dei popoli: il primato dei figli, il primato della vita. (Lecce, 7 settembre 1934; da ''Opera omnia'', vol. 26) *Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia. (Discorso del 18 novembre 1940 dal balcone di Palazzo Venezia) *Dodici anni della mia vita di partito {{NDR|[[socialismo|socialista]]}} sono o dovrebbero essere una sufficiente garanzia della mia fede socialista. Il socialismo è qualche cosa che si radica nel sangue. Quello che mi divide ora da voi non è una piccola questione, è una grande questione che divide il socialismo tutto. (Teatro del popolo, Milano, 24 novembre 1914; da ''II Popolo d'Italia'', n. 11, 25 novembre 1914 – anche in ''Scritti e discorsi''<ref>Pronunciato al teatro del popolo di Milano, la sera del 24 novembre 1914, durante l'assemblea della sezione socialista milanese che decreta l'espulsione di Benito Mussolini dal partito socialista ufficiale.</ref>) *Dopo la [[Roma]] dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo. (18 aprile 1934; da ''Opera omnia'', vol. 26) *Durante i trenta secoli della sua storia, l'Italia ha vissuto molte ore memorabili, ma questa è certamente una delle più solenni.<br/>Annuncio al popolo italiano che la guerra è finita. Annuncio al popolo italiano e al mondo che la pace è ristabilita. (dal discorso tenuto il 5 maggio 1936) *È l'[[aratro]] che traccia il solco, ma è la [[spada]] che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori. (dal discorso per l'inaugurazione della Provincia di Littoria, 18 dicembre 1934; da ''Scritti e discorsi'', vol. IX, p. 154) *È questa un'altra giornata di decisioni solenni nella storia d'Italia e di memorabili eventi, destinati ad imprimere un nuovo corso nella storia dei continenti. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, Palazzo Venezia, Roma, 11 dicembre 1941; da ''Opera omnia'', vol. 30) *Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto [...]. Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa soggezione a delinquere! [...] Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell'Aventino. (dal discorso alla Camera, 3 gennaio 1925<ref>Citato in Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto, ''Il mondo contemporaneo. {{small|Dal 1848 a oggi}}'', Laterza, Roma, 2008, p. 332. ISBN 978-88-420-8741-0</ref>) *Fermarsi è male; fermarsi significa retrocedere. (Piazza De Ferrari, Genova, 24 maggio 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 342) *Il concetto di [[libertà]] non è assoluto perché nulla nella vita vi è di assoluto. La libertà non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista; non è un'uguaglianza; è un privilegio. Il concetto di libertà muta col passare del tempo. C'è una libertà in tempo di pace che non è più la libertà in tempo di guerra. C'è una libertà in tempo di ricchezza che non può essere concessa in tempo di miseria. (Teatro Costanzi, Roma, 24 marzo 1924; da ''La nuova politica dell'Italia: Volume 3'', Alpes, 1925, p. 31) *Il [[contadino]] deve rimanere fedele alla terra, dev'essere orgoglioso di essere contadino, fiero di lavorare il suo campo, né cercare altrove una vita più facile perché una vita più facile non esiste. (Sala Regia, Palazzo Venezia, Roma, 27 ottobre 1937, da ''Scritti e discorsi di Benito Mussolini dal novembre 1936 al maggio 1938'', Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1938) *Il fascismo stabilisce l'uguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla nazione. (Milano, 6 ottobre 1934; da ''Opera omnia'', vol. 26) *Il fascismo è tutto il popolo italiano. (Palazzo Municipale di Vercelli, 28 settembre 1925; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 136) *Il [[libro]] ha qualche volta il valore di una ambasciata. (dal discorso alla Società Italiana degli Autori, Roma, 1° agosto 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 375) *Il pittoresco ci ha fregati per tre secoli. (dal discorso al consiglio nazionale del PNF, 25 ottobre 1938; da ''Opera omnia'', vol. 29) *Il [[italiani|popolo italiano]] ha creato col suo sangue l'impero. Lo feconderà col suo [[lavoro]] e lo difenderà contro chiunque con le sue armi. (dal [[s:Italia - 9 maggio 1936, Discorso di proclamazione dell'Impero|discorso di proclamazione dell'impero]], 9 maggio 1936) *Il problema di scottante attualità è quello [[Razzismo|razziale]]. Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il problema razziale non è scoppiato all'improvviso, come pensano coloro i quali sono abituati ai bruschi risvegli, perché sono abituati ai lunghi sonni poltroni: è in relazione con la conquista dell'impero, poiché la storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi ma si tengono col prestigio. E per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze ma delle superiorità nettissime. (dal discorso a Trieste, 19 settembre 1938)<ref>Riportato su ''[https://www.archivioluce.com/2019/09/18/il-discorso-di-trieste/ Archivio Luce''.</ref> *Il solo pensiero di una famiglia [[povertà|senza il necessario]] per vivere, mi dà un'acuta sofferenza fisica. Io so, per averlo provato, che cosa vuol dire la casa deserta ed il desco nudo. (Torino, 23 ottobre 1932; citato in ''Scritti e discorsi'') *Io amo piuttosto di pensare a quello che faremo nel decennio prossimo. Del resto basta guardarsi attorno, per convincersi che il nostro consuntivo è semplicemente immenso. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, 17 ottobre 1932) *L'Europa sarà dominata dalla Germania. Gli stati vinti saranno vere e proprie colonie. Gli stati associati saranno province confederate. Tra queste la più importante è l'Italia. Bisogna accettare questo stato di cose perché ogni tentativo di reazione ci farebbe declassare dalla condizione di provincia confederata a quella ben peggiore di colonia. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *L'Italia fascista può, se sarà necessario, portare oltre il suo tricolore. Abbassarlo mai! (Parlamento, 5 febbraio 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 269) *L'Italia ha finalmente il suo impero. Impero fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano, perché questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane. Impero di pace, perché l'Italia vuole la pace per sé e per tutti e si decide alla guerra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero di civiltà e di umanità per tutte le popolazioni dell'Etiopia. Questo è nella tradizione di Roma, che, dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936) *La [[lotta]] è l'origine di tutte le cose perché la vita è tutta piena di contrasti. (Teatro Rossetti, Trieste, 20 settembre 1920; da ''Scritti e discorsi'', vol. II, 99) *La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: [[vincere]]! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo. (dall'[[s:Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra|annuncio della dichiarazione di guerra]], 10 giugno 1940) *La Sicilia è fascista fino al midollo. (Palermo, 20 agosto 1937; da ''Opera omnia'', vol. 28) *La [[stampa]] più libera del mondo intero è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione. (Palazzo Chigi, 10 ottobre 1928; da ''Scritti e discorsi'', vol. VI, 250-251) *La storia ci dice che la [[guerra]] è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna. (dal discorso al Parlamento, 26 maggio 1934; da ''Scritti e discorsi'', vol. IX, p. 98) *Là dove si è voluto esasperare ancora di più il [[capitalismo]], facendone un capitalismo di Stato, la miseria è semplicemente spaventosa. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, il 17 ottobre 1932, davanti a 25.000 adunati) *Lo schieramento è ormai completo. Da una parte Roma, Berlino, Tokio; dall'altra Londra, Washington, Mosca. Nemmeno il più lontano dubbio ci sfiora circa l'esito di questa immane battaglia: noi vinceremo. Vinceremo perché la storia dice che i popoli i quali rappresentano le idee del passato devono perdere dinnanzi ai popoli che rappresentano le idee dell'avvenire. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Nella nuova organizzazione io voglio sparire, perché voi dovete guarire del mio male e camminare da voi. (Teatro Augusteo, Roma, 7 novembre 1921; da ''Scritti e discorsi'', vol. II, p. 206) *Nessuno ha potuto fermarci.<ref>Come nota Massimo Cardillo in ''Il duce in moviola: politica e divismo nei cinegiornali e documentari'', Edizioni Dedalo, questa prima frase non è rintracciabile nelle registrazioni audio del discorso, mentre appare nelle trascrizioni successive.</ref> Nessuno ci fermerà. (Udine, 20 settembre 1938; da ''Opera omnia'', vol. 29) *Nessuno pensi di piegarci senza avere prima duramente combattuto. Un [[popolo]] geloso del suo onore non può usare linguaggio, né avere atteggiamento diverso! (dal discorso tenuto in occasione dell'adunata generale delle forze del Regime il 2 ottobre 1935) *Neve e freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento dell'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Noi marceremo con la Germania per dare all'Europa quella pace con giustizia che è nel desiderio profondo di tutti i popoli. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale del nuovo comune di [[Latina|Littoria]], consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino. Abbiamo, cioè, vinto la nostra prima battaglia.<br/>Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro, occorreva valicare le [[Alpi]] o traversare l'Oceano. Oggi la terra è qui, a mezz'ora soltanto da [[Roma]]. È qui che noi abbiamo conquistato una nuova provincia. È qui che abbiamo condotto e condurremo delle vere e proprie operazioni di [[guerra]]. È questa la guerra che noi preferiamo. Ma occorrerà che tutti ci lascino intenti al nostro lavoro. (dal discorso tenuto a [[Latina|Littoria]], dalla terrazza del Municipio, il 19 dicembre 1932) *Noi tireremo diritto. (Palazzo Venezia, Roma, 8 settembre 1935; da ''Scritti e discorsi'', vol. IX, 215) *Non è più permesso a nessuno di vivere su quello che fu fatto da altri prima di noi. Bisogna che noi creiamo. (Reggio Emilia, 30 ottobre 1926; da ''Scritti e discorsi'', vol. V, p. 454) *Non possiamo dare la libertà a coloro che ne approfitterebbero per assassinarci. (Circolo rionale Sciesa, Milano, 4 ottobre 1922; da ''Scritti e discorsi'', vol. II, 333) *{{NDR|Sulla [[seconda guerra mondiale]]}} Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione. È la lotta dei [[popolo|popoli]] poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra. È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto. È la lotta tra due secoli e due idee. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940) *Ricordate che oggi non ci sarebbe la marcia su Mosca, marcia che sarà infallibilmente vittoriosa, se vent'anni prima non ci fosse stata la [[marcia su Roma]], se primi tra i primi non avessimo alzata la bandiera dell'antibolscevismo. (da ''Storia – idee, fatti, protagonisti'', Vol. 3a, SEI) *Rinunziare alla [[lotta]] significa rinunciare alla vita. (Palazzo Chigi, 20 dicembre 1923; da ''Scritti e discorsi'', vol. III, p. 290) *Se è per fare onore alla vostra firma che il vostro governo ha dichiarato guerra alla Germania, voi {{NDR|Winston Churchill}} comprenderete che lo stesso senso d'onore e di rispetto agli impegni assunti col trattato italo-tedesco guidi oggi e domani la politica italiana di fronte a qualsiasi evento.<ref>Dalla lettera di risposta a quella del 16 maggio 1940 di [[Winston Churchill]], con la quale lo statista inglese, appena divenuto capo del governo in sostituzione di [[Neville Chamberlain]], invitava Mussolini a non schierarsi in guerra a fianco della Germania. Citato in Richard Lamb, ''Mussolini e gli inglesi'', Corbaccio, p. 409.</ref> *Se veramente, cosa che io escludo sin da oggi, si meditasse, veramente, di soffocare la vita del Popolo Italiano in quel mare che fu il mare di Roma, ebbene si sappia che il Popolo Italiano balzerebbe come un solo uomo in piedi pronto al combattimento con una decisione che avrebbe rari precedenti nella storia. (Milano, 1° novembre 1936; da ''Scritti e discorsi'', vol. X) *Temo più uno [[iettatura|iettatore]] di un antifascista.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Milano, Mondadori, 2006, p. 235. ISBN 88-04-54931-9</ref> *Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936) *Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. (dall'[[s:Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra|annuncio della dichiarazione di guerra]], 10 giugno 1940) *Venti milioni di italiani sono in questo momento raccolti nelle piazze di tutta Italia. È la più gigantesca dimostrazione che la storia del genere umano ricordi. (dall'annuncio radiofonico della dichiarazione di guerra all'Etiopia, 2 ottobre 1935) ===Attribuite=== *Che in Italia si faccia del razzismo e dell'antisemitismo è cosa tanto importante nella sua apparenza politica quanto priva di peso nella sua sostanza reale. La purità della razza in questo popolo sul quale sono passate tante invasioni e che ha assorbito tante genti dai quattro punti cardinali, e il pericolo semita in una Nazione come la nostra dove persino l'alta finanza, e persino se manovrata dagli ebrei, non può non diventare qualcosa di cattolico [...], sono evidentemente fandonie da lasciar scrivere a certi zelatori. Ma se le circostanze mi avessero portato a un asse Roma-Mosca anziché a un asse Roma-Berlino, avrei forse ammannito ai lavoratori italiani, intenti alla loro fatica con tanta alacrità e però con un distacco che i razzisti potrebbero chiamare mediterraneo, l'equivalente fandonia dell'etica stakanovista e della felicità in essa racchiusa. :Riferito da Edvige Mussolini, ''Mio fratello Benito'', La Fenice, Firenze, 1957, p. 175. *{{NDR|Su [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]]}} È come un dente cariato: non c'è che da estirparlo o coprirlo d'oro.<ref>Riferito da Dino Provenzal, ''Fascismo e dannunzianesimo'', in "L'Italia che scrive", 29 novembre 1945, p. 8.</ref> *Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo. :È in realtà il primo precetto di un decalogo di [[Giovanni Giuriati]], pubblicato su ''Gioventù fascista'' il 20 settembre 1931. *Il manifesto della razza poteva evitarsi. Si è trattato di una astruseria scientifica di alcuni docenti e giornalisti [...] C'è molta distanza da quanto io ho detto, scritto e firmato in materia. [...] Io ho sempre considerato il popolo italiano un mirabile prodotto di diverse fusioni etniche sulla base di una unitarietà geografica, economica e specialmente spirituale. È lo spirito che ha messo la nostra civiltà sulle strade del mondo. Uomini che avevano sangue diverso furono i portatori di un'unica splendida civiltà. Ecco perché io sono lontano dal mito di Rosenberg. Anche quella è una posizione da rettificare. :Riferito da Bruno Spampanato, ''Contromemoriale'', C.E.N., Roma, 1974, vol. III, p. 638 *Maestà, vi porto l'Italia di Vittorio Veneto. (30 ottobre 1922) :Secondo quanto riporta [[Antonio Spinosa]] in ''Mussolini: il fascino di un dittatore'', Mondadori, 1989, l'ossequio di Mussolini al re [[Vittorio Emanuele III]] non è mai stato pronunciato; Mussolini confidò al figlio che la frase era "un'invenzione storica a posteriori". [[Romano Bracalini]], in ''Il re vittorioso: la vita, il regno e l'esilio di Vittorio Emanuele III'', Feltrinelli, 1980, riporta la testimonianza di [[Rachele Guidi]], moglie di Mussolini: secondo la consorte, lui stesso ammetteva che la frase non era mai stata pronunciata, "è venuta fuori e gliel'hanno attribuita; gli era piaciuta e la lasciava correre". *Ringrazia ogni giorno devotamente Dio, perché ti ha fatto Italiano e Fascista. :Decimo precetto del decalogo di Giovanni Giuriati (v. sopra). *Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se muoio vendicatemi. :{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Questa frase è comunemente attribuita a Mussolini. Benito pronunciò realmente la citazione al termine di un discorso il 7 aprile 1926, all'insediamento del nuovo Direttorio fascista, citando «il vecchio combattitore». In realtà, la frase appartiene a [[Henri de la Rochejaquelein]] ed è stata pronunciata dopo la vittoria nella battaglia di Les Aubiers il 25 aprile 1793.<ref>Cfr. Antonello Capurso, Le frasi celebri nella storia d'Italia, Edizioni Mondadori, 2012, [http://books.google.it/books?id=yvQeJfDmY8MC&pg=PT258 p. 258]. ISBN 885203126X</ref> *[[Dio]] stramaledica gli inglesi. :Diverse fonti (per citarne alcune, Umberto Eco, ''Sulla letteratura'', Bompiani, 2003; [[Arrigo Petacco]], ''Come eravamo negli anni di guerra: cronaca e costume, 1940/1945'', Istituto geografico De Agostini, 1984; Marco Innocenti, ''L'Italia del 1945: come eravamo nell'anno in cui scoppiò la pace'', Mursia, 1994) indicano come coniatore della frase il giornalista [[Mario Appelius]]. Appelius, durante la Seconda guerra mondiale, fu radiocronista: alla radio italiana ripeteva di continuo tale motto. *Siamo quelli che siamo. :Motto del battaglione "Barbarigo", reparto di fanteria di marina della Xª Flottiglia MAS della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945); è riportato sul gagliardetto<ref>Luca Villoresi, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/03/barbarigo-teschi-memorie.html Barbarigo teschi e memorie]'', ''la Repubblica'', 3 giugno 1994.</ref> e citato nell'[[s:Inno del battaglione "Barbarigo"|inno del battaglione]]. *Una calamità, nefasto per la religione: peggio di questo papa in questo periodo non poteva capitare... Tu non sai il male che fa alla Chiesa. Fa cose indegne. Come quella di dire che noi siamo simili ai semiti. Come, li abbiamo combattuti per secoli, li odiamo, e ora siamo come loro. Abbiamo lo stesso sangue! Ah! Credi, è nefasto. :Sono le parole riportate a proposito di [[Pio XI]] in una lettera dell'8 ottobre 1938 all'amante Claretta Petacci. Fonte: Mauro Suttora, ''Pio XI fu assassinato dal padre di Claretta?'' edito nel «Sette – Corriere della Sera» n. 20 del 18 maggio 2012. ====[[Ultime parole]]==== *Ma... ma... ma, signor colonnello.<ref>Citato in Franco Bandini, ''Vita e morte segreta di Mussolini'', ''A. Mondadori'', 1978, p. 314.</ref> *Mirate al cuore!<ref>Citato in Aldo Lampredi, ''Documento inedito sulla fine del Duce'', "L' Unità", 1972.</ref> ==''Preludio al Machiavelli''== *Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione. Vi immaginate voi una guerra proclamata per ''[[referendum]]''? Il referendum va benissimo quando si tratta di scegliere il luogo più acconcio per collocare la fontana del villaggio, ma quando gli interessi supremi di un popolo sono in gioco, anche i Governi ultrademocratici si guardano bene dal rimetterli al giudizio del popolo stesso. *Il [[popolo]] non fu mai definito. È una entità meramente astratta, come entità politica. Non si sa dove cominci esattamente, né dove finisca. L'aggettivo di sovrano applicato al popolo è una tragica burla. Il popolo tutto al più, delega, ma non può certo esercitare sovranità alcuna. I sistemi rappresentativi appartengono più alla meccanica che alla morale. *L'individuo tende ad evadere continuamente. Tende a disubbidire alle leggi, a non pagare i tributi, a non fare la guerra. Pochi sono coloro – eroi o santi – che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato. *Regimi esclusivamente consensuali non sono mai esistiti, non esistono, non esisteranno mai. {{NDR|Benito Mussolini, ''Preludio al Machiavelli'', in ''Gerarchia'', aprile 1924 - anche in ''Scritti e discorsi'', vol. IV.}} ==''Memorie del commesso di Mussolini''== *Sono andato da lui per la prima volta in borghese. Continuerà a vedermi così! <small>Rispondendo alla domanda: "Perché non va mai dal re in divisa?"</small> *Fino a ieri ero espulso. Ora invece sono ospite! <small>Quando seppe che il governo svizzero voleva ospitarlo in occasione di una conferenza</small> *E' bene che i primi a ridere delle storielle antifasciste siamo noi. *[[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] gioca come un ragazzo. È un vecchio bambino che costa caro. *L'ammirazione e la paura sono sempre un po' parenti. *La pioggia può scolorirmi le parole, ma non le idee! <small>A chi gli disse che la pioggia poteva rovinargli le pagine del discorso pronunciato a Berlino nel 1937, in occasione della visita a Hitler</small> *[[Emilio De Bono|De Bono]]: "Con la morte di [[Lenin]] abbiamo un avversario in meno". Mussolini: "No, abbiamo un immortale in più!" *Le donne, prima di sposarle, bisogna provarle. *Temo più uno iettatore che un antifascista! *Se fossi sicuro di essere lo Stellone d'Italia, non esiterei a dichiarare guerra alla Germania oggi stesso: credo nei segni del destino! *Ci vorrebbe una bella guerra per metterli a posto! <small>Vedendo un gruppo di studenti tirarsi i coriandoli durante le vacanze di Carnevale</small> *Per governare gli italiani ci vogliono soprattutto due cose: i poliziotti e le musiche in piazza. *Gli inglesi sono dei tedeschi che hanno viaggiato! *Ricordatevi che bisogna odiare il nemico! *Se gli italiani provassero un mese di governo di [[Stalin]], farebbero un vitalizio con Mussolini. *Se la Russia non viene da noi, noi andremo verso la Russia. *In Italia possiamo benissimo fare a meno di [[Alberto Rabagliati|Rabagliati]] e di [[Arturo Toscanini|Toscanini]]! *Questa faccia di feto di [[Pietro Badoglio|Badoglio]]! Quante anticamere ha mai fatto! Se c'è un uomo che io ho aiutato, che ho coperto di onori e di denaro è stato lui, il responsabile di Caporetto... Si salvò perché era massone, e massone rimase tutta la vita! *Io, io solo farò davvero il socialismo in Italia! *Il gioco dell'Inghilterra è molto rischioso. La Russia non si lascerà facilmente ingabbiare. La responsabilità di questa guerra, del resto, contrariamente a quanto si crede, non ricade su di me. Un giorno, ad esempio, si saprà che la guerra in Spagna io l'ho fatta con l'appoggio inglese! *Fa' il tuo dovere <small>Rispondendo al giudice Vecchini che gli chiedeva se era il caso di condannare a morte [[Galeazzo Ciano|Ciano]], nonostante fosse suo genero</small> {{NDR|Quinto Navarra, ''Memorie del commesso di Mussolini'', Milano, Longanesi, II ed. 1983 - anche nella stessa opera, I. ed., 1946}} ==Citazioni su Benito Mussolini== *A molte riprese, la politica italiana, l'incapacità militare dell'Italia cacciarono la Germania in difficoltà gravi e fatali, e tuttavia mai una parola d'impazienza o di offesa uscì dalle labbra veementi del [[Adolf Hitler|Führer]]. Perché Mussolini era un compagno di lotta. Era nato, anche lui, in mezzo ai poveri e aveva, anche lui, servito e sofferto sotto l'uniforme anonima del soldato delle trincee. Il parallelismo fra le loro due vite e le loro carriere colpiva Hitler che vi vedeva un simbolo. ([[Raymond Cartier]]) *A sei anni gli scrissi una lettera. "Caro duce io mi chiamo come te. Quando tu morirai – gli dissi – io prenderò il tuo posto". Mi rispose: "Stai tranquillo, io vivrò a lungo". ([[Benito Jacovitti]]) *Abbiamo in Italia il regime fascista, abbiamo a capo del fascismo Benito Mussolini, abbiamo una ideologia ufficiale in cui il "capo" è divinizzato, è dichiarato infallibile, è preconizzato organizzatore e ispiratore di un rinato Sacro Romano Impero [...] Conosciamo quel viso: conosciamo quel roteare degli occhi nelle orbite che nel passato dovevano, con la loro ferocia meccanica, far venire i vermi alla borghesia e oggi al proletariato. Conosciamo quel pugno sempre chiuso alla minaccia [...] Mussolini [...] è il tipo concentrato del piccolo borghese italiano, rabbioso, feroce impasto di tutti i detriti lasciati sul suolo nazionale da vari secoli di dominazione degli stranieri e dei preti: non poteva essere il capo del proletariato; divenne il dittatore della borghesia, che ama le facce feroci quando ridiventa borbonica, [...]. ([[Antonio Gramsci]]) *Alla [[Leda Rafanelli|Rafanelli]], che gli chiedeva se fosse sentimentalmente impegnato, {{NDR|Mussolini}} rispondeva di essere libero «come l'aria». Leda sapeva benissimo del suo rapporto con Rachele e non gliene fece mistero, ma Benito replicava giurandole e spergiurandole di non essere legato a nessuna. Le rivelava tuttavia l'esistenza di due donne che lo amavano «follemente». Ma egli non le voleva: «Una è troppo brutta, pur avendo un'anima nobile e generosa. L'altra è bella, ma ha l'anima subdola, avara, sordida anzi. È ebrea». Le fece i nomi: Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti. ([[Antonio Spinosa]]) *Aveva un'autentica paura per gli iettatori di cui vietava si pronunciasse il nome in suo cospetto. ([[Julius Evola]]) *Benito Mussolini, dopo una delle sue tante umilianti sconfitte, se la prese, come spesso faceva, con gli italiani imbelli. Coronò una figuraccia, l'impresa sciagurata di Grecia, con una stentore sciocchezza. Disse che sarebbe stato meglio per l'Italia avere meno statue nei suoi musei e più bandiere strappate al nemico. Per nostra fortuna, la storia non è un supermarket dove si possano scambiare statue e bandiere. Fosse così, dubito comunque che oggi qualcuno sarebbe disposto a rinunciare alla ''Primavera'' di Botticelli per i gagliardetti di qualche vittoriosa strage. ([[Giorgio Ruffolo]]) *Che attore comico sarebbe stato! Il più grande, altro che Sordi. Era un po' tutti noi messi insieme: Villaggio, Gassman, Verdone, Manfredi, Montesano. ([[Enrico Montesano]]) *Ci voleva tutta la stupidità di Mussolini per dire che l'[[Inghilterra]] è il nostro eterno nemico. ([[Francesco Saverio Nitti]]) *Cosa avrebbe detto il povero [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], il profeta dell'idealismo democratico del diciannovesimo secolo, al suo connazionale Mussolini! ([[Jawaharlal Nehru]]) *Credo che l'istituzione mussoliniana di una terza via in alternativa al comunismo sia ancora attualissima. ([[Gianfranco Fini]]) *Da giovane, come si è detto, Mussolini era stato ferocemente anticlericale e perfino ateo, e non aveva nascosto questi suoi sentimenti, ma anzi li aveva ostentati, non senza manifestazioni clamorose e volgari. Ma una volta al governo, girò di 180 gradi. L'appoggio della Chiesa gli era prezioso per solidificare il suo potere, ed egli non esitò sia a manifestare opinioni personali lontanissime da quelle giovanili, sia a fare vistose concessioni politiche al Vaticano. ([[Paolo Alatri]]) *Dalla finestra della mia stanza ora vedo con il cannocchiale Mussolini: è anch'egli alla finestra, in maniche di camicia e si passa nervosamente il fazzoletto sulla fronte. Scherzi del destino! Trent'anni fa eravamo in carcere assieme [...] legati da un'amicizia che sembrava dover sfidare il tempo e le tempeste della vita. Oggi eccoci entrambi confinati nella stessa isola {{NDR|Ponza}}: io per decisione sua, egli per decisione del re […] Mussolini è oramai un vinto, è l'eroe dannunziano che, ruzzolato dal suo trono di cartapesta, morde la polvere. ([[Pietro Nenni]]) *Davanti al male era pauroso e trepido, non aveva più quella sicurezza delle sue qualità fisiche che in altre occasioni ostentava. Anche da giovanotto, quando faceva l'eversore e il rivoluzionario, aveva una gran paura delle malattie; gli amici di Forlì sapevano di questa sua debolezza, si divertivano a spaventarlo, chiedendogli quando lo incontravano: «Cos'hai professore, che sei così pallido?» E lui impallidiva davvero. ([[Paolo Monelli]]) *«Del resto,» aggiunse Lippolis, «vivessimo in un paese serio, Benito Mussolini sarebbe freddo cadavere da un pezzo. Eh: se indietreggio uccidetemi,» e rovesciò le mani con un gesto avvocatesco. ([[Beppe Fenoglio#Primavera di Bellezza|''Primavera di bellezza'']]) *Dobbiamo dire che siamo stati anche dall'altra parte nobilmente assecondati. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi. ([[Papa Pio XI]]) *È un grande uomo, molto più grande di [[Stalin]]. ([[Emil Ludwig]]) *{{NDR|[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]}} è un personaggio da ridere e Mussolini era come lui! ([[Fidel Castro]]) *Egli non ha nulla di religioso, sdegna il problema come tale, non sopporta la lotta con il dubbio: ha bisogno di una fede per non doverci più pensare, per essere il braccio temporale di un'idea trascendente. Avrebbe potuto riuscire il duce di una Compagnia di Gesù, l'arma di un pontefice persecutore di eretici, con una sola idea in testa da ripetere e da far entrare "a suon di randellate" nei "crani refrattari". ([[Piero Gobetti]]) *Fino alla fine Mussolini, quando si è trattato di intervenire in guerra, ha a lungo sfogliato la margherita. ([[Renzo De Felice]]) *Fra gli allievi di quegli anni Benito Mussolini gode di una reputazione molto discutibile nonostante sia entrato alla Scuola Normale già con la fama del "genio giovinetto" destinato a un grande futuro proprio in quel campo che i romagnoli di allora prediligevano sopra ogni altra cosa: la [[politica]]. ([[Chino Alessi]]) *Giorni fa è venuto a [[Napoli]] Mussolini e ha pronunciato un lungo discorso al "popolo", si dice che in quel discorso abbia dichiarato che entro il 1935 egli intende riformare radicalmente tutta la vita dell'Italia. "La grande [[Roma]] deve essere quella d'un tempo: il centro della cultura mondiale, e il Vaticano sarà il ghetto del cattolicesimo". Un giornale ha pubblicato questa frase, ma è stato subito sequestrato e trovarlo è impossibile. ([[Maksim Gor'kij]]) *Il Duce, per quanto si sentisse lo sforzo fisico, imprimeva alle sue frasi l'energia, con la quale egli aspirava al dominio delle masse [che stavano] ai suoi piedi; il Duce nuotava sempre nella corrente sonora della sua madrelingua, le si abbandonava con tutte le sue rivendicazioni territoriali, era un parlatore, anche quando scivolava dall'oratoria alla retorica, parlatore senza distorsioni, senza convulsioni. [[Adolf Hitler|Hitler]] al contrario voleva procedere patetico o beffardo – due toni tra i quali egli amava sempre oscillare – parlava, o piuttosto urlava, sempre convulsamente. Si può, anche nella più forte eccitazione, mantenere una certa dignità, una calma interiore, un'autoconsapevolezza, un sentimento di concordia tra sé e la propria comunità. Di questo mancò fin dall'inizio in poi il consapevole, l'esclusivo, l'essenziale retore, Hitler. ([[Victor Klemperer]]) *Il mussolinismo è [...] un risultato assai più grave del [[fascismo]] stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza. ([[Piero Gobetti]]) *Il nostro Mussolini non è un socialista ordinario. Credetemi, lo vedremo forse un giorno alla testa di un battaglione sacro salutare con la spada la bandiera italiana. È un italiano del XV secolo. Un condottiero. ([[Georges Eugène Sorel]]) *Il più grande statista del secolo. Se vivesse oggi garantirebbe la libertà degli italiani. ([[Gianfranco Fini]]) *Io non mi opposi [alla campagna italiana in Abissinia]. Desideravo anzi distruggere la ridicola illusione che è nobile parteggiare per i deboli... Ho anche affermato che era immorale mandare armi a quei crudeli e brutali Abissini e, al tempo stesso, negarle ad altri che compiono azioni onorevoli. ([[Lord Mottistone]]) *L'ego smisurato che innalzò Mussolini ai vertici del potere fu lo stesso che in seguito lo tradì. Il Duce si fidava così ciecamente del suo istinto e credeva talmente nei suoi proclami che si rifiutava di chiedere o accettare consigli. Per gran parte del suo governo riunì nelle sue mani le redini dei ministeri più importanti, arrivando a guidare fino a sei contemporaneamente. A differenza di Hitler, che delegò ad altri il grosso del lavoro, Mussolini si dedicò con fierezza al governo della nazione. Un'arte nella quale, tuttavia, non eccelleva. ([[Madeleine Albright]]) *''L'enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del | contadino | Manes! Manes fu conciato e impagliato, | Così Ben e ''[[Clara Petacci|la Clara]]'' a [[Milano]] | per i calcagni a Milano | Che i vermi mangiassero il torello morto | [[Dioniso|DIGENES]], διγενές, ma il due volte crocifisso | dove lo trovate nella storia? | eppure dite questo al [[Thomas Stearns Eliot|Possum]]: uno schianto, non una lagna, | con uno schianto, non con una lagna, | Per costruire la città di Dioce che ha terrazze color delle stelle, | Gli occhi miti, sereni, non sdegnosi, | fa parte del processo anche la pioggia. | Quello di partire non è il modo | e l'albero di olivo soffiata bianchezza nel vento | lavata nel [[Fiume Azzurro|Kiang]] e nell'[[Fiume Han (Cina)|Han]] | che bianchezza aggiungerai a questo candore, quale candore?'' ([[Ezra Pound]]) *L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche: a me l'opposizione ha sempre dato fastidi e travagli, con lui se ne va dal Parlamento e gli lascia libero il campo. ([[Giovanni Giolitti]]) *L'uomo, nella sua realtà, era di corta intelligenza, correlativa alla sua radicale deficienza di sensibilità morale, ignorante di quella ignoranza sostanziale che è nel non intendere e non conoscere gli elementari rapporti della vita umana e civile, incapace di autocritica al pari che di scrupoli di coscienza, vanitosissimo, privo di ogni gusto in ogni sua parola o gesto, sempre tra il pacchiano e l'arrogante. ([[Benedetto Croce]]) *La destra [[Fascismo|fascista]] e [[Nazionalsocialismo|nazista]] sono nate con dei barlumi sociali ma poi si sono subito acconciate una volta preso il potere. Mussolini, mangiapreti, ha fatto i Patti lateranensi col Vaticano, ha appoggiato i latifondisti. [[Adolf Hitler|Hitler]] ha fatto gli accordi con gli industriali, con i banchieri, da Krupp a tutti gli altri, e ha scelto una via chiaramente dentro il meccanismo capitalistico. ([[Marco Rizzo]]) *La fine miserabile di Benito Mussolini è la giusta conclusione di una vita miserabile. (''The New York Times''<ref>30 aprile 1945; citato in AA.VV., ''Il libro della Seconda guerra mondiale'', traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 297. ISBN 9788858041406</ref>) *Labbra diritte, mandibole prominenti, mento quadrato: è il suo volto fisso, volontario, diciamo classico. ([[Ugo Ojetti]]) *[[Max Weber]] distingueva tre tipi di capo carismatico. Il profeta religioso, il grande demagogo e il capo militare. Mussolini è stato soprattutto un gran demagogo. ([[Norberto Bobbio]]) *Mussolini è il più grande bluff d'Europa. Anche se domattina mi facesse arrestare e fucilare, continuerei a considerarlo un bluff. Sarebbe un bluff anche la fucilazione. Provate a prendere una buona foto del signor Mussolini ed esaminatela. Vedrete nella sua bocca quella debolezza che lo costringe ad accigliarsi nel famoso cipiglio mussoliniano imitato in Italia da ogni fascista diciannovenne. Studiate il suo passato. Studiate quella coalizione tra capitale e lavoro che è il fascismo e meditate sulla storia delle coalizioni passate. Studiate il suo genio nel rivestire piccole idee con paroloni. Studiate la sua predilezione per il duello. Gli uomini veramente coraggiosi non hanno nessun bisogno di battersi a duello, mentre molti vigliacchi duellano in continuazione per farsi credere coraggiosi. E guardate la sua camicia nera e le sue ghette bianche. C’è qualcosa che non va, anche sul piano istrionico, in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera. ([[Ernest Hemingway]]) *Mussolini è il primo uomo politico del mondo, a cui nessuno può paragonarsi nemmeno lontanamente. ([[Adolf Hitler]]) *Mussolini è sempre stato tirchio con le sue amanti, e più che tirchio con la Claretta. Per razza e per educazione pensava che gli omaggi delle donne gli fossero dovuti, ed esse dovevano ringraziarlo per quello che faceva loro. ([[Paolo Monelli]]) *Mussolini è stato un grande uomo della storia, e bisogna dire la verità: ha fatto tante cose positive, come nelle infrastrutture, e nel rilancio dell'[[Italia]]. Pensiamo a [[Bolzano]]. Quando arrivò il fascismo qui c'erano ancora le fogne a cielo aperto. Chi inventò le fogne in Italia, e non solo in Alto Adige, fu Mussolini, fu il Ventennio. Prima i bagni erano fuori dalle abitazioni e i bambini morivano di broncopolmonite perché per andare fuori, in questi bagni fatti di legno, prendevano un freddo glaciale... È vero che è stato un dittatore, ma i dittatori talvolta lasciano delle cose ben fatte, non lo possiamo dimenticare. ([[Michaela Biancofiore]]) *Mussolini è una di quelle figure solitarie di tutti i tempi che non sono prodotti della storia, ma sono essi stessi artefici della storia. ([[Adolf Hitler]]) *Mussolini è un enigma per me. Molte delle riforme che ha fatto mi attirano. Sembra aver fatto molto per i contadini. In verità, il guanto di ferro c'è. Ma poiché la forza (la violenza) è la base della società occidentale, le riforme di Mussolini sono degne di uno studio imparziale. La sua attenzione per i poveri, la sua opposizione alla superurbanizzazione, il suo sforzo per attuare una coordinazione tra il capitale e il lavoro, mi sembrano richiedere un'attenzione speciale. [...] Il mio dubbio fondamentale riguarda il fatto che queste riforme sono attuate mediante la costrizione. Ma accade anche nelle istituzioni democratiche. Ciò che mi colpisce è che, dietro l'implacabilità di Mussolini, c'è il disegno di servire il proprio popolo. Anche dietro i suoi discorsi enfatici c'è un nocciolo di sincerità e di amore appassionato per il suo popolo. Mi sembra anche che la massa degli italiani ami il governo di ferro di Mussolini. ([[Mahatma Gandhi]]) *Mussolini era davvero un grande ipnotizzatore, come il mio Mandrake. Peccato non leggesse i fumetti: forse avrebbe preso la vita con più humour. ([[Lee Falk]]) *{{ndr|Il 25 aprile 1945}} Mussolini fa sapere al Comando del CVL e al CLNAI, tramite il cardinale Schuster, che è disposto ad incontrarsi con i suoi delegati per trattare la resa. Da tempo il cardinale manteneva i contatti con le due parti in lotta. [...] Mussolini chiede quali condizioni gli vengono fatte. Gli risponde Achille Marazza, dicendo che gli si può offrire soltanto la resa senza condizioni. Irritazione del "duce", il quale osserva di aver accettato il colloquio perché gli erano state offerte garanzie per lui, per la sua famiglia e per i fascisti. [...] Intervento aspro di [[Rodolfo Graziani|Graziani]] per chiarire che mai essi avrebbero firmato un accordo all'insaputa dei tedeschi. Cadorna, Marazza e il cardinale Schuster provarono allora, documenti alla mano, che già da tempo i tedeschi trattavano la resa all'insaputa dei fascisti. Esplosione indignata di Mussolini: "I tedeschi ci hanno sempre trattato come schiavi, vado a telefonare al viceconsole tedesco Wolff e gli dirò che i tedeschi ci hanno tradito e che noi riprendiamo la nostra libertà d'azione." [...] Mussolini esita, alla fine sollecitato a prendere una decisione, si alza, dice che va a parlare con Wolff e che alle 20 avrebbe fatto conoscere la sua risposta. Alle 21 quelli rimasti all'Arcivescovado vengono a sapere che Mussolini e Graziani avevano deciso di rompere le trattative ed erano partiti per ignota destinazione. ([[Pietro Secchia]]) *Mussolini ha commesso tanti errori, tipo l'entrata in guerra quando gli sembrava di dover semplicemente salire sul carro dei vincitori. Andò a invadere l'Albania e la Grecia in modo insensato e persino [[Hitler]], che era folle ma non fesso, s'infuriò. ([[Giorgio Bocca]]) *Mussolini, l'eroe che schiaccia il mostro col piede, era del nostro mondo: per questo, tutte le teste del mostro si slanciavano su di lui giurandogli morte. Per noi, gli altri, egli sarà un astro luminoso che ci infonderà speranza: sarà per noi la prova che l'idra può essere vinta. Una prova delle nostre possibilità di vittoria. ([[Corneliu Zelea Codreanu]]) *Mussolini non aveva nessuna filosofia: aveva solo una retorica. ([[Umberto Eco]]) *Mussolini non era un fine conoscitore dell'animo umano, ma sapeva cosa desideravano le masse: spettacolarità. Paragonava la folla a una donna che resta inerme (nella sua fantasia) di fronte alla possenza dell'uomo, e si faceva riprendere dai mezzi d'informazione governativi al volante di auto sportive, a torso nudo nei campi di frumento, in sella al suo stallone bianco di nome Frufrù, o in uniforme militare, corredata da stivali lucenti e una fila di medaglie sul petto, e accettava ogni invito che la sua agenda gli consentiva, passando da feste di matrimonio a inaugurazioni di fabbriche, a manifestazioni pattriotiche. ([[Madeleine Albright]]) *Mussolini pretendeva di essere un uomo di grande cultura e amava molto le adulazioni di chi si riferiva a lui come un grande scrittore. Ostentava interesse e competenza in fatto, oltre che di letteratura e di filosofia, anche di musica, di architettura, di arti e di cinema. Favorì il realismo e avversò ogni forma di astrattismo e di avanguardia, come del resto gli altri due dittatori {{NDR|[[Adolf Hitler]] e [[Stalin]]}} a lui contemporanei. ([[Paolo Alatri]]) *Mussolini si comportò come un vigliacco, senza un gesto, senza una parola di fierezza. Presentendo l'insurrezione si era rivolto al cardinale arcivescovo di Milano chiedendo di potersi ritirare in Valtellina con tremila dei suoi. Ai [[partigiani]] che lo arrestarono offrì un impero, che non aveva. Ancora all'ultimo momento piativa di aver salva la vita per parlare alla radio e denunciare Hitler che, a suo parere, lo aveva tradito nove volte. ([[Sandro Pertini]]) *Nel suo paese [Mussolini] funse da antidoto a un mortale veleno. Per l'Europa è stato un tonico, che ha fatto molto bene a tutti. Posso pretendere con sincera soddisfazione di essere la prima autorevole persona che ha presentato nella giusta luce gli splendidi risultati conseguiti da Mussolini: egli è la più grande possibilità del nostro tempo. ([[Lord Rothermere]]) *Nessuno dubita che il Plebiscito del 24 marzo, anziché il giudizio sui singoli candidati, abbia espresso la certezza unanime del popolo italiano nel Capo che con polso sicuro traccia il destino della Patria. ([[Giovanni Giurati]]) *Non s'era mai inteso, dalla costituzione del regno d'Italia in poi, un Presidente del Consiglio chiamar popolo l'Italia e professarsi suo servitore, come Mussolini. ([[Vincenzo Cardarelli]]) *Oggi vi è un Governo: il capo mostra volontà ferma ; si sente uno che comanda: dopo circa due anni che non si sentiva la parola ''voglio'', c'è un uomo che vuole. L'Italia ha bisogno di chi comandi e di chi voglia, e dimentichi i torti. ([[Luigi Sturzo]]) *{{NDR|Nel 1996}} Penso che Mussolini fosse un buon politico. Ossia che tutto ciò che ha fatto, l'ha fatto per l'[[Italia]]. E ciò non succede con i [[Politico|politici]] che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni. ([[Giorgia Meloni]]) *Per la paternità universale, che che è propria del nostro ufficio, formiamo nell'intimo del cuore il voto ardente che siano risparmiati all'Europa, grazie alle tue iniziative, alla fermezza, al tuo animo di italiano, più vaste rovine e più numerosi lutti; e in particolar modo sia risparmiata al nostro popolo e al tuo diletto paese una così grande calamità. ([[Papa Pio XII]]) *Per quanto riguarda l'episodio abissino, meno se parla e meglio è. Quando vecchi amici si riconciliano dopo una disputa, è sempre pericoloso andare alla ricerca delle cause prime. ([[Duff Cooper]]) *Persone ignoranti e piene di pregiudizi parlano degli affari italiani come se quella nazione fosse sottomessa a una tirannia, da cui vorrebbe liberarsi. Con quella quasi morbosa simpatie per le minoranza fanatiche, che è di regola presso certe sezioni dell'opinione pubblica britannica male informata, troppo a lungo questo paese ha chiuso gli occhi davanti agli splendidi risultati conseguiti dal regime fascista. Parecchie volte Mussolini in persona mi ha manifestato la sua gratitudine per il ''Daily Mail'', il primo quotidiano inglese che abbia onestamente esposto al mondo gli scopi che egli si prefigge. ([[Ward Price]]) *Possedeva l'idealismo di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], unito alla pratica scienza di governo del [[Camillo Benso Conte di Cavour|Conte di Cavour]] e all'eroica tempra di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]. ([[John Arthur Ransome Marriott]]) *Qualunque giudizio di si dia di Mussolini, la verità è che egli fu sempre un nemico della [[Francia]]. ([[Francesco Saverio Nitti]]) *''Quando c'era lui i treni partivano in orario, | quando c'era lui ci deportavano in orario, | quando c'era lui non c'eravamo noi | che se c'eravamo noi saremo stati impallinati.'' ([[Caparezza]]) *Quando [[Bill Clinton|Clinton]] chiese a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] cosa ne pensasse di Mussolini, lui rispose: "Ha fatto delle cose buone"! Ma dico, se neanche di Mussolini si può parlar male, ma che deve fare uno perché si possa parlarne male? Deve stuprare le capre in via Frattina? Che deve fare? Dice "Ha fatto delle cose buone", certamente: anche [[Adolf Hitler]] o [[Stalin]], un ponte, una strada l'avranno fatta! Anche il Mostro di Firenze l'avrà detto "Buongiorno" a qualcuno qualche volta [...]. Sarebbe come se io invitassi un elettricista a casa, no?. Dico: "Scusi, mi rifà l'impianto?". "Prego". Quello mi rifà l'impianto, fatto bene, nel frattempo mi tromba la moglie, mi sventra la figlia, mi violenta la cognata, mi stupra il nonno. Dico: "Oh, ma questo è matto!". "No, però ha fatto delle cose buone: guarda che impianto." ([[Roberto Benigni]]) *Quando il suo destino sarà compiuto, nessun eroe della storia sarà stato più saggio di {{maiuscoletto|Mussolini}}<ref>Così nel testo.</ref>, nessun uomo avrà lasciato maggior retaggio di grandi opere, nessuno avrà maggiormente contribuito alla vita unitaria del Continente europeo. ([[Ugo D'Andrea]]) *Quanto a Mussolini, lasciando da parte la politica, naturalmente, le confesso che come uomo mi era simpatico. Ricordo che una volta, ad una esposizione milanese che lui venne a visitare in forma ufficiale, due o tre carrozzieri lo aspettavano al varco, ai loro stands, per chiedergli non so più quali favori. Arrivò il mio turno e Mussolini mi chiese: «E voi, cosa avete da chiedermi?» «Niente» dissi. «Come niente!» E io ripetei: «Niente». Allora lui mi rivolse qualche parola di elogio e poi, rivolto a uno del seguito, ordinò di prendere il mio nome e di ricordargli l'episodio a Roma. Effettivamente qualche tempo dopo ricevetti non so quale agevolazione. ([[Battista Farina]]) *Quell'uomo, ragazzo mio, fa rapidi progressi, e invaderà tutto con la forza di un elemento naturale. Mussolini è un uomo formidabile. Mi ha capito bene? Un uomo formidabile! ([[Papa Pio XI]]) *Rivendico l'onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l'utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d'Italia. ([[Guglielmo Marconi]]) *Rivoluzionario, socialista, pacifista, interventista, repubblicano, monarchico, e infine Duce e condottiero, egli si distingue da Lenin, da Hitler e dagli altri dittatori del suo tempo proprio per questa sua funambolica capacità di trasformarsi. Quelli conquistarono il potere fidando su incrollabili certezza e obbedendo a schemi precedentemente stabiliti, lui lo conquistò mutando i suoi programmi in corso d'opera con la disinvoltura di un esperto giocoliere. ([[Arrigo Petacco]]) *Salvo che la statura di Mussolini era ben altra {{NDR|rispetto a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]}}. Mussolini era un uomo colto che sapeva di politica, che era andato a scuola dai socialisti. ([[Giorgio Bocca]]) *Se Mussolini fosse nato negli anni Sessanta non avrebbe fatto le camicie nere, le leggi razziali, le guerre. Era un uomo che mirava a trasformare la società, usando gli strumenti e i bisogni dell’epoca. Oggi farebbe tutt'altro. ([[Giordano Bruno Guerri]]) *Secondo me è un onore per gli italiani che Mussolini abbia fatto la fine che ha fatto. ([[Alexandros Panagulis]]) *Senza farne una radiografia, tutto fa supporre che Mussolini abbia una tiroide eccezionale. ([[Enrico Ferri]]) *Senza Mussolini, impossibile capire il fascismo, impossibile capire l'Italia contemporanea. Al principio e alla fine dell'evoluzione politica denominata [[fascismo]] sta Mussolini. Con Mussolini il fenomeno fascismo è entrato per la prima volta nel mondo fenomenico. A Mussolini il fascismo non deve solamente tutto il proprio nucleo ideale, bensì e inoltre la sua forma, struttura, organizzazione. In ogni espressione vivente dell'Italia contemporanea è impresso così, e profondamente, il sigillo inimitabile di codesta individualità di specie unica. ([[Joseph Goebbels]]) *Soltanto Napoleone può paragonarsi a lui. ([[Roald Engelbreth Amundsen]]) *Sono certo di non offendere la verità affermando che contro il [[Criminalità organizzata|crimine organizzato]] solo Benito Mussolini ha fatto meglio di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]. ([[Mario Landolfi]]) *Sui «vizi» del nostro popolo esiste una copiosissima letteratura, quasi tutta di terz'ordine. Quando vogliamo averli davanti alla memoria, basta pensare che quell'ignobile attore, quell'astuto evocatore di fantasmi che fu Mussolini seppe individuarli tutti nelle pieghe più nascoste del nostro paese, e li portò ingigantiti sulla scena pubblica: la mediocrità intellettuale, la fragilità nervosa, la bassa furbizia, la vanteria fallica, la presunzione immotivata, la fantasticheria ad occhi aperti, il rozzo buon senso, il disprezzo per le idee, l'arroganza verbale... ([[Pietro Citati]]) *Tutto il mondo ha già detto di Mussolini. Non si può parlare che con entusiasmo del vostro eccezionale Capo del Governo, che nel giro di pochi anni è riuscito a trasformare la vostra Nazione in una formidabile Potenza, di già affermatasi in tutti i campi, all'estero ed all'interno. ([[Eleutherios Venizelos]]) *Un giorno fui convocato a Palazzo Venezia, era il 1932 e avevo 23 anni, perché il duce voleva vedermi. Ero emozionatissimo, entrai e mi misi sull'attenti, e il duce che faceva finta di scrivere mi lasciò lì per un quarto d'ora e alla fine mi disse: "Ho letto il vostro articolo sul razzismo (avevo scritto un articolo contro il razzismo). Bravo, vi elogio. Il razzismo è roba da biondi (non si era accorto che ero biondo), continuate così. Sei anni dopo fece le leggi razziali. Perché questo era Mussolini, diceva una cosa e ne faceva un'altra, secondo il vento del momento. Non creava il vento, vi si accodava da buon italiano. ([[Indro Montanelli]]) *{{NDR|Sulla resa intimata a Benito Mussolini}} Vidi la grossa faccia davanti a me sollevarsi e contrarsi per un momento, quasi per un moto riflesso, un ritorno inconscio alla consueta burbanza, poi le parole vennero frammentarie: "Non è per questo che io sono venuto qui... allora mi hanno ingannato..." ([[Achille Marazza]]) === [[Walter Audisio]] === *Adesso gli sono di fronte, come prima: egli non si è mosso, continua il suo balbettio di invocazione. Vuol salvare solo quel grosso corpo tremante. E su quel corpo scarico cinque colpi. Il criminale si afflosciò sulle ginocchia, appoggiato al muro, con la testa reclinata sul petto. Non era ancora morto, gli tirai una seconda raffica di quattro colpi. La [[Clara Petacci|Petacci]], fuori di sé, stordita, si mosse confusamente, fu colpita e cadde di quarto a terra. Mussolini respirava ancora e gli diressi, sempre col Mas, un ultimo colpo al cuore. L'autopsia constatò più tardi che l'ultima pallottola gli aveva troncato netto l'aorta. Erano le 16.10 del 28 aprile 1945. *Ogni uomo normale avrebbe pensato di difendersi ma Mussolini era al di sotto di ogni uomo normale e continuava a balbettare, a tremare, immobile con la bocca semiaperta e le braccia penzoloni. *Tremava livido di terrore e balbettava con quelle grosse labbra in convulsione: "Ma...ma...ma...ma signor colonnello. Ma...ma...ma signor colonnello". Nemmeno a quella donna {{NDR|[[Clara Petacci]]}} che gli saltellava vicino, che si muoveva di qua e di là, disse una sola parola. No: si raccomandava nel modo più vile, per quel suo grosso corpo tremante: solo a quello pensava: a quel grosso corpo appoggiato al muretto. === [[Silvio Berlusconi]] === *È ingovernabile questo Paese. Mussolini diceva che è inutile governare l'Italia, poi un giorno ha detto "È impossibile governare l'Italia" e io lo ripeto. Sto leggendo, tra l'altro, i diari di Mussolini e le lettere della Petacci e devo dire che mi ci ritrovo in molte situazioni. *Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino. *Non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di paragonarlo a Mussolini, è una semplificazione dei giornali... Mussolini è stato un protagonista della storia, [[Romano Prodi|Prodi]] invece è una comparsa della cronaca. *Oso citarvi una frase di colui che era considerato come un grande dittatore: dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l'hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient'altro. === [[Mario Borsa]] === *A Predappio dicono che il bambino Benito appena nato e attaccato al seno della madre ne morse il capezzolo. Ma questa storiella si spiega con la vanità dei suoi compaesani, i quali si compiacevano nel crederlo un leone. Ora, a parte che il leone è un nobile animale, non c'è stato mai nulla di leonino in Mussolini, che ha fatto il male solo per insensibilità È inutile paragonarlo al leone o ad altri animali più o meno nobili: quando si è detto che Mussolini è stato il più grande e più demagogico ciarlatano che mai si sia prodotto in quel circo equestre comunemente detto mondo politico, si è detto tutto. *L'uomo non mi ha mai persuaso. Mi ha sempre urtato quel suo ''io'' brutalmente presuntuoso, cupo e chiuso. I suoi occhi mi facevano venire in mente le parole di Macbeth allo spettro di Banco: «Tu non hai virtù visiva in quegli occhi che sbarri». *Mussolini dovette la sua fortuna alla conoscenza degli italiani e la sua disgrazia alla non conoscenza degli inglesi. *Mussolini non è stato un grand'uomo. «Alcuni nascono grandi», dice un clown di Shakespeare, «alcuni lo diventano, altri sono sorpresi dalla grandezza che è loro gettata sulle spalle». La grandezza di Benito Mussolini fu tutta in questa sorpresa. È stata la borghesia italiana a gettargli sulle spalle una grandezza, di cui nemmeno la sua incommensurabile vanità avrebbe mai osato sognare. Presa dalla paura del bolscevismo, la nostra borghesia credette di vedere in lui un baluardo contro il suo dilagare. Lo incoraggiò, lo applaudì, aiutò con tutti i mezzi lo squadrismo, gli aprì la strada che conduceva a Roma e, quando fu là, gli fece omaggio di tutte le sue libertà, di tutte le sue guarentigie, di tutte le sue dignità, mettendosi in ginocchio e leccandogli i piedi. ===[[Giampiero Carocci]]=== *Era quasi un grande giornalista e ne aveva, anche politicamente, le qualità e i difetti: acuta capacità di diagnosi della situazione politica, intuito sicurissimo di ciò che il pubblico desidera, abilità di polemista, intelligenza rapida, vivace e superficiale, cultura disordinata, approssimativa e dilettantesca. *Fu un corruttore sapiente che all'occorrenza sapeva solleticare tutti i difetti degli uomini, quelli del popolo e quelli dei potenti. Non credeva negli uomini e li disprezzava. Non aveva amici. Restò sempre vicino al popolo nella misura in cui il capofazione è vicino ai suoi seguaci e, ancora più, nella misura in cui l'attore è vicino alla platea degli ammiratori. *Mussolini, romagnolo ed ex socialista, era stato accesamente anticlericale. La sua politica ecclesiastica e la mira di sfruttare la religione come ''instrumentum regni'' furono atti di una spregiudicatezza che si può definire cinica e che nessuno dei suoi predecessori al governo avrebbe mai pensato di compiere. *Più che dei collaboratori Mussolini voleva degli esecutori. Era disposto a chiudere un occhio se molti di costoro si arricchivano in modo più o meno lecito. ===[[Winston Churchill]]=== *Che sia un grand'uomo io non lo nego... ma è anche un criminale. *Così finirono i ventuno anni della dittatura di Mussolini in Italia durante i quali egli aveva salvato il popolo Italiano dal Bolscevismo per portarlo in una posizione in Europa quale l'Italia non aveva mai avuto prima... Le grandi strade che egli tracciò rimarranno un monumento al suo prestigio personale e al suo lungo governo. *Gettare un esercito di un quarto di milione di uomini, comprendente il fior fiore della popolazione maschile italiana, su uno sterile lido distante duemila miglia dalla patria, contro l'opinione del mondo intero e senza controllo dei mari e quindi, in questa situazione, imbarcarsi in quella che può essere una serie di campagne contro un popolo ed in regioni che nessun conquistatore in quattromila anni ha ritenuto che valesse la pena di sottomettere, è un rendersi ostaggio del destino che non ha un parallelo in tutta la storia. *Il signor Mussolini è il più grande legislatore fra i viventi. *L'Italia [...] è retta da un governo che, sotto la sicura guida del signor Mussolini, non arretra di fronte alle logiche conseguenze della realtà economica e ha il coraggio di imporsi i correttivi finanziari indispensabili per stabilizzare la ripresa del paese. *Se io fossi italiano sarei stato con voi {{NDR|Mussolini}} fin dal principio [...] il vostro movimento ha reso un servigio al mondo intero. *Se fossi stato un italiano, sono sicuro che avrei dato la mia entusiastica adesione alla Vostra vittoriosa lotta contro gli appetiti e le passione bestiali del [[leninismo]]... L'Italia ci ha offerto l'antidoto necessario al veleno russo. D'ora in poi nessuna grande nazione sarà priva dei mezzi decisivi per proteggersi contro la crescita del cancro bolscevico. ===[[Marcello Dell'Utri]]=== *Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin. Leggendo i diari, giorno per giorno, per 5 anni dal '35 al '39, cioè alla vigilia della decisione di entrare in un conflitto mondiale già iniziato, le posso assicurare che trovo Mussolini un uomo straordinario e di grande cultura. Un grande scrittore, alla Montanelli, i suoi diari sembrano cronache di un inviato speciale, con frasi brevi e aggettivazioni efficaci come raramente ho letto. *Nei suoi diari Mussolini scrive che le leggi razziali devono essere blande. Tra gli Ebrei, il duce, spiega di avere i suoi più cari amici e si chiede perché seguire Hitler con le sue idee sulle razze ariane, razze pure che non esistono. *Non è colpa di Mussolini se il fascismo diventò un orrendo regime. Ci sono testimonianze autografe del duce in cui critica i suoi uomini che hanno falsato il fascismo, costruendosene uno a proprio modo, basato sul ricatto e sulla violenza. Il suo fascismo era di natura socialista. *Non ho paura di diventare impopolare con queste rivelazioni, perseguo solo la ricerca della verità. Io non ho alcuna intenzione di fare apologia né del fascismo né di Mussolini. Ho scoperto nei diari di Mussolini la figura di un grande uomo. Ha commesso errori ed è già stato condannato dalla storia. Ma da questi scritti viene fuori una figura diversa da quella che ci è stata propinata dagli storici dei vincitori, non era un buffone, non era un ignorante e tantomeno un sanguinario. Era un uomo buono. Mussolini era solo una brava persona che ha fatto degli errori. *Sono state le sanzioni a costringere Mussolini a trovare un accordo con la Germania di Hitler. Se non ci fossero state le sanzioni, probabilmente non si sarebbe mai alleato con Hitler che non stimava per niente, anzi temeva. Ci sono pagine inedite, scritte da Mussolini su questi anni, che faranno discutere molto e che dimostrano la disaffezione del duce nei confronti del Führer, tanto che definisce il suo Mein Kampf un rigurgitevole testo. ===[[Anthony Eden]]=== *Guardai le finestre e il balcone {{NDR|del Palazzo Venezia}} da cui tante volte aveva recitato davanti alla folla i suoi evanescenti trionfi. Adesso era solo, uno sparuto prigioniero dei nazisti. Un dittatore non ha amici. *Le imprese di Mussolini nell'Africa Orientale avevano messo a repentaglio la pace in Europa. *Mussolini è, mi pare, un vero e proprio gangster e la sua parola d'onore non significa niente. *Mussolini ha la mentalità di un gangster e se stesse meditando un atto di aggressione contro di noi il suo modo attuale di procedere sarebbe il più confacente al suo carattere. Proclama di aver paura di essere attaccato e così può eccitare il suo popolo e nello stesso tempo prepararsi una scusa davanti al mondo, se ne avrà bisogno. *Se Mussolini pensa che gli basti strizzare l'occhio per indurci ad aprire le braccia, si sbaglia di grosso ===[[Carlo Emilio Gadda]]=== *La Italia la era padronescamente polluta dallo spiritato: lo spiritato l'era imperialescamente grattato e tirato a pruriggine dal plauso d'un poppolo di quarantaquattro milioni di miliardi di animalini a cavattappo. *Lui, il primo Racimolatore e Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze e delle enfatiche cazziate, quali ne sgrondarono giù dal balcone ventitré anni durante: sulle povere e macre spalle di una gente sudata, convocata birrescamente a' sagrati maledetti, a' rostri delle future isconfitte, incitata alle acclamazioni obbligative. [...] *Vorrei, e sarebbe il mio debito, essere al caso d'aver dottrina di psichiatra e di frenologo di studio consumato in Sorbona: da poter indagare e conoscere con più partita perizia la follia tetra del [[Marco Aurelio]] ipocalcico dalle gambe a ìcchese: autoerotomane affetto da violenza ereditaria. [...] Frenologo non essendo, e tanto meno sifolologo, farò icché potrò. ===[[Leo Longanesi]]=== *Fra [[Luigi Facta|Facta]] e Mussolini, il paese aveva già fatto la sua scelta: il primo è un onest'uomo, con due baffi bianchi, ignoto a tutti, incapace di uscire dalla tutela giolittiana; il secondo ha due occhi autoritari, il passo spedito, la voce risoluta. Il primo ''spera'', il secondo vuole, e tutti gli italiani ''vogliono''. *Mussolini ha sempre ragione! *Se si osserva attentamente il nascere della sua personalità, se si leggono tutti i suoi scritti dal 1910 in poi, ci si accorge che il segreto della sua fortuna è racchiuso, soprattutto, nella sua eclettica cultura, in quel suo continuo passare da una tendenza all'altra, da una precisa ideologia a una opposta, in quel suo costante contraddirsi e ripetere sempre due o tre formule a lui care. ===[[Emilio Lussu]]=== *Mussolini era incapace di covare, da sé, l'uovo [[Fascismo|fascista]]. *È stata fatta una politica di incubazione del [[fascismo]]. Il signor [[Winston Churchill|Churchill]], il signor [[Édouard Daladier|Daladier]], hanno fatto con [[Adolf Hitler|Hitler]] esattamente quello che ha fatto in Italia [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] con Mussolini. *[[Giovanni Giolitti|Giolitti]] credeva di poter allevare Mussolini: lo riscaldò, lo accarezzò, lo portò persino con sé trionfalmente alle elezioni politiche, sicuro di servirsene per domare il partito socialista; ma l'uccello ha dimostrato quello che era, e noi sappiamo che cosa è successo. ===[[Denis Mack Smith]]=== *È un fatto che durante tutta la sua vita il vero Mussolini fu largamente occultato da una successione di maschere, e forse ognuna di tali maschere rivela in qualche modo aspetti autentici del suo carattere. *Il nuovo presidente del Consiglio s'era fatto le ossa come direttore di giornale, ed il giornalismo restò una delle sue grandi passioni. Era probabilmente il miglior giornalista popolare del suo tempo, abilissimo nel semplificare e volgarizzare le grandi questioni sul tappeto (quel ch'egli chiamava iperdrammatizzare o addirittura inventare i fatti), e nell'ignorare in caso di necessità ogni vincolo di coerenza. Ebbene, tutte queste lezioni, precocemente apprese nell'esercizio del mestiere giornalistico, contribuirono grandemente a farlo eccellere in quel tipo di politica populistica verso cui era istintivamente attratto. Esse lo porteranno al successo come uomo politico, anche se fecero di lui un cattivo statista. *Mussolini amava ricordare che la sua nascita seguiva a soli pochi mesi di distanza la morte di Garibaldi, come se l'eroe dell'unificazione nazionale dell'Italia avesse consegnato la fiaccola nelle mani di un successore destinato a creare un impero italiano. *Quando gli si chiedeva quale tra le varie arti amasse di più, Mussolini talvolta indicava il teatro, talaltra la musica, o magari il cinema o l'architettura. Ma sempre era ansioso di mostrare che s'occupava attivamente di ogni aspetto della cultura. Amava essere elogiato come un uomo che aveva pochi eguali per la vastità di conoscenze. === [[Curzio Malaparte]]=== *Fra le molte piacevoli storie che si raccontano a bassa voce in Italia su Mussolini, ve n'è una che dipinge assai bene quelle che saranno le condizioni morali del popolo tedesco fra qualche tempo. Una sera Mussolini, stanco di stare solo in casa, infilò un pastrano, si calò un cappello sugli occhi, e, col viso nascosto dal bavero del cappotto, uscì a piedi a spasso per Roma. Giunto davanti ad un cinematografo, gli venne il desiderio di divertirsi come tutti quanti, prese un biglietto ed entrò. Lo spettacolo incominciò con delle ''News Picture'' e, naturalmente, l'eroe delle ''News Picture'' era lo stesso Mussolini, sempre lui, sempre il solito Mussolini, a cavallo, in automobile, a piedi, in uniforme, in borghese, in camicia nera, in frack, in aeroplano, in motoscafo. Mussolini passava in rivista truppe fasciste, inaugurava un monumento, presiedeva un congresso di filosofi, stringeva la mano a un Cardinale, visitava una caserma, saliva sul Campidoglio, pronunciava un discorso, due discorsi, tre discorsi, un'infinità di discorsi. Appena il Duce era apparso sullo schermo, tutto il pubblico s'era alzato in piedi battendo le mani: soltanto Mussolini, che non era abituato ad alzarsi in piedi in proprio onore, era rimasto tranquillamente a sedere. Un modesto piccolo borghese, si era alzato anche lui, e vedendo quel signore accanto rimaner seduto con tanta inutile imprudenza, gli toccò la spalla, si chinò al suo orecchio, e gli disse: – Scusi, signore, anch'io la penso come lei, ma è meglio alzarsi. – Fra qualche tempo tutto il popolo tedesco la penserà come quel piccolo borghese italiano nel cinema di Roma, e, come lui, si alzerà subito in piedi battendo le mani appena [[Hitler]] apparirà sullo schermo. *Il Cardinale Gasparri, che era obbligato, dalla natura delle sue funzioni di Segretario di Stato del Vaticano, ad avere una certa conoscenza della miseria e della grandezza umane, diceva che «Mussolini certamente è un grand'uomo, se per grandi uomini s'intende degli uomini del genere di Mussolini.» *La sua voce è calda, grave, eppur delicata. Una voce che talvolta ha strani, profondi accenti femminili, un che di morbosamente femmineo. *Non si può fare il ritratto di Mussolini senza fare il ritratto del popolo italiano. Le sue qualità e i suoi difetti non gli sono propri: sono le qualità e i difetti di tutti gli italiani. Il dir male di Mussolini è legittimo: ma è un dir male del popolo italiano. *Quanti guai si sarebbero risparmiati, se Mussolini, invece di parlare dal balcone di Palazzo Venezia, avesse parlato dal terrazzino di Palazzo Vecchio. *Stringeva nella mano una rosa color carne. Mussolini ha sempre una rosa stretta con delicatezza nel pugno. [...] Quel gesto all'[[Oscar Wilde]], quel gesto, in un certo senso, [[George Gordon Byron|byroniano]], quel gesto decadente, mi mise a disagio. Egli non sa il valore, il senso di quel suo gesto, di quella sua rosa. Il giorno in cui egli sarà fucilato, io vorrei esser presente per mettergli una rosa nella mano rattrappita. Non per insultarlo, per mancargli di rispetto: no. Non mi piace mancar di rispetto ai morti. ===[[Paolo Pavolini]]=== *Mai Mussolini fu tanto seguito e ammirato come quando scatenò un'altra volta in [[Etiopia]] un esercito di 300.000 uomini contro le scalze armate del Negus: per la conquista inutile di uno "scatolone di sassi" che al pari dell'altra conquista, parimenti inutile, dello "scatolone di sabbia" libico segnò l'inizio di un conflitto mondiale. *Mussolini aveva perso la guerra delle armi, aveva perso la guerra della propaganda. Gli restava un'estrema carta: anticipare tutti i possibili aspiranti alla sua successione, inforcando per primo (ci perdoni il bisticcio) il cavallo vincente della sconfitta sicura. *Mussolini contribuì egregiamente ad accelerare la sconfitta delle sue truppe, tanto che qualche antifascista particolarmente sottile proclamò che Mussolini, a quel punto, lavorava contro Mussolini. ===[[Joseph Franklin Rutherford]]=== *Confessando un peccato, per quanto odioso esso sia, si può ricevere l'assoluzione, e quindi andare a commetterne immediatamente un altro. Mussolini ne è un lampante esempio. Prima di fare la pace colla Gerarchia Cattolico-Romana egli era un ateo confesso, ed aveva fatto tutto un po', ma da quando fu entrato in Vaticano ed ebbe fatto alleanza col papato, egli si sentì autorizzato a commettere dei più gravi delitti. Infatti egli condusse una crudele guerra di conquista in Abissinia violando così la legge di Dio, e senza dubbio ricevette dal papa ciò che vien chiamato "l'assoluzione", poiché "quell'augusto personaggio" mandò la sua "benedizione" all'attività guerresca di lui. *L'ambizione di Mussolini è quella di diventare un grande signore della guerra e di reggere il mondo intero mediante la forza. L'organizzazione Cattolico-Romana, operando d'accordo con lui, appoggia la sua ambizione. Quando egli intraprese la guerra di conquista contro i poveri negri dell'Abissinia, durante la quale delle migliaia di vite umane furono sacrificate, il papa e l'organizzazione Cattolica lo spalleggiarono, e "benedissero" le sue micidiali armi. Oggi il Dittatore d'Italia cerca di costringere uomini e donne a procreare bestialmente, allo scopo di produrre in gran quantità degli uomini da essere sacrificati nelle guerre future, ed anche in questo egli è spalleggiato dal papa. *Si dice che Mussolini non si fida di nessuno, ch'egli non ha alcun vero amico, che non perdona mai un nemico. Temendo di perdere il controllo sul popolo, egli regge in modo inflessibile e con mano implacabile. Egli diffida di tutte le altre nazioni, ed è molto superstizioso. Quando s'impadronì del potere in Italia era un ateo, ma d'allora in poi è divenuto religiosissimo. ===[[António de Oliveira Salazar]]=== *Mussolini [...] è un meraviglioso opportunista dell'azione. *Non dimentichiamo che Mussolini è un Italiano discendente dai Condottieri del Medioevo, e non dimentichiamo, parimenti, le sue origini, la sua formazione socialista, quasi comunista. *Non pongo in dubbio l'azione moralizzatrice di Mussolini. Dico che certe affermazioni e certi atteggiamenti nell'ordine morale sono imposti da Mussolini al Fascismo, non sono imposti dal Fascismo a Mussolini. Egli ''vuole'' così, e potrebbe volere tutto l'opposto senza contraddirsi. *Sfiorando un po' il ridicolo (per uno straniero che non vive la vita dell'Italia d'oggi) giovani appena adolescenti imitano la ferma andatura, l'aggrottar di ciglia, l'espressione dura, lo sguardo altero, l'aria di sfida e di assoluta padronanza di sè con che Mussolini si impone alle masse italiane. A me non stupisce il fatto, essendo certo che le moltitudini hanno tendenza a copiare i tratti salienti dei propri idoli, a volte anche i loro più gravi difetti. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Benito Mussolini, ''La mia vita'', traduzione di Monica Mazzanti, Rizzoli, Milano 1983. *Benito Mussolini, ''Scritti e discorsi di Benito Mussolini'', Hoepli, Milano 1934. *Benito Mussolini, ''Opera omnia'', a cura di Edoardo e Duilio Susmel, La Fenice, Firenze 1951. *Richard Lamb, ''Mussolini e gli inglesi'', Ed. Corbaccio, Milano, 1998, ISBN 88-7972-286-7 ==Voci correlate== *[[Italia fascista]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Mussolini, Benito}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Personalità della seconda guerra mondiale]] [[Categoria:Politici italiani]] m30g7narc64yqvydy67cmx9gfmlnko6 Olindo Guerrini 0 8434 1351368 1350599 2024-11-11T17:25:20Z Gaux 18878 /* Citazioni su Olindo Guerrini */ Giovanni Papini 1351368 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Olindo Guerrini.jpg|thumb|Olindo Guerrini]] '''Olindo Guerrini''', noto con gli pseudonimi di '''Lorenzo Stecchetti''', '''Argia Sbolenfi''', '''Marco Balossardi''', '''Giovanni Dareni''', '''Pulinera''', '''Bepi''' e '''Mercutio''' (1845 – 1916), poeta e scrittore italiano, nonché bibliofilo e studioso di letteratura italiana. ==Citazioni di Olindo Guerrini== *Non si vive di solo [[pane]], è vero; ci vuole anche il companatico; e l'arte di renderlo più economico, più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, è vera arte. Riabilitiamo il senso del gusto e non vergogniamoci di sodisfarlo onestamente, ma il meglio che si può, come ella ce ne dà i precetti.<ref>Citato in [[Pellegrino Artusi]], ''La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene'', [http://books.google.de/books?id=NKrxShV75WEC&pg=PR19 p. xix].</ref> *Se l'uomo non appetisse il cibo o non provasse stimoli sessuali, il genere umano finirebbe subito.<ref>Citato in Pellegrino Artusi, ''La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene'', [http://books.google.de/books?id=NKrxShV75WEC&pg=PR17 p. xvii].</ref> *''Questa minestra, che onora Bologna, | Detta la ''grassa'' non inutilmente, | Carezza l'uomo dove gli bisogna, | Dà molta forza ai muscoli e alla mente, | Fa prender tutto con filosofia, | Piace, nutre, consola e così sia''.<ref>Da un sonetto dedicato alle tagliatelle; citato in Touring Club Italiano, ''Guida Gastronomica d'Italia'', Milano, 1931, [http://books.google.it/books?id=EnJ5J5WYZeUC&pg=PA206 p. 206].</ref> *[...] ''sovra il ferreo corsier passo contento | come a novella gioventù rinato | e sano e buono e libero mi sento.''<ref>Da ''Di nuovo in bicicletta'', in ''Le rime di Lorenzo Stecchetti'', Zanichelli, Bologna, 1905, p. [[s:Pagina:Le rime di Lorenzo Stecchetti.djvu/543|511]].</ref> ==''Nova polemica di Lorenzo Stecchetti''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ed anche a me da l'innocente cuna ridon due bimbi che l'amor mi diede e quei due bimbi son la mia fortuna, la mia bella speranza e la mia fede. Anch'io, ne' chiostri che la notte imbruna, anch'io singhiozzo d'una tomba a 'l piede; anch'io soffro, lavoro, amo, ed alcuna vergogna a 'l famigliar desco non siede.</poem> ===Citazioni=== *''Avanti, avanti, avanti | con la fiaccola in pugno e con la scure!'' (da ''Ai poeti pinzocheri'') *''Dissi — noi siam vigliacchi — | e me ne pento. Errai. | È il secolo de' Gracchi | questo che bestemmiai: | ma voi vi siete accorti | che siamo tutti forti, forti, forti''. (da ''Palinodia'') *''Dominedio ci salvi | da i libri troppo lunghi e da i [[poema|poemi]]!'' (da ''A Felice Cavallotti'')<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/42|10]]</ref> *Non ci sono né ''veristi'' né ''idealisti''. Ci sono degli autori che scrivono bene e degli altri che scrivono male; ecco tutto. *''Passar Mirrina, Lalage, Fiammetta, | l'arte de 'l Venosino e de 'l [[Boccaccio]]... | Curate i fiori bianchi e la calzetta''. (da ''Per nozze'') ==''Postuma: canzoniere di Lorenzo Stecchetti''== ===[[Incipit]]=== <poem>Poveri versi miei gettati al vento, Della mia gioventù memorie liete, Rime d'ira, di gioia e di lamento, Povere rime mie, che diverrete? Ahi fuggite, fuggite il mondo intento A flagellar chi non l'amò; premete L'inculto sì ma non bugiardo accento, Conscie dell'amor mio, rime discrete.</poem> ===Citazioni=== *''Sono un poeta o sono un imbecille?'' (VII) *''I canti che pensai ma che non scrissi | le parole d'amor che non ti dissi''. (XIV) *''Bevendo in fresco, e bestemmiando Cristo''. (XVII) *''Ma noi giacciamo nauseati e stracchi | senza un affetto in cor, sul reo letame | di questa sozza età. Noi siam vigliacchi''. (XXI) *''Ed io che intesi quel che non dicevi | m'innamorai di te perché tacevi.''<ref>Citato in ''[[32 dicembre]]'' (1988).</ref> (XXVII) *''Magre virtù che vi scandolezzate | Se una donnina mostra un po’ le spalle, | Verginità feroci e stagionate | Dai denti lunghi e dalle labbra gialle, | Chiudete la finestra e non guardate | In questa nostra'' lacrymarum valle. (XXIX) *''Conosci tu il paese | dove non s'è mortali, | dove alla fin del mese | non scadon le [[cambiale|cambiali]]?'' (XXXVII) *''Vigna, nel mio cortil nereggia un [[fico]] | L'albero sarto del gran padre [[Adamo]]: | Io pranzo all'ombra de' suoi rami e dico: | — Vecchia [[Bologna]], t'amo!'' (XXXVIII) *''Io non voglio saper quanto sii casta, | ci amammo veramente un'ora intera, | fummo felici quasi un giorno e basta''. (LXVIII) *''Torna all'infamia tua: sei troppo vile, | sei troppo vile, non ti posso amar!'' (LXXVI) ==''Rime di Argia Sbolenfi''== ===[[Incipit]]=== <poem>Condannata da l'empio destino a l'iniquo mestier della cuoca, io compongo vicino alla fuoca<ref>Focolare, ''Dialetto bolognese''.</ref> i miei deboli versi d'amor, e l'imago d'un giovin divino m'apparisce a gli sguardi incantati; sento l'orma de i passi adorati echeggiarmi ne l'vergine cor!</poem> ===Citazioni=== *''Addio sorrisi dell'albe rosate, | Addio tramonti che d'oro parete! | [[Novembre]] porta le tristi giornate | E delle nebbie la bigia quïete!'' (dalle ''[[:s:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Novembre|"Rime", libro secondo - Le decadenti]]'') *''[[Armiamoci e partite|Armiamoci e partite!]]'' (da ''[[wikisource:it:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Agli eroissimi|Agli Eroissimi]]'') *È certo che lo studio e la riproduzione del [[mondo]] esterno come è, costano più fatica che non l'operare secondo una formola od una maniera. *''Il destino è così, questa è la vita; | Soffrire e poi soffrire!'' (in ''Ora triste'') *''Io corro, io volo sulla [[bicicletta]], | questo ideal delle cavalcature: | chi soffre d'emorroidi o di bolletta | m'insulti pure.'' (da ''In bicicletta'') *''Sperare e disperar, questa è la vita''. (in ''Anno nuovo'') ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Brandelli''=== Ecco come andò la cosa.<br> Nell’inverno del 1868 io davo ad intendere alla mia famiglia di studiar legge; anzi per confermarla vie più nell’errore, alla fine di quell’anno mi laureai.<br> (Parentesi. Mi ricordo che ci chiusero nell’''Aula Magna'' dell’Università. Eravamo otto o dieci candidati, di quelli allegri come non se ne trovano più. Venne il professore di Diritto Canonico, munito di una borsa gigantesca che conteneva la bellezza di sessanta palle. Ognuno di noi immerse la mano nel venerando borsone ed estrasse una palla sola, il cui numero corrispondeva a quello di una tesi da svolgere in iscritto. Mi toccò una tesi laconica: ''Del Comune''; una tesi che non conoscevo nemmeno di saluto. ===''Brani di vita''<ref>Già ''Brandelli'', ma questa edizione è posteriore, e contiene alcune modifiche.</ref>=== Ecco come andò la cosa.<br> Nell'inverno del 1868 io dava ad intendere alla mia famiglia di studiar legge; anzi, per confermarla vie più nell'errore, alla fine di quell'anno mi laureai.<br> (Parentesi. Mi ricordo che ci chiusero nell'''Aula Magna'' dell'Università. Eravamo otto o dieci candidati, e, allegri come quelli non se ne trovano più. Venne il professore di Diritto Canonico, munito di una borsa gigantesca che conteneva la bellezza di sessanta palle. Ognuno di noi immerse la mano nel venerando borsone ed estrasse una palla sola, il cui numero corrispondeva a quello di una tesi da svolgere in iscritto. A me toccò una tesi laconica: ''Del Comune''; una tesi che non conoscevo nemmeno di saluto. ===''L'arte di utilizzare gli avanzi della mensa''=== Veramente, data l'indole del libro, dovrei dire ''Antipasto'' e non ''Esordio'', ma preferisco di attenermi all'uso vecchio perché, se c'è un'arte refrattaria al futurismo, è l'arte del [[cucina]]re. Cercano, è vero, i cuochi di illudere il palato con vari condimenti, salse e nomenclature stravaganti, delicatezze lusingatrici e aromi stimolatori, ma la materia da trattare è sempre quella. L'arte della cucina è conservatrice e passatista. {{NDR|Olindo Guerrini, ''[https://archive.org/details/larte-di-utilizzare-gli-avanzi-1918 L'arte di utilizzare gli avanzi della mensa]'', Formíggini, Roma, 1918.}} ==Citazioni su Olindo Guerrini== *La grazia fa passare assai cose che, per loro natura, non sono graziose, ed il Guerrini, con la simpatia d'un verso agile, schietto e brioso, divulgò, come il Porta e come il Belli, qualche oscenità. Ma non per queste il Porta ed il Belli riuscirono grandi poeti; essi anzi son tali a malgrado di esse; il volgo, e tra il volgo, pur troppo, molta gioventù liceale, cercò avidamente nelle poesie dello Stecchetti, non già l'arte squisita ma le audacie più inaudite del poeta; del qual genere d'ammirazione primo ad indispettirsi fu probabilmente il poeta stesso, il quale non aveva , di certo, voluto tanto. ([[Angelo De Gubernatis]]) *Le ''Rime'' di Argia Sbolenfi non avendo alcun serio valore come opera d'arte, (come riconosce argutamente e prudentemente nella prefazione lo Stecchetti), non meriterebbero certo una recensione, e tanto meno un articolo sul ''[[Il Marzocco|Marzocco]]'', se non si prestassero a parecchie utili osservazioni ed a qualche malinconica riflessione.<br>Olindo Guerrini, Lorenzo Stecchetti ed Argia Sbolenfi sono, aimè! la stessa ed unica persona nei diversi {{sic|avatara}} di bibliotecario, di poeta romantico-naturalista e di poetessa (?) pornografico-politico-socialista. Olindo Guerrini, com'è risaputo, non avendo mai posseduta un'anima propria di poeta, e pure smaniando di apparire anch'egli cinto del sacro lauro, {{sic|à}} sempre sentito il bisogno, per apparir qualcuno e qualchecosa, di esser qualchedun'altro e qualchecos'altro, mistificando da una parte il pubblico, e solleticandone dall'altra, col pretesto del [[verismo]], i più bassi e ciechi istinti. ([[Diego Garoglio]]) *Quale propugnatore di una società pagana, liberale, nemica della chiesa, lo Stecchetti si mise a lato del Carducci. Ma presto fu chiaro che la sua spada era una spatola d'arlecchino e che tutta la sua lotta letteraria-culturale derivava più dal gusto che aveva di far dispetto ai borghesi, prendere in giro i credenti e gli sciocchi, scandalizzare le persone religiose e potere infine prodursi in modo rumoroso, stuzzicante ed interessante. ([[Karl Vossler]]) *Si può essere poeti poco nuovi come fondo eppur poeti grandi, cioè nuovi nella potenza e magnificenza delle parole. Il Guerrini purtroppo, e me ne dispiace perché fu un brav'uomo e doveva esser molto simpatico, non fu nuovo e grande neanche a questo modo. Di versi suoi che resistano come materia prima, come forza di creazione verbale, come struttura o sonorità singolari ce ne son pochi per non, dir punti. Lo Stecchetti è chiaro, logico, scorrente, improvvisatore; i suoi versi si ricordano facilmente e si cantano senza volere. Anzi a queste qualità, io credo, e insieme al sentimentalismo sensuale che piace a tutti, egli dovette la sua grande fortuna. Trentadue edizioni di ''Postuma'' in meno di quarant'anni son molte – senza contare le contraffazioni. {{sic|Qual' è}} il libro di poesia moderna italiana, anche superiore a quello, che si sia venduto altrettanto? Ma in questa medesima facilità di spaccio sta, disgraziatamente, la sua condanna. ([[Giovanni Papini]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Olindo Guerrini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guerrini/brandelli/pdf/guerrini_brandelli.pdf Brandelli]'', Casa editrice libraria modernissima «Floreal Liberty», 1911. *Olindo Guerrini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guerrini/brani_di_vita_ed_zanichelli_17/pdf/guerrini_brani_di_vita.pdf Brani di vita]'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1917. *Olindo Guerrini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guerrini/nova_polemica_di_lorenzo_stecchetti/pdf/nova_p_p.pdf Nova polemica di Lorenzo Stecchetti pro domo sua]'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1909. *Olindo Guerrini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guerrini/postuma_canzoniere_etc/pdf/postum_p.pdf Postuma: canzoniere di Lorenzo Stecchetti. Edito a cura degli amici]'', Zanichelli editore, Bologna, 1972. *Olindo Guerrini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guerrini/rime_di_argia_sbolenfi/pdf/rime_d_p.pdf Rime di Argia Sbolenfi]'', Premiato stabilimento Monti editori, Bologna, 1899. *Lorenzo Stecchetti (Olindo Guerrini), ''Postuma'', a cura di C. Mariotti e M. Martelli, Roma, Salerno editrice, 2001. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Guerrini, Olindo}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] odhzgqvjzs17gvw7gawydnx6ap554cf Compagnia 0 9001 1351311 1290579 2024-11-11T12:41:42Z ~2024-9620 100276 Publilio Siro. 1351311 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''compagnia'''. ==Citazioni== *Date una compagnia al solitario e parlerà più di chiunque. ([[Cesare Pavese]]) *Immagino che guardare la partita da solo con uno scotch non sia l'unico modo di guardarla in effetti. Non lo so, è che ho sempre pensato che il bisogno di compagnia fosse un segno di debolezza. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri (prima stagione)|Scrubs - Medici ai primi ferri]]'') *L'uomo ama la compagnia, anche se è soltanto una candela che fuma. ([[Georg Christoph Lichtenberg]]) *La buona compagnia lungo il cammino, dice il proverbio, è la scorciatoia più breve. ([[Oliver Goldsmith]]) *Non siate un "buon compagnone". Io voglio bene al mio compagno e mi interesso molto a lui. Ma non siate festaioli. Siate moderati. Siate molto moderati. Non permettete ai buoni compagni di prendere la minima autorità su di voi. Se lo fate, siete perduti, non solo voi, ma la vostra progenie, la vostra famiglia per generazioni a venire. Ora io non posso essere un buon compagnone. Devo ancora prendermi la mia prima sbornia. ([[John Davison Rockefeller]]) *Per la conferma della mia identità io dipendo interamente dagli altri; ed è la grande grazia della compagnia che rifà del solitario un «tutto intero», salvandolo dal dialogo della riflessione in cui si rimane sempre equivoci, e ridandogli l'identità che gli consente di parlare con l'unica voce di una persona non scambiabile. ([[Hannah Arendt]]) *Sciocco addolorarsi per la perdita di una compagnia: quella persona potevamo non incontrarla mai, quindi possiamo farne a meno. ([[Cesare Pavese]]) *Se la miglior compagnia è quella dalla quale noi partiamo più soddisfatti di noi medesimi, segue ch'ella è appresso a poco quella che noi lasciamo più annoiata. ([[Giacomo Leopardi]]) *Un compagno facondo ti serve in viaggio quasi di vettura. ([[Publilio Siro]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Accompagnati con chi è meglio di te e fagli le spese. *Chi ha lupi per colleghi, porti il can sotto il mantello. *Chi il carbone tratta, dal carbone è tinto. *Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. *[[Fuoco]] e luce, mezza compagnia. *La compagnia delle persone oneste è un tesoro. *Nella buona compagnia non ci sta malinconia. *Non ti far capo della compagnia, perché è il capo che paga all'osteria. *Per avere compagnia si è sposato persino un [[frate]]. *Poca brigata, vita beata. *Povero dispettoso, vecchio [[lussuria|lussurioso]], e [[donna]] lisciata dispiace alla brigata. *Soli non si starebbe bene nemmeno in [[paradiso]]. *Una pecora rognosa ne guasta un branco. *Una pera guasta, infesta cento pere sane. ===[[Proverbi toscani]]=== *[[Amore]] e signoria non soffron compagnia. *Chi disse star con altri, disse star sempre in guai. *Chi ha compagnia, ha signoria. *Chi ha compagno, ha padrone. *Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare. *Chi va a letto con i cani, si leva con le pulci. *Chi va col [[lupo]] impara a ululare. *Compagnia d'uno, compagnia di niuno; compagnia di due, compagnia di Dio; compagnia di tre, compagnia di re; compagnia di quattro, compagnia da matti. *Compagno non toglie l'utile. *Dimmi chi tu pratichi, e ti dirò chi sei. *Due [[bene]], tre meglio, quattro male, cinque peggio. *Due, non accesero mai lume. *Gli storni son magri perché vanno a stormi. *I Giudei non istanno bene co' Samaritani. *Il buono fa camera col buono. *Il ladro sta bene col malandrino. *In chiesa co' santi, e in osteria co' ghiotti. *La buona compagnia è mezzo pane. *La mala compagnia fa cattivo sangue. *Le cattive compagnie conducono l'[[uomo]] alla forca. *Meglio soli, che male accompagnati. *Meno siamo a tavola, e più si mangia. *Poca brigata, vita beata. *Quando il lupo mangia il compagno, crede si dee sterile la compagnia. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Interazioni sociali]] c65716v0rdk5y82mljz4cx3vykgya68 1351312 1351311 2024-11-11T12:44:58Z ~2024-9620 100276 Dante Alighieri. 1351312 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''compagnia'''. ==Citazioni== *Date una compagnia al solitario e parlerà più di chiunque. ([[Cesare Pavese]]) *Immagino che guardare la partita da solo con uno scotch non sia l'unico modo di guardarla in effetti. Non lo so, è che ho sempre pensato che il bisogno di compagnia fosse un segno di debolezza. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri (prima stagione)|Scrubs - Medici ai primi ferri]]'') *L'uomo ama la compagnia, anche se è soltanto una candela che fuma. ([[Georg Christoph Lichtenberg]]) *La buona compagnia lungo il cammino, dice il proverbio, è la scorciatoia più breve. ([[Oliver Goldsmith]]) * ''[...] ne la chiesa | coi santi, e in taverna coi ghiottoni.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *Non siate un "buon compagnone". Io voglio bene al mio compagno e mi interesso molto a lui. Ma non siate festaioli. Siate moderati. Siate molto moderati. Non permettete ai buoni compagni di prendere la minima autorità su di voi. Se lo fate, siete perduti, non solo voi, ma la vostra progenie, la vostra famiglia per generazioni a venire. Ora io non posso essere un buon compagnone. Devo ancora prendermi la mia prima sbornia. ([[John Davison Rockefeller]]) *Per la conferma della mia identità io dipendo interamente dagli altri; ed è la grande grazia della compagnia che rifà del solitario un «tutto intero», salvandolo dal dialogo della riflessione in cui si rimane sempre equivoci, e ridandogli l'identità che gli consente di parlare con l'unica voce di una persona non scambiabile. ([[Hannah Arendt]]) *Sciocco addolorarsi per la perdita di una compagnia: quella persona potevamo non incontrarla mai, quindi possiamo farne a meno. ([[Cesare Pavese]]) *Se la miglior compagnia è quella dalla quale noi partiamo più soddisfatti di noi medesimi, segue ch'ella è appresso a poco quella che noi lasciamo più annoiata. ([[Giacomo Leopardi]]) *Un compagno facondo ti serve in viaggio quasi di vettura. ([[Publilio Siro]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Accompagnati con chi è meglio di te e fagli le spese. *Chi ha lupi per colleghi, porti il can sotto il mantello. *Chi il carbone tratta, dal carbone è tinto. *Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. *[[Fuoco]] e luce, mezza compagnia. *La compagnia delle persone oneste è un tesoro. *Nella buona compagnia non ci sta malinconia. *Non ti far capo della compagnia, perché è il capo che paga all'osteria. *Per avere compagnia si è sposato persino un [[frate]]. *Poca brigata, vita beata. *Povero dispettoso, vecchio [[lussuria|lussurioso]], e [[donna]] lisciata dispiace alla brigata. *Soli non si starebbe bene nemmeno in [[paradiso]]. *Una pecora rognosa ne guasta un branco. *Una pera guasta, infesta cento pere sane. ===[[Proverbi toscani]]=== *[[Amore]] e signoria non soffron compagnia. *Chi disse star con altri, disse star sempre in guai. *Chi ha compagnia, ha signoria. *Chi ha compagno, ha padrone. *Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare. *Chi va a letto con i cani, si leva con le pulci. *Chi va col [[lupo]] impara a ululare. *Compagnia d'uno, compagnia di niuno; compagnia di due, compagnia di Dio; compagnia di tre, compagnia di re; compagnia di quattro, compagnia da matti. *Compagno non toglie l'utile. *Dimmi chi tu pratichi, e ti dirò chi sei. *Due [[bene]], tre meglio, quattro male, cinque peggio. *Due, non accesero mai lume. *Gli storni son magri perché vanno a stormi. *I Giudei non istanno bene co' Samaritani. *Il buono fa camera col buono. *Il ladro sta bene col malandrino. *In chiesa co' santi, e in osteria co' ghiotti. *La buona compagnia è mezzo pane. *La mala compagnia fa cattivo sangue. *Le cattive compagnie conducono l'[[uomo]] alla forca. *Meglio soli, che male accompagnati. *Meno siamo a tavola, e più si mangia. *Poca brigata, vita beata. *Quando il lupo mangia il compagno, crede si dee sterile la compagnia. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Interazioni sociali]] ll9z0lifaf9dt3e0poynp1uea3l4l56 Costanza 0 9003 1351418 1341654 2024-11-11T23:31:44Z ~2024-9620 100276 /* Voci correlate */ Fermezza. 1351418 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''costanza''' e la '''perseveranza'''. *Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere, o col mutare disegno appena scelto o col mancare di coraggio alle prime contrarietà. ([[Francesco Domenico Guerrazzi]]) *''Ché nel mondo mutabile e leggiero | costanza è spesso il variar pensiero''. ([[Torquato Tasso]]) *Chi non è perseverante, non otterrà mai alcun cambiamento. ([[Tom Regan]]) *''Con la costanza potrai | seguirle fino a un traguardo | voltarti indietro stupito | ché non sei neanche partito.'' ([[Francesco Guccini]]) *Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *[[Fallimento|Fallire]] dopo una lunga perseveranza è molto più nobile di non avere mai fatto alcuno sforzo, sia pure a prezzo di un fallimento. ([[George Eliot]]) *''Guai a voi che avete perduto la perseveranza: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?'' (''[[Siracide]]'') *Il [[coraggio]] e la perseveranza possiedono un talismano magico di fronte al quale le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono nel nulla. ([[John Quincy Adams]]) *L'etica di una verità si pronuncia allora facilmente: "Fa' tutto ciò che puoi fare per far perseverare ciò che ha ecceduto la tua perseveranza. Persevera nell'interruzione. Cogli nel tuo essere ciò che ti ha colto e rotto". ([[Alain Badiou]]) *''La costanza, tiranna del [[cuore|core]], | detestiamo qual morbo crudele, | sol chi vuole si serbi [[fedeltà|fedele]]; | non v'ha [[amore|amor]], se non v'è [[libertà]]''. (''[[Rigoletto]]'') *La perseveranza è la corona della virtù. ([[Francesco di Paola]]) *La perseveranza è, rispetto al coraggio, ciò che è la ruota rispetto alla leva; il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio. ([[Victor Hugo]]) *Niente nel mondo può sostituire la perseveranza. Non il talento: non c'è nulla di più comune di uomini di talento privi di successo. Non il genio: il genio non riconosciuto è un luogo comune. Solo la perseveranza e la determinazione possono tutto. ([[Calvin Coolidge]]) *Niente a questo mondo può sostituire la buon vecchia perseveranza, né il talento – che c'è di più comune degli uomini di talento che non hanno successo? – né il genio – il genio non riconosciuto è ormai un cliché – l'istruzione nemmeno – visto che il mondo è pieno di cretini istruiti. Soltanto la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti. (''[[The Founder]]'') *Ottiene di più una mente mediocre grazie all'applicazione che un ingegno eccellente senza di essa. ([[Baltasar Gracián]]) *Senza assiduità non si raggiunge l'eccellenza; la ferma volontà basta talora a mutare il possibile in fatto, poiché i nostri {{sic|desiderii}} sono spesso i precursori delle cose che siamo in grado di compiere. All'opposto i timidi, i titubanti trovano ogni cosa impossibile se non altro perché tale lor sembra. ([[Samuel Smiles]]) *Senza costanza non si ottiene nulla. (''[[Jeeg robot d'acciaio]]'') *Solo l'uomo istruito è capace, senza un reddito permanente, di avere una mente perseverante. Il popolo, se non ha un reddito permanente, non ha una mente perseverante. Quando non ha una mente perseverante, non c'è nulla che eviti in fatto di rilassatezza, di dissolutezza, di depravazione e di licenza. ([[Mencio]]) ==[[Proverbi italiani]]== *A goccia a goccia s'incava la pietra. *[[Acqua]] molle in pietra dura tanto batte che la fora. *Al primo colpo non cade l'albero. *Alla fine del salmo si canta il Gloria. *Alla perseveranza nulla è impossibile. *Alle prime minestre non s'ingrassa. *Buca il marmo fin d'acqua una stilla. *Buona incudine non teme martello. *Chi impara a dire A, deve imparare anche a dir B. *Chi la dura la vince. *Chi non c'è non c'entri, e chi c'è non si sgomenti. *Col tempo e la paglia maturano le nespole. *Col tempo una foglia di gelso diventa seta. *Cominciare, continuare e finire son tre cose che stanno insieme. *Con un colpo non si taglia un albero. *Coraggio, condotta e perseveranza conquistano ogni cosa. *Domina tutto fatica costante. *Il buon nocchiero muta vela, ma non tramontana. *Il savio è costante, ma non ostinato. *Il tempo e non il rosaio fa le rose. *Impara e continua. *Imparate a sopportare con costanza le mutazioni della fortuna. *L'[[uomo]] savio è costante come il [[sole]], lo sciocco è variabile come la [[luna]]. *La fatica promette il premio, e la perseveranza lo porge. *La fine corona il lavoro. ("Finis coronat opus"). *La lima consuma il ferro. *La perseveranza è la [[madre]] del [[successo]]. *Non arriva a godere chi non sa sostenere. *Non si diventa maestri in un giorno. *Non vi son frutti tanto duri che il tempo non maturi. *Proseguite fermamente e vedrete meraviglie. *Se fortuna travaglia un nobile [[cuore]], raro è che alfin non gli dia favore. *Vince colui che soffre e dura. *Vince colui che soffre e persevera. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Fermezza]] *[[Pazienza]] [[Categoria:Qualità individuali]] 4xr8ikizeq9fte78lrp305rphnzqbvs 1351422 1351418 2024-11-11T23:40:59Z ~2024-9620 100276 Petrarca. 1351422 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''costanza''' e la '''perseveranza'''. *Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere, o col mutare disegno appena scelto o col mancare di coraggio alle prime contrarietà. ([[Francesco Domenico Guerrazzi]]) *''Ché nel mondo mutabile e leggiero | costanza è spesso il variar pensiero''. ([[Torquato Tasso]]) *Chi non è perseverante, non otterrà mai alcun cambiamento. ([[Tom Regan]]) *''Con la costanza potrai | seguirle fino a un traguardo | voltarti indietro stupito | ché non sei neanche partito.'' ([[Francesco Guccini]]) *Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *[[Fallimento|Fallire]] dopo una lunga perseveranza è molto più nobile di non avere mai fatto alcuno sforzo, sia pure a prezzo di un fallimento. ([[George Eliot]]) *''Guai a voi che avete perduto la perseveranza: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?'' (''[[Siracide]]'') *Il [[coraggio]] e la perseveranza possiedono un talismano magico di fronte al quale le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono nel nulla. ([[John Quincy Adams]]) *L'etica di una verità si pronuncia allora facilmente: "Fa' tutto ciò che puoi fare per far perseverare ciò che ha ecceduto la tua perseveranza. Persevera nell'interruzione. Cogli nel tuo essere ciò che ti ha colto e rotto". ([[Alain Badiou]]) *''La costanza, tiranna del [[cuore|core]], | detestiamo qual morbo crudele, | sol chi vuole si serbi [[fedeltà|fedele]]; | non v'ha [[amore|amor]], se non v'è [[libertà]]''. (''[[Rigoletto]]'') *La perseveranza è la corona della virtù. ([[Francesco di Paola]]) *La perseveranza è, rispetto al coraggio, ciò che è la ruota rispetto alla leva; il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio. ([[Victor Hugo]]) *Niente nel mondo può sostituire la perseveranza. Non il talento: non c'è nulla di più comune di uomini di talento privi di successo. Non il genio: il genio non riconosciuto è un luogo comune. Solo la perseveranza e la determinazione possono tutto. ([[Calvin Coolidge]]) *Niente a questo mondo può sostituire la buon vecchia perseveranza, né il talento – che c'è di più comune degli uomini di talento che non hanno successo? – né il genio – il genio non riconosciuto è ormai un cliché – l'istruzione nemmeno – visto che il mondo è pieno di cretini istruiti. Soltanto la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti. (''[[The Founder]]'') *Ottiene di più una mente mediocre grazie all'applicazione che un ingegno eccellente senza di essa. ([[Baltasar Gracián]]) *Senza assiduità non si raggiunge l'eccellenza; la ferma volontà basta talora a mutare il possibile in fatto, poiché i nostri {{sic|desiderii}} sono spesso i precursori delle cose che siamo in grado di compiere. All'opposto i timidi, i titubanti trovano ogni cosa impossibile se non altro perché tale lor sembra. ([[Samuel Smiles]]) *''Sarò qual fui, vivrò com'io son visso.'' ([[Francesco Petrarca]]) *Senza costanza non si ottiene nulla. (''[[Jeeg robot d'acciaio]]'') *Solo l'uomo istruito è capace, senza un reddito permanente, di avere una mente perseverante. Il popolo, se non ha un reddito permanente, non ha una mente perseverante. Quando non ha una mente perseverante, non c'è nulla che eviti in fatto di rilassatezza, di dissolutezza, di depravazione e di licenza. ([[Mencio]]) ==[[Proverbi italiani]]== *A goccia a goccia s'incava la pietra. *[[Acqua]] molle in pietra dura tanto batte che la fora. *Al primo colpo non cade l'albero. *Alla fine del salmo si canta il Gloria. *Alla perseveranza nulla è impossibile. *Alle prime minestre non s'ingrassa. *Buca il marmo fin d'acqua una stilla. *Buona incudine non teme martello. *Chi impara a dire A, deve imparare anche a dir B. *Chi la dura la vince. *Chi non c'è non c'entri, e chi c'è non si sgomenti. *Col tempo e la paglia maturano le nespole. *Col tempo una foglia di gelso diventa seta. *Cominciare, continuare e finire son tre cose che stanno insieme. *Con un colpo non si taglia un albero. *Coraggio, condotta e perseveranza conquistano ogni cosa. *Domina tutto fatica costante. *Il buon nocchiero muta vela, ma non tramontana. *Il savio è costante, ma non ostinato. *Il tempo e non il rosaio fa le rose. *Impara e continua. *Imparate a sopportare con costanza le mutazioni della fortuna. *L'[[uomo]] savio è costante come il [[sole]], lo sciocco è variabile come la [[luna]]. *La fatica promette il premio, e la perseveranza lo porge. *La fine corona il lavoro. ("Finis coronat opus"). *La lima consuma il ferro. *La perseveranza è la [[madre]] del [[successo]]. *Non arriva a godere chi non sa sostenere. *Non si diventa maestri in un giorno. *Non vi son frutti tanto duri che il tempo non maturi. *Proseguite fermamente e vedrete meraviglie. *Se fortuna travaglia un nobile [[cuore]], raro è che alfin non gli dia favore. *Vince colui che soffre e dura. *Vince colui che soffre e persevera. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Fermezza]] *[[Pazienza]] [[Categoria:Qualità individuali]] opxf1x6vm7p5ktxwnbeplk246e6odvt 1351428 1351422 2024-11-11T23:48:07Z ~2024-9620 100276 Giuseppe Parini. 1351428 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''costanza''' e la '''perseveranza'''. *Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere, o col mutare disegno appena scelto o col mancare di coraggio alle prime contrarietà. ([[Francesco Domenico Guerrazzi]]) *''Ché nel mondo mutabile e leggiero | costanza è spesso il variar pensiero''. ([[Torquato Tasso]]) *Chi non è perseverante, non otterrà mai alcun cambiamento. ([[Tom Regan]]) *''Con la costanza potrai | seguirle fino a un traguardo | voltarti indietro stupito | ché non sei neanche partito.'' ([[Francesco Guccini]]) *Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *[[Fallimento|Fallire]] dopo una lunga perseveranza è molto più nobile di non avere mai fatto alcuno sforzo, sia pure a prezzo di un fallimento. ([[George Eliot]]) *''Guai a voi che avete perduto la perseveranza: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?'' (''[[Siracide]]'') *Il [[coraggio]] e la perseveranza possiedono un talismano magico di fronte al quale le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono nel nulla. ([[John Quincy Adams]]) *L'etica di una verità si pronuncia allora facilmente: "Fa' tutto ciò che puoi fare per far perseverare ciò che ha ecceduto la tua perseveranza. Persevera nell'interruzione. Cogli nel tuo essere ciò che ti ha colto e rotto". ([[Alain Badiou]]) *''La costanza, tiranna del [[cuore|core]], | detestiamo qual morbo crudele, | sol chi vuole si serbi [[fedeltà|fedele]]; | non v'ha [[amore|amor]], se non v'è [[libertà]]''. (''[[Rigoletto]]'') *La perseveranza è la corona della virtù. ([[Francesco di Paola]]) *La perseveranza è, rispetto al coraggio, ciò che è la ruota rispetto alla leva; il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio. ([[Victor Hugo]]) *Niente nel mondo può sostituire la perseveranza. Non il talento: non c'è nulla di più comune di uomini di talento privi di successo. Non il genio: il genio non riconosciuto è un luogo comune. Solo la perseveranza e la determinazione possono tutto. ([[Calvin Coolidge]]) *Niente a questo mondo può sostituire la buon vecchia perseveranza, né il talento – che c'è di più comune degli uomini di talento che non hanno successo? – né il genio – il genio non riconosciuto è ormai un cliché – l'istruzione nemmeno – visto che il mondo è pieno di cretini istruiti. Soltanto la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti. (''[[The Founder]]'') *Ottiene di più una mente mediocre grazie all'applicazione che un ingegno eccellente senza di essa. ([[Baltasar Gracián]]) *Senza assiduità non si raggiunge l'eccellenza; la ferma volontà basta talora a mutare il possibile in fatto, poiché i nostri {{sic|desiderii}} sono spesso i precursori delle cose che siamo in grado di compiere. All'opposto i timidi, i titubanti trovano ogni cosa impossibile se non altro perché tale lor sembra. ([[Samuel Smiles]]) *''Sarò qual fui, vivrò com'io son visso.'' ([[Francesco Petrarca]]) *''[...] se i duri mortali | a lui voltano il tergo, | ei si fa, contro ai mali, | della costanza sua scudo ed usbergo.'' ([[Giuseppe Parini]]) *Senza costanza non si ottiene nulla. (''[[Jeeg robot d'acciaio]]'') *Solo l'uomo istruito è capace, senza un reddito permanente, di avere una mente perseverante. Il popolo, se non ha un reddito permanente, non ha una mente perseverante. Quando non ha una mente perseverante, non c'è nulla che eviti in fatto di rilassatezza, di dissolutezza, di depravazione e di licenza. ([[Mencio]]) ==[[Proverbi italiani]]== *A goccia a goccia s'incava la pietra. *[[Acqua]] molle in pietra dura tanto batte che la fora. *Al primo colpo non cade l'albero. *Alla fine del salmo si canta il Gloria. *Alla perseveranza nulla è impossibile. *Alle prime minestre non s'ingrassa. *Buca il marmo fin d'acqua una stilla. *Buona incudine non teme martello. *Chi impara a dire A, deve imparare anche a dir B. *Chi la dura la vince. *Chi non c'è non c'entri, e chi c'è non si sgomenti. *Col tempo e la paglia maturano le nespole. *Col tempo una foglia di gelso diventa seta. *Cominciare, continuare e finire son tre cose che stanno insieme. *Con un colpo non si taglia un albero. *Coraggio, condotta e perseveranza conquistano ogni cosa. *Domina tutto fatica costante. *Il buon nocchiero muta vela, ma non tramontana. *Il savio è costante, ma non ostinato. *Il tempo e non il rosaio fa le rose. *Impara e continua. *Imparate a sopportare con costanza le mutazioni della fortuna. *L'[[uomo]] savio è costante come il [[sole]], lo sciocco è variabile come la [[luna]]. *La fatica promette il premio, e la perseveranza lo porge. *La fine corona il lavoro. ("Finis coronat opus"). *La lima consuma il ferro. *La perseveranza è la [[madre]] del [[successo]]. *Non arriva a godere chi non sa sostenere. *Non si diventa maestri in un giorno. *Non vi son frutti tanto duri che il tempo non maturi. *Proseguite fermamente e vedrete meraviglie. *Se fortuna travaglia un nobile [[cuore]], raro è che alfin non gli dia favore. *Vince colui che soffre e dura. *Vince colui che soffre e persevera. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Fermezza]] *[[Pazienza]] [[Categoria:Qualità individuali]] psj4augz39cv1662hpl6si40rqwx7ji Biasimo 0 9474 1351350 1058603 2024-11-11T16:22:13Z ~2024-9620 100276 Petrarca. 1351350 wikitext text/x-wiki __NOTOC__ {{voce tematica}} Citazioni sul '''biasimo''' e sul '''biasimare'''. *''Che il Biasimo è caro come la Lode | e la Lode effimera come il Biasimo.'' ([[Emily Dickinson]]) *Hanno diritto di biasimare quelli che hanno il cuore d'aiutare. ([[William Penn]]) *Il minor biasimo per chi ruba ha forse qualche relazione col progredire delle teorie contrarie alla proprietà individuale; ma tale relazione non è punto sicura; invece appare molto più chiara quella colla democrazia e col suffragio universale. ([[Vilfredo Pareto]]) *Quanto male è nato dal pregiudizio che il biasimo sia intelligente e l'[[elogio]] stupido. ([[Gesualdo Bufalino]]) *''Tal biasma altrui che se stesso condanna'' ([[Francesco Petrarca]]) ==[[Proverbi italiani]]== *A ciascun piace meglio esser lodato che biasimato. *Al mercato biasima ciò che in casa poi loderai. *Biasimare i principi è pericolo e il lodarli è [[bugia]]. *Bisogna esser parchi così di lode, come di biasimo. *Che è lodevole. *Chi biasima altrui, se stesso infama. *Chi biasima, vuol comprare. *Chi d'altrui parlar vorrà, guardi se stesso e tacerà. *Chi loda per interesse vorrebbe essere al posto del lodato. *Chi loda san Pietro, non biasima san Paolo. *Chi mente lodandosi, non dice il vero biasimandosi. *Chi vuol l'amor celato, lo tenga biasimato. *Ciò che non si sa lodare, non si deve nemmeno biasimare. *Con la lode e col biasimo bisogna andar riguardati come col fuoco. *È più facile biasimare che far meglio. *Guarda chi tu lodi, ché non te ne venga biasimo. *Il troppo lodare è mezzo biasimare. *Io lodo chi è buono, e lo biasimo se divien cattivo. *La lode fa gli amici, il biasimo i nemici. *La lode non fa grandi, il biasimo non fa piccoli. *Loda in modo da poter biasimare, e biasima in modo da poter lodare. *Lodar il proprio figlio è lodar sé stesso; biasimare il proprio padre è svergognar sé stesso. *Lode aperta e biasimo segreto son cari agli amici. *Nessuno riprenda, che non intenda. *Non biasimare tutto ciò che troverai degno di biasimo ma loda tutto ciò che è lodevole. *Non bisogna lodare e biasimare nello stesso [[tempo]]. *Non lodare né biasimare alcuno, prima di conoscerlo per [[bene]]. *Oggi lodato, doman biasimato. *Ognuno ha il suo lodatore e il suo biasimatore. *Quel che uno loda, l'altro biasima. *Si acquista facilmente la lode, ma più facilmente il biasimo. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Complimento]] *[[Lode]] *[[Rimprovero]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Relazioni]] js5gi1cllrt1vdlso9bh7v5tp34ja1i Colpa 0 9481 1351304 1241888 2024-11-11T12:02:12Z ~2024-9620 100276 Giovanni Prati. 1351304 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sulla '''colpa'''. *A questo punto si abbia il coraggio di enunciare una ben dura e triste verità: la breccia, che la colpa ha aperto nell'anima umana, non può mai, in questa vita mortale, venir riparata. La si può tener d'occhio, sorvegliare continuamente, tanto che al nemico non riesca di insinuarsi nella cittadella e, in un successivo assalto, debba magari scegliere qualche altro punto di approccio, a preferenza di quello dove è precedentemente penetrato. Ma il muro di difesa resterà sempre rotto, e in prossimità si ode il passo insidioso del nemico, che vorrebbe rinnovare il suo inobliabile trionfo. ([[Nathaniel Hawthorne]]) *Accusando un individuo della sua colpa, non si fa che radicarla in lui più saldamente. ([[Inayat Khan]]) *Astieniti dalle colpe non per paura ma perché si deve. ([[Democrito]]) *''Chi copre le sue colpe non prospererà, | ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *''Chi versa l'uman sangue, il sente | odorar nelle mani eternamente. | Dopo l'ora mortal, tutta la vita | non è finita!'' ([[Giovanni Prati]]) *''Colpa non v'è più grande | che secondar le brame.'' ([[Laozi]]) *Colpa (''s.f.''). La condizione di chi ha commesso apertamente un'imprudenza, da non confondersi con lo stato di colui che è riuscito a nascondere le proprie tracce a occhi indiscreti. ([[Ambrose Bierce]]) *Due sono i motivi per cui gli uomini si astengono dalle colpe: la paura e la vergogna. ([[Iperide]]) *È necessario affrontare il problema evitando di dare la colpa a colui che lo esprime, in modo da porre l'attenzione ai messaggi che questi invia attraverso il suo atteggiamento. ([[Lucia Attolico]]) *''Fatti, pensieri, parole, nella memoria sempre vivi, | Mai come in quell'ora son ricordati con affanno. | Quel che a suo tempo parve un'inezia o una piacevolezza, | Al ripensarlo ora con animo severo, altro non è che colpa. | Il pensiero straziante di un delitto occulto, | Che pur se a tutti è ignoto non dà minore angoscia, | In breve, tutto quello che l'occhio non può vedere senza un brivido, | Un sepolcro scoperchiato, un cuore messo a nudo | Con tutte le miserie sue sepolto, finché Orgoglio si desta | Per strappar all'anima il suo specchio e mandarlo in frantumi!'' ([[George Gordon Byron]]) *''Forse ognuno ha la sua colpa, | ogni colpa i suoi perché, | che in silenzio si perdona da sé | ed ognuno per sé stesso, | veste la sua verità | perché resti nuda l'altra metà.'' ([[Francesco Gabbani]]) *I borghesi, sempre sotto accusa, non sono santi, come non lo sono i proletari. La società non è la mela di Biancaneve: metà marcia e metà sana. I ceti medi hanno le loro colpe ma anche i loro meriti. Hanno perso tante battaglie che potevano vincere. Il capitalismo, con i suoi errori e i suoi abusi, ma anche con la sua foga pionieristica e il suo spirito di intrapresa, ha stigmate borghesi. Se l'Italia, nonostante la cronica instabilità, non è più quella di [[Francesco II delle Due Sicilie|Franceschiello]]<ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_II_delle_Due_Sicilie Franceschiello], ovvero Francesco II delle Due Sicilie, (1836 – 1894), regnò sul meridione d'Italia dal 1859 fino all'unificazione del regno con quello d'Italia (1891)</ref>, lo si deve soprattutto alle classi medie, pilastri di una società economicamente e civilmente evoluta. ([[Roberto Gervaso]]) *Il senso di colpa è indifferente alla giustizia. Il senso di colpa si nutre d'irrazionalità. ([[Andrew O'Hagan]]) *L'animo umano è fin troppo pronto a scusare le proprie colpe. ([[Tito Livio]]) *La colpa è proprio l'unico fardello che gli esseri umani non possono sopportare da soli. ([[Anaïs Nin]]) *La colpa esiste solo per i rei confessi. L'insufficienza di prove e il beneficio del dubbio sono capisaldi giuridici irrinunciabili. ([[Gianni Monduzzi]]) *La cosa spaventosa nei sentimenti di colpa: che neanche essi sono giusti. ([[Elias Canetti]]) *La [[morte]] può essere l'espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle. ([[Napoleone Bonaparte]]) *La redenzione dalla colpa è la conquista dell'[[unità]] – ma raggiungere l'unità è impossibile a chi cerca di evitare una metà della [[realtà]]. (''[[Malattia e destino]]'') *Meglio dallo psicanalista che dal confessore. Per questo è sempre colpa tua, per quello è sempre colpa degli altri. ([[Marcello Marchesi]]) *Molte piccole colpe fanno una grande colpa. (''[[Ranma ½]]'') *Perché ci sia colpa, deve volerlo la mente, non il corpo. ([[Tito Livio]]) *''Perché la colpa de' regnanti, o Padre, | Negli innocenti [[Popolo|popoli]] è punita?'' ([[Vincenzo Monti]]) *Quando la colpa non è di nessuno, allora è di tutti. (''[[I due papi]]'') *Tutte le colpe sono eguali. C'è una colpa sola: non aver la capacità di nutrirsi di [[luce]]. Perché, abolita questa capacità, tutte le colpe sono possibili. ([[Simone Weil]]) *Una colpa non è cancellata finché si rammenta. ([[Carlo Dossi]]) *Una malattia molto diffusa tra gli uomini al di qua e al di là dei confini della realtà. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (quinta stagione)|Ai confini della realtà]]'') ==[[Proverbi italiani]]== *Chi ha poca [[ragione]] vocia molto. *Chi mira [[Dio]] presente, dalla colpa sta lontano. *Chi nasconde le proprie colpe ne vuol commettere altre. *Difendere la propria colpa, è un'altra colpa. *Dimmi chi ha attaccato lite e ti dirò chi ha ragione. *Dove non c'è colpa, non occorre [[perdono]]. *Le cattive cause peggiorano se le vuoi difendere. *Ognuno ha colpa dei suoi errori, e le tentazioni, le occasioni, sono scuse povere. *Spesso la colpa che uno dà agli altri è soltanto nostra. ===[[Proverbi toscani]]=== *La colpa è sempre degli offesi. *Non si deve incolpare se non fortuna. *Quanti vanno alla forca che non n'han né mal né colpa. *Tanto è ladro chi ruba quanto chi tiene il sacco. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Accusa]] *[[Senso di colpa]] *[[Innocente e colpevole]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} [[Categoria:Etica]] evcoflsvatmv3ap7974qdr3yafgu6c2 1351314 1351304 2024-11-11T13:05:28Z Udiki 86035 Annullata la modifica [[Special:Diff/1351304|1351304]] di [[Special:Contributions/~2024-9620|~2024-9620]] ([[User talk:~2024-9620|discussione]]) più pertinente a «[[Omicidio]]» che non alla colpa genericamente intesa 1351314 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sulla '''colpa'''. *A questo punto si abbia il coraggio di enunciare una ben dura e triste verità: la breccia, che la colpa ha aperto nell'anima umana, non può mai, in questa vita mortale, venir riparata. La si può tener d'occhio, sorvegliare continuamente, tanto che al nemico non riesca di insinuarsi nella cittadella e, in un successivo assalto, debba magari scegliere qualche altro punto di approccio, a preferenza di quello dove è precedentemente penetrato. Ma il muro di difesa resterà sempre rotto, e in prossimità si ode il passo insidioso del nemico, che vorrebbe rinnovare il suo inobliabile trionfo. ([[Nathaniel Hawthorne]]) *Accusando un individuo della sua colpa, non si fa che radicarla in lui più saldamente. ([[Inayat Khan]]) *Astieniti dalle colpe non per paura ma perché si deve. ([[Democrito]]) *''Chi copre le sue colpe non prospererà, | ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'') *''Colpa non v'è più grande | che secondar le brame.'' ([[Laozi]]) *Colpa (''s.f.''). La condizione di chi ha commesso apertamente un'imprudenza, da non confondersi con lo stato di colui che è riuscito a nascondere le proprie tracce a occhi indiscreti. ([[Ambrose Bierce]]) *Due sono i motivi per cui gli uomini si astengono dalle colpe: la paura e la vergogna. ([[Iperide]]) *È necessario affrontare il problema evitando di dare la colpa a colui che lo esprime, in modo da porre l'attenzione ai messaggi che questi invia attraverso il suo atteggiamento. ([[Lucia Attolico]]) *''Fatti, pensieri, parole, nella memoria sempre vivi, | Mai come in quell'ora son ricordati con affanno. | Quel che a suo tempo parve un'inezia o una piacevolezza, | Al ripensarlo ora con animo severo, altro non è che colpa. | Il pensiero straziante di un delitto occulto, | Che pur se a tutti è ignoto non dà minore angoscia, | In breve, tutto quello che l'occhio non può vedere senza un brivido, | Un sepolcro scoperchiato, un cuore messo a nudo | Con tutte le miserie sue sepolto, finché Orgoglio si desta | Per strappar all'anima il suo specchio e mandarlo in frantumi!'' ([[George Gordon Byron]]) *''Forse ognuno ha la sua colpa, | ogni colpa i suoi perché, | che in silenzio si perdona da sé | ed ognuno per sé stesso, | veste la sua verità | perché resti nuda l'altra metà.'' ([[Francesco Gabbani]]) *I borghesi, sempre sotto accusa, non sono santi, come non lo sono i proletari. La società non è la mela di Biancaneve: metà marcia e metà sana. I ceti medi hanno le loro colpe ma anche i loro meriti. Hanno perso tante battaglie che potevano vincere. Il capitalismo, con i suoi errori e i suoi abusi, ma anche con la sua foga pionieristica e il suo spirito di intrapresa, ha stigmate borghesi. Se l'Italia, nonostante la cronica instabilità, non è più quella di [[Francesco II delle Due Sicilie|Franceschiello]]<ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_II_delle_Due_Sicilie Franceschiello], ovvero Francesco II delle Due Sicilie, (1836 – 1894), regnò sul meridione d'Italia dal 1859 fino all'unificazione del regno con quello d'Italia (1891)</ref>, lo si deve soprattutto alle classi medie, pilastri di una società economicamente e civilmente evoluta. ([[Roberto Gervaso]]) *Il senso di colpa è indifferente alla giustizia. Il senso di colpa si nutre d'irrazionalità. ([[Andrew O'Hagan]]) *L'animo umano è fin troppo pronto a scusare le proprie colpe. ([[Tito Livio]]) *La colpa è proprio l'unico fardello che gli esseri umani non possono sopportare da soli. ([[Anaïs Nin]]) *La colpa esiste solo per i rei confessi. L'insufficienza di prove e il beneficio del dubbio sono capisaldi giuridici irrinunciabili. ([[Gianni Monduzzi]]) *La cosa spaventosa nei sentimenti di colpa: che neanche essi sono giusti. ([[Elias Canetti]]) *La [[morte]] può essere l'espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle. ([[Napoleone Bonaparte]]) *La redenzione dalla colpa è la conquista dell'[[unità]] – ma raggiungere l'unità è impossibile a chi cerca di evitare una metà della [[realtà]]. (''[[Malattia e destino]]'') *Meglio dallo psicanalista che dal confessore. Per questo è sempre colpa tua, per quello è sempre colpa degli altri. ([[Marcello Marchesi]]) *Molte piccole colpe fanno una grande colpa. (''[[Ranma ½]]'') *Perché ci sia colpa, deve volerlo la mente, non il corpo. ([[Tito Livio]]) *''Perché la colpa de' regnanti, o Padre, | Negli innocenti [[Popolo|popoli]] è punita?'' ([[Vincenzo Monti]]) *Quando la colpa non è di nessuno, allora è di tutti. (''[[I due papi]]'') *Tutte le colpe sono eguali. C'è una colpa sola: non aver la capacità di nutrirsi di [[luce]]. Perché, abolita questa capacità, tutte le colpe sono possibili. ([[Simone Weil]]) *Una colpa non è cancellata finché si rammenta. ([[Carlo Dossi]]) *Una malattia molto diffusa tra gli uomini al di qua e al di là dei confini della realtà. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (quinta stagione)|Ai confini della realtà]]'') ==[[Proverbi italiani]]== *Chi ha poca [[ragione]] vocia molto. *Chi mira [[Dio]] presente, dalla colpa sta lontano. *Chi nasconde le proprie colpe ne vuol commettere altre. *Difendere la propria colpa, è un'altra colpa. *Dimmi chi ha attaccato lite e ti dirò chi ha ragione. *Dove non c'è colpa, non occorre [[perdono]]. *Le cattive cause peggiorano se le vuoi difendere. *Ognuno ha colpa dei suoi errori, e le tentazioni, le occasioni, sono scuse povere. *Spesso la colpa che uno dà agli altri è soltanto nostra. ===[[Proverbi toscani]]=== *La colpa è sempre degli offesi. *Non si deve incolpare se non fortuna. *Quanti vanno alla forca che non n'han né mal né colpa. *Tanto è ladro chi ruba quanto chi tiene il sacco. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Accusa]] *[[Senso di colpa]] *[[Innocente e colpevole]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} [[Categoria:Etica]] 40c08op2ah6i26glbzccj6wml8pmz9k Condizione 0 9486 1351356 1036078 2024-11-11T16:32:56Z ~2024-9620 100276 Marco Manlio, voci correlate. 1351356 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''condizione''' in cui ci si trova. *Ciascuno ha da sopportare pazientemente la sua sorte. ([[Marco Manlio]]) *Come succede, o Mecenate, che nessuno viva contento di quella condizione ch'egli stesso si scelse o che il caso gli dette, e invidii invece coloro che le altre abbracciarono? ([[Quinto Orazio Flacco]]) *Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo. ([[Lev Tolstoj]]) *La grandezza dell'uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione. ([[Albert Camus]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Ai peggiori porci toccano le migliori pere. *Chi è abituato al campo, non vada alla corte. *Chi ha buona cappa facilmente scappa. *Chi ha denti non ha [[pane]], e chi ha pane non ha denti. *Chi ha il capo di cera, non vada al [[sole]]. *Chi vuol veder scortesia, metta il villano in signoria. *[[Dio]] ti guardi dal villano rifatto e dal cittadino disfatto. *I poveri sono i primi alla forca, e gli ultimi a tavola. *La destra è serva della mancina. *Quando il villano è a [[cavallo]], non vorrebbe mai che si facesse [[sera]]. *Quando il villano è in città, gli par d'essere il podestà. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== * [[Fortuna]] * [[Sorte]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla}} [[Categoria:Casi]] [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] 33xrejr57e9hjwhc8klxkg85mw5ys7r 1351358 1351356 2024-11-11T16:33:29Z ~2024-9620 100276 1351358 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''condizione''' in cui ci si trova. *Ciascuno ha da sopportare pazientemente la sua sorte. ([[Marco Manilio]]) *Come succede, o Mecenate, che nessuno viva contento di quella condizione ch'egli stesso si scelse o che il caso gli dette, e invidii invece coloro che le altre abbracciarono? ([[Quinto Orazio Flacco]]) *Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo. ([[Lev Tolstoj]]) *La grandezza dell'uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione. ([[Albert Camus]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Ai peggiori porci toccano le migliori pere. *Chi è abituato al campo, non vada alla corte. *Chi ha buona cappa facilmente scappa. *Chi ha denti non ha [[pane]], e chi ha pane non ha denti. *Chi ha il capo di cera, non vada al [[sole]]. *Chi vuol veder scortesia, metta il villano in signoria. *[[Dio]] ti guardi dal villano rifatto e dal cittadino disfatto. *I poveri sono i primi alla forca, e gli ultimi a tavola. *La destra è serva della mancina. *Quando il villano è a [[cavallo]], non vorrebbe mai che si facesse [[sera]]. *Quando il villano è in città, gli par d'essere il podestà. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== * [[Fortuna]] * [[Sorte]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla}} [[Categoria:Casi]] [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] lz3mxirsuz15x7gmh1j3hnwjjp4gtvx 1351382 1351358 2024-11-11T17:54:24Z Udiki 86035 Non si capisce perché debba stare qui e non in «[[Destino]]», cui «[[Sorte]]» rinvia. Proprio per quest'ultima considerazione ho rimosso la correlata, che non può consistere in un redirect, oltre al fatto che non persuade molto la pertinenza sua e quella dell'altra voce prima presente 1351382 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''condizione''' in cui ci si trova. ==Citazioni== *Come succede, o Mecenate, che nessuno viva contento di quella condizione ch'egli stesso si scelse o che il caso gli dette, e invidii invece coloro che le altre abbracciarono? ([[Quinto Orazio Flacco]]) *Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo. ([[Lev Tolstoj]]) *La grandezza dell'uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione. ([[Albert Camus]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Ai peggiori porci toccano le migliori pere. *Chi è abituato al campo, non vada alla corte. *Chi ha buona cappa facilmente scappa. *Chi ha denti non ha [[pane]], e chi ha pane non ha denti. *Chi ha il capo di cera, non vada al [[sole]]. *Chi vuol veder scortesia, metta il villano in signoria. *[[Dio]] ti guardi dal villano rifatto e dal cittadino disfatto. *I poveri sono i primi alla forca, e gli ultimi a tavola. *La destra è serva della mancina. *Quando il villano è a [[cavallo]], non vorrebbe mai che si facesse [[sera]]. *Quando il villano è in città, gli par d'essere il podestà. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla}} [[Categoria:Casi]] [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] kfwj62ht93zsqcnogy2e89mlftqi3mn Esempio 0 9511 1351353 1217595 2024-11-11T16:24:50Z ~2024-9620 100276 Seneca. 1351353 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sull''''esempio'''. *Buono è ad altrui {{Sic|essempio}} diventare saggia. (Anonimo, ''[[Aristippia]]'') *Con la parola alla gente non si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la [[grazia divina|grazia]] e sul piano umano ci vuole l'esempio. ([[Don Lorenzo Milani]]) *È senza dubbio molto pericoloso il governarsi con gli esempli se non concorrono, non solo in generale ma in tutti i particolari, le medesime ragioni, se le cose non sono regolate con la medesima prudenza, e se, oltre a tutti gli altri fondamenti, non v'ha la parte sua la medesima fortuna. ([[Francesco Guicciardini]]) *Gli esempi concreti sono i carnefici delle [[idea|idee]] astratte. ([[Nicolás Gómez Dávila]]) *I vecchi amano dare buoni [[consiglio|consigli]] per consolarsi di non poter più dare cattivi esempi. ([[François de la Rochefoucauld]]) *Il cattivo esempio produce talvolta de' buonissimi effetti. ([[Alain-René Lesage]]) *L'esempio non è la cosa che influisce di più sugli altri: è l'unica cosa. ([[Albert Schweitzer]]) *L'unica e grande utilità degli esempi è che essi affinano il giudizio. ([[Immanuel Kant]]) *La via è lunga se si va per regole, è breve ed efficace se si va per esempi. ([[Seneca]]) *Nessun insegnamento vale quanto l'esempio. ([[Robert Baden-Powell]]) *Non deviare dalla [[natura]] ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, è sapienza. ([[Seneca]]) *Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che cambi in esempio. ([[Albert Camus]]) *Prima di predicare altrui, date voi stessi l'esempio. Sarete seguiti. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Spesso gli esempi altrui sono più utili a mitigare o a suscitare i sentimenti umani: perciò dopo alcune parole di consolazione che ho provato a dirti quando eri presente, ho deciso di scriverti, ora che sei lontano, per descriverti l'esperienza delle mie disgrazie, affinché tu possa renderti conto che in confronto alle mie le tue sono poca cosa o quasi inesistenti, e così le possa sopportare con più pazienza. ([[Pietro Abelardo]]) *Tante persone oggi chiudono le orecchie ai discorsi ma aprono gli occhi di fronte all'esempio. ([[Andrea Bocelli]]) *Tieni sveglie le [[legge|leggi]], perché il sonno le uccide. Dà vita ai buoni esempi: sarai esentato dallo scrivere delle buone regole. ([[Pitagora]]) == Proverbi == === [[Proverbi italiani|Italiani]] === *Ai bambini si deve dare sempre buon esempio. *Cattivo esempio guasta buon costume. *Chi ben vive, ben predica; perché gli esempi contano più delle parole. *Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. *Dà il miglior [[consiglio]], chi insegna coi fatti. *Dai [[bue|buoi]] vecchi imparano ad arare i giovani. *Dei precetti è la via lunga e intralciata, degli esempi è la via breve e spianata. *Gli esempi vivi spiegano le regole [[morte]]. *I cattivi esempi fanno finire l'uomo sulla forca. *I cattivi esempi sono contagiosi. *I cattivi esempi, si imitano facilmente, i buoni difficilmente. *I pulcini vanno dietro alla chioccia. *Il buon esempio dei genitori è la Sacra [[Bibbia]] dei figli. *Il buon esempio dei signori è una calamita che attira il [[popolo]]. *Il buon esempio è una fiaccola che rischiara. *Il castigo dell'uno deve servire da esempio agli altri. *Il cattivo esempio precipita chi lo dà e chi lo segue. *L'esempio dei buoni è [[filosofia]] visibile. *La gente è governata più dagli esempi che dalle leggi. *La ragione vuol l'esempio. *Le parole muovono, gli esempi trascinano. *Non bisogna fare come fanno gli altri, ma come fanno quelli che fanno [[bene]]. *Prendete nel passato gli esempi per l'avvenire. *Prima di dare buoni consigli bisogna dare buoni esempi. *Quando i gamberi vecchi vanno indietro, i giovani non vanno avanti. *Si raccoglie ciò che si semina. *Triste quel padre che deve trarre esempio dai figli. *Un buon esempio non va mai perduto. ===[[Proverbi toscani|Toscani]]=== *Contano più gli esempi che le parole. *Esempi e benefici fanno gli amici. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=esempio|wikt=esempio}} [[Categoria:Conoscenza]] [[Categoria:Etica]] bl4t6zoctgz139enhpxk9fpovdawn2m Fermezza 0 9519 1351415 1037833 2024-11-11T23:28:14Z ~2024-9620 100276 Orazio. 1351415 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''fermezza'''. *Fermezza di fronte al destino, grazia nella sofferenza, non vuol dire semplicemente subire: è un'azione attiva, un trionfo positivo. ([[Thomas Mann]]) *L'uomo giusto e tenace di propositi non riusciranno a smuovere dal suo fermo pensiero né il malo furore di prepotenti cittadini né il fiero viso di minaccioso tiranno. ([[Quinto Orazio Flacco]]) *Nelle [[animale|bestie]] la tendenza all'ardimento è ben connaturata. Al contrario, negli uomini la fermezza è del tutto innaturale. ([[Plutarco]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Buona incudine non teme martello. *Chi non ha sentimento rimane senza frumento. [[Amore|Amor]] vuol fede, e fede vuol fermezza. *Chi sta fermo in casi avversi, buon amico è da tenersi. *Non arriva a godere chi non sa sostenere. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Qualità etiche]] 1gxrf2i6b81qukc6fl7vkacnmvqg5i3 1351417 1351415 2024-11-11T23:31:18Z ~2024-9620 100276 Correlata. 1351417 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''fermezza'''. *Fermezza di fronte al destino, grazia nella sofferenza, non vuol dire semplicemente subire: è un'azione attiva, un trionfo positivo. ([[Thomas Mann]]) *L'uomo giusto e tenace di propositi non riusciranno a smuovere dal suo fermo pensiero né il malo furore di prepotenti cittadini né il fiero viso di minaccioso tiranno. ([[Quinto Orazio Flacco]]) *Nelle [[animale|bestie]] la tendenza all'ardimento è ben connaturata. Al contrario, negli uomini la fermezza è del tutto innaturale. ([[Plutarco]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Buona incudine non teme martello. *Chi non ha sentimento rimane senza frumento. [[Amore|Amor]] vuol fede, e fede vuol fermezza. *Chi sta fermo in casi avversi, buon amico è da tenersi. *Non arriva a godere chi non sa sostenere. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== * [[Costanza]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Qualità etiche]] 0n7kxrsjomy6guzcvgldelxhghdvp4x Grandezza 0 9539 1351332 1322773 2024-11-11T15:22:11Z ~2024-9620 100276 Élisée Loustalot. 1351332 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''grandezza''' e sui '''grandi'''. *È un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. ([[Italo Svevo]]) *Gravissimo errore è ancora quello di giudicare dell'umana grandezza dal suo volume, e non dalla sua massa. Un guerriero che sommetta un immenso gregge di pecore, acquista maggior fama di colui, che domi un branco di leoni. ([[Francesco Lomonaco]]) *I grandi non ci sembrano grandi che perché noi stiamo in ginocchio: alziamoci! ([[Élisée Loustalot]]) *I pretesi grandi uomini non sono che le «etichette» della storia; essi dànno il loro nome agli avvenimenti, senza neppure avere, come le etichette, il minimo legame col fatto stesso. ([[Lev Tolstoj]]) *Il destino della grandezza è la sofferenza causata dal mondo esterno e dalla sofferenza interiore. ([[Pavel Aleksandrovič Florenskij]]) *Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. ([[Gesù]]) *Il privilegio dei grandi uomini è di dare scosse al loro secolo. Data la scossa, si salvi chi può. ([[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]]) *L'uomo dimostra di essere grande e piccolo, secondo l'importanza che egli dà, nella vita, alle grandi o alle piccole cose. ([[Inayat Khan]]) *La grandezza di stato è desiderata universalmente, perché tutto el bene che è in lei apparisce di fuora, el male sta drento occulto; el quale chi vedessi non arebbe forse tanta voglia, perché è piena sanza dubio di pericoli, di sospetti, di mille travagli e fatiche; ma quello che per avventura la fa desiderabile anche agli animi purgati è lo appetito che ognuno ha di essere superiore agli altri uomini, atteso massime che in nessuna altra cosa ci possiamo assimigliare a Dio. ([[Francesco Guicciardini]]) *La grandezza non consiste nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stesso, e questo ciascuno lo può se lo vuole. ([[Søren Kierkegaard]]) *La grandezza vera è semplice e figlia del pensiero. Non puoi comprenderla e valutarla senza pensarci su, senza disamina critica: Solo esaminando e scrutando ogni particolare, ogni motivo: vedendo la purezza e la magnificenza di ognuno, si giunge ad afferrare la purezza e la grandezza dello insieme.<br/>Una grandezza di qualunque genere torna più facilmente comprensibile, quando ha in sé qualcosa di {{sic|meschina}}, {{sic|difettosa}}, quando claudica in parte. La parte scadente fa risaltare l'eccellente: la parte piccola ti fa capire la grandezza delle colossali: in quel modo appunto in cui la vicinanza d'uno edificio volgare, ti fa subito afferrare la sublimità e le proporzioni del monumento vicino. ([[Vittorio Imbriani]]) *La prova principale della vera grandezza di un uomo è la sua percezione della propria piccolezza. ([[Arthur Conan Doyle]]) *Ma perniziosi sono quelli che appetiscono per fine suo la grandezza, perché chi la piglia per idolo, non ha freno alcuno né di giustizia, né di onestà, e farebbe uno piano di ogni cosa per condurvisi. ([[Francesco Guicciardini]]) *Nessun fiume è grande e ricco di per sé, ma è il fatto di ricevere e convogliare in sé tanti affluenti a renderlo tale. Ciò vale anche per ogni grandezza dello spirito. Importa solo questo: che uno imprima la direzione che poi tanti affluenti dovranno seguire, e non che uno possieda sin dall'inizio capacità grandi o piccole. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Non mostra d'essere veramente grande chi bada ad ogni piccolezza. ([[Baltasar Gracián]]) *Per essere grandi bisogna essere fraintesi. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *Ritenere grande un uomo che non tiene conto della misura del bene e del male, significa soltanto riconoscere la propria nullità e la propria incommensurabile bassezza. [...] non c'è alcuna grandezza là dove non vi sono la semplicità, il bene e la verità. ([[Guerra e pace|Lev Tolstoj, ''Guerra e pace'']]) *Si crede sempre più grandi le cose lontane. ([[Publio Cornelio Tacito]]) *Strana grandezza quella che dipende tutta dagli applausi di una folla imbecille! ([[Maurice Zundel]]) *Tutti gli uomini di tragica grandezza diventano tali per un che di morboso. ([[Herman Melville]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Alberi grandi fanno più ombra che frutti. *Chi ha il favor dei grandi,'ha tutte le [[virtù]]. *Di gran cuore è il soffrire, e di gran senno è l'[[udire]]. *Le cime più alte son più sbattute dal [[vento]]. *Le grandezze del [[mondo]] sono come il [[mare]], più si va in alto, più rischio si corre. *Le grandi anime hanno [[volontà]], le volgari non hanno che velleità. *Non c'è grandezza senza virtù. *Ogni grandezza ha la sua espiazione. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Qualità individuali]] 4dhg92bge624b0it5592qvri18rk815 Padrone 0 9624 1351309 1166469 2024-11-11T12:27:55Z ~2024-9620 100276 Petronio. 1351309 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sul '''padrone'''. *I padroni non considerano il [[lavoratore]] un uomo, lo considerano una macchina, un automa. Ma il lavoratore non è un attrezzo qualsiasi, non si affitta, non si vende. Il lavoratore è un uomo, ha una sua personalità, un suo amor proprio, una sua idea, una sua opinione politica, una sua fede religiosa e vuole che questi suoi diritti vengano rispettati da tutti e in primo luogo dal padrone. ([[Giuseppe Di Vittorio]]) *Il padrone è schiavo dello schiavo nel senso che lo schiavo ''fabbrica'' il padrone. ([[Simone Weil]]) *Il modo di liberarci dei nostri padroni non sta nel far diventare il genere umano stesso il padrone collettivo della natura, ma nel riconoscere l'impostura nella nozione stessa di padrone. ([[Slavoj Žižek]]) *Io sono convinto che il titolare di un'industria, il «padrone» per usare un termine odioso è un padre, deve essere un padre per tutti i suoi dipendenti. ([[Ferdinando Innocenti]]) *La libertà [...] non consiste nell'avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *Lulù, è il danaro, comincia tutto di là. Ah! Noi facciamo parte dello stesso... giro. Padroni e schiavi, dello stesso giro! L'argent! I soldi! Noi diventiamo matti perché ce ne abbiamo pochi e loro diventano matti perché ce ne hanno troppi. E così, in questo inferno, su questo pianeta, pieno di ospedali, manicomi, cimiteri, di fabbriche, di caserme... e di autobus, il cervello poco a poco... se ne scappa. Sciopera! Sciopera! Sciopera, sciopera! (''[[La classe operaia va in paradiso]]'') *Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *Non si perde gran che quando brucia la casa del padrone. Ne verrà sempre un altro, se non è sempre lo stesso, tedesco o francese, o inglese o cinese, per presentarti, vero?, il conto al momento giusto... in marchi o in franchi? Dal momento che bisogna pagare... ([[Louis-Ferdinand Céline]]) *Questo mio padrone ho visto da mille prove che è un matto da legare, e anche io, del resto, non gli rimango punto indietro, perché, se è vero il proverbio che dice «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» e l'altro «non donde nasci, ma donde pasci», sono più matto di lui perché lo seguo e lo servo. ([[Miguel de Cervantes]]) *Quale il padrone, tale anche il servo. ([[Petronio Arbitro]]) *Quando i padroni sono due allora vuol dire che ce n'è uno di troppo. (''[[Per un pugno di dollari]]'') *Quando il tuo Padrone vuol sapere tutti i tuoi pensieri, parole, pratiche, costumi, ed operazioni, abbi per certo, che non pretende altro che sapere i tuoi difetti per tenerti sotto, e in ogni caso poter essere creditore, ed onestare la sua ingiustizia. Però quando capiti in un Padrone di questa sorte, raccomandati a Dio, che n'hai di bisogno. ([[Filiberto Gherardo Scaglia]]) *Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo. ([[Paolo di Tarso]], ''[[Lettera ai Colossesi]]'') ==[[Proverbi italiani]]== *Cattivo padrone fa cattivo servitore. *[[Cavallo]] troppo ghiotto scavalca il padrone. *Chi comanda ricordi che un giorno potrebbe servire. *Chi ha da essere servito, ha da essere sofferito. *Chi non ha [[moglie]] non ha padrone. *Chi vuol conoscere i segreti del padrone, palpeggi il [[servitù|servo]]. *Comandi chi può, e serva chi deve. *È meglio essere padrone di una barca che capitano di un bastimento. *È meglio essere padrone magro che servo grasso. *È meglio essere piccolo padrone che gran servo. *''El can de tanti paroni el more de fame.'' ([[Proverbi veneti|Proverbio veneto]]) :Il cane che ha tanti padroni muore di fame. *I fastidi dei padroni sono i conviti dei servitori. *Il benessere del padrone dura come un trottar d'[[asino]]. *Il padrone indulgente fa il servo negligente. *Il [[pane]] del padrone ha sette croste. *Il [[Peccato (religione)|peccato]] del principe o signore, causa ai soggetti pianto e [[dolore]]. *Il [[tempo]] e la [[ragione]] sono sempre del padrone. *L'esempio del padrone è lo [[specchio]] della servitù. *L'[[occhio]] del padrone ingrassa il [[cavallo]]. *Le [[preghiera|preghiere]] dei padroni sono comandi. *Non c'è peggior padrone di chi fu servitore. *Non tutti possono essere padroni. *Nuovo padrone, nuova [[legge]]. *Quando il padrone non sa quel che si fa, la [[casa]] va in rovina. *Quando il padrone zoppica, il servo non va diritto. *Se il padrone dice che il corvo è bianco, il servo non deve dire che è nero. *Un buon padrone ha servitori zelanti. *Un padrone non ha peggior nemico di un servo licenziato con ragione. *Un padrone povero è più ricco di un ricco servitore. *Vede più un occhio del padrone, che quattro del servitore. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Schiavitù]] ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=padrone|wikt}} [[Categoria:Potere]] h9a3q0esz3jdfl63nknpahh24v8prwb Divina Commedia 0 9966 1351364 1351246 2024-11-11T17:08:19Z ~2024-9620 100276 /* Paradiso */ Aggiunta. 1351364 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=altri significati|titolo=[[La Divina Commedia (disambigua)]]}} [[File:Divina Commedia 1555 Edition.png|thumb|Frontespizio dell'edizione giolitina, la prima intitolata ''La Divina Comedia'' (1555)]] {{Torna a|Dante Alighieri}} '''''Divina Commedia''''', conosciuta anche come '''''Comedìa''''' o '''''Commedia''''', poema allegorico-didascalico di [[Dante Alighieri]] scritto tra il 1304 e il 1321. ==''Inferno''== [[File:Alighieri - Divina Commedia, Nel mille quatro cento septe et due nel quarto mese adi cinque et sei - 2384293 id00022000 Scan00006.jpg|miniatura|Incipit dell'''editio princeps'' (1472)]] ===[[Incipit]]=== <poem> Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. </poem> ===Citazioni=== *''Allor fu la [[paura]] un poco queta, | che nel lago del cor m'era durata | la [[notte]] ch'i' passai con tanta pieta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|paura|I, 19-21}}) *''Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta | una lonza {{NDR|lince o leopardo}}''<ref>La lonza, nella simbologia medievale dantesca, rappresenta la lussuria.</ref>'' leggiera e presta molto, | che di pel maculato era coverta; | e non mi si partìa dinanzi al volto, | anzi 'mpediva tanto il mio cammino, | ch'i' fui per ritornar più volte vòlto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|Ed ecco|I, 31-36}}) *''Ma non sì che [[paura]] non mi desse | la vista che m'apparve d'un [[leone]]''<ref>Rappresenta qui la [[superbia]].</ref>''. | Questi parea che contra me venisse | con la test'alta e con rabbiosa [[fame]], | sì che parea che l'aere ne tremesse. | Ed una [[lupo|lupa]]''<ref>La lupa è per Dante il simbolo dell'[[avarizia]].</ref>'', che di tutte brame | sembrava carca ne la sua magrezza, | e molte genti fè già viver grame, | questa mi porse tanto di gravezza | con la paura ch'uscìa di sua vista, | ch'io perdei la [[speranza]] de l'altezza.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|ma non sì che paura non mi desse|I, 44-54}}) *''Molti son li animali a cui s'ammoglia | e più saranno ancora, infin che'l [[veltro]] | verrà, che la farà morir con doglia. || Questi non ciberà terra né peltro, | ma sapïenza, amore e virtute, | e sua nazion sarà tra feltro e feltro. || Di quella umile Italia fia salute | per cui morì la vergine Cammilla, | Eurialo e Turno e Niso di ferute. || Questi la caccerà per ogne villa | fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno | là ove 'nvidia prima dipartilla.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|animali|I, 100-111}}) *''Intendi me' ch'i' non ragiono.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Intendi me' ch'i' non ragiono|II, 36}}) *''L'anima tua è da viltade offesa.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|L'anima tua è da viltade offesa|II, 45}}) *{{NDR|Su Dante}} [...] ''l'amico mio, e non de la ventura'' [...]. (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II||II, 61}})<ref>{{Cfr.}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/53|p. 21]].</ref> *''Temer si dee di sole quelle cose | c'hanno potenza di fare altrui male; | de l'altre no, ché non son [[paura|paurose]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Temer si dee di sole quelle cose|II, 88-90}}) *''[[Maria|Donna]] è gentil nel ciel che si compiange | di questo 'mpedimento ov' io ti mando, | sì che duro giudicio là sù frange.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Donna è gentil nel ciel che si compiange|II, 94-96}}) *''[[Santa Lucia|Lucia]], nimica di ciascun crudele'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Lucia|II, 100}}) *''Per me si va ne la [[inferno|città dolente]], | per me si va ne l'etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | [[Giustizia]] mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e 'l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Per me si va ne la città dolente|III, 1-9}}) *''Non ragioniam di lor, ma guarda e passa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|non ragioniam di lor, ma guarda e passa|III, 51}}) *{{NDR|Su [[papa Celestino V]]<ref>Dante non indica espressamente il nome dell'anima a cui si riferisce. La maggior parte dei critici concorda sul fatto che si tratti di Pietro da Morrone (ovvero Celestino V), ma altre teorie propendono per [[Esaù]] o [[Ponzio Pilato]]. Per approfondire vedi [[w:Che fece per viltade il gran rifiuto|qui]].</ref>}} [...] ''colui | che fece per viltade il gran rifiuto''. (III, 59-60) *''A Dio spiacenti e a' nemici sui''. (III, 63) *''Ed ecco verso noi venir per nave | un vecchio {{NDR|[[Caronte]]}}, bianco per antico pelo, | gridando: "Guai a voi, anime prave! || Non isperate mai veder lo cielo: | i' vegno per menarvi a l'altra riva | ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. || E tu che se' costì, anima viva, | pàrtiti da cotesti che son morti". | Ma poi che vide ch'io non mi partiva, || disse: "Per altra via, per altri porti | verrai a piaggia, non qui, per passare: | più lieve legno convien che ti porti".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Ed ecco|III, 82-93}}) *''Vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|vuolsi così colà dove si puote|III, 95-96}}) *''Quinci fuor quete le lanose gote | al nocchier de la livida palude, | che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|nocchier|III, 97-99}}) *''[[Caronte|Caron]] dimonio, con [[occhio|occhi]] di bragia | loro accennando, tutte le raccoglie; | batte col remo qualunque s'adagia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Caron dimonio|III, 109-111}}) *''«Figliuol mio», disse 'l maestro cortese, | «quelli che muoion nell'[[ira di Dio]] | tutti convegno qui d'ogni paese; e pronti sono a trapassar lo rio | ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disìo».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Figliuol mio|III, 121–125}}) *{{NDR|Su [[Virgilio]]}} ''Onorate l'altissimo poeta''. (IV, 80) *''Mira colui con quella spada in mano, | che vien dinanzi ai tre sì come sire: | quelli è [[Omero]] poeta sovrano''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Mira colui|IV, 86–88}}) *''Poi ch'innalzai un poco più le ciglia, | vidi 'l maestro di color che sanno {{NDR|[[Aristotele]]}} | seder tra filosofica famiglia''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Poi ch'innalzai|IV, 130-132}}) *''[[Democrito]], che 'l mondo a caso pone.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Democrito|IV, 136}}) *''E vidi il buono accoglitor del quale, | [[Dioscoride|Dïascoride]] dico''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|E vidi|IV, 139-140}}) *''Così discesi del cerchio primaio | giù nel secondo, che men loco cinghia | e tanto più dolor, che punge a guaio. | Stavvi [[Minosse|Minòs]] orribilmente, e ringhia: | essamina le colpe ne l'intrata; | giudica e manda secondo ch'avvinghia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Così discesi|V, 1-6}}) *''"O tu che vieni al doloroso ospizio", | disse Minòs a me quando mi vide, | lasciando l'atto di cotanto offizio, | "guarda com'entri e di cui tu ti fide; | non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!". | E 'l duca mio a lui: "Perché pur gride? | Non impedir lo suo fatale andare: | vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|O tu che vieni|V, 16-21}}) *''«La prima di color di cui novelle | tu vuo' saper» mi disse quelli {{NDR|Virgilio}} allotta, | «fu imperadrice di molte favelle. | A vizio di [[lussuria]] fu sì rotta, | che lìbito fé licito in sua legge | per tòrre il biasimo in che era condotta. | Ell'è [[Semiramide|Semiramis]], di cui si legge | che succedette a Nino e fu sua sposa: | tenne la terra che 'l Soldan corregge. | L' altra è colei {{NDR|Didone}} che s' ancise amorosa | e ruppe fede al cener di Sicheo; | poi è Cleopatràs lussurïosa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|La prima di color di cui novelle|V, 52–63}}) *''Siede la terra dove nata fui'' {{NDR|la [[Romagna]]}} ''| su la marina dove 'l Po discende | per aver pace co' seguaci sui.'' ([[Francesca da Rimini]]: V, 97-99) *''[[Amore|Amor]], ch'al cor gentil ratto s'apprende, | prese costui de la bella persona | che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. | Amor, ch'a nullo amato amar perdona, | mi prese del costui piacer sì forte, | che, come vedi, ancor non m'abbandona. | Amor condusse noi ad una morte. | Caina attende chi a vita ci spense.'' (Francesca da Rimini: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Amor|V, 100-107}}) *''E quella {{NDR|Francesca}} a me: «Nessun maggior [[dolore]] | che ricordarsi del [[tempo]] felice | ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|E quella a me|V, 121-123}}) *''Quando leggemmo il disïato riso | esser basciato da cotanto amante, | questi, che mai da me non fia diviso, | la bocca mi basciò tutto tremante.''<ref>Secondo [[Umberto Saba]] (''Scorciatoie e raccontini'') il verso «''La bocca mi baciò tutto tremante''» è uno dei due più belli della letteratura italiana insieme a «''L'uno buggera l'altro, Santità''», tratto da un sonetto classicamente attribuito a [[Giuseppe Gioachino Belli]] ma probabilmente apocrifo.</ref>'' | Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: | quel giorno più non vi leggemmo avante".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Quando leggemmo|V, 133-138}}) *''Mentre che l'uno spirto questo disse, | l'altro piangëa, sì che di pietade | io venni men così com'io morisse. | E caddi come corpo morto cade.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Mentre che l'uno spirto questo disse|V, 139-142}}) *''Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: | per la dannosa colpa della [[Gola (ingordigia)|gola]], | come tu vedi, alla pioggia mi fiacco''. (Ciacco: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Voi cittadini mi chiamaste Ciacco|VI, 52–54}}) *''Giusti son due, e non vi sono intesi; | superbia, invidia e avarizia sono | le tre faville c'hanno i cuori accesi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Giusti son due, e non vi sono intesi|VI, 73-75}}) *''[[w:Pape Satàn, pape Satàn aleppe|Pape Satàn, pape Satàn aleppe!]]'' (Pluto: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Pape Satàn|VII, 1}}) *''Questi fuor cerchi, che non han coperchio | piloso al capo, e [[papa|papi]] e [[cardinale|cardinali]], | in cui usa [[avarizia]] il suo soperchio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Questi fuor cherci|VII, 46–48}}) *''E quelli a me: Oh creature sciocche, | quanta ignoranza è quella che v'offende!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|E quelli a me: Oh creature sciocche|VII, 70-71}}) *''Fitti nel limo dicon:'' {{NDR|gli [[ira]]condi}}'' "Tristi fummo | ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, | portando dentro accidïoso fummo: | or ci attristiam ne la belletta negra". | Quest'inno si gorgoglian ne la strozza, | ché dir nol posson con parola integra.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Fitti nel limo|VII, 121–126}}) *''Or se' giunta, anima fella!'' (il demone [[Flegias|Flegiàs]] a Dante; {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Or se' giunta|VIII, 18}}) *''Quanti si tegnon or là sù gran regi | che qui staranno come porci in brago, | di sé lasciando orribili dispregi!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Quanti si tegnon|VIII, 49-51}}) *''Chi è costui che sanza morte | va per lo regno de la morta gente?'' (demoni: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi è costui che sanza morte|VIII, 84-85}}) *''Chi m' ha negate le dolenti case!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi m' ha negate|VIII, 120}}) *''O voi ch'avete li 'ntelletti sani, | mirate la dottrina che s'asconde | sotto 'l velame de li versi strani.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IX|O voi|IX, 61-63}}) *''Però a la dimanda che mi faci | quinc'entro satisfatto sarà tosto, | e al disio ancor che tu mi taci. || E io: «Buon duca, non tegno riposto | a te mio cuor se non per dicer poco, | e tu m'hai non pur mo a ciò disposto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Però a la dimanda che mi faci|X, 16-21}}) *''Ed el mi disse: "Volgiti! Che fai? | Vedi là Farinata che s'è dritto: | da la cintola in sù tutto 'l vedrai". || Io avea già il mio viso nel suo fitto; | ed el s'ergea col petto e con la fronte | com'avesse l'inferno a gran dispitto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Ed el mi disse|X, 31-36}}) *''D'ogne malizia, ch'odio in cielo acquista, | ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale | o con forza o con frode altrui contrista. | Ma perché frode è de l'uom proprio male, | più spiace a Dio; e però stan di sotto | li frodolenti, e più dolor li assale.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|D'ogne malizia|XI, 22-27}}) *''Puossi far forza ne la deïtade, | col cor negando e [[bestemmia]]ndo quella, | e spregiando natura e sua bontade; | e però lo minor giron suggella | del segno suo e Soddoma e Caorsa | e chi, spregiando Dio col cor, favella.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Puossi far forza|XI, 46-51}}) *''La [[frode]], ond'ogne coscïenza è morsa, | può l'omo usare in colui che 'n lui fida | e in quel che fidanza non imborsa. | Questo modo di retro par ch'incida | pur lo vinco d'amor che fa natura; | onde nel cerchio secondo s'annida | ipocresia, lusinghe e chi affattura, | falsità, ladroneccio e simonia, | ruffian, baratti e simile lordura.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|La frode|XI, 52-60}}) *''O sol che sani ogne vista turbata, | tu mi contenti sì quando tu solvi, | che, non men che saver, dubbiar m'aggrata.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|O sol che sani|XI, 91-93}}) *''Da queste due, se tu ti rechi a mente | lo Genesì dal principio, convene | prender sua vita e avanzar la gente | e perché l'[[usura|usuriere]] altra via tene, | per sé natura e per la sua seguace | dispregia, poi ch'in altro pon la spene.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Da queste due, se|XI, 106-111}}) *[...] ''e 'n su la punta de la rotta lacca | l'infamïa di [[Creta|Creti]] era distesa || che fu concetta ne la falsa vacca; | e quando vide noi, sé stesso morse, | sì come quei cui l'ira dentro fiacca. || Lo savio mio inver' lui gridò: "Forse | tu credi che qui sia 'l [[Teseo|duca d'Atene]], | che sù nel mondo la morte ti porse? || Pàrtiti, bestia, ché questi non vene | ammaestrato da la tua sorella, | ma vassi per veder le vostre pene". || Qual è quel toro che si slaccia in quella | c'ha ricevuto già 'l colpo mortale, | che gir non sa, ma qua e là saltella, || vid'io lo [[Minotauro]] far cotale; | e quello accorto gridò: "Corri al varco; | mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale"''. ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XII|XII, 11-27]]) *''Non han sì aspri sterpi né sì folti | quelle fiere selvagge che 'n odio hanno | tra Cecina e Corneto i luoghi cólti.'' ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 7-9]]) *''[[Credere|Cred]]'io ch'ei credette ch'io credesse'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|Cred’io ch’ei credette ch’io credesse|XIII, 25}}) *''Io son colui che tenni ambo le chiavi | del cor di Federigo, e che le volsi, | serrando e disserrando''. ([[Pier della Vigna]]: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 58-60]]) *''L'animo mio, per disdegnoso gusto, | credendo col morir fuggir disdegno, | ingiusto fece me contra me giusto''. (Pier della Vigna: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 70-72]]) *''Siete voi qui, ser Brunetto?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Siete voi qui, ser Brunetto?|XV, 30}}) *''Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; | gent'è avara, invidiosa e superba: | dai lor costumi fa che tu ti forbi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Vecchia fama nel mondo li chiama orbi|XV, 67-69}}) *''Ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, | la cara e buona imagine paterna | di voi quando nel mondo ad ora ad ora || m'insegnavate come l'uom s'etterna.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora|XV, 82-85}}) *''Poi si rivolse, e parve di coloro | che [[corsa|corrono]] a Verona il drappo verde | per la campagna; e parve di costoro | quelli che vince, non colui che perde.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Poi si rivolse|XV, 121-124}}) *''Ahi quanto cauti li uomini esser dienno | presso a color che non veggion pur l'ovra, | ma per entro i pensier miran col senno!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Ahi quanto cauti|XVI, 118-120}}) *''Sempre a quel ver c' ha faccia di menzogna | de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, | però che sanza colpa fa vergogna''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Sempre a quel ver|XVI, 124-126}}) *''Ecco la fiera con la coda aguzza, | che passa i monti e rompe i muri e l'armi! | Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVII|Ecco la fiera con la coda aguzza|XVII, 1-3}}) *''O Simon mago, o miseri seguaci | che le cose di Dio, che di bontate | deon essere spose, e voi rapaci | per oro e per argento avolterate, | or convien che per voi suoni la tromba, | però che ne la terza bolgia state.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O Simon mago|XIX, 1-6}}) *''O somma sapïenza, quanta è l'arte | che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, | e quanto giusto tua virtù comparte!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O somma sapïenza|XIX, 10-12}}) *''E io: "Tanto m'è bel, quanto a te piace: | tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto | dal tuo volere, e sai quel che si tace".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Tanto m'è bel|XIX, 37-39}}) *''Ed el'' {{NDR|[[papa Niccolò III]]}} ''gridò: "Se' tu già costì ritto, | se' tu già costì ritto, [[Papa Bonifacio VIII|Bonifazio]]? | Di parecchi anni mi mentì lo scritto. | Se' tu sì tosto di quell'aver sazio | per lo qual non temesti tòrre a 'nganno | la bella donna'' {{NDR|la Chiesa}}'', e poi di farne strazio?".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Ed el gridò|XIX, 52-57}}) *''Nuovo Iasón sarà, di cui si legge | ne' Maccabei; e come a quel fu molle | suo re, così fia [[Papa Clemente V|lui]] chi Francia regge. {{NDR|[[Filippo il bello]]}}'' (papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Nuovo Iasón sarà|XIX, 85-87}}) *''Deh, or mi dì: quanto tesoro volle | Nostro Segnore in prima da san Pietro | ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa? | Certo non chiese se non "Viemmi retro". [...] E se non fosse ch'ancor lo mi vieta | la reverenza de le somme chiavi | che tu tenesti ne la vita lieta, | io userei parole ancor più gravi; | ché la vostra avarizia il mondo attrista, | calcando i buoni e sollevando i pravi. [...] Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; | e che altro è da voi a l'idolatre, | se non ch'elli uno, e voi ne orate cento? | Ahi, [[Costantino I|Costantin]], di quanto mal fu matre, | non la tua conversion, ma quella dote | che da te prese il primo ricco patre!'' (Dante a papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Deh, or mi dì|XIX, 90-117}}) *''Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto | di tua lezione, or pensa per te stesso | com'io potea tener lo viso asciutto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Se Dio ti lasci|XX, 19-21}}) *''Ancor se' tu de li altri sciocchi? | Qui vive la pietà quand'è ben morta; | chi è più scellerato che colui | che al giudicio divin passion comporta?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Ancor se' tu|XX, 27-30}}) *''Mira c' ha fatto petto de le spalle; | perché [[divinazione|volse veder troppo davante]], | di retro guarda e fa retroso calle.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Mira c' ha fatto|XX, 37-39}}) *''Suso in Italia bella giace un laco, | a piè de l'Alpe che serra Lamagna | sovra Tiralli, c'ha nome [[Lago di Garda|Benaco]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Suso in Italia bella|XX, 61-63}}) *''Fer la città sovra quell'ossa morte; | e per colei che 'l loco prima elesse, | Mantüa l'appellar sanz'altra sorte''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Fer la città sovra|XX, 91-93}}) *''E io: "Maestro, i tuoi ragionamenti | mi son sì certi e prendon sì mia fede, | che li altri mi sarien carboni spenti"''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Maestro, i tuoi ragionamenti|XX, 100-102}}) *''Quell'altro che ne' fianchi è così poco, | [[Michele Scoto|Michele Scotto]] fu, che veramente | de le magiche frode seppe 'l gioco.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Michele Scotto|XX, 115-117}}) *'' Mettetel sotto, ch'i' torno per anche | a quella terra ch'i' ho ben fornita {{NDR|[[Lucca]]}}: | Ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; | del no, per li [[denaro|denar]], vi si fa ita.''<ref>''Ita'' in latino significa "sì".</ref> ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|Mettetel sotto|XXI, 39-42}}) *''Ed elli avea [[Flatulenza|del cul]] [[Trombettiere|fatto trombetta]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|ed elli|XXI, 139}}) *''Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa | coi santi, e in taverna coi ghiottoni.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa|XXII, 14-15}}) *''Tra male gatte era venuto 'l sorco.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Tra male gatte era venuto 'l sorco|XXII, 58}}) *''Ahi [[Pistoia]], Pistoia, ché non stanzi | d'incenerarti sì che più non duri, | poi che 'n mal fare il [[seme]] tuo avanzi?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Ahi Pistoia|XXV, 10-12}}) *''come procede innanzi da l'ardore, | per lo papiro suso, un color [[marrone|bruno]] | che non è nero ancora e 'l bianco more.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|come procede innanzi da l'ardore|XXV, 64-66}}) *<ref>Nella settima bolgia delle [[w:Malebolge|Malebolge]] sono puniti i [[ladro|ladri]]. La metà di questi ha sembianze di serpente, mentre l'altra metà vanta aspetto umano, e quando un serpente morde un uomo, questo diventa serpente e l'altro diviene uomo, si scambiano i ruoli: nei versi proposti, Dante descrive la raccapricciante metamorfosi di ambedue le specie, definendosi in ciò superiore a [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], autore delle celebri ''[[Publio Ovidio Nasone#Metamorfosi|Metamorfosi]]'', e a [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], nipote di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] e autore del ''[[Marco Anneo Lucano#Pharsalia|Bellum civile]]''. Ovidio e Lucano sono già stati visti da Dante e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] sua guida nel Limbo ([[s:Divina Commedia/Inferno/Canto IV|IV]], v. 90).</ref>''Come 'l [[ramarro]] sotto la gran fersa | dei [[giorno|dì]] canicular, cangiando sepe, | folgore par se la [[via]] attraversa, | sì pareva, venendo verso l'[[pancia|epe]] | de li altri due, un serpentello acceso, | livido e nero come gran di pepe; | e quella parte onde prima è preso | nostro [[cibo|alimento]], a l'un di lor trafisse; | poi cadde giuso innanzi lui disteso. | Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; | anzi, co' piè fermati, sbadigliava | pur come [[sonno]] o [[febbre]] l'assalisse. | Elli 'l [[serpente]] e quei lui riguardava; | l'un per la piaga e l'altro per la [[bocca]] | fummavan forte, e 'l [[fumo|fummo]] si scontrava. | [[tacere|Taccia]] [[Marco Anneo Lucano|Lucano]] omai là dov'e' tocca | del misero Sabello e di Nasidio, | e attenda a udir quel ch'or si scocca. | Taccia di Cadmo e d'Aretusa [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], | ché se quello in serpente e quella in fonte | converte [[poesia|poetando]], io non lo [[invidia|'nvidio]]; | ché due [[natura|nature]] mai a fronte a fronte | non trasmutò sì ch'amendue le forme | a cambiar lor matera fosser pronte. | Insieme si rispuosero a tai norme, | che 'l serpente la coda in forca fesse, | e 'l feruto ristrinse insieme l'orme. | Le gambe con le cosce seco stesse | s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura | non facea segno alcun che si paresse. | Togliea la coda fessa la figura | che si perdeva là, e la sua pelle | si facea molle, e quella di là dura. | Io vidi intrar le braccia per l'ascelle, | e i due piè de la fiera, ch'eran corti, | tanto allungar quanto accorciavan quelle. | Poscia li piè di rietro, insieme attorti, | diventaron lo membro che l'uom cela, | e 'l misero del suo n'avea due porti. | Mentre che 'l [[fumo|fummo]] l'uno e l'altro vela | di color novo, e genera 'l pel suso | per l'una parte e da l'altra il dipela, | l'un si levò e l'altro cadde giuso, | non torcendo però le [[occhio|lucerne]] empie, | sotto le quai ciascun cambiava muso. | Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, | e di troppa matera ch'in là venne | uscir li orecchi de le gote scempie; | ciò che non corse in dietro e si ritenne | di quel soverchio, fé naso a la [[viso|faccia]] | e le labbra ingrossò quanto convenne. | Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, | e li orecchi ritira per la [[testa]] | come face le corna la lumaccia; | e la [[lingua]], ch'avëa unita e presta | prima a parlar, si fende, e la forcuta | ne l'altro si richiude; e 'l [[fumo|fummo]] resta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Come 'l ramarro sotto la gran fersa|XXV, 79-135}}) *''Godi, [[Firenze|Fiorenza]], poi che se' sì grande | che per mare e per terra batti l'ali, | e per lo 'nferno tuo nome si spande!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Godi, Fiorenza|XXVI, 1-3}}) *''Là dentro si martira | [[Ulisse]] e Dïomede, e così insieme | a la vendetta vanno come a l'ira; | e dentro da la lor fiamma si geme | l'agguato del caval che fé la porta | onde uscì de' Romani il gentil seme.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Rispuose a me: "Là dentro si martira|XXVI, 55-60}}) *''Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e [[conoscenza|canoscenza]].'' [...] ''e volta nostra poppa nel mattino, | de' remi facemmo ali al folle volo'' [...]. ([[Ulisse]]: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Considerate la vostra semenza|XXVI, 118-125}}) *''Cinque volte racceso e tante casso | lo lume era di sotto dalla [[luna]] | poi ch'entrati eravam nell'alto passo'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Cinque volte racceso|XXVI, 130–132}}) *''Romagna tua non è, e non fu mai, | sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai. | Ravenna sta come stata è molt'anni: | l'aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni. | La terra che fé già la lunga prova | e di Franceschi sanguinoso mucchio, | sotto le branche verdi si ritrova. | E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, | che fecer di Montagna il mal governo, | là dove soglion fan d'i denti succhio. | Le città di Lamone e di Santerno | conduce il lïoncel dal nido bianco, | che muta parte da la state al verno. | E quella cu' il Savio bagna il fianco,'' {{NDR|[[Cesena]]}} ''| così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, | tra tirannia si vive e stato franco.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|E quella|XXVII, 37-54}}) *''Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, | credendomi, sì cinto, fare ammenda; | e certo il creder mio venìa intero, | se non fosse il gran prete ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'', a cui mal prenda!'' (Guido da Montefeltro: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|Io fui uom d'arme|XXVII, 67-70}}) *''Ch'assolver non si può chi non si [[pentimento|pente]], | né pentere e volere insieme puossi | per la contradizion che nol consente.'' (un diavolo: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|assolver non si può chi non si pente|XXVII, 118-120}}) *''Mentre che tutto in lui veder m'attacco, | guardommi e con le man s'aperse il petto, | dicendo: «Or vedi com' io mi dilacco! | vedi come storpiato è [[Maometto|Mäometto]]!»'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Maometto|XXVIII, 28-31}}) *''Rimembriti di Pier da Medicina, | se mai torni a veder lo dolce piano | che da Vercelli a Marcabò dichina.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Pier da Medicina|XXVIII, 73-75}}) *''[[coscienza morale|Coscïenza]] m'assicura, | la buona compagnia che l'uom francheggia | sotto l'asbergo del sentirsi pura.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|coscienza m'assicura|XXVIII, 115-117}}) *''«Io fui d'[[Arezzo]], e Albero da [[Siena]]», | rispuose l'un, «mi fé mettere al foco; | ma quel per ch'io mori' qui non mi mena»''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Io fui d'Arezzo|XXIX, 109-111}}) *''Or fu già mai | gente sì vana come la [[Siena|sanese]]? | Certo non la francesca sì d'assai!'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Or fu già mai|XXIX, 121-123}}) *''E io a lui: "Chi son li due tapini | che fumman come man bagnate 'l verno, | giacendo stretti a' tuoi destri confini?". || "Qui li trovai – e poi volta non dierno –", | rispuose, "quando piovvi in questo greppo, | e non credo che dieno in sempiterno. || L'una è [[Moglie di Putifarre|la falsa]] ch'accusò [[Giuseppe (patriarca)|Gioseppo]]; | l'altr'è 'l falso [[Sinone|Sinon]] greco di Troia: | per febbre aguta gittan tanto leppo".'' (XXX, 91-99) *''Maggior difetto men vergogna lava''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Maggior difetto men vergogna lava|XXX, 142}}) *''Ché voler ciò udire è bassa voglia''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Ché voler ciò udire è bassa voglia|XXX, 148}}) *''Dove l'argomento de la mente | s'aggiugne al mal volere e a la possa, | nessun riparo vi può far la gente''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Dove l'argomento de la mente|XXXI, 55-57}}) *''"Raphèl maì amècche zabì almi", | cominciò a gridar la fiera bocca, | cui non si convenia più dolci salmi. || E 'l duca mio ver' lui: "Anima sciocca, | tienti col corno, e con quel ti disfoga | quand'ira o altra passïon ti tocca! || Cércati al collo, e troverai la soga | che 'l tien legato, o anima confusa, | e vedi lui che 'l gran petto ti doga". || Poi disse a me: "Elli stessi s'accusa; | questi è [[Nimrod|Nembrotto]] per lo cui mal coto | pur un linguaggio nel mondo non s'usa. || Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; | ché così è a lui ciascun linguaggio | come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto".'' (XXXI, 67-81) *''Qual pare a riguardar la [[Bologna|Garisenda]] | 'sotto 'l chinato, quando un nuvol vada | sovr'essa sí, che ella incontro penda | tal parve [[Anteo]] a me che stava a bada | di vederlo chinare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Garisenda|XXXI, 136 – 138}}) *''La bocca sollevò dal fiero pasto | quel peccator, forbendola a' capelli | del capo ch'elli avea di retro guasto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|La bocca sollevò dal fiero pasto|XXXIII, 1-3}}) *[...] ''Tu vuo' ch'io rinovelli | disperato dolor che 'l cor mi preme | già pur pensando, pria ch'io ne favelli.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Tu vuo' ch'io rinovelli|XXXIII, 4-6}}) *''Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Questi|XXXIII, 28-30}}) *''Ben se' crudel, se tu già non ti duoli | pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; | e se non piangi, di che pianger suoli?'' (Ugolino: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ben se' crudel, se tu già non ti duoli|XXXIII, 40-42}}) *''Poscia, più che 'l dolor, poté 'l [[digiuno]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Poscia|XXXIII, 75}}) *''Ahi [[Pisa]], vituperio de le genti | del bel paese là dove 'l [[sì]] suona, | poi che i vicini a te punir son lenti, | muovasi la Capraia e la Gorgona, | e faccian siepe ad Arno in su la foce, | sì ch'elli annieghi in te ogne persona! | Che se 'l conte Ugolino aveva voce | d'aver tradita te de le castella, | non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Pisa|XXXIII, 79-87}}) *''Ahi [[Genovesi]], uomini diversi | d'ogni costume e pien d'ogni magagna, | perché non siete voi del mondo spersi? | Che col peggior spirto di Romagna | trovai di voi un tal {{NDR|Branca d'Oria}}, che, per sua opra, | in anima in Cocito già si bagna | ed in corpo par vivo ancor di sopra''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Genovesi|XXXIII, 151 – 157}}) *''Io non mori' e non rimasi vivo: | pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, | qual io divenni, d'uno e d'altro privo.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIV|Io non mori' e non rimasi vivo|XXXIV, 25-27}}) *''Lo [[Lucifero|'mperador del doloroso regno]] | da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia'' [...]. (XXXIV, 28-29) *''S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, | e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, | ben dee da lui procedere ogne lutto.'' (XXXIV, 34-36) *''Da ogne bocca dirompea co' denti | un peccatore, a guisa di maciulla, | sì che tre ne facea così dolenti. || A quel dinanzi il mordere era nulla | verso 'l graffiar, che talvolta la schiena | rimanea de la pelle tutta brulla. || "Quell'anima là sù c'ha maggior pena", | disse 'l maestro, "è [[Giuda Iscariota|Giuda Scarïotto]], | che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. || De li altri due c' hanno il capo di sotto, | quel che pende dal nero ceffo è [[Marco Giunio Bruto|Bruto]]: | vedi come si storce, e non fa motto!; || e l'altro è [[Gaio Cassio Longino|Cassio]], che par sì membruto".'' (XXXIV, 55-67) ===[[Explicit]]=== <poem> Salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. </poem> ===Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>''Inferno''=== ====[[Vittorio Sermonti]]==== *All'inferno nessuno ha rimorsi, fuorché Dante; tutti, semmai, hanno rimpianti. *E se l'Ottocento diffidò di questo canto {{NDR|canto VII}}, dove trovava «il descrittivo» ma non «il drammatico», sarà anche perché non praticava le euforiche mortificazioni della società affluente, i processi di identificazione collettiva nei simboli del consumo, e tanto meno (se possiamo permetterci la spudoratezza dell'anacronismo) la coazione all'improperio, alla rissa, allo scontro frontale che tiranneggia il nostro Sisifo di massa negli ingorghi di traffico. *Fatto è, che in nessun altro canto come in questo {{NDR|canto III}} (e nel successivo) Dante si tiene tanto addossato al suo Virgilio: Non si contano i versi che meriterebbero di esser letti con il testo del VI libro dell'Eneide a fronte. Meriterebbero: infatti, le variazioni che Dante apporta nel travaso da lingua a lingua, da cultura a cultura, minime spesso, sono sempre, comunque, decisive. *{{NDR|Sul canto IV}} Non c'è canto della Commedia così gremito di nomi propri: 48, uno ogni tre versi. ==''Purgatorio''== ===[[Incipit]]=== <poem> Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele; </poem> ===Citazioni=== *''Lo duca mio allor mi diè di piglio, | e con parole e con mani e con cenni | reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|Lo duca mio allor mi diè di piglio|I, 49-51}}) *''[[Libertà]] va cercando, ch'è sì cara, | come sa chi per lei vita rifiuta.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|libertà va cercando|I, 71-72}}) *''Già era 'l [[sole]] a l'orizzonte giunto | lo cui meridïan cerchio coverchia | [[Gerusalemme|Ierusalèm]] col suo più alto punto.''<ref>Qui Dante si rifà alla credenza medievale che Gerusalemme fosse al centro della terra, sita fra il meridiano del fiume [[Gange]] e la [[Spagna]] occidentale e che, ritenendo la terra abitata tutta nell'emisfero boreale, l'isola del paradiso si trovasse al punto opposto rispetto a Gerusalemme, con la quale condivideva quindi l'orizzonte astronomico.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Già era 'l sole|II, 1-3}}) *''Noi eravam lunghesso mare ancora, | come gente che pensa a suo cammino, | che va col cuore e col corpo dimora.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Noi eravam lunghesso mare ancora|II, 10-12}}) *''O dignitosa coscïenza e netta, | come t'è picciol fallo amaro morso!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|o dignitosa coscïenza|III, 8-9}}) *''E 'l mio conforto: «Perché pur diffidi?», | a dir mi cominciò tutto rivolto; | «non credi tu me teco e ch'io ti guidi?»'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|E ‘l mio conforto: «Perché pur diffidi?»|III, 22-24}}) *''State contenti, umana gente, al ''quia''; | ché, se potuto aveste veder tutto, | mestier non era parturir [[Maria]]''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|State contenti|III, 37-39}}) *''Ché perder tempo a chi più sa più spiace''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|ché perder tempo|III, 78}}) *''Come le [[pecora|pecorelle]] escon del chiuso | a una, a due, a tre, e l'altre stanno | timidette atterrando l'occhio e 'l muso; | e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, | addossandosi a lei, s'ella s'arresta, | semplici e quete, e lo 'mperché non sanno''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Come le pecorelle|III, 79-84}}) *{{NDR|Incontro con [[Manfredi di Sicilia]]}} ''Biondo era e bello e di gentile aspetto, | ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|biondo era e bello|III, 107-108}}) *''Poscia ch'io ebbi rotta la persona | di due punte mortali, io mi rendei, | piangendo, a quei che volontier perdona. || Orribil furon li peccati miei; | ma la bontà infinita ha sì gran braccia, | che prende ciò che si rivolge a lei.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Poscia ch’io ebbi rotta la persona|III, 118-123}}) *''[[w:Or le bagna la pioggia e move il vento|Or le bagna la pioggia e move il vento]]'' [...]. (Manfredi, riferendosi al destino delle sue spoglie: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|verso 130|III, 130}}) *''Per lor maladizion sì non si perde, | che non possa tornar, l'etterno amore, | mentre che la speranza ha fior del verde.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Per lor maladizion|III, 133-135}}) *''Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|che ti fa|V, 12}}) *''Vien dietro a me, e lascia dir le genti: | sta come torre ferma, che non crolla | già mai la cima per soffiar di venti; | ché sempre l'omo in cui pensier rampolla | sovra pensier, da sé dilunga il segno, | perché la foga l'un de l'altro insolla.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Vien dietro a me|V, 13-18}}) *''Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo, | ti priego, se mai vedi quel paese | che siede tra [[Romagna]] e quel di Carlo,'' {{NDR|Carlo II d'Angiò}} ''| che tu mi sie di tuoi prieghi cortese | in Fano, sì che ben per me s'adori | pur ch'i' possa purgar le gravi offese.'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo|V, 67-72}}) *''Vid'io | [[Emorragia|de le mie vene farsi in terra laco]].'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|vid'io|V, 83-84}}) *{{NDR|Su [[Pia de' Tolomei]]}}''"Deh, quando tu sarai tornato al mondo | e riposato de la lunga via", | seguitò 'l terzo spirito al secondo, | "ricorditi di me, che son la Pia; | [[Siena]] mi fé, disfecemi [[Maremma]]: | salsi colui che 'nnanellata pria | disposando m'avea con la sua gemma".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Deh, quando tu sarai tornato al mondo|V, 130-136}}) *''Pur Virgilio si trasse a lei, pregando | che ne mostrasse la miglior salita; | e quella non rispuose al suo dimando, | ama di nostro paese e de la vita | ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava | "[[Mantova|Mantüa]] ...", e l'ombra, tutta in sé romita, | surse ver' lui del loco ove pria stava, | dicendo: "O Mantoano, io son Sordello | de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ama di nostro paese|VI, 67-75}}) *''Ahi serva [[Italia]], di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in gran tempesta, | non donna di provincie, ma bordello!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi serva Italia|VI, 76-78}}) *''Ahi gente che dovresti esser devota, | e lasciar seder Cesare in la sella, | se bene intendi ciò che Dio ti nota, | guarda come esta fiera è fatta fella | per non esser corretta da li sproni, | poi che ponesti mano a la predella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi gente che dovresti esser devota|VI, 91-96}}) *''Rade volte risurge per li rami ''{{NDR|figli}}'' | l'umana probitate; e questo vole | quei che la dà, perché da lui si chiami.'' (Sordello: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VII|Rade volte|VII, 121-123}}) *''Era già [[tramonto|l'ora che volge il disio]] | ai navicanti e 'ntenerisce il core | lo dì c' han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d'amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Era già l'ora che volge il disio|VIII, 1-6}}) *''Per lei''<ref>Beatrice d'Este, moglie di [[w:Nino Visconti|Nino Visconti]].</ref>'' assai di lieve si comprende | quanto in [[donna|femmina]] foco d'amor dura, | se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.'' (Nino Visconti: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Per lei assai di lieve si comprende|VIII, 76-78}}) *''Oh vana gloria de l'umane posse! | com' poco verde in su la cima dura, | se non è giunta da l'etati grosse! | Credette [[Cimabue]] ne la pittura | tener lo campo, e ora ha [[Giotto]] il grido, | sì che la fama di colui è scura. | Così ha tolto [[Guido Cavalcanti|l'uno]] a l'[[Guido Guinizelli|altro Guido]] | la gloria de la lingua; e forse è nato | chi l'uno e l'altro caccerà del nido. | Non è il mondan romore altro ch'un fiato | di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, | e muta nome perché muta lato.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Oh vana gloria de l'umane posse!|XI, 91-102}}) *''Colui {{NDR|Provenzano Salvani}} che del cammin sì poco piglia | dinanzi a me, Toscana sonò tutta; | e ora a pena in Siena sen pispiglia, | ond'era sire quando fu distrutta | la rabbia fiorentina, che superba | fu a quel tempo sì com'ora è putta.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 109-114}}) *{{NDR|Su Provenzano Salvani}} ''"Quando vivea più glorïoso", disse, | "liberamente nel [[Piazza del Campo|Campo di Siena]], | ogne vergogna diposta, s'affisse.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 133-135}}) *''Mostrava come i figli si gittaro | sovra [[Sennacherìb]] dentro dal tempio, | e come, morto lui, quivi il lasciaro'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Mostrava come i figli si gittaro|XII, 52-54}}) *''Or [[superbia|superbite]], e via col viso altero, | figliuoli d'Eva, e non chinate il volto | sì che veggiate il vostro mal sentero!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Or superbite|XII, 70-72}}) *''A noi venìa la [[angelo|creatura bella]], | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|A noi venìa la creatura bella|XII, 88-90}}) *''O gente umana, per volar sù nata, | perché a poco vento così cadi?'' (l'Angelo dell'umiltà: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|o gente umana|XII, 95-96}}) *''Ahi quanto son diverse quelle foci | da l'infernali! ché quivi per canti | s'entra, e là giù per lamenti feroci.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Ahi quanto son diverse quelle foci|XII, 112-114}}) *''Tu li vedrai tra quella gente vana | che spera in Talamone, e perderagli | più di speranza ch'a trovar la Diana''. (Sapìa Salvani: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIII|Tu li vedrai tra quella gente vana|XIII, 151-153}}) *[...] ''tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno'' {{NDR|la [[Romagna]]}} [...] ([[:s:Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|XIV, 92]]) *''Oh [[Romagna|Romagnuoli]] tornati in bastardi! | Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? | quando in Faenza un Bernardin di Fosco, | verga gentil di picciola gramigna?'' (Guido del Duca: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|Oh Romagnuoli tornati in bastardi!|XIV, 99-102}}) *''Che volse dir lo spirto di Romagna'' {{NDR|Guido del Duca}}'', | e 'divieto' e 'consorte' menzionando?'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XV|Che volse dir lo spirto di Romagna|XV, 44-45}}) *''Lume v'è dato a bene e a malizia''. (Marco Lombardo: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|lume v'è dato a bene e a malizia|XVI, 75}}) *''L'anima semplicetta che sa nulla, | salvo che, mossa da lieto fattore, | volontier torna a ciò che la trastulla.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI||XVI, 88-90}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/43|p. 11]].</ref> *''Le [[legge|leggi]] son, ma chi pon mano ad esse? | Nullo, però che 'l pastor che procede, | rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; | per che la gente, che sua guida vede | pur a quel ben fedire ond'ella è ghiotta, | di quel si pasce, e più oltre non chiede. | Ben puoi veder che la mala [[comportamento|condotta]] | è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, | e non natura che 'n voi sia corrotta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?|XVI, 97-105}}) *''[...] quale aspetta prego e l’uopo vede, | malignamente già si mette al nego.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|riga57|XVII, 59-60}}) *''Ciascun confusamente un bene apprende | nel qual si queti l'animo, e disira; | per che di giugner lui ciascun contende.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|Ciascun confusamente un bene apprende|XVII, 127-129}}) *''Fino a quel punto misera e partita | da Dio anima fui'' {{NDR|[[papa Adriano V]]}}'', del tutto [[avarizia|avara]]; | or, come vedi, qui ne son punita.''<ref>Secondo molti commentatori qui Dante attribuisce a papa Adriano V, Ottobuono dei Fieschi (conti di Lavagna), papa dal 11 luglio 1276 al 18 agosto (giorno del suo decesso) dello stesso anno, caratteristiche che pare appartenessero invece ad uno dei suoi predecessori ed omonimo, Adriano IV, l'inglese Nicola Breakspear, papa dal dicembre 1154 al settembre 1159.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIX|Fino a quel punto misera e partita|XIX, 112-114}}) *''Queste parole m'eran sì piaciute, | ch'io mi trassi oltre per aver [[contezza]] | di quello spirto onde parean venute.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Queste parole|XX, 28-30}}) *''Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, | veggio ''{{NDR|Carlo II d'Angiò, re di Puglia}}'' in Alagna ''{{NDR|Anagni}}'' intrar lo fiordaliso, | e nel vicario suo ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'' Cristo esser catto.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Perché men paia il mal futuro|XX, 85-87}}) *''Ma perché lei che dì e notte fila | non li avea tratta ancora la conocchia | che Cloto impone a ciascuno e compila,'' | [...]. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|Ma perché lei che dì e notte fila|XXI, 25-27}}) *''De l'[[Eneide|Eneïda]] dico, la qual mamma | fummi, e fummi nutrice, poetando: | sanz'essa non fermai peso di dramma.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|de l'Eneïda dico|XXI, 97-99}}) *''Veramente più volte [[Apparenza|appaion]] cose | che danno a dubitar falsa matera | per le vere ragion che son nascose.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Veramente più volte appaion cose|XXII, 28-30}}) *''Facesti come quei che va di notte, | che porta il lume dietro e sé non giova, | ma dopo sé fa le persone dotte''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Facesti come quei che va di notte|XXII, 67-69}}) *''Più pensava [[Maria]] onde | fosser [[Tramutazione dell'acqua in vino|le nozze]] orrevoli e intere, | ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde. || E le Romane antiche, per lor bere, | contente furon d'acqua; e [[Daniele (profeta)|Danïello]] | dispregiò cibo e acquistò savere. || Lo [[Età dell'oro|secol primo]], quant'oro fu bello, | fé savorose con fame le ghiande, | e nettare con sete ogne ruscello. || Mele e locuste furon le vivande | che nodriro il [[Giovanni Battista|Batista]] nel diserto; | per ch'elli è glorïoso e tanto grande || quanto per lo Vangelio v'è aperto.'' (Stazio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Poi disse|XXII, 142-154}}) *''Io dicea fra me stesso pensando: "Ecco | la gente che perdé [[Gerusalemme|Ierusalemme]], | quando Maria nel figlio diè di becco!".''<ref>Qui Dante fa riferimento a quanto [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] narra nella sua ''Guerra giudaica'' a proposito della guerra di Roma contro gli ebrei: l'assedio di Gerusalemme fu così lungo e duro per gli assediati che una certa Maria avrebbe ucciso il figlio per cibarsi delle sue carni.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Io dicea fra me stesso pensando|XXIII, 28-30}}) *''Tutta esta gente che piangendo canta | per seguitar la [[Gola (ingordigia)|gola]] oltra misura, | in fame e 'n sete qui si rifà santa.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Tutta esta gente che piangendo canta|XXIII, 64-66}}) *''"O frate, issa vegg'io", diss'elli, "il nodo | che [[Giacomo da Lentini|'l Notaro]] e [[Guittone d'Arezzo|Guittone]] e [[Bonagiunta Orbicciani|me]] ritenne | di qua dal [[dolce stil novo]] ch'i' odo! || Io veggio ben come le vostre penne | di retro al dittator sen vanno strette, | che de le nostre certo non avvenne; || e qual più a gradire oltre si mette, | non vede più da l'uno a l'altro stilo"; | e, quasi contentato, si tacette.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|O frate|XXIV, 55-63}}) *''Sì accostati a l'un d'i due vivagni ''{{NDR|orli del cerchio}}'' | passammo, udendo colpe de la gola | seguite già da miseri guadagni.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|Sì accostati|XXIV, 127-129}}) *''Così per entro loro schiera bruna | s'mmusa l'una con l'altra [[formica]], | forse a spïar lor via e lor fortuna.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|così per entro|XXVI, 34-36}}) *''La nova gente: "Soddoma e Gomorra"; | e l'altra: "Ne la vacca entra Pasife, | perché 'l torello a sua [[lussuria]] corra".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|la nova gente|XXVI, 40-42}}) *[...] ''giovane e bella in sogno mi parea | donna vedere andar per una landa | cogliendo fiori; e cantando dicea: || "Sappia qualunque il mio nome dimanda | ch'i' mi son [[Lia (Bibbia)|Lia]], e vo movendo intorno | le belle mani a farmi una ghirlanda. || Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; | ma mia suora [[Rachele|Rachel]] mai non si smaga | dal suo miraglio, e siede tutto giorno. || Ell'è d'i suoi belli occhi veder vaga | com'io de l'addornarmi con le mani; | lei lo vedere, e me l'ovrare appaga".'' (XXVII, 97-108) *''Non aspettar mio dir più né mio cenno; | libero, dritto e sano è tuo [[Libero arbitrio|arbitrio]], | e fallo fora non fare a suo senno: | per ch'io te sovra te corono e mitrio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVII|Non aspettar mio dir più né mio cenno;|XXVII, 139-142}}) *''Sovra candido vel cinta d'uliva | donna m'apparve, sotto verde manto | vestita di color di fiamma viva.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Sovra candido vel cinta d’uliva|XXX, 31-33}}) *''"Conosco i segni de l'antica fiamma". | Ma Virgilio n'avea lasciati scemi | di sé, Virgilio dolcissimo patre, | Virgilio a cui per mia salute die'mi.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Conosco i segni de l'antica fiamma|XXX, 48-51}})<ref>({{Cfr|m}} ''Adgnosco veteris vestigia flammae'' ([[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]''). ''Vedi'' [[w:Conosco i segni de l'antica fiamma|Conosco i segni de l'antica fiamma]] su Wikipedia)</ref> *''Ché pianger ti conven per altra spada.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|ché pianger ti conven per altra spada.|XXX, 57}}) ===[[Explicit]]=== <poem> Io ritornai da la santissima onda rifatto sì come piante novelle rinovellate di novella fronda, puro e disposto a salire a le stelle. </poem> ===Citazioni sul ''Purgatorio''=== *Nel canto XI, la parafrasi del ''Pater'' è d'una bellezza che ha del prodigioso; il linguaggio umano si eleva d'un tratto a un'altezza che noi non raggiungiamo più; si direbbe che la grazia {{sic|inebbrii}} tale linguaggio, ma d'un'ebbrezza divina che conserva tutta la sua lucidità. Manca a Dante il balbettamento del mistico che esce dall'estasi; questo uomo cammina nell'azzurro come su una strada. ([[Julien Green]]) ==''Paradiso''== ===[[Incipit]]=== <poem> La [[Gloria di Dio|gloria]] di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. </poem> ===Citazioni=== *''Poca favilla gran fiamma seconda''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Poca favilla gran fiamma seconda|I, 34}}) *''Trasumanar significar per verba | non si poria; però l'essemplo basti | a cui esperïenza grazia serba.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Trasumanar|I, 70-72}}) *''Intra due cibi, distanti e moventi | d'un modo, prima si morria di fame, | che liber'omo l'un recasse ai [[dente|denti]]''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|Intra due cibi|IV, 1-3}}) *''[[Volontà]], se non vuol, non s'ammorza, | ma fa come natura face in foco, | se mille volte vïolenza il torza.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|volontà|IV, 76-78}}) *''Apri la mente a quel ch'io ti paleso | e fermalvi entro; ché non fa [[conoscenza|scïenza]], | sanza lo [[memoria|ritenere]], avere inteso.'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Apri la mente|V, 40-42}}) *''Siate, [[Cristiano (religione)|Cristiani]], a muovervi più gravi: | non siate come penna ad ogne vento, | e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. | Avete il novo e 'l vecchio Testamento, | e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; | questo vi basti a vostro salvamento. | Se mala cupidigia altro vi grida, | uomini siate, e non pecore matte, | sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Siate, Cristiani|V, 73-81}}) *{{NDR|Sulla [[Provenza]]}} ''Quella sinistra riva che si lava | di Rodano poi ch'è misto con Sorga'' [...]. ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 58-59]]) *[...] ''e quel [[Reggio Calabria|corno d'Ausonia]] che s'imborga | di Bari e di Gaeta e di Catona, | da ove Tronto e Verde in mare sgorga.''<ref>il poeta si riferisce alla fortificazione che sorgeva nel quartiere di Catona</ref> ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 61-63]]) *''E la bella [[Sicilia|Trinacria]], che caliga | tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo | che riceve da Euro maggior briga, | non per Tifeo ma per nascente solfo, | attesi avrebbe li suoi regi ancora, | nati per me di Carlo e di Ridolfo, | se mala segnoria, che sempre accora | li popoli suggetti, non avesse | mosso [[Palermo]] a gridar: "Mora, mora!".''<ref>Riferimento ai [[Vespri Siciliani]].</ref> (Carlo Martello: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|E la bella Trinacria|VIII, 67-75}}) *''E non pur le nature [[Provvidenza|provedute]] | sono in la mente ch'è da sé perfetta, | ma esse insieme con la lor salute: | per che quantunque quest'arco saetta | disposto cade a proveduto [[Scopo|fine]], | sì come cosa in suo segno diretta.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 100-105}}) *[...] ''ma tosto fia che [[Padova]] al palude | cangerà l'acqua che Vincenza bagna, | per essere al dover le genti crude; | e [[Treviso|dove]] Sile e Cagnan s'accompagna, | [[Rizzardo II da Camino|tal]] signoreggia e va con la testa alta, | che già per lui carpir si fa la ragna.'' (Cunizza da Romano: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|ma tosto fia che Padova|IX, 46-51}}) *''[[Firenze|La tua città]], che di [[Lucifero|colui]] è pianta | che pria volse le spalle al suo fattore | e di cui è la 'nvidia tanto pianta, | produce e spande il [[Fiorino|maladetto fiore]] | c'ha disvïate le pecore e li agni, | però che fatto ha lupo del pastore. | Per questo l'Evangelio e i dottor magni | son derelitti, e solo ai Decretali | si studia, sì che pare a' lor vivagni. | A questo intende il [[papa]] e' cardinali; | non vanno i lor pensieri a Nazarette, | là dove Gabrïello aperse l'ali. | Ma Vaticano e l'altre parti elette | di Roma che son state cimitero | a la milizia che Pietro seguette, | tosto libere fien de l'avoltero.'' (Folchetto di Marsiglia: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|La tua città|IX, 127-142}}) *''Guardando nel suo Figlio con l'Amore | che l'uno e l'altro etternalmente spira, | lo primo e ineffabile Valore | quanto per mente e per loco si gira | con tant' ordine fé, ch'esser non puote | sanza gustar di lui chi ciò rimira.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Guardando nel suo Figlio con l'Amore|X, 1-6}}) *''Lo [[sole|ministro maggior de la natura]], | che del valor del ciel lo mondo imprenta | e col suo lume il tempo ne misura, | con quella parte che sù si rammenta | congiunto, si girava per le spire | in che più tosto ognora s’appresenta'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|riga27|X, 28-33}}) *''E se le [[fantasia|fantasie]] nostre son basse | a tanta altezza, non è maraviglia; | ché sopra 'l sol non fu [[occhio]] ch'andasse.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|E se le fantasie nostre|X, 46-48}}) *''Ne la corte del cielo, ond' io rivegno, | si trovan molte gioie care e belle | tanto che non si posson trar del regno; | e 'l canto di quei lumi era di quelle; | chi non s'impenna sì che là sù voli, | dal muto aspetti quindi le novelle.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Ne la corte del cielo|X, 70-75}}) *''O insensata cura de' mortali, | quanto son difettivi silogismi | quei che ti fanno in basso batter l'ali! | Chi dietro a iura e chi ad amforismi | sen giva, e chi seguendo sacerdozio, | e chi regnar per forza o per sofismi, | e chi rubare e chi civil negozio, | chi nel diletto de la carne involto | s'affaticava e chi si dava a l'ozio, | quando, da tutte queste cose sciolto, | con Bëatrice m'era suso in cielo | cotanto glorïosamente accolto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|O insensata cura de' mortali|XI, 1-12}}) *{{NDR|Su [[Francesco d'Assisi|Francesco]] e [[Domenico di Guzmán|Domenico]]}} ''L'un fu tutto serafico in ardore; | l'altro per sapïenza in terra fue | di cherubica luce uno splendore.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|san Francesco e san Domenico|XI, 37-39}}) *''Intra Tupino e l'acqua che discende | del colle eletto dal beato Ubaldo, | fertile costa d'alto monte pende, | onde [[Perugia]] sente freddo e caldo | da Porta Sole; e di rietro le piange | per grave giogo Nocera con Gualdo. | Di questa costa, là dov' ella frange | più sua rattezza, nacque al mondo un sole, | come fa questo talvolta di Gange. | Però chi d'esso loco fa parole, | non dica [[Assisi|Ascesi]], ché direbbe corto, | ma Orïente, se proprio dir vuole.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Intra Tupino|XI, 43-54}}) *''Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! | Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro | dietro a [[Francesco d'Assisi|lo sposo]], sì [[Povertà|la sposa]] piace.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!|XI, 82-84}}) *''E questo ti sia sempre piombo a' piedi, | per farti mover lento com' uom lasso | e al sì e al no che tu non vedi: | ché quelli è tra li stolti bene a basso, | che sanza distinzione afferma e nega | ne l'un così come ne l'altro passo; | perch' elli 'ncontra che più volte piega | l'oppinïon corrente in falsa parte, | e poi l'affetto l'intelletto lega. | Vie più che 'ndarno da riva si parte, | perché non torna tal qual e' si move, | chi pesca per lo vero e non ha l'arte. | E di ciò sono al mondo aperte prove | [[Parmenide]], [[Melisso di Samo|Melisso]] e [[Brisso]] e molti, | li quali andaro e non sapëan dove; | sì fé [[Sabellius|Sabellio]] e [[Ario|Arrio]] e quelli stolti | che furon come spade a le Scritture | in render torti li diritti volti. | Non sien le genti, ancor, troppo sicure | a giudicar, sì come quei che stima | le biade in campo pria che sien mature; | ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima | lo prun mostrarsi rigido e feroce, | poscia portar la rosa in su la cima; | e legno vidi già dritto e veloce | correr lo mar per tutto suo cammino, | perire al fine a l'intrar de la foce. | Non creda donna Berta e ser Martino, | per vedere un furare, altro offerere, | vederli dentro al consiglio divino; | ché quel può surgere, e quel può cadere.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIII|E questo|XIII, 112-142}}) *''Qual si lamenta perché qui si moia | per viver colà sù, non vide quive | lo refrigerio de l'etterna ploia. | Quell' uno e due e tre che sempre vive | e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, | non circunscritto, e tutto circunscrive, | tre volte era cantato da ciascuno | di quelli spirti con tal melodia, | ch'ad ogne merto saria giusto muno.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV|Qual si lamenta perché qui si moia|XIV, 25-33}}) *[...] ''distinta da minori e maggi | lumi biancheggia tra' poli del mondo | [[Via Lattea|Galassia]] sì, che fa dubbiar ben saggi'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV||XIV, 97-99}}) *''Ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso | tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo | de la mia gloria e del mio paradiso.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XV|ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso|XV, 34-36}}) *''Sempre la [[confusione|confusion]] de le persone | principio fu del mal de la cittade.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|Sempre la confusion de le persone|XVI, 67-68}}) *''E come 'l volger del ciel de la [[luna]] | cuopre e discuopre i liti sanza posa, | così fa di [[Firenze|Fiorenza]] la Fortuna: | per che non dee parer mirabil cosa | ciò ch'io dirò de li alti Fiorentini | onde è la fama nel tempo nascosa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|E come 'l volger del ciel de la luna|XVI, 82-87}}) *''Tu proverai sì come sa di [[sale]] | lo [[pane]] altrui, e come è duro calle | lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 58-60}}) *''{{NDR|Su Bartolomeo della Scala}} [...] in te avrà sì benigno riguardo, | che del fare e del chieder, tra voi due, | fia primo quel che tra li altri è più tardo.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 74-75}}) *''E quel che mi convien ritrar testeso ''{{NDR|subito}}'', | non portò voce mai, né scrisse [[inchiostro|incostro]], | né fu per [[fantasia]] già mai compreso''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|E quel che mi convien ritrar testeso|XIX, 7-9}}) *''Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, | per giudicar di lungi mille miglia | con la veduta corta d'una spanna?'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|Or tu chi se|XIX, 79-81}}) *''E quel che vedi ne l'arco declivo, | [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo]] fu, cui quella terra plora | che piagne Carlo e Federigo vivo: | ora conosce come s'innamora | lo ciel del giusto rege, e al sembiante | del suo fulgore il fa vedere ancora.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|E quel che vedi|XX, 61-66}}) *''Quale [[allodola|allodetta]] che 'n aere si spazia | prima cantando, e poi tace contenta | de l'ultima dolcezza che la sazia, | tal mi sembiò l'imago de la 'mprenta | de l'etterno piacere, al cui disio | ciascuna cosa qual ell' è diventa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|Quale allodetta|XX, 73-78}}) *''In quel loco fu' io [[Pietro Damiano]], | e Pietro Peccator fu' ne la casa | di Nostra Donna in sul lito adriano. | Poca vita mortal m'era rimasa, | quando fui chiesto e tratto a quel cappello, | che pur di male in peggio si travasa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXI|Pietro Damiano|XXI, 121-126}}) *''L'aiuola che ci fa tanto feroci, | volgendom' io con li etterni Gemelli, | tutta m'apparve da' colli a le foci; | poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXII|L'aiuola che ci fa tanto feroci|XXII, 151-154}}) *{{NDR|Sulla ''Commedia''}} [...] ''{{'}}l poema sacro | al quale ha posto mano e cielo e terra'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV||XXV, 1-2}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/37|p. 5]].</ref> *''La Chiesa militante alcun figliuolo | non ha con più [[speranza]], com' è scritto | nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: | però li è conceduto che d'Egitto | vegna in [[Gerusalemme|Ierusalemme]]''<ref>Qui Dante intende per Ierusalemme la cosiddetta "Gerusalemme celeste", cioè il [[paradiso]].</ref>'' per vedere, | anzi che 'l militar li sia prescritto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV|La Chiesa militante|XXV, 52-57}}) *''Opera naturale è ch'uom favella; | ma così o così, natura lascia | poi fare a voi secondo che v'abbella.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVI|Opera naturale è ch'uom favella|XXVI, 130-132}}) *''Quand' ïo udi': «Se io ''{{NDR|[[Pietro apostolo|San Pietro]]}}'' mi trascoloro, | non ti maravigliar, ché, dicend' io, | vedrai trascolorar tutti costoro. | Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, | il luogo mio, il luogo mio che vaca | ne la presenza del [[Gesù|Figliuol di Dio]], | fatt' ha del cimitero mio cloaca | del sangue e de la puzza; onde 'l perverso | che cadde di qua sù, là giù si placa».'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVII|San Pietro|XXVII, 19-27}}) *''La piaga che [[Maria]] richiuse e unse, | quella ch'è tanto bella da' suoi piedi | è [[Eva|colei]] che l'aperse e che la punse. || Ne l'ordine che fanno i terzi sedi, | siede [[Rachele|Rachel]] di sotto da costei | con Bëatrice, sì come tu vedi. || [[Sara (Bibbia)|Sarra]] e [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]], [[Giuditta|Iudìt]] e [[Rut (personaggio biblico)|colei]] | che fu bisava al [[Davide|cantor]] che per doglia | del fallo disse "Miserere mei", || puoi tu veder così di soglia in soglia | giù digradar, com' io ch'a proprio nome | vo per la rosa giù di foglia in foglia.'' (Bernardo: XXXII, 4-15) *''[[Maria|Vergine Madre]], figlia del tuo figlio, | umile e alta più che creatura, | termine fisso d'etterno consiglio, | tu se' colei che l'[[uomo|umana natura]] | nobilitasti sì, che 'l suo fattore | non disdegnò di farsi sua fattura.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 1-6}}) *''La tua benignità non pur soccorre | a chi domanda, ma molte fïate | liberamente al dimandar precorre.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 16-18}}) ===[[Explicit]]=== <poem> A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, [[Dio|l'amor]] che move il [[sole]] e l'altre [[stella|stelle]]. </poem> ===Citazioni sul ''Paradiso''=== *Il paradiso dantesco è l'apoteosi del virtuale, degli immateriali, del puro software, senza il peso dello hardware terrestre e infernale, di cui rimangono i cascami nel purgatorio. Il ''Paradiso'' è più che moderno, può diventare, per il lettore che abbia dimenticato la storia, tremendamente futuribile. È il trionfo di una energia pura, ciò che la ragnatela del [[Internet|Web]] ci promette e non saprà mai darci, è una esaltazione di flussi, di corpi senz'organi, un poema fatto di novae e stelle nane, un [[Big Bang]] ininterrotto, un racconto le cui vicende corrono per la lunghezza di anni luce e, se proprio volete ricorrere a esempi familiari, una trionfale [[2001: Odissea nello spazio|odissea nello spazio]], a lietissimo fine. Se volete, leggete il ''Paradiso'' anche così, male non potrà farvi e sarà meglio di una discoteca stroboscopica e dell'ecstasy. Perché, quanto a estasi, la terza cantica mantiene le sue promesse. ([[Umberto Eco]]) *Subito, nei primi versi del ''Paradiso'', nell'invocazione ad Apollo, [[Dante Alighieri|Dante]] chiarisce perché la sfida sia estrema:<br><br>{{Centrato|''Entra nel petto mio, e spira tue {{!}} sì come quando [[Marsia|Marsïa]] traesti {{!}} de la vagina de le membra sue.''}}<br>[[Dio]], l'ispiratore della poesia sacra, viene paragonato ad Apollo, quando spellò vivo Marsia, che aveva osato sfidarlo, e ne estrasse il corpo scorticato dalla pelle – la guaina, la «vagina» delle sue membra. Dunque la poesia sacra, che Dante sta per iniziare, porta con sé l'ombra di un delitto mitico: è essa stessa un delitto; ci distrugge, ci annichila, ci uccide, sia pure per farci uscire da noi e farci conoscere la rivelazione. Dante ci mette sull'avviso: il suo libro sacro sarà tremendo, molto più dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', e chi oserà leggerlo dovrà contare su un coraggio intellettuale, che nemmeno per un attimo potrà distendersi e rallentare. Tutta quella luce non ci illuda. Tutto quell'amore non ci incanti. Se il libro di Dante è tremendo, se senza fine l'Apollo cristiano spellerà davanti ai nostri occhi il corpo vivo di Marsia, è per una ragione evidente. Dio è tremendo. Come i veri credenti sanno, Dio non è nulla di misurato o tranquillo o ragionevole o pacato: è un «infinito eccesso», una fatale sovrabbondanza rispetto a tutti gli uomini e alle cose create. ([[Pietro Citati]]) ==Similitudini== *''E come quei che con lena affannata | uscito fuor del pelago a la riva | si volge a l'acqua perigliosa e guata, | così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, | si volse a retro a rimirar lo passo | che non lasciò già mai persona viva.'' (da ''Inferno, I, 22-27'') *''E qual è quei che volontieri acquista, | e giugne 'l tempo che perder lo face, | che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; | tal mi fece la bestia sanza pace, | che, venendomi 'ncontro, a poco a poco | mi ripigneva là dove 'l sol tace.'' (da ''Inferno, I, 55-60'') *''E qual è quei che disvuol ciò che volle | e per novi pensier cangia proposta, | sì che dal cominciar tutto si tolle, | tal mi fec'ïo 'n quella oscura costa, | perché, pensando, consumai la 'mpresa | che fu nel cominciar cotanto tosta.'' (da ''Inferno, II, 37-42'') *''Quali i fioretti, dal notturno gelo | chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca | si drizzan tutti aperti in loro stelo, | tal mi fec'io di mia virtute stanca.'' (da ''Inferno, II, 127-130'') *''Diverse lingue, orribili favelle, | parole di dolore, accenti d'ira, | voci alte e fioche, e suon di man con elle | facevano un tumulto, il qual s'aggira | sempre in quell'aura sanza tempo tinta, | come la rena quando turbo spira.'' (da ''Inferno, III, 25-30'') *''Come d'[[autunno]] si levan le [[foglia|foglie]] | l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo | vede a la terra tutte le sue spoglie, | similmente il mal seme d'Adamo | gittansi di quel lito ad una ad una, | per cenni come augel per suo richiamo.'' (da ''Inferno, III, 112-117'') *''Io venni in luogo d'ogni luce muto, | che mugghia come fa mar per tempesta, | se da contrari venti è combattuto.'' (da ''Inferno, V, 28-30'') *''E come li stornei ne portan l'ali | nel freddo tempo a schiera larga e piena, | così quel fiato li spiriti mali | di qua, di là, di giù, di su li mena; | nulla speranza li conforta mai, | non che di posa, ma di minor pena. | E come i gru van cantando lor lai, | faccendo in aere di sé lunga riga, | così vidi venir, traendo guai, | ombre portate da la detta briga;'' (da ''Inferno, V, 40-49'') *''Quali [[colomba|colombe]], dal disio chiamate, | con l'ali alzate e ferme al dolce nido | vegnon per l'aere, dal voler portate; | cotali uscir de la schiera ov'è Dido, | a noi venendo per l'aere maligno, | sì forte fu l'affettüoso grido.'' (da ''Inferno, V, 82-87'') *''Qual è quel [[cane]] ch'abbaiando agogna, | e si racqueta poi che 'l pasto morde, | ché solo a divorarlo intende e pugna, | cotai si fecer quelle facce lorde | de lo demonio [[Cerbero]], che 'ntrona | l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.'' (da ''Inferno, VI, 28-33'') *''Quali dal [[vento]] le gonfiate [[vela (sistema di propulsione)|vele]] | caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, | tal cadde a terra la fiera crudele.'' (da ''Inferno, VII, 13-15'') *''Come fa l'onda là sovra Cariddi, | che si frange con quella in cui s'intoppa, | così convien che qui la gente riddi.'' (da ''Inferno, VII, 22-24'') ===Citazioni sulle similitudini=== *La similitudine in Dante, pur nella sua immediatezza e nel suo realismo, si carica sempre di accenti morali. (dalle note curate da Emilio Alessandro Panaitescu a ''La Divina Commedia'', Fabbri, Milano, 1982) *Delle similitudini e immagini è me' tacere che dirne poco, perché in queste non ha avuto mai pari; così nell'appropriarle maravigliosamente a proposito, come nell'esprimere felicemente, e secondo la propria natura loro, le {{sic|imagini}} brevissimamente, quell'altre più largamente, e non però di soperchio. ([[Vincenzo Borghini]]) ==Citazioni sulla ''Divina Commedia''== *[[Gotico]] significava goffo, rozzo, informe. Ad un edificio gotico presto s'avvezzarono i Britanni ad eguagliare la «Commedia», ritengo dietro l'esempio dei Francesi, dimentichi delle marmoree commedie sollevate al cielo dagli avi loro, nelle età barbare e caotiche, e spasimanti dietro le forme elleniche, classiche, luminosissime. ([[Arturo Farinelli]]) *Il Divino Poema fu ed è anch'oggi per tutti noi codice di civiltà, fulgore di scienza razionale e {{sic|dommatica}}, dove fede e ragione mostrano al mondo la loro potenza suprema, quando, distinte, pur s'accordano e s'avvalorano a vicenda nell'acquisto del vero e del bene. ([[Augusto Alfani]]) *In Dante veggo essere grandissime e bellissime parti, e le principali tutte che si richieggon a un gran Poema. Che vi sia poi qualche difettuzzo o mancamento, io non lo niego: sia dell'uomo o dell'età, non rileva a questo punto di qual sia più perfetto e migliore, se ben serve o per iscusa o per qualche altra cosa: come non servirebbe a fare che una figura di [[Giotto]] fusse più bella d'una d'[[Andrea del Sarto]], il dire che nell'età di colui l'arte della Pittura non era tanto inluminata, quanto ella fu poi; servirà bene a dire che Giotto in tante tenebre fece miracoli, e non ebbe pari; dove questo altro ebbe manco difficultà assai, e de' pari, e forse de' superiori qualcuno. Ma io non credo che il punto in Dante consista qui, se bene questa scusa ci bisognerà in alcune poche voci solamente quanto attiene alla comparazione del Petrarca. Ma il punto vero sarà qual sia di maggior lode degno o un Epico o Eroico poema grande, non interamente perfetto, o un piccolo e minuto che sia perfetto: perché può bene stare che si truovi una cosa piccola bellissima, pogniam caso una cappellina con bellissima proporzione d'architettura e ricchezza di cornici, che nondimeno non {{sic|arà}} a fare con la {{sic|fabrica}} d'un gran tempio con pochi ornamenti; e in simili comparazione sogliono dire i nostri uomini a tanto per tanto, o pur del tanto, come disse il Villani... ([[Vincenzo Borghini]]) *L'oggetto della Commedia, anche se essa raffigura lo stato delle anime dopo la morte, rimane la vita terrena in tutta la sua ampiezza e il suo contenuto; tutto quanto avviene in alto o in basso nel regno dell'aldilà, si riferisce al dramma dell'uomo nell'aldiquà. ([[Erich Auerbach]]) *La «Commedia» è una gran boscaglia, fitta, densa intricata, che sgomenta al primo entrarvi, e dove non risplende sole. Più franco e sicuro è il passo negli orti ameni, offerti dai poemi allegorici di Francia. I cristianissimi di Spagna, quando vanno in sogno all'altro mondo, e vedono e descrivono gli abissi infernali, chiedono, come i fratelli di Francia, soccorso d'immaginazione a Virgilio più che a Dante. ([[Arturo Farinelli]]) *La Commedia ha rappresentato l'unità fisica, etica e politica del cosmo scolastico-cristiano in un'epoca in cui essa cominciava a perdere la sua invulnerabilità ideologica: l'atteggiamento concettuale di Dante è quello difensivo di un conservatore e la sua lotta tende alla riconquista di ciò che è già perduto. ([[Erich Auerbach]]) *La "Commedia" non è un'opera, è un lungo monologo che mette il lettore di fronte a scelte radicali legate alla tragedia dello stare al mondo e alla speranza di salvezza. ([[Vittorio Sermonti]]) *La {{sic|divina}} Commedia è con ragione chiamata la Bibbia nazionale, è il vero poema cosmopolitico insieme ed italiano. ([[Licurgo Cappelletti]]) *La preferenza dello [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]] riguardo al valore estetico delle tre Cantiche, paragonate fra loro, parrebbe rivolta al Paradiso, in cui le immagini radiose, la gemmea colorazione, il perenne fulgore dello sfondo, dovevano particolarmente gradire al suo spirito sì propenso alle vive irradiazioni, agli effetti di luce e di tinte trasparenti. Inoltre egli osserva come, nell'apprezzamento delle Cantiche, i critici più acuti abbiano invertito il giudizio del volgo ammirando assai più i pregi dell'ultima parte di quelli delle altre. La terza Cantica gli offriva insuperabili splendori d'arte; quell'ascensione del poeta di stella in stella apparivagli come la più fulgida manifestazione della poesia moderna. ([[Federico Olivero]]) *Nell'origin sua la [[poesia]] è la scienza delle umane e divine cose, convertita in immagine fantastica ed armoniosa.<br/>La quale immagine noi, sopra ogn'altro poema italiano ravvisiamo vivamente nella Divina Commedia di Dante, il quale s'innalzò al sommo nell'esprimere, ed alla maggior vivezza pervenne, perché più largamente e più profondamente d'ogni altro nella nostra lingua concepiva: essendo la locuzione immagine dell'intelligenza, da cui il favellare trae la forza e il calore. E giunse egli a sì alto segno d'intendere e profferire, perché dedusse la sua scienza dalla cognizione delle cose divine, in cui le naturali, e le umane e civili, come in terso cristallo, riflettono... ([[Giovanni Vincenzo Gravina]]) *''Officio è del poeta | giovar e dilettar con tal maniera | di stile, che 'l lettore non s'attedia; | e ciò fa Dante ne la sua ''Comedia''.'' ([[Teofilo Folengo]]) *Per la Francia, come per la Spagna, la Germania e l'Inghilterra, la lingua di Dante doveva offrire gravissimi ostacoli ad ognuno che voleva pur internarsi in quel singolarissimo mondo della «Commedia». La lingua e l'afflato della poesia medesima; se non l'intendi in ogni sfumatura più delicata, e non l'hai chiara e vibrante nel cuore, non giungerai alla sua anima; e ti fluttuerà innanzi, sempre velata di mistero. I traduttori più abili non suppliscono alla tua propria virtù di penetrazione, e ridanno infiacchito e travisato l'originale, che pur si rispetta. ([[Arturo Farinelli]]) ===[[Roberto Benigni]]=== *Dante ci fa entrare in quello che solo l'intelligenza è in grado di cercare ma, da sola, non è capace di trovare. La sua forza è essere profondamente laico. Non ha atteggiamenti pappalardeschi, come direbbe lui, da falsi devoti. È religioso senza essere mai pretesco, bigotto. Non si rivolge a Dio, alla Madonna, ai santi. Si rivolge alle Muse, ad Apollo. Il suo universo è la poesia. Si può leggere la Divina commedia senza credere in Dio, ma non senza conoscere il cristianesimo. *Dopo la Divina Commedia c'è di più Dio. C'è proprio, lo si sente, lo si vede. Tutto ciò che è bello è vicino a Dio. È proprio la bellezza che ci porta vicino a Dio. Ci ha portato quasi a guardarlo, a vederlo. *La ''Divina Commedia'' è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima. *Perché non ho scritto ''La Divina Commedia''? Perché non c'ho pensato. *Quando si parla della ''Divina Commedia'' o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l'universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{Interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Divina Commedia| ]] [[Categoria:Poemi]] tk3g4s9nailij1cqgpcjibegep6d3zn 1351372 1351364 2024-11-11T17:43:22Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Aggiunta Purgatorio. 1351372 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=altri significati|titolo=[[La Divina Commedia (disambigua)]]}} [[File:Divina Commedia 1555 Edition.png|thumb|Frontespizio dell'edizione giolitina, la prima intitolata ''La Divina Comedia'' (1555)]] {{Torna a|Dante Alighieri}} '''''Divina Commedia''''', conosciuta anche come '''''Comedìa''''' o '''''Commedia''''', poema allegorico-didascalico di [[Dante Alighieri]] scritto tra il 1304 e il 1321. ==''Inferno''== [[File:Alighieri - Divina Commedia, Nel mille quatro cento septe et due nel quarto mese adi cinque et sei - 2384293 id00022000 Scan00006.jpg|miniatura|Incipit dell'''editio princeps'' (1472)]] ===[[Incipit]]=== <poem> Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. </poem> ===Citazioni=== *''Allor fu la [[paura]] un poco queta, | che nel lago del cor m'era durata | la [[notte]] ch'i' passai con tanta pieta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|paura|I, 19-21}}) *''Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta | una lonza {{NDR|lince o leopardo}}''<ref>La lonza, nella simbologia medievale dantesca, rappresenta la lussuria.</ref>'' leggiera e presta molto, | che di pel maculato era coverta; | e non mi si partìa dinanzi al volto, | anzi 'mpediva tanto il mio cammino, | ch'i' fui per ritornar più volte vòlto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|Ed ecco|I, 31-36}}) *''Ma non sì che [[paura]] non mi desse | la vista che m'apparve d'un [[leone]]''<ref>Rappresenta qui la [[superbia]].</ref>''. | Questi parea che contra me venisse | con la test'alta e con rabbiosa [[fame]], | sì che parea che l'aere ne tremesse. | Ed una [[lupo|lupa]]''<ref>La lupa è per Dante il simbolo dell'[[avarizia]].</ref>'', che di tutte brame | sembrava carca ne la sua magrezza, | e molte genti fè già viver grame, | questa mi porse tanto di gravezza | con la paura ch'uscìa di sua vista, | ch'io perdei la [[speranza]] de l'altezza.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|ma non sì che paura non mi desse|I, 44-54}}) *''Molti son li animali a cui s'ammoglia | e più saranno ancora, infin che'l [[veltro]] | verrà, che la farà morir con doglia. || Questi non ciberà terra né peltro, | ma sapïenza, amore e virtute, | e sua nazion sarà tra feltro e feltro. || Di quella umile Italia fia salute | per cui morì la vergine Cammilla, | Eurialo e Turno e Niso di ferute. || Questi la caccerà per ogne villa | fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno | là ove 'nvidia prima dipartilla.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|animali|I, 100-111}}) *''Intendi me' ch'i' non ragiono.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Intendi me' ch'i' non ragiono|II, 36}}) *''L'anima tua è da viltade offesa.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|L'anima tua è da viltade offesa|II, 45}}) *{{NDR|Su Dante}} [...] ''l'amico mio, e non de la ventura'' [...]. (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II||II, 61}})<ref>{{Cfr.}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/53|p. 21]].</ref> *''Temer si dee di sole quelle cose | c'hanno potenza di fare altrui male; | de l'altre no, ché non son [[paura|paurose]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Temer si dee di sole quelle cose|II, 88-90}}) *''[[Maria|Donna]] è gentil nel ciel che si compiange | di questo 'mpedimento ov' io ti mando, | sì che duro giudicio là sù frange.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Donna è gentil nel ciel che si compiange|II, 94-96}}) *''[[Santa Lucia|Lucia]], nimica di ciascun crudele'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Lucia|II, 100}}) *''Per me si va ne la [[inferno|città dolente]], | per me si va ne l'etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | [[Giustizia]] mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e 'l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Per me si va ne la città dolente|III, 1-9}}) *''Non ragioniam di lor, ma guarda e passa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|non ragioniam di lor, ma guarda e passa|III, 51}}) *{{NDR|Su [[papa Celestino V]]<ref>Dante non indica espressamente il nome dell'anima a cui si riferisce. La maggior parte dei critici concorda sul fatto che si tratti di Pietro da Morrone (ovvero Celestino V), ma altre teorie propendono per [[Esaù]] o [[Ponzio Pilato]]. Per approfondire vedi [[w:Che fece per viltade il gran rifiuto|qui]].</ref>}} [...] ''colui | che fece per viltade il gran rifiuto''. (III, 59-60) *''A Dio spiacenti e a' nemici sui''. (III, 63) *''Ed ecco verso noi venir per nave | un vecchio {{NDR|[[Caronte]]}}, bianco per antico pelo, | gridando: "Guai a voi, anime prave! || Non isperate mai veder lo cielo: | i' vegno per menarvi a l'altra riva | ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. || E tu che se' costì, anima viva, | pàrtiti da cotesti che son morti". | Ma poi che vide ch'io non mi partiva, || disse: "Per altra via, per altri porti | verrai a piaggia, non qui, per passare: | più lieve legno convien che ti porti".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Ed ecco|III, 82-93}}) *''Vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|vuolsi così colà dove si puote|III, 95-96}}) *''Quinci fuor quete le lanose gote | al nocchier de la livida palude, | che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|nocchier|III, 97-99}}) *''[[Caronte|Caron]] dimonio, con [[occhio|occhi]] di bragia | loro accennando, tutte le raccoglie; | batte col remo qualunque s'adagia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Caron dimonio|III, 109-111}}) *''«Figliuol mio», disse 'l maestro cortese, | «quelli che muoion nell'[[ira di Dio]] | tutti convegno qui d'ogni paese; e pronti sono a trapassar lo rio | ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disìo».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Figliuol mio|III, 121–125}}) *{{NDR|Su [[Virgilio]]}} ''Onorate l'altissimo poeta''. (IV, 80) *''Mira colui con quella spada in mano, | che vien dinanzi ai tre sì come sire: | quelli è [[Omero]] poeta sovrano''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Mira colui|IV, 86–88}}) *''Poi ch'innalzai un poco più le ciglia, | vidi 'l maestro di color che sanno {{NDR|[[Aristotele]]}} | seder tra filosofica famiglia''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Poi ch'innalzai|IV, 130-132}}) *''[[Democrito]], che 'l mondo a caso pone.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Democrito|IV, 136}}) *''E vidi il buono accoglitor del quale, | [[Dioscoride|Dïascoride]] dico''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|E vidi|IV, 139-140}}) *''Così discesi del cerchio primaio | giù nel secondo, che men loco cinghia | e tanto più dolor, che punge a guaio. | Stavvi [[Minosse|Minòs]] orribilmente, e ringhia: | essamina le colpe ne l'intrata; | giudica e manda secondo ch'avvinghia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Così discesi|V, 1-6}}) *''"O tu che vieni al doloroso ospizio", | disse Minòs a me quando mi vide, | lasciando l'atto di cotanto offizio, | "guarda com'entri e di cui tu ti fide; | non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!". | E 'l duca mio a lui: "Perché pur gride? | Non impedir lo suo fatale andare: | vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|O tu che vieni|V, 16-21}}) *''«La prima di color di cui novelle | tu vuo' saper» mi disse quelli {{NDR|Virgilio}} allotta, | «fu imperadrice di molte favelle. | A vizio di [[lussuria]] fu sì rotta, | che lìbito fé licito in sua legge | per tòrre il biasimo in che era condotta. | Ell'è [[Semiramide|Semiramis]], di cui si legge | che succedette a Nino e fu sua sposa: | tenne la terra che 'l Soldan corregge. | L' altra è colei {{NDR|Didone}} che s' ancise amorosa | e ruppe fede al cener di Sicheo; | poi è Cleopatràs lussurïosa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|La prima di color di cui novelle|V, 52–63}}) *''Siede la terra dove nata fui'' {{NDR|la [[Romagna]]}} ''| su la marina dove 'l Po discende | per aver pace co' seguaci sui.'' ([[Francesca da Rimini]]: V, 97-99) *''[[Amore|Amor]], ch'al cor gentil ratto s'apprende, | prese costui de la bella persona | che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. | Amor, ch'a nullo amato amar perdona, | mi prese del costui piacer sì forte, | che, come vedi, ancor non m'abbandona. | Amor condusse noi ad una morte. | Caina attende chi a vita ci spense.'' (Francesca da Rimini: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Amor|V, 100-107}}) *''E quella {{NDR|Francesca}} a me: «Nessun maggior [[dolore]] | che ricordarsi del [[tempo]] felice | ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|E quella a me|V, 121-123}}) *''Quando leggemmo il disïato riso | esser basciato da cotanto amante, | questi, che mai da me non fia diviso, | la bocca mi basciò tutto tremante.''<ref>Secondo [[Umberto Saba]] (''Scorciatoie e raccontini'') il verso «''La bocca mi baciò tutto tremante''» è uno dei due più belli della letteratura italiana insieme a «''L'uno buggera l'altro, Santità''», tratto da un sonetto classicamente attribuito a [[Giuseppe Gioachino Belli]] ma probabilmente apocrifo.</ref>'' | Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: | quel giorno più non vi leggemmo avante".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Quando leggemmo|V, 133-138}}) *''Mentre che l'uno spirto questo disse, | l'altro piangëa, sì che di pietade | io venni men così com'io morisse. | E caddi come corpo morto cade.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Mentre che l'uno spirto questo disse|V, 139-142}}) *''Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: | per la dannosa colpa della [[Gola (ingordigia)|gola]], | come tu vedi, alla pioggia mi fiacco''. (Ciacco: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Voi cittadini mi chiamaste Ciacco|VI, 52–54}}) *''Giusti son due, e non vi sono intesi; | superbia, invidia e avarizia sono | le tre faville c'hanno i cuori accesi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Giusti son due, e non vi sono intesi|VI, 73-75}}) *''[[w:Pape Satàn, pape Satàn aleppe|Pape Satàn, pape Satàn aleppe!]]'' (Pluto: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Pape Satàn|VII, 1}}) *''Questi fuor cerchi, che non han coperchio | piloso al capo, e [[papa|papi]] e [[cardinale|cardinali]], | in cui usa [[avarizia]] il suo soperchio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Questi fuor cherci|VII, 46–48}}) *''E quelli a me: Oh creature sciocche, | quanta ignoranza è quella che v'offende!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|E quelli a me: Oh creature sciocche|VII, 70-71}}) *''Fitti nel limo dicon:'' {{NDR|gli [[ira]]condi}}'' "Tristi fummo | ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, | portando dentro accidïoso fummo: | or ci attristiam ne la belletta negra". | Quest'inno si gorgoglian ne la strozza, | ché dir nol posson con parola integra.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Fitti nel limo|VII, 121–126}}) *''Or se' giunta, anima fella!'' (il demone [[Flegias|Flegiàs]] a Dante; {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Or se' giunta|VIII, 18}}) *''Quanti si tegnon or là sù gran regi | che qui staranno come porci in brago, | di sé lasciando orribili dispregi!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Quanti si tegnon|VIII, 49-51}}) *''Chi è costui che sanza morte | va per lo regno de la morta gente?'' (demoni: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi è costui che sanza morte|VIII, 84-85}}) *''Chi m' ha negate le dolenti case!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi m' ha negate|VIII, 120}}) *''O voi ch'avete li 'ntelletti sani, | mirate la dottrina che s'asconde | sotto 'l velame de li versi strani.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IX|O voi|IX, 61-63}}) *''Però a la dimanda che mi faci | quinc'entro satisfatto sarà tosto, | e al disio ancor che tu mi taci. || E io: «Buon duca, non tegno riposto | a te mio cuor se non per dicer poco, | e tu m'hai non pur mo a ciò disposto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Però a la dimanda che mi faci|X, 16-21}}) *''Ed el mi disse: "Volgiti! Che fai? | Vedi là Farinata che s'è dritto: | da la cintola in sù tutto 'l vedrai". || Io avea già il mio viso nel suo fitto; | ed el s'ergea col petto e con la fronte | com'avesse l'inferno a gran dispitto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Ed el mi disse|X, 31-36}}) *''D'ogne malizia, ch'odio in cielo acquista, | ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale | o con forza o con frode altrui contrista. | Ma perché frode è de l'uom proprio male, | più spiace a Dio; e però stan di sotto | li frodolenti, e più dolor li assale.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|D'ogne malizia|XI, 22-27}}) *''Puossi far forza ne la deïtade, | col cor negando e [[bestemmia]]ndo quella, | e spregiando natura e sua bontade; | e però lo minor giron suggella | del segno suo e Soddoma e Caorsa | e chi, spregiando Dio col cor, favella.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Puossi far forza|XI, 46-51}}) *''La [[frode]], ond'ogne coscïenza è morsa, | può l'omo usare in colui che 'n lui fida | e in quel che fidanza non imborsa. | Questo modo di retro par ch'incida | pur lo vinco d'amor che fa natura; | onde nel cerchio secondo s'annida | ipocresia, lusinghe e chi affattura, | falsità, ladroneccio e simonia, | ruffian, baratti e simile lordura.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|La frode|XI, 52-60}}) *''O sol che sani ogne vista turbata, | tu mi contenti sì quando tu solvi, | che, non men che saver, dubbiar m'aggrata.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|O sol che sani|XI, 91-93}}) *''Da queste due, se tu ti rechi a mente | lo Genesì dal principio, convene | prender sua vita e avanzar la gente | e perché l'[[usura|usuriere]] altra via tene, | per sé natura e per la sua seguace | dispregia, poi ch'in altro pon la spene.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Da queste due, se|XI, 106-111}}) *[...] ''e 'n su la punta de la rotta lacca | l'infamïa di [[Creta|Creti]] era distesa || che fu concetta ne la falsa vacca; | e quando vide noi, sé stesso morse, | sì come quei cui l'ira dentro fiacca. || Lo savio mio inver' lui gridò: "Forse | tu credi che qui sia 'l [[Teseo|duca d'Atene]], | che sù nel mondo la morte ti porse? || Pàrtiti, bestia, ché questi non vene | ammaestrato da la tua sorella, | ma vassi per veder le vostre pene". || Qual è quel toro che si slaccia in quella | c'ha ricevuto già 'l colpo mortale, | che gir non sa, ma qua e là saltella, || vid'io lo [[Minotauro]] far cotale; | e quello accorto gridò: "Corri al varco; | mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale"''. ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XII|XII, 11-27]]) *''Non han sì aspri sterpi né sì folti | quelle fiere selvagge che 'n odio hanno | tra Cecina e Corneto i luoghi cólti.'' ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 7-9]]) *''[[Credere|Cred]]'io ch'ei credette ch'io credesse'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|Cred’io ch’ei credette ch’io credesse|XIII, 25}}) *''Io son colui che tenni ambo le chiavi | del cor di Federigo, e che le volsi, | serrando e disserrando''. ([[Pier della Vigna]]: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 58-60]]) *''L'animo mio, per disdegnoso gusto, | credendo col morir fuggir disdegno, | ingiusto fece me contra me giusto''. (Pier della Vigna: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 70-72]]) *''Siete voi qui, ser Brunetto?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Siete voi qui, ser Brunetto?|XV, 30}}) *''Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; | gent'è avara, invidiosa e superba: | dai lor costumi fa che tu ti forbi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Vecchia fama nel mondo li chiama orbi|XV, 67-69}}) *''Ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, | la cara e buona imagine paterna | di voi quando nel mondo ad ora ad ora || m'insegnavate come l'uom s'etterna.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora|XV, 82-85}}) *''Poi si rivolse, e parve di coloro | che [[corsa|corrono]] a Verona il drappo verde | per la campagna; e parve di costoro | quelli che vince, non colui che perde.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Poi si rivolse|XV, 121-124}}) *''Ahi quanto cauti li uomini esser dienno | presso a color che non veggion pur l'ovra, | ma per entro i pensier miran col senno!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Ahi quanto cauti|XVI, 118-120}}) *''Sempre a quel ver c' ha faccia di menzogna | de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, | però che sanza colpa fa vergogna''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Sempre a quel ver|XVI, 124-126}}) *''Ecco la fiera con la coda aguzza, | che passa i monti e rompe i muri e l'armi! | Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVII|Ecco la fiera con la coda aguzza|XVII, 1-3}}) *''O Simon mago, o miseri seguaci | che le cose di Dio, che di bontate | deon essere spose, e voi rapaci | per oro e per argento avolterate, | or convien che per voi suoni la tromba, | però che ne la terza bolgia state.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O Simon mago|XIX, 1-6}}) *''O somma sapïenza, quanta è l'arte | che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, | e quanto giusto tua virtù comparte!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O somma sapïenza|XIX, 10-12}}) *''E io: "Tanto m'è bel, quanto a te piace: | tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto | dal tuo volere, e sai quel che si tace".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Tanto m'è bel|XIX, 37-39}}) *''Ed el'' {{NDR|[[papa Niccolò III]]}} ''gridò: "Se' tu già costì ritto, | se' tu già costì ritto, [[Papa Bonifacio VIII|Bonifazio]]? | Di parecchi anni mi mentì lo scritto. | Se' tu sì tosto di quell'aver sazio | per lo qual non temesti tòrre a 'nganno | la bella donna'' {{NDR|la Chiesa}}'', e poi di farne strazio?".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Ed el gridò|XIX, 52-57}}) *''Nuovo Iasón sarà, di cui si legge | ne' Maccabei; e come a quel fu molle | suo re, così fia [[Papa Clemente V|lui]] chi Francia regge. {{NDR|[[Filippo il bello]]}}'' (papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Nuovo Iasón sarà|XIX, 85-87}}) *''Deh, or mi dì: quanto tesoro volle | Nostro Segnore in prima da san Pietro | ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa? | Certo non chiese se non "Viemmi retro". [...] E se non fosse ch'ancor lo mi vieta | la reverenza de le somme chiavi | che tu tenesti ne la vita lieta, | io userei parole ancor più gravi; | ché la vostra avarizia il mondo attrista, | calcando i buoni e sollevando i pravi. [...] Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; | e che altro è da voi a l'idolatre, | se non ch'elli uno, e voi ne orate cento? | Ahi, [[Costantino I|Costantin]], di quanto mal fu matre, | non la tua conversion, ma quella dote | che da te prese il primo ricco patre!'' (Dante a papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Deh, or mi dì|XIX, 90-117}}) *''Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto | di tua lezione, or pensa per te stesso | com'io potea tener lo viso asciutto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Se Dio ti lasci|XX, 19-21}}) *''Ancor se' tu de li altri sciocchi? | Qui vive la pietà quand'è ben morta; | chi è più scellerato che colui | che al giudicio divin passion comporta?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Ancor se' tu|XX, 27-30}}) *''Mira c' ha fatto petto de le spalle; | perché [[divinazione|volse veder troppo davante]], | di retro guarda e fa retroso calle.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Mira c' ha fatto|XX, 37-39}}) *''Suso in Italia bella giace un laco, | a piè de l'Alpe che serra Lamagna | sovra Tiralli, c'ha nome [[Lago di Garda|Benaco]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Suso in Italia bella|XX, 61-63}}) *''Fer la città sovra quell'ossa morte; | e per colei che 'l loco prima elesse, | Mantüa l'appellar sanz'altra sorte''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Fer la città sovra|XX, 91-93}}) *''E io: "Maestro, i tuoi ragionamenti | mi son sì certi e prendon sì mia fede, | che li altri mi sarien carboni spenti"''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Maestro, i tuoi ragionamenti|XX, 100-102}}) *''Quell'altro che ne' fianchi è così poco, | [[Michele Scoto|Michele Scotto]] fu, che veramente | de le magiche frode seppe 'l gioco.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Michele Scotto|XX, 115-117}}) *'' Mettetel sotto, ch'i' torno per anche | a quella terra ch'i' ho ben fornita {{NDR|[[Lucca]]}}: | Ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; | del no, per li [[denaro|denar]], vi si fa ita.''<ref>''Ita'' in latino significa "sì".</ref> ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|Mettetel sotto|XXI, 39-42}}) *''Ed elli avea [[Flatulenza|del cul]] [[Trombettiere|fatto trombetta]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|ed elli|XXI, 139}}) *''Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa | coi santi, e in taverna coi ghiottoni.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa|XXII, 14-15}}) *''Tra male gatte era venuto 'l sorco.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Tra male gatte era venuto 'l sorco|XXII, 58}}) *''Ahi [[Pistoia]], Pistoia, ché non stanzi | d'incenerarti sì che più non duri, | poi che 'n mal fare il [[seme]] tuo avanzi?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Ahi Pistoia|XXV, 10-12}}) *''come procede innanzi da l'ardore, | per lo papiro suso, un color [[marrone|bruno]] | che non è nero ancora e 'l bianco more.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|come procede innanzi da l'ardore|XXV, 64-66}}) *<ref>Nella settima bolgia delle [[w:Malebolge|Malebolge]] sono puniti i [[ladro|ladri]]. La metà di questi ha sembianze di serpente, mentre l'altra metà vanta aspetto umano, e quando un serpente morde un uomo, questo diventa serpente e l'altro diviene uomo, si scambiano i ruoli: nei versi proposti, Dante descrive la raccapricciante metamorfosi di ambedue le specie, definendosi in ciò superiore a [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], autore delle celebri ''[[Publio Ovidio Nasone#Metamorfosi|Metamorfosi]]'', e a [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], nipote di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] e autore del ''[[Marco Anneo Lucano#Pharsalia|Bellum civile]]''. Ovidio e Lucano sono già stati visti da Dante e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] sua guida nel Limbo ([[s:Divina Commedia/Inferno/Canto IV|IV]], v. 90).</ref>''Come 'l [[ramarro]] sotto la gran fersa | dei [[giorno|dì]] canicular, cangiando sepe, | folgore par se la [[via]] attraversa, | sì pareva, venendo verso l'[[pancia|epe]] | de li altri due, un serpentello acceso, | livido e nero come gran di pepe; | e quella parte onde prima è preso | nostro [[cibo|alimento]], a l'un di lor trafisse; | poi cadde giuso innanzi lui disteso. | Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; | anzi, co' piè fermati, sbadigliava | pur come [[sonno]] o [[febbre]] l'assalisse. | Elli 'l [[serpente]] e quei lui riguardava; | l'un per la piaga e l'altro per la [[bocca]] | fummavan forte, e 'l [[fumo|fummo]] si scontrava. | [[tacere|Taccia]] [[Marco Anneo Lucano|Lucano]] omai là dov'e' tocca | del misero Sabello e di Nasidio, | e attenda a udir quel ch'or si scocca. | Taccia di Cadmo e d'Aretusa [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], | ché se quello in serpente e quella in fonte | converte [[poesia|poetando]], io non lo [[invidia|'nvidio]]; | ché due [[natura|nature]] mai a fronte a fronte | non trasmutò sì ch'amendue le forme | a cambiar lor matera fosser pronte. | Insieme si rispuosero a tai norme, | che 'l serpente la coda in forca fesse, | e 'l feruto ristrinse insieme l'orme. | Le gambe con le cosce seco stesse | s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura | non facea segno alcun che si paresse. | Togliea la coda fessa la figura | che si perdeva là, e la sua pelle | si facea molle, e quella di là dura. | Io vidi intrar le braccia per l'ascelle, | e i due piè de la fiera, ch'eran corti, | tanto allungar quanto accorciavan quelle. | Poscia li piè di rietro, insieme attorti, | diventaron lo membro che l'uom cela, | e 'l misero del suo n'avea due porti. | Mentre che 'l [[fumo|fummo]] l'uno e l'altro vela | di color novo, e genera 'l pel suso | per l'una parte e da l'altra il dipela, | l'un si levò e l'altro cadde giuso, | non torcendo però le [[occhio|lucerne]] empie, | sotto le quai ciascun cambiava muso. | Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, | e di troppa matera ch'in là venne | uscir li orecchi de le gote scempie; | ciò che non corse in dietro e si ritenne | di quel soverchio, fé naso a la [[viso|faccia]] | e le labbra ingrossò quanto convenne. | Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, | e li orecchi ritira per la [[testa]] | come face le corna la lumaccia; | e la [[lingua]], ch'avëa unita e presta | prima a parlar, si fende, e la forcuta | ne l'altro si richiude; e 'l [[fumo|fummo]] resta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Come 'l ramarro sotto la gran fersa|XXV, 79-135}}) *''Godi, [[Firenze|Fiorenza]], poi che se' sì grande | che per mare e per terra batti l'ali, | e per lo 'nferno tuo nome si spande!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Godi, Fiorenza|XXVI, 1-3}}) *''Là dentro si martira | [[Ulisse]] e Dïomede, e così insieme | a la vendetta vanno come a l'ira; | e dentro da la lor fiamma si geme | l'agguato del caval che fé la porta | onde uscì de' Romani il gentil seme.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Rispuose a me: "Là dentro si martira|XXVI, 55-60}}) *''Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e [[conoscenza|canoscenza]].'' [...] ''e volta nostra poppa nel mattino, | de' remi facemmo ali al folle volo'' [...]. ([[Ulisse]]: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Considerate la vostra semenza|XXVI, 118-125}}) *''Cinque volte racceso e tante casso | lo lume era di sotto dalla [[luna]] | poi ch'entrati eravam nell'alto passo'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Cinque volte racceso|XXVI, 130–132}}) *''Romagna tua non è, e non fu mai, | sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai. | Ravenna sta come stata è molt'anni: | l'aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni. | La terra che fé già la lunga prova | e di Franceschi sanguinoso mucchio, | sotto le branche verdi si ritrova. | E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, | che fecer di Montagna il mal governo, | là dove soglion fan d'i denti succhio. | Le città di Lamone e di Santerno | conduce il lïoncel dal nido bianco, | che muta parte da la state al verno. | E quella cu' il Savio bagna il fianco,'' {{NDR|[[Cesena]]}} ''| così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, | tra tirannia si vive e stato franco.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|E quella|XXVII, 37-54}}) *''Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, | credendomi, sì cinto, fare ammenda; | e certo il creder mio venìa intero, | se non fosse il gran prete ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'', a cui mal prenda!'' (Guido da Montefeltro: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|Io fui uom d'arme|XXVII, 67-70}}) *''Ch'assolver non si può chi non si [[pentimento|pente]], | né pentere e volere insieme puossi | per la contradizion che nol consente.'' (un diavolo: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|assolver non si può chi non si pente|XXVII, 118-120}}) *''Mentre che tutto in lui veder m'attacco, | guardommi e con le man s'aperse il petto, | dicendo: «Or vedi com' io mi dilacco! | vedi come storpiato è [[Maometto|Mäometto]]!»'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Maometto|XXVIII, 28-31}}) *''Rimembriti di Pier da Medicina, | se mai torni a veder lo dolce piano | che da Vercelli a Marcabò dichina.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Pier da Medicina|XXVIII, 73-75}}) *''[[coscienza morale|Coscïenza]] m'assicura, | la buona compagnia che l'uom francheggia | sotto l'asbergo del sentirsi pura.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|coscienza m'assicura|XXVIII, 115-117}}) *''«Io fui d'[[Arezzo]], e Albero da [[Siena]]», | rispuose l'un, «mi fé mettere al foco; | ma quel per ch'io mori' qui non mi mena»''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Io fui d'Arezzo|XXIX, 109-111}}) *''Or fu già mai | gente sì vana come la [[Siena|sanese]]? | Certo non la francesca sì d'assai!'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Or fu già mai|XXIX, 121-123}}) *''E io a lui: "Chi son li due tapini | che fumman come man bagnate 'l verno, | giacendo stretti a' tuoi destri confini?". || "Qui li trovai – e poi volta non dierno –", | rispuose, "quando piovvi in questo greppo, | e non credo che dieno in sempiterno. || L'una è [[Moglie di Putifarre|la falsa]] ch'accusò [[Giuseppe (patriarca)|Gioseppo]]; | l'altr'è 'l falso [[Sinone|Sinon]] greco di Troia: | per febbre aguta gittan tanto leppo".'' (XXX, 91-99) *''Maggior difetto men vergogna lava''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Maggior difetto men vergogna lava|XXX, 142}}) *''Ché voler ciò udire è bassa voglia''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Ché voler ciò udire è bassa voglia|XXX, 148}}) *''Dove l'argomento de la mente | s'aggiugne al mal volere e a la possa, | nessun riparo vi può far la gente''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Dove l'argomento de la mente|XXXI, 55-57}}) *''"Raphèl maì amècche zabì almi", | cominciò a gridar la fiera bocca, | cui non si convenia più dolci salmi. || E 'l duca mio ver' lui: "Anima sciocca, | tienti col corno, e con quel ti disfoga | quand'ira o altra passïon ti tocca! || Cércati al collo, e troverai la soga | che 'l tien legato, o anima confusa, | e vedi lui che 'l gran petto ti doga". || Poi disse a me: "Elli stessi s'accusa; | questi è [[Nimrod|Nembrotto]] per lo cui mal coto | pur un linguaggio nel mondo non s'usa. || Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; | ché così è a lui ciascun linguaggio | come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto".'' (XXXI, 67-81) *''Qual pare a riguardar la [[Bologna|Garisenda]] | 'sotto 'l chinato, quando un nuvol vada | sovr'essa sí, che ella incontro penda | tal parve [[Anteo]] a me che stava a bada | di vederlo chinare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Garisenda|XXXI, 136 – 138}}) *''La bocca sollevò dal fiero pasto | quel peccator, forbendola a' capelli | del capo ch'elli avea di retro guasto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|La bocca sollevò dal fiero pasto|XXXIII, 1-3}}) *[...] ''Tu vuo' ch'io rinovelli | disperato dolor che 'l cor mi preme | già pur pensando, pria ch'io ne favelli.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Tu vuo' ch'io rinovelli|XXXIII, 4-6}}) *''Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Questi|XXXIII, 28-30}}) *''Ben se' crudel, se tu già non ti duoli | pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; | e se non piangi, di che pianger suoli?'' (Ugolino: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ben se' crudel, se tu già non ti duoli|XXXIII, 40-42}}) *''Poscia, più che 'l dolor, poté 'l [[digiuno]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Poscia|XXXIII, 75}}) *''Ahi [[Pisa]], vituperio de le genti | del bel paese là dove 'l [[sì]] suona, | poi che i vicini a te punir son lenti, | muovasi la Capraia e la Gorgona, | e faccian siepe ad Arno in su la foce, | sì ch'elli annieghi in te ogne persona! | Che se 'l conte Ugolino aveva voce | d'aver tradita te de le castella, | non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Pisa|XXXIII, 79-87}}) *''Ahi [[Genovesi]], uomini diversi | d'ogni costume e pien d'ogni magagna, | perché non siete voi del mondo spersi? | Che col peggior spirto di Romagna | trovai di voi un tal {{NDR|Branca d'Oria}}, che, per sua opra, | in anima in Cocito già si bagna | ed in corpo par vivo ancor di sopra''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Genovesi|XXXIII, 151 – 157}}) *''Io non mori' e non rimasi vivo: | pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, | qual io divenni, d'uno e d'altro privo.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIV|Io non mori' e non rimasi vivo|XXXIV, 25-27}}) *''Lo [[Lucifero|'mperador del doloroso regno]] | da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia'' [...]. (XXXIV, 28-29) *''S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, | e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, | ben dee da lui procedere ogne lutto.'' (XXXIV, 34-36) *''Da ogne bocca dirompea co' denti | un peccatore, a guisa di maciulla, | sì che tre ne facea così dolenti. || A quel dinanzi il mordere era nulla | verso 'l graffiar, che talvolta la schiena | rimanea de la pelle tutta brulla. || "Quell'anima là sù c'ha maggior pena", | disse 'l maestro, "è [[Giuda Iscariota|Giuda Scarïotto]], | che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. || De li altri due c' hanno il capo di sotto, | quel che pende dal nero ceffo è [[Marco Giunio Bruto|Bruto]]: | vedi come si storce, e non fa motto!; || e l'altro è [[Gaio Cassio Longino|Cassio]], che par sì membruto".'' (XXXIV, 55-67) ===[[Explicit]]=== <poem> Salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. </poem> ===Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>''Inferno''=== ====[[Vittorio Sermonti]]==== *All'inferno nessuno ha rimorsi, fuorché Dante; tutti, semmai, hanno rimpianti. *E se l'Ottocento diffidò di questo canto {{NDR|canto VII}}, dove trovava «il descrittivo» ma non «il drammatico», sarà anche perché non praticava le euforiche mortificazioni della società affluente, i processi di identificazione collettiva nei simboli del consumo, e tanto meno (se possiamo permetterci la spudoratezza dell'anacronismo) la coazione all'improperio, alla rissa, allo scontro frontale che tiranneggia il nostro Sisifo di massa negli ingorghi di traffico. *Fatto è, che in nessun altro canto come in questo {{NDR|canto III}} (e nel successivo) Dante si tiene tanto addossato al suo Virgilio: Non si contano i versi che meriterebbero di esser letti con il testo del VI libro dell'Eneide a fronte. Meriterebbero: infatti, le variazioni che Dante apporta nel travaso da lingua a lingua, da cultura a cultura, minime spesso, sono sempre, comunque, decisive. *{{NDR|Sul canto IV}} Non c'è canto della Commedia così gremito di nomi propri: 48, uno ogni tre versi. ==''Purgatorio''== ===[[Incipit]]=== <poem> Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele; </poem> ===Citazioni=== *''[[Venere (astronomia)|Lo bel pianeto]] che d’amar conforta | faceva tutto rider l’orïente, | velando i Pesci ch’erano in sua scorta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|riga18|I, 19-21}}) *''Lo duca mio allor mi diè di piglio, | e con parole e con mani e con cenni | reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|Lo duca mio allor mi diè di piglio|I, 49-51}}) *''[[Libertà]] va cercando, ch'è sì cara, | come sa chi per lei vita rifiuta.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|libertà va cercando|I, 71-72}}) *''Già era 'l [[sole]] a l'orizzonte giunto | lo cui meridïan cerchio coverchia | [[Gerusalemme|Ierusalèm]] col suo più alto punto.''<ref>Qui Dante si rifà alla credenza medievale che Gerusalemme fosse al centro della terra, sita fra il meridiano del fiume [[Gange]] e la [[Spagna]] occidentale e che, ritenendo la terra abitata tutta nell'emisfero boreale, l'isola del paradiso si trovasse al punto opposto rispetto a Gerusalemme, con la quale condivideva quindi l'orizzonte astronomico.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Già era 'l sole|II, 1-3}}) *''Noi eravam lunghesso mare ancora, | come gente che pensa a suo cammino, | che va col cuore e col corpo dimora.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Noi eravam lunghesso mare ancora|II, 10-12}}) *''O dignitosa coscïenza e netta, | come t'è picciol fallo amaro morso!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|o dignitosa coscïenza|III, 8-9}}) *''E 'l mio conforto: «Perché pur diffidi?», | a dir mi cominciò tutto rivolto; | «non credi tu me teco e ch'io ti guidi?»'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|E ‘l mio conforto: «Perché pur diffidi?»|III, 22-24}}) *''State contenti, umana gente, al ''quia''; | ché, se potuto aveste veder tutto, | mestier non era parturir [[Maria]]''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|State contenti|III, 37-39}}) *''Ché perder tempo a chi più sa più spiace''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|ché perder tempo|III, 78}}) *''Come le [[pecora|pecorelle]] escon del chiuso | a una, a due, a tre, e l'altre stanno | timidette atterrando l'occhio e 'l muso; | e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, | addossandosi a lei, s'ella s'arresta, | semplici e quete, e lo 'mperché non sanno''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Come le pecorelle|III, 79-84}}) *{{NDR|Incontro con [[Manfredi di Sicilia]]}} ''Biondo era e bello e di gentile aspetto, | ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|biondo era e bello|III, 107-108}}) *''Poscia ch'io ebbi rotta la persona | di due punte mortali, io mi rendei, | piangendo, a quei che volontier perdona. || Orribil furon li peccati miei; | ma la bontà infinita ha sì gran braccia, | che prende ciò che si rivolge a lei.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Poscia ch’io ebbi rotta la persona|III, 118-123}}) *''[[w:Or le bagna la pioggia e move il vento|Or le bagna la pioggia e move il vento]]'' [...]. (Manfredi, riferendosi al destino delle sue spoglie: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|verso 130|III, 130}}) *''Per lor maladizion sì non si perde, | che non possa tornar, l'etterno amore, | mentre che la speranza ha fior del verde.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Per lor maladizion|III, 133-135}}) *''Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|che ti fa|V, 12}}) *''Vien dietro a me, e lascia dir le genti: | sta come torre ferma, che non crolla | già mai la cima per soffiar di venti; | ché sempre l'omo in cui pensier rampolla | sovra pensier, da sé dilunga il segno, | perché la foga l'un de l'altro insolla.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Vien dietro a me|V, 13-18}}) *''Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo, | ti priego, se mai vedi quel paese | che siede tra [[Romagna]] e quel di Carlo,'' {{NDR|Carlo II d'Angiò}} ''| che tu mi sie di tuoi prieghi cortese | in Fano, sì che ben per me s'adori | pur ch'i' possa purgar le gravi offese.'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo|V, 67-72}}) *''Vid'io | [[Emorragia|de le mie vene farsi in terra laco]].'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|vid'io|V, 83-84}}) *{{NDR|Su [[Pia de' Tolomei]]}}''"Deh, quando tu sarai tornato al mondo | e riposato de la lunga via", | seguitò 'l terzo spirito al secondo, | "ricorditi di me, che son la Pia; | [[Siena]] mi fé, disfecemi [[Maremma]]: | salsi colui che 'nnanellata pria | disposando m'avea con la sua gemma".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Deh, quando tu sarai tornato al mondo|V, 130-136}}) *''Pur Virgilio si trasse a lei, pregando | che ne mostrasse la miglior salita; | e quella non rispuose al suo dimando, | ama di nostro paese e de la vita | ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava | "[[Mantova|Mantüa]] ...", e l'ombra, tutta in sé romita, | surse ver' lui del loco ove pria stava, | dicendo: "O Mantoano, io son Sordello | de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ama di nostro paese|VI, 67-75}}) *''Ahi serva [[Italia]], di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in gran tempesta, | non donna di provincie, ma bordello!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi serva Italia|VI, 76-78}}) *''Ahi gente che dovresti esser devota, | e lasciar seder Cesare in la sella, | se bene intendi ciò che Dio ti nota, | guarda come esta fiera è fatta fella | per non esser corretta da li sproni, | poi che ponesti mano a la predella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi gente che dovresti esser devota|VI, 91-96}}) *''Rade volte risurge per li rami ''{{NDR|figli}}'' | l'umana probitate; e questo vole | quei che la dà, perché da lui si chiami.'' (Sordello: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VII|Rade volte|VII, 121-123}}) *''Era già [[tramonto|l'ora che volge il disio]] | ai navicanti e 'ntenerisce il core | lo dì c' han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d'amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Era già l'ora che volge il disio|VIII, 1-6}}) *''Per lei''<ref>Beatrice d'Este, moglie di [[w:Nino Visconti|Nino Visconti]].</ref>'' assai di lieve si comprende | quanto in [[donna|femmina]] foco d'amor dura, | se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.'' (Nino Visconti: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Per lei assai di lieve si comprende|VIII, 76-78}}) *''Oh vana gloria de l'umane posse! | com' poco verde in su la cima dura, | se non è giunta da l'etati grosse! | Credette [[Cimabue]] ne la pittura | tener lo campo, e ora ha [[Giotto]] il grido, | sì che la fama di colui è scura. | Così ha tolto [[Guido Cavalcanti|l'uno]] a l'[[Guido Guinizelli|altro Guido]] | la gloria de la lingua; e forse è nato | chi l'uno e l'altro caccerà del nido. | Non è il mondan romore altro ch'un fiato | di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, | e muta nome perché muta lato.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Oh vana gloria de l'umane posse!|XI, 91-102}}) *''Colui {{NDR|Provenzano Salvani}} che del cammin sì poco piglia | dinanzi a me, Toscana sonò tutta; | e ora a pena in Siena sen pispiglia, | ond'era sire quando fu distrutta | la rabbia fiorentina, che superba | fu a quel tempo sì com'ora è putta.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 109-114}}) *{{NDR|Su Provenzano Salvani}} ''"Quando vivea più glorïoso", disse, | "liberamente nel [[Piazza del Campo|Campo di Siena]], | ogne vergogna diposta, s'affisse.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 133-135}}) *''Mostrava come i figli si gittaro | sovra [[Sennacherìb]] dentro dal tempio, | e come, morto lui, quivi il lasciaro'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Mostrava come i figli si gittaro|XII, 52-54}}) *''Or [[superbia|superbite]], e via col viso altero, | figliuoli d'Eva, e non chinate il volto | sì che veggiate il vostro mal sentero!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Or superbite|XII, 70-72}}) *''A noi venìa la [[angelo|creatura bella]], | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|A noi venìa la creatura bella|XII, 88-90}}) *''O gente umana, per volar sù nata, | perché a poco vento così cadi?'' (l'Angelo dell'umiltà: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|o gente umana|XII, 95-96}}) *''Ahi quanto son diverse quelle foci | da l'infernali! ché quivi per canti | s'entra, e là giù per lamenti feroci.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Ahi quanto son diverse quelle foci|XII, 112-114}}) *''Tu li vedrai tra quella gente vana | che spera in Talamone, e perderagli | più di speranza ch'a trovar la Diana''. (Sapìa Salvani: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIII|Tu li vedrai tra quella gente vana|XIII, 151-153}}) *[...] ''tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno'' {{NDR|la [[Romagna]]}} [...] ([[:s:Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|XIV, 92]]) *''Oh [[Romagna|Romagnuoli]] tornati in bastardi! | Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? | quando in Faenza un Bernardin di Fosco, | verga gentil di picciola gramigna?'' (Guido del Duca: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|Oh Romagnuoli tornati in bastardi!|XIV, 99-102}}) *''Che volse dir lo spirto di Romagna'' {{NDR|Guido del Duca}}'', | e 'divieto' e 'consorte' menzionando?'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XV|Che volse dir lo spirto di Romagna|XV, 44-45}}) *''Lume v'è dato a bene e a malizia''. (Marco Lombardo: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|lume v'è dato a bene e a malizia|XVI, 75}}) *''L'anima semplicetta che sa nulla, | salvo che, mossa da lieto fattore, | volontier torna a ciò che la trastulla.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI||XVI, 88-90}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/43|p. 11]].</ref> *''Le [[legge|leggi]] son, ma chi pon mano ad esse? | Nullo, però che 'l pastor che procede, | rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; | per che la gente, che sua guida vede | pur a quel ben fedire ond'ella è ghiotta, | di quel si pasce, e più oltre non chiede. | Ben puoi veder che la mala [[comportamento|condotta]] | è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, | e non natura che 'n voi sia corrotta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?|XVI, 97-105}}) *''[...] quale aspetta prego e l’uopo vede, | malignamente già si mette al nego.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|riga57|XVII, 59-60}}) *''Ciascun confusamente un bene apprende | nel qual si queti l'animo, e disira; | per che di giugner lui ciascun contende.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|Ciascun confusamente un bene apprende|XVII, 127-129}}) *''Fino a quel punto misera e partita | da Dio anima fui'' {{NDR|[[papa Adriano V]]}}'', del tutto [[avarizia|avara]]; | or, come vedi, qui ne son punita.''<ref>Secondo molti commentatori qui Dante attribuisce a papa Adriano V, Ottobuono dei Fieschi (conti di Lavagna), papa dal 11 luglio 1276 al 18 agosto (giorno del suo decesso) dello stesso anno, caratteristiche che pare appartenessero invece ad uno dei suoi predecessori ed omonimo, Adriano IV, l'inglese Nicola Breakspear, papa dal dicembre 1154 al settembre 1159.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIX|Fino a quel punto misera e partita|XIX, 112-114}}) *''Queste parole m'eran sì piaciute, | ch'io mi trassi oltre per aver [[contezza]] | di quello spirto onde parean venute.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Queste parole|XX, 28-30}}) *''Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, | veggio ''{{NDR|Carlo II d'Angiò, re di Puglia}}'' in Alagna ''{{NDR|Anagni}}'' intrar lo fiordaliso, | e nel vicario suo ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'' Cristo esser catto.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Perché men paia il mal futuro|XX, 85-87}}) *''Ma perché lei che dì e notte fila | non li avea tratta ancora la conocchia | che Cloto impone a ciascuno e compila,'' | [...]. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|Ma perché lei che dì e notte fila|XXI, 25-27}}) *''De l'[[Eneide|Eneïda]] dico, la qual mamma | fummi, e fummi nutrice, poetando: | sanz'essa non fermai peso di dramma.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|de l'Eneïda dico|XXI, 97-99}}) *''Veramente più volte [[Apparenza|appaion]] cose | che danno a dubitar falsa matera | per le vere ragion che son nascose.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Veramente più volte appaion cose|XXII, 28-30}}) *''Facesti come quei che va di notte, | che porta il lume dietro e sé non giova, | ma dopo sé fa le persone dotte''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Facesti come quei che va di notte|XXII, 67-69}}) *''Più pensava [[Maria]] onde | fosser [[Tramutazione dell'acqua in vino|le nozze]] orrevoli e intere, | ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde. || E le Romane antiche, per lor bere, | contente furon d'acqua; e [[Daniele (profeta)|Danïello]] | dispregiò cibo e acquistò savere. || Lo [[Età dell'oro|secol primo]], quant'oro fu bello, | fé savorose con fame le ghiande, | e nettare con sete ogne ruscello. || Mele e locuste furon le vivande | che nodriro il [[Giovanni Battista|Batista]] nel diserto; | per ch'elli è glorïoso e tanto grande || quanto per lo Vangelio v'è aperto.'' (Stazio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Poi disse|XXII, 142-154}}) *''Io dicea fra me stesso pensando: "Ecco | la gente che perdé [[Gerusalemme|Ierusalemme]], | quando Maria nel figlio diè di becco!".''<ref>Qui Dante fa riferimento a quanto [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] narra nella sua ''Guerra giudaica'' a proposito della guerra di Roma contro gli ebrei: l'assedio di Gerusalemme fu così lungo e duro per gli assediati che una certa Maria avrebbe ucciso il figlio per cibarsi delle sue carni.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Io dicea fra me stesso pensando|XXIII, 28-30}}) *''Tutta esta gente che piangendo canta | per seguitar la [[Gola (ingordigia)|gola]] oltra misura, | in fame e 'n sete qui si rifà santa.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Tutta esta gente che piangendo canta|XXIII, 64-66}}) *''"O frate, issa vegg'io", diss'elli, "il nodo | che [[Giacomo da Lentini|'l Notaro]] e [[Guittone d'Arezzo|Guittone]] e [[Bonagiunta Orbicciani|me]] ritenne | di qua dal [[dolce stil novo]] ch'i' odo! || Io veggio ben come le vostre penne | di retro al dittator sen vanno strette, | che de le nostre certo non avvenne; || e qual più a gradire oltre si mette, | non vede più da l'uno a l'altro stilo"; | e, quasi contentato, si tacette.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|O frate|XXIV, 55-63}}) *''Sì accostati a l'un d'i due vivagni ''{{NDR|orli del cerchio}}'' | passammo, udendo colpe de la gola | seguite già da miseri guadagni.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|Sì accostati|XXIV, 127-129}}) *''Così per entro loro schiera bruna | s'mmusa l'una con l'altra [[formica]], | forse a spïar lor via e lor fortuna.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|così per entro|XXVI, 34-36}}) *''La nova gente: "Soddoma e Gomorra"; | e l'altra: "Ne la vacca entra Pasife, | perché 'l torello a sua [[lussuria]] corra".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|la nova gente|XXVI, 40-42}}) *[...] ''giovane e bella in sogno mi parea | donna vedere andar per una landa | cogliendo fiori; e cantando dicea: || "Sappia qualunque il mio nome dimanda | ch'i' mi son [[Lia (Bibbia)|Lia]], e vo movendo intorno | le belle mani a farmi una ghirlanda. || Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; | ma mia suora [[Rachele|Rachel]] mai non si smaga | dal suo miraglio, e siede tutto giorno. || Ell'è d'i suoi belli occhi veder vaga | com'io de l'addornarmi con le mani; | lei lo vedere, e me l'ovrare appaga".'' (XXVII, 97-108) *''Non aspettar mio dir più né mio cenno; | libero, dritto e sano è tuo [[Libero arbitrio|arbitrio]], | e fallo fora non fare a suo senno: | per ch'io te sovra te corono e mitrio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVII|Non aspettar mio dir più né mio cenno;|XXVII, 139-142}}) *''Sovra candido vel cinta d'uliva | donna m'apparve, sotto verde manto | vestita di color di fiamma viva.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Sovra candido vel cinta d’uliva|XXX, 31-33}}) *''"Conosco i segni de l'antica fiamma". | Ma Virgilio n'avea lasciati scemi | di sé, Virgilio dolcissimo patre, | Virgilio a cui per mia salute die'mi.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Conosco i segni de l'antica fiamma|XXX, 48-51}})<ref>({{Cfr|m}} ''Adgnosco veteris vestigia flammae'' ([[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]''). ''Vedi'' [[w:Conosco i segni de l'antica fiamma|Conosco i segni de l'antica fiamma]] su Wikipedia)</ref> *''Ché pianger ti conven per altra spada.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|ché pianger ti conven per altra spada.|XXX, 57}}) ===[[Explicit]]=== <poem> Io ritornai da la santissima onda rifatto sì come piante novelle rinovellate di novella fronda, puro e disposto a salire a le stelle. </poem> ===Citazioni sul ''Purgatorio''=== *Nel canto XI, la parafrasi del ''Pater'' è d'una bellezza che ha del prodigioso; il linguaggio umano si eleva d'un tratto a un'altezza che noi non raggiungiamo più; si direbbe che la grazia {{sic|inebbrii}} tale linguaggio, ma d'un'ebbrezza divina che conserva tutta la sua lucidità. Manca a Dante il balbettamento del mistico che esce dall'estasi; questo uomo cammina nell'azzurro come su una strada. ([[Julien Green]]) ==''Paradiso''== ===[[Incipit]]=== <poem> La [[Gloria di Dio|gloria]] di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. </poem> ===Citazioni=== *''Poca favilla gran fiamma seconda''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Poca favilla gran fiamma seconda|I, 34}}) *''Trasumanar significar per verba | non si poria; però l'essemplo basti | a cui esperïenza grazia serba.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Trasumanar|I, 70-72}}) *''Intra due cibi, distanti e moventi | d'un modo, prima si morria di fame, | che liber'omo l'un recasse ai [[dente|denti]]''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|Intra due cibi|IV, 1-3}}) *''[[Volontà]], se non vuol, non s'ammorza, | ma fa come natura face in foco, | se mille volte vïolenza il torza.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|volontà|IV, 76-78}}) *''Apri la mente a quel ch'io ti paleso | e fermalvi entro; ché non fa [[conoscenza|scïenza]], | sanza lo [[memoria|ritenere]], avere inteso.'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Apri la mente|V, 40-42}}) *''Siate, [[Cristiano (religione)|Cristiani]], a muovervi più gravi: | non siate come penna ad ogne vento, | e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. | Avete il novo e 'l vecchio Testamento, | e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; | questo vi basti a vostro salvamento. | Se mala cupidigia altro vi grida, | uomini siate, e non pecore matte, | sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Siate, Cristiani|V, 73-81}}) *{{NDR|Sulla [[Provenza]]}} ''Quella sinistra riva che si lava | di Rodano poi ch'è misto con Sorga'' [...]. ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 58-59]]) *[...] ''e quel [[Reggio Calabria|corno d'Ausonia]] che s'imborga | di Bari e di Gaeta e di Catona, | da ove Tronto e Verde in mare sgorga.''<ref>il poeta si riferisce alla fortificazione che sorgeva nel quartiere di Catona</ref> ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 61-63]]) *''E la bella [[Sicilia|Trinacria]], che caliga | tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo | che riceve da Euro maggior briga, | non per Tifeo ma per nascente solfo, | attesi avrebbe li suoi regi ancora, | nati per me di Carlo e di Ridolfo, | se mala segnoria, che sempre accora | li popoli suggetti, non avesse | mosso [[Palermo]] a gridar: "Mora, mora!".''<ref>Riferimento ai [[Vespri Siciliani]].</ref> (Carlo Martello: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|E la bella Trinacria|VIII, 67-75}}) *''E non pur le nature [[Provvidenza|provedute]] | sono in la mente ch'è da sé perfetta, | ma esse insieme con la lor salute: | per che quantunque quest'arco saetta | disposto cade a proveduto [[Scopo|fine]], | sì come cosa in suo segno diretta.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 100-105}}) *[...] ''ma tosto fia che [[Padova]] al palude | cangerà l'acqua che Vincenza bagna, | per essere al dover le genti crude; | e [[Treviso|dove]] Sile e Cagnan s'accompagna, | [[Rizzardo II da Camino|tal]] signoreggia e va con la testa alta, | che già per lui carpir si fa la ragna.'' (Cunizza da Romano: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|ma tosto fia che Padova|IX, 46-51}}) *''[[Firenze|La tua città]], che di [[Lucifero|colui]] è pianta | che pria volse le spalle al suo fattore | e di cui è la 'nvidia tanto pianta, | produce e spande il [[Fiorino|maladetto fiore]] | c'ha disvïate le pecore e li agni, | però che fatto ha lupo del pastore. | Per questo l'Evangelio e i dottor magni | son derelitti, e solo ai Decretali | si studia, sì che pare a' lor vivagni. | A questo intende il [[papa]] e' cardinali; | non vanno i lor pensieri a Nazarette, | là dove Gabrïello aperse l'ali. | Ma Vaticano e l'altre parti elette | di Roma che son state cimitero | a la milizia che Pietro seguette, | tosto libere fien de l'avoltero.'' (Folchetto di Marsiglia: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|La tua città|IX, 127-142}}) *''Guardando nel suo Figlio con l'Amore | che l'uno e l'altro etternalmente spira, | lo primo e ineffabile Valore | quanto per mente e per loco si gira | con tant' ordine fé, ch'esser non puote | sanza gustar di lui chi ciò rimira.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Guardando nel suo Figlio con l'Amore|X, 1-6}}) *''Lo [[sole|ministro maggior de la natura]], | che del valor del ciel lo mondo imprenta | e col suo lume il tempo ne misura, | con quella parte che sù si rammenta | congiunto, si girava per le spire | in che più tosto ognora s’appresenta'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|riga27|X, 28-33}}) *''E se le [[fantasia|fantasie]] nostre son basse | a tanta altezza, non è maraviglia; | ché sopra 'l sol non fu [[occhio]] ch'andasse.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|E se le fantasie nostre|X, 46-48}}) *''Ne la corte del cielo, ond' io rivegno, | si trovan molte gioie care e belle | tanto che non si posson trar del regno; | e 'l canto di quei lumi era di quelle; | chi non s'impenna sì che là sù voli, | dal muto aspetti quindi le novelle.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Ne la corte del cielo|X, 70-75}}) *''O insensata cura de' mortali, | quanto son difettivi silogismi | quei che ti fanno in basso batter l'ali! | Chi dietro a iura e chi ad amforismi | sen giva, e chi seguendo sacerdozio, | e chi regnar per forza o per sofismi, | e chi rubare e chi civil negozio, | chi nel diletto de la carne involto | s'affaticava e chi si dava a l'ozio, | quando, da tutte queste cose sciolto, | con Bëatrice m'era suso in cielo | cotanto glorïosamente accolto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|O insensata cura de' mortali|XI, 1-12}}) *{{NDR|Su [[Francesco d'Assisi|Francesco]] e [[Domenico di Guzmán|Domenico]]}} ''L'un fu tutto serafico in ardore; | l'altro per sapïenza in terra fue | di cherubica luce uno splendore.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|san Francesco e san Domenico|XI, 37-39}}) *''Intra Tupino e l'acqua che discende | del colle eletto dal beato Ubaldo, | fertile costa d'alto monte pende, | onde [[Perugia]] sente freddo e caldo | da Porta Sole; e di rietro le piange | per grave giogo Nocera con Gualdo. | Di questa costa, là dov' ella frange | più sua rattezza, nacque al mondo un sole, | come fa questo talvolta di Gange. | Però chi d'esso loco fa parole, | non dica [[Assisi|Ascesi]], ché direbbe corto, | ma Orïente, se proprio dir vuole.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Intra Tupino|XI, 43-54}}) *''Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! | Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro | dietro a [[Francesco d'Assisi|lo sposo]], sì [[Povertà|la sposa]] piace.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!|XI, 82-84}}) *''E questo ti sia sempre piombo a' piedi, | per farti mover lento com' uom lasso | e al sì e al no che tu non vedi: | ché quelli è tra li stolti bene a basso, | che sanza distinzione afferma e nega | ne l'un così come ne l'altro passo; | perch' elli 'ncontra che più volte piega | l'oppinïon corrente in falsa parte, | e poi l'affetto l'intelletto lega. | Vie più che 'ndarno da riva si parte, | perché non torna tal qual e' si move, | chi pesca per lo vero e non ha l'arte. | E di ciò sono al mondo aperte prove | [[Parmenide]], [[Melisso di Samo|Melisso]] e [[Brisso]] e molti, | li quali andaro e non sapëan dove; | sì fé [[Sabellius|Sabellio]] e [[Ario|Arrio]] e quelli stolti | che furon come spade a le Scritture | in render torti li diritti volti. | Non sien le genti, ancor, troppo sicure | a giudicar, sì come quei che stima | le biade in campo pria che sien mature; | ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima | lo prun mostrarsi rigido e feroce, | poscia portar la rosa in su la cima; | e legno vidi già dritto e veloce | correr lo mar per tutto suo cammino, | perire al fine a l'intrar de la foce. | Non creda donna Berta e ser Martino, | per vedere un furare, altro offerere, | vederli dentro al consiglio divino; | ché quel può surgere, e quel può cadere.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIII|E questo|XIII, 112-142}}) *''Qual si lamenta perché qui si moia | per viver colà sù, non vide quive | lo refrigerio de l'etterna ploia. | Quell' uno e due e tre che sempre vive | e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, | non circunscritto, e tutto circunscrive, | tre volte era cantato da ciascuno | di quelli spirti con tal melodia, | ch'ad ogne merto saria giusto muno.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV|Qual si lamenta perché qui si moia|XIV, 25-33}}) *[...] ''distinta da minori e maggi | lumi biancheggia tra' poli del mondo | [[Via Lattea|Galassia]] sì, che fa dubbiar ben saggi'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV||XIV, 97-99}}) *''Ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso | tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo | de la mia gloria e del mio paradiso.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XV|ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso|XV, 34-36}}) *''Sempre la [[confusione|confusion]] de le persone | principio fu del mal de la cittade.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|Sempre la confusion de le persone|XVI, 67-68}}) *''E come 'l volger del ciel de la [[luna]] | cuopre e discuopre i liti sanza posa, | così fa di [[Firenze|Fiorenza]] la Fortuna: | per che non dee parer mirabil cosa | ciò ch'io dirò de li alti Fiorentini | onde è la fama nel tempo nascosa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|E come 'l volger del ciel de la luna|XVI, 82-87}}) *''Tu proverai sì come sa di [[sale]] | lo [[pane]] altrui, e come è duro calle | lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 58-60}}) *''{{NDR|Su Bartolomeo della Scala}} [...] in te avrà sì benigno riguardo, | che del fare e del chieder, tra voi due, | fia primo quel che tra li altri è più tardo.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 74-75}}) *''E quel che mi convien ritrar testeso ''{{NDR|subito}}'', | non portò voce mai, né scrisse [[inchiostro|incostro]], | né fu per [[fantasia]] già mai compreso''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|E quel che mi convien ritrar testeso|XIX, 7-9}}) *''Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, | per giudicar di lungi mille miglia | con la veduta corta d'una spanna?'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|Or tu chi se|XIX, 79-81}}) *''E quel che vedi ne l'arco declivo, | [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo]] fu, cui quella terra plora | che piagne Carlo e Federigo vivo: | ora conosce come s'innamora | lo ciel del giusto rege, e al sembiante | del suo fulgore il fa vedere ancora.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|E quel che vedi|XX, 61-66}}) *''Quale [[allodola|allodetta]] che 'n aere si spazia | prima cantando, e poi tace contenta | de l'ultima dolcezza che la sazia, | tal mi sembiò l'imago de la 'mprenta | de l'etterno piacere, al cui disio | ciascuna cosa qual ell' è diventa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|Quale allodetta|XX, 73-78}}) *''In quel loco fu' io [[Pietro Damiano]], | e Pietro Peccator fu' ne la casa | di Nostra Donna in sul lito adriano. | Poca vita mortal m'era rimasa, | quando fui chiesto e tratto a quel cappello, | che pur di male in peggio si travasa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXI|Pietro Damiano|XXI, 121-126}}) *''L'aiuola che ci fa tanto feroci, | volgendom' io con li etterni Gemelli, | tutta m'apparve da' colli a le foci; | poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXII|L'aiuola che ci fa tanto feroci|XXII, 151-154}}) *{{NDR|Sulla ''Commedia''}} [...] ''{{'}}l poema sacro | al quale ha posto mano e cielo e terra'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV||XXV, 1-2}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/37|p. 5]].</ref> *''La Chiesa militante alcun figliuolo | non ha con più [[speranza]], com' è scritto | nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: | però li è conceduto che d'Egitto | vegna in [[Gerusalemme|Ierusalemme]]''<ref>Qui Dante intende per Ierusalemme la cosiddetta "Gerusalemme celeste", cioè il [[paradiso]].</ref>'' per vedere, | anzi che 'l militar li sia prescritto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV|La Chiesa militante|XXV, 52-57}}) *''Opera naturale è ch'uom favella; | ma così o così, natura lascia | poi fare a voi secondo che v'abbella.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVI|Opera naturale è ch'uom favella|XXVI, 130-132}}) *''Quand' ïo udi': «Se io ''{{NDR|[[Pietro apostolo|San Pietro]]}}'' mi trascoloro, | non ti maravigliar, ché, dicend' io, | vedrai trascolorar tutti costoro. | Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, | il luogo mio, il luogo mio che vaca | ne la presenza del [[Gesù|Figliuol di Dio]], | fatt' ha del cimitero mio cloaca | del sangue e de la puzza; onde 'l perverso | che cadde di qua sù, là giù si placa».'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVII|San Pietro|XXVII, 19-27}}) *''La piaga che [[Maria]] richiuse e unse, | quella ch'è tanto bella da' suoi piedi | è [[Eva|colei]] che l'aperse e che la punse. || Ne l'ordine che fanno i terzi sedi, | siede [[Rachele|Rachel]] di sotto da costei | con Bëatrice, sì come tu vedi. || [[Sara (Bibbia)|Sarra]] e [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]], [[Giuditta|Iudìt]] e [[Rut (personaggio biblico)|colei]] | che fu bisava al [[Davide|cantor]] che per doglia | del fallo disse "Miserere mei", || puoi tu veder così di soglia in soglia | giù digradar, com' io ch'a proprio nome | vo per la rosa giù di foglia in foglia.'' (Bernardo: XXXII, 4-15) *''[[Maria|Vergine Madre]], figlia del tuo figlio, | umile e alta più che creatura, | termine fisso d'etterno consiglio, | tu se' colei che l'[[uomo|umana natura]] | nobilitasti sì, che 'l suo fattore | non disdegnò di farsi sua fattura.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 1-6}}) *''La tua benignità non pur soccorre | a chi domanda, ma molte fïate | liberamente al dimandar precorre.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 16-18}}) ===[[Explicit]]=== <poem> A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, [[Dio|l'amor]] che move il [[sole]] e l'altre [[stella|stelle]]. </poem> ===Citazioni sul ''Paradiso''=== *Il paradiso dantesco è l'apoteosi del virtuale, degli immateriali, del puro software, senza il peso dello hardware terrestre e infernale, di cui rimangono i cascami nel purgatorio. Il ''Paradiso'' è più che moderno, può diventare, per il lettore che abbia dimenticato la storia, tremendamente futuribile. È il trionfo di una energia pura, ciò che la ragnatela del [[Internet|Web]] ci promette e non saprà mai darci, è una esaltazione di flussi, di corpi senz'organi, un poema fatto di novae e stelle nane, un [[Big Bang]] ininterrotto, un racconto le cui vicende corrono per la lunghezza di anni luce e, se proprio volete ricorrere a esempi familiari, una trionfale [[2001: Odissea nello spazio|odissea nello spazio]], a lietissimo fine. Se volete, leggete il ''Paradiso'' anche così, male non potrà farvi e sarà meglio di una discoteca stroboscopica e dell'ecstasy. Perché, quanto a estasi, la terza cantica mantiene le sue promesse. ([[Umberto Eco]]) *Subito, nei primi versi del ''Paradiso'', nell'invocazione ad Apollo, [[Dante Alighieri|Dante]] chiarisce perché la sfida sia estrema:<br><br>{{Centrato|''Entra nel petto mio, e spira tue {{!}} sì come quando [[Marsia|Marsïa]] traesti {{!}} de la vagina de le membra sue.''}}<br>[[Dio]], l'ispiratore della poesia sacra, viene paragonato ad Apollo, quando spellò vivo Marsia, che aveva osato sfidarlo, e ne estrasse il corpo scorticato dalla pelle – la guaina, la «vagina» delle sue membra. Dunque la poesia sacra, che Dante sta per iniziare, porta con sé l'ombra di un delitto mitico: è essa stessa un delitto; ci distrugge, ci annichila, ci uccide, sia pure per farci uscire da noi e farci conoscere la rivelazione. Dante ci mette sull'avviso: il suo libro sacro sarà tremendo, molto più dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', e chi oserà leggerlo dovrà contare su un coraggio intellettuale, che nemmeno per un attimo potrà distendersi e rallentare. Tutta quella luce non ci illuda. Tutto quell'amore non ci incanti. Se il libro di Dante è tremendo, se senza fine l'Apollo cristiano spellerà davanti ai nostri occhi il corpo vivo di Marsia, è per una ragione evidente. Dio è tremendo. Come i veri credenti sanno, Dio non è nulla di misurato o tranquillo o ragionevole o pacato: è un «infinito eccesso», una fatale sovrabbondanza rispetto a tutti gli uomini e alle cose create. ([[Pietro Citati]]) ==Similitudini== *''E come quei che con lena affannata | uscito fuor del pelago a la riva | si volge a l'acqua perigliosa e guata, | così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, | si volse a retro a rimirar lo passo | che non lasciò già mai persona viva.'' (da ''Inferno, I, 22-27'') *''E qual è quei che volontieri acquista, | e giugne 'l tempo che perder lo face, | che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; | tal mi fece la bestia sanza pace, | che, venendomi 'ncontro, a poco a poco | mi ripigneva là dove 'l sol tace.'' (da ''Inferno, I, 55-60'') *''E qual è quei che disvuol ciò che volle | e per novi pensier cangia proposta, | sì che dal cominciar tutto si tolle, | tal mi fec'ïo 'n quella oscura costa, | perché, pensando, consumai la 'mpresa | che fu nel cominciar cotanto tosta.'' (da ''Inferno, II, 37-42'') *''Quali i fioretti, dal notturno gelo | chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca | si drizzan tutti aperti in loro stelo, | tal mi fec'io di mia virtute stanca.'' (da ''Inferno, II, 127-130'') *''Diverse lingue, orribili favelle, | parole di dolore, accenti d'ira, | voci alte e fioche, e suon di man con elle | facevano un tumulto, il qual s'aggira | sempre in quell'aura sanza tempo tinta, | come la rena quando turbo spira.'' (da ''Inferno, III, 25-30'') *''Come d'[[autunno]] si levan le [[foglia|foglie]] | l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo | vede a la terra tutte le sue spoglie, | similmente il mal seme d'Adamo | gittansi di quel lito ad una ad una, | per cenni come augel per suo richiamo.'' (da ''Inferno, III, 112-117'') *''Io venni in luogo d'ogni luce muto, | che mugghia come fa mar per tempesta, | se da contrari venti è combattuto.'' (da ''Inferno, V, 28-30'') *''E come li stornei ne portan l'ali | nel freddo tempo a schiera larga e piena, | così quel fiato li spiriti mali | di qua, di là, di giù, di su li mena; | nulla speranza li conforta mai, | non che di posa, ma di minor pena. | E come i gru van cantando lor lai, | faccendo in aere di sé lunga riga, | così vidi venir, traendo guai, | ombre portate da la detta briga;'' (da ''Inferno, V, 40-49'') *''Quali [[colomba|colombe]], dal disio chiamate, | con l'ali alzate e ferme al dolce nido | vegnon per l'aere, dal voler portate; | cotali uscir de la schiera ov'è Dido, | a noi venendo per l'aere maligno, | sì forte fu l'affettüoso grido.'' (da ''Inferno, V, 82-87'') *''Qual è quel [[cane]] ch'abbaiando agogna, | e si racqueta poi che 'l pasto morde, | ché solo a divorarlo intende e pugna, | cotai si fecer quelle facce lorde | de lo demonio [[Cerbero]], che 'ntrona | l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.'' (da ''Inferno, VI, 28-33'') *''Quali dal [[vento]] le gonfiate [[vela (sistema di propulsione)|vele]] | caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, | tal cadde a terra la fiera crudele.'' (da ''Inferno, VII, 13-15'') *''Come fa l'onda là sovra Cariddi, | che si frange con quella in cui s'intoppa, | così convien che qui la gente riddi.'' (da ''Inferno, VII, 22-24'') ===Citazioni sulle similitudini=== *La similitudine in Dante, pur nella sua immediatezza e nel suo realismo, si carica sempre di accenti morali. (dalle note curate da Emilio Alessandro Panaitescu a ''La Divina Commedia'', Fabbri, Milano, 1982) *Delle similitudini e immagini è me' tacere che dirne poco, perché in queste non ha avuto mai pari; così nell'appropriarle maravigliosamente a proposito, come nell'esprimere felicemente, e secondo la propria natura loro, le {{sic|imagini}} brevissimamente, quell'altre più largamente, e non però di soperchio. ([[Vincenzo Borghini]]) ==Citazioni sulla ''Divina Commedia''== *[[Gotico]] significava goffo, rozzo, informe. Ad un edificio gotico presto s'avvezzarono i Britanni ad eguagliare la «Commedia», ritengo dietro l'esempio dei Francesi, dimentichi delle marmoree commedie sollevate al cielo dagli avi loro, nelle età barbare e caotiche, e spasimanti dietro le forme elleniche, classiche, luminosissime. ([[Arturo Farinelli]]) *Il Divino Poema fu ed è anch'oggi per tutti noi codice di civiltà, fulgore di scienza razionale e {{sic|dommatica}}, dove fede e ragione mostrano al mondo la loro potenza suprema, quando, distinte, pur s'accordano e s'avvalorano a vicenda nell'acquisto del vero e del bene. ([[Augusto Alfani]]) *In Dante veggo essere grandissime e bellissime parti, e le principali tutte che si richieggon a un gran Poema. Che vi sia poi qualche difettuzzo o mancamento, io non lo niego: sia dell'uomo o dell'età, non rileva a questo punto di qual sia più perfetto e migliore, se ben serve o per iscusa o per qualche altra cosa: come non servirebbe a fare che una figura di [[Giotto]] fusse più bella d'una d'[[Andrea del Sarto]], il dire che nell'età di colui l'arte della Pittura non era tanto inluminata, quanto ella fu poi; servirà bene a dire che Giotto in tante tenebre fece miracoli, e non ebbe pari; dove questo altro ebbe manco difficultà assai, e de' pari, e forse de' superiori qualcuno. Ma io non credo che il punto in Dante consista qui, se bene questa scusa ci bisognerà in alcune poche voci solamente quanto attiene alla comparazione del Petrarca. Ma il punto vero sarà qual sia di maggior lode degno o un Epico o Eroico poema grande, non interamente perfetto, o un piccolo e minuto che sia perfetto: perché può bene stare che si truovi una cosa piccola bellissima, pogniam caso una cappellina con bellissima proporzione d'architettura e ricchezza di cornici, che nondimeno non {{sic|arà}} a fare con la {{sic|fabrica}} d'un gran tempio con pochi ornamenti; e in simili comparazione sogliono dire i nostri uomini a tanto per tanto, o pur del tanto, come disse il Villani... ([[Vincenzo Borghini]]) *L'oggetto della Commedia, anche se essa raffigura lo stato delle anime dopo la morte, rimane la vita terrena in tutta la sua ampiezza e il suo contenuto; tutto quanto avviene in alto o in basso nel regno dell'aldilà, si riferisce al dramma dell'uomo nell'aldiquà. ([[Erich Auerbach]]) *La «Commedia» è una gran boscaglia, fitta, densa intricata, che sgomenta al primo entrarvi, e dove non risplende sole. Più franco e sicuro è il passo negli orti ameni, offerti dai poemi allegorici di Francia. I cristianissimi di Spagna, quando vanno in sogno all'altro mondo, e vedono e descrivono gli abissi infernali, chiedono, come i fratelli di Francia, soccorso d'immaginazione a Virgilio più che a Dante. ([[Arturo Farinelli]]) *La Commedia ha rappresentato l'unità fisica, etica e politica del cosmo scolastico-cristiano in un'epoca in cui essa cominciava a perdere la sua invulnerabilità ideologica: l'atteggiamento concettuale di Dante è quello difensivo di un conservatore e la sua lotta tende alla riconquista di ciò che è già perduto. ([[Erich Auerbach]]) *La "Commedia" non è un'opera, è un lungo monologo che mette il lettore di fronte a scelte radicali legate alla tragedia dello stare al mondo e alla speranza di salvezza. ([[Vittorio Sermonti]]) *La {{sic|divina}} Commedia è con ragione chiamata la Bibbia nazionale, è il vero poema cosmopolitico insieme ed italiano. ([[Licurgo Cappelletti]]) *La preferenza dello [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]] riguardo al valore estetico delle tre Cantiche, paragonate fra loro, parrebbe rivolta al Paradiso, in cui le immagini radiose, la gemmea colorazione, il perenne fulgore dello sfondo, dovevano particolarmente gradire al suo spirito sì propenso alle vive irradiazioni, agli effetti di luce e di tinte trasparenti. Inoltre egli osserva come, nell'apprezzamento delle Cantiche, i critici più acuti abbiano invertito il giudizio del volgo ammirando assai più i pregi dell'ultima parte di quelli delle altre. La terza Cantica gli offriva insuperabili splendori d'arte; quell'ascensione del poeta di stella in stella apparivagli come la più fulgida manifestazione della poesia moderna. ([[Federico Olivero]]) *Nell'origin sua la [[poesia]] è la scienza delle umane e divine cose, convertita in immagine fantastica ed armoniosa.<br/>La quale immagine noi, sopra ogn'altro poema italiano ravvisiamo vivamente nella Divina Commedia di Dante, il quale s'innalzò al sommo nell'esprimere, ed alla maggior vivezza pervenne, perché più largamente e più profondamente d'ogni altro nella nostra lingua concepiva: essendo la locuzione immagine dell'intelligenza, da cui il favellare trae la forza e il calore. E giunse egli a sì alto segno d'intendere e profferire, perché dedusse la sua scienza dalla cognizione delle cose divine, in cui le naturali, e le umane e civili, come in terso cristallo, riflettono... ([[Giovanni Vincenzo Gravina]]) *''Officio è del poeta | giovar e dilettar con tal maniera | di stile, che 'l lettore non s'attedia; | e ciò fa Dante ne la sua ''Comedia''.'' ([[Teofilo Folengo]]) *Per la Francia, come per la Spagna, la Germania e l'Inghilterra, la lingua di Dante doveva offrire gravissimi ostacoli ad ognuno che voleva pur internarsi in quel singolarissimo mondo della «Commedia». La lingua e l'afflato della poesia medesima; se non l'intendi in ogni sfumatura più delicata, e non l'hai chiara e vibrante nel cuore, non giungerai alla sua anima; e ti fluttuerà innanzi, sempre velata di mistero. I traduttori più abili non suppliscono alla tua propria virtù di penetrazione, e ridanno infiacchito e travisato l'originale, che pur si rispetta. ([[Arturo Farinelli]]) ===[[Roberto Benigni]]=== *Dante ci fa entrare in quello che solo l'intelligenza è in grado di cercare ma, da sola, non è capace di trovare. La sua forza è essere profondamente laico. Non ha atteggiamenti pappalardeschi, come direbbe lui, da falsi devoti. È religioso senza essere mai pretesco, bigotto. Non si rivolge a Dio, alla Madonna, ai santi. Si rivolge alle Muse, ad Apollo. Il suo universo è la poesia. Si può leggere la Divina commedia senza credere in Dio, ma non senza conoscere il cristianesimo. *Dopo la Divina Commedia c'è di più Dio. C'è proprio, lo si sente, lo si vede. Tutto ciò che è bello è vicino a Dio. È proprio la bellezza che ci porta vicino a Dio. Ci ha portato quasi a guardarlo, a vederlo. *La ''Divina Commedia'' è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima. *Perché non ho scritto ''La Divina Commedia''? Perché non c'ho pensato. *Quando si parla della ''Divina Commedia'' o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l'universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{Interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Divina Commedia| ]] [[Categoria:Poemi]] obpgurvtvhvus6xoxo2xh6vcz0y1zgi 1351376 1351372 2024-11-11T17:48:19Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Ampliata. 1351376 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=altri significati|titolo=[[La Divina Commedia (disambigua)]]}} [[File:Divina Commedia 1555 Edition.png|thumb|Frontespizio dell'edizione giolitina, la prima intitolata ''La Divina Comedia'' (1555)]] {{Torna a|Dante Alighieri}} '''''Divina Commedia''''', conosciuta anche come '''''Comedìa''''' o '''''Commedia''''', poema allegorico-didascalico di [[Dante Alighieri]] scritto tra il 1304 e il 1321. ==''Inferno''== [[File:Alighieri - Divina Commedia, Nel mille quatro cento septe et due nel quarto mese adi cinque et sei - 2384293 id00022000 Scan00006.jpg|miniatura|Incipit dell'''editio princeps'' (1472)]] ===[[Incipit]]=== <poem> Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. </poem> ===Citazioni=== *''Allor fu la [[paura]] un poco queta, | che nel lago del cor m'era durata | la [[notte]] ch'i' passai con tanta pieta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|paura|I, 19-21}}) *''Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta | una lonza {{NDR|lince o leopardo}}''<ref>La lonza, nella simbologia medievale dantesca, rappresenta la lussuria.</ref>'' leggiera e presta molto, | che di pel maculato era coverta; | e non mi si partìa dinanzi al volto, | anzi 'mpediva tanto il mio cammino, | ch'i' fui per ritornar più volte vòlto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|Ed ecco|I, 31-36}}) *''Ma non sì che [[paura]] non mi desse | la vista che m'apparve d'un [[leone]]''<ref>Rappresenta qui la [[superbia]].</ref>''. | Questi parea che contra me venisse | con la test'alta e con rabbiosa [[fame]], | sì che parea che l'aere ne tremesse. | Ed una [[lupo|lupa]]''<ref>La lupa è per Dante il simbolo dell'[[avarizia]].</ref>'', che di tutte brame | sembrava carca ne la sua magrezza, | e molte genti fè già viver grame, | questa mi porse tanto di gravezza | con la paura ch'uscìa di sua vista, | ch'io perdei la [[speranza]] de l'altezza.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|ma non sì che paura non mi desse|I, 44-54}}) *''Molti son li animali a cui s'ammoglia | e più saranno ancora, infin che'l [[veltro]] | verrà, che la farà morir con doglia. || Questi non ciberà terra né peltro, | ma sapïenza, amore e virtute, | e sua nazion sarà tra feltro e feltro. || Di quella umile Italia fia salute | per cui morì la vergine Cammilla, | Eurialo e Turno e Niso di ferute. || Questi la caccerà per ogne villa | fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno | là ove 'nvidia prima dipartilla.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|animali|I, 100-111}}) *''Intendi me' ch'i' non ragiono.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Intendi me' ch'i' non ragiono|II, 36}}) *''L'anima tua è da viltade offesa.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|L'anima tua è da viltade offesa|II, 45}}) *{{NDR|Su Dante}} [...] ''l'amico mio, e non de la ventura'' [...]. (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II||II, 61}})<ref>{{Cfr.}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/53|p. 21]].</ref> *''Temer si dee di sole quelle cose | c'hanno potenza di fare altrui male; | de l'altre no, ché non son [[paura|paurose]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Temer si dee di sole quelle cose|II, 88-90}}) *''[[Maria|Donna]] è gentil nel ciel che si compiange | di questo 'mpedimento ov' io ti mando, | sì che duro giudicio là sù frange.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Donna è gentil nel ciel che si compiange|II, 94-96}}) *''[[Santa Lucia|Lucia]], nimica di ciascun crudele'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Lucia|II, 100}}) *''Per me si va ne la [[inferno|città dolente]], | per me si va ne l'etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | [[Giustizia]] mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e 'l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Per me si va ne la città dolente|III, 1-9}}) *''Non ragioniam di lor, ma guarda e passa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|non ragioniam di lor, ma guarda e passa|III, 51}}) *{{NDR|Su [[papa Celestino V]]<ref>Dante non indica espressamente il nome dell'anima a cui si riferisce. La maggior parte dei critici concorda sul fatto che si tratti di Pietro da Morrone (ovvero Celestino V), ma altre teorie propendono per [[Esaù]] o [[Ponzio Pilato]]. Per approfondire vedi [[w:Che fece per viltade il gran rifiuto|qui]].</ref>}} [...] ''colui | che fece per viltade il gran rifiuto''. (III, 59-60) *''A Dio spiacenti e a' nemici sui''. (III, 63) *''Ed ecco verso noi venir per nave | un vecchio {{NDR|[[Caronte]]}}, bianco per antico pelo, | gridando: "Guai a voi, anime prave! || Non isperate mai veder lo cielo: | i' vegno per menarvi a l'altra riva | ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. || E tu che se' costì, anima viva, | pàrtiti da cotesti che son morti". | Ma poi che vide ch'io non mi partiva, || disse: "Per altra via, per altri porti | verrai a piaggia, non qui, per passare: | più lieve legno convien che ti porti".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Ed ecco|III, 82-93}}) *''Vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|vuolsi così colà dove si puote|III, 95-96}}) *''Quinci fuor quete le lanose gote | al nocchier de la livida palude, | che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|nocchier|III, 97-99}}) *''[[Caronte|Caron]] dimonio, con [[occhio|occhi]] di bragia | loro accennando, tutte le raccoglie; | batte col remo qualunque s'adagia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Caron dimonio|III, 109-111}}) *''«Figliuol mio», disse 'l maestro cortese, | «quelli che muoion nell'[[ira di Dio]] | tutti convegno qui d'ogni paese; e pronti sono a trapassar lo rio | ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disìo».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Figliuol mio|III, 121–125}}) *{{NDR|Su [[Virgilio]]}} ''Onorate l'altissimo poeta''. (IV, 80) *''Mira colui con quella spada in mano, | che vien dinanzi ai tre sì come sire: | quelli è [[Omero]] poeta sovrano''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Mira colui|IV, 86–88}}) *''Poi ch'innalzai un poco più le ciglia, | vidi 'l maestro di color che sanno {{NDR|[[Aristotele]]}} | seder tra filosofica famiglia''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Poi ch'innalzai|IV, 130-132}}) *''[[Democrito]], che 'l mondo a caso pone.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Democrito|IV, 136}}) *''E vidi il buono accoglitor del quale, | [[Dioscoride|Dïascoride]] dico''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|E vidi|IV, 139-140}}) *''Così discesi del cerchio primaio | giù nel secondo, che men loco cinghia | e tanto più dolor, che punge a guaio. | Stavvi [[Minosse|Minòs]] orribilmente, e ringhia: | essamina le colpe ne l'intrata; | giudica e manda secondo ch'avvinghia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Così discesi|V, 1-6}}) *''"O tu che vieni al doloroso ospizio", | disse Minòs a me quando mi vide, | lasciando l'atto di cotanto offizio, | "guarda com'entri e di cui tu ti fide; | non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!". | E 'l duca mio a lui: "Perché pur gride? | Non impedir lo suo fatale andare: | vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|O tu che vieni|V, 16-21}}) *''«La prima di color di cui novelle | tu vuo' saper» mi disse quelli {{NDR|Virgilio}} allotta, | «fu imperadrice di molte favelle. | A vizio di [[lussuria]] fu sì rotta, | che lìbito fé licito in sua legge | per tòrre il biasimo in che era condotta. | Ell'è [[Semiramide|Semiramis]], di cui si legge | che succedette a Nino e fu sua sposa: | tenne la terra che 'l Soldan corregge. | L' altra è colei {{NDR|Didone}} che s' ancise amorosa | e ruppe fede al cener di Sicheo; | poi è Cleopatràs lussurïosa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|La prima di color di cui novelle|V, 52–63}}) *''Siede la terra dove nata fui'' {{NDR|la [[Romagna]]}} ''| su la marina dove 'l Po discende | per aver pace co' seguaci sui.'' ([[Francesca da Rimini]]: V, 97-99) *''[[Amore|Amor]], ch'al cor gentil ratto s'apprende, | prese costui de la bella persona | che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. | Amor, ch'a nullo amato amar perdona, | mi prese del costui piacer sì forte, | che, come vedi, ancor non m'abbandona. | Amor condusse noi ad una morte. | Caina attende chi a vita ci spense.'' (Francesca da Rimini: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Amor|V, 100-107}}) *''E quella {{NDR|Francesca}} a me: «Nessun maggior [[dolore]] | che ricordarsi del [[tempo]] felice | ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|E quella a me|V, 121-123}}) *''Quando leggemmo il disïato riso | esser basciato da cotanto amante, | questi, che mai da me non fia diviso, | la bocca mi basciò tutto tremante.''<ref>Secondo [[Umberto Saba]] (''Scorciatoie e raccontini'') il verso «''La bocca mi baciò tutto tremante''» è uno dei due più belli della letteratura italiana insieme a «''L'uno buggera l'altro, Santità''», tratto da un sonetto classicamente attribuito a [[Giuseppe Gioachino Belli]] ma probabilmente apocrifo.</ref>'' | Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: | quel giorno più non vi leggemmo avante".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Quando leggemmo|V, 133-138}}) *''Mentre che l'uno spirto questo disse, | l'altro piangëa, sì che di pietade | io venni men così com'io morisse. | E caddi come corpo morto cade.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Mentre che l'uno spirto questo disse|V, 139-142}}) *''Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: | per la dannosa colpa della [[Gola (ingordigia)|gola]], | come tu vedi, alla pioggia mi fiacco''. (Ciacco: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Voi cittadini mi chiamaste Ciacco|VI, 52–54}}) *''Giusti son due, e non vi sono intesi; | superbia, invidia e avarizia sono | le tre faville c'hanno i cuori accesi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Giusti son due, e non vi sono intesi|VI, 73-75}}) *''[[w:Pape Satàn, pape Satàn aleppe|Pape Satàn, pape Satàn aleppe!]]'' (Pluto: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Pape Satàn|VII, 1}}) *''Questi fuor cerchi, che non han coperchio | piloso al capo, e [[papa|papi]] e [[cardinale|cardinali]], | in cui usa [[avarizia]] il suo soperchio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Questi fuor cherci|VII, 46–48}}) *''E quelli a me: Oh creature sciocche, | quanta ignoranza è quella che v'offende!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|E quelli a me: Oh creature sciocche|VII, 70-71}}) *''Fitti nel limo dicon:'' {{NDR|gli [[ira]]condi}}'' "Tristi fummo | ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, | portando dentro accidïoso fummo: | or ci attristiam ne la belletta negra". | Quest'inno si gorgoglian ne la strozza, | ché dir nol posson con parola integra.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Fitti nel limo|VII, 121–126}}) *''Or se' giunta, anima fella!'' (il demone [[Flegias|Flegiàs]] a Dante; {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Or se' giunta|VIII, 18}}) *''Quanti si tegnon or là sù gran regi | che qui staranno come porci in brago, | di sé lasciando orribili dispregi!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Quanti si tegnon|VIII, 49-51}}) *''Chi è costui che sanza morte | va per lo regno de la morta gente?'' (demoni: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi è costui che sanza morte|VIII, 84-85}}) *''Chi m' ha negate le dolenti case!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi m' ha negate|VIII, 120}}) *''O voi ch'avete li 'ntelletti sani, | mirate la dottrina che s'asconde | sotto 'l velame de li versi strani.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IX|O voi|IX, 61-63}}) *''Però a la dimanda che mi faci | quinc'entro satisfatto sarà tosto, | e al disio ancor che tu mi taci. || E io: «Buon duca, non tegno riposto | a te mio cuor se non per dicer poco, | e tu m'hai non pur mo a ciò disposto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Però a la dimanda che mi faci|X, 16-21}}) *''Ed el mi disse: "Volgiti! Che fai? | Vedi là Farinata che s'è dritto: | da la cintola in sù tutto 'l vedrai". || Io avea già il mio viso nel suo fitto; | ed el s'ergea col petto e con la fronte | com'avesse l'inferno a gran dispitto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Ed el mi disse|X, 31-36}}) *''D'ogne malizia, ch'odio in cielo acquista, | ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale | o con forza o con frode altrui contrista. | Ma perché frode è de l'uom proprio male, | più spiace a Dio; e però stan di sotto | li frodolenti, e più dolor li assale.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|D'ogne malizia|XI, 22-27}}) *''Puossi far forza ne la deïtade, | col cor negando e [[bestemmia]]ndo quella, | e spregiando natura e sua bontade; | e però lo minor giron suggella | del segno suo e Soddoma e Caorsa | e chi, spregiando Dio col cor, favella.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Puossi far forza|XI, 46-51}}) *''La [[frode]], ond'ogne coscïenza è morsa, | può l'omo usare in colui che 'n lui fida | e in quel che fidanza non imborsa. | Questo modo di retro par ch'incida | pur lo vinco d'amor che fa natura; | onde nel cerchio secondo s'annida | ipocresia, lusinghe e chi affattura, | falsità, ladroneccio e simonia, | ruffian, baratti e simile lordura.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|La frode|XI, 52-60}}) *''O sol che sani ogne vista turbata, | tu mi contenti sì quando tu solvi, | che, non men che saver, dubbiar m'aggrata.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|O sol che sani|XI, 91-93}}) *''Da queste due, se tu ti rechi a mente | lo Genesì dal principio, convene | prender sua vita e avanzar la gente | e perché l'[[usura|usuriere]] altra via tene, | per sé natura e per la sua seguace | dispregia, poi ch'in altro pon la spene.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Da queste due, se|XI, 106-111}}) *[...] ''e 'n su la punta de la rotta lacca | l'infamïa di [[Creta|Creti]] era distesa || che fu concetta ne la falsa vacca; | e quando vide noi, sé stesso morse, | sì come quei cui l'ira dentro fiacca. || Lo savio mio inver' lui gridò: "Forse | tu credi che qui sia 'l [[Teseo|duca d'Atene]], | che sù nel mondo la morte ti porse? || Pàrtiti, bestia, ché questi non vene | ammaestrato da la tua sorella, | ma vassi per veder le vostre pene". || Qual è quel toro che si slaccia in quella | c'ha ricevuto già 'l colpo mortale, | che gir non sa, ma qua e là saltella, || vid'io lo [[Minotauro]] far cotale; | e quello accorto gridò: "Corri al varco; | mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale"''. ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XII|XII, 11-27]]) *''Non han sì aspri sterpi né sì folti | quelle fiere selvagge che 'n odio hanno | tra Cecina e Corneto i luoghi cólti.'' ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 7-9]]) *''[[Credere|Cred]]'io ch'ei credette ch'io credesse'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|Cred’io ch’ei credette ch’io credesse|XIII, 25}}) *''Io son colui che tenni ambo le chiavi | del cor di Federigo, e che le volsi, | serrando e disserrando''. ([[Pier della Vigna]]: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 58-60]]) *''L'animo mio, per disdegnoso gusto, | credendo col morir fuggir disdegno, | ingiusto fece me contra me giusto''. (Pier della Vigna: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 70-72]]) *''Siete voi qui, ser Brunetto?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Siete voi qui, ser Brunetto?|XV, 30}}) *''Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; | gent'è avara, invidiosa e superba: | dai lor costumi fa che tu ti forbi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Vecchia fama nel mondo li chiama orbi|XV, 67-69}}) *''Ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, | la cara e buona imagine paterna | di voi quando nel mondo ad ora ad ora || m'insegnavate come l'uom s'etterna.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora|XV, 82-85}}) *''Poi si rivolse, e parve di coloro | che [[corsa|corrono]] a Verona il drappo verde | per la campagna; e parve di costoro | quelli che vince, non colui che perde.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Poi si rivolse|XV, 121-124}}) *''Ahi quanto cauti li uomini esser dienno | presso a color che non veggion pur l'ovra, | ma per entro i pensier miran col senno!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Ahi quanto cauti|XVI, 118-120}}) *''Sempre a quel ver c' ha faccia di menzogna | de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, | però che sanza colpa fa vergogna''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Sempre a quel ver|XVI, 124-126}}) *''Ecco la fiera con la coda aguzza, | che passa i monti e rompe i muri e l'armi! | Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVII|Ecco la fiera con la coda aguzza|XVII, 1-3}}) *''O Simon mago, o miseri seguaci | che le cose di Dio, che di bontate | deon essere spose, e voi rapaci | per oro e per argento avolterate, | or convien che per voi suoni la tromba, | però che ne la terza bolgia state.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O Simon mago|XIX, 1-6}}) *''O somma sapïenza, quanta è l'arte | che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, | e quanto giusto tua virtù comparte!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O somma sapïenza|XIX, 10-12}}) *''E io: "Tanto m'è bel, quanto a te piace: | tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto | dal tuo volere, e sai quel che si tace".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Tanto m'è bel|XIX, 37-39}}) *''Ed el'' {{NDR|[[papa Niccolò III]]}} ''gridò: "Se' tu già costì ritto, | se' tu già costì ritto, [[Papa Bonifacio VIII|Bonifazio]]? | Di parecchi anni mi mentì lo scritto. | Se' tu sì tosto di quell'aver sazio | per lo qual non temesti tòrre a 'nganno | la bella donna'' {{NDR|la Chiesa}}'', e poi di farne strazio?".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Ed el gridò|XIX, 52-57}}) *''Nuovo Iasón sarà, di cui si legge | ne' Maccabei; e come a quel fu molle | suo re, così fia [[Papa Clemente V|lui]] chi Francia regge. {{NDR|[[Filippo il bello]]}}'' (papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Nuovo Iasón sarà|XIX, 85-87}}) *''Deh, or mi dì: quanto tesoro volle | Nostro Segnore in prima da san Pietro | ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa? | Certo non chiese se non "Viemmi retro". [...] E se non fosse ch'ancor lo mi vieta | la reverenza de le somme chiavi | che tu tenesti ne la vita lieta, | io userei parole ancor più gravi; | ché la vostra avarizia il mondo attrista, | calcando i buoni e sollevando i pravi. [...] Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; | e che altro è da voi a l'idolatre, | se non ch'elli uno, e voi ne orate cento? | Ahi, [[Costantino I|Costantin]], di quanto mal fu matre, | non la tua conversion, ma quella dote | che da te prese il primo ricco patre!'' (Dante a papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Deh, or mi dì|XIX, 90-117}}) *''Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto | di tua lezione, or pensa per te stesso | com'io potea tener lo viso asciutto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Se Dio ti lasci|XX, 19-21}}) *''Ancor se' tu de li altri sciocchi? | Qui vive la pietà quand'è ben morta; | chi è più scellerato che colui | che al giudicio divin passion comporta?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Ancor se' tu|XX, 27-30}}) *''Mira c' ha fatto petto de le spalle; | perché [[divinazione|volse veder troppo davante]], | di retro guarda e fa retroso calle.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Mira c' ha fatto|XX, 37-39}}) *''Suso in Italia bella giace un laco, | a piè de l'Alpe che serra Lamagna | sovra Tiralli, c'ha nome [[Lago di Garda|Benaco]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Suso in Italia bella|XX, 61-63}}) *''Fer la città sovra quell'ossa morte; | e per colei che 'l loco prima elesse, | Mantüa l'appellar sanz'altra sorte''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Fer la città sovra|XX, 91-93}}) *''E io: "Maestro, i tuoi ragionamenti | mi son sì certi e prendon sì mia fede, | che li altri mi sarien carboni spenti"''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Maestro, i tuoi ragionamenti|XX, 100-102}}) *''Quell'altro che ne' fianchi è così poco, | [[Michele Scoto|Michele Scotto]] fu, che veramente | de le magiche frode seppe 'l gioco.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Michele Scotto|XX, 115-117}}) *'' Mettetel sotto, ch'i' torno per anche | a quella terra ch'i' ho ben fornita {{NDR|[[Lucca]]}}: | Ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; | del no, per li [[denaro|denar]], vi si fa ita.''<ref>''Ita'' in latino significa "sì".</ref> ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|Mettetel sotto|XXI, 39-42}}) *''Ed elli avea [[Flatulenza|del cul]] [[Trombettiere|fatto trombetta]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|ed elli|XXI, 139}}) *''Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa | coi santi, e in taverna coi ghiottoni.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa|XXII, 14-15}}) *''Tra male gatte era venuto 'l sorco.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Tra male gatte era venuto 'l sorco|XXII, 58}}) *''Ahi [[Pistoia]], Pistoia, ché non stanzi | d'incenerarti sì che più non duri, | poi che 'n mal fare il [[seme]] tuo avanzi?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Ahi Pistoia|XXV, 10-12}}) *''come procede innanzi da l'ardore, | per lo papiro suso, un color [[marrone|bruno]] | che non è nero ancora e 'l bianco more.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|come procede innanzi da l'ardore|XXV, 64-66}}) *<ref>Nella settima bolgia delle [[w:Malebolge|Malebolge]] sono puniti i [[ladro|ladri]]. La metà di questi ha sembianze di serpente, mentre l'altra metà vanta aspetto umano, e quando un serpente morde un uomo, questo diventa serpente e l'altro diviene uomo, si scambiano i ruoli: nei versi proposti, Dante descrive la raccapricciante metamorfosi di ambedue le specie, definendosi in ciò superiore a [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], autore delle celebri ''[[Publio Ovidio Nasone#Metamorfosi|Metamorfosi]]'', e a [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], nipote di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] e autore del ''[[Marco Anneo Lucano#Pharsalia|Bellum civile]]''. Ovidio e Lucano sono già stati visti da Dante e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] sua guida nel Limbo ([[s:Divina Commedia/Inferno/Canto IV|IV]], v. 90).</ref>''Come 'l [[ramarro]] sotto la gran fersa | dei [[giorno|dì]] canicular, cangiando sepe, | folgore par se la [[via]] attraversa, | sì pareva, venendo verso l'[[pancia|epe]] | de li altri due, un serpentello acceso, | livido e nero come gran di pepe; | e quella parte onde prima è preso | nostro [[cibo|alimento]], a l'un di lor trafisse; | poi cadde giuso innanzi lui disteso. | Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; | anzi, co' piè fermati, sbadigliava | pur come [[sonno]] o [[febbre]] l'assalisse. | Elli 'l [[serpente]] e quei lui riguardava; | l'un per la piaga e l'altro per la [[bocca]] | fummavan forte, e 'l [[fumo|fummo]] si scontrava. | [[tacere|Taccia]] [[Marco Anneo Lucano|Lucano]] omai là dov'e' tocca | del misero Sabello e di Nasidio, | e attenda a udir quel ch'or si scocca. | Taccia di Cadmo e d'Aretusa [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], | ché se quello in serpente e quella in fonte | converte [[poesia|poetando]], io non lo [[invidia|'nvidio]]; | ché due [[natura|nature]] mai a fronte a fronte | non trasmutò sì ch'amendue le forme | a cambiar lor matera fosser pronte. | Insieme si rispuosero a tai norme, | che 'l serpente la coda in forca fesse, | e 'l feruto ristrinse insieme l'orme. | Le gambe con le cosce seco stesse | s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura | non facea segno alcun che si paresse. | Togliea la coda fessa la figura | che si perdeva là, e la sua pelle | si facea molle, e quella di là dura. | Io vidi intrar le braccia per l'ascelle, | e i due piè de la fiera, ch'eran corti, | tanto allungar quanto accorciavan quelle. | Poscia li piè di rietro, insieme attorti, | diventaron lo membro che l'uom cela, | e 'l misero del suo n'avea due porti. | Mentre che 'l [[fumo|fummo]] l'uno e l'altro vela | di color novo, e genera 'l pel suso | per l'una parte e da l'altra il dipela, | l'un si levò e l'altro cadde giuso, | non torcendo però le [[occhio|lucerne]] empie, | sotto le quai ciascun cambiava muso. | Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, | e di troppa matera ch'in là venne | uscir li orecchi de le gote scempie; | ciò che non corse in dietro e si ritenne | di quel soverchio, fé naso a la [[viso|faccia]] | e le labbra ingrossò quanto convenne. | Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, | e li orecchi ritira per la [[testa]] | come face le corna la lumaccia; | e la [[lingua]], ch'avëa unita e presta | prima a parlar, si fende, e la forcuta | ne l'altro si richiude; e 'l [[fumo|fummo]] resta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Come 'l ramarro sotto la gran fersa|XXV, 79-135}}) *''Godi, [[Firenze|Fiorenza]], poi che se' sì grande | che per mare e per terra batti l'ali, | e per lo 'nferno tuo nome si spande!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Godi, Fiorenza|XXVI, 1-3}}) *''Là dentro si martira | [[Ulisse]] e Dïomede, e così insieme | a la vendetta vanno come a l'ira; | e dentro da la lor fiamma si geme | l'agguato del caval che fé la porta | onde uscì de' Romani il gentil seme.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Rispuose a me: "Là dentro si martira|XXVI, 55-60}}) *''Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e [[conoscenza|canoscenza]].'' [...] ''e volta nostra poppa nel mattino, | de' remi facemmo ali al folle volo'' [...]. ([[Ulisse]]: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Considerate la vostra semenza|XXVI, 118-125}}) *''Cinque volte racceso e tante casso | lo lume era di sotto dalla [[luna]] | poi ch'entrati eravam nell'alto passo'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Cinque volte racceso|XXVI, 130–132}}) *''Romagna tua non è, e non fu mai, | sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai. | Ravenna sta come stata è molt'anni: | l'aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni. | La terra che fé già la lunga prova | e di Franceschi sanguinoso mucchio, | sotto le branche verdi si ritrova. | E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, | che fecer di Montagna il mal governo, | là dove soglion fan d'i denti succhio. | Le città di Lamone e di Santerno | conduce il lïoncel dal nido bianco, | che muta parte da la state al verno. | E quella cu' il Savio bagna il fianco,'' {{NDR|[[Cesena]]}} ''| così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, | tra tirannia si vive e stato franco.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|E quella|XXVII, 37-54}}) *''Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, | credendomi, sì cinto, fare ammenda; | e certo il creder mio venìa intero, | se non fosse il gran prete ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'', a cui mal prenda!'' (Guido da Montefeltro: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|Io fui uom d'arme|XXVII, 67-70}}) *''Ch'assolver non si può chi non si [[pentimento|pente]], | né pentere e volere insieme puossi | per la contradizion che nol consente.'' (un diavolo: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|assolver non si può chi non si pente|XXVII, 118-120}}) *''Mentre che tutto in lui veder m'attacco, | guardommi e con le man s'aperse il petto, | dicendo: «Or vedi com' io mi dilacco! | vedi come storpiato è [[Maometto|Mäometto]]!»'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Maometto|XXVIII, 28-31}}) *''Rimembriti di Pier da Medicina, | se mai torni a veder lo dolce piano | che da Vercelli a Marcabò dichina.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Pier da Medicina|XXVIII, 73-75}}) *''[[coscienza morale|Coscïenza]] m'assicura, | la buona compagnia che l'uom francheggia | sotto l'asbergo del sentirsi pura.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|coscienza m'assicura|XXVIII, 115-117}}) *''«Io fui d'[[Arezzo]], e Albero da [[Siena]]», | rispuose l'un, «mi fé mettere al foco; | ma quel per ch'io mori' qui non mi mena»''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Io fui d'Arezzo|XXIX, 109-111}}) *''Or fu già mai | gente sì vana come la [[Siena|sanese]]? | Certo non la francesca sì d'assai!'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Or fu già mai|XXIX, 121-123}}) *''E io a lui: "Chi son li due tapini | che fumman come man bagnate 'l verno, | giacendo stretti a' tuoi destri confini?". || "Qui li trovai – e poi volta non dierno –", | rispuose, "quando piovvi in questo greppo, | e non credo che dieno in sempiterno. || L'una è [[Moglie di Putifarre|la falsa]] ch'accusò [[Giuseppe (patriarca)|Gioseppo]]; | l'altr'è 'l falso [[Sinone|Sinon]] greco di Troia: | per febbre aguta gittan tanto leppo".'' (XXX, 91-99) *''Maggior difetto men vergogna lava''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Maggior difetto men vergogna lava|XXX, 142}}) *''Ché voler ciò udire è bassa voglia''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Ché voler ciò udire è bassa voglia|XXX, 148}}) *''Dove l'argomento de la mente | s'aggiugne al mal volere e a la possa, | nessun riparo vi può far la gente''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Dove l'argomento de la mente|XXXI, 55-57}}) *''"Raphèl maì amècche zabì almi", | cominciò a gridar la fiera bocca, | cui non si convenia più dolci salmi. || E 'l duca mio ver' lui: "Anima sciocca, | tienti col corno, e con quel ti disfoga | quand'ira o altra passïon ti tocca! || Cércati al collo, e troverai la soga | che 'l tien legato, o anima confusa, | e vedi lui che 'l gran petto ti doga". || Poi disse a me: "Elli stessi s'accusa; | questi è [[Nimrod|Nembrotto]] per lo cui mal coto | pur un linguaggio nel mondo non s'usa. || Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; | ché così è a lui ciascun linguaggio | come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto".'' (XXXI, 67-81) *''Qual pare a riguardar la [[Bologna|Garisenda]] | 'sotto 'l chinato, quando un nuvol vada | sovr'essa sí, che ella incontro penda | tal parve [[Anteo]] a me che stava a bada | di vederlo chinare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Garisenda|XXXI, 136 – 138}}) *''La bocca sollevò dal fiero pasto | quel peccator, forbendola a' capelli | del capo ch'elli avea di retro guasto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|La bocca sollevò dal fiero pasto|XXXIII, 1-3}}) *[...] ''Tu vuo' ch'io rinovelli | disperato dolor che 'l cor mi preme | già pur pensando, pria ch'io ne favelli.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Tu vuo' ch'io rinovelli|XXXIII, 4-6}}) *''Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Questi|XXXIII, 28-30}}) *''Ben se' crudel, se tu già non ti duoli | pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; | e se non piangi, di che pianger suoli?'' (Ugolino: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ben se' crudel, se tu già non ti duoli|XXXIII, 40-42}}) *''Poscia, più che 'l dolor, poté 'l [[digiuno]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Poscia|XXXIII, 75}}) *''Ahi [[Pisa]], vituperio de le genti | del bel paese là dove 'l [[sì]] suona, | poi che i vicini a te punir son lenti, | muovasi la Capraia e la Gorgona, | e faccian siepe ad Arno in su la foce, | sì ch'elli annieghi in te ogne persona! | Che se 'l conte Ugolino aveva voce | d'aver tradita te de le castella, | non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Pisa|XXXIII, 79-87}}) *''Ahi [[Genovesi]], uomini diversi | d'ogni costume e pien d'ogni magagna, | perché non siete voi del mondo spersi? | Che col peggior spirto di Romagna | trovai di voi un tal {{NDR|Branca d'Oria}}, che, per sua opra, | in anima in Cocito già si bagna | ed in corpo par vivo ancor di sopra''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Genovesi|XXXIII, 151 – 157}}) *''Io non mori' e non rimasi vivo: | pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, | qual io divenni, d'uno e d'altro privo.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIV|Io non mori' e non rimasi vivo|XXXIV, 25-27}}) *''Lo [[Lucifero|'mperador del doloroso regno]] | da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia'' [...]. (XXXIV, 28-29) *''S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, | e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, | ben dee da lui procedere ogne lutto.'' (XXXIV, 34-36) *''Da ogne bocca dirompea co' denti | un peccatore, a guisa di maciulla, | sì che tre ne facea così dolenti. || A quel dinanzi il mordere era nulla | verso 'l graffiar, che talvolta la schiena | rimanea de la pelle tutta brulla. || "Quell'anima là sù c'ha maggior pena", | disse 'l maestro, "è [[Giuda Iscariota|Giuda Scarïotto]], | che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. || De li altri due c' hanno il capo di sotto, | quel che pende dal nero ceffo è [[Marco Giunio Bruto|Bruto]]: | vedi come si storce, e non fa motto!; || e l'altro è [[Gaio Cassio Longino|Cassio]], che par sì membruto".'' (XXXIV, 55-67) ===[[Explicit]]=== <poem> Salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. </poem> ===Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>''Inferno''=== ====[[Vittorio Sermonti]]==== *All'inferno nessuno ha rimorsi, fuorché Dante; tutti, semmai, hanno rimpianti. *E se l'Ottocento diffidò di questo canto {{NDR|canto VII}}, dove trovava «il descrittivo» ma non «il drammatico», sarà anche perché non praticava le euforiche mortificazioni della società affluente, i processi di identificazione collettiva nei simboli del consumo, e tanto meno (se possiamo permetterci la spudoratezza dell'anacronismo) la coazione all'improperio, alla rissa, allo scontro frontale che tiranneggia il nostro Sisifo di massa negli ingorghi di traffico. *Fatto è, che in nessun altro canto come in questo {{NDR|canto III}} (e nel successivo) Dante si tiene tanto addossato al suo Virgilio: Non si contano i versi che meriterebbero di esser letti con il testo del VI libro dell'Eneide a fronte. Meriterebbero: infatti, le variazioni che Dante apporta nel travaso da lingua a lingua, da cultura a cultura, minime spesso, sono sempre, comunque, decisive. *{{NDR|Sul canto IV}} Non c'è canto della Commedia così gremito di nomi propri: 48, uno ogni tre versi. ==''Purgatorio''== ===[[Incipit]]=== <poem> Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele; </poem> ===Citazioni=== *''[[Cielo|Dolce color d’orïental zaffiro,]] | che s’accoglieva nel sereno aspetto | del mezzo, puro infino al primo giro, | a li occhi miei ricominciò diletto, | tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta | che m’avea contristati li occhi e ’l petto. | [[Venere (astronomia)|Lo bel pianeto]] che d’amar conforta | faceva tutto rider l’orïente, | velando i Pesci ch’erano in sua scorta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|riga12|I, 13-21}}) *''Lo duca mio allor mi diè di piglio, | e con parole e con mani e con cenni | reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|Lo duca mio allor mi diè di piglio|I, 49-51}}) *''[[Libertà]] va cercando, ch'è sì cara, | come sa chi per lei vita rifiuta.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|libertà va cercando|I, 71-72}}) *''Già era 'l [[sole]] a l'orizzonte giunto | lo cui meridïan cerchio coverchia | [[Gerusalemme|Ierusalèm]] col suo più alto punto.''<ref>Qui Dante si rifà alla credenza medievale che Gerusalemme fosse al centro della terra, sita fra il meridiano del fiume [[Gange]] e la [[Spagna]] occidentale e che, ritenendo la terra abitata tutta nell'emisfero boreale, l'isola del paradiso si trovasse al punto opposto rispetto a Gerusalemme, con la quale condivideva quindi l'orizzonte astronomico.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Già era 'l sole|II, 1-3}}) *''Noi eravam lunghesso mare ancora, | come gente che pensa a suo cammino, | che va col cuore e col corpo dimora.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Noi eravam lunghesso mare ancora|II, 10-12}}) *''O dignitosa coscïenza e netta, | come t'è picciol fallo amaro morso!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|o dignitosa coscïenza|III, 8-9}}) *''E 'l mio conforto: «Perché pur diffidi?», | a dir mi cominciò tutto rivolto; | «non credi tu me teco e ch'io ti guidi?»'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|E ‘l mio conforto: «Perché pur diffidi?»|III, 22-24}}) *''State contenti, umana gente, al ''quia''; | ché, se potuto aveste veder tutto, | mestier non era parturir [[Maria]]''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|State contenti|III, 37-39}}) *''Ché perder tempo a chi più sa più spiace''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|ché perder tempo|III, 78}}) *''Come le [[pecora|pecorelle]] escon del chiuso | a una, a due, a tre, e l'altre stanno | timidette atterrando l'occhio e 'l muso; | e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, | addossandosi a lei, s'ella s'arresta, | semplici e quete, e lo 'mperché non sanno''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Come le pecorelle|III, 79-84}}) *{{NDR|Incontro con [[Manfredi di Sicilia]]}} ''Biondo era e bello e di gentile aspetto, | ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|biondo era e bello|III, 107-108}}) *''Poscia ch'io ebbi rotta la persona | di due punte mortali, io mi rendei, | piangendo, a quei che volontier perdona. || Orribil furon li peccati miei; | ma la bontà infinita ha sì gran braccia, | che prende ciò che si rivolge a lei.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Poscia ch’io ebbi rotta la persona|III, 118-123}}) *''[[w:Or le bagna la pioggia e move il vento|Or le bagna la pioggia e move il vento]]'' [...]. (Manfredi, riferendosi al destino delle sue spoglie: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|verso 130|III, 130}}) *''Per lor maladizion sì non si perde, | che non possa tornar, l'etterno amore, | mentre che la speranza ha fior del verde.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Per lor maladizion|III, 133-135}}) *''Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|che ti fa|V, 12}}) *''Vien dietro a me, e lascia dir le genti: | sta come torre ferma, che non crolla | già mai la cima per soffiar di venti; | ché sempre l'omo in cui pensier rampolla | sovra pensier, da sé dilunga il segno, | perché la foga l'un de l'altro insolla.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Vien dietro a me|V, 13-18}}) *''Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo, | ti priego, se mai vedi quel paese | che siede tra [[Romagna]] e quel di Carlo,'' {{NDR|Carlo II d'Angiò}} ''| che tu mi sie di tuoi prieghi cortese | in Fano, sì che ben per me s'adori | pur ch'i' possa purgar le gravi offese.'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo|V, 67-72}}) *''Vid'io | [[Emorragia|de le mie vene farsi in terra laco]].'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|vid'io|V, 83-84}}) *{{NDR|Su [[Pia de' Tolomei]]}}''"Deh, quando tu sarai tornato al mondo | e riposato de la lunga via", | seguitò 'l terzo spirito al secondo, | "ricorditi di me, che son la Pia; | [[Siena]] mi fé, disfecemi [[Maremma]]: | salsi colui che 'nnanellata pria | disposando m'avea con la sua gemma".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Deh, quando tu sarai tornato al mondo|V, 130-136}}) *''Pur Virgilio si trasse a lei, pregando | che ne mostrasse la miglior salita; | e quella non rispuose al suo dimando, | ama di nostro paese e de la vita | ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava | "[[Mantova|Mantüa]] ...", e l'ombra, tutta in sé romita, | surse ver' lui del loco ove pria stava, | dicendo: "O Mantoano, io son Sordello | de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ama di nostro paese|VI, 67-75}}) *''Ahi serva [[Italia]], di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in gran tempesta, | non donna di provincie, ma bordello!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi serva Italia|VI, 76-78}}) *''Ahi gente che dovresti esser devota, | e lasciar seder Cesare in la sella, | se bene intendi ciò che Dio ti nota, | guarda come esta fiera è fatta fella | per non esser corretta da li sproni, | poi che ponesti mano a la predella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi gente che dovresti esser devota|VI, 91-96}}) *''Rade volte risurge per li rami ''{{NDR|figli}}'' | l'umana probitate; e questo vole | quei che la dà, perché da lui si chiami.'' (Sordello: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VII|Rade volte|VII, 121-123}}) *''Era già [[tramonto|l'ora che volge il disio]] | ai navicanti e 'ntenerisce il core | lo dì c' han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d'amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Era già l'ora che volge il disio|VIII, 1-6}}) *''Per lei''<ref>Beatrice d'Este, moglie di [[w:Nino Visconti|Nino Visconti]].</ref>'' assai di lieve si comprende | quanto in [[donna|femmina]] foco d'amor dura, | se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.'' (Nino Visconti: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Per lei assai di lieve si comprende|VIII, 76-78}}) *''Oh vana gloria de l'umane posse! | com' poco verde in su la cima dura, | se non è giunta da l'etati grosse! | Credette [[Cimabue]] ne la pittura | tener lo campo, e ora ha [[Giotto]] il grido, | sì che la fama di colui è scura. | Così ha tolto [[Guido Cavalcanti|l'uno]] a l'[[Guido Guinizelli|altro Guido]] | la gloria de la lingua; e forse è nato | chi l'uno e l'altro caccerà del nido. | Non è il mondan romore altro ch'un fiato | di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, | e muta nome perché muta lato.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Oh vana gloria de l'umane posse!|XI, 91-102}}) *''Colui {{NDR|Provenzano Salvani}} che del cammin sì poco piglia | dinanzi a me, Toscana sonò tutta; | e ora a pena in Siena sen pispiglia, | ond'era sire quando fu distrutta | la rabbia fiorentina, che superba | fu a quel tempo sì com'ora è putta.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 109-114}}) *{{NDR|Su Provenzano Salvani}} ''"Quando vivea più glorïoso", disse, | "liberamente nel [[Piazza del Campo|Campo di Siena]], | ogne vergogna diposta, s'affisse.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 133-135}}) *''Mostrava come i figli si gittaro | sovra [[Sennacherìb]] dentro dal tempio, | e come, morto lui, quivi il lasciaro'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Mostrava come i figli si gittaro|XII, 52-54}}) *''Or [[superbia|superbite]], e via col viso altero, | figliuoli d'Eva, e non chinate il volto | sì che veggiate il vostro mal sentero!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Or superbite|XII, 70-72}}) *''A noi venìa la [[angelo|creatura bella]], | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|A noi venìa la creatura bella|XII, 88-90}}) *''O gente umana, per volar sù nata, | perché a poco vento così cadi?'' (l'Angelo dell'umiltà: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|o gente umana|XII, 95-96}}) *''Ahi quanto son diverse quelle foci | da l'infernali! ché quivi per canti | s'entra, e là giù per lamenti feroci.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Ahi quanto son diverse quelle foci|XII, 112-114}}) *''Tu li vedrai tra quella gente vana | che spera in Talamone, e perderagli | più di speranza ch'a trovar la Diana''. (Sapìa Salvani: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIII|Tu li vedrai tra quella gente vana|XIII, 151-153}}) *[...] ''tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno'' {{NDR|la [[Romagna]]}} [...] ([[:s:Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|XIV, 92]]) *''Oh [[Romagna|Romagnuoli]] tornati in bastardi! | Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? | quando in Faenza un Bernardin di Fosco, | verga gentil di picciola gramigna?'' (Guido del Duca: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|Oh Romagnuoli tornati in bastardi!|XIV, 99-102}}) *''Che volse dir lo spirto di Romagna'' {{NDR|Guido del Duca}}'', | e 'divieto' e 'consorte' menzionando?'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XV|Che volse dir lo spirto di Romagna|XV, 44-45}}) *''Lume v'è dato a bene e a malizia''. (Marco Lombardo: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|lume v'è dato a bene e a malizia|XVI, 75}}) *''L'anima semplicetta che sa nulla, | salvo che, mossa da lieto fattore, | volontier torna a ciò che la trastulla.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI||XVI, 88-90}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/43|p. 11]].</ref> *''Le [[legge|leggi]] son, ma chi pon mano ad esse? | Nullo, però che 'l pastor che procede, | rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; | per che la gente, che sua guida vede | pur a quel ben fedire ond'ella è ghiotta, | di quel si pasce, e più oltre non chiede. | Ben puoi veder che la mala [[comportamento|condotta]] | è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, | e non natura che 'n voi sia corrotta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?|XVI, 97-105}}) *''[...] quale aspetta prego e l’uopo vede, | malignamente già si mette al nego.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|riga57|XVII, 59-60}}) *''Ciascun confusamente un bene apprende | nel qual si queti l'animo, e disira; | per che di giugner lui ciascun contende.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|Ciascun confusamente un bene apprende|XVII, 127-129}}) *''Fino a quel punto misera e partita | da Dio anima fui'' {{NDR|[[papa Adriano V]]}}'', del tutto [[avarizia|avara]]; | or, come vedi, qui ne son punita.''<ref>Secondo molti commentatori qui Dante attribuisce a papa Adriano V, Ottobuono dei Fieschi (conti di Lavagna), papa dal 11 luglio 1276 al 18 agosto (giorno del suo decesso) dello stesso anno, caratteristiche che pare appartenessero invece ad uno dei suoi predecessori ed omonimo, Adriano IV, l'inglese Nicola Breakspear, papa dal dicembre 1154 al settembre 1159.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIX|Fino a quel punto misera e partita|XIX, 112-114}}) *''Queste parole m'eran sì piaciute, | ch'io mi trassi oltre per aver [[contezza]] | di quello spirto onde parean venute.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Queste parole|XX, 28-30}}) *''Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, | veggio ''{{NDR|Carlo II d'Angiò, re di Puglia}}'' in Alagna ''{{NDR|Anagni}}'' intrar lo fiordaliso, | e nel vicario suo ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'' Cristo esser catto.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Perché men paia il mal futuro|XX, 85-87}}) *''Ma perché lei che dì e notte fila | non li avea tratta ancora la conocchia | che Cloto impone a ciascuno e compila,'' | [...]. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|Ma perché lei che dì e notte fila|XXI, 25-27}}) *''De l'[[Eneide|Eneïda]] dico, la qual mamma | fummi, e fummi nutrice, poetando: | sanz'essa non fermai peso di dramma.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|de l'Eneïda dico|XXI, 97-99}}) *''Veramente più volte [[Apparenza|appaion]] cose | che danno a dubitar falsa matera | per le vere ragion che son nascose.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Veramente più volte appaion cose|XXII, 28-30}}) *''Facesti come quei che va di notte, | che porta il lume dietro e sé non giova, | ma dopo sé fa le persone dotte''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Facesti come quei che va di notte|XXII, 67-69}}) *''Più pensava [[Maria]] onde | fosser [[Tramutazione dell'acqua in vino|le nozze]] orrevoli e intere, | ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde. || E le Romane antiche, per lor bere, | contente furon d'acqua; e [[Daniele (profeta)|Danïello]] | dispregiò cibo e acquistò savere. || Lo [[Età dell'oro|secol primo]], quant'oro fu bello, | fé savorose con fame le ghiande, | e nettare con sete ogne ruscello. || Mele e locuste furon le vivande | che nodriro il [[Giovanni Battista|Batista]] nel diserto; | per ch'elli è glorïoso e tanto grande || quanto per lo Vangelio v'è aperto.'' (Stazio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Poi disse|XXII, 142-154}}) *''Io dicea fra me stesso pensando: "Ecco | la gente che perdé [[Gerusalemme|Ierusalemme]], | quando Maria nel figlio diè di becco!".''<ref>Qui Dante fa riferimento a quanto [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] narra nella sua ''Guerra giudaica'' a proposito della guerra di Roma contro gli ebrei: l'assedio di Gerusalemme fu così lungo e duro per gli assediati che una certa Maria avrebbe ucciso il figlio per cibarsi delle sue carni.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Io dicea fra me stesso pensando|XXIII, 28-30}}) *''Tutta esta gente che piangendo canta | per seguitar la [[Gola (ingordigia)|gola]] oltra misura, | in fame e 'n sete qui si rifà santa.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Tutta esta gente che piangendo canta|XXIII, 64-66}}) *''"O frate, issa vegg'io", diss'elli, "il nodo | che [[Giacomo da Lentini|'l Notaro]] e [[Guittone d'Arezzo|Guittone]] e [[Bonagiunta Orbicciani|me]] ritenne | di qua dal [[dolce stil novo]] ch'i' odo! || Io veggio ben come le vostre penne | di retro al dittator sen vanno strette, | che de le nostre certo non avvenne; || e qual più a gradire oltre si mette, | non vede più da l'uno a l'altro stilo"; | e, quasi contentato, si tacette.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|O frate|XXIV, 55-63}}) *''Sì accostati a l'un d'i due vivagni ''{{NDR|orli del cerchio}}'' | passammo, udendo colpe de la gola | seguite già da miseri guadagni.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|Sì accostati|XXIV, 127-129}}) *''Così per entro loro schiera bruna | s'mmusa l'una con l'altra [[formica]], | forse a spïar lor via e lor fortuna.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|così per entro|XXVI, 34-36}}) *''La nova gente: "Soddoma e Gomorra"; | e l'altra: "Ne la vacca entra Pasife, | perché 'l torello a sua [[lussuria]] corra".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|la nova gente|XXVI, 40-42}}) *[...] ''giovane e bella in sogno mi parea | donna vedere andar per una landa | cogliendo fiori; e cantando dicea: || "Sappia qualunque il mio nome dimanda | ch'i' mi son [[Lia (Bibbia)|Lia]], e vo movendo intorno | le belle mani a farmi una ghirlanda. || Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; | ma mia suora [[Rachele|Rachel]] mai non si smaga | dal suo miraglio, e siede tutto giorno. || Ell'è d'i suoi belli occhi veder vaga | com'io de l'addornarmi con le mani; | lei lo vedere, e me l'ovrare appaga".'' (XXVII, 97-108) *''Non aspettar mio dir più né mio cenno; | libero, dritto e sano è tuo [[Libero arbitrio|arbitrio]], | e fallo fora non fare a suo senno: | per ch'io te sovra te corono e mitrio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVII|Non aspettar mio dir più né mio cenno;|XXVII, 139-142}}) *''Sovra candido vel cinta d'uliva | donna m'apparve, sotto verde manto | vestita di color di fiamma viva.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Sovra candido vel cinta d’uliva|XXX, 31-33}}) *''"Conosco i segni de l'antica fiamma". | Ma Virgilio n'avea lasciati scemi | di sé, Virgilio dolcissimo patre, | Virgilio a cui per mia salute die'mi.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Conosco i segni de l'antica fiamma|XXX, 48-51}})<ref>({{Cfr|m}} ''Adgnosco veteris vestigia flammae'' ([[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]''). ''Vedi'' [[w:Conosco i segni de l'antica fiamma|Conosco i segni de l'antica fiamma]] su Wikipedia)</ref> *''Ché pianger ti conven per altra spada.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|ché pianger ti conven per altra spada.|XXX, 57}}) ===[[Explicit]]=== <poem> Io ritornai da la santissima onda rifatto sì come piante novelle rinovellate di novella fronda, puro e disposto a salire a le stelle. </poem> ===Citazioni sul ''Purgatorio''=== *Nel canto XI, la parafrasi del ''Pater'' è d'una bellezza che ha del prodigioso; il linguaggio umano si eleva d'un tratto a un'altezza che noi non raggiungiamo più; si direbbe che la grazia {{sic|inebbrii}} tale linguaggio, ma d'un'ebbrezza divina che conserva tutta la sua lucidità. Manca a Dante il balbettamento del mistico che esce dall'estasi; questo uomo cammina nell'azzurro come su una strada. ([[Julien Green]]) ==''Paradiso''== ===[[Incipit]]=== <poem> La [[Gloria di Dio|gloria]] di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. </poem> ===Citazioni=== *''Poca favilla gran fiamma seconda''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Poca favilla gran fiamma seconda|I, 34}}) *''Trasumanar significar per verba | non si poria; però l'essemplo basti | a cui esperïenza grazia serba.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Trasumanar|I, 70-72}}) *''Intra due cibi, distanti e moventi | d'un modo, prima si morria di fame, | che liber'omo l'un recasse ai [[dente|denti]]''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|Intra due cibi|IV, 1-3}}) *''[[Volontà]], se non vuol, non s'ammorza, | ma fa come natura face in foco, | se mille volte vïolenza il torza.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|volontà|IV, 76-78}}) *''Apri la mente a quel ch'io ti paleso | e fermalvi entro; ché non fa [[conoscenza|scïenza]], | sanza lo [[memoria|ritenere]], avere inteso.'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Apri la mente|V, 40-42}}) *''Siate, [[Cristiano (religione)|Cristiani]], a muovervi più gravi: | non siate come penna ad ogne vento, | e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. | Avete il novo e 'l vecchio Testamento, | e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; | questo vi basti a vostro salvamento. | Se mala cupidigia altro vi grida, | uomini siate, e non pecore matte, | sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Siate, Cristiani|V, 73-81}}) *{{NDR|Sulla [[Provenza]]}} ''Quella sinistra riva che si lava | di Rodano poi ch'è misto con Sorga'' [...]. ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 58-59]]) *[...] ''e quel [[Reggio Calabria|corno d'Ausonia]] che s'imborga | di Bari e di Gaeta e di Catona, | da ove Tronto e Verde in mare sgorga.''<ref>il poeta si riferisce alla fortificazione che sorgeva nel quartiere di Catona</ref> ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 61-63]]) *''E la bella [[Sicilia|Trinacria]], che caliga | tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo | che riceve da Euro maggior briga, | non per Tifeo ma per nascente solfo, | attesi avrebbe li suoi regi ancora, | nati per me di Carlo e di Ridolfo, | se mala segnoria, che sempre accora | li popoli suggetti, non avesse | mosso [[Palermo]] a gridar: "Mora, mora!".''<ref>Riferimento ai [[Vespri Siciliani]].</ref> (Carlo Martello: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|E la bella Trinacria|VIII, 67-75}}) *''E non pur le nature [[Provvidenza|provedute]] | sono in la mente ch'è da sé perfetta, | ma esse insieme con la lor salute: | per che quantunque quest'arco saetta | disposto cade a proveduto [[Scopo|fine]], | sì come cosa in suo segno diretta.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 100-105}}) *[...] ''ma tosto fia che [[Padova]] al palude | cangerà l'acqua che Vincenza bagna, | per essere al dover le genti crude; | e [[Treviso|dove]] Sile e Cagnan s'accompagna, | [[Rizzardo II da Camino|tal]] signoreggia e va con la testa alta, | che già per lui carpir si fa la ragna.'' (Cunizza da Romano: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|ma tosto fia che Padova|IX, 46-51}}) *''[[Firenze|La tua città]], che di [[Lucifero|colui]] è pianta | che pria volse le spalle al suo fattore | e di cui è la 'nvidia tanto pianta, | produce e spande il [[Fiorino|maladetto fiore]] | c'ha disvïate le pecore e li agni, | però che fatto ha lupo del pastore. | Per questo l'Evangelio e i dottor magni | son derelitti, e solo ai Decretali | si studia, sì che pare a' lor vivagni. | A questo intende il [[papa]] e' cardinali; | non vanno i lor pensieri a Nazarette, | là dove Gabrïello aperse l'ali. | Ma Vaticano e l'altre parti elette | di Roma che son state cimitero | a la milizia che Pietro seguette, | tosto libere fien de l'avoltero.'' (Folchetto di Marsiglia: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|La tua città|IX, 127-142}}) *''Guardando nel suo Figlio con l'Amore | che l'uno e l'altro etternalmente spira, | lo primo e ineffabile Valore | quanto per mente e per loco si gira | con tant' ordine fé, ch'esser non puote | sanza gustar di lui chi ciò rimira.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Guardando nel suo Figlio con l'Amore|X, 1-6}}) *''Lo [[sole|ministro maggior de la natura]], | che del valor del ciel lo mondo imprenta | e col suo lume il tempo ne misura, | con quella parte che sù si rammenta | congiunto, si girava per le spire | in che più tosto ognora s’appresenta'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|riga27|X, 28-33}}) *''E se le [[fantasia|fantasie]] nostre son basse | a tanta altezza, non è maraviglia; | ché sopra 'l sol non fu [[occhio]] ch'andasse.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|E se le fantasie nostre|X, 46-48}}) *''Ne la corte del cielo, ond' io rivegno, | si trovan molte gioie care e belle | tanto che non si posson trar del regno; | e 'l canto di quei lumi era di quelle; | chi non s'impenna sì che là sù voli, | dal muto aspetti quindi le novelle.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Ne la corte del cielo|X, 70-75}}) *''O insensata cura de' mortali, | quanto son difettivi silogismi | quei che ti fanno in basso batter l'ali! | Chi dietro a iura e chi ad amforismi | sen giva, e chi seguendo sacerdozio, | e chi regnar per forza o per sofismi, | e chi rubare e chi civil negozio, | chi nel diletto de la carne involto | s'affaticava e chi si dava a l'ozio, | quando, da tutte queste cose sciolto, | con Bëatrice m'era suso in cielo | cotanto glorïosamente accolto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|O insensata cura de' mortali|XI, 1-12}}) *{{NDR|Su [[Francesco d'Assisi|Francesco]] e [[Domenico di Guzmán|Domenico]]}} ''L'un fu tutto serafico in ardore; | l'altro per sapïenza in terra fue | di cherubica luce uno splendore.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|san Francesco e san Domenico|XI, 37-39}}) *''Intra Tupino e l'acqua che discende | del colle eletto dal beato Ubaldo, | fertile costa d'alto monte pende, | onde [[Perugia]] sente freddo e caldo | da Porta Sole; e di rietro le piange | per grave giogo Nocera con Gualdo. | Di questa costa, là dov' ella frange | più sua rattezza, nacque al mondo un sole, | come fa questo talvolta di Gange. | Però chi d'esso loco fa parole, | non dica [[Assisi|Ascesi]], ché direbbe corto, | ma Orïente, se proprio dir vuole.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Intra Tupino|XI, 43-54}}) *''Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! | Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro | dietro a [[Francesco d'Assisi|lo sposo]], sì [[Povertà|la sposa]] piace.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!|XI, 82-84}}) *''E questo ti sia sempre piombo a' piedi, | per farti mover lento com' uom lasso | e al sì e al no che tu non vedi: | ché quelli è tra li stolti bene a basso, | che sanza distinzione afferma e nega | ne l'un così come ne l'altro passo; | perch' elli 'ncontra che più volte piega | l'oppinïon corrente in falsa parte, | e poi l'affetto l'intelletto lega. | Vie più che 'ndarno da riva si parte, | perché non torna tal qual e' si move, | chi pesca per lo vero e non ha l'arte. | E di ciò sono al mondo aperte prove | [[Parmenide]], [[Melisso di Samo|Melisso]] e [[Brisso]] e molti, | li quali andaro e non sapëan dove; | sì fé [[Sabellius|Sabellio]] e [[Ario|Arrio]] e quelli stolti | che furon come spade a le Scritture | in render torti li diritti volti. | Non sien le genti, ancor, troppo sicure | a giudicar, sì come quei che stima | le biade in campo pria che sien mature; | ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima | lo prun mostrarsi rigido e feroce, | poscia portar la rosa in su la cima; | e legno vidi già dritto e veloce | correr lo mar per tutto suo cammino, | perire al fine a l'intrar de la foce. | Non creda donna Berta e ser Martino, | per vedere un furare, altro offerere, | vederli dentro al consiglio divino; | ché quel può surgere, e quel può cadere.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIII|E questo|XIII, 112-142}}) *''Qual si lamenta perché qui si moia | per viver colà sù, non vide quive | lo refrigerio de l'etterna ploia. | Quell' uno e due e tre che sempre vive | e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, | non circunscritto, e tutto circunscrive, | tre volte era cantato da ciascuno | di quelli spirti con tal melodia, | ch'ad ogne merto saria giusto muno.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV|Qual si lamenta perché qui si moia|XIV, 25-33}}) *[...] ''distinta da minori e maggi | lumi biancheggia tra' poli del mondo | [[Via Lattea|Galassia]] sì, che fa dubbiar ben saggi'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV||XIV, 97-99}}) *''Ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso | tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo | de la mia gloria e del mio paradiso.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XV|ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso|XV, 34-36}}) *''Sempre la [[confusione|confusion]] de le persone | principio fu del mal de la cittade.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|Sempre la confusion de le persone|XVI, 67-68}}) *''E come 'l volger del ciel de la [[luna]] | cuopre e discuopre i liti sanza posa, | così fa di [[Firenze|Fiorenza]] la Fortuna: | per che non dee parer mirabil cosa | ciò ch'io dirò de li alti Fiorentini | onde è la fama nel tempo nascosa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|E come 'l volger del ciel de la luna|XVI, 82-87}}) *''Tu proverai sì come sa di [[sale]] | lo [[pane]] altrui, e come è duro calle | lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 58-60}}) *''{{NDR|Su Bartolomeo della Scala}} [...] in te avrà sì benigno riguardo, | che del fare e del chieder, tra voi due, | fia primo quel che tra li altri è più tardo.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 74-75}}) *''E quel che mi convien ritrar testeso ''{{NDR|subito}}'', | non portò voce mai, né scrisse [[inchiostro|incostro]], | né fu per [[fantasia]] già mai compreso''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|E quel che mi convien ritrar testeso|XIX, 7-9}}) *''Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, | per giudicar di lungi mille miglia | con la veduta corta d'una spanna?'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|Or tu chi se|XIX, 79-81}}) *''E quel che vedi ne l'arco declivo, | [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo]] fu, cui quella terra plora | che piagne Carlo e Federigo vivo: | ora conosce come s'innamora | lo ciel del giusto rege, e al sembiante | del suo fulgore il fa vedere ancora.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|E quel che vedi|XX, 61-66}}) *''Quale [[allodola|allodetta]] che 'n aere si spazia | prima cantando, e poi tace contenta | de l'ultima dolcezza che la sazia, | tal mi sembiò l'imago de la 'mprenta | de l'etterno piacere, al cui disio | ciascuna cosa qual ell' è diventa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|Quale allodetta|XX, 73-78}}) *''In quel loco fu' io [[Pietro Damiano]], | e Pietro Peccator fu' ne la casa | di Nostra Donna in sul lito adriano. | Poca vita mortal m'era rimasa, | quando fui chiesto e tratto a quel cappello, | che pur di male in peggio si travasa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXI|Pietro Damiano|XXI, 121-126}}) *''L'aiuola che ci fa tanto feroci, | volgendom' io con li etterni Gemelli, | tutta m'apparve da' colli a le foci; | poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXII|L'aiuola che ci fa tanto feroci|XXII, 151-154}}) *{{NDR|Sulla ''Commedia''}} [...] ''{{'}}l poema sacro | al quale ha posto mano e cielo e terra'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV||XXV, 1-2}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/37|p. 5]].</ref> *''La Chiesa militante alcun figliuolo | non ha con più [[speranza]], com' è scritto | nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: | però li è conceduto che d'Egitto | vegna in [[Gerusalemme|Ierusalemme]]''<ref>Qui Dante intende per Ierusalemme la cosiddetta "Gerusalemme celeste", cioè il [[paradiso]].</ref>'' per vedere, | anzi che 'l militar li sia prescritto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV|La Chiesa militante|XXV, 52-57}}) *''Opera naturale è ch'uom favella; | ma così o così, natura lascia | poi fare a voi secondo che v'abbella.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVI|Opera naturale è ch'uom favella|XXVI, 130-132}}) *''Quand' ïo udi': «Se io ''{{NDR|[[Pietro apostolo|San Pietro]]}}'' mi trascoloro, | non ti maravigliar, ché, dicend' io, | vedrai trascolorar tutti costoro. | Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, | il luogo mio, il luogo mio che vaca | ne la presenza del [[Gesù|Figliuol di Dio]], | fatt' ha del cimitero mio cloaca | del sangue e de la puzza; onde 'l perverso | che cadde di qua sù, là giù si placa».'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVII|San Pietro|XXVII, 19-27}}) *''La piaga che [[Maria]] richiuse e unse, | quella ch'è tanto bella da' suoi piedi | è [[Eva|colei]] che l'aperse e che la punse. || Ne l'ordine che fanno i terzi sedi, | siede [[Rachele|Rachel]] di sotto da costei | con Bëatrice, sì come tu vedi. || [[Sara (Bibbia)|Sarra]] e [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]], [[Giuditta|Iudìt]] e [[Rut (personaggio biblico)|colei]] | che fu bisava al [[Davide|cantor]] che per doglia | del fallo disse "Miserere mei", || puoi tu veder così di soglia in soglia | giù digradar, com' io ch'a proprio nome | vo per la rosa giù di foglia in foglia.'' (Bernardo: XXXII, 4-15) *''[[Maria|Vergine Madre]], figlia del tuo figlio, | umile e alta più che creatura, | termine fisso d'etterno consiglio, | tu se' colei che l'[[uomo|umana natura]] | nobilitasti sì, che 'l suo fattore | non disdegnò di farsi sua fattura.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 1-6}}) *''La tua benignità non pur soccorre | a chi domanda, ma molte fïate | liberamente al dimandar precorre.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 16-18}}) ===[[Explicit]]=== <poem> A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, [[Dio|l'amor]] che move il [[sole]] e l'altre [[stella|stelle]]. </poem> ===Citazioni sul ''Paradiso''=== *Il paradiso dantesco è l'apoteosi del virtuale, degli immateriali, del puro software, senza il peso dello hardware terrestre e infernale, di cui rimangono i cascami nel purgatorio. Il ''Paradiso'' è più che moderno, può diventare, per il lettore che abbia dimenticato la storia, tremendamente futuribile. È il trionfo di una energia pura, ciò che la ragnatela del [[Internet|Web]] ci promette e non saprà mai darci, è una esaltazione di flussi, di corpi senz'organi, un poema fatto di novae e stelle nane, un [[Big Bang]] ininterrotto, un racconto le cui vicende corrono per la lunghezza di anni luce e, se proprio volete ricorrere a esempi familiari, una trionfale [[2001: Odissea nello spazio|odissea nello spazio]], a lietissimo fine. Se volete, leggete il ''Paradiso'' anche così, male non potrà farvi e sarà meglio di una discoteca stroboscopica e dell'ecstasy. Perché, quanto a estasi, la terza cantica mantiene le sue promesse. ([[Umberto Eco]]) *Subito, nei primi versi del ''Paradiso'', nell'invocazione ad Apollo, [[Dante Alighieri|Dante]] chiarisce perché la sfida sia estrema:<br><br>{{Centrato|''Entra nel petto mio, e spira tue {{!}} sì come quando [[Marsia|Marsïa]] traesti {{!}} de la vagina de le membra sue.''}}<br>[[Dio]], l'ispiratore della poesia sacra, viene paragonato ad Apollo, quando spellò vivo Marsia, che aveva osato sfidarlo, e ne estrasse il corpo scorticato dalla pelle – la guaina, la «vagina» delle sue membra. Dunque la poesia sacra, che Dante sta per iniziare, porta con sé l'ombra di un delitto mitico: è essa stessa un delitto; ci distrugge, ci annichila, ci uccide, sia pure per farci uscire da noi e farci conoscere la rivelazione. Dante ci mette sull'avviso: il suo libro sacro sarà tremendo, molto più dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', e chi oserà leggerlo dovrà contare su un coraggio intellettuale, che nemmeno per un attimo potrà distendersi e rallentare. Tutta quella luce non ci illuda. Tutto quell'amore non ci incanti. Se il libro di Dante è tremendo, se senza fine l'Apollo cristiano spellerà davanti ai nostri occhi il corpo vivo di Marsia, è per una ragione evidente. Dio è tremendo. Come i veri credenti sanno, Dio non è nulla di misurato o tranquillo o ragionevole o pacato: è un «infinito eccesso», una fatale sovrabbondanza rispetto a tutti gli uomini e alle cose create. ([[Pietro Citati]]) ==Similitudini== *''E come quei che con lena affannata | uscito fuor del pelago a la riva | si volge a l'acqua perigliosa e guata, | così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, | si volse a retro a rimirar lo passo | che non lasciò già mai persona viva.'' (da ''Inferno, I, 22-27'') *''E qual è quei che volontieri acquista, | e giugne 'l tempo che perder lo face, | che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; | tal mi fece la bestia sanza pace, | che, venendomi 'ncontro, a poco a poco | mi ripigneva là dove 'l sol tace.'' (da ''Inferno, I, 55-60'') *''E qual è quei che disvuol ciò che volle | e per novi pensier cangia proposta, | sì che dal cominciar tutto si tolle, | tal mi fec'ïo 'n quella oscura costa, | perché, pensando, consumai la 'mpresa | che fu nel cominciar cotanto tosta.'' (da ''Inferno, II, 37-42'') *''Quali i fioretti, dal notturno gelo | chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca | si drizzan tutti aperti in loro stelo, | tal mi fec'io di mia virtute stanca.'' (da ''Inferno, II, 127-130'') *''Diverse lingue, orribili favelle, | parole di dolore, accenti d'ira, | voci alte e fioche, e suon di man con elle | facevano un tumulto, il qual s'aggira | sempre in quell'aura sanza tempo tinta, | come la rena quando turbo spira.'' (da ''Inferno, III, 25-30'') *''Come d'[[autunno]] si levan le [[foglia|foglie]] | l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo | vede a la terra tutte le sue spoglie, | similmente il mal seme d'Adamo | gittansi di quel lito ad una ad una, | per cenni come augel per suo richiamo.'' (da ''Inferno, III, 112-117'') *''Io venni in luogo d'ogni luce muto, | che mugghia come fa mar per tempesta, | se da contrari venti è combattuto.'' (da ''Inferno, V, 28-30'') *''E come li stornei ne portan l'ali | nel freddo tempo a schiera larga e piena, | così quel fiato li spiriti mali | di qua, di là, di giù, di su li mena; | nulla speranza li conforta mai, | non che di posa, ma di minor pena. | E come i gru van cantando lor lai, | faccendo in aere di sé lunga riga, | così vidi venir, traendo guai, | ombre portate da la detta briga;'' (da ''Inferno, V, 40-49'') *''Quali [[colomba|colombe]], dal disio chiamate, | con l'ali alzate e ferme al dolce nido | vegnon per l'aere, dal voler portate; | cotali uscir de la schiera ov'è Dido, | a noi venendo per l'aere maligno, | sì forte fu l'affettüoso grido.'' (da ''Inferno, V, 82-87'') *''Qual è quel [[cane]] ch'abbaiando agogna, | e si racqueta poi che 'l pasto morde, | ché solo a divorarlo intende e pugna, | cotai si fecer quelle facce lorde | de lo demonio [[Cerbero]], che 'ntrona | l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.'' (da ''Inferno, VI, 28-33'') *''Quali dal [[vento]] le gonfiate [[vela (sistema di propulsione)|vele]] | caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, | tal cadde a terra la fiera crudele.'' (da ''Inferno, VII, 13-15'') *''Come fa l'onda là sovra Cariddi, | che si frange con quella in cui s'intoppa, | così convien che qui la gente riddi.'' (da ''Inferno, VII, 22-24'') ===Citazioni sulle similitudini=== *La similitudine in Dante, pur nella sua immediatezza e nel suo realismo, si carica sempre di accenti morali. (dalle note curate da Emilio Alessandro Panaitescu a ''La Divina Commedia'', Fabbri, Milano, 1982) *Delle similitudini e immagini è me' tacere che dirne poco, perché in queste non ha avuto mai pari; così nell'appropriarle maravigliosamente a proposito, come nell'esprimere felicemente, e secondo la propria natura loro, le {{sic|imagini}} brevissimamente, quell'altre più largamente, e non però di soperchio. ([[Vincenzo Borghini]]) ==Citazioni sulla ''Divina Commedia''== *[[Gotico]] significava goffo, rozzo, informe. Ad un edificio gotico presto s'avvezzarono i Britanni ad eguagliare la «Commedia», ritengo dietro l'esempio dei Francesi, dimentichi delle marmoree commedie sollevate al cielo dagli avi loro, nelle età barbare e caotiche, e spasimanti dietro le forme elleniche, classiche, luminosissime. ([[Arturo Farinelli]]) *Il Divino Poema fu ed è anch'oggi per tutti noi codice di civiltà, fulgore di scienza razionale e {{sic|dommatica}}, dove fede e ragione mostrano al mondo la loro potenza suprema, quando, distinte, pur s'accordano e s'avvalorano a vicenda nell'acquisto del vero e del bene. ([[Augusto Alfani]]) *In Dante veggo essere grandissime e bellissime parti, e le principali tutte che si richieggon a un gran Poema. Che vi sia poi qualche difettuzzo o mancamento, io non lo niego: sia dell'uomo o dell'età, non rileva a questo punto di qual sia più perfetto e migliore, se ben serve o per iscusa o per qualche altra cosa: come non servirebbe a fare che una figura di [[Giotto]] fusse più bella d'una d'[[Andrea del Sarto]], il dire che nell'età di colui l'arte della Pittura non era tanto inluminata, quanto ella fu poi; servirà bene a dire che Giotto in tante tenebre fece miracoli, e non ebbe pari; dove questo altro ebbe manco difficultà assai, e de' pari, e forse de' superiori qualcuno. Ma io non credo che il punto in Dante consista qui, se bene questa scusa ci bisognerà in alcune poche voci solamente quanto attiene alla comparazione del Petrarca. Ma il punto vero sarà qual sia di maggior lode degno o un Epico o Eroico poema grande, non interamente perfetto, o un piccolo e minuto che sia perfetto: perché può bene stare che si truovi una cosa piccola bellissima, pogniam caso una cappellina con bellissima proporzione d'architettura e ricchezza di cornici, che nondimeno non {{sic|arà}} a fare con la {{sic|fabrica}} d'un gran tempio con pochi ornamenti; e in simili comparazione sogliono dire i nostri uomini a tanto per tanto, o pur del tanto, come disse il Villani... ([[Vincenzo Borghini]]) *L'oggetto della Commedia, anche se essa raffigura lo stato delle anime dopo la morte, rimane la vita terrena in tutta la sua ampiezza e il suo contenuto; tutto quanto avviene in alto o in basso nel regno dell'aldilà, si riferisce al dramma dell'uomo nell'aldiquà. ([[Erich Auerbach]]) *La «Commedia» è una gran boscaglia, fitta, densa intricata, che sgomenta al primo entrarvi, e dove non risplende sole. Più franco e sicuro è il passo negli orti ameni, offerti dai poemi allegorici di Francia. I cristianissimi di Spagna, quando vanno in sogno all'altro mondo, e vedono e descrivono gli abissi infernali, chiedono, come i fratelli di Francia, soccorso d'immaginazione a Virgilio più che a Dante. ([[Arturo Farinelli]]) *La Commedia ha rappresentato l'unità fisica, etica e politica del cosmo scolastico-cristiano in un'epoca in cui essa cominciava a perdere la sua invulnerabilità ideologica: l'atteggiamento concettuale di Dante è quello difensivo di un conservatore e la sua lotta tende alla riconquista di ciò che è già perduto. ([[Erich Auerbach]]) *La "Commedia" non è un'opera, è un lungo monologo che mette il lettore di fronte a scelte radicali legate alla tragedia dello stare al mondo e alla speranza di salvezza. ([[Vittorio Sermonti]]) *La {{sic|divina}} Commedia è con ragione chiamata la Bibbia nazionale, è il vero poema cosmopolitico insieme ed italiano. ([[Licurgo Cappelletti]]) *La preferenza dello [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]] riguardo al valore estetico delle tre Cantiche, paragonate fra loro, parrebbe rivolta al Paradiso, in cui le immagini radiose, la gemmea colorazione, il perenne fulgore dello sfondo, dovevano particolarmente gradire al suo spirito sì propenso alle vive irradiazioni, agli effetti di luce e di tinte trasparenti. Inoltre egli osserva come, nell'apprezzamento delle Cantiche, i critici più acuti abbiano invertito il giudizio del volgo ammirando assai più i pregi dell'ultima parte di quelli delle altre. La terza Cantica gli offriva insuperabili splendori d'arte; quell'ascensione del poeta di stella in stella apparivagli come la più fulgida manifestazione della poesia moderna. ([[Federico Olivero]]) *Nell'origin sua la [[poesia]] è la scienza delle umane e divine cose, convertita in immagine fantastica ed armoniosa.<br/>La quale immagine noi, sopra ogn'altro poema italiano ravvisiamo vivamente nella Divina Commedia di Dante, il quale s'innalzò al sommo nell'esprimere, ed alla maggior vivezza pervenne, perché più largamente e più profondamente d'ogni altro nella nostra lingua concepiva: essendo la locuzione immagine dell'intelligenza, da cui il favellare trae la forza e il calore. E giunse egli a sì alto segno d'intendere e profferire, perché dedusse la sua scienza dalla cognizione delle cose divine, in cui le naturali, e le umane e civili, come in terso cristallo, riflettono... ([[Giovanni Vincenzo Gravina]]) *''Officio è del poeta | giovar e dilettar con tal maniera | di stile, che 'l lettore non s'attedia; | e ciò fa Dante ne la sua ''Comedia''.'' ([[Teofilo Folengo]]) *Per la Francia, come per la Spagna, la Germania e l'Inghilterra, la lingua di Dante doveva offrire gravissimi ostacoli ad ognuno che voleva pur internarsi in quel singolarissimo mondo della «Commedia». La lingua e l'afflato della poesia medesima; se non l'intendi in ogni sfumatura più delicata, e non l'hai chiara e vibrante nel cuore, non giungerai alla sua anima; e ti fluttuerà innanzi, sempre velata di mistero. I traduttori più abili non suppliscono alla tua propria virtù di penetrazione, e ridanno infiacchito e travisato l'originale, che pur si rispetta. ([[Arturo Farinelli]]) ===[[Roberto Benigni]]=== *Dante ci fa entrare in quello che solo l'intelligenza è in grado di cercare ma, da sola, non è capace di trovare. La sua forza è essere profondamente laico. Non ha atteggiamenti pappalardeschi, come direbbe lui, da falsi devoti. È religioso senza essere mai pretesco, bigotto. Non si rivolge a Dio, alla Madonna, ai santi. Si rivolge alle Muse, ad Apollo. Il suo universo è la poesia. Si può leggere la Divina commedia senza credere in Dio, ma non senza conoscere il cristianesimo. *Dopo la Divina Commedia c'è di più Dio. C'è proprio, lo si sente, lo si vede. Tutto ciò che è bello è vicino a Dio. È proprio la bellezza che ci porta vicino a Dio. Ci ha portato quasi a guardarlo, a vederlo. *La ''Divina Commedia'' è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima. *Perché non ho scritto ''La Divina Commedia''? Perché non c'ho pensato. *Quando si parla della ''Divina Commedia'' o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l'universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{Interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Divina Commedia| ]] [[Categoria:Poemi]] sac5q453fc45ao10733ig1x5t8sgwhl 1351463 1351376 2024-11-12T03:59:49Z AssassinsCreed 17001 minuzie 1351463 wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=altri significati|titolo=[[La Divina Commedia (disambigua)]]}} [[File:Divina Commedia 1555 Edition.png|thumb|Frontespizio dell'edizione giolitina, la prima intitolata ''La Divina Comedia'' (1555)]] {{Torna a|Dante Alighieri}} '''''Divina Commedia''''', conosciuta anche come '''''Comedìa''''' o '''''Commedia''''', poema allegorico-didascalico di [[Dante Alighieri]] scritto tra il 1304 e il 1321. ==''Inferno''== [[File:Alighieri - Divina Commedia, Nel mille quatro cento septe et due nel quarto mese adi cinque et sei - 2384293 id00022000 Scan00006.jpg|miniatura|Incipit dell'''editio princeps'' (1472)]] ===[[Incipit]]=== <poem> Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. </poem> ===Citazioni=== *''Allor fu la [[paura]] un poco queta, | che nel lago del cor m'era durata | la [[notte]] ch'i' passai con tanta pieta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|paura|I, 19-21}}) *''Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta | una lonza {{NDR|lince o leopardo}}''<ref>La lonza, nella simbologia medievale dantesca, rappresenta la lussuria.</ref>'' leggiera e presta molto, | che di pel maculato era coverta; | e non mi si partìa dinanzi al volto, | anzi 'mpediva tanto il mio cammino, | ch'i' fui per ritornar più volte vòlto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|Ed ecco|I, 31-36}}) *''Ma non sì che [[paura]] non mi desse | la vista che m'apparve d'un [[leone]]''<ref>Rappresenta qui la [[superbia]].</ref>''. | Questi parea che contra me venisse | con la test'alta e con rabbiosa [[fame]], | sì che parea che l'aere ne tremesse. | Ed una [[lupo|lupa]]''<ref>La lupa è per Dante il simbolo dell'[[avarizia]].</ref>'', che di tutte brame | sembrava carca ne la sua magrezza, | e molte genti fè già viver grame, | questa mi porse tanto di gravezza | con la paura ch'uscìa di sua vista, | ch'io perdei la [[speranza]] de l'altezza.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|ma non sì che paura non mi desse|I, 44-54}}) *''Molti son li animali a cui s'ammoglia | e più saranno ancora, infin che'l [[veltro]] | verrà, che la farà morir con doglia. || Questi non ciberà terra né peltro, | ma sapïenza, amore e virtute, | e sua nazion sarà tra feltro e feltro. || Di quella umile Italia fia salute | per cui morì la vergine Cammilla, | Eurialo e Turno e Niso di ferute. || Questi la caccerà per ogne villa | fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno | là ove 'nvidia prima dipartilla.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto I|animali|I, 100-111}}) *''Intendi me' ch'i' non ragiono.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Intendi me' ch'i' non ragiono|II, 36}}) *''L'anima tua è da viltade offesa.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|L'anima tua è da viltade offesa|II, 45}}) *{{NDR|Su Dante}} [...] ''l'amico mio, e non de la ventura'' [...]. (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II||II, 61}})<ref>{{Cfr.}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/53|p. 21]].</ref> *''Temer si dee di sole quelle cose | c'hanno potenza di fare altrui male; | de l'altre no, ché non son [[paura|paurose]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Temer si dee di sole quelle cose|II, 88-90}}) *''[[Maria|Donna]] è gentil nel ciel che si compiange | di questo 'mpedimento ov' io ti mando, | sì che duro giudicio là sù frange.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Donna è gentil nel ciel che si compiange|II, 94-96}}) *''[[Santa Lucia|Lucia]], nimica di ciascun crudele'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto II|Lucia|II, 100}}) *''Per me si va ne la [[inferno|città dolente]], | per me si va ne l'etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | [[Giustizia]] mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e 'l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Per me si va ne la città dolente|III, 1-9}}) *''Non ragioniam di lor, ma guarda e passa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|non ragioniam di lor, ma guarda e passa|III, 51}}) *{{NDR|Su [[papa Celestino V]]<ref>Dante non indica espressamente il nome dell'anima a cui si riferisce. La maggior parte dei critici concorda sul fatto che si tratti di Pietro da Morrone (ovvero Celestino V), ma altre teorie propendono per [[Esaù]] o [[Ponzio Pilato]]. Per approfondire vedi [[w:Che fece per viltade il gran rifiuto|qui]].</ref>}} [...] ''colui | che fece per viltade il gran rifiuto''. (III, 59-60) *''A Dio spiacenti e a' nemici sui''. (III, 63) *''Ed ecco verso noi venir per nave | un vecchio {{NDR|[[Caronte]]}}, bianco per antico pelo, | gridando: "Guai a voi, anime prave! || Non isperate mai veder lo cielo: | i' vegno per menarvi a l'altra riva | ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. || E tu che se' costì, anima viva, | pàrtiti da cotesti che son morti". | Ma poi che vide ch'io non mi partiva, || disse: "Per altra via, per altri porti | verrai a piaggia, non qui, per passare: | più lieve legno convien che ti porti".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Ed ecco|III, 82-93}}) *''Vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|vuolsi così colà dove si puote|III, 95-96}}) *''Quinci fuor quete le lanose gote | al nocchier de la livida palude, | che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|nocchier|III, 97-99}}) *''[[Caronte|Caron]] dimonio, con [[occhio|occhi]] di bragia | loro accennando, tutte le raccoglie; | batte col remo qualunque s'adagia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Caron dimonio|III, 109-111}}) *''«Figliuol mio», disse 'l maestro cortese, | «quelli che muoion nell'[[ira di Dio]] | tutti convegno qui d'ogni paese; e pronti sono a trapassar lo rio | ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disìo».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto III|Figliuol mio|III, 121–125}}) *{{NDR|Su [[Virgilio]]}} ''Onorate l'altissimo poeta''. (IV, 80) *''Mira colui con quella spada in mano, | che vien dinanzi ai tre sì come sire: | quelli è [[Omero]] poeta sovrano''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Mira colui|IV, 86–88}}) *''Poi ch'innalzai un poco più le ciglia, | vidi 'l maestro di color che sanno {{NDR|[[Aristotele]]}} | seder tra filosofica famiglia''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Poi ch'innalzai|IV, 130-132}}) *''[[Democrito]], che 'l mondo a caso pone.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|Democrito|IV, 136}}) *''E vidi il buono accoglitor del quale, | [[Dioscoride|Dïascoride]] dico''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IV|E vidi|IV, 139-140}}) *''Così discesi del cerchio primaio | giù nel secondo, che men loco cinghia | e tanto più dolor, che punge a guaio. | Stavvi [[Minosse|Minòs]] orribilmente, e ringhia: | essamina le colpe ne l'intrata; | giudica e manda secondo ch'avvinghia.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Così discesi|V, 1-6}}) *''"O tu che vieni al doloroso ospizio", | disse Minòs a me quando mi vide, | lasciando l'atto di cotanto offizio, | "guarda com'entri e di cui tu ti fide; | non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!". | E 'l duca mio a lui: "Perché pur gride? | Non impedir lo suo fatale andare: | vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|O tu che vieni|V, 16-21}}) *''«La prima di color di cui novelle | tu vuo' saper» mi disse quelli {{NDR|Virgilio}} allotta, | «fu imperadrice di molte favelle. | A vizio di [[lussuria]] fu sì rotta, | che lìbito fé licito in sua legge | per tòrre il biasimo in che era condotta. | Ell'è [[Semiramide|Semiramis]], di cui si legge | che succedette a Nino e fu sua sposa: | tenne la terra che 'l Soldan corregge. | L' altra è colei {{NDR|Didone}} che s' ancise amorosa | e ruppe fede al cener di Sicheo; | poi è Cleopatràs lussurïosa''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|La prima di color di cui novelle|V, 52–63}}) *''Siede la terra dove nata fui'' {{NDR|la [[Romagna]]}} ''| su la marina dove 'l Po discende | per aver pace co' seguaci sui.'' ([[Francesca da Rimini]]: V, 97-99) *''[[Amore|Amor]], ch'al cor gentil ratto s'apprende, | prese costui de la bella persona | che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. | Amor, ch'a nullo amato amar perdona, | mi prese del costui piacer sì forte, | che, come vedi, ancor non m'abbandona. | Amor condusse noi ad una morte. | Caina attende chi a vita ci spense.'' (Francesca da Rimini: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Amor|V, 100-107}}) *''E quella {{NDR|Francesca}} a me: «Nessun maggior [[dolore]] | che ricordarsi del [[tempo]] felice | ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore».'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|E quella a me|V, 121-123}}) *''Quando leggemmo il disïato riso | esser basciato da cotanto amante, | questi, che mai da me non fia diviso, | la bocca mi basciò tutto tremante.''<ref>Secondo [[Umberto Saba]] (''Scorciatoie e raccontini'') il verso «''La bocca mi baciò tutto tremante''» è uno dei due più belli della letteratura italiana insieme a «''L'uno buggera l'altro, Santità''», tratto da un sonetto classicamente attribuito a [[Giuseppe Gioachino Belli]] ma probabilmente apocrifo.</ref>'' | Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: | quel giorno più non vi leggemmo avante".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Quando leggemmo|V, 133-138}}) *''Mentre che l'uno spirto questo disse, | l'altro piangëa, sì che di pietade | io venni men così com'io morisse. | E caddi come corpo morto cade.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto V|Mentre che l'uno spirto questo disse|V, 139-142}}) *''Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: | per la dannosa colpa della [[Gola (ingordigia)|gola]], | come tu vedi, alla pioggia mi fiacco''. (Ciacco: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Voi cittadini mi chiamaste Ciacco|VI, 52–54}}) *''Giusti son due, e non vi sono intesi; | superbia, invidia e avarizia sono | le tre faville c'hanno i cuori accesi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VI|Giusti son due, e non vi sono intesi|VI, 73-75}}) *''[[w:Pape Satàn, pape Satàn aleppe|Pape Satàn, pape Satàn aleppe!]]'' (Pluto: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Pape Satàn|VII, 1}}) *''Questi fuor cerchi, che non han coperchio | piloso al capo, e [[papa|papi]] e [[cardinale|cardinali]], | in cui usa [[avarizia]] il suo soperchio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Questi fuor cherci|VII, 46–48}}) *''E quelli a me: Oh creature sciocche, | quanta ignoranza è quella che v'offende!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|E quelli a me: Oh creature sciocche|VII, 70-71}}) *''Fitti nel limo dicon:'' {{NDR|gli [[ira]]condi}}'' "Tristi fummo | ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, | portando dentro accidïoso fummo: | or ci attristiam ne la belletta negra". | Quest'inno si gorgoglian ne la strozza, | ché dir nol posson con parola integra.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VII|Fitti nel limo|VII, 121–126}}) *''Or se' giunta, anima fella!'' (il demone [[Flegias|Flegiàs]] a Dante; {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Or se' giunta|VIII, 18}}) *''Quanti si tegnon or là sù gran regi | che qui staranno come porci in brago, | di sé lasciando orribili dispregi!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Quanti si tegnon|VIII, 49-51}}) *''Chi è costui che sanza morte | va per lo regno de la morta gente?'' (demoni: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi è costui che sanza morte|VIII, 84-85}}) *''Chi m' ha negate le dolenti case!'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto VIII|Chi m' ha negate|VIII, 120}}) *''O voi ch'avete li 'ntelletti sani, | mirate la dottrina che s'asconde | sotto 'l velame de li versi strani.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto IX|O voi|IX, 61-63}}) *''Però a la dimanda che mi faci | quinc'entro satisfatto sarà tosto, | e al disio ancor che tu mi taci. || E io: «Buon duca, non tegno riposto | a te mio cuor se non per dicer poco, | e tu m'hai non pur mo a ciò disposto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Però a la dimanda che mi faci|X, 16-21}}) *''Ed el mi disse: "Volgiti! Che fai? | Vedi là Farinata che s'è dritto: | da la cintola in sù tutto 'l vedrai". || Io avea già il mio viso nel suo fitto; | ed el s'ergea col petto e con la fronte | com'avesse l'inferno a gran dispitto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto X|Ed el mi disse|X, 31-36}}) *''D'ogne malizia, ch'odio in cielo acquista, | ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale | o con forza o con frode altrui contrista. | Ma perché frode è de l'uom proprio male, | più spiace a Dio; e però stan di sotto | li frodolenti, e più dolor li assale.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|D'ogne malizia|XI, 22-27}}) *''Puossi far forza ne la deïtade, | col cor negando e [[bestemmia]]ndo quella, | e spregiando natura e sua bontade; | e però lo minor giron suggella | del segno suo e Soddoma e Caorsa | e chi, spregiando Dio col cor, favella.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Puossi far forza|XI, 46-51}}) *''La [[frode]], ond'ogne coscïenza è morsa, | può l'omo usare in colui che 'n lui fida | e in quel che fidanza non imborsa. | Questo modo di retro par ch'incida | pur lo vinco d'amor che fa natura; | onde nel cerchio secondo s'annida | ipocresia, lusinghe e chi affattura, | falsità, ladroneccio e simonia, | ruffian, baratti e simile lordura.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|La frode|XI, 52-60}}) *''O sol che sani ogne vista turbata, | tu mi contenti sì quando tu solvi, | che, non men che saver, dubbiar m'aggrata.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|O sol che sani|XI, 91-93}}) *''Da queste due, se tu ti rechi a mente | lo Genesì dal principio, convene | prender sua vita e avanzar la gente | e perché l'[[usura|usuriere]] altra via tene, | per sé natura e per la sua seguace | dispregia, poi ch'in altro pon la spene.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XI|Da queste due, se|XI, 106-111}}) *[...] ''e 'n su la punta de la rotta lacca | l'infamïa di [[Creta|Creti]] era distesa || che fu concetta ne la falsa vacca; | e quando vide noi, sé stesso morse, | sì come quei cui l'ira dentro fiacca. || Lo savio mio inver' lui gridò: "Forse | tu credi che qui sia 'l [[Teseo|duca d'Atene]], | che sù nel mondo la morte ti porse? || Pàrtiti, bestia, ché questi non vene | ammaestrato da la tua sorella, | ma vassi per veder le vostre pene". || Qual è quel toro che si slaccia in quella | c'ha ricevuto già 'l colpo mortale, | che gir non sa, ma qua e là saltella, || vid'io lo [[Minotauro]] far cotale; | e quello accorto gridò: "Corri al varco; | mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale"''. ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XII|XII, 11-27]]) *''Non han sì aspri sterpi né sì folti | quelle fiere selvagge che 'n odio hanno | tra Cecina e Corneto i luoghi cólti.'' ([[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 7-9]]) *''[[Credere|Cred]]'io ch'ei credette ch'io credesse'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|Cred'io ch'ei credette ch'io credesse|XIII, 25}}) *''Io son colui che tenni ambo le chiavi | del cor di Federigo, e che le volsi, | serrando e disserrando''. ([[Pier della Vigna]]: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 58-60]]) *''L'animo mio, per disdegnoso gusto, | credendo col morir fuggir disdegno, | ingiusto fece me contra me giusto''. (Pier della Vigna: [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XIII|XIII, 70-72]]) *''Siete voi qui, ser Brunetto?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Siete voi qui, ser Brunetto?|XV, 30}}) *''Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; | gent'è avara, invidiosa e superba: | dai lor costumi fa che tu ti forbi.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Vecchia fama nel mondo li chiama orbi|XV, 67-69}}) *''Ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, | la cara e buona imagine paterna | di voi quando nel mondo ad ora ad ora || m'insegnavate come l'uom s'etterna.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora|XV, 82-85}}) *''Poi si rivolse, e parve di coloro | che [[corsa|corrono]] a Verona il drappo verde | per la campagna; e parve di costoro | quelli che vince, non colui che perde.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XV|Poi si rivolse|XV, 121-124}}) *''Ahi quanto cauti li uomini esser dienno | presso a color che non veggion pur l'ovra, | ma per entro i pensier miran col senno!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Ahi quanto cauti|XVI, 118-120}}) *''Sempre a quel ver c' ha faccia di menzogna | de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, | però che sanza colpa fa vergogna''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVI|Sempre a quel ver|XVI, 124-126}}) *''Ecco la fiera con la coda aguzza, | che passa i monti e rompe i muri e l'armi! | Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XVII|Ecco la fiera con la coda aguzza|XVII, 1-3}}) *''O Simon mago, o miseri seguaci | che le cose di Dio, che di bontate | deon essere spose, e voi rapaci | per oro e per argento avolterate, | or convien che per voi suoni la tromba, | però che ne la terza bolgia state.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O Simon mago|XIX, 1-6}}) *''O somma sapïenza, quanta è l'arte | che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, | e quanto giusto tua virtù comparte!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|O somma sapïenza|XIX, 10-12}}) *''E io: "Tanto m'è bel, quanto a te piace: | tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto | dal tuo volere, e sai quel che si tace".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Tanto m'è bel|XIX, 37-39}}) *''Ed el'' {{NDR|[[papa Niccolò III]]}} ''gridò: "Se' tu già costì ritto, | se' tu già costì ritto, [[Papa Bonifacio VIII|Bonifazio]]? | Di parecchi anni mi mentì lo scritto. | Se' tu sì tosto di quell'aver sazio | per lo qual non temesti tòrre a 'nganno | la bella donna'' {{NDR|la Chiesa}}'', e poi di farne strazio?".'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Ed el gridò|XIX, 52-57}}) *''Nuovo Iasón sarà, di cui si legge | ne' Maccabei; e come a quel fu molle | suo re, così fia [[Papa Clemente V|lui]] chi Francia regge. {{NDR|[[Filippo il bello]]}}'' (papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Nuovo Iasón sarà|XIX, 85-87}}) *''Deh, or mi dì: quanto tesoro volle | Nostro Segnore in prima da san Pietro | ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa? | Certo non chiese se non "Viemmi retro". [...] E se non fosse ch'ancor lo mi vieta | la reverenza de le somme chiavi | che tu tenesti ne la vita lieta, | io userei parole ancor più gravi; | ché la vostra avarizia il mondo attrista, | calcando i buoni e sollevando i pravi. [...] Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; | e che altro è da voi a l'idolatre, | se non ch'elli uno, e voi ne orate cento? | Ahi, [[Costantino I|Costantin]], di quanto mal fu matre, | non la tua conversion, ma quella dote | che da te prese il primo ricco patre!'' (Dante a papa Niccolò III: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX|Deh, or mi dì|XIX, 90-117}}) *''Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto | di tua lezione, or pensa per te stesso | com'io potea tener lo viso asciutto''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Se Dio ti lasci|XX, 19-21}}) *''Ancor se' tu de li altri sciocchi? | Qui vive la pietà quand'è ben morta; | chi è più scellerato che colui | che al giudicio divin passion comporta?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Ancor se' tu|XX, 27-30}}) *''Mira c' ha fatto petto de le spalle; | perché [[divinazione|volse veder troppo davante]], | di retro guarda e fa retroso calle.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Mira c' ha fatto|XX, 37-39}}) *''Suso in Italia bella giace un laco, | a piè de l'Alpe che serra Lamagna | sovra Tiralli, c'ha nome [[Lago di Garda|Benaco]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Suso in Italia bella|XX, 61-63}}) *''Fer la città sovra quell'ossa morte; | e per colei che 'l loco prima elesse, | Mantüa l'appellar sanz'altra sorte''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Fer la città sovra|XX, 91-93}}) *''E io: "Maestro, i tuoi ragionamenti | mi son sì certi e prendon sì mia fede, | che li altri mi sarien carboni spenti"''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Maestro, i tuoi ragionamenti|XX, 100-102}}) *''Quell'altro che ne' fianchi è così poco, | [[Michele Scoto|Michele Scotto]] fu, che veramente | de le magiche frode seppe 'l gioco.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XX|Michele Scotto|XX, 115-117}}) *'' Mettetel sotto, ch'i' torno per anche | a quella terra ch'i' ho ben fornita {{NDR|[[Lucca]]}}: | Ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; | del no, per li [[denaro|denar]], vi si fa ita.''<ref>''Ita'' in latino significa "sì".</ref> ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|Mettetel sotto|XXI, 39-42}}) *''Ed elli avea [[Flatulenza|del cul]] [[Trombettiere|fatto trombetta]].'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXI|ed elli|XXI, 139}}) *''Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa | coi santi, e in taverna coi ghiottoni.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa|XXII, 14-15}}) *''Tra male gatte era venuto 'l sorco.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXII|Tra male gatte era venuto 'l sorco|XXII, 58}}) *''Ahi [[Pistoia]], Pistoia, ché non stanzi | d'incenerarti sì che più non duri, | poi che 'n mal fare il [[seme]] tuo avanzi?'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Ahi Pistoia|XXV, 10-12}}) *''come procede innanzi da l'ardore, | per lo papiro suso, un color [[marrone|bruno]] | che non è nero ancora e 'l bianco more.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|come procede innanzi da l'ardore|XXV, 64-66}}) *<ref>Nella settima bolgia delle [[w:Malebolge|Malebolge]] sono puniti i [[ladro|ladri]]. La metà di questi ha sembianze di serpente, mentre l'altra metà vanta aspetto umano, e quando un serpente morde un uomo, questo diventa serpente e l'altro diviene uomo, si scambiano i ruoli: nei versi proposti, Dante descrive la raccapricciante metamorfosi di ambedue le specie, definendosi in ciò superiore a [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], autore delle celebri ''[[Publio Ovidio Nasone#Metamorfosi|Metamorfosi]]'', e a [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], nipote di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] e autore del ''[[Marco Anneo Lucano#Pharsalia|Bellum civile]]''. Ovidio e Lucano sono già stati visti da Dante e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] sua guida nel Limbo ([[s:Divina Commedia/Inferno/Canto IV|IV]], v. 90).</ref>''Come 'l [[ramarro]] sotto la gran fersa | dei [[giorno|dì]] canicular, cangiando sepe, | folgore par se la [[via]] attraversa, | sì pareva, venendo verso l'[[pancia|epe]] | de li altri due, un serpentello acceso, | livido e nero come gran di pepe; | e quella parte onde prima è preso | nostro [[cibo|alimento]], a l'un di lor trafisse; | poi cadde giuso innanzi lui disteso. | Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; | anzi, co' piè fermati, sbadigliava | pur come [[sonno]] o [[febbre]] l'assalisse. | Elli 'l [[serpente]] e quei lui riguardava; | l'un per la piaga e l'altro per la [[bocca]] | fummavan forte, e 'l [[fumo|fummo]] si scontrava. | [[tacere|Taccia]] [[Marco Anneo Lucano|Lucano]] omai là dov'e' tocca | del misero Sabello e di Nasidio, | e attenda a udir quel ch'or si scocca. | Taccia di Cadmo e d'Aretusa [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], | ché se quello in serpente e quella in fonte | converte [[poesia|poetando]], io non lo [[invidia|'nvidio]]; | ché due [[natura|nature]] mai a fronte a fronte | non trasmutò sì ch'amendue le forme | a cambiar lor matera fosser pronte. | Insieme si rispuosero a tai norme, | che 'l serpente la coda in forca fesse, | e 'l feruto ristrinse insieme l'orme. | Le gambe con le cosce seco stesse | s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura | non facea segno alcun che si paresse. | Togliea la coda fessa la figura | che si perdeva là, e la sua pelle | si facea molle, e quella di là dura. | Io vidi intrar le braccia per l'ascelle, | e i due piè de la fiera, ch'eran corti, | tanto allungar quanto accorciavan quelle. | Poscia li piè di rietro, insieme attorti, | diventaron lo membro che l'uom cela, | e 'l misero del suo n'avea due porti. | Mentre che 'l [[fumo|fummo]] l'uno e l'altro vela | di color novo, e genera 'l pel suso | per l'una parte e da l'altra il dipela, | l'un si levò e l'altro cadde giuso, | non torcendo però le [[occhio|lucerne]] empie, | sotto le quai ciascun cambiava muso. | Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, | e di troppa matera ch'in là venne | uscir li orecchi de le gote scempie; | ciò che non corse in dietro e si ritenne | di quel soverchio, fé naso a la [[viso|faccia]] | e le labbra ingrossò quanto convenne. | Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, | e li orecchi ritira per la [[testa]] | come face le corna la lumaccia; | e la [[lingua]], ch'avëa unita e presta | prima a parlar, si fende, e la forcuta | ne l'altro si richiude; e 'l [[fumo|fummo]] resta.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXV|Come 'l ramarro sotto la gran fersa|XXV, 79-135}}) *''Godi, [[Firenze|Fiorenza]], poi che se' sì grande | che per mare e per terra batti l'ali, | e per lo 'nferno tuo nome si spande!'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Godi, Fiorenza|XXVI, 1-3}}) *''Là dentro si martira | [[Ulisse]] e Dïomede, e così insieme | a la vendetta vanno come a l'ira; | e dentro da la lor fiamma si geme | l'agguato del caval che fé la porta | onde uscì de' Romani il gentil seme.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Rispuose a me: "Là dentro si martira|XXVI, 55-60}}) *''Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e [[conoscenza|canoscenza]].'' [...] ''e volta nostra poppa nel mattino, | de' remi facemmo ali al folle volo'' [...]. ([[Ulisse]]: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Considerate la vostra semenza|XXVI, 118-125}}) *''Cinque volte racceso e tante casso | lo lume era di sotto dalla [[luna]] | poi ch'entrati eravam nell'alto passo'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVI|Cinque volte racceso|XXVI, 130–132}}) *''Romagna tua non è, e non fu mai, | sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai. | Ravenna sta come stata è molt'anni: | l'aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni. | La terra che fé già la lunga prova | e di Franceschi sanguinoso mucchio, | sotto le branche verdi si ritrova. | E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, | che fecer di Montagna il mal governo, | là dove soglion fan d'i denti succhio. | Le città di Lamone e di Santerno | conduce il lïoncel dal nido bianco, | che muta parte da la state al verno. | E quella cu' il Savio bagna il fianco,'' {{NDR|[[Cesena]]}} ''| così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, | tra tirannia si vive e stato franco.'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|E quella|XXVII, 37-54}}) *''Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, | credendomi, sì cinto, fare ammenda; | e certo il creder mio venìa intero, | se non fosse il gran prete ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'', a cui mal prenda!'' (Guido da Montefeltro: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|Io fui uom d'arme|XXVII, 67-70}}) *''Ch'assolver non si può chi non si [[pentimento|pente]], | né pentere e volere insieme puossi | per la contradizion che nol consente.'' (un diavolo: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVII|assolver non si può chi non si pente|XXVII, 118-120}}) *''Mentre che tutto in lui veder m'attacco, | guardommi e con le man s'aperse il petto, | dicendo: «Or vedi com' io mi dilacco! | vedi come storpiato è [[Maometto|Mäometto]]!»'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Maometto|XXVIII, 28-31}}) *''Rimembriti di Pier da Medicina, | se mai torni a veder lo dolce piano | che da Vercelli a Marcabò dichina.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|Pier da Medicina|XXVIII, 73-75}}) *''[[coscienza morale|Coscïenza]] m'assicura, | la buona compagnia che l'uom francheggia | sotto l'asbergo del sentirsi pura.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|coscienza m'assicura|XXVIII, 115-117}}) *''«Io fui d'[[Arezzo]], e Albero da [[Siena]]», | rispuose l'un, «mi fé mettere al foco; | ma quel per ch'io mori' qui non mi mena»''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Io fui d'Arezzo|XXIX, 109-111}}) *''Or fu già mai | gente sì vana come la [[Siena|sanese]]? | Certo non la francesca sì d'assai!'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXIX|Or fu già mai|XXIX, 121-123}}) *''E io a lui: "Chi son li due tapini | che fumman come man bagnate 'l verno, | giacendo stretti a' tuoi destri confini?". || "Qui li trovai – e poi volta non dierno –", | rispuose, "quando piovvi in questo greppo, | e non credo che dieno in sempiterno. || L'una è [[Moglie di Putifarre|la falsa]] ch'accusò [[Giuseppe (patriarca)|Gioseppo]]; | l'altr'è 'l falso [[Sinone|Sinon]] greco di Troia: | per febbre aguta gittan tanto leppo".'' (XXX, 91-99) *''Maggior difetto men vergogna lava''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Maggior difetto men vergogna lava|XXX, 142}}) *''Ché voler ciò udire è bassa voglia''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXX|Ché voler ciò udire è bassa voglia|XXX, 148}}) *''Dove l'argomento de la mente | s'aggiugne al mal volere e a la possa, | nessun riparo vi può far la gente''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Dove l'argomento de la mente|XXXI, 55-57}}) *''"Raphèl maì amècche zabì almi", | cominciò a gridar la fiera bocca, | cui non si convenia più dolci salmi. || E 'l duca mio ver' lui: "Anima sciocca, | tienti col corno, e con quel ti disfoga | quand'ira o altra passïon ti tocca! || Cércati al collo, e troverai la soga | che 'l tien legato, o anima confusa, | e vedi lui che 'l gran petto ti doga". || Poi disse a me: "Elli stessi s'accusa; | questi è [[Nimrod|Nembrotto]] per lo cui mal coto | pur un linguaggio nel mondo non s'usa. || Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; | ché così è a lui ciascun linguaggio | come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto".'' (XXXI, 67-81) *''Qual pare a riguardar la [[Bologna|Garisenda]] | 'sotto 'l chinato, quando un nuvol vada | sovr'essa sí, che ella incontro penda | tal parve [[Anteo]] a me che stava a bada | di vederlo chinare.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXI|Garisenda|XXXI, 136 – 138}}) *''La bocca sollevò dal fiero pasto | quel peccator, forbendola a' capelli | del capo ch'elli avea di retro guasto.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|La bocca sollevò dal fiero pasto|XXXIII, 1-3}}) *[...] ''Tu vuo' ch'io rinovelli | disperato dolor che 'l cor mi preme | già pur pensando, pria ch'io ne favelli.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Tu vuo' ch'io rinovelli|XXXIII, 4-6}}) *''Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Questi|XXXIII, 28-30}}) *''Ben se' crudel, se tu già non ti duoli | pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; | e se non piangi, di che pianger suoli?'' (Ugolino: {{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ben se' crudel, se tu già non ti duoli|XXXIII, 40-42}}) *''Poscia, più che 'l dolor, poté 'l [[digiuno]]''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Poscia|XXXIII, 75}}) *''Ahi [[Pisa]], vituperio de le genti | del bel paese là dove 'l [[sì]] suona, | poi che i vicini a te punir son lenti, | muovasi la Capraia e la Gorgona, | e faccian siepe ad Arno in su la foce, | sì ch'elli annieghi in te ogne persona! | Che se 'l conte Ugolino aveva voce | d'aver tradita te de le castella, | non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Pisa|XXXIII, 79-87}}) *''Ahi [[Genovesi]], uomini diversi | d'ogni costume e pien d'ogni magagna, | perché non siete voi del mondo spersi? | Che col peggior spirto di Romagna | trovai di voi un tal {{NDR|Branca d'Oria}}, che, per sua opra, | in anima in Cocito già si bagna | ed in corpo par vivo ancor di sopra''. ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIII|Ahi Genovesi|XXXIII, 151 – 157}}) *''Io non mori' e non rimasi vivo: | pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, | qual io divenni, d'uno e d'altro privo.'' ({{Source|Divina Commedia/Inferno/Canto XXXIV|Io non mori' e non rimasi vivo|XXXIV, 25-27}}) *''Lo [[Lucifero|'mperador del doloroso regno]] | da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia'' [...]. (XXXIV, 28-29) *''S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, | e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, | ben dee da lui procedere ogne lutto.'' (XXXIV, 34-36) *''Da ogne bocca dirompea co' denti | un peccatore, a guisa di maciulla, | sì che tre ne facea così dolenti. || A quel dinanzi il mordere era nulla | verso 'l graffiar, che talvolta la schiena | rimanea de la pelle tutta brulla. || "Quell'anima là sù c'ha maggior pena", | disse 'l maestro, "è [[Giuda Iscariota|Giuda Scarïotto]], | che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. || De li altri due c' hanno il capo di sotto, | quel che pende dal nero ceffo è [[Marco Giunio Bruto|Bruto]]: | vedi come si storce, e non fa motto!; || e l'altro è [[Gaio Cassio Longino|Cassio]], che par sì membruto".'' (XXXIV, 55-67) ===[[Explicit]]=== <poem> Salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. </poem> ===Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>''Inferno''=== ====[[Vittorio Sermonti]]==== *All'inferno nessuno ha rimorsi, fuorché Dante; tutti, semmai, hanno rimpianti. *E se l'Ottocento diffidò di questo canto {{NDR|canto VII}}, dove trovava «il descrittivo» ma non «il drammatico», sarà anche perché non praticava le euforiche mortificazioni della società affluente, i processi di identificazione collettiva nei simboli del consumo, e tanto meno (se possiamo permetterci la spudoratezza dell'anacronismo) la coazione all'improperio, alla rissa, allo scontro frontale che tiranneggia il nostro Sisifo di massa negli ingorghi di traffico. *Fatto è, che in nessun altro canto come in questo {{NDR|canto III}} (e nel successivo) Dante si tiene tanto addossato al suo Virgilio: Non si contano i versi che meriterebbero di esser letti con il testo del VI libro dell'Eneide a fronte. Meriterebbero: infatti, le variazioni che Dante apporta nel travaso da lingua a lingua, da cultura a cultura, minime spesso, sono sempre, comunque, decisive. *{{NDR|Sul canto IV}} Non c'è canto della Commedia così gremito di nomi propri: 48, uno ogni tre versi. ==''Purgatorio''== ===[[Incipit]]=== <poem> Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele; </poem> ===Citazioni=== *''[[Cielo|Dolce color d'orïental zaffiro,]] | che s'accoglieva nel sereno aspetto | del mezzo, puro infino al primo giro, | a li occhi miei ricominciò diletto, | tosto ch'io usci' fuor de l'aura morta | che m'avea contristati li occhi e 'l petto. | [[Venere (astronomia)|Lo bel pianeto]] che d'amar conforta | faceva tutto rider l'orïente, | velando i Pesci ch'erano in sua scorta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|riga12|I, 13-21}}) *''Lo duca mio allor mi diè di piglio, | e con parole e con mani e con cenni | reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|Lo duca mio allor mi diè di piglio|I, 49-51}}) *''[[Libertà]] va cercando, ch'è sì cara, | come sa chi per lei vita rifiuta.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto I|libertà va cercando|I, 71-72}}) *''Già era 'l [[sole]] a l'orizzonte giunto | lo cui meridïan cerchio coverchia | [[Gerusalemme|Ierusalèm]] col suo più alto punto.''<ref>Qui Dante si rifà alla credenza medievale che Gerusalemme fosse al centro della terra, sita fra il meridiano del fiume [[Gange]] e la [[Spagna]] occidentale e che, ritenendo la terra abitata tutta nell'emisfero boreale, l'isola del paradiso si trovasse al punto opposto rispetto a Gerusalemme, con la quale condivideva quindi l'orizzonte astronomico.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Già era 'l sole|II, 1-3}}) *''Noi eravam lunghesso mare ancora, | come gente che pensa a suo cammino, | che va col cuore e col corpo dimora.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto II|Noi eravam lunghesso mare ancora|II, 10-12}}) *''O dignitosa coscïenza e netta, | come t'è picciol fallo amaro morso!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|o dignitosa coscïenza|III, 8-9}}) *''E 'l mio conforto: «Perché pur diffidi?», | a dir mi cominciò tutto rivolto; | «non credi tu me teco e ch'io ti guidi?»'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|E ‘l mio conforto: «Perché pur diffidi?»|III, 22-24}}) *''State contenti, umana gente, al ''quia''; | ché, se potuto aveste veder tutto, | mestier non era parturir [[Maria]]''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|State contenti|III, 37-39}}) *''Ché perder tempo a chi più sa più spiace''. (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|ché perder tempo|III, 78}}) *''Come le [[pecora|pecorelle]] escon del chiuso | a una, a due, a tre, e l'altre stanno | timidette atterrando l'occhio e 'l muso; | e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, | addossandosi a lei, s'ella s'arresta, | semplici e quete, e lo 'mperché non sanno''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Come le pecorelle|III, 79-84}}) *{{NDR|Incontro con [[Manfredi di Sicilia]]}} ''Biondo era e bello e di gentile aspetto, | ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|biondo era e bello|III, 107-108}}) *''Poscia ch'io ebbi rotta la persona | di due punte mortali, io mi rendei, | piangendo, a quei che volontier perdona. || Orribil furon li peccati miei; | ma la bontà infinita ha sì gran braccia, | che prende ciò che si rivolge a lei.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Poscia ch'io ebbi rotta la persona|III, 118-123}}) *''[[w:Or le bagna la pioggia e move il vento|Or le bagna la pioggia e move il vento]]'' [...]. (Manfredi, riferendosi al destino delle sue spoglie: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|verso 130|III, 130}}) *''Per lor maladizion sì non si perde, | che non possa tornar, l'etterno amore, | mentre che la speranza ha fior del verde.'' (Manfredi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto III|Per lor maladizion|III, 133-135}}) *''Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|che ti fa|V, 12}}) *''Vien dietro a me, e lascia dir le genti: | sta come torre ferma, che non crolla | già mai la cima per soffiar di venti; | ché sempre l'omo in cui pensier rampolla | sovra pensier, da sé dilunga il segno, | perché la foga l'un de l'altro insolla.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Vien dietro a me|V, 13-18}}) *''Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo, | ti priego, se mai vedi quel paese | che siede tra [[Romagna]] e quel di Carlo,'' {{NDR|Carlo II d'Angiò}} ''| che tu mi sie di tuoi prieghi cortese | in Fano, sì che ben per me s'adori | pur ch'i' possa purgar le gravi offese.'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo|V, 67-72}}) *''Vid'io | [[Emorragia|de le mie vene farsi in terra laco]].'' (Jacopo del Cassero: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|vid'io|V, 83-84}}) *{{NDR|Su [[Pia de' Tolomei]]}}''"Deh, quando tu sarai tornato al mondo | e riposato de la lunga via", | seguitò 'l terzo spirito al secondo, | "ricorditi di me, che son la Pia; | [[Siena]] mi fé, disfecemi [[Maremma]]: | salsi colui che 'nnanellata pria | disposando m'avea con la sua gemma".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto V|Deh, quando tu sarai tornato al mondo|V, 130-136}}) *''Pur Virgilio si trasse a lei, pregando | che ne mostrasse la miglior salita; | e quella non rispuose al suo dimando, | ama di nostro paese e de la vita | ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava | "[[Mantova|Mantüa]] ...", e l'ombra, tutta in sé romita, | surse ver' lui del loco ove pria stava, | dicendo: "O Mantoano, io son Sordello | de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ama di nostro paese|VI, 67-75}}) *''Ahi serva [[Italia]], di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in gran tempesta, | non donna di provincie, ma bordello!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi serva Italia|VI, 76-78}}) *''Ahi gente che dovresti esser devota, | e lasciar seder Cesare in la sella, | se bene intendi ciò che Dio ti nota, | guarda come esta fiera è fatta fella | per non esser corretta da li sproni, | poi che ponesti mano a la predella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI|Ahi gente che dovresti esser devota|VI, 91-96}}) *''Rade volte risurge per li rami ''{{NDR|figli}}'' | l'umana probitate; e questo vole | quei che la dà, perché da lui si chiami.'' (Sordello: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VII|Rade volte|VII, 121-123}}) *''Era già [[tramonto|l'ora che volge il disio]] | ai navicanti e 'ntenerisce il core | lo dì c' han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d'amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Era già l'ora che volge il disio|VIII, 1-6}}) *''Per lei''<ref>Beatrice d'Este, moglie di [[w:Nino Visconti|Nino Visconti]].</ref>'' assai di lieve si comprende | quanto in [[donna|femmina]] foco d'amor dura, | se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.'' (Nino Visconti: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII|Per lei assai di lieve si comprende|VIII, 76-78}}) *''Oh vana gloria de l'umane posse! | com' poco verde in su la cima dura, | se non è giunta da l'etati grosse! | Credette [[Cimabue]] ne la pittura | tener lo campo, e ora ha [[Giotto]] il grido, | sì che la fama di colui è scura. | Così ha tolto [[Guido Cavalcanti|l'uno]] a l'[[Guido Guinizelli|altro Guido]] | la gloria de la lingua; e forse è nato | chi l'uno e l'altro caccerà del nido. | Non è il mondan romore altro ch'un fiato | di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, | e muta nome perché muta lato.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Oh vana gloria de l'umane posse!|XI, 91-102}}) *''Colui {{NDR|Provenzano Salvani}} che del cammin sì poco piglia | dinanzi a me, Toscana sonò tutta; | e ora a pena in Siena sen pispiglia, | ond'era sire quando fu distrutta | la rabbia fiorentina, che superba | fu a quel tempo sì com'ora è putta.'' (Oderisi: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 109-114}}) *{{NDR|Su Provenzano Salvani}} ''"Quando vivea più glorïoso", disse, | "liberamente nel [[Piazza del Campo|Campo di Siena]], | ogne vergogna diposta, s'affisse.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XI|Colui che del cammin sì poco piglia|XI, 133-135}}) *''Mostrava come i figli si gittaro | sovra [[Sennacherìb]] dentro dal tempio, | e come, morto lui, quivi il lasciaro'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Mostrava come i figli si gittaro|XII, 52-54}}) *''Or [[superbia|superbite]], e via col viso altero, | figliuoli d'Eva, e non chinate il volto | sì che veggiate il vostro mal sentero!'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Or superbite|XII, 70-72}}) *''A noi venìa la [[angelo|creatura bella]], | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|A noi venìa la creatura bella|XII, 88-90}}) *''O gente umana, per volar sù nata, | perché a poco vento così cadi?'' (l'Angelo dell'umiltà: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|o gente umana|XII, 95-96}}) *''Ahi quanto son diverse quelle foci | da l'infernali! ché quivi per canti | s'entra, e là giù per lamenti feroci.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XII|Ahi quanto son diverse quelle foci|XII, 112-114}}) *''Tu li vedrai tra quella gente vana | che spera in Talamone, e perderagli | più di speranza ch'a trovar la Diana''. (Sapìa Salvani: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIII|Tu li vedrai tra quella gente vana|XIII, 151-153}}) *[...] ''tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno'' {{NDR|la [[Romagna]]}} [...] ([[:s:Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|XIV, 92]]) *''Oh [[Romagna|Romagnuoli]] tornati in bastardi! | Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? | quando in Faenza un Bernardin di Fosco, | verga gentil di picciola gramigna?'' (Guido del Duca: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIV|Oh Romagnuoli tornati in bastardi!|XIV, 99-102}}) *''Che volse dir lo spirto di Romagna'' {{NDR|Guido del Duca}}'', | e 'divieto' e 'consorte' menzionando?'' (Dante: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XV|Che volse dir lo spirto di Romagna|XV, 44-45}}) *''Lume v'è dato a bene e a malizia''. (Marco Lombardo: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|lume v'è dato a bene e a malizia|XVI, 75}}) *''L'anima semplicetta che sa nulla, | salvo che, mossa da lieto fattore, | volontier torna a ciò che la trastulla.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI||XVI, 88-90}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/43|p. 11]].</ref> *''Le [[legge|leggi]] son, ma chi pon mano ad esse? | Nullo, però che 'l pastor che procede, | rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; | per che la gente, che sua guida vede | pur a quel ben fedire ond'ella è ghiotta, | di quel si pasce, e più oltre non chiede. | Ben puoi veder che la mala [[comportamento|condotta]] | è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, | e non natura che 'n voi sia corrotta.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVI|Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?|XVI, 97-105}}) *''[...] quale aspetta prego e l'uopo vede, | malignamente già si mette al nego.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|riga57|XVII, 59-60}}) *''Ciascun confusamente un bene apprende | nel qual si queti l'animo, e disira; | per che di giugner lui ciascun contende.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII|Ciascun confusamente un bene apprende|XVII, 127-129}}) *''Fino a quel punto misera e partita | da Dio anima fui'' {{NDR|[[papa Adriano V]]}}'', del tutto [[avarizia|avara]]; | or, come vedi, qui ne son punita.''<ref>Secondo molti commentatori qui Dante attribuisce a papa Adriano V, Ottobuono dei Fieschi (conti di Lavagna), papa dal 11 luglio 1276 al 18 agosto (giorno del suo decesso) dello stesso anno, caratteristiche che pare appartenessero invece ad uno dei suoi predecessori ed omonimo, Adriano IV, l'inglese Nicola Breakspear, papa dal dicembre 1154 al settembre 1159.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIX|Fino a quel punto misera e partita|XIX, 112-114}}) *''Queste parole m'eran sì piaciute, | ch'io mi trassi oltre per aver [[contezza]] | di quello spirto onde parean venute.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Queste parole|XX, 28-30}}) *''Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, | veggio ''{{NDR|Carlo II d'Angiò, re di Puglia}}'' in Alagna ''{{NDR|Anagni}}'' intrar lo fiordaliso, | e nel vicario suo ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'' Cristo esser catto.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Perché men paia il mal futuro|XX, 85-87}}) *''Ma perché lei che dì e notte fila | non li avea tratta ancora la conocchia | che Cloto impone a ciascuno e compila,'' | [...]. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|Ma perché lei che dì e notte fila|XXI, 25-27}}) *''De l'[[Eneide|Eneïda]] dico, la qual mamma | fummi, e fummi nutrice, poetando: | sanz'essa non fermai peso di dramma.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|de l'Eneïda dico|XXI, 97-99}}) *''Veramente più volte [[Apparenza|appaion]] cose | che danno a dubitar falsa matera | per le vere ragion che son nascose.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Veramente più volte appaion cose|XXII, 28-30}}) *''Facesti come quei che va di notte, | che porta il lume dietro e sé non giova, | ma dopo sé fa le persone dotte''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Facesti come quei che va di notte|XXII, 67-69}}) *''Più pensava [[Maria]] onde | fosser [[Tramutazione dell'acqua in vino|le nozze]] orrevoli e intere, | ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde. || E le Romane antiche, per lor bere, | contente furon d'acqua; e [[Daniele (profeta)|Danïello]] | dispregiò cibo e acquistò savere. || Lo [[Età dell'oro|secol primo]], quant'oro fu bello, | fé savorose con fame le ghiande, | e nettare con sete ogne ruscello. || Mele e locuste furon le vivande | che nodriro il [[Giovanni Battista|Batista]] nel diserto; | per ch'elli è glorïoso e tanto grande || quanto per lo Vangelio v'è aperto.'' (Stazio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Poi disse|XXII, 142-154}}) *''Io dicea fra me stesso pensando: "Ecco | la gente che perdé [[Gerusalemme|Ierusalemme]], | quando Maria nel figlio diè di becco!".''<ref>Qui Dante fa riferimento a quanto [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] narra nella sua ''Guerra giudaica'' a proposito della guerra di Roma contro gli ebrei: l'assedio di Gerusalemme fu così lungo e duro per gli assediati che una certa Maria avrebbe ucciso il figlio per cibarsi delle sue carni.</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Io dicea fra me stesso pensando|XXIII, 28-30}}) *''Tutta esta gente che piangendo canta | per seguitar la [[Gola (ingordigia)|gola]] oltra misura, | in fame e 'n sete qui si rifà santa.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Tutta esta gente che piangendo canta|XXIII, 64-66}}) *''"O frate, issa vegg'io", diss'elli, "il nodo | che [[Giacomo da Lentini|'l Notaro]] e [[Guittone d'Arezzo|Guittone]] e [[Bonagiunta Orbicciani|me]] ritenne | di qua dal [[dolce stil novo]] ch'i' odo! || Io veggio ben come le vostre penne | di retro al dittator sen vanno strette, | che de le nostre certo non avvenne; || e qual più a gradire oltre si mette, | non vede più da l'uno a l'altro stilo"; | e, quasi contentato, si tacette.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|O frate|XXIV, 55-63}}) *''Sì accostati a l'un d'i due vivagni ''{{NDR|orli del cerchio}}'' | passammo, udendo colpe de la gola | seguite già da miseri guadagni.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV|Sì accostati|XXIV, 127-129}}) *''Così per entro loro schiera bruna | s'mmusa l'una con l'altra [[formica]], | forse a spïar lor via e lor fortuna.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|così per entro|XXVI, 34-36}}) *''La nova gente: "Soddoma e Gomorra"; | e l'altra: "Ne la vacca entra Pasife, | perché 'l torello a sua [[lussuria]] corra".'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI|la nova gente|XXVI, 40-42}}) *[...] ''giovane e bella in sogno mi parea | donna vedere andar per una landa | cogliendo fiori; e cantando dicea: || "Sappia qualunque il mio nome dimanda | ch'i' mi son [[Lia (Bibbia)|Lia]], e vo movendo intorno | le belle mani a farmi una ghirlanda. || Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; | ma mia suora [[Rachele|Rachel]] mai non si smaga | dal suo miraglio, e siede tutto giorno. || Ell'è d'i suoi belli occhi veder vaga | com'io de l'addornarmi con le mani; | lei lo vedere, e me l'ovrare appaga".'' (XXVII, 97-108) *''Non aspettar mio dir più né mio cenno; | libero, dritto e sano è tuo [[Libero arbitrio|arbitrio]], | e fallo fora non fare a suo senno: | per ch'io te sovra te corono e mitrio.'' (Virgilio: {{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVII|Non aspettar mio dir più né mio cenno;|XXVII, 139-142}}) *''Sovra candido vel cinta d'uliva | donna m'apparve, sotto verde manto | vestita di color di fiamma viva.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Sovra candido vel cinta d'uliva|XXX, 31-33}}) *''"Conosco i segni de l'antica fiamma". | Ma Virgilio n'avea lasciati scemi | di sé, Virgilio dolcissimo patre, | Virgilio a cui per mia salute die'mi.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|Conosco i segni de l'antica fiamma|XXX, 48-51}})<ref>({{Cfr|m}} ''Adgnosco veteris vestigia flammae'' ([[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]''). ''Vedi'' [[w:Conosco i segni de l'antica fiamma|Conosco i segni de l'antica fiamma]] su Wikipedia)</ref> *''Ché pianger ti conven per altra spada.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXX|ché pianger ti conven per altra spada.|XXX, 57}}) ===[[Explicit]]=== <poem> Io ritornai da la santissima onda rifatto sì come piante novelle rinovellate di novella fronda, puro e disposto a salire a le stelle. </poem> ===Citazioni sul ''Purgatorio''=== *Nel canto XI, la parafrasi del ''Pater'' è d'una bellezza che ha del prodigioso; il linguaggio umano si eleva d'un tratto a un'altezza che noi non raggiungiamo più; si direbbe che la grazia {{sic|inebbrii}} tale linguaggio, ma d'un'ebbrezza divina che conserva tutta la sua lucidità. Manca a Dante il balbettamento del mistico che esce dall'estasi; questo uomo cammina nell'azzurro come su una strada. ([[Julien Green]]) ==''Paradiso''== ===[[Incipit]]=== <poem> La [[Gloria di Dio|gloria]] di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. </poem> ===Citazioni=== *''Poca favilla gran fiamma seconda''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Poca favilla gran fiamma seconda|I, 34}}) *''Trasumanar significar per verba | non si poria; però l'essemplo basti | a cui esperïenza grazia serba.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto I|Trasumanar|I, 70-72}}) *''Intra due cibi, distanti e moventi | d'un modo, prima si morria di fame, | che liber'omo l'un recasse ai [[dente|denti]]''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|Intra due cibi|IV, 1-3}}) *''[[Volontà]], se non vuol, non s'ammorza, | ma fa come natura face in foco, | se mille volte vïolenza il torza.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IV|volontà|IV, 76-78}}) *''Apri la mente a quel ch'io ti paleso | e fermalvi entro; ché non fa [[conoscenza|scïenza]], | sanza lo [[memoria|ritenere]], avere inteso.'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Apri la mente|V, 40-42}}) *''Siate, [[Cristiano (religione)|Cristiani]], a muovervi più gravi: | non siate come penna ad ogne vento, | e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. | Avete il novo e 'l vecchio Testamento, | e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; | questo vi basti a vostro salvamento. | Se mala cupidigia altro vi grida, | uomini siate, e non pecore matte, | sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!'' (Beatrice: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto V|Siate, Cristiani|V, 73-81}}) *{{NDR|Sulla [[Provenza]]}} ''Quella sinistra riva che si lava | di Rodano poi ch'è misto con Sorga'' [...]. ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 58-59]]) *[...] ''e quel [[Reggio Calabria|corno d'Ausonia]] che s'imborga | di Bari e di Gaeta e di Catona, | da ove Tronto e Verde in mare sgorga.''<ref>il poeta si riferisce alla fortificazione che sorgeva nel quartiere di Catona</ref> ([[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 61-63]]) *''E la bella [[Sicilia|Trinacria]], che caliga | tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo | che riceve da Euro maggior briga, | non per Tifeo ma per nascente solfo, | attesi avrebbe li suoi regi ancora, | nati per me di Carlo e di Ridolfo, | se mala segnoria, che sempre accora | li popoli suggetti, non avesse | mosso [[Palermo]] a gridar: "Mora, mora!".''<ref>Riferimento ai [[Vespri Siciliani]].</ref> (Carlo Martello: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|E la bella Trinacria|VIII, 67-75}}) *''E non pur le nature [[Provvidenza|provedute]] | sono in la mente ch'è da sé perfetta, | ma esse insieme con la lor salute: | per che quantunque quest'arco saetta | disposto cade a proveduto [[Scopo|fine]], | sì come cosa in suo segno diretta.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII|VIII, 100-105}}) *[...] ''ma tosto fia che [[Padova]] al palude | cangerà l'acqua che Vincenza bagna, | per essere al dover le genti crude; | e [[Treviso|dove]] Sile e Cagnan s'accompagna, | [[Rizzardo II da Camino|tal]] signoreggia e va con la testa alta, | che già per lui carpir si fa la ragna.'' (Cunizza da Romano: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|ma tosto fia che Padova|IX, 46-51}}) *''[[Firenze|La tua città]], che di [[Lucifero|colui]] è pianta | che pria volse le spalle al suo fattore | e di cui è la 'nvidia tanto pianta, | produce e spande il [[Fiorino|maladetto fiore]] | c'ha disvïate le pecore e li agni, | però che fatto ha lupo del pastore. | Per questo l'Evangelio e i dottor magni | son derelitti, e solo ai Decretali | si studia, sì che pare a' lor vivagni. | A questo intende il [[papa]] e' cardinali; | non vanno i lor pensieri a Nazarette, | là dove Gabrïello aperse l'ali. | Ma Vaticano e l'altre parti elette | di Roma che son state cimitero | a la milizia che Pietro seguette, | tosto libere fien de l'avoltero.'' (Folchetto di Marsiglia: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|La tua città|IX, 127-142}}) *''Guardando nel suo Figlio con l'Amore | che l'uno e l'altro etternalmente spira, | lo primo e ineffabile Valore | quanto per mente e per loco si gira | con tant' ordine fé, ch'esser non puote | sanza gustar di lui chi ciò rimira.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Guardando nel suo Figlio con l'Amore|X, 1-6}}) *''Lo [[sole|ministro maggior de la natura]], | che del valor del ciel lo mondo imprenta | e col suo lume il tempo ne misura, | con quella parte che sù si rammenta | congiunto, si girava per le spire | in che più tosto ognora s'appresenta'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|riga27|X, 28-33}}) *''E se le [[fantasia|fantasie]] nostre son basse | a tanta altezza, non è maraviglia; | ché sopra 'l sol non fu [[occhio]] ch'andasse.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|E se le fantasie nostre|X, 46-48}}) *''Ne la corte del cielo, ond' io rivegno, | si trovan molte gioie care e belle | tanto che non si posson trar del regno; | e 'l canto di quei lumi era di quelle; | chi non s'impenna sì che là sù voli, | dal muto aspetti quindi le novelle.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto X|Ne la corte del cielo|X, 70-75}}) *''O insensata cura de' mortali, | quanto son difettivi silogismi | quei che ti fanno in basso batter l'ali! | Chi dietro a iura e chi ad amforismi | sen giva, e chi seguendo sacerdozio, | e chi regnar per forza o per sofismi, | e chi rubare e chi civil negozio, | chi nel diletto de la carne involto | s'affaticava e chi si dava a l'ozio, | quando, da tutte queste cose sciolto, | con Bëatrice m'era suso in cielo | cotanto glorïosamente accolto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|O insensata cura de' mortali|XI, 1-12}}) *{{NDR|Su [[Francesco d'Assisi|Francesco]] e [[Domenico di Guzmán|Domenico]]}} ''L'un fu tutto serafico in ardore; | l'altro per sapïenza in terra fue | di cherubica luce uno splendore.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|san Francesco e san Domenico|XI, 37-39}}) *''Intra Tupino e l'acqua che discende | del colle eletto dal beato Ubaldo, | fertile costa d'alto monte pende, | onde [[Perugia]] sente freddo e caldo | da Porta Sole; e di rietro le piange | per grave giogo Nocera con Gualdo. | Di questa costa, là dov' ella frange | più sua rattezza, nacque al mondo un sole, | come fa questo talvolta di Gange. | Però chi d'esso loco fa parole, | non dica [[Assisi|Ascesi]], ché direbbe corto, | ma Orïente, se proprio dir vuole.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Intra Tupino|XI, 43-54}}) *''Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! | Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro | dietro a [[Francesco d'Assisi|lo sposo]], sì [[Povertà|la sposa]] piace.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XI|Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!|XI, 82-84}}) *''E questo ti sia sempre piombo a' piedi, | per farti mover lento com' uom lasso | e al sì e al no che tu non vedi: | ché quelli è tra li stolti bene a basso, | che sanza distinzione afferma e nega | ne l'un così come ne l'altro passo; | perch' elli 'ncontra che più volte piega | l'oppinïon corrente in falsa parte, | e poi l'affetto l'intelletto lega. | Vie più che 'ndarno da riva si parte, | perché non torna tal qual e' si move, | chi pesca per lo vero e non ha l'arte. | E di ciò sono al mondo aperte prove | [[Parmenide]], [[Melisso di Samo|Melisso]] e [[Brisso]] e molti, | li quali andaro e non sapëan dove; | sì fé [[Sabellius|Sabellio]] e [[Ario|Arrio]] e quelli stolti | che furon come spade a le Scritture | in render torti li diritti volti. | Non sien le genti, ancor, troppo sicure | a giudicar, sì come quei che stima | le biade in campo pria che sien mature; | ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima | lo prun mostrarsi rigido e feroce, | poscia portar la rosa in su la cima; | e legno vidi già dritto e veloce | correr lo mar per tutto suo cammino, | perire al fine a l'intrar de la foce. | Non creda donna Berta e ser Martino, | per vedere un furare, altro offerere, | vederli dentro al consiglio divino; | ché quel può surgere, e quel può cadere.'' (Tommaso d'Aquino: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIII|E questo|XIII, 112-142}}) *''Qual si lamenta perché qui si moia | per viver colà sù, non vide quive | lo refrigerio de l'etterna ploia. | Quell' uno e due e tre che sempre vive | e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, | non circunscritto, e tutto circunscrive, | tre volte era cantato da ciascuno | di quelli spirti con tal melodia, | ch'ad ogne merto saria giusto muno.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV|Qual si lamenta perché qui si moia|XIV, 25-33}}) *[...] ''distinta da minori e maggi | lumi biancheggia tra' poli del mondo | [[Via Lattea|Galassia]] sì, che fa dubbiar ben saggi'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIV||XIV, 97-99}}) *''Ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso | tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo | de la mia gloria e del mio paradiso.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XV|ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso|XV, 34-36}}) *''Sempre la [[confusione|confusion]] de le persone | principio fu del mal de la cittade.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|Sempre la confusion de le persone|XVI, 67-68}}) *''E come 'l volger del ciel de la [[luna]] | cuopre e discuopre i liti sanza posa, | così fa di [[Firenze|Fiorenza]] la Fortuna: | per che non dee parer mirabil cosa | ciò ch'io dirò de li alti Fiorentini | onde è la fama nel tempo nascosa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|E come 'l volger del ciel de la luna|XVI, 82-87}}) *''Tu proverai sì come sa di [[sale]] | lo [[pane]] altrui, e come è duro calle | lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 58-60}}) *''{{NDR|Su Bartolomeo della Scala}} [...] in te avrà sì benigno riguardo, | che del fare e del chieder, tra voi due, | fia primo quel che tra li altri è più tardo.'' (Cacciaguida: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII|Tu proverai sì come sa di sale|XVII, 74-75}}) *''E quel che mi convien ritrar testeso ''{{NDR|subito}}'', | non portò voce mai, né scrisse [[inchiostro|incostro]], | né fu per [[fantasia]] già mai compreso''. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|E quel che mi convien ritrar testeso|XIX, 7-9}}) *''Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, | per giudicar di lungi mille miglia | con la veduta corta d'una spanna?'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XIX|Or tu chi se|XIX, 79-81}}) *''E quel che vedi ne l'arco declivo, | [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo]] fu, cui quella terra plora | che piagne Carlo e Federigo vivo: | ora conosce come s'innamora | lo ciel del giusto rege, e al sembiante | del suo fulgore il fa vedere ancora.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|E quel che vedi|XX, 61-66}}) *''Quale [[allodola|allodetta]] che 'n aere si spazia | prima cantando, e poi tace contenta | de l'ultima dolcezza che la sazia, | tal mi sembiò l'imago de la 'mprenta | de l'etterno piacere, al cui disio | ciascuna cosa qual ell' è diventa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XX|Quale allodetta|XX, 73-78}}) *''In quel loco fu' io [[Pietro Damiano]], | e Pietro Peccator fu' ne la casa | di Nostra Donna in sul lito adriano. | Poca vita mortal m'era rimasa, | quando fui chiesto e tratto a quel cappello, | che pur di male in peggio si travasa.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXI|Pietro Damiano|XXI, 121-126}}) *''L'aiuola che ci fa tanto feroci, | volgendom' io con li etterni Gemelli, | tutta m'apparve da' colli a le foci; | poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXII|L'aiuola che ci fa tanto feroci|XXII, 151-154}}) *{{NDR|Sulla ''Commedia''}} [...] ''{{'}}l poema sacro | al quale ha posto mano e cielo e terra'' [...]. ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV||XXV, 1-2}})<ref>Cfr. [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/37|p. 5]].</ref> *''La Chiesa militante alcun figliuolo | non ha con più [[speranza]], com' è scritto | nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: | però li è conceduto che d'Egitto | vegna in [[Gerusalemme|Ierusalemme]]''<ref>Qui Dante intende per Ierusalemme la cosiddetta "Gerusalemme celeste", cioè il [[paradiso]].</ref>'' per vedere, | anzi che 'l militar li sia prescritto.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXV|La Chiesa militante|XXV, 52-57}}) *''Opera naturale è ch'uom favella; | ma così o così, natura lascia | poi fare a voi secondo che v'abbella.'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVI|Opera naturale è ch'uom favella|XXVI, 130-132}}) *''Quand' ïo udi': «Se io ''{{NDR|[[Pietro apostolo|San Pietro]]}}'' mi trascoloro, | non ti maravigliar, ché, dicend' io, | vedrai trascolorar tutti costoro. | Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, | il luogo mio, il luogo mio che vaca | ne la presenza del [[Gesù|Figliuol di Dio]], | fatt' ha del cimitero mio cloaca | del sangue e de la puzza; onde 'l perverso | che cadde di qua sù, là giù si placa».'' ({{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVII|San Pietro|XXVII, 19-27}}) *''La piaga che [[Maria]] richiuse e unse, | quella ch'è tanto bella da' suoi piedi | è [[Eva|colei]] che l'aperse e che la punse. || Ne l'ordine che fanno i terzi sedi, | siede [[Rachele|Rachel]] di sotto da costei | con Bëatrice, sì come tu vedi. || [[Sara (Bibbia)|Sarra]] e [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]], [[Giuditta|Iudìt]] e [[Rut (personaggio biblico)|colei]] | che fu bisava al [[Davide|cantor]] che per doglia | del fallo disse "Miserere mei", || puoi tu veder così di soglia in soglia | giù digradar, com' io ch'a proprio nome | vo per la rosa giù di foglia in foglia.'' (Bernardo: XXXII, 4-15) *''[[Maria|Vergine Madre]], figlia del tuo figlio, | umile e alta più che creatura, | termine fisso d'etterno consiglio, | tu se' colei che l'[[uomo|umana natura]] | nobilitasti sì, che 'l suo fattore | non disdegnò di farsi sua fattura.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 1-6}}) *''La tua benignità non pur soccorre | a chi domanda, ma molte fïate | liberamente al dimandar precorre.'' (Bernardo: {{Source|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXIII|Vergine Madre|XXXIII, 16-18}}) ===[[Explicit]]=== <poem> A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, [[Dio|l'amor]] che move il [[sole]] e l'altre [[stella|stelle]]. </poem> ===Citazioni sul ''Paradiso''=== *Il paradiso dantesco è l'apoteosi del virtuale, degli immateriali, del puro software, senza il peso dello hardware terrestre e infernale, di cui rimangono i cascami nel purgatorio. Il ''Paradiso'' è più che moderno, può diventare, per il lettore che abbia dimenticato la storia, tremendamente futuribile. È il trionfo di una energia pura, ciò che la ragnatela del [[Internet|Web]] ci promette e non saprà mai darci, è una esaltazione di flussi, di corpi senz'organi, un poema fatto di novae e stelle nane, un [[Big Bang]] ininterrotto, un racconto le cui vicende corrono per la lunghezza di anni luce e, se proprio volete ricorrere a esempi familiari, una trionfale [[2001: Odissea nello spazio|odissea nello spazio]], a lietissimo fine. Se volete, leggete il ''Paradiso'' anche così, male non potrà farvi e sarà meglio di una discoteca stroboscopica e dell'ecstasy. Perché, quanto a estasi, la terza cantica mantiene le sue promesse. ([[Umberto Eco]]) *Subito, nei primi versi del ''Paradiso'', nell'invocazione ad Apollo, [[Dante Alighieri|Dante]] chiarisce perché la sfida sia estrema:<br><br>{{Centrato|''Entra nel petto mio, e spira tue {{!}} sì come quando [[Marsia|Marsïa]] traesti {{!}} de la vagina de le membra sue.''}}<br>[[Dio]], l'ispiratore della poesia sacra, viene paragonato ad Apollo, quando spellò vivo Marsia, che aveva osato sfidarlo, e ne estrasse il corpo scorticato dalla pelle – la guaina, la «vagina» delle sue membra. Dunque la poesia sacra, che Dante sta per iniziare, porta con sé l'ombra di un delitto mitico: è essa stessa un delitto; ci distrugge, ci annichila, ci uccide, sia pure per farci uscire da noi e farci conoscere la rivelazione. Dante ci mette sull'avviso: il suo libro sacro sarà tremendo, molto più dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', e chi oserà leggerlo dovrà contare su un coraggio intellettuale, che nemmeno per un attimo potrà distendersi e rallentare. Tutta quella luce non ci illuda. Tutto quell'amore non ci incanti. Se il libro di Dante è tremendo, se senza fine l'Apollo cristiano spellerà davanti ai nostri occhi il corpo vivo di Marsia, è per una ragione evidente. Dio è tremendo. Come i veri credenti sanno, Dio non è nulla di misurato o tranquillo o ragionevole o pacato: è un «infinito eccesso», una fatale sovrabbondanza rispetto a tutti gli uomini e alle cose create. ([[Pietro Citati]]) ==Similitudini== *''E come quei che con lena affannata | uscito fuor del pelago a la riva | si volge a l'acqua perigliosa e guata, | così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, | si volse a retro a rimirar lo passo | che non lasciò già mai persona viva.'' (da ''Inferno, I, 22-27'') *''E qual è quei che volontieri acquista, | e giugne 'l tempo che perder lo face, | che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; | tal mi fece la bestia sanza pace, | che, venendomi 'ncontro, a poco a poco | mi ripigneva là dove 'l sol tace.'' (da ''Inferno, I, 55-60'') *''E qual è quei che disvuol ciò che volle | e per novi pensier cangia proposta, | sì che dal cominciar tutto si tolle, | tal mi fec'ïo 'n quella oscura costa, | perché, pensando, consumai la 'mpresa | che fu nel cominciar cotanto tosta.'' (da ''Inferno, II, 37-42'') *''Quali i fioretti, dal notturno gelo | chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca | si drizzan tutti aperti in loro stelo, | tal mi fec'io di mia virtute stanca.'' (da ''Inferno, II, 127-130'') *''Diverse lingue, orribili favelle, | parole di dolore, accenti d'ira, | voci alte e fioche, e suon di man con elle | facevano un tumulto, il qual s'aggira | sempre in quell'aura sanza tempo tinta, | come la rena quando turbo spira.'' (da ''Inferno, III, 25-30'') *''Come d'[[autunno]] si levan le [[foglia|foglie]] | l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo | vede a la terra tutte le sue spoglie, | similmente il mal seme d'Adamo | gittansi di quel lito ad una ad una, | per cenni come augel per suo richiamo.'' (da ''Inferno, III, 112-117'') *''Io venni in luogo d'ogni luce muto, | che mugghia come fa mar per tempesta, | se da contrari venti è combattuto.'' (da ''Inferno, V, 28-30'') *''E come li stornei ne portan l'ali | nel freddo tempo a schiera larga e piena, | così quel fiato li spiriti mali | di qua, di là, di giù, di su li mena; | nulla speranza li conforta mai, | non che di posa, ma di minor pena. | E come i gru van cantando lor lai, | faccendo in aere di sé lunga riga, | così vidi venir, traendo guai, | ombre portate da la detta briga;'' (da ''Inferno, V, 40-49'') *''Quali [[colomba|colombe]], dal disio chiamate, | con l'ali alzate e ferme al dolce nido | vegnon per l'aere, dal voler portate; | cotali uscir de la schiera ov'è Dido, | a noi venendo per l'aere maligno, | sì forte fu l'affettüoso grido.'' (da ''Inferno, V, 82-87'') *''Qual è quel [[cane]] ch'abbaiando agogna, | e si racqueta poi che 'l pasto morde, | ché solo a divorarlo intende e pugna, | cotai si fecer quelle facce lorde | de lo demonio [[Cerbero]], che 'ntrona | l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.'' (da ''Inferno, VI, 28-33'') *''Quali dal [[vento]] le gonfiate [[vela (sistema di propulsione)|vele]] | caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, | tal cadde a terra la fiera crudele.'' (da ''Inferno, VII, 13-15'') *''Come fa l'onda là sovra Cariddi, | che si frange con quella in cui s'intoppa, | così convien che qui la gente riddi.'' (da ''Inferno, VII, 22-24'') ===Citazioni sulle similitudini=== *La similitudine in Dante, pur nella sua immediatezza e nel suo realismo, si carica sempre di accenti morali. (dalle note curate da Emilio Alessandro Panaitescu a ''La Divina Commedia'', Fabbri, Milano, 1982) *Delle similitudini e immagini è me' tacere che dirne poco, perché in queste non ha avuto mai pari; così nell'appropriarle maravigliosamente a proposito, come nell'esprimere felicemente, e secondo la propria natura loro, le {{sic|imagini}} brevissimamente, quell'altre più largamente, e non però di soperchio. ([[Vincenzo Borghini]]) ==Citazioni sulla ''Divina Commedia''== *[[Gotico]] significava goffo, rozzo, informe. Ad un edificio gotico presto s'avvezzarono i Britanni ad eguagliare la «Commedia», ritengo dietro l'esempio dei Francesi, dimentichi delle marmoree commedie sollevate al cielo dagli avi loro, nelle età barbare e caotiche, e spasimanti dietro le forme elleniche, classiche, luminosissime. ([[Arturo Farinelli]]) *Il Divino Poema fu ed è anch'oggi per tutti noi codice di civiltà, fulgore di scienza razionale e {{sic|dommatica}}, dove fede e ragione mostrano al mondo la loro potenza suprema, quando, distinte, pur s'accordano e s'avvalorano a vicenda nell'acquisto del vero e del bene. ([[Augusto Alfani]]) *In Dante veggo essere grandissime e bellissime parti, e le principali tutte che si richieggon a un gran Poema. Che vi sia poi qualche difettuzzo o mancamento, io non lo niego: sia dell'uomo o dell'età, non rileva a questo punto di qual sia più perfetto e migliore, se ben serve o per iscusa o per qualche altra cosa: come non servirebbe a fare che una figura di [[Giotto]] fusse più bella d'una d'[[Andrea del Sarto]], il dire che nell'età di colui l'arte della Pittura non era tanto inluminata, quanto ella fu poi; servirà bene a dire che Giotto in tante tenebre fece miracoli, e non ebbe pari; dove questo altro ebbe manco difficultà assai, e de' pari, e forse de' superiori qualcuno. Ma io non credo che il punto in Dante consista qui, se bene questa scusa ci bisognerà in alcune poche voci solamente quanto attiene alla comparazione del Petrarca. Ma il punto vero sarà qual sia di maggior lode degno o un Epico o Eroico poema grande, non interamente perfetto, o un piccolo e minuto che sia perfetto: perché può bene stare che si truovi una cosa piccola bellissima, pogniam caso una cappellina con bellissima proporzione d'architettura e ricchezza di cornici, che nondimeno non {{sic|arà}} a fare con la {{sic|fabrica}} d'un gran tempio con pochi ornamenti; e in simili comparazione sogliono dire i nostri uomini a tanto per tanto, o pur del tanto, come disse il Villani... ([[Vincenzo Borghini]]) *L'oggetto della Commedia, anche se essa raffigura lo stato delle anime dopo la morte, rimane la vita terrena in tutta la sua ampiezza e il suo contenuto; tutto quanto avviene in alto o in basso nel regno dell'aldilà, si riferisce al dramma dell'uomo nell'aldiquà. ([[Erich Auerbach]]) *La «Commedia» è una gran boscaglia, fitta, densa intricata, che sgomenta al primo entrarvi, e dove non risplende sole. Più franco e sicuro è il passo negli orti ameni, offerti dai poemi allegorici di Francia. I cristianissimi di Spagna, quando vanno in sogno all'altro mondo, e vedono e descrivono gli abissi infernali, chiedono, come i fratelli di Francia, soccorso d'immaginazione a Virgilio più che a Dante. ([[Arturo Farinelli]]) *La Commedia ha rappresentato l'unità fisica, etica e politica del cosmo scolastico-cristiano in un'epoca in cui essa cominciava a perdere la sua invulnerabilità ideologica: l'atteggiamento concettuale di Dante è quello difensivo di un conservatore e la sua lotta tende alla riconquista di ciò che è già perduto. ([[Erich Auerbach]]) *La "Commedia" non è un'opera, è un lungo monologo che mette il lettore di fronte a scelte radicali legate alla tragedia dello stare al mondo e alla speranza di salvezza. ([[Vittorio Sermonti]]) *La {{sic|divina}} Commedia è con ragione chiamata la Bibbia nazionale, è il vero poema cosmopolitico insieme ed italiano. ([[Licurgo Cappelletti]]) *La preferenza dello [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]] riguardo al valore estetico delle tre Cantiche, paragonate fra loro, parrebbe rivolta al Paradiso, in cui le immagini radiose, la gemmea colorazione, il perenne fulgore dello sfondo, dovevano particolarmente gradire al suo spirito sì propenso alle vive irradiazioni, agli effetti di luce e di tinte trasparenti. Inoltre egli osserva come, nell'apprezzamento delle Cantiche, i critici più acuti abbiano invertito il giudizio del volgo ammirando assai più i pregi dell'ultima parte di quelli delle altre. La terza Cantica gli offriva insuperabili splendori d'arte; quell'ascensione del poeta di stella in stella apparivagli come la più fulgida manifestazione della poesia moderna. ([[Federico Olivero]]) *Nell'origin sua la [[poesia]] è la scienza delle umane e divine cose, convertita in immagine fantastica ed armoniosa.<br/>La quale immagine noi, sopra ogn'altro poema italiano ravvisiamo vivamente nella Divina Commedia di Dante, il quale s'innalzò al sommo nell'esprimere, ed alla maggior vivezza pervenne, perché più largamente e più profondamente d'ogni altro nella nostra lingua concepiva: essendo la locuzione immagine dell'intelligenza, da cui il favellare trae la forza e il calore. E giunse egli a sì alto segno d'intendere e profferire, perché dedusse la sua scienza dalla cognizione delle cose divine, in cui le naturali, e le umane e civili, come in terso cristallo, riflettono... ([[Giovanni Vincenzo Gravina]]) *''Officio è del poeta | giovar e dilettar con tal maniera | di stile, che 'l lettore non s'attedia; | e ciò fa Dante ne la sua ''Comedia''.'' ([[Teofilo Folengo]]) *Per la Francia, come per la Spagna, la Germania e l'Inghilterra, la lingua di Dante doveva offrire gravissimi ostacoli ad ognuno che voleva pur internarsi in quel singolarissimo mondo della «Commedia». La lingua e l'afflato della poesia medesima; se non l'intendi in ogni sfumatura più delicata, e non l'hai chiara e vibrante nel cuore, non giungerai alla sua anima; e ti fluttuerà innanzi, sempre velata di mistero. I traduttori più abili non suppliscono alla tua propria virtù di penetrazione, e ridanno infiacchito e travisato l'originale, che pur si rispetta. ([[Arturo Farinelli]]) ===[[Roberto Benigni]]=== *Dante ci fa entrare in quello che solo l'intelligenza è in grado di cercare ma, da sola, non è capace di trovare. La sua forza è essere profondamente laico. Non ha atteggiamenti pappalardeschi, come direbbe lui, da falsi devoti. È religioso senza essere mai pretesco, bigotto. Non si rivolge a Dio, alla Madonna, ai santi. Si rivolge alle Muse, ad Apollo. Il suo universo è la poesia. Si può leggere la Divina commedia senza credere in Dio, ma non senza conoscere il cristianesimo. *Dopo la Divina Commedia c'è di più Dio. C'è proprio, lo si sente, lo si vede. Tutto ciò che è bello è vicino a Dio. È proprio la bellezza che ci porta vicino a Dio. Ci ha portato quasi a guardarlo, a vederlo. *La ''Divina Commedia'' è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima. *Perché non ho scritto ''La Divina Commedia''? Perché non c'ho pensato. *Quando si parla della ''Divina Commedia'' o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l'universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{Interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Divina Commedia| ]] [[Categoria:Poemi]] 1kacwhpjiq2vibdn5vxzf6e8umukkt2 Francesco Petrarca 0 10409 1351389 1350508 2024-11-11T18:12:36Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Aggiunta. 1351389 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Francesco Petrarca00.jpg|thumb|Francesco Petrarca]] '''Francesco Petrarca''' (1304 – 1374), scrittore, poeta e umanista italiano. ==Citazioni di Francesco Petrarca== *A che ti giova insegnare agli altri [...], se intanto tu per primo non ascolti te stesso? (dalla ''Lettera a Cicerone'', nella raccolta delle ''Familiares'') *Ciò che ero solito [[amore|amare]], non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia"<ref>Cfr. [[Publio Ovidio Nasone]]: «Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado».</ref>. (da ''Ascesa al Monte Ventoso'') *Dei magnati napoletani mi ricorda di avere una volta parlato con poco favore a cagione di certo barbaro spettacolo non so se tuttavia costì praticato, che allora mi mosse a sdegno e a ribrezzo. Ma per ben costumata che sia, non v' è città che alcuna cosa in se stessa non offra degna di biasimo: ed or m'avveggo come degnissimi essi si porgano di bella lode per animo liberale, per indole generosa, e per singolare fedeltà nell' amicizia. E questo vanto {{sic|meritamente}} a loro consente la storia di Roma, che ridotta nella seconda guerra Punica allo stremo delle sue forze, abbandonata e combattuta da quasi tutta l' Italia, e tradita dai Capuani vostri vicini, che i benefizi ed i soccorsi da lei ricevuti rimeritarono con odio mortale e con gravissime ingiurie, dalla esimia fedeltà, e dalla liberale munificenza dei Napolitani ebbe nell'ora del suo più grave pericolo aiuto e sostegno. Perché gli antichi non meno che i recenti tempi mi porgono sicuri argomenti ad affermare che, chi veduta Napoli non se ne innamora, o non conosce che sia virtù, o non è capace di amarla.<ref>Da ''Lettere senili, {{small|volgarizzate e dichiarate con note da G. Fracassetti}}'', libro XV, lettera IV a Guglielmo Maramaldo, Cav. Napolitano, [https://books.google.it/books?id=AEcCAAAAQAAJ&dq=&pg=PA408#v=onepage&q&f=false pp. 408-409]</ref> *{{NDR|[[Salerno]]}} Fonte della medicina, e di un nobilissimo ginnasio, dove facilmente emerge ogni disciplina delle lettere. :''Medicinæ fontem, ac gymnasium nobilissimum, ubi feliciter litterarum omnium disciplina consistit.'' (citato in ''[http://books.google.it/books?id=1vkeAAAAIAAJ&q=Salernum+medicinae+fontem,ac+gymnasium+nobilissimum&dq=Salernum+medicinae+fontem,ac+gymnasium+nobilissimum&hl=it&ei=_g_BTvWNDNG5hAfPoby0BA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA La Chronique médicale, Volume 13]'') *Ho sempre avuto il massimo disprezzo per le ricchezze, non perché non mi piacessero, ma perché odiavo le fatiche e le preoccupazioni che ne derivano. (dalla ''Lettera ai posteri'') *I [[Libro|libri]] fecero diventare dotti alcuni, altri pazzi.<ref>''De remediis utriusque fortunae'', dial. XI, III: De librorum copia. Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/41|9]]</ref> :''Libri quosdam ad scientiam, quosdam ad insaniam deduxere''. *Il [[mondo]], più che io lo giro, e meno mi piace.<ref>Da ''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari''.</ref> *Il saggio muta consiglio, ma lo [[stoltezza|stolto]] resta della sua opinione.<ref>Da ''Ecloghe'', VIII.</ref> *La [[fatica]] perseverante e la continua applicazione sono il cibo del mio spirito; quando comincerò a riposare e a rallentare il mio lavoro, allora cesserò anche di vivere.<ref>Dalle ''Epistole'', a cura di Ugo Dotti, UTET, 1978.</ref> *Non so saziare la brama di aver [[Libro|libri]], avvegnaché già molti, e forse più del bisogno io ne possegga. Ma avvien de' libri, quello che di tutte le cose: più ti vien fatto cercando trovarne, e più l'avidità d'averne altri ti punge: anzi ne' libri v'è alcun che di singolare. L'oro, l'argento, le gemme, le ricche vesti, i marmorei palagi, il terreno ben colto, le dipinte tele, il bardato corsiero ed altre cose delle sì fatte dànno un piacere per dir così muto e superficiale: i libri ti recano un interno diletto, parlano teco, ti consigliano, e a te per certa viva e penetrante familiarità si congiungono.<ref>Da ''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari libri ventiquattro'', traduzione di Giuseppe Fracassetti, Le Monnier, Firenze, 1863, vol. 1, libro III, lettera XVIII, [https://books.google.it/books?id=sNxxrQ8LFc4C&pg=PA460 p. 460].</ref> *{{NDR|I libri}} Ora questi, ora quelli io interrogo, ed essi mi rispondono, e per me cantano e parlano; e chi mi svela i segreti della natura, chi mi dà ottimi consigli per la vita e per la morte, chi narra le sue e le altrui chiare imprese, richiamandomi alla mente le antiche età. E v'è chi con festose parole allontana da me la tristezza e scherzando riconduce il riso sulle mie labbra; altri m'insegnano a sopportar tutto, a non desiderar nulla, a conoscer me stesso, maestri di pace, di guerra, d'agricoltura, d'eloquenza, di navigazione; essi mi sollevano quando sono abbattuto dalla sventura, mi frenano quando insuperbisco nella felicità, e mi ricordano che tutto ha un fine, che i giorni corron veloci e che la vita fugge. E di tanti doni, piccolo è il premio che mi chiedono: di aver libero accesso alla mia casa e di viver con me, dacché la nemica fortuna ha lasciato loro nel mondo rari rifugi e pochi e pavidi amici.<ref>Da ''Rime, trionfi, e poesie latine'', a cura di Ferdinando Neri, Ricciardi, 1951.</ref> *{{NDR|[[Napoli]]}}, per molti rispetti eccellente, ha questo oscuro e vergognoso e inveterato malanno, che il girar di notte vi è non meno pauroso e pericoloso che tra folti boschi, essendo le vie percorse da nobili giovani armati, la cui sfrenatezza né la paterna educazione né l'autorità dei magistrati né la maestà e gli ordini del re seppero mai contenere. (da ''Familiarum rerum libri''; in Francesco Petrarca, ''Opere'', vol. I, Sansoni, 1990) *Piacciavi richiamare alla memoria quel tempo in cui felicissimi voi {{NDR|[[Genova|genovesi]]}} eravate tra tutti i popoli dell'Italia. Ero allora io fanciullo, e le cose vedute, quasi che sognate le avessi, confusamente rammento: ma viva sempre al pensiero ho la memoria dell'incantevole aspetto che di sè porgeva a levante e a ponente la vostra riviera, bella così da parere meglio celeste che non terrena dimora, simile a quella che la fantasia de' poeti dètte nei campi Elisi stanza ai beati, fra colli ameni, e deliziosi sentieri aperti nel seno delle verdeggianti convalli. Stupende a riguardarsi nell'alto torreggiavan le moli di superbi [[Palazzi dei Rolli|palagi]]: sorgevano a piè delle rupi le mermoree magioni de' vostri cittadini splendide al pari delle più splendide reggie, e a qualsivoglia città nobilissima invidiabil decoro: mentre vincitrice della natura l'arte vestiva gli sterili gioghi de' vostri monti di cedri, di viti, di olivi, spiegando all'occhio la pompa di una perpetua verdura. Aperti con ammirando artificio fra le rupi e gli scogli fermavan lo sguardo del navigante vaghissimi spechi, che sorretti da travi dorate echeggiavano al suono de' flutti, i quali spumeggiando si rompevano in sull'ingresso, e dentro ne spruzzavano le muscose pareti: ed ammirato il nocchiero alla novità dello spettacolo lasciavasi cadere il remo dalle mani, e fermava per meraviglia la barca a mezzo il corso. Che se per terra cammin facendo alcun traversasse le popolose vostre contrade, di quale stupore non lo colpivano le sontuosissime vesti, e la maestosa persona dei vostri cittadini, e delle vostre matrone, o il vedere nel mezzo de' boschi e delle remote campagne lusso e delizie da disgradarne le urbane magnificenze? Che se dentro le mura della vostra città finalmente ponesse il piede, in una città di re, siccome di Roma fu scritto, ed in un tempio sacro alla felicità e all'allegrezza d'essere entrato ei s'avvisava.<ref>Da una lettera al Doge e Consiglio di Genova del 1º novembre 1352, in ''Lettere di Francesco Petrarca'', libro XIV, lettera V, Le Monnier, Firenze, 1865, pp. 320-321</ref> *Quegli cui non è castigo sufficiente una [[moglie]], è degno di averne parecchie.<ref>Da ''De remediis utriusque fortune''; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''L'ape latina'', Hoepli, 1987.</ref> :''Quem una uxor non castigat, dignus est pluribus.'' *Sento qualcosa di insoddisfatto nel mio cuore, sempre. :''Sentioque inexpletum quiddam in precordiis meis semper''. (da ''Secretum'') *''Sicilia di tiranni antico nido | vide triste [[Agatocle]] acerbo e crudo | e vide i dispietati Dionigi | e quel che fece il crudel fabro ignudo | gittare il primo doloroso strido | e far ne l'arte sua primi vestigi.'' (da ''[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/frammenti_rime_estravaganti/pdf/petrarca_frammenti_rime_estravaganti.pdf Frammenti. Rime estravaganti]'', 20, vv. 65-70; p. 43) *[...] ventosa gloria è il cercar fama dalla splendidezza delle [[parola|parole]].<ref>Dalla ''Lettera ai posteri'', in ''Del disprezzo del mondo, dialoghi tre'', prima versione italiana del rev. prof. Giulio Cesare Parolari, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola, Milano 1857.</ref> *Stringendo adunque il molto in poco rammenterò fra le cose umane nessuna esser più dolce dell'amicizia, nessuna più santa, dalla virtù in fuori, e quelli che per potenza e per valore agli altri sovrastano aver più che gli altri bisogno di veri amici, i quali entrino a parte con loro della prospera e dell'avversa sorte. Fa di non chiedere all'amico giammai cosa che onesta non sia, né mai piegarti a far per lui cosa tale; ma se onesta è la domanda, qualunque ella sia, e tu l'appaga. Tieni sempre per fermo tra gli amici tutto esser comune: uno l'amico, uno il volere, non mutabile né per timore né per speranza, né per pericolo: dover ciascuno amare l'amico come se stesso, ed esser cieco a qualunque disparità di condizione; cerca in somma per tutti i modi che si avveri quel che [[Pitagora]] dice, cioè di due doversi far uno. [...] Noi non miriamo a cose impossibili, ma stiamo contenti a quelle, cui ci è dato di aggiungere secondo le leggi della umana natura: e fra queste è l’amicizia della quale parliamo. Poche, rarissime sono le coppie a noi conosciute di amici legati da un amore perfetto e sublime come quello che rese famosi i nomi di Lelio, e del minore Africano. Ma se stretta è fra i buoni, anche l’ordinaria amicizia riesce dolce e soave: come quella che non ammette adulazione, non conosce contumelie, ingiurie, disprezzo, mai non viene a discordia, mai nulla ambisce fuor che i vantaggi e l'onor dell'amico, e piena di letizia e di pace tutta si consola e si bea nel mutuo consorzio. Nulla in essa di finto, di doppio, di simulato, di occulto, ma tutto è schiettezza e candore: per guisa che comuni fra gli amici sono i consigli, le opere, gli onori, le ricchezze, l'ingegno, il sangue, e perfin la vita.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/seniles/pdf/petrarca_seniles.pdf Lettere senili], {{small|volgarizzate e dichiarate con note da G. Fracassetti}}'', libro XIV, lettera I al Magnifico Francesco di Carrara Signore di Padova.</ref> ==''Canzone ai Grandi d'Italia''== *Che fan qui tante pellegrine spade? (P. IV, canzone IV, nell'edizione Marsand; canz. XVI nell'ed. Mestica) *[Chè] ''L'antiquo valore | Ne l'italici cor non è ancor morto''. (P. IV, canzone IV, nell'edizione Marsand; canz. XVI nell'ed. Mestica) *''Io parlo per ver dire | Non per odio d'altrui né per disprezzo''. (XVI dell'ed. Mestica, 4) *''I'vo gridando: [[pace]], pace, pace''. (num. XVI dell'edizione Mestica, ultimo verso) ==''Canzoniere''== ===[[Incipit]]=== [[Image:Petrarca - Canzoniere, MCCCCLXX - 929090 Carta.jpeg|thumb|Incipit nell'edizione 1470]] <poem>Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva 'l core in sul mio primo giovenile errore quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono, del vario stile in ch'io piango et ragiono fra le vane speranze e 'l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono.</poem> ===Citazioni=== *''Vegnendo in terra a'lluminar le carte | ch'avevan molt'anni già celato il vero | tolse {{NDR|[[Gesù|Gesù Cristo]]}} [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] da la rete et [[Pietro apostolo|Piero]], | et nel regno del ciel fece lor parte.'' (VI, 5-8) *''L'[[anima|alma]] che sol da Dio facta gentile, | ché già d'altrui non po' venir tal gratia, | simile al suo factor stato ritiene: | però di [[perdono|perdonar]] mai non è sacia | a chi col core et col sembiante umile | dopo quantunque offese a mercé vène.'' (XXIII, 121-126) *''Non era l'andar suo cosa mortale, | ma d'angelica forma; e le parole | sonavan altro che, pur voce umana;'' (XC, 9-11) *''[[Pace]] non trovo, et non ò da far [[guerra]]; | e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;| et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;| et nulla stringo, et tutto 'l mondo abbraccio.'' (CXXXIV, 1-4) *''Il [[Italia|bel paese]] | ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe''. (CXLVI, 13-14) *''Chiare, fresche et dolci acque, | ove le belle membra | pose colei che sola a me par donna; | gentil ramo ove piacque | (con sospir' mi rimembra) | a lei di fare al bel fiancho colonna; | herba et fior' che la gonna | leggiadra ricoverse | co l'angelico seno; | aere sacro, sereno, | ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: | date udïenza insieme | a le dolenti mie parole extreme''. (CXXVI, 1-13) *''O viva morte, o dilectoso male'' (CXXXII, 7) *''Ché bel fin fa chi ben amando more.'' (CXL, 14) *''Et veggio 'l meglio, et al peggior m'appiglio''. (CCLXIV, 136) *''Cosa bella e mortal passa e non dura''. (CCXLVIII, 8) *''Chi pò dir com'egli arde {{NDR|d'amore}}, è 'n picciol foco.'' (CLXX, 14) *''Alma real, dignissima d'impero'' (CCLXVII, 7) *''Cercato ò sempre [[Solitudine|solitaria]] vita | (le rive il sanno, et le campagne e i boschi) | per fuggir questi ingegni sordi et loschi, | che la strada del cielo ànno smarrita'' [...]. (CCLIX, 1-4) *{{NDR|Sull'[[alloro]]}} ''Arbor victorïosa trumphale, | onor d'imperadori et di poeti.'' (CCLXIII, 1-2) *''La [[vita]] fugge e non s'arresta un'ora''. (CCLXXII, 1) *''Questo nostro caduco e fragil bene | ch'è vento ed ombra ed à nome [[bellezza|beltade]]''. (CCCX, 1-2) *''Drez et rayson es qu'ieu ciant e 'm demori''. (''Lasso me, ch'i' non so in qual parte pieghi'') :Diritto e ragione è che canti e mi sollazzi. *''La vita el fin, e 'l dí loda la [[sera]].'' (''Nel dolce tempo de la prima etade'') *''Povera et nuda vai [[Filosofia|philosophia]]''. (''La gola e 'l somno et l'otïose piume'') *''[[Usignolo|Quel rosignol]], che sí soave piagne, | forse suoi figli, o sua cara consorte, | di dolcezza empie il cielo et le campagne | con tante note sí pietose et scorte''. (''Quel rosignol, che sí soave piagne'') *''Regnano i sensi, et la ragion è morta''. (''Voglia mi sprona, Amor mi guida et scorge'') *''Seguite i pochi, et non la volgar gente''. (''Poi che voi et io piú volte abbiam provato'') *''Un bel [[morte|morir]] tutta la vita honora''. (''Ben mi credea passar mio tempo omai'') *''Vertú contra furore | prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: | ché l'antiquo valore | ne gli italici cor' non è anchor morto.''<ref>Citato in Niccolò Machiavelli, ''[[Niccolò Machiavelli#Il principe|Il principe]]'': «''Virtù contro a furore | prenderà l'arme; e fia el combatter corto, | ché l'antico valore | nell'italici cor non è ancor morto.''»</ref> (''Italia mia, benché 'l parlar sia indarno'') ===Citazioni sul ''Canzoniere''=== *Laura è certamente esistita. È esistita; ed era, alla luce di tutti i giorni, una bionda signora, nelle profondità inaccesse (infantili) dell'anima del poeta, era sua madre; era la ''donna che non si può avere''. E tutta la fascinosa, un po' monotona, storia del {{maiuscoletto|Canzoniere}}, di venti e più anni di corteggiamenti, per non arrivare, per voler non arrivare a nulla, è qui. Se Laura che lo loda, lo rimprovera, lo ammonisce a ben fare, siede in sogno sulla sponda del suo letto, si comporta in tutto e per tutto come una tenera madre col suo amato, e un po' indiscreto bambino, gli si fosse data (ma è questo che il poeta – fingendo desiderarlo – temeva; il {{maiuscoletto|Canzoniere}} è pieno di accenti di gratitudine per quelle che colla sua «virtù», colla sua «castità» gli risparmiava, con la tentazione, il pericolo di fare una brutta figura) sarebbe accaduto al Petrarca quello che accadde al [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] con la bella signora Sabatier, e che non gli accadeva con la sua triste mulatta. La figura di Laura assorbì tutta la tenerezza del poeta. La sua sensualità egli la rivolse ad altro (ebbe – si racconta – non infecondi amori ancillari); a donne che, per la diversità delle origini, non potevano richiamare al suo inconscio, sempre vivo e vigile, la presenza – ben altrimenti diletta! – della madre. Ma l'amore, l'amore vero, l'amore intero, vuole una cosa e l'altra; vuole la fusione perfetta della sensualità e della tenerezza: anche per questo è raro. Così non c'è, in tutto il lungo {{maiuscoletto|Canzoniere}}, un verso, uno solo, che possa propriamente dirsi d'amore; molte cose ci sono ma non {{maiuscoletto|la bocca mi baciò tutto tremante}}<ref>{{cfr}} [[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', canto V, v. 136: «''La bocca mi basciò tutto tremante''».</ref>, il più bel verso d'amore che sia stato scritto. ([[Umberto Saba]]) ==''De vita solitaria''== ===[[Incipit]]=== ====Originale==== ''Credo ego generosum animum, preter Deum ubi finis est noster, preter seipsum et archanas curas suas, aut preter aliquem multa similitudine sibi coniunctum animum, nusquam acquiescere; etsi enim voluptas tenacissimo visco illita et blandis ac dulcibus plena sit laqueis, fortes tamen circa terram alas detinere diutius non potest.'' ====Marco Noce==== Io credo che un animo nobile, eccetto che in Dio, dov'è il nostro fine estremo, eccetto che in sé stesso e nei suoi segreti pensieri o in qualche animo a lui congiunto da una grande affinità, non trovi pace in alcun luogo. Benché infatti il piacere sia cosparso di un visco tenacissimo e sia pieno di lacci attraenti e dolci, non potrebbe tuttavia trattenere a terra troppo a lungo le ali forti. ====Tito Vespasiano Strozzi==== Io credo che l'animo generoso non si riposa né si contenta se non in Dio, nel quale è il nostro fine, veramente in sé stesso con gli suoi secreti pensieri, o veramente in alcuno altro animo molto simile a lui, peroché sebene il diletto mundano è impaniato di tenacissimo vischio, e pieno di lusinghevoli e dolci lacci, nientedimeno egli non è potente a tenere lungamente in terra le ale che sono forti, cioè la mente dell'uomo magnanimo, disposta e intenta a cose grandi e alte. {{NDR|Francesco Petrarca, ''La vita solitaria'', 2 voll., traduzione di Tito Vespasiano Strozzi, Romagnoli, 1879, [https://archive.org/details/lavitasolitaria01petr vol. I].}} ===Citazioni=== *[...] ogni persona indaffarata è infelice e [...] lo è doppiamente se è alle dipendenze di un'altra persona, poiché ha la propria infelicità, ma non gode dei suoi frutti vantaggiosi. (lib. I, cap. III; 1992, p. 45) :[...] ''omnis occupatus miser, occupatusque sub alio bis miser, quod et miseriam suam habet et ipso miserie fructu caret.'' *[...] una [[verità]] universale, certo, non crolla per pochissime obiezioni. (lib. I, cap. III; 1992, p. 47) :[...] ''paucissimis quidem instantiis universale verum dogma non quatitur.'' *Ahimè, com'è forte in me il timore che tra coloro che pretendono d'essere considerati custodi delle pecore malate vi siano dei lupi che divorino quelle sane! (lib. I, cap. III; 1992, p. 53) :''Et heu quam vereor nequi forsan ex his, qui se custodes infirmarum ovium dici volunt, lupi sint sanasque dilanient.'' *Ogniqualvolta decidiamo di intraprendere o di cambiare genere di [[vita]], dobbiamo tenere innanzi agli occhi soprattutto questo: di non seguire la via che ci apparirà più splendida, ma quella che sarà più adatta a noi, confidando non su una vana passione, ma sulla guida della natura. (lib. I, cap. IV; 1992, p. 59) :''In omni quidem ordiende mutandeque vite consilio, illud imprimis ante oculos habendum ut, non concupiscentia inani sed natura duce freti, viam teneamus non que speciosissima videbitur, sed que aptissima nobis erit.'' *La [[solitudine]] è santa, semplice, incorrotta e davvero la più pura di tutte le cose umane. (lib. I, cap. IV; 1992, p. 65) :''Solitudo quidem sancta, simplex, incorrupta vereque purissima rerum est omnium humanarum.'' *[...] molti possono essere costretti ad affermare qualcosa, nessuno a [[Credere|credervi]]. (lib. I, cap. IV; 1992, p. 67) :[...] ''ad fatendum multi, ad credendum nemo cogitur.'' *[...] la fine dell'[[Felicità e infelicità|infelicità]] è l'inizio della [[Felicità e infelicità|felicità]], poiché la legge dei contrari esige che, dove questa termini, quella abbia principio. (lib. I, cap. V, pp. 75 e 77) :[...] ''miserie finis felicitatis initium est, natura contrariorum exigente ut ubi hoc desinit illud incipiat.'' *Ho provato gli stimoli che essa dà all'animo, le ali che fornisce all'ingegno, il tempo che accorda libero al lavoro: tutte cose che non saprei dove cercare al di fuori della solitudine. (lib. I, cap. VI; 1992, p. 91) :''Sentio quos animo stimulos, quas alas ingenio, quod illa operi vacuum tempus accomodat, que omnia preter illam ubi queram nescio.'' *[...] e in verità mai mi sembrerà che la presenza di un amico interrompa la solitudine, bensì che la adorni. (lib. I, cap. VII; 1992, p. 109) :[...] ''nec vero michi unquam amici presentia interrumpi solitudo videbitur sed ornari.'' *Come è grande dunque il piacere, come è grande la sicurezza data dalla solitudine che ha attraversato tutti i pericoli ed enumera, alle sue spalle, lontano, i propri mali! Che gioia aver superato illesi i casi funesti e, al bivio, se a sinistra c'era la morte, essersi trovati a destra; e tanto maggiore è la gioia quanto più si era inclini a scegliere l'altra direzione. La natura ha infatti questa peculiarità: quanto più grave e più presente si rammenta il [[pericolo]], tanto più si gioisce per averlo superato. (lib. I, cap. VIII; 1992, p. 113) :''Quanta ergo delectatio, quanta securitas solitudinis, metuenda quelibet emense et a tergo procul sua mala numerantis! Quam delectat illesum transisse pestifera et in bivio, ubi ad levam mors erat, dextrorsum tenuisse, eoque magis quo in partem alteram deliberatio pronior fuit! Habet enim hoc natura ut, ubi maius presentiusque discrimen fuisse recolitur, ibi de preterito plus gaudii sit.'' *Benché infatti ogni natura abbia i propri difetti, tuttavia gran parte dei mali deriva da una sorta di emulazione e dalla smania di [[imitare]]. (lib. I, cap. VIII; 1992, p. 121) :''Etsi enim cuiusque natura suis vitiis abundet, magna tamen pars malorum ex emulatione quadam imitandique libidine nata est.'' *Non cesserà mai di essere in ansia chi sarà sempre proteso verso il [[domani]]: nessun giorno infatti, eccetto l'ultimo, sarà privo di un domani e nessuno, eccetto il primo, non è stato il domani di qualche altro giorno. (lib. I, cap. VIII; 1992, p. 133) :''Numquam pendere desinet, qui in crastinum pendebit; nullus enim dies preter ultimum crastino carebit, nullus preter primum non alicuius diei crastinus fuit.'' *[...] a poco a poco, in ogni luogo della terra, tutto decade: tutti i buoni costumi hanno breve durata, quelli cattivi invece sono eterni. (lib. I, cap. IX; 1992, p. 137) :[...] ''nam et inde nunc absum, et ubique terrarum cunta paulatim in deterius cedunt, omnes boni mores brevis evi sunt, mali autem immortales.'' *[...] fuggire le sciagure che non possiamo mettere in fuga. (lib. I, cap. IX; 1992, p. 141) :[...] ''ut pestes, quas fugare non possumus, fugiamus'' [...]. *La solitudine – a volerla debitamente definire – è di tre tipi: del luogo [...]; del tempo, ovverosia delle notti, quando anche nel foro c'è solitudine e silenzio; dell'animo, ovverosia di quelli che, per la straordinaria capacità di concentrarsi nella contemplazione, si sottraggono al mezzogiorno e alla piazza affollata e ignorano che cosa vi succeda e sono soli in qualunque momento e luogo vogliano esserlo. (lib. II, cap. VI; 1992, p. 197) :''Triplex nempe, si rite complector, solitudo est: loci scilicet'' [...]''; temporis, qualis est noctium, quando etiam in rostris solitudo silentiumque est: animi, qualis est eorum qui vi profundissime contemplationis abstracti luce media et frequenti foro quid illic geratur nesciunt, qui quotiens et ubicunque voluerint soli sunt.'' *Ricerco inoltre [[libri]] di generi differenti che, per gli autori che li hanno scritti o per gli argomenti di cui trattano, siano nello stesso tempo compagni graditi e fedeli, pronti sia a uscire in pubblico sia a ritornare nello scrigno a un tuo cenno e sempre disposti a tacere o a parlare, a restare a casa o ad accompagnarti nei boschi, a fare lunghi viaggi e a vivere in campagna, a discorrere, a scherzare, a esortarti, a consolarti, ad ammonirti, a biasimarti, a darti consigli, a rivelarti i segreti delle cose e le imprese memorabili, a insegnarti le regole della vita e il disprezzo della morte, la moderazione nella buona sorte, la costanza nell'avversa, l'imperturbabilità e la fermezza nel comportamento: compagni dotti, lieti, utili e {{Sic|facondi}}, non sono mai motivo di noia, di spesa, di lamenti, di brontolii, d'invidia o d'inganno. E mentre ci arrecano tanti vantaggi, non hanno bisogno di cibo né di bevanda e son contenti di una povera veste e di un cantuccio della casa; essi stessi però offrono ai loro ospiti inestimabili ricchezze spirituali, vaste dimore, splendidi abiti, piacevoli banchetti e cibi prelibati. (lib. II, cap. XIV; 1992, p. 313) :''Libros preterea diversi generis et simul per quos aut de quibus scripti sunt comites gratos et assiduos, et promptos vel in publicum prodire vel ad arculam redire cum iusseris, paratosque semper vel tacere vel loqui, et esse domi, et comitari in nemora, et peregrinari, et rusticari, et confabulari, et iocari, et hortari, et solari, et monere, et arguere, et consulere, et docere secreta rerum, monimenta gestorum, vite regulam mortisque contemptum, modestiam in prosperis, fortitudinem in adversis, equabilitatem in actionibus atque constantiam: comites doctos, letos, utiles ac facundos, sine tedio, sine impendio, sine querela, sine murmure, sine invidia, sine dolo; interque tot commoda, nullo cibo interim, nullo potu et veste inopi et angusta domus parte contentos, cum ipsi potius hospitibus suis inextimabiles animi divitias, amplas domus, fulgidas vestes et iucunda convivia ac suavissimos cibos parent.'' ==''Itinerarium Siriacum''== *Veniamo a [[Genova]], che dici di non aver mai visto. Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare; la sua stessa potenza, come è già accaduto a molte città, le nuoce e le reca danno, perché offre materia alle contese e alle gelosie cittadine. *[...] di questa ammirerai ora il comportamento dei cittadini, la posizione dei luoghi, lo splendore degli edifici e soprattutto la flotta, formidabile e temibile per ogni nazione come è stato scritto di quella di Tiro; ammirerai il molo opposto al mare e il [[Porto di Genova|porto]], opera dell'uomo, di inestimabile valore e di molto lavoro, che invano colpiscono le quotidiane tempeste. *Quando avrai diligentemente osservato questa città, il litorale che l'avvolge a destra e a sinistra, i monti che sovrastano i flutti, inoltre le persone, gli animi forti ed il comportamento della gente, sappi di aver visto quel secondo coltello che per molti anni, con un esercizio continuo, affilò la spada del valore romano. ==''Le Epistole familiari''== *Ti verrà forse all'orecchio qualcosa di me, sebbene sia dubbio che il mio povero, oscuro nome possa arrivare lontano nello spazio e nel tempo. E forse ti piacerà sapere che uomo fui, quale la sorte delle opere, soprattutto di quelle la cui fama sia giunta sino a te e di cui tu abbia sentito vagamente parlare. *Sono stato uno della vostra specie, un povero uomo mortale, di classe sociale né elevata né bassa; di antica famiglia, come dice di se stesso [[Cesare Augusto]]; di temperamento per natura né malvagio; né senza scrupoli, se non fosse stato guastato dal contatto abituale con esempi contagiosi. *L'adolescenza mi illuse, la gioventù mi traviò, ma la vecchiaia mi ha corretto e con l'esperienza mi ha messo bene in testa che era vero quel che avevo letto tanto tempo prima; che i godimenti dell'adolescenza sono vanità. *Ebbi la fortuna di godere la familiarità dei principi e dei re, e l'amicizia dei nobili, tanto da esserne invidiato. *Mi travagliò quand'ero molto giovane, un amore fortissimo; ma il solo, e fu puro; e più a lungo ne sarei stato travagliato se la morte, crudele ma provvidenziale, non avesse spento definitivamente quella fiamma quand'ormai era languente. *I più grandi re del mio tempo mi vollero bene e mi onorarono – il perché non lo so; è cosa che riguarda loro – e con certuni ebbi rapporti tali che in certo qual modo erano loro a stare con me; e dalla loro grandezza non ebbi noie, ma molti vantaggi. {{NDR|Francesco Petrarca, ''Le Epistole familiari''; citato in [[Carlo Salinari]], ''Profilo storico della letteratura italiana'', Editori Riuniti, 1972}} * {{NDR|su [[Richard de Bury]]}} ... uomo di vivace ingegno, esperto abbastanza di lettere [...] che fin dai primi anni fu delle riposte cose curiosissimo indagatore... Ed egli {{NDR|quando gli chiesi notizie dell'isola di Tile}} o che sperasse potermi mantener la promessa, o che vergognasse di confessare la propria ignoranza [...], o che per avventura (né vorrei crederlo) sentisse invidia dell'aprirmi questo segreto, risposemi che avrebbe sciolto il mio dubbio quando fosse tornato alla sua patria ed ivi avesse potuto consultare i suoi libri, de' quali aveva copia tragrande. {{NDR|''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari libri ventiquattro'', vol. 1, traduzione di Giuseppe Fracassetti, Felice Le Monnier, Firenze 1863}} *Solo al [[medico]] è conceduto dar morte agli uomini impunemente. *Non sono né vivo né sano, né morto né malato; allora soltanto comincerò a vivere e a star bene, quando troverò l'uscita di questo [[labirinto]]. A tal fine tutto son rivolto, a questo solo mi adopro. (da ''XII, 10'') {{NDR|''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari libri ventiquattro'', vol. 2, traduzione di Giuseppe Fracassetti, Felice Le Monnier, Firenze 1864}} *...{{NDR|il}} malanno immedicabile, oscuro, osceno, inveterato di questa città, sotto mille altri rispetti preclarissima, per cui il girare di nottetempo qui non si fa con minor paura e pericolo che in mezzo ai folti boschi: conciossiachè le strade sien piene di nobili giovani armati tutti, le immoderatezze de' quali nè la paterna educazione, nè l'autorità de' magistrati, nè la maestà e l'impero dei re valsero mai a raffrenare. Ma come meravigliare che fra le ombre della notte e senza alcun testimonio taluno ardisca commetter delitti, se a pieno giorno, alla vista del popolo, al cospetto dei re, in questa città d'Italia con ferocia da disgradarne i barbari si esercita l'infame giuoco de gladiatori: e come sangue di pecore l'umano sangue si sparge, e, plaudente l'insano volgo affollato, sotto gli occhi de miseri genitori si scannano i figli, e tiensi a disonore l'offerire con ripugnanza la gola al pugnale, quasi che per la patria o per la gloria della vita celeste si combattesse? Di tutto questo inconsapevole io fui condotto un giorno a certo luogo vicino della città chiamato Carbonaria: nome veramente acconcio alla cosa: imperocché quella scelerata officina deturpa e denigra gli spietati fabbri che ivi si affaticano sull'incudine della morte. Era presente la Regina, presente Andrea re fanciullo, che di sè promette riuscir magnanimo, se pur riesca a porsi in capo la contrastata corona: v'eran le milizie di Napoli, delle quali invan cercheresti le più attillate e più eleganti: popolo v'era venuto in folla da tutte parti. A tanto concorso di gente, e a tanta attenzione d'illustri personaggi sospeso, fiso io guardava aspettando di vedere qualche gran cosa, quand'ecco come per lietissimo evento un indicibile universale applauso s'alza alle stelle. Mi guardo intorno e veggo un bellissimo garzone trapassato da freddo pugnale cadermi ai piedi. Rimasi attonito, inorridito; e dato di sproni al cavallo, rampognando l'inganno de'miei compagni, la crudeltà degli spettatori, la stoltezza de'combattenti, all'infernale spettacolo ebbi volte le spalle. Questa doppia peste, o padre mio, quasi eredità de maggiori venne e s'accrebbe ne'posteri, e giunse a tale che la licenza del commetter delitti in conto di dignità e di libertà vien reputata. (da Lettera IV a Giovanni Colonna Cardinale, Napoli, 1 dicembre 1343, [https://books.google.it/books?id=q4hCAAAAcAAJ&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false pp.31-32]) ==''Rime''== *''Povera e nuda vai, [[Filosofia]]''. (sonetto I secondo la numerazione di Marsand, sonetto VII secondo Mestica) *''Vergine bella che di sol vestita, | Coronata di stelle, al sommo Sole | Piacesti si, che 'n te sua luce ascose, | Amor mi spinge a dir di te parole; | Ma non so incominciar senza tu' aita, | E di Colui che amando in te si pose. | Invoco lei che ben sempre rispose, | Chi la chiamò con fede''. (da ''Canzone VIII'') *''Se dal mio stato assai misero e vile | Per le tue man resurgo | [[Maria|Vergine]], l' sacro e purgo | Al tuo nome e pensieri e 'ngegno e stile, | La lingua, e 'l cor, le lagrime e i sospiri''. (da ''Canzone VIII'') *''Raccomandami al tuo Figliol, verace | Uomo e verace Dio | Che accolga 'l mio spirto ultimo in pace''. (da ''Canzone VIII'') *''Vergine chiara e stabile in eterno, | Di questo tempestoso mare Stella, | D' ogni fedel nocchier fidata guida, | Pon mente in che terribile procella | I mi ritrovo sol senza governo, | Ed ho già da vicin l' ultime strida: | Ma pur in te l'anima mia si fida.'' (da ''Canzone VIII'') *''Tennemi Amor anni ventuno ardendo | Lieto nel foco, e nel duol pien di speme: | Poiché Madonna e 'l mio cor seco insieme | Saliro al ciel, dieci altri anni piangendo''. (da ''Sonetto LXXXIV'') <!--{{NDR|Francesco Petrarca, ''Rime in morte di Laura''; citato in ''I quattro poeti italiani: con una scelta di poesie italiane dal 1200 sino a' nostri tempi'', Lefèvre, 1836}}--> ==''Sonetti sopra varj argomenti''== *{{NDR|Sullo ''[[dolce stil novo|stil nuovo]]''}} ''Tra lo stil de' moderni e 'l sermon prisco''. (son. VII, com.: ''S'Amore o Morte non dà qualche stroppio''; son. XXXII nell'ed. Mestica) *''I' da man manca, e' tenne il camin dritto: | I' tratto a froza, ed e' d'Amore scorto: | Egli in Jerusalem, ed io in Egitto''. (XVII, che comincia: ''Quanto più disiose l'ali spando''; son. CVIII nell'ediz. Mestica) *''[[Ira]] è breve furor''. (XIX: CXCVI nell'ed. Mestica). ==''Sonetto in vita di M. Laura''== *''La vita el fin e 'l dì loda la sera'' (I, 4 nell'ed. Marsand, p. 25 nell'ed. Mestica)<ref name=chi>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921.</ref> *''Da me son fatti i miei pensier diversi''. (num. II secondo il Marsand, canz. III dell'ediz. Mestica)<ref name =chi /> *''Tempo non mi parea da far riparo | Contr' a' colpi d'Amor''. (num. 3) *''La noia e 'l mal della passata via''. (num. IV secondo Marsand, canz. V dell'ediz. Mestica, v. 11)<ref name =chi /> *''El più bel fior ne colse''. (VIII secondo Marsand, X nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Intendami chi po', ch'i' m'intend'io''. (num. IX secondo Marsand; canz. XI secondo Mestica; v. 17)<ref name =chi /> *''E già di là dal rio passato è 'l [[merlo]]''. (Num. IX, nell'ed. Marsand, num. XI nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''I' benedico il loco e 'l tempo e l'ora''. (Num. X, secondo il Marsand, com.: ''Quando fra l'altre donne ad ora ad ora''; nell'ed. Mestica, son. XII)<ref name =chi /> *''Veggio 'l meglio ed al peggior m'appiglio''. (Num. XVII nell'ed. Marsand, sonetto XXI nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Nel mondo | Sua ventura ha ciascun dal dì che nasce''. (Num. XXXV nell'ed. Marsand, sonetto CCLXII nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Che 'nanzi al dì de l'ultima partita | Uom beato chiamar non si convene''. (Num. XXXVI nell'ed. Marsand, sonetto XLIII nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Non era l'andar suo cosa mortale | Ma d'angelica forma''. (XLI nell'ed. Marsand, LXIX nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Poi che mia speme è lunga a venir troppo''. (n. LIX secondo Marsand, LXVII secondo Mestica, v. 1)<ref name =chi /> *''Seguite i pochi, e non la volgar gente''. (num. LXVII secondo il Marsand, son. LXXIII dell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Né del vulgo mi cal né di fortuna''. (num. LXXVIII secondo il Marsand, sonetto XCI secondo il Mestica)<ref name =chi /> *''Femina è cosa mobil per natura''. (Num. CXXXI nell'ed. Marsand, sonetto CL nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Lo spirito è pronto, ma la carne è stanca''. (Num. CLIV nell'ed. Marsand, sonetto CLXXIII nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *[...] ''Morte fura | prima i migliori, e lascia star i rei'' [...]. (Num. CXC nell'ed. Marsand, sonetto CCX nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> ==''Trionfi''== ===[[Incipit]]=== <poem>Al tempo che rinnova i miei sospiri per la dolce memoria di quel giorno che fu principio a sì lunghi martiri, già il sole al Toro l'uno e l'altro corno scaldava, e la fanciulla di Titone correa gelata al suo usato soggiorno.</poem> ===Citazioni=== ====''Trionfo d'Amore''==== *''Così or quinci or quindi rimirando, | Vidi in una fiorita e verde piaggia | Gente che d'amor givan ragionando. | Ecco Dante e Beatrice; ecco Selvaggia; | Ecco Cin da Pistoja; Guitton d'Arezzo. | Che di non esser primo par ch'ira aggia. | Ecco i duo Guidi che già furo in prezzo; | Onesto Bolognese; e i Siciliani, | Che fur già primi, e quivi eran da sezzo.'' (IV, 35) *''I' che gioir di tal vista non soglio | per lo secol noioso in ch'i' mi trovo, | voto d'ogni valor, pien d'ogni orgoglio, | l'abito in vista sì leggiadro e novo | mirai, alzando gli occhi gravi e stanchi, | ch'altro diletto che 'mparar non provo.'' (I, 16) *''Tal biasma altrui che sè stesso condanna''. (I, 118) *''Stanco già di mirar, non sazio ancora''. (II, 1) *''Ben è 'l viver mortal, che sì n'aggrada, | Sogno d'infermi e fola di romanzi''. (III, 65-66) *''Tutti siam macchiati d'una pece''. (III, 99) *''S'Affrica pianse, Italia non ne rise''. (IV, 83) *''Ragion contra forza non ha loco''. (IV, 111) ====''Trionfo del Tempo''==== *''Nel fuggir del sole | La ruina del mondo manifesta''. (68-69) *''Infinita è la schiera degli sciocchi.'' (87) *''Passan vostri triunfi e vostre pompe, | Passan le signorie, passano i regni; | Ogni cosa mortal Tempo interrompe''. (111-114) ====''Trionfo dell'Eternità''==== *''Passa il penser sì come sole in vetro, | anzi più assai, però che nulla il tene''. ====''Trionfo della Morte''==== *[...] ''degna | di poema chiarissimo e d'istoria''. (I, 17-18; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 542) *''O ciechi, il tanto affaticar che giova? | Tutti torniamo a la [[morte|grande madre antica]], | e il nome nostro a pena si ritrova''. (I, 88-89) *''La morte è fin d'una pregione oscura | a l'anime gentili; a l'altre è noia, | ch'hanno posto nel fango ogni lor cura.'' (II, 35-37) *[...] ''che altro ch'un sospir breve è la morte?'' (II, 52) ====''Trionfo della Fama''==== {{NDR|[[Marco Tullio Cicerone]]}} ''[...] un al cui passar l'erba fioriva: | questo è quel Marco Tullio in cui si mostra | chiaro quanti eloquenzia ha frutti e fiori [...]'' (III, 18-20, Rizzoli, 1957, [https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/i_trionfi/pdf/i_trio_p.pdf]), p. 37) ====''Trionfo della Pudicizia''==== *''Pensier canuti in giovenil etate''. (88) *''Passammo al tempio poi di [[Pudicizia]], | ch'accende in cor gentil oneste voglie, | non di gente plebeia ma di patrizia.'' (181-183) ==[[Incipit]] de ''Le senili''== Scrivendo un giorno al mio Socrate io mi doleva che l'anno del secol nostro 1348, per la morte di tanti amici, tutte quasi mi avesse rapite le consolazioni della vita: e ben mi ricorda quanti furono allora i miei lamenti e le mie lagrime. Ora che far dovrò in questo anno sessantunesimo, che non solo di ogni altro tesoro, ma di quello che sopra tutti m'ebbi prezioso e carissimo, di Socrate mio, m'ebbe spogliato? ==Citazioni su Francesco Petrarca== *Ah! se il cantor di Laura avesse consacrato tutte le sue pagine al santo amore, di qual celeste armonia non ci beerebbe il suo canto immortale! ([[Guglielmo Audisio]]) *Ciò che conta del Petrarca in una storia della lingua italiana è solo la sua [[Poesia lirica|lirica]]; di [[prosa]] italiana non abbiamo nulla (non contano le poche righe di una lettera a Leonardo Beccanugi); lontana e indiretta è l'importanza delle sue opere latine. ([[Bruno Migliorini]]) *Ciò che nella letteratura antica valse ad affascinarlo fu il suo carattere d'opera d'arte. Per la prima volta, dopo secoli, la perfezione della forma determinava le predilezioni d'un intelletto. Quella ricerca del bello per se stesso, quella distinzione fra le produzioni che lo rivelano in modo diverso, costituiscono una delle iniziative del Petrarca più feconde, e restaurano al tempo stesso, alla fine di quel Medioevo a cui rimase ignota, la critica letteraria... ([[Pierre de Nolhac]]) *È nota l'avversione o, a meglio dire, il disprezzo del Petrarca pei medici, ai quali prestava poca o punta fede. I medici se ne vendicarono ingiuriandolo e calunniandolo, ed egli si sfogò contro di essi in invettive, delle quali, per tacere dei famosi quattro libri ''contra medicum quemdam'', abbonda il suo Epistolario. ([[Antonio Zardo]]) *Il Petrarca avea saputo mostrare il suo valore artistico e letterario sì nella lingua latina che nell'italiana o volgare; ma già egli stesso si era pentito e domandava perdono di quei suoi sospiri in rima e più volte dichiarò che in faccende casalinghe usava il volgare, perché il latino non si poteva abbassare a simili argomenti. ([[Remigio Sabbadini]]) *La provenienza di [[Dante Alighieri|Dante]] è aristotelica: scuola, dunque, d'uno che ha prepotentemente creduto nell'uomo animale politico, nella città, nel cittadino... Dire "civis" è lo stesso che dire "civilitas" e difatti su codesti termini punta Dante, assertore della società civile: d'una civiltà ch'è, insieme, ordine giuridico politico religioso, Stato. Viceversa, nel Petrarca è l'"homo" che trova la sua celebrazione, l'individuo che, in quanto creatura, prima ancora che farsi membro di consociazione politica, ha in sé la sua possibilità di redenzione e di perfezione, magari al di fuori della società. E quasi contro la "civilitas" dantesca, è l'"humanitas" che viene rivendicata e curata, quella condizione primaria ed ultima che consente, al di fuori delle strutture sociali, la parentela dell'uomo col [[Gesù|Figliuol dell'Uomo]]. ([[Rodolfo De Mattei]]) *La sua "capacità di introspezione" lo rende romantico e moderno. ([[Giuseppe Prezzolini]], da ''Storia tascabile della letteratura italiana'' – Biblioteca del Vascello, 1993) *Noi non sappiamo in che tempo precisamente si cominciassero a scrivere queste frottole {{NDR|nome dato anche alle barzellette}} che son letterario riflesso delle cantilene giullaresche. Forse il primo tentativo di nobilitare le sconnesse cantilene care ai volghi fu fatto dal gran perfezionatore d'ogni forma della nostra lirica, da Francesco Petrarca: quasi certamente è fattura sua certa frottola che comincia «Di ridere ho gran voglia»... ([[Francesco Flamini]]) *Petrarca stesso, anche in ciò con l'istinto e la lungimiranza del genio, aveva saputo serbarsi una posizione di assoluta libertà di fronte agli autori prediletti; per lui è una gioia lodarli, una pena doverli biasimare, però nell'imitatio non rinuncia alla propria individualità così fortemente marcata: l'imitazione, dice una volta (ep. fam. XXIII 19), deve avere con la cosa imitata non la somiglianza di un ritratto, ma quella di un figlio col padre. ([[Eduard Norden]]) *''Quel dolce di Calliope labbro | che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma | d'un velo candidissimo adornando, | rendea nel grembo a Venere Celeste.'' ([[Ugo Foscolo]]) *Se avesse tardato ancora di più all'appuntamento, sarei diventato Petrarca. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Se di [[Platone]], molto amato ma poco conosciuto, Petrarca studiò poco più del ''Timeo'' (e del ''Fedone''), verso [[Aristotele]], ruvido e scabro, non fu mai particolarmente benevolo. Sapeva, è vero, da Cicerone e da Quintiliano, che era stato scrittore squisito per fiumi d'eloquenza, eppur tuttavia non sapeva dimenticare l'Aristotele della scuola, soprattutto «dialettico» e «fisico». ([[Eugenio Garin]]) *Se Laura fosse stata la moglie di Petrarca, pensate che lui avrebbe scritto sonetti tutta la vita? ([[George Gordon Byron]]) *Tutta l'opera di Petrarca si potrebbe riassumere nel verso di [[Sergio Endrigo]]: «Dite a Laura che l'amo». ([[Vittorio Sgarbi]]) *Una delle più amabili figure nella schiera degli eroi dello spirito, soffusa in tutti i tempi del soffio incantato del romanticismo e circondata dall'aureola del genio. ([[Eduard Norden]]) *{{NDR|Con il suo umanesimo [[Francesco Petrarca|Petrarca]] diede inizio a}} una prima confederazione degli spiriti illuminati, nel mezzo di questa Europa asservita totalmente dalla potenza ecclesistica ed la dominazione feudale. ([[Abel-François Villemain]]) ===[[Antonio Cesari]]=== *Nelle tre canzoni sorelle sopra gli occhi di M. Laura, chi può abbastanza ammirare la fecondità di quell'altissimo ingegno, che da tante parti seppe trar cagione di lodare quegli occhi; e le cose, che pareano lontanissime dal suo argomento, far con maraviglioso artifizio servire ad innalzare quella bellezza? *Nella canzone ''Spirito gentil'', non abbiamo noi un'orazione in genere deliberativo delle più belle, per confortar quel tribuno a rivendicare la libertà del popol di [[Roma]], cavandone gli argomenti da' luoghi oratorii della onestà e facilità d'impresa, annullando le forze del contrario partito, e dell'utilità grandissima che al popolo, e della gloria che a lui ne sarebbe seguita. Il medesimo si dica dell'altre due ''Italia mia'', ed ''O aspettando in ciel'', con l'arte medesima lavorate. *Ma in quella che comincia ''Quell'antico mio dolce empio signore'' (che può appartenere al genere giudicale) in cui il poeta introduce una lite fra sé ed amore dinanzi al tribunale della ragione, non tratta egli i più forti argomenti d'aggravar l'avversario suo di crudeltà, frode e ingiustizia, per concitargli contro l'odio del giudice, e la compassione verso di sé? E nella seconda parte, qual difesa non fa amore della sua causa! come abbatte le ragioni dell'emulo suo, e tutte contra gliele rivolge; amplificando i benefizi a lui fatti, e la gloria a cui, sua mercé, egli era salito! Or non è questa eloquenza? ===[[Guido Mazzoni (letterato)|Guido Mazzoni]]=== *Nessuno degli antichi e nessuno dei moderni, eccetto Dante, seppe convertire in poesia, al pari del Petrarca, i proprii esami di coscienza, i timidi desiderii, le lacrime segrete, i palpiti lievi, le visioni gentili dei sogni, le scene offerte dalla natura allo svolgersi di quel tenue e insiem profondo dramma d'amore. Ogni atto, ogni voce, ogni aspetto, gli si trasformava subito, dentro l'anima sensibilissima, in una fantasia colorita e melodica che gli era forza rappresentare con le parole a sé e agli altri. *Poeta elegiaco fu, più che lirico. Della lirica ebbe l'eloquenza concitata, non i voli arditi; ché l'analisi soggettiva a quella lo conduceva, quando gli ribollisse l'animo di generosi rimproveri o di consigli da svolgere con l'orazione persuasiva. Della elegia condensò lo scorrevole pianto in poche lagrime che gli stillarono dall'occhio pensoso, e un sonetto valse una lunga serie di distici; ne raccolse l'anelito affannoso in un sospiro, gli ululati in un gemito represso, e una canzone vinse tutto un rotolo dei seguaci di [[Callimaco]]; ne emulò la descrizione idillica, e la strofe della canzone e un madrigale porsero alla figura di Laura lo sfondo di un paesaggio fiorito qual mai non fiorì sulle carte neppure del petrarchesco [[Albio Tibullo|Tibullo]]. *Poeta soggettivo se altri fu mai, non vedeva intorno a sé di là da quello che importava all'animo suo. La visione ideale gli era ben più gradita e consueta che l'osservazione reale. Centro dell'idealità poneva, in un egoismo squisito e non immorale, il suo proprio sentimento. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/canzoniere/pdf/canzon_p.pdf Canzoniere (Rerum Vulgarium Fragmenta)]'', Testo critico e introduzione di Gianfranco Contini, annotazioni di Daniele Ponchiroli, Giulio Einaudi Editore, 1989. ISBN 8806007866 *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/de_secreto_conflictu_curarum_mearum/pdf/de_sec_p.pdf De secreto conflictu curarum mearum (Secretum)]'', in ''Prose'', a cura di G. Martellotti e P. G. Ricci, E. Carrara, P. G. Ricci, Riccardo Ricciardi editore, Milano-Napoli, 1955. *Francesco Petrarca, ''De vita solitaria'', Introduzione di Giorgio Ficara, a cura di Marco Noce, Mondadori, Milano, 1992. Testo latino a fronte. ISBN 88-04-35656-1 *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/i_trionfi/pdf/i_trio_p.pdf I trionfi]'', a cura di Guido Bezzola sul testo approntato da Raffaello Ramat per i Classici Rizzoli (Milano 1957), edizione Rizzoli (B.U.R), Milano, 1997. ISBN 8817124702 *Francesco Petrarca, ''Itinerarium Siriacum'', 1358; citato in Giovanna Petti Balbi, ''Genova medievale vista dai contemporanei'', Sagep Editrice, Genova, 1978, pp. 80-83 *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/seniles/pdf/petrarca_seniles.pdf Le senili]'', volgarizzate e dichiarate con note da Giuseppe Fracassetti, Firenze, Le Monnier, 1879-1870. ==Altri progetti== {{Interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Chiare, fresche et dolci acque}} {{Pedia|I Trionfi|''Trionfi''|}} {{DEFAULTSORT:Petrarca, Francesco}} [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Umanisti italiani]] 5hiw00neqjv6mlbwv913k4zhul5xbwm 1351421 1351389 2024-11-11T23:39:07Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Aggiunta. 1351421 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Francesco Petrarca00.jpg|thumb|Francesco Petrarca]] '''Francesco Petrarca''' (1304 – 1374), scrittore, poeta e umanista italiano. ==Citazioni di Francesco Petrarca== *A che ti giova insegnare agli altri [...], se intanto tu per primo non ascolti te stesso? (dalla ''Lettera a Cicerone'', nella raccolta delle ''Familiares'') *Ciò che ero solito [[amore|amare]], non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia"<ref>Cfr. [[Publio Ovidio Nasone]]: «Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado».</ref>. (da ''Ascesa al Monte Ventoso'') *Dei magnati napoletani mi ricorda di avere una volta parlato con poco favore a cagione di certo barbaro spettacolo non so se tuttavia costì praticato, che allora mi mosse a sdegno e a ribrezzo. Ma per ben costumata che sia, non v' è città che alcuna cosa in se stessa non offra degna di biasimo: ed or m'avveggo come degnissimi essi si porgano di bella lode per animo liberale, per indole generosa, e per singolare fedeltà nell' amicizia. E questo vanto {{sic|meritamente}} a loro consente la storia di Roma, che ridotta nella seconda guerra Punica allo stremo delle sue forze, abbandonata e combattuta da quasi tutta l' Italia, e tradita dai Capuani vostri vicini, che i benefizi ed i soccorsi da lei ricevuti rimeritarono con odio mortale e con gravissime ingiurie, dalla esimia fedeltà, e dalla liberale munificenza dei Napolitani ebbe nell'ora del suo più grave pericolo aiuto e sostegno. Perché gli antichi non meno che i recenti tempi mi porgono sicuri argomenti ad affermare che, chi veduta Napoli non se ne innamora, o non conosce che sia virtù, o non è capace di amarla.<ref>Da ''Lettere senili, {{small|volgarizzate e dichiarate con note da G. Fracassetti}}'', libro XV, lettera IV a Guglielmo Maramaldo, Cav. Napolitano, [https://books.google.it/books?id=AEcCAAAAQAAJ&dq=&pg=PA408#v=onepage&q&f=false pp. 408-409]</ref> *{{NDR|[[Salerno]]}} Fonte della medicina, e di un nobilissimo ginnasio, dove facilmente emerge ogni disciplina delle lettere. :''Medicinæ fontem, ac gymnasium nobilissimum, ubi feliciter litterarum omnium disciplina consistit.'' (citato in ''[http://books.google.it/books?id=1vkeAAAAIAAJ&q=Salernum+medicinae+fontem,ac+gymnasium+nobilissimum&dq=Salernum+medicinae+fontem,ac+gymnasium+nobilissimum&hl=it&ei=_g_BTvWNDNG5hAfPoby0BA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA La Chronique médicale, Volume 13]'') *Ho sempre avuto il massimo disprezzo per le ricchezze, non perché non mi piacessero, ma perché odiavo le fatiche e le preoccupazioni che ne derivano. (dalla ''Lettera ai posteri'') *I [[Libro|libri]] fecero diventare dotti alcuni, altri pazzi.<ref>''De remediis utriusque fortunae'', dial. XI, III: De librorum copia. Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/41|9]]</ref> :''Libri quosdam ad scientiam, quosdam ad insaniam deduxere''. *Il [[mondo]], più che io lo giro, e meno mi piace.<ref>Da ''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari''.</ref> *Il saggio muta consiglio, ma lo [[stoltezza|stolto]] resta della sua opinione.<ref>Da ''Ecloghe'', VIII.</ref> *La [[fatica]] perseverante e la continua applicazione sono il cibo del mio spirito; quando comincerò a riposare e a rallentare il mio lavoro, allora cesserò anche di vivere.<ref>Dalle ''Epistole'', a cura di Ugo Dotti, UTET, 1978.</ref> *Non so saziare la brama di aver [[Libro|libri]], avvegnaché già molti, e forse più del bisogno io ne possegga. Ma avvien de' libri, quello che di tutte le cose: più ti vien fatto cercando trovarne, e più l'avidità d'averne altri ti punge: anzi ne' libri v'è alcun che di singolare. L'oro, l'argento, le gemme, le ricche vesti, i marmorei palagi, il terreno ben colto, le dipinte tele, il bardato corsiero ed altre cose delle sì fatte dànno un piacere per dir così muto e superficiale: i libri ti recano un interno diletto, parlano teco, ti consigliano, e a te per certa viva e penetrante familiarità si congiungono.<ref>Da ''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari libri ventiquattro'', traduzione di Giuseppe Fracassetti, Le Monnier, Firenze, 1863, vol. 1, libro III, lettera XVIII, [https://books.google.it/books?id=sNxxrQ8LFc4C&pg=PA460 p. 460].</ref> *{{NDR|I libri}} Ora questi, ora quelli io interrogo, ed essi mi rispondono, e per me cantano e parlano; e chi mi svela i segreti della natura, chi mi dà ottimi consigli per la vita e per la morte, chi narra le sue e le altrui chiare imprese, richiamandomi alla mente le antiche età. E v'è chi con festose parole allontana da me la tristezza e scherzando riconduce il riso sulle mie labbra; altri m'insegnano a sopportar tutto, a non desiderar nulla, a conoscer me stesso, maestri di pace, di guerra, d'agricoltura, d'eloquenza, di navigazione; essi mi sollevano quando sono abbattuto dalla sventura, mi frenano quando insuperbisco nella felicità, e mi ricordano che tutto ha un fine, che i giorni corron veloci e che la vita fugge. E di tanti doni, piccolo è il premio che mi chiedono: di aver libero accesso alla mia casa e di viver con me, dacché la nemica fortuna ha lasciato loro nel mondo rari rifugi e pochi e pavidi amici.<ref>Da ''Rime, trionfi, e poesie latine'', a cura di Ferdinando Neri, Ricciardi, 1951.</ref> *{{NDR|[[Napoli]]}}, per molti rispetti eccellente, ha questo oscuro e vergognoso e inveterato malanno, che il girar di notte vi è non meno pauroso e pericoloso che tra folti boschi, essendo le vie percorse da nobili giovani armati, la cui sfrenatezza né la paterna educazione né l'autorità dei magistrati né la maestà e gli ordini del re seppero mai contenere. (da ''Familiarum rerum libri''; in Francesco Petrarca, ''Opere'', vol. I, Sansoni, 1990) *Piacciavi richiamare alla memoria quel tempo in cui felicissimi voi {{NDR|[[Genova|genovesi]]}} eravate tra tutti i popoli dell'Italia. Ero allora io fanciullo, e le cose vedute, quasi che sognate le avessi, confusamente rammento: ma viva sempre al pensiero ho la memoria dell'incantevole aspetto che di sè porgeva a levante e a ponente la vostra riviera, bella così da parere meglio celeste che non terrena dimora, simile a quella che la fantasia de' poeti dètte nei campi Elisi stanza ai beati, fra colli ameni, e deliziosi sentieri aperti nel seno delle verdeggianti convalli. Stupende a riguardarsi nell'alto torreggiavan le moli di superbi [[Palazzi dei Rolli|palagi]]: sorgevano a piè delle rupi le mermoree magioni de' vostri cittadini splendide al pari delle più splendide reggie, e a qualsivoglia città nobilissima invidiabil decoro: mentre vincitrice della natura l'arte vestiva gli sterili gioghi de' vostri monti di cedri, di viti, di olivi, spiegando all'occhio la pompa di una perpetua verdura. Aperti con ammirando artificio fra le rupi e gli scogli fermavan lo sguardo del navigante vaghissimi spechi, che sorretti da travi dorate echeggiavano al suono de' flutti, i quali spumeggiando si rompevano in sull'ingresso, e dentro ne spruzzavano le muscose pareti: ed ammirato il nocchiero alla novità dello spettacolo lasciavasi cadere il remo dalle mani, e fermava per meraviglia la barca a mezzo il corso. Che se per terra cammin facendo alcun traversasse le popolose vostre contrade, di quale stupore non lo colpivano le sontuosissime vesti, e la maestosa persona dei vostri cittadini, e delle vostre matrone, o il vedere nel mezzo de' boschi e delle remote campagne lusso e delizie da disgradarne le urbane magnificenze? Che se dentro le mura della vostra città finalmente ponesse il piede, in una città di re, siccome di Roma fu scritto, ed in un tempio sacro alla felicità e all'allegrezza d'essere entrato ei s'avvisava.<ref>Da una lettera al Doge e Consiglio di Genova del 1º novembre 1352, in ''Lettere di Francesco Petrarca'', libro XIV, lettera V, Le Monnier, Firenze, 1865, pp. 320-321</ref> *Quegli cui non è castigo sufficiente una [[moglie]], è degno di averne parecchie.<ref>Da ''De remediis utriusque fortune''; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''L'ape latina'', Hoepli, 1987.</ref> :''Quem una uxor non castigat, dignus est pluribus.'' *Sento qualcosa di insoddisfatto nel mio cuore, sempre. :''Sentioque inexpletum quiddam in precordiis meis semper''. (da ''Secretum'') *''Sicilia di tiranni antico nido | vide triste [[Agatocle]] acerbo e crudo | e vide i dispietati Dionigi | e quel che fece il crudel fabro ignudo | gittare il primo doloroso strido | e far ne l'arte sua primi vestigi.'' (da ''[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/frammenti_rime_estravaganti/pdf/petrarca_frammenti_rime_estravaganti.pdf Frammenti. Rime estravaganti]'', 20, vv. 65-70; p. 43) *[...] ventosa gloria è il cercar fama dalla splendidezza delle [[parola|parole]].<ref>Dalla ''Lettera ai posteri'', in ''Del disprezzo del mondo, dialoghi tre'', prima versione italiana del rev. prof. Giulio Cesare Parolari, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola, Milano 1857.</ref> *Stringendo adunque il molto in poco rammenterò fra le cose umane nessuna esser più dolce dell'amicizia, nessuna più santa, dalla virtù in fuori, e quelli che per potenza e per valore agli altri sovrastano aver più che gli altri bisogno di veri amici, i quali entrino a parte con loro della prospera e dell'avversa sorte. Fa di non chiedere all'amico giammai cosa che onesta non sia, né mai piegarti a far per lui cosa tale; ma se onesta è la domanda, qualunque ella sia, e tu l'appaga. Tieni sempre per fermo tra gli amici tutto esser comune: uno l'amico, uno il volere, non mutabile né per timore né per speranza, né per pericolo: dover ciascuno amare l'amico come se stesso, ed esser cieco a qualunque disparità di condizione; cerca in somma per tutti i modi che si avveri quel che [[Pitagora]] dice, cioè di due doversi far uno. [...] Noi non miriamo a cose impossibili, ma stiamo contenti a quelle, cui ci è dato di aggiungere secondo le leggi della umana natura: e fra queste è l’amicizia della quale parliamo. Poche, rarissime sono le coppie a noi conosciute di amici legati da un amore perfetto e sublime come quello che rese famosi i nomi di Lelio, e del minore Africano. Ma se stretta è fra i buoni, anche l’ordinaria amicizia riesce dolce e soave: come quella che non ammette adulazione, non conosce contumelie, ingiurie, disprezzo, mai non viene a discordia, mai nulla ambisce fuor che i vantaggi e l'onor dell'amico, e piena di letizia e di pace tutta si consola e si bea nel mutuo consorzio. Nulla in essa di finto, di doppio, di simulato, di occulto, ma tutto è schiettezza e candore: per guisa che comuni fra gli amici sono i consigli, le opere, gli onori, le ricchezze, l'ingegno, il sangue, e perfin la vita.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/seniles/pdf/petrarca_seniles.pdf Lettere senili], {{small|volgarizzate e dichiarate con note da G. Fracassetti}}'', libro XIV, lettera I al Magnifico Francesco di Carrara Signore di Padova.</ref> ==''Canzone ai Grandi d'Italia''== *Che fan qui tante pellegrine spade? (P. IV, canzone IV, nell'edizione Marsand; canz. XVI nell'ed. Mestica) *[Chè] ''L'antiquo valore | Ne l'italici cor non è ancor morto''. (P. IV, canzone IV, nell'edizione Marsand; canz. XVI nell'ed. Mestica) *''Io parlo per ver dire | Non per odio d'altrui né per disprezzo''. (XVI dell'ed. Mestica, 4) *''I'vo gridando: [[pace]], pace, pace''. (num. XVI dell'edizione Mestica, ultimo verso) ==''Canzoniere''== ===[[Incipit]]=== [[Image:Petrarca - Canzoniere, MCCCCLXX - 929090 Carta.jpeg|thumb|Incipit nell'edizione 1470]] <poem>Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva 'l core in sul mio primo giovenile errore quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono, del vario stile in ch'io piango et ragiono fra le vane speranze e 'l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono.</poem> ===Citazioni=== *''Vegnendo in terra a'lluminar le carte | ch'avevan molt'anni già celato il vero | tolse {{NDR|[[Gesù|Gesù Cristo]]}} [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] da la rete et [[Pietro apostolo|Piero]], | et nel regno del ciel fece lor parte.'' (VI, 5-8) *''L'[[anima|alma]] che sol da Dio facta gentile, | ché già d'altrui non po' venir tal gratia, | simile al suo factor stato ritiene: | però di [[perdono|perdonar]] mai non è sacia | a chi col core et col sembiante umile | dopo quantunque offese a mercé vène.'' (XXIII, 121-126) *''Non era l'andar suo cosa mortale, | ma d'angelica forma; e le parole | sonavan altro che, pur voce umana;'' (XC, 9-11) *''[[Pace]] non trovo, et non ò da far [[guerra]]; | e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;| et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;| et nulla stringo, et tutto 'l mondo abbraccio.'' (CXXXIV, 1-4) *''Il [[Italia|bel paese]] | ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe''. (CXLVI, 13-14) *''Chiare, fresche et dolci acque, | ove le belle membra | pose colei che sola a me par donna; | gentil ramo ove piacque | (con sospir' mi rimembra) | a lei di fare al bel fiancho colonna; | herba et fior' che la gonna | leggiadra ricoverse | co l'angelico seno; | aere sacro, sereno, | ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: | date udïenza insieme | a le dolenti mie parole extreme''. (CXXVI, 1-13) *''O viva morte, o dilectoso male'' (CXXXII, 7) *''Ché bel fin fa chi ben amando more.'' (CXL, 14) *''Et veggio 'l meglio, et al peggior m'appiglio''. (CCLXIV, 136) *''Cosa bella e mortal passa e non dura''. (CCXLVIII, 8) *''Chi pò dir com'egli arde {{NDR|d'amore}}, è 'n picciol foco.'' (CLXX, 14) *''Alma real, dignissima d'impero'' (CCLXVII, 7) *''Cercato ò sempre [[Solitudine|solitaria]] vita | (le rive il sanno, et le campagne e i boschi) | per fuggir questi ingegni sordi et loschi, | che la strada del cielo ànno smarrita'' [...]. (CCLIX, 1-4) *{{NDR|Sull'[[alloro]]}} ''Arbor victorïosa trumphale, | onor d'imperadori et di poeti.'' (CCLXIII, 1-2) *''La [[vita]] fugge e non s'arresta un'ora''. (CCLXXII, 1) *''Questo nostro caduco e fragil bene | ch'è vento ed ombra ed à nome [[bellezza|beltade]]''. (CCCX, 1-2) *''Drez et rayson es qu'ieu ciant e 'm demori''. (''Lasso me, ch'i' non so in qual parte pieghi'') :Diritto e ragione è che canti e mi sollazzi. *''La vita el fin, e 'l dí loda la [[sera]].'' (''Nel dolce tempo de la prima etade'') *''Povera et nuda vai [[Filosofia|philosophia]]''. (''La gola e 'l somno et l'otïose piume'') *''[[Usignolo|Quel rosignol]], che sí soave piagne, | forse suoi figli, o sua cara consorte, | di dolcezza empie il cielo et le campagne | con tante note sí pietose et scorte''. (''Quel rosignol, che sí soave piagne'') *''Regnano i sensi, et la ragion è morta''. (''Voglia mi sprona, Amor mi guida et scorge'') *''Sarò qual fui, vivrò com'io son visso''. (''Ponmi ove 'l sole occide i fiori et l’erba'') *''Seguite i pochi, et non la volgar gente''. (''Poi che voi et io piú volte abbiam provato'') *''Un bel [[morte|morir]] tutta la vita honora''. (''Ben mi credea passar mio tempo omai'') *''Vertú contra furore | prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: | ché l'antiquo valore | ne gli italici cor' non è anchor morto.''<ref>Citato in Niccolò Machiavelli, ''[[Niccolò Machiavelli#Il principe|Il principe]]'': «''Virtù contro a furore | prenderà l'arme; e fia el combatter corto, | ché l'antico valore | nell'italici cor non è ancor morto.''»</ref> (''Italia mia, benché 'l parlar sia indarno'') ===Citazioni sul ''Canzoniere''=== *Laura è certamente esistita. È esistita; ed era, alla luce di tutti i giorni, una bionda signora, nelle profondità inaccesse (infantili) dell'anima del poeta, era sua madre; era la ''donna che non si può avere''. E tutta la fascinosa, un po' monotona, storia del {{maiuscoletto|Canzoniere}}, di venti e più anni di corteggiamenti, per non arrivare, per voler non arrivare a nulla, è qui. Se Laura che lo loda, lo rimprovera, lo ammonisce a ben fare, siede in sogno sulla sponda del suo letto, si comporta in tutto e per tutto come una tenera madre col suo amato, e un po' indiscreto bambino, gli si fosse data (ma è questo che il poeta – fingendo desiderarlo – temeva; il {{maiuscoletto|Canzoniere}} è pieno di accenti di gratitudine per quelle che colla sua «virtù», colla sua «castità» gli risparmiava, con la tentazione, il pericolo di fare una brutta figura) sarebbe accaduto al Petrarca quello che accadde al [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] con la bella signora Sabatier, e che non gli accadeva con la sua triste mulatta. La figura di Laura assorbì tutta la tenerezza del poeta. La sua sensualità egli la rivolse ad altro (ebbe – si racconta – non infecondi amori ancillari); a donne che, per la diversità delle origini, non potevano richiamare al suo inconscio, sempre vivo e vigile, la presenza – ben altrimenti diletta! – della madre. Ma l'amore, l'amore vero, l'amore intero, vuole una cosa e l'altra; vuole la fusione perfetta della sensualità e della tenerezza: anche per questo è raro. Così non c'è, in tutto il lungo {{maiuscoletto|Canzoniere}}, un verso, uno solo, che possa propriamente dirsi d'amore; molte cose ci sono ma non {{maiuscoletto|la bocca mi baciò tutto tremante}}<ref>{{cfr}} [[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', canto V, v. 136: «''La bocca mi basciò tutto tremante''».</ref>, il più bel verso d'amore che sia stato scritto. ([[Umberto Saba]]) ==''De vita solitaria''== ===[[Incipit]]=== ====Originale==== ''Credo ego generosum animum, preter Deum ubi finis est noster, preter seipsum et archanas curas suas, aut preter aliquem multa similitudine sibi coniunctum animum, nusquam acquiescere; etsi enim voluptas tenacissimo visco illita et blandis ac dulcibus plena sit laqueis, fortes tamen circa terram alas detinere diutius non potest.'' ====Marco Noce==== Io credo che un animo nobile, eccetto che in Dio, dov'è il nostro fine estremo, eccetto che in sé stesso e nei suoi segreti pensieri o in qualche animo a lui congiunto da una grande affinità, non trovi pace in alcun luogo. Benché infatti il piacere sia cosparso di un visco tenacissimo e sia pieno di lacci attraenti e dolci, non potrebbe tuttavia trattenere a terra troppo a lungo le ali forti. ====Tito Vespasiano Strozzi==== Io credo che l'animo generoso non si riposa né si contenta se non in Dio, nel quale è il nostro fine, veramente in sé stesso con gli suoi secreti pensieri, o veramente in alcuno altro animo molto simile a lui, peroché sebene il diletto mundano è impaniato di tenacissimo vischio, e pieno di lusinghevoli e dolci lacci, nientedimeno egli non è potente a tenere lungamente in terra le ale che sono forti, cioè la mente dell'uomo magnanimo, disposta e intenta a cose grandi e alte. {{NDR|Francesco Petrarca, ''La vita solitaria'', 2 voll., traduzione di Tito Vespasiano Strozzi, Romagnoli, 1879, [https://archive.org/details/lavitasolitaria01petr vol. I].}} ===Citazioni=== *[...] ogni persona indaffarata è infelice e [...] lo è doppiamente se è alle dipendenze di un'altra persona, poiché ha la propria infelicità, ma non gode dei suoi frutti vantaggiosi. (lib. I, cap. III; 1992, p. 45) :[...] ''omnis occupatus miser, occupatusque sub alio bis miser, quod et miseriam suam habet et ipso miserie fructu caret.'' *[...] una [[verità]] universale, certo, non crolla per pochissime obiezioni. (lib. I, cap. III; 1992, p. 47) :[...] ''paucissimis quidem instantiis universale verum dogma non quatitur.'' *Ahimè, com'è forte in me il timore che tra coloro che pretendono d'essere considerati custodi delle pecore malate vi siano dei lupi che divorino quelle sane! (lib. I, cap. III; 1992, p. 53) :''Et heu quam vereor nequi forsan ex his, qui se custodes infirmarum ovium dici volunt, lupi sint sanasque dilanient.'' *Ogniqualvolta decidiamo di intraprendere o di cambiare genere di [[vita]], dobbiamo tenere innanzi agli occhi soprattutto questo: di non seguire la via che ci apparirà più splendida, ma quella che sarà più adatta a noi, confidando non su una vana passione, ma sulla guida della natura. (lib. I, cap. IV; 1992, p. 59) :''In omni quidem ordiende mutandeque vite consilio, illud imprimis ante oculos habendum ut, non concupiscentia inani sed natura duce freti, viam teneamus non que speciosissima videbitur, sed que aptissima nobis erit.'' *La [[solitudine]] è santa, semplice, incorrotta e davvero la più pura di tutte le cose umane. (lib. I, cap. IV; 1992, p. 65) :''Solitudo quidem sancta, simplex, incorrupta vereque purissima rerum est omnium humanarum.'' *[...] molti possono essere costretti ad affermare qualcosa, nessuno a [[Credere|credervi]]. (lib. I, cap. IV; 1992, p. 67) :[...] ''ad fatendum multi, ad credendum nemo cogitur.'' *[...] la fine dell'[[Felicità e infelicità|infelicità]] è l'inizio della [[Felicità e infelicità|felicità]], poiché la legge dei contrari esige che, dove questa termini, quella abbia principio. (lib. I, cap. V, pp. 75 e 77) :[...] ''miserie finis felicitatis initium est, natura contrariorum exigente ut ubi hoc desinit illud incipiat.'' *Ho provato gli stimoli che essa dà all'animo, le ali che fornisce all'ingegno, il tempo che accorda libero al lavoro: tutte cose che non saprei dove cercare al di fuori della solitudine. (lib. I, cap. VI; 1992, p. 91) :''Sentio quos animo stimulos, quas alas ingenio, quod illa operi vacuum tempus accomodat, que omnia preter illam ubi queram nescio.'' *[...] e in verità mai mi sembrerà che la presenza di un amico interrompa la solitudine, bensì che la adorni. (lib. I, cap. VII; 1992, p. 109) :[...] ''nec vero michi unquam amici presentia interrumpi solitudo videbitur sed ornari.'' *Come è grande dunque il piacere, come è grande la sicurezza data dalla solitudine che ha attraversato tutti i pericoli ed enumera, alle sue spalle, lontano, i propri mali! Che gioia aver superato illesi i casi funesti e, al bivio, se a sinistra c'era la morte, essersi trovati a destra; e tanto maggiore è la gioia quanto più si era inclini a scegliere l'altra direzione. La natura ha infatti questa peculiarità: quanto più grave e più presente si rammenta il [[pericolo]], tanto più si gioisce per averlo superato. (lib. I, cap. VIII; 1992, p. 113) :''Quanta ergo delectatio, quanta securitas solitudinis, metuenda quelibet emense et a tergo procul sua mala numerantis! Quam delectat illesum transisse pestifera et in bivio, ubi ad levam mors erat, dextrorsum tenuisse, eoque magis quo in partem alteram deliberatio pronior fuit! Habet enim hoc natura ut, ubi maius presentiusque discrimen fuisse recolitur, ibi de preterito plus gaudii sit.'' *Benché infatti ogni natura abbia i propri difetti, tuttavia gran parte dei mali deriva da una sorta di emulazione e dalla smania di [[imitare]]. (lib. I, cap. VIII; 1992, p. 121) :''Etsi enim cuiusque natura suis vitiis abundet, magna tamen pars malorum ex emulatione quadam imitandique libidine nata est.'' *Non cesserà mai di essere in ansia chi sarà sempre proteso verso il [[domani]]: nessun giorno infatti, eccetto l'ultimo, sarà privo di un domani e nessuno, eccetto il primo, non è stato il domani di qualche altro giorno. (lib. I, cap. VIII; 1992, p. 133) :''Numquam pendere desinet, qui in crastinum pendebit; nullus enim dies preter ultimum crastino carebit, nullus preter primum non alicuius diei crastinus fuit.'' *[...] a poco a poco, in ogni luogo della terra, tutto decade: tutti i buoni costumi hanno breve durata, quelli cattivi invece sono eterni. (lib. I, cap. IX; 1992, p. 137) :[...] ''nam et inde nunc absum, et ubique terrarum cunta paulatim in deterius cedunt, omnes boni mores brevis evi sunt, mali autem immortales.'' *[...] fuggire le sciagure che non possiamo mettere in fuga. (lib. I, cap. IX; 1992, p. 141) :[...] ''ut pestes, quas fugare non possumus, fugiamus'' [...]. *La solitudine – a volerla debitamente definire – è di tre tipi: del luogo [...]; del tempo, ovverosia delle notti, quando anche nel foro c'è solitudine e silenzio; dell'animo, ovverosia di quelli che, per la straordinaria capacità di concentrarsi nella contemplazione, si sottraggono al mezzogiorno e alla piazza affollata e ignorano che cosa vi succeda e sono soli in qualunque momento e luogo vogliano esserlo. (lib. II, cap. VI; 1992, p. 197) :''Triplex nempe, si rite complector, solitudo est: loci scilicet'' [...]''; temporis, qualis est noctium, quando etiam in rostris solitudo silentiumque est: animi, qualis est eorum qui vi profundissime contemplationis abstracti luce media et frequenti foro quid illic geratur nesciunt, qui quotiens et ubicunque voluerint soli sunt.'' *Ricerco inoltre [[libri]] di generi differenti che, per gli autori che li hanno scritti o per gli argomenti di cui trattano, siano nello stesso tempo compagni graditi e fedeli, pronti sia a uscire in pubblico sia a ritornare nello scrigno a un tuo cenno e sempre disposti a tacere o a parlare, a restare a casa o ad accompagnarti nei boschi, a fare lunghi viaggi e a vivere in campagna, a discorrere, a scherzare, a esortarti, a consolarti, ad ammonirti, a biasimarti, a darti consigli, a rivelarti i segreti delle cose e le imprese memorabili, a insegnarti le regole della vita e il disprezzo della morte, la moderazione nella buona sorte, la costanza nell'avversa, l'imperturbabilità e la fermezza nel comportamento: compagni dotti, lieti, utili e {{Sic|facondi}}, non sono mai motivo di noia, di spesa, di lamenti, di brontolii, d'invidia o d'inganno. E mentre ci arrecano tanti vantaggi, non hanno bisogno di cibo né di bevanda e son contenti di una povera veste e di un cantuccio della casa; essi stessi però offrono ai loro ospiti inestimabili ricchezze spirituali, vaste dimore, splendidi abiti, piacevoli banchetti e cibi prelibati. (lib. II, cap. XIV; 1992, p. 313) :''Libros preterea diversi generis et simul per quos aut de quibus scripti sunt comites gratos et assiduos, et promptos vel in publicum prodire vel ad arculam redire cum iusseris, paratosque semper vel tacere vel loqui, et esse domi, et comitari in nemora, et peregrinari, et rusticari, et confabulari, et iocari, et hortari, et solari, et monere, et arguere, et consulere, et docere secreta rerum, monimenta gestorum, vite regulam mortisque contemptum, modestiam in prosperis, fortitudinem in adversis, equabilitatem in actionibus atque constantiam: comites doctos, letos, utiles ac facundos, sine tedio, sine impendio, sine querela, sine murmure, sine invidia, sine dolo; interque tot commoda, nullo cibo interim, nullo potu et veste inopi et angusta domus parte contentos, cum ipsi potius hospitibus suis inextimabiles animi divitias, amplas domus, fulgidas vestes et iucunda convivia ac suavissimos cibos parent.'' ==''Itinerarium Siriacum''== *Veniamo a [[Genova]], che dici di non aver mai visto. Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare; la sua stessa potenza, come è già accaduto a molte città, le nuoce e le reca danno, perché offre materia alle contese e alle gelosie cittadine. *[...] di questa ammirerai ora il comportamento dei cittadini, la posizione dei luoghi, lo splendore degli edifici e soprattutto la flotta, formidabile e temibile per ogni nazione come è stato scritto di quella di Tiro; ammirerai il molo opposto al mare e il [[Porto di Genova|porto]], opera dell'uomo, di inestimabile valore e di molto lavoro, che invano colpiscono le quotidiane tempeste. *Quando avrai diligentemente osservato questa città, il litorale che l'avvolge a destra e a sinistra, i monti che sovrastano i flutti, inoltre le persone, gli animi forti ed il comportamento della gente, sappi di aver visto quel secondo coltello che per molti anni, con un esercizio continuo, affilò la spada del valore romano. ==''Le Epistole familiari''== *Ti verrà forse all'orecchio qualcosa di me, sebbene sia dubbio che il mio povero, oscuro nome possa arrivare lontano nello spazio e nel tempo. E forse ti piacerà sapere che uomo fui, quale la sorte delle opere, soprattutto di quelle la cui fama sia giunta sino a te e di cui tu abbia sentito vagamente parlare. *Sono stato uno della vostra specie, un povero uomo mortale, di classe sociale né elevata né bassa; di antica famiglia, come dice di se stesso [[Cesare Augusto]]; di temperamento per natura né malvagio; né senza scrupoli, se non fosse stato guastato dal contatto abituale con esempi contagiosi. *L'adolescenza mi illuse, la gioventù mi traviò, ma la vecchiaia mi ha corretto e con l'esperienza mi ha messo bene in testa che era vero quel che avevo letto tanto tempo prima; che i godimenti dell'adolescenza sono vanità. *Ebbi la fortuna di godere la familiarità dei principi e dei re, e l'amicizia dei nobili, tanto da esserne invidiato. *Mi travagliò quand'ero molto giovane, un amore fortissimo; ma il solo, e fu puro; e più a lungo ne sarei stato travagliato se la morte, crudele ma provvidenziale, non avesse spento definitivamente quella fiamma quand'ormai era languente. *I più grandi re del mio tempo mi vollero bene e mi onorarono – il perché non lo so; è cosa che riguarda loro – e con certuni ebbi rapporti tali che in certo qual modo erano loro a stare con me; e dalla loro grandezza non ebbi noie, ma molti vantaggi. {{NDR|Francesco Petrarca, ''Le Epistole familiari''; citato in [[Carlo Salinari]], ''Profilo storico della letteratura italiana'', Editori Riuniti, 1972}} * {{NDR|su [[Richard de Bury]]}} ... uomo di vivace ingegno, esperto abbastanza di lettere [...] che fin dai primi anni fu delle riposte cose curiosissimo indagatore... Ed egli {{NDR|quando gli chiesi notizie dell'isola di Tile}} o che sperasse potermi mantener la promessa, o che vergognasse di confessare la propria ignoranza [...], o che per avventura (né vorrei crederlo) sentisse invidia dell'aprirmi questo segreto, risposemi che avrebbe sciolto il mio dubbio quando fosse tornato alla sua patria ed ivi avesse potuto consultare i suoi libri, de' quali aveva copia tragrande. {{NDR|''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari libri ventiquattro'', vol. 1, traduzione di Giuseppe Fracassetti, Felice Le Monnier, Firenze 1863}} *Solo al [[medico]] è conceduto dar morte agli uomini impunemente. *Non sono né vivo né sano, né morto né malato; allora soltanto comincerò a vivere e a star bene, quando troverò l'uscita di questo [[labirinto]]. A tal fine tutto son rivolto, a questo solo mi adopro. (da ''XII, 10'') {{NDR|''Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari libri ventiquattro'', vol. 2, traduzione di Giuseppe Fracassetti, Felice Le Monnier, Firenze 1864}} *...{{NDR|il}} malanno immedicabile, oscuro, osceno, inveterato di questa città, sotto mille altri rispetti preclarissima, per cui il girare di nottetempo qui non si fa con minor paura e pericolo che in mezzo ai folti boschi: conciossiachè le strade sien piene di nobili giovani armati tutti, le immoderatezze de' quali nè la paterna educazione, nè l'autorità de' magistrati, nè la maestà e l'impero dei re valsero mai a raffrenare. Ma come meravigliare che fra le ombre della notte e senza alcun testimonio taluno ardisca commetter delitti, se a pieno giorno, alla vista del popolo, al cospetto dei re, in questa città d'Italia con ferocia da disgradarne i barbari si esercita l'infame giuoco de gladiatori: e come sangue di pecore l'umano sangue si sparge, e, plaudente l'insano volgo affollato, sotto gli occhi de miseri genitori si scannano i figli, e tiensi a disonore l'offerire con ripugnanza la gola al pugnale, quasi che per la patria o per la gloria della vita celeste si combattesse? Di tutto questo inconsapevole io fui condotto un giorno a certo luogo vicino della città chiamato Carbonaria: nome veramente acconcio alla cosa: imperocché quella scelerata officina deturpa e denigra gli spietati fabbri che ivi si affaticano sull'incudine della morte. Era presente la Regina, presente Andrea re fanciullo, che di sè promette riuscir magnanimo, se pur riesca a porsi in capo la contrastata corona: v'eran le milizie di Napoli, delle quali invan cercheresti le più attillate e più eleganti: popolo v'era venuto in folla da tutte parti. A tanto concorso di gente, e a tanta attenzione d'illustri personaggi sospeso, fiso io guardava aspettando di vedere qualche gran cosa, quand'ecco come per lietissimo evento un indicibile universale applauso s'alza alle stelle. Mi guardo intorno e veggo un bellissimo garzone trapassato da freddo pugnale cadermi ai piedi. Rimasi attonito, inorridito; e dato di sproni al cavallo, rampognando l'inganno de'miei compagni, la crudeltà degli spettatori, la stoltezza de'combattenti, all'infernale spettacolo ebbi volte le spalle. Questa doppia peste, o padre mio, quasi eredità de maggiori venne e s'accrebbe ne'posteri, e giunse a tale che la licenza del commetter delitti in conto di dignità e di libertà vien reputata. (da Lettera IV a Giovanni Colonna Cardinale, Napoli, 1 dicembre 1343, [https://books.google.it/books?id=q4hCAAAAcAAJ&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false pp.31-32]) ==''Rime''== *''Povera e nuda vai, [[Filosofia]]''. (sonetto I secondo la numerazione di Marsand, sonetto VII secondo Mestica) *''Vergine bella che di sol vestita, | Coronata di stelle, al sommo Sole | Piacesti si, che 'n te sua luce ascose, | Amor mi spinge a dir di te parole; | Ma non so incominciar senza tu' aita, | E di Colui che amando in te si pose. | Invoco lei che ben sempre rispose, | Chi la chiamò con fede''. (da ''Canzone VIII'') *''Se dal mio stato assai misero e vile | Per le tue man resurgo | [[Maria|Vergine]], l' sacro e purgo | Al tuo nome e pensieri e 'ngegno e stile, | La lingua, e 'l cor, le lagrime e i sospiri''. (da ''Canzone VIII'') *''Raccomandami al tuo Figliol, verace | Uomo e verace Dio | Che accolga 'l mio spirto ultimo in pace''. (da ''Canzone VIII'') *''Vergine chiara e stabile in eterno, | Di questo tempestoso mare Stella, | D' ogni fedel nocchier fidata guida, | Pon mente in che terribile procella | I mi ritrovo sol senza governo, | Ed ho già da vicin l' ultime strida: | Ma pur in te l'anima mia si fida.'' (da ''Canzone VIII'') *''Tennemi Amor anni ventuno ardendo | Lieto nel foco, e nel duol pien di speme: | Poiché Madonna e 'l mio cor seco insieme | Saliro al ciel, dieci altri anni piangendo''. (da ''Sonetto LXXXIV'') <!--{{NDR|Francesco Petrarca, ''Rime in morte di Laura''; citato in ''I quattro poeti italiani: con una scelta di poesie italiane dal 1200 sino a' nostri tempi'', Lefèvre, 1836}}--> ==''Sonetti sopra varj argomenti''== *{{NDR|Sullo ''[[dolce stil novo|stil nuovo]]''}} ''Tra lo stil de' moderni e 'l sermon prisco''. (son. VII, com.: ''S'Amore o Morte non dà qualche stroppio''; son. XXXII nell'ed. Mestica) *''I' da man manca, e' tenne il camin dritto: | I' tratto a froza, ed e' d'Amore scorto: | Egli in Jerusalem, ed io in Egitto''. (XVII, che comincia: ''Quanto più disiose l'ali spando''; son. CVIII nell'ediz. Mestica) *''[[Ira]] è breve furor''. (XIX: CXCVI nell'ed. Mestica). ==''Sonetto in vita di M. Laura''== *''La vita el fin e 'l dì loda la sera'' (I, 4 nell'ed. Marsand, p. 25 nell'ed. Mestica)<ref name=chi>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921.</ref> *''Da me son fatti i miei pensier diversi''. (num. II secondo il Marsand, canz. III dell'ediz. Mestica)<ref name =chi /> *''Tempo non mi parea da far riparo | Contr' a' colpi d'Amor''. (num. 3) *''La noia e 'l mal della passata via''. (num. IV secondo Marsand, canz. V dell'ediz. Mestica, v. 11)<ref name =chi /> *''El più bel fior ne colse''. (VIII secondo Marsand, X nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Intendami chi po', ch'i' m'intend'io''. (num. IX secondo Marsand; canz. XI secondo Mestica; v. 17)<ref name =chi /> *''E già di là dal rio passato è 'l [[merlo]]''. (Num. IX, nell'ed. Marsand, num. XI nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''I' benedico il loco e 'l tempo e l'ora''. (Num. X, secondo il Marsand, com.: ''Quando fra l'altre donne ad ora ad ora''; nell'ed. Mestica, son. XII)<ref name =chi /> *''Veggio 'l meglio ed al peggior m'appiglio''. (Num. XVII nell'ed. Marsand, sonetto XXI nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Nel mondo | Sua ventura ha ciascun dal dì che nasce''. (Num. XXXV nell'ed. Marsand, sonetto CCLXII nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Che 'nanzi al dì de l'ultima partita | Uom beato chiamar non si convene''. (Num. XXXVI nell'ed. Marsand, sonetto XLIII nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Non era l'andar suo cosa mortale | Ma d'angelica forma''. (XLI nell'ed. Marsand, LXIX nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Poi che mia speme è lunga a venir troppo''. (n. LIX secondo Marsand, LXVII secondo Mestica, v. 1)<ref name =chi /> *''Seguite i pochi, e non la volgar gente''. (num. LXVII secondo il Marsand, son. LXXIII dell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Né del vulgo mi cal né di fortuna''. (num. LXXVIII secondo il Marsand, sonetto XCI secondo il Mestica)<ref name =chi /> *''Femina è cosa mobil per natura''. (Num. CXXXI nell'ed. Marsand, sonetto CL nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *''Lo spirito è pronto, ma la carne è stanca''. (Num. CLIV nell'ed. Marsand, sonetto CLXXIII nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> *[...] ''Morte fura | prima i migliori, e lascia star i rei'' [...]. (Num. CXC nell'ed. Marsand, sonetto CCX nell'ed. Mestica)<ref name =chi /> ==''Trionfi''== ===[[Incipit]]=== <poem>Al tempo che rinnova i miei sospiri per la dolce memoria di quel giorno che fu principio a sì lunghi martiri, già il sole al Toro l'uno e l'altro corno scaldava, e la fanciulla di Titone correa gelata al suo usato soggiorno.</poem> ===Citazioni=== ====''Trionfo d'Amore''==== *''Così or quinci or quindi rimirando, | Vidi in una fiorita e verde piaggia | Gente che d'amor givan ragionando. | Ecco Dante e Beatrice; ecco Selvaggia; | Ecco Cin da Pistoja; Guitton d'Arezzo. | Che di non esser primo par ch'ira aggia. | Ecco i duo Guidi che già furo in prezzo; | Onesto Bolognese; e i Siciliani, | Che fur già primi, e quivi eran da sezzo.'' (IV, 35) *''I' che gioir di tal vista non soglio | per lo secol noioso in ch'i' mi trovo, | voto d'ogni valor, pien d'ogni orgoglio, | l'abito in vista sì leggiadro e novo | mirai, alzando gli occhi gravi e stanchi, | ch'altro diletto che 'mparar non provo.'' (I, 16) *''Tal biasma altrui che sè stesso condanna''. (I, 118) *''Stanco già di mirar, non sazio ancora''. (II, 1) *''Ben è 'l viver mortal, che sì n'aggrada, | Sogno d'infermi e fola di romanzi''. (III, 65-66) *''Tutti siam macchiati d'una pece''. (III, 99) *''S'Affrica pianse, Italia non ne rise''. (IV, 83) *''Ragion contra forza non ha loco''. (IV, 111) ====''Trionfo del Tempo''==== *''Nel fuggir del sole | La ruina del mondo manifesta''. (68-69) *''Infinita è la schiera degli sciocchi.'' (87) *''Passan vostri triunfi e vostre pompe, | Passan le signorie, passano i regni; | Ogni cosa mortal Tempo interrompe''. (111-114) ====''Trionfo dell'Eternità''==== *''Passa il penser sì come sole in vetro, | anzi più assai, però che nulla il tene''. ====''Trionfo della Morte''==== *[...] ''degna | di poema chiarissimo e d'istoria''. (I, 17-18; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 542) *''O ciechi, il tanto affaticar che giova? | Tutti torniamo a la [[morte|grande madre antica]], | e il nome nostro a pena si ritrova''. (I, 88-89) *''La morte è fin d'una pregione oscura | a l'anime gentili; a l'altre è noia, | ch'hanno posto nel fango ogni lor cura.'' (II, 35-37) *[...] ''che altro ch'un sospir breve è la morte?'' (II, 52) ====''Trionfo della Fama''==== {{NDR|[[Marco Tullio Cicerone]]}} ''[...] un al cui passar l'erba fioriva: | questo è quel Marco Tullio in cui si mostra | chiaro quanti eloquenzia ha frutti e fiori [...]'' (III, 18-20, Rizzoli, 1957, [https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/i_trionfi/pdf/i_trio_p.pdf]), p. 37) ====''Trionfo della Pudicizia''==== *''Pensier canuti in giovenil etate''. (88) *''Passammo al tempio poi di [[Pudicizia]], | ch'accende in cor gentil oneste voglie, | non di gente plebeia ma di patrizia.'' (181-183) ==[[Incipit]] de ''Le senili''== Scrivendo un giorno al mio Socrate io mi doleva che l'anno del secol nostro 1348, per la morte di tanti amici, tutte quasi mi avesse rapite le consolazioni della vita: e ben mi ricorda quanti furono allora i miei lamenti e le mie lagrime. Ora che far dovrò in questo anno sessantunesimo, che non solo di ogni altro tesoro, ma di quello che sopra tutti m'ebbi prezioso e carissimo, di Socrate mio, m'ebbe spogliato? ==Citazioni su Francesco Petrarca== *Ah! se il cantor di Laura avesse consacrato tutte le sue pagine al santo amore, di qual celeste armonia non ci beerebbe il suo canto immortale! ([[Guglielmo Audisio]]) *Ciò che conta del Petrarca in una storia della lingua italiana è solo la sua [[Poesia lirica|lirica]]; di [[prosa]] italiana non abbiamo nulla (non contano le poche righe di una lettera a Leonardo Beccanugi); lontana e indiretta è l'importanza delle sue opere latine. ([[Bruno Migliorini]]) *Ciò che nella letteratura antica valse ad affascinarlo fu il suo carattere d'opera d'arte. Per la prima volta, dopo secoli, la perfezione della forma determinava le predilezioni d'un intelletto. Quella ricerca del bello per se stesso, quella distinzione fra le produzioni che lo rivelano in modo diverso, costituiscono una delle iniziative del Petrarca più feconde, e restaurano al tempo stesso, alla fine di quel Medioevo a cui rimase ignota, la critica letteraria... ([[Pierre de Nolhac]]) *È nota l'avversione o, a meglio dire, il disprezzo del Petrarca pei medici, ai quali prestava poca o punta fede. I medici se ne vendicarono ingiuriandolo e calunniandolo, ed egli si sfogò contro di essi in invettive, delle quali, per tacere dei famosi quattro libri ''contra medicum quemdam'', abbonda il suo Epistolario. ([[Antonio Zardo]]) *Il Petrarca avea saputo mostrare il suo valore artistico e letterario sì nella lingua latina che nell'italiana o volgare; ma già egli stesso si era pentito e domandava perdono di quei suoi sospiri in rima e più volte dichiarò che in faccende casalinghe usava il volgare, perché il latino non si poteva abbassare a simili argomenti. ([[Remigio Sabbadini]]) *La provenienza di [[Dante Alighieri|Dante]] è aristotelica: scuola, dunque, d'uno che ha prepotentemente creduto nell'uomo animale politico, nella città, nel cittadino... Dire "civis" è lo stesso che dire "civilitas" e difatti su codesti termini punta Dante, assertore della società civile: d'una civiltà ch'è, insieme, ordine giuridico politico religioso, Stato. Viceversa, nel Petrarca è l'"homo" che trova la sua celebrazione, l'individuo che, in quanto creatura, prima ancora che farsi membro di consociazione politica, ha in sé la sua possibilità di redenzione e di perfezione, magari al di fuori della società. E quasi contro la "civilitas" dantesca, è l'"humanitas" che viene rivendicata e curata, quella condizione primaria ed ultima che consente, al di fuori delle strutture sociali, la parentela dell'uomo col [[Gesù|Figliuol dell'Uomo]]. ([[Rodolfo De Mattei]]) *La sua "capacità di introspezione" lo rende romantico e moderno. ([[Giuseppe Prezzolini]], da ''Storia tascabile della letteratura italiana'' – Biblioteca del Vascello, 1993) *Noi non sappiamo in che tempo precisamente si cominciassero a scrivere queste frottole {{NDR|nome dato anche alle barzellette}} che son letterario riflesso delle cantilene giullaresche. Forse il primo tentativo di nobilitare le sconnesse cantilene care ai volghi fu fatto dal gran perfezionatore d'ogni forma della nostra lirica, da Francesco Petrarca: quasi certamente è fattura sua certa frottola che comincia «Di ridere ho gran voglia»... ([[Francesco Flamini]]) *Petrarca stesso, anche in ciò con l'istinto e la lungimiranza del genio, aveva saputo serbarsi una posizione di assoluta libertà di fronte agli autori prediletti; per lui è una gioia lodarli, una pena doverli biasimare, però nell'imitatio non rinuncia alla propria individualità così fortemente marcata: l'imitazione, dice una volta (ep. fam. XXIII 19), deve avere con la cosa imitata non la somiglianza di un ritratto, ma quella di un figlio col padre. ([[Eduard Norden]]) *''Quel dolce di Calliope labbro | che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma | d'un velo candidissimo adornando, | rendea nel grembo a Venere Celeste.'' ([[Ugo Foscolo]]) *Se avesse tardato ancora di più all'appuntamento, sarei diventato Petrarca. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Se di [[Platone]], molto amato ma poco conosciuto, Petrarca studiò poco più del ''Timeo'' (e del ''Fedone''), verso [[Aristotele]], ruvido e scabro, non fu mai particolarmente benevolo. Sapeva, è vero, da Cicerone e da Quintiliano, che era stato scrittore squisito per fiumi d'eloquenza, eppur tuttavia non sapeva dimenticare l'Aristotele della scuola, soprattutto «dialettico» e «fisico». ([[Eugenio Garin]]) *Se Laura fosse stata la moglie di Petrarca, pensate che lui avrebbe scritto sonetti tutta la vita? ([[George Gordon Byron]]) *Tutta l'opera di Petrarca si potrebbe riassumere nel verso di [[Sergio Endrigo]]: «Dite a Laura che l'amo». ([[Vittorio Sgarbi]]) *Una delle più amabili figure nella schiera degli eroi dello spirito, soffusa in tutti i tempi del soffio incantato del romanticismo e circondata dall'aureola del genio. ([[Eduard Norden]]) *{{NDR|Con il suo umanesimo [[Francesco Petrarca|Petrarca]] diede inizio a}} una prima confederazione degli spiriti illuminati, nel mezzo di questa Europa asservita totalmente dalla potenza ecclesistica ed la dominazione feudale. ([[Abel-François Villemain]]) ===[[Antonio Cesari]]=== *Nelle tre canzoni sorelle sopra gli occhi di M. Laura, chi può abbastanza ammirare la fecondità di quell'altissimo ingegno, che da tante parti seppe trar cagione di lodare quegli occhi; e le cose, che pareano lontanissime dal suo argomento, far con maraviglioso artifizio servire ad innalzare quella bellezza? *Nella canzone ''Spirito gentil'', non abbiamo noi un'orazione in genere deliberativo delle più belle, per confortar quel tribuno a rivendicare la libertà del popol di [[Roma]], cavandone gli argomenti da' luoghi oratorii della onestà e facilità d'impresa, annullando le forze del contrario partito, e dell'utilità grandissima che al popolo, e della gloria che a lui ne sarebbe seguita. Il medesimo si dica dell'altre due ''Italia mia'', ed ''O aspettando in ciel'', con l'arte medesima lavorate. *Ma in quella che comincia ''Quell'antico mio dolce empio signore'' (che può appartenere al genere giudicale) in cui il poeta introduce una lite fra sé ed amore dinanzi al tribunale della ragione, non tratta egli i più forti argomenti d'aggravar l'avversario suo di crudeltà, frode e ingiustizia, per concitargli contro l'odio del giudice, e la compassione verso di sé? E nella seconda parte, qual difesa non fa amore della sua causa! come abbatte le ragioni dell'emulo suo, e tutte contra gliele rivolge; amplificando i benefizi a lui fatti, e la gloria a cui, sua mercé, egli era salito! Or non è questa eloquenza? ===[[Guido Mazzoni (letterato)|Guido Mazzoni]]=== *Nessuno degli antichi e nessuno dei moderni, eccetto Dante, seppe convertire in poesia, al pari del Petrarca, i proprii esami di coscienza, i timidi desiderii, le lacrime segrete, i palpiti lievi, le visioni gentili dei sogni, le scene offerte dalla natura allo svolgersi di quel tenue e insiem profondo dramma d'amore. Ogni atto, ogni voce, ogni aspetto, gli si trasformava subito, dentro l'anima sensibilissima, in una fantasia colorita e melodica che gli era forza rappresentare con le parole a sé e agli altri. *Poeta elegiaco fu, più che lirico. Della lirica ebbe l'eloquenza concitata, non i voli arditi; ché l'analisi soggettiva a quella lo conduceva, quando gli ribollisse l'animo di generosi rimproveri o di consigli da svolgere con l'orazione persuasiva. Della elegia condensò lo scorrevole pianto in poche lagrime che gli stillarono dall'occhio pensoso, e un sonetto valse una lunga serie di distici; ne raccolse l'anelito affannoso in un sospiro, gli ululati in un gemito represso, e una canzone vinse tutto un rotolo dei seguaci di [[Callimaco]]; ne emulò la descrizione idillica, e la strofe della canzone e un madrigale porsero alla figura di Laura lo sfondo di un paesaggio fiorito qual mai non fiorì sulle carte neppure del petrarchesco [[Albio Tibullo|Tibullo]]. *Poeta soggettivo se altri fu mai, non vedeva intorno a sé di là da quello che importava all'animo suo. La visione ideale gli era ben più gradita e consueta che l'osservazione reale. Centro dell'idealità poneva, in un egoismo squisito e non immorale, il suo proprio sentimento. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/canzoniere/pdf/canzon_p.pdf Canzoniere (Rerum Vulgarium Fragmenta)]'', Testo critico e introduzione di Gianfranco Contini, annotazioni di Daniele Ponchiroli, Giulio Einaudi Editore, 1989. ISBN 8806007866 *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/de_secreto_conflictu_curarum_mearum/pdf/de_sec_p.pdf De secreto conflictu curarum mearum (Secretum)]'', in ''Prose'', a cura di G. Martellotti e P. G. Ricci, E. Carrara, P. G. Ricci, Riccardo Ricciardi editore, Milano-Napoli, 1955. *Francesco Petrarca, ''De vita solitaria'', Introduzione di Giorgio Ficara, a cura di Marco Noce, Mondadori, Milano, 1992. Testo latino a fronte. ISBN 88-04-35656-1 *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/i_trionfi/pdf/i_trio_p.pdf I trionfi]'', a cura di Guido Bezzola sul testo approntato da Raffaello Ramat per i Classici Rizzoli (Milano 1957), edizione Rizzoli (B.U.R), Milano, 1997. ISBN 8817124702 *Francesco Petrarca, ''Itinerarium Siriacum'', 1358; citato in Giovanna Petti Balbi, ''Genova medievale vista dai contemporanei'', Sagep Editrice, Genova, 1978, pp. 80-83 *Francesco Petrarca, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/petrarca/seniles/pdf/petrarca_seniles.pdf Le senili]'', volgarizzate e dichiarate con note da Giuseppe Fracassetti, Firenze, Le Monnier, 1879-1870. ==Altri progetti== {{Interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Chiare, fresche et dolci acque}} {{Pedia|I Trionfi|''Trionfi''|}} {{DEFAULTSORT:Petrarca, Francesco}} [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Umanisti italiani]] bwr9immiby07wuv5rg8d0worvijxwsf Fortuna 0 10410 1351360 1323752 2024-11-11T16:34:32Z ~2024-9620 100276 /* Voci correlate */ Condizione 1351360 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Gluecksklee.jpg|thumb|Un [[quadrifoglio]], simbolo di buona sorte]] Citazioni sulla '''fortuna''', intesa come '''buona sorte'''. ==Citazioni== *A causa dell'irresistibile forza delle circostanze fallisce anche l'uomo migliore, e da questo gli viene spesso l'attributo di mediocre. Ma la fortuna a lungo andare arride per lo più alle persone capaci. ([[Helmuth Karl Bernhard von Moltke]]) *Alle fortune che già brillano, fortune s'aggiungono. ([[Eschilo]]) *Anima piccola nella buona sorte si esalta, nell'avversa si annulla. ([[Epicuro]]) *Attira la fortuna chi si rende conto di quella che ha già. ([[Massimo Gramellini]]) *''Ben gioco è di fortuna audace e stolto | por contra il poco e incerto il certo e 'l molto.'' ([[Torquato Tasso]]) *Certo che ho avuto una fortuna fantastica! Ma la fortuna è un po' come il coraggio: può darsi che in parte venga da sé, ma in gran parte si può farsela da soli. ([[Robert Baden-Powell]]) *''Ché fortuna qua già varia a vicenda | mandandoci venture or triste or buone, | ed a i voli troppo alti e repentini | sogliono i precipizi esser vicini.'' ([[Torquato Tasso]]) *Che fortuna possedere una grande [[intelligenza]] non ti mancano mai le sciocchezze da dire. ([[Anton Čechov]]) *Che un uomo, sia pure dotato della più gran fermezza ed energia, cada in deliquio ad un'improvvisa percossa della fortuna, non deve meravigliare. Si uccide un uomo con l'imprevisto come un bue con la mazza. ([[Victor Hugo]]) *Chi disse: "''Preferisco avere fortuna che talento''" percepí l'essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po' di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde. (''[[Match Point]]'') *Chi non sa godere della fortuna quando gli si presenta, non si deve lamentare se poi gli sfugge. ([[Miguel de Cervantes]]) *''Chi vince, per dolcezza si gavazza, | dileggia e ghigna, e tutto si diguazza; | credere alla Fortuna è cosa pazza: | aspetta pur che poi si pieghi e chini.'' ([[Lorenzo de' Medici]]) *Ciò che è effetto di sola fortuna non si ripete con tanta simiglianza due volle. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Comportatevi con la fortuna come con le cattive paghe, non disdegnate i più piccoli acconti. ([[Pierre-Marc-Gaston de Lévis]]) *Confesso che la prima volta che ebbi occasione di conoscere Carlo Strickland non ebbi neanche il sospetto che in lui fosse qualche cosa di eccezionale. Pure oggi si troveranno poche persone che osino negare la sua grandezza. Non parlo della grandezza che consegue il fortunato uomo politico o il militare vittorioso: essa non appartiene all'uomo, ma gli deriva dal posto che occupa; uno spostamento di circostanze può ridurla a proporzioni più che modeste. Spesso si osserva che un primo ministro, fuori del suo ufficio, non è altro che un pomposo retore, e il generale senza esercito somiglia al mite eroe di una fiera di villaggio. ([[William Somerset Maugham]]) *''Credere alla Fortuna è cosa pazza: | aspetta pur che poi si pieghi e chini.'' ([[Lorenzo de' Medici]]) *Credo, che fu, come si dice appunto, | la fallace fortuna a me nemica, | che quanto più piacer ci arreca o gioia, | tanto maggior dolor ne apporta poi. ([[Giambattista Giraldi Cinzio]]) *Da ragazzina rifiutavo il mio fisico: non immaginavo che sarebbe stato la mia fortuna. ([[Maria Grazia Cucinotta]]) *''Darsi in braccio ancor conviene | qualche volta alla fortuna, | che sovente in ciò che avviene | la fortuna ha parte ancor''. ([[Pietro Metastasio]]) *Dietro ogni grande fortuna c'è un [[crimine]]. ([[Honoré de Balzac]]) *Dilettasi qualche volta la fortuna di fare simili tratti, ed è proprio lo esercizio suo di bassi fare grandi e di grandi ridurre a grado piccolo; e quanto più l'ha pel passato favorite le virtù vostre, tanto più è da dubitarne, perché el costume suo è di non stare mai ferma con uno medesimo, e rarissimi si truovano coloro a' quali la sia stata continuamente propizia. ([[Francesco Guicciardini]]) *Dopo aver tante volte provato che la fortuna non mi aveva sì tosto rovesciato che subito mi rialzava, non avrei dovuto considerare lo stato infelice in cui mi trovava, se non come una occasione prossima di prosperità. ([[Alain-René Lesage]]) *''E come 'l volger del ciel della [[luna]] | cuopre e riscopre i [[lite|liti]] sanza posa, | così fa di [[Firenze|Fiorenza]] la Fortuna: |'' [...] ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *È un errore creder di aver fatto fortuna quando non si sa goderne. ([[Luc de Clapiers de Vauvenargues]]) *È una specie d'entusiasmo [...] Ella è un incanto del temperamento, come la rettorica della lingua, e si fa servire da tutte l'altre parti dell'uomo. ([[Virgilio Malvezzi]]) *Ebbene, ritengo che agli uomini giovi più l'avversa che la prospera fortuna; questa infatti inganna sempre con l'apparenza della felicità, quando sembra propizia, mentre quella è sempre veritiera, quando con il continuo mutare si dimostra instabile. Questa inganna, quella istruisce [...]. ([[Severino Boezio]]) *Fortuna è il nome che diamo al successo altrui. ([[Roberto Gervaso]]) *''Fortuna è ordinata, | disordinato è l'uomo.'' ([[Luigi Pulci]]) *Fortunati coloro che si assorbono quasi per [[egoismo]] nell'avvenire e vivono per sé e di ciò che li circonda, e non si curvano su se stessi a perscrutarsi nelle sfumature dei [[Sentimento|sentimenti]] e nella contemplazione del [[passato]]! ([[Carlo Maria Franzero]]) *Gli accidenti della fortuna si riparono facilmente: quello a cui non possiamo porre riparo sono gli eventi che nascono incessantemente dalla natura delle cose. ([[Montesquieu]]) *Gli avvenimenti previsti da menti acute si avverano abbastanza facilmente, ma la fortuna si riserva due segreti, l'epoca e i mezzi. ([[Pierre-Marc-Gaston de Lévis]]) *Gli uomini non sanno apprezzare e misurare che la fortuna degli altri. La propria, mai. ([[Indro Montanelli]]) *Hai intenzione di lasciare che quella cosa ti condizioni la vita? [...] È come se tutte le paure della tua vita siano contenute in quell'unica macchina. Non ha importanza se sappia prevedere il futuro! Importa che tu, ora, credi di più nella fortuna e nel destino che in te stesso. Devi decidere tu della tua vita. Tu hai una mente, una mente meravigliosa. Non distruggerla cercando di giustificare le risposte di quella stupida macchinetta davanti a te stesso. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (seconda stagione)|Ai confini della realtà]]'') *Hai ottenuto tutti i risultati migliori, con la [[virtù]] come guida, la sorte per compagna. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *''Il [[Cuore|cuor]] si serra | Nelle fortune, e sol lo schiude il tocco | Delle grandi sventure.''. ([[Vincenzo Monti]]) *Io non credo nella fortuna, ma credo fermamente nell'assegnare un valore alle cose. (''[[A Beautiful Mind]]'') *L'amico sicuro si riconosce nell'incerta fortuna. ([[Quinto Ennio]]) *L'ultima volta che ho controllato, la fortuna era per i perdenti. ([[Phil Brooks]]) *L'uomo che ha [[Fede]] è fortunato. ([[Antonino Zichichi]]) *La biacca e il rossetto intonacano il viso delle donne; ma la fortuna è il belletto dell'uomo. ([[Axel Oxenstierna]]) *La buona fortuna degli uomini è spesso el maggiore inimico che abbino, perché gli fa diventare spesso cattivi, leggieri, insolenti; però è maggiore paragone di uno uomo el resistere a questo che alle avversità. ([[Francesco Guicciardini]]) *La fortuna ama le persone non troppo sensate. ([[Erasmo da Rotterdam]]) *La fortuna aiuta gli audaci. ([[Virgilio]]) *La fortuna aiuta gli audaci, il pigro si ostacola da solo. ([[Lucio Anneo Seneca]]) *La fortuna ce la creiamo da soli, chi più sa più vale. ([[Randy Pausch]]) *La fortuna, come donna, ama i giovani. ([[Francesco Domenico Guerrazzi]]) *La fortuna dà troppo a molti, a nessuno abbastanza. ([[Marco Valerio Marziale]]) *La fortuna è come l'onda del mare grosso che vi spinge a terra, ma non vi lascia mai sbarcare e qualche volta vi ammazza sullo scoglio. ([[Emilio De Marchi]]) *La fortuna è il nome che si dà sempre all'abilità altrui. ([[Arrigo Sacchi]]) *La fortuna è la massima delle virtù. ([[Rosamond Lehmann]]) *La fortuna e la sfortuna non esistono. ([[Enzo Ferrari]]) *La fortuna è la sola cosa che si raddoppia quando la si condivide. ([[Albert Schweitzer]]) *La fortuna è quel momento in cui la preparazione incontra l'opportunità. ([[Randy Pausch]]) *La fortuna è un attimo, la vita è tutto il resto. ([[Aldo Busi]]) *La fortuna mi assiste. Nel senso che sta a guardarmi senza fare niente. (''[[Dylan Dog]]'') *– La fortuna non è eterna...<br />– Ma la furbizia sì. (''[[Solo due ore]]'') *La Fortuna sa far entrar in porto anche le navi senza timoniere. ([[William Shakespeare]]) *La fortuna lo ha favorito... facendolo morire in un momento opportuno. ([[Publio Cornelio Tacito]]) *La fortuna può essere concimata o può essere avvelenata. ([[Simone Moro]]) *La fortuna può togliere le ricchezze, non l'animo. ([[Lucio Anneo Seneca]]) *''La fortuna, | quando c'è, | aiuta sempre comunque "gli audaci", | e mica me!'' ([[Vasco Rossi]]) *La fortuna rassomiglia alla luna che allora si ecclissa quando è più piena. ([[Salvator Rosa]]) *La fortuna si desidera e talvolta perfino si aiuta; la fama, bisogna sudarsela. ([[Baltasar Gracián]]) *La fortuna si provoca, non arriva sola. ([[Rudi Garcia]]) *La fortuna sorride solo a chi crede nel futuro! (''[[The Legend of Zelda: Twilight Princess]]'') *La fortuna viene dormendo, e chi si alza presto le taglia la strada. ([[Achille Campanile]]) *La più grande fortuna degli uomini è la liberazione dalla paura. ([[Walther Rathenau]]) *La vera fortuna è la frugalità. ([[Johann Wolfgang Goethe]]) *Le fortune non sono tante, ed è per questo che dobbiamo soffermarci sulle piccole lucciole che si stagliano in questi bui immensi. ([[Ester Pantano]]) *Lo sa, la fortuna è come il giro di Francia. Uno l'aspetta a lungo e poi passa in fretta! (''[[Il favoloso mondo di Amélie]]'') *Meglio essere fortunati che intelligenti, e tu ne sei la prova. (''[[Io, robot (film)|Io, robot]]'') *Meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti. ([[Epicuro]]) *Mentre quello raccontava queste cose, io facevo il paragone tra la mia antica fortuna e la presente disgrazia, tra il Lucio felice di allora e l'asino infelice di adesso, e gemevo dal profondo dell'anima; e mi veniva in mente che non per nulla gli antichi saggi del passato avevano immaginato e rivelato che la Fortuna è cieca e addirittura senza occhi, perché prodiga sempre i suoi favori ai malvagi e a chi non lo merita, e tra gli uomini non sceglie mai nessuno con criterio, ma anzi si accompagna per lo più a persone tali che, se ci vedesse, dovrebbe assolutamente evitare e, ciò che è ancor peggio, conferisce a noi uomini una reputazione molto diversa, anzi proprio alla rovescia, così che il malvagio si gloria della nomea di uomo dabbene e l'uomo più innocente del mondo viene colpito dalla fama di criminale. ([[Apuleio]]) *Né la vita né la fortuna sono date per sempre agli uomini. ([[Publilio Siro]]) *Nella [[vita]] [[padrone|padrona]] di tutto è la Fortuna, e nulla è sicuro, per nessuno. ([[Lucio Accio]]) *Non aspettare che il vento gonfi la [[vela (sistema di propulsione)|vela]] della tua fortuna: soffiaci dentro tu stesso. ([[Ugo Ojetti]]) *Non bisogna fidarsi troppo dei piani prestabiliti, perché la fortuna segue una sua logica, che è ben lungi dal coincidere con la nostra. ([[Petronio Arbitro]]) *Non c'è niente che valga quel che si ha; e si corre un gran rischio d'ingannarsi, quando si fa conto d'una fortuna che un altro vi conserva. ([[Molière]]) *Non ci si deve fidare troppo della buona sorte del momento perché non siamo tranquilli nemmeno su quello che ci può recare la sera. ([[Tito Livio]], attribuita a [[Lucio Emilio Paolo Macedonico]]) *Non è la fortuna che domina il mondo. Possiamo chiederlo ai Romani che conobbero una serie continua di successi, quando si governarono secondo un certo piano, e un seguito ininterrotto di rovesci, quando si regolarono secondo un altro. Esistono cause generali, sia morali sia fisiche, che agiscono in tutte le monarchie, le innalzano, le conservano o le fanno rovinare. Tutti gli accidenti dipendono da cause e se il caso di una battaglia, cioè una causa particolare, ha fatto rovinare uno Stato, esisteva una causa generale per la qualke questo Stato doveva perire per una sola battaglia. In una parola, l'andamento generale trascina con sé tutti gli accidenti particolari. ([[Montesquieu]]) *''O fortuna, volta volta | volta bene quanto vuoi | con li falsi inganni tuoi, | poi che la vita m'hai tolta! | Poi che tu m'hai messo a terra | con tuo falso mutamento, | non mi curo di tua guerra | né di pace mi contento. | Se tu volti ad ogni vento, | fa' mi lo peggio che puoi, | con li falsi inganni tuoi, | poi che la vita m'hai tolta, ... '' ([[Francesco Galeota]]) *Ogni essere ha la fortuna che il suo spirito chiede. ([[Natalia Ginzburg]]) *''Oh nostra folle | mente ch'ogn'aura di fortuna estolle!'' ([[Torquato Tasso]]) *Pochi sono gli amici di un uomo in sé, e molti quelli della sua buona sorte. ([[Baltasar Gracián]]) *Pochissimo deve fidarsi l'uomo quando è giunto al sommo di ogni fortuna. ([[Tito Livio]]) *''Poco senno ha chi crede la fortuna | O con preghi o con lacrime piegare, | E molto men chi crede lei fermare | Con senno con ingegno o arte alcuna''. ([[Giovanni Boccaccio]]) *Potersi sentire felici anche senza la fortuna – questa è fortuna. ([[Marie von Ebner-Eschenbach]]) *Se potessi, scriverei una gigantesca enciclopedia sulle parole "fortuna" e "coincidenza". È con queste parole che si scrive il Linguaggio Universale. ([[Paulo Coelho]]) *Sono convinto che la fortuna la devi creare. La devi prendere al volo per riuscire a fare nella vita quello che davvero vuoi. ([[Oscar Pistorius]]) *Sono più grandi le fortune che i grandi ingegni. ([[Luc de Clapiers de Vauvenargues]]) *Ti ho prevenuto, o Fortuna, e ti ho presa, e ti ho sbarrato ogni accesso per impedirti di accostarti a me. ([[Metrodoro di Lampsaco (epicureo)|Metrodoro di Lampsaco]]) *Tutti al mondo andiamo in cerca di fortuna, ma la fortuna è uno strano uccello. Tutti la chiamano allo stesso modo, ma gli occhi di ognuno la vedono, assisa ad altezze irraggiungibili, in modo diverso da ogni altro. ([[Josip Jurčič]]) *Uno sbalzo troppo violento dalla cattiva alla buona fortuna è dannoso quanto uno sbalzo dalla buona alla cattiva. ([[Samuel Butler]]) ===[[Niccolò Machiavelli]]=== *''Con che rime giammai, o con che versi | canterò io del regno di Fortuna, | e de' suoi casi prosperi, ed avversi? | E come ingiuriosa, ed importuna, | secondo è giudicata quì da noi, | sotto il suo seggio tutto il mondo aduna?'' *E poiché la fortuna vuol fare ogni cosa, ella si vuole lasciarla fare, stare quieto e non le dare briga, e aspettar tempo che la lasci fare qualche cosa agl'huomini; e all'hora starà bene a voi durare più fatica, vegliar più le cose, e a me partirmi di villa e dire: eccomi. *La Fortuna è donna; ed è necessario, volendola tener sotto, batterla, ed urtarla. *Nondimanco, perché il nostro [[libero arbitrio]] non sia spento, giudico potere esser vero, che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l'altra metà, o poco meno, a noi. Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell'altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benché sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodoché crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l'impeto suo non sarebbe sì licenzioso, né sì dannoso.<br />Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resistere, e quivi volta i suoi impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini, né i ripari a tenerla. *''Questa incostante Dea, e mobil Diva | gl'indegni spesso sopra un seggio pone, | dove chi degno n'è mai non arriva. | Costei il tempo a modo suo dispone; | questa ci esalta, questa ci disface, | senza pietà, senza legge, o ragione.'' ===[[François de La Rochefoucauld]]=== *La [[felicità]] e l'infelicità degli uomini dipendono tanto dalla loro buona sorte quanto dal loro umore. *La moderazione delle persone felici deriva dalla calma che la buona sorte conferisce al loro carattere. *Sono necessarie maggiori [[virtù]] per sostenere la buona sorte piuttosto che la cattiva sorte. ==[[Proverbi italiani]]== *A chi fortuna zufola, ha un bel ballare. *A chi l'[[uovo]] e a chi il guscio. *A chi sorte, e a chi sporte. *Alla fortuna bisogna lasciar sempre una finestra aperta. *Assai bene balla a chi fortuna suona. *Buona fortuna non dura. *Che vi sia la fortuna è falsa idea e noi sciocchi ne abbiam fatta una dea. *Chi abusa della buona fortuna, dimostra di non meritarla. *Chi confessa la sorte, nega [[Dio]]. *Chi fila ha una camicia, e chi non fila due. *Chi ha un neo e non se lo vede, ha fortuna e non lo crede. *Ciascuno è artefice della propria fortuna. *Con la fortuna ci vuol coraggio. *Così va il mondo: uno ha la [[gloria]] e l'altro la fatica dell'opera. *Dove entra la fortuna, esce l'[[umiltà]]. *È meglio nascere senza naso che senza fortuna. *Finché uno ha i denti in bocca non sa mai quel che gli tocca. *Fortuna cieca, i suoi acceca. *Fortuna instupidisce colui ch'ella favorisce. *Fortunato al gioco, sfortunato in amore. *I beni di fortuna passano come la luna. *Il vecchio pianta la vigna e il giovane la vendemmia. *L'uomo ordisce e la fortuna tesse. *La buona sorte ogni vile cuore fa forte. *La cattiva sorte porta spesso buona sorte. *La fortuna aiuta gli audaci. *La fortuna aiuta i matti e i fanciulli. *La fortuna come dà, cosi toglie. *La fortuna del savio ha per figliola la modestia. *La fortuna è cieca. *La fortuna è di chi se la fa. *La fortuna è una fonte, ma non tutti hanno un secchio per attingervi. *La fortuna i forti aiuta e i timidi rifiuta. *La fortuna molte volte ricompensa con interesse coloro che hanno la pazienza di aspettarla. *La fortuna non si siede mai. *La fortuna si stanca di portar sempre in spalla il medesimo uomo. *La fortuna va afferrata per i capelli. *La fortuna vien tre volte e non di più. *La mano destra fa, la sinistra è inanellata. *La morte dei lupi è la salute delle pecore. *La ruota della fortuna gira. *La ruota della fortuna non è sempre una. *Le disgrazie hanno le ali e la fortuna i piedi di piombo. *L'uno si guadagna il pane sedendo, l'altro sudando. *L'uomo ordisce e la fortuna tesse. *Non si deve incolpare se non fortuna. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *Oggi a te, domani a me. *Più briccone, più fortunato. *Quando Dio vuole, la fortuna deve. *Quando la fortuna accarezza l'uomo, è per mettergli un laccio al collo. *Quel che non può l'ìngegno, può spesso la fortuna. *Ricco e grande fortuna potrà farti, ma mai il comune senso potrà darti. *S'impiccano i ladruncoli e non i ladroni. *Spesso l'infermo guarisce, e l'infermiere muore. *Spesso uno paga quel che l'altro si è goduto. *Un vento di fortuna suscita spesso una tempesta di disgrazie. *Uno fa il letto, e l'altro vi si sdraia. *Uno fa il ponte e l'altro vi passa su. *Uno innaffia il prato, e l'altro falcia l'erba. *Uno mangia l'arrosto, e l'altro deve [[pulizia|pulir]] lo spiedo. *Uno ordisce la tela, un altro la tesse. *Uno pianta il chiodo, e l'altro ci appende il cappello. *Uno picchia sul cespuglio, e l'altro agguanta l'uccello. *Uno semina, e l'altro raccoglie. *Vale più la fortuna che il sapere. *Virtù e fortuna non stanno di casa assieme. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Caso]] *[[Condizione]] *[[Destino]] *[[Sfortuna]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Qualità individuali]] dqmoph1l52itfjfw47exmitt593a56g Fisica 0 10870 1351326 1300756 2024-11-11T14:00:30Z Udiki 86035 /* Voci correlate */ +1 1351326 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Foucault pendulum animated.gif|thumb|Disegno animato rappresentante l'oscillazione del pendolo di Foucault nell'emisfero sud]] Citazioni sulla '''fisica'''. ==Citazioni== *È proprio su questo versante che la fisica moderna ha ottenuto uno dei suoi risultati più sottili e sorprendenti. Come vedremo fra poco, trattando del teorema di Bell, essa è infatti riuscita a dimostrare, in maniera semplice e definitiva, che la visione ingenua che l'uomo comune occidentale ha del mondo, come di un insieme di oggetti distinti, concreti e indipendenti, è definitivamente sbagliata. ([[Piergiorgio Odifreddi]]) *È sbagliato pensare che lo scopo della fisica sia di scoprire come la natura ''è''. La fisica riguarda ciò che possiamo ''dire'' sulla natura. ([[Niels Bohr]]) *I concetti fisici sono creazioni libere dell'intelletto umano e non vengono, come potrebbe credersi, determinati esclusivamente dal mondo esterno. (''[[L'evoluzione della fisica]]'') *La [[biologia]] è lo studio di organismi complessi che sembrano essere stati creati per un scopo. La fisica è lo studio delle cose elementari che non ci lascia tentare di invocare questo disegno creativo. ([[Richard Dawkins]]) *La fisica al momento è di nuovo in preda a una grande confusione; in ogni caso, per me troppo è complicata e vorrei essere un attore del [[cinema]] o qualcosa del genere e non aver mai sentito parlare della fisica. ([[Wolfgang Pauli]]) *La fisica è la natura dell’indeterminatezza e del caso, e quindi è un problema di statistica. ([[Max Born]]) *La fisica moderna ha avuto una profonda influenza su quasi tutti gli aspetti della società umana. Essa è diventata la base della scienza della natura e questa, insieme con la scienza applicata, ha mutato in modo sostanziale le condizioni di vita sul nostro pianeta, sia in senso positivo sia in senso negativo. Attualmente è difficile trovare un'industria che non si serva dei risultati della fisica atomica, ed è ben nota l'influenza che questi hanno avuto sulla struttura politica del mondo attraverso la loro applicazione agli armamenti atomici. Tuttavia l'influenza della fisica moderna va al di là della tecnologia; si estende all'ambito del pensiero e della cultura, dove ha determinato una profonda revisione della concezione che l'uomo ha dell'universo e del proprio rapporto con esso. ([[Fritjof Capra]]) *La poesia e la fisica sono due strumenti che il nostro cervello ha a disposizione per capire il mondo; condividono la capacità di creare per induzione, automagicamente, analogie tra oggetti astratti che sembrano apparentemente scollegati.<br/>L'atteggiamento di chi dice che la poesia e la fisica sono due cose diverse non è molto lontano da quello di chi userebbe due pentole diverse per bollire l'acqua dei fusilli e quella dei maccheroni. ([[Marco Malvaldi]]) *La trasformazione dei concetti fisici, prodotta dalla teoria della relatività, era da lungo tempo in gestazione. Già neI 1887 [[Woldemar Voigt|Voigt]] osservava, in un lavoro ancora legato al punto di vista della teoria elastica della luce, come fosse formalmente utile introdurre in un sistema di riferimento mobile un tempo locale ''t<nowiki>'</nowiki>'', la cui origine è una funzione lineare delle coordinate spaziali, mentre l'unità di misura del tempo viene mantenuta invariata. ([[Wolfgang Pauli]]) *Le tecniche sperimentali sono probabilmente il settore della fisica che più ha risentito dei cambiamenti dell'organizzazione della scienza e del mutato rapporto tra fisica e tecnologia. ([[Giorgio Parisi]]) *Nella [[scienza]] esiste solo la Fisica; tutto il resto è collezione di francobolli. ([[Ernest Rutherford]]) *Non al Cristianesimo, non all'entusiasmo religioso, ma solo all'entusiasmo della ragione dobbiamo l'esistenza di una botanica, di una mineralogia, di una zoologia, di una fisica e di una astronomia. ([[Ludwig Feuerbach]]) *Penso che finalmente arriverà il momento in cui la fisica vorrà apprendere dalla biologia come la biologia vorrà apprendere dalla fisica, in cui la fisica accetterà le infinite diversità della natura come uno dei suoi temi centrali, proprio come la biologia ha accettato l'unità dell'apparato della codificazione genetica come uno dei suoi dogmi centrali. ([[Freeman Dyson]]) *Possiamo presentare spazialmente un fatto atomico che contraddica le leggi della fisica, ma nessuno che contraddica le leggi della geometria. ([[Ludwig Wittgenstein]]) *Qualsiasi studente nell'ora di fisica può provare con esperimenti l'esattezza di un'ipotesi scientifica. L'[[uomo]], invece, vivendo una sola [[vita]], non ha alcuna possibilità di verificare un'ipotesi mediante un esperimento, e perciò non saprà mai se avrebbe dovuto o no dare ascolto al proprio [[sentimento]]. ([[Milan Kundera]]) *Qualsiasi teoria fisica è sempre provvisoria, nel senso che è solo un'ipotesi: una teoria fisica non può cioè mai venire provata. ([[Stephen Hawking]]) *Se i [[fisico|fisici]] non fossero stati intrepidi, a qual punto sarebbe la fisica? ([[Marc Bloch]]) *Sono convinto che l'[[informatica]] abbia molto in comune con la fisica. Entrambe si occupano di come funziona il mondo a un livello abbastanza fondamentale. La differenza, naturalmente, è che mentre in fisica devi capire come è fatto il mondo, in informatica sei tu a crearlo. Dentro i confini del computer, sei tu il creatore. Controlli – almeno potenzialmente – tutto ciò che vi succede. Se sei abbastanza bravo, puoi essere un dio. Su piccola scala. ([[Linus Torvalds]]) *Spesso, quando si inizia a studiare la fisica, il professore utilizza degli esempi che hanno a che fare con oggetti ideali, oggetti che non esistono nella realtà; piani inclinati privi di attrito, palle che rotolano senza strisciare, molle estendibili all'infinito, suocere simpatiche eccetera. Deformati, lanciati, appesi e fatti oscillare e sottoposti a torture che, invece di causare sofferenza a loro, la causano a noi, poveri e imberbi studentelli che tentiamo di capire. ([[Marco Malvaldi]]) ===[[Albert Einstein]]=== *La fisica è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di «realtà fisica». *La [[matematica]] si occupa esclusivamente delle relazioni tra i concetti senza considerare la loro connessione con l'esperienza. Anche la fisica si occupa di concetti matematici; tuttavia questi concetti assumono un contenuto fisico solo attraverso una chiara determinazione del loro rapporto con gli oggetti dell'esperienza. Questo vale in particolare per i concetti di moto, spazio, tempo. *La [[scienza]], contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina [[Dio]]. La fisica deve addirittura perseguire finalità [[teologia|teologiche]], poiché deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo. *Le leggi secondo le quali evolvono gli stati dei sistemi fisici sono indipendenti da quale di due sistemi di coordinate che si trovino uno rispetto all'altro in moto traslatorio uniforme queste evoluzioni di stato siano osservate. *Nelle nostre ricerche fondamentali nel campo della fisica andiamo a tastoni; nessuno ha fiducia in quel che il collega cerca di sperimentare con tanta speranza. *Quella che chiamiamo fisica comprende quel gruppo di scienze naturali che basano i propri concetti su misurazioni; e i cui concetti e affermazioni si prestano a una formulazione matematica. ==Voci correlate== *[[Chimica]] *[[Fisica teorica]] *[[Fisico]] *[[Legge fisica]] ==Altri progetti== {{interprogetto|commons_preposizione=sulla|n=Categoria:Fisica|b=Ripiano:Scienza/Fisica|b_preposizione=di|n_preposizione=sulla|wikt|s=:Categoria:Fisica|s_oggetto=|s_preposizione=sulla}} [[Categoria:Discipline]] [[Categoria:Fisica| ]] 6oev9ydm1eqji3o3xkwgjudljrbotq7 Peccato originale 0 10965 1351321 1351294 2024-11-11T13:36:38Z Udiki 86035 Annullata la modifica [[Special:Diff/1351294|1351294]] di [[Special:Contributions/~2024-9620|~2024-9620]] ([[User talk:~2024-9620|discussione]]) il Fumagalli non dice che si riferisce al peccato originale e il De Mauro conferma che si riferisce a una colpa o difetto genericamente intesi, v. https://dizionario.internazionale.it/parola/pece 1351321 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Michelangelo Sündenfall.jpg|thumb|upright=1.3|[[Michelangelo]], ''La tentazione e la cacciata dal paradiso terrestre'', Cappella Sistina]] Citazioni sul '''peccato originale'''. *Cosa c'è di più mafioso che non essere in grado di capire il bisogno di autodeterminazione e di libera espressione di un [[bambino]] per quello che è? perché infangarlo già di un peccato originale al fine di poterlo redimere, cioè violare a piacimento? ([[Aldo Busi]]) *Credo e proclamo che l'[[anima]] non è una parte di Dio, ma che dal nulla è stata creata, e che senza il [[battesimo]] è soggetta al peccato originale. ([[Papa Leone IX]]) *Da quando vi sono uomini, l'uomo ha gioito troppo poco: solo questo, fratelli, è il nostro peccato originale! ([[Friedrich Nietzsche]]) *E il Signore disse: «Donna, tu partorirai con gran dolore. Uomo, tu lavorerai con gran sudore, ammesso che troverai lavoro. E la Terra produrrà spine e sofferenze». E Adamo disse: «Ma santo Dio, tutto questo per una mela? Domani te ne porto un chilo...» ([[Giobbe Covatta]]) *E poi il dolore anche inutile, anche ingiusto, non andava mai sprecato. Si devolveva in sconto dei peccati. E se non si avevano peccati personali, andava in sconto del Peccato Originale, vecchio debito di famiglia, contratto dai nonni Adamo ed Eva e mai estinto nei secoli, per il peso eccessivo degli interessi celesti. ([[Marcello Marchesi]]) *I danni del peccato originale sono: la privazione della grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, tutte le miserie di questa vita, e infine la morte. (''[[Catechismo di Pio X]]'') *Il peccato originale consiste nel limitare l'Essere. Non lo commettere. ([[Richard Bach]]) *Il peccato originale fu un peccato di lussuria? ([[Marcello Marchesi]]) *Il peccato originale, la colpa senza responsabilità, il male irredento e innocente di esser venuti al mondo condannati a morte, magari fosse una vecchia intimidazione di secoli bui! È il buio che ci portiamo dentro tutti. E la pietà che Virgilio prova per i suoi compagni di pena e Dante prova per Virgilio, è forse la pietà che tutti ci meritiamo nascendo. ([[Vittorio Sermonti]]) *Il pensiero originale è come il peccato originale: entrambi sono accaduti, prima che tu [[nascita|nascessi]], a persone che non hai assolutamente incontrato. ([[Fran Lebowitz]]) *Il peccato originale si trasfonde in tutti gli uomini, perché avendo Iddio conferito all'uman genere in Adamo la grazia santificante e gli altri doni soprannaturali, a condizione che Adamo non disobbedisse; avendo questi disobbedito nella sua qualità di capo e padre del genere umano, rese l'umana natura ribelle a Dio. Perciò la natura umana viene trasfusa a tutti i discendenti di Adamo in uno stato di ribellione a Dio, priva della divina grazia e degli altri doni. (''[[Catechismo di Pio X]]'') *Nel tempo che si affretta verso il [[giudizio universale|giudizio]] è richiesta la vigilanza della fede, perché il male non dorme e questo ci impone di essere costantemente abili nel discernere. Proprio qui si vede come il tempo del mondo è segnato dal peccato originale: esso ha avvelenato il tempo, ma non a tal punto che il tempo successivo al peccato originale non sia ancora il tempo del Signore. ([[Adrienne von Speyr]]) *Nella nostra ossessione per il peccato originale, a volte si dimentica l'originale [[innocenza]]. (''[[Fratello sole, sorella luna]]'') *Perché ci lamentiamo del peccato originale? Non è per sua colpa che siamo stati cacciati dal paradiso terrestre, bensì a causa dell'albero della vita, affinché non ne mangiassimo i frutti. ([[Franz Kafka]]) *Qual è l'eresia più comune del nostro secolo, quella che gli fa dispettare fede, rivelazione , Chiesa e governi, e perfino legami indissolubili di famiglia e della società? La negazione del peccato originale. ([[Pietro Rota]]) *Se la Chiesa continuerà a proclamare l'assurdità del "peccato originale" come peccato storico, che si appiccica di generazione in generazione ai bambini appena nati, allora cosa dovremmo dire di tutti quelli che non vengono battezzati? Continueranno a portarsi dietro questa "macchia" per tutta la vita?<br>Anziché di peccato originale io preferisco parlare di una "benedizione originale" di Dio su ogni uomo che nasce, e questa benedizione originale, che riguarda tutti gli esseri umani, è l'immagine e la somiglianza con Dio e la capacità di scegliere il bene. ([[Andrea Gallo]]) *''Tu, serpe, | hai strisciato | tra le | mie gambe | dicendo "Vuoi | tutto? | È tuo, | ci puoi scommettere. | Ti renderò | la regina | di tutto. | Non c'è | bisogno di Dio, | non c'è | bisogno di lui. | Prendi la | mia mano, | sarai la | mia sposa. | Cogli il frutto. | Mettilo | dentro." | Tu, serpe, | tu, cane, | tu, falso, tu, bugiardo, | mi sono bruciata | le mani, | sono tra | le fiamme.'' ([[PJ Harvey]]) ==Voci correlate== *[[Adamo]] *[[Caduta dell'uomo]] *[[Eva]] *[[Immacolata Concezione]] *[[Peccato]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Teologia cristiana]] [[Categoria:Teologia ebraica]] nalxv22f28i7p20senqytrwunmucotv Cina 0 11152 1351541 1346467 2024-11-12T09:53:54Z Spinoziano 2297 +1, typo 1351541 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Flag of the People's Republic of China.svg|thumb|Bandiera della Repubblica Cinese]] Citazioni sulla '''Cina''' e sui '''cinesi'''. ==Citazioni== *Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile. ([[Ennio Flaiano]]) *Ci deve essere qualcosa di più noioso dei libri che si scrivono sulla Cina: la Cina stessa. ([[Ennio Flaiano]]) *Cinese (''s.m.''). Un lavoratore che ha la colpa di essere docile, abile, laborioso, frugale e sobrio e di cui richiediamo per legge l'interdizione al lavoro. La sua fatica offre infinite prospettive di impiego ai bianchi. Lo squallore della sua povertà, che gli viene imputata come vizio congenito, non suscita compassione ma risentimento. ([[Ambrose Bierce]]) *Come il resto del mondo, la Cina oscilla tra sviluppo incontrollato e consapevolezza ambientale. L'enorme popolazione, l'economia in forte crescita e il forte centralismo decisionale fanno sì che i tentennamenti di questa nazione nelle due direzioni siano di portata mondiale. [...] Per la sua estensione territoriale e per la sua peculiare forma di governo, le decisioni prese ai vertici operano in scala molto più vasta in Cina che in qualsiasi altro paese del mondo [...] Nel migliore dei casi, il governo cinese capirà che i problemi ambientali sono potenzialmente molto peggiori di quelli demografici, e adotterà per risolverli misure audaci e risolute, come ha fatto in passato imponendo per legge il controllo delle nascite. ([[Jared Diamond]]) *Dopo aver cancellato per decenni la propria cultura storica, oggi la Cina ritrova un legame con il proprio passato, anche rispetto al periodo imperiale. L'idea, però, è di raccontarlo attraverso canoni hollywoodiani, uscendo dalla tradizione. ([[John Woo]]) *Eccovi la Cina, che possiede una civiltà millenare ma appassita e stagnante, perché vieta così l'entrata e l'uscita agli uomini come alle merci nel cuor dell'imperio, simboleggiando il suo vivere appartato colla muraglia che la cinge da tramontana. ([[Vincenzo Gioberti]]) *Hai letto come trattano gli [[Animale|animali]]? Raccapricciante. Non puoi far altro che considerare i cinesi una sottospecie. ([[Morrissey]]) *I cinesi furono il primo popolo che non considerò la pittura come un'opera servile, ponendo anzi il pittore sullo stesso piano del poeta ispirato. ([[Ernst Gombrich]]) *I cinesi sono il popolo [''umma''] che meglio e piü perfettamente di ogni altro esercita le arti: è un fatto noto, già descritto e ridescritto dagli autori. Per quanto riguarda la pittura nessuno bizantino o altro, può competere con loro in perfezione, perché possiedono capacità invero straordinarie: per esempio, una delle cose più sorprendenti che ho veduto in Cina è che ogni qualvolta sono tornato in una città dov'ero già stato, ho sempre visto il mio ritratto e quello dei miei compagni dipinti sui muri o su dei fogli esposti nei mercati. Una volta entrai nella capitale diretto al palazzo del sultano insieme ai miei compagni, ed eravamo tutti vestiti alla maniera irachena. Passammo per il mercato dei pittori e la sera, quando tornando da palazzo ripassai di li, vidi il mio ritratto e quello dei miei compagni dipinti sulla carta e appesi al muro. Ognuno prese a osservare quello del suo vicino e la somiglianza era perfetta! A quanto mi hanno detto, i disegni erano stati eseguiti per ordine del sultano: i pittori erano venuti a palazzo mentre noi eravamo là e ci avevano osservati — e poi ritratti — senza che ce ne accorgessimo. Fanno così con chiunque passa dal loro paese, così se uno straniero commette qualcosa per cui si trova poi costretto a fuggire dalla Cina, il suo ritratto viene mandato in tutte le province perché lo possano cercare, e ovunque si trova qualcuno che assomiglia a quel disegno, lo arrestano. ([[Ibn Battuta]]) *I cinesi sono un popolo solo. Possono parlare dialetti diversi, ma il loro linguaggio scritto è lo stesso. Ovunque si trovino essi sviluppano un forte senso comunitario, sia in Cina che all'estero. Per quanto possano violentemente dissentire su istanze politiche, alla fine si considerano tutti cinesi e sono tutti orgogliosi delle loro tradizioni nazionali. ([[Mohammad Reza Pahlavi]]) *In tutto il mondo, lo sviluppo della Cina ha suscitato un genuino interesse, e noi la invidiamo persino un po'. La Cina ha creato un sistema molto efficiente per sviluppare l'economia e rafforzare lo Stato. È molto più efficiente di quello di molti altri Paesi, è un fatto evidente. ([[Vladimir Putin]]) *In un lontano futuro, gli storici galattici potranno forse considerare un'intelligente e lungimirante scelta la decisione della Cina di rinunciare <small>[nel XV secolo]</small> all'espansione sui mari. Mentre altri potenti stati di quella che chiamiamo l'età moderna dedicarono le loro principali energie alla costruzione di imperi in terre lontane, profittevoli a breve termine, ma impossibili da mantenere, la Cina volse lo sguardo alla sua tradizionale area di competizione, espandendosi ai margini, «cinesizzando» le minoranze etniche e creando, in tempi recentissimi, imperi più agevolmente controllabili, prima a spese delle contigue comunità musulmane e poi in Tibet. [...] Indubbiamente la Cina ha evitato, in modo esemplare, gli sconvolgimenti che hanno mandato in frantumi altri imperi nella seconda metà del XX secolo e [...] sembra immune da quei processi di frammentazione che affliggono molti altri moderni superstati. Come dimostrano gli eventi della prima metà del XV secolo, la Cina avrebbe potuto possedere un impero marittimo nel mondo situato ad est del golfo del Bengala, il mondo «dietro il vento», come lo chiamavano i navigatori arabi. Avrebbe potuto svolgere un ruolo di primo piano in quella corsa per la conquista degli spazi del nostro pianeta che ha caratterizzato gli inizi dell'epoca moderna. La sua astensione da tutto questo rimane uno dei più notevoli esempi di riserbo collettivo che la storia abbia conosciuto. ([[Felipe Fernández-Armesto]]) *Insistono ancora nel dire che io ho affermato che i comunisti mangiavano o mangiano i bambini. Continuano a ripeterlo. Allora, leggetevi il libro nero del comunismo: troverete che sotto la Cina di [[Mao Zedong|Mao]] non li mangiavano, ma li facevano bollire per concimare i campi. È una cosa orrenda... ma purtroppo è vera. ([[Silvio Berlusconi]]) *L'anno scorso, la Cina è diventata la maggiore esportatrice del pianeta. Sostituendo la Germania. È anche il più grande mercato automobilistico del mondo. Chapeau. Ogni anno... noi siamo sepolti da montagne di regole. Voi...venite sepolti da montagne di grana. (''[[Panama Papers (film)|Panama Papers]]'') *L'educazione di tutte le giovani cinesi tende ad inculcare loro l'amore per la riservatezza, la modestia e il silenzio. Sono anche incoraggiate a coltivare piacevoli talenti, se sono nate ricche. ([[Elaine Barbieri]]) *La Cina di oggi è migliorata rispetto all'89, e non solo per via dei grattacieli, delle [[automobile|automobili]] e di tutta la [[ricchezza]] in mostra nelle grandi [[città]]. Insieme al benessere materiale, molti godono di [[libertà]] che allora non esistevano. La libertà di viaggiare all'estero, per esempio. O di andare a fare le vacanze in [[Tibet]], in pellegrinaggio fra i monasteri [[buddhismo|buddhisti]]. La libertà di avere un [[telefonino]] con cui chiamare anche i parenti che vivono a [[Hong Kong]] o a [[Taiwan]], a [[San Francisco]] o a [[New York]]. La libertà di scrivere [[e-mail]]. Sono libertà personali, più che politiche. Non esiste ancora una [[stampa]] svincolata dalla [[censura]], un'opposizione, né tantomeno il diritto di licenziare i propri governanti. I ventenni, trentenni e quarantenni del 2005 non sono generazioni così eroiche da voler sfidare la forza dello Stato e rischiare la vita per conquistarsi i diritti politici. ([[Federico Rampini]]) *La Cina è diventata la più promettente speranza e il miglior esempio per tutti i paesi del Terzo Mondo. ([[Fidel Castro]]) *La Cina è un mostro: internet bloccato, dissidenti arrestati. È così ricca che potrebbe comprarsi metà della Terra. Tutto questo m'inquieta e mi preoccupa. ([[Herta Müller]]) *La Cina è una bomba a orologeria per molti aspetti. […] Stava crescendo dell’8 per cento all’anno, ora è vicina al 2 per cento all’anno. È in un momento in cui il numero di persone in età pensionabile è maggiore del numero di persone in età lavorativa. Quindi ha dei problemi, e quando i cattivi hanno problemi fanno cose cattive. ([[Joe Biden]]) *La Cina specialmente, trascurando quanto essa ha in comune con il resto dell'Asia meridionale, mi atterrisce per i modi di vivere, per i costumi, per un rifiuto assoluto, per una barriera di sentimenti che ci separano da essa e che sono troppo profondi per essere analizzati. ([[Charles Baudelaire]]) *La civiltà cinese è così sistematica che gli animali selvaggi sono stati aboliti per principio. ([[Aleister Crowley]]) *La musica più recente dei {{sic|Chinesi}}, quando è eseguita da un insieme di strumenti, appare agli Occidentali confusa e senza senso. Il canto isolato non manca di grazia melodica e di razionalità ritmica, ma spesso è barocco e fuor di carattere. ([[Hugo Riemann]]) *Noi poniamo la questione: perché la Cina comunista non dovrebbe avere la bomba atomica? Riteniamo che la debba avere, e quando la Cina disporrà della bomba atomica e di missili, vedremo allora quale sarà il linguaggio dell’imperialismo americano, vedremo se si continuerà a negare alla Cina i suoi diritti nell’arena internazionale, vedremo se gli imperialisti americani oseranno brandire le loro armi come fanno oggi. ([[Enver Hoxha]]) *{{NDR|Sul processo di democratizzazione della Cina}} Non vinceremo questa battaglia utilizzando i carri armati. Non ci abbasseremo a questo. La vinceremo con la cultura. ([[Dalù]]) *Più la Cina ci imita, e più abbandona i suoi misteriosi privilegi. L'erotismo ritorna alla rozzezza europea. ([[Jean Cocteau]]) *Più la Cina è povera, più è ricca. I suoi [[Filosofia|filosofi]] possiedono la pietra filosofale. Non sporcano: patinano. Conoscono il segreto per fabbricare oro con il letame. ([[Jean Cocteau]]) *Penso che dovremo prendere in mano i cinesi e regolamentarli. Credo che via via che le nazioni civili diventeranno più potenti diventeranno più spietate e verrà il tempo in cui il mondo sopporterà con impazienza l'esistenza di grandi nazioni barbare che possono in qualsiasi momento armarsi e minacciare le nazioni civili. Credo nella definitiva divisione della Cina - intendo dire definitiva. Spero che non dovremo farlo ai nostri giorni. La razza ariana è destinata a trionfare. ([[Winston Churchill]]) *Penso che sia i cinesi che gli occidentali dovrebbero essere uguali. La democrazia è un concetto unificato: non esiste la democrazia in stile cinese e la democrazia in stile occidentale. Il Partito Comunista Cinese ha sempre promosso un concetto secondo cui la Cina non sarebbe adatta alla democrazia di tipo occidentale. Questo è un insulto a tutti i cinesi che non hanno il diritto di essere privati dei loro diritti. ([[Dalù]]) *Per la prima volta, da due secoli a questa parte, la Cina è in grado di farsi ascoltare dal resto del mondo ed è pronta a fare quello che vuole, senza badare alle reazioni degli altri Paesi. Qualche decennio fa era il [[Giappone]] a sentirsi in testa alle classifiche e i suoi imprenditori, politici e burocrati non esitavano a proclamarlo al resto del mondo. ([[Ian Buruma]]) *Per tanto tempo la grande cultura europea aveva guardato con curiosità e interesse alla Cina: dov'erano le guerre di religione che insanguinavano l'Europa? Esse erano impedite da una religione che rifuggiva dal mistero e dal dogma, risolvendosi nell'etica. Per i ''philosophes'' era più facile riconoscersi nei mandarini che non nel clero cattolico o nei pastori protestanti. L'importanza del ruolo svolto da un ceto di intellettuali laici nel grande paese asiatico era confermata dal fatto che là le più alte cariche dell'amministrazione erano spesso assegnate mediante concorso pubblico piuttosto che essere appannaggio, come avveniva in Francia, di un'aristocrazia nobiliare, alleata e intrecciata col clero. In ogni caso, in Cina il principio laico e moderno del merito aveva la meglio sul principio oscurantista del privilegio fondato sulla nascita e sul sangue. ([[Domenico Losurdo]]) *Quando i cinesi vogliono informazioni sui processi psichici, osservano semplicemente che cosa accade intorno a loro nella materia e lo assumono come specchio dei processi psichici interni. Per loro è una cosa ovvia. ([[Marie-Louise von Franz]]) *"Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà": questa profezia di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] – che la formulò nel 1816, dopo aver letto la relazione di viaggio del primo ambasciatore inglese in Cina, Lord Macartney – sembra oggi destinata ad avverarsi nella dimensione economica, prima ancora che in quella militare a cui pensava l'imperatore. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che riunisce i 30 paesi più industrializzati, rivela un sorpasso clamoroso: gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] non sono più la prima destinazione degli investimenti dal resto del mondo, sono stati spodestati proprio dalla Cina come meta preferita delle multinazionali. ([[Federico Rampini]]) *Si ricordino che siamo in Cina, dove vita e tempo non hanno valore. (''[[Shanghai Express]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Cina|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Dittature]] [[Categoria:Luoghi della Cina| ]] [[Categoria:Stati comunisti]] r0m9i1lax5gnmo1sajmdlo5ri893bts Rugiada 0 11927 1351388 1093776 2024-11-11T18:03:43Z ~2024-9620 100276 Alessandro Manzoni. 1351388 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Cool drop.jpg|thumb|Rugiada su una foglia.]] Citazioni sulla '''rugiada'''. *''Bianche gocce di rugiada | sui pennacchi di canna | del mio giardino. | Potessi perforarle intatte... | Una collana per te.'' ([[Ōtomo no Yakamochi]]) *''Come rugiada al cespite | Dell'erba inaridita, | Fresca negli arsi calami | Fa rifluir la vita'' ([[Alessandro Manzoni]]) *''Di diamante | una goccia di rugiada | sulla pietra.'' ([[Bōsha Kawabata]]) *''Guarda quant'è leggero quel sudore del mondo; | quanta gioia sul velo d'ogni cosa.'' ([[Aleksandrs Čaks]]) *''Ha un cesto di rugiada | il ciarlatano del cielo.'' ([[Giuseppe Ungaretti]]) *''Ho scoperto il segreto del [[mare]] meditando su una goccia di rugiada.'' ([[Kahlil Gibran]]) *Lo scintillio di una goccia di rugiada mi ha parlato di te. Ma quella luce è durata troppo poco e non ho fatto in tempo a vederti. Peccato! Eri così vicino e non ho potuto coglierti. ([[Romano Battaglia]]) *Vi sono gocce di rugiada che brillano come zaffiri nell'erba, appena appare il grande sole, e le foglie fremono al tacito volo di una colomba in fuga. ([[Thomas Merton]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la|wikt}} [[Categoria:Fenomeni meteorologici]] cwzqvnwrm2cp0l11biws9d2hukz4ysx Democrazia Cristiana 0 12193 1351345 1262202 2024-11-11T16:07:06Z Darkcloud2222 10646 /* Citazioni sulla Democrazia Cristiana */ 1351345 wikitext text/x-wiki [[File:Democrazia Cristiana.svg|miniatura|Democrazia Cristiana]] '''Democrazia Cristiana''', partito politico italiano fondato nel 1943 e dissolto nel 1994. ==Citazioni sulla Democrazia Cristiana== *{{NDR|Nel 1958}} Ai voti dei cittadini pavidi che continuano a votare Dc per paura del comunismo, si sono aggiunti alcuni milioni d'altri cittadini dominati dalla paura perché ricattati dal confessore. ([[Arrigo Benedetti]]) *[[Andreotti]], [[Amintore Fanfani|Fanfani]], [[Mariano Rumor|Rumor]], e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i [[Banchiere|banchieri]], collaborazione con la [[Central Intelligence Agency|Cia]], uso illegale di enti come il [[Servizio Informazioni Difesa|Sid]], responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della [[televisione]].<br />Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro paese. È chiaro infatti che la rispettabilità di alcuni democristiani ([[Aldo Moro|Moro]], [[Benigno Zaccagnini|Zaccagnini]]) o la moralità dei comunisti non servono a nulla. ([[Pier Paolo Pasolini]]) *Croce era convinto che l'istituto monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica guidata dalla Democrazia cristiana. Per molti cattolici l'Italia era "il giardino del Vaticano". ([[Eugenio Scalfari]]) *Democratico cristiano: censuro la tua anima. (''[[Totò le Mokò]]'') *E perciò, miei cari fedeli e amati concittadini, io vi esorto a dare il vostro suffragio ad un partito che sia popolare, e cioè democratico e quindi rispettoso della nostra fede cristiana: un partito, per concludere, che sia democratico e cristiano. (''[[Divorzio all'italiana]]'') *Ho servito a lungo la Democrazia cristiana, con dedizione e con serenità, cercando di fare miei i grandi ideali che animano il partito e che sono il suo vanto. ([[Giovanni Spagnolli]]) *{{ndr|Sul ruolo della DC nella [[Resistenza italiana|Resistenza]]}} È vero che tanto i rappresentanti del Partito liberale, quanto quelli della DC, in seno ai CLN accettavano l'orientamento insurrezionale ed avevano approvato la dichiarazione che sconfessava i tentativi di iniziare trattative per arrivare a patti, a compromessi con i comandi tedeschi e fascisti, ma questi tentativi c'erano stati se non ufficialmente da parte di questi partiti, senza dubbio da parte delle autorità ecclesiastiche e di personalità che con quei due partiti avevano particolari rapporti. Certo è che i giornali della DC e del Partito liberale non svolgevano alcuna azione di propaganda e di incitamento per l'insurrezione, pubblicavano invece lunghi articoli già volti ai problemi della produzione, della ricostruzione, ai problemi del domani, mentre il paese era ancora impegnato nella lotta armata e tutte le energie dovevano essere mobilitate per la battaglia decisiva. ([[Pietro Secchia]]) *I democristiani, da cattivi cattolici, ma da ottimi clericali, non credono in niente. E chi non crede in niente, non solo è capace di tutto, ma lascia fare tutto a tutti. ([[Roberto Gervaso]]) *Il governo è figlio delle forze politiche, e più ancora è figlio della dc. E nella dc ci sono resistenze contro i nuovi modelli di sviluppo, si pronunciano parole alle quali non seguono i fatti, l'impegno s'allontana sempre. ([[Giacomo Mancini]]) *Il nostro è un partito con un grande seguito popolare. Non siamo assolutamente preparati per un governo con il pci. ([[Carlo Donat-Cattin]]) *Il più grande errore che ho fatto è stato tanto tempo fa, alle elezioni in cui la Dc crollò. Repubblica mi aveva commissionato un sondaggio e venne fuori il crollo della Dc. Noi guardavamo questi dati e ci sembrava impossibile. Non li abbiamo consegnati. Pensavamo che fossero errati. Non ci credevamo. ([[Renato Mannheimer]]) *Il sistema di potere dc ha favorito la nascita e la proliferazione di fenomeni negativi, e di vere e proprie degenerazioni del sistema. ([[Fernando Di Giulio]]) *I miei amici {{NDR|democristiani}} credettero che bilanciandosi fra destra e sinistra la Dc avrebbe consolidato il dominio al centro dell’elettorato. Invece si generò una fuga eccentrica di giovani a [[sinistra]] e di anziani a [[destra]] che trascinò il centro nel vuoto. La strategia degli “opposti estremismi” avrebbe dovuto costituire il pilastro della forza elettorale democristiana, ne fu invece il batterio che la corrose: prolungò gli anni di piombo, logorò le istituzioni, distrusse la Dc. ([[Paolo Emilio Taviani]]) *''Io se fossi Dio, | quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio, | c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire | che [[Aldo Moro]] insieme a tutta la Democrazia Cristiana | è il responsabile maggiore di trent'anni di cancrena italiana. | Io se fossi Dio, | un Dio incosciente enormemente saggio, | avrei anche il coraggio di andare dritto in galera, | ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora | quella faccia che era! '' ([[Giorgio Gaber]]) *La DC a [[Palermo]] vive con l'espressione peggiore del suo attivismo mafioso, oltre che politico [...]. Lo [[Stato]] affida la tranquillità della sua esistenza non già alla volontà di combattere e debellare la [[mafia]] e una politica mafiosa, ma allo sfruttamento del mio nome per tacitare l'irritazione dei partiti [...] pronti a buttarmi al vento non appena determinati interessi saranno o dovranno essere toccati o compresi. ([[Carlo Alberto dalla Chiesa]]) *La dc non può esser quella di ieri o di ieri l'altro poiché i suoi compiti sono mutati, poiché il tipo della sua presenza è diverso. ([[Flaminio Piccoli]]) *La Democrazia cristiana, con ammirevole pazienza e coerenza, sta sistemando i suoi fedeli non soltanto nei pubblici uffici, necessariamente temporanei, ma nelle più stabili e più lucrose cariche direttive degli istituti controllati dallo Stato, nelle banche, nei giornali, nei consigli di amministrazione delle grandi industrie: ovunque ci sia un profitto da trarre, una prebenda da lucrare, un gettone di presenza da riscuotere, una poltrona comoda con molti campanelli sulla scrivania e alla porta un'automobile da sdraiarcisi senza pagare. ([[Piero Calamandrei]]) *La Democrazia Cristiana era un partito complesso: le sue classi dirigenti erano antifasciste, ma la base includeva gran parte del Paese che era stato fascista. Tutta la condotta della Dc è stato un navigare a vista. ([[Luciano Canfora]]) *La Democrazia cristiana ha svolto nel XX secolo la funzione che gli Stati della Chiesa hanno svolto per millequattrocento anni. ([[Gianni Baget Bozzo]]) *{{NDR|Parlando dell'elezione di [[Giuseppe Saragat]] a Presidente della Repubblica Italiana}} La democrazia Cristiana si è rivelata senza più veli quella bagascia da culo che è, cosa tristissima per chi aveva creduto potesse venire da quella parte saggezza e equilibrio, e il parlamento qualcosa da farci vergognare di essere italiani. Ma quelli non hanno che un pensiero, il loro posto e il loro partito [...] Bene hanno fatto quei [[monarchia|monarchici]] che al momento dell'elezione, allo scoppio del falso entusiasmo, si sono messi a gridare: "Evviva il [[Re]]!". I creatori di operette sono stati superati dal primo all'ultimo [...] I popoli hanno il governo che meritano. ([[Aldo Palazzeschi]]) *{{NDR|Per le elezioni politiche del 1963}} Le confessioni motivazionali avevano spiegato che, nell'inconscio dell'italiano medio, la Dc più che un Padre era una Madre, anzi una matrona: il donnone di [[Giovannino Guareschi|Guareschi]] e di Candido, appesantita dagli anni e poco adatta a guidare la ricerca della nostra nuova frontiera. Volevamo "vendere" il centro-sinistra? Ebbene, ci provassimo con quella vecchia venditrice. E ce ne saremmo accorti. ([[Adolfo Sarti]]) *Lo strapotere della dc deriva dalla persuasione che niente sarebbe cambiato, mai. Questa persuasione ha stravolto un partito che ha le sue rispettabili radici e molta gente degna di stima, trasformandola in un covo di [[Silvio Gava|Gava]] e uomini del genere. ([[Francesco De Martino]]) *''Ma che, macché democrazia | ma che, macché, macché cristiana | ladri, ladri, mafiosi e figli di puttana.'' ([[Banda Bassotti (gruppo musicale)|Banda Bassotti]]) *Nelle chiese, nel confessionale, nella spiegazione del Vangelo, i parroci hanno obbligato esercitando un vero e proprio terrore spirituale, a votare per una lista: quella della Democrazia Cristiana. ([[Emilio Lussu]]) *Ogni governo per voi è formato sulla base dell'appartenenza a una corrente. Questo ha creato nel Paese l'idea che siano necessari santi protettori. E quando non si trovano nelle correnti dc, magari si cercano nella P2. ([[Fernando Di Giulio]]) *{{NDR|Sulla richiesta di un'ispirazione integrale al cristianesimo}} Peccato che nessuno mi abbia mai spiegato che cosa voglia dire, come cioè si possa tradurre ed applicare questa formula sul piano politico ed amministrativo. Si tratta forse di un massimalismo cristiano? In questo caso renderemmo al partito un pessimo servizio. ([[Attilio Piccioni]]) *Per la dc è il partito che è al servizio del Paese, non viceversa. ([[Guido Bodrato]]) *{{NDR|Nel 1980; sulla possibilità della Democrazia Cristiana all'opposizione}} Per la dc potrebbe anche essere utile, dopo tanti anni di governo. In minoranza ci si rinnova più facilmente, si cambia con meno difficoltà la classe dirigente. In definitiva si purifica il partito dalle "scorie", da coloro che per decenni sono saliti sul carro del potere, solo per il potere e che ora guardano altrove, oltre la dc. ([[Vittorino Colombo]]) *{{NDR|Parlando della DC}} Questi falsi credenti che non credono a nulla, ma che vanno in processione perché questo serve a i loro sporchi affari; questi bocciati agli esami che vincono i concorsi, in mancanza di una laurea, con un certificato parrocchiale; questi professionisti della corruzione, i quali si accorgono che i metodi di arricchimento che ieri erano tollerati a prezzo di un saluto romano, sonò anche oggi rispettati ugualmente a prezzo di una genuflessione. ([[Piero Calamandrei]]) *{{NDR|Per le elezioni politiche del 1963}} Se la Dc, per forza grammaticale, è donna, come è che una donna può piacere? Ma se è bella e giovane, e cioè se è scopabile [...] Dunque facciamo una Dc fanciulletta; naturale che dovrà essere una fanciulletta per bene col mazzolin di fiori; al postutto il messaggio si rivolge ai buoni cattolici. Ma al di sotto, l'allusione è sessuale, ovvero è fallocentrica, e non ci è sfuggito neppure l'ufficio propaganda del più sessuofobo partito d'Italia. ([[Umberto Eco]]) *Solo se uniti saremo forti. ([[Alcide De Gasperi]]) *Sono da sempre per la politica semplice e diretta. Sono Dc in tutto. ([[Antonio Matarrese]]) ===[[Amintore Fanfani]]=== *{{NDR|Sull'interferenza della Chiesa nel partito}} Con me mai! *{{NDR|Sugli uomini politici che resteranno nella storia della Democrazia cristiana}} [[Giuseppe Dossetti|Dossetti]], [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]], ma potrei aggiungere anche [[Attilio Piccioni|Piccioni]], [[Giorgio La Pira|La Pira]], [[Aldo Moro|Moro]]. Gente di quel livello, di quel carattere, di quella storia, nel partito non l'ho più vista. *{{NDR|Sulla Democrazia cristiana appena fondata}} Non era niente, salvo entusiasmo, valori e volontà. Ma quando arrivai a [[Roma]] non trovai nessuna struttura, nulla, muri spogli e basta. *{{NDR|Sulla ideazione del nome Democrazia cristiana}} Un nome che non rendesse il partito schiavo di nessuno, che non si prestasse a farci subordinare. Che desse l'idea del coraggio, della voglia e della capacità di costruire. ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Partiti politici italiani]] 7k86f89kfn5g4ta1qh6cs6brppmvhwj 1351346 1351345 2024-11-11T16:07:27Z Darkcloud2222 10646 1351346 wikitext text/x-wiki [[File:Democrazia Cristiana.svg|miniatura|Democrazia Cristiana]] '''Democrazia Cristiana''', partito politico italiano fondato nel 1943 e dissolto nel 1994. ==Citazioni sulla Democrazia Cristiana== *{{NDR|Nel 1958}} Ai voti dei cittadini pavidi che continuano a votare Dc per paura del comunismo, si sono aggiunti alcuni milioni d'altri cittadini dominati dalla paura perché ricattati dal confessore. ([[Arrigo Benedetti]]) *[[Andreotti]], [[Amintore Fanfani|Fanfani]], [[Mariano Rumor|Rumor]], e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i [[Banchiere|banchieri]], collaborazione con la [[Central Intelligence Agency|Cia]], uso illegale di enti come il [[Servizio Informazioni Difesa|Sid]], responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della [[televisione]].<br />Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro paese. È chiaro infatti che la rispettabilità di alcuni democristiani ([[Aldo Moro|Moro]], [[Benigno Zaccagnini|Zaccagnini]]) o la moralità dei comunisti non servono a nulla. ([[Pier Paolo Pasolini]]) *Croce era convinto che l'istituto monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica guidata dalla Democrazia cristiana. Per molti cattolici l'Italia era "il giardino del Vaticano". ([[Eugenio Scalfari]]) *Democratico cristiano: censuro la tua anima. (''[[Totò le Mokò]]'') *E perciò, miei cari fedeli e amati concittadini, io vi esorto a dare il vostro suffragio ad un partito che sia popolare, e cioè democratico e quindi rispettoso della nostra fede cristiana: un partito, per concludere, che sia democratico e cristiano. (''[[Divorzio all'italiana]]'') *{{ndr|Sul ruolo della DC nella [[Resistenza italiana|Resistenza]]}} È vero che tanto i rappresentanti del Partito liberale, quanto quelli della DC, in seno ai CLN accettavano l'orientamento insurrezionale ed avevano approvato la dichiarazione che sconfessava i tentativi di iniziare trattative per arrivare a patti, a compromessi con i comandi tedeschi e fascisti, ma questi tentativi c'erano stati se non ufficialmente da parte di questi partiti, senza dubbio da parte delle autorità ecclesiastiche e di personalità che con quei due partiti avevano particolari rapporti. Certo è che i giornali della DC e del Partito liberale non svolgevano alcuna azione di propaganda e di incitamento per l'insurrezione, pubblicavano invece lunghi articoli già volti ai problemi della produzione, della ricostruzione, ai problemi del domani, mentre il paese era ancora impegnato nella lotta armata e tutte le energie dovevano essere mobilitate per la battaglia decisiva. ([[Pietro Secchia]]) *Ho servito a lungo la Democrazia cristiana, con dedizione e con serenità, cercando di fare miei i grandi ideali che animano il partito e che sono il suo vanto. ([[Giovanni Spagnolli]]) *I democristiani, da cattivi cattolici, ma da ottimi clericali, non credono in niente. E chi non crede in niente, non solo è capace di tutto, ma lascia fare tutto a tutti. ([[Roberto Gervaso]]) *Il governo è figlio delle forze politiche, e più ancora è figlio della dc. E nella dc ci sono resistenze contro i nuovi modelli di sviluppo, si pronunciano parole alle quali non seguono i fatti, l'impegno s'allontana sempre. ([[Giacomo Mancini]]) *Il nostro è un partito con un grande seguito popolare. Non siamo assolutamente preparati per un governo con il pci. ([[Carlo Donat-Cattin]]) *Il più grande errore che ho fatto è stato tanto tempo fa, alle elezioni in cui la Dc crollò. Repubblica mi aveva commissionato un sondaggio e venne fuori il crollo della Dc. Noi guardavamo questi dati e ci sembrava impossibile. Non li abbiamo consegnati. Pensavamo che fossero errati. Non ci credevamo. ([[Renato Mannheimer]]) *Il sistema di potere dc ha favorito la nascita e la proliferazione di fenomeni negativi, e di vere e proprie degenerazioni del sistema. ([[Fernando Di Giulio]]) *I miei amici {{NDR|democristiani}} credettero che bilanciandosi fra destra e sinistra la Dc avrebbe consolidato il dominio al centro dell’elettorato. Invece si generò una fuga eccentrica di giovani a [[sinistra]] e di anziani a [[destra]] che trascinò il centro nel vuoto. La strategia degli “opposti estremismi” avrebbe dovuto costituire il pilastro della forza elettorale democristiana, ne fu invece il batterio che la corrose: prolungò gli anni di piombo, logorò le istituzioni, distrusse la Dc. ([[Paolo Emilio Taviani]]) *''Io se fossi Dio, | quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio, | c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire | che [[Aldo Moro]] insieme a tutta la Democrazia Cristiana | è il responsabile maggiore di trent'anni di cancrena italiana. | Io se fossi Dio, | un Dio incosciente enormemente saggio, | avrei anche il coraggio di andare dritto in galera, | ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora | quella faccia che era! '' ([[Giorgio Gaber]]) *La DC a [[Palermo]] vive con l'espressione peggiore del suo attivismo mafioso, oltre che politico [...]. Lo [[Stato]] affida la tranquillità della sua esistenza non già alla volontà di combattere e debellare la [[mafia]] e una politica mafiosa, ma allo sfruttamento del mio nome per tacitare l'irritazione dei partiti [...] pronti a buttarmi al vento non appena determinati interessi saranno o dovranno essere toccati o compresi. ([[Carlo Alberto dalla Chiesa]]) *La dc non può esser quella di ieri o di ieri l'altro poiché i suoi compiti sono mutati, poiché il tipo della sua presenza è diverso. ([[Flaminio Piccoli]]) *La Democrazia cristiana, con ammirevole pazienza e coerenza, sta sistemando i suoi fedeli non soltanto nei pubblici uffici, necessariamente temporanei, ma nelle più stabili e più lucrose cariche direttive degli istituti controllati dallo Stato, nelle banche, nei giornali, nei consigli di amministrazione delle grandi industrie: ovunque ci sia un profitto da trarre, una prebenda da lucrare, un gettone di presenza da riscuotere, una poltrona comoda con molti campanelli sulla scrivania e alla porta un'automobile da sdraiarcisi senza pagare. ([[Piero Calamandrei]]) *La Democrazia Cristiana era un partito complesso: le sue classi dirigenti erano antifasciste, ma la base includeva gran parte del Paese che era stato fascista. Tutta la condotta della Dc è stato un navigare a vista. ([[Luciano Canfora]]) *La Democrazia cristiana ha svolto nel XX secolo la funzione che gli Stati della Chiesa hanno svolto per millequattrocento anni. ([[Gianni Baget Bozzo]]) *{{NDR|Parlando dell'elezione di [[Giuseppe Saragat]] a Presidente della Repubblica Italiana}} La democrazia Cristiana si è rivelata senza più veli quella bagascia da culo che è, cosa tristissima per chi aveva creduto potesse venire da quella parte saggezza e equilibrio, e il parlamento qualcosa da farci vergognare di essere italiani. Ma quelli non hanno che un pensiero, il loro posto e il loro partito [...] Bene hanno fatto quei [[monarchia|monarchici]] che al momento dell'elezione, allo scoppio del falso entusiasmo, si sono messi a gridare: "Evviva il [[Re]]!". I creatori di operette sono stati superati dal primo all'ultimo [...] I popoli hanno il governo che meritano. ([[Aldo Palazzeschi]]) *{{NDR|Per le elezioni politiche del 1963}} Le confessioni motivazionali avevano spiegato che, nell'inconscio dell'italiano medio, la Dc più che un Padre era una Madre, anzi una matrona: il donnone di [[Giovannino Guareschi|Guareschi]] e di Candido, appesantita dagli anni e poco adatta a guidare la ricerca della nostra nuova frontiera. Volevamo "vendere" il centro-sinistra? Ebbene, ci provassimo con quella vecchia venditrice. E ce ne saremmo accorti. ([[Adolfo Sarti]]) *Lo strapotere della dc deriva dalla persuasione che niente sarebbe cambiato, mai. Questa persuasione ha stravolto un partito che ha le sue rispettabili radici e molta gente degna di stima, trasformandola in un covo di [[Silvio Gava|Gava]] e uomini del genere. ([[Francesco De Martino]]) *''Ma che, macché democrazia | ma che, macché, macché cristiana | ladri, ladri, mafiosi e figli di puttana.'' ([[Banda Bassotti (gruppo musicale)|Banda Bassotti]]) *Nelle chiese, nel confessionale, nella spiegazione del Vangelo, i parroci hanno obbligato esercitando un vero e proprio terrore spirituale, a votare per una lista: quella della Democrazia Cristiana. ([[Emilio Lussu]]) *Ogni governo per voi è formato sulla base dell'appartenenza a una corrente. Questo ha creato nel Paese l'idea che siano necessari santi protettori. E quando non si trovano nelle correnti dc, magari si cercano nella P2. ([[Fernando Di Giulio]]) *{{NDR|Sulla richiesta di un'ispirazione integrale al cristianesimo}} Peccato che nessuno mi abbia mai spiegato che cosa voglia dire, come cioè si possa tradurre ed applicare questa formula sul piano politico ed amministrativo. Si tratta forse di un massimalismo cristiano? In questo caso renderemmo al partito un pessimo servizio. ([[Attilio Piccioni]]) *Per la dc è il partito che è al servizio del Paese, non viceversa. ([[Guido Bodrato]]) *{{NDR|Nel 1980; sulla possibilità della Democrazia Cristiana all'opposizione}} Per la dc potrebbe anche essere utile, dopo tanti anni di governo. In minoranza ci si rinnova più facilmente, si cambia con meno difficoltà la classe dirigente. In definitiva si purifica il partito dalle "scorie", da coloro che per decenni sono saliti sul carro del potere, solo per il potere e che ora guardano altrove, oltre la dc. ([[Vittorino Colombo]]) *{{NDR|Parlando della DC}} Questi falsi credenti che non credono a nulla, ma che vanno in processione perché questo serve a i loro sporchi affari; questi bocciati agli esami che vincono i concorsi, in mancanza di una laurea, con un certificato parrocchiale; questi professionisti della corruzione, i quali si accorgono che i metodi di arricchimento che ieri erano tollerati a prezzo di un saluto romano, sonò anche oggi rispettati ugualmente a prezzo di una genuflessione. ([[Piero Calamandrei]]) *{{NDR|Per le elezioni politiche del 1963}} Se la Dc, per forza grammaticale, è donna, come è che una donna può piacere? Ma se è bella e giovane, e cioè se è scopabile [...] Dunque facciamo una Dc fanciulletta; naturale che dovrà essere una fanciulletta per bene col mazzolin di fiori; al postutto il messaggio si rivolge ai buoni cattolici. Ma al di sotto, l'allusione è sessuale, ovvero è fallocentrica, e non ci è sfuggito neppure l'ufficio propaganda del più sessuofobo partito d'Italia. ([[Umberto Eco]]) *Solo se uniti saremo forti. ([[Alcide De Gasperi]]) *Sono da sempre per la politica semplice e diretta. Sono Dc in tutto. ([[Antonio Matarrese]]) ===[[Amintore Fanfani]]=== *{{NDR|Sull'interferenza della Chiesa nel partito}} Con me mai! *{{NDR|Sugli uomini politici che resteranno nella storia della Democrazia cristiana}} [[Giuseppe Dossetti|Dossetti]], [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]], ma potrei aggiungere anche [[Attilio Piccioni|Piccioni]], [[Giorgio La Pira|La Pira]], [[Aldo Moro|Moro]]. Gente di quel livello, di quel carattere, di quella storia, nel partito non l'ho più vista. *{{NDR|Sulla Democrazia cristiana appena fondata}} Non era niente, salvo entusiasmo, valori e volontà. Ma quando arrivai a [[Roma]] non trovai nessuna struttura, nulla, muri spogli e basta. *{{NDR|Sulla ideazione del nome Democrazia cristiana}} Un nome che non rendesse il partito schiavo di nessuno, che non si prestasse a farci subordinare. Che desse l'idea del coraggio, della voglia e della capacità di costruire. ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Partiti politici italiani]] h9by1ayu0m11jv7onlh47l0msrq8meq Lupo Alberto 0 13076 1351431 1085250 2024-11-12T00:03:39Z Udiki 86035 /* Voci correlate */ Enrico La Talpa 1351431 wikitext text/x-wiki {{nota disambigua|altri significati|[[Lupo Alberto (disambigua)]]}} '''''Lupo Alberto''''', fumetto creato da [[Silver]] nel 1974. ==Citazioni da ''Lupo Alberto''== *Il [[lavoro]] mi perseguita, ma io sono più veloce. ('''Lupo Alberto''')<ref>cit. in Gianluca Gambirasio, ''Mille aforismi e citazioni ad uso aziendale e non solo'', Olympos Group, 2009, p. 34</ref> ===Vignette=== *'''Enrico''': Cosa può essere, Beppe? Ventuno orizzontale: "Si nutrono di preti e bambini".<br/> '''Alberto''': Non ho tempo da perdere con quella robaccia insulsa e razzista. <br/> '''Enrico''': Incredibile! Vuoi sempre buttarla in politica, eh? È solo un passatempo con caselle bianche da una parte e sporche caselle negre dall'altra!<ref>[https://fbcdn-sphotos-c-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn2/165703_185847924775973_4971130_n.jpg Link consultabile].</ref> *'''Marta''': Dimmi, Alberto... Non ti piacerebbe tornare a casa la sera e trovare chi ti accoglie festosamente, ti porta il giornale e le pantofole, e ti si siede sulle ginocchia con aria adorante?.. <br/> '''Alberto''': Ma a me non serve un cane, Marta... Non saprei dove tenerlo, e poi... {{NDR|Si vede Alberto volare via}} Se devo trovarle un difetto... giusto la mancanza di ironia!.. (I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 26) *'''Mosè''': Chi te lo fa fare di perdere tutte queste ore di sonno per una gallina?.. <br/> '''Alberto''': ...E a te chi lo fa fare per un osso?... (I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 28) *"Il bagno caldo, il bagno caldo!" Credi che sia tanto stupida da non capire che è tutta una scusa?... Ma questa volta è l'ultima volta, stanne certo! {{NDR|Si vede Marta dentro ad un pentolone}} Uffa!.. È sempre la stessa storia ogni volta che ha voglia di un po' di brodo... ('''Marta''' rivolta ad Alberto, I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 28) *Attento a te, cagnaccio!.. È bene che tu sappia che sto prendendo lezioni di judo! {{NDR|Alberto salta e poi cade a terra}} ...E ringrazia il cielo che finora mi hanno insegnato soltanto a cadere... ('''Alberto''' rivolto a Mosè, I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 29) *È incredibile come noi lupi ci sentiamo a nostro agio nelle tenebre più fitte... Per noi il buio non esiste!.. Il nostro infallibile fiuto ci illumina la pista portandoci dritti e sicuri... {{NDR|Alberto viene investito da un'auto}} ...in mezzo all'autostrada!!.. ('''Alberto''', I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 30) ===Tavole=== *'''Enrico''': {{NDR|Con il tipico cappello degli alpini}} Eviva eviva il regimentooo.. Vaca boia, ti voglio raccontare la battaglia di Quota 2003... Artiglieria da montagna, saranno state le 13 e 21, 13 e 22 circa... Tùt an tràt: tapum! Tapum! Sbrenghete! "Bepi, vertìs el maresial e tel culünel! Sparen da i muntagn la sü in cima!" (così parliamo noi alpini) "Tiren cui obìs de nuànta, malnát! Spusta chel pess, mona! S'è rivàa el culünel?!. Srabadàn-pum! Ustia, se l'è stiupà visìn!!." (così parliamo noi alpini) La vaca, nascündi i mül, monase, e caregat i pess! Indova l'è sto mona de culünel?!. E i canunad i stiupava de so' e de giò, cagnasi!!. Sbrengt! Sbran! D'in du i tira, sti tugnin? De là, maresial, drio a chel custòn!.. Orpolà, i se inciolda, vaca, vaca, vaca, vaca!!. (così parliamo noi alpini) Tracagnàn! Fiiiii sbam! El schegi i vulava de tüt i cantun, g'han ciapà el Bepi, monàse! Mama! Mama! El gridava! Culünel, indova l'è el culünel, ostiasa! (così parliamo noi alpini) <br/> '''Alberto''': Ohè, ma cosa dici... Non ci capisco niente!.. <br/> '''Enrico''': Perché, noi sì?.. Se no vincevamo! (I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 51) *Ascolta bene due cose, donna! Terzo: non so dove siano le mie fottute braghe del pigiama e nemmeno lo voglio sapere!.. Primo: non seccarmi con queste scemenze mentre sto leggendo il giornale!.. E secondo: non darmi più del disordinato, che mi fa andare in bestia, e poi sai che non è vero! ('''Enrico''' rivolto a Cesira, I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 77) *No, no, [[Barzellette dai fumetti|questa]] ve la devo proprio raccontare!.. Allora: c'è il gallo che tutti i giorni prende l'autobus e va in città... Allora un bel giorno il fattore gli fa: "Com'è che vai tutti i giorni in città?.. Non ti trovi bene qui, da noi?" ...E lui: "No, vado solo dal pollivendolo a vedere le galline nude!" Aahr! Ah! Haw! ('''Enrico''', I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 79) *Si narra che a soli sette anni Keplero disse al padre: -Babbo, io non voglio diventare un grigio contabile come voi! Guardatevi, siete tutto curvo... e a furia di tenere il collo reclinato sui numeri, avete ottenuto un buffo doppio [[mento]]!- Il padre annuì, saggio e paziente. -E cosa vorresti fare, allora, Giovannino? -L'astronomo!- rispose l'insolente. Non mi verrà il doppio mento se starò sempre col naso all'insù!- Non erano passati vent'anni da allora che quel figliolo linguacciuto era già famoso per le sue scoperte e per la sua buffa doppia [[nuca]]. ('''Enrico''' usando la macchina da scrivere, I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 151) *'''Enrico''': D'accordo! Ti leggerò l'[[Oroscopi dai fumetti|oroscopo]]! Poi mi lascerai in pace?.. Ecco qua... Acquario: incontrerete un aitante giovanotto del leone, attraente e soprattutto molto, molto ricco. Buona fortuna! <br/> '''Cesira''': Becca su, barbagianni! <br/> '''Enrico''': Aspetta... Leone: incontrerete una bassetta rompiballe dell'acquario: tirate dritto. (I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 159) *...Mi consenta, caro erbivendolo... I sondaggi mi danno i fagiolini in trend positivo, e lei non li vende? Cos'è, vuole posizionarsi fuori dal mercato?.. ('''Enrico''' parodiando Berlusconi, I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 165) *'''Alberto''': Gesù, tappo... Hai l'aria di un lombrico che ha scoperto di avere la forfora... <br/> '''Enrico''': È che ho un-un peso qui... Questa vita di corsa mi uccide, Beppe! Uno si riempie la giornata di impegni, pratiche, impicci, scappa di qua, fiondati di là... Per cosa, poi? Per non avere più il tempo di fermarsi, di dedicarsi un minuto... Passano i giorni, moltiplichi gli affanni, butti giù qualunque schifezza e finisci per tenerti tutto dentro.. Tutto dentro... Sigh! <br/> '''Alberto''': Ma non puoi continuare così! Guarda lì che faccia! Devi mollare! Devi liberarti d... <br/> '''Enrico''': E credi che non lo voglia? Ma non ce la faccio, Beppe! Non ce la faccio. È questo il guaio... Mi manca lo stimolo! Sono... Sono annichilito! Azzerato! Kaputt! Sto qui, in attesa di qualcosa... Sigh, è terribile, sai? Sigh! <br/> '''Alberto''': Ah sì, come ti capisco... <br/> '''Enrico''': Ah, anche tu sei stitico? (I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 167) ===''Partita con la Morte''<ref>da I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 249</ref>=== *'''Enrico''': Eccola qua! Se sono morto allora qualcuno sa spiegarmi cosa ci fa da queste parti la signora Ofelia?.. <br/> '''Ofelia''': Che domande! Sono morta anch'io! <br/> '''Enrico''': Ma non è possibile! L'ho vista in chiesa l'altro giorno! <br/> '''Ofelia''': E non ti è sembrato strano che fossi sdraiata dentro una bara? <br/> '''Enrico''': Ehi, ero convinto che fosse per via del suo mal di schiena! (p. 251) ===''Le vacanze esotiche di Lupo Alberto''<ref>da I Classici del Fumetto di Repubblica, p. 257</ref>=== *'''Enrico''': Scusa, Beppe, ragioniamo... La metà degli abitanti di questa sudicia fattoria darebbe un occhio per una settimana di vacanza a Thatharoonga... <br/> '''Alberto''': E l'altra metà?.. <br/> '''Enrico''': ...Gli caverebbe l'altro... (p. 260) *"Hai visto come vola alta quell'aeroplana?" Mi fa. E io: "Aeroplano!" E lui: "Accidenti, che vista!" ('''Enrico''', p. 263) {{NDR|[[Barzellette dai fumetti|barzelletta]]}} ===''Il fantasma innamorato''<ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.109 luglio 1994 Macchia nera.</ref>=== *'''Marta''': Quante storie per qualche goccia di pioggia! Un po' d'acqua non ha mai ucciso nessuno! <br/> '''Alberto''': Tranne gli annegati! ===''Le maialate di Enrico la Talpa: La rapina''<ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.109 luglio 1994 Macchia nera.</ref>=== *Mi permetta di farle da [[guardia del corpo]]... e giuro che il corpo glielo guardo, eccome! ('''Enrico''' rivolto a Silvietta) ===''Megalomania piramidale''<ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.193 luglio 2001 Macchia nera.</ref>=== *Signori, questa è una guerra! Una guerra dove non ci saranno vinti, ma solo vincitori! No! Anzi, voi! Voi siete degli alfieri! Voi siete i pedoni, i cavalli e le regine della partita col destino! E io per voi vedo un futuro senza ostacoli, ma strade sempre in salita! Voi vivrete la vita che vorrete per aspirare ai vertici! <ref>L'autore, in una nota, dice: "Questa frase è sciaguratamente autentica. Chi l'ha pronunciata non è ancora stato privato dei diritti civili. (N.D.A.)".</ref> Ne sarete voi degni? ('''Enrico''') *'''Enrico''': Compagni! Consumatori! Fedeli! Siamo qui riuniti per celebrare il verbo che ci ha ispirato e per festeggiare questo fulgido esempio di spirito imprenditoriale! Lodovico! Sì; questo splendido animale è riuscito a realizzare quello per cui hanno spesso intere vite eserciti di piazzisti! Lodovico... Oh, ma ve lo dirà lui stesso! Prego... <br/> '''Lodovico''': Ehm... Be', ecco, sì... Io sono riuscito a ... Ehm... Io avevo questi scolapasta di cartone usa e getta, no? E-E così... insomma, sono riuscito a venderli a tutti! A... A me stesso! <br/> '''Enrico''': E riceverà in omaggio l'elegante stilografica che scrive e cancella contemporaneamente! Ebbravo Lodovico! [...] Andate, ora! Andate e moltiplicatevi! Eh! Eh! Eh! Sento che sto per fondare una nuova religione! La religione del Dio denaro! <br/> '''Alberto''': L'hanno già fatto, tappo. Si chiama associazione a delinquere. ===Serie regolare=== *{{NDR|Marta e Alberto sono a casa di Enrico e Cesira}} <br/> '''Enrico''': Beppe, lascia le signore alle loro chiacchiere e seguimi! Ho un paio di sigari che tengo in serbo da tempo per un'occasione come questa! <br/> '''Alberto''': Io, a dire il vero... non sono abituato... <br/> '''Enrico''': Tè, accendi... <br/> '''Alberto''': Smoke! Smoke! Be', s-sembra {{NDR|Tossisce}} Buono... {{NDR|Tossisce}} Scusa, ma {{NDR|Tossisce}} devo prendere una boccata d'aria! {{NDR|Esce dalla tana e stupito incontra Bugs Bunny}} <br/> '''Bugs Bunny''': Ehi, carota! <br/> '''Alberto''': {{NDR|Rivolto ad Enrico}} Di un po'... cos'è che mi ha dato? <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.16 ottobre 1992 Macchia nera.</ref> *Metti pure via le tue carabattole.. Oggi facciamo un po' di teoria! Ti parlerò dell'[[umorismo]]... [...] L'ironia, l'arguzia, in una parola il senso del comico, è una dote innata! Chi ce l'ha ce l'ha e chi non ce l'ha non ce l'ha! Inutile quindi cercare di capirne i segreti, i meccanismi, chiaro? [...] Tuttavia, non è sufficiente esserne dotati per considerarsi degli umoristi! Come ogni talento naturale, essa va coltivata, gestita e affinata con un paziente lavoro di osservazione critica del banale e del quotidiano! Chiaro? [...] E soltanto allora, lucido e levigato come una palla da biliardo, l'umorismo centrerà il bersaglio dopo aver disegnato geometrie perfette! Chiaro? ... Sennò è come un uovo marcio... che ti si stappa, fetente, sulla punta della stecca... <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.17 novembre 1992 Macchia nera.</ref> ('''Alberto''') *'''Cesira''': {{NDR|Beccandolo con una rivista pornografica}} Enrico, schifoso! Sempre con quella roba per le mani! Vergogna! Ti farebbe piacere vedere tua moglie nuda e ripiegata in tre, in uno di quei giornalacci? <br/> '''Enrico''': Non più di quanto ne farebbe a te trovare me, qui, ripiegato in quattro dal ridere! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.18 dicembre 1992 Macchia nera.</ref> *Le mogli! Ti farebbero fare le cose più inutili pur di vederti faticare... <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.18 dicembre 1992 Macchia nera.</ref> ('''Enrico''') *'''Cesira''': Abbiamo fatto amicizia con un sacco di coppie e mio marito ha potuto prendere lezioni di [[surf]], vero Enrico? [...] Racconta alla signorina della prima lezione... <br/> '''Enrico''': Ah, sì... Cesira se ne stava sulla spiaggia. Io la chiamo e le grido: "Cesira, guarda!" E lei: "Aiuto! Mio marito corre sull'acqua inseguito da uno squalo!" <br/> '''Marta''': E invece? <br/> '''Cesira''': ... Era lui che teneva la tavola a rovescio! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.76 ottobre 1997 Macchia nera.</ref> *Viviamo in un'epoca contrassegnata dalla caducità dei miti... Il pensiero che oggi ci appare come illuminante, l'ideale assoluto, domani, (e parlo del domani nella sua più stretta accezione temporale), non sarà che un'astrazione, un'utopia di cui vergognarci... Prendiamo ad esempio Karl Marx: cosa rimane oggi delle sue granitiche certezze? Per non parlare di John Fitzgerald Kennedy, la cui smagliante icona viene oggi sempre più offuscata (e con crescente successo!) da quello o da quell'altro storico... Come si può vedere, nessuno, per quanto possa incarnare l'ideologia vincente, ha sufficienti garanzie di longevità nel cuore della gente... Vi prego pertanto di voler desistere dall'intenzione di intitolarmi una via nel centro del villaggio. Distinti saluti. ('''Enrico''' usando la macchina da scrivere) <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.77 novembre 1997 Macchia nera.</ref> *'''Marta''': Quello che piace o non piace a te non mi riguarda! <br/> '''Mosè''': Ma fargli addirittura regali così costosi! <br/> '''Marta''': Io regalo quello che mi pare a chi mi pare! E poi non mi rovinerò certo per un forno a microonde! Voglio che possa almeno scaldarsi il cibo! O forse è un delitto? <br/> '''Mosè''': Ma se non sa nemmeno usarlo, andiamo! <br/> '''Marta''': Ti sbagli! Alberto è una persona evoluta, cosa credi? Tzè! <br/> {{NDR|Nella vignetta successiva si vede Alberto e i suoi amici fissare il microonde}} <br/> '''Alberto''': ... Credete chi sia una questione d'antenna? <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.78 dicembre 1997 Macchia nera.</ref> *'''Mosè''': Signor la Talpa, le farebbero comodo cinquanta sacchi? <br/> '''Enrico''': Chi devo ammazzare? <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.78 dicembre 1997 Macchia nera.</ref> *Eccolo lì, sempre a guardare quelle... quelle pu... quelle cavallone! Sei un... un bas... un maiale, Enrico! E poi se anche un co... un co... un coniglio! Ecco... aspetti sempre che io vada a letto per cambiare canale! Cosa ci trovi a stare lì, in poltrona, str... s.. ss... solo come un cane a guardare quelle... quelle... sembrano dei p... dei polli da allevamento! [...] E io cosa ci posso fare se mi hanno insegnato a non dire le [[parolaccia|parolacce]]?<ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.172 ottobre 1999 Macchia nera.</ref> ('''Cesira''') *Enrico, se dovessi giudicarti in una gara di pigri, prima ti proclamerei vincitore e poi ti farei subito l'antidoping! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.172 ottobre 1999 Macchia nera.</ref> ('''Cesira''') *'''Cesira''': ...E non guardare le ragazze, quando sei in macchina! Tch! Lazzarone... [...] Allora, non mi dici cosa hai fatto oggi, Enrico? <br/> '''Enrico''': Ah, ho messo sotto due ragazze... <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.180 giugno 2000 Macchia nera.</ref> *'''Cesira''' {{NDR|leggendo una rivista}}: Enrico, lo sapevi che in in una spugnetta per i piatti possono annidarsi fino a 800 milioni di batteri e micro-organismi? <br/> '''Enrico''': Accidempoli. Sono profodanmente invidioso dei tuoi anticorpi, Cesira... Se i piatti li lavassi io sarei morto da un pezzo. {{NDR|Passano li vicino Marta e Alberto che litigano}} <br/> '''Alberto''': Andiamo, Marta... P-Perché tornare sempre sullo stesso argomento? <br/> '''Marta''': Perché tu alla parola "matrimonio" traccheggi, svicoli, cincischi e non si riesce mai a capire come la pensi veramente! [...] Insomma, voglio sapere perché diavolo non vuoi che ci sposiamo! Hai un impedimento di tipo religioso? Te lo vieta il partito? Il quadro astrale? Ti sei già sposato a Las Vegas con una ballerina di Lap-Dance? <br/> '''Alberto''': Ma no! C-Che dici, Marta... [...] <br/> '''Marta''': E allora non ti muovi di qui fino a che non mi avrai dato un motivo valido, razionale e inoppugnabile! Avanti! Forza! <br/> '''Alberto''': Gosh! Be', ecco... Ehm... Pe-Per esempio... <br/> '''Cesira''': Lo sapeva, signorina Marta che in un letto matrimoniale vivono due milioni di acari? {{NDR|Nella vignetta successiva, Alberto è sparito}} Ho-Ho detto qualcosa che non va? <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.192 giugno 2001 Macchia nera.</ref> *'''Marta''': La trovo di ottimo umore, signora Cesira! <br/> '''Cesira''': Infatti è così, signorina Marta! E sa perché? Perché sono orgogliosa di mio marito! Chiariamo: per esserlo sono dovuta passare tra fuoco e fiamme! Perché avevamo litigato, sa? Ma di brutto! Lui pretendeva di aver ragione, io pretendvo delle scuse... Insomma, sembravamo a un passo dall'epilogo! E invece ecco lì che mio martio, per una volta, si comporta da signore... e mi fa trovare sul cuscino queste parure di orecchini e girocollo! <br/> '''Marta''': Wow! <br/> '''Cesira''': Bella, vero? Se l'è fatta fare da un suo amico orafo! Dice che insieme hanno cercato la pietra giusta da incastonare, perché ogni personalità vuole la sua pietra... e lui alla fine ha deciso per questi tre piccoli coproliti! Dice che mi si abbinano perfettamente! <br/> '''Marta''': Fanno molto new age... sarenno pietre rare? <br/> '''Cesira''': Ah, non lo so... A me basta il pensiero! <br/> '''Marta''': Alcide, i coproliti sono pietre rare? <br/> '''Alcide''': Abbastanza... Non è facile trovare cacca fossile in giro. <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.192 giugno 2001 Macchia nera.</ref> *'''Enrico''': Per esempio: lo sapevi che i testicoli della balena franca australe pesano una tonnellata? Che il dromeosauro aveva le piume? Che stanno ancora cercando il bosone di Higgs? <br/> '''Albero''': Il... che? <br/> '''Enrico''': Il bosone di Higgs! La particella sulla cui presunta esistenza si basa l'ossatura della fisica moderna! Capisci, Beppe? Da qualche parte sta, ma dov'è nessuno lo sa! E se – Dio non voglia – il bosone non ci fosse, l'intero modello standard verrebbe messo in discussione! <br/> '''Albero''': Vabbè, m-ma io che posso farci, tappo... <br/> '''Enrico''': Ma ti rendi conto? Se qualcuno non lo trova, tutto perde senso! Tutto si ferma! L'elettrone, il positrone, la corrente, i computer, le fabbriche, Sanremo, la Coppa Uefa... i treni regionali, i-i... {{NDR|Si vede qualcuno agitare un bastone alle spalle di Alberto.}} <br/> '''Albero''': C-Chi è? <br/> '''Mosè''': Il bosone di Higgs. <br/> '''Enrico''': Ehrm... Caspita, Beppe... ti daranno il nobel! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.193 luglio 2001 Macchia nera.</ref> *Da piccolo avevo un amico che faceva certe bolle di [[Gomma da masticare|chewing-gum]] esagerate! Una volta una gli è scoppiata in faccia! A momenti soffocava! Hanno dovuto aprirgli due buci nel naso e lavarlo tutto con la benzina! Adesso non vengono più così bene, ha notato? Chissà cosa ci mettono dentro! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.193 luglio 2001 Macchia nera.</ref> ('''Enrico''' parlando con Mosè) *Tu sai che detesto fare del male alle persone... Non potrei perdonarmi, se... <br/> '''Marta''': Ma piantala! Guarda come ti ha conciato! Sembri un sanguinaccio! E lui neanche una sbucciatura! <br/> '''Alberto''': Ma-Ma l'ho ferito a morte col mio sferzante salcarsmo! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.194 agosto 2001 Macchia nera.</ref> *'''Cesira''': Uff! Ma piantala Enrico... La verità è che più passa il tempo e più diventi un vecchio barbagianni rimbambito e intollerante! <br/> '''Enrico''': Non sono vecchio e non ho niente contro i giovani: basta che la smettano di respirare! <br/> '''Marta''': Via, signor Enrico, lo sarà stato anche lei... <br/> '''Enrico''': Quando ero giovane io, si filava dritto! Quando ero giovane io i giovani non c'erano! <br/> '''Cesira''': Era costretto a disegnarseli sulle pareti della caverna, pensi... <br/> '''Enrico''': Proprio così! Con la riga e con la squadra! <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.210 dicembre 2002 Macchia nera.</ref> *'''Cesira''': Enrico, non impressionare la signorina! E poi non te la devi prendere con quel povero ragazzo solo perché ha fatto il piercing al capezzolo... <br/> '''Enrico''': "Ragazzo"... <br/> '''Cesira''': E suo padre, allora che l'ha fatto alle emorroidi? <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.210 dicembre 2002 Macchia nera.</ref> ===''De Senectute''<ref>Sono delle vignette in cui Enrico la Talpa usa la macchina da scrivere.</ref> === *Era stato il suo sogno fin da ragazzo. E ora il chirurgo stava per modellargli quella virile fossetta sul mento... Lui non sapeva decidersi su quale dei tre. <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.172 ottobre 1999 Macchia nera.</ref> *Si sfilò la blusa, il reggipetto volò in un angolo... La gonna si afflosciò sul pavimento mentre lo slip già le adornava le caviglie. -Adesso il pannolone!- sibilò lui livido di lussuria. <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.175 gennaio 2000 Macchia nera.</ref> *Non era un sogno. Era stato davvero selezionato per la nazionale pensionati. E adesso era lì a battersi come un leone, con i suoi compagni... per un posto in panchina. <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.180 giugno 2000 Macchia nera.</ref> *"Avete bare in mogano?" "Ho quello che fa per lei" rispose il commesso squadrandolo. "Non è per me, è per un amico." "Sì, sì, un amico. Va' là, va' là" gli diede di gomito il commesso ghignando con aria complice. <ref>Pubblicata su "Lupo Alberto" Silver, n.192 giungno 2001 Macchia nera.</ref> ==Citazioni su ''Lupo Alberto''== *Lupo Alberto è come un abito, non è un pupazzetto di plastica da muovere come un automa. È una cosa che uno indossa, che cerca di adattarsi in modo che possa rendere nel modo migliore. Quindi è logico che chi lo scrive o lo disegna ci metta parecchio di sé. ([[Silver]]) *Mi piace pensare di aver creato qualcosa che da trent'anni tiene compagnia alla gente e aiuta qualcuno a sdrammatizzare la realtà o magari a segare le sbarre di un'esistenza grigia, con un sorriso. ([[Silver]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''Lupo Alberto'', I Classici del Fumetto di Repubblica n. 47, ed. Gruppo Editoriale L'Espresso/Panini Comics, Roma, 2004 ==Voci correlate== *[[Enrico La Talpa]] *[[Lupo Alberto (personaggio)]] *[[Lupo Alberto (serie animata)]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w|etichetta=''Lupo Alberto''}} [[Categoria:Fumetti italiani]] e62trfmep3ky7kqoisqxsg0hvlglzhi Energia nucleare 0 14273 1351319 1337910 2024-11-11T13:32:10Z Udiki 86035 /* Albert Einstein */ allieno 1351319 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Nuclear icon2.PNG|thumb|Energia nucleare]] Citazioni sull''''energia nucleare'''. *Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese. ([[Stefania Prestigiacomo]]) *Dal nostro punto di vista è veramente importante anche riaprire il dibattito sul nucleare, che oggi, come sappiamo benissimo tutti, in [[Unione europea|Europa]] è stato inserito nella tassonomia UE degli investimenti ''green''. ([[Rebecca Frassini]]) *Il ruolo, cui l'energia nucleare sarà chiamata nell'economia del Mezzogiorno, è fondamentale, [...] potrà inserirsi nello sforzo produttivo dell'Europa riscattando il proprio peccato d'origine. Quando ciò sarà realizzato, se avremo le capacità e la disciplina di realizzarlo, potremo dire che il genio dell'uomo avrà vinto una grande battaglia contro le forze avverse della [[natura]] e allora finalmente «Cristo non si è fermato a Eboli». ([[Felice Ippolito]]) *L'energia nucleare è inutile in un mondo dove un virus può uccidere un'intera popolazione, lasciandone intatta la ricchezza. (''[[V per Vendetta]]'') *La scelta nucleare si presenta, ormai mi sembra con sempre maggior chiarezza e in ambienti sempre piú ampi, come una scelta imposta a questo Paese, che lo penalizzerebbe ulteriormente sul piano della divisione internazionale del lavoro. ([[Massimo Scalia]]) *Noi nucleari proponiamo un patto col diavolo: possiamo fornire energia a condizione che le società future assicurino una stabilità politica e istituzioni quali mai si sono avute finora. ([[Alvin Weinberg]]) *Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo. ([[Carlo Rubbia]]) *Pensiamo al nucleare. Siamo riusciti a fare un referendum per abolirlo, mentre qui al confine tutti ce l'hanno, e noi ne raccogliamo solo gli svantaggi senza averne i vantaggi. ([[Elisabetta Spitz]]) *{{NDR|Commentando il [[disastro di Fukushima Dai-ichi]]}} Personalmente penso che l'energia nucleare continuerà ad avere un futuro. [...] Ma siamo a un giro di boa che non può essere sottovalutato. Se questo avverrà, sarà solo dopo che una profonda riconsiderazione di tutto il settore sia stata fatta. Come già, in questi giorni, in Paesi come la [[Svizzera]] e la [[Germania]]. Dichiarare da parte nostra un'analoga pausa di riflessione sarebbe cosa saggia. ([[Chicco Testa]]) *Prima la [[Germania]] uscirà dal nucleare meglio sarà. ([[Angela Merkel]]) *Quando ancora eravamo alle prime notizie del tremendo [[Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011|sisma che si è abbattuto sulla costa nordorientale del Giappone]], ecco che i siti e le agenzie italiane hanno iniziato a diffondere notizie sull'allarme nucleare. Orbene, se allo stato degli atti una prima cosa si può dire, è che proprio la terribile intensità del fenomeno abbattutosi sul Giappone ci consegna una nuova conferma del fatto che in materia di sicurezza di impianti nucleari, i passi in avanti compiuti negli ultimi decenni sono stati notevolissimi, tali da reggere nella realtà dei fatti senza creare pericoli per ambiente e popolazione proprio l'impatto di eventi terribilmente fuori scala, quale quello verificatosi e come prescrivono appunto le norme nel cui rispetto si costruiscono oggi centrali atomiche. ([[Oscar Giannino]]) *Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro e che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie. ([[Carlo Rubbia]]) *Sono convinta che ci sia bisogno del nucleare. Ci sono molte paure irrazionali ma non si può decidere sull’onda dell’emozione. Serve razionalità. [...] È proprio il mio ambientalismo che mi fa dire sì: il nucleare è la fonte che, tutto sommato, inquina meno. ([[Margherita Hack]]) *Sul nucleare di quarta generazione [[Roberto Cingolani|Cingolani]] ha una posizione vicina alla nostra: quel nucleare non c’è e i dati non sono sufficienti a capire se è una risposta valida. ([[Stefano Patuanelli]]) *Uno Stato atomico non può che trasformarsi in un super Stato poliziesco. Le centrali nucleari sono estremamente vulnerabili. È facile colpirle e un attentato sia pure "modesto" può provocare una sciagura immane. Lo Stato è quindi costretto a proteggere gli impianti atomici con misure di sicurezza sempre più rigorose. ([[Robert Jungk]]) *Vogliamo mettere il nucleare in mano a [[Paolo Romani]] che è quello che ha inventato [[Colpo grosso (programma televisivo)|Colpo Grosso]]? ([[Elio (cantante)|Elio]]) ===[[Albert Einstein]]=== *{{NDR|Nel 1920}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'energia nucleare}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. *{{NDR|Nel 1945}} La produzione dell'energia atomica non ha creato un problema nuovo. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente. *{{NDR|Nel 1945}} Non mi considero il padre della liberazione dell'energia atomica. Il mio ruolo in proposito è stato del tutto indiretto. Non prevedevo, infatti, che si sarebbe arrivati a produrla nel mio tempo. Lo credevo possibile solo sul piano teorico. È diventato un fatto concreto grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, cosa che non avrei potuto prevedere. È stato [[Otto Hahn|Hahn]] a scoprirla a [[Berlino]], e lui stesso ha frainteso il senso della propria stessa scoperta. È stata [[Lise Meitner]] a fornire l'interpretazione corretta. È fuggita dalla [[Germania]] per mettere l'informazione in mano a [[Niels Bohr]]. Non credo che si possa inaugurare una grande era della scienza atomica nel modo in cui sono organizzate le grandi società per azioni. *{{NDR|Nel 1945}} Dal momento che non prevedo che l'energia atomica potrà risultare di grande vantaggio ancora per molto tempo, debbo dire che attualmente essa costituisce una minaccia. Forse è bene che sia così. Potrà agire da deterrente per la razza umana spingendola a mettere ordine nei propri affari internazionali, cosa che, senza la pressione della paura, di sicuro essa non farebbe. ==Voci correlate== *[[Bomba all'idrogeno]] *[[Bomba atomica]] *[[Malattia acuta da radiazione]] *[[Progetto Manhattan]] *[[Scoria radioattiva]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|commons_preposizione=sull'}} [[Categoria:Energia nucleare]] [[Categoria:Fisica nucleare]] i6lowx8mrpto05s0maw8fzn1ruxryk9 1351322 1351319 2024-11-11T13:38:50Z Udiki 86035 1351322 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Nuclear icon2.PNG|thumb|Energia nucleare]] Citazioni sull''''energia nucleare'''. *Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese. ([[Stefania Prestigiacomo]]) *Dal nostro punto di vista è veramente importante anche riaprire il dibattito sul nucleare, che oggi, come sappiamo benissimo tutti, in [[Unione europea|Europa]] è stato inserito nella tassonomia UE degli investimenti ''green''. ([[Rebecca Frassini]]) *Il ruolo, cui l'energia nucleare sarà chiamata nell'economia del Mezzogiorno, è fondamentale, [...] potrà inserirsi nello sforzo produttivo dell'Europa riscattando il proprio peccato d'origine. Quando ciò sarà realizzato, se avremo le capacità e la disciplina di realizzarlo, potremo dire che il genio dell'uomo avrà vinto una grande battaglia contro le forze avverse della [[natura]] e allora finalmente «Cristo non si è fermato a Eboli». ([[Felice Ippolito]]) *L'energia nucleare è inutile in un mondo dove un virus può uccidere un'intera popolazione, lasciandone intatta la ricchezza. (''[[V per Vendetta]]'') *La scelta nucleare si presenta, ormai mi sembra con sempre maggior chiarezza e in ambienti sempre piú ampi, come una scelta imposta a questo Paese, che lo penalizzerebbe ulteriormente sul piano della divisione internazionale del lavoro. ([[Massimo Scalia]]) *Noi nucleari proponiamo un patto col diavolo: possiamo fornire energia a condizione che le società future assicurino una stabilità politica e istituzioni quali mai si sono avute finora. ([[Alvin Weinberg]]) *Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo. ([[Carlo Rubbia]]) *Pensiamo al nucleare. Siamo riusciti a fare un referendum per abolirlo, mentre qui al confine tutti ce l'hanno, e noi ne raccogliamo solo gli svantaggi senza averne i vantaggi. ([[Elisabetta Spitz]]) *{{NDR|Commentando il [[disastro di Fukushima Dai-ichi]]}} Personalmente penso che l'energia nucleare continuerà ad avere un futuro. [...] Ma siamo a un giro di boa che non può essere sottovalutato. Se questo avverrà, sarà solo dopo che una profonda riconsiderazione di tutto il settore sia stata fatta. Come già, in questi giorni, in Paesi come la [[Svizzera]] e la [[Germania]]. Dichiarare da parte nostra un'analoga pausa di riflessione sarebbe cosa saggia. ([[Chicco Testa]]) *Prima la [[Germania]] uscirà dal nucleare meglio sarà. ([[Angela Merkel]]) *Quando ancora eravamo alle prime notizie del tremendo [[Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011|sisma che si è abbattuto sulla costa nordorientale del Giappone]], ecco che i siti e le agenzie italiane hanno iniziato a diffondere notizie sull'allarme nucleare. Orbene, se allo stato degli atti una prima cosa si può dire, è che proprio la terribile intensità del fenomeno abbattutosi sul Giappone ci consegna una nuova conferma del fatto che in materia di sicurezza di impianti nucleari, i passi in avanti compiuti negli ultimi decenni sono stati notevolissimi, tali da reggere nella realtà dei fatti senza creare pericoli per ambiente e popolazione proprio l'impatto di eventi terribilmente fuori scala, quale quello verificatosi e come prescrivono appunto le norme nel cui rispetto si costruiscono oggi centrali atomiche. ([[Oscar Giannino]]) *Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro e che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie. ([[Carlo Rubbia]]) *Sono convinta che ci sia bisogno del nucleare. Ci sono molte paure irrazionali ma non si può decidere sull’onda dell’emozione. Serve razionalità. [...] È proprio il mio ambientalismo che mi fa dire sì: il nucleare è la fonte che, tutto sommato, inquina meno. ([[Margherita Hack]]) *Sul nucleare di quarta generazione [[Roberto Cingolani|Cingolani]] ha una posizione vicina alla nostra: quel nucleare non c’è e i dati non sono sufficienti a capire se è una risposta valida. ([[Stefano Patuanelli]]) *Uno Stato atomico non può che trasformarsi in un super Stato poliziesco. Le centrali nucleari sono estremamente vulnerabili. È facile colpirle e un attentato sia pure "modesto" può provocare una sciagura immane. Lo Stato è quindi costretto a proteggere gli impianti atomici con misure di sicurezza sempre più rigorose. ([[Robert Jungk]]) *Vogliamo mettere il nucleare in mano a [[Paolo Romani]] che è quello che ha inventato [[Colpo grosso (programma televisivo)|Colpo Grosso]]? ([[Elio (cantante)|Elio]]) ===[[Albert Einstein]]=== *{{NDR|Nel 1920}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'energia nucleare}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segnali che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. *{{NDR|Nel 1945}} La produzione dell'energia atomica non ha creato un problema nuovo. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente. *{{NDR|Nel 1945}} Non mi considero il padre della liberazione dell'energia atomica. Il mio ruolo in proposito è stato del tutto indiretto. Non prevedevo, infatti, che si sarebbe arrivati a produrla nel mio tempo. Lo credevo possibile solo sul piano teorico. È diventato un fatto concreto grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, cosa che non avrei potuto prevedere. È stato [[Otto Hahn|Hahn]] a scoprirla a [[Berlino]], e lui stesso ha frainteso il senso della propria stessa scoperta. È stata [[Lise Meitner]] a fornire l'interpretazione corretta. È fuggita dalla [[Germania]] per mettere l'informazione in mano a [[Niels Bohr]]. Non credo che si possa inaugurare una grande era della scienza atomica nel modo in cui sono organizzate le grandi società per azioni. *{{NDR|Nel 1945}} Dal momento che non prevedo che l'energia atomica potrà risultare di grande vantaggio ancora per molto tempo, debbo dire che attualmente essa costituisce una minaccia. Forse è bene che sia così. Potrà agire da deterrente per la razza umana spingendola a mettere ordine nei propri affari internazionali, cosa che, senza la pressione della paura, di sicuro essa non farebbe. ==Voci correlate== *[[Bomba all'idrogeno]] *[[Bomba atomica]] *[[Malattia acuta da radiazione]] *[[Progetto Manhattan]] *[[Scoria radioattiva]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|commons_preposizione=sull'}} [[Categoria:Energia nucleare]] [[Categoria:Fisica nucleare]] r9ndn7e73u0gzn4rb2qemh0z502fnst 1351330 1351322 2024-11-11T14:27:54Z Udiki 86035 Annullata la modifica [[Special:Diff/1351322|1351322]] di [[Special:Contributions/Udiki|Udiki]] ([[User talk:Udiki|discussione]]) 1351330 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Nuclear icon2.PNG|thumb|Energia nucleare]] Citazioni sull''''energia nucleare'''. *Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese. ([[Stefania Prestigiacomo]]) *Dal nostro punto di vista è veramente importante anche riaprire il dibattito sul nucleare, che oggi, come sappiamo benissimo tutti, in [[Unione europea|Europa]] è stato inserito nella tassonomia UE degli investimenti ''green''. ([[Rebecca Frassini]]) *Il ruolo, cui l'energia nucleare sarà chiamata nell'economia del Mezzogiorno, è fondamentale, [...] potrà inserirsi nello sforzo produttivo dell'Europa riscattando il proprio peccato d'origine. Quando ciò sarà realizzato, se avremo le capacità e la disciplina di realizzarlo, potremo dire che il genio dell'uomo avrà vinto una grande battaglia contro le forze avverse della [[natura]] e allora finalmente «Cristo non si è fermato a Eboli». ([[Felice Ippolito]]) *L'energia nucleare è inutile in un mondo dove un virus può uccidere un'intera popolazione, lasciandone intatta la ricchezza. (''[[V per Vendetta]]'') *La scelta nucleare si presenta, ormai mi sembra con sempre maggior chiarezza e in ambienti sempre piú ampi, come una scelta imposta a questo Paese, che lo penalizzerebbe ulteriormente sul piano della divisione internazionale del lavoro. ([[Massimo Scalia]]) *Noi nucleari proponiamo un patto col diavolo: possiamo fornire energia a condizione che le società future assicurino una stabilità politica e istituzioni quali mai si sono avute finora. ([[Alvin Weinberg]]) *Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo. ([[Carlo Rubbia]]) *Pensiamo al nucleare. Siamo riusciti a fare un referendum per abolirlo, mentre qui al confine tutti ce l'hanno, e noi ne raccogliamo solo gli svantaggi senza averne i vantaggi. ([[Elisabetta Spitz]]) *{{NDR|Commentando il [[disastro di Fukushima Dai-ichi]]}} Personalmente penso che l'energia nucleare continuerà ad avere un futuro. [...] Ma siamo a un giro di boa che non può essere sottovalutato. Se questo avverrà, sarà solo dopo che una profonda riconsiderazione di tutto il settore sia stata fatta. Come già, in questi giorni, in Paesi come la [[Svizzera]] e la [[Germania]]. Dichiarare da parte nostra un'analoga pausa di riflessione sarebbe cosa saggia. ([[Chicco Testa]]) *Prima la [[Germania]] uscirà dal nucleare meglio sarà. ([[Angela Merkel]]) *Quando ancora eravamo alle prime notizie del tremendo [[Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011|sisma che si è abbattuto sulla costa nordorientale del Giappone]], ecco che i siti e le agenzie italiane hanno iniziato a diffondere notizie sull'allarme nucleare. Orbene, se allo stato degli atti una prima cosa si può dire, è che proprio la terribile intensità del fenomeno abbattutosi sul Giappone ci consegna una nuova conferma del fatto che in materia di sicurezza di impianti nucleari, i passi in avanti compiuti negli ultimi decenni sono stati notevolissimi, tali da reggere nella realtà dei fatti senza creare pericoli per ambiente e popolazione proprio l'impatto di eventi terribilmente fuori scala, quale quello verificatosi e come prescrivono appunto le norme nel cui rispetto si costruiscono oggi centrali atomiche. ([[Oscar Giannino]]) *Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro e che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie. ([[Carlo Rubbia]]) *Sono convinta che ci sia bisogno del nucleare. Ci sono molte paure irrazionali ma non si può decidere sull’onda dell’emozione. Serve razionalità. [...] È proprio il mio ambientalismo che mi fa dire sì: il nucleare è la fonte che, tutto sommato, inquina meno. ([[Margherita Hack]]) *Sul nucleare di quarta generazione [[Roberto Cingolani|Cingolani]] ha una posizione vicina alla nostra: quel nucleare non c’è e i dati non sono sufficienti a capire se è una risposta valida. ([[Stefano Patuanelli]]) *Uno Stato atomico non può che trasformarsi in un super Stato poliziesco. Le centrali nucleari sono estremamente vulnerabili. È facile colpirle e un attentato sia pure "modesto" può provocare una sciagura immane. Lo Stato è quindi costretto a proteggere gli impianti atomici con misure di sicurezza sempre più rigorose. ([[Robert Jungk]]) *Vogliamo mettere il nucleare in mano a [[Paolo Romani]] che è quello che ha inventato [[Colpo grosso (programma televisivo)|Colpo Grosso]]? ([[Elio (cantante)|Elio]]) ===[[Albert Einstein]]=== *{{NDR|Nel 1920}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'energia nucleare}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero pochi segni che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. *{{NDR|Nel 1945}} La produzione dell'energia atomica non ha creato un problema nuovo. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente. *{{NDR|Nel 1945}} Non mi considero il padre della liberazione dell'energia atomica. Il mio ruolo in proposito è stato del tutto indiretto. Non prevedevo, infatti, che si sarebbe arrivati a produrla nel mio tempo. Lo credevo possibile solo sul piano teorico. È diventato un fatto concreto grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, cosa che non avrei potuto prevedere. È stato [[Otto Hahn|Hahn]] a scoprirla a [[Berlino]], e lui stesso ha frainteso il senso della propria stessa scoperta. È stata [[Lise Meitner]] a fornire l'interpretazione corretta. È fuggita dalla [[Germania]] per mettere l'informazione in mano a [[Niels Bohr]]. Non credo che si possa inaugurare una grande era della scienza atomica nel modo in cui sono organizzate le grandi società per azioni. *{{NDR|Nel 1945}} Dal momento che non prevedo che l'energia atomica potrà risultare di grande vantaggio ancora per molto tempo, debbo dire che attualmente essa costituisce una minaccia. Forse è bene che sia così. Potrà agire da deterrente per la razza umana spingendola a mettere ordine nei propri affari internazionali, cosa che, senza la pressione della paura, di sicuro essa non farebbe. ==Voci correlate== *[[Bomba all'idrogeno]] *[[Bomba atomica]] *[[Malattia acuta da radiazione]] *[[Progetto Manhattan]] *[[Scoria radioattiva]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|commons_preposizione=sull'}} [[Categoria:Energia nucleare]] [[Categoria:Fisica nucleare]] i6lowx8mrpto05s0maw8fzn1ruxryk9 Pietra 0 15537 1351398 1284641 2024-11-11T18:39:08Z ~2024-9620 100276 Geologia 1351398 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Stones20091225.JPG|thumb|Pietre]] Citazioni sulla '''pietra''' e sulla '''roccia'''. ==Citazioni== *Anche il sasso più distratto e arcaico ha le sue vene, le sue allusioni di sangue, le sue millenarie pulsazioni. ([[Giorgio Manganelli]]) *È la [[morte]] che dà un senso a questo mondo. Amiamo una [[rosa (fiore)|rosa]] proprio per la sua caducità. Chi ha amato una pietra? (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|Ai confini della realtà]]'') *La goccia scava la pietra.<ref name=goccia>La locuzione latina ''gutta cavat lapidem'' (letteralmente "la goccia perfora la pietra") venne utilizzata da [[Tito Lucrezio Caro]], [[Publio Ovidio Nasone]] e [[Albio Tibullo]]. {{cfr}} [[w:Gutta cavat lapidem|voce su Wikipedia]].</ref> ([[Tito Lucrezio Caro]]) *''La pietra che i costruttori hanno scartata | è diventata testata d'angolo.'' (''[[Salmi]]'') *La pietra pesa eppur è sempre appesa. ([[Augusto Romano Burelli]]) *Le rocce sono le memorie della Terra. (''[[True Mothers]]'') *Quando si guarda una pietra come una montagna in piccolo, si comincia a vederla qual essa è. ([[Julien Green]]) *«Questo è vivo,» disse Leavitt. «Vive, respira, cammina e parla. Solo che noi non possiamo vederlo, perché tutto questo accade troppo lentamente. La vita di una roccia dura rte miliardi di anni, la nostra solo sessanta o settanta. Non possiamo vedere quello che succede a questa roccia per la stessa ragione per cui non possiamo riconoscere il motivo di un disco suonato alla velocità di un giro ogni secolo. E la roccia, per parte sua, non s'accorge neppure della nostra esistenza, perché noi siamo vivi solo per un brevissimo istante della sua vita. Per lei siamo come lampi nel buio.» ([[Michael Crichton]]) *– Tu alla gente hai sempre preferito le pietre.<br />– Dalle pietre c'è da imparare.<br />– Cosa?<br />– Ciò che i popoli hanno dimenticato nel tempo. (''[[Vittoria amara]]'') *''Tu sei buono e ti tirano le pietre, | sei cattivo e ti tirano le pietre, | qualunque cosa fai, | dovunque te ne vai | tu sempre pietre in faccia prenderai.'' ([[Antoine]]) *Tu sei [[Pietro apostolo|Pietro]] e su questa pietra edificherò la mia chiesa. ([[Gesù]]) ==Proverbi== ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *A goccia a goccia si scava la pietra.<ref name=goccia/> *Chi contro Dio getta la pietra, in capo gli torna. *Pietra che rotola non fa muschio. ====[[Proverbi piemontesi|Piemontesi]]==== *La cativa [[Lavandaia|lavandera]] a treuva mai la bon-a péra.<ref>«La cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra». Il proverbio si riferisce all'uso antico di lavare i panni nei fiumi o nei torrenti. Per poter fare questo era necessario trovare in riva al corso d'acqua un masso idoneo, spesso immerso in parte nella corrente, su cui poter stendere il panno da lavare, poterlo strofinare con sapone ed acqua e poi sbatterlo al momento del risciacquo. Il proverbio viene citato nel film ''[[La donna della domenica]]'' (1975).</ref> ====[[Proverbi toscani|Toscani]]==== *Gli scarparelli la pietra la gli sciupa, la pietra la gli asciuga. *Piccola pietra gran carro riversa. ==Note== <references /> ==Voci correlate== * [[Geologia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Materiali edilizi]] [[Categoria:Rocce]] g99kzq9zcnyn9b9pb60ltvphz0pvtbw Uovo 0 15939 1351400 1337215 2024-11-11T19:01:20Z ~2024-9620 100276 William Harvey. 1351400 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:White chicken egg square.jpg|thumb|right|Uovo]] Citazioni sull''''uovo'''. ==Citazioni== *Come nutrimento l'uovo è superiore a tutti gli altri cibi, presi in quantità non superiore al volume dell'uovo. ([[Talmud]]) *È veramente un'avventura l'uovo e sta a noi, poi, saperne cogliere gli aspetti. Perciò l'uovo, volendo, può anche diventare quadrato. ([[Carlo Cracco]]) *Il cosiddetto latte d'uccello è il bianco dell'uovo. ([[Anassagora]]) *Il guscio dell'uovo è liscio e insieme minutamente granuloso, piccoli cristalli di calcio sono evidenziati dalla luce, come crateri sulla luna. È un paesaggio glabro, però perfetto, come il deserto dove si rifugiavano i santi, perché le loro menti non fossero distratte dal lusso e dalla mondanità. Penso che questo dovrebbe essere l'aspetto di [[Dio]]: un uovo. La vita sulla luna potrebbe non trovarsi sulla superficie, ma all'interno. ([[Margaret Atwood]]) *L'uovo ha una forma perfetta benché sia fatto col culo. ([[Bruno Munari]]) *La società ha senza dubbio il diritto di proteggersi contro i protoplasmi antisociali; ma bisogna bene che sappia che, quando crede di punire un uomo, non punisce mai che un uovo o delle circostanze. ([[Jean Rostand]]) *Le galline hanno la sfortuna di servire agli umani in doppio modo: per la propria carne e per le uova. Oggigiorno esistono tecniche standardizzate di produzione su larga scala per ottenere tutti e due questi prodotti. ([[Peter Singer]], ''[[Diritti animali, obblighi umani]]'') *Nell'ultimo secolo alcuni naturalisti sostennero che nell'uovo v'era già presente un animale in miniatura esattamente uguale all'adulto fuorché nelle dimensioni, e che lo sviluppo dell'uovo era la crescita<ref>Nel testo: "cresciuta".</ref> di questo piccolo individuo. Lo sviluppo dell'uovo era così solo l'accrescimento o ''evoluzione'' di un individuo già contenuto nell'uovo dal principio. Questa idea dello sviluppo fu chiamata ''evoluzione'', termine che significava quindi a quel tempo qualche cosa di interamente differente dal suo significato attuale. ([[Herbert William Conn]]) *Qualunque essere vivente proviene da un uovo. ([[William Harvey]]) *Qualunque sia l'importanza della "grazia germinale", bisogna guardarsi da un giansenismo biologico che supporrebbe l'essere predeterminato nell'uovo che gli dette origine. L'ambiente interviene possentemente nella realizzazione umana. Ed è per ciò che sarebbe abusiva la pretesa di apprezzare, anche grossolanamente, il valore nativo degli individui, in una società come la nostra, dove infierisce una tale diversità di condizioni. Quanti esseri ben concepiti hanno avuto la fortuna di nascere male! L'uomo nasce differente dall'uomo, è vero, ma finché l'uomo non sarà trattato come l'uomo, sarebbe fuori luogo riferire le inuguaglianze apparenti alle inuguaglianze originali. Evitiamo di giudicare l'uovo dall'adulto. ([[Jean Rostand]]) *Quando mi trovai ad assistere all'attività di deposizione delle uova in un grande allevamento e vidi galline ormai vecchie giunte al termine della loro vita produttiva, fui presa dall'orrore. Le galline, allevate in modo da garantire la produzione massima di uova e l'indice di conversione alimentare più efficiente, erano nervose carcasse a cui era caduto metà del piumaggio a forza di sbattere le ali contro la gabbia... Quanto più imparavo riguardo all'industria delle uova, tanto più cresceva il mio disgusto. Alcune delle pratiche ormai considerate «normali» erano manifestamente crudeli. La crudeltà era divenuta normale. I produttori di uova erano divenuti insensibili alla sofferenza. ([[Temple Grandin]]) *Questi rappresentano quattro draghi in carne e ossa, ad ognuno dei quali è stato dato un uovo d'oro da proteggere. Il vostro obiettivo è semplice: raccogliere l'uovo. Dovete fare questo perché ogni uovo contiene un indizio senza il quale non potete sperare di passare alla prova successiva. (''[[Harry Potter e il calice di fuoco]]'') *Riuscirà tutto nuovo e dilettevole il vedere l'ammirabile varietà di queste uova tanto diverse nella loro mole, e nella loro figura; alcune delle quali sono di guscio finissimo, alcune di mediocre, ed altre di durissimo dotate, quasi tutte diverse di colore, ma con una mirabile varietà; mentre alcune, anzi la maggior parte sono così vagamente di bei colori dipinte, che, piucché gli eletti marmi, e i pinti uccelli, rapiscono gli occhj dei riguardanti; ed altre non tanto adorne, con non atteso colore vi sorprendono, ed in una parola si vede in tutte come un carattere delle diverse {{sic|spezie}}, che contengono, e una viva immagine della Onnipotenza del Divino Facitore. ([[Giuseppe Zinanni]]) *Se fossi un uovo, preferirei di sicuro marcire ed essere tirato contro un conferenziere che venir sbattuto nello [[zabajone|zabaione]]. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Una gallina è soltanto lo strumento usato da un uovo per fare un altro uovo. ([[Samuel Butler]]) ==Proverbi== ===[[Proverbi calabresi|Calabresi]]=== *''La gaddhina faci l'ovu e alu gaddhu 'nci bruscia lu culu.'' :La gallina fa l'uovo e al gallo gli brucia il deretano. ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Bevi sopra un uovo quanto sopra a un [[bue]]. *Dal becco vien l'uovo. *[[Gallina]] pelata non fa uova. *L'[[orgoglio]] crede che il suo uovo abbia due tuorli. *L'uovo sodo strozza il [[gallo]]. *La [[donna]] e l'uovo vuole un sol padrone. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *La gallina nera fa l'uovo bianco. *Le galline fanno le uova dal [[becco]]. *Meglio l'uovo oggi che la gallina domani. *Molti fan la guerra per un uovo e lasciano intanto scappar la gallina. *Non c'è gallina o gallinaccia che a [[gennaio]] l'uovo non faccia. *Prima di rompere l'uovo, bisogna aver pronto il [[pane]] e il [[sale]]. *Se la gallina non cantasse, nessuno saprebbe che ha fatto l'uovo. *Tre cose sono difficili da fare: cuocere un uovo, fare il letto a un [[cane]], insegnare a un fiorentino. ==Modi di dire== ===Dialettali=== *''Al nasa al temp e al camina in s'i ov'' ([[Modi di dire ferraresi|modo di dire di Ferrara]]) :Annusa il tempo e cammina sulle uova.<ref> Detto di persona abile a furba, in grado di fare previsioni e muoversi in situazioni critiche.</ref> *''Pure 'e ghiatte te fanno l'ove.'' ([[Modi di dire napoletani|modo di dire napoletano]]) :Anche i gatti ti fanno le uova. ::Si dice di persona molto fortunata. *''Féje la barba a n'euv''. ([[Modi di dire piemontesi|modo di dire piemontese]]) :Far la barba ad un uovo. ::Sostenere come novità cose ormai note. ===[[Modi di dire italiani|Nazionali]]=== *Camminare sulle uova *Facile come bere un uovo *Fare una frittata *La gallina dalle uova d'oro *Cercare il pelo nell'uovo *Essere pieno come un uovo *Rigirare la frittata *Rompere le uova nel paniere (a qualcuno) *Essere una testa d'uovo *L'uovo di [[Cristoforo Colombo|Colombo]] ==Note== <references/> ==Voci correlate== *[[Frittata]] *[[Gallina]] *[[Omelette]] *[[Pollaio]] *[[Pulcino]] *[[Tuorlo]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'}} [[Categoria:Alimenti]] [[Categoria:Embriologia]] [[Categoria:Fisiologia animale]] pmcneaff4suzs4rf0nsblj20tmzeb17 Corrado Govoni 0 16239 1351384 1350892 2024-11-11T17:56:20Z Gaux 18878 /* Citazioni su Corrado Govoni */ Giovanni Papini: Govoni è un ragazzone felice 1351384 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Govoni.jpg|right|thumb|Corrado Govoni]] '''Corrado Govoni''' (1884 – 1965), poeta e scrittore italiano. ==Citazioni di Corrado Govoni== *Discendo in ogni modo da un'agiata famiglia di mugnai e di agricoltori. Ed anch'io nella mia lontana giovinezza, mi dedicai per qualche anno, con buon successo, all'agricoltura per la quale avevo una naturale spiccatissima disposizione.<ref name=>Citato in ''Narratori di Emilia Romagna'', p. 76, a cura di Giuseppe Raimondi e Renato Bertacchi, Edizioni Mursia, Milano 1968</ref> *''Espansione di [[Rosa (fiore)|rose]] dentro l'[[orto]] | dell'antico convento delle suore, | di belle rose con la borracina''. <ref>Qui ''borracina'' ha significato di muschio ma la ''rosa borracina'' è una varietà di rose i cui petali paiono vellutati.</ref> (da: Le fiale – ''Rose claustrali'')<ref name=editore>''Poesia italiana del novecento'', Giulio Einaudi Editore</ref> *''Le bianche suore pel bianco giardino | vagano nel mattino dell'[[Aprile]] | e il cielo fresco come il biancospino | ha una gaiezza quasi puerile''. (da: Le fiale – ''Rose claustrali'')<ref name=editore/> *''O solitaria rete in riva ai laghi | che ragni<ref>''Ragnare'' da ''ragna'' (o ''tramaglio''), tipo di rete per l'uccellagione.</ref> il fior dell'acqua di sorrisi! | Quel pallore di cieli uccisi | negli [[occhio|occhi]] imbrillantati e vaghi''; (da: Il flauto magico – ''Natura morta''.)<ref name=editore/> *''Su e giù, va e viene sempre inquieto, | fruga e becca fra gli spini: qua un [[seme]], là una goccia ed una [[foglia]] | senza che di mangiare abbia gran voglia, | senza saper se voli o se cammini. | Somiglia alle ragazze più vivaci: | le tieni ferme solo con i baci''. (da: Govonigiotto – ''Lo scricciolo'')<ref name=editore/> *''Violenta primavera del [[cavallo]]! | Ad ogni suo elastico passo | intorno allo zoccolo viola |che stampa lune di rumore | un biancospino di polvere, sboccia un cespuglio di fango.'' (da: Canzoni a bocca chiusa – ''Cavallo'')<ref name=editore/> == ''Armonia in grigio et in silenzio'' == *''Il [[vento]] con le sue lingue | lambisce le piante moribonde; | ne le soprastanti gronde | un piano sorbire si distingue''. (''Musica per camera'') *''La dolce [[campana|campanella]] delle Cappuccine | dice le sue divozioni mattutine''. (''Musica per camera'') *''In un collegio lungo un corridoio | dei vetri si figurano di guance. | L'[[Ottobre]] con le logore bilance | viene per l'orto come un spogliatoio''. (''Acquatina autunnale'') {{NDR|''Poesia italiana del novecento'', Giulio Einaudi Editore}} ==Citazioni su Corrado Govoni== *Govoni è un ragazzone felice che passa per la città e la natura come attraverso una fiera dove tutto gli piace e tutto brilla e tutto vuole – e compra ogni cosa col suono e il colore e la lucentezza delle immagini da lui stesso, secondo il bisogno, coniate. Per lui la poesia é un bisogno naturale e quotidiano come il bere e il dormire e quasi fosse un bambino che avesse imparato, per miracolo, a scriver bene, vede tutto il mondo con occhi improvvisatori, sotto l'angolo poetico e lo fissa istantaneamente con parole dolci come baci, leggere come l'aria, nostalgiche e malinconiche come gli organetti di Barberìa, a lui così cari quando suonano, soli, nelle strade sole. ([[Giovanni Papini]]) *Non s'è mai potuto capire, [...], come e perché Govoni e [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]], per citar qualcuno, fossero assorbiti dal [[futurismo]], etichettati così, trasformando la loro fisionomia di buoni provinciali e di buoni figlioli. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) ===[[Lionello Fiumi]]=== *A trentaquattro anni, accampato in prossimità dei vertici come una delle figure liriche più salienti del nuovo secolo, acclamato maestro da un pugno di giovani fervidi, Corrado Govoni eccelle tra quei pochi che, venuti dopo la trinità [[Giosuè Carducci|Carducci]] [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], anziché imbolsire nell'imitazione epigona hanno saputo coraggiosamente picconare eldoradi nuovi: e significare: e la nostra letteratura veramente arricchire di patrimonio inedito. *Govoni è un timido. Non ha saputo imporsi. Aveva in mano della merce di prima qualità, non ha saputo esibirla.<br>Le sue stesse movenze fisiche sono quelle dell'uomo che esita a muovere il passo quasi per non rubare il posto agli altri; che teme di urtare colla sua mite presenza e preferisce stare in disparte, taciturno e discreto. Ma, purtroppo, non così si tresca colla fortuna: a gomitate vanno avanti gli spavaldi, a leccate i ruffiani: i timidi ed i buoni sono, sì, proprio, le tristi cenerentole, povero Covoni! *Non frutta pane, si sa, la poesia: ma egli neanche l'ha chiesto alle attività adiacenti, alla cattedra o all'aureo ingranaggio del giornalismo: più puro di molti fra noi, la sua penna egli ha voluto serbarla intatta per rabescare le sue immagini arcobaleniche, anziché intaccarla colla servilità dell'articolo mercenario. Ed è ammirevole – ed è melanconico, ed è commovente – quest'uomo che, dopo otto libri fra i più grandi della moderna poesia italiana, per vivere e sostentare la sua famigliola si adatta ad allevare sciami di pulcini e si curva, dimesso, fra i mille tepidi zampettii di bambagia lattea nel cortile di una squallida fattoria campestre. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Autori vari, ''Poesia italiana del novecento'', a cura di [[Edoardo Sanguineti]] (2 vol.), Giulio Einaudi Editore, Torino 1993, ISBN 88-06-13240-7 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Govoni, Corrado}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] rpj15tgr95f36qdiqeerzsfz195i3l6 Prigione 0 16431 1351504 1347483 2024-11-12T08:33:51Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351504 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Van Gogh 10.jpg|thumb|''Prigionieri in tondo'' ([[Vincent van Gogh|V. van Gogh]], 1890)]] Citazioni sul '''carcere''', la '''prigione''' e la '''prigionia'''. ==Citazioni== *A quanto sembra la gente dà il meglio di sé in prigione. [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], [[Lenin]]... (''[[Gli intrighi del potere - Nixon]]'') *''Allegramenti, carzarati, | cà quannu chiovi a bona banna siti.'' ([[proverbi siciliani|proverbio siciliano]]) *Anche se la condizione delle carceri è ricaduta a quella che era mezzo secolo fa, vi è oggi nella vita pubblica italiana un elemento nuovo, che potrebbe essere decisivo per una fondamentale riforma di esse. Se nel 1904 gli uomini politici che avessero esperienza della prigionia si potevano contare nella Camera italiana sulle dita di una mano, oggi nel Parlamento della Repubblica essi sono certamente centinaia; solo nel Senato siedono diverse diecine di senatori di diritto che hanno scontato più di cinque anni di reclusione per condanna del Tribunale speciale.<br />Mai come ora è stata presente nella nostra vita parlamentare la cupa esperienza dolorante della prigionia vissuta; se neanche questa volta si facesse qualcosa per cominciare a portare un po' di luce di umanità nel buio delle carceri, non si potrebbe addurre questa volta la comoda scusa burocratica della mancanza di precise informazioni! ([[Piero Calamandrei]]) *[[Aspettare]]? È il più grande ed efficace metodo educativo in un penitenziario. Bisogna aver imparato ad aspettare, per saperlo sopportar per anni. Chi non l'ha imparato, muore. ([[Theodor Kröger]]) *Bisogna essere stati in galera per capire certe cose. Quando finisci in gabbia non ti tolgono solo i vestiti e le scarpe. Ti tolgono tutto, a cominciare dalla dignità. Anche se sei innocente, e perfino se ti hanno incarcerato per i tuoi ideali, dopo qualche tempo cominci a sentirti un rifiuto umano. La ristrettezza degli spazi, l'ora d'aria, i ritmi scanditi dai chiavistelli che aprono e chiudono le porte sono solo il contorno, lo scenario su cui si svolge il dramma, quello vero: il tuo tempo si ferma, le lancette dell'orologio cominciano a girare a vuoto e la vita non ti appartiene più. Potrai riempire quel tempo – come ho fatto io – leggendo un libro dopo l'altro e arrivare a conseguire una laurea, ma sarà sempre una finzione. Finché stai chiuso là dentro, il tuo destino è nelle mani di altri. ([[Bruno Morchio]]) *C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene. ([[John Steinbeck]]) *Chi ha bazzicato il carcere lo sa, la maggioranza di coloro che vengono condannati si dichiara innocente: non sono stati loro, li hanno fregati, già alla prima udienza i giudici avevano il verdetto scritto in faccia, l'avvocato difensore era un incapace, la procura voleva un colpevole a ogni costo... A sentirli, a volte, risultano perfino convincenti. Forse perché, a forza di ripeterlo, se ne sono convinti loro stessi, o perché la giustizia dei tribunali applica la legge e non si preoccupa delle motivazioni che hanno spinto le persone a delinquere; e invece, nel commettere un reato, c'è sempre una ragione soggettiva, una determinazione più o meno chiara d'essere nel giusto, di agire per necessità e talora perfino per rifarsi dei torti perpetrati dal destino. ([[Bruno Morchio]]) *Come saranno le galere dell'India libera? Tutti i criminali dovranno essere trattati come pazienti e le prigioni diventare degli ospedali riservati al trattamento e alla cura di questo particolare tipo di ammalati. Nessuno commette crimini per divertimento. È un segno di disturbo mentale. Le cause di una particolare malattia vanno indagate e rimosse. ([[Mahatma Gandhi]]) *Dove si sta contro voglia, è davvero una prigione. ([[Epitteto]]) *Due carcerati guardavano fuori dalle sbarre della prigione, uno vide solo il fango della strada e si rattristò, l'altro guardò le stelle e si rallegrò. ([[Andrea Gasparino]]) *Eppure i dati sul sovraffollamento delle carceri {{NDR|in Italia}} sono allarmanti, anche se in sintonia con quelli di altri paesi europei e con le tendenze che arrivano da oltreoceano: una popolazione carceraria che si espande ed è sempre più connotata dalla marginalità sociale; una detenzione che diventa "sociale" più che "penale". [...] Non sono certo cresciute di pari passo la criminalità e la percezione di sicurezza. E neppure la capacità d’interrogarsi sui meccanismi sociali e politici che non stanno funzionando nella nostra quotidianità. ([[Mauro Palma]]) *Fuori del carcere è difficile credere che dentro ci comportiamo come esseri umani. Ma è naturale che sia così e che ci costruiamo reti per sopravvivere. ([[Chelsea Manning]]) *Ho visitato nei mesi scorsi molti istituti carcerari, in Svezia, in Norvegia, in Inghilterra. A Stoccolma c'è una prigione dove i detenuti lasciano le celle durante il giorno per recarsi a lavorare fuori, anche in aziende private. La sera ritornano normalmente. In Italia cerchiamo di avvicinarci a questi concetti. ([[Guido Gonella]]) *Il carcere è il luogo più triste che abbia mai conosciuto, più triste del campo di battaglia, dell'ospedale, persino del cimitero. ([[Rosario Bentivegna]]) *Il carcere è un penitenziario... non è un villaggio di vaganza... si deve scontare la sua pena perscritta... che gli aspetta... lo sapeva prima fare il reato... io ritengo come Lega... di non uscire prima della sua pena erogata, grazie. ([[Eraldo Isidori]]) *Il carcere induce sempre alla depressione e all'apatia. Se uno inizia a commiserarsi, ben presto finisce in un baratro emotivo da cui è complicato riemergere. Perciò è fondamentale non perdere l'energia vitale, tenere i contatti con i propri cari, leggere, scrivere lettere e testi, inventarsi qualcosa da fare, visualizzare il proprio futuro. ([[Il'ja Jašin]]) *Il carcere l'ha inventato qualcuno che non c'era mai stato [...]. E la prigione non salva nessuno. (''[[Riso amaro]]'') *Il carcere non è vendetta sociale, il carcere è recupero sociale. ([[Sandro Gozi]]) *Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Il passaggio del ventennio fascista ha deliberatamente portato nella disciplina dei reclusori, colla riforma della legislazione penale e dei regolamenti carcerari, un soffio di gelida crudeltà burocratica e autoritaria, che senza accorgersene sopravvive al fascismo.<br />Se oggi nella stampa è diventato un episodio ordinario di cronaca nera, che lascia indifferenti i lettori, il fatto di detenuti che soccombono alle sevizie inflitte loro nel carcere, si deve ringraziare ancora quel celebre art. 16 del Codice di procedura penale del 1930, che garantendo praticamente l'impunità agli agenti di pubblica sicurezza «per fatti compiuti in servizio e relativi all'uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica», costituiva una specie di tacita istigazione alla tortura. ([[Piero Calamandrei]]) *In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di [[disperazione]] è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un [[uomo]], privato di tutto tranne che della [[speranza]], incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo [[silenzio]] si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la [[Provvidenza]]: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la [[libertà]], tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo [[pericolo]] della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'[[umiltà]] si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato. ([[Gustaw Herling-Grudziński]]) *In due posti conoscerete il vero [[amicizia|amico]]: quando sarete a letto ammalati o quando sarete in prigione. ([[Proverbi cinesi|proverbio cinese]]) *In prigione nasce anche l'uomo, come ogni altro essere. Anima, corpo, pensiero, desiderio, comportamento: tutto in lui ha limiti, lui stesso è un tangibile limite, è tutto un definito, diverso, staccato dall'altro. Dalle finestre ingabbiate dei sensi egli guarda fuori di sé nell'esterna, estranea realtà che mai egli sarà. ([[Hans Urs von Balthasar]]) *– Io non voglio trascinarmi in questa vita. Ogni giorno che resto qui, vincono loro.<br/>– Ma non vincono anche se ti togli la vita?<br/>– No, mi vogliono viva così posso restare in prigione. Non ti rendi conto di quanto è assurdo? Ma se io non sono viva, allora non sono in prigione. È l'unico modo per avere un minimo di controllo sulla mia vita. (''[[Orange Is the New Black (terza stagione)|Orange Is the New Black]]'') *L'amicizie si fanno in prigione. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *L'intero sistema del [[lavoro]] forzato nella [[Russia]] sovietica – in tutti i suoi stadi: interrogatori, udienze, carcere preliminare, e infine il campo – è inteso principalmente non a punire il colpe­vole, ma piuttosto a sfruttarlo economicamente e trasformarlo psicologicamente. La tortura non viene usata negli interrogatori in base a un principio, ma come strumento ausiliario. Lo scopo reale di un'udienza non è di estorcere al prigioniero la firma a un'accusa fittizia, ma la disintegrazione completa della sua per­sonalità individuale. ([[Gustaw Herling-Grudziński]]) *La galera viene utilizzata come mezzo di pressione sui sospettati per estorcere confessioni. Le manette sono diventate un moderno strumento di tortura per acquisire prove che mancano e per costringere a parlare chi, per legge, avrebbe invece diritto a tacere. ([[Edoardo Mori]]) *La prigione è sovente un male irreparabile a motivo del suo rigore e del disonore che vi è attaccato.[[Daniel Jousse]] *La prigione è una fabbrica che trasforma gli uomini in animali. Le probabilità che uno esca peggiore di quando c'è entrato sono altissime. ([[Edward Bunker]]) *La prigione ha una funzione educativa, più ci si sta e meglio è! [...] Io ho la mia teoria: mi sono convinto che tutti dovrebbero andare in prigione. [...] Prigione obbligatoria come la scuola: fino a diciott'anni tutti dentro. Poi, secondo come si comportano, si lasciano uscire: dopo tre mesi, dopo un anno, dopo dieci anni, mai. Invece di fare i processi per mandar dentro la gente, si farebbero i processi per metterla fuori. (''[[Se io fossi onesto]]'') *La prigione non è così romantica come i [[Women in prison|film d'exploitation anni 70]] volevano far sembrare. (''[[Orange Is the New Black (settima stagione)|Orange Is the New Black]]'') *La questione non è se la prigione può aiutare, né se la sua condanna possa servire da deterrente per qualcun altro. Il punto fondamentale è quello di proteggere la società. ([[Edward Bunker]]) *Le carceri sono luoghi favorevoli alla lettura dei testi di [[filosofia]]. ([[Leo Valiani]]) *Le carceri italiane rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuta: noi crediamo di aver abolito la tortura, ma i nostri reclusori sono essi stessi un sistema di [[tortura]]; noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte dal codice penale comune, ma la pena di morte che ammanniscono, goccia a goccia, le nostre galere è meno pietosa di quella che era data per mano del carnefice. Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori. ([[Filippo Turati]]) *''Ma il cielo là in prigione non è cielo, è un qualche cosa che riveste | il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente''. ([[Francesco Guccini]]) *Mi sono accorto che, proprio al contrario di quanto avevo sempre pensato, in carcere si studia male, per tante ragioni, tecniche e psicologiche. ([[Antonio Gramsci]]) *Nel momento in cui ti mettono le manette la tua vita è sminuita. Dietro le sbarre sei un carcerato, e un carcerato, a meno che non abbia compiuto delitti atroci, è una persona che deve superare lo sconforto. Io in carcere ho trovato l’umanità nei miei compagni di cella, ho trovato la comprensione, ho trovato tutto. ([[Luigi Maria Burruano]]) *Nessuna prigione al mondo è ermetica, ognuna ha la sua [[chiave]]. Occorre solo trovarla. (''[[The Next Three Days]]'') *Noi che viviamo in questo carcere, nella cui vita non esistono fatti ma dolore, dobbiamo misurare il tempo con i palpiti della sofferenza, e il ricordo dei momenti amari. Non abbiamo altro a cui pensare. La [[sofferenza]] [...] è il nostro modo d'esistere, poiché è l'unico modo a nostra disposizione per diventare consapevoli della vita; il ricordo di quanto abbiamo sofferto nel passato ci è necessario come la garanzia, la testimonianza della nostra identità. ([[Oscar Wilde]]) *{{NDR|In prigione}} Non mi sentii imprigionato neppure per un momento, e i muri mi sembrarono un grande spreco di pietra e di malta. Mi sentivo come se io solo, fra tutti i miei concittadini, avessi pagato la mia tassa. ([[Henry David Thoreau]]) *Non va dimenticato mai che il carcere è un prodotto umano e come tale va sottoposto a un test di validità. E il criterio fondamentale è quello relativo alla quantità di bene e alla quantità di male che ne derivano. Ovvero: il carcere produce bene se risponde allo scopo per il quale è stato creato. Produce male se non raggiunge il fine al quale è destinato e se determina danni che superino i benefici ottenuti. ([[Luigi Manconi]]) *Ora la natura appende ad ogni albero fiorito il suo verde manto, e stende sull'erboso prato le sue lenzuola di bianche margherite; ora il Sole rallegra le cristalline correnti, e fa lieto l'azzurro dei cieli; ma nulla può rallegrare la povera creatura, che vive stretta in un carcere. ([[Robert Burns]]) *Per il [[Guerriglia|guerrigliero]] la prigionia è un approfondimento della sua esperienza e la sua lotta continua anche nella cella dove è detenuto. ([[Carlos Marighella]]) *Per me la prigione è un po come la casa in campagna, ci vado solo per riposarmi. (''[[Taxxi 4]]'') *Quando entrai per la prima volta in una prigione, ero studente in medicina. Lottavo contro il fascismo e fui incarcerato. Mi ricordo della situazione allucinante che mi trovai a vivere. Era l'ora in cui venivano portati fuori i buglioli dalle varie celle. Vi era un odore terribile, un odore di morte. Mi ricordo di aver avuto la sensazione di essere in una sala di anatomia dove si dissezionano i cadaveri. ([[Franco Basaglia]]) *''Qui non c'è più decoro, le carceri d'oro | ma chi l'ha mi viste, chissà? | Chiste so' fatiscienti, pe' chisto i fetienti | se tengono l'immunità''. ([[Fabrizio De André]]) *Se fossi un detenuto, vorrei un [[libro]] per volar via, oltre le mura del carcere. ([[Peppe Lanzetta]]) *Se son piene le carceri, son vuote le sepolture. ([[Luigi Lambruschini]]) *Siamo tutte e tutti corpi vivi ingabbiati. Ci siamo dibattuti e ci dibattiamo nella lingua locale che ci è toccata, nell’ambiente in cui siamo nati, nei confini e tradizioni nazionali, nelle reti imperiali, nel genere che ci è toccato in sorte e nell’educazione che ci è stata di conseguenza data. ([[Elena Ferrante]]) *– Siamo tutti in prigione in un modo o nell'altro<br/>– Sì, è chi se ne rende conto che soffre più degli altri. (''[[L'uomo venuto dal Kremlino]]'') *Sicuro? La sicurezza si poteva averla anche in galera. Tre metri quadrati tutti per voi senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza tassa di circolazione. Senza multe. Senza fermi per ogni guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti. ([[Charles Bukowski]]) *Sotto un governo che imprigiona chiunque ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è la prigione. ([[Henry David Thoreau]]) *Tu non 'o ssaje, ma sta 'nchiuso llà dinto è 'n'inferno. E doppo quanno tuorne â casa, vide ca la vita è juta annanze e nun te truove cchiù, pure câ famiglia toja te siente n'estraneo. E tutte chille ca vulive bene 'e vvide comm'a tante sconosciute. (''[[Gomorra - La serie (terza stagione)|Gomorra - La serie]]'') *Un carcere non è forse altro che un ospedale di anime dove sfortunatamente la maggior parte dei mali sono mortali? ([[Juliette Colbert]]) *''Visione di pietà, onta e afflizione, | orribile pensiero, un'anima in prigione.'' ([[Walt Whitman]]) ===[[Salvatore Cuffaro]]=== *Ho ancora il tanfo del carcere addosso. I primi due giorni mi sono fatto 14 docce. Niente. Il tanfo rimane. Ormai ce l'ho dentro. *Il carcere dovrebbe essere un luogo di rieducazione. Invece è un luogo di [[sofferenza]] e di [[morte]]. *Il carcere per me era quello che avevo visto nei film, con gli agenti che battono col manganello sulle sbarre... Avevo paura anche a fare la doccia pensando che avrei trovato quello pronto a sodomizzarmi... Invece, il carcere è una comunità nella quale ci sono tante brave persone sfortunate, un luogo dove finisce soprattutto gente distrutta dalla [[povertà]]. *Il carcere trasforma gli [[uomo|uomini]] in [[maiale|maiali]]. Per l'[[Unione Europea|Europa]] i maiali hanno diritto a sette metri quadrati per uno. Noi ne avevamo meno di cinque in quattro. ===''[[Dov'è la libertà...?]]''=== *In carcere, con rispetto parlando, stavo tra persone perbene. *In galera l'aria, quando riesce a passare, è ottima. *Perciò decisi di tornare in carcere: volevo tornare coi miei compagni di cella, con quei cari amici che credano ancora che fuori dal carcere c'è l'onestà, la bontà, la fedeltà delle donne. Fuori dal carcere io mi sentivo in prigione, e avevo bisogno di tanta libertà. ===[[Alexandre Dumas padre]], ''[[Vent'anni dopo]]''=== *Così morranno tutti quelli che dimenticano che un uomo in ceppi è sacro, che un re prigioniero è due volte rappresentante del Signore. *In carcere non ci sono sentimenti intermedi; uomini e cose, tutto vi è amico o nemico: si ama o si odia qualche volta con ragione, ma anche per istinto. *Non è esistere, il vivere in prigione! ===''[[Le ali della libertà]]''=== *Certe notti sono interminabili in prigione, quando sei solo nell'oscurità con i tuoi pensieri il tempo si allunga come una lama. *In prigione il tempo scorre lentamente e allora ti inventi qualcosa per passarlo: certa gente colleziona francobolli, altri fanno costruzioni con i fiammiferi. [...] In prigione un uomo deve fare di tutto per tenere la mente occupata. *Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. [...] È la tua vita che vogliono ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno. *Quelli {{NDR|del Senato}} conoscono solo tre modi di spendere i soldi dei contribuenti quando si tratta di prigioni: più mura, più celle, più guardie. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo. *Ho detto tante volte che l'odio è la cosa più importante da vincere in prigione, qui vi sono tante ragioni per esso, e la tua impotenza è il più potente catalizzatore di questo processo, perché se si dà all'odio la libertà, ti ucciderà e divorerà. *Quando sei in carcere, sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale. *Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali. ===[[Jawaharlal Nehru]]=== *Coloro che hanno avuto il vantaggio dell'esperienza della prigione sanno almeno il valore della pazienza e se hanno tratto profitto dalla loro esperienza, hanno anche imparato il senso di adattamento, che è gran cosa. *In prigione, il presente quasi cessa di esistere, perché sensazioni ed emozioni dinamiche sono generalmente assenti. Soltanto il passato ed il futuro contano; alcuni si perdono nel passato, altri si immergono in un futuro indefinito. Fino ad un certo punto tutti si abbandonano alla rievocazione del passato, in quanto sembra l'unica cosa che possa venir esaminata senza molta difficoltà, ed in ogni modo è più facile lasciar vagare la mente senza alcuno scopo in sentieri conosciuti. *La prigione mi serve sempre come tonico e costituisce un cambiamento della piatta uniformità della vita normale. ==Voci correlate== {{div col}} *[[Alcatraz]] *[[Cella (prigione)|Cella]] *[[Ergastolo]] *[[Gabbia]] *[[Isolamento]] *[[Pena]] *[[Pena di morte]] *[[Sing Sing (prigione)|Sing Sing]] {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=prigione|preposizione=sulla|wikt}} [[Categoria:Carceri| ]] [[Categoria:Spazi]] 623qze4ll9dn4sulrazosbikipt9t25 1351511 1351504 2024-11-12T08:47:03Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351511 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Van Gogh 10.jpg|thumb|''Prigionieri in tondo'' ([[Vincent van Gogh|V. van Gogh]], 1890)]] Citazioni sul '''carcere''', la '''prigione''' e la '''prigionia'''. ==Citazioni== *A quanto sembra la gente dà il meglio di sé in prigione. [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], [[Lenin]]... (''[[Gli intrighi del potere - Nixon]]'') *''Allegramenti, carzarati, | cà quannu chiovi a bona banna siti.'' ([[proverbi siciliani|proverbio siciliano]]) *Anche se la condizione delle carceri è ricaduta a quella che era mezzo secolo fa, vi è oggi nella vita pubblica italiana un elemento nuovo, che potrebbe essere decisivo per una fondamentale riforma di esse. Se nel 1904 gli uomini politici che avessero esperienza della prigionia si potevano contare nella Camera italiana sulle dita di una mano, oggi nel Parlamento della Repubblica essi sono certamente centinaia; solo nel Senato siedono diverse diecine di senatori di diritto che hanno scontato più di cinque anni di reclusione per condanna del Tribunale speciale.<br />Mai come ora è stata presente nella nostra vita parlamentare la cupa esperienza dolorante della prigionia vissuta; se neanche questa volta si facesse qualcosa per cominciare a portare un po' di luce di umanità nel buio delle carceri, non si potrebbe addurre questa volta la comoda scusa burocratica della mancanza di precise informazioni! ([[Piero Calamandrei]]) *[[Aspettare]]? È il più grande ed efficace metodo educativo in un penitenziario. Bisogna aver imparato ad aspettare, per saperlo sopportar per anni. Chi non l'ha imparato, muore. ([[Theodor Kröger]]) *Bisogna essere stati in galera per capire certe cose. Quando finisci in gabbia non ti tolgono solo i vestiti e le scarpe. Ti tolgono tutto, a cominciare dalla dignità. Anche se sei innocente, e perfino se ti hanno incarcerato per i tuoi ideali, dopo qualche tempo cominci a sentirti un rifiuto umano. La ristrettezza degli spazi, l'ora d'aria, i ritmi scanditi dai chiavistelli che aprono e chiudono le porte sono solo il contorno, lo scenario su cui si svolge il dramma, quello vero: il tuo tempo si ferma, le lancette dell'orologio cominciano a girare a vuoto e la vita non ti appartiene più. Potrai riempire quel tempo – come ho fatto io – leggendo un libro dopo l'altro e arrivare a conseguire una laurea, ma sarà sempre una finzione. Finché stai chiuso là dentro, il tuo destino è nelle mani di altri. ([[Bruno Morchio]]) *C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene. ([[John Steinbeck]]) *Chi ha bazzicato il carcere lo sa, la maggioranza di coloro che vengono condannati si dichiara innocente: non sono stati loro, li hanno fregati, già alla prima udienza i giudici avevano il verdetto scritto in faccia, l'avvocato difensore era un incapace, la procura voleva un colpevole a ogni costo... A sentirli, a volte, risultano perfino convincenti. Forse perché, a forza di ripeterlo, se ne sono convinti loro stessi, o perché la giustizia dei tribunali applica la legge e non si preoccupa delle motivazioni che hanno spinto le persone a delinquere; e invece, nel commettere un reato, c'è sempre una ragione soggettiva, una determinazione più o meno chiara d'essere nel giusto, di agire per necessità e talora perfino per rifarsi dei torti perpetrati dal destino. ([[Bruno Morchio]]) *Come saranno le galere dell'India libera? Tutti i criminali dovranno essere trattati come pazienti e le prigioni diventare degli ospedali riservati al trattamento e alla cura di questo particolare tipo di ammalati. Nessuno commette crimini per divertimento. È un segno di disturbo mentale. Le cause di una particolare malattia vanno indagate e rimosse. ([[Mahatma Gandhi]]) *Dove si sta contro voglia, è davvero una prigione. ([[Epitteto]]) *Due carcerati guardavano fuori dalle sbarre della prigione, uno vide solo il fango della strada e si rattristò, l'altro guardò le stelle e si rallegrò. ([[Andrea Gasparino]]) *Eppure i dati sul sovraffollamento delle carceri {{NDR|in Italia}} sono allarmanti, anche se in sintonia con quelli di altri paesi europei e con le tendenze che arrivano da oltreoceano: una popolazione carceraria che si espande ed è sempre più connotata dalla marginalità sociale; una detenzione che diventa "sociale" più che "penale". [...] Non sono certo cresciute di pari passo la criminalità e la percezione di sicurezza. E neppure la capacità d’interrogarsi sui meccanismi sociali e politici che non stanno funzionando nella nostra quotidianità. ([[Mauro Palma]]) *Fuori del carcere è difficile credere che dentro ci comportiamo come esseri umani. Ma è naturale che sia così e che ci costruiamo reti per sopravvivere. ([[Chelsea Manning]]) *Ho visitato nei mesi scorsi molti istituti carcerari, in Svezia, in Norvegia, in Inghilterra. A Stoccolma c'è una prigione dove i detenuti lasciano le celle durante il giorno per recarsi a lavorare fuori, anche in aziende private. La sera ritornano normalmente. In Italia cerchiamo di avvicinarci a questi concetti. ([[Guido Gonella]]) *Il carcere è il luogo più triste che abbia mai conosciuto, più triste del campo di battaglia, dell'ospedale, persino del cimitero. ([[Rosario Bentivegna]]) *Il carcere è un penitenziario... non è un villaggio di vaganza... si deve scontare la sua pena perscritta... che gli aspetta... lo sapeva prima fare il reato... io ritengo come Lega... di non uscire prima della sua pena erogata, grazie. ([[Eraldo Isidori]]) *Il carcere induce sempre alla depressione e all'apatia. Se uno inizia a commiserarsi, ben presto finisce in un baratro emotivo da cui è complicato riemergere. Perciò è fondamentale non perdere l'energia vitale, tenere i contatti con i propri cari, leggere, scrivere lettere e testi, inventarsi qualcosa da fare, visualizzare il proprio futuro. ([[Il'ja Jašin]]) *Il carcere l'ha inventato qualcuno che non c'era mai stato [...]. E la prigione non salva nessuno. (''[[Riso amaro]]'') *Il carcere non è vendetta sociale, il carcere è recupero sociale. ([[Sandro Gozi]]) *Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Il passaggio del ventennio fascista ha deliberatamente portato nella disciplina dei reclusori, colla riforma della legislazione penale e dei regolamenti carcerari, un soffio di gelida crudeltà burocratica e autoritaria, che senza accorgersene sopravvive al fascismo.<br />Se oggi nella stampa è diventato un episodio ordinario di cronaca nera, che lascia indifferenti i lettori, il fatto di detenuti che soccombono alle sevizie inflitte loro nel carcere, si deve ringraziare ancora quel celebre art. 16 del Codice di procedura penale del 1930, che garantendo praticamente l'impunità agli agenti di pubblica sicurezza «per fatti compiuti in servizio e relativi all'uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica», costituiva una specie di tacita istigazione alla tortura. ([[Piero Calamandrei]]) *In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di [[disperazione]] è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un [[uomo]], privato di tutto tranne che della [[speranza]], incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo [[silenzio]] si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la [[Provvidenza]]: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la [[libertà]], tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo [[pericolo]] della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'[[umiltà]] si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato. ([[Gustaw Herling-Grudziński]]) *In due posti conoscerete il vero [[amicizia|amico]]: quando sarete a letto ammalati o quando sarete in prigione. ([[Proverbi cinesi|proverbio cinese]]) *In prigione nasce anche l'uomo, come ogni altro essere. Anima, corpo, pensiero, desiderio, comportamento: tutto in lui ha limiti, lui stesso è un tangibile limite, è tutto un definito, diverso, staccato dall'altro. Dalle finestre ingabbiate dei sensi egli guarda fuori di sé nell'esterna, estranea realtà che mai egli sarà. ([[Hans Urs von Balthasar]]) *– Io non voglio trascinarmi in questa vita. Ogni giorno che resto qui, vincono loro.<br/>– Ma non vincono anche se ti togli la vita?<br/>– No, mi vogliono viva così posso restare in prigione. Non ti rendi conto di quanto è assurdo? Ma se io non sono viva, allora non sono in prigione. È l'unico modo per avere un minimo di controllo sulla mia vita. (''[[Orange Is the New Black (terza stagione)|Orange Is the New Black]]'') *L'amicizie si fanno in prigione. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *L'intero sistema del [[lavoro]] forzato nella [[Russia]] sovietica – in tutti i suoi stadi: interrogatori, udienze, carcere preliminare, e infine il campo – è inteso principalmente non a punire il colpe­vole, ma piuttosto a sfruttarlo economicamente e trasformarlo psicologicamente. La tortura non viene usata negli interrogatori in base a un principio, ma come strumento ausiliario. Lo scopo reale di un'udienza non è di estorcere al prigioniero la firma a un'accusa fittizia, ma la disintegrazione completa della sua per­sonalità individuale. ([[Gustaw Herling-Grudziński]]) *La galera viene utilizzata come mezzo di pressione sui sospettati per estorcere confessioni. Le manette sono diventate un moderno strumento di tortura per acquisire prove che mancano e per costringere a parlare chi, per legge, avrebbe invece diritto a tacere. ([[Edoardo Mori]]) *La prigione è sovente un male irreparabile a motivo del suo rigore e del disonore che vi è attaccato.[[Daniel Jousse]] *La prigione è una fabbrica che trasforma gli uomini in animali. Le probabilità che uno esca peggiore di quando c'è entrato sono altissime. ([[Edward Bunker]]) *La prigione ha una funzione educativa, più ci si sta e meglio è! [...] Io ho la mia teoria: mi sono convinto che tutti dovrebbero andare in prigione. [...] Prigione obbligatoria come la scuola: fino a diciott'anni tutti dentro. Poi, secondo come si comportano, si lasciano uscire: dopo tre mesi, dopo un anno, dopo dieci anni, mai. Invece di fare i processi per mandar dentro la gente, si farebbero i processi per metterla fuori. (''[[Se io fossi onesto]]'') *La prigione non è così romantica come i [[Women in prison|film d'exploitation anni 70]] volevano far sembrare. (''[[Orange Is the New Black (settima stagione)|Orange Is the New Black]]'') *La questione non è se la prigione può aiutare, né se la sua condanna possa servire da deterrente per qualcun altro. Il punto fondamentale è quello di proteggere la società. ([[Edward Bunker]]) *Le carceri sono luoghi favorevoli alla lettura dei testi di [[filosofia]]. ([[Leo Valiani]]) *Le carceri italiane rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuta: noi crediamo di aver abolito la tortura, ma i nostri reclusori sono essi stessi un sistema di [[tortura]]; noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte dal codice penale comune, ma la pena di morte che ammanniscono, goccia a goccia, le nostre galere è meno pietosa di quella che era data per mano del carnefice. Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori. ([[Filippo Turati]]) *''Ma il cielo là in prigione non è cielo, è un qualche cosa che riveste | il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente''. ([[Francesco Guccini]]) *Mi sono accorto che, proprio al contrario di quanto avevo sempre pensato, in carcere si studia male, per tante ragioni, tecniche e psicologiche. ([[Antonio Gramsci]]) *Nel momento in cui ti mettono le manette la tua vita è sminuita. Dietro le sbarre sei un carcerato, e un carcerato, a meno che non abbia compiuto delitti atroci, è una persona che deve superare lo sconforto. Io in carcere ho trovato l’umanità nei miei compagni di cella, ho trovato la comprensione, ho trovato tutto. ([[Luigi Maria Burruano]]) *Nessuna prigione al mondo è ermetica, ognuna ha la sua [[chiave]]. Occorre solo trovarla. (''[[The Next Three Days]]'') *Noi che viviamo in questo carcere, nella cui vita non esistono fatti ma dolore, dobbiamo misurare il tempo con i palpiti della sofferenza, e il ricordo dei momenti amari. Non abbiamo altro a cui pensare. La [[sofferenza]] [...] è il nostro modo d'esistere, poiché è l'unico modo a nostra disposizione per diventare consapevoli della vita; il ricordo di quanto abbiamo sofferto nel passato ci è necessario come la garanzia, la testimonianza della nostra identità. ([[Oscar Wilde]]) *{{NDR|In prigione}} Non mi sentii imprigionato neppure per un momento, e i muri mi sembrarono un grande spreco di pietra e di malta. Mi sentivo come se io solo, fra tutti i miei concittadini, avessi pagato la mia tassa. ([[Henry David Thoreau]]) *Non va dimenticato mai che il carcere è un prodotto umano e come tale va sottoposto a un test di validità. E il criterio fondamentale è quello relativo alla quantità di bene e alla quantità di male che ne derivano. Ovvero: il carcere produce bene se risponde allo scopo per il quale è stato creato. Produce male se non raggiunge il fine al quale è destinato e se determina danni che superino i benefici ottenuti. ([[Luigi Manconi]]) *Ora la natura appende ad ogni albero fiorito il suo verde manto, e stende sull'erboso prato le sue lenzuola di bianche margherite; ora il Sole rallegra le cristalline correnti, e fa lieto l'azzurro dei cieli; ma nulla può rallegrare la povera creatura, che vive stretta in un carcere. ([[Robert Burns]]) *Per il [[Guerriglia|guerrigliero]] la prigionia è un approfondimento della sua esperienza e la sua lotta continua anche nella cella dove è detenuto. ([[Carlos Marighella]]) *Per me la prigione è un po come la casa in campagna, ci vado solo per riposarmi. (''[[Taxxi 4]]'') *Quando entrai per la prima volta in una prigione, ero studente in medicina. Lottavo contro il fascismo e fui incarcerato. Mi ricordo della situazione allucinante che mi trovai a vivere. Era l'ora in cui venivano portati fuori i buglioli dalle varie celle. Vi era un odore terribile, un odore di morte. Mi ricordo di aver avuto la sensazione di essere in una sala di anatomia dove si dissezionano i cadaveri. ([[Franco Basaglia]]) *''Qui non c'è più decoro, le carceri d'oro | ma chi l'ha mi viste, chissà? | Chiste so' fatiscienti, pe' chisto i fetienti | se tengono l'immunità''. ([[Fabrizio De André]]) *Se fossi un detenuto, vorrei un [[libro]] per volar via, oltre le mura del carcere. ([[Peppe Lanzetta]]) *Se son piene le carceri, son vuote le sepolture. ([[Luigi Lambruschini]]) *Siamo tutte e tutti corpi vivi ingabbiati. Ci siamo dibattuti e ci dibattiamo nella lingua locale che ci è toccata, nell’ambiente in cui siamo nati, nei confini e tradizioni nazionali, nelle reti imperiali, nel genere che ci è toccato in sorte e nell’educazione che ci è stata di conseguenza data. ([[Elena Ferrante]]) *– Siamo tutti in prigione in un modo o nell'altro<br/>– Sì, è chi se ne rende conto che soffre più degli altri. (''[[L'uomo venuto dal Kremlino]]'') *Sicuro? La sicurezza si poteva averla anche in galera. Tre metri quadrati tutti per voi senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza tassa di circolazione. Senza multe. Senza fermi per ogni guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti. ([[Charles Bukowski]]) *Sotto un governo che imprigiona chiunque ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è la prigione. ([[Henry David Thoreau]]) *Tu non 'o ssaje, ma sta 'nchiuso llà dinto è 'n'inferno. E doppo quanno tuorne â casa, vide ca la vita è juta annanze e nun te truove cchiù, pure câ famiglia toja te siente n'estraneo. E tutte chille ca vulive bene 'e vvide comm'a tante sconosciute. (''[[Gomorra - La serie (terza stagione)|Gomorra - La serie]]'') *Un carcere non è forse altro che un ospedale di anime dove sfortunatamente la maggior parte dei mali sono mortali? ([[Juliette Colbert]]) *''Visione di pietà, onta e afflizione, | orribile pensiero, un'anima in prigione.'' ([[Walt Whitman]]) ===[[Salvatore Cuffaro]]=== *Ho ancora il tanfo del carcere addosso. I primi due giorni mi sono fatto 14 docce. Niente. Il tanfo rimane. Ormai ce l'ho dentro. *Il carcere dovrebbe essere un luogo di rieducazione. Invece è un luogo di [[sofferenza]] e di [[morte]]. *Il carcere per me era quello che avevo visto nei film, con gli agenti che battono col manganello sulle sbarre... Avevo paura anche a fare la doccia pensando che avrei trovato quello pronto a sodomizzarmi... Invece, il carcere è una comunità nella quale ci sono tante brave persone sfortunate, un luogo dove finisce soprattutto gente distrutta dalla [[povertà]]. *Il carcere trasforma gli [[uomo|uomini]] in [[maiale|maiali]]. Per l'[[Unione Europea|Europa]] i maiali hanno diritto a sette metri quadrati per uno. Noi ne avevamo meno di cinque in quattro. ===''[[Dov'è la libertà...?]]''=== *In carcere, con rispetto parlando, stavo tra persone perbene. *In galera l'aria, quando riesce a passare, è ottima. *Perciò decisi di tornare in carcere: volevo tornare coi miei compagni di cella, con quei cari amici che credano ancora che fuori dal carcere c'è l'onestà, la bontà, la fedeltà delle donne. Fuori dal carcere io mi sentivo in prigione, e avevo bisogno di tanta libertà. ===[[Alexandre Dumas padre]], ''[[Vent'anni dopo]]''=== *Così morranno tutti quelli che dimenticano che un uomo in ceppi è sacro, che un re prigioniero è due volte rappresentante del Signore. *In carcere non ci sono sentimenti intermedi; uomini e cose, tutto vi è amico o nemico: si ama o si odia qualche volta con ragione, ma anche per istinto. *Non è esistere, il vivere in prigione! ===''[[Le ali della libertà]]''=== *Certe notti sono interminabili in prigione, quando sei solo nell'oscurità con i tuoi pensieri il tempo si allunga come una lama. *In prigione il tempo scorre lentamente e allora ti inventi qualcosa per passarlo: certa gente colleziona francobolli, altri fanno costruzioni con i fiammiferi. [...] In prigione un uomo deve fare di tutto per tenere la mente occupata. *Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. [...] È la tua vita che vogliono ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno. *Quelli {{NDR|del Senato}} conoscono solo tre modi di spendere i soldi dei contribuenti quando si tratta di prigioni: più mura, più celle, più guardie. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo. *Ho detto tante volte che l'odio è la cosa più importante da vincere in prigione, qui vi sono tante ragioni per esso, e la tua impotenza è il più potente catalizzatore di questo processo, perché se si dà all'odio la libertà, ti ucciderà e divorerà. *Quando sei in carcere, sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale. *Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali. *Una delle cose peggiori della detenzione è essere tagliati fuori da tutto: la vita va avanti a pieno regime, mentre tu sei bloccato tra quattro mura e non ricevi nemmeno le notizie in tempo reale. ===[[Jawaharlal Nehru]]=== *Coloro che hanno avuto il vantaggio dell'esperienza della prigione sanno almeno il valore della pazienza e se hanno tratto profitto dalla loro esperienza, hanno anche imparato il senso di adattamento, che è gran cosa. *In prigione, il presente quasi cessa di esistere, perché sensazioni ed emozioni dinamiche sono generalmente assenti. Soltanto il passato ed il futuro contano; alcuni si perdono nel passato, altri si immergono in un futuro indefinito. Fino ad un certo punto tutti si abbandonano alla rievocazione del passato, in quanto sembra l'unica cosa che possa venir esaminata senza molta difficoltà, ed in ogni modo è più facile lasciar vagare la mente senza alcuno scopo in sentieri conosciuti. *La prigione mi serve sempre come tonico e costituisce un cambiamento della piatta uniformità della vita normale. ==Voci correlate== {{div col}} *[[Alcatraz]] *[[Cella (prigione)|Cella]] *[[Ergastolo]] *[[Gabbia]] *[[Isolamento]] *[[Pena]] *[[Pena di morte]] *[[Sing Sing (prigione)|Sing Sing]] {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=prigione|preposizione=sulla|wikt}} [[Categoria:Carceri| ]] [[Categoria:Spazi]] b1h6kzyvapeuyn55la1kwx5m6cy1rjv Malvagità 0 21197 1351461 1351303 2024-11-12T03:54:07Z AssassinsCreed 17001 Annullata la modifica [[Special:Diff/1351303|1351303]] di [[Special:Contributions/~2024-9620|~2024-9620]] ([[User talk:~2024-9620|discussione]]) non pertinente 1351461 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sulla '''malvagità''' e sui '''malvagi'''. ==Citazioni== *''Ahi nome vano, [[Virtù]], | ludibrio de' malvagi!'' ([[Vincenzo Monti]]) *''Al giusto nuoce | chi al malvagio perdona.'' ([[Vincenzo Monti]]) *Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità. Ma se il malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei decreti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticata. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – dice il Signore Dio – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? (''[[Libro di Ezechiele]]'') *Alcuni, di fronte alla malvagità e alla cattiveria, si ritraggono non per viltà ma per ripugnanza a discutere con un insolente. ([[Marguerite Yourcenar]]) *Ben malvagio dev'essere l'uomo che non abbia una donna che lo pianga. ([[Arthur Conan Doyle]]) *C'è tanta gente malvagia al mondo, la scienza ha fatto passi da gigante, ma ciò che spinge l'uomo a fare del male rimane incomprensibile, forse perché la profondità della cattiveria per noi è insondabile. (''[[NCIS - Unità anticrimine (quarta stagione)|NCIS - Unità anticrimine]]'') *Chi è malvagio nel profondo del cuore, probabilmente la sa lunga. ([[Woody Allen]]) *Chi risparmia il malvagio offende il giusto. ([[Thomas Fuller]]) *È questa la vera malvagità, non sapere nemmeno che si è malvagi, no? ([[David Foster Wallace]]) *Ehi, Capitano... osserva e impara la differenza tra un malvagio e un idiota. Il malvagio ti danneggia solo se ci guadagna qualcosa. L'imbecille è un pericolo permanente. ([[Silvana De Mari]]) *Fra i malvagi è più facile accordarsi per la guerra che esser concordi in pace. ([[Publio Cornelio Tacito]]) *Fu quella sera che scoprii che quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o [[cattiveria|cattive]], sono semplicemente sole. E magari mancano un po' di buone maniere. (''[[Big Fish - Le storie di una vita incredibile]]'') *Il malvagio che si avvoltola tra colpe è destinato a perire. ([[Eschilo]]) *Il malvagio finisce sempre col trovarsi con un altro malvagio. ([[Tito Livio]]) *Incontrai il [[mondo]] e mi parve che tutto sommato non fosse più così malvagio. Forse le cose che mi avevano urtato, prima di lasciarlo, erano i miei difetti che proiettavo su di esso. ([[Thomas Merton]]) *L'animo del malvagio è impervio all'alfabeto di Dio. ([[Carlo Dossi]]) *L'idea di un Dio terribile, raffigurato come un despota, ha dovuto rendere inevitabilmente malvagi i suoi sudditi. La paura non crea che schiavi [...] che credono che tutto divenga lecito quando si tratta o di guadagnarsi la benevolenza del loro Signore, o di sottrarsi ai suoi temuti castighi. La nozione di un Dio-tiranno non può produrre che schiavi meschini, infelici, rissosi, intolleranti. ([[Paul Henri Thiry d'Holbach]]) *L'uomo è quasi sempre tanto malvagio quanto gli bisogna. Se si conduce dirittamente, si può giudicare che la malvagità non gli è necessaria. Ho visto persone di costumi dolcissimi, innocentissimi, commettere azioni delle più atroci, per fuggire qualche danno grave, non evitabile in altra guisa. ([[Giacomo Leopardi]]) *L'uomo malvagio, pertanto, non è mai sicuro quando abita con se stesso, poiché abita con un malvagio e nessuno potrà dargli più fastidio della sua stessa persona. ([[Guglielmo di Saint-Thierry]]) *L'uomo tema la donna, se odia: giacché in fondo all'anima l'uomo è solo malvagio, mentre la donna è cattiva. ([[Friedrich Nietzsche]]) *L'uomo ubriaco cammina in un modo che è impossibile da imitare, se si è sobri, e viceversa. Chi è malvagio ha un comportamento, per quanto sia furbo, riconoscibile all'occhio esperto. ([[I segreti di Twin Peaks (prima stagione)|''I segreti di Twin Peaks'', prima stagione]]) *La decisione del cristiano di trovare brutto e malvagio il mondo ha reso il mondo brutto e malvagio. ([[Friedrich Nietzsche]]) *La malvagità è un mito inventato dai buoni per sottrarsi alla curiosa attrazione esercitata dagli altri. ([[Oscar Wilde]]) *La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. ([[Carlos Ruiz Zafón]]) *La malvagità si nasconde nelle tenebre della notte: tenebre profonde che inghiottono la notte stessa. (''[[Claymore]]'') *La non-violenza nella mia concezione significa combattere contro la malvagità in modo più attivo e più reale che con la rappresaglia, la cui vera natura è di aumentare la malvagità. ([[Mahatma Gandhi]]) *La tua malvagità sta nel non poter essere malvagio. (''[[Intervista col vampiro (film)|Intervista col vampiro]]'') *Le persone malvagie fanno cose malvagie perché possono. (''[[Sherlock Holmes - Gioco di ombre]]'') *Nessuno lo sa meglio di me: se hai un cane con la rabbia, devi abbatterlo. Semplice. E Declun... era proprio un cane rabbioso. No. Non togliergli le sue responsabilità. Non trovargli delle scuse. Era malvagio. Forse. Ma se era così, il suo non era il male che conosciamo. Siamo abituati a vedere il male come qualcosa di deliberato. Pensiamo a un malvagio che riflette sui suoi diabolici piani... Ci pensa talmente tanto da rendersi conto che sono malvagi, Ci riflette... ma alla fine se ne infischia. Però il male non è questo. Vedi, il male non pensa, ma agisce. I malvagi non soppesano i pro e i contro, né trovano scuse per la loro coscienza... Fanno quello che vogliono. Agiscono d'istinto. Come quel cane rabbioso. (''[[Wolverine (fumetto)|Wolverine]]'') *No, è un'avversione generale, e gli uomini li odio tutti. Gli uni perché sono malvagi e vivono in modo malvagio, gli altri perché ai malvagi si mostrano compiacenti, invece di nutrire per loro quell'odio vigoroso che il vizio deve suscitare in un animo virtuoso. ([[Molière]]) *Non basta punire il malvagio togliendogli la libertà di fare il male. Bisogna insegnargli a fare il bene. ([[Juliette Colbert]]) *Non c'è malvagità nell'atomo: solo nelle anime degli uomini. ([[Adlai Ewing Stevenson I]]) *''Non sopporterò davanti ai miei occhi | azioni malvagie; | detesto chi fa il male, | non mi sarà vicino. | Lontano da me il cuore perverso, | il malvagio non lo voglio conoscere.'' ([[Davide]], ''[[Salmi]]'') *Però io temo, cittadini, che il difficile sia non già schivare la morte, ma assai più difficile sottrarsi alla malvagità, che corre più veloce della morte. ([[Platone]], attribuita a [[Socrate]]) *''Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore; | qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna.'' (''[[Siracide]]'') *Quando ti odi e pensi di essere malvagio, allora puoi solo odiare, puoi solo sfiorare il guscio dell'amore, un desiderio per qualcosa di buono, ma che è fondato solo sull'odio. ([[Terry Goodkind]]) *S'ingannano a ogni modo coloro i quali stimano essere nata primieramente l'infelicità umana dall'iniquità e dalle cose commesse contro agli Dei; ma per lo contrario non d'altronde ebbe principio la malvagità degli uomini che dalle loro calamità. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *Siamo animali, spregevoli, egoisti che vagano sperduti sulla terra e dato che abbiamo un cervello qualche volta possiamo aspirare a qualcosa al di sotto della pura malvagità! (''[[Dr. House - Medical Division (terza stagione)|Dr. House - Medical Division]]'') *Sono malvagi! Tutti quei piccoli scarafaggi là fuori! Batteri, ecco cosa sono! (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (terza stagione)|Ai confini della realtà]]'') *''Tutti sono malvagi. | Per avere l'illusione d'incarnare la giustizia | non vi è altra via che illudersi | che ci sia chi è più malvagio di noi.'' (''[[Bleach]]'') *Una cosa che Vimes aveva imparato da giovane guardia gli affiorò nel cervello. Se devi guardare lungo il fusto di una freccia dall'estremità sbagliata, se un uomo ti ha completamente alla sua mercé, allora l'unica cosa che puoi sperare è che quell'uomo sia malvagio. Un malvagio, infatti, adora il potere, il potere sulle altre persone e vuole vederti terrorizzato dalla paura. Vuole che tu sappia che stai per morire. Risulta quindi incline a parlare. A gongolare. Vuole vederti contorcere. Tende a prolungare il momento dell'uccisione come un altro uomo cercherebbe di prolungare la vita di un ottimo sigaro. <br />E così devi sperare che il tuo aguzzino sia un uomo malvagio. Un uomo buono ti ammazzerà senza dire una singola parola. ([[Terry Pratchett]]) ===[[Publilio Siro]]=== *È la paura, non la clemenza a frenare i malvagi. *Il castigo striscia lentamente verso il malvagio per distruggerlo. *Il malvagio ritarda il suo castigo, ma non gli sfugge. *La felicità del malvagio è sciagura per gli onesti. *La [[lingua]] maldicente è indizio di mente malvagia. *La malvagità stessa si attira le offese. *Un animo malvagio lo è ancor più nei suoi segreti pensieri! ===[[Fulton John Sheen]]=== *Gli uomini ritorneranno a Dio non già perché sono buoni, ma perché riconosceranno di essere malvagi. *La capacità di [[conversione]] è maggiore negli individui effettivamente malvagi che non in quanti siano soddisfatti e compiaciuti di sé. *Quanto più un uomo diventa malvagio tanto meno comprende la propria malvagità, così come un uomo la cui febbre salga fino al delirio comprende sempre meno la propria infermità. ==[[Proverbi italiani]]== *E più facile tirar fuori una [[lingua]] da un [[pietra|sasso]], che una buona parola da un malvagio. *I malvagi portano l'[[inferno]] nel cuore. *Il malvagio è un pessimo calcolatore. *La compagnia dei malvagi è scuola di perversità. *Non è malvagio eguale a quel che si compiace del far male. ([[proverbi toscani|toscano]]) *Non ha il malvagio punto o centro fisso, ma da un abisso passa ad altro abisso. *Quando vien la sera il malvagio si dispera. ==Voci correlate== *[[Bontà]] *[[Bontà e cattiveria]] *[[Cattiva azione]] *[[Cattiveria]] *[[Cazzimma]] *[[Crudeltà]] *[[Male]] *[[Malignità]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} [[Categoria:Etica]] rzjodapu3hkq4yf9wj9pwejwf8j04dc Sopportazione 0 23058 1351333 1211188 2024-11-11T15:28:53Z ~2024-9620 100276 Rochefoucauld. 1351333 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''sopportazione'''. *Bisogna pur sopportare qualche bruco se si vogliono conoscere le farfalle: sembra che siano così belle. Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle. ([[Antoine de Saint-Exupéry]]) *Ciò che d'altra parte rende gli uomini sociabili si è che essi sono incapaci di sopportare la solitudine e di sopportare sé stessi quando sono soli. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Cosa rarissima nella società, un uomo veramente sopportabile. ([[Giacomo Leopardi]]) *''Dio ti fa | e poi ti dà | la forza di sopportarti. | Bisogna vedere | se ti sopportano | gli altri.'' ([[Marcello Marchesi]]) *È a forza di sopportare che uno impara a ribellarsi. ([[John Steinbeck]]) *È necessario sopportare gli altri, ma in primo luogo è necessario sopportare se stessi e rassegnarsi ad essere imperfetti. ([[Francesco di Sales]]) *L'uomo fa molto più di ciò che può o deve sopportare. E così finisce col credere di poter sopportare qualunque cosa. E questo è il terribile. Che possa sopportare qualunque cosa, qualunque cosa. ([[William Faulkner]]) *L'uomo non sa quali calamità sono al di là della sua sopportazione sino a che non le sopporta. ([[Oliver Goldsmith]]) *Tutti abbiamo forza sufficiente per sopportare i mali altrui. ([[François de La Rochefoucauld]]) ==Voci correlate== *[[Pazienza]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Qualità sociali]] [[Categoria:Relazioni]] lko5xmxrvkpjfjew0nnhi6yt5ojwd6k Eneide 0 29689 1351458 1351263 2024-11-12T03:47:18Z AssassinsCreed 17001 minuzie 1351458 wikitext text/x-wiki [[File:Dosso Dossi 001.jpg|thumb|upright=2|''Enea e Acate sulla costa libica'' (D. Dossi)]] '''''Eneide''''', poema epico scritto da [[Publio Virgilio Marone]] tra il 29 a.C. e il 19 a.C. ==[[Incipit]]== ===Annibal Caro=== ''L'armi canto e 'l valor del grand'eroe<br>che pria da Troia, per destino, a i liti<br>d'Italia e di Lavinio errando venne;<br>e quanto errò, quanto sofferse, in quanti<br>e di terra e di mar perigli incorse,<br>come il traea l'isuperabil forza<br>del cielo, e di Giunon l'ira tenace;<br>e con che dura e sanguinosa guerra<br>fondò la sua cittade, e gli suoi dei<br> ripose in Lazio: onde cotanto crebbe<br> il nome de' Latini, il regno d'Alba,<br> e le mura e l'imperio alto di Roma.'' ===Giuseppe Albini=== <poem>L'armi e l'uom canto che dal suol di Troia primo in Italia profugo per fato alle lavinie prode venne, molto e per terre sbattuto e in mar da forza ei de' Celesti per la memore ira de la crudel Giunone, e molto ancora provato in guerra, fin ch'ebbe fondata la città e gli Dei posti nel Lazio, onde il Latino genere e gli Albani padri e le mura de l'eccelsa Roma.</poem> ===Rosa Calzecchi Onesti=== <poem>Armi canto e l’uomo che primo dai lidi di Troia venne in Italia fuggiasco per fato e alle spiagge lavinie, e molto in terra e sul mare fu preda di forze divine, per l’ira ostinata della crudele Giunone, molto sofferse anche in guerra, finch’ebbe fondato la sua città, portato nel Lazio i suoi dèi, donde il sangue Latino e i padri Albani e le mura dell’alta Roma. Musa, tu dimmi le cause, per quale offesa divina, per qual dolore la regina dei numi a soffrir tante pene, a incontrar tante angosce condannò l’uomo pio. Così grandi nell’animo dei celesti le ire?</poem> ===Mario Ramous=== <poem>Le armi canto e l'uomo che per primo dalla terra di Troia esule raggiunse l'Italia e i lidi di Lavinio, spinto dal fato e flagellato in terra e in mare dall'ostilità degli dei, dall'ira implacabile dell'atroce Giunone, e dopo aver sofferto a lungo in guerra, per poter fondare la sua città e introdurre nel Lazio i Penati, dando radici alla stirpe latina, ai padri albani e alle mura eccelse di Roma. Musa, dimmi tu le cause: per quali offese al suo onore, per quale mai rancore la regina degli dei costrinse un uomo così devoto a dibattersi in tante sventure, a subire tanti affanni? A tal punto giunge l'ira dei celesti?</poem> ===M. Scaffidi Abbate=== <poem>Canto le armi e l'uomo che per primo dalle terre di Troia raggiunse esule l'Italia per volere del fato e le sponde lavine, molto per forza di dèi travagliato in terra e in mare, e per la memore ira della crudele Giunone, e molto avendo sofferto in guerra, pur di fondare la città, e introdurre nel Lazio i Penati, di dove la stirpe latina, e i padri albani e le mura dell'alta Roma.</poem> ==Citazioni== === Libro I === [[File:Sir Nathaniel Dance-Holland - The Meeting of Dido and Aeneas - Google Art Project.jpg|thumb|upright=1.5|''L'incontro tra Didone ed Enea'' (N. Dance-Holland, 1766)]] *''Ma già {{NDR|[[Giunone]]}} contezza avea ch'era di [[Troia]] | per uscire una gente, onde vedrebbe | le sue torri superbe a terra sparse, | e de la sua ruina alzarsi in tanto, | tanto avanzar d'orgoglio e di potenza, | che ancor de l'universo imperio avrebbe: | tal de le Parche la volubil rota | girar saldo decreto. Ella, che tema | avea di ciò, non posto anco in oblio | come, a difesa de' suoi cari Argivi, | fosse a Troia acerbissima guerriera: | ripetendone i semi e le cagioni, | se ne sentia nel cor profondamente | or di [[Paride|Pari]] il giudicio or l'arroganza | d'[[Antigone (figlia di Edipo)|Antigone]], il concubito d'[[Elettra (figlia di Agamennone)|Elettra]], | lo scorno d'Ebe, alfin di Ganimede | e la rapina e i non dovuti onori.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 29-45) *''Di sì gravoso affar, di sì gran mole | fu, dar principio a la romana gente.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 53-54) *''Già per l'ondoso mar disperse e rare | le navi e i naviganti si vedevano;<ref>{{cfr}} ''[[w:Rari nantes in gurgite vasto|Rari nantes in gurgite vasto]]'' su Wikipedia.</ref> | già per tutto di Troia, a l'onde in preda, | arme, tavole, arnesi a nuoto andavano.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 191-5) *''Come adivien sovente in un gran popolo, | allor che per discordia si tumultua, | e 'mperversando va la plebe ignobile, | quando l'aste e le faci e i sassi volano | e l'impeto e 'l furor l'arme ministrano,<ref>{{cfr}} ''[[w:Furor arma ministrat|Furor arma ministrat]]'' su Wikipedia.</ref> | se grave personaggio e di gran merito | esce lor contro, rispettosi e timidi, | fatto silenzio, attentamente ascoltano, | ed al detto di lui tutti s'acquetano.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 242-250) *''Qui stanchi tutti e maceri, e del mare | ancor paurosi, i liti a pena attinsero, | ch'a a terra avidamente si gittarono. | [[Acate]] fece in pria selce e focil | scintillar foco, e dielli esca e fomento.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 278-282) *''Fermossi: e pronto a cotal uso avendo | l'arco e 'l turcasso (chè quest'armi appresso | gli portava mai sempre il fido Acate)<ref>{{cfr}} ''[[w:Fidus Achates|Fidus Achates]]'' su Wikipedia.</ref> | diè lor di piglio.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 297-301) *''E' verrà tempo | un dì, che tante e così rie venture, | non ch'altro, vi saran dolce ricordo.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Forsan et haec olim meminisse iuvabit|Forsan et haec olim meminisse iuvabit]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 324-6) *''Soffrite, mantenetevi, serbatevi | a questo, che dal ciel si serba a voi, | sì glorïoso e sì felice stato.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 332-4) *''Io sono Enea, quel pio che da' nemici | scampati ho meco i miei patrii Penati, | fino a le stelle omai noto per fama. | Italia vo cercando, che per patria | Giove m'assegna, autor del sangue mio. | Con diece e diece ben guarnite navi | uscii di Frigia, il mio destin seguendo | e lo splendor de la materna stella.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 603-610) *''Ciò detto, nel partir, la neve e l'oro, | e le rose del collo e de le chiome, | come l'aura movea, divina luce | e divino spirâr d'ambrosia odore: | e la veste, che dianzi era succinta, | con tanta maestà le si distese | infino a' piè, ch'a l'andar anco, e Dea | veracemente e [[Venere (divinità)|Venere]] mostrossi.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 644-651) *''Ecco Priamo, ecco Troia; e qui si pregia | ancor vertù; chè ferità non regna | là 've umana miseria si compiagne.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 742-4) {{NDR|ad Acate}} **''Guarda [[Priamo]]! Qui pure la gloria ha il suo premio, | e le pene hanno lagrime, toccan le cose degli uomini l'animo.'' (1989; 462) ::''En Priamus! Sunt hic etiam sua praemia laudi, | Sunt [[lacrimae rerum]] et menten mortalia tangunt''. *''Omai, signor, che pensi? | Tutto è sicuro, e tutti a salvamento | i nostri legni e i nostri amici avemo. | Sol un ne manca; e questo a noi davanti | il mar sorbissi. Ogni altra cosa al detto | di tua madre risponde.'' ([[Acate]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 945-950) *''Rimase in chiaro [[Enea]], tale ancor egli | di chiarezza e d'aspetto e di statura, | che come un Dio mostrossi: e ben a Dea | era figliuol, che di bellezza è madre. | Ei degli occhi spirava e de le chiome | quei chiari, lieti e giovenili onori | ch'ella stessa di lui madre gl'infuse.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 953-9) *''E me fortuna ancora, | a la vostra simile, ha similmente | per molti affanni a questi luoghi addotta, | sì che natura e sofferenza e pruova | de' miei stessi travagli ancor me fanno | pietosa e sovvenevole agli altrui.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Non ignara mali, miseris succurrere disco|Non ignara mali, miseris succurrere disco]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Didone]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro primo|I]], vv. 1012-8) === Libro II === [[File:J G Trautmann Das brennende Troja.jpg|thumb|upright=1.5|''Vista di Troia in fiamme'' (J. G. Trautmann)]] *''Dogliosa istoria | e d'amara e d'orribil rimembranza, | regina eccelsa, a raccontar m'inviti.<ref>{{cfr}} ''[[w:Infandum, regina, iubes renovare dolorem|Infandum, regina, iubes renovare dolorem]]'' su Wikipedia.</ref> | Come la già possente e glorïosa | mia patria, or di pietà degna e di pianto, | fosse per man de' Greci arsa e distrutta. | E qual ne vid'io far ruina e scempio: | ch'io stesso il vidi, ed io gran parte fui | del suo caso infelice.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Magna pars|Magna pars]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 4-12) *''Ma se tanto d'udire i nostri guai, | se brevemente di saver t'aggrada | l'ultimo eccidio, ond'ella arse e cadéo, | benché lutto e dolor mi rinovelle, | e sol de la memoria mi sgomente;<ref>{{cfr}} ''[[w:Animus meminisse horret|Animus meminisse horret]]'' su Wikipedia.</ref> | io lo pur conterò.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 17-22) *''Sbattuti e stanchi | di guerreggiar tant'anni e risospinti | ancor da' fati, i greci condottieri | a l'insidie si diero; e da Minerva | divinamente istrutti, un [[cavallo di Troia|gran cavallo]] | di ben contesti e ben confitti abeti | in sembianza d'un monte edificaro.<ref>{{cfr}} ''[[w:Instar montis equum|Instar montis equum]]'' su Wikipedia.</ref> | Poscia finto che ciò fosse per voto | del lor ritorno, di tornar sembiante | fecero tal, che se ne sparse il grido. | Dentro al suo cieco ventre e ne le grotte, | che molte erano e grandi in sì gran mole, | rinchiuser di nascosto arme e guerrieri | a ciò per sorte e per valore eletti.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 22-35) *''O ciechi, o folli, | o sfortunati! Agli nemici, a' Greci | date credenza? A lor credete voi | che sian partiti? E sarà mai che doni | siano i lor doni, e non più tosto inganni? | Così v'è noto [[Ulisse]]? O in questo legno | sono i Greci rinchiusi, o questa è macchina | contra alle nostre mura, o spia per entro | ai nostri alberghi, o scala o torre o ponte | per di sopra assalirne. E che che sia, | certo o vi cova o vi si ordisce inganno, | chè de' Pelasgi e de' nemici è 'l dono.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Timeo Danaos et dona ferentes|Timeo Danaos et dona ferentes]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Laocoonte]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 75-86) *''Or ascoltate | le malizie de' Greci: e da quest'uno | conosceteli tutti.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Ab uno disces omnis|Ab uno disces omnis]]'' su Wikipedia.</ref> (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 113-5) *''Ché allor che questo dono a Palla offerto | per vostra man sia vïolato e guasto, | ruina estrema (la qual sopra lui | caggia più tosto)<ref>''{{cfr}} [[w:Quod di prius omen in ipsum convertant|Quod di prius omen in ipsum convertant]]'' su Wikipedia.</ref> a voi vuol che ne venga, | ed al gran vostro impero; ed, a rincontro, | quando da voi sia dentro al vostro cerchio | condotto e custodito; allor, che l'Asia | congiurerà con le sue forze tutte | a l'esterminio d'Argo; e che tal fato | sopra a' nostri nepoti in cielo è fisso.'' ([[Sinone]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 320-9) *[...] ''m'agghiado | a raccontarlo'' [...].<ref>{{cfr}} ''[[w:Horresco referens|Horresco referens]]'' su Wikipedia.</ref> (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 343-344) *''A ciò seguire immantinente accinti, | ruiniamo la porta, apriam le mura, | adattiamo al [[cavallo di Troia|cavallo]] ordigni e travi, | e ruote e carri a' piedi, e funi al collo. | Così mossa e tirata agevolmente | la machina fatale il muro ascende, | d'armi pregna e d'armati, a cui d'intorno | di verginelle e di fanciulli un coro, | sacre lodi cantando, con dilétto | porgean mano a la fune. Ella per mezzo | tratta de la città, mentre si scuote, | mentre che ne l'andar cigola e freme, | sembra che la minacci.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 392-404) *''Allor [[Sinone]], | che per nostra ruina era da noi | e dal fato maligno a ciò serbato, | accostossi al cavallo, e 'l chiuso ventre | chetamente gli aperse, e fuor ne trasse | l'occulto agguato. Usciro a l'aura in prima | i primi capi baldanzosi e lieti, | tutti per una fune a terra scesi: | e fur Tisandro e Stènelo ed Ulisse, | Atamante e Toante e Macaone | e Pirro e Menelao con lo scaltrito | fabricator di questo inganno, Epeo. | Assalîr la città, che già ne l'ozio | e nel sonno e nel vino era sepolta; | ancisero le guardie; aprîr le porte; | miser le schiere congiurate insieme: | e dier forma a l'assalto.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 430-446) *''Quand'ecco in sogno (quasi avanti gli occhi | mi fosse veramente) [[Ettore (mitologia)|Ettor]] m'apparve | dolente, lagrimoso, e quale il vidi | già strascinato, sanguinoso e lordo | il corpo tutto, e i piè forato e gonfio. | Lasso me! quale e quanto era mutato<ref>{{cfr}} ''[[w:Quantum mutatus ab illo!|Quantum mutatus ab illo!]]'' su Wikipedia.</ref> | da quell'Ettòr che ritornò vestito | de le spoglie d'Achille, e rilucente | del foco ond'arse il gran navile argolico! | Squallida avea la barba, orrido il crine | e rappreso di sangue; il petto lacero | di quante unqua ferite al patrio muro | ebbe d'intorno.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 450-462) *''E già 'l palagio | era di Deifóbo arso e distrutto; | già 'l suo vicino Ucalegon ardea,<ref>{{cfr}} ''[[w:Iam proximus ardet Ucalegon|Iam proximus ardet Ucalegon]]'' su Wikipedia.</ref> | e l'incendio di Troia in ogni lato | rilucea di Sigeo ne la marina; | e s'udian gridar genti e sonar tube.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 511-6) *''[...] ove t'avventi | misero? Tal soccorso a tal difesa | non è d'uopo a tal tempo [...]'' (Ecuba: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 521-522) *''Il gran cavallo, | ch'era a Palla devoto, altero in mezzo | stassi de la cittade, e d'ogni lato | arme versa ed armati. Il buon Sinone | gode de la sua frode, e d'ogn'intorno | scorrendo si rimescola, e s'aggira | gran maestro d'incendi e di ruine.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 541-547) *''Un sol rimedio | a chi speme non have è disperarsi.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Una salus victis, nullam sperare salutem|Una salus victis, nullam sperare salutem]]'' su Wikipedia.</ref> (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 584-585) **La sola [[speranza]] per i [[sconfitta|vinti]] è non sperare in alcuna salvezza. (354) *''Compagni, disse, poi che la fortuna, | con questo sì felice, agli altri incontri | ne porge aita, a nostro scampo usianla. | Mutiam gli scudi, accomodianci gli elmi | e l'insegne de' Greci. O biasmo o lode | che ciò ne sia, chi co' nemici il cerca?<ref>{{cfr}} ''[[w:Dolus an virtus quis in hoste requirat?|Dolus an virtus quis in hoste requirat?]]'' su Wikipedia.</ref> | L'arme ne daranno essi.'' (Corebo: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 636-642) *''Eterno, onnipotente | Signor, s'umana prece unqua ti mosse, | vèr noi rimira, e ne fia questo assai. | Ma se di merto alcuno in tuo cospetto | è la nostra pietà, padre benigno, | danne anco aita; e con felice segno | questo annunzio ratifica e conferma.'' ([[Anchise]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro secondo|II]], vv. 1121-8) === Libro III === [[File:Claude Lorrain 002.jpg|thumb|upright=1.5|''Enea a Delo'' (C. Lorrain, 1671-2)]] *''Era de l'anno | la stagion prima, e i primi giorni a pena, | quando, sciolte le sarte e date a' venti | le vele, come volle il padre Anchise, | piangendo abbandonai le rive e i porti | e i campi ove fu Troia,<ref>{{cfr}} ''[[w:Et campos ubi Troia fuit|Et campos ubi Troia fuit]]'' su Wikipedia.</ref> i miei compagni | meco traendo e 'l mio figlio e i miei numi | a l'onde in preda, e de la patria in bando.'' ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 14-21) *''Ahi! perché sì mi laceri e mi scempi? | Perché, di così pio, così spietato, | Enea, vèr me ti mostri? A che molesti | un ch'è morto e sepolto?<ref>{{cfr}} ''[[w:Parce sepulto|Parce sepulto]]'' su Wikipedia.</ref> A che contamini | col sangue mio le consanguinee mani? | Chè nè di patria nè di gente esterno | son io da te, né questo atro liquore | esce da sterpi, ma da membra umane. | Ah! fuggi, Enea, da questo empio paese, | fuggi da questo abbominevol lito: | chè Polidoro io sono, e qui confitto | m'ha nembo micidiale e ria semenza | di ferri e d'aste che dal corpo mio | umor preso e radici, han fatto selva.'' ([[Polidoro (figlio di Ecuba)|Polidoro]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 66-79) *''Un de' figliuoli | era questi del re, ch'al tracio rege | fu con molto tesoro occultamente | accomandato allor che da' Troiani | incominciossi a diffidar de l'armi, | e temer de l'assedio. Il rio tiranno, | tosto che a Troia la fortuna vide | volger le spalle, anch'ei si volse, e l'armi | e la sorte seguì de' vincitori; | sì che, de l'amicizia e de l'ospizio | e de l'umanità rotta ogni legge, | tolse al regio fanciul la vita e l'oro.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 82-93) {{NDR|su Polidoro}} *''Ahi de l'[[oro]] empia ed essecrabil fame! | E che per te non osa, e che non tenta | quest'umana ingordigia?''<ref>{{cfr}} ''[[w:Quid non mortalia pectora coges, auri sacra fames|Quid non mortalia pectora coges, auri sacra fames]]'' su Wikipedia.</ref> (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 94-6) *''Alto ricetto | tu dunque, e degno de l'altezza loro, | prepara intanto; e i rischi e le fatiche | non rifiutar di più lontano essiglio.'' (Penati: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 279-282) *''Oh! sei tu vero, o pur mi sembri Enea? | Sei corpo od ombra? Se da' morti udito | è il mio richiamo, [[Ettore (mitologia)|Ettòr]] perchè te manda? | Perch'ei teco non viene? E sei tu certo | nunzio di lui?'' ([[Andromaca]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 512-7) *''O fortunata lei | sovr'ogni donna, che regina e vergine, | ne la sua patria a sacrificio offerta, | del nimico fu vittima e non preda, | né del suo vincitor serva né donna! | Io dopo Troia incensa, e dopo tanti | e tanti arati mari, a servir nata, | de la stirpe d'Achille il giogo e 'l fasto, | e 'l superbo suo figlio a soffrir ebbi.'' (Andromaca: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 529-537) *''Ma te quai venti, o qual nostra ventura | ha qui condotto, fuor d'ogni pensiero | di noi certo, e tuo forse? [[Ascanio]] nostro | vive? cresce? che fa? come ha sentito | la morte di Creusa? E qual presagio | ne dà, ch'Enea suo padre, Ettor suo zio | si rinovino in lui?'' (Andromaca: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 555-561) *[...] ''i fati a ciò daranno | oportuno compenso.'' ([[Eleno]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 638-9) *''Quinci partito allor che da vicino | scorgerai la Sicilia, e di Peloro | ti si discovrerà l'angusta foce, | tienti a sinistra, e del sinistro mare | solca pur via quanto a di lungo intorno | gira l'isola tutta, e da la destra | fuggi la terra e l'onde. È fama antica | che di questi or due disgiunti lochi | erano in prima uno solo, che per forza | di tempo di tempeste e di ruine | (tanto a cangiar queste terrene cose | può de' secoli il corso), un dismembrato | fu poi da l'altro. Il mar fra mezzo entrando | tanto urtò, tanto ròse, che l'esperio | dal sicolo terreno alfin divise: | e i campi e le città, che in su le rive | restaro, angusto freto or bagna e sparte. | Nel destro lato è Scilla; nel sinistro | è l'ingorda Cariddi.'' (Eleno: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 658-675) *''Nel destro lato è [[Scilla]]; nel sinistro | è l'ingorda [[Cariddi]]. Una vorago | d'un gran baratro è questa, che tre volte | i vasti flutti rigirando assorbe, | e tre volte a vicenda li ributta | con immenso bollor fino a le stelle. | Scilla dentro a le sue buie caverne | stassene insidïando; e con le bocche | de' suoi mostri voraci, che distese | tien mai sempre ed aperte, i naviganti | entro al suo speco a sè tragge e trangugia. | Dal mezzo in su la faccia, il collo e 'l petto | ha di donna e di vergine; il restante, | d'una pistrice immane, che simíli | a' delfini ha le code, ai lupi il ventre. | Meglio è con lungo indugio e lunga volta | girar Pachino e la Trinacria tutta, | che, non ch'altro, veder quell'antro orrendo, | sentir quegli urli spaventosi e fieri | di quei cerulei suoi rabbiosi cani.'' (Eleno: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 675-694) *''Ma sì d'[[Etna]] vicino, che i suoi tuoni | e le sue spaventevoli ruine | lo tempestano ognora. Esce talvolta | da questo monte a l'aura un'atra nube | mista di nero fumo e di roventi | faville, che di cenere e di pece | fan turbi e groppi, ed ondeggiando a scosse | vibrano ad ora ad or lucide fiamme | che van lambendo a scolorir le stelle; | e talvolta, le sue viscere stesse | da sé divelte, immani sassi e scogli | liquefatti e combusti al ciel vomendo | in fin dal fondo romoreggia e bolle.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 897-909) *''Già del giorno seguente era il mattino, | e chiaro albore avea l'umido velo | tolto dal mondo; quando ecco dal bosco | ne si fa 'ncontro un non mai visto altrove {{NDR|[[Achemenide (Eneide)|Achemenide]]}} | di strana e miserabile sembianza, | scarno, smunto e distrutto: una figura | più di mummia che d'uomo. Avea la barba | lunga, le chiome incolte, indosso un manto | ricucito di spini: orrido tutto, | e squallido e difforme, con le mani | verso il lito distese, a lento passo | venía mercè chiedendo.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 926-937) *''Oh! se le stelle, | se gli Dei, se quest'aura onde spiriamo, | generosi e magnanimi Troiani, | serbin la vita a voi, quinci mi tolga | la pietà vostra, e vosco m'adducete, | ove che sia; chè mi fia questo assai; | poich'io son greco, e di quei Greci ancora | che venner (lo confesso) a i danni vostri. | Se 'l fallo è tale, e se 'l vostro odio è tanto | ch'io ne deggia morir, morte mi date, | e se così v'aggrada, a brano a brano | mi lanïate, e ne fate esca a' pesci; | ché se per man d'umana gente io pèro, | perir mi giova.'' ([[Achemenide (Eneide)|Achemenide]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 944-957) *''Itaca è patria mia, | Achemenide il nome. Io fui compagno | de l'infelice [[Ulisse]], e venni a Troia, | la povertà del mio padre Adamasto | fuggendo (così povero mai sempre | foss'io stato con lui!): qui capitai | con esso Ulisse; e qui, mentr'ei fuggia | con gli altri suoi questo crudele ospizio, | per téma abbandonommi e per oblio | ne l'antro del ciclopo. È questo un antro | opaco, immenso, che macello è sempre | d'umana carne, onde ancor sempre intriso | è di sanie e di sangue, ed è 'l ciclopo | un mostro spaventoso, un che col capo | tocca le stelle (o Dio, leva di terra | una tal peste), ch'a mirarlo solo, | solo a parlarne orror sento ed angoscia. | Pascesi de le viscere e del sangue | de la misera gente; ed io l'ho visto | con gli occhi miei nel suo speco rovescio | stender le branche, e due presi de' nostri, | rotargli a cerco, e sbattergli, e schizzarne | infra quei tufi le midolle e gli ossi.'' (Achemenide: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 963-985) *''Mostro orrendo, difforme e smisurato, {{NDR|[[Polifemo]]}} | che avea come una grotta oscura in fronte | in vece d'occhio, e per bastone un pino, | onde i passi fermava.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 1039-1042) *''Giace de la Sicania al golfo avanti | un'isoletta che a Plemmirio ondoso | è posta incontro, e dagli antichi è detta | per nome [[Isola di Ortigia|Ortigia]]. A quest'isola è fama | che per vie sotto al mare il greco Alfeo | vien da Dòride intatto, infin d'Arcadia | per bocca d'Aretusa a mescolarsi | con l'onde di [[Sicilia]].'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 1093-1100) *[...] ''e 'n su la punta | giunti di Lilibeo, tosto girammo | le sue cieche seccagne, e 'l porto alfine | del mal veduto [[Trapani|Drepano]] afferrammo. | Qui, lasso me! da tanti affanni oppresso, | a tanti esposto, il mio diletto padre {{NDR|[[Anchise]]}}, | il mio padre perdei. Qui stanco e mesto, | padre, m'abbandonasti: e pur tu solo | m'eri in tante gravose mie fortune | quanto avea di conforto e di sostegno. | Oimè! che indarno da sì gran perigli | salvo ne ti rendesti.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro terzo|III]], vv. 1111-1122) === Libro IV === [[File:Giambattista Tiepolo - Death of Dido - Google Art Project.jpg|thumb|upright=1.5|''Morte di Didone'' (G. Tiepolo)]] *''Ch'a dirti 'l vero, | Anna mia, da che morte e l'empio frate | mi privâr di Sichèo, sol questi {{NDR|[[Enea]]}} ha mosso | i miei sensi e 'l mio core, e solo in lui | conosco i segni de l'antica fiamma.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Agnosco veteris vestigia flammae|Agnosco veteris vestigia flammae]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Didone]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 27-31) *''Nel cor, ne le midolle e ne le vene | è la piaga e la fiamma, ond'arde e père.<ref>{{cfr}} ''[[w:Vivit sub pectore vulnus|Vivit sub pectore vulnus]]'' su Wikipedia.</ref> | Arde Dido infelice, e furïosa | per tutta la città s'aggira e smania: | qual ne' boschi di Creta incauta cerva | d'insidïoso arcier fugge lo strale | che l'ha già colta; e seco, ovunque vada, | lo porta al fianco infisso.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Haeret lateri lethalis arundo|Haeret lateri lethalis arundo]]'' su Wikipedia.</ref> ([[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 95-102) *''È questa [[fama]] un mal, di cui null'altro | è più veloce; e com' più va, più cresce, | e maggior forza acquista.<ref>{{cfr}} ''[[w:Fama crescit eundo|Fama crescit eundo]]'' su wikipedia.</ref><ref>{{cfr}} ''[[w:Vires acquirit eundo|Vires acquirit eundo]]'' su Wikipedia.</ref> È da principio | picciola e debbil cosa, e non s'arrischia | di palesarsi; poi di mano in mano | si discuopre e s'avanza, e sopra terra | sèn va movendo e sormontando a l'aura, | tanto che 'l capo infra le nubi asconde.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 265-273) *''Era d'Ammone, | e de la Garamantide Napea, | già rapita da lui, questo re nato, | onde a Giove suo padre entro a' suoi regni | cento gran tempii e cento pingui altari | avea sacrati, e di continui fochi | mantenendo agli Dei vigilie eterne, | di vittime, di fiori e di ghirlande | gli tenea sempre riveriti e cólti.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 306-314) {{NDR|su [[Iarba]]}} *''Onnipotente | Padre, a cui tanti opimi e sontuosi | conviti, e di Lenèo sì larghi onori | offrisce oggi de' Mauri il gran paese, | vedi tu queste cose? o pure invano | tonando e folgorando ci spaventi? | Una femina errante, una che dianzi | ebbe a prezzo da me nel mio paese, | per fondar la sua terra, un picciol sito; | una ch'arena ha per arare, ha vitto, | loco e leggi da me, me per marito | rifiuta; e di sé donno e del suo regno | ha fatto Enea. Questo or novello Pari | con quei suoi delicati e molli eunuchi, | mitrato il mento e profumato il crine, | va del mio scorno e del suo furto altero: | ed io qui me ne sto vittime e doni | a te porgendo, e sòn tuo figlio indarno.'' (Iarba: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 319-335) *''Va', figliuolo,'' [...] ''chiama i venti, e ratto scendi | là 've sì neghittoso il troian duce | bada in Cartago, e 'l destinato impero | non gradisce e non cura; e ciò gli annunzia | da parte mia, che Venere sua madre | non per tal lo mi diede, e ch'a tal fine | non è stato da lei da l'armi greche | già due volte scampato.'' ([[Giove (divinità)|Giove]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 341-350) {{NDR|a Mercurio}} *''Udito ch'ebbe | [[Mercurio (divinità)|Mercurio]], ad esseguir tosto s'accinse | i precetti del padre; e prima a' piedi | i talari adattossi. Ali son queste | con penne d'oro, ond'ei l'aria trattando, | sostenuto da' venti, ovunque il corso | volga, o sopra la terra, o sopra al mare, | va per lo ciel rapidamente a volo.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 362-9) *''Almeno avanti | la tua partita avess'io fatto acquisto | d'un pargoletto Enea, che per le sale | mi scherzasse d'intorno, e solo il volto, | e non altro, di te sembianza avesse; | ch'esser non mi parrebbe abbandonata, | né delusa del tutto.'' (Didone: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 493-9) *''Ma ne l'[[Italia]] il mio fato mi chiama. | Italia Apollo in Delo, in Licia, ovunque | vado, o mando a spïarne, mi promette. | Quest'è l'amor, quest'è la patria mia. | Se tu, che di Fenicia sei venuta, | siedi in [[Cartagine|Cartago]], e ti diletti e godi | del tuo libico regno, qual divieto, | qual invidia è la tua, ch'i miei Troiani | prendano Ausonia?'' ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 521-9) {{NDR|a Didone}} *''Iniquo [[amore]], | che non puoi tu ne' petti de' mortali?'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 629-630) *''Così da preci, e da querele assidue | battuto duolsi il gran Troiano ed angesi, | e con la mente in sè raccolta e rigida,<ref>{{cfr}} ''[[w:Immota manet|Immota manet]]'' su Wikipedia.</ref> | gitta indarno per lei sospiri e lagrime.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 690-3) *''[[Donna|Femina]] è cosa mobil per natura, | e per disdegno impetuosa e fera.'' ([[Mercurio (divinità)|Mercurio]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 878-9) {{NDR|a Enea}} *''Se forza, se destino, se decreto | è di Giove e del cielo, e fisso e saldo | è pur che questo iniquo in porto arrivi | e terra acquisti; almen da fiera gente | sia combattuto, e, de' suoi fini in bando, | da suo figlio divelto implori aiuto, | e perir veggia i suoi di morte indegna. | Né leggi che riceva, o pace iniqua | che accetti, anco gli giovi; né del regno, | né de la vita lungamente goda: | ma caggia anzi al suo giorno, e ne l'arena | giaccia insepolto. Questi prieghi estremi | col mio sangue consacro. E voi, miei Tirii, | Coi discesi da voi tenete seco | E co' posteri suoi guerra mai sempre. | Questi doni al mio cenere mandate, | morta ch'io sia. Né mai tra queste genti | amor nasca, né pace; anzi alcun sorga | de l'ossa mie, che di mia morte prenda | alta vendetta,<ref>{{cfr}} ''[[w:Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor|Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor]]'' su Wikipedia.</ref> e la dardania gente | con le fiamme e col ferro assalga e spenga | ora, in futuro e sempre; e sian le forze | a quest'animo eguali: i liti ai liti | contrari eternamente, l'onde a l'onde, | e l'armi incontro a l'armi, e i nostri ai loro | in ogni tempo. E ciò detto, imprecando, | schiva di più veder l'eterea luce, | affrettò di morire.'' (Didone: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 941-968) {{NDR|maledizione}} *{{NDR|[[Ultime parole dai libri|Ultime parole]]}} ''Adunque | morrò senza vendetta? Eh, che si muoia, | comunque sia. Così, così mi giova | girne tra l'ombre inferne: e poi ch'il crudo, | mentre meco era, il mio foco non vide, | veggalo di lontano; e 'l tristo augurio | de la mia morte almen seco ne porte''. (Didone: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 1012-1018) **Morrò invendicata! Ebbene, si muoia, disse. Così, cosi devo scendere fra le ombre.<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921.</ref> *''E per questo, dicea, suora, son io | da te così tradita? Io t'ho per questo | la pira e l'are e 'l foco apparecchiato? | Deserta me! Di che dorrommi in prima? | Perché, morir dovendo, una tua suora | per compagna rifiuti? E perché teco, | lassa! non m'invitasti? Ch'un dolore, | un ferro, un'ora stessa ambe n'avrebbe | tolte d'affanno. Oimè! con le mie mani | t'ho posto il rogo. Oimè! con la mia voce | ho gli Dei de la patria a ciò chiamati. | Tutto, folle! ho fatt'io, perchè tu muoia, | perch'io nel tuo morir teco non sia.'' (Anna: [[s:Eneide (Caro)/Libro quarto|IV]], vv. 1032-1045) {{NDR|alla sorella Didone moribonda}} === Libro V === [[File:The Trojan Women Setting Fire to Their Fleet c1643 Claude Lorrain.jpg|thumb|upright=1.5|''Le donne troiane appiccano il fuoco alla flotta'' (C. Lorrain, 1643)]] *''Con questo cielo, | signor, diss'egli, omai più non m'affido | prender Italia, ancor che Giove stesso | nèl promettesse, ed ei nocchier ne fosse. | Vedi il vento mutato, vedi il mare | di vèr ponente, che s'annera e gonfia: | vedi nel ciel qual ne s'accampa stuolo | di folte nubi. Traversia di certo | n'assalirà, sì che né girle incontro | né durar la potremo.'' ([[Palinuro (Eneide)|Palinuro]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 25-34) {{NDR|a Enea}} *''Ben conosch'io che duro | è 'l contrasto de' venti; e 'l nostro è vano. | Volgi le vele. E qual più grata altrove, | o più commoda riva, o più sicura | aver mai ponno le mie stanche navi, | di quella che ne serba il caro Aceste, | e l'ossa accoglie del buon padre mio?'' ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 40-46) {{NDR|a Palinuro}} *''Avea di cima | visto d'un monte il cacciatore [[Aceste]] | venir la frigia armata: onde in un tempo | fu con essi a la riva; e rincontrolli | allegramente, sì com'era incólto, | di dardi armato e d'irta pelle cinto | di libic'orso, umano insieme e rozzo, | de la troiana Egesta e di Criniso | fiume onorato figlio. Ei degli antichi | suoi parenti membrando, con gioioso | volto, se ben con rustico apparecchio, | gl'invita, gli riceve e gli consola.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 50-61) *''A voi sant'ossa, a voi ceneri amate | e famose e felici, anima ed ombra | del padre mio, torno di nuovo indarno | per onorarvi; poi che Italia e 'l Tebro | (se pur Tebro è per noi) ne si contende. | Or, quel ch'io posso con devoto affetto | v'adoro e 'nchino come cosa santa.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 114-120) *''Attienti al lito e radi il sasso: | vadano gli altri in alto.'' (Gia: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 232-3) {{NDR|a Menete}} *''Appresentossi in prima | [[Eurialo e Niso|Eurïalo con Niso]]. Un giovinetto | di singolar bellezza Eurïalo era; | e Niso un di lui fido e casto amante.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 426-9) *''Il primo avanti | si tragge Niso, e di gran lunga avanti; | ché va di vento e di saetta in guisa. | Prossimo a lui, ma prossimo d'un tratto | molto lontano, è Salio.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Longo sed proximus intervallo|Longo sed proximus intervallo]]'' su Wikipedia.</ref> ([[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 459-463) *''Ah!'' [...] ''Entello, | tu sei pur fra gli eroi de' nostri tempi | il più noto e 'l più forte; e come soffri | ch'un sì gradito pregio or ti si tolga | senza contesa? Adunque è stato invano | fin qui da noi rammemorato e cólto | Èrice, in ciò nostro maestro e dio? | Ov'è la fama tua che ancor si spande | per la Trinacria tutta? Ove son tante | appese a i palchi tue famose spoglie?'' ([[Aceste]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 555-564) *''Né disio d'onore, | né vaghezza di gloria unqua, signore, | mi lasciâr mai nè mai viltà mi prese: | ma l'incarco degli anni, il freddo sangue, | e la scemata mia destrezza e forza | mi ritraggono a dietro. Io quando avessi | o men quei giorni, o non men quel vigore, | onde costui di sé tanto presume, | già per diletto mio seco alle mani | sarei venuto, e non dal premio indotto, | ché premio non ne chero. E pur qui sono.'' ([[Entello]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 565-575) *''Or che diria costui | se visto avesse i cesti e l'armi stesse | d'Ercole invitto, e l'infelice pugna, | onde in su questo lito Èrice cadde? | D'Èrice tuo fratello eran quest'armi: | vedi che son ancor di sangue infette | e d'umane cervella. Il grande Alcide | con queste Èrice assalse: e con quest'io | m'essercitai, mentre le forze e gli anni | eran più verdi e non canuti i crini.'' (Entello: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 586-595) {{NDR|a Enea}} *''Onnipotente Giove, se de' Teucri | ancor non t'è, senza riservo, in ira | la gente tutta, e se, qual sei, pietoso | miri agli umani affanni, a tanto incendio | ritogli, padre, i male addotti legni; | ritogli a morte queste poche afflitte | reliquie de' Troiani, o quel che resta | tu col tuo proprio telo, e di tua mano | (se tale è il merto mio) folgora e spegni.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 974-982) *''Aceste è qui, ch'è del dardanio seme | e di stirpe celeste un ramo anch'egli.'' (Naute: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 1008-9) *''Sol un convien che pèra | per condur gli altri suoi lieti e sicuri.'' (Nettuno: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 1158-9) {{NDR|riferito a Palinuro}} *''Ah! tu non credi adunque | ch'io conosca del mar le perfid'onde, | e 'l falso aspetto? A tale infido mostro | ch'io fidi il mio signore e i legni suoi? | Ch'al fallace sereno, ai venti instabili | presti fede io, che son da lor deluso | già tante volte? E ciò dicendo, avea | le man ferme al timon, gli occhi a le stelle.'' (Palinuro: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 1206-1213) {{NDR|al Dio Sonno}} *''Troppo al sereno, e troppo a la bonaccia | credesti, Palinuro. Or ne l'arena | dal mar gittato in qualche strano lito | ignudo e sconosciuto giacerai, | né chi t'onori avrai né chi ti copra.'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro quinto|V]], vv. 1243-7) === Libro VI === [[File:Perrier Aeneas and the Cumaean Sibyl.jpg|thumb|upright=1.5|''Enea e la Sibilla Cumana'' (F. Perrier 1646 ca.)]] *''Ecco lo dio ch'è già comparso e spira.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Deus, ecce deus|Deus, ecce deus]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Sibilla Cumana]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], v. 68) *[...] ''maggior il tuono | fu che d'umana voce.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Nec mortale sonans|Nec mortale sonans]]'' su Wikipedia.</ref> ([[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 73-4) {{NDR|in riferimento alla [[Sibilla Cumana]]}} *''Guerre, guerre orribili | sorger ne veggio, e pien di sangue il Tevere.'' ([[Sibilla Cumana]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 131-2) *''Ma 'l tuo cor non paventi, anzi con l'animo, | supera le fatiche e gl'infortunii;<ref>{{cfr}} ''[[w:Tu ne cede malis sed contra audentior ito|Tu ne cede malis sed contra audentior ito]]'' su Wikipedia.</ref> | ché tua salute ancor da terra argolica | (quel che men credi) avrà lume e principio.'' ([[Sibilla Cumana]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 141-2) *''Enea, germe del cielo, | lo scender ne l'Averno è cosa agevole,<ref>{{cfr}} ''[[w:Facilis descensus Averno|Facilis descensus Averno]]'' su Wikipedia.</ref> | ché notte e dì ne sta l'entrata aperta; | ma tornar poscia e riveder le stelle, | qui la fatica e qui l'opra consiste.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Hoc opus, hic labor|Hoc opus, hic labor]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Sibilla Cumana]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 190-4) *''È ne la selva opaca, | tra valli oscure e dense ombre riposto | e ne l'arbore stesso, un lento ramo | con foglie d'oro, il cui tronco è sacrato | a Giuno inferna: e chi seco divelto | questo non porta, ne' secreti regni | penetrar di Plutone unqua non pote. | Ciò la bella [[Proserpina]] comanda, | che per suo dono il chiede; e svelto l'uno | tosto l'altro risorge, e parimente | ha la sua verga e le sue chiome d'oro.'' ([[Sibilla Cumana]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 205-215) *''Evvi la [[Paura|Tema]], | evvi la [[Fame]]: una ch'è freno al bene, | l'altra stimolo al male: orrendi tutti | e spaventosi aspetti.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 405-8) *''Quinci preser la via là 've si varca | il tartareo [[Acheronte]]. Un fiume è questo | fangoso e torbo, e fa gorgo e vorago, | che bolle e frange, e col suo negro loto | si devolve in Cocíto.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 437-441) *''È guardïano | e passeggiero a questa riva imposto | [[Caronte|Carón]] demonio spaventoso e sozzo, | a cui lunga dal mento, incolta ed irta | pende canuta barba. Ha gli occhi accesi | come di bragia. Ha con un groppo al collo | appeso un lordo ammanto, e con un palo, | che gli fa remo, e con la vela regge | l'affumicato legno, onde tragitta | su l'altra riva ognor la gente morta. | Vecchio è d'aspetto e d'anni; ma di forze, | come dio, vigoroso e verde è sempre.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 441-452) *''O [[Palinuro (Eneide)|Palinuro]], | e qual fu de gli Dei ch'a noi ti tolse, | ed a l'onde ti diede?'' ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 502-4) *''Inclito duce, | né l'oracol d'Apollo ha te deluso, | né l'ira ha me di Dio nel mar sommerso; | ché 'l temone, ond'io mai non mi divelsi | per tua salute, ancor per man ritenni | allor ch'in mare io caddi. Io giuro, Enea, | per l'onde irate, che di me non tanto | quanto del tuo periglio ebbi timore, | che non la nave tua, del mio governo | spogliata e del suo freno, al mar già gonfio | restasse in preda.'' ([[Palinuro (Eneide)|Palinuro]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 510-520) {{NDR|a Enea}} *''Or lungo ai liti | vassene il corpo mio ludibrio a' venti | e scherzo ai flutti. Ed io, signore invitto, | per la superna luce, per quell'aura | onde si vive, per tuo padre Anchise, | per le speranze del tuo figlio Iulo, | priegoti a sovvenirmi.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Eripe me his, invicte, malis|Eripe me his, invicte, malis]]'' su Wikipedia.</ref> (Palinuro: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 530-6) {{NDR|a Enea}} *''Indarno indarno speri | che per nostro pregar fato si cangi.<ref>{{cfr}} ''[[w:Desine fata deum flecti sperare precando|Desine fata deum flecti sperare precando]]'' su Wikipedia.</ref> | Ma con questo t'acqueta, e ti conforta | de l'infortunio tuo: chè quelle terre | vicine al luogo ove il tuo corpo giace, | da pestilenza e da prodigi astrette, | lo raccorranno, e con solenne rito | gli faran sacrifici, esequie e tomba; | e da te per innanzi avrà [[Capo Palinuro|quel loco]] | di Palinuro eternamente il nome.'' ([[Sibilla Cumana]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 551-2) *''Dunque, [[Didone|Dido]] infelice, e' fu pur vera | quell'empia che di te novella udii, | che col ferro finisti i giorni tuoi? | Ah, ch'io cagion ne fui!'' (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 673-5) *''[[Deifobo|Deífobo]], di Prïamo il gran figlio, | vide ancor qui, che crudelmente anciso, | in disonesta e miserabil guisa | avea le man, gli orecchi, il naso e 'l volto | lacerato, incischiato e monco tutto.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 732-6) *''Enea mio caro, | ha l'amor tuo vèr me compíto a pieno. | Ma l'empio fato mio, l'empia e malvagia | argiva donna a tal m'ha qui condotto; | e tal di sé lasciò memoria al mondo. | Ben ti ricorda (e ricordar ten dèi) | di quell'ultima notte che sì lieta | mostrossi in pria, poi ne si volse in pianto, | quando il fatal cavallo il salto fece | sopra le nostre mura, e 'l ventre pieno | d'armate schiere ne votò fin dentro | a l'alta ròcca. Allor ella di Bacco | fingendo il coro, e con le frigie donne | scorrendo in tresca, una gran face in mano | si prese, e diè con essa il cenno a' Greci. | Io dentro alla mia camera (infelice!) | mi ritrovai sol quella notte; e stanco | di tante che n'avea con tanti affanni | vegghiate avanti, un tal prendea riposo | che a morte più che a sonno era simíle. | Fece la buona moglie ogn'arme intanto | sgombrar di casa, e la mia fida spada | mi sottrasse dal capo. Indi la porta | aperse, e [[Menelao]] dentro v'accolse, | così sperando un prezïoso dono | fare al marito, e de' suoi falli antichi | riportar venia. Che più dico? Basta | ch'entrâr là 'v'io dormia; e con essi era | per consultore Ulisse.'' ([[Deifobo]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 761-789) *''Non ti crucciare, o del gran Delio amica, | ch'or or da voi mi tolgo, e mi ritiro | ne le tenebre mie. Tu, nostro onore, | vatten felice, già che scòrto sei | da miglior fato; e meglio te n'avvenga.'' (Deifobo: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 809-813) *''Quei che son vissi ai lor fratelli amari; | quei c'han battuti i padri; quei che frode | hanno ordito a' clienti; i ricchi avari, | e scarsi a' suoi, di cui la turba è grande: | gli occisi in adulterio; i violenti, | gl'infidi, i traditori in questo abisso | han tutti i lor ridotti e le lor pene.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 911-7) *''Imparate da me voi che mirate | la pena mia: non violate il giusto, | riverite gli Dei.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Discite iustitiam moniti, et non temnere divos|Discite iustitiam moniti, et non temnere divos]]'' su Wikipedia.</ref> ([[Flegias]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 926-8) *''In atto d'accoglienza: O figlio, disse | dolcemente piangendo, io pur ti veggio, | pur sei venuto, ha pur la tua pietade | superati i disagi e la durezza | di sì strano viaggio. Ecco m'è dato | di veder, figlio, il tuo bramato aspetto, | e sentirti e parlarti. Io di ciò punto | non era in forse, e sol pensava al quando, | contando i giorni. Oh dopo quanti affanni, | dopo quanti perigli, e quanti storpii | e di mare e di terra io ti riveggio!'' ([[Anchise]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1025-1035) *''Primieramente il ciel, la terra e 'l mare, | l'aër, la luna, il sol, quanto è nascosto, | quanto appare e quant'è, muove, nudrisce | e regge un, che v'è dentro, o spirto o mente | o anima che sia de l'universo; | che sparsa per lo tutto e per le parti | di sì gran mole, di sé l'empie, e seco | si volge, si rimescola e s'unisce.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Mens agitat molem|Mens agitat molem]]'' su Wikipedia.</ref> (Anchise: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1084-1096) *''Vedi colà quel giovinetto ardito | che su quell'asta pura il braccio appoggia? | Quegli a la luce è destinato in prima, | primo che di [[Lavinia (mitologia)|Lavinia]] in Lazio avrai | figlio postumo a te già d'anni grave, | ch'alfin da lei fuor de le selve addutto, | re sarà d'Alba, e degli albani regi | autore e padre: e Sílvi dal suo nome | fian tutti i nostri, che da lui discesi | ivi poscia gran tempo imperio avranno.'' (Anchise: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1142-1152) {{NDR|su [[Silvio (mitologia)|Silvio]]}} *''[[Lucio Giunio Bruto|Bruto]], consol primiero, e quei suoi fasci | e quelle accette ond'ei, padre crudele, | de la patria buon figlio, i figli suoi | per l'altrui bella libertate ancide.'' (Anchise: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1235-8) *''Vince il publico amore, e 'l gran desio | d'umana lode in lui l'affetto interno | de la natura e del suo sangue stesso.'' (Anchise: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1241-3) {{NDR|su [[Lucio Giunio Bruto]]}} *''Ma voi, [[Civiltà romana|Romani]] miei, reggete il mondo | con l'imperio e con l'armi, e l'arti vostre | sien l'esser giusti in pace, invitti in guerra; | perdonare a' soggetti, accòr gli umíli, | debellare i superbi.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Parcere subiectis et debellare superbos|Parcere subiectis et debellare superbos]]'' su Wikipedia.</ref> (Anchise: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1286-1290) *''Miserabil fanciullo! Così morte | te non vincesse, come invitto fòra | il tuo valore, e come tu, [[Marco Claudio Marcello (nipote di Augusto)|Marcello]], | non men de l'altro, eroica vertute | e più splendore e più fortuna avesti!<ref>{{cfr}} ''[[w:Tu Marcellus eris|Tu Marcellus eris]]'' su Wikipedia.</ref> | Datemi a piene mani ond'io di [[giglio|gigli]]<ref>{{cfr}} ''[[w:Manibus date lilia plenis|Manibus date lilia plenis]]'' su Wikipedia.</ref> | e di purpurei fiori un nembo sparga, | che, se ben contro al già fisso destino | m'adopro invano, almen con questi doni | l'ombra d'un tanto mio nipote onori.'' (Anchise: [[s:Eneide (Caro)/Libro sesto|VI]], vv. 1333-1342) === Libro VII === [[File:Bol-aeneas.jpg|thumb|upright=1.5|''Enea alla corte del re Latino'' (F. Bol, 1661-3)]] *''Ed ancor tu, d'Enea fida nutrice | [[Caieta]], ai nostri liti eterna fama | désti morendo, ed essi anco a te diero | sede onorata, se d'onore a' morti | è d'aver l'ossa consecrate e 'l nome | ne la famosa Esperia. Ebbe Caieta | dal suo pietoso alunno essequie e lutto, | e sepoltura alteramente eretta.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 1-8) *''Uscîr del porto; e pria rasero i liti | ove [[Circe]] del Sol la ricca figlia | gode felice, e mai sempre cantando | soavemente al periglioso varco | de le sue selve i peregrini invita: | e de la reggia, ove tessendo stassi | le ricche tele, con l'arguto suono | che fan le spole e i pettini e i telari, | e co' fuochi de' cedri e de' ginepri | porge lunge la notte iudicio e lume. | Quinci là verso il dì, lontano udissi | ruggir lioni, urlar lupi, adirarsi, | e fremire e grugnire orsi e cignali, | ch'eran uomini in prima: e 'n queste forme | da lei con erbe e con malie cangiati | giacean di ferri e di ferrate sbarre | ne le sue stalle incatenati e chiusi.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 14-30) *''Era signore, | quando ciò fu, di Lazio il re [[Latino (mitologia)|Latino]], | un re che vèglio e placido gran tempo | avea 'l suo regno amministrato in pace. | Questi nacque di Fauno e di Marica | ninfa di Laürento, e Fauno a Pico | era figliuolo, e Pico a te, Saturno, | del suo regio legnaggio ultimo autore. | Non avea questo re stirpe virile, | com'era il suo destino; e quella ch'ebbe | gli fu nel fior de' suoi verd'anni ancisa. | Sola d'un sangue tal, d'un tanto regno | restava una sua figlia unica erede, {{NDR|[[Lavinia (mitologia)|Lavinia]]}} | che già d'anni matura, e di bellezza | più d'ogni altra famosa, era da molti | eroi del Lazio e de l'Ausonia tutta | desiata e ricerca.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 68-78) *''Avanti agli altri | la {{NDR|Lavinia}} chiedea [[Turno]], un giovine, il più bello, | il più possente e di più chiara stirpe | che gli altri tutti; e più ch'agli altri, a lui, | anzi a lui sol la sua regina madre | con mirabil affetto era inchinata.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 84-89) *''Se mover contra lui non posso il cielo, | moverò l'Acheronte.''<ref>Citazione che introduce l'opera di [[Sigmund Freud]], ''[[Sigmund_Freud#L'interpretazione_dei_sogni_(1900)|L'interpretazione dei sogni]]''.</ref> ([[Giunone]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 465-6) *''Adunque si darà Lavinia mia | a Troiani? a banditi? E tu suo padre, | tu così la collòchi? E non t'incresce | di lei, di te, di sua madre infelice? | Ch'al primo vento ch'a' suoi legni spiri, | di così caro pegno orba rimasa | (come dir si potrà), da questo infido | fuggitivo ladrone abbandonata, | del mar vedrolla e de' corsari in preda? | O non così di Sparta anco rapita | fu la figlia di Leda? E chi rapilla | non fu Troiano anch'egli? Ah! dov'è, sire, | quella tua santa invïolabil fede? | Quella cura de' tuoi? quella promessa | che s'è fatta da te già tante volte | al nostro Turno? Se d'esterna gente | genero ne si dee; se fisso e saldo | è ciò nel tuo pensiero; se di Fauno | tuo padre il vaticinio a ciò si stringe; | io credo ch'ogni terra, ch'al tuo scettro | non è soggetta, sia straniera a noi.'' (Amata: [[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 544-564) {{NDR|a Latino}} *''Il primo, che le genti a questa guerra | ponesse in campo, fu [[Mezenzio]], il fiero | del ciel dispregiatore e degli Dei. | D'Etruria era signore, e di Tirreni | conducea molte squadre. Avea suo figlio | [[Lauso (mitologia)|Lauso]] con esso, un giovine il più bello, | da Turno in fuori, che l'Ausonia avesse. | Gran cavaliero, egregio cacciatore | fino allor si mostrava; e mille armati | avea la schiera sua, che seco uscita | fuor d'Agillina, ne l'esiglio ancora | indarno lo seguía; degno che fosse | ne l'imperio del padre.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 994-1006) *''L'ultima a la rassegna vien [[Camilla (Eneide)|Camilla]] | ch'era di volsca gente una donzella, | non di conocchia o di ricami esperta, | ma d'armi e di cavalli, e benché virgo, | di cavalieri e di caterve armate | gran condottiera, e ne le guerre avvezza. | Era fiera in battaglia, e lieve al corso | tanto, che, quasi un vento sopra l'erba | correndo, non avrebbe anco de' fiori | tocco né de l'ariste il sommo a pena; | non avrebbe per l'onde e per gli flutti | del gonfio mar, non che le piante immerse, | ma né pur tinte. Per veder costei | uscian de' tetti, empiean le strade e i campi | le genti tutte; e i giovini e le donne | stavan con meraviglia e con diletto | mirando e vagheggiando quale andava, | e qual sembrava; come regiamente | d'ostro ornato avea 'l tergo, e 'l capo d'oro; | e con che disprezzata leggiadria | portava un pastoral nodoso mirto | con picciol ferro in punta; e con che grazia | se ne gía d'arco e di faretra armata.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro settimo|VII]], vv. 1219-1242) === Libro VIII === [[File:16xx Gérard de Lairesse - Venus Presenting Weapons to Aeneas 0.jpg|thumb|upright=1.5|''Venere porta le armi ad Enea'' (G. de Lairesse)]] *''[[Enea]], stirpe divina, | che Troia da' nemici ne riporti | e la ravvivi e la conservi eterna; | o da me, da' Laurenti e da' Latini | già tanto tempo a tanta speme atteso, | questa è la casa tua, questo è secura- | mente, non t'arrestare, il fatal seggio | che t'è promesso. Le minacce e 'l grido | non temer de la guerra. Ogn'odio, ogn'ira | cessa già de' celesti.'' ([[Tiberino]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 55-64) *''Per uscir glorïoso e vincitore | di questa guerra, ascolta. È di qui lunge | non molto [[Evandro (Pallante)|Evandro]], un re che de l'Arcadia | è qua venuto; e sopra a questi monti | ha degli Arcadi suoi locato il seggio. | Il loco, da Pallante suo bisavo, | è stato Pallantèo da lui nomato; | ed essi perché son nel Lazio esterni, | son nemici a' Latini, ed han con loro | perpetua guerra. A te fa di mestiero | con lor confederarti, e per compagni | a questa impresa avergli.'' (Tiberino: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 78-89) *''Io sono il Tebro | cerco da te, che qual tu vedi, ondoso | rado queste mie rive, e fendo i campi | de la fertile Ausonia, al cielo amico | sovr'ogni fiume. Quel che qui m'è dato, | è 'l mio seggio maggiore; e fia che poscia | sovr'ogni altra cittade il capo estolla.'' (Tiberino: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 98-104) *''O compagni, | qual fin v'adduce, o qual v'intrica errore | per così torta e disusata via? | Ov'andate? chi siete? onde venite? | Che ne recate voi? la pace, o l'armi?'' ([[Pallante (Evandro)|Pallante]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 171-5) {{NDR|a Enea e ai suoi uomini}} *''Abitatore un ladro | n'era, [[Caco (mitologia)|Caco]] chiamato, un mostro orrendo | mezzo fera e mezz'uomo, e d'uman sangue | avido sì, che 'l suol n'avea mai sempre | tiepido. Ne grommavan le pareti, | ne pendevano i teschi intorno affissi, | di pallor, di squallor luridi e marci. | Volcano era suo padre; e de' suoi fochi | per la bocca spirando atri vapori, | gìa d'un colosso e d'una torre in guisa.'' ([[Evandro (Pallante)|Evandro]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 293-302) *''Caco ladron feroce e furïoso, | d'ogni misfatto e d'ogni sceleranza | ardito e frodolente esecutore.'' {{NDR|[[Insulti dai libri|insulto]]}} (Evandro: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 312-4) *{{NDR|Caco}} ''Si smarrì negli occhi, | si mise in fuga e fu la fuga un volo: | tal gli aggiunse un timor le penne a' piedi.'' (Evandro: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 337-9) *''Giace tra la [[Sicilia|Sicania]] da l'un canto | e [[Lipari]] da l'altro un'isoletta | ch'alpestra ed alta esce de l'onde, e fuma. | Ha sotto una spelonca, e grotte intorno, | che di feri [[Ciclope|Ciclopi]] antri e fucine | son, da' lor fochi affumicati e rosi. | Il picchiar de l'incudi e de' martelli | ch'entro si sente, lo stridor de' ferri, | il fremere e 'l bollir de le sue fiamme | e de le sue fornaci, d'[[Etna]] in guisa | intonar s'ode ed anelar si vede. | Questa è la casa, ove qua giù s'adopra | Volcano, onde da lui [[Isola di Vulcano|Volcania]] è detta; | e qui per l'armi fabbricar discese | del grand'Enea.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 639-653) *''Mentre in Eolia era a quest'opra intento | di Lenno il padre, ecco, sorgendo il sole, | surse al cantar de' mattutini augelli | il vecchio Evandro; e fuori uscío vestito | di giubba con le guigge a' piedi avvolte, | com'è tirrena usanza. Avea dal destro | Omero a la Tegèa nel manco lato | una sua greca scimitarra appesa. | Avea da la sinistra di pantera | una picchiata pelle, che d'un tergo | gli si volgea su l'altro; e da la ròcca | scendendo, gli venian due cani avanti, | come custodi i suoi passi osservando.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 703-715) *''Ed io [[Pallante (Evandro)|Pallante]] mio, | la mia speranza e 'l mio sommo conforto, | manderò teco; che 'l mestier de l'arme, | che le fatiche del gravoso Marte | ne la tua scuola a tollerare impari: | e te da' suoi prim'anni, e i gesti tuoi | meravigliando ad imitar s'avvezze.'' (Evandro: [[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 797-801) {{NDR|a Enea}} *''Pallante in mezzo risplendea ne l'armi | commesse d'oro, risplendea ne l'ostro | che l'arme avean per sopravesta intorno; | ma via più risplendea ne' suoi sembianti | ch'eran di fiero e di leggiadro insieme.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro ottavo|VIII]], vv. 908-912) === Libro IX === *''Un de' più fieri in arme, | [[Eurialo e Niso|Niso]] d'Ìrtaco il figlio, ad una porta | era proposto. Da le cacce d'Ida | venne costui mandato al troian duce, | gran feritor di dardo e di saette. | [[Eurialo e Niso|Eurïalo]] era seco, un giovinetto | il più bello, il più gaio e 'l più leggiadro, | che nel campo troiano arme vestisse; | ch'a pena avea la rugiadosa guancia | del primo fior di gioventute aspersa. | Era tra questi due solo un amore | ed un volere; e nel mestier de l'armi | l'un sempre era con l'altro, ed ambi insieme | stavano allor vegghiando a la difesa | di quella porta.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 257-271) *''Eurïalo, io non so se Dio mi sforza | a seguir quel ch'io penso, o se 'l pensiero | stesso di noi fassi a noi forza e dio. | Un desiderio ardente il cor m'invoglia | d'uscire a campo, e far contr'a' nemici | un qualche degno e memorabil fatto: | sì di star pigro e neghittoso aborro.'' ([[Eurialo e Niso|Niso]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 272-278) *''Adunque ne l'imprese | di momento e d'onore io da te, Niso, | son così rifiutato? E te posso io | lassar sì solo a sì gran rischio andare? | A me non diè questa creanza Ofelte | mio genitore, il cui valor mostrossi | negli affanni di Troia, e nel terrore | de l'argolica guerra. Ed io tal saggio | non t'ho dato di me, teco seguendo | il duro fato e la fortuna avversa | del magnanimo Enea. Questo mio core | è spregiatore, è spregiatore anch'egli | di questa vita, e degnamente spesa | la tiene allor che gloria se ne merchi | e quel che cerchi, ed a me nieghi, onore.'' ([[Eurialo e Niso|Eurialo]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 295-309) *''O fera o mite | che fortuna mi sia, non sarà mai | ch'io discordi da me: mai non uguale | lo mio cor non vedrassi a questa impresa: | ma sopra agli altri tuoi promessi doni | questo solo bram'io: la madre mia, | che dal ceppo di [[Priamo|Prïamo]] è discesa, | e che per me seguire ha, la meschina, | non pur di Troia abbandonato il nido, | ma 'l ricovro d'Aceste, e la sua vita | stessa (a tanti per me l'ha rischi esposta).'' (Eurialo: [[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 430-440) *''Tu, Dea, tu de la notte eterno lume, | tu, regina de' boschi, in tanto rischio | ne porgi aita. E s'Ìrtaco mio padre | per me de le sue cacce, io de le mie | il dritto unqua t'offrimmo; e se t'appesi, | e se t'affissi mai teschio nè spoglia | di fera belva, or mi concedi ch'io | questa gente scompigli, e la mia mano | reggi e i miei colpi.'' (Niso: [[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 626-634) *''Niso a tal vista spaventato, e fuori | uscito de l'agguato e di sè stesso | (che soffrir non poteo tanto dolore) | me, me, gridò, me, Rutuli, occidete. | Io son che 'l feci: io son che questa froda | ho prima ordito. In me l'armi volgete: | chè nulla ha contro a voi questo meschino | osato, nè potuto. Io lo vi giuro | per lo ciel che n'è conscio e per le stelle, | questo tanto di mal solo ha commesso, | che troppo amato ha l'infelice amico.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 655-665) *''E già morendo | Eurïalo cadea, di sangue asperso | le belle membra, e rovesciato il collo, | qual reciso dal vomero languisce | purpureo fiore, o di rugiada pregno | papavero ch'a terra il capo inchina.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 668-673) *''Or va', t'insuperbisci: or va', deridi, | scempio, l'altrui virtù. Queste risposte | mandano i Frigi che son chiusi in gabbia | ai Rutuli signor de la campagna.'' ([[Ascanio]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 990-3) *''Ahi buon fanciullo, in cui vertù s'avanza! | Così vassi a le stelle. Or ben tu mostri | che dagli dii sei nato, e ch'altri dii | nasceranno da te. Tu sei ben degno | ch'ogni guerra, che 'l fato ancor minacci | a la casa d'Assáraco, s'acqueti | per tua grandezza, a cui Troia è minore, | sì che già non ti cape.'' ([[Apollo]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro nono|IX]], vv. 1002-9) {{NDR|riferito ad Ascanio}} === Libro X === *''Cittadini eterni, | qual v'ha cagione a distornar rivolti | quel ch'è già stabilito? A che tra voi | con tanta iniquità tanto contrasto? | Non s'è da me già proibito e fermo | che non deggian gli Ausoni incontro a' Teucri | sorgere a l'armi? Che discordia è questa | contro al divieto mio? Qual ha timore | a la guerra incitati o questi o quelli?'' ([[Giove (divinità)|Giove]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 9-18) *''Padre e re de' celesti, e de' mortali | eterna possa (e qual altra maggiore | s'implora altronde?), ecco tu stesso vedi | l'arroganza de' Rutuli, e quel fasto | con che Turno cavalca; e vedi il vampo | e la ruina che si mena avanti, | da la sua tracotanza e dal successo | di questa pugna insuperbito e gonfio.'' ([[Venere (divinità)|Venere]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 29-36) {{NDR|a Giove}} *''[[Giunone]] allora | infurïata, A che, disse, mi tenti, | perch'io rompa il silenzio, e mostri il duolo | c'ho portato nel cor gran tempo ascoso?'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 99-102) *''In mezzo de le schiere il vago Iulo, | gran nipote di Dardano e gran cura | de la bella Ciprigna, il volto e 'l capo | ignudo, risplendea qual chiara gemma | che in òr legata altrui raggi dal petto | o da la fronte; o qual da dotta mano | in ebano commesso, o in terebinto | candido avorio agli occhi s'appresenta. | Sovra al collo di latte il biondo crine | avea disteso, e d'oro un lento nastro | gli facea sotto e fregio insieme e nodo.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 205-215) *''Via, ch'agli arditi è la fortuna amica.'' ([[Turno]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 430) **La [[fortuna]] [[aiuto|aiuta]] gli [[audacia|audaci]].<ref>{{cfr}} ''[[w:Audentes Fortuna iuvat|Audentes Fortuna iuvat]]'' su Wikipedia.</ref> *''Ah compagni, ah fratelli,'' [...] | ''Dove fuggite? Per onor di voi, | per la memoria di tant'altri vostri | egregi fatti, per l'egregia fama, | per le vittorie del gran duce Evandro, | e per la speme che di me concetta | a la paterna lode emula avete, | non ponete ne' piè vostra fidanza. | Col ferro aprir la strada ne conviene | per mezzo di color che là vedete, | che più folti n'incalzano e più feri. | Per là comanda l'alta patria nostra | che voi meco n'andiate. E di lor nullo | è che sia dio: son uomini ancor essi | come siam noi: e noi com'essi avemo | il cor, le mani e l'armi. E dove, dove | vi salverete? Non vedete il mare | che v'è davanti, e che la terra manca | al fuggir vostro? E se per l'onde ancora | fuggiste, alfin dove n'andrete? a Troia?'' ([[Pallante (Evandro)|Pallante]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 566-585) *''Come il pastor ne' dolci estivi giorni | a lo spirar de' venti il foco accende | in qualche selva: che diversamente | lo sparge in prima; e con diversi incendi | subito di Volcan ne va la schiera, | ciò ch'è di mezzo divorando in guisa | ch'un sol diventa: ed ei stassi in disparte | del fatto altero, e di veder gioioso | la vincitrice fiamma, e l'arso bosco: | così 'l valor degli Arcadi ristretto | per soccorrer Pallante insieme unissi.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 634-644) *''Da questa parte sta Pallante, e [[Lauso (mitologia)|Lauso]] | da quella, i suoi ciascuno inanimando, | spingendo e combattendo. E l'un diverso | non è molto da l'altro né d'etate | né di bellezza; e parimente il fato | a ciascuno ha di lor tolto il ritorno | ne la sua patria. E non però tra loro | s'affrontâr mai; chè 'l regnator celeste | riserbava la morte d'ambedue | a nemici maggiori.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 687-696) *''Destinato a ciascuno è 'l giorno suo;<ref>{{cfr}} ''[[w:Stat sua cuique dies|Stat sua cuique dies]]'' su Wikipedia.</ref> | e breve in tutti e lubrica e fugace | e non mai reparabile sèn vola | l'umana vita. Sol per fama è dato | agli uomini, che sian vivaci e chiari | più lungamente. Ma virtute è quella | che gli fa tali. E non per questo alcuno | è che non muoia.'' (Giove: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 747-754) *''Se indugiar la morte, | ch'è già presente, e prolungare i giorni | al già caduco giovine {{NDR|Turno}} t'aggrada | per alcun tempo, e tu con questo inteso | l'accetti, va' tu stessa, e da la pugna | sottrallo e dal destino. A tuo contento | fin qui mi lece. Ma se in ciò presumi | anco più di sua vita, o de la guerra, | che del tutto si mute o si distorni, | invan lo speri.'' (Giove: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 992-1001) {{NDR|a Giunone}} *''[[Mezenzio]] in questo mentre che da l'ira | era spinto di Giove, ardente e fiero | entrò ne la battaglia; e i Teucri assalse | che già 'l campo tenean superbi e lieti. | Da l'altro canto le tirrene schiere | mossero incontro a lui. Contra lui solo | s'unîr tutti de' Toschi e gli odii e l'armi; | ed egli, a tutti opposto, alpestro scoglio | sembrava, che nel mar si sporga, e i flutti, | e i venti minacciar si senta intorno, | e non punto si crolli. Ognun ch'avanti | o l'ardir gli mandava o la fortuna, | a' piè si distendea.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 1097-1109) *''Mezenzio il vide; e qual digiuno e fiero | leon da fame stimolato, errando | si sta talor sotto la mandra, e rugge; | se poi fugace damma, o di ramose | corna gli si discopre un cervo avanti, | s'allegra, apre le canne, arruffa il dorso, | si scaglia, ancide e sbrana, e 'l ceffo e l'ugne | d'atro sangue s'intride; in tal sembiante | per mezzo de lo stuol Mezenzio altero | s'avventa.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 1152-1161) *''Enea tosto che 'l vede | ratto incontro gli muove. Ed egli immoto | di coraggio e di corpo ad aspettarlo | sta qual pilastro in sé fondato e saldo.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Mole sua stat|Mole sua stat]]'' su Wikipedia.</ref> ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 1217-1220) *''Lauso, che in tanto rischio il caro padre | si vide avanti, amor, téma e dolore | se ne sentì, ne sospirò, ne pianse. | E qui, giovine illustre, il caso indegno | de la tua morte e 'l tuo zelo e 'l tuo fatto | non tacerò; se pur tanta pietate | fia chi creda de' posteri, e d'un figlio | d'un empio padre.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 1245-1252) *''Miserabil fanciullo! e quale aita, | quale il pietoso Enea può farti onore | degno de le tue lodi e del presagio | che n'hai dato di te? L'armi che tanto | ti son piaciute, a te lascio, e 'l tuo corpo | a la cura de' tuoi, se di ciò cura | ha pur l'empio tuo padre, acciò di tomba | e d'essequie t'onori. E tu, meschino, | poi che dal grand'Enea morte ricevi, | di morir ti consola.'' ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 1299-1308) {{NDR|a Lauso morente}} *{{NDR|Antore}} ''Era venuto | d'Argo ad Evandro: e qui cadde il meschino | d'altrui ferita. Nel cader, le luci | al ciel rivolse e, d'Argo il dolce nome | sospirando, le chiuse.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Dulces moriens reminiscitur Argos|Dulces moriens reminiscitur Argos]]'' su Wikipedia.</ref> ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 1231-5) *''Come del mal sovente è l'uom presago.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], v. 1332) *''Ah mio figlio, dicendo, ah come tanto | fui di vivere ingordo, che soffrissi | te, di me nato, andar per me di morte | a sì gran rischio, a tal nemica destra | succedendo in mia vece? Adunque io salvo | son per le tue ferite? Adunque io vivo | per la tua morte? Oh miserabil vita, | o sconsolato essiglio! Or questo è 'l colpo | ch'al cor m'è giunto. Ed io, mio figlio, io sono | c'ho macchiato il tuo nome, c'ho sommerso | la tua fortuna e 'l mio stato felice | co' demeriti miei. Dal mio furore | son dal seggio deposto. Io son che debbo | ogni grave supplizio ed ogni morte | a la mia patria, al grand'odio de' miei. | E pur son vivo, e gli uomini non fuggo? | E non fuggo la luce? Ah fuggirolla | pur una volta.'' ([[Mezenzio]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 1336-1353) {{NDR|dopo la morte del figlio Lauso}} *''Crudele, a che m'insulti? A me di biasmo | non è ch'io muoia: né per vincer, teco | venni a battaglia. Il mio Lauso morendo | fe con te patto che morissi anch'io. | Solo ti prego (se di grazia alcuna | son degni i vinti) che 'l mio corpo lasci | coprir di terra. Io so gli odii immortali | che mi portano i miei. Dal furor loro | ti supplico a sottrarmi, e col mio figlio | consentir che mi giaccia.'' (Mezenzio: [[s:Eneide (Caro)/Libro decimo|X]], vv. 1418-1428) {{NDR|ad Enea, poco prima di morire}} === Libro XI === *''Compagni, il più s'è fatto. A quel che resta | nulla temete. Ecco [[Mezenzio]] è morto | per le mie mani, e queste che vedete, | l'opime spoglie e le primizie sono | del superbo tiranno. Ora a le mura | ce n'andrem di Latino. Ognuno a l'armi | s'accinga: ognun s'affidi, e si prometta | guerra e vittoria. In punto vi mettete, | ché quando dagli augurii ne s'accenne | di muover campo, e che mestier ne sia | d'inalberar l'insegne, indugio alcuno | non c'impedisca, o 'l dubbio o la paura | non ci ritardi. In questo mezzo a' morti | diam sepoltura, e quel che lor dovuto | è sol dopo la morte, eterno onore. | Itene adunque, e quell'anime chiare | che n'han col proprio sangue e con la vita | questa patria acquistata e questo impero, | d'ultimi doni ornate.'' ([[Enea]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 24-42) *''Noi quinci ad altre lagrime chiamati | dal medesimo fato, altre battaglie | imprenderemo. E tu, magno [[Pallante (Evandro)|Pallante]], | vattene in pace, e con eterna gloria | godi eterno riposo.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Aeternum vale|Aeternum vale]]'' su Wikipedia.</ref> (Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 144-8) *''O fortunate genti, o di Saturno | felice regno, o degli antichi Ausoni | famosa terra! E quale iniqua sorte | da la vostra quïete or vi sottragge? | Qual consiglio, qual forza vi costringe | di nemicarvi e guerreggiar con gente | che non v'è nota?'' ([[Latino (mitologia)|Latino]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 398-404) *''E, quanto a' doni, andate, | riportateli vosco, e 'l magno [[Enea]] | ne presentate. E solo a me credete | del valor suo, che fui con esso a fronte | con l'armi in mano; e so di scudo e d'asta | qual mi rese buon conto, e quanto vaglia.'' ([[Latino (mitologia)|Latino]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 451-454) *''Enea sol con [[Ettore (mitologia)|Ettorre]] | fu la cagion che tanto s'indugiasse | la ruina di Troia, e che diece anni | durammo a conquistarla. Ambedue questi | eran di cor, di forze e d'arme uguali, | ma ben fu di pietate Enea maggiore.'' ([[Latino (mitologia)|Latino]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 458-463) *''Se speranza alcuna | negli esterni soccorsi e ne l'aita | aveste degli Etòli, ora del tutto | la deponete: e sia speme a sè stesso | ciascun per sè.'' ([[Latino (mitologia)|Latino]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 491-5) **Ognuno sia [[speranza]] di se stesso.<ref group="fonte">Citato in Paola Mastellaro, ''Il Libro delle Citazioni Latine e Greche'', Mondadori, Milano, 1994. ISBN 978-88-04-47133-2</ref> (309) ::''Spes sibi quisque''. *''Avrem [[Camilla (Eneide)|Camilla]], | la gran volsca virago, che n'addusse | di cavalieri e di caterve armato | sì bella gente.'' ([[Turno]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 694-7) *''Gli si fa co' suoi volsci cavalieri | la vergine Camilla; e sì com'era | non men gentil che valorosa e bella.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 796-8) *''[[Turno]], se degnamente uom forte ardisce, | io mi rincoro, e ti prometto io sola | di gire ai cavalier toscani incontro. | Lascia me col mio stuolo assalir prima | la troiana oste, e che primiera io tragga | di questa pugna e de' suoi rischi un saggio. | E tu qui co' pedoni a piè rimanti | a guardia de la terra.'' ([[Camilla (Eneide)|Camilla]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 801-8) *''O de l'Italia,'' [...] ''| ornamento e sostegno, e di che lode, | e di che premio al tuo gran merto uguale | ristorar ti poss'io? Ma (poiché cosa | non è che la pareggi) abbi, famosa | guerriera, in grado ch'io con te comparta | questa fatica.'' (Turno: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 810-6) {{NDR|a Camilla}} *''Vedi a che perigliosa e mortal guerra | a morir se ne va la mia Camilla, | ne le nostr'armi ammaestrata invano. | E pur m'è cara, e sovr'ogni altra io l'amo. | Né questo è nuovo o repentino amore. | Fin da le fasce è mia. Mètabo, il padre | di lei, fu per invidia e per soverchia | potenza da Priverno, antica terra, | da' suoi stessi cacciato; e da l'insulto, | che gli fece il suo popolo, fuggendo, | nel suo misero essiglio ebbe in compagna | questa sola bambina, che mutato | di Casmilla sua madre il nome in parte, | fu Camilla nomata.'' (Diana: [[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 854-867) *''In mezzo a tanta occisïone, ignuda | da l'un de' lati infurïando essulta | la vergine Camilla; ed or di dardo | fulminando, or di lancia, or di secure | non mai stanca percuote. E qual Dïana | di sonora faretra e d'arco aurato | gli omeri onusta, ancor che si ritragga, | saettando, ferite e morti avventa.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro undecimo|XI]], vv. 1034-1041) === Libro XII === [[File:Iapyx removing arrowhead from Aeneas.jpg|thumb|upright=1.2|Enea curato dal medico Iapige, sorretto dal figlio Ascanio e assistito da Venere, pittura parietale, I secolo a.C., da Pompei]] *''Queste parole | de la madre sentì [[Lavinia (mitologia)|Lavinia]] virgo, | di rugiadose lagrime e d'un foco | di vergineo rossor le guance asperse, | qual fòra se di purpura macchiato | fosse un candido avorio, o che di rose | si spargessero i gigli.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro duodecimo|XII]], vv. 118-124) *''[[Enea]], de la romana stirpe autore, | con l'armi sue celesti e con lo scudo | che dianzi da le stelle era venuto, | uscío da l'altro canto, e seco a pari | Ascanio, il figlio suo, de la gran Roma | la seconda speranza.''<ref>{{cfr}} ''[[w:Magnae spes altera Romae|Magnae spes altera Romae]]'' su Wikipedia.</ref> ([[s:Eneide (Caro)/Libro duodecimo|XII]], vv. 281-6) *''Sempre Lazio sia Lazio, e sempre Albani | sian d'Alba i regi, e la romana stirpe | d'italica virtù possente e chiara.'' ([[Giunone]]: [[s:Eneide (Caro)/Libro duodecimo|XII]], vv. 1354-6) *[...] ''che per fiero | che mi ti mostri, io de la tua fierezza, | orgoglioso campion, punto non temo, | nè di te: degli Dei temo e di Giove, | che nimici mi sono e meco irati.'' ([[Turno]] a Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro duodecimo|XII]], vv. 1455-9) *''Io, disse, ho meritato | questa fortuna; e tu segui la tua: | chè nè vita, nè venia ti dimando. | Ma se pietà de' padri il cor ti tange | (chè ancor tu padre avesti, e padre sei), | del mio vecchio parente or ti sovvenga. | E se morto mi vuoi, morto ch'io sia, | rendi il mio corpo a' miei. Tu vincitore, | ed io son vinto. E già gli Ausoni tutti | mi ti veggiono a' piè, che supplicando | mercè ti chieggio: e già Lavinia è tua: | a che più contro un morto odio e tenzone?'' (Turno a Enea: [[s:Eneide (Caro)/Libro duodecimo|XII]], vv. 1546-8) *''Allor da mortal gielo il corpo appreso | abbandonossi; e l'anima di vita | sdegnosamente sospirando uscío.'' ([[s:Eneide (Caro)/Libro duodecimo|XII]], vv. 1546-8) ==Citazioni sull'''Eneide''== *''De l'Eneïda dico, la qual mamma | fummi, e fummi nutrice, poetando: | sanz'essa non fermai peso di dramma.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *L'''Eneide'' è l'opera di un uomo dedicato alla morte ed è – secondo il simbolismo demonico di cui la storia si serve per illuminare tutto un complesso di rapporti – rimasta incompiuta, interrotta ad un passo dalla meta. È sorta nell'ultimo euforico barbaglio di una cultura vecchia di secoli a cui si è spezzato il cuore. Il suo sguardo estremo e illuminato nell'attimo in cui muore si volta intorno e in un momento magico rivive ancora una volta, l'ultima, tutto il passato mentre le porte del futuro già si spalancano e ne fiotta l'oro dell'eternità. ([[Rudolf Borchardt]]) *L'evoluzione religiosa del poeta {{NDR|Virgilio}} fa dunque sì che egli approdi, dal suo [[epicureismo]] primitivo, a un [[Platone|platonismo]] mistico (o, se si preferisce, a un «[[Pitagora|neo-pitagorismo]]», che ammette l'esistenza di anime sopravvissute al corpo e discerne nel mondo un disegno della Provvidenza. [...] Si realizza in tal modo la sintesi delle principali correnti spirituali di Roma, che consente all<nowiki>'</nowiki>''Eneide'' di farsi immagine di quest'ultima e giustificazione del suo straordinario valore storico. In breve tempo, Virgilio verrà considerato il portavoce di ogni verità direttamente ispirata dagli dèi. ([[Pierre Grimal]]) *''Lasciate il passo, scrittori latini, lasciate il passo, scrittori greci: | sta per nascere un non so che, più grande dell'Iliade.'' ([[Sesto Properzio]]) *Nella storia di Enea sono fusi sia il carattere guerresco dell<nowiki>'</nowiki>''Iliade'' sia le peregrinazioni dell'''Odissea''. ([[Nikolaj Aleksandrovič Dobroljubov]]) *Qui si tratta di una creazione che è una creatura, la figlia del mondo occidentale, un poema. Essa è custode di un'infinita attesa di qualcosa che è più di una fede o di una dottrina; è una dolce immensa distesa di tempo riservata alle messi e alle speranze di tutti i tempi. ([[Rudolf Borchardt]]) *Virgilio, colui che i cattedratici chiamano il cigno di Mantova, sicuramente perché non è là che è nato, gli appariva come uno dei più insopportabili scocciatori che l'antichità abbia mai prodotto, oltre che uno dei più terribili pedanti. I suoi pastori tutti lindi e agghindati, che si inondano a turno di versi sentenziosi e freddi, il suo [[Orfeo]] che egli paragona a un usignolo in lacrime, il suo Aristeo che piagnucola a proposito di api, il suo [[Enea]], personaggio indeciso e incostante che si muove come un'ombra cinese, con gesti legnosi, dietro il trasparente e mal oliato poema, lo esasperavano. ([[Joris-Karl Huysmans]]) *Virgilio insomma ha compiuto il miracolo di far fiorire la poesia eroica dal seno di una coscienza matura, nutrita di esperienza storica e di filosofia. La differenza rispetto al modello omerico non potrebbe essere più profonda. [[Omero]] mirava, più che altro, alla rappresentazione dei fatti esterni, pur illuminandoli con un alto patetico senso di umanità; Virgilio invece rivolge l'attenzione ai moventi psicologici . ai travagli spirituali, alle leggi misteriose, eterne che governano i fatti e il divenire della storia. Perciò ritroviamo nell'Eneide il nostro poeta, ne' suoi aspetti più personali e suggestivi; lo ritroviamo tormentato dal senso del dolore, ansioso di pace, di rivelazione. ([[Augusto Rostagni]]) ==Note== <references /> ===Fonti=== <references group="fonte" /> ==Bibliografia== *Virgilio, ''[[s:Eneide (Caro)|Eneide]]'', traduzione di [[Annibal Caro]], Ulrico Hoepli Editore S.p.A., Milano, 1991. *Virgilio, ''Eneide'', traduzione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino, 1989. ISBN 88-06-11613-4 *Virgilio, ''Eneide'', traduzione di Mario Ramous, Marsilio, 1998. *Virgilio, ''Eneide'', traduzione di M. Scaffidi Abbate, Newton Compton. *Virgilio, ''L'Eneide'', traduzione di Giuseppe Albini, Zanichelli, 1963. ==Voci correlate== *[[Enea]] *[[Didone]] ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Eneide''|preposizione=sull'|testo=Eneide|testo_lingua=italiana|testo_preposizione=dell'|testo2=la:Aeneis|testo2_lingua=latina|testo2_preposizione=dell'}} [[Categoria:Eneide| ]] [[Categoria:Poemi epici]] et70saodn1bdigwpzic48tlvwzaxobn Sorgente 0 31840 1351399 1066713 2024-11-11T18:49:18Z ~2024-9620 100276 Petrarca. 1351399 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Nacentemackinac.jpg|thumb|Una sorgente naturale]] Citazioni sulla '''sorgente'''. *''Chiare, fresche et dolci acque'' ([[Francesco Petrarca]]) *Dal nero fitto si alzarono zirli d'insetti invisibili, fremiti cadenzati, uguali, vita delle erbe folte. Intorno al bacino della fonte rimase un tenue chiarore, spiovente da tre vivide stelle affacciate tra le chiome nere degli abeti. ([[Giuseppe Fanciulli]]) *Gli abeti nel dolce tepore trasudano resina; e si diffonde la fragranza di quel respiro, lontano: sola di nuovo canta la fonte, nell'infinita pace meridiana. ([[Giuseppe Fanciulli]]) *''Più ancora mi piace la coppa, il macigno, | la felce che pende, il muschio che beve, | la via tutta aperta nell'aria, alla luce, | pel giro più grande, che ora mi aspetta. | Gorgoglia, gorgoglia, sciaguatta, sciaguatta...'' ([[Giuseppe Fanciulli]]) *Rise la sorgente nel profondo gorgòglio: e anche più dolce fu la sua voce. ([[Giuseppe Fanciulli]]) *''Scendo dai ghiacci, | dai ghiacci distesi nel sole. | Scivolava a goccia a goccia | dai massi gelidi, | raccolta in breve onda verde, | sottile m'immersi nella terra buia.'' ([[Giuseppe Fanciulli]]) *''Toccato ho le piante, le forme animali | di tempi che furono: felci e ciclamini, | vermi e nautìli di secoli morti, | durissima pietra''. ([[Giuseppe Fanciulli]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante la|wikt=sorgente}} [[Categoria:Corpi d'acqua]] 8rqv9eb9oj9orpw9y1sb13742j4f8au Josef von Sternberg 0 31888 1351535 1271382 2024-11-12T09:45:25Z Spinoziano 2297 /* Filmografia */ 1351535 wikitext text/x-wiki [[File:Dishonored (film) 1931 On set, BW photo, L to R Josef von Sternberg, Marlene Dietrich (cropped-1).jpg|thumb|Josef von Sternberg nel 1931]] '''Josef von Sternberg''', nato '''Jonas Sternberg''' (1894 – 1969), regista e sceneggiatore austriaco. ==Citazioni su Josef von Sternberg== *Von Sternberg guardava a se stesso come a una leggenda del suo tempo. [...] Mi accolse gentilmente e io francamente gli dissi perché ero stato mandato da lui. Gli dissi che avevo cercato di leggere lo script {{NDR|''[[L'imperatrice Caterina]]''}} e che per quanto fossi molto bravo con i "puzzles" era impossibile.<br />Gli obiettai che doveva essere letto dai trovarobe, dai costumisti, dai montatori e che questi erano soliti leggere in inglese. Mi strinse la mano dicendo: «Questa è una pura assurdità. Nessuno dovrebbe essere in grado di leggere lo script. Dimmi, quando guardi la tavolozza di un artista, vedi il quadro finito?». Spillò lo script e disse: «Questi sono i miei colori e con questi dipingerò il film sullo schermo». ([[Joseph L. Mankiewicz]]) ==Filmografia== *''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'' (1930) *''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'' (1930) *''[[Shanghai Express]]'' (1932) *''[[Venere bionda]]'' (1932) == Altri progetti == {{interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Von Sternberg, Josef}} [[Categoria:Registi austriaci]] pp4qpamrbhggawiohwti3r4omtfzilk Dmitrij Medvedev 0 34030 1351512 1325697 2024-11-12T08:48:41Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Dmitrij Medvedev */ 1351512 wikitext text/x-wiki [[File:Dmitry Medvedev official portrait (01) (cropped).jpg|thumb|Medvedev nel 2016]] '''Dmitrij Anatol'evič Medvedev''' (1965 – vivente), politico russo. ==Citazioni di Dmitrij Medvedev== *Quando si parlò del [[Kosovo]], i partner occidentali lo giustificarono come un caso particolare. La situazione era particolare in Kosovo, la situazione è particolare in Ossezia del Sud e in Abkhazia.<ref>Citato in [http://ricerca.gelocal.it/gazzettadireggio/archivio/gazzettadireggio/2008/08/27/EA2PO_VA701.html ''La Russia riconosce Ossezia e Abkhazia''], ''Gazzetta di Reggio'', 27 agosto 2008</ref> *L'eroismo della [[Russia]] durante la [[Seconda guerra mondiale]] non deve mai essere messo in dubbio.<ref name=sole24ore>Da ''Il Sole 24 Ore'', 20 maggio 2009.</ref> *Penso che [[Vasilij Osipovič Ključevskij|Vasilij Kljuchevskij]] avesse ragione: la storia non ci insegna nulla. Si limita a punirci se non impariamo le sue lezioni.<ref name=sole24ore/> *Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire.<ref>Citato in [https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/06/07/ucraina-medvedev-odio-chi-e-contro-la-russia_356120ab-77fb-40d2-b36b-dae56a231006.html ''Ucraina, Medvedev: "Odio chi è contro la Russia"''], ''Ansa.it'', 8 giugno 2022.</ref> *Ho letto che l'Ucraina, con il sistema di affitti e prestiti, vuole ricevere Gnl dai suoi padroni d'oltremare con pagamento per la consegna in due anni, altrimenti il prossimo inverno si congelerà semplicemente. Chi ha detto che tra due anni l'Ucraina esista ancora sulle mappe mondiali?<ref>Citato in [https://www.ilgiornale.it/news/mondo/dubito-che-l-ucraina-esister-paio-d-anni-parole-choc-2042767.html ''"Dubito che l'Ucraina esisterà tra un paio d'anni": parole choc di Medvedev''], ''Ilgiornale.it'', 15 giugno 2022.</ref> *Agli europei, grandi mangiatori di rane, salsicce e spaghetti, piace visitare Kiev. Inutilmente. Hanno promesso l'adesione dell'Ucraina all'Ue e obici datati, si ubriacano di horilka, tornano a casa in treno, come cento anni fa.<ref>Citato in [https://www.ilgiornale.it/news/mondo/medvedev-contro-draghi-macron-e-scholz-visita-inutile-tempo-2043068.html ''"Grandi mangiatori di rane e spaghetti...". L'ultimo insulto choc di Medvedev''], ''Ilgiornale.it'', 16 giugno 2022.</ref> *Se l'Ucraina attacca la Crimea allora gli ucraini conosceranno il giorno del giudizio, sarà la fine del mondo.<ref>Citato in [https://www.ilgiornale.it/news/mondo/nuova-minaccia-medvedev-conoscerete-giorno-giudizio-2051969.html ''"Pronta una risposta da fine del mondo": l'ultima minaccia di Medvedev''], ''Ilgiornale.it'', 17 luglio 2022.</ref> *Vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità. I voti degli elettori sono una potente leva di influenza. Chiamate i vostri idioti a rendere conto. E vi ascolteremo. Il vantaggio è evidente: l’inverno è molto più caldo e confortevole in compagnia della Russia che in uno splendido isolamento con la stufa a gas spenta.<ref>Citato in [https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo/esteri/2022/08/19/news/gli-amici-dello-zar-e-quel-pressing-in-europa-per-fermare-le-sanzioni-contro-la-russia-1.41637826 ''Gli amici dello Zar e quel pressing in Europa per fermare le sanzioni contro la Russia''], ''Ilsecoloxix.it'', 19 agosto 2022.</ref> *A Capodanno, tutti si dedicano a fare previsioni.<br/>Molti avanzano ipotesi futuristiche, come se facessero a gara per individuare le più azzardate e persino le più assurde.<br/>Ecco il nostro umile contributo.<br/>Cosa può succedere nel [[2023]]:<br/>1. Il prezzo del petrolio salirà a 150 dollari al barile e quello del gas a 5.000 dollari per 1.000 metri cubi.<br/>2. Il Regno Unito rientrerà nell'UE.<br/>3. L'UE crollerà dopo il ritorno del Regno Unito; l'euro non sarà più utilizzato come valuta dell'UE.<br/>4. La Polonia e l'Ungheria occuperanno le regioni occidentali dell'ex Ucraina.<br/>5. Verrà creato il Quarto Reich, che comprenderà il territorio della Germania e dei suoi satelliti, cioè la Polonia, gli Stati baltici, la Cechia, la Slovacchia, la Repubblica di Kiev e altri paesi emarginati.<br/>6. Scoppierà la guerra tra la Francia e il Quarto Reich. L'Europa sarà divisa, e la Polonia sarà spartita.<br/>7. L'Irlanda del Nord si separerà dal Regno Unito e si unirà alla Repubblica d'Irlanda.<br/>8. La guerra civile scoppierà negli Stati Uniti, con la California e il Texas che diventeranno Stati indipendenti. Il Texas e il Messico formeranno uno Stato alleato. Elon Musk vincerà le elezioni presidenziali in alcuni Stati che, dopo la fine della nuova guerra civile, saranno stati assegnati al GOP.<br/>9. Tutti i più grandi mercati azionari e le attività finanziarie lasceranno gli Stati Uniti e l'Europa per trasferirsi in Asia.<br/>10. Il sistema di gestione monetaria di Bretton Woods crollerà, portando al crollo del FMI e della Banca Mondiale. Euro e dollaro smetteranno di circolare come valute di riserva globali. Al loro posto verranno utilizzate attivamente le valute fiat digitali.<br/>Auguri di buona stagione a tutti voi, amici anglosassoni, e ai loro maialini felicemente ammiccanti!<ref>Citato in ''[https://www.fantascienza.com/28487/le-fantascientifiche-previsioni-di-medvedev Le "fantascientifiche" previsioni di Medvedev]'', ''Fantascienza.com'', 27 dicembre 2022.</ref> *Le consegne di armi straniere all’Ucraina avvicinano l’apocalisse nucleare.<ref>Citato in ''[https://www.agenzianova.com/news/medvedev-la-consegna-di-armi-straniere-allucraina-avvicina-lapocalisse-nucleare/ Medvedev: “La consegna di armi straniere all’Ucraina avvicina l’apocalisse nucleare”]''</ref> *{{NDR|Riferendosi all'ipotetico arresto di [[Vladimir Putin]] a seguito del mandato di cattura emesso dall Corte penale internazionale (Cpi)}} Immaginiamo - ovviamente, questa è una situazione che non si verificherà mai, sì - ma immaginiamo che accada effettivamente. Un presidente in carica di una potenza nucleare viene, per esempio, in Germania, e viene arrestato. Cosa sarebbe questo? Una dichiarazione di guerra contro la Federazione Russa! In questo caso, tutti i nostri mezzi volerebbero al Bundestag, all'ufficio del Cancelliere e così via<ref>Citato in ''[https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2023/03/23/medvedev-arresto-putin-equivarrebbe-a-dichiarazione-guerra_f9458e2f-292c-4a8f-b9ee-0c15dd12b545.html Medvedev, arresto Putin equivarrebbe a dichiarazione guerra]'', ''Ansa.it'', 23 marzo 2023.</ref> *Perché l'Ucraina scomparirà? Perché nessuno ne ha bisogno.<ref name="limite">Citato in ''[https://www.secoloditalia.it/2023/04/medvedev-oltre-ogni-limite-lucraina-guidata-dai-nazisti-distruggeremo-il-nemico-senza-pieta/ Medvedev oltre ogni limite: «L'Ucraina guidata dai nazisti, distruggeremo il nemico senza pietà»]'', ''Secoloditalia.it'', 8 aprile 2023.</ref> *La nuova Piccola Russia del modello del 1991 è costituita da territori tagliati artificialmente, molti dei quali sono originariamente russi, strappati accidentalmente nel ventesimo secolo. [...] I pezzi di Russia, chiamati Ucraina in base ai confini del 1991, sono solo un malinteso generato dal crollo dell'Urss.<ref name="limite"/> *Dopo l'attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l'eliminazione fisica di Zelensky. Non è nemmeno necessario firmare l'atto di resa incondizionata. Anche Hitler, come sai, non l'ha firmato.<ref>Citato in ''[https://www.panorama.it/news/putin-zelensky Medvedev: «non resta che eliminare fisicamente Zelensky»]'', ''Panorama.it'', 3 maggio 2023.</ref> *{{NDR|Sull'[[Attentato al Crocus City Hall]]}} La Russia ucciderà i leader ucraini se sono coinvolti nell’attentato a Mosca.<ref>Citato in ''[https://www.corriere.it/esteri/diretta-live/24_marzo_22/attentato-mosca-ultime-notizie-aac31f2c-e881-11ee-930d-d087465983e1.shtml Medvedev, uccideremo i leader ucraini se Kiev è coinvolta]'', ''corriere.it'', 22 marzo 2024.</ref> {{Int|Da [https://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/esteri/ossezia-bombardamenti-3/lettera-medvedev/lettera-medvedev.html ''"La nostra scelta inevitabile"'']|Lettera inviata ad alcuni capi di stato e governo annunciando il riconoscimento dell'indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia il 26 agosto 2008; ''La repubblica'', 27 agosto 2008}} *L'aggressione del regime di [[Mikheil Saak'ashvili|Mikhail Saakashvili]] contro l'Ossezia del Sud ha cancellato le vite di molti dei nostri cittadini, compresi i militari che facevano parte del contingente multinazionale per il mantenimento della pace. Avendo dato l'ordine criminale di attaccare l'Ossezia del Sud, Saakashvili contava di realizzare un'operazione lampo e di mettere la comunità internazionale di fronte al fatto compiuto di una "sistemazione" del conflitto tra la Georgia e l'Ossezia del Sud alle condizioni di Tbilisi. *Da quando, all'inizio degli anni '90, il presidente georgiano [[Zviad Gamsakhurdia|Gamsakhurdia]] lanciò l'appello per una "Georgia per i georgiani" e abolì gli Stati autonomi dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, ordinando di prendere d'assalto Sukhumi e Tskhinvali, la Russia fece tutto quanto in suo potere per impedire il genocidio e le pulizie etniche. La Russia, come mediatrice e pacificatrice, voleva arrivare a una soluzione politica dei conflitti. Allo stesso tempo, ci siamo sempre basati sul riconoscimento dell'integrità territoriale della Georgia. *I nostri insistenti appelli a Tbilisi per la stipula di accordi sull'impegno al non uso della forza in Abkhazia e Ossezia del Sud sono stati respinti dalla dirigenza georgiana e ignorati dall'Unione europea e dalla Nato. Nella notte dell'8 agosto 2008 Tbilisi ha fatto la sua scelta, iniziando la guerra contro il popolo sudosseto il quale - stando alle dichiarazioni di Saakashvili - è considerato una parte del suo Stato. Con il suo ordine criminale di iniziare la guerra, il presidente georgiano ha cancellato di propria mano tutte le speranze per il ristabilimento dell'integrità territoriale e la coesistenza pacifica di sudosseti, abkhazi e georgiani in un unico Stato. I popoli dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud si sono espressi più volte con referendum a favore dell'indipendenza delle proprie Repubbliche. Ciò che è successo in Ossezia del Sud e si stava pianificando di fare anche in Abkhazia ha fatto traboccare il vaso della pazienza. *Basandosi sulla situazione che si è venuta a creare, tenendo conto della volontà espressa dai popoli dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, attenendosi alle disposizioni dello statuto Onu e alla dichiarazione sui principi e il diritto internazionale riguardanti le relazioni amichevoli tra gli Stati, all'atto finale di Helsinki e agli altri documenti internazionali di parte, è stata presa la decisione del riconoscimento da parte della Federazione Russa dell'indipendenza della Repubblica di Abkhazia e della Repubblica dell'Ossezia del Sud. {{Int|Da [http://russiaintranslation.com/2018/09/10/la-russia-ha-ricevuto-una-cosa-importante-la-pace/ ''La Russia ha ricevuto una cosa importante: la pace'']|Intervista di Vladimir Solov'ev, ''Russiaintranslation.com'', 10 settembre 2018}} *Le mie valutazioni rimangono le stesse: senza la condotta irresponsabile, immorale e criminale di Saakashvili e dei suoi seguaci, non ci sarebbe stata alcuna guerra. *Nel 2008 il governo georgiano guidato dal presidente ha dato il via libera all'aggressione ed è successo quello che è successo. Non era inevitabile. È stata senza dubbi una scelta soggettiva di Saakashvili e del suo entourage. *All'inizio non sembrava male. Durante il nostro primo incontro, quando sono entrato in carica, ha detto che avrebbe voluto ripristinare i rapporti, che si aspettava di essere amici – in generale, ha detto molte parole piacevoli. [...] Ricordo chiaramente che dall'inizio del luglio 2008 interruppe le comunicazioni. Allora non gli detti molta importanza, ma ora sono incline a pensare che questa fosse una linea già elaborata. Lui, da un lato, si aspettava che il nuovo capo della Federazione Russa avrebbe preso un'altra posizione nel rapporto con il suo governo e con lui personalmente. In altre parole, si aspettava semplicemente che non avremmo interferito nei processi che sarebbero occorsi, non reagendo in alcun modo alle azioni intraprese contro le nostre forze di pace e, cosa più importante, verso i cittadini della Federazione Russa che vivevano in Abkhazia e in Ossezia del Sud. D'altra parte, penso che a quel tempo avesse già tenuto consultazioni su larga scala con i suoi protettori. In questo caso si tratta principalmente degli Stati Uniti d'America. *La Georgia ha iniziato l'aggressione, questa è la conclusione più importante. Questo non può essere cancellato dalla storia. *La Russia ha ricevuto una cosa importante: la pace. Siamo stati in grado di proteggere i nostri cittadini, e sono molti, che vivono in Abkhazia e nell'Ossezia meridionale. Non abbiamo il rompicapo di un possibile altro attacco in cui dovremo intervenire, proteggere i nostri cittadini, proteggere la nostra sicurezza e dare una risposta. Nella regione è tutto chiaro. E questa è la cosa più importante. *La [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]], che si è conservata, sta cercando di circondare la Federazione Russa. Non si tratta di far piacere la leadership politica della Russia, non si tratta di alcuni principi ideologici o differenze di valori, si tratta di cose semplici che sono assolutamente ovvie per qualsiasi persona. *La NATO non solo continua a esistere, si sta espandendo. Sempre più paesi stanno cercando di essere coinvolti nell'alleanza dell'Atlantico del Nord . Non possiamo trattare questa cosa con indifferenza, perché nessuno ha abolito la parità nucleare nel mondo, nessuno ha cancellato il fatto che è estremamente importante per i leader militari capire la relazione tra le forze strategiche nucleari dei diversi stati. *Mentre l'anello intorno al nostro paese inizia a contrarsi – il numero di paesi membri della NATO sta aumentando sempre di più – non possiamo fare a meno di preoccuparci. Perché in questo caso non si tratta solo delle forze strategiche nucleari che si avvicinano ai confini russi diventando armi nucleari strategiche, ma anche di armi tattiche non nucleari che, avendo un'alta precisione, sono in grado di causare danni colossali. In altre parole, l'allargamento della NATO è una minaccia assoluta per la Federazione Russa. Si tratta di una sfida incondizionata. *Per noi l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud sono stati indipendenti con cui abbiamo rapporti amichevoli e in cui ci sono delle nostre basi militari. Un altro paese che li vede come un proprio territorio potrebbe portare a conseguenze molto gravi. *La carriera di Saakashvili in Georgia è con ogni probabilità conclusa, cosa che credo sia molto buona per la Georgia. {{Int|Da [https://www.adnkronos.com/russia-medvedev-non-consentiremo-che-pazzi-criminali-prendano-potere_1boy68pIMtxwOaWs8qB7xs ''"Golpe Wagner ben congegnato da Prigozhin"'']|Sulla [[ribellione del Gruppo Wagner]], ''Adnkronos.com'', 24 giugno 2023}} *Non consentiremo a pazzi criminali ed ai loro sostenitori di prendere il potere nel Paese. *Lo sviluppo degli eventi attuali dimostra che le azioni di coloro che hanno organizzato la ribellione militare si adattano pienamente allo schema di un colpo di stato ben congegnato e orchestrato. *Se l'arsenale nucleare della Russia finisse sotto il controllo dei banditi, il mondo intero sarebbe sull'orlo della distruzione. ==Citazioni su Dmitrij Medvedev== *Al Cremlino c'è un sognatore... che sogna un futuro migliore per la Russia, mentre il Paese va in tutt'altra direzione. Noi non vorremmo sogni e articoli, ma decreti, leggi, proposte. ([[Oleg Orlov]]) *Chiunque pensi che la situazione in Russia migliorerà quando Dmitrij Medvedev salirà al potere si inganna. I russi sono pieni di battute su come lui sia semplicemente un servo di Putin. ([[Elena Tregubova]]) *I suoi compagni di gioventù già raccontano come Medvedev fosse stato un buon amico, disponibile e con un forte senso dell'umorismo; ci sono testimonianze sul suo lavoro volontario durante l'estate in un'azienda agricola come raccoglitore di patate. Con tutto ciò, non suscita una simpatia immediata e non ha l'abilità di Putin nel conquistare la gente. ([[Demetrio Volcic]]) *Il quarantaduenne Medvedev fece sembrare Putin un capo carismatico. Poco più alto di un metro e cinquanta (la statura esatta è un segreto rigorosamente protetto, ma i pettegolezzi non mancano così come le foto di Medvedev seduto su un cuscino o in piedi su uno sgabello per arrivare al microfono) al suo fianco Putin sembrava un gigante. Era un avvocato e aveva lavorato nell'amministrazione di San Pietroburgo, non aveva mai guidato un lavoro di squadra né comandato alcunché, tantomeno un paese. Imitava il modo robotico con cui Putin pronunciava i suoi discorsi parola per parola, con la differenza che ogni sillaba di Putin aveva un suono minaccioso, mentre Medvedev sembrava avere la voce di un sintetizzatore elettronico. ([[Maša Gessen]]) *L'ex presidente russo è una piccola persona dimenticata dalla Storia che cerca di mostrarsi seria e minacciosa, ma che in realtà suscita solo pietà. ([[Mychajlo Podoljak]]) *Ma lui non è un politico. È uno schiavo del regime. Non è uno che può parlare liberamente. E questi che stanno intorno a Putin, non capiscono che si stanno suicidando. ([[Julija Tymošenko]]) *Medvedev deve tutto a Putin e speriamo che glielo perdoni. Questo è il suo lato debole che potrebbe però anche essere uno dei vantaggi, in quanto ci sarà una copertura paterna. Medvedev dà del «voi» a Putin ancora oggi, forse non in privato (anche se in russo l'uso del «tu» e del «lei» ha infinite sfumature sulle quali lo straniero poco ci capisce anche quando russofono). ([[Demetrio Volcic]]) *Medvedev dovrebbe bere meno vodka prima di andare su [[Telegram]]. ([[Dmytro Kuleba]]) *Medvedev è pronto a rischiare la vita di miliardi di persone per un piccolo pezzo di terra: miliardi di persone in America Latina, Africa e Asia che non sono coinvolte nel conflitto ucraino. Già nell’agosto del 2022 Medvedev aveva affermato che la proposta di punire la Russia per i crimini di guerra in Ucraina minacciava l’esistenza dell’umanità, dato l’arsenale nucleare di Mosca. Ancora una volta, da che pulpito parla Medvedev quando si esprime in questo modo, ovvero da una sua posizione soggettiva? Non include se stesso tra coloro che periranno, come se potesse in qualche modo sopravvivere alla catastrofe nucleare globale. ([[Slavoj Žižek]]) *Medvedev e [[Vladimir Vladimirovič Putin|Putin]] sono un dono di Dio per il vostro Paese. ([[Silvio Berlusconi]]) *Medvedev ha [...] dichiarato che la Russia "farà di tutto" per evitare che compaiano armi nucleari nelle mani dei "nostri vicini ostili" come "l’Ucraina nazista". Ma dal momento che è la Russia a minacciare l’esistenza stessa di un altro stato (l’Ucraina), quest’altro stato non ha forse il diritto di difendere la propria esistenza con armi tattiche nucleari? Dobbiamo quindi prendere sul serio l’idea che sia l’Ucraina a dover essere dotata di armi nucleari per stabilire una parità sostanziale con la Russia. ([[Slavoj Žižek]]) *Medvedev, in quanto essere umano, era ed è assolutamente irrilevante. Ciò che serviva era l'idea di un Medvedev qualsiasi, ossia l'idea di un presidente giovane e liberale che avrebbe riportato il paese sulla strada della modernità. Possiamo quasi immaginarci Putin e la sua cerchia in un laboratorio a progettare il Medvedev ideale. Doveva avere la faccia pulita e lo sguardo brillante, parlare un gergo riformista a uso e consumo dell'intellighenzia e mantenere un'espressione impassibile mentre ammetteva garbatamente che le cose in Russia non erano perfette ma che sarebbero migliorate. Questo Medvedev, d'altra parte, non doveva avere una base di potere, idee o ambizioni sue proprie. Infine, doveva essere più basso di Putin e con ancor meno carisma. In effetti, un'alchimia rara da trovare. ([[Garri Kasparov]]) *Oggi Medvedev ricopre una carica secondaria nella difesa, ma è stato capace di pronunciare parole di vero tenore razzista contro "gli occidentali" in generale, prendendosela in particolare con gli europei, più che con gli americani. Ha usato termini non troppo diversi da quelli che usava Mussolini quando si riferiva alle corrotte democrazie borghesi che odiava al punto di sopprimere con decreto squadrista l'uso del "lei" sostituito dal più proletario "voi". Ciò che sorprende è il contrasto fra l'immagine di un uomo sempre composto, silenzioso ed elegante, di cui il mondo e la stampa aveva sempre parlato pochissimo, il quale da un giorno all'altro cambia radicalmente linguaggio, a partire dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. ([[Paolo Guzzanti]]) *Penso che Putin abbia rotto Medvedev quando gli ha fatto fare il cambio. Sono sicuro che si sia trattato di un atto di violenza psicologica. Si sa anche quando è successo. Alla fine dell'estate andarono a pescare e Medvedev tornò da quella gita depresso, riservato e cominciò a mostrare la sua debolezza. Si addormenterebbe. Si addormentava seduto in prima fila. Questa era una condizione nevrotica. Non avrebbe dovuto concludere questo accordo. ([[Gleb Pavlovskij]]) *Ricordi Medvedev? Non lo ricorda nessuno. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *Se l'imperialismo russo avesse un volto, sarebbe quello di Medvedev. Un piccolo uomo con grandi insicurezze, che sprizza veleno verso l'Ucraina o minaccia il mondo come unico modo per affermarsi. L'Ucraina c'era, c'è e ci sarà. La domanda è dove sarà fra due anni Dmitri Medvedev. ([[Mychajlo Podoljak]]) *Tutti prendevano in giro Medvedev quando era presidente. Si fingeva un liberale, pronto ad accogliere ogni nuova tecnologia, i quotidiani, internet. Apriva profili su Twitter e Instagram, una cosa che, per un funzionario russo, era come volare sulla Luna. [...] L'unica «conquista» rimasta dopo i quattro anni di Medvedev al potere è stata che la milizia ha cambiato nome in «polizia». ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Venne fuori che Medvedev non era solo uno stupido sempliciotto, ma un individuo corrotto fino al midollo. Usava reti di associazioni benefiche per spillare soldi agli oligarchi e intestarsi case di lusso. Noi le perlustrammo tutte lanciando il nostro drone da un nascondiglio, e poi mostrammo nei minimi dettagli come viveva Medvedev. Scoprimmo che aveva un'enorme tenuta sul Volga, nell'antica città di Plës. Al centro di laghetto di questa proprietà aveva fatto costuire una casetta per le anatre. Non so perché il nostro pubblico si affezionò tanto a questo dettaglio, ma da allora la papera diventò il simbolo sia dell'indagine sia delle proteste anticorruzione. ([[Aleksej Naval'nyj]]) ==Note== <references/> ==Voci correlate== *[[Seconda guerra in Ossezia del Sud]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w|commons=Category:Dmitry Medvedev}} [[Categoria:Politici russi|Medvedev, Dimitri]] k2z9xig1e0l7awmnsxbu6zljq6wqpf5 Servire 0 41869 1351308 1285199 2024-11-11T12:21:39Z ~2024-9620 100276 Charles-Guillaume Étienne. 1351308 wikitext text/x-wiki {{nota disambigua|descrizione=citazioni sul servire inteso come sottomissione passiva|titolo=[[Servitù]]''' o '''[[Schiavitù]]''', mentre se stai cercando citazioni sull'utilità vedi '''[[Utile]]}} {{voce tematica}} [[File:Vincent Willem van Gogh 022.jpg|thumb|''Il buon samaritano'' ([[Vincent van Gogh|Van Gogh]])]] Citazioni sul '''servire''' (inteso come attività virtuosa). ==Citazioni== *Accanto alla gratuità, il servizio esprime un'altra grande caratteristica dell'agápe divina: l'[[umiltà]]. Le parole di Gesù: "Dovete [[Lavanda dei piedi|lavarvi i piedi]] gli uni gli altri", significano: dovete rendervi a vicenda i servizi di un'umile [[carità]]. Carità e umiltà, insieme, formano il servizio evangelico. ([[Raniero Cantalamessa]]) *[[Amore|Amare]] significa questo: ''servire'' e ''dare la vita''. ''Servire'', cioè non anteporre i propri interessi; disintossicarsi dai veleni dell'avidità e della competizione; combattere il cancro dell'indifferenza e il tarlo dell'autoreferenzialità, condividere i carismi e i doni che Dio ci ha donato. Nel concreto, chiedersi "che cosa faccio per gli altri?" Questo è amare, e vivere le cose di ogni giorno in spirito di servizio, con amore e senza clamore, senza rivendicare niente. ([[Papa Francesco]]) *Donaci la gioia e la grazia del servizio, oggi e in eterno. Amen. ([[Adrienne von Speyr]]) *Guarda i [[Girasole|girasoli]]: s'inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po' troppo significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l'[[arte]] suprema. [[Dio]] è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini. (''[[La vita è bella]]'') *I servizi che la comunità remunererà più prontamente sono quelli più sgradevoli da prestare: vi si paga perché siate qualcosa di meno che un uomo. Lo Stato non ricompensa mai un genio a ragione. ([[Henry David Thoreau]]) *Il servire è già una ricompensa in sé. ([[Mahatma Gandhi]]) *Il servizio non è solo per il tempo libero. Il servizio dev'essere un atteggiamento della vita che trova modi per esprimersi concretamente in ogni momento. ([[Robert Baden-Powell]]) *Il vero [[potere]] è il servizio. ([[Papa Francesco]]) *La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel dare tutto e nel servire gli altri. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Liberamente servi, e non sarai servo. ([[Menandro]]) *Mi ha sorpreso apprendere che la parola [[samurai]] voglia dire: servire. (''[[L'ultimo samurai]]'') *Mi sto sforzando di vedere Dio attraverso il servizio dell'umanità, perché so che Dio non è né in cielo, né sottoterra, ma in ognuno di noi. ([[Mahatma Gandhi]]) *Noi ci facciamo largo nel mondo non tanto col fare quanto col ricevere de' servigi: tu trovi un germoglio mezz'arido; lo pianti perché l'hai raccattato; e perché l'hai piantato, lo adacqui. ([[Laurence Sterne]]) *Non è solo servire. È anche gioia. La gioia di servire Dio con tutto il tuo cuore. Significa anche gioire di coloro che Egli ha messo sul nostro cammino. (''[[Ferma il tuo cuore in affanno]]'') *Non possiamo aiutare nessuno. Possiamo soltanto servire. ([[Vivekananda]]) *Non si è mai serviti così bene che da noi medesimi. ([[Charles-Guillaume Étienne]]) *Se gli esseri umani si arrogano lo status di signori del creato, tale status consiste solo nel servire. Infatti non ci può essere signoria senza servizio. ([[Andrew Linzey]]) *Se lei avesse chiesto a mio padre: «Qual è lo scopo della sua vita?», egli non avrebbe avuto nessuna esitazione a risponderle: «Servire Dio». È la stessa cosa che i cristiani pii, e quanti credono profondamente in Dio, hanno sempre affermato di volere: «Servire Dio». ([[Isaac Bashevis Singer]]) *SERVIZIO. È per far loro un servizio che i bambini si sculacciano; gli animali si bastonano; i domestici si licenziano; i malfattori si puniscono. ([[Gustave Flaubert]]) *Sì: quando Dio è servito per primo, tutta la nostra vita nel mondo può acquistare il senso di un servizio divino. ([[Hans Urs von Balthasar]]) *Signore, ti ringrazio perché ho sempre servito e mai sono stato servito, sono stato sempre suddito e mai ho comandato! ([[Geremia da Valacchia]]) *Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama. ([[Papa Benedetto XVI]]) ===[[Gesù]]=== *I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. (''[[Vangelo secondo Luca]]'') *Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. (''[[Vangelo secondo Giovanni]]'') *Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. (''[[Vangelo secondo Marco]]'') ===[[Abbé Pierre]]=== *Se "amarlo come me stesso" non significa servirlo prima di me, se egli è meno felice di me, che cosa potrà mai significare? *Servire prima di noi quelli che [[sofferenza|soffrono]] più di noi. *Servire prima i più sofferenti: questo solo può fare ogni nazione pacifica e che vuole svilupparsi in pace. ===[[Ermes Ronchi]]=== *L'ultimo posto non è un castigo: è il posto di Dio, infatti lì troviamo il Signore Gesù, venuto non per essere servito, ma per servire. Quando venne tra noi, non trovò posto se non nel legno di una mangiatoia. Quando se ne andò, trovò posto soltanto sul legno della Croce, quel poco di legno che bastava per morire. «Chi vuol essere il primo, sia il servo di tutti» {{NDR|[[Gesù#Vangelo secondo Marco|Mc.]] 10, 44}}. L'ultimo posto è il posto di chi ama di più. *Questa è la strada contromano di Gesù: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è ai piedi di tutti. Dio non è il padrone dei padroni, è il servitore che in Gesù lava i piedi ai discepoli. Non è il Signore della vita, è di più, il servo di ogni vita. I grandi del mondo si costruiscono troni di morti, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare tutte le ferite della terra. Dio come un servo: che non esige, sostiene; non pretende, si prende cura; non rivendica diritti, risponde ai bisogni. Servitore ineguagliabile. [...] Servizio: questo è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà, perché questo è lo stile di Dio. *Volontà di Dio è servire la vita. ===[[Madre Teresa di Calcutta]]=== *Dove è Dio, lì vi è [[amore]].<br />E dove è amore, vi è sempre servizio. *Il frutto dell'amore è il servizio<br />Il frutto del servizio è la [[pace]]. *Nel nostro servizio non contano i risultati, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo. *Per noi, servire è un privilegio e quello che cerchiamo di dare è un servizio vero, offerto con tutto il cuore. ===[[Lev Tolstoj]]=== *L'uomo [...] è chiamato sia dalla ragione sia dalla sua stessa natura a servire gli altri uomini e l'umanità in generale. *Ciò che solo è ragionevole, certo e possibile: servire il [[Regno dei Cieli|regno di Dio]], cioè concorrere allo stabilimento della più grande unione fra tutti gli esseri viventi [...]. L'unico [[senso della vita]] è di servire l'umanità, concorrendo allo stabilimento del regno di Dio [...]. (''[[Il regno di Dio è in voi]]'') *E perché noi, nella nostra situazione, si possa servire il prossimo, occorre innanzi tutto smettere di esigere i servizi del prossimo. Sembra strano, ma la prima cosa da fare è servire se stessi: accendere la stufa, portare l'acqua, preparare il mangiare, lavare i piatti eccetera. Con questo cominciamo a servire gli altri. *Il migliore, l'unico modo di servire se stessi, è servire gli altri uomini (tu riceverai la più grande felicità del mondo, il loro amore). *La stima maggiore devesi non già a colui che accumula ricchezza per sé a scapito degli altri, ed ha maggior numero di servitori, ma a chi serve di più gli altri e agli altri dona di più. ==[[Motto scout|Motti scout]]== *Prepararsi a servire. *Servire. *Servire [[sorriso|sorridendo]]. ==[[Proverbi toscani]]== *A far servizio non se ne perde. *Chi serve non erra. *Del servir non si pente. *Il servizio torna sempre a casa col guadagno. *Servi, e non badare a chi. *Servigio riaccende [[amore]]. ==Voci correlate== *[[Carità]] *[[Solidarietà]] ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=servire|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Concetti religiosi]] [[Categoria:Interazioni sociali]] g6v77pgo533ca606vby5gi6n0t37jc0 Tommaso Grossi 0 45740 1351410 1327130 2024-11-11T22:55:49Z ~2024-9620 100276 fonte La Rondinella. 1351410 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Tommaso Grossi 1.jpg|thumb|Tommaso Grossi]] '''Tommaso Grossi''' (1790 – 1853), scrittore e poeta italiano. ==Citazioni di Tommaso Grossi== *''Il settembre innanzi viene, | e a lasciarmi ti prepari: | tu vedrai lontane arene; | nuovi monti, nuovi mari | salutando in tua favella, | pellegrina [[rondine]]lla''. (da [[s:La Rondinella|La Rondinella]], in ''Marco Visconti'', XXVI) *''L'è mort? l'è propri mort? Cossa voeur dì | sta gran parola che fa tant spavent?'' (da ''In morte di [[Carlo Porta]]'', citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921) ==''Marco Visconti''== ===[[Incipit]]=== Limonta è una terricciuola presso che ascosa fra i castagni al guardo di chi, spiccatosi dalla punta di Bellagio, per navigar verso Lecco, la cerca a mezza costa, in faccia a Lierna. Cominciando dall'ottavo secolo, fino agli ultimi tempi che fur tolti i feudi in Lombardia, essa fu sempre soggetta al monastero di S. Ambrogio di Milano; e l'Abate fra gli altri titoli avea quello di conte di Limonta. ===Citazioni su ''Marco Visconti''=== *Il romanzo del Grossi, benché dedicato al [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] e intenzionalmente derivato dai ''Promessi Sposi'', è della più pura maniera dello [[Walter Scott|Scott]], se ne togliamo un vasto difetto di fantasia che lo rende in molti tratti prolisso o inconcludente. I personaggi sono storici, ma soltanto di nome, ché le qualità morali ad essi attribuite appaiono immaginarie, come immaginaria è tutta la favola, nella quale essi agiscono. ([[Lorenzo Gigli]]) ==[[Incipit]] di ''Ildegonda''== Quando la Lombardia dall'odio antico<br>E dal novo pericolo commossa<br>Sorgea contra il secondo Federico<br>Nipote del respinto Barbarossa,<br>E il papa, a quello in apparenza amico,<br>Celatamente pur con ogni possa<br>Già suscitando più che mai gagliarda<br>La lega formidabile Lombarda.<br><br>Sdegnosa ancor della tedesca offesa<br>Speditamente deputò Milano<br>Legato presso il capo della Chiesa<br>Il marchese Rolando Gualderano,<br>Il qual, fattosi aggiungere all'impresa<br>Compagno il figlio, corse al Vaticano,<br>Ove onorata entrambi ebbero stanza<br>Finché il periglio tenne l'alleanza. ==Bibliografia== *[http://books.google.it/books?id=9agNAAAAYAAJ&pg=PA3 ''Novelle di Tommaso Grossi aggiuntavi La Pia, leggenda di B. Sestini''], Firenze: Giuseppe Molini, 1839 *Tommaso Grossi, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-g/tommaso-grossi/marco-visconti/ Marco Visconti. Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi]'', Antonio Vallardi editore, Milano, 1958. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Grossi, Tommaso}} [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] swoghcopvtg2cqegifsb253m9d1rxmw Proverbi friulani 0 46400 1351401 1340014 2024-11-11T19:02:55Z Bandol59 61927 /* A */ 1351401 wikitext text/x-wiki [[File:Gravel Rivers in Northeastern Italy.jpg|thumb|Il Friuli dal satellite]] Raccolta di '''[[Friuli|proverbi friulani]]'''. ==A== *'''A chel mus che nol puarte bast, no si dai vene.'''<ref name='ociuccio>Citato in Ostermann, p. 52.</ref> :''A quell'asino che non porta basto (carico), non si dà avena.'' *'''A cuinçâ la salate al ūl un mat a meti il vueli e un savi a meti l'asēt.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 90.</ref> :''Per condire l'insalata ci vuole un pazzo nel mettere l'olio e un saggio nel mettere l'aceto'' *'''A fā la barbe al mus, si piert timp e fadie.'''<ref name='ociuccio/> :''A fare la barba all'asino, si perde tempo e fatica.'' *'''A mangiâ fertae e polente al è come balâ cu la proprie femmine.'''<ref name=eatdance>Citato in Ostermann, p. 89.</ref> :''Mangiare [[frittata|frittate]] e polenta è come ballare con la propria donna.'' *'''A vuelin siet umigns a fâ une ciase, e baste una femine a sdrumâle.''' :''Ci vogliono sette uomini per fare una [[casa]], ma basta una [[donna]] per distruggerla.''<ref name="p89">Citato in Bolelli, vol. 2, p. 89.</ref> *'''Ai prēdis si dai la crodeuće.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 88.</ref> :''Ai preti si dà la cotica.'' ::{{spiegazione|Lo dicon i contadini per indur i figli a farsi preti [...]}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 88.</ref> *'''Al è lari tant cui che al robe, che cui che al ten il sac.''' :''È [[ladro]] tanto chi ruba quanto chi tiene il sacco.''<ref>Citato in Bolelli, vol. 4, p. 255.</ref> *'''Al mangje plui vene chel mus che nol tire la carete.'''<ref name='ociuccio/> :''Mangia più avena quell'asino che non tira la carretta.'' *'''Altri è il fevelā di muart è altri l'è il murī.'''<ref name=fabular>Citato in Ostermann, p. 67.</ref> :''Una cosa è parlare di [[morte]], un'altra morire.'' *'''Al val tant un sōlt talsorēli che te ombrene.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 46.</ref> :''Vale tanto un soldo al sole quanto all'ombra.'' ::{{spiegazione|Vale lo stesso guadagnare lavorando in campagna che a bottega.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 46.</ref> *'''Amî di ducj, amî di nissun.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 112.</ref> :''Amico di tutti, amico di nessuno.'' ==B== *'''Barbe rosse pēl di diaul.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 62.</ref> :''Barba rossa pelo di diavolo.'' *'''''Bisugne temē Dio par amōr | e no amālu par timor.'''''<ref>Citato in Ostermann, p. 19.</ref> :''Bisogna temere Dio per amore e non amarlo per timore.'' ==C== *'''Co è la sō ore no val nuje dī di no.'''<ref name=oldpot/> :''Quando è giunta la propria ora non serve a niente dir di no.'' *'''Cu la umiltāt si romp la glāce.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 30.</ref> :''Con l'umidità si rompe il ghiaccio.'' ::{{spiegazione|''Umiltāt'' ha il doppio significato di umidità e umiltà.}}<ref>{{cfr}} Ostermann, p. 30.</ref> *'''Cuant che e ciape fûc la cjase, no bisugne scjaldâsi.''' :''Quando la casa piglia [[fuoco]] non è il momento di scaldarsi.''<ref name="p89" /> *'''Cuarp passūt, anime consolade.'''<ref name=satollo>Citato in Ostermann, p. 76.</ref> :''Corpo sazio, anima consolata.'' *'''Cui ca l'è mat nol uaris mai | e s'al uaris l'è fortunat assai.'''<ref name=crazy>Citato in Ostermann, p. 66.</ref> :''Chi è pazzo non guarisce mai e se guarisce è fortunato assai.'' *'''Cui che ame i giaz, ame lis femminis.'''<ref name=amour>Citato in Ostermann, p. 50.</ref> :''Chi ama i gatti ama le donne.'' *'''Cui che ben vīv, ben mūr.'''<ref name=oldpot/> :''Chi bene vive, bene muore.'' *'''Cui che l'ha bon vin a ćāse nol va ta l'ostarie.<ref name=maggiomai />''' :''Chi ha il buon [[vino]] a casa, non va in osteria.'' *'''Cui che nas l'ha di murī.'''<ref name=oldpot/> :''Chi nasce è destinato a morire.'' *'''Cui che va donge dai mulinārs reste infarināt.'''<ref name=mill>Citato in Ostermann, p. 110.</ref> :''Chi va vicino ai mugnai resta infarinato.'' *'''Cui grans si fâs il stâr.'''<ref>Citato in Riccardo Schwamenthal e Michele L. Straniero, ''Dizionario dei proverbi italiani e dialettali'', BUR, 2013, [https://books.google.it/books?id=vXlfAQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT15&dq=&pg=PT15#v=onepage&q&f=false p. 15 § 81]. ISBN 978-88-58-65738-6</ref> :''Granello dopo granello si riempie lo staio.'' *'''Cul timp e cu la pae si madressin i gnespui.'''<ref name=s'ammatura>Citato in Ostermann, p. 91.</ref> :''Col tempo e con la paglia si maturano le nespole.'' ==D== *'''Denant da l'ore no si pò nè nassi nè murī.'''<ref name=fabular/> :''Prima dell'ora (fissata) non si può né nascere né morire.'' *'''Di ca a cent ang val tant il lin, che la stope.'''<ref name=oldpot/> :''Da qui a cento anni vale tanto il lino quanto la stoppa.'' *'''Dure plui une cite sclapade che une gnove.'''<ref name=oldpot>Citato in Ostermann, p. 68.</ref> :''Dura più una pentola lesionata che una nuova.'' ::{{spiegazione|Qualche volta campa più un vecchio malaticcio che un giovine sano e robusto.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 68.</ref> *'''Dōs rōbis son buinis dōpo muartis: avar e purćit.'''<ref name=oldchicken/> :''Due cose sono buone dopo esser morte: avaro e maiale.'' *'''Dure plui une cite sclapade che une gnove.'''<ref name=oldpot>Citato in Ostermann, p. 68.</ref> :''Dura più una pentola lesionata che una nuova.'' ::{{spiegazione|Qualche volta campa più un vecchio malaticcio che un giovine sano e robusto.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 68.</ref> ==E== *'''El vin al è latt da puars vecios.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia da Giuseppe Pitrè'', Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1880, vol. IV, [https://archive.org/details/proverbisicilia00pitrgoog/page/n130/mode/2up?view=theater p. 140].</ref> :''Il vino è il latte dei poveri vecchi.'' ==G== *'''Gialine viere fās bon brūt.'''<ref name=oldchicken>Citato in Ostermann, p. 87.</ref> :''Gallina vecchia fa buon brodo.'' ==I== *'''I passūz crodin ca no ur vegni mai plui fan.'''<ref name=satollo/> :''I sazi credono che non gli venga più fame.'' *'''Il brāv miedi no l'ha pōre a scorteā.'''<ref name=crazy/> :''Il bravo medico non ha paura di scorticare.'' *'''''Il caffè l'è bon cun tre ''S'': | sedendo, scottando e scroccando.'''''<ref>Citato in Ostermann, p. 93.</ref> :''Il [[caffè]] è buono con tre ''S'': seduti, bollente e a scrocco.'' *'''Il corli plui devente vieri e miei al ģire.'''<ref name=old>Citato in Ostermann, p. 61.</ref> :''L'arcolaio più diventa vecchio meglio gira.'' *'''Il diaul la sa tant lunge, parcē ca l'è viēli.'''<ref name=old/> :''Il diavolo la sa tanto lunga perché è vecchio.'' *'''Il formadi a l'è il sigillum stomaci.'''<ref name=s'ammatura/> :''Il [[formaggio]] è il sigillum stomaci.'' *'''Il fūc l'è mieģe compagnie.'''<ref name=mill/> :''Il [[fuoco]] è metà compagnia.'' *'''Il lat nol ven dai ues.'''<ref name=milk/> :''Il latte non viene dalle ossa.'' *'''Il māl l'è un trist compagn.'''<ref name=crazy/> :''La malattia è un maligno compagno.'' *'''Il passūt nol crōd al plen di fan.'''<ref name=satollo/> :''Il sazio non crede all'affamato.'' *'''I rīs son la mignestre plui buine e la plui triste.'''<ref name=eatdance/> :''Il riso è (i risi sono) la minestra più buona e la più triste.'' *'''Il sium l'è l'immagine da muart.'''<ref name=fabular/> :''Il sonno è l'immagine della morte.'' *'''Il vin l'è bon d'avrīl pūr e mai temprāt.'''<ref name=maggiomai>Citato in Ostermann, p. 92.</ref> :''Il vino è buono puro in aprile e (a maggio/e mai) temperato.'' ::Scherzo sull'omonimo ''mai'': (maggio, e ''mai'' negazione)<ref>Spiegazione in Osterman, p. 92.</ref> *'''Il vin di ćāse nol inćoche.'''<ref name=maggiomai /> :''Il vino di casa non ubriaca.'' ==J== *'''Jè plui grande la pōre dal māl, che il māl istes.'''<ref name=milk>Citato in Ostermann, p. 65.</ref> :''È più grande la paura del male che lo stesso male.'' ==L== *'''L'è lāri tan cui cu robe che cui cu ten il sac.'''<ref name=mill/> :''È [[ladro]] tanto chi ruba che chi tiene il sacco.'' *'''L'è miei jessi in disgraćie di Dio che da justizie.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 17.</ref> :''È meglio essere in disgrazia di Dio che della giustizia.'' ::{{spiegazione|Perché Dio è più misericordioso.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 2.</ref> *'''L'è miei sparagnā il flāt par quand ca si ha di murī.'''<ref name=fabular/> :''È meglio risparmiare il fiato per quando si deve morire.'' *'''L'è un trist ucel chel ca nol puarte cun se la plume.'''<ref name=sad>Citato in Ostermann, p. 54.</ref> :''È un triste uccello quello che non porta con sé le piume.'' ::{{spiegazione|Si dice in senso figurato d'un operaio che non porti seco gl'istrumenti che gli son {{sic|necessarii}}.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 54.</ref> *'''L'onōr nol fās bulī la cite.'''<ref name=satollo/> :''L'onore non fa bollire la pentola.'' *'''L'ultim tabār l'è fat sense sachetis.''' (Udine)<ref name=pocket>Citato in Ostermann, p. 71.</ref> :''L'ultimo mantello è cucito (fatto) senza tasche.'' *'''L'ūv no l'ha di insegnā alla gialline.'''<ref name=sad/> :''L'uovo non deve insegnare alla gallina.'' *'''La malizie a cres cu l'etāt.'''<ref name=old/> :''La [[malizia]] cresce con l'età.'' *'''La speranće, {{sic|je}} il rimiedi dai disperās.'''<ref name=fabular/> :''La speranza è il rimedio dei disperati.'' *'''La volp lāsse il pel, ma il vīzi no.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 49.</ref> :''La volpe lascia il pelo, ma non il vizio.'' *'''Lis femminis ogn'an deventin plui ģovins.'''<ref name=old/> :''Le donne diventano ogni anno più giovani.'' ::{{spiegazione|Perché dicono ogn'anno d'averne uno di meno.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 61.</ref> *'''Lis malatiis – son avīs.'''<ref name=crazy/> :''Le malattie – sono avvertimenti.'' *'''Līs robis lungis deventin madracs.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 57.</ref> :''Le cose lunghe diventan serpi.''<ref>Proverbio toscano. {{cfr}} Ostermann, p. 57.</ref> ==M== *'''Miei vin turbit che āghe clare.'''<ref name=maggiomai /> :''Meglio vino torbido che acqua limpida.'' *'''Muss e musse prest s'intindin.'''<ref name=firstsight>Citato in Ostermann, p. 108.</ref> :''Asino e asina presto (subito) s'intendono.'' ==N== *'''Nessun plui nemî dall'om, che l'om istess.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 113.</ref> :''Nessuno (è) più nemico dell'[[uomo]] dell'uomo stesso.'' *'''No si vīv dome cūl pan.'''<ref name=notonly>Citato in Ostermann, p. 86.</ref> :''Non si vive di solo pane.'' ==P== *'''Pan brontolāt no fore i [[intestino|bugei]].'''<ref name=notonly/> :''Pane dato a malincuore non fora le budella.'' *'''''Pan d'un dì | ūv d'un'ore | lat d'un minūt | e vin d'un an.'''''<ref name=oneone>Citato in Osterman, p. 85.</ref> :''Pane di un giorno, uova di un'ora, latte di un minuto e vino di un anno.'' *'''Pan e gaban – l'è bon dut l'an.'''<ref name=oneone/> :''Pane e cappotto – sono buoni l'anno.'' *'''Panze sclopā ma rōbe no vanzā.'''<ref name=satollo/> :''Fai scoppiare la pancia, ma non far avanzare nulla.'' *'''Piel numar un.'''<ref name=skin>Citato in Ostermann, p. 63.</ref> :''Pelle, numero uno.'' ::{{spiegazione|La salute prima di tutto.}} *'''Prejere de mus no va in cil.'''<ref name=paradise/> :''Preghiera d'asino non va (sale) in cielo.'' ==Q== *'''Qualchi volte dure plui une cite viere che une gnove.'''<ref name=oldpot/> :''Qualche volta dura più una pentola vecchia che una nuova.'' *'''Quand ca si ha imparāt a vivi in chē volte si mūr.'''<ref name=fabular/> :''Quando si è imparato a vivere, allora si muore.'' *'''Quand che il giat no l'è in paīs, | a fās fieste la surīs.'''<ref name=amour/> :''Quando il gatto non è in paese, il topo fa festa (gode).'' ==S== *'''Se urte simpri en che dēt ca si ha māl.'''<ref name=skin/> :''Si urta sempre in quel dito che duole.'' *'''Sossedâ nol vûl ingian: o sium o fan.''' :''[[Sbadiglio|Sbadigliare]] non vuole inganno: o sonno o fame.''<ref>Citato in Bolelli, vol. 4, p. 263.</ref> *'''Si da il sorg ai purcis magris.'''<ref name=paradise/> :''Si dà il granturco ai porci magri.'' ::{{spiegazione|Ai peggio porci vanno le meglio pere.}}<ref>{{cfr}} Ostermann, p. 53.</ref> ([[Proverbi toscani]]) *'''''Sta cul to uguāl | si tu us fā bon carnevāl.''''' (Socchieve)<ref name=firstsight/> :''Stai con il tuo uguale se vuoi far un buon [[carnevale]].'' *'''Su la val di Giosafat si saldin dug i cons.'''<ref name=pocket/> :''Sulla [[valle di Giosafat]] si saldano tutti i conti.'' ==U== *'''Une gote d'assinć uaste un pittēr di mīl.''' (Carnia<ref>Nel testo: Cargna. {{cfr}} Osterman, p. 14</ref>)<ref name=maggiomai/> :''Una goccia di [[assenzio]] guasta un vaso di miele.'' ==V== *'''Val plui un ucel in man che cent par ajar.'''<ref name=sad/> :''È meglio un uccello in mano che cento per aria.'' *'''''Val plui una fete di polente quiete | che une panzade maladete.'''''<ref name=notonly/> :''È meglio una fetta di polenta in pace che una scorpacciata maledetta.'' *'''''Vin, femminis e marons | van gioldūs tās lor stagions.'''''<ref>Citato in Ostermann, p. 83.</ref> :''Vino, donne e marroni van goduti nelle loro stagioni.'' *'''Vōs di mus no va in paradīs.'''<ref name=paradise>Citato in Ostermann, p. 53.</ref> :''Voce d'asino non va in paradiso.'' ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Tristano Bolelli, Adriana Zeppini Bolelli, ''Dizionario dei dialetti d'Italia'', La Domenica del Corriere, Milano, 1983. *''[https://books.google.it/books?id=2VsUAAAAYAAJ&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Proverbi friulani raccolti dalla viva voce del popolo ed ordinati da Valentino Ostermann]'', Tipografia G. B. Doretti e Soci, Udine, 1876. [[Categoria:Proverbi friulani| ]] f2jdt0948g13lu0fiumuqaml3uxmp8g 1351405 1351401 2024-11-11T19:18:22Z Udiki 86035 Annullata la modifica [[Special:Diff/1351401|1351401]] di [[Special:Contributions/Bandol59|Bandol59]] ([[User talk:Bandol59|discussione]]) è possibile o probabile che la fonte citata (v. [[WQ:TF]]) dica «miei» e che si tratti di dialetti diversi 1351405 wikitext text/x-wiki [[File:Gravel Rivers in Northeastern Italy.jpg|thumb|Il Friuli dal satellite]] Raccolta di '''[[Friuli|proverbi friulani]]'''. ==A== *'''A chel mus ca nol puarte baste, no si dai vene.'''<ref name='ociuccio>Citato in Ostermann, p. 52.</ref> :''A quell'asino che non porta basto (carico), non si dà avena.'' *'''A cuinćā la salate a l'ūl un mat a metti il ueli e un savi a metti l'asēt.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 90.</ref> :''Per condire l'insalata ci vuole un pazzo nel mettere l'olio e un saggio nel mettere l'aceto'' *'''A fā la barbe al mus, si pierd timp i fadie.'''<ref name='ociuccio/> :''A fare la barba all'asino, si perde tempo e fatica.'' *'''A mangiā fritae e polente l'è come balā cu la sō femmine.'''<ref name=eatdance>Citato in Ostermann, p. 89.</ref> :''Mangiare [[frittata|frittate]] e polenta è come ballare con la propria donna.'' *'''A vuelin siet umigns a fâ une ciase, e baste una femine a sdrumâle.''' :''Ci vogliono sette uomini per fare una [[casa]], ma basta una [[donna]] per distruggerla.''<ref name="p89">Citato in Bolelli, vol. 2, p. 89.</ref> *'''Ai prēdi si dai la crodeuće.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 88.</ref> :''Ai preti si dà la cotica.'' ::{{spiegazione|Lo dicon i contadini per indur i figli a farsi preti [...]}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 88.</ref> *'''Al è lari tant cui che al robe, che cui che al ten il sac.''' :''È [[ladro]] tanto chi ruba quanto chi tiene il sacco.''<ref>Citato in Bolelli, vol. 4, p. 255.</ref> *'''Al mange plui vene chel mus ca nol tire la carete.'''<ref name='ociuccio/> :''Mangia più avena quell'asino che non tira la carretta.'' *'''Altri è il fevelā di muart è altri l'è il murī.'''<ref name=fabular>Citato in Ostermann, p. 67.</ref> :''Una cosa è parlare di [[morte]], un'altra morire.'' *'''Al val tant un sōld in sorēli che in ombrene.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 46.</ref> :''Vale tanto un soldo al sole quanto all'ombra.'' ::{{spiegazione|Vale lo stesso guadagnare lavorando in campagna che a bottega.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 46.</ref> *'''Amî di dug, amî di nissun.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 112.</ref> :''Amico di tutti, amico di nessuno.'' ==B== *'''Barbe rosse pēl di diaul.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 62.</ref> :''Barba rossa pelo di diavolo.'' *'''''Bisugne temē Dio par amōr | e no amālu par timor.'''''<ref>Citato in Ostermann, p. 19.</ref> :''Bisogna temere Dio per amore e non amarlo per timore.'' ==C== *'''Co è la sō ore no val nuje dī di no.'''<ref name=oldpot/> :''Quando è giunta la propria ora non serve a niente dir di no.'' *'''Cu la umiltāt si romp la glāce.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 30.</ref> :''Con l'umidità si rompe il ghiaccio.'' ::{{spiegazione|''Umiltāt'' ha il doppio significato di umidità e umiltà.}}<ref>{{cfr}} Ostermann, p. 30.</ref> *'''Cuant che e ciape fûc la cjase, no bisugne scjaldâsi.''' :''Quando la casa piglia [[fuoco]] non è il momento di scaldarsi.''<ref name="p89" /> *'''Cuarp passūt, anime consolade.'''<ref name=satollo>Citato in Ostermann, p. 76.</ref> :''Corpo sazio, anima consolata.'' *'''Cui ca l'è mat nol uaris mai | e s'al uaris l'è fortunat assai.'''<ref name=crazy>Citato in Ostermann, p. 66.</ref> :''Chi è pazzo non guarisce mai e se guarisce è fortunato assai.'' *'''Cui che ame i giaz, ame lis femminis.'''<ref name=amour>Citato in Ostermann, p. 50.</ref> :''Chi ama i gatti ama le donne.'' *'''Cui che ben vīv, ben mūr.'''<ref name=oldpot/> :''Chi bene vive, bene muore.'' *'''Cui che l'ha bon vin a ćāse nol va ta l'ostarie.<ref name=maggiomai />''' :''Chi ha il buon [[vino]] a casa, non va in osteria.'' *'''Cui che nas l'ha di murī.'''<ref name=oldpot/> :''Chi nasce è destinato a morire.'' *'''Cui che va donge dai mulinārs reste infarināt.'''<ref name=mill>Citato in Ostermann, p. 110.</ref> :''Chi va vicino ai mugnai resta infarinato.'' *'''Cui grans si fâs il stâr.'''<ref>Citato in Riccardo Schwamenthal e Michele L. Straniero, ''Dizionario dei proverbi italiani e dialettali'', BUR, 2013, [https://books.google.it/books?id=vXlfAQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT15&dq=&pg=PT15#v=onepage&q&f=false p. 15 § 81]. ISBN 978-88-58-65738-6</ref> :''Granello dopo granello si riempie lo staio.'' *'''Cul timp e cu la pae si madressin i gnespui.'''<ref name=s'ammatura>Citato in Ostermann, p. 91.</ref> :''Col tempo e con la paglia si maturano le nespole.'' ==D== *'''Denant da l'ore no si pò nè nassi nè murī.'''<ref name=fabular/> :''Prima dell'ora (fissata) non si può né nascere né morire.'' *'''Di ca a cent ang val tant il lin, che la stope.'''<ref name=oldpot/> :''Da qui a cento anni vale tanto il lino quanto la stoppa.'' *'''Dure plui une cite sclapade che une gnove.'''<ref name=oldpot>Citato in Ostermann, p. 68.</ref> :''Dura più una pentola lesionata che una nuova.'' ::{{spiegazione|Qualche volta campa più un vecchio malaticcio che un giovine sano e robusto.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 68.</ref> *'''Dōs rōbis son buinis dōpo muartis: avar e purćit.'''<ref name=oldchicken/> :''Due cose sono buone dopo esser morte: avaro e maiale.'' *'''Dure plui une cite sclapade che une gnove.'''<ref name=oldpot>Citato in Ostermann, p. 68.</ref> :''Dura più una pentola lesionata che una nuova.'' ::{{spiegazione|Qualche volta campa più un vecchio malaticcio che un giovine sano e robusto.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 68.</ref> ==E== *'''El vin al è latt da puars vecios.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia da Giuseppe Pitrè'', Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1880, vol. IV, [https://archive.org/details/proverbisicilia00pitrgoog/page/n130/mode/2up?view=theater p. 140].</ref> :''Il vino è il latte dei poveri vecchi.'' ==G== *'''Gialine viere fās bon brūt.'''<ref name=oldchicken>Citato in Ostermann, p. 87.</ref> :''Gallina vecchia fa buon brodo.'' ==I== *'''I passūz crodin ca no ur vegni mai plui fan.'''<ref name=satollo/> :''I sazi credono che non gli venga più fame.'' *'''Il brāv miedi no l'ha pōre a scorteā.'''<ref name=crazy/> :''Il bravo medico non ha paura di scorticare.'' *'''''Il caffè l'è bon cun tre ''S'': | sedendo, scottando e scroccando.'''''<ref>Citato in Ostermann, p. 93.</ref> :''Il [[caffè]] è buono con tre ''S'': seduti, bollente e a scrocco.'' *'''Il corli plui devente vieri e miei al ģire.'''<ref name=old>Citato in Ostermann, p. 61.</ref> :''L'arcolaio più diventa vecchio meglio gira.'' *'''Il diaul la sa tant lunge, parcē ca l'è viēli.'''<ref name=old/> :''Il diavolo la sa tanto lunga perché è vecchio.'' *'''Il formadi a l'è il sigillum stomaci.'''<ref name=s'ammatura/> :''Il [[formaggio]] è il sigillum stomaci.'' *'''Il fūc l'è mieģe compagnie.'''<ref name=mill/> :''Il [[fuoco]] è metà compagnia.'' *'''Il lat nol ven dai ues.'''<ref name=milk/> :''Il latte non viene dalle ossa.'' *'''Il māl l'è un trist compagn.'''<ref name=crazy/> :''La malattia è un maligno compagno.'' *'''Il passūt nol crōd al plen di fan.'''<ref name=satollo/> :''Il sazio non crede all'affamato.'' *'''I rīs son la mignestre plui buine e la plui triste.'''<ref name=eatdance/> :''Il riso è (i risi sono) la minestra più buona e la più triste.'' *'''Il sium l'è l'immagine da muart.'''<ref name=fabular/> :''Il sonno è l'immagine della morte.'' *'''Il vin l'è bon d'avrīl pūr e mai temprāt.'''<ref name=maggiomai>Citato in Ostermann, p. 92.</ref> :''Il vino è buono puro in aprile e (a maggio/e mai) temperato.'' ::Scherzo sull'omonimo ''mai'': (maggio, e ''mai'' negazione)<ref>Spiegazione in Osterman, p. 92.</ref> *'''Il vin di ćāse nol inćoche.'''<ref name=maggiomai /> :''Il vino di casa non ubriaca.'' ==J== *'''Jè plui grande la pōre dal māl, che il māl istes.'''<ref name=milk>Citato in Ostermann, p. 65.</ref> :''È più grande la paura del male che lo stesso male.'' ==L== *'''L'è lāri tan cui cu robe che cui cu ten il sac.'''<ref name=mill/> :''È [[ladro]] tanto chi ruba che chi tiene il sacco.'' *'''L'è miei jessi in disgraćie di Dio che da justizie.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 17.</ref> :''È meglio essere in disgrazia di Dio che della giustizia.'' ::{{spiegazione|Perché Dio è più misericordioso.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 2.</ref> *'''L'è miei sparagnā il flāt par quand ca si ha di murī.'''<ref name=fabular/> :''È meglio risparmiare il fiato per quando si deve morire.'' *'''L'è un trist ucel chel ca nol puarte cun se la plume.'''<ref name=sad>Citato in Ostermann, p. 54.</ref> :''È un triste uccello quello che non porta con sé le piume.'' ::{{spiegazione|Si dice in senso figurato d'un operaio che non porti seco gl'istrumenti che gli son {{sic|necessarii}}.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 54.</ref> *'''L'onōr nol fās bulī la cite.'''<ref name=satollo/> :''L'onore non fa bollire la pentola.'' *'''L'ultim tabār l'è fat sense sachetis.''' (Udine)<ref name=pocket>Citato in Ostermann, p. 71.</ref> :''L'ultimo mantello è cucito (fatto) senza tasche.'' *'''L'ūv no l'ha di insegnā alla gialline.'''<ref name=sad/> :''L'uovo non deve insegnare alla gallina.'' *'''La malizie a cres cu l'etāt.'''<ref name=old/> :''La [[malizia]] cresce con l'età.'' *'''La speranće, {{sic|je}} il rimiedi dai disperās.'''<ref name=fabular/> :''La speranza è il rimedio dei disperati.'' *'''La volp lāsse il pel, ma il vīzi no.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 49.</ref> :''La volpe lascia il pelo, ma non il vizio.'' *'''Lis femminis ogn'an deventin plui ģovins.'''<ref name=old/> :''Le donne diventano ogni anno più giovani.'' ::{{spiegazione|Perché dicono ogn'anno d'averne uno di meno.}}<ref>Spiegazione in Ostermann, p. 61.</ref> *'''Lis malatiis – son avīs.'''<ref name=crazy/> :''Le malattie – sono avvertimenti.'' *'''Līs robis lungis deventin madracs.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 57.</ref> :''Le cose lunghe diventan serpi.''<ref>Proverbio toscano. {{cfr}} Ostermann, p. 57.</ref> ==M== *'''Miei vin turbit che āghe clare.'''<ref name=maggiomai /> :''Meglio vino torbido che acqua limpida.'' *'''Muss e musse prest s'intindin.'''<ref name=firstsight>Citato in Ostermann, p. 108.</ref> :''Asino e asina presto (subito) s'intendono.'' ==N== *'''Nessun plui nemî dall'om, che l'om istess.'''<ref>Citato in Ostermann, p. 113.</ref> :''Nessuno (è) più nemico dell'[[uomo]] dell'uomo stesso.'' *'''No si vīv dome cūl pan.'''<ref name=notonly>Citato in Ostermann, p. 86.</ref> :''Non si vive di solo pane.'' ==P== *'''Pan brontolāt no fore i [[intestino|bugei]].'''<ref name=notonly/> :''Pane dato a malincuore non fora le budella.'' *'''''Pan d'un dì | ūv d'un'ore | lat d'un minūt | e vin d'un an.'''''<ref name=oneone>Citato in Osterman, p. 85.</ref> :''Pane di un giorno, uova di un'ora, latte di un minuto e vino di un anno.'' *'''Pan e gaban – l'è bon dut l'an.'''<ref name=oneone/> :''Pane e cappotto – sono buoni l'anno.'' *'''Panze sclopā ma rōbe no vanzā.'''<ref name=satollo/> :''Fai scoppiare la pancia, ma non far avanzare nulla.'' *'''Piel numar un.'''<ref name=skin>Citato in Ostermann, p. 63.</ref> :''Pelle, numero uno.'' ::{{spiegazione|La salute prima di tutto.}} *'''Prejere de mus no va in cil.'''<ref name=paradise/> :''Preghiera d'asino non va (sale) in cielo.'' ==Q== *'''Qualchi volte dure plui une cite viere che une gnove.'''<ref name=oldpot/> :''Qualche volta dura più una pentola vecchia che una nuova.'' *'''Quand ca si ha imparāt a vivi in chē volte si mūr.'''<ref name=fabular/> :''Quando si è imparato a vivere, allora si muore.'' *'''Quand che il giat no l'è in paīs, | a fās fieste la surīs.'''<ref name=amour/> :''Quando il gatto non è in paese, il topo fa festa (gode).'' ==S== *'''Se urte simpri en che dēt ca si ha māl.'''<ref name=skin/> :''Si urta sempre in quel dito che duole.'' *'''Sossedâ nol vûl ingian: o sium o fan.''' :''[[Sbadiglio|Sbadigliare]] non vuole inganno: o sonno o fame.''<ref>Citato in Bolelli, vol. 4, p. 263.</ref> *'''Si da il sorg ai purcis magris.'''<ref name=paradise/> :''Si dà il granturco ai porci magri.'' ::{{spiegazione|Ai peggio porci vanno le meglio pere.}}<ref>{{cfr}} Ostermann, p. 53.</ref> ([[Proverbi toscani]]) *'''''Sta cul to uguāl | si tu us fā bon carnevāl.''''' (Socchieve)<ref name=firstsight/> :''Stai con il tuo uguale se vuoi far un buon [[carnevale]].'' *'''Su la val di Giosafat si saldin dug i cons.'''<ref name=pocket/> :''Sulla [[valle di Giosafat]] si saldano tutti i conti.'' ==U== *'''Une gote d'assinć uaste un pittēr di mīl.''' (Carnia<ref>Nel testo: Cargna. {{cfr}} Osterman, p. 14</ref>)<ref name=maggiomai/> :''Una goccia di [[assenzio]] guasta un vaso di miele.'' ==V== *'''Val plui un ucel in man che cent par ajar.'''<ref name=sad/> :''È meglio un uccello in mano che cento per aria.'' *'''''Val plui una fete di polente quiete | che une panzade maladete.'''''<ref name=notonly/> :''È meglio una fetta di polenta in pace che una scorpacciata maledetta.'' *'''''Vin, femminis e marons | van gioldūs tās lor stagions.'''''<ref>Citato in Ostermann, p. 83.</ref> :''Vino, donne e marroni van goduti nelle loro stagioni.'' *'''Vōs di mus no va in paradīs.'''<ref name=paradise>Citato in Ostermann, p. 53.</ref> :''Voce d'asino non va in paradiso.'' ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Tristano Bolelli, Adriana Zeppini Bolelli, ''Dizionario dei dialetti d'Italia'', La Domenica del Corriere, Milano, 1983. *''[https://books.google.it/books?id=2VsUAAAAYAAJ&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Proverbi friulani raccolti dalla viva voce del popolo ed ordinati da Valentino Ostermann]'', Tipografia G. B. Doretti e Soci, Udine, 1876. [[Categoria:Proverbi friulani| ]] 4kdpocqvkr6uwjubbxbd52gox2amxac Giovanni Alfredo Cesareo 0 49750 1351343 1252944 2024-11-11T16:01:16Z Gaux 18878 Francesco Piccolo: citazioni su 1351343 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Giovanni Alfredo Cesareo.JPG|thumb|Giovanni Alfredo Cesareo]] '''Giovanni Alfredo Cesareo''' (1860 – 1937), poeta, saggista, critico letterario, drammaturgo e senatore italiano. ==''Ernesto Renan''== *[[Ernest Renan|Ernesto Renan]] fu, tra i filosofi e i pensatori del secolo decimonono, uno dei più letti e ammirati, ma uno de' meno amati. Anche i suoi amici trovano nell'opera sua qualcosa d'annebbiato e di discorde; né riescono a acquetarsi nel complesso delle sue teorie su la vita sensibile e soprasensibile. La grande azione, esercitata su gli spiriti sedotti e convinti, da altri saggi, come l'Hegel e lo Schopenhauer in Germania; il Darwin e lo Spencer in Inghilterra; il Cousin in Francia; il Gioberti, per qualche tempo, in Italia, non è stata, né sarà esercitata mai dal Renan: l'odierna Francia intellettuale tiene del pessimismo tedesco o del positivismo inglese; ma del Renan poco o punto. (p. 5) *[...] Ernesto Renan non ebbe forza o attitudine o coraggio di creare un sistema. La sua abile debolezza fu quella di non avere propriamente una filosofia, e di non concludere mai. [...]. Egli fu, non un eroe, ma un curioso della scienza; e riuscì piacevole, ma non convincente. (p. 5) *Gli uomini che hanno avuto maggior seguito, nelle rivoluzioni religiose, filosofiche, civili, sono stati quelli che hanno potuto esporre, subito, piena e determinata, una teoria delle cose, che ne permettesse d'abbracciare, anche in confuso, ma d'un colpo d'occhio, l'unità indistruttibile. I fedeli, i discepoli, la moltitudine innocente e inesperta, non critica, crede: e allora basta al Maestro una parola, detta con quell'accento che malleva e infonde la sincerità e la serietà della convinzione, perché tutti gli traggan dietro, gli tendan le braccia e i cuori, lieti persino d'andare a morire con lui. (p. 6) ==''Gaspara Stampa donna e poetessa''== *Tutto sommato, la prima giovinezza di [[Gaspara Stampa]] fu né più né meno che quella d'una qualunque ragazza di famiglia agiata, d'ingegno curioso ed aguzzo, spensierata, gioconda, vivace senza malizia, onesta senza saccenteria. Che de' calabroni le ronzassero intorno, si capisce. (p. 23) *A un Bonetto, che doveva esser teologo, propose la Stampa, secondo il vezzo accademico del tempo, un doppio quesito: se il male che vien dall'amore è maggiore o minore del bene, e perché Amore sia dipinto nudo, cieco e con la faretra: anche questo può dare un'idea dei perversi ragionamenti che si facevano in casa della poetessa. (p. 29) *Il canzoniere di Gaspara Stampa, a parte il suo valore propriamente poetico, di cui per ora non intendiamo trattare, è uno fra i documenti più immediati e sinceri dell'anima femminile.<br>Qui c'è ben altro che il decoroso convenzionalismo di Veronica Gàmbara e le fredde pietosarie della Marchesa di Pescara. Qui, pur tra i richiami al Petrarca e a' petrarchisti del tempo, il Bembo, il Varchi, il Della Casa, c'è un cuore che arde, freme, si convelle, si spiana, offrendo soffi ognor nuovi e improvvisi di realtà viva alla fantasia che li trasforma in figurazioni chiare e armoniose. (p. 34) *Eppure tale {{NDR|savia, costumata e pudica}}, per noi moderni, Gaspara Stampa non fu. Vissuta in un tempo quando la libertà del costume era, più che tollerata, quasi invidiata e encomiata, si lasciò sedurre, accecata all'ardore d'una prima e violenta passione, da un uomo senza scrupoli, il quale, dopo averne ottenuto per frode ciò che voleva, la tradì e l'abbandonò. E dopo, principiò con un altro, forse sperando di riscattare il suo fallo nel matrimonio o in un legame libero con eguali doveri; una relazione amorosa, che fu troncata sul nascere. (p. 54) *[...] il canzoniere di Gaspara Stampa è, senza dubbio, non ostanti i residui o i {{sic|rimessiticci}} di petrarchismo, quanto di più perfetto abbia la poesia amorosa dopo il Petrarca e avanti Ugo Foscolo. (p. 58) *[...] l'affermazione che Gaspara Stampa sia stata una cortigiana, vien proprio da un errore di metodo, appunto perché risulta da un sillogismo doppiamente fallace, in cui: primo, il termine maggiore non chiude il minore: – le cortigiane amavano i ricevimenti e i diporti, coltivavan la musica, avean degli amanti; Gaspara Stampa amava i ricevimenti e i diporti, coltivava la musica, avea degli amanti, dunque la Stampa era una cortigiana; – secondo, è falsa la maggiore, falsa la minore, e la conseguenza non ha senso comune. (p. 58) ==''La vita di Giacomo Leopardi''== *La [[Fanny Targioni Tozzetti|Fanny Ronchivecchi]], moglie al dottor Antonio Targioni-Tozzetti, [...], era una bella, intellettuale e galante signora di poco più che trent'anni; e accoglieva in casa propria il fiore dei dotti e de' letterati, che si trovavano allora in Firenze. La signora, che doveva aver letto il volume de' Canti {{NDR|del [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]}}, si compiaceva d'intrattenere il poeta su la commozione profonda che le suscitavano i versi di lui, e il poeta, a sua volta, tremava in segreto per la dolcezza di quella lode profferita da una bocca così piena di seduzioni. (pp. 124-125) *Giacomo {{NDR|Leopardi}} entrò in un salotto, ove l'aria era tutta impregnata de' fiori traboccanti da' grandi vasi di porcellana dipinta; e la bella creatura {{NDR|Fanny}}, in una tunica di stoffa violacea, sedeva sur un divano coperto di pelli preziose. Ella stese la mano piccola e bianca al poeta; lo fece sedere accanto a sé; gli chiese un gran piacere, del quale gli sarebbe rimasta assai grata: bramando di possedere una raccolta d'autografi d'uomini illustri, pregava il suo amico che gliene procacciasse. Il suono delle parole non diceva di più; ma la fiamma degli occhi arditamente fissi in quelli di Giacomo, il sorriso delle labbra mollemente dischiuse in atto di segreta persuasione, il fascino ch'emanava dalla bella persona alquanto curvata verso di lui, l'impaccio leggiero della conversazione, parea promettere altro. Il poeta sentì come un tuffo nel sangue; chinò gli occhi; offrì balbettando tutte le lettere d'amici suoi ch'ei custodiva gelosamente nella sua Recanati; soggiunse che si sarebbe adoperato con ogni sua forza per appagare il desiderio di lei. Mentr'egli parlava, la signora si prendea fra le braccia le sue bambine e, baciatele su la bocca, se le premeva sul seno, acconsentendo alla vista del mal cauto visitatore il collo candidissimo e ignudo sotto il volume della nera capigliatura.<br>Quando Giacomo, in preda a una straordinaria esaltazione, uscì di quella casa, egli era innamorato morto di quella donna. (pp. 125-126) *La signora {{NDR|Fanny}} che, senz'alcun dubbio, non ostante i tardivi dinieghi, s'era accorta di quella passione {{NDR|del Leopardi}}, non si faceva uno scrupolo di seguitare a attizzarla, per il vanitoso compiacimento di vedere a' suoi piedi un tant'uomo; ma d'altra parte, quando si trovava dinanzi quel povero gobbo, mezzo cieco, dal viso giallo e spelato di pulzellona, non le bastava l'animo d'immaginare ch'ella potesse sopportarne più che la tacita adorazione e i complimenti ossequiosi. (p. 130) ==''Saggi di critica''== *{{NDR|[[Clodia]]}} La cronaca rosa narrava parecchie avventure dell'elegante matrona: tra le altre si diceva che fanciulla avesse fatto le prime campagne di Venere col proprio fratello. Del rimanente Clodia era tal donna leggiadra da stregare un Catone. (pp. 13-14) *Piena di bizzarrie, leggiera, amante de' piaceri, ardente, capricciosa, {{NDR|Clodia}} doveva affascinare come il peccato; senza contare l'ingegno brillante educato alle varie discipline di moda, e la smania di poetare. [[Gaio Valerio Catullo|Catullo]] l'amò. Ella toccava i trentatré anni, egli i ventisei. Cominciò dal lodarle il passerino. Clodia piegò dinante a quel Veronese appassionato e fantasioso. (p. 14) *Nell'orazione {{NDR|''Pro Caelio''}} di Tullio {{NDR|[[Marco Tullio Cicerone]]}}, la figura di Clodia grandeggia sfavillante di luce sinistra. Finito il processo, Clodia si trovò a tale d'abiezione in faccia a tutta Roma, che stimò bene di smascherarsi affatto e di abbandonarsi alla corrente del vizio. Dopo la gioventù dorata vennero gli amanti delle piazze, i servi, la plebe. (p. 22) ==''Saggio su l'arte creatrice''== *Lo spirito crea l'opera sua in un'espressione interiore infinita e totale, dove ogni elemento, anche il suono, il colore, la parola, la linea, tutto è creazione: quando poi vuole comunicarla, s'aiuta del segno fisico; ma allora al lavoro della creazione viene in soccorso la tecnica, ch'è volontà dell'espressione esteriore o comunicativa. (p. 14) *In arte la creazione pur del mostruoso è sempre creazione, e quindi bellezza, mentre nella realtà il piacere pur della perfezione fisica è sentimento, e quindi fatto pratico. (pp. 55-6) *L'artista perfetto riesce a una così piena oggettivazione del proprio fantasma da obbedir egli alla legge di questo , da contemplarlo , ascoltarlo e seguirlo , come una cosa estranea al suo spirito. (p. 72) ==[[Incipit]] di ''Ottobre''== <poem>Il mio core è a te daccanto, Il mio core qui non è: M'empie gli occhi a un tratto il pianto, E non so non so perché.</poem> ==Citazioni su Giovanni Alfredo Cesareo== *[[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] pubblica ancora, Cesareo pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto {{sic|ritardatarii}}, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) ==Bibliografia== *G. A. Cesareo, ''[https://archive.org/details/sim_nuova-antologia-revista-di-lettere-scienze-ed-arti_1892-11-01_126/page/n2/mode/1up Ernesto Renan]'', in ''Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti'', terza serie, volume XLII della raccolta volume CXXVI, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1892, pp. 5-32. *G. A. Cesareo, ''[https://archive.org/details/gasparastampadon00cesa/page/n2/mode/1up Gaspara Stampa donna e poetessa]'', Società editrice F. Perrella, Napoli, 1920. *Giovanni Alfredo Cesareo, ''[https://archive.org/details/lavitadigiacomol00cesauoft/page/iii/mode/1up La vita di Giacomo Leopardi]'', Remo Sandron Editore, Palermo, 1902. *Giovanni Alfredo Cesareo, ''Ottobre'', A. Pigna, Milano, 1883. *Giovanni Alfredo Cesareo, ''[https://archive.org/details/saggidicritica00cesa_0/mode/1up Saggi di critica]'', A. Gustavo Morelli Editore, Ancona, 1884. *G.A. Cesareo, ''Saggio su l'arte creatrice'', Zanichelli, Bologna 1919. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Cesareo, Giovanni Alfredo}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Drammaturghi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] qvflavelrorf6je2b7s8vcym9zghyr6 Giorgia Meloni 0 59572 1351412 1344483 2024-11-11T23:02:27Z Danyele 19198 /* Citazioni su Giorgia Meloni */ fix 1351412 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Giorgia Meloni Official 2023 crop.jpg|miniatura|Giorgia Meloni nel 2023|upright=1.2]] '''Giorgia Meloni''' (1977 – vivente), politica italiana. ==Citazioni di Giorgia Meloni== {{cronologico}} ===1996=== *Penso che [[Benito Mussolini|Mussolini]] fosse un buon politico. Ossia che tutto ciò che ha fatto, l'ha fatto per l'[[Italia]]. E ciò non succede con i [[Politico|politici]] che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni. :''Je crois que Mussolini était un bon politicien. C'est-à-dire que tout ce qu'il a fait, il l'a fait pour l'Italie. Et on ne retrouve pas ça chez les politiciens qu'on a eus au cours des 50 ans dernières années''.<ref>{{Cita web|url=https://www.ina.fr/ina-eclaire-actu/giorgia-meloni-alliance-nationale-freres-d-italie-reference-mussolini|titolo=Giorgia Meloni en 1996 : «Je crois que Mussolini était un bon politicien»|lingua=fr|data=2022-09-01}}</ref> (Intervista alla rete francese France 3, 21 aprile 1996) ===2006=== *[...] la [[Alessandra Mussolini|Mussolini]] è una delle persone più distanti dalle tesi della destra che sia mai stata in An. Fa ridere che abbia fatto un partito di destra radicale.<ref name=adp>Dall'intervista a [[Claudio Sabelli Fioretti]], ''Corsera Magazine'', 7 dicembre 2006; pubblicata su ''[http://web.archive.org/web/20071012233156/http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=341 Melba.it]''.</ref> *Ho un rapporto sereno con il [[fascismo]]. Lo considero un passaggio della nostra storia nazionale. [...] {{NDR|[[Benito Mussolini|Mussolini]]}} Ha fatto diversi errori, le [[leggi razziali]], l'ingresso in guerra, e comunque il suo era un sistema autoritario. Storicamente ha anche prodotto tanto, ma questo non lo salva. Strano che la sinistra invece usi questo schema: [[Fidel Castro]] è un dittatore, è uno che nega i diritti civili, però ha fatto tanto bene a Cuba. Se va bene per Castro perché non va bene per Mussolini?<ref name=adp /> *Le [[leggi ad personam]] bisogna contestualizzarle. Sono delle leggi che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste.<ref name=adp/> ===2009=== *{{NDR|Sul caso Englaro}} sono convinta da sempre che, nel caso di Eluana, la difesa della vita sia il punto da cui bisogna partire prima di ogni altro ragionamento. [...] Qui non si tratta di disconoscere il valore del presidente della Repubblica e il suo ruolo. [...] Siamo in condizioni eccezionali.<ref>Dall'intervista di Luca Talese, ''[http://www.ilgiornale.it/interni/la_meloni_caro_fini_ecco_perche_non_ti_seguo/08-02-2009/articolo-id=327056-page=0-comments=1 La Meloni: "Caro Fini, ecco perché non ti seguo"]'', ''Il Giornale.it'', 8 febbraio 2009.</ref> *[[Benedetto XVI]] non dimentica mai, in nessuna occasione, di rivolgere il suo pensiero benevolo ai ragazzi. Lo ringrazio perché ancora oggi ha voluto trasfonderci tutta la sua forza con un messaggio, improntato alla visione di un avvenire migliore, che sarà tale se le giovani generazioni sapranno riscoprire gli eterni valori del rispetto del prossimo e della collaborazione tra tutte le componenti della società.<ref>Citato in ''[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/03/09/Politica/PAPA-MELONI-GRAZIE-A-BENEDETTO-XVI-PER-PAROLE-SPERANZA-RIVOLTE-A-GIOVANI_145142.php Papa: Meloni, grazie a Benedetto XVI per parole speranza rivolte a giovani]'', ''Adnkronos.com'', 9 marzo 2009.</ref> *Il [[Futurismo]] fu l'ultima avanguardia artistica e culturale di uomini e donne prodotta in Italia. Oggi sentirsi futuristi è essere protagonisti del proprio tempo, essere cioè capaci di lasciare la propria impronta interpretando il tempo che si vive, lasciarne testimonianza futura alle giovani generazioni.<ref>Citato in ''[http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=4601 Cagliari alla riscoperta del Futurismo]'', ''Rassegna stampa del comune di Cagliari'', ''ComuneCagliariNews.it'', 10 marzo 2009.</ref> *Vi inventate delle cose false e le raccontate in giro per il mondo. [...] Questo è intollerabile, State giocando con il nostro orgoglio nazionale, con la nostra democrazia!<ref>Durante un'intervista all'ABC, a proposito delle mancate risposte di [[Silvio Berlusconi]] alle domande di ''Repubblica'' circa i suoi scandali sessuali nel caso di Noemi Letizia; video disponibile su ''[http://tv.repubblica.it/cronaca/domanda-sulle-escort-la-meloni-si-infuria/37473?video Tv.Repubblica.it]'', ottobre 2009.</ref> {{NDR|abbandonando poi l'intervista}} *La decisione della Corte Europea è il prodotto di una furia distruttrice verso ogni simbolo della nostra comune identità. Se l'[[Europa]] non ha coscienza dei valori e delle ragioni che la innervano allora è solo un accordo commerciale e niente di più.<ref>Citato in ''[http://giorgiameloni.garbatella.it/2009/11/crocefisso-meloni-simbolo-dellidentita-europea/ Vittoria! Sì dalla Francia all'estradizione di Battisti]'', ''GiorgiaMeloni.it'', 4 novembre 2009.</ref> ===2011=== *{{NDR|I giovani italiani soffrono di}} inattitudine all'[[umiltà]]. [...] C'è un pezzo di paese che quando parli di lavoro manuale non capisce. [...] Occorre scardinare il sistema Italia, fare una rivoluzione culturale che sia in grado di tirarci fuori dal '68, abbattere i privilegi acquisiti e adeguare la società al mercato del lavoro che cambia.<ref>Citato in Rosaria Amato, ''[http://www.repubblica.it/economia/2011/01/25/news/piano_giovani_governo-11638990/ Occupazione giovanile, piano del governo: "Lavoro manuale, umiltà e contributi volontari"]'', ''Repubblica.it'', 25 gennaio 2011.</ref> ===2012=== *Quando noi ammettiamo che la politica è degenerata come strumento, diamo alibi a tutte le degenerazioni della politica.<ref>Da un'[http://cultura.biografieonline.it/intervista-a-giorgia-meloni/ intervista a Giorgia Meloni] di Alessandro Galano, ''Biografieonline.it'', 20 febbraio 2012.</ref> ===2014=== *Perché la storia della destra italiana preesiste alla stessa Alleanza Nazionale, esula dai programmi contingenti e attraversa le generazioni. È un'idea politica che non è nata a Fiuggi, né nell'Italia repubblicana. Certamente ha attraversato questi decenni, ma affonda le sue radici molto più in profondità: nella Grande Guerra che per prima unificò dialetti sotto un'unica bandiera, nella bella avventura di quei poeti guerrieri che chiamiamo Risorgimento. E si potrebbe andare molto più indietro, perché quella visione della vita che in Europa tutti chiamano destra e che qui in Italia chissà perché si preferisce chiamare centrodestra, ha dipinto le grandi tele del rinascimento, ha ispirato le summe teologiche e i codici cavallereschi del medioevo, ha ereditato lo spirito illuminato del diritto romano.<ref>Citato in ''[http://www.secoloditalia.it/2014/03/il-testo-integrale-dellintervento-di-giorgia-meloni/ Il testo integrale dell'intervento di Giorgia Meloni]'', ''Secolo d'Italia'', 8 marzo 2014.</ref> *{{NDR|Alle elezioni europee del 2014}} Berlusconi credo che non farà un risultato straordinario, sarà sotto il 20%. Penso che Berlusconi debba avere il coraggio di lasciare il testimone ad un'altra generazione già da diverso tempo. L'ho anche detto, l'ho dimostrato. Ho fatto le mie scelte per questo. alla fine vincerà Renzi di misura.<ref>Dalla trasmissione radiofonica ''Mix24'', Radio24; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/11616711/Fdi--Meloni---Berlusconi.html Fdi, Meloni: "Berlusconi deve lasciare il testimone"]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 19 maggio 2014.</ref> *L'Italia e l'Europa devono affrontare la questione euro in modo pragmatico e non ideologico, senza preclusioni, perché tutti i dati degli ultimi mesi confermano che questa moneta unica non funziona e sta provocando recessione e disoccupazione anche in quelle Nazioni che finora ne hanno tratto un vantaggio competitivo.<ref>Da ''[http://www.iltempo.it/politica/2014/11/14/il-degrado-e-la-rabbia-1.1344191 Il degrado e la rabbia ]'', ''Il Tempo.it'', 9 novembre 2014.</ref> ===2015=== *È ignobile il sarcasmo del Presidente della Camera, [[Laura Boldrini]], nei confronti dei cristiani uccisi ieri da dei fanatici islamici su un barcone diretto verso l'Italia. [...] È tale la ferocia ideologica del Presidente Boldrini che, di fronte all'ennesimo massacro per motivi religiosi compiuto questa volta sotto i nostri occhi, non ha ancora reputato opportuno dire una sola parola di cordoglio per i cristiani gettati in mare e condannare chi lo ha fatto in nome dell'Islam. Tentare di ridurre quanto accaduto ad un semplice episodio di delinquenza comune è indegno, vergognoso ed è un insulto alle memoria delle vittime. A questo punto, non ci resta che prendere atto in modo definitivo dell'inadeguatezza di Laura Boldrini a rappresentare la Camera dei deputati e le Istituzioni italiane e ci auguriamo voglia avere la decenza di dimettersi.<ref>Da una nota; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11779758/Giorgia-Meloni---Inaccettabile-il.html Giorgia Meloni: "Inaccettabile il sarcasmo di Laura Boldrini sui cristiani uccisi"]'', ''Libero Quotidiano.it'', 17 aprile 2015.</ref> ===2016=== *Noi chiediamo che lo Stato risarcisca le vittime dei reati commessi da persone che non dovevano essere lì in quel momento, dunque beneficiari di svuota carceri e clandestini. Se liberi per incapacità dello Stato di gestire determinate emergenze, è giusto che paghi lo Stato e risarcisca le vittime.<ref name=vittim>Citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11870395/giorgia-meloni-risarcimento-vittime-clandestini-fratelli-italia-pacchetto-sicurezza.html Giorgia Meloni, la sfida a Renzi: "Lo Stato risarcisca le vittime dei clandestini"]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 22 gennaio 2016.</ref> *La sicurezza è una precondizione di libertà, lo strumento principe che lo Stato ha per difendere i più deboli.<ref name=vittim/> *Certezza della pena, un principio che vogliamo ripristinare. In Italia ci sono stati 5 decreti svuota-carceri in 4 anni, in galera non ci si finisce più. Noi vogliamo combattere il lassismo buonista che ha finito per farci trovare davanti a uno Stato più vicino ai carnefici che alle vittime.<ref name=vittim/> *{{NDR|[[Gaffe famose|Gaffe]] alla domanda «Quando è stata in Inghilterra ma non a Londra?»}} A Londra molto spesso: ultimamente sono stata a Dublino e in Scozia.<ref>Dalla trasmissione televisiva ''Otto e Mezzo'', 24 giugno 2016; citato in ''[http://m.huffpost.com/it/entry/10671558 Brexit, la gaffe di Giorgia Meloni: "Certo che sono stata in Inghilterra: a Dublino..."]'', ''Huffpost.com'', 25 giugno 2016.</ref> ===2018=== *Non ho gli elementi per giudicare se sia da rivedere la scorta di [[Roberto Saviano|Saviano]], né tantomeno se ammazzare Saviano è una priorità della camorra, né so bene quale sia la procedura per assegnare le scorte.<ref>Citato in [https://www.huffingtonpost.it/2018/06/22/giorgia-meloni-non-so-se-ammazzare-roberto-saviano-sia-una-priorita-della-camorra_a_23465403/?ncid=fcbklnkithpmg00000001 Giorgia Meloni: "Non so se ammazzare Roberto Saviano sia una priorità della camorra"], ''huffingtonpost'', 22 giugno 2018.</ref> ===2019=== {{Int|Da ''[https://www.giorgiameloni.it/2019/10/19/il-discorso-integrale-di-giorgia-meloni-in-piazza-san-giovanni-a-roma/ Il discorso integrale di Giorgia Meloni in piazza San Giovanni a Roma]''|''Giorgiameloni.it'', 19 ottobre 2019|h=4}} *Una volta Piazza San Giovanni era la piazza simbolo della sinistra, adesso la riempiamo solo noi. Dove prima c'erano le bandiere rosse, adesso sventolano le bandiere tricolori. È il segnale, cari compagni, che siete stati sconfitti dalla storia. Noi in piazza, a chiedere libertà, voi barricati nel Palazzo, aggrappati alle vostre poltrone, terrorizzati dal giudizio popolare, distanti anni luce dalla volontà del popolo italiano. *{{NDR|Su [[Beppe Grillo]]}} Si è vestito da [[Joker]] e ha detto: io sono il caos. Grillo, l'unico caos che ha prodotto il Movimento 5 Stelle è quello che si vive a Roma grazie a Virginia Raggi. Quello è il caos che avete prodotto. Nelle buche ormai ci si pesca, i cinghiali sono diventati animali di compagnia. *Dicono che vogliono dare la cittadinanza ai ragazzi stranieri che studiano insieme ai nostri figli nelle nostre scuole, ma non è vero: la verità è che usano i bambini come scudi umani per regalare la cittadinanza a tutti! Perché questo è quello che prevede la legge Boldrini. Noi diciamo no, e abbiamo già raccolto centomila firme perché la cittadinanza italiana non si regala! *Se vi sentite offesi dal Crocifisso o dal presepe, beh non è qui che dovete vivere! Il mondo è grande, ed è pieno di Nazioni islamiche dove non incontrerete un Crocifisso perché i cristiani vengono perseguitati e le chiese rase al suolo. *Ricordo che quando dicevamo di essere contrari all'ingresso della Turchia in Europa qualcuno ci guardava come se fossimo noi il problema. Oggi tutti a fare le lacrime di coccodrillo. *Non è un caso che abbiano rispalancato le porte all'immigrazione irregolare. Dicono che lo fanno perché sono buoni. Come no! La solidarietà sulla gestione dell'immigrazione da parte della sinistra non c'entra assolutamente niente, non lo fanno perché sono buoni. Lo fanno perché ai grandi poteri economici che sono i loro burattinai, conviene importare masse di disperati per avere manodopera a basso costo. Questo è il motivo per cui lo fanno. *Io non ce l'ho né con i francesi né con i tedeschi. Io ce l'ho con gli italiani che si sono venduti agli interessi dei francesi e dei tedeschi. *Ora parlano di togliere la dicitura “padre” e “madre” sui documenti. Perché la famiglia è un nemico, l'identità nazionale è un nemico, l'identità di genere è un nemico. Per loro tutto ciò che definisce è un nemico. È il gioco del pensiero unico: ci devono togliere tutto quello che siamo, perché quando non avremo più un'identità e non avremo più radici, noi saremo privi di consapevolezza e incapaci di difendere i nostri diritti. È il loro gioco. Vogliono che siamo Genitore 1, Genitore 2, genere LGBT, Cittadini X, dei codici. Ma noi non siamo dei codici, noi siamo delle persone e difenderemo la nostra identità. Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana. Non me lo toglierete! Non me lo toglierete! ===2021=== *Qualche giorno fa un esponente politico mi ha definito "cagna" pensando di offendermi. I [[cane|cani]] sono intelligenti, leali e combattono per difendere ciò che amano. Usare i cani come offesa, qualifica il valore di chi lo fa.<ref>Citato in ''[https://www.iltempo.it/politica/2021/09/12/news/giorgia-meloni-cagna-foto-umilia-candidato-grillino-insulti-leader-fratelli-ditalia-28645269/ Giorgia Meloni, ecco la foto della leader di Fratelli d'Italia che umilia il grillino: "Cagna? Non è..."]'', ''iltempo.it'', 12 settembre 2021.</ref> ===2022=== *Non vaccino mia figlia perché il vaccino non è una religione ma una medicina. Quando prendi una medicina valuti il rapporto tra rischio e beneficio. La possibilità di morire per un ragazzo tra zero e 19 anni è la stessa di morire per un fulmine. Il vaccino non ferma il contagio quindi non mi vaccino per gli altri.<ref>Citato in [https://www.lastampa.it/rubriche/30-minuti-al-massimo/2022/02/08/video/30_minuti_al_massimo_giorgia_meloni_non_vaccino_mia_figlia_perche_non_e_una_religione_-2850840/ ''30 minuti al Massimo, Giorgia Meloni: "Non vaccino mia figlia perché non è una religione"''], ''Lastampa.it'', 8 febbraio 2022.</ref> *{{NDR|Sul [[massacro di Buča]]}} Lasciano senza fiato le immagini dei civili giustiziati per le strade e delle fosse comuni, che arrivano da Bucha dopo il ritiro delle truppe di invasione di Putin. Una barbarie che riemerge dalle epoche più buie della storia europea e che speravamo di non rivedere mai più. Va fatto ogni sforzo per la pace e per fermare l'aggressione all'Ucraina.<ref>Da ''[https://www.giorgiameloni.it/2022/04/03/ucraina-meloni-da-bucha-immagini-che-lasciano-senza-fiato/ Ucraina, Meloni: Da Bucha immagini che lasciano senza fiato]'', ''Giorgiameloni.it'', 3 aprile 2022.</ref> *Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT! Sì all'identità sessuale, no all'ideologia gender! Sì alla cultura della vita. No all'abisso della morte. Sì all'universalità della Croce. No alla violenza dell'Islamismo. Sì ai confini sicuri. No all'immigrazione di massa. Sì al lavoro della nostra gente. No alla grande finanza internazionale.<ref name="VOX">Dal discorso tentuto a Marbella, in Spagna, in sostegno di VOX; citato in ''[https://www.gay.it/giorgia-meloni-spagna-famiglia-naturale-lobby-lgbt-gender Giorgia Meloni: “Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT e al gender”. Zan: “Criminale” – VIDEO]'', ''Gay.it'', 14 giugno 2022.</ref> *L'ideologia dominante del [[politicamente corretto]] sta distruggendo l'identità, la centralità della persona, le conquiste della nostra civiltà. Guardate l'[[ideologia gender]]. Se andate oltre gli slogan, vi accorgerete di come il vero obiettivo dell'ideologia gender non sia quello tanto decantato della lotta alle discriminazioni, e neanche quello del superamento delle differenze maschio-femmina. Il vero obiettivo non dichiarato, ma tragicamente evidente, è la scomparsa della [[donna]] e soprattutto la fine della [[maternità]]. L'uomo oggi può essere tutto, padre e madre, in un'ampia gamma che va dal femminile al maschile, mentre le parole più censurate dal politicamente corretto sono madre e moglie.<ref name="VOX"/> *La dichiarazione di [[Annessione dell'Ucraina meridionale e orientale alla Russia|annessione alla Federazione Russa di quattro regioni ucraine]] dopo i referendum farsa svoltisi sotto violenta occupazione militare non hanno alcun valore giuridico o politico. [[Vladimir Putin|Putin]] dimostra ancora una volta la sua visione neo imperialista di stampo sovietico che minaccia la sicurezza dell'intero continente europeo. Questa ulteriore violazione delle regole di convivenza tra Nazioni da parte della Russia conferma la necessità di compattezza e unità delle democrazie occidentali.<ref>Citato in ''[https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/09/30/ucraina-meloni-annessione-russa-non-ha-valore-minaccia-putin_ca70c50f-f4f1-4278-a496-516d923d2e91.html Meloni: "L'annessione russa non ha valore, Putin minaccia". Kiev: "Grazie per la posizione chiara"]'', ''ansa.it'', 30 settembre 2022.</ref> *Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L'Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell'Europa e dell'Alleanza atlantica. Chi non fosse d'accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo. L'Italia con noi al governo non sarà mai l'anello debole dell'occidente, la nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori. Rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale governo.<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/10/19/berlusconi-meloni-ucraina/ Le posizioni di Berlusconi sull'Ucraina sono un pasticcio per la coalizione di destra]'', ''Il Post.it'', 19 ottobre 2022.</ref> *{{NDR|Sull'[[esplosione missilistica in Polonia del 2022]]}} La responsabilità di quanto accaduto, per quello che ci riguarda, è tutta [[Russia|russa]]: anche fosse stato un missile della contraerea [[ucraina]] nel tentativo di bloccare il bombardamento criminale su obiettivi civili, che l'Ucraina continua a subire.<ref name="MissilePolonia">{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2022/11/16/meloni-responsabilita-russia-missile-polonia/|titolo=Meloni ha detto che la responsabilità dell'esplosione in Polonia è «tutta russa»|sito=Il Post|data=2022-11-16}}</ref> (Dichiarazione al G20 di Bali, 16 novembre 2022) *La Russia sta sistematicamente distruggendo le infrastrutture civili ucraine in violazione di tutte le norme del diritto internazionale.<ref name="MissilePolonia"/> (16 novembre 2022) *{{NDR|Sull'[[esplosione missilistica in Polonia del 2022]]}} [...] il fatto che i bombardamenti al confine da parte russa possano colpire il territorio polacco è un rischio che i russi conoscono bene, che hanno evidentemente reputato di voler correre.<ref name="MissilePolonia"/> (16 novembre 2022) *Quella del ministro [[Gilberto Pichetto Fratin|Pichetto]] è stata un'espressione infelice, ma che voleva probabilmente sottolineare la necessità che le istituzioni siano chiamate a rispondere delle loro responsabilità. {{NDR|In riferimento alla frase del Ministro Gilberto Pichetto Fratin sulle responsabilità dei sindaci per la frana di Ischia del 2022}}<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2022/11/29/pichetto-fratin-abusivismo-ischia-governo/|titolo=La frase di Pichetto Fratin sui sindaci non è piaciuta a un pezzo del governo|sito=Il Post|data=2022-11-29}}</ref> {{Int|Da ''[https://www.panorama.it/abbonati/politica/intervista-giorgia-meloni Giorgia Meloni: «La mia Italia è concreta, libera dalle ideologie»]''|''Panorama.it'', 10 agosto 2022|h=4}} *La sinistra ha difficoltà a confrontarsi sui temi concreti, anche perché i suoi fallimenti sono sotto gli occhi di tutti. Quindi ha bisogno di appiccicare etichette all'avversario politico per fuggire dal confronto. *Sento dire dalla sinistra che non si può fare campagna elettorale agitando spettri come l'immigrazione a cui nessuno crede più. Noi non agitiamo spettri ma, come sempre, partiamo dai fatti: l'immigrazione è fuori controllo grazie a non -politiche scellerate che hanno fatto dell'Italia il campo profughi d'Europa. *Come detto, noi vogliamo un'Italia saldamente nella Nato. Questo non ci impedisce di lavorare per un'Alleanza più equilibrata, che sia protagonista di pace, sicurezza e stabilità mondiale e che tenga a bada certi avventurismi tipici dei Democratici americani. I Balcani occidentali sono un'area strategica per l'interesse nazionale italiano, la Serbia è un Paese amico, candidato all'adesione all'Ue e da sempre in relazioni strette con la Russia. Polarizzare la situazione in quell'area rischia di portare a scenari inimmaginabili e bisogna evitarlo a tutti i costi, abbiamo bisogno di unire e di non lasciare nessuna nazione europea nell'orbita di Mosca. *Fratelli d'Italia è stato l'unico partito a votare ripetutamente contro un'applicazione insensata del green pass, a contestare l'obbligo vaccinale che di fatto il governo aveva introdotto persino per andare al lavoro, a proporre l'areazione meccanica controllata nelle scuole per evitare ai nostri ragazzi e ai docenti il supplizio della Dad. Ci prendevano in giro poi persino l'Oms ci ha dato ragione. Abbiamo la pretesa di pensare che se ci avessero dato retta avremmo potuto vivere la pandemia con minori restrizioni, un numero minore di morti e minori danni all'economia. Sappiamo cosa non ha funzionato e non abbiamo alcuna intenzione di ripetere gli errori del passato. La nostra risposta a un'eventuale nuova ondata pandemica sarà strutturale e sarà all'insegna della responsabilità degli italiani, non di chiusure e restrizioni. *Noi daremo voce ai diritti e alla libertà di chi non ha voce, a partire dalle donne e dai bambini. Lavoreremo per attuare la prima parte della legge 194 e sostenere le donne che non vogliono abortire, difenderemo la libertà educativa delle famiglie da chi vuole imporre le teorie gender nelle scuole, ci batteremo per rendere l'utero in affitto reato universale e velocizzare le adozioni. Questioni di buon senso che non faranno male a nessuno. {{Int|Da ''[https://www.avvenire.it/attualita/pagine/intervista-a-giorgia-meloni Meloni: no a governi arcobaleno, la priorità del Paese è la natalità]''|''Avvenire.it'', 11 settembre 2022|h=4}} *Quando il mare è in tempesta serve un comandante che sappia dove andare, sia in grado di tenere la barra dritta e che abbia un equipaggio che remi nella stessa direzione. L'esatto contrario di quello che abbiamo visto in questi anni con i governi a trazione Pd. *È veramente curioso che chi ha portato l'Italia a una situazione di grande fragilità urli oggi “al lupo al lupo” a chi dice che è tempo di cambiare registro. Siamo persone serie e responsabili, anche sul piano internazionale. Sono altri che dovrebbero chiarire la loro posizione e perché si dicono atlantisti e poi si alleano con i nostalgici dell'Urss. *L'Europa deve recuperare la sua identità originaria, quella dei padri fondatori e che metteva al centro la solidarietà e la sussidiarietà. Per me vale l'insegnamento di Giovanni Paolo II: l'Europa deve respirare con due polmoni, quello occidentale e quello orientale. E in quello orientale ci sono Nazioni che, dopo essersi liberate del giogo sovietico, sono le più esposte alle mire espansionistiche di Putin e che sulla gestione dei flussi migratori fanno quello che chiede la Ue: difendere i confini esterni. *Intendiamo istituire un fondo per rimuovere le cause economiche e sociali che possono spingere le donne a non portare a termine la gravidanza. E vogliamo anche sostenere i Centri di aiuto alla vita, che fanno un lavoro straordinario e accompagnano le donne nelle loro scelte. *Serve un piano imponente, anche sul fronte culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità. {{Int|Da ''[https://documenti.camera.it/leg19/resoconti/assemblea/html/sed0004/stenografico.pdf Seduta della Camera dei Deputati, Comunicazioni del Governo]''|XIX Legislatura, 25 ottobre 2022|h=4}} *L'[[Unione europea]] per noi è la casa comune dei popoli europei e, come tale, deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca, a partire da quelle che gli Stati membri difficilmente possono affrontare da soli. Penso agli accordi commerciali certo, ma anche all'approvvigionamento di materie prime e di energia, alle politiche migratorie, alle scelte geopolitiche, alla lotta al terrorismo, grandi sfide di fronte alle quali non sempre l'Unione europea si è fatta trovare pronta. *L'[[NATO|Alleanza atlantica]] garantisce alle nostre democrazie un quadro di pace e sicurezza che troppo spesso diamo per scontato; è dovere dell'Italia contribuirvi pienamente, perché, ci piaccia o no, la libertà ha un costo e quel costo, per uno Stato, è la capacità che ha di difendersi e l'affidabilità che dimostra nel quadro delle alleanze di cui fa parte. *L'Italia continuerà a essere partner affidabile in seno all'Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022|invasione della Federazione russa]], non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell'integrità territoriale di una Nazione sovrana, ma anche perché è il modo migliore di difendere il nostro interesse nazionale. *La strada per ridurre il debito {{NDR|pubblico}} non è la cieca austerità imposta negli anni passati e non sono neppure gli avventurismi finanziari più o meno creativi. La strada maestra, l'unica possibile, è la crescita economica, duratura e strutturale. E per conseguirla siamo naturalmente aperti a favorire gli investimenti esteri: se, da un lato, contrasteremo logiche predatorie che mettano a rischio le produzioni strategiche nazionali, dall'altro, saremo aperti ad accogliere e stimolare quelle imprese straniere che sceglieranno di investire in Italia, portando sviluppo, occupazione e ''know-how'', in una logica di benefìci reciproci. *Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali che sono invece fondamentali proprio in quelle regioni dalle quali vanno via. *Intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni. La transizione digitale, fortemente sostenuta dal PNRR, deve accompagnarsi alla sovranità tecnologica, al ''cloud'' nazionale e alla ''cyber-security''. E vogliamo finalmente introdurre una clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale, anche sotto l'aspetto economico, per le concessioni di infrastrutture pubbliche, come autostrade e aeroporti. Perché il modello degli oligarchi seduti su pozzi di petrolio ad accumulare miliardi senza neanche assicurare investimenti non è un modello di libero mercato degno di una democrazia occidentale. *L'[[istruzione]] è il più formidabile strumento per aumentare la ricchezza di una Nazione, sotto tutti i punti di vista, perché il capitale materiale non è niente se non c'è anche il capitale umano. *Non c'è un [[ecologismo|ecologista]] più convinto di un conservatore; ma quello che ci distingue da certo [[ambientalismo]] ideologico è che noi vogliamo difendere la natura conl'uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. *Un [[Governo Meloni|Governo]] di centrodestra non limiterà mai le [[libertà]] esistenti di cittadini e imprese. Vedremo, alla prova dei fatti, anche su [[diritti civili]] e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni. *[[Libertà]]. Libertà e [[democrazia]] sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea, nei quali da sempre mi riconosco e, dunque, anche qui, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici; per nessun regime, [[fascismo]] compreso, esattamente come ho sempre reputato le [[leggi razziali]] del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. *La lotta alla [[mafia]] ci troverà in prima linea; da [[Governo Meloni|questo Governo]] criminali e mafiosi avranno solo disprezzo e inflessibilità! *[[Governo Meloni|Questo Governo]] vuole [...] perseguire una strada poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]. La nostra intenzione è sempre la stessa, ma, se non volete che si parli di [[blocco navale]], lo dico così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale ''Sophia'' dell'[[Unione europea]], che nella terza fase, prevista e mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal Nordafrica. *Io sono abbastanza d'accordo con [[Plutarco]], che diceva che gli avversari hanno una grandissima utilità, perché loro provano a colpirti in ogni modo e nel farlo, ovviamente, ti aiutano a mettere a fuoco i tuoi punti deboli, dove magari stai sbagliando, cose che magari è più difficile dire per chi ti sta più vicino. (p. 71-72) *L'unica cosa che chiedo [...] è essere giudicata per quello che davvero dico, per quello che davvero penso, per quello che davvero ho fatto. (p. 72) *[...] domani, con questo [[Governo Meloni|Governo]], non accadrà che voi dobbiate trovarvi a votare cose che non avete letto, perché il [[Parlamento]] deve avere riconosciuto il suo ruolo. (p. 72) *Io non ho mai considerato i percettori di [[Reddito di cittadinanza (Italia)|reddito di cittadinanza]] il problema: ho considerato, a volte, un problema una classe politica che si accontentava di tenere persone in quella condizione di difficoltà pur di farci cassa elettorale, non ne ho fatto mistero. (p. 73) *[[Amartya Sen]], premio Nobel per l'economia, diceva sulla povertà una cosa importante. L'aveva conosciuta, l'aveva conosciuta da vicino, diceva: la vera [[povertà]] non è la mancanza di soldi, la vera povertà è la tua impossibilità di migliorare la condizione nella quale ti trovi, che è data da quello che ti circonda. (p. 73) *Ho sentito dire che io vorrei le [[donna|donne]] un passo dietro agli uomini. Mi guardi, onorevole [[Debora Serracchiani|Serracchiani]], le sembra che io stia un passo dietro agli uomini? (p. 73) *[...] io considero, sì, una sconfitta che una donna debba rinunciare a lavorare per avere un bambino. Ma considero altrettanto una sconfitta che una donna debba rinunciare ad avere un bambino per lavorare! (p. 73) *Io non ho mai considerato che la grandezza della libertà delle donne fosse potersi far chiamare “capatrena”! (p. 74) *[...] non dubitate, non dubitate voi, non dubitino le [[donna|donne]] italiane: non hanno decisamente nulla da temere con questo [[Governo Meloni|Governo]]. (p. 74) *La criminalità mafiosa si combatte, ad esempio, e su tutto, dal mio punto di vista, colpendo i proventi dell'attività illecita, rendendo le risorse sottratte ai clan disponibili per scopi sociali e istituzionali. (p. 74) *Il [[patriottismo]] non può non essere anche solidale, perché il principio di [[solidarietà]], insieme al principio di sussidiarietà, è un fondamento della nostra [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]]. (p. 75) *[...] per anni, ci è stato detto che l'[[immigrazione illegale]] di massa, non controllata da adeguati flussi, serviva perché gli [[Immigrazione|immigrati]] avrebbero fatto lavori che gli italiani non volevano fare. Sarebbe stato un principio sbagliato. Io penso che, se accogli qualcuno nella tua comunità, non lo accogli per essere un lavoratore di serie B, lo accogli per dargli la stessa vita che vuoi dare ai cittadini italiani. (p. 75) *[...] qualcuno ha considerato solidarietà far entrare in Italia centinaia di migliaia di persone e poi non farsi il problema che molte di queste persone finivano a spacciare droga nelle strade o nelle mani della prostituzione. (p. 75) *[...] spesso l'immigrazione illegale di massa è stata utilizzata come uno strumento nelle mani delle grandi concentrazioni economiche, per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. (p. 75) *Parlo, da tempo, con diverse associazioni di patrioti africani e ogni volta che mi è capitato, loro hanno detto una cosa che qui non cita mai nessuno: anche loro non se ne vogliono andare da casa loro. (p. 75) *[[Uguaglianza]] e [[merito]] non sono l'uno avversario dell'altro, uguaglianza e merito sono l'uno fratello dell'altro. (p. 76) *Nella [[Istruzione pubblica|scuola pubblica]] tutti devono avere le stesse possibilità, indipendentemente dalla famiglia nella quale nascono o dalla città nella quale nascono, indipendentemente dalle loro condizioni di partenza. Tutti sulla stessa linea di partenza, ma non tutti sulla stessa linea d'arrivo: dove arrivi deve dipendere da te. (p. 76) *[...] nel sistema fiscale italiano la [[Sistema ad aliquota unica|tassa piatta]] è già prevista in diversi casi. (p. 77) *[...] per credere in un'aggregazione o integrazione europea non si deve per forza essere federalisti. (p. 77) *[...] non faccia Bruxelles quello di cui si può meglio occupare Roma e non faccia Roma, da sola, quello per cui serve Bruxelles. (p. 77) *Io non devo fare nessuna scelta, colleghi del PD. “Scelga”: io non devo fare nessuna scelta, perché la mia scelta l'ho già fatta da tempo e la mia scelta è sempre e solo difendere l'interesse nazionale italiano. (p. 78) *Non sono i partiti a dare la legittimazione l'uno all'altro: sono i cittadini che danno la legittimazione ai partiti in politica [...] (p. 78) {{Int|Da ''[https://youtu.be/omKisDQusik "Gli appunti di Giorgia in piazza"]''|''Youtube.com'', 17 dicembre 2022|h=4}} * Il fatto che l'Italia fosse fino a ieri la meta preferita di tutti questi che arrivavano da tutta Europa per organizzare i [[Rave party|rave]] illegali vi dice niente? * Io ho querelato [[Roberto Saviano]], non da Presidente del Consiglio dei ministri, ho querelato Roberto Saviano da presidente dell'unico partito di opposizione, e quando si dice che non è normale una democrazia nella quale c'è una querela pendente tra il Presidente del Consiglio e un giornalista forse ci si dovrebbe interrogare su quale sia il grado di [[democrazia]] di una nazione nella quale buona parte della stampa si concentra ad attaccare l'unica opposizione che c'è. * [...] ho querelato Roberto Saviano perché mi ha ripetutamente dato della bastarda affibbiandomi la responsabilità della morte di un bambino in mare. Quando io ero all'opposizione neanche lontanamente potevo avere la responsabilità della morte di quel bambino. Io ho trovato questa cosa gravissima e ho deciso di querelare Roberto Saviano. ===2023=== *{{NDR|Sull'[[assalto al Congresso nazionale del Brasile]]}} Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell'irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane. ([https://twitter.com/GiorgiaMeloni/status/1612222502008225792?ref_src=twsrc%5Egoogle%7Ctwcamp%5Eserp%7Ctwgr%5Etweet tweet], del 8 gennaio 2023) *L'[[Europa]] ha una grande responsabilità verso i [[Balcani]] e deve impegnarsi per riaffermare il senso di appartenenza di questa regione al nostro mondo e ai nostri valori. [...] E' urgente che l'[[Unione europea]] sviluppi una nuova visione nei confronti di questa regione e metta l'[[allargamento dell'Unione europea|allargemento]] ai Balcani occidentali tra le sue priorità. Non possiamo permettere che questo quadrante strategico per il nostro continente resti ancora a lungo fuori dalla "casa comune europea". E' la ragione per la quale l'[[Italia]] continuerà a battersi in prima linea affinchè il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali possa proseguire con ancor più slancio e determinazione.<ref>Dal ''[https://www.youtube.com/watch?v=TtHlRwZK4rc&t=330s videomessaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Conferenza nazionale “L'Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione. Obiettivi, strumenti e opportunità per il Sistema Italia”, in corso a Trieste e promossa dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale]'', Roma, Palazzo Chigi, 24 gennaio 2023.</ref> *{{NDR|Sulle [[relazioni bilaterali tra Italia e Germania]]}} Siamo due nazioni legate da un rapporto bilaterale esteso a quasi tutti i settori, un partenariato con una forte interconnessione economica, due economie complementari. La nostra cooperazione è fondamentale per soluzioni europee su temi complessi in questi tempi, penso al prossimo Consiglio europeo su Ucraina e la competitività del sistema economico europeo.<ref>Citato in ''[https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2023/02/03/meloni-cooperazione-roma-berlino-fondamentale-per-ue_0a8a746f-dbcc-4251-9218-d212e78168a5.html Meloni, cooperazione Roma- Berlino fondamentale per Ue]'', ''ansa.it'', 3 febbraio 2023.</ref> *Trovo paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all'origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a [[Alfredo Cospito|Cospito]] di una qualificata rappresentanza del Partito Democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l'esterno, come emerge dalle note dell'autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione. E quello che colpisce me, ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto – da quello che riporta la stampa sulla vicenda – dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell'istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata.<ref>Da ''[https://www.governo.it/it/articolo/caso-cospito-lettera-del-presidente-meloni-al-corriere-della-sera/21708 Caso Cospito, lettera del Presidente Meloni al Corriere della Sera]'', ''governo.it'', 4 febbraio 2023.</ref> *...il popolo ucraino non sta difendendo solamente la propria terra; esso sta difendendo anche i valori di libertà e di democrazia sui quali si fonda la nostra civiltà, sui quali si fonda lo stesso progetto europeo. Sta difendendo le fondamenta stesse del diritto internazionale, senza il quale sostituiremmo la forza del diritto con il diritto del più forte: non esattamente una buona notizia, neanche per noi.<ref name="Seduta 050">Dall'[https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/0/hotresaula/0/0/index.html?part=doc_dc-ressten_rs Intervento al Senato], Legislatura 19ª, seduta n. 050 del 21 marzo 2023.</ref> *L'aiuto militare all'Ucraina è necessario per garantire la legittima difesa di una Nazione aggredita, in linea con la Carta delle Nazioni Unite. [...] L'Italia sta inviando all'Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare e che inviamo agli ucraini anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi. Infatti noi inviamo armi all'Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d'Europa e da casa nostra.<ref name="Seduta 050"/> *{{NDR|Sulla [[ribellione del Gruppo Wagner]]}} È difficile fare valutazioni, se non quelle sulla consapevolezza del caos all'interno della Federazione russa che stona un po' con certa propaganda che abbiamo visto negli ultimi mesi.<ref>Citato in ''[https://www.fanpage.it/politica/rivolta-wagner-giorgia-meloni-il-caos-in-russia-stona-con-la-propaganda-del-cremlino/ Rivolta Wagner, Giorgia Meloni: "Il caos in Russia stona con la propaganda del Cremlino"]'', ''fanpage.it'', 24 giugno 2023.</ref> *{{NDR|Sulla riforma del [[regolamento di Dublino]]}} Le proposte che abbiamo concordato, certamente da perfezionare, vanno però nella giusta direzione: rendono le responsabilità per i paesi di primo ingresso più sostenibili, valorizzano il concetto di paese terzo sicuro, prevedono un meccanismo di solidarietà permanente e vincolante, pur con elementi di flessibilità nei suoi contenuti. Proponevano che gli Stati che dovessero rifiutare i ricollocamenti dei migranti pagassero quelli che dovevano ricollocare i migranti. Ma io non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa. (28 giugno 2023)<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2023/06/28/giorgia-meloni-consiglio-europeo-comunicazioni-camera/ Il discorso di Meloni alla Camera non è stato molto conciliante con l’Europa]'', ''Il Post'', 28 giugno 2023</ref> *{{NDR|Alla domanda di [[Chuck Schumer]] "Mi stavo chiedendo, il rosso, il bianco e il verde nella [[bandiera italiana]] significano qualche cosa?"}} Oh, sì. Sì, sì. Sì, è cosi per qualche motivo. È per molte cose, molte molte cose.<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2023/07/27/giorgia-meloni-tricolore/ Raccontare la storia del tricolore in poche parole non è semplice]'', ''Il Post'', 27 luglio 2023.</ref> *Quando il Ministro [[Eugenia Roccella|Roccella]] ha citato l'età in cui si stima oggi il primo accesso ai siti [[pornografia|pornografici]], tra i 6 e i 7 anni, ho visto qui la faccia di qualche mamma terrorizzata: è più o meno la faccia che ho fatto io quando ho scoperto questo dato. E il Ministro Roccella citava oggi in Consiglio dei Ministri anche dei casi nei quali, nei processi per stupro a danni di minori, i giudici si ponessero anche il tema del rapporto con la pornografia, cioè del rapporto con una lettura del sesso raccontata dalle piattaforme della pornografia che costruisce un immaginario nel quale, per esempio, la donna è sempre consenziente, nella quale alcune pratiche che sono estreme vengono vendute come pratiche diffuse. E quindi alcuni giudici, per esempio, si sono posti il problema di dire se: i ragazzi che hanno questo rapporto con la pornografia, sono carnefici o non sono carnefici nel momento in cui replicano lo stesso modello?<ref>Da ''[https://www.governo.it/en/node/23493 Conferenza stampa del Consiglio dei Ministri n. 49, l'intervento del Presidente Meloni]'', ''governo.it'', 7 settembre 2023.</ref> *{{NDR|Sull'[[omicidio di Giulia Cecchettin]]}} Ho seguito con apprensione gli aggiornamenti sul caso e, fino alla fine, ho sperato in un epilogo diverso. Il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia è una notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile.<ref>Citato in ''[https://tg24.sky.it/cronaca/2023/11/19/giulia-cecchettin-reazioni-meloni-schlein Giulia Cecchettin, Meloni: "Dramma inconcepibile". Schlein: "Subito una legge"]'', ''Tg24.sky.it'', 19 novembre 2023.</ref> {{Int|Da ''[https://www.agi.it/politica/news/2023-09-21/discorso-integrale-giorgia-meloni-onu-23132383/ Il discorso di Giorgia Meloni all'Onu]''|Intervento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ''Agi.it'', 21 settembre 2023|h=4}} *Viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste. *Dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti, e con altrettanta determinazione dobbiamo impedire il ritorno della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. La guerra di invasione russa dell’Ucraina ci racconta esattamente questo. Che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista del quale pensavamo esserci liberati nel secolo scorso la Ragione può ancora avere la meglio, e che l’amore di Patria, il valore della Nazione, più ancora essere difeso oltre l’inimmaginabile. *L’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l'energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone. *È una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le Nazioni più povere. L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa, dove nazioni già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all’instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo. È una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili. *L’[[Africa]] non è un continente povero. È al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L'Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. *L’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosi. *{{NDR|Sull'[[intelligenza artificiale]]}} Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. ===2024=== *{{NDR|Commentando il risultato delle elezioni europee}} Comunque, nel caso nostro, ci hanno visti arrivare, ma non sono stati in grado di fermarci.<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2024/06/10/giorgia-meloni-ci-hanno-visti-arrivare/ «Ci hanno visti arrivare, ma non sono stati in grado di fermarci»]'', ''ilpost.it'', 10 giugno 2024.</ref> *L'ho detto e ripetuto decine di volte, ma casomai ce ne fosse bisogno lo ripeto: non c’è spazio, in [[Fratelli d'Italia]], per posizioni [[razzismo|razziste]] o [[antisemitismo|antisemite]], come non c'è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del ‘900, o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore. I partiti di destra dai quali molti di noi provengono hanno fatto i conti con il passato e con il ventennio [[fascismo|fascista]] già diversi decenni fa e a maggior ragione questo vale per un movimento politico giovane come il nostro, che fin dalla sua fondazione ha peraltro fatto la scelta di aprirsi a culture politiche compatibili con la nostra, accogliendo persone che arrivavano anche da percorsi politici diversi da quello della destra storica. Fratelli d'Italia non è mai stato un movimento rivolto al passato.<ref name="ilpost2lug2024">Dalla lettera ai dirigenti di Fratelli d'Italia del 2 luglio 2024. Citato in ''[https://www.ilpost.it/2024/07/02/meloni-gioventu-nazionale-fanpage-lettera-antisemitismo-fascismo/ «Non siamo come vorrebbero dipingerci»]'', ''ilpost.it'', 2 luglio 2024.</ref> *Chi crede che possa esistere una immagine pubblica di [[Fratelli d'Italia]] che non corrisponde ai suoi comportamenti privati, semplicemente, non ha capito cosa siamo, e dunque non è il benvenuto tra noi.<ref name="ilpost2lug2024"/> *Anche nei passati due anni noi non facevamo parte della sua maggioranza {{NDR|di [[Ursula von der Leyen]]}}, ma questo non le ha impedito di ascoltarci quando le nostre tesi erano sensate e utili.<ref>Dall'intervista di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini, ''[https://roma.corriere.it/notizie/politica/24_luglio_20/giorgia-meloni-intervista-6897b787-d6ad-4f7f-a75b-e4a1171cbxlk.shtml Intervista a Meloni: «La Ue sbaglia strategia. Il mio no a Ursula? Non cambia nulla. Ho agito da leader europeo, non da capo partito»]'', ''Corriere.it'', 20 luglio 2024.</ref> *{{NDR|Dopo l'abbandono di [[Angela Carini]] nelle ottavi di finale contro [[Imane Khelif]] alle Olimpiadi di Parigi 2024}} Penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammesse alle gare femminili.<ref name="">Citato in Leonardo Martinelli, ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/09/14/news/imane_khelif_olimpiadi_algeria_padre-423499371/ Imane Khelif, la pugile accusata di essere un maschio: "Qui ora è diventata un’eroina delle donne"]'', ''repubblica.it'', 14 settembre 2024.</ref> ===Citazioni tratte da libri=== ====''Io sono Giorgia''==== *In un mondo nel quale tutti puntano a diventare qualcuno, la sfida che ho imposto alla mia vita è riuscire a rimanere me stessa, costi quel che costi. {{c|manca la pagina}} *L'educazione al [[coraggio]] è qualcosa di cui i giovani, oggi, sono decisamente privati. Per come la vedo io, dovrebbe essere materia scolastica. {{c|manca la pagina}} *Migliorarsi, elevarsi, superare i propri limiti: è questa l'unica vera ricchezza che non diventerà mai sabbia tra le tue dita. {{c|manca la pagina}} *Non rinunciare mai a essere buona, e generosa, anche quando gli altri dovessero non esserlo con te. Egoismo, cattiveria e arrivismo non ti porteranno mai da nessuna parte. È l'[[amore]] la benzina del mondo. E la [[felicità]], ricorda, esiste solo se la puoi condividere. {{c|manca la pagina}} *Quando sarà necessario, non temere di nuotare controcorrente. Sarà faticoso, certo, ma ti renderà più forte, più resistente, più tenace. {{c|manca la pagina}} ==Citazioni su Giorgia Meloni== *Adesso, con Giorgia Meloni seduta a capo del Governo italiano, come Presidente del Consiglio dei Ministri, tutte le [[donna|donne]] sanno che possono nascere in una famiglia non fortunata come le altre, possono non avere qualcuno che le raccomanda, possono non abitare nella zona a traffico limitato, non frequentare i salotti buoni, possono non avere fortune particolari, ma, se hanno capacità, determinazione, voglia di studiare, voglia di capire e onestà, le donne possono arrivare ovunque. Questo è il messaggio di oggi. ([[Giovanni Donzelli]]) *Che la Presidente Georgia Meloni vada alla COP 27 a Sharm el-Sheikh e incontri il presidente egiziano [[Abd al-Fattah al-Sisi|al-Sisi]], al quale non proferisce una parola rispetto al dramma della violazione dei [[diritti umani]], a quello che è successo a Zaki, alla morte di Giulio Regeni e incontri al-Sisi per discutere di [[petrolio]], di giacimenti di petrolio, sta a indicare da che parte oggi voi state nel Paese. ([[Angelo Bonelli]]) *Come noto, il mio pensiero è molto lontano dalla [[Destra]], Meloni però mi ha sempre incuriosito. È una donna autoironica, divertente. Cambia tono quando entra nel ruolo pubblico, ma nel privato accorcia le distanze. Penso che se ci facessimo la promessa di non parlare mai, nemmeno per un secondo, di politica potremmo andare in vacanza insieme e divertirci molto. Apprezzo il suo saper mostrare le emozioni, non ha l’incubo di dover nascondere le debolezze. ([[Pif]]) *Comunque davvero spiace constatare che esiste una profonda continuità tra le scelte dell'ex Presidente [[Mario Draghi|Draghi]] e quelle della Presidente Meloni, sia in ordine alle misure economiche sia in ordine alle scelte che riguardano la [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|guerra in Ucraina]]. ([[Marco Pellegrini]]) *Con Giorgia Meloni siamo amiche da anni. La conosco come persona forte, di valori conservatori, aperta al mondo, che avrebbe dato la vita per la Patria. Una persona di parola e affidabile. ([[Katalin Novák]]) *Con grande orgoglio, mi preme sottolineare che l'attuale [[Governo Meloni|Governo]] è rappresentato per la prima volta da una [[donna]], il nostro Presidente Giorgia Meloni, forte, caparbia, determinata, che sta dimostrando a tutto il mondo grandi capacità di guidare l'[[Italia]] in uno dei periodi più difficili del secondo dopoguerra. ([[Elisabetta Christiana Lancellotta]]) *Cosa mi cambia se è [[donna]] o maschio, se ha un programma contrario ai miei valori? ([[Francesca Archibugi]]) *Credo che, per l’ennesima volta, anche lei debba fare un po’ i conti con una prassi che ha caratterizzato qualche suo predecessore, e anche il neocollega avvocato del popolo {{NDR|[[Giuseppe Conte]]}}, che hanno dovuto fare i conti con una campagna elettorale nella quale costruire slogan, legittimi, costruire una serie di impegni o di promesse, nella migliore delle ipotesi, e poi, quando ci si trova al Governo, ci si scontra con alcuni elementi che sono oggettivi, non dipendono né da lei né da me, e questi elementi sono gli impegni istituzionali, il senso delle istituzioni, il senso della realtà. ([[Matteo Richetti]]) *Delle due l’una: o lei stupirà tutti con una discontinuità rispetto alla sua identità politica di intransigente nazionalista e sovranista illiberale - e sarà un bene per il Paese - o lei sarà coerente con quelle idee, parole e slogan e, allora, sarà un disastro per il Paese. ([[Riccardo Magi]]) *Donna. Madre. Italiana. Cristiana. E aspirante prima premier donna nella storia della Repubblica. Nell'intervista alla tv americana Fox News – già schierata su posizioni filo trumpiste – Giorgia Meloni si immagina già a palazzo Chigi («sarebbe un onore e un fardello»). È innegabile che essere l'unica donna leader di un partito italiano – il primo, stando ai sondaggi –, è un punto di forza della capa di [[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fdi]]. Ma è altrettanto evidente che dietro l'immagine-primato della donna-forte al comando c'è la contraddizione di guidare un partito da sempre ancorato a posizioni maschiliste. ([[Paolo Berizzi]]) *Due entità perseguitano [[Roberto Saviano|Saviano]] in questo momento: una è la [[camorra]] e l'altra è la presidente del Consiglio {{NDR|Giorgia Meloni}} ([[Michela Murgia]]) *E allora oggi è un giorno storico, certo, perché lei, da [[donna]], mi consenta una confidenza: anche una ragazza della Garbatella può diventare Presidente del Consiglio con la [[destra]]. ([[Tommaso Foti]]) *È giusto ricordare in questa sede, Presidente, che il Governo in carica ai tempi dell'istituzione del [[Meccanismo Europeo di Stabilità|MES]] era il [[Governo Monti]], sostenuto anche dal [[Il Popolo della Libertà|Popolo della Libertà]], e che le trattative nel 2011 sono state sostenute e portate avanti dal [[Governo Berlusconi IV|Governo Berlusconi]], sostenuto anche dalla [[Lega Nord|Lega]]. Possiamo dire che gli attuali Presidente del Consiglio {{NDR|Giorgia Meloni}} e Vicepresidenti del Consiglio {{NDR|[[Matteo Salvini]] e [[Antonio Tajani]]}}, con i loro partiti, hanno contribuito attivamente all'istituzione del MES. Siete voi i signori del MES. ([[Filippo Scerra]]) *È un'estremista che si traveste da moderata ([[Lia Quartapelle]]) *È vero, è un momento storico che una [[donna]] in Italia arrivi a fare il Presidente del Consiglio e ci arrivi come persona del popolo, che non ha famiglie illustri, non ha persone illustri e non è espressione di poteri forti, che non proviene da ambienti che le hanno consentito di arrivare dove è arrivata. ([[Edmondo Cirielli]]) *Faccio presente che, dopo la vittoria, Giorgia Meloni ha ricevuto i complimenti dei leader di tutto il mondo e mi sembra tutto tranne che isolata dal punto di vista internazionale. ([[Giovanni Donzelli]]) *Giorgia Meloni è grezza. Populista, circondata da bifolchi, quando le serve ha i toni della regazzetta der quartiere che nse fa mette i piedi in testa, e non è mai sofisticata in niente. È un giudizio, non un pregiudizio. Sei il capo, lo hai voluto tu, agisci e vieni giudicata. ([[Matteo Bordone]]) *Giorgia Meloni è l'immagine di donna compiuta, risolta. Mamma, compagna e grande lavoratrice. Posso essere d'accordo o meno con le sue idee ma le riconosco concretezza. È da sola, però. ([[Corrado Ferlaino]]) *Giorgia Meloni guida un partito che relega le donne al ruolo di welfare vivente: questo la rende una leadership inutile per le donne. ([[Elly Schlein]]) *Giorgia Meloni ha dimostrato di essere una leader abile e ha avuto un forte mandato elettorale. ([[Mario Draghi]]) *Giorgia Meloni non dice mai «è perché sono una donna». Non quando racconta a Francesca Fagnani che Berlusconi le ha suggerito di farsi il botulino alla fronte o che Ignazio La Russa la sgrida se non mette i tacchi; non quando Salvini e Berlusconi proprio non si capacitano che tocchi far governare lei, una pischella bionda; non quando i giornali intervistano la sua manicure. Giorgia Meloni conosce le regole del gioco e ce ne farà dono: è donna, è madre, è una che non ha tempo per le lagne, è quella che quando vince ha vinto lei e si fa come dice lei. ([[Guia Soncini]]) *Giorgia Meloni se la prende con me perché faccio sarcasmo sui [[Antivaccinismo|novax]]. Accetto il fatto di non piacerle, ma non mi so spiegare questa sua avversione alle vaccinazioni obbligatorie, che sono iniziate molti anni fa (1939) senza nessuna protesta. ([[Roberto Burioni]]) *Il coraggio della Meloni, di [[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d’Italia]] e di questa [[Governo Meloni|maggioranza]], evidentemente, è improvvisamente svanito alle ore 23 del 25 settembre, quando si sono chiuse le urne. ([[Marco Pellegrini]]) *In politica estera servono polsi fermi, prudenza, capacità, competenza, lungimiranza. La capacità dimostrata dal nostro leader Giorgia Meloni nei primi consessi internazionali nei quali ha avuto l'occasione di partecipare ci fa ben sperare che, insieme alla coalizione del centrodestra e ai membri del Governo, si potrà veramente pensare a operare, consentendo agli amici dell'Ucraina i dovuti aiuti e il dovuto supporto di carattere umanitario, economico, finanziario e militare. ([[Emanuele Loperfido]]) *La maggioranza cui appartengo sostiene un [[Governo Meloni|Governo]] che ha scritto nel suo DNA il tema femminile, in quanto esprime il primo Presidente del Consiglio donna della storia della nostra Repubblica. La collega Meloni, da questo punto di vista, è un programma politico vivente, perché incarna il riscatto e l'emancipazione della [[donna]] in contesti storicamente maschili. ([[Laura Ravetto]]) *La più convincente delle rassicurazioni di democrazia che Giorgia Meloni presenta al mondo è la chiarezza con cui la leader ha difeso la libertà dell'Ucraina e attaccato l'aggressività russa. ([[Fiamma Nirenstein]]) *La Presidente del Consiglio, nel suo discorso di insediamento, ha detto: ma vi pare ragionevole che l'[[Unione europea|Europa]], che è nata con la CECA, mettendo insieme carbone e acciaio, a 70 anni da quella scelta non abbia ancora una politica energetica comune? Ebbene, chi è che non vuole la politica energetica comune? Perché la proposta dell'Unione energetica la Commissione l'ha messa sul tavolo; è una serie di Paesi che si rifiuta, privilegiando le proprie politiche energetiche, di mettere in campo una politica energetica comune. ([[Piero Fassino]]) *La Presidente Meloni aveva dichiarato come priorità, nel suo intervento programmatico, quella di arginare l’aumento dei costi dell’[[elettricità|energia elettrica]] e del gas. Peccato che questa priorità, al primo Consiglio dei ministri, abbia lasciato posto ad altre priorità: il reintegro dei medici no-vax nelle strutture sociosanitarie, [...] È diventata una priorità il rinvio dell’entrata in vigore della riforma del processo penale. [...] È diventata una priorità una norma sui ''rave party'' [...] Ed è diventata priorità un’azione simbolica, ma che lede i diritti fondamentali delle donne e degli uomini che arrivano come migranti nel nostro Paese. ([[Elena Bonetti]]) *La può chiamare “Il Presidente”, “La Presidente”, la può anche semplicemente chiamare Giorgia, il Presidente di tutti. ([[Ylenja Lucaselli]]) *{{NDR|Rivolgendosi alle opposizioni}} La verità è che voi siete anche nervosi, perché avete capito che è esattamente l’opposto, avete capito che c’è un [[Governo Meloni|Governo]] politico, avete assistito al discorso del Presidente Meloni e vi siete resi conto, come non succedeva da anni, che il Presidente Meloni parlava al Parlamento, parlava a tutti qui, in Parlamento, ma soprattutto parlava alla Nazione. ([[Paolo Trancassini]]) *Lei dice che l’[[Unione europea|Europa]] non dovrebbe mettere il naso dentro i singoli paesi, sulla loro organizzazione interna. Ma sulla politica estera ha preso una posizione ben diversa da quella di [[Viktor Orbán|Orbán]] e più vicina a quella dei polacchi, che sono saldamente antirussi. ([[Giovanni Orsina]]) *Lei dice che quando è nata, il fascismo non c'era più. Dice anche di essere cristiana, ma quando è nata anche Cristo era già morto... ([[Francesco Guccini]]) *Lei ha conseguito il massimo livello di emancipazione femminile - guidare un Paese - senza mai, mai sfoggiare un [[femminismo]] troppo spesso fine a se stesso e anche inconcludente. ([[Matilde Siracusano]]) *Lei ritiene di essere parte di una ''underdog'', ma anche io provengo dai bassifondi della stessa ''underdog''. ([[Aboubakar Soumahoro]]) *Meloni cerca di trarre profitto dalla caduta dell'alleato [[Matteo Salvini|Salvini]], un emarginato nella sua stessa coalizione come nel mondo. Ma soltanto la fragilità dell'opposizione le permette di reggere quello che è soltanto un bluff: Meloni stessa non può essere garante di alcuna affidabilità dell'Italia in politica estera finché i suoi partner di coalizione sono il putiniano Salvini e il declinante [[Silvio Berlusconi]], che per tutta la prima fase della guerra in Ucraina è rimasto muto pur di non criticare l'amico [[Vladimir Putin]] con il quale aveva consolidato la dipendenza energetica dell'Italia dalla Russia a inizio anni Duemila. ([[Stefano Feltri]]) *Meloni dica che libertà e democrazia sono valori antifascisti. ([[Gianfranco Fini]]) *Meloni è esattamente nel solco di [[Benito Mussolini|Mussolini]], più che sul fronte del [[fascismo]] su quello del [[populismo]]. L'opportunismo funambolico, la prontezza a rinnegare, ad abiurare, fu una delle caratteristiche più efficaci del Duce nella sua scalata al potere. ([[Antonio Scurati]]) *Meloni è per un’Europa degli Stati nella quale, come vediamo con le migrazioni, l’[[Italia]] è un vaso di coccio fra i vasi di ferro. ([[Luigi Zanda]]) *Meloni: "le possibilità che un ragazzo muoia di COVID sono le stesse che muoia colpito da un fulmine"<br>Anni 2020-2021<br>- Morti per fulmine negli USA: 28 (di tutte le età)<br>- Morti per COVID negli USA: 900 (sotto i 18 anni) ([[Roberto Burioni]]) *Meloni non può rinunciare a fare un discorso suo sulla “biopolitica” perché per la destra questo è un tema identitario. Ma l’impressione è che proporrà la conservazione di quel che c’è, non il regresso. ([[Giovanni Orsina]]) *Mentre il signor Berlusconi è sotto l’effetto della vodka russa in compagnia di "cinque amici di Putin" in Europa, Giorgia Meloni dimostra quali sono i veri principi e la comprensione delle sfide globali. Ognuno sceglie la propria strada. ([[Mychajlo Podoljak]]) *Negli ultimi giorni pulsioni fasciste clandestine e segnali facinorosi pubblici si sono intrecciati, costringendo la destra politica a renderne conto. Giorgia Meloni ha risolto la questione spiegando che questi atti danneggiano la destra, come se fosse questo il problema, mentre è evidente che la destra è danneggiata dalla sua indulgenza, insidiata dalla sua ambiguità. ([[Ezio Mauro]]) *Nell'esposizione delle linee programmatiche del suo [[Governo Meloni|Governo]], la Presidente Meloni ha completamente disatteso la conoscenza stessa di un fenomeno che, ormai, riveste una grandissima importanza sociale per il nostro territorio, cioè il tema del [[dissesto idrogeologico]]. ([[Roberto Morassut]]) *Non credo che la Meloni sia fascista, anzi lo escludo. Non credo che torneranno i balilla. Però temo un arretramento della democrazia e che il modello polacco-ungherese autoritario avanzi pure nel nostro Paese. Orban ha definito nel 2014 l'Ungheria una democrazia illiberale. Giorgia Meloni è d'accordo? Penso abbia un problema di fascismo nel suo partito, nei quadri dirigenti inferiori, nelle periferie. Che ci sia un fastidio per la democrazia in alcuni suoi quadri e in una parte dell'elettorato è acclarato e lei lo sa benissimo. Vorrei domandarle se le risulta che ci siano dei nostalgici in Fratelli d'Italia e se le andrebbe di affermare che i voti dei fascisti non li vuole. Mi piacerebbe inoltre che togliesse la fiamma, è un simbolo fascista. Rivendico il diritto di porre questi argomenti, anche se so che reagirebbe malissimo. ([[Corrado Formigli]]) *Non è fascista, ma con la fascisteria ha il doppio problema che aveva il [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Msi]]: se li condanna li perde, se non li condanna si perde. Ecco il punto: Meloni è missina e ha come mito gli anni settanta, quelli del terrorismo e dei picchiatori. Ne custodisce la fiamma e “il patrimonio valoriale che è stata la nostra giovinezza”. Ha riaperto la sede di via della Scrofa e occupa la stanza di [[Giorgio Almirante|Almirante]], “il grande uomo” che celebra ogni 22 maggio. Lo spaccia per campione della democrazia con incendi emotivi che presto vorrebbe trasformare in cerimonie di riabilitazione nazionale e europea, eleggendolo a Padre della destra sovranista e razzista, dall'Ungheria alla Polonia… all'Italia. ([[Francesco Merlo]]) *Ogni volta che Giorgia Meloni risulta simpatica, ricordare sempre quanto è spietata. ([[Matteo Bordone]]) *Per lei - lo so - Palazzo Chigi non val bene una messa! ([[Lorenzo Cesa]]) *Penso ci potrà essere una più forte collaborazione fra [[Italia]] e [[Polonia]] perché tutto quello che dice Giorgia Meloni è vicino alla mia visione, alla mia ottica, al mio modo di vedere. Ultimamente ho visto molte dichiarazioni della Meloni, anche noi crediamo che il sistema dei valori sia importante. Ci accomuna la politica della famiglia, base delle prosperità ([[Andrzej Duda]]) *Presentandomi a voi dicendo a gran voce "sono una donna, sono una madre, sono cristiana" — senza un lontanissimo cenno di umiltà (soprattutto sul tema della fede) — chi potrebbe sentirsi escluso dal mio urlo orgoglioso che suona come una verità assoluta? Unica visione possibile. Mi vengono in mente le donne che non sono madri, le donne che non sono cristiane (ma certo, anche tutti gli uomini). Se poi facessi un distinguo tra gli immigrati di serie A ("i Venezuelani cristiani di origine italiana") e quelli di serie B (i poveri Cristi di tutte le religioni? Chissà!) starei forse continuando un discorso di esclusione? Se poi elogiassi Mussolini dicendo che "è stato un grande politico" (e utilizzassi un simbolo fascista per l'immagine del mio partito) starei calpestando la dignità, la sofferenza e la storia di quante persone? Se parlassi di "devianze" per riferirmi a disturbi alimentari che affliggono migliaia di giovani e non, quanta gente ferirei? Se mi schierassi contro l'aborto senza difendere il diritto delle donne a disporre del proprio corpo? Non proseguirò questo elenco, ho un po' di nausea. Fortunatamente nulla di cui sopra somiglia al mio modo di vivere e di rapportarmi agli altri. ([[Levante (cantante)|Levante]]) *Presidente Meloni, la pacchia è finita. La pacchia delle sparate populiste e degli annunci sconsiderati finisce sempre, in qualche misura, quando ci si deve cimentare con le scelte di Governo, con la complessità e con la drammaticità di quelle scelte. ([[Riccardo Magi]]) *Presidente, se l’[[Unione europea|Europa]] diventa la soluzione e non è più il problema, io sono la persona più felice del mondo, ma se lei mi spiega che non ha mai cambiato idea su nulla... ([[Matteo Richetti]]) *Quando [...] la Meloni vuole farsi chiamare al maschile, è perché di fondo c'è l'idea che il maschio è quello col potere, come se la donna riconoscesse che quel ruolo lì può essere solo al maschile perché il potere può essere solo maschile. ([[Stefano Rapone]]) *Relativamente alla pandemia energetica, sin dal marzo del 2022 il [[Movimento 5 Stelle|MoVimento 5 Stelle]] aveva dato una soluzione chiara al [[Governo Draghi]], ma il Presidente [[Mario Draghi|Draghi]] non ci ha ascoltato. Noi parlavamo di istituire un fondo europeo, di un ''Energy Recovery Fund'' per aiutare famiglie e imprese. Il Presidente Draghi non ci ha ascoltato e abbiamo qualche dubbio che il Presidente Meloni abbia l'autorevolezza internazionale e la capacità di portare a casa questo tipo di risultato. ([[Filippo Scerra]]) *Riconoscendo il valore storico dell'antifascismo e definendo il [[fascismo]] 'male assoluto', [[Gianfranco Fini|Fini]] ha rotto con l'eredità di [[Giorgio Almirante|Almirante]]. Meloni è tornata indietro. ([[Giorgio La Malfa]]) *Siamo curiosi, quasi impazienti, di misurare il grado di coerenza di quella che sarà la condotta del [[Governo Meloni|Governo]] e della Presidente Meloni con le argomentazioni da lei sostenute quando parlava dai banchi dell'[[Opposizione (politica)|opposizione]]. ([[Emiliano Fenu]]) *Sono veramente triste nel vedere la mia amata Italia sprofondare nel fascismo per la prima volta dalla seconda guerra mondiale Questa è Giorgia Meloni che potrebbe diventare il prossimo Primo Ministro italiano, il suo partito è discendente di [[Benito Mussolini]] che demonizza rifugiati e immigrati. Stessa vecchia merda, stessa vecchia agenda di una destra [[fascismo|fascista]]/[[Razzismo|razzista]]. I neri non hanno alcun potere in Italia, ma vengono incolpati per tutto ciò che l'élite italiana continua a sbagliare ([[Skin (cantante)|Skin]]) *Tutti noi ricordiamo in quest'Aula il discorso programmatico della Presidente del Consiglio: nessun accenno alle questioni ambientali, anzi a un certo punto ha pure detto che il [[conservatore]] è la persona più [[Ambientalismo|ambientalista]] di tutte e la nostra mente è andata chiaramente al Presidente [[Donald Trump|Trump]], che uscì dalla COP, o al Presidente [[Jair Bolsonaro|Bolsonaro]], che ha fatto uno scempio della foresta. ([[Laura Boldrini]]) *Una donna che ha fatto un enorme lavoro, in un mondo del tutto maschile. Ha avuto carattere, fortuna, capacità. Ma se ci è riuscita, è anche grazie al movimento delle donne; pure se lei non lo rivendica. ([[Cristina Comencini]]) *Una donna che parla come [[Benito Mussolini|un uomo del 1922]]. [...] È incredibile come sia violenta, come sia poco donna. Sembra un gioco della sorte simpatico. Gli aspetti positivi li avrà, ma ben nascosti sicuramente. Forse ce n'è uno, che è determinata, ma questo non sempre è un bene. ([[Elodie (cantante)|Elodie]]) *Una [[donna]] Presidente del Consiglio è per l'[[Italia]] un fatto storico; ne sono lieta, ne siamo lieti. ([[Debora Serracchiani]]) *Una lupa [[fascismo|fascista]] travestita da pecora. ([[Eva Klotz]]) *Una post [[Fascismo|fascista]], legittimamente vincitrice delle elezioni democratiche come i suoi colleghi, ma una che rivendica orgogliosamente la sua identità. ([[Maurizio de Giovanni]]) ===[[Vittoria Baldino]]=== *Adesso le toccherà passare dalle parole ai fatti, dal seggio comodo della leader dell’opposizione a quello sicuramente più scomodo di chi ha la responsabilità di guidare un [[Governo]]. *Le auguro anche, Presidente, di non avere al suo cospetto un’opposizione irresponsabile e spregiudicata che giunge finanche ad apostrofarla come “criminale” o come “folle”, “liberticida” soltanto per racimolare qualche consenso, quel consenso che oggi le consente di stare lì seduta dove è. *Da [[donna]], io non mi sento garantita semplicemente per il solo fatto di avere una Presidente del Consiglio donna. ===[[Giuseppe Civati]]=== *Ci sono tanti rischi. Primo di tutto è quello allontanarsi dagli altri paesi europei, di scegliere una via autarchica, di polemizzare con le istituzioni europee. Adesso Meloni vuole rassicurarli. Io non so come faccia, perché se si prende qualsiasi suo manifesto, qualsiasi suo comizio, è sempre un attacco forsennato alle istituzioni europee, i burocrati di Bruxelles, a questo complotto internazionale, dalla Silicon Valley alla Cina, che passa proprio dall'Unione Europea. Queste sono posizioni che in Europa sono chiamate di estrema destra, nel mondo è l'[[alt-right]], diciamo così. È, come dire, un'opzione che le altre democrazie tendono a non sposare, e questo sarebbe un problema gigantesco. *Io la chiamo Berlusconi junior. Infatti, la Meloni è Berlusconi junior, perché adesso ha ripreso [[Giulio Tremonti|Tremonti]], ha ripreso [[Marcello Pera|Pera]], ha cercato le vecchie glorie, con rispetto parlando, che sono quelle che ci hanno portato al default. *La prima premier ipotetica donna, che sarebbe una notizia sconvolgente per il nostro Paese, assume tutte le posizioni più sbagliate del moralismo patriarcale e degli atteggiamenti, come dire, retrogradi. *Tu immagina cosa può succedere se arrivi in Europa e dici: "Sono un po' ex fascista, un po' MSI, non tolgo la fiamma, in più ho Tremonti, ve lo ricordate?". Non mi sembra un modo proprio per farsi sostenere dagli altri nostri partner. ===[[Giuseppe Conte]]=== *Presidente Meloni, lei ha tenuto a sottolineare nel suo discorso che questo [[Governo Meloni|Governo]] è frutto della volontà popolare. Senz’altro, ha piena legittimazione; questa legge elettorale vi ha consegnato la guida delle istituzioni di governo del Paese, ma, come lei sa, l’intera coalizione di centrodestra è stata votata da un elettore su quattro degli aventi diritto. Non avete la maggioranza dei cittadini. *Non ha speso una sola parola, in oltre un’ora, per darci un’indicazione sufficientemente concreta sulle misure che intende adottare per il caro bollette e il caro prezzi. È la questione più urgente che abbiamo. *L’unica certezza che emerge dal suo discorso, Presidente Meloni, è che ci ha restituito la rivendicata continuità con il [[Governo Draghi]]. *Il suo indirizzo economico potremmo sintetizzarlo, a me viene da sintetizzarlo con un nome, un concetto: [[neoliberismo]] di ispirazione tecnocratica. *Viene un dubbio: ma non è che, alla fine, l’agenda [[Mario Draghi|Draghi]], Presidente Meloni, la vuole scrivere lei? *Lei ha parlato della [[Pandemia di COVID-19|pandemia]], ne ha parlato però ha taciuto di riferire che mentre - ritorno alla sua metafora - la nave [[Italia]] affrontava questa tempesta, questa incredibile tempesta, lei disseminava continui scogli per farci cadere in fallo. ===[[Andrea de Bertoldi]]=== *Un discorso da leader e da statista, che ha toccato tutti i temi di politica economica e sociale. Ha dato le risposte che l’Italia che produce e che lavora si aspettava, a partire dalla tutela delle imprese e del lavoro autonomo. {{NDR|Riguardo al discorso di insediamento di Giorgia Meloni}} *I rapporti tra lui e Meloni sono molto buoni, anche in aula si è preoccupato di farle arrivare l’acqua e l’ha abbracciata. Politicamente, bè ovvio che i rapporti di maggioranza sono tra partiti alleati ma diversi. {{NDR|Sui rapporti tra [[Matteo Salvini]] e Giorgia Meloni}} *Nella scelta dei nomi, Meloni si ispirerà alla meritocrazia, scegliendo non solo e non tanto sulla base delle appartenenze politiche ma soprattutto coloro che sono funzionali al suo progetto. {{NDR|Riguardo alla scelta dei sottosegretari del [[Governo Meloni]]}} ===[[Vincenzo De Luca]]=== *Alla "professoressa" Meloni voglio rivolgere l'invito a un dibattito pubblico in diretta sulla realtà della Campania, dove e come vuole. Potrà esserle utile per informarsi sulla Campania prima di parlare e di dire stupidaggini. Purtroppo ci sono esponenti politici che sono refrattari ai fatti: sono geneticamente orientati alla politica politicante e a raccontare frottole. *{{NDR|A Giorgia Meloni e [[Matteo Salvini]]}} Avreste mantenuto gli ospedali in condizioni di insicurezza? Avreste voluto le scuole col personale non vaccinato? E quando si sono chiusi i reparti ospedalieri per accogliere i malati di covid e quindi non si sono fatti interventi per gli altri malati, allora il problema della libertà di cura sottratta ad altri pazienti non covid non esisteva? Bene, ora forse abbiamo alle spalle tutte queste chiacchiere al vento e tutte queste prove di irresponsabilità. *Due gioielli politici si sono opposti con tutte le forze al [[certificato COVID digitale dell'UE|green pass]]: Salvini e Meloni. Da tutte le cose che ho sentito da loro, io non ho ancora capito qual è la loro proposta. Questi sono due esponenti politici che si sono opposti al lockdown quando avevamo migliaia di ricoverati e di morti. Hanno organizzato cortei con persone senza mascherina a Roma. Hanno detto no a ogni decisione di contenimento. Se avessimo seguito questi due signori, oggi l'Italia sarebbe in ginocchio. Se fosse stato per loro, noi oggi avremmo le scuole prive delle norme minime di sicurezza e gli ospedali in condizioni di totale pericolo per chi si va a ricoverare. ===[[Benedetto Della Vedova]]=== *È inutile, signor Presidente del Consiglio, parlare dei [[Giovinezza|giovani]] che non avranno la [[pensione]]: se farete i prepensionamenti scaricherete il [[debito]] sulle nuove generazioni. *Ha parlato di ''lobby gay'' e di ideologia ''transgender''. Presidente, non esistono ''lobby [[Omosessualità|gay]]'', non esiste ideologia ''[[Transessualità|transgender]]'': esistono persone che, come lei dice, cercano la libertà e si battono per i propri diritti. *Io credo che lei voglia un cambiamento: non è il mio cambiamento. ===[[Enrico Letta]]=== *I vincitori normalmente tentano sempre di riscrivere la [[storia]] e lei ha provato a riscrivere la storia dell’ultimo decennio. *Lei ha fatto un discorso, che parla a una parte dell’[[Italia]], carico di identità. *Mi faccia dire che la delusione più grande è ascoltare che come perno del suo discorso [[Ambientalismo|ambientalista]] c’è stata la frase: “Non c’è ecologista più convinto di un conservatore”. No, mi faccia dire che non è così: [[Jair Bolsonaro|Bolsonaro]] è un conservatore, non è ecologista; [[Donald Trump|Trump]] è un conservatore, non è ecologista; i [[Polonia|polacchi]] del partito del PiS sono conservatori, non sono ecologisti. ===[[Giuseppe Provenzano]]=== *Molto ci divide, quasi tutto: non ha simpatie per il [[fascismo]] - bene - ma ha una smaccata antipatia per l’[[antifascismo]] che non è stato colpi di chiave inglese ma la matrice della nostra [[democrazia]]. *Avete inaugurato una neolingua ministeriale: è un fatto, un'esigenza identitaria che non risolverà uno solo dei problemi dei cittadini. Lei vuole farci discutere dei pronomi, degli articoli determinativi e il suo Vice, [[Matteo Salvini|Salvini]], già riparte con i vecchi e stanchi numeri, con i porti chiusi. *Signora Presidente, per lei è finito il tempo della propaganda, delle urla, del vittimismo. Non ha più alibi... non ne cerchi altri con il presidenzialismo. ===[[Filiberto Zaratti]]=== *Ora, bisogna ricordare che, quando si fa opposizione, e l'onorevole Meloni lo ha fatto nella precedente legislatura, è facile prendere posizioni di principio. La stessa Meloni, che è venuta qui a invocare una coerenza rispetto al proprio passato, lo ha fatto in modo molto deciso. Ma la coerenza non è soltanto la coerenza della propria appartenenza, non è soltanto la coerenza della propria cultura. La coerenza deve essere anche relativa alle cose che si sono dette negli anni in cui si faceva l’opposizione. *La Meloni ha incontrato il presidente [[Abd al-Fattah al-Sisi|al-Sisi]] e in quella sede ha parlato di tante cose, lo diceva il collega [[Angelo Bonelli|Bonelli]], ha parlato di [[petrolio]], ha parlato di gas, ha parlato di [[Arma|armi]]. L'unica cosa che ha dimenticato - lo voglio ricordare anch'io - è di affrontare il caso dei [[diritti umani]] e di [[Giulio Regeni]]. *Dopo la presenza alla COP27 della Presidente Meloni, l'unica iniziativa che è stata presa è quella di cercare di riaprire le trivellazioni. Quando già ancora alcuni mesi fa la stessa Meloni diceva che aprire nuovamente le trivellazioni nei nostri mari e nel nostro Paese era un favore ai poteri forti. ===[[Volodymyr Zelens'kyj]]=== *Con Giorgia abbiamo condiviso gli stessi concetti e non vedo come l’Italia possa diventare nel prossimo futuro il cavallo di Troia della Russia. *Giorgia è una donna forte che può tenere compatto il suo governo. *Voglio esprimere la mia gratitudine a Giorgia Meloni: con lei c’è una relazione umana è basata su valori in comune e io sono convinto che i nostri rapporti, quelli tra i nostri team, siano basati sui principi di onestà e correttezza. Vorrei non perderli. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giorgia Meloni, ''Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee'', Rizzoli, Milano, 2021. ISBN 9788831804608 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{portale|donne}} {{DEFAULTSORT:Meloni, Giorgia}} [[Categoria:Personalità della guerra russo-ucraina]] [[Categoria:Politici italiani]] 6b6q2kjjr49oho1gfih6tw7nj438p9a Carolina Kostner 0 67032 1351443 922478 2024-11-12T02:08:51Z Danyele 19198 /* Citazioni di Carolina Kostner */ link più preciso 1351443 wikitext text/x-wiki [[File:Carolina Kostner 2007 Nebelhorn Trophy.jpg|thumb|Carolina Kostner]] '''Carolina Kostner''' (1987 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio italiana. ==Citazioni di Carolina Kostner== *[[Alex Schwazer|Alex]] ha pagato e pagherà. Adesso che si è liberato dei demoni che aveva in testa, gli auguro però di trovare presto la sua strada, di tornare la persona libera, umile e serena che ho conosciuto tanto tempo fa. Io, di mio, non potrò che stargli vicino. In tutto sono molto delusa e intristita dal comportamento della stampa: si interessa più delle cose negative che di quelle positive. Quando Alex ha vinto l'Olimpiade di Pechino è rimasto sulle prime pagine dei giornali per un giorno, adesso per un'intera settimana. Evidentemente è la vita, deve andare così.<ref name=alex>Citata in Andrea Buongiovanni, ''[http://www.gazzetta.it/Atletica/20-08-2012/kostner-alex-paghera-ma-si-liberato-demoni-912309144459.shtml La Kostner: "Alex pagherà. Ma si è liberato dai demoni"]'', ''Gazzetta.it'', 20 agosto 2012.</ref> *{{NDR|Su Schwazer riguardo al [[doping]]}} Ha commesso un grande errore, da sportiva non condivido per niente quel che ha fatto. Non ci sono dubbi: sono molto arrabbiata. Ma per come lo conosco da quattro anni e per le tante volte che l'ho visto soffrire soprattutto nell'ultimo periodo, come persona lo ammiro per il coraggio che ha avuto nel mettersi di fronte al mondo per ammettere il suo dramma e i suoi sbagli.<ref name=alex/> *Il loro aiuto spirituale {{NDR|dei [[sacerdoti]]}} sta nel non farci rinunciare ad una visione alternativa, profonda della nostra esistenza.<ref name=maria/> *La [[fede]] in Dio mi aiuta a credere nei miei sogni, specie nei momenti più difficili.<ref name=maria/> *La presenza tra ragazzi come noi di [[Papa Benedetto XVI]] è un esempio di quanto una grande figura sacerdotale può trasmetterci oggi.<ref name=maria/> *Le gare son cose diverse dagli show: nelle prime si deve pattinare in pace con se stessi per non sbagliare, nei secondi ci si può e ci si deve soprattutto divertire.<ref name=galli>Citato in Lucia Galli, ''[http://www.ilgiornale.it/sport/la_fatina_tutta_forcine_e_glitter_e_cresciuta_e_insegue_suo_quarto_titolo_continentale/27-01-2012/articolo-id=569068 La fatina tutta forcine e glitter è cresciuta e insegue il suo quarto titolo continentale]'', ''il Giornale'', 27 gennaio 2012.</ref> *Lo [[sport]] può essere davvero messaggero di pace e di tolleranza.<ref name=maria/> *Nella carriera sportiva, grazie alla [[fede]], ho guardato sempre all'essenziale di quanto mi accadeva.<ref name=maria>Da ''I sacerdoti ci aiutano a capire quello che conta davvero'', ''Sovvenire'', settembre 2011.</ref> *Non c'è una carriera di uno sportivo senza alti e bassi, l'importante è non perdere la fiducia e continuare per la propria strada.<ref name=mezzogiorno/> *Pattino per soddisfare me stessa, non ho bisogno di compiacere.<ref name=bianchini>Citato in Andrea Bianchini, ''[http://www.ilgiornale.it/vancouver_2010/_lora_nuova_carolina_sono_cambiata_e_vi_stupiro/kostner-vancouver-pattinaggio_artistico/23-02-2010/articolo-id=424312 È l'ora della nuova Carolina: "Sono cambiata e vi stupirò"]'', ''il Giornale'', 23 febbraio 2010.</ref> *Podio o non podio, l'obiettivo è fare una bella prestazione che affascini il pubblico, è un obiettivo molto più speciale che una medaglia.<ref name=mezzogiorno>Citato in ''[http://sport.lagazzettadelmezzogiorno.it/?p=9489 Kostner-Petrucci, pace fatta dopo il super oro agli Europei]'', ''La Gazzetta del Mezzogiorno'', 30 gennaio 2012.</ref> *So di essere emotiva, inutile negarlo. Ho imparato a patire di meno le giornate no e le cadute, ma non vivo più con l'idea di dover sempre dimostrare qualcosa.<ref name=galli/> {{Intestazione|1=Intervista di Paola Occhipinti e Melania Resnigo, ''[http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:UeGAZOQLi4EJ:www.carolina-kostner.it/articles/Intervista%2520con%2520Carolina%2520Kostner%2520%282004%29.doc&hl=it&gl=it carolina-kostner.it]'', 19 marzo 2004}} *Mi piace l'allenamento, in realtà le gare non mi piacciono tanto... in allenamento mi vesto, mi pettino come voglio, mentre in gara e anche durante gli allenamenti ci sono tutte le persone che ti guardano... però è così, fa parte del gioco... e alla fine è per la gara che si lavora, quindi... *Io potrei sedere in tribuna a vedere [[Michelle Kwan]] pattinare per ore... *Ho provato tanti sport, ho giocato a tennis, ho sciato... ma il [[Pattinaggio artistico su ghiaccio|pattinaggio]] per me è lo sport più bello. Tanti dicono che sembra di volare... io non lo so, non ho mai volato! Ma è una sensazione speciale... sembra così facile a guardarsi, e invece c'è bisogno di tanta concentrazione. *Mi affeziono molto ai costumi di gara, non ho un preferito però, ognuno ha la sua storia. *Per me la gara è sempre una gara, e la tensione non mi piace molto. È perché di solito non ho tanta pazienza, e quando sei in camera che aspetti che sia l'ora di andare... "Ah, ancora un'ora!" – è difficile. Ma lo è anche guardare la gara nel pubblico, dalle tribune... vieni e vedi quelli che fanno benissimo e altri che vanno meno bene, e non si può fare niente per aiutarli, sei impotente. {{intestazione|Intervista di Michele Cucuzza, ''[http://www.michelecucuzza.com/documenti/stampa/divadonna9.pdf Kostner: «Sogno l'oro ai Mondiali di Nizza»]'', ''Diva e Donna'', 17 gennaio 2012, p. 48}} *La mia avversaria più pericolosa sono io stessa. *Gareggio per passione, mi diverto, è chiaro che voglio vincere, ma la mia vita non dipende più dal risultato. *Non amo essere un personaggio pubblico, sono molto riservata, vivo per il mio sport e non mi va di fare notizia per nient'altro. Se posso dare esempio a qualcuno che si rende conto che nella vita bisogna avere fiducia e pazienza, sono molto felice, ma non desidero essere valutata più di quel che sono. {{intestazione|Intervista di Piero Valesio, ''Carolina: «Addio paura»'', ''Tuttosport'', 21 gennaio 2012}} *Se c'è una cosa che ho imparato in questi anni è che in [[Italia]] siamo molto bravi a tirare su i vincenti e tifare per loro. E al contempo siamo bravissimi a criticare quelli che invece sono in difficoltà. Dovremmo essere più fieri dei grandi campioni che abbiamo. Perché ne abbiamo. *Ho imparato un'altra cosa: che la strada non scorre mai dritta, nella vita. E bisogna essere pronti ad affrontare le curve. *{{NDR|«Pareva che affrontasse i salti con paura».}} Paura non è la parola giusta. Certo man mano che vado avanti devo accettare che i salti diventino più difficili. Io in pista però non ho paura. Sono agitata, spesso nervosa, questo sì. Ma non impaurita. Sono altre le cose che mi fanno paura. [...] Ho paura delle morti improvvise, delle catastrofi, delle malattie, dell'ingiustizia. *Ogni grammo in più lo senti quando stacchi da terra per saltare... ma basta prestare un po' di attenzione a quel che si mangia e fare qualche piccolo sacrificio e il problema si risolve. Io, per fortuna, il problema dell'anoressia non l'ho mai avuto. E poi mi piace così tanto allenarmi... ==Citazioni su Carolina Kostner== *Ascoltare l'inno di Mameli, con una campionessa del genere, pare quasi un atto dovuto. (Andrea Buongiovanni<ref>Da ''[http://www.gazzetta.it/Sport_Invernali/Pattinaggio/28-01-2012/kostner-meraviglia-arriva-quarto-oro-europeo-81166165716.shtml La Kostner è una meraviglia. Arriva il quarto oro europeo]'', ''Gazzetta dello Sport'', 28 gennaio 2012.</ref>) *È una bellezza rara vederla danzare. ([[Gianni Petrucci]]) *Non c'è stato nessun bisogno di stravolgere la sua tecnica, è una bellissima pattinatrice. (Christa Fassi<ref name=bianchini/>) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Portale|donne}} {{DEFAULTSORT:Kostner, Carolina}} [[Categoria:Pattinatori italiani]] j7zys0jf6n1i7xjs9xtw7ygfpjbyo1c Unione Sovietica 0 68500 1351500 1334375 2024-11-12T08:19:46Z Mariomassone 17056 /* Richard Nixon */ 1351500 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Flag of the Soviet Union.svg|thumb|Bandiera dell'Unione Sovietica]] Citazioni sull''''Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche''' ('''URSS'''), in forma abbreviata '''Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *A chi, se non all'URSS, deve dirsi grazie per aver impedito che tutti gli [[ebrei]] europei finissero nelle camere a gas? ([[Kurt Gossweiler]]) *Almeno in qualcosa dovremmo essere grati alla felicemente defunta Unione Sovietica. La quale, subito dopo la fondazione, creò a San Pietroburgo, che aveva ribattezzato Leningrado, il grande Istituto per l'Ateismo Scientifico, con migliaia di dipendenti e centinaia di professori universitari a contatto. Per settant'anni lavorarono sodo per dimostrare l'incompatibilità tra [[scienza]] e [[religione]] (e proprio così, ''Scienza e religione'', si chiamava la loro rivista, diffusa gratuitamente in molte lingue, in tutto il mondo), per decenni, dunque, si diedero da fare per trovare la prova oggettiva, inconfutabile, scientifica appunto, dell'inesistenza di [[Dio]]. Quando tutto crollò, e quando Leningrado tornò a chiamarsi San Pietroburgo, la famosa Prova non era stata trovata: avrebbero potuto cercare altri settanta o settecento anni, ma non sarebbe saltata fuori lo stesso. Dunque, anche grazie ai miliardi di rubli investiti dall'[[ateismo]] di Stato, abbiamo la conferma oggettiva che la [[fede]] non è confutabile per via scientifica. ([[Vittorio Messori]]) *È governata da una dittatura paziente, uomini decisi e lungimiranti che stanno rapidamente facendo del loro paese la prima potenza navale e militare del mondo. Non lo stanno facendo esclusivamente per motivi di autodifesa. Un enorme paese come la Russia, in gran parte privo di sbocchi sul mare, non ha bisogno di costruire la flotta più potente del mondo a guardia dei propri confini. No. I russi sono decisi a dominare il mondo, e stanno rapidamente acquisendo i mezzi per diventare la nazione imperiale più potente che il mondo abbia mai visto. Gli uomini del Politburo sovietico non devono preoccuparsi per il flusso e riflusso della pubblica opinione. Hanno messo le pistole prima del "burro", noi abbiamo invece messo quasi tutto davanti alle pistole. Sanno di essere una super potenza in un solo senso, il senso militare. Sono un fallimento in termini umani ed economici. ([[Margaret Thatcher]]) *In un certo senso il regime sovietico è senza precedenti, e basterebbe ciò a metterci in guardia contro tutti i tentativi di collegarlo, in maniera troppo semplicistica, alla storia passata. Ho nelle orecchie le affermazioni correnti secondo le quali il regime dittatoriale comunista è il successore legittimo della autocrazia zarista, le fattorie collettive una versione modernizzata del tradizionale comune rustico russo e l'attuale espansione sovietica una semplice continuazione del vecchio imperialismo russo. Per quanto queste analogie possano essere allettanti, sono tutte storicamente errate e – voglio aggiungere – politicamente ingannatrici. ([[Michael Karpovich]]) *L'unica cosa positiva in questo secolo è la [[Rivoluzione d'ottobre|rivoluzione russa]] e la creazione dell'Unione Sovietica. ([[Nikola Tesla]]) *L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno Stato socialista degli operai e dei contadini. (''[[Costituzione sovietica del 1936]]'') *L'Unione Sovietica è così debole politicamente all'interno del blocco dei paesi satelliti, che si isola e si irrigidisce. ([[Kurt Georg Kiesinger]]) *L'Unione Sovietica è l'unica grande potenza la cui posizione ha rispecchiato la volontà e i desideri del nostro popolo. Perciò l'Unione Sovietica dimostra di essere l'unica grande potenza che ha appoggiato sin dall'inizio il popolo congolese nella sua lotta. Mi preme esprimere al popolo sovietico, e personalmente al primo ministro Kruscev, la massima gratitudine di tutto il popolo congolese per l'opportuno appoggio morale che il vostro paese dona alla giovane repubblica del Congo nella sua lotta contro gli imperialisti e i colonialisti. ([[Patrice Lumumba]]) *L'Unione Sovietica è un gigantesco paese, e alberga nel suo cuore fermenti giganteschi: fra questi, una omerica capacità di gioia e di abbandono, una vitalità primordiale, un talento pagano, incontaminato, per le manifestazioni, le sagre, le baldorie corali. ([[Primo Levi]]) *L'Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale. ([[Aleksandr Lukašenko]]) *L'URSS è il paese in cui siamo cresciuti, in cui vivevamo, in cui la maggior parte di noi era felice. [...] È ciò da cui noi tutti proveniamo. È l'amore verso la Patria, il rispetto per l'esercito, è l'educazione, è la premura per gli anziani, per i bambini. [...] È la sanità gratuita, l'istruzione gratuita – la migliore del mondo. L'America e l'Europa hanno formato i loro metodi di insegnamento partendo dalla nostra esperienza. ([[Aleksandr Zacharčenko]]) *L'Urss rappresentava una prigione per le Nazioni, è stato uno dei più terribili imperi della Storia e quando la cosiddetta Patria e il mitico "popolo" sovietico sono collassati, io ero felice. ([[Levan Berdzenišvili]]) *La caratteristica più notevole del regime sovietico, stabilitosi in Russia più di trent'anni fa, è la pretesa di essere strumento di uno sviluppo sociale storicamente necessario e di considerarsi, quindi, come l'acceleratore dell'evoluzione dell'umanità verso il socialismo ed il comunismo. I particolari di tale evoluzione non sono conosciuti ed il suo indirizzo generale è noto soltanto al partito, il partito bolscevico-comunista di Lenin e del suo successore Stalin. ([[Waldemar Gurian]]) *La difficoltà principale del Suo Paese non è costituita dal problema della proprietà, dell'economia e della libertà. Il vostro problema è l'assenza di una vera credenza in Dio, lo stesso problema che ha trascinato o trascinerà l'Occidente in un vicolo cieco, nel nulla. Il vostro problema principale è la lunga lotta contro Dio, contro la Fonte dell'esistenza e della creazione. ([[Ruhollah Khomeyni]]) *La storia della mia pre­dilezione infantile per l'Urss è una leggenda metropolitana. Sempli­c­emente vivevo a Berga­mo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico del­l'uguaglianza mi affasci­nava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come faceva­no i bambini al cinema parrocchiale. Poi co­minciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletaria­to, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì. ([[Vittorio Feltri]]) *Nell'[[Inghilterra]] capitalista la fabbrica apparve come uno strumento di profitto e di sfruttamento. Nell'Unione Sovietica, essa non fu solo uno strumento di ricchezza collettiva, ma un mezzo consapevolmente usato per spezzare vecchie catene. ([[Anna Louise Strong]]) *Nell'URSS il lavoro è un dovere e una questione d'[[onore]] per ogni cittadino, in conformità con il principio: "Chi non lavora, non mangia". Il principio applicato nell'URSS è quello del socialismo: "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro". ([[Costituzione sovietica del 1936]]) *Non è affatto chiaro come l'idea del paradiso-via-inferno {{NDR|cioè il [[comunismo]]}} abbia potuto sopravvivere a un solo istante di riflessione. Proviamo a immaginare che il "paradiso" promesso da [[Lev Trotsky|Trockij]] sorgesse improvvisamente dal mucchio di macerie del 1921. Sapendo che per crearlo erano state sacrificate milioni di vite, chi avrebbe voluto abitarlo? Un paradiso a quel prezzo non è un paradiso. I mezzi determinano i fini, è stato detto, ma in Urss i mezzi sono stati l'unica cosa che si sia stati in grado di raggiungere. Esiste una contraddizione dentro la contraddizione: l'utopista militante, il perfettibilizzatore, nutre già in partenza una risentita rabbia verso l'evidenza della imperfettibilità umana. [[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam|Nadezda Mandel'stam]] parla della "satanica" arroganza dei bolscevichi. La loro è anche un'infernale insicurezza e ostilità, un'infernale disperazione. ([[Martin Amis]]) *Per me l'Urss non fu così multiculturale. Nonostante il vantaggio della comune lingua russa, non era facile trovare un equilibrio tra multiculturalismo e nazionalismo: in Georgia tutte le realtà locali si sentivano in pericolo. ([[Levan Berdzenišvili]]) *Quando vedo che mentre [[Hitler]] e [[Mussolini]] perseguitavano degli uomini per la loro razza, e inventavano quella spaventosa legislazione [[Antisemitismo|antiebraica]] che conosciamo, e vedo contemporaneamente i russi composti di 160 razze cercare la fusione di queste razze superando le diversità esistenti fra l’Asia e l’Europa, questo tentativo, questo sforzo verso l'unificazione del consorzio umano, lasciatemi dire: questo è [[Cristianesimo|cristiano]], questo è eminentemente universalistico nel senso del cattolicesimo. ([[Alcide De Gasperi]]) *Quante innovazioni scientifiche o tecniche, fra quelle che modificano la vita materiale degli uomini, sono venute dall'URSS negli ultimi decenni? Non il transistor o il computer, l'energia elettrica nucleare o le fibre sintetiche, il radar o il laser, gli antibiotici o i vaccini antipolio, le scoperte genetiche o la «rivoluzione verde» delle sementi ibride. Nell'URSS furono a lungo proibiti campi di studio come la cibernetica e la genetica. Tuttora uno scienziato non può dedicarsi a ricerche autonome, ma è vincolato a quelle permesse dal piano. La ricerca può considerarsi avanzata solo nella tecnologia militare, mentre nel campo della geologia è favorita da una tradizione che risale al XVIII secolo e alla circostanza che l'URSS possiede tutti i tipi di minerali (gli Stati Uniti ne devono importare la metà). ([[Alberto Ronchey]]) *Se l'industrializzazione sovietica ha dovuto essere realizzata sia pure attraverso la repressione contro il cinque per cento di ricchi e reazionari, l'industrializzazione [[Capitalismo|capitalista]] è nata dal terrore esercitato dal cinque per cento di benestanti contro l'insieme delle masse lavoratrici del loro stesso paese e dei paesi dominati. ([[Ludo Martens]]) *{{NDR|Sull'antisemitismo in Unione Sovietica}} Secoli di oscurantismo oppressivo in senso politico e religioso, in uno con le baldorie efferate delle "Sotnje" cosacche e poi dei "Cento Neri", hanno lasciato in molti popoli sovietici, specialmente in territorio europeo, una pigra sedimentazione antisemita. [...] Purtroppo la guerra dei sei giorni, o piuttosto la vittoria israeliana, lo ha risvegliato. Ha permesso di risvegliarlo. ([[Umberto Terracini]]) *Senza l'aiuto dell'Unione Sovietica i paesi arabi non avrebbero fatto la guerra a Israele nel 1948. Si scatenarono contro di noi perché alle spalle avevano l'Unione Sovietica, militarmente e politicamente. Quanto all'OLP, esso è sostenuto dall'Unione Sovietica perché l'Unione Sovietica ha capito benissimo che nell'era atomica il terrorismo è l'unico modo per fare la guerra senza rischiare il conflitto nucleare. Per sviluppare il suo espansionismo l'Unione Sovietica ha bisogno dell'OLP, di Arafat. E se lei replica che Arafat non è comunista, io le rispondo: ai sovietici che importa? A loro importa soltanto che egli sia uno strumento del gioco, che rimanga nelle loro mani. È forse comunista la Siria? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Siria milleduecento carri armati, centinaia di pezzi di artiglieria, numerosi e modernissimi jet. È forse comunista la Libia? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Libia millenovecento carri armati, artiglieria, jet. Tutti parlano degli americani, delle armi americane. Le assicuro che le armi distribuite dall'Unione Sovietica in questa parte del mondo superano mostruosamente quelle che Israele compra dagli americani. ([[Ariel Sharon]]) *Senza la Russia {{NDR|l'Unione Sovietica}}, questi segugi tedeschi {{NDR|la [[Germania nazista]]}} avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente ([[Albert Einstein]]) *Si giocava per la gloria dell'URSS e per amore del [[Calcio (sport)|calcio]], non per i soldi. ([[Rinat Dasaev]]) *Sì, l'Unione Sovietica era arretrata e inefficiente, e sì, la nostra economia crollò dalle cima di montagne di armi. Ma quando la madrepatria ne ebbe bisogno, queste montagne salvarono i suoi figli. ([[Max Brooks]]) *Si può rimpiangere un regime che scriveva dio con la minuscola e Kgb maiuscolo? ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *Sono nato in Unione Sovietica, mio padre è morto in URSS, mia madre è morta in URSS, erano devoti all'idea del PCUS(b). Ho assorbito con il sangue questa fede nella fratellanza umana, nell'assistenza reciproca. Sono stato rimesso in piedi dallo Stato, che nel 1945 aveva 19 milioni di bambini orfani. E ha dato loro da bere, li ha nutriti, ha dato loro un'istruzione, una professione, ha fatto di me un professionista di qualità. E cosa, vuoi che sputi sulla tomba di mio padre e mia madre? Questo non accadrà mai fino alla fine della mia vita! ([[Nikolaj Nikolaevič Gubenko]]) *Tutta la storiografia scientifica non accetterebbe mai un'interpretazione che tenta di equiparare il [[Germania nazista|Terzo Reich]] all'URSS, come due potenze complici che hanno scatenato la guerra per spartirsi il mondo. Un'interpretazione infondata e falsa. L'hitlerismo aveva un progetto di dominio mondiale che [[Stalin]] non ha mai avuto. L'URSS è servita a spezzare e fermare questo progetto. ([[Angelo D'Orsi]]) *Tutto il potere nell'U.R.S.S. appartiene ai lavoratori della città e della campagna, rappresentati dai Soviet dei deputati dei lavoratori. (''[[Costituzione sovietica del 1936]]'') ===[[Leonid Il'ič Brežnev]]=== [[File:Soviet Leader Leonid Brezhnev - Flickr - The Central Intelligence Agency.jpg|thumb|[[Leonid Il'ič Brežnev]]]] *Con l'eroico lavoro di questi anni i sovietici, stretti attorno al partito di Lenin, hanno creato nel nostro paese un'economia moderna che per il volume della sua produzione si è piazzata già da tempo al secondo posto nel mondo, e per una serie di importanti settori anche al primo. *È ben noto che l'Unione sovietica ha fatto non poco per l'effettivo rafforzamento della sovranità e dell'indipendenza dei paesi socialisti. *Il [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito comunista dell'Unione Sovietica]] ritiene che oggi uno dei nostri compiti più importanti sia quello di accelerare il progresso tecnico-scientifico, di armare i lavoratori delle cognizioni tecnico-scientifiche moderne, di applicare il più rapidamente possibile nella vita i risultati delle scoperte scientifiche. Ciò permetterà di utilizzare in modo più completo l'immenso potenziale creativo della nostra società socialista, accelererà sensibilmente la creazione della base materiale e tecnica del comunismo. *L'Unione Sovietica è uno Stato amante della pace. Ciò deriva dalla natura stessa del nostro ordinamento socialista. Gli scopi della politica estera sovietica, così come sono stati formulati dal XXIII congresso del PCUS, consistono nell'assicurate insieme agli altri paesi socialisti condizioni internazionali favorevoli alla costruzione del socialismo e del comunismo; nel rafforzare l'unità e la compattezza dei paesi socialisti, la loro amicizia e fratellanza; nell'appoggiare il movimento di liberazione nazionale e nel realizzare una collaborazione multiforme con i giovani Stati in via di sviluppo, nel difendere con coerenza il principio della coesistenza pacifica degli Stati a diverso regime sociale, nell'opporsi decisamente alle forze aggressive dell'imperialismo, nel liberare l'umanità dal pericolo di una nuova guerra mondiale. *La nostra linea di principio nei riguardi dei paesi capitalistici, compresi gli USA, consiste nel mettere coerentemente e pienamente in pratica i princìpi della coesistenza pacifica, nello sviluppare le relazioni reciprocamente vantaggiose e nel collaborare con quegli Stati che lo vogliono sul terreno del rafforzamento della pace, conferendo un carattere il più stabile possibile alle relazioni con essi. Ma noi dobbiamo sempre discernere se ci troviamo di fronte ad un'aspirazione effettiva a risolvere le questioni mediante trattative o di fronte a tentativi di fare una politica da « posizioni di forza ». *Nel nostro paese gli operai, i contadini, gli intellettuali lavorano con grande entusiasmo, il che permette un continuo rafforzamento dell'unità morale e politica della società sovietica, la sua coesione intorno al partito. *Noi dichiariamo con la massima responsabilità: non abbiamo pretese territoriali verso chicchessia, non minacciamo nessuno e non intendiamo aggredire nessuno; noi siamo favorevoli a uno sviluppo libero e indipendente di tutti i popoli. Ma nessuno si provi a usare nei nostri confronti il linguaggio degli ultimatum e a trattarci da posizioni di forza. ===[[Vladimir Konstantinovič Bukovskij]]=== *Come fu creata l'URSS? Certo, con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. *Il terrorismo politico è stato tutto inventato dall'Unione Sovietica. Non esisteva prima: nasce tutto da una stessa strategia e da piani e addestramenti sovietici. *La nostra società è malata. È malata di paura, una sopravvivenza dell'era staliniana. Ma il processo di guarnigione spirituale della società si è già iniziato e non può essere interrotto. *Settantatre anni di regime sovietico nel mio paese sono riusciti a distruggere l’economia, sono riusciti a distruggere la natura, sono riusciti a ridurre il paese in povertà ma soprattutto sono riusciti a operare la cosa peggiore, ovvero, sono intervenuti in modo distruttivo nella coscienza dell’uomo. ===[[Iulian Ciocan]]=== *A mio modo di vedere, la nostalgia per l'Urss oggi è stata rimpiazzata dalla tentazione russa. L'Unione Sovietica non esiste più, ma la Russia sì. Incapace di liberarsi della propria politica imperialista, essa rappresenta per diversi moldavi una specie di faro, la luce di una verità assoluta. *Dobbiamo fare i conti con i lati positivi e negativi della defunta Unione Sovietica. Molti tra noi non ci sono ancora riusciti. In Russia, ad esempio, vengono perseguiti penalmente tutti coloro che tendono a equiparare il regime di Stalin con quello di Hitler. Ma il terrore comunista non è forse comparabile con quello del fascismo e del nazismo? Occorre approfondire, vedere in che misura una simile comparazione possa essere giustificata. *In Occidente, così mi pare, non esiste una visione nitida circa le conseguenze del progetto sovietico. È ancora in voga una certa idealizzazione dell'Unione Sovietica, intellettuali europei affascinati dal mondo bolscevico, benché non abbiano mai sperimentato sulla propria pelle gli effetti dell'egualitarismo sovietico. Credo che un occidentale non capirà mai cosa è accaduto in Urss e nello spazio post-sovietico leggendo soltanto narrativa russa. L'esperienza sovietica non è una prerogativa degli scrittori e degli intellettuali russi. *La corruzione è il nostro problema più grande e difficile da debellare. Ha radici sovietiche. *Le nuove generazioni {{NDR|in [[Moldavia]]}} non hanno vissuto l'esperienza dell'Urss. Eppure, molte persone ricordano ancora come ai tempi dell'Unione Sovietica lo stato si prendesse cura di loro, a differenza dei giorni nostri. Nella mentalità di molti moldavi – anche tra i più giovani – è saldamente radicata l'idea che ogni minimo problema quotidiano debba essere risolto grazie all'intervento statale. Allo stesso tempo, però, non esiste una coscienza civica attiva, il sentimento di appartenere a una comunità e la volontà di dare un contributo al proprio paese. ===[[Maša Gessen]]=== * *Gli atenei sovietici rientravano generalmente in due categorie: quelli che non ammettevano assolutamente alcun ebreo e quelli che ne ammettevano in numero strettamente limitato. Le regole della non ammissione, ovviamente, non erano rese pubbliche; il rigetto della domanda era comunicato con modalità particolarmente sadiche. I candidati ebrei sostenevano gli esami d'ammissione insieme a tutti gli altri aspiranti studenti. Ritiravano i fogli con le domande d'esame dalla stessa pila degli altri. Ma se riuscivano a rispondere correttamente alle due o tre domande del foglio, a quel punto, soli nell'aula con gli esaminatori, erano sottoposti con nonchalance a un'ulteriore domanda, come se fosse una continuazione delle risposte già date. Era questa la «bara». In matematica, si trattava generalmente di un problema non soltanto complesso ma irrisolvibile. Il candidato avrebbe esitato e sarebbe andato a picco. Gli esaminatori, poi, sigillavano il coperchio della bara: il candidato ebreo aveva fallito l'esame. *Il marxismo in Unione Sovietica si era ridotto a una semplice convinzione di vita materiali. Se l'individuo era plasmato in maniera appropriata – e non poteva essere altrimenti, dato che il sistema sovietico affermava ormai di aver sostanzialmente realizzato il progetto marxista, costruendo quello che veniva definito «socialismo reale» – doveva per forza esprimere un insieme di obiettivi perfettamente coincidenti con i bisogni della società che lo aveva prodotto. Le anomalie erano senz'altro possibili, ma rientravano in due categorie: criminalità o malattia mentale. La società sovietica disponeva di istituzione in grado di affrontarle entrambe. Nessun altro genere di discordanza era concepibile. I conflitti interiori non erano previsti. Non c'era davvero alcun motivo per affrontare il tema della psiche. *Il regime sovietico privò la popolazione non solo della possibilità di vivere liberamente, ma anche della capacità di comprendere appieno quel che le era stato sottratto, e in che modo. Il regime si prefiggeva l'obiettivo di annientare la memoria storica e individuale, nonché gli studi teorici sulla società. L'offensiva concertata contro le scienze sociali fece sì che, per decenni, gli studiosi occidentali si trovassero in posizione migliore rispetto ai loro omologhi russi per interpretare le vicende della Russia, ma, in quanto osservatori esterni, con accesso limitato alle informazioni, essi non erano di certo in condizione di colmare quella lacuna. Ben più che una questione puramente accademica, si trattò di un attacco all'umanità stessa della società russa, che smarrì gli strumenti e persino il linguaggio necessari per comprendersi. Le uniche storie su se stessa, che la Russia raccontava a se stessa, erano quelle create dagli ideologi sovietici. Se un paese, nell'epoca contemporanea, è privo di sociologi, psicologi o filosofi, che cosa può sapere di sé? E i suoi cittadini, che cosa possono sapere di loro stessi? *In Unione Sovietica l'ideologia si rivelò mutevole. La linea ufficiale si modificò radicalmente, dall'internazionalismo alla «amicizia tra i popoli», dal ritenere la famiglia un anacronismo borghese fino a considerarla il nucleo fondamentale della società sovietica. A rimanere immutata fu l'importanza assegnata alla mobilitazione ideologica (qualunque fosse l'ideologia), e l'idea di eccezionalità del paese. *La [[sociologia]] non era propriamente bandita in Unione Sovietica, ma il nome della disciplina era stato ridotto a una sorta di parolaccia. Era stato lo stesso Lenin a inaugurarne l'uso offensivo. Il problema con la sociologia era praticamente identico a quello con la psicoanalisi: la materia non si prestava a essere una «scienza» utilizzabile per costruire una nuova società di uomini nuovi. *Nell'Urss del dopoguerra, ogni generazione aveva vissuto discretamente meglio di quella che l'aveva preceduta. Le aspirazioni dei genitori si trasmettevano pressoché identiche ai figli, salvo qualche modifica marginale. Moltissimi cittadini sovietici avevano sperato che, se non loro, quantomeno i figli, da adulti, sarebbero riusciti a passare da una stanza in un appartamento in condivisione a un monolocale di proprietà con tanto di cucina, e magari a un appartamento ancora più grande, con due stanze. Con un po' di fortuna, sarebbero arrivati a possedere addirittura una dacia e una Fiat di fabbricazione sovietica. Nessuno, a parte le élite, si spingeva a fantasticare una residenza signorile o una Volga – e le élite erano prudentemente sottratte alla vista dalle loro sette cancellate e dalle loro sette serrature. Ora, gran parte di ciò che si vedeva in televisione – pubblicità, annunci del governo e perfino le varie soap opera latino-americane che a quanto pareva tutti guardavano – sembrava dire ai russi che dovevano aspirare a qualcosa di più. Solo i vecchi film sovietici, che la televisione trasmetteva ancora, permettevano agli occhi affaticati e alle menti esauste di riposare sulle modeste e rassicuranti certezze di un'epoca ormai tramontata. *Paradossalmente, furono proprio le peculiarità del sistema economico sovietico a rendere le divisioni tra gruppi di cittadini valutati differentemente più rigide e più impenetrabili. La tassazione era ridotta al minimo e la redistribuzione della ricchezza non figurava tra gli obiettivi. Poiché gran parte delle gratifiche riservate ai privilegiati erano di natura non monetaria ed erano gestite tutte in modo centralizzato, gli appartenenti a una data casta si trovavano a essere raggruppati socialmente e geograficamente. I membri del Politburo vivevano tutti negli stessi edifici, si rifornivano di beni di consumo negli stessi centri di distribuzione, mandavano i loro figli nelle stesse scuole, si facevano curare negli stessi ospedali, ricevevano in concessione appezzamenti di terreno su cui costruire una dacia di legno – la casa per i weekend o per le vacanze estive – nella stessa zona e consumavano le acque degli stessi sanatori. Discorso analogo per i membri dell'Academia delle Scienze, che avevano le loro strutture riservate, e per i membri di ciascuna delle varie «leghe creative», quali quelle degli scrittori, degli artisti o dei cineasti. *Per ottenere parità di condizioni, o qualcosa che vi somigliasse anche solo lontanamente, occorreva non essere ebrei. La propria «nazionalità» – quella che gli americani definiscono «appartenenza etnica» – era annotata su tutti i documenti d'identità importanti, dal certificato di nascita al passaporto interno, dall'atto di matrimonio alla scheda personale sul posto di lavoro o a scuola. Una volta assegnata, la «nazionalità» era di fatto immutabile e si trasmetteva di generazione in generazione. ===[[Michail Gorbačëv]]=== [[File:Gorbachev signing (cropped).jpg|thumb|[[Michail Gorbačëv]]]] *È naturale che il produttore miri ad «accontentare» il consumatore, se posso esprimermi così. Ma da noi il consumatore si trovava completamente alla mercé del produttore, e doveva accettare ciò che quest'ultimo decideva di dargli. *In Urss [...] ci sono cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e altri gruppi religiosi, e tutti hanno il diritto di soddisfare le loro esigenze spirituali. *L'Unione Sovietica [...] è uno stato giovane che non ha analogie nella storia o nel mondo moderno. Negli ultimi sette decenni, un tempo molto breve nella storia della civiltà umana, il nostro paese ha compiuto progressi pari a molti secoli. Una delle massime potenze mondiali ha preso il posto dell'Impero russo, arretrato, semicoloniale e semifeudale. Enormi forze produttive, un grandioso potenziale intellettuale, una cultura avanzata, una comunità di più di cento nazioni e nazionalità, e una solida protezione sociale per 280 milioni di persone in un territorio che corrisponde a un sesto della Terra... questi sono i nostri grandi e incontestabili successi e il popolo sovietico ne è giustamente orgoglioso. *L'Unione Sovietica, la più grande produttrice di acciaio, materie prime, combustibili ed energia nel mondo, presenta scarsità dovute agli sprechi e all'inefficienza. È uno dei maggiori produttori di cereali, ma è costretta ad acquistarne ogni anno milioni di tonnellate per nutrire la popolazione. Abbiamo il maggior numero di medici e di letti d'ospedale in rapporto al numero di abitanti, e tuttavia abbiamo stridenti carenze nei servizi sanitari. I nostri razzi possono raggiungere con straordinaria precisione la cometa di Halley e volare fino a Venere, ma accanto a questi trionfi scientifici e tecnologici coesiste una chiara mancanza di efficienza nell'uso dei risultati scientifici per i fini economici, e molti degli elettrodomestici sovietici sono di qualità mediocre. *Noi viviamo in un paese multinazionale, e questo è un fattore di forza anziché di debolezza e di disintegrazione. La Russia zarista veniva chiamata «una prigione di nazioni». La Rivoluzione e il socialismo hanno cancellato l'oppressione e la diseguaglianza nazionali e hanno assicurato il progresso economico, intellettuale e culturale per tutte le nazioni e nazionalità. Le nazioni un tempo arretrate hanno acquisito un'industria avanzata e una struttura sociale moderna. Sono salite al livello della cultura moderna anche se alcune, in precedenza, non avevano neppure un alfabeto. Ogni persona libera da pregiudizi riconoscerà il fatto che il nostro Partito ha svolto un lavoro immane e ha trasformato la situazione. I risultati hanno arricchito la società sovietica e la civiltà mondiale. *Non rivelo un segreto se dico che l'Unione Sovietica fa quanto è in suo potere per mantenere le proprie difese moderne e affidabili. È un dovere verso il nostro popolo e i nostri alleati. Nel contempo desidero ricordare che ciò non avviene per nostra scelta. Ci è stato imposto. *Virtualmente la disoccupazione non esiste. Lo stato si è assunto l'onere di assicurare il posto di lavoro. Persino una persona licenziata per pigrizia o per infrazione alla disciplina del lavoro deve avere un altro impiego. Anche il livellamento delle retribuzioni è diventato una caratteristica abituale della nostra vita quotidiana; persino un pessimo lavoratore riceve quanto basta per vivere decentemente. I figli di un parassita non vengono abbandonati al loro destino. Noi abbiamo concentrato somme enormi nei fondi provvedono ai finanziamenti degli asili nido, degli orfanotrofi, delle case dei Giovani Pionieri e di altre istituzioni che si occupano della creatività e dell'attività sportiva dei giovanissimi. L'assistenza sanitaria è gratuita, e così pure l'educazione. La gente è protetta dalle vicissitudini della vita e noi ne siamo molto fieri. ===[[Kim Il-sung]]=== *Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia. *Dall'epoca di Lenin, il popolo sovietico, levando alta la bandiera della lotta antimperialista di liberazione nazionale, ha dato un grande contributo all'opera di liberazione dei popoli oppressi del mondo. Il popolo sovietico ha dato il suo aiuto al nostro popolo nella sua opera di liberazione dal giogo della dominazione coloniale dell'imperialismo giapponese ed ha accordato un grande aiuto sia materiale che morale alla lotta del nostro popolo per difendere la libertà e l'indipendenza della patria ed edificare una società nuova. Il nostro popolo non dimentica il sostegno e l'aiuto internazionalista che il popolo sovietico gli ha concesso. Il popolo coreano tiene in gran conto l'amicizia e la solidarietà con il popolo sovietico sul fronte della lotta antimperialista e anti USA. *L'importante è di non copiare meccanicamente lo stile e i modi usati in URSS, ma studiare la loro esperienza di lotta e la verità del [[marxismo-leninismo]]. Così, pur continuando ad imparare instancabilmente dall'Unione Sovietica, non dobbiamo dare troppa importanza alla forma, ma piuttosto mettere l'accento sullo studio dell'essenza della sua esperienza. C'è invece una tendenza troppo diffusa ad imitare solo uno stile e un metodo. ===[[Enver Hoxha]]=== *L'Unione Sovietica era un grande paese, il popolo lavorava, produceva e creava. Si diceva che l'industria si sviluppasse ai ritmi richiesti, che l'agricoltura progredisse, ma questo sviluppo non era del livello auspicato. *L'Unione Sovietica, sotto la direzione dei kruscioviani brezneviani, si è trasformata in una potenza imperialista mondiale e, al pari degli Stati Uniti d'America, mira a dominare il mondo. *Le armi e l'esercito in Unione Sovietica non sono più in mano dei popoli sovietici, non servono più alla liberazione del proletariato mondiale, ma sono invece destinate ad opprimere i popoli sovietici e gli altri popoli. *Molti comunisti sovietici furono ingannati dalla demagogia del gruppo revisionista kruscioviano e credettero che dopo la morte di Stalin, l'Unione Sovietica sarebbe divenuta un paradiso, come strombazzavano allora i traditori revisionisti. Questi dichiararono pomposamente che il comunismo sarebbe stato instaurato in Unione Sovietica nel 1980! Ma in realtà che cosa accadde? Accadde precisamente il contrario, e non poteva essere diversamente. I revisionisti presero il potere non per far fiorire l'Unione Sovietica ma, come fecero effettivamente, per restaurarvi il capitalismo, per sottometterla economicamente al capitale mondiale, per concludere degli accordi segreti o palesi con l'imperialismo americano, per assoggettare, sotto il manto dei trattati militari ed economici, i popoli dei paesi a democrazia popolare, per mantenere questi Stati sotto il loro giogo e per crearsi degli sbocchi e delle zone d'influenza nel mondo. *Se l'Unione sovietica non possedesse la bomba atomica, l'imperialismo userebbe nei suoi confronti un altro linguaggio. ===[[Ryszard Kapuściński]]=== *Alla nostra immaginazione l'Urss appariva un organismo uniforme, monolitico, dove tutto era ugualmente grigio e cupo e, per giunta, monotono, fatto in serie. Lì nulla poteva esulare dalla norma stabilita, nulla poteva distinguersi o assumere caratteristiche individuali.<br>Quindi mi recai nelle repubbliche non russe dell'Impero. Che cosa mi colpì soprattutto? Ebbene, malgrado la rigida corazza militaresca dell'autorità sovietica, a queste piccole ma antichissime nazioni era riuscito di conservare qualcosa delle loro tradizioni, della loro storia, del loro orgoglio, tenuto nascosto per necessità, della loro dignità personale. Vi scoprii un tappeto orientale steso al sole, che in molti punti conservava ancora gli antichi colori e attirava l'attenzione per la varietà dei suoi disegni originali. *I fondamenti dell'Impero sovietico sono sempre stati il regime di terrore e la paura, sua inseparabile e tremebonda propaggine. Poiché con la morte di Stalin e di Beria il Cremlino sospende la politica del terrore di massa, si può dire che la loro dipartita segni l'inizio della fine dell'Impero. *Il cosiddetto uomo sovietico è soprattutto un essere mortalmente stanco per cui non c'è da stupirsi che non abbia la forza di rallegrarsi per la libertà appena riconquistata. È un fondista giunto al traguardo e stramazzato a terra, incapace perfino di sollevare il braccio in segno di vittoria. *L'occidentale gettato allo sbaraglio nel mondo sovietico sente continuamente il terreno sfuggirgli sotto ai piedi, fino a quando non gli viene spiegato che la realtà che vede non solo non è l'unica, ma probabilmente neanche la principale. Qui esiste tutta una serie delle più svariate realtà, intrecciate in un groviglio mostruoso e inestricabile, caratterizzato alla molteplicità logica: una stramba confusione di sistemi logici in contrasto tra loro, talvolta erroneamente definita illogicità, o alogicità, da quanti sono fermamente convinti che di sistemi logici ne esista uno solo. ===[[Nicolai Lilin]]=== *Io sono nato in Unione Sovietica e ho il ricordo di un Paese bellissimo, con 183 etnie che vivevano in pace e armonia, senza mai aver avuto sospetti di questo tipo. In modo particolare non sentivamo questa inevitabile divisione tra mondo islamico e mondo cristiano che oggi viviamo, di cui mi dispiace molto. Il mio fratello minore, Dimitri, si è convertito all’Islam e si è sposato con una bellissima ragazza di Daghestan, paese russo con una maggioranza di etnie di religione musulmana. La mia famiglia vive con molta serenità questa situazione ma spesso dall’esterno, anche da alcuni miei amici, questa differenza è stata vista male: tantissimi vedono la scelta di mio fratello come una cosa molto estrema. Il mio romanzo si basa sul valore della diversità nella religione: i protagonisti sono due ragazzi, uno cristiano e uno musulmano che, nonostante la differenza culturale e religiosa, riescono a sviluppare un rapporto fraterno, come viene suggerito dalla loro stessa comunità, quella caucasica. E il Caucaso è storicamente luogo di una convivenza tra comunità non solo pacifica, ma anche fraterna. *Mentre circa il settanta per cento delle abitazioni era carente di acqua potabile, i sovietici si concentravano sulla conquista dello spazio e inviavano la più grande nave rompighiaccio al mondo a propulsione nucleare a esplorare l'Artico. Nella zona degli Urali e in quella dell'immensa Siberia non esistevano strade decenti, ma enormi quantità di denaro pubblico venivano spese in ricerche e tecnologiche finalizzate allo sbarco sulla Luna. Il novantacinque per cento del budget del paese era destinato all'industria bellica, tecnologie nucleari comprese. Tutte le grandi opere, a cominciare dalle grandi autostrade che tra enormi difficoltà verso la metà degli anni Settanta collegarono decentemente le regioni di quell'enorme territorio, per finire con le centrali idroelettriche, termoelettriche e nucleari, furono realizzate in larga misura grazie all'impiego di forza lavoro gratuita: quella dei militari, degli studenti volontari e dei detenuti nelle strutture di rieducazione. *Ovviamente, nell'URSS non esistevano ufficialmente i ceti sociali, perché il comunismo non ne riconosceva soltanto uno: il proletariato. Ma nella realtà quotidiana le cose andavano diversamente: qualcuno stava meglio degli altri, i più ricchi cercavano la compagnia dei propri simili, frequentavano i locali più cari e raffinati, si potevano permettere anche una certa apertura culturale, mentre i lavoratori semplici, quelli che sgobbavano nelle fabbriche per uno stipendio medio, vivevano nel loro mondo. Nonostante l'ideologia, insomma, anche durante il periodo sovietico il reddito era uno dei criteri che definivano la posizione dell'individuo nella società. Tuttavia, se non altro, lo stato cercava di organizzare la vita dei cittadini in modo da evitare la formazione di ghetti, perciò era normale che nello stesso stabile abitassero il direttore della fabbrica e i suoi lavoratori. ===[[Jawaharlal Nehru]]=== *Certamente, l'Unione Sovietica ha fatto per la pace più di tutti gli altri paesi. È stata l'Unione Sovietica a proporre il disarmo generale e completo sotto il controllo internazionale, per liquidare per sempre le minacce di guerra. *Gli ambasciatori dell'URSS sono stati uccisi a sangue freddo e suoi agenti diplomatici sono stati imprigionati e umiliati. Ma la Russia è riuscita ad evitare la guerra anche a costo di ingoiare la propria rabbia e il proprio risentimento. Per qualunque studioso della storia recente è chiaro che la Russia non vuole la guerra. *Guardate l'Unione Sovietica: oggi produce molto acciaio e molta elettricità: ma i russi hanno dovuto fare 40 anni di sacrifici. *Quale sia l'opinione giusta, nessuno può negare il fascino di questo strano paese eurasiatico della falce e martello, dove gli operai e i contadini siedono sul trono del potente e capovolgono il più consolidato schema di uomini e topi. ===[[Pablo Neruda]]=== *''Allora con modesto | vestito e berretto operaio, | entrò il vento, | entrò il vento del popolo. | Era [[Lenin]]. | Cambiò la terra, l'uomo, la vita. | L'aria libera rivoluzionaria | scompigliò le carte | disonorate. Nacque una patria | che non ha smesso di crescere. | È grande come il mondo, ma entra | fin nel cuore del più | piccolo | lavoratore di fabbrica o di ufficio, | di agricoltura o imbarcazione. | Era l'Unione Sovietica.'' *''Unione Sovietica, fiorisci | con altri fiori che nella terra | non hanno ancora nome. | La tua fermezza è il fiore dell'alba dell'acciaio.'' *''Unione Sovietica, se insieme raccogliessimo | tutto il sangue che hai versato nella lotta, | tutto quello che hai dato, come una madre, al mondo | perché la libertà agonizzante riavesse vita, | un nuovo oceano noi avremmo, | di tutti il più grande, | di tutti il più profondo, | come tutti i fiumi alpitante, | attivo come il fuoco dei vulcani araucani. | Affonda in questo mare la tua mano, | uomo di tutte le terre, | e sollevala poi per annegarvi | chi dimenticò, chi offese, | chi mentì e calunniò, | chi si unì ai cento botoli | del letamaio d'Occidente | per insultare il tuo sangue, Madre dei liberi!'' ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. *In URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. ===[[Richard Nixon]]=== *Come l'acqua scorre giù dal monte, così i sovietici premono per estendere il loro potere dovunque sia possibile, con qualsiasi mezzo ritenuto efficace. Sono opportunisti completamente amorali. *Come l'imbroglione sa approfittare dell'avidità e della presunzione della sua vittima, così il Cremlino sa abilmente sfruttare l'idealismo romantico di chi ha preso di mira e i suoi sogni grandiosi di ricreare intere società secondo la propria immagine. *Gli apologisti obiettano spesso che i sovietici cercano in realtà di garantirsi la sicurezza contro minacce esterne che essi ritengono vere o potenziali, e che una volta raggiunta la forza sufficiente a garantirsi tale sicurezza i loro appetiti saranno sazi. Vi è forse qualche verità nella prima metà del ragionamento, ma per la seconda il guaio è che l'appetito russo per la "sicurezza" è insaziabile. Più essi ottengono, più hanno da proteggere; e "sicurezza" per essi significa dominio, in patria o fuori. *Il sistema capitalistico funziona in base al movente del profitto economico. Il sistema sovietico funziona in base al movente del profitto militare e territoriale. *In nessuno Stato dominato dai russi governa ''una qualsiasi'' maggioranza, di un qualsiasi colore; è il governo della minoranza l'essenza del sistema sovietico. *L'Unione Sovietica è oggi la nazione espansionistica più potentemente armata che il mondo abbia mai conosciuto e il suo potenziale bellico continua ad aumentare a un ritmo quasi doppio di quello degli Stati Uniti. Le intenzioni sovietiche non sono un mistero. I dirigenti del Cremlino non vogliono la guerra, ma vogliono il mondo. *L'Unione Sovietica ha costruito la più potente macchina bellica mai posseduta da una potenza aggressiva, non a beneficio - o per scelta - del popolo russo, ma per estendere il dominio della leadership del Cremlino. *L'URSS agisce di rado senza uno scopo, e i suoi scopi sono sempre strategici, mai morali. Quindi i suoi insistenti tentativi di agitare ulteriormente le acque già torbide dell'Africa australe vanno considerati nello stesso scenario delle risorse in quella parte del mondo e dell'importanza di tali risorse per l'Occidente. *La ''leadership'' sovietica non ha un concetto di "pace" come noi lo intendiamo, né di coesistenza come noi la concepiamo. Non credono nell'idea di parità. Uno uguale è per definizione, un rivale da eliminare prima che esso elimini loro. *La risposta a molti enigmi del comportamento sovietico ce la danno non le stelle, ma gli zar. I loro corpi sono sepolti nelle cripte del Cremlino, ma i loro spiriti vivono ancora nelle sale del palazzo. *La spinta espansionistica sovietica, quantunque inesorabile, raramente è stata incauta. I capi russi sono aggressori, ma prudenti. In buona parte le loro mosse sono lente, astute e attentamente camuffate, in modo da non destare dal suo sonno il "gigante addormentato" occidentale.<br>Cercano di colpire dove meno ci si aspetta, quando meno si si aspetta, e nel modo meno prevedibile. Il loro metodo preferito è quello di provocare disordine e caos in un paese preso di mira, per raccoglierne i cocci. *Mi sono scontrato con la volontà d'acciaio dei dirigenti del Cremlino e ho dovuto uniformarmi alla loro risolutezza. Ho osservato che sanno ciò che vogliono e che per ottenerlo ricorrono a qualsiasi mezzo. *Ora che il colonialismo europeo è scomparso, l'imperialismo sovietico si muove a sostituirlo. Le nuove nazioni africane sono particolarmente allettanti, perché detengono le materie prime vitali per una moderna società industriale, e sono particolarmente vulnerabili a causa della loro instabilità e delle priorità sostenute da tanti loro capi. *Quella che oggi si chiama "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" è il prodotto di sette secoli di conquiste, prima dei duchi di Moscovia, che soggiogarono il territorio divenuto Russia, e poi degli zar e dei loro successori del secolo ventesimo, che estesero l'impero. Quindici "Repubbliche socialiste sovietiche" formano l'URSS; di esse quattordici sono nazioni essenzialmente separate, conquistate dalla quindicesima, la Russia. ===[[Kwame Nkrumah]]=== *A dispetto di tutte le contrarietà, della palese ostilità e delle macchinazioni che minavano il suo successo, e malgrado la spaventosa devastazione e le perdite materiali e umane provocate della Seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica è riuscita in poco più di trenta anni a costruire una macchina industriale così potente e avanzata da consentire il lancio dello Sputnik e, a distanza di breve tempo, il primo volo dell'uomo nello spazio. Non si può ignorare il fatto che imprese di questa portata siano state rese possibili da un sistema di pianificazione continentale, sostenuto da programmi d'ispirazione socialista chiaramente definiti, ed è un dato che porto a esempio di ciò che un programma economico integrato potrebbe rappresentare per l'Africa. *L'Unione Sovietica, partendo pressoché dal nulla, ma occupando un vasto territorio ricco di risorse, ha spazzato via la burocrazia di un tempo e ha fatto ricorso a una dittatura autoritaria per raggiungere il proprio scopo. *La forza dell'Unione Sovietica è stata messa alla prova con la guerra. Anche sotto l'impatto della barbarie fascista, è riuscita a non crollare. *Pochi avrebbero creduto che popoli così distanti tra loro, che presentavano diversi livelli di sviluppo sociale, politico ed economico, avrebbero potuto convivere sotto l'egida della grande potenza che l'Unione Sovietica è diventata in un arco di tempo relativamente breve. ===[[Vladimir Putin]]=== *I leader sovietici possono essere rimproverati di molte cose, ma non della mancanza di comprensione della natura delle minacce esterne. *Il comunismo e il potere dei Soviet non hanno fatto della Russia un paese prospero con una società in dinamico sviluppo e con dei cittadini liberi. Il comunismo ha dimostrato chiaramente la sua incapacità ad incoraggiare un solido sviluppo condannando il nostro paese a procedere lentamente, sempre in ritardo rispetto ai paesi economicamente avanzati. Era una strada senza uscita, lontana dalla corrente della civiltà umana. *Paghiamo il prezzo per l'orientamento eccessivo dell'economia sovietica nella produzione di materia prime e nello sviluppo dell'industria che hanno pesato negativamente sul progresso dei beni di consumo e dei servizi. Stiamo pagando per la negligenza sovietica in settori fondamentali come la scienza dell'informazione, l'elettronica e le comunicazioni. Stiamo pagando per la mancanza di competizione tra produttori e tra le industrie, la quale ha rallentato il progresso scientifico e tecnologico impedendo all'economia privata russa di essere competitiva sui mercati mondiali. Questo è il costo per i freni e le limitazioni posti all'iniziativa russa, alle imprese e al personale. Ora raccogliamo i frutti amari, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista psicologico, dei decenni passati. *Per gran parte del ventesimo secolo la Russia ha vissuto all'ombra della dottrina comunista. Sarebbe un errore non riconoscere i risultati innegabili ottenuti in quel periodo. Ma sarebbe un errore ancora più grave non rendersi conto del prezzo pesantissimo che il nostro paese e il nostro popolo hanno dovuto pagare per quell'esperimento sociale. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== [[File:Eduard Shevardnadze (July 17, 1997).jpg|thumb|[[Eduard Shevardnadze]]]] *Di cosa possiamo andar fieri noi, quando, e l'ho già detto, abbiamo un tasso di mortalità infantile tra i più alti al mondo? *L'ideologia impone un pesante fardello per i sovietici. *Non c'è dubbio, negli scorsi decenni l'Urss ha accumulato un enorme potenziale tecnico-scientifico, intellettuale ed economico. Ma come lo si è sfruttato? Ma come funzionano - se funzionano - fattori della «potenza nazionale» quali le dimensioni territoriali, le risorse naturali, le capacità intellettuali, gli enti di Stato?<br>Territori immensi subirono tali violenze da una centralizzazione assurda che si trasformarono in terre ecologicamente desolate. Le risorse naturali? Lo sfruttamento selvaggio - «il piano a qualsiasi costo!» - esaurì le risorse naturali, senza compensarle con una crescita qualitativa dell'economia. Avendo guadagnato sul petrolio, «facile e veloce da estrarre», circa 180 miliardi di dollari, il Paese non ne trasse alcun vantaggio per la condizione materiale dei propri cittadini. Il morale della società e la stabilità delle istituzioni nazionalstatuali? Ma si reggevano solo sulla menzognera «propaganda del successo», sulla prassi della repressione del dissenso, sull'imposizione della paura del nemico «interno» ed «esterno», sulla minaccia della pena per ogni comportamento «non accettabile». *Se si cerca di risalire al come e al quando l'Unione Sovietica si vide costretta ad accumulare un armamentario nucleare, si giunge alla conclusione che abbiamo sempre inseguito gli americani. Certo, la costruzione da parte dell'Urss di un potenziale atomico proprio, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, rispose a un'esigenza obiettiva. Ma è altrettanto vero che, una volta coinvolti nella corsa agli armamenti, sia nucleari, sia convenzionali, ci siamo fatti incantare dal «volume», dall'aspetto quantitativo, e abbiamo reagito con eccessivo accanimento ai nostri potenziali avversari per simmetricità e quantità, là dove sarebbe stato possibile dare «risposte» asimmetriche, quantitativamente meno ingenti, ma di più elevato livello qualitativo. *Siamo diventati una superpotenza grazie soprattutto al potenziale bellico. Ma proprio l'ipertrofia di questo potenziale e la sua incontrollata espansione hanno ridotto il Paese a una condizione di potenza di terzo rango e hanno generato processi che l'hanno sospinto sull'orlo della catastrofe. Mentre superiamo gli Usa per aliquota delle spese militari sul reddito nazionale lordo di qualcosa come il 150-200 per cento, per investimenti nella sanità restiamo sotto del 250 per cento. Orgogliosi di aver raggiunto la parità bellica con gli Usa, non osiamo neppure pensare al raggiungimento della parità nella produzione di siringhe «usa e getta», di generi alimentari, di articoli di primissima necessità, la cui catastrofica carenza non rafforza di sicuro la nostra sicurezza, né garantisce gli interessi nazionali. Conquistato il primo posto sul mercato degli armamenti - 28 per cento sul totale delle vendite - e collocato il Kalašnikov all'avanguardia della nostra tecnologia, ci siamo trovati oltre il sessantesimo posto al mondo per tenore di vita della popolazione, al trentaduesimo per durata media della vita e al cinquantesimo per mortalità infantile. *Un'Unione Sovietica instabile è la più grave minaccia alla pace dell'intero pianeta. ===[[Iosif Stalin]]=== *Che cosa avverrebbe se il capitale riuscisse ad annientare la Repubblica dei Soviet? Subentrerebbe l'epoca della più nera reazione in tutti i paesi capitalistici e coloniali, verrebbero soffocati la classe operaia e i popoli oppressi, sarebbero perdute le posizioni del comunismo internazionale. *È incontestabile che la guerra contro l'Unione Sovietica significherebbe la guerra dell'imperialismo contro i propri operai e le proprie colonie. Non mi occorre dimostrare che, se il nostro paese sarà attaccato, noi non resteremo con le mani in mano, prenderemo tutte le misure per scatenare il leone rivoluzionario in tutti i paesi del mondo. I governanti dei paesi capitalistici non possono non sapere che noi abbiamo in questo campo una certa esperienza. *Il nostro paese è come una roccia gigantesca, circondata dall'oceano degli stati borghesi. Le onde si infrangono l'una dopo l'altra contro di essa, minacciando di sommergerla e di sgretolarla. Ma la roccia è incrollabile. In che cosa consiste la sua forza? Non solo nel fatto che il nostro paese poggia sull'alleanza degli operai e dei contadini, che esso incarna l'unione delle libere nazionalità, che esso è difeso dalla mano potente dell'Esercito rosso e della Flotta rossa. *La dittatura del proletariato è stata creata nel nostro paese sulla base dell'alleanza degli operai e dei contadini. Questa è la base prima ed essenziale della Repubblica dei Soviet. Senza questa alleanza, gli operai e i contadini non avrebbero potuto vincere i capitalisti e i proprietari fondiari. [...] La seconda base della Repubblica dei Soviet è l'unione dei lavoratori delle varie nazionalità del nostro paese. I russi e gli ucraini, i basckiri e i bielorussi, i georgiani e gli azerbaigiani, gli armeni e i daghestani, i tartari e i kirghizi, gli usbechi e i turkmeni, tutti sono ugualmente interessati al rafforzamento della dittatura del proletariato. *Per dirigere questo paese è necessario che il potere sovietico abbia dalla sua parte la incrollabile fiducia della classe operaia, giacché soltanto per mezzo della classe operaia e con le forze della classe operaia è possibile dirigere questo paese. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Ho sempre pensato che le utopie sbiadiscono nell'alcol. L'Unione Sovietica ne è stato un esempio sommo. E pensare che lì per decenni si era creduto che fosse nata una figura nuova: l'"[[homo sovieticus]]". *L'Urss non era un paese confederale, nato e cresciuto in base a costumi, tradizioni, valori, interessi comuni, da cui scaturissero leggi accettabili per tutti. Lo credevano tale fino all'88 i dirigenti della perestrojka. È stato invece un impero tenuto insieme dalla coercizione, ai tempi dello zar e più ancora nel periodo sovietico. La debolezza del nuovo assetto dipende pure dall'esperienza degli ultimi anni: se un capo locale, dotato di un fascino anche mediocre, decide di sfidare Mosca, sarà costretto ad impegnarsi in qualche scontro. Ma il suo potere non sarà messo in pericolo. Avviato il ''bunt'', non esistono forze in grado di bloccarlo. I tentativi di tenere insieme nelle nuove forme l'impero avvengono in una fase di fame, freddo, assenza dei beni. *La tecnologia civile dell'Urss era maledettamente arretrata rispetto all'Occidente, ma questo non vale per certe tecnologie militari. In alcuni settori specializzati, essa sopravanza quella americana ed europea. Per esempio, i russi sono riusciti a produrre una lega metallica resistente alle altissime temperature, indispensabile per certi tipi di missili. Si può acquistare? Certo.<br>Sono in vendita reattori nucleari, stazioni spaziali e tutta la documentazione sui test scientifici realizzati dalle stazioni sperimentali in orbita, targate Urss.<br>Un emissario americano voleva controllare la resistenza dei segreti: ha chiesto se era in vendita il missile RD-170. Mai le spie avevano messo mano su questo modello. «Venite, prendete, è vostro». È pronto sul mercato, a disposizione di chi offre di più. ==Voci correlate== *[[Blocco orientale]] *[[Comunismo]] *[[Dissoluzione dell'Unione Sovietica]] *[[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] *[[Impero russo]] *[[Russia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|preposizione=sull'|wikt=URSS|wikt_etichetta=URSS}} [[Categoria:Dittature]] [[Categoria:Guerra fredda]] [[Categoria:Luoghi dell'Unione Sovietica| ]] [[Categoria:Stati comunisti]] [[Categoria:Stati costituiti nel XX secolo]] [[Categoria:Stati dissolti nel XX secolo]] qhw9nrrqtavqf6sbnvizzpxbwdz1xvq 1351518 1351500 2024-11-12T09:03:00Z Mariomassone 17056 /* Iulian Ciocan */ spostato in [[notalgia per l'Unione Sovietica]] 1351518 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Flag of the Soviet Union.svg|thumb|Bandiera dell'Unione Sovietica]] Citazioni sull''''Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche''' ('''URSS'''), in forma abbreviata '''Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *A chi, se non all'URSS, deve dirsi grazie per aver impedito che tutti gli [[ebrei]] europei finissero nelle camere a gas? ([[Kurt Gossweiler]]) *Almeno in qualcosa dovremmo essere grati alla felicemente defunta Unione Sovietica. La quale, subito dopo la fondazione, creò a San Pietroburgo, che aveva ribattezzato Leningrado, il grande Istituto per l'Ateismo Scientifico, con migliaia di dipendenti e centinaia di professori universitari a contatto. Per settant'anni lavorarono sodo per dimostrare l'incompatibilità tra [[scienza]] e [[religione]] (e proprio così, ''Scienza e religione'', si chiamava la loro rivista, diffusa gratuitamente in molte lingue, in tutto il mondo), per decenni, dunque, si diedero da fare per trovare la prova oggettiva, inconfutabile, scientifica appunto, dell'inesistenza di [[Dio]]. Quando tutto crollò, e quando Leningrado tornò a chiamarsi San Pietroburgo, la famosa Prova non era stata trovata: avrebbero potuto cercare altri settanta o settecento anni, ma non sarebbe saltata fuori lo stesso. Dunque, anche grazie ai miliardi di rubli investiti dall'[[ateismo]] di Stato, abbiamo la conferma oggettiva che la [[fede]] non è confutabile per via scientifica. ([[Vittorio Messori]]) *È governata da una dittatura paziente, uomini decisi e lungimiranti che stanno rapidamente facendo del loro paese la prima potenza navale e militare del mondo. Non lo stanno facendo esclusivamente per motivi di autodifesa. Un enorme paese come la Russia, in gran parte privo di sbocchi sul mare, non ha bisogno di costruire la flotta più potente del mondo a guardia dei propri confini. No. I russi sono decisi a dominare il mondo, e stanno rapidamente acquisendo i mezzi per diventare la nazione imperiale più potente che il mondo abbia mai visto. Gli uomini del Politburo sovietico non devono preoccuparsi per il flusso e riflusso della pubblica opinione. Hanno messo le pistole prima del "burro", noi abbiamo invece messo quasi tutto davanti alle pistole. Sanno di essere una super potenza in un solo senso, il senso militare. Sono un fallimento in termini umani ed economici. ([[Margaret Thatcher]]) *In un certo senso il regime sovietico è senza precedenti, e basterebbe ciò a metterci in guardia contro tutti i tentativi di collegarlo, in maniera troppo semplicistica, alla storia passata. Ho nelle orecchie le affermazioni correnti secondo le quali il regime dittatoriale comunista è il successore legittimo della autocrazia zarista, le fattorie collettive una versione modernizzata del tradizionale comune rustico russo e l'attuale espansione sovietica una semplice continuazione del vecchio imperialismo russo. Per quanto queste analogie possano essere allettanti, sono tutte storicamente errate e – voglio aggiungere – politicamente ingannatrici. ([[Michael Karpovich]]) *L'unica cosa positiva in questo secolo è la [[Rivoluzione d'ottobre|rivoluzione russa]] e la creazione dell'Unione Sovietica. ([[Nikola Tesla]]) *L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno Stato socialista degli operai e dei contadini. (''[[Costituzione sovietica del 1936]]'') *L'Unione Sovietica è così debole politicamente all'interno del blocco dei paesi satelliti, che si isola e si irrigidisce. ([[Kurt Georg Kiesinger]]) *L'Unione Sovietica è l'unica grande potenza la cui posizione ha rispecchiato la volontà e i desideri del nostro popolo. Perciò l'Unione Sovietica dimostra di essere l'unica grande potenza che ha appoggiato sin dall'inizio il popolo congolese nella sua lotta. Mi preme esprimere al popolo sovietico, e personalmente al primo ministro Kruscev, la massima gratitudine di tutto il popolo congolese per l'opportuno appoggio morale che il vostro paese dona alla giovane repubblica del Congo nella sua lotta contro gli imperialisti e i colonialisti. ([[Patrice Lumumba]]) *L'Unione Sovietica è un gigantesco paese, e alberga nel suo cuore fermenti giganteschi: fra questi, una omerica capacità di gioia e di abbandono, una vitalità primordiale, un talento pagano, incontaminato, per le manifestazioni, le sagre, le baldorie corali. ([[Primo Levi]]) *L'Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale. ([[Aleksandr Lukašenko]]) *L'URSS è il paese in cui siamo cresciuti, in cui vivevamo, in cui la maggior parte di noi era felice. [...] È ciò da cui noi tutti proveniamo. È l'amore verso la Patria, il rispetto per l'esercito, è l'educazione, è la premura per gli anziani, per i bambini. [...] È la sanità gratuita, l'istruzione gratuita – la migliore del mondo. L'America e l'Europa hanno formato i loro metodi di insegnamento partendo dalla nostra esperienza. ([[Aleksandr Zacharčenko]]) *L'Urss rappresentava una prigione per le Nazioni, è stato uno dei più terribili imperi della Storia e quando la cosiddetta Patria e il mitico "popolo" sovietico sono collassati, io ero felice. ([[Levan Berdzenišvili]]) *La caratteristica più notevole del regime sovietico, stabilitosi in Russia più di trent'anni fa, è la pretesa di essere strumento di uno sviluppo sociale storicamente necessario e di considerarsi, quindi, come l'acceleratore dell'evoluzione dell'umanità verso il socialismo ed il comunismo. I particolari di tale evoluzione non sono conosciuti ed il suo indirizzo generale è noto soltanto al partito, il partito bolscevico-comunista di Lenin e del suo successore Stalin. ([[Waldemar Gurian]]) *La difficoltà principale del Suo Paese non è costituita dal problema della proprietà, dell'economia e della libertà. Il vostro problema è l'assenza di una vera credenza in Dio, lo stesso problema che ha trascinato o trascinerà l'Occidente in un vicolo cieco, nel nulla. Il vostro problema principale è la lunga lotta contro Dio, contro la Fonte dell'esistenza e della creazione. ([[Ruhollah Khomeyni]]) *La storia della mia pre­dilezione infantile per l'Urss è una leggenda metropolitana. Sempli­c­emente vivevo a Berga­mo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico del­l'uguaglianza mi affasci­nava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come faceva­no i bambini al cinema parrocchiale. Poi co­minciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletaria­to, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì. ([[Vittorio Feltri]]) *Nell'[[Inghilterra]] capitalista la fabbrica apparve come uno strumento di profitto e di sfruttamento. Nell'Unione Sovietica, essa non fu solo uno strumento di ricchezza collettiva, ma un mezzo consapevolmente usato per spezzare vecchie catene. ([[Anna Louise Strong]]) *Nell'URSS il lavoro è un dovere e una questione d'[[onore]] per ogni cittadino, in conformità con il principio: "Chi non lavora, non mangia". Il principio applicato nell'URSS è quello del socialismo: "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro". ([[Costituzione sovietica del 1936]]) *Non è affatto chiaro come l'idea del paradiso-via-inferno {{NDR|cioè il [[comunismo]]}} abbia potuto sopravvivere a un solo istante di riflessione. Proviamo a immaginare che il "paradiso" promesso da [[Lev Trotsky|Trockij]] sorgesse improvvisamente dal mucchio di macerie del 1921. Sapendo che per crearlo erano state sacrificate milioni di vite, chi avrebbe voluto abitarlo? Un paradiso a quel prezzo non è un paradiso. I mezzi determinano i fini, è stato detto, ma in Urss i mezzi sono stati l'unica cosa che si sia stati in grado di raggiungere. Esiste una contraddizione dentro la contraddizione: l'utopista militante, il perfettibilizzatore, nutre già in partenza una risentita rabbia verso l'evidenza della imperfettibilità umana. [[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam|Nadezda Mandel'stam]] parla della "satanica" arroganza dei bolscevichi. La loro è anche un'infernale insicurezza e ostilità, un'infernale disperazione. ([[Martin Amis]]) *Per me l'Urss non fu così multiculturale. Nonostante il vantaggio della comune lingua russa, non era facile trovare un equilibrio tra multiculturalismo e nazionalismo: in Georgia tutte le realtà locali si sentivano in pericolo. ([[Levan Berdzenišvili]]) *Quando vedo che mentre [[Hitler]] e [[Mussolini]] perseguitavano degli uomini per la loro razza, e inventavano quella spaventosa legislazione [[Antisemitismo|antiebraica]] che conosciamo, e vedo contemporaneamente i russi composti di 160 razze cercare la fusione di queste razze superando le diversità esistenti fra l’Asia e l’Europa, questo tentativo, questo sforzo verso l'unificazione del consorzio umano, lasciatemi dire: questo è [[Cristianesimo|cristiano]], questo è eminentemente universalistico nel senso del cattolicesimo. ([[Alcide De Gasperi]]) *Quante innovazioni scientifiche o tecniche, fra quelle che modificano la vita materiale degli uomini, sono venute dall'URSS negli ultimi decenni? Non il transistor o il computer, l'energia elettrica nucleare o le fibre sintetiche, il radar o il laser, gli antibiotici o i vaccini antipolio, le scoperte genetiche o la «rivoluzione verde» delle sementi ibride. Nell'URSS furono a lungo proibiti campi di studio come la cibernetica e la genetica. Tuttora uno scienziato non può dedicarsi a ricerche autonome, ma è vincolato a quelle permesse dal piano. La ricerca può considerarsi avanzata solo nella tecnologia militare, mentre nel campo della geologia è favorita da una tradizione che risale al XVIII secolo e alla circostanza che l'URSS possiede tutti i tipi di minerali (gli Stati Uniti ne devono importare la metà). ([[Alberto Ronchey]]) *Se l'industrializzazione sovietica ha dovuto essere realizzata sia pure attraverso la repressione contro il cinque per cento di ricchi e reazionari, l'industrializzazione [[Capitalismo|capitalista]] è nata dal terrore esercitato dal cinque per cento di benestanti contro l'insieme delle masse lavoratrici del loro stesso paese e dei paesi dominati. ([[Ludo Martens]]) *{{NDR|Sull'antisemitismo in Unione Sovietica}} Secoli di oscurantismo oppressivo in senso politico e religioso, in uno con le baldorie efferate delle "Sotnje" cosacche e poi dei "Cento Neri", hanno lasciato in molti popoli sovietici, specialmente in territorio europeo, una pigra sedimentazione antisemita. [...] Purtroppo la guerra dei sei giorni, o piuttosto la vittoria israeliana, lo ha risvegliato. Ha permesso di risvegliarlo. ([[Umberto Terracini]]) *Senza l'aiuto dell'Unione Sovietica i paesi arabi non avrebbero fatto la guerra a Israele nel 1948. Si scatenarono contro di noi perché alle spalle avevano l'Unione Sovietica, militarmente e politicamente. Quanto all'OLP, esso è sostenuto dall'Unione Sovietica perché l'Unione Sovietica ha capito benissimo che nell'era atomica il terrorismo è l'unico modo per fare la guerra senza rischiare il conflitto nucleare. Per sviluppare il suo espansionismo l'Unione Sovietica ha bisogno dell'OLP, di Arafat. E se lei replica che Arafat non è comunista, io le rispondo: ai sovietici che importa? A loro importa soltanto che egli sia uno strumento del gioco, che rimanga nelle loro mani. È forse comunista la Siria? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Siria milleduecento carri armati, centinaia di pezzi di artiglieria, numerosi e modernissimi jet. È forse comunista la Libia? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Libia millenovecento carri armati, artiglieria, jet. Tutti parlano degli americani, delle armi americane. Le assicuro che le armi distribuite dall'Unione Sovietica in questa parte del mondo superano mostruosamente quelle che Israele compra dagli americani. ([[Ariel Sharon]]) *Senza la Russia {{NDR|l'Unione Sovietica}}, questi segugi tedeschi {{NDR|la [[Germania nazista]]}} avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente ([[Albert Einstein]]) *Si giocava per la gloria dell'URSS e per amore del [[Calcio (sport)|calcio]], non per i soldi. ([[Rinat Dasaev]]) *Sì, l'Unione Sovietica era arretrata e inefficiente, e sì, la nostra economia crollò dalle cima di montagne di armi. Ma quando la madrepatria ne ebbe bisogno, queste montagne salvarono i suoi figli. ([[Max Brooks]]) *Si può rimpiangere un regime che scriveva dio con la minuscola e Kgb maiuscolo? ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *Sono nato in Unione Sovietica, mio padre è morto in URSS, mia madre è morta in URSS, erano devoti all'idea del PCUS(b). Ho assorbito con il sangue questa fede nella fratellanza umana, nell'assistenza reciproca. Sono stato rimesso in piedi dallo Stato, che nel 1945 aveva 19 milioni di bambini orfani. E ha dato loro da bere, li ha nutriti, ha dato loro un'istruzione, una professione, ha fatto di me un professionista di qualità. E cosa, vuoi che sputi sulla tomba di mio padre e mia madre? Questo non accadrà mai fino alla fine della mia vita! ([[Nikolaj Nikolaevič Gubenko]]) *Tutta la storiografia scientifica non accetterebbe mai un'interpretazione che tenta di equiparare il [[Germania nazista|Terzo Reich]] all'URSS, come due potenze complici che hanno scatenato la guerra per spartirsi il mondo. Un'interpretazione infondata e falsa. L'hitlerismo aveva un progetto di dominio mondiale che [[Stalin]] non ha mai avuto. L'URSS è servita a spezzare e fermare questo progetto. ([[Angelo D'Orsi]]) *Tutto il potere nell'U.R.S.S. appartiene ai lavoratori della città e della campagna, rappresentati dai Soviet dei deputati dei lavoratori. (''[[Costituzione sovietica del 1936]]'') ===[[Leonid Il'ič Brežnev]]=== [[File:Soviet Leader Leonid Brezhnev - Flickr - The Central Intelligence Agency.jpg|thumb|[[Leonid Il'ič Brežnev]]]] *Con l'eroico lavoro di questi anni i sovietici, stretti attorno al partito di Lenin, hanno creato nel nostro paese un'economia moderna che per il volume della sua produzione si è piazzata già da tempo al secondo posto nel mondo, e per una serie di importanti settori anche al primo. *È ben noto che l'Unione sovietica ha fatto non poco per l'effettivo rafforzamento della sovranità e dell'indipendenza dei paesi socialisti. *Il [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito comunista dell'Unione Sovietica]] ritiene che oggi uno dei nostri compiti più importanti sia quello di accelerare il progresso tecnico-scientifico, di armare i lavoratori delle cognizioni tecnico-scientifiche moderne, di applicare il più rapidamente possibile nella vita i risultati delle scoperte scientifiche. Ciò permetterà di utilizzare in modo più completo l'immenso potenziale creativo della nostra società socialista, accelererà sensibilmente la creazione della base materiale e tecnica del comunismo. *L'Unione Sovietica è uno Stato amante della pace. Ciò deriva dalla natura stessa del nostro ordinamento socialista. Gli scopi della politica estera sovietica, così come sono stati formulati dal XXIII congresso del PCUS, consistono nell'assicurate insieme agli altri paesi socialisti condizioni internazionali favorevoli alla costruzione del socialismo e del comunismo; nel rafforzare l'unità e la compattezza dei paesi socialisti, la loro amicizia e fratellanza; nell'appoggiare il movimento di liberazione nazionale e nel realizzare una collaborazione multiforme con i giovani Stati in via di sviluppo, nel difendere con coerenza il principio della coesistenza pacifica degli Stati a diverso regime sociale, nell'opporsi decisamente alle forze aggressive dell'imperialismo, nel liberare l'umanità dal pericolo di una nuova guerra mondiale. *La nostra linea di principio nei riguardi dei paesi capitalistici, compresi gli USA, consiste nel mettere coerentemente e pienamente in pratica i princìpi della coesistenza pacifica, nello sviluppare le relazioni reciprocamente vantaggiose e nel collaborare con quegli Stati che lo vogliono sul terreno del rafforzamento della pace, conferendo un carattere il più stabile possibile alle relazioni con essi. Ma noi dobbiamo sempre discernere se ci troviamo di fronte ad un'aspirazione effettiva a risolvere le questioni mediante trattative o di fronte a tentativi di fare una politica da « posizioni di forza ». *Nel nostro paese gli operai, i contadini, gli intellettuali lavorano con grande entusiasmo, il che permette un continuo rafforzamento dell'unità morale e politica della società sovietica, la sua coesione intorno al partito. *Noi dichiariamo con la massima responsabilità: non abbiamo pretese territoriali verso chicchessia, non minacciamo nessuno e non intendiamo aggredire nessuno; noi siamo favorevoli a uno sviluppo libero e indipendente di tutti i popoli. Ma nessuno si provi a usare nei nostri confronti il linguaggio degli ultimatum e a trattarci da posizioni di forza. ===[[Vladimir Konstantinovič Bukovskij]]=== *Come fu creata l'URSS? Certo, con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. *Il terrorismo politico è stato tutto inventato dall'Unione Sovietica. Non esisteva prima: nasce tutto da una stessa strategia e da piani e addestramenti sovietici. *La nostra società è malata. È malata di paura, una sopravvivenza dell'era staliniana. Ma il processo di guarnigione spirituale della società si è già iniziato e non può essere interrotto. *Settantatre anni di regime sovietico nel mio paese sono riusciti a distruggere l’economia, sono riusciti a distruggere la natura, sono riusciti a ridurre il paese in povertà ma soprattutto sono riusciti a operare la cosa peggiore, ovvero, sono intervenuti in modo distruttivo nella coscienza dell’uomo. ===[[Iulian Ciocan]]=== *Dobbiamo fare i conti con i lati positivi e negativi della defunta Unione Sovietica. Molti tra noi non ci sono ancora riusciti. In Russia, ad esempio, vengono perseguiti penalmente tutti coloro che tendono a equiparare il regime di Stalin con quello di Hitler. Ma il terrore comunista non è forse comparabile con quello del fascismo e del nazismo? Occorre approfondire, vedere in che misura una simile comparazione possa essere giustificata. *In Occidente, così mi pare, non esiste una visione nitida circa le conseguenze del progetto sovietico. È ancora in voga una certa idealizzazione dell'Unione Sovietica, intellettuali europei affascinati dal mondo bolscevico, benché non abbiano mai sperimentato sulla propria pelle gli effetti dell'egualitarismo sovietico. Credo che un occidentale non capirà mai cosa è accaduto in Urss e nello spazio post-sovietico leggendo soltanto narrativa russa. L'esperienza sovietica non è una prerogativa degli scrittori e degli intellettuali russi. *La corruzione è il nostro problema più grande e difficile da debellare. Ha radici sovietiche. *Le nuove generazioni {{NDR|in [[Moldavia]]}} non hanno vissuto l'esperienza dell'Urss. Eppure, molte persone ricordano ancora come ai tempi dell'Unione Sovietica lo stato si prendesse cura di loro, a differenza dei giorni nostri. Nella mentalità di molti moldavi – anche tra i più giovani – è saldamente radicata l'idea che ogni minimo problema quotidiano debba essere risolto grazie all'intervento statale. Allo stesso tempo, però, non esiste una coscienza civica attiva, il sentimento di appartenere a una comunità e la volontà di dare un contributo al proprio paese. ===[[Maša Gessen]]=== * *Gli atenei sovietici rientravano generalmente in due categorie: quelli che non ammettevano assolutamente alcun ebreo e quelli che ne ammettevano in numero strettamente limitato. Le regole della non ammissione, ovviamente, non erano rese pubbliche; il rigetto della domanda era comunicato con modalità particolarmente sadiche. I candidati ebrei sostenevano gli esami d'ammissione insieme a tutti gli altri aspiranti studenti. Ritiravano i fogli con le domande d'esame dalla stessa pila degli altri. Ma se riuscivano a rispondere correttamente alle due o tre domande del foglio, a quel punto, soli nell'aula con gli esaminatori, erano sottoposti con nonchalance a un'ulteriore domanda, come se fosse una continuazione delle risposte già date. Era questa la «bara». In matematica, si trattava generalmente di un problema non soltanto complesso ma irrisolvibile. Il candidato avrebbe esitato e sarebbe andato a picco. Gli esaminatori, poi, sigillavano il coperchio della bara: il candidato ebreo aveva fallito l'esame. *Il marxismo in Unione Sovietica si era ridotto a una semplice convinzione di vita materiali. Se l'individuo era plasmato in maniera appropriata – e non poteva essere altrimenti, dato che il sistema sovietico affermava ormai di aver sostanzialmente realizzato il progetto marxista, costruendo quello che veniva definito «socialismo reale» – doveva per forza esprimere un insieme di obiettivi perfettamente coincidenti con i bisogni della società che lo aveva prodotto. Le anomalie erano senz'altro possibili, ma rientravano in due categorie: criminalità o malattia mentale. La società sovietica disponeva di istituzione in grado di affrontarle entrambe. Nessun altro genere di discordanza era concepibile. I conflitti interiori non erano previsti. Non c'era davvero alcun motivo per affrontare il tema della psiche. *Il regime sovietico privò la popolazione non solo della possibilità di vivere liberamente, ma anche della capacità di comprendere appieno quel che le era stato sottratto, e in che modo. Il regime si prefiggeva l'obiettivo di annientare la memoria storica e individuale, nonché gli studi teorici sulla società. L'offensiva concertata contro le scienze sociali fece sì che, per decenni, gli studiosi occidentali si trovassero in posizione migliore rispetto ai loro omologhi russi per interpretare le vicende della Russia, ma, in quanto osservatori esterni, con accesso limitato alle informazioni, essi non erano di certo in condizione di colmare quella lacuna. Ben più che una questione puramente accademica, si trattò di un attacco all'umanità stessa della società russa, che smarrì gli strumenti e persino il linguaggio necessari per comprendersi. Le uniche storie su se stessa, che la Russia raccontava a se stessa, erano quelle create dagli ideologi sovietici. Se un paese, nell'epoca contemporanea, è privo di sociologi, psicologi o filosofi, che cosa può sapere di sé? E i suoi cittadini, che cosa possono sapere di loro stessi? *In Unione Sovietica l'ideologia si rivelò mutevole. La linea ufficiale si modificò radicalmente, dall'internazionalismo alla «amicizia tra i popoli», dal ritenere la famiglia un anacronismo borghese fino a considerarla il nucleo fondamentale della società sovietica. A rimanere immutata fu l'importanza assegnata alla mobilitazione ideologica (qualunque fosse l'ideologia), e l'idea di eccezionalità del paese. *La [[sociologia]] non era propriamente bandita in Unione Sovietica, ma il nome della disciplina era stato ridotto a una sorta di parolaccia. Era stato lo stesso Lenin a inaugurarne l'uso offensivo. Il problema con la sociologia era praticamente identico a quello con la psicoanalisi: la materia non si prestava a essere una «scienza» utilizzabile per costruire una nuova società di uomini nuovi. *Nell'Urss del dopoguerra, ogni generazione aveva vissuto discretamente meglio di quella che l'aveva preceduta. Le aspirazioni dei genitori si trasmettevano pressoché identiche ai figli, salvo qualche modifica marginale. Moltissimi cittadini sovietici avevano sperato che, se non loro, quantomeno i figli, da adulti, sarebbero riusciti a passare da una stanza in un appartamento in condivisione a un monolocale di proprietà con tanto di cucina, e magari a un appartamento ancora più grande, con due stanze. Con un po' di fortuna, sarebbero arrivati a possedere addirittura una dacia e una Fiat di fabbricazione sovietica. Nessuno, a parte le élite, si spingeva a fantasticare una residenza signorile o una Volga – e le élite erano prudentemente sottratte alla vista dalle loro sette cancellate e dalle loro sette serrature. Ora, gran parte di ciò che si vedeva in televisione – pubblicità, annunci del governo e perfino le varie soap opera latino-americane che a quanto pareva tutti guardavano – sembrava dire ai russi che dovevano aspirare a qualcosa di più. Solo i vecchi film sovietici, che la televisione trasmetteva ancora, permettevano agli occhi affaticati e alle menti esauste di riposare sulle modeste e rassicuranti certezze di un'epoca ormai tramontata. *Paradossalmente, furono proprio le peculiarità del sistema economico sovietico a rendere le divisioni tra gruppi di cittadini valutati differentemente più rigide e più impenetrabili. La tassazione era ridotta al minimo e la redistribuzione della ricchezza non figurava tra gli obiettivi. Poiché gran parte delle gratifiche riservate ai privilegiati erano di natura non monetaria ed erano gestite tutte in modo centralizzato, gli appartenenti a una data casta si trovavano a essere raggruppati socialmente e geograficamente. I membri del Politburo vivevano tutti negli stessi edifici, si rifornivano di beni di consumo negli stessi centri di distribuzione, mandavano i loro figli nelle stesse scuole, si facevano curare negli stessi ospedali, ricevevano in concessione appezzamenti di terreno su cui costruire una dacia di legno – la casa per i weekend o per le vacanze estive – nella stessa zona e consumavano le acque degli stessi sanatori. Discorso analogo per i membri dell'Academia delle Scienze, che avevano le loro strutture riservate, e per i membri di ciascuna delle varie «leghe creative», quali quelle degli scrittori, degli artisti o dei cineasti. *Per ottenere parità di condizioni, o qualcosa che vi somigliasse anche solo lontanamente, occorreva non essere ebrei. La propria «nazionalità» – quella che gli americani definiscono «appartenenza etnica» – era annotata su tutti i documenti d'identità importanti, dal certificato di nascita al passaporto interno, dall'atto di matrimonio alla scheda personale sul posto di lavoro o a scuola. Una volta assegnata, la «nazionalità» era di fatto immutabile e si trasmetteva di generazione in generazione. ===[[Michail Gorbačëv]]=== [[File:Gorbachev signing (cropped).jpg|thumb|[[Michail Gorbačëv]]]] *È naturale che il produttore miri ad «accontentare» il consumatore, se posso esprimermi così. Ma da noi il consumatore si trovava completamente alla mercé del produttore, e doveva accettare ciò che quest'ultimo decideva di dargli. *In Urss [...] ci sono cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e altri gruppi religiosi, e tutti hanno il diritto di soddisfare le loro esigenze spirituali. *L'Unione Sovietica [...] è uno stato giovane che non ha analogie nella storia o nel mondo moderno. Negli ultimi sette decenni, un tempo molto breve nella storia della civiltà umana, il nostro paese ha compiuto progressi pari a molti secoli. Una delle massime potenze mondiali ha preso il posto dell'Impero russo, arretrato, semicoloniale e semifeudale. Enormi forze produttive, un grandioso potenziale intellettuale, una cultura avanzata, una comunità di più di cento nazioni e nazionalità, e una solida protezione sociale per 280 milioni di persone in un territorio che corrisponde a un sesto della Terra... questi sono i nostri grandi e incontestabili successi e il popolo sovietico ne è giustamente orgoglioso. *L'Unione Sovietica, la più grande produttrice di acciaio, materie prime, combustibili ed energia nel mondo, presenta scarsità dovute agli sprechi e all'inefficienza. È uno dei maggiori produttori di cereali, ma è costretta ad acquistarne ogni anno milioni di tonnellate per nutrire la popolazione. Abbiamo il maggior numero di medici e di letti d'ospedale in rapporto al numero di abitanti, e tuttavia abbiamo stridenti carenze nei servizi sanitari. I nostri razzi possono raggiungere con straordinaria precisione la cometa di Halley e volare fino a Venere, ma accanto a questi trionfi scientifici e tecnologici coesiste una chiara mancanza di efficienza nell'uso dei risultati scientifici per i fini economici, e molti degli elettrodomestici sovietici sono di qualità mediocre. *Noi viviamo in un paese multinazionale, e questo è un fattore di forza anziché di debolezza e di disintegrazione. La Russia zarista veniva chiamata «una prigione di nazioni». La Rivoluzione e il socialismo hanno cancellato l'oppressione e la diseguaglianza nazionali e hanno assicurato il progresso economico, intellettuale e culturale per tutte le nazioni e nazionalità. Le nazioni un tempo arretrate hanno acquisito un'industria avanzata e una struttura sociale moderna. Sono salite al livello della cultura moderna anche se alcune, in precedenza, non avevano neppure un alfabeto. Ogni persona libera da pregiudizi riconoscerà il fatto che il nostro Partito ha svolto un lavoro immane e ha trasformato la situazione. I risultati hanno arricchito la società sovietica e la civiltà mondiale. *Non rivelo un segreto se dico che l'Unione Sovietica fa quanto è in suo potere per mantenere le proprie difese moderne e affidabili. È un dovere verso il nostro popolo e i nostri alleati. Nel contempo desidero ricordare che ciò non avviene per nostra scelta. Ci è stato imposto. *Virtualmente la disoccupazione non esiste. Lo stato si è assunto l'onere di assicurare il posto di lavoro. Persino una persona licenziata per pigrizia o per infrazione alla disciplina del lavoro deve avere un altro impiego. Anche il livellamento delle retribuzioni è diventato una caratteristica abituale della nostra vita quotidiana; persino un pessimo lavoratore riceve quanto basta per vivere decentemente. I figli di un parassita non vengono abbandonati al loro destino. Noi abbiamo concentrato somme enormi nei fondi provvedono ai finanziamenti degli asili nido, degli orfanotrofi, delle case dei Giovani Pionieri e di altre istituzioni che si occupano della creatività e dell'attività sportiva dei giovanissimi. L'assistenza sanitaria è gratuita, e così pure l'educazione. La gente è protetta dalle vicissitudini della vita e noi ne siamo molto fieri. ===[[Kim Il-sung]]=== *Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia. *Dall'epoca di Lenin, il popolo sovietico, levando alta la bandiera della lotta antimperialista di liberazione nazionale, ha dato un grande contributo all'opera di liberazione dei popoli oppressi del mondo. Il popolo sovietico ha dato il suo aiuto al nostro popolo nella sua opera di liberazione dal giogo della dominazione coloniale dell'imperialismo giapponese ed ha accordato un grande aiuto sia materiale che morale alla lotta del nostro popolo per difendere la libertà e l'indipendenza della patria ed edificare una società nuova. Il nostro popolo non dimentica il sostegno e l'aiuto internazionalista che il popolo sovietico gli ha concesso. Il popolo coreano tiene in gran conto l'amicizia e la solidarietà con il popolo sovietico sul fronte della lotta antimperialista e anti USA. *L'importante è di non copiare meccanicamente lo stile e i modi usati in URSS, ma studiare la loro esperienza di lotta e la verità del [[marxismo-leninismo]]. Così, pur continuando ad imparare instancabilmente dall'Unione Sovietica, non dobbiamo dare troppa importanza alla forma, ma piuttosto mettere l'accento sullo studio dell'essenza della sua esperienza. C'è invece una tendenza troppo diffusa ad imitare solo uno stile e un metodo. ===[[Enver Hoxha]]=== *L'Unione Sovietica era un grande paese, il popolo lavorava, produceva e creava. Si diceva che l'industria si sviluppasse ai ritmi richiesti, che l'agricoltura progredisse, ma questo sviluppo non era del livello auspicato. *L'Unione Sovietica, sotto la direzione dei kruscioviani brezneviani, si è trasformata in una potenza imperialista mondiale e, al pari degli Stati Uniti d'America, mira a dominare il mondo. *Le armi e l'esercito in Unione Sovietica non sono più in mano dei popoli sovietici, non servono più alla liberazione del proletariato mondiale, ma sono invece destinate ad opprimere i popoli sovietici e gli altri popoli. *Molti comunisti sovietici furono ingannati dalla demagogia del gruppo revisionista kruscioviano e credettero che dopo la morte di Stalin, l'Unione Sovietica sarebbe divenuta un paradiso, come strombazzavano allora i traditori revisionisti. Questi dichiararono pomposamente che il comunismo sarebbe stato instaurato in Unione Sovietica nel 1980! Ma in realtà che cosa accadde? Accadde precisamente il contrario, e non poteva essere diversamente. I revisionisti presero il potere non per far fiorire l'Unione Sovietica ma, come fecero effettivamente, per restaurarvi il capitalismo, per sottometterla economicamente al capitale mondiale, per concludere degli accordi segreti o palesi con l'imperialismo americano, per assoggettare, sotto il manto dei trattati militari ed economici, i popoli dei paesi a democrazia popolare, per mantenere questi Stati sotto il loro giogo e per crearsi degli sbocchi e delle zone d'influenza nel mondo. *Se l'Unione sovietica non possedesse la bomba atomica, l'imperialismo userebbe nei suoi confronti un altro linguaggio. ===[[Ryszard Kapuściński]]=== *Alla nostra immaginazione l'Urss appariva un organismo uniforme, monolitico, dove tutto era ugualmente grigio e cupo e, per giunta, monotono, fatto in serie. Lì nulla poteva esulare dalla norma stabilita, nulla poteva distinguersi o assumere caratteristiche individuali.<br>Quindi mi recai nelle repubbliche non russe dell'Impero. Che cosa mi colpì soprattutto? Ebbene, malgrado la rigida corazza militaresca dell'autorità sovietica, a queste piccole ma antichissime nazioni era riuscito di conservare qualcosa delle loro tradizioni, della loro storia, del loro orgoglio, tenuto nascosto per necessità, della loro dignità personale. Vi scoprii un tappeto orientale steso al sole, che in molti punti conservava ancora gli antichi colori e attirava l'attenzione per la varietà dei suoi disegni originali. *I fondamenti dell'Impero sovietico sono sempre stati il regime di terrore e la paura, sua inseparabile e tremebonda propaggine. Poiché con la morte di Stalin e di Beria il Cremlino sospende la politica del terrore di massa, si può dire che la loro dipartita segni l'inizio della fine dell'Impero. *Il cosiddetto uomo sovietico è soprattutto un essere mortalmente stanco per cui non c'è da stupirsi che non abbia la forza di rallegrarsi per la libertà appena riconquistata. È un fondista giunto al traguardo e stramazzato a terra, incapace perfino di sollevare il braccio in segno di vittoria. *L'occidentale gettato allo sbaraglio nel mondo sovietico sente continuamente il terreno sfuggirgli sotto ai piedi, fino a quando non gli viene spiegato che la realtà che vede non solo non è l'unica, ma probabilmente neanche la principale. Qui esiste tutta una serie delle più svariate realtà, intrecciate in un groviglio mostruoso e inestricabile, caratterizzato alla molteplicità logica: una stramba confusione di sistemi logici in contrasto tra loro, talvolta erroneamente definita illogicità, o alogicità, da quanti sono fermamente convinti che di sistemi logici ne esista uno solo. ===[[Nicolai Lilin]]=== *Io sono nato in Unione Sovietica e ho il ricordo di un Paese bellissimo, con 183 etnie che vivevano in pace e armonia, senza mai aver avuto sospetti di questo tipo. In modo particolare non sentivamo questa inevitabile divisione tra mondo islamico e mondo cristiano che oggi viviamo, di cui mi dispiace molto. Il mio fratello minore, Dimitri, si è convertito all’Islam e si è sposato con una bellissima ragazza di Daghestan, paese russo con una maggioranza di etnie di religione musulmana. La mia famiglia vive con molta serenità questa situazione ma spesso dall’esterno, anche da alcuni miei amici, questa differenza è stata vista male: tantissimi vedono la scelta di mio fratello come una cosa molto estrema. Il mio romanzo si basa sul valore della diversità nella religione: i protagonisti sono due ragazzi, uno cristiano e uno musulmano che, nonostante la differenza culturale e religiosa, riescono a sviluppare un rapporto fraterno, come viene suggerito dalla loro stessa comunità, quella caucasica. E il Caucaso è storicamente luogo di una convivenza tra comunità non solo pacifica, ma anche fraterna. *Mentre circa il settanta per cento delle abitazioni era carente di acqua potabile, i sovietici si concentravano sulla conquista dello spazio e inviavano la più grande nave rompighiaccio al mondo a propulsione nucleare a esplorare l'Artico. Nella zona degli Urali e in quella dell'immensa Siberia non esistevano strade decenti, ma enormi quantità di denaro pubblico venivano spese in ricerche e tecnologiche finalizzate allo sbarco sulla Luna. Il novantacinque per cento del budget del paese era destinato all'industria bellica, tecnologie nucleari comprese. Tutte le grandi opere, a cominciare dalle grandi autostrade che tra enormi difficoltà verso la metà degli anni Settanta collegarono decentemente le regioni di quell'enorme territorio, per finire con le centrali idroelettriche, termoelettriche e nucleari, furono realizzate in larga misura grazie all'impiego di forza lavoro gratuita: quella dei militari, degli studenti volontari e dei detenuti nelle strutture di rieducazione. *Ovviamente, nell'URSS non esistevano ufficialmente i ceti sociali, perché il comunismo non ne riconosceva soltanto uno: il proletariato. Ma nella realtà quotidiana le cose andavano diversamente: qualcuno stava meglio degli altri, i più ricchi cercavano la compagnia dei propri simili, frequentavano i locali più cari e raffinati, si potevano permettere anche una certa apertura culturale, mentre i lavoratori semplici, quelli che sgobbavano nelle fabbriche per uno stipendio medio, vivevano nel loro mondo. Nonostante l'ideologia, insomma, anche durante il periodo sovietico il reddito era uno dei criteri che definivano la posizione dell'individuo nella società. Tuttavia, se non altro, lo stato cercava di organizzare la vita dei cittadini in modo da evitare la formazione di ghetti, perciò era normale che nello stesso stabile abitassero il direttore della fabbrica e i suoi lavoratori. ===[[Jawaharlal Nehru]]=== *Certamente, l'Unione Sovietica ha fatto per la pace più di tutti gli altri paesi. È stata l'Unione Sovietica a proporre il disarmo generale e completo sotto il controllo internazionale, per liquidare per sempre le minacce di guerra. *Gli ambasciatori dell'URSS sono stati uccisi a sangue freddo e suoi agenti diplomatici sono stati imprigionati e umiliati. Ma la Russia è riuscita ad evitare la guerra anche a costo di ingoiare la propria rabbia e il proprio risentimento. Per qualunque studioso della storia recente è chiaro che la Russia non vuole la guerra. *Guardate l'Unione Sovietica: oggi produce molto acciaio e molta elettricità: ma i russi hanno dovuto fare 40 anni di sacrifici. *Quale sia l'opinione giusta, nessuno può negare il fascino di questo strano paese eurasiatico della falce e martello, dove gli operai e i contadini siedono sul trono del potente e capovolgono il più consolidato schema di uomini e topi. ===[[Pablo Neruda]]=== *''Allora con modesto | vestito e berretto operaio, | entrò il vento, | entrò il vento del popolo. | Era [[Lenin]]. | Cambiò la terra, l'uomo, la vita. | L'aria libera rivoluzionaria | scompigliò le carte | disonorate. Nacque una patria | che non ha smesso di crescere. | È grande come il mondo, ma entra | fin nel cuore del più | piccolo | lavoratore di fabbrica o di ufficio, | di agricoltura o imbarcazione. | Era l'Unione Sovietica.'' *''Unione Sovietica, fiorisci | con altri fiori che nella terra | non hanno ancora nome. | La tua fermezza è il fiore dell'alba dell'acciaio.'' *''Unione Sovietica, se insieme raccogliessimo | tutto il sangue che hai versato nella lotta, | tutto quello che hai dato, come una madre, al mondo | perché la libertà agonizzante riavesse vita, | un nuovo oceano noi avremmo, | di tutti il più grande, | di tutti il più profondo, | come tutti i fiumi alpitante, | attivo come il fuoco dei vulcani araucani. | Affonda in questo mare la tua mano, | uomo di tutte le terre, | e sollevala poi per annegarvi | chi dimenticò, chi offese, | chi mentì e calunniò, | chi si unì ai cento botoli | del letamaio d'Occidente | per insultare il tuo sangue, Madre dei liberi!'' ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. *In URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. ===[[Richard Nixon]]=== *Come l'acqua scorre giù dal monte, così i sovietici premono per estendere il loro potere dovunque sia possibile, con qualsiasi mezzo ritenuto efficace. Sono opportunisti completamente amorali. *Come l'imbroglione sa approfittare dell'avidità e della presunzione della sua vittima, così il Cremlino sa abilmente sfruttare l'idealismo romantico di chi ha preso di mira e i suoi sogni grandiosi di ricreare intere società secondo la propria immagine. *Gli apologisti obiettano spesso che i sovietici cercano in realtà di garantirsi la sicurezza contro minacce esterne che essi ritengono vere o potenziali, e che una volta raggiunta la forza sufficiente a garantirsi tale sicurezza i loro appetiti saranno sazi. Vi è forse qualche verità nella prima metà del ragionamento, ma per la seconda il guaio è che l'appetito russo per la "sicurezza" è insaziabile. Più essi ottengono, più hanno da proteggere; e "sicurezza" per essi significa dominio, in patria o fuori. *Il sistema capitalistico funziona in base al movente del profitto economico. Il sistema sovietico funziona in base al movente del profitto militare e territoriale. *In nessuno Stato dominato dai russi governa ''una qualsiasi'' maggioranza, di un qualsiasi colore; è il governo della minoranza l'essenza del sistema sovietico. *L'Unione Sovietica è oggi la nazione espansionistica più potentemente armata che il mondo abbia mai conosciuto e il suo potenziale bellico continua ad aumentare a un ritmo quasi doppio di quello degli Stati Uniti. Le intenzioni sovietiche non sono un mistero. I dirigenti del Cremlino non vogliono la guerra, ma vogliono il mondo. *L'Unione Sovietica ha costruito la più potente macchina bellica mai posseduta da una potenza aggressiva, non a beneficio - o per scelta - del popolo russo, ma per estendere il dominio della leadership del Cremlino. *L'URSS agisce di rado senza uno scopo, e i suoi scopi sono sempre strategici, mai morali. Quindi i suoi insistenti tentativi di agitare ulteriormente le acque già torbide dell'Africa australe vanno considerati nello stesso scenario delle risorse in quella parte del mondo e dell'importanza di tali risorse per l'Occidente. *La ''leadership'' sovietica non ha un concetto di "pace" come noi lo intendiamo, né di coesistenza come noi la concepiamo. Non credono nell'idea di parità. Uno uguale è per definizione, un rivale da eliminare prima che esso elimini loro. *La risposta a molti enigmi del comportamento sovietico ce la danno non le stelle, ma gli zar. I loro corpi sono sepolti nelle cripte del Cremlino, ma i loro spiriti vivono ancora nelle sale del palazzo. *La spinta espansionistica sovietica, quantunque inesorabile, raramente è stata incauta. I capi russi sono aggressori, ma prudenti. In buona parte le loro mosse sono lente, astute e attentamente camuffate, in modo da non destare dal suo sonno il "gigante addormentato" occidentale.<br>Cercano di colpire dove meno ci si aspetta, quando meno si si aspetta, e nel modo meno prevedibile. Il loro metodo preferito è quello di provocare disordine e caos in un paese preso di mira, per raccoglierne i cocci. *Mi sono scontrato con la volontà d'acciaio dei dirigenti del Cremlino e ho dovuto uniformarmi alla loro risolutezza. Ho osservato che sanno ciò che vogliono e che per ottenerlo ricorrono a qualsiasi mezzo. *Ora che il colonialismo europeo è scomparso, l'imperialismo sovietico si muove a sostituirlo. Le nuove nazioni africane sono particolarmente allettanti, perché detengono le materie prime vitali per una moderna società industriale, e sono particolarmente vulnerabili a causa della loro instabilità e delle priorità sostenute da tanti loro capi. *Quella che oggi si chiama "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" è il prodotto di sette secoli di conquiste, prima dei duchi di Moscovia, che soggiogarono il territorio divenuto Russia, e poi degli zar e dei loro successori del secolo ventesimo, che estesero l'impero. Quindici "Repubbliche socialiste sovietiche" formano l'URSS; di esse quattordici sono nazioni essenzialmente separate, conquistate dalla quindicesima, la Russia. ===[[Kwame Nkrumah]]=== *A dispetto di tutte le contrarietà, della palese ostilità e delle macchinazioni che minavano il suo successo, e malgrado la spaventosa devastazione e le perdite materiali e umane provocate della Seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica è riuscita in poco più di trenta anni a costruire una macchina industriale così potente e avanzata da consentire il lancio dello Sputnik e, a distanza di breve tempo, il primo volo dell'uomo nello spazio. Non si può ignorare il fatto che imprese di questa portata siano state rese possibili da un sistema di pianificazione continentale, sostenuto da programmi d'ispirazione socialista chiaramente definiti, ed è un dato che porto a esempio di ciò che un programma economico integrato potrebbe rappresentare per l'Africa. *L'Unione Sovietica, partendo pressoché dal nulla, ma occupando un vasto territorio ricco di risorse, ha spazzato via la burocrazia di un tempo e ha fatto ricorso a una dittatura autoritaria per raggiungere il proprio scopo. *La forza dell'Unione Sovietica è stata messa alla prova con la guerra. Anche sotto l'impatto della barbarie fascista, è riuscita a non crollare. *Pochi avrebbero creduto che popoli così distanti tra loro, che presentavano diversi livelli di sviluppo sociale, politico ed economico, avrebbero potuto convivere sotto l'egida della grande potenza che l'Unione Sovietica è diventata in un arco di tempo relativamente breve. ===[[Vladimir Putin]]=== *I leader sovietici possono essere rimproverati di molte cose, ma non della mancanza di comprensione della natura delle minacce esterne. *Il comunismo e il potere dei Soviet non hanno fatto della Russia un paese prospero con una società in dinamico sviluppo e con dei cittadini liberi. Il comunismo ha dimostrato chiaramente la sua incapacità ad incoraggiare un solido sviluppo condannando il nostro paese a procedere lentamente, sempre in ritardo rispetto ai paesi economicamente avanzati. Era una strada senza uscita, lontana dalla corrente della civiltà umana. *Paghiamo il prezzo per l'orientamento eccessivo dell'economia sovietica nella produzione di materia prime e nello sviluppo dell'industria che hanno pesato negativamente sul progresso dei beni di consumo e dei servizi. Stiamo pagando per la negligenza sovietica in settori fondamentali come la scienza dell'informazione, l'elettronica e le comunicazioni. Stiamo pagando per la mancanza di competizione tra produttori e tra le industrie, la quale ha rallentato il progresso scientifico e tecnologico impedendo all'economia privata russa di essere competitiva sui mercati mondiali. Questo è il costo per i freni e le limitazioni posti all'iniziativa russa, alle imprese e al personale. Ora raccogliamo i frutti amari, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista psicologico, dei decenni passati. *Per gran parte del ventesimo secolo la Russia ha vissuto all'ombra della dottrina comunista. Sarebbe un errore non riconoscere i risultati innegabili ottenuti in quel periodo. Ma sarebbe un errore ancora più grave non rendersi conto del prezzo pesantissimo che il nostro paese e il nostro popolo hanno dovuto pagare per quell'esperimento sociale. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== [[File:Eduard Shevardnadze (July 17, 1997).jpg|thumb|[[Eduard Shevardnadze]]]] *Di cosa possiamo andar fieri noi, quando, e l'ho già detto, abbiamo un tasso di mortalità infantile tra i più alti al mondo? *L'ideologia impone un pesante fardello per i sovietici. *Non c'è dubbio, negli scorsi decenni l'Urss ha accumulato un enorme potenziale tecnico-scientifico, intellettuale ed economico. Ma come lo si è sfruttato? Ma come funzionano - se funzionano - fattori della «potenza nazionale» quali le dimensioni territoriali, le risorse naturali, le capacità intellettuali, gli enti di Stato?<br>Territori immensi subirono tali violenze da una centralizzazione assurda che si trasformarono in terre ecologicamente desolate. Le risorse naturali? Lo sfruttamento selvaggio - «il piano a qualsiasi costo!» - esaurì le risorse naturali, senza compensarle con una crescita qualitativa dell'economia. Avendo guadagnato sul petrolio, «facile e veloce da estrarre», circa 180 miliardi di dollari, il Paese non ne trasse alcun vantaggio per la condizione materiale dei propri cittadini. Il morale della società e la stabilità delle istituzioni nazionalstatuali? Ma si reggevano solo sulla menzognera «propaganda del successo», sulla prassi della repressione del dissenso, sull'imposizione della paura del nemico «interno» ed «esterno», sulla minaccia della pena per ogni comportamento «non accettabile». *Se si cerca di risalire al come e al quando l'Unione Sovietica si vide costretta ad accumulare un armamentario nucleare, si giunge alla conclusione che abbiamo sempre inseguito gli americani. Certo, la costruzione da parte dell'Urss di un potenziale atomico proprio, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, rispose a un'esigenza obiettiva. Ma è altrettanto vero che, una volta coinvolti nella corsa agli armamenti, sia nucleari, sia convenzionali, ci siamo fatti incantare dal «volume», dall'aspetto quantitativo, e abbiamo reagito con eccessivo accanimento ai nostri potenziali avversari per simmetricità e quantità, là dove sarebbe stato possibile dare «risposte» asimmetriche, quantitativamente meno ingenti, ma di più elevato livello qualitativo. *Siamo diventati una superpotenza grazie soprattutto al potenziale bellico. Ma proprio l'ipertrofia di questo potenziale e la sua incontrollata espansione hanno ridotto il Paese a una condizione di potenza di terzo rango e hanno generato processi che l'hanno sospinto sull'orlo della catastrofe. Mentre superiamo gli Usa per aliquota delle spese militari sul reddito nazionale lordo di qualcosa come il 150-200 per cento, per investimenti nella sanità restiamo sotto del 250 per cento. Orgogliosi di aver raggiunto la parità bellica con gli Usa, non osiamo neppure pensare al raggiungimento della parità nella produzione di siringhe «usa e getta», di generi alimentari, di articoli di primissima necessità, la cui catastrofica carenza non rafforza di sicuro la nostra sicurezza, né garantisce gli interessi nazionali. Conquistato il primo posto sul mercato degli armamenti - 28 per cento sul totale delle vendite - e collocato il Kalašnikov all'avanguardia della nostra tecnologia, ci siamo trovati oltre il sessantesimo posto al mondo per tenore di vita della popolazione, al trentaduesimo per durata media della vita e al cinquantesimo per mortalità infantile. *Un'Unione Sovietica instabile è la più grave minaccia alla pace dell'intero pianeta. ===[[Iosif Stalin]]=== *Che cosa avverrebbe se il capitale riuscisse ad annientare la Repubblica dei Soviet? Subentrerebbe l'epoca della più nera reazione in tutti i paesi capitalistici e coloniali, verrebbero soffocati la classe operaia e i popoli oppressi, sarebbero perdute le posizioni del comunismo internazionale. *È incontestabile che la guerra contro l'Unione Sovietica significherebbe la guerra dell'imperialismo contro i propri operai e le proprie colonie. Non mi occorre dimostrare che, se il nostro paese sarà attaccato, noi non resteremo con le mani in mano, prenderemo tutte le misure per scatenare il leone rivoluzionario in tutti i paesi del mondo. I governanti dei paesi capitalistici non possono non sapere che noi abbiamo in questo campo una certa esperienza. *Il nostro paese è come una roccia gigantesca, circondata dall'oceano degli stati borghesi. Le onde si infrangono l'una dopo l'altra contro di essa, minacciando di sommergerla e di sgretolarla. Ma la roccia è incrollabile. In che cosa consiste la sua forza? Non solo nel fatto che il nostro paese poggia sull'alleanza degli operai e dei contadini, che esso incarna l'unione delle libere nazionalità, che esso è difeso dalla mano potente dell'Esercito rosso e della Flotta rossa. *La dittatura del proletariato è stata creata nel nostro paese sulla base dell'alleanza degli operai e dei contadini. Questa è la base prima ed essenziale della Repubblica dei Soviet. Senza questa alleanza, gli operai e i contadini non avrebbero potuto vincere i capitalisti e i proprietari fondiari. [...] La seconda base della Repubblica dei Soviet è l'unione dei lavoratori delle varie nazionalità del nostro paese. I russi e gli ucraini, i basckiri e i bielorussi, i georgiani e gli azerbaigiani, gli armeni e i daghestani, i tartari e i kirghizi, gli usbechi e i turkmeni, tutti sono ugualmente interessati al rafforzamento della dittatura del proletariato. *Per dirigere questo paese è necessario che il potere sovietico abbia dalla sua parte la incrollabile fiducia della classe operaia, giacché soltanto per mezzo della classe operaia e con le forze della classe operaia è possibile dirigere questo paese. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Ho sempre pensato che le utopie sbiadiscono nell'alcol. L'Unione Sovietica ne è stato un esempio sommo. E pensare che lì per decenni si era creduto che fosse nata una figura nuova: l'"[[homo sovieticus]]". *L'Urss non era un paese confederale, nato e cresciuto in base a costumi, tradizioni, valori, interessi comuni, da cui scaturissero leggi accettabili per tutti. Lo credevano tale fino all'88 i dirigenti della perestrojka. È stato invece un impero tenuto insieme dalla coercizione, ai tempi dello zar e più ancora nel periodo sovietico. La debolezza del nuovo assetto dipende pure dall'esperienza degli ultimi anni: se un capo locale, dotato di un fascino anche mediocre, decide di sfidare Mosca, sarà costretto ad impegnarsi in qualche scontro. Ma il suo potere non sarà messo in pericolo. Avviato il ''bunt'', non esistono forze in grado di bloccarlo. I tentativi di tenere insieme nelle nuove forme l'impero avvengono in una fase di fame, freddo, assenza dei beni. *La tecnologia civile dell'Urss era maledettamente arretrata rispetto all'Occidente, ma questo non vale per certe tecnologie militari. In alcuni settori specializzati, essa sopravanza quella americana ed europea. Per esempio, i russi sono riusciti a produrre una lega metallica resistente alle altissime temperature, indispensabile per certi tipi di missili. Si può acquistare? Certo.<br>Sono in vendita reattori nucleari, stazioni spaziali e tutta la documentazione sui test scientifici realizzati dalle stazioni sperimentali in orbita, targate Urss.<br>Un emissario americano voleva controllare la resistenza dei segreti: ha chiesto se era in vendita il missile RD-170. Mai le spie avevano messo mano su questo modello. «Venite, prendete, è vostro». È pronto sul mercato, a disposizione di chi offre di più. ==Voci correlate== *[[Blocco orientale]] *[[Comunismo]] *[[Dissoluzione dell'Unione Sovietica]] *[[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] *[[Impero russo]] *[[Russia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|preposizione=sull'|wikt=URSS|wikt_etichetta=URSS}} [[Categoria:Dittature]] [[Categoria:Guerra fredda]] [[Categoria:Luoghi dell'Unione Sovietica| ]] [[Categoria:Stati comunisti]] [[Categoria:Stati costituiti nel XX secolo]] [[Categoria:Stati dissolti nel XX secolo]] 0x8yc3g958b609yw6335yzx5dk3rduu 1351521 1351518 2024-11-12T09:10:45Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351521 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Flag of the Soviet Union.svg|thumb|Bandiera dell'Unione Sovietica]] Citazioni sull''''Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche''' ('''URSS'''), in forma abbreviata '''Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *A chi, se non all'URSS, deve dirsi grazie per aver impedito che tutti gli [[ebrei]] europei finissero nelle camere a gas? ([[Kurt Gossweiler]]) *Almeno in qualcosa dovremmo essere grati alla felicemente defunta Unione Sovietica. La quale, subito dopo la fondazione, creò a San Pietroburgo, che aveva ribattezzato Leningrado, il grande Istituto per l'Ateismo Scientifico, con migliaia di dipendenti e centinaia di professori universitari a contatto. Per settant'anni lavorarono sodo per dimostrare l'incompatibilità tra [[scienza]] e [[religione]] (e proprio così, ''Scienza e religione'', si chiamava la loro rivista, diffusa gratuitamente in molte lingue, in tutto il mondo), per decenni, dunque, si diedero da fare per trovare la prova oggettiva, inconfutabile, scientifica appunto, dell'inesistenza di [[Dio]]. Quando tutto crollò, e quando Leningrado tornò a chiamarsi San Pietroburgo, la famosa Prova non era stata trovata: avrebbero potuto cercare altri settanta o settecento anni, ma non sarebbe saltata fuori lo stesso. Dunque, anche grazie ai miliardi di rubli investiti dall'[[ateismo]] di Stato, abbiamo la conferma oggettiva che la [[fede]] non è confutabile per via scientifica. ([[Vittorio Messori]]) *È governata da una dittatura paziente, uomini decisi e lungimiranti che stanno rapidamente facendo del loro paese la prima potenza navale e militare del mondo. Non lo stanno facendo esclusivamente per motivi di autodifesa. Un enorme paese come la Russia, in gran parte privo di sbocchi sul mare, non ha bisogno di costruire la flotta più potente del mondo a guardia dei propri confini. No. I russi sono decisi a dominare il mondo, e stanno rapidamente acquisendo i mezzi per diventare la nazione imperiale più potente che il mondo abbia mai visto. Gli uomini del Politburo sovietico non devono preoccuparsi per il flusso e riflusso della pubblica opinione. Hanno messo le pistole prima del "burro", noi abbiamo invece messo quasi tutto davanti alle pistole. Sanno di essere una super potenza in un solo senso, il senso militare. Sono un fallimento in termini umani ed economici. ([[Margaret Thatcher]]) *In un certo senso il regime sovietico è senza precedenti, e basterebbe ciò a metterci in guardia contro tutti i tentativi di collegarlo, in maniera troppo semplicistica, alla storia passata. Ho nelle orecchie le affermazioni correnti secondo le quali il regime dittatoriale comunista è il successore legittimo della autocrazia zarista, le fattorie collettive una versione modernizzata del tradizionale comune rustico russo e l'attuale espansione sovietica una semplice continuazione del vecchio imperialismo russo. Per quanto queste analogie possano essere allettanti, sono tutte storicamente errate e – voglio aggiungere – politicamente ingannatrici. ([[Michael Karpovich]]) *L'unica cosa positiva in questo secolo è la [[Rivoluzione d'ottobre|rivoluzione russa]] e la creazione dell'Unione Sovietica. ([[Nikola Tesla]]) *L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno Stato socialista degli operai e dei contadini. (''[[Costituzione sovietica del 1936]]'') *L'Unione Sovietica è così debole politicamente all'interno del blocco dei paesi satelliti, che si isola e si irrigidisce. ([[Kurt Georg Kiesinger]]) *L'Unione Sovietica è l'unica grande potenza la cui posizione ha rispecchiato la volontà e i desideri del nostro popolo. Perciò l'Unione Sovietica dimostra di essere l'unica grande potenza che ha appoggiato sin dall'inizio il popolo congolese nella sua lotta. Mi preme esprimere al popolo sovietico, e personalmente al primo ministro Kruscev, la massima gratitudine di tutto il popolo congolese per l'opportuno appoggio morale che il vostro paese dona alla giovane repubblica del Congo nella sua lotta contro gli imperialisti e i colonialisti. ([[Patrice Lumumba]]) *L'Unione Sovietica è un gigantesco paese, e alberga nel suo cuore fermenti giganteschi: fra questi, una omerica capacità di gioia e di abbandono, una vitalità primordiale, un talento pagano, incontaminato, per le manifestazioni, le sagre, le baldorie corali. ([[Primo Levi]]) *L'Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale. ([[Aleksandr Lukašenko]]) *L'URSS è il paese in cui siamo cresciuti, in cui vivevamo, in cui la maggior parte di noi era felice. [...] È ciò da cui noi tutti proveniamo. È l'amore verso la Patria, il rispetto per l'esercito, è l'educazione, è la premura per gli anziani, per i bambini. [...] È la sanità gratuita, l'istruzione gratuita – la migliore del mondo. L'America e l'Europa hanno formato i loro metodi di insegnamento partendo dalla nostra esperienza. ([[Aleksandr Zacharčenko]]) *L'Urss rappresentava una prigione per le Nazioni, è stato uno dei più terribili imperi della Storia e quando la cosiddetta Patria e il mitico "popolo" sovietico sono collassati, io ero felice. ([[Levan Berdzenišvili]]) *La caratteristica più notevole del regime sovietico, stabilitosi in Russia più di trent'anni fa, è la pretesa di essere strumento di uno sviluppo sociale storicamente necessario e di considerarsi, quindi, come l'acceleratore dell'evoluzione dell'umanità verso il socialismo ed il comunismo. I particolari di tale evoluzione non sono conosciuti ed il suo indirizzo generale è noto soltanto al partito, il partito bolscevico-comunista di Lenin e del suo successore Stalin. ([[Waldemar Gurian]]) *La difficoltà principale del Suo Paese non è costituita dal problema della proprietà, dell'economia e della libertà. Il vostro problema è l'assenza di una vera credenza in Dio, lo stesso problema che ha trascinato o trascinerà l'Occidente in un vicolo cieco, nel nulla. Il vostro problema principale è la lunga lotta contro Dio, contro la Fonte dell'esistenza e della creazione. ([[Ruhollah Khomeyni]]) *La storia della mia pre­dilezione infantile per l'Urss è una leggenda metropolitana. Sempli­c­emente vivevo a Berga­mo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico del­l'uguaglianza mi affasci­nava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come faceva­no i bambini al cinema parrocchiale. Poi co­minciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletaria­to, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì. ([[Vittorio Feltri]]) *Nell'[[Inghilterra]] capitalista la fabbrica apparve come uno strumento di profitto e di sfruttamento. Nell'Unione Sovietica, essa non fu solo uno strumento di ricchezza collettiva, ma un mezzo consapevolmente usato per spezzare vecchie catene. ([[Anna Louise Strong]]) *Nell'URSS il lavoro è un dovere e una questione d'[[onore]] per ogni cittadino, in conformità con il principio: "Chi non lavora, non mangia". Il principio applicato nell'URSS è quello del socialismo: "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro". ([[Costituzione sovietica del 1936]]) *Non è affatto chiaro come l'idea del paradiso-via-inferno {{NDR|cioè il [[comunismo]]}} abbia potuto sopravvivere a un solo istante di riflessione. Proviamo a immaginare che il "paradiso" promesso da [[Lev Trotsky|Trockij]] sorgesse improvvisamente dal mucchio di macerie del 1921. Sapendo che per crearlo erano state sacrificate milioni di vite, chi avrebbe voluto abitarlo? Un paradiso a quel prezzo non è un paradiso. I mezzi determinano i fini, è stato detto, ma in Urss i mezzi sono stati l'unica cosa che si sia stati in grado di raggiungere. Esiste una contraddizione dentro la contraddizione: l'utopista militante, il perfettibilizzatore, nutre già in partenza una risentita rabbia verso l'evidenza della imperfettibilità umana. [[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam|Nadezda Mandel'stam]] parla della "satanica" arroganza dei bolscevichi. La loro è anche un'infernale insicurezza e ostilità, un'infernale disperazione. ([[Martin Amis]]) *Per me l'Urss non fu così multiculturale. Nonostante il vantaggio della comune lingua russa, non era facile trovare un equilibrio tra multiculturalismo e nazionalismo: in Georgia tutte le realtà locali si sentivano in pericolo. ([[Levan Berdzenišvili]]) *Quando vedo che mentre [[Hitler]] e [[Mussolini]] perseguitavano degli uomini per la loro razza, e inventavano quella spaventosa legislazione [[Antisemitismo|antiebraica]] che conosciamo, e vedo contemporaneamente i russi composti di 160 razze cercare la fusione di queste razze superando le diversità esistenti fra l’Asia e l’Europa, questo tentativo, questo sforzo verso l'unificazione del consorzio umano, lasciatemi dire: questo è [[Cristianesimo|cristiano]], questo è eminentemente universalistico nel senso del cattolicesimo. ([[Alcide De Gasperi]]) *Quante innovazioni scientifiche o tecniche, fra quelle che modificano la vita materiale degli uomini, sono venute dall'URSS negli ultimi decenni? Non il transistor o il computer, l'energia elettrica nucleare o le fibre sintetiche, il radar o il laser, gli antibiotici o i vaccini antipolio, le scoperte genetiche o la «rivoluzione verde» delle sementi ibride. Nell'URSS furono a lungo proibiti campi di studio come la cibernetica e la genetica. Tuttora uno scienziato non può dedicarsi a ricerche autonome, ma è vincolato a quelle permesse dal piano. La ricerca può considerarsi avanzata solo nella tecnologia militare, mentre nel campo della geologia è favorita da una tradizione che risale al XVIII secolo e alla circostanza che l'URSS possiede tutti i tipi di minerali (gli Stati Uniti ne devono importare la metà). ([[Alberto Ronchey]]) *Se l'industrializzazione sovietica ha dovuto essere realizzata sia pure attraverso la repressione contro il cinque per cento di ricchi e reazionari, l'industrializzazione [[Capitalismo|capitalista]] è nata dal terrore esercitato dal cinque per cento di benestanti contro l'insieme delle masse lavoratrici del loro stesso paese e dei paesi dominati. ([[Ludo Martens]]) *{{NDR|Sull'antisemitismo in Unione Sovietica}} Secoli di oscurantismo oppressivo in senso politico e religioso, in uno con le baldorie efferate delle "Sotnje" cosacche e poi dei "Cento Neri", hanno lasciato in molti popoli sovietici, specialmente in territorio europeo, una pigra sedimentazione antisemita. [...] Purtroppo la guerra dei sei giorni, o piuttosto la vittoria israeliana, lo ha risvegliato. Ha permesso di risvegliarlo. ([[Umberto Terracini]]) *Senza l'aiuto dell'Unione Sovietica i paesi arabi non avrebbero fatto la guerra a Israele nel 1948. Si scatenarono contro di noi perché alle spalle avevano l'Unione Sovietica, militarmente e politicamente. Quanto all'OLP, esso è sostenuto dall'Unione Sovietica perché l'Unione Sovietica ha capito benissimo che nell'era atomica il terrorismo è l'unico modo per fare la guerra senza rischiare il conflitto nucleare. Per sviluppare il suo espansionismo l'Unione Sovietica ha bisogno dell'OLP, di Arafat. E se lei replica che Arafat non è comunista, io le rispondo: ai sovietici che importa? A loro importa soltanto che egli sia uno strumento del gioco, che rimanga nelle loro mani. È forse comunista la Siria? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Siria milleduecento carri armati, centinaia di pezzi di artiglieria, numerosi e modernissimi jet. È forse comunista la Libia? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Libia millenovecento carri armati, artiglieria, jet. Tutti parlano degli americani, delle armi americane. Le assicuro che le armi distribuite dall'Unione Sovietica in questa parte del mondo superano mostruosamente quelle che Israele compra dagli americani. ([[Ariel Sharon]]) *Senza la Russia {{NDR|l'Unione Sovietica}}, questi segugi tedeschi {{NDR|la [[Germania nazista]]}} avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente ([[Albert Einstein]]) *Si giocava per la gloria dell'URSS e per amore del [[Calcio (sport)|calcio]], non per i soldi. ([[Rinat Dasaev]]) *Sì, l'Unione Sovietica era arretrata e inefficiente, e sì, la nostra economia crollò dalle cima di montagne di armi. Ma quando la madrepatria ne ebbe bisogno, queste montagne salvarono i suoi figli. ([[Max Brooks]]) *Si può rimpiangere un regime che scriveva dio con la minuscola e Kgb maiuscolo? ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *Sono nato in Unione Sovietica, mio padre è morto in URSS, mia madre è morta in URSS, erano devoti all'idea del PCUS(b). Ho assorbito con il sangue questa fede nella fratellanza umana, nell'assistenza reciproca. Sono stato rimesso in piedi dallo Stato, che nel 1945 aveva 19 milioni di bambini orfani. E ha dato loro da bere, li ha nutriti, ha dato loro un'istruzione, una professione, ha fatto di me un professionista di qualità. E cosa, vuoi che sputi sulla tomba di mio padre e mia madre? Questo non accadrà mai fino alla fine della mia vita! ([[Nikolaj Nikolaevič Gubenko]]) *Tutta la storiografia scientifica non accetterebbe mai un'interpretazione che tenta di equiparare il [[Germania nazista|Terzo Reich]] all'URSS, come due potenze complici che hanno scatenato la guerra per spartirsi il mondo. Un'interpretazione infondata e falsa. L'hitlerismo aveva un progetto di dominio mondiale che [[Stalin]] non ha mai avuto. L'URSS è servita a spezzare e fermare questo progetto. ([[Angelo D'Orsi]]) *Tutto il potere nell'U.R.S.S. appartiene ai lavoratori della città e della campagna, rappresentati dai Soviet dei deputati dei lavoratori. (''[[Costituzione sovietica del 1936]]'') ===[[Leonid Il'ič Brežnev]]=== [[File:Soviet Leader Leonid Brezhnev - Flickr - The Central Intelligence Agency.jpg|thumb|[[Leonid Il'ič Brežnev]]]] *Con l'eroico lavoro di questi anni i sovietici, stretti attorno al partito di Lenin, hanno creato nel nostro paese un'economia moderna che per il volume della sua produzione si è piazzata già da tempo al secondo posto nel mondo, e per una serie di importanti settori anche al primo. *È ben noto che l'Unione sovietica ha fatto non poco per l'effettivo rafforzamento della sovranità e dell'indipendenza dei paesi socialisti. *Il [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito comunista dell'Unione Sovietica]] ritiene che oggi uno dei nostri compiti più importanti sia quello di accelerare il progresso tecnico-scientifico, di armare i lavoratori delle cognizioni tecnico-scientifiche moderne, di applicare il più rapidamente possibile nella vita i risultati delle scoperte scientifiche. Ciò permetterà di utilizzare in modo più completo l'immenso potenziale creativo della nostra società socialista, accelererà sensibilmente la creazione della base materiale e tecnica del comunismo. *L'Unione Sovietica è uno Stato amante della pace. Ciò deriva dalla natura stessa del nostro ordinamento socialista. Gli scopi della politica estera sovietica, così come sono stati formulati dal XXIII congresso del PCUS, consistono nell'assicurate insieme agli altri paesi socialisti condizioni internazionali favorevoli alla costruzione del socialismo e del comunismo; nel rafforzare l'unità e la compattezza dei paesi socialisti, la loro amicizia e fratellanza; nell'appoggiare il movimento di liberazione nazionale e nel realizzare una collaborazione multiforme con i giovani Stati in via di sviluppo, nel difendere con coerenza il principio della coesistenza pacifica degli Stati a diverso regime sociale, nell'opporsi decisamente alle forze aggressive dell'imperialismo, nel liberare l'umanità dal pericolo di una nuova guerra mondiale. *La nostra linea di principio nei riguardi dei paesi capitalistici, compresi gli USA, consiste nel mettere coerentemente e pienamente in pratica i princìpi della coesistenza pacifica, nello sviluppare le relazioni reciprocamente vantaggiose e nel collaborare con quegli Stati che lo vogliono sul terreno del rafforzamento della pace, conferendo un carattere il più stabile possibile alle relazioni con essi. Ma noi dobbiamo sempre discernere se ci troviamo di fronte ad un'aspirazione effettiva a risolvere le questioni mediante trattative o di fronte a tentativi di fare una politica da « posizioni di forza ». *Nel nostro paese gli operai, i contadini, gli intellettuali lavorano con grande entusiasmo, il che permette un continuo rafforzamento dell'unità morale e politica della società sovietica, la sua coesione intorno al partito. *Noi dichiariamo con la massima responsabilità: non abbiamo pretese territoriali verso chicchessia, non minacciamo nessuno e non intendiamo aggredire nessuno; noi siamo favorevoli a uno sviluppo libero e indipendente di tutti i popoli. Ma nessuno si provi a usare nei nostri confronti il linguaggio degli ultimatum e a trattarci da posizioni di forza. ===[[Vladimir Konstantinovič Bukovskij]]=== *Come fu creata l'URSS? Certo, con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. *Il terrorismo politico è stato tutto inventato dall'Unione Sovietica. Non esisteva prima: nasce tutto da una stessa strategia e da piani e addestramenti sovietici. *La nostra società è malata. È malata di paura, una sopravvivenza dell'era staliniana. Ma il processo di guarnigione spirituale della società si è già iniziato e non può essere interrotto. *Settantatre anni di regime sovietico nel mio paese sono riusciti a distruggere l’economia, sono riusciti a distruggere la natura, sono riusciti a ridurre il paese in povertà ma soprattutto sono riusciti a operare la cosa peggiore, ovvero, sono intervenuti in modo distruttivo nella coscienza dell’uomo. ===[[Iulian Ciocan]]=== *Dobbiamo fare i conti con i lati positivi e negativi della defunta Unione Sovietica. Molti tra noi non ci sono ancora riusciti. In Russia, ad esempio, vengono perseguiti penalmente tutti coloro che tendono a equiparare il regime di Stalin con quello di Hitler. Ma il terrore comunista non è forse comparabile con quello del fascismo e del nazismo? Occorre approfondire, vedere in che misura una simile comparazione possa essere giustificata. *In Occidente, così mi pare, non esiste una visione nitida circa le conseguenze del progetto sovietico. È ancora in voga una certa idealizzazione dell'Unione Sovietica, intellettuali europei affascinati dal mondo bolscevico, benché non abbiano mai sperimentato sulla propria pelle gli effetti dell'egualitarismo sovietico. Credo che un occidentale non capirà mai cosa è accaduto in Urss e nello spazio post-sovietico leggendo soltanto narrativa russa. L'esperienza sovietica non è una prerogativa degli scrittori e degli intellettuali russi. *La corruzione è il nostro problema più grande e difficile da debellare. Ha radici sovietiche. *Le nuove generazioni {{NDR|in [[Moldavia]]}} non hanno vissuto l'esperienza dell'Urss. Eppure, molte persone ricordano ancora come ai tempi dell'Unione Sovietica lo stato si prendesse cura di loro, a differenza dei giorni nostri. Nella mentalità di molti moldavi – anche tra i più giovani – è saldamente radicata l'idea che ogni minimo problema quotidiano debba essere risolto grazie all'intervento statale. Allo stesso tempo, però, non esiste una coscienza civica attiva, il sentimento di appartenere a una comunità e la volontà di dare un contributo al proprio paese. ===[[Maša Gessen]]=== * *Gli atenei sovietici rientravano generalmente in due categorie: quelli che non ammettevano assolutamente alcun ebreo e quelli che ne ammettevano in numero strettamente limitato. Le regole della non ammissione, ovviamente, non erano rese pubbliche; il rigetto della domanda era comunicato con modalità particolarmente sadiche. I candidati ebrei sostenevano gli esami d'ammissione insieme a tutti gli altri aspiranti studenti. Ritiravano i fogli con le domande d'esame dalla stessa pila degli altri. Ma se riuscivano a rispondere correttamente alle due o tre domande del foglio, a quel punto, soli nell'aula con gli esaminatori, erano sottoposti con nonchalance a un'ulteriore domanda, come se fosse una continuazione delle risposte già date. Era questa la «bara». In matematica, si trattava generalmente di un problema non soltanto complesso ma irrisolvibile. Il candidato avrebbe esitato e sarebbe andato a picco. Gli esaminatori, poi, sigillavano il coperchio della bara: il candidato ebreo aveva fallito l'esame. *Il marxismo in Unione Sovietica si era ridotto a una semplice convinzione di vita materiali. Se l'individuo era plasmato in maniera appropriata – e non poteva essere altrimenti, dato che il sistema sovietico affermava ormai di aver sostanzialmente realizzato il progetto marxista, costruendo quello che veniva definito «socialismo reale» – doveva per forza esprimere un insieme di obiettivi perfettamente coincidenti con i bisogni della società che lo aveva prodotto. Le anomalie erano senz'altro possibili, ma rientravano in due categorie: criminalità o malattia mentale. La società sovietica disponeva di istituzione in grado di affrontarle entrambe. Nessun altro genere di discordanza era concepibile. I conflitti interiori non erano previsti. Non c'era davvero alcun motivo per affrontare il tema della psiche. *Il regime sovietico privò la popolazione non solo della possibilità di vivere liberamente, ma anche della capacità di comprendere appieno quel che le era stato sottratto, e in che modo. Il regime si prefiggeva l'obiettivo di annientare la memoria storica e individuale, nonché gli studi teorici sulla società. L'offensiva concertata contro le scienze sociali fece sì che, per decenni, gli studiosi occidentali si trovassero in posizione migliore rispetto ai loro omologhi russi per interpretare le vicende della Russia, ma, in quanto osservatori esterni, con accesso limitato alle informazioni, essi non erano di certo in condizione di colmare quella lacuna. Ben più che una questione puramente accademica, si trattò di un attacco all'umanità stessa della società russa, che smarrì gli strumenti e persino il linguaggio necessari per comprendersi. Le uniche storie su se stessa, che la Russia raccontava a se stessa, erano quelle create dagli ideologi sovietici. Se un paese, nell'epoca contemporanea, è privo di sociologi, psicologi o filosofi, che cosa può sapere di sé? E i suoi cittadini, che cosa possono sapere di loro stessi? *In Unione Sovietica l'ideologia si rivelò mutevole. La linea ufficiale si modificò radicalmente, dall'internazionalismo alla «amicizia tra i popoli», dal ritenere la famiglia un anacronismo borghese fino a considerarla il nucleo fondamentale della società sovietica. A rimanere immutata fu l'importanza assegnata alla mobilitazione ideologica (qualunque fosse l'ideologia), e l'idea di eccezionalità del paese. *La [[sociologia]] non era propriamente bandita in Unione Sovietica, ma il nome della disciplina era stato ridotto a una sorta di parolaccia. Era stato lo stesso Lenin a inaugurarne l'uso offensivo. Il problema con la sociologia era praticamente identico a quello con la psicoanalisi: la materia non si prestava a essere una «scienza» utilizzabile per costruire una nuova società di uomini nuovi. *Nell'Urss del dopoguerra, ogni generazione aveva vissuto discretamente meglio di quella che l'aveva preceduta. Le aspirazioni dei genitori si trasmettevano pressoché identiche ai figli, salvo qualche modifica marginale. Moltissimi cittadini sovietici avevano sperato che, se non loro, quantomeno i figli, da adulti, sarebbero riusciti a passare da una stanza in un appartamento in condivisione a un monolocale di proprietà con tanto di cucina, e magari a un appartamento ancora più grande, con due stanze. Con un po' di fortuna, sarebbero arrivati a possedere addirittura una dacia e una Fiat di fabbricazione sovietica. Nessuno, a parte le élite, si spingeva a fantasticare una residenza signorile o una Volga – e le élite erano prudentemente sottratte alla vista dalle loro sette cancellate e dalle loro sette serrature. Ora, gran parte di ciò che si vedeva in televisione – pubblicità, annunci del governo e perfino le varie soap opera latino-americane che a quanto pareva tutti guardavano – sembrava dire ai russi che dovevano aspirare a qualcosa di più. Solo i vecchi film sovietici, che la televisione trasmetteva ancora, permettevano agli occhi affaticati e alle menti esauste di riposare sulle modeste e rassicuranti certezze di un'epoca ormai tramontata. *Paradossalmente, furono proprio le peculiarità del sistema economico sovietico a rendere le divisioni tra gruppi di cittadini valutati differentemente più rigide e più impenetrabili. La tassazione era ridotta al minimo e la redistribuzione della ricchezza non figurava tra gli obiettivi. Poiché gran parte delle gratifiche riservate ai privilegiati erano di natura non monetaria ed erano gestite tutte in modo centralizzato, gli appartenenti a una data casta si trovavano a essere raggruppati socialmente e geograficamente. I membri del Politburo vivevano tutti negli stessi edifici, si rifornivano di beni di consumo negli stessi centri di distribuzione, mandavano i loro figli nelle stesse scuole, si facevano curare negli stessi ospedali, ricevevano in concessione appezzamenti di terreno su cui costruire una dacia di legno – la casa per i weekend o per le vacanze estive – nella stessa zona e consumavano le acque degli stessi sanatori. Discorso analogo per i membri dell'Academia delle Scienze, che avevano le loro strutture riservate, e per i membri di ciascuna delle varie «leghe creative», quali quelle degli scrittori, degli artisti o dei cineasti. *Per ottenere parità di condizioni, o qualcosa che vi somigliasse anche solo lontanamente, occorreva non essere ebrei. La propria «nazionalità» – quella che gli americani definiscono «appartenenza etnica» – era annotata su tutti i documenti d'identità importanti, dal certificato di nascita al passaporto interno, dall'atto di matrimonio alla scheda personale sul posto di lavoro o a scuola. Una volta assegnata, la «nazionalità» era di fatto immutabile e si trasmetteva di generazione in generazione. ===[[Michail Gorbačëv]]=== [[File:Gorbachev signing (cropped).jpg|thumb|[[Michail Gorbačëv]]]] *È naturale che il produttore miri ad «accontentare» il consumatore, se posso esprimermi così. Ma da noi il consumatore si trovava completamente alla mercé del produttore, e doveva accettare ciò che quest'ultimo decideva di dargli. *In Urss [...] ci sono cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e altri gruppi religiosi, e tutti hanno il diritto di soddisfare le loro esigenze spirituali. *L'Unione Sovietica [...] è uno stato giovane che non ha analogie nella storia o nel mondo moderno. Negli ultimi sette decenni, un tempo molto breve nella storia della civiltà umana, il nostro paese ha compiuto progressi pari a molti secoli. Una delle massime potenze mondiali ha preso il posto dell'Impero russo, arretrato, semicoloniale e semifeudale. Enormi forze produttive, un grandioso potenziale intellettuale, una cultura avanzata, una comunità di più di cento nazioni e nazionalità, e una solida protezione sociale per 280 milioni di persone in un territorio che corrisponde a un sesto della Terra... questi sono i nostri grandi e incontestabili successi e il popolo sovietico ne è giustamente orgoglioso. *L'Unione Sovietica, la più grande produttrice di acciaio, materie prime, combustibili ed energia nel mondo, presenta scarsità dovute agli sprechi e all'inefficienza. È uno dei maggiori produttori di cereali, ma è costretta ad acquistarne ogni anno milioni di tonnellate per nutrire la popolazione. Abbiamo il maggior numero di medici e di letti d'ospedale in rapporto al numero di abitanti, e tuttavia abbiamo stridenti carenze nei servizi sanitari. I nostri razzi possono raggiungere con straordinaria precisione la cometa di Halley e volare fino a Venere, ma accanto a questi trionfi scientifici e tecnologici coesiste una chiara mancanza di efficienza nell'uso dei risultati scientifici per i fini economici, e molti degli elettrodomestici sovietici sono di qualità mediocre. *Noi viviamo in un paese multinazionale, e questo è un fattore di forza anziché di debolezza e di disintegrazione. La Russia zarista veniva chiamata «una prigione di nazioni». La Rivoluzione e il socialismo hanno cancellato l'oppressione e la diseguaglianza nazionali e hanno assicurato il progresso economico, intellettuale e culturale per tutte le nazioni e nazionalità. Le nazioni un tempo arretrate hanno acquisito un'industria avanzata e una struttura sociale moderna. Sono salite al livello della cultura moderna anche se alcune, in precedenza, non avevano neppure un alfabeto. Ogni persona libera da pregiudizi riconoscerà il fatto che il nostro Partito ha svolto un lavoro immane e ha trasformato la situazione. I risultati hanno arricchito la società sovietica e la civiltà mondiale. *Non rivelo un segreto se dico che l'Unione Sovietica fa quanto è in suo potere per mantenere le proprie difese moderne e affidabili. È un dovere verso il nostro popolo e i nostri alleati. Nel contempo desidero ricordare che ciò non avviene per nostra scelta. Ci è stato imposto. *Virtualmente la disoccupazione non esiste. Lo stato si è assunto l'onere di assicurare il posto di lavoro. Persino una persona licenziata per pigrizia o per infrazione alla disciplina del lavoro deve avere un altro impiego. Anche il livellamento delle retribuzioni è diventato una caratteristica abituale della nostra vita quotidiana; persino un pessimo lavoratore riceve quanto basta per vivere decentemente. I figli di un parassita non vengono abbandonati al loro destino. Noi abbiamo concentrato somme enormi nei fondi provvedono ai finanziamenti degli asili nido, degli orfanotrofi, delle case dei Giovani Pionieri e di altre istituzioni che si occupano della creatività e dell'attività sportiva dei giovanissimi. L'assistenza sanitaria è gratuita, e così pure l'educazione. La gente è protetta dalle vicissitudini della vita e noi ne siamo molto fieri. ===[[Kim Il-sung]]=== *Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia. *Dall'epoca di Lenin, il popolo sovietico, levando alta la bandiera della lotta antimperialista di liberazione nazionale, ha dato un grande contributo all'opera di liberazione dei popoli oppressi del mondo. Il popolo sovietico ha dato il suo aiuto al nostro popolo nella sua opera di liberazione dal giogo della dominazione coloniale dell'imperialismo giapponese ed ha accordato un grande aiuto sia materiale che morale alla lotta del nostro popolo per difendere la libertà e l'indipendenza della patria ed edificare una società nuova. Il nostro popolo non dimentica il sostegno e l'aiuto internazionalista che il popolo sovietico gli ha concesso. Il popolo coreano tiene in gran conto l'amicizia e la solidarietà con il popolo sovietico sul fronte della lotta antimperialista e anti USA. *L'importante è di non copiare meccanicamente lo stile e i modi usati in URSS, ma studiare la loro esperienza di lotta e la verità del [[marxismo-leninismo]]. Così, pur continuando ad imparare instancabilmente dall'Unione Sovietica, non dobbiamo dare troppa importanza alla forma, ma piuttosto mettere l'accento sullo studio dell'essenza della sua esperienza. C'è invece una tendenza troppo diffusa ad imitare solo uno stile e un metodo. ===[[Enver Hoxha]]=== *L'Unione Sovietica era un grande paese, il popolo lavorava, produceva e creava. Si diceva che l'industria si sviluppasse ai ritmi richiesti, che l'agricoltura progredisse, ma questo sviluppo non era del livello auspicato. *L'Unione Sovietica, sotto la direzione dei kruscioviani brezneviani, si è trasformata in una potenza imperialista mondiale e, al pari degli Stati Uniti d'America, mira a dominare il mondo. *Le armi e l'esercito in Unione Sovietica non sono più in mano dei popoli sovietici, non servono più alla liberazione del proletariato mondiale, ma sono invece destinate ad opprimere i popoli sovietici e gli altri popoli. *Molti comunisti sovietici furono ingannati dalla demagogia del gruppo revisionista kruscioviano e credettero che dopo la morte di Stalin, l'Unione Sovietica sarebbe divenuta un paradiso, come strombazzavano allora i traditori revisionisti. Questi dichiararono pomposamente che il comunismo sarebbe stato instaurato in Unione Sovietica nel 1980! Ma in realtà che cosa accadde? Accadde precisamente il contrario, e non poteva essere diversamente. I revisionisti presero il potere non per far fiorire l'Unione Sovietica ma, come fecero effettivamente, per restaurarvi il capitalismo, per sottometterla economicamente al capitale mondiale, per concludere degli accordi segreti o palesi con l'imperialismo americano, per assoggettare, sotto il manto dei trattati militari ed economici, i popoli dei paesi a democrazia popolare, per mantenere questi Stati sotto il loro giogo e per crearsi degli sbocchi e delle zone d'influenza nel mondo. *Se l'Unione sovietica non possedesse la bomba atomica, l'imperialismo userebbe nei suoi confronti un altro linguaggio. ===[[Ryszard Kapuściński]]=== *Alla nostra immaginazione l'Urss appariva un organismo uniforme, monolitico, dove tutto era ugualmente grigio e cupo e, per giunta, monotono, fatto in serie. Lì nulla poteva esulare dalla norma stabilita, nulla poteva distinguersi o assumere caratteristiche individuali.<br>Quindi mi recai nelle repubbliche non russe dell'Impero. Che cosa mi colpì soprattutto? Ebbene, malgrado la rigida corazza militaresca dell'autorità sovietica, a queste piccole ma antichissime nazioni era riuscito di conservare qualcosa delle loro tradizioni, della loro storia, del loro orgoglio, tenuto nascosto per necessità, della loro dignità personale. Vi scoprii un tappeto orientale steso al sole, che in molti punti conservava ancora gli antichi colori e attirava l'attenzione per la varietà dei suoi disegni originali. *I fondamenti dell'Impero sovietico sono sempre stati il regime di terrore e la paura, sua inseparabile e tremebonda propaggine. Poiché con la morte di Stalin e di Beria il Cremlino sospende la politica del terrore di massa, si può dire che la loro dipartita segni l'inizio della fine dell'Impero. *Il cosiddetto uomo sovietico è soprattutto un essere mortalmente stanco per cui non c'è da stupirsi che non abbia la forza di rallegrarsi per la libertà appena riconquistata. È un fondista giunto al traguardo e stramazzato a terra, incapace perfino di sollevare il braccio in segno di vittoria. *L'occidentale gettato allo sbaraglio nel mondo sovietico sente continuamente il terreno sfuggirgli sotto ai piedi, fino a quando non gli viene spiegato che la realtà che vede non solo non è l'unica, ma probabilmente neanche la principale. Qui esiste tutta una serie delle più svariate realtà, intrecciate in un groviglio mostruoso e inestricabile, caratterizzato alla molteplicità logica: una stramba confusione di sistemi logici in contrasto tra loro, talvolta erroneamente definita illogicità, o alogicità, da quanti sono fermamente convinti che di sistemi logici ne esista uno solo. ===[[Nicolai Lilin]]=== *Io sono nato in Unione Sovietica e ho il ricordo di un Paese bellissimo, con 183 etnie che vivevano in pace e armonia, senza mai aver avuto sospetti di questo tipo. In modo particolare non sentivamo questa inevitabile divisione tra mondo islamico e mondo cristiano che oggi viviamo, di cui mi dispiace molto. Il mio fratello minore, Dimitri, si è convertito all’Islam e si è sposato con una bellissima ragazza di Daghestan, paese russo con una maggioranza di etnie di religione musulmana. La mia famiglia vive con molta serenità questa situazione ma spesso dall’esterno, anche da alcuni miei amici, questa differenza è stata vista male: tantissimi vedono la scelta di mio fratello come una cosa molto estrema. Il mio romanzo si basa sul valore della diversità nella religione: i protagonisti sono due ragazzi, uno cristiano e uno musulmano che, nonostante la differenza culturale e religiosa, riescono a sviluppare un rapporto fraterno, come viene suggerito dalla loro stessa comunità, quella caucasica. E il Caucaso è storicamente luogo di una convivenza tra comunità non solo pacifica, ma anche fraterna. *Mentre circa il settanta per cento delle abitazioni era carente di acqua potabile, i sovietici si concentravano sulla conquista dello spazio e inviavano la più grande nave rompighiaccio al mondo a propulsione nucleare a esplorare l'Artico. Nella zona degli Urali e in quella dell'immensa Siberia non esistevano strade decenti, ma enormi quantità di denaro pubblico venivano spese in ricerche e tecnologiche finalizzate allo sbarco sulla Luna. Il novantacinque per cento del budget del paese era destinato all'industria bellica, tecnologie nucleari comprese. Tutte le grandi opere, a cominciare dalle grandi autostrade che tra enormi difficoltà verso la metà degli anni Settanta collegarono decentemente le regioni di quell'enorme territorio, per finire con le centrali idroelettriche, termoelettriche e nucleari, furono realizzate in larga misura grazie all'impiego di forza lavoro gratuita: quella dei militari, degli studenti volontari e dei detenuti nelle strutture di rieducazione. *Ovviamente, nell'URSS non esistevano ufficialmente i ceti sociali, perché il comunismo non ne riconosceva soltanto uno: il proletariato. Ma nella realtà quotidiana le cose andavano diversamente: qualcuno stava meglio degli altri, i più ricchi cercavano la compagnia dei propri simili, frequentavano i locali più cari e raffinati, si potevano permettere anche una certa apertura culturale, mentre i lavoratori semplici, quelli che sgobbavano nelle fabbriche per uno stipendio medio, vivevano nel loro mondo. Nonostante l'ideologia, insomma, anche durante il periodo sovietico il reddito era uno dei criteri che definivano la posizione dell'individuo nella società. Tuttavia, se non altro, lo stato cercava di organizzare la vita dei cittadini in modo da evitare la formazione di ghetti, perciò era normale che nello stesso stabile abitassero il direttore della fabbrica e i suoi lavoratori. ===[[Jawaharlal Nehru]]=== *Certamente, l'Unione Sovietica ha fatto per la pace più di tutti gli altri paesi. È stata l'Unione Sovietica a proporre il disarmo generale e completo sotto il controllo internazionale, per liquidare per sempre le minacce di guerra. *Gli ambasciatori dell'URSS sono stati uccisi a sangue freddo e suoi agenti diplomatici sono stati imprigionati e umiliati. Ma la Russia è riuscita ad evitare la guerra anche a costo di ingoiare la propria rabbia e il proprio risentimento. Per qualunque studioso della storia recente è chiaro che la Russia non vuole la guerra. *Guardate l'Unione Sovietica: oggi produce molto acciaio e molta elettricità: ma i russi hanno dovuto fare 40 anni di sacrifici. *Quale sia l'opinione giusta, nessuno può negare il fascino di questo strano paese eurasiatico della falce e martello, dove gli operai e i contadini siedono sul trono del potente e capovolgono il più consolidato schema di uomini e topi. ===[[Pablo Neruda]]=== *''Allora con modesto | vestito e berretto operaio, | entrò il vento, | entrò il vento del popolo. | Era [[Lenin]]. | Cambiò la terra, l'uomo, la vita. | L'aria libera rivoluzionaria | scompigliò le carte | disonorate. Nacque una patria | che non ha smesso di crescere. | È grande come il mondo, ma entra | fin nel cuore del più | piccolo | lavoratore di fabbrica o di ufficio, | di agricoltura o imbarcazione. | Era l'Unione Sovietica.'' *''Unione Sovietica, fiorisci | con altri fiori che nella terra | non hanno ancora nome. | La tua fermezza è il fiore dell'alba dell'acciaio.'' *''Unione Sovietica, se insieme raccogliessimo | tutto il sangue che hai versato nella lotta, | tutto quello che hai dato, come una madre, al mondo | perché la libertà agonizzante riavesse vita, | un nuovo oceano noi avremmo, | di tutti il più grande, | di tutti il più profondo, | come tutti i fiumi alpitante, | attivo come il fuoco dei vulcani araucani. | Affonda in questo mare la tua mano, | uomo di tutte le terre, | e sollevala poi per annegarvi | chi dimenticò, chi offese, | chi mentì e calunniò, | chi si unì ai cento botoli | del letamaio d'Occidente | per insultare il tuo sangue, Madre dei liberi!'' ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. *In URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. ===[[Richard Nixon]]=== *Come l'acqua scorre giù dal monte, così i sovietici premono per estendere il loro potere dovunque sia possibile, con qualsiasi mezzo ritenuto efficace. Sono opportunisti completamente amorali. *Come l'imbroglione sa approfittare dell'avidità e della presunzione della sua vittima, così il Cremlino sa abilmente sfruttare l'idealismo romantico di chi ha preso di mira e i suoi sogni grandiosi di ricreare intere società secondo la propria immagine. *Gli apologisti obiettano spesso che i sovietici cercano in realtà di garantirsi la sicurezza contro minacce esterne che essi ritengono vere o potenziali, e che una volta raggiunta la forza sufficiente a garantirsi tale sicurezza i loro appetiti saranno sazi. Vi è forse qualche verità nella prima metà del ragionamento, ma per la seconda il guaio è che l'appetito russo per la "sicurezza" è insaziabile. Più essi ottengono, più hanno da proteggere; e "sicurezza" per essi significa dominio, in patria o fuori. *Il sistema capitalistico funziona in base al movente del profitto economico. Il sistema sovietico funziona in base al movente del profitto militare e territoriale. *In nessuno Stato dominato dai russi governa ''una qualsiasi'' maggioranza, di un qualsiasi colore; è il governo della minoranza l'essenza del sistema sovietico. *L'Unione Sovietica è oggi la nazione espansionistica più potentemente armata che il mondo abbia mai conosciuto e il suo potenziale bellico continua ad aumentare a un ritmo quasi doppio di quello degli Stati Uniti. Le intenzioni sovietiche non sono un mistero. I dirigenti del Cremlino non vogliono la guerra, ma vogliono il mondo. *L'Unione Sovietica ha costruito la più potente macchina bellica mai posseduta da una potenza aggressiva, non a beneficio - o per scelta - del popolo russo, ma per estendere il dominio della leadership del Cremlino. *L'URSS agisce di rado senza uno scopo, e i suoi scopi sono sempre strategici, mai morali. Quindi i suoi insistenti tentativi di agitare ulteriormente le acque già torbide dell'Africa australe vanno considerati nello stesso scenario delle risorse in quella parte del mondo e dell'importanza di tali risorse per l'Occidente. *La ''leadership'' sovietica non ha un concetto di "pace" come noi lo intendiamo, né di coesistenza come noi la concepiamo. Non credono nell'idea di parità. Uno uguale è per definizione, un rivale da eliminare prima che esso elimini loro. *La risposta a molti enigmi del comportamento sovietico ce la danno non le stelle, ma gli zar. I loro corpi sono sepolti nelle cripte del Cremlino, ma i loro spiriti vivono ancora nelle sale del palazzo. *La spinta espansionistica sovietica, quantunque inesorabile, raramente è stata incauta. I capi russi sono aggressori, ma prudenti. In buona parte le loro mosse sono lente, astute e attentamente camuffate, in modo da non destare dal suo sonno il "gigante addormentato" occidentale.<br>Cercano di colpire dove meno ci si aspetta, quando meno si si aspetta, e nel modo meno prevedibile. Il loro metodo preferito è quello di provocare disordine e caos in un paese preso di mira, per raccoglierne i cocci. *Mi sono scontrato con la volontà d'acciaio dei dirigenti del Cremlino e ho dovuto uniformarmi alla loro risolutezza. Ho osservato che sanno ciò che vogliono e che per ottenerlo ricorrono a qualsiasi mezzo. *Ora che il colonialismo europeo è scomparso, l'imperialismo sovietico si muove a sostituirlo. Le nuove nazioni africane sono particolarmente allettanti, perché detengono le materie prime vitali per una moderna società industriale, e sono particolarmente vulnerabili a causa della loro instabilità e delle priorità sostenute da tanti loro capi. *Quella che oggi si chiama "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" è il prodotto di sette secoli di conquiste, prima dei duchi di Moscovia, che soggiogarono il territorio divenuto Russia, e poi degli zar e dei loro successori del secolo ventesimo, che estesero l'impero. Quindici "Repubbliche socialiste sovietiche" formano l'URSS; di esse quattordici sono nazioni essenzialmente separate, conquistate dalla quindicesima, la Russia. ===[[Kwame Nkrumah]]=== *A dispetto di tutte le contrarietà, della palese ostilità e delle macchinazioni che minavano il suo successo, e malgrado la spaventosa devastazione e le perdite materiali e umane provocate della Seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica è riuscita in poco più di trenta anni a costruire una macchina industriale così potente e avanzata da consentire il lancio dello Sputnik e, a distanza di breve tempo, il primo volo dell'uomo nello spazio. Non si può ignorare il fatto che imprese di questa portata siano state rese possibili da un sistema di pianificazione continentale, sostenuto da programmi d'ispirazione socialista chiaramente definiti, ed è un dato che porto a esempio di ciò che un programma economico integrato potrebbe rappresentare per l'Africa. *L'Unione Sovietica, partendo pressoché dal nulla, ma occupando un vasto territorio ricco di risorse, ha spazzato via la burocrazia di un tempo e ha fatto ricorso a una dittatura autoritaria per raggiungere il proprio scopo. *La forza dell'Unione Sovietica è stata messa alla prova con la guerra. Anche sotto l'impatto della barbarie fascista, è riuscita a non crollare. *Pochi avrebbero creduto che popoli così distanti tra loro, che presentavano diversi livelli di sviluppo sociale, politico ed economico, avrebbero potuto convivere sotto l'egida della grande potenza che l'Unione Sovietica è diventata in un arco di tempo relativamente breve. ===[[Vladimir Putin]]=== *I leader sovietici possono essere rimproverati di molte cose, ma non della mancanza di comprensione della natura delle minacce esterne. *Il comunismo e il potere dei Soviet non hanno fatto della Russia un paese prospero con una società in dinamico sviluppo e con dei cittadini liberi. Il comunismo ha dimostrato chiaramente la sua incapacità ad incoraggiare un solido sviluppo condannando il nostro paese a procedere lentamente, sempre in ritardo rispetto ai paesi economicamente avanzati. Era una strada senza uscita, lontana dalla corrente della civiltà umana. *Paghiamo il prezzo per l'orientamento eccessivo dell'economia sovietica nella produzione di materia prime e nello sviluppo dell'industria che hanno pesato negativamente sul progresso dei beni di consumo e dei servizi. Stiamo pagando per la negligenza sovietica in settori fondamentali come la scienza dell'informazione, l'elettronica e le comunicazioni. Stiamo pagando per la mancanza di competizione tra produttori e tra le industrie, la quale ha rallentato il progresso scientifico e tecnologico impedendo all'economia privata russa di essere competitiva sui mercati mondiali. Questo è il costo per i freni e le limitazioni posti all'iniziativa russa, alle imprese e al personale. Ora raccogliamo i frutti amari, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista psicologico, dei decenni passati. *Per gran parte del ventesimo secolo la Russia ha vissuto all'ombra della dottrina comunista. Sarebbe un errore non riconoscere i risultati innegabili ottenuti in quel periodo. Ma sarebbe un errore ancora più grave non rendersi conto del prezzo pesantissimo che il nostro paese e il nostro popolo hanno dovuto pagare per quell'esperimento sociale. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== [[File:Eduard Shevardnadze (July 17, 1997).jpg|thumb|[[Eduard Shevardnadze]]]] *Di cosa possiamo andar fieri noi, quando, e l'ho già detto, abbiamo un tasso di mortalità infantile tra i più alti al mondo? *L'ideologia impone un pesante fardello per i sovietici. *Non c'è dubbio, negli scorsi decenni l'Urss ha accumulato un enorme potenziale tecnico-scientifico, intellettuale ed economico. Ma come lo si è sfruttato? Ma come funzionano - se funzionano - fattori della «potenza nazionale» quali le dimensioni territoriali, le risorse naturali, le capacità intellettuali, gli enti di Stato?<br>Territori immensi subirono tali violenze da una centralizzazione assurda che si trasformarono in terre ecologicamente desolate. Le risorse naturali? Lo sfruttamento selvaggio - «il piano a qualsiasi costo!» - esaurì le risorse naturali, senza compensarle con una crescita qualitativa dell'economia. Avendo guadagnato sul petrolio, «facile e veloce da estrarre», circa 180 miliardi di dollari, il Paese non ne trasse alcun vantaggio per la condizione materiale dei propri cittadini. Il morale della società e la stabilità delle istituzioni nazionalstatuali? Ma si reggevano solo sulla menzognera «propaganda del successo», sulla prassi della repressione del dissenso, sull'imposizione della paura del nemico «interno» ed «esterno», sulla minaccia della pena per ogni comportamento «non accettabile». *Se si cerca di risalire al come e al quando l'Unione Sovietica si vide costretta ad accumulare un armamentario nucleare, si giunge alla conclusione che abbiamo sempre inseguito gli americani. Certo, la costruzione da parte dell'Urss di un potenziale atomico proprio, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, rispose a un'esigenza obiettiva. Ma è altrettanto vero che, una volta coinvolti nella corsa agli armamenti, sia nucleari, sia convenzionali, ci siamo fatti incantare dal «volume», dall'aspetto quantitativo, e abbiamo reagito con eccessivo accanimento ai nostri potenziali avversari per simmetricità e quantità, là dove sarebbe stato possibile dare «risposte» asimmetriche, quantitativamente meno ingenti, ma di più elevato livello qualitativo. *Siamo diventati una superpotenza grazie soprattutto al potenziale bellico. Ma proprio l'ipertrofia di questo potenziale e la sua incontrollata espansione hanno ridotto il Paese a una condizione di potenza di terzo rango e hanno generato processi che l'hanno sospinto sull'orlo della catastrofe. Mentre superiamo gli Usa per aliquota delle spese militari sul reddito nazionale lordo di qualcosa come il 150-200 per cento, per investimenti nella sanità restiamo sotto del 250 per cento. Orgogliosi di aver raggiunto la parità bellica con gli Usa, non osiamo neppure pensare al raggiungimento della parità nella produzione di siringhe «usa e getta», di generi alimentari, di articoli di primissima necessità, la cui catastrofica carenza non rafforza di sicuro la nostra sicurezza, né garantisce gli interessi nazionali. Conquistato il primo posto sul mercato degli armamenti - 28 per cento sul totale delle vendite - e collocato il Kalašnikov all'avanguardia della nostra tecnologia, ci siamo trovati oltre il sessantesimo posto al mondo per tenore di vita della popolazione, al trentaduesimo per durata media della vita e al cinquantesimo per mortalità infantile. *Un'Unione Sovietica instabile è la più grave minaccia alla pace dell'intero pianeta. ===[[Iosif Stalin]]=== *Che cosa avverrebbe se il capitale riuscisse ad annientare la Repubblica dei Soviet? Subentrerebbe l'epoca della più nera reazione in tutti i paesi capitalistici e coloniali, verrebbero soffocati la classe operaia e i popoli oppressi, sarebbero perdute le posizioni del comunismo internazionale. *È incontestabile che la guerra contro l'Unione Sovietica significherebbe la guerra dell'imperialismo contro i propri operai e le proprie colonie. Non mi occorre dimostrare che, se il nostro paese sarà attaccato, noi non resteremo con le mani in mano, prenderemo tutte le misure per scatenare il leone rivoluzionario in tutti i paesi del mondo. I governanti dei paesi capitalistici non possono non sapere che noi abbiamo in questo campo una certa esperienza. *Il nostro paese è come una roccia gigantesca, circondata dall'oceano degli stati borghesi. Le onde si infrangono l'una dopo l'altra contro di essa, minacciando di sommergerla e di sgretolarla. Ma la roccia è incrollabile. In che cosa consiste la sua forza? Non solo nel fatto che il nostro paese poggia sull'alleanza degli operai e dei contadini, che esso incarna l'unione delle libere nazionalità, che esso è difeso dalla mano potente dell'Esercito rosso e della Flotta rossa. *La dittatura del proletariato è stata creata nel nostro paese sulla base dell'alleanza degli operai e dei contadini. Questa è la base prima ed essenziale della Repubblica dei Soviet. Senza questa alleanza, gli operai e i contadini non avrebbero potuto vincere i capitalisti e i proprietari fondiari. [...] La seconda base della Repubblica dei Soviet è l'unione dei lavoratori delle varie nazionalità del nostro paese. I russi e gli ucraini, i basckiri e i bielorussi, i georgiani e gli azerbaigiani, gli armeni e i daghestani, i tartari e i kirghizi, gli usbechi e i turkmeni, tutti sono ugualmente interessati al rafforzamento della dittatura del proletariato. *Per dirigere questo paese è necessario che il potere sovietico abbia dalla sua parte la incrollabile fiducia della classe operaia, giacché soltanto per mezzo della classe operaia e con le forze della classe operaia è possibile dirigere questo paese. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Ho sempre pensato che le utopie sbiadiscono nell'alcol. L'Unione Sovietica ne è stato un esempio sommo. E pensare che lì per decenni si era creduto che fosse nata una figura nuova: l'"[[homo sovieticus]]". *L'Urss non era un paese confederale, nato e cresciuto in base a costumi, tradizioni, valori, interessi comuni, da cui scaturissero leggi accettabili per tutti. Lo credevano tale fino all'88 i dirigenti della perestrojka. È stato invece un impero tenuto insieme dalla coercizione, ai tempi dello zar e più ancora nel periodo sovietico. La debolezza del nuovo assetto dipende pure dall'esperienza degli ultimi anni: se un capo locale, dotato di un fascino anche mediocre, decide di sfidare Mosca, sarà costretto ad impegnarsi in qualche scontro. Ma il suo potere non sarà messo in pericolo. Avviato il ''bunt'', non esistono forze in grado di bloccarlo. I tentativi di tenere insieme nelle nuove forme l'impero avvengono in una fase di fame, freddo, assenza dei beni. *La tecnologia civile dell'Urss era maledettamente arretrata rispetto all'Occidente, ma questo non vale per certe tecnologie militari. In alcuni settori specializzati, essa sopravanza quella americana ed europea. Per esempio, i russi sono riusciti a produrre una lega metallica resistente alle altissime temperature, indispensabile per certi tipi di missili. Si può acquistare? Certo.<br>Sono in vendita reattori nucleari, stazioni spaziali e tutta la documentazione sui test scientifici realizzati dalle stazioni sperimentali in orbita, targate Urss.<br>Un emissario americano voleva controllare la resistenza dei segreti: ha chiesto se era in vendita il missile RD-170. Mai le spie avevano messo mano su questo modello. «Venite, prendete, è vostro». È pronto sul mercato, a disposizione di chi offre di più. ==Voci correlate== *[[Blocco orientale]] *[[Comunismo]] *[[Dissoluzione dell'Unione Sovietica]] *[[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] *[[Impero russo]] *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Russia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|preposizione=sull'|wikt=URSS|wikt_etichetta=URSS}} [[Categoria:Dittature]] [[Categoria:Guerra fredda]] [[Categoria:Luoghi dell'Unione Sovietica| ]] [[Categoria:Stati comunisti]] [[Categoria:Stati costituiti nel XX secolo]] [[Categoria:Stati dissolti nel XX secolo]] qmmolp4713e8eynnahjoetlu1nbo5a5 Michelle Kwan 0 69389 1351444 910599 2024-11-12T02:11:17Z Danyele 19198 link più preciso / fix vari 1351444 wikitext text/x-wiki [[File:Michelle Kwan Spiral.jpg|thumb|Michelle Kwan ai Campionati statunitensi 2002]] '''Michelle Wing Kwan''' (1980 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio statunitense. ==Citazioni di Michelle Kwan== *{{NDR|Su quale sia il miglior modo per avvicinarsi al [[Pattinaggio artistico su ghiaccio|pattinaggio]]}} Sedetevi a osservare chi è in pista e domandatevi cosa vi sta raccontando.<ref>Citato in Francesco Rizzo, ''[https://www.ilgiornale.it/news/milano-danza-sul-ghiaccio.html Milano danza sul ghiaccio]'', ''ilgiornale.it'', 20 dicembre 2007.</ref> ==Citazioni su Michelle Kwan== *Io potrei sedere in tribuna a vedere Michelle Kwan pattinare per ore... ([[Carolina Kostner]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S} {{DEFAULTSORT:Kwan, Michelle}} [[Categoria:Sportivi statunitensi]] o03yww3cebmjiwel837y305cbsq4bmz 1351445 1351444 2024-11-12T02:11:30Z Danyele 19198 typo 1351445 wikitext text/x-wiki [[File:Michelle Kwan Spiral.jpg|thumb|Michelle Kwan ai Campionati statunitensi 2002]] '''Michelle Wing Kwan''' (1980 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio statunitense. ==Citazioni di Michelle Kwan== *{{NDR|Su quale sia il miglior modo per avvicinarsi al [[Pattinaggio artistico su ghiaccio|pattinaggio]]}} Sedetevi a osservare chi è in pista e domandatevi cosa vi sta raccontando.<ref>Citato in Francesco Rizzo, ''[https://www.ilgiornale.it/news/milano-danza-sul-ghiaccio.html Milano danza sul ghiaccio]'', ''ilgiornale.it'', 20 dicembre 2007.</ref> ==Citazioni su Michelle Kwan== *Io potrei sedere in tribuna a vedere Michelle Kwan pattinare per ore... ([[Carolina Kostner]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Kwan, Michelle}} [[Categoria:Sportivi statunitensi]] kobzqb2rst3kn51ckesxbefyfoxw5go Da grande 0 75215 1351419 1344565 2024-11-11T23:32:43Z ~2024-10997 100342 /* Incipit */ 1351419 wikitext text/x-wiki {{Film |genere= commedia |regista= [[Franco Amurri]] |soggetto= Franco Amurri, [[Stefano Sudriè]] |sceneggiatore= Franco Amurri, Stefano Sudriè |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Marco Marinelli *[[Joska Versari]]: Marco da piccolo *[[Giulia Boschi]]: Francesca (la maestra) *[[Alessandro Haber]]: Claudio (padre di Marco) *[[Ottavia Piccolo]]: Anna (madre di Marco) *[[Gaia Piras]]: Silvietta *[[Alessandro Partexano]]: Tenente *[[Giampiero Bianchi]]: zio Nicola *[[Fiammetta Baralla]]: proprietaria negozio di giocattoli *[[Claudio Ciocca]]: giornalaio *[[Gisella Burinato]]: Lucia *[[Anna Maria Natalini]]: signora al telefono *[[Alessandra Costanzo]]: fioraia *[[Clelia Piscitello]]: bidella *[[Bruno Burbi]]: tecnico impronte digitali *[[Marco Vivio]]: Bambino rubabandiera *[[Ilary Blasi]]: bambina che gioca a [[nascondino]] *[[Christian Reali]]: Matteo *[[Luca Iacoangeli]]: bambino che spinge Marco grande sul trattorino *[[Antonio Amurri]]: proprietario della concessionaria (non accreditato) |note= }} '''''Da grande''''', film italiano del 1987, regia di Franco Amurri. ==[[Incipit]]== {{Incipit film}} '''Anna''' {{NDR|da fuori la stanza}}: Dobbiamo comprarne una nuova, non possiamo andare avanti così! {{NDR|Apre la porta e va a svegliare Marco e Silvietta}} Marco, Silvietta, non è suonata la sveglia, è tardi! {{NDR|Va ad aprire la tapparella}} Di chi è il compleanno oggi? Vediamo se il mio maschietto ha mantenuto la promessa... {{NDR|Tocca il lenzuolo sul materasso}} oh lo sapevo! Dovresti vergognarti! Oggi compi otto anni e ancora fai la pipì a letto! {{NDR|A Silvietta}} Vieni tesoro... Quando ti decidi a diventare grande?<br/>'''Marco da piccolo''': Ma non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Tanti [[Auguri di compleanno dai film|auguri]] piscione. ==Frasi== *Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! ('''Marco da piccolo''') *Quanti anni ho? ('''Marco''') {{NDR|dopo essere diventato adulto}} *Chissà se ci sono degli altri bambini che diventano grandi così di colpo. Quello lì avrà cinque anni. Forse tutti i bambini che sono sfortunati da piccoli diventano grandi prima degli altri. Eppure non è mica tanto difficile: io ho detto «Voglio diventare grande» e son diventato grande: non ho dovuto dire nessuna formula magica. Forse sono io che sono magico, e se dico che voglio diventare un elefante, divento un elefante. ('''Marco''') ==Dialoghi== *'''Claudio''': Senti tu, mi ha detto la maestra che non fai più il dettato in classe, mi spiegheresti il perché? E poi un'altra cosa: guai a te se Silvia mi dice che alzi la voce con lei. Hai capito?<br/>'''Marco da piccolo''': Non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Sì che è colpa tua.<br/>'''Claudio''': Di chi è la colpa, allora?<br/>'''Marco da piccolo''': Papà, tu con me la alzi sempre.<br/>'''Claudio''': Io sono tuo padre, sono grande e alzo la voce quanto mi pare! Hai capito? Tu sei un bambino di otto anni, stà al tuo posto! *'''Marco''' {{NDR|uscendo dalla finestra di casa}}: Ciao Peppino.<br/>'''Peppino''': Chi sei?<br/>'''Marco''': Non mi riconosci?<br/>'''Peppino''': Tu sei un ladro.<br/>'''Marco''': Sono Marco, li vedi i vestiti?<br/>'''Peppino''': No, tu sei un ladro. Mamma!<br/>'''Marco''': Sono Marco da grande. *'''Claudio''': Una volta dicevi: «Ti amo per quello che sei, non per quello che hai!»<br/>'''Anna''': I valori cambiano, e anche le necessità! *'''Luca''': Scusi, ci ridà il pallone? <br/> '''Marco''': Non si può giocare a pallone qui! <br/> '''Luca''': Ma come? Ci abbiamo giocato sempre! <br/> '''Marco''': Da oggi non si gioca più, lo decido io che sono un [[Vigile urbano|vigile]]! <br/> '''Luca''': Senti un po', tu saresti un vigile? Non sei vestito da vigile! <br/> '''Marco''': Sono vestito così perché sono il capo di tutti i vigili e conosco anche i vostri nomi! <br/> '''Luca''': Bugiardo! <br/> '''Gli amici di Marco''': Sì, sei un bugiardo! <br/> '''Marco''' {{NDR|Indicandoli uno alla volta}}: Lui si chiama Franco, tu Luciano, tu Achille, tu Stefano, e tu Luca che sei un gran somarone e una spia, e sei andato a dire che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Ma è la verità! <br/> '''Marco''': Non è vero! <br/> '''Luca''': Sì che è la verità! <br/> '''Marco''': Allora verrai accompagnato dai tuoi genitori... lì alle prigioni, e ti metto in prigione! <br/> '''Luca''': No per favore, in prigione no! <br/> '''Marco''': Allora devi giurare di non dire più che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Lo giuro! <br/> '''Marco''': Giuratelo anche voi! <br/> '''Gli amici di Marco''': Lo giuriamo. *'''Marco''': E siccome mio papà lavorava in banca, io credevo che poteva prendere tutti i soldi che voleva... voleva no!<br/> '''Francesca''': Certo che ti ricordi della tua infanzia come se fosse successo ieri!<br/>'''Marco''': Eh! *'''Francesca''': Sei pronto per il dolce? L'ho fatto con le mie mani, è una mia specialità. <br /> '''Marco''': Ah ecco, mi ricordo che anche mia mamma mi faceva la zuppa inglese. Che a me se c'è una cosa che mi fa schifo al mondo... {{NDR|Vedendo la zuppa inglese}} però adesso mi piace. Molto. Poco però. *'''Francesca''': Allora, per il telefono non c'è problema, ho messo il contatore, basta segnare gli scatti. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': E luce, gas, riscaldamento facciamo a metà. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': Ne vuoi ancora un po'?<br/>'''Marco''': No...<br/>'''Francesca''': Eh, l'unico vero problema adesso sono i soldi.<br/>'''Marco''': Eh!<br/>'''Francesca''': Dobbiamo trovarti un lavoro. Che lavoro vuoi fare?<br/>'''Marco''': Ah... l'agente segreto... hmmm... progettatore... astronauta... hmmm... mi piace il Lego... mi piace fare il Lego. *'''Autista''': Aiuto! Ma non lo vedi che è rosso?! Deficiente! <br /> '''Marco''': Ho otto anni! Ho otto anni!!! *'''Tenente''': Stai calmo, sappiamo chi sei. Non peggiorare la tua situazione. <br/>'''Marco''': Non è vero! Sono mascherato! ==[[Explicit]]== {{Explicit film}} '''Marco da piccolo''' {{NDR|Scrivendo sul quaderno}}: Francesca, certe volte succedono delle cose che non puoi capire, ma ci devi credere e basta: fai uno sforzo, chiudi gli occhi e dì «Ci credo». Per un bambino è facile, per te che sei grande, invece, deve essere molto difficile, ma se ci provi davvero ci riuscirai. [...] Prima ero piccolo e volevo diventare grande, poi ero grande e volevo diventare piccolo. Ora sono tornato piccolo, ma ti voglio ancora tanto tanto bene, e ti chiedo: accettami come sono, perché solo così potremo stare insieme per sempre.<br />{{NDR|Marco sorride a Francesca ed esce dall'aula, volta lo sguardo dentro di essa e si incammina; Francesca legge ciò che ha scritto Marco e dall'aula fuoriesce un forte bagliore; ne esce Francesca, tornata bambina}}<br />'''Francesca da piccola''': Marco, aspettami! <br /> '''Marco da piccolo''': Francesca! {{NDR|I due si abbracciano e vanno verso l'uscita della scuola}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia fantastica]] lttofp10fa25m0zbfkww2v3a5no1ber 1351420 1351419 2024-11-11T23:35:17Z ~2024-10997 100342 1351420 wikitext text/x-wiki {{Film |genere= commedia |regista= [[Franco Amurri]] |soggetto= Franco Amurri, [[Stefano Sudriè]] |sceneggiatore= Franco Amurri, Stefano Sudriè |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Marco Marinelli *[[Joska Versari]]: Marco da piccolo *[[Giulia Boschi]]: Francesca (la maestra) *[[Alessandro Haber]]: Claudio (padre di Marco) *[[Ottavia Piccolo]]: Anna (madre di Marco) *[[Gaia Piras]]: Silvietta *[[Alessandro Partexano]]: Tenente *[[Giampiero Bianchi]]: Nicola (zio di Marco) *[[Fiammetta Baralla]]: proprietaria negozio di giocattoli *[[Claudio Ciocca]]: giornalaio *[[Gisella Burinato]]: Lucia *[[Anna Maria Natalini]]: signora al telefono *[[Alessandra Costanzo]]: fioraia *[[Clelia Piscitello]]: bidella *[[Bruno Burbi]]: tecnico impronte digitali *[[Marco Vivio]]: Bambino rubabandiera *[[Ilary Blasi]]: bambina che gioca a [[nascondino]] *[[Christian Reali]]: Matteo *[[Luca Iacoangeli]]: bambino che spinge Marco grande sul trattorino *[[Antonio Amurri]]: proprietario della concessionaria (non accreditato) |note= }} '''''Da grande''''', film italiano del 1987, regia di Franco Amurri. ==[[Incipit]]== {{Incipit film}} '''Anna''' {{NDR|da fuori la stanza}}: Dobbiamo comprarne una nuova, non possiamo andare avanti così! {{NDR|Apre la porta e va a svegliare Marco e Silvietta}} Marco, Silvietta, non è suonata la sveglia, è tardi! {{NDR|Va ad aprire la tapparella}} Di chi è il compleanno oggi? Vediamo se il mio maschietto ha mantenuto la promessa... {{NDR|Tocca il lenzuolo sul materasso}} oh lo sapevo! Dovresti vergognarti! Oggi compi otto anni e ancora fai la pipì a letto! {{NDR|A Silvietta}} Vieni tesoro... Quando ti decidi a diventare grande?<br/>'''Marco da piccolo''': Ma non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Tanti [[Auguri di compleanno dai film|auguri]] piscione. ==Frasi== *Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! ('''Marco da piccolo''') *Quanti anni ho? ('''Marco''') {{NDR|dopo essere diventato adulto}} *Chissà se ci sono degli altri bambini che diventano grandi così di colpo. Quello lì avrà cinque anni. Forse tutti i bambini che sono sfortunati da piccoli diventano grandi prima degli altri. Eppure non è mica tanto difficile: io ho detto «Voglio diventare grande» e son diventato grande: non ho dovuto dire nessuna formula magica. Forse sono io che sono magico, e se dico che voglio diventare un elefante, divento un elefante. ('''Marco''') ==Dialoghi== *'''Claudio''': Senti tu, mi ha detto la maestra che non fai più il dettato in classe, mi spiegheresti il perché? E poi un'altra cosa: guai a te se Silvia mi dice che alzi la voce con lei. Hai capito?<br/>'''Marco da piccolo''': Non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Sì che è colpa tua.<br/>'''Claudio''': Di chi è la colpa, allora?<br/>'''Marco da piccolo''': Papà, tu con me la alzi sempre.<br/>'''Claudio''': Io sono tuo padre, sono grande e alzo la voce quanto mi pare! Hai capito? Tu sei un bambino di otto anni, stà al tuo posto! *'''Marco''' {{NDR|uscendo dalla finestra di casa}}: Ciao Peppino.<br/>'''Peppino''': Chi sei?<br/>'''Marco''': Non mi riconosci?<br/>'''Peppino''': Tu sei un ladro.<br/>'''Marco''': Sono Marco, li vedi i vestiti?<br/>'''Peppino''': No, tu sei un ladro. Mamma!<br/>'''Marco''': Sono Marco da grande. *'''Claudio''': Una volta dicevi: «Ti amo per quello che sei, non per quello che hai!»<br/>'''Anna''': I valori cambiano, e anche le necessità! *'''Luca''': Scusi, ci ridà il pallone? <br/> '''Marco''': Non si può giocare a pallone qui! <br/> '''Luca''': Ma come? Ci abbiamo giocato sempre! <br/> '''Marco''': Da oggi non si gioca più, lo decido io che sono un [[Vigile urbano|vigile]]! <br/> '''Luca''': Senti un po', tu saresti un vigile? Non sei vestito da vigile! <br/> '''Marco''': Sono vestito così perché sono il capo di tutti i vigili e conosco anche i vostri nomi! <br/> '''Luca''': Bugiardo! <br/> '''Gli amici di Marco''': Sì, sei un bugiardo! <br/> '''Marco''' {{NDR|Indicandoli uno alla volta}}: Lui si chiama Franco, tu Luciano, tu Achille, tu Stefano, e tu Luca che sei un gran somarone e una spia, e sei andato a dire che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Ma è la verità! <br/> '''Marco''': Non è vero! <br/> '''Luca''': Sì che è la verità! <br/> '''Marco''': Allora verrai accompagnato dai tuoi genitori... lì alle prigioni, e ti metto in prigione! <br/> '''Luca''': No per favore, in prigione no! <br/> '''Marco''': Allora devi giurare di non dire più che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Lo giuro! <br/> '''Marco''': Giuratelo anche voi! <br/> '''Gli amici di Marco''': Lo giuriamo. *'''Marco''': E siccome mio papà lavorava in banca, io credevo che poteva prendere tutti i soldi che voleva... voleva no!<br/> '''Francesca''': Certo che ti ricordi della tua infanzia come se fosse successo ieri!<br/>'''Marco''': Eh! *'''Francesca''': Sei pronto per il dolce? L'ho fatto con le mie mani, è una mia specialità. <br /> '''Marco''': Ah ecco, mi ricordo che anche mia mamma mi faceva la zuppa inglese. Che a me se c'è una cosa che mi fa schifo al mondo... {{NDR|Vedendo la zuppa inglese}} però adesso mi piace. Molto. Poco però. *'''Francesca''': Allora, per il telefono non c'è problema, ho messo il contatore, basta segnare gli scatti. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': E luce, gas, riscaldamento facciamo a metà. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': Ne vuoi ancora un po'?<br/>'''Marco''': No...<br/>'''Francesca''': Eh, l'unico vero problema adesso sono i soldi.<br/>'''Marco''': Eh!<br/>'''Francesca''': Dobbiamo trovarti un lavoro. Che lavoro vuoi fare?<br/>'''Marco''': Ah... l'agente segreto... hmmm... progettatore... astronauta... hmmm... mi piace il Lego... mi piace fare il Lego. *'''Autista''': Aiuto! Ma non lo vedi che è rosso?! Deficiente! <br /> '''Marco''': Ho otto anni! Ho otto anni!!! *'''Tenente''': Stai calmo, sappiamo chi sei. Non peggiorare la tua situazione. <br/>'''Marco''': Non è vero! Sono mascherato! ==[[Explicit]]== {{Explicit film}} '''Marco da piccolo''' {{NDR|Scrivendo sul quaderno}}: Francesca, certe volte succedono delle cose che non puoi capire, ma ci devi credere e basta: fai uno sforzo, chiudi gli occhi e dì «Ci credo». Per un bambino è facile, per te che sei grande, invece, deve essere molto difficile, ma se ci provi davvero ci riuscirai. [...] Prima ero piccolo e volevo diventare grande, poi ero grande e volevo diventare piccolo. Ora sono tornato piccolo, ma ti voglio ancora tanto tanto bene, e ti chiedo: accettami come sono, perché solo così potremo stare insieme per sempre.<br />{{NDR|Marco sorride a Francesca ed esce dall'aula, volta lo sguardo dentro di essa e si incammina; Francesca legge ciò che ha scritto Marco e dall'aula fuoriesce un forte bagliore; ne esce Francesca, tornata bambina}}<br />'''Francesca da piccola''': Marco, aspettami! <br /> '''Marco da piccolo''': Francesca! {{NDR|I due si abbracciano e vanno verso l'uscita della scuola}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia fantastica]] nrxwhhkreio39fgapc8eknylbr3gc36 1351423 1351420 2024-11-11T23:43:11Z ~2024-10997 100342 /* Frasi */ 1351423 wikitext text/x-wiki {{Film |genere= commedia |regista= [[Franco Amurri]] |soggetto= Franco Amurri, [[Stefano Sudriè]] |sceneggiatore= Franco Amurri, Stefano Sudriè |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Marco Marinelli *[[Joska Versari]]: Marco da piccolo *[[Giulia Boschi]]: Francesca (la maestra) *[[Alessandro Haber]]: Claudio (padre di Marco) *[[Ottavia Piccolo]]: Anna (madre di Marco) *[[Gaia Piras]]: Silvietta *[[Alessandro Partexano]]: Tenente *[[Giampiero Bianchi]]: Nicola (zio di Marco) *[[Fiammetta Baralla]]: proprietaria negozio di giocattoli *[[Claudio Ciocca]]: giornalaio *[[Gisella Burinato]]: Lucia *[[Anna Maria Natalini]]: signora al telefono *[[Alessandra Costanzo]]: fioraia *[[Clelia Piscitello]]: bidella *[[Bruno Burbi]]: tecnico impronte digitali *[[Marco Vivio]]: Bambino rubabandiera *[[Ilary Blasi]]: bambina che gioca a [[nascondino]] *[[Christian Reali]]: Matteo *[[Luca Iacoangeli]]: bambino che spinge Marco grande sul trattorino *[[Antonio Amurri]]: proprietario della concessionaria (non accreditato) |note= }} '''''Da grande''''', film italiano del 1987, regia di Franco Amurri. ==[[Incipit]]== {{Incipit film}} '''Anna''' {{NDR|da fuori la stanza}}: Dobbiamo comprarne una nuova, non possiamo andare avanti così! {{NDR|Apre la porta e va a svegliare Marco e Silvietta}} Marco, Silvietta, non è suonata la sveglia, è tardi! {{NDR|Va ad aprire la tapparella}} Di chi è il compleanno oggi? Vediamo se il mio maschietto ha mantenuto la promessa... {{NDR|Tocca il lenzuolo sul materasso}} oh lo sapevo! Dovresti vergognarti! Oggi compi otto anni e ancora fai la pipì a letto! {{NDR|A Silvietta}} Vieni tesoro... Quando ti decidi a diventare grande?<br/>'''Marco da piccolo''': Ma non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Tanti [[Auguri di compleanno dai film|auguri]] piscione. ==Frasi== *Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! ('''Marco da piccolo''') *Quanti anni ho? ('''Marco''') {{NDR|dopo essere diventato adulto}} *Chissà se ci sono degli altri bambini che diventano grandi così di colpo. Quello lì avrà cinque anni. Forse tutti i bambini che sono sfortunati da piccoli diventano grandi prima degli altri. Eppure non è mica tanto difficile: io ho detto «Voglio diventare grande» e son diventato grande: non ho dovuto dire nessuna formula magica. Forse sono io che sono magico, e se dico che voglio diventare un elefante, divento un elefante. ('''Marco''') {{NDR|[[Lettere dai film|Lettera; Inizia scrivendo "Cara mamma"]]}} Voi siete stati cattivi con me, e io sono scappato. Però sto bene, ma non posso tornare a casa, e non vi posso spiegare. Non piangere, mamma.<br>Ah, è inutile che fai vedere in giro le mie fotografie. Ciao. ('''Marco''') ==Dialoghi== *'''Claudio''': Senti tu, mi ha detto la maestra che non fai più il dettato in classe, mi spiegheresti il perché? E poi un'altra cosa: guai a te se Silvia mi dice che alzi la voce con lei. Hai capito?<br/>'''Marco da piccolo''': Non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Sì che è colpa tua.<br/>'''Claudio''': Di chi è la colpa, allora?<br/>'''Marco da piccolo''': Papà, tu con me la alzi sempre.<br/>'''Claudio''': Io sono tuo padre, sono grande e alzo la voce quanto mi pare! Hai capito? Tu sei un bambino di otto anni, stà al tuo posto! *'''Marco''' {{NDR|uscendo dalla finestra di casa}}: Ciao Peppino.<br/>'''Peppino''': Chi sei?<br/>'''Marco''': Non mi riconosci?<br/>'''Peppino''': Tu sei un ladro.<br/>'''Marco''': Sono Marco, li vedi i vestiti?<br/>'''Peppino''': No, tu sei un ladro. Mamma!<br/>'''Marco''': Sono Marco da grande. *'''Claudio''': Una volta dicevi: «Ti amo per quello che sei, non per quello che hai!»<br/>'''Anna''': I valori cambiano, e anche le necessità! *'''Luca''': Scusi, ci ridà il pallone? <br/> '''Marco''': Non si può giocare a pallone qui! <br/> '''Luca''': Ma come? Ci abbiamo giocato sempre! <br/> '''Marco''': Da oggi non si gioca più, lo decido io che sono un [[Vigile urbano|vigile]]! <br/> '''Luca''': Senti un po', tu saresti un vigile? Non sei vestito da vigile! <br/> '''Marco''': Sono vestito così perché sono il capo di tutti i vigili e conosco anche i vostri nomi! <br/> '''Luca''': Bugiardo! <br/> '''Gli amici di Marco''': Sì, sei un bugiardo! <br/> '''Marco''' {{NDR|Indicandoli uno alla volta}}: Lui si chiama Franco, tu Luciano, tu Achille, tu Stefano, e tu Luca che sei un gran somarone e una spia, e sei andato a dire che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Ma è la verità! <br/> '''Marco''': Non è vero! <br/> '''Luca''': Sì che è la verità! <br/> '''Marco''': Allora verrai accompagnato dai tuoi genitori... lì alle prigioni, e ti metto in prigione! <br/> '''Luca''': No per favore, in prigione no! <br/> '''Marco''': Allora devi giurare di non dire più che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Lo giuro! <br/> '''Marco''': Giuratelo anche voi! <br/> '''Gli amici di Marco''': Lo giuriamo. *'''Marco''': E siccome mio papà lavorava in banca, io credevo che poteva prendere tutti i soldi che voleva... voleva no!<br/> '''Francesca''': Certo che ti ricordi della tua infanzia come se fosse successo ieri!<br/>'''Marco''': Eh! *'''Francesca''': Sei pronto per il dolce? L'ho fatto con le mie mani, è una mia specialità. <br /> '''Marco''': Ah ecco, mi ricordo che anche mia mamma mi faceva la zuppa inglese. Che a me se c'è una cosa che mi fa schifo al mondo... {{NDR|Vedendo la zuppa inglese}} però adesso mi piace. Molto. Poco però. *'''Francesca''': Allora, per il telefono non c'è problema, ho messo il contatore, basta segnare gli scatti. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': E luce, gas, riscaldamento facciamo a metà. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': Ne vuoi ancora un po'?<br/>'''Marco''': No...<br/>'''Francesca''': Eh, l'unico vero problema adesso sono i soldi.<br/>'''Marco''': Eh!<br/>'''Francesca''': Dobbiamo trovarti un lavoro. Che lavoro vuoi fare?<br/>'''Marco''': Ah... l'agente segreto... hmmm... progettatore... astronauta... hmmm... mi piace il Lego... mi piace fare il Lego. *'''Autista''': Aiuto! Ma non lo vedi che è rosso?! Deficiente! <br /> '''Marco''': Ho otto anni! Ho otto anni!!! *'''Tenente''': Stai calmo, sappiamo chi sei. Non peggiorare la tua situazione. <br/>'''Marco''': Non è vero! Sono mascherato! ==[[Explicit]]== {{Explicit film}} '''Marco da piccolo''' {{NDR|Scrivendo sul quaderno}}: Francesca, certe volte succedono delle cose che non puoi capire, ma ci devi credere e basta: fai uno sforzo, chiudi gli occhi e dì «Ci credo». Per un bambino è facile, per te che sei grande, invece, deve essere molto difficile, ma se ci provi davvero ci riuscirai. [...] Prima ero piccolo e volevo diventare grande, poi ero grande e volevo diventare piccolo. Ora sono tornato piccolo, ma ti voglio ancora tanto tanto bene, e ti chiedo: accettami come sono, perché solo così potremo stare insieme per sempre.<br />{{NDR|Marco sorride a Francesca ed esce dall'aula, volta lo sguardo dentro di essa e si incammina; Francesca legge ciò che ha scritto Marco e dall'aula fuoriesce un forte bagliore; ne esce Francesca, tornata bambina}}<br />'''Francesca da piccola''': Marco, aspettami! <br /> '''Marco da piccolo''': Francesca! {{NDR|I due si abbracciano e vanno verso l'uscita della scuola}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia fantastica]] 7nmrxj638torrde856dnp2r7x64t4ta 1351424 1351423 2024-11-11T23:43:20Z ~2024-10997 100342 /* Frasi */ 1351424 wikitext text/x-wiki {{Film |genere= commedia |regista= [[Franco Amurri]] |soggetto= Franco Amurri, [[Stefano Sudriè]] |sceneggiatore= Franco Amurri, Stefano Sudriè |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Marco Marinelli *[[Joska Versari]]: Marco da piccolo *[[Giulia Boschi]]: Francesca (la maestra) *[[Alessandro Haber]]: Claudio (padre di Marco) *[[Ottavia Piccolo]]: Anna (madre di Marco) *[[Gaia Piras]]: Silvietta *[[Alessandro Partexano]]: Tenente *[[Giampiero Bianchi]]: Nicola (zio di Marco) *[[Fiammetta Baralla]]: proprietaria negozio di giocattoli *[[Claudio Ciocca]]: giornalaio *[[Gisella Burinato]]: Lucia *[[Anna Maria Natalini]]: signora al telefono *[[Alessandra Costanzo]]: fioraia *[[Clelia Piscitello]]: bidella *[[Bruno Burbi]]: tecnico impronte digitali *[[Marco Vivio]]: Bambino rubabandiera *[[Ilary Blasi]]: bambina che gioca a [[nascondino]] *[[Christian Reali]]: Matteo *[[Luca Iacoangeli]]: bambino che spinge Marco grande sul trattorino *[[Antonio Amurri]]: proprietario della concessionaria (non accreditato) |note= }} '''''Da grande''''', film italiano del 1987, regia di Franco Amurri. ==[[Incipit]]== {{Incipit film}} '''Anna''' {{NDR|da fuori la stanza}}: Dobbiamo comprarne una nuova, non possiamo andare avanti così! {{NDR|Apre la porta e va a svegliare Marco e Silvietta}} Marco, Silvietta, non è suonata la sveglia, è tardi! {{NDR|Va ad aprire la tapparella}} Di chi è il compleanno oggi? Vediamo se il mio maschietto ha mantenuto la promessa... {{NDR|Tocca il lenzuolo sul materasso}} oh lo sapevo! Dovresti vergognarti! Oggi compi otto anni e ancora fai la pipì a letto! {{NDR|A Silvietta}} Vieni tesoro... Quando ti decidi a diventare grande?<br/>'''Marco da piccolo''': Ma non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Tanti [[Auguri di compleanno dai film|auguri]] piscione. ==Frasi== *Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! ('''Marco da piccolo''') *Quanti anni ho? ('''Marco''') {{NDR|dopo essere diventato adulto}} *Chissà se ci sono degli altri bambini che diventano grandi così di colpo. Quello lì avrà cinque anni. Forse tutti i bambini che sono sfortunati da piccoli diventano grandi prima degli altri. Eppure non è mica tanto difficile: io ho detto «Voglio diventare grande» e son diventato grande: non ho dovuto dire nessuna formula magica. Forse sono io che sono magico, e se dico che voglio diventare un elefante, divento un elefante. ('''Marco''') *{{NDR|[[Lettere dai film|Lettera; Inizia scrivendo "Cara mamma"]]}} Voi siete stati cattivi con me, e io sono scappato. Però sto bene, ma non posso tornare a casa, e non vi posso spiegare. Non piangere, mamma.<br>Ah, è inutile che fai vedere in giro le mie fotografie. Ciao. ('''Marco''') ==Dialoghi== *'''Claudio''': Senti tu, mi ha detto la maestra che non fai più il dettato in classe, mi spiegheresti il perché? E poi un'altra cosa: guai a te se Silvia mi dice che alzi la voce con lei. Hai capito?<br/>'''Marco da piccolo''': Non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Sì che è colpa tua.<br/>'''Claudio''': Di chi è la colpa, allora?<br/>'''Marco da piccolo''': Papà, tu con me la alzi sempre.<br/>'''Claudio''': Io sono tuo padre, sono grande e alzo la voce quanto mi pare! Hai capito? Tu sei un bambino di otto anni, stà al tuo posto! *'''Marco''' {{NDR|uscendo dalla finestra di casa}}: Ciao Peppino.<br/>'''Peppino''': Chi sei?<br/>'''Marco''': Non mi riconosci?<br/>'''Peppino''': Tu sei un ladro.<br/>'''Marco''': Sono Marco, li vedi i vestiti?<br/>'''Peppino''': No, tu sei un ladro. Mamma!<br/>'''Marco''': Sono Marco da grande. *'''Claudio''': Una volta dicevi: «Ti amo per quello che sei, non per quello che hai!»<br/>'''Anna''': I valori cambiano, e anche le necessità! *'''Luca''': Scusi, ci ridà il pallone? <br/> '''Marco''': Non si può giocare a pallone qui! <br/> '''Luca''': Ma come? Ci abbiamo giocato sempre! <br/> '''Marco''': Da oggi non si gioca più, lo decido io che sono un [[Vigile urbano|vigile]]! <br/> '''Luca''': Senti un po', tu saresti un vigile? Non sei vestito da vigile! <br/> '''Marco''': Sono vestito così perché sono il capo di tutti i vigili e conosco anche i vostri nomi! <br/> '''Luca''': Bugiardo! <br/> '''Gli amici di Marco''': Sì, sei un bugiardo! <br/> '''Marco''' {{NDR|Indicandoli uno alla volta}}: Lui si chiama Franco, tu Luciano, tu Achille, tu Stefano, e tu Luca che sei un gran somarone e una spia, e sei andato a dire che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Ma è la verità! <br/> '''Marco''': Non è vero! <br/> '''Luca''': Sì che è la verità! <br/> '''Marco''': Allora verrai accompagnato dai tuoi genitori... lì alle prigioni, e ti metto in prigione! <br/> '''Luca''': No per favore, in prigione no! <br/> '''Marco''': Allora devi giurare di non dire più che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Lo giuro! <br/> '''Marco''': Giuratelo anche voi! <br/> '''Gli amici di Marco''': Lo giuriamo. *'''Marco''': E siccome mio papà lavorava in banca, io credevo che poteva prendere tutti i soldi che voleva... voleva no!<br/> '''Francesca''': Certo che ti ricordi della tua infanzia come se fosse successo ieri!<br/>'''Marco''': Eh! *'''Francesca''': Sei pronto per il dolce? L'ho fatto con le mie mani, è una mia specialità. <br /> '''Marco''': Ah ecco, mi ricordo che anche mia mamma mi faceva la zuppa inglese. Che a me se c'è una cosa che mi fa schifo al mondo... {{NDR|Vedendo la zuppa inglese}} però adesso mi piace. Molto. Poco però. *'''Francesca''': Allora, per il telefono non c'è problema, ho messo il contatore, basta segnare gli scatti. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': E luce, gas, riscaldamento facciamo a metà. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': Ne vuoi ancora un po'?<br/>'''Marco''': No...<br/>'''Francesca''': Eh, l'unico vero problema adesso sono i soldi.<br/>'''Marco''': Eh!<br/>'''Francesca''': Dobbiamo trovarti un lavoro. Che lavoro vuoi fare?<br/>'''Marco''': Ah... l'agente segreto... hmmm... progettatore... astronauta... hmmm... mi piace il Lego... mi piace fare il Lego. *'''Autista''': Aiuto! Ma non lo vedi che è rosso?! Deficiente! <br /> '''Marco''': Ho otto anni! Ho otto anni!!! *'''Tenente''': Stai calmo, sappiamo chi sei. Non peggiorare la tua situazione. <br/>'''Marco''': Non è vero! Sono mascherato! ==[[Explicit]]== {{Explicit film}} '''Marco da piccolo''' {{NDR|Scrivendo sul quaderno}}: Francesca, certe volte succedono delle cose che non puoi capire, ma ci devi credere e basta: fai uno sforzo, chiudi gli occhi e dì «Ci credo». Per un bambino è facile, per te che sei grande, invece, deve essere molto difficile, ma se ci provi davvero ci riuscirai. [...] Prima ero piccolo e volevo diventare grande, poi ero grande e volevo diventare piccolo. Ora sono tornato piccolo, ma ti voglio ancora tanto tanto bene, e ti chiedo: accettami come sono, perché solo così potremo stare insieme per sempre.<br />{{NDR|Marco sorride a Francesca ed esce dall'aula, volta lo sguardo dentro di essa e si incammina; Francesca legge ciò che ha scritto Marco e dall'aula fuoriesce un forte bagliore; ne esce Francesca, tornata bambina}}<br />'''Francesca da piccola''': Marco, aspettami! <br /> '''Marco da piccolo''': Francesca! {{NDR|I due si abbracciano e vanno verso l'uscita della scuola}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia fantastica]] r96qxkbog2g66luu4eaajz9oipi71kj 1351425 1351424 2024-11-11T23:43:48Z ~2024-10997 100342 /* Frasi */ 1351425 wikitext text/x-wiki {{Film |genere= commedia |regista= [[Franco Amurri]] |soggetto= Franco Amurri, [[Stefano Sudriè]] |sceneggiatore= Franco Amurri, Stefano Sudriè |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Marco Marinelli *[[Joska Versari]]: Marco da piccolo *[[Giulia Boschi]]: Francesca (la maestra) *[[Alessandro Haber]]: Claudio (padre di Marco) *[[Ottavia Piccolo]]: Anna (madre di Marco) *[[Gaia Piras]]: Silvietta *[[Alessandro Partexano]]: Tenente *[[Giampiero Bianchi]]: Nicola (zio di Marco) *[[Fiammetta Baralla]]: proprietaria negozio di giocattoli *[[Claudio Ciocca]]: giornalaio *[[Gisella Burinato]]: Lucia *[[Anna Maria Natalini]]: signora al telefono *[[Alessandra Costanzo]]: fioraia *[[Clelia Piscitello]]: bidella *[[Bruno Burbi]]: tecnico impronte digitali *[[Marco Vivio]]: Bambino rubabandiera *[[Ilary Blasi]]: bambina che gioca a [[nascondino]] *[[Christian Reali]]: Matteo *[[Luca Iacoangeli]]: bambino che spinge Marco grande sul trattorino *[[Antonio Amurri]]: proprietario della concessionaria (non accreditato) |note= }} '''''Da grande''''', film italiano del 1987, regia di Franco Amurri. ==[[Incipit]]== {{Incipit film}} '''Anna''' {{NDR|da fuori la stanza}}: Dobbiamo comprarne una nuova, non possiamo andare avanti così! {{NDR|Apre la porta e va a svegliare Marco e Silvietta}} Marco, Silvietta, non è suonata la sveglia, è tardi! {{NDR|Va ad aprire la tapparella}} Di chi è il compleanno oggi? Vediamo se il mio maschietto ha mantenuto la promessa... {{NDR|Tocca il lenzuolo sul materasso}} oh lo sapevo! Dovresti vergognarti! Oggi compi otto anni e ancora fai la pipì a letto! {{NDR|A Silvietta}} Vieni tesoro... Quando ti decidi a diventare grande?<br/>'''Marco da piccolo''': Ma non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Tanti [[Auguri di compleanno dai film|auguri]] piscione. ==Frasi== *Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! Voglio diventare grande! ('''Marco da piccolo''') *Quanti anni ho? ('''Marco''') {{NDR|dopo essere diventato adulto}} *Chissà se ci sono degli altri bambini che diventano grandi così di colpo. Quello lì avrà cinque anni. Forse tutti i bambini che sono sfortunati da piccoli diventano grandi prima degli altri. Eppure non è mica tanto difficile: io ho detto «Voglio diventare grande» e son diventato grande: non ho dovuto dire nessuna formula magica. Forse sono io che sono magico, e se dico che voglio diventare un elefante, divento un elefante. ('''Marco''') *{{NDR|[[Lettere dai film|Lettera]]; Inizia scrivendo "Cara mamma"}} Voi siete stati cattivi con me, e io sono scappato. Però sto bene, ma non posso tornare a casa, e non vi posso spiegare. Non piangere, mamma.<br>Ah, è inutile che fai vedere in giro le mie fotografie. Ciao. ('''Marco''') ==Dialoghi== *'''Claudio''': Senti tu, mi ha detto la maestra che non fai più il dettato in classe, mi spiegheresti il perché? E poi un'altra cosa: guai a te se Silvia mi dice che alzi la voce con lei. Hai capito?<br/>'''Marco da piccolo''': Non è colpa mia.<br/>'''Silvietta''': Sì che è colpa tua.<br/>'''Claudio''': Di chi è la colpa, allora?<br/>'''Marco da piccolo''': Papà, tu con me la alzi sempre.<br/>'''Claudio''': Io sono tuo padre, sono grande e alzo la voce quanto mi pare! Hai capito? Tu sei un bambino di otto anni, stà al tuo posto! *'''Marco''' {{NDR|uscendo dalla finestra di casa}}: Ciao Peppino.<br/>'''Peppino''': Chi sei?<br/>'''Marco''': Non mi riconosci?<br/>'''Peppino''': Tu sei un ladro.<br/>'''Marco''': Sono Marco, li vedi i vestiti?<br/>'''Peppino''': No, tu sei un ladro. Mamma!<br/>'''Marco''': Sono Marco da grande. *'''Claudio''': Una volta dicevi: «Ti amo per quello che sei, non per quello che hai!»<br/>'''Anna''': I valori cambiano, e anche le necessità! *'''Luca''': Scusi, ci ridà il pallone? <br/> '''Marco''': Non si può giocare a pallone qui! <br/> '''Luca''': Ma come? Ci abbiamo giocato sempre! <br/> '''Marco''': Da oggi non si gioca più, lo decido io che sono un [[Vigile urbano|vigile]]! <br/> '''Luca''': Senti un po', tu saresti un vigile? Non sei vestito da vigile! <br/> '''Marco''': Sono vestito così perché sono il capo di tutti i vigili e conosco anche i vostri nomi! <br/> '''Luca''': Bugiardo! <br/> '''Gli amici di Marco''': Sì, sei un bugiardo! <br/> '''Marco''' {{NDR|Indicandoli uno alla volta}}: Lui si chiama Franco, tu Luciano, tu Achille, tu Stefano, e tu Luca che sei un gran somarone e una spia, e sei andato a dire che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Ma è la verità! <br/> '''Marco''': Non è vero! <br/> '''Luca''': Sì che è la verità! <br/> '''Marco''': Allora verrai accompagnato dai tuoi genitori... lì alle prigioni, e ti metto in prigione! <br/> '''Luca''': No per favore, in prigione no! <br/> '''Marco''': Allora devi giurare di non dire più che Marco è un «piscialetto»! <br/> '''Luca''': Lo giuro! <br/> '''Marco''': Giuratelo anche voi! <br/> '''Gli amici di Marco''': Lo giuriamo. *'''Marco''': E siccome mio papà lavorava in banca, io credevo che poteva prendere tutti i soldi che voleva... voleva no!<br/> '''Francesca''': Certo che ti ricordi della tua infanzia come se fosse successo ieri!<br/>'''Marco''': Eh! *'''Francesca''': Sei pronto per il dolce? L'ho fatto con le mie mani, è una mia specialità. <br /> '''Marco''': Ah ecco, mi ricordo che anche mia mamma mi faceva la zuppa inglese. Che a me se c'è una cosa che mi fa schifo al mondo... {{NDR|Vedendo la zuppa inglese}} però adesso mi piace. Molto. Poco però. *'''Francesca''': Allora, per il telefono non c'è problema, ho messo il contatore, basta segnare gli scatti. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': E luce, gas, riscaldamento facciamo a metà. <br/>'''Marco''': Hm.<br/>'''Francesca''': Ne vuoi ancora un po'?<br/>'''Marco''': No...<br/>'''Francesca''': Eh, l'unico vero problema adesso sono i soldi.<br/>'''Marco''': Eh!<br/>'''Francesca''': Dobbiamo trovarti un lavoro. Che lavoro vuoi fare?<br/>'''Marco''': Ah... l'agente segreto... hmmm... progettatore... astronauta... hmmm... mi piace il Lego... mi piace fare il Lego. *'''Autista''': Aiuto! Ma non lo vedi che è rosso?! Deficiente! <br /> '''Marco''': Ho otto anni! Ho otto anni!!! *'''Tenente''': Stai calmo, sappiamo chi sei. Non peggiorare la tua situazione. <br/>'''Marco''': Non è vero! Sono mascherato! ==[[Explicit]]== {{Explicit film}} '''Marco da piccolo''' {{NDR|Scrivendo sul quaderno}}: Francesca, certe volte succedono delle cose che non puoi capire, ma ci devi credere e basta: fai uno sforzo, chiudi gli occhi e dì «Ci credo». Per un bambino è facile, per te che sei grande, invece, deve essere molto difficile, ma se ci provi davvero ci riuscirai. [...] Prima ero piccolo e volevo diventare grande, poi ero grande e volevo diventare piccolo. Ora sono tornato piccolo, ma ti voglio ancora tanto tanto bene, e ti chiedo: accettami come sono, perché solo così potremo stare insieme per sempre.<br />{{NDR|Marco sorride a Francesca ed esce dall'aula, volta lo sguardo dentro di essa e si incammina; Francesca legge ciò che ha scritto Marco e dall'aula fuoriesce un forte bagliore; ne esce Francesca, tornata bambina}}<br />'''Francesca da piccola''': Marco, aspettami! <br /> '''Marco da piccolo''': Francesca! {{NDR|I due si abbracciano e vanno verso l'uscita della scuola}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia fantastica]] e33e96326249cn54kpm4nou4hwxy3w2 Ignazio Fresu 0 78866 1351476 1005996 2024-11-12T04:57:33Z AssassinsCreed 17001 proposta per cancellazione 1351476 wikitext text/x-wiki {{da cancellare}} [[File:Ignazio-Fresu.jpg|thumb|Ignazio Fresu]] '''Ignazio Fresu''' (1957 – vivente), scultore contemporaneo italiano. ==Citazioni di Ignazio Fresu== *Ricerco una dimensione differente da quella comune e la sua mutabilità per cogliere il senso di una bellezza non convenzionale.<ref>Citato in [[Sara Paradisi]], ''Il gioco delle apparenze fatto arte''.</ref> {{Int|[//www.adgblog.it/2012/06/26/intervista-ad-ignazio-fresu-quel-che-resta-durante-il-sabato-del-villaggio/ Intervista ad Ignazio Fresu: "Quel che resta" durante "Il sabato del villaggio"]|Silvia Mordini, ''adgblog.it'', 26 giugno 2012}} <!--citazioni nello stesso ordine col quale sono state dette--> *Le idee nascono e progrediscono lentamente, quasi da sole, senza che neanche me ne accorga. Ma sono come un fuoco sotto la cenere che poi divampa all'improvviso con l'urgenza di svilupparle e realizzarle. Ne sono soggiogato, tanto che potrebbero sembrare nate lì per lì. *Ho sempre avuto una particolare venerazione nei confronti delle [[biblioteca|biblioteche]], di tutte le biblioteche che definirei "religiosa". Le ho sempre considerate le vere cattedrali dell'umanità. *Bisogna, però, avere la fermezza di perseverare, essere fortemente motivati e credere nel proprio lavoro. Quando collabori con le istituzioni, la tua volontà è duramente messa alla prova. Ogni piccolo particolare è vagliato e discusso. Solo la tenacia fa sì che gli impedimenti siano rimossi e si superino gli ostacoli che via via si frappongono alla realizzazione del tuo progetto. *I cumuli non sono un muro, una trincea, non una linea di separazione ma di unione, una linea di espansione che partendo dalla biblioteca si allarga nell'ambiente circostante inglobando lo spazio esterno in una spirale aurea che prosegue all'infinito. *[[Leopardi]] ci mette in guardia nei confronti delle nostre illusorie aspettative e della nostra incapacità di godere del presente nel momento stesso in cui questo viene vissuto, tralasciando però la grande ricchezza della nostra memoria, dei ricordi che sono una parte importante della nostra vita. Lo è la stessa poesia, lo sono le "cose" che formano entrambe le installazioni. Lo sono i libri nella biblioteca Lazzerini, lo sono i giochi a Cerreto Laziale, il "villaggio" della poesia leopardiana. Il luogo che immaginavo dai versi, la stessa gente, la stessa storia. {{Int|[https://www.informazione.it/c/8AE21A30-1141-4EBE-9F8F-4E2F7E316CD3/Intervista-all-artista-Ignazio-Fresu Intervista all'artista Ignazio Fresu]| ''informazione.it''; ripreso da ''ANTS Arte e artisti per la nonviolenza'', 1 giugno 2008}} <!--citazioni nello stesso ordine col quale sono state dette--> *Le opere che realizzo e che ho realizzato sono nate e nascono da un'esigenza indipendente, una necessità autonoma che nulla ha a che vedere con la "volontà" dell'essere artisti. In questo senso non sono stato io a scegliere l'arte ma ho sempre vissuto questo rapporto con naturalezza. […] Questa esigenza nasce più che da uno stato d'animo, da una riflessione interiore che trova nella rappresentazione estetica la sua espressione. *[L]'utilizzo di materiali quali imballi di cartone e polistirolo non nasce dall'esigenza di realizzare opere legate al [[Riciclaggio dei rifiuti|riciclaggio]] fine a se stesso, così come generalmente viene attribuito a questa tipologia di lavori, ma il recupero di questi, sono un mezzo con cui appropriarsi di materiali "disponibili", privi di costi e dalla forte pregnanza simbolica. Recuperare non significa riciclare, nell'idea di riciclaggio come fine, vedo una qualche forma di giustificazione, inclusa "l'assoluzione", nei confronti di questa nostra società basata sul consumismo. *Il mondo che vorrei? Un mondo che non persegue la crescita del [[PIL]] come fine unico che determina una condizione di generale malvivere, lanciati, come siamo, in una folle corsa verso lo sfacelo globale. Una vera e propria guerra tra nazioni che assume aspetti differenti dalle guerre tradizionali ma che ha conseguenze ben più catastrofiche e di più lunga durata. Una guerra che non potrà infine evitare di giungere a calpestare tutto e tutti, esaurire ed inquinare ogni risorsa, violare ogni diritto e dimenticare ogni dovere […]. A causa del PIL siamo tutti indistintamente vittime e carnefici di un massacro, di uno sterminio globale. *Il senso della mia ricerca artistica s'incentra principalmente nel riconoscimento dell'intrinseca bellezza di ciò che è effimero, che non è più al vertice del suo apparire. *Esiste una [[bellezza]] che si manifesta sia negli equilibri precari sia nell'apparenza delle cose. Essa disvela la perennità del tutto. È una bellezza pura, non nichilistica, è l'anima di tutte le cose al di là del loro apparire. *L'[[apparire]], nel pensiero Occidentale, attraverso la fede nel divenire, è nascondimento del volto autentico dell'essente, fede che nasce dall'indiscussa convinzione che il divenire sia un uscire dal nulla e un ritornarvi. *Gli oggetti che trasformo nascono da un'idea a cui poi cerco di adeguare, inventandola di volta in volta, la tecnica più appropriata in grado di conformarsi all'idea. *[L]a bellezza [è] ciò che permane come sostrato del divenire, non solo come manifestazione di ciò che è mutato, ma nell'agire stesso del mutare. *Pur incapaci di riconoscere un principio e una fine per ogni cosa, noi tutti, insieme all'universo intero, apparteniamo a questo moto dove ogni cosa si mostra soggetta al tempo e alla trasformazione, così che il [[Divenire]] s'impone come la sostanza stessa dell'Essere che a sua volta ci appare come il rinnovarsi di un ente che prima mancava di una caratteristica e in seguito l'acquista diventando forma. Così anche quello che sembra statico alla percezione sensoriale lo identifichiamo dinamico e in continuo cambiamento. In questo è possibile trovare una chiave di decodifica dell'uomo, il significato autentico della sua essenza: il divenire come identità del diverso, in altre parole elemento che unifica il molteplice. Il divenire somma di opposti che convivono nelle cose e continuano ad esistere anche una volta che non sono più percepibili. *L'intrinseca bellezza oggetto della mia ricerca, dunque, consiste in una nuova consapevolezza che le cose che non vediamo più, non sono improvvisamente entrate nel nulla ma sono semplicemente scomparse dall'orizzonte degli eventi. Continuano ad esistere in una dimensione che non è quella apparente ed è pertanto proprio in questo divenire che risiede l'eternità di tutto. ==Citazioni su Ignazio Fresu== ===[[Sara Paradisi]]=== *Ignazio Fresu è un artista dall'attività espositiva molto intensa sia in Italia che all'estero. Si occupa di arte a 360 gradi, dedicandosi alla scultura, alla pittura e alle installazioni. *Le sue opere sono basate sul contrasto tra realtà ed apparenza, sull'inganno generato dallo sguardo frettoloso. Ogni cosa è esattamente l'opposto di ciò che appare e nessuno sembra accorgersene. Il metallo non è metallo, ma spesso cartone o polistirolo travestito da metallo. L'usura e l'ossidazione dei materiali sono soltanto un abile gioco di interventi manuali. La leggerezza è travestita da pesantezza. Gli equilibri precari sono calibrate composizioni statiche. L'acqua viene riprodotta attraverso materiali tecnologici come il plexiglas e il vetro. *Giocare con i materiali e con il concetto di apparenza è uno dei modi di Ignazio Fresu per collegarsi alle tematiche del divenire, della trasformazione dell'uomo e delle cose operata dallo scorrere del tempo così come al concetto della bellezza precaria ed effimera. Spesso l'artista si avvale anche di titoli evocativi, riferibili a frasi o aforismi tratti dall'universo letterario o filosofico. *Si è detto che Fresu è un artista a tutto tondo, capace di trattare con dovizia di tecnica e con grande ispirazione qualsiasi forma d'arte. *L'artista pratese, conosciuto per le sue installazioni di grande impatto visivo ed emotivo, tutte giocate sul contrasto tra apparenza e realtà, ha presentato nel 2007 al Giardino del The di Prato una serie di lavori in cui per la prima volta lascia in disparte la materia scultorea per rivolgersi invece a tela e pennelli. *Fresu non utilizza i comuni colori o le tecniche pittoriche più tradizionali, bensì procede da un'elaborazione digitale delle fotografie di alcune sue installazioni tridimensionali, per poi proseguire ad una stampa delle immagini con inchiostro a olio su tela ed infine ad un intervento pittorico su di essa con impasti acrilici a base di alluminio e ferro. L'utilizzo della materia metallica è uno degli elementi caratterizzanti del lavoro di Fresu, un modo per far sì che con il tempo le superfici da esso ricoperte si deteriorino ossidandosi, si trasformino arricchendosi. *Ignazio Fresu si diverte a giocare con la percezione dell'occhio umano, un occhio che spesso sembra fermarsi solo all'apparenza, al primo impatto, ma che invece deve imparare ad andare oltre, a scandagliare i significati più reconditi delle cose. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|w|commons=Category:Ignazio Fresu}} {{DEFAULTSORT:Fresu, Ignazio}} [[Categoria:Scultori italiani]] pls4d0616e3rhl239b83ugayit2ex35 Francesco Maria Zanotti 0 80320 1351323 1332988 2024-11-11T13:53:31Z Udiki 86035 /* Paradossi */ +1 1351323 wikitext text/x-wiki [[File:Francesco Maria Zanotti.jpg|miniatura|Francesco Maria Zanotti]] '''Francesco Maria Zanotti''' (1692 – 1777), scrittore e filosofo italiano. ==Citazioni di Francesco Maria Zanotti== *[...] io credo, che questa [[analogia]] [...] sia un luogo pericolosissimo, da cui si traggono argomenti talvolta di qualche peso, spessissimo di niuno. Perciocché ella è posta non in altro, che in una certa similitudine, che alcuni voglion supporre, che sia in tutte le cose tanto grande, quanto mai esser può. E così conosciutone due, che sieno simili alcun poco, facilmente si inducono a credere, che debbano esser simili in tutto; e tutte le proprietà, che trovano in una, non hanno difficoltà di attribuirle anche all'altra. [...] Io dico dunque, che argomentando dall'analogia, si argomenta assai bene e con qualche probabilità, se conoscendo noi, due cose esser simili in moltissime proprietà, così che pajano d'un'istessa spezie, concludiamo, dovere esser simili anche in una proprietà, che sappiamo convenire all'una, et è quistione, se convenga anche all'altra; e così da molte proprietà argomentiamo di una. L'argomento però farebbe assai debole, se da una volessimo argomentar di molte.<ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=yKU_AAAAcAAJ&pg=PA0 Della forza de' corpi che chiamano viva]'', libro II, Eredi di Constantino Pisarri e Giacomo Filippo Primodì, Bologna, 1752, pp. 162-163.</ref> *Io temo che in alcuni paesi la filosofia del [[John Locke|Locke]] abbia una cattivissima reputazione, e si riguardi come contraria alla religione, e il dirsi uno lockista sia come dirsi ateo.<ref>Da una lettera a [[Francesco Algarotti]], 2 febbraio 1745; citato in [[Eugenio Garin]], ''Storia della filosofia italiana'', terza ed., Edizione CDE su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano, 1989, vol. 3, p. 7.</ref> *[...] qualor pigliasi a definire una cosa determinata già da un certo nome, o di qualunque altro modo stabilita, bisogna prima proporsi all'animo quella tal cosa, e scorrendola col pensiero raccogliere tutte le proprietà, che possono di lei sapersi. Che se, ciò fatto, vorrà alcuno, affine di dichiarar la cosa, numerare ad una ad una, ed esporre tutte le dette proprietà, non si dirà per questo, che egli l'abbia definita; dirassi più presto, che egli l'ha descritta. Ma se egli fra tutte quelle proprietà sceglierà le più principali, e le prime, cioè quelle, da cui nascono, e derivan le altre, e queste prime sole esporrà; allor dirassi, che egli abbia veramente definita la cosa, che definir volea. Onde si vede, che la [[definizione]] non dee comprendere tutte le proprietà della cosa definita, ma solamente le prime; e poiché dalle prime nascon le altre, però manifestandosi le prime nella definizione, da queste poi si raccolgon le altre per via di argomentazione; e così dalla definizione si traggono tutte le proprietà, che necessariamente alla cosa definita convengono; il che è modo bellissimo d'argomentare.<ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=vZ8Usud0DnMC&pg=PA0 Dell'arte poetica]'', ''Ragionamento primo'', Lelio dalla Volpe, Bologna, 1768, pp. 12-13.</ref> ==''Paradossi''== *Un [[metodo]] può condurre a conseguenze sempre vere, quantunque esso sia forse derivato da un principio falso.<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 432.</ref> (VI) *Chi scrive in una lingua abbondante, è come un uomo che ha molti habiti, altri per usi domestici, altri per prodursi in pubblico, altri per le feste solenni.<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 271.</ref> (XI) *Una [[parola]] o forma di dire non è buona perché è nel Vocabulario, ma è nel Vocabulario perché era buona anche prima di esservi.<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 434.</ref> (XIX) *Il pregio di una [[Legge fisica|legge {{NDR|fisica}}]] si è l'essere costante, e invariabile negli effetti, in cui si osserva; ed oltre a ciò l'essere ben dedotta, e tanto meglio è dedotta, quanto più sono gli effetti, in cui per esperienza trovasi osservata, e meno quelli, a quali vuole per analogia la legge estendersi, benché non ancora osservata.<ref>In Francesco Maria Zanotti, ''Opere '', tomo V, Stamperia di s. Tommaso d'Aquino, Bologna, 1790, p. [https://books.google.it/books?id=gP0rAAAAMAAJ&pg=PA303 303].</ref> (XXXII) ==Citazioni su Francesco Maria Zanotti== *Francesco Maria Zanotti parve un'ingegno fatto a tutte le Scienze. Perciò non è da maravigliarsi, che ottennesse lode di eloquenza. Scrisse elegantissimamente sì in prosa, come in verso, (ciò che forse di niuno si legge) tanto nella latina lingua, quanto nella volgare. ([[Giovanni Fantuzzi (storico)|Giovanni Fantuzzi]]) *Il buon gusto del Zanotti in ogni genere di Scienza, l'amena, e dotta sua conversazione, l'interesse per il ristoramento della sana Filosofia, e delle belle Lettere, la cura per l'Accademia nostra dell'Instituto, dove un mese prima del suo morire recitò nella sera a lui destinata la dissertazione, e rispose alle interrogazioni di alcuni Accademici, sicché parve a tutti, come pareva a lui stesso, tornato negli anni della sua virilità, tutto ci ricorda quanto abbiamo perduto. ([[Giovanni Fantuzzi (storico)|Giovanni Fantuzzi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Thomas Benfield Harbottle & Philip Hugh Dalbiac, ''Harbottle – Dictionary of quotations French and Italian'', S. Sonnenschein Editore, Londra, 1904. ([[:fr:s:Livre:Harbottle_-_Dictionary_of_quotations_French_and_Italian,_1904.djvu|Disponibile su Wikisource]]) (<span class="plainlinks">[http://fr.wikisource.org/w/index.php?title=Sp%C3%A9cial%3ARecherche&profile=advanced&search={{PAGENAMEE}}&fulltext=Search&ns104=1&profile=advanced L'autore nell'indice del libro]</span>) *Francesco Maria Zanotti, ''[https://books.google.it/books?id=gP0rAAAAMAAJ&pg=PA272-IA1 Paradossi]'', in ''Opere'', vol. V, stamperia di San Tommaso d'Aquino, Bologna, 1790. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Zanotti, Francesco Maria}} [[Categoria:Filosofi italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] bd374fn5vtgr47u1zouklgy5x396l2w Il Morandini 0 86658 1351508 1351241 2024-11-12T08:40:18Z Spinoziano 2297 /* S */ 1351508 wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur tra alti e bassi, invenzioni e stereotipi, rimane uno dei più aguzzi, impietosi (ma anche spiritosi) film di Hollywood su Hollywood. Nel disegno del suo personaggio d'alcolista [[Lowell Sherman|L. Sherman]] tenne d'occhio suo cognato [[John Barrymore]] e la [[Constance Bennett|Bennett]] è assai brava. (''[[A che prezzo Hollywood?]]''; 2000, p. 15) *Visibile come documento d'epoca, per il garbo recitativo dell'intero cast, per la finezza della regia. (''[[Addio giovinezza! (film 1940)|Addio, giovinezza!]]''; 2000, p. 18) *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *Scritto da Lamar Trotti e splendidamente fotografato da A. Miller, è uno dei più famosi western sociali con un preciso discorso sul linciaggio. Un po' sopravvalutato, comunque: molto parlato, non poco didattico e moralistico. (''[[Alba fatale]]''; 2000, p. 31) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Unica regia dello stimato sceneggiatore [[Daniel Taradash|Taradash]], è il 1° film esplicitamente antimaccartista di Hollywood. Nobile tesi, pesantezza didattica, macchinoso e troppo simbolico. Un'ottima [[Bette Davis|Davis]] non basta. (''[[Al centro dell'uragano (film 1956)|Al centro dell'uragano]]''; 2010, p. 37) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *Il clima del secondo Ottocento è reso con gusto e precisione, il livello professionistico generale è ammirevole. (''[[Altri tempi - Zibaldone n. 1|Altri tempi]]''; 2000, p. 48) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *La cornice soffoca il quadro, c'è lo spettacolo, non il sentimento della passione e del desiderio, l'erotismo è verniciato, ma la rievocazione di un'atmosfera è suggestiva, i 2 protagonisti sono ben scelti, le musiche del libanese [[Gabriel Yared]] funzionano. (''[[L'amante (film 1992)|L'amante]]''; 2000, p. 49) *È un potente dramma la cui sceneggiatura ([[Philip Yordan]]) servì di base al western ''[[La lancia che uccide|La lancia spezzata]]'' (1954). [[Edward G. Robinson|Robinson]] è un grande patriarca, ma è ammirevole anche [[Luther Adler]]. (''[[Amaro destino]]''; 2000, p. 55) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *Accurata l'ambientazione di un realismo morbidamente femminile: problemi di psicologia risolti, sia pure attraverso una vicenda un po' convenzionale, con notazioni umane e un'interpretazione degna di rilievo. (''[[L'amica (film 1943)|L'amica]]''; 2000, p. 60) *Sullo sfondo di una Firenze granducale, [[Mario Mattoli|Mattòli]] al suo 2° film ha inserito un [[Primavera dei popoli|1848]] patriottico e romantico, ma antieroico. Le situazioni sono molto teatrali ma risolte con leggerezza di mano. [[Vittorio De Sica|De Sica]] è godibile e la trovata del film è la dolce [[Milly (cantante)|Milly]]. (''[[Amo te sola]]''; 2010, p. 75) *È inevitabile citare [[Edmondo De Amicis|De Amicis]], l'Edmondo de' Languori, e il suo ''Dagli Appennini alle Ande'' che straziò due o tre generazioni. Quando [[Glauco Pellegrini|Pellegrini]] può appoggiarsi al paesaggio e all'ambiente, affiorano le sue qualità liriche e descrittive di buon documentarista. Quando fa agire i personaggi non c'è scampo: o melodramma o bozzettismo. (''[[L'uomo dai calzoni corti|L'amore più bello - L'uomo dai calzoni corti]]''; 2000, p. 72) *Con ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'', ''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]'' e ''[[Ninotchka]]'' forma un piccolo trattato di economia politica (G. Fink) e un'illustrazione della logica del capitale. È, forse, il più bello dei quattro, certamente il più impalpabile, astratto, misterioso, reticente. La scena del pranzo è un compendio del ''[[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] touch''. (''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]''; 2000, p. 81) *Capolavoro del primo cinema tedesco sonoro, trasformò in star una poco nota cantante e attrice (che aveva già partecipato a 17 film dal 1923), arricchì l'immaginario collettivo di un nuovo mito di donna fatale, non lontano dalla Lulu di [[Frank Wedekind|Wedekind]], segnò l'inizio del sodalizio [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]], durato altri 7 film a Hollywood. Il turgido istrionismo masochistico di [[Emil Jannings|Jannings]] s'oppone alla pura "apparenza" quasi grafica della Dietrich. (''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]''; 2000, p. 81) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Drammone a lieta fine al servizio di [[Bette Davis|B. Davis]] in versione doppia. Tratto da un romanzo di Karel J. Benes, è un ''mélo'' di bassa lega migliorato dall'esperta regia. (''[[L'anima e il volto]]''; 2000, p. 84) *Umorismo ben mescolato alla tenerezza in un clima di sterilizzata audacia erotica. Bella coppia. C'è uno spogliarello "teologico". (''[[L'anima e la carne]]''; 2000, p. 84) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Girato nei giorni bui dell'occupazione tedesca, è una novelletta piacevole, ma anemica, esitante tra il gusto francese e quello più acqua e sapone all'italiana. (''[[Apparizione (film)|Apparizione]]''; 2000, p. 93) *Uscito dal Centro Sperimentale di Cinematografia, [[Gianluigi Calderone|Calderone]] debutta con un film che non manca di eleganza nella sua pruriginosa volontà di far scandalo né di velleità nel descrivere le mediocri nevrosi della media borghesia italiana. Com'è giusto, diventerà uno specialista di porno soft. (''[[Appassionata (film 1974)|Appassionata]]''; 2000, p. 93) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) [[File:The Quatermass Xperiment (1955) trailer - Brian Donlevy & Margia Dean.png|thumb|Il [[Bernard Quatermass|dott. Quatermass]] interpretato da Brian Donlevy ne ''[[L'astronave atomica del dottor Quatermass]]'']] *1° dei 3 film prodotti dalla Hammer a basso costo (ma con una dose di intelligenza), ispirati a un popolare serial TV (1953) della BBC. [...] Fantascienza a misura d'uomo. (''[[L'astronave atomica del dottor Quatermass]]''; 2000, p. 127) *È il 3° e il migliore del ciclo del [[Bernard Quatermass|dottor Quatermass]]. (''[[L'astronave degli esseri perduti]]''; 2000, p. 127) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) *[...] è un buon film nero con un tema sociale in filigrana che ha al centro la psicologia tormentata del traditore ([[Van Heflin]]) e prepara con ritmo serrato il suo gesto finale d'espiazione. Ma il film conta soprattutto per l'atmosfera di disperata tensione che, con l'apporto del bianconero di [[Robert Surtees]], il regista sa creare. (''[[Atto di violenza]]''; 2000, p. 118) *Superficiale e stentata commedia rivistaiola. (''[[Auguri e figli maschi!]]''; 2000, p. 118) *È una specie di romantico omaggio al "fattorino" dell'autobus con un [[Aldo Fabrizi|Fabrizi]] divertente, genuino, convincente. (''[[Avanti c'è posto...]]''; 2000, p. 120) ====B==== *Uno dei migliori film gangster del dopoguerra, scritto da [[Ben Hecht|B. Hecht]] e C. Lederer, filmato in esterni veri a New York. Memorabile esordio di [[Richard Widmark|R. Widmark]] nella parte del sadico che fa ruzzolare per le scale una vecchia paralitica. (''[[Il bacio della morte (film 1947)|Il bacio della morte]]''; 2000, p. 132) *Citato da celebri scrittori ([[Manuel Puig]]), fonte di ispirazione per nuovi registi, giocato sagacemente sull'ambiguità, a mezza strada tra l'horror e il thriller, con una dimensione fantastica suggerita più che rappresentata, è una chicca per i fans del cinema fantastico, un classico del cinema americano di serie B, un prototipo più volte imitato. (''[[Il bacio della pantera (film 1942)|Il bacio della pantera]]''; 2000, p. 132) *Reduce dal successo di ''[[La sepolta viva (film 1949)|La sepolta viva]]'' [...], [[Guido Brignone|Brignone]] azzeccò anche questo film [...]. (''[[Il bacio di una morta (film 1949)|Il bacio di una morta]]''; 2000, pp. 133) *Come giallo, è un film d'andazzo normale, ma ha almeno un merito: una certa cura nella descrizione dell'ambiente cinematografico. (''[[Bacio mortale (film 1932)|Bacio mortale]]''; 2000, pp. 133) *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Un "nero" di prima classe, di taglio semidocumentaristico. Suspense, atmosfera, azione, e una suggestiva descrizione dell'ambiente portuale nello stupendo bianconero di Joe McDonald. (''[[Bandiera gialla (film 1950)|Bandiera gialla]]''; 2000, p. 142) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''; 2010, p. 170) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *Equivoci a non finire, ma lieta fine. Commedia modesta e anemica che si regge sulla simpatia di [[Aldo Fabrizi|Fabrizi]]. (''[[Benvenuto reverendo!]]''; 2000, p. 160) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *1° film sonoro di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] che sperimenta genialmente suoni e rumori, ma non il parlato. Notevoli: la sequenza d'apertura di taglio semidocumentaristico; il delitto; il motivo del coltello; il British Museum. Opera di incipiente maturità, thriller carico di libidine. (''[[Ricatto (film 1929)|Blackmail]]''; 2000, p. 169) *È un rozzo film fondato sulla paura del buio, cioè dell'invisibile. Senza spargimento di sangue, senza un effetto speciale, fa paura a molti, specialmente agli adolescenti in grado di identificarsi con i tre personaggi. È un non-film di radicale inettitudine [...]. (''[[The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair|The Blair Witch Project]]''; 2010, p. 189) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) *Nella stesura del raccontino originale, svelto e spiritoso, si sente la mano di [[Marcello Marchesi]] con la coppia [[Age & Scarpelli]]. [[Ugo Tognazzi|Tognazzi]] per la 1ª volta in un ruolo importante. La [[Silvana Pampanini|Pampanini]] tenta di non essere solo bella. (''[[Una bruna indiavolata!]]''; 2000, p. 185) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Melodramma a lieto fine, dalle scenografie cariche di significati simbolici che sottolineano le psicologie dei personaggi. (''[[Calafuria (film)|Calafuria]]''; 2000, pp. 198-199) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Da un romanzo di [[Daphne du Maurier|Daphne Du Maurier]] una storia fosca, venata di acido umorismo. Con una coppia del calibro [[Bette Davis|Davis]]-[[Alec Guinness|Guinness]], comprimari, operatore, scenografo e [[Gore Vidal]] alla sceneggiatura, troppa intelligenza sprecata. (''[[Il capro espiatorio (film 1959)|Il capro espiatorio]]''; 2000, p. 214) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *I personaggi umani sono graficamente tra i più inventivi e spiritosi del cinema disneyano, dalla memorabile, rapace, eccessiva Crudelia ai due gaglioffi Gaspare e Orazio e a Rudy, eccentrico compositore. La lunga sequenza della fuga dei cuccioli sulla neve – che ha il ritmo e i passaggi obbligati di un film bellico di evasione – è il pezzo forte del film, ma vanno ricordati anche il tam tam canino e i momenti di satira televisiva. (''[[La carica dei cento e uno|La carica dei 101]]''; 2000, p. 217) *Da non perdere questa vetta del cinema [[John Ford|fordiano]]. Un esodo epico, eppure affettuoso, tenero, divertente. Senza eroi, ma con grande humour. Considerato a torto un film minore per i pochi mezzi a disposizione rispetto ad altri suoi western e per il carattere rapsodico del suo impianto narrativo. (''[[La carovana dei mormoni]]''; 2000, p. 221) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Nel filone della narrativa romantica che va da [[Jane Austen]] a [[Daphne du Maurier]] (''[[Daphne du Maurier#Rebecca|Rebecca]]'') l'esordiente [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]], responsabile anche della sceneggiatura, ha diretto un film d'atmosfera di apprezzabile omogeneità stilistica, appoggiato a un'affiatata squadra di attori. (''[[Il castello di Dragonwyck]]''; 2000, p. 232) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Uno dei vertici del cinema noir: fatalismo tragico, impotenza dell'individuo, rapporto avvelenato tra passato e presente, la figura della ''dark lady'' ([[Jane Greer|J. Greer]]). Scritto da Daniel Mainwaring, il labirintico intrigo è messo in immagini da [[Jacques Tourneur|J. Tourneur]] con stringata intensità. (''[[Le catene della colpa]]''; 2000, p. 232) *Difetti? Parecchi, compresi i troppi falsi finali e il triangolo amoroso Agar-Dru-Carey, ma sono i peccati minori di un film delizioso, amabile, ricco di annotazioni, fordiano a 18 carati che invecchia benissimo. L'asso nella manica è la fotografia a colori di Winton C. Hock, premiata con l'Oscar, che nello stile di Frederic Remington cattura le bellezze della Monument Valley. (''[[I cavalieri del Nord Ovest]]''; 2000, p. 236) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) [[File:La cena delle beffe (1942) Clara Calamai (2).png|thumb|[[Clara Calamai]] ne ''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]'']] *Versione scattante, veloce, rispettosa del famoso dramma (1909) di [[Sem Benelli]]. Oh, il niveo seno nudo e il corpo velato di [[Clara Calamai|C. Calamai]] che fecero fremere mezza Italia e indussero il Centro Cattolico a bollarlo come intreccio di libidine, brutalità e libertinaggio! C'è da ammirare anche l'insinuante, volpino Giannetto di [[Osvaldo Valenti|O. Valenti]]. (''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]''; 2000, p. 238) *Non è il migliore dei 5 film che [[Mario Camerini|M. Camerini]], al culmine della sua fama, diresse nel biennio 1939-40. La sceneggiatura è indirizzata sui binari della commedia un po' pazza il cui ritmo non s'addice al regista. Da gustare, comunque, come variazione sulla tematica dei "telefoni bianchi". (''[[Centomila dollari]]''; 2000, p. 240) *[...] è una sorta di antologia del western in negativo in cui si ricorre ai suoi più scalcinati stereotipi. 3 attori americani di scuole diverse e il più famoso dei 3 ([[Henry Fonda|Fonda]]) scelto contro la parte. Il set non è più l'Andalusia, ma la Monument Valley di [[John Ford]]. In un film ricco di trasgressioni, [[Sergio Leone|Leone]] dilata madornalmente i tempi drammaturgici, contravvenendo alla dinamica del genere. Sotto il segno del titanismo si tende al teatro d'opera e alla sua liturgia. Dall'epica del treno, della prima ferrovia transcontinentale, si passa alla trenodia, al canto funebre sulla morte del West e dello spirito della Frontiera. Come in [[Sam Peckinpah]]. (''[[C'era una volta il West]]''; 2000, p. 241) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Gioco al massacro tra una vittima che diviene carnefice e un carnefice che si trasforma in vittima, in bilico tra il melodramma e l'horror, è un capolavoro del grand-guignol cinematografico, detestato da molti che lo considerano una vetta del Kitsch violento. È difficile, però, non ammirare il linguaggio rigoroso e stilizzato di [[Robert Aldrich|R. Aldrich]], la sapiente sceneggiatura di [[Lukas Heller]] (da un romanzo di [[Henry Farrell]]), la straordinaria recitazione del trio principale, la dimensione gotica dell'atmosfera narrativa. (''[[Che fine ha fatto Baby Jane?]]''; 2000, p. 248) *Basato su una storia vera, questo thriller è un buon esempio di quel realismo semidocumentaristico che si diffuse a Hollywood nel primo dopoguerra. Oltre all'asciutta ed efficace regia di [[Henry Hathaway|H. Hathaway]], le sue carte vincenti sono la fotografia di Joe McDonald e l'interpretazione di [[James Stewart|J. Stewart]]. Notevole anche K. Orzazewski nella parte di Tillie. (''[[Chiamate Nord 777]]''; 2000, p. 250) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *Ancora in doppio ruolo, [[Bette Davis|B. Davis]] cerca di galvanizzare un dramma (già fatto nel 1946 con Dolores Del Rio) turgido, effettistico e inverosimile, ma, a modo suo, affascinante. (''[[Chi giace nella mia bara?]]''; 2000, p. 253) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Tolto quello scoppiettante di [[Walter Chiari|W. Chiari]], in chiave rivistaiola, gli episodi sono all'insegna di una comicità amara. Notevole quello di [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] che descrive un borgo agricolo campano senza spolveri idillici. (''[[Cinque poveri in automobile]]''; 2000, p. 263) *Ruvido melodramma, scritto dal futuro regista Robert Rossen, affidato soprattutto all'interpretazione di un'affiatata squadra di attori sotto contratto alla Warner Bros, casa specializzata in drammi sociali e gangsteristici. (''[[Le 5 schiave|Le cinque schiave]]''; 2000, p. 263) *Liberamente tratto da un romanzo di [[John Buchan]], questo film d'inseguimento all'insegna della leggerezza e dell'umorismo è, forse, l'opera più famosa dell'[[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] inglese, e uno dei preferiti dallo stesso regista. (''[[Il club dei 39|Il club dei trentanove]]''; 2000, p. 273) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''[[Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Risente dell'origine teatrale, ma gli attori tengono bene anche se messi in difficoltà da dialoghi retorici. (''[[I colpevoli]]''; 2000, p. 280) *Tratto da una famosa commedia (1900) di [[Giuseppe Giacosa]] (già filmata nel 1916) è uno dei meno originali, ma dei più compatti e armonici film di [[Mario Camerini|Camerini]]. Riscritto completamente nei dialoghi, è fedele allo spirito. (''[[Come le foglie (film 1934)|Come le foglie]]''; 2000, p. 286) *Tipico melodramma a sfondo sociale nella Hollywood degli anni '40 per il quale [[John Ford|J. Ford]] ebbe a disposizione dalla M-G-M grandi mezzi che gli permisero di ricostruire in studio il villaggio gallese. Grande successo al botteghino, aiutato da 4 premi Oscar [...]: raramente il regista s'era tanto spinto nel territorio turgido del sentimentalismo. Edificante e pomposo, ma impeccabile nel ritmo narrativo e a livello figurativo. (''[[Com'era verde la mia valle]]''; 2000, p. 286) *[...] è un insieme di tableaux senza vita, resi più brillanti, talvolta, da scenografie pittoresche o espressioniste. [[Bette Davis|B. Davis]] trabocca di manierismi. [[Errol Flynn|E. Flynn]] manca di tono e di colore. (''[[Il conte di Essex]]''; 2000, p. 301) *Nel suo genere – il melodramma passionale a forti tinte – è un capolavoro. Su una materia trita [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]] ha costruito una galleria di splendidi personaggi dell{{'}}''international set'' inseriti in una elaborata costruzione drammatica, costituita da 8 flashback, raccontati da 4 personaggi. (''[[La contessa scalza]]''; 2000, p. 302) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Costruito su due itinerari d'anima, affronta i temi della redenzione e della grazia con sobrio rigore. Una sommessa e dolorosa sinfonia in bianco. (''[[La conversa di Belfort]]''; 2000, p. 304) *Film spionistico di serie con tipici toni da guerra fredda. Ritmo alacre, una certa cura nell'ambientazione, attori efficaci. (''[[Corriere diplomatico (film)|Corriere diplomatico]]''; 2000, p. 309) *Un'orfana del Minnesota fugge in città quando lo zio vuole sposarla a un bruto. Ama, pecca, si vende, si degrada, risorge. 14° film M-G-M di [[Greta Garbo|G. Garbo]], suo 4° parlato e l'unico in coppia con [[Clark Gable|C. Gable]] (senza baffetti). Le prime scene tra i due, in una cornice idillica, sono piacevoli, ma il resto è melodramma di terz'ordine, illuminato soltanto dalla sua presenza. (''[[Cortigiana (film)|La cortigiana]]''; 2000, p. 312) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *Poliziesco ascetico che inclina al noir: più che le scene d'azione, all'inizio e alla fine, contano i personaggi e l'atmosfera. Un buon risultato nella carriera di un regista noto per le sue commedie. (''[[Criminale di turno]]''; 2000, p. 319) *[...] è uno dei migliori [[Don Siegel|Siegel]] degli anni '50 con 3 o 4 sequenze magistrali e un duetto straordinario [[Eli Wallach|Wallach]]-[[Robert Keith|Keith]]. Il cuore di questo film incompreso è nella loro caratterizzazione eccessiva e fiammeggiante. A una lettura di secondo grado i temi di fondo sono il parricidio e l'ossessione del tempo. (''[[Crimine silenzioso]]''; 2000, p. 319) *Data la censura dell'epoca, sarebbe stato difficile per chiunque trarre un film dal romanzo di [[Graham Greene]] ''Il potere e la gloria'' (1940), storia di un prete ubriacone che fa un figlio con una prostituta, ma per [[John Ford|J. Ford]], buon cattolico irlandese, era impossibile. Ne ricavò, infatti, non soltanto un film pio che attribuisce tutta l'onestà al prete e tutta la corruzione all'ufficiale, ma anche pesante, prolisso, artificioso, mal recitato persino da [[Henry Fonda|H. Fonda]] che si trascina ostentando una sonnolenta santimonia, affidato a una serie di quadri statici anche se magnifici nel loro esasperato simbolismo mistico (influenza di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Eisenstein]] e degli espressionisti tedeschi nella fotografia di [[Gabriel Figueroa|G. Figueroa]]). (''[[La croce di fuoco]]''; 2000, p. 321) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) [[Immagine:Cuore (film 1948) María Mercader.png|miniatura|[[María Mercader]] in ''[[Cuore (film 1948)|Cuore]]'']] *Coletti, cineasta in sintonia quasi perfetta con i valori patriottici deamicisiani, ha tratto un film lindo, di impettita nostalgia ''rétro'', accurato nella rievocazione d'epoca. L'ha aiutato un'abile sceneggiatura a più mani [...]. (''[[Cuore (film 1948)|Cuore]]''; 2000, pp. 325-326) ====D==== *Forse sopravvalutato dalla critica quando uscì, oggi risulta un po' datato. Rimane, comunque, un'opera rappresentativa della sensibilità del dopoguerra, dei traumi psicologici e delle disillusioni dei reduci. (''[[La dalia azzurra]]''; 2000, p. 331) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *[...] è sicuramente il più famoso, forse il migliore, ma non il più tipico, film di [[Mario Camerini|Camerini]] negli anni '30. Influenzato più dalla commedia hollywoodiana che da [[René Clair]] e arricchito da piccole trovate quasi surrealistiche di umore [[Cesare Zavattini|zavattiniano]] [...]. (''[[Darò un milione]]''; 2000, p. 336) *La sceneggiatura di [[Gherardo Gherardi|G. Gherardi]] e [[Gaspare Cataldo|G. Cataldo]] fa un po' acqua, ma il robusto mestiere di [[Carmine Gallone|Gallone]], re del cinema popolare dell'epoca, guida la storia sino all'attesa lieta fine. (''[[Avanti a lui tremava tutta Roma|Davanti a lui tremava tutta Roma]]''; 2010, p. 382) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Commedia romantica che – dall'inizio scintillante di brio sino all'ultima parte dove il motore perde più di un colpo anche per la necessità di arrivare alla lieta fine – è segnata dallo stile inconfondibile di [[Ernst Lubitsch|E. Lubitsch]] che ne fu produttore e supervisore. (''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'', 2000, p. 349) *Impossibile dare un giudizio di un film così martoriato che, distribuito nel luglio 1946, fu ritirato dalla circolazione e drasticamente ridotto dalla censura a 73 minuti. Così com'è, sembra solo una brutta copia di ''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]'' di [[Luchino Visconti|Visconti]]. (''[[Desiderio (film 1946)|Desiderio]]'', 2000, p. 350) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) *È un fantasy orrorifico che, con qualche effettaccio in meno e una maggior cura della storia e dei personaggi, poteva diventare memorabile. (''[[Dèmoni (film)|Dèmoni]]''); 2010, p. ) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivisitazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *1° film sull'Italia del post-terrorismo, è un po' schizofrenicamente diviso tra un inseguimento personale di sogni e ossessioni e il bisogno di fare i conti con la realtà sociale. Avvince e convince di più sul primo versante. Disarmonico, sregolato, ricco di immagini inquietanti, con due interpreti parzialmente attendibili. (''[[Diavolo in corpo]]''; 2000, p. 359) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Di altissima tenuta stilistica nella sua maestosità [...], di grande ricchezza psicologica e sapiente rievocazione storica, è una vetta nell'itinerario di [[Carl Theodor Dreyer|Dreyer]] e nella storia del cinema. Per il regista danese – al di là delle interpretazioni che se ne possono dare – la più terrificante sequenza musicale della liturgia cristiana diventa un inno alla vita e alla libertà contro il fanatismo, l'intolleranza, la cecità spirituale degli uomini. (''[[Dies irae (film)|Dies irae]]''; 2000, p. 363) *Uno dei più misconosciuti film americani di [[Fritz Lang|Lang]] che qui fa la spola tra [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] (la suspense psicologica) e [[Josef von Sternberg|Sternberg]] (la profusione barocca delle scenografie). L'uso della voce ''off'' per esprimere i pensieri dei personaggi, la musica ([[Miklós Rózsa|M. Rosza]]), le scene, la fotografia ([[Stanley Cortez|S. Cortez]]) contribuiscono a creare un'atmosfera affascinante. (''[[Dietro la porta chiusa]]''; 2000, p. 363) *Aperto alle influenze culturali più varie del suo tempo, [[Franco Brusati|Brusati]] si discosta volutamente dai canoni e dalle convenzioni del realismo il cui moralismo gli è indifferente ed estraneo. Sceglie i suoi personaggi alle due estremità della scala sociale dove è più facile cogliere i segni della disgregazione, scelta che gli permette una deformazione cara al suo gusto figurativo, ma che limita il significato di quel che racconta. (''[[Il disordine (film 1962)|Il disordine]]''; 2000, p. 369) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *[...] è una specie di versione economica di ''[[Viale del tramonto]]'' senza finale tragico. (''[[La diva]]''; 2000, p. 371) *Cinema di grande sartoria. Nonostante l'elegante confezione, è una stolida e tragicomica burattinata, sontuosamente arredata, che si prende terribilmente sul serio. [[Laura Antonelli|Antonelli]] inascoltabile. (''[[Divina creatura]]''; 2000, p. 372) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Giallo mediocre che ricalca noti schemi. La mano di [[Don Siegel|Siegel]] non è ancora riconoscibile, buona la fotografia. (''[[Dollari che scottano]]''; 2000, p. 376) *Con questo film dal taglio umoristico e sentimentale, [[Luciano Emmer|Emmer]] contribuisce a un'importante tappa del cinema italiano: il trasferimento dell'esperienza neorealistica nella commedia di costume. Rivisto oggi, piace di più, forse, come testimonianza d'epoca che per le sue qualità intrinseche: come commedia è sgranato, come film neorealista anemico. [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]] doppiato da [[Alberto Sordi]]: allora capitava anche di peggio. (''[[Domenica d'agosto]]''; 2000, p. 378) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Film nero con fiocchi e controfiocchi che riesce a coniugare l'espressionismo tedesco e l'ambiente americano. Gli evidenti difetti di sceneggiatura sono riscattati dalla regia. Splendida sequenza di jazz con [[Elisha Cook Jr.]] alla batteria. (''[[La donna fantasma (film)|La donna fantasma]]''; 2000, p. 387) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) [[File:Donne e briganti (film 1950) Amedeo Nazzari.png|miniatura|[[Amedeo Nazzari]] in ''[[Donne e briganti]]'']] *[[Mario Soldati|Soldati]], scrittore e cineasta dalle molteplici risorse, offre a [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] l'occasione di rimettere a lucido la sua sorridente baldanza nella parte del celeberrimo Fra' Diavolo. Stringato, elegante. (''[[Donne e briganti]]''; 2000, p. 391) *[...] è uno dei meno noti e dei meno validi film di [[Douglas Sirk|Sirk]], un noir che appartiene al filone del thriller coniugale. Apprezzabile, comunque, per la cura dell'ambientazione, il ritmo e la finezza della suspense psicologica. (''[[Donne e veleni]]''; 2000, p. 392) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Per il suo turgore melodrammatico è una sorta di anti-''[[Roma città aperta]]'' in cui uno dei due maggiori registi italiani degli anni '30 cerca di mescolare il pubblico e il privato, adeguandosi all'aria neorealistica che tira. (''[[Due lettere anonime]]''; 2000, p. 409) *È, forse, il superwestern più costoso nella storia di Hollywood: 8 grandi attori, 50 attori medi, 6500 comparse, 6 registi ([[King Vidor|Vidor]] a un certo punto si ritirò per contrasti con il produttore [[David O. Selznick]], il vero autore del film come lo era stato per ''[[Via col vento]]'' [...]). Una massiccia dose di sesso. Un fucile che spara dichiarazioni d'amore. Esaltato dagli uni per il suo barocchismo forsennato, deprecato dagli altri per la sua truculenza e i suoi eccessi che ne fanno un cartoon di passioni. (''[[Duello al sole]]''; 2000, p. 409) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) *[...] è un suspense congegnato con sagacia, calato in una coinvolgente atmosfera, girato quasi interamente in esterni a San Francisco, sostenuto dalla musica di [[Dimitri Tiomkin]]. (''[[Due ore ancora]]''; 2000, p. 412) *Dietro al film, scritto dal regista sulle testimonianze orali di un vero disoccupato e riscritto nei dialoghi in "napoletano universale" da [[Titina De Filippo]], c'è una forte componente letteraria. Con ''[[Umberto D.|Umberto D]]'' rappresenta paradossalmente, da posizioni opposte, il punto terminale della stagione neorealista: all'amaro pessimismo (e al fiasco commerciale) di [[Vittorio De Sica|De Sica]]-[[Cesare Zavattini|Zavattini]] corrispose il trionfo d'incassi e, in parte, di critica (1° premio al Festival di Cannes) del film di [[Renato Castellani|Castellani]] nel quadro di un vivace bozzettismo dialettale, di uno strenuo e accattivante vitalismo mediterraneo, di una protesta sincera e velleitaria e soprattutto di una naturale esuberanza giovanile. Sebbene la storia faccia perno sul personaggio maschile, è la donna che – come in altri film di Castellani – svolge un ruolo emblematico. (''[[Due soldi di speranza]]''; 2000, p. 415) ====E==== *Una delle più classiche commedie di [[Frank Capra|F. Capra]], quella che gli fece vincere il 2° Oscar per la regia e l'unica in cui la lieta fine sembra completamente logica. Grazie a un'impeccabile sceneggiatura di [[Robert Riskin]], questa favola da boy-scout non diventa una predica e non perde mai il suo swing. Una delle più divertenti scene di tribunale di tutto il cinema americano con un [[Gary Cooper|G. Cooper]] perfetto. (''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]''; 2000, p. 419) *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Tipica commedia degli equivoci con una vena grottesca insolita per l'epoca, almeno al cinema. Impagabile duetto [[Angelo Musco|Musco]]-[[Rosina Anselmi|Anselmi]]. (''[[L'eredità dello zio buonanima (film 1934)|L'eredità dello zio buonanima]]''; 2000, p. 434) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) [[File:Ettore Fieramosca (1938) Gino Cervi.png|miniatura|[[Gino Cervi]] in ''[[Ettore Fieramosca (film 1938)|Ettore Fieramosca]]'']] *Film storico di indiretta propaganda antifrancese: figurativamente suggestivo (soprattutto nella battaglia finale) e narrativamente debole. (''[[Ettore Fieramosca (film 1938)|Ettore Fieramosca]]''; 2000, p. 446) *Nonostante l'apporto in sceneggiatura di [[Emilio Cecchi|E. Checchi]] e [[Aldo De Benedetti|A. De Benedetti]], è il meno riuscito tra i film letterari di [[Mario Soldati|Soldati]]. Decorativo, elegante, inerte. (''[[Eugenia Grandet (film 1947)|Eugenia Grandet]]''; 2000, p. 446) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Sapientemente adattato da [[Philip Dunne]] da un romanzo di [[Josephine Leslie|R.A. Dick]], è uno dei più bizzarri e teneri film di [[Joseph L. Mankiewicz|J. Mankiewicz]]. L'atmosfera fantastica è sostenuta dalle suggestive musiche di [[Bernard Herrmann|B. Hermann]], compositore preferito di Hitchcock, e dalla fotografia di [[Charles Lang|C. Lang]]. (''[[Il fantasma e la signora Muir]]''; 2000, p. 460) *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Curioso esempio dell'influenza del naturalismo francese su un melodramma italiano della gelosia. Attori efficaci, suggestiva fotografia di Aldo Tonti. (''[[Fari nella nebbia]]''; 2000, p. 462) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *[...] esordio al cinema di [[Katharine Hepburn|K. Hepburn]] ancora inesperta ma già capace di dimostrare personalità, temperamento e talento. Ruba la scena al bravo [[John Barrymore|J. Barrymore]] in una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Febbre di vivere (film 1932)|Febbre di vivere]]''; 2000, p. 468) *Accurata riduzione dell'omonimo dramma (1882) di [[Victorien Sardou]]. [[Camillo Mastrocinque|C. Mastrocinque]], specialista di ricostruzioni ottocentesche, racconta con tempi e snodi plausibili. (''[[Fedora (film 1942)|Fedora]]''; 2000, p. 468) *È un classico mélo hollywoodiano degli anni '40: perverso, affascinante, eccessivo in tutto, persino nelle scenografie. (''[[Femmina folle]]''; 2000, p. 470) *[...] è una commedia farsesca condotta a un ritmo accelerato che diventa precipitoso. I meglio fichi del bigoncio sono i numeri della rivista dove, oltre alla strepitosa buffoneria sicula di [[Angelo Musco|Musco]], emerge la rumba danzata dalla [[Rosina Anselmi|Anselmi]]. (''[[Il feroce Saladino]]''; 2010, p. 534) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *[...] un corretto film senza enfasi né inutili decorativismi ambientali. (''[[La figlia del capitano (film 1947)|La figlia del capitano]]''; 2000, p. 476) *Due momenti forti in questo melodramma che fu la risposta (anticipata) della Warner a ''[[Via col vento]]'': la scena del ballo e le sequenze dell'epidemia. [[Bette Davis|B. Davis]] vinse il suo 2° Oscar dopo ''[[Paura d'amare (film 1935)|Paura d'amare]]'' (1935) e [[Fay Bainter|F. Bainter]] quello dell'attrice non protagonista. Soltanto nomination per la regia, la fotografia di [[Ernest Haller|E. Haller]] e le musiche di [[Max Steiner|M. Steiner]], tutte ammirevoli. (''[[Figlia del vento]]''; 2000, p. 477) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *L'origine teatrale ([[Robert E. Sherwood]], 1934) si sente: dialoghi letterari e verbosi, staticità dell'azione, recitazione sopra le righe. Ma c'è un fascino innegabile, specialmente per merito di [[Humphrey Bogart|H. Bogart]] nel suo primo ruolo importante. (''[[La foresta pietrificata]]''; 2000, p. 494) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Tipica commedia degli equivoci, ma senza sale. (''[[La fortuna viene dal cielo]]''; 2000, p. 497) *Attraverso il guscio del film carcerario [[Jules Dassin|J. Dassin]] e il suo sceneggiatore [[Richard Brooks]] (da non dimenticare, però, i meriti del produttore [[Mark Hellinger]]) riescono non soltanto a rappresentare il conflitto dialettico tra la forza bruta (il capo delle guardie, ma anche il sistema carcerario) e la forza positiva (i carcerati), ma a impostare un tema sociale: quello delle energie che potrebbero essere utili alla comunità e che, invece, sono disperse o convogliate in movimenti distruttivi. Tutto concorre al forte risultato: la fotografia di [[William H. Daniels|W. Daniels]], le musiche di [[Miklós Rózsa|M. Rosza]], gli interpreti tra cui spicca [[Hume Cronyn|H. Cronyn]] nella parte del sadico capo delle guardie. (''[[Forza bruta (film 1947)|Forza bruta]]''; 2000, p. 497) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *Romantico, divertente per la moltiplicazione di arrivi e entrate, la finezza delle gag, la garbata ironia sul rigido classismo britannico. (''[[Fra le tue braccia]]''; 2010, p. 566) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *Tratto da una commedia (1930) di Alberto Colantuoni, risente negativamente della struttura teatrale di origine. Tuttavia in [[Corrado D'Errico|C. D'Errico]] c'è il puntiglio di sviluppare "cinematograficamente" la vicenda. (''[[I fratelli Castiglioni]]''; 2000, p. 505) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Tratto da un dramma (1956) di Henry Denker e Ralph Berkey, mantiene inalterata la struttura teatrale d'origine riuscendo così pesantemente verboso. Film di propaganda anticomunista? In parte, ma originale, insolito. Unica regia dell'attore [[Karl Malden|K. Malden]]. Peccato. (''[[Il fronte del silenzio]]''; 2000, p. 510) *Uno dei più garbati e spiritosi film di [[Carlo Ludovico Bragaglia|Bragaglia]], autore anche di soggetto e sceneggiatura, in quel periodo attivissimo (17 film dal 1940 al 1943). Intelligente con leggerezza. (''[[Fuga a due voci]]''; 2010, p. 579) *[[Don Siegel|D. Siegel]] riscatta gli stereotipi prosciugandoli con lo stile. Fa economia di tutto, perfino della violenza, con una tensione che arriva alla suspense ma senza cercarne gli effetti. È un film da scuola del cinema, una vetta del genere carcerario. (''[[Fuga da Alcatraz]]''; 2000, p. 512) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *In un primo tempo doveva chiamarsi ''Montelepre'' con un preciso riferimento a [[Salvatore Giuliano]] e la sceneggiatura fu rimaneggiata più volte. Il risultato è un film inutile, superficiale e privo di drammaticità. (''[[I fuorilegge]]''; 2000, p. 519) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *Un poema di solenne pietà, un gran capolavoro dei film su strada. Considerato politicamente un conservatore, [[John Ford|J. Ford]] diresse uno dei film più progressisti mai fatti a Hollywood anche perché riuscì a far coincidere il tema della famiglia, a lui caro, con quello della gente: alla fine i Joad entrano a far parte della famiglia dell'uomo. Lo sceneggiatore [[Nunnally Johnson]] modificò [...] il finale senza speranza di [[John Steinbeck|Steinbeck]], in linea con l'ottimismo del New Deal. Straordinario bianconero di [[Gregg Toland]] (che, come disse Ford, non aveva nulla di bello da fotografare). (''[[Furore (film)|Furore]]''; 2000, p. 521) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *Imperniato sul tema del dialogo e del conflitto (tra uomo di cultura e autorità; tra il credente e la Chiesa o, meglio, gli uomini che la rappresentano; tra la Curia e la chiesa conciliare), nonostante le rigidità didattiche e le secche illustrative, il film brucia quasi completamente gli schemi convenzionali del cinema biografico e trasforma la ricostruzione del passato in azione presente. È, insieme, la tragedia di un uomo in anticipo sui tempi e la storia di una ingenuità. (''[[Galileo (film 1968)|Galileo]]''; 2000, p. 525) *Un film noir abbastanza insolito con due grandi interpretazioni e un finale bizzarro. La vicenda di ''The Racket'' si basa su un precedente film del '28, di [[Lewis Milestone]], ma questo lo supera in atmosfera. (''[[La gang]]''; 2000, p. 526) *L'intreccio è frusto e i personaggi stereotipati nelle loro nevrosi: perciò è il più debole dei film neri del [[Fritz Lang|Lang]] hollywoodiano, ma, grazie anche alla fotografia di Pasquale Musuraca, giocata sui grigi, la firma del regista è leggibile nell'atmosfera, nei particolari, nel modo con cui segue i personaggi. (''[[Gardenia blu]]''; 2000, p. 529) *3ª regia di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] che s'è riservata la piccola parte di [[Nino Bixio]], è un film medio assai piacevole che evita gli scogli del patetismo, raccontato con mano agile e leggera, molto curato tecnicamente e ben recitato. (''[[Un garibaldino al convento]]''; 2000, p. 529) *Tratto da un racconto di [[Indro Montanelli]], è il meno originale degli ultimi film di [[Roberto Rossellini|R. Rossellini]], girato su commissione a basso costo, ma il più efficace e accattivante, di notevole interesse tecnico-stilistico per una serie di espedienti che il regista avrebbe poi usato nel suo lavoro per la TV. [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] modula da maestro il suo gigionismo. (''[[Il generale Della Rovere]]''; 2000, p. 533) *Nonostante i rimandi a ''Solaris'' di Stanislaw Lem e a ''Cronache marziane'' di Ray Bradbury, la sceneggiatura è una volta di più l'anello debole della catena. (''[[Generazioni (film)|Generazioni]]''; 2010, p. 600) *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Film di culto per i fan di [[Rita Hayworth|Rita]], corpo d'amore ribelle al suo ruolo di oggetto, che canta meravigliosamente "Put the Blame on Mame" e danza splendidamente "Amado mio". L'assurdità dell'intrigo diventa un difetto secondario in questa miscela di noir e melodramma passionale in cui i dialoghi di Marion Parsonnet sono di un Kitsch che sfiora il sublime. La latente carica omosessuale di questa pietra miliare nella storia del divismo fu scoperta soltanto dalla critica europea. (''[[Gilda (film)|Gilda]]''; 2000, p. 544) *La parte telefonica è divertente, induce a pena (per i maschietti) o mette i brividi. Ben doppiata da [[Laura Boccanera]], [[Theresa Randle|T. Randle]] è simpatica, sexy, fin troppo brava. Ma il conflitto interiore che porta la protagonista a confondere finzione e realtà è raccontato in modi stentati. Che sia un'autobiografia camuffata, quella di [[Suzan-Lori Parks]] che l'ha scritta? Ghiotte imitazioni filmiche [...]. (''[[Girl 6 - Sesso in linea]]''; 2000, p. 560) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Lotta di amore e odio tra due cugine sullo sfondo della guerra civile. [...] Uno dei 4 film di [[Bette Davis|B. Davis]] del '39 e una delle sue interpretazioni migliori. Drammone coi fiocchi. (''[[Il grande amore (film 1939)|Il grande amore]]''; 2000, p. 574) *Nonostante le apparenze, è un nero più che un poliziesco. Uno dei migliori risultati, comunque, del [[Fritz Lang|Lang]] americano, e uno dei suoi film più "politici" in forma di un'amara riflessione sulla corruzione, la vendetta, i limiti della legalità. Eccellente il reparto degli attori tra cui spicca [[Gloria Grahame|G. Grahame]]: è lei la vera eroina della storia, e non soltanto per la famosa scena del caffè bollente. (''[[Il grande caldo]]''; 2000, p. 575) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *[[Robert Siodmak|R. Siodmak]], prigioniero forse del proprio ruolo di regista del brivido, cerca di rinnovarsi con una ricostruzione (sfarzosamente hollywoodiana alla M-G-M) della figura di [[Fëdor Dostoevskij|F.M. Dostoevskij]] e del noto romanzo (''[[Fëdor Dostoevskij#Il giocatore|Il giocatore]]'', 1867). Riconoscibile il suo senso della suspense nelle sequenze della roulette. (''[[Il grande peccatore]]''; 2000, p. 581) *Nonostante il titolo, il personaggio centrale dell'azione (Arabia romana, Galilea, Giudea, Roma) non è il pescatore [[Pietro apostolo|Simone]] ([[Howard Keel|Keel]]), destinato a diventare la ''kepha'' (roccia), dunque Pietro, del cristianesimo. L'epicentro del dramma è l'amore contrastato della principessa meticcia Fara (Kohner) e del principe Voldi (Saxon) e l'influenza che esercita su loro Simon Pietro, dissuadendo Fara dall'uccidere il padre Erode Antipa (Lom), dispotico tetrarca di Galilea, che aveva rinnegato sua madre araba Arnon per sposare la depravata Erodiade (Hyer). Nella sceneggiatura che si discosta nettamente dal mediocre romanzo di [[Lloyd C. Douglas|Douglas]], Fara, costretta a rinunciare, in quanto meticcia, all'amore di Voldi, torna in Giudea al fianco di Simone per aiutarlo nell'opera di riconciliazione tra arabi ed ebrei. Confuso con i numerosi colossi storico-biblici prodotti alla fine degli anni '50, il film ebbe accoglienze critiche tiepide o negative, comunque superficiali. Soltanto pochi recensori francesi – tra cui Jacques Joly sui ''Cahiers du Cinéma'' – seppero coglierne i pregi, non soltanto figurativi, e la diversità. (''[[Il grande pescatore]]''; 2010, p. 649) *Realizzato con grandi mezzi dalla Fox, è un efficace cocktail di spettacolari effetti speciali e dolorosi sentimenti. Bravi caratteristi, un ottimo [[George Brent|G. Brent]] [...] e un [[Tyrone Power|T. Power]] un po' assurdo come medico indiano. (''[[La grande pioggia]]''; 2000, p. 581) *Brutto film, con tre o quattro belle sequenze. Lo riconosce lo stesso regista che avrebbe voluto girarlo con pescatori veri e in bianconero. Ha le incertezze delle opere prime, ma anche l'onestà. (''[[La grande strada azzurra]]''; 2000, p. 584) *Il quoziente di realtà è più ridotto che in ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'' (1932), ma sulla scorta di una sceneggiatura perfettamente oliata cui contribuirono anche il giovane [[Renato Castellani]] e [[Mario Pannunzio]], [[Mario Camerini|M. Camerini]] mette a punto la sua provetta ingegneria della commedia. (''[[I grandi magazzini]]''; 2000, p. 585) *Sullo sfondo di un'America di carta ricostruita a Cinecittà un giallo sciattamente diretto e maldestramente recitato. Se aveva avuto successo a teatro, perché [[Guglielmo Giannini|G. Giannini]] [...] non si è fermato lì? (''[[Grattacieli (film)|Grattacieli]]''; 2000, p. 586) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *[[Aldo Fabrizi]] – che sostituì [[Mario Bonnard]] alla regia – parte da uno dei suoi più riusciti personaggi teatrali per mettere insieme una commedia piacevole e ricca di spunti comici mescolati a momenti realistici e drammatici. (''[[Hanno rubato un tram]]''; 2000, p. 599) *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) *Prodotto dal geniale Val Lewton per la RKO e basato su una sceneggiatura di Curt Siodmak e Ardel Wray, vagamente ispirata a ''Jane Eyre'' (1847) di [[Charlotte Brontë]], è un dramma psicologico più che un horror vero e proprio, sebbene la finale sequenza notturna, il climax del film, ispiri autentico spavento. (''[[Ho camminato con uno zombi]]''; 2000, p. 608) ====I==== *1° grande successo di [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] [...], 1° film importante per [[Erminio Macario|E. Macario]], 1° vero film comico del cinema italiano sonoro. [[Ernesto Almirante|E. Almirante]] superlativo come presidente del tribunale. Ritmo incalzante, dialogo scoppiettante. (''[[Imputato, alzatevi!]]''; 2000, p. 624) *[[Claudio Gora|C. Gora]] ha diretto un film leggero che non offende i diritti dell'intelligenza. Ha una spina dorsale, situazioni azzeccate, un dialogo spiritoso e una vena satirica non disprezzabile. (''[[L'incantevole nemica]]''; 2000, p. 626) *Bizzarro e, forse, sottovalutato noir [...]. (''[[Incatenata (film 1946)|Incatenata]]''; 2000, p. 626) *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *Dal romanzo ''Dodsworth'' di [[Sinclair Lewis]], già adattato per il teatro. In questo film, ammirevolmente recitato, c'è il romanzo, c'è la commedia, c'è soprattutto [[William Wyler|Wyler]]. (''[[Infedeltà (film)|Infedeltà]]''; 2000, p. 635) *Da un materiale ''pulp'', da lui completamente riscritto in meno di un mese, [[Orson Welles|Welles]] (1915-85) ha tratto un capolavoro del cinema nero, componendo un memorabile ritratto di "uno sporco poliziotto, ma, a modo suo, un grand'uomo": personaggio di tragica statura shakespeariana nel contesto di una miserabile cittadina di frontiera (Tijuana, filmata a Venice, California). Straordinario film (bianco e nero di [[Russell Metty]] con focali corte, inquadrature insolite, piani-sequenza vertiginosi tra cui quello celeberrimo d'apertura) per stile, virtuosismo di scrittura, invenzioni e galleria di personaggi tra cui spicca la bruna chiromante di [[Marlene Dietrich|M. Dietrich]]: i personaggi vi contano più dell'azione, l'atmosfera più dei personaggi. [...] È con ''[[Rapporto confidenziale]]'' la vetta del barocchismo wellesiano. (''[[L'infernale Quinlan]]''; 2000, p. 636) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1986)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *È un archetipo delle love-story hollywoodiane, apprezzabile per la sua concisione, la fotografia del grande [[Gregg Toland]], la recitazione, i 22 anni radiosi di [[Ingrid Bergman|I. Bergman]]. (''[[Intermezzo (film 1939)|Intermezzo]]''; 2000, p. 646) *Un convento di suore nell'Italia centrale del primo Ottocento si trasforma in una polveriera di sensualità repressa. Le giovani vi apprendono, tra le braccia di maschi gagliardi, tutte le frodi della carne sapiente o si dedicano all'autoerotismo con acconci strumenti o sublimano il desiderio frustrato in mistici deliri. Le anziane sono bigotte avvizzite o, come la badessa, impersonano l'ipocrisia organizzata e autoritaria. Alla fine la polveriera esplode in una sequenza di follia liberatrice che fa il paio con quella iniziale della chiesa trasformata in sala da ballo. Ma il film è monotono e ripetitivo come un esercizio formalistico: alla povertà dei significati fa da pendant un eccesso di scoptofilia. Fotografia raffinata di [[Luciano Tovoli]]. (''[[Interno di un convento]]''; 2000, p. 646) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) *Dal racconto di [[Richard Washburn Child|Richard Washburn]], ''Il soffio dell'Eliotropio'', erano già stati tratti 3 film [...]. Questo è una trasposizione sdolcinata con un buon cast. (''[[Io la difendo]]''; 2000, p. 655) *Da una trama così convenzionale non si poteva pretendere di più. Recitazione spesso noiosa, assediata da dialoghi logorroici. (''[[Io, mammeta e tu]]''; 2000, p. 655) *Decoroso melodramma per donne con una [[Bette Davis|B. Davis]] sempre registrata come un cronometro svizzero. Qui il suo personaggio è positivo. Brevi, non grandiose ma efficaci le scene del terremoto. (''[[Io ti aspetterò]]''; 2000, p. 657) ====J==== *La storia di uno dei più mitici banditi della Frontiera – rivisitata poi parecchie volte in modi diversi – è esposta in questo film Fox in cadenze storicamente improbabili, ma suggestive nel suo impasto di scene d'azione e di sequenze di vita familiare. L'asciutta e tagliente regia di [[Henry King|H. King]], in contraddizione con la moraleggiante sceneggiatura di [[Nunnally Johnson]], ne fa uno dei pochi memorabili western degli anni '30. (''[[Jess il bandito]]''; 2010, p. 763) *[...] è uno stravagante pasticcetto sadomaso. (''[[Justine, ovvero le disavventure della virtù]]''; 2000, p. 679) ====K==== *[...] bizzarra miscela di fantasy, brivido e umorismo macabro che ha il merito di portare le sue premesse sino alle estreme conseguenze. (''[[Killer Klowns from Outer Space]]''; 2011, p. 778) *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *[...] è – con ''[[Umberto D.|Umberto D]]'' (1952) – il risultato più alto del sodalizio [[Vittorio De Sica|De Sica]]-[[Cesare Zavattini|Zavattini]] e uno dei capolavori del neorealismo, quello che con ''[[Roma città aperta|Roma, città aperta]]'' (1945) fu più conosciuto all'estero. L'amore per i personaggi diventa vera pietà, la poesia del quotidiano non nasconde la realtà sociale. (''[[Ladri di biciclette]]''; 2000, p. 692) *Poco amato dagli hitchcockiani "puri" – e dallo stesso regista a causa degli errori di costruzione drammatica, dovuti alla deliberata fedeltà ai fatti; inoltre non ebbe successo di pubblico –, è un cupo, austero apologo sui temi del falso colpevole, del doppio e dell'inconscia paura di vivere. Frutto di una visione cristiana del mondo, fondato sul peccato originale [...]. [[Henry Fonda|H. Fonda]], così neutro, è perfetto, ma [[Vera Miles|V. Miles]] non gli è inferiore. (''[[Il ladro (film 1956)|Il ladro]]''; 2000, p. 692) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *Thriller condotto con efficacia per tenere lo spettatore in tensione fino al finale a sorpresa. (''[[La lettera accusatrice]]''; 2000, p. 709) *Scritto con Franco Bernini e Umberto Contarello, il 7° film di [[Carlo Mazzacurati|Mazzacurati]] è più intelligente che riuscito, ma rimane un paradosso: la più originale commedia italiana della stagione 2000-2001 non ha trovato pubblico forse perché raffinata nella scrittura registica (la dolcezza dei paesaggi veneti nelle luci dell'ottimo A. Pesci), troppo agra e ironica nel tratteggiare il triste benessere e l'arroganza aggressiva del Nordest opulento, troppo intenta nell'esprimere empatia o nel concedere simpatia ai suoi due ''dropout'' (che poi sono due ''mona'' per il loro pessimo rapporto col denaro), ma anche alla vitalità cialtrona del "rom" di [[Toni Bertorelli|Bertorelli]]. Insomma: troppo colto e anomalo per avere successo. Recitato bene da tutti, benissimo da [[Fabrizio Bentivoglio|Bentivoglio]]. (''[[La lingua del santo]]''; 2010, p. 815) *[...] è un film edificante che gronda di buoni sentimenti. Inutilmente [[Mark Robson|M. Robson]] cerca di dargli il taglio di un racconto di azione avventuroso-bellica. [...] Segnò la definitiva riconsacrazione di [[Ingrid Bergman|I. Bergman]] dopo lo scandaloso matrimonio con [[Roberto Rossellini|R. Rossellini]]. (''[[La locanda della sesta felicità]]''; 2000, p. 718) *Poco apprezzato dalla maggior parte dei pedanti critici dell'epoca, il 1° film britannico di [[Stanley Kubrick|S. Kubrick]] migliora ogni anno che passa: anche a livello stilistico e drammaturgico, la scrittura filmica rivela le sue qualità, reggendo il confronto con la capziosa prosa di [[Vladimir Nabokov|Nabokov]]. Più che un dramma, è una inventiva e persino divertente commedia nera in cui si riconoscono diversi temi del successivo cinema kubrickiano. Recitazione ad alto livello con un [[Peter Sellers|P. Sellers]] straordinario nel suo proteiforme istrionismo. (''[[Lolita (film 1962)|Lolita]]''; 2000, p. 720) *2° film di [[Erminio Macario|Macario]], restituito alle sue origini piemontesi, girato a gran velocità dopo ''[[Imputato, alzatevi!]]'', inzeppato di riferimenti di attualità. Le connotazioni piccolo borghesi del comico cominciano ad accentuarsi. (''[[Lo vedi come sei... lo vedi come sei?]]''; 2000, p. 723) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *Irrealista sino all'astrazione, ma con una carica critica verso la rigidità del sistema scolastico. (''[[Maddalena... zero in condotta]]''; 2000, p. 740) *[...] ha le ambizioni di una favola simbolica sul rifiuto di uscire dal mondo incantato dell'infanzia e sul modo con cui si avvelenano i suoi "verdi paradisi". In assenza di un linguaggio pertinente, lo scavalcamento del livello realistico per attingere i cieli alti del lirismo e della metafora si trasforma in comicità involontaria. Volonterosamente filodrammatici i 3 interpreti. (''[[Maladolescenza]]''; 2000, pp. 748-749) *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) [[File:Malinconico autunno (1958) Gil - Sanson - Nazzari.jpg|miniatura|[[Yvonne Sanson]] e [[Amedeo Nazzari]] in ''[[Malinconico autunno]]'']] *[[Raffaello Matarazzo|R. Matarazzo]] (1909-66) ricalca con stanco languore temi, toni e metodi della stagione felice di ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'', rimettendo insieme per l'ultima volta la coppia [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. È un cinema che si ripiega su sé stesso e si affloscia. (''[[Malinconico autunno]]''; 2000, p. 751) *È la stuzzicante commedia erotica – a Catania, anni '50, aria alla [[Vitaliano Brancati|Brancati]] – che lanciò la farinacea [[Laura Antonelli|L. Antonelli]], splendidamente fotografata dal grande [[Vittorio Storaro]]. (''[[Malizia (film)|Malizia]]''; 2000, p. 751) *Curioso film, ricco di possibilità sostanzialmente non realizzate a causa di un intreccio debole e un po' confuso, ma anche di momenti interessanti e di un'ambientazione suggestiva. (''[[La mano dello straniero]]''; 2000, p. 758) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Realizzato con mano sicura e con una grande ricchezza di mezzi, si avvale del fior fiore degli attori dell'epoca con una galleria di tipi ben caratterizzati, di una cornice decorativa di calibrata eleganza e di un adattamento, curato dal regista col commediografo Alessandro De Stefani, di apprezzabile stringatezza. È, a ritroso, l'elogio della nuova borghesia postrisorgimentale, opposta alla fatua decadenza dell'aristocrazia. Notevoli contributi di Ottavio Scotti scenografo e Maria De Matteis costumista. (''[[I mariti (Tempesta d'anime)|I mariti - Tempesta d'amore]]''; 2000, p. 768) *Come una gassosa sgasata. (''[[Un marito per il mese d'aprile]]''; 2000, p. 769) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) [[File:Marlene Dietrich in Morocco trailer.jpg|miniatura|[[Marlene Dietrich]] in ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'']] *È il 1° dei 6 film Paramount della coppia [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]. È anche il solo dove il mito di [[L'angelo azzurro (film 1930)|Lola-Lola]] è confrontato con un altro mito divistico, quello di un uomo fatale, concupito da tutte e inafferrabile. Tratto da un romanzetto di [[Benno Vigny]], è incantevolmente e perversamente stupido. (''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]''; 2000, p. 771) *Scritto da [[Paddy Chayefsky]], ha il respiro narrativo di un racconto e le sue origini televisive sono evidenti. Un film senza grossi drammi, senza psicanalisi, che narra una realtà che diventa verità. È il primo dei teledrammi che verso la metà degli anni '50 furono rifatti a basso costo per il cinema, portando una ventata d'aria fresca nel cinema hollywoodiano. Anche se oggi la sua novità è difficilmente riconoscibile, grande fu la sua importanza storica. (''[[Marty, vita di un timido]]''; 2000, p. 772) *Attraverso la finzione romanzesca [[John Ford|Ford]] e il suo sceneggiatore Frank S. Nugent alludono a [[George Armstrong Custer|Custer]] e alla disfatta di Little Big Horn. Delizioso nella descrizione della vita in un forte, dialettico nella contrapposizione ideologica dei vari modi di concepire l'onore, la disciplina e gli altri caratteri della vita militare. (''[[Il massacro di Fort Apache]]''; 2000, p. 776) *Inadatta alla parte eppure affascinante, nonostante il contesto che spesso sfiora l'imbecillità o il ridicolo, [[Greta Garbo|G. Garbo]] dà qui un'altra prova del suo potere di irradiazione. (''[[Mata Hari (film 1931)|Mata Hari]]''; 2000, p. 777) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Raccontato in tempo reale con una ingegneria narrativa che ha il suo culmine nella sparatoria finale, è una lezione di etica civile in forma di western e soffre di un certo schematismo delle psicologie e della tesi. (''[[Mezzogiorno di fuoco]]''; 2000, p. 791) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *Caposaldo del cinema hollywoodiano sui reduci [...]. Il lavoro del fotografo [[Gregg Toland]] su specchi, plexiglas e altre superfici riflettenti è straordinario. (''[[I migliori anni della nostra vita (film 1946)|I migliori anni della nostra vita]]''; 2000, p. 798) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati da un poeticismo fumoso. (''[[Miracolo a Milano]]''; 2000, p. 809) *Deliziosa commedia fantastica alla [[Frank Capra]], forse il migliore film natalizio nella storia di Hollywood per la sapiente miscela di sentimento e umorismo; l'esaltazione della fantasia e della buona volontà si accompagna a soffici, ma precise, notazioni satiriche sull'ideologia americana del successo, del dollaro, del carrierismo, del consumismo, di un pragmatismo che appiattisce e deprime la vita e i rapporti sociali. Per bambini, ma anche per adulti. Scritto con garbo e brio, recitato benissimo in tutti i reparti. (''[[Il miracolo della 34ª strada]]''; 2000, p. 809) *[...] sfarzoso, accademico e greve [...]. (''[[La monaca di Monza (film 1962)|La monaca di Monza]]''; 2000, p. 826) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) *[...] un giallo vecchiotto e datato con una suggestiva ambientazione e colpi di scena a ripetizione. (''[[Il mostro che uccide]]''; 2000, p. 842) *Spavento e horror in giuste dosi con risvolti di simpatia per la creatura e sottintesi erotici. (''[[Il mostro della laguna nera]]''; 2010, p. 952) ====N==== *77° film di [[Bette Davis|B. Davis]], ancora una volta alle prese con un personaggio sinistro, ma giuocato su un registro "freddo" e frenato. Il merito è della regia, ma anche della sceneggiatura (da un romanzo di Evelyn Piper) di Jimmy Sangster: la partita di gatto e topo tra la governante e il bambino è diretta con un crescendo magistrale. (''[[Nanny, la governante]]''; 2000, p. 852) *Tratto dal romanzo di George Dyer, è un thriller nella migliore tradizione della Warner Bros, condotto a un ritmo veloce fino all'ultimo respiro, fotografato – benissimo – da Tony Gaudio. Personaggi stereotipati ma funzionali. B. Davis intensa. (''[[Nebbia a San Francisco]]''; 2000, p. 858) *Sceneggiato con [[Suso Cecchi D'Amico]], è più un film d'attori (anzi di attrici) che d'autore, ma contraddistinto, come quasi sempre in [[Renato Castellani|Castellani]], da un sapiente ritmo narrativo: una macchina che funziona come un orologio, nonostante l'intelaiatura rapsodica. (''[[Nella città l'inferno]]''; 2000, p. 861) *[[Max Ophüls|Ophüls]] prese in mano il film, iniziato da [[John Berry]], in condizioni disastrose e si districò ammirevolmente. È il suo film più fittamente parlato, ma gli attori sono diretti benissimo. Assai interessante la tematica. (''[[Presi nella morsa|Nella morsa]]''; 2000, p. 862) *Personaggio-guida di questo film sui disinganni e le curiosità erotiche dell'infanzia, cavato da un romanzo di [[Cesare Lanza]], è il piccolo, precoce e sdentato {{sic|Jo}} ([[Sven Valsecchi|S. Valsecchi]]), innamorato della cuginetta Nené ([[Leonora Fani|E. Fani]]), tredicenne sveltina [...]. Pastosa fotografia di [[Pasqualino De Santis|P. De Santis]], garbate musiche di [[Francesco Guccini]] e una galleria di personaggi tra cui [[Rita Savagnone|R. Savagnone]], esimia doppiatrice e brava attrice, un ottimo [[Tino Schirinzi|T. Schirinzi]] [...]. (''[[Nenè (film)|Nenè]]''; 2000, p. 865) *Curioso noir giudiziario, forse sottovalutato, scritto da Johann Latimer da una storia di Gordon McDonell che fornì a Hitchcock il soggetto di ''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]''. (''[[Nessuno mi crederà]]''; 2000, p. 866) *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *2 parti, 2 atmosfere: il nero notturno metropolitano, il bianco innevato del villaggio. E una conversione emotiva. Il tema centrale è tipico di [[Nicholas Ray|Ray]]: la violenza dentro noi tutti, e l'influenza dell'ambiente e della famiglia sul carattere. Un po' schematico (Ray lo considerò riuscito a metà), ma il sobrio lirismo dello stile e la forza dell'interpretazione ([[Robert Ryan|Ryan]] specialmente) sono innegabili. Bianconero di G.E. Dishant e musica suggestiva di [[Bernard Herrmann|B. Herrmann]]. (''[[Neve rossa (film)|Neve rossa]]''; 2010, p. 984) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) [[File:Noivivi giachetti+valli.jpg|miniatura|[[Fosco Giachetti]] e [[Alida Valli]] in ''[[Noi vivi]]'']] *[...] è un melodramma quasi tutto d'interni, cupo, monocorde, affidato al bianconero aspro di Giuseppe Caracciolo che tende a creare un'atmosfera grigia e nebbiosa e punta sui primi piani. Efficace e funzionale la squadra degli interpreti (altro punto a favore della regia) tra cui spiccano un sobrio, intenso [[Fosco Giachetti|Giachetti]] e la malinconica [[Alida Valli|Valli]] nel fulgore dei suoi ventun anni. (''[[Noi vivi|Noi vivi - Addio, Kira]]''; 2000, p. 877) *[...] è uno ''shocker'' di importanza storica che aprì la strada alla profonda metamorfosi del cinema orrorifico tra gli anni '70 e '80, imperniato sull'ossessione fantastica dello smembramento del corpo rappresentato in tutta la sua fisicità. Forsennato e visionario, è leggibile a diversi livelli. (''[[Non aprite quella porta (film 1974)|Non aprite quella porta]]''; 2000, p. 879) *Violenza portata a livelli di truculenza insostenibile che viene poi spinta inutilmente verso un grottesco senza freni. L'itinerario successivo di [[Tobe Hooper|T. Hooper]] (1944) ha dimostrato che aveva poco da dire. Bisogna arrivare fino a ''[[The Mangler - La macchina infernale|The Mangler]]'' (1994) per trovare un film notevole, almeno in parte. (''[[Non aprite quella porta - Parte 2]]''; 2000, p. 879) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *Sulla base di un romantico e spudorato melodramma d'amore (scritto benissimo da [[Ben Hecht]] che, con [[Claude Rains|C. Rains]], fu "nominato" all'Oscar), è un thriller razionalista e crudele che trasmette allo spettatore emozioni e malessere. Il suo leit-motiv è il bere. [[Ingrid Bergman|Bergman]] iperluminosa. A differenza degli altri film hitchcockiani di spionaggio, non c'è spazio per l'umorismo. (''[[Notorious - L'amante perduta]]''; 2000, p. 889) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) *[...] è uno dei tanti film di [[Bela Lugosi]] detto "''the king of horror''". Questa volta gli sceneggiatori hanno raschiato il fondo del barile. (''[[Notti di terrore|La notte dei pipistrelli]]''; 2010, p. 1012) *Girato a ritmo frenetico, immagini ricercate e patinate secondo i canoni della pubblicità postmoderna, colonna sonora accattivante: un interminabile spot pubblicitario che tenta di vendere il prodotto "sesso". (''[[9 settimane e ½]]''; 2000, p. 899) ====O==== *Vi si porta alle estreme conseguenze la riflessione sul cinema come ''voyeurismo'' e atto di immobilizzazione della vita; la sdrammatizzazione del racconto accresce l'efficacia della dimostrazione le cui implicazioni sono multiple e tortuose come in un giuoco di specchi. (''[[L'occhio che uccide]]''; 2000, p. 906) *[...] è un noir a tesi dove la scrittura registica di taglio espressionista, peraltro applicata da [[Edward Dmytryk|E. Dmytryk]] con artificiosità, è subordinata al messaggio antirazzista, indebolendolo per mancanza di approfondimento. Pur non trascurando l'influenza del neorealismo italiano nella produzione RKO di quel periodo di cui fu un'opera di punta (e come tale premiata a Cannes), rimane da constatare l'idoneità del film noir a suggerire il malessere, le frustrazioni, le fobie del primo dopoguerra negli Stati Uniti. (''[[Odio implacabile]]''; 2000, p. 908) *Uno dei migliori film di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] in assoluto, apprezzato persino dai critici e dagli spettatori più refrattari al suo fascino, dai fautori della verosimiglianza e della psicologia. [...] È il suo thriller più quieto, affabile, inquietante. (''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]''; 2000, p. 914) *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *Scritto e diretto dallo sceneggiatore di ''[[9 settimane e ½|Nove settimane e ½]]'', è un PIF (prodotto industriale di finzione) che può essere classificato, secondo i gusti, come un porno soft passabilmente idiota o come una macchina erotica la cui benzina è fornita dal folclore brasiliano. Persone del dramma: 1) enigmatico e abbronzatissimo uomo d'affari con qualche problema sessuale e cerchietto d'oro all'orecchio sinistro; 2) giovane avvocata di strepitosa anatomia, sottoposta a Rio de Janeiro a molteplici tentazioni della carne; 3) dinamica manager ad alta tensione che si assenta dall'azione, spostandosi a Buenos Aires. Erotismo acquatico che spande. Le varie edizioni del film variano di lunghezza secondo gli usi censori locali. (''[[Orchidea selvaggia (film 1989)|Orchidea selvaggia]]''; 2000, p. 925) *Ben confezionato, il prodotto è di una banalità e frivolezza irrecuperabili ma, a modo suo, documento di un'epoca. Componente erotica esplicita. (''[[Ore 9: lezione di chimica]]''; 2000, p. 926) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *L'arrivo di tre ambigui domestici e l'apparizione "impossibile" del marito rafforza il clima angoscioso di questa ''ghost story'' di occupazione, risolta con un colpo di scena finale alla [[M. Night Shyamalan|Shyamalan]] che ne ribalta la natura e i significati. Chi sono gli "altri", gli "intrusi" della casa? Il tema del mondo dei morti che si mescola con quello dei vivi innerva questa storia, strutturata a scatole cinesi e fondata su quell'esitazione che, secondo [[Cvetan Todorov|Tzvetan Todorov]], è il principio che dà vita al fantastico: qui l'incertezza è, insieme, dello spettatore e di alcuni personaggi. Il finale che la scioglie riporta al livello realistico (o almeno razionale in chiave psicoanalitica) un film che comincia dove finisce la storia di [[Medea]]. [[Alejandro Amenábar|Amenabar]], anche sceneggiatore, lo governa con astuzia imitativa, virtuosistica compattezza figurativa (fotografia di Javier Aguirresarobe) e innegabile efficacia nel sostenere la suspense. Ben doppiata da [[Chiara Colizzi]], la [[Nicole Kidman|Kidman]] sostiene intrepidamente il confronto con [[Deborah Kerr]] e altre [[Joan Fontaine]] del passato. (''[[The Others (film 2001)|The Others]]''; 2010, p. 1059) *[...] è un [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] con il ritmo veloce e il cinismo di un [[Howard Hawks|Hawks]]. Con ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (1936), ''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (1937) e ''[[Ninotchka]]'' (1939), costituisce un piccolo trattato lubitschiano di economia politica sul fascino discreto del capitalismo. (''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]''; 2010, p. 1059) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Il film è quasi inguardabile, ma si può ascoltare. (''[[I pagliacci (film 1943)|I pagliacci]]''; 2000, p. 943) *Bistrattato a suo tempo perché giudicato pretenzioso, fu poi rivalutato: è una bella storia d'amore raccontata in modi bizzarramente poetici e illuminata da una fulgida [[Ava Gardner|Gardner]]. Un film che ha il coraggio delle sue idee. (''[[Pandora (film)|Pandora]]''; 2000, p. 946) *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *È un turgido melodramma in costume che appartiene al periodo d'oro (1939-44) della [[Bette Davis|Davis]], qui quasi superata da [[Barbara O'Neil|B. O'Neil]] [...]. (''[[Paradiso proibito]]''; 2000, p. 952) *Liberamente tratto da un romanzo di Bruna Piatti, questo ritratto di un'adolescente sgallettata che accumula esperienze amorose ed errori è l'occasione di una commedia agile, attendibile, lucida, senza cedimenti al moralismo, ma non superficiale nella descrizione della condizione femminile in una città di provincia. Intorno alla [[Catherine Spaak|Spaak]], maturata, una bella galleria di caratteri tra cui spiccano quelli di [[Salvo Randone|Randone]], [[Lando Buzzanca|Buzzanca]], [[Nino Manfredi|Manfredi]]. (''[[La parmigiana]]''; 2000, p. 954) *[...] è una partita a tre in cui la penuria di denaro del trio che fa una vita da bohème corrisponde alla privazione del sesso. [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] e [[Ben Hect|Hecht]] hanno camminato sul filo del rasoio per evitare, data la materia, gli attacchi delle potenti associazioni in difesa della pubblica moralità, ma incorsero ugualmente nella censura del Codice Hays, da poco entrato in vigore. [[Edward Everett Horton|E.E. Horton]], principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili. (''[[Partita a quattro]]''; 2000, p. 955) *Senza pretese, scorrevole. (''[[La paura fa 90]]''; 2000, p. 964) *Tratto da un romanzo di Stuart Engstrand, è un film sotto il segno dell'eccesso, un noir esasperato, dominato dal chiaroscuro (fotografia di Robert Burks), così oltraggiosamente cattivo da diventare buono. (''[[Peccato (film)|Peccato]]''; 2000, p. 967) *Uno dei pochi insuccessi commerciali di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], e uno dei suoi rari film in costume. Conta per una [[Ingrid Bergman|I. Bergman]] (con [[Joseph Cotten|J. Cotten]] fuori parte) straordinaria, l'uso del piano-sequenza, l'ambientazione, la fotografia di [[Jack Cardiff|J. Cardiff]]. Verboso. Finale debole. (''[[Il peccato di Lady Considine]]''; 2000, p. 968) [[File:La peccatrice (film 1940) Paola Barbara.png|thumb|[[Paola Barbara]] ne ''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]'']] *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''); 2010, p. 1099) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Film così, oggi, non sanno farli più, e non soltanto perché attori con quel carisma non ne esistono più in circolazione. L'assurdo e il sublime vanno a braccetto, la 1ª parte è nettamente superiore alla 2ª, ma perché chiedere la luna quando si hanno le stelle? [...] [[Bette Davis|B. Davis]] era capace di tutto, anche di un personaggio romantico. (''[[Perdutamente tua]]''; 2000, p. 976) *[...] è diventato un film sadiano di forte suggestione e di inquietante atmosfera esotica con la sequenza della caccia splendidamente fotografata e montata. È interessante come predecessore di ''[[King Kong (film 1933)|King Kong]]'' [...]. (''[[Pericolosa partita]]''; 2000, p. 978) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *L'anomala misoginia di [[Robert Aldrich|R. Aldrich]] tocca qui il vertice del barocchismo. (''[[Piano... piano, dolce Carlotta]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Ambientato alla fine dell'Ottocento, è uno dei più perfetti esempi di teatro filmato che paradossalmente diventa cinema proprio nella misura in cui [[William Wyler|Wyler]] è rimasto fedele non solo al dramma (1939) di [[Lillian Hellman]], ma alla scenografia e alla messinscena. Alle luci il grande [[Gregg Toland]]. L'unica riserva che si può fare è, paradossalmente, quella di un eccesso di perfezione. (''[[Piccole volpi]]''; 2000, p. 989) *Tratto da un best seller (1933) di [[Erskine Caldwell]], molto discusso per il suo crudo realismo incline al grottesco, e sceneggiato da [[Philip Yordan]]. Accolto severamente dalla critica, forse a causa dei suoi frequenti cambi di marcia e di tono, è un film molto caro al suo regista, meno al suo sceneggiatore ("Troppo teorico, non abbastanza fisico"). Tutti d'accordo, invece, su [[Robert Ryan|Ryan]], capofamiglia di statura biblica. (''[[Il piccolo campo]]''; 2000, p. 991) *Classico del genere gangsteristico, caratterizzato, oltre che dalla memorabile interpretazione di [[Edward G. Robinson|E.G. Robinson]], dal taglio spedito e asciutto, quasi cronachistico del racconto, tratto da un romanzo di [[W. R. Burnett|W.R. Burnett]]. Datato, ma che forza! (''[[Piccolo Cesare]]''; 2000, p. 991) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *[...] è una commedia rurale che ha le scarpe grosse, ma il cervello poco fino. Contro i suoi bersagli preferiti (la meschinità, la ristrettezza di spirito, il campanilismo abietto, l'avidità, la viltà della provincia francese) [[Claude Autant-Lara|Autant-Lara]] ha la mira sbagliata per mancanza di ispirazione e di grazia. [[Anna Magnani|Magnani]] greve, doppiata tremendamente. (''[[La pila della Peppa]]''; 2000, p. 995) *Alterna momenti di carattere documentaristico nella 1ª parte a quelli avventurosi nella 2ª, rivelando già la mano e l'occhio di [[Roberto Rossellini|Rossellini]]: spiccio, disadorno nella ricerca di autenticità e nel rifiuto della retorica propagandistica. (''[[Un pilota ritorna]]''; 2010, p. 1125) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *La sceneggiatura di Philip Yordan (da un romanzo di Leo Brady) era ingegnosa, ma sembra che il produttore Sam Goldwin abbia fatto rifare il montaggio di testa sua. F. Granger esagera in istrionismo. Suggestiva la fotografia di Harry Stradling. (''[[La porta dell'inferno (film 1950)|La porta dell'inferno]]''; 2000, p. 1013) *È la migliore delle versioni del romanzo, archetipo romantico, per ritmo narrativo, ragionevole fedeltà al testo, atmosfera, recitazione. (''[[La porta proibita]]''; 2000, p. 1014) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *È forse il migliore tra i film orrorifici sulla venuta dell'Anticristo. Sulla scia dell'''[[L'esorcista|Esorcista]]'' (1973). Agli amanti del genere: c'è una decapitazione famosa. Suspense e brividi. (''[[Il presagio]]''; 2000, p. 1022) *Da un dramma teatrale a 2 personaggi di [[Louis Verneuil]] un melodramma triangolare con molta musica classica ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], [[Fryderyk Chopin|Chopin]] e un pezzo originale di [[Erich Wolfgang Korngold|E.W. Korngold]]), appartamenti immensi e lo stesso trio d'interpreti di ''[[Perdutamente tua]]'' (1942) dello stesso [[Irving Rapper|Rapper]], dove, forse per l'unica volta, [[Bette Davis|B. Davis]] si fa rubare il film da un partner ([[Claude Rains|C. Rains]]), ma alla fine, smentendo le menzogne, si prende la rivincita. Preceduto da ''Jealousy'' (1929) con Jeanne Eagels e Fredric March. Un classico del gusto ''camp''. (''[[Il prezzo dell'inganno]]''; 2000, p. 1025) *Verboso, schematico, all'insegna di un pessimismo troppo programmatico. Il bravo [[Kevin Spacey|K. Spacey]] la fa da mattatore (con la voce di [[Giancarlo Giannini]]). (''[[Il prezzo di Hollywood]]''; 2000, pp. 1025-1026) *[...] un lezioso film al glucosio con qualche frecciatina antiborghese, in linea con la politica fascista del tempo. (''[[La principessa del sogno]]''; 2000, p. 1037) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *La denuncia del razzismo e della violenza è un tema costante di [[Richard Brooks|Brooks]], sviluppato qui con sincerità e con coraggio sulla scorta di un romanzo di Robert C. Ruark. Tutta la 1ª parte è ammirevole, ineccepibile. Quando bisogna tirare le conclusioni, la 2ª scricchiola. In un periodo in cui i mass media demonizzavano il movimento indipendentista dei Mau Mau, fu, a modo suo, un film di controinformazione. (''[[Qualcosa che vale]]''; 2000, p. 1054) [[File:Quattro mosche di velluto grigio (1971) Mimsy Farmer 02.jpg|thumb|[[Mimsy Farmer]] in ''[[4 mosche di velluto grigio]]'']] *Sempre più incurante della logica e della verosomiglianza narrativa, il giovane regista compiace al proprio talento visionario come un alcolista alla sua sete. (''[[4 mosche di velluto grigio]]''; 2011, p. 1198) *[...] è una commedia diseguale e leggera, ma non priva di spunti divertenti. (''[[Quel fantasma di mio marito]]''; 2000, p. 1070) *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *Un po' artificiosa e meccanica, è l'ultima delle commedie classiche di [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]]. La vicenda è banale, ma il ritmo è scattante e [[Burgess Meredith|B. Meredith]] spiritosissimo. (''[[Quell'incerto sentimento]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== [[File:Ragazze da marito (film 1952) Eduardo De Filippo.png|miniatura|[[Eduardo De Filippo]] in ''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]'']] *Come quasi tutti i film diretti da [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]], è una trasposizione cinematografica di una delle sue commedie che nulla toglie ma nulla aggiunge alla sua grandezza di autore e attore. (''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]''; 2000, p. 1090) *[...] è il 3° film di [[Luciano Emmer|Emmer]], campione (milanese) del neorealismo rosa in salsa romana. Grazioso, garbato, con qualche pungente notazione sociologica, ma già sull'orlo dell'Arcadia neorealistica. (''[[Le ragazze di piazza di Spagna]]''; 2000, p. 1091) *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *Nel filone gangster del colpo grosso, rimane un classico, grazie all'alta ingegneria narrativa che culmina nella celebre sequenza muta di mezz'ora. Dopo 4 anni di purgatorio, [[Jules Dassin|Dassin]], messo sulla lista nera del maccartismo a Hollywood, dirige in Francia uno di quei thriller realistici di cui aveva la specialità in America e segna una svolta nel ''polar'' francese. Tutto concorre alla felicità del risultato: la fonte letteraria ([[Auguste Le Breton]]), la fotografia di Philippe Agostini, le musiche di Georges Auric, gli interpreti tra cui spicca [[Jean Servais|Servais]]. (''[[Rififi]]''; 2000, pp. 1119-1120) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *Sotto l'egida della Dreamworks, i produttori Walter F. Parkes e Laurie MacDonald hanno riunito un'agguerrita squadra di esecutori/collaboratori [...]. Pur mantenendo a livello figurativo componenti esotiche e asiatiche, hanno comodato il racconto nelle categorie riconosciute da Hollywood (un po' di psicologia e qualche spiegazione in più). Almeno nella 1ª ora paura e angoscia sono palpabili, lasciando il posto gradatamente alla ridondanza dei segni, all'eccesso dell'horror rozzo, alla violenza del "troppo visibile". (''[[The Ring (film 2002)|The Ring]]''; 2010, p. 1257) *La sequenza dell'acqua che esce vorticosamente dalla vasca e rimane sospesa sulla stanza da bagno (l'acqua è un motivo conduttore del racconto) è un efficace esempio del modo con cui gli effetti digitali possono diventare narrativamente funzionali. Chi volesse vedere nella scena una metafora del battesimo cristiano, si accomodi. È un film dove l'orrore è subordinato all'angoscia. Come dovrebbe dimostrare anche ''[[Dark Water (film 2002)|Dark Water]]'' (2002), ancora inedito in Italia, [[Hideo Nakata|Nakata]] fa melodrammi camuffati da ''horror''. (''[[The Ring 2]]''; 2010, p. 1257) *Chiude la trilogia militare di [[John Ford|Ford]], e fu il meno apprezzato (forse sottovalutato) dei 3, ma si può leggerlo quasi come un balletto tra un uomo e i suoi due amori, la moglie e la cavalleria. La musica e diverse belle canzoni vi hanno un posto importante. (''[[Rio Bravo]]''; 2000, p. 1121) *Melodramma tra le marcite che una sceneggiatura non priva di finezze, una bella fotografia a colori (L. Trasatti) e il fascino di una fulgida e improbabile [[Elsa Martinelli|Martinelli]] rendono appetibile. [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] serve in tavola con bravura. (''[[La risaia]]''; 2000, p. 1122) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Uno dei più squisiti film fantastici nella storia di Hollywood. Un po' velleitario come riflessione su grandi temi (vita, morte, amore, arte), ma figurativamente suggestivo. Stupenda fotografia di [[Joseph H. August|Joseph August]] che rischiò di vincere un Oscar. (''[[Il ritratto di Jennie]]''; 2000, p. 1129) *Girato tra difficoltà economiche e organizzative di ogni genere, il film impose in tutto il mondo una visione e rappresentazione delle cose vera e nuova, cui la critica avrebbe dato poco più tardi il nome di [[Neorealismo (cinema)|neorealismo]]. Specchio di una realtà come colta nel suo farsi, appare oggi come un'opera ibrida in cui il nuovo convive col vecchio, i grandi lampi di verità con momenti di maniera romanzesca, in bilico tra lirismo epico e retorica populista. La stessa lotta antifascista è raccontata ponendo l'accento sul piano morale più che su quello politico, il che non gli impedì di essere il film giusto al momento giusto e di indicare attraverso le figure del comunista e del prete di borgata il tema politico centrale dell'Italia nel dopoguerra. (''[[Roma città aperta]]''; 2000, p. 1137) *Un bel valzer di [[Alessandro Cicognini]] fa da leitmotiv di questo romantico e malinconico film, sapientemente costruito (con [[Renato Castellani|Castellani]] e [[Mario Soldati|Soldati]] tra gli sceneggiatori) e impreziosito dal bianconero di [[Arturo Gallea]]. (''[[Una romantica avventura]]''; 2000, p. 1138) *Ha tutte le carte in regola per essere iscritto al noir questo melodramma passionale a forti tinte. La regia è efficace e intelligente nella resa dell'atmosfera e degli ambienti quanto nella direzione degli interpreti tra i quali [[Barbara Stanwyck|B. Stanwyck]] scolpisce il ritratto di una insolita ''femme fatale''. (''[[Il romanzo di Thelma Jordon]]''; 2000, p. 1139) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *Il polacco [[Roman Polański|R. Polanski]] – al suo 1° film made in USA dopo 3 britannici – affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di [[Ira Levin]], ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell'ambiguità fino a fame la struttura portante della narrazione. (''[[Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York]]''; 2010, p. 1282) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tratto dal romanzo ''L'agente segreto'' (1907) di [[Joseph Conrad]], è uno dei migliori thriller del periodo inglese di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]]. Ricco di invenzioni memorabili (la sequenza del coltello) con una Londra insolita e una [[Sylvia Sidney|Sidney]] di straziante intensità. Il regista confessò uno sbaglio: troppo simpatico il bambino per farlo morire. (''[[Sabotaggio (film)|Sabotaggio]]''; 2000, p. 1151) *[[Tyrone Power]] morì a metà delle riprese e [[Yul Brynner|Y. Brynner]] lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *Fatto un colpo grosso, sono braccati dalla polizia, con uno dei finali più romantici e disperati della storia del cinema. Capolavoro del cinema USA di serie B, è un piccolo grande film nero sul tema della coppia criminale, ma anche una storia di "amour fou", contrassegnata da un erotismo insolito per l'epoca ("Siamo inseparabili come un revolver e le sue munizioni"). Notevole anche a livello di scrittura per il taglio espressionistico della fotografia ([[Russel Harlan]]), la precisione delle inquadrature e dei movimenti di macchina (con un bel piano-sequenza), l'uso degli esterni naturali. Dopo un avvio espositivo e un po' didattico, il racconto ha la traiettoria tesa di una fucilata. L'inglese [[Peggy Cummins|P. Cummins]] e [[John Dall|J. Dall]] (visto anche in ''[[Nodo alla gola]]'' di Hitchcock) sono perfetti. (''[[La sanguinaria]]''; 2010, p. 1300) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Dal romanzo ''Some Must Watch'' di Ethel Lina White, sceneggiato da Mel Dinelli, l'archetipo dei thriller ambientati "in un'antica casa buia" in cui la sequenza del delitto principale si svolge durante una "buia notte tempestosa". Era il tempo in cui la locuzione "serial killer" (assassino periodico) non era stata ancora inventata. Un film perfetto nel suo genere. I primissimi piani dell'occhio dell'assassino al momento di aggredire le sue vittime sono diventati un classico. (''[[La scala a chiocciola (film)|La scala a chiocciola]]''; 2000, p. 1166) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *Bella e fedele versione – la 1ª di 3 – del romanzo omonimo (1915) di [[William Somerset Maugham|Somerset Maugham]], notevole specialmente per l'interpretazione ottima anche se un po' sopra le righe. È il film che fece di [[Bette Davis|B. Davis]] una vera star. (''[[Schiavo d'amore (film 1934)|Schiavo d'amore]]''; 2000, p. 1175) *È uno dei film migliori del periodo pre-western di [[Anthony Mann|A. Mann]], con un'ottima interpretazione e una bella fotografia. Indimenticabile il finale. (''[[Schiavo della furia]]''; 2000, p. 1175) *Uno dei film del neorealismo italiano più conosciuti all'estero [...]: la sua polemica sociale non parte da un dato ideologico, ma da un motivo umano. In chiave di elegia populista [[Cesare Zavattini|Zavattini]] e [[Vittorio De Sica|De Sica]] tornano al mondo dell'infanzia che avevano già esplorato con ''[[I bambini ci guardano]]'' (1943). (''[[Sciuscià (film)|Sciuscià]]''; 2000, p. 1177) [[File:Lo scopone scientifico (1972) Sordi e Davis.png|thumb|[[Alberto Sordi]] e [[Bette Davis]] ne ''[[Lo scopone scientifico]]'']] *Scritta da [[Rodolfo Sonego]], è una vetta della commedia italiana, basata sulla dialettica denaro-potere. E la morale è amara: a giocare con i ricchi (con chi tiene il banco o con chi lo rappresenta) si perde sempre. Non c'è divisione tra buoni (poveri) e cattivi (ricchi): la linea di separazione è segnata dalla classe sociale e dall'obbligata scelta di campo. Film appassionante, interpretabile a vari livelli e recitato da attori infallibili. (''[[Lo scopone scientifico]]''; 2000, p. 1179) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *[...] un film a cerchi concentrici in cui tenerezza e ironia sono in perfetto equilibrio. Bella coppia romantica. (''[[Scrivimi fermo posta]]''; 2000, p. 1180) *In questa commedia di fantapolitica ambientata in un futuro prossimo, J. Dante e il suo sceneggiatore Martyn Burke non risparmiano niente e nessuno. Si spara a zero sui presidenti imbecilli, governatori in foia, guru delle P.R. (Pubbliche Relazioni), organizzazioni umanitarie, giornalisti a caccia di scoop, interessi economici e calcoli elettorali, nazionalismi esasperati, fanatismi etnici, strapotere della TV. E lo fa con feroce allegria, umorismo e orrore, fantasia e realtà. (''[[La seconda guerra civile americana]]''; 2010, p. 1327) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *È un noir inquietante in cui, come in altri film del regista viennese (1906-86), la sessualità ha una valenza distruttiva. [[Otto Preminger|O. Preminger]] smorza il versante melodrammatico della sceneggiatura di F. Nugent e O. Millard con un nitore di scrittura registica cui assai contribuiscono il bianconero di Harry Stradling e le musiche di D. Tiomkin. (''[[Seduzione mortale (film 1953)|Seduzione mortale]]''; 2000, p. 1185) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Torbida vicenda da incubo, imperniata sul tema dell'ipnotismo e su quello dell'impossibilità di modellare completamente un altro essere. [[Gene Tierney|G. Tierney]] è brava, ma nella parte del dottor Korvo [[José Ferrer|Ferrer]] è superbo. (''[[Il segreto di una donna]]''; 2000, p. 1190) [[File:Se io fossi onesto (film 1942) Vittorio De Sica e María Mercader (2).png|miniatura|[[María Mercader]] e [[Vittorio De Sica]] in ''[[Se io fossi onesto]]'']] *Una discreta commedia degli equivoci con un [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] inaspettato: invecchiato, curvo e con gli occhiali. Bravo. (''[[Se io fossi onesto]]''; 2000, p. 1191) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Conta per le qualità morali (sincerità, coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l'irrealismo ingannatore delle sue proposte. (''[[Il seme della violenza]]''; 2000, p. 1193) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Diviso in 2 parti di cui la migliore è la prima, di ambiente rurale. Grazie al suo sobrio classicismo, al rifiuto di ogni formalismo, al rispetto per i personaggi, [[Howard Hawks|Hawks]] trascende gli aspetti propagandistici ed edificanti della storia [...]. (''[[Il sergente York]]''; 2000, p. 1201) *3 attori eccellenti e una bella colonna musicale per un melodramma che rinnova il "gotico" attraverso la psicanalisi sulla linea che va da ''[[La porta proibita|Jane Eyre]]'' a ''[[Rebecca, la prima moglie (film 1940)|Rebecca]]''. (''[[Settimo velo|Il settimo velo]]''; 2000, p. 1210) *Nessuno come [[John Ford|J. Ford]] ha saputo mettere meglio in immagini la sfida all'OK Corral, nessuno come lui è riuscito a trasformare la nostalgia in poesia. La storia è un pretesto per una documentazione su un'epoca. È il suo 3° western parlato. Comincia ad affiorare quell'arte della digressione di cui diventerà maestro in vecchiaia, ma è altrettanto notevole la dialettica dei contrasti: l'azione violenta (nove cadaveri di personaggi principali) si alterna con le parentesi idilliche, l'aura mitica di cui sono circondati i personaggi si basa sulle loro imprese, ma anche sui particolari familiari e pittoreschi del comportamento. (''[[Sfida infernale]]''; 2000, p. 1211) *Struttura debole, qualche inverosimiglianza, e a [[Max Ophüls|Ophüls]] interessa poco la suspense: quel che gli sta a cuore è la psicologia dei personaggi, il loro comportamento, i particolari rivelatori, le fratture tra attore e personaggio. (''[[Sgomento (film)|Sgomento]]''; 2000, p. 1212) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *3° dei 6 film [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]-Paramount e il più hollywoodiano, quello che ebbe più successo. Inverosimile melodramma esotico e ferroviario, intriso di sadismo, in funzione della carica erotica di M. Dietrich, idolo enigmatico esaltato oltre misura dai costumi di Travis Banton. (''[[Shanghai Express]]''; 2000, p. 1214) *L'idea fu di [[Cesare Zavattini|Zavattini]]: far confessare quattro famose attrici, e importa poco sapere in che misura gli episodi narrati siano veri. Bisogna smitizzare il divismo? L'episodio [[Luchino Visconti|Visconti]]-[[Anna Magnani|Magnani]] sottolinea il rapporto tra il vivere e il recitare; gli altri 3 puntano, più o meno pateticamente, sul contrasto tra la donna e l'attrice, fra la scena e la vita. (''[[Siamo donne]]''; 2000, p. 1217) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *La materia è da film noir, a mezza strada tra ''[[Gilda (film)|Gilda]]'' e ''[[Il mistero del falco]]'', ma con bizzarre e sardoniche anticipazioni di ''[[Il tesoro dell'Africa]]'' di [[John Huston|Huston]]. Fecero impressione, comunque, alcune sequenze che lo resero un ''cult movie'': il corteggiamento nell'acquario, il teatro cinese, il taboga, la sparatoria finale nella sala degli specchi. Il barocchismo stilistico di [[Orson Welles|Welles]] conferma quali e quanti fossero i debiti del noir hollywoodiano con l'espressionismo. Ridotta [[Rita Hayworth|R. Hayworth]] a una statua di ghiaccio e piuttosto debole il marinaio O'Hara, l'attore che domina il film è [[Everett Sloane|E. Sloane]]. (''[[La signora di Shanghai]]''; 2000, pp. 1219-1220) *Nonostante l'esasperato romanticismo e la veemente recitazione "all'italiana", è un melodramma raffreddato (con venature pirandelliane) che anticipa i temi di posteriori film di [[Max Ophüls|Ophüls]], specialmente di ''[[Lola Montès]]'' (1955). [[Memo Benassi|M. Benassi]] con foga sopra le righe, e una memorabile [[Isa Miranda|I. Miranda]], in bilico tra [[Greta Garbo]] e [[Marlene Dietrich]]. (''[[La signora di tutti]]''; 2000, p. 1220) *Uno dei personaggi più riusciti della carriera di [[Bette Davis|B. Davis]], affiancata da un [[Claude Rains|C. Rains]] di grande finezza in una melodrammatica saga familiare, ottimamente sceneggiata dai fratelli Julius J. e Philip Epstein sulla base di un romanzo di [[Elizabeth von Arnim]]. (''[[La signora Skeffington]]''; 2000, p. 1221) *Commedia fiacca degli equivoci con una soluzione che non persuade. (''[[Signori, in carrozza!]]''; 2000, p. 1223) *Scritta con [[Mario Soldati]], è una commedia dal ritmo perfetto, tipica dei "[[Cinema dei telefoni bianchi|telefoni bianchi]]", basata com'è sul classico scambio dei ruoli e dei personaggi. Regista dai mezzi toni, [[Mario Camerini|M. Camerini]] riscatta il moralismo della storia (il confronto tra la sana piccola borghesia e la vacua aristocrazia) con una giusta dosatura di ironia e sentimento. (''[[Il signor Max]]''; 2000, p. 1224) *Film significativo della prima fase del cinema nero. Contano specialmente l'atmosfera (fotografia in un suggestivo chiaroscuro) e la bravura dei caratteristi. (''[[Situazione pericolosa]]''; 2000, p. 1231) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *Nero di buon artigianato, con una bella colonna sonora di Elmer Bernstein e una suggestiva fotografia di Charles Lang Jr. Entrambi nominati agli Oscar, [[Joan Crawford|J. Crawford]] e [[Jack Palance|J. Palance]] sono assai efficaci nel rendere con ambiguità la perversità del rapporto tra i loro personaggi, ma anche [[Gloria Grahame|G. Grahame]] scava in profondità nel masochismo del suo. (''[[So che mi ucciderai]]''; 2000, p. 1235) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Restituisce in piccola parte la tematica hemingwayana sulla ricerca dell'identità, il ritratto della ''lost generation'', le risonanze simboliche del viaggio. Escluso [[Tyrone Power|Power]] fuori parte, il cast funziona: una [[Ava Gardner|Gardner]] travolgente come Brett Ashley; la [[Juliette Gréco|Gréco]] ruba le scene ai compagni; al suo penultimo film, [[Errol Flynn|Flynn]] si prende in giro con classe. La corsa dei tori a Pamplona è filmata benissimo (Cinemascope di Leo Tover). (''[[Il sole sorgerà ancora]]''; 2010, p. 1395) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Nel quadro del calligrafismo letterario che s'impose nel cinema italiano negli anni di guerra il penultimo film di [[Ferdinando Maria Poggioli|F.M. Poggioli]] (1897-1945) ha un posto d'onore per finezza della recitazione, puntiglio rievocativo, attenzione ai dettagli. Peccato che, probabilmente per ragioni di costo, il regista abbia dovuto omettere il paesaggio, una tela di fondo importante nell'ironico romanzo di [[Aldo Palazzeschi|A. Palazzeschi]] [...]. (''[[Sorelle Materassi (film)|Sorelle Materassi]]''; 2000, p. 1248) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Melodramma gangster ben fatto, con una bella trama intricata e con un [[Robert Taylor|R. Taylor]] farabutto di "sani e incorruttibili principi". Ma l'Oscar lo prese [[Van Heflin|V. Heflin]], come miglior attore non protagonista. (''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]''; 2000, p. 1249) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *Sul classico tema della "seconda occasione", cimentandosi in un genere per lui nuovo, il settantenne regista-produttore [[Clint Eastwood|C. Eastwood]] pilota ammirevolmente un altro film con l'abituale ''understatement'', mescolando con sapiente leggerezza i toni, dall'umoristico al drammatico. Coerente con la sua concezione artigianale del cinema, ricorre agli effetti speciali subordinandoli al racconto e rivendicando la centralità delle doti umane (manualità, intuito, libertà di scelta) contro la supremazia della tecnologia. Melanconico e genialmente retorico epilogo lunare nel nome dell'amicizia [...]. (''[[Space Cowboys]]''; 2010, p. 1409) *La chirurgia plastica trasforma una bruttina in bellissima. Il marito non l'accetta, la vita coniugale diventa un inferno, lei se ne va con un corteggiatore, ma quando apprende che il consorte ha ucciso il chirurgo, ritorna. Nonostante l'inverosimiglianza dell'assunto, non manca d'interesse come descrizione di un meschino ambiente piccoloborghese. Ottimo [[Bourvil]]. (''[[Lo specchio a due facce]]''; 2010, p. 1258) *Molti effetti speciali, la storia speciale non è, i personaggi nemmeno. Film bovino con poca azione, molte chiachiere, due o tre belle idee di sceneggiatura, un finale ingegnoso. (''[[Star Trek (film 1979)|Star Trek]]''; 2010, p. 1428) *Più vispo del primo. Ridimensionate le ambizioni metafisiche e ridotti gli effetti speciali, si è puntato sull'azione, sulle battaglie, su [[Khan Noonien Singh|Khan]], malvagio galattico di statura scespiriana. Le solenni banalità del dialogo non si contano. (''[[Star Trek II - L'ira di Khan]]''; 2010, p. 1428) *La zuppa è sempre la stessa, ma è cambiato il cuoco. In peggio. Ci si prende troppo sul serio. Contano le scenografie wagneriane, le catastrofi, gli effetti speciali. E i [[Klingon]]s, pirati interstellari, sono pappemolli che fanno la faccia feroce. (''[[Star Trek III - Alla ricerca di Spock]]''; 2010, p. 1428) *Attore, sceneggiatore e regista, L. Nimoy porta le avventure galattiche verso la Terra e verso la commedia con risultati assai divertenti. Pochi effetti speciali ma efficaci. (''[[Rotta verso la Terra|Star Trek IV - Rotta verso la Terra]]''; 2010, p. 1428) *Traballante e fiacco si riprende nell'efficace finale. (''[[Star Trek V - L'ultima frontiera]]''; 2010, p. 1448) *Meglio del precedente, ma tolta la sequenza dell'Alaska è tutto già visto. (''[[Rotta verso l'ignoto|Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto]]''; 2010, p. 1429) *Gene Roddenberry, creatore della serie, inorridirebbe se fosse ancora vivo: si è toccato il fondo. (''[[Star Trek: La nemesi]]''; 2010, p. 1429) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Un gioiello del cinema americano a basso costo in cui il tempo narrativo coincide con quello reale. Realizzare ''The Set-Up'' (trucco, imbroglio) "fu per tutti un atto d'amore" ([[Robert Wise|R. Wise]]). Un raro equilibrio di tensione, autenticità, atmosfera, credibilità, verità psicologica. Splendido bianconero di [[Milton R. Krasner|Milton Krasner]]. Premiato a Cannes per la sceneggiatura dell'esordiente Art Cohn, giornalista sportivo, una delle più belle interpretazioni del quarantenne [[Robert Ryan|R. Ryan]] che aveva praticato il pugilato in gioventù. (''[[Stasera ho vinto anch'io]]''; 2000, p. 1275) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Maldestro tentativo di inserire due divi di Hollywood in una struttura neorealistica di taglio semidocumentario. [...] soltanto a sprazzi si coglie la sensibilità di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]]. Vale soprattutto per il finale. (''[[Stazione Termini (film)|Stazione Termini]]''; 2000, p. 1276) *Ispirato a fatti realmente accaduti, è in bilico tra uno storico appena credibile e uno pseudo-erotico-conventuale. (''[[Storia di una monaca di clausura]]''; 2000, p. 1283) *Scritto da [[Lillian Hellman]], è un sagace adattamento di un dramma (1935) di [[Sidney Kingsley]] dove, accanto ad attori famosi, c'è da ammirare la banda dei Dead End Kids, la fotografia di [[Gregg Toland|G. Toland]] e la brava [[Claire Trevor|C. Trevor]]. Girato interamente in studio con fondali dipinti. Questa accentuazione della sua dimensione teatrale diventa un espediente quasi [[Bertolt Brecht|brechtiano]] per comunicare che la storia in corso è rappresentativa di una vasta realtà. (''[[Strada sbarrata]]''; 2000, p. 1287) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Intelligente antologia sui moderni metodi di lotta che la polizia USA ha adottato contro il banditismo nel dopoguerra, ha un notevole ritmo, un ottimo montaggio e un gruppo di bravi attori. (''[[Strada senza nome|La strada senza nome]]''; 2000, p. 1287) *È il 3° e il più convenzionale dei film diretti da [[Orson Welles|Welles]], in linea con un personaggio di moda a Hollywood negli anni '40: l'ospite in casa che non è quel che sembra. Prodotto da [[Sam Spiegel]] e scritto da [[Anthony Veiller]] su un soggetto altrui, ha molti punti deboli, ma, oltre a quella finale, vanta almeno 2 sequenze memorabili (l'inizio e l'assassinio nel bosco) e lo straordinario bianconero di [[Russell Metty]]. Interessante la descrizione dell'ambiente di provincia. Pur andando talvolta sopra le righe, Welles sfaccetta con sottile istrionismo il suo nazista. Memorabile la figuretta del farmacista che gioca a scacchi. (''[[Lo straniero (film 1946)|Lo straniero]]''; 2000, p. 1290) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *È difficile stabilire in che misura i notevoli meriti di questo film nero che è anche un apologo morale siano di [[Ben Hecht]] sceneggiatore [...] o della regia di [[Otto Preminger|O. Preminger]] e del suo stile visivo di grande precisione. Ancora una volta, dopo ''[[Vertigine (film 1944)|Laura]]'' (1944), la coppia [[Dana Andrews|Andrews]]-[[Gene Tierney|Tierney]] fa faville. (''[[Sui marciapiedi]]''; 2000, p. 1298) *Raccontato sul filo del rasoio del drammatico e dell'umoristico, è un po' verboso e prolisso, ma sostenuto da una sapiente suspense. (''[[Il suo tipo di donna]]''; 2000, pp. 1300-1301) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) *Titolo stupido per un elaborato rifacimento del famoso racconto ''Giro di vite'' (1898) di [[Henry James]]. Ma la suspense c'è, e specialmente il clima morboso. Ottima [[Deborah Kerr|D. Kerr]], splendida fotografia di [[Freddie Francis]]. (''[[Suspense (film 1961)|Suspense]]''; 2000, p. 1304) ====T==== *Film d'avventure esotiche che tiene svegli col suo ritmo svelto. La fulgida [[Marlene Dietrich|Marlene]] ha una corona di baldi maschietti. L'ambiente è suggestivo, e c'è una scazzottatura da antologia. (''[[La taverna dei sette peccati]]''; 2000, p. 1316) *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Sceneggiato da [[Luc Besson]], è un film di azione ad alta velocità che assomiglia ai poliziotteschi italiani degli anni '70 più che ai modelli hollywoodiani degli anni '90: inseguimenti, acrobazie su due o quattro ruote, parentesi di umorismo pecoreccio. Basta guardare i primi 20 minuti. Sembrano sentinelle che dicano: non andate avanti. (''[[Taxxi]]''; 2000, p. 1317) *L'argomento era già un po' sdato e anacronistico perché quando il film uscì era già in funzione il telefono automatico. Deriva, infatti, da una novella di Herbert Rosenfeld degli ultimi anni '20, sceneggiata da Ernst Wolff per il film tedesco ''Fräulein-falsch verbunden'' (1932) di E.W. Emo con Magda Schneider. Il rifacimento del casertano N. Malasomma non manca né di brio né di garbo. (''[[La telefonista]]''; 2000, p. 1319) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *Se esistesse l'Oscar della macelleria, questo 8° film di D. Argento se lo aggiudicherebbe facilmente. (''[[Tenebre (film)|Tenebre]]''; 2000, p. 1323) *Il motto è "Non fate la guerra, fate l'amore". In modi meno piccanti, la vicenda rimanda a quella di ''[[L'iniziazione (film 1986)|L'iniziazione]]'' (1986) di [[Gianfranco Mingozzi|Mingozzi]], ma [[David Hamilton|Hamilton]], famoso fotografo di moda, punta sulla calligrafia e il morbosetto. (''[[Tenere cugine]]''; 2000, p. 1324) [[File:Teodora (film 1954) Gianna Maria Canale.png|miniatura|[[Gianna Maria Canale]] in ''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]'']] *1° film a colori di [[Riccardo Freda|R. Freda]] [...] e uno dei suoi risultati più armoniosi in cui le ragioni dello spettacolo non prevaricano sulla definizione dei personaggi. (''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]''; 2000, p. 1325) *3° film di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] regista [...] e il migliore dei 3 per il garbo della costruzione narrativa, l'esperta guida degli attori, la credibilità dei personaggi. Basterebbe [[Anna Magnani|A. Magnani]] nel personaggio della canzonettista Loletta Prima per raccomandarlo. (''[[Teresa Venerdì]]''; 2000, p. 1327) *Artificioso, ma efficace esercizio di suspense con una palese influenza dell'espressionismo a livello figurativo. Una [[Barbara Stanwyck|B. Stanwyck]] superlativa si guadagnò una candidatura all'Oscar. (''[[Il terrore corre sul filo]]''; 2000, p. 1331) *È un bizzarro film in cui [[John Huston|J. Huston]] prende in giro un po' tutti: sé stesso, il thriller avventuroso, [[Gina Lollobrigida|G. Lollobrigida]] e il pubblico, strizzando l'occhio agli amici. Una vacanza italiana. Quando uscì fu un fiasco, ma poi divenne un film di culto per cinefili sofisticati. Dialoghi spiritosi di [[Truman Capote]]. (''[[Il tesoro dell'Africa]]''; 2000, p. 1334) *"Girato per scommessa e divertimento" ([[Don Siegel|D. Siegel]]). Scommessa vinta, spettatori divertiti. (''[[Il tesoro di Vera Cruz]]''; 2000, p. 1335) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *È un film che ha in partenza qualche difficoltà di carburazione, ma poi funziona con diversi momenti divertenti. (''[[30 secondi d'amore|Trenta secondi d'amore]]''; 2000, p. 1374) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *È un vero film "de noantri", romano e romanesco a 18 carati, degno del [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]. C'è la firma di [[Federico Fellini|Fellini]] giovanissimo alla sceneggiatura insieme a quella di [[Aldo Fabrizi|A. Fabrizi]]. I duetti Fabrizi-[[Anna Magnani|Magnani]] sono spassosi. (''[[L'ultima carrozzella]]''; 2000, p. 1396) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) *Tratto da un romanzo di [[Richard Matheson]] e girato a basso costo tra i palazzi romani dell'[[EUR]], è un horror che passò ingiustamente inosservato, nonostante i suoi meriti: un ottimo [[Vincent Price|Price]], alta tensione, intelligenza dei dettagli, alcune anticipazioni – o coincidenze? – con i futuri film di [[George A. Romero]]. (''[[L'ultimo uomo della Terra]]''; 2000, p. 1408) *Uno dei capolavori del cinema neorealista, e il suo canto del cigno. Frutto maturo del sodalizio tra [[Cesare Zavattini|Zavattini]] e [[Vittorio De Sica|De Sica]], sostenuto anche da ricerche, non tutte risolte, sul tempo e la durata (famosa la sequenza del risveglio della servetta), il film tocca una crudeltà lucida senza compromessi sentimentali, fuori dalla drammaturgia tradizionale. Non ha la "perfezione" di ''[[Ladri di biciclette]]'', ma va al di là. (''[[Umberto D.]]''; 2000, p. 1409) *Come [[Mario Camerini|Camerini]] anticipò il neorealismo, facendo di Milano qualcosa di più di una tela di fondo per questa commedia comico-sentimentale profumata di giovinezza e raccontata con garbo. (''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]''; 2000, p. 1413) *Narrato con scioltezza è un dramma razziale intelligente che vale anche per alcune (azzeccate e dure) annotazioni sociologiche e ambientali (la famiglia del medico). Disgraziatamente [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]] si è abbandonato un po' troppo alla declamazione e agli effetti. Bravi gli interpreti [...]. (''[[Uomo bianco, tu vivrai!]]''; 2000, p. 1417) *Il pretendente [...] doma la bisbetica con disarmata e sorridente pazienza. Commedia agile, festosa e gentile [...]. (''[[L'uomo che sorride]]''; 2000, p. 1420) *Considerato il migliore dei 5 film hollywoodiani di [[Jean Renoir|J. Renoir]], il 1° in cui il conflitto tra uomo e natura ha un'importanza centrale: quasi vi si sente l'odore della terra smossa dall'aratro, battuta dalla pioggia o riscaldata dal sole. Il velato ottimismo dell'epilogo è una speranza più che una certezza. (''[[L'uomo del Sud]]''; 2000, pp. 1425-1426) *Pur subordinata ai 3 personaggi maschili, la [[Bette Davis|Davis]] dà alla sua parte calore e umorismo, "rubando" il film a [[Edward G. Robinson|Robinson]] per il quale era stato prodotto dalla Warner. (''[[L'uomo di bronzo]]''; 2000, p. 1426) *[...] è uno dei migliori thriller prodotti da [[Val Lewton]] per la RKO. La povertà dell'intrigo è riscattata dall'uso sapiente della suspense e degli effetti: l'orrore è solamente suggerito. (''[[L'uomo leopardo]]''; 2000, p. 1429) [[File:L'uomo di paglia (film).JPG|miniatura|La scena finale de ''[[L'uomo di paglia]]'']] *Gli ingredienti narrativi sono più o meno gli stessi di ''[[Il ferroviere]]'' (1955), e la maestria tecnico-stilistica è tale che non si nota quasi più. Per tre quarti il film tiene, avvince e convince (e la Bettoja fu giustamente una rivelazione), ma ancora una volta il finale rovina l'equilibrio a colpi di retorica e di buon senso piccolo borghese. L'apporto alla sceneggiatura di Benvenuti e De Bernardi, collaboratori di A. Giannetti, si sente nei particolari. (''[[L'uomo di paglia]]''; 2000, p. 1427) *Curioso esempio di fantascienza religiosa da un romanzo di successo di [[Morris West]] che, comunque, previde con un anticipo di più di 10 anni l'elezione (1976) del polacco [[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyla]]. Un insuccesso a tutti i livelli. (''[[L'uomo venuto dal Kremlino]]''; 2000, p. 1433) *Interamente girato in Thailandia, è coraggioso, anticonformista e crudele per certi aspetti, soprattutto nella 1ª parte. (''[[Urla del silenzio]]''; 2010, p. 1609) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *Scritto da [[Nigel Kneale]] con il regista, è il 2° film della serie Hammer che, nella sua miscela di fantascienza e horror, riflette in modi bizzarri l'isteria allarmistica da guerra fredda (come in USA ''[[L'invasione degli ultracorpi]]'', 1956). (''[[I vampiri dello spazio]]''; 2010, pp. 1618-1619) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *Il 1° dei 3 western di [[Fritz Lang|Lang]], e non il migliore. Più che sul tema della giustizia, svolto in modo troppo didattico, trova i suoi motivi di interesse in quelli della vendetta e della colpa. [[Gene Tierney|G. Tierney]] esordiente è già fascinosa. (''[[Il vendicatore di Jess il bandito]]''; 2000, p. 1451) *Film di culto per gli amanti del cinema nero: eleganza, decadenza, perversione, crudeltà, umorismo e una forte vena di necrofilia ne fanno un cocktail unico. Il motivo di David Raksin ("Laura") incanta ancora oggi. Uno di quei film felici dove tutto concorre al risultato finale: regia, sceneggiatura, fotografia (J. LaShelle, premio Oscar), scenografia, musica. (''[[Vertigine (film 1944)|Vertigine]]''; 2000, p. 1463) *Il surrealismo del vecchio maestro spagnolo è al massimo della sua forma in questa deliziosa, sarcastica scorribanda attraverso le eresie, da lui prese come segni di una dialettica tra fede e ideologia, potere e libertà. (''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''; 2000, p. 1469) *Film laico sulla stregoneria, poco romantico e ancor meno mistico, fondato sulla visione: le immagini vi contano più delle parole. Alle seconde è affidata la dimensione razionale e discorsiva (diurna), alle prime quella emotiva e fantastica (notturna), ma quanto è feconda la contraddizione dialettica tra le due componenti? Domina la presenza simbolica dell'acqua, anche come parte femminile della libido. (''[[La visione del sabba]]''; 2000, p. 1478) *Commediola melensa, anacronistica e recitata a braccio. (''[[La vispa Teresa (film 1943)|La vispa Teresa]]''; 2000, p. 1479) *[...] è una commedia di carta velina sotto il segno di un ottimismo ingenuo, appena sfiorato da una vena umoristica. Nel '43 quanti italiani andarono a vederlo per constatare com'era bella la vita, almeno al cinema? ([[La vita è bella (film 1943)|''La vita è bella'', 1943]]; 2000, p. 1481) *6° film di [[Roberto Benigni|Benigni]] regista, è il più ambizioso, difficile e rischioso e il migliore: 2 film in 1, o meglio un film in 2 parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori – essenziali i contributi della fotografia – ma complementari: la 1ª spiega e giustifica la 2ª. Una bella storia d'amore, scritta con [[Vincenzo Cerami]]: prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma l'una è la continuazione dell'altra. Il frenetico dinamismo di R. Benigni è felicemente sfogato, la sua torrentizia oralità ora debordante ora dimezzata. Un'elegante leggerezza distingue [[Giustino Durano|G. Durano]] nel più riuscito dei personaggi di contorno. ([[La vita è bella (film 1997)|''La vita è bella'', 1997]]; 2000, p. 1481) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *La selvaggia potenza del romanzo della [[Emily Brontë|Brontë]] è un po' troppo addomesticata. Gli sceneggiatori ne hanno impoverito l'intensità e attutito il romanticismo gotico, ma il film rimane egualmente memorabile. Robusta interpretazione di [[Laurence Olivier|Olivier]]. (''[[La voce nella tempesta]]''; 2000, p. 1491) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) *Ritratto di donna in forma di monologo quasi didattico e una traccia d'azione. Per [[Teresa Russell|T. Russell]] è lo spunto per un'esibizione di alto istrionismo gestuale, fonico, recitativo. [[Ken Russell|K. Russell]], autore geniale e visionario sempre in bilico sul kitsch, ha filmato con tono di premeditata e accanita sgradevolezza, cercando di rispecchiare con onestà la materia. (''[[Whore (puttana)]]''; 2000, p. 1501) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *Forte di una trama avvincente, di una struttura sofisticata in bilico continuo tra presente e passato, di un cast vario e intrigante, può forse essere considerato il più celebre telefilm dei primi anni 2000. Il finale della serie è stato seguito (ufficialmente) da circa 25 milioni di persone nel mondo. (''[[Lost]]''; 2013, p.1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-08-22722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-08-34476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 1zlzfx353kvvjfltczj8zp3ada4f58z 1351531 1351508 2024-11-12T09:39:09Z Spinoziano 2297 /* S */ 1351531 wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur tra alti e bassi, invenzioni e stereotipi, rimane uno dei più aguzzi, impietosi (ma anche spiritosi) film di Hollywood su Hollywood. Nel disegno del suo personaggio d'alcolista [[Lowell Sherman|L. Sherman]] tenne d'occhio suo cognato [[John Barrymore]] e la [[Constance Bennett|Bennett]] è assai brava. (''[[A che prezzo Hollywood?]]''; 2000, p. 15) *Visibile come documento d'epoca, per il garbo recitativo dell'intero cast, per la finezza della regia. (''[[Addio giovinezza! (film 1940)|Addio, giovinezza!]]''; 2000, p. 18) *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *Scritto da Lamar Trotti e splendidamente fotografato da A. Miller, è uno dei più famosi western sociali con un preciso discorso sul linciaggio. Un po' sopravvalutato, comunque: molto parlato, non poco didattico e moralistico. (''[[Alba fatale]]''; 2000, p. 31) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Unica regia dello stimato sceneggiatore [[Daniel Taradash|Taradash]], è il 1° film esplicitamente antimaccartista di Hollywood. Nobile tesi, pesantezza didattica, macchinoso e troppo simbolico. Un'ottima [[Bette Davis|Davis]] non basta. (''[[Al centro dell'uragano (film 1956)|Al centro dell'uragano]]''; 2010, p. 37) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *Il clima del secondo Ottocento è reso con gusto e precisione, il livello professionistico generale è ammirevole. (''[[Altri tempi - Zibaldone n. 1|Altri tempi]]''; 2000, p. 48) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *La cornice soffoca il quadro, c'è lo spettacolo, non il sentimento della passione e del desiderio, l'erotismo è verniciato, ma la rievocazione di un'atmosfera è suggestiva, i 2 protagonisti sono ben scelti, le musiche del libanese [[Gabriel Yared]] funzionano. (''[[L'amante (film 1992)|L'amante]]''; 2000, p. 49) *È un potente dramma la cui sceneggiatura ([[Philip Yordan]]) servì di base al western ''[[La lancia che uccide|La lancia spezzata]]'' (1954). [[Edward G. Robinson|Robinson]] è un grande patriarca, ma è ammirevole anche [[Luther Adler]]. (''[[Amaro destino]]''; 2000, p. 55) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *Accurata l'ambientazione di un realismo morbidamente femminile: problemi di psicologia risolti, sia pure attraverso una vicenda un po' convenzionale, con notazioni umane e un'interpretazione degna di rilievo. (''[[L'amica (film 1943)|L'amica]]''; 2000, p. 60) *Sullo sfondo di una Firenze granducale, [[Mario Mattoli|Mattòli]] al suo 2° film ha inserito un [[Primavera dei popoli|1848]] patriottico e romantico, ma antieroico. Le situazioni sono molto teatrali ma risolte con leggerezza di mano. [[Vittorio De Sica|De Sica]] è godibile e la trovata del film è la dolce [[Milly (cantante)|Milly]]. (''[[Amo te sola]]''; 2010, p. 75) *È inevitabile citare [[Edmondo De Amicis|De Amicis]], l'Edmondo de' Languori, e il suo ''Dagli Appennini alle Ande'' che straziò due o tre generazioni. Quando [[Glauco Pellegrini|Pellegrini]] può appoggiarsi al paesaggio e all'ambiente, affiorano le sue qualità liriche e descrittive di buon documentarista. Quando fa agire i personaggi non c'è scampo: o melodramma o bozzettismo. (''[[L'uomo dai calzoni corti|L'amore più bello - L'uomo dai calzoni corti]]''; 2000, p. 72) *Con ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'', ''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]'' e ''[[Ninotchka]]'' forma un piccolo trattato di economia politica (G. Fink) e un'illustrazione della logica del capitale. È, forse, il più bello dei quattro, certamente il più impalpabile, astratto, misterioso, reticente. La scena del pranzo è un compendio del ''[[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] touch''. (''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]''; 2000, p. 81) *Capolavoro del primo cinema tedesco sonoro, trasformò in star una poco nota cantante e attrice (che aveva già partecipato a 17 film dal 1923), arricchì l'immaginario collettivo di un nuovo mito di donna fatale, non lontano dalla Lulu di [[Frank Wedekind|Wedekind]], segnò l'inizio del sodalizio [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]], durato altri 7 film a Hollywood. Il turgido istrionismo masochistico di [[Emil Jannings|Jannings]] s'oppone alla pura "apparenza" quasi grafica della Dietrich. (''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]''; 2000, p. 81) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Drammone a lieta fine al servizio di [[Bette Davis|B. Davis]] in versione doppia. Tratto da un romanzo di Karel J. Benes, è un ''mélo'' di bassa lega migliorato dall'esperta regia. (''[[L'anima e il volto]]''; 2000, p. 84) *Umorismo ben mescolato alla tenerezza in un clima di sterilizzata audacia erotica. Bella coppia. C'è uno spogliarello "teologico". (''[[L'anima e la carne]]''; 2000, p. 84) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Girato nei giorni bui dell'occupazione tedesca, è una novelletta piacevole, ma anemica, esitante tra il gusto francese e quello più acqua e sapone all'italiana. (''[[Apparizione (film)|Apparizione]]''; 2000, p. 93) *Uscito dal Centro Sperimentale di Cinematografia, [[Gianluigi Calderone|Calderone]] debutta con un film che non manca di eleganza nella sua pruriginosa volontà di far scandalo né di velleità nel descrivere le mediocri nevrosi della media borghesia italiana. Com'è giusto, diventerà uno specialista di porno soft. (''[[Appassionata (film 1974)|Appassionata]]''; 2000, p. 93) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) [[File:The Quatermass Xperiment (1955) trailer - Brian Donlevy & Margia Dean.png|thumb|Il [[Bernard Quatermass|dott. Quatermass]] interpretato da Brian Donlevy ne ''[[L'astronave atomica del dottor Quatermass]]'']] *1° dei 3 film prodotti dalla Hammer a basso costo (ma con una dose di intelligenza), ispirati a un popolare serial TV (1953) della BBC. [...] Fantascienza a misura d'uomo. (''[[L'astronave atomica del dottor Quatermass]]''; 2000, p. 127) *È il 3° e il migliore del ciclo del [[Bernard Quatermass|dottor Quatermass]]. (''[[L'astronave degli esseri perduti]]''; 2000, p. 127) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) *[...] è un buon film nero con un tema sociale in filigrana che ha al centro la psicologia tormentata del traditore ([[Van Heflin]]) e prepara con ritmo serrato il suo gesto finale d'espiazione. Ma il film conta soprattutto per l'atmosfera di disperata tensione che, con l'apporto del bianconero di [[Robert Surtees]], il regista sa creare. (''[[Atto di violenza]]''; 2000, p. 118) *Superficiale e stentata commedia rivistaiola. (''[[Auguri e figli maschi!]]''; 2000, p. 118) *È una specie di romantico omaggio al "fattorino" dell'autobus con un [[Aldo Fabrizi|Fabrizi]] divertente, genuino, convincente. (''[[Avanti c'è posto...]]''; 2000, p. 120) ====B==== *Uno dei migliori film gangster del dopoguerra, scritto da [[Ben Hecht|B. Hecht]] e C. Lederer, filmato in esterni veri a New York. Memorabile esordio di [[Richard Widmark|R. Widmark]] nella parte del sadico che fa ruzzolare per le scale una vecchia paralitica. (''[[Il bacio della morte (film 1947)|Il bacio della morte]]''; 2000, p. 132) *Citato da celebri scrittori ([[Manuel Puig]]), fonte di ispirazione per nuovi registi, giocato sagacemente sull'ambiguità, a mezza strada tra l'horror e il thriller, con una dimensione fantastica suggerita più che rappresentata, è una chicca per i fans del cinema fantastico, un classico del cinema americano di serie B, un prototipo più volte imitato. (''[[Il bacio della pantera (film 1942)|Il bacio della pantera]]''; 2000, p. 132) *Reduce dal successo di ''[[La sepolta viva (film 1949)|La sepolta viva]]'' [...], [[Guido Brignone|Brignone]] azzeccò anche questo film [...]. (''[[Il bacio di una morta (film 1949)|Il bacio di una morta]]''; 2000, pp. 133) *Come giallo, è un film d'andazzo normale, ma ha almeno un merito: una certa cura nella descrizione dell'ambiente cinematografico. (''[[Bacio mortale (film 1932)|Bacio mortale]]''; 2000, pp. 133) *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Un "nero" di prima classe, di taglio semidocumentaristico. Suspense, atmosfera, azione, e una suggestiva descrizione dell'ambiente portuale nello stupendo bianconero di Joe McDonald. (''[[Bandiera gialla (film 1950)|Bandiera gialla]]''; 2000, p. 142) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''; 2010, p. 170) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *Equivoci a non finire, ma lieta fine. Commedia modesta e anemica che si regge sulla simpatia di [[Aldo Fabrizi|Fabrizi]]. (''[[Benvenuto reverendo!]]''; 2000, p. 160) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *1° film sonoro di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] che sperimenta genialmente suoni e rumori, ma non il parlato. Notevoli: la sequenza d'apertura di taglio semidocumentaristico; il delitto; il motivo del coltello; il British Museum. Opera di incipiente maturità, thriller carico di libidine. (''[[Ricatto (film 1929)|Blackmail]]''; 2000, p. 169) *È un rozzo film fondato sulla paura del buio, cioè dell'invisibile. Senza spargimento di sangue, senza un effetto speciale, fa paura a molti, specialmente agli adolescenti in grado di identificarsi con i tre personaggi. È un non-film di radicale inettitudine [...]. (''[[The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair|The Blair Witch Project]]''; 2010, p. 189) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) *Nella stesura del raccontino originale, svelto e spiritoso, si sente la mano di [[Marcello Marchesi]] con la coppia [[Age & Scarpelli]]. [[Ugo Tognazzi|Tognazzi]] per la 1ª volta in un ruolo importante. La [[Silvana Pampanini|Pampanini]] tenta di non essere solo bella. (''[[Una bruna indiavolata!]]''; 2000, p. 185) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Melodramma a lieto fine, dalle scenografie cariche di significati simbolici che sottolineano le psicologie dei personaggi. (''[[Calafuria (film)|Calafuria]]''; 2000, pp. 198-199) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Da un romanzo di [[Daphne du Maurier|Daphne Du Maurier]] una storia fosca, venata di acido umorismo. Con una coppia del calibro [[Bette Davis|Davis]]-[[Alec Guinness|Guinness]], comprimari, operatore, scenografo e [[Gore Vidal]] alla sceneggiatura, troppa intelligenza sprecata. (''[[Il capro espiatorio (film 1959)|Il capro espiatorio]]''; 2000, p. 214) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *I personaggi umani sono graficamente tra i più inventivi e spiritosi del cinema disneyano, dalla memorabile, rapace, eccessiva Crudelia ai due gaglioffi Gaspare e Orazio e a Rudy, eccentrico compositore. La lunga sequenza della fuga dei cuccioli sulla neve – che ha il ritmo e i passaggi obbligati di un film bellico di evasione – è il pezzo forte del film, ma vanno ricordati anche il tam tam canino e i momenti di satira televisiva. (''[[La carica dei cento e uno|La carica dei 101]]''; 2000, p. 217) *Da non perdere questa vetta del cinema [[John Ford|fordiano]]. Un esodo epico, eppure affettuoso, tenero, divertente. Senza eroi, ma con grande humour. Considerato a torto un film minore per i pochi mezzi a disposizione rispetto ad altri suoi western e per il carattere rapsodico del suo impianto narrativo. (''[[La carovana dei mormoni]]''; 2000, p. 221) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Nel filone della narrativa romantica che va da [[Jane Austen]] a [[Daphne du Maurier]] (''[[Daphne du Maurier#Rebecca|Rebecca]]'') l'esordiente [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]], responsabile anche della sceneggiatura, ha diretto un film d'atmosfera di apprezzabile omogeneità stilistica, appoggiato a un'affiatata squadra di attori. (''[[Il castello di Dragonwyck]]''; 2000, p. 232) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Uno dei vertici del cinema noir: fatalismo tragico, impotenza dell'individuo, rapporto avvelenato tra passato e presente, la figura della ''dark lady'' ([[Jane Greer|J. Greer]]). Scritto da Daniel Mainwaring, il labirintico intrigo è messo in immagini da [[Jacques Tourneur|J. Tourneur]] con stringata intensità. (''[[Le catene della colpa]]''; 2000, p. 232) *Difetti? Parecchi, compresi i troppi falsi finali e il triangolo amoroso Agar-Dru-Carey, ma sono i peccati minori di un film delizioso, amabile, ricco di annotazioni, fordiano a 18 carati che invecchia benissimo. L'asso nella manica è la fotografia a colori di Winton C. Hock, premiata con l'Oscar, che nello stile di Frederic Remington cattura le bellezze della Monument Valley. (''[[I cavalieri del Nord Ovest]]''; 2000, p. 236) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) [[File:La cena delle beffe (1942) Clara Calamai (2).png|thumb|[[Clara Calamai]] ne ''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]'']] *Versione scattante, veloce, rispettosa del famoso dramma (1909) di [[Sem Benelli]]. Oh, il niveo seno nudo e il corpo velato di [[Clara Calamai|C. Calamai]] che fecero fremere mezza Italia e indussero il Centro Cattolico a bollarlo come intreccio di libidine, brutalità e libertinaggio! C'è da ammirare anche l'insinuante, volpino Giannetto di [[Osvaldo Valenti|O. Valenti]]. (''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]''; 2000, p. 238) *Non è il migliore dei 5 film che [[Mario Camerini|M. Camerini]], al culmine della sua fama, diresse nel biennio 1939-40. La sceneggiatura è indirizzata sui binari della commedia un po' pazza il cui ritmo non s'addice al regista. Da gustare, comunque, come variazione sulla tematica dei "telefoni bianchi". (''[[Centomila dollari]]''; 2000, p. 240) *[...] è una sorta di antologia del western in negativo in cui si ricorre ai suoi più scalcinati stereotipi. 3 attori americani di scuole diverse e il più famoso dei 3 ([[Henry Fonda|Fonda]]) scelto contro la parte. Il set non è più l'Andalusia, ma la Monument Valley di [[John Ford]]. In un film ricco di trasgressioni, [[Sergio Leone|Leone]] dilata madornalmente i tempi drammaturgici, contravvenendo alla dinamica del genere. Sotto il segno del titanismo si tende al teatro d'opera e alla sua liturgia. Dall'epica del treno, della prima ferrovia transcontinentale, si passa alla trenodia, al canto funebre sulla morte del West e dello spirito della Frontiera. Come in [[Sam Peckinpah]]. (''[[C'era una volta il West]]''; 2000, p. 241) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Gioco al massacro tra una vittima che diviene carnefice e un carnefice che si trasforma in vittima, in bilico tra il melodramma e l'horror, è un capolavoro del grand-guignol cinematografico, detestato da molti che lo considerano una vetta del Kitsch violento. È difficile, però, non ammirare il linguaggio rigoroso e stilizzato di [[Robert Aldrich|R. Aldrich]], la sapiente sceneggiatura di [[Lukas Heller]] (da un romanzo di [[Henry Farrell]]), la straordinaria recitazione del trio principale, la dimensione gotica dell'atmosfera narrativa. (''[[Che fine ha fatto Baby Jane?]]''; 2000, p. 248) *Basato su una storia vera, questo thriller è un buon esempio di quel realismo semidocumentaristico che si diffuse a Hollywood nel primo dopoguerra. Oltre all'asciutta ed efficace regia di [[Henry Hathaway|H. Hathaway]], le sue carte vincenti sono la fotografia di Joe McDonald e l'interpretazione di [[James Stewart|J. Stewart]]. Notevole anche K. Orzazewski nella parte di Tillie. (''[[Chiamate Nord 777]]''; 2000, p. 250) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *Ancora in doppio ruolo, [[Bette Davis|B. Davis]] cerca di galvanizzare un dramma (già fatto nel 1946 con Dolores Del Rio) turgido, effettistico e inverosimile, ma, a modo suo, affascinante. (''[[Chi giace nella mia bara?]]''; 2000, p. 253) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Tolto quello scoppiettante di [[Walter Chiari|W. Chiari]], in chiave rivistaiola, gli episodi sono all'insegna di una comicità amara. Notevole quello di [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] che descrive un borgo agricolo campano senza spolveri idillici. (''[[Cinque poveri in automobile]]''; 2000, p. 263) *Ruvido melodramma, scritto dal futuro regista Robert Rossen, affidato soprattutto all'interpretazione di un'affiatata squadra di attori sotto contratto alla Warner Bros, casa specializzata in drammi sociali e gangsteristici. (''[[Le 5 schiave|Le cinque schiave]]''; 2000, p. 263) *Liberamente tratto da un romanzo di [[John Buchan]], questo film d'inseguimento all'insegna della leggerezza e dell'umorismo è, forse, l'opera più famosa dell'[[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] inglese, e uno dei preferiti dallo stesso regista. (''[[Il club dei 39|Il club dei trentanove]]''; 2000, p. 273) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''[[Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Risente dell'origine teatrale, ma gli attori tengono bene anche se messi in difficoltà da dialoghi retorici. (''[[I colpevoli]]''; 2000, p. 280) *Tratto da una famosa commedia (1900) di [[Giuseppe Giacosa]] (già filmata nel 1916) è uno dei meno originali, ma dei più compatti e armonici film di [[Mario Camerini|Camerini]]. Riscritto completamente nei dialoghi, è fedele allo spirito. (''[[Come le foglie (film 1934)|Come le foglie]]''; 2000, p. 286) *Tipico melodramma a sfondo sociale nella Hollywood degli anni '40 per il quale [[John Ford|J. Ford]] ebbe a disposizione dalla M-G-M grandi mezzi che gli permisero di ricostruire in studio il villaggio gallese. Grande successo al botteghino, aiutato da 4 premi Oscar [...]: raramente il regista s'era tanto spinto nel territorio turgido del sentimentalismo. Edificante e pomposo, ma impeccabile nel ritmo narrativo e a livello figurativo. (''[[Com'era verde la mia valle]]''; 2000, p. 286) *[...] è un insieme di tableaux senza vita, resi più brillanti, talvolta, da scenografie pittoresche o espressioniste. [[Bette Davis|B. Davis]] trabocca di manierismi. [[Errol Flynn|E. Flynn]] manca di tono e di colore. (''[[Il conte di Essex]]''; 2000, p. 301) *Nel suo genere – il melodramma passionale a forti tinte – è un capolavoro. Su una materia trita [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]] ha costruito una galleria di splendidi personaggi dell{{'}}''international set'' inseriti in una elaborata costruzione drammatica, costituita da 8 flashback, raccontati da 4 personaggi. (''[[La contessa scalza]]''; 2000, p. 302) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Costruito su due itinerari d'anima, affronta i temi della redenzione e della grazia con sobrio rigore. Una sommessa e dolorosa sinfonia in bianco. (''[[La conversa di Belfort]]''; 2000, p. 304) *Film spionistico di serie con tipici toni da guerra fredda. Ritmo alacre, una certa cura nell'ambientazione, attori efficaci. (''[[Corriere diplomatico (film)|Corriere diplomatico]]''; 2000, p. 309) *Un'orfana del Minnesota fugge in città quando lo zio vuole sposarla a un bruto. Ama, pecca, si vende, si degrada, risorge. 14° film M-G-M di [[Greta Garbo|G. Garbo]], suo 4° parlato e l'unico in coppia con [[Clark Gable|C. Gable]] (senza baffetti). Le prime scene tra i due, in una cornice idillica, sono piacevoli, ma il resto è melodramma di terz'ordine, illuminato soltanto dalla sua presenza. (''[[Cortigiana (film)|La cortigiana]]''; 2000, p. 312) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *Poliziesco ascetico che inclina al noir: più che le scene d'azione, all'inizio e alla fine, contano i personaggi e l'atmosfera. Un buon risultato nella carriera di un regista noto per le sue commedie. (''[[Criminale di turno]]''; 2000, p. 319) *[...] è uno dei migliori [[Don Siegel|Siegel]] degli anni '50 con 3 o 4 sequenze magistrali e un duetto straordinario [[Eli Wallach|Wallach]]-[[Robert Keith|Keith]]. Il cuore di questo film incompreso è nella loro caratterizzazione eccessiva e fiammeggiante. A una lettura di secondo grado i temi di fondo sono il parricidio e l'ossessione del tempo. (''[[Crimine silenzioso]]''; 2000, p. 319) *Data la censura dell'epoca, sarebbe stato difficile per chiunque trarre un film dal romanzo di [[Graham Greene]] ''Il potere e la gloria'' (1940), storia di un prete ubriacone che fa un figlio con una prostituta, ma per [[John Ford|J. Ford]], buon cattolico irlandese, era impossibile. Ne ricavò, infatti, non soltanto un film pio che attribuisce tutta l'onestà al prete e tutta la corruzione all'ufficiale, ma anche pesante, prolisso, artificioso, mal recitato persino da [[Henry Fonda|H. Fonda]] che si trascina ostentando una sonnolenta santimonia, affidato a una serie di quadri statici anche se magnifici nel loro esasperato simbolismo mistico (influenza di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Eisenstein]] e degli espressionisti tedeschi nella fotografia di [[Gabriel Figueroa|G. Figueroa]]). (''[[La croce di fuoco]]''; 2000, p. 321) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) [[Immagine:Cuore (film 1948) María Mercader.png|miniatura|[[María Mercader]] in ''[[Cuore (film 1948)|Cuore]]'']] *Coletti, cineasta in sintonia quasi perfetta con i valori patriottici deamicisiani, ha tratto un film lindo, di impettita nostalgia ''rétro'', accurato nella rievocazione d'epoca. L'ha aiutato un'abile sceneggiatura a più mani [...]. (''[[Cuore (film 1948)|Cuore]]''; 2000, pp. 325-326) ====D==== *Forse sopravvalutato dalla critica quando uscì, oggi risulta un po' datato. Rimane, comunque, un'opera rappresentativa della sensibilità del dopoguerra, dei traumi psicologici e delle disillusioni dei reduci. (''[[La dalia azzurra]]''; 2000, p. 331) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *[...] è sicuramente il più famoso, forse il migliore, ma non il più tipico, film di [[Mario Camerini|Camerini]] negli anni '30. Influenzato più dalla commedia hollywoodiana che da [[René Clair]] e arricchito da piccole trovate quasi surrealistiche di umore [[Cesare Zavattini|zavattiniano]] [...]. (''[[Darò un milione]]''; 2000, p. 336) *La sceneggiatura di [[Gherardo Gherardi|G. Gherardi]] e [[Gaspare Cataldo|G. Cataldo]] fa un po' acqua, ma il robusto mestiere di [[Carmine Gallone|Gallone]], re del cinema popolare dell'epoca, guida la storia sino all'attesa lieta fine. (''[[Avanti a lui tremava tutta Roma|Davanti a lui tremava tutta Roma]]''; 2010, p. 382) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Commedia romantica che – dall'inizio scintillante di brio sino all'ultima parte dove il motore perde più di un colpo anche per la necessità di arrivare alla lieta fine – è segnata dallo stile inconfondibile di [[Ernst Lubitsch|E. Lubitsch]] che ne fu produttore e supervisore. (''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'', 2000, p. 349) *Impossibile dare un giudizio di un film così martoriato che, distribuito nel luglio 1946, fu ritirato dalla circolazione e drasticamente ridotto dalla censura a 73 minuti. Così com'è, sembra solo una brutta copia di ''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]'' di [[Luchino Visconti|Visconti]]. (''[[Desiderio (film 1946)|Desiderio]]'', 2000, p. 350) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) *È un fantasy orrorifico che, con qualche effettaccio in meno e una maggior cura della storia e dei personaggi, poteva diventare memorabile. (''[[Dèmoni (film)|Dèmoni]]''); 2010, p. ) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivisitazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *1° film sull'Italia del post-terrorismo, è un po' schizofrenicamente diviso tra un inseguimento personale di sogni e ossessioni e il bisogno di fare i conti con la realtà sociale. Avvince e convince di più sul primo versante. Disarmonico, sregolato, ricco di immagini inquietanti, con due interpreti parzialmente attendibili. (''[[Diavolo in corpo]]''; 2000, p. 359) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Di altissima tenuta stilistica nella sua maestosità [...], di grande ricchezza psicologica e sapiente rievocazione storica, è una vetta nell'itinerario di [[Carl Theodor Dreyer|Dreyer]] e nella storia del cinema. Per il regista danese – al di là delle interpretazioni che se ne possono dare – la più terrificante sequenza musicale della liturgia cristiana diventa un inno alla vita e alla libertà contro il fanatismo, l'intolleranza, la cecità spirituale degli uomini. (''[[Dies irae (film)|Dies irae]]''; 2000, p. 363) *Uno dei più misconosciuti film americani di [[Fritz Lang|Lang]] che qui fa la spola tra [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] (la suspense psicologica) e [[Josef von Sternberg|Sternberg]] (la profusione barocca delle scenografie). L'uso della voce ''off'' per esprimere i pensieri dei personaggi, la musica ([[Miklós Rózsa|M. Rosza]]), le scene, la fotografia ([[Stanley Cortez|S. Cortez]]) contribuiscono a creare un'atmosfera affascinante. (''[[Dietro la porta chiusa]]''; 2000, p. 363) *Aperto alle influenze culturali più varie del suo tempo, [[Franco Brusati|Brusati]] si discosta volutamente dai canoni e dalle convenzioni del realismo il cui moralismo gli è indifferente ed estraneo. Sceglie i suoi personaggi alle due estremità della scala sociale dove è più facile cogliere i segni della disgregazione, scelta che gli permette una deformazione cara al suo gusto figurativo, ma che limita il significato di quel che racconta. (''[[Il disordine (film 1962)|Il disordine]]''; 2000, p. 369) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *[...] è una specie di versione economica di ''[[Viale del tramonto]]'' senza finale tragico. (''[[La diva]]''; 2000, p. 371) *Cinema di grande sartoria. Nonostante l'elegante confezione, è una stolida e tragicomica burattinata, sontuosamente arredata, che si prende terribilmente sul serio. [[Laura Antonelli|Antonelli]] inascoltabile. (''[[Divina creatura]]''; 2000, p. 372) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Giallo mediocre che ricalca noti schemi. La mano di [[Don Siegel|Siegel]] non è ancora riconoscibile, buona la fotografia. (''[[Dollari che scottano]]''; 2000, p. 376) *Con questo film dal taglio umoristico e sentimentale, [[Luciano Emmer|Emmer]] contribuisce a un'importante tappa del cinema italiano: il trasferimento dell'esperienza neorealistica nella commedia di costume. Rivisto oggi, piace di più, forse, come testimonianza d'epoca che per le sue qualità intrinseche: come commedia è sgranato, come film neorealista anemico. [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]] doppiato da [[Alberto Sordi]]: allora capitava anche di peggio. (''[[Domenica d'agosto]]''; 2000, p. 378) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Film nero con fiocchi e controfiocchi che riesce a coniugare l'espressionismo tedesco e l'ambiente americano. Gli evidenti difetti di sceneggiatura sono riscattati dalla regia. Splendida sequenza di jazz con [[Elisha Cook Jr.]] alla batteria. (''[[La donna fantasma (film)|La donna fantasma]]''; 2000, p. 387) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) [[File:Donne e briganti (film 1950) Amedeo Nazzari.png|miniatura|[[Amedeo Nazzari]] in ''[[Donne e briganti]]'']] *[[Mario Soldati|Soldati]], scrittore e cineasta dalle molteplici risorse, offre a [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] l'occasione di rimettere a lucido la sua sorridente baldanza nella parte del celeberrimo Fra' Diavolo. Stringato, elegante. (''[[Donne e briganti]]''; 2000, p. 391) *[...] è uno dei meno noti e dei meno validi film di [[Douglas Sirk|Sirk]], un noir che appartiene al filone del thriller coniugale. Apprezzabile, comunque, per la cura dell'ambientazione, il ritmo e la finezza della suspense psicologica. (''[[Donne e veleni]]''; 2000, p. 392) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Per il suo turgore melodrammatico è una sorta di anti-''[[Roma città aperta]]'' in cui uno dei due maggiori registi italiani degli anni '30 cerca di mescolare il pubblico e il privato, adeguandosi all'aria neorealistica che tira. (''[[Due lettere anonime]]''; 2000, p. 409) *È, forse, il superwestern più costoso nella storia di Hollywood: 8 grandi attori, 50 attori medi, 6500 comparse, 6 registi ([[King Vidor|Vidor]] a un certo punto si ritirò per contrasti con il produttore [[David O. Selznick]], il vero autore del film come lo era stato per ''[[Via col vento]]'' [...]). Una massiccia dose di sesso. Un fucile che spara dichiarazioni d'amore. Esaltato dagli uni per il suo barocchismo forsennato, deprecato dagli altri per la sua truculenza e i suoi eccessi che ne fanno un cartoon di passioni. (''[[Duello al sole]]''; 2000, p. 409) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) *[...] è un suspense congegnato con sagacia, calato in una coinvolgente atmosfera, girato quasi interamente in esterni a San Francisco, sostenuto dalla musica di [[Dimitri Tiomkin]]. (''[[Due ore ancora]]''; 2000, p. 412) *Dietro al film, scritto dal regista sulle testimonianze orali di un vero disoccupato e riscritto nei dialoghi in "napoletano universale" da [[Titina De Filippo]], c'è una forte componente letteraria. Con ''[[Umberto D.|Umberto D]]'' rappresenta paradossalmente, da posizioni opposte, il punto terminale della stagione neorealista: all'amaro pessimismo (e al fiasco commerciale) di [[Vittorio De Sica|De Sica]]-[[Cesare Zavattini|Zavattini]] corrispose il trionfo d'incassi e, in parte, di critica (1° premio al Festival di Cannes) del film di [[Renato Castellani|Castellani]] nel quadro di un vivace bozzettismo dialettale, di uno strenuo e accattivante vitalismo mediterraneo, di una protesta sincera e velleitaria e soprattutto di una naturale esuberanza giovanile. Sebbene la storia faccia perno sul personaggio maschile, è la donna che – come in altri film di Castellani – svolge un ruolo emblematico. (''[[Due soldi di speranza]]''; 2000, p. 415) ====E==== *Una delle più classiche commedie di [[Frank Capra|F. Capra]], quella che gli fece vincere il 2° Oscar per la regia e l'unica in cui la lieta fine sembra completamente logica. Grazie a un'impeccabile sceneggiatura di [[Robert Riskin]], questa favola da boy-scout non diventa una predica e non perde mai il suo swing. Una delle più divertenti scene di tribunale di tutto il cinema americano con un [[Gary Cooper|G. Cooper]] perfetto. (''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]''; 2000, p. 419) *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Tipica commedia degli equivoci con una vena grottesca insolita per l'epoca, almeno al cinema. Impagabile duetto [[Angelo Musco|Musco]]-[[Rosina Anselmi|Anselmi]]. (''[[L'eredità dello zio buonanima (film 1934)|L'eredità dello zio buonanima]]''; 2000, p. 434) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) [[File:Ettore Fieramosca (1938) Gino Cervi.png|miniatura|[[Gino Cervi]] in ''[[Ettore Fieramosca (film 1938)|Ettore Fieramosca]]'']] *Film storico di indiretta propaganda antifrancese: figurativamente suggestivo (soprattutto nella battaglia finale) e narrativamente debole. (''[[Ettore Fieramosca (film 1938)|Ettore Fieramosca]]''; 2000, p. 446) *Nonostante l'apporto in sceneggiatura di [[Emilio Cecchi|E. Checchi]] e [[Aldo De Benedetti|A. De Benedetti]], è il meno riuscito tra i film letterari di [[Mario Soldati|Soldati]]. Decorativo, elegante, inerte. (''[[Eugenia Grandet (film 1947)|Eugenia Grandet]]''; 2000, p. 446) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Sapientemente adattato da [[Philip Dunne]] da un romanzo di [[Josephine Leslie|R.A. Dick]], è uno dei più bizzarri e teneri film di [[Joseph L. Mankiewicz|J. Mankiewicz]]. L'atmosfera fantastica è sostenuta dalle suggestive musiche di [[Bernard Herrmann|B. Hermann]], compositore preferito di Hitchcock, e dalla fotografia di [[Charles Lang|C. Lang]]. (''[[Il fantasma e la signora Muir]]''; 2000, p. 460) *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Curioso esempio dell'influenza del naturalismo francese su un melodramma italiano della gelosia. Attori efficaci, suggestiva fotografia di Aldo Tonti. (''[[Fari nella nebbia]]''; 2000, p. 462) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *[...] esordio al cinema di [[Katharine Hepburn|K. Hepburn]] ancora inesperta ma già capace di dimostrare personalità, temperamento e talento. Ruba la scena al bravo [[John Barrymore|J. Barrymore]] in una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Febbre di vivere (film 1932)|Febbre di vivere]]''; 2000, p. 468) *Accurata riduzione dell'omonimo dramma (1882) di [[Victorien Sardou]]. [[Camillo Mastrocinque|C. Mastrocinque]], specialista di ricostruzioni ottocentesche, racconta con tempi e snodi plausibili. (''[[Fedora (film 1942)|Fedora]]''; 2000, p. 468) *È un classico mélo hollywoodiano degli anni '40: perverso, affascinante, eccessivo in tutto, persino nelle scenografie. (''[[Femmina folle]]''; 2000, p. 470) *[...] è una commedia farsesca condotta a un ritmo accelerato che diventa precipitoso. I meglio fichi del bigoncio sono i numeri della rivista dove, oltre alla strepitosa buffoneria sicula di [[Angelo Musco|Musco]], emerge la rumba danzata dalla [[Rosina Anselmi|Anselmi]]. (''[[Il feroce Saladino]]''; 2010, p. 534) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *[...] un corretto film senza enfasi né inutili decorativismi ambientali. (''[[La figlia del capitano (film 1947)|La figlia del capitano]]''; 2000, p. 476) *Due momenti forti in questo melodramma che fu la risposta (anticipata) della Warner a ''[[Via col vento]]'': la scena del ballo e le sequenze dell'epidemia. [[Bette Davis|B. Davis]] vinse il suo 2° Oscar dopo ''[[Paura d'amare (film 1935)|Paura d'amare]]'' (1935) e [[Fay Bainter|F. Bainter]] quello dell'attrice non protagonista. Soltanto nomination per la regia, la fotografia di [[Ernest Haller|E. Haller]] e le musiche di [[Max Steiner|M. Steiner]], tutte ammirevoli. (''[[Figlia del vento]]''; 2000, p. 477) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *L'origine teatrale ([[Robert E. Sherwood]], 1934) si sente: dialoghi letterari e verbosi, staticità dell'azione, recitazione sopra le righe. Ma c'è un fascino innegabile, specialmente per merito di [[Humphrey Bogart|H. Bogart]] nel suo primo ruolo importante. (''[[La foresta pietrificata]]''; 2000, p. 494) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Tipica commedia degli equivoci, ma senza sale. (''[[La fortuna viene dal cielo]]''; 2000, p. 497) *Attraverso il guscio del film carcerario [[Jules Dassin|J. Dassin]] e il suo sceneggiatore [[Richard Brooks]] (da non dimenticare, però, i meriti del produttore [[Mark Hellinger]]) riescono non soltanto a rappresentare il conflitto dialettico tra la forza bruta (il capo delle guardie, ma anche il sistema carcerario) e la forza positiva (i carcerati), ma a impostare un tema sociale: quello delle energie che potrebbero essere utili alla comunità e che, invece, sono disperse o convogliate in movimenti distruttivi. Tutto concorre al forte risultato: la fotografia di [[William H. Daniels|W. Daniels]], le musiche di [[Miklós Rózsa|M. Rosza]], gli interpreti tra cui spicca [[Hume Cronyn|H. Cronyn]] nella parte del sadico capo delle guardie. (''[[Forza bruta (film 1947)|Forza bruta]]''; 2000, p. 497) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *Romantico, divertente per la moltiplicazione di arrivi e entrate, la finezza delle gag, la garbata ironia sul rigido classismo britannico. (''[[Fra le tue braccia]]''; 2010, p. 566) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *Tratto da una commedia (1930) di Alberto Colantuoni, risente negativamente della struttura teatrale di origine. Tuttavia in [[Corrado D'Errico|C. D'Errico]] c'è il puntiglio di sviluppare "cinematograficamente" la vicenda. (''[[I fratelli Castiglioni]]''; 2000, p. 505) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Tratto da un dramma (1956) di Henry Denker e Ralph Berkey, mantiene inalterata la struttura teatrale d'origine riuscendo così pesantemente verboso. Film di propaganda anticomunista? In parte, ma originale, insolito. Unica regia dell'attore [[Karl Malden|K. Malden]]. Peccato. (''[[Il fronte del silenzio]]''; 2000, p. 510) *Uno dei più garbati e spiritosi film di [[Carlo Ludovico Bragaglia|Bragaglia]], autore anche di soggetto e sceneggiatura, in quel periodo attivissimo (17 film dal 1940 al 1943). Intelligente con leggerezza. (''[[Fuga a due voci]]''; 2010, p. 579) *[[Don Siegel|D. Siegel]] riscatta gli stereotipi prosciugandoli con lo stile. Fa economia di tutto, perfino della violenza, con una tensione che arriva alla suspense ma senza cercarne gli effetti. È un film da scuola del cinema, una vetta del genere carcerario. (''[[Fuga da Alcatraz]]''; 2000, p. 512) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *In un primo tempo doveva chiamarsi ''Montelepre'' con un preciso riferimento a [[Salvatore Giuliano]] e la sceneggiatura fu rimaneggiata più volte. Il risultato è un film inutile, superficiale e privo di drammaticità. (''[[I fuorilegge]]''; 2000, p. 519) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *Un poema di solenne pietà, un gran capolavoro dei film su strada. Considerato politicamente un conservatore, [[John Ford|J. Ford]] diresse uno dei film più progressisti mai fatti a Hollywood anche perché riuscì a far coincidere il tema della famiglia, a lui caro, con quello della gente: alla fine i Joad entrano a far parte della famiglia dell'uomo. Lo sceneggiatore [[Nunnally Johnson]] modificò [...] il finale senza speranza di [[John Steinbeck|Steinbeck]], in linea con l'ottimismo del New Deal. Straordinario bianconero di [[Gregg Toland]] (che, come disse Ford, non aveva nulla di bello da fotografare). (''[[Furore (film)|Furore]]''; 2000, p. 521) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *Imperniato sul tema del dialogo e del conflitto (tra uomo di cultura e autorità; tra il credente e la Chiesa o, meglio, gli uomini che la rappresentano; tra la Curia e la chiesa conciliare), nonostante le rigidità didattiche e le secche illustrative, il film brucia quasi completamente gli schemi convenzionali del cinema biografico e trasforma la ricostruzione del passato in azione presente. È, insieme, la tragedia di un uomo in anticipo sui tempi e la storia di una ingenuità. (''[[Galileo (film 1968)|Galileo]]''; 2000, p. 525) *Un film noir abbastanza insolito con due grandi interpretazioni e un finale bizzarro. La vicenda di ''The Racket'' si basa su un precedente film del '28, di [[Lewis Milestone]], ma questo lo supera in atmosfera. (''[[La gang]]''; 2000, p. 526) *L'intreccio è frusto e i personaggi stereotipati nelle loro nevrosi: perciò è il più debole dei film neri del [[Fritz Lang|Lang]] hollywoodiano, ma, grazie anche alla fotografia di Pasquale Musuraca, giocata sui grigi, la firma del regista è leggibile nell'atmosfera, nei particolari, nel modo con cui segue i personaggi. (''[[Gardenia blu]]''; 2000, p. 529) *3ª regia di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] che s'è riservata la piccola parte di [[Nino Bixio]], è un film medio assai piacevole che evita gli scogli del patetismo, raccontato con mano agile e leggera, molto curato tecnicamente e ben recitato. (''[[Un garibaldino al convento]]''; 2000, p. 529) *Tratto da un racconto di [[Indro Montanelli]], è il meno originale degli ultimi film di [[Roberto Rossellini|R. Rossellini]], girato su commissione a basso costo, ma il più efficace e accattivante, di notevole interesse tecnico-stilistico per una serie di espedienti che il regista avrebbe poi usato nel suo lavoro per la TV. [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] modula da maestro il suo gigionismo. (''[[Il generale Della Rovere]]''; 2000, p. 533) *Nonostante i rimandi a ''Solaris'' di Stanislaw Lem e a ''Cronache marziane'' di Ray Bradbury, la sceneggiatura è una volta di più l'anello debole della catena. (''[[Generazioni (film)|Generazioni]]''; 2010, p. 600) *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Film di culto per i fan di [[Rita Hayworth|Rita]], corpo d'amore ribelle al suo ruolo di oggetto, che canta meravigliosamente "Put the Blame on Mame" e danza splendidamente "Amado mio". L'assurdità dell'intrigo diventa un difetto secondario in questa miscela di noir e melodramma passionale in cui i dialoghi di Marion Parsonnet sono di un Kitsch che sfiora il sublime. La latente carica omosessuale di questa pietra miliare nella storia del divismo fu scoperta soltanto dalla critica europea. (''[[Gilda (film)|Gilda]]''; 2000, p. 544) *La parte telefonica è divertente, induce a pena (per i maschietti) o mette i brividi. Ben doppiata da [[Laura Boccanera]], [[Theresa Randle|T. Randle]] è simpatica, sexy, fin troppo brava. Ma il conflitto interiore che porta la protagonista a confondere finzione e realtà è raccontato in modi stentati. Che sia un'autobiografia camuffata, quella di [[Suzan-Lori Parks]] che l'ha scritta? Ghiotte imitazioni filmiche [...]. (''[[Girl 6 - Sesso in linea]]''; 2000, p. 560) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Lotta di amore e odio tra due cugine sullo sfondo della guerra civile. [...] Uno dei 4 film di [[Bette Davis|B. Davis]] del '39 e una delle sue interpretazioni migliori. Drammone coi fiocchi. (''[[Il grande amore (film 1939)|Il grande amore]]''; 2000, p. 574) *Nonostante le apparenze, è un nero più che un poliziesco. Uno dei migliori risultati, comunque, del [[Fritz Lang|Lang]] americano, e uno dei suoi film più "politici" in forma di un'amara riflessione sulla corruzione, la vendetta, i limiti della legalità. Eccellente il reparto degli attori tra cui spicca [[Gloria Grahame|G. Grahame]]: è lei la vera eroina della storia, e non soltanto per la famosa scena del caffè bollente. (''[[Il grande caldo]]''; 2000, p. 575) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *[[Robert Siodmak|R. Siodmak]], prigioniero forse del proprio ruolo di regista del brivido, cerca di rinnovarsi con una ricostruzione (sfarzosamente hollywoodiana alla M-G-M) della figura di [[Fëdor Dostoevskij|F.M. Dostoevskij]] e del noto romanzo (''[[Fëdor Dostoevskij#Il giocatore|Il giocatore]]'', 1867). Riconoscibile il suo senso della suspense nelle sequenze della roulette. (''[[Il grande peccatore]]''; 2000, p. 581) *Nonostante il titolo, il personaggio centrale dell'azione (Arabia romana, Galilea, Giudea, Roma) non è il pescatore [[Pietro apostolo|Simone]] ([[Howard Keel|Keel]]), destinato a diventare la ''kepha'' (roccia), dunque Pietro, del cristianesimo. L'epicentro del dramma è l'amore contrastato della principessa meticcia Fara (Kohner) e del principe Voldi (Saxon) e l'influenza che esercita su loro Simon Pietro, dissuadendo Fara dall'uccidere il padre Erode Antipa (Lom), dispotico tetrarca di Galilea, che aveva rinnegato sua madre araba Arnon per sposare la depravata Erodiade (Hyer). Nella sceneggiatura che si discosta nettamente dal mediocre romanzo di [[Lloyd C. Douglas|Douglas]], Fara, costretta a rinunciare, in quanto meticcia, all'amore di Voldi, torna in Giudea al fianco di Simone per aiutarlo nell'opera di riconciliazione tra arabi ed ebrei. Confuso con i numerosi colossi storico-biblici prodotti alla fine degli anni '50, il film ebbe accoglienze critiche tiepide o negative, comunque superficiali. Soltanto pochi recensori francesi – tra cui Jacques Joly sui ''Cahiers du Cinéma'' – seppero coglierne i pregi, non soltanto figurativi, e la diversità. (''[[Il grande pescatore]]''; 2010, p. 649) *Realizzato con grandi mezzi dalla Fox, è un efficace cocktail di spettacolari effetti speciali e dolorosi sentimenti. Bravi caratteristi, un ottimo [[George Brent|G. Brent]] [...] e un [[Tyrone Power|T. Power]] un po' assurdo come medico indiano. (''[[La grande pioggia]]''; 2000, p. 581) *Brutto film, con tre o quattro belle sequenze. Lo riconosce lo stesso regista che avrebbe voluto girarlo con pescatori veri e in bianconero. Ha le incertezze delle opere prime, ma anche l'onestà. (''[[La grande strada azzurra]]''; 2000, p. 584) *Il quoziente di realtà è più ridotto che in ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'' (1932), ma sulla scorta di una sceneggiatura perfettamente oliata cui contribuirono anche il giovane [[Renato Castellani]] e [[Mario Pannunzio]], [[Mario Camerini|M. Camerini]] mette a punto la sua provetta ingegneria della commedia. (''[[I grandi magazzini]]''; 2000, p. 585) *Sullo sfondo di un'America di carta ricostruita a Cinecittà un giallo sciattamente diretto e maldestramente recitato. Se aveva avuto successo a teatro, perché [[Guglielmo Giannini|G. Giannini]] [...] non si è fermato lì? (''[[Grattacieli (film)|Grattacieli]]''; 2000, p. 586) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *[[Aldo Fabrizi]] – che sostituì [[Mario Bonnard]] alla regia – parte da uno dei suoi più riusciti personaggi teatrali per mettere insieme una commedia piacevole e ricca di spunti comici mescolati a momenti realistici e drammatici. (''[[Hanno rubato un tram]]''; 2000, p. 599) *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) *Prodotto dal geniale Val Lewton per la RKO e basato su una sceneggiatura di Curt Siodmak e Ardel Wray, vagamente ispirata a ''Jane Eyre'' (1847) di [[Charlotte Brontë]], è un dramma psicologico più che un horror vero e proprio, sebbene la finale sequenza notturna, il climax del film, ispiri autentico spavento. (''[[Ho camminato con uno zombi]]''; 2000, p. 608) ====I==== *1° grande successo di [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] [...], 1° film importante per [[Erminio Macario|E. Macario]], 1° vero film comico del cinema italiano sonoro. [[Ernesto Almirante|E. Almirante]] superlativo come presidente del tribunale. Ritmo incalzante, dialogo scoppiettante. (''[[Imputato, alzatevi!]]''; 2000, p. 624) *[[Claudio Gora|C. Gora]] ha diretto un film leggero che non offende i diritti dell'intelligenza. Ha una spina dorsale, situazioni azzeccate, un dialogo spiritoso e una vena satirica non disprezzabile. (''[[L'incantevole nemica]]''; 2000, p. 626) *Bizzarro e, forse, sottovalutato noir [...]. (''[[Incatenata (film 1946)|Incatenata]]''; 2000, p. 626) *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *Dal romanzo ''Dodsworth'' di [[Sinclair Lewis]], già adattato per il teatro. In questo film, ammirevolmente recitato, c'è il romanzo, c'è la commedia, c'è soprattutto [[William Wyler|Wyler]]. (''[[Infedeltà (film)|Infedeltà]]''; 2000, p. 635) *Da un materiale ''pulp'', da lui completamente riscritto in meno di un mese, [[Orson Welles|Welles]] (1915-85) ha tratto un capolavoro del cinema nero, componendo un memorabile ritratto di "uno sporco poliziotto, ma, a modo suo, un grand'uomo": personaggio di tragica statura shakespeariana nel contesto di una miserabile cittadina di frontiera (Tijuana, filmata a Venice, California). Straordinario film (bianco e nero di [[Russell Metty]] con focali corte, inquadrature insolite, piani-sequenza vertiginosi tra cui quello celeberrimo d'apertura) per stile, virtuosismo di scrittura, invenzioni e galleria di personaggi tra cui spicca la bruna chiromante di [[Marlene Dietrich|M. Dietrich]]: i personaggi vi contano più dell'azione, l'atmosfera più dei personaggi. [...] È con ''[[Rapporto confidenziale]]'' la vetta del barocchismo wellesiano. (''[[L'infernale Quinlan]]''; 2000, p. 636) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1986)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *È un archetipo delle love-story hollywoodiane, apprezzabile per la sua concisione, la fotografia del grande [[Gregg Toland]], la recitazione, i 22 anni radiosi di [[Ingrid Bergman|I. Bergman]]. (''[[Intermezzo (film 1939)|Intermezzo]]''; 2000, p. 646) *Un convento di suore nell'Italia centrale del primo Ottocento si trasforma in una polveriera di sensualità repressa. Le giovani vi apprendono, tra le braccia di maschi gagliardi, tutte le frodi della carne sapiente o si dedicano all'autoerotismo con acconci strumenti o sublimano il desiderio frustrato in mistici deliri. Le anziane sono bigotte avvizzite o, come la badessa, impersonano l'ipocrisia organizzata e autoritaria. Alla fine la polveriera esplode in una sequenza di follia liberatrice che fa il paio con quella iniziale della chiesa trasformata in sala da ballo. Ma il film è monotono e ripetitivo come un esercizio formalistico: alla povertà dei significati fa da pendant un eccesso di scoptofilia. Fotografia raffinata di [[Luciano Tovoli]]. (''[[Interno di un convento]]''; 2000, p. 646) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) *Dal racconto di [[Richard Washburn Child|Richard Washburn]], ''Il soffio dell'Eliotropio'', erano già stati tratti 3 film [...]. Questo è una trasposizione sdolcinata con un buon cast. (''[[Io la difendo]]''; 2000, p. 655) *Da una trama così convenzionale non si poteva pretendere di più. Recitazione spesso noiosa, assediata da dialoghi logorroici. (''[[Io, mammeta e tu]]''; 2000, p. 655) *Decoroso melodramma per donne con una [[Bette Davis|B. Davis]] sempre registrata come un cronometro svizzero. Qui il suo personaggio è positivo. Brevi, non grandiose ma efficaci le scene del terremoto. (''[[Io ti aspetterò]]''; 2000, p. 657) ====J==== *La storia di uno dei più mitici banditi della Frontiera – rivisitata poi parecchie volte in modi diversi – è esposta in questo film Fox in cadenze storicamente improbabili, ma suggestive nel suo impasto di scene d'azione e di sequenze di vita familiare. L'asciutta e tagliente regia di [[Henry King|H. King]], in contraddizione con la moraleggiante sceneggiatura di [[Nunnally Johnson]], ne fa uno dei pochi memorabili western degli anni '30. (''[[Jess il bandito]]''; 2010, p. 763) *[...] è uno stravagante pasticcetto sadomaso. (''[[Justine, ovvero le disavventure della virtù]]''; 2000, p. 679) ====K==== *[...] bizzarra miscela di fantasy, brivido e umorismo macabro che ha il merito di portare le sue premesse sino alle estreme conseguenze. (''[[Killer Klowns from Outer Space]]''; 2011, p. 778) *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *[...] è – con ''[[Umberto D.|Umberto D]]'' (1952) – il risultato più alto del sodalizio [[Vittorio De Sica|De Sica]]-[[Cesare Zavattini|Zavattini]] e uno dei capolavori del neorealismo, quello che con ''[[Roma città aperta|Roma, città aperta]]'' (1945) fu più conosciuto all'estero. L'amore per i personaggi diventa vera pietà, la poesia del quotidiano non nasconde la realtà sociale. (''[[Ladri di biciclette]]''; 2000, p. 692) *Poco amato dagli hitchcockiani "puri" – e dallo stesso regista a causa degli errori di costruzione drammatica, dovuti alla deliberata fedeltà ai fatti; inoltre non ebbe successo di pubblico –, è un cupo, austero apologo sui temi del falso colpevole, del doppio e dell'inconscia paura di vivere. Frutto di una visione cristiana del mondo, fondato sul peccato originale [...]. [[Henry Fonda|H. Fonda]], così neutro, è perfetto, ma [[Vera Miles|V. Miles]] non gli è inferiore. (''[[Il ladro (film 1956)|Il ladro]]''; 2000, p. 692) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *Thriller condotto con efficacia per tenere lo spettatore in tensione fino al finale a sorpresa. (''[[La lettera accusatrice]]''; 2000, p. 709) *Scritto con Franco Bernini e Umberto Contarello, il 7° film di [[Carlo Mazzacurati|Mazzacurati]] è più intelligente che riuscito, ma rimane un paradosso: la più originale commedia italiana della stagione 2000-2001 non ha trovato pubblico forse perché raffinata nella scrittura registica (la dolcezza dei paesaggi veneti nelle luci dell'ottimo A. Pesci), troppo agra e ironica nel tratteggiare il triste benessere e l'arroganza aggressiva del Nordest opulento, troppo intenta nell'esprimere empatia o nel concedere simpatia ai suoi due ''dropout'' (che poi sono due ''mona'' per il loro pessimo rapporto col denaro), ma anche alla vitalità cialtrona del "rom" di [[Toni Bertorelli|Bertorelli]]. Insomma: troppo colto e anomalo per avere successo. Recitato bene da tutti, benissimo da [[Fabrizio Bentivoglio|Bentivoglio]]. (''[[La lingua del santo]]''; 2010, p. 815) *[...] è un film edificante che gronda di buoni sentimenti. Inutilmente [[Mark Robson|M. Robson]] cerca di dargli il taglio di un racconto di azione avventuroso-bellica. [...] Segnò la definitiva riconsacrazione di [[Ingrid Bergman|I. Bergman]] dopo lo scandaloso matrimonio con [[Roberto Rossellini|R. Rossellini]]. (''[[La locanda della sesta felicità]]''; 2000, p. 718) *Poco apprezzato dalla maggior parte dei pedanti critici dell'epoca, il 1° film britannico di [[Stanley Kubrick|S. Kubrick]] migliora ogni anno che passa: anche a livello stilistico e drammaturgico, la scrittura filmica rivela le sue qualità, reggendo il confronto con la capziosa prosa di [[Vladimir Nabokov|Nabokov]]. Più che un dramma, è una inventiva e persino divertente commedia nera in cui si riconoscono diversi temi del successivo cinema kubrickiano. Recitazione ad alto livello con un [[Peter Sellers|P. Sellers]] straordinario nel suo proteiforme istrionismo. (''[[Lolita (film 1962)|Lolita]]''; 2000, p. 720) *2° film di [[Erminio Macario|Macario]], restituito alle sue origini piemontesi, girato a gran velocità dopo ''[[Imputato, alzatevi!]]'', inzeppato di riferimenti di attualità. Le connotazioni piccolo borghesi del comico cominciano ad accentuarsi. (''[[Lo vedi come sei... lo vedi come sei?]]''; 2000, p. 723) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *Irrealista sino all'astrazione, ma con una carica critica verso la rigidità del sistema scolastico. (''[[Maddalena... zero in condotta]]''; 2000, p. 740) *[...] ha le ambizioni di una favola simbolica sul rifiuto di uscire dal mondo incantato dell'infanzia e sul modo con cui si avvelenano i suoi "verdi paradisi". In assenza di un linguaggio pertinente, lo scavalcamento del livello realistico per attingere i cieli alti del lirismo e della metafora si trasforma in comicità involontaria. Volonterosamente filodrammatici i 3 interpreti. (''[[Maladolescenza]]''; 2000, pp. 748-749) *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) [[File:Malinconico autunno (1958) Gil - Sanson - Nazzari.jpg|miniatura|[[Yvonne Sanson]] e [[Amedeo Nazzari]] in ''[[Malinconico autunno]]'']] *[[Raffaello Matarazzo|R. Matarazzo]] (1909-66) ricalca con stanco languore temi, toni e metodi della stagione felice di ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'', rimettendo insieme per l'ultima volta la coppia [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. È un cinema che si ripiega su sé stesso e si affloscia. (''[[Malinconico autunno]]''; 2000, p. 751) *È la stuzzicante commedia erotica – a Catania, anni '50, aria alla [[Vitaliano Brancati|Brancati]] – che lanciò la farinacea [[Laura Antonelli|L. Antonelli]], splendidamente fotografata dal grande [[Vittorio Storaro]]. (''[[Malizia (film)|Malizia]]''; 2000, p. 751) *Curioso film, ricco di possibilità sostanzialmente non realizzate a causa di un intreccio debole e un po' confuso, ma anche di momenti interessanti e di un'ambientazione suggestiva. (''[[La mano dello straniero]]''; 2000, p. 758) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Realizzato con mano sicura e con una grande ricchezza di mezzi, si avvale del fior fiore degli attori dell'epoca con una galleria di tipi ben caratterizzati, di una cornice decorativa di calibrata eleganza e di un adattamento, curato dal regista col commediografo Alessandro De Stefani, di apprezzabile stringatezza. È, a ritroso, l'elogio della nuova borghesia postrisorgimentale, opposta alla fatua decadenza dell'aristocrazia. Notevoli contributi di Ottavio Scotti scenografo e Maria De Matteis costumista. (''[[I mariti (Tempesta d'anime)|I mariti - Tempesta d'amore]]''; 2000, p. 768) *Come una gassosa sgasata. (''[[Un marito per il mese d'aprile]]''; 2000, p. 769) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) [[File:Marlene Dietrich in Morocco trailer.jpg|miniatura|[[Marlene Dietrich]] in ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'']] *È il 1° dei 6 film Paramount della coppia [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]. È anche il solo dove il mito di [[L'angelo azzurro (film 1930)|Lola-Lola]] è confrontato con un altro mito divistico, quello di un uomo fatale, concupito da tutte e inafferrabile. Tratto da un romanzetto di [[Benno Vigny]], è incantevolmente e perversamente stupido. (''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]''; 2000, p. 771) *Scritto da [[Paddy Chayefsky]], ha il respiro narrativo di un racconto e le sue origini televisive sono evidenti. Un film senza grossi drammi, senza psicanalisi, che narra una realtà che diventa verità. È il primo dei teledrammi che verso la metà degli anni '50 furono rifatti a basso costo per il cinema, portando una ventata d'aria fresca nel cinema hollywoodiano. Anche se oggi la sua novità è difficilmente riconoscibile, grande fu la sua importanza storica. (''[[Marty, vita di un timido]]''; 2000, p. 772) *Attraverso la finzione romanzesca [[John Ford|Ford]] e il suo sceneggiatore Frank S. Nugent alludono a [[George Armstrong Custer|Custer]] e alla disfatta di Little Big Horn. Delizioso nella descrizione della vita in un forte, dialettico nella contrapposizione ideologica dei vari modi di concepire l'onore, la disciplina e gli altri caratteri della vita militare. (''[[Il massacro di Fort Apache]]''; 2000, p. 776) *Inadatta alla parte eppure affascinante, nonostante il contesto che spesso sfiora l'imbecillità o il ridicolo, [[Greta Garbo|G. Garbo]] dà qui un'altra prova del suo potere di irradiazione. (''[[Mata Hari (film 1931)|Mata Hari]]''; 2000, p. 777) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Raccontato in tempo reale con una ingegneria narrativa che ha il suo culmine nella sparatoria finale, è una lezione di etica civile in forma di western e soffre di un certo schematismo delle psicologie e della tesi. (''[[Mezzogiorno di fuoco]]''; 2000, p. 791) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *Caposaldo del cinema hollywoodiano sui reduci [...]. Il lavoro del fotografo [[Gregg Toland]] su specchi, plexiglas e altre superfici riflettenti è straordinario. (''[[I migliori anni della nostra vita (film 1946)|I migliori anni della nostra vita]]''; 2000, p. 798) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati da un poeticismo fumoso. (''[[Miracolo a Milano]]''; 2000, p. 809) *Deliziosa commedia fantastica alla [[Frank Capra]], forse il migliore film natalizio nella storia di Hollywood per la sapiente miscela di sentimento e umorismo; l'esaltazione della fantasia e della buona volontà si accompagna a soffici, ma precise, notazioni satiriche sull'ideologia americana del successo, del dollaro, del carrierismo, del consumismo, di un pragmatismo che appiattisce e deprime la vita e i rapporti sociali. Per bambini, ma anche per adulti. Scritto con garbo e brio, recitato benissimo in tutti i reparti. (''[[Il miracolo della 34ª strada]]''; 2000, p. 809) *[...] sfarzoso, accademico e greve [...]. (''[[La monaca di Monza (film 1962)|La monaca di Monza]]''; 2000, p. 826) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) *[...] un giallo vecchiotto e datato con una suggestiva ambientazione e colpi di scena a ripetizione. (''[[Il mostro che uccide]]''; 2000, p. 842) *Spavento e horror in giuste dosi con risvolti di simpatia per la creatura e sottintesi erotici. (''[[Il mostro della laguna nera]]''; 2010, p. 952) ====N==== *77° film di [[Bette Davis|B. Davis]], ancora una volta alle prese con un personaggio sinistro, ma giuocato su un registro "freddo" e frenato. Il merito è della regia, ma anche della sceneggiatura (da un romanzo di Evelyn Piper) di Jimmy Sangster: la partita di gatto e topo tra la governante e il bambino è diretta con un crescendo magistrale. (''[[Nanny, la governante]]''; 2000, p. 852) *Tratto dal romanzo di George Dyer, è un thriller nella migliore tradizione della Warner Bros, condotto a un ritmo veloce fino all'ultimo respiro, fotografato – benissimo – da Tony Gaudio. Personaggi stereotipati ma funzionali. B. Davis intensa. (''[[Nebbia a San Francisco]]''; 2000, p. 858) *Sceneggiato con [[Suso Cecchi D'Amico]], è più un film d'attori (anzi di attrici) che d'autore, ma contraddistinto, come quasi sempre in [[Renato Castellani|Castellani]], da un sapiente ritmo narrativo: una macchina che funziona come un orologio, nonostante l'intelaiatura rapsodica. (''[[Nella città l'inferno]]''; 2000, p. 861) *[[Max Ophüls|Ophüls]] prese in mano il film, iniziato da [[John Berry]], in condizioni disastrose e si districò ammirevolmente. È il suo film più fittamente parlato, ma gli attori sono diretti benissimo. Assai interessante la tematica. (''[[Presi nella morsa|Nella morsa]]''; 2000, p. 862) *Personaggio-guida di questo film sui disinganni e le curiosità erotiche dell'infanzia, cavato da un romanzo di [[Cesare Lanza]], è il piccolo, precoce e sdentato {{sic|Jo}} ([[Sven Valsecchi|S. Valsecchi]]), innamorato della cuginetta Nené ([[Leonora Fani|E. Fani]]), tredicenne sveltina [...]. Pastosa fotografia di [[Pasqualino De Santis|P. De Santis]], garbate musiche di [[Francesco Guccini]] e una galleria di personaggi tra cui [[Rita Savagnone|R. Savagnone]], esimia doppiatrice e brava attrice, un ottimo [[Tino Schirinzi|T. Schirinzi]] [...]. (''[[Nenè (film)|Nenè]]''; 2000, p. 865) *Curioso noir giudiziario, forse sottovalutato, scritto da Johann Latimer da una storia di Gordon McDonell che fornì a Hitchcock il soggetto di ''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]''. (''[[Nessuno mi crederà]]''; 2000, p. 866) *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *2 parti, 2 atmosfere: il nero notturno metropolitano, il bianco innevato del villaggio. E una conversione emotiva. Il tema centrale è tipico di [[Nicholas Ray|Ray]]: la violenza dentro noi tutti, e l'influenza dell'ambiente e della famiglia sul carattere. Un po' schematico (Ray lo considerò riuscito a metà), ma il sobrio lirismo dello stile e la forza dell'interpretazione ([[Robert Ryan|Ryan]] specialmente) sono innegabili. Bianconero di G.E. Dishant e musica suggestiva di [[Bernard Herrmann|B. Herrmann]]. (''[[Neve rossa (film)|Neve rossa]]''; 2010, p. 984) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) [[File:Noivivi giachetti+valli.jpg|miniatura|[[Fosco Giachetti]] e [[Alida Valli]] in ''[[Noi vivi]]'']] *[...] è un melodramma quasi tutto d'interni, cupo, monocorde, affidato al bianconero aspro di Giuseppe Caracciolo che tende a creare un'atmosfera grigia e nebbiosa e punta sui primi piani. Efficace e funzionale la squadra degli interpreti (altro punto a favore della regia) tra cui spiccano un sobrio, intenso [[Fosco Giachetti|Giachetti]] e la malinconica [[Alida Valli|Valli]] nel fulgore dei suoi ventun anni. (''[[Noi vivi|Noi vivi - Addio, Kira]]''; 2000, p. 877) *[...] è uno ''shocker'' di importanza storica che aprì la strada alla profonda metamorfosi del cinema orrorifico tra gli anni '70 e '80, imperniato sull'ossessione fantastica dello smembramento del corpo rappresentato in tutta la sua fisicità. Forsennato e visionario, è leggibile a diversi livelli. (''[[Non aprite quella porta (film 1974)|Non aprite quella porta]]''; 2000, p. 879) *Violenza portata a livelli di truculenza insostenibile che viene poi spinta inutilmente verso un grottesco senza freni. L'itinerario successivo di [[Tobe Hooper|T. Hooper]] (1944) ha dimostrato che aveva poco da dire. Bisogna arrivare fino a ''[[The Mangler - La macchina infernale|The Mangler]]'' (1994) per trovare un film notevole, almeno in parte. (''[[Non aprite quella porta - Parte 2]]''; 2000, p. 879) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *Sulla base di un romantico e spudorato melodramma d'amore (scritto benissimo da [[Ben Hecht]] che, con [[Claude Rains|C. Rains]], fu "nominato" all'Oscar), è un thriller razionalista e crudele che trasmette allo spettatore emozioni e malessere. Il suo leit-motiv è il bere. [[Ingrid Bergman|Bergman]] iperluminosa. A differenza degli altri film hitchcockiani di spionaggio, non c'è spazio per l'umorismo. (''[[Notorious - L'amante perduta]]''; 2000, p. 889) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) *[...] è uno dei tanti film di [[Bela Lugosi]] detto "''the king of horror''". Questa volta gli sceneggiatori hanno raschiato il fondo del barile. (''[[Notti di terrore|La notte dei pipistrelli]]''; 2010, p. 1012) *Girato a ritmo frenetico, immagini ricercate e patinate secondo i canoni della pubblicità postmoderna, colonna sonora accattivante: un interminabile spot pubblicitario che tenta di vendere il prodotto "sesso". (''[[9 settimane e ½]]''; 2000, p. 899) ====O==== *Vi si porta alle estreme conseguenze la riflessione sul cinema come ''voyeurismo'' e atto di immobilizzazione della vita; la sdrammatizzazione del racconto accresce l'efficacia della dimostrazione le cui implicazioni sono multiple e tortuose come in un giuoco di specchi. (''[[L'occhio che uccide]]''; 2000, p. 906) *[...] è un noir a tesi dove la scrittura registica di taglio espressionista, peraltro applicata da [[Edward Dmytryk|E. Dmytryk]] con artificiosità, è subordinata al messaggio antirazzista, indebolendolo per mancanza di approfondimento. Pur non trascurando l'influenza del neorealismo italiano nella produzione RKO di quel periodo di cui fu un'opera di punta (e come tale premiata a Cannes), rimane da constatare l'idoneità del film noir a suggerire il malessere, le frustrazioni, le fobie del primo dopoguerra negli Stati Uniti. (''[[Odio implacabile]]''; 2000, p. 908) *Uno dei migliori film di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] in assoluto, apprezzato persino dai critici e dagli spettatori più refrattari al suo fascino, dai fautori della verosimiglianza e della psicologia. [...] È il suo thriller più quieto, affabile, inquietante. (''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]''; 2000, p. 914) *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *Scritto e diretto dallo sceneggiatore di ''[[9 settimane e ½|Nove settimane e ½]]'', è un PIF (prodotto industriale di finzione) che può essere classificato, secondo i gusti, come un porno soft passabilmente idiota o come una macchina erotica la cui benzina è fornita dal folclore brasiliano. Persone del dramma: 1) enigmatico e abbronzatissimo uomo d'affari con qualche problema sessuale e cerchietto d'oro all'orecchio sinistro; 2) giovane avvocata di strepitosa anatomia, sottoposta a Rio de Janeiro a molteplici tentazioni della carne; 3) dinamica manager ad alta tensione che si assenta dall'azione, spostandosi a Buenos Aires. Erotismo acquatico che spande. Le varie edizioni del film variano di lunghezza secondo gli usi censori locali. (''[[Orchidea selvaggia (film 1989)|Orchidea selvaggia]]''; 2000, p. 925) *Ben confezionato, il prodotto è di una banalità e frivolezza irrecuperabili ma, a modo suo, documento di un'epoca. Componente erotica esplicita. (''[[Ore 9: lezione di chimica]]''; 2000, p. 926) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *L'arrivo di tre ambigui domestici e l'apparizione "impossibile" del marito rafforza il clima angoscioso di questa ''ghost story'' di occupazione, risolta con un colpo di scena finale alla [[M. Night Shyamalan|Shyamalan]] che ne ribalta la natura e i significati. Chi sono gli "altri", gli "intrusi" della casa? Il tema del mondo dei morti che si mescola con quello dei vivi innerva questa storia, strutturata a scatole cinesi e fondata su quell'esitazione che, secondo [[Cvetan Todorov|Tzvetan Todorov]], è il principio che dà vita al fantastico: qui l'incertezza è, insieme, dello spettatore e di alcuni personaggi. Il finale che la scioglie riporta al livello realistico (o almeno razionale in chiave psicoanalitica) un film che comincia dove finisce la storia di [[Medea]]. [[Alejandro Amenábar|Amenabar]], anche sceneggiatore, lo governa con astuzia imitativa, virtuosistica compattezza figurativa (fotografia di Javier Aguirresarobe) e innegabile efficacia nel sostenere la suspense. Ben doppiata da [[Chiara Colizzi]], la [[Nicole Kidman|Kidman]] sostiene intrepidamente il confronto con [[Deborah Kerr]] e altre [[Joan Fontaine]] del passato. (''[[The Others (film 2001)|The Others]]''; 2010, p. 1059) *[...] è un [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] con il ritmo veloce e il cinismo di un [[Howard Hawks|Hawks]]. Con ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (1936), ''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (1937) e ''[[Ninotchka]]'' (1939), costituisce un piccolo trattato lubitschiano di economia politica sul fascino discreto del capitalismo. (''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]''; 2010, p. 1059) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Il film è quasi inguardabile, ma si può ascoltare. (''[[I pagliacci (film 1943)|I pagliacci]]''; 2000, p. 943) *Bistrattato a suo tempo perché giudicato pretenzioso, fu poi rivalutato: è una bella storia d'amore raccontata in modi bizzarramente poetici e illuminata da una fulgida [[Ava Gardner|Gardner]]. Un film che ha il coraggio delle sue idee. (''[[Pandora (film)|Pandora]]''; 2000, p. 946) *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *È un turgido melodramma in costume che appartiene al periodo d'oro (1939-44) della [[Bette Davis|Davis]], qui quasi superata da [[Barbara O'Neil|B. O'Neil]] [...]. (''[[Paradiso proibito]]''; 2000, p. 952) *Liberamente tratto da un romanzo di Bruna Piatti, questo ritratto di un'adolescente sgallettata che accumula esperienze amorose ed errori è l'occasione di una commedia agile, attendibile, lucida, senza cedimenti al moralismo, ma non superficiale nella descrizione della condizione femminile in una città di provincia. Intorno alla [[Catherine Spaak|Spaak]], maturata, una bella galleria di caratteri tra cui spiccano quelli di [[Salvo Randone|Randone]], [[Lando Buzzanca|Buzzanca]], [[Nino Manfredi|Manfredi]]. (''[[La parmigiana]]''; 2000, p. 954) *[...] è una partita a tre in cui la penuria di denaro del trio che fa una vita da bohème corrisponde alla privazione del sesso. [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] e [[Ben Hect|Hecht]] hanno camminato sul filo del rasoio per evitare, data la materia, gli attacchi delle potenti associazioni in difesa della pubblica moralità, ma incorsero ugualmente nella censura del Codice Hays, da poco entrato in vigore. [[Edward Everett Horton|E.E. Horton]], principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili. (''[[Partita a quattro]]''; 2000, p. 955) *Senza pretese, scorrevole. (''[[La paura fa 90]]''; 2000, p. 964) *Tratto da un romanzo di Stuart Engstrand, è un film sotto il segno dell'eccesso, un noir esasperato, dominato dal chiaroscuro (fotografia di Robert Burks), così oltraggiosamente cattivo da diventare buono. (''[[Peccato (film)|Peccato]]''; 2000, p. 967) *Uno dei pochi insuccessi commerciali di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], e uno dei suoi rari film in costume. Conta per una [[Ingrid Bergman|I. Bergman]] (con [[Joseph Cotten|J. Cotten]] fuori parte) straordinaria, l'uso del piano-sequenza, l'ambientazione, la fotografia di [[Jack Cardiff|J. Cardiff]]. Verboso. Finale debole. (''[[Il peccato di Lady Considine]]''; 2000, p. 968) [[File:La peccatrice (film 1940) Paola Barbara.png|thumb|[[Paola Barbara]] ne ''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]'']] *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''); 2010, p. 1099) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Film così, oggi, non sanno farli più, e non soltanto perché attori con quel carisma non ne esistono più in circolazione. L'assurdo e il sublime vanno a braccetto, la 1ª parte è nettamente superiore alla 2ª, ma perché chiedere la luna quando si hanno le stelle? [...] [[Bette Davis|B. Davis]] era capace di tutto, anche di un personaggio romantico. (''[[Perdutamente tua]]''; 2000, p. 976) *[...] è diventato un film sadiano di forte suggestione e di inquietante atmosfera esotica con la sequenza della caccia splendidamente fotografata e montata. È interessante come predecessore di ''[[King Kong (film 1933)|King Kong]]'' [...]. (''[[Pericolosa partita]]''; 2000, p. 978) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *L'anomala misoginia di [[Robert Aldrich|R. Aldrich]] tocca qui il vertice del barocchismo. (''[[Piano... piano, dolce Carlotta]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Ambientato alla fine dell'Ottocento, è uno dei più perfetti esempi di teatro filmato che paradossalmente diventa cinema proprio nella misura in cui [[William Wyler|Wyler]] è rimasto fedele non solo al dramma (1939) di [[Lillian Hellman]], ma alla scenografia e alla messinscena. Alle luci il grande [[Gregg Toland]]. L'unica riserva che si può fare è, paradossalmente, quella di un eccesso di perfezione. (''[[Piccole volpi]]''; 2000, p. 989) *Tratto da un best seller (1933) di [[Erskine Caldwell]], molto discusso per il suo crudo realismo incline al grottesco, e sceneggiato da [[Philip Yordan]]. Accolto severamente dalla critica, forse a causa dei suoi frequenti cambi di marcia e di tono, è un film molto caro al suo regista, meno al suo sceneggiatore ("Troppo teorico, non abbastanza fisico"). Tutti d'accordo, invece, su [[Robert Ryan|Ryan]], capofamiglia di statura biblica. (''[[Il piccolo campo]]''; 2000, p. 991) *Classico del genere gangsteristico, caratterizzato, oltre che dalla memorabile interpretazione di [[Edward G. Robinson|E.G. Robinson]], dal taglio spedito e asciutto, quasi cronachistico del racconto, tratto da un romanzo di [[W. R. Burnett|W.R. Burnett]]. Datato, ma che forza! (''[[Piccolo Cesare]]''; 2000, p. 991) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *[...] è una commedia rurale che ha le scarpe grosse, ma il cervello poco fino. Contro i suoi bersagli preferiti (la meschinità, la ristrettezza di spirito, il campanilismo abietto, l'avidità, la viltà della provincia francese) [[Claude Autant-Lara|Autant-Lara]] ha la mira sbagliata per mancanza di ispirazione e di grazia. [[Anna Magnani|Magnani]] greve, doppiata tremendamente. (''[[La pila della Peppa]]''; 2000, p. 995) *Alterna momenti di carattere documentaristico nella 1ª parte a quelli avventurosi nella 2ª, rivelando già la mano e l'occhio di [[Roberto Rossellini|Rossellini]]: spiccio, disadorno nella ricerca di autenticità e nel rifiuto della retorica propagandistica. (''[[Un pilota ritorna]]''; 2010, p. 1125) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *La sceneggiatura di Philip Yordan (da un romanzo di Leo Brady) era ingegnosa, ma sembra che il produttore Sam Goldwin abbia fatto rifare il montaggio di testa sua. F. Granger esagera in istrionismo. Suggestiva la fotografia di Harry Stradling. (''[[La porta dell'inferno (film 1950)|La porta dell'inferno]]''; 2000, p. 1013) *È la migliore delle versioni del romanzo, archetipo romantico, per ritmo narrativo, ragionevole fedeltà al testo, atmosfera, recitazione. (''[[La porta proibita]]''; 2000, p. 1014) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *È forse il migliore tra i film orrorifici sulla venuta dell'Anticristo. Sulla scia dell'''[[L'esorcista|Esorcista]]'' (1973). Agli amanti del genere: c'è una decapitazione famosa. Suspense e brividi. (''[[Il presagio]]''; 2000, p. 1022) *Da un dramma teatrale a 2 personaggi di [[Louis Verneuil]] un melodramma triangolare con molta musica classica ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], [[Fryderyk Chopin|Chopin]] e un pezzo originale di [[Erich Wolfgang Korngold|E.W. Korngold]]), appartamenti immensi e lo stesso trio d'interpreti di ''[[Perdutamente tua]]'' (1942) dello stesso [[Irving Rapper|Rapper]], dove, forse per l'unica volta, [[Bette Davis|B. Davis]] si fa rubare il film da un partner ([[Claude Rains|C. Rains]]), ma alla fine, smentendo le menzogne, si prende la rivincita. Preceduto da ''Jealousy'' (1929) con Jeanne Eagels e Fredric March. Un classico del gusto ''camp''. (''[[Il prezzo dell'inganno]]''; 2000, p. 1025) *Verboso, schematico, all'insegna di un pessimismo troppo programmatico. Il bravo [[Kevin Spacey|K. Spacey]] la fa da mattatore (con la voce di [[Giancarlo Giannini]]). (''[[Il prezzo di Hollywood]]''; 2000, pp. 1025-1026) *[...] un lezioso film al glucosio con qualche frecciatina antiborghese, in linea con la politica fascista del tempo. (''[[La principessa del sogno]]''; 2000, p. 1037) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *La denuncia del razzismo e della violenza è un tema costante di [[Richard Brooks|Brooks]], sviluppato qui con sincerità e con coraggio sulla scorta di un romanzo di Robert C. Ruark. Tutta la 1ª parte è ammirevole, ineccepibile. Quando bisogna tirare le conclusioni, la 2ª scricchiola. In un periodo in cui i mass media demonizzavano il movimento indipendentista dei Mau Mau, fu, a modo suo, un film di controinformazione. (''[[Qualcosa che vale]]''; 2000, p. 1054) [[File:Quattro mosche di velluto grigio (1971) Mimsy Farmer 02.jpg|thumb|[[Mimsy Farmer]] in ''[[4 mosche di velluto grigio]]'']] *Sempre più incurante della logica e della verosomiglianza narrativa, il giovane regista compiace al proprio talento visionario come un alcolista alla sua sete. (''[[4 mosche di velluto grigio]]''; 2011, p. 1198) *[...] è una commedia diseguale e leggera, ma non priva di spunti divertenti. (''[[Quel fantasma di mio marito]]''; 2000, p. 1070) *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *Un po' artificiosa e meccanica, è l'ultima delle commedie classiche di [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]]. La vicenda è banale, ma il ritmo è scattante e [[Burgess Meredith|B. Meredith]] spiritosissimo. (''[[Quell'incerto sentimento]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== [[File:Ragazze da marito (film 1952) Eduardo De Filippo.png|miniatura|[[Eduardo De Filippo]] in ''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]'']] *Come quasi tutti i film diretti da [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]], è una trasposizione cinematografica di una delle sue commedie che nulla toglie ma nulla aggiunge alla sua grandezza di autore e attore. (''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]''; 2000, p. 1090) *[...] è il 3° film di [[Luciano Emmer|Emmer]], campione (milanese) del neorealismo rosa in salsa romana. Grazioso, garbato, con qualche pungente notazione sociologica, ma già sull'orlo dell'Arcadia neorealistica. (''[[Le ragazze di piazza di Spagna]]''; 2000, p. 1091) *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *Nel filone gangster del colpo grosso, rimane un classico, grazie all'alta ingegneria narrativa che culmina nella celebre sequenza muta di mezz'ora. Dopo 4 anni di purgatorio, [[Jules Dassin|Dassin]], messo sulla lista nera del maccartismo a Hollywood, dirige in Francia uno di quei thriller realistici di cui aveva la specialità in America e segna una svolta nel ''polar'' francese. Tutto concorre alla felicità del risultato: la fonte letteraria ([[Auguste Le Breton]]), la fotografia di Philippe Agostini, le musiche di Georges Auric, gli interpreti tra cui spicca [[Jean Servais|Servais]]. (''[[Rififi]]''; 2000, pp. 1119-1120) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *Sotto l'egida della Dreamworks, i produttori Walter F. Parkes e Laurie MacDonald hanno riunito un'agguerrita squadra di esecutori/collaboratori [...]. Pur mantenendo a livello figurativo componenti esotiche e asiatiche, hanno comodato il racconto nelle categorie riconosciute da Hollywood (un po' di psicologia e qualche spiegazione in più). Almeno nella 1ª ora paura e angoscia sono palpabili, lasciando il posto gradatamente alla ridondanza dei segni, all'eccesso dell'horror rozzo, alla violenza del "troppo visibile". (''[[The Ring (film 2002)|The Ring]]''; 2010, p. 1257) *La sequenza dell'acqua che esce vorticosamente dalla vasca e rimane sospesa sulla stanza da bagno (l'acqua è un motivo conduttore del racconto) è un efficace esempio del modo con cui gli effetti digitali possono diventare narrativamente funzionali. Chi volesse vedere nella scena una metafora del battesimo cristiano, si accomodi. È un film dove l'orrore è subordinato all'angoscia. Come dovrebbe dimostrare anche ''[[Dark Water (film 2002)|Dark Water]]'' (2002), ancora inedito in Italia, [[Hideo Nakata|Nakata]] fa melodrammi camuffati da ''horror''. (''[[The Ring 2]]''; 2010, p. 1257) *Chiude la trilogia militare di [[John Ford|Ford]], e fu il meno apprezzato (forse sottovalutato) dei 3, ma si può leggerlo quasi come un balletto tra un uomo e i suoi due amori, la moglie e la cavalleria. La musica e diverse belle canzoni vi hanno un posto importante. (''[[Rio Bravo]]''; 2000, p. 1121) *Melodramma tra le marcite che una sceneggiatura non priva di finezze, una bella fotografia a colori (L. Trasatti) e il fascino di una fulgida e improbabile [[Elsa Martinelli|Martinelli]] rendono appetibile. [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] serve in tavola con bravura. (''[[La risaia]]''; 2000, p. 1122) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Uno dei più squisiti film fantastici nella storia di Hollywood. Un po' velleitario come riflessione su grandi temi (vita, morte, amore, arte), ma figurativamente suggestivo. Stupenda fotografia di [[Joseph H. August|Joseph August]] che rischiò di vincere un Oscar. (''[[Il ritratto di Jennie]]''; 2000, p. 1129) *Girato tra difficoltà economiche e organizzative di ogni genere, il film impose in tutto il mondo una visione e rappresentazione delle cose vera e nuova, cui la critica avrebbe dato poco più tardi il nome di [[Neorealismo (cinema)|neorealismo]]. Specchio di una realtà come colta nel suo farsi, appare oggi come un'opera ibrida in cui il nuovo convive col vecchio, i grandi lampi di verità con momenti di maniera romanzesca, in bilico tra lirismo epico e retorica populista. La stessa lotta antifascista è raccontata ponendo l'accento sul piano morale più che su quello politico, il che non gli impedì di essere il film giusto al momento giusto e di indicare attraverso le figure del comunista e del prete di borgata il tema politico centrale dell'Italia nel dopoguerra. (''[[Roma città aperta]]''; 2000, p. 1137) *Un bel valzer di [[Alessandro Cicognini]] fa da leitmotiv di questo romantico e malinconico film, sapientemente costruito (con [[Renato Castellani|Castellani]] e [[Mario Soldati|Soldati]] tra gli sceneggiatori) e impreziosito dal bianconero di [[Arturo Gallea]]. (''[[Una romantica avventura]]''; 2000, p. 1138) *Ha tutte le carte in regola per essere iscritto al noir questo melodramma passionale a forti tinte. La regia è efficace e intelligente nella resa dell'atmosfera e degli ambienti quanto nella direzione degli interpreti tra i quali [[Barbara Stanwyck|B. Stanwyck]] scolpisce il ritratto di una insolita ''femme fatale''. (''[[Il romanzo di Thelma Jordon]]''; 2000, p. 1139) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *Il polacco [[Roman Polański|R. Polanski]] – al suo 1° film made in USA dopo 3 britannici – affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di [[Ira Levin]], ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell'ambiguità fino a fame la struttura portante della narrazione. (''[[Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York]]''; 2010, p. 1282) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tratto dal romanzo ''L'agente segreto'' (1907) di [[Joseph Conrad]], è uno dei migliori thriller del periodo inglese di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]]. Ricco di invenzioni memorabili (la sequenza del coltello) con una Londra insolita e una [[Sylvia Sidney|Sidney]] di straziante intensità. Il regista confessò uno sbaglio: troppo simpatico il bambino per farlo morire. (''[[Sabotaggio (film)|Sabotaggio]]''; 2000, p. 1151) *[[Tyrone Power]] morì a metà delle riprese e [[Yul Brynner|Y. Brynner]] lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *Fatto un colpo grosso, sono braccati dalla polizia, con uno dei finali più romantici e disperati della storia del cinema. Capolavoro del cinema USA di serie B, è un piccolo grande film nero sul tema della coppia criminale, ma anche una storia di "amour fou", contrassegnata da un erotismo insolito per l'epoca ("Siamo inseparabili come un revolver e le sue munizioni"). Notevole anche a livello di scrittura per il taglio espressionistico della fotografia ([[Russel Harlan]]), la precisione delle inquadrature e dei movimenti di macchina (con un bel piano-sequenza), l'uso degli esterni naturali. Dopo un avvio espositivo e un po' didattico, il racconto ha la traiettoria tesa di una fucilata. L'inglese [[Peggy Cummins|P. Cummins]] e [[John Dall|J. Dall]] (visto anche in ''[[Nodo alla gola]]'' di Hitchcock) sono perfetti. (''[[La sanguinaria]]''; 2010, p. 1300) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Dal romanzo ''Some Must Watch'' di Ethel Lina White, sceneggiato da Mel Dinelli, l'archetipo dei thriller ambientati "in un'antica casa buia" in cui la sequenza del delitto principale si svolge durante una "buia notte tempestosa". Era il tempo in cui la locuzione "serial killer" (assassino periodico) non era stata ancora inventata. Un film perfetto nel suo genere. I primissimi piani dell'occhio dell'assassino al momento di aggredire le sue vittime sono diventati un classico. (''[[La scala a chiocciola (film)|La scala a chiocciola]]''; 2000, p. 1166) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *Bella e fedele versione – la 1ª di 3 – del romanzo omonimo (1915) di [[William Somerset Maugham|Somerset Maugham]], notevole specialmente per l'interpretazione ottima anche se un po' sopra le righe. È il film che fece di [[Bette Davis|B. Davis]] una vera star. (''[[Schiavo d'amore (film 1934)|Schiavo d'amore]]''; 2000, p. 1175) *È uno dei film migliori del periodo pre-western di [[Anthony Mann|A. Mann]], con un'ottima interpretazione e una bella fotografia. Indimenticabile il finale. (''[[Schiavo della furia]]''; 2000, p. 1175) *Uno dei film del neorealismo italiano più conosciuti all'estero [...]: la sua polemica sociale non parte da un dato ideologico, ma da un motivo umano. In chiave di elegia populista [[Cesare Zavattini|Zavattini]] e [[Vittorio De Sica|De Sica]] tornano al mondo dell'infanzia che avevano già esplorato con ''[[I bambini ci guardano]]'' (1943). (''[[Sciuscià (film)|Sciuscià]]''; 2000, p. 1177) [[File:Lo scopone scientifico (1972) Sordi e Davis.png|thumb|[[Alberto Sordi]] e [[Bette Davis]] ne ''[[Lo scopone scientifico]]'']] *Scritta da [[Rodolfo Sonego]], è una vetta della commedia italiana, basata sulla dialettica denaro-potere. E la morale è amara: a giocare con i ricchi (con chi tiene il banco o con chi lo rappresenta) si perde sempre. Non c'è divisione tra buoni (poveri) e cattivi (ricchi): la linea di separazione è segnata dalla classe sociale e dall'obbligata scelta di campo. Film appassionante, interpretabile a vari livelli e recitato da attori infallibili. (''[[Lo scopone scientifico]]''; 2000, p. 1179) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *[...] un film a cerchi concentrici in cui tenerezza e ironia sono in perfetto equilibrio. Bella coppia romantica. (''[[Scrivimi fermo posta]]''; 2000, p. 1180) *In questa commedia di fantapolitica ambientata in un futuro prossimo, J. Dante e il suo sceneggiatore Martyn Burke non risparmiano niente e nessuno. Si spara a zero sui presidenti imbecilli, governatori in foia, guru delle P.R. (Pubbliche Relazioni), organizzazioni umanitarie, giornalisti a caccia di scoop, interessi economici e calcoli elettorali, nazionalismi esasperati, fanatismi etnici, strapotere della TV. E lo fa con feroce allegria, umorismo e orrore, fantasia e realtà. (''[[La seconda guerra civile americana]]''; 2010, p. 1327) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *È un noir inquietante in cui, come in altri film del regista viennese (1906-86), la sessualità ha una valenza distruttiva. [[Otto Preminger|O. Preminger]] smorza il versante melodrammatico della sceneggiatura di F. Nugent e O. Millard con un nitore di scrittura registica cui assai contribuiscono il bianconero di Harry Stradling e le musiche di D. Tiomkin. (''[[Seduzione mortale (film 1953)|Seduzione mortale]]''; 2000, p. 1185) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Torbida vicenda da incubo, imperniata sul tema dell'ipnotismo e su quello dell'impossibilità di modellare completamente un altro essere. [[Gene Tierney|G. Tierney]] è brava, ma nella parte del dottor Korvo [[José Ferrer|Ferrer]] è superbo. (''[[Il segreto di una donna]]''; 2000, p. 1190) [[File:Se io fossi onesto (film 1942) Vittorio De Sica e María Mercader (2).png|miniatura|[[María Mercader]] e [[Vittorio De Sica]] in ''[[Se io fossi onesto]]'']] *Una discreta commedia degli equivoci con un [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] inaspettato: invecchiato, curvo e con gli occhiali. Bravo. (''[[Se io fossi onesto]]''; 2000, p. 1191) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Conta per le qualità morali (sincerità, coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l'irrealismo ingannatore delle sue proposte. (''[[Il seme della violenza]]''; 2000, p. 1193) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Diviso in 2 parti di cui la migliore è la prima, di ambiente rurale. Grazie al suo sobrio classicismo, al rifiuto di ogni formalismo, al rispetto per i personaggi, [[Howard Hawks|Hawks]] trascende gli aspetti propagandistici ed edificanti della storia [...]. (''[[Il sergente York]]''; 2000, p. 1201) *3 attori eccellenti e una bella colonna musicale per un melodramma che rinnova il "gotico" attraverso la psicanalisi sulla linea che va da ''[[La porta proibita|Jane Eyre]]'' a ''[[Rebecca, la prima moglie (film 1940)|Rebecca]]''. (''[[Settimo velo|Il settimo velo]]''; 2000, p. 1210) *Nessuno come [[John Ford|J. Ford]] ha saputo mettere meglio in immagini la sfida all'OK Corral, nessuno come lui è riuscito a trasformare la nostalgia in poesia. La storia è un pretesto per una documentazione su un'epoca. È il suo 3° western parlato. Comincia ad affiorare quell'arte della digressione di cui diventerà maestro in vecchiaia, ma è altrettanto notevole la dialettica dei contrasti: l'azione violenta (nove cadaveri di personaggi principali) si alterna con le parentesi idilliche, l'aura mitica di cui sono circondati i personaggi si basa sulle loro imprese, ma anche sui particolari familiari e pittoreschi del comportamento. (''[[Sfida infernale]]''; 2000, p. 1211) *Struttura debole, qualche inverosimiglianza, e a [[Max Ophüls|Ophüls]] interessa poco la suspense: quel che gli sta a cuore è la psicologia dei personaggi, il loro comportamento, i particolari rivelatori, le fratture tra attore e personaggio. (''[[Sgomento (film)|Sgomento]]''; 2000, p. 1212) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) [[File:Marlene Dietrich in Shanghai Express (1932) by Don English (cropped).png|miniatura|[[Marlene Dietrich]] in ''[[Shanghai Express]]'']] *3° dei 6 film [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]-Paramount e il più hollywoodiano, quello che ebbe più successo. Inverosimile melodramma esotico e ferroviario, intriso di sadismo, in funzione della carica erotica di M. Dietrich, idolo enigmatico esaltato oltre misura dai costumi di Travis Banton. (''[[Shanghai Express]]''; 2000, p. 1214) *L'idea fu di [[Cesare Zavattini|Zavattini]]: far confessare quattro famose attrici, e importa poco sapere in che misura gli episodi narrati siano veri. Bisogna smitizzare il divismo? L'episodio [[Luchino Visconti|Visconti]]-[[Anna Magnani|Magnani]] sottolinea il rapporto tra il vivere e il recitare; gli altri 3 puntano, più o meno pateticamente, sul contrasto tra la donna e l'attrice, fra la scena e la vita. (''[[Siamo donne]]''; 2000, p. 1217) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *La materia è da film noir, a mezza strada tra ''[[Gilda (film)|Gilda]]'' e ''[[Il mistero del falco]]'', ma con bizzarre e sardoniche anticipazioni di ''[[Il tesoro dell'Africa]]'' di [[John Huston|Huston]]. Fecero impressione, comunque, alcune sequenze che lo resero un ''cult movie'': il corteggiamento nell'acquario, il teatro cinese, il taboga, la sparatoria finale nella sala degli specchi. Il barocchismo stilistico di [[Orson Welles|Welles]] conferma quali e quanti fossero i debiti del noir hollywoodiano con l'espressionismo. Ridotta [[Rita Hayworth|R. Hayworth]] a una statua di ghiaccio e piuttosto debole il marinaio O'Hara, l'attore che domina il film è [[Everett Sloane|E. Sloane]]. (''[[La signora di Shanghai]]''; 2000, pp. 1219-1220) *Nonostante l'esasperato romanticismo e la veemente recitazione "all'italiana", è un melodramma raffreddato (con venature pirandelliane) che anticipa i temi di posteriori film di [[Max Ophüls|Ophüls]], specialmente di ''[[Lola Montès]]'' (1955). [[Memo Benassi|M. Benassi]] con foga sopra le righe, e una memorabile [[Isa Miranda|I. Miranda]], in bilico tra [[Greta Garbo]] e [[Marlene Dietrich]]. (''[[La signora di tutti]]''; 2000, p. 1220) *Uno dei personaggi più riusciti della carriera di [[Bette Davis|B. Davis]], affiancata da un [[Claude Rains|C. Rains]] di grande finezza in una melodrammatica saga familiare, ottimamente sceneggiata dai fratelli Julius J. e Philip Epstein sulla base di un romanzo di [[Elizabeth von Arnim]]. (''[[La signora Skeffington]]''; 2000, p. 1221) *Commedia fiacca degli equivoci con una soluzione che non persuade. (''[[Signori, in carrozza!]]''; 2000, p. 1223) *Scritta con [[Mario Soldati]], è una commedia dal ritmo perfetto, tipica dei "[[Cinema dei telefoni bianchi|telefoni bianchi]]", basata com'è sul classico scambio dei ruoli e dei personaggi. Regista dai mezzi toni, [[Mario Camerini|M. Camerini]] riscatta il moralismo della storia (il confronto tra la sana piccola borghesia e la vacua aristocrazia) con una giusta dosatura di ironia e sentimento. (''[[Il signor Max]]''; 2000, p. 1224) *Film significativo della prima fase del cinema nero. Contano specialmente l'atmosfera (fotografia in un suggestivo chiaroscuro) e la bravura dei caratteristi. (''[[Situazione pericolosa]]''; 2000, p. 1231) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *Nero di buon artigianato, con una bella colonna sonora di Elmer Bernstein e una suggestiva fotografia di Charles Lang Jr. Entrambi nominati agli Oscar, [[Joan Crawford|J. Crawford]] e [[Jack Palance|J. Palance]] sono assai efficaci nel rendere con ambiguità la perversità del rapporto tra i loro personaggi, ma anche [[Gloria Grahame|G. Grahame]] scava in profondità nel masochismo del suo. (''[[So che mi ucciderai]]''; 2000, p. 1235) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Restituisce in piccola parte la tematica hemingwayana sulla ricerca dell'identità, il ritratto della ''lost generation'', le risonanze simboliche del viaggio. Escluso [[Tyrone Power|Power]] fuori parte, il cast funziona: una [[Ava Gardner|Gardner]] travolgente come Brett Ashley; la [[Juliette Gréco|Gréco]] ruba le scene ai compagni; al suo penultimo film, [[Errol Flynn|Flynn]] si prende in giro con classe. La corsa dei tori a Pamplona è filmata benissimo (Cinemascope di Leo Tover). (''[[Il sole sorgerà ancora]]''; 2010, p. 1395) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Nel quadro del calligrafismo letterario che s'impose nel cinema italiano negli anni di guerra il penultimo film di [[Ferdinando Maria Poggioli|F.M. Poggioli]] (1897-1945) ha un posto d'onore per finezza della recitazione, puntiglio rievocativo, attenzione ai dettagli. Peccato che, probabilmente per ragioni di costo, il regista abbia dovuto omettere il paesaggio, una tela di fondo importante nell'ironico romanzo di [[Aldo Palazzeschi|A. Palazzeschi]] [...]. (''[[Sorelle Materassi (film)|Sorelle Materassi]]''; 2000, p. 1248) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Melodramma gangster ben fatto, con una bella trama intricata e con un [[Robert Taylor|R. Taylor]] farabutto di "sani e incorruttibili principi". Ma l'Oscar lo prese [[Van Heflin|V. Heflin]], come miglior attore non protagonista. (''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]''; 2000, p. 1249) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *Sul classico tema della "seconda occasione", cimentandosi in un genere per lui nuovo, il settantenne regista-produttore [[Clint Eastwood|C. Eastwood]] pilota ammirevolmente un altro film con l'abituale ''understatement'', mescolando con sapiente leggerezza i toni, dall'umoristico al drammatico. Coerente con la sua concezione artigianale del cinema, ricorre agli effetti speciali subordinandoli al racconto e rivendicando la centralità delle doti umane (manualità, intuito, libertà di scelta) contro la supremazia della tecnologia. Melanconico e genialmente retorico epilogo lunare nel nome dell'amicizia [...]. (''[[Space Cowboys]]''; 2010, p. 1409) *La chirurgia plastica trasforma una bruttina in bellissima. Il marito non l'accetta, la vita coniugale diventa un inferno, lei se ne va con un corteggiatore, ma quando apprende che il consorte ha ucciso il chirurgo, ritorna. Nonostante l'inverosimiglianza dell'assunto, non manca d'interesse come descrizione di un meschino ambiente piccoloborghese. Ottimo [[Bourvil]]. (''[[Lo specchio a due facce]]''; 2010, p. 1258) *Molti effetti speciali, la storia speciale non è, i personaggi nemmeno. Film bovino con poca azione, molte chiachiere, due o tre belle idee di sceneggiatura, un finale ingegnoso. (''[[Star Trek (film 1979)|Star Trek]]''; 2010, p. 1428) *Più vispo del primo. Ridimensionate le ambizioni metafisiche e ridotti gli effetti speciali, si è puntato sull'azione, sulle battaglie, su [[Khan Noonien Singh|Khan]], malvagio galattico di statura scespiriana. Le solenni banalità del dialogo non si contano. (''[[Star Trek II - L'ira di Khan]]''; 2010, p. 1428) *La zuppa è sempre la stessa, ma è cambiato il cuoco. In peggio. Ci si prende troppo sul serio. Contano le scenografie wagneriane, le catastrofi, gli effetti speciali. E i [[Klingon]]s, pirati interstellari, sono pappemolli che fanno la faccia feroce. (''[[Star Trek III - Alla ricerca di Spock]]''; 2010, p. 1428) *Attore, sceneggiatore e regista, L. Nimoy porta le avventure galattiche verso la Terra e verso la commedia con risultati assai divertenti. Pochi effetti speciali ma efficaci. (''[[Rotta verso la Terra|Star Trek IV - Rotta verso la Terra]]''; 2010, p. 1428) *Traballante e fiacco si riprende nell'efficace finale. (''[[Star Trek V - L'ultima frontiera]]''; 2010, p. 1448) *Meglio del precedente, ma tolta la sequenza dell'Alaska è tutto già visto. (''[[Rotta verso l'ignoto|Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto]]''; 2010, p. 1429) *Gene Roddenberry, creatore della serie, inorridirebbe se fosse ancora vivo: si è toccato il fondo. (''[[Star Trek: La nemesi]]''; 2010, p. 1429) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Un gioiello del cinema americano a basso costo in cui il tempo narrativo coincide con quello reale. Realizzare ''The Set-Up'' (trucco, imbroglio) "fu per tutti un atto d'amore" ([[Robert Wise|R. Wise]]). Un raro equilibrio di tensione, autenticità, atmosfera, credibilità, verità psicologica. Splendido bianconero di [[Milton R. Krasner|Milton Krasner]]. Premiato a Cannes per la sceneggiatura dell'esordiente Art Cohn, giornalista sportivo, una delle più belle interpretazioni del quarantenne [[Robert Ryan|R. Ryan]] che aveva praticato il pugilato in gioventù. (''[[Stasera ho vinto anch'io]]''; 2000, p. 1275) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Maldestro tentativo di inserire due divi di Hollywood in una struttura neorealistica di taglio semidocumentario. [...] soltanto a sprazzi si coglie la sensibilità di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]]. Vale soprattutto per il finale. (''[[Stazione Termini (film)|Stazione Termini]]''; 2000, p. 1276) *Ispirato a fatti realmente accaduti, è in bilico tra uno storico appena credibile e uno pseudo-erotico-conventuale. (''[[Storia di una monaca di clausura]]''; 2000, p. 1283) *Scritto da [[Lillian Hellman]], è un sagace adattamento di un dramma (1935) di [[Sidney Kingsley]] dove, accanto ad attori famosi, c'è da ammirare la banda dei Dead End Kids, la fotografia di [[Gregg Toland|G. Toland]] e la brava [[Claire Trevor|C. Trevor]]. Girato interamente in studio con fondali dipinti. Questa accentuazione della sua dimensione teatrale diventa un espediente quasi [[Bertolt Brecht|brechtiano]] per comunicare che la storia in corso è rappresentativa di una vasta realtà. (''[[Strada sbarrata]]''; 2000, p. 1287) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Intelligente antologia sui moderni metodi di lotta che la polizia USA ha adottato contro il banditismo nel dopoguerra, ha un notevole ritmo, un ottimo montaggio e un gruppo di bravi attori. (''[[Strada senza nome|La strada senza nome]]''; 2000, p. 1287) *È il 3° e il più convenzionale dei film diretti da [[Orson Welles|Welles]], in linea con un personaggio di moda a Hollywood negli anni '40: l'ospite in casa che non è quel che sembra. Prodotto da [[Sam Spiegel]] e scritto da [[Anthony Veiller]] su un soggetto altrui, ha molti punti deboli, ma, oltre a quella finale, vanta almeno 2 sequenze memorabili (l'inizio e l'assassinio nel bosco) e lo straordinario bianconero di [[Russell Metty]]. Interessante la descrizione dell'ambiente di provincia. Pur andando talvolta sopra le righe, Welles sfaccetta con sottile istrionismo il suo nazista. Memorabile la figuretta del farmacista che gioca a scacchi. (''[[Lo straniero (film 1946)|Lo straniero]]''; 2000, p. 1290) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *È difficile stabilire in che misura i notevoli meriti di questo film nero che è anche un apologo morale siano di [[Ben Hecht]] sceneggiatore [...] o della regia di [[Otto Preminger|O. Preminger]] e del suo stile visivo di grande precisione. Ancora una volta, dopo ''[[Vertigine (film 1944)|Laura]]'' (1944), la coppia [[Dana Andrews|Andrews]]-[[Gene Tierney|Tierney]] fa faville. (''[[Sui marciapiedi]]''; 2000, p. 1298) *Raccontato sul filo del rasoio del drammatico e dell'umoristico, è un po' verboso e prolisso, ma sostenuto da una sapiente suspense. (''[[Il suo tipo di donna]]''; 2000, pp. 1300-1301) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) *Titolo stupido per un elaborato rifacimento del famoso racconto ''Giro di vite'' (1898) di [[Henry James]]. Ma la suspense c'è, e specialmente il clima morboso. Ottima [[Deborah Kerr|D. Kerr]], splendida fotografia di [[Freddie Francis]]. (''[[Suspense (film 1961)|Suspense]]''; 2000, p. 1304) ====T==== *Film d'avventure esotiche che tiene svegli col suo ritmo svelto. La fulgida [[Marlene Dietrich|Marlene]] ha una corona di baldi maschietti. L'ambiente è suggestivo, e c'è una scazzottatura da antologia. (''[[La taverna dei sette peccati]]''; 2000, p. 1316) *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Sceneggiato da [[Luc Besson]], è un film di azione ad alta velocità che assomiglia ai poliziotteschi italiani degli anni '70 più che ai modelli hollywoodiani degli anni '90: inseguimenti, acrobazie su due o quattro ruote, parentesi di umorismo pecoreccio. Basta guardare i primi 20 minuti. Sembrano sentinelle che dicano: non andate avanti. (''[[Taxxi]]''; 2000, p. 1317) *L'argomento era già un po' sdato e anacronistico perché quando il film uscì era già in funzione il telefono automatico. Deriva, infatti, da una novella di Herbert Rosenfeld degli ultimi anni '20, sceneggiata da Ernst Wolff per il film tedesco ''Fräulein-falsch verbunden'' (1932) di E.W. Emo con Magda Schneider. Il rifacimento del casertano N. Malasomma non manca né di brio né di garbo. (''[[La telefonista]]''; 2000, p. 1319) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *Se esistesse l'Oscar della macelleria, questo 8° film di D. Argento se lo aggiudicherebbe facilmente. (''[[Tenebre (film)|Tenebre]]''; 2000, p. 1323) *Il motto è "Non fate la guerra, fate l'amore". In modi meno piccanti, la vicenda rimanda a quella di ''[[L'iniziazione (film 1986)|L'iniziazione]]'' (1986) di [[Gianfranco Mingozzi|Mingozzi]], ma [[David Hamilton|Hamilton]], famoso fotografo di moda, punta sulla calligrafia e il morbosetto. (''[[Tenere cugine]]''; 2000, p. 1324) [[File:Teodora (film 1954) Gianna Maria Canale.png|miniatura|[[Gianna Maria Canale]] in ''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]'']] *1° film a colori di [[Riccardo Freda|R. Freda]] [...] e uno dei suoi risultati più armoniosi in cui le ragioni dello spettacolo non prevaricano sulla definizione dei personaggi. (''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]''; 2000, p. 1325) *3° film di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] regista [...] e il migliore dei 3 per il garbo della costruzione narrativa, l'esperta guida degli attori, la credibilità dei personaggi. Basterebbe [[Anna Magnani|A. Magnani]] nel personaggio della canzonettista Loletta Prima per raccomandarlo. (''[[Teresa Venerdì]]''; 2000, p. 1327) *Artificioso, ma efficace esercizio di suspense con una palese influenza dell'espressionismo a livello figurativo. Una [[Barbara Stanwyck|B. Stanwyck]] superlativa si guadagnò una candidatura all'Oscar. (''[[Il terrore corre sul filo]]''; 2000, p. 1331) *È un bizzarro film in cui [[John Huston|J. Huston]] prende in giro un po' tutti: sé stesso, il thriller avventuroso, [[Gina Lollobrigida|G. Lollobrigida]] e il pubblico, strizzando l'occhio agli amici. Una vacanza italiana. Quando uscì fu un fiasco, ma poi divenne un film di culto per cinefili sofisticati. Dialoghi spiritosi di [[Truman Capote]]. (''[[Il tesoro dell'Africa]]''; 2000, p. 1334) *"Girato per scommessa e divertimento" ([[Don Siegel|D. Siegel]]). Scommessa vinta, spettatori divertiti. (''[[Il tesoro di Vera Cruz]]''; 2000, p. 1335) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *È un film che ha in partenza qualche difficoltà di carburazione, ma poi funziona con diversi momenti divertenti. (''[[30 secondi d'amore|Trenta secondi d'amore]]''; 2000, p. 1374) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *È un vero film "de noantri", romano e romanesco a 18 carati, degno del [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]. C'è la firma di [[Federico Fellini|Fellini]] giovanissimo alla sceneggiatura insieme a quella di [[Aldo Fabrizi|A. Fabrizi]]. I duetti Fabrizi-[[Anna Magnani|Magnani]] sono spassosi. (''[[L'ultima carrozzella]]''; 2000, p. 1396) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) *Tratto da un romanzo di [[Richard Matheson]] e girato a basso costo tra i palazzi romani dell'[[EUR]], è un horror che passò ingiustamente inosservato, nonostante i suoi meriti: un ottimo [[Vincent Price|Price]], alta tensione, intelligenza dei dettagli, alcune anticipazioni – o coincidenze? – con i futuri film di [[George A. Romero]]. (''[[L'ultimo uomo della Terra]]''; 2000, p. 1408) *Uno dei capolavori del cinema neorealista, e il suo canto del cigno. Frutto maturo del sodalizio tra [[Cesare Zavattini|Zavattini]] e [[Vittorio De Sica|De Sica]], sostenuto anche da ricerche, non tutte risolte, sul tempo e la durata (famosa la sequenza del risveglio della servetta), il film tocca una crudeltà lucida senza compromessi sentimentali, fuori dalla drammaturgia tradizionale. Non ha la "perfezione" di ''[[Ladri di biciclette]]'', ma va al di là. (''[[Umberto D.]]''; 2000, p. 1409) *Come [[Mario Camerini|Camerini]] anticipò il neorealismo, facendo di Milano qualcosa di più di una tela di fondo per questa commedia comico-sentimentale profumata di giovinezza e raccontata con garbo. (''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]''; 2000, p. 1413) *Narrato con scioltezza è un dramma razziale intelligente che vale anche per alcune (azzeccate e dure) annotazioni sociologiche e ambientali (la famiglia del medico). Disgraziatamente [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]] si è abbandonato un po' troppo alla declamazione e agli effetti. Bravi gli interpreti [...]. (''[[Uomo bianco, tu vivrai!]]''; 2000, p. 1417) *Il pretendente [...] doma la bisbetica con disarmata e sorridente pazienza. Commedia agile, festosa e gentile [...]. (''[[L'uomo che sorride]]''; 2000, p. 1420) *Considerato il migliore dei 5 film hollywoodiani di [[Jean Renoir|J. Renoir]], il 1° in cui il conflitto tra uomo e natura ha un'importanza centrale: quasi vi si sente l'odore della terra smossa dall'aratro, battuta dalla pioggia o riscaldata dal sole. Il velato ottimismo dell'epilogo è una speranza più che una certezza. (''[[L'uomo del Sud]]''; 2000, pp. 1425-1426) *Pur subordinata ai 3 personaggi maschili, la [[Bette Davis|Davis]] dà alla sua parte calore e umorismo, "rubando" il film a [[Edward G. Robinson|Robinson]] per il quale era stato prodotto dalla Warner. (''[[L'uomo di bronzo]]''; 2000, p. 1426) *[...] è uno dei migliori thriller prodotti da [[Val Lewton]] per la RKO. La povertà dell'intrigo è riscattata dall'uso sapiente della suspense e degli effetti: l'orrore è solamente suggerito. (''[[L'uomo leopardo]]''; 2000, p. 1429) [[File:L'uomo di paglia (film).JPG|miniatura|La scena finale de ''[[L'uomo di paglia]]'']] *Gli ingredienti narrativi sono più o meno gli stessi di ''[[Il ferroviere]]'' (1955), e la maestria tecnico-stilistica è tale che non si nota quasi più. Per tre quarti il film tiene, avvince e convince (e la Bettoja fu giustamente una rivelazione), ma ancora una volta il finale rovina l'equilibrio a colpi di retorica e di buon senso piccolo borghese. L'apporto alla sceneggiatura di Benvenuti e De Bernardi, collaboratori di A. Giannetti, si sente nei particolari. (''[[L'uomo di paglia]]''; 2000, p. 1427) *Curioso esempio di fantascienza religiosa da un romanzo di successo di [[Morris West]] che, comunque, previde con un anticipo di più di 10 anni l'elezione (1976) del polacco [[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyla]]. Un insuccesso a tutti i livelli. (''[[L'uomo venuto dal Kremlino]]''; 2000, p. 1433) *Interamente girato in Thailandia, è coraggioso, anticonformista e crudele per certi aspetti, soprattutto nella 1ª parte. (''[[Urla del silenzio]]''; 2010, p. 1609) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *Scritto da [[Nigel Kneale]] con il regista, è il 2° film della serie Hammer che, nella sua miscela di fantascienza e horror, riflette in modi bizzarri l'isteria allarmistica da guerra fredda (come in USA ''[[L'invasione degli ultracorpi]]'', 1956). (''[[I vampiri dello spazio]]''; 2010, pp. 1618-1619) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *Il 1° dei 3 western di [[Fritz Lang|Lang]], e non il migliore. Più che sul tema della giustizia, svolto in modo troppo didattico, trova i suoi motivi di interesse in quelli della vendetta e della colpa. [[Gene Tierney|G. Tierney]] esordiente è già fascinosa. (''[[Il vendicatore di Jess il bandito]]''; 2000, p. 1451) *Film di culto per gli amanti del cinema nero: eleganza, decadenza, perversione, crudeltà, umorismo e una forte vena di necrofilia ne fanno un cocktail unico. Il motivo di David Raksin ("Laura") incanta ancora oggi. Uno di quei film felici dove tutto concorre al risultato finale: regia, sceneggiatura, fotografia (J. LaShelle, premio Oscar), scenografia, musica. (''[[Vertigine (film 1944)|Vertigine]]''; 2000, p. 1463) *Il surrealismo del vecchio maestro spagnolo è al massimo della sua forma in questa deliziosa, sarcastica scorribanda attraverso le eresie, da lui prese come segni di una dialettica tra fede e ideologia, potere e libertà. (''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''; 2000, p. 1469) *Film laico sulla stregoneria, poco romantico e ancor meno mistico, fondato sulla visione: le immagini vi contano più delle parole. Alle seconde è affidata la dimensione razionale e discorsiva (diurna), alle prime quella emotiva e fantastica (notturna), ma quanto è feconda la contraddizione dialettica tra le due componenti? Domina la presenza simbolica dell'acqua, anche come parte femminile della libido. (''[[La visione del sabba]]''; 2000, p. 1478) *Commediola melensa, anacronistica e recitata a braccio. (''[[La vispa Teresa (film 1943)|La vispa Teresa]]''; 2000, p. 1479) *[...] è una commedia di carta velina sotto il segno di un ottimismo ingenuo, appena sfiorato da una vena umoristica. Nel '43 quanti italiani andarono a vederlo per constatare com'era bella la vita, almeno al cinema? ([[La vita è bella (film 1943)|''La vita è bella'', 1943]]; 2000, p. 1481) *6° film di [[Roberto Benigni|Benigni]] regista, è il più ambizioso, difficile e rischioso e il migliore: 2 film in 1, o meglio un film in 2 parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori – essenziali i contributi della fotografia – ma complementari: la 1ª spiega e giustifica la 2ª. Una bella storia d'amore, scritta con [[Vincenzo Cerami]]: prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma l'una è la continuazione dell'altra. Il frenetico dinamismo di R. Benigni è felicemente sfogato, la sua torrentizia oralità ora debordante ora dimezzata. Un'elegante leggerezza distingue [[Giustino Durano|G. Durano]] nel più riuscito dei personaggi di contorno. ([[La vita è bella (film 1997)|''La vita è bella'', 1997]]; 2000, p. 1481) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *La selvaggia potenza del romanzo della [[Emily Brontë|Brontë]] è un po' troppo addomesticata. Gli sceneggiatori ne hanno impoverito l'intensità e attutito il romanticismo gotico, ma il film rimane egualmente memorabile. Robusta interpretazione di [[Laurence Olivier|Olivier]]. (''[[La voce nella tempesta]]''; 2000, p. 1491) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) *Ritratto di donna in forma di monologo quasi didattico e una traccia d'azione. Per [[Teresa Russell|T. Russell]] è lo spunto per un'esibizione di alto istrionismo gestuale, fonico, recitativo. [[Ken Russell|K. Russell]], autore geniale e visionario sempre in bilico sul kitsch, ha filmato con tono di premeditata e accanita sgradevolezza, cercando di rispecchiare con onestà la materia. (''[[Whore (puttana)]]''; 2000, p. 1501) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *Forte di una trama avvincente, di una struttura sofisticata in bilico continuo tra presente e passato, di un cast vario e intrigante, può forse essere considerato il più celebre telefilm dei primi anni 2000. Il finale della serie è stato seguito (ufficialmente) da circa 25 milioni di persone nel mondo. (''[[Lost]]''; 2013, p.1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-08-22722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-08-34476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 49eilriqym4n2rj6bxfxkd7nle04v1r Usignolo 0 90113 1351390 1279402 2024-11-11T18:13:36Z ~2024-9620 100276 Petrarca. 1351390 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Nachtigall (Luscinia megarhynchos)-2.jpg|thumb|Un usignolo]] Citazioni sull''''usignolo'''. ==Citazioni== *Anche in una gabbia d'oro, l'usignolo piange la terra nativa. ([[Proverbi armeni|proverbio armeno]]) *[[Aristotele]] sostiene che gli usignoli insegnano ai loro piccoli a cantare, e vi impiegano tempo e cura, per cui avviene che quelli che noi alleviamo in gabbia, che non hanno avuto modo di andare alla scuola dei loro genitori, perdono molto della grazia del loro canto. ([[Michel de Montaigne]]) *Ci sono usignuoli perfetti che tutta la vita del bosco tace per ascoltare. Ci sono piccoli usignuoli apprendisti, che ripetono a lunghi intervalli la stessa frase – e qualche volta il maestro risponde, da un altro albero. Di tutto questo, infine, il miracolo sono le pause – come il cielo intorno a certe lune abbaglianti. Ma non ti ho detto niente, vedi? Quando si sente un usignuolo per la strada, ci si appoggia a un muro e si chiudono gli occhi quasi con paura – come dinanzi alle frecce dell'Amore antico. ([[Cristina Campo]]) *Disse l'usignolo: "Non sono un lirico". Be', probabilmente il lirico non può essere così dolce. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *È meglio sentir cantare l'usignolo, che rodere il topo. ([[Proverbi italiani|proverbio italiano]]) *Forse perché un pazzo uccide con un sasso un usignolo, egli è per questo più grande dell'usignolo? [...] Oh no! ([[David Herbert Lawrence]]) *Gli usignoli che vengono allevati con le loro madri [...] apprendono non in vista di una ricompensa né per la gloria, ma semplicemente per il piacere che provano nel gareggiare nel canto e perché hanno cara la bellezza della propria voce più della sua utilità. ([[Plutarco]]) *In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare. ([[Emil Cioran]]) *L'usignuolo affamato venne per elemosina nella presenza della [[formica]] e disse: [[Generosità]] è segno di fortezza e capitale di contentezza. Io, la mia dolce vita, la passai nella spensieratezza, ma tu usasti del senno e radunasti provvigione. Che sarebbe mai se oggi per un poco tu me ne facessi larghezza? – Disse la formica: Tu notte e giorno fosti in discorsi, e io in faccende; tu ora andavi pensando alla freschezza della rosa, ora eri affascinato dall'ammirazione per la primavera, e non sapevi intanto che ad ogni primavera sta dietro l'autunno e ad ogni via un termine?<br />Ascoltate, o cari, la storia dell'usignuolo e comparate nostro stato a quello di lui, e sappiate intanto che ad ogni [[vita]] sta dietro la morte, che ad ogni connubio sta dietro la separazione! Non è senza feccia il liquor della vita, e anche il raso ha le sue strie. ([[Saˁdi]]) *Me lo ricordo quando mio padre mi regalò quel fucile; mi disse [...] di ricordarmi che era peccato sparare a un usignolo<ref>In lingua originale: «[...] ''but to remember it was a sin to kill a mockingbird.''» Questa battuta, da cui è ricavato il titolo originale del film (''To Kill a Mockingbird''), fa riferimento al [[mimo settentrionale|mimo]] (''mockingbird''), un uccello americano capace di imitare il cinguettio di altri uccelli. Il curatore dei dialoghi italiani, data la difficoltà di far capire al pubblico italiano il riferimento a quel particolare tipo di uccello, decise di sostituire nella battuta doppiata il "''mockingbird''" con l'usignolo.</ref> [...] perché sono uccellini che non fanno niente di male, cantano e fa piacere sentirli, non mangiano le sementi, non fanno il nido nelle madie, non fanno altro che rallegrarci con il loro cinguettio. (''[[Il buio oltre la siepe]]'') *''Nel muto orror di solitarie piante, | sotto notturno cielo, | mentre solo men vo tradito amante, | e di Fille e d'Amor io mi querelo, | sento mesto usignuolo | che rïempie cantando all'äer fosco | con l'amaro suo duolo | l'aure di gioia e di dolcezza il bosco.'' ([[Francesco De Lemene]]) *Quanto agli usignoli, essi insegnano ai loro piccoli a cantare. Se però vengono catturati quando sono ancora in tenera età, e vengono allevati dagli uomini, allora cantano peggio, come se fossero rimasti prima del tempo senza un vero maestro. ([[Plutarco]]) *Quanti usignoli deve divorare un [[rapace]] per cominciare a cantare? ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *''Quel rosignol, che sí soave piagne, | forse suoi figli, o sua cara consorte, | di dolcezza empie il cielo et le campagne | con tante note sí pietose et scorte''. ([[Francesco Petrarca]]) *Sono un usignolo intrappolato, e tu la mia gabbia dorata. (''[[Il colore del melograno]]'') *– Vuoi già partire? L'alba è ancor lontana. | Era dell'usignolo, | non dell'[[allodola]], il cinguettio | che ha ferito poc'anzi il trepidante | cavo del tuo orecchio. Un usignolo, | credimi, amore; è lui che canta, a notte, | laggiù sull'albero di melograno.<br />– No, cara, era l'araldo del mattino, | l'allodola; non era l'usignolo. ([[William Shakespeare]], ''[[Romeo e Giulietta]]'') ===''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]''=== *Certo, l'inverno uccide le rose, sfogliandone i petali; anche il sole estivo brucia se è accompagnato dalla siccità, ma i dolci trilli dell'usignolo si fanno sentire sulle loro corolle. *Il corvo e la rosa non possono accordare i loro colori; solo l'usignolo canta sulla rosa le sue dolci melodie. *Se il corvo trova una rosa, crede di essere un usignolo! *Sei una rosa, e non comprendo come gli usignoli non si posino sopra di te per cantare. *Staccato dalla mia amata, io sono un usignolo sdraiato nel sudiciume come un corvo! ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'|etichetta=usignolo}} [[Categoria:Uccelli]] j6fh7dw349jiyem03p50s5iysr9yt6i Rondine 0 90480 1351411 1349171 2024-11-11T22:56:19Z ~2024-9620 100276 Tommaso Grossi. 1351411 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Barn Swallow 800.jpg|thumb|Una rondine]] Citazioni sulla '''rondine'''. *''Amore, s'io fossi aria, le tue rondini vorrei, | per guardarmele ogni minuto e farle volare negli occhi miei, | quelle rondini bianche e nere che anche mute dicono tanto.'' ([[Francesco Guccini]]) *''Chi ti rapisce gli occhi del crepuscolo | quando il cielo si fa tenero, pieno | di nuvole vermiglie | ancorate alle cime lontanissime, | non son forse le rondini?'' ([[Marco Pola]]) *Dal [[ragno]] abbiamo appreso l'arte della tessitura e del rammendo, dalla rondine l'arte di costruire edifici. ([[Plutarco]]) *E non so come [[Antipatro di Tarso|Antipatro]], che rimprovera la mancanza di pulizia degli asini e delle pecore, abbia omesso il caso delle [[lince|linci]] e delle rondini. Le linci infatti, dopo averli nascosti e fatti sparire, mettono da parte del tutto, in un luogo lontano, gli escrementi e le rondini, invece, insegnano ai loro piccoli a espellere le feci volgendosi, dal nido, verso l'esterno. ([[Plutarco]]) *Ho anche un terrazzino a livello rondini. Al tramonto se ne vanno e arrivano i pipistrelli. L'ultima rondine e il primo [[pipistrello]] procedono al cambio della guardia con un certo nervosismo, evitano l'incidente diplomatico, fingono di non conoscersi, ma rischiano più volte di scontrarsi fra loro. ([[Marcello Marchesi]]) *In particolare negli [[animale|animali]] di dimensioni più piccole, più che nei più grandi, è possibile vedere all'opera l'esattezza del ragionamento. Per cominciare, si può prendere a esempio, fra gli uccelli, la capacità della rondine di costruire i nidi. [...] Riguardo al nutrimento dei figli, poi, sia il padre che la madre si danno pena. Offrono il cibo a ognuno, sapendo discernere, sulla base di una certa abitudine, quello che ha già avuto la sua parte, perché non la prenda due volte. ([[Aristotele]]) *La rondine sa quando arrivare, quando partire; quel tenero uccello sa anche annunciare con il proprio arrivo i primi inizi della [[primavera]]. ([[Sant'Ambrogio]]) *''La rondine sfrecciante, la distruttrice d'insetti, che in autunno s'avvia verso il sud, ma all'inizio della primavera torna la nord.'' ([[Walt Whitman]]) *Le rondini, che costruiscono il nido ai loro piccoli quando sono vicine a morire, indicano beni di fortuna o eredità. ([[Agrippa von Nettesheim]]) *Le rondini mettono tra virgolette il cielo. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *M'accorgo del cielo infinito solo se una rondine ne percorre un tratto. ([[Roberto Gervaso]]) *M'ha sempre seccato che le rondini d'inverno ci lasciassero per andare nei Paesi capitalisti. Adesso capisco: noi abbiamo alti ideali, ma loro hanno un buon clima. (''[[Ninotchka]]'') *''Quest'anno la partenza delle rondini | mi stringerà per un pensiero il cuore.'' ([[Umberto Saba]]) *''Quando di primavera canta la rondinella'' ([[Stesicoro]]) *Questa co' la celidonia<ref>Pietra leggendaria che si troverebbe in pancia alle rondini.</ref> 'lumina i sua ciechi nati. ([[Leonardo da Vinci]]) *Rinascono ogni anno le rondini, ma è come fossero sempre le stesse. Riconoscono i vecchi nidi, i comignoli, gli èmbrici, le grondaie. E noi le aspettiamo e desideriamo e amiamo come fossero sempre quelle di ieri, come aspettiamo i fiori il grano le foglie che rinascono a ogni stagione. Potessimo questa illusione riportarla anche su creature nostre! ([[Manara Valgimigli]]) *''Rondinella pellegrina''. ([[Tommaso Grossi]], ''La Rondinella'') *[[Benedetto da Norcia|San Benedetto]]<ref>[[21 marzo]].</ref> la rondine sotto il [[tetto]]. ([[Proverbi italiani|proverbio italiano]]) *Senza dubbio quando le rondini arrivano in primavera, agiscono come orologi. ([[Cartesio]]) *''Senti? Rondinelle a schiera | empiono di bisbigli la grondaia.'' ([[Giovanni Cena]]) *''Tu questo hai della rondine: | le movenze leggere; | questo che a me, che mi sentiva ed era | vecchio, annunciavi un'altra primavera.'' ([[Umberto Saba]]) *''Una come te, come una rondine d'aprile | vola solo quando ha un orizzonte da inseguire.'' ([[Cesare Cremonini]]) *Una rondine non fa primavera. ([[Proverbi italiani|proverbio italiano]]) *''Vorrei girare il cielo come le rondini | e ogni tanto fermarmi qua e là, | aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici | e come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità.'' ([[Lucio Dalla]]) ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la|etichetta=rondine}} [[Categoria:Uccelli]] dseq17t2ggudyhls3ia9wep5e2tdcep 1351440 1351411 2024-11-12T00:26:22Z Udiki 86035 Amplio citazione. Nelle tematiche non si indica l'opera a meno che non ci sia una pagina dedicata 1351440 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Barn Swallow 800.jpg|thumb|Una rondine]] Citazioni sulla '''rondine'''. *''Amore, s'io fossi aria, le tue rondini vorrei, | per guardarmele ogni minuto e farle volare negli occhi miei, | quelle rondini bianche e nere che anche mute dicono tanto.'' ([[Francesco Guccini]]) *''Chi ti rapisce gli occhi del crepuscolo | quando il cielo si fa tenero, pieno | di nuvole vermiglie | ancorate alle cime lontanissime, | non son forse le rondini?'' ([[Marco Pola]]) *Dal [[ragno]] abbiamo appreso l'arte della tessitura e del rammendo, dalla rondine l'arte di costruire edifici. ([[Plutarco]]) *E non so come [[Antipatro di Tarso|Antipatro]], che rimprovera la mancanza di pulizia degli asini e delle pecore, abbia omesso il caso delle [[lince|linci]] e delle rondini. Le linci infatti, dopo averli nascosti e fatti sparire, mettono da parte del tutto, in un luogo lontano, gli escrementi e le rondini, invece, insegnano ai loro piccoli a espellere le feci volgendosi, dal nido, verso l'esterno. ([[Plutarco]]) *Ho anche un terrazzino a livello rondini. Al tramonto se ne vanno e arrivano i pipistrelli. L'ultima rondine e il primo [[pipistrello]] procedono al cambio della guardia con un certo nervosismo, evitano l'incidente diplomatico, fingono di non conoscersi, ma rischiano più volte di scontrarsi fra loro. ([[Marcello Marchesi]]) *''Il settembre innanzi viene, | e a lasciarmi ti prepari: | tu vedrai lontane arene; | nuovi monti, nuovi mari | salutando in tua favella, | pellegrina rondinella.''. ([[Tommaso Grossi]]) *In particolare negli [[animale|animali]] di dimensioni più piccole, più che nei più grandi, è possibile vedere all'opera l'esattezza del ragionamento. Per cominciare, si può prendere a esempio, fra gli uccelli, la capacità della rondine di costruire i nidi. [...] Riguardo al nutrimento dei figli, poi, sia il padre che la madre si danno pena. Offrono il cibo a ognuno, sapendo discernere, sulla base di una certa abitudine, quello che ha già avuto la sua parte, perché non la prenda due volte. ([[Aristotele]]) *La rondine sa quando arrivare, quando partire; quel tenero uccello sa anche annunciare con il proprio arrivo i primi inizi della [[primavera]]. ([[Sant'Ambrogio]]) *''La rondine sfrecciante, la distruttrice d'insetti, che in autunno s'avvia verso il sud, ma all'inizio della primavera torna la nord.'' ([[Walt Whitman]]) *Le rondini, che costruiscono il nido ai loro piccoli quando sono vicine a morire, indicano beni di fortuna o eredità. ([[Agrippa von Nettesheim]]) *Le rondini mettono tra virgolette il cielo. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *M'accorgo del cielo infinito solo se una rondine ne percorre un tratto. ([[Roberto Gervaso]]) *M'ha sempre seccato che le rondini d'inverno ci lasciassero per andare nei Paesi capitalisti. Adesso capisco: noi abbiamo alti ideali, ma loro hanno un buon clima. (''[[Ninotchka]]'') *''Quest'anno la partenza delle rondini | mi stringerà per un pensiero il cuore.'' ([[Umberto Saba]]) *''Quando di primavera canta la rondinella'' ([[Stesicoro]]) *Questa co' la celidonia<ref>Pietra leggendaria che si troverebbe in pancia alle rondini.</ref> 'lumina i sua ciechi nati. ([[Leonardo da Vinci]]) *Rinascono ogni anno le rondini, ma è come fossero sempre le stesse. Riconoscono i vecchi nidi, i comignoli, gli èmbrici, le grondaie. E noi le aspettiamo e desideriamo e amiamo come fossero sempre quelle di ieri, come aspettiamo i fiori il grano le foglie che rinascono a ogni stagione. Potessimo questa illusione riportarla anche su creature nostre! ([[Manara Valgimigli]]) *[[Benedetto da Norcia|San Benedetto]]<ref>[[21 marzo]].</ref> la rondine sotto il [[tetto]]. ([[Proverbi italiani|proverbio italiano]]) *Senza dubbio quando le rondini arrivano in primavera, agiscono come orologi. ([[Cartesio]]) *''Senti? Rondinelle a schiera | empiono di bisbigli la grondaia.'' ([[Giovanni Cena]]) *''Tu questo hai della rondine: | le movenze leggere; | questo che a me, che mi sentiva ed era | vecchio, annunciavi un'altra primavera.'' ([[Umberto Saba]]) *''Una come te, come una rondine d'aprile | vola solo quando ha un orizzonte da inseguire.'' ([[Cesare Cremonini]]) *Una rondine non fa primavera. ([[Proverbi italiani|proverbio italiano]]) *''Vorrei girare il cielo come le rondini | e ogni tanto fermarmi qua e là, | aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici | e come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità.'' ([[Lucio Dalla]]) ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la|etichetta=rondine}} [[Categoria:Uccelli]] kuu5mpfz66lons4b8aqcmcecnyfbpmy Aleksej Naval'nyj 0 90491 1351484 1350316 2024-11-12T07:59:56Z Mariomassone 17056 1351484 wikitext text/x-wiki [[File:Alexey Navalny (cropped) 2.jpg|thumb|Naval'nyj nel 2011]] '''Aleksej Anatol'evič Naval'nyj''' (1976 – 2024), avvocato e politico russo. ==Citazioni di Aleksej Naval'nyj== {{cronologico}} ===2007 – 2017=== *{{NDR|Parlando dell'immigrazione}} Nessuno dovrebbe essere picchiato. {{NDR|Invece,}} tutto ciò che ci infastidisce dovrebbe essere accuratamente, ma inflessibilmente eliminato mediante la deportazione... Un dente senza radice è considerato morto. Un [[Nazionalismo|nazionalista]] è colui che non vuole che la radice "russa" venga cancellata dalla parola "Russia". Abbiamo il diritto di essere russi in Russia e proteggeremo questo diritto. :''No one should be beaten. {{NDR|Instead,}} everything that bothers us should be carefully, but unyieldingly eliminated by means of deportation … A tooth without a root is considered dead. A nationalist is he who does not want the root ‘Russian’ to be deleted from the word ‘Russia.’ We have the right to be Russian in Russia and we will protect this right.''<ref>Citato in [https://web.archive.org/web/20180401072527/https://cambridgeglobalist.org/?p=1227 Putin crafts spectacle for re-election landslide], ''cambridgeglobalist.org'', 18 marzo 2018. Dal video originale [https://www.youtube.com/watch?v=ICoc2VmGdfw Diventa un nazionalista!], 17 ottobre 2007</ref> *Abbiamo problemi con l'[[immigrazione]] illegale, abbiamo il problema del Caucaso, abbiamo un problema di crimini etnici... il fatto che le nostre autorità fingano ipocritamente che tali problemi non esistano porta le persone a discuterne solo per strada, alla Marcia russa {{NDR|la marcia dei nazionalisti}}. :''We have problems with illegal migration, we have the problem of the Caucasus, we have a problem of ethnic crimes... the fact that our authorities hypocritically pretend that such problems do not exist leads to people discussing them only in the street, at the Russian March.''<ref>Citato in ''[https://www.bbc.com/news/world-europe-15596400 Moscow nationalist rally hears attack on Putin party]'', ''Bbc.com'', 4 novembre 2011.</ref> *{{NDR|Sull'[[annessione della Crimea alla Russia]]}} La Crimea appartiene alla gente che ci vive [...] La penisola è stata occupata in flagrante violazione di tutte le norme internazionali. E tuttavia la situazione reale è tale che la Crimea ora è parte della Federazione Russa. E non dobbiamo nutrire illusioni. Anche agli ucraini consiglio vivamente di non illudersi. Resterà parte della Russia e nel prossimo futuro non tornerà all'Ucraina.<ref name="crimeanostra">Da ''La Crimea è nostra?'', intervento su Radio Echo Moskvy, 15 ottobre 2014; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Cos'è la Crimea, un panino al salame che ci si passa l'un l'altro? Io non credo.<ref name="crimeanostra"/> *{{NDR|Su [[Robin Williams]]}} Lui, senza alcun dubbio, era una persona davvero in gamba.<ref>Da un [https://x.com/navalny/status/499070015166238721 tweet] del 12 agosto 2014; citato in ''[https://it.rbth.com/storie/2014/08/13/la_russia_piange_robin_williams_32279 La Russia piange Robin Williams]'', ''Rbth.com'', 13 agosto 2014.</ref> *Aspettarsi che in breve tempo la Crimea torni in Ucraina è assurdo. Di per sé in questo consiste la pesantezza della situazione creata da Putin, ha creato un problema che resterà per anni. La Crimea sta assieme a Cipro del Nord, alle isole Falkland, alle isole Curili, vicende su cui ancora discuteranno i nostri nipoti, per cui ci saranno problemi, sanzioni eccetera. La verità oggi è che di fatto la Crimea è annessa alla Russia; la verità è che per lunghi anni cercheremo di risolvere questo problema e non ci riusciremo perché non si vede una soluzione. Questi problemi nel mondo non si risolvono, purtroppo.<ref>Da ''Ancora la Crimea'', intervento su Radio Echo Moskvy, 14 gennaio 2015; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *[...] visto il modo in cui [[WikiLeaks]] sembra essere sincronizzata con la propaganda falsa dei media russi come ''[[RT (rete televisiva)|Russia Today]]'' e ''Sputnik'', ci sono ragioni per pensare che questa cooperazione sia in effetti probabile.<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2016/10/29/alexei-navalny-russia/ Anche la Russia ha il suo Julian Assange]'', ''Ilpost.it'', 29 ottobre 2016.</ref> *Dirò in breve la mia posizione. Primo: l'occupazione della Crimea è stata chiaramente illegale. Secondo: non esiste una soluzione semplice di questo problema, né in Russia, né in Ucraina, né da nessuna parte. Terzo: qualsiasi programma a tappe per normalizzare la situazione in Crimea deve cominciare da un vero referendum, onesto e trasparente, perché quello che c'è stato non era un referendum. Quarto, che si collega al secondo punto: ritengo che questa situazione durerà decenni. È un problema simile a quello esistente a Cipro del Nord, nei Territori palestinesi eccetera. Ce ne sono molti sulla carta del mondo, ma in un prossimo futuro non saranno risolti. Così sarà per la Crimea. Purtroppo, è un "regalo" (tra virgolette) che Putin lascerà alla Russia, all'Ucraina e ai crimeani tutti. In tempi brevi non si potrà risolvere.<ref>Da ''La Crimea è un "regalo" di Putin'', intervento durante una conferenza di Solidarnost, 13 febbraio 2017; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> {{Int|Da ''Yale''|28 aprile 2010; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Voglio allargare seriamente lo strumentario del nostro lavoro, e imparare/capire come usare contro i Capaci Manager tutte le leggi estere sulla corruzione, la legislazione antiriciclaggio di USA ed UE, i regolamenti di Borsa eccetera. Noi dobbiamo essere capaci di fregarli per bene là dove non sono protetti dagli avidi truffatori della Procura Generale e dei tribunali russi. *Non c'è bisogno di dimostrare, alle riunioni, che il [[Wi-Fi]] non è un'invenzione diabolica della CIA per informazioni top secret sulla diminuzione dei capi di bestiame. *[...] l'Oscar non l'ho ancora ricevuto, ma di ringraziamenti ne ho molti da fare. {{Int|Da ''Sono un tipico credente post-sovietico''|Intervista di Boris Akunin, 4 gennaio 2012; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *La fonte del potere nello Stato nazionale è la nazione, i cittadini e non le élite che invitano a conquistare la metà del mondo e a imporre il dominio globale, ma sotto sotto derubano la popolazione che marcia verso l'oceano Indiano. Lo Stato è indispensabile per garantire una vita confortevole e dignitosa ai cittadini, per difenderne gli interessi individuali e collettivi. Lo Stato nazionale va nella direzione di uno sviluppo europeo per la Russia, la nostra piccola casa europea confortevole e al tempo stesso forte e sicura. *Va bene che le persone siano religiose, così come va bene che alcune persone prendano in giro la religione. Le battute sulla religiosità nei ''Simpson'' o in ''South Park'' vanno benissimo e non mi offendono minimamente. *La posizione della [[Chiesa ortodossa russa|Chiesa ortodossa]] è che ogni potere viene da Dio, perciò qualsiasi potere va sostenuto. Bisogna prenderla con filosofia. *Giorni fa ho letto un curioso articolo su «Vedomosti», che descriveva i casi dei dittatori che hanno lasciato il potere in modo pacifico. Curiosamente, quasi ovunque il principale mediatore tra il dittatore e gli oppositori è stata la Chiesa. È possibile che questo avvenga ora nel nostro Paese? Non credo. Ma mi piacerebbe molto che la Chiesa ortodossa russa avesse una posizione tale che tutte le parti in conflitto cercassero e accettassero la sua mediazione. {{Int|Da ''«L'aula del tribunale è la mia tribuna». Ultima parola al primo processo «Kirovles»''|5 luglio 2013; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Noi tutti (me compreso) sappiamo benissimo che lo scopo principale di questo processo è come quello delle serie televisive, fare in modo che nei telegiornali dei canali federali qualcuno possa citare il mio nome come quello della persona che ha rubato il legname nella Regione di Kirov, il delinquente. Come se questo potesse cancellare con un colpo di spugna tutto quello che ho scritto sui delinquenti veri, quelli che rubano miliardi a noi tutti e che hanno preso il potere nel nostro Paese. *Comunico che io e i miei colleghi faremo di tutto per distruggere il sistema feudale che stanno costruendo in Russia. Distruggere un sistema di potere nel quale l'83% delle risorse nazionali appartiene allo 0,5% della popolazione. *[...] dopo 15 anni che è arrivata una valanga di soldi grazie al gas e al petrolio, agli abitanti non è rimasto nulla. [...] Un solo ed unico prodotto oggi è più disponibile rispetto al periodo sovietico, la vodka. A parità di potere d'acquisto, solo la vodka costa di meno. Questo vuol dire che a noi, cittadini di questo Paese, sono garantiti solo il degrado e l'alcolismo. *Se qualcuno ritiene che io, avendo sentito ventilare una condanna a sei anni, scapperò all'estero o mi nasconderò, si sbaglia di grosso, non scapperò da me stesso. Non ho altra via d'uscita e non voglio fare altro che questo, aiutare gli abitanti del mio Paese, lavorare per i miei concittadini. *[...] non può continuare all'infinito che un Paese di 140 milioni di abitanti, immenso, il più grande del mondo, uno dei più ricchi al mondo, sia sottomesso a una banda di mostri che in realtà non sono nessuno, neanche negli oligarchi, perché quelli si sono fatti i capitali con il cervello e l'astuzia. Sono semplicemente i bassi ranghi del partito, che poi sono diventati democratici e oggi fanno i patrioti, e hanno ramazzato tutto quanto. Questo equivoco verrà superato col nostro lavoro. {{Int|Da ''[http://www.lastampa.it/2013/08/27/esteri/russia-navalny-lancia-la-sfida-a-putin-se-eletto-porter-il-gay-pride-a-mosca-EHIQ4TG9Y6GEnogWJwRFfJ/pagina.html Russia, nuova sfida di Navalny a Putin "Se eletto porterò il gay pride a Mosca"]''|Intervista di Claudio Altarocca, ''Lastampa.it'', 27 agosto 2013.|h=4}} [[File:Навальный 7.jpg|thumb|Naval'nyj durante la campagna da sindaco, agosto 2013]] *La mia posizione è basata esclusivamente sulla legge e la [[Costituzione della Federazione Russa|Costituzione]], dove è scritto che le manifestazioni pacifiche non possono essere vietate. [...] Non intendo dire no ai [[gay pride]], alle "marce russe" {{NDR|le marce degli ultranazionalisti}} o qualsiasi altro evento pubblico. Chiunque voglia uscire e marciare senza violare l'ordine pubblico, potrà farlo quanto gli pare. È la mia posizione più importante. *Il Cremlino semplicemente governa con la sociologia: hanno individuato tramite qualche inchiesta un gruppo, che a loro parere suscita reazioni negative nel popolo: gli [[omosessualità|omosessuali]]. E di continuo tirano fuori qualche storia, perché i gay disturbano la loro agenda politica. *Sarò un ottimo sindaco. Se vinco, il sistema [[Vladimir Putin|Putin]] chiaramente non potrà esistere. Voglio cambiare il Paese. *Per me {{NDR|[[Vladimir Putin]]}} è la persona che ha fondato nel mio Paese un sistema corrotto che ne impedisce lo sviluppo e che voglio distruggere. {{Int|Da ''Buona Pasqua!''|20 aprile 2014; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Contro che cosa si era battuto il Signore? Contro la menzogna, l'ipocrisia, la schiavitù, l'usurpazione del potere da parte di delinquenti e ladri. Contro tutto quello che maggiormente ci disgusta, che ha disgustato molti prima di noi e disgusterà molti dopo di noi. *Non aveva chi potesse sostenerlo, cose come i nostri meeting erano proibite, gli OMON lo tormentavano con le lance, i mass media erano sotto il controllo dei farisei, al potere c'erano dei furfanti con proprietà immobiliari all'estero. E dei dodici che componevano il comitato centrale del suo partito, uno era un provocatore, un traditore che si era venduto per soldi e si era messo al servizio della Sezione «E» del tempo. *I malvagi distrussero tutto quello che era stato fatto. I discepoli furono costretti a rinnegarlo. Lui stesso fu torturato e ucciso. E tutto crollò e calarono le tenebre.<br>Cosa sono tutte le nostre "difficoltà" e i nostri "problemi" in confronto a ciò che ha dovuto provare lui?<br>Ma il Bene, la Giustizia, la Fede, la Speranza e la Carità ebbero comunque la meglio. {{Int|Da ''Come nasce un caso politico. Il processo «Yves Rocher»''|22 aprile 2014; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Il caso Yves Rocher è stato proficuamente usato dalla tivù in modo che per due anni di fila al nome Naval'nyj venisse associato «che con suo fratello ha rubato 50 milioni di rubli alla compagnia francese Yves Rocher». Poi un po' per volta la cifra sottratta è scesa a 27 milioni, ma la sostanza non cambiava. *Noi siamo centinaia di migliaia. Basta cliccare tre volte e parlare con tre persone che subito qualche milione sarà informato. *Ho detto centinaia di volte che noi siamo di più, e la nostra forza è tale da far fuori in un attimo qualsiasi propaganda. Bisogna semplicemente lavorare, e non credere che qualcuno lo farà al posto nostro. Qualcuno che ha più tempo o gli amici di Facebook. Nessuno farà niente, semplicemente il vostro posto sul fronte resterà sguarnito. E in quello spazio si insinueranno il brutto muso di [[Dmitrij Kiselëv (regista)|Dmitrij Kiselëv]], le varie [[Margarita Simon'jan|Margarita Simonian]] con gli pseudopodi tremanti. E nessuno ne avrà colpa se non voi. {{Int|Da ''Non bisogna fissare il tavolo. Ultima parola al processo «Yves Rocher»''|19 dicembre 2014; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Gli esseri umani sono fatti in maniera diversa. La coscienza umana compensa il senso di colpa, altrimenti le persone si spiaggerebbero come le balene. Non si può tornare a casa e dire ai propri figli e al marito: «Sai, oggi ho fatto condannare una persona chiaramente innocente. Sto male e starò male per sempre». No, noi non facciamo così, siamo fatti in un altro modo. Loro diranno invece: «Aleksej Anatol'evič, lei capisce», oppure: «Non c'è funo senza arrosto». O anche: «Non c'era bisogno di pestare i calli a Putin», come ha detto di recente un rappresentante del Comitato Investigativo. Se non avesse attirato l'attenzione su di sé, se non avesse agitato le braccia e non avesse ''ostacolato il passaggio dei cittadini'', probabilmente tutto sarebbe andato bene. *Ci sono moltissime persone che sono costrette a commettere certe bassezze oppure (ancora più spesso) le fanno senza che nessuno le costringa o neanche glielo chieda. Fissano semplicemente il tavolo, cercano di ignorare tutto ciò che accade attorno a loro. E la nostra battaglia per le persone come voi, che guardano il tavolo, è proprio quella di spiegarvi ancora una volta che non dovete farlo, ma dovete ammettere davanti a voi stessi che purtroppo, nel nostro bel Paese, tutto il potere e tutto ciò che accade si basa su menzogne senza fine. *Mi raccontano che non occorre difendere gli interessi dei russi in Turkmenistan, ma che per gli interessi dei russi in Ucraina dobbiamo fare la guerra. Mi dicono che nessuno offende i russi in Cecenia. Mi dicono che non ci sono ruberie in Gazprom. Io porto documenti concreti che dimostrano che questi funzionari hanno proprietà e società non registrate, e loro mi rispondono: «Non è vero niente». Dico: «siamo pronti a venire alle urne e a sconfiggervi in queste elezioni: abbiamo registrato un partito, facciamo un sacco di cose» e loro rispondono: «Sciocchezze: vinceremo noi le elezioni, voi non particeperete, non perché non ve lo permettiamo, ma perché non avete compilato correttamente i documenti». *Gli unici momenti della nostra vita che hanno un senso sono quelli in cui facciamo qualcosa di giusto. Quando non guardiamo il tavolo ma alziamo lo sguardo e ci guardiamo negli occhi. Tutto il resto non ha senso. *Non sarò mai d'accordo con il sistema che è stato costruito nel Paese, perché questo sistema mira a derubare tutti i presenti. Abbiamo fatto in modo da avere una ''junta'' al potere. Ci sono 20 persone che sono diventate miliardarie, che hanno preso il controllo di tutto, dagli appalti pubblici alla vendita del petrolio. C'è un migliaio di persone che attinge alla mangiatoia di questa ''junta''. In realtà non sono più di mille: deputati, delinquenti. C'è una piccola percentuale a cui non piace. E ci sono milioni di persone che fissano il tavolo. Non smetterò di lottare contro questa banda, né di scuotere e agitare in ogni modo quelli che fissano il tavolo. Voi compresi. Non la smetterò mai. *È una situazione paradossale, quando una dozzina di delinquenti ci deruba tutti, noi e voi, ci deruba ogni giorno e noi lo tolleriamo. Io non intendo tollerarlo. {{Int|Da ''[http://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/nemtsov_funerali_senza_rappresentanti_dello_stato_e_non_c_la_fidanzata_che_torna_in_ucraina-108620530/ Nemtsov, in migliaia per la camera ardente. Navalnyj: "Ucciso per ordine di Putin"]''|''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.|h=4}} *Ritengo che [[Boris Nemcov|Nemtsov]] sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso [[Vladimir Putin|Putin]]). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata. *[...] a chi conveniva {{NDR|l'omicidio di Boris Nemcov,}} al Papa? *Boris era uno dei politici più scomodi per il Cremlino, uno dei pochi che condannava la corruzione di [[Vladimir Putin|Putin]] e del suo circolo ristretto. ===2020 – 2021=== *{{NDR|L'avvelenamento con il [[novičok]]}} è difficile da descrivere perché non c'è nulla con cui lo posso paragonare. I composti organofosforici attaccano il sistema nervoso come un attacco DDoS attacca il computer: si crea un sovraccarico che ti spezza. Non riesci più a concentrarti. Sento che qualcosa non va. Sono coperto di sudore gelido. [...] Non capisco cosa mi sta succedendo. [...] La consapevolezza principale è che non ho dolore, ma so con sicurezza che sto morendo. Morendo in questo preciso momento, anche se non mi fa male niente. [...] Sono trascorsi forse 30 minuti dal momento in cui ho sentito che qualcosa non andava al momento in cui ho perso conoscenza.<ref>Da ''Sapevo che stavo morendo. Dall'intervista a «Der Spiegel»'', 23 settembre 2020; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Sono sdraiato. Sono già uscito dal coma, ma non riconosco nessuno, non capisco cosa sta succedendo. Non parlo e non so cosa significhi parlare. E tutto il mio tempo lo passo ad aspettare che arrivi Lei. Non è chiaro chi sia Lei. Non so che aspetto abbia. Anche se con uno sguardo sfuocato riesco a vedere qualcosa, non riesco a fissare l'immagine. Ma Lei è diversa, per me questo è chiaro, quindi sto sempre lì ad aspettarla. Lei entra e diventa il centro della stanza. Mi aggiusta il cuscino molto bene. Non ha un tono pacato e comprensivo. Parla allegramente e ride. Mi racconta delle cose. Quando Lei è nei paraggi le stupide allucinazioni se ne vanno. Con Lei sto molto bene. Poi Lei se ne va, io divento triste e ricomincio ad aspettarla. Non ho dubbi che ci sia una spiegazione scientifica per questo.<ref>Da ''Amore e coma'', dicembre 2020; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Sono sopravvissuto. E adesso Putin, che aveva dato l'ordine di uccidermi, strilla per il suo bunker e ordina di fare qualsiasi cosa perché io non torni. E i suoi servi agiscono come al solito, fabbricano nuove cause penali contro di me.<ref>Da ''Ho deciso di tornare'', 13 gennaio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *{{NDR|Messaggio a [[Julija Naval'naja|Julija]] per San Valentino}} Ti amo.<br>E tutte le battute in aula le dico perché tu, seduta in prima fila, ti metta a ridere.<ref>Da ''San Valentino'', 14 febbraio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Non lasciatevi ingannare dall'illusione della forza e della strafottezza. Ma che forza è se ha bisogno di avvelenare di nascosto le persone e di rinchiuderle illegalmente? Dove sarebbe il sostengo popolare se riescono a vincere le elezioni solo eliminando i candidati indipendenti, e se la paura delle proteste li obbliga a chiudere le stazioni del metro?<ref>Da ''Rimanete liberi'', 4 febbraio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *[...] secondo quello che dicono i giudici, io avrei sottratto tutte le donazioni che avete fatto all'FBK. Il capo d'accusa è riportato su tre foglietti senza la benché minima prova. C'è scritto soltato: «ha rubato». Nient'altro. Che bisogno c'è di fornire prove, avete visto il suo nome? Contro uno così si può muovere qualsiasi accusa.<br>Poi sono stato accusato in base all'esoticissimo articolo 239, «Creazione di un'organizzazione non commerciale che viola i diritti della persona e dei cittadini». I giudici mi hanno accusato di «indurre i cittadini a rifiutarsi di compiere i loro doveri civici». Anche questa ordinanza sta tutta su tre pagine, e tra le prove c'è il fatto che ho reso pubblico il film ''Un palazzo per Putin'' senza essere autorizzato a farlo. Ahahah!<ref name="piureati">Da ''Sempre più reati'', 25 maggio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *La mia potente organizzazione criminale si sta espandendo. E ogni giorno che passa io commetto sempre più crimini. Sempre più giudici istruttori si occupano del mio caso, piuttosto che di bagatelle come omicidi, furti con scasso o rapimenti. Ci abbiamo pensato bene, e questo rientra nelle competenze della Direzione delle Istruttorie e delle sue «indagini su casi particolarmente importanti».<ref name="piureati"/> *Combattere la corruzione e consegnare i delinquenti a un tribunale imparziale è l'elemento chiave del mio programma. Ma quando li incontro, soprattutto quelli per i quali il primo pensiero che mi viene è: «Ti strozzo, pezzo di merda», cerco di scacciare quel primo pensiero; e, come secondo pensiero, cerco invece con tutte le mie forze di capire ognuno di loro, di perdonarlo e persino (non ditemi che sono un degenerato) di volergli un po' bene. Non è facile, ma cerco di sforzarmi il più possibile.<ref>Da ''Bilancio di un anno'', 4 giugno 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Quando la corruzione è il fondamento del potere statale, chi la combatte è un estremista.<ref name="estremisti">Da ''Siamo degli estremisti'', 9 giugno 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Dobbiamo organizzarci. Cambiare. Evolvere. Adattarci. Ma non rinunceremo ai nostri obiettivi e alle nostre idee. Questo è il nostro Paese, non ne abbiamo altri.<ref name="estremisti"/> *{{NDR|Su Vladimir Putin}} Se non ha appena mentito a qualcuno entra subito in una terribile e dolorosa crisi di astinenza; e allora se la cava così: «Il reddito della popolazione russa è in crescita; in Russia non ci saranno vaccinazioni obbligatorie; Naval'nyj è andato all'estero di sua spontanea volontà; la FBK ha insegnato a fare le molotov». A questo punto riprende a respirare, il dolore si attenua e può finalmente abbracciare teneramente Rotenberg, Timčenko, Roldugin (o chiunque si trovi a passare di lì) e sussurrare affettuosamente nelle loro orecchie: «Oggi non l'abbiamo ancora fatto... non va bene... dai, facciamo in fretta... freghiamoci un altro miliardo dal bilancio...».<ref>Da ''Maestri della menzogna'', 17 giugno 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *{{NDR|Messaggio di buon compleanno a [[Julija Naval'naja|Julija]]}} Ormai odio i vetri.<br>Perché negli ultimi sei mesi ho potuto vederti solo attraverso i vetri. In tribunale, attraverso un vetro. Nella sala visite, attraverso un vetro. Se poi capita che ti intraveda in televisione, è di nuovo attraverso un vetro. Naturalmente, durante i nostri appuntamenti, facciamo il gesto che tutti conoscete grazie al cinema (e voglia il cielo che voi possiate conoscerlo solo grazie al cinema), quando ognuno di noi preme il palmo della mano su un lato del vetro e pronuncia parole tenere nella cornetta del telefono. Certo, è carino, ma resta il fatto che si sta toccando solo un vetro.<ref>Da ''Buon compleanno senza vetri di mezzo'', 24 luglio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Statemi a sentire: anche per andare a mangiare devo marciare in fila per due, ed è un'eternità ormai che non uso internet. Ma non mi passa neanche lontanamente per la testa che non posso cambiare niente. E non sto qui a rimpiangere di aver perso la possibilità di rivolgermi a milioni di persone attraverso il mio canale YouTube, di fare trasmissioni in diretta, ecc.<ref>Da ''Provate il voto intelligente'', 15 settembre 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Una cosa è quando le aziende monopolistiche del Web sono gestite da simpatici nerd amanti della libertà e guidati da solidi principi etici. Una cosa completamente diversa è quando sono gestite da persone vigliacche e al tempo stesso avide.<ref name="bigtech">Da ''La viltà di Big Tech'', 23 settembre 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Una delle sfide di questa nuova era sta nel fatto che i falsi profeti si presentano a noi non più camuffati da pecore, ma con felpe col cappuccio e jeans elasticizzati. Davanti a schermi giganti, ci dicono: «Make the world a better place», mentre in realtà sono loro stessi bugiardi e ipocriti.<ref name="bigtech"/> {{Int|Da ''[https://www.project-syndicate.org/onpoint/novichok-attack-putins-fingerprints-by-alexei-navalny-and-tikhon-dzyadko-2020-10/italian L'Arcipelago Novichok]''|Intervista di Tikhon Dzyadko, ''Project-syndicate.org'', 16 ottobre 2020.|h=4}} *Gli assassini e coloro che hanno dato loro l’ordine devono essere perseguiti penalmente. Ma ciò che è veramente necessario è cacciare dall’Europa tutti gli oligarchi: gli Usmanov, gli Abramovich, gli Shuvalov, i Peskov e tutti questi propagandisti che si arricchiscono e inviano denaro in Europa mentre i russi sono tenuti in povertà e degrado. Queste sono le persone che devono essere combattute. *Non so quali misure prenderanno i paesi europei in risposta al mio avvelenamento, ma vorrei che si concentrassero sulla punizione non solo dei lacchè che eseguono gli ordini, ma anche dei criminali di alto profilo che nascondono i loro soldi rubati a Berlino, Londra e Parigi. *La Russia ha i miei vestiti, che dovrebbero essere esaminati. La Russia ha il mio sangue, che dovrebbe essere testato. L’ospedale di Omsk è dove si trovano le mie cartelle cliniche e tutto il necessario per un’indagine adeguata. Ma, per qualche motivo, non ne vediamo traccia. Invece, assistiamo a una sorta di schermaglia tra Russia e Germania. *Supponevo che almeno avrebbero finto di svolgere un’indagine. Ma, finora, non c’è nemmeno un’indagine fittizia. Questa, per me, è un’ulteriore conferma del fatto che sia stato il presidente russo Vladimir Putin ad emettere l’ordine. Altrimenti avremmo visto qualcosa di simile alle investigazioni sull’omicidio di Boris Nemtsov. *[...] questo non è stato un incidente “canaglia”. Non c’è un generale pazzo che abbia ordinato a un gruppo di misteriosi assassini di eliminare qualcuno. Era il progetto personale di Putin ed è fallito. Adesso sta cercando di proteggersi, anche con questa bugia completamente mostruosa. L’uomo è stato sorpreso con una pistola fumante puntata alla mia nuca e, dopo essere scomparso, dice: “Non è colpa mia. È stato un tentativo di suicidio”. *Fissare la morte in faccia è un’esperienza gratificante. Ovviamente ho forti sentimenti per le persone che mi hanno fatto questo. Ma non mi sorprendo a pensare che mi piacerebbe strangolarli con le mie stesse mani. Desidero ardentemente giustizia per me e per tutti quelli che mi circondano, ma questo perché è impossibile considerare un paese normale se un simile sfacciato tentativo di omicidio non viene nemmeno indagato. *Prima avevamo capito di avere a che fare con mascalzoni ossessionati dal potere e dal denaro e che apparentemente non si fermeranno davanti a nulla. Ma adesso siamo consapevoli più che mai che la “cassetta degli attrezzi” include assassini politici e intimidazioni attraverso metodi straordinariamente pericolosi. Le armi chimiche sono armi chimiche, dopotutto. L’unica domanda che rimane è fino a che punto siano disposti ad applicare tali metodi. *Non voglio impegnarmi in attività da emigrato. Le mie attuali priorità sono il recupero, la riabilitazione e il ritorno in Russia. *Cerco di comportarmi nel modo più ragionevole e responsabile possibile, ma mi rendo conto che è semplicemente impossibile competere con l’intera macchina statale. Il mio atteggiamento è probabilmente diventato più fatalista di prima. Faccio solo quello che penso sia la cosa giusta da fare. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/02/navalny-putin-discorso-arresto/ L'avvelenatore di mutande]''|Discorso in tribunale, 2 febbraio 2021; riportato in ''Linkiesta.it'', 5 febbraio 2021.|h=4}} *[...] il punto di questo processo è mettermi dentro per un caso su cui sono già stato scagionato. Un caso che, è già stato riconosciuto, era una montatura. *Sono stato condannato nel 2014 con un periodo di libertà vigilata di tre anni e mezzo. Adesso è il 2021 e sono ancora perseguito per questo [...]. Perché proprio per questo caso? [...] Il motivo per cui è accaduto tutto questo sono l'odio e la paura di un solo uomo – uno che si nasconde in un bunker [...]. Io l'ho offeso mortalmente sopravvivendo a un attentato alla mia vita ordinato da lui [...]. L'ho offeso mortalmente sopravvivendo, grazie a persone buone, grazie ai piloti e ai medici. E a quel punto gli ho provocato un'offesa ancora più grave: non mi sono andato a nascondere, non ho cominciato a vivere sotto protezione in un bunker – più piccolo – che mi potessi permettere. *Ho preso parte alle indagini sul mio stesso avvelenamento e abbiamo dimostrato, con tanto di prove, che è stato Putin, impiegando i Servizi di sicurezza federali russi, a mettere in piedi questo tentativo [...]. E questo sta facendo impazzire quel ladruncolo chiuso nel suo bunker: il fatto che tutto questo sia venuto alla luce. *{{NDR|Su [[Vladimir Putin]]}} Non ha mai partecipato a un dibattito, non ha mai fatto una campagna elettorale. L'omicidio è il solo modo che conosce per combattere [...]. Resterà nella storia soltanto come un avvelenatore. E tutti ricorderemo [[Alessandro II di Russia|Alessandro il Liberatore]] e [[Jaroslav I di Kiev|Jaroslav il Saggio]]. Bene, adesso avremo Vladimir l'Avvelenatore di mutande. È così che rimarrà alla storia [...]. *Io sono qui in piedi, controllato dalla polizia, e lì fuori c'è la Guardia nazionale, mentre mezza Mosca è transennata. Tutto questo perché quell'ometto nel bunker sta uscendo di testa. Sta uscendo di testa perché abbiamo dimostrato e provato che non è tutto preso da questioni geopolitiche. Al contrario, è tutto preso in incontri in cui decide il modo in cui rubare le mutande agli oppositori e di spalmarle con qualche arma chimica. *Abbiamo 20 milioni di persone che vivono sotto la linea della povertà. Decine di milioni che vivono senza la minima prospettiva per il futuro [...]. A Mosca la vita è sopportabile, ma basta spostarsi di 100 chilometri in qualsiasi direzione e tutto è in uno stato disastroso. *Spero molto che le persone non vedano questo processo come la prova che devono avere paura. Tutto ciò – la Guardia nazionale, la gabbia – non è una dimostrazione di forza. È uno spettacolo di debolezza: nient'altro che debolezza. *L'unica cosa che in Russia continua a crescere è il numero dei miliardari. Tutto il resto è in declino. *La mia vita non vale più di due centesimi, ma ciò nonostante, anche da dove mi trovo ora, vi dico che combatterò contro di voi. E chiedo a tutti di non avere paura di voi e di fare tutto ciò che possono perché la legge prevalga su questi pagliacci in toga e uniforme [...]. *Ci sono molte cose buone in Russia, adesso. Quella migliore di tutte è costituita dalle persone che non hanno paura. Persone che non abbassano gli occhi, che non girano lo sguardo, che non consegneranno mai il nostro Paese a una manica di agenti corrotti che lo vogliono svendere in cambio di palazzi, vigne e piscine. {{Int|Da ''La Russia sarà felice. Ultima parola al processo dell'appello per il caso Yves Rocher''|20 febbraio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} [[File:Alexey Navalny 20 Feb 2021 by Evgeny Feldman.jpg|thumb|Naval'nyj in tribunale, 20 febbraio 2021]] *Se qualcuno volesse pubblicare tutte le mie ultime parole, credo che verrebbe fuori un grosso volume. *Il fatto è che sono un uomo di fede, il che mi sottopone a continue prese in giro alla FBK, dove la maggior parte della gente è atea, io stesso una volta ero ateo militante. Ma ora sono un uomo di fede e questo mi aiuta moltissimo nella mia attività, perché fa diventare tutto molto più semplice. Ho meno esitazioni, meno dilemmi nella vita, perché esiste un libro in cui è scritto più o meno a chiare lettere cosa bisogna fare in ogni situazione. Certo, non è sempre facile seguire questo libro, ma in generale io ci provo. Ed è per questo che, come ho detto, per me è probabilmente più facile che per molti altri fare politica. *È improbabile, credo, che la gente scelga di studiare legge e diventi procuratore per fabbricare casi penali e falsificare firme per conto di qualcuno. [...] Non c'è mai stato uno che sin dalle elementari abbia detto con gli occhi lucidi: Da grande andro all'FSB, e mi manderanno a lavare le mutando di un oppositore, dopo che qualcuno ci avrà spalmato il veleno. Non c'è gente così. Nessuno vuole fare cose del genere. Tutti vogliono essere persone normali e rispettabili, catturare terroristi, banditi, spie, combattere contro queste cose. Insomma, non bisogna aver paura delle persone che cercano la verità, e anzi bisogna sostenerle in qualche modo, direttamente, indirettamente. O magari non sostenerle, ma almeno non contribuire alla menzogna, non rendere peggiore il mondo intorno a noi. Chiaro, comporta un certo rischio ma, in primo luogo, è un rischio piccolo e, in secondo luogo, come ha detto un altro importante filosofo del nostro tempo, [[Rick Sanchez]]: «La vita è un rischio. E se non corri rischi sei solo un insulso agglomerato di molecole assemblate in modo casuale, che galleggia nell'universo». *Se leggete la [[letteratura russa]], la grande letteratura russa, rimarrete allibiti: mio Dio, solo descrizioni di miseria e sofferenza. Siamo un Paese molto infelice. Siamo come in un circolo di miseria e non riusciamo a uscirne. Ma naturalmente vorremmo farlo. Ed è per questo che propongo di cambiare lo slogan: non solo la Russia deve essere libera, ma deve essere felice. La Russia sarà felice. {{Int|Da ''Chi umilia i veterani. Ultima parola al processo per calunnia''|20 febbraio 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Quando lei, Vostro Onore, ha detto: «Non osi. I veterani sono la cosa che ci sta più a cuore. Tutto in Russia è per i veterani»,... ho tirato fuori di nuovo il mio foglietto, dove avevo ricopiato un certificato della Previdenza sociale in cui si elencano tutti i sussidi ricevuti dal suddetto veterano Artemenko.<br>Da lì si vede che negli ultimi quattro anni ha ricevuto sette sussidi alimentari (l'ultimo dei quali il 6 luglio) sotto forma di un pacco e sette buoni pasto. Se il mio calcolo è giusto, e lo è, il valore totale dei buoni è di 10 mila rubli. Questa è la grande cura dei veterani, capite, voi mascalzoni e ipocriti! In questo si esprime il trattamento reale dei veterani. Degli anziani, di tutti, nel nostro Paese. *La cosa più disgustosa, vile e ignobile di questo regime è che esiste per rapinare le persone più sfortunate, come veterani e pensionati. Sono a loro che succhiano i soldi. Da dove credete che venga il denaro per i palazzi e gli scopini da bagno che costano 50 mila rubli cadauno? I soldi devono ben venire da qualche parte: li rubano al nostro veterano. Ora non lo curano, ora non gli fanno gli esami di controllo, ora gli negano la sedia a rotelle, ora non gli danno le medicine, e tutto per potersi costruire un palazzo, per comprare un appartamento alle suocere di Putin, per assicurare a Medvedev i suoi quattro palazzi. *Rispetto ai Paesi che hanno perso la guerra, Italia, Giappone, Germania, la Russia paga molto meno le pensioni ai suoi soldati che pure sono usciti vincitori. E voi non volete aumentarle! Io ho scritto un progetto di legge per aumentare le pensioni ai soldati... ma niente! Altrimenti non gli bastano i soldi per il palazzo. [...] E voi alzate il grugno e dite: «Ehi, non permetteremo che vengano offesi i veterani!». E se qualcuno dice: «Magari basta rubare?», voi alzate ancora il vostro muso e dite: «Ehi? Non permetteremo revisionismo storici sull'esito della Seconda Guerra Mondiale!». *Ma cosa c'entrate voi, il vostro Putin e la vostra «Russia Unita» con quella guerra? [...] Voi la usate perché è molto imbarazzante parlare di qualsiasi problema corrente. Se no qualcuno farà domande su corruzione, povertà, disuguaglianza, sfascio della sanità, e voi non avete niente da dire. {{Int|Da ''Il re è nudo. Ultima parola al processo d'appello per calunnia''|29 aprile 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Voglio dire, cara Corte, che il vostro re è nudo e ormai non è solo un ragazzino a gridarlo, lo vedono tutti. Vent'anni di governo assolutamente incompetente ha portato a questo bel risultato: la corona che gli scivola giù sulle orecchie; un sacco di bugie alla televisione; immense ricchezze personali. *Siamo nel XXI secolo, in un Paese ricco di gas e petrolio, che aspira ad essere leader mondiale. Il vostro re nudo e ladro vuole continuare a governare sino alla fine, a lui non gliene frega niente del Paese, ci si è attaccato e vuole tenere il potere all'infinito. *Siccome tutti lo capiscono e sempre più gente vede che il re è nudo, il re nudo deve riconoscere che non ci può fare nulla. Nulla per far stare meglio il Paese. E allora cerca freneticamente dei pezzi di sacralità e se ne appropria per i suoi scopi personali. Così avviene da molti anni con la vittoria nella Grande guerra patriottica. Cerca di farne cosa sua, dichiara che lui ha vinto la guerra, e fa commercio della vittoria a destra e a manca. Questo processo viene proprio di qui: il vostro re nudo ha rubato la bandiera della vittoria e cerca di farsene un perizoma. *[...] il vostro regime è un regime di occupanti e traditori, infatti considero voi tutti dei traditori poiché, al seguito del vostro re nudo, realizzate il piano che trovate scritto nei manuali di storia: che la Russia sarà occupata, i russi trasformati in schiavi, spogliati di ogni avere, dell'istruzione, della sanità, di qualsiasi prospettiva. Siete stati voi a realizzare questo piano. Ogni anno 200 mila persona se ne vanno all'estero. La popolazione diminuisce di milioni, la gente non vede nessuna prospettiva. *Molte volte i regimi d'occupazione con la loro amministrazione hanno cercato di prendere la Russia. Il vostro regime ha avuto un certo successo, giacché siete riusciti a rapinare il nostro popolo per 20 anni, a togliergli il futuro e portar fuori le sue ricchezze. Ma presto o tardi questo finirà. {{Int|Da ''Intervista al'' «New York Times»|25 agosto 2021; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Quelli che hanno la disgrazia di sentirsi dire che finiranno a Pokrov, arrivano qui depressi e spaventati. Questa zona è specializzata nella violenza psicologica. [...] Non ti picchiano, al contrario, provocandoti di continuo spingono te a picchiare qualcun altro, a colpirlo, a minacciarlo. E allora sei fritto, ci sono videocamere dappertutto, e l'amministrazione aprirà con soddisfazione un nuovo fascicolo contro di te con l'accusa di aggressione, aggiungendo qualche anno alla tua condanna. La cosa principale da imparare qui è non cedere alle provocazioni. *Non dimentichiamo che abbiamo chiaramente a che fare con una persona, Putin, che ha perso la testa. Un bugiardo patologico, megalomane e con delirio di persecuzione. Ventidue anni al potere ridurrebbero così chiunque, e noi stiamo assistendo alla classica situazione dello zar mezzo matto. *Come sappiamo, i killer dell'FSB hanno cominciato a seguirmi nei miei viaggi per il Paese letteralmente il giorno dopo che ho reso pubblica la mia decisione di correre per la presidenza. È stata una mossa intelligente? Ordinare ai tuoi servizi di sicurezza di uccidere il tuo oppositore con un'arma chimica? Un'idea tutt'altro che geniale. Ma Putin lo ha fatto perché è ossessionato dalle sue paure e idee fisse. *Putin non è eterno, fisicamente o politicamente. La cosa importante è che il regime di Putin è un incidente storico, non una fatalità. È stato la scelta della famiglia El'cin e della sua corruzione. Presto o tardi questo errore verrà corretto e la Russia procederà su una via di sviluppo democratico europeo. Semplicemente perché è questo che la gente vuole. *Continuo a credere che la [[Corruzione in Russia|corruzione]] sia il problema principale della Russia, che corrode il Paese, toglie il futuro alla gente e ostacola qualsiasi riforma. Ed è il fondamento del governo attuale. *Il mio Paese potrebbe diventare già oggi uno Stato ricco e di successo, che segue uno sviluppo di tipo europeo. Noi siamo particolari, come ogni nazione, ma siamo Europa. Siamo Occidente. La nostra struttura politica fondamentale dovrebbe essere la democrazia parlamentare; nella nuova Russia le elezioni oneste, i tribunali indipendenti e la piena libertà di stampa dovrebbero essere sacri. L'obiettivo principale del nuovo governo dovrebbe essere aumentare i redditi dei cittadini. I russi sono troppo poveri. Cittadini poveri di un Paese ricco. ===2022=== *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Eccellentissima corte, voglio dichiarare ufficialmente e far mettere a verbale che sono contro questa guerra. La ritengo immorale, fratricida e criminale. È stata scatenata dalla banda che siede al Cremlino, per poter rubare meglio. Uccidono per rubare.<ref>Da ''Guerra!'', 24 febbraio 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *La guerra in Ucraina è stata scatenata da Putin per coprire la corruzione, il furto ai cittadini russi.<ref>Citato in [https://www.ilmessaggero.it/mondo/navalny_guerra_ucraina_corruzione_russia_putin_cosa_ha_detto-6525847.html ''Navalny: «Guerra in Ucraina scatenata da Putin per coprire la corruzione, il furto ai cittadini russi»''], ''Ilmessaggero.it'', 24 febbraio 2022.</ref> *Putin ci ha ricordato la famosa «legge della papera». Ricordate? Se cammina come una papera, se ha l'aspetto e fa il verso della papera, vuol dire che è una papera. Allo stesso modo: se uno ha annientato la stampa, se organizza omicidi politici e vaneggia di illusioni imperialiste vuol dire che è un folle, capace di provocare un bagno di sangue nel centro d'Europa nel XXI secolo. Uno così non lo si deve abbracciare ai forum internazionali.<ref>Da ''Putin sale in cattedra'', 24 maggio 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *{{NDR|Messaggio di buon compleanno a [[Julija Naval'naja|Julija]]}} Mi è facile stare in carcere, perché ci sei tu.<br>Qui a tutti capita di essere tristi e malinconici. Ma io, non appena la tristezza si insinua, mi metto a pensare a te.<br>A quanto sei buffa, elegante e bellissima. Al fatto che ha una voce come i personaggi dei cartoni animati e a quanto ti dia fastidio che ti prenda in giro per questo.<br>A qualsiasi cosa che c'entri con te. E la tristezza si allontana prima ancora di arrivare.<ref>Da ''Di nuovo sull'amore'', 24 luglio 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> {{Int|Da ''Nel primo anniversario del ritorno in Russia. Un'intervista sottobanco a «Time»''|19 gennaio 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Io preferirei che, nel caso mio e della mia organizzazione, l'Occidente difendesse non noi ma se stesso, per prima cosa ottenendo l'attuazione delle decisioni della Corte Europea dei diritti dell'uomo; e secondariamente opponendosi all'esportazione della corruzione, al fatto che Putin compra i leader stranieri (offrendo poltrone nei Consigli d'amministrazione), alla guerra ibrida che si attua provocando disordinatamente il caos e premendo sui punti deboli delle società occidentali, dalla migrazione in Europa alla frattura nella società americana. *Putin mi ha sorpreso quando ho constatato quanto male è disposto a infliggere all'intero Paese, al suo futuro, pur di risolvere un suo problema politico, sia pure importante. La Russia dell'autunno 2020 e la Russia di oggi sono due Paesi molto diversi, con regimi politici molto diversi. Già allora era un regime pienamente autoritario, ma nessuno si sarebbe immaginato l'eliminazione così massiccia e totale degli altri candidati alle elezioni, l'estensione a tutti i giornalisti indipendenti dell'accusa di «agente straniero», e a migliaia di persone l'accusa di estremismo. In pochi mesi la Russia ha percorso il cammino che la Bielorussia ha impiegato anni a fare. *Putin ha scritto sui suoi programmi di governo lo slogan «stabilità», e usa questa parola per giustificare qualsiasi cosa: dalla censura alla repressione delle manifestazioni, fino ai brogli elettorali. *È in corso la lotta sotterranea per impadronirsi del potere «dopo Putin». Praticamente tutti quelli che non fanno parte della cerchia ristretta di Putin considerano degli idioti quelli che ne fanno parte perché non sanno neppure rubare come si deve. E non aspettano altro che il momento per sottrargli i bocconi più ricchi. *{{NDR|«Le sue dichiarazioni precedenti contro gli immigrati clandestini, soprattutto il video del 2007 dove lei li paragona agli scarafaggi, continuano a segnare la sua immagine pubblica. Cosa pensa oggi di quelle dichiarazioni e di quel video? La pensa ancora così?»}}<br>Mi pento di aver girato un video con quel testo. Ma d'altro canto, sono un politico di internet, ogni mia parola degli ultimi 15 anni o quasi è stata registrata e discussa. Se siamo ancora fermi a criticare questo video del 2007, vuol dire che dopo non ho più detto o fatto molte altre stupidaggini. Anche se ho fatto e detto molte cose di cui mi sono scusato. Non sono uno di quelli che fanno fatica a riconoscere i propri errori e a scusarsi. *[...] l'ideale di Putin è Singapore o la Cina. Zero libertà ma crescita economica, tecnologia e stranieri che si mettono in coda per investire.<br>Ma invece di ottenere un enorme Singapore con l'atomica, o almeno un URSS 2.0 con yacht e Mercedes, se ne sta sulla tribuna delle parate e il suo unico ospite straniero è il presidente del Tadžikistan. E invece delle tecnologie e della crescita fa vedere un'animazione digitale sulla mitica nuova arma. {{Int|Da ''Intervento al doppio processo''|15 febbraio 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Dopo aver scritto a destra e a manca che avevo rubato un miliardo ad uso personale, che avevo rubato 300 milioni e li avevo usati per me stesso, cosa siete riusciti a raccogliere per il processo? Avete portato quattro testimoni. Di 300 mila donatori in tutti questi anni, quattro che abbiano scritto una denuncia. [...] Avete dovuto cercare dei falsi testimoni che mi devolvessero dei soldi per poi fare denuncia, perché degli altri 300 mila nessuno lo ha mai fatto. Loro sono i migliori. Ed esulto anche pensando al nostro sistema, per cui mai abbiamo scavalcato la "muraglia cinese" che separa i soldi delle donazioni dai nostri soldi personali, e neanche un copeco è mai stato usato per scopi estranei alla nostra attività. *Dopo che degli agenti dell'FSB mi hanno seguito per due anni e mi hanno avvelenato con un agente chimico, dopo che sono stato in coma 20 giorni e altri 20 ho avuto le allucinazioni, sarebbe stupido da parte mia temere il vostro giudizio. Non lo temevo prima, adesso ancor meno. *Continuo [...] a pensare che la mia attività, quella dei miei colleghi, sia più importante del destino di una singola persona. E penso anche che la cosa peggiore che potrei fare, il vero delitto che potrei compiere sarebbe quello di avere paura di voi tutti che siete qui, e di quelli che stanno dietro di voi. Ve lo dico ancora una volta, non ho paura e invito ancora gli altri a non averne, perché qui non c'è niente da temere. {{Int|Da ''[https://www.adnkronos.com/ucraina-navalny-putin-nonno-ubriaco-trascina-il-paese-in-disastro-come-afghanistan_7i41Rps6CF84HmpmAO4KFu?refresh_ce Ucraina, Navalny: "Putin nonno ubriaco trascina il Paese in disastro come Afghanistan"]''|Sulla [[crisi russo-ucraina del 2021-2022]], ''Adnkronos.it'', 22 febbraio 2022.|h=4}} *Il risultato di questa decisione era stato quello di avere centinaia di migliaia di vittime, ferite all'intero paese. E le conseguenze, sia noi russi che l'Afghanistan non le abbiamo superate. L'emergenza è stata una delle ragioni chiave nel collasso dell'Urss. *La propaganda non è più sufficiente a questi anziani ladri. Vogliono il sangue. Vogliono spostare le figurine dei carri armati su una mappa di ostilità. Quindi, "il capo del Politburo del 21esimo secolo" pronuncia questo discorso da pazzo, "come mio nonno ubriaco a una riunione di famiglia che annoia tutti con le sue storie su come funziona davvero la politica". Sarebbe divertenze se il nonno ubriaco non fosse un uomo di 69 anni con il potere in un paese con armi nucleari. Sostituisci nel suo discorso "Ucraina" con "Azerbaigian", "Kazakistan", "Bielorussia", "Paesi Baltici", "Uzbekistan" e così via, o anche includi la Finlandia, pensa a dove il flusso del pensiero geopolitico di questo nonno ubriaco può portarlo. Tutto questo è finito molto male per tutti nel 1979. E finirà male anche ora. *Sì, Putin non consentirà all'ucraina di svilupparsi, la trascinerà in una palude, ma la Russia pagherà lo stesso un prezzo. {{Int|Da ''È il momento della responsabilità''|4 marzo 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Non è stata la Russia ad attaccare l'Ucraina, ma Putin, sono anni che intimidisce, arresta, uccide i russi; ha rubato elezioni e miliardi. È stato Putin a voler bombardare città pacifiche, uccidere i bambini e distruggere la vita. Ai russi non hanno chiesto se volevano la guerra. Nella Russia che amiamo e di cui andiamo fieri, milioni di persone sono contro questa follia. E adesso il loro aiuto è più necessario che mai. Non solo all'Ucraina e neanche alla Russia, l'aiuto serve a tutto il mondo. L'aiuto per combattere Putin e la sua guerra. *Potete avere paura, ma cedere a questa paura significa mettersi dalla parte dei fascisti e degli assassini. Putin ha già tolto alla Russia l'economia, i rapporti col mondo e la speranza nel futuro. Il che è infinitamente peggio di una multa per aver partecipato a una manifestazione (multa che, fra l'altro, qualcuno vi aiuterebbe a pagare). Mentre stare nei rifugi antiaerei e sulla linea del fronte è molto peggio che stare ventiquattr'ore in cella al commissariato di polizia. Non cedete alla paura, scendete in strada perché il mondo veda che Putin non è la Russia. Solo così possiamo restituire l'onore alla nostra patria. Solo così ciascuno di noi potrà conservare la propria dignità. E potrà dire: in questi giorni tremendi sono rimasto un uomo e non ho taciuto. *Sapete, spesso prima di un meeting chiedono: «ma questa manifestazione cosa può cambiare?». Questa manifestazione cambierà noi. Questa manifestazione cambierà quello che direte ai vostri figli e nipoti quando vi chiederanno di questo periodo tremendo. Dobbiamo scendere in strada per amore di noi stessi. {{Int|Da ''Nessuno qui rispetta i tribunali''|Ultima parola all'udienza del tribunale di Mosca che conferma la condanna a 9 anni, 24 maggio 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Basta accendere la televisione e si sente dire che qualcuno opprime i russi. Ma siete voi e il vostro Putin i nemici della Russia ora, traditori e assassini del popolo russo. Negli ultimi anni nessuno ha ammazzato più russi del vostro Putin. Non vi piace che parli della guerra? Ma adesso questo è più importante della mia sentenza. Userò la guerra come metafora dei vostri processi, anch'essa è costruita sulla menzogna, la più spudorata menzogna. Come nella mia sentenza, non c'è una sola parola di verità. Qualche mese fa in tutti i reportage del telegiornale dicevano che noi non avremmo mai mandato le truppe in Ucraina. Mesi di bugie, e poi con un clic hanno mandato le truppe. *Il regime cerca di fare in modo che il popolo diventi come i pesci rossi, che non ricordano niente di quel che è successo ieri, per questo riscrivete le leggi ogni giorno.<br>Ma io non sono un pesce rosso, mi ricordo che nel 2013 la Russia ha aperto una base NATO a Ul'janovsk, e tutti erano contenti. [...] E adesso questi stessi personaggi dicono che dobbiamo fare un bagno di sangue perché la NATO è il nostro nemico. Bugie spudorate ad ogni parola, far finta di non ricordare quel che si è detto ieri... *Avete preso un popolo di 40 milioni di persone e avete dichiarato che è nazista. [...] Sono pronto a restare in prigione pur di mostrare a tutto il mondo e a me stesso che non tutti in Russia sono dei matti pervertiti e sanguisughe. *La citazione che più vi si addice è: «Questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre» [L''c'' 22,53]. Curioso che la cosa neanche vi tocca, anzi vi ispira. Quando sentite la verità, pensate: «Siamo forti, siamo l'impero delle tenebre». Ma il vostro tempo finirà. E quando brucerete all'inferno, saranno i vostri nonni ad aggiungere legna, perché loro non volevano che faceste nuove guerre nel XXI secolo. {{Int|Da ''È morto Gorbačëv''|31 agosto 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *È stato proprio sotto [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] che vennero liberato gli ultimi prigionieri politici dell'URSS. Il fatto che oggi gente come me venga a sapere della sua morte da "radio-galera" è la perfetta illustrazione della capriola che il mio Paese ha compiuto e che questo grande uomo ha iniziato. *I miei sentimenti nei confronti di Gorbačëv sono passati da una feroce irritazione – stava ostacolando i «democratici radicali», che io idolatravo – a un amaro rispetto. Quando fu chiaro che i «democratici radicali» erano in gran parte un gruppo di ladri e ipocriti, Gorbačëv rimase uno dei pochi a non usare il potere, e le opportunità che offriva, per l'arricchimento personale. Ha lasciato il potere pacificamente, di sua spontanea volontà, rispettando la volontà degli elettori. Già solo questo era un enorme successo per gli standard dell'ex URSS. *Sono certo che la sua vita e la sua storia, che hanno avuto un significato cruciale per quanto è accaduto alla fine del XX secolo, saranno giudicate più favorevolmente dai posteri che dai suoi contemporanei. {{Int|Da ''Arruolare i delinquenti per la guerra?''|20 settembre 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Permettetemi, come detenuto di un carcere di rigore, di esprimere la mia opinione sul reclutamento di criminali per la guerra. [...] Si sostiene che per partecipare alla guerra sono necessari assassini, ladri, rapinatori e gente condannata per lesioni personali gravi.<br>Per qualche motivo, molti hanno l'impressione che queste categorie di cittadini finiti in prigione siano dei combattenti micidiali. Tipo la ''Suicide Squad''. *[...] non è un caso che i detenuti non venissero reclutati nell'esercito né in URSS né oggi in Russia. Quasi tutta la gente di questo tipo ha seri problemi di disciplina e ha problemi ancora più grandi con l'alcool e la droga. *Quella dei disciplinati ''zek''-d'assalto è una favola per idioti, proprio come quella delle «decine di guerre vittoriose combattute dalla compagnia militare privata Wagner». Dove son queste guerre? Esistono solo nei sogni di [[Evgenij Prigožin|Prigožin]]. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/09/23/news/le-parole-di-navalny-sulla-mobilitazione-di-putin-4466544/ Le parole di Navalny sulla mobilitazione di Putin]''|Sulla [[mobilitazione russa del 2022]], ''Ilfoglio.it'', 22 settembre 2022.|h=4}} *Non capisco una cosa. L'esercito russo conta un milione di persone, la Guardia russa ne ha 350 mila, il ministero dell'Interno ne ha un altro milione e mezzo o due, e il servizio penitenziario federale conta così tante persone. Perché arruolare dei civili? Cinque milioni di persone che cercheranno di evitare la leva correranno avanti e indietro per il paese. E ci sarà un milione di poliziotti che cercherà di rincorrerli per mobilitarli da qualche parte. *Penso che non chiameranno giovani da Mosca. Provate a convocare 50 mila ragazzi da Mosca: domani vi ritroverete 150 mila parenti a protestare per le strade. *Per estendere il proprio potere personale, Putin sta tormentando un paese vicino, uccidendo persone, e ora sta gettando in questo tritacarne di guerra un'enorme quantità di cittadini russi che vorrebbero semplicemente vivere nella normalità e prendersi cura delle proprie famiglie. Certo, questo crimine c'è sempre stato, ma ora è diventato un crimine su scala molto più ampia. {{Int|Da ''Bare in saldo''|23 novembre 2022; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Riuscite a immaginarvi quante persone debbano essere morte nella guerra con l'Ucraina, quante bare arrivino qui, se persino a Kovrov, con i suoi 134.000 abitanti, la concorrenza nel mercato in piena espansione dei servizi funerari è diventata così agguerrita da indurre le imprese di pompe funebri ad acquistare spazi pubblicitari? E non ovunque, ma sulla popolarissima ''Russkoe Radio'', dove indubbiamente costano più che altrove. *Ecco a voi quello che si chiama il ruolo dell'individuo nella storia. Siamo stati trascinati in questo incubo da un singolo nonnetto demente, che si immagina di essere un condottiero straordinariamente popolare in Ucraina. *Il nucleo decisionale – Putin, 70 anni, Patrušev, 71, Bortnikov, 71 – insieme totalizza 212 anni. Ok, quindi non si tratta di un solo nonnetto che vive delle sue fantasie, ma di tre. Questo però non cambia l'essenza della questione. Loro si sono immaginati di essere tanti Napoleone, ma il prezzo lo pagano coloro che vengono seppelliti nelle bare con lo sconto. ===2023 – 2024=== *La nostra patria misera e tormentata ha bisogno di salvezza. È depredata, ferita, coinvolta in una guerra d'aggressione e trasformata in una prigione governata dai mascalzoni più impenitenti e bugiardi. Qualsiasi opposizione a questa banda, anche simbolica, com'è per me oggi viste le mie limitate possibilità, è importante.<ref name="anniversari">Da ''Quanti anniversari ancora?'', 17 gennaio 2023; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Come due anni fa dico che la Russia è il mio Paese. Qui sono nato e cresciuto, qui vivono i miei genitori, e qui ho messo su famiglia, ho trovato l'amore e ho avuto due figli. Sono un cittadino a pieno titolo, e ho diritto di unirmi a quelli che la pensano come me, e di fare attività politica. E siamo in molti, sicuramente più dei giudici corrotti, dei propagandisti bugiardi e dei ladri al Cremlino. Non ho intenzione di cedere loro il mio Paese, e credo che le tenebre si dissolveranno. Ma finché ci sono, io farò quel che posso, cercherò di agire in modo giusto e di esortare tutti a non cedere allo sconforto.<br>La Russia sarà felice!<ref name="anniversari"/> *Quali confini ha l'Ucraina? Gli stessi che ha la Russia, riconosciuti dal consesso internazionale e definiti nel 1991. Anche la Russia li aveva riconosciuti. E la Russia deve riconoscerli anche oggi. Qui non c'è nulla da discutere. Quasi tutti i confini nel mondo sono casuali e scontentano molti. Ma combattere per cambiarli, nel XXI secolo, non si può. Altrimenti il mondo sprofonderebbe nel caos.<ref>Da ''L'ultima presa di posizione sulla Crimea'', 20 febbraio 2023; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Molto tempo fa, ho letto in un romanzo di spionaggio che, per torturare i prigionieri, gli facevano ascoltare le poesie di Mao Tse-tung a tutto volume. A quanto pare, qualcuno dell'amministrazione carceraria deve aver letto lo stesso libro. [...] la loro punizione più creativa è quella di farmi ascoltare ogni sera i discorsi di Putin a tutto volume. Cioè, i vari discorsi e allocuzioni che ha tenuto dall'inizio della guerra con l'Ucraina. [...] C'è una sorta di giustizia nel fatto che le autorità carcerarie abbiano messo sullo stesso piano i discorsi di Putin e la puzza.<ref>Da ''Ascoltare i discorsi di Putin'', 3 maggio 2023; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Oggi, nel 2023, Memorial non c'è più, è stata chiusa ufficialmente dalle autorità. Ma di prigionieri politici ce ne sono di nuovo, e molti. Il potere in Russia sta tornando alle sue radici: arresti, repressioni, processi a porte chiuse, illegalità ostentata sotto l'insegna «tribunale».<ref>Da ''La giornata del detenuto politico'', 5 ottobre 2023; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Sono contro Vladimir Putin. Credo che si sia impossessato illegalmente del potere. Credo che sia un usurpatore e un corrotto. Tutta la sua squadra non è composta da uomini di Stato ma da scagnozzi e banditi, truffatori e ladri.<ref>Da ''I miei eroici avvocati'', 19 ottobre 2023; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *Non abbiate nostalgia: né terribile, né forte, né tanta. Non abbiatene per niente e non lasciate che i vostri cari abbiano nostalgia di voi. Rimanete persone buone e oneste, e il prossimo anno cercate di esserlo un po' di più. Del resto, è proprio quello che auguro anche a me. Non ammalatevi, riguardatevi.<ref>Da ''L'ultima foto di Capodanno'', 31 dicembre 2023; citato in Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> *{{NDR|Messaggio a [[Julija Naval'naja|Julija]] per San Valentino}} Piccola, tra noi è come nella canzone: ci separano città, le luci di decollo degli aeroporti, bufere azzurre e migliaia di chilometri. Ma io ti sento vicina ogni secondo, e ti amo sempre di più.<ref>Da ''L'ultimo post due giorni prima della morte'', 14 febbraio 2024; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.</ref> {{Int|Da ''Coscienza e raziocinio. Ultima parola al processo per estremismo''|21 luglio 2023; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Chiunque in Russia sa che chi cerca giustizia davanti a un tribunale è totalmente inerme. La sua causa è senza speranza. Infatti, se il suo caso è arrivato in tribunale vuol dire che questa persona non ha alcun potere. Perché in un Paese governato da un criminale, le questioni controverse si risolvono con la compravendita, il potere, la corruzione, l'inganno, il tradimento e altri meccanismi della vita reale, e non certo a norma di legge. *Come agire è il problema principale dell'umanità. Perché è tutto così complicato e indecifrabile, intorno. La gente si consuma a cercare la formula per fare la scelta giusta. Cercando il punto fermo cui appoggiarsi nel prendere le decisioni. *Non volendo poggiare sulla gamba della coscienza, la mia Russia ha fatto alcuni grossi salti, facendo perdere l'equilibrio a tutti attorno a sé, ma poi è scivolata ed è rovinata al suolo con uno schianto, mandando in frantumi tutto ciò che la circondava. Ed ora sta annaspando in una pozza di fango, o di sangue, con le ossa rotte, con una popolazione miserabile e derubata, e intorno ha decine di migliaia di morti nella guerra più stupida e assurda del XXI secolo. *Io amo la Russia. Il mio raziocinio mi dice che vivere in un Paese libero e prospero è meglio che vivere in uno corrotto e povero. E quando sto qui e guardo questa Corte, la coscienza mi dice che in questo tribunale non ci sarà giustizia né per me né per chiunque altro. Un Paese dove non c'è un sistema giudiziario libero non sarà mai prospero. E dunque – qui torna a parlare il raziocinio – sarà ragionevole e giusto da parte mia lottare per una giustizia indipendente, per elezioni oneste, e osteggiare la corruzione, perché così raggiungerò il mio scopo e potrò vivere nella mia Russia libera e prospera. *Vengo accusato di fomentare l'odio verso i rappresentanti del potere e dei Servizi, verso i giudici e i membri del partito «[[Russia Unita]]». Ma non è vero, non fomento l'odio. Semplicemente ricordo che l'uomo ha due gambe, coscienza e raziocinio. E quando sarete stufi di barcollare assieme a uesto governo, rompendovi la fronte e il futuro, quando finalmente capirete che rinunciare alla coscienza alla fine dei conti porta a cancellare il raziocinio, allora forse tornerete a mettervi sulle due gambe su cui deve reggersi un uomo, e insieme potremo approssimarci alla Bellissima Russia del Futuro. {{Int|Da ''Il giorno prima della sentenza''|3 agosto 2023; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Per favore, pensate e ricordate che, sbattendone dentro centinaia, Putin cerca di intimidirne milioni. Viviamo in un Paese in cui decine di milioni di persone in questo stesso istante sono contrarie alla corruzione, alla guerra e all'illegalità. In questo preciso istante decine di milioni di persone sono a favore di elezioni oneste, della democrazia, della possibilità di cambiare governo, e vogliono che Putin se ne vada. Sappiamo bene che, se una persona su dieci di coloro che sono scandalizzati dalla corruzione di Putin e dei suoi burocrati scendesse in piazza, il governo cadrebbe domani. Sappiamo bene che, se coloro che sono scontenti della guerra scendessero in piazza, la fermerebbero all'istante. *Chi è semplicemente scontento nei Paesi a regime dittatoriale non scende in piazza fin quasi alla fine del regime: né da noi, né in URSS, né in Iran, né a Cuba, né nella Germania Est. A ottenere tutti i cambiamenti è il 10% dei cittadini, i più attivi. Cioè voi. Reprimere, nel senso di gettare in carcere, punire, multare anche solo il 10% di loro, ossia un milione e mezzo di persone, oggi sarebbe impossibile, sia dal punto di vista politico che organizzativo. Allora bisogna sgomentare e impaurire, per far passare la voglia di fare qualcosa. *Non bisogna vergognarsi di scegliere il modo meno pericoloso di opporsi. Bisogna vergognarsi di non fare niente, di lasciarsi spaventare. Qualsiasi condanna abbiano programmato lassù in alto, non raggiungerà il suo scopo se capirete perché succede tutto questo e risponderete «Io non ho paura», dando tutti i giorni, a sangue freddo, un contributo anche piccolo alla libertà della Russia. {{Int|Da ''[https://www.valigiablu.it/alexey-navalny-discorso-carcere/ La mia paura e il mio odio]''|Messaggio dopo la condanna a 19 anni di reclusione, 11 agosto 2023; riportato in ''valigiablu.it'', 14 agosto 2023.|h=4}} *[...] ho detto tante volte che l'odio è la cosa più importante da vincere in prigione, qui vi sono tante ragioni per esso, e la tua impotenza è il più potente catalizzatore di questo processo, perché se si dà all'odio la libertà, ti ucciderà e divorerà. *Non vi è stato nel nostro paese nessun colpo di Stato, né strisciante né aperto, con a capo gente dei servizi segreti, non sono andati loro al potere, togliendolo ai democratici–riformatori. Son stati loro, i democratici-riformatori, a chiamarli, a invitarli, loro gli hanno insegnato come falsificare le elezioni, come rubare la proprietà di interi settori economici, come mentire sui media, come cambiare le leggi a proprio piacimento, come reprimere con la forza l'opposizione e addirittura come cominciare guerre idiote e inutili. *Odio [[Boris Nikolaevič El'cin|Eltsin]] e "Tania e Valia", [[Anatolij Borisovič Čubajs|Chubais]] e tutto il resto della famiglia di venduti che ha messo Putin al potere. Odio gli affaristi che chissà perché chiamiamo riformatori, adesso è chiaro come il giorno che oltre agli intrighi e al proprio benessere non si sono occupati di nulla. In quale altro paese così tanti ministri del "governo delle riforme" son diventati milionari e miliardari? Odio gli autori della più stupida e autoritaria costituzione che ci hanno venduto a noi idioti come democratica, costituzione che già allora dava al presidente le prerogative di un monarca assoluto.<br>Specialmente odio tutti perché non vi è stato nemmeno un serio tentativo di eliminare le basi della mancanza di legge, ovvero implementare la riforma giudiziaria, senza la quale tutte le restanti riforme sono condannate al fallimento. *{{NDR|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 1996]]}} Odio i "media indipendenti" e "l'opinione pubblica democratica" che hanno garantito ampio sostegno a uno degli avvenimenti più drammatici di svolta nella nostra storia recente – la falsificazione delle elezioni presidenziali del '96. [...] Adesso paghiamo perché nel '96 abbiamo pensato che falsificare i risultati delle elezioni non è sempre un male: il fine ha giustificato i mezzi. *Odio tutta la leadership della Russia, che ha avuto nel '91 (dopo il ''[[Putsch di agosto|putsch]]'') e nel '93 (dopo il [[Crisi costituzionale russa del 1993|bombardamento del Parlamento]]) tutto il potere possibile ma non ha nemmeno provato a fare le riforme democratiche più banali, quello che è stato fatto nella Repubblica Ceca (dove oggi c'è la democrazia e il salario medio è di 181.000 rubli), in Polonia (democrazia e 179.000 rubli), Estonia (democrazia e 192.000 rubli), Lituania (democrazia e 208.000 rubli) e in altri paesi dell'Europa orientale. Certo, allora vi erano persone diverse al potere, tanto buone, oneste, sincere, ma questa minuscola minoranza, la cui lotta ostinata e fallimentare ci mostra ancora meglio la corruzione e l'incoscienza dell'allora élite al potere. *Le falsificazioni del voto elettronico sono state dimostrate accuratamente e non presentano dubbi, ed ecco, mi son meravigliato che si è trovata una quantità considerevole di gente per cui né alcuni elementi de "i soldi dal bilancio statale e la falsificazione delle elezioni", né tutto insieme "i soldi dal bilancio durante la falsificazione delle elezioni" sembrano essere vergognosi o significativi. Eh sì, una fesseria, sì, hanno combinato qualcosa, ma non ci sono prove che lo hanno pagato per la falsificazione, è stato al tempo dei mammuth, è iniziato nel 2019, nessuno se ne ricorda. Tutto questo non importa, adesso importa che è "contro la guerra". Come era scritto in uno dei tweet sul tema: "Embé?" come idea nazionale. *[...] la lealtà ai principi da noi viene messa in dubbio e viene vista da molti come qualcosa di ingenuo, romantico, come far la mosca bianca. La lealtà personale, l'appartenenza a una corporazione, una vecchia amicizia vengono considerate da molti come più importanti. *La vita reale è complicata, difficile e piena di compromessi con persone spiacevoli, ma noi dovremmo almeno evitare di diventare spiacevoli e di accogliere la corruzione con macchinazioni ciniche prima ancora che le condizioni esigano compromessi. *Soltanto quando la stragande maggioranza dell'opposizione russa sarà composta da chi in nessun modo accetta elezioni truffa, processi farsa e corruzione, soltanto allora noi potremo davvero adoperare la possibilità che di nuovo, sicuramente, verrà, così che nessuno nel 2055 debba leggere il libro di Sharansky in cella d'isolamento pensando: ma è come adesso con me. {{Int|Da ''In cosa credo''|Intervista di Boris Akunin, 30 ottobre 2023; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Credo che viviamo in un universo non deterministico e possediamo il libero arbitrio. Credo che in questo universo non siamo soli. Credo che le nostre azioni e le nostre scelte saranno giudicate. Credo nel vero amore. Credo che la Russia sarà felice e libera. Non credo nella morte. *L'evoluzione ci ha resi tali da non stare a riflettere a lungo vedendo un [[serpente]] nel letto. Ma non prenderemo decisioni improvvise su come costruire una casa in cui i serpenti non possano entrare. *{{NDR|«Che cosa l'amareggia di più?»}} Il fatto che la gente non voglia pensare, che non voglia capire i più elementari nessi causa-effetto. Ogni volta che mi dicono: «La corruzione non ha nessun effetto sulla mia vita», oppure «Questi hanno rubato, ma quelli che verranno dopo cominceranno a rubare daccapo». E penso: possibile che centinaia di milioni di anni di evoluzione hanno fornite a quest'uomo un cervello straordinario e lui non lo usa? *{{NDR|«Secondo lei cosa fa più male all'uomo e all'umanità?»}} [...] L'ipocrisia della neutralità, dell'"apoliticità", il tirarsi fuori che nasconde la pigrizia, la codardia e la meschinità sono il motivo principale per cui un gruppo di delinquenti ben organizzati ha potuto dominare su milioni nel corso di tutta la storia umana. {{Int|Da ''Perché sono tornato''|17 gennaio 2024; Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5.|h=4}} *Ho il mio Paese e ho le mie convinzioni. E non voglio rinunciare né al mio Paese né alle mie convinzioni. Non posso tradire né il primo né le seconde. Se le tue convinzioni valgono qualcosa devi essere pronto a difenderle. E, se necessario, devi essere disposto ad accettare dei sacrifici. *Le persone al potere devono cambiare. Il modo migliore per scegliere chi deve avere il potere sono elezioni giuste e libere. Tutti hanno bisogno di tribunali equi. La corruzione distrugge lo Stato. Non ci dev'essere nessuna forma di censura. *[...] adesso al potere ci sono settari e marginali. E, generalmente parlando, non hanno nessun tipo di ideale. Perseguono un unico scopo: tenersi strette le loro poltrone. E un'ipocrisia spinta alla perfezione permette loro di voltar gabbana ad ogni piè sospinto. E così, dei tipi che hanno donne a destra e a manca sono diventati dei conservatori. Membri del Partito Comunista Sovietica si sono trasformati in ortodossi devoti. Titolari di "passaporti d'oro" e conti ''offshore'' sono diventati dei patrioti aggressivi. ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) [[File:IAEA 02790020 (5612542129).jpg|thumb|Civili evacuati dopo il [[disastro di Černobyl']]]] *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La [[nostalgia per l'Unione Sovietica]] è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il tetto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) [[File:RIAN archive 644463 First stage in the Soviet troop withdrawal from Afghanistan.jpg|thumb|Soldati sovietici in Afghanistan]] *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) [[File:1991 coup attempt4.jpg|thumb|Carri armati a Mosca durante il [[putsch di agosto]]]] *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il problema della «[[russofobia]]» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...] Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. [...] Dovremmo ammettere che in Russia non c'è mai stato al potere un democratico, nel senso di una persona con una mentalità genuinamente liberale e democratica. (pp. 123-124) *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. (p. 126) *Dall'inizio alla metà degli anni Novanta non ero solo un sostenitore di Eltsin, ma uno di quelli che appoggiava senza riserve il leader in ogni sua iniziativa. Strano a dirsi, non ero tanto infatuato della sua persona o dei membri della sua squadra. Semplicemente non potevo soffrire nessuno degli altri politici. Il mondo senza chiaroscuri della politica dell'epoca comportava il fatto che o eri a favore di Eltsin e guardavi avanti, a dispetto degli errori, delle difficoltà e delle decisioni impopolari, oppure puntavi su quelle teste di rapa, rimasugli dell'Unione Sovietica, la cui unica idea era: «Torniamo indietro. Quelli erano bei tempi». Ebbene, per me non erano bei tempi, e mi faceva impazzire che le persone cercassero di convincermi che così era. Mi fa impazzire tuttora. Negli anni Novanta, certi cretini cercavano di convincermi che mia madre non aveva dovuto alzarsi alle cinque del mattino per comprare la carne, e che io non avevo dovuto fare un'ora di fila per acquistare il latte. (p. 127) *In realtà, è probabile che ciò che provo per Eltsin non sia il genere di odio che si può nutrire verso un vivo, ma piuttosto una complessa mescolanza di avversione, rimpianto e sgomento. Rimpianto per la meravigliosa occasione che il mio paese e i miei connazionali si sono lasciati scappare di vivere la normale e civile vita europea che meritiamo. Le aspirazioni, le speranze, la fiducia, compresa la fiducia cieca di persone ingenue e confuse com'ero io in gioventù, sono state tradite e cinicamente svendute. Sono state barattate con le trame patetiche e corrotte – e i guadagni occulti – della famiglia Eltsin, con le garanzie della loro sicurezza. Il primo decreto di Putin riguardava aiuti materiali e garanzie di immunità legale per «la famiglia del primo presidente della Russia». A questo furono ridotti i grandi eventi storici che andarano dalla metà degli anni Ottanta all'inizio dei Novanta. (pp. 130-131) *Un'occhiata fredda e obiettiva all'era Eltsin ci pone di fronte a una verità triste e sgradevole, che spiega l'ascesa di Putin al potere: nel governo della Russia post-sovietica non ci sono mai stati democratici, e tanto meno liberali che sostenessero la libertà e si opponessero ai conservatori desiderosi di resuscitare l'Unione Sovietica. Tutti loro – con rare eccezioni come [[Egor Timurovič Gajdar|Egor Gajdar]] e [[Boris Nemcov]], che si sono mostrati incorruttibili e hanno trovato la forza di ritirarsi (Gajdar) o di resistere alla reincarnazione dell'autoritarismo (Nemcov) – sono stati un'orda scellerata di ladri e mascalzoni. Per un certo periodo sono stati stimolati dalla retorica democratica, ma sempre nell'ottica di stare, nella cornice delle battaglie politiche dell'epoca, dalla parte del Cremlino, delle autorità. Per loro contava solo questo. Questo e, soprattutto, le opportunità di arricchirsi. (pp. 131-132) *[...] il regno di Eltsin non aveva nulla a che fare con le riforme. Era inutile aspettarsi da lui una qualsiasi visione o una crescita economica. Era solo un vecchio alcolizzato con attorno una manica di cinici imbroglioni che si dedicavano alla loro consueta attività di riempirsi le tasche. [...] L'entourage di Eltsin era una banda di farabutti, alcuni dei quali si definivano statisti patriottici, mentre altri si descrivevano come riformatori. I riformatori rubavano di più, ma avevano un aspetto più presentabile. (pp. 138-139) *Durante la mia convalescenza in Germania, inizialmente avevo deciso di tornare a Mosca il 15 dicembre, in tempo per festeggiare il nuovo anno e il Natale ortodosso a casa. Lo avevo dichiarato nel corso di una delle prime interviste dopo essere uscito dall'ospedale. In realtà, uno pseudoannuncio sul mio rientro in Russia dopo che mi fossi rimesso dall'avvelenamento era già stato fatto mentre ero in terapia intensiva: in occasione di una visita, Yulia mi stava leggendo ogni sorta di richieste urgenti da parte dei miei colleghi e io, dal letto e agghindato com'ero di cavi e tubi, rispondevo.<br>«Kira vuole sapere se dobbiamo rispondere al "New York Times". Chiedono se tornerai.»<br>«Che domanda stupida. Certo che tornerò.»<br>«Quindi deve rispondere?»<br>«Sì, ma senza dire che l'ho definita una domanda stupida.» (p. 141) *L'esperienza mi ha insegnato che i [[Problema|problemi]] più gravi sorgono da cose alle quali non hai pensato: credenziali per accedere al conto corrente online, autorizzazioni e password per le varie applicazioni e i dispositivi che usi tutti i giorni. Quando sei in [[carcere]], sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale e non voglio dovermi preoccupare che mi moglie non possa ritirare soldi dal mio conto a causa di una stupida regola bancaria che prevede che io dia il permesso scritto via e-mail. I giornali di tutto il mondo potranno anche riportare la notizia del mio arresto e della mia detenzione, ma il direttore della banca risponderà sempre: «Sono desolato, non c'è nulla che possiamo fare. Il titolare ci deve inviare un'e-mail o usare la nostra comoda app.» (p. 147) *Ormai da molto tempo ho smesso di tentare di analizzare e prevedere il comportamento di Putin e del Cremlino: c'è in gioco troppa irrazionalità. Putin è al potere da oltre vent'anni e, come accade a qualunque altro leader della storia che abbia governato così a lungo, ha la testa piena di ossessioni messianiche, tutta quella roba in stile «Niente Putin, niente Russia» proclamata dal podio della Duma. A dispetto di ciò che gli analisti poltici scelgono di scrivere, poi, anche il vero equilibrio di potere fra i più assortiti gruppi del Cremlino è ignoto, quindi è inutile cercare di calcolare quale potrebbe essere la «loro» prossima mossa. Possiamo fare solo quello che riteniamo giusto. (p. 149) *Facevo l'avvocato per una grande società moscovita di sviluppo immobiliare. Per concludere qualcosa nel settore edilizio nella Mosca del sindaco [[Jurij Michajlovič Lužkov|Lužkov]] alla fine degli anni Novanta, bisognava prima rimunerare lui, poi il suo vice, il leggendario [[Vladimir Resin]], che ogni persona onesta stava chiedendo di sbattere in carcere, tanto era sfacciata e cinica la sua abitudine di accettare mazzette. Per ironia della sorte, io che ho indagato con tanto rigore sugli squallidi maneggi di Regin in ogni fase della sua carriera adesso sto scrivendo queste parole dal carcere mentre lui, a ottantacinque anni, siede bello comodo nella Duma statale come rappresentante del partito [[Russia Unita]] di Putin. (p. 178) *[...] poche cose meritano l'incenerimento con un lanciafiamme più di un gruppo di [[Avvocato|avvocati]] ubriachi consapevole che qualche scappatoia legale permetterà loro di passarla lisca dopo aver fatto i gradassi e aver spadroneggiato sulla gente comune che non conosce la legge ma ha il diritto dalla sua parte. (p. 183) *È un logoro cliché parlare della chimica tra le persone, ma credo davvero che esista. Così come l'amore a prima vista, e io ne sono la prova vivente. Adesso, mentre sto scrivendo queste parole, io e [[Julija Naval'naja|Yulia]] siamo insieme da ventiquattro anni. Di tanto in tanto, persone più giovani, o giornalisti ansiosi di trovare una domanda originale per la loro intervista, mi chiedono qual è il segreto di un matrimonio riuscito. Io davvero non ne ho idea. Una grossa parte del successo è pura fortuna. Sono stato fortunato a incontrare Yulia. Altrimenti, forse adesso sarei una persona molto diversa: divorziato tre volte, single e ancora in cerca di qualcuno. (p. 187) *In Russia, se sei attivo in politica, e tanto più se non supporti il regime, possono arrestarti in qualsiasi momento. Ti perquisiranno la casa, ti confischeranno beni. Requisiranno i telefoni dei tuoi figli e il computer di tua moglie. Durante una perquisizione avevano una gran voglia di filarsela con il nostro televisore. Ma da Yulia non ho mai sentito una parola di rimprovero. Anzi, tra noi due, è lei ad avere le opinioni più radicali. È sempre stata immersa nella politica. Odia le persone che hanno preso il potere nel nostro paese, probabilmente ancor più di me. E questo mi incoraggia a fare quello che faccio. (pp. 187-188) [[File:Vladimir Putin with Boris Yeltsin-3.jpg|thumb|[[Boris El'cin]] consegna l'emblema presidenziale a [[Vladimir Putin]]]] *Nel 1999, quando Vladimir Putin salì al potere, molti lo trovarono fantastico: era giovane, a differenza di Eltsin non beveva e sembrava dire tutte le cose giuste. Questo non fece che consolidare la speranza che, finalmente, tutto sarebbe andato a posto. Tale narrazione mi irritava davvero tanto. Non mi piaceva affatto l'idea di Putin come «successore»: io volevo un'autentica elezione presidenziale, con candidati in competizione tra loro. Se Putin fosse stato un comunista che aveva fatto campagna elettorale e aveva vinto onestamente, mi sarei arrabbiato molto ma avrei accettato il risultato. Invece, Putin era stato imposto alla Russia per ricompensarlo della sua fedeltà e disponibilità a fornire immunità legale all'ex presidente e alla sua famiglia. (p. 191) *La maggior parte delle persone si iscriveva a [[Jabloko]] perché ne ammirava il leader, [[Grigorij Javlinskij]]. Io non condividevo la profondità di quei sentimenti. Se durante il mio precedente entusiasmo per Eltsin non sopportavo Javlinskij e lo consideravo uno che gli toglieva voti, adesso il mio atteggiamento era più sfumato e avevo iniziato a rispettarlo. Lo ritenevo un politico perbene e onesto. Gli ex burocrati del Partito comunista che si erano allontanati di soppiatto dagli uffici del Soviet e si erano insinuati in quelli della Federazione Russa erano un manipolo di ladri, mentre Javlinskij era un uomo con dei valori. Aveva un'idea, che difendeva, e nel complesso il partito agiva in modo coerente; non c'era un gran desiderio di fare qualcosa di decisivo, quindi si preferiva lanciarsi in dibattiti intellettuali, ma almeno i militanti credevano davvero in ciò che dicevano. (p. 193) *Con il tempo iniziai a capire che l'unanime ammirazione per Javlinskij era così forte da assumere talvolta le sembianze del culto della personalità. I leader del partito e lui stesso erano incontestabili e la gerarchia osservata con rigore. Guardavano ai nuovi venuti con circospezione, nell'eventualità che qualcuno arrivasse e cercasse di impadronirsi del partito! Quanto a me, ero considerato con particolare sospetto perché non corrispondevo alla loro immagine del classico attivista politico: facevo la doccia tutte le mattine e avevo un lavoro. Mi avranno chiesto forse cento volte per quale motivo stessi lì sebbene loro avessero pochissimi soldi (o non ne avessero affatto). Tuttora non riesco a scrollarmi di dosso questo pregiudizio. Le persone pensano sempre ci sia una trappola. Dopotutto, se hai una buona istruzione e un buon lavoro, perché dovresti metterti contro Putin? Perché fai quelle inchieste? Forse ricevi le soffiate dalle stanze del Cremlino in concorrenza tra loro o magari sei proprio un tirapiede del Cremlino? O forse sei un lacchè dell'Occidente? Da sempre la gente inventa teorie cospirazioniste su di me per cercare in qualche modo di spiegare il mio inspiegabile interesse per la politica. Se oggi lo trovo divertente, ai tempi di Jabloko era seccante. Il fatto che mi considerassero un enigma indicava che non avevano fiducia nella propria forza. (pp. 193-194) *Nel 2001 nacque Dasha. Diventare padre ha trasformato la mia vita in modi inaspettati. Io e Yulia volevamo avere figli e io fui felicissimo quando nacque la nostra bambina, però accadde anche altro. Come chiunque fosse cresciuto in Unione Sovietica, non avevo mai creduto in Dio, ma guardando Dasha e osservandola crescere non riuscivo a fare pace con il pensiero che fosse solo una questione di biologia. Questo non toglieva niente al fatto che ero e resto un grande sostenitore della scienza, ma in quel momento capii che, da sola, l'evoluzione non era sufficiente. Doveva esserci di più. Da ateo irriducibile, diventai gradualmente una persona religiosa. (p. 196) *Immaginiamo che, in un universo parallelo, tutte le peggiori paure dei leader di Jabloko fossero diventate realtà e, all'inizio degli anni Duemila, io avessi assunto la guida del partito. In quel caso, Jabloko avrebbe cambiato volto. I suoi iscritti sarebbero rimasti i simpatici secchioni di sempre, ma sarebbero stati anche molto coraggiosi, perché io credo fermamente che le cose migliori sulla Terra siano state create da secchioni coraggiosi. [...] I secchioni di Jabloko erano vigliacchi e restii alla sperimentazione. Il mondo era cambiato, ma loro erano rimasti fermi. C'era stato un tempo in cui Jabloko era una fazione all'interno della Duma e il partito non riusciva a vedersi in modo diverso. Quando non superarono lo sbarramento del 5 per cento, mossero accuse di abuso di potere e brogli elettorali. Erano indignati e affermavano che gli era stata rubata la vittoria, perché in realtà avevano ottenuto molti più voti. Che le elezioni fossero clamorosamente truccate già allora era vero, ma Jabloko – dal canto suo – non aveva mosso un dito per farsi votare. Pian piano si rassegnarono all'idea che non avrebbero mai potuto vincere. Si convinsero ce la loro fosse una lotta impari contro la gigantesca, ostile Russia in cui i secchioni non piacevano a nessuno; iniziarono a temere i loro elettori e mascherarono la paura con un esagerato elitarismo con connotazioni intellettuali. Inutile dire che alla gente non importava di questo e il partito iniziò a perdere il poco sostegno che gli era rimasto. (p. 198) *Io ero convinto che, per contrastare Putin, fosse necessario un'ampia coalizione. All'epoca questi nazionalisti organizzavano dimostrazioni annuali a Mosca, le cosiddette «Marce russe», che erano autorizzate solo alla periferia della città ma richiamavano comunque diverse migliaia di persone. I dimostranti venivano dispersi senza pietà dalla polizia e i primi arresti di massa si verificarono in quelle occasioni, non durante le proteste dei liberali o dei democratici. Stabilii che se io, con i miei valori democratici, sostenevo il diritto di libera assemblea, allora per coerenza dovevo supportare anche quello degli altri. Iniziai dunque ad aiutarli a organizzare le loro parate e, per solidarietà, vi presi parte in diverse occasioni. Su internet potete trovare foto di me in piedi davanti a una bandiera nera, bianca e gialla, che viene spesso usata come sfondo per le interviste in cui mi chiedono: «Lei si considera un nazionalista?». [...] In qualunque normale sistema politico svilupato, io ovviamente non avrei aderito al partito nazionalista, ma considero folli e controproducenti i tentativi di screditare il movimento nel suo complesso. Chiunque organizzi veri e propri pogrom deve essere chiamato a risponderne, questo è certo, ma la gente deve poter manifestare ed esprimere le proprie opinioni, seppure sgradite. Queste persone esistono e, per quanto si decida di ignorarle, non se ne andranno. E non se ne andranno i loro sostenitori. A dirla tutta, indebolire i nazionalisti non farà che rafforzare Putin. (pp. 199-200) *Quando parlo dei partiti politici russi con gli occidentali, suscito sempre perplessità. Loro sono abituati a muoversi in uno spettro politico chiaro: destra, sinistra, socialdemocrazia, liberali. Queste categorie, però, non si applicano alla Russia. I nostri comunisti non sono «di sinistra» in senso classico: non sostengono le minoranze e non mettono un grammo di energia nelle lotte per aumentare i salari minimi. I comunisti russi sono di gran lunga più conservatori persino della destra americana. Il nostro paese ha un panorama politico del tutto diverso. Argomenti come la legalizzazione delle armi o il divieto di aborto, che suscitano accesi dibattiti nel mondo occidentale, sono pressoché privi di interesse per gli elettori russi. La nostra prima priorità deve essere la libertà di parola, la trasparenza elettorale e il rispetto dei diritto umani. (p. 201) [[File:8th Congress of Yabloko 18.jpg|thumb|[[Grigorij Javlinskij]]]] *Senza dubbio ho imparato tanto e sono anche grato a Grigorij Javlinskij per avermi insegnato svariate importanti lezioni. Però non riuscivo ad accettare il fatto che Jabloko stesse scegliendo di autoghettizzarsi dalla vita pubblica russa. Io sognavo che il nostro sarebbe diventato il partito di maggioranza. Volevo veder apparire un politico che intraprendesse tutti i progetti necessari e interessanti, e collaborasse direttamente con il popolo russo. Se si fosse presentata una persona così, sarei corso a offrirgli la mia collaborazione. Attesi a lungo, poi un giorno capii che quella persona potevo essere io. (p. 203) *Sembra vigere la regola per cui, se al comando c'è un ex procuratore o un funzionario dell'[[Federal'naja služba bezopasnosti|FSB]], la corruzione sarà due volte più diffusa. (p. 219) *La Russia è strutturata in modo che i rappresentanti di diversi ministeri federali sono letteralmente ovunque. Oltre al governatore, una regione ha un «ispettore capo federale» e rappresentanti di diversi ministeri federali. Qualsiasi decisione il governatore prenda può essere cassata da un funzionario che risponde direttamente a Mosca. La cosa può raggiungere picchi di assurdità. Per esempio, negli uffici del governo regionale di Kirov non c'era il wi-fi. Io proposi di metterlo. La saga meriterebbe un capitolo a parte, per un intermezzo comico. Solo ottenere che la mia proposta fosse discussa richiese cinque riunioni molto partecipate con il governatore, e anche allora il wi-fi non fu installato. (p. 219) *Lavorare a Kirov rappresentò nel complesso un'esperienza istruttiva, ma sconfortante. Ne ricavai una discreta consapevolezza di come funzionano le cose. Scoprii che non c'è modernizzazione possibile in una nazione autoritaria, che non c'è modernizzazione possibile neanche in una sola regione di una nazione del genere. Le persone giovani, attive, ambiziose arrivano con la voglia di sistemare e far funzionare tutto, ma vengono risucchiate nella palude del sistema. Mi resi conto che in un ambiente corrotto ti trovi tu stesso obbligato a comportarti in modo corrotto, anche se vorresti solo essere d'aiuto. (pp. 219-220) *{{NDR|Sull'[[Università Yale]]}} In Russia ero stato impegnato a combattere la corruzione nelle aziende statali. Ora, di colpo, mi trovavo seduto di fianco a una sudafricana che stava combattendo l'AIDS e l'HIV. Si chiamava Thembi Xulu, e faceva discorsi così interessanti sul suo lavoro che mi chiedevo se non fosse più importante del mio.<br>C'era anche un tipo indonesiano che era a capo di un'organizzazione giovanile musulmana. Una volta gli chiesi: «Quanti membri avete?» aspettandomi che dicesse tipo «duecento persone». Lui invece rispose: «Be', non siamo l'organizzazione giovanile più grande del mondo. Più o meno dodici milioni».<br>Un borsista proveniente dalla Tunisia non faceva che lamentarsi con me del fatto che stare all'opposizione era terribilmente difficile. «In Russia» diceva «avete YouTube, Facebook e Twitter, ma da noi in Tunisia è tutto bloccato.» Lavorare dalla Francia era l'unico modo in cui poteva condurre la sua militanza.<br>Erano gli ultimi giorni del 2010, e nel giro di un mese scoppoà la [[Primavera araba]] e il regime dittatoriale tunisino cadde. Per quanto potesse essere vista come un'esperienza limitata al popolo tunisino, considerai comunque importante e utile avere qualche nozione in materia. (pp. 222-223) *La [[Transneft]] è la più grande società al mondo di gestione di gasdotti e oleodotti, e sposta il petrolio in tutta la Russia. Inutile dire che è di proprietà dello Stato. A metà del primo decennio del Duemila, intraprese l'enorme progetto di costruire un oleodotto che andava dalla Siberia orientale all'oceano Pacifico. È garantito che qualsiasi cantiere di quelle dimensioni comporterà prima di tutto dosi massicce di appropriazione indebita. Anche se verà completato, un megaprogetto del genere non si concluderà in tempo; la realizzazione sarà scadente e sprezzante dei regolamenti; e una grossa getta del budget finirà nelle tasche di qualcuno. Ed è proprio ciò che accadde. La cosa era evidente a tutti, governo compreso, tanto che nel 2008 la Transneft fu sottoposta a un controllo della Corte dei conti, l'organo statale di revisione contabile: scandalosamente, i risultati furono tenuti segreti su richiesta della stessa Transneft.<br>Smossi mari e monti per mettere le mani su quel rapporto segreto e alla fine ci riuscii. Rimasi sconcertato. Le sue 150 pagine esponevano chiaro e tondo, con tanto di cifre e analisi, il fatto che poteva essere stato saccheggiato tutto il saccheggiabile. I costi di costruzione erano stati gonfiati più volte, inaffidabili società offshore erano state scelte come appaltatrici, gare e aste erano state condotte con irregolarità che avevano dell'incredibile, e la relativa documentazione era stata distrutta l fine di occultare l'accaduto. Non si trattava di una teoria di esperti o di una serie di post su un blog, ma di un rapporto ufficiale della Corte dei conti. La somma totale intascata nel corso del progetto dell'oleodotto si aggirava attorno ai 4 miliardi di dollari, «1100 rubli sottratti a ogni adulto di Russia», come scrissi all'epoca su LiveJournal. (pp. 223-224) *{{NDR|Sulla [[Fondazione Anti-corruzione]]}} Il principio cardine della nostra organizzazione era la trasparenza, che per me era importante fin dall'inizio per due ragioni. La prima, perché le persone sarebbero state più disponibili a donare se avessero saputo come venivano spesi i loro soldi; la seconda, perché volevo con tutto me stesso essere diverso dallo Stato. Il governo spendeva le nostre tasse senza darci spiegazioni, noi cittadini non avevamo voce in capitolo sulle priorità di bilancio e non sapevamo nemmeno come venissero distribuiti esattamente i soldi. [...] Io volevo fare le cose in modo diverso. Pubblicavo i dettagli del mio reddito personale. Pubblicavo la fonte dei finanziamenti dell'organizzazione. Tutti conoscevano l'aspetto di mia moglie e dei miei figli. Mandandomi soldi, le persone inviavano anche un chiaro segnale alle autorità: avevano deciso di farmi una donazione perché vedevano quello che facevo e sapevano come spendevo il denaro, mentre i funzionari governativi tenevano tutto nascosto e spesso rubavano. [...] Il secondo importante principio era la «normalità». Il Cremlino tenta da anni di marginalizzare il nostro movimento e relegarlo nel sottobosco, trasformandoci nell'equivalente moderno dei dissidenti sovietici. Io nutro un profondo rispetto per quei dissidenti, che sono stati degli eroi; nel 2012, però, la gente comune non voleva essere un eroico dissidente, perché è pericoloso e spaventoso. Tutti noi volevamo solo essere normali. E normali lo eravamo: persone normali con una normale vita lavorativa. (pp. 228-230) *Una delle cose peggiori della detenzione è essere tagliati fuori da tutto: la vita va avanti a pieno regime, mentre tu sei bloccato tra quattro mura e non ricevi nemmeno le notizie in tempo reale. (p. 234) *L'anno 2012 segnò l'avvento nella mia vita di uno schema preciso, un inarrestabile circolo vizioso che mi avrebbe accompagnato per molti anni a venire: manifestazione di protesta, arresto, manifestazione di protesta, arresto. Era sgradevole, certo, ma non mi avrebbe fermato. Il Cremlino se ne rese presto conto, per cui in dicembre istruì contro di me quattro nuovi procedimenti penali in una volta sola. Le accuse erano furto di legname nella regione di Kirov; appropriazione indebita di fondi dell'azienda francese Yves Rocher; furto di 100 milioni di rubli al partito Unione delle forze di destra; e, la mia preferita, appropriazione indebita dei fondi di una distilleria a Kirov. A quel punto correvo il rischio di passare in prigione diversi anni. Le ultime due accuse non erano troppo preoccupanti e non arrivarono nemmeno a processo. Le prime due erano inquietanti perché oltre a me venivano implicate altre persone innocenti. La causa legata alla Yves Rocher mi turbava particolarmente perché il coimputato era Oleg, il mio fratello minore. (p. 236) *I processi contro di me rappresentano un esempio perfetto di come funziona il sistema giudiziario in Russia. In pratica, architettano accuse e disegnano vittime strada facendo. Di solito è difficile spiegarlo a persone che vivono in paesi rispettosi del diritto. Non è possibile, dicono, inventarsi di sana pianta trenta faldoni di documenti. Ecco, gli investigatori russi ci riescono. (p. 237) *Intentando cause contro di me, il Cremlino aveva due obiettivi. Il primo era impedirmi di essere attivo in politica. Non è per niente facile comportarsi come al solito se sei in carcere, e anche una sospensione della pena rende la vita molto più complicata. Se hai una condanna penale, non puoi candidarti a una posizione politica. Il secondo obiettivo era danneggiare la mia reputazione. Avevano bisogno di rivolgermi accuse non legate alla politica ma alla criminalità comune: «Ah, sì? Pensa di poter combattere la nostra corruzione? Be', basta dire che lui stesso è corrotto!». (p. 237) *Per anni il regime si era dato da fare per creare l'illusione che esistesse solo Russia Unita e i partiti di opposizione sistemici, mentre l'opposizione non sistemica languiva ai margini della politica senza rappresentare nessuno. Anche se non diventai sindaco, la nostra campagna dimostrò che erano tutte bugie. In Russia c'è un sacco di gente che non appoggia Putin e i suoi candidati, che desidera una vera politica e delle vere elezioni. Se mobilitate in modo efficace, queste persone sono pronte a partecipare attivamente alle campagne elettorali, a lavorare per le sedi dei candidati, a fare volontariato. Era ovvio che, se ci fosse stato permesso di partecipare liberamente alle elezioni, saremmo diventati un partito grande e potente, e avremmo potuto competere con Russia Unita per la maggioranza in Parlamento. Io ne ero la prova vivente: una persona normale senza soldi, senza il sostegno dei media o degli oligarchi, che era stata persino rinchiusa in carcere per parte della campagna. In televisione, nel corso di un processo, ero stato accusato di appropriazione indebita e nessuno ci aveva creduto. A dispetto di tutte queste falsificazioni, avevo guadagnato il secondo posto nella corsa a sindaco della città più grande della Russia. E sapevo per certo che ce n'erano altri come me. Molti altri.<br>Lo sapeva anche il Cremlino. Non mi permise mai più di partecipare a un'elezione. (pp. 247-248) *L'accusa contro di noi era persino più ridicola di quella del primo processo, ma nel 2014 il sistema giudiziario era ormai stato perfettamente oliato da Putin e ubbidiva a ogni suo ordine. I pubblici ministeri accusavano me e Oleg di aver rubato 26 milioni di rubli alla società di cosmetica francese Yves Rocher con un presunto sistema di costi gonfiati per i servizi di logistica. L'analogia con il precedente caso montato ai miei danni e riguardante la Kirovles era evidente. Di nuovo veniva depinto come frode quello che era un normale accordo commerciale, però, mentre l'ultima volta la polizia aveva estratto dal cilindro una presunta vittima – ovvero Vjačeslav Opalev, direttore di Kirovles, che era stato ben felice di sfidarmi in tribunale –, qui di vittime non ce n'erano. [...] Il rappresentante di Yves Rocher chiamato a testimoniare (dalla procura!) affermò di non aver alcuna accusa da muovere nei nostri confronti, il che però lasciò indifferente la corte. Gli ordini erano chiari: dovevamo essere dichiarati colpevoli, quindi la macchina di Putin fece del suo meglio. (pp. 249-250) *Gli arresti domiciliari sono una forma di punizione particolarmente insidiosa: non sei in carcere, quindi nessuno simpatizza per te, ma in realtà non puoi fare quasi nulla. (p. 250) *Acquisimmo la totale padronanza di YouTube con il nostro rapporto sul procuratore generale [[Jurij Čajka]]. Quella era una storia che non parlava solo di corruzione, ma anche dei legami tra la procura e il crimine organizzato.<br>La prima cosa che scoprimmo fu che il figlio maggiore del procuratore generale, Artëm, viveva (per usare un eufimismo) al di sopra dei propri mezzi. Cose come queste erano piuttosto comuni. Scoprimmo che possedeva un enorme hotel di lusso e qualche villa in Grecia nonché una casa in Svizzera, e aveva una serie di conti in banche estere. Più avanti venimmo a sapere che attorno al procuratore girava tutta una mafia. Artëm era proprietario dell'albergo insieme alla moglie del vice di suo padre. Lei, a sua volta, aveva investito in affari con le mogli di due criminali di primo piano della regione di Krasnodar, appartenenti alla cosiddetta «banda degli Tsapki». Quest'ultima aveva tenuto l'intera città nella morsa del terrore per decenni commettendo furti, estorsioni, stupri e omicidi. Degli omicidi si parlava in tutto il paese: sui notiziari veniva raccontato come la gang avesse fatto irruzione nella casa di un uomo d'affari locale, uccidendo le quattordici persone che vi aveva trovato, compreso un neonato, per poi bruciare i corpi. Per anni la procura aveva protetto la banda, rifiutando di perseguirla.<br>Quando scoprimmo tutte queste cose, restammo a dir poco scioccati. Ma poi venne fuori che lo stesso figlio del procuratore generale era implicato in un omicidio. Aveva voluto impossessarsi del sistema di trasporto fluviale siberiano e portarlo sotto il suo controllo. Il direttore del trasporto fluviale aveva dichiarato in un'intervista che Artëm aveva cercato di ricattarlo e spaventarlo; due giorni dopo, era stato trovato impiccato nel suo garage. Non era stato aperto alcun procedimeno penale. Era stato liquidato come suicidio, anche se l'autopsia aveva dimostrato che le mani dell'uomo erano legate e i segni sul collo potevano essere stati causati solo da una morte violenta. (pp. 263-264) *{{NDR|Su [[Igor' Šuvalov]]}} Non c'è assolutamente nulla di normale nel suo stile di vita. Avevamo già scoperto che era proprietario di un palazzo a Mosca, il genere di residenza in cui ti aspetteresti di veder vivere un conte; dieci appartamenti in uno sfarzoso grattacielo di epoca staliniana con vista sul Cremlino; un enorme appartamento a Londra del costo di 11 milioni di sterline situato sulle rive del Tamigi; una villa in Austria; e una quantità di Rolls-Royce.<br>Eppure, quella nuova indagine lasciò di sasso perfino noi. Sembrava che Šuvalov amasse allevare corgi, e che anche loro vivessero nel lusso. Scoprimmo il jet con cui si spostava per affari, ne studiammo i piani di volo e ci rendemmo conto che non lo usava solo il vice primo ministro, ma anche i suoi cuccioli che andavano a partecipare a concorsi canini internazionali. (p. 264) [[File:Dmitry Medvedev govru official photo 18.jpg|thumb|[[Dmitrij Medvedev]]]] *Tutti prendevano in giro [[Dmitrij Medvedev|Medvedev]] quando era presidente. Si fingeva un liberale, pronto ad accogliere ogni nuova tecnologia, i quotidiani, internet. Apriva profili su Twitter e Instagram, una cosa che, per un funzionario russo, era come volare sulla Luna. [...] L'unica «conquista» rimasta dopo i quattro anni di Medvedev al potere è stata che la milizia ha cambiato nome in «polizia». (p. 280) *Venne fuori che Medvedev non era solo uno stupido sempliciotto, ma un individuo corrotto fino al midollo. Usava reti di associazioni benefiche per spillare soldi agli oligarchi e intestarsi case di lusso. Noi le perlustrammo tutte lanciando il nostro drone da un nascondiglio, e poi mostrammo nei minimi dettagli come viveva Medvedev. Scoprimmo che aveva un'enorme tenuta sul Volga, nell'antica città di Plës. Al centro di laghetto di questa proprietà aveva fatto costuire una casetta per le anatre. Non so perché il nostro pubblico si affezionò tanto a questo dettaglio, ma da allora la papera diventò il simbolo sia dell'indagine sia delle proteste anticorruzione. (pp. 280-281) *Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo ottenuto. Abbiamo aiutato un'intera nuova generazione a interessarsi alla politica. Sono giovani arditi, che sanno mostrare iniziativa e sono capaci di organizzarsi: sono gravemente insoddisfatti di quello che sta succedendo nel paese e pronti a manifestare per ciò in cui credono. (p. 282) *Nell'estate del 2019 mettemmo alla prova l'idea del voto strategico con le elezioni della Duma di Mosca. Io non potei candidarmi, ma molti miei colleghi e sostenitori sì. Annunciammo il nostro piano qualche mese prima delle votazioni e la cosa fu accolta con grande favore. Certo, non tutti erano entusiasti: «Ho sempre votato per Jabloko e continuerò a farlo senza se e senza ma!», «Votare per i comunisti? Per quei cannibali? Mai!». Io spiegavo con calma che, per come eravamo messi, avremmo potuto persino votare per una sedia, anche quella sarebbe stata meglio del candidato di Russia Unita. (p. 287) *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con [[Boris Nemcov]] dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». (p. 290) [[File:Boris Nemtsov, R.I.P (16563445379).jpg|thumb|Memoriale a [[Boris Nemcov]]]] *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. (pp. 290-291) *Ho sempre cercato di ignorare l'idea di poter essere aggredito, arrestato o persino ucciso. Non ho controllo su quanto può accadere e sarebbe masochista trastullarsi in questi pensieri. Dovrei domandarmi: «Quante possibilità ho di sopravvivere fino a sera? Sei su dieci? Otto su dieci? O forse dieci su dieci?». Non è che cerchi di non pensarci, magari chiudendo gli occhi e fingendo che il pericolo non esista. È solo che un giorno ho deciso di non avere paura. Ho soppesato tutto, ho capito qual è la mia posizione e ho lasciato andare. Sono un politico dell'opposizione e so perfettamente chi sono i miei nemici, ma se dovessi temere di continuo che mi ammazzino, non varrebbe la pena vivere in Russia. Dovrei emigrare o smettere di fare ciò che faccio. (p. 291) *Sono un cittadino russo e ho determinati diritti. E non sono disposto a vivere nella paura. Se devo combattere, combatterò, perché so di essere nel giusto, so che loro hanno torto. Perché sono dalla parte del bene e loro da quella del male. Perché ci sono tantissime persone che mi sostengono. (p. 292) *Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo. Io dico apertamente che, quando sarò al governo, porterò queste persone del Cremlino davanti alla giustizia, perché stanno derubando la nazione russa. A loro l'idea non piace, è ovvio, ecco perché stanno cercando di fermarmi in tutti i modi possibili. Io li combatto e loro mi vedono come il nemico. (p. 292) *So per certo una cosa: io appartengo all'uno per cento delle persone più felici al mondo, quelle che adorano incondizionatamente il proprio lavoro. Mi godo ogni istante. Le persone mi danno un enorme sostegno. Ho incontrato la donna della mia vita, ci amiamo e condividiamo gli stessi valori: lei si oppone quanto me a ciò che sta accadendo in Russia. Il nostro paese merita di meglio. Il popolo russo potrebbe vivere una vita venti volte più ricca di questa. Per me e Yulia non sono solo parole, noi vogliamo fare qualcosa. Almeno ci stiamo provando, perché è chiaro che ne vale la pena. Forse non ci riusciremo, forse tutto cambierà dopo di noi, ma dobbiamo provare. Voglio che i nostri figli e i nostri nipoti sappiano che i loro genitori erano brave persone e che hanno passato la vita a tentare di creare qualcosa di positivo. (p. 293) *Il popolo russo è meraviglioso. Di primo acchito non è molto accogliente, ma devo ammettere che questo mi piace. Sono persone complicate che amano filosofare. E anche a me piace farlo. Trasformano qualsiasi sciocchezza in una questione esistenziale e cominciano a discutere del futuro del paese. Io faccio lo stesso. Una volta ho descritto la Meravigliosa Russia del Futuro come un Canada metafisico: un ricco paese del nord a bassa densità di popolazione dove tutti vivono bene e sono ossessionati dai dibattiti filosofici. (p. 294) *Il più grosso errore degli occidentali è di mettere sullo stesso piano lo Stato e la gente russa. In realtà non hanno niente in comune, e la nostra peggiore sfortuna è che, tra i diversi milioni di persone che vivono qui, molto spesso il potere finisce nelle mani dei peggiori e più cinici bugiardi. Secondo un detto popolare, ogni paese ha il governo che merita, e molti credono che questo valga anche per la Russia. In caso contrario, di certo il popolo russo sarebbe insorto rovesciando il regime. Io non penso che sia vero. Un gran numero di miei connazionali non approva quello che sta succedendo e non lo ha scelto. Tuttavia, se non ti ribelli, la responsabilità è sulle spalle di ciascuno di noi, quindi anche sulle mie. E spetta a me lottare con maggior decisione per cambiare le cose. (p. 294) *Se mi chiedeste se odio Vladimir Putin, la risposta sarebbe: sì, lo odio, ma non perché ha cercato di uccidermi o perché ha sbattuto mio fratello in prigione. Odio Putin perché ha rubato alla Russia gli ultimi vent'anni. Avrebbero potuto essere anni incredibili, un periodo mai vissuto nella nostra storia. Non avevamo nemici. La pace regnava lungo tutte le nostre frontiere. I prezzi di petrolio, gas e di tutte le nostre altre risorse naturali erano incredibilmente alti. I ricavi delle esportazioni erano enormi. Putin avrebbe potuto usare quegli anni per trasformare la Russia in un paese prospero. E tutti noi avremmo potuto vivere meglio.<br>E invece, venti milioni di persone campano al di sotto della soglia di povertà. Una parte del denaro è stata semplicemente sottratta da Putin e dai suoi compari. Una parte è stata scialacquata. Non hanno fatto nulla di buono per il nostro paese, e questo è il loro peggior crimine contro i nostri figli e contro il futuro di tutta la Russia. (p. 295) *Nel corso della storia, la Russia ha avuto dapprima gli zar, poi gli imperatori, poi i segretari generali, poi i presidenti, e tutti sono stati autoritari. Non possiamo andare avanti così.<br>Il nostro compito è spezzare questo infinito circolo vizioso grazie al quale, ciclicamente, chi assume il potere lo trasforma in autoritarismo. (p. 295) [[File:Pushkinskaya Square.jpg|thumb|Manifestazione a sostegno di Naval'nyj, 23 gennaio 2021]] *La televisione di Stato ha detto che i partecipanti alla manifestazione del 23 sono bioterroristi che diffondono deliberatamente il COVID.<br>E questo lo affermano le stesse persone che, nel pieno della pandemia, hanno organizzato una parata e un'elezione nazionale. (p. 311) *Me lo sono chiesto con franchezza centinaia di volte: «Ho dei rimpianti? Sono triste?».<br>Niente affatto. La certezza di essere nel giusto e la sensazione di far parte di una causa più grande pesano un milione per cento in più di qualsiasi timore. E poi, tutto questo era ampiamente prevedibile. Ci ho pensato e ripensato, ben sapendo che la crescente efficacia del nostro team avrebbe indotto Putin a ordinare la mia carcerazione. D'altronde, non aveva altro modo per risolvere il problema. O meglio, l'avrebbe avuto, ma non avrebbe funzionato. (p. 320) *Un sottopancia di Euronews dice: «Grigorij Javlinskij afferma in un articolo che una Russia democratica e Navalny sono incompatibili». Questo è il Cremlino che ridicolizza il vecchio codardo, costringendolo a scrivere una cosa del genere proprio in questo momento. L'umiliazione pubblica è il dazio da pagare per aver potuto registrare il proprio partito e aver ricevuto finanziamenti. Che orrore trasformarsi in una cosa del genere. [...] Poveretto. Posso solo immaginare il tormento che ha provato nello scrivere quella roba. Mettendo da parte il fatto che il Cremlino lo ha costretto a scrivere di ''me'', doveva sapere che lo avrebbero fatto a pezzi, il che probabilmente è accaduto. E questo non perché sono io in particolare, ma perché viene da chiedersi: per l'amor di Dio, come gli è venuto in mente di scrivere un articolo su qualcuno che è appena stato sbattuto in prigione? Come si dice: ha perso un'occasione per tacere.<br>Non so cos'abbia su di lui la lunga mano del Cremlino, ma di certo lo tiene in pugno. Difficile dire che la sua carriera sia finita, perché, tanto per cominciare, non ne ha mai avuta una. Più precisamente, si è alienato anche lo zoccolo duro dei suoi sostenitori e ha mandato in fumo le chance che molti membri del suo partito avevano di essere eletti. I più sconvolti sono i suoi compagni di partito. Eccola qui, la tanto attesa marea politica, giusto alla vigilia delle elezioni. Dovevano solo cavalcare l'onda. (pp. 329-330, 332-333) *Ho finito di leggere ''Madame Bovary''. Molto deludente. Stavo per scrivere che si tratta della versione semplificata di ''Anna Karenina'', ma non c'è confronto. (p. 330) *{{NDR|Su [[Guy de Maupassant]]}} Lui sì, che è un vero scrittore. I suoi racconti fanno sostanzialmente schifo, ma i romanzi sono buoni. Mi sono imbattuto in qualche frase davvero ficcante. Sono appena sceso dalla brandina per annotarmene una, che in sostanza dice qualcosa come: «Aveva quel fortunato aspetto che le donne sognano e gli uomini trovano repellente». Non è fantastica? (p. 330) *Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali. (p. 332) *Un atteggiamento tipicamente russo: siamo orgogliosi di quelli che abbiamo messo in galera. (p. 387) *Ecco un frammento di informazione dal miglior campo di prigionia della Russia. Nel giro di tre settimane, ben tre detenuti della mia unità sono stati portati in ospedale con la tubercolosi. (p. 408) *Non si può dire che in questo ospedale curino davvero i pazienti. E non è un'esagerazione. Nel mio reparto ci sono altri due tizi. Sono persone gravemente malate. Uno ha l'HIV e soffre tanto. Li trattano come me: controllo della pressione e della temperatura, e una pastiglia al giorno. Questi sono tutti i loro farmaci. Il personale non sa fare altro. Non c'è da meravigliarsi se quelli che vengono curati in carcere muoiono come mosche.<br>Se ne fregano tutti. Misurano la pressione di un paziente al mattino, annotano che non c'è più battito e passano a quello successivo. (p. 418) *Da un lato, fare lo [[sciopero della fame]] e uscirne ti insegna perseveranza, ascetismo e forza di volontà. Dall'altro, ti rende ossessionato dal cibo. Non fai che pensarci e parlarne tutto il tempo. Pianifichi quello che mangerai ''dopo''. Lo sogni persino. In attesa che arrivasse questo giorno ho fatto vividi sogni di caffè, pane bianco e burro. Non ho bevuto caffè per almeno quarantasei giorni. Niente pane e burro per, boh... non saprei. Per due mesi come minimo, forse di più... (p. 421) *Chiariamo le cose, non ho fissa di segni e simboli, e non sono nemmeno troppo superstizioso. È vero, non mi piace passare oggetti oltre una soglia, e non mi piace che io e Yulia aggiriamo un palo da lati diversi quando andiamo a fare una passeggiata. È vero, mi faccio il segno della croce ogni volta che passo davanti a una chiesa, cosa che per i «veri cristiani» è una palese superstizione. In realtà lo faccio più che altro per irrobustire in me un senso di fortezza cristiana, perché quando lo faccio mi deridono tutti. Ho deciso che questa è la mia versione semplificata di sofferenza per la fede, un momento di tribolazione per il fatto di essere un credente. Per fortuna non comporta essere smembrati, lapidati a morte o farsi sguinzagliare contro i leoni.<br>Razionalizzo questa recente propensione a cercare segni come se fosse dovuta ai tanti mesi passati da solo in un ambiente ostile. A nessuno è concesso frequentarmi, a parte quelli che hanno ordini di ficcare il naso nel mio umore e nei miei piani. Non ho nessuno a cui chiedere consiglio, o con cui fare anche solo una piacevole chiacchierata. In tutto questo tempo ho avuto una sola occasione di farlo, quando Yulia è venuta per quella visita lunga e siamo potuti uscire in corridoio e bisbigliarci all'orecchio senza che ci sentissero i microfoni installati nelle telecamere presenti ogni tre metri. Dunque è così: la mente cerca un sostegno per le sue decisioni e cerca di verificarle attraverso coincidenze o qualcosa fuori dall'ordinario che possa considerare un segno. In ogni caso ricevere un segno è molto confortante, e anche questa è senza dubbio una naturale realzione psicologica allo stress della vita in un ambiente ostile. (pp. 433-434) *Nel periodo che ho passato dentro, è scoppiato uno scandalo di grande risonanza. Le amministrazioni carcerarie di diverse regioni non solo avevano organizzato un sistema per torturare e stuprare i detenuti, ma registravano tutto su video. In seguito i filmati venivano caricati su un server centrale così che le stesse amministrazioni o gli agenti dell'FSB potessero accedere alla registrazione, in modo da poter intimidire qualcuno mostrandogli quello che rischiava di accadergli. In alternativa (e, per come lo interpreto io, lo scopo principale era questo), dopo aver stuprato un detenuto, potevano reclutarlo con il ricatto, minacciando di diffondere il video. In quel caso i suoi compagni di prigionia lo avrebbero relegato nella casta dei «degradati».<br>Gli stupratori erano perlopiù «attivisti» che registravano tutto su videocamere fornite dal personale. Poi, però, qualche furbacchione del Servizio penitenziario federale aveva ordinato a un carcerato specializzato in informatica di caricare le registrazioni. Lo sventurato era stato a sua volta reclutato come attivista dopo un'analoga tortura. Non sorprende sapere che, alla prima occasione, avesse scaricato una piccola parte era stata resa pubblica prima che cominciassero le trattative e, deduco io, il sistema aveva stretto un patto con il subdolo specialista informatico per lasciar cadere alcune accuse contro di lui, o forse lo avevano semplicemente corrotto. Comunque sia andata, le diverse decine di video pubblicate erano state sufficienti a causare le dimissioni del direttore del Servizio penitenziario federale e l'apertura di un procedimento penale. Tutto questo era successo pur essendo chiaro che Putin in persona avrebbe voluto insabbiare lo scandalo. Quando gliene avevano chiesto conto a un paio di conferenze stampa, aveva risposto con riluttanza che stavano indagando sul problema. Questo non sorprende, perché era emerso che l'FSB era il principale istigatore delle torture. Non c'era alcun «eccesso all'interno del servizio carcerario», ma un sistematica tortura organizzata dall'alto. [...] Quasi tutti i video comprendevano la scena di un uomo che veniva violentato con il manico di uno spazzettone. Non so perché. Forse è solo lo «stile della casa». O forse qualche patologico pervertito del Servizio penitenziario federale o dell'FSB ha di queste fantasie e ha deciso di ordinare che tutti vengano torturati così. (pp. 458-459) *I regimi come questo sono resistenti, e la cosa più folle che potrei fare è dare ascolto alle persone che dicono: «Ljoš, certo, il regime durerà almeno un altro anno, ma l'anno dopo, massimo due, crollerà e tu sarai un uomo libero». O cose su questa falsariga. Le persone me lo scrivono spesso.<br>L'Unione Sovietica è durata settant'anni. I regime repressivi in Corea del Nord e a Cuba sopravvivono tuttora. La Cina, con una vasta gamme di prigionieri politici, è durata tanto che quei prigionieri invecchiano e muoiono in carcere. Il regime cinese non dà segni di cedimento. Non rilascia nessuno, malgrado la pressione internazionale.<br>La verità è che sottovalutiamo la resilienza delle autocrazie nel mondo moderno. Con rare, rarissime eccezioni, sono protette dall'invasione esterna dall'ONU, dal diritto internazionale, dai diritti di sovranità. La Russia, che al momento sta combattendo una classica guerra di aggressione contro l'Ucraina (che ha aumentato di dieci volte le predizioni sull'imminente crollo del regime), è ulteriormente protetta in qualità di membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalle sue armi nucleari.<br>La crisi economica e l'impoverimento, con ogni probabilità, ci attendono. Ma è lontano dall'essere scontato che il regime crolli in modo che i detriti sfondino le porte delle sue prigioni. (p. 496) *[...] immagina la cosa peggiore che potrebbe accadere e accettala. [...] Pensateci seriamente, e l'immaginazione crudele vi farà sfrecciare così veloci tra le vostre paure che arriverete in men che non si dica alla destinazione «occhi pieni di lacrime». La cosa importante è non tormentarsi con la rabbia, l'odio, le fantasie di vendetta, ma spostarsi subito verso l'accettazione. Può essere dura. (pp. 497-498) *Ho quarantacinque anni. Ho una famiglia, dei figli. Ho avuto una vita da vivere, ho lavorato ad alcune cose interessanti, fatto alcune cose utili. Ma adesso c'è una guerra in corso. Immaginate che un diciannovenne stia guidando un carro armato e si becchi uno shrapnel in testa, e giù il sipario. Non ha avuto famiglia, né figli, né una vita. In questo stesso momento, civili morti giacciono sulle strade di Mariupol', i corpi divorati dai cani, e molti di loro saranno fortunati se finiranno in una fossa comune, senza che ne abbiano alcuna colpa. Io ho fatto le mie scelte, ma queste persone stavano solo vivendo le loro vite. Avevano un lavoro. Mantenevano la famiglia. Poi, una sera come un'altra, un delirio livoroso alla televisione: il presidente di un paese confinante annuncia che siete tutti «nazisti» e dovete morire perché l'Ucraina è stata inventata da Lenin. Il giorno dopo una granata entra dalla finestra e non hai più una moglie, un marito o dei figli... e magari nemmeno tu sei sopravvissuto. (p. 499) *Ho sempre pensato, e detto apertamente, che essere credente ti rende più facile vivere e, in misura ancora maggiore, impegnarti in una politica di opposizione. La [[fede]] rende la vita più semplice. (pp. 500-501) ===Explicit=== Il mio compito è cercare il Regno di Dio e la sua rettitudine, e lasciare che il buon vecchio Gesù e la sua famiglia si occupino del resto. Loro non mi abbandoneranno e risolveranno tutti i miei grattacapi.<br>Come si dice qui in prigione: «Si prenderanno i pugni al posto mio». ==Citazioni su Aleksej Naval'nyj== *Alexey è morto in una lontana colonia siberiana chiamata "Lupo polare". Per sua natura, lui era proprio un lupo polare: coraggioso, indipendente, con un cuore pieno di affetto e anche di odio per il potere di funzionari corrotti e autocrati. Ha combattuto per la giustizia. E rimarrà nella memoria delle persone come un vero eroe. In un paragone letterario, Navalny mi ricorda gli eroi di Jack London. ([[Vladimir Georgievič Sorokin]]) *È un personaggio che non ha nessun appoggio popolare, se si escludono una parte della gioventù e della popolazione delle grandi città che sono a favore dell’Occidente e sono liberali, la cui massa critica dal punto di vista elettorale non è assolutamente percettibile. Questa gente rappresenta più o meno lo zero per cento nelle elezioni. Si tratta di uno zero statistico. Non è paragonabile alla situazione in Armenia dove esiste un’opposizione consistente. In Russia, statisticamente parlando, non c’è opposizione. ([[Aleksandr Gel'evič Dugin]]) *Gli uomini forti odiano essere presi in giro e la specialità di Navalny erano i video sarcastici che ritraevano il Grande Leader e i suoi compari come dei nullatenenti corrotti e incompetenti che erano incappati in un grande potere quasi per caso, ma erano determinati a mantenerlo. ([[Gwynne Dyer]]) *I russi non hanno saputo eguagliare il coraggio di Alexei nel porre fine alla dittatura di Putin. ([[Garri Kasparov]]) *I russi onorano sempre il ricordo delle persone per bene disposte a correre rischi e a sacrificarsi. E penso che Navalny sarà ricordato. Continuerà a ispirare la gente. Paradossalmente, è ciò che anche Putin vuole: essere ricordato per sempre. Ma ho l'impressione che tra 50 anni si parlerà dell'attuale presidente in un modo che a lui proprio non piacerebbe. Mentre Navalny resterà un eroe della Russia. ([[Timothy Snyder]]) *Il fatto è che, a differenza degli oppositori del passato, come [[Boris Nemcov|Boris Nemtzov]], che aveva tutte le doti del politico, Aleksey Navalny è invece un uomo lontano dalla politica seriamente strutturata e non è in grado di rappresentare un modello alternativo al governo in carica. È senz'altro un bravo comunicatore, che abilmente sfrutta la rete e denuncia coraggiosamente alcuni scandalosi casi di corruzione all'interno dell'apparato governativo. A volte riesce a stuzzicare qualche pezzo grosso, suscitandone l'ira, ma il suo lessico politico è costruito in gran parte su concetti fondamentalmente populisti, riduttivi dal punto di vista intellettuale, limitati soprattutto per quello che riguarda le implicazioni relative agli aspetti amministrativi. La sua visione è poi totalmente carente di linee guida nella politica estera, nemmeno un accenno. E la politica estera, per un paese come la Russia, specialmente nell'attuale situazione geopoilitica, è di importanza vitale, per non dire assoluta. ([[Nicolai Lilin]]) *Il punto è che Navalny non dovrebbe essere in prigione: è ancora illegalmente, ingiustamente, per motivi politici, incarcerato dal regime del Cremlino. Non è colpevole di nulla se non di essere un avversario politico di Putin, che sta violando non solo la legislazione russa, ma anche gli impegni internazionali assunti dalla Russia come Stato membro del Consiglio d'Europa, che ha aderito alla Convenzione Europea dei diritti dell'uomo. Navalny, va ricordato, è solo uno dei quasi 400 prigionieri politici oggi in Russia, in carcere per aver osato intralciare il cammino di Putin. ([[Vladimir Kara-Murza]]) *Il suo solo errore è quello di opporsi a Vladimir Putin. Evidentemente non è un errore, lo fa apposta. ([[Vladimir Kara-Murza]]) *{{NDR|L'ambasciatore russo [[Vasilij Nebenzja]]}} ha affermato che l'Ucraina è infestata dalla corruzione. Ricordo a tutti che Alexei Navalny aveva documentato quale fosse il livello di onestà e correttezza nel suo stesso Paese. ([[Radosław Sikorski]]) *L'Occidente ha bisogno di questa "figura" per destabilizzare la situazione in Russia, per creare disordini sociali, scioperi e nuovi "[[Maidan]]". [...] Possiamo vedere a cosa questo può portare sull'esempio dell'Ucraina, che ha sostanzialmente perso la sua indipendenza. ([[Nikolaj Patrušev]]) *{{NDR|«Che cosa aveva di speciale Navalny rispetto ad altri?»}} La sua risata, il suo senso dell'umorismo, la sua volontà di ferro. Era finito a terra tante volte e si era sempre rialzato. Dal punto di vista mentale era estremamente sano e questo è decisivo per un oppositore politico in Russia. Io soffro di attacchi di panico e depressione. Navalny sembrava sempre padrone di sé e allo stesso tempo capace di gioia. Ha scherzato con i giudici fino al giorno prima di morire, pur sapendo che rischiava la vita ogni secondo. Emanava un senso di positività. Abbiamo un leader sociopatico da così tanto tempo, che la differenza si nota. Putin è un tipo che non mostra emozioni umane, uno di cui non sappiamo niente. Passa il tempo a nascondersi. Navalny era un libro aperto. La storia d'amore con sua moglie è una delle più belle che abbia mai visto. Sono arrabbiata non solo perché hanno ucciso una speranza per la Russia, ma perché hanno spezzato una storia d'amore bellissima. ([[Nadežda Tolokonnikova]]) *Oppositore coraggioso al di là delle idee xenofobe e fascistoidi, che in Italia l'avrebbero portato in carcere per istigazione al razzismo in base alla legge Mancino. ([[Marco Travaglio]]) *Non ha storia politica, né un programma chiaro. Non ha mai ricoperto cariche pubbliche. Si muove su Internet. Parla ai giovani ma puoi conoscerlo solo se se usi la Rete: io non lo faccio e quindi non lo conosco a fondo. Sono stati i giornali occidentali a renderlo leader dell'opposizione. In realtà è una figura illusoria, artificiale, senza seguito. ([[Roj Aleksandrovič Medvedev]]) *Non vedo nessuno simile a lui. Navalny era ancora forte perché era un politico reale, che sapeva parlare con la gente, che sapeva trascinare. Proprio per questo lo stavano uccidendo. Era capace di attrarre non solo una cerchia ristretta di seguaci, ma anche masse molto più larghe e popolari. Una perdita al momento incolmabile. ([[Oleg Orlov]]) *Quell'uomo non è accettabile. Naval'nyj non è accettabile. [...] Non dovrebbe far parte della politica russa. I tedeschi lo adorano, lasciatelo eleggere al Bundestag... Possono dargli un passaporto tedesco. ([[Vladislav Surkov]]) *Quella di Navalny era una strategia peculiare e intelligente: fingeva che la Russia fosse un Paese democratico e agiva di conseguenza. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Un blogger anti-Putin, venduto come leader dell’opposizione. Ma che secondo le stime avrebbe solo il 3%. Insomma, è uno dei tanti che si oppone a Putin. È come se in Italia Nicola Fratoianni fosse considerato l’anti Renzi. ([[Matteo Salvini]]) *Un uomo brillante e, ora come ora, l'uomo più coraggioso che io abbia mai incontrato. È un grande esempio di dignità e libertà. È in prigione ed è stato condannato a nove anni di carcere duro. Eppure scherza. Si prende gioco di quegli idioti che lo hanno messo dietro le sbarre. ([[Galina Timčenko]]) ===[[Bill Browder]]=== {{cronologico}} *Non sono più il nemico numero uno in assoluto di Putin, adesso lo è sicuramente Navalny. Diciamo che sono il suo nemico numero uno all’estero. *Penso che lo ucciderebbero in un batter d’occhio se pensassero che non ci fossero conseguenze, motivo per cui le sanzioni sono così importanti. *Lo conosco per il suo lavoro contro la corruzione e abbiamo fatto cose insieme in passato e lo considero un’alternativa di molto migliore rispetto a Vladimir Putin. Ci sono tanti punti su cui sono d’accordo con lui, e altre su cui non ci troviamo affatto d’accordo, ma se l’alternativa è lasciare che sia un criminale a gestire il Paese, penso che la scelta sia ovvia. *In un certo senso la sua storia è quasi una favola: un uomo sfida il dittatore, il dittatore cerca di ucciderlo, e lui sopravvive. Allora il dittatore cerca di esiliarlo, e lui riesce a tornare. Ha rischiato la vita, e adesso ha messo in gioco la sua libertà. Non c’è un’espressione di leadership più potente di questa: il messaggio che sta trasmettendo ai cittadini russi è che, se lui è disposto a rischiare la sua vita, dovrebbero esserlo anche loro. E molte persone stanno ascoltando questo messaggio. *La Russia è un grande Paese, ma attualmente è occupato da un clan criminale. Se Alexei Navalny diventasse presidente e Vladimir Kara-Murza premier, avrei grandi speranze. *{{NDR|«Perché, dopo il tentativo di avvelenamento ordinato dal Cremlino, Navalny decise di tornare in Russia, dove poi è morto?»}} Perché credeva che sarebbe sopravvissuto alla detenzione. E che, come Nelson Mandela in Sudafrica, avrebbe poi avuto ragione, conquistando il popolo russo. Invece, sarà un nuovo Martin Luther King. *Ora è a tutti gli effetti un martire e la gente continuerà a guardare a lui come speranza per la democrazia, contro la corruzione. ===[[Nina Lvovna Chruščёva]]=== *I molti procedimenti legali erano processi di stile staliniano – allo scopo di dare illusione della giustizia, nel mentre si escludeva un oppositore di alto profilo dalle votazioni e dagli schermi televisivi. Ma mentre i processi dell'epoca staliniana facevano un uso abbondante della pena di morte (così come dei gulag), questo non è avvenuto nel caso di Navalny, a prescindere da quanto inventato e giustificato fosse – almeno non ufficialmente. *La gente non ama Navalny, lo ritiene un megalomane. Tutti i politici sono megalomani ma il problema è che con Navalny il gap tra il suo messaggio e come viene percepito è troppo forte. Mi spiego. Ho parlato con alcuni manifestanti. Non è stato facile, la gente è venuta a gruppi e si è limitata a parlare con quelli del proprio gruppo, ma ho chiacchierato con tre quattro persone, gente sui 30-40 anni. Uno mi ha detto: è la prima protesta alla quale partecipo, sono qui perché il trattamento subito da Navalny alla stazione di polizia è incomprensibile, lo trovo inaccettabile. È questo sentimento, più che la causa contro la corruzione, a muovere i dimostranti. Diciamo che la gente vede Navalny non come uno che lotta contro la corruzione, ma come uno che lotta per un posto al sole nel sistema politico russo, per essere importante come Putin. Per tornare al gap di cui parlavo prima: Navalny dice "sono contro Putin" e la gente capisce "come osate non considerarmi importante come Putin"? *Navalny in questo senso è un simbolo, ha rivelato come sia ridicolo lo stato russo, che gli cambia aeroporto, lo arresta, svolge la prima udienza non in tribunale ma nella stazione di polizia… Insomma, davvero imbarazzante. Non menzionano neanche il nome, come se facendo così, come per magia, scomparisse. Si comportano come se fossero terrorizzati da lui e infatti per il sistema russo sarebbe meglio che rimanesse in esilio, così potrebbero dire, vedete è scappato. Navalny ha capito invece che doveva tornare. *Supponiamo che diventi presidente, un'eventualità praticamente impossibile, ma diciamo che lo diventi: la Russia non diventerebbe democratica all'improvviso come sogna Bugajski e quelli come lui. Non funziona cosí in Russia. ===[[Maša Gessen]]=== *Anno dopo anno, ha tenuto testa alla potenza di uno degli Stati più crudeli del mondo e alla vendetta di uno degli uomini più crudeli del mondo. *Il lavoro di Navalny ha dato vita a un’intera generazione di media investigativi russi indipendenti, molti dei quali continuano a lavorare in esilio, documentando non solo le ricchezze provenienti da attività criminali ma anche i crimini di guerra e le attività degli assassini della Russia in patria e all’estero. *Inizialmente era collocato su posizioni etno-nazionaliste, a volte apertamente xenofobe e liberali. Ha sostenuto il diritto a possedere armi e la repressione dei migranti. Ma ha trovato la sua agenda e la sua voce politica nel documentare la corruzione. Ha costruito un movimento basato sulla premessa che i cittadini, anche in Russia, potrebbero e dovrebbero esercitare il controllo sul modo in cui viene speso il denaro pubblico. Negli anni successivi ha abbandonato il nazionalismo etnico in favore di un nazionalismo civico, evolvendo da liberale a socialdemocratico. *Nel corso degli anni avevamo discusso in più di un’occasione della natura sostanziale di Putin e del suo regime. Lui diceva che erano «truffatori e ladri», io ribattevo che erano assassini e terroristi. Quando uscì dal coma gli chiesi se si fosse finalmente convinto che si trattava di assassini. Mi rispose di no. Uccidono per proteggere la loro ricchezza. Sono semplicemente avidi. Ne aveva una considerazione troppo alta. In realtà sono assassini. *Putin era da tempo terrorizzato dalle proteste di massa. Ora doveva avere altrettanta paura di Navalny, un uomo la cui sola esistenza sembrava infondere alle persone le energie per superare le proprie paure. *Putin non poteva che provare invidia per la capacità di Navalny di mobilitare i russi. *Si immaginava come il Nelson Mandela della Russia: sarebbe sopravvissuto al regno di Putin e sarebbe diventato presidente. Forse era convinto che gli uomini con cui stava combattendo fossero capaci di provare imbarazzo e non avrebbero osato ucciderlo dopo aver dimostrato di averci provato. ===[[Leonid Gozman]]=== *Navalny era un leader, perché era in prigione. Altre persone si trovano in carcere: loro sono i veri leader. *Non è l'unico ad essere così in Russia, ne conosco tanti fin dalla mia stessa esperienza in prigione. Pensano che la dignità sia più importante della stessa vita. Lui era un eroe, un eroe di tipo antico. *Se Navalny non fosse andato incontro alla morte, nessuno ora si curerebbe di lui. ===[[Sergej Gurijev]]=== *Alexei è percepito come un combattente, le persone credono che lui sia un uomo coraggioso e basta. In realtà è una persona pacifica e un fine pensatore [...]. Riflette molto su che fare per la Russia e il mondo e nonostante sia in prigione sembra molto ben informato. Non è un accademico, ma è impressionante come elabori idee profonde, io lo rispetto anche per questo. *Dieci anni fa era percepito solo come il rappresentante della upper class di Mosca e quindi presumibilmente poteva raggiungere il 15%. Lo scenario è cambiato dal 2017 quando cominciò a viaggiare di città in città: uscì dalla capitale e raggiunse i ceti che soffrono perché vivono con stipendi bassissimi. *{{NDR|«Da quanto tempo Aleksei Navalny sapeva che la sua vita era in pericolo?»}} Dodici anni fa l'aveva già capito. Ricordo che era venuto a parlare alla mia università, e gli studenti gli chiesero già perché Putin non lo avesse ancora ucciso. Era il 2012. Lui a quel tempo era già molto allenato a rispondere a domande del genere. Yulia era in sala e, quando sentì quella domanda, non era contenta. *Lui non è un opportunista. Ha dimostrato semplicemente di essere fedele a sé stesso. Da quando è diventato un personaggio pubblico si è scusato ripetutamente delle sue frasi razziste che peraltro risalgono a 15 anni fa. Ma su tutto il resto è rimasto coerente ai suoi ideali nel tempo. È servito? Beh, ha dimostrato una tale superiorità morale rispetto ai suoi avversari che penso sia stato utile, a discapito di costi molto alti per lui e la sua famiglia. Nel breve periodo ha anche alzato la posta in gioco che ha determinato una maggior repressione politica per cui la società civile patirà tempi duri. Ma nel corso del tempo la gente capirà che Navalny è una vittima colpevolizzata: come se si punisse la vittima di uno stupro invece dello stupratore. È la dimostrazione che Putin teme la competizione politica, che fa affidamento sulla repressione e che la sua popolarità non è così alta. ===[[Il'ja Jašin]]=== [[File:Yulia Navalny, Alexey Navalny and Ilya Yashin at Moscow rally 2013-06-12 2.JPG|thumb|Naval'nyj con sua moglie Julija e [[Il'ja Jašin]]]] *Aleksej è un amico e un alleato, e io sono sinceramente in pena per la sua sorte. [...] Parlare di competizione fra me e lui è quantomeno strano. Per cosa dovremmo competere? Per il posto in cella? Oppure per una dose di Novičok? Non esiste nessun oppositore «principale». Esistono persone che si contrappongono ai ladri e agli assassini che si sono impadroniti del potere in Russia. Ciascuno lo fa in base alle proprie forze e al coraggio personale. *Aleksej Naval'nyj rappresentava un pericolo per Putin, soprattutto perché proponeva alla società russa una politica fondamentalmente diversa. Invece di volgare cinismo, ha mostrato ai suoi compatrioti un sogno idealistico. *Alexei rimarrà nella storia come un uomo di eccezionale coraggio che è andato avanti fino alla fine per ciò in cui credeva. Ha sfidato la paura e la morte. Ha camminato con un sorriso e una testa orgogliosamente alzata. Ed è morto da eroe. *Posso attestare che era veramente un uomo di fede, per il quale i comandamenti "non uccidere" e "non rubare", e i precetti etici del Discorso della Montagna, non erano meri orpelli religiosi, ma divenne una stella polare per la sua vita e la sua politica. Posso dire con certezza che, a differenza di Putin, anche Aleksej era un vero uomo di famiglia: un figlio, marito e padre amorevole. La sua vita familiare, basata sull'amore e sul rispetto reciproco, è sempre stata per me motivo di ammirazione. ===[[Julija Naval'naja]]=== [[File:Алексей и Юлия Навальные после освобождения Навального из-под стражи после апелляции прокуратуры.JPG|thumb|Julija con Aleksej dopo il suo rilascio, luglio 2013]] *Aleksej più di tutto al mondo amava la Russia, amava il nostro Paese, voi, credeva in noi, nella nostra forza, nel nostro futuro, nel fatto che meritiamo una vita migliore. Ci credeva non a parole, ma coi fatti. Ci credeva in modo così profondo e sincero che era pronto a sacrificare per questo la propria vita. E il suo grande amore ci basterà per continuare la sua causa per tutto il tempo che ci vorrà, nello stesso modo accanito e coraggioso di Aleksej. *Ci risollevava il morale, rideva, scherzava, incoraggiava, non dubitava nemmeno per un attimo per che cosa stava lottando e per che cosa stava soffrendo. Era impossibile sottomettere mio marito e proprio per questo Putin l'ha ammazzato in modo vergognoso e codardo, senza mai decidere di guardarlo negli occhi o semplicemente citare il suo nome. *Da dieci anni sapevo bene quanto fossero pericolosi i nemici di mio marito. Quanto fossero disposti a qualsiasi cosa per silenziarlo. Era così ovvio che tra noi non ne avevamo mai parlato in modo serio. In uno dei nostri ultimi incontri lui iniziò questa conversazione molto diretta, in cui disse: penso ci sia un'alta probabilità che da qui non uscirò mai, accettiamolo. Io risposi solo: lo so. *Mio marito non vedrà la Russia del futuro, ma noi sì. E io farò tutto il possibile per realizzare il suo sogno, per accelerare la caduta del male e spianare la strada a un domani luminoso. *Non è mai stato di umore depresso. Ma penso che abbia avuto momenti molto difficili. Negli ultimi due anni lo stavano davvero torturando. Stava morendo di fame. Non gli permettevano di comprare il cibo allo spaccio. *Non smetteva mai di congetturare, immaginare e sperimentare. Non ti vogliono in televisione? Impariamo a girare i video su YouTube, in modo da farci conoscere dal Paese intero. Non ti permettono di votare? Escogitiamo una strategia di voto tattico per sottrarre seggi al partito al potere. Persino nel gulag di Putin, Aleksei era riuscito a trasmettere le sue idee su progetti che avrebbero gettato nel panico il Cremlino. Aleksei era l’antitesi della noia e della mediocrità. ===[[Gennadij Zjuganov]]=== *Naval'nyj è un giovane [[Boris Nikolaevič El'cin|El'cin]], solo sobrio. Conosco questa razza a memoria. *Non lo considero un oppositore. Rappresenta il capitale finanziario americano. [...] Lo presentano come una grande figura, ma questo non è altro che un tentativo di denigrare la realtà russa. [...] Non è il capo di sé stesso. Lavora con specialisti esperti che hanno promosso altre persone prima di lui. *Se noi o uno dei nostri si "incollasse" a Naval'nyj - questo giocattolo americano, inventato, preparato, che si trovava all'Università di Washington accanto a [[Mikheil Saak'ashvili|Saak'ashvili]], che era preparato per continuare a strangolarci e organizzare una "rivoluzione colorata" - allora la sconfitta politica sarà al cento per cento. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Aleksej Naval'nyj, ''Io non ho paura, non abbiatene neanche voi'', Scholé, 2024, ISBN 978-88-284-0649-5. *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==Voci correlate== *[[Morte di Aleksej Naval'nyj]] *[[Julija Naval'naja]], moglie *[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Navalny, Alexey}} [[Categoria:Dissidenti russi]] [[Categoria:Politici russi]] ehlm0l364halti23uo74ia1th01zjba Lupo Alberto (serie animata) 0 94486 1351432 963287 2024-11-12T00:04:03Z Udiki 86035 /* Voci correlate */ Enrico La Talpa 1351432 wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titoloitaliano=Lupo Alberto |tipofiction= Serie TV |immagine= |dimensioneimmagine= |didascalia= |titolooriginale= |paese= Italia |anno= 1997 – 2002 |genere= animazione, commedia |stagioni= 2 |episodi= 104 |ideatore= |attori= |doppiatoriitaliani= '''1° stagione''' *[[Francesco Salvi]]: [[Lupo Alberto (personaggio)|Lupo Alberto]] *[[Lella Costa]]: Marta *[[Tony Fuochi]]: Mosè *[[Paolo Torrisi]]: Enrico *[[Roberta Gallina Laurenti]]: Cesira '''2° stagione''' *[[Mino Caprio]]: [[Lupo Alberto (personaggio)|Lupo Alberto]] *[[Beatrice Margiotti]]: Marta *[[Saverio Moriones]]: Mosè *[[Paolo Torrisi]]: Enrico *[[Maria Adele Cinquegrani]]: Cesira }} '''''Lupo Alberto''''', serie televisiva italiana d'animazione del 1997. ==Citazioni da ''Lupo Alberto''== ===Stagione 1=== ====Episodio 4, ''Tra due giorni è Natale''==== *Buon Natale, lupastro! ('''Mosè''') {{NDR|ad Alberto, poi lo colpisce}} *Più che Babbo Natale sembri il gobbo di Notre-Dame. ('''Alberto''') {{NDR|a Mosè vestito da Babbo Natale}} ====Episodio 11, ''Vota Beppe''==== *{{NDR|Alice parla ad Alcide chi deve essere il nuovo guardiano della fattoria dopo che Mosè se n'è andato}}<br />'''Alcide''': E fate silenzio! La fattoria ha bisogno di un nuovo guardiano!<br />'''Alice''': Quello che serve è un tipo deciso dolce e severo, saggio e comprensivo.<br />'''Alcide''': Grazie, ma non so se potrò accettare.<br />'''Alice''': Non parlavo di te, ma parlavo di me.<br />'''Glicerina''': Ma è una femmina!<br />'''Alice''': E allora! Scommettiamo che posso gonfiarti come faceva Mosè!<br />'''Glicerina''': Ehm ci credo. *{{NDR|Mosè torna alla fattoria e scopre che Alberto ha preso il suo posto}}<br />'''Mosè''': Silenzio!<br />'''Tutti''': Mosè!?!<br />'''Alberto''': Calma Grassone. Se rivuoi il tuo posto dovrai guadagnartelo.<br />'''Enrico''': Perché non ci fai un bel discorso.<br />'''Mosè''': Discorso!?! Non vorrete votare per quel buono annulla.<br />'''Alberto''': Sei un prepotente!<br />'''Mosè''': Io ti disintegro, lupastro!<br />{{NDR|Mentre che Mosè e Alberto si picchiano, il coniglio parla ad Alfredo}}<br />'''Coniglio''': Ora si che siamo in campagna elettorale. ====Episodio 19, ''Bacilli imbecilli''==== *'''Alberto''': Ciao bestione, ma... che brutta cera.<br/>'''Mosè''': Una brutta cera verrà a te appena ti metto le mani addosso! *'''Alberto''': Parla piano, dai, che poi ti stanchi.<br/>'''Mosè''': Sono stanco di te, maledetto lupastro! *'''Alberto''': Vai a riposare, vai, vai.<br/>'''Mosè''': Ti faccio riposare io, sai? Per sempre. ====Episodio 34, ''Lavoro Cercasi''==== *Una volta conoscevo tutti i soci del club dei meccanici onesti. Due gran brave persone. ('''Enrico''') ===Stagione 2=== ====Episodio 25, ''Vacanze al Verde ''==== *{{NDR|Mentre Alberto, Mosè e Marta prendono il sole, gli scout di Odoardo "i piccoli tapiri" raccolgono le conchiglie}}<br />'''Scout 1''': Ma lei lo sa che l'equilibrio del nostro ecosistema, passa anche dal suo spray?<br />'''Mosè''': Con tutto lo spazio che c'è, deve passare proprio qui, eh!?!<br />'''Scout 2''': Signore, il suo spray allarga il buco dell'ozono.<br />'''Scout 1''': L'effetto serra col tempo surriscalda i poli.<br />'''Scout 2''': I ghiacciai si sciolgono.<br />'''Scout 1''': E il livello del mare si alza.<br />'''Una scout''': Non pensa che tutto ciò provocherà la scomparsa di questa spiaggia?<br />'''Mosè''': Ma io l'anno prossimo mica torno in vacanza qui.<br />'''Odoardo''': Ah, il tuo cinismo mi ferisce simpaticissimo.<br />'''Mosè''': Tra poco sarà questo pugno a ferirti sgorbio! tornate qui!<br />'''Odoardo''': Non vorrai far del male a dei cuccioli?<br />'''Mosè''': No, io voglio fare del male a te! *'''Alberto''': Allora, ancora niente grassone?<br />'''Mosè''': Zero assoluto lupastro, ma li troverò. Oh se li troverò!<br />'''Una scout''': Mi scappa la pipì gran tapiro. ====Episodio 27, ''La rumba del popone''==== *'''Enrico''': Ah! due contro uno. Ci sapete mettere?<br/>'''Alberto''': Non cambiare discorso tappo! sei dalla parte del torto.<br/>'''Enrico''': Io ci sto benone. ==Citazioni su ''Lupo Alberto''== *Io volevo rifarmi idealmente ai vecchi cartoni della Warner, ovviamente con tutti i limiti imposti dai costi. Volevo che lo spirito fosse quello, così come hanno fatto recentemente con gli ''[[Animaniacs]]''. ([[Silver]]) ==Voci correlate== *[[Enrico La Talpa]] *[[Lupo Alberto]] *[[Lupo Alberto (personaggio)]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Serie televisive d'animazione]] dzghqhogk7dsuug7m9ezl46lta2kyr5 Coscienza morale 0 105993 1351362 1332874 2024-11-11T16:48:08Z ~2024-9620 100276 /* Citazioni */ Felice Cavallotti. 1351362 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Chifflart - Das Gewissen - 1877.jpeg|thumb|François Chifflart, ''La coscienza'', 1877]] Citazioni sulla '''coscienza morale'''. ==Citazioni== *Chi opera per sincera coscienza può errare, ma è puro innanzi a Dio. ([[Silvio Pellico]]) *''Coscïenza m'assicura, | la buona compagnia che l'uom francheggia | sotto l'asbergo del sentirsi pura.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *– Coscienza? Molti anni fa l'ho nascosta da qualche parte e non sono più riuscito a trovarla.<br>– Dove l'hai cercata?<br>– Nel mio portafoglio. (''[[Le catene della colpa]]'') * Coscienze inquiete, rispettate le coscienze tranquille. ([[Felice Cavallotti]]) *Grave è il peso della propria coscienza. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *Il dono della coscienza è una benedizione di Dio, ma può convertirsi in maledizione se noi non vogliamo che sia benedizione. ([[Thomas Merton]]) *Il tronco più profondo della nostra vita è la coscienza religiosa, e non la coscienza ideologica formata dal partito. ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *L'uomo non può da se stesso decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo [...] La coscienza non è una fonte autonoma ed esclusiva per decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo... La sua pretesa di diventare fonte autonoma ed esclusiva nel decidere il bene e il male [...] è la vera bestemmia [...], è rifiuto dello Spirito Santo. ([[Papa Giovanni Paolo II]]) *''La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire | meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.'' (''[[Siracide]]'') *La ''coscienza'' è il migliore e il più fidato dei nostri indicatori; ma quali sono i segni che distinguono questa voce dalle altre voci? La voce della vanità parla con altrettanta forza. Esempio: l'offesa non vendicata. ([[Lev Tolstoj]]) *La coscienza è perfettamente beneducata e presto smette di parlare a quelli che non vogliono ascoltarla. ([[Samuel Butler]]) *La coscienza è molto più della scheggia, è il ''pugnale'' nella carne. ([[Emil Cioran]]) *La coscienza è sempre un amico che mette in guardia prima, non un giudice che punisce poi. ([[Denis Ivanovič Fonvizin]]) *La coscienza è sinonimo di paura della società oppure, nel migliore dei casi, di paura di se stessi. ([[David Herbert Lawrence]]) *La coscienza è un Dio per tutti i mortali. ([[Menandro]]) *La coscienza è un ostacolo esistenziale, come ogni [[Pessimismo|pessimista]] ben sa; un errore della natura cieca che [...] ha condotto l'[[Essere umano|umanità]] in un buco nero della logica. Per continuare a vivere, dobbiamo far finta di non essere quello che siamo: esseri {{sic|contradditori}} la cui continua esistenza non fa altro che peggiorare le nostre sofferenze di mutanti che incarnano la logica contorta del [[paradosso]]. ([[Thomas Ligotti]]) *La coscienza non è che la voce dei morti che cercano di salvarci dalla nostra dannazione. (''[[X-Files]]'') *La coscienza tranquilla è un'invenzione del diavolo. ([[Albert Schweitzer]]) *La [[legge]] è qualcosa di più grande che non le parole del codice o i giudici o gli avvocati che la mettono in atto: è tutto quanto il mondo ha imparato circa la giustizia e il bene e il male, è la coscienza stessa dell'umanità. Non può esservi quella che chiamiamo civiltà se gli uomini non hanno coscienza. E se vogliono mettersi a contatto con Dio, come possono se non con la coscienza? E che cos'è la coscienza di ognuno se non una piccola parte della coscienza di tutti gli uomini del mondo? (''[[Alba fatale]]'') *La voce della coscienza è antipatica come la nostra sentita al registratore. ([[Marcello Marchesi]]) *Ma è sempre così: non fa differenza se ti comporti bene o male, la coscienza non è intelligente, e ti accusa sempre. Se avevo un cane bastardo intelligente quanto la coscienza di una persona, lo avvelenavo subito. Prende più posto che tutto il resto, dentro uno, la coscienza, e non serve a nulla, proprio a nulla. ([[Mark Twain]]) *Molti sono che temono l'infamia, e pochi la coscienza. ([[Bartolomeo da San Concordio]]) *Nella maggioranza dei casi, la coscienza è un indumento molto elastico e flessibile, che si allunga molto e si adatta a una gran varietà di circostanze. Certa gente, con un prudente governo e col toglierselo a poco a poco, come si fa con una sottoveste di flanella in estate, si sforza anche, a tempo debito, di farne interamente a meno; ma vi sono altri che possono indossarlo e spogliarsene a piacere; e questo, essendo cosa più conveniente e comoda, è molto più in voga. ([[Charles Dickens]]) *Nessun colpevole può essere [[assoluzione (diritto)|assolto]] dal tribunale della sua coscienza. ([[Decimo Giunio Giovenale]]) *Non fate mai nulla contro la vostra coscienza, anche se è lo Stato a chiedervelo. ([[Albert Einstein]]) *Non può essere mai che l'uomo giusto e compassionevole sia davvero infelice, e in tutti i guai la sua propria coscienza gli serve di consolazione e di usbergo. ([[Ugo Foscolo]]) *Non vi è cuscino più morbido di una coscienza tranquilla. ([[John Wooden]]) *''Perché solo a chi si sporca le mani | è concesso il privilegio di avere una coscienza pulita.'' ([[Pinguini Tattici Nucleari]]) *Prendiamo l'esame di coscienza, espressione cristiana apparentemente così dinosaurica, così desueta. In realtà, questo esame educava a guardare dentro di noi ogni sera, a vedere cosa si era sbagliato, e quindi i propri limiti, e quindi a domandare aiuto per cambiare: il che già implicava una nuova speranza sul giorno che sarebbe venuto. ([[Eugenio Borgna]]) *Scienza senza coscienza non è che rovina dell'anima! ([[François Rabelais]]) *Secondo me deve avere quella che a terra chiamano la coscienza; è una specie di ''micragna'', dicono, peggio del mal di denti. ([[Herman Melville]]) *Sì, la coscienza è uno specchio. Almeno stesse fermo. Più la fissi, invece, e più trema. ([[Ugo Ojetti]]) *Si passa presto sopra al disagio che dà la coscienza quando abbiamo agito male. La coscienza è vigliacca, e raramente è abbastanza giusta, per riconoscere quelle mancanze che non ebbe la forza di impedire. ([[Oliver Goldsmith]]) *– Tu non senti a volte come se avessi dentro un inquilino che ti dice delle cose?<br />– Certo. Ma non è un inquilino, è la voce della coscienza che parla a tutti come parla a te.<br />– Come a me? Figurati!... Credi che la coscienza di un [[generale]] oserebbe dargli del tu? ([[Quino]]) *Una coscienza a posto è una festa continua. ([[Robert Burton]]) ===[[Stanisław Jerzy Lec]]=== *Anche la voce della coscienza è soggetta a mutazione. *Aveva la coscienza pulita. Mai usata. *Chi non ha coscienza, la deve compensare con la sua mancanza. *La coscienza nasce a volte dai suoi [[rimorso|rimorsi]]. ==Proverbi== *L'uomo virtuoso è sempre fedele alla sua coscienza. ([[Proverbi giapponesi|giapponese]]) *La coscienza è il libro maestro della [[donna]], in cui scrive i suoi debiti e i suoi peccati. ([[Proverbi danesi|danese]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Alla coscienza nessuno può sottrarsi. *Buona coscienza non teme la morte. *Chi ha la coda di [[paglia]] ha sempre paura che gli pigli fuoco. *Chi non ha coscienza, non ha né vergogna né scienza. *Chi sta bene con sé, sta bene con tutti. *Chi va per la dritta via non sbaglia mai. *Coscienza senza scienza è meglio che scienza senza coscienza. *Coscienza sicura non teme accusa. *[[Fede]], [[occhio]] e coscienza non possono sopportare un granellin di sabbia. *Grave più d'ogni pena è una rea coscienza. *[[Riguardi|Guardati]] da chi giura in coscienza. *La buona coscienza è un giardino in cui crescono rose senza spine. *La coscienza è come il [[solletico]]. ([[Proverbi toscani|Toscano]]) *La coscienza non dorme, rode. *La coscienza vale per mille accusatori e per mille testimoni. *La peggior compagnia è la cattiva coscienza. *La [[Quaresima]] è un nuovo [[carnevale]], per chi ha coscienza larga e borsa uguale. *Oh quanto pesa, coscienza lesa. *Tale coscienza è fatta a maglia o rete, si allarga o stringe come voi volete. *Una buona coscienza è il miglior ospite di casa. *Una buona coscienza è meglio dei buoni bocconi. *Una buona coscienza è un buon cuscino. *Una buona coscienza non teme cento [[avvocato|avvocati]]. *Una cattiva coscienza è un avvoltoio che rode l'anima e il corpo. *Una coscienza pura fa passar giorni felici. *Uno [[specchio]] fedele è la coscienza, una egregia maestra è l'[[esperienza]]. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Bene]] *[[Coscienza]] *[[Male]] *[[Rimorso]] *[[Senso di colpa]] *[[Scrupolo]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=coscienza|wikt_etichetta=coscienza|w|w_preposizione=omonima:|w_etichetta=coscienza morale}} [[Categoria:Etica]] so1e6h57xb5tdkckzx291b8nzs60c3m Boris Nemcov 0 107757 1351514 1350060 2024-11-12T08:50:27Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Boris Efimovič Nemcov */ 1351514 wikitext text/x-wiki [[File:Boris Nemtsov 2003 RussiaMeeting (cropped).JPG|thumb|Nemcov nel 2008]] '''Boris Efimovič Nemcov''' (1959 – 2015), politico russo. ==Citazioni di Boris Efimovič Nemcov== {{cronologico}} *[[Vladimir Putin|Putin]] ha due possibilità: o ammette di non essere il padrone del Paese, oppure continuare nel gioco duro e stringere ancora di più la morsa sull'opposizione.<ref name="esulta">Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/05/ex-vice-di-eltsin-esulta-per.html ''L'ex vice di Eltsin esulta. Per lui è l'inizio della fine''], ''La Repubblica'', 5 dicembre 2011.</ref> *La gente è stanca di tante cose. La [[Corruzione in Russia|corruzione]] è di livello africano. La disparità sociale è un insulto continuo verso i lavoratori. Poi scuola, sanità, pensioni. Un disastro. Se molti arrivano a rimpiangere l'Urss e votano ancora comunista ci sarà un motivo.<ref name="esulta"/> *[[Barack Obama|Obama]] crede nella [[libertà]] e nello stato di diritto. Putin nel [[denaro]], negli affari e nel [[potere]].<ref name = "liberale">Citazione del novembre 2010. Citato in [[Christian Caryl]], ''Foreign Policy''; tradotto in ''La carriera di un liberale'', ''Internazionale'', n. 1092, 6 marzo 2015, p. 22.</ref> *Non credo che il presidente {{NDR|[[Barack Obama]]}} o il congresso americano possano portare la [[democrazia]] in [[Russia sotto Vladimir Putin|Russia]]. È nostro compito farlo.<ref name = "liberale"/> *{{NDR|Dichiarazione sull'Ucraina del 2005, poi rivelatasi sbagliata}} [...] sono sicuro che da qui a cinque anni, il popolo ucraino vivrà meglio di quello russo. Senza avere gas né petrolio. Entro sette anni, l'Ucraina entrerà nell’Unione europea e tutti gli ucraini avranno un passaporto Schengen. E noi li invidieremo.<ref name="oppositore">Citato in Alfredo Ranavolo, ''[http://it.euronews.com/2015/03/02/nemtsov-da-icona-della-fase-liberale-russa-a-fiero-oppositore/ Nemtsov: da icona della fase liberale russa a fiero oppositore]'', ''Euronews.com'', 2 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Dopo aver scontato 15 giorni di prigione a causa di una manifestazione svoltasi il 31 dicembre del 2010}} Perché mai dovrei lasciare il mio Paese? Amo la Russia. Che se ne vadano ladri e criminali.<ref name="oppositore"/> *Ogni volta che le telefono, mia madre mi rimprovera: "Quando la smetterai di parlare male di Putin? Guarda che quello ti ammazza!"<ref>Citato in Gwynne Dyer, ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/02/chi-ha-ucciso-boris-nemtsov La paranoia uccide]'', ''Internazionale.it'', 2 marzo 2015.</ref> {{NDR|in una dichiarazione di poco antecedente al suo assassinio}} *Tre anni fa eravamo un opposizone. Oggi siamo non più che dissidenti. :''Three years ago, we were an opposition. Now we are no more than dissidents.''<ref>{{en}} Citato in ''[http://www.ft.com/cms/s/2/4ecd1a04-bd1d-11e4-b523-00144feab7de.html#axzz3Sxm3VBeu Russia: Left out in the cold]'', ''Financial Times.com'', 26 febbraio 2015.</ref> {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/28/il-voto-ha-cancellato-era-delle.html Il voto ha cancellato l'éra delle riforme]''|2=Intervista sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2000]], ''La Repubblica'', 28 marzo 2000.|h=4}} *Niente è chiaro sul programma di Putin e ancor meno si sa dei quadri dirigenti, la squadra che vuol mettere in piedi. Io vedo davanti al nuovo presidente troppe biforcazioni per poter stabilire quale direzione prenderà. Da un lato vedo che su di lui si sono fatte più pesanti le pressioni degli "oligarchi". Dall'altro c'è un gruppo di economisti liberali nell'attesa. Quindi la scelta è: o il capitalismo banditesco, coperto di una retorica patriottica, o, nonostante tutto, il mercato europeo. *La destra ha commesso molti errori. Non possiamo considerare Javlinskij come il candidato della destra. I nostri elettori ormai lo sanno. Qualunque cosa faccia, qualsiasi somma investa nella campagna elettorale, il suo risultato sarà sempre intorno al 5-7 per cento. Piuttosto avremmo noi dovuto trovare un candidato comune, come per esempio [[Anatolij Borisovič Čubajs|Cjubais]]. Sì, lo so, a prima vista la scelta sembra esotica. Ma io sono stato eletto a Nizhnij Novgorod, so come la pensa la gente nel paese. E posso dire che all'inizio davanti a una proposta del genere i leader politici ed economici provano una certa sorpresa, ma poi ammettono che è ragionevole. Ma noi non abbiamo avuto la forza di promuovere un nostro candidato e questo ha in un certo senso pre definito l'esito delle elezioni. *Io vivo da molti anni in Russia e ormai non temo più niente. Semplicemente trovo folle votare per una persona che non si sa cosa voglia fare della Russia. Penso che bisognerebbe scegliere il proprio futuro in modo cosciente. {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0213_01_2004_0329_0011_13637266/ ''Spero che la Russia segua la via ucraina'']|Intervista di Natalie Nougayrède sulla [[rivoluzione arancione]], ''La Stampa'', 28 novembre 2004.}} *Le elezioni sono state falsificate. Viktor Yanukovic non sarà mai un presidente legittimo. *{{NDR|«Lei come giudica l'atteggiamento di Putin dentro questa crisi?»}} La situazione è estremamente negativa, poiché Putin si trova accanto a personaggi come Lukashenko e Milosevic, i soli ad applaudire all'elezione di Yanukovic. *Il fatto è che la politica seguita da Putin porterà a un deterioramento dei rapporti tra Russia e Ucraina. Gli elettori di Kiev avevano, prima, l'opinione che Putin fosse leale. Ma dopo che ha riconosciuto i risultati ufficiali elettorali, la gente è delusa. *Le forze democratiche ucraine sono di esempio a quelle russe che sono state schiacciate e sono in crisi. L'esempio ucraino può suggerirci qualcosa. {{Int|Da [https://www.limesonline.com/cartaceo/ne-democrazia-ne-impero ''"Né democrazia né impero"'']|Intervista di Margherita Belgiojoso, ''Progetto Russia'', n°3, 2008.}} *{{NDR|«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»}} Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse. *{{NDR|«Perché secondo lei Putin ha preferito come successore Dmitrij Medvedev a Sergej Ivanov?»}} Perché Medvedev è legato a doppio filo a Gazprom. E tutto quanto il monopolio energetico russo ha concluso in questi anni è sotto la diretta responsabilità del suo presidente Dmitrij Medvedev. E i [[Cekismo|cekisti]], come tutti sanno, scelgono sempre persone su cui hanno vasto materiale ''kompromat'', ovvero chi è più facilmente ricattabile. *{{NDR|«Qual è oggi il rapporto tra centro e periferia?»}} Esattamente quello che c’era nell’antica Roma tra cittadini e schiavi. Mosca è la metropoli, e la Russia è la sua colonia. Quando Putin ha iniziato il suo mandato, la distribuzione delle risorse era paritaria. Oggi il 65% va a Mosca e solo il 35% è diretto alla provincia. Inoltre ricordiamo che nel 2000 tutti i governatori erano eletti dal popolo, mentre oggi sono nominati dalla capitale. La loro responsabilità è stata drasticamente ridotta, e oggi anche per le più piccole questioni è necessario contattare Mosca: tutto viene risolto soltanto nella capitale. *Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere? *La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano. *{{NDR|«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»}} Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo. *A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà. *A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina. *La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere. {{Int|Da [https://core.ac.uk/download/pdf/83464565.pdf ''Putin. Corruzione'']|Mosca, 2011; tradotto in Francesca Finotto, ''"Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rapporto Nemcov sulla corruzione nella Russia putiniana'' [tesi di laurea], Università degli Studi di Padova, anno accademico 2016-2017.}} *L'affermazione che in Russia c’è un livello di corruzione come quello africano da tempo non corrisponde totalmente alla realtà. In molti Paesi africani il livello di corruzione è più basso che in Russia. In Egitto centinaia di migliaia di cittadini indignati dalla corruzione del governo Mubarak sono scesi nelle strade delle città e hanno ottenuto le sue dimissioni. Inoltre, in Egitto il livello di corruzione è una volta e mezzo più basso che in Russia, e il Paese, sulla base di questo parametro, si colloca al 98° posto. *In tutta la sua storia, la Russia non aveva mai conosciuto un tale livello di ladrocinio e concussione. Spesso i difensori di Putin affermano che la corruzione dei "temerari anni Novanta" non era inferiore a quella attuale. Ma i fatti dicono il contrario. Se si fa riferimento ai dati ''Rosstat'' sulla quantità di reati legati alla corruzione, allora la dinamica appare evidente: c'è stata una crescita dai 2700 reati del 1990 ai 13.100 del 2009. *La corruzione in Russia ha smesso di essere un problema, ed è diventata un sistema. Con le sue metastasi ha paralizzato la vita economica e sociale del Paese. Il fatturato annuale della corruzione nel nostro Paese ha raggiunto i 300 miliardi di dollari: questo valore, confrontato con il bilancio annuale russo, costituisce il 25% del PIL. *Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento. *La mancanza di controllo parlamentare sul potere esecutivo, moltiplicata per la mancanza di inchieste giornalistiche serie sulla pratica della corruzione, costituisce l'ambiente nutritivo per una corruzione illimitata. *La corruzione ha corroso e distrutto il sistema di tutela del diritto. La massima priorità di molti capi di polizia è l'arricchimento personale. La lotta al terrore e la sicurezza dei cittadini non rientrano fra le loro priorità. *La corruzione è rafforzata anche dal fondamentale principio putiniano di governo: "Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rispetto della legge e l'equità non sono un dovere dei funzionari di Putin. Ciò che importa è la lealtà personale. "Se sei leale ruba, se non sei leale andrai in prigione" è un altro principio guida dell'attuale potere. *Siamo convinti che senza un potere centrale onesto il problema della corruzione non verrà risolto. Il pesce puzza dalla testa. E finché alla testa del Paese ci sarà una ''cleptocrazia'' orientata all'arricchimento personale non si riuscirà a risolvere questo problema. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/07/non-fidatevi-di-vladimir-il-suo-interesse-e-solo-prendersi-kiev14.html ''"Non fidatevi di Vladimir il suo interesse è solo prendersi Kiev"'']|''La Repubblica'', 7 settembre 2014.}} *L'obiettivo di Putin è smembrare l'Ucraina cercando di impedire che entri nella Ue, e soprattutto nella Nato. *Putin si vendica per la rivoluzione. Il popolo in piazza ha rovesciato il presidente ladro? Lui mostra che cose simili non si possono fare, vuole pervenire una rivoluzione analoga in Russia. *Putin pensa che l'Occidente sia molto titubante; che l'America abbia problemi in Siria e in Iraq, e che gli europei cercheranno di evitare a ogni costo un contrasto militare. Per cui continuerà, fino a che l'Occidente glielo permette: si fermerebbe solo con una stangata, sanzioni molto più dure o a un'aperta ribellione interna. {{Int|Da ''[http://www.memorialitalia.it/l%E2%80%99ultima-intervista-rilasciata-da-boris-nemcov-a-%E2%80%9Cecho-moskvy%E2%80%9D/ La rinascita di primavera: l’opposizione tornerà nel campo politico?]''|''Echo Moskvy'', 27 febbraio 2015; citato in ''Memorialitalia.it''}} *Secondo i sondaggi dell’opinione pubblica, davvero la maggioranza dei cittadini residenti in Crimea voleva stare con la Russia, è la verità. La questione è un’altra. La questione è che non bisogna agire secondo il desiderio di qualcuno, ma secondo la legge, e rispettare gli impegni internazionali. Putin, annettendo la Crimea, ha violato un’infinita quantità di impegni internazionali della Russia. E fondamentale è l’impegno previsto dal [[memorandum di Budapest]]. *Nel 1994 la Russia ha firmato che se l’Ucraina avesse cessato di essere una potenza nucleare, cioè avesse eliminato dal suo territorio le testate nucleari, la Russia si impegnava a rispettare la sua sovranità e integrità territoriale. Occupando la Crimea, Putin di fatto ha cancellato i nostri impegni, ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. Voglio sottolineare: con l’occupazione della Crimea Putin ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. È un crimine. *{{NDR|Vladimir Putin}} ha mentito, dicendo che là non c’erano truppe. Poi ha detto che le truppe c’erano. [...] L’annessione, naturalmente, era iniziata quando Janukovič era ancora presidente dell’Ucraina e si trovava nel territorio dell’Ucraina. Se avete visto la medaglia "Per la liberazione della Crimea", sulla medaglia è impresso: 20 febbraio dell’anno scorso (inizio dell’operazione). Ricordo che Janukovič fuggì da Sebastopoli la notte fra il 22 e il 23 febbraio. È tutto documentato. Cioè Putin cominciò a impadronirsi della Crimea quando Janukovič si trovava ancora in Ucraina ed era presidente. Cioè una cosa assolutamente allucinante. *Il fatto è che la crisi ha molte sfaccettature. Il motivo principale della crisi è l’aggressione, le sanzioni che l’hanno seguita, l’isolamento che l’ha seguita, il fatto che la Russia è rimasta priva sia di tecnologia avanzata. [...] La Russia non è in grado di estrarre e non estrae gas e petrolio dallo scisto bituminoso, anche se possediamo le maggiori riserve di scisto al mondo (la Russia è il numero uno) proprio perché alla Russia è vietata l’importazione di quelle tecnologie. È vietata l’importazione di tutta l’alta tecnologia. Cioè questo è un colpo terribile per il paese. Non ci sono investimenti, c’è stata una fuga di capitali pari a 150 miliardi, e tutto questo è conseguenza di quella follia chiamata "aggressione contro l’Ucraina". Perciò il motivo della crisi è, naturalmente, la guerra. *Noi riteniamo che per portare ordine nel paese e superare la crisi, siano indispensabili importantissime riforme politiche, e in particolare: è necessario che si svolgano elezioni oneste con la partecipazione, naturalmente, dell’opposizione, e con l’abolizione della censura; che si ponga fine a questa propaganda assolutamente squallida, falsa, che ha semplicemente addormentato e mangiato il cervello ai russi. *Quando Putin attacca un paese un tempo amico, naturalmente la patria è in pericolo. [...] Perciò in realtà è una cosa assolutamente realistica: aumentare le spese per la sanità, aumentare le spese per l’istruzione grazie alla riduzione delle spese militari. Io credo che nel complesso tutte queste richieste sono realistiche. Qui non c’è nulla che possa suscitare una reazione del tipo: è impossibile, è fantascienza. *Naturalmente quando il potere è concentrato nelle mani di una sola persona, e questa persona governa in eterno – tutto finisce in un’assoluta catastrofe, assoluta. *Quando ero ministro dei combustibili e dell’energia, il petrolio costava 10 dollari – 10! E nei miei sogni erotici sognavo che arrivasse a 20: 20, capite? Ora è a 60, e loro strillano come pazzi che tutto è crollato. Be’, è chiaro, hanno creato uno stato corrotto. È chiaro, una delle cause profonde della crisi è un modello economico estremamente inefficiente. Questo modello è basato sui monopoli, sulle imprese statali, sul dominio della burocrazia – una burocrazia avida, scarsamente professionale, di fatto assolutamente antipatriottica. Cioè proprio a loro si deve la fuga di 150 miliardi dal paese, proprio loro vogliono l’offshorizzazione della Russia, quando si proclamano patrioti e gridano “la Crimea è nostra!” Perciò, naturalmente, con un tale modello economico, basato sull’esportazione di materie prime, sulle imprese statali, la Russia non può andare avanti. *Il fatto è che la gente non crede che ci sia la reale minaccia di un Majdan, capisce che sono tutte frottole. E capiscono che tutto questo è artificiale, gonfiato e fasullo. E proprio perché è fasullo, dicono: Pagateci per fingere. Siamo disposti a giocare ai vostri giochi squallidi, bugiardi giochi fasulli. *{{NDR|Sull'''[[Inno della Federazione Russa]]''}} Il nostro paese è fatto in modo che abbiamo diversi simboli, che parlano di diverse cose. Per cui l’inno staliniano da me non lo avrete. Fra parentesi, sono stato uno dei pochi deputati che hanno votato categoricamente contro l’inno staliniano. Non solo, ho perfino organizzato una campagna per raccogliere firme contro l’inno staliniano. ==Citazioni su Boris Efimovič Nemcov== *Boris era uno dei politici più scomodi per il Cremlino, uno dei pochi che condannava la corruzione di [[Vladimir Putin|Putin]] e del suo circolo ristretto. ([[Alexej Naval'nyj]]) *È sempre stato difficile ignorare Boris Nemtsov. Quando entrava in una stanza non si poteva fare a meno di notarlo. Questo studioso di fisica prestato alla politica era intelligente, battagliero, audace. ([[Christian Caryl]]) *Il nostro Parlamento non ha commemorato Nemtsov neppure con un minuto di raccoglimento (ed era membro del governo pochi anni fa) e il nostro Patriarca non ha detto nessuna parola in pubblico sull'assassinio scandaloso (e Nemtsov è stato insignito dalla chiesa alcuni anni fa). Che vergogna. ([[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]) *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *{{NDR|A proposito dell'assassinio}} Lo scopo di chi ha commesso questo omicidio era probabilmente spaventare l'opposizione. Un assassinio politico spesso ha invece l'effetto opposto, proprio come è successo in questo caso. Quando la risposta ad una certa attività politica arriva dalle armi, la gente comincia a reagire, a muoversi, a realizzare l'ingiustizia e cominciano le proteste, proprio come è successo a [[Mosca]]. ([[Péter Balázs]]) *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con Boris Nemcov dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Per molti russi, l'opposizione di Nemtsov alla guerra in Ucraina ha fatto di lui un traditore, la cui morte è stata giustificata – di fatto, quasi pretesa – da ragioni di necessità nazionale. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *Per noi ucraini, Boris resterà per sempre un patriota della [[Russia]] e un amico dell'[[Ucraina]]. Nella sua vita ha dimostrato che sono due cose compatibili, basta solo volerlo. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) *Ritengo che Nemtsov sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso [[Vladimir Putin|Putin]]). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata. ([[Alexej Naval'nyj]]) ===[[Il'ja Jašin]]=== *Dal mio punto di vista, la pista di sangue che parte dal luogo della morte del mio compagno, conduce direttamente all'ufficio del leader della Cecenia: [[Ramzan Kadyrov]]. L'uomo che, secondo la versione delle indagini, ha premuto il grilletto, era comandante deputato del battaglione Nord, stabilito e strettamente controllato dal leader della Cecenia. Mi è difficile immaginare che abbia agito in maniera indipendente, senza istruzioni da parte della leadership. *Io credo sinceramente che creeremo un paese europeo moderno in Russia, qualcosa che Nemtsov sognava e per cui ha dato la vita. *L'assassinio di Boris Nemtsov è un atto terroristico. È un atto di dimostrazione politica con lo scopo di intimidire quella parte della società russa che è in disaccordo con la politica di Putin. *Nemtsov è stato spesso ironico riguardo le lotte del movimento democratico in Russia. Diceva che era una gara per dei posti in prigione. In realtà tutto si è rivelato essere ben più drammatico. Questa è una gara a chi riceve la prima pallottola. *Nessuno è paragonabile a lui [...]. Ma una delle ragioni per cui non mi sono alzato e non me ne sono andato è che non posso tradire la sua memoria. Ho bisogno di restare. *Putin ha negato più volte la presenza delle truppe russe nel Donbass e i russi hanno ciecamente creduto alle sue parole. Nemtsov sperava di rivelare la verità alla gente e di raccontargli di come i nostri soldati stiano morendo con i nostri fratelli ucraini. L'inizio di questa guerra è un vero crimine e Nemstov sognava che finisse. ===[[Garri Kasparov]]=== *Boris Nemtsov era un infaticabile militante e uno dei più esperti oppositori del governo di Putin, un ruolo che non era certo l'unico destino per lui possibile. Sindaco di successo a Nižnij Novgorod e abile membro del gabinetto e parlamentare, egli avrebbe potuto condurre una vita confortevole nella verticale del potere come una voce liberale di riforma puramente simbolica. Ma Boris non era fatto per lavorare per il regime di Putin. Aveva dei principi, eccome se ne aveva, e non poteva sopportare di vedere il nostro paese ripiombare negli abissi del totalitarismo. *La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue". *Se {{NDR|i leaders occidentali}} desideranno realmente onorare il mio impavido amico, allora dovranno dichiarare nei termini più netti che la Russia verrà trattata come il regime canaglia che è fino a quando Putin resterà al potere. Annullare la finta dei negoziati. Vendere armi all'Ucraina, che comporterebbe un prezzo politico insostenibile per l'aggressione di Putin. Dire a ogni oligarca russo che non vi sarà luogo sicuro per il suo denaro in Occidente finché egli continuerà a servire questo presidente. ===[[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]=== *Gli hanno sparato ripetutamente alla schiena a circa un centinaio di metri dai muri del Cremlino, una delle zone più sorvegliate al mondo. Secondo la versione ufficiale, un camion della spazzatura ha oscurato le telecamere di sorveglianza del Cremlino, impedendo che il sicario o i sicari venissero ripresi. I lettori attenti lo avranno già capito, ma a scanso di equivoci: la versione ufficiale è solo un mucchio di sciocchezze. In quarant'anni e passa di esperienza come giornalista, in nessun altro posto sono stato fermato dagli ufficiali della polizia così di frequente come fuori dal Cremlino. Non puoi spostarsi di quattro metri senza che un poliziotto ti chieda di mostrargli il passaporto. La storia secondo cui Nemtsov è stato assassinato senza che le telecamere del Cremlino riprendessero prove fondamentali è assurda. *Nemtsov era un uomo straordinario, il più amabile, divertente e umano che abbia mai incontrato in Russia. Il suo brutale assassinio mi fece cadere in una profonda depressione. *Telegenico, carismatico, aperto al mondo e onesto, Nemtsov fu, per un certo periodo, l'erede designato di Eltsin. Il fatto che questo non sia mai accaduto fa parte del tragico declino e della caduta della Russia. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Nemcov, Boris Efimovic}} [[Categoria:Dissidenti russi]] [[Categoria:Politici russi]] eyvx4gcmyb0mrqhqh7935wkrcczygvr 1351549 1351514 2024-11-12T11:28:51Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Boris Efimovič Nemcov */ 1351549 wikitext text/x-wiki [[File:Boris Nemtsov 2003 RussiaMeeting (cropped).JPG|thumb|Nemcov nel 2008]] '''Boris Efimovič Nemcov''' (1959 – 2015), politico russo. ==Citazioni di Boris Efimovič Nemcov== {{cronologico}} *[[Vladimir Putin|Putin]] ha due possibilità: o ammette di non essere il padrone del Paese, oppure continuare nel gioco duro e stringere ancora di più la morsa sull'opposizione.<ref name="esulta">Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/05/ex-vice-di-eltsin-esulta-per.html ''L'ex vice di Eltsin esulta. Per lui è l'inizio della fine''], ''La Repubblica'', 5 dicembre 2011.</ref> *La gente è stanca di tante cose. La [[Corruzione in Russia|corruzione]] è di livello africano. La disparità sociale è un insulto continuo verso i lavoratori. Poi scuola, sanità, pensioni. Un disastro. Se molti arrivano a rimpiangere l'Urss e votano ancora comunista ci sarà un motivo.<ref name="esulta"/> *[[Barack Obama|Obama]] crede nella [[libertà]] e nello stato di diritto. Putin nel [[denaro]], negli affari e nel [[potere]].<ref name = "liberale">Citazione del novembre 2010. Citato in [[Christian Caryl]], ''Foreign Policy''; tradotto in ''La carriera di un liberale'', ''Internazionale'', n. 1092, 6 marzo 2015, p. 22.</ref> *Non credo che il presidente {{NDR|[[Barack Obama]]}} o il congresso americano possano portare la [[democrazia]] in [[Russia sotto Vladimir Putin|Russia]]. È nostro compito farlo.<ref name = "liberale"/> *{{NDR|Dichiarazione sull'Ucraina del 2005, poi rivelatasi sbagliata}} [...] sono sicuro che da qui a cinque anni, il popolo ucraino vivrà meglio di quello russo. Senza avere gas né petrolio. Entro sette anni, l'Ucraina entrerà nell’Unione europea e tutti gli ucraini avranno un passaporto Schengen. E noi li invidieremo.<ref name="oppositore">Citato in Alfredo Ranavolo, ''[http://it.euronews.com/2015/03/02/nemtsov-da-icona-della-fase-liberale-russa-a-fiero-oppositore/ Nemtsov: da icona della fase liberale russa a fiero oppositore]'', ''Euronews.com'', 2 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Dopo aver scontato 15 giorni di prigione a causa di una manifestazione svoltasi il 31 dicembre del 2010}} Perché mai dovrei lasciare il mio Paese? Amo la Russia. Che se ne vadano ladri e criminali.<ref name="oppositore"/> *Ogni volta che le telefono, mia madre mi rimprovera: "Quando la smetterai di parlare male di Putin? Guarda che quello ti ammazza!"<ref>Citato in Gwynne Dyer, ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/02/chi-ha-ucciso-boris-nemtsov La paranoia uccide]'', ''Internazionale.it'', 2 marzo 2015.</ref> {{NDR|in una dichiarazione di poco antecedente al suo assassinio}} *Tre anni fa eravamo un opposizone. Oggi siamo non più che dissidenti. :''Three years ago, we were an opposition. Now we are no more than dissidents.''<ref>{{en}} Citato in ''[http://www.ft.com/cms/s/2/4ecd1a04-bd1d-11e4-b523-00144feab7de.html#axzz3Sxm3VBeu Russia: Left out in the cold]'', ''Financial Times.com'', 26 febbraio 2015.</ref> {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/28/il-voto-ha-cancellato-era-delle.html Il voto ha cancellato l'éra delle riforme]''|2=Intervista sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2000]], ''La Repubblica'', 28 marzo 2000.|h=4}} *Niente è chiaro sul programma di Putin e ancor meno si sa dei quadri dirigenti, la squadra che vuol mettere in piedi. Io vedo davanti al nuovo presidente troppe biforcazioni per poter stabilire quale direzione prenderà. Da un lato vedo che su di lui si sono fatte più pesanti le pressioni degli "oligarchi". Dall'altro c'è un gruppo di economisti liberali nell'attesa. Quindi la scelta è: o il capitalismo banditesco, coperto di una retorica patriottica, o, nonostante tutto, il mercato europeo. *La destra ha commesso molti errori. Non possiamo considerare Javlinskij come il candidato della destra. I nostri elettori ormai lo sanno. Qualunque cosa faccia, qualsiasi somma investa nella campagna elettorale, il suo risultato sarà sempre intorno al 5-7 per cento. Piuttosto avremmo noi dovuto trovare un candidato comune, come per esempio [[Anatolij Borisovič Čubajs|Cjubais]]. Sì, lo so, a prima vista la scelta sembra esotica. Ma io sono stato eletto a Nizhnij Novgorod, so come la pensa la gente nel paese. E posso dire che all'inizio davanti a una proposta del genere i leader politici ed economici provano una certa sorpresa, ma poi ammettono che è ragionevole. Ma noi non abbiamo avuto la forza di promuovere un nostro candidato e questo ha in un certo senso pre definito l'esito delle elezioni. *Io vivo da molti anni in Russia e ormai non temo più niente. Semplicemente trovo folle votare per una persona che non si sa cosa voglia fare della Russia. Penso che bisognerebbe scegliere il proprio futuro in modo cosciente. {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0213_01_2004_0329_0011_13637266/ ''Spero che la Russia segua la via ucraina'']|Intervista di Natalie Nougayrède sulla [[rivoluzione arancione]], ''La Stampa'', 28 novembre 2004.}} *Le elezioni sono state falsificate. Viktor Yanukovic non sarà mai un presidente legittimo. *{{NDR|«Lei come giudica l'atteggiamento di Putin dentro questa crisi?»}} La situazione è estremamente negativa, poiché Putin si trova accanto a personaggi come Lukashenko e Milosevic, i soli ad applaudire all'elezione di Yanukovic. *Il fatto è che la politica seguita da Putin porterà a un deterioramento dei rapporti tra Russia e Ucraina. Gli elettori di Kiev avevano, prima, l'opinione che Putin fosse leale. Ma dopo che ha riconosciuto i risultati ufficiali elettorali, la gente è delusa. *Le forze democratiche ucraine sono di esempio a quelle russe che sono state schiacciate e sono in crisi. L'esempio ucraino può suggerirci qualcosa. {{Int|Da [https://www.limesonline.com/cartaceo/ne-democrazia-ne-impero ''"Né democrazia né impero"'']|Intervista di Margherita Belgiojoso, ''Progetto Russia'', n°3, 2008.}} *{{NDR|«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»}} Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse. *{{NDR|«Perché secondo lei Putin ha preferito come successore Dmitrij Medvedev a Sergej Ivanov?»}} Perché Medvedev è legato a doppio filo a Gazprom. E tutto quanto il monopolio energetico russo ha concluso in questi anni è sotto la diretta responsabilità del suo presidente Dmitrij Medvedev. E i [[Cekismo|cekisti]], come tutti sanno, scelgono sempre persone su cui hanno vasto materiale ''kompromat'', ovvero chi è più facilmente ricattabile. *{{NDR|«Qual è oggi il rapporto tra centro e periferia?»}} Esattamente quello che c’era nell’antica Roma tra cittadini e schiavi. Mosca è la metropoli, e la Russia è la sua colonia. Quando Putin ha iniziato il suo mandato, la distribuzione delle risorse era paritaria. Oggi il 65% va a Mosca e solo il 35% è diretto alla provincia. Inoltre ricordiamo che nel 2000 tutti i governatori erano eletti dal popolo, mentre oggi sono nominati dalla capitale. La loro responsabilità è stata drasticamente ridotta, e oggi anche per le più piccole questioni è necessario contattare Mosca: tutto viene risolto soltanto nella capitale. *Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere? *La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano. *{{NDR|«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»}} Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo. *A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà. *A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina. *La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere. {{Int|Da [https://core.ac.uk/download/pdf/83464565.pdf ''Putin. Corruzione'']|Mosca, 2011; tradotto in Francesca Finotto, ''"Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rapporto Nemcov sulla corruzione nella Russia putiniana'' [tesi di laurea], Università degli Studi di Padova, anno accademico 2016-2017.}} *L'affermazione che in Russia c’è un livello di corruzione come quello africano da tempo non corrisponde totalmente alla realtà. In molti Paesi africani il livello di corruzione è più basso che in Russia. In Egitto centinaia di migliaia di cittadini indignati dalla corruzione del governo Mubarak sono scesi nelle strade delle città e hanno ottenuto le sue dimissioni. Inoltre, in Egitto il livello di corruzione è una volta e mezzo più basso che in Russia, e il Paese, sulla base di questo parametro, si colloca al 98° posto. *In tutta la sua storia, la Russia non aveva mai conosciuto un tale livello di ladrocinio e concussione. Spesso i difensori di Putin affermano che la corruzione dei "temerari anni Novanta" non era inferiore a quella attuale. Ma i fatti dicono il contrario. Se si fa riferimento ai dati ''Rosstat'' sulla quantità di reati legati alla corruzione, allora la dinamica appare evidente: c'è stata una crescita dai 2700 reati del 1990 ai 13.100 del 2009. *La corruzione in Russia ha smesso di essere un problema, ed è diventata un sistema. Con le sue metastasi ha paralizzato la vita economica e sociale del Paese. Il fatturato annuale della corruzione nel nostro Paese ha raggiunto i 300 miliardi di dollari: questo valore, confrontato con il bilancio annuale russo, costituisce il 25% del PIL. *Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento. *La mancanza di controllo parlamentare sul potere esecutivo, moltiplicata per la mancanza di inchieste giornalistiche serie sulla pratica della corruzione, costituisce l'ambiente nutritivo per una corruzione illimitata. *La corruzione ha corroso e distrutto il sistema di tutela del diritto. La massima priorità di molti capi di polizia è l'arricchimento personale. La lotta al terrore e la sicurezza dei cittadini non rientrano fra le loro priorità. *La corruzione è rafforzata anche dal fondamentale principio putiniano di governo: "Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rispetto della legge e l'equità non sono un dovere dei funzionari di Putin. Ciò che importa è la lealtà personale. "Se sei leale ruba, se non sei leale andrai in prigione" è un altro principio guida dell'attuale potere. *Siamo convinti che senza un potere centrale onesto il problema della corruzione non verrà risolto. Il pesce puzza dalla testa. E finché alla testa del Paese ci sarà una ''cleptocrazia'' orientata all'arricchimento personale non si riuscirà a risolvere questo problema. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/07/non-fidatevi-di-vladimir-il-suo-interesse-e-solo-prendersi-kiev14.html ''"Non fidatevi di Vladimir il suo interesse è solo prendersi Kiev"'']|''La Repubblica'', 7 settembre 2014.}} *L'obiettivo di Putin è smembrare l'Ucraina cercando di impedire che entri nella Ue, e soprattutto nella Nato. *Putin si vendica per la rivoluzione. Il popolo in piazza ha rovesciato il presidente ladro? Lui mostra che cose simili non si possono fare, vuole pervenire una rivoluzione analoga in Russia. *Putin pensa che l'Occidente sia molto titubante; che l'America abbia problemi in Siria e in Iraq, e che gli europei cercheranno di evitare a ogni costo un contrasto militare. Per cui continuerà, fino a che l'Occidente glielo permette: si fermerebbe solo con una stangata, sanzioni molto più dure o a un'aperta ribellione interna. {{Int|Da ''[http://www.memorialitalia.it/l%E2%80%99ultima-intervista-rilasciata-da-boris-nemcov-a-%E2%80%9Cecho-moskvy%E2%80%9D/ La rinascita di primavera: l’opposizione tornerà nel campo politico?]''|''Echo Moskvy'', 27 febbraio 2015; citato in ''Memorialitalia.it''}} *Secondo i sondaggi dell’opinione pubblica, davvero la maggioranza dei cittadini residenti in Crimea voleva stare con la Russia, è la verità. La questione è un’altra. La questione è che non bisogna agire secondo il desiderio di qualcuno, ma secondo la legge, e rispettare gli impegni internazionali. Putin, annettendo la Crimea, ha violato un’infinita quantità di impegni internazionali della Russia. E fondamentale è l’impegno previsto dal [[memorandum di Budapest]]. *Nel 1994 la Russia ha firmato che se l’Ucraina avesse cessato di essere una potenza nucleare, cioè avesse eliminato dal suo territorio le testate nucleari, la Russia si impegnava a rispettare la sua sovranità e integrità territoriale. Occupando la Crimea, Putin di fatto ha cancellato i nostri impegni, ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. Voglio sottolineare: con l’occupazione della Crimea Putin ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. È un crimine. *{{NDR|Vladimir Putin}} ha mentito, dicendo che là non c’erano truppe. Poi ha detto che le truppe c’erano. [...] L’annessione, naturalmente, era iniziata quando Janukovič era ancora presidente dell’Ucraina e si trovava nel territorio dell’Ucraina. Se avete visto la medaglia "Per la liberazione della Crimea", sulla medaglia è impresso: 20 febbraio dell’anno scorso (inizio dell’operazione). Ricordo che Janukovič fuggì da Sebastopoli la notte fra il 22 e il 23 febbraio. È tutto documentato. Cioè Putin cominciò a impadronirsi della Crimea quando Janukovič si trovava ancora in Ucraina ed era presidente. Cioè una cosa assolutamente allucinante. *Il fatto è che la crisi ha molte sfaccettature. Il motivo principale della crisi è l’aggressione, le sanzioni che l’hanno seguita, l’isolamento che l’ha seguita, il fatto che la Russia è rimasta priva sia di tecnologia avanzata. [...] La Russia non è in grado di estrarre e non estrae gas e petrolio dallo scisto bituminoso, anche se possediamo le maggiori riserve di scisto al mondo (la Russia è il numero uno) proprio perché alla Russia è vietata l’importazione di quelle tecnologie. È vietata l’importazione di tutta l’alta tecnologia. Cioè questo è un colpo terribile per il paese. Non ci sono investimenti, c’è stata una fuga di capitali pari a 150 miliardi, e tutto questo è conseguenza di quella follia chiamata "aggressione contro l’Ucraina". Perciò il motivo della crisi è, naturalmente, la guerra. *Noi riteniamo che per portare ordine nel paese e superare la crisi, siano indispensabili importantissime riforme politiche, e in particolare: è necessario che si svolgano elezioni oneste con la partecipazione, naturalmente, dell’opposizione, e con l’abolizione della censura; che si ponga fine a questa propaganda assolutamente squallida, falsa, che ha semplicemente addormentato e mangiato il cervello ai russi. *Quando Putin attacca un paese un tempo amico, naturalmente la patria è in pericolo. [...] Perciò in realtà è una cosa assolutamente realistica: aumentare le spese per la sanità, aumentare le spese per l’istruzione grazie alla riduzione delle spese militari. Io credo che nel complesso tutte queste richieste sono realistiche. Qui non c’è nulla che possa suscitare una reazione del tipo: è impossibile, è fantascienza. *Naturalmente quando il potere è concentrato nelle mani di una sola persona, e questa persona governa in eterno – tutto finisce in un’assoluta catastrofe, assoluta. *Quando ero ministro dei combustibili e dell’energia, il petrolio costava 10 dollari – 10! E nei miei sogni erotici sognavo che arrivasse a 20: 20, capite? Ora è a 60, e loro strillano come pazzi che tutto è crollato. Be’, è chiaro, hanno creato uno stato corrotto. È chiaro, una delle cause profonde della crisi è un modello economico estremamente inefficiente. Questo modello è basato sui monopoli, sulle imprese statali, sul dominio della burocrazia – una burocrazia avida, scarsamente professionale, di fatto assolutamente antipatriottica. Cioè proprio a loro si deve la fuga di 150 miliardi dal paese, proprio loro vogliono l’offshorizzazione della Russia, quando si proclamano patrioti e gridano “la Crimea è nostra!” Perciò, naturalmente, con un tale modello economico, basato sull’esportazione di materie prime, sulle imprese statali, la Russia non può andare avanti. *Il fatto è che la gente non crede che ci sia la reale minaccia di un Majdan, capisce che sono tutte frottole. E capiscono che tutto questo è artificiale, gonfiato e fasullo. E proprio perché è fasullo, dicono: Pagateci per fingere. Siamo disposti a giocare ai vostri giochi squallidi, bugiardi giochi fasulli. *{{NDR|Sull'''[[Inno della Federazione Russa]]''}} Il nostro paese è fatto in modo che abbiamo diversi simboli, che parlano di diverse cose. Per cui l’inno staliniano da me non lo avrete. Fra parentesi, sono stato uno dei pochi deputati che hanno votato categoricamente contro l’inno staliniano. Non solo, ho perfino organizzato una campagna per raccogliere firme contro l’inno staliniano. ==Citazioni su Boris Efimovič Nemcov== *È sempre stato difficile ignorare Boris Nemtsov. Quando entrava in una stanza non si poteva fare a meno di notarlo. Questo studioso di fisica prestato alla politica era intelligente, battagliero, audace. ([[Christian Caryl]]) *Il nostro Parlamento non ha commemorato Nemtsov neppure con un minuto di raccoglimento (ed era membro del governo pochi anni fa) e il nostro Patriarca non ha detto nessuna parola in pubblico sull'assassinio scandaloso (e Nemtsov è stato insignito dalla chiesa alcuni anni fa). Che vergogna. ([[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]) *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *{{NDR|A proposito dell'assassinio}} Lo scopo di chi ha commesso questo omicidio era probabilmente spaventare l'opposizione. Un assassinio politico spesso ha invece l'effetto opposto, proprio come è successo in questo caso. Quando la risposta ad una certa attività politica arriva dalle armi, la gente comincia a reagire, a muoversi, a realizzare l'ingiustizia e cominciano le proteste, proprio come è successo a [[Mosca]]. ([[Péter Balázs]]) *Per molti russi, l'opposizione di Nemtsov alla guerra in Ucraina ha fatto di lui un traditore, la cui morte è stata giustificata – di fatto, quasi pretesa – da ragioni di necessità nazionale. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *Per noi ucraini, Boris resterà per sempre un patriota della [[Russia]] e un amico dell'[[Ucraina]]. Nella sua vita ha dimostrato che sono due cose compatibili, basta solo volerlo. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) ===[[Il'ja Jašin]]=== *Dal mio punto di vista, la pista di sangue che parte dal luogo della morte del mio compagno, conduce direttamente all'ufficio del leader della Cecenia: [[Ramzan Kadyrov]]. L'uomo che, secondo la versione delle indagini, ha premuto il grilletto, era comandante deputato del battaglione Nord, stabilito e strettamente controllato dal leader della Cecenia. Mi è difficile immaginare che abbia agito in maniera indipendente, senza istruzioni da parte della leadership. *Io credo sinceramente che creeremo un paese europeo moderno in Russia, qualcosa che Nemtsov sognava e per cui ha dato la vita. *L'assassinio di Boris Nemtsov è un atto terroristico. È un atto di dimostrazione politica con lo scopo di intimidire quella parte della società russa che è in disaccordo con la politica di Putin. *Nemtsov è stato spesso ironico riguardo le lotte del movimento democratico in Russia. Diceva che era una gara per dei posti in prigione. In realtà tutto si è rivelato essere ben più drammatico. Questa è una gara a chi riceve la prima pallottola. *Nessuno è paragonabile a lui [...]. Ma una delle ragioni per cui non mi sono alzato e non me ne sono andato è che non posso tradire la sua memoria. Ho bisogno di restare. *Putin ha negato più volte la presenza delle truppe russe nel Donbass e i russi hanno ciecamente creduto alle sue parole. Nemtsov sperava di rivelare la verità alla gente e di raccontargli di come i nostri soldati stiano morendo con i nostri fratelli ucraini. L'inizio di questa guerra è un vero crimine e Nemstov sognava che finisse. ===[[Garri Kasparov]]=== *Boris Nemtsov era un infaticabile militante e uno dei più esperti oppositori del governo di Putin, un ruolo che non era certo l'unico destino per lui possibile. Sindaco di successo a Nižnij Novgorod e abile membro del gabinetto e parlamentare, egli avrebbe potuto condurre una vita confortevole nella verticale del potere come una voce liberale di riforma puramente simbolica. Ma Boris non era fatto per lavorare per il regime di Putin. Aveva dei principi, eccome se ne aveva, e non poteva sopportare di vedere il nostro paese ripiombare negli abissi del totalitarismo. *La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue". *Se {{NDR|i leaders occidentali}} desideranno realmente onorare il mio impavido amico, allora dovranno dichiarare nei termini più netti che la Russia verrà trattata come il regime canaglia che è fino a quando Putin resterà al potere. Annullare la finta dei negoziati. Vendere armi all'Ucraina, che comporterebbe un prezzo politico insostenibile per l'aggressione di Putin. Dire a ogni oligarca russo che non vi sarà luogo sicuro per il suo denaro in Occidente finché egli continuerà a servire questo presidente. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Boris era uno dei politici più scomodi per il Cremlino, uno dei pochi che condannava la corruzione di Putin e del suo circolo ristretto. *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con Boris Nemcov dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». *Ritengo che Nemtsov sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso Putin). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata. ===[[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]=== *Gli hanno sparato ripetutamente alla schiena a circa un centinaio di metri dai muri del Cremlino, una delle zone più sorvegliate al mondo. Secondo la versione ufficiale, un camion della spazzatura ha oscurato le telecamere di sorveglianza del Cremlino, impedendo che il sicario o i sicari venissero ripresi. I lettori attenti lo avranno già capito, ma a scanso di equivoci: la versione ufficiale è solo un mucchio di sciocchezze. In quarant'anni e passa di esperienza come giornalista, in nessun altro posto sono stato fermato dagli ufficiali della polizia così di frequente come fuori dal Cremlino. Non puoi spostarsi di quattro metri senza che un poliziotto ti chieda di mostrargli il passaporto. La storia secondo cui Nemtsov è stato assassinato senza che le telecamere del Cremlino riprendessero prove fondamentali è assurda. *Nemtsov era un uomo straordinario, il più amabile, divertente e umano che abbia mai incontrato in Russia. Il suo brutale assassinio mi fece cadere in una profonda depressione. *Telegenico, carismatico, aperto al mondo e onesto, Nemtsov fu, per un certo periodo, l'erede designato di Eltsin. Il fatto che questo non sia mai accaduto fa parte del tragico declino e della caduta della Russia. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Nemcov, Boris Efimovic}} [[Categoria:Dissidenti russi]] [[Categoria:Politici russi]] k68ypx9baxj0qdxd2q3xsc2gyxye3hl 1351550 1351549 2024-11-12T11:29:36Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Boris Efimovič Nemcov */ 1351550 wikitext text/x-wiki [[File:Boris Nemtsov 2003 RussiaMeeting (cropped).JPG|thumb|Nemcov nel 2008]] '''Boris Efimovič Nemcov''' (1959 – 2015), politico russo. ==Citazioni di Boris Efimovič Nemcov== {{cronologico}} *[[Vladimir Putin|Putin]] ha due possibilità: o ammette di non essere il padrone del Paese, oppure continuare nel gioco duro e stringere ancora di più la morsa sull'opposizione.<ref name="esulta">Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/05/ex-vice-di-eltsin-esulta-per.html ''L'ex vice di Eltsin esulta. Per lui è l'inizio della fine''], ''La Repubblica'', 5 dicembre 2011.</ref> *La gente è stanca di tante cose. La [[Corruzione in Russia|corruzione]] è di livello africano. La disparità sociale è un insulto continuo verso i lavoratori. Poi scuola, sanità, pensioni. Un disastro. Se molti arrivano a rimpiangere l'Urss e votano ancora comunista ci sarà un motivo.<ref name="esulta"/> *[[Barack Obama|Obama]] crede nella [[libertà]] e nello stato di diritto. Putin nel [[denaro]], negli affari e nel [[potere]].<ref name = "liberale">Citazione del novembre 2010. Citato in [[Christian Caryl]], ''Foreign Policy''; tradotto in ''La carriera di un liberale'', ''Internazionale'', n. 1092, 6 marzo 2015, p. 22.</ref> *Non credo che il presidente {{NDR|[[Barack Obama]]}} o il congresso americano possano portare la [[democrazia]] in [[Russia sotto Vladimir Putin|Russia]]. È nostro compito farlo.<ref name = "liberale"/> *{{NDR|Dichiarazione sull'Ucraina del 2005, poi rivelatasi sbagliata}} [...] sono sicuro che da qui a cinque anni, il popolo ucraino vivrà meglio di quello russo. Senza avere gas né petrolio. Entro sette anni, l'Ucraina entrerà nell’Unione europea e tutti gli ucraini avranno un passaporto Schengen. E noi li invidieremo.<ref name="oppositore">Citato in Alfredo Ranavolo, ''[http://it.euronews.com/2015/03/02/nemtsov-da-icona-della-fase-liberale-russa-a-fiero-oppositore/ Nemtsov: da icona della fase liberale russa a fiero oppositore]'', ''Euronews.com'', 2 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Dopo aver scontato 15 giorni di prigione a causa di una manifestazione svoltasi il 31 dicembre del 2010}} Perché mai dovrei lasciare il mio Paese? Amo la Russia. Che se ne vadano ladri e criminali.<ref name="oppositore"/> *Ogni volta che le telefono, mia madre mi rimprovera: "Quando la smetterai di parlare male di Putin? Guarda che quello ti ammazza!"<ref>Citato in Gwynne Dyer, ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/02/chi-ha-ucciso-boris-nemtsov La paranoia uccide]'', ''Internazionale.it'', 2 marzo 2015.</ref> {{NDR|in una dichiarazione di poco antecedente al suo assassinio}} *Tre anni fa eravamo un opposizone. Oggi siamo non più che dissidenti. :''Three years ago, we were an opposition. Now we are no more than dissidents.''<ref>{{en}} Citato in ''[http://www.ft.com/cms/s/2/4ecd1a04-bd1d-11e4-b523-00144feab7de.html#axzz3Sxm3VBeu Russia: Left out in the cold]'', ''Financial Times.com'', 26 febbraio 2015.</ref> {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/28/il-voto-ha-cancellato-era-delle.html Il voto ha cancellato l'éra delle riforme]''|2=Intervista sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2000]], ''La Repubblica'', 28 marzo 2000.|h=4}} *Niente è chiaro sul programma di Putin e ancor meno si sa dei quadri dirigenti, la squadra che vuol mettere in piedi. Io vedo davanti al nuovo presidente troppe biforcazioni per poter stabilire quale direzione prenderà. Da un lato vedo che su di lui si sono fatte più pesanti le pressioni degli "oligarchi". Dall'altro c'è un gruppo di economisti liberali nell'attesa. Quindi la scelta è: o il capitalismo banditesco, coperto di una retorica patriottica, o, nonostante tutto, il mercato europeo. *La destra ha commesso molti errori. Non possiamo considerare Javlinskij come il candidato della destra. I nostri elettori ormai lo sanno. Qualunque cosa faccia, qualsiasi somma investa nella campagna elettorale, il suo risultato sarà sempre intorno al 5-7 per cento. Piuttosto avremmo noi dovuto trovare un candidato comune, come per esempio [[Anatolij Borisovič Čubajs|Cjubais]]. Sì, lo so, a prima vista la scelta sembra esotica. Ma io sono stato eletto a Nizhnij Novgorod, so come la pensa la gente nel paese. E posso dire che all'inizio davanti a una proposta del genere i leader politici ed economici provano una certa sorpresa, ma poi ammettono che è ragionevole. Ma noi non abbiamo avuto la forza di promuovere un nostro candidato e questo ha in un certo senso pre definito l'esito delle elezioni. *Io vivo da molti anni in Russia e ormai non temo più niente. Semplicemente trovo folle votare per una persona che non si sa cosa voglia fare della Russia. Penso che bisognerebbe scegliere il proprio futuro in modo cosciente. {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0213_01_2004_0329_0011_13637266/ ''Spero che la Russia segua la via ucraina'']|Intervista di Natalie Nougayrède sulla [[rivoluzione arancione]], ''La Stampa'', 28 novembre 2004.}} *Le elezioni sono state falsificate. Viktor Yanukovic non sarà mai un presidente legittimo. *{{NDR|«Lei come giudica l'atteggiamento di Putin dentro questa crisi?»}} La situazione è estremamente negativa, poiché Putin si trova accanto a personaggi come Lukashenko e Milosevic, i soli ad applaudire all'elezione di Yanukovic. *Il fatto è che la politica seguita da Putin porterà a un deterioramento dei rapporti tra Russia e Ucraina. Gli elettori di Kiev avevano, prima, l'opinione che Putin fosse leale. Ma dopo che ha riconosciuto i risultati ufficiali elettorali, la gente è delusa. *Le forze democratiche ucraine sono di esempio a quelle russe che sono state schiacciate e sono in crisi. L'esempio ucraino può suggerirci qualcosa. {{Int|Da [https://www.limesonline.com/cartaceo/ne-democrazia-ne-impero ''"Né democrazia né impero"'']|Intervista di Margherita Belgiojoso, ''Progetto Russia'', n°3, 2008.}} *{{NDR|«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»}} Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse. *{{NDR|«Perché secondo lei Putin ha preferito come successore Dmitrij Medvedev a Sergej Ivanov?»}} Perché Medvedev è legato a doppio filo a Gazprom. E tutto quanto il monopolio energetico russo ha concluso in questi anni è sotto la diretta responsabilità del suo presidente Dmitrij Medvedev. E i [[Cekismo|cekisti]], come tutti sanno, scelgono sempre persone su cui hanno vasto materiale ''kompromat'', ovvero chi è più facilmente ricattabile. *{{NDR|«Qual è oggi il rapporto tra centro e periferia?»}} Esattamente quello che c’era nell’antica Roma tra cittadini e schiavi. Mosca è la metropoli, e la Russia è la sua colonia. Quando Putin ha iniziato il suo mandato, la distribuzione delle risorse era paritaria. Oggi il 65% va a Mosca e solo il 35% è diretto alla provincia. Inoltre ricordiamo che nel 2000 tutti i governatori erano eletti dal popolo, mentre oggi sono nominati dalla capitale. La loro responsabilità è stata drasticamente ridotta, e oggi anche per le più piccole questioni è necessario contattare Mosca: tutto viene risolto soltanto nella capitale. *Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere? *La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano. *{{NDR|«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»}} Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo. *A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà. *A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina. *La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere. {{Int|Da [https://core.ac.uk/download/pdf/83464565.pdf ''Putin. Corruzione'']|Mosca, 2011; tradotto in Francesca Finotto, ''"Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rapporto Nemcov sulla corruzione nella Russia putiniana'' [tesi di laurea], Università degli Studi di Padova, anno accademico 2016-2017.}} *L'affermazione che in Russia c’è un livello di corruzione come quello africano da tempo non corrisponde totalmente alla realtà. In molti Paesi africani il livello di corruzione è più basso che in Russia. In Egitto centinaia di migliaia di cittadini indignati dalla corruzione del governo Mubarak sono scesi nelle strade delle città e hanno ottenuto le sue dimissioni. Inoltre, in Egitto il livello di corruzione è una volta e mezzo più basso che in Russia, e il Paese, sulla base di questo parametro, si colloca al 98° posto. *In tutta la sua storia, la Russia non aveva mai conosciuto un tale livello di ladrocinio e concussione. Spesso i difensori di Putin affermano che la corruzione dei "temerari anni Novanta" non era inferiore a quella attuale. Ma i fatti dicono il contrario. Se si fa riferimento ai dati ''Rosstat'' sulla quantità di reati legati alla corruzione, allora la dinamica appare evidente: c'è stata una crescita dai 2700 reati del 1990 ai 13.100 del 2009. *La corruzione in Russia ha smesso di essere un problema, ed è diventata un sistema. Con le sue metastasi ha paralizzato la vita economica e sociale del Paese. Il fatturato annuale della corruzione nel nostro Paese ha raggiunto i 300 miliardi di dollari: questo valore, confrontato con il bilancio annuale russo, costituisce il 25% del PIL. *Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento. *La mancanza di controllo parlamentare sul potere esecutivo, moltiplicata per la mancanza di inchieste giornalistiche serie sulla pratica della corruzione, costituisce l'ambiente nutritivo per una corruzione illimitata. *La corruzione ha corroso e distrutto il sistema di tutela del diritto. La massima priorità di molti capi di polizia è l'arricchimento personale. La lotta al terrore e la sicurezza dei cittadini non rientrano fra le loro priorità. *La corruzione è rafforzata anche dal fondamentale principio putiniano di governo: "Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rispetto della legge e l'equità non sono un dovere dei funzionari di Putin. Ciò che importa è la lealtà personale. "Se sei leale ruba, se non sei leale andrai in prigione" è un altro principio guida dell'attuale potere. *Siamo convinti che senza un potere centrale onesto il problema della corruzione non verrà risolto. Il pesce puzza dalla testa. E finché alla testa del Paese ci sarà una ''cleptocrazia'' orientata all'arricchimento personale non si riuscirà a risolvere questo problema. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/07/non-fidatevi-di-vladimir-il-suo-interesse-e-solo-prendersi-kiev14.html ''"Non fidatevi di Vladimir il suo interesse è solo prendersi Kiev"'']|''La Repubblica'', 7 settembre 2014.}} *L'obiettivo di Putin è smembrare l'Ucraina cercando di impedire che entri nella Ue, e soprattutto nella Nato. *Putin si vendica per la rivoluzione. Il popolo in piazza ha rovesciato il presidente ladro? Lui mostra che cose simili non si possono fare, vuole pervenire una rivoluzione analoga in Russia. *Putin pensa che l'Occidente sia molto titubante; che l'America abbia problemi in Siria e in Iraq, e che gli europei cercheranno di evitare a ogni costo un contrasto militare. Per cui continuerà, fino a che l'Occidente glielo permette: si fermerebbe solo con una stangata, sanzioni molto più dure o a un'aperta ribellione interna. {{Int|Da ''[http://www.memorialitalia.it/l%E2%80%99ultima-intervista-rilasciata-da-boris-nemcov-a-%E2%80%9Cecho-moskvy%E2%80%9D/ La rinascita di primavera: l’opposizione tornerà nel campo politico?]''|''Echo Moskvy'', 27 febbraio 2015; citato in ''Memorialitalia.it''}} *Secondo i sondaggi dell’opinione pubblica, davvero la maggioranza dei cittadini residenti in Crimea voleva stare con la Russia, è la verità. La questione è un’altra. La questione è che non bisogna agire secondo il desiderio di qualcuno, ma secondo la legge, e rispettare gli impegni internazionali. Putin, annettendo la Crimea, ha violato un’infinita quantità di impegni internazionali della Russia. E fondamentale è l’impegno previsto dal [[memorandum di Budapest]]. *Nel 1994 la Russia ha firmato che se l’Ucraina avesse cessato di essere una potenza nucleare, cioè avesse eliminato dal suo territorio le testate nucleari, la Russia si impegnava a rispettare la sua sovranità e integrità territoriale. Occupando la Crimea, Putin di fatto ha cancellato i nostri impegni, ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. Voglio sottolineare: con l’occupazione della Crimea Putin ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. È un crimine. *{{NDR|Vladimir Putin}} ha mentito, dicendo che là non c’erano truppe. Poi ha detto che le truppe c’erano. [...] L’annessione, naturalmente, era iniziata quando Janukovič era ancora presidente dell’Ucraina e si trovava nel territorio dell’Ucraina. Se avete visto la medaglia "Per la liberazione della Crimea", sulla medaglia è impresso: 20 febbraio dell’anno scorso (inizio dell’operazione). Ricordo che Janukovič fuggì da Sebastopoli la notte fra il 22 e il 23 febbraio. È tutto documentato. Cioè Putin cominciò a impadronirsi della Crimea quando Janukovič si trovava ancora in Ucraina ed era presidente. Cioè una cosa assolutamente allucinante. *Il fatto è che la crisi ha molte sfaccettature. Il motivo principale della crisi è l’aggressione, le sanzioni che l’hanno seguita, l’isolamento che l’ha seguita, il fatto che la Russia è rimasta priva sia di tecnologia avanzata. [...] La Russia non è in grado di estrarre e non estrae gas e petrolio dallo scisto bituminoso, anche se possediamo le maggiori riserve di scisto al mondo (la Russia è il numero uno) proprio perché alla Russia è vietata l’importazione di quelle tecnologie. È vietata l’importazione di tutta l’alta tecnologia. Cioè questo è un colpo terribile per il paese. Non ci sono investimenti, c’è stata una fuga di capitali pari a 150 miliardi, e tutto questo è conseguenza di quella follia chiamata "aggressione contro l’Ucraina". Perciò il motivo della crisi è, naturalmente, la guerra. *Noi riteniamo che per portare ordine nel paese e superare la crisi, siano indispensabili importantissime riforme politiche, e in particolare: è necessario che si svolgano elezioni oneste con la partecipazione, naturalmente, dell’opposizione, e con l’abolizione della censura; che si ponga fine a questa propaganda assolutamente squallida, falsa, che ha semplicemente addormentato e mangiato il cervello ai russi. *Quando Putin attacca un paese un tempo amico, naturalmente la patria è in pericolo. [...] Perciò in realtà è una cosa assolutamente realistica: aumentare le spese per la sanità, aumentare le spese per l’istruzione grazie alla riduzione delle spese militari. Io credo che nel complesso tutte queste richieste sono realistiche. Qui non c’è nulla che possa suscitare una reazione del tipo: è impossibile, è fantascienza. *Naturalmente quando il potere è concentrato nelle mani di una sola persona, e questa persona governa in eterno – tutto finisce in un’assoluta catastrofe, assoluta. *Quando ero ministro dei combustibili e dell’energia, il petrolio costava 10 dollari – 10! E nei miei sogni erotici sognavo che arrivasse a 20: 20, capite? Ora è a 60, e loro strillano come pazzi che tutto è crollato. Be’, è chiaro, hanno creato uno stato corrotto. È chiaro, una delle cause profonde della crisi è un modello economico estremamente inefficiente. Questo modello è basato sui monopoli, sulle imprese statali, sul dominio della burocrazia – una burocrazia avida, scarsamente professionale, di fatto assolutamente antipatriottica. Cioè proprio a loro si deve la fuga di 150 miliardi dal paese, proprio loro vogliono l’offshorizzazione della Russia, quando si proclamano patrioti e gridano “la Crimea è nostra!” Perciò, naturalmente, con un tale modello economico, basato sull’esportazione di materie prime, sulle imprese statali, la Russia non può andare avanti. *Il fatto è che la gente non crede che ci sia la reale minaccia di un Majdan, capisce che sono tutte frottole. E capiscono che tutto questo è artificiale, gonfiato e fasullo. E proprio perché è fasullo, dicono: Pagateci per fingere. Siamo disposti a giocare ai vostri giochi squallidi, bugiardi giochi fasulli. *{{NDR|Sull'''[[Inno della Federazione Russa]]''}} Il nostro paese è fatto in modo che abbiamo diversi simboli, che parlano di diverse cose. Per cui l’inno staliniano da me non lo avrete. Fra parentesi, sono stato uno dei pochi deputati che hanno votato categoricamente contro l’inno staliniano. Non solo, ho perfino organizzato una campagna per raccogliere firme contro l’inno staliniano. ==Citazioni su Boris Efimovič Nemcov== *È sempre stato difficile ignorare Boris Nemtsov. Quando entrava in una stanza non si poteva fare a meno di notarlo. Questo studioso di fisica prestato alla politica era intelligente, battagliero, audace. ([[Christian Caryl]]) *Il nostro Parlamento non ha commemorato Nemtsov neppure con un minuto di raccoglimento (ed era membro del governo pochi anni fa) e il nostro Patriarca non ha detto nessuna parola in pubblico sull'assassinio scandaloso (e Nemtsov è stato insignito dalla chiesa alcuni anni fa). Che vergogna. ([[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]) *{{NDR|A proposito dell'assassinio}} Lo scopo di chi ha commesso questo omicidio era probabilmente spaventare l'opposizione. Un assassinio politico spesso ha invece l'effetto opposto, proprio come è successo in questo caso. Quando la risposta ad una certa attività politica arriva dalle armi, la gente comincia a reagire, a muoversi, a realizzare l'ingiustizia e cominciano le proteste, proprio come è successo a [[Mosca]]. ([[Péter Balázs]]) *Per molti russi, l'opposizione di Nemtsov alla guerra in Ucraina ha fatto di lui un traditore, la cui morte è stata giustificata – di fatto, quasi pretesa – da ragioni di necessità nazionale. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *Per noi ucraini, Boris resterà per sempre un patriota della [[Russia]] e un amico dell'[[Ucraina]]. Nella sua vita ha dimostrato che sono due cose compatibili, basta solo volerlo. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) ===[[Il'ja Jašin]]=== *Dal mio punto di vista, la pista di sangue che parte dal luogo della morte del mio compagno, conduce direttamente all'ufficio del leader della Cecenia: [[Ramzan Kadyrov]]. L'uomo che, secondo la versione delle indagini, ha premuto il grilletto, era comandante deputato del battaglione Nord, stabilito e strettamente controllato dal leader della Cecenia. Mi è difficile immaginare che abbia agito in maniera indipendente, senza istruzioni da parte della leadership. *Io credo sinceramente che creeremo un paese europeo moderno in Russia, qualcosa che Nemtsov sognava e per cui ha dato la vita. *L'assassinio di Boris Nemtsov è un atto terroristico. È un atto di dimostrazione politica con lo scopo di intimidire quella parte della società russa che è in disaccordo con la politica di Putin. *Nemtsov è stato spesso ironico riguardo le lotte del movimento democratico in Russia. Diceva che era una gara per dei posti in prigione. In realtà tutto si è rivelato essere ben più drammatico. Questa è una gara a chi riceve la prima pallottola. *Nessuno è paragonabile a lui [...]. Ma una delle ragioni per cui non mi sono alzato e non me ne sono andato è che non posso tradire la sua memoria. Ho bisogno di restare. *Putin ha negato più volte la presenza delle truppe russe nel Donbass e i russi hanno ciecamente creduto alle sue parole. Nemtsov sperava di rivelare la verità alla gente e di raccontargli di come i nostri soldati stiano morendo con i nostri fratelli ucraini. L'inizio di questa guerra è un vero crimine e Nemstov sognava che finisse. ===[[Garri Kasparov]]=== *Boris Nemtsov era un infaticabile militante e uno dei più esperti oppositori del governo di Putin, un ruolo che non era certo l'unico destino per lui possibile. Sindaco di successo a Nižnij Novgorod e abile membro del gabinetto e parlamentare, egli avrebbe potuto condurre una vita confortevole nella verticale del potere come una voce liberale di riforma puramente simbolica. Ma Boris non era fatto per lavorare per il regime di Putin. Aveva dei principi, eccome se ne aveva, e non poteva sopportare di vedere il nostro paese ripiombare negli abissi del totalitarismo. *La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue". *Se {{NDR|i leaders occidentali}} desideranno realmente onorare il mio impavido amico, allora dovranno dichiarare nei termini più netti che la Russia verrà trattata come il regime canaglia che è fino a quando Putin resterà al potere. Annullare la finta dei negoziati. Vendere armi all'Ucraina, che comporterebbe un prezzo politico insostenibile per l'aggressione di Putin. Dire a ogni oligarca russo che non vi sarà luogo sicuro per il suo denaro in Occidente finché egli continuerà a servire questo presidente. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Boris era uno dei politici più scomodi per il Cremlino, uno dei pochi che condannava la corruzione di Putin e del suo circolo ristretto. *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con Boris Nemcov dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». *Ritengo che Nemtsov sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso Putin). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata. ===[[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]=== *Gli hanno sparato ripetutamente alla schiena a circa un centinaio di metri dai muri del Cremlino, una delle zone più sorvegliate al mondo. Secondo la versione ufficiale, un camion della spazzatura ha oscurato le telecamere di sorveglianza del Cremlino, impedendo che il sicario o i sicari venissero ripresi. I lettori attenti lo avranno già capito, ma a scanso di equivoci: la versione ufficiale è solo un mucchio di sciocchezze. In quarant'anni e passa di esperienza come giornalista, in nessun altro posto sono stato fermato dagli ufficiali della polizia così di frequente come fuori dal Cremlino. Non puoi spostarsi di quattro metri senza che un poliziotto ti chieda di mostrargli il passaporto. La storia secondo cui Nemtsov è stato assassinato senza che le telecamere del Cremlino riprendessero prove fondamentali è assurda. *Nemtsov era un uomo straordinario, il più amabile, divertente e umano che abbia mai incontrato in Russia. Il suo brutale assassinio mi fece cadere in una profonda depressione. *Telegenico, carismatico, aperto al mondo e onesto, Nemtsov fu, per un certo periodo, l'erede designato di Eltsin. Il fatto che questo non sia mai accaduto fa parte del tragico declino e della caduta della Russia. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Nemcov, Boris Efimovic}} [[Categoria:Dissidenti russi]] [[Categoria:Politici russi]] d40wprlrnkirloccda6k9er8au76zs1 1351552 1351550 2024-11-12T11:31:30Z Mariomassone 17056 1351552 wikitext text/x-wiki [[File:Boris Nemtsov 2003 RussiaMeeting (cropped).JPG|thumb|Nemcov nel 2008]] '''Boris Efimovič Nemcov''' (1959 – 2015), politico russo. ==Citazioni di Boris Nemcov== {{cronologico}} *[[Vladimir Putin|Putin]] ha due possibilità: o ammette di non essere il padrone del Paese, oppure continuare nel gioco duro e stringere ancora di più la morsa sull'opposizione.<ref name="esulta">Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/05/ex-vice-di-eltsin-esulta-per.html ''L'ex vice di Eltsin esulta. Per lui è l'inizio della fine''], ''La Repubblica'', 5 dicembre 2011.</ref> *La gente è stanca di tante cose. La [[Corruzione in Russia|corruzione]] è di livello africano. La disparità sociale è un insulto continuo verso i lavoratori. Poi scuola, sanità, pensioni. Un disastro. Se molti arrivano a rimpiangere l'Urss e votano ancora comunista ci sarà un motivo.<ref name="esulta"/> *[[Barack Obama|Obama]] crede nella [[libertà]] e nello stato di diritto. Putin nel [[denaro]], negli affari e nel [[potere]].<ref name = "liberale">Citazione del novembre 2010. Citato in [[Christian Caryl]], ''Foreign Policy''; tradotto in ''La carriera di un liberale'', ''Internazionale'', n. 1092, 6 marzo 2015, p. 22.</ref> *Non credo che il presidente {{NDR|[[Barack Obama]]}} o il congresso americano possano portare la [[democrazia]] in [[Russia sotto Vladimir Putin|Russia]]. È nostro compito farlo.<ref name = "liberale"/> *{{NDR|Dichiarazione sull'Ucraina del 2005, poi rivelatasi sbagliata}} [...] sono sicuro che da qui a cinque anni, il popolo ucraino vivrà meglio di quello russo. Senza avere gas né petrolio. Entro sette anni, l'Ucraina entrerà nell’Unione europea e tutti gli ucraini avranno un passaporto Schengen. E noi li invidieremo.<ref name="oppositore">Citato in Alfredo Ranavolo, ''[http://it.euronews.com/2015/03/02/nemtsov-da-icona-della-fase-liberale-russa-a-fiero-oppositore/ Nemtsov: da icona della fase liberale russa a fiero oppositore]'', ''Euronews.com'', 2 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Dopo aver scontato 15 giorni di prigione a causa di una manifestazione svoltasi il 31 dicembre del 2010}} Perché mai dovrei lasciare il mio Paese? Amo la Russia. Che se ne vadano ladri e criminali.<ref name="oppositore"/> *Ogni volta che le telefono, mia madre mi rimprovera: "Quando la smetterai di parlare male di Putin? Guarda che quello ti ammazza!"<ref>Citato in Gwynne Dyer, ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/02/chi-ha-ucciso-boris-nemtsov La paranoia uccide]'', ''Internazionale.it'', 2 marzo 2015.</ref> {{NDR|in una dichiarazione di poco antecedente al suo assassinio}} *Tre anni fa eravamo un opposizone. Oggi siamo non più che dissidenti. :''Three years ago, we were an opposition. Now we are no more than dissidents.''<ref>{{en}} Citato in ''[http://www.ft.com/cms/s/2/4ecd1a04-bd1d-11e4-b523-00144feab7de.html#axzz3Sxm3VBeu Russia: Left out in the cold]'', ''Financial Times.com'', 26 febbraio 2015.</ref> {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/28/il-voto-ha-cancellato-era-delle.html Il voto ha cancellato l'éra delle riforme]''|2=Intervista sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2000]], ''La Repubblica'', 28 marzo 2000.|h=4}} *Niente è chiaro sul programma di Putin e ancor meno si sa dei quadri dirigenti, la squadra che vuol mettere in piedi. Io vedo davanti al nuovo presidente troppe biforcazioni per poter stabilire quale direzione prenderà. Da un lato vedo che su di lui si sono fatte più pesanti le pressioni degli "oligarchi". Dall'altro c'è un gruppo di economisti liberali nell'attesa. Quindi la scelta è: o il capitalismo banditesco, coperto di una retorica patriottica, o, nonostante tutto, il mercato europeo. *La destra ha commesso molti errori. Non possiamo considerare Javlinskij come il candidato della destra. I nostri elettori ormai lo sanno. Qualunque cosa faccia, qualsiasi somma investa nella campagna elettorale, il suo risultato sarà sempre intorno al 5-7 per cento. Piuttosto avremmo noi dovuto trovare un candidato comune, come per esempio [[Anatolij Borisovič Čubajs|Cjubais]]. Sì, lo so, a prima vista la scelta sembra esotica. Ma io sono stato eletto a Nizhnij Novgorod, so come la pensa la gente nel paese. E posso dire che all'inizio davanti a una proposta del genere i leader politici ed economici provano una certa sorpresa, ma poi ammettono che è ragionevole. Ma noi non abbiamo avuto la forza di promuovere un nostro candidato e questo ha in un certo senso pre definito l'esito delle elezioni. *Io vivo da molti anni in Russia e ormai non temo più niente. Semplicemente trovo folle votare per una persona che non si sa cosa voglia fare della Russia. Penso che bisognerebbe scegliere il proprio futuro in modo cosciente. {{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0213_01_2004_0329_0011_13637266/ ''Spero che la Russia segua la via ucraina'']|Intervista di Natalie Nougayrède sulla [[rivoluzione arancione]], ''La Stampa'', 28 novembre 2004.}} *Le elezioni sono state falsificate. Viktor Yanukovic non sarà mai un presidente legittimo. *{{NDR|«Lei come giudica l'atteggiamento di Putin dentro questa crisi?»}} La situazione è estremamente negativa, poiché Putin si trova accanto a personaggi come Lukashenko e Milosevic, i soli ad applaudire all'elezione di Yanukovic. *Il fatto è che la politica seguita da Putin porterà a un deterioramento dei rapporti tra Russia e Ucraina. Gli elettori di Kiev avevano, prima, l'opinione che Putin fosse leale. Ma dopo che ha riconosciuto i risultati ufficiali elettorali, la gente è delusa. *Le forze democratiche ucraine sono di esempio a quelle russe che sono state schiacciate e sono in crisi. L'esempio ucraino può suggerirci qualcosa. {{Int|Da [https://www.limesonline.com/cartaceo/ne-democrazia-ne-impero ''"Né democrazia né impero"'']|Intervista di Margherita Belgiojoso, ''Progetto Russia'', n°3, 2008.}} *{{NDR|«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»}} Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse. *{{NDR|«Perché secondo lei Putin ha preferito come successore Dmitrij Medvedev a Sergej Ivanov?»}} Perché Medvedev è legato a doppio filo a Gazprom. E tutto quanto il monopolio energetico russo ha concluso in questi anni è sotto la diretta responsabilità del suo presidente Dmitrij Medvedev. E i [[Cekismo|cekisti]], come tutti sanno, scelgono sempre persone su cui hanno vasto materiale ''kompromat'', ovvero chi è più facilmente ricattabile. *{{NDR|«Qual è oggi il rapporto tra centro e periferia?»}} Esattamente quello che c’era nell’antica Roma tra cittadini e schiavi. Mosca è la metropoli, e la Russia è la sua colonia. Quando Putin ha iniziato il suo mandato, la distribuzione delle risorse era paritaria. Oggi il 65% va a Mosca e solo il 35% è diretto alla provincia. Inoltre ricordiamo che nel 2000 tutti i governatori erano eletti dal popolo, mentre oggi sono nominati dalla capitale. La loro responsabilità è stata drasticamente ridotta, e oggi anche per le più piccole questioni è necessario contattare Mosca: tutto viene risolto soltanto nella capitale. *Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere? *La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano. *{{NDR|«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»}} Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo. *A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà. *A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina. *La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere. {{Int|Da [https://core.ac.uk/download/pdf/83464565.pdf ''Putin. Corruzione'']|Mosca, 2011; tradotto in Francesca Finotto, ''"Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rapporto Nemcov sulla corruzione nella Russia putiniana'' [tesi di laurea], Università degli Studi di Padova, anno accademico 2016-2017.}} *L'affermazione che in Russia c’è un livello di corruzione come quello africano da tempo non corrisponde totalmente alla realtà. In molti Paesi africani il livello di corruzione è più basso che in Russia. In Egitto centinaia di migliaia di cittadini indignati dalla corruzione del governo Mubarak sono scesi nelle strade delle città e hanno ottenuto le sue dimissioni. Inoltre, in Egitto il livello di corruzione è una volta e mezzo più basso che in Russia, e il Paese, sulla base di questo parametro, si colloca al 98° posto. *In tutta la sua storia, la Russia non aveva mai conosciuto un tale livello di ladrocinio e concussione. Spesso i difensori di Putin affermano che la corruzione dei "temerari anni Novanta" non era inferiore a quella attuale. Ma i fatti dicono il contrario. Se si fa riferimento ai dati ''Rosstat'' sulla quantità di reati legati alla corruzione, allora la dinamica appare evidente: c'è stata una crescita dai 2700 reati del 1990 ai 13.100 del 2009. *La corruzione in Russia ha smesso di essere un problema, ed è diventata un sistema. Con le sue metastasi ha paralizzato la vita economica e sociale del Paese. Il fatturato annuale della corruzione nel nostro Paese ha raggiunto i 300 miliardi di dollari: questo valore, confrontato con il bilancio annuale russo, costituisce il 25% del PIL. *Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento. *La mancanza di controllo parlamentare sul potere esecutivo, moltiplicata per la mancanza di inchieste giornalistiche serie sulla pratica della corruzione, costituisce l'ambiente nutritivo per una corruzione illimitata. *La corruzione ha corroso e distrutto il sistema di tutela del diritto. La massima priorità di molti capi di polizia è l'arricchimento personale. La lotta al terrore e la sicurezza dei cittadini non rientrano fra le loro priorità. *La corruzione è rafforzata anche dal fondamentale principio putiniano di governo: "Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rispetto della legge e l'equità non sono un dovere dei funzionari di Putin. Ciò che importa è la lealtà personale. "Se sei leale ruba, se non sei leale andrai in prigione" è un altro principio guida dell'attuale potere. *Siamo convinti che senza un potere centrale onesto il problema della corruzione non verrà risolto. Il pesce puzza dalla testa. E finché alla testa del Paese ci sarà una ''cleptocrazia'' orientata all'arricchimento personale non si riuscirà a risolvere questo problema. {{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/07/non-fidatevi-di-vladimir-il-suo-interesse-e-solo-prendersi-kiev14.html ''"Non fidatevi di Vladimir il suo interesse è solo prendersi Kiev"'']|''La Repubblica'', 7 settembre 2014.}} *L'obiettivo di Putin è smembrare l'Ucraina cercando di impedire che entri nella Ue, e soprattutto nella Nato. *Putin si vendica per la rivoluzione. Il popolo in piazza ha rovesciato il presidente ladro? Lui mostra che cose simili non si possono fare, vuole pervenire una rivoluzione analoga in Russia. *Putin pensa che l'Occidente sia molto titubante; che l'America abbia problemi in Siria e in Iraq, e che gli europei cercheranno di evitare a ogni costo un contrasto militare. Per cui continuerà, fino a che l'Occidente glielo permette: si fermerebbe solo con una stangata, sanzioni molto più dure o a un'aperta ribellione interna. {{Int|Da ''[http://www.memorialitalia.it/l%E2%80%99ultima-intervista-rilasciata-da-boris-nemcov-a-%E2%80%9Cecho-moskvy%E2%80%9D/ La rinascita di primavera: l’opposizione tornerà nel campo politico?]''|''Echo Moskvy'', 27 febbraio 2015; citato in ''Memorialitalia.it''}} *Secondo i sondaggi dell’opinione pubblica, davvero la maggioranza dei cittadini residenti in Crimea voleva stare con la Russia, è la verità. La questione è un’altra. La questione è che non bisogna agire secondo il desiderio di qualcuno, ma secondo la legge, e rispettare gli impegni internazionali. Putin, annettendo la Crimea, ha violato un’infinita quantità di impegni internazionali della Russia. E fondamentale è l’impegno previsto dal [[memorandum di Budapest]]. *Nel 1994 la Russia ha firmato che se l’Ucraina avesse cessato di essere una potenza nucleare, cioè avesse eliminato dal suo territorio le testate nucleari, la Russia si impegnava a rispettare la sua sovranità e integrità territoriale. Occupando la Crimea, Putin di fatto ha cancellato i nostri impegni, ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. Voglio sottolineare: con l’occupazione della Crimea Putin ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. È un crimine. *{{NDR|Vladimir Putin}} ha mentito, dicendo che là non c’erano truppe. Poi ha detto che le truppe c’erano. [...] L’annessione, naturalmente, era iniziata quando Janukovič era ancora presidente dell’Ucraina e si trovava nel territorio dell’Ucraina. Se avete visto la medaglia "Per la liberazione della Crimea", sulla medaglia è impresso: 20 febbraio dell’anno scorso (inizio dell’operazione). Ricordo che Janukovič fuggì da Sebastopoli la notte fra il 22 e il 23 febbraio. È tutto documentato. Cioè Putin cominciò a impadronirsi della Crimea quando Janukovič si trovava ancora in Ucraina ed era presidente. Cioè una cosa assolutamente allucinante. *Il fatto è che la crisi ha molte sfaccettature. Il motivo principale della crisi è l’aggressione, le sanzioni che l’hanno seguita, l’isolamento che l’ha seguita, il fatto che la Russia è rimasta priva sia di tecnologia avanzata. [...] La Russia non è in grado di estrarre e non estrae gas e petrolio dallo scisto bituminoso, anche se possediamo le maggiori riserve di scisto al mondo (la Russia è il numero uno) proprio perché alla Russia è vietata l’importazione di quelle tecnologie. È vietata l’importazione di tutta l’alta tecnologia. Cioè questo è un colpo terribile per il paese. Non ci sono investimenti, c’è stata una fuga di capitali pari a 150 miliardi, e tutto questo è conseguenza di quella follia chiamata "aggressione contro l’Ucraina". Perciò il motivo della crisi è, naturalmente, la guerra. *Noi riteniamo che per portare ordine nel paese e superare la crisi, siano indispensabili importantissime riforme politiche, e in particolare: è necessario che si svolgano elezioni oneste con la partecipazione, naturalmente, dell’opposizione, e con l’abolizione della censura; che si ponga fine a questa propaganda assolutamente squallida, falsa, che ha semplicemente addormentato e mangiato il cervello ai russi. *Quando Putin attacca un paese un tempo amico, naturalmente la patria è in pericolo. [...] Perciò in realtà è una cosa assolutamente realistica: aumentare le spese per la sanità, aumentare le spese per l’istruzione grazie alla riduzione delle spese militari. Io credo che nel complesso tutte queste richieste sono realistiche. Qui non c’è nulla che possa suscitare una reazione del tipo: è impossibile, è fantascienza. *Naturalmente quando il potere è concentrato nelle mani di una sola persona, e questa persona governa in eterno – tutto finisce in un’assoluta catastrofe, assoluta. *Quando ero ministro dei combustibili e dell’energia, il petrolio costava 10 dollari – 10! E nei miei sogni erotici sognavo che arrivasse a 20: 20, capite? Ora è a 60, e loro strillano come pazzi che tutto è crollato. Be’, è chiaro, hanno creato uno stato corrotto. È chiaro, una delle cause profonde della crisi è un modello economico estremamente inefficiente. Questo modello è basato sui monopoli, sulle imprese statali, sul dominio della burocrazia – una burocrazia avida, scarsamente professionale, di fatto assolutamente antipatriottica. Cioè proprio a loro si deve la fuga di 150 miliardi dal paese, proprio loro vogliono l’offshorizzazione della Russia, quando si proclamano patrioti e gridano “la Crimea è nostra!” Perciò, naturalmente, con un tale modello economico, basato sull’esportazione di materie prime, sulle imprese statali, la Russia non può andare avanti. *Il fatto è che la gente non crede che ci sia la reale minaccia di un Majdan, capisce che sono tutte frottole. E capiscono che tutto questo è artificiale, gonfiato e fasullo. E proprio perché è fasullo, dicono: Pagateci per fingere. Siamo disposti a giocare ai vostri giochi squallidi, bugiardi giochi fasulli. *{{NDR|Sull'''[[Inno della Federazione Russa]]''}} Il nostro paese è fatto in modo che abbiamo diversi simboli, che parlano di diverse cose. Per cui l’inno staliniano da me non lo avrete. Fra parentesi, sono stato uno dei pochi deputati che hanno votato categoricamente contro l’inno staliniano. Non solo, ho perfino organizzato una campagna per raccogliere firme contro l’inno staliniano. ==Citazioni su Boris Nemcov== *È sempre stato difficile ignorare Boris Nemtsov. Quando entrava in una stanza non si poteva fare a meno di notarlo. Questo studioso di fisica prestato alla politica era intelligente, battagliero, audace. ([[Christian Caryl]]) *Il nostro Parlamento non ha commemorato Nemtsov neppure con un minuto di raccoglimento (ed era membro del governo pochi anni fa) e il nostro Patriarca non ha detto nessuna parola in pubblico sull'assassinio scandaloso (e Nemtsov è stato insignito dalla chiesa alcuni anni fa). Che vergogna. ([[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]) *{{NDR|A proposito dell'assassinio}} Lo scopo di chi ha commesso questo omicidio era probabilmente spaventare l'opposizione. Un assassinio politico spesso ha invece l'effetto opposto, proprio come è successo in questo caso. Quando la risposta ad una certa attività politica arriva dalle armi, la gente comincia a reagire, a muoversi, a realizzare l'ingiustizia e cominciano le proteste, proprio come è successo a [[Mosca]]. ([[Péter Balázs]]) *Per molti russi, l'opposizione di Nemtsov alla guerra in Ucraina ha fatto di lui un traditore, la cui morte è stata giustificata – di fatto, quasi pretesa – da ragioni di necessità nazionale. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *Per noi ucraini, Boris resterà per sempre un patriota della [[Russia]] e un amico dell'[[Ucraina]]. Nella sua vita ha dimostrato che sono due cose compatibili, basta solo volerlo. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) ===[[Il'ja Jašin]]=== *Dal mio punto di vista, la pista di sangue che parte dal luogo della morte del mio compagno, conduce direttamente all'ufficio del leader della Cecenia: [[Ramzan Kadyrov]]. L'uomo che, secondo la versione delle indagini, ha premuto il grilletto, era comandante deputato del battaglione Nord, stabilito e strettamente controllato dal leader della Cecenia. Mi è difficile immaginare che abbia agito in maniera indipendente, senza istruzioni da parte della leadership. *Io credo sinceramente che creeremo un paese europeo moderno in Russia, qualcosa che Nemtsov sognava e per cui ha dato la vita. *L'assassinio di Boris Nemtsov è un atto terroristico. È un atto di dimostrazione politica con lo scopo di intimidire quella parte della società russa che è in disaccordo con la politica di Putin. *Nemtsov è stato spesso ironico riguardo le lotte del movimento democratico in Russia. Diceva che era una gara per dei posti in prigione. In realtà tutto si è rivelato essere ben più drammatico. Questa è una gara a chi riceve la prima pallottola. *Nessuno è paragonabile a lui [...]. Ma una delle ragioni per cui non mi sono alzato e non me ne sono andato è che non posso tradire la sua memoria. Ho bisogno di restare. *Putin ha negato più volte la presenza delle truppe russe nel Donbass e i russi hanno ciecamente creduto alle sue parole. Nemtsov sperava di rivelare la verità alla gente e di raccontargli di come i nostri soldati stiano morendo con i nostri fratelli ucraini. L'inizio di questa guerra è un vero crimine e Nemstov sognava che finisse. ===[[Garri Kasparov]]=== *Boris Nemtsov era un infaticabile militante e uno dei più esperti oppositori del governo di Putin, un ruolo che non era certo l'unico destino per lui possibile. Sindaco di successo a Nižnij Novgorod e abile membro del gabinetto e parlamentare, egli avrebbe potuto condurre una vita confortevole nella verticale del potere come una voce liberale di riforma puramente simbolica. Ma Boris non era fatto per lavorare per il regime di Putin. Aveva dei principi, eccome se ne aveva, e non poteva sopportare di vedere il nostro paese ripiombare negli abissi del totalitarismo. *La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue". *Se {{NDR|i leaders occidentali}} desideranno realmente onorare il mio impavido amico, allora dovranno dichiarare nei termini più netti che la Russia verrà trattata come il regime canaglia che è fino a quando Putin resterà al potere. Annullare la finta dei negoziati. Vendere armi all'Ucraina, che comporterebbe un prezzo politico insostenibile per l'aggressione di Putin. Dire a ogni oligarca russo che non vi sarà luogo sicuro per il suo denaro in Occidente finché egli continuerà a servire questo presidente. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Boris era uno dei politici più scomodi per il Cremlino, uno dei pochi che condannava la corruzione di Putin e del suo circolo ristretto. *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con Boris Nemcov dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». *Ritengo che Nemtsov sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso Putin). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata. ===[[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]=== *Gli hanno sparato ripetutamente alla schiena a circa un centinaio di metri dai muri del Cremlino, una delle zone più sorvegliate al mondo. Secondo la versione ufficiale, un camion della spazzatura ha oscurato le telecamere di sorveglianza del Cremlino, impedendo che il sicario o i sicari venissero ripresi. I lettori attenti lo avranno già capito, ma a scanso di equivoci: la versione ufficiale è solo un mucchio di sciocchezze. In quarant'anni e passa di esperienza come giornalista, in nessun altro posto sono stato fermato dagli ufficiali della polizia così di frequente come fuori dal Cremlino. Non puoi spostarsi di quattro metri senza che un poliziotto ti chieda di mostrargli il passaporto. La storia secondo cui Nemtsov è stato assassinato senza che le telecamere del Cremlino riprendessero prove fondamentali è assurda. *Nemtsov era un uomo straordinario, il più amabile, divertente e umano che abbia mai incontrato in Russia. Il suo brutale assassinio mi fece cadere in una profonda depressione. *Telegenico, carismatico, aperto al mondo e onesto, Nemtsov fu, per un certo periodo, l'erede designato di Eltsin. Il fatto che questo non sia mai accaduto fa parte del tragico declino e della caduta della Russia. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Nemcov, Boris Efimovic}} [[Categoria:Dissidenti russi]] [[Categoria:Politici russi]] g2q6bsf7ig2qt8i9e4igv20s0297jy4 Pattinaggio 0 109297 1351446 778927 2024-11-12T02:15:54Z Danyele 19198 spostamento di citazioni nella più pertinente voce sul [[pattinaggio artistico su ghiaccio]]; fix di conseguenza 1351446 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Schaatsen op de Prinsengracht in Amsterdam foto24.jpg|thumb|Pattinaggio su un canale ghiacciato di Amsterdam (2018)]] Citazioni sul '''pattinaggio'''. *Pattinando sopra un ghiaccio sottile, la sola speranza di salvezza sta nella velocità. ([[Ralph Waldo Emerson]]) ==Voci correlate== *[[Pattinaggio artistico su ghiaccio]] *[[Pattino]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul}} {{S}} [[Categoria:Discipline sportive]] 6f97v4mpyh7byxsth56tb769jczxhwn Bontà e cattiveria 0 109962 1351460 1351300 2024-11-12T03:52:20Z AssassinsCreed 17001 non proprio pertinente 1351460 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni su '''bontà''' e '''cattiveria''' (o '''malvagità'''). ==Citazioni== *A volte le persone sono buone solo perché hanno delle inibizioni che le trattengono dal fare del male. Questo è il massimo a cui può arrivare un essere umano... C'è poi chi è buono perché è troppo vigliacco per essere cattivo. ([[Sándor Márai]]) *Bisogna, sì, ricompensare generosamente i benefattori, ma anche tenere prudentemente a bada i malvagi. ([[Esopo]]) *Bisogna stare attenti a non cadere nella dicotomia buoni e cattivi, perché nella vita come nel mondo dello spettacolo e perfino nella politica, non è facile trovare esempi di pura moralità. Roosevelt e persino Kennedy non sarebbero stati mai presidenti mentre Hitler probabilmente lo avrebbero eletto comunque perché era vegetariano e molto ligio al dovere. ([[Stellan Skarsgård]]) *''Buoni o cattivi | non è la fine, | prima c'è il giusto o sbagliato | da sopportare.'' ([[Vasco Rossi]]) *Buono e cattivo sono termini arcaici, che l'abuso ha degradati a significati solo gastronomici. Propongo di sostituirli con «chiaro» e «oscuro». Tutto quello che (in noi stessi) è chiaro, è buono; tutto quello che è oscuro, è cattivo. ([[Umberto Saba]]) *C'è una tracotanza nella bontà che si presenta come malvagità. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Ci sono dei malvagi che sarebbero meno pericolosi se non fossero assolutamente capaci di bontà. ([[François de La Rochefoucauld]]) *Ci sono persone buone che fanno cose buone e persone cattive che fanno cose cattive, ma se volete trovare gente buona che faccia cose cattive, rivolgetevi alla religione. ([[Steven Weinberg]]) *Colui che fa del bene diviene buono, colui che fa del male diviene malvagio. (''[[Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad]]'') *Come la foglia non ingiallisce senza la muta complicità di tutta la pianta, così il malvagio non potrà nuocere senza il tacito consenso di tutti voi. Voi non potete separare il giusto dall'ingiusto e il buono dal cattivo; perché stanno mescolati insieme al cospetto del sole, come insieme sono tessuti il filo bianco e il filo nero. E, se il filo nero si spezza, il tessitore dovrà esaminare la tela da cima a fondo e proverà di nuovo il suo telaio. ([[Khalil Gibran]]) *Come mai gli uomini diventavano grassi quando erano cattivi, e morivano dalla fame quando erano buoni? ([[Alce Nero]]) *Come sono diverse queste due parole, «cattivo» e «malvagio» [...] domandiamoci chi propriamente è il «malvagio», nel senso della morale del ''ressentiment''. Con una risposta rigorosa occorrerà dire: ''appunto'' il «buono» dell'altra morale, appunto il nobile, il potente, il dominatore. ([[Friedrich Nietzsche]]) *''Con gli occhi chiusi | hanno tutti | una faccia onesta; | li divide il risveglio; | diventano buoni e cattivi. | Cattivi, buoni... | Non si nasce tali per natura. | Tali si diventa. | È soprattutto l'educazione.'' ([[Ho Chi Minh]]) *Dando troppa importanza alle buone azioni si finisce col rendere un omaggio indiretto e potente al male: allora, infatti, si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio che in quanto sono rare e che la malvagità e l'indifferenza determinano assai più frequentemente le azioni degli uomini. E questa è un'idea che il narratore non condivide. Il male che è nel mondo viene quasi sempre dall'ignoranza, e la buona volontà può fare guai quanto la malvagità, se non è illuminata. Gli uomini sono buoni piuttosto che malvagi, e davvero non si tratta di questo; ma essi più o meno ignorano, ed è quello che si chiama virtù o vizio, il vizio più disperato essendo quello dell'ignoranza che crede di saper tutto e che allora si autorizza a uccidere. ([[Albert Camus]]) *Dio non vuole che la gente sia troppo buona. Non gli va giù. Gli piace che non sia né troppo buona né troppo cattiva; ma, ai suoi occhi, è più veniale la tendenza all'eccesso di cattiveria che la tendenza all'eccesso di bontà. ([[Samuel Butler]]) *È assurdo dividere le persone in buoni e cattivi, le persone sono o affascinanti o noiose. (''[[Le seduttrici]]'') *– È cattivo. Lo è sempre stato. I cattivi fanno cose cattive.<br/>– Anche i buoni fanno cose cattive. I buoni ti fottono e i cattivi ti fottono. (''[[Sex and the City (film)|Sex and the City]]'') *È male sospettare che un uomo sia cattivo perché è caritatevole, e vizioso perché è buono. ([[Daniel Defoe]]) *Ebbene, come vedrete, molto spesso i buoni toccano solo le spine della vita, mentre i malvagi non ne raccolgono che le rose. (''[[Justine ovvero le disavventure della virtù]]'') *Essendo cattivi, aggraviamo l'uno contro l'altro le nostre disgrazie, essendo buoni, ci aiutiamo scambievolmente contro il male che non abbiamo fatto, ma che ci tocca patire ad ogni modo. ([[Alfredo Oriani]]) *Facciamo del bene ai buoni perché essi lo meritano ed ai cattivi per far loro conoscere il bene, per toccare, intenerire il loro cuore! ([[Juliette Colbert]]) *Facili sono a farsi le cose non buone, dannose per noi stessi: ciò che, invece, è benefico, ciò che è buono, questo è davvero estremamente difficile a compiersi. ([[Gautama Buddha]]) *Fai in modo di non sentire la cattiveria degli uomini, ma di apprezzare la loro bontà. ([[Romano Battaglia]]) *Gli uomini malvagi non hanno bisogno che di una cosa per raggiungere i loro scopi, cioè che gli uomini buoni guardino e non facciano nulla. ([[John Stuart Mill]]) *Ho visto uomini buoni fare cose cattive e uomini cattivi fare cose buone. Se ti ritroverai in Paradiso o all'Inferno, solo tu puoi deciderlo, non il buon Dio. (''[[Cowboys & Aliens (film)|Cowboys & Aliens (film)]]'') *I buoni perdono, perdono sempre. Devono seguire le regole per forza, i cattivi invece no. (''[[C'era una volta]]'') *I cattivi sono tutti istruiti e i buoni sono tutti ignoranti. ([[Carlo Felice di Savoia]]) *Il buono vive in società, il malvagio da solo. ([[Denis Diderot]]) *Il malvagio pensa sempre a sé, il buono qualche volta agli altri: il più buono è l'[[innamorato]]. ([[Giovanni Battista Niccolini]]) *Il mondo ama i [[mediocrità|mediocri]]. Il mondo odia coloro che sono molto buoni e coloro che sono molto malvagi. I buoni rappresentano un biasimo per i mediocri, per i quali i malvagi costituiscono un turbamento. ([[Fulton John Sheen]]) *Il mondo si divide in buoni e i cattivi. I buoni dormono meglio, ma i cattivi, da svegli, si divertono molto di più. ([[Woody Allen]]) *Il simile è amico al simile: che, cioè, il solo buono è amico al solo buono, mentre il cattivo non contrae mai una vera amicizia né col buono né col cattivo. ([[Platone]]) *In altre parole, le tendenze naturali dell'uomo non sono affatto così cattive. L'uomo non è affatto cattivo dalla nascita, ma semplicemente non è sufficientemente buono per le esigenze della vita sociale moderna. ([[Konrad Lorenz]]) *In un racconto io posso trasformare il bene in male e il male in peggio e, cosa ancora più divertente, quelli veramente buoni in veramente cattivi. ([[Jeffery Deaver]]) *Io ho il merito di tenere aperto un esattissimo conto corrente a beneficio delle persone di mia conoscenza, portando a libro con una scrupolosa precisione tutto il bene ed il male che ne so. Questo lavoro lo fo così coscienziosamente, che son felice di farvi sapere che il più abbietto degli uomini può anche essere il più caro e degno amico del mondo; e sono in grado di darvi la consolante notizia che vi ha assai meno differenza di quanto possiate credere tra un uomo onesto e un birbante. ([[Charles Dickens]]) *Io sempre ho affermato e affermerò che esiste la stirpe degli dèi celesti, ma non credo che si occupi di ciò che fa la stirpe umana; infatti se se ne occupasse, ai buoni andrebbe bene, ai cattivi male, mentre ora non è affatto così. ([[Quinto Ennio]]) *L'esperienza da Scrittore mi ha insegnato che l'esperienza che hai fatto con i cattivi è ancora niente rispetto all'esperienza cui potresti andare incontro con i buoni. ([[Aldo Busi]]) *L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *L'uomo non può da se stesso decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo [...] La coscienza non è una fonte autonoma ed esclusiva per decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo... La sua pretesa di diventare fonte autonoma ed esclusiva nel decidere il bene e il male [...] è la vera bestemmia [...], è rifiuto dello Spirito Santo. ([[Papa Giovanni Paolo II]]) *La bontà delle cose buone, come la cattiveria delle cose cattive, è un prodigio che va al di là di ogni parola: si potrà forse dipingerlo, non discorrerne. ([[Gilbert Keith Chesterton]]) *La bontà è la stupidità delle persone di spirito, la cattiveria è lo spirito degli imbecilli. ([[Henri Duvernois]]) *La bontà è quasi sempre un gesto letterario; la cattiveria è un sentimento umano. ([[Libero Bovio]]) *La brava gente augura, senza saperlo, tutto il male possibile al "cattivo soggetto". ([[Paul Valéry]]) *La cattiveria dei buoni è pericolosissima. ([[Giulio Andreotti]]) *La gente non è cattiva, sapete: ha solo paura di essere buona. (''[[Campane a martello]]'') *La morte, la vita, la fama, l'infamia, il dolore, il piacere, la ricchezza, la povertà, tutto ciò tocca ugualmente a buoni e cattivi, non essendo queste cose né belle né brutte; e, dunque, neppure beni o mali. ([[Marco Aurelio]]) *La nostra bontà non è che la nostra cattiveria che dorme. ([[Jules Renard]]) *La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi. ([[Socrate]]) *La vera tragedia non è la cattiveria dei cattivi, ma la futilità delle buone intenzioni dei buoni. ([[Massimo Gramellini]]) *Le cose non hanno una logica chiara. Il buono non porta né al buono né al cattivo. (''[[Saw IV - Il gioco continua]]'') *Lei è ineffabile, crede ancora che un individuo sia tutto buono o tutto cattivo. Crede ancora che il bene sia ammantato di luce e che il male si nasconda nell'ombra. Ma dov'è l'ombra? E dov'è la luce? Dov'è la frontiera del male? E dov'è lei, al di qua o al di là di quel confine? (''[[Il corvo (film 1943)|Il corvo]]'') *Lungi da me perciò ogni causa che non sia interamente la mia causa! Voi pensate che la mia causa dovrebbe essere almeno la «buona causa»? Macché buono e cattivo! Io stesso sono la mia causa, e io non sono né buono né cattivo. L'una e l'altra cosa non hanno per me senso alcuno. ([[Max Stirner]]) *''Ma un uomo di valore è a volte cattivo, a volte buono.'' ([[Simonide]]) *Mi vergogno per gli uomini che soggiacciono a Dio. Spesso sono brave persone, uomini buoni. Per riuscire a essere buoni hanno bisogno di un potere che alla bontà dia un nome e una cornice. Per combattere la loro cattiveria innata, con la quale tutti dobbiamo fare i conti, hanno bisogno di obbedienza e di esercizi decretati. Avrebbero ragione se ormai non si fosse visto che questa obbedienza ha il carattere di ogni obbedienza; e poiché loro non conoscono questo carattere agiscono alla cieca e si educano, con un enorme sforzo su se stessi, fino a diventare strumenti. ([[Elias Canetti]]) *Nei sogni della notte i cattivi chiedono perdono ed i buoni uccidono. ([[Stefano Benni]]) *Nessuna donna nata in questo mondo è immune ai piaceri della bontà. Si nasce alla bontà: è la nostra primogenitura. Solo molta grinta e un'ostinazione incrollabile ci spingono a esigere il diritto alla cattiveria – perché sappiamo che solo in questo modo possiamo diventare persone – non figli o nipoti, ma individui, e possibili artiste. ([[Erica Jong]]) *Nessuno merita di essere lodato per la propria bontà, se non ha la forza di essere cattivo; ogni altra bontà, il più delle volte, non è altro che pigrizia o assenza di volontà. ([[François de La Rochefoucauld]]) *Niente è buono o cattivo se non è tale nel nostro pensiero. ([[William Shakespeare]], ''[[Amleto]]'') *Noi rinunciamo a mutilare l'individuo in nome di non importa quale ideale: tutto ciò che ci riserviamo è di esprimere francamente le nostre [[simpatia e antipatia|simpatie e antipatie]] per quanto giudichiamo buono o cattivo. ([[Pëtr Alekseevič Kropotkin]]) *Non ci sono i buoni e i cattivi, esistono solo i nemici e i non nemici. (''[[Final Fantasy VIII]]'') *Non esiste il buono e il cattivo, è il pensiero che li rende tali. (''[[Stay - Nel labirinto della mente]]'') *Non sarebbe poi tanto male se ci fosse qualcosa per distinguere i buoni dai cattivi. ([[Louis-Ferdinand Céline]]) *Non sempre è così facile distinguere i buoni dai cattivi. I peccatori possono sorprenderci e lo stesso vale per i santi. Perché cerchiamo di catalogare le persone solo come buone o cattive? Perché nessuno vuole ammettere che la compassione e la crudeltà possono anche convivere in un cuore e che tutti noi siamo capaci di qualunque cosa. (''[[Desperate Housewives (seconda stagione)|Desperate Housewives]]'') *Non siamo mai né buoni né cattivi quanto le nostre opinioni. ([[Giovanni Battista Niccolini]]) *Noi siamo tutti dei poveri imbecilli (parlo per me, beninteso) incapaci di essere buoni o cattivi per due ore intere di seguito. ([[Jules Renard]]) *Non so quale sarà il giudizio, se [...] io abbia fatto qualcosa di buono; io posso soltanto dire che ho cercato di non fare cose brutte e cattive e coscientemente non ne ho fatte. ([[Pavel Aleksandrovič Florenskij]]) *''Per favore, non chiedetemi di | essere buono o cattivo.'' ([[Antonio Infantino]]) *Per questo l'uomo dabbene in mezzo a' malvagi rovina sempre. ([[Ugo Foscolo]]) *Perciò, dimostrai un'abilità inconscia e, a quanto pare, naturale, automatica, nell'ingannare sia me stesso sia gli altri, che, a «livello motivazionale», non solo privava completamente la cosa generosa che avevo cercato di fare di qualsiasi autentico valore, facendomi fallire, ancora una volta, nei miei tentativi di essere sinceramente quello che qualcuno avrebbe classificato come una persona autenticamente «buona» o «brava», ma mi metteva, pericolosamente, in una luce tale da poter essere classificato come «tenebroso», «malvagio», o «senza alcuna speranza di diventare sinceramente buono». ([[David Foster Wallace]]) *Purtroppo la bontà non fa notizia, quindi se vuoi mettere il sale a una pietanza devi mettere la cattiveria. ([[Leo Ortolani]]) *Quaggiù, il successo è il solo metro di giudizio di ciò che è buono o cattivo. ([[Adolf Hitler]]) *Qualcuno ha detto che i cattivi vincono sempre. A volte il cattivo è un fidanzato bastardo. A volte il cattivo è l'uomo contro cui combatti fin da quando hai memoria. E a volte il cattivo è una malattia contro cui non avevi la minima chance. E tu puoi solo tornare al lavoro e sperare che prima o poi essere buoni paghi. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri (quarta stagione)|Scrubs - Medici ai primi ferri]]'') *Quanto più si è buoni, tanto più si è cattivi, se si attribuisce a proprio merito ciò per cui si è buoni. ([[Bernardo di Chiaravalle]]) *Ritengo che le buone azioni mal collocate siano cattive azioni. ([[Quinto Ennio]]) *''Se ha buona riuscita, ogni uomo è buono, | è cattivo se ha cattiva riuscita.'' ([[Simonide]]) *Se i tuoi occhi sono buoni, tu sarai totalmente nella luce, ma se i tuoi occhi sono cattivi, tu sarai totalmente nelle tenebre. ([[Discorso della Montagna|Gesù, ''Discorso della Montagna'']]) *Se metà di una cipolla è nera in quanto marcia, allora è una cipolla marcia. Un uomo o è buono o è cattivo. ([[George R. R. Martin]]) *Sono stati invece gli stessi «buoni», vale a dire i nobili, i potenti, gli uomini di condizione superiore e di elevato sentire ad aver avvertito e determinato se stessi e le loro azioni come buoni; cioè di prim'ordine, e in contrasto a tutto quanto è ignobile e d'ignobile sentire, volgare e plebeo. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Solo il tempo rivela l'uomo giusto; il malvagio, invece, lo riconosci in un giorno solo. ([[Sofocle]]) *Stabilirò in poche righe che Maldoror fu buono nei primi anni in cui visse felice; ecco fatto. S'accorse poi d'essere nato malvagio: straordinaria fatalità! ([[Conte di Lautréamont]]) *Tra molti uomini malvagi suole essercene qualcuno buono. ([[Miguel de Cervantes]]) *Tutte le cattive azioni derivano e prendono a esempio delle buone azioni. ([[Gaio Sallustio Crispo]]) *Tutto è molto più complicato e problematico, però, quando, invece di capire che l'essere umano è un misto di bontà e di cattiveria, si cresce con la convinzione che gli «oggetti» del mondo si classificano in «oggetti buoni» e «oggetti cattivi». Perché, in fondo, è questo tipo di meccanismo che domina quando, diventati adulti, gli uomini si sentono obbligati a credere che esistano due categorie di donne: le madonne e le puttane. ([[Michela Marzano]]) *Un buon uomo è un uomo che è buono con noi, e un cattivo è un uomo che non fa quello che noi vorremmo facesse. ([[Jerome K. Jerome]]) *Un uomo buono è sempre nello stesso tempo strano, confuso e impenetrabile. Al contrario di quello cattivo. Evidentemente questo mondo è molto più indulgente e generoso verso l'uomo cattivo. Non c'è da sorprendersi quindi se spesso viene premiato il cattivo. (''[[L'ispettore Derrick]]'') *V'è una pretesa benevolenza ne' giudizi sugli uni, che deriva dall'ostilità contro gli altri. ([[Ximénès Doudan]]) *Vedi, i primi tempi che lavoravi per la CIA le cose erano più chiare, lo sapevi che cosa ti aspettava. I cattivi portavano i baffi. Ora hai bisogno di un computer per sapere chi è il buono e chi è il cattivo, e se il computer si guasta è un bel casino. (''[[2 sotto il divano]]'') ===[[Publilio Siro]]=== *Imitare il linguaggio della bontà è la più grande malvagità! *La punizione del malvagio è una garanzia per i buoni. *Solamente quando la [[donna]] manifesta la propria malvagità, diventa buona! ===[[Baruch Spinoza]]=== *Di qui in poi, pertanto, intenderò per buono (o per bene) ciò che sappiamo con certezza essere un mezzo per avvicinarci sempre più a quel modello della natura umana che ci proponiamo; per cattivo (o per male) invece intenderò ciò che sappiamo con certezza esserci d'ostacolo alla realizzazione in noi di quel modello. (''[[Ethica]]'') *Ognuno, secondo le leggi della propria natura, necessariamente ricerca o respinge ciò che giudica buono o cattivo. (''[[Ethica]]'') *Sappiamo con certezza che niente è buono o cattivo se non ciò che conduce effettivamente a comprendere, o ciò che può impedire che comprendiamo. (''[[Ethica]]'') ==[[Proverbi]]== *Chi risparmia i malvagi danneggia i buoni. ([[Proverbi latini|latino]]) *Chi vêu vedde un cattivo fasse arraggiâ un bon. ([[proverbi genovesi|genovese]]) *In ogni cosa buona c'è sempre qualcosa di cattivo. ([[proverbi ungheresi|ungherese]]) ==Voci correlate== *[[Bene e male]] *[[Bontà]] *[[Cattiveria]] *[[Malvagità]] [[Categoria:Dicotomie]] 1cxd7lqd81crvqsp9zk8k74ly8qcnwa Utente:Mariomassone 2 110782 1351480 1351293 2024-11-12T07:49:22Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351480 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) [[File:IAEA 02790020 (5612542129).jpg|thumb|Civili evacuati dopo il [[disastro di Černobyl']]]] *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La [[nostalgia per l'Unione Sovietica]] è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il tetto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) [[File:RIAN archive 644463 First stage in the Soviet troop withdrawal from Afghanistan.jpg|thumb|Soldati sovietici in Afghanistan]] *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) [[File:1991 coup attempt4.jpg|thumb|Carri armati a Mosca durante il [[putsch di agosto]]]] *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il problema della «[[russofobia]]» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...] Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. [...] Dovremmo ammettere che in Russia non c'è mai stato al potere un democratico, nel senso di una persona con una mentalità genuinamente liberale e democratica. (pp. 123-124) *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. (p. 126) *Dall'inizio alla metà degli anni Novanta non ero solo un sostenitore di Eltsin, ma uno di quelli che appoggiava senza riserve il leader in ogni sua iniziativa. Strano a dirsi, non ero tanto infatuato della sua persona o dei membri della sua squadra. Semplicemente non potevo soffrire nessuno degli altri politici. Il mondo senza chiaroscuri della politica dell'epoca comportava il fatto che o eri a favore di Eltsin e guardavi avanti, a dispetto degli errori, delle difficoltà e delle decisioni impopolari, oppure puntavi su quelle teste di rapa, rimasugli dell'Unione Sovietica, la cui unica idea era: «Torniamo indietro. Quelli erano bei tempi». Ebbene, per me non erano bei tempi, e mi faceva impazzire che le persone cercassero di convincermi che così era. Mi fa impazzire tuttora. Negli anni Novanta, certi cretini cercavano di convincermi che mia madre non aveva dovuto alzarsi alle cinque del mattino per comprare la carne, e che io non avevo dovuto fare un'ora di fila per acquistare il latte. (p. 127) *In realtà, è probabile che ciò che provo per Eltsin non sia il genere di odio che si può nutrire verso un vivo, ma piuttosto una complessa mescolanza di avversione, rimpianto e sgomento. Rimpianto per la meravigliosa occasione che il mio paese e i miei connazionali si sono lasciati scappare di vivere la normale e civile vita europea che meritiamo. Le aspirazioni, le speranze, la fiducia, compresa la fiducia cieca di persone ingenue e confuse com'ero io in gioventù, sono state tradite e cinicamente svendute. Sono state barattate con le trame patetiche e corrotte – e i guadagni occulti – della famiglia Eltsin, con le garanzie della loro sicurezza. Il primo decreto di Putin riguardava aiuti materiali e garanzie di immunità legale per «la famiglia del primo presidente della Russia». A questo furono ridotti i grandi eventi storici che andarano dalla metà degli anni Ottanta all'inizio dei Novanta. (pp. 130-131) *Un'occhiata fredda e obiettiva all'era Eltsin ci pone di fronte a una verità triste e sgradevole, che spiega l'ascesa di Putin al potere: nel governo della Russia post-sovietica non ci sono mai stati democratici, e tanto meno liberali che sostenessero la libertà e si opponessero ai conservatori desiderosi di resuscitare l'Unione Sovietica. Tutti loro – con rare eccezioni come [[Egor Timurovič Gajdar|Egor Gajdar]] e [[Boris Nemcov]], che si sono mostrati incorruttibili e hanno trovato la forza di ritirarsi (Gajdar) o di resistere alla reincarnazione dell'autoritarismo (Nemcov) – sono stati un'orda scellerata di ladri e mascalzoni. Per un certo periodo sono stati stimolati dalla retorica democratica, ma sempre nell'ottica di stare, nella cornice delle battaglie politiche dell'epoca, dalla parte del Cremlino, delle autorità. Per loro contava solo questo. Questo e, soprattutto, le opportunità di arricchirsi. (pp. 131-132) *[...] il regno di Eltsin non aveva nulla a che fare con le riforme. Era inutile aspettarsi da lui una qualsiasi visione o una crescita economica. Era solo un vecchio alcolizzato con attorno una manica di cinici imbroglioni che si dedicavano alla loro consueta attività di riempirsi le tasche. [...] L'entourage di Eltsin era una banda di farabutti, alcuni dei quali si definivano statisti patriottici, mentre altri si descrivevano come riformatori. I riformatori rubavano di più, ma avevano un aspetto più presentabile. (pp. 138-139) *Durante la mia convalescenza in Germania, inizialmente avevo deciso di tornare a Mosca il 15 dicembre, in tempo per festeggiare il nuovo anno e il Natale ortodosso a casa. Lo avevo dichiarato nel corso di una delle prime interviste dopo essere uscito dall'ospedale. In realtà, uno pseudoannuncio sul mio rientro in Russia dopo che mi fossi rimesso dall'avvelenamento era già stato fatto mentre ero in terapia intensiva: in occasione di una visita, Yulia mi stava leggendo ogni sorta di richieste urgenti da parte dei miei colleghi e io, dal letto e agghindato com'ero di cavi e tubi, rispondevo.<br>«Kira vuole sapere se dobbiamo rispondere al "New York Times". Chiedono se tornerai.»<br>«Che domanda stupida. Certo che tornerò.»<br>«Quindi deve rispondere?»<br>«Sì, ma senza dire che l'ho definita una domanda stupida.» (p. 141) *L'esperienza mi ha insegnato che i [[Problema|problemi]] più gravi sorgono da cose alle quali non hai pensato: credenziali per accedere al conto corrente online, autorizzazioni e password per le varie applicazioni e i dispositivi che usi tutti i giorni. Quando sei in [[carcere]], sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale e non voglio dovermi preoccupare che mi moglie non possa ritirare soldi dal mio conto a causa di una stupida regola bancaria che prevede che io dia il permesso scritto via e-mail. I giornali di tutto il mondo potranno anche riportare la notizia del mio arresto e della mia detenzione, ma il direttore della banca risponderà sempre: «Sono desolato, non c'è nulla che possiamo fare. Il titolare ci deve inviare un'e-mail o usare la nostra comoda app.» (p. 147) *Ormai da molto tempo ho smesso di tentare di analizzare e prevedere il comportamento di Putin e del Cremlino: c'è in gioco troppa irrazionalità. Putin è al potere da oltre vent'anni e, come accade a qualunque altro leader della storia che abbia governato così a lungo, ha la testa piena di ossessioni messianiche, tutta quella roba in stile «Niente Putin, niente Russia» proclamata dal podio della Duma. A dispetto di ciò che gli analisti poltici scelgono di scrivere, poi, anche il vero equilibrio di potere fra i più assortiti gruppi del Cremlino è ignoto, quindi è inutile cercare di calcolare quale potrebbe essere la «loro» prossima mossa. Possiamo fare solo quello che riteniamo giusto. (p. 149) *Facevo l'avvocato per una grande società moscovita di sviluppo immobiliare. Per concludere qualcosa nel settore edilizio nella Mosca del sindaco [[Jurij Michajlovič Lužkov|Lužkov]] alla fine degli anni Novanta, bisognava prima rimunerare lui, poi il suo vice, il leggendario [[Vladimir Resin]], che ogni persona onesta stava chiedendo di sbattere in carcere, tanto era sfacciata e cinica la sua abitudine di accettare mazzette. Per ironia della sorte, io che ho indagato con tanto rigore sugli squallidi maneggi di Regin in ogni fase della sua carriera adesso sto scrivendo queste parole dal carcere mentre lui, a ottantacinque anni, siede bello comodo nella Duma statale come rappresentante del partito [[Russia Unita]] di Putin. (p. 178) *[...] poche cose meritano l'incenerimento con un lanciafiamme più di un gruppo di [[Avvocato|avvocati]] ubriachi consapevole che qualche scappatoia legale permetterà loro di passarla lisca dopo aver fatto i gradassi e aver spadroneggiato sulla gente comune che non conosce la legge ma ha il diritto dalla sua parte. (p. 183) *È un logoro cliché parlare della chimica tra le persone, ma credo davvero che esista. Così come l'amore a prima vista, e io ne sono la prova vivente. Adesso, mentre sto scrivendo queste parole, io e [[Julija Naval'naja|Yulia]] siamo insieme da ventiquattro anni. Di tanto in tanto, persone più giovani, o giornalisti ansiosi di trovare una domanda originale per la loro intervista, mi chiedono qual è il segreto di un matrimonio riuscito. Io davvero non ne ho idea. Una grossa parte del successo è pura fortuna. Sono stato fortunato a incontrare Yulia. Altrimenti, forse adesso sarei una persona molto diversa: divorziato tre volte, single e ancora in cerca di qualcuno. (p. 187) *In Russia, se sei attivo in politica, e tanto più se non supporti il regime, possono arrestarti in qualsiasi momento. Ti perquisiranno la casa, ti confischeranno beni. Requisiranno i telefoni dei tuoi figli e il computer di tua moglie. Durante una perquisizione avevano una gran voglia di filarsela con il nostro televisore. Ma da Yulia non ho mai sentito una parola di rimprovero. Anzi, tra noi due, è lei ad avere le opinioni più radicali. È sempre stata immersa nella politica. Odia le persone che hanno preso il potere nel nostro paese, probabilmente ancor più di me. E questo mi incoraggia a fare quello che faccio. (pp. 187-188) [[File:Vladimir Putin with Boris Yeltsin-3.jpg|thumb|[[Boris El'cin]] consegna l'emblema presidenziale a [[Vladimir Putin]]]] *Nel 1999, quando Vladimir Putin salì al potere, molti lo trovarono fantastico: era giovane, a differenza di Eltsin non beveva e sembrava dire tutte le cose giuste. Questo non fece che consolidare la speranza che, finalmente, tutto sarebbe andato a posto. Tale narrazione mi irritava davvero tanto. Non mi piaceva affatto l'idea di Putin come «successore»: io volevo un'autentica elezione presidenziale, con candidati in competizione tra loro. Se Putin fosse stato un comunista che aveva fatto campagna elettorale e aveva vinto onestamente, mi sarei arrabbiato molto ma avrei accettato il risultato. Invece, Putin era stato imposto alla Russia per ricompensarlo della sua fedeltà e disponibilità a fornire immunità legale all'ex presidente e alla sua famiglia. (p. 191) *La maggior parte delle persone si iscriveva a [[Jabloko]] perché ne ammirava il leader, [[Grigorij Javlinskij]]. Io non condividevo la profondità di quei sentimenti. Se durante il mio precedente entusiasmo per Eltsin non sopportavo Javlinskij e lo consideravo uno che gli toglieva voti, adesso il mio atteggiamento era più sfumato e avevo iniziato a rispettarlo. Lo ritenevo un politico perbene e onesto. Gli ex burocrati del Partito comunista che si erano allontanati di soppiatto dagli uffici del Soviet e si erano insinuati in quelli della Federazione Russa erano un manipolo di ladri, mentre Javlinskij era un uomo con dei valori. Aveva un'idea, che difendeva, e nel complesso il partito agiva in modo coerente; non c'era un gran desiderio di fare qualcosa di decisivo, quindi si preferiva lanciarsi in dibattiti intellettuali, ma almeno i militanti credevano davvero in ciò che dicevano. (p. 193) *Con il tempo iniziai a capire che l'unanime ammirazione per Javlinskij era così forte da assumere talvolta le sembianze del culto della personalità. I leader del partito e lui stesso erano incontestabili e la gerarchia osservata con rigore. Guardavano ai nuovi venuti con circospezione, nell'eventualità che qualcuno arrivasse e cercasse di impadronirsi del partito! Quanto a me, ero considerato con particolare sospetto perché non corrispondevo alla loro immagine del classico attivista politico: facevo la doccia tutte le mattine e avevo un lavoro. Mi avranno chiesto forse cento volte per quale motivo stessi lì sebbene loro avessero pochissimi soldi (o non ne avessero affatto). Tuttora non riesco a scrollarmi di dosso questo pregiudizio. Le persone pensano sempre ci sia una trappola. Dopotutto, se hai una buona istruzione e un buon lavoro, perché dovresti metterti contro Putin? Perché fai quelle inchieste? Forse ricevi le soffiate dalle stanze del Cremlino in concorrenza tra loro o magari sei proprio un tirapiede del Cremlino? O forse sei un lacchè dell'Occidente? Da sempre la gente inventa teorie cospirazioniste su di me per cercare in qualche modo di spiegare il mio inspiegabile interesse per la politica. Se oggi lo trovo divertente, ai tempi di Jabloko era seccante. Il fatto che mi considerassero un enigma indicava che non avevano fiducia nella propria forza. (pp. 193-194) *Nel 2001 nacque Dasha. Diventare padre ha trasformato la mia vita in modi inaspettati. Io e Yulia volevamo avere figli e io fui felicissimo quando nacque la nostra bambina, però accadde anche altro. Come chiunque fosse cresciuto in Unione Sovietica, non avevo mai creduto in Dio, ma guardando Dasha e osservandola crescere non riuscivo a fare pace con il pensiero che fosse solo una questione di biologia. Questo non toglieva niente al fatto che ero e resto un grande sostenitore della scienza, ma in quel momento capii che, da sola, l'evoluzione non era sufficiente. Doveva esserci di più. Da ateo irriducibile, diventai gradualmente una persona religiosa. (p. 196) *Immaginiamo che, in un universo parallelo, tutte le peggiori paure dei leader di Jabloko fossero diventate realtà e, all'inizio degli anni Duemila, io avessi assunto la guida del partito. In quel caso, Jabloko avrebbe cambiato volto. I suoi iscritti sarebbero rimasti i simpatici secchioni di sempre, ma sarebbero stati anche molto coraggiosi, perché io credo fermamente che le cose migliori sulla Terra siano state create da secchioni coraggiosi. [...] I secchioni di Jabloko erano vigliacchi e restii alla sperimentazione. Il mondo era cambiato, ma loro erano rimasti fermi. C'era stato un tempo in cui Jabloko era una fazione all'interno della Duma e il partito non riusciva a vedersi in modo diverso. Quando non superarono lo sbarramento del 5 per cento, mossero accuse di abuso di potere e brogli elettorali. Erano indignati e affermavano che gli era stata rubata la vittoria, perché in realtà avevano ottenuto molti più voti. Che le elezioni fossero clamorosamente truccate già allora era vero, ma Jabloko – dal canto suo – non aveva mosso un dito per farsi votare. Pian piano si rassegnarono all'idea che non avrebbero mai potuto vincere. Si convinsero ce la loro fosse una lotta impari contro la gigantesca, ostile Russia in cui i secchioni non piacevano a nessuno; iniziarono a temere i loro elettori e mascherarono la paura con un esagerato elitarismo con connotazioni intellettuali. Inutile dire che alla gente non importava di questo e il partito iniziò a perdere il poco sostegno che gli era rimasto. (p. 198) *Io ero convinto che, per contrastare Putin, fosse necessario un'ampia coalizione. All'epoca questi nazionalisti organizzavano dimostrazioni annuali a Mosca, le cosiddette «Marce russe», che erano autorizzate solo alla periferia della città ma richiamavano comunque diverse migliaia di persone. I dimostranti venivano dispersi senza pietà dalla polizia e i primi arresti di massa si verificarono in quelle occasioni, non durante le proteste dei liberali o dei democratici. Stabilii che se io, con i miei valori democratici, sostenevo il diritto di libera assemblea, allora per coerenza dovevo supportare anche quello degli altri. Iniziai dunque ad aiutarli a organizzare le loro parate e, per solidarietà, vi presi parte in diverse occasioni. Su internet potete trovare foto di me in piedi davanti a una bandiera nera, bianca e gialla, che viene spesso usata come sfondo per le interviste in cui mi chiedono: «Lei si considera un nazionalista?». [...] In qualunque normale sistema politico svilupato, io ovviamente non avrei aderito al partito nazionalista, ma considero folli e controproducenti i tentativi di screditare il movimento nel suo complesso. Chiunque organizzi veri e propri pogrom deve essere chiamato a risponderne, questo è certo, ma la gente deve poter manifestare ed esprimere le proprie opinioni, seppure sgradite. Queste persone esistono e, per quanto si decida di ignorarle, non se ne andranno. E non se ne andranno i loro sostenitori. A dirla tutta, indebolire i nazionalisti non farà che rafforzare Putin. (pp. 199-200) *Quando parlo dei partiti politici russi con gli occidentali, suscito sempre perplessità. Loro sono abituati a muoversi in uno spettro politico chiaro: destra, sinistra, socialdemocrazia, liberali. Queste categorie, però, non si applicano alla Russia. I nostri comunisti non sono «di sinistra» in senso classico: non sostengono le minoranze e non mettono un grammo di energia nelle lotte per aumentare i salari minimi. I comunisti russi sono di gran lunga più conservatori persino della destra americana. Il nostro paese ha un panorama politico del tutto diverso. Argomenti come la legalizzazione delle armi o il divieto di aborto, che suscitano accesi dibattiti nel mondo occidentale, sono pressoché privi di interesse per gli elettori russi. La nostra prima priorità deve essere la libertà di parola, la trasparenza elettorale e il rispetto dei diritto umani. (p. 201) [[File:8th Congress of Yabloko 18.jpg|thumb|[[Grigorij Javlinskij]]]] *Senza dubbio ho imparato tanto e sono anche grato a Grigorij Javlinskij per avermi insegnato svariate importanti lezioni. Però non riuscivo ad accettare il fatto che Jabloko stesse scegliendo di autoghettizzarsi dalla vita pubblica russa. Io sognavo che il nostro sarebbe diventato il partito di maggioranza. Volevo veder apparire un politico che intraprendesse tutti i progetti necessari e interessanti, e collaborasse direttamente con il popolo russo. Se si fosse presentata una persona così, sarei corso a offrirgli la mia collaborazione. Attesi a lungo, poi un giorno capii che quella persona potevo essere io. (p. 203) *Sembra vigere la regola per cui, se al comando c'è un ex procuratore o un funzionario dell'[[Federal'naja služba bezopasnosti|FSB]], la corruzione sarà due volte più diffusa. (p. 219) *La Russia è strutturata in modo che i rappresentanti di diversi ministeri federali sono letteralmente ovunque. Oltre al governatore, una regione ha un «ispettore capo federale» e rappresentanti di diversi ministeri federali. Qualsiasi decisione il governatore prenda può essere cassata da un funzionario che risponde direttamente a Mosca. La cosa può raggiungere picchi di assurdità. Per esempio, negli uffici del governo regionale di Kirov non c'era il wi-fi. Io proposi di metterlo. La saga meriterebbe un capitolo a parte, per un intermezzo comico. Solo ottenere che la mia proposta fosse discussa richiese cinque riunioni molto partecipate con il governatore, e anche allora il wi-fi non fu installato. (p. 219) *Lavorare a Kirov rappresentò nel complesso un'esperienza istruttiva, ma sconfortante. Ne ricavai una discreta consapevolezza di come funzionano le cose. Scoprii che non c'è modernizzazione possibile in una nazione autoritaria, che non c'è modernizzazione possibile neanche in una sola regione di una nazione del genere. Le persone giovani, attive, ambiziose arrivano con la voglia di sistemare e far funzionare tutto, ma vengono risucchiate nella palude del sistema. Mi resi conto che in un ambiente corrotto ti trovi tu stesso obbligato a comportarti in modo corrotto, anche se vorresti solo essere d'aiuto. (pp. 219-220) *{{NDR|Sull'[[Università Yale]]}} In Russia ero stato impegnato a combattere la corruzione nelle aziende statali. Ora, di colpo, mi trovavo seduto di fianco a una sudafricana che stava combattendo l'AIDS e l'HIV. Si chiamava Thembi Xulu, e faceva discorsi così interessanti sul suo lavoro che mi chiedevo se non fosse più importante del mio.<br>C'era anche un tipo indonesiano che era a capo di un'organizzazione giovanile musulmana. Una volta gli chiesi: «Quanti membri avete?» aspettandomi che dicesse tipo «duecento persone». Lui invece rispose: «Be', non siamo l'organizzazione giovanile più grande del mondo. Più o meno dodici milioni».<br>Un borsista proveniente dalla Tunisia non faceva che lamentarsi con me del fatto che stare all'opposizione era terribilmente difficile. «In Russia» diceva «avete YouTube, Facebook e Twitter, ma da noi in Tunisia è tutto bloccato.» Lavorare dalla Francia era l'unico modo in cui poteva condurre la sua militanza.<br>Erano gli ultimi giorni del 2010, e nel giro di un mese scoppoà la [[Primavera araba]] e il regime dittatoriale tunisino cadde. Per quanto potesse essere vista come un'esperienza limitata al popolo tunisino, considerai comunque importante e utile avere qualche nozione in materia. (pp. 222-223) *La [[Transneft]] è la più grande società al mondo di gestione di gasdotti e oleodotti, e sposta il petrolio in tutta la Russia. Inutile dire che è di proprietà dello Stato. A metà del primo decennio del Duemila, intraprese l'enorme progetto di costruire un oleodotto che andava dalla Siberia orientale all'oceano Pacifico. È garantito che qualsiasi cantiere di quelle dimensioni comporterà prima di tutto dosi massicce di appropriazione indebita. Anche se verà completato, un megaprogetto del genere non si concluderà in tempo; la realizzazione sarà scadente e sprezzante dei regolamenti; e una grossa getta del budget finirà nelle tasche di qualcuno. Ed è proprio ciò che accadde. La cosa era evidente a tutti, governo compreso, tanto che nel 2008 la Transneft fu sottoposta a un controllo della Corte dei conti, l'organo statale di revisione contabile: scandalosamente, i risultati furono tenuti segreti su richiesta della stessa Transneft.<br>Smossi mari e monti per mettere le mani su quel rapporto segreto e alla fine ci riuscii. Rimasi sconcertato. Le sue 150 pagine esponevano chiaro e tondo, con tanto di cifre e analisi, il fatto che poteva essere stato saccheggiato tutto il saccheggiabile. I costi di costruzione erano stati gonfiati più volte, inaffidabili società offshore erano state scelte come appaltatrici, gare e aste erano state condotte con irregolarità che avevano dell'incredibile, e la relativa documentazione era stata distrutta l fine di occultare l'accaduto. Non si trattava di una teoria di esperti o di una serie di post su un blog, ma di un rapporto ufficiale della Corte dei conti. La somma totale intascata nel corso del progetto dell'oleodotto si aggirava attorno ai 4 miliardi di dollari, «1100 rubli sottratti a ogni adulto di Russia», come scrissi all'epoca su LiveJournal. (pp. 223-224) *{{NDR|Sulla [[Fondazione Anti-corruzione]]}} Il principio cardine della nostra organizzazione era la trasparenza, che per me era importante fin dall'inizio per due ragioni. La prima, perché le persone sarebbero state più disponibili a donare se avessero saputo come venivano spesi i loro soldi; la seconda, perché volevo con tutto me stesso essere diverso dallo Stato. Il governo spendeva le nostre tasse senza darci spiegazioni, noi cittadini non avevamo voce in capitolo sulle priorità di bilancio e non sapevamo nemmeno come venissero distribuiti esattamente i soldi. [...] Io volevo fare le cose in modo diverso. Pubblicavo i dettagli del mio reddito personale. Pubblicavo la fonte dei finanziamenti dell'organizzazione. Tutti conoscevano l'aspetto di mia moglie e dei miei figli. Mandandomi soldi, le persone inviavano anche un chiaro segnale alle autorità: avevano deciso di farmi una donazione perché vedevano quello che facevo e sapevano come spendevo il denaro, mentre i funzionari governativi tenevano tutto nascosto e spesso rubavano. [...] Il secondo importante principio era la «normalità». Il Cremlino tenta da anni di marginalizzare il nostro movimento e relegarlo nel sottobosco, trasformandoci nell'equivalente moderno dei dissidenti sovietici. Io nutro un profondo rispetto per quei dissidenti, che sono stati degli eroi; nel 2012, però, la gente comune non voleva essere un eroico dissidente, perché è pericoloso e spaventoso. Tutti noi volevamo solo essere normali. E normali lo eravamo: persone normali con una normale vita lavorativa. (pp. 228-230) *Una delle cose peggiori della detenzione è essere tagliati fuori da tutto: la vita va avanti a pieno regime, mentre tu sei bloccato tra quattro mura e non ricevi nemmeno le notizie in tempo reale. (p. 234) *L'anno 2012 segnò l'avvento nella mia vita di uno schema preciso, un inarrestabile circolo vizioso che mi avrebbe accompagnato per molti anni a venire: manifestazione di protesta, arresto, manifestazione di protesta, arresto. Era sgradevole, certo, ma non mi avrebbe fermato. Il Cremlino se ne rese presto conto, per cui in dicembre istruì contro di me quattro nuovi procedimenti penali in una volta sola. Le accuse erano furto di legname nella regione di Kirov; appropriazione indebita di fondi dell'azienda francese Yves Rocher; furto di 100 milioni di rubli al partito Unione delle forze di destra; e, la mia preferita, appropriazione indebita dei fondi di una distilleria a Kirov. A quel punto correvo il rischio di passare in prigione diversi anni. Le ultime due accuse non erano troppo preoccupanti e non arrivarono nemmeno a processo. Le prime due erano inquietanti perché oltre a me venivano implicate altre persone innocenti. La causa legata alla Yves Rocher mi turbava particolarmente perché il coimputato era Oleg, il mio fratello minore. (p. 236) *I processi contro di me rappresentano un esempio perfetto di come funziona il sistema giudiziario in Russia. In pratica, architettano accuse e disegnano vittime strada facendo. Di solito è difficile spiegarlo a persone che vivono in paesi rispettosi del diritto. Non è possibile, dicono, inventarsi di sana pianta trenta faldoni di documenti. Ecco, gli investigatori russi ci riescono. (p. 237) *Intentando cause contro di me, il Cremlino aveva due obiettivi. Il primo era impedirmi di essere attivo in politica. Non è per niente facile comportarsi come al solito se sei in carcere, e anche una sospensione della pena rende la vita molto più complicata. Se hai una condanna penale, non puoi candidarti a una posizione politica. Il secondo obiettivo era danneggiare la mia reputazione. Avevano bisogno di rivolgermi accuse non legate alla politica ma alla criminalità comune: «Ah, sì? Pensa di poter combattere la nostra corruzione? Be', basta dire che lui stesso è corrotto!». (p. 237) *Per anni il regime si era dato da fare per creare l'illusione che esistesse solo Russia Unita e i partiti di opposizione sistemici, mentre l'opposizione non sistemica languiva ai margini della politica senza rappresentare nessuno. Anche se non diventai sindaco, la nostra campagna dimostrò che erano tutte bugie. In Russia c'è un sacco di gente che non appoggia Putin e i suoi candidati, che desidera una vera politica e delle vere elezioni. Se mobilitate in modo efficace, queste persone sono pronte a partecipare attivamente alle campagne elettorali, a lavorare per le sedi dei candidati, a fare volontariato. Era ovvio che, se ci fosse stato permesso di partecipare liberamente alle elezioni, saremmo diventati un partito grande e potente, e avremmo potuto competere con Russia Unita per la maggioranza in Parlamento. Io ne ero la prova vivente: una persona normale senza soldi, senza il sostegno dei media o degli oligarchi, che era stata persino rinchiusa in carcere per parte della campagna. In televisione, nel corso di un processo, ero stato accusato di appropriazione indebita e nessuno ci aveva creduto. A dispetto di tutte queste falsificazioni, avevo guadagnato il secondo posto nella corsa a sindaco della città più grande della Russia. E sapevo per certo che ce n'erano altri come me. Molti altri.<br>Lo sapeva anche il Cremlino. Non mi permise mai più di partecipare a un'elezione. (pp. 247-248) *L'accusa contro di noi era persino più ridicola di quella del primo processo, ma nel 2014 il sistema giudiziario era ormai stato perfettamente oliato da Putin e ubbidiva a ogni suo ordine. I pubblici ministeri accusavano me e Oleg di aver rubato 26 milioni di rubli alla società di cosmetica francese Yves Rocher con un presunto sistema di costi gonfiati per i servizi di logistica. L'analogia con il precedente caso montato ai miei danni e riguardante la Kirovles era evidente. Di nuovo veniva depinto come frode quello che era un normale accordo commerciale, però, mentre l'ultima volta la polizia aveva estratto dal cilindro una presunta vittima – ovvero Vjačeslav Opalev, direttore di Kirovles, che era stato ben felice di sfidarmi in tribunale –, qui di vittime non ce n'erano. [...] Il rappresentante di Yves Rocher chiamato a testimoniare (dalla procura!) affermò di non aver alcuna accusa da muovere nei nostri confronti, il che però lasciò indifferente la corte. Gli ordini erano chiari: dovevamo essere dichiarati colpevoli, quindi la macchina di Putin fece del suo meglio. (pp. 249-250) *Gli arresti domiciliari sono una forma di punizione particolarmente insidiosa: non sei in carcere, quindi nessuno simpatizza per te, ma in realtà non puoi fare quasi nulla. (p. 250) *Acquisimmo la totale padronanza di YouTube con il nostro rapporto sul procuratore generale [[Jurij Čajka]]. Quella era una storia che non parlava solo di corruzione, ma anche dei legami tra la procura e il crimine organizzato.<br>La prima cosa che scoprimmo fu che il figlio maggiore del procuratore generale, Artëm, viveva (per usare un eufimismo) al di sopra dei propri mezzi. Cose come queste erano piuttosto comuni. Scoprimmo che possedeva un enorme hotel di lusso e qualche villa in Grecia nonché una casa in Svizzera, e aveva una serie di conti in banche estere. Più avanti venimmo a sapere che attorno al procuratore girava tutta una mafia. Artëm era proprietario dell'albergo insieme alla moglie del vice di suo padre. Lei, a sua volta, aveva investito in affari con le mogli di due criminali di primo piano della regione di Krasnodar, appartenenti alla cosiddetta «banda degli Tsapki». Quest'ultima aveva tenuto l'intera città nella morsa del terrore per decenni commettendo furti, estorsioni, stupri e omicidi. Degli omicidi si parlava in tutto il paese: sui notiziari veniva raccontato come la gang avesse fatto irruzione nella casa di un uomo d'affari locale, uccidendo le quattordici persone che vi aveva trovato, compreso un neonato, per poi bruciare i corpi. Per anni la procura aveva protetto la banda, rifiutando di perseguirla.<br>Quando scoprimmo tutte queste cose, restammo a dir poco scioccati. Ma poi venne fuori che lo stesso figlio del procuratore generale era implicato in un omicidio. Aveva voluto impossessarsi del sistema di trasporto fluviale siberiano e portarlo sotto il suo controllo. Il direttore del trasporto fluviale aveva dichiarato in un'intervista che Artëm aveva cercato di ricattarlo e spaventarlo; due giorni dopo, era stato trovato impiccato nel suo garage. Non era stato aperto alcun procedimeno penale. Era stato liquidato come suicidio, anche se l'autopsia aveva dimostrato che le mani dell'uomo erano legate e i segni sul collo potevano essere stati causati solo da una morte violenta. (pp. 263-264) *{{NDR|Su [[Igor' Šuvalov]]}} Non c'è assolutamente nulla di normale nel suo stile di vita. Avevamo già scoperto che era proprietario di un palazzo a Mosca, il genere di residenza in cui ti aspetteresti di veder vivere un conte; dieci appartamenti in uno sfarzoso grattacielo di epoca staliniana con vista sul Cremlino; un enorme appartamento a Londra del costo di 11 milioni di sterline situato sulle rive del Tamigi; una villa in Austria; e una quantità di Rolls-Royce.<br>Eppure, quella nuova indagine lasciò di sasso perfino noi. Sembrava che Šuvalov amasse allevare corgi, e che anche loro vivessero nel lusso. Scoprimmo il jet con cui si spostava per affari, ne studiammo i piani di volo e ci rendemmo conto che non lo usava solo il vice primo ministro, ma anche i suoi cuccioli che andavano a partecipare a concorsi canini internazionali. (p. 264) [[File:Dmitry Medvedev govru official photo 18.jpg|thumb|[[Dmitrij Medvedev]]]] *Tutti prendevano in giro [[Dmitrij Medvedev|Medvedev]] quando era presidente. Si fingeva un liberale, pronto ad accogliere ogni nuova tecnologia, i quotidiani, internet. Apriva profili su Twitter e Instagram, una cosa che, per un funzionario russo, era come volare sulla Luna. [...] L'unica «conquista» rimasta dopo i quattro anni di Medvedev al potere è stata che la milizia ha cambiato nome in «polizia». (p. 280) *Venne fuori che Medvedev non era solo uno stupido sempliciotto, ma un individuo corrotto fino al midollo. Usava reti di associazioni benefiche per spillare soldi agli oligarchi e intestarsi case di lusso. Noi le perlustrammo tutte lanciando il nostro drone da un nascondiglio, e poi mostrammo nei minimi dettagli come viveva Medvedev. Scoprimmo che aveva un'enorme tenuta sul Volga, nell'antica città di Plës. Al centro di laghetto di questa proprietà aveva fatto costuire una casetta per le anatre. Non so perché il nostro pubblico si affezionò tanto a questo dettaglio, ma da allora la papera diventò il simbolo sia dell'indagine sia delle proteste anticorruzione. (pp. 280-281) *Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo ottenuto. Abbiamo aiutato un'intera nuova generazione a interessarsi alla politica. Sono giovani arditi, che sanno mostrare iniziativa e sono capaci di organizzarsi: sono gravemente insoddisfatti di quello che sta succedendo nel paese e pronti a manifestare per ciò in cui credono. (p. 282) *Nell'estate del 2019 mettemmo alla prova l'idea del voto strategico con le elezioni della Duma di Mosca. Io non potei candidarmi, ma molti miei colleghi e sostenitori sì. Annunciammo il nostro piano qualche mese prima delle votazioni e la cosa fu accolta con grande favore. Certo, non tutti erano entusiasti: «Ho sempre votato per Jabloko e continuerò a farlo senza se e senza ma!», «Votare per i comunisti? Per quei cannibali? Mai!». Io spiegavo con calma che, per come eravamo messi, avremmo potuto persino votare per una sedia, anche quella sarebbe stata meglio del candidato di Russia Unita. (p. 287) *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con [[Boris Nemcov]] dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». (p. 290) [[File:Boris Nemtsov, R.I.P (16563445379).jpg|thumb|Memoriale a [[Boris Nemcov]]]] *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. (pp. 290-291) *Ho sempre cercato di ignorare l'idea di poter essere aggredito, arrestato o persino ucciso. Non ho controllo su quanto può accadere e sarebbe masochista trastullarsi in questi pensieri. Dovrei domandarmi: «Quante possibilità ho di sopravvivere fino a sera? Sei su dieci? Otto su dieci? O forse dieci su dieci?». Non è che cerchi di non pensarci, magari chiudendo gli occhi e fingendo che il pericolo non esista. È solo che un giorno ho deciso di non avere paura. Ho soppesato tutto, ho capito qual è la mia posizione e ho lasciato andare. Sono un politico dell'opposizione e so perfettamente chi sono i miei nemici, ma se dovessi temere di continuo che mi ammazzino, non varrebbe la pena vivere in Russia. Dovrei emigrare o smettere di fare ciò che faccio. (p. 291) *Sono un cittadino russo e ho determinati diritti. E non sono disposto a vivere nella paura. Se devo combattere, combatterò, perché so di essere nel giusto, so che loro hanno torto. Perché sono dalla parte del bene e loro da quella del male. Perché ci sono tantissime persone che mi sostengono. (p. 292) *Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo. Io dico apertamente che, quando sarò al governo, porterò queste persone del Cremlino davanti alla giustizia, perché stanno derubando la nazione russa. A loro l'idea non piace, è ovvio, ecco perché stanno cercando di fermarmi in tutti i modi possibili. Io li combatto e loro mi vedono come il nemico. (p. 292) *So per certo una cosa: io appartengo all'uno per cento delle persone più felici al mondo, quelle che adorano incondizionatamente il proprio lavoro. Mi godo ogni istante. Le persone mi danno un enorme sostegno. Ho incontrato la donna della mia vita, ci amiamo e condividiamo gli stessi valori: lei si oppone quanto me a ciò che sta accadendo in Russia. Il nostro paese merita di meglio. Il popolo russo potrebbe vivere una vita venti volte più ricca di questa. Per me e Yulia non sono solo parole, noi vogliamo fare qualcosa. Almeno ci stiamo provando, perché è chiaro che ne vale la pena. Forse non ci riusciremo, forse tutto cambierà dopo di noi, ma dobbiamo provare. Voglio che i nostri figli e i nostri nipoti sappiano che i loro genitori erano brave persone e che hanno passato la vita a tentare di creare qualcosa di positivo. (p. 293) *Il popolo russo è meraviglioso. Di primo acchito non è molto accogliente, ma devo ammettere che questo mi piace. Sono persone complicate che amano filosofare. E anche a me piace farlo. Trasformano qualsiasi sciocchezza in una questione esistenziale e cominciano a discutere del futuro del paese. Io faccio lo stesso. Una volta ho descritto la Meravigliosa Russia del Futuro come un Canada metafisico: un ricco paese del nord a bassa densità di popolazione dove tutti vivono bene e sono ossessionati dai dibattiti filosofici. (p. 294) *Il più grosso errore degli occidentali è di mettere sullo stesso piano lo Stato e la gente russa. In realtà non hanno niente in comune, e la nostra peggiore sfortuna è che, tra i diversi milioni di persone che vivono qui, molto spesso il potere finisce nelle mani dei peggiori e più cinici bugiardi. Secondo un detto popolare, ogni paese ha il governo che merita, e molti credono che questo valga anche per la Russia. In caso contrario, di certo il popolo russo sarebbe insorto rovesciando il regime. Io non penso che sia vero. Un gran numero di miei connazionali non approva quello che sta succedendo e non lo ha scelto. Tuttavia, se non ti ribelli, la responsabilità è sulle spalle di ciascuno di noi, quindi anche sulle mie. E spetta a me lottare con maggior decisione per cambiare le cose. (p. 294) *Se mi chiedeste se odio Vladimir Putin, la risposta sarebbe: sì, lo odio, ma non perché ha cercato di uccidermi o perché ha sbattuto mio fratello in prigione. Odio Putin perché ha rubato alla Russia gli ultimi vent'anni. Avrebbero potuto essere anni incredibili, un periodo mai vissuto nella nostra storia. Non avevamo nemici. La pace regnava lungo tutte le nostre frontiere. I prezzi di petrolio, gas e di tutte le nostre altre risorse naturali erano incredibilmente alti. I ricavi delle esportazioni erano enormi. Putin avrebbe potuto usare quegli anni per trasformare la Russia in un paese prospero. E tutti noi avremmo potuto vivere meglio.<br>E invece, venti milioni di persone campano al di sotto della soglia di povertà. Una parte del denaro è stata semplicemente sottratta da Putin e dai suoi compari. Una parte è stata scialacquata. Non hanno fatto nulla di buono per il nostro paese, e questo è il loro peggior crimine contro i nostri figli e contro il futuro di tutta la Russia. (p. 295) *Nel corso della storia, la Russia ha avuto dapprima gli zar, poi gli imperatori, poi i segretari generali, poi i presidenti, e tutti sono stati autoritari. Non possiamo andare avanti così.<br>Il nostro compito è spezzare questo infinito circolo vizioso grazie al quale, ciclicamente, chi assume il potere lo trasforma in autoritarismo. (p. 295) [[File:Pushkinskaya Square.jpg|thumb|Manifestazione a sostegno di Naval'nyj, 23 gennaio 2021]] *La televisione di Stato ha detto che i partecipanti alla manifestazione del 23 sono bioterroristi che diffondono deliberatamente il COVID.<br>E questo lo affermano le stesse persone che, nel pieno della pandemia, hanno organizzato una parata e un'elezione nazionale. (p. 311) *Me lo sono chiesto con franchezza centinaia di volte: «Ho dei rimpianti? Sono triste?».<br>Niente affatto. La certezza di essere nel giusto e la sensazione di far parte di una causa più grande pesano un milione per cento in più di qualsiasi timore. E poi, tutto questo era ampiamente prevedibile. Ci ho pensato e ripensato, ben sapendo che la crescente efficacia del nostro team avrebbe indotto Putin a ordinare la mia carcerazione. D'altronde, non aveva altro modo per risolvere il problema. O meglio, l'avrebbe avuto, ma non avrebbe funzionato. (p. 320) *Un sottopancia di Euronews dice: «Grigorij Javlinskij afferma in un articolo che una Russia democratica e Navalny sono incompatibili». Questo è il Cremlino che ridicolizza il vecchio codardo, costringendolo a scrivere una cosa del genere proprio in questo momento. L'umiliazione pubblica è il dazio da pagare per aver potuto registrare il proprio partito e aver ricevuto finanziamenti. Che orrore trasformarsi in una cosa del genere. [...] Poveretto. Posso solo immaginare il tormento che ha provato nello scrivere quella roba. Mettendo da parte il fatto che il Cremlino lo ha costretto a scrivere di ''me'', doveva sapere che lo avrebbero fatto a pezzi, il che probabilmente è accaduto. E questo non perché sono io in particolare, ma perché viene da chiedersi: per l'amor di Dio, come gli è venuto in mente di scrivere un articolo su qualcuno che è appena stato sbattuto in prigione? Come si dice: ha perso un'occasione per tacere.<br>Non so cos'abbia su di lui la lunga mano del Cremlino, ma di certo lo tiene in pugno. Difficile dire che la sua carriera sia finita, perché, tanto per cominciare, non ne ha mai avuta una. Più precisamente, si è alienato anche lo zoccolo duro dei suoi sostenitori e ha mandato in fumo le chance che molti membri del suo partito avevano di essere eletti. I più sconvolti sono i suoi compagni di partito. Eccola qui, la tanto attesa marea politica, giusto alla vigilia delle elezioni. Dovevano solo cavalcare l'onda. (pp. 329-330, 332-333) *Ho finito di leggere ''Madame Bovary''. Molto deludente. Stavo per scrivere che si tratta della versione semplificata di ''Anna Karenina'', ma non c'è confronto. (p. 330) *{{NDR|Su [[Guy de Maupassant]]}} Lui sì, che è un vero scrittore. I suoi racconti fanno sostanzialmente schifo, ma i romanzi sono buoni. Mi sono imbattuto in qualche frase davvero ficcante. Sono appena sceso dalla brandina per annotarmene una, che in sostanza dice qualcosa come: «Aveva quel fortunato aspetto che le donne sognano e gli uomini trovano repellente». Non è fantastica? (p. 330) *Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali. (p. 332) *Un atteggiamento tipicamente russo: siamo orgogliosi di quelli che abbiamo messo in galera. (p. 387) *Ecco un frammento di informazione dal miglior campo di prigionia della Russia. Nel giro di tre settimane, ben tre detenuti della mia unità sono stati portati in ospedale con la tubercolosi. (p. 408) *Non si può dire che in questo ospedale curino davvero i pazienti. E non è un'esagerazione. Nel mio reparto ci sono altri due tizi. Sono persone gravemente malate. Uno ha l'HIV e soffre tanto. Li trattano come me: controllo della pressione e della temperatura, e una pastiglia al giorno. Questi sono tutti i loro farmaci. Il personale non sa fare altro. Non c'è da meravigliarsi se quelli che vengono curati in carcere muoiono come mosche.<br>Se ne fregano tutti. Misurano la pressione di un paziente al mattino, annotano che non c'è più battito e passano a quello successivo. (p. 418) *Da un lato, fare lo [[sciopero della fame]] e uscirne ti insegna perseveranza, ascetismo e forza di volontà. Dall'altro, ti rende ossessionato dal cibo. Non fai che pensarci e parlarne tutto il tempo. Pianifichi quello che mangerai ''dopo''. Lo sogni persino. In attesa che arrivasse questo giorno ho fatto vividi sogni di caffè, pane bianco e burro. Non ho bevuto caffè per almeno quarantasei giorni. Niente pane e burro per, boh... non saprei. Per due mesi come minimo, forse di più... (p. 421) *Chiariamo le cose, non ho fissa di segni e simboli, e non sono nemmeno troppo superstizioso. È vero, non mi piace passare oggetti oltre una soglia, e non mi piace che io e Yulia aggiriamo un palo da lati diversi quando andiamo a fare una passeggiata. È vero, mi faccio il segno della croce ogni volta che passo davanti a una chiesa, cosa che per i «veri cristiani» è una palese superstizione. In realtà lo faccio più che altro per irrobustire in me un senso di fortezza cristiana, perché quando lo faccio mi deridono tutti. Ho deciso che questa è la mia versione semplificata di sofferenza per la fede, un momento di tribolazione per il fatto di essere un credente. Per fortuna non comporta essere smembrati, lapidati a morte o farsi sguinzagliare contro i leoni.<br>Razionalizzo questa recente propensione a cercare segni come se fosse dovuta ai tanti mesi passati da solo in un ambiente ostile. A nessuno è concesso frequentarmi, a parte quelli che hanno ordini di ficcare il naso nel mio umore e nei miei piani. Non ho nessuno a cui chiedere consiglio, o con cui fare anche solo una piacevole chiacchierata. In tutto questo tempo ho avuto una sola occasione di farlo, quando Yulia è venuta per quella visita lunga e siamo potuti uscire in corridoio e bisbigliarci all'orecchio senza che ci sentissero i microfoni installati nelle telecamere presenti ogni tre metri. Dunque è così: la mente cerca un sostegno per le sue decisioni e cerca di verificarle attraverso coincidenze o qualcosa fuori dall'ordinario che possa considerare un segno. In ogni caso ricevere un segno è molto confortante, e anche questa è senza dubbio una naturale realzione psicologica allo stress della vita in un ambiente ostile. (pp. 433-434) *Nel periodo che ho passato dentro, è scoppiato uno scandalo di grande risonanza. Le amministrazioni carcerarie di diverse regioni non solo avevano organizzato un sistema per torturare e stuprare i detenuti, ma registravano tutto su video. In seguito i filmati venivano caricati su un server centrale così che le stesse amministrazioni o gli agenti dell'FSB potessero accedere alla registrazione, in modo da poter intimidire qualcuno mostrandogli quello che rischiava di accadergli. In alternativa (e, per come lo interpreto io, lo scopo principale era questo), dopo aver stuprato un detenuto, potevano reclutarlo con il ricatto, minacciando di diffondere il video. In quel caso i suoi compagni di prigionia lo avrebbero relegato nella casta dei «degradati».<br>Gli stupratori erano perlopiù «attivisti» che registravano tutto su videocamere fornite dal personale. Poi, però, qualche furbacchione del Servizio penitenziario federale aveva ordinato a un carcerato specializzato in informatica di caricare le registrazioni. Lo sventurato era stato a sua volta reclutato come attivista dopo un'analoga tortura. Non sorprende sapere che, alla prima occasione, avesse scaricato una piccola parte era stata resa pubblica prima che cominciassero le trattative e, deduco io, il sistema aveva stretto un patto con il subdolo specialista informatico per lasciar cadere alcune accuse contro di lui, o forse lo avevano semplicemente corrotto. Comunque sia andata, le diverse decine di video pubblicate erano state sufficienti a causare le dimissioni del direttore del Servizio penitenziario federale e l'apertura di un procedimento penale. Tutto questo era successo pur essendo chiaro che Putin in persona avrebbe voluto insabbiare lo scandalo. Quando gliene avevano chiesto conto a un paio di conferenze stampa, aveva risposto con riluttanza che stavano indagando sul problema. Questo non sorprende, perché era emerso che l'FSB era il principale istigatore delle torture. Non c'era alcun «eccesso all'interno del servizio carcerario», ma un sistematica tortura organizzata dall'alto. [...] Quasi tutti i video comprendevano la scena di un uomo che veniva violentato con il manico di uno spazzettone. Non so perché. Forse è solo lo «stile della casa». O forse qualche patologico pervertito del Servizio penitenziario federale o dell'FSB ha di queste fantasie e ha deciso di ordinare che tutti vengano torturati così. (pp. 458-459) *I regimi come questo sono resistenti, e la cosa più folle che potrei fare è dare ascolto alle persone che dicono: «Ljoš, certo, il regime durerà almeno un altro anno, ma l'anno dopo, massimo due, crollerà e tu sarai un uomo libero». O cose su questa falsariga. Le persone me lo scrivono spesso.<br>L'Unione Sovietica è durata settant'anni. I regime repressivi in Corea del Nord e a Cuba sopravvivono tuttora. La Cina, con una vasta gamme di prigionieri politici, è durata tanto che quei prigionieri invecchiano e muoiono in carcere. Il regime cinese non dà segni di cedimento. Non rilascia nessuno, malgrado la pressione internazionale.<br>La verità è che sottovalutiamo la resilienza delle autocrazie nel mondo moderno. Con rare, rarissime eccezioni, sono protette dall'invasione esterna dall'ONU, dal diritto internazionale, dai diritti di sovranità. La Russia, che al momento sta combattendo una classica guerra di aggressione contro l'Ucraina (che ha aumentato di dieci volte le predizioni sull'imminente crollo del regime), è ulteriormente protetta in qualità di membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalle sue armi nucleari.<br>La crisi economica e l'impoverimento, con ogni probabilità, ci attendono. Ma è lontano dall'essere scontato che il regime crolli in modo che i detriti sfondino le porte delle sue prigioni. (p. 496) *Ho quarantacinque anni. Ho una famiglia, dei figli. Ho avuto una vita da vivere, ho lavorato ad alcune cose interessanti, fatto alcune cose utili. Ma adesso c'è una guerra in corso. Immaginate che un diciannovenne stia guidando un carro armato e si becchi uno shrapnel in testa, e giù il sipario. Non ha avuto famiglia, né figli, né una vita. In questo stesso momento, civili morti giacciono sulle strade di Mariupol', i corpi divorati dai cani, e molti di loro saranno fortunati se finiranno in una fossa comune, senza che ne abbiano alcuna colpa. Io ho fatto le mie scelte, ma queste persone stavano solo vivendo le loro vite. Avevano un lavoro. Mantenevano la famiglia. Poi, una sera come un'altra, un delirio livoroso alla televisione: il presidente di un paese confinante annuncia che siete tutti «nazisti» e dovete morire perché l'Ucraina è stata inventata da Lenin. Il giorno dopo una granata entra dalla finestra e non hai più una moglie, un marito o dei figli... e magari nemmeno tu sei sopravvissuto. (p. 499) *Ho sempre pensato, e detto apertamente, che essere credente ti rende più facile vivere e, in misura ancora maggiore, impegnarti in una politica di opposizione. La [[fede]] rende la vita più semplice. (pp. 500-501) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) ha6q0h9rz4wyyz0o45h0bz7ypwzgt9b 1351481 1351480 2024-11-12T07:50:50Z Mariomassone 17056 /* Explicit */ 1351481 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) [[File:IAEA 02790020 (5612542129).jpg|thumb|Civili evacuati dopo il [[disastro di Černobyl']]]] *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La [[nostalgia per l'Unione Sovietica]] è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il tetto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) [[File:RIAN archive 644463 First stage in the Soviet troop withdrawal from Afghanistan.jpg|thumb|Soldati sovietici in Afghanistan]] *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) [[File:1991 coup attempt4.jpg|thumb|Carri armati a Mosca durante il [[putsch di agosto]]]] *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il problema della «[[russofobia]]» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...] Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. [...] Dovremmo ammettere che in Russia non c'è mai stato al potere un democratico, nel senso di una persona con una mentalità genuinamente liberale e democratica. (pp. 123-124) *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. (p. 126) *Dall'inizio alla metà degli anni Novanta non ero solo un sostenitore di Eltsin, ma uno di quelli che appoggiava senza riserve il leader in ogni sua iniziativa. Strano a dirsi, non ero tanto infatuato della sua persona o dei membri della sua squadra. Semplicemente non potevo soffrire nessuno degli altri politici. Il mondo senza chiaroscuri della politica dell'epoca comportava il fatto che o eri a favore di Eltsin e guardavi avanti, a dispetto degli errori, delle difficoltà e delle decisioni impopolari, oppure puntavi su quelle teste di rapa, rimasugli dell'Unione Sovietica, la cui unica idea era: «Torniamo indietro. Quelli erano bei tempi». Ebbene, per me non erano bei tempi, e mi faceva impazzire che le persone cercassero di convincermi che così era. Mi fa impazzire tuttora. Negli anni Novanta, certi cretini cercavano di convincermi che mia madre non aveva dovuto alzarsi alle cinque del mattino per comprare la carne, e che io non avevo dovuto fare un'ora di fila per acquistare il latte. (p. 127) *In realtà, è probabile che ciò che provo per Eltsin non sia il genere di odio che si può nutrire verso un vivo, ma piuttosto una complessa mescolanza di avversione, rimpianto e sgomento. Rimpianto per la meravigliosa occasione che il mio paese e i miei connazionali si sono lasciati scappare di vivere la normale e civile vita europea che meritiamo. Le aspirazioni, le speranze, la fiducia, compresa la fiducia cieca di persone ingenue e confuse com'ero io in gioventù, sono state tradite e cinicamente svendute. Sono state barattate con le trame patetiche e corrotte – e i guadagni occulti – della famiglia Eltsin, con le garanzie della loro sicurezza. Il primo decreto di Putin riguardava aiuti materiali e garanzie di immunità legale per «la famiglia del primo presidente della Russia». A questo furono ridotti i grandi eventi storici che andarano dalla metà degli anni Ottanta all'inizio dei Novanta. (pp. 130-131) *Un'occhiata fredda e obiettiva all'era Eltsin ci pone di fronte a una verità triste e sgradevole, che spiega l'ascesa di Putin al potere: nel governo della Russia post-sovietica non ci sono mai stati democratici, e tanto meno liberali che sostenessero la libertà e si opponessero ai conservatori desiderosi di resuscitare l'Unione Sovietica. Tutti loro – con rare eccezioni come [[Egor Timurovič Gajdar|Egor Gajdar]] e [[Boris Nemcov]], che si sono mostrati incorruttibili e hanno trovato la forza di ritirarsi (Gajdar) o di resistere alla reincarnazione dell'autoritarismo (Nemcov) – sono stati un'orda scellerata di ladri e mascalzoni. Per un certo periodo sono stati stimolati dalla retorica democratica, ma sempre nell'ottica di stare, nella cornice delle battaglie politiche dell'epoca, dalla parte del Cremlino, delle autorità. Per loro contava solo questo. Questo e, soprattutto, le opportunità di arricchirsi. (pp. 131-132) *[...] il regno di Eltsin non aveva nulla a che fare con le riforme. Era inutile aspettarsi da lui una qualsiasi visione o una crescita economica. Era solo un vecchio alcolizzato con attorno una manica di cinici imbroglioni che si dedicavano alla loro consueta attività di riempirsi le tasche. [...] L'entourage di Eltsin era una banda di farabutti, alcuni dei quali si definivano statisti patriottici, mentre altri si descrivevano come riformatori. I riformatori rubavano di più, ma avevano un aspetto più presentabile. (pp. 138-139) *Durante la mia convalescenza in Germania, inizialmente avevo deciso di tornare a Mosca il 15 dicembre, in tempo per festeggiare il nuovo anno e il Natale ortodosso a casa. Lo avevo dichiarato nel corso di una delle prime interviste dopo essere uscito dall'ospedale. In realtà, uno pseudoannuncio sul mio rientro in Russia dopo che mi fossi rimesso dall'avvelenamento era già stato fatto mentre ero in terapia intensiva: in occasione di una visita, Yulia mi stava leggendo ogni sorta di richieste urgenti da parte dei miei colleghi e io, dal letto e agghindato com'ero di cavi e tubi, rispondevo.<br>«Kira vuole sapere se dobbiamo rispondere al "New York Times". Chiedono se tornerai.»<br>«Che domanda stupida. Certo che tornerò.»<br>«Quindi deve rispondere?»<br>«Sì, ma senza dire che l'ho definita una domanda stupida.» (p. 141) *L'esperienza mi ha insegnato che i [[Problema|problemi]] più gravi sorgono da cose alle quali non hai pensato: credenziali per accedere al conto corrente online, autorizzazioni e password per le varie applicazioni e i dispositivi che usi tutti i giorni. Quando sei in [[carcere]], sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale e non voglio dovermi preoccupare che mi moglie non possa ritirare soldi dal mio conto a causa di una stupida regola bancaria che prevede che io dia il permesso scritto via e-mail. I giornali di tutto il mondo potranno anche riportare la notizia del mio arresto e della mia detenzione, ma il direttore della banca risponderà sempre: «Sono desolato, non c'è nulla che possiamo fare. Il titolare ci deve inviare un'e-mail o usare la nostra comoda app.» (p. 147) *Ormai da molto tempo ho smesso di tentare di analizzare e prevedere il comportamento di Putin e del Cremlino: c'è in gioco troppa irrazionalità. Putin è al potere da oltre vent'anni e, come accade a qualunque altro leader della storia che abbia governato così a lungo, ha la testa piena di ossessioni messianiche, tutta quella roba in stile «Niente Putin, niente Russia» proclamata dal podio della Duma. A dispetto di ciò che gli analisti poltici scelgono di scrivere, poi, anche il vero equilibrio di potere fra i più assortiti gruppi del Cremlino è ignoto, quindi è inutile cercare di calcolare quale potrebbe essere la «loro» prossima mossa. Possiamo fare solo quello che riteniamo giusto. (p. 149) *Facevo l'avvocato per una grande società moscovita di sviluppo immobiliare. Per concludere qualcosa nel settore edilizio nella Mosca del sindaco [[Jurij Michajlovič Lužkov|Lužkov]] alla fine degli anni Novanta, bisognava prima rimunerare lui, poi il suo vice, il leggendario [[Vladimir Resin]], che ogni persona onesta stava chiedendo di sbattere in carcere, tanto era sfacciata e cinica la sua abitudine di accettare mazzette. Per ironia della sorte, io che ho indagato con tanto rigore sugli squallidi maneggi di Regin in ogni fase della sua carriera adesso sto scrivendo queste parole dal carcere mentre lui, a ottantacinque anni, siede bello comodo nella Duma statale come rappresentante del partito [[Russia Unita]] di Putin. (p. 178) *[...] poche cose meritano l'incenerimento con un lanciafiamme più di un gruppo di [[Avvocato|avvocati]] ubriachi consapevole che qualche scappatoia legale permetterà loro di passarla lisca dopo aver fatto i gradassi e aver spadroneggiato sulla gente comune che non conosce la legge ma ha il diritto dalla sua parte. (p. 183) *È un logoro cliché parlare della chimica tra le persone, ma credo davvero che esista. Così come l'amore a prima vista, e io ne sono la prova vivente. Adesso, mentre sto scrivendo queste parole, io e [[Julija Naval'naja|Yulia]] siamo insieme da ventiquattro anni. Di tanto in tanto, persone più giovani, o giornalisti ansiosi di trovare una domanda originale per la loro intervista, mi chiedono qual è il segreto di un matrimonio riuscito. Io davvero non ne ho idea. Una grossa parte del successo è pura fortuna. Sono stato fortunato a incontrare Yulia. Altrimenti, forse adesso sarei una persona molto diversa: divorziato tre volte, single e ancora in cerca di qualcuno. (p. 187) *In Russia, se sei attivo in politica, e tanto più se non supporti il regime, possono arrestarti in qualsiasi momento. Ti perquisiranno la casa, ti confischeranno beni. Requisiranno i telefoni dei tuoi figli e il computer di tua moglie. Durante una perquisizione avevano una gran voglia di filarsela con il nostro televisore. Ma da Yulia non ho mai sentito una parola di rimprovero. Anzi, tra noi due, è lei ad avere le opinioni più radicali. È sempre stata immersa nella politica. Odia le persone che hanno preso il potere nel nostro paese, probabilmente ancor più di me. E questo mi incoraggia a fare quello che faccio. (pp. 187-188) [[File:Vladimir Putin with Boris Yeltsin-3.jpg|thumb|[[Boris El'cin]] consegna l'emblema presidenziale a [[Vladimir Putin]]]] *Nel 1999, quando Vladimir Putin salì al potere, molti lo trovarono fantastico: era giovane, a differenza di Eltsin non beveva e sembrava dire tutte le cose giuste. Questo non fece che consolidare la speranza che, finalmente, tutto sarebbe andato a posto. Tale narrazione mi irritava davvero tanto. Non mi piaceva affatto l'idea di Putin come «successore»: io volevo un'autentica elezione presidenziale, con candidati in competizione tra loro. Se Putin fosse stato un comunista che aveva fatto campagna elettorale e aveva vinto onestamente, mi sarei arrabbiato molto ma avrei accettato il risultato. Invece, Putin era stato imposto alla Russia per ricompensarlo della sua fedeltà e disponibilità a fornire immunità legale all'ex presidente e alla sua famiglia. (p. 191) *La maggior parte delle persone si iscriveva a [[Jabloko]] perché ne ammirava il leader, [[Grigorij Javlinskij]]. Io non condividevo la profondità di quei sentimenti. Se durante il mio precedente entusiasmo per Eltsin non sopportavo Javlinskij e lo consideravo uno che gli toglieva voti, adesso il mio atteggiamento era più sfumato e avevo iniziato a rispettarlo. Lo ritenevo un politico perbene e onesto. Gli ex burocrati del Partito comunista che si erano allontanati di soppiatto dagli uffici del Soviet e si erano insinuati in quelli della Federazione Russa erano un manipolo di ladri, mentre Javlinskij era un uomo con dei valori. Aveva un'idea, che difendeva, e nel complesso il partito agiva in modo coerente; non c'era un gran desiderio di fare qualcosa di decisivo, quindi si preferiva lanciarsi in dibattiti intellettuali, ma almeno i militanti credevano davvero in ciò che dicevano. (p. 193) *Con il tempo iniziai a capire che l'unanime ammirazione per Javlinskij era così forte da assumere talvolta le sembianze del culto della personalità. I leader del partito e lui stesso erano incontestabili e la gerarchia osservata con rigore. Guardavano ai nuovi venuti con circospezione, nell'eventualità che qualcuno arrivasse e cercasse di impadronirsi del partito! Quanto a me, ero considerato con particolare sospetto perché non corrispondevo alla loro immagine del classico attivista politico: facevo la doccia tutte le mattine e avevo un lavoro. Mi avranno chiesto forse cento volte per quale motivo stessi lì sebbene loro avessero pochissimi soldi (o non ne avessero affatto). Tuttora non riesco a scrollarmi di dosso questo pregiudizio. Le persone pensano sempre ci sia una trappola. Dopotutto, se hai una buona istruzione e un buon lavoro, perché dovresti metterti contro Putin? Perché fai quelle inchieste? Forse ricevi le soffiate dalle stanze del Cremlino in concorrenza tra loro o magari sei proprio un tirapiede del Cremlino? O forse sei un lacchè dell'Occidente? Da sempre la gente inventa teorie cospirazioniste su di me per cercare in qualche modo di spiegare il mio inspiegabile interesse per la politica. Se oggi lo trovo divertente, ai tempi di Jabloko era seccante. Il fatto che mi considerassero un enigma indicava che non avevano fiducia nella propria forza. (pp. 193-194) *Nel 2001 nacque Dasha. Diventare padre ha trasformato la mia vita in modi inaspettati. Io e Yulia volevamo avere figli e io fui felicissimo quando nacque la nostra bambina, però accadde anche altro. Come chiunque fosse cresciuto in Unione Sovietica, non avevo mai creduto in Dio, ma guardando Dasha e osservandola crescere non riuscivo a fare pace con il pensiero che fosse solo una questione di biologia. Questo non toglieva niente al fatto che ero e resto un grande sostenitore della scienza, ma in quel momento capii che, da sola, l'evoluzione non era sufficiente. Doveva esserci di più. Da ateo irriducibile, diventai gradualmente una persona religiosa. (p. 196) *Immaginiamo che, in un universo parallelo, tutte le peggiori paure dei leader di Jabloko fossero diventate realtà e, all'inizio degli anni Duemila, io avessi assunto la guida del partito. In quel caso, Jabloko avrebbe cambiato volto. I suoi iscritti sarebbero rimasti i simpatici secchioni di sempre, ma sarebbero stati anche molto coraggiosi, perché io credo fermamente che le cose migliori sulla Terra siano state create da secchioni coraggiosi. [...] I secchioni di Jabloko erano vigliacchi e restii alla sperimentazione. Il mondo era cambiato, ma loro erano rimasti fermi. C'era stato un tempo in cui Jabloko era una fazione all'interno della Duma e il partito non riusciva a vedersi in modo diverso. Quando non superarono lo sbarramento del 5 per cento, mossero accuse di abuso di potere e brogli elettorali. Erano indignati e affermavano che gli era stata rubata la vittoria, perché in realtà avevano ottenuto molti più voti. Che le elezioni fossero clamorosamente truccate già allora era vero, ma Jabloko – dal canto suo – non aveva mosso un dito per farsi votare. Pian piano si rassegnarono all'idea che non avrebbero mai potuto vincere. Si convinsero ce la loro fosse una lotta impari contro la gigantesca, ostile Russia in cui i secchioni non piacevano a nessuno; iniziarono a temere i loro elettori e mascherarono la paura con un esagerato elitarismo con connotazioni intellettuali. Inutile dire che alla gente non importava di questo e il partito iniziò a perdere il poco sostegno che gli era rimasto. (p. 198) *Io ero convinto che, per contrastare Putin, fosse necessario un'ampia coalizione. All'epoca questi nazionalisti organizzavano dimostrazioni annuali a Mosca, le cosiddette «Marce russe», che erano autorizzate solo alla periferia della città ma richiamavano comunque diverse migliaia di persone. I dimostranti venivano dispersi senza pietà dalla polizia e i primi arresti di massa si verificarono in quelle occasioni, non durante le proteste dei liberali o dei democratici. Stabilii che se io, con i miei valori democratici, sostenevo il diritto di libera assemblea, allora per coerenza dovevo supportare anche quello degli altri. Iniziai dunque ad aiutarli a organizzare le loro parate e, per solidarietà, vi presi parte in diverse occasioni. Su internet potete trovare foto di me in piedi davanti a una bandiera nera, bianca e gialla, che viene spesso usata come sfondo per le interviste in cui mi chiedono: «Lei si considera un nazionalista?». [...] In qualunque normale sistema politico svilupato, io ovviamente non avrei aderito al partito nazionalista, ma considero folli e controproducenti i tentativi di screditare il movimento nel suo complesso. Chiunque organizzi veri e propri pogrom deve essere chiamato a risponderne, questo è certo, ma la gente deve poter manifestare ed esprimere le proprie opinioni, seppure sgradite. Queste persone esistono e, per quanto si decida di ignorarle, non se ne andranno. E non se ne andranno i loro sostenitori. A dirla tutta, indebolire i nazionalisti non farà che rafforzare Putin. (pp. 199-200) *Quando parlo dei partiti politici russi con gli occidentali, suscito sempre perplessità. Loro sono abituati a muoversi in uno spettro politico chiaro: destra, sinistra, socialdemocrazia, liberali. Queste categorie, però, non si applicano alla Russia. I nostri comunisti non sono «di sinistra» in senso classico: non sostengono le minoranze e non mettono un grammo di energia nelle lotte per aumentare i salari minimi. I comunisti russi sono di gran lunga più conservatori persino della destra americana. Il nostro paese ha un panorama politico del tutto diverso. Argomenti come la legalizzazione delle armi o il divieto di aborto, che suscitano accesi dibattiti nel mondo occidentale, sono pressoché privi di interesse per gli elettori russi. La nostra prima priorità deve essere la libertà di parola, la trasparenza elettorale e il rispetto dei diritto umani. (p. 201) [[File:8th Congress of Yabloko 18.jpg|thumb|[[Grigorij Javlinskij]]]] *Senza dubbio ho imparato tanto e sono anche grato a Grigorij Javlinskij per avermi insegnato svariate importanti lezioni. Però non riuscivo ad accettare il fatto che Jabloko stesse scegliendo di autoghettizzarsi dalla vita pubblica russa. Io sognavo che il nostro sarebbe diventato il partito di maggioranza. Volevo veder apparire un politico che intraprendesse tutti i progetti necessari e interessanti, e collaborasse direttamente con il popolo russo. Se si fosse presentata una persona così, sarei corso a offrirgli la mia collaborazione. Attesi a lungo, poi un giorno capii che quella persona potevo essere io. (p. 203) *Sembra vigere la regola per cui, se al comando c'è un ex procuratore o un funzionario dell'[[Federal'naja služba bezopasnosti|FSB]], la corruzione sarà due volte più diffusa. (p. 219) *La Russia è strutturata in modo che i rappresentanti di diversi ministeri federali sono letteralmente ovunque. Oltre al governatore, una regione ha un «ispettore capo federale» e rappresentanti di diversi ministeri federali. Qualsiasi decisione il governatore prenda può essere cassata da un funzionario che risponde direttamente a Mosca. La cosa può raggiungere picchi di assurdità. Per esempio, negli uffici del governo regionale di Kirov non c'era il wi-fi. Io proposi di metterlo. La saga meriterebbe un capitolo a parte, per un intermezzo comico. Solo ottenere che la mia proposta fosse discussa richiese cinque riunioni molto partecipate con il governatore, e anche allora il wi-fi non fu installato. (p. 219) *Lavorare a Kirov rappresentò nel complesso un'esperienza istruttiva, ma sconfortante. Ne ricavai una discreta consapevolezza di come funzionano le cose. Scoprii che non c'è modernizzazione possibile in una nazione autoritaria, che non c'è modernizzazione possibile neanche in una sola regione di una nazione del genere. Le persone giovani, attive, ambiziose arrivano con la voglia di sistemare e far funzionare tutto, ma vengono risucchiate nella palude del sistema. Mi resi conto che in un ambiente corrotto ti trovi tu stesso obbligato a comportarti in modo corrotto, anche se vorresti solo essere d'aiuto. (pp. 219-220) *{{NDR|Sull'[[Università Yale]]}} In Russia ero stato impegnato a combattere la corruzione nelle aziende statali. Ora, di colpo, mi trovavo seduto di fianco a una sudafricana che stava combattendo l'AIDS e l'HIV. Si chiamava Thembi Xulu, e faceva discorsi così interessanti sul suo lavoro che mi chiedevo se non fosse più importante del mio.<br>C'era anche un tipo indonesiano che era a capo di un'organizzazione giovanile musulmana. Una volta gli chiesi: «Quanti membri avete?» aspettandomi che dicesse tipo «duecento persone». Lui invece rispose: «Be', non siamo l'organizzazione giovanile più grande del mondo. Più o meno dodici milioni».<br>Un borsista proveniente dalla Tunisia non faceva che lamentarsi con me del fatto che stare all'opposizione era terribilmente difficile. «In Russia» diceva «avete YouTube, Facebook e Twitter, ma da noi in Tunisia è tutto bloccato.» Lavorare dalla Francia era l'unico modo in cui poteva condurre la sua militanza.<br>Erano gli ultimi giorni del 2010, e nel giro di un mese scoppoà la [[Primavera araba]] e il regime dittatoriale tunisino cadde. Per quanto potesse essere vista come un'esperienza limitata al popolo tunisino, considerai comunque importante e utile avere qualche nozione in materia. (pp. 222-223) *La [[Transneft]] è la più grande società al mondo di gestione di gasdotti e oleodotti, e sposta il petrolio in tutta la Russia. Inutile dire che è di proprietà dello Stato. A metà del primo decennio del Duemila, intraprese l'enorme progetto di costruire un oleodotto che andava dalla Siberia orientale all'oceano Pacifico. È garantito che qualsiasi cantiere di quelle dimensioni comporterà prima di tutto dosi massicce di appropriazione indebita. Anche se verà completato, un megaprogetto del genere non si concluderà in tempo; la realizzazione sarà scadente e sprezzante dei regolamenti; e una grossa getta del budget finirà nelle tasche di qualcuno. Ed è proprio ciò che accadde. La cosa era evidente a tutti, governo compreso, tanto che nel 2008 la Transneft fu sottoposta a un controllo della Corte dei conti, l'organo statale di revisione contabile: scandalosamente, i risultati furono tenuti segreti su richiesta della stessa Transneft.<br>Smossi mari e monti per mettere le mani su quel rapporto segreto e alla fine ci riuscii. Rimasi sconcertato. Le sue 150 pagine esponevano chiaro e tondo, con tanto di cifre e analisi, il fatto che poteva essere stato saccheggiato tutto il saccheggiabile. I costi di costruzione erano stati gonfiati più volte, inaffidabili società offshore erano state scelte come appaltatrici, gare e aste erano state condotte con irregolarità che avevano dell'incredibile, e la relativa documentazione era stata distrutta l fine di occultare l'accaduto. Non si trattava di una teoria di esperti o di una serie di post su un blog, ma di un rapporto ufficiale della Corte dei conti. La somma totale intascata nel corso del progetto dell'oleodotto si aggirava attorno ai 4 miliardi di dollari, «1100 rubli sottratti a ogni adulto di Russia», come scrissi all'epoca su LiveJournal. (pp. 223-224) *{{NDR|Sulla [[Fondazione Anti-corruzione]]}} Il principio cardine della nostra organizzazione era la trasparenza, che per me era importante fin dall'inizio per due ragioni. La prima, perché le persone sarebbero state più disponibili a donare se avessero saputo come venivano spesi i loro soldi; la seconda, perché volevo con tutto me stesso essere diverso dallo Stato. Il governo spendeva le nostre tasse senza darci spiegazioni, noi cittadini non avevamo voce in capitolo sulle priorità di bilancio e non sapevamo nemmeno come venissero distribuiti esattamente i soldi. [...] Io volevo fare le cose in modo diverso. Pubblicavo i dettagli del mio reddito personale. Pubblicavo la fonte dei finanziamenti dell'organizzazione. Tutti conoscevano l'aspetto di mia moglie e dei miei figli. Mandandomi soldi, le persone inviavano anche un chiaro segnale alle autorità: avevano deciso di farmi una donazione perché vedevano quello che facevo e sapevano come spendevo il denaro, mentre i funzionari governativi tenevano tutto nascosto e spesso rubavano. [...] Il secondo importante principio era la «normalità». Il Cremlino tenta da anni di marginalizzare il nostro movimento e relegarlo nel sottobosco, trasformandoci nell'equivalente moderno dei dissidenti sovietici. Io nutro un profondo rispetto per quei dissidenti, che sono stati degli eroi; nel 2012, però, la gente comune non voleva essere un eroico dissidente, perché è pericoloso e spaventoso. Tutti noi volevamo solo essere normali. E normali lo eravamo: persone normali con una normale vita lavorativa. (pp. 228-230) *Una delle cose peggiori della detenzione è essere tagliati fuori da tutto: la vita va avanti a pieno regime, mentre tu sei bloccato tra quattro mura e non ricevi nemmeno le notizie in tempo reale. (p. 234) *L'anno 2012 segnò l'avvento nella mia vita di uno schema preciso, un inarrestabile circolo vizioso che mi avrebbe accompagnato per molti anni a venire: manifestazione di protesta, arresto, manifestazione di protesta, arresto. Era sgradevole, certo, ma non mi avrebbe fermato. Il Cremlino se ne rese presto conto, per cui in dicembre istruì contro di me quattro nuovi procedimenti penali in una volta sola. Le accuse erano furto di legname nella regione di Kirov; appropriazione indebita di fondi dell'azienda francese Yves Rocher; furto di 100 milioni di rubli al partito Unione delle forze di destra; e, la mia preferita, appropriazione indebita dei fondi di una distilleria a Kirov. A quel punto correvo il rischio di passare in prigione diversi anni. Le ultime due accuse non erano troppo preoccupanti e non arrivarono nemmeno a processo. Le prime due erano inquietanti perché oltre a me venivano implicate altre persone innocenti. La causa legata alla Yves Rocher mi turbava particolarmente perché il coimputato era Oleg, il mio fratello minore. (p. 236) *I processi contro di me rappresentano un esempio perfetto di come funziona il sistema giudiziario in Russia. In pratica, architettano accuse e disegnano vittime strada facendo. Di solito è difficile spiegarlo a persone che vivono in paesi rispettosi del diritto. Non è possibile, dicono, inventarsi di sana pianta trenta faldoni di documenti. Ecco, gli investigatori russi ci riescono. (p. 237) *Intentando cause contro di me, il Cremlino aveva due obiettivi. Il primo era impedirmi di essere attivo in politica. Non è per niente facile comportarsi come al solito se sei in carcere, e anche una sospensione della pena rende la vita molto più complicata. Se hai una condanna penale, non puoi candidarti a una posizione politica. Il secondo obiettivo era danneggiare la mia reputazione. Avevano bisogno di rivolgermi accuse non legate alla politica ma alla criminalità comune: «Ah, sì? Pensa di poter combattere la nostra corruzione? Be', basta dire che lui stesso è corrotto!». (p. 237) *Per anni il regime si era dato da fare per creare l'illusione che esistesse solo Russia Unita e i partiti di opposizione sistemici, mentre l'opposizione non sistemica languiva ai margini della politica senza rappresentare nessuno. Anche se non diventai sindaco, la nostra campagna dimostrò che erano tutte bugie. In Russia c'è un sacco di gente che non appoggia Putin e i suoi candidati, che desidera una vera politica e delle vere elezioni. Se mobilitate in modo efficace, queste persone sono pronte a partecipare attivamente alle campagne elettorali, a lavorare per le sedi dei candidati, a fare volontariato. Era ovvio che, se ci fosse stato permesso di partecipare liberamente alle elezioni, saremmo diventati un partito grande e potente, e avremmo potuto competere con Russia Unita per la maggioranza in Parlamento. Io ne ero la prova vivente: una persona normale senza soldi, senza il sostegno dei media o degli oligarchi, che era stata persino rinchiusa in carcere per parte della campagna. In televisione, nel corso di un processo, ero stato accusato di appropriazione indebita e nessuno ci aveva creduto. A dispetto di tutte queste falsificazioni, avevo guadagnato il secondo posto nella corsa a sindaco della città più grande della Russia. E sapevo per certo che ce n'erano altri come me. Molti altri.<br>Lo sapeva anche il Cremlino. Non mi permise mai più di partecipare a un'elezione. (pp. 247-248) *L'accusa contro di noi era persino più ridicola di quella del primo processo, ma nel 2014 il sistema giudiziario era ormai stato perfettamente oliato da Putin e ubbidiva a ogni suo ordine. I pubblici ministeri accusavano me e Oleg di aver rubato 26 milioni di rubli alla società di cosmetica francese Yves Rocher con un presunto sistema di costi gonfiati per i servizi di logistica. L'analogia con il precedente caso montato ai miei danni e riguardante la Kirovles era evidente. Di nuovo veniva depinto come frode quello che era un normale accordo commerciale, però, mentre l'ultima volta la polizia aveva estratto dal cilindro una presunta vittima – ovvero Vjačeslav Opalev, direttore di Kirovles, che era stato ben felice di sfidarmi in tribunale –, qui di vittime non ce n'erano. [...] Il rappresentante di Yves Rocher chiamato a testimoniare (dalla procura!) affermò di non aver alcuna accusa da muovere nei nostri confronti, il che però lasciò indifferente la corte. Gli ordini erano chiari: dovevamo essere dichiarati colpevoli, quindi la macchina di Putin fece del suo meglio. (pp. 249-250) *Gli arresti domiciliari sono una forma di punizione particolarmente insidiosa: non sei in carcere, quindi nessuno simpatizza per te, ma in realtà non puoi fare quasi nulla. (p. 250) *Acquisimmo la totale padronanza di YouTube con il nostro rapporto sul procuratore generale [[Jurij Čajka]]. Quella era una storia che non parlava solo di corruzione, ma anche dei legami tra la procura e il crimine organizzato.<br>La prima cosa che scoprimmo fu che il figlio maggiore del procuratore generale, Artëm, viveva (per usare un eufimismo) al di sopra dei propri mezzi. Cose come queste erano piuttosto comuni. Scoprimmo che possedeva un enorme hotel di lusso e qualche villa in Grecia nonché una casa in Svizzera, e aveva una serie di conti in banche estere. Più avanti venimmo a sapere che attorno al procuratore girava tutta una mafia. Artëm era proprietario dell'albergo insieme alla moglie del vice di suo padre. Lei, a sua volta, aveva investito in affari con le mogli di due criminali di primo piano della regione di Krasnodar, appartenenti alla cosiddetta «banda degli Tsapki». Quest'ultima aveva tenuto l'intera città nella morsa del terrore per decenni commettendo furti, estorsioni, stupri e omicidi. Degli omicidi si parlava in tutto il paese: sui notiziari veniva raccontato come la gang avesse fatto irruzione nella casa di un uomo d'affari locale, uccidendo le quattordici persone che vi aveva trovato, compreso un neonato, per poi bruciare i corpi. Per anni la procura aveva protetto la banda, rifiutando di perseguirla.<br>Quando scoprimmo tutte queste cose, restammo a dir poco scioccati. Ma poi venne fuori che lo stesso figlio del procuratore generale era implicato in un omicidio. Aveva voluto impossessarsi del sistema di trasporto fluviale siberiano e portarlo sotto il suo controllo. Il direttore del trasporto fluviale aveva dichiarato in un'intervista che Artëm aveva cercato di ricattarlo e spaventarlo; due giorni dopo, era stato trovato impiccato nel suo garage. Non era stato aperto alcun procedimeno penale. Era stato liquidato come suicidio, anche se l'autopsia aveva dimostrato che le mani dell'uomo erano legate e i segni sul collo potevano essere stati causati solo da una morte violenta. (pp. 263-264) *{{NDR|Su [[Igor' Šuvalov]]}} Non c'è assolutamente nulla di normale nel suo stile di vita. Avevamo già scoperto che era proprietario di un palazzo a Mosca, il genere di residenza in cui ti aspetteresti di veder vivere un conte; dieci appartamenti in uno sfarzoso grattacielo di epoca staliniana con vista sul Cremlino; un enorme appartamento a Londra del costo di 11 milioni di sterline situato sulle rive del Tamigi; una villa in Austria; e una quantità di Rolls-Royce.<br>Eppure, quella nuova indagine lasciò di sasso perfino noi. Sembrava che Šuvalov amasse allevare corgi, e che anche loro vivessero nel lusso. Scoprimmo il jet con cui si spostava per affari, ne studiammo i piani di volo e ci rendemmo conto che non lo usava solo il vice primo ministro, ma anche i suoi cuccioli che andavano a partecipare a concorsi canini internazionali. (p. 264) [[File:Dmitry Medvedev govru official photo 18.jpg|thumb|[[Dmitrij Medvedev]]]] *Tutti prendevano in giro [[Dmitrij Medvedev|Medvedev]] quando era presidente. Si fingeva un liberale, pronto ad accogliere ogni nuova tecnologia, i quotidiani, internet. Apriva profili su Twitter e Instagram, una cosa che, per un funzionario russo, era come volare sulla Luna. [...] L'unica «conquista» rimasta dopo i quattro anni di Medvedev al potere è stata che la milizia ha cambiato nome in «polizia». (p. 280) *Venne fuori che Medvedev non era solo uno stupido sempliciotto, ma un individuo corrotto fino al midollo. Usava reti di associazioni benefiche per spillare soldi agli oligarchi e intestarsi case di lusso. Noi le perlustrammo tutte lanciando il nostro drone da un nascondiglio, e poi mostrammo nei minimi dettagli come viveva Medvedev. Scoprimmo che aveva un'enorme tenuta sul Volga, nell'antica città di Plës. Al centro di laghetto di questa proprietà aveva fatto costuire una casetta per le anatre. Non so perché il nostro pubblico si affezionò tanto a questo dettaglio, ma da allora la papera diventò il simbolo sia dell'indagine sia delle proteste anticorruzione. (pp. 280-281) *Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo ottenuto. Abbiamo aiutato un'intera nuova generazione a interessarsi alla politica. Sono giovani arditi, che sanno mostrare iniziativa e sono capaci di organizzarsi: sono gravemente insoddisfatti di quello che sta succedendo nel paese e pronti a manifestare per ciò in cui credono. (p. 282) *Nell'estate del 2019 mettemmo alla prova l'idea del voto strategico con le elezioni della Duma di Mosca. Io non potei candidarmi, ma molti miei colleghi e sostenitori sì. Annunciammo il nostro piano qualche mese prima delle votazioni e la cosa fu accolta con grande favore. Certo, non tutti erano entusiasti: «Ho sempre votato per Jabloko e continuerò a farlo senza se e senza ma!», «Votare per i comunisti? Per quei cannibali? Mai!». Io spiegavo con calma che, per come eravamo messi, avremmo potuto persino votare per una sedia, anche quella sarebbe stata meglio del candidato di Russia Unita. (p. 287) *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con [[Boris Nemcov]] dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». (p. 290) [[File:Boris Nemtsov, R.I.P (16563445379).jpg|thumb|Memoriale a [[Boris Nemcov]]]] *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. (pp. 290-291) *Ho sempre cercato di ignorare l'idea di poter essere aggredito, arrestato o persino ucciso. Non ho controllo su quanto può accadere e sarebbe masochista trastullarsi in questi pensieri. Dovrei domandarmi: «Quante possibilità ho di sopravvivere fino a sera? Sei su dieci? Otto su dieci? O forse dieci su dieci?». Non è che cerchi di non pensarci, magari chiudendo gli occhi e fingendo che il pericolo non esista. È solo che un giorno ho deciso di non avere paura. Ho soppesato tutto, ho capito qual è la mia posizione e ho lasciato andare. Sono un politico dell'opposizione e so perfettamente chi sono i miei nemici, ma se dovessi temere di continuo che mi ammazzino, non varrebbe la pena vivere in Russia. Dovrei emigrare o smettere di fare ciò che faccio. (p. 291) *Sono un cittadino russo e ho determinati diritti. E non sono disposto a vivere nella paura. Se devo combattere, combatterò, perché so di essere nel giusto, so che loro hanno torto. Perché sono dalla parte del bene e loro da quella del male. Perché ci sono tantissime persone che mi sostengono. (p. 292) *Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo. Io dico apertamente che, quando sarò al governo, porterò queste persone del Cremlino davanti alla giustizia, perché stanno derubando la nazione russa. A loro l'idea non piace, è ovvio, ecco perché stanno cercando di fermarmi in tutti i modi possibili. Io li combatto e loro mi vedono come il nemico. (p. 292) *So per certo una cosa: io appartengo all'uno per cento delle persone più felici al mondo, quelle che adorano incondizionatamente il proprio lavoro. Mi godo ogni istante. Le persone mi danno un enorme sostegno. Ho incontrato la donna della mia vita, ci amiamo e condividiamo gli stessi valori: lei si oppone quanto me a ciò che sta accadendo in Russia. Il nostro paese merita di meglio. Il popolo russo potrebbe vivere una vita venti volte più ricca di questa. Per me e Yulia non sono solo parole, noi vogliamo fare qualcosa. Almeno ci stiamo provando, perché è chiaro che ne vale la pena. Forse non ci riusciremo, forse tutto cambierà dopo di noi, ma dobbiamo provare. Voglio che i nostri figli e i nostri nipoti sappiano che i loro genitori erano brave persone e che hanno passato la vita a tentare di creare qualcosa di positivo. (p. 293) *Il popolo russo è meraviglioso. Di primo acchito non è molto accogliente, ma devo ammettere che questo mi piace. Sono persone complicate che amano filosofare. E anche a me piace farlo. Trasformano qualsiasi sciocchezza in una questione esistenziale e cominciano a discutere del futuro del paese. Io faccio lo stesso. Una volta ho descritto la Meravigliosa Russia del Futuro come un Canada metafisico: un ricco paese del nord a bassa densità di popolazione dove tutti vivono bene e sono ossessionati dai dibattiti filosofici. (p. 294) *Il più grosso errore degli occidentali è di mettere sullo stesso piano lo Stato e la gente russa. In realtà non hanno niente in comune, e la nostra peggiore sfortuna è che, tra i diversi milioni di persone che vivono qui, molto spesso il potere finisce nelle mani dei peggiori e più cinici bugiardi. Secondo un detto popolare, ogni paese ha il governo che merita, e molti credono che questo valga anche per la Russia. In caso contrario, di certo il popolo russo sarebbe insorto rovesciando il regime. Io non penso che sia vero. Un gran numero di miei connazionali non approva quello che sta succedendo e non lo ha scelto. Tuttavia, se non ti ribelli, la responsabilità è sulle spalle di ciascuno di noi, quindi anche sulle mie. E spetta a me lottare con maggior decisione per cambiare le cose. (p. 294) *Se mi chiedeste se odio Vladimir Putin, la risposta sarebbe: sì, lo odio, ma non perché ha cercato di uccidermi o perché ha sbattuto mio fratello in prigione. Odio Putin perché ha rubato alla Russia gli ultimi vent'anni. Avrebbero potuto essere anni incredibili, un periodo mai vissuto nella nostra storia. Non avevamo nemici. La pace regnava lungo tutte le nostre frontiere. I prezzi di petrolio, gas e di tutte le nostre altre risorse naturali erano incredibilmente alti. I ricavi delle esportazioni erano enormi. Putin avrebbe potuto usare quegli anni per trasformare la Russia in un paese prospero. E tutti noi avremmo potuto vivere meglio.<br>E invece, venti milioni di persone campano al di sotto della soglia di povertà. Una parte del denaro è stata semplicemente sottratta da Putin e dai suoi compari. Una parte è stata scialacquata. Non hanno fatto nulla di buono per il nostro paese, e questo è il loro peggior crimine contro i nostri figli e contro il futuro di tutta la Russia. (p. 295) *Nel corso della storia, la Russia ha avuto dapprima gli zar, poi gli imperatori, poi i segretari generali, poi i presidenti, e tutti sono stati autoritari. Non possiamo andare avanti così.<br>Il nostro compito è spezzare questo infinito circolo vizioso grazie al quale, ciclicamente, chi assume il potere lo trasforma in autoritarismo. (p. 295) [[File:Pushkinskaya Square.jpg|thumb|Manifestazione a sostegno di Naval'nyj, 23 gennaio 2021]] *La televisione di Stato ha detto che i partecipanti alla manifestazione del 23 sono bioterroristi che diffondono deliberatamente il COVID.<br>E questo lo affermano le stesse persone che, nel pieno della pandemia, hanno organizzato una parata e un'elezione nazionale. (p. 311) *Me lo sono chiesto con franchezza centinaia di volte: «Ho dei rimpianti? Sono triste?».<br>Niente affatto. La certezza di essere nel giusto e la sensazione di far parte di una causa più grande pesano un milione per cento in più di qualsiasi timore. E poi, tutto questo era ampiamente prevedibile. Ci ho pensato e ripensato, ben sapendo che la crescente efficacia del nostro team avrebbe indotto Putin a ordinare la mia carcerazione. D'altronde, non aveva altro modo per risolvere il problema. O meglio, l'avrebbe avuto, ma non avrebbe funzionato. (p. 320) *Un sottopancia di Euronews dice: «Grigorij Javlinskij afferma in un articolo che una Russia democratica e Navalny sono incompatibili». Questo è il Cremlino che ridicolizza il vecchio codardo, costringendolo a scrivere una cosa del genere proprio in questo momento. L'umiliazione pubblica è il dazio da pagare per aver potuto registrare il proprio partito e aver ricevuto finanziamenti. Che orrore trasformarsi in una cosa del genere. [...] Poveretto. Posso solo immaginare il tormento che ha provato nello scrivere quella roba. Mettendo da parte il fatto che il Cremlino lo ha costretto a scrivere di ''me'', doveva sapere che lo avrebbero fatto a pezzi, il che probabilmente è accaduto. E questo non perché sono io in particolare, ma perché viene da chiedersi: per l'amor di Dio, come gli è venuto in mente di scrivere un articolo su qualcuno che è appena stato sbattuto in prigione? Come si dice: ha perso un'occasione per tacere.<br>Non so cos'abbia su di lui la lunga mano del Cremlino, ma di certo lo tiene in pugno. Difficile dire che la sua carriera sia finita, perché, tanto per cominciare, non ne ha mai avuta una. Più precisamente, si è alienato anche lo zoccolo duro dei suoi sostenitori e ha mandato in fumo le chance che molti membri del suo partito avevano di essere eletti. I più sconvolti sono i suoi compagni di partito. Eccola qui, la tanto attesa marea politica, giusto alla vigilia delle elezioni. Dovevano solo cavalcare l'onda. (pp. 329-330, 332-333) *Ho finito di leggere ''Madame Bovary''. Molto deludente. Stavo per scrivere che si tratta della versione semplificata di ''Anna Karenina'', ma non c'è confronto. (p. 330) *{{NDR|Su [[Guy de Maupassant]]}} Lui sì, che è un vero scrittore. I suoi racconti fanno sostanzialmente schifo, ma i romanzi sono buoni. Mi sono imbattuto in qualche frase davvero ficcante. Sono appena sceso dalla brandina per annotarmene una, che in sostanza dice qualcosa come: «Aveva quel fortunato aspetto che le donne sognano e gli uomini trovano repellente». Non è fantastica? (p. 330) *Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali. (p. 332) *Un atteggiamento tipicamente russo: siamo orgogliosi di quelli che abbiamo messo in galera. (p. 387) *Ecco un frammento di informazione dal miglior campo di prigionia della Russia. Nel giro di tre settimane, ben tre detenuti della mia unità sono stati portati in ospedale con la tubercolosi. (p. 408) *Non si può dire che in questo ospedale curino davvero i pazienti. E non è un'esagerazione. Nel mio reparto ci sono altri due tizi. Sono persone gravemente malate. Uno ha l'HIV e soffre tanto. Li trattano come me: controllo della pressione e della temperatura, e una pastiglia al giorno. Questi sono tutti i loro farmaci. Il personale non sa fare altro. Non c'è da meravigliarsi se quelli che vengono curati in carcere muoiono come mosche.<br>Se ne fregano tutti. Misurano la pressione di un paziente al mattino, annotano che non c'è più battito e passano a quello successivo. (p. 418) *Da un lato, fare lo [[sciopero della fame]] e uscirne ti insegna perseveranza, ascetismo e forza di volontà. Dall'altro, ti rende ossessionato dal cibo. Non fai che pensarci e parlarne tutto il tempo. Pianifichi quello che mangerai ''dopo''. Lo sogni persino. In attesa che arrivasse questo giorno ho fatto vividi sogni di caffè, pane bianco e burro. Non ho bevuto caffè per almeno quarantasei giorni. Niente pane e burro per, boh... non saprei. Per due mesi come minimo, forse di più... (p. 421) *Chiariamo le cose, non ho fissa di segni e simboli, e non sono nemmeno troppo superstizioso. È vero, non mi piace passare oggetti oltre una soglia, e non mi piace che io e Yulia aggiriamo un palo da lati diversi quando andiamo a fare una passeggiata. È vero, mi faccio il segno della croce ogni volta che passo davanti a una chiesa, cosa che per i «veri cristiani» è una palese superstizione. In realtà lo faccio più che altro per irrobustire in me un senso di fortezza cristiana, perché quando lo faccio mi deridono tutti. Ho deciso che questa è la mia versione semplificata di sofferenza per la fede, un momento di tribolazione per il fatto di essere un credente. Per fortuna non comporta essere smembrati, lapidati a morte o farsi sguinzagliare contro i leoni.<br>Razionalizzo questa recente propensione a cercare segni come se fosse dovuta ai tanti mesi passati da solo in un ambiente ostile. A nessuno è concesso frequentarmi, a parte quelli che hanno ordini di ficcare il naso nel mio umore e nei miei piani. Non ho nessuno a cui chiedere consiglio, o con cui fare anche solo una piacevole chiacchierata. In tutto questo tempo ho avuto una sola occasione di farlo, quando Yulia è venuta per quella visita lunga e siamo potuti uscire in corridoio e bisbigliarci all'orecchio senza che ci sentissero i microfoni installati nelle telecamere presenti ogni tre metri. Dunque è così: la mente cerca un sostegno per le sue decisioni e cerca di verificarle attraverso coincidenze o qualcosa fuori dall'ordinario che possa considerare un segno. In ogni caso ricevere un segno è molto confortante, e anche questa è senza dubbio una naturale realzione psicologica allo stress della vita in un ambiente ostile. (pp. 433-434) *Nel periodo che ho passato dentro, è scoppiato uno scandalo di grande risonanza. Le amministrazioni carcerarie di diverse regioni non solo avevano organizzato un sistema per torturare e stuprare i detenuti, ma registravano tutto su video. In seguito i filmati venivano caricati su un server centrale così che le stesse amministrazioni o gli agenti dell'FSB potessero accedere alla registrazione, in modo da poter intimidire qualcuno mostrandogli quello che rischiava di accadergli. In alternativa (e, per come lo interpreto io, lo scopo principale era questo), dopo aver stuprato un detenuto, potevano reclutarlo con il ricatto, minacciando di diffondere il video. In quel caso i suoi compagni di prigionia lo avrebbero relegato nella casta dei «degradati».<br>Gli stupratori erano perlopiù «attivisti» che registravano tutto su videocamere fornite dal personale. Poi, però, qualche furbacchione del Servizio penitenziario federale aveva ordinato a un carcerato specializzato in informatica di caricare le registrazioni. Lo sventurato era stato a sua volta reclutato come attivista dopo un'analoga tortura. Non sorprende sapere che, alla prima occasione, avesse scaricato una piccola parte era stata resa pubblica prima che cominciassero le trattative e, deduco io, il sistema aveva stretto un patto con il subdolo specialista informatico per lasciar cadere alcune accuse contro di lui, o forse lo avevano semplicemente corrotto. Comunque sia andata, le diverse decine di video pubblicate erano state sufficienti a causare le dimissioni del direttore del Servizio penitenziario federale e l'apertura di un procedimento penale. Tutto questo era successo pur essendo chiaro che Putin in persona avrebbe voluto insabbiare lo scandalo. Quando gliene avevano chiesto conto a un paio di conferenze stampa, aveva risposto con riluttanza che stavano indagando sul problema. Questo non sorprende, perché era emerso che l'FSB era il principale istigatore delle torture. Non c'era alcun «eccesso all'interno del servizio carcerario», ma un sistematica tortura organizzata dall'alto. [...] Quasi tutti i video comprendevano la scena di un uomo che veniva violentato con il manico di uno spazzettone. Non so perché. Forse è solo lo «stile della casa». O forse qualche patologico pervertito del Servizio penitenziario federale o dell'FSB ha di queste fantasie e ha deciso di ordinare che tutti vengano torturati così. (pp. 458-459) *I regimi come questo sono resistenti, e la cosa più folle che potrei fare è dare ascolto alle persone che dicono: «Ljoš, certo, il regime durerà almeno un altro anno, ma l'anno dopo, massimo due, crollerà e tu sarai un uomo libero». O cose su questa falsariga. Le persone me lo scrivono spesso.<br>L'Unione Sovietica è durata settant'anni. I regime repressivi in Corea del Nord e a Cuba sopravvivono tuttora. La Cina, con una vasta gamme di prigionieri politici, è durata tanto che quei prigionieri invecchiano e muoiono in carcere. Il regime cinese non dà segni di cedimento. Non rilascia nessuno, malgrado la pressione internazionale.<br>La verità è che sottovalutiamo la resilienza delle autocrazie nel mondo moderno. Con rare, rarissime eccezioni, sono protette dall'invasione esterna dall'ONU, dal diritto internazionale, dai diritti di sovranità. La Russia, che al momento sta combattendo una classica guerra di aggressione contro l'Ucraina (che ha aumentato di dieci volte le predizioni sull'imminente crollo del regime), è ulteriormente protetta in qualità di membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalle sue armi nucleari.<br>La crisi economica e l'impoverimento, con ogni probabilità, ci attendono. Ma è lontano dall'essere scontato che il regime crolli in modo che i detriti sfondino le porte delle sue prigioni. (p. 496) *Ho quarantacinque anni. Ho una famiglia, dei figli. Ho avuto una vita da vivere, ho lavorato ad alcune cose interessanti, fatto alcune cose utili. Ma adesso c'è una guerra in corso. Immaginate che un diciannovenne stia guidando un carro armato e si becchi uno shrapnel in testa, e giù il sipario. Non ha avuto famiglia, né figli, né una vita. In questo stesso momento, civili morti giacciono sulle strade di Mariupol', i corpi divorati dai cani, e molti di loro saranno fortunati se finiranno in una fossa comune, senza che ne abbiano alcuna colpa. Io ho fatto le mie scelte, ma queste persone stavano solo vivendo le loro vite. Avevano un lavoro. Mantenevano la famiglia. Poi, una sera come un'altra, un delirio livoroso alla televisione: il presidente di un paese confinante annuncia che siete tutti «nazisti» e dovete morire perché l'Ucraina è stata inventata da Lenin. Il giorno dopo una granata entra dalla finestra e non hai più una moglie, un marito o dei figli... e magari nemmeno tu sei sopravvissuto. (p. 499) *Ho sempre pensato, e detto apertamente, che essere credente ti rende più facile vivere e, in misura ancora maggiore, impegnarti in una politica di opposizione. La [[fede]] rende la vita più semplice. (pp. 500-501) ===Explicit=== Il mio compito è cercare il Regno di Dio e la sua rettitudine, e lasciare che il buon vecchio Gesù e la sua famiglia si occupino del resto. Loro non mi abbandoneranno e risolveranno tutti i miei grattacapi.<br>Come si dice qui in prigione: «Si prenderanno i pugni al posto mio». ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) elch5y70uineug9yuyzusy2aqv7rx7z 1351482 1351481 2024-11-12T07:58:11Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351482 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) [[File:IAEA 02790020 (5612542129).jpg|thumb|Civili evacuati dopo il [[disastro di Černobyl']]]] *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La [[nostalgia per l'Unione Sovietica]] è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il tetto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) [[File:RIAN archive 644463 First stage in the Soviet troop withdrawal from Afghanistan.jpg|thumb|Soldati sovietici in Afghanistan]] *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) [[File:1991 coup attempt4.jpg|thumb|Carri armati a Mosca durante il [[putsch di agosto]]]] *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il problema della «[[russofobia]]» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...] Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. [...] Dovremmo ammettere che in Russia non c'è mai stato al potere un democratico, nel senso di una persona con una mentalità genuinamente liberale e democratica. (pp. 123-124) *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. (p. 126) *Dall'inizio alla metà degli anni Novanta non ero solo un sostenitore di Eltsin, ma uno di quelli che appoggiava senza riserve il leader in ogni sua iniziativa. Strano a dirsi, non ero tanto infatuato della sua persona o dei membri della sua squadra. Semplicemente non potevo soffrire nessuno degli altri politici. Il mondo senza chiaroscuri della politica dell'epoca comportava il fatto che o eri a favore di Eltsin e guardavi avanti, a dispetto degli errori, delle difficoltà e delle decisioni impopolari, oppure puntavi su quelle teste di rapa, rimasugli dell'Unione Sovietica, la cui unica idea era: «Torniamo indietro. Quelli erano bei tempi». Ebbene, per me non erano bei tempi, e mi faceva impazzire che le persone cercassero di convincermi che così era. Mi fa impazzire tuttora. Negli anni Novanta, certi cretini cercavano di convincermi che mia madre non aveva dovuto alzarsi alle cinque del mattino per comprare la carne, e che io non avevo dovuto fare un'ora di fila per acquistare il latte. (p. 127) *In realtà, è probabile che ciò che provo per Eltsin non sia il genere di odio che si può nutrire verso un vivo, ma piuttosto una complessa mescolanza di avversione, rimpianto e sgomento. Rimpianto per la meravigliosa occasione che il mio paese e i miei connazionali si sono lasciati scappare di vivere la normale e civile vita europea che meritiamo. Le aspirazioni, le speranze, la fiducia, compresa la fiducia cieca di persone ingenue e confuse com'ero io in gioventù, sono state tradite e cinicamente svendute. Sono state barattate con le trame patetiche e corrotte – e i guadagni occulti – della famiglia Eltsin, con le garanzie della loro sicurezza. Il primo decreto di Putin riguardava aiuti materiali e garanzie di immunità legale per «la famiglia del primo presidente della Russia». A questo furono ridotti i grandi eventi storici che andarano dalla metà degli anni Ottanta all'inizio dei Novanta. (pp. 130-131) *Un'occhiata fredda e obiettiva all'era Eltsin ci pone di fronte a una verità triste e sgradevole, che spiega l'ascesa di Putin al potere: nel governo della Russia post-sovietica non ci sono mai stati democratici, e tanto meno liberali che sostenessero la libertà e si opponessero ai conservatori desiderosi di resuscitare l'Unione Sovietica. Tutti loro – con rare eccezioni come [[Egor Timurovič Gajdar|Egor Gajdar]] e [[Boris Nemcov]], che si sono mostrati incorruttibili e hanno trovato la forza di ritirarsi (Gajdar) o di resistere alla reincarnazione dell'autoritarismo (Nemcov) – sono stati un'orda scellerata di ladri e mascalzoni. Per un certo periodo sono stati stimolati dalla retorica democratica, ma sempre nell'ottica di stare, nella cornice delle battaglie politiche dell'epoca, dalla parte del Cremlino, delle autorità. Per loro contava solo questo. Questo e, soprattutto, le opportunità di arricchirsi. (pp. 131-132) *[...] il regno di Eltsin non aveva nulla a che fare con le riforme. Era inutile aspettarsi da lui una qualsiasi visione o una crescita economica. Era solo un vecchio alcolizzato con attorno una manica di cinici imbroglioni che si dedicavano alla loro consueta attività di riempirsi le tasche. [...] L'entourage di Eltsin era una banda di farabutti, alcuni dei quali si definivano statisti patriottici, mentre altri si descrivevano come riformatori. I riformatori rubavano di più, ma avevano un aspetto più presentabile. (pp. 138-139) *Durante la mia convalescenza in Germania, inizialmente avevo deciso di tornare a Mosca il 15 dicembre, in tempo per festeggiare il nuovo anno e il Natale ortodosso a casa. Lo avevo dichiarato nel corso di una delle prime interviste dopo essere uscito dall'ospedale. In realtà, uno pseudoannuncio sul mio rientro in Russia dopo che mi fossi rimesso dall'avvelenamento era già stato fatto mentre ero in terapia intensiva: in occasione di una visita, Yulia mi stava leggendo ogni sorta di richieste urgenti da parte dei miei colleghi e io, dal letto e agghindato com'ero di cavi e tubi, rispondevo.<br>«Kira vuole sapere se dobbiamo rispondere al "New York Times". Chiedono se tornerai.»<br>«Che domanda stupida. Certo che tornerò.»<br>«Quindi deve rispondere?»<br>«Sì, ma senza dire che l'ho definita una domanda stupida.» (p. 141) *L'esperienza mi ha insegnato che i [[Problema|problemi]] più gravi sorgono da cose alle quali non hai pensato: credenziali per accedere al conto corrente online, autorizzazioni e password per le varie applicazioni e i dispositivi che usi tutti i giorni. Quando sei in [[carcere]], sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale e non voglio dovermi preoccupare che mi moglie non possa ritirare soldi dal mio conto a causa di una stupida regola bancaria che prevede che io dia il permesso scritto via e-mail. I giornali di tutto il mondo potranno anche riportare la notizia del mio arresto e della mia detenzione, ma il direttore della banca risponderà sempre: «Sono desolato, non c'è nulla che possiamo fare. Il titolare ci deve inviare un'e-mail o usare la nostra comoda app.» (p. 147) *Ormai da molto tempo ho smesso di tentare di analizzare e prevedere il comportamento di Putin e del Cremlino: c'è in gioco troppa irrazionalità. Putin è al potere da oltre vent'anni e, come accade a qualunque altro leader della storia che abbia governato così a lungo, ha la testa piena di ossessioni messianiche, tutta quella roba in stile «Niente Putin, niente Russia» proclamata dal podio della Duma. A dispetto di ciò che gli analisti poltici scelgono di scrivere, poi, anche il vero equilibrio di potere fra i più assortiti gruppi del Cremlino è ignoto, quindi è inutile cercare di calcolare quale potrebbe essere la «loro» prossima mossa. Possiamo fare solo quello che riteniamo giusto. (p. 149) *Facevo l'avvocato per una grande società moscovita di sviluppo immobiliare. Per concludere qualcosa nel settore edilizio nella Mosca del sindaco [[Jurij Michajlovič Lužkov|Lužkov]] alla fine degli anni Novanta, bisognava prima rimunerare lui, poi il suo vice, il leggendario [[Vladimir Resin]], che ogni persona onesta stava chiedendo di sbattere in carcere, tanto era sfacciata e cinica la sua abitudine di accettare mazzette. Per ironia della sorte, io che ho indagato con tanto rigore sugli squallidi maneggi di Regin in ogni fase della sua carriera adesso sto scrivendo queste parole dal carcere mentre lui, a ottantacinque anni, siede bello comodo nella Duma statale come rappresentante del partito [[Russia Unita]] di Putin. (p. 178) *[...] poche cose meritano l'incenerimento con un lanciafiamme più di un gruppo di [[Avvocato|avvocati]] ubriachi consapevole che qualche scappatoia legale permetterà loro di passarla lisca dopo aver fatto i gradassi e aver spadroneggiato sulla gente comune che non conosce la legge ma ha il diritto dalla sua parte. (p. 183) *È un logoro cliché parlare della chimica tra le persone, ma credo davvero che esista. Così come l'amore a prima vista, e io ne sono la prova vivente. Adesso, mentre sto scrivendo queste parole, io e [[Julija Naval'naja|Yulia]] siamo insieme da ventiquattro anni. Di tanto in tanto, persone più giovani, o giornalisti ansiosi di trovare una domanda originale per la loro intervista, mi chiedono qual è il segreto di un matrimonio riuscito. Io davvero non ne ho idea. Una grossa parte del successo è pura fortuna. Sono stato fortunato a incontrare Yulia. Altrimenti, forse adesso sarei una persona molto diversa: divorziato tre volte, single e ancora in cerca di qualcuno. (p. 187) *In Russia, se sei attivo in politica, e tanto più se non supporti il regime, possono arrestarti in qualsiasi momento. Ti perquisiranno la casa, ti confischeranno beni. Requisiranno i telefoni dei tuoi figli e il computer di tua moglie. Durante una perquisizione avevano una gran voglia di filarsela con il nostro televisore. Ma da Yulia non ho mai sentito una parola di rimprovero. Anzi, tra noi due, è lei ad avere le opinioni più radicali. È sempre stata immersa nella politica. Odia le persone che hanno preso il potere nel nostro paese, probabilmente ancor più di me. E questo mi incoraggia a fare quello che faccio. (pp. 187-188) [[File:Vladimir Putin with Boris Yeltsin-3.jpg|thumb|[[Boris El'cin]] consegna l'emblema presidenziale a [[Vladimir Putin]]]] *Nel 1999, quando Vladimir Putin salì al potere, molti lo trovarono fantastico: era giovane, a differenza di Eltsin non beveva e sembrava dire tutte le cose giuste. Questo non fece che consolidare la speranza che, finalmente, tutto sarebbe andato a posto. Tale narrazione mi irritava davvero tanto. Non mi piaceva affatto l'idea di Putin come «successore»: io volevo un'autentica elezione presidenziale, con candidati in competizione tra loro. Se Putin fosse stato un comunista che aveva fatto campagna elettorale e aveva vinto onestamente, mi sarei arrabbiato molto ma avrei accettato il risultato. Invece, Putin era stato imposto alla Russia per ricompensarlo della sua fedeltà e disponibilità a fornire immunità legale all'ex presidente e alla sua famiglia. (p. 191) *La maggior parte delle persone si iscriveva a [[Jabloko]] perché ne ammirava il leader, [[Grigorij Javlinskij]]. Io non condividevo la profondità di quei sentimenti. Se durante il mio precedente entusiasmo per Eltsin non sopportavo Javlinskij e lo consideravo uno che gli toglieva voti, adesso il mio atteggiamento era più sfumato e avevo iniziato a rispettarlo. Lo ritenevo un politico perbene e onesto. Gli ex burocrati del Partito comunista che si erano allontanati di soppiatto dagli uffici del Soviet e si erano insinuati in quelli della Federazione Russa erano un manipolo di ladri, mentre Javlinskij era un uomo con dei valori. Aveva un'idea, che difendeva, e nel complesso il partito agiva in modo coerente; non c'era un gran desiderio di fare qualcosa di decisivo, quindi si preferiva lanciarsi in dibattiti intellettuali, ma almeno i militanti credevano davvero in ciò che dicevano. (p. 193) *Con il tempo iniziai a capire che l'unanime ammirazione per Javlinskij era così forte da assumere talvolta le sembianze del culto della personalità. I leader del partito e lui stesso erano incontestabili e la gerarchia osservata con rigore. Guardavano ai nuovi venuti con circospezione, nell'eventualità che qualcuno arrivasse e cercasse di impadronirsi del partito! Quanto a me, ero considerato con particolare sospetto perché non corrispondevo alla loro immagine del classico attivista politico: facevo la doccia tutte le mattine e avevo un lavoro. Mi avranno chiesto forse cento volte per quale motivo stessi lì sebbene loro avessero pochissimi soldi (o non ne avessero affatto). Tuttora non riesco a scrollarmi di dosso questo pregiudizio. Le persone pensano sempre ci sia una trappola. Dopotutto, se hai una buona istruzione e un buon lavoro, perché dovresti metterti contro Putin? Perché fai quelle inchieste? Forse ricevi le soffiate dalle stanze del Cremlino in concorrenza tra loro o magari sei proprio un tirapiede del Cremlino? O forse sei un lacchè dell'Occidente? Da sempre la gente inventa teorie cospirazioniste su di me per cercare in qualche modo di spiegare il mio inspiegabile interesse per la politica. Se oggi lo trovo divertente, ai tempi di Jabloko era seccante. Il fatto che mi considerassero un enigma indicava che non avevano fiducia nella propria forza. (pp. 193-194) *Nel 2001 nacque Dasha. Diventare padre ha trasformato la mia vita in modi inaspettati. Io e Yulia volevamo avere figli e io fui felicissimo quando nacque la nostra bambina, però accadde anche altro. Come chiunque fosse cresciuto in Unione Sovietica, non avevo mai creduto in Dio, ma guardando Dasha e osservandola crescere non riuscivo a fare pace con il pensiero che fosse solo una questione di biologia. Questo non toglieva niente al fatto che ero e resto un grande sostenitore della scienza, ma in quel momento capii che, da sola, l'evoluzione non era sufficiente. Doveva esserci di più. Da ateo irriducibile, diventai gradualmente una persona religiosa. (p. 196) *Immaginiamo che, in un universo parallelo, tutte le peggiori paure dei leader di Jabloko fossero diventate realtà e, all'inizio degli anni Duemila, io avessi assunto la guida del partito. In quel caso, Jabloko avrebbe cambiato volto. I suoi iscritti sarebbero rimasti i simpatici secchioni di sempre, ma sarebbero stati anche molto coraggiosi, perché io credo fermamente che le cose migliori sulla Terra siano state create da secchioni coraggiosi. [...] I secchioni di Jabloko erano vigliacchi e restii alla sperimentazione. Il mondo era cambiato, ma loro erano rimasti fermi. C'era stato un tempo in cui Jabloko era una fazione all'interno della Duma e il partito non riusciva a vedersi in modo diverso. Quando non superarono lo sbarramento del 5 per cento, mossero accuse di abuso di potere e brogli elettorali. Erano indignati e affermavano che gli era stata rubata la vittoria, perché in realtà avevano ottenuto molti più voti. Che le elezioni fossero clamorosamente truccate già allora era vero, ma Jabloko – dal canto suo – non aveva mosso un dito per farsi votare. Pian piano si rassegnarono all'idea che non avrebbero mai potuto vincere. Si convinsero ce la loro fosse una lotta impari contro la gigantesca, ostile Russia in cui i secchioni non piacevano a nessuno; iniziarono a temere i loro elettori e mascherarono la paura con un esagerato elitarismo con connotazioni intellettuali. Inutile dire che alla gente non importava di questo e il partito iniziò a perdere il poco sostegno che gli era rimasto. (p. 198) *Io ero convinto che, per contrastare Putin, fosse necessario un'ampia coalizione. All'epoca questi nazionalisti organizzavano dimostrazioni annuali a Mosca, le cosiddette «Marce russe», che erano autorizzate solo alla periferia della città ma richiamavano comunque diverse migliaia di persone. I dimostranti venivano dispersi senza pietà dalla polizia e i primi arresti di massa si verificarono in quelle occasioni, non durante le proteste dei liberali o dei democratici. Stabilii che se io, con i miei valori democratici, sostenevo il diritto di libera assemblea, allora per coerenza dovevo supportare anche quello degli altri. Iniziai dunque ad aiutarli a organizzare le loro parate e, per solidarietà, vi presi parte in diverse occasioni. Su internet potete trovare foto di me in piedi davanti a una bandiera nera, bianca e gialla, che viene spesso usata come sfondo per le interviste in cui mi chiedono: «Lei si considera un nazionalista?». [...] In qualunque normale sistema politico svilupato, io ovviamente non avrei aderito al partito nazionalista, ma considero folli e controproducenti i tentativi di screditare il movimento nel suo complesso. Chiunque organizzi veri e propri pogrom deve essere chiamato a risponderne, questo è certo, ma la gente deve poter manifestare ed esprimere le proprie opinioni, seppure sgradite. Queste persone esistono e, per quanto si decida di ignorarle, non se ne andranno. E non se ne andranno i loro sostenitori. A dirla tutta, indebolire i nazionalisti non farà che rafforzare Putin. (pp. 199-200) *Quando parlo dei partiti politici russi con gli occidentali, suscito sempre perplessità. Loro sono abituati a muoversi in uno spettro politico chiaro: destra, sinistra, socialdemocrazia, liberali. Queste categorie, però, non si applicano alla Russia. I nostri comunisti non sono «di sinistra» in senso classico: non sostengono le minoranze e non mettono un grammo di energia nelle lotte per aumentare i salari minimi. I comunisti russi sono di gran lunga più conservatori persino della destra americana. Il nostro paese ha un panorama politico del tutto diverso. Argomenti come la legalizzazione delle armi o il divieto di aborto, che suscitano accesi dibattiti nel mondo occidentale, sono pressoché privi di interesse per gli elettori russi. La nostra prima priorità deve essere la libertà di parola, la trasparenza elettorale e il rispetto dei diritto umani. (p. 201) [[File:8th Congress of Yabloko 18.jpg|thumb|[[Grigorij Javlinskij]]]] *Senza dubbio ho imparato tanto e sono anche grato a Grigorij Javlinskij per avermi insegnato svariate importanti lezioni. Però non riuscivo ad accettare il fatto che Jabloko stesse scegliendo di autoghettizzarsi dalla vita pubblica russa. Io sognavo che il nostro sarebbe diventato il partito di maggioranza. Volevo veder apparire un politico che intraprendesse tutti i progetti necessari e interessanti, e collaborasse direttamente con il popolo russo. Se si fosse presentata una persona così, sarei corso a offrirgli la mia collaborazione. Attesi a lungo, poi un giorno capii che quella persona potevo essere io. (p. 203) *Sembra vigere la regola per cui, se al comando c'è un ex procuratore o un funzionario dell'[[Federal'naja služba bezopasnosti|FSB]], la corruzione sarà due volte più diffusa. (p. 219) *La Russia è strutturata in modo che i rappresentanti di diversi ministeri federali sono letteralmente ovunque. Oltre al governatore, una regione ha un «ispettore capo federale» e rappresentanti di diversi ministeri federali. Qualsiasi decisione il governatore prenda può essere cassata da un funzionario che risponde direttamente a Mosca. La cosa può raggiungere picchi di assurdità. Per esempio, negli uffici del governo regionale di Kirov non c'era il wi-fi. Io proposi di metterlo. La saga meriterebbe un capitolo a parte, per un intermezzo comico. Solo ottenere che la mia proposta fosse discussa richiese cinque riunioni molto partecipate con il governatore, e anche allora il wi-fi non fu installato. (p. 219) *Lavorare a Kirov rappresentò nel complesso un'esperienza istruttiva, ma sconfortante. Ne ricavai una discreta consapevolezza di come funzionano le cose. Scoprii che non c'è modernizzazione possibile in una nazione autoritaria, che non c'è modernizzazione possibile neanche in una sola regione di una nazione del genere. Le persone giovani, attive, ambiziose arrivano con la voglia di sistemare e far funzionare tutto, ma vengono risucchiate nella palude del sistema. Mi resi conto che in un ambiente corrotto ti trovi tu stesso obbligato a comportarti in modo corrotto, anche se vorresti solo essere d'aiuto. (pp. 219-220) *{{NDR|Sull'[[Università Yale]]}} In Russia ero stato impegnato a combattere la corruzione nelle aziende statali. Ora, di colpo, mi trovavo seduto di fianco a una sudafricana che stava combattendo l'AIDS e l'HIV. Si chiamava Thembi Xulu, e faceva discorsi così interessanti sul suo lavoro che mi chiedevo se non fosse più importante del mio.<br>C'era anche un tipo indonesiano che era a capo di un'organizzazione giovanile musulmana. Una volta gli chiesi: «Quanti membri avete?» aspettandomi che dicesse tipo «duecento persone». Lui invece rispose: «Be', non siamo l'organizzazione giovanile più grande del mondo. Più o meno dodici milioni».<br>Un borsista proveniente dalla Tunisia non faceva che lamentarsi con me del fatto che stare all'opposizione era terribilmente difficile. «In Russia» diceva «avete YouTube, Facebook e Twitter, ma da noi in Tunisia è tutto bloccato.» Lavorare dalla Francia era l'unico modo in cui poteva condurre la sua militanza.<br>Erano gli ultimi giorni del 2010, e nel giro di un mese scoppoà la [[Primavera araba]] e il regime dittatoriale tunisino cadde. Per quanto potesse essere vista come un'esperienza limitata al popolo tunisino, considerai comunque importante e utile avere qualche nozione in materia. (pp. 222-223) *La [[Transneft]] è la più grande società al mondo di gestione di gasdotti e oleodotti, e sposta il petrolio in tutta la Russia. Inutile dire che è di proprietà dello Stato. A metà del primo decennio del Duemila, intraprese l'enorme progetto di costruire un oleodotto che andava dalla Siberia orientale all'oceano Pacifico. È garantito che qualsiasi cantiere di quelle dimensioni comporterà prima di tutto dosi massicce di appropriazione indebita. Anche se verà completato, un megaprogetto del genere non si concluderà in tempo; la realizzazione sarà scadente e sprezzante dei regolamenti; e una grossa getta del budget finirà nelle tasche di qualcuno. Ed è proprio ciò che accadde. La cosa era evidente a tutti, governo compreso, tanto che nel 2008 la Transneft fu sottoposta a un controllo della Corte dei conti, l'organo statale di revisione contabile: scandalosamente, i risultati furono tenuti segreti su richiesta della stessa Transneft.<br>Smossi mari e monti per mettere le mani su quel rapporto segreto e alla fine ci riuscii. Rimasi sconcertato. Le sue 150 pagine esponevano chiaro e tondo, con tanto di cifre e analisi, il fatto che poteva essere stato saccheggiato tutto il saccheggiabile. I costi di costruzione erano stati gonfiati più volte, inaffidabili società offshore erano state scelte come appaltatrici, gare e aste erano state condotte con irregolarità che avevano dell'incredibile, e la relativa documentazione era stata distrutta l fine di occultare l'accaduto. Non si trattava di una teoria di esperti o di una serie di post su un blog, ma di un rapporto ufficiale della Corte dei conti. La somma totale intascata nel corso del progetto dell'oleodotto si aggirava attorno ai 4 miliardi di dollari, «1100 rubli sottratti a ogni adulto di Russia», come scrissi all'epoca su LiveJournal. (pp. 223-224) *{{NDR|Sulla [[Fondazione Anti-corruzione]]}} Il principio cardine della nostra organizzazione era la trasparenza, che per me era importante fin dall'inizio per due ragioni. La prima, perché le persone sarebbero state più disponibili a donare se avessero saputo come venivano spesi i loro soldi; la seconda, perché volevo con tutto me stesso essere diverso dallo Stato. Il governo spendeva le nostre tasse senza darci spiegazioni, noi cittadini non avevamo voce in capitolo sulle priorità di bilancio e non sapevamo nemmeno come venissero distribuiti esattamente i soldi. [...] Io volevo fare le cose in modo diverso. Pubblicavo i dettagli del mio reddito personale. Pubblicavo la fonte dei finanziamenti dell'organizzazione. Tutti conoscevano l'aspetto di mia moglie e dei miei figli. Mandandomi soldi, le persone inviavano anche un chiaro segnale alle autorità: avevano deciso di farmi una donazione perché vedevano quello che facevo e sapevano come spendevo il denaro, mentre i funzionari governativi tenevano tutto nascosto e spesso rubavano. [...] Il secondo importante principio era la «normalità». Il Cremlino tenta da anni di marginalizzare il nostro movimento e relegarlo nel sottobosco, trasformandoci nell'equivalente moderno dei dissidenti sovietici. Io nutro un profondo rispetto per quei dissidenti, che sono stati degli eroi; nel 2012, però, la gente comune non voleva essere un eroico dissidente, perché è pericoloso e spaventoso. Tutti noi volevamo solo essere normali. E normali lo eravamo: persone normali con una normale vita lavorativa. (pp. 228-230) *Una delle cose peggiori della detenzione è essere tagliati fuori da tutto: la vita va avanti a pieno regime, mentre tu sei bloccato tra quattro mura e non ricevi nemmeno le notizie in tempo reale. (p. 234) *L'anno 2012 segnò l'avvento nella mia vita di uno schema preciso, un inarrestabile circolo vizioso che mi avrebbe accompagnato per molti anni a venire: manifestazione di protesta, arresto, manifestazione di protesta, arresto. Era sgradevole, certo, ma non mi avrebbe fermato. Il Cremlino se ne rese presto conto, per cui in dicembre istruì contro di me quattro nuovi procedimenti penali in una volta sola. Le accuse erano furto di legname nella regione di Kirov; appropriazione indebita di fondi dell'azienda francese Yves Rocher; furto di 100 milioni di rubli al partito Unione delle forze di destra; e, la mia preferita, appropriazione indebita dei fondi di una distilleria a Kirov. A quel punto correvo il rischio di passare in prigione diversi anni. Le ultime due accuse non erano troppo preoccupanti e non arrivarono nemmeno a processo. Le prime due erano inquietanti perché oltre a me venivano implicate altre persone innocenti. La causa legata alla Yves Rocher mi turbava particolarmente perché il coimputato era Oleg, il mio fratello minore. (p. 236) *I processi contro di me rappresentano un esempio perfetto di come funziona il sistema giudiziario in Russia. In pratica, architettano accuse e disegnano vittime strada facendo. Di solito è difficile spiegarlo a persone che vivono in paesi rispettosi del diritto. Non è possibile, dicono, inventarsi di sana pianta trenta faldoni di documenti. Ecco, gli investigatori russi ci riescono. (p. 237) *Intentando cause contro di me, il Cremlino aveva due obiettivi. Il primo era impedirmi di essere attivo in politica. Non è per niente facile comportarsi come al solito se sei in carcere, e anche una sospensione della pena rende la vita molto più complicata. Se hai una condanna penale, non puoi candidarti a una posizione politica. Il secondo obiettivo era danneggiare la mia reputazione. Avevano bisogno di rivolgermi accuse non legate alla politica ma alla criminalità comune: «Ah, sì? Pensa di poter combattere la nostra corruzione? Be', basta dire che lui stesso è corrotto!». (p. 237) *Per anni il regime si era dato da fare per creare l'illusione che esistesse solo Russia Unita e i partiti di opposizione sistemici, mentre l'opposizione non sistemica languiva ai margini della politica senza rappresentare nessuno. Anche se non diventai sindaco, la nostra campagna dimostrò che erano tutte bugie. In Russia c'è un sacco di gente che non appoggia Putin e i suoi candidati, che desidera una vera politica e delle vere elezioni. Se mobilitate in modo efficace, queste persone sono pronte a partecipare attivamente alle campagne elettorali, a lavorare per le sedi dei candidati, a fare volontariato. Era ovvio che, se ci fosse stato permesso di partecipare liberamente alle elezioni, saremmo diventati un partito grande e potente, e avremmo potuto competere con Russia Unita per la maggioranza in Parlamento. Io ne ero la prova vivente: una persona normale senza soldi, senza il sostegno dei media o degli oligarchi, che era stata persino rinchiusa in carcere per parte della campagna. In televisione, nel corso di un processo, ero stato accusato di appropriazione indebita e nessuno ci aveva creduto. A dispetto di tutte queste falsificazioni, avevo guadagnato il secondo posto nella corsa a sindaco della città più grande della Russia. E sapevo per certo che ce n'erano altri come me. Molti altri.<br>Lo sapeva anche il Cremlino. Non mi permise mai più di partecipare a un'elezione. (pp. 247-248) *L'accusa contro di noi era persino più ridicola di quella del primo processo, ma nel 2014 il sistema giudiziario era ormai stato perfettamente oliato da Putin e ubbidiva a ogni suo ordine. I pubblici ministeri accusavano me e Oleg di aver rubato 26 milioni di rubli alla società di cosmetica francese Yves Rocher con un presunto sistema di costi gonfiati per i servizi di logistica. L'analogia con il precedente caso montato ai miei danni e riguardante la Kirovles era evidente. Di nuovo veniva depinto come frode quello che era un normale accordo commerciale, però, mentre l'ultima volta la polizia aveva estratto dal cilindro una presunta vittima – ovvero Vjačeslav Opalev, direttore di Kirovles, che era stato ben felice di sfidarmi in tribunale –, qui di vittime non ce n'erano. [...] Il rappresentante di Yves Rocher chiamato a testimoniare (dalla procura!) affermò di non aver alcuna accusa da muovere nei nostri confronti, il che però lasciò indifferente la corte. Gli ordini erano chiari: dovevamo essere dichiarati colpevoli, quindi la macchina di Putin fece del suo meglio. (pp. 249-250) *Gli arresti domiciliari sono una forma di punizione particolarmente insidiosa: non sei in carcere, quindi nessuno simpatizza per te, ma in realtà non puoi fare quasi nulla. (p. 250) *Acquisimmo la totale padronanza di YouTube con il nostro rapporto sul procuratore generale [[Jurij Čajka]]. Quella era una storia che non parlava solo di corruzione, ma anche dei legami tra la procura e il crimine organizzato.<br>La prima cosa che scoprimmo fu che il figlio maggiore del procuratore generale, Artëm, viveva (per usare un eufimismo) al di sopra dei propri mezzi. Cose come queste erano piuttosto comuni. Scoprimmo che possedeva un enorme hotel di lusso e qualche villa in Grecia nonché una casa in Svizzera, e aveva una serie di conti in banche estere. Più avanti venimmo a sapere che attorno al procuratore girava tutta una mafia. Artëm era proprietario dell'albergo insieme alla moglie del vice di suo padre. Lei, a sua volta, aveva investito in affari con le mogli di due criminali di primo piano della regione di Krasnodar, appartenenti alla cosiddetta «banda degli Tsapki». Quest'ultima aveva tenuto l'intera città nella morsa del terrore per decenni commettendo furti, estorsioni, stupri e omicidi. Degli omicidi si parlava in tutto il paese: sui notiziari veniva raccontato come la gang avesse fatto irruzione nella casa di un uomo d'affari locale, uccidendo le quattordici persone che vi aveva trovato, compreso un neonato, per poi bruciare i corpi. Per anni la procura aveva protetto la banda, rifiutando di perseguirla.<br>Quando scoprimmo tutte queste cose, restammo a dir poco scioccati. Ma poi venne fuori che lo stesso figlio del procuratore generale era implicato in un omicidio. Aveva voluto impossessarsi del sistema di trasporto fluviale siberiano e portarlo sotto il suo controllo. Il direttore del trasporto fluviale aveva dichiarato in un'intervista che Artëm aveva cercato di ricattarlo e spaventarlo; due giorni dopo, era stato trovato impiccato nel suo garage. Non era stato aperto alcun procedimeno penale. Era stato liquidato come suicidio, anche se l'autopsia aveva dimostrato che le mani dell'uomo erano legate e i segni sul collo potevano essere stati causati solo da una morte violenta. (pp. 263-264) *{{NDR|Su [[Igor' Šuvalov]]}} Non c'è assolutamente nulla di normale nel suo stile di vita. Avevamo già scoperto che era proprietario di un palazzo a Mosca, il genere di residenza in cui ti aspetteresti di veder vivere un conte; dieci appartamenti in uno sfarzoso grattacielo di epoca staliniana con vista sul Cremlino; un enorme appartamento a Londra del costo di 11 milioni di sterline situato sulle rive del Tamigi; una villa in Austria; e una quantità di Rolls-Royce.<br>Eppure, quella nuova indagine lasciò di sasso perfino noi. Sembrava che Šuvalov amasse allevare corgi, e che anche loro vivessero nel lusso. Scoprimmo il jet con cui si spostava per affari, ne studiammo i piani di volo e ci rendemmo conto che non lo usava solo il vice primo ministro, ma anche i suoi cuccioli che andavano a partecipare a concorsi canini internazionali. (p. 264) [[File:Dmitry Medvedev govru official photo 18.jpg|thumb|[[Dmitrij Medvedev]]]] *Tutti prendevano in giro [[Dmitrij Medvedev|Medvedev]] quando era presidente. Si fingeva un liberale, pronto ad accogliere ogni nuova tecnologia, i quotidiani, internet. Apriva profili su Twitter e Instagram, una cosa che, per un funzionario russo, era come volare sulla Luna. [...] L'unica «conquista» rimasta dopo i quattro anni di Medvedev al potere è stata che la milizia ha cambiato nome in «polizia». (p. 280) *Venne fuori che Medvedev non era solo uno stupido sempliciotto, ma un individuo corrotto fino al midollo. Usava reti di associazioni benefiche per spillare soldi agli oligarchi e intestarsi case di lusso. Noi le perlustrammo tutte lanciando il nostro drone da un nascondiglio, e poi mostrammo nei minimi dettagli come viveva Medvedev. Scoprimmo che aveva un'enorme tenuta sul Volga, nell'antica città di Plës. Al centro di laghetto di questa proprietà aveva fatto costuire una casetta per le anatre. Non so perché il nostro pubblico si affezionò tanto a questo dettaglio, ma da allora la papera diventò il simbolo sia dell'indagine sia delle proteste anticorruzione. (pp. 280-281) *Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo ottenuto. Abbiamo aiutato un'intera nuova generazione a interessarsi alla politica. Sono giovani arditi, che sanno mostrare iniziativa e sono capaci di organizzarsi: sono gravemente insoddisfatti di quello che sta succedendo nel paese e pronti a manifestare per ciò in cui credono. (p. 282) *Nell'estate del 2019 mettemmo alla prova l'idea del voto strategico con le elezioni della Duma di Mosca. Io non potei candidarmi, ma molti miei colleghi e sostenitori sì. Annunciammo il nostro piano qualche mese prima delle votazioni e la cosa fu accolta con grande favore. Certo, non tutti erano entusiasti: «Ho sempre votato per Jabloko e continuerò a farlo senza se e senza ma!», «Votare per i comunisti? Per quei cannibali? Mai!». Io spiegavo con calma che, per come eravamo messi, avremmo potuto persino votare per una sedia, anche quella sarebbe stata meglio del candidato di Russia Unita. (p. 287) *Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con [[Boris Nemcov]] dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva ''all'interno del sistema'': era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo». (p. 290) [[File:Boris Nemtsov, R.I.P (16563445379).jpg|thumb|Memoriale a [[Boris Nemcov]]]] *L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima. (pp. 290-291) *Ho sempre cercato di ignorare l'idea di poter essere aggredito, arrestato o persino ucciso. Non ho controllo su quanto può accadere e sarebbe masochista trastullarsi in questi pensieri. Dovrei domandarmi: «Quante possibilità ho di sopravvivere fino a sera? Sei su dieci? Otto su dieci? O forse dieci su dieci?». Non è che cerchi di non pensarci, magari chiudendo gli occhi e fingendo che il pericolo non esista. È solo che un giorno ho deciso di non avere paura. Ho soppesato tutto, ho capito qual è la mia posizione e ho lasciato andare. Sono un politico dell'opposizione e so perfettamente chi sono i miei nemici, ma se dovessi temere di continuo che mi ammazzino, non varrebbe la pena vivere in Russia. Dovrei emigrare o smettere di fare ciò che faccio. (p. 291) *Sono un cittadino russo e ho determinati diritti. E non sono disposto a vivere nella paura. Se devo combattere, combatterò, perché so di essere nel giusto, so che loro hanno torto. Perché sono dalla parte del bene e loro da quella del male. Perché ci sono tantissime persone che mi sostengono. (p. 292) *Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo. Io dico apertamente che, quando sarò al governo, porterò queste persone del Cremlino davanti alla giustizia, perché stanno derubando la nazione russa. A loro l'idea non piace, è ovvio, ecco perché stanno cercando di fermarmi in tutti i modi possibili. Io li combatto e loro mi vedono come il nemico. (p. 292) *So per certo una cosa: io appartengo all'uno per cento delle persone più felici al mondo, quelle che adorano incondizionatamente il proprio lavoro. Mi godo ogni istante. Le persone mi danno un enorme sostegno. Ho incontrato la donna della mia vita, ci amiamo e condividiamo gli stessi valori: lei si oppone quanto me a ciò che sta accadendo in Russia. Il nostro paese merita di meglio. Il popolo russo potrebbe vivere una vita venti volte più ricca di questa. Per me e Yulia non sono solo parole, noi vogliamo fare qualcosa. Almeno ci stiamo provando, perché è chiaro che ne vale la pena. Forse non ci riusciremo, forse tutto cambierà dopo di noi, ma dobbiamo provare. Voglio che i nostri figli e i nostri nipoti sappiano che i loro genitori erano brave persone e che hanno passato la vita a tentare di creare qualcosa di positivo. (p. 293) *Il popolo russo è meraviglioso. Di primo acchito non è molto accogliente, ma devo ammettere che questo mi piace. Sono persone complicate che amano filosofare. E anche a me piace farlo. Trasformano qualsiasi sciocchezza in una questione esistenziale e cominciano a discutere del futuro del paese. Io faccio lo stesso. Una volta ho descritto la Meravigliosa Russia del Futuro come un Canada metafisico: un ricco paese del nord a bassa densità di popolazione dove tutti vivono bene e sono ossessionati dai dibattiti filosofici. (p. 294) *Il più grosso errore degli occidentali è di mettere sullo stesso piano lo Stato e la gente russa. In realtà non hanno niente in comune, e la nostra peggiore sfortuna è che, tra i diversi milioni di persone che vivono qui, molto spesso il potere finisce nelle mani dei peggiori e più cinici bugiardi. Secondo un detto popolare, ogni paese ha il governo che merita, e molti credono che questo valga anche per la Russia. In caso contrario, di certo il popolo russo sarebbe insorto rovesciando il regime. Io non penso che sia vero. Un gran numero di miei connazionali non approva quello che sta succedendo e non lo ha scelto. Tuttavia, se non ti ribelli, la responsabilità è sulle spalle di ciascuno di noi, quindi anche sulle mie. E spetta a me lottare con maggior decisione per cambiare le cose. (p. 294) *Se mi chiedeste se odio Vladimir Putin, la risposta sarebbe: sì, lo odio, ma non perché ha cercato di uccidermi o perché ha sbattuto mio fratello in prigione. Odio Putin perché ha rubato alla Russia gli ultimi vent'anni. Avrebbero potuto essere anni incredibili, un periodo mai vissuto nella nostra storia. Non avevamo nemici. La pace regnava lungo tutte le nostre frontiere. I prezzi di petrolio, gas e di tutte le nostre altre risorse naturali erano incredibilmente alti. I ricavi delle esportazioni erano enormi. Putin avrebbe potuto usare quegli anni per trasformare la Russia in un paese prospero. E tutti noi avremmo potuto vivere meglio.<br>E invece, venti milioni di persone campano al di sotto della soglia di povertà. Una parte del denaro è stata semplicemente sottratta da Putin e dai suoi compari. Una parte è stata scialacquata. Non hanno fatto nulla di buono per il nostro paese, e questo è il loro peggior crimine contro i nostri figli e contro il futuro di tutta la Russia. (p. 295) *Nel corso della storia, la Russia ha avuto dapprima gli zar, poi gli imperatori, poi i segretari generali, poi i presidenti, e tutti sono stati autoritari. Non possiamo andare avanti così.<br>Il nostro compito è spezzare questo infinito circolo vizioso grazie al quale, ciclicamente, chi assume il potere lo trasforma in autoritarismo. (p. 295) [[File:Pushkinskaya Square.jpg|thumb|Manifestazione a sostegno di Naval'nyj, 23 gennaio 2021]] *La televisione di Stato ha detto che i partecipanti alla manifestazione del 23 sono bioterroristi che diffondono deliberatamente il COVID.<br>E questo lo affermano le stesse persone che, nel pieno della pandemia, hanno organizzato una parata e un'elezione nazionale. (p. 311) *Me lo sono chiesto con franchezza centinaia di volte: «Ho dei rimpianti? Sono triste?».<br>Niente affatto. La certezza di essere nel giusto e la sensazione di far parte di una causa più grande pesano un milione per cento in più di qualsiasi timore. E poi, tutto questo era ampiamente prevedibile. Ci ho pensato e ripensato, ben sapendo che la crescente efficacia del nostro team avrebbe indotto Putin a ordinare la mia carcerazione. D'altronde, non aveva altro modo per risolvere il problema. O meglio, l'avrebbe avuto, ma non avrebbe funzionato. (p. 320) *Un sottopancia di Euronews dice: «Grigorij Javlinskij afferma in un articolo che una Russia democratica e Navalny sono incompatibili». Questo è il Cremlino che ridicolizza il vecchio codardo, costringendolo a scrivere una cosa del genere proprio in questo momento. L'umiliazione pubblica è il dazio da pagare per aver potuto registrare il proprio partito e aver ricevuto finanziamenti. Che orrore trasformarsi in una cosa del genere. [...] Poveretto. Posso solo immaginare il tormento che ha provato nello scrivere quella roba. Mettendo da parte il fatto che il Cremlino lo ha costretto a scrivere di ''me'', doveva sapere che lo avrebbero fatto a pezzi, il che probabilmente è accaduto. E questo non perché sono io in particolare, ma perché viene da chiedersi: per l'amor di Dio, come gli è venuto in mente di scrivere un articolo su qualcuno che è appena stato sbattuto in prigione? Come si dice: ha perso un'occasione per tacere.<br>Non so cos'abbia su di lui la lunga mano del Cremlino, ma di certo lo tiene in pugno. Difficile dire che la sua carriera sia finita, perché, tanto per cominciare, non ne ha mai avuta una. Più precisamente, si è alienato anche lo zoccolo duro dei suoi sostenitori e ha mandato in fumo le chance che molti membri del suo partito avevano di essere eletti. I più sconvolti sono i suoi compagni di partito. Eccola qui, la tanto attesa marea politica, giusto alla vigilia delle elezioni. Dovevano solo cavalcare l'onda. (pp. 329-330, 332-333) *Ho finito di leggere ''Madame Bovary''. Molto deludente. Stavo per scrivere che si tratta della versione semplificata di ''Anna Karenina'', ma non c'è confronto. (p. 330) *{{NDR|Su [[Guy de Maupassant]]}} Lui sì, che è un vero scrittore. I suoi racconti fanno sostanzialmente schifo, ma i romanzi sono buoni. Mi sono imbattuto in qualche frase davvero ficcante. Sono appena sceso dalla brandina per annotarmene una, che in sostanza dice qualcosa come: «Aveva quel fortunato aspetto che le donne sognano e gli uomini trovano repellente». Non è fantastica? (p. 330) *Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali. (p. 332) *Un atteggiamento tipicamente russo: siamo orgogliosi di quelli che abbiamo messo in galera. (p. 387) *Ecco un frammento di informazione dal miglior campo di prigionia della Russia. Nel giro di tre settimane, ben tre detenuti della mia unità sono stati portati in ospedale con la tubercolosi. (p. 408) *Non si può dire che in questo ospedale curino davvero i pazienti. E non è un'esagerazione. Nel mio reparto ci sono altri due tizi. Sono persone gravemente malate. Uno ha l'HIV e soffre tanto. Li trattano come me: controllo della pressione e della temperatura, e una pastiglia al giorno. Questi sono tutti i loro farmaci. Il personale non sa fare altro. Non c'è da meravigliarsi se quelli che vengono curati in carcere muoiono come mosche.<br>Se ne fregano tutti. Misurano la pressione di un paziente al mattino, annotano che non c'è più battito e passano a quello successivo. (p. 418) *Da un lato, fare lo [[sciopero della fame]] e uscirne ti insegna perseveranza, ascetismo e forza di volontà. Dall'altro, ti rende ossessionato dal cibo. Non fai che pensarci e parlarne tutto il tempo. Pianifichi quello che mangerai ''dopo''. Lo sogni persino. In attesa che arrivasse questo giorno ho fatto vividi sogni di caffè, pane bianco e burro. Non ho bevuto caffè per almeno quarantasei giorni. Niente pane e burro per, boh... non saprei. Per due mesi come minimo, forse di più... (p. 421) *Chiariamo le cose, non ho fissa di segni e simboli, e non sono nemmeno troppo superstizioso. È vero, non mi piace passare oggetti oltre una soglia, e non mi piace che io e Yulia aggiriamo un palo da lati diversi quando andiamo a fare una passeggiata. È vero, mi faccio il segno della croce ogni volta che passo davanti a una chiesa, cosa che per i «veri cristiani» è una palese superstizione. In realtà lo faccio più che altro per irrobustire in me un senso di fortezza cristiana, perché quando lo faccio mi deridono tutti. Ho deciso che questa è la mia versione semplificata di sofferenza per la fede, un momento di tribolazione per il fatto di essere un credente. Per fortuna non comporta essere smembrati, lapidati a morte o farsi sguinzagliare contro i leoni.<br>Razionalizzo questa recente propensione a cercare segni come se fosse dovuta ai tanti mesi passati da solo in un ambiente ostile. A nessuno è concesso frequentarmi, a parte quelli che hanno ordini di ficcare il naso nel mio umore e nei miei piani. Non ho nessuno a cui chiedere consiglio, o con cui fare anche solo una piacevole chiacchierata. In tutto questo tempo ho avuto una sola occasione di farlo, quando Yulia è venuta per quella visita lunga e siamo potuti uscire in corridoio e bisbigliarci all'orecchio senza che ci sentissero i microfoni installati nelle telecamere presenti ogni tre metri. Dunque è così: la mente cerca un sostegno per le sue decisioni e cerca di verificarle attraverso coincidenze o qualcosa fuori dall'ordinario che possa considerare un segno. In ogni caso ricevere un segno è molto confortante, e anche questa è senza dubbio una naturale realzione psicologica allo stress della vita in un ambiente ostile. (pp. 433-434) *Nel periodo che ho passato dentro, è scoppiato uno scandalo di grande risonanza. Le amministrazioni carcerarie di diverse regioni non solo avevano organizzato un sistema per torturare e stuprare i detenuti, ma registravano tutto su video. In seguito i filmati venivano caricati su un server centrale così che le stesse amministrazioni o gli agenti dell'FSB potessero accedere alla registrazione, in modo da poter intimidire qualcuno mostrandogli quello che rischiava di accadergli. In alternativa (e, per come lo interpreto io, lo scopo principale era questo), dopo aver stuprato un detenuto, potevano reclutarlo con il ricatto, minacciando di diffondere il video. In quel caso i suoi compagni di prigionia lo avrebbero relegato nella casta dei «degradati».<br>Gli stupratori erano perlopiù «attivisti» che registravano tutto su videocamere fornite dal personale. Poi, però, qualche furbacchione del Servizio penitenziario federale aveva ordinato a un carcerato specializzato in informatica di caricare le registrazioni. Lo sventurato era stato a sua volta reclutato come attivista dopo un'analoga tortura. Non sorprende sapere che, alla prima occasione, avesse scaricato una piccola parte era stata resa pubblica prima che cominciassero le trattative e, deduco io, il sistema aveva stretto un patto con il subdolo specialista informatico per lasciar cadere alcune accuse contro di lui, o forse lo avevano semplicemente corrotto. Comunque sia andata, le diverse decine di video pubblicate erano state sufficienti a causare le dimissioni del direttore del Servizio penitenziario federale e l'apertura di un procedimento penale. Tutto questo era successo pur essendo chiaro che Putin in persona avrebbe voluto insabbiare lo scandalo. Quando gliene avevano chiesto conto a un paio di conferenze stampa, aveva risposto con riluttanza che stavano indagando sul problema. Questo non sorprende, perché era emerso che l'FSB era il principale istigatore delle torture. Non c'era alcun «eccesso all'interno del servizio carcerario», ma un sistematica tortura organizzata dall'alto. [...] Quasi tutti i video comprendevano la scena di un uomo che veniva violentato con il manico di uno spazzettone. Non so perché. Forse è solo lo «stile della casa». O forse qualche patologico pervertito del Servizio penitenziario federale o dell'FSB ha di queste fantasie e ha deciso di ordinare che tutti vengano torturati così. (pp. 458-459) *I regimi come questo sono resistenti, e la cosa più folle che potrei fare è dare ascolto alle persone che dicono: «Ljoš, certo, il regime durerà almeno un altro anno, ma l'anno dopo, massimo due, crollerà e tu sarai un uomo libero». O cose su questa falsariga. Le persone me lo scrivono spesso.<br>L'Unione Sovietica è durata settant'anni. I regime repressivi in Corea del Nord e a Cuba sopravvivono tuttora. La Cina, con una vasta gamme di prigionieri politici, è durata tanto che quei prigionieri invecchiano e muoiono in carcere. Il regime cinese non dà segni di cedimento. Non rilascia nessuno, malgrado la pressione internazionale.<br>La verità è che sottovalutiamo la resilienza delle autocrazie nel mondo moderno. Con rare, rarissime eccezioni, sono protette dall'invasione esterna dall'ONU, dal diritto internazionale, dai diritti di sovranità. La Russia, che al momento sta combattendo una classica guerra di aggressione contro l'Ucraina (che ha aumentato di dieci volte le predizioni sull'imminente crollo del regime), è ulteriormente protetta in qualità di membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalle sue armi nucleari.<br>La crisi economica e l'impoverimento, con ogni probabilità, ci attendono. Ma è lontano dall'essere scontato che il regime crolli in modo che i detriti sfondino le porte delle sue prigioni. (p. 496) *[...] immagina la cosa peggiore che potrebbe accadere e accettala. [...] Pensateci seriamente, e l'immaginazione crudele vi farà sfrecciare così veloci tra le vostre paure che arriverete in men che non si dica alla destinazione «occhi pieni di lacrime». La cosa importante è non tormentarsi con la rabbia, l'odio, le fantasie di vendetta, ma spostarsi subito verso l'accettazione. Può essere dura. (pp. 497-498) *Ho quarantacinque anni. Ho una famiglia, dei figli. Ho avuto una vita da vivere, ho lavorato ad alcune cose interessanti, fatto alcune cose utili. Ma adesso c'è una guerra in corso. Immaginate che un diciannovenne stia guidando un carro armato e si becchi uno shrapnel in testa, e giù il sipario. Non ha avuto famiglia, né figli, né una vita. In questo stesso momento, civili morti giacciono sulle strade di Mariupol', i corpi divorati dai cani, e molti di loro saranno fortunati se finiranno in una fossa comune, senza che ne abbiano alcuna colpa. Io ho fatto le mie scelte, ma queste persone stavano solo vivendo le loro vite. Avevano un lavoro. Mantenevano la famiglia. Poi, una sera come un'altra, un delirio livoroso alla televisione: il presidente di un paese confinante annuncia che siete tutti «nazisti» e dovete morire perché l'Ucraina è stata inventata da Lenin. Il giorno dopo una granata entra dalla finestra e non hai più una moglie, un marito o dei figli... e magari nemmeno tu sei sopravvissuto. (p. 499) *Ho sempre pensato, e detto apertamente, che essere credente ti rende più facile vivere e, in misura ancora maggiore, impegnarti in una politica di opposizione. La [[fede]] rende la vita più semplice. (pp. 500-501) ===Explicit=== Il mio compito è cercare il Regno di Dio e la sua rettitudine, e lasciare che il buon vecchio Gesù e la sua famiglia si occupino del resto. Loro non mi abbandoneranno e risolveranno tutti i miei grattacapi.<br>Come si dice qui in prigione: «Si prenderanno i pugni al posto mio». ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) l012w2dvih5mgrja3m167wf6y0zcxo5 1351483 1351482 2024-11-12T07:59:52Z Mariomassone 17056 1351483 wikitext text/x-wiki ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) 8wjfriqslm19otu1ec16rztwm6j2axd NATO 0 111015 1351373 1335570 2024-11-11T17:44:22Z Udiki 86035 Corr. 1351373 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Flag of NATO.svg|thumb|right|Bandiera della Nato]] '''Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord''' ('''NATO'''), organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa fondata nel 1949. ==Citazioni sul NATO== *All'Italia questo patto {{NDR|Atlantico}} non solo non dà la garanzia di allontanare dal nostro territorio la catastrofe della guerra, ma dà anzi a essa la certezza della immediata invasione, anche se il conflitto sarà provocato da urti extraeuropei. ([[Piero Calamandrei]]) *Auguriamoci che mentre la Costituzione repubblicana attende ancora il suo compimento, la firma di questo patto atlantico non sia il primo colpo di piccone dato per smantellarla. ([[Piero Calamandrei]]) *Ci ho messo 7 anni per condurre il Governo italiano verso una apertura a sinistra. E posso dirle che mi ci vorranno meno di 7 anni per far uscire l'Italia dalla NATO e metterla alla testa dei paesi neutrali. ([[Enrico Mattei]]) *Dobbiamo uscire dalla Nato e far uscire la NATO, con le sue basi e i suoi militari, dall'Italia: questa è l'unica soluzione per riacquisire la nostra sovranità in politica estera. ([[Marco Rizzo]]) *Essere nella Nato è un'enorme garanzia per il nostro territorio e per la nostra sicurezza, grazie all'alleanza politico-militare di maggior successo nella storia della civiltà umana. E' il sigillo della nostra sovranità e integrità territoriale ([[Dimitar Kovačevski]]) *Gli americani temevano una rivoluzione e ci hanno impedito di fare ciò che avremmo dovuto. Ci hanno rimesso in mano i vecchi arnesi del fascismo, i questori Guida, sicché è un po' successo in Italia ciò che successe in Francia dopo la rivoluzione francese: quando tornarono a galla i vecchi arnesi del vecchio regime. ([[Sandro Pertini]]) *Ho sentito in questi mesi tante critiche anche un po’ sciocche contro la NATO, quando l'[[Italia]] è un usufruitore netto dell’Alleanza atlantica, perché noi siamo difesi coi soldi e con gli armamenti in buona parte dei nostri alleati, soprattutto nordamericani. ([[Edmondo Cirielli]]) *L'abbaiare della Nato alla porta della Russia <nowiki>[</nowiki>[[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto]].] Un'ira che non so dire se sia stata provocata, [...] ma facilitata forse sì. ([[Papa Francesco]]) *L'Alleanza atlantica garantisce alle nostre [[democrazia|democrazie]] un quadro di [[pace]] e [[sicurezza]] che troppo spesso diamo per scontato; è dovere dell'Italia contribuirvi pienamente, perché, ci piaccia o no, la [[libertà]] ha un costo e quel costo, per uno Stato, è la capacità che ha di difendersi e l'affidabilità che dimostra nel quadro delle alleanze di cui fa parte. ([[Giorgia Meloni]]) *L'esistenza del patto militare della NATO costituisce un ostacolo al conseguimento della sicurezza in Europa. Lo sviluppo della pacifica collaborazione tra i popoli è strettamente collegato alla liquidazione dei patti militari, della divisione dell'Europa in blocchi militari, al ritiro delle truppe non europee e in generale al ritiro di tutte le truppe straniere entro i limiti delle frontiere nazionali, allo smantellamento delle basi militari e all'interdizione delle armi atomiche. Per questa ragione ci riferiamo alla necessità che i blocchi militari, sia la NATO che il Trattato di Varsavia, siano liquidati. ([[Nicolae Ceaușescu]]) *La creazione del blocco militare della N.A.T.O. ha portato, come è noto, alla creazione del [[Patto di Varsavia|Patto difensivo di Varsavia]], che sin dall'inizio si è proposto l'obiettivo di esistere solo finché esisterà la N.A.T.O., dal momento che i paesi del Patto di Varsavia sono favorevoli allo scioglimento dei due blocchi militari. ([[Nicolae Ceaușescu]]) *La NATO è molto di più di una pura alleanza militare secondo la vecchia accezione del termine: è il simbolo della fratellanza fra popoli che hanno i medesimi ideali e lo stesso amore per la pace. ([[Mohammad Reza Pahlavi]]) *La Nato è obsoleta. Non è attrezzata per combattere il terrorismo islamico e i suoi membri si appoggiano sull'America, non pagano quello che dovrebbero pagare. ([[Donald Trump]]) *La Nato è veramente un anacronismo, anche noi siamo d'accordo su questo, è da tempo che esprimiamo la nostra visione su questa organizzazione. Siccome questa organizzazione ha come scopo il confronto anche tutta la struttura è dedicata agli ideali di confronto, quindi è poco probabile che possa essere definita una struttura moderna che risponde ai principi di stabilità, di sviluppo stabile e di sicurezza. ([[Dmitry Peskov]]) *La Nato è un'alleanza di difesa, non compie azioni di aggressione verso un altro Paese. Noi però siamo fortemente convinti che ogni nazione abbia il diritto di scegliere in quale alleanza stare e per questo abbiamo accolto nuovi membri dalla [[caduta del muro di Berlino]] in poi. Non dimentichiamo che la [[Russia]] è l'aggressore che sta violando l'integrità territoriale dell'Ucraina. Non penso proprio che l'allargamento della Nato possa essere considerato un motivo per l'aggressione russa. Possiamo condannare solo la Russia. Mosca potrebbe mettere fine al conflitto domani se lo volesse. ([[Julianne Smith]]) *La Nato ha speso miliardi di miliardi senza sparare un solo colpo nei suoi quarantaquattro anni di esistenza. Un militare, probabilmente, prova qualche frustrazione, un senso di inutilità, benché sappia che la guerra non scoppia anche perché lui fa la guardia al bidone. La Nato fu attrezzata come contrappeso al [[Patto di Varsavia]], ora deve cambiare obiettivi e sarà impiegata nell'azione in [[Bosnia]], per la prima volta fuori dai confini dei Paesi membri. ([[Demetrio Volcic]]) *La Nato preserva la [[pace]] e previene i conflitti. ([[Jens Stoltenberg]]) *La trasparenza aiuta a comunicare un messaggio diretto. Noi siamo un'alleanza nucleare. L'obiettivo della Nato è, ovviamente, un mondo senza armi nucleari. Ma finché esisteranno rimarremo un'alleanza nucleare, perché un mondo dove Russia, Cina e Nordcorea dispongono di armi nucleari e la Nato no, è un mondo più pericoloso. ([[Jens Stoltenberg]]) *Le aspirazioni NATO dell'Ucraina e della Georgia non solo toccano un nervo scoperto in Russia, ma generano serie preoccupazioni sulle conseguenze per la stabilità nella regione. Non solo la Russia percepisce l'accerchiamento e gli sforzi per minare l'influenza della Russia nella regione, ma teme anche conseguenze imprevedibili e incontrollate che danneggerebbero gravemente gli interessi di sicurezza russi. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata che le forti divisioni in Ucraina sull'adesione alla NATO, con gran parte della comunità etnico-russa contraria all'adesione, possano portare a una grande divisione, che comprenderebbe della violenza o, nel peggiore dei casi, la guerra civile. In tale eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire; una decisione che la Russia non vuole dover affrontare. ([[William J. Burns]]) *Oggi la Nato assomiglia più al servizio di sorveglianza privato delle ville dei ricchi che non a un esercito efficace. ([[Manuel Vilas]]) *Penso che la pace sia stata garantita nella misura in cui le nazioni firmatarie del Patto provvederanno alla loro organizzazione difensiva. ([[Carlo Sforza]]) *Quello che dicono i russi sul fatto che gli avevano detto che l’Alleanza Atlantica non si sarebbe mai allargata è in realtà una promessa mai fatta; [[Polonia]], Repubblica Ceca e [[Ungheria]] volevano disperatamente unirsi alla Nato perché si sentivano molto vulnerabili rispetto alla [[Russia]]. ([[Margaret MacMillan]]) *Questo Patto Atlantico in funzione antisovietica varrà a dividere maggiormente l'Europa, scaverà sempre più profondo il solco che già separa questo nostro tormentato continente. ([[Sandro Pertini]]) *Se dopo la prima guerra mondiale avessimo avuto una Nato, avremmo certo evitato la seconda. Non dimentichiamo questa lezione. ([[Margaret Thatcher]]) *Se si considera la prospettiva storica dei 30 anni trascorsi dal crollo dell'Unione Sovietica, la leadership della NATO ha un'enorme responsabilità per il fatto che ci troviamo di nuovo di fronte alla possibilità di un confronto militare globale. La NATO avrebbe dovuto essere sciolta dopo il crollo del blocco sovietico. La sua permanenza in vita ha trasmesso il messaggio diretto che non esiste un'alternativa al capitalismo neoliberista. Questa mancanza di alternativa ha dato origine al neoliberismo post-sovietico in Russia, e infine a Putin e alla sua guerra. Di conseguenza, è emersa un'alternativa falsa e reazionaria alla globalizzazione liberale: il progetto del "mondo multipolare" che Putin e i suoi associati in vari altri paesi sognano oggi. Si tratta di un mondo in cui pochi grandi attori si dividono il mondo in sfere di influenza, soggiogano i paesi vicini, non interferiscono con la capacità degli altri di sfruttare i propri popoli e si aiutano a vicenda per reprimere il malcontento interno. ([[Kirill Medvedev]]) *Sosteniamo che la Nato sia il pilastro non soltanto della sicurezza transatlantica, ma sotto molti aspetti, di quella globale. ([[Barack Obama]]) *Stiamo nella Nato perché è il passaporto per vendere le nostre armi, finché c'è guerra c'è speranza per il made in Italy, alla faccia dell’articolo 11 della Costituzione. ([[Tommaso Di Francesco]]) *{{NDR|Lo scopo della NATO è}} tenere fuori i russi, dentro gli [[Stati Uniti|americani]] e a terra i tedeschi. ([[Hastings Lionel Ismay]]) *Una volta che un paese è diventato membro della NATO, diventa difficile resistere alla pressione di una presenza imponente come quella degli Stati Uniti, e sul territorio del nuovo Stato membro all'improvviso potrà essere installato ogni genere di sistema d'arma, come un sistema anti missili balistici, nuove basi militari e, se necessario, nuovi sistemi offensivi. E noi cosa dovremmo fare in questi casi? In questi casi dovremmo prendere delle contromisure, e questo significa che dovremmo nel mirino dei nostri sistemi missilistici delle strutture che, dal nostro punto di vista, potrebbero costituire una minaccia, rendendo la situazione sempre più tesa. E tutto questo nell'interesse di chi, e perché? ([[Vladimir Putin]]) *Vuol sapere se la Nato ci sarà ancora tra dieci anni? Non me ne importa un bel niente! ([[Helmut Schmidt]]) ===[[Madeleine Albright]]=== *La Nato del ventunesimo secolo che immaginiamo sarà il pilastro centrale di una assai più ampia comunità dell'Atlantico del Nord, con rischi e responsabilità condivisi tra democrazie sempre più prospere e sicure. Per le nazioni che aspirano a farne parte, la porta della Nato resta aperta, e l'Alleanza dev'essere acor più attiva nell'aiutarli a passare quella soglia. *La Nato del ventunesimo secolo deve tener conto del nuovo ambiente strategico. Mentre la maggior parte dell'Europa è oggi più sicura di quanto non sia mai stata a memoria d'uomo, il territorio dell'Alleanza ed i suoi interessi possono essere minacciati da una serie di rischi provenienti da una varietà di fonti. [...] La Bosnia e il Kosovo sono esempi recenti che indicano che la Nato deve agire quando i conflitti al di là delle sue immediate frontiere toccano gli interessi dell'Alleanza. *La Nato è l'espressione dell'indispensabile legame transatlantico. Deve restare un'organizzazione di alleati sovrani, in cui il processo decisionale europeo non è sganciato dal più ampio processo decisionale dell'Alleanza. ===[[Leonid Ivašov]]=== *La Nato è un'organizzazione criminale che non ha il diritto di esistere. *La Nato non dispone di strumenti diplomatici, legali, politici nel suo arsenale, ma solo di nuda forza militare. *Oggi gli Stati Uniti d’America e la NATO si sono arrogati il diritto di decidere del destino di altri Stati, di commettere atti di aggressione, di sottomettere i principi della Carta delle Nazioni Unite alla loro legislazione. ===[[Dmitrij Medvedev]]=== *La NATO, che si è conservata, sta cercando di circondare la Federazione Russa. Non si tratta di far piacere la leadership politica della Russia, non si tratta di alcuni principi ideologici o differenze di valori, si tratta di cose semplici che sono assolutamente ovvie per qualsiasi persona. *La NATO non solo continua a esistere, si sta espandendo. Sempre più paesi stanno cercando di essere coinvolti nell'alleanza dell'Atlantico del Nord . Non possiamo trattare questa cosa con indifferenza, perché nessuno ha abolito la parità nucleare nel mondo, nessuno ha cancellato il fatto che è estremamente importante per i leader militari capire la relazione tra le forze strategiche nucleari dei diversi stati. *Mentre l'anello intorno al nostro paese inizia a contrarsi – il numero di paesi membri della NATO sta aumentando sempre di più – non possiamo fare a meno di preoccuparci. Perché in questo caso non si tratta solo delle forze strategiche nucleari che si avvicinano ai confini russi diventando armi nucleari strategiche, ma anche di armi tattiche non nucleari che, avendo un'alta precisione, sono in grado di causare danni colossali. In altre parole, l'allargamento della NATO è una minaccia assoluta per la Federazione Russa. Si tratta di una sfida incondizionata. ==Voci correlate== *[[Allargamento della NATO]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=NATO|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:NATO| ]] khxv94qj5nhvqxpniqvzdxgxyfocz7q Disastro di Černobyl' 0 114764 1351486 1205573 2024-11-12T08:03:51Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351486 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Chernobylreactor 1.jpg|thumb|Il sarcofago del reattore n. 4, fotografato nel 2006]] Citazioni sul '''disastro di Černobyl''''. ==Citazioni== *A partire da quelle esplosioni nucleari {{NDR|[[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima]] e Černobyl'}} i fondamenti della vita si sono rivelati come un terno al lotto. E la stessa aureola di infallibilità e sicurezza basata sui fondamenti delle scienze si è disintegrata. ([[Ulrich Beck]]) *Chernobyl ci ha insegnato che i problemi di una Nazione sono i problemi di tutti, perché le nuvole viaggiano. ([[Grazia Francescato]]) *Il popolo sovietico per generazioni ha sgobbato disperatamente, vivendo la sua misera vita escluso dal resto del mondo, mentre il Comitato centrale destinava quote enormi del bilancio alle spese militari. La retorica comunista spiegava ai cittadini che dovevano stringere i denti, lavorare sodo e resistere nelle difficoltà perché avevamo bisogno di costruire sistemi sofisticati per difenderci dai missili statunitensi ed evitare l'apocalisse nucleare sul nostro territorio, ma alla fine l'apocalisse l'ha causata un gruppo di imbecilli altolocati. ([[Nicolai Lilin]]) *– Le vittime delle radiazioni non sono una cosa bella da vedere... e io ne ho viste molte. [...] Avevo 10 anni quel giorno... 26 aprile, 1986.<br />– Vuoi dire che...<br />– Sì. Chernobyl. Quello è il giorno che ha cambiato la mia vita e migliaia di altre. Vivevo a soli tre chilometri di distanza. [...] Più di 650.000 bambini subirono gli effetti delle radiazioni. Tra il 1986 e il 1993, 12.000 di loro morirono... I miei genitori, e molti altri che come loro avevano aiutato nei lavori di ripristino, morirono pochi anni dopo per disturbi legati alla radioattività. Dobbiamo liberare il mondo da tutte le armi nucleari... prima che provochino altra infelicità. Prima che distruggano il delicato ambiente che ci tiene in vita. Non permetterò che questo dolore e quest'ansia venga dato in eredità a un'altra generazione. (''[[Metal Gear Solid]]'') *Poche notizie da quel misterioso rogo, in Ucraina, dove si sono immolati dei pompieri e dei piloti, portati a morire in lontani ospedali. Ancora respirano e penano e già il monumento, per loro, è decretato. Ma fatelo al Tumore trascendente che ci ha intenebrato la testa e gli occhi, il monumento: si terranno per mano, la pietra del monumento e l'incendio innaffiato inutilmente di sangue sacrificale, e che non si riuscirà più a domare (a domare col ''pensiero'', soprattutto). ([[Guido Ceronetti]]) *Si parla dell'acqua, di fra quanti anni cominceranno a diffondersi i tumori e le leucemie ''di Cernobil''. Ma quando questo accadrà l'avremo dimenticato e rubricato come «errore che non si ripeterà». Ci vuole un po' per scuotere l'incubo, farlo uscire dalla stanza. ([[Guido Ceronetti]]) ===''[[Chernobyl (miniserie televisiva)|Chernobyl]]''=== *Il fuoco che stiamo vedendo sta rilasciando quasi il doppio di radiazioni rilasciate dalla bomba di Hiroshima. E questo ogni singola ora. Ora dopo ora. Venti ore dall’esplosione, pari a quaranta bombe fino adesso. Altre quarantotto entro domani e non smetterà né tra una settimana né tra un mese. Brucerà e rilascerà veleno finché l’intero continente non sarà morto. *Non c'è stato nulla di sano a Černobyl'. Né allora, né dopo, né in quello che abbiamo fatto di buono. Tutto quanto. Tutto... follia. *Siamo di fronte a qualcosa che non é mai accaduto su questo pianeta prima ad ora. *Un reattore RBMK usa l’uranio 235 come combustibile. Ogni atomo di U235 è come un proiettile, che viaggia quasi alla velocità della luce penetrando ogni cosa che incontra: legno, metallo, cemento, organi… Ogni grammo di U235 contiene un miliardo di trilioni di questi proiettili, questo in un solo grammo. Ora a Černobyl' ce ne sono oltre 3 milioni di grammi e ora stanno bruciando. Il vento trasporterà particelle radioattive attraverso l’intero continente, la pioggia ce le rovescerà addosso. Sono 3 milioni di miliardi di trilioni di proiettili, nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, nel cibo che mangiamo. La maggior parte di questi proiettili non scomparirà per almeno 100 anni. Alcuni di loro per 50.000 anni. ===[[Anatolij Stepanovič Djatlov]]=== *Il quadro che mi si presentò era degno della penna di Dante. Parte della volta era squarciata. Quanta parte? Non so, forse 400 metri quadrati. I detriti erano caduti danneggiando le tubazioni dell'olio e del combustibile... distruzione ovunque. *Il reattore non esisteva più: le tubature del combustibile erano bruciate provocando una crescita della pressione che scuoteva le duemila tonnellate della struttura caduta su se stessa. *La mia squadra ha agito bene, senza badare alla propria sicurezza. Era impossibile fare di più. La versione ufficiale, che gettò tutta la colpa della catastrofe su quelli che vi persero la vita, è una menzogna. *Non ho il minimo dubbio che coloro che progettarono il reattore di Cernobyl capirono fin dal primo momento la ragione dell'incidente, ma fecero di tutto per celarla e per far ricadere ogni colpa sugli operatori della centrale, come me. *Se avessi saputo allora quello che so adesso sul genere di mostro che era il reattore numero quattro, non sarei mai andato a lavorare a Cernobyl. ===[[Michail Gorbačëv]]=== *A mio parere Chernobyl rimane uno dei più tragici incidenti del nostro tempo. Dal momento in cui venni informato telefonicamente, alle 5 del mattino di quel fatidico 26 aprile 1986 - che un incendio era divampato nel Reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, la mia vita non è stata più la stessa. *Chernobyl ci ha ricordato spietatamente ciò che subiremmo tutti se venisse scatenato un uragano nucleare. *Il peggior disastro con cui il genere umano si sia mai dovuto confrontare, legato all'incapacità di scienziati e ingegneri di prevedere come problemi apparentemente piccoli possano tramutarsi in disastri di scala quasi inimmaginabile. *Nel caso di Chernobyl, se il mondo ha potuto apprendere la verità sul disastro e trarne gli insegnamenti, il merito è da attribuire al processo della "perestroika" e della politica di "glasnost" che stava affermandosi in Unione Sovietica. In caso contrario, i fatti e gli effetti sarebbero stati nascosti o distorti. ===[[Valerij Alekseevič Legasov]]=== *Coloro che hanno scatenato una campagna antisovietica non hanno capito, o non hanno voluto capire, che gli insegnamenti di Chernobyl dovranno essere tratti anche laggiù, in Occidente. *Si è verificata una tragedia il cui prezzo, lo ripeto, è stato pazzescamente alto e dolorosamente ingiusto, ma dobbiamo trarre comunque da ciò insegnamenti. *Una catastrofe simile a quella di Cernobil può colpire qualsiasi altra centrale. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== {{cronologico}} *Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. *Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». ===[[Eduard Shevardnadze]]=== *Dal punto di vista del buon senso, era una pura assurdità: come tener celate cose che non si possono nascondere? Come si può proclamare non di voler «pulire i propri panni sporchi in pubblico» quando si tratta di sporcizia radioattiva, che è volata via senza che nessuno potesse farci niente?<br>Dal punto di vista morale, era semplicemente un comportamento infame: come nascondere a milioni di persone la verità sulla minaccia alla loro salute, quando un silenzio criminale privava interi popoli di ogni possibilità di adottare misure di difesa?<br>Dal punto di vista politico, era un siluro diretto contro i princìpi, proclamati ai massimi livelli, del nuovo pensiero, un siluro contro la fiducia nella nuova linea della dirigenza sovietica, fiducia strappata con tanta fatica all'opinione pubblica mondiale. *«La giornata di Černobyl'» ha tolto definitivamente ogni velo dagli occhi e ha dimostrato in modo incontrovertibile l'inseparabilità di morale e politica: la necessità di una costante verifica della politica sui criteri della morale. *Oggi, a distanza di cinque anni dal fatto, quando il conteggio delle vittime ha superato le decine di migliaia, quando il cesio e lo stronzio hanno contaminato non i trenta chilometri dei «cerchi infernali», ma intere regioni e repubbliche, ci raffiguriamo, molto meglio che nell'aprile del 1986, la portata di quella battaglia per la verità. L'avessimo perduta in quei giorni, non potremmo più aver alcuna fiducia in noi stessi, perché avremmo calpestato la cosa più sacra al mondo: la vita umana. ==Voci correlate== *''[[Chernobyl (miniserie televisiva)|Chernobyl]]'', miniserie (2019) *[[Energia nucleare]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul}} [[Categoria:Eventi degli anni 1980]] [[Categoria:Incidenti nucleari]] [[Categoria:Storia dell'Ucraina]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] [[Categoria:Storia della Russia]] pqwywujrcj9jkipijtudlld3pmw145u Metodo scientifico 0 115501 1351327 1319222 2024-11-11T14:01:57Z Udiki 86035 /* Voci correlate */ +1 1351327 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Metodo scientifico.svg|thumb|Descrizione schematica del metodo scientifico]] Citazioni sul '''metodo scientifico'''. ==Citazioni== *Avevamo pensato che si trattasse di emocromatosi, da bravi medici abbiamo verificato e dimostrato questa ipotesi e poi, in base a questo, abbiamo curato la paziente, il risultato è che lei ora è a un passo dalla morte... Sbaglio o abbiamo scoperto una crepa nel metodo scientifico? (''[[Dr. House - Medical Division (seconda stagione)|Dr. House - Medical Division]]'') *Il fatto che è stato possibile confermare con i metodi scientifici tradizionali tutte le conclusioni alle quali [[Rudolf Steiner|Steiner]] era giunto per via puramente spirituale dimostra in modo lampante che il metodo delle scienze naturali non è l'unico che permette di studiare la realtà, e prova altresì che parallelamente ad esso esiste una conoscenza spirituale esatta per lo meno quanto quella scientifica. ([[Thorwald Dethlefsen]]) *Il metodo sperimentale della scienza non è la ricerca delle cause prime, ma dei rapporti fra le cose e i fenomeni che ne derivano. ([[Claude Bernard]]) *Il metodo sperimentale mi dice che una cosa deve essere assolutamente ripetibile perché sia vera. I [[Miracolo|miracoli]] non sono ripetibili. Se ammettessi i miracoli non farei più scienza. ([[Giacomo Rizzolatti]]) *Il vero scopo del metodo scientifico è quello di accertare che la natura non ti abbia indotto a credere di sapere quello che non sai. ([[Robert M. Pirsig]]) *La scoperta e l'uso del ragionamento scientifico, a opera di [[Galileo Galilei|Galileo]], fu uno dei più importanti avvenimenti nella storia del pensiero umano e segna il vero inizio della fisica. (''[[L'evoluzione della fisica]]'') *La triste storia dell'ereditarietà del quoziente intellettivo dimostra con somma chiarezza come la metodologia e le conclusioni scientifiche siano plasmate per obbedire a fini ideologici. (''[[Il gene e la sua mente]]'') *Le teorie del metodo scientifico che cercano di spiegare la determinazione della verità scientifica mediante un procedimento formale puramente oggettivo, sono destinate al fallimento. ([[Michael Polanyi]]) *Nonostante la lunga storia di quella ''controversia sul metodo'' che ha visto tutta una serie di tentativi – da Dilthey fino alla Scuola di Francoforte – tendenti a negare (soprattutto da parte di alcuni storici, sociologi e filosofi) l'unità del metodo scientifico, oggi appare sempre più chiaro che le teorie scientifiche si costruiscono, si provano, si confermano o si rigettano attraverso un'''unica metodologia''. ([[Dario Antiseri]]) *Quali speranze e paure il metodo scientifico comporta per l'uomo? Non penso che questo sia il modo giusto di impostare la questione. Qualunque cosa questo strumento a disposizione dell'uomo produrrà, essa dipenderà interamente dalla natura dei fini che l'umanità si sarà data. Una volta posti in essere gli obiettivi, il metodo scientifico fornisce i mezzi per realizzarli. Tuttavia esso non può fornire anche gli obiettivi. Il metodo scientifico non avrebbe condotto da nessuna parte, di per sé, non sarebbe nemmeno nato senza un appassionato sforzo di arrivare a una comprensione chiara. ([[Albert Einstein]]) ===[[Silvano Fuso]]=== *Il metodo scientifico consiste innanzi tutto nel prendere atto dei fatti, umilmente e senza alcun pregiudizio ideologico. E anche se i fatti possono contrastare con convinzioni diffuse e radicate o con le nostre idee pregresse, sono queste ultime a dover essere messe in discussione, non i fatti. Se questo atteggiamento venisse applicato in tutti gli ambiti umani, sicuramente le cose migliorerebbero. *La controintuitività e la sostanziale innaturalità del metodo scientifico consentono all'uomo di affrancarsi dalla istintualità che la propria evoluzione biologica ha prodotto e gli permettono di assumere comportamenti razionali che migliorano enormemente le condizioni di vita delle società e dei singoli. Il metodo scientifico consiste innanzi tutto nel prendere atto dei fatti, umilmente e senza alcun pregiudizio ideologico. E anche se i fatti possono contrastare con le nostre idee pregresse, sono queste ultime a dover essere messe in discussione, non i fatti. Appare evidente che questa abitudine mentale dovrebbe essere alla base anche di ogni rapporto sociale. *Nella maggior parte dei libri di testo scientifici in uso nelle scuole secondarie [...] possiamo constatare un fatto curioso. Nelle prime pagine, di solito, viene fatto il tentativo di spiegare in che cosa consiste il metodo scientifico. La speranza di chiarire in modo aprioristico e, oltre tutto in poche pagine, il metodo scientifico, è sicuramente illusoria. Ma quel che è peggio è che terminate queste brevi pagine introduttive, la maggior parte dei testi passa tranquillamente alla trattazione dei vari contenuti disciplinari in modo perfettamente assiomatico e apodittico, per non dire dogmatico. In nessuno degli argomenti trattati lo studente trova più la minima traccia di quel "metodo scientifico" tanto decantato nelle prime pagine. Ben presto se ne dimentica completamente e matura sicuramente l'idea che la scienza sia una sorta di catechismo da imparare a memoria per strappare la sufficienza al docente. I contenuti disciplinari assumono l'aspetto di lunghi elenchi di risposte, senza che lo studente abbia la minima idea di quali siano le domande cui esse si riferiscono. Sfuggono completamente gli scopi dimostrativi ed esplicativi tipici della razionalità scientifica. Le conoscenze scientifiche assumono agli occhi dello studente un aspetto statico, essendo completamente ignorata la dinamica evolutiva che le ha generate. Nella stessa maniera, lo studente viene tenuto all'oscuro del dibattito e del confronto di idee che hanno portato allo sviluppo di certe concezioni. In poche parole, la scienza appare allo studente come un insieme di affermazioni dogmatiche, la cui origine non appare affatto chiara, molto spesso controintuitive, ma che bisogna comunque accettare in base a un principio di autorità attribuito al tale scienziato, al libro di testo o all'insegnante. [...] Un insegnamento della scienza di questo tipo non fornisce allo studente quegli strumenti che consentono di distinguere le affermazioni scientifiche da quelle pseudoscientifiche e illusorie. Ai suoi occhi esse appariranno egualmente esotiche e incomprensibili e l'adesione alle une o alle altre non sarà fatta su base razionale, ma in modo emotivo. Ed è fuori dubbio che dal punto di vista emotivo le pseudoscienze e le fake news sono sicuramente più attraenti della "vera" scienza. Questo tipo di insegnamento travisa completamente la vera natura della scienza e ne fornisce un'immagine alterata ed estremamente pericolosa. L'idea che la scienza possa essere un modo di pensare e di interpretare il mondo non viene minimamente recepita dal ragazzo. Egli si fa l'idea che la scienza sia una strana e astrusa cosa, riservata a pochi adepti, che utilizza un difficile linguaggio e che sia applicabile solamente allo studio di determinati fenomeni, per di più abbastanza lontani dalla vita quotidiana. ===[[Karl Popper]]=== *Il metodo della scienza è razionale: è il migliore che abbiamo. Perciò è razionale accettare i suoi risultati; ma non nel senso di confidare ciecamente in essi: non sappiamo mai in anticipo dove potremmo essere piantati in asso. *Le scienze naturali, come pure le scienze sociali, partono sempre da ''problemi''; da ciò che in qualche modo suscita la nostra ''meraviglia'', come dicevano i filosofi greci. Per la soluzione dei problemi le scienze utilizzano fondamentalmente lo stesso metodo, quello usato dal comune buon senso: il metodo del ''tentativo'' e dell'''errore''. Detto più precisamente: è il metodo consistente del proporre ''tentativi'' di soluzione del nostro problema, e nell'eliminare le soluzioni false come erronee. Questo metodo presuppone che noi lavoriamo con un gran numero di tentativi di soluzioni. Una soluzione dopo l'altra viene messa a prova ed eliminata. *Non esiste alcun metodo scientifico in nessuno di questi tre sensi: [...] non c'è alcun metodo per scoprire una realtà scientifica; non c'è alcun metodo per accertare la verità di un'ipotesi scientifica, cioè nessun metodo di verificazione; non c'è alcun metodo per accertare se un'ipotesi è probabilmente vera. ==Voci correlate== *[[Deduzione]] *[[Epistemologia]] *[[Esperimento]] *[[Filosofia della scienza]] *[[Legge fisica]] *[[Ricerca scientifica]] *[[Scienza]] *[[Teoria]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Epistemologia]] [[Categoria:Metodi e strumenti filosofici]] [[Categoria:Ricerca scientifica]] 5rbf3lztizf1kup630jahl6ng50wsia Felicità e infelicità 0 115746 1351337 1317562 2024-11-11T15:46:53Z ~2024-9620 100276 Cicerone, Dante. 1351337 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Abraham Janssens - Allegory of Joy and Melancholy.jpg|thumb|''Allegoria di Gioia e Malinconia'' (Abraham Janssens, 1628)]] Citazioni su '''felicità e infelicità'''. ==Citazioni== *Ah, la felicità corteggia la luce, perciò noi crediamo allegro il mondo; ma la miseria si nasconde da lungi, perciò pensiamo che non esista miseria. ([[Herman Melville]]) *Anche l'assuefazione a una pena ha la sua attrattiva; e talora noi rimpiangiamo meno certe gioie che certe tristezze. ([[Théophile Gautier]]) *Crea tutta la felicità che sei in grado di creare, elimina tutta l'infelicità che sei in grado di eliminare: ogni giorno ti darà l'occasione, ti inviterà ad aggiungere qualcosa ai piaceri altrui, o a diminuire qualcosa delle loro sofferenze. ([[Jeremy Bentham]]) *Due infelicità, sommate, possono fare una felicità. ([[Gesualdo Bufalino]]) *È abbastanza difficile sapere se si è felici o infelici nel presente; molto più difficile paragonare la relativa felicità o infelicità nei diversi periodi della propria vita. Il maggior grado di approssimazione cui si possa giungere è di dire che si è abbastanza felici, quando non si è obbligati ad ammettere che si è infelici. ([[Samuel Butler]]) *È meglio essere infelici, ma ''sapere'', piuttosto che vivere felici... in una sciocca incoscienza. ([[Fëdor Dostoevskij]], ''[[L'idiota]]'') *I bisogni che perpetuano la fatica, l'aggressività, la miseria e l'ingiustizia ... può essere che l'individuo trovi estremo piacere nel soddisfarli, ma questa felicità non è una condizione che debba essere conservata e protetta. [Essa infatti arresta] lo sviluppo della capacità (sua e di altri) di riconoscere la malattia dell'insieme e afferrare le possibilità che si offrono per curarla. Il risultato è pertanto un'euforia nel mezzo dell'infelicità. ([[Herbert Marcuse]]) *I più travagliati di tutti, sono quelli che cercano le maggiori felicità. ([[Bione di Boristene]]) *L'infelicità è più comune della felicità. Chi ha detto che sarai sempre felice? (''[[Vikings]]'') *L'infelicità non è così grave: rende la felicità più preziosa. (''[[Io ti aspetterò]]'') *La felicità di ciascuno è costruita sull'infelicità di un altro. ([[Ivan Sergeevič Turgenev]]) *La felicità non è mai perfetta perché è sempre insidiata dalla paura di perderla. Per lo stesso motivo l'infelicità può essere resa perfetta dalla paura che non ci abbandoni mai. ([[Giancarlo Magalli]]) *La fine dell'infelicità è l'inizio della felicità, poiché la legge dei contrari esige che, dove questa termini, quella abbia principio. ([[Francesco Petrarca]]) *La memoria dei mali passati è gioconda. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *Ma sì come il pittore i colori più lieti e più chiari mette di sopra nella tavola, e nasconde i meno piacenti e i più scuri, così conviene che nell'anima nostra i gioiosi ed illustri avvenimenti ricuoprino e adombrino i torbidi e dolorosi. ([[Plutarco]]) *Mantenere una disperazione tutto sommato funzionale. A quello che si scrive. Siamo tutti infelici, per me è chiaro. La felicità è un prodotto dell'entertainment, come il cinema 3D. Quanto si può essere felici? Per poco: diciamo per il tempo necessario a [[Eiaculazione|eiaculare]] dentro la donna che ami. Per il resto Dio ci ha scampati di una felicità perdurante. Sarebbe insostenibile, lo sappiamo anche se non possiamo provarlo. È sciocca la felicità, e ancor più sciocca è la sua ricerca. ([[Franz Krauspenhaar]]) *''[...] Nessun maggior dolore | che ricordarsi del tempo felice | ne la miseria [...]'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *Per non diventare infelicissimi, il mezzo più certo si è di non domandare d'esser felicissimo. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Ritrovò il colore della sua tristezza, l'odore della sua solitudine, il sapore della sua infelicità. Quando l'infelicità arriva a una perfezione tale, l'infelicità diventa una forma di felicità: la più gelosa anzi, la più squisita. Cercar di rompere una siffatta forma d'infelicità, è un tradire la felicità, un tradire se stessi. ([[Alberto Savinio]]) *''Sai tu di quanto | spira e passeggia su la terra o serpe, | ciò che al Mondo havvi di più infermo? È l'uomo. | Finchè stato felice i déi gli dànno, | e il suo ginocchio di vigor fiorisce, | non crede che venir debbagli sopra | l'infortunio giammai. Sopra gli viene? | Con repugnante alma indegnata il soffre.'' ([[Omero]], ''[[Odissea]]'') *Senza cuor contento non c'è bene che valga, come col cuor contento non c'è male che nuoca in questo mondo. ([[Massimo d'Azeglio]]) *Si può essere al colmo della felicità, ma non si è mai al riparo dall'infelicità (e viceversa, per fortuna). ([[Daniel Pennac]]) *Tu sei infelice, giovanotto. Può fare bene, l'infelicità. La felicità rende idioti. (''[[Tenere cugine]]'') *Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo. ([[Lev Tolstoj]], ''[[Anna Karenina]]'') *Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. ([[Primo Levi]]) *Una lacrima fu data alla gioia, una lacrima alla sciagura; – la prima rinfresca, l'altra arde come la lava. ([[Carlo Bini]]) *''Vi è solo | un unico | contrappeso | contro l'infelicità: | bisogna | cercarlo | e trovarlo | e questo è felicità.'' ([[Erich Fried]]) ===[[Giacomo Leopardi]]=== *Dunque, amandoti necessariamente del maggiore amore che tu sei capace, necessariamente desideri il più che puoi la felicità propria; e non potendo mai di gran lunga essere soddisfatto di questo tuo desiderio, che è sommo, resta che tu non possi fuggire per nessun verso di non essere infelice. (''[[Operette morali]]'') *La felicità o infelicità non si misura dall'esterno ma dall'interno. *Perché negli uomini e negli altri viventi la privazione della felicità, quantunque senza dolore e senza sciagura alcuna, e anche nel tempo di quelli che voi chiamate piaceri, importa infelicità espressa. (''[[Operette morali]]'') ==Proverbi== *La felicità porta spesso una infelicità. ([[Proverbi giapponesi|giapponese]]) *Nella felicità ragione, nell'infelicità pazienza. ([[Proverbi italiani|italiano]]) ==Voci correlate== *[[Felicità]] *[[Infelicità]] [[Categoria:Dicotomie]] jk6mcbg1ah6bx0b3du0ze8bdayemgsm 1351340 1351337 2024-11-11T15:51:32Z ~2024-9620 100276 Torquato Tasso. 1351340 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Abraham Janssens - Allegory of Joy and Melancholy.jpg|thumb|''Allegoria di Gioia e Malinconia'' (Abraham Janssens, 1628)]] Citazioni su '''felicità e infelicità'''. ==Citazioni== *Ah, la felicità corteggia la luce, perciò noi crediamo allegro il mondo; ma la miseria si nasconde da lungi, perciò pensiamo che non esista miseria. ([[Herman Melville]]) *Anche l'assuefazione a una pena ha la sua attrattiva; e talora noi rimpiangiamo meno certe gioie che certe tristezze. ([[Théophile Gautier]]) *Crea tutta la felicità che sei in grado di creare, elimina tutta l'infelicità che sei in grado di eliminare: ogni giorno ti darà l'occasione, ti inviterà ad aggiungere qualcosa ai piaceri altrui, o a diminuire qualcosa delle loro sofferenze. ([[Jeremy Bentham]]) *Due infelicità, sommate, possono fare una felicità. ([[Gesualdo Bufalino]]) *È abbastanza difficile sapere se si è felici o infelici nel presente; molto più difficile paragonare la relativa felicità o infelicità nei diversi periodi della propria vita. Il maggior grado di approssimazione cui si possa giungere è di dire che si è abbastanza felici, quando non si è obbligati ad ammettere che si è infelici. ([[Samuel Butler]]) *È meglio essere infelici, ma ''sapere'', piuttosto che vivere felici... in una sciocca incoscienza. ([[Fëdor Dostoevskij]], ''[[L'idiota]]'') *I bisogni che perpetuano la fatica, l'aggressività, la miseria e l'ingiustizia ... può essere che l'individuo trovi estremo piacere nel soddisfarli, ma questa felicità non è una condizione che debba essere conservata e protetta. [Essa infatti arresta] lo sviluppo della capacità (sua e di altri) di riconoscere la malattia dell'insieme e afferrare le possibilità che si offrono per curarla. Il risultato è pertanto un'euforia nel mezzo dell'infelicità. ([[Herbert Marcuse]]) *I più travagliati di tutti, sono quelli che cercano le maggiori felicità. ([[Bione di Boristene]]) *''Il ben passato, e la presente noia.'' ([[Torquato Tasso]]) *L'infelicità è più comune della felicità. Chi ha detto che sarai sempre felice? (''[[Vikings]]'') *L'infelicità non è così grave: rende la felicità più preziosa. (''[[Io ti aspetterò]]'') *La felicità di ciascuno è costruita sull'infelicità di un altro. ([[Ivan Sergeevič Turgenev]]) *La felicità non è mai perfetta perché è sempre insidiata dalla paura di perderla. Per lo stesso motivo l'infelicità può essere resa perfetta dalla paura che non ci abbandoni mai. ([[Giancarlo Magalli]]) *La fine dell'infelicità è l'inizio della felicità, poiché la legge dei contrari esige che, dove questa termini, quella abbia principio. ([[Francesco Petrarca]]) *La memoria dei mali passati è gioconda. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *Ma sì come il pittore i colori più lieti e più chiari mette di sopra nella tavola, e nasconde i meno piacenti e i più scuri, così conviene che nell'anima nostra i gioiosi ed illustri avvenimenti ricuoprino e adombrino i torbidi e dolorosi. ([[Plutarco]]) *Mantenere una disperazione tutto sommato funzionale. A quello che si scrive. Siamo tutti infelici, per me è chiaro. La felicità è un prodotto dell'entertainment, come il cinema 3D. Quanto si può essere felici? Per poco: diciamo per il tempo necessario a [[Eiaculazione|eiaculare]] dentro la donna che ami. Per il resto Dio ci ha scampati di una felicità perdurante. Sarebbe insostenibile, lo sappiamo anche se non possiamo provarlo. È sciocca la felicità, e ancor più sciocca è la sua ricerca. ([[Franz Krauspenhaar]]) *''[...] Nessun maggior dolore | che ricordarsi del tempo felice | ne la miseria [...]'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *Per non diventare infelicissimi, il mezzo più certo si è di non domandare d'esser felicissimo. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Ritrovò il colore della sua tristezza, l'odore della sua solitudine, il sapore della sua infelicità. Quando l'infelicità arriva a una perfezione tale, l'infelicità diventa una forma di felicità: la più gelosa anzi, la più squisita. Cercar di rompere una siffatta forma d'infelicità, è un tradire la felicità, un tradire se stessi. ([[Alberto Savinio]]) *''Sai tu di quanto | spira e passeggia su la terra o serpe, | ciò che al Mondo havvi di più infermo? È l'uomo. | Finchè stato felice i déi gli dànno, | e il suo ginocchio di vigor fiorisce, | non crede che venir debbagli sopra | l'infortunio giammai. Sopra gli viene? | Con repugnante alma indegnata il soffre.'' ([[Omero]], ''[[Odissea]]'') *Senza cuor contento non c'è bene che valga, come col cuor contento non c'è male che nuoca in questo mondo. ([[Massimo d'Azeglio]]) *Si può essere al colmo della felicità, ma non si è mai al riparo dall'infelicità (e viceversa, per fortuna). ([[Daniel Pennac]]) *Tu sei infelice, giovanotto. Può fare bene, l'infelicità. La felicità rende idioti. (''[[Tenere cugine]]'') *Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo. ([[Lev Tolstoj]], ''[[Anna Karenina]]'') *Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. ([[Primo Levi]]) *Una lacrima fu data alla gioia, una lacrima alla sciagura; – la prima rinfresca, l'altra arde come la lava. ([[Carlo Bini]]) *''Vi è solo | un unico | contrappeso | contro l'infelicità: | bisogna | cercarlo | e trovarlo | e questo è felicità.'' ([[Erich Fried]]) ===[[Giacomo Leopardi]]=== *Dunque, amandoti necessariamente del maggiore amore che tu sei capace, necessariamente desideri il più che puoi la felicità propria; e non potendo mai di gran lunga essere soddisfatto di questo tuo desiderio, che è sommo, resta che tu non possi fuggire per nessun verso di non essere infelice. (''[[Operette morali]]'') *La felicità o infelicità non si misura dall'esterno ma dall'interno. *Perché negli uomini e negli altri viventi la privazione della felicità, quantunque senza dolore e senza sciagura alcuna, e anche nel tempo di quelli che voi chiamate piaceri, importa infelicità espressa. (''[[Operette morali]]'') ==Proverbi== *La felicità porta spesso una infelicità. ([[Proverbi giapponesi|giapponese]]) *Nella felicità ragione, nell'infelicità pazienza. ([[Proverbi italiani|italiano]]) ==Voci correlate== *[[Felicità]] *[[Infelicità]] [[Categoria:Dicotomie]] a3ifyqf79zwxe5cszqy9gorw5boawrw 1351341 1351340 2024-11-11T15:54:25Z ~2024-9620 100276 Rigoletto. 1351341 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Abraham Janssens - Allegory of Joy and Melancholy.jpg|thumb|''Allegoria di Gioia e Malinconia'' (Abraham Janssens, 1628)]] Citazioni su '''felicità e infelicità'''. ==Citazioni== *Ah, la felicità corteggia la luce, perciò noi crediamo allegro il mondo; ma la miseria si nasconde da lungi, perciò pensiamo che non esista miseria. ([[Herman Melville]]) *Anche l'assuefazione a una pena ha la sua attrattiva; e talora noi rimpiangiamo meno certe gioie che certe tristezze. ([[Théophile Gautier]]) *Crea tutta la felicità che sei in grado di creare, elimina tutta l'infelicità che sei in grado di eliminare: ogni giorno ti darà l'occasione, ti inviterà ad aggiungere qualcosa ai piaceri altrui, o a diminuire qualcosa delle loro sofferenze. ([[Jeremy Bentham]]) *''Deh, non parlare al misero | del suo perduto bene...'' ([[Francesco Maria Piave]], ''[[Rigoletto]]'') *Due infelicità, sommate, possono fare una felicità. ([[Gesualdo Bufalino]]) *È abbastanza difficile sapere se si è felici o infelici nel presente; molto più difficile paragonare la relativa felicità o infelicità nei diversi periodi della propria vita. Il maggior grado di approssimazione cui si possa giungere è di dire che si è abbastanza felici, quando non si è obbligati ad ammettere che si è infelici. ([[Samuel Butler]]) *È meglio essere infelici, ma ''sapere'', piuttosto che vivere felici... in una sciocca incoscienza. ([[Fëdor Dostoevskij]], ''[[L'idiota]]'') *I bisogni che perpetuano la fatica, l'aggressività, la miseria e l'ingiustizia ... può essere che l'individuo trovi estremo piacere nel soddisfarli, ma questa felicità non è una condizione che debba essere conservata e protetta. [Essa infatti arresta] lo sviluppo della capacità (sua e di altri) di riconoscere la malattia dell'insieme e afferrare le possibilità che si offrono per curarla. Il risultato è pertanto un'euforia nel mezzo dell'infelicità. ([[Herbert Marcuse]]) *I più travagliati di tutti, sono quelli che cercano le maggiori felicità. ([[Bione di Boristene]]) *''Il ben passato, e la presente noia.'' ([[Torquato Tasso]]) *L'infelicità è più comune della felicità. Chi ha detto che sarai sempre felice? (''[[Vikings]]'') *L'infelicità non è così grave: rende la felicità più preziosa. (''[[Io ti aspetterò]]'') *La felicità di ciascuno è costruita sull'infelicità di un altro. ([[Ivan Sergeevič Turgenev]]) *La felicità non è mai perfetta perché è sempre insidiata dalla paura di perderla. Per lo stesso motivo l'infelicità può essere resa perfetta dalla paura che non ci abbandoni mai. ([[Giancarlo Magalli]]) *La fine dell'infelicità è l'inizio della felicità, poiché la legge dei contrari esige che, dove questa termini, quella abbia principio. ([[Francesco Petrarca]]) *La memoria dei mali passati è gioconda. ([[Marco Tullio Cicerone]]) *Ma sì come il pittore i colori più lieti e più chiari mette di sopra nella tavola, e nasconde i meno piacenti e i più scuri, così conviene che nell'anima nostra i gioiosi ed illustri avvenimenti ricuoprino e adombrino i torbidi e dolorosi. ([[Plutarco]]) *Mantenere una disperazione tutto sommato funzionale. A quello che si scrive. Siamo tutti infelici, per me è chiaro. La felicità è un prodotto dell'entertainment, come il cinema 3D. Quanto si può essere felici? Per poco: diciamo per il tempo necessario a [[Eiaculazione|eiaculare]] dentro la donna che ami. Per il resto Dio ci ha scampati di una felicità perdurante. Sarebbe insostenibile, lo sappiamo anche se non possiamo provarlo. È sciocca la felicità, e ancor più sciocca è la sua ricerca. ([[Franz Krauspenhaar]]) *''[...] Nessun maggior dolore | che ricordarsi del tempo felice | ne la miseria [...]'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *Per non diventare infelicissimi, il mezzo più certo si è di non domandare d'esser felicissimo. ([[Arthur Schopenhauer]]) *Ritrovò il colore della sua tristezza, l'odore della sua solitudine, il sapore della sua infelicità. Quando l'infelicità arriva a una perfezione tale, l'infelicità diventa una forma di felicità: la più gelosa anzi, la più squisita. Cercar di rompere una siffatta forma d'infelicità, è un tradire la felicità, un tradire se stessi. ([[Alberto Savinio]]) *''Sai tu di quanto | spira e passeggia su la terra o serpe, | ciò che al Mondo havvi di più infermo? È l'uomo. | Finchè stato felice i déi gli dànno, | e il suo ginocchio di vigor fiorisce, | non crede che venir debbagli sopra | l'infortunio giammai. Sopra gli viene? | Con repugnante alma indegnata il soffre.'' ([[Omero]], ''[[Odissea]]'') *Senza cuor contento non c'è bene che valga, come col cuor contento non c'è male che nuoca in questo mondo. ([[Massimo d'Azeglio]]) *Si può essere al colmo della felicità, ma non si è mai al riparo dall'infelicità (e viceversa, per fortuna). ([[Daniel Pennac]]) *Tu sei infelice, giovanotto. Può fare bene, l'infelicità. La felicità rende idioti. (''[[Tenere cugine]]'') *Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo. ([[Lev Tolstoj]], ''[[Anna Karenina]]'') *Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. ([[Primo Levi]]) *Una lacrima fu data alla gioia, una lacrima alla sciagura; – la prima rinfresca, l'altra arde come la lava. ([[Carlo Bini]]) *''Vi è solo | un unico | contrappeso | contro l'infelicità: | bisogna | cercarlo | e trovarlo | e questo è felicità.'' ([[Erich Fried]]) ===[[Giacomo Leopardi]]=== *Dunque, amandoti necessariamente del maggiore amore che tu sei capace, necessariamente desideri il più che puoi la felicità propria; e non potendo mai di gran lunga essere soddisfatto di questo tuo desiderio, che è sommo, resta che tu non possi fuggire per nessun verso di non essere infelice. (''[[Operette morali]]'') *La felicità o infelicità non si misura dall'esterno ma dall'interno. *Perché negli uomini e negli altri viventi la privazione della felicità, quantunque senza dolore e senza sciagura alcuna, e anche nel tempo di quelli che voi chiamate piaceri, importa infelicità espressa. (''[[Operette morali]]'') ==Proverbi== *La felicità porta spesso una infelicità. ([[Proverbi giapponesi|giapponese]]) *Nella felicità ragione, nell'infelicità pazienza. ([[Proverbi italiani|italiano]]) ==Voci correlate== *[[Felicità]] *[[Infelicità]] [[Categoria:Dicotomie]] dfrgvb8pwpynqq849c6jcywutmi2a2h Salvatore Lupo 0 121133 1351409 1229726 2024-11-11T22:52:41Z Danyele 19198 fix di stile 1351409 wikitext text/x-wiki '''Salvatore Lupo''' (1951 – vivente), storico italiano. ==Citazioni di Salvatore Lupo== {{cronologico}} {{Int|''[http://www.repubblica.it/cronaca/2016/02/28/news/salvatore_lupo_l_emergenza_e_finita_non_ci_sono_piu_stragi_ma_troppi_affari_occulti_-134409609/ Salvatore Lupo: "L'emergenza è finita, non ci sono più stragi ma troppi affari occulti"]''|Intervista di [[Attilio Bolzoni]], ''repubblica.it'', 28 febbraio 2016.}} *La [[Cosa nostra|mafia]] è stata sempre un potere minore rispetto a quello ufficiale dello Stato e delle élite sociali. Dobbiamo considerare l'era dei Corleonesi come una parentesi nella storia della mafia. La stagione del terrorismo mafioso è terminata, spero definitivamente. Io non posso certo prevedere il futuro, però non ci sono elementi che indichino ritorni a quel passato tragico, ve ne sono invece che indicano il contrario. Quella guerra è finita. Il numero degli omicidi in questo Paese è drasticamente diminuito, il Mezzogiorno sta nella media nazionale, in Sicilia si ammazza meno che in Lombardia. Se penso al 1991... *{{NDR|«Da più parti si dice che dopo le stragi del '92 la mafia sia stata colpita ma solo nella sua struttura militare, non in quella "politica". È andata così?»}} Non mi pare che nella considerazione di questo fenomeno possa essere introdotta una distinzione così netta. La mafia è un incrocio di criminalità violenta, politica e affari. Lo era tra '800 e '900, quando i mafiosi erano uomini di fiducia dei proprietari fondiari. "Facinorosi della classe media", li chiamava Franchetti nel 1877. Lo era anche dopo, quando i mafiosi servivano da terminale periferico di macchine politico- elettorali. Non possiamo insistere su schemi dicotomici come quelli cui lei accennava. Riveleremmo un'incapacità di fondo di capire di che si tratta. *{{NDR|«Dunque, secondo lei, lo Stato ha vinto e la mafia ha perso. Molti però dicono che c'è una nuova mafia...»}} Sì, e allora? Questo non cancella ciò che è avvenuto: uno scontro tremendo conclusosi con l'annientamento del gruppo di comando di [[Cosa nostra]]. Si tratta di una vittoria transitoria? Ciò non toglie che sia storicamente molto rilevante. Niente trionfalismi, certo. Lo stato di salute cagionevole (uso un eufemismo) della democrazia e della morale pubblica in Italia, e in particolare in Sicilia, esclude rivolgimenti palingenetici. Però non è giusto né utile dimenticare che questa nostra epoca è diversa da quella sanguinosa di 35 anni fa. C'è un pezzo di opinione pubblica che ragiona come se quei fatti tragici fossero avvenuti ieri, anzi che si sente come bloccata in quel passato. Vogliamo ammetterlo che tanti sforzi, tanti sacrifici – anche della vita – sono serviti a qualcosa? È paradossale e frustrante che uno dei pochi risultati conseguiti in questo Paese non sia riconosciuto. {{Int|''[https://www.repubblica.it/cultura/2022/09/30/news/lo_storico_salvatore_lupo_italiani_studiate_cosa_fu_il_fascismo-368030333/ Lo storico Salvatore Lupo: "Italiani, studiate cosa fu il fascismo"]''|Intervista di Simonetta Fiori, ''repubblica.it'', 30 settembre 2022.}} *{{NDR|Il [[fascismo]]}} È stata la risposta alla crisi della democrazia liberale dopo un evento traumatico come la Grande Guerra. Il conflitto armato diventa un modello di governo della società, sia in pace che in guerra. Quando usiamo il termine totalitarismo intendiamo questo. *{{NDR|[[Mussolini]]}} Non rinunciò mai all'idea della rivoluzione, tanto da andarsi a suicidare in una prova sproporzionata rispetto alle sue forze: la guerra fu vista come l'unico modo per stabilire un ordine nuovo, mentre si sarebbe rivelata distruttiva per il Paese e per lo stesso [[fascismo]]. Da questo punto di vista l'idea di rivoluzione, seppure demagogica e irrealistica, restituisce tutta la dimensione tragica dell'esperienza fascista. *A me pare che in [[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]] siano finora sopravvissuti alcuni tratti della cultura politica neofascista come il [[nazionalismo]], l'antieuropeismo, l'ostilità verso i paesi ricchi quali Germania e Francia. *La violenza è un elemento costitutivo del [[fascismo]]. Una violenza "chirurgica" - per usare una definizione di Mussolini - che doveva costringere il Paese ad avviarsi sulla strada della rigenerazione. L'ideologia dello squadrismo, che si manifesta fin dalle origini, è destinata ad accentuarsi nel corso del decennio successivo: basti pensare alle stragi in stile squadrista perpetrate in [[Etiopia]] dopo l'attentato a [[Rodolfo Graziani]]. *Il razzismo ha la funzione di radicalizzare l'adesione degli italiani al regime. La strada indicata da Mussolini è questa? Allora bisogna seguirla. A tirarsi indietro furono in pochissimi. *È vero che l'Italia ha inventato il [[fascismo]], in minima parte l'ha anche esportato. Ma questo non vuol dire che ci sia un fascismo eterno che covi sotto la cenere. Il nostro Paese ha fatto anche la storia dell'antifascismo. ==[[Incipit]] de ''Il fascismo''== [[Benito Mussolini]] nacque il 29 luglio del 1883 in Romagna, a Predappio, da una famiglia di modesta condizione sociale: la madre faceva la maestra e il padre l'artigiano. «Figlio di fabbro», l'avrebbe detto l'agiografia di regime desiderosa di sottolineare come il duce scaturisse da un popolo antico, forte e laborioso; «sono venuto dal popolo», avrebbe confermato egli stesso nel corso della celebre intervista concessa a Emil Ludwig<ref>''Colloqui con Mussolini'', Mondadori, 1932.</ref>. Un aspetto diverso evidenziò invece [[Paolo Monelli]], giornalista di punta durante il ventennio, autore di una fortunata biografia postbellica del capo sconfitto<ref>''Mussolini piccolo borghese'', Garzanti, 1950.</ref>, in cui i Mussolini erano raffigurati come una famiglia di piccoli proprietari decaduti, appartenenti alla classe «che non ama lavorare la terra dopo che ne ha perduto la proprietà, che invidia i borghesi agiati, che ha una sua passione per leggere e per imparare, ma non ha la disciplina dell'istruzione» – il tutto per disegnare, in maniera alquanto tendenziosa, un contesto sociale ispirato al modello salveminiano della piccola borghesia affamata e politicante. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Salvatore Lupo, ''Il fascismo. {{small|La politica di un regime totalitario}}'', Donzelli editore, Roma, 2005. ISBN 88-7989-924-4 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Lupo, Salvatore}} [[Categoria:Storici italiani]] 4llxd0ohif4cro7hklb7xxhhb8w6glq Nutella 0 123653 1351468 1327451 2024-11-12T04:20:41Z AssassinsCreed 17001 +1 1351468 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Nutella (cropped).jpg|thumb|Pane e Nutella]] Citazioni sulla '''Nutella'''. *C'è chi dice che Dio sia donna. Falso. Se fosse donna lo sperma saprebbe di Nutella. ([[Daniele Luttazzi]]) *Caffè, ora. Meno male che c'è il caffè. Ma chi sarà stato il ganzo che ha inventato il caffè? Dev'essere cugino di quel genio che ha inventato il letto. Premio Nobel a tutti e due, altro che Dario Fo. A loro, e a quello che ha inventato la Nutella. In chiesa, al posto della statua di San Gaspare. Perlomeno si vedrebbe un po' più di devozione sincera. ([[Marco Malvaldi]]) *Che mondo sarebbe senza Nutella? ([[Slogan pubblicitari|slogan pubblicitario]]) *Ecco cosa significa fare diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l'ho fatto cremoso ed è nata la Nutella. ([[Michele Ferrero]]) *La Nutella, come il calcio, è diventata ambasciatrice di italianità nel mondo ed è entrata nella storia del nostro costume e della nostra cultura. L'hanno spalmata nelle loro canzoni, tra gli altri, Giorgio Gaber, Ivan Graziani, Renato Zero, i Negrita... ([[Luigi Garlando]]) *Nutella, fai un giro intorno al bordo per assaggiarne un po' ma non lo affondi nella crema in modo che il peccato di gola rimanga incompiuto. ([[Levante (cantante)|Levante]]) *Nutella omnia divisa est in partes tres: Unum: Nutella in vaschetta plasticae. Duum: Nutella in vitreis bicchieribus custodita. Treum: Nutella sita in magno barattolo (magno barattolo sì, sed melium est si magno Nutella IN barattolo). ([[Riccardo Cassini]]) *Once upon a time, many many many, ma'na cifra of many years ago, at the beginning of the initiation of the mond, there was the caos.<br />One day, God (God is the nome d'art of Dio), God, who was disoccupated, had a folgorant idea and so God created the Nutell. And God saw that the NutelI was good, very good, very very good, good' na cifra. ([[Riccardo Cassini]]) ==Altri progetti== {{Interprogetto}} [[Categoria:Dolci]] 17ffqhnkcqvevw3p4375sagk6fbm77z Giovanni Bertacchi 0 124479 1351336 1205552 2024-11-11T15:45:52Z Gaux 18878 /* Citazioni su Giovanni Bertacchi */ Francesco Piccolo (filologo) 1351336 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Bertacchi.jpg|thumb|Giovanni Bertacchi (1925 circa)]] '''Giovanni Bertacchi''' (1869 – 1942), poeta e critico letterario italiano. ==Citazioni di Giovanni Bertacchi== *''L'aspra [[montagna]] oltre se stessa ascende, | e si tramuta in cielo.''<ref name=Berg>Citato in [[Francesco Flora]], ''IL Flora, Storia della letteratura italiana'', cinque volumi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 658.</ref> *''La palude dei sogni è nella [[luna]]''.<ref name=Berg /> ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A fior di silenzio''=== <poem>Fummo per poco in un grand'orto in fiore; poi ciascuno tornò l'anima sola riaffacciata alla sua landa brulla.</poem> ===''Alle Sorgenti''=== <poem>Porta sempre con te l'esil matita e, confidente amico, il taccuino, quand'esci fuori a ritrovar la vita: che fatica non è da tavolino questa a cui desti, vigile poeta, il tuo senso, il tuo sogno, il tuo destino.</poem> ===''Lombardia eroica''=== Oggi è giorno di ascendere. Vi siete voi, nelle lunghe settimane, curvati sulle vostre pazienti fatiche, nel muto raccoglimento delle case, nella severa penombra degli odierni opifici, nelle aule sacre allo studio meditabondo? ===''Poemetti lirici''=== <poem>Una bella che passi in bruna vesta sull'ampio sfondo d'una verde plaga, nel mestissimo autunno, è la più vaga cosa del mondo: la più vaga e mesta.</poem> ==Citazioni su Giovanni Bertacchi== *Bertacchi pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto ritardatarii, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) *Giovanni Bertacchi studente, aveva un suo rilevo particolare, qualche cosa, per dirla con due brutte e presuntuose parole venute di moda nei giornali, di «inequivocabile e inconfondibile». Il suo aspetto secco e angoloso era di una insignificante irregolarità, ma chi, ricordando il complimento fatto un giorno dal poeta Malherbes a Maria de' Medici, avesse notato quelle sue manine piccolissime, bianche, nervose, o avesse osservato quei suoi occhi, che a furia di guardar dentro l'anima delle cose non vedevano, talvolta, quello che c'era di fuori, non avrebbe potuto a meno di sospettare nel giovane paesano, una fine e nobile spiritualità. ([[Mario Borsa]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/a_fior_di_silenzio/pdf/bertacchi_a_fior_di_silenzio.pdf A fior di silenzio]'', Baldini e Castoldi, 1920. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/alle_sorgenti/pdf/bertacchi_alle_sorgenti.pdf Alle Sorgenti]'', Baldini, Castoldi & C., 1906. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/lombardia_eroica/pdf/bertacchi_lombardia_eroica.pdf Lombardia eroica]'', Baldini e Castoldi, 1911. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/poemetti_lirici/pdf/bertacchi_poemetti_lirici.pdf Poemetti lirici]'', Sonzogno, 1898. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bertacchi, Giovanni}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] 58f39vlv9s1b83hs5ch4je1gflxw1bk 1351338 1351336 2024-11-11T15:47:12Z Gaux 18878 /* Citazioni su Giovanni Bertacchi */ sic forma desueta 1351338 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Bertacchi.jpg|thumb|Giovanni Bertacchi (1925 circa)]] '''Giovanni Bertacchi''' (1869 – 1942), poeta e critico letterario italiano. ==Citazioni di Giovanni Bertacchi== *''L'aspra [[montagna]] oltre se stessa ascende, | e si tramuta in cielo.''<ref name=Berg>Citato in [[Francesco Flora]], ''IL Flora, Storia della letteratura italiana'', cinque volumi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 658.</ref> *''La palude dei sogni è nella [[luna]]''.<ref name=Berg /> ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A fior di silenzio''=== <poem>Fummo per poco in un grand'orto in fiore; poi ciascuno tornò l'anima sola riaffacciata alla sua landa brulla.</poem> ===''Alle Sorgenti''=== <poem>Porta sempre con te l'esil matita e, confidente amico, il taccuino, quand'esci fuori a ritrovar la vita: che fatica non è da tavolino questa a cui desti, vigile poeta, il tuo senso, il tuo sogno, il tuo destino.</poem> ===''Lombardia eroica''=== Oggi è giorno di ascendere. Vi siete voi, nelle lunghe settimane, curvati sulle vostre pazienti fatiche, nel muto raccoglimento delle case, nella severa penombra degli odierni opifici, nelle aule sacre allo studio meditabondo? ===''Poemetti lirici''=== <poem>Una bella che passi in bruna vesta sull'ampio sfondo d'una verde plaga, nel mestissimo autunno, è la più vaga cosa del mondo: la più vaga e mesta.</poem> ==Citazioni su Giovanni Bertacchi== *Bertacchi pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto {{sic|ritardatarii}}, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) *Giovanni Bertacchi studente, aveva un suo rilevo particolare, qualche cosa, per dirla con due brutte e presuntuose parole venute di moda nei giornali, di «inequivocabile e inconfondibile». Il suo aspetto secco e angoloso era di una insignificante irregolarità, ma chi, ricordando il complimento fatto un giorno dal poeta Malherbes a Maria de' Medici, avesse notato quelle sue manine piccolissime, bianche, nervose, o avesse osservato quei suoi occhi, che a furia di guardar dentro l'anima delle cose non vedevano, talvolta, quello che c'era di fuori, non avrebbe potuto a meno di sospettare nel giovane paesano, una fine e nobile spiritualità. ([[Mario Borsa]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/a_fior_di_silenzio/pdf/bertacchi_a_fior_di_silenzio.pdf A fior di silenzio]'', Baldini e Castoldi, 1920. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/alle_sorgenti/pdf/bertacchi_alle_sorgenti.pdf Alle Sorgenti]'', Baldini, Castoldi & C., 1906. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/lombardia_eroica/pdf/bertacchi_lombardia_eroica.pdf Lombardia eroica]'', Baldini e Castoldi, 1911. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/poemetti_lirici/pdf/bertacchi_poemetti_lirici.pdf Poemetti lirici]'', Sonzogno, 1898. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bertacchi, Giovanni}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] n5l4aom638pbpmqyiixcxe9k8zbopwb 1351355 1351338 2024-11-11T16:32:08Z Gaux 18878 /* Citazioni su Giovanni Bertacchi */ Giovanni Papini 1351355 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Bertacchi.jpg|thumb|Giovanni Bertacchi (1925 circa)]] '''Giovanni Bertacchi''' (1869 – 1942), poeta e critico letterario italiano. ==Citazioni di Giovanni Bertacchi== *''L'aspra [[montagna]] oltre se stessa ascende, | e si tramuta in cielo.''<ref name=Berg>Citato in [[Francesco Flora]], ''IL Flora, Storia della letteratura italiana'', cinque volumi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 658.</ref> *''La palude dei sogni è nella [[luna]]''.<ref name=Berg /> ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A fior di silenzio''=== <poem>Fummo per poco in un grand'orto in fiore; poi ciascuno tornò l'anima sola riaffacciata alla sua landa brulla.</poem> ===''Alle Sorgenti''=== <poem>Porta sempre con te l'esil matita e, confidente amico, il taccuino, quand'esci fuori a ritrovar la vita: che fatica non è da tavolino questa a cui desti, vigile poeta, il tuo senso, il tuo sogno, il tuo destino.</poem> ===''Lombardia eroica''=== Oggi è giorno di ascendere. Vi siete voi, nelle lunghe settimane, curvati sulle vostre pazienti fatiche, nel muto raccoglimento delle case, nella severa penombra degli odierni opifici, nelle aule sacre allo studio meditabondo? ===''Poemetti lirici''=== <poem>Una bella che passi in bruna vesta sull'ampio sfondo d'una verde plaga, nel mestissimo autunno, è la più vaga cosa del mondo: la più vaga e mesta.</poem> ==Citazioni su Giovanni Bertacchi== *Bertacchi pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto {{sic|ritardatarii}}, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) *Giovanni Bertacchi studente, aveva un suo rilevo particolare, qualche cosa, per dirla con due brutte e presuntuose parole venute di moda nei giornali, di «inequivocabile e inconfondibile». Il suo aspetto secco e angoloso era di una insignificante irregolarità, ma chi, ricordando il complimento fatto un giorno dal poeta Malherbes a Maria de' Medici, avesse notato quelle sue manine piccolissime, bianche, nervose, o avesse osservato quei suoi occhi, che a furia di guardar dentro l'anima delle cose non vedevano, talvolta, quello che c'era di fuori, non avrebbe potuto a meno di sospettare nel giovane paesano, una fine e nobile spiritualità. ([[Mario Borsa]]) *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: — Ma è proprio vero, dunque, che il nostro Bertacchi è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo. ([[Giovanni Papini]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/a_fior_di_silenzio/pdf/bertacchi_a_fior_di_silenzio.pdf A fior di silenzio]'', Baldini e Castoldi, 1920. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/alle_sorgenti/pdf/bertacchi_alle_sorgenti.pdf Alle Sorgenti]'', Baldini, Castoldi & C., 1906. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/lombardia_eroica/pdf/bertacchi_lombardia_eroica.pdf Lombardia eroica]'', Baldini e Castoldi, 1911. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/poemetti_lirici/pdf/bertacchi_poemetti_lirici.pdf Poemetti lirici]'', Sonzogno, 1898. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bertacchi, Giovanni}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] n2zzyzw4xq276gnx6rem4l0dr1o0kvg 1351357 1351355 2024-11-11T16:33:06Z Gaux 18878 /* Citazioni su Giovanni Bertacchi */ tratto 1351357 wikitext text/x-wiki [[File:Giovanni Bertacchi.jpg|thumb|Giovanni Bertacchi (1925 circa)]] '''Giovanni Bertacchi''' (1869 – 1942), poeta e critico letterario italiano. ==Citazioni di Giovanni Bertacchi== *''L'aspra [[montagna]] oltre se stessa ascende, | e si tramuta in cielo.''<ref name=Berg>Citato in [[Francesco Flora]], ''IL Flora, Storia della letteratura italiana'', cinque volumi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 658.</ref> *''La palude dei sogni è nella [[luna]]''.<ref name=Berg /> ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A fior di silenzio''=== <poem>Fummo per poco in un grand'orto in fiore; poi ciascuno tornò l'anima sola riaffacciata alla sua landa brulla.</poem> ===''Alle Sorgenti''=== <poem>Porta sempre con te l'esil matita e, confidente amico, il taccuino, quand'esci fuori a ritrovar la vita: che fatica non è da tavolino questa a cui desti, vigile poeta, il tuo senso, il tuo sogno, il tuo destino.</poem> ===''Lombardia eroica''=== Oggi è giorno di ascendere. Vi siete voi, nelle lunghe settimane, curvati sulle vostre pazienti fatiche, nel muto raccoglimento delle case, nella severa penombra degli odierni opifici, nelle aule sacre allo studio meditabondo? ===''Poemetti lirici''=== <poem>Una bella che passi in bruna vesta sull'ampio sfondo d'una verde plaga, nel mestissimo autunno, è la più vaga cosa del mondo: la più vaga e mesta.</poem> ==Citazioni su Giovanni Bertacchi== *Bertacchi pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto {{sic|ritardatarii}}, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) *Giovanni Bertacchi studente, aveva un suo rilevo particolare, qualche cosa, per dirla con due brutte e presuntuose parole venute di moda nei giornali, di «inequivocabile e inconfondibile». Il suo aspetto secco e angoloso era di una insignificante irregolarità, ma chi, ricordando il complimento fatto un giorno dal poeta Malherbes a Maria de' Medici, avesse notato quelle sue manine piccolissime, bianche, nervose, o avesse osservato quei suoi occhi, che a furia di guardar dentro l'anima delle cose non vedevano, talvolta, quello che c'era di fuori, non avrebbe potuto a meno di sospettare nel giovane paesano, una fine e nobile spiritualità. ([[Mario Borsa]]) *Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro Bertacchi è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?<br>È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo. ([[Giovanni Papini]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/a_fior_di_silenzio/pdf/bertacchi_a_fior_di_silenzio.pdf A fior di silenzio]'', Baldini e Castoldi, 1920. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/alle_sorgenti/pdf/bertacchi_alle_sorgenti.pdf Alle Sorgenti]'', Baldini, Castoldi & C., 1906. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/lombardia_eroica/pdf/bertacchi_lombardia_eroica.pdf Lombardia eroica]'', Baldini e Castoldi, 1911. *Giovanni Bertacchi, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bertacchi/poemetti_lirici/pdf/bertacchi_poemetti_lirici.pdf Poemetti lirici]'', Sonzogno, 1898. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bertacchi, Giovanni}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] jb80buiezrktmmesvcqekuh1jm8qs7e Pianura 0 130324 1351387 1057175 2024-11-11T18:02:05Z ~2024-9620 100276 Prato. 1351387 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Storm on the Plains (6059007492).jpg|thumb|upright=1.4|Una pianura]] Citazioni sulla '''pianura''' e sul '''piano'''. *Chi disse piano, disse tanto piano, che non ne toccò a tutti.<ref>«Chi disse pianura, lo disse tanto piano che non ne toccò a tutti.» Le terre in pianura sono desiderate da molti.</ref> ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *''Il divino del pian silenzio verde''. ([[Giosuè Carducci]]) *Le pianure si facevano luminose, ma di una inconsumabile luce: in quelle regioni esse non finiscono mai di restituire il loro oro, così come dopo l'inverno non finiscono mai di restituire la loro neve. ([[Antoine de Saint-Exupéry]]) *Loda il monte e tienti al piano. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *Nel silenzio la pianura parla con la sua voce che viene da lontano. ([[Dante Graziosi]]) *''Perché sono in prigione per sempre, qui in questa pianura | dove orizzonte rincorre da sempre un uguale orizzonte, | dove un vento incessante mi soffia continua paura, | dove è impossibile scorgere il profilo d'un monte?'' ([[Francesco Guccini]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Collina]] *[[Montagna]] *[[Prato]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Geomorfologia]] fu503sxn8fiiz7if4kaxcjitgidsaif Geologia 0 130572 1351397 1268886 2024-11-11T18:38:23Z ~2024-9620 100276 Lucano, correlate 1351397 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Jordens inre.svg|thumb|La struttura terrestre]] Citazioni sulla '''geologia'''. *Andy era appassionato di geologia, credo che fosse per via della sua natura meticolosa. Le ere glaciali, le derive dei continenti... La geologia non è altro che lo studio della pressione e del tempo, ed è tutto quello che ci vuole: pressione e tempo. (''[[Le ali della libertà]]'') *Io sono laureato in geologia: la mia specialità è di trovare l'oro e i diamanti del mio prossimo. (''[[Io la difendo]]'') *La geologia colle sue flore e le sue faune preistoriche, co' suoi strati antichissimi, testimoni di mille rivoluzioni sepolte, fe' disparire l'inferno medievale come un sogno atroce di fantasie sciagurate. ([[Gaetano Trezza]]) *Non sono che pochi anni da che s'incomincia a coltivare di proposito la geologia, e che una classe di naturalisti efficacemente si adopera a diffonderne il genio ed a promuoverne gli avanzamenti; così che questo studio reputato per l'addietro una parte meramente accessoria della mineralogia, risalta oggidì come una scienza distinta, ed ha in qualche paese le sue cattedre particolari. Quale occupazione, di fatto più vaga, più filosofica, e, dirò ancora, più degna dell'uomo, quanto quella d'indagare la struttura della Terra ch'egli abita, e di riconoscere le fisiche rivoluzioni a cui essa soggiacque nel decorso dei secoli! ([[Gian Battista Brocchi]]) *Non vi è sasso che non abbia il suo nome. ([[Marco Anneo Lucano]]) *Per questo le dico: si iscriva a Geologia. Vedrà quante metafore le verranno regalate. Non ricordo più cosa siano gli oligoscisti: ma quella, mio caro, quella è letteratura. ([[Giorgio Manganelli]]) *Scienza severa che dure fatiche impone a suoi. ([[Igino Cocchi]]) ==Voci correlate== * [[Pietra]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} [[Categoria:Discipline]] [[Categoria:Geologia| ]] i2n3ile2qamo8ig2wa9gfjlm2l48tgt 1351466 1351397 2024-11-12T04:04:57Z AssassinsCreed 17001 questa citazione non è sulla geologia, è sui sassi... meglio non abbondare con le interpretazioni 1351466 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Jordens inre.svg|thumb|La struttura terrestre]] Citazioni sulla '''geologia'''. *Andy era appassionato di geologia, credo che fosse per via della sua natura meticolosa. Le ere glaciali, le derive dei continenti... La geologia non è altro che lo studio della pressione e del tempo, ed è tutto quello che ci vuole: pressione e tempo. (''[[Le ali della libertà]]'') *Io sono laureato in geologia: la mia specialità è di trovare l'oro e i diamanti del mio prossimo. (''[[Io la difendo]]'') *La geologia colle sue flore e le sue faune preistoriche, co' suoi strati antichissimi, testimoni di mille rivoluzioni sepolte, fe' disparire l'inferno medievale come un sogno atroce di fantasie sciagurate. ([[Gaetano Trezza]]) *Non sono che pochi anni da che s'incomincia a coltivare di proposito la geologia, e che una classe di naturalisti efficacemente si adopera a diffonderne il genio ed a promuoverne gli avanzamenti; così che questo studio reputato per l'addietro una parte meramente accessoria della mineralogia, risalta oggidì come una scienza distinta, ed ha in qualche paese le sue cattedre particolari. Quale occupazione, di fatto più vaga, più filosofica, e, dirò ancora, più degna dell'uomo, quanto quella d'indagare la struttura della Terra ch'egli abita, e di riconoscere le fisiche rivoluzioni a cui essa soggiacque nel decorso dei secoli! ([[Gian Battista Brocchi]]) *Per questo le dico: si iscriva a Geologia. Vedrà quante metafore le verranno regalate. Non ricordo più cosa siano gli oligoscisti: ma quella, mio caro, quella è letteratura. ([[Giorgio Manganelli]]) *Scienza severa che dure fatiche impone a suoi. ([[Igino Cocchi]]) ==Voci correlate== * [[Pietra]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} [[Categoria:Discipline]] [[Categoria:Geologia| ]] skmsx11weh2ilrtgyzx8e1pvwcom0c4 Coma 0 139399 1351485 1323858 2024-11-12T08:01:31Z Mariomassone 17056 1351485 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Teste do nível de Consciência - Coma arreflexivo.png|thumb|Test del livello di coscienza su paziente in coma profondo]] Citazioni sul '''coma'''. *– Che ci fai qui? Di solito non mangi con i pazienti in coma!<br />– Oggi ho scelto lo stato vegetativo. È molto più socievole. (''[[Dr. House - Medical Division (terza stagione)|Dr. House - Medical Division]]'') *Così, è questa la sala d'attesa della morte. Questi assurdi tubi. Gli aghi che mi salgono per le braccia. Cosa ci faccio in questo club di quasi cadaveri? Che cosa ho a che fare io con loro? Non so più dire quando tutto è iniziato, né quando finirà. Chi sarà il primo a dire addio alla vita? Quello lì in coma? O io? (''[[21 grammi]]'') *I pazienti in coma possono anche aspettare cinque minuti. (''[[Foglie al vento]]'') *In coma? Io entro ed esco dai comi ogni giorno! (''[[I Simpson (quarta stagione)|I Simpson]]'') *Nando, devi capire che è scientificamente provato che quando ci si risveglia dal coma, possono capitarti questi eccessi proprio di turpiloquio, ma fortissimi. ([[Diego Lopez (personaggio)|Diego Lopez]], ''[[Boris (terza stagione)|Boris]]'') *Non tutti i giorni ci si può svegliare ridendo, come diceva quel tale in coma. ([[Giovanni Arpino]]) *Se immaginate che uscire dal coma sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Una persona in coma vegetativo irreversibile diventa un disabile bisognoso di nutrizione, paragonato a un bambino. ([[Mercedes Bresso]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Neurologia]] [[Categoria:Terminologia medica]] sxwex4hkpsclb3rur16qj65uhhpagkg Guerra in Afghanistan (1979-1989) 0 141650 1351495 1337536 2024-11-12T08:14:17Z Mariomassone 17056 /* Richard Nixon */ 1351495 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Afghanistan – Soviet tank at the firing position.jpg|thumb|Un carro armato sovietico T-55 in posizione nelle montagne afghane]] Citazioni sulla '''Guerra in Afghanistan''' dal 1979 al 1989, nota anche come l''''invasione sovietica dell'Afghanistan'''. ==Citazioni== *Alla fine del 1979 le truppe [[Unione Sovietica|sovietiche]] invasero l'[[Afghanistan]]. Secondo la spiegazione ufficiale, l'invasione voleva difendere il governo laico che stava tentando di modernizzare il Paese. Io fui uno dei membri del tribunale internazionale che a Stoccolma si occupò della faccenda, nel maggio del 1981. Non dimenticherò mai il momento clou di quelle sessioni. Dava la sua testimonianza un alto capo religioso, rappresentante dei [[Talebani|fondamentalisti islamici]], che in quel momento venivano chiamati «freedom fighters», guerrieri della libertà, e che adesso sono «terroristi». Quell'anziano tuonò: «I [[Comunismo|comunisti]] hanno disonorato le nostre figlie! Gli hanno insegnato a leggere e a scrivere!». ([[Eduardo Galeano]]) *Bisogna anche dire che nel 1979 c'è stata anche l'invasione sovietica dell'Afghanistan che, durante i dieci anni che è durata, ha spinto l'Arabia Saudita e altri Paesi musulmani ad inviare militanti armati in Afghanistan per lottare contro il comunismo e l'ateismo. Nascono così i gruppi Talebani che tanta infelicità hanno portato nella regione. ([[Tahar Ben Jelloun]]) *Colui che sostiene l'occupazione dell'Afganistan da parte dei socialimperialisti sovietici e la considera come un atto giusto e necessario, non è marxista, ma antimarxista. Anche coloro che, pur spacciandosi per marxisti-leninisti, cercano di «dimostrare» che non bisogna definire patrioti il popolo afgano, gli elementi della media e alta borghesia che hanno impugnato le armi e combattono gli invasori sovietici, non sono marxisti, ma antimarxisti. Colui che pensa ed agisce in tal modo non ha capito nulla dagli insegnamenti del marxismo-leninismo sulle alleanze, i fronti e le lotte di liberazione nazionale. ([[Enver Hoxha]]) *Com'è noto, in Afganistan ci sono molti movimenti insurrezionali guidati da patrioti ostili al giogo dei sovietici e dei loro agenti, ma questi patrioti vengono semplicemente considerati come musulmani e i loro movimenti patriottici antimperialisti come movimenti islamici. Questo è uno slogan di cui il capitalismo mondiale si serve comunemente per risuscitare le inimicizie religiose e le guerre di religione, per dare ai movimenti di liberazione nazionale un colorito medioevale. Certo, i combattenti afgani della libertà, che si sono sollevati per scuotere il giogo dell'imperialismo, del socialimperialismo e della monarchia, sono dei credenti. ([[Enver Hoxha]]) *{{NDR|Nel 1984}} I mujaheddin stanno facendo sforzi straordinari con mezzi limitati. ([[Muhammad Zia-ul-Haq]]) *L'Afghanistan si trovava fra Mosca e i porti in acque calde del Pakistan, dove l'URSS voleva piazzare la propria flotta navale. Per farlo, doveva assumere il controllo dell'Afghanistan e, alla fine, lo invase. ([[Fawzia Koofi]]) *La guerra prosciugò l'Unione Sovietica di sangue, di tesori, di scopi morali, fino a renderla un cadavere sbiancato. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Noi crediamo che Dio si sia servito della nostra guerra santa in Afghanistan per distruggere l'Armata rossa e l'Unione sovietica. Lo abbiamo fatto su queste montagne e ora chiediamo a Dio di poter fare la medesima cosa all'America, di ridurla all'ombra di se stessa. ([[Osama bin Laden]]) *Oggi sono quindici anni che ci siamo ritirati dall'Afghanistan. Il 1989 sarà anche finita la guerra afghana, ma è soprattutto iniziato il terrorismo. In Afghanistan abbiamo gettato le basi del suo sviluppo futuro. Come gli americani con Bin Laden. E se Bin Laden è quel che è, lo dobbiamo allo stato in cui abbiamo lasciato l'Afghanistan quindici anni fa. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Quel che ho visto in Afghanistan dall'83 all'88, non lo auguro a nessuno. Ero un cacciatore accanito, prima della guerra. Adesso non prendo più in mano il fucile. Quando uno vede il sangue dappertutto, non riesce più a uccidere, ama tutto quel che è vivo, uomini o bestie, non fa differenza... ([[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]) *Se io fossi rimasto al potere, l'Urss non avrebbe invaso l'Afghanistan. ([[Mohammad Reza Pahlavi]]) *Se la Grande Unione Sovietica non avesse accordato il proprio aiuto all'Afghanistan eroico, un Afghanistan rivoluzionario, libero, indipendente e non allineato oggi non esisterebbe più. ([[Babrak Karmal]]) ===[[Zbigniew Brzezinski]]=== *Non spingemmo i russi a intervenire, bensì aumentammo scientemente la probabilità che lo facessero. *Questa operazione segreta fu un’eccellente idea. Essa ebbe per conseguenza di attirare i russi nella trappola afghana e lei vuole che io la rimpianga? Il giorno in cui i sovietici attraversarono ufficialmente la frontiera, scrissi al presidente Carter, in sostanza: "Noi abbiamo adesso l’occasione di dare all’URSS la sua guerra del Vietnam". *Secondo la versione ufficiale della storia, l’aiuto della CIA ai mujaheddin iniziò nel 1980, vale a dire dopo che l’esercito sovietico aveva invaso l’Afghanistan, il 24 dicembre 1979. Ma la realtà tenuta segreta è tutt’altra: fu in effetti il 3 luglio 1979 che il presidente Carter firmò la prima direttiva sull’assistenza clandestina agli oppositori del regime filosovietico di Kabul. E quel giorno scrissi una nota al presidente nella quale spiegavo che a mio avviso questo aiuto avrebbe provocato un intervento militare dei sovietici. ===[[Indira Gandhi]]=== *Dai recenti colloqui avuti con il ministro degli Esteri sovietico Gromyko questi non mi ha dato l'impressione che l'intervento lo abbia reso felice. Si può dire che essi siano stati costretti ad intervenire. *L'Unione Sovietica non poteva starsene inoperosa, senza reagire nel momento in cui ha visto in gioco i suoi interessi nazionali. *Ritengo che una delle reali ragioni della crisi sia il riavvicinamento tra la Cina e gli Stati Uniti, contro l'Unione Sovietica che si sente circondata. Cina, Stati Uniti e Pakistan hanno dato vita a una forte alleanza antisovietica. ===[[Aleksandr Ivanovič Lebed']]=== {{cronologico}} *Afghanistan significa dolore. Afghanistan significa lacrime. Afghanistan significa ricordo. L'Afghanistan può significare tutto quello che vuoi, ma non la vergogna. A prendere le decisioni erano i politici: alcuni saggi, altri meno; alcuni utili, altri no. Per le decisioni imprudenti, i soldati pagarono con il sangue. I politici che iniziarono e gestirono la guerra sapevano che né loro, né i loro figli, né i loro nipoti, né i loro amici, né chiunque conoscessero personalmente avrebbero combattuto. Là combatté l'"Armata Rossa degli operai e dei contadini". Intendo, letteralmente, i figli degli operai e dei contadini. Non importa chi fossero: semplici, maggiori o colonnelli. Nessuno ha mai visto i figli di alti funzionari sovietici in uniforme in Afghanistan. *Come in ogni guerra, ne abbiamo avuti di tutti i colori: codardi, feccia e mascalzoni, ma anche coloro che esemplificavano l'impennata invisibile dello spirito umano. Ce n'erano incomparabilmente di più di questi ultimi. L'Afghanistan è stato pagato con quindicimila vite, donate onestamente in una guerra che non capivano. Circa quarantamila furono feriti e mutilati. Nessuno ha mai contato quante decine di migliaia di soldati si ammalarono di epatite, malaria, tifo o febbri esotiche. A queste persone la vita è stata accorciata di almeno dieci anni. *Le forze sovietiche hanno collaborato con l'esercito afghano per condurre le operazioni. In pratica ciò significava che la zona sarebbe stata circondata dai soldati sovietici, poi rastrellata due volte: una volta dagli afgani, una volta dai sovietici. Per questa operazione fu affidato al mio comando il secondo battaglione del 444° reggimento afghano, i "commando". Il nome del reggimento era coperto di gloria storica, ma c'erano alcune anomalie. I veri "commando" - quelli che avevano dato al reggimento il suo glorioso nome - erano stati uccisi o erano fuggiti. Il reggimento era stato rifornito da soldati regolari e aveva perso il suo tradizionale spirito combattivo e la disciplina militare. I comandanti erano tutti personaggi sfuggenti. [...] I tanto decantati commando esaurirono rapidamente ogni mio sentimento di internazionalismo. Per prima cosa, praticavano quella che chiamavamo la "difesa del tè". In effetti funzionava così: circondavamo un villaggio o un gruppo di villaggi e ci preparavamo a setacciare la zona. Poi l'anello afghano si sarebbe trasferito, si sarebbe sistemato nel villaggio e all'interno del cortile sarebbe stato srotolato un tappeto, una teiera sarebbe stata messa a bollire e sarebbero state disposte le loro focacce afghane.<br>Un paio di volte, ho cercato di spiegare loro che in linea di principio non avevo nulla contro il tè, ma che il momento giusto per il tè era dopo la fine dell'operazione. Non capivano. Gli afghani sono un popolo onesto e virile, forgiato da un'educazione rigorosa e da una tradizione e una religione profondamente radicate. Era radicato in loro che un vero leader fosse forte e duro. Se cercava di convincere il suo popolo a fare o abbandonare qualcosa con le parole, allora non era una buona scusa per un leader. *La maggior parte delle operazioni furono infruttuose. Tanto per cominciare, gli afghani sono guerrieri nati. In secondo luogo, queste erano le loro montagne. Terzo, la loro intelligenza ha funzionato. E in quarto luogo, anche senza alcuna intelligenza, i nostri vecchi veicoli militari facevano così tanto rumore e sollevavano così tanta polvere che non era mai molto difficile capire dove fossero diretti gli Shuravi (sovietici). Ovunque ci siamo imbattuti in mine e occasionalmente in imboscate, di solito vicino ai villaggi. *Ho cercato di capire chi stava combattendo contro chi e perché, e penso di aver capito bene. Per quanto ho potuto vedere, si dividevano in sei categorie.<br>Prima di tutto, c'erano persone che trovavano intollerabili le truppe di occupazione. Erano persone orgogliose, indipendenti e amanti della libertà. Patrioti.<br>La seconda categoria era composta da persone che, a seguito del caleidoscopio di cambiamenti del regime – Zahir Shah – Taraki – Amin – Karmal – avevano perso alcune proprietà e speravano di riaverle indietro, o acquisire nuove proprietà nel corso della guerra.<br>La terza categoria era costituita dai fanatici religiosi. Gli infedeli nella loro terra insultavano la loro sensibilità religiosa. Stavano conducendo una guerra santa – una jihad – ed erano pronti a combatterla per decenni, se necessario, fino a quando l'ultimo infedele fosse fatto a pezzi, spazzato via o portato via dal vento. Avevano la brutta abitudine di far esplodere i cadaveri in pezzettini.<br>La quarta categoria era composta dai mercenari. Provenivano da diverse etnie, erano coraggiosi sotto tutti gli aspetti e avevano un alto livello di preparazione professionale, ma avevano un tallone d'Achille. Questi uomini hanno venduto la loro capacità di combattere. Organizzare un'imboscata in modo impeccabile, e poi frantumare e saccheggiare una colonna di passaggio: questo potevano farlo. Ma se qualcuno avesse opposto una dura resistenza, i mercenari sarebbero fuggiti, lasciandosi dietro tutto, compresi i propri morti e feriti.<br>La quinta categoria era unica. In Afghanistan dovevi pagare per una moglie, ed era costoso. Un uomo povero si sarebbe sgobbato facendo un lavoro massacrante e, molto tempo dopo aver compiuto trent'anni, non avrebbe ancora avuto nulla da guadagnare: niente casa, niente dimora, niente moglie. Ci sono molte persone così in Afghanistan. La gente ne approfittava così:<br>"Quanti anni hai, Mahmoud?"<br>"Trentasei."<br>"Quanti soldi ti servono per comprare una casa e una moglie?"<br>"Centomila afgani."<br>"Posso darti 200.000, Mahmoud, così potrai comprarli tutti e vivere come un uomo. Ma ricorda: Allah non dà mai niente a nessuno gratuitamente. Devi guadagnartelo. O più precisamente, devi lottare per questo. Solo un anno, Mahmoud. Prima che ti guardi intorno, sarà sparito. E poi...."<br>Era un'offerta che non poteva rifiutare. O Mahmoud avrebbe preso gusto al sangue, e allora nessuno avrebbe potuto fermarlo; oppure, dopo aver scontato onestamente il suo anno, si sarebbero accordati su: "Hai combattuto bene, Mahmoud. Grazie e vai in pace".<br>Ma nessuno, che io sappia, ha mai percorso più di un chilometro "in pace".<br>E con mio profondo rammarico, noi stessi siamo stati la causa della sesta categoria. I dushmani occuperebbero qualche villaggio pacifico, bombarderebbe una colonna sovietica e le causerebbe grandi sofferenze. Il comandante infuriato, guidato dal principio "Lasciate piangere le loro madri", si volterebbe e lascerebbe che il villaggio avesse tutto ciò che aveva. Se fosse stato creativo, avrebbe chiamato da quattro a otto elicotteri per attaccare il villaggio.<br>Dopo gli elicotteri, una batteria di artiglieria avrebbe pompato da duecento a trecento proiettili nel villaggio, e poi avrebbero scoperto che su dieci persone uccise, una di loro poteva essere un Dushman, gli altri ovviamente civili.<br>Un uomo, che non ha assolutamente nulla a che fare con la guerra e che non vuole combattere, un giorno torna a casa e scopre che la moglie che aveva non c'è più; i figli che aveva non ci sono più; la madre che aveva non c'è più. E il suo sangue ribolle. Cessa di essere un uomo; ora è un lupo, pronto a uccidere senza fermarsi. E più a lungo dura la guerra, più questi lupi avrai. E noi, ad ogni nuovo turno di rimpiazzi, gettavamo una folla di ragazzi inesperti in questo maledetto mercato. Con il passare degli anni, i lupi diventavano sempre più duri e i bambini rimanevano bambini.<br>È così che va la guerra. Ma durante la guerra potevi ancora trovare persone così stupide da chiedere: "Perché non hai ancora vinto la guerra?" *Circa il 50% di tutte le perdite furono il risultato di disattenzione, distrazione, negligenza, o di qualsiasi cosa diversa dall'azione nemica. La stupidità non è l'assenza di pensiero; è un modo di pensare. Niente viene conteggiato così a buon mercato e niente costa così tanto. *Abbiamo portato l'Afghanistan a casa con noi – nei nostri cuori, nelle nostre anime, nei nostri ricordi, nelle nostre abitudini, in ogni cosa. Questa avventura politica incompetente, questo tentativo di esportare la nostra rivoluzione, che non si era giustificata, ha segnato l'inizio della fine. Nel 1986 Alma-Ata prese fuoco, e poi Karabakh, Fergana, Georgia, Tagikistan... e lì si diffuse. Il numero delle persone uccise e ferite sul territorio dell'Unione Sovietica ha da tempo superato il numero delle vittime sul suolo afghano. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una jihad islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla sharia. Osama bin Laden, al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. *La guerra in Afghanistan incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella Repubblica democratica dell'Afghanistan». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. ===[[Richard Nixon]]=== *I sovietici hanno invaso l'Afghanistan, cosa che probabilmente non avrebbero osato fare le lo [[Mohammad Reza Pahlavi|scià]] fosse stato ancora sul trono, alleato degli Stati Uniti e con un esercito formidabile sotto la sua autorità. *La conquista sovietica dell'Afghanistan è una continuazione del vecchio imperialismo zarista: l'implacabile pressione verso l'esterno che si protrae da quando il ducato di Moscovia abbatté il dominio mongolo nel 1480. È anche un duro monito affinché l'America non si conceda più il lusso di considerare qualsiasi luogo della terra troppo lontano per potere attentare alla sua sicurezza. *L'orgoglioso popolo afghano era stritolato nel pugno di ferro dell'Unione Sovietica, la quale si avvicinava così al conseguimento dei suoi obiettivi, ormai una tentazione a breve distanza: cioè la disponibilità di un porto nelle acque calde del Mare d'Arabia e il controllo del petrolio del Golfo Persico. *Né possiamo ignorare una qualsiasi parte del mondo con la scusa che è troppo lontana dai nostri interessi per dovercene occupare. L'inizio degli Anni Ottanta ci ha ricordato questa lezione con gli avvenimenti dell'Afghanistan: fatto che ha anche presentato il suo lato ironico, in quanto per molti anni i cronisti americani hanno denigrato le analisi di ciò che accadeva nelle terre lontane definendolo "afghanistanismo". *Nel corso della storia è stato il crocevia di conquistatori; Alessandro il Grande, Gengis Khan e Tamerlano hanno invaso tutti le polverose colline dell'Afghanistan nella loro sete d'impero. [...] Oggi l'Afghanistan è il banco di prova di una nuova, minacciosa, impudente fase della spinta espansionistica sovietica. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== *Fino al 1979 le azioni di forza attuate dall'Unione Sovietica nei Paesi vicini avevano contribuito a normalizzare la situazione a un costo politico, militare ed economico relativamente non elevato, o almeno giudicato tale a suo tempo. In Afghanistan la «soluzione» rapida fallì. L'invasione suscitò una forte e crescente reazione negativa in seno alla nostra società e all'estero. Se nel 1968 nell'Unione Sovietica solo pochissime persone osarono esprimere apertamente la loro protesta per l'invio delle truppe a Praga, nel 1979 l'avventura afghana fu, più o meno apertamente, condannata dalla maggioranza della popolazione. *Il nostro coinvolgimento nella guerra fratricida in Afghanistan era stato recepito dalla maggioranza dei Paesi del mondo come un tentativo di sfruttare un conflitto regionale per ampliare la nostra sfera di influenza. La permanenza in Afghanistan delle nostre truppe non solo frenava lo sviluppo dei rapporti con moltissimi Paesi del mondo, ma poneva in dubbio la nostra stessa intenzione di trasferire su basi nuove gli affari internazionali. *Nell'Afghanistan ho guardato negli occhi gonfi di dolore e di lacrime di madri di ragazzi morti o dispersi in Afghanistan. E probabilmente fu proprio questo, proprio l'espressione degli occhi, piuttosto che le ricorrenti mozioni dell'Onu contro la nostra presenza in quel Paese, a rafforzare la mia determinazione di fare tutto il possibile per bloccare la macchina da guerra che stritolava vite e destini dei nostri ragazzi e dei loro genitori, come degli afghani stessi. ===[[Bernardo Valli]]=== *C'era un vero sentimento nazionale, patriottico, nei confronti dell'invasore? La rivolta nelle campagne contro il regime, dopo il colpo di Stato del '78, era una reazione all'invadenza del potere centrale, che interferiva più del solito nella vita dei villaggi e delle comunità. Poi, dopo l'invasione, si formò una resistenza di fronte a un nemico comune. Ma già dall'inizio di quella resistenza il Paese si frantumò in mille pezzi. Regioni, comunità, clan si organizzarono separatamente, e dove non c'era un capo carismatico, le divisioni si approfondivano e moltiplicavano. Si aveva spesso l'impressione che i russi fossero considerati più intrusi che invasori. Violavano i villaggi, turbavano gli equilibri regionali. E poi, via via, con la repressione sistematica, alimentarono la resistenza armata. *Erano arrivati cinquantamila russi, soprattutto con carri armati ed elicotteri, ai quali se ne sarebbero aggiunti molto presto altrettanti. Dopo la prima distratta impressione quella che era apparsa una esotica stazione di sport invernali, risultò un grande accampamento militare. I sovietici erano ovunque, tra le pieghe del paesaggio urbano disegnato a sbalzi: nel giardino del palazzo della televisione, all'interno e davanti ai ministeri, sulla torre di controllo dell'aeroporto, attorno alle caserme dell'esercito afghano disarmato, nel palazzo presidenziale. Gruppi di giovani col colbacco e il mitra a tracolla apparivano all'improvviso nelle sottili strade del centro, e curiosavano tra le botteghe non solo da presepe. Dalle porte socchiuse trapelavano sguardi allarmati dal passaggio di quegli stranieri armati. Nemici o alleati, comunque invasori non graditi. *La sconfitta sovietica fu attribuita all'aiuto di Dio, ma i missili Stinger forniti dagli Stati Uniti furono decisivi, perché privarono i russi del decisivo appoggio di aerei ed elicotteri. Il ritiro dell'[[Armata rossa]] dall'Afghanistan precedette di poco l'implosione dell'Urss, e questo convinse Al Qaeda di avere provocato il crollo di uno dei grandi imperi della storia. Perché non sconfiggere anche quello americano, di cui erano stati lo strumento contro i russi? *Nei primi giorni di gennaio del 1980 fui fortunato. Kabul era invisibile. I carri armati sovietici appena arrivati, nei giorni di Natale, dall'Uzbekistan e dal Tagikistan sembravano elefanti galleggianti su un oceano immacolato, con le proboscidi, i cannoni, puntati contro il nulla. Perché la capitale era deserta. Le principali tribù a confronto in quelle ore, perlomeno a Kabul, erano comuniste. Da un lato i comunisti Khalq (popolo) e dall'altro i comunisti Parsham (bandiera). Ma lo schieramento non era cosi netto. La tragedia delle ultime settimane si era svolta con una mischia in cui era difficile distinguere le fazioni. Breznev aveva deciso di far intervenire l'[[Armata Rossa]] proprio per far cessare quella rissa tra compagni. Il segretario generale del partito sovietico era stato colpito dall'assassinio di Nuhr Mohammad Taraqi, suo amico personale. Taraqi era stato strangolato dagli uomini di Hafizullah Amin. Il quale sarebbe stato a sua volta fucilato dai sovietici, sostenitori di Babrak Karmal. Erano al tempo stesso faide personali e convulsioni rivoluzionarie, sulle quali pesavano le interferenze di Mosca. ==Voci correlate== *''[[007 - Zona pericolo]]'', film del 1987 *[[Guerra in Afghanistan (2001-2021)]] *[[Mujaheddin]] *''[[Rambo III]]'', film del 1988 *''[[Ragazza afgana]]'', fotografia del 1984 *[[Repubblica Democratica dell'Afghanistan]] *[[Unione Sovietica]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla}} [[Categoria:Conflitti della guerra fredda|Afghanistan]] [[Categoria:Eventi degli anni 1970]] [[Categoria:Eventi degli anni 1980]] [[Categoria:Guerre]] [[Categoria:Storia dell'Afghanistan]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] 1xolq0wqsxbs0y1qyibfcakrc6yryr9 1351496 1351495 2024-11-12T08:14:41Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351496 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Afghanistan – Soviet tank at the firing position.jpg|thumb|Un carro armato sovietico T-55 in posizione nelle montagne afghane]] Citazioni sulla '''Guerra in Afghanistan''' dal 1979 al 1989, nota anche come l''''invasione sovietica dell'Afghanistan'''. ==Citazioni== *Alla fine del 1979 le truppe [[Unione Sovietica|sovietiche]] invasero l'[[Afghanistan]]. Secondo la spiegazione ufficiale, l'invasione voleva difendere il governo laico che stava tentando di modernizzare il Paese. Io fui uno dei membri del tribunale internazionale che a Stoccolma si occupò della faccenda, nel maggio del 1981. Non dimenticherò mai il momento clou di quelle sessioni. Dava la sua testimonianza un alto capo religioso, rappresentante dei [[Talebani|fondamentalisti islamici]], che in quel momento venivano chiamati «freedom fighters», guerrieri della libertà, e che adesso sono «terroristi». Quell'anziano tuonò: «I [[Comunismo|comunisti]] hanno disonorato le nostre figlie! Gli hanno insegnato a leggere e a scrivere!». ([[Eduardo Galeano]]) *Bisogna anche dire che nel 1979 c'è stata anche l'invasione sovietica dell'Afghanistan che, durante i dieci anni che è durata, ha spinto l'Arabia Saudita e altri Paesi musulmani ad inviare militanti armati in Afghanistan per lottare contro il comunismo e l'ateismo. Nascono così i gruppi Talebani che tanta infelicità hanno portato nella regione. ([[Tahar Ben Jelloun]]) *Colui che sostiene l'occupazione dell'Afganistan da parte dei socialimperialisti sovietici e la considera come un atto giusto e necessario, non è marxista, ma antimarxista. Anche coloro che, pur spacciandosi per marxisti-leninisti, cercano di «dimostrare» che non bisogna definire patrioti il popolo afgano, gli elementi della media e alta borghesia che hanno impugnato le armi e combattono gli invasori sovietici, non sono marxisti, ma antimarxisti. Colui che pensa ed agisce in tal modo non ha capito nulla dagli insegnamenti del marxismo-leninismo sulle alleanze, i fronti e le lotte di liberazione nazionale. ([[Enver Hoxha]]) *Com'è noto, in Afganistan ci sono molti movimenti insurrezionali guidati da patrioti ostili al giogo dei sovietici e dei loro agenti, ma questi patrioti vengono semplicemente considerati come musulmani e i loro movimenti patriottici antimperialisti come movimenti islamici. Questo è uno slogan di cui il capitalismo mondiale si serve comunemente per risuscitare le inimicizie religiose e le guerre di religione, per dare ai movimenti di liberazione nazionale un colorito medioevale. Certo, i combattenti afgani della libertà, che si sono sollevati per scuotere il giogo dell'imperialismo, del socialimperialismo e della monarchia, sono dei credenti. ([[Enver Hoxha]]) *{{NDR|Nel 1984}} I mujaheddin stanno facendo sforzi straordinari con mezzi limitati. ([[Muhammad Zia-ul-Haq]]) *L'Afghanistan si trovava fra Mosca e i porti in acque calde del Pakistan, dove l'URSS voleva piazzare la propria flotta navale. Per farlo, doveva assumere il controllo dell'Afghanistan e, alla fine, lo invase. ([[Fawzia Koofi]]) *La guerra prosciugò l'Unione Sovietica di sangue, di tesori, di scopi morali, fino a renderla un cadavere sbiancato. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) *Noi crediamo che Dio si sia servito della nostra guerra santa in Afghanistan per distruggere l'Armata rossa e l'Unione sovietica. Lo abbiamo fatto su queste montagne e ora chiediamo a Dio di poter fare la medesima cosa all'America, di ridurla all'ombra di se stessa. ([[Osama bin Laden]]) *Oggi sono quindici anni che ci siamo ritirati dall'Afghanistan. Il 1989 sarà anche finita la guerra afghana, ma è soprattutto iniziato il terrorismo. In Afghanistan abbiamo gettato le basi del suo sviluppo futuro. Come gli americani con Bin Laden. E se Bin Laden è quel che è, lo dobbiamo allo stato in cui abbiamo lasciato l'Afghanistan quindici anni fa. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Quel che ho visto in Afghanistan dall'83 all'88, non lo auguro a nessuno. Ero un cacciatore accanito, prima della guerra. Adesso non prendo più in mano il fucile. Quando uno vede il sangue dappertutto, non riesce più a uccidere, ama tutto quel che è vivo, uomini o bestie, non fa differenza... ([[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]) *Se io fossi rimasto al potere, l'Urss non avrebbe invaso l'Afghanistan. ([[Mohammad Reza Pahlavi]]) *Se la Grande Unione Sovietica non avesse accordato il proprio aiuto all'Afghanistan eroico, un Afghanistan rivoluzionario, libero, indipendente e non allineato oggi non esisterebbe più. ([[Babrak Karmal]]) ===[[Zbigniew Brzezinski]]=== *Non spingemmo i russi a intervenire, bensì aumentammo scientemente la probabilità che lo facessero. *Questa operazione segreta fu un’eccellente idea. Essa ebbe per conseguenza di attirare i russi nella trappola afghana e lei vuole che io la rimpianga? Il giorno in cui i sovietici attraversarono ufficialmente la frontiera, scrissi al presidente Carter, in sostanza: "Noi abbiamo adesso l’occasione di dare all’URSS la sua guerra del Vietnam". *Secondo la versione ufficiale della storia, l’aiuto della CIA ai mujaheddin iniziò nel 1980, vale a dire dopo che l’esercito sovietico aveva invaso l’Afghanistan, il 24 dicembre 1979. Ma la realtà tenuta segreta è tutt’altra: fu in effetti il 3 luglio 1979 che il presidente Carter firmò la prima direttiva sull’assistenza clandestina agli oppositori del regime filosovietico di Kabul. E quel giorno scrissi una nota al presidente nella quale spiegavo che a mio avviso questo aiuto avrebbe provocato un intervento militare dei sovietici. ===[[Indira Gandhi]]=== *Dai recenti colloqui avuti con il ministro degli Esteri sovietico Gromyko questi non mi ha dato l'impressione che l'intervento lo abbia reso felice. Si può dire che essi siano stati costretti ad intervenire. *L'Unione Sovietica non poteva starsene inoperosa, senza reagire nel momento in cui ha visto in gioco i suoi interessi nazionali. *Ritengo che una delle reali ragioni della crisi sia il riavvicinamento tra la Cina e gli Stati Uniti, contro l'Unione Sovietica che si sente circondata. Cina, Stati Uniti e Pakistan hanno dato vita a una forte alleanza antisovietica. ===[[Aleksandr Ivanovič Lebed']]=== {{cronologico}} *Afghanistan significa dolore. Afghanistan significa lacrime. Afghanistan significa ricordo. L'Afghanistan può significare tutto quello che vuoi, ma non la vergogna. A prendere le decisioni erano i politici: alcuni saggi, altri meno; alcuni utili, altri no. Per le decisioni imprudenti, i soldati pagarono con il sangue. I politici che iniziarono e gestirono la guerra sapevano che né loro, né i loro figli, né i loro nipoti, né i loro amici, né chiunque conoscessero personalmente avrebbero combattuto. Là combatté l'"Armata Rossa degli operai e dei contadini". Intendo, letteralmente, i figli degli operai e dei contadini. Non importa chi fossero: semplici, maggiori o colonnelli. Nessuno ha mai visto i figli di alti funzionari sovietici in uniforme in Afghanistan. *Come in ogni guerra, ne abbiamo avuti di tutti i colori: codardi, feccia e mascalzoni, ma anche coloro che esemplificavano l'impennata invisibile dello spirito umano. Ce n'erano incomparabilmente di più di questi ultimi. L'Afghanistan è stato pagato con quindicimila vite, donate onestamente in una guerra che non capivano. Circa quarantamila furono feriti e mutilati. Nessuno ha mai contato quante decine di migliaia di soldati si ammalarono di epatite, malaria, tifo o febbri esotiche. A queste persone la vita è stata accorciata di almeno dieci anni. *Le forze sovietiche hanno collaborato con l'esercito afghano per condurre le operazioni. In pratica ciò significava che la zona sarebbe stata circondata dai soldati sovietici, poi rastrellata due volte: una volta dagli afgani, una volta dai sovietici. Per questa operazione fu affidato al mio comando il secondo battaglione del 444° reggimento afghano, i "commando". Il nome del reggimento era coperto di gloria storica, ma c'erano alcune anomalie. I veri "commando" - quelli che avevano dato al reggimento il suo glorioso nome - erano stati uccisi o erano fuggiti. Il reggimento era stato rifornito da soldati regolari e aveva perso il suo tradizionale spirito combattivo e la disciplina militare. I comandanti erano tutti personaggi sfuggenti. [...] I tanto decantati commando esaurirono rapidamente ogni mio sentimento di internazionalismo. Per prima cosa, praticavano quella che chiamavamo la "difesa del tè". In effetti funzionava così: circondavamo un villaggio o un gruppo di villaggi e ci preparavamo a setacciare la zona. Poi l'anello afghano si sarebbe trasferito, si sarebbe sistemato nel villaggio e all'interno del cortile sarebbe stato srotolato un tappeto, una teiera sarebbe stata messa a bollire e sarebbero state disposte le loro focacce afghane.<br>Un paio di volte, ho cercato di spiegare loro che in linea di principio non avevo nulla contro il tè, ma che il momento giusto per il tè era dopo la fine dell'operazione. Non capivano. Gli afghani sono un popolo onesto e virile, forgiato da un'educazione rigorosa e da una tradizione e una religione profondamente radicate. Era radicato in loro che un vero leader fosse forte e duro. Se cercava di convincere il suo popolo a fare o abbandonare qualcosa con le parole, allora non era una buona scusa per un leader. *La maggior parte delle operazioni furono infruttuose. Tanto per cominciare, gli afghani sono guerrieri nati. In secondo luogo, queste erano le loro montagne. Terzo, la loro intelligenza ha funzionato. E in quarto luogo, anche senza alcuna intelligenza, i nostri vecchi veicoli militari facevano così tanto rumore e sollevavano così tanta polvere che non era mai molto difficile capire dove fossero diretti gli Shuravi (sovietici). Ovunque ci siamo imbattuti in mine e occasionalmente in imboscate, di solito vicino ai villaggi. *Ho cercato di capire chi stava combattendo contro chi e perché, e penso di aver capito bene. Per quanto ho potuto vedere, si dividevano in sei categorie.<br>Prima di tutto, c'erano persone che trovavano intollerabili le truppe di occupazione. Erano persone orgogliose, indipendenti e amanti della libertà. Patrioti.<br>La seconda categoria era composta da persone che, a seguito del caleidoscopio di cambiamenti del regime – Zahir Shah – Taraki – Amin – Karmal – avevano perso alcune proprietà e speravano di riaverle indietro, o acquisire nuove proprietà nel corso della guerra.<br>La terza categoria era costituita dai fanatici religiosi. Gli infedeli nella loro terra insultavano la loro sensibilità religiosa. Stavano conducendo una guerra santa – una jihad – ed erano pronti a combatterla per decenni, se necessario, fino a quando l'ultimo infedele fosse fatto a pezzi, spazzato via o portato via dal vento. Avevano la brutta abitudine di far esplodere i cadaveri in pezzettini.<br>La quarta categoria era composta dai mercenari. Provenivano da diverse etnie, erano coraggiosi sotto tutti gli aspetti e avevano un alto livello di preparazione professionale, ma avevano un tallone d'Achille. Questi uomini hanno venduto la loro capacità di combattere. Organizzare un'imboscata in modo impeccabile, e poi frantumare e saccheggiare una colonna di passaggio: questo potevano farlo. Ma se qualcuno avesse opposto una dura resistenza, i mercenari sarebbero fuggiti, lasciandosi dietro tutto, compresi i propri morti e feriti.<br>La quinta categoria era unica. In Afghanistan dovevi pagare per una moglie, ed era costoso. Un uomo povero si sarebbe sgobbato facendo un lavoro massacrante e, molto tempo dopo aver compiuto trent'anni, non avrebbe ancora avuto nulla da guadagnare: niente casa, niente dimora, niente moglie. Ci sono molte persone così in Afghanistan. La gente ne approfittava così:<br>"Quanti anni hai, Mahmoud?"<br>"Trentasei."<br>"Quanti soldi ti servono per comprare una casa e una moglie?"<br>"Centomila afgani."<br>"Posso darti 200.000, Mahmoud, così potrai comprarli tutti e vivere come un uomo. Ma ricorda: Allah non dà mai niente a nessuno gratuitamente. Devi guadagnartelo. O più precisamente, devi lottare per questo. Solo un anno, Mahmoud. Prima che ti guardi intorno, sarà sparito. E poi...."<br>Era un'offerta che non poteva rifiutare. O Mahmoud avrebbe preso gusto al sangue, e allora nessuno avrebbe potuto fermarlo; oppure, dopo aver scontato onestamente il suo anno, si sarebbero accordati su: "Hai combattuto bene, Mahmoud. Grazie e vai in pace".<br>Ma nessuno, che io sappia, ha mai percorso più di un chilometro "in pace".<br>E con mio profondo rammarico, noi stessi siamo stati la causa della sesta categoria. I dushmani occuperebbero qualche villaggio pacifico, bombarderebbe una colonna sovietica e le causerebbe grandi sofferenze. Il comandante infuriato, guidato dal principio "Lasciate piangere le loro madri", si volterebbe e lascerebbe che il villaggio avesse tutto ciò che aveva. Se fosse stato creativo, avrebbe chiamato da quattro a otto elicotteri per attaccare il villaggio.<br>Dopo gli elicotteri, una batteria di artiglieria avrebbe pompato da duecento a trecento proiettili nel villaggio, e poi avrebbero scoperto che su dieci persone uccise, una di loro poteva essere un Dushman, gli altri ovviamente civili.<br>Un uomo, che non ha assolutamente nulla a che fare con la guerra e che non vuole combattere, un giorno torna a casa e scopre che la moglie che aveva non c'è più; i figli che aveva non ci sono più; la madre che aveva non c'è più. E il suo sangue ribolle. Cessa di essere un uomo; ora è un lupo, pronto a uccidere senza fermarsi. E più a lungo dura la guerra, più questi lupi avrai. E noi, ad ogni nuovo turno di rimpiazzi, gettavamo una folla di ragazzi inesperti in questo maledetto mercato. Con il passare degli anni, i lupi diventavano sempre più duri e i bambini rimanevano bambini.<br>È così che va la guerra. Ma durante la guerra potevi ancora trovare persone così stupide da chiedere: "Perché non hai ancora vinto la guerra?" *Circa il 50% di tutte le perdite furono il risultato di disattenzione, distrazione, negligenza, o di qualsiasi cosa diversa dall'azione nemica. La stupidità non è l'assenza di pensiero; è un modo di pensare. Niente viene conteggiato così a buon mercato e niente costa così tanto. *Abbiamo portato l'Afghanistan a casa con noi – nei nostri cuori, nelle nostre anime, nei nostri ricordi, nelle nostre abitudini, in ogni cosa. Questa avventura politica incompetente, questo tentativo di esportare la nostra rivoluzione, che non si era giustificata, ha segnato l'inizio della fine. Nel 1986 Alma-Ata prese fuoco, e poi Karabakh, Fergana, Georgia, Tagikistan... e lì si diffuse. Il numero delle persone uccise e ferite sul territorio dell'Unione Sovietica ha da tempo superato il numero delle vittime sul suolo afghano. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla sharia. Osama bin Laden, al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. *La guerra in Afghanistan incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella Repubblica democratica dell'Afghanistan». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. ===[[Richard Nixon]]=== *I sovietici hanno invaso l'Afghanistan, cosa che probabilmente non avrebbero osato fare le lo [[Mohammad Reza Pahlavi|scià]] fosse stato ancora sul trono, alleato degli Stati Uniti e con un esercito formidabile sotto la sua autorità. *La conquista sovietica dell'Afghanistan è una continuazione del vecchio imperialismo zarista: l'implacabile pressione verso l'esterno che si protrae da quando il ducato di Moscovia abbatté il dominio mongolo nel 1480. È anche un duro monito affinché l'America non si conceda più il lusso di considerare qualsiasi luogo della terra troppo lontano per potere attentare alla sua sicurezza. *L'orgoglioso popolo afghano era stritolato nel pugno di ferro dell'Unione Sovietica, la quale si avvicinava così al conseguimento dei suoi obiettivi, ormai una tentazione a breve distanza: cioè la disponibilità di un porto nelle acque calde del Mare d'Arabia e il controllo del petrolio del Golfo Persico. *Né possiamo ignorare una qualsiasi parte del mondo con la scusa che è troppo lontana dai nostri interessi per dovercene occupare. L'inizio degli Anni Ottanta ci ha ricordato questa lezione con gli avvenimenti dell'Afghanistan: fatto che ha anche presentato il suo lato ironico, in quanto per molti anni i cronisti americani hanno denigrato le analisi di ciò che accadeva nelle terre lontane definendolo "afghanistanismo". *Nel corso della storia è stato il crocevia di conquistatori; Alessandro il Grande, Gengis Khan e Tamerlano hanno invaso tutti le polverose colline dell'Afghanistan nella loro sete d'impero. [...] Oggi l'Afghanistan è il banco di prova di una nuova, minacciosa, impudente fase della spinta espansionistica sovietica. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== *Fino al 1979 le azioni di forza attuate dall'Unione Sovietica nei Paesi vicini avevano contribuito a normalizzare la situazione a un costo politico, militare ed economico relativamente non elevato, o almeno giudicato tale a suo tempo. In Afghanistan la «soluzione» rapida fallì. L'invasione suscitò una forte e crescente reazione negativa in seno alla nostra società e all'estero. Se nel 1968 nell'Unione Sovietica solo pochissime persone osarono esprimere apertamente la loro protesta per l'invio delle truppe a Praga, nel 1979 l'avventura afghana fu, più o meno apertamente, condannata dalla maggioranza della popolazione. *Il nostro coinvolgimento nella guerra fratricida in Afghanistan era stato recepito dalla maggioranza dei Paesi del mondo come un tentativo di sfruttare un conflitto regionale per ampliare la nostra sfera di influenza. La permanenza in Afghanistan delle nostre truppe non solo frenava lo sviluppo dei rapporti con moltissimi Paesi del mondo, ma poneva in dubbio la nostra stessa intenzione di trasferire su basi nuove gli affari internazionali. *Nell'Afghanistan ho guardato negli occhi gonfi di dolore e di lacrime di madri di ragazzi morti o dispersi in Afghanistan. E probabilmente fu proprio questo, proprio l'espressione degli occhi, piuttosto che le ricorrenti mozioni dell'Onu contro la nostra presenza in quel Paese, a rafforzare la mia determinazione di fare tutto il possibile per bloccare la macchina da guerra che stritolava vite e destini dei nostri ragazzi e dei loro genitori, come degli afghani stessi. ===[[Bernardo Valli]]=== *C'era un vero sentimento nazionale, patriottico, nei confronti dell'invasore? La rivolta nelle campagne contro il regime, dopo il colpo di Stato del '78, era una reazione all'invadenza del potere centrale, che interferiva più del solito nella vita dei villaggi e delle comunità. Poi, dopo l'invasione, si formò una resistenza di fronte a un nemico comune. Ma già dall'inizio di quella resistenza il Paese si frantumò in mille pezzi. Regioni, comunità, clan si organizzarono separatamente, e dove non c'era un capo carismatico, le divisioni si approfondivano e moltiplicavano. Si aveva spesso l'impressione che i russi fossero considerati più intrusi che invasori. Violavano i villaggi, turbavano gli equilibri regionali. E poi, via via, con la repressione sistematica, alimentarono la resistenza armata. *Erano arrivati cinquantamila russi, soprattutto con carri armati ed elicotteri, ai quali se ne sarebbero aggiunti molto presto altrettanti. Dopo la prima distratta impressione quella che era apparsa una esotica stazione di sport invernali, risultò un grande accampamento militare. I sovietici erano ovunque, tra le pieghe del paesaggio urbano disegnato a sbalzi: nel giardino del palazzo della televisione, all'interno e davanti ai ministeri, sulla torre di controllo dell'aeroporto, attorno alle caserme dell'esercito afghano disarmato, nel palazzo presidenziale. Gruppi di giovani col colbacco e il mitra a tracolla apparivano all'improvviso nelle sottili strade del centro, e curiosavano tra le botteghe non solo da presepe. Dalle porte socchiuse trapelavano sguardi allarmati dal passaggio di quegli stranieri armati. Nemici o alleati, comunque invasori non graditi. *La sconfitta sovietica fu attribuita all'aiuto di Dio, ma i missili Stinger forniti dagli Stati Uniti furono decisivi, perché privarono i russi del decisivo appoggio di aerei ed elicotteri. Il ritiro dell'[[Armata rossa]] dall'Afghanistan precedette di poco l'implosione dell'Urss, e questo convinse Al Qaeda di avere provocato il crollo di uno dei grandi imperi della storia. Perché non sconfiggere anche quello americano, di cui erano stati lo strumento contro i russi? *Nei primi giorni di gennaio del 1980 fui fortunato. Kabul era invisibile. I carri armati sovietici appena arrivati, nei giorni di Natale, dall'Uzbekistan e dal Tagikistan sembravano elefanti galleggianti su un oceano immacolato, con le proboscidi, i cannoni, puntati contro il nulla. Perché la capitale era deserta. Le principali tribù a confronto in quelle ore, perlomeno a Kabul, erano comuniste. Da un lato i comunisti Khalq (popolo) e dall'altro i comunisti Parsham (bandiera). Ma lo schieramento non era cosi netto. La tragedia delle ultime settimane si era svolta con una mischia in cui era difficile distinguere le fazioni. Breznev aveva deciso di far intervenire l'[[Armata Rossa]] proprio per far cessare quella rissa tra compagni. Il segretario generale del partito sovietico era stato colpito dall'assassinio di Nuhr Mohammad Taraqi, suo amico personale. Taraqi era stato strangolato dagli uomini di Hafizullah Amin. Il quale sarebbe stato a sua volta fucilato dai sovietici, sostenitori di Babrak Karmal. Erano al tempo stesso faide personali e convulsioni rivoluzionarie, sulle quali pesavano le interferenze di Mosca. ==Voci correlate== *''[[007 - Zona pericolo]]'', film del 1987 *[[Guerra in Afghanistan (2001-2021)]] *[[Mujaheddin]] *''[[Rambo III]]'', film del 1988 *''[[Ragazza afgana]]'', fotografia del 1984 *[[Repubblica Democratica dell'Afghanistan]] *[[Unione Sovietica]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla}} [[Categoria:Conflitti della guerra fredda|Afghanistan]] [[Categoria:Eventi degli anni 1970]] [[Categoria:Eventi degli anni 1980]] [[Categoria:Guerre]] [[Categoria:Storia dell'Afghanistan]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] byhldz1l19lt3lc1pxqpk4hx2jopvij Discussioni utente:Bandol59 3 142277 1351406 905092 2024-11-11T19:25:47Z Udiki 86035 /* Proverbi friulani */ nuova sezione 1351406 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:56, 29 gen 2018 (CET)}} == Proverbi friulani == Salve, nel riportare le citazioni qui dobbiamo essere [[WQ:TF|fedeli]] alla lettera alla fonte citata. Probabilmente la dizione che tu hai corretto è semplicemente un dialetto diverso. Se tu volessi aggiungerne un'altra, dovresti comunque citare una fonte valida. Se ne vuoi aggiungere di portata più locale, dovresti metterli in una voce ad hoc, cfr. [[Proverbi campani]] con [[Proverbi procidani]]. Saluti, [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:25, 11 nov 2024 (CET) 5ja9kucllukdqs6pyhn4wyv89u61wut 1351407 1351406 2024-11-11T19:30:09Z Udiki 86035 /* Proverbi friulani */ 1351407 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:56, 29 gen 2018 (CET)}} == Proverbi friulani == Salve, nel riportare le citazioni qui dobbiamo essere [[WQ:TF|fedeli]] alla lettera alla fonte citata. Probabilmente la dizione che tu hai corretto è semplicemente un dialetto diverso. Se tu volessi aggiungerne un'altra, dovresti comunque citare una fonte valida. Se vuoi aggiungere proverbi di portata più locale, dovresti metterli in una voce ad hoc, cfr. [[Proverbi campani]] con [[Proverbi procidani]]. Saluti, [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:25, 11 nov 2024 (CET) f9k7cmveqcl5n4aj91tzv7ztqvtkn8k 1351543 1351407 2024-11-12T10:04:38Z ~2024-11189 100346 /* Proverbi friulani */ Risposta 1351543 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:56, 29 gen 2018 (CET)}} == Proverbi friulani == Salve, nel riportare le citazioni qui dobbiamo essere [[WQ:TF|fedeli]] alla lettera alla fonte citata. Probabilmente la dizione che tu hai corretto è semplicemente un dialetto diverso. Se tu volessi aggiungerne un'altra, dovresti comunque citare una fonte valida. Se vuoi aggiungere proverbi di portata più locale, dovresti metterli in una voce ad hoc, cfr. [[Proverbi campani]] con [[Proverbi procidani]]. Saluti, [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:25, 11 nov 2024 (CET) :Ciao, ho semplicemente corretta la grafia come ufficialmente è approvata da legge regionale del FriuliVG. Non ho cambiato il contenuto. Sono rimasto fedele alla fonte, è la fonte che usa una grafia errata. [[Speciale:Contributi/&#126;2024-11189|&#126;2024-11189]] ([[Discussioni utente:&#126;2024-11189|discussione]]) 11:04, 12 nov 2024 (CET) 7act94aldokmz0hqs8so1bn6mrlbznr Venere (astronomia) 0 144175 1351374 1291630 2024-11-11T17:44:31Z ~2024-9620 100276 Dante. 1351374 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Venus-real color.jpg|thumb|Una foto di Venere]] Citazioni sul pianeta '''Venere'''. *Cosa ha a che fare mia figlia con l'astronomia? Le fasi di Venere influiscono in qualche modo sulla curva delle sue chiappe? ([[Bertolt Brecht]]) *Gli astronauti russi non vogliono andare su Venere. Temono di ritornare con una malattia del luogo. ([[Marcello Marchesi]]) *Immaginate che gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere. Un giorno di molto tempo fa, guardando nei loro telescopi, i marziani scoprirono le venusiane. Questo bastò a risvegliare in loro sentimenti fino a quel momento sconosciuti. Si innamorarono e in tutta fretta inventarono i viaggi spaziali, raggiungendo così Venere. Le venusiane accolsero i marziani a braccia aperte. Avevano sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato e i loro cuori si aprirono a un amore mai provato prima. ([[John Gray]]) *In ogni suo periodo sinodico Venere diventa due volte visibile all'occhio nudo, una volta a levante come stella del mattino, un'altra volta a ponente come stella della sera. Il principio e la fine di questi due intervalli di visibilità danno luogo dunque a quattro fenomeni che si ripetono periodicamente, sebbene con periodi non interamente uniformi. La determinazione di queste quattro epoche nelle quali Venere appare o scompare in Oriente od in Occidente è stata oggetto di lunghe serie di osservazioni fatte dagli astronomi babilonesi già in tempi relativamente antichi; e una parte di tali osservazioni è venuta fuori negli scavi di Ninive. ([[Giovanni Schiaparelli]]) *''Lo bel pianeto che d’amar conforta | faceva tutto rider l’orïente, | velando i Pesci ch’erano in sua scorta.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *Notti di Jeffren, quante volte dovrò ripensarvi nel vario corso della vita? Non vidi mai splendere così luminosa la stella di Venere, nel cielo senza luna. Nelle brevi uscite, a notte, quando tutte le cime sono addormentate e il castello non dà segno di vita.... unica, folgorante, contro la porta bassa e ferrea del castello, mi balza per gli occhi fin dentro al cuore la stella azzurra, la più bella del cielo, vibrante come una pupilla divina sull'orizzonte sconfinato. ([[Domenico Tumiati]]) *''Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di Venere.'' ([[Giosuè Carducci]]) *Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo puntο, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere. ([[Edgar Allan Poe]]) *''Questa sera, per la prima volta in tanti anni, | mi è apparsa di nuovo | una visione dello splendore della terra: || nel cielo del crepuscolo | la prima stella sembrava | crescere in luminosità | mentre la terra andava oscurandosi || finché in ultimo non poté divenire più scura. | E la luce, che era la luce della morte, | sembrava restituire alla terra || il suo potere di consolare. Non c'erano | altre stelle. Solo quella | di cui sapevo il nome || poiché nella mia altra vita le ho fatto | torto: Venere, | stella del crepuscolo, | a te dedico | la mia visione, poiché su questa superficie vuota | hai gettato luce sufficiente | a rendere il mio pensiero | nuovamente visibile.'' ([[Louise Glück]]) *Venere, "la stella della sera", secondo pianeta dal Sole, una serra di orrende creature; aeree, terricole e oceaniche. (''[[Perry Rhodan]]'') ==Voci correlate== *[[Manned Venus flyby]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Venere}} {{Sistema solare}} [[Categoria:Pianeti]] sn325nyjzpz7phfznucqjztb7cz5mcc 1351464 1351374 2024-11-12T04:00:20Z AssassinsCreed 17001 minuzie 1351464 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Venus-real color.jpg|thumb|Una foto di Venere]] Citazioni sul pianeta '''Venere'''. *Cosa ha a che fare mia figlia con l'astronomia? Le fasi di Venere influiscono in qualche modo sulla curva delle sue chiappe? ([[Bertolt Brecht]]) *Gli astronauti russi non vogliono andare su Venere. Temono di ritornare con una malattia del luogo. ([[Marcello Marchesi]]) *Immaginate che gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere. Un giorno di molto tempo fa, guardando nei loro telescopi, i marziani scoprirono le venusiane. Questo bastò a risvegliare in loro sentimenti fino a quel momento sconosciuti. Si innamorarono e in tutta fretta inventarono i viaggi spaziali, raggiungendo così Venere. Le venusiane accolsero i marziani a braccia aperte. Avevano sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato e i loro cuori si aprirono a un amore mai provato prima. ([[John Gray]]) *In ogni suo periodo sinodico Venere diventa due volte visibile all'occhio nudo, una volta a levante come stella del mattino, un'altra volta a ponente come stella della sera. Il principio e la fine di questi due intervalli di visibilità danno luogo dunque a quattro fenomeni che si ripetono periodicamente, sebbene con periodi non interamente uniformi. La determinazione di queste quattro epoche nelle quali Venere appare o scompare in Oriente od in Occidente è stata oggetto di lunghe serie di osservazioni fatte dagli astronomi babilonesi già in tempi relativamente antichi; e una parte di tali osservazioni è venuta fuori negli scavi di Ninive. ([[Giovanni Schiaparelli]]) *''Lo bel pianeto che d'amar conforta | faceva tutto rider l'orïente, | velando i Pesci ch'erano in sua scorta.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'') *Notti di Jeffren, quante volte dovrò ripensarvi nel vario corso della vita? Non vidi mai splendere così luminosa la stella di Venere, nel cielo senza luna. Nelle brevi uscite, a notte, quando tutte le cime sono addormentate e il castello non dà segno di vita.... unica, folgorante, contro la porta bassa e ferrea del castello, mi balza per gli occhi fin dentro al cuore la stella azzurra, la più bella del cielo, vibrante come una pupilla divina sull'orizzonte sconfinato. ([[Domenico Tumiati]]) *''Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di Venere.'' ([[Giosuè Carducci]]) *Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo puntο, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere. ([[Edgar Allan Poe]]) *''Questa sera, per la prima volta in tanti anni, | mi è apparsa di nuovo | una visione dello splendore della terra: || nel cielo del crepuscolo | la prima stella sembrava | crescere in luminosità | mentre la terra andava oscurandosi || finché in ultimo non poté divenire più scura. | E la luce, che era la luce della morte, | sembrava restituire alla terra || il suo potere di consolare. Non c'erano | altre stelle. Solo quella | di cui sapevo il nome || poiché nella mia altra vita le ho fatto | torto: Venere, | stella del crepuscolo, | a te dedico | la mia visione, poiché su questa superficie vuota | hai gettato luce sufficiente | a rendere il mio pensiero | nuovamente visibile.'' ([[Louise Glück]]) *Venere, "la stella della sera", secondo pianeta dal Sole, una serra di orrende creature; aeree, terricole e oceaniche. (''[[Perry Rhodan]]'') ==Voci correlate== *[[Manned Venus flyby]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Venere}} {{Sistema solare}} [[Categoria:Pianeti]] gjl6onk1lmkgy11yjhcbxad8b0w7ok4 Pietro Secchia 0 145579 1351344 1350134 2024-11-11T16:04:55Z Darkcloud2222 10646 /* Aldo dice: 26x1 */ 1351344 wikitext text/x-wiki [[File:Pietro Secchia I legislatura.jpg|miniatura|Pietro Secchia]] '''Pietro Secchia''' (1903 – 1973), politico e antifascista italiano. ==Citazioni di Pietro Secchia== * Dietro alla bandiera della [[Resistenza italiana|Resistenza]] marciano oggi nuove possenti forze, giovani generazioni che aspirano a conquistare il loro avvenire. Portiamo avanti, portiamo al successo le bandiere della Resistenza.<ref>Da ''La Resistenza accusa 1945-1973'', Editore Mazzotta, 1973; citato in ''[http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp8d17-002958.htm La bandiera della Resistenza]'', ''Resistenze.org''.</ref> * Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica.<ref name=stampa>Citato in ''[https://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcpag21-007333.htm I crociati della menzogna]'', ''Resistenze.org''.</ref> * L'amore dei comunisti per la patria si esprime nelle grandi lotte che essi alla testa dei lavoratori italiani hanno combattuto per conquistare il diritto di vivere da uomini, per conquistare un maggior benessere per tutti gli italiani. Il nostro [[patriottismo]] è fatto sì di amore per il nostro luogo di nascita e per la nostra lingua, ma consiste soprattutto nella profonda devozione e nella fedeltà al popolo lavoratore che crea le ricchezze della nazione. [...] Il nostro patriottismo lo dimostriamo quando lottiamo perché tutti gli italiani possano trovare lavoro in patria e non siano costretti a emigrare e andare in cerca di un boccone di pane all'estero. Dimostriamo il nostro patriottismo quando operiamo e lottiamo per la rinascita delle province italiane, per eliminare le miserie più nere, le ingiustizie più vergognose. È patriottica la lotta che noi conduciamo per dare all'Italia un governo di pace che garantisca l'inviolabilità delle libertà democratiche, l'indipendenza del paese.<ref name=AmbrogioDonini>Citato in ''[https://www.ibs.it/chi-sono-comunisti-partiti-masse-libri-vintage-pietro-secchia/e/2560008139433 Chi sono i comunisti. Partiti e masse nella vita nazionale, 1948 - 1970.]'', Milano, Mazzotta, 1977, p. 129-131.</ref> * L'antisovietismo e l'[[anticomunismo]] sono stati i mezzi più efficaci impiegati da Hitler e da Mussolini per ingannare i loro avversari, ubriacare l'opinione pubblica e creare una psicosi di guerra.<ref name="crociati">Citato in ''[https://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcpag21-007333.htm I crociati della menzogna]'', ''resistenze.org''.</ref> * La [[Trattato di Brest-Litovsk|pace di Brest-Litovsk]], firmata dai bolscevichi dopo una lotta accanita di [[Lenin]] e di [[Iosif Stalin|Stalin]] contro coloro che non la volevano firmare, salvò l'[[Unione Sovietica]] in pericolo. Il prevalere del punto di vista degli oppositori avrebbe significato la sconfitta della repubblica dei Soviet.<ref name=fontestalin>Dalla prefazione alla raccolta di scritti di Stalin ''Problemi della Pace'', Edizioni di Cultura Sociale, 1953. Citato in ''[http://www.associazionestalin.it/secchia1953.html]'', ''Associazionestalin.it''.</ref> * La [[stampa]] è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura.<ref name=stampa/> * Ma voi non siete [[Patriottismo|patrioti]], voi non amate l'[[Italia]], dicono i nostri avversari. [...] Ma i fatti che cosa dimostrarono? I fatti dimostrarono che i traditori della patria furono i nostri calunniatori, furono i circoli dirigenti della grande borghesia, furono coloro che barattarono l'Italia, che la vendettero allo straniero, che la consegnarono al tedesco invasore, furono coloro che ridussero il nostro paese in un ammasso di rovine e di miserie. Toccò a noi allora, toccò ai [[Comunismo|comunisti]] prendere le armi e lottare per cacciare lo straniero, combattere per salvare quel poco che si poteva ancora salvare della nostra Patria, combattere per cacciare l'invasore tedesco e abbattere la tirannia fascista. Noi abbiamo dimostrato con i fatti di amare la patria. Certo il nostro patriottismo non ha nulla a che fare con il nazionalismo borghese. [...] Il nostro patriottismo non offende, non ferisce, non aggredisce nessuno perché il nostro patriottismo non è odio per gli altri popoli ma consiste nella volontà di vivere in pace e in amicizia con tutti i paesi.<ref name=AmbrogioDonini/> * No, non vi è rottura tra lo spirito di partito, tra lo spirito del partito della classe operaia, che è classe nazionale, e lo spirito nazionale. Non vi è rottura tra lo spirito di partito dei lavoratori che sono la grande maggioranza, la parte produttiva e più attiva della nazione, e l'interesse nazionale. Non vi è rottura tra coscienza di partito e coscienza nazionale, poiché la coscienza, lo spirito di partito, si nutrono dei valori e delle lotte sostenute dalla classe nazionale per eccellenza, dal proletariato, poiché la coscienza, lo spirito di partito, l'attaccamento al partito consistono nell'aver a cuore tutti i bisogni, tutte le sofferenze, le necessità del popolo, consistono nel lottare per soddisfare questi bisogni, queste necessità, nel lottare per risolvere tutti quei problemi che sono nell'interesse del presente e dell'avvenire della nazione.<ref name=AmbrogioDonini/> * Non è vero che la [[guerra]] sia connaturata con la società umana. La guerra è insita nella società [[Capitalismo|capitalistica]], è l'[[imperialismo]] che genera inevitabilmente le guerre, ma questa inevitabilità delle guerre può essere anch'essa eliminata distruggendo l'imperialismo.<ref name=fontestalin/> * Quando avviene di essere battuti, noi [[Comunismo|comunisti]] non abbiamo altro da fare che riprendere la lotta per andare avanti.<ref>Dal discorso al Congresso della FGCI di Bologna, 1950; citato in ''[http://www.senzatregua.it/introduzione-a-pietro-secchia/ Introduzione a Pietro Secchia]'', ''Senzatregua.it''.</ref> * Sappiamo che la nostra lotta non è facile, sarà ancora lunga e dura perché il grande capitale è deciso a tradire la patria ed a commettere tutti i delitti pur di salvare i suoi privilegi; ma sappiamo pure che la strada indicataci da [[Iosif Stalin|Stalin]] è quella giusta e che per questa strada sapremo conquistare la vittoria.<ref name=fontestalin/> * Si falsifica la storia della guerra di [[Resistenza italiana|liberazione nazionale]]; si vuol far dimenticare che classe operaia, i lavoratori sono stati la forza motrice e decisiva della resistenza e della guerra partigiana; che i partiti [[Comunismo|comunisti]] sono stati alla testa di quella lotta, l'hanno diretta e organizzata, hanno inviato al combattimento contro lo straniero, per la libertà della patria, le loro forze migliori; si tenta di insinuare, con l'orchestrazione di insistenti campagne, che la guerra di liberazione e stata condotta in Francia dai gaullisti e in Italia dai conservatori borghesi, dai "democristiani" e si presentano i comunisti come delinquenti che hanno cercato di approfittare della lotta per scopi criminali.<ref name="crociati"/> * Sono convinto che se le mie posizioni fossero state seguite, noi non ci troveremmo nelle condizioni di oggi. Non dico che si sarebbe potuto fare la rivoluzione. Ma certo si poteva fare molto di più, mantenendo il carattere rivoluzionario al partito, per sostenere, difendere e portare avanti certe posizioni che avevamo conquistate.<ref>Citato in Alessandro Pagano Dritto, ''[https://www.nuovatlantide.org/le-rivoluzioni-non-cadono-dal-cielo/ Pietro Secchia: l’antifascismo, la Resistenza e gli ideali]'', ''Nuovatlantide.org''.</ref> * [[Iosif Stalin|Stalin]] è morto ma la sua opera vive immortale. Il suo insegnamento guiderà sempre, quale bandiera invincibile, i comunisti di tutto il mondo. Ovunque vive un partito comunista, Stalin vive.<ref name=fontestalin/> * [[Iosif Stalin|Stalin]] è stato la guida, la stella orientatrice per tutti gli uomini che consacrano le loro energie, il loro tempo, le loro preoccupazioni a questo bene immenso, inestimabile: la pace e l'amicizia tra i popoli.<ref name=fontestalin/> {{Int|Da ''La più grande eredità di Stalin: il Partito Comunista''|''Rinascita. {{small|Rassegna di politica e di cultura italiana}}'', [https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/RIN/10/0200/index.html n. 2], febbraio 1953, pp. 71-75.}} *[[Iosif Stalin|Stalin]] è il gigante della costruzione del socialismo, l'uomo della vittoria, l'uomo della pace, della liberazione sociale e nazionale perché è l'uomo del partito di tipo nuovo, del partito della classe operaia. (p. 71) * Uno dei più grandi meriti di Stalin è stato quello di avere elaborato, sviluppato, arricchito la teoria, la politica e i principi organizzativi del partito del proletariato quali erano stati scoperti ed indicati da [[Karl Marx|Marx]], da [[Friedrich Engels|Engels]] e da [[Lenin]]. (p. 71) *Il [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|partito comunista dell'Unione Sovietica]] si è forgiato nelle tempeste delle lotte rivoluzionarie. Non si è sviluppato in un periodo pacifico, è passato attraverso duri anni di reazione, guerre e rivoluzioni.<br />La sua ricca esperienza, le sue tradizioni, i suoi principi ideologici organizzativi e tattici hanno un inestimabile valore per i partiti comunisti di tutti i paesi. (p. 71) *Nel nome di Stalin sempre si è vinto, nel nome di Stalin tutte le vittorie saranno nostre. (p. 75) {{Int|Dal discorso al Senato del 13 marzo 1953|''[http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/487893.pdf CMLXIII seduta]'', ''senato.it''.}} * [...] lo scopo, il fine della legge {{NDR|[[Legge 31 marzo 1953, n. 148|31 marzo 1953, n. 148]]}} apertamente, sfacciatamente confessato, è quello di impedire che il Partito comunista e che il Partito socialista, che i partiti dei lavoratori e la loro ideologia, possano essere rappresentati al Parlamento italiano. Dico «possano essere rappresentati» perché, se questi argomenti del Ministro dell'interno {{NDR|[[Mario Scelba]]}} e del Governo sono accettati per buoni oggi, allo scopo di ridurre la rappresentanza parlamentare dei lavoratori per mezzo della legge truffa, non vedo perché domani, con gli stessi argomenti, con la stessa tesi, non si potrà sostenere che è meglio che questa rappresentanza sia esclusa del tutto. (p. 39567) *{{NDR|Rivolgendosi ai parlamentari della [[Democrazia Cristiana]]}} I metodi che voi impiegate per affermare il vostro totalitarismo sono senza dubbio per molti altri aspetti molto diversi da quelli fascisti. Voi non mandate in giro, ad esempio, delle squadre di manganellatori in camicia nera, però mandate la Celere a caricare gli scioperanti, i manifestanti ed i manganelli della Celere non sono certo di legno più dolce di quelli fascisti. La repressione viene organizzata dagli organi dello Stato che voi chiamate democratico. I metodi sono diversi, ma i risultati ai quali volete arrivare sono identici a quelli fascisti. (p. 39580) *[...] il movimento operaio italiano non ha mai rotto la legalità democratica, non ha mai minacciato e calpestato {{sic|le}} democrazia e la libertà. Questo l'hanno fatto i governi della grande borghesia e del grande capitale. Voi dite che temete che noi lo facciamo in avvenire, ma questo è un processo alle intenzioni. Ma i governi dei grandi capitalisti lo hanno fatto in passato e non una volta soltanto: nel secolo scorso e nel nostro ai tempi dei fasci siciliani, nel 1898, nel 1915, nel 1922, nel 1923 e nel 1926. In tutte queste occasioni è stato calpestato lo statuto costituzionale. Lo violate voi anche oggi. Sempre la grande borghesia e le caste privilegiate hanno dato prova di essere disposte a calpestare qualsiasi libertà costituzionale, pur di impedire l'avanzata della classe lavoratrice. (p. 39584 sg.) ==''Aldo dice: 26x1''== *L'insurrezione del Nord {{ndr|Italia}} merita di essere conosciuta e studiata, specialmente dai giovani poiché essa fu non soltanto la battaglia decisiva e culminante della [[Resistenza italiana|Resistenza]], ma la spinta rivoluzionaria sostanziale del processo di sviluppo sociale realizzatosi in Italia dal 25 aprile 1945 in poi. Essa impresse un forte carattere democratico alla lotta per cacciare la monarchia, per dare all'Italia una Costituzione, per ricostruire e rinnovare il Paese. Di qui la sua grande importanza politica, militare e morale. (p. 6) *L'[[Quattro giornate di Napoli|insurrezione di Napoli]] esigerebbe anzi uno studio particolare poiché è uno dei rari esempi di un grande moto di popolo "spontaneo" conclusosi vittoriosamente. Forse una delle migliori dimostrazioni di quanto sia errato credere che l'insurrezione sia oggi resa impossibile dalle armi moderne. (pp. 7-8) *[[Quattro giornate di Napoli|Quello di Napoli]] è un caso più unico che raro di una insurrezione di popolo scoppiata e condotta senza uno studio preliminare, un piano militare, senza una preparazione organizzata ed è la prova di quanto sia difficile per un nemico, che pur dispone di grandi mezzi, aver ragione di una città di oltre un milione di abitanti in rivolta. (p. 8) *Quando si parla di insurrezione "spontanea" [[Quattro giornate di Napoli|di Napoli]], occorre dare alla parola un significato relativo. Spontanea in quanto non vi fu un'accurata preparazione, un piano concreto, degli obbiettivi precisi da parte degli insorti e neppure una direzione coordinatrice ed un comando unico. Ma la rivolta non piovve dal cielo improvvisa come un temporale d'estate, si sviluppò su di un terreno che era stato preparato durante vent'anni. Napoli era una delle città italiane dove l'[[antifascismo]] aveva dimostrato la sua vitalità sia nell'ambiente intellettuale che in quello della classe operaia. (p. 12) *L'[[insurrezione]] anche quando ha carattere largamente nazionale e patriottico, non è mai un'operazione puramente militare, ma è in primo luogo una possente lotta delle masse popolari e perciò stesso un movimento rivoluzionario; le classi conservatrici non possono non averne paura. (p. 21) *È vero che tanto i rappresentanti del Partito liberale, quanto quelli della [[Democrazia Cristiana|DC]], in seno ai CLN accettavano l'orientamento insurrezionale ed avevano approvato la dichiarazione che sconfessava i tentativi di iniziare trattative per arrivare a patti, a compromessi con i comandi tedeschi e fascisti, ma questi tentativi c'erano stati se non ufficialmente da parte di questi partiti, senza dubbio da parte delle autorità ecclesiastiche e di personalità che con quei due partiti avevano particolari rapporti. Certo è che i giornali della DC e del Partito liberale non svolgevano alcuna azione di propaganda e di incitamento per l'insurrezione, pubblicavano invece lunghi articoli già volti ai problemi della produzione, della ricostruzione, ai problemi del domani, mentre il paese era ancora impegnato nella lotta armata e tutte le energie dovevano essere mobilitate per la battaglia decisiva. (p. 52) *Le forze conservatrici temevano l'[[insurrezione]] popolare, esse avrebbero voluto un passaggio pacifico, burocratico, legalitario, la retroguardia tedesca che prima di abbandonare Milano, e le altre città, fa la consegna del potere nelle mani degli avamposti anglo-americani, Mussolini che rimette le chiavi della città nelle mani del cardinale Schuster o di qualche delegato del CLNAI. L'insurrezione inoltre non corrispondeva né agli obbiettivi degli Alleati, né ai piani di ritirata dei tedeschi. I primi temevano l'insurrezione e le masse popolari in armi, soprattutto non avevano interesse a che l'Italia potesse dire di essersi liberata in parte da sé. I tedeschi la temevano perché un'insurrezione nazionale avrebbe accelerato, aggravato la loro sconfitta e poteva rendere catastrofica la loro ritirata. (pp. 54-55) *{{ndr|Il 25 aprile 1945}} [[Benito Mussolini|Mussolini]] fa sapere al Comando del CVL e al CLNAI, tramite il cardinale Schuster, che è disposto ad incontrarsi con i suoi delegati per trattare la resa. Da tempo il cardinale manteneva i contatti con le due parti in lotta. [...] Mussolini chiede quali condizioni gli vengono fatte. Gli risponde Achille Marazza, dicendo che gli si può offrire soltanto la resa senza condizioni. Irritazione del "duce", il quale osserva di aver accettato il colloquio perché gli erano state offerte garanzie per lui, per la sua famiglia e per i fascisti. [...] Intervento aspro di [[Rodolfo Graziani|Graziani]] per chiarire che mai essi avrebbero firmato un accordo all'insaputa dei tedeschi. Cadorna, Marazza e il cardinale Schuster provarono allora, documenti alla mano, che già da tempo i tedeschi trattavano la resa all'insaputa dei fascisti. Esplosione indignata di Mussolini: "I tedeschi ci hanno sempre trattato come schiavi, vado a telefonare al viceconsole tedesco Wolff e gli dirò che i tedeschi ci hanno tradito e che noi riprendiamo la nostra libertà d'azione." [...] Mussolini esita, alla fine sollecitato a prendere una decisione, si alza, dice che va a parlare con Wolff e che alle 20 avrebbe fatto conoscere la sua risposta. Alle 21 quelli rimasti all'Arcivescovado vengono a sapere che Mussolini e Graziani avevano deciso di rompere le trattative ed erano partiti per ignota destinazione. (pp. 80-81) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Pietro Secchia, ''Aldo dice: 26x1. {{small|Cronistoria del 25 aprile 1945}}'', Feltrinelli, Milano, 1963. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Secchia, Pietro}} [[Categoria:Antifascisti italiani]] [[Categoria:Comunisti in Italia]] [[Categoria:Personalità dell'ateismo]] [[Categoria:Personalità della seconda guerra mondiale]] [[Categoria:Politici italiani]] 9l2ztwmg2mzro9bwllbf0lderf19l5f Template:Lingue/Dati 10 148341 1351408 1351203 2024-11-11T21:58:18Z ItwikiBot 66727 Bot: aggiornamento dati 1351408 wikitext text/x-wiki {{#switch:{{{1}}} |lingua1 = en |voci1 = 54257 |lingua2 = it |voci2 = 51587 |lingua3 = pl |voci3 = 28490 |lingua4 = ru |voci4 = 16984 |lingua5 = cs |voci5 = 13480 |lingua6 = et |voci6 = 13354 |lingua7 = pt |voci7 = 11796 |lingua8 = uk |voci8 = 10517 }} s9dnexfassan0igmcnau3azg9ti9zvc Nitros Oxide 0 157804 1351513 1157100 2024-11-12T08:49:33Z ~2024-11507 100344 /* Crash Team Racing */ 1351513 wikitext text/x-wiki {{Personaggio |medium = videogiochi |universo = ''[[Crash Bandicoot (serie)|Crash Bandicoot]]'' |autore = |disegnatore = |nome = Nitros Oxide |studio = Naughty Dog |prima apparizione = ''[[Crash Team Racing]]'' (1999) |ultima apparizione = ''[[Crash Bandicoot 4: It's About Time]]'' (2020) |doppiatore = |doppiatore nota = |nocat = nocat }} '''Nitros Oxide''', personaggio della serie di videogiochi ''[[Crash Bandicoot (serie)|Crash Bandicoot]]''. ==Citazioni di Nitros Oxide== ===''[[Crash Team Racing]]''=== {{cronologico}} *Salve creature di questo pianeta, vi propongo una sfida. Così vi piacciono le gare, fastidiose lumache terrestri? Sono io, Nitros Oxide, il più veloce pilota della galassia. Viaggio alla ricerca di creature da sfidare in una corsa; un piccolo gioco che chiamo "vinca il più veloce". Ecco come si gioca: il pilota più abile del vostro pianeta dovrà gareggiare con me: se vincerà la corsa, lascerò il vostro misero pianeta in pace, altrimenti... trasformerò il pianeta in un parcheggio di cemento, e farò di voi i miei schiavi. *Noooooooo! Non posso aver perso, non perdo mai! Che vergogna, sono lo zimbello di tutta Gasmoxia. Bene, il tuo stupido pianeta rimarrà florido. Per lo meno, non hai preso tutte le mie reliquie del tempo. Finché non le avrai tutte e non mi sfiderai, non potrai sostenere di essere il più forte. Non è l'ultima volta che affronterai Nitros Oxide: ci rivedremo ancora. *Noooooooo! Ho perso un'altra volta. Adesso devo tornarmene a Gasmoxia con la coda tra le gambe. Sono troppo vecchio per queste cose. Basta, basta con le corse in questi mondi primitivi. Io sono stufo. Me ne vado per sempre. ===''[[Crash Bandicoot 4: It's About Time]]''=== {{cronologico}} *Immediatamente, Vostra Scelleratezza! {{NDR|rivolto a N. Tropy femmina}} ==Citazioni su Nitros Oxide== *Oxide fare più terrore di Papu: no più grande, ma essere molto più cattivo. (Papu Papu, ''[[Crash Team Racing]]'') *Su, su... Sono sicura che questo moscerino saprà obbedire a un ordine! (N. Tropy femmina, ''[[Crash Bandicoot 4: It's About Time]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Crash Bandicoot}} [[Categoria:Personaggi di Crash Bandicoot]] r7srna6ly8ry6fnjzjbnzmach93z6hg 1351547 1351513 2024-11-12T10:35:29Z Spinoziano 2297 come in voce opera 1351547 wikitext text/x-wiki {{Personaggio |medium = videogiochi |universo = ''[[Crash Bandicoot (serie)|Crash Bandicoot]]'' |autore = |disegnatore = |nome = Nitros Oxide |studio = Naughty Dog |prima apparizione = ''[[Crash Team Racing]]'' (1999) |ultima apparizione = ''[[Crash Bandicoot 4: It's About Time]]'' (2020) |doppiatore = |doppiatore nota = |nocat = nocat }} '''Nitros Oxide''', personaggio della serie di videogiochi ''[[Crash Bandicoot (serie)|Crash Bandicoot]]''. ==Citazioni di Nitros Oxide== ===''[[Crash Team Racing]]''=== {{cronologico}} *Salve creature di questo pianeta, vi propongo una sfida. Così vi piacciono le gare, fastidiose lumache terrestri? Sono io, Nitros Oxide, il più veloce pilota della galassia. Viaggio alla ricerca di creature da sfidare in una corsa; un piccolo gioco che chiamo "vinca il più veloce". Ecco come si gioca: il pilota più abile del vostro pianeta dovrà gareggiare con me: se vincerà la corsa, lascerò il vostro misero pianeta in pace, altrimenti... trasformerò il pianeta in un parcheggio di cemento, e farò di voi i miei schiavi. *Non posso aver perso, non perdo mai. Che vergogna, sono lo zimbello di tutta Gasboxia. Bene, il tuo stupido pianeta rimarrà florido. Per lo meno, non hai preso tutte le mie reliquie del tempo. Finché non le avrai tutte e non mi sfiderai, non potrai sostenere di essere il più forte. Non è l'ultima volta che affronterai Nitros Oxide: ci rivedremo ancora. *Ho perso un'altra volta. Adesso devo tornarmene a Gasboxia con la coda tra le gambe. Sono troppo vecchio per queste cose. Basta, basta con le corse in questi mondi primitivi. Io sono stufo. Me ne vado per sempre. ===''[[Crash Bandicoot 4: It's About Time]]''=== {{cronologico}} *Immediatamente, Vostra Scelleratezza! {{NDR|rivolto a N. Tropy femmina}} ==Citazioni su Nitros Oxide== *Oxide fare più terrore di Papu: no più grande, ma essere molto più cattivo. (Papu Papu, ''[[Crash Team Racing]]'') *Su, su... Sono sicura che questo moscerino saprà obbedire a un ordine! (N. Tropy femmina, ''[[Crash Bandicoot 4: It's About Time]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Crash Bandicoot}} [[Categoria:Personaggi di Crash Bandicoot]] 2zf71cj5t5emginymyqhnev5ydet8ax Dissoluzione dell'Unione Sovietica 0 162692 1351494 1321222 2024-11-12T08:12:04Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351494 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:1991 coup attempt1.jpg|thumb|Carri armati nella Piazza Rossa durante il tentativo di colpo di stato nel 1991]] Citazioni sulla '''dissoluzione dell'Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *Cadeva nell'oblio uno Stato che aveva provocato tremori politici all'estero sin dalla sua creazione negli anni venti. Uno Stato i cui confini erano approssimativamente gli stessi di quelli dell'Impero russo e la cui popolazione abbracciava uno spropositato numero di nazionalità, religioni e concezioni del mondo. Uno Stato che aveva costruito una potente struttura industriale negli anni trenta e che aveva sconfitto la Germania nella seconda guerra mondiale. Uno Stato che diventò una superpotenza in grado di eguagliare gli Stati Uniti quanto a capacità militare alla fine degli anni settanta. Uno Stato il cui ordine politico ed economico aveva incarnato una categoria cruciale nel lessico del pensiero del XX secolo. Dagli inizi del 1992, questo Stato non esisteva più. ([[Robert Service]]) *Dopo la caduta del comunismo nell'Europa orientale, in Occidente è stato lanciato un massiccio attacco ai diritti sociali dei cittadini. Oggi i socialisti che sono al potere nella maggior parte dei paesi europei stanno perseguendo politiche di smantellamento del sistema di sicurezza sociale, distruggendo tutto ciò che vi era di socialista nei paesi capitalisti. Non esiste più una forza politica in Occidente in grado di proteggere i cittadini comuni. L'esistenza dei partiti politici è una mera formalità. Differiranno sempre meno col passare del tempo. La guerra nei Balcani è stata tutt'altro che democratica. Tuttavia, la guerra è stata perpetrata dai socialisti che storicamente sono stati contro questo tipo di iniziative. Gli ambientalisti, che sono al potere in alcuni paesi, hanno accolto con favore la catastrofe ambientale causata dai bombardamenti della NATO. Hanno persino osato affermare che le bombe contenenti uranio impoverito non sono pericolose per l'ambiente, anche se i soldati che le caricano indossano tute protettive speciali. Pertanto, la democrazia sta gradualmente scomparendo dalla struttura sociale dell'Occidente. Il totalitarismo si sta diffondendo ovunque perché la struttura sovranazionale impone le sue leggi ai singoli stati. Questa sovrastruttura antidemocratica dà ordini, impone sanzioni, organizza embarghi, lancia bombe, provoca fame. Perfino Clinton obbedisce. Il totalitarismo finanziario ha soggiogato il potere politico. Emozioni e compassione sono estranee al freddo totalitarismo finanziario. Rispetto alla dittatura finanziaria, la dittatura politica è umana. La resistenza è stata possibile nelle dittature più brutali. La ribellione contro le banche è impossibile. ([[Aleksandr Zinov'ev]]) *È demenziale affermare, come fa [[Putin]], che la caduta dell’Unione Sovietica sia stata la massima catastrofe del Novecento, invece di rallegrarsi del fatto che quel crollo non abbia causato spargimenti di sangue e abbia messo fine al sequestro di molte nazioni. ([[Semën Byčkov]]) *Il maggior errore l'Occidente lo ha fatto nel 1991, quando considerò il collasso dell'Unione Sovietica semplicemente una vittoria e diede per scontato che i Paesi ex-sovietici avrebbero costruito la democrazia da soli. Sarebbe stato necessario aiutarli con un nuovo Piano Marshall. Invece si lasciò il campo a caos e povertà. ([[Boris Bondarev]]) *Il crollo del 1991 è stato in realtà l'ultima fase del processo di decolonizzazione che ha posto fine a tutti gli imperi europei nella seconda metà del XX secolo. ([[Gwynne Dyer]]) *Improvvisamente la componente ideologica era svanita, come se non fosse mai esistita, e le masse si trovarono non solo senza leader capaci di indicare una strada e garantire i più basilari diritti sociali, ma anche, e d'improvviso, senza l'intero sistema che per tutti aveva rappresentato l'unico modello di vita possibile. La corsa al modello occidentale, interpretato, copiato e applicato con frenesia senza comprenderne la complessità, come se si trattasse semplicemente di cambiare il colore alle pareti di casa, creò i presupposti per una crisi tale da far pesare le sue conseguenze negative ancora oggi, a distanza di trent'anni. Il senso d'idiozia che scosse il paese socialista si racchiude benissimo nella metafora che circolava tra le masse, una sorta di perfetto slogan del suicidio collettivo in atto: «L'acqua della fontanella sovietica è gratuita e di tutti, però la Coca-Cola ha lo zucchero e le bollicine». ([[Nicolai Lilin]]) *In quei momenti in Jugoslavia – e oso credere in tutto l'Est europeo – la fine dell'impero sovietico era l'argomento di discussione che assorbiva tutti gli altri e ricordo che con Slobodan e i nostri migliori amici trascorremmo mesi a parlarne, a cercare di capire cosa sarebbe mai potuto accadere. Se ritorno a quella fase – e chiedo perdono per la presunzione – trovo che le cose che pensavo e dicevo abbiano trovato nella realtà tragiche rispondenze. [...] Era evidente che quel mondo stesse finendo ma il vero problema riguardava ciò che stava nascendo: io pensavo e sostenevo che se il miraggio del benessere avesse dovuto trasformarsi in nuova forma di omologazione, in altro sistema di livellamento verso il basso allora a noi restava solo la possibilità di combattere per una terza soluzione che peraltro esisteva già ed era intorno a noi ([[Mirjana Marković]]) *L'opinione pubblica dei Paesi occidentali si è ormai abituata a una situazione che all'inizio del 1991 qualcuno a malapena intuiva e che nell'82, alla morte di [[Leonid Il'ič Brežnev|Leonid Breznev]], appariva addirittura impensabile: una delle due «superpotenze» del mondo bipolare della guerra fredda, lo Stato più totalitario e centralizzato nella storia dell'umanità, rinunciando a una parte cospicua dei territori annessi dal 1939, si è disgregato in più Stati sovrani, uniti fra loro solo da un filo che rischia continuamente di rompersi. Al posto della bandiera rossa con la falce e il martello, sventola sul Cremlino il tricolore della Russia. ([[Ernst Nolte]]) *L'Unione Sovietica è crollata sulla questione dell'[[Ucraina]]. I primi ad alzare la bandiera dell'indipendenza sono stati gli stati baltici, ma sono piccoli paesi e non sono slavi. Il referendum ucraino del dicembre 1991 non poneva la domanda su cosa si volesse fare con l'Unione Sovietica, il referendum riguardava solo l'Ucraina: ''"Vuoi che l'Ucraina sia indipendente?"'' Ma una volta che più del 90% degli ucraini ha risposto affermativamente, l'URSS se n'è andata entro una settimana. Le repubbliche dell’Asia centrale furono davvero espulse dall'Unione Sovietica perché la Russia non era interessata a un'unione con loro senza l'Ucraina. Questo è l'inizio della parte più recente della storia: l'Unione Sovietica è caduta sulla questione dell'Ucraina e ora, se vogliamo che ci siano efficaci sfere di influenza russe economiche, militari e di altro tipo, l'Ucraina è essenziale, come lo era nel 1991. ([[Serhij Plochij]]) *L’Unione Sovietica ha fallito in parte a causa della disconnessione tra i bisogni fondamentali della gente comune e l’agenda del superpotere statale, che ha reso la popolazione più povera. Sostenendo di difendere la madrepatria, ignorando la propria gente, Putin rischia oggi di commettere un errore simile. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *L'Unione Sovietica non è crollata a causa del fallimento del [[comunismo]], sebbene sia difficile chiamarlo comunismo: era solo la via per raggiungerlo. È crollato perché [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] e altri leader del paese hanno cercato di introdurre il [[capitalismo]] nel sistema comunista. ([[Jeff Monson]]) *La caduta dell'Unione Sovietica non ha significato solo la disillusione di milioni di persone: ha significato anche una liberazione del pensiero rivoluzionario, la liberazione dall'identificazione tra rivoluzione e conquista del potere. ([[John Holloway (sociologo)|John Holloway]]) *La domanda di cambiamento che aveva portato milioni di cittadini sovietici in piazza tra il 1989 e il 1991 partiva dalla convinzione che un'alternativa più allettante esisteva davvero: bastava guardare l'Occidente. D'altro canto i miei compatrioti erano altrettanto convinti che i paesi occidentali avessero il dovere di aiutare la Russia. Quell'aiuto, tuttavia, non produsse quel grande balzo nella modernità in cui avevano tanto confidato i russi. La colpa ovviamente fu innanzitutto dei leader russi: sia dei cosiddetti riformatori sia di coloro che manovravano apertamente per creare una nuova élite russa con lo stesso potere e gli stessi privilegi dei predecessori sovietici. ([[Garri Kasparov]]) *La leggenda narra che in seguito al crollo dell'Unione Sovietica la Russia fosse stata umiliata dall'Occidente e che questo avesse scatenato risentimento e diffidenza. Si dice che i vincitori della Guerra Fredda "persero la Russia" innanzitutto perché non fornirono sufficiente assistenza e poi perché allargarono con troppa aggressività i confini della Nato. Entrambe le accuse sono false e lo si può facilmente dimostrare. [...] semmai, l'Occidente fu fin troppo smanioso di perdonare e dimenticare i crimini e ignorare il pericoloso potenziale del suo antico nemico. [...] Non si può certo definirla un'umiliazione, a meno che non si voglia tenere da conto l'imbarazzo di ricevere miliardi in contanti e in altre forme di aiuti da un ex rivale; un rivale che la propaganda sovietica per generazioni aveva dipinto come spietato e feroce. L'Unione Sovietica perse la Guerra Fredda, e la sconfitta fa male. Questo sentirsi dei perdenti scaturiva dall'incapacità di emanciparci da una nazione che andava ormai sgretolandosi. L'Unione sovietica perse la Guerra fredda, ma non fu soltanto una vittoria per gli Stati Uniti e per l'Occidente bensì anche per i russi, i cittadini sovietici e tutti coloro che si trovavano dietro la Cortina di ferro. La vera sconfitta fu non sradicare il sistema Kgb e lasciarci alle spalle i giorni gloriosi, di cui peraltro avevamo un ricordo distorto, come invece avevano fatto quasi tutti i paesi europei del blocco sovietico. Fu in questa crepa che in Russia e in altri Stati dell'ex Urss poté insinuarsi il mito dell'umiliazione, oltre che un uomo come Putin, il quale non aspettava altro che usarlo a suo vantaggio. ([[Garri Kasparov]]) *Mi perdo a pensare quant'è umanamente particolare questo momento storico dell'Unione Sovietica. Il sistema comunista, che per decenni ha determinato la vita di tutti, e spessissimo anche la loro morte, sta crollando. Ma d'un tratto è come se quel sistema fosse stato imposto da qualcuno venuto dallo spazio, come se nessuno quaggiù avesse contribuito a tenerlo in piedi. La corsa all'«io non c'ero e, se c'ero, ero una vittima» è pateticamente incominciata. ([[Tiziano Terzani]]) *Non si può demolire in ventiquattr'ore e passare in un altro Stato. Ci voleva una fase di transizione: due, tre anni. Sarebbe stato normale, adesso è difficile. Certo, il processo non si poteva arrestare e per noi tutti non è facile abituarsi alla «fine dell'Urss». Io avevo un vantaggio: provenendo da una minoranza etnica capivo l'inevitabilità di questo sbocco. ([[Eduard Shevardnadze]]) *Perché l'Unione Sovietica si è disintegrata? Perché il Partito Comunista dell'Unione Sovietica è caduto dal potere? Un motivo importante era che la lotta nel campo dell'ideologia era estremamente intensa, negando completamente la storia dell'[[Unione Sovietica]], negando la storia del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, negando [[Lenin]], negando [[Stalin]], creando nichilismo storico e pensiero confuso. Gli organi del Partito a tutti i livelli avevano perso le loro funzioni, l'esercito non era più sotto la guida del Partito. Alla fine, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica, un grande Partito, si è disperso, l'Unione Sovietica, un grande Paese socialista, si è disintegrata. Questo è un avvertimento! ([[Xi Jinping]]) *Poco prima del crollo sovietico lavorai a un'indagine sull'atteggiamento dei russi nei riguardi della democrazia e della libera impresa. Emerse l'immagine di un popolo stremato dal comunismo e poco consapevole dei vantaggi della democrazia. La tendenza ad affidarsi allo Stato per il lavoro, la casa e altri servizi era profondamente radicata. La gente, abituata al sistema sovietico, sapeva poco o niente di competitività e trovava anomalo, persino fastidioso, che l'aumento salariale dovesse essere subordinato a un aumento della produttività. Quanto alla libertà di stampa, era una bella espressione ma quasi del tutto priva di significato. ([[Madeleine Albright]]) *Un tempo grande potenza, l'Unione Sovietica è stata annientata, e i paesi socialisti dell'Europa orientale che la seguivano alla cieca sono naufragati.</br>Gli avvenimenti innescati nei paesi che hanno scelto la via del capitalismo rinunciando al socialismo provano che non bisogna a nessun costo abbandonare l'ideale e i princìpi rivoluzionari del socialismo. ([[Kim Jong-il]]) ===[[Michail Gorbačëv]]=== *L'occidente preferì trarre vantaggi immediati dalla situazione che si era creata con la fine dell'Unione Sovietica. Forse soltanto adesso in Europa e perfino negli Stati Uniti si comincia a capire che sarebbe stato utile agire in modo più lungimirante. *Mi rammarico che un grande Paese con grandi potenzialità e risorse sia scomparso. La mia intenzione è sempre stata quella di riformarlo, non distruggerlo. *Noi ci siamo brutalmente staccati dalla nostra storia recente, privando di significato la vita di milioni e milioni di persone, dei nostri nonni, dei nostri genitori, che hanno lavorato con onestà, credendo sinceramente in un felice futuro. *Sotto al tavolo, gli americani si stavano già sfregando le mani soddisfatti. Pensavano di essere i vincitori della Guerra fredda invece di riconoscere il nostro ruolo nel portarla a termine. Pensavano di essere a capo del mondo; non erano sinceramente interessati ad aiutare la Russia a diventare una democrazia stabile e forte. Pensavano a spartirsela. E hanno demolito la fiducia che avevamo costruito. ===[[Ryszard Kapuściński]]=== *Il medesimo processo di espansione del terzo mondo, che aveva causato il crollo degli imperi coloniali inglese, francese e portoghese, si faceva sentire anche all'interno dell'ultimo impero coloniale del mondo, l'Urss. Alla fine degli anni ottanta la popolazione non russa di questo Impero ammontava a circa metà della sua popolazione, mentre l'élite al potere era composta al novantacinque per cento da russi o da rappresentanti russificati delle minoranze etniche. Ormai era solo questione di tempo: si trattava di aspettare che la consapevolezza di questo fatto si trasformasse, per le minoranze in questione, in un segnale di via libera all'emancipazione. *La televisione ha contribuito considerevolmente alla caduta dell'Impero, non fosse che per aver mostrato i capi come semplici mortali, permettendo a tutti di vederli da vicino, di osservarli nell'atto di litigare, di innervosirsi, di sbagliare, di sudare e di vincere, ma anche di perdere: è bastato questo sollevarsi del sipario, questo ammettere il popolo nelle sale supreme e più esclusive, per dare il via a un salutare e liberatorio processo di dissacrazione del potere. *Nella storia contemporanea è la Russia ad aprire il XX secolo con la rivoluzione del 1905, ed è sempre la Russia a chiuderlo con la rivoluzione sfociata nella caduta dell'Urss del 1991. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». *Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il tetto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». ===[[Vladimir Putin]]=== *Ad essere onesti devo dire che mi dispiaceva che l'Urss stesse perdendo le sue posizioni in Europa. [...] Però capivo che una posizione costruita sulle divisioni e sui muri non poteva durare. *Era ormai chiaro che il sistema non era efficiente e che si trovava in un vicolo cieco. L'economia non cresceva, il sistema politico ristagnava, era congelato e incapace di svilupparsi. Il monopolio di una sola forza incapace di svilupparsi. Il monopolio di una sola forza politico, di un solo partito, è nocivo per un paese. *Il crollo dell'Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geopolitica del ventesimo secolo e un autentico dramma per il popolo russo. *Il problema è che il sistema mancava di efficienza alla radice, e come si può cambiare radicalmente un sistema senza cambiare il paese? All'epoca nessuno lo capiva, incluso Gorbaciov, e così hanno spinto il paese verso il collasso. *Spesso mi vengono rivolte delle critiche. Dicono che rimpiango il collasso dell'Unione Sovietica. Tanto per cominciare, la cosa più significativa è che dopo la disintegrazione dell'Unione Sovietica, venticinque milioni di russi si trovarono in un batter d'occhio a vivere all'estero, in un altro paese. È stata una delle più grandi catastrofi del XX secolo. La gente viveva qui, aveva parenti, lavoro, appartamenti e gli stessi diritti. Poi, un attimo dopo era all'estero, in casa propria. Ci furono dei segnali e poi delle vere e proprie guerre civili. ===[[Sandro Viola]]=== *Gli altri imperi della storia erano infatti caduti o lentamente attraverso decenni se non addirittura secoli di progressivo deperimento, oppure in seguito a una disfatta militare. Ma a parte questo (la quasi fulminea rapidità del crollo, l'assenza d'una sconfitta sul campo), la vera anomalia del caso sovietico è poi un'altra. È il fatto che l'esperienza storica del comunismo non si sia lasciata dietro, al momento della sua dissoluzione, alcunché di positivo, d'utilizzabile: non un'idea, un codice, un'istituzione. Non una cultura o un insieme di valori. Nulla, lo zero assoluto. *La Babele politica, il collasso degli approvvigionamenti, il trauma psicologico che paralizza il grande paese, scaturiscono tutti dalla stessa causa: l'assenza di un'istituzione, una burocrazia, un sentimento di solidarietà nazionale che consentano quanto meno in attesa del cambio di società il disbrigo di quelli che chiamiamo gli affari correnti. Questa è la differenza con le altre cadute degli imperi. Lì restava sempre in piedi qualcosa (una cultura, un apparato amministrativo, un complesso di leggi) che permetteva di sopportare il peso della sconfitta, storico-politica o militare che fosse, e di rallentare la spinta centrifuga delle varie membra dell' impero. Mentre in Urss la decomposizione è totale. *Quella data, 1991, è a ben vedere una convenzione. La verità è che già da dieci anni l'Urss appariva un corpo inerte, senza più vita, mentre il comunismo era ridotto a un misto di farsa e tragedia: all'esterno una crosta di rituali, linguaggi e immagini grotteschi, e sotto la crosta le angustie della miseria. Ormai, la distanza col mondo non comunista risultava incommensurabile. E infatti quando si giungeva a Mosca, la prima sensazione (il tempo di salire all'aeroporto su un taxi puzzolente di cattiva benzina, cattivo tabacco, cipolla e altro ancora) era di ritrovarsi nell'Europa dell'immediato dopoguerra, trenta o trentacinque anni addietro. Giravi lo sguardo, e tutto appariva lacero, rappezzato, arrugginito, inequivocabilmente povero. Quanto a Mosca, la capitale del «paradiso dei lavoratori» era nel 1981 una città di mendichi. Un'immensa «Beggar's Opera» recitata in russo. Dirlo è triste, ma questo era, tra molti altri e tutti rovinosi, il risultato di sei decenni e più di comunismo. ===[[Gennadij Zjuganov]]=== *La distruzione dell'[[Unione Sovietica|URSS]] ebbe conseguenze drammatiche anche nel mondo capitalista. La disuguaglianza e la povertà sono in aumento nelle società occidentali. Il famoso “stato sociale” si erode. Le garanzie sociali sono ormai considerate dal capitale superflue. In passato, questa fu una concessione imposta ai lavoratori dalla grande borghesia di fronte la crescente popolarità delle idee comuniste. Oggi è possibile abbandonare tali concessioni, per “riprendere terreno”. Il grugno del [[capitalismo]] emerge sempre di più. *La distruzione dell'URSS e la crisi del movimento comunista internazionale liberarono le mani del capitale mondiale. In precedenza, era obbligato ad agire pensando al potere sovietico. Non osava oltrepassare certi limiti, pena un contraccolpo per il suo banditismo. Ora torna volentieri all'essenza originale: gangster, ladro e colonizzatore. Le prove sono abbondanti. *Il crollo dell'URSS ebbe un impatto veramente globale. Ebbe l'effetto più negativo sul movimento comunista e operaio mondiale. La Russia è il Paese in cui vinse la prima rivoluzione socialista del mondo. E improvvisamente, questo Paese intraprese la strada del capitalismo! E successe nella versione più distruttiva, neoliberista. Ciò portò alla trasformazione effettiva di una superpotenza in un'appendice del sistema borghese mondiale. La deindustrializzazione, l'impoverimento della popolazione, l'emergere di una classe parassitaria di oligarchi e una mostruosa stratificazione sociale continuano a segnare fortemente la Russia. Anche nei Paesi dell'Europa orientale si verificarono controrivoluzioni portandone all'annessione al sistema capitalista. Avendo aderito a [[NATO]] ed [[Unione Europea]], la maggior parte di tali Paesi ora serve interessi ed aspirazioni aggressive dell'élite finanziaria e politica di Washington e Bruxelles. Le basi militari sono schierate sui loro territori. Sono complici dell'invasione di Stati indipendenti. I loro governi sono colpevoli della distruzione della Jugoslavia e dell'indebolimento dello Stato in Afghanistan, Iraq e Libia. L'occidente si è schierato dalla parte dei gruppi terroristici reazionari che si nascondono dietro la bandiera dell’Islam per i propri interessi. *Persone estranee agli ideali comunisti iniziarono a entrare negli organi di governo del partito. Per un po' mascherarono le loro vere opinioni e intenzioni con la retorica “corretta”. Tuttavia, dal 1985, mostrarono i loro veri volti. L'ascesa al potere di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] segnò l'inizio della distruzione dell'Unione Sovietica. Col pretesto di slogan su accelerazione, [[perestrojka]] e glasnost, i nuovi governanti iniziarono a distruggere metodicamente tutti i pilastri chiave del sistema socialista: dall'economia all'ideologia. Tale processo culminò nella tragedia del 1991. ==Voci correlate== *[[Accordo di Belaveža]] *[[Prima guerra del Nagorno Karabakh]] *[[Putsch di agosto]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla}} [[Categoria:Eventi degli anni 1990]] [[Categoria:Storia della Russia]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] crvesaoei2nhny8w5dl9bz8n3s1xksp 1351522 1351494 2024-11-12T09:10:55Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351522 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:1991 coup attempt1.jpg|thumb|Carri armati nella Piazza Rossa durante il tentativo di colpo di stato nel 1991]] Citazioni sulla '''dissoluzione dell'Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *Cadeva nell'oblio uno Stato che aveva provocato tremori politici all'estero sin dalla sua creazione negli anni venti. Uno Stato i cui confini erano approssimativamente gli stessi di quelli dell'Impero russo e la cui popolazione abbracciava uno spropositato numero di nazionalità, religioni e concezioni del mondo. Uno Stato che aveva costruito una potente struttura industriale negli anni trenta e che aveva sconfitto la Germania nella seconda guerra mondiale. Uno Stato che diventò una superpotenza in grado di eguagliare gli Stati Uniti quanto a capacità militare alla fine degli anni settanta. Uno Stato il cui ordine politico ed economico aveva incarnato una categoria cruciale nel lessico del pensiero del XX secolo. Dagli inizi del 1992, questo Stato non esisteva più. ([[Robert Service]]) *Dopo la caduta del comunismo nell'Europa orientale, in Occidente è stato lanciato un massiccio attacco ai diritti sociali dei cittadini. Oggi i socialisti che sono al potere nella maggior parte dei paesi europei stanno perseguendo politiche di smantellamento del sistema di sicurezza sociale, distruggendo tutto ciò che vi era di socialista nei paesi capitalisti. Non esiste più una forza politica in Occidente in grado di proteggere i cittadini comuni. L'esistenza dei partiti politici è una mera formalità. Differiranno sempre meno col passare del tempo. La guerra nei Balcani è stata tutt'altro che democratica. Tuttavia, la guerra è stata perpetrata dai socialisti che storicamente sono stati contro questo tipo di iniziative. Gli ambientalisti, che sono al potere in alcuni paesi, hanno accolto con favore la catastrofe ambientale causata dai bombardamenti della NATO. Hanno persino osato affermare che le bombe contenenti uranio impoverito non sono pericolose per l'ambiente, anche se i soldati che le caricano indossano tute protettive speciali. Pertanto, la democrazia sta gradualmente scomparendo dalla struttura sociale dell'Occidente. Il totalitarismo si sta diffondendo ovunque perché la struttura sovranazionale impone le sue leggi ai singoli stati. Questa sovrastruttura antidemocratica dà ordini, impone sanzioni, organizza embarghi, lancia bombe, provoca fame. Perfino Clinton obbedisce. Il totalitarismo finanziario ha soggiogato il potere politico. Emozioni e compassione sono estranee al freddo totalitarismo finanziario. Rispetto alla dittatura finanziaria, la dittatura politica è umana. La resistenza è stata possibile nelle dittature più brutali. La ribellione contro le banche è impossibile. ([[Aleksandr Zinov'ev]]) *È demenziale affermare, come fa [[Putin]], che la caduta dell’Unione Sovietica sia stata la massima catastrofe del Novecento, invece di rallegrarsi del fatto che quel crollo non abbia causato spargimenti di sangue e abbia messo fine al sequestro di molte nazioni. ([[Semën Byčkov]]) *Il maggior errore l'Occidente lo ha fatto nel 1991, quando considerò il collasso dell'Unione Sovietica semplicemente una vittoria e diede per scontato che i Paesi ex-sovietici avrebbero costruito la democrazia da soli. Sarebbe stato necessario aiutarli con un nuovo Piano Marshall. Invece si lasciò il campo a caos e povertà. ([[Boris Bondarev]]) *Il crollo del 1991 è stato in realtà l'ultima fase del processo di decolonizzazione che ha posto fine a tutti gli imperi europei nella seconda metà del XX secolo. ([[Gwynne Dyer]]) *Improvvisamente la componente ideologica era svanita, come se non fosse mai esistita, e le masse si trovarono non solo senza leader capaci di indicare una strada e garantire i più basilari diritti sociali, ma anche, e d'improvviso, senza l'intero sistema che per tutti aveva rappresentato l'unico modello di vita possibile. La corsa al modello occidentale, interpretato, copiato e applicato con frenesia senza comprenderne la complessità, come se si trattasse semplicemente di cambiare il colore alle pareti di casa, creò i presupposti per una crisi tale da far pesare le sue conseguenze negative ancora oggi, a distanza di trent'anni. Il senso d'idiozia che scosse il paese socialista si racchiude benissimo nella metafora che circolava tra le masse, una sorta di perfetto slogan del suicidio collettivo in atto: «L'acqua della fontanella sovietica è gratuita e di tutti, però la Coca-Cola ha lo zucchero e le bollicine». ([[Nicolai Lilin]]) *In quei momenti in Jugoslavia – e oso credere in tutto l'Est europeo – la fine dell'impero sovietico era l'argomento di discussione che assorbiva tutti gli altri e ricordo che con Slobodan e i nostri migliori amici trascorremmo mesi a parlarne, a cercare di capire cosa sarebbe mai potuto accadere. Se ritorno a quella fase – e chiedo perdono per la presunzione – trovo che le cose che pensavo e dicevo abbiano trovato nella realtà tragiche rispondenze. [...] Era evidente che quel mondo stesse finendo ma il vero problema riguardava ciò che stava nascendo: io pensavo e sostenevo che se il miraggio del benessere avesse dovuto trasformarsi in nuova forma di omologazione, in altro sistema di livellamento verso il basso allora a noi restava solo la possibilità di combattere per una terza soluzione che peraltro esisteva già ed era intorno a noi ([[Mirjana Marković]]) *L'opinione pubblica dei Paesi occidentali si è ormai abituata a una situazione che all'inizio del 1991 qualcuno a malapena intuiva e che nell'82, alla morte di [[Leonid Il'ič Brežnev|Leonid Breznev]], appariva addirittura impensabile: una delle due «superpotenze» del mondo bipolare della guerra fredda, lo Stato più totalitario e centralizzato nella storia dell'umanità, rinunciando a una parte cospicua dei territori annessi dal 1939, si è disgregato in più Stati sovrani, uniti fra loro solo da un filo che rischia continuamente di rompersi. Al posto della bandiera rossa con la falce e il martello, sventola sul Cremlino il tricolore della Russia. ([[Ernst Nolte]]) *L'Unione Sovietica è crollata sulla questione dell'[[Ucraina]]. I primi ad alzare la bandiera dell'indipendenza sono stati gli stati baltici, ma sono piccoli paesi e non sono slavi. Il referendum ucraino del dicembre 1991 non poneva la domanda su cosa si volesse fare con l'Unione Sovietica, il referendum riguardava solo l'Ucraina: ''"Vuoi che l'Ucraina sia indipendente?"'' Ma una volta che più del 90% degli ucraini ha risposto affermativamente, l'URSS se n'è andata entro una settimana. Le repubbliche dell’Asia centrale furono davvero espulse dall'Unione Sovietica perché la Russia non era interessata a un'unione con loro senza l'Ucraina. Questo è l'inizio della parte più recente della storia: l'Unione Sovietica è caduta sulla questione dell'Ucraina e ora, se vogliamo che ci siano efficaci sfere di influenza russe economiche, militari e di altro tipo, l'Ucraina è essenziale, come lo era nel 1991. ([[Serhij Plochij]]) *L’Unione Sovietica ha fallito in parte a causa della disconnessione tra i bisogni fondamentali della gente comune e l’agenda del superpotere statale, che ha reso la popolazione più povera. Sostenendo di difendere la madrepatria, ignorando la propria gente, Putin rischia oggi di commettere un errore simile. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *L'Unione Sovietica non è crollata a causa del fallimento del [[comunismo]], sebbene sia difficile chiamarlo comunismo: era solo la via per raggiungerlo. È crollato perché [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] e altri leader del paese hanno cercato di introdurre il [[capitalismo]] nel sistema comunista. ([[Jeff Monson]]) *La caduta dell'Unione Sovietica non ha significato solo la disillusione di milioni di persone: ha significato anche una liberazione del pensiero rivoluzionario, la liberazione dall'identificazione tra rivoluzione e conquista del potere. ([[John Holloway (sociologo)|John Holloway]]) *La domanda di cambiamento che aveva portato milioni di cittadini sovietici in piazza tra il 1989 e il 1991 partiva dalla convinzione che un'alternativa più allettante esisteva davvero: bastava guardare l'Occidente. D'altro canto i miei compatrioti erano altrettanto convinti che i paesi occidentali avessero il dovere di aiutare la Russia. Quell'aiuto, tuttavia, non produsse quel grande balzo nella modernità in cui avevano tanto confidato i russi. La colpa ovviamente fu innanzitutto dei leader russi: sia dei cosiddetti riformatori sia di coloro che manovravano apertamente per creare una nuova élite russa con lo stesso potere e gli stessi privilegi dei predecessori sovietici. ([[Garri Kasparov]]) *La leggenda narra che in seguito al crollo dell'Unione Sovietica la Russia fosse stata umiliata dall'Occidente e che questo avesse scatenato risentimento e diffidenza. Si dice che i vincitori della Guerra Fredda "persero la Russia" innanzitutto perché non fornirono sufficiente assistenza e poi perché allargarono con troppa aggressività i confini della Nato. Entrambe le accuse sono false e lo si può facilmente dimostrare. [...] semmai, l'Occidente fu fin troppo smanioso di perdonare e dimenticare i crimini e ignorare il pericoloso potenziale del suo antico nemico. [...] Non si può certo definirla un'umiliazione, a meno che non si voglia tenere da conto l'imbarazzo di ricevere miliardi in contanti e in altre forme di aiuti da un ex rivale; un rivale che la propaganda sovietica per generazioni aveva dipinto come spietato e feroce. L'Unione Sovietica perse la Guerra Fredda, e la sconfitta fa male. Questo sentirsi dei perdenti scaturiva dall'incapacità di emanciparci da una nazione che andava ormai sgretolandosi. L'Unione sovietica perse la Guerra fredda, ma non fu soltanto una vittoria per gli Stati Uniti e per l'Occidente bensì anche per i russi, i cittadini sovietici e tutti coloro che si trovavano dietro la Cortina di ferro. La vera sconfitta fu non sradicare il sistema Kgb e lasciarci alle spalle i giorni gloriosi, di cui peraltro avevamo un ricordo distorto, come invece avevano fatto quasi tutti i paesi europei del blocco sovietico. Fu in questa crepa che in Russia e in altri Stati dell'ex Urss poté insinuarsi il mito dell'umiliazione, oltre che un uomo come Putin, il quale non aspettava altro che usarlo a suo vantaggio. ([[Garri Kasparov]]) *Mi perdo a pensare quant'è umanamente particolare questo momento storico dell'Unione Sovietica. Il sistema comunista, che per decenni ha determinato la vita di tutti, e spessissimo anche la loro morte, sta crollando. Ma d'un tratto è come se quel sistema fosse stato imposto da qualcuno venuto dallo spazio, come se nessuno quaggiù avesse contribuito a tenerlo in piedi. La corsa all'«io non c'ero e, se c'ero, ero una vittima» è pateticamente incominciata. ([[Tiziano Terzani]]) *Non si può demolire in ventiquattr'ore e passare in un altro Stato. Ci voleva una fase di transizione: due, tre anni. Sarebbe stato normale, adesso è difficile. Certo, il processo non si poteva arrestare e per noi tutti non è facile abituarsi alla «fine dell'Urss». Io avevo un vantaggio: provenendo da una minoranza etnica capivo l'inevitabilità di questo sbocco. ([[Eduard Shevardnadze]]) *Perché l'Unione Sovietica si è disintegrata? Perché il Partito Comunista dell'Unione Sovietica è caduto dal potere? Un motivo importante era che la lotta nel campo dell'ideologia era estremamente intensa, negando completamente la storia dell'[[Unione Sovietica]], negando la storia del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, negando [[Lenin]], negando [[Stalin]], creando nichilismo storico e pensiero confuso. Gli organi del Partito a tutti i livelli avevano perso le loro funzioni, l'esercito non era più sotto la guida del Partito. Alla fine, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica, un grande Partito, si è disperso, l'Unione Sovietica, un grande Paese socialista, si è disintegrata. Questo è un avvertimento! ([[Xi Jinping]]) *Poco prima del crollo sovietico lavorai a un'indagine sull'atteggiamento dei russi nei riguardi della democrazia e della libera impresa. Emerse l'immagine di un popolo stremato dal comunismo e poco consapevole dei vantaggi della democrazia. La tendenza ad affidarsi allo Stato per il lavoro, la casa e altri servizi era profondamente radicata. La gente, abituata al sistema sovietico, sapeva poco o niente di competitività e trovava anomalo, persino fastidioso, che l'aumento salariale dovesse essere subordinato a un aumento della produttività. Quanto alla libertà di stampa, era una bella espressione ma quasi del tutto priva di significato. ([[Madeleine Albright]]) *Un tempo grande potenza, l'Unione Sovietica è stata annientata, e i paesi socialisti dell'Europa orientale che la seguivano alla cieca sono naufragati.</br>Gli avvenimenti innescati nei paesi che hanno scelto la via del capitalismo rinunciando al socialismo provano che non bisogna a nessun costo abbandonare l'ideale e i princìpi rivoluzionari del socialismo. ([[Kim Jong-il]]) ===[[Michail Gorbačëv]]=== *L'occidente preferì trarre vantaggi immediati dalla situazione che si era creata con la fine dell'Unione Sovietica. Forse soltanto adesso in Europa e perfino negli Stati Uniti si comincia a capire che sarebbe stato utile agire in modo più lungimirante. *Mi rammarico che un grande Paese con grandi potenzialità e risorse sia scomparso. La mia intenzione è sempre stata quella di riformarlo, non distruggerlo. *Noi ci siamo brutalmente staccati dalla nostra storia recente, privando di significato la vita di milioni e milioni di persone, dei nostri nonni, dei nostri genitori, che hanno lavorato con onestà, credendo sinceramente in un felice futuro. *Sotto al tavolo, gli americani si stavano già sfregando le mani soddisfatti. Pensavano di essere i vincitori della Guerra fredda invece di riconoscere il nostro ruolo nel portarla a termine. Pensavano di essere a capo del mondo; non erano sinceramente interessati ad aiutare la Russia a diventare una democrazia stabile e forte. Pensavano a spartirsela. E hanno demolito la fiducia che avevamo costruito. ===[[Ryszard Kapuściński]]=== *Il medesimo processo di espansione del terzo mondo, che aveva causato il crollo degli imperi coloniali inglese, francese e portoghese, si faceva sentire anche all'interno dell'ultimo impero coloniale del mondo, l'Urss. Alla fine degli anni ottanta la popolazione non russa di questo Impero ammontava a circa metà della sua popolazione, mentre l'élite al potere era composta al novantacinque per cento da russi o da rappresentanti russificati delle minoranze etniche. Ormai era solo questione di tempo: si trattava di aspettare che la consapevolezza di questo fatto si trasformasse, per le minoranze in questione, in un segnale di via libera all'emancipazione. *La televisione ha contribuito considerevolmente alla caduta dell'Impero, non fosse che per aver mostrato i capi come semplici mortali, permettendo a tutti di vederli da vicino, di osservarli nell'atto di litigare, di innervosirsi, di sbagliare, di sudare e di vincere, ma anche di perdere: è bastato questo sollevarsi del sipario, questo ammettere il popolo nelle sale supreme e più esclusive, per dare il via a un salutare e liberatorio processo di dissacrazione del potere. *Nella storia contemporanea è la Russia ad aprire il XX secolo con la rivoluzione del 1905, ed è sempre la Russia a chiuderlo con la rivoluzione sfociata nella caduta dell'Urss del 1991. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». *Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il tetto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». ===[[Vladimir Putin]]=== *Ad essere onesti devo dire che mi dispiaceva che l'Urss stesse perdendo le sue posizioni in Europa. [...] Però capivo che una posizione costruita sulle divisioni e sui muri non poteva durare. *Era ormai chiaro che il sistema non era efficiente e che si trovava in un vicolo cieco. L'economia non cresceva, il sistema politico ristagnava, era congelato e incapace di svilupparsi. Il monopolio di una sola forza incapace di svilupparsi. Il monopolio di una sola forza politico, di un solo partito, è nocivo per un paese. *Il crollo dell'Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geopolitica del ventesimo secolo e un autentico dramma per il popolo russo. *Il problema è che il sistema mancava di efficienza alla radice, e come si può cambiare radicalmente un sistema senza cambiare il paese? All'epoca nessuno lo capiva, incluso Gorbaciov, e così hanno spinto il paese verso il collasso. *Spesso mi vengono rivolte delle critiche. Dicono che rimpiango il collasso dell'Unione Sovietica. Tanto per cominciare, la cosa più significativa è che dopo la disintegrazione dell'Unione Sovietica, venticinque milioni di russi si trovarono in un batter d'occhio a vivere all'estero, in un altro paese. È stata una delle più grandi catastrofi del XX secolo. La gente viveva qui, aveva parenti, lavoro, appartamenti e gli stessi diritti. Poi, un attimo dopo era all'estero, in casa propria. Ci furono dei segnali e poi delle vere e proprie guerre civili. ===[[Sandro Viola]]=== *Gli altri imperi della storia erano infatti caduti o lentamente attraverso decenni se non addirittura secoli di progressivo deperimento, oppure in seguito a una disfatta militare. Ma a parte questo (la quasi fulminea rapidità del crollo, l'assenza d'una sconfitta sul campo), la vera anomalia del caso sovietico è poi un'altra. È il fatto che l'esperienza storica del comunismo non si sia lasciata dietro, al momento della sua dissoluzione, alcunché di positivo, d'utilizzabile: non un'idea, un codice, un'istituzione. Non una cultura o un insieme di valori. Nulla, lo zero assoluto. *La Babele politica, il collasso degli approvvigionamenti, il trauma psicologico che paralizza il grande paese, scaturiscono tutti dalla stessa causa: l'assenza di un'istituzione, una burocrazia, un sentimento di solidarietà nazionale che consentano quanto meno in attesa del cambio di società il disbrigo di quelli che chiamiamo gli affari correnti. Questa è la differenza con le altre cadute degli imperi. Lì restava sempre in piedi qualcosa (una cultura, un apparato amministrativo, un complesso di leggi) che permetteva di sopportare il peso della sconfitta, storico-politica o militare che fosse, e di rallentare la spinta centrifuga delle varie membra dell' impero. Mentre in Urss la decomposizione è totale. *Quella data, 1991, è a ben vedere una convenzione. La verità è che già da dieci anni l'Urss appariva un corpo inerte, senza più vita, mentre il comunismo era ridotto a un misto di farsa e tragedia: all'esterno una crosta di rituali, linguaggi e immagini grotteschi, e sotto la crosta le angustie della miseria. Ormai, la distanza col mondo non comunista risultava incommensurabile. E infatti quando si giungeva a Mosca, la prima sensazione (il tempo di salire all'aeroporto su un taxi puzzolente di cattiva benzina, cattivo tabacco, cipolla e altro ancora) era di ritrovarsi nell'Europa dell'immediato dopoguerra, trenta o trentacinque anni addietro. Giravi lo sguardo, e tutto appariva lacero, rappezzato, arrugginito, inequivocabilmente povero. Quanto a Mosca, la capitale del «paradiso dei lavoratori» era nel 1981 una città di mendichi. Un'immensa «Beggar's Opera» recitata in russo. Dirlo è triste, ma questo era, tra molti altri e tutti rovinosi, il risultato di sei decenni e più di comunismo. ===[[Gennadij Zjuganov]]=== *La distruzione dell'[[Unione Sovietica|URSS]] ebbe conseguenze drammatiche anche nel mondo capitalista. La disuguaglianza e la povertà sono in aumento nelle società occidentali. Il famoso “stato sociale” si erode. Le garanzie sociali sono ormai considerate dal capitale superflue. In passato, questa fu una concessione imposta ai lavoratori dalla grande borghesia di fronte la crescente popolarità delle idee comuniste. Oggi è possibile abbandonare tali concessioni, per “riprendere terreno”. Il grugno del [[capitalismo]] emerge sempre di più. *La distruzione dell'URSS e la crisi del movimento comunista internazionale liberarono le mani del capitale mondiale. In precedenza, era obbligato ad agire pensando al potere sovietico. Non osava oltrepassare certi limiti, pena un contraccolpo per il suo banditismo. Ora torna volentieri all'essenza originale: gangster, ladro e colonizzatore. Le prove sono abbondanti. *Il crollo dell'URSS ebbe un impatto veramente globale. Ebbe l'effetto più negativo sul movimento comunista e operaio mondiale. La Russia è il Paese in cui vinse la prima rivoluzione socialista del mondo. E improvvisamente, questo Paese intraprese la strada del capitalismo! E successe nella versione più distruttiva, neoliberista. Ciò portò alla trasformazione effettiva di una superpotenza in un'appendice del sistema borghese mondiale. La deindustrializzazione, l'impoverimento della popolazione, l'emergere di una classe parassitaria di oligarchi e una mostruosa stratificazione sociale continuano a segnare fortemente la Russia. Anche nei Paesi dell'Europa orientale si verificarono controrivoluzioni portandone all'annessione al sistema capitalista. Avendo aderito a [[NATO]] ed [[Unione Europea]], la maggior parte di tali Paesi ora serve interessi ed aspirazioni aggressive dell'élite finanziaria e politica di Washington e Bruxelles. Le basi militari sono schierate sui loro territori. Sono complici dell'invasione di Stati indipendenti. I loro governi sono colpevoli della distruzione della Jugoslavia e dell'indebolimento dello Stato in Afghanistan, Iraq e Libia. L'occidente si è schierato dalla parte dei gruppi terroristici reazionari che si nascondono dietro la bandiera dell’Islam per i propri interessi. *Persone estranee agli ideali comunisti iniziarono a entrare negli organi di governo del partito. Per un po' mascherarono le loro vere opinioni e intenzioni con la retorica “corretta”. Tuttavia, dal 1985, mostrarono i loro veri volti. L'ascesa al potere di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] segnò l'inizio della distruzione dell'Unione Sovietica. Col pretesto di slogan su accelerazione, [[perestrojka]] e glasnost, i nuovi governanti iniziarono a distruggere metodicamente tutti i pilastri chiave del sistema socialista: dall'economia all'ideologia. Tale processo culminò nella tragedia del 1991. ==Voci correlate== *[[Accordo di Belaveža]] *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Prima guerra del Nagorno Karabakh]] *[[Putsch di agosto]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla}} [[Categoria:Eventi degli anni 1990]] [[Categoria:Storia della Russia]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] k4anbv7otj7fc5pw4n347w7zokfm67a Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti 0 162923 1351489 1340791 2024-11-12T08:05:15Z Mariomassone 17056 /* Citazioni sul KGB */ 1351489 wikitext text/x-wiki [[File:Emblema KGB.svg|thumb|Simbolo del KGB]] '''''Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti''''', nota con lo pseudonimo di '''KGB'''. ==Citazioni sul KGB== *C’erano elementi di KGB [...] decenti, dei veri amanti del genere umano. Traevano a sé i perseguitati e li proteggevano, ne facevano un culto, se ne facevano un vanto poi se si trattava di pensatori. Questa era la parte decorosa di KGB. Ma era un’istituzione talmente grande e potente, c’erano così tante stanze, gente differente. So che ci sono scuole di addestramento dove davano i miei romanzi come letture essenziali. ([[John le Carré]]) *Come posso essere un gangster quando lavoravo nel KGB? ([[Vladimir Putin]]) *Compagno, so che si raccontano molte storie su di noi. Quando le ascolto, perfino io ne sono scioccato, ma noi non siamo quello che raccontano. Sì, delle persone vi stanno seguendo, persone seguono quelle persone e, vede quegli uomini? Loro seguono me. Il KGB è un cerchio di garanzie reciproche, niente di più. (''[[Chernobyl (miniserie televisiva)|Chernobyl]]'') *Il Kgb era il più affidabile tra i nostri fornitori di materie prime. Quasi ogni mese arrivavano in Russia ampolle piene di liquidi esotici, di polveri e di colture batteriologiche raccolte ai quattro angoli del mondo dai nostri servizi di spionaggio e spedite a Mosca nelle valigie diplomatiche. ([[Ken Alibek]]) *Il KGB rispetta solo i forti, i deboli li sbrana. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Il KGB si limitava a raccogliere informazioni fondamentali e a eseguire decisioni prese altrove. Questa struttura non aveva la possibilità di produrre un pensiero critico di strategia politica al suo interno. Ma era insuperato nella sua capacità di produrre informazioni di qualunque genere e nella quantità che gli veniva richiesta.<br>In altre parole il KGB aveva trasformato il concetto dell'esecuzione degli ordini in una logica estrema, assurda: i suoi agenti vedevano quello che gli veniva ordinato di vedere, sentivano quello che gli veniva ordinato di sentire, e riferivano esattamente quello che gli veniva ordinato di riferire. ([[Maša Gessen]]) *In Germania, molte professioni sono vietate agli ex agenti della famigerata [[Stasi]]. Per esempio, non possono fare gli insegnanti di Storia. In Russia, invece, un passato nel Kgb non è un problema, semmai un vantaggio. I dipendenti del Kgb hanno usato la loro posizione di privilegio per guadagnare ruoli di comando nella nuova federazione. Sono stati ricompensati per i loro trascorsi. Quindi, quanto più si è collaborato con il potere in passato, tanto più facile è stato organizzarsi il futuro. ([[Sofi Oksanen]]) *Ingannevoli gli argomenti che esso sarebbe indispensabile, ora più che mai, per lo spionaggio internazionale. Tutti vedono che è vero il contrario. Suo unico obiettivo è di sopravvivere, e soffocare ogni moto popolare. ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *L'ideologia interna del KGB, come quella di ogni altra istituzione di polizia, si fondava su un chiaro concetto del nemico. L'istituzione era dominata dalla mentalità da assedio, la stessa che aveva motivato le massicce persecuzioni e le purghe staliniane. ([[Maša Gessen]]) *La grande contraddizione dell’intelligence sovietica [...] è stata quella di essere particolarmente brillante nell’attività di raccolta informativa in Gran Bretagna ed Italia durante e immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma anche durante la Guerra Fredda; tuttavia, l’abilità del KGB di utilizzare le informazioni raccolte si è rivelata estremamente limitata e questo soprattutto per l’incapacità della leadership sovietica di capire il contesto generale della politica occidentale. [...] Anche dopo Stalin, l’analisi informativa in Unione Sovietica era spesso distorta. Questo perché si diceva alla classe dirigente soltanto ciò che voleva sentire e non quello che poteva offendere. Le prove che possediamo indicano che quando Gorbacev salì al potere nel 1995 si avviò una sorta di new deal, le stazioni del KGB in tutto il mondo ricevettero una direttiva sulla dannosità della distorsione dei fatti. Che significa? Significa che per la prima volta alle stazioni del KGB viene ordinato di dire la verità alla leadership del KGB e dello Stato, di fornire anche le informazioni “che non vogliono sentire”. Direi quindi che l’analisi informativa ha cominciato a funzionare nell’Unione Sovietica soltanto negli ultimi anni di vita dell’Unione. Gorbacev poteva comprendere veramente l’Occidente riuscendo così ad interpretare i resoconti informativi che riceveva. ([[Christopher Andrew (storico)|Christopher Andrew]]) *Nessuno può lasciare il KGB. (''[[007 - Bersaglio mobile]]'') *Questa Čkgb, con la sua storia settantennale di crimini e sangue, non ha più giustificazioni, né diritto alla vita. ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente KGB (nelle basi militari si parlare di osobisty, «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era defitsìt (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Una regola, introdotta molto tempo prima dal Kgb, imponeva che gli uffici e le residenze private dei dirigenti comunisti fossero regolarmente e sistematicamente ispezionati per rilevare l'eventuale presenza di dispositivi di ascolto telefonico o di altro materiale spionistico dei servizi occidentali. Tutti i telefoni venivano sostituiti ogni mattina con altri identici controllati e sigillati; le linee telefoniche venivano verificate per individuare eventuali inserimenti estranei, e il sistema di rilevamento di radiazioni camuffato nello stipite della porta veniva provato, come pure i contatori geiger e tutte le altre apparecchiature per controllare le radiazioni camuffate nell'ufficio. Inoltre, le pareti, i soffitti e gli impiantiti venivano passati una volta alla settimana ai raggi X per individuare eventuali microfoni nascosti. ([[Ion Mihai Pacepa]]) *Vivere in paranoia è ciò che fanno le ex spie del KGB, invece di giocare a golf. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) ===[[Paolo Guzzanti]]=== *Avrei imparato che nessuno può ficcare il naso nel passato del KGB, perché quel passato si prolunga in un rigoglioso presente. Avevo del resto visto all'opera il KGB gorbacioviano a Bucarest nel 1990, dopo la grottesca [[Processo a Nicolae ed Elena Ceaușescu|esecuzione dei coniugi Nicolae ed Elena Ceausescu]], che il giorno di Natale del 1989 pagarono con una raffica di mitra nella schiena l'imprudente scelta di sostituire la "dottrina Breznev" con la "dottrina Frank Sinatra", così ribattezzata in Romania a causa della canzone ''My way'', a modo mio. I rumeni avevano per decenni condotto la loro vita politica interna ed estera " a modo loro" finché non era arrivata, proprio con Gorbaciov, l'ora della resa dei conti. *Il KGB non è mai stato soltanto un servizio segreto, ma molto di più: l'istituzione capillare nella società civile che sapeva tutto di tutti e che interveniva, e con diverso nome interviene, con una ideologia sempre meno "comunista" e sempre più legata all'unità del gigantesco Stato della Federazione russa oggi, dell'Unione Sovietica ieri, dell'Impero dei Romanov fino al 1917 quando tutta la famiglia, arrestata dai rivoluzionari, fu portata in una cantina e uccisa a colpi di revolver, bambini compresi. *Il KGB non era un normale servizio segreto ma una istituzione totalizzante che, oltre che occuparsi di spionaggio e controspionaggio, interveniva in ogni settore della vita dell'URSS, anche in quella privata delle persone. Era il KGB che decideva se un ragazzo poteva andare all'università e sconsigliava matrimoni: una via di mezzo fra la Santa Inquisizione e una polizia capillare, talvolta anche amica. *Oggi il nuovo KGB non ha bisogno di un altro [[Kim Philby]] per assorbire tecniche occidentali: i russi hanno fuso in modo geniale la loro tecnica della disinformazione con la scienza occidentale delle grandi compagnie di pubbliche relazioni che promuovono i candidati alle elezioni o i prodotti di largo consumo, conducendo sia campagne promozionali che campagne per distruggere l'avversario o il concorrente. L'arte dell'inganno e delle pubblicità su misura si era fusa con le misure attive del KGB formando un sistema di guerra mediatica perfetto anche per le operazioni militari, come si vide nell'agosto del 2008 con l'invasione russa della Georgia. *Ricordo una mattina d'estate sulla torrida Piazza Rossa nel 1991, pochi giorni prima che un colpo di Stato ordito sempre dal KGB mettesse per sempre Mikhail Gorbaciov fuori dalla scena politica, quando un gruppo di venditori abusivi di orologi dell'Armata Rossa (bellissimi e non funzionanti) vide arrivare agenti in borghese a passo lento. Tutti furono presi da un panico isterico, si ficcarono nelle tasche dei pastrani tutta la loro mercanzia e fuggirono a gambe levate urlando «Kaghebè, Kaghebè», cioè KGB. Di lì a poco l'Impero sovietico si sarebbe dissolto, Gorbaciov stava vivendo gli ultimi giorni del suo regno, ma il KGB era l'unica istituzione che funzionasse e non soltanto come polizia segreta, ma proprio come istituzione, anche in concorrenza aperta con il Partito comunista sovietico. Tanto è vero che il PCUS, ormai ridotto a fantasma di quel che era stato fino agli anni ruggenti di Nikita Krusciov, si liquefece, mentre il KGB resistette grazie alla sua struttura sia militare che civile, alla sua autosufficienza economica e alla sua influenza su tutti i settori della società. ===[[Aleksandr Val'terovič Litvinenko]]=== *Bisogna osservare che il Kgb ha sempre avuto squadroni della morte ed ha sempre praticato esecuzioni extragiudiziarie. Naturalmente comprendo che è ingenuo ritenere che un mostro della portata del Kgb possa essere rieducato. Questo sistema è simile ad una lucertola: quando è necessario, perde la coda per salvare la testa, è sufficiente ricordare quante volte ha cambiato denominazione, tentando di convincere tutti di avere cambiato la sostanza. *Il sistema del Kgb deve essere distrutto, soltanto allora in Russia e nei Paesi confinanti avranno la possibilità di dormire sonni tranquilli. Soltanto con la completa distruzione del Kgb scompariranno in tutto il mondo il cosiddetto terrorismo internazionale e la [[Organizacija|mafia russa]]. E su questo io non ho alcun dubbio. *Un ruolo enorme nel processo di ricostruzione del Kgb sul modello del precedente tipo sovietico, è stato svolto personalmente da Putin e da Patrušev. Sotto di loro i cechisti ormai si sono dichiarati apertamente come la forza politica che ha preso il potere nel Paese. ==Voci correlate== *[[Cekismo]] *[[Commissariato del popolo per gli affari interni]] *[[Dossier Mitrokhin]] *''[[Federal'naja služba bezopasnosti]]'' ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Servizi segreti]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] 3zx959n7zrycgmthgb7w3h2vq26l8h4 1351490 1351489 2024-11-12T08:06:47Z Mariomassone 17056 /* Citazioni sul KGB */ 1351490 wikitext text/x-wiki [[File:Emblema KGB.svg|thumb|Simbolo del KGB]] '''''Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti''''', nota con lo pseudonimo di '''KGB'''. ==Citazioni sul KGB== *C’erano elementi di KGB [...] decenti, dei veri amanti del genere umano. Traevano a sé i perseguitati e li proteggevano, ne facevano un culto, se ne facevano un vanto poi se si trattava di pensatori. Questa era la parte decorosa di KGB. Ma era un’istituzione talmente grande e potente, c’erano così tante stanze, gente differente. So che ci sono scuole di addestramento dove davano i miei romanzi come letture essenziali. ([[John le Carré]]) *Come posso essere un gangster quando lavoravo nel KGB? ([[Vladimir Putin]]) *Compagno, so che si raccontano molte storie su di noi. Quando le ascolto, perfino io ne sono scioccato, ma noi non siamo quello che raccontano. Sì, delle persone vi stanno seguendo, persone seguono quelle persone e, vede quegli uomini? Loro seguono me. Il KGB è un cerchio di garanzie reciproche, niente di più. (''[[Chernobyl (miniserie televisiva)|Chernobyl]]'') *Il Kgb era il più affidabile tra i nostri fornitori di materie prime. Quasi ogni mese arrivavano in Russia ampolle piene di liquidi esotici, di polveri e di colture batteriologiche raccolte ai quattro angoli del mondo dai nostri servizi di spionaggio e spedite a Mosca nelle valigie diplomatiche. ([[Ken Alibek]]) *Il KGB rispetta solo i forti, i deboli li sbrana. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Il KGB si limitava a raccogliere informazioni fondamentali e a eseguire decisioni prese altrove. Questa struttura non aveva la possibilità di produrre un pensiero critico di strategia politica al suo interno. Ma era insuperato nella sua capacità di produrre informazioni di qualunque genere e nella quantità che gli veniva richiesta.<br>In altre parole il KGB aveva trasformato il concetto dell'esecuzione degli ordini in una logica estrema, assurda: i suoi agenti vedevano quello che gli veniva ordinato di vedere, sentivano quello che gli veniva ordinato di sentire, e riferivano esattamente quello che gli veniva ordinato di riferire. ([[Maša Gessen]]) *In Germania, molte professioni sono vietate agli ex agenti della famigerata [[Stasi]]. Per esempio, non possono fare gli insegnanti di Storia. In Russia, invece, un passato nel Kgb non è un problema, semmai un vantaggio. I dipendenti del Kgb hanno usato la loro posizione di privilegio per guadagnare ruoli di comando nella nuova federazione. Sono stati ricompensati per i loro trascorsi. Quindi, quanto più si è collaborato con il potere in passato, tanto più facile è stato organizzarsi il futuro. ([[Sofi Oksanen]]) *Ingannevoli gli argomenti che esso sarebbe indispensabile, ora più che mai, per lo spionaggio internazionale. Tutti vedono che è vero il contrario. Suo unico obiettivo è di sopravvivere, e soffocare ogni moto popolare. ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *L'ideologia interna del KGB, come quella di ogni altra istituzione di polizia, si fondava su un chiaro concetto del nemico. L'istituzione era dominata dalla mentalità da assedio, la stessa che aveva motivato le massicce persecuzioni e le purghe staliniane. ([[Maša Gessen]]) *La grande contraddizione dell’intelligence sovietica [...] è stata quella di essere particolarmente brillante nell’attività di raccolta informativa in Gran Bretagna ed Italia durante e immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma anche durante la Guerra Fredda; tuttavia, l’abilità del KGB di utilizzare le informazioni raccolte si è rivelata estremamente limitata e questo soprattutto per l’incapacità della leadership sovietica di capire il contesto generale della politica occidentale. [...] Anche dopo Stalin, l’analisi informativa in Unione Sovietica era spesso distorta. Questo perché si diceva alla classe dirigente soltanto ciò che voleva sentire e non quello che poteva offendere. Le prove che possediamo indicano che quando Gorbacev salì al potere nel 1995 si avviò una sorta di new deal, le stazioni del KGB in tutto il mondo ricevettero una direttiva sulla dannosità della distorsione dei fatti. Che significa? Significa che per la prima volta alle stazioni del KGB viene ordinato di dire la verità alla leadership del KGB e dello Stato, di fornire anche le informazioni “che non vogliono sentire”. Direi quindi che l’analisi informativa ha cominciato a funzionare nell’Unione Sovietica soltanto negli ultimi anni di vita dell’Unione. Gorbacev poteva comprendere veramente l’Occidente riuscendo così ad interpretare i resoconti informativi che riceveva. ([[Christopher Andrew (storico)|Christopher Andrew]]) *Nessuno può lasciare il KGB. (''[[007 - Bersaglio mobile]]'') *Questa Čkgb, con la sua storia settantennale di crimini e sangue, non ha più giustificazioni, né diritto alla vita. ([[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente KGB (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Una regola, introdotta molto tempo prima dal Kgb, imponeva che gli uffici e le residenze private dei dirigenti comunisti fossero regolarmente e sistematicamente ispezionati per rilevare l'eventuale presenza di dispositivi di ascolto telefonico o di altro materiale spionistico dei servizi occidentali. Tutti i telefoni venivano sostituiti ogni mattina con altri identici controllati e sigillati; le linee telefoniche venivano verificate per individuare eventuali inserimenti estranei, e il sistema di rilevamento di radiazioni camuffato nello stipite della porta veniva provato, come pure i contatori geiger e tutte le altre apparecchiature per controllare le radiazioni camuffate nell'ufficio. Inoltre, le pareti, i soffitti e gli impiantiti venivano passati una volta alla settimana ai raggi X per individuare eventuali microfoni nascosti. ([[Ion Mihai Pacepa]]) *Vivere in paranoia è ciò che fanno le ex spie del KGB, invece di giocare a golf. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) ===[[Paolo Guzzanti]]=== *Avrei imparato che nessuno può ficcare il naso nel passato del KGB, perché quel passato si prolunga in un rigoglioso presente. Avevo del resto visto all'opera il KGB gorbacioviano a Bucarest nel 1990, dopo la grottesca [[Processo a Nicolae ed Elena Ceaușescu|esecuzione dei coniugi Nicolae ed Elena Ceausescu]], che il giorno di Natale del 1989 pagarono con una raffica di mitra nella schiena l'imprudente scelta di sostituire la "dottrina Breznev" con la "dottrina Frank Sinatra", così ribattezzata in Romania a causa della canzone ''My way'', a modo mio. I rumeni avevano per decenni condotto la loro vita politica interna ed estera " a modo loro" finché non era arrivata, proprio con Gorbaciov, l'ora della resa dei conti. *Il KGB non è mai stato soltanto un servizio segreto, ma molto di più: l'istituzione capillare nella società civile che sapeva tutto di tutti e che interveniva, e con diverso nome interviene, con una ideologia sempre meno "comunista" e sempre più legata all'unità del gigantesco Stato della Federazione russa oggi, dell'Unione Sovietica ieri, dell'Impero dei Romanov fino al 1917 quando tutta la famiglia, arrestata dai rivoluzionari, fu portata in una cantina e uccisa a colpi di revolver, bambini compresi. *Il KGB non era un normale servizio segreto ma una istituzione totalizzante che, oltre che occuparsi di spionaggio e controspionaggio, interveniva in ogni settore della vita dell'URSS, anche in quella privata delle persone. Era il KGB che decideva se un ragazzo poteva andare all'università e sconsigliava matrimoni: una via di mezzo fra la Santa Inquisizione e una polizia capillare, talvolta anche amica. *Oggi il nuovo KGB non ha bisogno di un altro [[Kim Philby]] per assorbire tecniche occidentali: i russi hanno fuso in modo geniale la loro tecnica della disinformazione con la scienza occidentale delle grandi compagnie di pubbliche relazioni che promuovono i candidati alle elezioni o i prodotti di largo consumo, conducendo sia campagne promozionali che campagne per distruggere l'avversario o il concorrente. L'arte dell'inganno e delle pubblicità su misura si era fusa con le misure attive del KGB formando un sistema di guerra mediatica perfetto anche per le operazioni militari, come si vide nell'agosto del 2008 con l'invasione russa della Georgia. *Ricordo una mattina d'estate sulla torrida Piazza Rossa nel 1991, pochi giorni prima che un colpo di Stato ordito sempre dal KGB mettesse per sempre Mikhail Gorbaciov fuori dalla scena politica, quando un gruppo di venditori abusivi di orologi dell'Armata Rossa (bellissimi e non funzionanti) vide arrivare agenti in borghese a passo lento. Tutti furono presi da un panico isterico, si ficcarono nelle tasche dei pastrani tutta la loro mercanzia e fuggirono a gambe levate urlando «Kaghebè, Kaghebè», cioè KGB. Di lì a poco l'Impero sovietico si sarebbe dissolto, Gorbaciov stava vivendo gli ultimi giorni del suo regno, ma il KGB era l'unica istituzione che funzionasse e non soltanto come polizia segreta, ma proprio come istituzione, anche in concorrenza aperta con il Partito comunista sovietico. Tanto è vero che il PCUS, ormai ridotto a fantasma di quel che era stato fino agli anni ruggenti di Nikita Krusciov, si liquefece, mentre il KGB resistette grazie alla sua struttura sia militare che civile, alla sua autosufficienza economica e alla sua influenza su tutti i settori della società. ===[[Aleksandr Val'terovič Litvinenko]]=== *Bisogna osservare che il Kgb ha sempre avuto squadroni della morte ed ha sempre praticato esecuzioni extragiudiziarie. Naturalmente comprendo che è ingenuo ritenere che un mostro della portata del Kgb possa essere rieducato. Questo sistema è simile ad una lucertola: quando è necessario, perde la coda per salvare la testa, è sufficiente ricordare quante volte ha cambiato denominazione, tentando di convincere tutti di avere cambiato la sostanza. *Il sistema del Kgb deve essere distrutto, soltanto allora in Russia e nei Paesi confinanti avranno la possibilità di dormire sonni tranquilli. Soltanto con la completa distruzione del Kgb scompariranno in tutto il mondo il cosiddetto terrorismo internazionale e la [[Organizacija|mafia russa]]. E su questo io non ho alcun dubbio. *Un ruolo enorme nel processo di ricostruzione del Kgb sul modello del precedente tipo sovietico, è stato svolto personalmente da Putin e da Patrušev. Sotto di loro i cechisti ormai si sono dichiarati apertamente come la forza politica che ha preso il potere nel Paese. ==Voci correlate== *[[Cekismo]] *[[Commissariato del popolo per gli affari interni]] *[[Dossier Mitrokhin]] *''[[Federal'naja služba bezopasnosti]]'' ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Servizi segreti]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] 9mv4zw25z0vpqrk6s5vvyu04nrdl4zj Emanuela Marinelli 0 170542 1351393 1078218 2024-11-11T18:26:20Z IppolitoN 23099 1351393 wikitext text/x-wiki '''Emanuela Marinelli''' (1951 – vivente), sindonologa italiana. == Citazioni di Emanuela Marinelli == * Basta pagare e le ricerche si fanno. E si trova pure chi te le pubblica. È innegabile che dietro ad alcune di esse si nascondono gruppi che vogliono far credere che la Sindone sia un falso storico. Un esempio per tutti: esiste un bel documentario che si chiama ''La notte della Sindone''. Bene, questo documentario non è stato mai trasmesso dalla Rai perché contiene un’affermazione che forse a qualcuno non piace. E questa affermazione è rappresentata da una lettera su carta intestata della Curia di Torino che il cardinale Anastasio Ballestrero, all'epoca custode della Sindone, inviò al sul consulente scientifico, l'ingegner Luigi Gonella, con la quale sosteneva con decisione che nella faccenda della datazione del carbonio 14 (poi confutata da diverse ricerche successive ndr), c’era stato lo zampino della massoneria che voleva a tutti i costi dimostrare che la Sindone fosse di epoca medievale”. Insomma, c'è un fastidio nei confronti di una “Sindone vera da parte di chi vuole negare non solo Cristo ma anche la sua Resurrezione.<ref>Dall'intervista di Federico Piana, [https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2018-07/sindone-inaffidabile-studio-definisce-false-macchie-sangue.html ''Sindone: inaffidabile lo studio che definisce false alcune macchie di sangue''], ''Vatican News'', Città del Vaticano, 17 luglio 2018.</ref> * {{NDR|Sulla datazione della Sindone al C14}} L'esame di una stoffa è estremamente problematico dal punto di vista della contaminazione, perché un tessuto è interamente esposto all’ambiente in cui si trova. Per un osso o un pezzo di legno si può campionare una parte interna, ma questo non è possibile nel caso di un telo.<ref>Citato da Emanuela Marinelli, [https://www.lanuovabq.it/it/e-giunta-lora-di-nuovi-test-sulla-sindone-di-torino ''È giunta l’ora di nuovi test sulla Sindone di Torino?''], ''La Nuova Bussola Quotidiana'', 4 maggio 2019.</ref> * {{NDR|Sulla [[w:Esame del carbonio 14 sulla Sindone|datazione della Sindone al C14]]}} Tutti i sindonologi del mondo, e sono centinaia, avevano contestato quel verdetto assurdo.<ref>La prova del carbonio del 1998 ha stabilito che il telo risale, con un intervallo di confidenza di almeno il 95% e un'approssimazione di 10 anni in più o in meno, a una data compresa tra il 1260 e il 1390.</ref> Solo chi aveva condotto le analisi si ostinava a difenderlo, ovviamente insieme ai negatori dell’autenticità, gente che ha per la Sindone un rifiuto aprioristico, per partito preso. Fra i sindonologi ci sono molti scienziati, anche non cattolici, che avevano giudicato l’angolo del prelievo non rappresentativo dell’intero lenzuolo per le manipolazioni subite, oltre a tutte le altre vicissitudini attraversate dalla reliquia. Fra le varie ricerche condotte in merito spicca quella del chimico Raymond Rogers che ha dimostrato come quell’angolo sia stato addirittura rammendato.<ref>Dall'intervista di Claudio Gaspari, [http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1444 ''Nuove conferme sull'autenticità della Sindone''], ''Bastabugie'', n. 22, 22 marzo 2008.</ref> == Note == <references /> == Voci correlate == * [[Sindone di Torino]] {{DEFAULTSORT:Marinelli, Emanuela}} [[Categoria:Storici italiani]] [[Categoria:Archeologi italiani]] m9jttwhhs4lkf2nwc1orenv770v7z6a Emilio Cigoli 0 173213 1351538 1349786 2024-11-12T09:47:44Z Spinoziano 2297 /* Film */ 1351538 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Emilio Cigoli 1950.png|miniatura|Emilio Cigoli nel film ''[[Domenica d'agosto]]'' (1950)]] '''Emilio Cigoli''' (1909 – 1980), attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano. ==Citazioni su Emilio Cigoli== *È stato il grande Emilio Cigoli ad introdurmi in questo mondo. Erano i primi anni '80 e recitavo in una serie poliziesca in cui lui era direttore del doppiaggio. Finito di girare mi chiamò e mi propose di doppiare una parte, tra l'altro molto difficile. Io ero un po' intimorito. Lui mi disse: "Non si preoccupi. Le spiegherò tutto io". E così fu. È stato un maestro straordinario oltre ad essere un vero grande signore. ([[Luca Biagini]]) *Io ho incominciato a lavorare anche con Cigoli e ovviamente io non ho la voce: in basso, chiudi, fonda, profonda. Perché lui voleva sempre le voci molte basse, tutte impostate in basso. Anche dei bambini. ([[Lorenza Biella]]) *Un giorno mio padre mi disse che mi aveva cercato un «certo Emilio Cigoli», il più grande doppiatore italiano. Doppiava le più famose star di Hollywood: tanto per capirci, era la voce di [[John Wayne]]. Lo chiamai da una cabina telefonica. Ricordo che ero a Ostia per uno spettacolo nelle scuole e alla telefonata assisté Annabella Cerliani, incuriosita come me: «Che vorrà Cigoli?». Quando lui rispose, sentii John Wayne con la sua voce calda, profonda e suadente. Stavo per rispondergli: «Ciao, John. Dove l'hai messo il cavallo?», ma mi trattenni. Non riuscivo a nascondere l'emozione. Intanto, dietro il vetro, Annabella doveva aver notato il mio disagio e cominciò a ridacchiare. Mi feci coraggio e cominciai a parlare con un tono di voce ancora più grave di quello di Cigoli. «Buongiorno signor Cigoli, desideravo proprio parlarle.» Lui si sentì sfidato, quindi abbassò ulteriormente il suo tono: «Mi dica, prego». Io, allora, scesi ancora di un'ottava e lui fece lo stesso. La telefonata finì praticamente a rutti.<br>Il lavoro, però, lo ottenni e cominciai a collaborare stabilmente con quel «certo Emilio Cigoli». ([[Gigi Proietti]]) *Era un vero signore, sempre molto professionale e impeccabile. Grazie a lui il lavoro di doppiatore divenne per me, a più riprese, un'ancora di salvezza. ([[Gigi Proietti]]) ==Filmografia== ===Attore=== {{div col}} *''[[Amo te sola]]'' (1935) *''[[Centomila dollari]]'' (1940) *''[[Giarabub (film)|Giarabub]]'' (1942) *''[[Noi vivi]]'' (1942) *''[[Addio Kira!]]'' (1942) *''[[Domenica d'agosto]]'' (1950) *''[[Pietà per chi cade]]'' (1954) *''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]'' (1955) *''[[Lettere di una novizia]]'' (1960) {{div col end}} ===Doppiatore=== ====Film==== {{div col|strette}} *''[[M - Il mostro di Düsseldorf]]'' (1931) *''[[Shanghai Express]]'' (1932) *''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]'' (1936) *''[[I diavoli volanti]]'' (1939) *''[[Il grande amore (film 1939)|Il grande amore]]'' (1939) *''[[Jess il bandito]]'' (1939) *''[[La grande pioggia]]'' (1939) *''[[Ombre rosse]]'' (1939) *''[[Via col vento]]'' (1939) *''[[Furore (film)|Furore]]'' (1940) *''[[Il grande dittatore]]'' (1940) *''[[Rebecca, la prima moglie (film 1940)|Rebecca, la prima moglie]]'' (1940) *''[[Com'era verde la mia valle]]'' (1941) *''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]'' (1941) *''[[Quarto potere]]'' (1941) *''[[Io la difendo]]'' (1942) *''[[La chiave di vetro (film)|La chiave di vetro]]'' (1942) *''[[Perdutamente tua]]'' (1942) *''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]'' (1943) *''[[Calafuria (film)|Calafuria]]'' (1943) *''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]'' (1943) *''[[La porta proibita]]'' (1943) *''[[Al tuo ritorno]]'' (1944) *''[[Le chiavi del paradiso]]'' (1944) *''[[Prigionieri dell'oceano]]'' (1944) *''[[Io ti salverò]]'' (1945) *''[[L'uomo del Sud]]'' (1945) *''[[Le campane di Santa Maria]]'' (1945) *''[[Settimo velo]]'' (1945) *''[[Duello al sole]]'' (1946) *''[[Gilda (film)|Gilda]]'' (1946) *''[[Il filo del rasoio (film 1946)|Il filo del rasoio]]'' (1946) *''[[Lo straniero (film 1946)|Lo straniero]]'' (1946) *''[[Sciuscià (film)|Sciuscià]]'' (1946) *''[[Sfida infernale]]'' (1946) *''[[Dietro la porta chiusa]]'' (1947) *''[[Forza bruta (film 1947)|Forza bruta]]'' (1947) *''[[Il bacio della morte (film 1947)|Il bacio della morte]]'' (1947) *''[[Il caso Paradine]]'' (1947) *''[[Il fantasma e la signora Muir]]'' (1947) *''[[La croce di fuoco]]'' (1947) *''[[La signora di Shanghai]]'' (1947) *''[[Notorious - L'amante perduta]]'' (1947) *''[[Odio implacabile]]'' (1947) *''[[Amanti senza amore]]'' (1948) *''[[Atto di violenza]]'' (1948) *''[[Chiamate Nord 777]]'' (1948) *''[[Erano tutti miei figli]]'' (1948) *''[[Il cavaliere misterioso]]'' (1948) *''[[Il ritratto di Jennie]]'' (1948) *''[[Il terrore corre sul filo]]'' (1948) *''[[Schiavo della furia]]'' (1948) *''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1949) *''[[Il grande peccatore]]'' (1949) *''[[Il peccato di Lady Considine]]'' (1949) *''[[Il segreto di una donna]]'' (1949) *''[[Il terzo uomo]]'' (1949) *''[[Peccato (film)|Peccato]]'' (1949) *''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]'' (1949) *''[[Sgomento (film)|Sgomento]]'' (1949) *''[[Rio Bravo]]'' (1950) *''[[Sui marciapiedi]]'' (1950) *''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' (1950) *''[[Viale del tramonto]]'' (1950) *''[[Anna (film 1951)|Anna]]'' (1951) *''[[Davide e Betsabea]]'' (1951) *''[[La cosa da un altro mondo]]'' (1951) *''[[La gang]]'' (1951) *''[[Neve rossa (film)|Neve rossa]]'' (1951) *''[[Ultimatum alla Terra]]'' (1951) *''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]'' (1951) *''[[Gli innocenti pagano]]'' (1952) *''[[Gli uomini non guardano il cielo]]'' (1952) *''[[I sette peccati capitali (film 1952)|I sette peccati capitali]]'' (1952) *''[[La città del piacere]]'' (1952) *''[[La regina di Saba]]'' (1952) *''[[Mezzogiorno di fuoco]]'' (1952) *''[[Operazione Cicero]]'' (1952) *''[[So che mi ucciderai]]'' (1952) *''[[Da qui all'eternità]]'' (1953) *''[[Gardenia blu]]'' (1953) *''[[Gli uomini preferiscono le bionde (film 1953)|Gli uomini preferiscono le bionde]]'' (1953) *''[[Il grande caldo]]'' (1953) *''[[Il tesoro dell'Africa]]'' (1953) *''[[Io confesso]]'' (1953) *''[[La tunica]]'' (1953) *''[[Salomè (film 1953)|Salomè]]'' (1953) *''[[Vacanze romane]]'' (1953) *''[[20.000 leghe sotto i mari (film 1954)|20.000 leghe sotto i mari]]'' (1954) *''[[Attila (film 1954)|Attila]]'' (1954) *''[[Fronte del porto]]'' (1954) *''[[Fuoco verde]]'' (1954) *''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]'' (1954) *''[[I sette samurai]]'' (1954) *''[[Il figlio dell'uomo]]'' (1954) *''[[Johnny Guitar]]'' (1954) *''[[L'uomo e il diavolo]]'' (1954) *''[[La contessa scalza]]'' (1954) *''[[Sabrina (film 1954)|Sabrina]]'' (1954) *''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]'' (1954) *''[[Ulisse (film)|Ulisse]]'' (1954) *''[[Vera Cruz]]'' (1954) *''[[L'amore è una cosa meravigliosa]]'' (1955) *''[[La polizia bussa alla porta]]'' (1955) *''[[Marcellino pane e vino]]'' (1955) *''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]'' (1955) *''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]'' (1956) *''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]'' (1956) *''[[La risaia]]'' (1956) *''[[L'invasione degli ultracorpi (film)|L'invasione degli ultracorpi]]'' (1956) *''[[A 30 milioni di km. dalla Terra]]'' (1957) *''[[I vampiri dello spazio]]'' (1957) *''[[Il ponte sul fiume Kwai]]'' (1957) *''[[Il settimo sigillo]]'' (1957) *''[[Il sole sorgerà ancora]]'' (1957) *''[[L'anima e la carne]]'' (1957) *''[[La parola ai giurati (film 1957)|La parola ai giurati]]'' (1957) *''[[Qualcosa che vale]]'' (1957) *''[[I giovani leoni]]'' (1958) *''[[Il piccolo campo]]'' (1958) *''[[L'infernale Quinlan]]'' (1958) *''[[La locanda della sesta felicità]]'' (1958) *''[[Resurrezione (film 1958)|Resurrezione]]'' (1958) *''[[Ben-Hur (film 1959)|Ben-Hur]]'' (1959) *''[[Erode il Grande (film)|Erode il Grande]]'' (1959) *''[[Il grande pescatore]]'' (1959) *''[[Il mostro che uccide]]'' (1959) *''[[L'ultima spiaggia (film 1959)|L'ultima spiaggia]]'' (1959) *''[[Salomone e la regina di Saba]]'' (1959) *''[[Strategia di una rapina]]'' (1959) *''[[Un dollaro d'onore]]'' (1959) *''[[David e Golia]]'' (1960) *''[[Ester e il re]]'' (1960) *''[[Giuseppe venduto dai fratelli]]'' (1960) *''[[I magnifici sette]]'' (1960) *''[[Il figlio di Giuda]]'' (1960) *''[[Il segreto di Pollyanna]]'' (1960) *''[[L'appartamento]]'' (1960) *''[[La storia di Ruth]]'' (1960) *''[[Psyco]]'' (1960) *''[[Spartacus]]'' (1960) *''[[Angeli con la pistola]]'' (1961) *''[[Barabba (film)|Barabba]]'' (1961) *''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]'' (1961) *''[[Il diavolo alle 4]]'' (1961) *''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]'' (1961) *''[[Vincitori e vinti]]'' (1961) *''[[Il buio oltre la siepe]]'' (1962) *''[[Il giorno più lungo]]'' (1962) *''[[Il promontorio della paura]]'' (1962) *''[[L'uomo che uccise Liberty Valance]]'' (1962) *''[[L'uomo di Alcatraz]]'' (1962) *''[[Ponzio Pilato (film)|Ponzio Pilato]]'' (1962) *''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]'' (1962) *''[[Gli Argonauti]]'' (1963) *''[[Il vecchio testamento]]'' (1963) *''[[Sciarada (film)|Sciarada]]'' (1963) *''[[Danza macabra (film 1964)|Danza macabra]]'' (1964) *''[[I lunghi capelli della morte]]'' (1964) *''[[Insieme a Parigi]]'' (1964) *''[[L'ultimo uomo della Terra]]'' (1964) *''[[I 4 figli di Katie Elder]]'' (1965) *''[[La battaglia dei giganti]]'' (1965) *''[[La più grande storia mai raccontata]]'' (1965) *''[[La spia che venne dal freddo (film)|La spia che venne dal freddo]]'' (1965) *''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]'' (1965) *''[[Per qualche dollaro in più]]'' (1965) *''[[Il buono, il brutto, il cattivo]]'' (1966) *''[[Gangster Story]]'' (1967) *''[[I giorni dell'ira]]'' (1967) *''[[La notte dei morti viventi]]'' (1968) *''[[Il mucchio selvaggio (film)|Il mucchio selvaggio]]'' (1969) *''[[Topaz]]'' (1969) *''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]'' (1970) *''[[Una messa per Dracula]]'' (1970) *''[[1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra]]'' (1971) *''[[1972: Dracula colpisce ancora!]]'' (1972) *''[[Horror Express]]'' (1972) *''[[Una ragione per vivere e una per morire]]'' (1972) *''[[I satanici riti di Dracula]]'' (1973) {{div col end}} ====Film d'animazione==== *''[[I tre caballeros]]'' (1944) *''[[La bella addormentata nel bosco]]'' (1959) *''[[La carica dei cento e uno]]'' (1961) *''[[La spada nella roccia]]'' (1963) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Cigoli, Emilio}} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Direttori del doppiaggio italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] 0kipzntg9uin4e9mzkma4ezutbu7z8u Ottavio Missoni 0 178017 1351449 1120777 2024-11-12T02:39:50Z Danyele 19198 /* Citazioni di Ottavio Missoni */ +wl 1351449 wikitext text/x-wiki [[File:Ottavio_Missoni_(foto_di_Giuseppe_Pino,_1990).png|miniatura|Ottavio Missoni nel 1990, fotografato nel suo studio.]] '''Ottavio Missoni''' (1921 – 2013), stilista, ostacolista e velocista italiano. ==Citazioni di Ottavio Missoni== *I [[400 metri ostacoli|400 ostacoli]], se fatti bene, sono musicali: ritmo e armonia.<ref name= Pelizzari/> *Io non torno più a [[Zara]] perché Zara è stata distrutta al 75% con i bomardamenti, 3000 morti sotto i bomardamenti, 1000 affogati nel mare Adriatico per le [[Massacri delle foibe|foibe]]. A Zara era Mare Adriatico, non erano… e allora Zara, e questo è per tutti gli esuli, per me non esiste più, non esiste. Resta solo nel nostro cuore, nel nostro amore.<ref name= Gallone>Dall'intervista di Claudio Gallone, ''Capital'' [https://www.youtube.com/watch?v=gHX8FSDpz9g Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *La vecchiaia è il momento ideale per uscire dalla competizione, per smettere di cercare conflitti, per arrabbiarsi meno.<ref name=Pelizzari>Citato da Dario Pelizzari ''[https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-09/missoni-sportivo-prestato-moda-130902_PRN.shtml Missoni, lo sportivo prestato alla moda]'', ''st.ilsole24ore.com'', 15 aprile 2008.</ref> *Sette giorni fanno una settimana, quattro settimane diventano un mese e dodici mesi un anno. Se nella vita riesci a mettere insieme una serie di belle giornate, sei a cavallo.<ref name=Fedi>Citato da Daniela Fedi, ''[https://www.ilgiornale.it/news/intervista-ad-ottavio-missoni-vita-successi-pi-grande-si.html Intervista ad Ottavio Missoni: "Una vita di successi ma il più grande si chiama Rosita"]'', ''ilgiornale.it'', 11 febbraio 2011.</ref> ==Citazioni su Ottavio Missoni== *Il mio amico Ottavio Missoni era solito dire: “Credo che la fortuna vada aiutata. Per esempio, non ho mai perso al gioco, ma non ho neanche mai giocato”. ([[Luciano De Crescenzo]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Missoni, Ottavio}} [[Categoria:Stilisti italiani]] gvkrc0nngrh0yws5nhdoj6wvmyqjntn Sogno e realtà 0 178765 1351404 1349681 2024-11-11T19:13:44Z ~2024-9620 100276 Orazio. 1351404 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Pierre-Cécile Puvis de Chavannes 003.jpg|miniatura|upright=1.3|''Il sogno'' (P. de Chavannes, 1883)]] Citazioni su '''sogno e realtà'''. ==Citazioni== *Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà. ([[Ennio Flaiano]]) *Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà? (''[[Matrix]]'') *Ho sognato la realtà. Che sollievo, svegliarsi! ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *I sogni di Igor sono pieni di situazioni demenziali. E la sua casa è popolata da allucinazioni. Qualcuno pensava fosse pazzo, ma Igor no: lui sa che sono solo giochi inoffensivi della sua mente. La sua immaginazione è la fonte di questo mondo irreale. Ed è il suo cervello che controlla questa irrealtà. Per questo Igor non ha paura di vivere dentro la sua irrealtà. Quello che veramente inquieta, spaventa e riempie di terrore e di panico Igor è avere a che fare con la realtà, perché, chi controlla la realtà? ([[Quino]]) *I sogni hanno uno scopo sai? Oh sì, credimi, i sogni hanno uno scopo ben preciso. I sogni correggono i dettagli che non tornano nella realtà. ([[Giovanni Scafoglio]]) *''I sogni son desideri di felicità | Nel sonno non hai pensieri | Li esprimi con sincerità | Se hai fede chissà che un giorno | La sorte non ti arriderà | Tu sogna e spera fermamente | Dimentica il presente | E il sogno realtà diverrà!'' (''[[Cenerentola (film 1950)|Cenerentola]]'') *Il sogno di uno solo è l'illusione, l'apparenza; il sogno di due è già la verità, la realtà. Che cos'è il mondo reale se non il sogno di tutti, il sogno comune? ([[Miguel de Unamuno]]) *Il sogno è la valvola attraverso cui tutto ciò evapora con bollori febbrili, con un vapore da fornace e con immagini fluttuanti subito dileguantisi. Da codeste visioni alcuni escono raggianti, altri, storditi, sconcertati di ritrovarsi nella realtà di tutti i [[Giorno|giorni]]. ([[Alphonse Daudet]]) *La realtà è il cinque per cento della vita. L'uomo deve sognare per salvarsi. ([[Walter Bonatti]]) *La realtà e la finzione sono due facce intercambiabili della vita e della letteratura. Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo. In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. La realtà è così sfuggente ed effimera... ([[Gesualdo Bufalino]]) *La realtà è per chi non riesce a sostenere il sogno. ([[Slavoj Žižek]]) *La vita non è illusione né finzione ma i sogni e le illusioni fanno parte della vita, son elementi essenziali della realtà; sono la più alta e degna e nobile espressione della vita.<br>Il sogno non è sogno ma è vita. ([[Giovanni Papini]]) *Ma i sogni sono ciò che rende la realtà degna di essere vissuta. ([[Wolverine]]) *Nello stato morboso i sogni spesso si distinguono per un'insolita espressività, chiarezza e per la straordinaria somiglianza con la realtà. A volte viene a comporsi un quadro mostruoso, ma in tal modo la situazione e l'intero processo di rappresentazione risultano a tal punto verosimili e con particolari così minuti, inattesi e al tempo stesso artisticamente rispondenti all'insieme del quadro, che lo stesso sognatore non avrebbe nemmeno potuto immaginarli da sveglio, nemmeno fosse stato un artista quale Puškin o Turgenev. Simili sogni, sogni morbosi, restano sempre impressi per molto tempo nella mente, e producono una forte impressione sull'organismo scosso e già eccitato. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. ([[Shirley Jackson]]) *Nessun sogno si può paragonare alla realtà, perché la Realtà stessa è un sogno dal quale solo una porzione di Umanità si è risvegliata e parte di noi è una Penisola non familiare. ([[Emily Dickinson]]) *Realtà (''s.f.''). Il sogno di un filosofo impazzito. ([[Ambrose Bierce]]) *Sappiamo che un sogno può essere realtà, ma chi avrebbe mai detto che la realtà poteva essere un sogno? Noi esistiamo, certo, ma come? In che modo? Da esseri umani in carne e ossa? O facciamo parte del febbrile e complicato incubo di qualcun altro? Pensateci, e poi chiedetevi se vivete qui in questo paese, in questo mondo o se non vivete piuttosto ai confini della realtà. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (seconda stagione)|Ai confini della realtà]]'') *Si dice che un sogno duri solo un attimo. E tuttavia, in quell'attimo, un uomo può vivere tutta una vita. Può soffrire e morire. Ma chi può dire qual è la realtà più vera? Quella che viviamo o quella dei sogni tra paradiso, cielo e Terra: ai confini della realtà? (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|Ai confini della realtà]]'') *So che non si ama pensare alla morte. Ma un giorno ti capita di vederla, e allora diventa un'ossessione. E poi in sogno ti appaiono delle immagini, vedi cose che pur essendo frutto della mente, sono più vive, più sconvolgenti di quelle che accadono nella realtà. La realtà offre sempre delle giustificazioni, il sogno è spietato: non giustifica niente. (''[[L'ispettore Derrick]]'') *''So chi sei, vicino al mio cuor ogn'or sei tu | So chi sei, di tutti i miei sogni il dolce oggetto sei tu | Anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più | Il mio cuore sa che nella realtà | Da me tu verrai e che mi amerai ancor di più.'' (''[[La bella addormentata nel bosco]]'') *Un giorno qualcuno ha detto: "Se un uomo sogna da solo, il sogno resta soltanto un sogno. Ma se tanti uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventerà realtà. Quel giorno, [[Pamela Anderson]] ha preferito restare a casa." (''[[Rat-Man]]'') *Una visione avuta dopo la mezzanotte quando i sogni sono veri. ([[Quinto Orazio Flacco]]) ==Voci correlate== *[[Realtà]] *[[Sogno]] [[Categoria:Dicotomie]] leu6ezbqj4jyrb2uur09ksg79vzpzwa Ferrero 0 185978 1351472 1166031 2024-11-12T04:29:19Z AssassinsCreed 17001 1351472 wikitext text/x-wiki {{Disambigua}} * '''[[Ernesto Ferrero]]''' — scrittore e critico letterario italiano * '''[[Guglielmo Ferrero]]''' — sociologo, storico e scrittore italiano * '''[[Juan Carlos Ferrero]]''' —allenatore di tennis ed ex-tennista spagnolo * '''[[Leo Ferrero]]''' — scrittore e drammaturgo italiano * '''[[Massimo Ferrero]]''' — produttore cinematografico, imprenditore e dirigente sportivo italiano * '''[[Michele Ferrero]]''' — imprenditore italiano * '''[[Paolo Ferrero]]''' — politico italiano k1otjjl664ng1nzqty53zo5641rbakc Tina Lattanzi 0 188911 1351536 1351270 2024-11-12T09:46:34Z Spinoziano 2297 /* Film */ 1351536 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Tina Lattanzi 021930.jpg|miniatura|Tina Lattanzi nel 1930]] '''Tina Lattanzi''', all'anagrafe '''Annunziata Concetta Costantini''' (1897 – 1997), attrice e doppiatrice italiana. ==Citazioni di Tina Lattanzi== *Io penso che anche la gavetta del palcoscenico voglia dire molto. Oggi un'attrice in dieci anni reciterà sì o no dieci parti, perché una commedia la portano in giro un anno o due. Allora no. Allora c'era il repertorio. L'attrice recitava quindici, venti commedie in una stagione e cambiava, cambiava, cambiava personaggi, cambiava caratteri e si formava, si formava l'attrice.<ref name= Lattuada/> *{{NDR|Ho amato}} La [[Greta Garbo]], per me straordinaria, sublime. Era superiore a tutte e credo che mai ci sarà un'attrice che possa uguagliarla. L'ho doppiata, diciamo, con venerazione perché veramente la sentivo superiore, superiore a tutte e aveva una voce grave, piuttosto roca però sensualissima. A me piaceva ma non riuscivo mai a trovare la tonalità così grave.<ref>Dall'intervista di Luciana Corda, ''Pezzi da 90'', 15 aprile 2015. [https://www.raiplayradio.it/audio/2015/04/Pezzi-da-90-EXTRA---Tina-Lattanzi-la-voce-di-Greta-Garbo-d2156864-9719-432b-bd9c-abbe5bcbba52.html Audio] disponibile su ''raiplayradio.it''.</ref> *Per me la [[Paola Borboni|Borboni]] è sempre in trono e io non la posso giudicare tanto perche io sono... sono invece una donna sdraio, sul divano.. <ref name= Lattuada>Dall'intervista di Laura Lattuada per ''Al calar del sipario'', ''Doppiaggio&Cinema'', anni '80. [https://www.youtube.com/watch?v=GiCHPHjUULY Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== ===Attrice=== {{div col}} *''[[Scarpe grosse]]'' (1940) *''[[I mariti (Tempesta d'anime)]]'' (1941) *''[[Stasera niente di nuovo]]'' (1942) *''[[T'amerò sempre (film 1943)|T'amerò sempre]]'' (1943) *''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' (1950) *''[[La donna della domenica]]'' (1975) {{div col end}} ===Doppiaggio=== ====Film==== {{div col}} *''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'' (1930) *''[[Mata Hari (film 1931)|Mata Hari]]'' (1931) *''[[Shanghai Express]]'' (1932) *''[[Venere bionda]]'' (1935) *''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (1936) *''[[La grande pioggia]]'' (1939) *''[[Ombre rosse]]'' (1939) *''[[Angeli del peccato]]'' (1940) *''[[La signora del venerdì]]'' (1940) *''[[La taverna dei sette peccati]]'' (1940) *''[[Rebecca, la prima moglie (film 1940)|Rebecca, la prima moglie]]'' (1940) *''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]'' (1941) *''[[La signora Miniver]]'' (1942) *''[[L'amica (film 1943)|L'amica]]'' (1943) *''[[Fiori d'arancio]]'' (1944) *''[[Il romanzo di Mildred]]'' (1945) *''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]'' (1945) *''[[Gilda (film)|Gilda]]'' (1946) *''[[I racconti dello zio Tom]]'' (1946) *''[[La signora di Shanghai]]'' (1947) *''[[Monsieur Verdoux]]'' (1947) *''[[Amanti senza amore]]'' (1948) *''[[Il cavaliere misterioso]]'' (1948) *''[[Macbeth (film 1948)|Macbeth]]'' (1948) *''[[Il bacio di una morta (film 1949)|Il bacio di una morta]]'' (1949) *''[[Viale Flamingo]]'' (1949) *''[[Domenica d'agosto]]'' (1950) *''[[Donne e briganti]]'' (1950) *''[[Margherita da Cortona (film)|Margherita da Cortona]]'' (1950) *''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'' (1950) *''[[Anna (film 1951)|Anna]]'' (1951) *''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) *''[[La paura fa 90]]'' (1951) *''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]'' (1951) *''[[Corriere diplomatico (film)|Corriere diplomatico]]'' (1952) *''[[Gli innocenti pagano]]'' (1952) *''[[La regina di Saba]]'' (1952) *''[[Lo sceicco bianco]]'' (1952) *''[[I sette peccati capitali (film 1952)|I sette peccati capitali]]'' (1952) *''[[Il grande caldo]]'' (1953) *''[[Salomè (film 1953)|Salomè]]'' (1953) *''[[Titanic (film 1953)|Titanic]]'' (1953) *''[[Vacanze romane]]'' (1953) *''[[Caccia al ladro]]'' (1955) *''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'' (1955) *''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]'' (1956) *''[[Il gigante]]'' (1956) *''[[L'uomo che sapeva troppo (film 1956)|L'uomo che sapeva troppo]]'' (1956) *''[[Il posto delle fragole]]'' (1957) *''[[Resurrezione (film 1958)|Resurrezione]]'' (1958) *''[[La storia di una monaca]]'' (1959) *''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]'' (1969) {{div col end}} ====Film d'animazione==== {{div col}} *''[[Biancaneve e i sette nani (film 1937)|Biancaneve e i sette nani]]'' (1937) *''[[La bella e la bestia (film 1946)|La bella e la bestia]]'' (1946) *''[[Cenerentola (film 1950)|Cenerentola]]'' (1950) *''[[Alice nel Paese delle Meraviglie (film 1951)|Alice nel Paese delle Meraviglie]]'' (1951) *''[[Lilli e il vagabondo]]'' (1955) *''[[La bella addormentata nel bosco]]'' (1959) {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Lattanzi, Tina }} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] 8of0tc60wegws18rngdx9mf2t772oma 1351537 1351536 2024-11-12T09:47:00Z Spinoziano 2297 /* Film */ 1351537 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Tina Lattanzi 021930.jpg|miniatura|Tina Lattanzi nel 1930]] '''Tina Lattanzi''', all'anagrafe '''Annunziata Concetta Costantini''' (1897 – 1997), attrice e doppiatrice italiana. ==Citazioni di Tina Lattanzi== *Io penso che anche la gavetta del palcoscenico voglia dire molto. Oggi un'attrice in dieci anni reciterà sì o no dieci parti, perché una commedia la portano in giro un anno o due. Allora no. Allora c'era il repertorio. L'attrice recitava quindici, venti commedie in una stagione e cambiava, cambiava, cambiava personaggi, cambiava caratteri e si formava, si formava l'attrice.<ref name= Lattuada/> *{{NDR|Ho amato}} La [[Greta Garbo]], per me straordinaria, sublime. Era superiore a tutte e credo che mai ci sarà un'attrice che possa uguagliarla. L'ho doppiata, diciamo, con venerazione perché veramente la sentivo superiore, superiore a tutte e aveva una voce grave, piuttosto roca però sensualissima. A me piaceva ma non riuscivo mai a trovare la tonalità così grave.<ref>Dall'intervista di Luciana Corda, ''Pezzi da 90'', 15 aprile 2015. [https://www.raiplayradio.it/audio/2015/04/Pezzi-da-90-EXTRA---Tina-Lattanzi-la-voce-di-Greta-Garbo-d2156864-9719-432b-bd9c-abbe5bcbba52.html Audio] disponibile su ''raiplayradio.it''.</ref> *Per me la [[Paola Borboni|Borboni]] è sempre in trono e io non la posso giudicare tanto perche io sono... sono invece una donna sdraio, sul divano.. <ref name= Lattuada>Dall'intervista di Laura Lattuada per ''Al calar del sipario'', ''Doppiaggio&Cinema'', anni '80. [https://www.youtube.com/watch?v=GiCHPHjUULY Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== ===Attrice=== {{div col}} *''[[Scarpe grosse]]'' (1940) *''[[I mariti (Tempesta d'anime)]]'' (1941) *''[[Stasera niente di nuovo]]'' (1942) *''[[T'amerò sempre (film 1943)|T'amerò sempre]]'' (1943) *''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' (1950) *''[[La donna della domenica]]'' (1975) {{div col end}} ===Doppiaggio=== ====Film==== {{div col}} *''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'' (1930) *''[[Mata Hari (film 1931)|Mata Hari]]'' (1931) *''[[Shanghai Express]]'' (1932) *''[[Venere bionda]]'' (1932) *''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (1936) *''[[La grande pioggia]]'' (1939) *''[[Ombre rosse]]'' (1939) *''[[Angeli del peccato]]'' (1940) *''[[La signora del venerdì]]'' (1940) *''[[La taverna dei sette peccati]]'' (1940) *''[[Rebecca, la prima moglie (film 1940)|Rebecca, la prima moglie]]'' (1940) *''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]'' (1941) *''[[La signora Miniver]]'' (1942) *''[[L'amica (film 1943)|L'amica]]'' (1943) *''[[Fiori d'arancio]]'' (1944) *''[[Il romanzo di Mildred]]'' (1945) *''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]'' (1945) *''[[Gilda (film)|Gilda]]'' (1946) *''[[I racconti dello zio Tom]]'' (1946) *''[[La signora di Shanghai]]'' (1947) *''[[Monsieur Verdoux]]'' (1947) *''[[Amanti senza amore]]'' (1948) *''[[Il cavaliere misterioso]]'' (1948) *''[[Macbeth (film 1948)|Macbeth]]'' (1948) *''[[Il bacio di una morta (film 1949)|Il bacio di una morta]]'' (1949) *''[[Viale Flamingo]]'' (1949) *''[[Domenica d'agosto]]'' (1950) *''[[Donne e briganti]]'' (1950) *''[[Margherita da Cortona (film)|Margherita da Cortona]]'' (1950) *''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'' (1950) *''[[Anna (film 1951)|Anna]]'' (1951) *''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) *''[[La paura fa 90]]'' (1951) *''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]'' (1951) *''[[Corriere diplomatico (film)|Corriere diplomatico]]'' (1952) *''[[Gli innocenti pagano]]'' (1952) *''[[La regina di Saba]]'' (1952) *''[[Lo sceicco bianco]]'' (1952) *''[[I sette peccati capitali (film 1952)|I sette peccati capitali]]'' (1952) *''[[Il grande caldo]]'' (1953) *''[[Salomè (film 1953)|Salomè]]'' (1953) *''[[Titanic (film 1953)|Titanic]]'' (1953) *''[[Vacanze romane]]'' (1953) *''[[Caccia al ladro]]'' (1955) *''[[Sorrisi di una notte d'estate]]'' (1955) *''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]'' (1956) *''[[Il gigante]]'' (1956) *''[[L'uomo che sapeva troppo (film 1956)|L'uomo che sapeva troppo]]'' (1956) *''[[Il posto delle fragole]]'' (1957) *''[[Resurrezione (film 1958)|Resurrezione]]'' (1958) *''[[La storia di una monaca]]'' (1959) *''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]'' (1969) {{div col end}} ====Film d'animazione==== {{div col}} *''[[Biancaneve e i sette nani (film 1937)|Biancaneve e i sette nani]]'' (1937) *''[[La bella e la bestia (film 1946)|La bella e la bestia]]'' (1946) *''[[Cenerentola (film 1950)|Cenerentola]]'' (1950) *''[[Alice nel Paese delle Meraviglie (film 1951)|Alice nel Paese delle Meraviglie]]'' (1951) *''[[Lilli e il vagabondo]]'' (1955) *''[[La bella addormentata nel bosco]]'' (1959) {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Lattanzi, Tina }} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] q6nbqyomvl6ozje0zm1tphqc265e5h5 Invasione russa dell'Ucraina del 2022 0 191439 1351532 1350020 2024-11-12T09:40:22Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351532 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Russian bombardment of Kyiv TV Tower.jpg|thumb|Bombardamento russo alle antenne di telecomunicazioni di Kiev, 1º marzo 2022.]] Citazioni sull{{'}}'''invasione russa dell'Ucraina del 2022'''. ==Citazioni== *A quanto pare [...] la Russia si staccherà da Internet come noi lo conosciamo e blinderà un web tutto suo, come hanno fatto da lungo tempo i cinesi. A quel punto, sarà estremamente difficile comunicare con la Russia sia via social che per email. [...] Le ripercussioni di questa decisione non tarderanno a farsi sentire in tutta Europa. Un’Europa sempre più sola, sempre più divisa e sempre più debole, prima orfana della Gran Bretagna poi disunita sulla guerra in Ucraina. ([[David Grieco]]) *Abbiamo fatto così tanti passi avanti e ora questo improvviso passo indietro nella storia. ([[Romano Prodi]]) *Ai pacifisti russi che ora piangono, chiedo: dove eravate quando il nostro popolo veniva perseguitato nel Donbass? Vi svegliate solo oggi perché avete paura delle sanzioni, perché i vostri figli studiano in Occidente. Andate via, emigrate, andate dove spendete i soldi che vi paga quello Stato russo che tanto disprezzate. ([[Nikita Sergeevič Michalkov]]) *Alla fine della seconda guerra mondiale è successa una cosa bellissima, [...] l'idea di costruire una legalità internazionale: facciamo la guerra solo quando insieme, in un ambito come le Nazioni Unite, votiamo e c'è un'assoluta maggioranza [...] Per un certo periodo questa idea [...] ha retto [...] e io vorrei che tornassimo là. E poi [...] quando Bush padre ha fatto guerra a Saddam Hussein perché aveva invaso il Kuwait, era approvata dalle Nazioni Unite e la stragrande maggioranza delle nazioni del mondo hanno partecipato. L'Iraq ha invaso il Kuwait e il mondo intero, insieme, dice: ok, questo è un motivo di guerra. [...] Quell'idea di legalità internazionale [...] è stata tirata giù a violenza dagli Stati Uniti, che hanno fatto una guerra, che è la guerra dell'Iraq, [...] illegale. [...] Perché non ce la ricordiamo? [...] La Russia ha fatto un orrore, sta ammazzando gente per nulla, ma [...] si è infilata nello spazio aperto della guerra in Iraq, Libia, Siria, Afghanistan. Nessuna di queste guerre era una guerra legale. Tutte sono state un'invasione di un altro Paese. ([[Carlo Rovelli]]) *C'è un tempo per tacere e uno per parlare. C'è un tempo per ricordare le colpe della Nato e uno per aiutare un popolo di resistenti contro un tiranno invasore. ([[Nicola Piovani]]) *Cercando di conservare la calma nonostante le immagini raccapriccianti che provengono dal fronte ucraino, non si può fare a meno di riflettere sulla fragilità dell’Unione Europea, priva di un suo governo e di un suo esercito che oggi avrebbero potuto legittimamente e concretamente tenere testa alle mire espansionistiche russe. ([[David Grieco]]) *Che cosa devono fare la Nato, l'America e l'Europa davanti alle azioni della Russia? Devono alzare le braccia e dire "prego, si accomodi"? Discutiamo ragionevolmente, ma ancora non abbiamo capito che la tecnica di Putin è quella del carciofo. ([[Antonio Caprarica]]) *Chi siamo noi per dire, a un popolo che vuole combattere, che è ora di mollare le armi e sedersi a un tavolo, un tavolo dove, tra l'altro, probabilmente non troverebbe nessuno o forse al massimo troverebbe qualche bicchiere avvelenato? Chi siamo noi, soprattutto, per chiedere un cessate il fuoco a chi è stato aggredito, invece di chiederlo forse a chi è l'aggressore? Oggi in quest'Aula sembra che fingiamo di non sapere che questi tavoli negoziali sono stati fatti, che esistono da ben prima del gennaio 2022 e da ben prima di quell'epoca il mondo cerca di dialogare con [[Vladimir Putin|Putin]] per dissuaderlo dall'iniziare questo conflitto. ([[Giulia Pastorella]]) *Ci avete pensato? Se in Russia ci fosse la democrazia, tutto questo non sarebbe accaduto. La guerra folle cui stiamo assistendo, la colata di prepotenza e nostalgie imperiali, sarebbe impensabile. Ma la democrazia, in Russia, non c’è. C’è un uomo al comando, da ventidue anni: sempre più solo, ossessionato, imperscrutabile. Noi europei l’abbiamo accettato, con molta rassegnazione e un po’ di cinismo. ([[Beppe Severgnini]]) *Con la guerra contro l’Ucraina si è misurata una generazione di conduttori che la guerra non l’ha mai davvero trattata. Ne sapevamo poco, diciamo la verità, ci sono stati l’[[Guerra in Iraq|Iraq]] e l’[[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|Afghanistan]], ma non si sviluppavano in una narrativa quotidiana nei [[Talk show|talk]] come oggi. ([[Maria Latella]]) *Credo e lo dico a me stessa per prima, che dovremmo tutti fare lo sforzo, davvero complicato ma necessario, di sollevarci dall'urgenza della cronaca. Perché questa guerra è già una guerra che coinvolge molti più paesi, molti più interessi, molte più potenze e molte più aspirazioni di quelle che siamo in grado di vedere. Contemporaneamente è una guerra che in meno di un mese ha già sintetizzato alcuni dei paradigmi che abbiamo visto già in molte altre guerre in cui sono stati protagonisti alcuni dei protagonisti di questo conflitto, naturalmente la Russia. Credo che nella concitazione di raccontare in fretta e da vicino queste settimane, abbiamo perso di vista, un po' tutti, la visione di insieme. A forza di raccontare storie esemplari, ma davvero lo dico a me per prima, storie di resistenza e di patriottismo, abbiamo davvero forse smarrito l'orizzonte complessivo. E l'orizzonte complessivo è che questa guerra è già una guerra che si disegna e si profila come una guerra lunghissima. Lo è già. È una guerra che non vedrà vincitori e vinti velocemente, che determinerà un flusso migratorio costante e lunghissimo, che altererà gli equilibri interni europei, che porterà migliaia di combattenti stranieri in Ucraina, questo lo sta già facendo, non dobbiamo aspettare di vederlo perché sta già succedendo mentre noi cerchiamo le storie esemplari. Credo che dovremmo raccontare tutti meno stereotipi e leggere un po' di più tra le righe di quello che accade. ([[Francesca Mannocchi]]) *Credo sia importante trattare in modo politico, sono in gioco le vite di milioni di persone. Non voglio essere frainteso. Ovvio che sogno il ritorno ai nostri confini del 1991, ma occorre negoziare passo dopo passo, cercare compromessi in modo graduale, evitare il muro contro muro. ([[Hennadyj Truchanov]]) *Dice un grande studioso francese, [[Rémi Brague]], che non c’è il [[diritto]] del più forte: non esiste diritto che non sia diritto del più debole. Il diritto, anche quello internazionale, ha ragion d’essere per difendere gli aggrediti, mai per giustificare gli aggressori. ([[Maurizio Lupi]]) *È così straziante per me che Putin stia mettendo in atto le proprie insicurezze, i propri risentimenti e le proprie lamentele contro il popolo ucraino conducendo una guerra contro uno stato più piccolo che è totalmente immotivata. Ci dice davvero tutto ciò che dobbiamo sapere su Putin. ([[Hillary Clinton]]) *È per noi inaccettabile che nel cuore dell'Europa si cerchi di rovesciare il diritto di esistere di una Nazione attraverso feroci e violenti attacchi, che violano ogni principio universalmente riconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite. Ed è altrettanto inammissibile, secondo noi, continuare ad assistere ogni giorno agli appelli di aiuto sempre più insistenti da parte dell'inerme popolazione civile, che da mesi è ormai oggetto di costanti e indicibili orrori, così come di insopportabili sofferenze. ([[Giangiacomo Calovini]]) *È possibile che Putin abbia voluto questa guerra per azzerare il malcontento che per la prima volta cominciava a vedere nel paese. Io so che la gente non ne poteva più. La guerra è arrivata subito dopo che erano state varate due riforme pesanti: quella che prolungava l’età pensionabile e quella che accorciava la scuola ai giovani militari... La gente era arrabbiata... Forse non è più la Russia del silenzio raccontata dalla Politkovskaja. Si sta crepando tutto... ([[Serena Vitale]]) *Fino alla seconda decade di febbraio del 2022 nelle case di Kyiv, di Mariupol, di Kharkiv la sera si accendevano luce e televisione, si allestiva la tavola e le persone parlavano del più e del meno. Ora quelle stesse case, quaranta giorni dopo, sono devastate dai bombardamenti, e sono vuote. Non si sentono il rumore della tv né le parole leggere di una famiglia riunita. C'è solo silenzio. Ci sono case senza gente e gente senza case. I nostri occhi hanno visto bambini sperduti, anziani atterriti, corpi senza vita, le mani legate e gli occhi bendati. Abbiamo visto tornare le fosse comuni e un carro armato sparare per divertimento su un povero cristo in bicicletta. Sappiamo di ragazzi russi alla prima esperienza militare mandati a morire e di professionisti impegnati a saccheggiare case e stuprare ragazze. È la guerra, la più spaventosa delle condizioni in cui un essere umano possa trovarsi. ([[Walter Veltroni]]) *I coraggiosi soldati ucraini hanno dimostrato una notevole abilità sul campo di battaglia in difesa del loro Paese. Spetta a organismi come l'[[Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa|Osce]] sostenere la loro causa anche nella sfera politica. ([[Margareta Cederfelt]]) *Il 24 febbraio 2022 siamo cambiati per sempre. Ogni giorno il mio paese lotta per la verità, l'onestà, la libertà, l'indipendenza, per la sua esistenza. ([[Jaroslava Mahučich]]) *Il mio Paese e il mio popolo vengono bombardati. Amici e familiari si nascondono. Il mio sangue e le mie radici provengono sia dalla Russia che dall'Ucraina. Sono divisa in due mentre guardo l'orrore che si svolge, il paese distrutto, le famiglie sfollate, le loro intere vite giacciono in frammenti carbonizzati intorno a loro. ([[Milla Jovovich]]) *Il mio terrore è che Putin con questa guerra cerchi di segnare il suo rilancio e non voglio pensare a cosa succederà quando si accorgerà che non è possibile. La guerra lampo non gli è riuscita... come può reagire? Non lo so. ([[Serena Vitale]]) *Il tema in questione mi pare piuttosto interessante. Il vostro obiettivo è arrivare in [[Transnistria]]? Allora il Donbass non c’entra più niente. È una scusa. L’obiettivo è avere mezza Ucraina, volete toglierle il Mar Nero. Come può pensare che l’Ucraina possa mai accettare una cosa di questo genere? Pensa che noi italiani e noi occidentali, che aderiamo alla Nato, potremmo mai accettarlo? Francamente io direi di no. ([[Bruno Vespa]]) *In Europa hanno risposto alla minaccia di Putin con chiacchiere e orsacchiotti: la Germania ha mandato 160 soldati in Lituania, l'Italia ha promesso mille soldati. Dall'altra parte, lo stesso Putin fa finta di essere Hitler e invece è Mussolini. ([[Edward Luttwak]]) *In questo momento c'è qualcuno che invade e qualcuno che è invaso, c'è qualcuno che ha aggredito e qualcuno che è stato aggredito: noi siamo a fianco degli aggrediti, c'è Putin che ha aggredito e Zelensky che è aggredito. È il caso di dirlo, per dire basta alle polemiche stucchevoli. ([[Matteo Salvini]]) *In [[Ucraina]] c’è stata un’aggressione non provocata, e le deboli scuse della [[Russia]] sulla denazificazione e il regime di drogati che governa a Kiev stanno diventando sempre più demenziali. ([[Margaret MacMillan]]) *L'abbaiare della [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|Nato]] alla porta della Russia [ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto.] Un'ira che non so dire se sia stata provocata, [...] ma facilitata forse sì. ([[Papa Francesco]]) *L'aggressione all'[[Ucraina]] da parte della [[Russia]] pone in discussione i fondamenti stessi della nostra società internazionale, a partire dalla coesistenza pacifica. L'inasprirsi del conflitto conduce soltanto ad accrescere l'[[odio]], a negare le ragioni della [[libertà]] e della [[democrazia]]. Occorre ripristinare una rinnovata legalità internazionale. ([[Nicola Carè]]) *L'aggressione della [[Russia]] di [[Vladimir Putin|Putin]] all’[[Ucraina]] è l’atto più violento e drammatico dell’attuale fase storica. ([[Luana Zanella]]) *L'assenza di equilibri e contrappesi ha consentito a un solo uomo di far partire l'invasione del tutto ingiustificata e brutale dell'Iraq... Volevo dire, dell'Ucraina. ([[George W. Bush]]) *L'immagine di un convoglio di carri armati grande, fermo e vulnerabile che si dirige (o meno) verso Kiyiv è diventata la metafora della presidenza di [[Vladimir Putin|Putin]]. Il mondo si sta prendendo gioco della natura decrepita e amatoriale dell’esercito russo. Sembra che Mosca stia andando incontro a un conflitto lungo e sanguinoso per ottenere una qualche forma di controllo sull’[[Ucraina]], seguita da un’insurrezione ancora più lunga e sanguinosa. Questo stratega abile e astuto [...] ha inviato un esercito impreparato, mal equipaggiato e malinformato in un paese enorme che non riesce nemmeno a controllare, figurarsi a occupare. Non esattamente ‘geniale’. ([[Andrew Sullivan]]) *L'invasione dell'[[Ucraina]] da parte della [[Federazione Russa]] rappresenta una violazione di principi e norme che regolano la vita della comunità internazionale. Con essa la Federazione Russa si è resa colpevole di una gravissima violazione del diritto internazionale, aggredendo l'Ucraina con atrocità e azioni ostili, in particolare nei confronti di civili e lo dimostrano le azioni di questi giorni, infatti, sta agendo sempre più in modo devastante dopo i bombardamenti a Kherson, con città sempre più isolate, persone costrette a vivere senza energia elettrica, allo stremo delle forze. ([[Valentina Ghio]]) *L'invasione russa è in stallo e per andare avanti [[Vladimir Putin|Putin]] sta scegliendo l’opzione Grozny, o Aleppo: bombardamenti indiscriminati sui civili, intere città rase al suolo. ([[Daniel Cohn-Bendit]]) *L'Italia deve condannare la guerra di [[Putin]], fermare l'espansione della [[NATO]] in Ucraina, lavorare per il ritiro russo e la creazione di uno Stato che sia centrale nella stabilità e nella sicurezza europea ma fuori dalla NATO. [[Enrico Letta|Letta]] rischia di trascinare l'Italia in guerra ed il nostro popolo, già piegato dalla pandemia e dalla crisi economica, non può pagare un prezzo incalcolabile per l’incapacità e superficialità del ceto politico dominante. ([[Luigi De Magistris]]) *L'invasione dell'Ucraina è intollerabile, è un abuso [[imperialismo|imperialista]]. Dobbiamo protestare e opporci, perché siamo tutti minacciati se il piano di Putin avrà successo. ([[Mario Vargas Llosa]]) *L'[[Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa|Osce]] sostiene il popolo ucraino e chiede la fine della guerra nel pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. ([[Margareta Cederfelt]]) *L'Ucraina possiede dai 10 ai 12 trilioni di dollari di minerali critici. Potrebbero essere il Paese più ricco di tutta l'Europa. Non voglio dare quei soldi e quei beni a [[Putin]] per condividerli con la [[Cina]]. Se aiutiamo l'Ucraina ora, può diventare il miglior partner commerciale che abbiamo mai sognato, quei 10-12 trilioni di dollari di risorse minerarie critiche potrebbero essere utilizzati dall'Ucraina e dall'Occidente, non dati a Putin e alla Cina. Il modo in cui finirà l'Ucraina è davvero una grande questione. Aiutiamoli a vincere una guerra che non possiamo permetterci di perdere. Troviamo una soluzione a questa guerra. Ma sono seduti su una miniera d'oro. Dare a Putin 10 o 12 trilioni di dollari per minerali critici che condividerà con la Cina è ridicolo. ([[Lindsey Graham]]) *L'unica negoziazione che [[Vladimir Putin|Putin]] è disposto a prendere in considerazione è quella che garantisce a lui e al suo Paese tutto ciò che vuole, che lo metta al sicuro da tutto ciò che teme, che si tratti dell'esistenza di un'opposizione interna nel suo Paese oppure la volontà di uno Stato, che lui ritiene vassallo, di autodeterminarsi e - perché no? - di scegliere un futuro europeo. ([[Giulia Pastorella]]) *{{NDR|In risposta alle pressioni degli [[Stati Uniti]] sul posizionamento dell'Ungheria nel conflitto russo-ucraino}} L'Ungheria è un Paese sovrano e nessuno dall'esterno può dirci come vivere. ([[Péter Szijjártó]]) *L'[[Unione europea|Europa]] deve trovare unità, parlare ad una voce sola, con forza, deve esercitare un ruolo autonomo per evitare ulteriori ''escalation'', per evitare i rischi che ciò comporta, per scongiurare nuove contrapposizioni tra [[Russia]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] che riporterebbero pericolosamente indietro la storia, per traguardare la via del cessate il fuoco. ([[Valentina Ghio]]) *La [[libertà]] dell'[[Ucraina]] è anche la nostra libertà. La guerra di aggressione russa è un attacco contro tutti e tutte noi, i nostri diritti fondamentali, i [[diritti umani]] e la [[sovranità]]. ([[Irène Kälin]]) *La guerra in corso in [[Ucraina]] e le sue conseguenze sul piano economico, alimentare ed energetico hanno posto in luce le nostre vulnerabilità condivise. Abbiamo scoperto tutti di essere più deboli, quando, intorno a noi, infuria la guerra, anche perché, di fronte alla paura e ai costi imposti dal conflitto, non tutti riescono a respingere la tentazione di fare da soli per proteggersi meglio e per proteggersi anche a discapito degli altri. ([[Simonetta Matone]]) *La guerra in Ucraina si rivela apertamente per ciò che è sempre stata: posta in gioco in una partita triangolare fra Stati Uniti, Cina e Russia. [...] Il mondo è diventato multipolare ma [...] c'è poco da stare allegri. I sistemi internazionali multipolari del passato non erano pacifici: le grandi potenze venivano coinvolte con grande frequenza in guerre locali e, periodicamente, entravano in conflitto (armato) fra loro. La differenza — e che differenza — è che oggi le grandi potenze (e anche qualche media potenza) dispongono di armi nucleari. L'unico modo che abbiamo noi occidentali per arginare il caos montante in età multipolare, e per difendere i beni di cui abbiamo fin qui goduto (pace, libertà, prosperità) è mantenere, oggi e in futuro, unità e coesione. Proprio ciò che russi e cinesi pensano che non saremo in grado di mantenere a lungo. Le due grandi potenze autoritarie, come recita un antico detto cinese, sono sedute sul greto del fiume e aspettano che passi davanti a loro il cadavere del nemico, del mondo occidentale. E non mancano le ragioni che rendono l'attesa russa e cinese tutt'altro che campata in aria. [...] Un elemento che indebolisce l'Europa è dato dal fatto che una parte dell'opinione pubblica europea [...] è impreparata a fronteggiare i rischi crescenti connessi alla nascita di un mondo multipolare. Possiamo distinguere due categorie: quelli che non hanno capito niente e quelli che hanno capito fin troppo. I primi credono di vivere nel Paese dei balocchi, pensano che Zelensky sia un rompiscatole, pensano che se anche in Ucraina vincessero i russi niente cambierebbe nelle loro vite e in quelle dei loro cari. Credono che la pace di cui godono sia una sorta di condizione naturale che nessuno potrà loro sottrarre, pensano che guerra, oppressione e violenza riguardino altri, che non possano esserne neanche sfiorati. Non hanno mai capito che la loro pace e la loro libertà è stata garantita, dal '45 ad oggi, dalla Nato. In più, sono quelli che «Franza o Spagna», quelli che pensano che nulla di cattivo potrebbe loro succedere se, vincitore Putin in Ucraina, e in ritirata l'America, la Russia estendesse la sua influenza su un'Europa occidentale fragile, divisa, manipolabile. Né pensano che, se andasse in pezzi la Nato, l'insicurezza collettiva crescerebbe ovunque, anche nei Balcani e nel Mediterraneo. [...] Poi ci sono quelli che hanno invece capito tutto. Sono i nemici occidentali della società occidentale. Detestano, e hanno sempre detestato, il capitalismo, l'individualismo [...] Sono quelli che sperano che russi e cinesi abbiano ragione, che sia cominciato davvero il conto alla rovescia, che l'Europa riuscirà finalmente, prima o poi, a sbarazzarsi della tutela americana. Si ostinano a non chiedersi come sarebbe stata la loro personale esistenza se anziché vivere nella «falsa democrazia» occidentale, ove il potere del governo è limitato e bilanciato da altri poteri, fosse loro toccato in sorte di sottostare al potere illimitato e concentrato di un despota e della sua cricca. [...] Nel pericoloso mondo multipolare in cui siamo ormai immersi, non può essere stabilito a priori chi abbia più filo da tessere, chi alla fine uscirà vincente nel braccio di ferro fra le democrazie occidentali e le potenze autoritarie. Le nostre scelte e le nostre azioni decideranno del nostro futuro. Decideranno se saremo noi, come è auspicabile, quelli seduti sul greto del fiume. ([[Angelo Panebianco]]) *La [[pace]] quando viene messa in discussione, va conquistata. Bisogna fermare l'invasore. In [[Ucraina]] c‘è una invasione violenta, distruttiva di una popolazione inerme. Perciò bisogna utilizzare tutti gli strumenti che la situazione sollecita: azione diplomatica, sanzioni di carattere economico e finanziario contro l'invasore. Al tempo stesso aiutare gli aggrediti con misure di soccorso e rafforzando la loro capacità di difendersi, quindi anche con l’aiuto militare, l’invio di armi. ([[Sergio Cofferati]]) *La posta in gioco in questa guerra è persino più grande della sicurezza e della sovranità di una Nazione, riguarda la sicurezza e la sovranità di ogni Nazione, perché l’invasione della Russia, i suoi ripugnanti [[Crimine di guerra|crimini di guerra]] e la sua irresponsabile retorica nucleare sono sintomatici di una più ampia minaccia a tutto ciò in cui crediamo. {{NDR|17 febbraio 2023}} ([[Rishi Sunak]]) *La prima volta è stato [[Stalin]] a tentare di assassinare l'Ucraina, ora è [[Vladimir Putin|Putin]] che la vuole uccidere, con grandissimo [[odio]]. Ma non ci riuscirà. Tutti di noi abbiamo visto le immagini dei carri armati russi che entrano nei villaggi ucraini, di anziani e donne che si piazzano davanti ai panzer e si inginocchiano. Sono immagini entrate per sempre nel mio cuore e nella mia vita. ([[Svjatlana Aleksievič]]) *La priorità per me è ricordare a tutti che gli stranieri sono venuti a casa mia per uccidere e per distruggere e riscrivere la mia cultura. È stato così nel 1944, e poi in 2014, e ancora. Ora tutti in Ucraina capiscono che questo può accadere a chiunque se il male non viene fermato. ([[Jamala]]) *La verità è risaputa. La Russia è l'unico autore di questa guerra. Quindi è difficile capire perché alcuni membri del Consiglio continuino a chiedere a "tutte le parti" di desistere. Dovrebbero chiedere esplicitamente alla Russia di fermare la sua aggressione contro l'Ucraina. ([[Linda Thomas-Greenfield]]) *Le parlo da ucraina di madrelingua russa e di origini ebraiche. Il novanta per cento dei profughi dell’Ucraina orientale che incontro parla il russo. Il nostro russo è più russo di quello di Putin perché il suo regime fa cattivo uso delle virtù della letteratura russa e abusa della memoria della Seconda guerra mondiale. Non so come la cultura russa saprà fare i conti con tutto questo. Ma il conflitto non è etnico né ha come oggetto la questione dell’idioma. ([[Katja Petrowskaja]]) *Le truppe russe hanno devastato terreni agricoli, distrutto attrezzature, minato campi fertili dove avrebbero dovuto crescere i raccolti, danneggiato le rotte di rifornimento e bloccato i porti, tagliato l'elettricità e distrutto le centrali elettriche. Poi interrotto le forniture di acqua e di gas. Infine i colpi di artiglieria russi hanno distrutto magazzini di cibo e depositi alimentari, colpito le code di persone che aspettavano la distribuzione di aiuti e convogli umanitari di chi provava a fuggire dall'orrore. Il cibo non entra e le persone non escono. Bloccare il cibo, assediare i civili, è un'arma di aggressione distruttiva al pari delle bombe. Significa uccidere chi viene lasciato morire di stenti ma anche fiaccare chi sopravvive, significa umiliare gli esseri umani per piegarne la resistenza, avvilire la capacità di ribellione e infine dominarli. Significa dire, a quegli esseri umani: valete meno di noi. Così tanto meno da poter morire di fame. ([[Francesca Mannocchi]]) *Mai un Paese che ha un pollo nel suo stemma sconfiggerà un Paese che ha una forchetta come simbolo ([[Vitaliy Kim]]) *Mosca ha mentito ripetutamente a questo Consiglio con una sfrenata serie di teorie del complotto e disinformazione, ogni falsità più ridicola dell'altra. [...] La Russia ha violato la Carta delle Nazioni Unite, ha ignorato i nostri appelli globali e unificati per porre fine a questa guerra. [...] Il messaggio che continuiamo a sentire forte e chiaro da Mosca è che non rispetta né crede nell'Onu e non sarà un attore responsabile nel sistema internazionale. ([[Linda Thomas-Greenfield]]) *Natura morta. Questa [[guerra]] sbagliata su un territorio straniero, con i suoi crimini e le sue vittime (sono già a milioni, se parliamo non solo dei morti, ma anche di coloro che sono stati feriti, che sono rimasti senza casa, senza i parenti, senza un futuro), viene condotta dall'aggressore secondo i canoni di una creazione artistica, il cinema o un libro, dove gli avvenimenti vengono decisi da colui che li crea. Solo che si tratta di un libro che viene scritto da un pessimo autore — pessimo in entrambi i sensi — perché solo una persona cattiva oltre che uno scrittore da strapazzo può infischiarsene del tutto dei suoi eroi. Gli è indifferente se vivranno o moriranno, per lui non è importante quello che vogliono o di cosa hanno bisogno, e non è assolutamente disposto a riconoscere loro alcuna libertà. L'unica cosa che lo preoccupa sono il diritto d'autore, l'affermazione della sua volontà personale e la possibilità di controllo sul testo e sugli avvenimenti. È esattamente di questo — l'affermazione della sua volontà personale, il tentativo di riscrivere la storia dell'Ucraina e dell'Europa, di cambiare il nostro presente e di predeterminare il futuro — che si sta occupando [[Vladimir Putin]]. Egli sta tentando di trascinare l'Ucraina, la Russia, l'Europa, il mondo (e tutti coloro che scorrono incessantemente l'elenco dei notiziari) in questa narrazione orrenda che lui stesso ha scritto. Fa assegnamento sul fatto che in questo libro noi esisteremo, vuole essere il nostro autore, il nostro sceneggiatore, colui che sa come cambiare la nostra vita al meglio. Come ci riesca, lo sappiamo bene. Possiamo affermare che tale è la vera essenza di una qualsiasi dittatura e la logica di un qualsiasi dittatore: l'affermazione di un solipsismo personale, lo sguardo su un mondo vivo e abitato come fosse una natura morta, su piatti inermi disposti sulla tavola, che non grideranno se verranno rotti. Mi sembra però che qui si tratti di un caso particolare: dietro il movimento dei reparti militari russi c'è il terrore reale dinanzi all'esistenza dell'Altro e la brama sfrenata di schiacciare sotto di sé questo Altro, di trasformarlo, assimilarlo, attribuirselo, fagocitarlo, divorarlo. ([[Maria Stepanova]]) *Né la [[Russia]] né l’[[Ucraina]] vorranno fermarsi. O il mondo impone alle due parti un tavolo di pace, o questa guerra finirà per sfuggirci di mano. ([[Stefano Patuanelli]]) *Nessuno, due mesi fa, avrebbe pensato che stava per profilarsi un accordo tra tutti i Paesi europei, tra tutti i partiti europei, tra tutti i partiti italiani. Questo è stato il grande sbaglio russo! Inconcepibile. Una mancanza di conoscenza delle democrazie. Che sono deboli, faticano a decidere ma davanti ad eventi drammatici, si uniscono. Putin non lo ha capito. Un errore storico. ([[Romano Prodi]]) *Noi rispettiamo la resistenza [[Ucraina|ucraina]] e la sosteniamo. Ci sembra problematica la narrazione della vittoria che prolunga la guerra indefinitamente, auspica odio verso la [[Russia]] e non cerca soluzioni politiche al conflitto. ([[Paolo Ciani]]) *Non è un conflitto, non è un’operazione speciale, come la vogliono vendere. È un’aggressione. Un crimine contro i civili. Nessuno ci ha voluto credere, sino all’ultimo. Non potevamo immaginare che la Russia ci avrebbe fatto questo. Ci pareva impossibile. ([[Andrij Ševčenko]]) *Non lo credevo possibile. I nostri due Paesi sono legati profondamente per storia, cultura, lingua, religione, tradizioni. Ed è per questo che considero il 24 febbraio un vero spartiacque e un nuovo inizio. Io vengo dalla carriera militare, ho capito subito, sin dai primi missili, che questa era una guerra totale, ben diversa da quella del 2014 e le prime settimane le ho trascorse a convincere i miei collaboratori che dovevamo essere pronti a difenderci sino in fondo. Da allora spiego che Putin non ragiona più da politico pragmatico, ma è un mostro, un prodotto del regime sovietico e del Kgb deciso a ricostruire la Russia imperiale. ([[Hennadyj Truchanov]]) *Non so se il mondo presti davvero la stessa attenzione alle vite dei bianchi e dei neri. La crisi in Ucraina merita attenzione in quanto ha un impatto sul mondo intero, ma nemmeno una parte di essa viene data al Tigray, allo Yemen, all’Afghanistan, alla Siria e al resto. Una frazione. Devo essere schietto e onesto sul fatto che il mondo non tratti la razza umana allo stesso modo. Alcuni sono più uguali di altri. E quando dico questo, mi addolora. Perché lo vedo. È molto difficile da accettare, ma sta succedendo. ([[Tedros Adhanom Ghebreyesus]]) *Per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi, dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco. [[Putin]] definisce il conflitto in corso un'operazione militare speciale per la denazificazione dell'Ucraina. Io la considero una scelta di disumanità, uno sfregio, con morti, milioni di persone che devono lasciare il loro Paese, donne stuprate, bambini perduti. ([[Nicola Carè]]) *Putin ha un disegno imperiale chiarissimo, non c'entra niente l'autodeterminazione del Donbass, sono chiacchiere, è come l'autodeterminazione degli altoatesini, sono storie, bufale. Il problema vero è che Putin ha un disegno imperiale e che l'Europa deve capire come contrastarlo senza precipitare in un conflitto di proporzioni immani. ([[Antonio Caprarica]]) *Qual è la scusa della [[Russia]] per quello che sta facendo in [[Ucraina]] oggi? Non solo l’Ucraina non ha attaccato la Russia, ma è perfino, secondo gli stessi libri di storia russi, una «nazione sorella». Da dove viene allora questa valanga di [[sadismo]]? Qual è la ragione degli ordini dei comandanti russi, intercettati dal Servizio di sicurezza ucraino, di «bombardarli senza pietà»? ([[Oksana Zabužko]]) *Putin poteva distruggere Kiev in due giorni e poteva distruggere l'Ucraina in una settimana, ma non l'ha fatto perché l'Ucraina è il cuore della Russia. Infatti ci sono stati due tentativi di trattativa nel primo mese e dopo un anno un altro che era andato fino in fondo. Tutti e tre sono stati bloccati dalla Nato e Biden, che li hanno annullati. ([[Ginevra Bompiani]]) *[...] quella in corso è una guerra tra potenze. Le guerre tra potenze sono ideologiche. Le persone dotate di pensiero critico hanno il diritto di farsi delle domande. E chiedersi se una potenza ha provocato l'altra. [...] dire questo non significa schierarsi, significa fare un'analisi. Solo gli stupidi dicono che gli ex comunisti, o i tuttora comunisti, sono automaticamente filorussi o antiamericani. È un pensiero da gallina, se le galline non si offendono dato che oggi si offendono tutti. Quello che rivendico è la possibilità di osservare e analizzare lucidamente i fatti per come si sono succeduti. Da quando è caduta l'[[Unione Sovietica|URSS]] il metodo dell'Occidente è stato demolire tutto il blocco ex sovietico, pezzo per pezzo, facendo [[Allargamento dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|avanzare minacciosamente il confine della NATO]] fin sotto Pietroburgo. Questo è accaduto perché la Russia è l'unica altra potenza che ha un deterrente atomico pari a quello americano. Aggiungo che in Siberia c'è uno dei giacimenti di terre rare – cioè minerali preziosi e, appunti, rari – più importanti del mondo e quindi ovviamente fa gola. ([[Luciano Canfora]]) *Quando [[Vladimir Putin|Putin]] ha iniziato questa guerra ha scommesso sul fatto che la nostra determinazione sarebbe venuta meno. Anche adesso scommette sul che fatto non avremo i nervi saldi. Ma allora gli abbiamo dimostrato che si sbagliava, e lo dimostreremo ancora. {{NDR|17 febbraio 2023}} ([[Rishi Sunak]]) *Quello che è successo il 24 febbraio e che continua con l'enorme guerra che la Russia sta avendo in Ucraina ha cambiato lo scenario. Sono pronti ad attaccare un Paese vicino. Quindi quando si chiede se quello che {{NDR|i russi}} vedono è una possibilità di adesione {{NDR|della Finlandia alla Nato}}, io rispondo: voi avete causato questo, guardatevi allo specchio. ([[Sauli Niinistö]]) *Questa è una guerra totale. Putin ha deciso... di togliere l'Ucraina dalla mappa degli Stati. ([[Jean-Yves Le Drian]]) *Questa è una [[guerra]] della memoria. Ci era stato detto che l'Ottocento e il Novecento erano finiti e che le prossime guerre sarebbero state informatiche e tecnologiche: ma quello che sta accadendo adesso è una guerra ottocentesca, sul terreno, mirata contro i civili ma basata sulle memorie di un passato d’oro. La memoria qui è la parola chiave. Ed è una guerra molto emotiva: [[Vladimir Putin|Putin]] è sempre stato presentato come razionale e calcolatore, un classico uomo del Kgb senza emozioni, ma in realtà questa è una guerra emotiva. Putin gioca sulle emozioni della gente e si basa sulle emozioni: se non comprendiamo il passato non possiamo comprendere ciò che sta accadendo oggi. E quando dico il passato intendo l'interpretazione del passato, la sua riscrittura: se chiediamo agli ucraini cos'era il passato ci racconteranno una storia diversa. Quella di Putin è una interpretazione selettiva e filtrata del passato: ma gli autocrati si basano su questo. ([[Elif Şafak]]) *Questa guerra dice molto della psicologia dei due paesi. Oggi gli [[Ucraina|ucraini]] sanno chi sono molto più dei loro invasori. Hanno memoria del passato: ricordano cioè cosa significa essere assoggettati a Mosca. E guardano al futuro: sanno per cosa combattono. I [[Russia|russi]], invece, combattono prigionieri di un passato mitico, all’insegna di un’ideologia nutrita da mera propaganda. ([[Timothy Snyder]]) *Se la memoria della [[Resistenza]] avesse ancora un significato, se quella memoria occupasse ancora un autentico ruolo politico nell'Italia odierna, non fosse un mero flatus vocis strumentale, vedremmo figli e nipoti di quei partigiani, anche membri dell'Anpi, alzare la loro voce, scendere in strada per invitare i giovani ad ascoltarli, per esprimere la speranza che si formino, come in Spagna nel 1936, le Brigate internazionali. ([[Alberto Cavaglion]]) *Scopo dell’invasione raggiungere [[Kiev]], catturare e possibilmente uccidere il presidente [[Volodymyr Zelens'kyj|Volodymyr Zelensky]], distruggere il governo e annientare ogni aspirazione della società civile. ([[Timothy Snyder]]) *Se l'[[Ucraina]] cadrà nelle mani dei russi, seguiranno altre nazioni. Putin minaccia con il [[nucleare]] e continuerà ad usare questa carta. L'unica speranza è che [[morte|muoia]], altrimenti farà proprio come [[Adolf Hitler|Hitler]] quando stava dividendo l'Europa. Spaccherà le nazioni in due. ([[Serhij Stachovs'kyj]]) *So bene che queste sanzioni avranno un costo anche per la nostra economia. Abbiamo sopportato [[Pandemia di COVID-19|due anni di pandemia]]. E tutti noi desideravamo poterci concentrare sulla nostra ripresa economica. Ma credo che i cittadini europei capiscano molto bene che dobbiamo opporci a questa crudele aggressione. E questo è un costo che siamo disposti a pagare. Perché la libertà non ha prezzo. ([[Ursula von der Leyen]]) *Se potessi fare qualcosa, anche una piccola percentuale, per fermarla, lo farei senza pensarci un attimo. Ma sfortunatamente non posso. Non abbiamo il potere di influire. Ti fa sentire impotente. Chi può? Neppure l'Europa può. ([[Dar'ja Kasatkina]]) *Subiamo una propaganda di guerra che ci fa odiare la Russia, ammirare incondizionatamente tutto ciò che è ucraino e occultare ogni contesto, come quello della guerra ininterrotta dal 2014 fra l'Ucraina e le province russofone irredentiste, così come il ruolo degli Stati Uniti, che comunque un giorno bisognerà esaminare dal punto di vista storico. ([[Edgar Morin]]) *Una rapida vittoria dell’occidente utilizzando le sanzioni economiche sembra improbabile per una serie di fattori: in primo luogo, Putin ha isolato la Russia dall’occidente sin dall’[[Annessione della Crimea alla Russia|invasione della Crimea]] nel 2014. In secondo luogo, l’autosufficienza è stata accompagnata da un tentativo di diversificazione, con un deliberato perno politico nei confronti della Cina. In terzo luogo, la Russia ha utilizzato il denaro ricevuto dalle sue esportazioni di petrolio e gas per costruire sostanziali difese finanziarie. Infine, Mosca ha immense riserve in valuta estera e, per gli standard internazionali, ha livelli estremamente bassi di debito nazionale. Mentre la pandemia ha fatto salire il rapporto debito nazionale/Pil del Regno Unito al di sopra del 100 per cento, in Russia è oggi inferiore al 20 per cento. Putin si è preparato alla guerra, ha impiegato anni per farlo, e noi? ([[Loretta Napoleoni]]) *Una Russia democratica — ripetiamolo — non avrebbe neppure concepito l’invasione della vicina Ucraina. Una Russia autoritaria, questa invasione l’ha invece immaginata, programmata, minacciata, cinicamente eseguita. E ha agito così anche perché l’Ucraina è una democrazia. Imperfetta, ma una democrazia. Kiev — nonostante le difficoltà e le false partenze — è la dimostrazione che il «mondo russo» caro a Putin non è incompatibile con elezioni libere, partiti indipendenti, libertà di espressione. Una provocazione intollerabile, per l’uomo solo al Cremlino. ([[Beppe Severgnini]]) ===[[Vincenzo Amendola]]=== *Non una guerra per procura, ma un'invasione violenta, in cui gli attacchi che si stanno susseguendo in queste ore e in questi giorni non distinguono tra obiettivi militari e obiettivi civili ucraini. L'occupazione di una Nazione libera, senza che vi sia stata provocazione, conseguenza di una strategia politica russa imperniata sulla logica di potenza. *Per noi è sempre stata netta, in questi nove mesi, la richiesta di un cessate il fuoco, dell'avvio di un negoziato, presupposto immancabile per una conferenza di pace. Un'aspirazione che non solo unisce tutti noi in tutte le mozioni qui presentate, ma soprattutto è un'urgenza per chi è sotto i bombardamenti o è dovuto scappare dal proprio Paese. *Non c'è mai stato e non c'è tuttora un prima e un dopo da annunciare, un'opzione “cessate il fuoco” che esclude l'altra, aiutare chi è sotto il fuoco. E la guerra a oltranza è solo nelle teste dei ''siloviki'' del Cremlino, e noi non siamo e non saremo da quella parte, proprio perché il negoziato che auspichiamo non può rimuovere i principi che noi tutti difendiamo. *Non si può auspicare un negoziato nel nome dei valori di pace e difesa della libertà, sminuendo le ragioni dell'aggredito o negandole come fossero un impaccio, perché nel caso ipotetico che quell'aggredito ammainasse le bandiere, l'accordo innanzitutto cancellerebbe i valori che si proclamano, perché sarebbero piegati dal sopruso. Sarebbe la legge del più forte a vincere, non la forza della legalità internazionale! *Mi ha molto colpito il 9 giugno {{NDR|2022}}, quando [[Vladimir Putin|Putin]], dinanzi a una platea di giovani, si è paragonato a [[Pietro il Grande]]: a noi è toccato in sorte fare quello che ha fatto lui, e cioè riportare indietro le terre russe e consolidarle. Sappiamo che il nuovo ordine multipolare non facilita la nascita di una solida legalità multilaterale, ma al dunque lo strappo russo armato si insinua in questo caos. *Ha ragione il Presidente [[Sergio Mattarella|Mattarella]]: da questa crisi non si uscirà con una nuova [[Conferenza di Jalta|Jalta]], ma con una Carta di Helsinki, in cui nel negoziato si porta non solo il cessate il fuoco e il diritto dei più deboli, ma anche la legalità internazionale; altrimenti pagheremmo nei prossimi decenni una scelta che non vogliamo. *Oggi, per fermare la guerra, ci vuole una visione salda, testardaggine diplomatica per riaprire la via negoziale al cessate il fuoco, che è propedeutica a qualsiasi discorso di pace, ma fermezza nei principi di chi è aggredito e di chi vuole perseverare e preservare la superiorità della legalità internazionale. ===[[Anne Applebaum]]=== {{cronologico}} *Non dimentichiamo [...] che stiamo parlando di una persona che potrebbe aver ucciso un milione di persone in [[Seconda guerra cecena|Cecenia]] e decine di migliaia in [[Guerra civile siriana|Siria]], dove le forze russe bombardavano gli ospedali. Il timore è che Putin usi così tanta brutalità da cancellare ogni resistenza, come ha fatto Stalin negli anni '30. Ma lui non conosce quasi l'Ucraina, non frequenta ucraini, forse pensa che non combatteranno. Potrebbe scoprire di aver torto. (25 febbraio 2022) *L'Ucraina è una democrazia, e questo per lui è un pericolo. Putin è spaventato all'idea che a Mosca possa ripetersi quello che è accaduto a Kiev nel 2014. Lo considera una minaccia personale. (25 febbraio 2022) *Ho sempre pensato che Putin fosse razionale, a suo modo. Non ha mai preso grossi rischi, in fondo. Era brutale, magari, ma non si è mai buttato in sfide che non potesse vincere. Oggi è diverso. L’invasione sembra un azzardo. [...] Sembra ossessionato e pieno di odio. Sembra entrato in una fase nuova. Non so di cosa abbia paura, se della morte o di perdere il potere. Di certo è vissuto isolato per due anni, a causa della [[Pandemia di COVID-19|pandemia]]. [...] Oggi sembra un uomo malato, disturbato. (25 febbraio 2022) *Abbiamo creduto di esserci lasciati alle spalle il XX secolo. Abbiamo pensato che non esistessero più, almeno in Europa, leader capaci di ricorrere alla brutalità di massa per raggiungere i loro scopi. Abbiamo pensato che il nostro mondo basato sulle regole fosse reale, rispettato, compreso da tutti. Ci siamo illusi che Putin pensasse come noi. (25 febbraio 2022) *{{NDR|«I russi dicono in questa fase che si stanno riorganizzando per la conquista del Donbas e che questo è sempre stato il loro obiettivo principale.»}} Questa è ovviamente una bugia, il loro obiettivo è sempre stato quello di conquistare l’intero paese, e lo sappiamo perché abbiamo visto i loro piani pubblicati persino tre giorni prima dell’inizio della guerra da un sito di notizie russo in cui si spiegavano benissimo le loro intenzioni. (22 aprile 2022) *Ogni volta che i russi si fermano in una città ucraina rapiscono o uccidono il sindaco, uccidono chiunque capiti a tiro nelle strade, fanno arresti indiscriminati, gettano i morti nelle fosse comuni, distruggono tutto, casa dopo casa. Decidere di lasciare ai russi il Donbas significa condannare decine, forse migliaia di persone all’orrore, alla fame e alla morte. (22 aprile 2022) *Per la Russia, la vittoria sfortunatamente è definita da Putin ed è la distruzione dell’Ucraina. Questo vuol dire trasformare l’intero paese in un campo di concentramento. (22 aprile 2022) *Questa è una guerra ideologica, scatenata perché Putin è convinto che l’Ucraina vada distrutta perché è una democrazia, perché aspira a essere parte dell’Europa. Lui odia la democrazia e odia l’Europa e non può sopportare che un’ex colonia russa, prima dentro l’Impero russo, poi dentro l’Unione sovietica, abbia questo tipo di aspirazioni. Non capisco quest’idea per cui i russi siano stati in qualche modo costretti a invadere. L’hanno fatto perché noi non abbiamo fatto nulla per impedirlo. (22 aprile 2022) *Chi vuole l’escalation è Putin. Noi siamo stati molto chiari nel dire che quello che stiamo facendo è aiutare gli ucraini a difendersi, che la loro è una guerra di difesa e non di offesa. Nessuno sta invadendo la Russia e nessuno dice di volerlo fare. (22 aprile 2022) *È assolutamente falso e scorretto dire che la diplomazia non sia in azione e che non ci sia dialogo. Ma perché la diplomazia funzioni, bisogna che i russi vogliano che funzioni. Prima che si arrivi a una soluzione, bisogna che smettano di combattere questa guerra. Sono stati loro a invadere. Oggi è solo difendendo l’Ucraina e respingendo Putin, facendogli capire che le sue scelte avranno delle conseguenze, che possiamo fargli accettare qualche forma di dialogo e di diplomazia. Lui crede di poter ancora ignorare i negoziati, non gli interessano. Pensa di essere forte, che alla fine la Russia non pagherà un gran pezzo e che lui resterà al potere. Perché cambi idea deve sentire l’impatto dell’isolamento. (22 aprile 2022) *Mentre noi non prestavamo attenzione, la Russia ha portato avanti per dieci anni una feroce propaganda per indurre i russi in primo luogo a odiare gli europei, a credere che l’Europa sia degenerata, divisa, impoverita, che la democrazia sia una farsa e che i politici democratici siano ridicoli. In secondo luogo che gli ucraini non sono persone reali, non meritano di esistere e di avere un loro stato, dei nemici che non meritano nemmeno di vivere. Sfortunatamente questa cosa è scaturita dalla mente di Putin e ora i russi ci credono, sia i soldati al fronte sia la gente a casa si sono convinti. Non è la prima volta che accade una cosa del genere. Stalin convinse tutti che i contadini ucraini, i kulaki, erano contro la rivoluzione e meritavano di morire di fame, perché ostacolavano la strada verso il progresso. Lo abbiamo visto anche in Europa occidentale, nel modo in cui i tedeschi parlavano degli ebrei. Conosciamo il potere di questo genere di propaganda, lo abbiamo visto molte volte in Europa. Dovremmo essere scioccati e arrabbiati nel vederlo succedere ancora. (22 aprile 2022) *Per dirlo senza tanti giri di parole, è difficile immaginare come la Russia possa soddisfare una qualsiasi di queste richieste finché il suo attuale presidente resterà al potere. Ricordiamo che Vladimir Putin ha messo la distruzione dell'Ucraina al centro della sua politica estera e interna, e al cuore di quella che vuole sia la sua eredità. (15 settembre 2022) *Io credo che l’unico modo in cui la guerra possa finire — e intendo finire davvero e non riprendere dopo sei mesi o un anno — è se i russi perdono e capiscono di aver perso. (7 gennaio 2023) *Onestamente, {{NDR|gli ucraini}} resisterebbero fino a che non esistono più, perché per loro non c’è alcuna forma di resa che non implichi anche la morte. (7 gennaio 2023) ===[[Federigo Argentieri]]=== *Il paragone con la ex Jugoslavia è legittimo. Io ritengo che gli ucraini debbano sapere che la Croazia, durante la [[Guerra di indipendenza della Croazia|guerra]], per riprendersi la Krajina, ossia l'equivalente del Donbas, una regione con una forte minoranza serba, ma situata in Croazia, fu costretta ad attendere quattro anni prima di riconquistare tutto il territorio. E, dunque, bisogna forse attrezzarsi per tempi lunghi. Però [[Slobodan Milošević|Milošević]] è finito all'Aja (sarebbe stato condannato se non avesse avuto un infarto letale), mentre [[Radovan Karadžić|Karadžić]] e [[Ratko Mladić|Mladić]] sono stati condannati. Dunque, l'auspicio è che finisca nel medesimo modo in quanto la dinamica è la stessa. Ovviamente Milošević, non avendo armi nucleari, era più vulnerabile, però fu spodestato dal popolo serbo e non dalla Nato, perse le elezioni dopo la guerra in Kosovo. Dunque, l'auspicio è che accada la stessa cosa. Sarà difficile, ma speriamo che succeda. *Io credo, infatti, che molti abbiano capito che ciò che afferma l'Ucraina è vero: qui non si tratta di negoziare e aspettare che passi la buriana. Qui si tratta di fermare l'espansionismo russo perché la Russia è capacissima di prendersela con i Paesi Baltici, con la Polonia, usando l'avamposto belaruso. *{{NDR|«È davvero convinto che la Russia abbia perso la partita?»}} Lo stallo a [[Battaglia di Bachmut|Bachmut]], lo scarso controllo persino delle quattro regioni annesse, l'affidamento a truppe mercenarie, la necessità di nuovi reclutamenti, il lancio di missili a casaccio sono sintomi evidenti. Pure se per ipotesi disgraziatissima gli ucraini perdessero territori, non mollerebbero, alimentando la guerriglia partigiana. Ma Zelenskyj si sta muovendo in modo sagace, credo abbia assimilato Sun Tzu e von Clausewitz. Inoltre mostra grande capacità mediatica. *Non posso fare previsioni per il futuro. Mi auguro vivamente che Putin, Lavrov e Peskov, i tre odiosi capi di questa cricca, finiscano tutti quanti davanti a un tribunale. Naturalmente è più un augurio che una previsione, ma la speranza è l'ultima a morire. Sarebbe una fine giusta per le atrocità che hanno compiuto, così come giusta è stata la fine di Milošević e dei suoi. *Non so se l'Ucraina riuscirà a vincere: vincere significa espellere la Russia da tutto il suo territorio, prendendo in considerazione i confini antecedenti al 2014. Non so se questo sarà possibile, ma bisogna, comunque, sconfiggere l'invasore e, dunque, fa bene l'Occidente a vedere in tale aspetto una questione importante di principio per la salvaguardia dei valori dell'Unione europea, degli Stati Uniti e della solidarietà euroatlantica. Mai transigere, dunque. Naturalmente questo rende la situazione molto diversa da quanto non fosse a [[Rivoluzione ungherese del 1956|Budapest]] e [[Primavera di Praga|Praga]]. Però vi sono delle analogie. La diversità sta nella solidarietà fattiva dell'Occidente con l'Ucraina, mentre la medesima solidarietà non si è manifestata né nel 1956 né nel 1968. Ed è una differenza fondamentale. *Se i russi impiegassero un'arma nucleare tattica sarebbe una ulteriore, ignobile violazione del [[Memorandum di Budapest]] e credo che in quel caso la Nato abbia un piano di annientamento, con armi convenzionali, del loro potenziale bellico. *Se Putin avesse agito nel 2017, avrebbe avuto quattro anni per chiudere l'operazione. Forse s'è mosso dopo perché pensava di arrivare a Kyiv in pochi giorni. Un altro clamoroso sbaglio. ===[[Óscar Arias Sánchez]]=== *Non so cosa succederà dopo la negoziazione: l’Ucraina potrebbe diventare uno stato neutrale, ma non conosco le intenzioni di Putin, né le sue richieste. Per questo, più tardi si sederanno a trattare, più morti ci saranno. *Presto o tardi dovrà arrivare necessariamente un cessate il fuoco, dunque perché continuare con la morte degli innocenti? Meglio utilizzare la diplomazia ora, meglio tardi che mai. *Vediamo tutto il giorno questa guerra in TV e sul web, perché è in Ucraina. Però ci sono conflitti in zone lontane del mondo che non sono seguite altrettanto bene. Per questo dovremmo sfruttare questa attenzione mediatica per dimostrare che possiamo fare un passo avanti e trattare per la pace e terminarla immediatamente. ===[[Arkadij Babčenko]]=== {{Cronologico}} *Per la prima volta in quindici anni ho guardato il discorso del Cazzone. Per intero. Il nostro nanerottolo sta proprio fuori come un balcone. Mica dichiara guerra all'Ucraina, no: parla di una nuova spartizione del mondo. Nel suo discorso l'America occupa uno spazio dieci volte maggiore dell'Ucraina. Cosa è stato capace di rivangare. Quante ne ha sparate. La Seconda guerra mondiale, il crollo dell'URSS, l'Iraq, la Libia, Belgrado; ha dichiarato che «siamo noi (la Russia) a difenderci dalla NATO», che «non tollereremo la presenza di fascisti ai nostri confini», e in pratica ha detto chiaro e tondo che impiegherà le armi nucleari in caso qualcuno interferisca nell'occupazione dell'Ucraina, occupazione che lui, comunque, non ha intenzione di effettuare. E tutto questo coabita dentro la stessa testa.<br>Ebbene, russi, preparatevi. Cominciate a misurarvi i pastrani militari. *Vent'anni. Per vent'anni hanno riarmato l'esercito. Lo hanno pompato all'incredibile. Ci hanno riversato fiumi di soldi, tipo ventimila miliardi di rubli. Hanno battuto la grancassa annunciando armi ultramoderne, ipersoniche, merdavigliose e senza analoghi al mondo. [...] Guardo le foto e i video: vedo sempre le stesse vecchie e obsolete autoblindo BTR-80, nella variante A, e i cingolati MT-LB.<br>MT-LB, porca puttana!!!!<br>Cingolati degli anni Settanta!<br>E su questi MT-LB viaggiano certi soldati sgangherati che in confronto un milite ucraino della difesa territoriale sembra Terminator. *Le perdite dell'esercito russo nella [[Prima guerra cecena]], dal 1° gennaio 1995 al 31 agosto 1996, ammontano a 3860 uomini.<br>Le perdite nel corso dei dieci anni della [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra afghana]] ammontano a quindicimila uomini.<br>Per comprendere la portata di quanto sta accadendo.<br>Il conflitto in Ucraina in due giorni ha mietuto tante vittime QUANTE CE NE SONO STATE IN CECENIA DURANTE L'INTERO ANNO E MEZZO.<br>Oppure in Afghanistan in due anni di guerra.<br>Se i dati sulle perdite russe comunicati (100 carri armati, 500 autoblindo e 3500 morti) sono veri – se sembra che, in linea massima, sia una stima realistica –, si tratta di numeri semplicemente stratosferici.<br>Sono cifre spropositate.<br>Né l'URSS né la Russia hanno in generale mai conosciuto simili perdite giornaliere dai tempi della Seconda guerra mondiale. *Russi, non bisogna scrivere che provate vergogna. Non ce ne frega un emerito cazzo della vostra vergogna. Non ci serve che protestiate sventolando palloncini. Non ce ne fotte una sega che vi buschiate manganellate come pecorini.<br>Quello che serve è inviare denaro a favore dell'esercito ucraino.<br>E custodite la ricevuta della somma trasferita come la pupilla dell'occhio.<br>La mostrerete poi in tribunale. E verrete rilasciati. *Durante questi venti anni avete messo in galera, fisici, ingegneri, sviluppatori di tecnologie a duplice uso, svariati professori, intellettuali, vi siete impegnati a sdrumare il settore della missilistica, dei mezzi corazzati, della marina militare, quello spaziale e in generale tutte le altre industrie del Paese.<br>E alla fine l'avete mandato a scatafascio!<br>Le mie congratulazioni.<br> [...] Insomma, ragazzi, vi ringrazio.<br>Grazie per aver devastato a più non posso, in due decenni di instancabile lavoro, tutto quel vostro cazzo di potenziale scientifico-militare.<br>E perciò la vostra merda sta ora entrando in Ucraina a bordo di lattine arrugginite, fabbricate negli anni Settanta.<br>E non su nuovi veicoli sviluppati dall'Istituto dell'acciaio e delle leghe.<br>Altrimenti ce la saremmo davvero vista brutta.<br>Grazie, complici di [[Stepan Bandera|Bandera]]!<br>Gloria all'Ucraina! *L'Occidente ha tutto da guadagnare da una guerra in territorio ucraino. Per essere più precisi: dal momento che la guerra è già iniziata, all'Occidente conviene che si svolga nel territorio dell'Ucraina. E ha inoltre bisogno che la Russia resti invischiata in questa guerra. In modo che sprechi soldi, armamenti, truppe e risorse. In modo che la sua economia vada a rotoli. In modo che si indebolisca, che la sua società si demoralizzi e l'Ucraina ne triti l'esercito. In territorio ucraino.<br>In modo che ci rimanga impelagata, come in Afghanistan, e possibilmente con le stesse conseguenze subite all'epoca dall'URSS. *Siamo a favore della guerra, porca troia. Vogliamo bombardamenti a tappeto delle città russe. Come a Dresda. Che siano bruciate e cancellate dalla faccia della Terra come Berlino. Vogliamo la fornitura di caccia americani. I Patriot e i Javelin. Il gruppo della portaerei ''Harry Truman'' nel Mar Egeo. Le navi russe in fiamme nella rada di Odessa. I campi dell'Ucraina cosparsi fin quasi ad altezza di ginocchio di tutto quel groviglio di budella e rottami metallici prodotti nel '75. E l'ingresso degli Abrams sulla Piazza Rossa, forse ormai non semplicemente come scorta dei convogli umanitari, ma, chissà, magari proprio insieme all'esercito NATO.<br>Perché l'esercito ucraino adesso sta facendo un culo grosso così alla Russia, e glielo sta facendo tanto in fretta da offrire al mondo l'opportunità reale di chiudere definitivamente i conti con quell'aborto di formazione statale già durante questa stagione.<br>Non vogliamo più lasciare ai nostri figli la soluzione di questo problema.<br>Adesso vogliamo risolverlo noi di persona.<br>Insieme al mondo intero.<br>Ora. *Tutte queste cazzo di assurdità che avete combinato per anni in Ucraina – e in generale tutt'intorno a voi –, e che negli ultimi dieci giorni avete persino elevato a un nuovo livello, adesso vi devono tornare indietro. Insieme a quanto è successo a Ilovajs'k. Con il cannoneggiamento dei corridoi per l'evacuazione dei civili vicino a Mariupol'. Con i bombardamenti di Charkiv. Con la catastrofe umanitaria di Volnovacha. Con folle di bambini sui treni di evacuazione nelle stazioni ferroviarie. Con i neonati in metropolitana durante gli allarmi aerei.<br>Tutto questo deve venire nelle vostre città.<br>Nelle vostre case. Nei vostri appartamenti.<br>Nei vostri scantinati, sotto le macerie delle vostre case e dei vostri appartamenti.<br>Dovete. Provare. Tutto quanto. Di persona.<br>In modo che voi stessi il 22 febbraio di ogni anno incidiate con un ferro rovente sulle vostre finestre «Mai più».<br>Che ve lo incidiate sulla fronte. Di vostra mano.<br>Non c'è altro modo. Sennò non vi entrerà in testa. ===[[Pino Bicchielli]]=== {{Cronologico}} *Mentre l'uomo si prepara a tornare sulla [[Luna]], infuria, a poche migliaia di chilometri da noi, un conflitto armato, suscitato da mai sopite [[imperialismo|pulsioni imperiali]] di stampo novecentesco. *Il problema è che l'auspicio della pace, talvolta, viene confuso con l'invito alla resa, con una narrazione in chiaroscuro che tende a relativizzare non solo i confini geopolitici di una nazione sovrana, illegalmente occupata, ma anche i confini morali che distinguono l'invaso dall'invasore. *L'[[Italia]], signor Presidente, nel contesto della crisi ucraina, ha dato un contributo decisivo al risveglio e all'unità di intenti di un [[Occidente]] che era parso troppo spesso sopito e dimentico anche delle proprie tradizioni, che affondano le radici in una civiltà libera e solidale, con l'anelito di giustizia delle nazioni e di libertà dei popoli. *Ora il [[Cremlino di Mosca|Cremlino]] sta colpendo direttamente la popolazione, individuando come ''target'' le infrastrutture di rete energetica e l'arma utilizzata è quella delle più tradizionali guerre di logoramento: il freddo. *Nella notte più lunga della [[Nato|NATO]], quando in pieno G20 i frammenti di un missile hanno colpito il territorio [[Polonia|polacco]] al confine con l'[[Ucraina]], uccidendo due persone, una situazione che avrebbe potuto scivolare fino a giungere a un passo dal conflitto mondiale è stata gestita con grande prudenza, a dimostrazione del fatto che nessuno persegue la guerra in quanto tale, ma il tentativo della comunità internazionale è di giungere a una pace che sia rispettosa della libertà dei popoli, del diritto delle comunità e dell'integrità delle nazioni. ===[[Joe Biden]]=== {{cronologico}} [[File:President Joe Biden delivers remarks at the 77th session of the United Nations General Assembly.jpg|thumb|Il presidente statunitense [[Joe Biden]] durante il suo intervento alla 77ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, 21 settembre 2022.]] *È stato un attacco senza giustificazione, premeditato, programmato forse da mesi. Ha rifiutato i nostri tentativi per evitare un conflitto che non è necessario. Abbiamo cercato di trattare, ma il conflitto si è scatenato in maniera più violenta di quanto immaginavamo. Le accuse di Putin all’Ucraina sono una menzogna, il territorio dell’Ucraina è sovrano. Putin ha scatenato l’offensiva. Abbiamo informazione di cyberattacchi. Putin è l’aggressore e ha scelto la guerra. (24 febbraio 2022) *Andremmo a imporre un prezzo alto che dovranno pagare. Oggi il rublo è a un livello mai stato così basso come valore, il mercato azionario è crollato. Abbiamo sanzionato le banche russe, lavoriamo per impedire il lavoro alle principali banche russe. Il patrimonio dei russi in America sarà congelato, ivi compresa la seconda banca russa. In questo momento non sarà più possibile per la Russia fare investimenti in Europa e negli Stati Uniti. (24 febbraio 2022) *Sei giorni fa, Vladimir Putin ha cercato di scuotere le fondamenta stesse del mondo libero, pensando di poterlo piegare ai suoi modi minacciosi. Ma ha calcolato male. Pensava di poter arrivare in Ucraina e il mondo si sarebbe prostrato ai suoi piedi. Invece, ha incontrato un muro di forza che non aveva mai previsto o immaginato. Ha incontrato il popolo ucraino. (2 marzo 2022) *La guerra di Putin è stata premeditata e non provocata. Ha rifiutato gli sforzi di negoziato. Pensava che l'Occidente e la Nato non avrebbero risposto. E pensava di poterci dividere qui, a casa. Putin aveva torto. Eravamo pronti. (2 marzo 2022) *Il petrolio russo non sarà più accettato. Questo significa che il popolo americano darà un altro potente colpo a questa macchina da guerra. [...] Questo è un passo che stiamo facendo per infliggere ulteriore dolore a Putin, ma ci saranno ulteriori costi anche qui negli Stati Uniti. Ho detto che sarei stato onesto con il popolo americano fin dall’inizio. (8 marzo 2022) *La storia di questa guerra è scritta: lascerà la Russia più debole e il resto del mondo più forte. (8 marzo 2022) *Abbiamo un membro permanente del Consiglio di sicurezza che ha invaso un suo vicino con l'obiettivo di toglierlo dalla mappa. Oggi il presidente russo Putin ha inviato altre minacce. Il Cremlino sta organizzando un referendum farsa, che è una enorme violazione. [...] L'obbiettivo di questa guerra è abolire il diritto dell'Ucraina di esistere come Stato, e al popolo ucraino di esistere come tale. Chiunque voi siate, dovunque viviate, qualunque siano le vostre credenze, questo dovrebbe raggelarvi il sangue. (21 settembre 2022) *Per la prima volta dalla [[Crisi dei missili di Cuba|crisi dei missili cubani]], abbiamo la minaccia di un'arma nucleare, se in effetti le cose continuano lungo la strada su cui stanno andando. (7 ottobre 2022) *Un anno fa il mondo si preparava alla caduta di Kyiv: beh, io sono appena stato a Kyiv e posso dirvi che Kyiv è ancora in piedi, e forte, è ancora orgogliosamente in piedi, e soprattutto, è ancora libera. (21 febbraio 2023) *Quando la Russia ha deciso di invadere l'Ucraina l'intero mondo ha dovuto affrontare un enorme test: la Nato, l'America, il mondo intero, tutte le democrazie si trovano ad affrontare una grandissima prova. Come abbiamo risposto? Saremmo stati forti, saremmo stati deboli, cosa avrebbero fatto gli alleati, sarebbero stati uniti, sarebbero stati divisi? Un anno dopo conosciamo le risposte: siamo stati uniti, siamo stati forti, non abbiamo voltato lo sguardo altrove. (21 febbraio 2023) *Mi rivolgo ancora una volta al popolo russo: l'Europa, l'America non vogliono controllare o distruggere la Russia, l'occidente non vuole attaccare la Russia come ha detto oggi Putin. Milioni di cittadini russi vogliono semplicemente vivere in pace con i loro vicini e loro non sono i nostri nemici: questa guerra non è necessaria, è semplicemente una tragedia, una guerra scelta dal presidente Putin. Ogni giorno di questa tragica guerra è una scelta di Putin, che potrebbe mettere fine alla guerra semplicemente ponendo fine all'invasione dell'Ucraina. Se l'Ucraina smettesse di difendersi invece questa sarebbe la fine soltanto dell'Ucraina. (21 febbraio 2023) ===[[Rosy Bindi]]=== *La strada della guerra sta creando una situazione insostenibile per l’[[Ucraina]], per la [[Russia]] e per l’[[Europa]]. *Se fossi stata in parlamento avrei votato per l’invio delle armi {{NDR|all'Ucraina}}, almeno all’inizio, perché un paese aggredito deve essere aiutato a difendersi. *Questi sette mesi di guerra ci dicono che più si va avanti e più la strada del cessate il fuoco e di una possibile intesa si complica. [...] So che sedersi al tavolo con l’aggressore fa ribrezzo, ma il compromesso si cerca anche con l’aggressore. ===[[Boris Bondarev]]=== {{cronologico}} *La guerra di aggressione scatenata da Putin contro l'Ucraina, e di fatto contro l'intero mondo occidentale, non è solo un crimine contro il popolo ucraino, ma anche, forse, il più grave crimine contro il popolo russo, con la Z cubitale che cancella tutte le speranze e le prospettive di una società libera e prospera nel nostro Paese. (24 maggio 2022) *Coloro che hanno concepito questa guerra vogliono solo una cosa: rimanere al potere per sempre, vivere in pomposi palazzi pacchiani, navigare su yacht paragonabili per stazza e costi all'intera Marina russa, godendo di un potere illimitato e di una completa impunità. Per raggiungere questo obiettivo sono disposti a sacrificare tutte le vite necessarie. Migliaia di russi e ucraini sono già morti solo per questo. (24 maggio 2022) *L’Ucraina deve ottenere tutta l’assistenza che richiede, quando la richiede. Chi si fa avanti con appelli come "diamo a Vladimir quel che vuole e fermiamo la guerra" è davvero un alleato di Putin, forse inconsciamente. L’[[appeasement]] non funziona mai. Comprerà alla Russia un po’ di tempo per ricostituirsi e prepararsi a una nuova campagna. (6 luglio 2022) *Putin deve rivendere qualcosa ai suoi sostenitori e al suo ''inner-circle''. Una piccola vittoria in Donbas non sarà sufficiente, ha promesso di conquistare l’intera Ucraina. Avrà sempre più bisogno di "vittorie". Domani può essere Kiev e l’intero Paese, dopodomani l’annessione della Bielorussia, dopo ancora la Moldavia o perfino i Baltici. Il presidente può solo rivendicare vittorie militari, nient’altro. Per questo, finché rimarrà al potere, la guerra non finirà. (6 luglio 2022) *Sostenere l’Ucraina significa continuare la guerra. Ma se l’Ucraina cadrà, la guerra non finirà. E ci saranno altre vittime. (6 luglio 2022) *Putin ha ragione nel dire che si tratta di un conflitto fra due sistemi. Uno più o meno democratico e fondato sulla certezza del diritto e un altro dittatoriale e fondato sulla corruzione e sulla prevalenza del più forte. Quindi, che uscita ci può mai essere? Il problema è che Putin non può indietreggiare. Perderebbe tutto. L'unica via d'uscita è una sconfitta definitiva di Putin in Ucraina. (16 ottobre 2022) *Putin ha scatenato questa guerra solo per mantenere il proprio potere. Se avesse potuto dire ai russi che c'è un boom economico in arrivo, non avrebbe avuto bisogno di una guerra. Ma il regime è estremamente inefficiente, anche in economia. Putin ha esaurito tutte le opzioni. Era rimasta solo quella di una guerra breve e vittoriosa. (16 ottobre 2022) *Quando la gente dice: fermate la guerra, vogliamo la pace, deve rivolgersi a Putin. È lui che l'ha iniziata. Nessuno l'ha costretto. Nessuno voleva questa guerra. L'Europa no di certo: di tutto aveva bisogno fuorché di una guerra. Gli Usa nemmeno, stavano benissimo così. E, paradossalmente, non la voleva nemmeno la Russia. Solo Putin l'ha voluta. E solo lui può fermarla. Lo slogan dei pacifisti deve essere: "Ritira le tue truppe, Putin". Non c'è altro modo. (16 ottobre 2022) *{{NDR|Su [[Vladimir Putin]]}} Sarebbe disposto a sacrificare 10 o 20 milioni di russi solo per vincere questa guerra, per massacrare tutti gli ucraini, perché è una questione di principio. Per lui è una questione di sopravvivenza politica. Se perde la guerra, per lui sarà la fine. Perché dovrà spiegare alle sue élite e alla sua popolazione quanto è accaduto e non sarà facile farlo. (24 ottobre 2022) *Voglio che l’Ucraina vinca questa guerra e che la Russia perda. Non solo perché sarebbe giusto. Sarebbe anche l’unico modo per far cadere il regime di Putin e permettere la costruzione di un sistema diverso e più aperto in Russia. Ma perché questo accada, l’Occidente deve smettere di fornire armi all’Ucraina con il cucchiaino, poco alla volta. (2 febbraio 2023) *Continuare ad aggredire è nella natura di un regime fascista. Possiamo star certi che il piano iniziale di Putin era di conquistare l’Ucraina nel 2023 per poi annetterla con un referendum e fare lo stesso con la Bielorussia nel 2024, giusto prima delle prossime elezioni presidenziali. Così avrebbe potuto dire di aver riunificato l’impero. Ma non si fermerebbe a questo. Se vince in Ucraina, può attaccare il Kazakhstan e forse i baltici. È la natura di questi regimi: all’interno del Paese non possono offrire nulla, se non un’espansione aggressiva per far dissimulare il peggioramento della situazione economica. Sicuramente avere un Putin vittorioso ai propri confini sarebbe destabilizzante per tutta l’Europa. (2 febbraio 2023) *Alla Cina questa guerra serve. Per distrarre il mondo dalla Cina stessa. Che intanto sta usando Putin. Compra materie prime dalla Russia a prezzi stracciati. La utilizza come scudo sull’arena internazionale, per esempio in sede Onu, come ha sempre fatto da molti anni a questa parte. Per la Cina questa guerra comporta vantaggi anche di immagine: può presentarsi al mondo come uno Stato leader dei “non allineati” e che vuole la pace. Ma non è davvero così. (16 maggio 2023) *La maggior parte dei russi fa finta che non ci sia, questa guerra. O preferisce credere alla propaganda, secondo cui il conflitto l’ha voluto l’Occidente e la Russia sta combattendo il nazismo ucraino. È la cosa più semplice da credere. Meglio non farsi problemi e andare avanti con la propria vita. I russi non vogliono farsi coinvolgere. Preferiscono fuggire dalla realtà. (16 maggio 2023) *La Russia sta mettendo tutta la sua economia al servizio della guerra. Non mi stupiscono le notizie secondo cui ha raddoppiato la produzione bellica nel 2023. E Putin troverà sempre soldi per gli armamenti. A costo di tagliare i fondi per la scuola, la salute e lo stato sociale. (14 settembre 2023) *Non basta dire che i confini dell’Ucraina devono tornare quelli del 1991. E poi? A quali condizioni si negozierà la pace? Quale sarà l’architettura della sicurezza in Europa, e che parte vi avrà la Russia? Quali saranno le relazioni con Mosca? Che ruolo avranno le sue elite nel dopoguerra? Sono domande a cui si evita di rispondere o su cui si danno risposte ondivaghe. Eppure la Russia sarà lì. I russi saranno lì. Comunque vada a finire. (14 settembre 2023) *Putin teme l'azione, non la reazione, dell'Occidente. C'è una favola russa del XIX secolo: un cuoco entra in cucina e vede un gatto sta mangiare delle carne. "Come ti permetti? Non dovresti farlo", gli dice. Il gatto lo ascolta, ma continua a mangiare. L'Occidente sta facendo come quel cuoco e Putin come quel gatto. Perché non c'è una risposta reale. Putin si preoccuperebbe di una risposta come l'invio di missili all'Ucraina. Delle chiacchiere, invece, ride. (23 febbraio 2024) *Soltanto il 5 percento dei russi è a favore della guerra. È una minoranza molto rumorosa perché sa di avere il sostegno del governo. Ma basta guardare quante persone che, con coraggio, hanno portato fiori in memoria di Navalny rischiando il carcere. Al contrario, ai funerali dei sostenitori della guerra non si è presentato nessuno. E nessuno ha manifestato contro l'arresto del radicale Igor Girkin, famoso per l'invasione del Donbass nel 2014, in carcere per avere criticato Putin di essere stato troppo debole contro l'Ucraina. Per questo, credo che chi verrà dopo Putin cercherà di fermare la guerra e avviare negoziati di pace. Come lo farà? Dipende da chi sarà. (23 febbraio 2024) ===[[Ian Bremmer]]=== {{cronologico}} *Sicuramente chi ha conosciuto il Putin calcolatore freddo ma lucido, oggi non lo riconosce. Effetto dei due anni di isolamento? È malato? Non lo sappiamo. Di certo non sembra più avere la capacità di analisi di un tempo. (28 febbraio 2022) *La Russia sta usando solo una parte delle truppe ammassate intorno all’Ucraina. Ha la forza militare di chiudere la partita, ma dovrebbe fare un massacro a Kiev e nelle altre città: decine di migliaia di civili morti e dopo sarebbe davvero impossibile negoziare. Sarebbe come aver usato l’arma nucleare. Rischiamo di finire in una strada senza ritorno. (28 febbraio 2022) *{{NDR|«Come se ne può uscire?»}} Come a Cuba: concedendo qualcosa che consenta al presidente russo di fare un passo indietro senza perdere la faccia davanti al suo popolo. Nel 1962 i sovietici portarono via i loro missili: una vittoria americana, ma ai capi del Cremlino fu lasciata la possibilità di dire alla loro gente che, in cambio dei ritiro da Cuba, l’Urss aveva ottenuto dagli Stati Uniti la rimozione dei missili Jupiter basati in Turchia. Erano ordigni vecchi. andavano ritirati comunque. Ma bastò quello. (28 febbraio 2022) *L'invasione russa dell'Ucraina ha precipitato decine di milioni di persone in un clima spaventoso di tensioni e incertezze, e se c’è una cosa di cui oggi si può essere sicuri è questa: la Russia e l'Occidente sono entrati in guerra. (12 marzo 2022) ===[[Edith Bruck]]=== *Anch’io piango per l’Ucraina. Ma non sono santi neanche loro. Ricordiamoci nel ’41 il [[Massacro di Babij Jar|massacro di Babi Yar]], in due giorni i nazisti sterminarono più di 30mila ebrei. Quando furono invasi dai tedeschi, gli ucraini collaborarono pienamente. In Ucraina furono uccisi 150mila ebrei. Nelle fosse comuni hanno buttato bambini ancora in vita. Anche la sorella di mia mamma è morta così con i suoi figli. Si dimentica tutto, questo è il problema. *È un’altra follia. Ci possono essere fascisti o filonazisti in Ucraina, come dappertutto purtroppo, anche in Italia o in Francia, ma sono una minoranza. È come se qualcuno dicesse che per far fuori [[Forza Nuova]] bisogna bombardare l’Italia: una follia che nasce da una menzogna totale. *Gli ucraini sono accolti come il messia mentre quelli che vengono verso di noi da Paesi lontani, si sente dire, senza ombra di vergogna: che affoghino tutti... Non c’importa niente di loro. Alzano muri, fili spinati. Alzano barriere di odio non solo materiali ma culturali. L’altro da sé viene narrato come minaccia, come un nemico invasore. Guai se arrivano quelli dell’Africa, con la pelle nera. Se poi sono pure musulmani... Siamo razzisti nel profondo. I bambini possono pure essere accolti, basta che siano bianchi e con gli occhi azzurri. Mentre si combatte in Ucraina, con un interesse mediatico che per quanto affievolito resta comunque alto, nel Mediterraneo si continua a morire nel silenzio pressoché totale dell’informazione e della politica. Quei morti non fanno notizia. *Hai visto le immagini trasmesse? Le ultime... [...] Quelle di un giovanissimo soldato russo che scende dal mezzo blindato per chiedere piangendo un bicchiere d’acqua a una donna ucraina... Lei gli da mangiare e gli presta il telefono per parlare con la mamma... Poveri anche questi ragazzi russi buttati come carne da cannone dentro una guerra sporca, come lo sono tutte le guerre, come bambini armati che non sanno neanche dove si trovano... *Non credo che Putin vinca la guerra, tutti e due perderanno, ma i suoi soldati russi sono ragazzini immotivati, non sanno cosa fare, sono affamati, si impantanano, ma lui va avanti, va avanti, non si ferma, insiste, insiste, anche se per me ha già perso. *Putin provoca e minaccia, ma ha organizzato molto male la sua guerra, pensava che bastasse un blitz perché gli ucraini alzassero le braccia. Hitler sì che era organizzato molto bene, con scienziati, medici, ingegneri, architetti. *Vedrà, la rimozione avverrà anche con questa guerra. Aspetti quando avrà fine, spero il più presto possibile, e poi cominceranno a seppellire quello che è successo. Pensi all’Ungheria. Era fascista come l’Italia, alleata con i tedeschi. Dopodiché arrivati i russi in Ungheria, erano diventati tutti comunisti, da un giorno all’altro. Il popolo va verso il potere. ===[[Salvatore Caiata]]=== *La guerra, di nuovo, con la sua violenza si è posta dinanzi a noi, come un triste ricordo del vecchio mondo e un monito verso il mondo nuovo. Viene rievocato così sul territorio europeo lo spettro di un conflitto persino più ampio, che sembrava relegato al passato e superato insieme a quella [[guerra fredda]] e a quell'insicurezza globale che ha visto per quasi 50 anni contrapporre l'Occidente atlantico al blocco sovietico. *Il diritto a esistere e a resistere, un diritto alla sopravvivenza e alla democrazia che questa maggioranza vuole garantire all'Ucraina, così come a ogni Nazione. È un diritto che le stesse Nazioni Unite proclamano, così come l'Unione europea, fin dalle prime fasi della guerra e che l'Ucraina ci sta chiedendo con tragica determinazione, guadagnandoselo sul campo a costo di enormi sacrifici tra la sua popolazione. *Negoziare senza la possibilità di difesa equivale a una resa e chiedere al popolo ucraino di arrendersi dopo essere stato aggredito sul suo territorio, dopo che i suoi uomini, ma soprattutto padri, mariti e figli, sono stati chiamati a difendere la propria Nazione, accompagnando ai confini i propri anziani, le proprie donne e i propri bambini per poi tornare indietro a combattere, con la gravosa consapevolezza che forse non li potranno più riabbracciare, no, cari colleghi, questo non è dignitoso. Non è dignitoso chiedere di arrendersi a un popolo che sta resistendo al buio e al freddo. Non è dignitoso chiederlo stando comodamente seduti sulle nostre poltrone. Non è dignitoso, colleghi, cambiare idea a seconda delle poltrone in cui si siede. Infatti, qualcuno ha votato a favore quando era in maggioranza e vota contro oggi che è all'[[Opposizione (politica)|opposizione]]. ===[[Lorenzo Cesa]]=== {{Cronologico}} *Non possiamo dipendere da chi ha preferito l’uso della forza rispetto alla diplomazia e l’unica via d’uscita è non legittimare chi invade. La pace deve passare per il suo alveo naturale, le [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]]. *Come tutti sappiamo, la guerra in Ucraina non è un conflitto locale: è una guerra di libertà che coinvolge tutto il mondo, ma soprattutto, lo sappiamo, coinvolge noi europei. Per questo riteniamo che l'unica scelta percorribile per il nostro Paese sia quella dell'indiscussa vicinanza al popolo ucraino, in conformità agli accordi e alle alleanze internazionali di cui l'Italia è parte integrante da sempre ed al solo fine di proteggere un Paese aggredito nel totale dispregio delle norme del diritto internazionale. *L'[[Italia]], come sancisce in maniera chiara la nostra [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]], ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, ma non può, non vuole e non deve rimanere estranea al grido di dolore che si leva da chi, senza colpa, subisce attacchi, lutti, violenze e sofferenze inaudite. *Questa è la guerra voluta da [[Vladimir Putin|Putin]] sulla pelle di migliaia di giovani soldati russi, mandati a morire molte volte anche inconsapevolmente. Non è vero, oggi sappiamo con certezza, che l'Europa non abbia tentato di evitare questa tragedia. Diversi i tentativi, non ultimo, prima dell'aggressione del 24 febbraio, quelli posti in essere dal Presidente francese, [[Emmanuel Macron|Macron]], a nome dell'[[Unione europea]], quale Presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, ma, di fronte a questa terribile invasione, l'Europa ha saputo reagire in modo compatto e determinato. *Vogliamo continuare a sostenere gli [[Ucraina|ucraini]], perché difendere la libertà - e questo dovrebbe essere un valore che appartiene a tutta quest'[[Camera dei deputati|Aula]] - non ha alcun colore politico e tutti ricordiamo che si tratta, peraltro, di una decisione già presa dal [[Governo Draghi|precedente Esecutivo]]. Allo stesso tempo, però, vogliamo favorire i negoziati per un cessate il fuoco. *Il sostegno alla lotta per la [[libertà]] e la via della mediazione sono due linee di politica estera assolutamente compatibili. Se l'[[Italia]], invece, si sottraesse alle sue responsabilità, rischierebbe di trasmettere un messaggio che, paradossalmente, potrebbe persino alimentare nuove mire espansionistiche da parte di Paesi senza scrupoli. *Nella drammaticità della situazione ucraina, è emersa chiaramente non solo la volontà della comunità internazionale di aiutare gli ucraini, ma anche l'intendimento del mondo libero di evitare ogni possibile ampliamento dell'area del conflitto. Basti pensare a quello che è successo con il missile lanciato sulla [[Polonia]] e come è stata utilizzata, sia dagli [[Stati Uniti d'America|americani]], sia dall'[[Unione europea|Europa]], una politica per non espandere quella situazione. ===[[Michail Borisovič Chodorkovskij]]=== {{cronologico}} *L'Europa deve essere unita. C'è in gioco molto di più di qualche fornitura di gas: sotto attacco sono libertà, democrazia e diritti su scala globale. *Putin ha spostato la lancetta del tempo indietro di 80 anni, facendoci tornare al 1939, quando Hitler invase la Polonia. Ha perso ogni razionalità e ogni pragmatismo. La sua emozionalità prevale sulla ragione e comprende solo il linguaggio della forza. *Gli ucraini non stanno combattendo soltanto per difendere la loro libertà, ma anche la nostra e quella di tutto il mondo libero. *Partecipare a una manifestazione oggi a Mosca ha un costo altissimo: arresto, tortura, rischio di perdere il lavoro. L'Occidente deve fare di più per sostenere i dissidenti perché il regime può ancora cambiare. Molti settori economici non condividono l'azzardo di Putin; l'esercito non è così coeso e una prolungata campagna in Ucraina con ingenti perdite potrebbe portare a una rottura. ===[[Nina Lvovna Chruščёva]]=== {{cronologico}} *Secondo me {{NDR|Putin}} ha deciso all’ultimo momento. Si spiegano così forse gli errori tattici dell’esercito. È anche vero che i russi prendono sempre decisioni sul momento, ma qui c’è anche un grande errore strategico. Qualcosa si è rotto dentro di lui, e la responsabilità di questa rottura è degli Stati Uniti. (12 marzo 2022) *Non dico che quello che sta succedendo sia colpa degli Stati Uniti, la colpa è di Putin e basta. Quello che voglio dire è che Putin ha abboccato alla politica di Biden, che negli ultimi mesi lo ha provocato facendo la voce grossa quando bisognava invece de-escalare. (12 marzo 2022) *Gli americani ci vogliono soggiogare, lo hanno sempre voluto. Con Putin ce l’hanno finalmente fatta provocandolo fino in fondo. (12 marzo 2022) *Secondo me {{NDR|Putin}} voleva solo minacciare e farsi grande, ma quando Biden gli urlava che se avesse invaso l’Ucraina lo avrebbe punito senza tregua, lì c’è stato l’errore più grande. La diplomazia si fa a bassa voce, dietro le quinte. (12 marzo 2022) *La guerra è cominciata, ed è disastrosa per gli ucraini soprattutto. Le armi atomiche però le ha usate solo l’America finora, organizzando un isolamento economico e politico della Russia che ha completamente distrutto il paese. Comunque vada a finire l’America ha vinto. *Gli oligarchi non faranno nulla. Il sistema repressivo attorno a Putin sta vivendo la sua ora migliore. Ora la polizia ha mano libera, fa quello che ha sempre sognato di fare. Lo sai che fermano i ragazzi per strada, così a caso, si fanno consegnare il telefonino e controllano chi hai chiamato, chi ti ha chiamato, ecc.? Questo non è legale neanche in Russia. E che fai? Protesti? Ti piantano della droga in tasca e ti arrestano. (12 marzo 2022) *[...] Putin ed i suoi neo-euroasiatici sembrano credere che la chiave della vittoria sia creare il genere di regime che quei filosofi anti-bolscevichi maggiormente detestavano: un regime gestito dalle forze di sicurezza. Uno Stato di polizia adempirebbe alla visione di un altro degli eroi di Putin: il capo del KGB diventato Segretario Generale dell’Unione Sovietica Yuri Andropov. (25 marzo 2022) *La fatica dell’esercito russo per ottenere il controllo delle città ucraine, e per mantenerlo su una città importante conquistata, indica con evidenza che esso non può sostenere un’occupazione a lungo termine. Torna alla mente la disastrosa guerra sovietica in Afghanistan, che accelerò il collasso dell’Unione Sovietica. (25 marzo 2022) *Attaccando un altro paese europeo, Putin ha attraversato una linea tracciata dopo la Seconda Guerra Mondiale – ed ha cambiato il mondo. Ma ha anche cambiato la Russia, da una autocrazia funzionante in una dittatura stalinista, un pese caratterizzato da una repressione violenta, da una arbitrarietà imprevedibile e da una massiccia fuga di cervelli. Mentre le fortune dell’Ucraina, dell’Europa e del resto del mondo dopo l’arresto dei combattimenti restano da vedere, il risultato per la Russia è anche troppo chiaro: un futuro altrettanto buio del suo più buio passato. (25 marzo 2022) *Mentre i russi si stringono attorno a Putin, i sostenitori occidentali dell’Ucraina sembra stiano perdendo la loro determinazione. Agli inizi di questo mese, i leader dell’Unione Europea non sono riusciti ad approvare il pacchetto di aiuti finanziari di 50 miliardi di euro (55 miliardi di dollari) per l’Ucraina, sebbene abbiano concordato di far partire i colloqui per l’ingresso nell’UE. Questo fallimento interviene nel mentre il Congresso statunitense ha rinunciato quest’anno ad approvare un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. (28 dicembre 2023) *Ci sono tre plausibili scenari. Il primo, l’Occidente si reimpegna a sostenere l’Ucraina. Ma gli ostacoli politici – l’opposizione repubblicana negli Stati Uniti e il veto ungherese (e adesso slovacco) nell’UE – sono alti. Anche se fossero sgombrati, l’Ucraina faticherà a reclutare un numero sufficiente di nuovi soldati.<br>Nel secondo scenario, la NATO mette i piedi sul terreno in Ucraina. Sebbene Putin non abbia mai avuto intenzione di invadere un paese membro della NATO, il racconto secondo il quale una vittoria russa in Ucraina potrebbe indurre la Russia ad altre invasioni potrebbe essere utilizzato per giustificare l’impegno di truppe occidentali. Il rischio è che l’effetto Stalingrado verrebbe sovralimentato, che i russi si solleverebbero per proteggere la Madre Terra, e l’instabilità travolgerebbe l’Europa.<br>Nel terzo scenario, l’Occidente troverebbe modi per comunicare con il Cremlino. La Russia è lungi dall’essere invulnerabile, ma non è sull’orlo del collasso, e Putin probabilmente ha dinanzi a sé vari anni come Presidente. Anche se fosse rimosso dal potere, la profonda sfiducia dei russi sull’Occidente persisterebbe. Considerato tutto questo – e la cruda realtà secondo la quale è improbabile che l’Ucraina si riappropri di tutto il suo territorio – l’Occidente dovrebbe concentrarsi nel rafforzare le difese dell’Ucraina, mentre si prepara a cogliere ogni opportunità per impegnarsi in colloqui realistici con il Cremlino. (28 dicembre 2023) ===[[Paolo Ciani]]=== {{Cronologico}} *Noi rispettiamo la resistenza [[Ucraina|ucraina]] e la sosteniamo. Ci sembra problematica la narrazione della vittoria che prolunga la guerra indefinitamente, auspica odio verso la [[Russia]] e non cerca soluzioni politiche al conflitto. *L'[[Italia]] si è stretta da subito, con l'[[Europa]] tutta, attorno all'[[Ucraina]], Paese aggredito e occupato, lo ha sostenuto economicamente, militarmente, umanitariamente ed ha fatto bene, perché ha soccorso un Paese aggredito. *Noi italiani ed europei, che abbiamo goduto di una lunga [[pace]], purtroppo l'abbiamo considerata scontata. La [[guerra]] era qualcosa degli altri, dei popoli non europei, e oggi ce la ritroviamo in casa, forse perché è scomparsa la generazione dei testimoni che portavano la memoria dell'orrore della Guerra mondiale e ci dicevano che nella guerra possono avvenire le cose più orribili e si sviluppano i sentimenti peggiori: l'odio, la vendetta, il disprezzo. *Se non si cerca la pace per l'[[Ucraina]], si tradisce un popolo intero. *Sia chiaro, pace non vuol dire debolezza nei confronti degli aggressori. Noi condanniamo con fermezza l'invasione [[Russia|russa]], un'aggressione immotivata e ingiustificabile, e per questo rivendichiamo gli interventi che l'[[Italia]] ha promosso fino a oggi. E proprio dinanzi al protrarsi della guerra e alle sue evoluzioni, riteniamo importante, però, un nuovo impegno: ci vuole un nuovo investimento sulla diplomazia, che cerchi efficacemente strade nuove, a cominciare da un cessate il fuoco. ===[[Leonardo Coen]]=== {{Cronologico}} *{{NDR|Su [[Vladimir Putin]]}} Vuol essere lo zar di un terzo regime imperiale: l'invasione dell'Ucraina è il cardine di questo grande piano euroasiatico, base della dottrina geopolitica putiniana. Che si sviluppa abbinando guerra tradizionale, guerra ibrida, guerra informatica. Una guerra non lontana da casa nostra. *L'Europa Orientale è Europa. Cioè noi. Il conflitto scatenato da Putin – con la risibile scusa che la Nato sta brigando per far includere l'Ucraina nell'organizzazione, quando l'ipotesi di un eventuale ingresso nell'Alleanza atlantica è ritenuta inattuabile, e lo sarà per almeno altri dieci anni; allora i paesi baltici che ne fanno parte verrano invasi a loro volta? – ha innescato catastrofiche ripercussioni globali. Il conflitto, infatti, ha già provocato sensibili aumenti delle materie prime, del grano, per non parlare dello shock energetico. Chi pagherà di più saranno i Paesi poveri del mondo. *Il governo {{NDR|italiano}} si è schierato con chi vuole punire severamente la Russia, applicando sanzioni – sulla carta – articolate e pesantissime. Ma ci sono forze politiche che invece propugnano una linea più morbida. Le stesse forze che hanno progressivamente incentivato le relazioni economiche e commerciali con la Russia e che hanno favorito la nostra dipendenza energetica, senza attivare lo sviluppo delle fonti alternative, perché avrebbero ridotto il flusso di gas dalla Gazprom, il braccio energetico del Cremlino. Ciò permette a Mosca di ricattarci ed imbarazza i suoi "amici" – da Berlusconi a Salvini, il quale ha già espresso la sua ostilità alle sanzioni. *Un fattore determinante è rappresentata dall'offensiva mediatica (siti, agenzie, media tv), attraverso la quale sono veicolate fake news e manipolazioni storiche. La propaganda politica punta sul fattore identitario-xenofobo-sovranista, adottata dalle destre europee che, non a caso, hanno spesso e volentieri espresso posizioni filorusse. Lo scopo è plateale: fomentare il distacco da Bruxelles. Suscitare il disordine per indebolire la democrazia e i diritti civili. Quanto questo lavorìo ai fianchi dell'Ue sia stato efficace, lo dimostrano le contrastanti reazioni all'attacco russo. *Quando Putin attaccò la Georgia, la sua offensiva fu accompagnata da un attacco coordinato con gruppi di hacker sponsorizzati dalla Russia, almeno così venne ricostruita la dinamica in base agli algoritmi che ne furono l'unica traccia. In questi ultimi tempi, sei Paesi dell'Ue (Croazia, Estonia, Lituania, Olanda, Polonia e Romania) hanno offerto il supporto delle loro infrastrutture cyber per aiutare Kiev nel respingere questi attacchi. Le implicazioni internazionali ormai sono globali. *A farne le spese, oltre agli ucraini colpevoli di non volere la Russia in casa, saranno i russi, ai quali è stata somministrata l'ennesima razione di patriottismo e di etno nazionalismo. Tanto, credono, c'è la Cina che sopperirà alle esigenze russe. Ma non penso che lo farà gratis. Volendo guastare la festa a Putin e soci, basterebbe sequestrare i miliardi che da decenni vengono esportati dalla Russia in Occidente e nei paradisi fiscali, con le autorità che fanno finta di niente. E bloccare le fabbriche delle fake news. ===[[Giuseppe Conte]]=== {{Cronologico}} *Noi siamo convinti che il conflitto russo-ucraino non possa costituire l’occasione per nuovi straordinari investimenti nel campo militare a favore delle nostre industrie belliche. *Il [[Movimento 5 Stelle|MoVimento 5 Stelle]] non ha mai pensato di assumere posizioni equidistanti. Lo ricorderete, in tutte le nostre posizioni ufficiali abbiamo chiarito che va distinto nettamente l’aggressore dall’aggredito e non abbiamo mai fatto mancare il sostegno alla popolazione [[Ucraina|ucraina]]. Forti di questa posizione, però, riteniamo ormai da mesi che, superata l’iniziale asimmetria delle forze in campo, la via d’uscita non possa riposare su un invio ad oltranza di sempre nuove e sempre più sofisticate armi. Non cederemo, quindi, alla tentazione e alla narrazione di chi si ostina a raccontarci che la [[guerra]] sia l’unica opzione possibile. *Sin dal primo colpo sparato in questo conflitto, dal primo colpo, il [[Movimento 5 Stelle|MoVimento 5 Stelle]] ha condannato con forza, senza alcuna equidistanza, l'aggressione [[Russia|russa]], sostenendo non solo la necessità dell'apertura di un piano diplomatico, ma anche di un sostanzioso sostegno militare al popolo [[Ucraina|ucraino]], un aiuto - attenzione - derivato non già da pulsioni belliciste e interventiste, ma dalla convinzione di porre un argine alla iniziale asimmetria delle forze in campo, che metteva a repentaglio l'integrità delle istituzioni ucraine. *Sul piano delle armi e del sostegno militare, come sappiamo, si è parlato, si è agito tanto, anche troppo; di diplomazia, di negoziato, di pace, ad oggi non vediamo alcuna traccia e non vale l'obiezione per cui non c'è possibilità di pace; la pace va costruita, è frutto di una strategia responsabilmente impostata e faticosamente perseguita. *Il [[Movimento 5 Stelle|MoVimento 5 Stelle]] non si rassegna alla ineluttabilità della guerra; vogliamo che l'[[Italia]] svolga un ruolo da protagonista nell'apertura di un vero canale negoziale, lavorando sin d'ora per costruire in prospettiva una conferenza di [[pace]], da tenersi sotto l'egida delle [[Nazioni Unite]], con il coinvolgimento della [[vaticano|Santa Sede]], che segni un nuovo protagonismo - finalmente - dell'[[Unione europea]]. *Non possiamo pensare di continuare a inseguire un'illusoria vittoria militare sulla [[Russia]], la disfatta della Russia, con il rischio di scatenare un conflitto ancor più incontrollabile nei suoi esiti, con la concreta possibilità di una catastrofe nucleare. *Se il [[Governo Meloni|Governo]] vuole continuare a perorare questa linea guerrafondaia delle armi a oltranza e zero negoziati, non si nasconda, ma venga in [[Parlamento]] a dirlo, venga in Aula e faccia votare il Parlamento! Venga a metterci la faccia! Metta la faccia, non davanti al [[Movimento 5 Stelle|MoVimento 5 Stelle]], ma davanti agli italiani! ===[[Oleksij Danilov]]=== *La Bomba vada a farsi fottere. Se dovessimo spaventarci, vorrebbe dire che solo i Paesi con l'atomica possono difendersi. *Le posso dire la strategia: liberare i territori occupati e tornare ai confini del 1991. La tattica si aggiusta di volta in volta. *Non fosse per noi a quest'ora il nuovo Hitler che si chiama Putin sarebbe arrivato a Varsavia. *Volete che ci arrendiamo? So che ci sono politici italiani che continuano a dialogare col diavolo di oggi, Putin. Piuttosto dite pubblicamente che lo sostenete. In Italia avete anche la strana posizione della Chiesa. Che Chiesa è quella che preferisce gli assassini di bambini? Se la Chiesa ritiene giusto accettare le condizioni di Satana, allora capisco, ma non credo. ===[[Benedetto Della Vedova]]=== *Certamente tutti noi cittadini europei, così vicini a questa guerra brutale, auspichiamo un percorso di pace, un rinnovato quadro di sicurezza e pace, nel solco rinnovato degli Accordi di Helsinki. Tutti quanti noi auspichiamo una continuità nell'assistenza umanitaria al popolo e alle istituzioni ucraine. Tutti quanti dobbiamo essere pronti, se le cose proseguiranno come stanno andando avanti oggi, ad un ulteriore sforzo in ambito nazionale ed europeo per accogliere i rifugiati. *C'è un solo responsabile del disastro umanitario, delle vite civili e militari distrutte da questa guerra insensata, irragionevole e immotivata, da questa brutale aggressione, e l'unico responsabile di tutto questo è [[Vladimir Putin]]. *Sarebbe oggi, da parte nostra, a distanza di tanti mesi dall'avvio della guerra, una resa a [[Vladimir Putin|Putin]] dismettere lo sforzo di aiuto militare a [[Ucraina|Kiev]]. È quello che Putin si aspetta, è la vera ragione di questa escalation militare, che c'è e proviene da una parte sola, cioè dalla [[Russia]] di Putin. Putin scommette sulla fatica dei Parlamenti e delle pubbliche opinioni europee e occidentali. ===[[Devis Dori]]=== *L'[[Alleanza Verdi e Sinistra]] ribadisce, anzitutto, la ferma condanna della criminale aggressione della [[Russia]] di [[Vladimir Putin|Putin]] nei confronti dell'[[Ucraina]], che pone la Russia in palese violazione del [[diritto internazionale]], provocando uno scenario di insicurezza globale. *Al di là delle altalenanti evoluzioni di questo conflitto, ormai si prefigura una condizione di guerra di posizione e di logoramento, destinata a protrarsi nel lungo periodo, prolungando e aumentando così il carico di morte, distruzione e sofferenza. Bisogna, quindi, considerare che, in questo contesto, non è immaginabile una soluzione militare al conflitto. La soluzione non può essere nelle armi. *L'inconsistenza del ruolo diplomatico dell'[[Italia]] e dell'[[Unione europea]] è evidente. È, quindi, urgente un cambio di strategia e di prospettiva, finalizzato a rendere prioritaria la via negoziale per la ricerca della pace e la fine del conflitto. Si tratta di un percorso complesso - ne siamo ben consapevoli - ma è l'unica strada possibile per interrompere un'ulteriore escalation e allargamenti del conflitto. *I Governi trovano più comodo riempire il vuoto della [[diplomazia]] con il peso distruttivo delle armi: è più facile riempire l'[[Europa]] di armi che riempirla di costruttori di pace. Si inviano armi senza nemmeno preoccuparsi di come e dove andranno quelle armi, perché occhio non vede e cuore non duole. Ma il cuore, colleghi, duole, eccome se duole! *Il portafoglio dell'industria bellica si gonfia e senza troppa fatica, considerato che la maggioranza, con un emendamento in Senato, intende prorogare fino al 31 dicembre 2023 la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. Il messaggio che mandano la maggioranza e il [[Governo Meloni|Governo]] è chiaro: non importa come andrà il conflitto; meglio buttarsi nel mucchio in anticipo. State scommettendo su una lunga guerra e a quel punto, per vincere la vostra scommessa, troverete sconveniente puntare sulla diplomazia. ===[[Mario Draghi]]=== {{cronologico}} *L'invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in [[Europa]]. Che gli orrori che avevano caratterizzato il Novecento fossero mostruosità irripetibili. Che l’integrazione economica e politica che avevamo perseguito con la creazione dell'[[Unione europea]] ci mettesse a riparo dalla violenza. Che le istituzioni multilaterali create dopo la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici. Le immagini che ci arrivano da [[Kiev]], [[Kharkiv]], [[Maripol]] e dalle altre città dell'Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine di queste illusioni. L'eroica resistenza del popolo ucraino e del suo presidente [[Volodymyr Zelens'kyj|Zelensky]] ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili. (1º marzo 2022) *L'aggressione premeditata e immotivata della [[Russia]] verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant'anni. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di [[libertà]] e [[democrazia]] e all'ordine internazionale che abbiamo costruito insieme. Come aveva osservato lo storico [[Robert Kagan]], oggi molto citato, la giungla della storia è tornata e le sue liane vogliono avvolgere il giardino di pace in cui eravamo convinti di abitare. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire e l'[[Italia]] non intende voltarsi dall'altra parte. (1º marzo 2022) *L’aggressione dell'Ucraina da parte della Russia e le crisi che ne derivano – alimentare, energetica, economica – mettono a rischio i nostri ideali collettivi come raramente era accaduto dalla fine della [[Guerra Fredda]]. Queste crisi si affiancano alle altre grandi sfide dei nostri tempi – il [[cambiamento climatico]], la pandemia, le diseguaglianze – e ne amplificano i costi, soprattutto per i più deboli. Le responsabilità del conflitto sono chiare – e di una parte sola (20 settembre 2022) ===[[Aleksandr Gel'evič Dugin]]=== {{cronologico}} *Penso che stiamo parlando della liberazione dell’Ucraina. Interamente. Ecco dove ci fermeremo. (26 febbraio 2022) *Abbiamo dato l’opportunità di parlare la lingua della pace, abbiamo dato all’Occidente e a Kiev l’opportunità di parlare la lingua della diplomazia. Tutte le nostre proposte sono state respinte. Non c’era altra alternativa. (26 febbraio 2022) *Penso che finirà con l’unificazione degli slavi orientali in queste aree, l’unificazione dei tre rami degli slavi orientali – Novorussi, Bielorossi e Velikorussi – in un’unione, in un’unica configurazione come parte dell’Unione Eurasiatica. (26 febbraio 2022) *Quanto all’Ucraina, non sono affatto propenso a demonizzare lo Stato ucraino, perché quella parte degli Slavi Orientali che vengono chiamati i Piccoli Russi si è storicamente dimostrata del tutto incapace di costruire uno Stato. Ogni volta che hanno avuto la possibilità storica di costruire uno Stato, hanno fallito. Non sanno come farlo. Penso che non dovremmo biasimarli: sono nostri fratelli, è tempo che tornino nella Patria unita degli slavi orientali. (26 febbraio 2022) *Lo Stato ucraino sta per finire sotto i nostri occhi, non esiste più. Lo Stato implica una sorta di sovranità militare. Non c’è sovranità militare, non c’è Stato. Parleremo con un leader legale e legittimo dell’Ucraina – parleremo con lui di unità, relazioni fraterne, garanzie, confini. Ma non con i clown. (26 febbraio 2022) *La popolazione appoggia completamente Putin. Non c'è una vera opposizione. E non tanto perché c'è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. [...] La percezione di una protesta interna è frutto della disinformazione dei media occidentali. (14 marzo 2022) *Attenzione: l'operazione militare in corso non è una guerra contro la Nato. Ma una operazione per difendere una zona di interesse vitale per la Russia, la quale zona a lungo è stata indirettamente occupata dal potere occidentale durante un momento di debolezza di Mosca. (14 marzo 2022) *Nessuno qui credeva in una vittoria breve. Intanto la Russia però ha il controllo totale dei cieli. La guerra durerà ancora un mese, o più, ma l'esercito russo vincerà. Non c'è alcun elemento inaspettato in questa guerra per Putin. (14 marzo 2022) *Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all'Ucraina, insomma se l'Occidente sosterrà indirettamente Kiev tutte azioni legittime non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari. (14 marzo 2022) ===[[Bill Emmott]]=== {{cronologico}} *Sappiamo tutti di vivere in un periodo storico temibile, il più pericoloso della maggior parte delle nostre esistenze di europei occidentali. Stiamo vivendo non soltanto una guerra, ma ben tre: una guerra armata vera e propria tra gli invasori russi e l’Ucraina; una guerra per procura tra l’Occidente e la Russia che, a differenza di conflitti simili durante la Guerra fredda, si sta combattendo proprio alla frontiera tra Russia e Nato; e infine una nuova Guerra fredda, iniziata quando, lo scorso fine settimana, sono entrate in vigore nuove draconiane sanzioni. (2 marzo 2022) *La Storia è piena di rischi sottovalutati trasformatisi e sfociati in risultati devastanti che hanno cambiato il mondo per sempre, ivi comprese, nelle rispettive specificità, le due guerre mondiali del XX secolo. Ciò che possiamo affermare con sicurezza fin d'ora, tuttavia, è che i terribili eventi della settimana scorsa segneranno l'inizio di una nuova Guerra fredda. Lo si potrà evitare soltanto nel caso di un possibile risultato: un fiasco totale della Russia che porti a destituire Vladimir Putin e ad abbatterne il regime per dare una sorta di nuovo inizio alla Russia. (2 marzo 2022) *Come sta diventando già ovvio, siamo in presenza di una frattura nei confronti della quale molti Paesi di tutto il mondo dovranno scegliere da quale parte schierarsi, proprio come durante la prima Guerra fredda. Negli ultimi anni, quando si parlava di un nuovo tipo di Guerra fredda tra Occidente e Cina, si dava per scontato che, a differenza di quanto avvenne in epoca sovietica, il mondo non si sarebbe diviso in due campi nettamente separati. Tuttavia, in seguito alla guerra reale in Ucraina, ciò appare ineluttabile. (2 marzo 2022) *In Europa noi siamo giustamente contenti di aver dato prova della nostra solidarietà e del nostro spirito di risolutezza a fronte di queste tre guerre. Sul lungo periodo, invece, il destino della nuova Guerra fredda dipenderà ancor più da quali punti di forza o lacerazioni si evidenzieranno all'interno degli Stati Uniti e da come vi risponderà la Cina. (2 marzo 2022) *A nessuno dovrebbe importare cosa pensa Mosca riguardo la candidatura alla Nato della Finlandia e della Svezia. Se, come mi aspetto, sceglieranno di proseguire su questo percorso, la ragione sarà che sono state indotte a farlo proprio a causa della guerra provocata dalla Russia in Ucraina. (1 giugno 2022) *Credo che le ripercussioni del conflitto in Ucraina dureranno per molti anni a venire. Il conflitto diretto potrebbe concludersi entro sei mesi, ma non è probabile che si arriverà a individuare una soluzione a lungo termine. Così, ogni governo europeo che ritiene che la questione di inviare centinaia di milioni di euro ogni giorno alla Russia per il suo petrolio e per il suo gas [...] diventerà più facile da sciogliere in un arco di tempo di pochi mesi, è colpevole di auto-illusione. (1 giugno 2022) *Nessun Paese può essere completamente isolato, ma di certo è possibile erigere una nuova "cortina di ferro" attorno alla Russia, separandola dall’Europa, dal Nord America e dal resto dell’Occidente e bloccando la sua partecipazione ad alcuni importanti tavoli internazionali. (1 giugno 2022) *Un tribunale in stile Norimberga potrebbe concretizzarsi solo nel caso di una sconfitta completa della Russia e con la sostituzione del regime di Putin con una nuova classe dirigente, incentivata a epurare i propri predecessori attraverso un processo per crimini di guerra. A meno che ciò non accada, chiedere un processo per "crimini di guerra" rimarrà un atto puramente simbolico: giustificato moralmente e legalmente, ma in termini politici e pratici puramente simbolico. (1 giugno 2022) ===[[Piero Fassino]]=== *[[Vladimir Putin|Putin]] ha invaso l’[[Ucraina]], ha occupato il Donbass e l’ha annesso, facendo diventare il Donbass parte della [[Russia|Federazione Russa]]. Gli ucraini, ovviamente, non accettano una mutilazione del loro territorio. E, allora, quando si dice “trattativa” io chiedo, perché questo è il tema: ma qual è l’oggetto della trattativa? *L’oggetto di una trattativa, in questo momento, è qualche cosa di non negoziabile, perché nessun dirigente - non [[Volodymyr Zelens'kyj|Zelensky]], ma nessun dirigente ucraino di qualsiasi orientamento politico - va a un accordo in cui deve accettare che una parte del suo Paese passa sotto la sovranità di un altro e, per converso, [[Vladimir Putin|Putin]] ha dimostrato che non intende minimamente recedere dal ritenere il Donbass parte della [[Russia]]. *Un’ipotesi negoziale è fondata sul presupposto che l’[[Ucraina]] possa resistere all’invasione e, quindi, aiutare l’Ucraina a resistere all’invasione non è contraddittorio con l’auspicare e lavorare perché ci sia una soluzione politica. *Se l’[[Ucraina]] non è in grado di difendersi e l’invasione russa travolge l’Ucraina, non ci sarà alcuna trattativa e alcun negoziato di [[pace]]. ===[[Vittorio Feltri]]=== *Cari ucraini rassegnatevi ai russi, sono armati fino ai denti e vi faranno tutti a pezzi, non insistete in una difesa velleitaria. Risparmiate le vostre vite sacre. *Caro Putin, si metta una mano sul muscolo cardiaco e se lo sente pulsare: risparmi agli ucraini di essere sterminati come mosche. Che male le hanno fatto per infliggere loro un castigo tanto crudele? *Dicono che Putin non riesca a battere l’Ucraina. In realtà non spinge con le armi per evitare poi di comandare in un paese raso al suolo. *La Russia è un grande Paese che non necessita di trasformare l'Ucraina in una macelleria a cielo aperto per confermare la propria potenza. La generosità a volte è più efficace dell'arroganza. Anziché premere il grilletto, prenda una camomilla e le saremo tutti riconoscenti se cesserà le ostilità. *Ovvio che lo zar ha torto marcio e che gli ucraini essendo orgogliosi si difendono con disperazione, direi con spirito eroico. Ma il patriottismo, quando sei inferiore al nemico, serve solo a morire con onore. Ne vale la pena? ===[[Niall Ferguson]]=== {{cronologico}} *La maggior parte dei commentatori occidentali continuano a non cogliere il vero senso dell’operazione di Putin, credono che voglia restaurare l’Unione Sovietica. In verità sta cercando di far risorgere l’impero russo pre-1917, sulla scia di Pietro il Grande. *Non saranno le sanzioni occidentali a togliere il sonno a Putin ma un vero movimento di resistenza ucraino. Kiev perderà la guerra nel giro di pochi giorni, le forze armate sono già accerchiate. Ma gli ucraini hanno alle spalle una lunga storia. Non sarei sorpreso se ci fosse una resistenza prolungata nelle città che richieda una vera occupazione russa, con i rischi che ne conseguono. *Se Putin è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, difficile immaginare come gli Stati Uniti e i loro alleati possano fermare la Cina a Taiwan. ===[[Orlando Figes]]=== *Gli ucraini vogliono [...] definire legalmente l'ideologia russa "[[rascismo]]" e negare alla Russia il suo nome chiamandola "Moscovia". Tutto ciò mi mette a disagio perché credo ancora fermamente che questa sia una guerra del sistema Putin. Nella Russia odierna non puoi nemmeno pronunciare la parola "guerra" senza rischiare di andare in prigione per 15 anni, puoi perdere il lavoro se dici la cosa sbagliata o non dici la cosa giusta. Posso capire che, per combattere, l'Ucraina debba anche misura mobilitare l'odio, ma non vorrei vedere l'odio traboccare nella rappresaglia. *L'Ucraina è uno Stato territoriale indipendente dal 1991. Semplicemente, questa realtà storica al Cremlino non sta bene, dunque non la riconosce. La guerra che ha mosso l'anno scorso è in sostanza una guerra imperialista, per reclamare quella terra e ricostituire la vecchia Unione Sovietica, non nella forma politica sovietica, ma sotto forma di Stato grande-russo. La mitologia storica gli serve da giustificazione. *Non a caso, man mano che la guerra va avanti, il tipo di linguaggio e le idee utilizzate dal Cremlino per giustificarla o concettualizzarla sono sempre più esplicitamente imperialiste. Non parlano più nemmeno della NATO. Ricorda l'espansione della NATO? Ora hanno accettato la NATO come nemico. E si tratta di una vera e propria vendetta, per il crollo dell'Unione Sovietica, in cui credo che i ''siloviki'', i burocrati più vicini a Putin, stiano giocando una funzione importante. *Penso che la guerra probabilmente andrà avanti per anni. È una guerra esistenziale sia per l'Ucraina che per il regime di Putin. Non ci può essere pace duratura fino alla caduta del regime di Putin. *Putin sta reinventando la storia russa e usandola per la sua guerra, ma la sua visione storica non è nuova, è radicata nella storiografia imperiale russa del XIX secolo che ha imposto anche a scuola. Il saggio del 2021 era una chiara dichiarazione di guerra. Sosteneva che l'Ucraina non ha diritto di esistere. Era già successo nel 2016 con l'inaugurazione a Mosca di una statua di Vladimir il Grande. [...] Già allora Putin stava dicendo agli ucraini: "Kiev è il fondamento della nostra civiltà, voi ne siete soltanto una parte". ===[[Paolo Formentini]]=== *Dal nostro punto di vista, le circostanze sono chiare: il [[Governo Meloni|Governo]] ha confermato, sin dal suo insediamento, la tradizionale collocazione internazionale del nostro Paese, scegliendo di sostenere l'Ucraina di fronte all'aggressione russa. Non possono esserci dubbi: l'[[Italia]] è - e resterà - un membro autorevole dell'Alleanza atlantica; rimarrà altresì un attore responsabile del processo di integrazione europea, che noi vediamo, non come una strada per negare i nostri interessi nazionali, ma al contrario per perseguirli più efficacemente, difendendoli quando siano messi in discussione. *Ovviamente il tema fondamentale è per noi quello della pace e di come giungervi, ma dovremmo sempre ricordare che occorre definire la condizione di pace alla quale aspiriamo, perché non basta la cessazione dei combattimenti per ripristinare la pace, se questa cessazione si verifica in presenza di una compromissione dell'integrità territoriale dello Stato aggredito. Occorre una pace giusta. *Noi pensiamo che gli ucraini vadano aiutati a difendersi fino al punto in cui avranno ottenuto il ripristino dell'integrità territoriale del proprio Paese, o fino al punto in cui si sentiranno sufficientemente forti per intavolare trattative che permettano loro di ottenere la riparazione del torto in modo diplomatico. Qualcuno vorrebbe che ogni ulteriore futuro invio di materiali d'armamento fosse discusso preventivamente in Parlamento, magari anche pubblicando le liste dei sistemi d'arma che trasferiamo. A quel punto, perché non avvisare direttamente l'esercito russo? *La guerra in corso e le sue conseguenze sul piano economico, alimentare ed energetico, hanno posto in evidenza nostre vulnerabilità condivise. Abbiamo scoperto di essere più deboli, quando attorno a noi infuriano i combattimenti, e quando la guerra si avvicina alla regione del mondo in cui viviamo, è nella [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] che troviamo alla fine la nostra garanzia più importante. ===[[Nicola Fratoianni]]=== {{cronologico}} *Sono 9 mesi e mezzo che quella guerra va avanti, sono 9 mesi e mezzo che in [[Ucraina]], nel teatro della guerra, si consuma una tragedia senza limiti, sono 9 mesi e mezzo che l’unica strategia con cui buona parte del mondo di cui facciamo parte sul terreno della rete, delle alleanze internazionali, affronta quella guerra soltanto con la lente dell’iniziativa militare. È possibile o no chiedere che quest’[[Camera dei deputati|Aula]] discuta di quella scelta, della sua efficacia, della necessità di investire tutte le nostre forze per costruire una via d’uscita [[Diplomazia|diplomatica]]? Io penso che sia arrivato il momento di farlo, di costruire qui dentro, fuori dalla demagogia, fuori dal confronto muscolare, una discussione di fronte al Paese. Io penso, oggi come allora, che la via delle [[Arma|armi]] porti solo all’escalation militare. *C'è qualcuno che è in grado di spiegare a noi quando arriva il momento in cui l'equilibrio sul campo, garantito agli armamenti e dalla via militare, renderà finalmente possibile un cambio di passo, con un'iniziativa diplomatica, una proposta di pace o un tavolo negoziale? Quando arriva quel momento? Perché, badate, mentre si rilancia come unica strada quella dell'''escalation'' militare, le voci critiche si moltiplicano. L'ultima è quella del capo dello stato maggiore americano, [[Mark Milley]] che dice in modo chiaro - sapete, i militari poi sono più pragmatici, fanno poche chiacchiere - che oggi non c'è credibilmente una possibilità di risolvere per via militare questo conflitto. *Avete costruito, attorno a questa guerra, una retorica insopportabile, perché insopportabile è la retorica sulla guerra, sempre, ancor di più quando dà la caccia alla [[pace]], invece che alla guerra, quando se la prende con chi chiede la fine dei combattimenti, invece che con chi li alimenta. * Non c'era bisogno di dichiararlo per sapere che senza il protagonismo e il consenso di chi è innanzitutto vittima di quel conflitto non c'è pace possibile, ma che a noi non riguardi anche discutere e ragionare sui possibili strumenti e sulle possibili articolazioni di un piano di pace è francamente inascoltabile. ===[[Alan Friedman]]=== {{cronologico}} *Siamo davanti a un tentativo di rovesciare attraverso la guerra un governo eletto in maniera democratica, questo non è accettabile nell'Europa del 2022 e invece sta accadendo davanti ai nostri occhi. *La realtà è che Putin per sopravvivere deve vendere il gas alla stessa Europa che sta attaccando. *Io temo che il disegno che ha in mente Putin sia quello di ricostituire l’Unione Sovietica anche se per lui sarà molto costoso inseguire quest’idea e già tenere sotto la sua sfera politica la stessa Ucraina. *Evidentemente il disegno geopolitico di Putin non è governato da una logica economica ma da un neo imperialismo poco aderente alla realtà. ===[[Maša Gessen]]=== {{cronologico}} *Non c'è soluzione finché Putin sarà vivo. *{{NDR|«Cosa risponderebbe a chi dice che questa guerra è colpa della Nato?»}} Rispondo che è una cazzata, che è propaganda del Cremlino e ogni volta che vi si prende parte, la si amplifica. Penso che nella politica interna russa, e nel pensiero di Putin, ci sia un importante evento che è la [[Guerra del Kosovo|guerra aerea in Kosovo]], che è molto diversa dall'idea di espansione della Nato perché il Kosovo non è membro della Nato, ma sì, quella era una campagna della Nato, e la campagna era guidata dagli Stati Uniti. Penso che ciò che è accaduto in Kosovo abbia avuto un ruolo determinante nel creare una storia che premettesse a Putin di fare quello che sta facendo e di alimentare una politica di risentimento; ciò che è accaduto in Kosovo ha avuto un ruolo importante nel creare il Putinismo e il desiderio della guerra, e ha creato una connessione forte tra la guerra in Kosovo e questa terribile guerra che vediamo. Riguardo al dire che questa guerra è generata dall'espansione della Nato è una cazzata. *La [[Fronte orientale (seconda guerra mondiale)|grande guerra patriottica]] è servita alla Russia contemporanea per giustificare tutto: il terrore staliniano arrivato prima della guerra, il predominio su mezza Europa arrivato dopo la guerra, la rivendicazione continua contro tutti i Paesi europei. Quando sceglie di combattere una guerra, la Russia deve combattere la Seconda guerra mondiale, che era una guerra contro i nazisti. La cosa incredibile è che oggi gli ucraini stanno combattendo una grande guerra patriottica, quindi sono i russi a comportarsi da nazisti, commettendo un genocidio. Quello che Putin sostiene, cioè che non esiste la nazione ucraina, è un'affermazione genocida. Scrivono ovunque la lettera Z — che è la nuova svastica — ovunque, incluse le porte delle case degli oppositori alla guerra in Russia. Stanno avendo i tipici atteggiamenti da nazisti eppure chiamano gli ucraini nazisti, mentre gli ucraini stanno combattendo la loro grande guerra patriottica. ===[[Igor' Girkin]]=== *Ignoro le intenzioni del Cremlino. Ma so che questo conflitto si concluderà con una completa vittoria della Russia, oppure con la sua disfatta. Altre ipotesi non ci sono. *Il 24 febbraio non ho gioito. Perché mancava chiarezza. Il termine Operazione militare speciale non esiste a livello giuridico. Non si capisce cosa sia. L'Occidente ci vuole distruggere attraverso gli "Ukry". Noi invece ci siamo gettati nell'acqua senza sapere dov'è il guado, tanto per citare un proverbio russo *Il nemico ha una difesa aerea ben equipaggiata e numerosa, che limita seriamente le azioni dell'aviazione tattica, che è in grado di sostenere le sue truppe sul campo di battaglia. Il nemico ha un VANTAGGIO nei mezzi di ricognizione e nell'artiglieria (droni da ricognizione di varie classi sono già presenti quasi a livello di plotone). La sua artiglieria ha buoni sistemi d’arma e personale ben addestrato. Contro i numerosi veicoli corazzati russi, le FAU<ref>Forze armate ucraine</ref> (in condizioni di difesa) sono abbastanza preparate, grazie alla quantità enorme di armi anticarro (ATGM) nelle mani della fanteria. In condizioni in cui le truppe russe dovranno prendere d'assalto un agglomerato urbano dopo l'altro, la quantità di truppe diventa determinante. In questo ambito, le FAR<ref>Forze armate russe</ref> e le MP<ref>Milizie popolari delle repubbliche separatiste</ref> ahimé, non hanno un serio vantaggio. *{{NDR|L'Ucraina}} ha le risorse umane (200-300 mila persone) e la capacità tecnica (un enorme flusso di armi varie dall'Europa e dagli USA) per non solo mantenere un numero sufficiente delle sue truppe al fronte, ma anche creare nuove formazioni. Può crearne in quantità, fino a 100 mila uomini – si tratta di circa 50 BTG<ref>Battalion tactical group</ref> comprese le riserve e la logistica nelle retrovie – cioè circa 10 divisioni al completo. E noi cosa abbiamo? Stiamo reclutando per le varie CMP<ref>Compagnie militari private</ref>, reclutando soldati a contratto negli uffici di registrazione e arruolamento militare e... questo è tutto... le MP (in quanto a mobilitazione) hanno "raschiato il fondo del barile" ma, Dio non voglia, riusciranno a rimpiazzare le perdite future alla bell'è meglio. *La Federazione Russa non ha la completa supremazia aerea semplicemente a causa del numero insufficiente di aerei d'attacco, e del numero trascurabile di droni d'attacco. Allo stesso tempo, il nemico può tenere la linea del fronte vicino a Donetsk con forze relativamente piccole, grazie all'eccellente equipaggiamento ingegneristico che è stato prodotto per molti anni, mentre i nostri brillanti politici "reggevano il moccolo di Minsk". *Senza effettuare una mobilitazione almeno parziale nella Federazione Russa, portare avanti profonde operazioni strategiche offensive nella cosiddetta "Ucraina" sarà impossibile od estremamente pericoloso. Dobbiamo prepararci a una guerra lunga e difficile, che richiederà tutte le risorse umane che ora vengono sperperate in modo mediocre per "una bandiera sopra il prossimo consiglio comunale". La facilità con cui la bandiera può cambiare nuovamente è sotto gli occhi di tutti, Gostomel e Bucha non lasciano spazio a menzogne. ===[[Pinchas Goldschmidt]]=== *La guerra ha creato una nuova situazione di crescente antisemitismo in Russia. [...] Migliaia di ebrei russi sono scappati in Armenia, Germania, Israele, Dubai. Abbiamo numeri enormi di partenze. Sono più piccoli rispetto a quelli degli anni 90, perché il totale è più basso. Ma in termini di percentuali, l’entità dell’esodo è la stessa. *Sono state fatte pressioni sui leader della comunità per sostenere la guerra e io mi sono rifiutato di farlo. Mi sono dimesso perché continuare come rabbino capo di Mosca sarebbe stato un problema per la comunità a causa delle misure repressive prese contro i dissidenti. *Un quarto degli ebrei russi è fuggito dal paese. [...] Per anni abbiamo sperato che le istituzioni democratiche in Russia mettessero radici. Speravamo che le comunità ebraiche potessero mantenere le distanze dal crescente autoritarismo del presidente Vladimir Putin. Il contratto sociale del suo regime, dopotutto, era che la popolazione non sarebbe stata politicamente attiva, pur consentendo alle autorità religiose di condurre i propri affari. Le nostre speranze sono state infrante. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, tutto è cambiato. Un giorno, una fonte governativa informò la sinagoga che avremmo dovuto sostenere la guerra, oppure... ===[[Leonid Gozman]]=== *Alla fine è stato Putin a decidere di voler modificare gli equilibri, cominciando dall'Ucraina e forse sognando di diventare come Stalin nel 1945, quando Mosca comandava su metà del pianeta. *Il malessere sta crescendo e non credo che i russi sosterranno più la guerra quando che ne avranno capito il prezzo, economico e in termini di vite umane. *Non ne ho le prove, ma credo che il suo piano per l'Ucraina fosse diverso. [...] Anche i nostri officiali si aspettavano un'offensiva rapida, mentre hanno trovato una resistenza forte e anche eroica. ===[[Stefano Graziano]]=== *L'[[Ucraina]] ha esercitato un suo legittimo diritto a difendersi dall'aggressione russa per riconquistare il pieno controllo del proprio territorio e liberare i territori occupati entro i confini riconosciuti a livello internazionale. L'[[Italia]] condanna la [[Russia]] e opera al fianco dell'[[Unione europea]] e della [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]]. Il [[Governo Meloni|Governo]] italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza l'aggressione russa all'Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna ed hanno fornito sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, lavorando al fianco degli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione, alla crisi militare e, soprattutto, umanitaria che ne è nata. *La [[Russia]], nel perpetrare questa violazione del [[diritto internazionale]], aggredendo uno Stato sovrano, si sta macchiando di ignobili crimini di guerra nei confronti della popolazione civile, su cui chiediamo che la magistratura internazionale faccia luce. Negli ultimi mesi, la Federazione Russa ha proseguito la sua guerra illegale, non provocata e ingiustificata nei confronti dell'[[Ucraina]], compiendo azioni in totale spregio del diritto internazionale, soprattutto, umanitario, come anche ci ricordano le tantissime testimonianze di stupri compiuti per lo più dai soldati russi sui civili ucraini. *Chiediamo che il [[Governo Meloni|Governo]] si impegni a sostenere il ruolo dell'[[Italia]] all'avvio di un percorso diplomatico per la costruzione di una conferenza di pace, sempre nel quadro di una stretta e fattiva collaborazione con le istituzioni europee e gli alleati della [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]], attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase del conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell'ultimo incontro del G20. ===[[Lev Gudkov]]=== *C'è una diffusa sensazione {{NDR|nella società russa}} di aver la coscienza sporca, di esser coinvolti in una brutta cosa. Ma c'è anche il rifiuto di sentirsi responsabili delle decisioni prese dalle autorità. Le si approvano solo passivamente. Tutti uniti intorno al regime. Conviene così. *Dal 24 febbraio si stima siano stati vietati 2-3mila siti internet e chiuse circa 180 testate, di cui alcune molto autorevoli come Novaya Gazeta e la radio Eco di Mosca; senza contare che i blogger vengono multati, che si rischia il carcere per l'accusa di fake news e che anche Facebook è stato bloccato. *Il 24 febbraio sarà stato un evento inaspettato per osservatori internazionali e circoli liberali russi, ma non per la coscienza di massa. La propaganda anti-ucraina era iniziata già nel 2004, dopo la [[Rivoluzione arancione|"prima Majdan"]], quando Kiev iniziò ad auspicare l'adesione a Ue e Nato. Ma il salto di qualità si è avuto nel 2013-14 con la [[Rivoluzione ucraina del 2014|seconda Majdan]]. *La gente è ben cosciente che la guerra lampo sognata da Putin è fallita. Ha paura che il conflitto continui a lungo, si allarghi e raggiunga il territorio russo. Con le conseguenti distruzioni e un sempre maggior numero di vittime. Si teme che alla fine ci sia un intervento diretto della Nato e degli Stati Uniti, con una escalation fino all'utilizzo delle armi nucleari. *La maggior parte degli intervistati non capisce nemmeno la domanda sulle responsabilità come popolo per quanto sta accadendo. [...] In media solo il 10% avverte un problema di coscienza: è il tradizionale atteggiamento sovietico di esprimere un'approvazione semplicemente dimostrativa verso il potere, senza poi volerne rispondere o partecipare. È il comportamento caratteristico di una società in condizioni di regime totalitario, una complicità passiva coi crimini dello Stato. *La propaganda ha passato tre fasi: denazificazione, liberazione del Donbass e poi quella attuale, secondo cui la Russia è stata costretta ad agire per la sua salvezza, perché la Nato avrebbe comunque usato i fascisti ucraini per colpirla. *La Russia subirà un ritardo di dieci anni nel suo sviluppo economico. Se non ci sarà un finale ancora più drammatico. I russi non hanno ancora capito quanto costerà loro questa guerra. Sia in termini economici che in termini politici. *La situazione è diversa da quella vista nel 2014 con l’annessione della Crimea. Al contrario di allora, oggi non osserviamo alcun entusiasmo. Piuttosto, un miscuglio di sentimenti: da un lato c'è soddisfazione e orgoglio perché la Russia – spiega la narrativa del regime – sta combattendo per liberare il mondo dal “nazismo ucraino”; dall'altro lato, vediamo agire disperazione, depressione, orrore, vergogna, shock per ciò che sta accadendo. *Non c'è compassione nei confronti degli ucraini. Nemmeno odio, nonostante la propaganda lo fomenti senza sosta. La società russa è diventata amorale. La responsabilità civile è estremamente debole, così come la comprensione dei crimini commessi dal regime. I russi non vogliono questa guerra. Ma obbediscono, dicono che è giusta e vanno a uccidere i loro vicini di casa. Senza provare odio. *Provare umori contro l'operazione vorrebbe dire entrare in conflitto con lo Stato. Non si tratta di "paura", come affermano diversi politologi liberali. Il fatto è che la gente si identifica in un modo o nell'altro con lo Stato perché non ha autorità morali alternative dal momento che opposizione e stampa sono state distrutte. E non vuole perdere questo legame. ===[[Sergej Gurijev]]=== {{cronologico}} *Spingere la Russia ad abbandonare la guerra ha un costo, certo. Ma qualche grado di temperatura in più o in meno è un costo tutto sommato sostenibile per le società europee. *Prima della guerra la Russia controllava il 7 per cento del territorio ucraino, ora è al 20. Ha speso un capitale immenso. In definitiva, non credo che si possa parlare di vittoria. [...] Per Kiev vincere sarebbe tornare a confini pre-bellici, ma non credo che succederà. Ci sarà un armistizio, non la Pace. *È vero che la Svizzera ha scelto di schierarsi da una parte in questa guerra, ed è quella dei buoni. E questa è la cosa giusta da fare. Non siamo negli anni '40, quando la Svizzera manteneva la sua neutralità e quindi aiutava la Germania a evitare le sanzioni imposte dagli altri Paesi occidentali. È ovvio che la Svizzera deve unirsi all'alleanza occidentale, perché è in gioco la sopravvivenza dell'Europa. *Lontano dallo "scontro delle civiltà" che secondo il politologo [[Samuel Huntington]] avrebbe plasmato il XXI secolo, la Russia intende sradicare un paese indipendente con un background simile a livello etnolinguistico e religioso. Il conflitto riguarda principalmente diversi sistemi politici: autocrazia contro democrazia, impero contro sovranità nazionale. *L'aspettativa di vita del regime di Vladimir Putin è bruscamente diminuita. Per parafrasare Talleyrand, la guerra di Putin è peggio di un crimine; è un errore fatale che altri potenziali invasori impareranno a non ripetere. Ci ricorda anche che la follia è una caratteristica, piuttosto che un errore, delle dittature. Senza controlli ed equilibri politici, media liberi e una società civile indipendente, gli autocrati non ricevono il feedback necessario per prendere decisioni sagge e competenti. *Avendo accesso limitato alle nuove tecnologie, la Russia sta faticando a produrre armi e mezzi moderni ed è costretta a importarli o a tirare fuori i carri armati sovietici degli anni Cinquanta. Ora sta cercando di comprare munizioni dalla Corea del Nord. La mobilitazione parziale decisa lo scorso settembre, poi, dimostra che Putin non ha abbastanza denaro a disposizione per pagare i mercenari e deve quindi costringere i civili a combattere. *Se la Cina dovesse decidere di supportare economicamente e militarmente la Russia, Putin avrebbe forti chances di vincere la guerra. Ma per ora questo non è successo, probabilmente perché Xi Jinping è stato messo in guardia dall'occidente: se aiuti Putin, imporremo sanzioni anche alla Cina. ===[[António Guterres]]=== {{cronologico}} *È il momento più triste del mio mandato da segretario generale Onu. Devo cambiare il mio appello: presidente Putin, nel nome dell'umanità, porta indietro le truppe russe. Questo conflitto deve fermarsi ora. (24 febbraio 2022) *Questa guerra non ha alcun senso. E causerà, se non si ferma, un livello di sofferenza che l'Europa non conosce dai tempi, almeno, della [[Guerre jugoslave|crisi balcanica]]. Quello che mi è chiaro è che questa guerra non ha senso e viola i principi della Carta Onu. (24 febbraio 2022) *L'Ucraina è in fiamme. Il paese viene decimato davanti agli occhi del mondo. L’impatto sui civili sta raggiungendo proporzioni terrificanti. Innumerevoli persone innocenti, comprese donne e bambini, sono state uccise. [...] Qualunque sia il risultato, questa guerra non avrà vincitori, solo vinti. (14 marzo 2022) ===[[Pierre Haski]]=== {{cronologico}} *Abbiamo sottovalutato la determinazione di un dittatore invecchiato, ossessionato dalla vendetta sulla storia. (24 febbraio 2022) *Questa guerra era diventata inevitabile dal momento in cui nessuno era pronto a pagare il prezzo dell’opposizione a Vladimir Putin. (24 febbraio 2022) *La deterrenza non ha più funzionato quando le uniche persone che potevano opporsi alla Russia hanno dichiarato pubblicamente che non l’avrebbero fatto. (24 febbraio 2022) *Questa guerra è un disastro globale. Sono gli ucraini che ovviamente subiranno la realtà della potenza di fuoco russa. Ma questo conflitto cambia il mondo, cambia i tempi: Putin sta commettendo l’irreparabile, sta facendo precipitare il mondo in una nuova guerra fredda, che richiederà anni per essere superata. (24 febbraio 2022) *La guerra in Ucraina è insensata, ingiustificata, ma ormai è una realtà imposta a tutti. Il 24 febbraio 2022, il mondo è diventato di nuovo terribilmente pericoloso e non siamo pronti a questo. (24 febbraio 2022) *Nessun leader occidentale lo ammetterà mai, ma Vladimir Putin ha vinto, almeno nel breve termine. La guerra massiccia scatenata dal presidente russo sull’intero territorio ucraino mette uno di fronte all’altro due eserciti asimmetrici. La battaglia è chiaramente impari. (25 febbraio 2022) *La credibilità degli Stati Uniti, appena usciti dalla [[Caduta di Kabul (2021)|disfatta in Afghanistan]], e di un’Europa che Putin disprezza è minata da tre mesi caratterizzati da un braccio di ferro che si è concluso con questa guerra che nessuno è riuscito a impedire. (25 febbraio 2022) *Al di là dell’Ucraina, vittima di un dittatore che non abbiamo saputo fermare in tempo, in ballo c’è il futuro del mondo, quello della nuova guerra fredda di cui ha parlato il presidente [[Volodymyr Zelens'kyj|Volodimyr Zelenskij]], eroe tragico di questo conflitto che viene dal passato. (25 febbraio 2022) *Di sicuro Putin scommetteva sulle divisioni dell'Europa e la mancanza di spirito d’iniziativa, ma ha innescato un processo opposto, soprattutto il 27 febbraio quando ha agitato la minaccia nucleare nel tentativo di intimidire gli avversari. Possiamo già sostenere che la storia si dividerà in un "prima" e un "dopo" la guerra d'Ucraina. (28 febbraio 2022) *Putin non si è certo impegnato in un conflitto di questa portata per poi rinunciare senza aver ottenuto nient’altro che qualche conquista territoriale che non giustificherebbe mai il costo dell’operazione. La resa non è né nella sua natura né nel suo stato emotivo attuale, a quanto pare. (1 marzo 2022) *Oggi la popolazione russa ascolta soltanto una versione, quella che parla di "de-nazificazione" dell’Ucraina, della minaccia della Nato, dell'"illegittimità" delle autorità di Kiev. Soltanto una minoranza ha i mezzi per contestare questa narrazione. [...] La potenza militare è favorevole a Mosca, ma le cose potrebbero cambiare se la popolazione russa non credesse più alle storie di Putin. Anche in una dittatura è difficile trascinare in eterno un paese in guerra contro la sua volontà. (6 marzo 2022) *La Russia ha fatto un enorme passo indietro da tutti i punti di vista. Sul piano economico l’impatto delle sanzioni ha fatto precipitare il rublo (che ha perso il 75 per cento del suo valore) e costringerà Mosca a un default sul debito. Le aziende straniere lasciano il paese e quelle che restano fanno buon viso a cattivo gioco. Il gas e il petrolio russo di cui Putin si serve come un’arma stanno perdendo il loro valore strategico.<br>Ma la nuova cortina di ferro ha un impatto soprattutto psicologico. L’esodo dei russi della classe media è inedito, e impoverisce questo paese ricco di talenti. (10 marzo 2022) *L’equazione è ormai nota: la Russia e l’Ucraina sono due grandi esportatori di prodotti agricoli, in particolare di cereali, e gli effetti della guerra si stanno già facendo sentire sui prezzi e sulle forniture. Ma il peggio deve ancora arrivare: [...] Oggi 27 paesi con una popolazione complessiva di 750 milioni di abitanti importano più del 50 per cento dei prodotti agricoli dalla Russia e dall’Ucraina. Questi paesi si trovano soprattutto in Medio Oriente e in Africa. In Egitto, paese popolato da cento milioni di abitanti, i prodotti importati da Russia e Ucraina rappresentano addirittura l’80 per cento del totale. L’argomento, insomma, è esplosivo. (25 marzo 2022) *Quella in corso non è evidentemente una guerra mondiale, ma ha comunque effetti sull’intero pianeta. [...] Non si parla solo degli oltre dieci milioni di ucraini che hanno dovuto lasciare la propria casa, dando vita alla migrazione forzata più rapida dai tempi della seconda guerra mondiale. A subire le conseguenze della guerra sono anche persone che vivono in Perù, in Tunisia o in Sri Lanka, per cui il prezzo del pane decolla e quello del carburante schizza alle stelle, mentre cominciano a mancare concimi e alcuni componenti e le spedizioni sono in ritardo o vengono bloccate. Queste persone vivevano già nella precarietà, ma la guerra, anche se lontana, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. [...] La guerra in Ucraina, dunque, non ha soltanto conseguenze geopolitiche. Come "l’effetto farfalla" di cui parlano gli scienziati, questa crisi produce un’onda d’urto che percorre tutto il mondo. (7 aprile 2022) *La promozione dei vantaggi finanziari e materiali dell’arruolamento nell’esercito {{NDR|russo}} evidenzia l’insufficienza dell’argomentazione patriottica per aumentare gli effettivi. L’annuncio con cui otto giorni fa l’esercito ha comunicato che le nuove reclute potranno congelare il proprio sperma per poter procreare anche in caso di decesso al fronte è sorprendente. Di sicuro in Russia non trionfa l’ottimismo. (3 gennaio 2023) *Per gli Stati Uniti la guerra è diventata una prova di credibilità dopo la [[Caduta di Kabul (2021)|disfatta di Kabul]] dell’agosto del 2021, con il conflitto sempre più teso con la Cina, che resta nel mirino. (23 febbraio 2023) *Da un anno gli occidentali attendono come l’arrivo del Messia un qualunque segnale di allontanamento tra la Cina e la Russia. Ma questo segnale non è arrivato, e la propaganda cinese diffonde all’infinito le argomentazioni russe. (23 febbraio 2023) *In gioco c’è l’approccio alla geopolitica: un’invasione militare e la legge del più forte ci farebbero ritornare al mondo del passato, quando gli imperi si formavano a suon di conquiste. È in quest’ottica che l’Ucraina è diventata un simbolo che non possiamo lasciar cadere. (23 febbraio 2023) ===[[Ben Hodges]]=== {{cronologico}} *Putin aveva due obiettivi: fermare l'espansione della Nato e reclamare l'Ucraina come parte della Russia. Ha mancato entrambi. (17 maggio 2022) *{{NDR|Vladimir Putin}} può solo continuare a lamentarsi e minacciare armi nucleari che non userà. Non è pazzo come qualcuno crede e non ha intenzione di trascinare l’intero Paese verso la sua distruzione. (17 maggio 2022) *Questa guerra è un test di volontà e logistica e l'Ucraina sta vincendo su entrambi i fronti. (17 maggio 2022) *Parlare di "cessate-il-fuoco" come l’unica cosa che conta è sbagliato. Se l'Ucraina cessa il fuoco, la Russia vince e i territori occupati non torneranno più. L'Italia cederebbe mai il lago di Como? (17 maggio 2022) *La Russia ha fallito su tutto. L’Occidente è rimasto unito, non perfettamente ma solidamente, nonostante la pressione economica di Mosca, il ricatto del gas e i tentativi di disinformazione. La credibilità del Cremlino è a pezzi e nessuno crede più ai suoi annunci o alle sue sparate. (27 settembre 2022) *L’Ucraina libererà la Crimea entro la prossima estate, e la Russia continuerà a fare quello che sta facendo ora, ovvero uccidere persone innocenti e tentare di ribaltare l’andamento della guerra in qualche modo. (11 ottobre 2022) *Questi attacchi missilistici che stiamo vedendo non portano a nessun risultato militare significativo. Ammazzano le persone e basta, ma appunto, è un modo per Putin di far sentire la sua voce. (11 ottobre 2022) *Nessuno nella Federazione Russa vuole arruolarsi nell’esercito ora, abbiamo visto mezzo milione di uomini in età militare deportati, più che mobilitati. Non credono in questa guerra, non vogliono prenderne parte. La speranza dei Russi è che l’Occidente si stufi. (11 ottobre 2022) *Non so perché alcune persone a Roma, a Berlino, anche da noi a Washington, strizzino l’occhio a Putin parlando di necessità di negoziati e di salvare la faccia del leader, di offrire una via d’uscita. Io credo che Putin abbia creato questa situazione, se vuole una via d’uscita può andarsene quando vuole. (11 ottobre 2022) *Il punto cruciale è questo: qual è il beneficio che il regime può ottenere dall’uso di armi atomiche? Non otterrebbero significativi vantaggi militari, in compenso dovrebbero gestire la reazione statunitense che sarebbe terribile. Non vedo grandi vantaggi nell’uso di armi atomiche allo stato attuale. Piuttosto la Federazione Russa continuerà a bombardare con i missili, finché ne sarà in grado. I missili non sono infiniti e, grazie alle sanzioni, non riescono a rimpiazzarli. (11 ottobre 2022) ===[[Paolo Inzerilli]]=== {{cronologico}} *Io ho due pallini, la storia e la geografia, ma in genere la gente evita di ricordare ciò che è successo nel passato. La Russia, fin da quando era zarista, è sempre stato un Paese a disagio perché si è sempre sentita circondata, in qualche modo bloccata, sentivano di non avere libertà di movimento. Con l'Unione Sovietica era lo stesso, perché è stata creata la NATO contro l'eventuale espansionismo sovietico. La situazione, dunque, si è tramandata. Tutto quello che sta succedendo adesso, perciò, è sempre dovuto al fatto che la Russia, non più Unione Sovietica, ha paura, si sente circondata da Paesi ostili. E il presidente dell'Ucraina, [[Volodymyr Zelens'kyj|Zelensky]], a mio parere fa una dimostrazione di forza quando in effetti tutto quello che la Russia ha chiesto è la dichiarazione ufficiale di non ingresso dell’Ucraina nella NATO e la demilitarizzazione del Paese. Ecco, non mi sembrano richieste assurde, ma Zelensky non ne vuole sapere. *Prima che iniziasse il conflitto, gli Stati Uniti dissero che se la Russia avesse invaso l'Ucraina, loro, come Stati Uniti e non come NATO, sarebbero intervenuti per difenderla. Poi hanno cambiato le dichiarazioni, cominciando a parlare di invio di aiuti, che significa quattrini, ed è ben diverso. Ecco perché valutando la situazione attuale mi sento più russo che ucraino, perché penso sempre che il compito di un presidente di un Paese è prima di tutto quello di salvare la pelle dei cittadini e non di compiere gesti di forza per una libertà che in pratica esiste e che invece secondo Zelensky non esiste. Per quel che mi riguarda oggi il problema di questa guerra si chiama Zelensky. *{{NDR|Parlando di [[Vladimir Putin]]}} Lui vuole solo fare in modo di non avere i Paesi NATO al confine. Se l'Ucraina entrasse nella NATO significherebbe avere i missili a 180 chilometri da Mosca, e onestamente voglio vedere chi ha qualcosa da protestare. Non dico a cannonate, ma coi missili di oggi 180 chilometri sono una distanza ridicola. L'Ucraina, dunque, fa storia a sé. Io credo che nessuno in questo momento sia disposto a farsi ammazzare per bloccare Putin, dunque oggi la NATO dovrebbe concedere a Putin la demilitarizzazione dell'Ucraina insieme a una dichiarazione ufficiale di non ingresso nella NATO. Non si fa la guerra, con già migliaia di morti da una parte e dall'altra, per un principio primo di una parte, non un principio primo del mondo. ===[[Il'ja Jašin]]=== {{cronologico}} *Quella in Ucraina non è a nessun livello una "operazione militare speciale": è la guerra più vera che ci possa essere [...]. Non ho intenzione di chiamarla in altro modo. (16 giugno 2022) *Ho la sensazione che a Mosca gli oppositori alla guerra siano la maggioranza, solo che non ce ne rendiamo conto [...]. Le autorità controllano i media, non siamo organizzati e subiamo le pressioni della polizia; di conseguenza sembriamo essere molti di meno di quanto non siamo in realtà. Ma la mia sensazione soggettiva è che l'atmosfera che si respira a Mosca in questo momento non sia nemmeno lontanamente paragonabile a quella militarista del 2014, quando tutte le auto avevano adesivi "La Crimea è nostra!" e nastri di San Giorgio. (16 giugno 2022) *La realtà è che la fiducia in Putin è crollata, a tutti i livelli. A causa della guerra che ha scatenato, il presidente ha avvelenato la vita di tutti: ricchi uomini d'affari, funzionari del governo e gente comune. I russi soffrono per le sanzioni, la riduzione dei redditi reali, il calo della qualità della vita, l'isolamento del Paese. E molte famiglie hanno perso padri, figli e mariti mandati a morire al fronte. Siamo davvero parecchio lontani dall'entusiasmo che ci fu dopo l'annessione della Crimea. (1 febbraio 2023) *La guerra con l'Ucraina ha messo in luce la corruzione dilagante nelle forze armate e l'incompetenza del sistema di comando. Invece di una facile vittoria, la guerra ha portato alla Russia l'umiliazione nazionale. E questo è un brutto colpo per la reputazione di Putin. Oggi nella società non si pensa più che Putin sia un leader di successo. Il suo potere adesso si fonda sulla paura. E la paura non è mai una base affidabile. (1 febbraio 2023) *Senza dubbio la comunità internazionale ha la sua parte di responsabilità per la guerra in corso. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2014, si è visto solo ciò che nei libri di storia e nella pratica politica è solitamente definito come "[[appeasement]]", ovvero la "pacificazione dell'aggressore". I leader europei hanno danzato con Putin, blandendolo nella speranza che fermasse le truppe e non andasse oltre. Ma se non incontra resistenza, l'aggressore va sempre oltre. È la natura dell'aggressione politica. (1 febbraio 2023) *Il progetto di Putin si basava su due importanti premesse: in primo luogo, ci si attendeva un'opposizione minima da parte dell'esercito ucraino e la lealtà della popolazione locale. Non è un mistero che il Cremlino, con l'aiuto dei suoi servizi segreti, ha speso per anni risorse e sforzi nella creazione di reti sotterranee prorusse e ha foraggiato amministratori pubblici, politici e funzionari ucraini. Di sicuro i servizi avevano riferito a Putin che, in caso di invasione, i soldati russi sarebbero stati accolti non come occupanti ma come liberatori: con manifestazioni di festa, coi tradizionali pane e sale. Si supponeva che gli ucraini fossero stanchi ed esasperati dal loro governo, e che sarebbero stati felici di accettare la protezione offerta da Putin e tutto ciò che significava il concetto di "ordine russo". In secondo luogo, è chiaro che il Cremlino non si aspettava una reazione rapida e coordinata all'invasione da parte dell'Occidente. Alla vigilia dell'aggressione russa contro l'Ucraina, le truppe americane avevano ingloriosamente lasciato l'Afghanistan, di fatto dandolo in pasto ai talebani. I paesi europei mantenevano una dipendenza critica dal gas e dalle altre fonti energetiche russe, cosa che li rendeva vulnerabili alla manipolazione del Cremlino. In generale, Putin non aveva una grande considerazione per i leader occidentali e li derideva regolarmente per la debolezza, la fiacchezza, l'incapacità di prendere decisioni efficaci. Non aveva dubbi sul fatto che la volontà di ferro e la risolutezza delle forze armate avrebbero spaventato e demoralizzato l'Occidente, mettendolo in un vicolo cieco. Quando gli occidentali si fossero ripresi dallo shock iniziale e avessero tentato una qualche reazione, i giochi sarebbero già stati conclusi e l'Ucraina sarebbe passata sotto il controllo militare e politico di Mosca. Va detto che, nel complesso, Putin è un politico piuttosto spregiudicato, e molti dei suoi azzardi sono andati a buon fine. Ma stavolta si è sbagliato di grosso: in Ucraina il suo esercito ha incontrato una feroce resistenza e ben presto, subite perdite consistenti, è stato costretto a ritirarsi sia da Kyiv, sia da Černihiv, sia dalle altre grandi città. L'Occidente, poi, si è mobilitato con una velocità sorprendente e, dai primi giorni del conflitto, ha inviato all'esercito ucraino massicce forniture di armi e munizioni. (24 febbraio 2024) *Quando parlo con persone che giustificano l'invasione dell'Ucraina, di solito sento gli stessi argomenti. La Nato è ai confini, i russi erano oppressi nel Donbass, Putin non aveva scelta... La propaganda ha piantato queste tesi nel cervello come chiodi, ed è abbastanza difficile tirarle fuori. Ma a volte gli argomenti opposti aiutano. Prova a farlo con i tuoi amici. Immaginiamo cosa non sarebbe successo se Putin non avesse dato l'ordine di attaccare il 24 febbraio. [...] I padri porterebbero i figli a scuola invece di marcire sottoterra. I mariti non sarebbero stati separati dalle loro mogli. Le madri preparavano bliny per i loro figli per la Maslenitsa e non piangerebbero sulle loro bare. Ditelo ad alta voce: le persone sarebbero ancora vive. In secondo luogo, le città con popolazione di lingua russa non sarebbero state distrutte. Sul lungomare di Mariupol, continuerebbero a camminare le madri coi passeggini invece dei carri armati. Nei caffè di Bakhmut sarebbe ancora un luogo per incontrarsi e non per allestire nidi di mitragliatrici. Queste sarebbero città vive, non rovine intrise di sangue. Belgorod, Shebekino, Grayvoron e altre non avrebbero sofferto i bombardamenti e le loro popolazioni non sarebbero morte o evacuate. Sarebbero territori sicuri, i cui abitanti conoscerebbero la guerra dai film o dai libri. In terzo luogo, il nostro Paese risparmierebbe trilioni di rubli, che oggi vengono spesi per bruciare attrezzature e esplodere proiettili. Questo denaro potrebbe migliorare la vita e la situazione sociale letteralmente di ogni russo invece di diffondere morte in tutta l'Ucraina. Infine, migliaia di nostri compatrioti non sarebbero ora in prigione per essersi rifiutati di andare in un Paese straniero e di ucciderne chi si difende. Pensate: niente di tutto questo sarebbe successo. Tutta l'oscurità degli ultimi due anni sarebbe solo una storia dell'orrore per allarmisti o incubi notturni delle persone comuni. Questa guerra valeva così tante vite e distruzione? E vale la pena continuare con questa follia? (22 aprile 2024) *Le perdite del nostro paese sui campi di battaglia sono difficili da valutare, ma è chiaro che si contano a decine di migliaia. Alcuni giornalisti di Mediazona e della BBC, insieme a una squadra di volontari, redigono e aggiornano regolarmente un elenco nominativo di militari russi, scovando i loro cognomi e altri dati nei necrologi ufficiali e nei social, e verificando le sepolture recenti nei cimiteri di varie regioni. I dati sono così tanti che i volontari riescono appena a elaborarli, ed è evidente che si tratta solo della punta dell'iceberg, perché è ben difficile che tutti i morti finiscano nei bollettini ufficiali, e passare in rassegna ogni cimitero russo è fisicamente impossibile. Nonostante ciò, il numero dei corpi identificati si avvicina già a 50.000. (22 aprile 2024) *Inviando masse di soldati al fronte, Putin sta piazzando nella società una bomba a scoppio ritardato, perché prima o poi alla vita civile torneranno – e molti sono già tornati – centinaia di migliaia di uomini traumatizzati dalla guerra, che hanno subito forti stress, che hanno ucciso persone e hanno visto la morte e che, sicuramente, avranno difficoltà a reinserirsi. Ciò porterà inevitabilmente alla crescita della violenza sia domestica che pubblica, dobbiamo aspettarci un balzo della criminalità. (22 aprile 2024) *Un mucchio di problemi attende la Russia anche con il reinserimento degli invalidi perché, oltre ai morti, dal fronte sta tornando un numero enorme di persone che hanno perso braccia, gambe o che hanno subito altre mutilazioni fisiche. Siamo sinceri: tradizionalmente, lo stato se ne infischia di questa gente. Non c'è dubbio che in un prossimo futuro le città russe vedranno la presenza costante di persone in divisa militare su sedie a rotelle e con al petto una medaglia, ad esempio per la conquista di Mariupol' o di Mar'inka, intente a chiedere l'elemosina fra le macchine ferme negli ingorghi o agli ingressi della metropolitana. (22 aprile 2024) *Per aver partecipato alla cosiddetta operazione speciale, Putin ha graziato e riabilitato migliaia di veri e propri avanzi di galera e rifiuti della società. Assassini, stupratori e rapinatori sopravvissuti alla guerra tornano a casa come se niente fosse, riprendono a vivere accanto alle proprie vittime e ai loro cari. Al Cremlino dicono che hanno ottenuto la libertà scontando i propri delitti col sangue. Ma agli occhi di chi ha scontato i suoi peccati un vampiro che ha violentato e ammazzato una bambina? La mamma di quella bambina uccisa starà meglio perché il suo assassino è uscito di prigione per andare nel Donbas a sparare agli ucraini per poi tornare a casa da eroe? Per giunta, la guerra non guarisce affatto chi ha tendenze criminali; anzi, ne aumenta aggressività e spregiudicatezza. (22 aprile 2024) *Putin [...] con la sua aggressione ai danni dell'Ucraina, ha letteralmente infuso nuova vita nella NATO, ha dato senso alla sua esistenza. Scatenando la più grande guerra in Europa dopo il secondo conflitto mondiale, il dittatore russo ha dimostrato che la minaccia è ancora valida, ed è del tutto reale. Se gli elettori europei fino a qualche tempo fa erano critici nei confronti della NATO, ora esigono che i loro governi rafforzino il blocco, lo rendano attivo: la rinascita dell'alleanza nord-atlantica è ora davanti ai nostri occhi. (22 aprile 2024) *Due anni dietro le sbarre mi hanno permesso di accumulare molti contatti con persone che sono state al fronte o intendono andarci. Ne ho concluso che per i russi non è una guerra popolare, né patriottica, come Putin cerca di presentarla, ma una guerra commerciale. È così che perlomeno viene percepita dai partecipanti ordinari. Si contano sulle dita di una mano i prigionieri che ho incontrato che erano pronti ad andare in Ucraina per ragioni ideologiche. Per la maggior parte, la vera motivazione era l’opportunità di ricevere una paga significativa per gli standard russi e, naturalmente, la possibilità di essere liberati e vedere annullata la pena detentiva. (29 giugno 2024) ===[[Rula Jebreal]]=== *Assad diceva di liberare la Siria dagli islamisti mentre bombardava gli attivisti pro democrazia, e lo stesso diceva Putin quando ha raso al suolo la Cecenia e poi la Siria. Ora sta facendo la stessa cosa in Ucraina: dice di fare la guerra ai nazisti e uccide i civili, anche attraverso le milizie cecene, siriane e il gruppo Wagner. Gli islamisti e i nazisti li sta usando lui. L'estrema destra in Europa l'ha finanziata lui. *Dopo i genocidi in Ruanda, in Bosnia e in Siria, adesso il mondo si è imposto l'obbligo internazionale di proteggere i civili dai dittatori che vogliono sterminarli. Dobbiamo capire che non siamo noi a voler esportare la democrazia con le armi, ma è lui che sta esportando la dittatura con le bombe. Se un paese ti chiede aiuto, non puoi rispondergli "sono neutrale, amo la pace": rappresenterebbe il fallimento della nostra moralità. Persino gli svizzeri hanno rotto la loro neutralità. *I leader politici di destra e gli opinionisti che sostengono che la sottomissione e la cessione di una fetta del territorio ucraino a Putin porterebbe alla pace dovrebbero sapere che questo equivale a dire che non ci interessano i diritti umani e non ci interessa il numero di cittadini ucraini torturati, deportati, stuprati e uccisi dalle milizie russe. *L'escalation è già avvenuta: c'è un paese che ha invaso e sta bombardando, i suoi propagandisti parlano apertamente di sterilizzazione, campi di concentramento, bombe nucleari. Ci sono stati stupri, i massacri di Bucha e Mariupol: eccola l'escalation! Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, come abbiamo fatto con tanti altri regimi: dobliamo difendere i valori europei. *{{NDR|«Dicono che sia la Nato a volere la guerra con la Russia.»}} Ma questa è una mistificazione. Paesi socialdemocratici e storicamente neutrali come la Svezia e la Finlandia stanno decidendo ora di entrare nella Nato, una svolta epocale. Sono diventati improvvisamente guerrafondai o lo fanno perché è Putin che minaccia la pace e la democrazia? *Qui non si tratta di esportare la democrazia con le bombe, ma di difendere una democrazia da chi vuole esportare la dittatura con le bombe. Le armi non vanno vendute ai dittatori sanguinari, ma adesso abbiamo un popolo che viene sterminato. Zelensky è stato invitato ad arrendersi, ma è con il suo popolo che resiste. Dare la possibilità di difendersi è un principio morale e politico. *[...] tre mesi dopo l’inizio dell’invasione le autorità ucraine hanno raccolto centinaia di testimonianze di donne e ragazze catturate e violentate dei soldati russi. Nelle telefonate intercettate di alcuni soldati russi, in molti si vantano e ammettono di aver abusato sessualmente di donne e bambini, nonostante il Cremlino continui a smentire. ===[[Boris Johnson]]=== *Di certo c’è una profonda analogia tra il comportamento di Putin e quello di [[Slobodan Milošević|Slobodan Milosevic]] in Serbia negli anni Novanta. Entrambi al potere per molto tempo, entrambi sempre più autocratici, entrambi che per cementare la loro posizione politica hanno trovato una causa nazionalista. Come Milosevic con il Kosovo, Putin ha fatto con Kiev e la distorta visione delle origini della religione e della cultura ortodossa. È questo l’incubo che ora abbiamo davanti. *Dico agli ucraini, in questo momento di agonia, che siamo con voi. Preghiamo per voi e le vostre famiglie e siamo dalla vostra parte. E se i mesi a venire saranno cupi e la fiamma della libertà si spegnerà, so che in Ucraina risplenderà di nuovo perché nonostante tutte le sue bombe, carri armati e missili, non credo che il dittatore russo potrà mai domare il sentimento nazionale degli ucraini e la loro appassionata convinzione che il loro paese dovrebbe essere libero. *{{NDR|Putin}} non crede affatto che l'Ucraina sarebbe entrata nella Nato {{NDR|né}} a quella roba semi mistica sulle origini del popolo russo, quel mix di [[Nostradamus]] e Wikipedia russa. [...] Penso che tema l'Ucraina perché in Ucraina ci sono libera stampa e libere elezioni. *Questa orribile e barbara avventura di Vladimir Putin deve finire con un fallimento. E quindi dico al popolo russo, il cui presidente ha appena autorizzato un'ondata di violenza contro un popolo slavo, ai genitori dei soldati russi che perderanno la vita: non posso credere che questo sia stato fatto in vostro nome o che vogliate davvero lo status di "paria" che porterà al regime di Putin. *{{NDR|Putin}} si è ficcato in un vicolo cieco con la sua folle invasione e, visto che non c’è via di uscita, continua a distruggere l’Ucraina e a polverizzare innocenti, in città europee innocenti, in una missione irrazionale e catastrofica. Vuole smembrare il diritto degli ucraini di difendersi da soli e il nostro legittimo diritto da europei di sostenere la resistenza degli ucraini. Non ci riuscirà. *Se Putin fosse una donna, cosa che ovviamente non è, ma se lo fosse, penso davvero che non si sarebbe avventurato in una guerra folle e machista di invasione e violenza come ha fatto lui. [...] Se volete un esempio perfetto di mascolinità tossica, è quello che sta facendo in Ucraina. ===[[Grigorij Judin]]=== {{cronologico}} *Parlando di cosa significa questa guerra per il futuro del Paese, la diagnosi generale è che a lungo termine tutto questo sarà devastante per la Russia. È una guerra suicida. La Russia ha avuto guerre ingloriose nel suo passato, ma questa è la guerra più stupida, la più catastrofica per il Paese stesso, perché fondamentalmente distrugge i legami che la Russia ha con quasi tutti i Paesi. *È una guerra che non si può vincere. Non può essere vinta, non c'è nessuno scenario in cui la Russia possa avere successo a lungo termine. [...] Onestamente penso che questa sia una delle decisioni peggiori di tutta la storia russa… e la storia russa è ricca di decisioni non ponderate. *La decisione è stata presa dal Presidente stesso e per lui si tratta di una guerra difensiva. Si sta difendendo, si sente minacciato esistenzialmente. Pensa di essere molto vicino a essere ucciso e vuole proteggere la sua vita. E l'unico modo per proteggere la sua vita è rimanere al potere. *Non so perché le persone in Europa abbiano questa idea folle che si tratti di una lotta per il Donbass. No, questa è una lotta esistenziale per la Russia, con la quale la Russia deve sconfiggere l'Occidente. Questa è la missione e non quella di prendere Kramatorsk. Questo aspetto è così secondario rispetto a ciò che sta accadendo. Il 99% dei russi non sa neanche dove si trovi Kramatorsk. Quindi questa è una lotta esistenziale e conquistare Kramatorsk è solo il primo passo. *Per quanto riguarda la vittoria [...] la conquista e l'annessione delle quattro regioni – Zaporizhia, Kherson e dell'intero Lugansk e Donetsk – sarebbe la prima tappa. Questa sarebbe una sorta di vittoria, visto che Putin non controllava tutte le quattro regioni prima. Si tratterebbe quindi di un'acquisizione e credo che sarebbe un passo preliminare per un'ulteriore espansione, che includerebbe sicuramente Transnistria e presumo anche l'intera Moldavia. ===[[Kaja Kallas]]=== *Il Cremlino sta cercando di costruire un altro muro di divisione in Europa e questa volta l’Estonia ha la fortuna di trovarsi dalla parte giusta. Lo stesso non si può dire per l’Ucraina. *L’Ucraina non è vittima di un errore di calcolo una tantum da parte di un pazzo. Stiamo assistendo a una campagna a lungo pianificata dal Cremlino per esercitare il controllo sui Paesi vicini con la forza bruta, indipendentemente dal costo umano. Abbiamo bisogno di pazienza e perseveranza a lungo termine con politiche per fermare questa aggressione e anche per prevenire quelle future. Resistere alla tirannia ha un costo per tutti noi. Il gas può essere costoso, ma la libertà non ha prezzo. Spetta a ogni governo decidere quanto del peso del suo popolo è pronto a sopportare. Ma è ugualmente necessario trasmettere il messaggio alla nostra gente: qual è il problema del nostro prossimo oggi sarà il nostro problema domani. Siamo tutti in pericolo quando la casa del nostro vicino va a fuoco. *La Russia è la minaccia più diretta alla sicurezza europea in questo momento. In effetti, se dovesse farla franca con la sua aggressività, minerebbe la pace e la sicurezza in tutto il mondo: se l’aggressione paga da qualche parte, diventa un invito a usarla altrove. Questo è il motivo per cui siamo così impegnati ad aiutare l’Ucraina a respingere l’aggressione russa. Ciò che stiamo difendendo è l’idea stessa di libertà, integrità territoriale e sovranità, ovvero il diritto di esistere come Paese e il diritto di vivere liberi dalle repressioni. ===[[Michail Michajlovič Kas'janov]]=== *Il primo {{NDR|obiettivo di Putin}} è farsi rispettare dal governo statunitense, posizionarsi nello scacchiere internazionale a un livello superiore, come nel periodo sovietico quando c'erano due superpotenze, l'Urss e gli Usa. Il secondo aumentare la sua legittimità in Russia dove da dieci anni si assiste al declino del reddito. Voleva dimostrare ai russi che la Russia è rispettata nel mondo e che lui dà stabilità e prosperità, anche se non è così. *Penso che se l'Ucraina cadesse, i Paesi baltici seguirebbero a ruota. Questi sono i risultati di un sistema che trovando in Putin una sponda, ha iniziato a operare in un modo ancor più cinico e crudele rispetto agli stessi metodi dell'Unione sovietica. Si tratta di un sistema da Kgb, basato sull'assenza totale di responsabilità e il mancato rispetto delle leggi. È evidiente che nessuno teme una condanna. *Putin punisce chi critica il regime, l'esercito e la guerra. Ora chi collabora in qualunque forma con un'organizzazione straniera può essere accusato di "alto tradimento" e condannato al carcere a vita. *Sono sicuro che {{NDR|Putin}} non userà le armi nucleari perché non gli darebbero alcun successo sul campo di battaglia ma avrebbero conseguenze devastanti per il regime. La Cina si è pubblicamente opposta ed è stato un colpo molto duro alla sua immagine. ===[[Vladimir Kara-Murza]]=== *Attaccando l'Ucraina, Putin correrebbe un rischio. In passato i leader russi non hanno avuto molto successo con le "piccole guerre vittoriose" lanciate per scopi di politica interna: dalle disastrose campagne del regime zarista in Crimea e in Giappone nell'ottocento e all'inizio del novecento fino all'invasione dell'Afghanistan negli ultimi anni dell'Unione Sovietica. Il risultato di solito è l'opposto di quello sperato. *È difficile dire se l’opposizione interna alla guerra possa avere qualche effetto concreto. Ma di certo gli esponenti dell’élite culturale russa che alzano la voce contro l'ennesima aggressione del Cremlino stanno difendendo l'onore della nazione come fecero i sette manifestanti che nell'agosto 1968 protestarono sulla piazza Rossa contro l'[[Primavera di Praga|invasione sovietica della Cecoslovacchia]]. *In Occidente attualmente si parla molto della "responsabilità collettiva" dei russi per l'aggressione di Putin all'Ucraina. L'idea di "responsabilità collettiva" però è sbagliata, soprattutto dal punto di vista di chi come me oggi è in carcere perché si è espresso apertamente contro la guerra. Non dobbiamo dimenticare che nei giorni seguenti il 24 febbraio sono state arrestate più di 16'400 persone durante le manifestazioni contro la guerra. *Per un leader come Putin, ossessionato dalla storia russa, sarebbe una beffa inciampare in uno degli errori più comuni della tradizione politica nazionale. *Un sacerdote ortodosso russo è stato arrestato dopo aver lasciato la sua chiesa dopo essersi espresso contro la guerra nel suo sermone. Dopo la funzione domenicale nella sua chiesa nella regione di Kostroma, ha ricordato alla gente il sesto comandamento, "non uccidere". Per questo, è stato arrestato e portato alla stazione di polizia, incriminato e multato in base al nuovo reato amministrativo di "discredito dei servizi armati della Federazione russa". Quindi, se reciti un comandamento biblico, stai screditando le forze armate; questa è la realtà orwelliana che il regime di Vladimir Putin ha creato nel nostro paese. ===[[Sergej Karaganov]]=== {{cronologico}} *L'Ucraina è stata costruita dagli Stati Uniti e altri Paesi Nato come una punta di diamante, forse di aggressione o almeno di pressione, per avvicinare la macchina militare occidentale al cuore della Russia. Vediamo ora quanto si fossero preparati alla guerra. *Non credo che avremo un cambiamento al potere in Russia, perché stiamo combattendo una guerra di sopravvivenza. È una guerra contro l'Occidente in cui la gente si raccoglie intorno al leader. E negli Stati Uniti nessuno ha pagato per la guerra in Iraq, quindi abbiamo i nostri dubbi sull'efficacia della democrazia. *Vediamo l'espansione occidentale in atto e la russofobia raggiungere livelli come l'antisemitismo tra le due guerre. Quindi il conflitto stava già diventando probabile. E abbiamo visto profonde divisioni e problemi strutturali nelle società occidentali. Così il Cremlino ha deciso di colpire per primo. Tra l'altro, questa operazione militare sarà usata per ristrutturare l'élite e la società russa. Diventerà una società più militante, basata sulla nazionalità, spingendo fuori dalla classe dirigente gli elementi non patriottici. *Gli americani e i loro partner della Nato continuano a inviare armi all'Ucraina. Se va avanti così, gli obiettivi in Europa potrebbero essere colpiti o lo saranno per interrompere le linee di comunicazione. Allora la guerra potrebbe vivere un'escalation. È sempre più plausibile. *La guerra sarà vittoriosa, in un modo o nell'altro. Presumo che ci sarà anche la denazificazione, come in Germania e in Cecenia. Gli ucraini diventeranno molto più pacifici e amichevoli con noi. *L'Occidente ha scatenato diverse aggressioni. Ora siamo sullo stesso terreno morale. Ora siamo uguali, stiamo facendo più o meno come voi. Mi dispiace che abbiamo perso la nostra superiorità morale, ma stiamo combattendo una guerra esistenziale. *Vinceremo noi, perché i russi vincono sempre. Ma nel frattempo perderemo molto. Perderemo persone. Perderemo risorse e diventeremo poveri, per il momento. Ma siamo pronti a sacrificare tutto ciò per costruire un sistema internazionale più vitale. ===[[Garri Kasparov]]=== {{cronologico}} *A differenza di Hitler negli anni ’30, ha fatto tutto alla luce del sole. Nel 1939 non avevamo tecnologie per controllare come Hitler si preparasse all’attacco sulla Polonia. Stavolta abbiamo visto tutto, Putin non si è mai nascosto. Ha anche costruito la più influente rete di lobbisti e agenti in giro per il mondo. Chamberlain, Daladier e quelli che rifiutarono azioni forti contro Hitler a metà degli anni ‘30 si sbagliarono. Ma Chamberlain non ha mai fatto affari con Hitler. Puoi pensare che sia stato ingenuo. Ma i politici di oggi hanno preferito continuare a fare affari con Putin e molti di loro essere anche nel suo libro paga. (25 febbraio 2022) *Putin non ha mai nascosto le sue intenzioni, è stato sincero come Hitler in Mein Kampf. Sono anni che dice che l’Ucraina non è uno Stato sovrano. Se ne sono lavati tutti le mani. Ha detto che il collasso dell’Urss la più grande catastrofe geopolitica. Ha messo sul tavolo la sua visione strategica molto apertamente almeno da 15 anni. È stato sempre molto coerente nel portare avanti il suo programma. E poiché non ha visto nessuna vera risposta dal mondo libero, si è detto: perché no? Posso fare qualsiasi cosa. (25 febbraio 2022) *Tagliate fuori la Russia dai mercati finanziari globali. Assicuratevi che il sistema finanziario del Paese non sia più sostenibile e non possa generare risorse per la macchina da guerra di Putin. Anche se lui sta seduto su riserve liquide da oltre 600 miliardi di dollari. (25 febbraio 2022) *L’Ucraina è disposta a combattere, ma dall’annessione della Crimea nel 2014 il mondo libero si è rifiutato di armarla. Se oggi avesse un decimo delle armi che gli americani hanno abbandonato in Afghanistan, diventerebbe la tomba dell’esercito russo. (25 febbraio 2022) *Tutte le persone del mondo libero devono dimettersi dalle aziende del sistema putiniano. Se non lo fanno, vanno trattate come complici di crimini di guerra. (25 febbraio 2022) *Se {{NDR|la Russia}} vince, è un segnale a tutti i dittatori del mondo che le sole cose che contano sono la forza dell’esercito e come usi il denaro sporco per corrompere i politici. (25 febbraio 2022) *Nessuno ha minacciato la Russia, è Putin che continua ad avere truppe ai confini occidentali, e per fortuna gli stati baltici sono nella Nato, o avremmo già i carri armati nelle loro capitali. (19 maggio 2022) *Questa aggressione non è stata provocata in alcun modo e mi sorprende sentir parlare di queste sciocchezze visto che c’è già stata tempo fa un’annessione. (19 maggio 2022) *È molto difficile nascondere tutti i cadaveri che tornano in Russia, parliamo di venticinquemila soldati russi uccisi, e più di centomila che sono stati comunque feriti. È importante per Putin che non si percepiscano questi sacrifici legati alla guerra nelle grandi città. Non vuole una mobilitazione di massa perché poi Mosca e San Pietroburgo si troverebbero a far parte della guerra e questo porterebbe a sommosse e rivolte. E insieme agli insuccessi militari Putin non avrà le risorse per affrontare la situazione. (19 maggio 2022) *La disuguaglianza nella società ha raggiunto livelli superiori a quelli africani. Putin ha mandato in guerra centinaia di migliaia di uomini dalle province più povere. Ha preservato gli abitanti di Mosca e San Pietroburgo, ma nel resto del Paese ci sono duecentomila fra morti o feriti. Ormai tutti hanno legami con qualcuno che è rimasto ucciso o mutilato in Ucraina. In Russia c’è una grande domanda di giustizia sociale, le disparità sono grottesche e la guerra le ha rese ancor più dolorose. (25 giugno 2023) ===[[Botakoz Kassymbekova]]=== *Alziamo la voce - noi soggetti coloniali passati e presenti dell'impero russo - perché i nostri antenati subirono ciò che gli ucraini stanno subendo oggi. Nessuno alzò la voce per i nostri antenati. Noi dobbiamo alzare la voce per gli ucraini oggi. *Ammettiamo che i russi scappano non a causa della mobilizzazione, ma perché hanno paura del superiore esercito ucraino. Se le possibilità di sopravvivenza fossero più alte, molti parteciperebbero con gioia al genocidio. *Durante questo genocidio, ascolta ciò che hanno da dire gli ucraini. Noi non eravamo ascoltati né presi sul serio perché è questo ciò che fa il colonialismo: ti fa tacere per rendere più facile ucciderti e dimenticarti. *I kazaki sanno che il mondo s'importerebbe poco se la Russia ci attaccasse e ci assoggettasse al genocidio, eppure stiamo solidali con l'Ucraina. Sappiamo che condivideremmo la sorte dei ceceni, dei giorgiani, dei siriani. Appoggiamo comunque l'Ucraina. *I russi stanno disperatamente cercando radici ucraine perché fare la vittima è una parte essenziale dell'identità russa. *Le centinaia di migliaia di russi fuggiti dal paese nell'ultimo anno non hanno organizzato grandi manifestazioni contro la guerra mentre erano in esilio, nonostante non fossero più soggetti alle restrizioni draconiane del Cremlino. All'interno della stessa Russia non si sono verificate proteste significative fin dalle prime settimane di guerra. Il contrasto offerto dalle manifestazioni antigovernative di massa degli ultimi dodici mesi in altre dittature repressive come Cina e Iran ha gettato il silenzio della popolazione russa in una luce ancora più sfavorevole. *Mi consideravo una kazaka russificata. Ora non più. Mentre vedo i miei compagni di classe russi postare foto giornaliere dalle loro vacanze globali senza fare cenno all'Ucraina, mentre il mio cuore sanguina per l'Ucraina, so che non c'è niente di russo in me. *Mentre perdeva vicini a favore di un sistema democratico occidentale più attraente che prometteva sia prosperità che sicurezza, la Russia incolpò l'Occidente e l'idea di democrazia occidentale come un complotto per schiacciare la Russia. Sta accadendo di nuovo oggi in Ucraina. *Milioni di ucraini hanno amici e familiari in Russia. Molti riferiscono di essere scioccati dalla mancanza di compassione che hanno riscontrato dall'inizio dell'invasione. Piuttosto che simpatia o preoccupazione, si sono confrontati con fredda indifferenza, smentite totali o cliché della propaganda filo-Cremlino. *Sebbene i russi incolpano la loro presunta eredità mongola per tutto ciò che è sbagliato in loro - per evitare la responsabilità, naturalmente - il presidente della Mongolia, uno stato democratico, appoggia totalmente l'Ucraina e abbraccia tutti coloro che sono contro la guerra. *Vladimir Putin insiste che russi e ucraini siano "un solo popolo", ma la sua brutale invasione dell'Ucraina ha rivelato una notevole mancanza di empatia "fraterna" russa nei confronti degli ucraini. Mentre molte persone in altre ex repubbliche sovietiche si sono identificate con la sofferenza dell'Ucraina, relativamente pochi cittadini russi hanno mostrato segno di compassione o rimorso per la violenza genocida perpetrata in loro nome. ===[[Roman Kostenko]]=== *Di mestiere mi occupo di far esplodere le cose, se bisognerà far esplodere i russi lo faremo, pur di liberare la mia terra. *Oggi abbiamo molte città distrutte, ma moralmente è più facile, perché questa guerra non la stiamo combattendo da soli, come nel 2014, quando dovevamo dimostrare che la Russia era un aggressore. Il nemico ha scoperto la sua faccia, capiamo che il mondo è dalla nostra parte. *Se ci sediamo ora al tavolo con Mosca sappiamo cosa chiederà, e vuole troppo. Dobbiamo prima spingere il nemico fuori dal territorio che avevamo al 24 febbraio, poi potremo decidere cosa sarà del Donbass e della Crimea. Non vogliamo accettare che il Donbass diventi Russia. ===[[Paul Krugman]]=== {{cronologico}} *Prima che Putin invadesse l'Ucraina, potevo descrivere la Federazione Russa come una potenza di medie dimensioni che faceva il passo più lungo della gamba, in parte sfruttando le divisioni e la corruzione dell’Occidente, in parte mantenendo un esercito potente. Da allora, tuttavia, sono diventati chiari due aspetti. Il primo, le illusioni di grandezza di Putin. Il secondo, la Russia è persino più debole di quanto la maggioranza delle persone, incluso il sottoscritto, sembravano aver compreso. [...] La verità è che ero stato generoso nel descrivere la Russia persino come una potenza di medie dimensioni. L’Inghilterra e la Francia sono potenze di medie dimensioni; il prodotto interno lordo della Russia è solo un po’ superiore alla metà di ciascuna di esse. Sembrava rilevante che uno Stato con tale ridotta consistenza potesse sostenere un esercito di prima categoria e altamente sofisticato – e forse non poteva sostenerlo. (28 febbraio 2022) *Prima dell’invasione era un luogo comune sostenere che Putin avesse creato la “fortezza Russia”, una economia immune alle sanzioni economiche, per aver accumulato un ampio bottino di guerra di riserve in valute straniere. Adesso, tuttavia, discorsi del genere sembrano ingenui. Cosa rappresentano, dopo tutto, le riserve di valute straniere? Non sono valige di denaro contante. Per la maggior parte consistono di obbligazioni sui debiti pubblici – ovvero, asset che possono essere congelati se la maggior parte del mondo è unita nella repulsione contro una aggressione militare di un Governo ribaldo. (28 febbraio 2022) *A Putin resta un asso nella manica: politiche inconcludenti hanno reso l’Europa profondamente dipendente dal gas naturale russo, potenzialmente inibendo la risposta dell’Occidente alla sua aggressione.<br>Ma l’Europa principalmente consuma il gas per il riscaldamento; il consumo di gas è due volte e mezzo più elevato nell’inverno rispetto all’estate. Ebbene, l’inverno arriverà presto – e l’Unione Europea ha il tempo per prepararsi ad un altro inverno senza il gas russo, se ha la volontà di fare alcune scelte difficili. (28 febbraio 2022) *Il miracolo ucraino potrebbe non durare. Il tentativo di Vladimir Putin di ottenere una vittoria rapida a buon mercato, impadronendosi delle città importanti con forze relativamente leggere, si è trovato di fronte ad una resistenza importante, ma i carri armati e l’artiglieria pesante procedono. E nonostante l’eroismo incredibile del popolo ucraino, tuttavia è più probabile che alla fine la bandiera russa verrà piantata sulle macerie di Kiev e di Kahrkiv.<br>Ma anche se accadrà, la Federazione Russa rimarrà più debole e più povera di quello che era prima dell’invasione. La conquista non paga. (1 marzo 2022) *In una [...] economia globale è difficile conquistare un altro paese senza tagliare con grandi costi quel paese – e gli stessi vincitori – dalla divisione internazionale del lavoro, per non dire dal sistema finanziario internazionale. Mentre stiamo parlando, possiamo osservare quella dinamica in atto nella Russia. (1 marzo 2022) *Non è straordinario e terribile ritrovarci in una situazione nella quale i fallimenti economici di Hitler ci dicono cose utili sulle nostre prospettive future? Grazie, Putin. (1 marzo 2022) *I contadini antichi e del medioevo probabilmente non si curavano di chi li stava sfruttando; diversamente dai lavoratori moderni. Il tentativo di Putin di impadronirsi dell’Ucraina sembra basarsi non solo sul suo convincimento che non esista qualcosa come la nazione ucraina, ma anche sull’assunto che gli stessi ucraini possano essere persuasi a considerarsi russi. Sembra molto improbabile che ciò accada, dunque anche se Kiev ed altre importanti città cadranno, la Russia si ritroverà a spendere anni nel tentativo di sottomettere una popolazione ostile. (1 marzo 2022) *I simpatizzanti americani di Putin stanno avendo un'illuminazione. Non si tratta tanto del fatto che Putin si stia rivelando un tiranno disponibile ad uccidere un gran numero di persone innocenti – lo sapevano o avrebbero dovuto già saperlo. Il problema è che l'uomo forte che ammiravano – colui che Donald Trump elogiava come un "esperto" e un "genio" appena prima che invadesse l'Ucraina – si sta rivelando essere considerevolmente debole. E non è un caso. La Russia è di fronte ad un disastro precisamente perché è governata da un individuo che non accetta critiche e non tollera dissensi. (10 marzo 2022) *Putin si è circondato di persone che gli dicono quello che vuol sentirsi dire. Tutte le indicazioni sono che egli è finito in questa debacle credendo alla sua stessa propaganda sia sul valore marziale del suo esercito che sull’entusiasmo degli ucraini a sottomettersi al comando russo. (28 marzo 2022) *Le pesanti perdite subite dall’esercito non "politicamente corretto" della Russia nel momento in cui non è riuscito a sovrastare le inferiori forze ucraine, ha confermato quello che chiunque abbia studiato la storia sa: le guerre moderne non vengono vinte con un machismo da gradassi. Il coraggio e la resistenza, fisica e morale, sono come sempre essenziali; ma lo sono altrettanto cose materiali come la logistica, la manutenzione degli automezzi e i sistemi di comunicazione effettivamente funzionanti. (28 marzo 2022) *La risposta di Putin al fallimento in Ucraina è stata estremamente trumpiana: insistere che l’invasione stava tutta procedendo "secondo i programmi", rifiutare di ammettere di aver fatto alcun errore e lamentarsi della cosiddetta "[[Cancel culture|cultura della cancellazione]]". Mi aspetto quasi che pubblichi mappe delle battaglie rozzamente modificate con un pennarello ''Sharpie''. (28 marzo 2022) *L'America, per quanto non impegnata direttamente nei combattimenti, sta una volta ancora facendo quello che fece l’anno prima di Pearl Harbor: con l’aiuto dei nostri alleati, stiamo funzionando come "arsenale della democrazia", dando ai difensori della democrazia i mezzi materiali per combattere. (28 aprile 2022) *L’economia della Russia può essere molto più grande di quella dell’Ucraina, ma è poca cosa a confronto dell’economia americana, per non dire delle economie congiunte degli alleati occidentali. E con la sua limitata base economica, non sembra che la Russia abbia la capacità si rimpiazzare le sue perdite sul campo di battaglia; gli esperti occidentali credono, ad esempio, che sino a questo punto i combattimenti in Ucraina siano costati alla Russia il valore di due anni di produzione di carri armati. (28 aprile 2022) *Se l’Ucraina davvero vincesse, quello sarebbe un trionfo per le forze della libertà dappertutto. Gli aspiranti aggressori e criminali di guerra subirebbero una interruzione. I nemici occidentali della democrazia, molti dei quali erano sino all’altro ieri tifosi di Putin, riceverebbero una lezione pratica sulla differenza tra gli atteggiamenti ''macho'' e la vera forza. (28 aprile 2022) ===[[Dmytro Kuleba]]=== *Gli appelli a evitare di umiliare la Russia non possono che umiliare la Francia e qualsiasi altro paese che dovesse ripeterli, perché la Russia si sta umiliando da sola. Piuttosto dovremmo concentrarci sul modo di rimettere la Russia al suo posto. Solo così sarà possibile ottenere la pace e salvare vite umane. *Il patriarcato di Mosca si è schierato da subito con Putin e con l’aggressione, si sono allineati con un leader che oggi è assolutamente distante da Dio. Le sofferenze, i danni, i crimini della guerra sono addirittura blasfemi. *L’errore europeo è sempre stato quello di non provocare la Russia per evitare reazioni. Vi abbiamo ascoltato e siamo stati comunque attaccati senza che noi facessimo alcuna provocazione. La lezione è che Putin comprende soltanto il linguaggio della forza, disprezza l’Europa imbelle che resta sulla difensiva. Putin attacca quando il nemico è debole o crede che lo sia. Ecco il motivo per cui dobbiamo restare forti e uniti. Il suo errore è che ha sottovalutato la capacità ucraina di combattere e anche la volontà europea di reagire unitariamente con sanzioni e invio di armi. *Sappiamo che in Italia ci sono forze vicine a Putin: vorrei dire che ciò è immorale, illegale e politicamente perdente. Chi sta con Putin sostiene i crimini di guerra. *Vorrei dire che coloro che rifiutano l’invio di armi all’Ucraina in realtà sostengono la continuazione della guerra. Prima noi saremo in grado di espellere i russi e prima la guerra sarà finita. ===[[Andrej Kurkov]]=== *Il fallito tentativo di annessione o, più semplicemente, di occupazione di tutta l’Ucraina ha fatto infuriare il presidente [[Vladimir Putin|Putin]] e adesso, a giudicare dalle azioni militari dell’esercito russo, i generali russi hanno avuto l’ordine di distruggere città e villaggi, uccidere la popolazione civile e semplicemente far sì che l’Ucraina non esista più! *Il ministero della cultura ucraino continua a lavorare e ogni giorno raccoglie nuove informazioni sulle istituzioni culturali e i monumenti storici distrutti dell’esercito russo. L’elenco dei crimini della Russia contro la cultura ucraina continua ad allungarsi. *{{NDR|«Da dove viene il coraggio degli ucraini?»}} Sanno cosa significa stare sotto Mosca. Ci sarebbe censura, spregio dei diritti umani, si finirebbe in galera per un post su Facebook. Russia significa nessuna libertà. Puoi essere libero solo se il tuo Paese è libero. *{{NDR|Su [[Vladimir Putin]]}} Questa guerra è la sua personale agonia, politicamente è già morto e anche fisicamente sta male. Vorrebbe diventare il rifondatore dell’impero russo. Del presente non gli importa nulla, la Russia può essere distrutta, i russi morire, a lui interessa solo l’eredità storica. ===[[Sergiy Kyslytsya]]=== {{cronologico}} *Se Putin vuole uccidersi non c'è bisogno di utilizzare le testate nucleari, basta che faccia come quel signore lì a Berlino nel suo bunker nel 1945. *Come sempre, la Russia nega che i suoi soldati siano fatti prigionieri dallo Stato. A questo proposito, l'Ucraina ha aperto una linea diretta, intitolata "Torna vivo dall'Ucraina" per i parenti dei soldati russi che non sanno dove si trovano e non possono contattarli. Durante la prima ora di lavoro, sono state ricevute oltre 100 chiamate da parte di madri russe. Peccato però che oggi, per decisione del Procuratore generale della Federazione Russa, la linea e il sito dedicato siano stati chiusi. *La "z" che campeggia sui veicoli militari russi viene interpretata da alcuni come ''Za pobedy'' in russo, cioè "per la vittoria". Altri ci vedono ''Zapad'', cioè "Ovest". Io insisto nel dire che la "z" sta per ''zveri'', cioè "bestie". ===[[Sergej Viktorovič Lavrov]]=== {{cronologico}} *Non abbiamo in mente di attaccare altri paesi. E prima di tutto non abbiamo attaccato l'Ucraina. (10 marzo 2022) *Non vogliamo rovesciare Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall'Ucraina non vengano più minacce per la Russia. (1 maggio 2022) *La Russia non ha mai interrotto gli sforzi per arrivare a un accordo che eviti una guerra nucleare, una Terza guerra mondiale. Sono i media occidentali ad aver travisato i nostri messaggi e ad aver dato una rappresentazione scorretta dei nostri obiettivi in questa operazione. (1 maggio 2022) *Gli Stati Uniti, attraverso l'Ucraina, stanno conducendo una guerra per procura contro il nostro paese con lo stesso compito: la soluzione finale della questione russa, così come Hitler voleva fare con gli ebrei. (19 gennaio 2023) ===[[Enrico Letta]]=== {{cronologico}} *Ci sono tre elementi che Putin forse non aveva previsto nella sua folle scelta: confidava in una guerra-lampo, nel non avere soverchi problemi in un territorio che già considerava 'casa sua' e nel trovare una reazione molle. Così non è. Il mondo intero gli si sta rivoltando contro. E la sua immagine, che in certi ambienti era persino positiva, ora è negativa per tutti. *Qua si vuol fare dell’Ucraina una nuova Bielorussia. Ecco, Putin oggi è un nuovo Lukashenko, un dittatore. È uno spartiacque della storia. *Questo è un confronto in cui sono i principi di libertà e democrazia a essere messi in gioco, anzi, la stessa Unione Europea è in gioco. *Ora va fermato Putin, quel che ha attuato non è scusabile con nessuna ragione storica, è di una gravità senza fine. È il fatto più rilevante di questo secolo dall’11 settembre. Faccio tale paragone non perché reputi il presidente russo un talebano, ma per il terremoto a livello delle relazioni internazionali che causa. *{{NDR|Putin}} ha sempre avuto un filo di contatto con quelle logiche storiche, però mi ha stupito la sua irrazionalità, il pensare di farla franca, di non far patire al popolo russo pesanti conseguenze, che dureranno a lungo. [...] Francamente non riesco a vedere dove porti un piano simile. E credo che, alla lunga, arrecherà a Putin anche problemi di gestione interna in un Paese che ha sì risanato il bilancio, ma che ha una struttura debolissima, con un Pil inferiore a quello dell’Italia, un Paese che è tutto energia e armi e non è riuscito a diversificare la sua economia. ===[[Nicolai Lilin]]=== {{cronologico}} *La colpa è di tutti, degli Stati Uniti d'America, di Biden in primis che è un guerrafondaio, una persona veramente sgradevole, un politico poco lungimirante e provocatorio. (25 febbraio 2022) *Spero che non duri a lungo, ma da come si muove l'esercito russo, hanno già circondato l'Ucraina, i punti nevralgici vengono presi abbastanza in fretta, dovrebbe essere così. Per fortuna non trovano la resistenza perché per la gran parte degli ucraini combattere per questo governo e politicanti non è importante. I militari si arrendono in massa, i civili stanno nelle case e aspettano la fine. (25 febbraio 2022) *Il conflitto attuale ha il suo inizio dai massacri che l’esercito ucraino con l’aiuto delle milizie nazionalistiche ha compiuto verso le popolazioni filorusse delle regioni del Donbass, territori industriali, dove c’è da sempre una forte identità del movimento operaio. Secondo l’Osce questi eventi hanno provocato tra i 14mila e 16mila morti. La Russia si è sentita isolata e minacciata, nel colpevole silenzio dell’Occidente, fino ad arrivare al tragico momento attuale. (6 marzo 2022) *Nella comunità russa italiana c'è forte preoccupazione, paura di esser licenziati perché russi, paura per i bambini che vengono discriminati, paura per le proprie attività lavorative perché boicottate. Vi sembra normale che mia figlia tornata a casa da scuola mi chieda preoccupata se è vero che "noi russi siamo cattivi?". Mia figlia non sa neanche chi sia Putin. (6 marzo 2022) *I miei pensieri sono tutti per i civili che stanno soffrendo per una guerra crudele; se mi chiedi però di fare una valutazione geopolitica non posso non notare che è da qualche anno che il mondo va sempre di più verso oriente, verso la Cina. Gli Stati Uniti non hanno più l’egemonia di un tempo, credo sia poco saggio forzare la mano con la Russia di Putin. Siamo a un cambio totale della politica mondiale, l’Ucraina è purtroppo una moneta di scambio. (6 marzo 2022) *Questo conflitto è anche un modo di addestrare a prezzo di altissime perdite un gran numero di personale. Alla fine hanno fatto così anche con la Cecenia. Mandano i giovani con una percentuale di soldati esperti che gli insegnino il mestiere... Spietato ma funzionale. (26 marzo 2022) ===[[Jonathan Littell]]=== *L’Ucraina rappresenta il momento in cui Putin ha deciso finalmente di scoprire tutte le sue carte. È chiaramente convinto di essere forte abbastanza per sfidare apertamente l’Occidente, lanciando la prima campagna di invasione di uno stato sovrano in Europa, dal 1945 a oggi. E senza nessuna provocazione. Ed è convinto di avere la vittoria in tasca perché tutto quello che abbiamo fatto, o non abbiamo fatto, negli ultimi 22 anni, gli ha insegnato che siamo deboli. *L’unico modo per uscire da questa crisi è rendere il fallimento di Putin in Ucraina talmente devastante per la Russia e per i suoi legittimi interessi che la sua stessa élite non avrà altra scelta che quella di sbarazzarsi di lui. *La Russia merita la libertà, la stessa libertà che l’Ucraina ha saputo conquistarsi dolorosamente negli ultimi decenni. Un cessate il fuoco in Ucraina rappresenta il primo passo vitale e urgente, e il secondo sarà il ritiro completo delle truppe russe. Ma subito dopo, sarà Putin ad andarsene. *La Russia si ritrova massicciamente isolata a livello internazionale, e la sua economia e le sue potenzialità ne risulteranno pesantemente penalizzate. Ma questo non basta. Fintanto che resterà al potere, Putin continuerà ad accanirsi, a spingersi oltre, e a seminare distruzione e morte sulla sua strada. Perché odia l’Occidente e perché il suo potere si fonda interamente sulla violenza: non sulla semplice minaccia, bensì sull’impiego sistematico della forza. È l’unico comportamento che conosce. Crediamo davvero che la sua minaccia nucleare sia un bluff? Possiamo permettercelo? Fintanto che Putin sarà al timone della Russia, nessuno sarà al sicuro. Nessuno. *Nessuno in Ucraina si aspettava un attacco simile anche perché per decenni Europa e Stati Uniti hanno pensato che Putin si potesse mitigare. Putin si è convinto che siamo deboli, almeno se messi di fronte al suo concetto di forza. Anche perché per anni si è allenato sulle debolezze dei Paesi occidentali. Le ha coltivate, le ha studiate. Non mi ha mai convinto l’ipotesi della paranoia, a mio avviso è stato un leader lucidissimo nelle sue mosse. *Putin sembra addirittura credere alla sua stessa propaganda, quando si tratta dell’Ucraina. Credeva davvero che gli ucraini avrebbero accolto i «liberatori» russi a braccia aperte? Che si sarebbero arresi senza colpo ferire? Se così stavano le cose, si è sbagliato di grosso. Gli ucraini combattono, e benché inferiori per numero e armi, combattono con tutta l’anima. Insegnanti, impiegati, casalinghe, artisti, studenti, dj e drag queen, tutti imbracciano i fucili e sparano ai soldati russi, molti dei quali sono semplici ragazzi che non hanno la minima idea di che cosa sono andati a fare in quel posto. ===[[Arnaldo Lomuti]]=== *Qui c'è la tragedia della guerra, che è universale, è un crimine contro l'umanità, perché noi abbiamo giovani che uccidono altri giovani che fino all'anno scorso condividevano fra di loro arte, cultura, moda, musica, una lingua quasi uguale; oggi una parte manda al fronte dei giovani contro la loro volontà, che si ribellano, come testimonia la massiccia renitenza alla leva e i numerosi casi di diserzione dal fronte. *Noi stiamo vivendo in questi giorni uno di quei momenti storici che abbiamo letto nei libri di scuola, dove popoli interi viaggiavano spediti verso la tragedia bellica, senza rendersene conto, come tanti topolini ipnotizzati da un pifferaio, ostaggi della retorica bellicista, che si trasformava poi in pensiero unico e che condannava come disfattisti e traditori coloro che osavano anteporre alle ragioni della guerra quelle della pace. *Oggi c'è una situazione paritaria, almeno sul piano militare e quindi oggi è il momento di lanciare un'azione sul piano diplomatico, non di cedere a pericolose tentazioni di vendetta o di revanscismo punitivo. Oggi occorre, piuttosto, che tutti insieme lavoriamo per il peacebuilding - ossia per costruire la pace, che non va costruita assolutamente con azioni belliciste -, che dovrebbe portare a due obiettivi: il primo è un immediato cessate il fuoco ed è funzionale al secondo obiettivo, volto a dar luogo ad una conferenza internazionale di pace, magari proprio qui, a Roma. *Noi vogliamo che l'Italia sia da pungolo, che svegli l'Europa da questo sonno della ragione, da questo torpore, da questa trance bellicista, da questo sonno determinato dal ritmo dei tamburi di guerra della NATO. La NATO fa la NATO, perché deve fare la NATO, poiché è un'alleanza militare; l'Europa invece, che è un'alleanza e una comunità politica, dovrebbe aspirare a ben altro, dovrebbe abbandonare la strada dell'escalation militare e cogliere questa occasione, che è chiaramente tragica - bisogna dirlo -, per diventare finalmente un soggetto geopolitico autonomo e indipendente, che persegua gli interessi continentali, che persegua la pace nell'area euroasiatica e che agganci la Russia alla propria convivenza pacifica, alla propria sfera storico-culturale e valoriale, che è quella europea, scongiurando che questo, invece, accada in favore di una trazione cinese. ===[[Emanuele Loperfido]]=== *Quando ci troviamo di fronte a una feroce, inammissibile aggressione dello Stato della [[Russia|Federazione Russa]] nei confronti dei nostri amici [[Ucraina|ucraini]], noi immediatamente sappiamo da che parte stare e la nostra cultura politica ci aiuta a comprendere anche cosa bisogna fare, perché di fronte alle cannonate, ai missili, ai mortai, alle uccisioni, alle stragi, non ci si può soltanto riempire di belle parole, ma bisogna veramente aiutare coloro i quali, in questo momento - con le temperature che stanno diventando sempre più fredde e che stanno mettendo in ginocchio la popolazione - stanno strenuamente resistendo, da mesi, contro gli invasori russi. Dobbiamo continuare ad aiutarli per davvero, ovvero concretamente. *Quand'anche - come si chiede - si possa raggiungere una pace, deve essere una pace vera, perché, in questo momento, una vittoria militare potrebbe essere semplicemente un rischio che l'[[Ucraina]] diventi, in ogni caso, uno Stato non in grado di sostenersi da solo. Uno Stato non in grado di sostenersi da solo, le cui relazioni commerciali sono fondamentali per il nostro Paese. *Nelle settimane scorse, quando c'è stato quel caso del missile arrivato in Polonia, qualcuno si è dilettato immediatamente ad agire con post e ''tweet'', per dire immediatamente la propria opinione, sostenendo che bisognava farla finita ed iniziare a contrattaccare, quando si è scoperto che la realtà era ben altra. *Sappiamo benissimo da che parte stare, sappiamo benissimo che l'[[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|Alleanza atlantica]] è il posizionamento corretto, sappiamo benissimo che quelle bandiere rosse che sono sui carri armati non sono le bandiere rosse che sono nelle nostre manifestazioni e che vediamo in altre manifestazioni di parte di piazza. Sono le bandiere che dobbiamo allontanare ed escludere, perché sappiamo qual è l'invasore e sappiamo quali sono gli amici e i tavoli su cui trattare. ===[[Aljaksandr Lukašėnka]]=== *Oggi non è Zelensky a guidare l’Ucraina. Tutto finirebbe in una settimana, se Joe Biden lo volesse. Ma gli Usa vogliono cogliere l’attimo, legare a sé i propri alleati e affondare la Russia con la guerra in Ucraina. Il loro obiettivo è sistemare la Russia e poi la Cina. *Si parla tanto di settore bancario, gas, petrolio, Swift. È peggio della guerra. La Russia viene spinta verso una terza guerra mondiale. Dovremmo essere molto riservati e stare alla larga da essa. Perché la guerra nucleare è la fine di tutto. *Usare armi nucleari in Ucraina sarebbe inaccettabile. Non solo perché è proprio accanto a noi, non è oltreoceano come gli Stati Uniti, ma anche perché potrebbe scagliare la nostra palla terrestre fuori dall’orbita, a fluttuare chissà dove. Ma se la Russia ne sia capace o meno questo non lo so, dovete chiederlo a Putin. ===[[Sanna Marin]]=== {{cronologico}} *Quando guardiamo alla Russia, vediamo un tipo di Paese molto diverso da quello che abbiamo visto solo fino a pochi mesi fa. Tutto è cambiato quando Mosca ha attaccato l'Ucraina e personalmente penso che non possiamo più fidarci che ci sarà un futuro pacifico accanto alla Russia. (15 maggio 2022) *Non avremmo fatto questa scelta {{NDR|di aderire alla Nato}} se non avessimo pensato che avrebbe rafforzato la nostra sicurezza nazionale. La minaccia nucleare è gravissima ma non può essere isolata in una sola regione. Penso che essere all'interno della Nato ci darà sicurezza perché anche la Nato ha armi nucleari e ci sarebbe una risposta se la Russia le usasse, quindi questa decisione ci rafforza, non ci indebolisce. (15 maggio 2022) *La parte giusta della Storia è quella che sostiene l'Ucraina perché l'Ucraina è stata attaccata: gli ucraini sono le vittime della guerra. Putin uccide i civili, bambini, madri, anziani, gente che non aveva minacciato la Russia in alcun modo: noi dobbiamo essere con loro, dal lato giusto della Storia. (19 maggio 2022) *Era chiaro che discutere l'adesione alla Nato sarebbe stato un punto di arrivo naturale per la Finlandia e la Svezia. Lo vedevo però nel futuro, fra cinque o dieci anni, non ora. [...] L'aggressione all'Ucraina ha cambiato tutto. (19 maggio 2022) *{{NDR|«Come spiega l'assalto di Putin all'Ucraina?»}} C'è una sola persona che può rispondere: Putin. Personalmente, non vedo alcuna ragione per questa guerra. Vedo solo sofferenza, conseguenze drammatiche, solo scenari orrendi. Ma Putin ha un modo di pensare molto diverso rispetto a noi Paesi democratici occidentali. (19 maggio 2022) *{{NDR|«Putin giura che "rinunciare alla neutralità è un grave sbaglio". Lo è?»}} Per noi? Assolutamente no. Abbiamo preso questa decisione perché vogliamo massimizzare la nostra sicurezza. Non è contro qualcuno o qualcosa. È per la nostra protezione. Non è un errore. È la reazione naturale della Finlandia davanti alla guerra di Putin contro un Paese del nostro vicinato. Mi sembra una decisione molto pragmatica. (19 maggio 2022) *È comprensibile che i cittadini abbiano paura di un'escalation e che il conflitto si allarghi. È una emozione naturale. Nessuno vuole la guerra, ma la guerra c'è. E allora bisogna anche essere coraggiosi, e accertarsi di essere dalla parte giusta della Storia. (19 maggio 2022) ===[[Patrizia Marrocco]]=== *È stata una grande violazione del diritto internazionale, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale di uno Stato sovrano, al quale l'Unione europea e la NATO hanno saputo rispondere con una compattezza senza precedenti, dando risposte immediate, approvando pacchetti di sanzioni economiche via via sempre crescenti, aiuti umanitari verso la popolazione ucraina e accogliendo i milioni di profughi in fuga da quel territorio, atrocemente martoriato. *La maggior parte degli Stati dell'Unione europea ha deciso di fornire materiale e mezzi militari a Kiev, contribuendo così a impedire la rapida capitolazione del legittimo Governo e, anzi, consentendo all'Esercito ucraino di resistere e di riguadagnare terreno. *Con gli strumenti militari, che anche noi abbiamo fornito, abbiamo consentito e stiamo consentendo che l'Ucraina, anziché capitolare, possa esercitare il proprio diritto alla legittima difesa ed essere soggetto politico in grado di sedersi a un prossimo tavolo delle trattative di pace. *Questi mesi hanno dimostrato ai russi che le loro convinzioni erano del tutto sbagliate: gli ucraini non hanno accolto l'Armata rossa come la forza liberatrice da un ipotetico regime nazista e men che meno la maggioranza del popolo ucraino vuole tornare sotto la Russia; anzi, è stata la forte resistenza dell'esercito e della popolazione civile che ha impedito alle truppe di Mosca di arrivare alla capitale, Kiev; inoltre, questi mesi di aggressione e di efferate brutalità contro la popolazione civile non hanno fatto altro che aumentare la rabbia e il risentimento verso gli invasori. A tutto ciò, i vertici russi non sanno rispondere, se non con ulteriore violenza, sfruttando la loro capacità di colpire l'intero territorio ucraino. *Anche il [[Governo Meloni|Governo]] di centrodestra deve, assieme all'Unione europea e ai partner internazionali, continuare a esplorare tutte le strade volte a creare le condizioni affinché le due parti, con la supervisione della comunità internazionale a cominciare dalle Nazioni Unite, possano sedersi a un tavolo delle trattative. Ma è bene ribadirlo: non potrà esservi una pace duratura se l'aggressore vincerà e se prevarrà la legge del più forte. La Russia rimane l'aggressore, l'Ucraina ha il diritto di difendersi e noi vogliamo continuare ad aiutarla. *Non inviare mezzi di difesa, non significa essere equidistanti fra le parti ma, di fatto, sarebbe avvantaggiare l'esercito invasore che le armi le possiede. ===[[Kirill Martynov]]=== {{cronologico}} *Siate lucidi, non lamentatevi, rifiutatevi di aiutare i criminali di guerra in qualsiasi modo, organizzatevi autonomamente. Perderemo i nostri posti di lavoro, le nostre illusioni, la nostra patria, ma non è nulla rispetto a quello che stanno vivendo ora gli ucraini. (25 febbraio 2022) *I russi sono spaventati e disorientati. Anche se in qualche modo sostieni Putin, è abbastanza difficile abituarsi al fatto che lo stato ti proibisce semplicemente di parlare apertamente e di contare i soldati uccisi o anche di usare il termine "guerra". (4 aprile 2022) *Penso che una spaccatura nelle élite sia abbastanza probabile se i costi della guerra per i funzionari corrotti superano significativamente i potenziali guadagni provenienti da questa fedeltà. Ma mi sembra che il destino della Russia sia nelle mani dei suoi cittadini, non delle élite. Affinché le élite si sollevino contro Putin, hanno bisogno di un chiaro sostegno pubblico. (4 aprile 2022) *La società russa non capisce ancora la portata della catastrofe militare in Ucraina. Questo è chiaramente facilitato dal fatto che le autorità russe nascondono i dati sulle perdite - solo una parte di esse è riconosciuta ufficialmente. Quei russi che hanno accesso a informazioni indipendenti e vogliono vedere la verità, capiscono che l'esercito russo è diventato una vittima del piano folle di Vladimir Putin e della sua stessa corruzione che ha prosperato per molti decenni. (4 aprile 2022) *Penso che la propaganda russa in Europa abbia subito un colpo devastante, perché nessuno può più sostenere la guerra folle. Spero che il numero di alleati di Putin in Europa diminuisca. Stiamo vivendo una situazione di una nuova Europa divisa, il ritorno del muro di Berlino, che non è più a Berlino, fortunatamente per i tedeschi, ma purtroppo per gli ucraini. In queste condizioni, concetti come "neutralità" o "comprensione della politica di Putin" non sono più appropriati. (4 aprile 2022) *La guerra ha conseguenze catastrofiche anche sotto il profilo demografico: dopo le morti causate dalla pandemia (si è parlato di un milione di persone), con la mobilitazione militare il Cremlino ha praticamente deciso che era ora di sbarazzarsi dei troppi giovani in età lavorativa. Alcuni muoiono al fronte, altri fuggono dal paese attraverso le frontiere rimaste aperte. (22 ottobre 2022) *Fino a otto anni fa, era ancora possibile essere filorussi e filoucraini, senza contraddizioni. Ucraini e russi avevano le stesse speranze di vivere in pace e in sicurezza. Chi ha ordinato l’invasione non ha capito che ha distrutto il legame tra due popoli in cui gli scambi erano continui. (22 ottobre 2022) *Penso che la maggioranza delle persone sia in un certo senso costretta a credere alla propaganda del regime. La nostra società era già molto atomizzata e priva di vere istituzioni. La Russia è anche un paese molto grande con enormi differenze al suo interno. La situazione a Mosca è assai diversa da quella di tante regioni povere nel centro del Paese, o sugli Urali o nel Caucaso del Nord. Ma in generale possiamo dire che gran parte della popolazione non voleva questa guerra, non l’ha mai voluta ma sa di non poter decidere niente, perché Putin tiene il Paese sotto stretto controllo. In ogni caso, chi ha la possibilità di farlo manda i propri parenti all’estero per sfuggire alla leva. (22 novembre 2022) *Il principale risultato ottenuto da Putin sul fronte interno era la cosiddetta stabilità. Ora il caos che da anni semina nel resto del mondo è diventato il fattore dominante della vita in Russia. Nessuno sa quali altri sacrifici saranno richiesti in nome della guerra: le vite dei propri cari, la carriera o le proprietà. In queste circostanze, per molti russi la strategia di sopravvivenza è fingersi morti. (23 febbraio 2023) *Putin ha evitato le domande cruciali e si è concentrato su argomenti familiari. Non ha citato i costi della guerra, anche se si è dilungato sulle misure di sostegno sociale, in realtà piuttosto modeste. Il governo russo non può più permettersi la generosità dei progetti nazionali e dei sussidi concessi durante la pandemia. Ha parlato di piani infrastrutturali e ha promesso una grande alleanza orientale, ma nessuno sa bene cosa aspettarsi. Quello che è successo il 24 febbraio 2022 ha mostrato anche ai russi più leali che qualunque programma per il futuro può essere rovinato da un'improvvisa convulsione geopolitica. (23 febbraio 2023) ===[[Sergio Mattarella]]=== {{cronologico}} *Abbiamo assistito, in queste settimane – con un profondo senso di angoscia - a scene di violenza sui civili, anziani donne e bambini, all’uso di [[armi]] che devastano senza discrimine, senza alcuna [[pietà]]. L’attacco violento della [[Russia|Federazione Russa]] al popolo ucraino non ha alcuna giustificazione... La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’[[imperialismo]] e del [[colonialismo]]. L’incendio appiccato alle regole della comunità internazionale appare devastante; destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito, scongiurando il pericolo del moltiplicarsi, dalla stessa parte, di avventure belliche di cui sarebbe difficile contenere i confini. Per tutte queste ragioni la [[solidarietà]], che va espressa e praticata nei confronti dell’[[Ucraina]], deve essere ferma e coesa. È possibile che questo comporti alcuni sacrifici. Ma questi avrebbero portata di gran lunga inferiore rispetto a quelli che sarebbe inevitabile subire se quella deriva di aggressività bellica non venisse fermata subito. (22 aprile 2022) *Il Presidente della Federazione Russa {{NDR|[[Vladimir Putin]]}} ha riportato l’[[incubo]] della [[guerra]] nel nostro Continente, proprio dove l’opera paziente e lungimirante dei Padri fondatori dell’Europa e il dialogo tra statisti di grande valore, era riuscita a sradicarlo. Quanto sta avvenendo in Ucraina costituisce una [[minaccia]] ai valori fondanti della comunità internazionale e la risposta della famiglia euro-atlantica è stata all’altezza della sfida posta dall’avventura bellicista intrapresa da Mosca. (9 settembre 2022) ===[[John Mearsheimer]]=== *L'America e i suoi alleati potrebbero essere in grado di prevenire una vittoria russa in Ucraina, ma il paese sarà gravemente danneggiato, se non smembrato. Inoltre, c'è una seria minaccia di escalation oltre l'Ucraina, per non parlare del pericolo di una guerra nucleare. Se l'Occidente non solo ostacola Mosca sui campi di battaglia dell'Ucraina, ma fa anche danni seri e duraturi all'economia della Russia, sta in effetti spingendo una grande potenza sull'orlo del baratro. Putin potrebbe allora ricorrere alle armi nucleari. *L'Occidente, e soprattutto l'America, è il principale responsabile della crisi iniziata nel febbraio 2014. Ora si è trasformata in una guerra che non solo minaccia di distruggere l'Ucraina, ma ha anche il potenziale di degenerare in una guerra nucleare tra Russia e Nato. *La guerra in Ucraina è il conflitto internazionale più pericoloso dalla [[crisi dei missili di Cuba]] del 1962. *Per i leader russi, ciò che accade in Ucraina ha poco a che fare con le loro ambizioni imperiali contrastate; si tratta di affrontare ciò che considerano una minaccia diretta al futuro della Russia. Putin può aver giudicato male le capacità militari della Russia, l'efficacia della resistenza ucraina e la portata e la velocità della risposta occidentale, ma non si dovrebbe mai sottovalutare quanto spietate possano essere le grandi potenze quando credono di essere in gravi difficoltà. ===[[Kirill Medvedev]]=== *Consideriamo questa guerra un atto di aggressione imperialista del regime di Putin contro l'Ucraina. Il compito principale di Putin oggi è quello di rafforzare il suo regime in vista delle elezioni presidenziali del 2024, per essere rieletto o poter nominare un successore affidabile. Nel 2021, il consenso per Putin ha raggiunto il livello più basso di sempre. [...] Allo stesso tempo, Putin ha visto l'Ucraina uscire sempre più dalla sfera di influenza della Russia e ha temuto che lo spirito di Maidan del 2014 potesse riversarsi in Russia. Per riconquistare la sua popolarità, ha deciso di riaffermarsi nel ruolo di "collettore delle terre russe" – un ruolo che aveva iniziato ad affermare dopo il 2014. La giustificazione politica è diventata così, apparentemente, la principale. I vantaggi che alcuni settori dell'economia russa traggono dalla guerra – sequestro di imprese e terre fertili ucraine, esportazione di metalli, denaro per il complesso militare-industriale – sono importanti, ma la maggior parte delle imprese ha sofferto a causa della guerra e non sostiene questa escalation. *{{NDR|«Cosa puoi dirci sullo stato dell'organizzazione contro la guerra?»}} Esistono diversi tipi di resistenza. In primo luogo, ci sono azioni pacifiche condotte da singoli individui o gruppi informali: principalmente picchetti individuali o graffiti contro la guerra. In secondo luogo, c'è la resistenza violenta: azioni come l'incendio dei centri di reclutamento militare o il danneggiamento dei binari ferroviari. I gruppi anarchici si sono largamente assunti la responsabilità di queste azioni. In terzo luogo, ci sono gruppi che sostengono gli uomini mobilitati, chiedendo il loro ritorno e cercando i dispersi. Le donne svolgono un ruolo enorme nella resistenza pubblica. La Resistenza femminista contro la guerra ha aiutato molto chi resiste in Russia e le persone costrette a fuggire dal paese. La disaffezione alla leva in alcune regioni, come il Daghestan, ha portato a proteste in cui le donne hanno avuto un ruolo di primo piano. Il Consiglio delle madri e delle mogli, composto da donne che cercano di salvare i loro mariti e figli dalla mobilitazione o che chiedono il loro ritorno a casa, sta crescendo attivamente. Questa iniziativa preoccupa molto le autorità, perché si rivolge agli strati più profondi delle masse, a coloro che stanno appena iniziando a politicizzarsi. Le vittime di questa guerra in Russia sono gli strati più poveri. Tuttavia, la partecipazione e le perdite in questa guerra per il "mondo russo" sono simbolicamente e demograficamente più dolorose per le nazionalità minoritarie e poco numerose [popolazioni indigene del Nord, della Siberia e dell'Estremo Oriente, ''ndr'']. L'agenda della decolonizzazione viene discussa attivamente in questo ambiente di opposizione. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a misure adottate dalle autorità per promuovere il russocentrismo e consolidarlo giuridicamente. Ad esempio, secondo un emendamento alla Costituzione, i russofoni sono diventati un "popolo che forma lo Stato". La guerra contro l'Ucraina è un ulteriore passo radicale e molto pericoloso in questa direzione. *La realtà è che l'attuale guerra della Russia contro l'Ucraina ha un solo iniziatore: la leadership russa. Le sue radici, tra l'altro, affondano in stereotipi imperiali rianimati, sostenendo che russi, ucraini e bielorussi sono un unico popolo. Ma se si considera la prospettiva storica dei 30 anni trascorsi dal crollo dell'Unione Sovietica, la leadership della NATO ha un'enorme responsabilità per il fatto che ci troviamo di nuovo di fronte alla possibilità di un confronto militare globale. La NATO avrebbe dovuto essere sciolta dopo il crollo del blocco sovietico. La sua permanenza in vita ha trasmesso il messaggio diretto che non esiste un'alternativa al capitalismo neoliberista. Questa mancanza di alternativa ha dato origine al neoliberismo post-sovietico in Russia, e infine a Putin e alla sua guerra. Di conseguenza, è emersa un'alternativa falsa e reazionaria alla globalizzazione liberale: il progetto del "mondo multipolare" che Putin e i suoi associati in vari altri paesi sognano oggi. Si tratta di un mondo in cui pochi grandi attori si dividono il mondo in sfere di influenza, soggiogano i paesi vicini, non interferiscono con la capacità degli altri di sfruttare i propri popoli e si aiutano a vicenda per reprimere il malcontento interno. Tutto questo viene fatto in nome di alcuni valori "nazionali" o "civili" speciali e presumibilmente intrinseci. Putin ha visto la guerra con l'Ucraina come un passo in questa direzione. È mostruoso che ciò avvenga sotto slogan antifascisti e persino anticoloniali, che molti prendono per buoni. *L'Ucraina ha tutto il diritto di ricevere aiuti militari da chiunque, proprio come i curdi e come il Vietnam negli anni Sessanta e Settanta. Tanto più che anche la Russia da anni acquista armi dall'Occidente. E il desiderio dei vicini della Russia – traumatizzati dalla loro storia di interazioni con la Russia – di entrare nella NATO è abbastanza comprensibile. ===[[Sergej Medvedev (scrittore)|Sergej Medvedev]]=== *C'è stata una mobilitazione di massa della popolazione ai margini {{NDR|della Russia}}: l'Estremo Oriente, la regione del Bajkal e la sofferente Buriazia nella Siberia orientale, che è stata oggetto di una quasi completa "mobilitazione a tappeto", che ha portato gli attivisti locali per i diritti umani a parlare del "genocidio del popolo buriato". (La stessa cosa è successa con i tartari di Crimea, la minoranza nazionale repressa in Crimea, annessa alla Russia nel 2014, dove è stato richiamato il 90% degli uomini – un ordine chiaramente politico.) Eppure le aree considerate critiche per le autorità, Mosca e San Pietroburgo, hanno visto una mobilitazione molto inferiore: il piano per Mosca, con una popolazione di 15 milioni di abitanti, prevedeva di arruolare solo 16.000 persone: lo 0,1%. Allo stesso modo sono esonerati dalla leva i propagandisti dei media statali o coloro che lavorano nelle banche importanti per il sistema. Il valore delle persone è determinato da quanto sono vicine al centro del potere. *Con la scusa inventata di "denazificare" l'Ucraina, presa dai cliché della propaganda, la Russia ha scatenato la più grande guerra in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Ma, avendo deciso di ripetere il 1945, la Russia ha commesso un errore riguardo al suo ruolo in questa sanguinosa ricostruzione storica. Per ironia della sorte, ora non sta interpretando il ruolo dei guerrieri sovietici liberatori, ma quello degli invasori tedeschi. La storia ha chiuso il cerchio in se stessa: coloro che hanno sconfitto i nazisti ne sono diventati una patetica copia. Oggi, i veri successori dal 1941 al 1945 non sono gli occupanti russi che hanno invaso un paese vicino, ma gli ucraini, che difendono la propria Madrepatria. *[...] fin dall'inizio della guerra, che la Russia annunciò come una crociata per la "denazificazione dell'Ucraina", la Russia stessa mostrò segni di fascismo, dalla lettera "Z", una mezza svastica fatta a casa – che veniva usata per contrassegnare la tecnologia militare russa impiegata nell'invasione e divenuta simbolo del nuovo regime, esposta su magliette, manifesti e facciate di edifici – all'idea dei "legami" (''skrepij''), l'insieme dei valori tradizionali che corrisponde esattamente alla parola italiana "fascio", ovvero il fascio littorio dell'antica Roma: un'asta con un'ascia, legata con un nastro, da cui deriva la parola "fascismo". La vista delle colonne corazzate russe che attraversano i campi dell'Ucraina, dando fuoco alle città e uccidendo civili, è un flashback delle riprese del tempo di guerra del 1941-43, quando i carri armati della Wehrmacht calpestarono l'Ucraina esattamente nello stesso modo. [...] Tuttavia, nonostante tutto ciò, al fascismo russo manca un elemento chiave: la capacità di mobilitare la società. [...] Il problema è che il fascismo classico del XX secolo era il prodotto di una società industrializzata di massa, mentre il putinismo è uscito da una società post-sovietica, post-industriale e post-di massa, basata sulla smobilitazione e sull'atomizzazione. La depoliticizzazione della popolazione e l'incapacità di portare avanti un'azione collettiva è uno dei principali risultati del ventennio di governo di Putin. Questa è una società costruita secondo le leggi dello spettacolo e della performance, e il suo istinto principale è la stabilità e il comfort, non un desiderio ardente o "passionarietà" (come la chiamava l'etnografo russo Lev Gumilev). Simboli e slogan fascisti restano sospesi nell'aria. La maggior parte della popolazione è disposta a sostenere la guerra simbolicamente o in modo dichiarativo, ma non è pronta ad andare a morire per il bene della grandezza imperiale della Russia. *[...] la guerra della Russia in Ucraina non è altro che una gigantesca ricostruzione storica. [...] La Russia ha creato un cosplay della Grande Guerra Patriottica: l'idea iniziale della guerra era assurdamente annunciata come "la denazificazione dell'Ucraina", in cui la Russia interpretava il ruolo dell'Unione Sovietica al tempo della Seconda guerra mondiale e all'Ucraina fu assegnato il ruolo della Germania fascista; la simbolica "guerra della memoria" si trasformò in una guerra reale, cinetica. *La guerra è lungi dall'essere finita. Le battaglie più dure restano ancora da affrontare; ma la Russia ha già perso. E non si tratta solo del fallimento dell'operazione militare, ma della sconfitta della civiltà russa nella sua collisione con la Modernità. La Russia ha coltivato per tanto tempo il proprio arcaismo, coltivando i famigerati "legami" e valori tradizionali, realizzando rievocazioni storiche e "Tank Biathlon" (lo show televisivo in cui i carri armati prendono il posto degli atleti), vestendo i bambini con abiti da soldato e creando un culto attorno al fucile Kalashnikov, che ha prodotto una guerra antideluviana, crudele, assurda e inefficace, dove battaglioni di carri armati trascorrono settimane e perdono migliaia di soldati combattendo per singole case e fattorie. La Russia è diventata non solo una minaccia globale, ma uno zimbello globale. Le colonne di zombie si muovono ancora lungo le strade dell'Ucraina e mietono molte vite umane, ma il loro tempo sta già scadendo. Quando spunterà l'alba, torneranno da dove sono venuti, nel mondo dei fantasmi, delle ombre e nelle profondità della storia. *[...] non serve essere Fedor Dostoevskij, Jurij Mamleev o Vladimir Sorokin per poter penetrare gli antri oscuri dell’anima russa. Basta seguire i resoconti delle violenze poliziesche e carcerarie, dei crimini dell’esercito, per capire che quanto è accaduto a Buča, Irpin, nelle altre città e negli altri villaggi occupati dai russi non è un eccesso, né un qualcosa di patologico, si tratta bensì di una sorta di norma, di prassi abituali degli apparati russi della violenza. *Questa non è una guerra per la Russia, ma per la restaurazione dell'Impero, una guerra di vendetta contro gli ucraini (reso più crudele perché sono considerati "uno di noi", "nostri fratelli") per aver osato pensare che potrebbero staccarsi e seguire la propria strada. *Questo regime e questa guerra sono un prodotto della decadente modernità russa: lo stato di polizia unitario, un'economia coloniale, una società paternalistica, lo sciovinismo e il militarismo delle grandi potenze hanno tutti messo radici. La guerra testimonia l'arcaicità del Paese, la sua incapacità di modernizzarsi negli ultimi trent'anni e la sua sconfitta definitiva nell'incontro con il XXI secolo. È questa sconfitta storica del progetto statale russo che ha dato origine all'invidia, al risentimento, al sogno di vendetta sulla civiltà moderna (un'idea che risale all'"uomo sotterraneo" di Dostoevskij), e al "percorso speciale" della cultura russa – tutta la complicata patologia psichiatrica che è al centro del putinismo, del "[[rascismo]]" e della guerra in Ucraina. *Stiamo assistendo all’emergere di un potere fascista. Ovviamente non un fascismo come quello che abbiamo avuto a metà del 20° secolo, perché non è legato a un’ideologia, a differenza dello stalinismo o del nazismo. È il fascismo postmoderno. In Russia, tutto è sempre preso in prestito. Se guardiamo alle pratiche dell’esercito russo in Ucraina e ad alcuni articoli scritti da ideologi putiniani, non si tratta di conquistare territori nel Donbass o di salvare le popolazioni di lingua russa. Si tratta di distruggere l’Ucraina come nazione, come lingua, come entità politica. Insomma, è una negazione della sua esistenza e da questo punto di vista è una sorta di nazismo generato dall’idea imperiale russa. ===[[Giorgia Meloni]]=== *Dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti, e con altrettanta determinazione dobbiamo impedire il ritorno della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. La guerra di invasione russa dell’Ucraina ci racconta esattamente questo. Che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista del quale pensavamo esserci liberati nel secolo scorso la Ragione può ancora avere la meglio, e che l’amore di Patria, il valore della Nazione, più ancora essere difeso oltre l’inimmaginabile. *È una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le Nazioni più povere. L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa, dove nazioni già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all’instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo. È una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili. *L’Italia continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all'invasione della Federazione russa, non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, ma anche perché è il modo migliore di difendere il nostro interesse nazionale. *L’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l'energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone. *La Russia sta sistematicamente distruggendo le infrastrutture civili ucraine in violazione di tutte le norme del diritto internazionale. ===[[Elena Milašina]]=== *Noi abbiamo iniziato questa guerra, e in questa guerra saremo battuti. Non la vinceremo. E dopo che avremo perso dovremo dire addio all'imperialismo russo per come l'abbiamo conosciuto per molti secoli. E cominciare a costruire un altro Paese. Più piccolo, più gentile e meno militarista. Ma dobbiamo probabilmente affrontare tempi orribili, prima di poter dire addio al nostro passato. *[...] non abbiamo mai avuto quei numeri {{NDR|di morti in guerra}}, né in Cecenia né in Afghanistan né dalla Seconda guerra mondiale. Penso che il popolo russo – non tutto – stia acquisendo questa consapevolezza e probabilmente cambierà idea ma il supporto generale rimane alto perché non c'è libertà d'espressione in Russia. Questo è il risultato dell'uccisione di media liberi. *Quando c'è stata la guerra nel 2014 in Crimea, il supporto dei russi era maggiore. Ora vedo qualcosa di diverso, anche se pensano che la guerra in Ucraina sia giusta, non vedo lo stesso entusiasmo. Gli uomini russi non vogliono andare a combattere, portare la "primavera russa" in Ucraina, come la chiamano loro, e portare via il Donbass. Molte persone, non importa che supportino o meno la guerra, non capiscono il motivo di bombardare Kharkiv, Kiev, Odessa che sono città all'origine della nostra storia. Bombardare Kharkiv che è una città russa nella cultura o Kiev che è la madre della nostra storia è inconcepibile. *Se ci fossero stati più media indipendenti questa tragedia enorme non si sarebbe mai verificata. Perché, per assurdo, le autorità, il Cremlino e Putin avrebbero saputo che l'Ucraina non è certo un Paese che avrebbe dato il benvenuto all'esercito russo. E che l'esercito russo è debole a causa dalla corruzione dilagante. E che tutti i potenti armamenti che sfilavano davanti a Putin e sulla tivù di stato non erano che una bufala. Perché in realtà gli armamenti russi sono di scarsa qualità, e l'esercito è male equipaggiato e ha molti problemi. Si sono fatti un autogol, trasferendo al Cremlino il controllo totale dei media: son rimasti prigionieri di quelle stesse fake news create dalla propaganda di regime. ===[[Fabio Mini]]=== *Il falso è che la guerra sia cominciata con l'invasione russa dell'Ucraina. Questo in realtà è un atto nemmeno finale di una guerra tra Russia e Ucraina cominciata nel 2014 con l'insurrezione delle province del Donbas poi dichiaratesi indipendenti. Da allora le forze ucraine hanno martoriato la popolazione russofona ai limiti del massacro e nessuno ha detto niente. Per quella popolazione in rivolta contro il regime ucraino non è stata neppure usata la parola guerra di liberazione o di autodeterminazione così care a certi osservatori internazionali. È bastato dire che la "Russia di [[Putin]]" voleva tornare all'impero zarista per liquidare la questione. L'ipocrisia è l'atteggiamento della propaganda occidentale pro-Ucraina che, prendendo atto che esiste una guerra, finge di non sapere chi e che cosa l'ha causata e si stupisce che qualcuno spari, qualcun altro muoia e molti siano costretti a fuggire. Ipocrisia ancor più grave della propaganda è il silenzio omertoso di coloro che tacciono sul fatto che dal 2014 [[Stati Uniti]] e NATO hanno riversato miliardi in aiuti quasi interamente destinati ad armare l'Ucraina e migliaia di professionisti della guerra per addestrare e arricchire i gruppi estremisti e neo-nazisti. *L'espansione della [[NATO]] a est iniziata in quell'anno dopo una serie di prove di coinvolgere nella "cooperazione militare" i paesi dell'Europa orientale (programma "Partnership for peace") è stata una provocazione continua per 24 anni. Per oltre un decennio la [[Russia]] non ha potuto opporsi e la NATO, sollecitata in particolare da Gran Bretagna, Polonia e repubbliche baltiche ha pensato di poter chiudere il cerchio attorno ad essa "attivando" sia Georgia sia Ucraina. La Russia è intervenuta militarmente in Georgia e questo ha dato un segnale forte agli Usa e alla NATO, che non hanno voluto intervenire. Durante la crisi siriana del 2011 la Russia si è schierata con il governo di Bashar Assad e successivamente con la guerra all'[[ISIS]] è intervenuta militarmente dando un contributo sostanziale alla sua neutralizzazione. [[Bashar al-Assad|Bashar Assad]] è ancora lì. Le operazioni russe in Siria ancorché concordate e coordinate sul campo con la coalizione a guida americana, hanno disturbato i piani di chi voleva approfittare dell'ISIS e delle bande collegate per destabilizzare l'intero medio-oriente. Un altro segnale del mutato umore russo è stata l'annessione della Crimea subito dopo il colpo di stato contro [[Viktor Janukovyč|Janukovyč]] sostenuto dagli Stati Uniti e in particolare dall'inviata del Dipartimento di Stato Victoria Nuland e dall’allora vice presidente [[Joe Biden|Biden]]. Dal 2014 in poi l'Ucraina con il sostegno degli Stati Uniti e della Nato ha assunto una linea ancora più ostile nei confronti della Russia e iniziato ad integrare nelle forze armate e nella polizia i gruppi neonazisti che si erano "distinti" negli scontri di [[Maidan]]. Gli stessi che ora organizzano la "resistenza ucraina" e coordinano i circa 16 000 mercenari sparsi per il paese. Per tutto questo mi sento di dire che la NATO non ha trascurato l'Ucraina, anzi l'ha spinta con forza in un'avventura pericolosa per entrambi e soprattutto per noi europei. *{{NDR|Sul ruolo che dovrebbe assumere l'Italia nel conflitto}} Negoziare, finirla con il pensiero unico e la propaganda, aiutare l'Ucraina a ritrovare la ragione e la Russia ad uscire dal tunnel della sindrome da accerchiamento non con le chiacchiere ma con atti concreti. E quando la crisi sarà superata, sperando di essere ancora vivi, Italia ed Europa dovranno impegnarsi seriamente a conquistare quella autonomia, dignità e indipendenza strategica che garantisca la sicurezza europea a prescindere dagli interessi altrui. ===[[Alexander J. Motyl]]=== *Fino a quando Vladimir Putin non ha iniziato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina nelle prime ore del 24 febbraio, stava vincendo il suo stallo con l’Occidente. Aveva costretto gli Stati Uniti e l’Europa a prendere sul serio le sue richieste; provò il piacere di essere trattato come il capo di una grande potenza; ed era riuscito a intimidire gli ucraini così come gli altri stati vicini alla Russia e il resto del mondo. [...] E poi ha fatto esplodere tutto invadendo l’Ucraina. *Gli adolescenti {{NDR|ucraini}} desiderano la pace e vogliono fare cose ordinarie, come incontrare la famiglia e gli amici, fare passeggiate, godersi la città. La routine quotidiana è diventata straordinaria dopo diverse settimane di guerra. Tutti intendono rimanere in Ucraina. La disperazione è assente. Gli studenti si aspettano che la guerra finisca con una vittoria ucraina e sono decisamente orgogliosi di essere ucraini. Il loro ottimismo è tanto più notevole alla luce del fatto che i saggi sono stati scritti a metà marzo, quando qualcosa come la vittoria sembrava remota. *Gli obiettivi dichiarati dalla Russia in Ucraina sono passati dall’arginare l’espansione della NATO alla protezione della regione del Donbas, ma il loro vero obiettivo, come hanno esplicitamente affermato i politici russi dall’inizio della guerra, non è impedire all’Ucraina di aderire alla NATO, ma distruggerla come Stato e nazione. *Ora il presunto grande maestro di scacchi Putin si è effettivamente manovrato in una posizione impossibile da vincere. Gli ucraini in tutto il paese, indipendentemente dalla lingua che preferiscono parlare, dalla religione o dall’origine etnica, si sono radunati attorno alla bandiera. Decine di migliaia si sono offerti volontari per unità di difesa territoriale. Molti altri hanno donato il sangue. Incalcolabili altri hanno ceduto i loro risparmi per aiutare a finanziare la difesa del Paese. Un’ondata storica di fervore patriottico ha attanagliato l’Ucraina. *Perché Putin si è comportato così stupidamente? Una risposta è che potrebbe aver perso il contatto con la realtà dopo essersi isolato dal [[Pandemia di COVID-19|COVID-19]] in un bunker per due anni. Un’altra risposta è che, in quanto capo incontrastato del Cremlino per più di due decenni, i suoi consiglieri sono riluttanti a dirgli ciò che temono possa turbarlo. [...] Un’altra possibilità è che abbia completamente accettato le narrazioni della propaganda storica imperiale e sovietica russa che tradizionalmente hanno relegato gli ucraini a una via di mezzo tra la non esistenza o lo status di fratello minore sottomesso della Russia. È del tutto possibile che questa ideologia abbia accecato Putin e molti dei suoi sostenitori davanti alla realtà di una nazione ucraina con i suoi interessi e la sua cultura. ===[[Giorgio Mulè]]=== *Quest'anno, a 2.400 chilometri da quest'Aula, il [[Gesù|Re dei re]] nascerà oltre 100 metri sotto terra, in una delle 56 fermate della metropolitana di [[Kiev]], in quei rifugi improvvisati, che servono ad esorcizzare il demone della morte. Un inviato di ''[[La Repubblica (giornale)|la Repubblica]]'' ha ben descritto, con efficacia, la discesa in quell'abisso, dove l'umanità diventa misericordia e dove il desiderio più grande è quello che fa dire: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Sopra resistenza, sotto resilienza. Negli scantinati di Kiev rinasce la vita che la guerra ha rubato agli ucraini, piano piano, certo, con difficoltà enormi. *Il popolo [[Ucraina|ucraino]] non vivrà il [[Natale]], ma, dopo 9 mesi, continuerà ad essere prigioniero di un'infinita [[Quaresima]] forzata dell'anima. Non sarà Natale domenica 25 dicembre 2022, è sempre venerdì a [[Kiev]]. Continuerà ad essere Venerdì Santo di passione e dolore fino a quando, invece delle campane, al mattino della domenica, risuonerà il canto lugubre delle sirene, che impone la discesa in quegli inferi dell'umanità, nei quali il percorso della vita è misurato dalla velocità che si impiega per mettersi al sicuro. *Sarebbe bello imporre - come ho letto nella mozione a prima firma del presidente [[Giuseppe Conte|Conte]] - un immediato cessate il fuoco, sarebbe bellissimo; però, vede Presidente, questo succede solo nelle favole: che i bambini chiudano gli occhi, dopo aver serrato le palpebre e pronuncino la formuletta magica per imporre, e dunque far succedere qualcosa. *Quella fiaccola della pace appartiene di diritto a chi si è assunto la responsabilità e la maturità di proteggerla, aiutando concretamente il martirizzato popolo ucraino. La verità è che, senza i mezzi militari, senza quegli aiuti, colleghi, quella fiaccola sarebbe già spenta. La verità è che, se dovessimo negare questo sostegno, esporremmo l'[[Ucraina]] a un destino certo, quello della sottomissione. ===[[Francesco Mura]]=== *Voltare le spalle di fronte all'aggressione nel cuore dell'[[Europa]] della [[Federazione Russa]] al popolo ucraino, senza fornire loro tutti i mezzi necessari per poter esercitare il sacrosanto diritto alla legittima difesa, significherebbe non riconoscere come fondamento del diritto internazionale i principi di sovranità, integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli; significherebbe minare e stravolgere l'ordine internazionale, faticosamente e dolorosamente raggiunto nel Ventesimo secolo con il dolore e il sacrificio di milioni di persone; significherebbe voltare le spalle a se stessi, a noi tutti, alla storia del nostro Paese, alla storia dell'Europa intera e della sua civiltà millenaria. *L'aggressione russa ha portato la guerra nel cuore dell'[[Europa]], minacciando la stabilità internazionale delle nostre nazioni e causando contraccolpi devastanti per le nostre economie, rimettendo in discussione tutto il sistema di approvvigionamento energetico e delle materie prime. *A chi, in quest'Aula, parla di una strada esclusivamente diplomatica per arrivare alla pace nel martoriato territorio ucraino, chiedendo di interrompere l'invio di armi all'Ucraina, vi è da chiedere quali siano i mezzi diplomatici che da soli possono indurre la Federazione Russa ad interrompere l'invasione. *Senza le azioni diplomatiche il conflitto durerebbe un tempo inaccettabile, con gravi conseguenze per la popolazione ucraina, ma ancor più gravi sarebbero le conseguenze affidandosi unicamente all'azione diplomatica e lasciando l'Ucraina a difendersi solo con i propri mezzi in una lotta impari. Significherebbe attendere l'inesorabile sconfitta di una Nazione sovrana e la sua sottomissione alla Federazione Russa, situazione inaccettabile per l'Europa e per l'equilibrio geopolitico mondiale. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Eccellentissima corte, voglio dichiarare ufficialmente e far mettere a verbale che sono contro questa guerra. La ritengo immorale, fratricida e criminale. È stata scatenata dalla banda che siede al Cremlino, per poter rubare meglio. Uccidono per rubare. (24 febbraio 2022) *Non è stata la Russia ad attaccare l'Ucraina, ma Putin, sono anni che intimidisce, arresta, uccide i russi; ha rubato elezioni e miliardi. È stato Putin a voler bombardare città pacifiche, uccidere i bambini e distruggere la vita. Ai russi non hanno chiesto se volevano la guerra. Nella Russia che amiamo e di cui andiamo fieri, milioni di persone sono contro questa follia. E adesso il loro aiuto è più necessario che mai. Non solo all'Ucraina e neanche alla Russia, l'aiuto serve a tutto il mondo. L'aiuto per combattere Putin e la sua guerra. (4 marzo 2022) *Basta accendere la televisione e si sente dire che qualcuno opprime i russi. Ma siete voi e il vostro Putin i nemici della Russia ora, traditori e assassini del popolo russo. Negli ultimi anni nessuno ha ammazzato più russi del vostro Putin. Non vi piace che parli della guerra? Ma adesso questo è più importante della mia sentenza. Userò la guerra come metafora dei vostri processi, anch'essa è costruita sulla menzogna, la più spudorata menzogna. Come nella mia sentenza, non c'è una sola parola di verità. Qualche mese fa in tutti i reportage del telegiornale dicevano che noi non avremmo mai mandato le truppe in Ucraina. Mesi di bugie, e poi con un clic hanno mandato le truppe. (24 marzo 2022) *Avete preso un popolo di 40 milioni di persone e avete dichiarato che è nazista. [...] Sono pronto a restare in prigione pur di mostrare a tutto il mondo e a me stesso che non tutti in Russia sono dei matti pervertiti e sanguisughe. (24 marzo 2022) *Riuscite a immaginarvi quante persone debbano essere morte nella guerra con l'Ucraina, quante bare arrivino qui, se persino a Kovrov, con i suoi 134.000 abitanti, la concorrenza nel mercato in piena espansione dei servizi funerari è diventata così agguerrita da indurre le imprese di pompe funebri ad acquistare spazi pubblicitari? E non ovunque, ma sulla popolarissima ''Russkoe Radio'', dove indubbiamente costano più che altrove. (23 novembre 2022) ===[[Sofi Oksanen]]=== *Alcune testimonianze di sopravvissuti riferiscono che chi li interrogava non sembrava avere alcuna idea del modo di vivere del posto. Quando un abitante di Cherson che operava come volontario fu arrestato, gli furono poste domande sui membri di associazioni cospirative e sui legami con la Cia. L'idea che un cittadino si prenda la responsabilità di distribuire medicine e alimenti alle persone senza un secondo fine sembrava un concetto incomprensibile per chi conduceva gli interrogatori. L'idea di un sindaco liberamente eletto sembrava essere altrettanto ambigua. I militari dissero agli ucraini di madrelingua russa che da quel momento erano liberi da ogni discriminazione linguistica. Quando questi li rassicurarono che la loro lingua madre non gli aveva causato alcun problema in Ucraina, restarono senza parole. Uno Stato democratico e russofono è quindi un'idea che il regime di Putin ha cercato di rendere impossibile, e sembra che almeno una parte della popolazione abbia fatto propria tale convinzione. L'esperienza dei prigionieri è stata simile in tutti i territori occupati. *Comincio a sospettare che la resistenza locale sorprenda la Russia in continuazione perché il significato del sentimento nazionale presente negli Stati indipendenti è per molti, in quel Paese, un mistero. È difficile capire perché si dovrebbe difendere con il proprio sangue qualcosa che non apprezzi: l'appartenenza a un Paese più piccolo della Russia. *La violenza sessuale traumatizza e spezza famiglie e intere comunità per generazioni, cambiando la struttura demografica di un territorio. Ecco perché è un mezzo di conquista così diffuso, perché la Russia usa ancora quest'arma così arcaica. Nel caso dell'Ucraina, la domanda è se la Russia stia usando lo stupro come strumento di genocidio. *Le telefonate intercettate dagli ucraini rivelano con certezza che mogli, fidanzate e madri dei soldati russi non solo sono consapevoli, ma addirittura incoraggiano i crimini di guerra commessi dai loro congiunti. [...] Sono cresciuti con l'immagine del nemico che l'uomo forte del Cremlino ha progressivamente rafforzato e sono esempi da manuale dell{{'}}''homo putinicus'' creato dal regime. [...] Riducendo gli ucraini a esseri non umani, questi russi innalzano sé stessi allo status di nuoni patrioti. Senza il sostegno del fronte interno, i crimini di guerra non sarebbero possibili: i soldati devono essere certi di essere ben accolti una volta tornati in patria, preferibilmente come eroi. *Nel XXI secolo, l'idea del bottino di guerra suona molto strana alle orecchie occidentali, qualcosa che appartiene al passato. Negli ultimi anni in Occidente ci si è dedicati al rimpatrio dei beni culturali e delle salme. In Russia la tendenza è diversa. Il suo esercito ha spedito in patria lavatrici e altri elettrodomestici sottratti agli ucraini sin da quando è iniziata l'invasione: i soldati che non capiscono perché combattono devono essere motivati in qualche modo. Gli oggetti saccheggiati dalle case degli ucraini sono stati caricati su camion e venduti onlini in Bielorussia. I telegiornali hanno mostrato carri armati russi carichi di refurtiva e biancheria intima ucraina è stata trovata negli zaini di soldati russi caduti, insieme ad alcolici e computer rubati. [...] Le madri e le compagne dei militari nel resto del mondo non chiamano al fronte per chiedere ai loro cari di spedire a casa le lavatrici delle madri locali. Le famiglie dei russi invece sì, perché le generazioni precedenti hanno fatto lo stesso e perché l'intera società si regge sul furto, sia a livello individuale che statale, e si può essere puniti solo se non si è leali verso i propri superiori, verso Putin. In un simile contesto è quindi perfettamente normale che un soldato russo entri nella casa di una donna ucraina, rovisti nel suo guardaroba e telefoni alla sua ragazza per chiederle che taglia di reggiseno porta. *Osservatori e investigatori indipendenti hanno riferito di avere raccolto prove di atti mai riscontrati neppure nel corso delle guerre in Bosnia o in Ruanda, pur con tutte le loro atrocità. Molti stupri sono stati commessi in pubblico: i soldati russi hanno compiuto i loro crimini per strada o hanno costretto altri membri della comunità ad assistere alle violenze. I genitori sono stati obbligati a guardare lo stupro dei propri figli, i bambini a vedere i propri genitori violati. Alcune vittime sono state brutalizzate fino alla morte. ===[[Oleg Orlov]]=== *Dopo tanti anni, è rinato un vecchio slogan: "Tutto per il fronte, tutto per la vittoria!". L'opposizione è stata spazzata via, la poca libertà che restava è stata eliminata, pronunciare in pubblico termini come liberalismo e democrazia senza aggiungere una parolaccia presenta i suoi rischi. La "vetta" e il "fondo" della gerarchia si sono riuniti in un'estasi di patriottismo e di... odio per l'Ucraina indipendente. *Molto dipende dai paesi dell'Europa centrale e occidentale. È naturale che ogni persona sana di mente preferisca la pace alla guerra. Ma la pace a qualsiasi prezzo? L'Europa ha già cercato di mantenere la pace tentando di rabbonire un aggressore. Conosciamo tutti il risultato catastrofico di quei tentativi.<br>Per di più, una Russia fascista vittoriosa diventerà inevitabilmente una seria minaccia per la sicurezza dei suoi vicini e di tutta l'Europa. *Non condivido l'idea di attribuire a tutti i russi una responsabilità collettiva. Successe la stessa cosa con i tedeschi dopo la Seconda guerra mondiale e ci vollero parecchi anni per superare questo pregiudizio. Ma c'è un "ma" importante. I tedeschi riuscirono a elaborare le loro colpe morali individuali. Nell'odierna società civile russa questo processo sarà molto complicato. Quand'è che lo potremo intraprendere? Non lo so. *Questa guerra ha consegnato l'intero paese nelle loro mani. Da molto tempo volevano scrollarsi di dosso ogni freno. Non auspicano il ritorno del sistema comunista, benché qualcuno di loro si dichiari favorevole. Apprezzano il sistema ibrido che si è instaurato in Russia negli ultimi vent'anni: per metà feudalesimo e per metà capitalismo di stato corrotto fino al midollo. Eppure, mancava ancora qualcosa...<br>Che cosa? L'impressione che il sistema fosse concluso. Adesso lo è. Adesso possono proclamare apertamente e senza vergogna: "Un popolo, un impero, un capo!". Senza la minima vergogna.<br>In breve, volevano il fascismo e l'hanno ottenuto. ===[[Alessandro Orsini]]=== *Bisogna avere il coraggio di ammettere che [[Putin]] ha già vinto. *Come si fa a non comprendere questo fatto così elementare? In Italia le persone sono schierate come se ci fosse una partita di calcio, fai gol, esulti e finisce lì... E come se le persone non si interrogassero sulle conseguenze delle decisioni che noi prendiamo. Noi sconfiggiamo Putin... Ammesso che riusciamo in questa impresa anche i partiti italiani si fermano lì: pensate che bello se noi costringiamo Putin ad arretrare. Ma cosa vi aspettate che accadrebbe? Semplicemente che posto in una condizione disperata Putin sventra un Paese intero. *I Paesi che stanno sostenendo l'Ucraina si coordinano segretamente attraverso la NATO. È la NATO che è dentro questa brutta storia. Se vogliamo capire quello che sta succedendo dobbiamo capire che l'Italia sta agli Stati Uniti come la Bielorussia sta alla Russia. Cioè vuol dire che il sistema internazionale è fatto di parti interconnesse dove ci sono delle superpotenze e degli Stati satelliti. Agli stati satelliti come l'Italia è concessa una autonomia relativa in campo economico e in campo culturale ma non è concessa alcuna autonomia nel campo della sicurezza internazionale perché in Italia ci sono 13 mila soldati americani 120 basi della NATO, circa 20 basi della NATO segrete. Quindi siamo intorno a 140 basi. *La “prima causa interna” dell'invasione è stato il rovesciamento del regime filo-russo in Ucraina in seguito a una serie di manifestazioni iniziate il 21 novembre 2013 a Kiev. I manifestanti protestarono contro la decisione del governo di sospendere una serie di accordi commerciali che avrebbero legato più strettamente l'Ucraina all'Unione europea. La società ucraina si divise tra i sostenitori dell'Unione europea e quelli della [[Russia]]. La rivoluzione, nota anche come [[Euromaidan]], dal nome della principale piazza di Kiev, avrebbe portato al rovesciamento del presidente [[Viktor Janukovyč]], il 22 febbraio 2014, e alla sua fuga. [...] La rivolta contro Janukovycč fu sostenuta dagli [[Stati Uniti]]. Putin sentì di aver subito un'altra umiliazione per mano del blocco occidentale. Per paura che le proprie basi militari cadessero nelle mani della [[NATO]], Putin invase la Crimea, dove ha un'importantissima base navale a Sebastopoli. Una volta annessa la Crimea, la Russia è stata punita dal blocco occidentale con le sanzioni e l'esclusione dal G8. Il rovesciamento di Janukovycč provocò lo scoppio della [[Guerra del Donbass|guerra civile nel Donbass]], composto dagli oblast' di Donetsk e Lugansk. Il 14 febbraio 2014 i separatisti ucraini filo-russi hanno celebrato un referendum per l'indipendenza riportando una vittoria molto ampia (80% Sì contro 20% No). L'indipendenza del Donbass fu riconosciuta solo da Russia, Bielorussia, Nicaragua, Sudan, Siria, Venezuela e Repubblica centrafricana. Secondo i dati Ocse, la guerra civile nel Donbass è proseguita provocando circa 14 mila morti dal 2014 fino al giorno dell'invasione russa. Le notizie delle morti degli ucraini filo-russi non avevano diffusione in Italia, ma accompagnavano la quotidianità dei cittadini russi esasperandone indignazione e nazionalismo. Si è creata così una sorta di “separazione emozionale” tra i russi e gli italiani: i russi erano sconvolti per i fatti del Donbass, mentre gli italiani, in assenza di informazioni, erano emotivamente distaccati. Ciò che per i russi era importantissimo appariva privo di valore per gli italiani. Sul piano interno, non posso non ricordare quanto l'Ucraina sia un Paese diviso anche dal punto di vista etnico-politico, come appare evidente dall'analisi dei risultati elettorali. La mappa delle presidenziali del gennaio 2010, in cui si contrapposero [[Julija Tymošenko]] (45%) e Janukovycč (48%), mostra che la parte orientale del Paese è prevalentemente russofona e russofila. L'Ucraina era un Paese diviso ben prima che scoppiasse la guerra civile nel 2014. *Mentre la prosecuzione di questa guerra fa bene agli Stati Uniti, distruggerà l'economia italiana. Questo il governo italiano non lo può dire perché rispetto agli Stati Uniti è un Paese satellite. ===[[Moni Ovadia]]=== *È una imbecillità anche quella di chi sostiene che non è possibile che il battaglione Azov sia nazista, visto che il presidente Zelensky è ebreo. Un ebreo è prima di tutto un essere umano e come ogni essere umano, per convenienza o per miopia, può non accorgersi di avere in casa dei nazisti veri, come sono quelli di Azov che hanno scelto il simbolo della svastica, che indossano: sotto quel simbolo sono stati sterminati milioni di ebrei, milioni di persone; e non riconoscere questo fatto è disonesto, anche dal punto di vista storico. Per non parlare dei tanti massacri compiuti sotto le bandiere degli Usa e della Nato. Ciò non toglie che Putin è un dittatore che ha reagito e scatenato una guerra criminale e io in Russia oggi starei in galera. Ma vale per tutti, per i russi come per gli ucraini e gli americani: le ragioni della guerra non sono quelle raccontate dal mainstream. Io sono contro tutte le guerre! *Se gli Stati Uniti, con la loro vocazione a diffondere le loro armi in ogni angolo del pianeta, fossero stati fuori da questa vicenda, che è una vicenda europea, anche se molti dimenticano, in buona e cattiva fede, che fino ai monti Urali, la Russia è Europa, ecco, se fossero stati fuori, forse le cose sarebbero andate diversamente. Tra gli atlantisti ultrà ci sono quelli che non hanno detto "a" quando la guerra criminale contro l'Iraq ha fatto quasi un milione di morti. Questi qui dovrebbero stare zitti, o perlomeno mantenere un bassissimo profilo. Lo stesso vale per quelli che hanno al massimo alzato un sopracciglio di fronte alla catastrofe della Libia, la Siria, l'Afghanistan e via dicendo. Non parliamo poi del fatto che nella Nato, la seconda potenza per forza di fuoco è la Turchia. Paese retto da un regime dittatoriale, che mette i propri dissidenti in galera, e che da anni massacra i curdi. Chi ha mandato i missili stinger ai curdi? Nessuno. Di guerre criminali, lungo la seconda metà del '900 ne sono state fatte un gran numero. Quando ha usato la mazza di ferro contro la Cecenia, Putin godeva di grandissimo prestigio. Tutto questo attiene al fatto che invece di confrontarsi con il merito della questione, ci si attacca alla retorica, alle calunnie, a mettere sulla bocca delle persone cose che non hanno mai detto, relazioni che non hanno mai avuto. Questo è, secondo me, il grande problema. L'orrore della guerra è lì da vedere. *Tra gli effetti collaterali è uscito fuori anche la russofobia. E questo è degno di nazisti. Perché la grande cultura russa non ha nulla a che vedere con Putin e la sua politica aggressiva. Il Patto di Varsavia fu sciolto. Perché la Nato contestualmente non si sciolse? Punto di domanda. Sento già certi soloni in mimetica rispondere piccati: che vuoi, i Paesi dell'ex zona di influenza sovietica, hanno chiesto di entrare nella Nato... Intanto cominciamo col dire che l'hanno chiesto le loro classi dirigenti. Questi narratori con l'elmetto vogliono farci bere che tutto questo è avvenuto in una trasparenza totale? Quali sono le politiche che fanno gli Stati Uniti per mantenere questa egemonia militare: presto detto, hanno 900 basi in tutto il mondo. I russi non ce l'hanno. Il problema è complesso. Ma se ti azzardi a farlo presente ti dicono che sono morti 137 bambini. È una immane tragedia, e lo sarebbe anche se a morire fosse stato un solo bambino. Ma non si può utilizzare questa tragedia per provare a tapparti la bocca. È semplicemente vergognoso. Come è vergognoso dimenticare i bambini morti in Iraq, in Siria, in Afghanistan, nello Yemen... Questa rimozione è ripugnante. Non esistono guerre giuste. Tutte le guerre sono criminali. Si vuole portare Putin al Tribunale dell'Aia per giudicarlo come responsabile di crimini di guerra o contro l'umanità? Va bene, prima George W. Bush e Tony Blair. ===[[Marina Ovsjannikova]]=== *Mi è tornata in mente la mia infanzia in Cecenia. In qualche modo, ho cominciato a capire cosa stanno passando quelle povere persone in Ucraina. Ed è qualcosa che non si può accettare. *Pensavo che il mondo intero si sarebbe unito e sarebbe stato in grado di fermare questa follia. Dopotutto, fin dall’inizio è stato chiaro a tutti come la guerra fosse un errore fatale e storico per Putin. E anche chiaro a molti come tutti questi anni di potere assoluto e autoritario gli abbiano fatto perdere ogni contatto con la realtà. L’inalienabilità del potere è la cosa peggiore che possa accadere a un paese. *Quello che avviene in Ucraina è un crimine. La Russia è il Paese aggressore. La responsabilità ricade su una sola persona: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino, mia madre è russa, e non sono mai stati nemici. La Russia deve fermare immediatamente questa guerra fratricida. Purtroppo negli ultimi anni ho lavorato al Primo canale, occupandomi della propaganda del Cremlino e ora ne provo molta vergogna, perché ho consentito di dire bugie alla nazione e di zombizzare i russi. Abbiamo taciuto nel 2014, quando tutto questo era solo all'inizio. Non siamo scesi in piazza quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo solo osservato in silenzio questo regime disumano. E ora ci ha voltato le spalle tutto il mondo, e altre dieci generazioni non si potranno togliere la macchia di questa guerra. ===[[Orhan Pamuk]]=== *Concetti come “dominio” o “sfere di influenza” sono argomenti medievali in cui non c’è democrazia e la libera scelta del popolo non è rispettata. Non solo il volere degli ucraini viene ignorato, ma i cittadini vengono crudelmente bombardati e uccisi. *Essere arrabbiati per quello che sta facendo Putin è una cosa, ma dovremmo evitare di diventare razzisti nei confronti dei russi, non dovremmo proprio dare la colpa alla cultura russa che è una grande cultura. Purtroppo questo sta accadendo. Mi dispiace quando sento che un evento culturale russo o una lezione su Dostoevskij è stato cancellata, questo succede a New York ma può verificarsi nelle piccole università americane o in qualche altro posto. *{{NDR|«Ci sono persone che dicono né con Putin né con la Nato».}} Non sono d’accordo con questa affermazione, la Russia è il Paese invasore. Prima della seconda guerra mondiale molte brave persone hanno difeso la pace, hanno gridato «pace, pace, pace» ma quando Hitler ha iniziato a invadere non hanno più detto pace, hanno detto: «Questa è l’invasione di Hitler». Hanno identificato l’invasore. Putin e la Nato non sono la stessa cosa. Putin sta invadendo un Paese, distruggendo un Paese. Quindi non sono uguali. ===[[Nikolaj Patrušev]]=== *Avendo guadagnato dividendi finanziari e geopolitici dalla Seconda guerra mondiale, oggi Washington e Londra si abbandonano nuovamente al nazismo e al fascismo. Utilizzando l'Ucraina, non si preoccupano di fomentare un conflitto paneuropeo o addirittura globale, immaginando di poterla fare franca. *Gli Stati Uniti sono pronti a combattere la Russia non solo fino all'ultimo ucraino, ma anche fino all'ultimo europeo. Già durante la "guerra fredda" il Pentagono, alla minima minaccia dell'URSS, era pronto a trasformare l'Europa in un deserto radioattivo. *In effetti, i Paesi della NATO sono parte in causa nel conflitto. Hanno trasformato l'Ucraina in un grande campo militare. Stanno inviando armi e munizioni alle truppe ucraine, fornendo loro informazioni, anche attraverso un sistema satellitare e un numero significativo di droni. Istruttori e consiglieri della NATO addestrano le forze armate ucraine e i mercenari combattono all’interno dei battaglioni neonazisti. Cercando di prolungare il più possibile questo confronto militare, non nascondono il loro obiettivo principale: la sconfitta della Russia sul campo di battaglia e il suo ulteriore smembramento. *In nome delle sue ambizioni, l'Occidente sta distruggendo il popolo ucraino, costringendo la generazione attiva a morire in battaglia e portando il resto della popolazione alla povertà. Gli eventi non sono uno scontro tra Mosca e Kiev, ma uno scontro militare tra la Nato, e soprattutto Usa e Inghilterra, con la Russia. *L’operazione militare speciale ha obiettivi specifici, dal raggiungimento dei quali dipende non solo il benessere, ma la vita stessa di milioni di persone, la salvezza della popolazione delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dal genocidio che i neonazisti ucraini stanno praticando già da otto anni. Un tempo il fascismo di Hitler sognava di distruggere l’intera popolazione russa, e oggi i suoi seguaci cercano blasfemamente di farlo con le mani degli slavi. La Russia non permetterà che accada. *La Russia è uno storico difensore della sovranità e della statualità di tutte le nazioni che si sono rivolte a lei per chiedere aiuto. Ha salvato gli stessi Stati Uniti almeno due volte, durante la guerra d'indipendenza e la guerra civile. Ma credo che questa volta non sia opportuno aiutare gli Stati Uniti a preservare la propria integrità. *Non credo che le vite degli ucraini siano una preoccupazione per gli Usa, che hanno ripetutamente dimostrato la loro natura aggressiva e anti-umana. Come dimostra la storia, anche la Nato non è mai stata un’alleanza difensiva, ma solo offensiva. *Parlando di denazificazione, il nostro obiettivo è distruggere la piazza d’armi del neonazismo creato dall’Occidente ai nostri confini. La necessità della smilitarizzazione è dovuta al fatto che l’Ucraina, satura di armi, rappresenta una minaccia anche dal punto di vista dello sviluppo e dell’uso di armi nucleari, chimiche e biologiche. ===[[Marco Pellegrini]]=== *Noi siamo a fianco del popolo ucraino, ma, proprio perché sono passati già tanti mesi di conflitto e sono già immani le sofferenze patite dagli ucraini, chiediamo con ancora maggiore forza al Governo italiano di voltare pagina. Non ci siamo assuefatti alla guerra, non la riteniamo né un fatto ineluttabile né un mezzo per risolvere le controversie internazionali, come recita l'articolo 11 della nostra Costituzione. *Non è pensabile, a nostro parere, arrivare a una vittoria militare sul campo né a una controffensiva sul suolo russo con armi di lunga gittata. Non bisogna prendere in giro gli italiani, bisogna dire loro la verità e sottolineare che, se si continua in questo modo, c'è un rischio concreto di uno scoppio di un conflitto ancora più ampio e magari con l'uso di armi nucleari. *A parole molti di voi, colleghi, volete la pace, ma temo solo a parole, perché nei fatti continuate a insistere pervicacemente sulla necessità di una ''escalation'' militare, che invece è un percorso senza uscita e che aggiungerà morte, distruzione e sofferenze a quanto ha già patito il popolo ucraino. *Era giusto dare all'[[Ucraina]] la possibilità di esercitare il proprio diritto alla legittima difesa nei confronti dell'aggressore [[Russia|russo]]. Senza quell'intervento, nostro e delle altre forze occidentali, probabilmente l'Ucraina sarebbe capitolata in poche settimane, quindi abbiamo fatto bene. *Con il passare delle settimane, in [[Italia]] e altrove le pulsioni belliciste hanno pervaso moltissime menti, raggiungendo livelli davvero preoccupanti; il che sta rendendo concreto il rischio di una guerra lunghissima, in cui il prezzo più alto, come al solito, come in tutte le guerre, lo pagano le popolazioni civili. *Un esempio di questo atteggiamento davvero irresponsabile lo abbiamo visto pochi giorni fa, quando sono caduti i missili in [[Polonia]], e c'è stato chi, come [[Enrico Letta|Letta]] e [[Carlo Calenda|Calenda]], senza nemmeno aspettare una minima verifica sulla paternità di quei lanci, senza adottare la minima prudenza, che è d'obbligo in situazioni così gravi, si sono lanciati in dichiarazioni pericolosissime, precipitandosi a scrivere ''tweet'', quasi come se avessero l'elmetto in testa. *Non mettiamo minimamente in discussione l'appartenenza al [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|Patto Atlantico]], ma riteniamo deleteria la strategia sin qui seguita dall'[[Occidente]], fondata essenzialmente sull'''escalation'' militare. Ci stiamo adoperando per far cambiare questa strategia, per costruire le basi di un percorso che porti al cessate il fuoco, a negoziati tra [[Ucraina]] e [[Russia]] e alla pace. ===[[Elisabetta Piccolotti]]=== *È stato rimproverato ai pacifisti di essere imbelli, inermi di fronte all'aggressore o di essere deboli e pavidi, peggio ancora, di essere finti, di volere, con il pacifismo, lasciare campo libero all'invasione russa. Quante falsità, Presidente, contro un popolo che diventa sempre più grande e che il 5 novembre è sceso in piazza per condannare l'aggressione russa, in solidarietà con il popolo ucraino, vittima di orribili crimini di guerra, e con i tanti, tantissimi ragazzi russi che muoiono per una guerra folle e ingiusta, oltre che con i tanti oppositori politici di Putin, i cui diritti umani vengono sistematicamente violati con arresti e condanne illiberali e totalmente arbitrari. *Nella scorsa legislatura i parlamentari di Sinistra Italiana e di Europa Verde si schierarono contro l'invio di armi, capendo, fin dall'avvio del conflitto, che l'escalation militare non avrebbe aiutato a risparmiare sofferenze al popolo ucraino. *Chi siamo, noi, per chiedere il cessate il fuoco? Questa surreale domanda è stata posta in quest'Aula, pochi minuti fa, dalla collega [[Giulia Pastorella]], come se il cessate il fuoco fosse una richiesta che può essere avanzata solo dai belligeranti o come se l'Italia non potesse avere alcun ruolo o, ancora, come se questo Parlamento avesse davanti due uniche opzioni: belligerare a sua volta o arrendersi all'orrore, come un mero spettatore di un film che ci riguarda solo da lontano. No, non è così. ===[[Serhij Plochij]]=== *{{NDR|Lo Stato ucraino}} è guidato da un presidente di origine ebraica, l'unico presidente di origine ebraica al di fuori di Israele. E il ministro della Difesa ha origini ebraiche. Prima ci sono stati due primi ministri di origine ebraica, quindi non sembra un Paese posseduto dai nazisti da cui deve liberarsi. *Penso che per l'Ucraina, dopo questa guerra, non ci sia via di ritorno. L'orientamento occidentale, l'orientamento verso l'Europa non solo è entrato a far parte della fede nazionale, ma è stato anche pagato col sangue. *{{NDR|Sull'idea che la guerra fu scatenata in risposta all'espansione di Nato}} Penso che questo sia il racconto che è stato proposto da Putin, e a cui ha creduto una grossa fetta di pubblico occidentale in generale. Sono molto scettico su questo argomento nel complesso, perché se fosse stata una vera preoccupazione per Vladimir Putin, avrebbe cercato di negoziare e non avanzare [...] il tipo di richieste che hanno fatto capire subito a tutti che non era interessato ai negoziati e stava cercando di distruggere quei negoziati. [...] Se Vladimir Putin fosse stato preoccupato per la NATO, non avrebbe attaccato l'Ucraina, perché quello che è successo oggi in termini di unità dell'Alleanza, in termini di spostamento delle nuove truppe verso il confine orientale, era facilmente prevedibile. Quindi la Russia si è trovata oggi in una posizione molto, molto peggiore in termini di una possibile minaccia della NATO rispetto a prima della guerra. E di nuovo, non serviva una sfera di cristallo per vederlo. Quindi, da quel punto di vista, non prendo affatto sul serio queste spiegazioni. *Quello che vedete oggi nelle parti temporaneamente occupate dell'Ucraina, nell'est e nel sud, sono le aree dell'Ucraina dove c'è la più alta percentuale di russi etnici e la lingua dominante nelle strade, specialmente nelle grandi città, è russo. Quindi, prima di tutto, queste città come Mariupol e Kharkiv, sono città di lingua russa in cui una percentuale significativa di etnia russa sono le principali vittime. [...] Guardi le città occupate, come [...] Melitopol, come Cherson, di nuovo, città di lingua russa, dove la gente sta manifestando contro i carri armati già ora, la seconda, terza settimana dopo l'occupazione, senza voler prendere parte al progetto russo che gli viene offerto. Questo dimostra l'assurdità di questa affermazione sulla liberazione dei russi o della lingua russa dall'oppressione dello stato ucraino, perché quelle persone hanno effettivamente mostrato dedizione a quello Stato, e lo dimostrano perché lo Stato è molto tollerante, perché lo Stato è stato in grado, nel corso di questi ultimi 30 anni dalla dichiarazione di indipendenza dell'Ucraina [...] di produrre una sorta di lealtà che non si basa sulla lingua, né sulla religione, né sull'etnia. È una sorta di lealtà di cui si legge nei libri di testo, in quelli di scienze politiche, e molto raramente si vede nella vita reale, quando la lealtà si basa sulla lealtà alle istituzioni e, nel caso ucraino, alle loro istituzioni democratiche. E ciò che la Russia porta, soprattutto nei territori occupati, ma nella Russia stessa, è tutt'altro che democrazia. ===[[Mychajlo Podoljak]]=== *Abbiamo un esercito molto motivato, possiamo ripulire da soli la nostra nazione dai russi, a condizioni che ci forniscano armi pesanti, artiglieria pesante e mezzi corazzati per mettere fine all’invasione nemica, soprattutto a sud. *{{NDR|Cedere il Donbas}} non servirebbe a nulla. Cedendo alla pressione russa e firmando un accordo di pace la guerra non finirà. Non è finita nel 2014, la Russia ha ripreso fiato e ha attaccato. Questa volta lo farebbe contro l’Europa. Se Putin non pagherà per questa invasione, il prossimo attacco sarà ancora più massiccio. La Russia andrà avanti a riprendere alcuni territori che reputa suoi. Continuerà a bombardare città, ricattare, sfruttare la sua propaganda in Europa per creare una spaccatura. *Dobbiamo renderci contro che Mosca sul piano militare sta utilizzando metodi "siriani", colpendo indiscriminatamente la popolazione, prendendo d’assedio le città e colpendo deliberatamente gli obbiettivi civili, causando enormi sofferenze alla popolazione ucraina, che non ha colpe. *È il giorno numero 210 della "guerra dei tre giorni". I russi che chiedevano la distruzione dell'Ucraina hanno finito per ottenere: mobilitazione, confini chiusi, blocco dei conti bancari, carcere per diserzione. Va sempre tutto secondo i piani, giusto? La vita ha un grande senso dell'umorismo. *L'élite russa si è convinta che uccidere altre centinaia di bambini o radere al suolo Kiev non fa più differenza. Non vedono arrivare conseguenze più gravi di quelle che già hanno subito, in un certo senso, credono di avere carta bianca per continuare a comportarsi così. Condanne e destituzioni arriveranno solo in caso di sconfitta, quindi a loro basta conquistare l’Ucraina per evitarle. Per questo adesso parlano solo con ultimatum. *La Russia deve perdere, essere punita per aver violato il diritto internazionale e subire una trasformazione politica. Prima lo capiscono tutti, meno vittime ci saranno. *La Russia non è pronta a dialogare, sa solo dettare le sue condizioni. [...] Né noi ucraini né l’Unione Europea possiamo chiudere la guerra alle condizioni russe. Non sarebbe la fine, ma l’inizio di un ricatto russo in attesa di un’altra invasione. *{{NDR|La Russia}} non è uno Stato legale che ha controversie con noi su alcuni territori o sulla nostra quota di grano o metallo nel mercato internazionale. No, la Russia è solamente votata alla distruzione o allo smantellamento totale dello Stato ucraino. Ogni obiettivo intermedio non l’accontenterà. ===[[Petro Oleksijovyč Porošenko]]=== {{cronologico}} *C’è una lunga fila di persone che vuole arruolarsi, ma non abbiamo abbastanza armi per loro. [...] Sono persone normali, spesso non hanno mai combattuto, e sono in fila per unirsi a noi. È estremamente toccante, una grande dimostrazione di quanto il popolo ucraino odi Putin e sia contro l’aggressione russa. (25 febbraio 2022) *Putin non prenderà mai l’Ucraina, non importa quanti soldati ucciderà, quanti missili o armi nucleari userà. Noi ucraini siamo un popolo libero, con un grande futuro europeo. (25 febbraio 2022) *Sia chiaro che noi vogliamo la pace. Ma purtroppo non credo in questo momento ai negoziati e la ragione è molto semplice: le nostre posizioni sono troppo distanti, Putin vuole ucciderci e noi intendiamo vivere. (24 aprile 2022) *Se l’Ucraina cade l’esercito di Putin non si fermerà. Lui ha già detto che non accetta truppe Nato in Bulgaria, in Romania e negli altri Paesi dell’est europeo compreso le repubbliche baltiche. Poche ore fa il suo capo di Stato maggiore ha detto che vuole liberare la [[Transnistria]], dunque mira ad attaccare la [[Moldavia|Moldova]]. (24 aprile 2022) *Le nostre forze armate sono state create dal 2014 sulla base di standard Nato, si sono addestrate con istruttori Nato, hanno migliorato decisamente la loro struttura. Invece la Russia continua a combattere in stile sovietico. Ma la vera differenza l’ha fatta l’alta motivazione: i nostri soldati capiscono per che cosa stanno combattendo, i russi no. (23 settembre 2022) ===[[Evgenij Prigožin]]=== *Abbiamo fatto dell'Ucraina una nazione che è conosciuta da tutti in tutto il mondo. Sono come i greci o i romani nel loro periodo di massimo splendore. L'Ucraina è diventata un Paese conosciuto ovunque. *C'è un nonno felice che pensa che vada tutto bene... Ma come si può pensare di vincere la guerra, se all'improvviso si scopre che questo nonno è un completo str...? *Gli [[Oligarchi russi|oligarchi]] avevano bisogno della guerra. Ne avevano bisogno il clan che oggi controlla la Russia. Questo clan oligarchico ottiene tutto ciò che può. *{{NDR|Gli ucraini sono}} altamente organizzati, altamente addestrati, la loro intelligence è ai massimi livelli e possono operare con uguale successo con qualsiasi sistema militare, compresi quelli sovietici e della Nato. *Il ministero della Difesa cerca di ingannare l'opinione pubblica e il presidente e di raccontare che c'è stata una folle aggressione da parte ucraina e che loro si stavano unendo alla Nato per attaccarci. Pertanto, la cosiddetta operazione speciale del 24 febbraio è stata avviata per altri motivi. [...] La guerra è stata necessaria a un gruppo di bastardi per trionfare e promuoversi, dimostrando quanto fosse forte l'esercito, tanto che [[Sergej Šojgu|Shoigu]] ha ricevuto il grado di maresciallo. *La guerra ha reso l'Ucraina la nazione più famosa del mondo. Paradossalmente, la Russia voleva smilitarizzare l'Ucraina, ma invece l'ha militarizzata con le migliori armi del mondo. *Se l'Ucraina all'inizio dell'operazione speciale aveva 500 carri armati, ora ne ha 5mila. Se allora erano in grado di mettere in campo 20mila soldati, ora ne hanno 400mila. [...] I due obiettivi chiave della guerra non solo sono falliti per la Russia, ma hanno funzionato al contrario. *Zelensky sta combattendo questa guerra in maniera altamente professionale. ===[[Vladimir Putin]]=== {{cronologico}} [[File:Vladimir Putin (2022-02-24).jpg|thumb|Il presidente russo [[Vladimir Putin]] durante l'annuncio dell'invasione, 24 febbraio 2022.]] *In Ucraina, i nazisti del regime di Kiev non perdonano e non lo faranno mai{{NDR|,}} l'[[Annessione della Crimea alla Russia|annessione della Crimea]] {{NDR|fu}} una riunificazione dettata dalla libera scelta degli abitanti. Quindi si riverseranno sicuramente nella penisola, come avvenuto in Donbass, per uccidere persone indifese e innocenti, così come fecero anni fa le bande nazionaliste ucraine, complici del massacro di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. Loro rivendicano un certo numero di territori russi e le informazioni in nostro possesso lo dimostrano. Allora lo scontro con la Russia è inevitabilmente solo questione di tempo. Loro si stanno preparando e aspettano il momento giusto per attaccare. Non lasceremo che accada come nel 1941. (24 febbraio 2022) *Ai sensi dell’articolo 51 della parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione russa e in applicazione dei trattati di amicizia e assistenza reciproca ratificati dall’Assemblea federale il 22 febbraio di quest’anno con la Repubblica popolare di Donetsk e Repubblica popolare di Luhansk, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale. L’obiettivo è proteggere le persone che per otto anni hanno subito abusi e genocidi da parte del regime di Kiev. Per questo ci adopereremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, nonché per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa. Voglio ribadire che i nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con la forza. (24 febbraio 2022) *Gli eventi di oggi non sono collegati al desiderio di violare gli interessi dell’Ucraina e del popolo ucraino, ma sono connessi alla protezione della stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio lo Stato e stanno cercando di usarlo contro il nostro Paese e il suo popolo. Ripeto, le nostre azioni sono semplice autodifesa contro le minacce che si stanno creando nei nostri confronti. (24 febbraio 2022) *I vostri padri, nonni, bisnonni hanno combattuto i nazisti, difendendo la nostra Patria comune, ma oggi i neonazisti hanno preso il potere in Ucraina. Voi avete giurato fedeltà al vostro popolo e non alla giunta antipopolare che saccheggia il Paese e deride queste stesse persone. Non seguite i suoi ordini criminali. Vi esorto a deporre immediatamente le armi e ad andare a casa. Mi spiego meglio: tutti i militari dell’esercito ucraino che lo faranno, potranno lasciare liberamente la zona di combattimento e tornare dalle loro famiglie. Ancora una volta, sottolineo con forza: ogni responsabilità per un possibile spargimento di sangue sarà interamente sulla coscienza del regime che regna sul territorio dell’Ucraina. (24 febbraio 2022) *Chiunque tenti di ostacolarci, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, deve sapere che la risposta della Russia arriverà immediatamente e porterà a conseguenze che non avete mai visto nella storia. (24 febbraio 2022) *{{NDR|Alle forze armate ucraine}} Prendete il potere nelle vostre mani. Sarà più facile per noi negoziare con voi che con questa banda di tossicodipendenti e neonazisti che si è stabilita a Kiev e ha preso l’intero popolo ucraino in ostaggio. (25 febbraio 2022) *Apertamente, erano in corso i preparativi per un’altra operazione punitiva nel Donbass, per un’invasione delle nostre terre storiche, compresa la Crimea. A Kiev hanno annunciato la possibile acquisizione di armi nucleari. (9 maggio 2022) *La Russia ha evitato preventivamente l’aggressione. È stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta. La decisione di un Paese sovrano, forte, indipendente. (9 maggio 2022) *Nel corso dell'operazione speciale in Ucraina sono state ottenute prove documentali che dimostrano che, in violazione delle convenzioni che vietano le armi batteriologiche e tossiche, sono state effettivamente create componenti di armi di questo tipo nelle immediate vicinanze dei nostri confini e sono stati testati i modi per destabilizzare la situazione epidemiologica nelle ex repubbliche sovietiche. (16 maggio 2022) *In questa situazione, ritengo necessario prendere la seguente decisione - è del tutto adeguata alle minacce che dobbiamo affrontare - vale a dire: proteggere la nostra Patria, la sua sovranità e integrità territoriale, garantire la sicurezza del nostro popolo e del popolo nei territori liberati, ritengo necessario sostenere la proposta del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore Generale sullo svolgimento della mobilitazione parziale nella Federazione Russa.<br>Ripeto, si tratta nello specifico di mobilitazione parziale, ovvero saranno soggetti alla leva solo i cittadini che attualmente sono riservisti, e soprattutto coloro che hanno prestato servizio nelle Forze armate, hanno determinate specialità militari e relativa esperienza. (21 settembre) *Vorrei ricordare che anche il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e per alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi NATO. E se l'integrità territoriale del nostro paese sarà minacciata, useremo sicuramente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo. Non è un bluff. (21 settembre 2022) ===[[Domenico Quirico]]=== {{cronologico}} *Siamo abituati a pensare che in Europa le guerre non siano più possibili, che siamo arrivati a un mondo migliore, e che appartengano solo a quelle zone più arretrate, primitive, fanatiche. Pensavamo fosse tutto una finta. (26 febbraio 2022) *Questa volta si confrontano direttamente due potenze nucleari. Hanno scelto di arrivare fino a questo punto. Può succedere di tutto, basta niente. [[Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba|Il dottor Stranamore]], il film di Kubrick, è oggi attualissimo. (26 febbraio 2022) *Difficile stabilire i disegni Putin, sta provando a vedere, all’interno di quella frontiera che nessuno può superare, quella del confronto atomico, quali sono i suoi margini di manovra. Oggi tutti dicono che è un pazzo, ma io credo che sia una persona iper razionale nella sua determinazione feroce, e sta cercando di capire fino a che punto può spingersi. Come direbbe Cavour, sta sfogliando il carciofo per vedere se può arrivare al nocciolo. Senza la bomba atomica sarebbe lo stesso scenario del '39. (26 febbraio 2022) *Il momento chiave è stato quando Putin ha firmato la dichiarazione di indipendenza del Donbas. Quello è stato l’atto, e gli atti segnano il passaggio tra il prima e il dopo. Infatti è seguita subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Da quel momento lì, ha riconosciuto la regione come indipendente, in qualche modo lo stesso Putin è stato costretto a seguire una strada che non aveva più vie d’uscita. (26 febbraio 2022) *Le armi che abbiamo fornito e ora in maggiore quantità e efficacia forniremo all’esercito di Kiev non serviranno come semplice arnese di deterrenza, per convincere un nemico, ancora incerto, che pagherà un prezzo salato se attacca. Questa è la storia di ieri, seppellita sotto le bombe dell’incallito mestatore di Mosca. Adesso abbiamo liberato il terribile genio dalla lampada. (3 marzo 2022) *Nelle dichiarazioni dei leader occidentali la parola, guerra, con ipocrisia ha disertato il senso che ricopre. Fornire cannoni e anticarro è presentato come una appendice un po’ più forte delle sanzioni economiche, quasi fosse un gesto necessario e innocuo, asettico per chi lo compie quando qualcuno viene aggredito e i perseguitati non hanno i mezzi sufficienti per difendersi. Questo è vero per le sanzioni. Ma non per la fornitura di armamenti quando già si combatte. (3 marzo 2022) *Il guaio è che la guerra combattuta senza dirlo, come tutte le furbizie, regge per un tempo limitato. Saranno gli ucraini stessi a farla crollare. Quando la potenza russa si abbatterà su di loro con tutta la violenza possibile, finora ne hanno provato solo sanguinose premesse, le armi «in leasing» non basteranno più e ci chiederanno di tener fede all’impegno che abbiamo sottoscritto inviandole: ci chiederanno di intervenire, di prenderci direttamente per il bavero con uomini in carne e ossa e non con idee pure. (3 marzo 2022) *Mi pare di intravedere nei toni americani questa tentazione pericolosissima. Mettere in piedi e alimentare un Afghanistan ma al centro d’Europa dove sfiancare, allungando con l’ossigeno di munizioni e armamenti, la resistenza ucraina come un tempo, anni Ottanta, fu tenuta in piedi la guerriglia dei mujaheddin sulle montagne di Kabul contro l’[[Armata rossa]]. Insomma metterne a nudo le magagne, sfinirla anche moralmente con una guerra crudele, via via più penosa, disonorevole con il passare delle settimane e dei mesi perché senza vittoria. Feroce per i soldati russi che la combattono quanto per la resistenza, perché costretti a ispessire il massacro via via che districarsene e tornare a casa si rivela sogno irraggiungibile. Il popolo russo, bolscevico o putiniano che sia, non ha spirito combattivo come si pensa, ma soltanto una gran capacità di soffrire dalla quale, in Afghanistan come in Ucraina, dirigenti incapaci non sanno che cavar altro che sconfitte. (6 marzo 2022) *Confessiamolo. Chi ha memoria ha sussultato quando nell’elenco degli armamenti «difensivi» forniti agli ucraini ha letto un nome: «stinger», i missili antiaerei portatili. Fu la fornitura risolutiva sulle montagne afghane: i piloti di bombardieri ed elicotteri russi scoprirono che non potevano più fulminare senza rischi gli afghani mettendo nel nulla i focolai di resistenza, le imboscate, le astuzie dei guerriglieri in ciabatte. Con l’aviazione che si fa cauta, anche la superiorità russa in Ucraina subirebbe una vistosa menomazione. (6 marzo 2022) ===[[Christian Rocca]]=== {{cronologico}} *La resistenza sul campo è in mano al valoroso popolo ucraino, la cui attuale leadership churchilliana sta commuovendo mezzo mondo ma porta con sé la gigantesca responsabilità di non essere riuscita a mobilitare l'opinione pubblica internazionale prima dell'invasione. Ma ciò che importa è che ora, di fronte a un'aggressione criminale contro un popolo democratico, non possiamo non dirci tutti ucraini. E non possiamo non dirci tutti europei. Anche se non proprio tutti tutti. (4 marzo 2022) *Ricordiamo, per comodità e con imbarazzo, la sequenza delle argomentazioni "complesse" avanzate dagli utili idioti di Putin nelle ultime settimane: prima sostenevano che Mosca non avrebbe mai invaso l'Ucraina e che semmai si trattava di bieca propaganda guerrafondaia degli americani, e qui va ricordato che è stata la Repubblica di Maurizio Molinari già nel 2021 a svelare i piani d'aggressione dei russi, prendendosi le minacce del Cremlino e le risatine degli analisti di Twitter pronti a denunciare tensioni bellicose ovunque tranne dove ci sono in piena vista.<br>Poi hanno rilanciato la panzana che Putin aveva ritirato i carri armati, da geniale stratega capace di vincere una guerra lampo senza nemmeno farla. Infine, di fronte all'avvenuta aggressione negata fino al momento prima hanno individuato i colpevoli della crisi tra i dirigenti della Nato del 2000, per decisioni vecchie di due decenni. (12 marzo 2022) *Se i russi avessero solo un briciolo del coraggio degli ucraini – un briciolo, ne basterebbe soltanto un briciolo – la guerra finirebbe domani e forse non sarebbe mai nemmeno cominciata. [...] Ecco, basterebbe che il dieci per cento o anche solo il cinque per cento di questi centoquarantaquattro milioni di cittadini russi scendesse in piazza, fermasse le fabbriche, occupasse le università per mandare il paese in tilt e costringere gli apparati, i militari e il dittatore a rivedere i piani di annessione dell'Ucraina. (20 marzo 2022) *Non fare niente, fuggire altrove o al massimo lamentarsi perché Instagram non è più accessibile è una scelta unanime dei cittadini russi, comprensibile quanto si vuole per i rischi che si corrono ma comunque una scelta precisa. E il risultato di questa scelta condivisa è che questa in corso è la guerra dei russi all'Ucraina. Di tutti i russi, non solo di Putin. (20 marzo 2022) *Le immagini scattate nelle città ucraine abbandonate o liberate dai macellai russi sono stomachevoli e fotografano esattamente quello che sarebbe successo su scala nazionale se gli ucraini avessero ascoltato i consigli geopolitici degli imbecilli e dei loro complici che li ospitano in quelle cloache chiamate talk show italiani. Quelle immagini, inoltre, spiegano perfettamente quale sarebbe stato il destino di tutti gli ucraini se si fossero arresi all'invasore per evitare guai ulteriori o se non fossero stati aiutati con quel poco o tanto che gli europei e gli americani hanno fatto finora per evitare il genocidio di un popolo. (4 aprile 2022) *I responsabili delle trasmissioni televisive si prestano alla propaganda russa per tre ragioni, spesso sovrapponibili: la scusa della complessità è l'ultimo rifugio dei reduci dell'anticapitalismo, dell'antiamericanismo e del terzomondismo che dalla caduta del Muro di Berlino cercano ogni volta nuovi appigli, sempre più surreali, per combattere la società aperta e la libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali costruita dal Dopoguerra in poi; un ruolo ce l'ha, ovviamente, anche la convinzione di poter rosicchiare qualche punto di share ai concorrenti di fascia oraria, sparandola ogni volta più grossa della precedente; la terza ragione è il cinismo e l'irresponsabilità di molti dei protagonisti televisivi, alcuni disposti a tutto pur di emergere come influencer e altri decisi soltanto a segnare punti da giocare esclusivamente nella partita politica nazionale. (17 maggio 2022) *Sentendo il gelido annuncio ucraino «desideriamo informarvi che saremo uccisi dai russi assieme alle nostre famiglie», la risposta degli appeaser bieloitaliani è del tipo: cari ucraini, arrendetevi, lasciatevi soggiogare, in fondo ve la siete cercata. (28 maggio 2022) *Ci spiegavano che Putin non avrebbe mai invaso l'Ucraina [...]. Ci dicevano che gli ucraini dell'est avrebbero accolto a braccia aperte i fratelli della Grande Russia [...]. Ci avvertivano che la Russia avrebbe sventrato l'Ucraina [...]. Ci raccontavano che gli ucraini fossero un popolo di nazisti [...]. Ci ripetevano che gli ucraini non avrebbero mai potuto resistere [...]. Quando tutte le loro previsioni si sono rivelate per quello che erano, ovvero mastodontiche stronzate, i medesimi esperti anziché nascondersi a vita per l'imbarazzo hanno cambiato registro, argomentando che adesso il mondo non deve umiliare la Russia e che bisogna lasciare una via d'uscita a Putin, alla stessa Russia e allo stesso Putin che intanto bombardano ospedali, chiese, musei e di nuovo, domenica mattina, le abitazioni civili nella capitale Kiev. (6 giugno 2022) *La Russia ha perso la guerra perché è diventata lo stato canaglia per eccellenza, il paria di qualsiasi contesto internazionale, il paese da cui tenersi lontano per non macchiarsi di complicità con un genocidio in corso. Nessuno vuole più avere a che fare con i russi, tranne le tv italiane. (20 giugno 2022) *I russi vogliono uccidere gli ucraini, cancellare la lingua ucraina, negare l'indipendenza ucraina.<br>Gli ucraini non vogliono uccidere i russi, non vogliono cancellare la lingua russa, non negano il diritto dei russi di avere un loro Stato. (11 ottobre 2022) *Questa è la storia plurisecolare dell'imperialismo russo, l'unico sulla faccia della terra mai redento, mai pentito, mai liberatosi del peccato originale. È come se l'Italia oggi pretendesse militarmente, politicamente e culturalmente di riprendersi l'Abissinia o la Libia o l'Albania, inquinando con fake news e infarcendo di agenti del caos una narrazione predatoria per convincere il resto del mondo che quelli sarebbero territori nostrani, che ci spetterebbero sin dai tempi dei romani e della grande tradizione culturale del Fascismo, e che gli abitanti delle ex colonie non avrebbero nessun diritto, nemmeno quello all'esistenza. (11 settembre 2023) *Meno di due anni dopo questa grottesca, quanto velleitaria, pianificazione putiniana, la Russia ha perso almeno trecentoquindicimila dei trecentosessantamila soldati che aveva inizialmente mandato a invadere all'Ucraina, ha ridato slancio allo spirito indipendente e nazionale di tutte le regioni ucraine, comprese quelle del Donbas e della Crimea, ha accelerato le procedure di ingresso in Europa dell'Ucraina, della Moldavia, e anche della Georgia, ha fatto conoscere al mondo un popolo straordinario, commovente ed eroico del quale fino a un momento prima dell'invasione il mondo non sapeva niente, ha ricompattato l'asse atlantico, ha rinvigorito l'Occidente e ha ridato uno slancio che sembrava perduto a un genuino spirito europeo, grazie al quale proprio ieri è stato deciso di avviare i negoziati per l'adesione all'Unione europea di Ucraina, Moldavia e, con tempi meno febbricitanti, anche la Georgia. [...] Quando durante uno spettacolo teatrale al Ford's Theater di Washington uccisero Abramo Lincoln, la leggenda vuole che un giornalista si avvicinò alla neo vedova chiedendole: «Apart from that, Mrs. Lincoln, how did you like the play?», «a parte questo, signora Lincoln, come le è sembrato lo spettacolo?».<br>Ecco, signor Putin, a parte la disfatte elencate qui sopra, come le sta sembrando la guerra? (15 dicembre 2023) ===[[Andrea Romano]]=== *Chi si oppone all’invio delle armi a Kiev, dalla comodità di un salotto televisivo o del Parlamento, riprende e amplifica le argomentazioni di Putin. E anche quando non è consapevole di farlo, in realtà lavora contro la pace e a favore della prepotenza. *Con tutte le più ovvie differenze tra oggi e allora, l'aggressione all'Ucraina ha rivelato la persistenza di un tratto imperiale e coloniale alla base della Federazione russa anche nella sua versione post-sovietica.<br>Un tratto che ne rappresenta il principale elemento di fragilità strutturale e che potrebbe provocarne l'implosione, non domani ma neanche tra mezzo secolo, sul modello di quanto è già accaduto prima all'impero zarista e poi all'Unione sovietica. *[...] la guerra all'Ucraina rimane la grande prova della verità per il fascismo putiniano. Innanzitutto una guerra di aggressione contro uno Stato sovrano di dimensioni e potenza assai più ridotte, nello stile delle aggressioni militari di Mussolini alla Grecia o all'Albania, scatenata in violazione degli impegni internazionali che Mosca aveva sottoscritto con la comunità internazionale. Poi una campagna militare mossa dall'aspirazione a tornare ad un glorioso passato imperiale e nutrita da motivazioni espansionistiche e di sottomissione etnica, anche qui sul modello delle guerre fasciste del Novecento. *[...] la tragedia ucraina è una prova terribile anche per le nostre opinioni pubbliche e per la nostra politica. Ma c’è differenza tra l’imbarazzante furbizia di politici come Conte o Berlusconi che invitano gli ucraini ad arrendersi allo sterminio putiniano, facendo finta di non capire che dopo Kiev toccherebbe ad altri capitali europee e che la vittoria di Mosca sarebbe la fine del diritto internazionale e di qualunque speranza di pace per il nostro continente, e il tormento di chi (come tutti noi del Pd, compresa Elly Schlein) sa che la difesa della pace oggi passa per la difesa dell’Ucraina dall’aggressione. *Sono infatti le minoranze etniche a fornire la gran parte della "carne da cannone" chiesta da Mosca, così come sono le regioni orientali dell'impero a pagarne il prezzo in termini di impoverimento e sfruttamento crescenti, mentre le ''élite'' russe vengono protette il più possibile dall'impatto umano ed economico del conflitto. ===[[Sergio Romano]]=== {{cronologico}} *Questo restauratore dell'impero russo è partito con il piede sbagliato. La sua iniziativa bellica produce il risultato opposto: il dissenso aperto da parte degli altri Paesi. I governanti e i popoli di altre nazioni osservano il comportamento del maggiore uomo politico russo. La sua politica genera diffidenza. Adesso sarà circondato da nazioni sospettose che non si fideranno mai di lui. (4 marzo 2022) *Noi dobbiamo evitare di mettere l'intero Paese in un angolo. Dobbiamo cercare di mettere in un angolo Putin. A Mosca ci sono personalità capaci di sostituirlo. (4 marzo 2022) *Non stiamo parlando di un leader democratico: Putin è un dittatore, e resiste nella speranza che altri si oppongano alle sanzioni, perché le sanzioni sono armi a doppio taglio, possono far male anche a coloro che le applicano. (15 marzo 2022) *Tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. Ma Putin può resistere più a lungo di un presidente democratico. Tutti questi leader sanno che dovranno prima o dopo rendere conto del loro operato al proprio Paese. Ma Putin è il solo che non ha fretta, perché la sua legittimazione non proviene dalle urne, ma dal potere assoluto che esercita e controlla a piacere suo. (15 marzo 2022) *L’obiettivo di Putin non è conquistare l’Ucraina, perché non sarebbe comprensibile nemmeno nella prospettiva russa. Ho sempre avuto l’impressione che la Russia avrebbe cercato con gradualità di ricostituire quel potere che aveva nel passato. È sempre stata una grande potenza, che avesse quell’ambizione mi sembrava comprensibile e persino inevitabile. (15 marzo 2022) ===[[Ettore Rosato]]=== {{cronologico}} *In quest’[[Camera dei deputati|Aula]] non c’è nessuno che vuole mandare le [[Arma|armi]] volentieri. Non c’è un collega, non c’è un parlamentare che manda le armi senza avere il peso sulla coscienza che è un atto che comunque alimenta un conflitto che, però, nessuno di noi ha voluto: l’[[Ucraina]] non l’ha voluto, le [[occidente|potenze occidentali]] e la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] non l’hanno voluto. *È utile e giusto discutere, oggi, di quello che sta accadendo in [[Ucraina]], anche perché si tratta di un fatto che determinerà, in maniera molto netta, il futuro delle cose che accadono nel pianeta, nel nostro continente: si sta costruendo una nuova [[cortina di ferro]], che non sarà facile smantellare il giorno dopo. Troppo sangue, troppa arroganza russa, troppi fatti stanno attraversando questi mesi; non ci possono essere dubbi sulle responsabilità, questa è una guerra di aggressione fatta dalla [[Russia]] di [[Vladimir Putin|Putin]], che non difende nessuno. *Su quel drammatico campo di battaglia, in cui l'[[Ucraina]] si è trasformata, accadono cose che ci dimostrano, anche in queste settimane, come l'imbattibilità militare dei [[Russia|russi]] sia un mito sfatato, mentre la crudeltà di [[Vladimir Putin|Putin]] trova conferma nei bombardamenti, anche di queste ore, anche nella scelta di abbandonare Kherson, perché non erano in grado di difenderla, dopo averla saccheggiata, e, oggi, di continuare a bombardarla in maniera crudele, mirando e sapendo che non ci sono obiettivi militari da colpire, ma ci sono solo obiettivi civili. *[...] c'è l'[[Italia]], che non è da sola, c'è l'[[Unione europea]], c'è la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]], c'è un'alleanza sempre più ampia di Paesi che sostengono l'[[Ucraina]] e il suo popolo, mentre [[Vladimir Putin|Putin]] è sempre più solo. *Mi sono posto più volte una domanda: ci sembra che, in qualche modo, [[Vladimir Putin|Putin]] stia cercando la pace? Penso di no, la [[Russia]] ha approvato una legge che rende suo il 20 per cento del territorio dell'[[Ucraina]], un terzo dell'Italia. Come si può pensare che tutto questo sia un elemento che possa caratterizzare un qualsiasi percorso che porti alla pace? Non ci ricorda forse un dittatore che voleva solo un pezzo della Cecoslovacchia e, tornando da Monaco, [[Neville Chamberlain|Chamberlain]] venne accolto trionfante, dopo l'accordo che aveva sottoscritto con [[Adolf Hitler|Hitler]] dalla folla a [[Londra]]? *Dobbiamo [...] essere consapevoli - e chi lo dice ne deve essere consapevole - che smettere di inviare armi all'[[Ucraina]] non fa finire la guerra, fa finire l'Ucraina. E, se vogliamo scegliere che debba vincere la [[Russia]], bisogna dirlo in maniera esplicita, non bisogna usare strumentalmente il tema delle armi per difendere la loro terra. Tutto qui. ===[[Jeffrey Sachs]]=== {{cronologico}} *La mia ipotesi è che gli Stati Uniti siano più riluttanti della Russia a una pace negoziata. La Russia vuole un’Ucraina neutrale e l’accesso ai suoi mercati e alle sue risorse. Alcuni di questi obiettivi sono inaccettabili, ma sono comunque chiari in vista di un negoziato. Gli Stati Uniti e l’Ucraina invece non hanno mai dichiarato i loro termini per trattare. Gli Stati Uniti vogliono un’Ucraina nel campo euro-americano, in termini militari, politici ed economici. Qui si trova la ragione principale di questa guerra. Gli Stati Uniti non hanno mai mostrato un segno di compromesso, né prima che la guerra scoppiasse, né dopo. *Se vogliono processare Putin per crimini di guerra, allora devono aggiungere alla lista degli imputati George W. Bush e Richard Cheney per l’Iraq, Barack Obama per la Siria e la Libia, Joe Biden per aver sequestrato le riserve in valuta estera di Kabul, alimentando così la fame in Afghanistan. E l’elenco non finisce qui. *La Russia ha iniziato questa guerra, certo, ma in buona parte perché ha visto gli Stati Uniti entrare in modo irreversibile in Ucraina. Nel 2021, mentre Putin chiedeva agli Stati Uniti di negoziare l’allargamento della NATO all’Ucraina, Biden ha raddoppiato la scommessa diplomatica e militare. Non solo ha rifiutato di discutere con Mosca l’allargamento della Nato, ma ha fatto sì che l’impegno della NATO in questo senso fosse rinnovato al vertice del 2021, e poi ha firmato due accordi con l’Ucraina sul tema. *Per salvare l’Ucraina dobbiamo porre fine alla guerra, e per porre fine alla guerra abbiamo bisogno di un compromesso in cui la Russia si ritira e la NATO non si allarga. Non è difficile, eppure gli Stati Uniti non accennano neanche all’idea, perché sono contrari. Gli Stati Uniti vogliono che l’Ucraina combatta per proteggere le prerogative della NATO. Già questo è un disastro ma, senza una soluzione ragionevole e razionale, ci aspettano rischi molto più grandi. *La guerra è iniziata 9 anni fa, non l'anno scorso. Credo sia iniziata nel febbraio 2014. È iniziata con il violento rovesciamento del presidente Yanukovich, che io attribuisco a una significativa partecipazione degli Stati Uniti all'operazione di cambio di regime in Ucraina. A mio avviso, questo è stato l'innesco di questa guerra, il che significa che stiamo assistendo a una guerra per procura tra Stati Uniti e Russia. ===[[Maia Sandu]]=== *All'inizio della guerra, la [[Moldavia]] era il vicino più vulnerabile dell'Ucraina. Ora siamo più preparati. Stiamo rafforzando la capacità di difesa, abbiamo nuove fonti di energia, su cui possiamo contare, abbiamo aumentato le esportazioni verso l'Unione europea, siamo sempre più forti. *Dopo aver visto ciò che la Russia ha fatto in Ucraina, come possiamo credere che la Russia rispetterà la neutralità della nostra Costituzione? Oggi siamo vulnerabili e nella società c'è un dibattito molto forte al riguardo. Finora la gente crede ancora che la neutralità sia la politica giusta per la Moldavia, ma il dibattito esiste. Potrei dire che una parte della popolazione pensa che la Moldavia debba rimanere neutrale a causa della propaganda russa che continua a prendere di mira la NATO. Allo stesso tempo, una parte della popolazione, a causa della propaganda, potrebbe avere paura di parlare dell'adesione alla NATO perché pensa che non appena si inizierà a parlarne, la Russia potrebbe attaccare. Dobbiamo quindi fornire uno spazio sicuro di informazione per consentire questa discussione. *È chiaro che una parte della Chiesa ortodossa sia molto favorevole alla Russia – e che addirittura lavori per essa – e, purtroppo, alcuni esponenti sostengono persino la sua guerra. Allo stesso tempo, il capo della Chiesa in Moldavia ha esplicitamente rifiutato di sostenerla. C'è quindi una differenza di opinioni al suo interno. *Non credo ai negoziati di pace. [...] Putin ricomincerà sei mesi dopo, non è convinto di aver perso. ===[[Olaf Scholz]]=== {{cronologico}} *Al fianco dell'Ucraina siamo dalla parte giusta della storia. [...] Gli ucraini combattono per la libertà e la democrazia, per valori che noi condividiamo. Sabato abbiamo deciso la consegna delle armi a Kiev. All'aggressione di Putin non poteva esserci altra risposta. *Con l’attacco all’Ucraina, il presidente russo Putin ha iniziato una guerra di aggressione a sangue freddo. Per una sola ragione: la libertà del popolo ucraino mette in discussione il suo stesso regime oppressivo. *Stiamo vivendo un’era spartiacque. E questo significa che il mondo dopo non sarà più lo stesso del mondo prima. La questione al centro di questo è se il potere può prevalere sulla legge. Se permettiamo a Putin di riportare indietro l’orologio al diciannovesimo secolo e all’età delle grandi potenze. O se abbiamo in noi la possibilità di tenere sotto controllo i guerrafondai come Putin. Ciò richiede la nostra forza. *Con l’attacco all’Ucraina, Putin non sta solo cercando di cancellare un paese indipendente dalla mappa. Sta demolendo l’ordine di sicurezza europeo che era prevalso per quasi mezzo secolo dall’[[Accordi di Helsinki|Atto finale di Helsinki]]. Si sta anche isolando dall’intera comunità internazionale. *Il presidente Putin non dovrebbe sottovalutare la nostra determinazione a difendere ogni metro quadrato di territorio della NATO insieme ai nostri alleati! Siamo assolutamente seri su questo. Quando diamo il benvenuto a un paese nella NATO, ci impegniamo a difendere quel paese come partner e alleato. Così come ci difenderemmo! *Ora, anno dopo anno, investiremo più del due per cento del nostro prodotto interno lordo nella nostra difesa. [...] Abbiamo fissato questo obiettivo non solo perché abbiamo promesso ai nostri amici e alleati di aumentare le nostre spese per la difesa al due percento della nostra produzione economica entro il 2024. Lo stiamo facendo anche per noi, per la nostra sicurezza. *Gli eventi degli ultimi giorni e settimane ci hanno mostrato che una politica energetica responsabile e lungimirante non è solo cruciale per la nostra economia e il nostro clima. È anche fondamentale per la nostra sicurezza. Ciò significa che quanto più velocemente si procede con lo sviluppo delle energie rinnovabili, tanto meglio. ===[[Arnold Schwarzenegger]]=== {{cronologico}} *La forza e il cuore del popolo russo mi hanno sempre ispirato. Ecco perché spero che mi lascerete dire la verità sulla guerra in Ucraina. A nessuno piace sentire qualcosa di critico nei confronti del proprio governo. Lo capisco. Ma come amico di lunga data del popolo russo, spero che ascolterai quello che ho da dire. [...] So che il vostro governo vi ha detto che questa è una guerra per denazificare l’Ucraina. Questo non è vero. De-nazificare l’Ucraina? È un paese con un presidente ebreo, un presidente ebreo, potrei aggiungere, i cui tre fratelli del nonno furono tutti assassinati dai nazisti. L’Ucraina non ha iniziato questa guerra. Né nazionalisti né nazisti. Quelli al potere al Cremlino hanno iniziato questa guerra; questa non è la guerra popolare russa. *Questa non è una guerra per difendere la Russia come hanno combattuto i tuoi nonni e i tuoi bisnonni. Questa è una guerra illegale. Le vostre vite, le vostre membra e il vostro futuro vengono sacrificati per una guerra insensata, condannata dal mondo intero. Ricorda che 11 milioni di russi hanno legami familiari con l’Ucraina. Con ogni proiettile che spari, spari a un fratello o a una sorella. Ogni bomba e ogni proiettile che cade non cade su un nemico, ma su una scuola, un ospedale o una casa. *E ai russi che hanno protestato per le strade contro l’invasione dell’Ucraina: il mondo ha visto il tuo coraggio. Sappiamo che hai subito le conseguenze del tuo coraggio. Sei stato arrestato. Sei stato incarcerato e sei stato picchiato. Siete i miei nuovi eroi. Hai la forza di [[Jurij Vlasov|Yury Petrovich Vlasov]]. Hai il vero cuore della Russia. ===[[Antonio Scurati]]=== *Gli ucraini aspirano a condividere i nostri valori e gli stili di vita democratici e liberali. È in quel momento che la Russia di Putin ha deciso la guerra. È tutto leggibile nella logica neozarista: qualunque cosa l'Ucraina avesse fatto che non fosse stata abdicare completamente a se stessa avrebbe avuto la guerra. *Gli ucraini combattono. Il popolo ucraino è in piedi e combatte. Lungo le coste del Mar Nero, nelle sterminate steppe del Nipro, nelle periferie di Kiev, strada per strada, combatte. Va ripetuto, ribadito, compreso, proprio nel giorno luttuoso della strage dei bambini all’ospedale di Mariupol, perché va affermandosi l’idea degli ucraini come vittime, prone al massacro, con il rischio di dimenticare che il loro coraggio non è solo quello della sofferenza ma è anche il coraggio della lotta. *Gli Ucraini stanno combattendo anche per noi, forse non per ciò che siamo diventati ma per ciò che fummo e che ancora potremmo essere. Nelle periferie di Kiev, nelle steppe sconfinate del Nipro, lungo le rive del Mar Nero, combattono idealmente i nostri nonni, quelle donne e quegli uomini estinti che, nella loro giovinezza, pur consapevoli della forza preponderante del nemico, presero le armi contro la violenza nazi-fascista. *Invadendo uno Stato sovrano sul suolo europeo senza alcuna giustificazione, ammassando truppe ai suoi confini, pianificando un brutale attacco territoriale per mezzo di divisioni corazzate e meccanizzate, bombardando crudelmente e vigliaccamente obbiettivi civili, calpestando sfacciatamente ogni diritto internazionale (e anche ogni diritto di guerra), Putin avrebbe — si sente dire spesso — «riportato indietro le lancette della storia». In più, il dittatore russo, a parte la totale censura interna, sembra non manifestare nessuna preoccupazione per la narrazione della sua guerra d'aggressione. Nessuna forma politica o giuridica, nessuna risoluzione dei conflitti, nessun valore, nessun racconto memorabile, nessun senso sembrerebbe manifestarsi all'orizzonte della guerra di Putin contro gli ucraini. Nessuna luce, soltanto tenebra. *La guerra di Putin agli ucraini non rientra nelle narrazioni occidentali della guerra, nella loro evoluzione storica, ma nemmeno le contraddice per il semplice fatto che non appartiene a esse. La guerra di Putin — non quelle dei russi nella loro intera storia, sia chiaro, non la guerra di Tolstoj e nemmeno quella di Vasilij Grossman — ripropone l'inimicizia archetipica tra Oriente e Occidente, la loro contrapposizione anche nelle stesse forme della guerra. Putin e la sua guerra non sono l'Occidente, ne sono il nemico. *Se gli ucraini avessero subito passivamente l’invasione russa sarebbero divenuti un popolo asservito, sfruttato, oppresso. Se cessassero di difendersi ora, la loro sarebbe una resa incondizionata, non una pace negoziata, e ripiomberebbero nel destino di servaggio contro il quale si sono ribellati. La loro tenace, coraggiosa resistenza, inoltre, non è affatto priva di orizzonte strategico. L’obiettivo è quello, ora e in futuro, di rendere troppo salato il prezzo della violenza dominatrice praticata sistematicamente dal dispotico regime russo e, possibilmente, di giungere alla deposizione del suo leader. *Sono refrattario ai paragoni storici, ma ci sono dei tratti di agghiacciante simmetria tra la condotta pratica e verbale di Putin nel momento in cui invade l'Ucraina e quella di Hitler quando aggredisce prima la Cecoslovacchia e poi la Polonia. [...] Hitler dal '38 non ragiona in termini politici, ma escatologici, apocalittici e religiosi. Crede di andare incontro a un Armageddon con un nemico mortale che prevede. Temo che Putin stia ormai dentro questa dimensione e che ogni tentativo di comprendere le sue mosse in termini politici manchi il bersaglio. *Un altro punto è interessante: il disinteresse di Putin verso gli effetti mediatici della guerra, per cui se per vincere si deve bombardare un ospedale pediatrico, si bombarda senza problemi, potendo contare sul totale controllo dell'opinione pubblica interna. Gli Stati Uniti dal Vietnam in poi hanno fatto il contrario. Queste cose sembrano indicare un ritorno a un passato che credevamo sepolto. ===[[Oleh Sencov]]=== *Per perdonare qualcuno, quel qualcuno deve essere pentito. Non vedo pentimento tra i russi. *Se {{NDR|i russi}} mi catturano e mi identificano, a questo giro mi uccidono. Sono il loro nemico pubblico, non mi faranno di nuovo prigioniero. *Tutti i russi sono responsabili per la guerra: chi è venuto a uccidere la nostra gente, chi ce li ha mandati, chi li sostiene, chi è rimasto in silenzio e non ha fatto nulla per impedirlo. Pertanto, qualsiasi messaggio del tipo: “la guerra l’ha voluta Putin ma i russi in realtà sono innocenti” è esattamente ciò che il Cremlino vuole che si pensi. ===[[Timofej Sergejcev]]=== {{cronologico}} *La denazificazione {{NDR|dell'Ucraina}} è necessaria quando una parte significativa del popolo – molto probabilmente la maggioranza – è stata dominata e attratta politicamente dal regime nazista. Cioè, quando l'ipotesi "le persone sono buone – il governo è cattivo" non funziona. Il riconoscimento di questo fatto è alla base della politica di denazificazione, di tutte le sue misure, e il fatto stesso ne è l'oggetto. *Tutte le organizzazioni che si sono associate alla pratica del nazismo dovranno essere liquidate e bandite. Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa delle masse, che sono naziste passive, complici del nazismo. Hanno sostenuto e assecondato il potere nazista. La giusta punizione di questa parte della popolazione è possibile solo sopportando l'inevitabile costo di una giusta guerra contro il sistema nazista, condotta con la massima attenzione e prudenza possibile nei confronti dei civili. Un'ulteriore denazificazione di questa massa di popolazione consiste nella rieducazione, che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo in ambito politico, ma anche necessariamente nella sfera della cultura e dell'istruzione. *La denazificazione può essere effettuata solo dal vincitore, il che implica (1) il suo controllo assoluto sul processo di denazificazione e (2) il potere di possedere e garantire tale controllo. In questo senso, un paese denazificato non può essere sovrano. Lo stato denazificatore – la Russia – non può accettare un approccio liberale. L'ideologia del denazificatore non può essere contestata dal colpevole sottoposto a denazificazione. Il riconoscimento da parte della Russia della necessità di denazificare l'Ucraina implica il riconoscimento di un diverso scenario politico sociale in Crimea e nell'Ucraina nel suo insieme. *I tempi della denazificazione non possono in alcun modo avere una durata inferiore a una generazione. I nuovi nati devono crescere e raggiungere la maturità in una condizione di denazificazione. La nazificazione dell'Ucraina è durata più di trent'anni , almeno a partire dal 1989, quando il nazionalismo ucraino ha ricevuto forme legali e legittime di espressione politica, ponendosi alla guida del movimento per "l'indipendenza". *Il nome "Ucraina" non potrà essere conservato. Non è degno di una entità statale completamente denazificata nel quadro di un territorio liberato dal regime nazista. *La denazificazione sarà inevitabilmente anche una deucrainizzazione: un rifiuto dell'"inflazione" artificiale su larga scala della componente etnica che si identifica nella popolazione dei territori della Piccola Russia storica e della Nuova Russia, opera iniziata dalle autorità sovietiche. *È improbabile che la "provincia cattolica" (l'Ucraina occidentale come parte di cinque regioni) diventi parte dei territori filo-russi. La linea di alienazione, tuttavia, sarà trovata empiricamente. Avremo un'Ucraina ancora ostile alla Russia, ma neutrale, perché obbligata con la forza alla smilitarizzazione, e priva di nazisti perché posti al bando. Coloro che odiano la Russia ne faranno la propria patria. *Per mettere in pratica il piano di denazificazione dell'Ucraina, la stessa Russia dovrà finalmente fare piazza pulita delle illusioni filo-europee e filo-occidentali, ed erigersi a ultima e autentica rappresentante dei valori dell'Europa storica, proteggendo e preservando i valori che meritano di essere salvati, valori che l'Occidente ha abbandonato, perdendo la sua ultima battaglia. ===[[Andrij Ševčenko]]=== {{cronologico}} *Questa mattina, all'alba, una guerra su vasta scala è stata iniziata dalla Russia. La mia gente e la mia famiglia sono in pericolo. L'Ucraina e la sua popolazione vogliono pace e integrità territoriale. Vi prego, vi prego di sostenere il nostro Paese e chiedere al Governo russo di fermare la loro aggressione e violazione del diritto internazionale. (24 febbraio 2022) *Quello che accade è inumano, non bisogna smettere di parlarne. Abbiamo bisogno di sentire il sostegno della comunità internazionale in ogni momento. (3 marzo 2022) *{{NDR|«È stato giusto cancellare la Russia dalle competizioni sportive?»}} Decisione condivisibile, c'è stata un'aggressione. Finché non si ferma la guerra, gli atleti russi devono stare fuori. (3 marzo 2022) *Ora il bersaglio siamo noi, che confiniamo con la Russia. Ma poi a chi toccherà? (3 marzo 2022) *Il calcio non esiste più per me, ora. Ogni mattina penso solo a cosa fare per il mio Paese. (3 marzo 2022) ===[[Svjatoslav Ševčuk]]=== *Anche se oggi la neve bianca ha spolverato la nostra capitale, la primavera inesorabilmente arriva sulla terra ucraina. Proprio come un bucaneve che si fa strada attraverso la neve per mostrare il suo fiore, così anche il giorno di luce e di pace per la nostra terra irrompe inesorabilmente, costantemente e con forza attraverso gli orrori della guerra. *Come si sa, la Russia sistematicamente distrugge l'infrastruttura critica della nostra città. Adesso Kyiv vive praticamene senza luce, e se in un grande condominio non c'è la luce allora non c'è l'acqua, non c'è riscaldamento, non c'è la possibilità di cucinare perché tutte le cucine funzionano con l'elettricità. I grandi condomini e i grattacieli diventano trappole fredde. *Con questa guerra, i russi vogliono risolvere i loro problemi interni con una aggressione esterna. Noi siamo chiamati ad evitare questa tentazione. *Il vero obiettivo dell'aggressione russa è l'annientamento del popolo ucraino. Lo confermano sia i discorsi ideologici dello stesso Putin, nei quali spesso si fa riferimento alla storia ucraina, sia i crimini di guerra compiuti dai suoi soldati sulla nostra terra. In effetti, è difficile chiamarla solo guerra. Dal primo giorno dell'invasione russa in Ucraina vediamo continui crimini di guerra che non si fermano né di giorno né di notte. Qualcuno dice che in Ucraina è in corso un conflitto. Addirittura, vedo che ultimamente i media occidentali parlano di conflitto russo-ucraino. In Ucraina non c'è nessun conflitto. Perché il conflitto rievoca sempre un paradigma simmetrico del discorso, conflitto vuol dire che ci sono due gruppi, ognuno di loro ha la sua propria ragione e stanno in conflitto. E quelli che cercano la verità o vogliono mediare il conflitto, ascoltano sempre una parte, l'altra parte, e intuitivamente dicono che la verità sta in mezzo. E questo significherebbe trovare una soluzione del conflitto. Ma di fatto in Ucraina non c'è questo tipo di realtà. Non ci sono due ragioni e non c'è la verità di mezzo, ma c'è un criminale, uno che aggredisce, e c'è la sua vittima. *Io penso che bisogna smettere di parlare del conflitto, e invece parlare del crimine di guerra in Ucraina. Bisogna smettere di cercare di difendere gli interessi dell'aggressore e mediare gli interessi dell'aggressore e dell'aggredito, perché questo davvero non corrisponde alla realtà e alla verità, la verità oggettiva dei fatti accaduti. Tolleranza zero verso l'uso della violenza... Se l'interesse di uno stato provoca la guerra e sta condannando a morte un popolo che conta più di 40 milioni, allora non è più l'interesse, è un crimine. *Pensate che vicino all'antica città di Chernihiv, nella chiesa ortodossa considerata patrimonio storico, l'esercito russo ha realizzato una camera di torture! Nell'edificio di culto hanno torturato la gente dei villaggi di Yahidne e Lukashivka. Intorno alla chiesa sono stati trovati molti corpi mutilati. Oggi diventa sempre più evidente, almeno per noi in Ucraina, che la guerra russa contro l'Ucraina ha una chiara struttura ideologica definita l'ideologia del mondo russo. *Ormai tutti noi siamo cambiati. Forse non tutti quanti ancora hanno capito che il mondo che esisteva prima del 24 febbraio di quest'anno, non esiste più. Né la Russia, né l'Ucraina, né l'Europa occidentale, né gli altri paesi. In un clic siamo cambiati per sempre. E se cambiano i rapporti fra gli uomini, ovviamente cambieranno i rapporti tra l'uomo e la società, l'uomo e qualsiasi comunità, e cambiano anche i rapporti tra le Chiese. ===[[Giorgio Silli]]=== *Il punto di partenza chiaro e inequivocabile è la nostra ferma condanna dell'aggressione russa all'Ucraina, che consideriamo una gravissima violazione della Carta delle [[Nazioni Unite]] e dell'ordine internazionale. Per le stesse ragioni, sosteniamo convintamente l'[[Ucraina]], la sua popolazione, la sua integrità territoriale, la sua [[sovranità]], la sua [[indipendenza]] e la sua [[libertà]]. *C'è bisogno di più [[Unione europea|Europa]] anche per assicurare maggiore stabilità nei [[Balcani]] occidentali e contrastare l'influenza russa. È anche cruciale, quale condizione fondamentale per la pace, il ruolo di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Cina]] e [[Turchia]]. Siamo determinati a far lievitare i costi delle sue gravi violazioni, tramite le misure restrittive imposte dall'Unione europea, isolando la [[Russia]] nei contesti multilaterali, favorendo risoluzioni di condanna delle sue brutali azioni e attivando meccanismi volti ad accertarne le responsabilità. *I persistenti bombardamenti a tappeto dimostrano, purtroppo, che la [[Russia]] non sembra pronta a negoziare seriamente. Questo non vuol dire che abbiamo rinunciato a sostenere ogni possibile percorso o canale volto a facilitare la comunicazione e l'interlocuzione tra le parti. Al contrario, lavoriamo per mantenere aperta la via della [[pace]]. Ma ciò non può, appunto, prescindere dal sostegno all'[[Ucraina]]. *Lo ripeto: solo una pace giusta in [[Ucraina]] potrà consentire di ricostruire le fondamenta di quella fiducia reciproca, così gravemente compromessa da [[Russia|Mosca]], e da [[Bielorussia|Minsk]] che la sostiene, su cui poter costruire orizzonti di stabilità e sviluppo per tutto il continente europeo. In gioco sono i valori fondanti dell'Europa e lo stesso ordine internazionale. In gioco sono la nostra stessa [[libertà]] e le nostre [[democrazia|democrazie]]. ===[[Michail Pavlovič Šiškin]]=== *Io sono russo. In nome del mio popolo, del mio paese, in nome mio, Putin sta compiendo crimini mostruosi. Putin non è la Russia. La Russia prova dolore e vergogna. In nome della mia Russia e del mio popolo io chiedo perdono agli ucraini. E comprendo che questi crimini non possono essere perdonati. Questa guerra non è iniziata adesso, ma nel 2014. Il mondo occidentale non ha voluto capirlo e ha fatto finta che non stesse succedendo niente di grave. Per tutti questi anni nei miei discorsi e nelle mie pubblicazioni ho cercato di spiegare alla gente chi è Putin. Non ci sono riuscito. Ma ora è Putin in persona a spiegare tutto. *Nel XIX secolo i polacchi insorti combattevano contro lo zarismo russo “per la vostra e la nostra libertà”. Ora gli ucraini combattono contro l’esercito di Putin per la vostra e la nostra libertà. Non stanno difendendo solo la propria dignità umana, ma la dignità di tutta l'umanità. In questo momento l’Ucraina sta difendendo la nostra libertà e la nostra dignità. Dobbiamo aiutarla in ogni modo possibile. *Per il mondo occidentale, questa guerra è iniziata la mattina del 24 febbraio. Ma la Russia di Putin è in guerra con l'Occidente già da molti anni e l'Occidente non ha voluto vederlo. Non c'è dittatura senza guerra. La dittatura ha sempre bisogno di nemici, il che significa anche guerra. *Quelli che sono andati in Ucraina con le armi sono vittime della propaganda di Putin. Per anni la tv ha continuato a martellare che il potere a Kiev è in mano ai nazisti, che è in corso il genocidio della popolazione russofona, che l'America sta conducendo una guerra contro la Russia per mano dei fascisti ucraini. Hanno fatto il lavaggio del cervello ai russi facendogli credere che è tempo di difendere la patria come i nostri nonni durante la Seconda guerra mondiale e che gli ucraini ci aspettano come liberatori. Il peggio è che Putin stesso è diventato ostaggio della sua propaganda e insieme ai suoi generali ha creduto che l'esercito andasse incontro a una facile campagna di liberazione salutata con i fiori. Adesso la propaganda russa si è scontrata con la realtà ucraina. Vediamo l'intero popolo ucraino — indipendentemente dalla lingua, sia gli ucraini che i russi che vivono lì — compattarsi contro l'aggressore. ===[[Timothy Snyder]]=== {{cronologico}} *Questa guerra dice molto della psicologia dei due paesi. Oggi gli ucraini sanno chi sono molto più dei loro invasori. Hanno memoria del passato: ricordano cioè cosa significa essere assoggettati a Mosca. E guardano al futuro: sanno per cosa combattono. I russi, invece, combattono prigionieri di un passato mitico, all’insegna di un’ideologia nutrita da mera propaganda. (11 marzo 2022) *Il piano di Putin penso agisca su tre livelli. In primo luogo, fa parte di un più ampio tentativo di distruggere lo stato ucraino, tagliandone le esportazioni. Poi ha anche lo scopo di generare rifugiati dal Nord Africa e dal Medio Oriente, aree solitamente alimentate dall'Ucraina, generando instabilità nell'UE. [...] Cosa più orribile, ha lo scopo di creare una carestia mondiale come sfondo necessario per una campagna di propaganda russa contro l'Ucraina. (13 giugno 2022) *La Russia ha in programma di far morire di fame asiatici e africani per vincere la sua guerra in Europa. Questo è un nuovo livello di colonialismo e l'ultimo capitolo della politica della fame. (13 giugno 2022) *Le potenze imperiali europee devono perdere le guerre per passare a una sorta di nuova fase. Proprio come la Germania perse la seconda guerra mondiale nel 1945, la Francia perse la guerra d'Algeria nel 1962 e il Portogallo e la Spagna persero le loro colonie africane, così la Russia deve perdere in Ucraina per trasformarsi da impero in qualcos'altro. (9 marzo 2023) *In Russia, la sua intenzione è costruire un culto dell'innocenza: qualunque cosa facciamo, deve essere giustificata, perché siamo sempre la vittima giusta. Naturalmente, ciò contraddice la storia reale della Seconda Guerra Mondiale, nella quale Stalin scelse di allearsi con Hitler, e nella quale, in ogni caso, gli ucraini effettivamente soffrirono più dei russi. Putin cerca anche di sfruttare la memoria storica dei tedeschi. Vuole innescare il riflesso tedesco secondo cui i russi devono essere vittime e i tedeschi devono essere aggressori. Il punto è dare ai tedeschi una scusa per distogliere lo sguardo e non fare nulla. La Russia ha attaccato l'Ucraina sostenendo che si stava difendendo come si era difesa dai nazisti a partire dal 1941. Anche se i tedeschi non ne sono convinti, l'audace affermazione di Putin ha lo scopo di immobilizzare i tedeschi costringendoli a dibattere tra loro. (9 marzo 2023) *L'assurda idea tedesca secondo cui si potrebbero avere rapporti puramente economici con la Russia è una delle cause dirette di questa guerra. Il fatto che il Nord Stream 2 fosse ancora in costruzione nonostante l'invasione russa della Crimea, e che fosse costruito attorno all'Ucraina, rendeva l'invasione più probabile. (9 marzo 2023) *Putin persegue obiettivi pratici oltre che ideologici in Ucraina. Il lato pratico è che sta governando una Russia oligarchica che non potrà essere riformata finché lui sarà al potere. L'Ucraina è estremamente importante per Putin perché se la democrazia funzionasse lì, metterebbe in imbarazzo la Russia. E questo sarebbe un vero problema per Putin. Dato che non può migliorare le cose in Russia, cerca di far sembrare l'Occidente peggiore nella mente dei russi, ma anche nella realtà, a cominciare dall'Ucraina. Ecco perché ha sostenuto la Brexit e Donald Trump e ha alimentato gli scandali in Germania. (9 marzo 2023) *Putin deve davvero aver pensato che l'Ucraina sarebbe caduta in tre giorni. Se ciò fosse accaduto, avremmo avuto un anno completamente diverso. Oggi ci chiederemmo perché le dittature funzionano meglio delle democrazie e come i russi e i cinesi governeranno il mondo. Se le cose non sono andate così lo si deve agli ucraini. (9 marzo 2023) *Il termine "russofobia" [...] è stato sfruttato durante questa guerra come una forma di propaganda imperiale in cui l'aggressore sostiene di essere la vittima. In quest'ultimo anno è servito a giustificare i crimini di guerra russi in Ucraina. (14 marzo 2023) *L'invasione russa dell'Ucraina ha costretto circa 750 mila russi a lasciare la Russia, tra cui alcune delle persone più creative e produttive. Questo è un danno irreparabile per la cultura russa ed è il risultato della politica russa. (14 marzo 2023) *La guerra di aggressione russa in Ucraina ha ucciso più russofoni di qualsiasi altra azione. (14 marzo 2023) *Circa 200 mila russi sono morti o mutilati. Questa è, ovviamente, politica russa. È sempre politica russa mandare giovani russi a morire in Ucraina. (14 marzo 2023) ===[[Vladimir Solov'ëv (giornalista)|Vladimir Solov'ëv]]=== {{cronologico}} *Presto saranno quasi otto mesi dall'inizio dell'operazione e... beh, chiaramente non è più un'operazione militare speciale. *Si sente dire da tutte queste persone che sono pronte a dare all’Ucraina tutto ciò che serve per ottenere una vittoria. Tutti! Penso che alla fine questo "tutto" includa anche l’arma nucleare. Per questo motivo la distruzione di questo "mondo satanico" sta diventando un obiettivo esistenziale per noi. *Noi siamo dalla parte di Dio, difendiamo la legge divina. Difendiamo la nostra fede. Oh ucraini, perché avete permesso le parate gay a Kiev, Kharkiv e Odessa. Perché permettete tutto ciò? Senza vergogna davanti a Dio, senza vergogna davanti alla gente, stanno apertamente, palesemente, diffondendo la loro sporcizia. *Lo ripeterò in tutte le lingue: Allah akbar! Elohim Gadol! Dio è grande! Stiamo combattendo contro i satanisti. Questa è una guerra santa e dobbiamo vincere. *Ci sarà un'altra [[Campagna italiana di Suvorov|traversata delle Alpi]], se è necessario. Pensate al monumento a Suvorov, e chissà se a Milano si ricordano come baciavano le mani dei soldati russi. Se fate i maleducati con noi, voi bastardi, dovete tremare. I russi partono piano, ma poi vanno veloce. ===[[Vladimir Georgievič Sorokin]]=== {{cronologico}} *Il 24 febbraio l'armatura dell'"autocrate illuminato" che Vladimir Putin aveva indossato negli ultimi 20 anni si è rotta ed è andata in pezzi. Il mondo ha visto un mostro, impazzito nei suoi desideri e spietato nelle sue decisioni. Il mostro era cresciuto gradualmente, guadagnando forza di anno in anno, marinando nella propria autorità assoluta, aggressività imperiale, odio per la democrazia occidentale e malizia alimentata dal risentimento generato dalla caduta dell'URSS. Adesso l'Europa dovrà fare i conti non con l'ex Putin, ma con il nuovo Putin che ha gettato via la maschera di "partnership commerciale" e di "collaborazione pacifica". Con lui non ci sarà mai più pace. *Ora tutti gli occidentali che simpatizzano con il "forte zar russo" devono tacere e rendersi conto che nell'Europa del 21° secolo si sta scatenando una guerra su vasta scala. L'aggressore è la Russia di Putin. Non porterà altro che morte e distruzione in Europa. Questa guerra è stata scatenata da un uomo corrotto dal potere assoluto che, nella sua follia, ha deciso di ridisegnare la mappa del nostro mondo. Se si ascolta il discorso di Putin che annuncia una "operazione speciale", l’America e la Nato vengono menzionate più dell'Ucraina. Ricordiamo anche il suo recente "ultimatum" alla Nato. In quanto tale, il suo obiettivo non è l'Ucraina, ma la civiltà occidentale, l'odio per cui ha leccato nel latte nero che ha bevuto dal capezzolo del Kgb. *Chiaramente, la difesa del mondo russo e dei suoi presunti principi sono solo una scusa. In realtà si tratta di uno scontro tra i barbari e la civiltà europea. *La gioventù russa si trova a un bivio e deve fare una scelta rapida: sei a favore o contro la guerra? Una posizione intermedia è da escludersi. L’emigrazione dei ragazzi è enorme: molti fuggono dal regime altri per non essere arruolati e trasformati in carne da cannone. Credo ancora nella nostra gioventù. Le proteste contro la guerra stanno crescendo gradualmente. Il futuro della Russia è dei giovani. *La Russia di Putin è il nuovo Medioevo. E adesso questo Medioevo ha varcato il confine e ha iniziato un'espansione aggressiva verso l'Europa. In molti si sono stupiti della violenza delle forze militari di Mosca. Io no. Soldati, ufficiali e generali si identificano completamente con i guerrieri medievali. *Questa guerra si sta trasformando in un conflitto contro l'intera civiltà occidentale. È una guerra tra passato e futuro. Putin, con il suo nuovo Medioevo, sta combattendo dalla parte del passato. L'Ucraina e l'Europa combattono per il futuro. La Russia non può e non deve vincere. *Se gli europei non aiuteranno l'Ucraina a vincere, allora le idee del nuovo Medioevo russo verranno iniettate nel corpo dell'Europa unita e come un acido inizieranno a distruggerlo. Anzi, più che di un acido si tratterebbe di veleno da cadavere. Perché la guerra di Putin è la guerra degli zombie. E per l'appunto il simbolo dell'"operazione speciale" di Putin è la lettera Z: sono gli zombie riemersi dal passato, a combattere contro gli ucraini. *"Loro muoiono, noi andiamo in paradiso": questo aforisma di Putin è ormai diventato la politica statale. Ma la prima cosa che venne uccisa fu il buon senso. Ciò che i nostri funzionari dicono in televisione – per non parlare di ciò che dicono i propagandisti – va oltre il campo del pensiero normale. È pura schizofrenia paranoica. Penso che psichiatri e antropologi sociali analizzeranno tutto questo per anni. *Ricordo di aver visto filmati di Kjiv dopo l'invasione che mostravano un ritratto di Puškin in un bidone della spazzatura. È normale. Gli ucraini hanno tutto il diritto di sentirsi così. Puškin è l'immagine dell'impero zarista. Ma non Tolstoj o Turgenev. *Tutti noi russi dovremo bere da un calice amaro. Ognuno dovrà portare una pietra sulla schiena: quanto sarà grande e quanto sarà pesante, ognuno lo potrà decidere da solo. Ma la colpa è ovviamente di tutti, non solo di Putin e della sua squadra. Come negli anni di Stalin, il regime si basava sul fatto che ci sono milioni di persone come Stalin e Putin – con la stessa coscienza, la stessa etica, lo stesso vocabolario. ===[[Jens Stoltenberg]]=== {{cronologico}} *La Russia ha attaccato l'Ucraina, è un atto brutale di guerra. Quello che aveva detto da mesi è successo. È un momento grave per noi, la guerra è in Europa. (25 febbraio 2022) *Il Patto Atlantico è al fianco dell'Ucraina, ma non vuole essere parte del conflitto in corso. Non manderà il suo esercito e non manderà aerei nello spazio dell'Ucraina. (2 marzo 2022) *Gli alleati della NATO hanno fornito addestramento alle forze ucraine dal 2014. (15 novembre 2022) *Se le cose vanno male, possono andare terribilmente male [...] È una guerra terribile in Ucraina. È anche una guerra che può diventare una grande guerra a pieno titolo tra la Nato e la Russia. Stiamo lavorando ogni giorno per evitarlo (10 dicembre 2022) *Il messaggio che invio oggi a Mosca è che Putin ha avviato questa guerra, il presidente Putin può porre fine a questa guerra oggi ritirando le sue truppe. Se non lo fa, noi staremo con l'Ucraina fino a quando sarà necessario... La libertà non è gratis, va conquistata ogni giorno e nonostante le distruzioni la determinazione {{NDR|degli ucraini}} senza dubbio prevarrà. Putin ha fallito. L'Ucraina resiste e la Nato è al suo fianco (24 febbraio 2023) ===[[Alexander Stubb]]=== {{cronologico}} *{{NDR|Vladimir Putin}} sta creando la sua eredità. Vuole crearsi una Russia storica, e in questa Russia storica vuole prendere la Bielorussia e l'Ucraina. Per lui, la Russia storica sono i tre pilastri del 1800: Una lingua, la russa; una religione, l'Ortodosso e un leader: lui. (13 marzo 2022) *Personalmente, io penso che {{NDR|Vladimir Putin}} abbia fatto un errore colossale perché, naturalmente, in una settimana ha fatto tutto quello che non voleva fare, cioè, voleva la russificazione dell'Ucraina e non l'europizzazione dell'Ucraina. Voleva spaccare l'Europa; non l'ho mai vista così unita com'è adesso. Voleva spaccare la Nato; la Nato ha un nuovo obiettivo adesso. Voleva spaccare gli Stati Uniti e l'Europa; be', le relazioni transatlantiche vanno meglio che mai. E, infine, voleva mantenere Finlandia e la Svezia fuori dalla Nato; adesso abbiamo metà della popolazione che vuole entrare. Insomma, io non penso che abbia fatto così bene dal punto di vista del Cremlino. (13 marzo 2022) *{{NDR|La neutralità ucraina}} non è una soluzione, perché dichiarare la neutralità o utilizzare il termine "Finlandizzazione", che in finlandese è quasi un insulto, significa praticamente che bisogna trovare un compromesso, compromettere i propri i valori, rinunciare parte della propria sovranità e la propria indipendenza. [...] L'Ucraina ha scelto la sua strada e la sua strada è l'Europa. (13 marzo 2022) *{{NDR|«La guerra sta cambiando il volto della Nato?»}} Sì, in tre modi. Ha dato alla Nato un nuovo scopo, riportandola alle origini, quando era un’alleanza militare contro l’Unione sovietica. Ha spinto i Paesi membri ad aumentare le spese per la Difesa: abbiamo finalmente capito che non viviamo in un mondo in pace. Infine allargherà la membership a Svezia e Finlandia. (12 aprile 2022) *La Russia segue un playbook definito in questi casi. Muove le truppe al confine, dà il via alle esercitazioni. Poi inizia con le rivendicazioni territoriali e la disinformazione, cerca o fabbrica un pretesto per intervenire, infine dà vita a un conflitto congelato cercando di annettere un’area con le truppe di "peace-keeping". [...] Invece Putin ha invertito i piani seguiti in Georgia e in Crimea nel 2014 e ha optato per un'invasione a tutto campo. Questo non fa di lui un folle: è un uomo razionale che vuole creare la sua legacy. Perde tempo chi in Occidente continua a sottoporlo a un'analisi psicologica. (12 aprile 2022) ===[[Zoja Svetova]]=== *C'è una cosa che voglio assolutamente dire: i russi sono i russi, non sono il governo russo. Sto vedendo purtroppo questa assimilazione errata, in Francia, in Georgia… si sta sviluppando una russofobia per la quale persino i bambini russi nelle scuole vengono isolati. Noi russi che non siamo d'accordo con il governo siamo forse, in qualche modo, responsabili di qualcosa, però non siamo responsabili di quello che fa il potere che ci governa. *Dopo il 24 febbraio, è stata sostanzialmente introdotta la censura militare in Russia. E in poche settimane tutti i media indipendenti sono stati chiusi. Ekho Mosky, Tv Rain e infine Novaja Gazeta hanno ricevuto un avvertimento da Roskomnadzor, l’agenzia statale, che ha avvertito il giornale che sarebbe stato bloccato, cioè sostanzialmente distrutto. *Io vivo in Russia e chiamo i fatti che stanno accadendo dal 24 febbraio con l'espressione universalmente accettata nel mio Paese, e cioè "operazione militare speciale". E lo faccio dal 3 marzo, ovvero dal giorno in cui in Russia è stata approvata ed è entrata in vigore la legge che punisce tutti i cittadini della Federazione Russa che provino a nominare in altri modi quello che sta avvenendo, a definire "vittima" la popolazione civile in Ucraina. Ho preso la decisione di rimanere in Russia, a differenza di circa trentamila connazionali – tra i quali i miei figli, che hanno scelto di trasferirsi in Georgia – e di altri che si sono voluti spostare, per esempio, in Francia, dove possono servirsi di un'altra espressione, pertanto continuo a usare la definizione di "operazione militare speciale". *Le persone hanno abbandonato le proprie famiglie, hanno visto la propria vita cambiare, molti hanno bisogno di assistenza psicologica, ai bambini nelle scuole vengono messe delle uniformi che imitano quelle militari (alcuni genitori sono d’accordo, ma molti no). So di molti insegnanti che hanno lasciato la scuola per non essere costretti a raccontare menzogne ai propri studenti, a riscrivere la Storia (non solo gli avvenimenti recenti ma anche quelli passati vengono riformulati). *Molti giovani giornalisti, forti e professionali, giornalisti investigativi, militari, che scrivono oggi sul genocidio, sulle violazioni dei diritti umani, come prima di loro Anna Politkovskaja, oggi lottano per la verità e per un futuro migliore per il loro paese, la Russia, come ha fatto l’accademico Andrei Sakharov, e i loro nomi saranno scritti nella storia, come quello di Vasili Grossman. *Per chi si serve di questi termini i fascisti sono coloro che abbiamo combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, o Grande Guerra Patriottica, come viene definita nella storiografia russa; così il Presidente, per spiegare a milioni di suoi concittadini davanti alla televisione quello che sta succedendo e giustificarlo, per offrire una ragione, un motivo valido, ricorre a una specie di memoria genetica, quella della Seconda Guerra Mondiale. Questo sì che solleva le masse. Come nel romanzo di Orwell 1984, in cui si diceva che «la guerra è pace», cioè il contrario della realtà. *Per gli ucraini è difficile fare la distinzione tra i russi e il governo russo, ci detestano e noi li comprendiamo. Alcuni miei amici hanno delle seconde case in Ucraina, ci sono paesi lì in cui quasi tutte le case appartengono a dei russi, molti moscoviti hanno dato le loro abitazioni ai rifugiati ucraini perché possano ripararsi lì, cercano di far capire che non sono colpevoli, ma non è semplice. *Per quello che riguarda le violazioni massive dei diritti umani, in Russia le persone che osano protestare contro l’operazione speciale vengono fermate, detenute in prigione o nelle caserme per giorni: dieci, venti, un mese. Vengono accusate di aver diffuso notizie false e rischiano fino a 15 anni di prigione secondo la nuova legge sulle fake news firmata lo scorso 4 marzo. Questa norma è concretamente un attacco alla libertà di espressione su vasta scala, perché non riguarda solo i professionisti dell’informazione, la libertà di stampa appunto, ma colpisce tutti i cittadini russi o non russi che non sono d’accordo, che non appoggiano l’operazione speciale. Fanno tutti parte di un grande gruppo a rischio. Ci sono già decine di persone in carcere per questo. *Più di quaranta organi di stampa stranieri e accreditati in Russia sono stati riconosciuti come agenti stranieri, più di cento giornalisti sono stati riconosciuti come agenti stranieri, diverse pubblicazioni indipendenti sono state riconosciute come organizzazioni indesiderabili (e la partecipazione a tali media comporta la reclusione) e bloccate. ===[[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]=== {{cronologico}} *Un idiota sta spostando dei mobili pesanti nell'appartamento di sopra e mi sveglio di soprassalto. Sto per chiamare il Comune di Lambeth per chiedere di risolvere il problema, quando mi ricordo che sono a Kiev, che sono le 4 del mattino e che non sono tavoli e sedie a fare quel fracasso, ma l'artiglieria russa.<br>L'idiota in questione è Vladimir Putin e la sua guerra idiota ha due giorni di vita. *Putin sostiene che il governo dell'Ucraina è neonazista. Il presidente è ebreo; i russi hanno attaccato Babij Jar. A scanso di equivoci, non sono gli ucraini a comportarsi come i nazisti in questa guerra. *La paranoia sta distruggendo l'esercito russo dall'interno. Vladimir Putin è prigioniero nel suo castello, proprio come Stalin. Il terrore di rivelare le sue mosse troppo presto, e di farle trapelare agli americani, era così grande che ha tenuto nascosto all'esercito i suoi veri piani di invasione fino al giorno prima dell'invasione stessa. Così lo stato maggiore russo ha dovuto inventarsi la guerra a mano a mano che la faceva, e il risultato è stato disastroso. I generali sono stati nominati in base alla loro fedeltà al Cremlino, non al loro coraggio né alla loro competenza. *Voleva l'Ucraina così come voleva tutte le altre cose che non gli appartenevano e pensava che nessuno lo avrebbe fermato. Più di una volta aveva sondato il terreno dell'Occidente senza incontrare resistenza. Ma questa volta l'Ucraina, il suo presidente, il suo popolo e il suo esercito avevano altre idee. Questa volta il signor Pleonexia ha trovato persone che hanno detto: «No, non è roba tua. È nostra. Rendicela». Non c'è da meravigliarsi che sia rimasto sorpreso quando l'Ucraina ha deciso di giocare duro. Non era previsto. *Putin vive all'interno di una favola morta e rianimata, un'alternativa terra fantastica in cui l'Unione Sovietica era una grande potenza che crollò per colpa delle spie dell'Occidente e dei traditori della patria. La sua missione è vendicare quel crollo, costringere gli ingrati ucraini in ginocchio, e fare inchinare davanti al suo trono i leader pavidi e corrotti del mondo occidentale. A Putin, quindi, sta sfuggendo di mano il potere perché non ha un'idea chiara di come funzionano nel XXI secolo il mondo, l'Ucraina, la guerra che ha iniziato, e anche il suo stesso Paese e il suo esercito. *Stiamo assistendo agli ultimi spasmi dell'[[Homo Sovieticus|Uomo Sovietico]], uno zombie creato da Lenin, Stalin e Brezhnev. Il loro erede Putin non dice mai la verità al resto del mondo o al proprio Paese, e l'economia russa non può più sostenere la sua ambizione o la sua guerra. Nessuno al Cremlino osa dirglielo. Ma il popolo ucraino lo sta seriamente riportando alla realtà. *Sono un reporter di guerra dal 1988 e non ho mai visto un esercito con tanta fiducia come quello ucraino. Per contrasto, il comportamento dell'esercito russo è pessimo. Nella loro ignoranza circa gli elettrodomestici moderni, alcuni soldati russi rubano lavatrici oppure dei bollitori elettrici senza la base. Alcuni commettono atti efferati come violentare le donne e castrare i soldati prigionieri ucraini, altri violentano i loro stessi compagni soldati. [...] Questa totale mancanza di disciplina, e soprattutto di umanità, non è indice di un esercito vittorioso. Alcuni abbandonano i cadaveri dei propri soldati, e gli eserciti che lo fanno tendono a venire sconfitti. ===[[Oleg Tinkov]]=== *Non mi schiero contro la guerra per salvare il mio patrimonio: come mi piace dire, non voglio essere l’uomo più ricco del cimitero. Credo che vada scritta la parola fine a questa guerra per la quale stanno soffrendo e morendo tante persone, uomini, donne e bambini innocenti. *Non vedo NESSUN beneficiario di questa folle guerra! Muoiono persone innocenti e soldati. I generali russi, svegliandosi con i postumi di una sbornia, si sono resi conto di avere un esercito di merda. Ma come può essere buono un esercito se tutto il resto nel paese è una merda, nel pantano del nepotismo e del servilismo? I funzionari del Cremlino sono scioccati dal fatto che non solo loro, ma anche i loro figli non andranno nel Mediterraneo quest’estate. Gli uomini d’affari stanno cercando di salvare quello che rimane delle loro proprietà. Certo, ci sono idioti che disegnano “Z”, ma gli idioti in qualsiasi paese sono il 10%. Il 90% dei russi è CONTRO questa guerra! Caro “Occidente tutto insieme”, per favore, concedi al signor Putin una via d’uscita per salvarsi la faccia e fermare questo massacro. Per favore, siate più razionali e umanitari. *Non vedo una differenza di giudizio su questa guerra tra i russi che vivono in Europa e gli europei: siamo tutti contrari e la speranza è che finisca al più presto. ===[[Liz Truss]]=== {{cronologico}} *Secondo alcuni, questa era destinata a essere l'èra dell'autoritarismo. Tre anni fa Vladimir Putin parlò della morte del liberalismo occidentale. L'anno scorso il presidente cinese Xi Jinping sosteneva che l'occidente fosse in declino. Ora, ad aprile del 2022, le cose sembrano molto diverse. Gli ultimi mesi hanno mostrato la profonda resilienza dello spirito umano e delle società libere. Di fronte alla spaventosa barbarie e ai crimini di guerra, che speravamo fossero stati consegnati alla storia, il mondo libero si è unito all'Ucraina nella sua coraggiosa lotta per la libertà e l'autodeterminazione. (27 aprile 2022) *Se Putin dovesse avere successo, ci saranno indicibili, ulteriori sofferenze in tutta Europa e terribili conseguenze in tutto il mondo. Non ci sentiremmo mai più al sicuro. Quindi dobbiamo essere preparati per il lungo periodo. Dobbiamo raddoppiare il nostro sostegno all'Ucraina. (27 aprile 2022) *La guerra in Ucraina è la nostra guerra, è la guerra di tutti perché la vittoria dell'Ucraina è un imperativo strategico per tutti noi. Armi pesanti, carri armati, aeroplani, scavando a fondo nei nostri inventari, aumentando la produzione: dobbiamo fare di tutto. Le nostre sanzioni hanno già costretto la Russia ad affrontare il suo primo default del debito estero da un secolo. Dobbiamo andare oltre. Non ci deve essere alcun posto dove Putin possa finanziare questa terribile guerra. Questo significa tagliare le importazioni di petrolio e gas una volta per tutte. (27 aprile 2022) *Alcuni sostengono che non dovremmo fornire armi pesanti per paura di provocare qualcosa di peggio. Ma la mia opinione è che l'inazione sarebbe la più grande provocazione. Questo è il momento del coraggio, non della cautela. (27 aprile 2022) *Abbiamo dimostrato con la Russia il tipo di scelte che siamo disposti a fare quando le regole internazionali vengono violate. E abbiamo dimostrato di essere pronti a dare la priorità alla sicurezza e al rispetto della sovranità rispetto al guadagno economico a breve termine. Anche perché sappiamo che il costo del non agire è più alto. (27 aprile 2022) *Gli aggressori sono pronti a essere audaci: noi dobbiamo essere più audaci. È così che ci assicureremo che la sovranità dell'Ucraina sia ripristinata. È così che ci assicureremo che l'aggressione e la coercizione falliscano. È così che, in tutto il mondo, vinceremo questa nuova èra di pace, sicurezza e prosperità. (27 aprile 2022) *Vogliamo vedere la Russia lasciare tutti i territori che ha invaso. Penso che Putin non debba ricavare alcuna ricompensa per le orribili atrocità che sono state compiute in Ucraina. Putin e la Russia devono essere chiamati a rispondere dei crimini di guerra. (19 maggio 2022) *Non possiamo avere una pace sconveniente. Non funzionerebbe. Abbiamo visto cosa è successo con gli accordi di Minsk nel 2014: un fallimento. Mosca si è riorganizzata, con aggressioni peggiori. Non possiamo permettere che ciò si ripeta. La Russia deve abbandonare tutte le aree occupate illegalmente in Ucraina. (28 giugno 2022) *In passato, siamo stati troppo connessi alla Russia: economicamente, ma anche abbiamo esportato tecnologia ora usata contro di noi. È arrivato il momento di imparare le lezioni degli ultimi 25 anni. (28 giugno 2022) ===[[Nadežda Tolokonnikova]]=== *Credo che questa guerra sia in parte il risultato delle reazioni internazionali all'[[Annessione della Crimea alla Russia|annessione della Crimea]]. È così che Putin ha capito che poteva iniziare una guerra in un Paese di fatto europeo e non pagare più di tanto. *Non bisogna mai generalizzare, ma direi che gli ucraini sono positivi di fronte a questo disastro. È quello che ho notato nel 2014, quando Putin ha annesso la Crimea e iniziato una guerra nella parte orientale del Paese. Conosco un sacco di gente che ha vissuto quella guerra, sono traumatizzati ma continuano con la loro vita. Sono estremamente resilienti. Credo che in generale ci sia molta rabbia verso Putin. Sanno che non tutti i russi lo supportano. È una distinzione molto importante per me: un sacco di russi stanno protestando, sono in piazza per la loro vita e le loro libertà. *Putin è un dittatore pericoloso e va fermato, è ovvio. Non è pericoloso solo per le persone del suo Paese, è un pericolo per la pace globale. Un sacco di gente scherza sulla Terza guerra mondiale. Non è uno scherzo, questa è una guerra vera. ===[[Julija Tymošenko]]=== *Guardi che cosa chiedono i russi. Una smilitarizzazione. E poi garanzie sulla sicurezza: il che significa niente Nato e disarmo unilaterale delle nostre forze. E che cos'avremmo in cambio? Gli ucraini, le garanzie di sicurezza, le dovrebbero ricevere dal Paese aggressore! E in più dovrebbero rifiutare la protezione d'un sistema di difesa collettivo com'è quello della Nato... È assurdo! Non esiste al mondo un politico responsabile che possa accettare simili condizioni. Putin otterrebbe di prenderci a mani nude! La Crimea, il Donbass. Di dare ai russi dell'Ucraina passaporti russi che ormai non servono ad andare da nessuna parte, che valgono come un passaporto della Somalia. E poi? Il giorno dopo, sarebbe già lì a reclamare qualcosa d'altro. Perché il suo obbiettivo non è il Donbass: è rifare l'impero sovietico, a qualsiasi costo. *La demilitarizzazione, che loro chiamano denazificazione, significa {{NDR|per noi}} smettere esistere. Chi accetterebbe? Dovremmo mandare a casa l'esercito e dare loro i nostri armamenti. Questa è capitolazione. *O tutti noi reagiamo insieme in qualche modo, con una no fly zone, un contingente pace, e allora il mondo riesce a contrastare il male. Ma se questo non viene fatto e il Paese rimane da solo, nel mondo c'è qualcosa che non va. *Questa è una battaglia tra il mondo della democrazia e gli aggressori e non abbiamo dubbi che se tutto il mondo si unirà, allora vinceremo noi. Bombardare un ospedale pediatrico è una crudeltà a cui deve reagire tutto il mondo. *Voglio lanciare un appello: bisogna chiudere i cieli. Questa misura porterebbe alla vittoria, salverà vite umane e farà sì che non verranno bombardati nemmeno gli impianti nucleari. *{{NDR|«Come lo ricorda, quel 24 febbraio?»}} Uno choc. Ero a Kiev. Dormivo nel mio letto, i tre nipotini in un'altra stanza. Sento un'esplosione. Mi dico: ecco la guerra. Sono spaventata. Non m'aspettavo che Putin avrebbe lanciato un attacco di quel tipo, su larga scala. È stato il momento esatto in cui è crollata la speranza degli ucraini. La mattina, riunisco il mio team e decidiamo tutti di rimanere e di recuperare le armi. Vado da Zelensky. Ragioniamo su quel che possono e non possono fare i russi. Anche lui decide di restare. Sono fiera di questa scelta che abbiamo fatto tutti quanti, in ore così difficili. ===[[Andreas Umland]]=== {{cronologico}} *Anche senza l'influenza dell'Occidente (il G7 adesso forse è la struttura di coordinamento più importante) non credo che l'Ucraina potrà diventare una dittatura dopo la guerra, anche se al momento c'è chiaramente un sistema politico e amministrativo semplificato, in cui i media, i partiti, i ministeri, la società civile stanno lavorando insieme nella stessa direzione. Se combatti una guerra la questione è come vincerla. Ora tutto il sistema statale lavora al servizio dell'esercito, in modo che possa funzionare e resistere all'invasore. (26 settembre 2022) *Prima dell'attacco russo del febbraio 2022 c'era qualche discussione {{NDR|sull'accettare l'autorità russa sulla Crimea e il Donbass in cambio della pace}}. Ma dopo i crimini a Buča e a Irpin – e adesso abbiamo nuovi casi a Izjum e nell'oblast' di Cherson con fosse comuni con centinaia di vittime – è diventato impossibile per i rappresentanti ucraini sostenere qualsiasi posizione di compromesso. All'inizio della guerra si poteva ipotizzare che questi crimini potessero essere stati commessi dall'esercito russo nella regione di Kyiv dopo la sconfitta del tentativo di conquistare la città, come atti di crudeltà e frustrazione legati a una situazione specifica. Ma adesso abbiamo sempre più prove di altri casi di crimini di guerra compiuti anche in altre regioni. Ora è diventato impossibile per qualsiasi politico ucraino suggerire un compromesso del genere. Perché non si tratterebbe solo di cedere parti del territorio ucraino, ma soprattutto di consegnare cittadini ucraini a un regime terrorista che uccide, deporta, tortura. (26 settembre 2022) *Da una parte c'è un nazionalismo che combatte per l'indipendenza dell'Ucraina e che oggi è del tutto tollerante nei confronti delle minoranze: ebrei, tatari, e così via. Ad esempio, in passato c'è stata persino collaborazione tra il partito di estrema destra Settore Destro e organizzazioni ebraiche e dei tatari di Crimea. La maggioranza dei nazionalisti ucraini sono favorevoli all'Unione Europea e alla democrazia liberale. Dall'altra parte c'è il nazionalismo russo, che è imperiale, non accetta gli attuali confini della Federazione Russa e cerca di espandere il suo territorio: attraverso il controllo informale nelle cosiddette "repubbliche popolari", o attraverso l'annessione diretta come in Crimea, o attraverso l'assoggettamento di fatto come in Bielorussia, che ormai è uno stato cliente della Russia. Il nazionalismo russo odierno è imperiale, irredentista, revisionista, espansionista. Qualche gruppo di nazionalisti russi è chiaramente fascista. In Ucraina non esistono posizioni politiche espansioniste. (26 settembre 2022) *Kyiv deve essere adeguatamente equipaggiata non solo per la durata degli attuali combattimenti, ma anche per il successivo interregno tra l'inizio del cessate il fuoco con Mosca e la successiva adesione dell'Ucraina all'Ue e alla Nato. Armi pesanti, organi di sicurezza funzionanti e garanzie internazionali sono necessari per porre fine alla guerra in corso e per prevenire la prossima. Anche dopo l'adesione alla Nato e all'Ue, l'Ucraina rimarrà uno Stato in prima linea. Questo finché la Russia continuerà a nutrire ambizioni revansciste. Per anni o addirittura decenni, sarà necessaria un'Ucraina ben armata, parte integrante a livello internazionale e socio-economicamente vitale per proteggere il confine orientale dell'Europa. (12 gennaio 2023) *L'assistenza militare e civile all'Ucraina non è solo una questione di solidarietà internazionale, ma anche di sicurezza nazionale per i Paesi che la sostengono. I portavoce dei governi nazionali e delle organizzazioni internazionali dovrebbero spiegare più spesso perché e come il loro sostegno rende più sicura non solo l'Ucraina, ma anche l'Europa e il mondo intero. Gli aiuti all'Ucraina hanno un impatto positivo sulla fiducia globale nel diritto, nelle organizzazioni e nella sicurezza internazionali. (12 gennaio 2023) *Il destino dell'Ucraina dovrebbe insegnare ai futuri potenziali aggressori e alle loro potenziali vittime tre semplici lezioni: (a) Non esiste il potere del più forte (b) Le regole internazionali vengono rispettate (c) Gli Stati potenti proteggono quelli più piccoli. In questo modo si rafforzano il diritto internazionale e l'organizzazione internazionale. Un conseguente aumento della sicurezza globale e della fiducia interstatale è nell'interesse di tutti. (12 gennaio 2023) *Dal punto di vista ucraino, l'attuale guerra della Russia contro l'Ucraina è troppo tipica e troppo straordinaria per essere conclusa semplicemente con un negoziato. Ciò che è tipico della guerra in Russia è che si inserisce in un lungo modello storico e regionale di comportamento russo nelle sue aree di confine. La cosa straordinaria della guerra è che non riguarda solo il territorio ucraino. Stranamente, dal punto di vista di Mosca, l'Ucraina riguarda anche l'identità russa. Sia la sua tipicità che la sua eccezionalità – cioè la sua continuazione di una patologia più ampia e di un significato peculiare per la stessa Russia – significano che una pace precoce e stabile con Mosca non è fattibile. (13 luglio 2023) *A differenza di molti osservatori esterni, la maggior parte dei politici, degli esperti e dei diplomatici ucraini e dell'Europa centro-orientale non vedono solo l'attuale guerra russo-ucraina come l'ossessione di Putin. Invece, questa guerra è percepita dalle élite dell'Europa centrale e orientale e del Caucaso meridionale, e in una certa misura dell'Asia centrale, come solo l'ultimo capitolo di una lunga serie di conquiste militari convenzionali e ibride russe che coprono secoli. Gli ucraini e altri popoli precedentemente soggetti agli imperi russi – moscoviti, zaristi, sovietici e post-sovietici – hanno sperimentato incursioni simili con giustificazioni a volte simili. Nel febbraio 2022, molti osservatori esterni furono sconcertati dall'affermazione di Putin che l'attacco su larga scala di Mosca allo stato ucraino – con il suo presidente ebreo – era guidato dalla preoccupazione russa per il fascismo di Kyiv e mirava a "denazificare" l'Ucraina. Al contrario, molti europei orientali e centrali conoscevano già le affermazioni russe che i loro governi o anche intere élite sono fascisti. (13 luglio 2023) *Un cessate il fuoco e un accordo negoziato con Mosca sarebbero auspicabili in linea di principio per i cittadini dell'Ucraina e per il governo ucraino. Tuttavia, le considerazioni strategiche e l'esperienza storica non suggeriscono a Kyiv un cessate il fuoco precoce basato sulla fiducia elementare. Dal momento che la fine della guerra oggi servirebbe solo lo scopo del Cremlino di preparare l'esercito russo, l'economia e la popolazione per un successivo nuovo attacco, un accordo di pace oggi sarebbe un autogol per Kyiv. (13 luglio 2023) ===[[Lech Wałęsa]]=== *Io penso che si dovrebbe parlare con Putin in un altro modo. È indispensabile fargli capire che adesso non è il momento di distruggere, ma di costruire. E che la sua volontà di misurarsi con le forze della Nato non ha senso. *{{NDR|«La "normalizzazione" dell’Ucraina cui aspira Putin è paragonabile a quella tentata dall’Urss in Polonia?»}} La normalizzazione dell’Ucraina? Questa è soltanto una pazzia. Non è improbabile che alcuni dei suoi fedelissimi gli voltino le spalle per ciò che sta accadendo. *Mi sembra che Putin sia malato e rendendosi conto di un suo prossimo trapasso ha paura di farlo da solo, vuole quindi che ci sia tanta gente ad accompagnarlo. ===[[Oksana Zabužko]]=== *Ecco cos'è la guerra di oggi: la nostalgia di un cervello rinsecchito, di una forma storica ormai estinta, inadatta allo sviluppo, per la propria giovinezza. Il pianto di un vampiro affamato lasciato senza un rifornimento costante di sangue fresco, il risentimento di un mostro ''à la'' Frankenstein verso il suo creatore: mi stai dicendo che tu senza di me puoi stare benissimo, e io senza di te no?... L'ira, l'odio nei confronti di quella che invece di continuare a condividere con te la sua vitalità e il suo calore umano ti ha lasciato da solo con il tuo nulla cosmico e la tua paura di morire; la vendetta di uno zombi strappato dal seno della madre; il matricidio, seguito dal suicidio. *Qual è la scusa della Russia per quello che sta facendo in Ucraina oggi? Non solo l'Ucraina non ha attaccato la Russia, ma è perfino, secondo gli stessi libri di storia russi, una «nazione sorella». Da dove viene allora questa valanga di sadismo? Qual è la ragione degli ordini dei comandanti russi, intercettati dal Servizio di sicurezza ucraino, di «bombardarli senza pietà»? *Quando il primo giornalista occidentale che mi ha telefonato il 24 febbraio (alle 8 del mattino, impaziente...) mi ha chiesto con sincera curiosità che cosa pensassi, che cosa voleva Putin – mi sono messa a urlare. Percorrevo la stanza da un angolo all'altro gridando addosso a quel poveretto attraverso la cornetta, come se volessi farmi sentire da tutto l'Occidente: mi sta prendendo in giro?! Ve l'ha detto mille volte quello che vuole, guardandovi dritto negli occhi: vuole che gli ucraini ''non ci siano più'', vuole che ''scompariamo'', che smettiamo di esistere, come Hitler con gli ebrei, sta usando esattamente le stesse parole, «risolvere per sempre la questione ucraina», per quanto tempo farete ancora finto di non averle sentite?... Sono otto anni che vi spiega che gli ucraini e i russi sono «un solo popolo», quest'estate ha pubblicato tutto un articolo folle sull'argomento, come Stalin con la linguistica, davvero non vi è chiaro che questa è una dichiarazione di annessione del Paese, sul serio pensavate che si sarebbe fermato in Crimea?... «Un solo popolo» significa che dei due popoli deve restarne ''uno solo'', quello russo, e se l'altro non accetta di sparire vuol dire che bisogna costringerlo a farlo, con la guerra, Dio santo, cosa c'è di non chiaro?! Sono venuti a ucciderci, ci uccidono online, in diretta, un intero popolo, e voi ve ne state lì a guardare, e mentre guardate vi meravigliate pure. Ma pensa te, chissà cosa vuole questo assassino? ===[[Anna Zafesova]]=== {{cronologico}} *Sono le stesse bugie che raccontano i media dall'altra parte del confine, per convincere i russi che a) non si tratta di una guerra, b) anche se fosse una guerra, è giusta e preventiva, c) magari non si chiama guerra, ma è un trionfo: gli ucraini si stanno arrendendo a battaglioni. È la stessa narrazione usata da sempre dall'Unione sovietica, per tutte le sue guerre di invasione, dalla guerra contro la Finlandia iniziata da un falso attacco contro i sovietici nel novembre 1939, alla guerra "preventiva" in Afghanistan nel 1979, raccontata come "operazione di aiuto internazionalista", per non parlare delle invasioni in aiuto ai regimi "fratelli" in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968. Una fede quasi magica nelle parole, e l'insistenza della propaganda putiniana sulla sua terminologia diventa a sua volta un ulteriore motivo di scontro con l'occidente che si rifiuta di riconoscere che i bombardamenti di Kyiv e Kharkiv abbiano come obiettivo la "liberazione" dell'Ucraina dalla "oppressione del governo nazista". *Da questa guerra potrà emergere una nuova Russia che dovrà ripartire, rinnegando il nazionalismo e questo revanscismo post imperiale di matrice un po' sovietica e un po' monarchica e rivedendo il suo rapporto con il mondo in una chiave più pacifica e più europea. *L'intenzione del governo russo è di non far restare più nulla dell'informazione indipendente. Hanno oscurato la stazione radio L'Echo di Mosca, una radio che pur non essendo totalmente indipendente dal Cremlino dal punto di vista della proprietà era comunque riuscita a restare una tribuna più o meno aperta a tutti. Non era successo nemmeno con i golpisti comunisti nell'[[Putsch di agosto|agosto del 1991]]. *In pratica {{NDR|Vladimir Putin}} vuole smembrare l'Ucraina, inglobandone una parte direttamente e trasformando l'altra in una sorta di Stato fantoccio. *Mentre Kyiv mette in atto campagne di crowdfunding per i sacchi a pelo termici per i suoi soldati, Mosca preferisce arruolare il Generale Inverno nella sua campagna per terrorizzare i civili: i bombardamenti delle centrali elettriche e di riscaldamento, agli impianti idrici e alle reti di distribuzione hanno come obiettivo quello di lasciare gli ucraini al buio e al freddo, e costringere Kyiv a trattare un compromesso territoriale che l'esercito russo non riesce a conquistare sul terreno. *Secondo un sondaggio "riservato", condotto dal Servizio federale di protezione russo, il 55 per cento dei russi è a favore di un negoziato con l'Ucraina, e soltanto un quarto vorrebbe proseguire la guerra. Se questi dati del raccolti dal corpo speciale che si occupa della sicurezza della presidenza russa fossero veri, significa che la guerra che Vladimir Putin aveva iniziato in buona parte come doping per la sua popolarità in declino sta segnando invece un divario senza precedenti tra l'opinione pubblica della società e il Cremlino. *Anche tra i "russi buoni" che condannano la guerra molti non sono pronti ad abbracciare le ragioni dell'Ucraina, o a desiderare la sconfitta del proprio Paese, e molti sono terrorizzati dal caos che potrebbe scaturire da un regime change. Ma se gli intellettuali – essenzialmente in esilio – che danno una diagnosi brillante e spietata del fallimento russo sono comunque molti, i leader del dissenso che stanno riflettendo su soluzioni per uscirne sono pochissimi. *La guerra ha consolidato definitivamente un modello di potere da monarchia quasi assoluta. ===[[Achmed Zakaev]]=== *Anche se l'Occidente dovesse stancarsi e la lasciasse sola contro la Russia, l'Ucraina non si arrenderà mai. L'Ucraina si batterà per i suoi territori, per la sua terra e per il suo futuro. Non ci sono dubbi su questo. Sono altrettanto sicuro che l'Occidente sosterrà l'Ucraina fino alla fine, ormai è troppo coinvolto e che alla fine l'Ucraina vincerà. Nel farlo libererà il mondo dalla minaccia dell'Impero russo, perché persa la guerra l'Impero russo cesserà di esistere. *Da questa guerra dovrà nascere una nazione che non è più impero, che non sia più un pericolo. Il cambiamento si avrà con la sconfitta e anche portando i russi a ragionare. *Il futuro deve passare attraverso il pentimento. Il pentimento deve portare alla purificazione e infine alla formazione di una società sana. Finché il popolo russo sarà malato di [[Rascismo|russismo]], fascismo, o come volete chiamarlo, avremo sempre a che fare con una minaccia. *La guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina è una continuazione della guerra della Russia contro la Cecenia. Negli ultimi anni la Russia, dopo aver rafforzato le forze armate, ha iniziato a impadronirsi e a conquistare i Paesi vicini. È partita dalla Repubblica cecena di Ichkeria e oggi è già arrivata in Ucraina. Se il mondo avesse fermato la Russia allora, non ci sarebbe stata la guerra in Georgia nel 2008, né oggi in Ucraina. *Oggi nella guerra in Ucraina, Putin distrugge anche i ceceni. Manda la gioventù cecena nelle braccia dei cosiddetti kadyrovcy. In questo modo continua il massacro del popolo ceceno, che si è trasformato in carne da cannone. Non c'è differenza tra quello che vuole fare agli ucraini e quello che vuole fare ai ceceni. Ottiene due obiettivi: trasforma i ceceni nei nemici principali di Kyiv e continua a ucciderli. ===[[Olena Zelens'ka]]=== {{cronologico}} *Siamo contro la guerra e non abbiamo attaccato per primi. Ma non ci arrenderemo. Che il mondo intero guardi: lottiamo per la pace anche nei vostri Paesi. (1 marzo 2022) *L'Ucraina non ha bisogno di essere salvata. Ma abbiamo bisogno del sostegno del mondo per il nostro esercito e i nostri civili. Non solo a parole. (2 marzo 2022) *Nonostante le rassicurazioni della propaganda sostenuta dal Cremlino, che la chiama "operazione speciale", si tratta in realtà di un omicidio di massa di civili ucraini. (9 marzo 2022) *Mentre la Russia dice che «non sta facendo la guerra contro i civili», le rispondo con i nomi dei bambini assassinati. (9 marzo 2022) *I primi neonati della guerra, hanno visto il soffitto di cemento dello scantinato, il loro primo respiro è stato l'aria acre del sottosuolo, e sono stati accolti da una comunità intrappolata e terrorizzata. A questo punto, ci sono diverse decine di bambini che non hanno mai conosciuto la pace nella loro vita. (9 marzo 2022) *La guerra in Ucraina non è una guerra «da qualche parte là fuori». Questa è una guerra in Europa, vicino ai confini dell’Ue. L'Ucraina sta fermando la forza che domani potrebbe entrare aggressivamente nelle vostre città con il pretesto di salvare i civili. (9 marzo 2022) *Essere un pacifista quando un assassino con una pistola sta camminando verso di te è l’ultima cosa che ti può venire in mente. Provate a immaginare che i russi stiano invadendo l’Italia. Immaginate un esercito che occupa la vostra magica Milano o Napoli. Guardateli mentre devastano la periferia di Roma, mentre uccidono i suoi abitanti. Provate a pensare ai loro razzi che colpiscono ogni giorno le case di Bologna, da dove escono poi solo bambini morti. Come ti sentiresti se i tuoi parenti vivessero in una Genova occupata e tu non riuscissi neanche a parlare con loro? E ora dimmi come reagiresti se in quel momento qualcuno ti dicesse: "Abbassa le armi, non resistere! Prova a parlare con quelli che hanno appena bombardato i tuoi genitori o minato la scuola dei tuoi figli". Perdonatemi, ma a me suona come "dai, non resistere durante uno stupro". "Cerca di parlare con il tuo stupratore". Dovete capire una cosa importante: un invasore, come uno stupratore, non si fermerà mai se tu cederai. Andrà solo oltre. E, chissà, potrebbe raggiungere anche altri, un giorno. (15 luglio 2022) ===[[Volodymyr Zelens'kyj]]=== {{cronologico}} [[File:Заявка України на членство у Європейському Союзі, 1 (cropped 1).jpg|thumb|Il presidente ucraino [[Volodymyr Zelens'kyj]] dopo avere firmato la richiesta di adesione all'Unione Europea, 28 febbraio 2022.]] *Il popolo russo dovrà scegliere che sentiero intraprendere. Tutti i cittadini russi che non hanno perso il loro onore possono protestare contro la guerra in Ucraina. (24 febbraio 2022) *Questa decisione potrebbe rappresentare l'inizio di una grande guerra. La causa potrebbe sorgere in qualsiasi momento, qualsiasi provocazione, qualsiasi scintilla, una sola e potrebbe bruciare tutto. (24 febbraio 2022) *Si dice che questa fiamma libererà il popolo ucraino, ma il gli ucraini sono già liberi. Vi hanno detto che siamo nazisti, ma come fa un popolo a essere nazista quando ha perso oltre 8 milioni di vite nella vittoria contro il nazismo? Come posso essere io accusato di essere un nazista? Chiedetelo a mio nonno che ha combattuto tutta la Seconda guerra mondiale nella fanteria dell'Armata Rossa ed è morto con i gradi di colonnello dell'Ucraina indipendente. (24 febbraio 2022) *Chi ne soffrirà di più? Le persone. Chi lo desidera di meno? Le persone. Chi non può permettere che ciò accada? Le persone. Ci sono queste persone tra voi, ne sono sicuro. Guerra significa dolore, fango, sangue e la morte di migliaia - decine di migliaia di morti. Vi è stato detto che l'Ucraina è una minaccia per la Russia. Non era in passato, non è ora e non sarà in futuro. (24 febbraio 2022) *Questa potrebbe essere l'ultima volta che mi vedete vivo. [...] Siamo tutti qui. I nostri militari sono qui. I cittadini sono qui. Siamo tutti qui a difendere la nostra indipendenza, il nostro Paese, e così continueremo a essere. (25 febbraio 2022) *Invito tutti i cittadini europei che hanno un'esperienza di combattimento in Europa, e non vogliono assistere all'indecisione dei politici, a venire nel nostro Paese e unirvi a noi nella difesa dell'Europa, dove ora è molto necessario. Chiedete ai vostri governi che l'Ucraina riceva più aiuti finanziari e militari. (25 febbraio 2022) *Ci appelliamo all'Unione Europea per l'adesione immediata dell'Ucraina con una nuova procedura speciale. Siamo grati ai nostri partner per essere stati con noi, ma il nostro sogno è stare con tutti gli europei e, soprattutto, di essere uguali a loro. [...] Gli europei capiscono che i nostri soldati stanno combattendo per il nostro Stato, e quindi per l'intera Europa, per la pace, per tutti i paesi dell'Ue, per la vita dei bambini, l'uguaglianza, la democrazia. (28 febbraio 2022) *Per molta gente in Russia la nostra Kiev è completamente straniera. Loro non sanno nulla della nostra capitale, né della nostra storia. Ma hanno ricevuto l’ordine di cancellare la nostra storia. Di cancellare il nostro Paese. Di cancellarci tutti. (2 marzo 2022) *{{NDR|Sul bombardamento della centrale nucleare di Zaporižžja}} Nessun paese diverso dalla Russia ha mai sparato contro le centrali nucleari. Questa è la prima volta nella nostra storia. Nella storia dell’umanità. Lo stato terrorista ora ha fatto ricorso al terrore nucleare. (4 marzo 2022) *I russi hanno usato dei termini che usavano i nazisti quando volevano soggiogare il vostro popolo, quando volevano distruggere voi come vogliono distruggere noi. Per la questione ebraica parlano di soluzione finale e anche oggi i russi parlano di soluzione finale per la questione ucraina. (20 marzo 2022) *La resistenza ucraina passerà alla storia della guerra. Questo è un luogo in cui l'esercito russo e i suoi comandanti si sono mostrati completamente come sono: incompetenti, in grado di spingere semplicemente il loro popolo al massacro. (20 marzo 2022) *La Russia non cambierà idea perché teme di rivelare il vero numero di soldati che muoiono in Ucraina. I russi hanno offerto delle sacche per i cadaveri dei soldati che non sono adatte neanche per gli animali. (27 marzo 2022) *Molto presto ci saranno due Giorni della Vittoria in Ucraina. E qualcuno non ne avrà nessuno. (9 maggio 2022) *Proporre a noi di cedere qualcosa per salvare la faccia del presidente russo non è corretto da parte di alcuni leader, non siamo pronti a salvare la faccia a qualcuno pagando con i nostri territori, non penso sia una cosa giusta. (12 maggio 2022) *Sarò molto onesto e forse non particolarmente diplomatico: il gas non è niente. Anche il covid non è niente, se lo si confronta con quello che sta succedendo in Ucraina. Provate a immaginare che quello di cui sto parlando accada a casa vostra, nel vostro Paese. Vi preoccupereste ancora del prezzo del gas o di quello dell'elettricità? (26 luglio 2022) *Il 24 febbraio ci è stato detto: "Non avete possibilità". Il 24 agosto diciamo: "Buona festa dell'indipendenza, Ucraina!" (24 agosto 2022) *Per noi l'Ucraina è tutta l'Ucraina. Tutte e 25 le regioni, senza concessioni o compromessi. Non conosciamo queste parole, sono state distrutte dai missili il 24 febbraio. (24 agosto 2022) *Non permetteremo alla Russia di aspettare, costruire le sue forze e quindi iniziare una nuova serie di terrore e destabilizzazione globale. Non ci sarà una Minsk-3 che la Russia violerà subito dopo l'accordo. (15 novembre 2022) *Milioni di ettari di foresta sono stati bruciati dai bombardamenti. Quasi duecentomila ettari della nostra terra sono contaminati da mine e proiettili inesplosi. [...] È impossibile calcolare con precisione la quantità di inquinamento atmosferico da depositi di petrolio bruciato e altri incendi... Così come da impianti fognari esplosi, impianti chimici bruciati, innumerevoli luoghi di sepoltura di animali uccisi. Immagina solo questo: a causa dell'aggressione russa, 6 milioni di animali domestici sono morti. 6 milioni! Questi sono i numeri ufficiali. Almeno 50.000 delfini sono stati uccisi nel Mar Nero. Migliaia di ettari di terreno sono contaminati da sostanze nocive, la maggior parte dei quali sono terreni fertili. Erano terreni fertili. (15 novembre 2022) *Signore e signori americani, tra due giorni festeggeremo il Natale. Forse a lume di candela. Non perché sia più romantico, no, ma perché non ci sarà elettricità. Milioni di persone non avranno né riscaldamento né acqua corrente. Tutto questo è il risultato degli attacchi russi con missili e droni alle nostre infrastrutture energetiche. Ma noi non ci lamentiamo. Non giudichiamo e non ci paragoniamo a chi ha una vita più facile. Il vostro benessere è il prodotto della vostra sicurezza nazionale, il risultato della vostra lotta per l'indipendenza e delle vostre numerose vittorie. Anche noi ucraini affronteremo la nostra guerra per l'indipendenza e la libertà con dignità e successo. (22 dicembre 2022) *I terroristi russi si sono dimostrati patetici, hanno iniziato l'anno nuovo nel solito modo. Il nostro senso di unità, autenticità, di vita stessa: tutto ciò contrasta drammaticamente con la paura che prevale in Russia. Sono spaventati, si sente. E hanno ragione ad avere paura. Perché stanno perdendo. Droni, missili, qualsiasi altra cosa non li aiuterà. Perché noi siamo uniti. E loro stanno insieme solo con la paura. (1 gennaio 2023) *La guerra ha cambiato il destino di molte famiglie. Ha riscritto la storia delle nostre famiglie. Ha cambiato i nostri costumi e le nostre tradizioni. I nonni raccontavano ai nipoti come avevano sconfitto i nazisti. Ora i nipoti raccontano ai loro nonni come hanno sconfitto i russi. Le madri e le nonne lavoravano a maglia le sciarpe, ora tessono reti mimetiche. I bambini chiedevano a Babbo Natale smartphone e gadget, ma ora regalano paghette e raccolgono fondi per i nostri soldati. (24 febbraio 2023) ===[[Slavoj Žižek]]=== *Anche se l’Ucraina – come si spera – proteggerà la sua indipendenza, la sua difesa vittoriosa sarà per lei il momento della verità. Dovrà imparare che non basta mettersi al passo con l’occidente e aderire all’Unione europea. Per due motivi. Il primo è che la democrazia occidentale è in profonda crisi e cova un profondo malcontento: gli Stati Uniti si stanno avvicinando alla guerra civile ideologica e l’Europa sta cadendo a pezzi, con i paesi post-comunisti che si avvicinano a un nuovo autoritarismo illiberale. In secondo luogo, un’Ucraina vittoriosa e indebitata con gli Stati Uniti e l’Unione europea riuscirà a resistere alla pressione ancora più forte della colonizzazione economica occidentale? *I pacifisti che si oppongono alla Nato e all’invio di armi all’Ucraina ignorano un fatto fondamentale: è stato proprio l’aiuto occidentale a permettere all’Ucraina di resistere. Senza di esso, l’Ucraina sarebbe da tempo occupata. Questo aiuto ha portato allo stallo odierno, il quale ha creato le condizioni per un possibile compromesso di pace. *Il pacifismo non è un’opzione in questo conflitto. L’unico modo per resistere a Putin è con la forza. Gli invasori dicono sempre di volere la pace, perché è il modo per sovrastare le vittime. Anche Hitler diceva di volere la pace nella Francia occupata dai nazisti. *Quando gli esponenti della sinistra attuale criticano il sostegno occidentale all’Ucraina, ripetono il luogo comune secondo cui la guerra in corso si trascina perché serve a dare impulso al complesso militare e industriale dell’occidente. Un pregiudizio stupido che potrebbe essere applicato anche alla seconda guerra mondiale: quel conflitto non diede forse un grande impulso all’industria militare statunitense, visto che solo dopo la sua fine gli Stati Uniti si lasciarono effettivamente alle spalle la grande depressione? *Si sente ripetere che la Russia dovrebbe essere autorizzata a salvare la faccia. Ma dichiarazioni come quelle di Medvedev rendono impossibile all’Ucraina e all’occidente salvare la faccia, rendendo un compromesso una prova di codardia occidentale! ===[[Michail Zygar]]=== *Da giornalista, normalmente sarei il primo a concordare sul fatto che nulla è soltanto bianco e nero, ma ci sono alcune rare situazioni dove il bianco e il nero esistono. L’Ucraina è stata attaccata dalla Russia, come nel 1939 la Polonia fu attaccata da Hitler: è una situazione in cui il bianco e il nero esistono. Sarebbe stato poco saggio dare la colpa di aver provocato quell’aggressione alla Polonia. È questa la situazione, ed è preoccupante quando persone lontane dalla situazione provano a comprendere e giustificare una cosa che non andrebbe giustificata. *Isolata e sanzionata, sola contro il mondo, la Russia sembra fatta a immagine del suo presidente. *Per qualsiasi persona, a prescindere dal paese in cui vive, è molto difficile accettare che sei dalla parte del torto, che tutto quel a cui hai creduto per molti anni era sbagliato. Per le persone di una certa età è quasi impossibile accettare una cosa simile. È questa la ragione per cui molti, quando vedono fotografie e video o addirittura parlano con i loro parenti ucraini, preferiscono credere alla propaganda che alla verità perché mettere in dubbio tutto quel che hanno sempre creduto. *Se poteste leggere i social network russi sareste stupiti di quanto tante persone manifestino in maniera trasparente la loro rabbia per quel che sta succedendo. ==Note== <references/> ==Voci correlate== *[[Accuse di genocidio degli ucraini durante l'invasione russa dell'Ucraina]] *[[Annessione dell'Ucraina meridionale e orientale alla Russia]] *[[Assedio di Mariupol]] *[[Battaglia di Bachmut]] *[[Battaglia di Charkiv (2022)|Battaglia di Charkiv]] *[[Battaglia di Kiev (2022)|Battaglia di Kiev]] *[[Bombardamento di Borodjanka]] *[[Conflitto russo-ucraino]] *[[Controffensiva Ucraina in Charkiv del 2022]] *[[Crisi russo-ucraina del 2021-2022]] *[[Distruzione della centrale idroelettrica di Kachovka]] *[[Esplosione missilistica in Polonia del 2022]] *[[Esplosione del ponte di Crimea del 2022]] *''[[Feministskoe antivoennoe soprotivlenie]]'' *[[Fughe di gas dal Nord Stream del 2022]] *[[Massacro di Buča]] *[[Offensiva di Kursk del 2024]] *[[Rapimento dei minori durante l'invasione russa dell'Ucraina]] *[[Referendum russo d'annessione nell'Ucraina occupata del 2022]] *[[Ribellione del Gruppo Wagner]] *[[Sanzioni internazionali durante la crisi ucraina]] *[[Z (simbolo militare)]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|preposizione=sull'}} [[Categoria:Eventi degli anni 2020]] [[Categoria:Guerra russo-ucraina]] 8c3gol7tcn76gege8i9jfo3lss94dui Paolo Berizzi 0 195164 1351413 1280134 2024-11-11T23:21:35Z Danyele 19198 /* Citazioni di Paolo Berizzi */ +1 / fix di stile 1351413 wikitext text/x-wiki [[File:Paolo Berizzi .jpg|thumb|Paolo Berizzi]] '''Paolo Berizzi''' (1972 – vivente), giornalista e saggista italiano. == Citazioni di Paolo Berizzi == *Donna. Madre. Italiana. Cristiana. E aspirante prima premier donna nella storia della Repubblica. Nell'intervista alla tv americana Fox News – già schierata su posizioni filo trumpiste – [[Giorgia Meloni]] si immagina già a palazzo Chigi («sarebbe un onore e un fardello»). È innegabile che essere l'unica donna leader di un partito italiano – il primo, stando ai sondaggi –, è un punto di forza della capa di [[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fdi]]. Ma è altrettanto evidente che dietro l'immagine-primato della donna-forte al comando c'è la contraddizione di guidare un partito da sempre ancorato a posizioni maschiliste.<ref>Da ''Meloni, la leader di un partito a impronta maschilista'', ''la Repubblica'', 7 agosto 2022, p. 11.</ref> *La vera notizia del [[Morte e funerali di Stato di Silvio Berlusconi|funerale di Berlusconi]] è che la solennità di Stato e la santificazione da istituto Luce non hanno coperto la realtà ma l'hanno anzi tristemente evidenziata: assenti i leader mondiali, presenti pregiudicati ed ex galeotti (Dell'Utri, Verdini, Formigoni ecc).<ref>Da un [https://twitter.com/PBerizzi/status/1669376930875953153 post] sul profilo ufficiale ''twitter.com'', 15 giugno 2023.</ref> *Militante fascista, organizzatore dello squadrismo a Roma, fedele a Mussolini fino alla Repubblica di Salò quando l'Italia subiva gli eccidi delle Brigate nere e delle Ss naziste. Noto anche per essersi congratulato con Amerigo Dumini – scrivendogli che era un eroe – per l'assassinio di Giacomo Matteotti. È [[Italo Foschi]], primo presidente della AS Roma [...]<ref>''Francobollo fascista'', dalla rubrica ''Pietre'', ''la Repubblica'', 6 giugno 2024; citato in un [https://www.instagram.com/paolo_berizzi/p/C73vzLOij09/ post] sul profilo ufficiale ''instagram.com''.</ref> ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''È gradita la camicia nera''=== «Il suo prossimo libro si intitolerà: Vengo a Verona e poi muoio.» 10 giugno 2019. Alle 21,24 «Lisa» mi spedisce via Facebook una tenera previsione editoriale. Tra i primi commenti ci sono quelli di «Emiliano», a cui fanno da contorno emoji di coltelli e bombe: «-16 giorni e scateniamo l’inferno». «Si salvi chi può.» I social grondano insulti e minacce, è così da giorni. ===''L'educazione di un fascista''=== Il talismano non educa. È solo suggestione. Ma le suggestioni influenzano, scelgono con cura la loro preda. La rendono materia plasmabile. Non esiste suggestione che possieda la nettezza dei confini. Il perimetro si dilata. Lo determini tu. A seconda di come sei predisposto, sarai più o meno vulnerabile e la tua permeabilità aprirà all'influsso esterno. Per uno che avrà resistito alla suggestione, altri si lasceranno accarezzare. Fino a restarne imprigionati. ===''NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista''=== La legna scoppiettava mentre gli uomini intorno tacevano. Erano in cerchio, immobili. A un metro l'uno dall'altro. Sembravano paramilitari. Oppure attori che li interpretavano. Ma negli sguardi, rischiarati dal bagliore delle fiamme, c'erano solo lampi di fiera follia appesi a un bisogno maniacale di ordine; sembravano aspirare a una dimensione nuova, di purezza, ma i loro volti erano maschere d'odio. == Note == <references /> ==Bibliografia== *Paolo Berizzi, ''È gradita la camicia nera. Verona, la città laboratorio dell’estrema destra tra l'Italia e l'Europa'', Rizzoli, 2021. ISBN 9788817158794 *Paolo Berizzi, ''L'educazione di un fascista'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2020. ISBN 9788858838280 *Paolo Berizzi, ''NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista'', Baldini+Castoldi, 2018. ISBN 9788893880756 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Berizzi, Paolo}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] kx506609chhxqvixupds0uhf3fesvuy Annika Morgan 0 195424 1351442 1283640 2024-11-12T02:06:30Z Danyele 19198 /* Citazioni di Annika Morgan */ fix 1351442 wikitext text/x-wiki '''Annika Morgan''' (2002 – vivente), snowboarder tedesca. ==Citazioni di Annika Morgan== *A volte mi vengono in mente brutti pensieri, come quello di inclinarmi durante il salto e cadere di testa. {{NDR|La paura non è}} così grande da impedirmi di osare e mettermi a piangere: ma cerco di bloccarla, altrimenti mi spavento ancora di più. :''Manchmal kommen schlimme Gedanken in meinen Kopf, wie ich beim Sprung verkante und auf den Kopf falle.'' {{NDR|''Die Furcht sei zwar''}} ''nicht so groß, dass ich mich nicht trauen und heulen würde: Aber ich versuche das auszublenden, sonst bekomme ich nur mehr Angst.''<ref>{{de}} Dall'intervista ''[https://www.teamdeutschland.de/news/details/snowboarderin-morgan-und-die-angst-vor-dem-sturz Snowboarderin Morgan und die Angst vor dem Sturz]'', ''teamdeutschland.de'', 3 febbraio 2022.</ref> *{{NDR|Tra lo snowboard e il pattinaggio artistico praticato agli esordi, «le piacciono entrambi gli sport in egual misura?»}} Direi che lo snowboard è più divertente, ma quando sono sul ghiaccio mi diverto tantissimo. Ciò che mi infastidiva era la pressione – e il fatto di dover conoscere a memoria un'intera coreografia. Questo mi stressava molto. Una volta sono rimasta in piedi sul ghiaccio e ho pianto perché ho avuto un blackout e non sapevo cosa fare. È stato traumatizzante per me. :{{NDR|«''Machen Ihnen beide Sportarten gleich viel Spaß?''»}} ''Ich würde schon sagen, dass mir Snowboarden mehr Spaß macht, aber wenn ich auf dem Eis stehe, habe ich sooo viel Spaß. Was mich gestört hat, war halt der Druck – und dass ich eine ganze Kür auswendig können musste. Das hat mich mega gestresst. Einmal stand ich auf dem Eis und hab geheult, weil ich einen Blackout hatte und nicht mehr weiterwusste. Das war traumatisierend für mich.''<ref>{{de}} Dall'intervista di Uli Kellner, ''[https://www.tz.de/sport/wintersport/snowboard-interview-mit-big-air-ass-annika-morgan-steamboat-eisklunstlauf-mittenwald-weltcup-olympia-big-air-slopestye-zr-91193965.html „Ein Doppel-Axel ist schwerer als ein Backside 1080“]'', ''tz.de'', 21 dicembre 2021.</ref> *{{NDR|Sull'allenamento}} Lavoriamo molto con i pesi sulla forza e sulla resistenza. Inoltre, facciamo molti squat per poter resistere alle sollecitazioni quando atterriamo [...]. Anche se di solito non capisco poi molto quando sono in aria. Si tratta di un movimento automatico. Più spesso faccio un movimento, più i miei muscoli si abituano a come deve funzionare. :''Wir arbeiten sehr viel mit Gewichten an der Maximalkraft und der Kraftausdauer. Dazu machen wir viele Kniebeugen, damit wir die Kräfte bei der Landung aushalten [...]. Ich verstehe in der Luft meistens auch nicht viel. Es ist eher eine automatische Bewegung. Je öfter ich einen Trick mache, desto mehr gewöhnen sich meine Muskeln daran, wie es ablaufen soll.''<ref>{{de}} Dall'intervista di Rouven Chlebna, ''[https://www.welt.de/sport/olympia/article236703637/Olympia-2022-Deutsche-Snowboarderin-Annika-Morgan-ueberrascht-im-Finale.html „Mein Bruder hat im Wettkampf angerufen und meinte: ‚Du kannst eine Medaille holen‘“]'', ''welt.de'', 6 febbraio 2022.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Morgan, Annika}} [[Categoria:Snowboarder]] [[Categoria:Sportivi tedeschi]] 1xpfjz4rcq23tiafal8c1vno82a54uc Anna May Wong 0 199486 1351534 1244083 2024-11-12T09:44:46Z Spinoziano 2297 + film 1351534 wikitext text/x-wiki [[File:Anna May Wong - portrait.jpg|thumb|Anna May Wong, 1935 circa]] '''Anna May Wong''', nata '''Wong Liu-tsong''' (1905 – 1961), attrice statunitense. ==Citazioni di Anna May Wong== *{{NDR|Nel 1933, dopo il passaggio da Hollywood al cinema europeo}} Ero così stanca delle parti che dovevo interpretare. Perché il cinese sullo schermo è quasi sempre il ''villain'', e che cattivo: assassino, infido, un serpente che striscia nell'erba. Noi non siamo così.<ref>Citato in ''[https://www.rainews.it/photogallery/2022/10/anna-may-wong--la-prima-asiatica-americana-a-comparire-su-una-moneta-degli-stati-uniti-67949327-dabd-43a9-91a5-c79cf3ddf0b9.html Anna May Wong è la prima asiatica americana a comparire su una moneta degli Stati Uniti]'', ''rainews.it'', 19 ottobre 2022.</ref> *Quando ricevi il [[cambiamento]], potrebbe effettivamente essere lì nel palmo della tua mano.<ref>Citato in Elena Fausta Gadeschi, ''[https://www.elle.com/it/magazine/women-in-society/a41703039/monete-usa-anna-may-wong/ La storia di Anna May Wong, prima donna sino-americana che apparirà sulle monete Usa]'', ''elle.com'', 19 ottobre 2022.</ref> *{{NDR|Sul razzismo subìto a Hollywood, per via dalle sue origini asiatiche}} Siamo una civiltà che è molto più antica di quella dell'Occidente. Abbiamo le nostre virtù. Abbiamo il nostro rigido codice di comportamento, d'onore. Perché non li mostrano mai sullo schermo? Perché dovremmo sempre tramare, rapinare, uccidere?<ref>Citato in Grazia Teresella Berva (a cura di), ''[https://www.robadadonne.it/215436/anna-may-wong/ Come Anna May Wong fu la prima donna di origini cinesi a conquistare Hollywood]'', ''robadadonne.it'', 24 febbraio 2021.</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== *''[[Shanghai Express]]'' (1932) ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Attori statunitensi|Wong, Anna May]] 7pl3zyv72b8e22rtqgvthxbwth6e0aw Mario Pisu 0 200601 1351539 1351271 2024-11-12T09:48:04Z Spinoziano 2297 /* Doppiatore */ 1351539 wikitext text/x-wiki [[File:Biraghin (film 1946) Mario Pisu (cropped).png|thumb|Mario Pisu in ''[[Biraghin]]'' (1946)]] '''Mario Pisu''' (1910 – 1976), attore e doppiatore italiano. ==Citazioni su Mario Pisu== *Alto, di bella presenza ed elegante figura, è uno degli attori più stimati e quotati dapprima nel teatro poi nel cinema, settori in cui debutta pressoché contemporaneamente pur non giungendo mai al ruolo di protagonista. Da "primo attor giovane" in teatro ad antagonista sullo schermo, Mario Pisu si costruisce una carriera di tutto rispetto recitando in teatro [...]. Ma anche in campo cinematografico Pisu è richiesto da registi importanti e affermati [...]. Di notevole intensità è anche la sua attività nel doppiaggio, dove presta la sua voce calda e modulata. (''[[Dizionario del cinema italiano]]'') ==Filmografia== ===Attore=== {{div col}} *''[[Il suo destino]]'' (1938) *''[[Manovre d'amore]]'' (1941) *''[[Noi vivi]]'' (1942) *''[[Addio Kira!]]'' (1942) *''[[Il ratto delle Sabine (film 1945)|Il ratto delle Sabine]]'' (1945) *''[[Il canto della vita]]'' (1945) *''[[Biraghin]]'' (1946) *''[[Margherita da Cortona (film)|Margherita da Cortona]]'' (1950) *''[[Cinque poveri in automobile]]'' (1952) *''[[Gli uomini non guardano il cielo]]'' (1952) *''[[Totò all'inferno]]'' (1955) *''[[Anni ruggenti]]'' (1962) *''[[8½]]'' (1963) *''[[Giulietta degli spiriti]]'' (1965) *''[[Detenuto in attesa di giudizio]]'' (1971) *''[[Paolo il caldo]]'' (1973) {{div col end}} ===Doppiatore=== {{div col|strette}} *''[[Shanghai Express]]'' (1932) *''[[La grande pioggia]]'' (1939) *''[[La taverna dei sette peccati]]'' (1940) *''[[La signora Miniver]]'' (1942) *''[[Alba fatale]]'' (1943) *''[[Vertigine (film 1944)|Vertigine]]'' (1944) *''[[Settimo velo]]'' (1945) *''[[Incatenata (film 1946)|Incatenata]]'' (1946) *''[[Dietro la porta chiusa]]'' (1947) *''[[La fuga (film 1947)|La fuga]]'' (1947) *''[[Chiamate Nord 777]]'' (1948) *''[[Il massacro di Fort Apache]]'' (1948) *''[[Schiavo della furia]]'' (1948) *''[[Bastogne (film 1949)|Bastogne]]'' (1949) *''[[Peccato (film)|Peccato]]'' (1949) *''[[Viale Flamingo]]'' (1949) *''[[Donne e briganti]]'' (1950) *''[[Il romanzo di Thelma Jordon]]'' (1950) *''[[Sui marciapiedi]]'' (1950) *''[[Davide e Betsabea]]'' (1951) *''[[La cosa da un altro mondo]]'' (1951) *''[[La diva]]'' (1952) *''[[Gelosia (film 1953)|Gelosia]]'' (1953) *''[[I vinti (film 1953)|I vinti]]'' (1953) *''[[Io confesso]]'' (1953) *''[[La tunica]]'' (1953) *''[[Fronte del porto]]'' (1954) *''[[Il calice d'argento]]'' (1954) *''[[Il delitto perfetto]]'' (1954) *''[[Ulisse (film)|Ulisse]]'' (1954) *''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]'' (1955) *''[[Al centro dell'uragano (film 1956)|Al centro dell'uragano]]'' (1956) *''[[Baby Doll - La bambola viva]]'' (1956) *''[[Il ladro (film 1956)|Il ladro]]'' (1956) *''[[Il ponte sul fiume Kwai]]'' (1957) *''[[A qualcuno piace caldo]]'' (1959) *''[[La furia dei Baskerville]]'' (1959) *''[[La storia di una monaca]]'' (1959) *''[[Ossessione di donna]]'' (1959) *''[[Un dollaro d'onore]]'' (1959) *''[[Spartacus]]'' (1960) *''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]'' (1961) *''[[La carica dei cento e uno]]'' (1961) *''[[Splendore nell'erba]]'' (1961) *''[[Il giorno più lungo]]'' (1962) *''[[L'uomo di Alcatraz]]'' (1962) *''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]'' (1962) *''[[Va' e uccidi]]'' (1962) *''[[Agente 007 - Missione Goldfinger]]'' (1964) *''[[La nave dei folli]]'' (1965) *''[[Il buono, il brutto, il cattivo]]'' (1966) *''[[Asterix e Cleopatra]]'' (1968) {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Pisu, Mario}} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] gsaf82jjyegtv75eyncvzrbfjzj1gq9 Putsch di agosto 0 201291 1351497 1337531 2024-11-12T08:16:22Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351497 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:August Coup montage.png|thumb|Immagini dell'evento]] Citazioni sul '''''putsch'' di agosto'''. ==Citazioni== *Anche mentre il colpo si stava svolgendo, dalle due parti delle barricate, diversi personaggi raccontavano storie differenti. Quando finì, i vincitori di fatto – quelli che avevano combattuto per la democrazia in Russia – non riuscirono a mettere insieme una storia, una versione dei fatti, che potesse diventare una verità collettiva per la nuova Russia. Ognuno venne lasciato con la sua storia individuale. Alla fine, per qualcuno quei tre giorni dell'agosto 1991 rappresentarono una storia di eroismo e una vittoria della democrazia. Per altri diventarono la storia di un complotto cinico. Quale sia la verità dipende dalla storia alla quale aderisono le persone al potere nel paese. ([[Maša Gessen]]) *Attacco a discorrere con la gente in coda davanti a un negozio. Che cosa è stato per loro il golpe? Una cosa lontana, qualcosa che riguarda Mosca, i potenti, «loro». Non ci si raccapezzano con la malattia del presidente: è stato male, guarisce, mentre altri vanno in prigione. Mah! I carri armati davanti alla Casa Bianca? Purché non siano nazisti!, esclama un reduce. Eltsin? Un bravo ragazzo! Gorbaciov? Così e così. Neppure quest'anno è riuscito a procurare le patate. I generali? Che facciano ordine e assicurino i rifornimenti ai negozi. La libertà? Una signora dice che suo nipote ne ha parlato ieri sera in casa; ma piuttosto se ne stia zitto e pensi a studiare. ([[Demetrio Volcic]]) *È facile stare seduti a Londra e chiedere alla gente disarmata di affrontare i carri armati a Mosca. Non posso dare loro questo consiglio. ([[Margaret Thatcher]]) *Eltsin ha avuto un ruolo decisivo, univoco, chiaro nel periodo estremamente delicato del golpe. Se non fosse stato così veloce e rapido nel capire l'atteggiamento da prendere, Dio solo sa di cosa saremmo testimoni oggi. Se le cose si sono risolte così, il merito va ascritto a Eltsin, che ha avuto l'appoggio decisivo del Parlamento e del popolo russo. ([[Alexander Dubček]]) *I cittadini russi, i moscoviti che rifiutarono il colpo di stato, non erano armati di nulla se non della loro dignità e della loro determinazione a difendere la libertà. Sono scesi in strada a migliaia, poi a decine di migliaia e infine a centinaia di migliaia, e si sono letteralmente piazzati davanti ai carri armati. Poi i carri armati si fermarono e si allontanarono. Questo è stato il mio primo ricordo politico consapevole. Avevo dieci anni all'epoca e questa lezione mi accompagnerà per tutto il tempo in cui vivrò. Quando un numero sufficiente di persone nella società è disposto ad alzarsi in piedi, a porre fine alla repressione, a difendere la propria dignità, i propri diritti, la propria libertà, tutta l'apparente forza delle dittature diventa impotente. ([[Vladimir Kara-Murza]]) *Il 1991 è stato una rivoluzione e una vittoria. E la felicità. Sinceramente, non credevo che ce l'avremmo fatta. Non pensavo che avremmo vinto. All'epoca lavoravo per il Soviet Supremo della Repubblica Federale Russa. Sono andato in ufficio, ho finito la mia relazione, non ho chiuso occhio tutta la notte: la mattina con Tanja e Jan Račinskij saremmo dovuti andare fuori città. A raccogliere funghi e pescare. Di fatto per tutta la durata del putsch mi sono ritrovato o dentro la Casa bianca o vicino, sulle barricate. Ho passato una notte sotto assedio, le ho costruite anche io, le barricate, e ho anche requisito veicoli e camion per la causa. ([[Oleg Orlov]]) *Il fallito golpe in Urss ha aperto la strada a una brutale avanzata delle forze anticomuniste e reazionarie in Urss invece di fermarle. [...] Eltsin ha scatenato un nuovo atto di forza, una ondata di repressione contro lo Stato sovietico; una persecuzione antidemocratica e controrivoluzionaria contro i membri del Partito comunista è in corso in Unione Sovietica. ([[Álvaro Cunhal]]) *Il tentato colpo di Stato del '91 e la rivolta di ottobre a Mosca sono falliti per l'assenza dei miei uomini, ma con loro la vittoria sarebbe assicurata. ([[Vladimir Žirinovskij]]) *In quei giorni, le emittenti televisive e radiofoniche smisero di dare notizie. Tutti i canali trasmettevano solo programmi culturali: in tv mandavano in loop il balletto, in radio si ascoltavano opere e musica classica. «Ha vinto Chaikovskij!» scherzava la gente... ([[Nicolai Lilin]]) *{{NDR|Sui golpisti}} La loro è una coraggiosa azione storica. ([[Muʿammar Gheddafi]]) *Quanto è accaduto a Mosca darà coraggio a diverse forze dittatoriali, quale che sia il loro colore. ([[Ramiz Alia]]) *La solidarietà, l'unità con le persone era straordinaria, e anche la felicità di vedere una folla simile venuta a proteggere la Casa bianca. E poi, il momento in cui la colonna di carri armati guidati dal maggiore Evdokimov passò tra la folla, che si aprì per farli passare. E i carri armati che se ne andavano. Fu vera, autentica felicità. Dopodiché ci siamo preparati e siamo andati per funghi. E fu una felicità vera anche passare per le varie cittadine, i paesi, e vedere su ogni municipio non la bandiera rossa, ma quella bianca, rossa e blu. ([[Oleg Orlov]]) *Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *{{NDR|A [[Gennadij Ivanovič Janaev]]}} Sosteniamo nel modo più fermo questa sua azione, in quanto è essenziale che l'Urss resti unita, come seconda potenza mondiale, per la causa della pace internazionale, minacciata ovunque a causa del monopolio di una singola barbara potenza nel mondo. ([[Muʿammar Gheddafi]]) *Questo è un colpo di Stato alla vecchia maniera. L'Urss è stata gettata in un tuffo del passato stalinista. La tecnica è brutale: opprimere i popoli con la forza militare, i carri armati e il Kgb. L'Occidente deve stare all'erta. Non possiamo essere deboli. I tagli nelle spese militari vanno sospesi. ([[Margaret Thatcher]]) *Venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Vent'anni dopo i giovani delle città [...] ricordano l'agosto del 1991 come uno dei momenti più intensi della propria vita, un film dell'orrore che fa morire di spavento ma ha un finale di urlo. L'URSS che ritorna: roba da flippare di brutto. L'URSS che sprofonda nel ridicolo: roba da sballo. Perché era anche bello, bello e giusto, che gli eredi di settant'anni di oppressione non uscissero di scena con un finale da crepuscolo degli dèi wagneriano ma tagliassero la corda coperti di ridicolo. Dei pagliacci, che ormai non facevano più paura a nessuno. Che in tutto il mondo avevano ricevuto soltanto il sostegno di Castro, Gheddafi e Saddam Hussein, gli unici superstiti della «setta dei poeti estinti» – ma anche del nostro presidente Mitterand, il quale convinto com'era di saperla più lunga di chiunque altro, aveva spinto il machiavellismo fino alla stupidità, e quando gli rimproverarono l'eccesso di fretta mostrato nel congratularsi con quelli che pensava fossero i nuovi padroni dell'URSS aveva risposto altezzoso che i generali sarebbero stati giudicati sulla base delle loro azioni – come se un golpe non fosse già di per sé un'azione, e pure di un certo peso. ([[Emmanuel Carrère]]) ===[[Enzo Bettiza]]=== {{cronologico}} *Il vero e grande vincitore che emerge da questo golpe abortito è Boris Eltsin, l'uomo che fino a poco tempo fa veniva deriso da tanti giornalisti occidentali, considerato come un avventuriero populista di secondo rango da tante Cancellerie europee, umuliato nelle anticamere dei primi ministri, maltrattato come un intruso anti-gorbacioviano dal Parlamento europeo. *C'è una sorta di catarsi biblica in questa indecorosa fine del bolscevismo russo rinnegato in pubblico, davanti alle masse e ai carri armati, dagli stessi figli che aveva nutrito nel proprio seno e che oggi rivendicano per i popoli dell'Unione Sovietica democrazia, libertà e soprattutto legalità. *Dopo decenni di continua altalena fra liberalizzazioni omeopatiche e repressioni feroci, il circolo vizioso di Lenin, che oggi dava con la mano destra quello che domani toglieva con la mano sinistra, si è spezzato per sempre. Alla timida e ambigua «nep» di Gorbaciov, che si muoveva ancora nella logica del ricatto leninista di cui il golpe o autogolpe è stato l'ultima testimonianza, potrà seguire ora la «nep» strategica a lunga gittata di Eltsin. Il gioco alla libertà non sarà più temporaneo ma permanente. ===[[Boris Nikolaevič El'cin]]=== {{cronologico}} [[File:Boris Yeltsin 22 August 1991-1.jpg|thumb|Boris El'cin il 22 agosto 1991]] *Ho emanato un decreto 20 minuti dopo la dichiarazione dello stato d'emergenza. Non riconosciamo il Comitato, dichiariamo illegali sul territorio della Russia tutte le misure che esso ha adottato e adotterà. Ci rivolgiamo a tutti i popoli del mondo perché ci siano vicini nella nostra resistenza. *Soldati, mi rivolgo a voi, pensate ai vostri cari, alla vostra gente. Non dimenticate che avete giurato fedeltà al popolo, a quel popolo contro cui loro vogliono puntare le armi. Le nuvole del terrore e della dittatura si addensano sulla Russia, in quest'ora tragica fate la scelta giusta. Non macchiate del sangue del popolo l'onore e la gloria delle armi russe. *Gli avvenimenti degli ultimi quattro giorni devono essere una lezione anche per Gorbaciov. [...] Gorbaciov, non dimenticare che ti abbiamo liberato noi. *I nomi di questi ragazzi diventeranno sacri per tutta la Russia. [...] Quando abbiamo saputo del golpe, i nostri cuori hanno avuto un sussulto per i nostri figli perchè proprio loro, i nostri ragazzi, sono venuti qui a difendere la Russia, la democrazia, la libertà e il parlamento e i dirigenti russi che erano il principale obiettivo dei golpisti. *Vorrei che voi sappiate che è stata ritrovata la lista delle dodici persone che dovevano essere fucilate per prime. I nostri nemici sono stati feroci, erano assetati di sangue. I nostri nemici sapevano che se avessero perso sarebbero stati soggetti a una severa punizione. *Io desidero esprimere la mia più profonda partecipazione al dolore dei genitori di queste vittime, Dmitri, Vladimir e Ilja, e desidero esprimere di nuovo la mia più profonda partecipazione al dolore delle altre vittime e ai loro genitori. [...] Voglio chiedere loro di perdonare il presidente per non essere riuscito a proteggerli e a salvarli. *È stato il primo atto di coraggio civile commesso dal nostro popolo in molti anni. I golpisti volevano spaventare il popolo e questo ha offeso i russi nel profondo dell'anima. *Quelli sono stati giorni decisivi per la democrazia russa, ma anche per la dignità di milioni di persone. In quell'occasione numerose persone, forse per la prima volta, hanno superato la loro paura, si sono sentiti cittadini. *Per salvare l'Urss la giunta avrebbe dovuto iniziare una guerra: per il Baltico, per il Caucaso e per altre Repubbliche. Questa strategia è stata applicata nell'ex Jugoslavia. Abbiamo visto tutti a cosa ha portato: un colossale scoppio di energia mortale. Quanto dolore ha portato e quanto ne porterà ancora. E se qualcuno avesse tentato di tenere unita la vecchia Urss con gli stessi metodi? Grazie a Dio ciò non è avvenuto. Le conseguenze sarebbero state mostruose e il Paese non si sarebbe salvato lo stesso. *Penso che il [[Ventesimo secolo]] sia finito il 19 – 21 agosto del 1991. E se le prime elezioni libere del presidente della Russia furono un evento di importanza nazionale, il fallimento del golpe di agosto è stato un avvenimento di portata globale, planetaria.<br>Il nostro secolo è stato soprattutto il secolo della paura. Orrori come il totalitarismo e il fascismo, il comunismo, i campi di concentramento, il genocidio, la peste atomica non erano stati mai visti prima dall'umanità.<br>Ed ecco arrivare i tre fatidici giorni, un secolo è finito, ne comincia un altro. Forse a qualcuno questa affermazione potrà sembrare troppo ottimista, ma io ci credo fermamente.<br>Ci credo perché in quei giorni è crollato l'ultimo impero, mentre sono state proprio la politica e la logica imperiali che hanno giocato all'inizio del secolo questo brutto scherzo all'umanità, fungendo da detonatore di tutti i processi di cui abbiamo parlato prima. *Come spesso succede nei giorni fatidici, il tempo era splendido. L'odore dell'asfalto caldo trasmetteva un certo strano sentimento di familiare conforto. Quel mattino mi aveva svegliato mia figlia Tanja. Entrò correndo nella mia stanza: «Papà, alzati, c'è il golpe!» Ancora assonnato dissi: «Ma questo è illegale!» Lei mi cominciò a raccontare del GKCP, di Krjučkov, di Janaev, ma a me sembrava tutto troppo assurdo. Dissi: «Mi state prendendo in giro?» *Vedo la tragedia dei cospiratori come la tragedia di un intero strato di funzionari statali che il sistema aveva trasformato in rotelle di un ingranaggio privandoli di ogni qualità umana. Davanti alla nuova realtà dove un politico, per operare, doveva assumere punti di vista personali, espressioni proprie, elaborare regole interne, un modo di parlare individuale e un comportamento autonomo, la gente del tipo che ho appena descritto finiva frantumata. *Balzai sul carro e mi misi in piedi. È forse stato lì che ho nettamente percepito che avremmo vinto e che non potevamo perdere? La sensazione era di completa lucidità, di unione totale con la gente che stava intorno a me. Sono in molti, volano i fischi, le urla. Ci sono molti giornalisti, operatori televisivi, fotoreporter. Prendo in mano il foglio con l'appello. Le grida si interrompono, io leggo con forza, quasi mi si rompe la voce... Alla fine saluto il comandante del carro armato e scambio qualche parola con i soldati. Dai loro visi e dai loro occhi capisco che non ci avrebbero sparato. Salto giù dal carro e dopo pochi minuti sono di nuovo al mio ufficio, ma sono già un'altra persona. ===[[Enrico Franceschini]]=== {{cronologico}} *"Bentornato in Unione Sovietica, compagno giornalista", dice l'uomo in divisa che controlla i passaporti all'aeroporto. Il "benvenuto", ringhioso e beffardo come una minaccia, arriva dopo un esame interminabile dei documenti, piu lungo e burocratico del solito: il primo segnale, per chi torna, che l'Urss di ieri, 19 agosto 1991, è un paese profondamente diverso da quello di un giorno, di una settimana, di un mese prima. *Agli occhi del cronista che vi fa ritorno, Mosca si presenta così come la storia di due città, diverse e parallele, una golpista e ferita, l'altra pacifica e sonnolenta: e la sovrapposizione di violenza e apatia o indifferenza la rende ancora più inquietante. *In questa Mosca repressa e prigioniera, con le informazioni ridotte a zero, la censura reinstituita, anche ogni singola testimonianza torna ad essere preziosa, come ai tempi prima della glasnost, come ai tempi di [[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]]. Tornare ad attraversare le vie di Mosca, dopo una breve assenza, fa perciò l'effetto di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, in un fantascientifico, allucinante "ritorno al passato", denso di immagini che avevamo già visto alla televisione e sui giornali in altre città, la Santiago del Cile di Allende, Praga e Budapest invase dai carri armati sovietici. *L'incubo di un violento ritorno all'Urss del passato svanisce. L'uomo della perestrojka torna a Mosca, al Cremlino, al potere. Ma è una Mosca assai diversa, quella in cui Gorbaciov fa ritorno. In tre giorni incredibili, terribili e persino grotteschi, la "Casa Bianca sulla Moscova", sede del Parlamento della Russia, la maggiore Repubblica sovietica, si è trasformata da una fortezza assediata nel nuovo centro di potere del paese. Boris Eltsin, che tanti dubbi aveva suscitato nei sei anni e mezzo della perestrojka, per il suo carattere irruento, per le sue feroci polemiche contro Gorbaciov, appare oggi il salvatore del paese, il leader con cui tutti, i comunisti, i capi di Stato stranieri, lo stesso Gorbaciov, debbono adesso fare i conti. *L'immensa folla radunata attorno al Parlamento russo lo acclama. "Eltsin, Eltsin", gridano i ragazzi che per tre giorni si sono accampati sulle rive della Moscova in difesa della democrazia. "Eltsin, Eltsin", grida la gente ai soldati sulle torrette dei carri armati che abbandonano la piazza davanti al Cremlino. E i soldati rispondono alzando le dita nel segno di vittoria, come a dire che quel grido va bene anche a loro. Per un giorno, in effetti, Eltsin è il loro comandante in capo. *Per Eltsin, il fallimento del golpe è la prova della debolezza, della disperazione, delle forze reazionarie che si oppongono alla democrazia. Un colpo di Stato organizzato male, precipitosamente, con la consapevolezza di avere sempre meno sostegno dalle Forze Armate. I tre giorni che hanno fatto tremare l'Urss sembrano così finiti bene per la democrazia. Come nei "dieci giorni" del '17, una nuova rivoluzione, questa volta democratica, ha vinto senza tremendi spargimenti di sangue, dopo anni di progressivo, inesorabile rifiuto del vecchio sistema totalitario. ===[[Michail Gorbačëv]]=== {{cronologico}} *C'è stato un vero e proprio tentativo di golpe militare, organizzato da forze reazionarie, dal nucleo dell'autorità statale, persone che io avevo nominato, in cui avevo fiducia, non solo hanno partecipato, ma hanno organizzato il colpo di Stato. *Mi trovavo nel mio studio, stavo lavorando. Ho preso il telefono per parlare con Mosca e mi sono reso conto che era isolato. Allora ho capito. Sono andato in un'altra stanza, ho cercato di telefonare con la linea interna agli adulti della mia famiglia, a mia moglie, a mia figlia e a mio genero, e ho detto loro che cosa stava accadendo. Acoltavano con molta serietà. Mi ero reso conto che si poteva trattare di tutto, di qualsiasi cosa, insomma. Ho detto a mia moglie e a mia figlia che se fosse stata una questione politica avrei continuato a mantenere la mia posizione, non avrei ceduto a nessun ricatto. Ho pensato che fosse utile dire questo ai miei cari, era necessario che lo sapessero. Mia moglie e mia figlia hanno risposto che questa decisione spettava solo a me e che loro l'avrebbero rispettata. Così è finito il consiglio di famiglia. *Mi hanno proposto un ultimatum: avrei dovuto passare i poteri al vicepresidente. Prima di rispondere ho chiesto: ma chi ti ha mandato? Risposta: «Il comitato». Quale comitato? «Il comitato speciale». Chi ha creato questo comitato? Io non l'ho creato, il Soviet supremo neanche. Dunque? Queste persone non possono riunirsi e decidere senza un decreto del presidente. "Allora o voi fate questo decreto e rimanete qui oppure dovete cedere i poteri al vicepresidente". [...] Ho risposto che conosco meglio di tutti loro la situazione nel Paese. Ho aggiunto: voi e chi vi ha mandato, siete degli avventurieri, volete distruggervi, andate pure al diavolo, questi sono affari vostri. *Volevano distruggere me e la mia famiglia e anche chi era con me. Invece il risultato è stato che mi sono reso conto di tutta la loro vigliaccheria. È stata veramente una vigliaccheria ed una perfidia. *Se mi domando che cosa ha motivato queste persone posso dire che si tratta di uomini che probabilmente sul piano psicologico sono deboli, esposti alle tentazioni o non vogliono i cambiamenti o hanno paura dei cambiamenti. *Ero prigioniero nella dacia in Crimea, durante il golpe d'agosto. Mi minacciarono di farmi sparire se non firmavo i loro decreti. Ma io capivo che in quelle 72 ore si giocava il destino del mio Paese, e preferivo una bella morte alla vergogna di un cedimento. ===[[Raisa Maksimovna Gorbačëva]]=== {{cronologico}} *Le prove per noi sono cominciate non dall'ultimatum, ma prima, il 18 agosto, verso le 5 di sera, quando nella mia stanza è entrato Mikhail Sergheevich, agitato. Ha detto: «È successo qualcosa di grave. Medvedev ha riferito che è arrivato un gruppo di persone da Mosca. Ma io non ho invitato nessuno. Ho alzato una cornetta, un'altra, un'altra ancora... tutti i telefoni sono staccati. Anche quello rosso... [...] Sono staccati anche i collegmenti interni - ha proseguito Mikhail Sergheevich -. Ci isolano, forse ci arrestano. Vuol dire che c'è un complotto...». Infatti, era stato staccato tutto, comprese televisione e radio. Abbiamo capito subito la situazione. Dopo un minuto di silenzio Mikhail Sergheevich mi ha detto: «Non accetto nessuna avventura, nessuna proposta d'affare. Non cedo al ricatto. Ma ci può costare caro, a tutti noi, a tutta la famiglia. Dobbiamo essere pronti a tutto...» *Abbiamo deciso insieme, tutti abbiamo appoggiato Mikhail Sergheevich: «Restiamo con te». Era una decisione seria. Conosciamo bene la storia del nostro Paese, le sue terribili pagine. Sapevamo che potevamo finire come i Romanov, gli ultimi zar. Sotto l'aspetto psicologico quei 20 o 30 minuti sono stati i più difficili. Ma quando abbiamo preso la decisione abbiamo sentito un certo sollievo. *Nella dacia non poteva entrare o uscire nessuno. Le auto erano sigillate. L'aereo portato via. In alto mare non vedevamo più le navi civili che di solito passano in questa zona. Erano apparse le navi da guerra. *Ogni tanto uscivamo per passeggiare vicino a casa, sulla spiagga, per farci vedere dal maggior numero possibile di persone, perché vedessero che il Presidente era vivo e stava bene... Ci osservavano continuamente dalle rocce, dal mare, dai battelli. Più persone ci vedevano, più difficile sarebbe stato nascondere la verità... Cercavamo di comportarci come al solito, di restare calmi per appoggiare moralmente tutte le persone che erano rimaste bloccate assieme a noi, praticamente internate. ===[[Garri Kasparov]]=== *Il 19 agosto 1991 andava in scena, in diretta sulla Cnn, il tentato colpo di Stato contro il presidente sovietico Michail Gorbaciov. Alleatisi con il Kgb, alcuni falchi del regime comunista ormai in disfacimento avevano fatto sequestrare Gorbaciov nella sua dacia in Crimea e dichiarato lo stato di emergenza. La stampa internazionale ospitava i commenti di decine di esperti e di esponenti politici, preoccupati che il golpe segnasse d'un colpo la fine della Perestroika o addirittura l'inizio di una guerra civile, mentre intanto i carri armati sfilavano nel centro di Mosca. *Non solo il golpe fallì ma anzi accellerò il crollo dell'Urss, poiché mise il popolo sovietico dinanzi a una scelta: la dissoluzione e l'indipendenza facevano paura, naturalmente, ma quel futuro non poteva essere certo peggiore del presente totalitario. Come pedine di un domino, una dopo l'altra le repubbliche sovietiche dichiararono l'indipendenza nei mesi successivi. *Ufficialmente, durante il colpo di Stato, Gorbaciov fu rinchiuso nella sua dacia in Crimea, ma è mia convinzione che il golpe fosse una sua idea, o quantomeno che egli ne fosse un autore consapevole. In questo modo Gorbaciov non avrebbe dovuto assistere impotente al declino della sua autorità, ma avrebbe potuto sperare di tornare in una posizione di forza dopo aver "negoziato" con i falchi, che nel frattempo avrebbero fatto il lavoro sporco sbaragliando gli oppositori politici come Eltsin. ===[[Aleksandr Ivanovič Lebed']]=== *Come essere umano, mi dispiace che delle vite siano andate perdute. Possano trovare la strada per il Paradiso e che le loro anime riposino in pace. Ma il fatto che essi siano diventati gli ultimi eroi dell'Unione Sovietica, gli ultimi nella storia di quel paese, a ricevere il titolo postumo dalle mani di coloro che si preparavano a liquidare l'Unione Sovietica, suona sempre più blasfemo con ogni giorno e mese che passa. *E cosa è successo alla comunità di persone ripetutamente lodata chiamata "popolo sovietico"? Dove guardavano quando il loro amato paese veniva fatto a pezzi proprio davanti a loro? Non posso rispondere per tutti, ma non è difficile indovinarlo. Quando la tensione intorno alle mura della Casa Bianca era al culmine, non c'erano più di centomila persone, ovvero solo l'1% della popolazione della città eroica di Mosca. Cosa stava facendo il restante 99%? Compravano febbrilmente maccheroni e facevano finta di nulla. C'era un'altra folla in piedi sotto gli stendardi rossi da qualche parte lì vicino, impaziente di unirsi allo scontro? Al momento della conclusione dello spettacolo, non era rimasta altro che una folla enorme, non unita da alcuna idea che si elevasse al di sopra delle preoccupazioni etniche con nulla in comune, la maggior parte della quale pensava "come posso sopravvivere", mentre gli altri cercavano un modo per trarre profitto dal caos. *Ero tormentato dalla sensazione che qualcosa di grande e importante mi fosse appena passato accanto, di non averlo visto, di non averlo capito, e ora era troppo tardi per capirlo. Ciò mi ha fatto invidiare quelli che capivano, e mi sono sentito terribilmente irritato anche con loro. ===[[Achille Occhetto]]=== {{cronologico}} *C'è stata in Occidente un'incertezza nelle prime ore. Si sono manifestate due posizioni. Una sostanzialmente dettata da una sorta di precoce real-politik che dava per scontato l'esito del colpo di Stato e s'è mossa prevalentemente, è il caso tedesco, con l'idea di porre delle condizioni ai nuovi gruppi dirigenti, di intavolare una trattativa. L'altra posizione, che è anche la nostra, critica proprio questo punto di fondo: rifiuta di considerare legittima e rappresentante dell'Urss ogni altra autorità se non quella del suo presidente Gorbaciov. *La dinamica degli avvenimenti dimostra [...] che l'Urss come l'abbiamo sempre vista e considerata non esiste più. L'Urss di oggi è già un Paese profondamente diverso. Il processo di democratizzazione è stato avviato. Oggi lo scontro politico non si condensa nel chiuso di un partito unico depositario della direzione dello Stato, ma tra una pluralità di soggetti. Perciò io non convido l'atteggiamento di alcuni giornali e di alcuni opinionisti che recitano una sorta di «de profundis» per Gorbaciov. Quasia dire: è un riformista che ha perso. Ventitré anni fa ci fu l'invasione di Praga e si disse che Dubcek aveva perso. Oggi sappiamo che è vero l'opposto. Io credo che Gorbaciov non sia un perdente come non lo è stato Dubcek. Spero e voglio che questa volta non si perdano non dico vent'anni, ma nemmeno venti giorni. *Se questo colpo di Stato può fallire è esattamente per questa ragione: perché la perestrojka ha inciso nel profilo politico, istituzionale, morale di un Paese e di popoli a lungo immersi in un regime totalitario. Certo, il rischio di un passo indietro è enorme. Ma la scommessa è ancora aperta, le forze sono tutte in campo a battersi. *Quando ho saputo dalla tv che il colpo di Stato era sconfitto, battuto, ho provato un'enorme soddisfazione: per i popoli dell'Urss, per tutte le forze democratiche. [...] Sono stato tra i primi ad averci creduto, ad aver creduto che era possibile fermarli, togliere la parola ai carri armati e ridarla alla democrazia, che si doveva non subire la logica del fatto compiuto e si poteva incidere sul corso degli eventi. *La ''perestrojka'' ha fatto la sua prova del fuoco. E l'ha superata. Ha saputo vincere la prova che in sostanza aleggiava da sempre come una componente necessaria di questo grande dramma: il momento del colpo di coda conservatore. Una specie di morte preannunciata. E invece no. Ci hanno provato, ma la nuova Urss è sopravvissuta a un cimento tanto duro, a un passaggio così infido e potenzialmente tragico. *La vittoria della democrazia sul ''golpe'' dimostra innanzi tutto che le posizioni conservatrici legate a una vecchia ideologia, non solo non avevano capito la ''perestrojka'', ma non avevano capito che il mondo era cambiato. Ritenevano, con una sorta di tragica e perfino farsesca «coazione a ripetere», che la loro tradizionale visione e il loro senso del potere, il valore magico di un certo richiamo all'ordine, pur efficaci in altri momenti, potessero ripetersi oggi. *Mi ha particolarmente commosso sentire la folla di Mosca acclamare il nome di Eltsin assieme al nome di Gorbaciov. Sono quegli spettacoli che, come dire, hanno il valore di un'aurora: eventi che cambiano improvvisamente le aspettative, perché hanno in sé la grandezza dei fatti storicamente maturati ed esprimono perciò una forza impressionante. ===[[Vladimir Putin]]=== *Appena cominciato il golpe decisi immediatamente da quale parte schierarmi. Ero determinato a non ubbidire agli ordini dei golpisti, non avrei mai scelto il loro campo. Ero perfettamente consapevole che questo comportamento avrebbe potuto essere considerato un crimine dai miei superiori. È il motivo per cui il 20 agosto scrissi una seconda lettera dando le dimissioni dal KGB. *Era chiaro che stavano distruggendo il paese. In teoria il loro obiettivo – salvare l'Unione Sovietica dal tracollo – era nobile e probabilmente loro agivano in buona fede. Ma i mezzi e i metodi che scelsero accellerarono solamente il crollo del paese. Quando vidi i volti dei responsabili del complotto in televisione capii chiaramente che tutto era finito. *Quando ero tornato in patria dalla Germania orientale mi pareva chiaro che stava succedendo qualcosa, ma nei giorni del golpe tutti gli ideali, tutti gli scopi che mi ero prefisso andando a lavorare al KGB crollarono. ===[[Aleksandr Vladimirovič Ruckoj]]=== *Di [[Valentin Ivanovič Varennikov|Varennikov]] penso quel che pensavo prima: non è una persona seria, e il golpe lo ha confermato. [[Boris Vsevolodovič Gromov|Gromov]], secondo me, è capitato per caso in quella situazione. Nessun soldato del ministero degli Interni è uscito di caserma in quei giorni. La sua colpa è avere firmato l'appello della destra contro Gorbaciov e le riforme democratiche, pubblicato prima del golpe. Si figuri che mi telefonò, voleva che lo firmassi anch'io: ma quando l'ho letto per poco non mi è venuto un infarto. *Durante il golpe dell'agosto '91 ero alla Casa Bianca, con Eltsin e i deputati. Il mio scopo era impedire che ci fossero delle vittime. E ho fatto tutto il possibile per evitare un attacco frontale. Ma già dal dicembre '91 ho cominciato a dire che i cosiddetti "democratici" si stavano screditando. Ero d'accordo anch'io che non si poteva continuare a vivere come vivevamo prima. Bisognava cambiare. Ma non nel modo in cui sta cambiando l'attuale leadership. *{{NDR|«Come mai i golpisti non hanno arrestato Eltsin, quella mattina?»}} È difficile rispondere, ma in sostanza il motivo è questo: quella gente ha organizzato il golpe nello stesso modo in cui governava il paese. Cioè disastrosamente. La mattina del 19 agosto ho telefonato subito a Janaev. Gli dico, cosa stai facendo, sei impazzito? E lui mi ha dato una risposta da asilo infantile, un bisbiglio sconnesso per convincere me a passare dalla loro parte. *Il 19 agosto ho scoperto che qui dentro era pieno di generali, ma nessuno aveva organizzato un vero comando operativo di difesa. Il 20 agosto, alle cinque del mattino, il comando era stato organizzato. Una volta tanto, è capitato che un colonnello, come me, desse ordini ai generali... ===[[Eduard Shevardnadze]]=== {{cronologico}} *Le vittime della notte delle barricate devono essere sepolte nel muro del Cremlino, sulla piazza Rossa, e se non ci fosse posto, si possono togliere altre tombe. *Con la sua indecisione, la sua indifferenza rispetto ai veri compagni, la sfiducia rispetto alle forze democratiche, Mikhail Gorbaciov ha nutrito il golpe di Mosca. *Ogni cosa che avevo temuto e che avevo denunciato, stava accadendo. Nella mia vita non ho mai avuto una esperienza analoga. Ho vissuto come uomo e come suo ex compagno di battaglia quelle settantadue ore di incubo, mentre Gorbaciov era segregato nel comodo carcere-palazzo di Foros. Era prigioniero della giunta. Ma quando ritornò e parlò alla conferenza stampa, mi accorsi che era ancora prigioniero: prigioniero della sua stessa natura, delle sue idee, del suo modo di pensare e di agire. Speravo che Mikhail Gorbaciov fosse diventato una persona diversa: aveva subito un duro processo, in bilico tra la vita e la morte, tradito dai suoi colleghi e miracolosamente salvato. *Le persone che apparentemente il sistema era riuscito a schiacciare divennero eroi. Il coraggio e il dovere di dire la verità divennero la norma. Anche le telecomunicazioni erano al servizio della verità. I golpisti avevano avuto troppa fretta e non avevano pensato a interrompere i nostri collegamenti con il mondo esterno. *Come uomo, padre e marito, e infine come suo ex compagno di lotta, ho potuto condividere con lui l'incubo di quelle 72 ore di prigionia nel comodo carcere di Foros. Era prigioniero della giunta. Ma quando tornò e arrivò alla conferenza stampa vidi subito che restava un prigioniero: prigioniero del suo carattere, della sua immagine, del suo modo di pensare e di agire. Adesso posso affermarlo con assoluta certezza: lui solo, e nessun altro, ha allevato con molte cure quella giunta, con la sua negligenza, la sua indecisione e la sua inclinazione a barcamenarsi, con la sua scarsa conoscenza degli uomini, la sua indifferenza nei confronti dei suoi veri compagni di lotta, la sua sfiducia nelle forze democratiche e in quella fortezza che si chiama popolo. Quel popolo che si è trasformato grazie alla perestrojka inaugurata da lui.<br>E qui c'è la grande tragedia personale di Michail Gorbačev, e purtroppo dobbiamo dire - anche se la nostra compassione per lui è ancora grande - che questa tragedia avrebbe potuto condurre alla catastrofe nazionale. *I golpisti hanno tenuto conto di molte cose, ma si sono dimenticati del fattore più importante. Gli anni della perestrojka ci hanno liberati dalla paura. Siamo diventati diversi. E mentre noi siamo cambiati, loro sono rimasti gli stessi, e non sono riusciti a vincerci. ===[[Sandro Viola]]=== {{cronologico}} *Molti, sovietici e occidentali, s'erano illusi. S'erano convinti che il trapasso dell'Urss dal comunismo alla democrazia fosse ormai cosa fatta, che i russi fossero ormai approdati, in questi sei anni di gorbaciovismo, alla libertà. Ma secoli di storia e sette decenni di comunismo non potevano essere ribaltati in poco più d'un lustro. Il decorso della transizione sovietica non poteva essere, cioè, rapido e lineare. Incruento. Non poteva concludersi senza che il dinosauro, il Comunismo Sovietico, sferrasse prima di morire i suoi colpi di coda. Ecosì, è stato. D'un tratto e proprio nel momento in cui il paese sembrava avvicinarsi ad un minimo di stabilità politica, ecco il colpo di Stato. *Preso com'era {{NDR|Michail Gorbačëv}} dal suo attivismo senza posa, dalla teatralità delle sue iniziative (e tradito da un'enorme, spropositata fiducia in se stesso), l'uomo che ha cercato in questi anni di cambiare la storia russa non s'era accorto della gravità delle minacce che incombevano sul suo cammino. E i suoi avversari non hanno neppure dovuto inventare, per defenestrarlo, un piano particolarmente sofisticato. Hanno messo mano ai vecchi copioni della tradizione bolscevica, l'arresto, l'interruzione delle trasmissioni radio-televisive, l'appello al popolo. E in poche ore la partita era giocata. Neanche questa, tuttavia, neanche il colpo di Stato, sembra la partita decisiva, finale, della vicenda cominciata in Urss sei anni e tre mesi fa con l'avvento di Gorbaciov. C'è qualcosa d'affannoso, infatti, di confuso, come di disperato, nell'uscita allo scoperto degli avversari del cambiamento. Nel loro tentativo di non cedere il potere. Essi mancano d'un leader, il loro isolamento internazionale è completo. Veri progetti per il futuro non ne hanno. *Che cosa ha sconsigliato i sediziosi dal ricorrere agli arresti in massa? Difficile dire. Ma anche senza volerne esagerare l'importanza, questa esitazione nel mettere fuori gioco i loro naturali avversari si presenta come un segno di debolezza, di non sufficiente determinazione, del piano messo in atto dai golpisti. Arrestare Gorbaciov in Crimea può essere stato facile, ma non sarà tanto facile neutralizzare tutti i partigiani del cambiamento. La Russia, cioè, che voleva voltare le spalle al passato. *Guerra civile? Le somiglianze col 1917 non sono poche, anche se di segno rovesciato. I golpisti di oggi non sono infatti avvicinabili ai bolscevichi d'allora: gli Yazov, i Krjuckov, i Pugo vanno semmai paragonati - in quanto difensori dell'"ancien régime", del vecchio ordine - alla prima Armata Bianca del generale Kornilov. In ogni caso, l'eventualità d'uno spargimento di sangue lungo una serie di focolai di guerra civile sembra oggi del tutto concreta. È vero, la memoria storica dei russi-sovietici, i ricordi del Terrore staliniano, giocano a favore dei defenestratori di Gorbaciov: di questa pattuglia acefala, lo sguardo annebbiato, priva di qualsiasi idea sul come uscire dal disastro economico del paese, che si oppone ad ogni cambiamento. *Troppi russi - se non, forse, la maggioranza - sanno infatti che dalla restaurazione {{NDR|del comunismo}} non potranno avere altro che nuove miserie. Insomma, in queste prime ore del dramma è difficile credere che la giunta politico-militare insediatasi ieri al Cremlino riuscirà a mantenere il potere a lungo. Così come ad alcuni osservatori era ormai divenuto evidente, nell' ultimo anno, che Mikhail Gorbaciov non aveva più un futuro politico, allo stesso modo non si può credere che il futuro appartenga agli autori di questo spasmodico tentativo di fermare la storia. Chi gestirà infatti il disastro dell' economia sovietica? Chi andrà in giro per l' Occidente a chiedere finanziamenti, aiuti, comprensione? Come verranno risolti i conflitti nazionali: con l' aviazione, con l' arma nucleare? Resta la difficoltà di capire come e perché Mikhail Gorbaciov non sia riuscito a sventare il complotto che veniva ordito contro di lui. *La verità è che Gorbaciov stava accumulando errori da almeno tre anni. La sua ambiguità ideologica (quel ripetere sino all'altro giorno d'essere un "comunista convinto"), l'eccesso di tatticismo, l'abitudine a improvvisare, lo avevano isolato all'interno del campo che chiedeva il cambiamento. Sino alla primavera di quest'anno, i suoi soli sostenitori erano proprio i golpisti di oggi. E l'errore ultimo - in tanti ondeggiamenti, in quel confuso cercare una posizione "centrista" tra i due campi avversi - è stato, probabilmente proprio questo: l'aver fatto durare troppo, non aver spezzato prima, il rapporto con quel che restava del vecchio potere comunista. Era ciò che gli rimproveravano i suoi vecchi amici. Di aver evitato le scelte più dolorose, d'aver fidato troppo nelle sue capacità di equilibrista. La scarsa conoscenza degli uomini. *Privo di sostegno elettorale, sempre più in calo nei favori del pubblico, Mikhail Sergeevic è rimasto abbagliato dal suo ruolo internazionale, dal fatto che l'Occidente fingesse per suo interesse di considerarlo ancora il pilastro della residua potenza sovietica. I "summit", i discorsi al mondo, la vanità, lo avevano forse illuso d'essere invulnerabile. Così, una notte, in una villa in Crimea, non lontano dalla piana di Balaklava, il suo destino politico si è concluso. *Tutti avevamo pensato infatti ad una lunga e terribile agonia, mentre il trapasso è risultato brevissimo: meno d'una settimana tra il colpo di palazzo e lo scioglimento del Pcus. La Bestia ha scalciato un po', ha digrignato i denti nell'ultimo tentativo d'incutere paura, poi è morta. Segno che era ormai da tempo - senza che ce ne fossimo accorti - più morta che viva. ==Voci correlate== *[[Dissoluzione dell'Unione Sovietica]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Eventi degli anni 1990]] [[Categoria:Storia della Russia]] [[Categoria:Storia dell'Unione Sovietica]] sgx9ljrfcuyc6drh5jsgqdd8kw0uorz Rascismo 0 201780 1351525 1339433 2024-11-12T09:11:50Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351525 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Символ российских войск вторжения в Украину в 2022 году Z Георгиевская лента.png|thumb|Il [[Z (simbolo militare)|simbolo Z]], spesso associato con il rascismo]] Citazioni sul '''rascismo''', detto anche '''ruscismo''', '''russismo''' o '''fascismo russo'''. ==Citazioni== *A onor del vero, ho sentito dire la parola "rascismo" per la prima volta non dagli ucraini, ma dai ceceni durante la [[Seconda guerra cecena]]. Allora però non ero d'accordo. Nonostante tutti gli orrori, la Russia era un Paese diverso. Adesso invece qui vige il culto del ''vozhd'', del duce. "Un popolo, una patria, un duce", il vecchio slogan nazista vale pure qui. ([[Oleg Orlov]]) *Fin dai primi giorni {{NDR|dell'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} fu coniato il soprannome dispregiativo "rascismo": una versione autoctona del fascismo, in cui il culto dello Stato, il risentimento post-imperiale, la secolare abitudine alla violenza, la politica aggressiva della memoria e il culto dei morti si uniscono. Questo regime e questa guerra sono un prodotto della decadente modernità russa: lo stato di polizia unitario, un'economia coloniale, una società paternalistica, lo sciovinismo e il militarismo delle grandi potenze hanno tutti messo radici. La guerra testimonia l'arcaicità del Paese, la sua incapacità di modernizzarsi negli ultimi trent'anni e la sua sconfitta definitiva nell'incontro con il XXI secolo. È questa sconfitta storica del progetto statale russo che ha dato origine all'invidia, al risentimento, al sogno di vendetta sulla civiltà moderna (un'idea che risale all'"uomo del sottosuolo" di Dostoevskij), e al "percorso speciale" della cultura russa – tutta la complicata patologia psichiatrica che è al centro del putinismo, del "rascismo" e della guerra in Ucraina. ([[Sergej Medvedev (scrittore)|Sergej Medvedev]]) *Finchè esisterà il Russismo, questo non rinuncerà mai alle sue ambizioni. [...] Sotto questo marchio, vogliono schiacciare un'altra volta Ucraina e Bielorussia, come ai vecchi tempi. La Russia vuole diventare più forte. Adesso nessuno vuole stare in un'alleanza con la Russia, nè militare, nè economica, nè politica, nè commerciale. Perchè hanno studiato bene. ([[Džochar Dudaev]]) *Finché il popolo russo sarà malato di russismo, fascismo, o come volete chiamarlo, avremo sempre a che fare con una minaccia. ([[Achmed Zakaev]]) *I fascisti che chiamano i loro nemici "fascisti" sono la dimostrazione di un fascismo portato al suo estremo illogico come culto dell'irragionevolezza. È il punto di arrivo di un incitamento all'odio che ribalta la realtà. È l'apogeo della volontà di potenza sul pensiero. [...] Io l'ho definita "schizofascismo", gli ucraini hanno dato una formulazione più elegante, la chiamano "ruscismo". ([[Timothy Snyder]]) *Il primo pilastro del fascismo russo è l'esaltazione dell'irredentismo e della militarizzazione, resi da Putin punto centrale della sua ideologia. Nella Russia putiniana le celebrazioni della [[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|Giornata della Vittoria]] sul nazismo hanno surclassato tutte le altre relative agli eventi storici dell'Unione Sovietica (al punto che qualche politico ha persino proposto di garantire ai familiari dei caduti in guerra il diritto di voto nelle elezioni nazionali per agevolare così la nomina di certi candidati). Il culto di un passato glorioso ha fornito la giustificazione migliore per il riarmo.<br>Il secondo pilastro corrisponde alla progressiva statalizzazione dell'economia. [...] Vorrei ricordare che la parola «tecnocrate» è adoperata oggi in Russia per definire in positivo le virtù degli amministratori del Cremlino; senza poi parlare di come anche l'economia russa sia ormai gestita da burocrati alle dipendenze di Putin.<br>Il terzo pilastro consiste nel fatto che la Russia di Putin è diventata in breve tempo il Paese della burocrazia e delle «agenzie di controllo». Negli ultimi anni si è assistito a un riassetto sempre più esteso di tali agenzie, che ha conferito al nuovo Duce (Caudillo, Führer, o come lo si voglia chiamare) un potere assoluto di repressione.<br>[...]<br>Il quarto pilastro si fonda sul simbolismo e la propaganda, elementi fondamentali di tutti i regimi fascisti. Nella Russia odierna convivono la codificazione di una storia «ufficiale» e i tentativi di mettere sotto accusa ogni lettura alternativa dei fatti; la definizione arbitraria di «estremismo» e la limitazione dell'attivismo politico; senza dimenticare, infine, che lo Stato detiene il controllo di tutti i principali mass media. ([[Vladislav Inozemcev]]) *La Russia è imprevedibile. Non esiste analisi, prognosi, diplomazia, legalità attendibile. Non si può credere a nulla. Avanzano come tori contro la pezza rossa, hanno bisogno costantemente di problemi esterni perché hanno paura di confrontarsi con quelli interni. Questo popolo è profondamente malato di «russismo». Il mondo deve curare la Russia, ma nessuno vuole farlo. ([[Džochar Dudaev]]) *La tortura era pratica comune nei territori occupati. Sono cose che facevano i nazisti. È quello che ora fanno i "ruscisti". E ne dovranno rendere conto nello stesso modo, sul campo di battaglia e nei tribunali. ([[Volodymyr Zelens'kyj]]) *Noi non vogliamo il russifascismo perché abbiamo imparato la lezione della storia. ([[Oleksij Danilov]]) *Non serve alcun eufimismo. Non è necessario cercare nuovi vocaboli. Non c'è affatto bisogno della parola «rascismo». Anche «orchi» e «Mordor», termini così spesso da me usati, non sono altro che giochi di parole, un tentativo di trovare un sostituto-surrogato.<br>Ma le cose vanno chiamate con il loro nome.<br>E quello che sta accadendo in Russia ha un solo nome.<br>Fascismo.<br>In Russia il fascismo ha preso il sopravvento. La Russia è un Paese fascista. Non «similfascista», non «come la Germania», ma proprio «fascista». Là il fascismo c'è sempre stato, ma ora si è sviluppato nella sua forma definitiva ed è diventato ideologia di Stato e, insieme, idea nazionale.<br>Il territorio ucraino è stato invaso da fascisti.<br>Punto e basta. ([[Arkadij Babčenko]]) *Quanto al fenomeno [...] definito «russismo», senza dubbio è forte il razzismo nei confronti di coloro che arrivano da altri paesi, particolarmente dai paesi dell'Asia centrale. Ed è forte non solo a Mosca o a San Pietroburgo, ma anche in città molto piccole. Io ho scritto di numerosi casi in cui degli adolescenti hanno ucciso dei loro coetanei proprio in piccole città. A Mosca e San Pietroburgo, almeno, simili casi approdano in tribunale; nel resto di questo sterminato paese questo, invece, non succede facilmente. Si tratta in effetti di un nazionalismo molto strano perché non è raro che ne siano vittime addirittura persone etnicamente russe. È il caso di quelle persone che, per esempio, lasciano le zone del Caucaso, dove oggi, non senza sforzi del potere, si stanno creando delle repubbliche e dei territori di fatto monoetnici in cui ai russi è assai difficile vivere, e che perciò si trasferiscono in regioni e città russe. Un esempio è la stessa Cecenia o il Daghestan. Ora, le discriminazioni nazionalistiche riguardano appunto anche questi «russi impuri», malgrado siano completamente russi. Penso che le vere cause di ciò siano sempre le stesse: la povertà contro la quale non si riesce a far nulla, la corruzione che non consente alla povera gente, indipendentemente da dove proviene, di regolarizzare la propria posizione, perché la politica delle autorità consente la regolarizzazione solo a chi ha denaro, e chi non ha soldi diventa clandestino, infine la nascita di una forte delinquenza minorile, nazionalista e ignorante. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Una Russia fascista vittoriosa diventerà inevitabilmente una seria minaccia per la sicurezza dei suoi vicini e di tutta l'Europa. ([[Oleg Orlov]]) ==Voci correlate== *[[Eurasiatismo]] *[[Fascismo]] *[[Ivan Aleksandrovič Il'in]] *[[Imperialismo russo]] *[[Naši]] *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Propaganda nella Federazione Russa]] *[[Putinismo]] *[[Russia sotto Vladimir Putin]] *[[Russia Unita]] *[[Russkij mir]] *[[Russificazione]] *[[Z (simbolo militare)]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Rashism|w_site=en|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul}} [[Categoria:Cultura della Russia]] [[Categoria:Fenomeni e tematiche storiche]] [[Categoria:Ideologie politiche]] 8uavuouvfw06dq0amvkio7qhx9h4oy7 Russia sotto Vladimir Putin 0 201794 1351523 1345624 2024-11-12T09:11:16Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351523 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Признание в любви - panoramio.jpg|thumb|Locandina a Machačkala]] Citazioni sulla '''Russia''' durante i governi di [[Vladimir Putin]]. ==Citazioni== *Ci sono attori esterni che operano per fratturare l'ordine liberale internazionale. Non userò giri di parole: questo movimento è guidato principalmente dalla Russia. ([[Joe Biden]]) *Ci sono stati anni in cui si stava formando un’opinione pubblica, quelli di [[Boris Nikolaevič El'cin|Boris Eltsin]], con tutti i limiti. Io mi ero illuso, ma mia moglie, che è russa, mi diceva: ‘Non hai capito niente’, e purtroppo aveva ragione. La Russia di oggi è una cleptocrazia tirannica che ha eliminato progressivamente tutte le voci critiche. ([[Antonio Caprarica]]) *{{NDR|I russi}} combatteranno per la democrazia solo quando capiranno di essere isolati su larga scala. Sono isolati dal mondo civilizzato. C'è una sola via d'uscita da questo isolamento: rispettare il diritto internazionale. Questa è già democrazia. Riconoscere la sovranità, l'integrità territoriale... Non solo dell'Ucraina. Di tutti i Paesi post-sovietici. ([[Volodymyr Zelens'kyj]]) *Il mondo non vuole più dare la mano ai leader russi di oggi. In tutti i sensi. Non solo una stretta di mano. Mi riferisco a questioni serie. Non possono partecipare a competizioni, campionati mondiali, eventi culturali, cerimonie degli Oscar, niente. Ecco cos'è l'isolamento. Nessuno ti dà più la mano. ([[Volodymyr Zelens'kyj]]) *Il regime di Putin è così antiquato che vuole trascinare il mondo intero nel medioevo. La Russia si sente così a disagio nel rispettare le regole, le relazioni di buon vicinato, nessun cambiamento di confine con la forza, nessun ricorso alla forza brutale. E quando il Cremlino non riesce a mettersi al passo con qualcosa come il progresso, tende a far crollare tutto e a distruggerlo, ottenendo così la parità. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) *Il restauro della lapide in memoria di Andropov sull'edificio della Bolšaja Lubjanka che ospita l'FSB, un brindisi alla salute di Stalin insieme al capo dei comunisti russi Zjuganov, bombe negli edifici residenziali e una nuova guerra in Cecenia, l'approvazione di una legge che consente di nuovo di fare indagini su privati cittadini sulla base di denunce anonime, la promozione a incarichi di potere in seno all'FSB di generali e ufficiali dell'esercito; e infine la completa distruzione delle basi stesse di una società costituzionale costruita sui valori, che tutti riconosciamo fragili, ma comunque democratici, di un'economia di mercato, lo strangolamento della libertà di parola: queste sono solo alcune delle conquiste del primo ministro e presidente Putin durante i primi mesi del suo dominio. (''[[Russia. Il complotto del KGB]]'') *In Russia c’è un numero sempre maggiore di prigionieri politici, gente arrestata per cose minime – un like o una condivisione su Facebook. Siamo ancora in grado di intraprendere azioni di resistenza per la strada, ma sta diventando sempre più difficile perché veniamo costantemente seguite, i nostri telefoni intercettati. A volte ci pedinano apertamente assicurandosi che li vediamo mentre ci filmano. ([[Nadežda Tolokonnikova]]) *In un Paese dove le maestre denunciano i bambini (e i bambini le maestre) per un disegno pacifista, dove il leader dell'opposizione in cella perde 8 chili in 15 giorni perché torturato con la fame, la Tv inneggia alla bomba atomica, gli intellettuali decantano Stalin e i giudici tolgono i figli ai dissidenti, il limite dell'orrore è stato sfondato da tempo. Il paragone con l'[[Stato Islamico|Isis]] regge nella furia con la quale la Russia resuscita il suo passato più oscuro, cancellando con le sue mani ogni residuo rispetto o empatia che poteva suscitare. ([[Anna Zafesova]]) *Invece di contare sulle promesse personali e sulle performance di Putin, le autorità si sono sempre più concentrate sugli indicatori tecnici dello sviluppo della Russia, mentre sottolineavano la minaccia rappresentata dall’Occidente. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *L'opinione pubblica russa oggi è dominata da questa visione del mondo: 1) vent'anni fa c'era un paese stabile, in via di sviluppo, potente, l'Unione Sovietica; 2) gente "strana", probabilmente agenti dei servizi segreti stranieri, ha avviato in questo paese riforme politiche ed economiche; 3) i risultati di queste riforme si sono rivelati catastrofici; 4) negli anni 1999-2000 è giunto al potere qualcuno preoccupato degli interessi nazionali; 5) successivamente anche la vita ha cominciato a normalizzarsi. Questo mito è altrettanto lontano dalla realtà quanto la leggenda della Germania non sconfitta e tradita, mito popolare nella società tedesca alla fine degli anni 1920-1930. ([[Egor Timurovič Gajdar]]) *La dirigenza della Russia è capace di uccidere i propri cittadini senza pietà e nel modo più crudele. ([[Šamil' Salmanovič Basaev]]) *La maggior parte del mondo ha capito che la Russia non ha il secondo esercito del pianeta, non fa neppure parte della società civile e ha un presidente che ordina di uccidere i bambini. ([[Oleksij Danilov]]) *La politica della Russia e di Putin è basata sulle bugie, l’ipocrisia e le aggressioni costanti ai nostri vicini. La reputazione del nostro paese è gravemente offuscata non solo in Ucraina, ma in tutta l’area ex-sovietica e l’ex blocco comunista. E quindi, non sono inclini a credere ai russi. ([[Marina Ovsjannikova]]) *La Russia è [...] militarmente più debole della [[Nato]], ha pessime prospettive economiche, una popolazione sempre più anziana, un governo di cleptocrati con inclinazioni dittatoriali. ([[Arsenij Jacenjuk]]) *La Russia è un disastro economico, un Paese arretrato, ma vanta un esercito antiquato e obbediente, una struttura [[Stalinismo|stalinista]] del potere militare. È l’unica cosa che possiede: la capacità di infliggere la morte ai suoi cittadini, senza una ragione. ([[Manuel Vilas]]) *La Russia è un grande Paese, ma attualmente è occupato da un clan criminale. ([[Bill Browder]]) *La Russia è uno Stato terrorista, guidato da una cosca di mafiosi paranoici e popolato da milioni di volenterosi carnefici di ucraini e delle libertà occidentali, a questo punto altrettanto colpevoli dei loro leader o perché incapaci di fermare la mattanza orchestrata dal Cremlino o perché conniventi con le politiche stragiste di Putin e con i suoi crimini contro l'umanità. ([[Christian Rocca]]) *La Russia ha bisogno di essere ricaricata. La Russia ha bisogno di un processo di de-Putinizzazione. Dobbiamo anche ridurre l'influenza russa nel mondo: fermare l'influenza russa sui politici, sulle organizzazioni non governative e sui mass media finanziati con il denaro insanguinato russo. Sarebbe uno strumento per dimostrare che non possiamo permettere a Putin di utilizzare meccanismi democratici per minare il processo democratico nel mondo. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) *La Russia non è più uno Stato ideologico: l'ideologia odierna è il patriottismo. Non ci sono dogmi, non c'è bisogno di giruare fedeltà al comunismo. Oggi posso pubblicare i miei libri e scrivere articoli: è un editore a decidere se pubblicarli. Non ci sono più alte istanze ad approvare le mie pubblicazioni. Non devo concordare i contenuti. Io, cresciuto sotto il regime sovietico come dissidente, perseguitato in patria ed edito solo all'estero, oggi mi sento libero come intellettuale e scrittore. Non ho motivo per stare all'opposizione. Non aderisco a nessun partito. ([[Roj Aleksandrovič Medvedev]]) *La Russia non è uno Stato fascista, ma solo una cleptocrazia in cui i ladri e i delinquenti hanno preso il potere. ([[Gwynne Dyer]]) *La Russia, su questo non si discute, è una democrazia fondata sul gas e sul petrolio che esporta. Se non li esportasse tornerebbe a essere la buona, vecchia dittatura di un tempo. ([[Beppe Grillo]]) *La verità è che ero stato generoso nel descrivere la Russia persino come una potenza di medie dimensioni. L'Inghilterra e la Francia sono potenze di medie dimensioni; il prodotto interno lordo della Russia è solo un po' superiore alla metà di ciascuna di esse. ([[Paul Krugman]]) *Mi sento molto triste, e non so se ho completamente ragione, ma ho la sensazione che questo è uno Stato che non ha il senso del valore della vita umana, che pensa che lo Stato possa solo diventare forte attraverso cataclismi e tragedie. Ma questo verrà pagato a caro prezzo. Prima o poi le autorità dovranno assumersi la responsabilità dei crimini commessi. Altrimenti, la Russia non uscirà mai dalla situazione attuale in cui è governata con la forza. ([[Andrej Babickij]]) *Non c'è [...] soltanto un'ossessione difensiva di sicurezza nella pretesa di Putin di ricreare intorno alla Russia un'area d'influenza che tenga a distanza i missili e gli uomini della Nato. C'è l'inseguimento della dimensione imperiale su cui in realtà si regge il patto autoritario tra ogni Capo del Cremlino e il suo popolo, perennemente orfano e pretendente di quell'aura di potere sovrano allargato: o per estensione territoriale, o per egemonia politica, o per preminenza culturale, o addirittura per destino della storia. Quel mandato che diventa missione assegnata dalla Russia a se stessa, rispondendo nel caso dell'[[Ucraina]] a una vocazione naturale e a un vincolo metafisico che Putin non ha avuto esitazione a definire "spirituale". ([[Ezio Mauro]]) *Oggi la Russia non ha nessuna capacità attrattiva, né culturale né economica, con una società chiusa, un prodotto interno lordo inferiore a quello dell'Italia nonostante le ingenti riserve energetiche e una povertà diffusa da paese sottosviluppato. Per questo il cerimonioso inchino bieloitaliano alle bugie del Cremlino risulta ancora più stravagante. ([[Christian Rocca]]) *Ora la polizia ha mano libera, fa quello che ha sempre sognato di fare. Lo sai che fermano i ragazzi per strada, così a caso, si fanno consegnare il telefonino e controllano chi hai chiamato, chi ti ha chiamato, ecc.? Questo non è legale neanche in Russia. E che fai? Protesti? Ti piantano della droga in tasca e ti arrestano. ([[Nina Lvovna Chruščёva]]) *Quanto sia fallito l'esperimento democratico russo è dimostrato dal fatto che l'ipotesi di un Putin-Pinochet equivalga a un buon augurio per la Russia. ([[Zbigniew Brzezinski]]) *Questo regime, un semplice aggregato di criminalità e saccheggio, non è altro che uno di quegli istanti di caos che fanno seguito a qualsiasi rivoluzione. Non è altro che un'atroce virgola della Storia da cui la Russia uscirà presto, perché nessuno è immortale e, precipitando il suo Paese in un'avventura senza via d'uscita, quell'uomo ha accelerato la sua stessa fine. ([[Bernard Guetta]]) *Tutta la società russa è bastata sulla paura, non ci sono voci contro la guerra, non c'è nessun Andrej Sakarov, non ci sono movimenti dissidenti come ce n'erano ai tempi sovietici. Gli attivisti sono fuggiti all'estero o sono in carcere. I sovietici avevano meno paura dei russi di oggi. E in parte la colpa è della cultura e della letteratura russa che continuano a ricordare ai russi la loro presunta natura fatalista. Alla fine li hanno convinti che non possono cambiare niente. ([[Andrej Kurkov]]) *Tutto deve restare sotto controllo della presidenza, questo il principio base della dottrina putiniana: i governatori locali sono inquadrati e non devono sgarrare; gli oligarchi sorvegliati; l’opposizione messa all’angolo, perseguitata, repressa; la Russia deve essere forte territorialmente ed economicamente; la “nuova” Russia è portatrice di valori tradizionali e patriottici, la religione ortodossa è uno degli strumenti che saldano passato e presente, il nazionalismo sollecitato da Putin diventa un’arma politica ed economica. ([[Leonardo Coen]]) *Una cleptocrazia di stampo etno-nazionalista comandata da un uomo assetato di potere seduto a un tavolo troppo lungo. ([[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]) ===[[Arkadij Babčenko]]=== *Abbiamo avuto l'occasione più che unica di diventare veramente uno dei principali Stati della comunità mondiale, ci sono state messe a disposizione TUTTE le opportunità di credito, ci è stata aperta ogni porta e siamo stati accolti in tutti i circoli, con un sorriso e una stretta di mano; ma abbiamo mandato tutto in fumo, a puttane, abbiamo usato i soldi che ci piovevano dal cielo per sontuosi palazzi, giochetti olimpici, Mercedes, parate militari, guerre, omicidi, e per la chiassosa propaganda della nostra grandezza.<br>C'è stata data una chance, ma abbiamo di nuovo dimostrato a tutto il mondo solo una cosa: la nostra incapacità di generare democrazia, tecnologia, economia, stabilità, sviluppo e sicurezza.<br>Siamo in grado soltanto di generare «putin» nelle loro varie versioni. *Il regime ha adottato la linea di non procedere ad arresti e repressioni – si tratta di rogne superflue, c'è anche il rischio che ne parlino sulla BBC –, bensì di costringere i dissidenti a lasciare il Paese. Dopo un paio di velati avvertimenti, partono le minacce dirette, poi iniziano le pressioni e, se alla decima volta uno non capisce l'antifona, alla fine, chiaro, viene messo dentro. *Mi demoralizza che la percentuale di fisici, ingegneri, filologi, astronomi, botanici, linguisti, matematici, bibliotecari, o giusto persone colte, sia diventata così catastroficamente infima rispetto a quella di xenofobi, oscurantisti, farabutti, o giusto stupidi. Mi deprime non scorgere quasi più in metropolitana facce da intellettuali. Sono rattristato perché dalla mia vita è scomparsa quella categoria di fisici e lirici occhialuti e appassionati che discutevano animatamente tra di loro e credevano soltanto nella scienza, non nei quattrini, né nel pope o nello zar. Sono amareggiato perché questo Paese ha espulso dai propri confini le persone intelligenti e continua a cacciare le poche che restano. *Mi demoralizza che nel mio Paese in un lasso di tempo incredibile breve – nel giro giusto di un decennio – siano potuti emergere tutti questi [[Dmitrij Sergeevič Enteo|Ėnteo]], Bosych, [[Marina Andreevna Judenič|Judenič]], ammollatori nei cessi, [[Cirillo I|Gundjaev]], [[Vladislav Surkov|Surkov]], gonfalonieri, cosacchi, ronde patriottiche e via dicendo. Mi demoralizza che la mia nazione abbia permesso a questa gente non solo di mettersi in luce, ma anche di fare il diavolo a quattro e schizzare saliva sempre più. Mi demoralizza che il mio Paese abbia lasciato prendere il potere a individui del genere – a canaglie, idioti e castrati morali – e si faccia comandare da loro a bacchetta. Ecco, questo davvero mi butta giù. *Povertà, guerra, carcere e telezombizzazione, ecco i quattro pilastri di questo regime. *Regimi di questo tipo possono essere piuttosto stabili. E non vengono in alcun modo minati dall'inevitabile impoverimento progressivo della popolazione. Al contrario: quanto più la popolazione è povera, quanto più stabile è il potere. Non c'è regalo migliore per un dittatore del programma «Petrolio in cambio di alimenti». La povertà e un nemico esterno rappresentano una vera e propria manna dal cielo. Purché funzioni la tivvù. E da noi funziona a tutta birra. I bambini moriranno di fame negli androni, ma la televisione non resterà senza soldi. ===[[Boris Bondarev]]=== *È opinione diffusa in Russia che non spetti ai cittadini decidere perché incapaci di capire, mentre il governo è composto da persone ritenute le più intelligenti e colte. Questa mentalità è stata il pilastro che ha sostenuto l’Impero russo, l'Urss e ora il regime di Putin. *Le persone sono nominate in base alla fedeltà, non alla competenza. Gli alti funzionari non vogliono avere intorno a sé addetti che possano individuare e sollevare problemi o magari esprimere un parere critico su ciò che viene fatto. È considerato spiacevole e non gradito. Ricordo un mio collega, un compagno di studi: non era molto dotato, ma non perdeva occasione per esaltare qualsiasi cosa il suo ambasciatore dicesse o facesse. Naturalmente, questo ha funzionato molto bene per la sua carriera. [...] La competenza è sospetta, perché in qualsiasi momento si può diventare fastidiosi. La mediocrità viene premiata con le promozioni, perché i mediocri non hanno altro modo di farsi apprezzare dai loro superiori se non compiacendoli in continuazione. È un aspetto profondamente radicato nella storia russa, dall’epoca zarista e bolscevica: le persone non vogliono assumersi responsabilità per le proprie azioni, per il proprio comportamento o persino delle proprie idee. Tendono a preferire che gli altri decidano per loro. *Lo Stato russo è composto da due livelli. Il più alto è mafioso, composto da Putin e i suoi compari, cioè alcuni ministri, vertici delle società statali, uomini d'affari ma anche figure che pur non avendo un incarico ufficiale sono tra coloro che decidono. Poi tutte le decisioni informali scendono al secondo livello, dove vengono formalizzate. Poiché il livello più alto è fatto di relazioni informazioni, non di procedure e meccanismi, senza Putin o uno dei suoi compari l'intero sistema finirebbe a rischio. *Oggi il servizio pubblico russo è pieno di persone abituate a dire "sì" ai loro capi, qualunque cosa dicano o facciano. Non hanno un’opinione, se ce l’hanno non la mostrano. ===[[Vladimir Konstantinovič Bukovskij]]=== *Al momento ci sono prigionieri politici, non sono tanti, ma stanno aumentando. La maggior parte della gente che protesta contro la guerra in Cecenia o contro l’inquinamento nucleare è stata accusata di aver rivelato segreti militari. Ma in realtà non sono segreti, sono cose risapute, l’autorità semplicemente non vuole che la gente ne parli. *Con l’avvento di Putin al potere possiamo tranquillamente dire che il Kgb è tornato a occupare i ranghi della società, a livello finanziario, politico, economico e amministrativo. La cosa assurda è che, se dieci anni fa questi uomini in qualche modo mostravano di essere imbarazzati e di vergognarsi del loro passato, ora non lo fanno più. Questa è la situazione attuale. *Il governo Putin sta cercando di ricomporre il potere del centro, diciamo il potere del Cremlino. È chiaro che non ci riuscirà totalmente, perché prima il potere del Cremlino era strettamente collegato all’ideologia, al sistema totalitario. Non credo che riescano più a restaurare un sistema totalitario, ma possono ripristinare il potere centrale su molti aspetti della vita, rendendo i russi sempre più infelici. *In Russia, quando due poteri si contendono un mercato, si uccidono a vicenda. Non è la concorrenza di un prodotto sul mercato. È la concorrenza di chi ha più kalashnikov. Questo non è libero mercato. Noi abbiamo un mercato mafioso, regolato da norme interne al mondo mafioso. ===[[Aleksandr Gel'evič Dugin]]=== *Finché c’è Putin, la Russia ha speranza di essere forte, ma Putin è un problema perché non ha istituzionalizzato la sua linea di pensiero. La Russia oggi è Putin-centrica. *La popolazione appoggia completamente Putin. Non c'è una vera opposizione. E non tanto perché c'è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. *La Russia oggi è il baluardo che oppone l’identità collettiva alla globalizzazione, che è un’universalizzazione della missione protestante: è la vecchia sfida tra la potenza del mare e la potenza della terra, in un nuovo scenario. *Non ha fatto nulla nell’educazione, che è rimasta metà sovietica, metà liberale, copiata dall’Occidente. Un miscuglio di incoerenza. Lo stesso vale per la nostra cultura. La nostra cultura è un’imitazione della cultura occidentale e liberale con un frammento di pura propaganda politica, mal fatta. Questa è solo un simulacro, non una preparazione per il regno dello zar. Così non si ritorna alla nostra identità. Si ragiona troppo pragmaticamente e si pensa troppo poco al sacro ===[[Maša Gessen]]=== *C'era voluto quasi tutto il secondo mandato di Putin per trasformare il cliché consolidato della narrazione corrente: la «democrazia emergente» a poco a poco aveva ceduto il posto a «tendenze autoritarie», espressione che gradualmente diede un quadro più preciso di quella che era diventata sotto tutti gli aspetti una dittatura militare. Nel 2003, quando Chodorkovskij aveva cercato di parlare a Putin della corruzione, l'organizzazione internazionale Transparency International aveva classificato la Russia come il paese più corrotto del 64 per cento dei paesi nel mondo: nella classifica era un po' più corrotta del Mozambico e un po' meno corrotta dell'Algeria. Nel rapporto del 2010 la stessa organizzazione qualificava la Russia come più corrotta del'86 per cento dei paesi del mondo e la poneva in classifica tra la Papua Nuova Guinea e il Tagikistan. *Il regime non è totalitario, è piuttosto uno Stato mafioso, però costruito sulle rovine della società totalitaria. *La Seconda guerra mondiale è l'evento centrale del mito storico russo. Durante il regno di Vladimir Putin, mentre gli ultimi che hanno vissuto la guerra stanno morendo, gli eventi commemorativi si sono trasformati in carnevali che celebrano il vittimismo russo. *Nella Russia di Putin, gran parte delle elezioni erano state abolite del tutto: adesso governatori e senatori erano nominati, mentre i rappresentanti della camera bassa erano eletti su indicazione dei partiti tramite una modalità di voto ampiamente spersonalizzata. *Prima del 2012 la società era autoritaria. L’autoritarismo non chiede ai cittadini di mobilitarsi: nulla è politico, tutti se ne stanno a casa e si occupano dei fatti privati, mentre il governante fa ciò che vuole. Una società totalitaria è l’esatto contrario: i cittadini devono partecipare alla vita pubblica, tutto è politico, nulla è privato. Questo cambiamento è avvenuto dopo il 2012, in particolare dopo l’annessione della Crimea. ===[[Leonid Gozman]]=== *Abbiamo bisogno di valori tradizionali. Ma il principale di questi valori "russi" secondo {{NDR|Putin}} è la ''samovlastye'', il potere di una sola persona. Un potere che vale a tutti i livelli. Nella famiglia, per esempio, il padre è il padrone assoluto. Per questo motivo in Russia non abbiamo leggi contro la violenza in famiglia: se sono il capofamiglia, posso picchiare chi mi pare. E per lo stesso motivo in Russia non abbiamo i sindacati: il proprietario o il manager dell’azienda è una specie di padre. Come succedeva prima del 1861: il proprietario terriero era il "padre" dei contadini. Al livello più alto, quindi, tutti devono dipendere dal capo della nazione – che si chiami zar, khan o presidente. Così in Russia non abbiamo né un parlamento indipendente né un sistema giudiziario indipendente né media indipendenti. È la "tradizione russa". *In tarda epoca sovietica, non che mancassero gli intrighi, [...] i meccanismi per assicurare la sopravvivenza funzionavano, come, per esempio, la metropolitana. Quei meccanismi ormai sono scomparsi da molto tempo e quelli vecchi ora vengono distrutti davanti ai nostri occhi a un'inimmaginabile velocità. E con loro se ne andrà anche la vita a cui eravamo abituati: i computer, le automobili, fare acquisti senza dover mettersi in fila. *Persone che concordano nel giudicare orribile ciò che sta accadendo nel nostro paese, ritengono al tempo stesso che non si possa fare altrimenti, che per la Russia questo sia l'unico possibile ordine delle cose. Le emozioni antigovernative avrebbero dovuto essere coronate da un rifiuto reale di questi pregiudizi, dalla dimostrazione che nel nostro paese si può vivere diversamente. Purtroppo questo lavoro tra il grande pubblico non è stato fatto, si è discusso di questo problema solo fra «esperti». Così è successo che la gente, dopo aver visto queste efficaci denunce, dopo essersi indignata un po' degli episodi di corruzione e gli abusi, dopo aver compianto un po' le vittime, ritornava al solito tran tran. ===[[Lev Gudkov]]=== *Il cittadino tipico dell'era di Putin è simile a quello dei tempi sovietici ma più cinico. Utilizza le stesse capacità di adattamento al totalitarismo usate dal suo predecessore. Ma siccome non ci sono più i ''defizit'', l'"Homo Putinus" è relativamente soddisfatto del suo tenore di vita e non vuole perdere quel che ha. È cinico, appunto. Ogni visione del futuro è sparita. Quando c'era l'Unione Sovietica, le persone avevano un'esistenza pacifica e potevano immaginare un futuro radioso. Questo, almeno, prometteva lo Stato. Lo Stato di oggi non promette nulla. Certamente non la pace. *Il regime afferma l'idea dei valori primitivi come primari ai valori della persona. E questa posizione si accompagna sempre con l'idea della violenza. *La deriva è decisamente totalitaria. E la popolazione si è adeguata. Il regime è diventato più repressivo, ha allargato il suo controllo su aree che prima non rientravano nella competenza dello Stato. Sta rapidamente rafforzando il dominio sull'istruzione, sui media e su internet. Sono stati bloccati oltre 250 siti di notizie. *Quello del ''sovetsky chelovek'' (uomo sovietico) è un modello complesso, ma la sua caratteristica principale è di aver imparato ad adattarsi a uno stato repressivo. Pertanto, l'attuale inasprimento della politica repressiva e il rafforzamento delle strutture di potere lo stanno rianimando. Complice un'istruzione pubblica mai riformata, le nuove generazioni sviluppano le stesse capacità di adattamento alla repressione dell'Homo sovieticus. Tutte le abitudini tipiche di un'esistenza in una società chiusa si stanno oggi attivando, in parte sotto l'influenza della propaganda, in parte per la cultura politica di tipo sovietico che Putin vuol restaurare. ===[[Paolo Guzzanti]]=== *La sensazione è che dopo la distruzione della borghesia avvenuta sotto Lenin e Stalin, morti anche gli ultimi epigoni del dissenso, nella Russia di Vladimir Putin non ci sia granché. Certo, milioni di esseri umani che tirano la carretta cercano di ottenere delle licenze commerciali dal governo con cui vivere decentemente talvolta anche sfarzosamente, ma lo spirito dell’arte sembra entrato in letargo. *Se quella dell'era [[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e fino alle aperture di [[Michail Gorbačëv|Michail Gorbaciov]], meritò il nome di "Stagnazione", l'epoca più che ventennale di Putin potrebbe essere definita come l'età del disprezzo. *Tacete, arricchitevi, non date fastidio e obbedite: queste sembrano essere le parole d’ordine di una autocrazia disinteressata all’egemonia cultura e che si limita a scoraggiare, solo nei casi estremi sopprimere, tutto ciò che rappresenti un elemento di semplice fastidio per un governo. E il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi: non solo non rinascono Gogol e Tolstoj, ma il pianeta culturale russo, una volta splendido e clamorosamente produttivo. ===[[Andrej Illarionov]]=== *Dal mio punto di vista la classe media ancora non esiste. La Russia è il mercato più grande per la vendita di BMW, macchina diffusa soprattutto fra i burocrati di stato. Se i salari medi sono quelli che conosciamo, come è possibile? Questo non è un buon segno. Paradossalmente, quando la Fiat sarà la macchina più diffusa, allora inizierò a credere che esiste una classe media, che può permettersela grazie al salario. E faccia attenzione: i siloviki non hanno un disegno strategico nelle loro nazionalizzazioni, perché l'unico interesse è far tornare sotto controllo statale tutti i settori dell'economia che permettono di incassare denaro liquido. Come ha detto un politico russo, la Russia è un'azienda di stato e con le elezioni si scelgono i top managers di questa azienda di stato. *I poteri russi hanno già mostrato cosa intendano per sicurezza energetica. Anziché liberalizzare e privatizzare, stanno facendo l'esatto contrario sia all'interno del Paese sia fuori, cercando di imporre anche al resto del mondo metodi non di mercato. I [[G7|Sette]] saranno d'accordo? L'idea di educare la dirigenza russa allo spirito dei valori democratici è invece non professionale, inefficace, ridicola. *La Russia soffre di quello che io chiamo il male dello [[Zimbabwe]], perché dal 1991 ad oggi le libertà civili e i diritti politici sono stati calpestati, se non distrutti, proprio come accade in Zimbabwe. E questo nonostante la crescita economica avrebbe dovuto e potuto favorire il miglioramento di quese libertà. Il sistema di potere dei siloviki ha solo impresso una svolta autoritaria allo sviluppo della Russia: nell'attuale burocrazia governativa, il 77% proviene dagli apparati di sicurezza e solo il 23% dal servizio civile: questo non è un paese normale. *Questo Stato punisce la gente che vuole essere indipendente. *Sui mass media ufficiali russi si è scatenata un'isteria propagandistica contro Ucraina, Moldova, Georgia, Paesi Baltici, Europa, Usa. Sono finiti tutti tra i nemici internazionali dell'odierna dirigenza russa, e nel ruolo di principali bersagli di una nuova «guerra fredda» che di fatto si sta conducendo. Contemporaneamente sono emersi anche i nuovi amici: gli attuali leader di Bielorussia, Uzbekistan, Iran, Algeria, Venezuela, Myanmar, Hamas. *Un conto è vivere in un paese semi-libero, un altro è lavorare in un paese che è cambiato in questi anni ed ha smesso di essere libero. Io non mi riconosco più in questa Russia. ===[[Vladislav Inozemcev]]=== *I regimi autoritari basati su una persona raramente vivono più a lungo del proprio fondatore, ma il modello russo potrebbe svilupparsi in modo diverso: aprendo sorprendentemente la strada a una trasformazione del regime, per sopravvivere ben oltre il 2030. *L'unico strumento di destabilizzazione che consideravo e considero tuttora è il conflitto all'interno delle élite russe, ma questa possibilità è stata eliminata dagli occidentali con l'imposizione di sanzioni uniformi contro tutti i membri significativi dei gruppi d'élite. In questo modo la Russia è diventata l'unico posto adatto alle loro vite e tutti loro, a prescindere da ciò che si pensa di Vladimir Putin, non sono altro che compagni di viaggio. Mi sembra quindi che le possibilità di scalzare il regime siano piuttosto scarse e che l'Occidente dovrà coesistere con esso fino all'inizio del 2030. E quale sarà la strategia e la tattica di tale coesistenza non è più una questione che riguarda me, ma i politici europei.... *La Russia degli anni 2000 non assomigliava assolutamente all'Unione Sovietica degli anni '70: questo nuovo ordine autoritario è stato costruito senza mettere al bando l'informazione (anche ora internet è relativamente libero, ed è relativamente libero l'accesso alle risorse "ostili" al Cremlino) e senza chiudere i confini (i russi possono viaggiare senza troppi problemi anche in tempo di guerra). Riprodurre un sistema fortemente autoritario in una terra in cui la gente era individualmente libera, in grado di votare per diversi candidati, è stata un'impresa che gli analisti occidentali dovrebbero studiare. Poi, dopo il 2014, con l'annessione della Crimea, Putin ha trascorso circa dieci anni a cambiare le priorità dei russi: il cosiddetto "consenso crimeano" ha posto fattori geopolitici e ideologici al di sopra di quelli economici, diventando il terreno su cui la Russia ha potuto resistere a un decennio di sanzioni occidentali e al rallentamento economico senza grosse scosse politiche, almeno visibili, per poi affrontare la pressione esterna ancora più forte nata dall'avventura ucraina di Putin. *La Russia non è una potenza mondiale come fu l'Urss. La sua economia è meno di un decimo di quella Usa; le sue forze armate possono disturbare i vicini, ma non proiettare la propria potenza su scala globale. Ma allo stesso tempo, Putin è diventato un'icona per i globoscettici contemporanei, assurgendo al rango di principale ''asset'' del Paese. *La società russa del 2024 è una società morta dal punto di vista di un analista politico. Non è estranea all'empatia, anche se per molti anni le autorità hanno abilmente alimentato l'odio delle persone tra loro per svariati motivi (tra cui anche le differenze etniche e di genere) e incoraggiato la violenza, anche quella domestica. *La squadra di Putin ha utilizzato alla perfezione il proprio tempo al potere per trasformare senza scosse la società [...]. Negli anni 2000 avviarono un cambiamento del sistema sociale lento ma graduale, sostituendo libertà economica a espressione politica. Poi adattarono questo "nuovo corso" al costume nazionale, professando rispetto per la legge ma con clamorose eccezioni. Mescolando business e servizio pubblico. Le autorità riuscirono a gratificare la massa della popolazione con rialzi di pensioni e spese sociali, creando per la prima volta la sensazione di poter godere di una parte dignitosa delle ricchezze nazionali. Inoltre, Putin e i suoi iniziarono a comunicare in modo più chiaro e aperto di quanto facesse l'opposizione liberale. Solo in seguito il Cremlino passò alla lingua dell'odio, tirando una riga tra i "patrioti" e i "reietti". *Lo Stato russo è molto più solido di quanto fosse quello sovietico, anche perché i russi etnici sono ora l'80% circa della popolazione rispetto al 50% nell'Urss del 1989; mentre le tendenze separatiste ora vengono contrastate come anti-russe, non anti-comuniste. La Russia non appare più come una superpotenza globale, ma come un Paese che confina con l'Europa unita e con una formidabile Cina: più preoccupato dunque per la propria difesa. Un Paese spinto a considerare ogni cambiamento come un possibile motivo di indebolimento, quindi pericoloso per la propria gente. *Per la prima volta negli ultimi vent'anni, i russi hanno iniziato a vivere una vita relativamente normale: hanno ottenuto un numero significativo di libertà personali (tra cui la libertà di movimento e i diritti di proprietà) e di opportunità, la maggior parte delle quali non intendono nemmeno utilizzare (dall'accesso a una serie di informazioni ai viaggi all'estero). Negli anni Duemila, la politica è diventata una di queste opportunità non necessarie e il Cremlino si è affrettato a privare i cittadini della loro libertà più sottovalutata. ===[[Grigorij Javlinskij]]=== *La politica putiniana sta portando la Russia verso un vicolo cieco. La Russia ha bisogno di un vettore di sviluppo europeo: deve sviluppare la propria economia, la propria politica interna ed estera indirizzandole verso l’Europa. Invece avviene l’esatto contrario: la politica di Putin è una politica di isolamento, di avvicinamento alla Cina, una politica — come disse lo stesso Putin — di una «civiltà a se stante». È un grave errore. *La prima ragione {{NDR|perché non esiste opposizione in Russia}} è che non esiste un sistema giudiziario indipendente, laddove l'opposizione può appellarsi solo ed esclusivamente a una giustizia senza padroni. La seconda è che mancano dei mass media indipendenti a carattere nazionale, e ho in mente la televisione, il Primo e il Secondo canale. La terza ragione è che mancano finanziamenti indipendenti. Non esistono. In assenza di questi tre fondamenti è praticamente impossibile creare un'opposizione politica attiva. Ed è una dimostrazione lampante del fatto che in Russia non c'è democrazia. Perché non c'è democrazia senza opposizione. *Oggi in Russia vige un capitalismo di Stato. Non c’è né privatizzazione, né riduzione della spesa pubblica, né un aumento del ruolo del settore privato, manca un vero libero commercio, manca una deregolamentazione, mentre cresce il controllo statale sull’economia. La quota delle proprietà statali nell’economia è di oltre il 75%, la concorrenza è estremamente limitata, i gruppi oligarchici si espandono e sono loro a determinare la formazione del governo, l’indirizzo degli investimenti e della spesa pubblica. Una spesa pubblica enorme, un budget immenso destinato al settore militare, l’ampliamento dei monopoli sono tutte caratteristiche dell’attuale sistema economico russo, un sistema di capitalismo statale-monopolistico. *Putin dice che la Russia si sente più forte. Forse, ma perché è stata ingannata. ===[[Grigorij Judin]]=== *È difficile, credo, per molte persone in Europa capire fino a che punto sia stata distrutta la concezione di essere soggetti, attori in politica. Qualsiasi discorso su qualsiasi tipo di azione politica, qualsiasi tipo di pensiero normativo, tutto è diventato illegittimo in Russia. Tanto per fare un esempio: anche solo pensare di discutere di migliorare qualcosa nelle nostre vite è già percepito come un'assurdità perché, per come è strutturato il mondo, le cose non possono essere migliorate. Questo è come i russi si approcciano alla vita e al loro posto nella vita politica. [...] E questo è un pensiero abbastanza diffuso in Russia. Un pensiero notevolmente sottovalutato ma che preclude qualsiasi possibilità di azione politica collettiva. Se non ti fidi di nessuno, perché dovresti impegnarti in qualcosa con il prossimo? Così uno finisce a preoccuparsi solo di sé stesso, dei suoi soldi, dei suoi affari personali. Quindi, credo, che l'intera questione della responsabilità della società russa sia del tutto irrilevante. *Non so se la gente ne sia consapevole, ma in realtà la concentrazione di potere in Russia è quasi senza precedenti per il nostro Paese. Non è vero che la Russia è sempre stata così. Ci sono probabilmente episodi nella storia russa in cui abbiamo avuto questa concentrazione di potere politico, ma non spesso. Probabilmente è successo con Stalin ad un certo punto. Probabilmente, anche se il paragone non è esatto, con Ivan il Terribile e, in una certa misura, con Pietro il grande. Altri, come Nicola I, hanno cercato di farlo, ma in realtà non ci sono mai riusciti. Quindi ora stiamo assistendo a qualcosa di quasi senza precedenti nella storia. Si tratta di uno Stato ultra-monarchico. Questa è l'immagine della struttura dello spazio politico. E questo vale per tutta la Russia, perché ovunque, a ogni livello, ci sono quei piccoli Putin che pensano fondamentalmente che usare la violenza e la forza sia l'unico modo per governare nel servizio pubblico e nelle imprese. Questa è l'intera filosofia. *Oggi in Russia si avverte un clima intenso, ed è una di quelle rare occasioni in cui Vladimir Putin entra in contatto con una parte significativa della società. Le sue teorie sfrenate non sono condivise da tutti, ma lui è in grado di entrare in contatto con le persone. E, cosa ancora più importante, è lui stesso a produrre questa emozione. E questa emozione è il risentimento, un risentimento mostruoso e infinito. Niente può placare questo risentimento. È impossibile immaginare cosa possa compensarlo. Non permette alle persone di pensare di stabilire qualsiasi tipo di relazione costruttiva con altri paesi. ===[[Vladimir Kara-Murza]]=== *L'intero modus operandi del regime di Putin è che le persone intorno a lui, non dimentichiamolo mai, non è solo un regime autocratico, è anche un regime cleptocratico, dalla classica definizione greca della parola "governato dai ladri"; quei ladri vogliono rubare in Russia e poi spendere e nascondere il denaro rubato in occidente, dove hanno i loro yacht, le loro ville, i loro conti bancari, o molto spesso le loro famiglie. Per anni e anni, i paesi occidentali hanno permesso che ciò accadesse. *La Russia è un paese europeo. Non è normale ritrovarsi con una dittatura in Europa, nel XXI° secolo. *Molto spesso, le persone in occidente vedono solo il lato ufficiale. Vedono Putin, la repressione, le azioni aggressive e la guerra in corso. Molto spesso si perde di vista l'altra faccia della Russia. L'altra faccia, ovviamente, è che nel mio paese ci sono milioni di persone che rifiutano e dissentono radicalmente da tutto ciò che il regime di Putin rappresenta, dalla cleptocrazia agli abusi, alle repressioni e ai crimini contro l’umanità che vengono commessi. *Sappiamo che arriverà un giorno in cui la Russia diventerà un normale paese europeo. Credo sia nell'interesse, non solo di noi russi ma anche di tutti voi della comunità internazionale, avere a Mosca un governo che rispetti i diritti e le libertà del proprio popolo e che si comporti da cittadino responsabile sulla scena internazionale. Sappiamo che quel giorno arriverà e tutto ciò che facciamo nel movimento di opposizione russo ha come obiettivo quello di cercare di avvicinarsi a quel giorno. ===[[Garri Kasparov]]=== *La Russia di Putin si può in un certo senso considerare il paese più mafioso del mondo, perché tutto il sistema si basa sulla fedeltà: a Putin prima di tutto, e poi in linea verticale verso il basso. Se sei fedele al Boss sei fedele al sistema, e quella è l'unica cosa che conta. Non importa se ti macchi di qualche crimine. *Lo Stato di Putin, oltre ai segni evidenti di una dittatura fascista, è anche uno Stato mafioso. A questo proposito, non ha analogie dirette con la Germania di Hitler o l'Urss di Stalin, perché non esiste un'ideologia. Da un lato questo lo rende più forte, perché se non c'è ideologia può trattare con chiunque: con l'estrema sinistra, con l'estrema destra. Dall'altro è più debole internamente perché, a differenza di una dittatura ideologica, nessuno vuole morire per un'idea *Oggi la Russia è un Paese in crisi profonda, controllato da una cupola di potere attorno a Putin, praticamente in mano all'erede del Kgb sovietico. ===[[Botakoz Kassymbekova]]=== *Ciò che unisce coloro che sostengono il regime, l'opposizione liberale e la classe intellettuale è l'idea che il popolo russo sia la vittima per eccellenza: delle forze straniere o del regime di Putin. [...] Per essere popolari in Russia, bisogna sposare la narrazione del vittimismo e occultare temi come il colonialismo. *Essere russi sotto Putin significa appartenere a una casta imperiale, cioè a una casta superiore, che richiede di dare la vita per l’Impero. È significativo il modo in cui si cerca, soprattutto tra le minoranze, di motivare gli uomini ad andare in guerra: improvvisamente questi cittadini di seconda classe vengono considerati russi e devono sacrificarsi per la patria. *Una dittatura, senza libertà di espressione, media indipendenti o una società civile critica. È anche un impero coloniale che ha represso i movimenti nazionali fin dall'inizio, specialmente in Cecenia negli anni Novanta. [...] I diritti di autonomia sono stati ridotti progressivamente, ma la classe intellettuale di Mosca e San Pietroburgo non ha riconosciuto questa violazione, o in ogni caso non le ha attribuito la giusta importanza. ===[[Nicolai Lilin]]=== *I nostri discendenti ci ricorderanno come una società soggiogata da una lobby di oligarchi e governata da politici in simbiosi con la finanza corrotta. La cosa più preoccupante è che ormai tutto ciò viene percepito come normale. *Il popolo russo è povero, messo in ginocchio da un potere corrotto che finge la democrazia, ma pratica la dittatura. E quella post-sovietica è una dittatura neo-capitalista. *L'unica cosa importante che le élite al governo in Russia sembrano non capire è che non si può proporre per due decenni lo stesso identico programma solo perché questo, vent'anni fa, era popolare. Sembra che il tempo non scorra, all'interno delle prestigiose mura del Cremlino: le persone che lavorano in quel luogo sembrano non cambiare, non evolvere, non accorgersi che il pasese che governano (così come il resto del mondo) è mutato radicalmente. Le masse sono stanche dei rendiconti in stile nordcoreano che arrivano dalle faraoniche riunioni del partito Russia Unita, non ne possono più dei notiziari impostati sulla linea editoriale "lui, sempre lui". La gente non riesce a capire perché di nuovo, come durante gli anni dell'URSS, si debba vivere sotto la costante pressione ideologica che insegna che il resto del mondo è nemico, che tutti ci odiano perché siamo il paese più ricco e più bello al mondo – stranamente, però, pur esportando gas a migliaia di chilometri di distanza, abbiamo ancora il settanta per cento delle case e delle infrastrutture in Siberia (patria di quel gas) che si scaldono con la legna. *La Russia è uno dei Paesi più corrotti al mondo ed è sotto gli occhi di tutti. Il flusso di denaro dalla Russia ha fatto comodo a lungo all’Occidente, ora le sanzioni hanno stravolto il mercato tra l’Europa e la Russia. La situazione attuale fa comodo soprattutto agli Stati Uniti, che stanno realizzando il loro progetto di mantenere l’egemonia economica e militare in Europa. Per loro la Russia è un pericolo, non è un partner e lo vorrebbero come un vassallo. *La Russia non è mai andata contro corrente. È un Paese degradato, invivibile, antidemocratico. E la colpa non è di Putin. La responsabilità è di noi russi. Non siamo abituati a vivere liberi, siamo contenti se c'è chi decide per noi, non ci curiamo della corruzione dei potenti perché se potessimo faremmo lo stesso. I russi proteggono questa oligarchia organizzata. *Non ho più fegato per vivere in un Paese così, dove l'unica soluzione ormai è il suicidio. ===[[Ėduard Limonov]]=== *Esiste forse una regola per definire se oggi c'è la crisi o meno? Se lo valutiamo a partire dalla vita quotidiana dei russi, allora per quanto ricordi non si è mai vissuto così bene in Russia, meglio sia rispetto al periodo sovietico sia agli anni '90. Quindi lei è giunto alla conclusione che da noi ci sia la crisi… Forse sulla base di indicatori occidentali? È vero, rispetto a quegli indicatori viviamo peggio che nel 2011, ma questo non ci preoccupa. Il potere in Russia, il putinismo, oggi è meno peggio di prima, anche se gelosamente non intende avere concorrenti politici. *La Russia non soddisfa nessun requisito democratico, il potere di Putin è assolutista e senza alternative. *Secondo me il fatto che la Russia non si intrometta negli affari di altri paesi, non è cosa buona. Noi russi dobbiamo intrometterci negli affari di altri Stati e sostenere le forze di chi non è contro di noi. In Russia, in Lituania, in Francia e anche in Italia. ===[[Aleksandr Val'terovič Litvinenko]]=== *Fintanto che i cechisti governeranno la Russia, questo Paese e la sua gente non potrà aspettarsi altro che guerra e sangue. Il principale merito del governo settennale di Putin è che nel Paese governato dal Kgb viene deprezzata pienamente la vita umana, oggi la vita umana in Russia non vale proprio un bel niente. *Gradualmente ho preso coscienza del fatto che non stavo servendo la Russia ed il suo popolo, bensì una banda di criminali che di fatto avevano occupato il mio Paese, una feccia che manteneva la gente nel terrore e nella miseria, che rapinava la gente mettendosi in tasca miliardi di soldi rubati. *La Russia è un Paese che adotta il terrorismo di Stato come metodo, la sua politica estera ed interna è criminale e pericolosa tanto per i cittadini che la abitano, quanto per l'intera comunità internazionale. Le autorità russe basano la loro attività sulla violenza e sulla completa negazione delle norme universali della morale e del diritto. I suoi più alti ufficiali esortano pubblicamente alla violenza e all'omicidio e incitano all'inimicizia nazionale; queste dichiarazioni non fanno che rafforzare le loro posizioni all'interno dell'entourage di Putin. *Nella Russia di oggi in verità si sta effettuando un grandioso esperimento, che verrà studiato per secoli dagli studenti delle accademie dei servizi segreti di tutto il mondo; lo studio consisterà nell'individuare i metodi per contrastare i servizi segreti dell'avversario quando sono capeggiati da uno schizofrenico che soffre di paranoia. ===[[Sergej Medvedev (scrittore)|Sergej Medvedev]]=== *È tipico che il presidente veda la causa del deficit demografico nel crollo di due imperi, e non nei crimini del bolscevismo: non nella morte delle vittime del "Terrore Rosso" e della Guerra Civile del 1918-22, né nelle tre ondate di carestia del 1921-2, 1932-3 e 1946-7 (in cui morirono fino a 13 milioni di persone); non nella collettivizzazione degli anni trenta, né nella deportazione di interi popoli negli anni quaranta; secondo Putin, non aveva nulla a che fare con il "Grande Terrore" del 1937-38, o con le repressioni del dopoguerra... Anche se si è scettici sulla cifra di 66,7 milioni di persone eliminate dallo Stato (senza contare la guerra) avanzata da Aleksandr Solženicyn, stiamo comunque parlando di decine di milioni di persone. Erano tutte vittime della politica statale, sulla quale però il presidente Putin preferisce tacere. Per lui la tragedia non sta nel terrore dello stato, ma nel crollo dello stato e nella perdita del territorio. *È un potere imperiale, totalitario, mafioso... E mi piace usare anche la formula del “biopotere” di Michel Foucault, perché mira a controllare ciò che ha a che fare con il corpo degli abitanti, come abbiamo visto con la messa al bando delle persone LGBT, il divieto delle adozioni straniere, poi lo “spettacolare” aumento delle violenze corporali da parte dello Stato contro i cittadini: torture, stupri dei prigionieri con i manganelli, l’uso della forza bruta da parte della polizia contro i manifestanti... *Il cambiamento principale avvenuto in Russia negli ultimi quindici anni è che la guerra è diventata il linguaggio della vita quotidiana, proprio come i rituali militaristici sono diventati parte della propaganda di stato e della routine quotidiana. Da un lato, il culto della Seconda guerra mondiale e la religione della "Vittoria" si sono costantemente radicati nella coscienza delle persone e sono diventati l'ideologia statale non ufficiale. D'altra parte, il militarismo si è insinuato in ogni aspetto della vita, nelle celebrazioni pubbliche e nei festival rock, nelle scuole e nei cinema. Ovunque si sono svolte mostre di tecnologia militare e di armi leggere, i bambini sono stati vestiti con uniformi militari e gli è stato insegnato come assemblare e smontare i fucili automatici; anche i bambini sono stati messi in passeggini che sono stati trasformati in carri armati. Nel 2008, sono ricominciate le parate militari in Russia, cosa che non accadeva dai tempi dell'Unione Sovietica, e da allora ogni anno veicoli militari sempre più pesanti sono apparsi sulle strade cittadine, facendo a pezzi l'asfalto e le infrastrutture della città; è stato anche messo in mostra il missile balistico nucleare Topol-M. I presentatori televisivi hanno sbavato parlando di attacchi nucleari su Londra e Washington, minacciando di trasformarli in "polvere radioattiva", e nei suoi discorsi annuali al parlamento Putin ha mostrato film animati sui missili nucleari ipersonici russi che possono volare in tutto il mondo. Per quanto riguarda la propaganda di guerra, la Russia si è trasformata in una sorta di Corea del Nord. *La Russia è diventata il principale esportatore mondiale di guerra. In retrospettiva, questo sembra essere stato l'obiettivo strategico di Putin fin dall'inizio. Se il defunto Michail Gorbačëv è riuscito a neutralizzare la minaccia sovietica e ha ricevuto "il dividendo della pace", Putin ha rilanciato "la minaccia russa" e cerca il dividendo della guerra. Secondo lui, partendo da una posizione di debolezza, la Russia dovrebbe aumentare continuamente i rischi per tutti coloro che la circondano. [...] Poiché non è in grado di garantire pace e stabilità, la Russia del 21° secolo ha iniziato a specializzarsi nella produzione del rischio come un modo per promuovere i propri interessi, elevare il proprio status globale e intimidire i potenziali rivali. Nel 2020, la Russia aveva perso la sua potenza economica e diplomatica e, come hanno dimostrato i primi mesi della guerra con l'Ucraina, anche la sua potenza militare – nonché qualsiasi attrattiva del suo modello sociale, del suo potenziale scientifico e innovativo, dei suoi risultati nello Spazio e, dopo lo scandalo del doping a Soči, le sue prodezze sportive. Gli unici elementi rimasti del "soft power" russo erano la paura e la capacità di allentare la tensione. *La violenza è penetrata nella carne e nel sangue della società russa, è diventata la matrice di una collettività costruita su gerarchie e sottomissioni, sulla sottrazione e la distribuzione delle risorse in cui la forza bruta è ben al di sopra della morale e il potere vince sul diritto. Tale ordine è consacrato dal comportamento della classe dirigente che dà alla plebaglia le sue automobiline con i lampeggianti, che esce impunita dai tribunali, che viene immortalata nei discorsi del presidente Putin, il quale insegna che «i deboli si picchiano» e «bisogna farlo per primi», strappando così gli applausi della folla. *Negli ultimi anni, grazie alla diffusione di telefoni e tablet nei luoghi di reclusione e all’accessibilità dei social network, si sono riversati sugli utenti terabyte di testimonianze scioccanti di torture, sevizie e violenze che da decenni vengono perpetrate nelle prigioni russe e che sono ormai diventate la norma nei rapporti tra l’amministrazione e i detenuti e dei detenuti tra di loro. *Nel tentativo di creare tensione in tutto il mondo, la Russia sta inviando i suoi agenti del caos. Gli avvelenatori dell'Fsb e dell'intelligence militare, il Gru, hanno effettuato gli attacchi contro [[Aleksandr Val'terovič Litvinenko|Aleksandr Litvinenko]], [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergej e Julija Skripal']] in Gran Bretagna. I mercenari della compagnia militare privata russa [[Gruppo Wagner|Wagner]] hanno causato disordini in Siria, Libia e Repubblica Centrafricana e ora combattono in Ucraina. Nel 2014 le spie russe hanno fatto saltare in aria un deposito di armi nel villaggio ceco di Vrbětice e nel 2016 hanno tentato un colpo di stato in Montenegro. Gli hacker delle forze informatiche del Cremlino hanno attaccato infrastrutture critiche e i server del Partito Democratico negli USA, e sponsor segreti hanno finanziato gli ultra - il Rassemblement National di destra in Francia e l'Alternative für Deutschland (AfD) in Germania. Poi ci sono i corrispondenti del canale televisivo statale ''[[RT (rete televisiva)|Russia Today]]'' (RT), che diffondono notizie false sul coronavirus in Europa; e gli hooligan portati da Mosca soprattutto per provocare disordini ai Campionati europei di calcio di Marsiglia nel 2016... Nel novembre 2021, il Ministero della Difesa russo ha portato il caos russo nello Spazio. Distruggendo inespertamente un vecchio satellite russo mentre sperimentavano un'arma anti-satellite, i militari hanno creato una nuvola di 1.500 schegge ad altezza orbitale, che ha rappresentato una tale minaccia per tutti i voli spaziali pilotati che la Stazione Spaziale Internazionale ha alterato la sua traiettoria e preparato l'equipaggio per evacuazione.<br>All'inizio del 2022, quando la Russia ha iniziato a potenziare le sue forze militari al confine con l'Ucraina, preparandosi per una guerra totale, la produzione di caos e rischio è stata portata a un nuovo livello. Sono passate solo poche settimane prima che "l'esportazione della tensione" di cui parlava Putin alla fine del 2021 diventasse l'esportazione della morte. *Poiché la Russia non è in grado di garantire pace, cooperazione e stabilità, ha iniziato a specializzarsi nella produzione di tensione come strumento per promuovere se stessa, elevare il proprio status globale e spaventare gli eventuali oppositori. Il problema del paese è che, negli anni 2020, aveva esaurito quasi tutti gli attributi tradizionali del suo soft power. Le forme classiche delle esportazioni culturali russe risalenti alla seconda metà del XIX e XX secolo, che comprendevano la triade sovietica di arte, sport e scienza, sono state erose negli ultimi decenni. E anche se capolavori eterni come i romanzi di Lev Tolstoj o le sinfonie di Čajkovskij rimangono i biglietti da visita della cultura russa, la cultura contemporanea è scarsamente rappresentata sulla scena mondiale. Se prendiamo figure chiave di fama internazionale, come il regista Andrej Zvjagincev, lo scrittore Vladimir Sorokin, il regista d'opera Vladimir Černjakov o il direttore d'orchestra Vladimir Jurovskij, risulta che ora vivono e lavorano tutti fuori dalla Russia. [...] Negli oltre trent'anni trascorsi dal crollo dell'Urss, la Russia ha perso gran parte del suo potenziale scientifico e ora si trova al quarantasettesimo posto nel Global Innovation Index. Nel corso di questi tre decenni, solo tre russi hanno vinto il premio Nobel; inoltre, due di questi riguardavano scoperte fatte in epoca sovietica. Ora non ci sono premi Nobel per la scienza che vivono in Russia. ===[[Dmitrij Muratov]]=== *Ci sono due tendenze contraddittorie nella Russia di oggi. Da un lato, il presidente della Russia sostiene la realizzazione di un monumento per il centesimo anniversario della nascita di [[Andrej Dmitrievič Sacharov|Sacharov]]. Dall'altro, il Procuratore generale della Russia chiede l'eliminazione dell'organizzazione internazionale Memorial. Memorial provvede al ritrovamento delle vittime delle repressioni staliniane. E adesso la Procura accusa Memorial di "violazione dei diritti umani"! [...] Ma Memorial è stata fondata da Sacharov. *{{NDR|«Si può parlare di democrazia in Russia?»}} Esistono tribunali indipendenti, quando i processi non interessano la sfera politica o il grande business. Quando invece cominciano a toccare la politica o i grandi affari, allora i tribunali diventano di Stato e non più indipendenti. Per quanto riguarda la libertà dei mezzi di informazione, esistono media liberi nella carta stampata, ma certamente non esiste libertà in televisione: basta accenderla per capirlo. Quando succede qualcosa di grave, aspettano istruzioni. *La pratica della tortura in prigione o durante le indagini è viva e vegeta nella Russia di oggi. Abusi, stupri, condizioni di vita terribili, visite vietate, vietato telefonare a tua madre per il suo compleanno, detenzione illimitata. Persone gravemente ammalate vengono rinchiuse e picchiate durante la detenzione, ragazzi ammalati sono tenuti in ostaggio e subiscono pressioni per dichiararsi colpevoli senza alcuna prova contro di loro. *Nel nostro paese (e non solo) è comune pensare che i politici che evitano lo spargimento di sangue siano deboli. Mentre minacciare il mondo con la guerra è il dovere dei veri patrioti. *{{NDR|«C'è libertà di espressione in Russia?»}} No, non si può parlare di libertà nel ricevere e accedere alle informazioni. Le persone che vogliono sapere qualcosa leggono il ''Kommersant'', le ''Vedemosti'', la ''Novaya Gazeta'', i siti internet ''Gazeta.ru'', il settimanale ''The New Times'' e ricevono la foto completa del Paese. Comunque nella carta stampata c’è più libertà che nei media elettronici: in televisione non c’è libertà di parola nel modo più assoluto. Tutta la televisione federale, tutti i canali sono di pura propaganda; una grossa macchina di propaganda. E su internet da noi è diffusissimo il fenomeno del ''trolling''. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Abbiamo 20 milioni di persone che vivono sotto la linea della povertà. Decine di milioni che vivono senza la minima prospettiva per il futuro [...]. A Mosca la vita è sopportabile, ma basta spostarsi di 100 chilometri in qualsiasi direzione e tutto è in uno stato disastroso. *Comunico che io e i miei colleghi faremo di tutto per distruggere il sistema feudale che stanno costruendo in Russia. Distruggere un sistema di potere nel quale l'83% delle risorse nazionali appartiene allo 0,5% della popolazione. *Dopo 15 anni che è arrivata una valanga di soldi grazie al gas e al petrolio, agli abitanti non è rimasto nulla. [...] Un solo ed unico prodotto oggi è più disponibile rispetto al periodo sovietico, la vodka. A parità di potere d'acquisto, solo la vodka costa di meno. Questo vuol dire che a noi, cittadini di questo Paese, sono garantiti solo il degrado e l'alcolismo. *Non lasciatevi ingannare dall'illusione della forza e della strafottezza. Ma che forza è se ha bisogno di avvelenare di nascosto le persone e di rinchiuderle illegalmente? Dove sarebbe il sostengo popolare se riescono a vincere le elezioni solo eliminando i candidati indipendenti, e se la paura delle proteste li obbliga a chiudere le stazioni del metro? *L'unica cosa che in Russia continua a crescere è il numero dei miliardari. Tutto il resto è in declino. *La cosa più disgustosa, vile e ignobile di questo regime è che esiste per rapinare le persone più sfortunate, come veterani e pensionati. Sono a loro che succhiano i soldi. Da dove credete che venga il denaro per i palazzi e gli scopini da bagno che costano 50 mila rubli cadauno? I soldi devono ben venire da qualche parte: li rubano al nostro veterano. Ora non lo curano, ora non gli fanno gli esami di controllo, ora gli negano la sedia a rotelle, ora non gli danno le medicine, e tutto per potersi costruire un palazzo, per comprare un appartamento alle suocere di Putin, per assicurare a Medvedev i suoi quattro palazzi. *Non può continuare all'infinito che un Paese di 140 milioni di abitanti, immenso, il più grande del mondo, uno dei più ricchi al mondo, sia sottomesso a una banda di mostri che in realtà non sono nessuno, neanche negli oligarchi, perché quelli si sono fatti i capitali con il cervello e l'astuzia. Sono semplicemente i bassi ranghi del partito, che poi sono diventati democratici e oggi fanno i patrioti, e hanno ramazzato tutto quanto. Questo equivoco verrà superato col nostro lavoro. *Non sarò mai d'accordo con il sistema che è stato costruito nel Paese, perché questo sistema mira a derubare tutti i presenti. Abbiamo fatto in modo da avere una ''junta'' al potere. Ci sono 20 persone che sono diventate miliardarie, che hanno preso il controllo di tutto, dagli appalti pubblici alla vendita del petrolio. C'è un migliaio di persone che attinge alla mangiatoia di questa ''junta''. In realtà non sono più di mille: deputati, delinquenti. C'è una piccola percentuale a cui non piace. E ci sono milioni di persone che fissano il tavolo. Non smetterò di lottare contro questa banda, né di scuotere e agitare in ogni modo quelli che fissano il tavolo. Voi compresi. Non la smetterò mai. *Non vi è stato nel nostro paese nessun colpo di Stato, né strisciante né aperto, con a capo gente dei servizi segreti, non sono andati loro al potere, togliendolo ai democratici–riformatori. Son stati loro, i democratici-riformatori, a chiamarli, a invitarli, loro gli hanno insegnato come falsificare le elezioni, come rubare la proprietà di interi settori economici, come mentire sui media, come cambiare le leggi a proprio piacimento, come reprimere con la forza l'opposizione e addirittura come cominciare guerre idiote e inutili. ===[[Boris Nemcov]]=== *Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento. *La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano. *La Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere? *{{NDR|«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»}}<br>Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo. ===[[Oleg Orlov]]=== *È [...] inevitabile che la difesa dei diritti umani venga stravolta, in un paese in cui la legalità non esiste più. Oggi i russi che se ne occupano si trovano nella stessa posizione dei dissidenti d'epoca sovietica, loro predecessori. Cercare di farsi conoscere al pubblico russo ed estero diventa un obiettivo primario. *Il regime che si è venuto a creare in Russia non ha affatto bisogno che le persone riflettano. Ha bisogno di altro, di opinioni semplici come muggiti, e solo a sostegno di ciò che in questo momento le autorità proclamano giusto. Ormai lo Stato non solo controlla la vita sociale, politica ed economica del paese, ma aspira anche al controllo assoluto della cultura, invade la vita privata. *In pratica è tornata l’era del totalitarismo sovietico. Il numero dei prigionieri politici oggi è addirittura superiore rispetto a quello dei tempi di [[Leonid Il'ič Brežnev|Brezhnev]]. [...] Si è ritirato fuori il reato di alto tradimento, per cui si possono facilmente prendere 25 anni di galera, come nel caso del politico di opposizione [[Vladimir Kara-Murza]]. C’è poi l’articolo che punisce le "informazioni consapevolmente false" sulle forze armate: per poche parole si può esser condannati fino a dieci anni. E nella "cassetta degli attrezzi" predisposta dal regime per stroncare ogni dissenso va annoverato anche l’articolo che prevede una pesante responsabilità penale per chi organizza un’organizzazione "estremista", dove per "estremista" il giudice può intendere qualsiasi cosa non piaccia al governo. *L'intimidazione da parte del Governo avviene a diversi livelli. Inizia dai controlli infiniti, che ci obbligano a fornire volumi e volumi di documenti e rapporti, costringendoci a interrompere il nostro lavoro per lunghi periodi. Alla fine dei controlli, possono decidere di chiudere l'organizzazione o aprire un processo penale con l'accusa di estremismo. È un modo per silenziare le voci critiche. *Le masse aspiravano all'impero, all'uomo forte, al mito di Stalin. Opinioni rintracciabili sia "in vetta", fra le élite che dirigono il paese (dipendenti pubblici, forze di sicurezza, deputati, dirigenti di aziende pubbliche e oligarchi) sia "in fondo", tra i più poveri. Tra quelli che hanno Mercedes, yacht e castelli, e tra chi non ha neanche il bagno in casa. A tutti, però, il sistema autocratico di Putin nega qualunque diritto. *Non siamo tornati e non torneremo mai all'Urss. La Russia ha compiuto un percorso unico nel suo genere: dalla fine del totalitarismo sovietico si è passati a una debole democrazia e infine al ritorno del totalitarismo. Il totalitarismo odierno però non è comunista, ma appunto fascista perché si ispira a ideologie conservatrici. Ad accomunare il regime odierno all'Urss è il tentativo di ricreare un Impero, benché diverso. Il totalitarismo comunista aveva perlomeno un'idea di futuro seppur distopica e impossibile da realizzare. Invece adesso al potere nessuno ha un'idea di futuro. Per loro la cosa migliore è il passato. *Si contrappone la Russia al presente, al passato e al futuro degli stati circostanti (soprattutto di quelli europei); si afferma la superiorità della cultura russa (dove l'aggettivo non va inteso in senso etnico, ma imperiale); si nega l'esistenza stessa del popolo, della lingua e della cultura dell'Ucraina... tutto ciò è ormai la base della propaganda di stato. Quanto a negare la democrazia, affermare il culto del capo e sopprimere la dissidenza, non c'è niente da dimostrare, è una cosa che salta agli occhi... ===[[Nikolaj Patrušev]]=== *Il nostro Paese irrita i governanti degli Stati Uniti e dell'Europa con la sua indipendenza economica, l'autonomia dalle materie prime e il pensiero scientifico. *La Federazione Russa non solo persegue una politica indipendente di rafforzamento di un mondo multipolare, ma è notevolmente superiore all'America spiritualmente, eticamente e militarmente. *La Russia ha scelto la via della piena tutela della propria sovranità, della ferma difesa degli interessi nazionali, dell’identità culturale e spirituale, dei valori tradizionali e della memoria storica. Gli europei hanno fatto una scelta diversa. Hanno adottato i cosiddetti valori liberali, anche se in realtà si tratta del neoliberismo che promuove la priorità del privato sul pubblico, l’individualismo che sopprime l’amore per la Patria. Con una tale dottrina l’Europa non ha futuro. *Oggi il nostro Paese è in grado di garantire non solo la stabilità interna, ma anche la sicurezza del suo popolo dalle minacce esterne. ===[[Gleb Pavlovskij]]=== *Da noi, non esiste l’economia nell’accezione occidentale della parola. Ci sono reti orizzontali di nuclei familiari che si nutrono di economia statale. Negli anni ’90 e nei primi anni Duemila, si è creata un’economia di sopravvivenza in cui le élite e la popolazione sono divise. Quest’ultima chiede solo non di svilupparsi o progredire, ma di sopravvivere. Finché le élite lo garantiscono, possono fare quello che gli pare. È questo che gli osservatori occidentali faticano a comprendere. *Il nostro stato è un ibrido singolare tra una compagnia assicurativa e un casinò. A tutti è garantito che non scenderanno al di sotto di un certo livello, mentre allo stesso tempo si gioca una grande scommessa con i loro soldi sul mercato mondiale. Ma la gente non brucerà una compagnia di assicurazioni, perché con essa andrebbe in fiamme anche la loro assicurazione. *La spinta di questa utopia della Russia autarchica è la cosa peggiore che Putin sta facendo al suo popolo. Perché non è possibile, semplicemente. La Federazione russa è un progetto ultra-globalizzato, non potrà mai trasformarsi in una economia chiusa. Guardi quel che sta accadendo. Anche i settori creati per sostituirsi alle importazioni, si basano su alcuni elementi di importazione. In un regime di crisi, si dovranno cercare vie traverse per sostituire quella globalizzazione di cui la Russia è stata un fattore importante. *La verticale del potere è un sistema di accreditamento: devi letteralmente pagare per fare le cose. In dieci anni, la disponibilità delle persone ad amare Putin e ad essere d'accordo con tutto ciò che fa è cambiata radicalmente. Non c'è più. Prima nessuno poteva rischiare lo scontro – un governatore, per esempio – perché avrebbe sicuramente perso. Ma ora si è aperto uno spazio per il dissenso. Tutti hanno risorse. Putin può continuare a dispensare denaro per essere amato, ma ogni singolo ammiratore dovrà essere pagato. Quando dico pagamento, intendo bonus finanziari di qualche tipo. Abbiamo completamente finanziarizzato la politica. Le autorità esistono solo entro i limiti della loro capacità di concedere credito. E in questo senso il nostro sistema è assolutamente ideale, ciò che è richiesto nel mondo della globalizzazione. Il potere di Putin non sta nell'emettere ordini: non può ordinare nulla. Sta nel fatto che è lui che può entrare nel mercato mondiale in nome delle vaste risorse naturali della Russia. È un monopolio. *Nel primo decennio del nuovo secolo, io scrivevo messaggi ai vertici per dire che bisognava presentare le notizie e le nostre scelte in un certo modo. Allora la tivù era molto noiosa. Poi è arrivata l’Ucraina, che dal 2014 ha fornito un conflitto reale, che si poteva mostrare, e così è nata la propaganda di oggi, che agisce sulle persone normai e anche su chi le governa, in un processo inarrestabile di autoconvincimento. Quando finirà questo modello di potere, e finirà senz’altro, sarà ben difficile cambiare la percezione della gente. Per questo non ci saranno cambi bruschi di potere. Per questo occorreranno decenni per avere una Russia diversa. *Non abbiamo istituzioni che agiscano in modo regolare. Non abbiamo una burocrazia che svolga il suo ruolo. Il nostro sistema continua a saltare. Se non riesce ad affrontare una sfida, se ne allontana. E si allontana verso un luogo dove può simulare la forza. Se non riesce ad affrontare un problema in Ucraina, va in Siria. Se non riesce a risolvere un problema in Siria, comincia a dare l'impressione di influenzare le elezioni negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Questo è simile all'antica tecnica dei villaggi Potëmkin. Tuttavia, questo è un tipo di villaggio Potemkin in 3-D. È un villaggio Potëmkin flessibile e agile, che mobilita le risorse per utilizzarle al momento giusto, per presentare un quadro luminoso, se possibile globale. ===[[Anna Stepanovna Politkovskaja]]=== *A sentire i sondaggi, solo il 2% dei russi ha idea di che cosa sia scritto nella [[Costituzione della Federazione Russa|Costituzione]]. Il 45% ha dichiarato che il diritto più importante è quello al lavoro; solo il 6% ha menzionato la libertà di parola quale cardine della propria esistenza. *Ci siamo accorti tutti che la parola «pietà» è stata cancellata dal vocabolario del Governo. Il Governo oggi fa affidamento sulla crudeltà dei propri cittadini: la distruzione è incoraggiata, la logica dell'omicidio seguita e diffusa. In un contesto simile, ''per diventare un eroe devi uccidere''. *Così vanno le cose in Russia: per stilare perizie legali non sono i fatti che contano, ma chi li manipola. Il risultato di una perizia dipende da chi la effettua. *Così vanno le cose in Russia: se ammazzi qualcuno sei degno di rispetto. *Da noi il "cittadino" non vale niente, è un grumo di polvere, un granello di sabbia, un seme di papavero, non ha diritto neanche a essere protetto dal proprio governo. Bisogna essere un Putin per sentirsi cittadini. *È curioso. Passano gli anni, il Partito comunista non c'è più da un pezzo, ma alcune peculiarità del passato restano immutate. Come la patologica mancanza di rispetto per le persone in generale e, in particolare, per chi, nonostante tutto, lavora con dedizione e sacrificio. Per chi ama la causa che serve. Il potere non ha ancora imparato a ringraziare chi gli dimostra fedeltà. Lavori duro? Bravo, continua fino a che non crepi o fino a che non ne puoi più di sopportare. Il potere si fa di giorno in giorno più spudorato nel voler annientare i nostri migliori concittadini e nel puntare sui peggiori con la pervicacia di un maniaco.<br>Non c'è dubbio che il comunismo sia stato un danno tremendo per il nostro Paese. Ma quel che sta accadendo oggi è ancora peggio. *È una peculiarità del nostro Paese: se il sogno di ogni soldato è di diventare generale, quello di ogni criminale russo è di fare soldi legalmente. *Fu subito chiaro, inoltre, che un vecchio ceto stava rinascendo a nuova vita: la ''nomenklatura'', l'élite di governo, un anello fortissimo della catena di potere dell'era sovietica che stava marciando sui binari di un'economia a cui aveva saputo adattarsi in un batter d'occhio. I rappresentanti di questa ''nomenklatura'' hanno tutte le intenzioni di vivere nell'agio quanto i «nuovi russi», ma ufficialmente ricevono stipendi ridicoli. Non ritornerebbero mai indietro ai vecchi tempi sovietici, ma nemmeno i nuovi soddisfano del tutto il loro desiderio di ordine e legalità (che la società chiede con sempre maggior insistenza). Perciò perdono molto del proprio tempo ad aggirare la legalità e l'ordine costituito in favore del proprio arricchimento personale. La conseguenza è una rinascita assai rigogliosa della corruzione, che con la nuova-vecchia ''nomenklatura'' putiniana ha raggiunto vette inattingibili per i comunisti o per El'cin e compagni, una corruzione che stritola le piccole e medie imprese (e la classe media con loro) e sostiene («fa fiorire», cioè predilige quali erogatori di tangenti) i grandi e i grandissimi gruppi e i monopoli paragovernativi, che sono quelli che portano alla Russia le entrate maggiori, le più stabili, e non solo ai manager e ai padroni del vapore, ma anche a chi, nello Stato, offre loro protezione (e in Russia non si fanno grossi affari senza sponsor nel governo). Sullo sfondo di tale e tanto sfacelo – che nulla ha a che spartire con il mercato – la nostra nuova «''nomenklatura'' di partito» (hanno ricominciato a chiamarla così, come in epoca sovietica) è rosa da una forte nostalgia per l'URSS, per i suoi miti e i suoi fantasmi. *In Russia, oggi, i veri democratici sono quelli che votano «nessuno». È gente che va a votare – dunque cittadini consapevoli –, che pensa, ma è disgustata da chi è al potere. *L'idea dell'oligarchia di Stato è un parto di Putin e di una ristretta cerchia di persone attorno a lui. Il concetto è il seguente: le entrate principali della Russia si devono all'esportazione di materie prime, dunque lo Stato deve averne il controllo totale. E nella mente di Putin e della sua amministrazione, lo Stato sono loro. Dunque loro devono controllare il grosso delle entrate, perché sono i più intelligenti e sanno meglio di chiunque altro di che cosa ha bisogno la gente e come gestire i flussi di capitale provenienti dal commercio delle materie prime. [...] Non c'è bisogno di dire che sul trono dei supermonopoli siedono ex čekisti (KGB) diventati oligarchi. Putin si fida esclusivamente di loro (sarà perché vengono dallo stesso mazzo?) e della loro capacità di capire che cosa serva ai russi. Per l'amministrazione del presidente ciò significa che soltanto loro sanno distribuire «equamente» il sovraprofitto delle materie prime. Tradotto: tutto deve passare per le loro mani. *L'uomo russo di oggi, l'uomo dell'era Putin, ha il cervello offuscato dalla propaganda e per buona parte è tornato a pensare da bolscevico. Ma non ha disimparato del tutto a pensare con la propria testa, come era autorizzato a fare con il presidente El'cin. Oggi un russo non avrà fretta di rispondere alla domanda se un processo debba per forza essere politico o se debba, invece, fare i conti solo con la legge. Anzi, è molto probabile che chieda del tempo per rifletterci... *La linea politica attuale è prettamente neosovietica: non uomini, ma ingranaggi costretti a realizzare incondizionatamente gli azzardi politici di chi ha preso il potere. Ingranaggi senza alcun diritto, nemmeno quello a una morte dignitosa. *La nostra non è una società. È un'accolta di cellule di cemento non collegate tra loro. In una c'è un Eroe. In un'altra un sostenitore di Jabloko. In una terza [[Gennadij Zjuganov|Zjuganov]], il leader dei comunisti. Eccetera eccetera. Insieme, a migliaia, potrebbero formare un popolo. Invece sono impermeabili ai sentimenti. Quando una sta male, si strugge perché nessuno le offre una spalla su cui piangere. E se proprio le altre cellule le rivolgono un pensiero, è solo superficiale. Ci pensano qualche attimo in più solo quando anche loro si ritrovano a stare malissimo.<br>Il potere mira a rendere le cellule ancora più impermeabili, a separare le persone, ad aizzarle le une contro le altre: ''divide et impera''... E la gente lascia fare. Questo è il problema. Ecco perché la rivoluzione russa è tremenda quando scoppia: le cellule si disgregano solo quando il livello delle emozioni negative diventa intollerabile. *La politica russa è, come sempre, una politica di fondi neri. Senza i quali nulla si crea e nulla si distrugge. Il denaro sporco è il principio secondo il quale si formano tutti i rami del nostro sistema di potere. Che per sopravvivere non ha bisogno di ordine e di norme ben delineate, ma di un caos fomentato artificialmente. *La Russia è un Paese stabile, come no. Ma di una stabilità mostruosa, nella quale nessuno chiede giustizia a tribunali di un asservimento e di una faziosità lampanti. Chiunque abbia un po' di cervello non cerca protezione presso le istituzioni intese a far rispettare la legge e a mantenere l'ordine, perché sa che sono corrotte fino al midollo. Il linciaggio è all'ordine del giorno, nelle azioni e nella coscienza della gente. Occhio per occhio, dente per dente. *«Mattaccino», da «matto», è una vecchia parola per dire pagliaccio. [...] Mattaccini sono quasi tutti i giornalisti russi dell'ultima generazione e i mass media odierni. Un bel circo di mattaccini e buffoni. Il loro compito è divertire il pubblico, e se proprio devono scrivere di cose serie, l'argomento è uno solo: com'è bella la «verticale del potere» in tutte le sue ipostasi. *Migliaia di persone vengono umiliate e maltrattate, e nessuno fiata. Quello che si spaccia per un popolo eletto da Dio e che di Dio è latore, un popolo che si crede una superpotenza (ed è stuzzicando questi sentimenti che Putin ha portato avanti la sua politica), si è rivelato fatto di omuncoli, sottoproletari, filistei corrotti, spregevoli borghesucci dissoluti che non vedono oltre il proprio naso. Che si oppongono e dissentono solo di fronte a un piatto vuoto o perché lo Stato ha tolto LORO qualcosa. Perché se la togliesse al vicino, non starebbero certo a sindacare. *Negli ultimi anni siamo diventati molto più rozzi. E molto più vili. È una tendenza evidente, e lo diventa sempre più man mano che la guerra nel Caucaso continua, trasformando vecchi tabù in abitudini consolidate. Omicidi? Roba di tutti i giorni... Furti? Che c'è di male! Sciacallaggio? È la norma. I crimini non trovano una condanna non solo in un'aula di tribunale, ma nemmeno nell'opinione pubblica. Quel che prima era vietato, ora è lecito... *Non c'è popolazione meno sicura di sé dei cittadini russi. Dubitano di tutto, anche se non c'è ragione di dubitare. *Sono pochi i risultati positivi della Russia di Putin: l'economia è ancora controllata dagli oligarchi, l'assistenza sociale è inesistente. E allora, su quale base è possibile costruire una politica interna? Sulla nostalgia della grande Unione Sovietica e su quella dell'Impero, perché abbiamo sempre tanta voglia di sentirci "grandi". *Un tale sistema – giudici corrotti, elezioni falsate, presidenti che se ne fregano spudoratamente dei cittadini – può esistere solo se la gente non protesta. È su questo che conta il Cremlino: oggi come oggi [...] ciò che non deve mai mancare in Russia è l'apatia, radicata nella convinzione quasi unanime che il potere «sistemerà» comunque tutto a proprio vantaggio. Elezioni comprese. E più si vota, più la gente se ne convince. Più se ne convince, più se ne frega di tutto e di tutti. Più se ne frega, più è indifesa e muta. Più è indifesa, più il potere se ne approfitta. Non solo in materia di elezioni, ma anche nella vita di tutti i giorni. È un circolo vizioso. Ma pare che alla maggioranza il vizio non dispiaccia. La gente ha un fremito solo e soltanto quando è coinvolta in prima persona. ===[[Vladimir Putin]]=== *Ho già detto molte volte come vorrei vedere la Russia. Lo dico di nuovo: deve essere orientata al futuro, essere molto moderna, il sistema politico deve essere flessibile, l'economia deve fondarsi sulle tecnologie avanzate, la produttività del lavoro deve moltiplicarsi. *Il numero dei partiti politici da noi è aumentato di parecchie volte, negli anni precedenti abbiamo liberalizzato le regole per la loro costituzione e il loro avanzamento sulla scena politica regionale e nazionale. Si deve solo essere validi e sapere lavorare con l'elettorato, con i cittadini. *La Russia da tempo non è più un pezzo dell'Unione Sovietica frantumata, ma una nazione sicura di sé, con un radioso futuro e una popolazione splendida. *La Russia praticamente non ha più basi militari all'estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo. Pubblicate sul vostro giornale la mappa del mondo, indicando tutte le basi militari americane e vedrete la differenza. *Non è stata colpa della Federazione Russa se i rapporti con i Paesi dell'Unione europea si sono deteriorati. La scelta ci è stata imposta dai nostri partner. Non siamo stati noi a introdurre certe limitazioni nel commercio e nell'attività economica. È stato fatto contro di noi e siamo stati costretti ad adottare contromisure. ===[[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]=== *C'è stata una restaurazione del modo sovietico di governare il paese. Che si esprime nella "verticale" del potere, il recupero del culto di Stalin in certe trasmissioni radiofoniche, la glorificazione del passato sovietico, l'emarginazione della lettura della storia fatta da Solzenicyn e da Grossman, annullata per riproporre lo stesso quadro di prima. Poi c'è stata l'irregimentazione dei media. Non c'è più nessuna tivù indipendente, solo radio Eco di Mosca e qualche pubblicazione minore danno voce all'opposizione, ma sono sempre sotto minaccia di chiusura. Putin ha virtualmente eliminato la libertà di stampa e di riunione politica. Il sistema giudiziario, poi, è completamente dipendente dal potere. E i rapporti coi paesi stranieri sono degenerati. Siamo più isolati che ai tempi dell'Unione Sovietica, è stata risuscitata la contrapposizione con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il resto del mondo. *Ciò che abbiamo oggi è una specie di mescolanza fangosa in cui troviamo anche tracce di stalinismo, citazioni prese dal fascismo e nazismo. Il carattere centrale di questo regime non è apparso subito così evidente. Penso che la ragione centrale da dieci anni sia l'opposizione della Russia all'Occidente. O più in generale al mondo intero. È un'ideologia speciale, non così diretta come il vecchio marxismo-leninismo. Si crede nella violenza come unico modo per risolvere tutti i problemi del mondo: vi è una fede nella vocazione messianica della Russia. Ma al resto del mondo questa Russia non offre più la prospettiva di un futuro luminoso come invece pensava di fare l'Unione Sovietica, ma solo la distruzione totale, la trasformazione – per prendere le parole di Putin- in polvere radioattiva. *I nostri nuovi ideologi, che sono storici dilettanti, cercano di costruire il mito della storia russa come una storia immutabile, in cui per esempio l'imperatore Nicola II, ucciso dai Bolscevichi, può apparire accanto a Stalin. I rivoluzionari come Lenin, i "liberali" come l'imperatore Alessandro II, il grande riformatore, non vengono tenuti in considerazione, mentre uno zar come Ivan il Terribile assurge a modello. *Il corso ufficiale del nostro stato vuole mettere a confronto la Russia (sovrana e singolare) e l'occidente, cioè tutta la civiltà cristiana (o post-cristiana) e umanistica. Questo è un disastro. La Russia per me è sempre stata una parte del mondo europeo, una parte della civiltà cristiana, con tutta la sua singolarità (ma quale popolo europeo non è "singolo"?). La cortina di ferro alzata nei tempi di Gorbaciov sta calando di nuovo. La propaganda costruisce l'immagine caricaturale di un'Europa ridotta ai matrimoni omosessuali, al libertinaggio morale senza confini, eccetera. Il mio lavoro con Dante è in un certo senso un atto di resistenza. Voglio che in Russia sia conosciuta l'Europa che amo: l'Europa geniale, dei grandi pensatori e artisti, dei santi e dei filantropi. L'Europa dove la dignità della persona umana è indiscutibile. Nel progetto della "Russia sovrana" di Putin sta al centro lo stato, che acquista valore sacrale. E tutti gli idoli chiedono sacrifici. All'idolo dello stato si offre il sacrificio della vita umana. *La presa della Crimea, la guerra nel Donbass, sono manifestazioni di un nuovo progetto generale per la Russia: un progetto che definirei revanscista e ideologico. Si cerca di tornare nel passato, e non ai tempi di Breznev, ma a quelli prima di Krushev e della sua "destalinizzazione". Stalin è di nuovo considerato "pater patriae", l'eroe nazionale. Ci sono i suoi ritratti ovunque, soprattutto in rapporto all'anniversario della vittoria (1945): è stato lui, il grande duce, ad aver vinto la guerra! E in tutto questo noi abbiamo i libri di Grossman, Solzenicyn, Astafiev! Sono davvero disperata. Con Stalin sta crescendo la nostalgia per uno stato stalinista, totalitario, dove tutti i dissidenti sono bollati come nemici del popolo, traditori degli interessi del paese. Così noi che partecipammo ai "moti bianchi" siamo ora "agenti pagati dagli Stati Uniti". Le fondazioni indipendenti, come Memorial (che custodisce la memoria di tutte le vittime del terrore stalinista), sono state dichiarate "agenti dell'influenza straniera". L'idea nazionale che arriva oggi dal Cremlino non è più quella comunista, però. Si chiama "patriottismo", e ognuno deve essere un "vero patriota". Ogni giudizio critico viene trattato come "russofobo" e censurato. Il concetto del "mondo russo" (secondo il modello di Pax romana) ha tutti i tratti dell'imperialismo militante, e testimonia lo sforzo - pazzesco, davvero - di restaurare l'Unione Sovietica. Un'utopia retrograda, pericolosa non soltanto per gli Stati vicini, ex-sovietici, ma per tutto il mondo. Il potere non permette a nessuno di dialogare. L'ultima zona libera rimasta è internet. *Molto oggi assomiglia all'Urss dei suoi giorni stalinisti più repressivi. Come allora c'è la richiesta di un sostegno pieno e incondizionato a qualsiasi decisione delle autorità. Ma c'è anche qualcosa di nuovo. Gli slogan e lo stile sono spesso presi direttamente dal Terzo Reich. Il regime sovietico camuffava la sua brutalità. Oggi la brutalità della soppressione forzata di elementi esterni e locali è praticata apertamente e non nascosta. L'ideologia comunista non esiste più. Invece del marxismo-leninismo e «dell'ateismo militante» c'è ora una torbida miscela di cattivo misticismo storiosofico, l'idea di una "Grande battaglia" in cui i russi dovrebbero essere pronti a morire e a distruggere il mondo intero insieme a loro stessi, per porre fine al "Male del mondo". Un misto di vendetta, aggressione imperiale, odio verso "loro", ossia, nel linguaggio ufficiale l'Occidente collettivo. E non c'è niente davanti. Nessun "futuro luminoso", come sotto il comunismo, e nessun futuro in generale. *Per alimentare l'autostima del cittadino oggi propongono una versione falsificata della storia, che enumera esclusivamente le vittorie militari. Nonché la «nostra» capacità di ridurli «tutti quanti» in «polvere radioattiva». Viene da dire che persino il comunismo era più umano, almeno voleva annientare tutti gli «sfruttatori» ma salvare i «lavoratori», conducendoli al «luminoso futuro». Invece qui tutti senza distinzione. ===[[Timothy Snyder]]=== *Il Paese di Putin porta all'estremo certe tendenze che si possono osservare altrove, come la disuguaglianza nella ricchezza pro-capite, la banalizzazione delle elezioni e la crisi economica. *L'essenza della politica estera russa è il relativismo strategico: non potendo diventare più forte, la Russia deve rendere gli altri più deboli; e il modo più semplice per rendere gli altri più deboli consiste nel renderli più simili alla Russia. Anziché risolvere i propri problemi, la Russia li esporta; e uno dei suoi problemi fondamentali è l'assenza di un principio di successione. La Russia si oppone alla democrazia europea e americana per assicurarsi che i russi non vedano che la democrazia potrebbe funzionare come un principio di successione anche nel loro Paese; i russi devono nutrire verso gli altri sistemi quella stessa sfiducia che nutrono verso il proprio. Se la crisi della successione che affligge la Russia potesse essere di fatto esportata – se gli Stati Uniti diventassero un regime autoritario – i problemi russi, pur rimanendo irrisolti, sembrerebbero perlomeno una cosa normale, e la pressione su Putin verrebbe a diminuire. Se l'America fosse quel faro della democrazia che a volte i suoi cittadini immaginano, le sue istituzioni sarebbero state molto meno vulnerabili di fronte alla ciberguerra della Russia. *La Russia di oggi soddisfa la maggior parte dei criteri {{NDR|del fascismo}} che gli studiosi tendono ad applicare per definirlo. C’è un culto per un unico leader, Vladimir Putin. Il culto della morte, legato alla seconda guerra mondiale. E poi il mito di un’età d’oro passata di grandezza imperiale, da restaurare con una guerra, proprio come nel caso di quella oggi in corso scatenata contro l’Ucraina. *La Russia sostiene i fascisti in tutto il mondo ideologicamente, finanziariamente e logisticamente. Chi è di sinistra potrebbe esser confuso al riguardo. Ma le persone di estrema destra certamente sanno che la Russia è il loro protettore e che la Russia è il loro modello. *Nella Russia del 21° secolo, "l'antifascismo" è semplicemente diventato il diritto di un leader russo di definire i nemici nazionali. I veri fascisti russi, come [[Aleksandr Gel'evič Dugin|Aleksandr Dugin]] e [[Aleksandr Prochanov|Aleksandr Prokhanov]], hanno avuto molto spazio nei mass media. ===[[Vladimir Georgievič Sorokin]]=== *L'attuale "verticale del potere" non differisce in modo significativo dalla piramide del potere creata da Ivan il Terribile. Naturalmente non è fatto di mattoni e legno, ma piuttosto di vetro e cemento. *La situazione attuale in Russia è talmente grottesca che mai sarei capace di descriverla posizionandomi nel presente. Forse, non è un caso se in questi ultimi vent'anni non è apparso un solo grande romanzo in grado di raccontare la società post-sovietica. *Mettendo da parte tutti i compromessi, mi chiedo se la Russia si stia muovendo nella direzione della democrazia. Non credo che lo sia! A poco a poco, la Russia sta tornando ad essere un impero autoritario. La cosa peggiore che può accaderci è l'indifferenza dell'Occidente, ovvero, se fosse interessato solo a petrolio e gas. *Nel nostro Paese ci sono persone speciali a cui è permesso fare qualsiasi cosa. Sono i sacerdoti sacrificali del potere. Chi non è membro di questo gruppo non ha alcun peso nei confronti dello Stato. Si può essere puri al massimo – proprio come lo era il magnate Michail Chodorkovskij – e tuttavia perdere tutto in un lampo e finire in prigione. *Ogni volta che incontri un funzionario minore, ti fa sapere che è al di sopra di te e che dipendi da lui. Si riflette nella mentalità da superpotere che nutre il Cremlino. Un impero esige sempre sacrifici dal suo popolo. *Si parla molto del fatto che la Russia sia una fortezza. Le chiese ortodosse, l'autocrazia e le tradizioni nazionali dovrebbero formare una nuova ideologia nazionale. Ciò significherebbe che la Russia verrebbe superata dal suo passato e il nostro passato sarebbe il nostro futuro. *Solo negli ultimi 15 anni i russi sono riusciti a vestirsi bene e a saziarsi. Tuttavia, le persone con la pancia piena tendono ad avere sonnolenza. Questo spiega, ad esempio, il disinteresse degli studenti. In nessun altro paese sono così apatici come da noi. *Tedeschi, francesi e inglesi possono dire di sé: "Io sono lo Stato". Io non posso dirlo. In Russia solo i membri del Cremlino possono dirlo. Tutti gli altri cittadini non sono altro che materiale umano con cui possono fare ogni genere di cose. ===[[Vladislav Surkov]]=== *All'estero, i politici accusano la Russia di interferire nelle elezioni e nei referendum in tutto il mondo. In realtà, la questione è molto più seria. La Russia si sta insinuando nei loro cervelli e non sanno cosa fare con la propria coscienza alterata. Dai catastrofici anni '90, quando il nostro Paese ha rifiutato i prestiti ideologici e quando abbiamo iniziato a dare il nostro significato agli eventi e abbiamo lanciato il nostro contrattacco informativo verso l'Occidente, esperti europei e americani hanno iniziato a ingannare sempre più spesso nelle loro previsioni. Le preferenze paranormali del loro elettorato li stupivano e li facevano infuriare. Confusi, annunciarono l'espansione del populismo. *Il modello contemporaneo dello stato russo inizia con la fiducia e tiene insieme la fiducia. Questo è ciò che lo differenzia fondamentalmente dal modello occidentale, che coltiva sfiducia e critica. È qui che attinge la sua forza. *Il nostro nuovo Stato, in questo nuovo secolo, avrà una storia lunga e gloriosa. Non sarà rotto. Agirà a modo suo, otterrà e manterrà i posti migliori nella champions league della lotta geopolitica. Prima o poi tutti coloro che chiedono alla Russia di "cambiare comportamento" dovranno rassegnarsi ad accettarlo così com'è. Dopotutto, che abbiano una scelta è solo un'illusione. *Il nostro stato non è diviso tra uno stato profondo e uno stato esterno. È intero e tutti i suoi componenti sono chiaramente visibili. Le costruzioni più brutali della sua struttura di forza sono sulla facciata, senza alcun artificio architettonico. La nostra burocrazia, anche quando imbroglia, non prende mai le pinze, partendo dal presupposto che "nessuno si fa fregare". *In questo nuovo sistema tutte le istituzioni sono subordinate allo stesso compito principale: quello di instaurare uno spirito di fiducia attraverso la comunicazione e l'interazione del capo supremo con i cittadini. Diversi rami del potere convergono sulla persona del leader. Il valore di questi rami è determinato solo dall'importanza e dalla vicinanza del loro legame con lui. Inoltre, i mezzi di comunicazione informali operano aggirando le strutture ufficiali e i gruppi d'élite. E quando la stupidità, l'arretratezza o la corruzione creano interferenze tra le onde di comunicazione con le persone, vengono prese misure drastiche per ristabilire il collegamento il prima possibile. *La Russia ha iniziato a ricostruirsi ed è tornata al suo unico stato naturale: un paese immenso, che estende e riunisce le terre di una comunità di popoli. Il ruolo immodesto che la storia del mondo ha attribuito al nostro Paese gli vieta di uscire di scena o di tacere tra le comparse. Non garantisce riposo e determina la natura ardua del nostro governo. *La solitudine non significa isolamento totale, ma nemmeno apertura senza limiti: ognuna di queste opzioni significherebbe ripetere gli errori del passato. [...] La Russia senza dubbio commercerà, attirerà investimenti, scambierà conoscenze, combatterà (perché la guerra è anche un modo di comunicare), parteciperà a progetti comuni, entrerà a far parte di organizzazioni, competerà e collaborerà, susciterà paura e odio, curiosità, simpatia e ammirazione. Solo che lo farà senza falsi obiettivi e senza disincanto verso se stessa. *La struttura multilivello delle istituzioni politiche, copiata dal modello occidentale, è qui talvolta vista come non necessaria e adottata solo per "fare come tutti gli altri". Quindi le differenze nella nostra cultura politica non sono evidenti ai nostri vicini: li irritano e li spaventano meno. Sono come gli indumenti da esterno che indossi per uscire ma non indossi mai a casa. *Non esiste uno stato profondo in Russia, ma esiste un popolo profondo. In superficie brilla l'élite. Secolo dopo secolo, con dinamismo (va riconosciuto), coinvolge il popolo in alcune sue attività: assemblee di partito, guerre, elezioni, esperimenti economici... Il popolo partecipa a queste attività, ma in modo un po' distaccato, non mostrandosi non in superficie, vivendo la propria vita nel profondo. [...] Le persone profonde mantengono sempre la propria opinione, sfuggendo a sondaggi, propaganda, minacce e altri metodi di studio e influenza diretti. A volte le persone fortunate riescono a capire chi è, cosa pensa e cosa vuole. Ahimè! questa conoscenza spesso non viene colta se non troppo tardi e dalle persone sbagliate. ===[[Zoja Svetova]]=== *Io, come i dissidenti sovietici, voglio che il potere del mio Paese rispetti la legge. Come singola cittadina rispetto la legge e vorrei che il potere del mio Paese facesse altrettanto. Se chi sta in prigione ha diritto di ricevere la visita del suo avvocato, allora voglio che ciò avvenga. *Io sono idealista e quindi spero, voglio credere che la Russia diventerà un Paese civile, e voglio credere che allora sarò viva e in salute e potrò vederlo con i miei occhi; e se non potrò vederlo io, lo vedranno i miei cinque nipoti. *La differenza principale tra la Russia sovietica e la Russia odierna è che oggi non c'è la Cortina di ferro, per lo meno non ancora. Oggi, a distanza di circa due settimane da quando i miei figli hanno scelto di trasferirsi in Georgia, ho preso un mezzo di trasporto e ho potuto raggiungerli tranquillamente; all'epoca non mi sarebbe stato permesso. Un'altra differenza è che oggi non ci sono più regole del gioco, perché le regole del gioco ora si fanno e si disfano senza preavviso, i servizi speciali possono cambiare le carte in tavola a seconda del momento: per esempio, se qualcuno dell'opposizione viene in Russia non so cosa lo aspetta, se può essere portato fuori, preso dai servizi speciali, subire un'esecuzione... *Nel corso di questi ultimi anni il governo russo si sta trasformando in un regime totalitario. Non solo la libertà di parola, ma la stessa libertà individuale viene sempre più minacciata: basti pensare alle vere e proprie persecuzioni nei confronti degli omosessuali e dei blogger che, attraverso i re- tweet sui social, diffondono informazioni considerate deleterie dal potere. Vengono perpetrate vessazioni anche verso chi ha partecipano a manifestazioni pubbliche. *Oggi non possiamo parlare di giornalismo in Russia così come generalmente lo concepiamo. Tutti i media liberi e indipendenti sono stati chiusi o bloccati, etichettati come agenti stranieri: un processo di censura che si è intensificato negli ultimi tre, quattro anni. Poco a poco, il potere russo ha sgretolato l’informazione indipendente, è la morte dei media. ===[[Elena Tregubova]]=== *Alcuni visitatori vengono spesso fuorviati riguardo allo stato della Russia perché vedono solo Mosca, una città internazionale come Londra o Tokyo. Ma una visita a una qualsiasi città di provincia dimostra che la stragrande maggioranza del paese è povera. *La differenza fondamentale tra quest'epoca e l'era sovietica sta nel fatto che allora si sapeva esattamente da quale parte delle barricate si stava, quando si forniva sostegno morale agli oppositori della dittatura. Ma oggigiorno, a causa della situazione favorevole sui mercati del petrolio e del gas, Putin ha le risorse per comprare la vostra indulgenza e il vostro silenzio. *La Russia è tornata ad essere una colonia di ex agenti del Kgb, che hanno cambiato solo il nome: una colonia ricca di carburante per un piccolo gruppo di commercianti di petrolio e gas che non donano nulla delle loro ricchezze a chiunque viva fuori dalla capitale. *Perché i leader di oggi – come i leader comunisti di un tempo – vedono ancora una volta la grandezza della Russia nel brandire missili e nel distruggere fisicamente chiunque non sia d'accordo? *Sono pronta a scommettere che oggi della reale situazione della Russia sapete molto meno che ai tempi della "cortina di ferro". Prima, all'epoca dell'Unione Sovietica, per lo meno sapevate molto bene che là, oltre la cortina di ferro, c'era l'"impero del male", una dittatura.<br>Oggi invece, al contrario, vi mostrano solo una bella scenografia, con al centro un sorridente Bush che stringe la mano al suo migliore amico, Vladimir Putin. *Vedo che il mondo è sempre più disposto a chiudere un occhio sulla cosiddetta democrazia russa, e io cerco di dimostrare che nel mio paese mancano gli ingredienti più importanti per fare una vera democrazia. Gli anni delle riforme di Eltsin sono finiti, adesso si può parlare piuttosto di crollo delle riforme liberali in Russia. ===[[Sandro Viola]]=== *Il declino demografico, se non lo si deve chiamare agonia, provocato dall'alcolismo e da strutture sanitarie fatiscenti, appare inarrestabile. L'Aids dilaga. Le infrastrutture sono quelle che c'erano sessanta o settant'anni fa in Occidente. Le campagne non sono ancora uscite dalla povertà e dal degrado dell'epoca comunista. La crescita economica è quasi totalmente dovuta all'aumento dei prezzi del petrolio e del gas, e dunque, come per ogni altro petro-stato, dovuta ad una congiuntura favorevole di durata incerta. La corruzione permea ogni segmento delle istituzioni e della società. Sulla decina di omicidi eccellenti commessi durante gli anni di Putin, non ce n'è uno su cui i tribunali abbiano fatto luce. *Il fatto è che certi tratti della presidenza Putin, che si dichiara democratica e liberale, ricordano la Russia sovietica in modo un po' più che simbolico. Non c'è niente di democratico e liberale, per esempio, nella persecuzione cui sono stati sottoposti in questi mesi i giornali e la Tv del gruppo Mediamost, che in tutto il paese sono i più critici verso il governo e il presidente. Redazioni perquisite, giornalisti intimiditi. [...] Ma ciò che più inquieta è che l'offensiva contro Mediamost, Reuters, Radio Liberty, gli ambientalisti e le associazioni che reclamano il rispetto dei diritti umani in Cecenia, è condotta con la vecchia accusa leninista di sabotaggio e collusione con agenti stranieri. Uno stile Kgb, per dirla in due parole, che induce a ripensare l'origine, la formazione, la cultura di Vladimir Putin. Un' idea Kgb del potere. *Il fatto è che noi continuiamo a parlare della Russia quasi fosse un paese come gli altri: i prezzi del petrolio e del gas che continuano a calare, la crisi finanziaria, la marea dei disoccupati, i piccoli segnali d'un possibile miglioramento dei rapporti con l'Occidente.<br>Ma la Russia non è un paese come gli altri. Negli "altri" paesi i giornalisti non vengono sparati al cuore o alla nuca. E se domani ne venisse ammazzato uno, il presidente della Repubblica di quel paese dove è stato commesso l'omicidio non direbbe, come disse Putin dopo la morte della Politkovskaja, che si trattava di "persona senza vero ascolto nella società". *La verità, infatti, è che la Russia è un paese ancora in bilico tra la spaventosa arretratezza lasciata da sette decenni di comunismo, e i pochi, sconvinti tentativi che il regime di Vladimir Putin ha fatto dal 2000 ad oggi per portarlo nella modernità. Tutta la rete delle sue infrastrutture - condotte d'acqua, elettricità, trasporti, strade, fogne - è per vastissimi tratti vicina al collasso, nonostante gli enormi introiti da petrolio e gas venuti alle casse del regime tra il 2001 e il 2008. *Quale settore sociale, quanti russi, sono oggi contro il regime? La Russia e i russi stanno meglio, molto meglio di quanto non siano mai stati, forse, nella loro lunga storia. Persistono sacche di grande miseria, mentre una Sanità pubblica da Terzo Mondo è impossibilitata a contenere il dilagare dell'Aids e di altre malattie endemiche. Infrastrutture fatiscenti o addirittura mancanti, ritardi tecnologici, agricoltura ancora arretrata di mezzo secolo e più rispetto a quelle dei paesi sviluppati. E infine la corruzione sempre più estesa e sfrontata, indomabile. Ma i redditi, specie nelle grandi città, sono aumentati, si va delineando una classe media, il vertiginoso aumento del numero delle automobili rende una tortura ogni percorso nel centro di Mosca. E persino i russi cui Putin non ha portato un po' di prosperità hanno motivi di soddisfazione. Le ferite che il loro nazionalismo aveva subito con il crollo dell'Urss e il caos degli anni di Eltsin, sono ormai rimarginati. *Un'opposizione di massa, in Russia, non esiste. Non esiste un pensiero liberale, se non confinato in piccoli gruppi di politici e intellettuali. La frase che i russi ripetono più spesso è come sempre «Po figu»: non me ne importa niente. [...] La filosofia di chi è stato perennemente maltrattato senza ragione né spiegazioni, buona per fronteggiare le asprezze d'ogni giorno ma anche per tapparsi le orecchie dinanzi ai discorsi complicati, astratti, come quelli sulla democrazia, le libertà, i diritti umani e politici. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Le grandi contraddizioni che convivono nella Russia di oggi non sono immediatamente visibili per chi visita le grandi città. Le megalopoli russe sono globalizzate e nelle vetrine si trovano le stesse merci di una qualsiasi grande città del mondo occidentale. In quattro-cinque regioni russe la gente non vive peggio che nei paesi sviluppati dell'Occidente, in altre ottantaquattro il tenore di vita è paragonabile a quello del Messico, secondo l'opposizione liberale russa. In parte ciò dipende anche dalla divisione delle risorse. Ancora nel 2000 la spesa governativa era divisa in egual misura tra il centro e le regioni. Oggi al centro resta il sessantacinque per cento e il trentacinque al resto del paese. Il numero delle piccole aziende non è aumentato e sono in tutto un milione, cioè sette imprese per mille abitanti, mentre la media europea è di quarantacinque per mille, e negli Stati Uniti di settantacinque per mille. In Giappone nelle piccole imprese lavora l'ottanta per cento della popolazione, in Russia solo il dodici per cento. I russi si arricchiscono quando sono impegnati nei settori che sfruttano le materia prime. *Oggi, in Russia, un benestante è quindici volte più ricco di un povero e a Mosca il rapporto tra le due categorie è di quaranta a uno. Una società di questo tipo produce invidia sociale. *Tra i capi del paese non si parla di politica. Una frase finita sarebbe troppo, è meglio il silenzio condiviso, il tono di voce, il modo di far passare la sillaba attraverso le labbra. Nella cultura russa esiste la capacità di comunicare in questo modo tra le piccole comunità d'élite e andava benissimo per i dissidenti. Nessuno chiede chiarimenti, perché sarebbe banale; o si capisce, o non si capisce, e spesso si può anche stracapire. ==Voci correlate== {{div col|strette}} *[[XXII Giochi olimpici invernali]] *[[Attentati in Daghestan del 2024]] *[[Attentato al Crocus City Hall]] *[[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal']] *[[Bombe nei palazzi in Russia]] *[[Conflitto russo-ucraino]] **[[Annessione della Crimea alla Russia]] **[[Invasione russa dell'Ucraina del 2022]] *[[Corruzione in Russia]] *[[Crisi del teatro Dubrovka]] *[[Elezioni presidenziali in Russia del 2000]] *[[Elezioni parlamentari in Russia del 2003]] *[[Elezioni presidenziali in Russia del 2012]] *[[Elezioni presidenziali in Russia del 2018]] *[[Elezioni presidenziali in Russia del 2024]] *''[[Federal'naja služba bezopasnosti]]'' *[[Incidente del K-141 Kursk]] *[[Ingerenza russa nel referendum sulla Brexit]] *[[Morte di Aleksej Naval'nyj]] *[[Naši]] *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia]] *[[Pandemia di COVID-19 in Russia]] *[[Propaganda nella Federazione Russa]] *[[Proteste in Russia del 2011-2013]] *[[Putinismo]] *[[Rascismo]] *[[Ruolo della Russia nella guerra civile siriana]] *[[Russia]] *[[Russia Unita]] *[[Russiagate]] *[[Seconda guerra cecena]] *[[Strage di Beslan]] *[[Vladimir Putin]] {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Russia under Vladimir Putin|w_site=en|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} [[Categoria:Dittature]] [[Categoria:Storia della Russia]] n7vux1shztxwq897f6fhogix8of7i1q Piero Di Domenico 0 202130 1351544 1351277 2024-11-12T10:20:48Z Spinoziano 2297 +1 1351544 wikitext text/x-wiki '''Piero Di Domenico''' (1965 – vivente), giornalista e critico cinematografico italiano. ==Citazioni di Piero Di Domenico== *{{NDR|Su ''[[Sangue all'alba]]''}} Il film diretto dal franco-russo Léonide Moguy, in questo caso in trasferta negli Stati Uniti, si inserisce a pieno titolo nel filone del "gangster movie", sfruttando al meglio il notevole cast assemblato, che va dall'emergente bellezza bruna e altera della ventiquattrenne [[Ava Gardner]] alla solidità di George Raft e Victor McLaglen.<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1946/sangue-allalba/ Sangue all'alba]'', ''mymovies.it''.</ref> *{{NDR|Su ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]''}} Il melodramma esotico tratto da un romanzo di [[Benno Vigny]] è il primo film americano della coppia [[Josef von Sternberg|von Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]], e con i suoi tratti onirici divenne il prototipo del cinema hollywoodiano barocco e antirealistico, grazie all'inverosimiglianza dell'ambientazione (un Sahara palesemente ricostruito in studio) che assume connotati marcatamente simbolici. Il mito di "femme fatale" della Dietrich (per questo ruolo candidata all'Oscar) viene controbilanciato dal mito maschile dell'uomo desiderato ma inafferrabile qui impersonato da [[Gary Cooper]].<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1930/marocco/ Marocco]'', ''mymovies.it''.</ref> *''[[La fiamma del peccato]]'', con la sua cupa ambientazione urbana, è sicuramente uno dei film più rappresentativi del cinema noir. [...] si caratterizza per la predilezione per gli interni, per i netti contrasti tra ombra e luce, per la ricostruzione in studio degli esterni e per l'intensa caratterizzazione dei personaggi, a cominciare dalla perfida "dark lady" [[Barbara Stanwyck]] con sensuale catenella alla caviglia, divenuta in breve oggetto di culto. [...] Ambientato a Los Angeles, strutturato a flashback come il successivo ''[[Viale del tramonto]]'', sempre di [[Billy Wilder|Wilder]], quasi tutto il film si svolge di notte, con dialoghi scarni ed asciutti, che contribuiscono a incalzare il ritmo serrato della vicenda fino alla tragica conclusione.<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1944/la-fiamma-del-peccato/ La fiamma del peccato]'', ''mymovies.it''.</ref> *{{NDR|Su ''[[Schiavo d'amore (film 1934)|Schiavo d'amore]]''}} Melodramma che riesce a restituire ottimamente il clima d'angoscia che contraddistingue il romanzo (di [[William Somerset Maugham|Somerset Maugham]]) da cui è tratto, è il primo film dove [[Bette Davis]] appare nel ruolo della maliarda senza scrupoli, una maschera che condizionò la sua carriera negli anni a venire. Per questo ruolo le venne ingiustamente negato l'Oscar, assegnatole prontamente come risarcimento l'anno successivo. [...] Il film di [[John Cromwell]] è uno dei più riusciti drammi sentimentali hollywoodiani e costituisce la prima e più convincente versione del romanzo di Somerset Maugham, a cui ne seguirono altre molto meno soddisfacenti.<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1934/schiavo-damore/ Schiavo d'amore]'', ''mymovies.it''.</ref> *{{NDR|Su ''[[Il ritratto di Jennie]]''}} Sospeso tra melodramma e thriller psicologico, il film di [[William Dieterle|Dieterle]], una "fragile storia di fantasmi", fu molto amato da [[Luis Buñuel]] per la sua magica combinazione di favola e di "amour fou" e soprattutto per i suoi virtuosi incantesimi figurativi (viraggi di vario colore, technicolor finale).<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1949/il-ritratto-di-jennie/ Il ritratto di Jennie]'', ''mymovies.it''.</ref> *{{NDR|Su ''[[Shanghai Express]]''}} [[Josef von Sternberg|Sternberg]] costruisce un melodramma esotico che all'epoca ebbe grande fortuna e che ruota insistentemente intorno al volto della [[Marlene Dietrich|Dietrich]], il cui viso riflette quello di una creatura che vive costantemente nella penombra e si alimenta di mezze luci ed effetti particolari, grazie alla fotografia da Oscar di [[Lee Garmes]].<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1932/shanghai-express/ Shanghai Express]'', ''mymovies.it''.</ref> *Tratto dal romanzo omonimo di [[John Steinbeck]], ''[[Furore (film)|Furore]]'' venne portato sullo schermo da un regista di pari grandezza, capace di regalare immagini immortali, come la scena finale di Tom Joad che si allontana percorrendo la collina, mentre il sole sta nascendo. [[John Ford|Ford]], tenendo fede alla sua passione per i grandi spazi aperti raffigurati nei suoi western, disegna un grande affresco "on the road" con un bianco e nero (la fotografia è di [[Gregg Toland]]) aspro e graffiante. Premiato con due premi Oscar, il film è considerato il manifesto del New Deal di [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]].<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1940/furore/ Furore]'', ''mymovies.it'', 10 ottobre 2005.</ref> *{{NDR|Su ''[[La taverna dei sette peccati]]''}} [...] un giovane ufficiale [...] desta l'interesse della scandalosa cantante Bijou ([[Marlene Dietrich]]), che dopo una vita turbolenta tra bettole e taverne, intravvede nell'incontro la possibilità di costruirsi un'esistenza diversa [...]. Una colossale zuffa che vede coinvolti tutti i personaggi determina però un finale amaro e senza prospettive di riscatto. Il dramma esotico di [[Tay Garnett|Garnett]] riprende il tema, caro al regista, del rapporto tra il crescere delle passioni e la furia degli elementi naturali, grazie all'ambiguità sensuale della Dietrich – in un ruolo molto vicino alla Amy Jolly interpretata in ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'' – e al crescente talento di un giovanissimo [[John Wayne]], destinato di lì a poco a diventare uno dei miti immortali del cinema.<ref>Da ''[https://www.mymovies.it/film/1940/la-taverna-dei-sette-peccati/ La taverna dei sette peccati]'', ''mymovies.it''.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Di Domenico, Piero}} [[Categoria:Critici cinematografici italiani]] [[Categoria:Giornalisti italiani]] fcbjkvtcjar7z2995nnivrhx53asim7 Anna Zafesova 0 202447 1351528 1342096 2024-11-12T09:16:08Z Mariomassone 17056 1351528 wikitext text/x-wiki '''Anna Zafesova''' (1969 – vivente), giornalista russa. ==Citazioni== ===1994=== *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} Con questa guerra Boris Eltsin sperava forse di risolvere molti problemi. Ma pare che ne ricaverà di ben peggiori. Ieri un sondaggio d'opinione ha rivelato che il presidente è ora preceduto nella classifica della popolarità da Javlinskij e dal duce Zhirinovskij. E il 65% dei russi è contro la guerra.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0767_01_1994_0347_0009_11007635/ Ordine di Mosca: nessuna pietà per i ceceni]'', ''La Stampa'', 20 dicembre 1994</ref> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0746_01_1994_0188_0009_10184382/ La nostalgia di Mosca riconquista Kiev]''|''La Stampa'', 12 luglio 1994|h=4}} *Durante la campagna elettorale [[Leonid Kučma|Kuchma]] aveva ripetuto che l'Ucraina dovrebbe «rinunciare all'autoisolamento e ripristinare tutti i legami con la Russia» e che non si poteva «costruire l'indipendenza sulla base degli umori antirussi». L'ex premier, che parla a fatica l'ucraino, ha promesso di dare al russo lo status di lingua ufficiale. *Se Kravciuk aveva fatto tutto per far dimenticare il suo passato comunista, il 56enne Kuchma non nasconde di avere alle spalle una gloriosa carriera sovietica. *Il suo programma economico, che gli ha portato anche numerosi voti comunisti, parla di riforme di mercato moderate con forti privilegi al settore statale. È contrario alla compravendita della terra e vorrebbe mantenere una conquista del socialismo come la sanità e l'istruzione gratis. *{{NDR|Su [[Aljaksandr Lukašėnka]]}} Definito lo «[[Vladimir Žirinovskij|Zhirinkovskij]] bielorusso» per il populismo e la stravagante campagna elettorale (aveva inscennato un attentato contro se stesso) Lukascenko ha trionfato grazie alle sue rivelazioni sulla corruzione dei vertici di Minsk. Il suo programma: gestione statale dell'economia e no alla privatizzazione. Come Kuchma dichiara che la priorità della sua politica sarà l'amicizia con la Russia. Ma la sua imprevedibilità potrebbe creare problemi al Cremlino. ===1995=== *{{NDR|Su [[Sergej Adamovič Kovalëv]]}} [...] seguace negli anni del comunismo dell'accademico Sakharov, era stato incarcerato per 10 anni nel Gulag per «propaganda antisovietica», perché voleva portare in Russia la democrazia. Ora ritorna al dissenso, dopo essere stato il primo a denunciare senza pietà l'orrore della [[Prima guerra cecena|guerra in Cecenia]]. Ha passato un mese a Grozny, sotto le bombe dell'aviazione russa, a chiedere di cessare il fuoco, di cominciare a trattare con i ribelli, a raccontare a tutto il mondo la morte di donne e bambini in quella che il Cremlino si ostinava a definire come «affare interno della Russia» e «operazione contro le formazioni di banditi».<ref name="caccialeader">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0698_01_1995_0069_0007_10313868/ Mosca caccia il leader dei diritti umani]'', ''La Stampa'', 11 marzo 1995.</ref> *Per la missione cecena i democratici russi hanno incoronato Kovaliov «coscienza della Russia» e l'hanno candidato al premio Nobel per la pace. Il ministro della Difesa russo [[Pavel Gračëv|Graciov]] invece l'ha definito «nemico del Paese».<ref name="caccialeader"/> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0703_01_1995_0102_0007_10385004/ Cronache dalla My Lai russa]''|Sul [[massacro di Samaški]], ''La Stampa'', 18 aprile 1995|h=4}} *Fino a qualche giorno fa Samashki, un piccolo villaggio ceceno vicino a Grozny, non si trovava nemmeno sulle mappe più dettagliate. Ma oggi, dopo un'operazione militare delle truppe russe, Samashki è diventato un nome che passerà alla storia, come [[Massacro di My Lai|My Lai]] nel Vietnam: 250 morti, 180 dispersi e decine di feriti e di profughi, tutti o quasi tutti civili. *Il comando russo ha impedito l'accesso al villaggio non solo ai giornalisti e ai deputati della Duma, ma perfino ai medici e alla Croce Rossa. Solo due giorni fa la tv russa è riuscita a trasmettere alcune immagini della strage: case bruciate o ridotte in rovina, cadaveri mutilati, con il cranio spaccato o il ventre squarciato, buttati nel fango accanto ai corpi delle capre e delle mucche dei contadini. Pare che la furia omicida degli attaccanti fosse tale da non aver risparmiato neppure le bestie. *Il comando russo aveva posto agli anziani del villaggio un ultimatum: consegnare le armi e arrendersi, un'ora e mezzo per riflettere. Ora i sopravvissuti dicono che nel villaggio non c'erano guerriglieri ceceni e nemmeno armi. Ma i comandanti russi non hanno neppure aspettato la scadenza che loro stessi avevano fissato e dopo un'ora Samashki è diventato un inferno di fuoco. *Ravid, 53 anni, ricoverata ora in ospedale con il corpo e la faccia trafitti da schegge, racconta che i militari aprivano le porte delle cantine, dove gli abitanti si erano rifugiati dalle bombe, e gettavano dentro delle granate. Dopo aver fatto così il giro del villaggio, hanno costretto i superstiti a uscire dai rifugi. «Portavano via gli uomini», racconta Ravid, «oppure li fucilavano sul posto. Mia figlia piangendo ha chiesto di non uccidere suo padre. Ma i soldati hanno riso, l'hanno cosparso di benzina e trasformato in una torcia sotto i nostri occhi». *Le donne cecene, fuggite dal villaggio che non esiste più, raccontano che i soldati russi erano quasi tutti ubriachi. Ma ci sono testimonianze ancora più inquietanti: i soldati sarebbero stati affiancati da uomini in borghese, mascherati, ancora più spietati dei militari, che avrebbero lasciato nel loro accampamento un'enorme quantità di siringhe usate. Qualcuno parla di mercenari reclutati tra i delinquenti, altri di reduci da un'altra guerra spietata, l'Afghanistan. ===1996=== *{{NDR|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]]}} La parte svolta da Mosca in questa drammatica storia si fa sempre più misteriosa. A Pervomajskaja a trattare con i terroristi non è arrivato nessun responsabile federale con poteri sufficienti a prendere decisioni importanti. Tutta la responsabilità per la vita e la morte degli ostaggi grava sui dirigenti locali del Daghestan, che però non possono parlare a nome dei militari russi e dare garanzie sufficienti a Raduev.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0627_01_1996_0012_0006_8534418/ «Attaccate e sarà strage»]'', ''La Stampa'', 13 gennaio 1996.</ref> *{{NDR|Sulla crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje}} Oltre al prezzo delle vite umane ci sarà da pagare anche il prezzo politico: manifestazioni in tutto il Daghestan, chiedendo di rinunciare all'assalto per salvare gli ostaggi, tra i quali ci sono numerosi daghestani. Se moriranno nella battaglia il Cremlino potrebbe farsi un altro nemico nel Caucaso.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0627_01_1996_0014_0007_8537734/ Mosca ai ceceni: adesso basta. Nel Caucaso è l'ora del blitz]'', ''La Stampa'', 15 gennaio 1996.</ref> *{{NDR|Sulla crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje}} Si è scoperto [...] che l'uso dei missili multipli «Grad», che hanno raso al suolo il villaggio, serviva soprattutto a «scopo psicologico» In questo modo, ha spiegato orgogliosamente [[Michail Barsukov|Barsukov]] tra le risa dei giornalisti, i ceceni «avrebbero saputo che avevamo a disposizione armi potenti».<ref name="tuttiassassini">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0628_01_1996_0020_0006_8545990/ I ceceni? Tutti assassini o ladri]'', ''La Stampa'', 21 gennaio 1996.</ref> *{{NDR|Sulla crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje}} [[Anatolij Sergeevič Kulikov|Kulikov]] ha difeso la scelta di usare la forza con il pretesto che i ceceni avevano cominciato a fucilare gli ostaggi. Ma alla domanda quanti ne sono stati fucilati e da chi, ha risposto che le esecuzioni «non hanno trovato conferma».<ref name="tuttiassassini"/> *{{NDR|Sulla crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje}} Gli ostaggi [...] avevano già capito che per i russi sterminare i guerriglieri era più importante che salvare loro e hanno preferito seguire i ceceni. Ma non sono complici dei terroristi, come aveva insinuato sabato il generale Barsukov, comandante dell'operazione, parlando di presunti ostaggi che avrebbero seguito Raduev «con entusiasmo».<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0628_01_1996_0021_0005_8547583/ Gli ostaggi temono i soldati]'', ''La Stampa'', 22 gennaio 1996.</ref> *{{NDR|Su [[Aleksandr Koržakov]]}} Ha conosciuto Eltsin, all'epoca membro del Politburo del pcus, nel 1985, quando è diventato capo della sua sicurezza e da allora ha legato inestricabilmente il suo destino a lui. Guardia del corpo, amico, infermiere, partner a tennis, consigliere, Korzhakov ha esteso la sua influenza sul proprio capo al punto da trasformarsi da un potere occulto in un uomo politico pubblico che commentava e decideva problemi chiave della Russia.<ref name="korzhakov">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0648_01_1996_0169_0007_8938458/ Korzhakov]'', ''La Stampa'', 21 giugno 1996.</ref> *{{NDR|Su Aleksandr Koržakov}} Era diventato una potenza che incuteva terrore. Qualunque alto dirigente, dal direttore della tv al ministro dell'Agricoltura, doveva, prima di essere nominato da Eltsin, passare nell'ufficio di Korzhakov.<ref name="korzhakov"/> *{{NDR|Su [[Michail Barsukov]] e la [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]]}} In quell'occasione Barsukov, nominato solo di recente capo dell'Fsb - servizio federale di sicurezza, l'ex Kgb - aveva spiegato che non c'erano più ostaggi vivi e che quindi i terroristi andavano distrutti. Pervomajskoe è stato raso al suolo, la maggioranza dei ceceni è riuscita a fuggire e circa la metà degli ostaggi è perita sotto i missili russi.<ref name="barsukov">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0648_01_1996_0169_0007_8938458/ Barsukov]'', ''La Stampa'', 21 giugno 1996.</ref> *{{NDR|Su Michail Barsukov}} Era stato proprio lui a guidare nell'ottobre del '93 il [[Crisi costituzionale russa del 1993|bombardamento della Casa Bianca]], puntando una pistola alla tempia del comandante delle truppe speciali che si era rifiutato di assaltare il Parlamento ribelle. Eltsin lo aveva ricompensato come si deve: un appartamento, la nomina a generale dell'esercito, con tanto di stella d'oro tempestata di diamanti.<ref name="barsukov"/> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0627_01_1996_0009_0011_8516981/ Kizliar, ultimo inferno di Russia]''|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]], ''La Stampa'', 10 gennaio 1996|h=4}} *Tremila ostaggi è un'intera città in mano ai guerriglieri ceceni. Questo è stato per i russi il risveglio dalle festività natalizie. A sette mesi dalla tragedia di Budionnovsk, che aveva troncato 150 vite e scosso l'intero Paese, tutto si ripete nei dettagli in un'altra città russa, fino all'altro ieri sconosciuta. *In tarda mattinata finalmente il capo dei terroristi si è messo in contatto con le truppe russe: «Sono arrivati i "lupi"». Poi si è presentato: [[Salman Raduev]], 28 anni, comandante del battaglione «Lupo solitario» noto per il suo fanatismo e la sua crudeltà, ex prefetto di Gudermes, e soprattutto genero del presidente ceceno Dzhokar Dudaev. Ha avanzato una sola richiesta: il ritiro immediato delle truppe russe dalla Cecenia e da tutto il Caucaso. In caso contrario Raduev ha promesso di uccidere uno a uno i 3 mila ostaggi in mano sua. E nel pomeriggio ha tenuto fede alla parola uccidendone due. *[...] stavolta sembra chiaro che Boris Eltsin non scenderà a trattare con i ribelli, come aveva fatto il premier Cernomyrdin all'epoca di Budionnovsk. A pochi mesi dalle elezioni il Presidente russo non può permettersi debolezze. *In effetti, è difficile spiegare come 400 uomini armati abbiano potuto superare decine di posti di blocco in una zona che pullula di truppe russe. [...] Lo spionaggio militare russo ha fatto una rivelazione inquietante: il 23 dicembre tutti gli organi competenti russi erano stati informati che i «lupi» stavano preparando l'assalto a Kizliar. Nessuno ha mosso un dito. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0627_01_1996_0010_0009_8531503/ Le sette vite del presidente-fuorilegge]''|Su [[Džochar Dudaev]], ''La Stampa'', 11 gennaio 1996|h=4}} *Per i russi rimarrà sempre un mostro spietato. Per i ceceni, l'uomo che li ha condotti alla libertà. *Quelli che lo conoscono dicono che Dudaev è divorato da un'unica passione: l'ambizione di essere il numero uno, sempre. Per questo è diventato maestro di lotta libera e cintura nera di karate, ha fatto una carriera brillante diventando infine un presidente fuorilegge. E tale vuole rimanere a tutti i costi, quando ormai perfino i suoi fedeli ceceni preferirebbero sbarazzarsi del loro esuberante capo. *Dudaev è «inafferrabile» perché nessuno lo vuole catturare. Dietro alla sua ascesa ci sono troppi misteri che portano a Mosca, a cominciare da montagne di armi «regalate» a Dudaev dai russi in ritirata, fino alle esportazioni illegali di petrolio, impossibili senza i russi. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0627_01_1996_0011_0009_8532843/ Trappola nella steppa]''|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]], ''La Stampa'', 12 gennaio 1996|h=4}} *È tuttora un mistero chi e perché abbia ordinato di bloccare il convoglio, gettando nuovo olio sul fuoco. Le trattative sono arrivate a un punto morto. I ceceni non si fidano più dei russi, i russi dei ceceni. Per giunta gli accordi raggiunti con i dirigenti del Daghestan, sul tragitto del convoglio e le garanzie di sicurezza, vengono subito smentite dal comando federale. *A un certo punto Raduev, esasperato, si è rifiutato di parlare con i negoziatori locali, pretendendo un contatto diretto con il premier russo Cernomyrdin, che aveva risolto con la cornetta in mano l'analoga crisi di Budionnovsk, 7 mesi fa. Ma Mosca ha detto di no. *Il comandante dei terroristi è apparso alla tv russa per dettare le sue condizioni: via libera per i suoi 250 uomini, scortati da giornalisti stranieri, da rappresentanti della Croce rossa e deputati della Duma. [...] Ma quello che appariva sullo schermo non era più un temibile guerrigliero che decide la vita e la morte di centinaia di persone, ma un uomo evidentemente spaventato. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0627_01_1996_0013_0007_8536110/ La gente forza l'assedio russo ai ceceni]''|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]], ''La Stampa'', 14 gennaio 1996|h=4}} *Secondo il complesso e rigido codice d'onore dei popoli caucasici, il capo dei terroristi con il suo raid nel territorio daghestano e il sequestro non solo dei comuni nemici russi, ma anche di caucasici, ha offeso un popolo imparentato con quello ceceno. Molti abitanti del Daghestan sostengono la causa dell'indipendenza cecena, ma non vogliono un massacro sulla propria terra. *Raduev aveva anche chiesto di sostituire gli ostaggi con alcuni politici, tra cui Javlinskij, Gaidar e il generale Alexandr Lebed, il quale ieri ha fatto una controproposta. Il generale, uno dei favoriti alle prossime presidenziali, vuole avere da Eltsin il comando di tutte le truppe concentrate attorno a Pervomajskaja e carta bianca per agire. In cambio promette di risolvere il problema. In altre parole, di fare Raduev a pezzi. Eltsin per ora non ha accettato i servigi del generale. *Raduev è in trappola e se ne rende conto. Anche se torna sano e salvo a casa, non lo aspetta una corona d'alloro. Ieri il comandante delle forze di Dudaev, Aslan Maskhadov, ha promesso che il comandante dei terroristi verrà processato secondo le leggi dell'Islam per la sua maldestra e tragica sortita. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0647_01_1996_0162_0011_8845298/ Il generale Ordine e Buonsenso]''|Su [[Aleksandr Ivanovič Lebed']], ''La Stampa'', 14 giugno 1996|h=4}} *Squillano le trombe, rullano i tamburi, i cadetti della scuola Suvorov marciano sulla piazza. Alexandr Lebed, in alta uniforme, guarda soddisfatto questi ragazzi diciassettenni, magri, brufolosi, i baffi appena spuntati. E le mamme dei soldati bambini, acceccate dai gradi d'oro di generale che splendono al sole, spingono i figli: «Fatti una foto con lui e ricordati che da grande devi essere così». *[...] forse il più carismatico candidato alla presidenza russa. *Le stesse cose le diceva Eltsin nel '91, e ha vinto. Certo, parlava anche di democrazia. Ma i tempi sono cambiati e la ricetta di Lebed è un'altra, molto semplice: ordine, ordine, ordine. Una parola magica che in Russia può essere tutto, dittatura compresa. Per Lebed significa cacciare i burocrati corrotti, mettere dentro ladri e banditi e fissare delle regole del gioco rispettate da tutti. *A lui, militare di carriera che ha indossato l'uniforme dell'Armata Rossa a 18 anni e l'ha abbandonata solo ora, a 46, la parola «liberalismo» non dice niente. *Forte della sua esperienza di 30 anni in caserma, Lebed è convinto che tutto dipenda da un ordine, da come e chi lo dà. E la provincia, gli orfani di uno Stato padre che puniva, ma difendeva anche, lo accetta e lo acclama come la sua speranza. *[...] questo generale con la faccia da Schwarzenneger che sembra uscito da un film americano della guerra fredda non dimostra aggressività, ma un buon senso quasi casalingo condiviso dai suoi elettori. *Un generale pacifista e dal cuore tenero. Nel tempo libero gioca con i suoi bobtail e prima di dormire si immerge nel mondo allegro e spensierato di «La mia famiglia e altri animali» di Gerald Durrell. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0627_01_1996_0015_0007_8538318/ Sei giorni da scudi umani]''|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]], ''La Stampa'', 16 gennaio 1996|h=4}} *L'operazione militare - anzi, ormai si può parlare di distruzione - di Pervomajskoe è stata ordinata in nome loro, per la loro salvezza. Ma loro, gli ostaggi, non la volevano. Ormai temevano più i soldati che sarebbero venuti a liberarli, che i terroristi di Salman Raduev. *Sei giorni e sei notti a morire di paura e di freddo. Fame no, gli abitanti di Pervomajskoe avevano fatto le scorte per l'inverno e le cantine erano piene di ogni ben di Dio. Ma il freddo della steppa coperta dalla neve (nei giorni scorsi la temperatura si è mantenuta attorno ai 10 gradi sotto zero) era onnipresente. Le donne e i bambini - una ventina in tutto - trascorrevano la notte nella moschea locale, stesi per terra. Gli uomini invece dormivano nei pullman, con il vento che soffiava dai finestrini rotti, e le bombe dei terroristi sotto i sedili. I ceceni li tenevano pronti a funzionare come «scudi umani», facendoli scendere al minimo segno di pericolo. *Domenica sera, quando hanno capito che l'assalto era imminente, gli ostaggi si sono cinti la testa con foulard bianchi, per farsi riconoscere nel buio. Ma i terroristi hanno rinunciato allo «scudo umano» e hanno messo i loro prigionieri nei sotterranei delle case. Al sicuro dalle pallottole, ma non dalle bombe. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0628_01_1996_0023_0009_8549751/ Eltsin: la Russia non è più in vendita]''|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 1996]], ''La Stampa'', 24 gennaio 1996|h=4}} *Boris Eltsin comincia la sua campagna presidenziale con una nuova immagine, un nuovo stile ormai evidente. Una voltafaccia clamoroso da presidente democratico a «falco» nazional-patriottico che si sta consumando sullo sfondo della tragedia di Pervomajskaja, forse la più grave e drammatica sconfitta di Eltsin. E dopo l'esordio del Presidente in questo inedito ruolo, i suoi ultimi sostenitori liberali rompono con lui, lasciandolo senza sostegno. *Il cambio di rotta sembra ormai compiuto: la campagna elettorale di Eltsin si baserà, come ha detto Egor Gaidar, su slogan «nazional-imperiali». E sulla ricerca di un accordo con i comunisti. *[...] per gli ex alleati Eltsin ormai è uguale a Ziuganov e Zhirinovskij. E quest'ultimo paradossalmente è l'unico che applaude la nuova linea del Presidente. «Se va avanti così non potremo più criticarlo», ha commentato ieri. E c'è già qualcuno che sospetta che Zhirinovskij in realtà stia giocando in coppia con il Cremlino e che all'ultimo momento ritirerà la sua candidatura invitando i suoi elettori a votare per Eltsin. ===1999=== *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} Una follia, dicono quelli che hanno già combattuto in Cecenia nel '94-96. Le truppe russe non sono riuscite ad avere la meglio in una guerra che per i ceceni era una battaglia per l'indipendenza e che ha coinvolto tutto il popolo. Difficile che oggi qualcosa sia cambiato, sia in Cecenia che nell'esercito russo: c'è voluto un mese, 7 mila uomini delle truppe scelte e numerose perdite per cacciare 2000 guerriglieri islamici dal Daghestan, due settimane fa.<ref name="prontiallinvasione">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0510_01_1999_0264_0007_6764468/ Mosca alla Cecenia: siamo pronti all'invasione]'', ''La Stampa'', 27 settembre 1999</ref> *{{NDR|Sulla seconda guerra cecena}} Per il momento il comando russo sembra dare la preferenza alla «soluzione jugoslava»: da 20 giorni la Cecenia viene bombardata metodicamente e i missili russi puntano non solo sui guerriglieri, ma anche e soprattutto sulle infrastrutture della repubblica.<ref name="prontiallinvasione"/> *{{NDR|Sulla [[Battaglia di Groznyj (1999-2000)|battaglia di Groznyj]]}} Grozny ha le ore contate. I militari russi hanno deciso che la capitale cecena deve arrendersi o morire e hanno posto agli abitanti un ultimatum: lasciare la città entro sabato prossimo oppure contare solo sulla sorte.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0523_01_1999_0335_0010_6942804/ «Consideriamo terrorista chiunque resti a Grozny»]'', ''La Stampa'', 7 dicembre 1999</ref> *{{NDR|Sulla seconda guerra cecena}} I generali russi spiegano che {{NDR|le bombe incendiarie}} vengono usate in regioni poco popolate contro presunte basi dei terroristi. Ma esperti militari parlano già di una violazione dei trattati internazionali: l'uso delle bombe incendiarie è vietato nelle zone abitate da civili.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0528_01_1999_0353_0009_7025880/ Bombe incendiarie sui ceceni]'', ''La Stampa'', 28 dicembre 1999</ref> ===2000=== *{{NDR|Sull'[[incidente del K-141 Kursk]]}} Sembra un film e invece è un dramma che si sta consumando in queste ore nelle gelide acque del Mare di Barents. Un incidente gravissimo, il più serio degli ultimi anni, e ancora avvolto nel più fitto mistero. [...] Cosa sia accaduto, di preciso non si sa. Dall'andamento dell'incidente si può solo dedurre, dicono gli esperti, che si è trattato di qualcosa di talmente improvviso che l'equipaggio non ha fatto in tempo nemmeno a segnalare l'emergenza al comando.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0439_01_2000_0221_0003_4379861/ Una bara d'acciaio sul fondo dell'Artico]'', ''La Stampa'', 15 agosto 2000</ref> *{{NDR|Sull'incidente del K-141 Kursk}} Qualcuno spera che l'annuncio che tutto è finito sia un'altra bugia del comando: già venerdì circolavano voci che le autorità avrebbero dichiarato l'equipaggio morto sabato, giorno dell'arrivo dei soccorritori occidentali, per non farli avvicinare al sottomarino.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0440_01_2000_0225_0011_4463556/ «Non ci sono più speranze per il Kursk»]'', ''La Stampa'', 20 agosto 2000</ref> *{{NDR|Sulla [[Battaglia di Groznyj (1999-2000)|battaglia di Groznyj]]}} «Ricostuire Grozny oggi è impossibile». Questo è il verdetto del rappresentante plenipotenziario di Mosca in Cecenia, Nikolaj Koshman, per la capitale appena «liberata» dalle truppe russe. Un primo soppraluogo ha dimostrato che la città è praticamente un «cumulo di rovine» e si farebbe prima a radere al suolo quel poco che è rimasto in piedi e ricostruirla da zero, piuttosto che restaurarlo. Ma il governo russo - che non ha badato a spese per distruggere Grozny - oggi non ha i soldi per ricostruirla, e Koshman ritiene questa operazione «inopportuna».<ref name="ricostruiregrozny">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0402_01_2000_0038_0011_4278628/ «Impossibile ricostruire Grozny»]'', ''La Stampa'', 8 febbraio 2000.</ref> *{{NDR|Sulla battaglia di Groznyj}} Dalle macerie della città condannata alla morte [...] cominciano a riemergere i suoi abitanti, quelle decine di migliaia di disperati che hanno trascorso gli ultimi quattro mesi nei rifugi cercando di mettersi in salvo dagli incessanti bombardamenti. Molti non sono sopravvissuti: i soldati russi che stanno rastrellando la città hanno tirato fuori dai sotterranei numerosi cadaveri: morti di stenti o di ferite.<ref name="ricostruiregrozny"/> ===2001=== *[[Leonid Kučma|Kuchma]], impacciato ex direttore della fabbrica che produceva i temibili missili SS-20, si è guadagnato il potere nuotando come un pesce nelle acque torbide degli intrighi della nomenclatura postsovietica e dei clan mafiosi. È ucraino che ha dovuto imparare la sua lingua per governare un paese nella ricerca di un'identità, dopo aver reciso il cordone ombelicale che lo legava da tecento anni a Mosca. La Russia ancora non riesce a credere di aver perso l'Ucraina, e Kuchma ha abilmente giocato su due tavoli, chiedendo all'Ovest l'adesione alla Nato, e lusingando le frustrazioni panslaviste del Cremlino.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0372_01_2001_0069_0001_3334708/ La strana rivolta dell'Ucraina]'', ''La Stampa'', 11 marzo 2001</ref> *{{NDR|Sull'[[incidente del K-141 Kursk]]}} Dopo l'esplosione che ha devastato la prua del vascello facendolo precipitare sul fondo, si è sviluppato un incendio che ha divorato l'aria respirabile ancora prima dell'acqua che stava invadendo lo scafo. Otto ore di agonia: è il massimo che gli esperti russi concedono a quelli dei 118 uomini del Kursk che non sono morti subito. Otto ore in cui l'equipaggio ha lottato.<ref name="messaggioamore">Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,16/articleid,0347_01_2001_0305_0016_3091093/ Messaggio d'amore dalla bara del Kursk]'', ''La Stampa'', 5 novembre 2001</ref> *{{NDR|Sull'incidente del K-141 Kursk}} Gli uomini del Kursk venivano da quella Russia rurale dove mandare il figlio a fare il militare è ancora un sogno e non una maledizione. I loro sono funerali di campagna, dove la scorta d'onore mandata dal comando inciampa nel fango di strade che non hanno conosciuto l'asfalto e non riesce a marciare a passo d'oca in piccoli cimiteri in mezzo ai campi.<ref name="messaggioamore"/> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,15/articleid,0346_01_2001_0297_0015_3074755/ «Dentro il Kursk un inferno a ottomila gradi»]''|Sull'[[incidente del K-141 Kursk]], ''La Stampa'', 28 ottobre 2001|h=4}} *In un groviglio gigantesco ed inestricabile di rottami si riconosce a fatica quella che era l'ammiraglia della marina russa e oggi è il sarcofago più costoso della storia: il Kursk, ritornato dal mare per raccontare il segreto della morte di 118 marinai. *Nessun soccorso sarebbe servito, dicono le immagini della devastazione arrivate ieri sui teleschermi russi. Centotrentacinque secondi tra la prima esplosione, qualla che ha fatto perdere la rotta al Kursk, e la seconda, che ha staccatto quasi di netto la prua: non sarebbero bastati per scappare, la metà dell'equipaggio è stata disintegrata in due minuti. I sopravvissuti sono invece morti di asfissia. *Il mistero della morte del Kursk, riemerso e prosciugato dall'acqua, rimane. Sui suoi fianchi neri chiazzati di grigio si vedono fori e graffi, ma sono pochi per spiegare il disastro. Lo scafo, a parte lo squarcio della prua, appare in buone condizioni: lo stemma russo sul ponte di osservazione – intero, rotti solo i vetri degli oblò – è ancora di un rosso vivido, con le insegne dorate nitide. ===2002=== {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0274_01_2002_0115_0009_2318138/ Il generale che faceva la pace]''|Su [[Aleksandr Ivanovič Lebed']], ''La Stampa'', 29 aprile 2002|h=4}} *Il parà che era entrato al Cremlino facendo innamorare di sé mezza Russia, e che era apparso da protagonista nelle vicende cruciali del decennio eltsiniano, aveva molti elettori, ma ben pochi amici. *Sembrava un Eltsin dei tempi migliori e corretto: un vero «muzhik» russo, brusco e forte, che dice pane al pane, un figlio del popolo che non ha paura dei potenti, con la mano e la battuta pesante. Con il nasio rotto in una rissa, i modi brutali («Vi spezzerò la spina dorsale», aveva promesso ai suoi oppositori a Krasnojarsk), un'espressione perennemente minacciosa sulla tonda faccia da contadino e un sorriso raro ma improvvisamente timido, per i politologi era un rozzo figlio della caserma, per i liberali un «Pinochet russo», per il popolino «uno dei nostri», facile alla rabbia, ma con una personale idea di giustizia. Nonostante l'immagine del cattivo, paradossalmente, questo generale che si era guadagnato le mostrine in Afghanistan, nel corpo più rude e fiero dell'ex Armata Rossa, i paracadutisti, cercava la pace. *Patriota ma non nazionalista, militare ma pacifista, con una reputazione immacolata, un eroe che parlava la lingua della gente semplice e che due giorni dopo il primo turno delle elezioni si era ritrovato al Cremlino: segretario del Consiglio di sicurezza, consigliere presidenziale, presidente della commissione di nomina degli alti gradi dell'esercito, in cambio di 15 milioni di voti da regalare a Eltsin. ===2003=== {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0165_01_2003_0184_0001_1147414/ Il muftì che guida Mosca nelle faide fra i clan]''|Su [[Achmat Kadyrov]], ''La Stampa'', 7 luglio 2003|h=4}} *Corpulento, con la voce roca da fumatore incallito, in testa il colbacchino di astrakhan grigio che non si toglie quasi mai, come un simbolo della sua autorità religiosa e gerarchica, Akhmat Kadyrov si sente pronto per estirpare il terrorismo radicale nella sua repubblica, ma è un kamikaze anche lui. *Quasi tutti gli attacchi suicidi degli ultimi mesi hanno come bersaglio questo cinquantenne con modi da padrone. Il muftì sa di essere in pericolo e si nasconde a Mosca, dove trascorre più tempo che in patria, mentre a Grozny si ripara in una casa fortificata e si circonda di guardie del corpo. *Nella prima guerra cecena Kadyrov, muftì di Gudermes, era uno dei leader più irriducibili del separatismo, che aveva proclamato la Jihad contro i soldati russi. La sua sorprendente «svolta a U» nella seconda guerra non sembra una folgorazione, ma piuttosto un calcolo: la guerriglia nazionalista della prim'ora veniva sostituita da fondamentalisti finanziati da centri di estremismo internazionali. *La sua gestione della Cecenia – dove di fatto governa già come presidente, per ora nominato da Mosca – viene vista dai connazionali come un regime di corruzione e nepotismo basato sui kalashnikov russi. ===2004=== *[[Ramzan Kadyrov|Kadyrov jr.]] è [...] uno dei personaggi più odiati della Cecenia: commandante di una milizia privata di 4000 uomini che faceva paura alla popolazione civile quasi quanto i soldati russi, si dice che avesse un carcere personale dove rinchiudeva e torturava gli oppositori di suo padre.<ref>Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0191_01_2004_0129_0008_1329335/ Nuove truppe russe. La risposta di Putin]'', ''La Stampa'', 11 maggio 2004.</ref> ===2009=== {{Int|Da ''[https://www.ilgiornale.it/news/quanti-errori-e-stranezze-quelle-pagine.html «Quanti errori e stranezze in quelle pagine»]''|Su ''Educazione siberiana'' di [[Nicolai Lilin]], ''Ilgiornale.it'', 12 maggio 2009|h=4}} *Diciamo che l'infanzia che lui racconta, in un contesto di povertà ed emarginazione, è anche credibile. Così come è probabile che conducesse allo sbocco naturale della prigione. Anche una certa realtà di bande giovanili è possibile. È la parte sulla mafia che non convince. [...] Rappresentanti della [[Organizacija|mafia russa]] ne ho conosciuti. Chi è un killer non va certo a raccontarlo in giro. *Che cosa vuol dire siberiana? Tutto e niente. Ha visto sull'atlante quanto è grande la Siberia? E poi non esiste un'etnia siberiana, ma solo delle minoranze autoctone che con questo libro non c'entrano niente. *La parola "urca", già usata nel linguaggio carcerario e non solo, e che si trova per esempio anche in Solgenitsin, è un sostantivo che definisce i forzati o meglio i criminali professionisti. Oggi non è più un termine molto usato. {{Int|Da ''[http://www.memorialitalia.it/indagine-su-un-libro-culto-della-mafia-post-sovietica-sembrava-tutto-vero/ Indagine su un libro culto della mafia post sovietica. Sembrava tutto vero]''|Su ''Educazione siberiana'' di [[Nicolai Lilin]], ''La Stampa'', 23 giugno 2009|h=4}} *Secondo Lilin, gli Urca sarebbero una minoranza etnica «discendente degli antichi Efei» che viveva di caccia e rapina e che dalla Siberia venne deportata in Transnistria negli anni '30, quando era parte della Romania (sarebbe stata annessa all'Urss nel 1940, nella spartizione dell'Europa tra Stalin e Hitler). Così i comunisti avrebbero popolato «l'impero romeno», come lo chiama lo scrittore, di criminali russi sconfiggendo le cosche locali. «Assurdo», ride Pavel Polian, storico russo che da 25 anni studia le deportazioni di comunismo e nazismo: «Si deportava in Siberia, ma non dalla Siberia, meno che mai in Moldova. E gli Efei non sono mai esistiti». *Secondo Lilin l'esistenza stessa degli Urca era un segreto del regime. Una comunità quasi estinta, che aveva lasciato un segno profondo, vincendo da sola la guerra del 1992, quando la Moldova in preda a bollenti spiriti postsovietici ha invaso la provincia separatista. In Educazione siberiana si narra del trionfo dei «siberiani», riusciti a far esplodere uno dei due cinema di Bendery pieno di militari. Marian Bozhesku, ricercatore ucraino autore di ''Transnistria 1989-1992'', lo studio più esaustivo sul conflitto, dice di non averne mai sentito parlare. «Per noi il ricordo della guerra è ancora vivissimo, abbiamo combattuto disperatamente, dire che sono stati i criminali a vincerla è ridicolo», s'indigna Denis Poronok, che ha la stessa età di Lilin, 31 anni, e contesta la «versione di Nicolai»: «Il cinema esploso è una fiaba, e nel '92 a Bendery c'erano quattro sale, non due». *Bendery è una città piccola, 80 mila abitanti dove tutti si conoscono. Conoscono anche Nicolai (anche se all'epoca portava un altro cognome), si ricordano i suoi genitori e il nonno Boris, «grande persona, ha lavorato fino all'ultimo», dice un coetaneo dello scrittore. Si frequentavano quando erano ventenni, è stato anche a casa sua: «Non c'erano icone, né armi, nessun oggetto "siberiano". Lui era uno curioso, leggeva molto». Nulla di criminale? «Mai sentito che fosse stato in galera, anzi si diceva che a un certo punto si fosse arruolato nella polizia». ===2012=== {{Int|Da ''[https://it.gariwo.net/editoriali/anna-politkovskaya-questa-sconosciuta-5874.html Anna Politkovskaya, questa "sconosciuta"]''|Su [[Anna Stepanovna Politkovskaja]], ''It.gariwo.net'', 5 ottobre 2012|h=4}} *I quattro spari nell'ascensore del numero 8 di via Lesnaya hanno avuto un'eco molto più forte in Europa e nel resto del mondo, mentre in Russia il sesto anniversario dell'omicidio è stato segnato più modestamente dall'autorizzazione, da parte del comune di Mosca, di installare sulla sede della redazione della ''Novaya Gazeta'' una lapide in memoria di Anna. *Il nome di Politkovskaya in patria rimane largamente sconosciuto. In Europa la sua sorte, e quella dei suoi colleghi, è una delle prime domande che vengono rivolte a chi parla di Russia. Sembrava quasi che avesse ragione Vladimir Putin che, nel commentare la sua morte senza nemmeno esprimere il minimo di cordoglio richiesto dall'educazione, diceva che era "una sconosciuta", in un mondo dove i lettori e gli spettatori sembravano accontentarsi della propaganda governativa. *Anna Politkovskaya ha svolto il suo lavoro negli anni più bui della Russia post-comunista, combattendo contro l'indifferenza, il razzismo che da fenomeno di sottocultura di periferia diventava quasi una retorica ufficiale, la violenza e il conflitto come strumento di politica, mentre una dopo l'altra le voci del dissenso venivano fatte tacere o si tacitavano. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2012/10/23/news/l-ottobre-di-sangue-della-dubrovka-1.36371637/ L'ottobre di sangue della Dubrovka]''|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]], ''Lastampa.it'', 23 ottobre 2012|h=4}} *La presa degli ostaggi nel teatro della Dubrovka era una tragedia diversa da tutte le altre tragedie russe. Fino a quel momento la guerra nel Caucaso era stata lontana. [...] Stavolta la guerra era arrivata nella Mosca bene, aveva colpito in pieno quella nascente borghesia che si era appassionata alla neonata moda dei musical ed era andata al primo spettacolo del genere nato in casa, a sfidare i prodotti di Broadway. *Tra i 916 ostaggi c'erano la figlia di un ex ministro, attori, cantanti, imprenditori, turisti occidentali (75 persone), che avevano pagato un biglietto costoso e che non prendevano mai la metropolitana. Era gente i cui figli non venivano mandati a combattere nel Caucaso. Era gente alla quale certe cose non potevano succedere. *Era il primo atto terroristico con i cellulari e gli ostaggi mandavano sms ai parenti. Tutti, o quasi, a Mosca conoscevano qualcuno che aveva i loro cari lì dentro. Ammazzare i ceceni nel cesso all'improvviso non sembrava più una soluzione. *La maggior parte delle vittime morì già in ospedale, oppure nelle ambulanze dove venivano accatastati in pile, come cadaveri, dopo essere stati lasciati senza soccorso per ore. Il ministro della Salute annunciò trionfante che il gas era "un segreto di Stato", e i suoi inventori – con un decreto altrettanto segreto – vennero insigniti di alte onorificenze. I parenti delle vittime l'anno scorso sono riusciti a dimostrare al Tribunale di Strasburgo che i loro cari – tra cui numerosi bambini – sono morti per colpa del governo russo. *[...] perché nessuno dei 35 ceceni riuscì a far brillare nemmeno un ordigno, visto che il gas non aveva un effetto immediato e alcuni terroristi aprirono anche il fuoco contro le teste di cuoio che irrompevano nell'edificio? Perché le "vedove nere" avevano in tasca biglietti di ritorno se era una missione suicida? Sia alcuni ceceni che esponenti delle autorità a un certo punto si fecero sfuggire che le bombe erano senza innesco, per evitare la strage. I ceceni contavano su una trattativa in diretta tv, e di fuggire per tornare a casa. Pensavano che il Cremlino non avrebbe accettato un massacro a Mosca. Si sbagliavano. I tempi erano cambiati. Alla Dubrovka lo Stato russo si riappropriò del suo storico diritto di uccidere i suoi cittadini per dimostrare la propria forza. ===2014=== *{{NDR|Sull'[[annessione della Crimea alla Russia]]}} Stavolta Mosca non ha intenzione di praticare la strada di protettorati formalmente indipendenti, come in Ossezia del sud, Abkhazia o Transinistria, ma procede direttamente all’annessione, allargando il proprio territorio per la prima volta dal collasso dell’Unione sovietica.<ref>Da ''[https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/03/06/news/annessione-secca-50829/ Annessione secca]'', ''Ilfoglio.it'', 6 marzo 2014</ref> {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/03/07/news/comera-studioso-putin-prima-di-perdersi-nel-suo-mondo-merkel-50755/ Com'era studioso Putin prima di perdersi "nel suo mondo" (© Merkel)]''|Su [[Vladimir Putin]], ''Ilfoglio.it'', 7 marzo 2014|h=4}} *Come ha fatto quest'uomo che non credeva in nulla e non si fidava di nessuno a finire nella trappola della propria propaganda e ad abitare, secondo Angela Merkel, "in un altro mondo"? Ossessionato dall'efficienza, ha però dimenticato di aver imparato – cosa tutt'altro che scontata per un sovietico – la regola fondamentale del feedback, senza il quale il funzionamento di ogni sistema (un governo, un'azienda, un servizio segreto) si inceppa perché non pensa più a essere operativo, ma solo a soddisfare i superiori. *Ogni volta che si tratta di scegliere tra il dialogo e la prevaricazione, il timido e controllato Putin opta per la seconda. Lo fece con la Cecenia. Lo fece al bivio cruciale del 2003 quando doveva accettare di co-gestire il potere con opposizioni e oligarchi, e scelse invece di incarcerare Khodorkovsky e bandire per la prima volta i liberali dalla Duma. Lo fece con i dissidenti nel 2012. Fino alle Olimpiadi, il suo trionfo supremo, consacrato non solo dalla propaganda addomesticata ma dai media internazionali. Colpire la sua autostima proprio quel giorno è stata forse la peggiore delle idee degli ucraini insorti. *Non avendo mai creduto in nulla, non riesce a credere che qualcuno sia così stupido da credere in qualcosa, meno che mai nella libertà. L'unica cosa in cui crede, perché funziona e perché in qualcosa deve pur credere, è il potere. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/03/14/news/il-putinismo-come-ideologia-50849/ Il putinismo come ideologia]''|Su [[Vladimir Putin]] e il [[putinismo]], ''Ilfoglio.it'', 14 marzo 2014|h=4}} *I metodi ai quali ricorre sono quelli sovietici, presi di peso dai manuali del Pcus e del Kgb. Ma il messaggio è opposto. Il pantheon putiniano fa l'operazione inversa a quella della perestroika, dimentica Lenin per osannare Stalin come "nation-builder" e riesumatore dei valori conservatori dopo la sbornia rivoluzionaria. L'Urss si proponeva di esportare il nuovo, il progresso come lo vedeva, l'emancipazione delle donne e delle classi subalterne, l'industria, la scuola per tutti. Putin difende il vecchio, e ha intuitivamente ragione John Kerry quando lo accusa di usare una logica da Ottocento. Per Putin non è una critica, ma un complimento: l'"altro mondo" nel quale lo accusa di vivere Angela Merkel è fatto ancora di potere militare, territori da annettere, popoli da conquistare. *Il vero obiettivo è il Grande Impero Continentale Europeo, un progetto "[[Eurasiatismo|euroasiatico]]" che i russi porteranno avanti guidati da un "Uomo del Destino" in quella che è "una guerra contro gli Stati Uniti". Prima che Washington applichi la tecnica del "golpe nazista" in altri paesi, e con l'aiuto dei nazionalisti europei, spinti dall'odio che "immigrati, musulmani e Lgbt provano verso gli abitanti autoctoni". *Mentre in Europa si cerca di ragionare sugli interessi di Putin in Crimea, cercando di trovare una motivazione anche sbagliata ma comunque razionale del suo agire, per Mosca è solo un lembo di terra simbolico in uno scontro globale. Perfino la retorica panslavista, così cara a un altro zar che piace a Putin, quell'Alessandro III che diceva che gli unici alleati della Russia sono l'esercito e la flotta, passa in secondo piano, anche perché quasi tutti gli slavi sono ormai scappati verso la Nato proprio per evitare la "fratellanza" invadente di Mosca. Non si tratta di territori, accessi al mare e gasdotti, ma di valori, e quindi non c'è nulla su cui mediare e negoziare, è una "contraddizione antagonista" direbbe quel Marx che a Mosca a quanto pare è stato archiviato. *Nicola I cercava un'alleanza conservatrice presentendo la fine delle monarchie sotto la spinta del 1848, oggi Putin si ispira a lui e si propone come lo zar che offre protezione dal caos dell'individualismo liberale. Non è casuale che una delle frasi più frequenti dei suoi elettori è "con Putin siamo al sicuro". Anche quando faticano a spiegare da quali minacce. ===2016=== {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2016/10/07/news/nella-russia-del-dissenso-proibito-anna-politkovskaya-e-stata-gia-dimenticata-1.34783622/ Nella Russia del dissenso proibito Anna Politkovskaya è stata già dimenticata]''|Su [[Anna Stepanovna Politkovskaja]], ''Lastampa.it'', 7 ottobre 2016|h=4}} *Quando Anna Politkovskaya venne uccisa, 10 anni fa, nel giorno del compleanno del presidente russo, Putin disse che era «poco conosciuta in patria». Era vero, ed è vero oggi. Dieci anni dopo, il paesaggio mediatico in cui l’inviata in Cecenia della Novaya Gazeta pagò il suo lavoro con la vita, appare un paradiso della libertà di stampa. Oggi le voci critiche sono quasi tutte esiliate nella Rete, e l’inviato del Primo canale tv dopo una conferenza stampa viene beccato (da un cronista della Novaya, guarda caso) a urlare al telefono con i suoi superiori: «Ditemi che linea ideologica devo prendere, porca p...!». *Lo spazio di manovra si sta restringendo anche su Internet: l’ente di controllo Roskomnadzor blocca i siti a migliaia, e ci sono già stati precedenti di utenti finiti in tribunale per un repost “estremista” (che può essere anche l’annuncio di una manifestazione non autorizzata dell’opposizione) o una foto su Facebook giudicata «attentato all’ordine costituzionale», come nel caso di una ragazza che si è espressa per il rovesciamento di Putin. In Russia è vietato - o può essere considerato vietato, a discrezione di attivisti, poliziotti e giudici zelanti che interpretano le leggi approvate negli ultimi anni - parlare bene degli omosessuali, raccontare un caso di suicidio, criticare la chiesa ortodossa e ovviamente mettere in discussione lo Stato, Crimea inclusa. *Il dominio della censura diretta e indiretta ha il suo peso, ma pensare che i russi sono quello che gli viene mostrato in tv in fondo è offensivo per loro stessi. Il problema è che i russi vedono in tv quello che vogliono vedere. *Oggi la domanda «cosa sarebbe successo se Sakharov e Solzhenitsyn avessero avuto Internet?» ha trovato la risposta: niente. I russi hanno la piena libertà di installare modem e parabole, e scoprire che non è vero che in Europa non si può uscire per strada senza venire violentati dai migranti, che nelle scuole occidentali i bambini non vengono costretti a praticare l’omosessualità, che non ci sono affamati che muoiono nelle strade a causa della crisi economica. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/cultura/2016/12/18/news/sere-tv-ucraina-servo-del-popolo-111185/ La serie tv che fa impazzire (e sognare) l'Ucraina]''|Su ''[[Servitore del popolo (serie televisiva)|Servitore del popolo]]'', ''Ilfoglio.it'', 18 dicembre 2016|h=4}} *È la prima vera success story dell'Ucraina tre anni dopo la rivoluzione sul Maidan. Il mix di satira politica e comicità tradizionale, con un cast di splendidi caratteristi (imperdibile Stanislav Boklan nel ruolo del primo ministro logorato dal potere) e un ritmo incalzante, ha stracciato i record di ascolti. *I politici, gli oligarchi e i deputati vengono tutti derisi senza pietà, e sono molto riconoscibili. La sceneggiatura copia direttamente dai tg, omettendo solo la guerra con la Russia, e i nazionalisti hanno criticato "Il servo del popolo" perché girato in russo. *I creatori della serie sperano che insegni anche un modello di comportamento positivo: l'onestà e il buon senso del giovane presidente rendono gli intrighi e le ruberie dei potenti comiche e stupide, rompendo la tradizione sovietica di subire senza poter cambiare nulla. ===2018=== {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/politica/il-governo-salvini-facebook-bardo-bardo/417819/ Il governo Salvini – Facebook – Bardò Bardò]''|Su [[Matteo Salvini]], ''Rollingstone.it'', 26 giugno 2018|h=4}} *Matteo Salvini è uno che si sa muovere, bisogna ammetterlo. Oltre ad aver fatto l'Opa più riuscita della storia, scalando con il 17% dei voti prima la sua coalizione, poi il governo formato in coalizione con il primo partito italiano, e infine l'Italia, ha scoperto e brevettato un modo di governare facile ed efficiente, e pure divertente, per lui e per gli altri. Governa su Twitter. E su Facebook. *Ora anche le tv devono accodarsi, ai tweet, e anche senza avere lo smartphone tutti possono essere al corrente dell'ultima replica di Salvini. Che twitta non da un account del Viminale, ma dal suo profilo personale, dove si qualifica innanzitutto "leader della Lega". In mezzo ad annunci di comizi elettorali, foto con gli ammiratori e consigli su come capire i cani, si trovano i tweet che annunciano come Salvini cambierà il Paese: polizia davanti alle scuole, immigrati in mare, flat tax domani, no, oggi, togliamo a Saviano la scorta, ai bambini i vaccini, ai rom i figli. Furio Colombo "fa schifo", Emmanuel Macron è un "chiacchierone" (cosa farà il giorno che incontra il presidente francese, non potrà evitare per sempre i summit e i negoziati europei?), prima gli italiani, ma non tutti, arrestiamo gli equipaggi delle navi che soccorrono i migranti appena mettono piede sul suolo italiano. *Ha capito meglio di chiunque altro come funziona il mondo mediatico, e ufficializzato il distacco definitivo della realtà dal mondo virtuale. La verità non lo turba minimamente: vola in Libia a proporle di ospitare campi profughi che il governo di Tripoli ha già rifiutato e si fa fotografare con i marinai italiani che coordinano i soccorsi ai migranti spacciandoli per quelli che "difendono la nostra sicurezza". Promette cose che il governo, almeno il ministro dell'Economia, non mette nemmeno nell'agenda del 2022. Annuncia provvedimenti che non è in grado di fare. Pontifica di vaccini, di scrittori, di calciatori. Insulta chi gli sta antipatico. Insomma, si comporta come l'uomo qualunque armato di un account Twitter. E funziona. *Salvini ha capito, e messo in atto come nessuno prima, la vera regola della modernità: ''perception is reality''. Non serve essere, basta dirlo. Chi vuole convincere l'elettore/lettore con argomenti razionali perde solo tempo, tanto domani si parlerà d'altro. Nessuno si ricorda più dello scandalo sul censimento dei rom, durato 24 ore, ma tutti si ricorderanno che Salvini è andato giù duro con i rom. Non è cambiato nulla? Non ha importanza, però almeno si è sfogato contro di loro. *Non servono più dibattiti, studi, esasperanti e lunghe operazioni per trovare consenso e mediare i più disparati interessi: nel mondo on demand di [[Facebook]], dove è l'utente a scegliersi la community e gli interessi di suo gradimento, e chi non la pensa come te si oscura con un click, il politico deve dire le stesse cose che si dicono nelle chat. {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/politica/cosi-si-fabbrica-la-falsa-invasione-di-migranti/418276/ Così si fabbrica la falsa invasione di migranti]''|''Rollingstone.it'', 29 giugno 2018|h=4}} *I migranti vivono accanto a noi, in una realtà spesso problematica. Ma il modo in cui li vediamo e giudichiamo è influenzato dai media, tradizionali e non, fino a distorcere il quadro reale. *I migranti scendono dai barconi ogni giorno sui teleschermi, e non stupisce che nella percezione degli italiani gli stranieri ormai compongano, in base ai vari sondaggi, da un quarto a un terzo della popolazione. In realtà, sono l'8%, contando tutti i non italiani, e appena il 6% se si parla di "extracomunitari", dai cinesi agli americani e agli svizzeri. La stragrande maggioranza ha un permesso di soggiorno, e un lavoro. Ma dai monitor viene raccontata tutta un'altra storia. *Anche per numero di fake news riguardanti gli stranieri l'Italia è sopra la media europea, anche se per numero di fatti segnalati la Germania e la Svezia, Paesi con una presenza di immigrati molto più cospicua, sono in cima alla classifica. *Ora l'Unione Europea si sta spaccando su una crisi migratoria che non esiste, ma che ha portato al cambiamento di governo in Italia e fa vacillare Angela Merkel. L'immigrazione è un problema reale, falsarne, intenzionalmente o no, la percezione paradossalmente può solo complicarne la soluzione. {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/politica/trump-putin-lopera-buffa-di-due-venditori-di-fumo/420843/ Trump-Putin, l’opera buffa di due venditori di fumo]''|''Rollingstone.it'', 17 luglio 2018|h=4}} *I tempi dei vertici di svolta tra Reagan e Gorbaciov, con scenografie sontuose e solenni firme di accordi di disarmo, sono ormai lontani. Alla vigilia dell'incontro a Helsinki perfino il segretario di Stato Mike Pompeo ammetteva di non sapere di cosa avrebbero parlato i due presidenti, mentre democratici e repubblicani a Washington esprimevano timori che a fare affidamento al suo vantato talento di negoziatore Trump sarebbe caduto facile vittima dei trucchi di Putin, molto più esperto e dotato di un maggiore sangue freddo. *Ovviamente, è possibile che nelle due ore trascorse a quattr'occhi (solo con i rispettivi interpreti) nel palazzo presidenziale di Helsinki la strana coppia avesse stipulato un cruciale patto segreto di cui verremo a sapere nei prossimi giorni o mesi, e che Trump abbia rivenduto a Putin l'Alaska ceduta dagli zar agli americani. Formalmente però il risultato è stato pari a zero, nemmeno un foglio di carta pieno di buone intenzioni da firmare sotto gli occhi delle telecamere. *Un incontro tra due pragmatici disincantati, ed entrambi non hanno nessun problema ad ammettere che "non si aspettavano molto" dal summit con l'avversario. Con poche attese è facile non restare delusi, e i tempi in cui George W. Bush guardava Putin negli occhi per "vedere la sua anima" appaiono di un'ingenuità quasi commuovente. {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/politica/dentro-la-fabbrica-dei-troll-russi/423369/ Dentro la fabbrica dei troll russi]''|Sulle [[Brigate del Web]], ''Rollingstone.it'', 3 agosto 2018|h=4}} *Dentro, {{NDR|la sede dell'[[Internet Research Agency]]}} sembrava un ufficio qualunque, stanze con scrivanie e pc, piene di giovani smart, con capi settore, macchinette del caffè, memo, riunioni e training per i 400 dipendenti. Un'altra circostanza che si può affermare con una qualche certezza è il nome del loro datore di lavoro: [[Evgenij Prigožin|Evgheniy Prigozhin]], 57enne pietroburghese con alle spalle una movimentata carriera che include 9 anni di prigione per rapina, truffa e sfruttamento di prostituzione minorile, studi da farmacista e la fondazione di un impero di ristorazione partito da un banchetto di hot dog. Oggi porta orgogliosamente il titolo di "cuoco di Putin", figura nella lista nera degli oligarchi moscoviti sotto sanzioni degli Usa e viene associato dagli analisti a due delle armi più elusive e potenti del Cremlino: la "fabbrica dei troll" di Pietroburgo e la compagnia Wagner, una società di contractor privati che ha fatto il lavoro sporco per i militari russi nel Donbass, in Siria e ora anche in Africa. *Mentre i troll di destra – i più numerosi – ricorrono alla retorica più classica dei trumpiani, con grande enfasi sull'immigrazione e l'islam, quelli di sinistra simpatizzano per Bernie Sanders, postano video di afroamericani pestati dalla polizia e usano un linguaggio simile al moviment BlackLivesMatters. Il loro obiettivo – che denota dietro alla profilazione dei target un lavoro analitico serio – non è tanto convincere gli afroamericani a votare per Trump quanto a persuaderli a non votare Hillary, a restare a casa, fomentando la loro frustrazione. La terza categoria degli account sono i "hashtag gamers", impegnati a rilanciare hashtag di varia natura, mentre i "news feed" si spacciano per aggregatori di news locali, attingendo spesso a piene mani da fonti di propaganda russa come RT o Sputnik, e contribuendo a intrecciare la rete fasulla in quella degli account autentici, di influencer famosi come di comuni mortali (Twitter ha notificato a più di 1400000 utenti che hanno interagito a loro insaputa con i troll russi). Infine, i meno numerosi ma forse i più pericolosi, sono i "fearmonger", gli spacciatori di paura, una pattuglia piccola ma agguerrita che rilancia bufale spaventose, come la notizia che i tacchini del giorno del Ringraziamento sono stati contaminati con la salmonella. *I tempi delle spie russe mascherate da ''The Americans'' sono finiti, ma su Internet le barbe finte virtuali possono ancora funzionare per qualche mese, e chissà quanto si sono divertiti i troll pietroburghesi a impersonare nello stesso giorno l'operaio bianco del Midwest arrabbiato e la donna afroamericana abusata, passando dalla maschera di un militante liberal della East Coast a quella di un redneck favorevole all'uso delle armi contro gli immigrati, e dall'attivista nero che twitta contro la polizia al poliziotto che twitta in difesa del suo diritto a sparare ai neri. Ogni troll, secondo le testimonianze dei pochi pentiti, gestiva circa 10 account, e in turni di 12 ore al giorno scrivere post a nome dei suoi vari alias su Facebook, Twitter, Instagram o il social russo Vkontakte, e inviare decine di commenti alle bacheche altrui e ai siti dei giornali anglosassoni. {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/politica/ok-i-troll-russi-ma-il-problema-sei-tu-caro-cittadino-elettore/423892/ Ok i troll russi ma il problema sei tu, caro cittadino elettore]''|Sulle [[Brigate del Web]], ''Rollingstone.it'', 9 agosto 2018|h=4}} *Il troll russo è il nuovo cattivo perfetto, invisibile e onnipotente al punto da decidere l'esito delle elezioni americane. Chi si permette solo un emoticon di scetticismo viene bollato subito come complice di Putin, normalmente dagli stessi media e dagli stessi politici che quattro anni fa – quando i troll russi fecero la loro prima massiccia comparsa sul web internazionale, per difendere la Russia che invadeva l'Ucraina – snobbavano le denunce sulle fake news made in Russia come propaganda antiputiniana (magari finanziata da Washington o da Soros). Ora è argomento di studio di magistrature, commissioni parlamentari e università di tutto il mondo, e stanno apparendo le prime "pistole fumanti", come il rapporto sugli account collegati alla "fabbrica dei troll" di Pietroburgo, o l'indagine della polizia postale italiana sugli account della campagna Twitter per l'impeachment di Mattarella. *I troll pietroburghesi, che battono sui tasti per 12 ore al giorno in cambio di circa 700 euro mensili pagati da Evgheny Prigozhin, il "cuoco di Putin" che come secondo hobby gestisce anche la compagnia di contractor che combatte le guerre del Cremlino, hanno brevettato e portato su scala industriale quello che milioni di utenti già facevano, e continuano a fare, di propria spontanea volontà, e gratis. *Il pericolo dei troll russi è che cavalcano e manipolano l'opinione pubblica senza i vincoli e le inibizioni imposti da una democrazia, esattamente come lo facevano i loro predecessori comunisti sovietici. Possono essere, con una certa fatica, afferrati per mano, e incriminati perché svolgono un lavoro dai contenuti precisi per conto di una potenza straniera, e probabilmente l'introduzione di nuove leggi e regole che ne proibiscono o ne limitano l'attività è questione solo di tempo. Resta da capire cosa fare di chi svolge la stessa attività all'interno del proprio Paese, negli interessi di un partito o di un candidato, o magari anche gratis e pensando di fare la cosa giusta. Un tempo non lontano gli idealisti del liberalismo sognavano l'arrivo di un mondo di libertà globale al grido "se Solzhenitsyn avesse avuto Facebook". Ora si chiedono con sgomento cosa avrebbe potuto fare con un account Twitter in mano Goebbels. {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/politica/la-verita-sulla-campagna-russa-di-conte-putin-non-compra-il-debito-italiano-ma-minaccia-gli-euromissili/433177/ La verità sulla campagna russa di Conte: Putin non compra il debito italiano ma minaccia gli euromissili]''|Sul [[trattato INF]], ''Rollingstone.it'', 26 ottobre 2018|h=4}} *L’assurda escalation finisce solo con Mikhail Gorbaciov, che nel 1987 insieme a Ronald Reagan firma il trattato che mette al bando in quanto tali tutti i missili di corto e medio raggio. L'incubo è finito, il braccio di ferro tra russi e americani diventa una faccenda di due superpotenze, e l'Europa smette di essere un teatro di guerra destinato a essere sacrificato per primo. La foto di Reagan e Gorbaciov che firmano il trattato entra subito nei libri di storia. E forse lì rimarrà, perché Donald Trump ha annunciato di voler disfarsi del trattato firmato trent'anni fa, con la scusa che i russi lo stanno violando, installando nell'enclave baltica di Kaliningrad missili – dotabili di testata nucleare – in grado di colpire la Polonia e, con un certo sforzo, anche Berlino. *L'apocalisse nucleare apparentemente non spaventa il Cremlino, e Putin dichiara allegramente che in caso di attacco atomico non avrà esitazione a ordinare il contrattacco: "noi russi, in quanto martiri, andremo tutti in paradiso, mentre il nemico creperà e basta". D'altra parte, il presidente russo aveva già in passato dimostrato di non avere il tabù sull'uso dell'atomica dei suoi predecessori: aveva messo in allerta i missili russi all'epoca dell'annessione della Crimea, e non teme il rischio che il mondo intero possa cessare di esistere perché "un mondo senza la Russia non ha senso", ha dichiarato in uno dei film agiografici che gli dedica la tv russa. *Se il bluff di Trump non funziona, l'alternativa sarà un mondo dove tutti tornano liberi di armarsi allegramente. In fondo conviene a tutti, iraniani, cinesi, americani, nordcoreani, russi e indiani. L'unica a perdere sarebbe l'Europa, che non ha intenzione di armarsi, e quindi tornerebbe nel suo ruolo di bersaglio. I russi – nonostante il rischio di uno sforzo bellico che rischierebbe di sfinire l'economia che già paga il prezzo delle sanzioni e della guerra in Siria (negli anni Ottanta era l'Afghanistan) – non perderebbero l'occasione di ripuntare i missili su Germania, Francia, Italia e Regno Unito, e il Pentagono non perderebbe l'occasione di piazzargli dei contromissili che probabilmente Polonia e Paesi Baltici sarebbero lieti di ospitare per tutelarsi dall'invadente vicino orientale. A quel punto, per sentirsi definitivamente tornati nel 1984, non resterà che tornare alla lira, con Sting in sottofondo. ===2019=== {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/04/22/news/le-elezioni-libere-in-ucraina-sono-il-primo-colpo-di-zelensky-a-putin-250889/ Le elezioni libere in Ucraina sono il primo colpo di Zelensky a Putin]''|Sulle [[elezioni presidenziali in Ucraina del 2019]], ''Ilfoglio.it'', 22 aprile 2019|h=4}} *Il primo gesto di Vladimir Zelensky è di gettare una bomba nel cortile del vicino russo, e infatti il Cremlino si rifiuta clamorosamente di congratularsi per la vittoria con il nuovo presidente ucraino. Il primo russo a congratularsi "con l'Ucraina e gli ucraini" è invece Alexey Navalny, che fa subito sua l'immagine del Davide che batte il Golia del potere di Zelensky e sottolinea il messaggio dirompente che arriva dal paese ex fratello: a Kiev si tengono elezioni libere, a Mosca no. *L'assordante risultato elettorale è figlio di speranze impossibili da realizzare in tempi brevi: l'Ucraina detiene il triste primato del paese più povero d'Europa e la campagna contro la corruzione che ha reso popolare il personaggio televisivo e politico di Zelensky dovrà essere condotta in un complesso sistema di clan politici, oligarchici e regionali, dove il negoziato è d'obbligo (e infatti Poroshenko ha già offerto all'ex nemico il suo sostegno ottenendo in cambio la promessa di un ministero). *I media russi hanno seguito da vicino la campagna elettorale, ma la direttiva di ridicolizzare il paese scappato da Mosca ha avuto un effetto boomerang: nel raccontare che gli ucraini sono talmente malridotti da aver eletto un pagliaccio hanno inavvertitamente rivelato ai russi l'esistenza di elezioni vere, nelle quali uno sfidante può criticare il potere e i giornalisti interrompono il capo dello stato perché ha sforato il cronometro durante il confronto finale. *Attaccare Zelensky con la consueta propaganda russa sui "nazisti ucraini" sarà difficile: un presidente di origini ebraiche e di lingua russa toglie a Putin il monopolio sull'identità nazionale e dimostra che si può essere etnicamente russi e avere come modello politico l'Europa e la democrazia. Un'alternativa che sia Putin sia Navalny dimostrano di aver capito subito. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/09/15/news/il-culto-di-zelensky-273661/ Il culto di Zelensky]''|Su [[Volodymyr Zelens'kyj]], ''Ilfoglio.it'', 15 settembre 2019|h=4}} *L'ossessione per l'o-ne-stà è uno dei tratti che, insieme alla carriera nello spettacolo, ha fatto guadagnare a Zelensky il titolo di "Grillo ucraino": "Lo votano le babushke analfabete, quelle che non leggono nemmeno la scheda elettorale, ma guardano la tv", è l'obiezione sdegnata che si sente in molti salotti dell'intellighenzia. Il 73 per cento alle presidenziali – e il 43 per cento alle politiche – però non può essere composto solo da vecchiette con il foulard in testa. *Da Kiev la Russia appare lontana, e mentre i media russi parlano in continuazione di Ucraina (ovviamente male), gli ucraini se ne interessano poco, considerandola una sorta di Mordor popolato da orchi da lasciare nel passato. Il rapporto con la storia è forse una delle differenze cruciali tra i due paesi ex fratelli: l'Ucraina trae dal suo passato tragico – dai mongoli ai polacchi, dalla carestia imposta da Stalin all'eccidio nazista degli ebrei a Babij Jar – una voglia di futuro che lo lasci alle spalle, la Russia è ancora nel pieno della sindrome posttraumatica della fine dell'Urss. *Senza l'Ucraina la Russia non sarà mai più un impero, ma soltanto un grande paese asiatico. *La guerra nel Donbass sembra non esistere tra le verande dei ristoranti dove, avvolti nell'onnipresente profumo del caffè appena macinato, si discute di limonate artigianali e ostriche dal primo allevamento nazionale, a Odessa. Un po' come in Israele, dove il lungomare di Tel Aviv sembra esistere in una dimensione parallela, e come in Israele la guerra è sempre a portata di mano. *Il background del presidente non aiuta l'umiltà: oltre ad avere come mestiere quello di incantare il pubblico, qualità necessaria ma anche pericolosissima per un politico, è anche un imprenditore di successo. Il suo teatro Kvartal-95 è un vero impero, con le facce dei suoi attori affisse ovunque per Kiev, tra pubblicità e locandine: produce spettacoli live, film, serie, e dà lavoro a 10 mila persone. È una componente essenziale del successo del personaggio Ze, un self-made man, uno dei nostri ragazzi che ce l'ha fatta, dai teatri studenteschi al palco principale della nazione, ma esempi anche recenti mostrano che un businessman abituato a una catena di comando verticale fa fatica a funzionare negli schemi multidimensionali della politica. Da presidente Zelensky ha assunto toni più sobri, e interpreta il presidente vero senza alcuna concessione alla comicità del suo personaggio televisivo, forse per evitare di cadere nel ridicolo di un capo di stato che fino a sei mesi fa si vedeva a lanciare tortini vestito da donna nei suoi spettacoli comici. Anche le sue proposte più populiste, come l'abbassamento delle tariffe sul gas, eterno dolore ucraino, sono state accantonate. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2019/09/scandalo-ucraina-trump-chiama-presidente-impeachment/ L'ingerenza antidemocratica di Trump rischia di lasciare l'Ucraina in pasto alla Russia]''|Su [[Ucrainagate]], ''Linkiesta.it'', 26 settembre 2019|h=4}} *Prima esporti la democrazia. Bacchetti regimi autoritari, applichi sanzioni a chi non ci sta, mentre mandi aiuti, armi e manualetti su come costruire in 10 passi uno Stato di diritto ai governi filooccidentali, rimandandoli a settembre se saltano un passaggio. E poi telefoni al leader del tuo più fedele seguace nell'Est Europa per dirgli che, adesso che ha imparato a masticare un po' di democrazia, dovrebbe ordinare ai suoi magistrati di incastrare il figlio del tuo avversario alle prossime elezioni. Altrimenti gli togli gli aiuti militari che gli permettono di tenere a bada una potenza ostile che ha già occupato militarmente un pezzo del suo territorio. Poi lo incontri, e nel nel mezzo di uno scandalo che potrebbe portarti all'impeachment, gli dici che dovrebbe parlare con il capo di questa potenza ostile, e «Risolvere i vostri problemi» . *Zelensky aveva sognato e combattuto per questa stretta di mano con Trump, una consacrazione del suo ruolo di leader, e una sponda vitale nella guerra contro Putin. Ha ottenuto questa occasione, un breve appuntamento a margine del vertice dell'Onu a New York, in un momento in cui probabilmente avrebbe preferito darsi malato. La sua espressione mentre Trump lo tratta da scolaretto, gli dice severo "devi combattere la corruzione" e infine gli suggerisce di "parlare con Putin per risolvere i vostri problemi" è degna di una delle sue commedie: deluso, annoiato, arrabbiato. *La prima vittima dell'UkraineGate è il neopresidente ucraino, finito nei guai al suo primo test di alta diplomazia. Se dice no a Trump si mette contro l'uomo più potente del mondo, dal quale dipende in buona parte la sopravvivenza del suo Paese, con il rischio di trovarselo nemico per altri cinque anni. Se dice sì si mette contro metà del mondo, screditandosi per sempre come complice di una nefandezza. *{{ndr|Sull'[[Ucraina]]}} Non solo è il più grande Paese europeo per estensione, ma è l'unica democrazia vera del mondo post sovietico (con l'ovvia eccezione dei Baltici ormai entrati nell'UE), e la più grande spina nel fianco del Cremlino. È il Paese più filo europeo d'Europa, sceso in piazza nel 2014 per fare la rivoluzione in nome del sogno dell'UE. E Zelensky non è un «Nostro figlio di puttana» messo dagli americani, è un presidente eletto (il sesto dall'indipendenza nel 1991) a furor di popolo proprio per combattere la corruzione. *Con la sua telefonata Trump ha messo in discussione il principio cardine che l'America, e l'Occidente, predica al mondo cosiddetto "emergente": fai come me e potrai diventare come me. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2019/10/ucraina-zelensky-populismo-buono/ «Facciamo tutto insieme»]''|Su [[Volodymyr Zelens'kyj]], ''Linkiesta.it'', 15 ottobre 2019|h=4}} *La sua carriera, dal cabaret studentesco di provincia a capo dello Stato più grande d'Europa, grazie a una serie televisiva nella quale ha interpretato il presidente per poi diventarlo nella realtà, merita un biopic da Oscar. Uscendo dalla fiction, in sei mesi della sua presidenza il Pil è cresciuto, la moneta nazionale si è rafforzata, la tradizionale divisione Est-Ovest del Paese è stata dimenticata, 35 ostaggi ucraini sono tornati a casa dalle prigioni russe, il Parlamento ha approvato in regime turbo riforme apparentemente impossibili come l'introduzione del mercato dei terreni agricoli, chieste da anni dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario, e il negoziato sulla pace nel Donbass è stato scongelato. Un dettaglio importante: Vladimir Zelensky è un populista. *In un Paese parte del territorio del quale è stato invaso, non ha mai parlato di "invasione". Ha invocato la tutela delle minoranze, linguistiche, etniche e religiose. Non ha mai menzionato la madonna né tirato fuori un rosario, dichiarando di volersi tenere laicamente distante da tutte le religioni. Non ha evocato complotti inesistenti. Non ha parlato di vaccini, Ufo, deep state, Bilderberg, scie chimiche, immigrati, protezionismo, radici e radioso passato, ma di investimenti esteri, di stimoli fiscali per sanità, istruzione, ambiente e innovazione, di apertura dei mercati, di riforma della giustizia, di Europa e di futuro, ha ordinato di "lasciare in pace" gli omosessuali che "sono liberi di fare quello che vogliono" e menzionato la parità gender. *Zelensky è il populista supremo, un'evoluzione senza precedenti della specie politica. Non è un politico che utilizza spin doctor, esperti di pubbliche relazioni e addetti stampa per cucirsi addosso un'immagine. È un attore e produttore che prima ha creato l'immagine del presidente ideale per il piccolo schermo e poi l'ha fatta eleggere capo dello Stato. È lo spin al cubo. *Il procedimento Zelensky è stato l'opposto di quello di Trump e Salvini. Alla domanda su quale ideologia preferisce, il presidente ucraino risponde: "Una sola: tutto quello che divide il Paese va evitato". Invece di estremizzare l'opinione pubblica, sdoganando discorsi emarginati nel "locker room talk", come lo chiama Trump, nei bar e nelle cucine, nella "pancia", espandendo i limiti del lecito fino a fagocitare l'elettore moderato, il comico ucraino rispolvera la vecchia regola che le elezioni si vincono al centro. Evita accuratamente i discorsi che possono irritare i due estremi dell'elettorato ucraino – i nazionalisti di Leopoli e i nostalgici sovietici di Donetsk – offrendo al resto del Paese una proposta buonista di futuro, crescita e pace, raccontata con un buon senso da zia Pina. ===2020=== {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/02/coronavirus-narrazione-panico-epidemia/ Paura globale]''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Italia]], ''Linkiesta.it'', 27 febbraio 2020|h=4}} *Il coronavirus ha diviso l'opinione pubblica italiana secondo linee preesistenti e prevedibili. I sovranisti amplificano il pericolo e danno la caccia all'untore cinese, i populisti alimentano complottismi e sfiducia nelle autorità, i liberal dicono che l'influenza stagionale fa più vittime e vanno a pranzo al ristorante cinese. E poi ci sono le prese di posizione assunte per reagire ad altre prese di posizione, come quelli che deridono le mascherine perché se le mettono i parlamentari di destra. Finora non abbiamo quasi mai parlato della malattia, abbiamo parlato solo della sua percezione. *Il panico da COVID-2019 – da distinguersi dall'epidemia reale – ha mostrato quello che sappiamo già, ma non abbiamo ancora compreso e realizzato fino in fondo: nel mondo mediatico in cui viviamo i nostri comportamenti sono dettati dalle narrative. Chi forgia le narrative governa (o insidia il governo). *L'associazione del virus all'"untore" asiatico ha portato alla tranquillizzante logica dell'isolamento: chiudiamo i voli con la Cina e il virus non atterrerà in Italia. Il "paziente 1" di Codogno mostrava sintomi associabili al coronavirus, ma era italiano, come probabilmente anche l'ignoto per ora "paziente 0", ed è stato rimandato a casa, dopo aver infettato mezzo pronto soccorso. Probabilmente è stato un caso sfortunato, che poteva accadere a Cosenza o a Cortona quanto a Codogno, ma il fatto che sia successo proprio nella provincia del Nord, quella operosa, benestante, organizzata e tradizionalista, colpisce pesantemente la narrativa del sovranismo italiano che la vede come il cuore e il modello del Paese, un luogo dove rifugiarsi dalla depravazione della globalizzazione. *È la prima epidemia ai tempi dei social e dei media globali. La prima epidemia ai tempi del populismo. E le misure per contenerla sono in buona parte dettate non tanto dalle esigenze sanitarie, quanto dall'ansia della politica rispetto alla psicosi dell'opinione pubblica, o perlomeno la seconda pesa nelle decisioni quanto la prima. *Se accettiamo la necessità, per il bene comune, di limitare la libertà di movimento e di assemblea, non possiamo difendere nello stesso tempo la libertà di dire idiozie. *Nel mondo animale, le epidemie eliminano gli esemplari più deboli e rafforzano con gli anticorpi quelli più resistenti. Vale anche per le epidemie di panico. E in un mondo sempre più globale e complesso, i più resistenti non sono quelli più robusti, ma quelli più capaci di adattarsi ai cambiamenti, di adottare comportamenti razionali, di mantenere la disciplina, di soppesare rischi e benefici invece di farsi prendere da emotività tribali, di cooperare con gli altri, di non soccombere al contagio. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/03/putin-presidente-vita-russia/ Fine Cremlino mai]''|Sugli [[emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa del 2020]], ''Linkiesta.it'', 11 marzo 2020|h=4}} *Gli ottimisti ipotizzavano una transizione di potere soft verso un gruppo di giovani tecnocrati moderati, i pessimisti una soluzione "asiatica", con lo spostamento di Putin nella poltrona del Consiglio di Stato, una sorta di padre della patria sul modello del collega del Kazakistan Nursultan Nazarbaev. Ma alla fine si è preferito evitare "giri complicati". Putin non ci tiene più a salvare la faccia di "democratico" di fronte all'Occidente, e ora che Donald Trump gli ha fatto sapere che non verrà nemmeno alla parata per l'anniversario della vittoria sul nazismo a maggio – e il Cremlino giudica amici e nemici in base alla lista degli invitati a questo appuntamento – fingere è definitivamente inutile. *Il golpe costituzionale cancella la Russia dalla lista delle democrazie, perfino quelle "illiberali" o "ibride". E la rende definitivamente una scheggia impazzita, un ''loose cannon'' il cannone slegato che rotola pericolosamente sul ponte della nave. *Questa non è una ricetta da grande potenza, è un biglietto per il Venezuela, molto prima del 2036. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/03/russia-coronavirus-contagi/ Virus e mosca]''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Russia]], ''Linkiesta.it'', 14 marzo 2020|h=4}} *Che in Russia non ci siano casi di coronavirus è una delle tante fake news prodotte dall'epidemia sui social. Soltanto venerdì sono stati scoperti 11 casi nuovi, portando il numero dei contagi a 45 persone: due cinesi, un italiano e 42 russi, di cui 41 hanno portato il virus dall'estero. La dinamica della diffusione sembra seguire gli stessi modelli che altrove: un caso isolato, poi una manciata di casi, poi raddoppiano in un giorno e arriva il primo contagio interno, non "importato" dall'estero. *Come sempre, cercare la pagliuzza nell'occhio del vicino vantandosi delle proprie virtù non è stata una buona tattica. Mentre la polizia deportava studenti cinesi e multava un moscovita che aveva violato la quarantena per scendere a buttare l'immondizia, intercettato da una delle numerose telecamere di sicurezza, il virus girava indisturbato. Le numerose segnalazioni da diverse regioni di casi sospetti non hanno trovato per ora conferma, ma Mosca, Pietroburgo e la regione di Perm' contano già diversi contagi, tra cui anche giovanissimi. *Il tradizionale fatalismo russo si mischia a una fondamentale ignoranza, in un mix micidiale. Giornali e televisioni sono pieni di personaggi che sostengono tutto quello che abbiamo detto/ascoltato anche noi: «È soltanto un'influenza», «Colpisce solo i vecchi», «È un'invenzione dei media». Il "paziente uno" era stato tenuto insieme agli altri pazienti, senza alcuna precauzione, e gli stessi medici e infermieri avevano espresso scetticismo verso il pericolo, fino a che i compagni di sventura del ragazzo si erano ribellati e l'hanno costretto all'isolamento. I 150 confinati in quarantena dicono che i medici che li visitano non hanno mascherine né guanti, e i criteri diagnostici sono vaghissimi: il Moscow Times riferisce di pazienti provenienti dai Paesi Bassi o dalla Germania che, nonostante sintomi preoccupanti come tosse e febbre, sono stati liquidati dai dottori come "non corona" perché non erano rientrati dai Paesi della ''black list''. I pochi (per ora) casi di panico vengono derisi nei social, avere paura è considerato non elegante. *In un regime impegnato in questo momento in una operazione di ribaltamento costituzionale, qualunque misura più restrittiva rischia di provocare sospetti di natura politica: dopo che, il 10 marzo, la Duma ha permesso a Vladimir Putin di ricandidarsi per altre due volte alla presidenza, il coronavirus potrebbe essere un buon pretesto anche per reprimere le proteste. Ma il vero pericolo è costituito dallo stato disastroso della sanità: negli ultimi decenni i posti letto negli ospedali sono stati quasi dimezzati, e i tagli degli ultimi due anni hanno portato a un'epidemia di scioperi e proteste degli operatori sanitari e dei pazienti. Nel caso di un'epidemia, il sistema rischia di collassare. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/03/dopo-la-quarantena-smart-working/ Lockdown e rivoluzione]''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Italia]], ''Linkiesta.it'', 21 marzo 2020|h=4}} *La quarantena 4.0 ha fatto fare all'Italia in dieci giorni quello che non si era riuscito a fare in dieci anni. Il futuro viene testato direttamente in beta-versione. Il tabù sul lavoro a distanza, imposto da dei datori di lavori convinti che il lavoro a casa equivale a non fare nulla, è stato ucciso dal coronavirus. *Da un popolo di Fantozzi, avvitati alla scrivania e sommersi da montagne di carte e timbri, siamo diventati smart come californiani. Abbiamo scoperto i vantaggi di un'organizzazione flessibile, e ci siamo anche resi conto di quanto tempo perdevano in pause caffè con pettegolezzo davanti alla macchinetta, in riunioni spesso inutili, e ovviamente nel tragitto per raggiungere la sede di lavoro e tornare indietro. Il problema è che il nostro sistema resta fantozziano. *I settori che rimangono offline sono numerosissimi, e ogni giorno vanno a lavorare – e a rischiare il contagio – migliaia di operai, agricoltori, artigiani, meccanici, addetti ai trasporti, assicuratori, bancari, idraulici ed elettricisti, netturbini, conducenti di mezzi pubblici, addetti di lavanderie e imprese di pulizia, badanti, muratori e imbianchini. Applaudiamo dai balconi i medici (meriterebbero che ci mettessimo in ginocchio), ma come sempre ci dimentichiamo di loro, quando non li insultiamo vedendoli per strada. *Non possiamo continuare a dire che dopo il Covid-19 non saremo mai più gli stessi, mentre nello stesso tempo speriamo che tutto tornerà come prima. Anzi, speriamo di no. Se poi proprio abbiamo bisogno di demagogia, anche i vecchietti non potranno che beneficiare di una diffusione di servizi che li renderanno più accuditi e meno soli, anche a epidemia finita. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/03/putin-cede-alla-quarantena-mentre-studia-lesperienza-italiana/ Dalla Russia con amore]''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Russia]], ''Linkiesta.it'', 26 marzo 2020|h=4}} *«Non uscite di casa». Vladimir Putin è l'ultimo dei grandi leader internazionali ad aggiungersi alla quarantena globale, dopo aver visitato il giorno prima l'ospedale allestito appositamente per i malati di Covid-19 alla periferia di Mosca. Bardato in una tuta gialla di protezione totale, con tanto di respiratore, ha ispezionato le stanze scintillanti della nuova struttura e si è fatto spiegare dal giovane primario che l'epidemia in Russia rischia di seguire non lo scenario cinese, ma quello italiano. Cioè catastrofico. E così, dopo settimane in cui la propaganda russa ha provato a sminuire il pericolo del virus come "semplice influenza", con misure di contenimento lente e parziali – nelle stesse ore in cui Putin si infilava la tuta gialla, il comune di Mosca introduceva un divieto fondamentale come quello di fumare i narghilè nei locali – al Cremlino ha prevalso la prudenza. *Valutare la diffusione reale del Covid-19 è difficile, anche perché le autorità hanno già silenziato per «fake news» diversi giornali e social che riportavano casi di contagi e morti non riportati dalle statistiche ufficiali. Impossibile quindi capire dove finisce il panico e inizia la censura, ma le numerose testimonianze con nome e cognome dei malati ricoverati nella struttura dedicata di Mosca non sono meno inquietanti: molti vengono tenuti all'oscuro dei risultati delle analisi e delle terapie cui vengono sottoposti, e spesso i pazienti con polmonite già conclamata condividono le stanze con soggetti potenzialmente sani richiusi in quarantena. *In Russia [...] le mascherine sono sparite da almeno un mese, insieme a grano saraceno, pollame e conserve, spazzate via nei giorni scorsi da una popolazione che ricorda ancora bene le carenze alimentari del socialismo. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/04/coronavirus-russia-putin-mosca/ Quarantena in Russia]''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Russia]], ''Linkiesta.it'', 2 aprile 2020|h=4}} *Ora i moscoviti vivono secondo più o meno le stesse regole degli italiani: possono uscire per necessità urgenti di salute, per visitare il negozio alimentare più vicino o la farmacia, per portare fuori il cane (in un raggio di 100 metri invece di 200, ma a Mosca praticamente ogni isolato ha almeno un po' di verde) e buttare i rifiuti. In compenso, possono abbandonare la città per andare in dacia, forse perché in caso di eventuale malattia o ricovero non ricadranno più nelle statistiche cittadine. *Uno dei motivi per cui il governo russo aveva rinviato a lungo il lockdown era stata proprio l'enorme difficoltà di farlo rispettare in una megalopoli di quasi 15 milioni di abitanti. Nessuno si fida dell'autodisciplina civica, in un Paese dove la ricca tradizione di giocare al nascondino con uno Stato repressivo si somma a una elevatissima percentuale di smanettoni digitali. *Nel dibattito degli ultimi giorni sulla presunta efficienza anti-epidemica degli autoritarismi rispetto alle democrazie, la Russia è una buona dimostrazione del contrario. Vladimir Putin ha prima ignorato il coronavirus, poi ne ha sminuito il pericolo, infine ha chiuso negozi e ristoranti e mandato tutti i russi in ferie pagate di una settimana. *La quarantena con tracciamento può essere una soluzione efficace in un sistema dove esiste la fiducia reciproca tra governo e cittadini, e istituzioni a guardia dei diritti, ma non in un Paese autoritario dove potere e popolo giocano a guardie e ladri e nessuno si fida di nessuno. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/04/26/news/addio-a-giulietto-chiesa-il-comunista-anti-comunista-che-raccontava-il-mondo-per-contraddizioni-1.38764987/ Addio a Giulietto Chiesa, il comunista anti-comunista che raccontava il mondo per contraddizioni]''|Sul [[Giulietto Chiesa]], ''lastampa.it'', 26 aprile 2020|h=4}} *A Giulietto piaceva litigare. Non era mai stato nel mainstream. Forse era questo il suo tratto dominante. Mai per motivi privati, soltanto per prese di posizione politiche che lui trovava incompatibili. *Era una contraddizione perenne, Giulietto Chiesa. Il corrispondente anticomunista di un giornale comunista, il primo a meritarsi la borsa di ricercatore in quella roccaforte della sovietologia americana che era il Kennan Institute di Washington. Era inviso agli apparatchik di Breznev quando era all’Unità e ai liberali di Eltsin quando era passato a La Stampa, già con la reputazione di miglior esperto di Unione Sovietica non solo nel campionato italiano. *Ha scritto libri, firmato reportage, interviste e analisi che hanno fatto scuola, uno scoop dietro l’altro. Ma non era nato giornalista e non era riuscito a diventarlo fino in fondo: restava un politico, uno che non racconta il mondo, lo vuole cambiare. Voleva essere il paladino della verità, il fustigatore degli ingiusti, il crociato di una missione, non il suo cronista. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/05/russia-coronavirus-morti-contagi/ Auto fake news]''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Russia]], ''Linkiesta.it'', 21 maggio 2020|h=4}} *Ai Paesi amici, o aspiranti tali, Mosca manda ventilatori autocombustibili, mascherine e test che le autorità russe pubblicizzano come tra i migliori al mondo. Al Cremlino però si fidano di più dei "badge antivirus", come quelli sfoggiati da numerosi deputati della Duma: enormi spilloni di plastica che dovrebbero creare intorno a chi li porta una cupola d'aria disinfettata. *Le stronzate che girano in Internet in Russia sono teoricamente passibili di multa per diffusione di fake news sul Covid-19, ma quelle per ora vengono applicate soprattutto ai medici che denunciano la carenza di dispositivi di protezione e l'occultamento dei dati reali sulla mortalità. *I servizi fotografici sui primi pazienti dell'ospedale speciale di Kommunarka – quello dove Vladimir Putin fece la sua memorabile comparsa in veste anticontagio gialla – colpivano per la quantità di tute sportive firmate e facce lisciate dal botox. Il coronavirus ha contagiato diversi membri del governo, a partire dal neopremier Mikhail Mishustin, numerosi deputati e governatori, ha mandato in ospedale star dello spettacolo e oligarchi, e ha decimato il clero ortodosso dei monasteri e delle chiese più "in" di Mosca. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/05/vaccino-globalizzazione-coronavirus-fase-2/ Il dibattito de Linkiesta]''|Sulla [[pandemia di COVID-19]], ''Linkiesta.it'', 22 maggio 2020|h=4}} *Quello che nei due decenni precedenti succedeva soltanto per i grandi fatti come l'11 settembre o lo tsunami – quando tutto il mondo seguiva con il fiato sospeso la stessa storia, condivideva le stesse immagini, sussultava sincronizzato nello stesso momento – ai tempi del coronavirus è diventato un fenomeno cronico. *Se i primi reportage da Wuhan venivano ancora letti con la curiosità che si poteva avere verso qualcosa di esotico – quando dicevamo ancora «solo i cinesi possono farsi confinare in casa senza fiatare» – da quando il virus si è palesato in Europa, il concetto di "estero" e "locale" si è definitivamente fuso in qualcosa di unico e unificato. *Abbiamo tutti cercato mascherine e guanti, tamponi e test, partecipato alle stesse raccolte di beneficenza per i medici in prima linea, e l'unica cosa nella quale abbiamo mostrato fortissime differenze nazionali sono stati i beni spariti per primi nell'accaparramento pre-lockdown: lievito per gli italiani, grano saraceno per i russi, carta igienica per gli anglosassoni. *La realtà, meno visibile, è che si è trattato dell'epidemia più globale della storia. I virus sono sempre stati globali, ma se un tempo impiegavano anni a viaggiare con carovane, mercenari e marinai, oggi prendono l'aereo. Ma, per la prima volta nella storia, anche la risposta è stata globale. Abbiamo risparmiato mesi se non anni a organizzare la risposta all'epidemia, copiandoci i lockdown a vicenda, stilando protocolli e mandando aiuti. *Può darsi che per un periodo viaggeremo o commerceremo di meno. Ma la pandemia-2020 è stata il primo evento interamente globale della nostra storia, più delle Olimpiadi o dell'incendio di Notre-Dame. Non l'abbiamo soltanto visto insieme, l'abbiamo vissuto insieme, co-partecipato e com-passionato, sperimentando per la prima volta sulla nostra pelle e non solo negli slogan il fatto di coabitare lo stesso mondo. Provare a riportarlo alla condizione precedente sarebbe come tentare di trasformare una zuppa di pesce di nuovo in un acquario. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/07/putin-russia-presidente-2036-a-vita/ Gratta e vinci Putin per sempre]''|Sugli [[emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa del 2020]], ''Linkiesta.it'', 3 luglio 2020|h=4}} *Migliaia di russi hanno scoperto [...] di aver già "votato", con i loro nomi già segnati nelle liste degli elettori che avevano votato. I bollettini precompilati, e gli arresti degli scrutatori che avevano osato contestarli, come le migliaia di segnalazioni di pressioni esercitate da direttori di fabbriche, presidi scolastici, primari ospedalieri sui dipendenti pubblici non hanno nemmeno fatto più notizia. *Ufficialmente, il 68% dei russi è andato alle urne (o ai carrelli del supermercato) per esprimersi a favore con il 78% dei voti, due punti in più delle elezioni presidenziali del 2018. La popolarità di Putin non può che crescere, e diverse regioni hanno segnato percentuali dell'80-90%, nonostante perfino i sondaggi ufficiali registrino ogni mese un nuovo minimo storico dei consensi al Cremlino. *Non è più un leader simil-occidentale, per quanto "illiberale": con il voto gratta e vinci è entrato nel club dei dittatori di failed state africani e asiatici, e dei ''líder máximo'' sudamericani. Un finale deludente per lui e per tutti gli esperti internazionali che per un ventennio hanno dedicato pagine e copertine al fenomeno putiniano e al carisma del leader forte. La risposta al quesito sollevato vent'anni fa in una memorabile riunione a Davos, «Who is Mr. Putin?» è «uno che organizza gratta e vinci ai seggi per rimanere al potere per 36 anni». *Il Cremlino voleva confermare la legittimità del leader in un voto che sarebbe stato un plebiscito da acclamazione, ma non ha fatto che darle un colpo fatale. Nel momento in cui invece che "zar" o "capo" i social lo chiamano "nonno" non è più un dittatore carismatico che incute paura insieme a rispetto, ma uno che invece di comprare mascherine e pagare sussidi di disoccupazione spende miliardi di rubli per organizzare parate in piazza Rossa. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/08/navalny-russia-putin-avvelenato/ La cosca del Cremlino]''|Su [[Aleksej Naval'nyj]], ''Linkiesta.it'', 21 agosto 2020|h=4}} *Ogni volta che un nemico del regime di Putin si beve un tè (si mangia un sushi o un borsch) avvelenato, o incontra un killer ceceno, la risposta del Cremlino è sempre la stessa: nessuno ne viene danneggiato più di Putin stesso, che non vuole certo screditarsi come assassino, quindi il mandante è da cercare tra gli oppositori che vogliono creare dei martiri, oppure il diretto interessato semplicemente ha esagerato con sostanze per tenersi su di morale. *Navalny è diventato talmente pericoloso che i danni di immagine da un suo avvelenamento sono diventati per qualcuno all'interno del regime putiniano meno rilevanti dei benefici dalla sua eliminazione. *Chiedersi chi volesse Navalny morto è inutile. Resta da chiedersi perché si è deciso di procedere proprio adesso. La congiunzione astrale è quanto mai sfavorevole al Cremlino: mentre viene lanciata un'operazione "ibrida" per salvare il regime di Alexandr Lukashenko (che accusa Navalny di essere la mente anche dell'opposizione bielorussa), diverse regioni russe si preparano al voto di inizio settembre, una tornata elettorale che Navalny si preparava a utilizzare per dare un'altra spallata al putinismo in crisi. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/08/vladimir-putin-navalny-avvelenato-russia/ Le anatre di Navalny]''|''Linkiesta.it'', 24 agosto 2020|h=4}} *{{NDR|Sull'[[incidente del K-141 Kursk]]}} Fu la prima grande tragedia del ventennio putiniano e conteneva già tutti i tratti distintivi che si sarebbero poi visti al teatro Dubrovka e a Beslan, nella guerra in Cecenia, in Georgia, in Ucraina e in Siria: negazione dei fatti e disinformazione, inefficienza di un sistema obsoleto e povero, unita all'ambizione di grandeur e alla paranoia verso il mondo esterno, e singolare disprezzo verso le vite dei comuni mortali. *Per ora Putin non è rimasto troppo screditato dai suoi oppositori che hanno bevuto tè al polonio o incontrato dei killer ceceni: ogni volta, per il presidente, è stato un problema in meno, e il clamore e le fiaccolate di protesta dei liberal non hanno che contribuito ad accrescere l'alone diabolico di cui i russi in fondo si compiacciono. *{{NDR|Sulle [[proteste in Bielorussia del 2020-2021]]}} Se in tutta la Bielorussia non si riesce a trovare nessuno che ha votato Lukashenko, mentre decine di migliaia di persone che scendono in piazza urlando «Vattene», vuol dire che l'80 per cento ottenuto dal dittatore è stato truccato. Qualche volta bisogna credere ai propri occhi. Se sembra un'anatra, è un'anatra. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/11/trump-stati-uniti-putin-democrazia/ I danni di Trump]''|Su [[Donald Trump]], ''Linkiesta.it'', 2 novembre 2020|h=4}} *C'era una volta un presidente americano che l'intellighenzia progressista considerava reazionario, guerrafondaio, ignorante, l'espressione del lato più retrogrado dell'America, il punto più basso che la democrazia americana avesse toccato, colui che deludeva l'amore che il mondo aveva per gli Stati Uniti mentre regalava occasioni da gol a chi li aveva sempre detestati. Si chiamava [[George W. Bush]], e aveva teorizzato in un suo discorso sullo stato dell'Unione l'esistenza dell'Asse del Male, un conglomerato di nazioni che minacciavano la pace nel mondo mentre opprimevano i propri cittadini. *Senza nemmeno menzionare gli ostacoli all'indagine sul Russiagate, in cui ovviamente Trump era più interessato a proteggere sé stesso, il mondo negli ultimi quattro anni è diventato per tanti versi più comodo per l'autoritarismo russo. Trump ha permesso a Putin di tornare a puntare le sue testate nucleari sull'Europa, rompendo il trattato Inf sul bando dei missili a corto e medio raggio: è vero che ha dato la colpa ai russi, che non avevano rispettato i patti, ma il risultato è stato quello di concedere a Mosca la possibilità di fare quello che il trattato le vietava di fare. *Trump ha ridotto al minimo l'aiuto all'Ucraina, trattando un Paese cruciale per il futuro della democrazia nell'Est Europa – o, al contrario, per il sogno postimperiale di Putin – come una nazione del Terzo Mondo da ricattare con gli aiuti militari in cambio di un'indagine (non importa quanto fondata) contro il figlio del suo avversario Joe Biden. E questa è, forse, la sua colpa più grave. *Arrogante, irresponsabile, bugiardo, egoista, aggressivo, narcisista, infantile, irrispettoso della legge e indifferente alle buone maniere, insensibile al conflitto d'interessi e impudente nel difenderli: la lista dei difetti del presidente americano potrebbe continuare a lungo, ma quasi tutte le sue qualità negative non sono considerate tali dagli autocrati non occidentali. Anzi, nel mondo là fuori, oltre l'Occidente, spesso vengono viste come virtù. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/11/putin-non-si-congratula-con-biden-i-suoi-oppositori-si/ I russi, i russi e gli americani]''|Sulle [[elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2020]], ''Linkiesta.it'', 10 novembre 2020|h=4}} *Putin non telefona a [[Joe Biden]], in compenso tiene una videoconferenza con Bashar al-Assad (argomento la "catastrofe umanitaria in Siria", da risolvere "senza ingerenze esterne") e si intrattiene a lungo per telefono con Recep Tayyip Erdogan, con il quale concorda la creazione di un gruppo di lavoro sul Nagorno-Karabakh. Il messaggio è chiaro: io ho i miei interlocutori, con i quali ci spartiamo il mondo senza bisogno dell'America, e ho intenzione di andare avanti così. *Anche [[Aljaksandr Lukašėnka|Alexandr Lukashenko]] non scrive a Biden, né gli telefona, forse perché non glielo passerebbero, visto che l'Occidente non riconosce le elezioni che l'hanno mantenuto al potere in Belarus. In compenso, lo deride in pubblico, racconta al suo popolo in rivolta «la farsa delle elezioni americane», paragonandola ovviamente alla regolarità del voto bielorusso, che gli assegna l'80% in qualunque condizione, anche quando tutto il Paese scende in piazza contro di lui. *I propagandisti del Cremlino si affrettano a catalogare un nemico della Russia, un "radicale di sinistra" quanto i democratici americani, che vogliono far precipitare l'America nel caos. In assenza di una posizione ufficiale, i media del regime russo ripetono le narrazioni in stile Steve Bannon, che non a caso aveva molti contatti a Mosca: Biden e Harris consegneranno gli Stati Uniti al "socialismo" (accusa particolarmente commuovente da parte di un Paese, guidato dal suo presidente, che rimpiange ancora l'Unione Sovietica), l'America verrà venduta ai neri, ai musulmani e alle femministe, il Paese è sull'orlo della guerra civile, Mosca resta l'unica roccaforte dei valori tradizionali che l'Occidente degradato ha cancellato. *Biden oggi appare la realizzazione dell'incubo che il Cremlino aveva vissuto quattro anni fa con Hillary Clinton, con in più la necessità di segnare una cesura rispetto alla presidenza precedente, e di ribadire che l'America faro della libertà e dei diritti è tornata. Esattamente il sistema che il putinismo aveva contestato, e con il quale aveva clamorosamente rotto con l'annessione della Crimea nel 2014 e la scommessa su Trump nel 2016. Biden per Mosca è un presidente prevedibilmente scomodo, espressione di un'idea politica e valoriale che il Cremlino considera l'opposto dei propri ideali. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/12/protesta-donne-polacche-aborto/ Sciopero femminile]''|Sulle [[proteste in Polonia del 2020-2021]], ''Linkiesta.it'', 27 dicembre 2020|h=4}} *C'è qualcosa di stranamente simmetrico nelle proteste che sono esplose quasi contemporaneamente in Bielorussia e in Polonia. Mentre la prima è l'ultimo frammento dell'impero comunista a ribellarsi al passato autoritario, in una sorta di 1989 avvenuto con più di trent'anni di ritardo, sognando un balzo nel futuro, la seconda sta combattendo un ritorno al passato, dopo essere stata il Paese più all'avanguardia nella trasformazione post-comunista, per tanti versi una vetrina dell'integrazione europea nell'Est. *Nessuno avrebbe pensato che nel 2020, nell'Unione europea, le donne si sarebbero trovate a gridare «io sono mia» e a dover rivendicare la libertà di «non essere un'incubatrice» come recitano i cartelli in piazza. Nessuno avrebbe potuto credere che un governo appartenente alla stessa Europa dove ormai perfino baluardi conservatori come l'Irlanda hanno ceduto avrebbe deciso di togliere anche l'ultima scorciatoia per abortire. E nessuno avrebbe potuto immaginare la violenza della rivolta che ne sarebbe scaturita: manifestazioni, blocchi di strade, assedi alle sedi delle istituzioni e alle chiese. *Una «rivoluzione», dicono le donne in piazza. «È una guerra», è lo slogan con cui l'opposizione di centrosinistra si è presentata in Parlamento. Ma soprattutto, è la vittoria dell'Europa, in quell'Est che molti bocciano come il traditore del sogno europeo. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2020/12/protesta-donne-bielorussia-lukashenko/ Festina Lente]''|Sulle [[proteste in Bielorussia del 2020-2021]], ''Linkiesta.it'', 27 dicembre 2020|h=4}} *Non è una rivoluzione soltanto al femminile, anzi: è dal 1989 che nell'Est Europa non si vedeva una protesta più trasversale, che coinvolgesse uomini e donne, vecchi e giovani, capitale e provincia, intellettuali e operai. Ma la rivoluzione di Minsk ha un volto di donna, per parafrasare il titolo del romanzo di un'altra bielorussa celebre, la scrittrice premio Nobel [[Svjatlana Aleksievič|Sviatlana Aleksievič]]. *Sono state le donne belarusse a fare da scudo umano a una rivoluzione non violenta che rischiava di diventare un massacro, sono state loro a conferire alla rabbia un tocco di ironia, a trasformare la frustrazione della repressione in coraggio e speranza. *[[Aljaksandr Lukašėnka|Lukašėnka]] predica una sorta di femminicidio politico. Le bielorusse hanno risposto spazzando via tutti i pregiudizi sulla docilità delle donne dell'Est. ===2021=== {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/01/arrestato-navalny-russia-putin/ Il rivoluzionario e il dittatore]''|Su [[Aleksej Naval'nyj]], ''Linkiesta.it'', 18 gennaio 2021|h=4}} *Navalny non sarebbe quello che è – un politico, un oppositore, un rivoluzionario – se avesse scelto il ruolo di esule di lusso: doveva essere lui a rovesciare il regime, con le sue mani. *Invece di nascondersi, Navalny ha spinto Putin allo scontro, e il Cremlino è andato nel panico. Mentre il presidente – che non chiama mai Navalny per nome [...] – faceva sapere che il "blogger" e il "paziente berlinese" era un personaggio insignificante al soldo degli americani, i suoi giudici inventavano per il suo nemico sempre nuove accuse e minacce, fino a spiccare un mandato di cattura retrodatato su una condanna condizionale che, oltre a essere stata ritenuta politicamente motivata dalla Corte di Strasburgo, era pure scaduta. *Navalny ha dimostrato di non avere paura, e un dittatore che non fa paura non è più Colui-che-non-può-essere-nominato. Anche se uccide o rinchiude il nemico, ha già perso. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/02/alexey-navalny-russia-condanna-putin/ La sfida di Navalny]''|Su [[Aleksej Naval'nyj]], ''Linkiesta.it'', 3 febbraio 2021|h=4}} *Navalny a questo punto non è soltanto il russo più famoso insieme a Putin, non è solo il suo principale avversario, ma è l'uomo sul quale il Cremlino si sta giocando la sua sopravvivenza. La svolta appare senza ritorno: ignorati tutti i rischi di diplomazia e immagine, la sera dopo la sentenza i poliziotti in tenuta da Guerre Stellari hanno manganellato e stordito con l'elettroshock i manifestanti scesi nelle vie centrali di Mosca e Pietroburgo a protestare, incuranti delle telecamere come dei clacson indignati delle auto che passavano. *Putin ha bruciato i ponti con i moderati e l'Occidente, e sicuramente vorrà farla pagare all'uomo che ha mostrato a tutto il mondo il lusso pacchiano del suo palazzo segreto e che nell'aula del tribunale ha sostenuto che il presidente russo sarebbe entrato nella storia come "Vladimir l'Avvelenatore di mutande". *È evidente che Navalny a questo punto uscirà dalla prigione solo con un cambio di regime. Ma quando disegna sul vetro della sua gabbia in tribunale un cuoricino per la moglie Yulia in lacrime e le grida «Non essere triste, andrà tutto bene» mentre viene portato via in manette, probabilmente conta non solo di entrare nella storia russa come un eroe, ma anche di uscire vincitore nella sua sfida a Putin. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/02/navlany-condanna-fam-tv-silenzio-putin/ Alexey Potter]''|Su [[Aleksej Naval'nyj]], ''Linkiesta.it'', 22 febbraio 2021|h=4}} *Nei media tradizionali controllati dal governo è al secondo posto, ma rispetto a zero è un progresso vertiginoso ed è forse la vittoria più brillante di Navalny: una notorietà globale, che in patria ha abbattuto il muro della censura, superando quella barriera che divide la Russia che sta in Internet dalla Russia che guarda la televisione, due Paesi diversi di cui il primo potrebbe anche essere quello che conta, anche se quello nel quale si vincono le elezioni è il secondo. Se ci saranno ancora elezioni, anche per finta. *La "rottura con l'Europa", minacciata dal capo della diplomazia Sergey Lavrov, la proposta di togliere la cittadinanza russa ai dissidenti avanzata dal regista di corte Nikita Mikhalkov, i diecimila manifestanti arrestati che hanno fatto traboccare le carceri, i processi per i retweet e i licenziamenti per i flashmob di protesta: l'Unione sovietica non solo è definitivamente tornata, ma per alcuni parametri surreali è stata perfino superata. E l'espulsione dei diplomatici europei che hanno seguito i cortei dell'opposizione e il rifiuto di ottemperare all'ordine della Corte europea di Strasburgo di liberare Navalny sono una pietra miliare sulla strada verso una nuova cortina di ferro che Mosca sta innalzando pur di non mettere in discussione un sistema politico che non vuole tollerare più nemmeno un minimo di contraddittorio. *Navalny ha sfruttato tutte le debolezze del Cremlino per estremizzare lo scontro, e dettarne l'agenda, i linguaggi, le parole d'ordine: è lui il più grande spettacolo della Russia, e tutto quello che dice, fa e scrive diventa slogan in piazza, meme sui social e perfino rap. *Scegliendo di diventare la vittima di Putin invece che rimanere in esilio Navalny ha deciso di diventare un boccone troppo grande per il Cremlino da mandare giù, esponendo la fragilità di un regime che ha mostrato paura di fronte a una protesta che qualsiasi democrazia avrebbe considerato ordinaria amministrazione, e spingendolo a uno sforzo repressivo che probabilmente va ben oltre le sue possibilità economiche e politiche. Se il suo calcolo si rivela corretto, sarà la prima volta che una rivoluzione è partita da YouTube. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/03/biden-putin-killer/ Il dittatore è nudo]''|Su [[Joe Biden]], ''Linkiesta.it'', 18 marzo 2021|h=4}} *Dare dell'assassino al presidente di un Paese non è banale, è una dichiarazione di guerra, ma soprattutto verrà vissuta dall'inquilino del Cremlino come un'umiliazione, un'offesa, una mancanza di stima. *{{NDR|Sulle [[proteste nella Federazione Russa del 2021]]}} Decine di migliaia di attivisti e manifestanti in tutta la Russia sono stati arrestati, indagati, condannati, in un evidente intento di intimidire e impedire la prosecuzione delle proteste. Per chi nonostante tutto vorrebbe ancora fare politica, per esempio alle elezioni della Duma a settembre, gli oppositori più in vista rischiano condanne che gli impediranno di candidarsi, e per tutti gli altri è in arrivo il blocco già annunciato di Twitter e potenzialmente di tutti gli altri social occidentali, soprattutto YouTube. *Joe Biden ha detto soltanto una cosa che tutti sapevano già.<br>La domanda è semmai perché ha scelto di essere così poco diplomatico? Non si tratta soltanto di una presa di posizione nell'ambito della missione di rendere l'America ''great again'' come faro del mondo libero. È un segnale agli alleati, a quell'Europa pezzi importanti della quale stanno flirtando con Mosca. Ma innanzitutto è un segnale di solidarietà all'opposizione russa, di una forza come non si era vista da decenni. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/05/navalny-russia-zafesova/ La nemesi di Putin]''|Su [[Aleksej Naval'nyj]], ''Linkiesta.it'', 13 maggio 2021|h=4}} *È il primo vero politico 2.0, probabilmente su scala globale, e segue lo stesso percorso del suo coetaneo Volodymyr Zelensky: l'uomo diventato presidente dell'Ucraina in un'elezione trionfale in cui era difficile distinguere se gli elettori avessero mandato al governo il famoso attore comico o il suo personaggio del presidente per caso della sua serie tv Servo del popolo. *Come Vladimir Lenin aveva brevettato l'idea di un partito che nasceva da un giornale «agitatore, propagandista e organizzatore collettivo», così Navalny è un nativo digitale, impossibile da immaginare in un mondo senza Internet. *Il problema delle elezioni non sono solo i politici, sono soprattutto gli elettori; e Navalny non solo forgia il linguaggio – anche chi non lo ama finisce spesso per copiare i suoi modi di dire, la sua terminologia, la sua comunicazione – ma parla come il suo popolo, come Putin nel 1999, ed è l'opposto di Putin come Putin vent'anni fa lo era di Eltsin. *Non un ex del regime precedente, come Eltsin e Putin. Non un oligarca che era stato l'uomo più ricco del Paese, come Khodorkovsky. Non un intellettuale come Kasparov o un liberale come Nemtsov. Niente di tutto ciò. Semmai, un borghese, un professionista che non si atteggia a intellettuale, che parla un inglese spedito ma non ricercato, e che vive in mezzo al popolo che rappresenta, in un caseggiato multipiano uguale a decine di altri sparsi nell'immensa periferia della capitale. Ecco la sua forza. *Navalny è privo di molti dei tratti caratteristici del populista classico. Non ha nostalgia di un passato glorioso, sogna semmai un futuro normale: il suo discorso è tutto rivolto alla «splendida Russia del futuro» che invoca di continuo, mentre il rimpianto per il passato lo lascia al suo avversario al Cremlino. *È contrario a invasioni e imperialismi: ha appoggiato la rivoluzione europea Maidan a Kiev e condannato la guerra nel Donbass, una presa di posizione che all'epoca aveva pagato con la perdita di un terzo dei suoi follower. Eppure oggi i suoi seguaci scendono in piazza con il finora sacrilego cartello «La Crimea non è nostra». *Non incute paura o timore reverenziale; anzi, fa ridere e ride insieme al suo pubblico, in quella risata che seppellisce la paura. Ha imparato da Harry Potter che avere paura del nemico lo rende più temibile, e ride perfino nelle aule del tribunale: ride circondato di poliziotti e giudici, ride con le manette ai polsi, e sorride dolcemente mentre disegna per sua moglie che piange un cuoricino sul vetro della gabbia dell'imputato. Ecco un altro gesto che diventerà un meme, una gif e un manifesto nel giro di pochi minuti. {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/la-guerra-ibrida-di-lukashenko-con-il-favore-di-mosca/ La guerra ibrida di Lukashenko con il favore di Mosca]''|Su [[Aljaksandr Lukašėnka]], ''Affarinternazionali.it'', 10 novembre 2021|h=4}} *Che il ponte aereo dalla Siria e dalla Turchia per importare profughi, essenzialmente curdi iracheni, da lanciare poi contro il filo spinato al confine polacco e lituano, sia opera del regime di Aleksandr Lukashenko lo dimostra [...] la clamorosa chiusura dei consolati bielorussi ordinata da Baghdad, nel tentativo di fermare l'esodo e dietro le richieste di Bruxelles e di Washington. Ma basta guardare i video dal confine per accorgersi del marchio di fabbrica del regime di Lukashenko, di quella rudimentale brutalità che non si preoccupa né di usare degli sventurati come carne da macello, né di farsi incastrare dai video che gli stessi migranti postano per mostrare i militari bielorussi che li minacciano sparando in aria, o che li dirottano dai posti di blocco verso la foresta, costringendoli a forzare la frontiera polacca invece di attraversarla pacificamente. *Questa crisi artificiale è organizzata secondo il tipico schema di Lukashenko, che da 27 anni ormai ricorre alle provocazioni con scenari molto simili, tirando il sasso e nascondendo (nemmeno troppo) la mano, allo scopo di far infuriare uno dei suoi grandi vicini, ora l'Europa, ora la Russia. *Se la Bielorussia riesce a invadere la Polonia e la Lituania da profughi, scatenando una crisi umanitaria, il voto di protesta di destra in quei Paesi potrebbe spingere i loro governi a rinunciare a combattere la dittatura di Minsk. *Nonostante sporadici tentativi di giocare su due tavoli con l'Europa, tutto quello che fa Lukashenko è ormai rivolto a Mosca. La crisi del suo regime dopo le "elezioni" del 9 agosto 2020 e della repressione violenta della protesta in piazza, ha distrutto qualunque speranza di un negoziato con l'Occidente. {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/il-rischio-di-una-nuova-escalation-militare-al-confine-tra-russia-e-ucraina/ Il rischio di una nuova escalation militare al confine tra Russia e Ucraina]''|Sulla [[crisi russo-ucraina del 2021-2022]], ''Affarinternazionali.it'', 29 novembre 2021|h=4}} *La Russia ha tutto l'interesse a che il mondo si accorga dei movimenti di truppe, per fare sfoggio di muscoli e far pesare il suo ruolo nella maniera che secondo Mosca più si addice a una grande potenza, con un'intimidazione sfacciata. Zelensky, che può mancare di esperienza come politico ma sa benissimo come influenzare l'opinione pubblica, reagisce logicamente mostrando di non soccombere all'intimidazione, per non fare il gioco del suo avversario. *Lo scontro sull'intervenire o meno in Ucraina dunque esiste, è vero, almeno nella retorica, e in un contesto dove l'inquilino del Cremlino si mostra sempre più spesso non soltanto il committente, ma anche il consumatore principale della propaganda, non è escluso che non sia soltanto retorica. Le basi teoriche per giustificare un'invasione russa sono già state create: un territorio sottratto alla Russia, un popolo "fratello" che soffre sotto il giogo degli occidentali, una minaccia militare presentata come sempre più diretta (Putin ha menzionato di recente il rischio di manovre e basi Nato in territorio ucraino) e un progetto neoimperialista e postsovietico che senza l'Ucraina non sarebbe fattibile. *Gli scettici dicono che la Russia non sarebbe in grado di invadere l'Ucraina – con 45 milioni di abitanti in stragrande maggioranza ostili a un ritorno alla Russia, e un esercito molto più preparato rispetto a sette anni fa, quando l'offensiva dei "volontari" russi nel Donbass venne bloccata. comunque non reggerebbe il prezzo politico, diplomatico, umano e militare di una guerra. Ci sono dubbi anche sul fatto che Aleksandr Lukashenko, per quanto in difficoltà, si presti a fare da piazza d'armi per le truppe russe. {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/la-sciagura-storica-putin-urss/ La "sciagura storica": Putin e l'eredità dell'ideologia sovietica]''|Su [[Vladimir Putin]], ''Affarinternazionali.it'', 18 dicembre 2021|h=4}} *La [[Nostalgia per l'Unione Sovietica|nostalgia per l'Urss]] è diventata l'ideologia ufficiale del regime, nascendo da giochi di marketing innocenti come il ritorno ai sapori delle caramelle dell'infanzia e il recupero delle vecchie commedie e cartoni animati, ed evolvendo in un recupero a 360 gradi dei codici culturali e politici, con al centro la glorificazione della vittoria sul nazismo come principale successo sovietico, base fondante per le rivendicazioni "geopolitiche" di Mosca nel nuovo millennio. *L'ideologia e la propaganda di Mosca negli ultimi vent'anni hanno [...] mischiato in maniera molto paradossale il rimpianto per i fasti sovietici con quello per la monarchia dei Romanov, in un mix di Stalin e Nicola II che non sarebbe piaciuto a nessuno dei due. Ma la nostalgia dell'Unione Sovietica resta il legame più forte che accomuna Putin e il suo gruppo dirigente con il suo elettorato, il cui nocciolo duro – sparita la maggioranza putiniana – resta proprio quello dei loro coetanei, di chi ha vissuto lo shock della sparizione di un Paese, un impero, un sistema, e più che il benessere economico (inesistente) ne rimpiange le certezze e la grandeur, e la fatica dell'adattamento a quello che è venuto dopo. *Se Boris Eltsin non si fosse fatto artefice e promotore del divorzio tra i componenti del fatiscente impero comunista probabilmente l'attuale presidente guiderebbe ancora la sua Volga a Leningrado. {{Int|Da ''[https://www.linkiesta.it/2021/12/cosi-la-russia-e-diventata-una-dittatura-senza-bisogno-di-aggettivi/ Fortezza assediata]''|Sulle [[elezioni parlamentari in Russia del 2021]], ''Linkiesta.it'', 25 dicembre 2021|h=4}} *Le elezioni alla Duma del settembre 2021 hanno mostrato che, in una situazione in cui la realtà virtuale creata dalla propaganda essenzialmente televisiva non riesce più a garantire un consenso maggioritario, la ricerca di una legittimazione elettorale viene abbandonata. *I meccanismi di controllo del voto – come la presenza di osservatori internazionali e le videocamere nei seggi – sono stati smantellati, gli scrutatori indipendenti e i giornalisti sono stati cacciati, spesso con l'aiuto della polizia, e alle tecniche di brogli già collaudate si è aggiunto il voto elettronico, che ha assegnato la vittoria al partito governativo Russia Unita perfino nelle circoscrizioni più ribelli di Mosca e Pietroburgo. Ma il vero filtro è stato posizionato all'ingresso della competizione elettorale: praticamente tutti i candidati dell'opposizione liberale sono stati esclusi dalla corsa, o perché arrestati e/o incriminati, o semplicemente perché bollati come "estremisti", in base alla nuova legge che priva del diritto a presentarsi alle elezioni chiunque abbia partecipato alle attività delle organizzazioni di Alexei Navalny, anche soltanto con una donazione o un repost sui social. *In pochi mesi – sostanzialmente dall'arresto di Alexei Navalny al suo ritorno in patria dopo il tentativo di avvelenamento, il 17 gennaio 2021 – la Russia ha compiuto un'involuzione antidemocratica di una rapidità sconvolgente: in meno di un anno, votare, manifestare in piazza e protestare attraverso i media è diventato da difficile che era quasi impossibile. Una retromarcia brusca e brutale, che l'Occidente ha osservato costernato e impotente. *Quello di Putin è ormai un regime personalistico dove la corte prevale sul sistema – come testimoniano le nomine delle guardie del corpo del presidente a governatori e consiglieri – e la cui ideologia, con numerosi punti di contatto con quella del sovranismo europeo, è troppo fragile e arretrata per poter diventare un'alternativa all'invecchiamento strutturale, culturare e demografico della Russia. ===2022=== *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Sono le stesse bugie che raccontano i media dall'altra parte del confine, per convincere i russi che a) non si tratta di una guerra, b) anche se fosse una guerra, è giusta e preventiva, c) magari non si chiama guerra, ma è un trionfo: gli ucraini si stanno arrendendo a battaglioni. È la stessa narrazione usata da sempre dall'Unione sovietica, per tutte le sue guerre di invasione, dalla guerra contro la Finlandia iniziata da un falso attacco contro i sovietici nel novembre 1939, alla guerra "preventiva" in Afghanistan nel 1979, raccontata come "operazione di aiuto internazionalista", per non parlare delle invasioni in aiuto ai regimi "fratelli" in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968. Una fede quasi magica nelle parole, e l'insistenza della propaganda putiniana sulla sua terminologia diventa a sua volta un ulteriore motivo di scontro con l'occidente che si rifiuta di riconoscere che i bombardamenti di Kyiv e Kharkiv abbiano come obiettivo la "liberazione" dell'Ucraina dalla "oppressione del governo nazista".<ref>Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/02/26/news/il-cremlino-non-puo-piu-vendere-ai-cittadini-spazientiti-il-mito-della-guerra--3737564/ Il Cremlino non può più vendere ai cittadini spazientiti il mito della guerra]'', ''Ilfoglio.it'', 26 febbraio 2022</ref> {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/conflitto-ucraina-negoziati/ Il poker russo in Ucraina è a un bivio]''|Sulla [[crisi russo-ucraina del 2021-2022]], ''Affarinternazionali.it'', 7 febbraio 2022|h=4}} *Ogni giorno gli esponenti della Russia si trovano a smentire sempre nuove rivelazioni e indiscrezioni pubblicate sui giornali internazionali, che hanno come fonte governi e servizi di intelligence occidentali, soprattutto statunitensi e britannici: dalle accuse di voler organizzare un colpo di Stato per insediare a Kiev un governo fantoccio, all'ipotesi di video fake che i russi dovrebbero utilizzare per giustificare un intervento nel Donbass a difesa dei russofoni, fino a scenari apocalittici di attacchi nucleari. Rivelazioni e accuse che appaiono talvolta anche poco credibili, ma che nel frattempo hanno ottenuto un ribaltamento dei ruoli: mentre il silenzio di Vladimir Putin riguardo alla risposta all'ultimatum della Nato si prolunga, alcuni dei suoi sottoposti sembrano scegliere toni più prudenti, aggiungendo alla solita retorica aggressiva giustificazioni e rassicurazioni. *È evidente che il tempo gioca contro Putin, sia sul terreno dove il disgelo complica i movimenti di truppe, sia nella guerra dei nervi dove l'effetto sorpresa è stato ormai stemperato da settimane in cui gli alleati occidentali hanno risposto alle minacce russe scoprendo una serie di carte. *In questa partita a poker giocata sulla minaccia di una guerra in Europa, Putin ora si vede costretto o ad andare fino in fondo, senza avere le risorse militari, economiche e politiche necessarie, oppure a fare retromarcia, accettando il negoziato sulla sicurezza che Biden gli propone. L'obiettivo è quello di dirottare le paure del Cremlino dal luogo nevrotico postimperiale dell'Ucraina verso una ricerca paziente e circostanziata di un'intesa su missili, basi, arsenali e controlli reciproci. Di spostare il dialogo con Mosca dal piano della propaganda mediatica a quello della diplomazia. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/02/23/news/qui-mosca-dove-i-russi-anestetizzati-non-sanno-lottare-per-la-pace--3720142/ Qui Mosca, dove i russi anestetizzati non sanno lottare per la pace]''|Sulla [[crisi russo-ucraina del 2021-2022]], ''Ilfoglio.it'', 23 febbraio 2022|h=4}} *Il silenzio della Russia, dei russi, è assordante. La ragione, in parte, l'ha mostrata il giorno prima lo stesso Vladimir Putin, inscenando il surreale spettacolo del suo Consiglio di sicurezza, trasmesso contrariamente al solito in tv. Il terrore si leggeva sui volti dei reggenti del suo regime – ministri, capi dei servizi, presidenti delle camere e del governo – che, movenze esitanti e voci balbettanti, venivano apostrofati gelidamente dal presidente se sbagliavano a recitare il loro ruolo. Un messaggio per i suoi sudditi: se i ricchi e potenti, gli amici di Putin da una vita, gli inamovibili e impuniti, tremano come scolaretti di fronte al leader supremo, che li osserva con un malcelato sorriso di soddisfazione, i russi comuni non possono nemmeno osare alzare la testa. *La paura segna il distacco dagli ucraini meglio di qualunque disquisizione putiniana sulla fratellanza dei popoli: a Kiev si sono abituati a tenere i loro politici sotto il ricatto permanente di una rivolta sul Maidan, i russi evitano qualunque spigolo ancora prima che sorga. *È una impotenza imparata che fa risprofondare i russi nella paura preventiva sovietica, e li rende timidamente complici della dittatura. E gli renderà molto più difficile emergerne. Molti ucraini russofoni in questi giorni stanno scegliendo di parlare d'ora in poi soltanto la lingua statale, e molti fanno sempre più fatica a scagionare i cittadini russi dalle responsabilità del loro governo. Mosca non ha rimediato alla sindrome postimperiale scegliendo di diventare una superpotenza culturale, sull'esempio del Regno Unito, e ha condizionato l'uso della lingua e della cultura russi all'adesione a un mitico "mondo russo" unito nei valori del putinismo. Il risultato è stato ovviamente l'opposto: le nuove generazioni georgiane, moldave o ucraine preferiscono studiare inglese. E a voltare le spalle agli ex fratelli maggiori, con i quali condividono sempre meno passato e nessun futuro. {{Int|Da ''[https://www.lanuovaecologia.it/invasione-ucraina-proteste-russia/ "Da questa guerra nasca una Russia che rinneghi il nazionalismo"]''|Intervista di Rocco Bellantone sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Lanuovaecologia.it'', 3 marzo 2022|h=4}} *Da questa guerra potrà emergere una nuova Russia che dovrà ripartire, rinnegando il nazionalismo e questo revanscismo post imperiale di matrice un po' sovietica e un po' monarchica e rivedendo il suo rapporto con il mondo in una chiave più pacifica e più europea. *L'intenzione del governo russo è di non far restare più nulla dell'informazione indipendente. Hanno oscurato la stazione radio L'Echo di Mosca, una radio che pur non essendo totalmente indipendente dal Cremlino dal punto di vista della proprietà era comunque riuscita a restare una tribuna più o meno aperta a tutti. Non era successo nemmeno con i golpisti comunisti nell'agosto del 1991. *C'è il rischio che si sviluppino scontri attorno ai reattori nucleari funzionanti e se questo accadesse le conseguenze sarebbero devastanti. Alcune di queste centrali si trovano attorno a città affacciate sul fiume Dnepr, uno dei maggiori d'Europa. Contaminarlo significherebbe contaminare più Paesi, non solo l'Ucraina. {{Int|Da ''[https://www.italiaoggi.it/news/una-russia-tipo-corea-del-nord-2555147 Una Russia tipo Corea del Nord]''|Intervista di Marco Biscella sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Italiaoggi.it'', 12 marzo 2022|h=4}} *Vladimir Putin è una persona fuori dal mondo: basti pensare alla brutalità di voler bombardare un paese, di bombardare i civili, senza preavviso, senza una dichiarazione di guerra, senza un negoziato, senza niente: totalmente a sorpresa. Il suo piano è bombardarla perché ritiene che l'Ucraina sia roba sua e la vuole riportare a casa. Non è un caso che per il Cremlino i corridoi umanitari dovrebbero essere aperti solo verso la Russia e la Bielorussia. Chi vuole salvarsi da questa guerra, per Putin deve andare in Russia, dove diventerà un ostaggio o un prigioniero *L'accerchiamento è un pretesto ideologico su cui insiste da qualche anno e fa finta di non tenere conto del fatto che la Nato confina già con la Russia tramite la Polonia, i paesi baltici e soprattutto la Norvegia dal 1949, tra l'altro in una zona strategica, a poche decine di chilometri da basi di sottomarini della flotta russa del nord, quella flotta che dovrebbe attaccare gli Stati Uniti in caso di guerra nucleare. *In pratica {{NDR|Vladimir Putin}} vuole smembrare l'Ucraina, inglobandone una parte direttamente e trasformando l'altra in una sorta di Stato fantoccio. *Putin va ascoltato non tanto per le sue intenzioni, ma per le sue motivazioni, perché è un narcisista. Ama fare in tv linee dirette con i russi che durano ore, gli piace parlare, spiegare esplicitamente le sue ragioni, la sua visione del mondo, i suoi rancori. Ma come confermano i diplomatici che lo incontrano, Putin esprime anche in privato ciò che sostiene in pubblico. Infatti anche davanti a loro ripete che la Nato lo accerchia, che l'Ucraina non è uno Stato e che a Kiev è in atto un golpe nazista... Detto questo, un conto sono le bugie di Stato, un conto è sostenere che dica sempre la verità, perché non è così. *La Russia ha smesso di essere un regime autocratico, è una dittatura, un totalitarismo, dove non si può più chiamare guerra la guerra, dove i residui di espressione libera sono stati liquidati. Si vive senza i social, senza la possibilità di esprimersi liberamente. *È un errore drammatico, dal suo punto di vista: ha fatto un passo molto più lungo della gamba, che senza alcun dubbio segnerà la fine del suo regime. Come e quando, lo vedremo: il sistema collasserà sotto il peso della devastazione economica oppure sotto il peso di una protesta popolare, anche se ci vorranno anni prima che osi sfidare la repressione? O sotto il peso di una sconfitta militare come quella che si sta profilando? {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2022/05/09/news/il_culto_della_vittoria_non_esisteva_putin_rianima_lo_zombie_imperiale-3435289/ Il culto della Vittoria non esisteva. Putin rianima lo "zombie" imperiale]''|Sulla [[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|giornata della vittoria]] e ''[[pobedobesie]]'', ''Lastampa.it'', 9 maggio 2022|h=4}} *Il 9 maggio è diventato la vera festa nazionale russa, molto più del 12 giugno che segna la fondazione della Russia post sovietica. [...] Il tripudio di bandiere e adesivi, manifesti e concerti, con bambini vestiti in uniformi d'epoca e fatti marciare in formazione a Z, e panini e torte pasquali con i simboli della "operazione militare speciale" in Ucraina, sembrano veramente sintomi di un impazzimento nazionale. *Uno degli aspetti più paradossali [...] è che il culto della Vittoria in realtà non esisteva nell'immediato dopoguerra, quando il 9 maggio non era nemmeno un festivo. Per vent'anni la parata della vittoria del 1945 è rimasta l'unica, per venire replicata nel ventesimo anniversario, e poi altri vent'anni dopo. L'ossessione della parata annuale, sempre più sontuosa, minacciosa e costosa (inclusi i lanci di missili speciali per disperdere le nuvole in caso di rischio pioggia), è un culto militarista voluto da Putin che, nonostante non avesse mai fatto un giorno in caserma, «non perde mai l'occasione di farsi fotografare accanto a un carro armato», ironizza lo storico [[Mark Galeotti]] sul Times. Ma anche la religione laica della vittoria nasce soltanto negli anni '70, in epoca brezhneviana. [...] L'introduzione del culto della vittoria era funzionale dunque non soltanto a dare a una nazione in crisi qualcosa di cui andare fiera, ma anche a giustificare la presenza di una gerontocrazia stalinista al governo. *Quella che oggi sogna di tornare al 1984 non è la nuova Russia postsovietica, che deve ancora nascere, reinventandosi un nuovo mito fondante: la Vittoria del 1945 – unico frattempo di storia sovietica che si era salvato dal collasso del sistema – non potrà più esserlo, dopo quello che è stato fatto in suo nome alle città ucraine. {{Int|Da ''[https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/32965161/russia-anna-zafesova-vladimir-putin-ecco-perche-oligarchi-si-suicidano.html "Putin? No, ecco perché gli oligarchi si suicidano"]''|Intervista di Maurizio Stefanini sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Liberoquotidiano.it'', 6 settembre 2022|h=4}} *Non abbiamo prove per dire che il Cremlino stia ammazzando i suoi oligarchi. Per ciascuna di queste morti esiste una spiegazioni ufficiale o semiufficiale. Quanto poi possa convincere che uno era depresso ed è andato di matto, uno è affogato nella sua piscina, uno era malato, non lo so. *Quella di Anna Politovaskaja non è una morte misteriosa, ma un omicidio. Hanno fatto 40 processi, si sa perfettamente chi l'ha uccisa. Non abbiamo la conferma in sede giudiziaria di chi sia il mandante, ma non si può chiamarla "morte misteriosa". A parte che è stata uccisa in modo estremamente pubblico, è stata una esecuzione. Certo, se si fa una lista "come si muore sotto Putin" viene fuori un po' di tutto. Oppositori di Putin, oligarchi, ammazzatine criminali, gente che è morta perché ha deciso di buttarsi giù dalla finestra... *Che molti giornalisti si siano accorti adesso che in Russia c'è violenza e c'è un regime dittatoriale è un problema di questi giornalisti. Chi si occupa di Russia ne ha scritto, e non solo chi si occupa di Russia. *Quella è una élite molto anti-occidentale nella sua retorica ma totalmente filo-occidentale nei comportamenti. Gente che costruiva la propria carriera in virtù dell'Occidente. Comprava case in Francia o in Italia, o yatch che poi parcheggiavano nel Mediterraneo oppure sull'Atlantico. Erano ovviamente persone che tenevano soldi all'estero e non in Russia, mandavano i figli a studiare in scuole inglesi, mandavano le mogli e le amanti a vivere a Londra o a Parigi, compravano squadre di calcio all'estero. Avevano tutta l'intenzione di godersi i frutti di una ricchezza accumulata in Russia e altrove, e di entrare possibilmente nel jet set occidentale. E sono persone a cui la guerra ha distrutto e sta distruggendo la fonte della loro ricchezza e quello che era il loro obiettivo di vita e il loro futuro. Quindi che molte di queste persone potrebbero essere depresse a un punto tale o da darsi a comportamenti pericolosi o a suicidarsi è abbastanza plausibile. *{{NDR|Su [[Dar'ja Dugina]]}} Non è stato un incidente e non era depressa. Poi, chi la ha uccisa, è totalmente un altro discorso. Notiamo che all'improvviso tutti hanno smesso di parlarne. La propaganda russa ci aveva detto che aveva identificato questa presunta killer ucraina, poi è saltato fuori un suo complice, poi si è scoperto che il complice era legato ai separatisti del Donbass e all'improvviso si è smesso di parlarne. La cosa più probabile è che Mosca abbia tirato fuori una spiegazione della sua morte che messa insieme in fretta e furia doveva accusare i servizi segreti di Kiev. Sul resto, non sappiamo più o meno niente. L'ipotesi che sia stata uccisa o da un regolamento di conti interno all'estrema destra russa o da qualche gruppo dei servizi segreti russi nell'ambito di una strategia della tensione ovviamente sono ipotesi molto plausibili, ma probabilmente la verità la sapremo solo a regime finito. {{Int|Da ''[https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/09/30/news/politica_e_diplomazia_non_possono_mai_arginare_la_follia_conversazione_con_anna_zafesova-10310198/ Il regime, la follia, il dissenso, il futuro]''|Conversazione con Alessandro Catalano sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Huffingtonpost.it'', 30 settembre 2022|h=4}} * *Non tutti {{NDR|i russi}} sono contrari alla guerra perché ritengono di essere dalla parte del torto: alcuni riconoscono le ragioni dell’Ucraina, altri vorrebbero annettere l’Ucraina ma non sono pronti a pagarne il prezzo, altri ancora cominciano a rendersi conto delle conseguenze interne ma non s’interrogano sulle ragioni. Fare analisi più dettagliate è in questo momento impossibile, ma quello che emerge da tutti i sondaggi è una percentuale più o meno costante del 25-30% di persone a favore della guerra, poi c’è un altro 30% di chi non è né contro né a favore e un 30% di contrari. *Da un lato mi rendo conto che, passati sei mesi di una guerra atroce, è curioso che i cittadini russi continuino ad andare in vacanza in Europa, a fare shopping come se nulla fosse; dall’altro trovo altrettanto sbagliata una punizione collettiva e non riesco a capire quale metodo bisognerebbe adottare per fare una selezione. Il visto turistico per molti rappresenta il solo modo di scappare. Si sta parlando di creare visti umanitari per persone a rischio, un progetto dai nobili intenti, ma di difficile realizzazione, perché la richiesta di un tale visto non sfuggirebbe certo alla polizia. Comunque mi rendo anche conto che gli episodi di aggressioni di turisti russi agli ucraini, che si sono verificati in molte città europee in queste ultime settimane, saranno anche pochi, ma hanno un grande valore simbolico. Si tratta però di questioni che andrebbero discusse con grande cautela, alle quali ora si aggiunge anche il problema dei russi che fuggono dalla chiamata alle armi. Si tratta di una situazione delicata, anche in relazione alla difficoltà di ottenere asilo da parte dei dissidenti scappati all’inizio della guerra. *L’[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] russa è molto eterogenea e va da coloro che sono blandamente putiniani fino a persone che augurano all’Ucraina una vittoria militare che distrugga la Russia nella sua forma post-imperiale. Molti di questi emigrati, comunque, dopo sei mesi senza accoglienza, visti e permessi di soggiorno temporanei saranno costretti a tornare in Russia, dove diventeranno vittime o complici del regime, ma questa è un’eventualità che non giova né agli ucraini né agli altri europei, perché il giorno in cui in Russia cambierà il regime – e prima o poi cambierà – se vogliamo ricostruire una Russia europea, la dovremo ricostruire con queste persone. *In Italia c’è sicuramente una deformazione del sistema mediatico che consente a personaggi assolutamente improbabili di costruire carriere sostenendo le tesi più assurde e provocatorie. Io personalmente ho rifiutato e rifiuto inviti ai talk show perché mi è capitato diverse volte di essere invitata insieme a propagandisti russi, ho il mio codice professionale deontologico. E questi personaggi sono pericolosi, perché, per quanto, anche come Memorial, ci sforziamo di denunciare che in Russia i diritti umani sono minacciati e che siamo di fronte a una dittatura, quando poi uno di questi presunti "esperti" se ne esce con qualche affermazione infondata di grande effetto, si trova sempre qualcuno pronto a dire: "ma guarda, sta dicendo cose interessanti, tutto sommato mi trovo d’accordo". Che è poi quello che è successo quando abbiamo concesso ampio spazio ai no-vax. *Vogliamo solo informazioni che confermino i nostri pregiudizi, l’idea astratta ci siamo fatti di un paese che non fa parte della nostra esperienza immediata. Questo spiega la forte resistenza ad accettare il racconto degli insuccessi dell’esercito russo in Ucraina, cosa che adesso dopo la mobilitazione "parziale" è ancora più evidente. *Rispetto al tema militare ho l’impressione che resti molto forte l’idea dell’armata invincibile, poi ovviamente in Italia prevale un’idea un po’ letteraria della Russia, rafforzata dall’esperienza della Seconda guerra mondiale e dal retaggio comunista. Eppure le condizioni disastrose dell’esercito russo erano già note da tempo a chi si occupa di questi temi, pensiamo alle guerre in Cecenia (1994 e 1999), in Georgia, nel Donbass nel 2014 e in Siria, dove le truppe russe hanno faticato molto di fronte a eserciti meno numerosi o addirittura di fronte a guerriglie poco organizzate. In tutte queste occasioni ha usato la tecnica che abbiamo visto usare anche in Ucraina: massiccio uso di artiglieria e bombardamenti, cioè sostanzialmente non stiamo parlando di una conquista, ma di una distruzione sistematica, accompagnata da un comportamento brutale nei confronti della popolazione civile. Di fatto, la Russia ha in realtà pochissimi reparti ben attrezzati e ben addestrati, tutto il resto è un esercito di stampo sovietico, inefficiente, povero e colpito dalla corruzione. *Sì, le sanzioni funzionano. Tra l’altro non ne abbiamo ancora visto fino in fondo gli effetti, per esempio l’embargo petrolifero scatta a pieno regime soltanto a fine anno, siamo quindi ancora in una fase transitoria. Ma c’è anche un altro aspetto importante, la Russia è un paese estremamente arretrato tecnologicamente, come lo era già l’Unione Sovietica e, ancora più lontano nel tempo, l’Impero russo. In Russia la produzione di automobili è calata del 97%; la Russia non ha più la possibilità di produrre missili, aerei e armi perché le componenti estere erano essenziali, soprattutto per quanto riguarda l’elettrotecnica. Esiste certamente la possibilità di aggirare le sanzioni tramite l’India o la Cina, però è poco probabile che questi paesi vogliano compromettersi aiutando espressamente la Russia. Del resto, non fanno certo beneficenza, in cambio vogliono soldi e le entrate di Putin saranno sempre più basse perché noi compreremo sempre meno energia. *Continuare a sostenere l’Ucraina ha senso da un punto di vista strategico perché, rispetto al rischio dell’aumento delle bollette per un inverno, cosa che si può compensare in vari modi, molto maggiore sarebbe il rischio strategico di una Russia che ti minaccia con le armi atomiche. Ormai la minaccia atomica non è più un tabù, i propagandisti russi spesso invitati nei programmi italiani ne parlano apertamente e l’ex presidente Medvedev lo ribadisce ormai quotidianamente. Anche se la guerra si fermasse e la Russia conquistasse una serie di territori ucraini, questo implicherebbe comunque un consistente aumento delle spese militari, di sicurezza e di intelligence per tutti i paesi europei, cosa che peraltro è già avvenuta. *Ogni tanto si dice che, se la respingiamo, la Russia cadrà nelle braccia della Cina, ma ciò è vero per una Russia autoritaria come quella odierna, non per una Russia democratica ed europea. Quindi, se si vuole strappare la Russia all’orbita cinese, l’unico modo è aiutarla a diventare europea. Ma la strada è lunga, anche perché il giorno in cui, non sappiamo come e non sappiamo quando, in Russia cadrà il regime di Putin, bisognerà evitare che si ripeta la situazione di trent’anni fa, quando è stata proclamata la fine della storia e poi, dopo trent’anni, si è invece scoperto che i russi si sono rivelati più sovietici dei sovietici. *Nel [[putinismo]] non si intravede chi potrebbe realizzare {{NDR|un rovesciamento di palazzo}}, perché si tratta di un regime personalista, non c’è un partito con un ''politbjuro'' che ha delle correnti, dei falchi e delle colombe, dei rappresentanti dell’industria, dei militari, delle forze di intelligence, tutte cose che c’erano invece in Unione Sovietica. Quello di oggi è un sistema politico molto più primitivo, molto più rudimentale, una specie di corte con dei clan che combattono per la propria ricchezza e la propria sopravvivenza. {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/inverno-ucraina-decimo-mese-guerra/ Nove mesi di stragi e bombe sull’Ucraina]''|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Affarinternazionali.it'', 25 novembre 2022|h=4}} *Mentre Kyiv mette in atto campagne di crowdfunding per i sacchi a pelo termici per i suoi soldati, Mosca preferisce arruolare il Generale Inverno nella sua campagna per terrorizzare i civili: i bombardamenti delle centrali elettriche e di riscaldamento, agli impianti idrici e alle reti di distribuzione hanno come obiettivo quello di lasciare gli ucraini al buio e al freddo, e costringere Kyiv a trattare un compromesso territoriale che l'esercito russo non riesce a conquistare sul terreno. *Praticamente in tutto il territorio ucraino si applicano black out programmati, necessari per risparmiare energia, ai quali si aggiungono gli spegnimenti d'emergenza, che scattano quando il sistema è sovraccarico. Mentre l'antiaerea ucraina viene rifornita di nuovi sistemi di produzione occidentale, resta l'incubo di un altro raid missilistico massiccio dei russi, che rischierebbe di aumentare il danno e colpire infrastrutture appena rimesse in funzione. *A livello militare, gli aspetti meteorologici colpiscono entrambe le parti in misura più o meno identica. Sia gli ucraini che i russi sono stati addestrati alle "guerre invernali" fin dall'esperienza sovietica, e una gelata renderebbe in realtà il terreno molto più praticabile per i mezzi pesanti rispetto al fango della mezza stagione. È vero che entrambi gli eserciti hanno combattuto ferocemente in autunno per consolidare le linee in previsione dell'inverno, ma è abbastanza improbabile che la neve e il freddo "congelino" le ostilità. *Putin non può vincere, ma deve mostrare al suo popolo di non aver perso, e il modo più plateale per farlo è quello di infliggere un danno enorme alla popolazione civile ucraina. Un'arma che Kyiv e i suoi alleati occidentali non vogliono e non possono utilizzare contro la Russia. Il ricatto dei civili al buio e al freddo, invece di spingere Zelensky al compromesso – come vorrebbe Putin – lo incentiva a incalzare la Russia per non lasciarle spazi di manovra. E il disastro militare, diplomatico e organizzativo (oltre che morale) di una guerra persa spinge il Cremlino a nuove ritorsioni contro l'Ucraina. {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/il-patto-sociale-rotto-tra-putin-e-i-russi-che-non-vogliono-piu-la-guerra/ Il patto sociale rotto tra Putin e i russi che non vogliono più la guerra]''|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Affarinternazionali.it'', 6 dicembre 2022|h=4}} *Secondo un sondaggio "riservato", condotto dal Servizio federale di protezione russo, il 55 per cento dei russi è a favore di un negoziato con l'Ucraina, e soltanto un quarto vorrebbe proseguire la guerra. Se questi dati del raccolti dal corpo speciale che si occupa della sicurezza della presidenza russa fossero veri, significa che la guerra che Vladimir Putin aveva iniziato in buona parte come doping per la sua popolarità in declino sta segnando invece un divario senza precedenti tra l'opinione pubblica della società e il Cremlino. *La mobilitazione ha segnato una rottura del patto sociale che il putinismo aveva proposto per più di vent'anni: delegare le decisioni politiche al Cremlino in cambio di un maggiore benessere economico e dell'immagine di una Russia ''great again'' trasmessa dalla propaganda televisiva. La prima parte di questo patto era stata violata dalla riforma delle pensioni nel 2018, la mobilitazione ha rotto la seconda clausola, e la reazione dei russi è stata immediata: oltre al milione di persone, che nei giorni immediatamente successivi sono scappate dalla Russia, il consenso alla guerra – e quindi a Putin, un presidente che sulle guerre ha costruito il suo capitale politico – è crollato. *Anche tra i "russi buoni" che condannano la guerra molti non sono pronti ad abbracciare le ragioni dell'Ucraina, o a desiderare la sconfitta del proprio Paese, e molti sono terrorizzati dal caos che potrebbe scaturire da un regime change. Ma se gli intellettuali – essenzialmente in esilio – che danno una diagnosi brillante e spietata del fallimento russo sono comunque molti, i leader del dissenso che stanno riflettendo su soluzioni per uscirne sono pochissimi. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2022/12/10/news/ucraina_youtuber_paga_con_9_anni_di_carcere_la_verita_sulla_strage_di_bucha-12404568/ La verità su Bucha pagata con 9 anni di carcere]''|Su [[Il'ja Jašin]], ''lastampa.it'', 10 dicembre 2022|h=4}} *Se negli anni precedenti i leader del dissenso venivano accusati di reati comuni - Mikhail Khodorkovsky era stato condannato a 10 anni per evasione fiscale, Alexey Navalny per "truffa" -, la dittatura militare imposta da Vladimir Putin dopo l'invasione dell'Ucraina non si prende più nemmeno il disturbo di cercare pretesti. L'articolo 207.3 del codice penale della Federazione Russa infatti punisce la «diffusione di fake sull'esercito russo», cui nel caso di Yashin si aggiunge l'aggravante del «motivo di odio politico». *«Io non ho paura e anche voi non dovete averne», è stato il mantra che Yashin ha ripetuto ai suoi sostenitori. In aula ha riso, scherzato e gesticolato dalla sua gabbia di vetro, e ha concluso il suo ultimo discorso da imputato chiedendo ai dissidenti di «non dimenticare di sorridere, perché se ci scordiamo la gioia della vita loro avranno vinto». Del resto, il 39enne politico era andato incontro alla condanna consapevolmente: come il suo amico e mentore Alexey Navalny, ha preferito la prigione al silenzio e alla fuga. *L'esilio è stato la scelta di centinaia di migliaia di oppositori, giornalisti e intellettuali russi, ma Yashin ha deciso invece per il martirio in pubblico. ===2023=== {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/gruppo-wagner-soledar-guerra-ucraina/ La battaglia di Soledar ha aperto il fronte "interno" del gruppo Wagner]''|Sulla [[battaglia di Soledar]], ''Affarinternazionali.it'', 17 gennaio 2023|h=4}} *La conquista di Soledar – una cittadina di 10 mila abitanti prima della guerra, praticamente distrutta dall'artiglieria russa – rappresenta per il comando russo un valore più propagandistico che strategico: è la prima avanzata in sei mesi, da dare in pasto a un'opinione pubblica (e a un comandante supremo) cresciuti nel ricordo sovietico dei trionfali annunci dei progressi territoriali dell'Armata Rossa contro i tedeschi. *È vero che la vittoria ha sempre molti padri, ma lo scontro pubblico che ha visto un attore tutto sommato privato come il fondatore del gruppo Wagner Evgeny Prigozhin sfidare il ministero della Difesa russo è qualcosa che non ha precedenti sia per forma che per contenuto. *Prigozhin attacca pubblicamente i vertici militari russi, diffonde video dove i suoi soldati lanciano insulti al capo dello Stato Maggiore Valery Gerasimov, e rivendica polemicamente il merito esclusivo della conquista di Soledar. Comportamenti impensabili nelle gerarchie di uno Stato, dove questo tipo di lotte resta sempre sotterraneo, e non coinvolge entità esterne, meno che mai quelle che fanno ricorso esplicitamente a un'ideologia paracriminale come i Wagner. *La Russia postcomunista ha ereditato dalla tradizione politica tardo-sovietica la regola di non dare ai militari troppa autonomia, e il sistema privilegia la promozione di ''yesman'' come Gerasimov, uno degli uomini che ha firmato un piano di invasione dell'Ucraina palesemente fallimentare. *Il consenso sul fatto che l'invasione dell'Ucraina sia stato un errore è abbastanza diffuso, molto meno condivisa è l'idea che la guerra vada fermata, e nello schieramento di chi vorrebbe vincerla – rendendosi conto che una sconfitta della Russia comporterebbe la fine del regime nel quale hanno finora prosperato – si fa sempre più strada il sentimento che non saranno Putin e i suoi generali a portare la vittoria. *Uno dei lati forti che Putin offriva al suo elettorato era uno Stato forte e monolitico che il presidente rappresentava, ma il patto diabolico firmato con un’armata di galeotti ha messo in crisi questa percezione. {{Int|Da ''[https://www.affarinternazionali.it/discorso-nazione-putin-russia/ La Russia senza futuro di Vladimir Putin]''|Su [[Vladimir Putin]], ''Affarinternazionali.it'', 23 febbraio 2023|h=4}} *La guerra ha consolidato definitivamente un modello di potere da monarchia quasi assoluta. *Putin non ha un piano, meno che mai un piano B, e sta cercando di navigare a vista tra l'impossibilità fisica di vincere sull'Ucraina e l'inammissibilità di una marcia indietro che vede come la fine del suo regno. Cosa che paradossalmente potrebbe non essere vera: i russi, la nomenclatura come il popolo, sono talmente spaventati e spiazzati da una guerra che sta andando verso il disastro, da essere probabilmente pronti ad acclamare chiunque li riporti almeno al 23 febbraio dell'anno scorso. *Una ritirata potrebbe rinviare la resa dei conti, liberando le risorse repressive che Putin potrebbe usare contro i suoi critici, e quelle economiche che servirebbero a ricomprare il consenso della popolazione. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/02/24/news/volodymyr-zelensky-il-migliore-4989975/ Volodymyr Zelensky, il migliore]''|Su [[Volodymyr Zelens'kyj]], ''Ilfoglio.it'', 24 febbraio 2023|h=4}} *In patria, dopo un anno di bombe, sangue, buio e freddo ha il 94 per cento dei consensi, all'estero è una superstar globale, con i politici che litigano per una cena con lui, e l'entusiasmo che suscita quando passa per Washington, Londra e Bruxelles ricorda quasi quello di un'icona del rock. Il suo volto viene stampato sulle t-shirt, la sua felpa "I'm Ukrainian" va a ruba, e il colore Pantone della moda dell'Ucraina in guerra è il verde Zelensky (che poi in ucraino significa appunto "verde"). È un presidente, un comandante in capo, un'icona, è l'uomo più amato e più minacciato del mondo, e quando compie 45 anni, il 25 gennaio scorso, gli ucraini sui social gli regalano un titolo che vale più di un Nobel e di un Oscar insieme, "naikrashiy", il migliore. *È proprio con Zelensky che l'Ucraina si è compiuta definitivamente come quella "anti Russia" – per usare la terminologia putiniana – che metteva in crisi il cuore di tenebra dell'ex impero sovietico, rappresentando un'alternativa democratica ed europea alla nostalgia risentita dalla quale la dittatura di Mosca attingeva la sua legittimazione. Era l'antidoto a quella che molti, nello spazio postsovietico, percepivano ancora come una condanna a ripetere la storia, e il cambio generazionale che Zelensky ha rappresentato è diventato visibile a tutto il mondo con la guerra, con un governo democratico di quarantenni che parlano inglese a organizzare la resistenza contro l'invasione di un regime di settantenni che ripetono i cliché della propaganda sovietica. *Oggi, gli ucraini imbracciano i fucili, si rifiutano di parlare russo e cacciano dal tempio del monastero delle Grotte di Kyiv i religiosi ortodossi rimasti fedeli a Mosca, in una profezia che si è avverata al contrario: paradossalmente, è stata la guerra a realizzare il sogno di una Ucraina che entrava in Europa e che si sedeva da pari al tavolo delle nazioni occidentali. Il momento in cui Zelensky pronuncia "Slava Ukraini" al Parlamento europeo e si morde le labbra per non piangere quando l'emiciclo gli risponde in coro "Heroyam slava" non poteva essere inventato da nessuna sceneggiatura, ma è parte di quel sogno che sembrava impossibile quando gli elettori avevano votato un comico che avrebbe guarito gli abitanti del più grande e più povero paese europeo da un complesso di inferiorità postcoloniale. *È il suo genio comunicativo ad averne fatto l'uomo "most wanted" dai russi, e i suoi appelli serali girati con il telefonino – tanto criticati in tempi di pace dai giornalisti ucraini che si vedevano estromessi da un presidente populista che cercava un dialogo diretto con il suo popolo, bypassando le élite – sono già nei manuali di storia accanto agli appelli radio di Churchill e Roosevelt. È stato saggio, dicono i suoi estimatori a Kyiv, ad aver lasciato mano libera ai militari, concentrandosi su quello che sa fare meglio: creare una narrazione da offrire ai suoi combattenti e all'opinione pubblica internazionale. Ha costruito il sogno della resistenza e della vittoria, nel quale si mischiano miti antichi e moderni, linguaggio alto e pop, ideali europei e retaggi sovietici: è sua la proprietà del mito della "guerra patriottica" della nazione che si erge contro l'invasore, che Putin ha invano cercato di privatizzare, della resistenza partigiana e dell'unità nazionale, della strage di Bucha che rievoca la memoria di Babyn Yar e abbina a quel ricordo atroce proprio i russi che urlano agli "ucronazisti". *Un giorno, la sua incredibile storia verrà raccontata in film interpretati da attori che rincorrerano l'Oscar per aver impersonato un attore diventato presidente diventato storia. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/editoriali/lettere-e-idee/2023/04/13/news/cosi_la_russia_diventa_come_lisis-12750688/ Così la Russia diventa come l'Isis]''|Sulla [[decapitazione di Serhij Pataki]], ''Lastampa.it'', 13 aprile 2023|h=4}} *Quello che fa raggelare nel video della decapitazione con un coltello di un soldato ucraino per mano di militari russi non è nemmeno il suo grido di dolore, né la sbrigativa efficienza dei boia, né l'evidente normalità del massacro compiuto di cui il comando è al corrente. A rendere il video davvero una nuova frontiera dell’orrore è il fatto che non si tratta di un "leak": non è una denuncia degli ucraini per screditare gli invasori, è uscito sui canali della propaganda russa, ed è stato ripostato e commentato (positivamente) proprio da chi ne esce devastato senza possibilità di redenzione, i russi stessi. *"Gole profonde" da Mosca spiegano che la decapitazione è stata compiuta dal gruppo Wagner, e che il video è stato pubblicato intenzionalmente, per incoraggiare gli ucraini a torturare a loro volta i prigionieri russi, fermando così l'emorragia di militari di Mosca che si arrendono al nemico (3 mila soltanto a marzo, secondo Kyiv). È evidente che l'esecuzione sia stata compiuta, filmata e diffusa per terrorizzare. *In un Paese dove le maestre denunciano i bambini (e i bambini le maestre) per un disegno pacifista, dove il leader dell'[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] in cella perde 8 chili in 15 giorni perché torturato con la fame, la Tv inneggia alla bomba atomica, gli intellettuali decantano Stalin e i giudici tolgono i figli ai dissidenti, il limite dell'orrore è stato sfondato da tempo. Il paragone con l'Isis regge nella furia con la quale la Russia resuscita il suo passato più oscuro, cancellando con le sue mani ogni residuo rispetto o empatia che poteva suscitare. {{Int|Da ''[https://www.huffingtonpost.it/esteri/2023/04/13/news/mobilitazione_e_fratture_interne-11821160/ "I russi sono tutti potenziali reclute, si è infranto il patto sociale con il popolo"]''|Intervista di Lorenzo Santucci, ''huffingtonpost.it'', 13 aprile 2023|h=4}} *È evidente che il rapporto tra il regime putiniano e i suoi cittadini non è più un patto sociale tra governo ed elettori, ma il popolo viene considerato carne da macello. Un po’ come in Eritrea. *A luglio gli ucraini hanno fermato l’avanzata russa, in autunno riprendono parte dei territori occupati con l’intenzione di non fermarsi. Putin mobilita 300mila persone ma adesso gliene servono degli altri, senza sapere che fino hanno fatto questi uomini. Questa nuova massa umana verrà gettata nel Donbass, dove l’esercito ucraino è bloccato impedendogli di muoversi come e dove vorrebbe, probabilmente verso sud. *Che ci sia uno scontento di dimensioni colossali è evidente, nessuno è contento di questa guerra, anche chi ci guadagna. Possono essere bestie, ma non scemi. Secondo me non esiste un piano chiaro dei russi, lo si vede nelle dichiarazioni che fanno. Parlano di schiacciare l’Ucraina, un Paese che per loro non esiste, ma oltre le parole credo che ci sia la consapevolezza che non sono obiettivi raggiungibili. Cercano di portarsi a casa il Donbass per spacciarla come una vittoria, non a caso Putin parla di guerra per la liberazione del Donbass. Se anche Prigozhin sostiene che con questi uomini e mezzi avrebbe bisogno di un annetto o due per prendere l’intera regione, forse ha una visione più realistica del ministero della Difesa. *Il problema è che si tratta di una monarchia e questa guerra non si combatte per risultati, ma per vantarsi davanti allo zar. Lo scontro tra Wagner e Difesa serve per conquistarsi un posto al sole vicino a lui. *La guerra sta distruggendo la Russia e la loro ricchezza, li sta rendendo dei paria, resteranno dei criminali a prescindere da quello che succederà a Putin. Credo che alla nomenklatura putiniana piacerebbe risolvere la situazione, ma è estremamente preoccupata che poi il sistema si sfaldi, portando a una guerra di tutti contro tutti. È una lotta a chi spinge prima l’altro nel baratro ed è difficile dire cosa accadrà dopo Putin. Non si sa chi possa succedergli, aprendo così vere e proprie guerre intestine laceranti. *Nella Wagner ci sono dei criminali che evidenziano quanto la Russia si stia avvicinando a uno Stato fallito. Se Prigozhin viene considerato una guida, dimostra quanto il Paese è caduto in basso. [...] È un brigante dal grilletto facile, intelligente e che sa adulare le persone così come organizzare e preparare le truppe, ma pur sempre brigante. Per lui non vedo un futuro nel dopo Putin. Prigozhin esiste grazie a Putin. L’establishment russo è abbastanza efficace nell’eliminare personaggi simili, una volta che Putin non sarà più al potere {{Int|Da ''[https://www.huffingtonpost.it/esteri/2023/06/24/news/zafesova_e_un_golpe_e_comunque_vada_putin_ne_uscira_malissimo-12484635/ "È un golpe in piena regola. E comunque vada Putin ne uscirà malissimo"]''|Sulla [[ribellione del Gruppo Wagner]], ''Huffingtonpost.it'', 24 giugno 2023|h=4}} *È vero che nella storia russa i colpi di Stato sono stati portati avanti anche da piccoli gruppi militari, ma Putin dovrebbe richiamare soldati dall’Ucraina per fermare la Wagner, sguarnendo così il fronte. A meno che non voglia bombardare le proprie città: uno scenario che, oltre a essere inquietante, non so dove possa portarlo. *I media italiani fanno fatica a chiamare le cose con il loro nome. Quello in corso è un golpe. *Putin ne esce malissimo in qualunque caso. Mettiamo il caso che Prigozhin arrivi a Mosca, Putin è morto almeno politicamente. Se invece riuscisse a fermarlo, ha avuto comunque un golpe in casa. Anche perché Prigozhin è il frutto del sistema putiniano, ovvero la sostituzione dello Stato con una corte. È un ex criminale diventato ricco grazie agli appalti ricevuti, che si è costruito il suo esercito di galeotti perché Putin ha avuto l’idea geniale che un esercito privato potesse aiutarlo. *{{NDR|«E se dietro tutto questo ci fosse lo zampino dell’Occidente, che ha soffiato sul fuoco delle divisioni interne per rovesciare il regime di Putin?»}}<br>Ne dubito. Forse Prighozin qualche contatto lo ha anche cercato, ma credo con più probabilità che si sia sentito con Kiev. Questo è più probabile. Se vuole andare a Mosca, deve inevitabilmente sentire i nemici della Russia. *Pochi giorni fa c’è stato un attacco di droni alle porte di Mosca, di cui si è parlato poco perché ormai sono ordinaria amministrazione fin quando non colpiscono un bersaglio. Ma questi in particolare sembravano diretti contro la base della divisione carrista dell’esercito russo, quella che normalmente interviene nel caso di un golpe a Mosca. Mi chiedo: è una coincidenza che rientra nella logica della guerra o un tentativo di mettere fuori gioco la più probabile linea di difesa nel caso di un colpo di Stato? Per Kiev è naturalmente un’opportunità. La domanda è se stanno guardando ciò che accade con i popcorn in mano o se ci sia qualcosa di più su un loro coinvolgimento. {{Int|Da ''[https://www.cdt.ch/news/mondo/la-morte-di-prigozhin-equivale-alla-fine-della-wagner-325659 «La morte di Prigozhin equivale alla fine della Wagner»]''|Intervista di Paolo Galli sulla morte di [[Evgenij Prigožin]], ''Cdt.ch'', 24 agosto 2023|h=4}} *{{NDR|«La morte di Prigozhin è da leggere come la fine della Wagner?»}} Significa proprio questo. Anche perché pare che, sullo stesso aereo di Prigozhin - altra notevole imprudenza -, ci fosse anche Dmitry Utkin, ovvero "IL" Wagner, il comandante che avrebbe contribuito alla fondazione della compagnia, dandole il suo indicativo di chiamata. E allora la Wagner è stata decapitata, ormai a livello militare, ma anche organizzativo e finanziario. Qualcuno ha preso la decisione di interrompere l’esistenza di questa compagnia, e ciò dopo vari tentativi di addomesticarla, di comprarla. Ora è stata decapitata. La Wagner non ci sarà più, perlomeno non nella forma che conosciamo. E questa è un’ottima notizia per l’Ucraina. I mercenari della Wagner rimasti senza i loro capi confluiranno ora in altre compagnie di mercenari, tra cui anche quelle degli amici di Putin, a cominciare da quella Redut che pare stia reclutando molto attivamente gli ex-wagneriani. Altri si daranno alla libera professione. *Tutto l’entourage di Putin se ne rende conto: qualcuno chiuderebbe il conflitto il prima possibile, altri lo spingerebbero verso l’escalation, ma tutti si stanno convincendo del fatto che Putin è un problema, e non la soluzione. Un aspetto che Prigozhin stesso aveva portato in superficie in maniera plateale, persino brutale, come è nel suo personaggio. *Le sue peculiarità erano uniche, era un personaggio pubblico ancor prima che inventasse la Wagner. Aveva già conquistato lo spazio mediatico. Credo che il "prossimo" Prigozhin si muoverà in modo più prudente, meno pubblico e che non si fermerà a 200 chilometri da Mosca. {{Int|Da ''[https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/08/25/news/l-ascesa-di-prigohzin-racconta-cosa-la-russia-non-e-voluta-diventare-5620639/ L'ascesa di Prigohzin racconta cosa la Russia non è voluta diventare]''|Sulla morte di [[Evgenij Prigožin]], ''Ilfoglio.it'', 25 agosto 2023|h=4}} *È incredibile come un uomo diventato famoso grazie alla produzione di fake news e bande di mercenari in Africa, venga ora rimpianto perfino da molti di quegli oppositori liberali russi che l’avevano denunciato per le sue truffe con gli approvvigionamenti alimentari dell’esercito e delle scuole, e per i ricatti e le minacce ai dissidenti. *È l’uomo che ha girato filmati di fucilazioni e decapitazioni dei nemici (in Siria ancora prima che in Ucraina), e che ha reso (quasi) normale ammazzare un “traditore” a martellate in testa, pubblicare il filmato e minacciare di mandare una copia del martello (dipinto anche di vernice rossa per un effetto pulp) al Parlamento europeo. L’ascesa di Prigozhin ha significato esattamente questo, il rifiuto da parte della Russia perfino delle apparenze di una appartenenza all’Europa, per diventare una sorta di dittatura di quelle che si vedevano negli anni 70 in Africa e Sudamerica, con i militari indistinguibili dai signori della guerra e i politici come capibanda. *Il problema è che la morte clamorosa di Prigozhin non è un passo verso il ripristino della legge e dello stato: è una esecuzione punitiva in stile mafioso, volutamente plateale, e lascia la Russia in mano a una guerra di cosche esattamente come il tentato golpe dei Wagner due mesi prima, lanciato più per spodestare i generali del ministro Shoigu che per cambiare veramente il potere. ===2024=== *{{NDR|Sugli [[attentati in Daghestan del 2024]]}} L'attacco, a quanto pare, faceva parte di un piano molto più vasto: ieri sera erano ancora in corso sparatorie intense sia a Derbent che nella capitale Makhachkala, e l'impressione era più quella di una operazione paramilitare che di un blitz di un singolo commando terroristico. Un'altra brutta sorpresa per il Cremlino, in una emergenza che rischia di incendiare una repubblica cruciale per l'invio delle reclute al fronte ucraino.<ref>Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/06/24/news/daghestan_chiesa_sinagoga-14417799/?ref=ST-LA-1 Daghestan, attaccate chiesa e sinagoga]'', ''lastampa.it'', 24 giugno 2024.</ref> *Su richiesta di molti lettori, ''La Stampa'' ha ripubblicato l'articolo del 2009 sulle invenzioni nella "autobiografia" di Lilin. Un avvertimento che facevo all'epoca e che mi sembra ancora più importante oggi: il mio obiettivo non era smascherare un abile personaggio che ha capito molto rapidamente cosa chiedeva il pubblico, ma parlare di noi. Del nostro establishment culturale e mediatico, della superficialità e dell'ignoranza, che rendono anche l'intelligenzia facile preda di fake news (termine all’epoca ancora sconosciuto).<ref>Citato in ''[https://www.tag24.it/1185668-chi-ha-smascherato-nicolai-lilin-lo-scrittore-filo-putin-che-incanto-anche-gabriele-salvatores-ripubblicato-larticolo-che-lo-mette-spalle-al-muro-dal-2009/ Chi ha smascherato Nicolai Lilin, lo scrittore filo-Putin che incantò anche Gabriele Salvatores? Ripubblicato l’articolo che lo mette spalle al muro (dal 2009)]'', ''tag24.it'', 20 agosto 2024.</ref> {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/02/16/news/navalny_putin_morte-14077145/ Navalny, perché Putin ha superato l'ultima linea rossa]''|Sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''lastampa.it'', 16 febbraio 2024|h=4}} *È accaduto. Vladimir Putin si è spinto fino alla linea che molti credevano non avrebbe osato superare. Alexey Navalny è morto nel carcere polare in qui era stato mandato per vent'anni, è stato ucciso, se non direttamente dai suoi carcerieri - forse non sapremo mai le circostanze del decesso – dalle torture cui era stato sottoposto, in un girone costruito tutto per lui dell'inferno del Gulag russo. *La morte di Alexey Navalny segna un punto di non ritorno: non è stato ucciso soltanto un uomo, un politico, un dissidente, ma l'unica voce che parlava di un futuro possibile, della «splendida Russia del futuro», opposta all'esaltazione del più macabro passato russo. *Perfino all'epoca comunista, Brezhnev e Andropov sapevano che alcuni nemici del regime – Sakharov, Solzhenitsyn, Sharansky – erano intoccabili, che ucciderli in carcere avrebbe portato un danno reputazionale che l'Unione Sovietica non voleva subire, ansiosa di presentarsi come uno Stato civile, pacifico ed evoluto. Putin e i suoi uomini non vogliono avere una reputazione, almeno non di quel tipo: preferiscono che di loro si sappia che non hanno pietà, che non scendono a compromessi, che i loro nemici verranno «ammazzati anche nel cesso». *È un messaggio funesto per tutti gli oppositori in carcere: se è stato ucciso il dissidente più celebre della Russia, conosciuto in tutto il mondo, vincitore del premio Sakharov dell'Unione Europea e dell'Oscar per il documentario che racconta il suo calvario, osservato speciale di governi e ong internazionali, non c'è nessuna speranza per i suoi seguaci, per gli attivisti comuni, per i dissidenti meno in vista. La Russia non teme nulla e non si ferma di fronte a nulla, è questo che Putin vuole far sapere a tutto il mondo. Il Cremlino non esita a uccidere l'altra Russia: non vuole che ci sia un Mandela, un Walesa, un Havel russo, un volto e un nome che testimoni l'alternativa, e che possa un giorno fare da garante alla transizione dalla dittatura verso la democrazia. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/02/19/news/navalny_dissidenti_russi_siamo_impotenti-14081398/ Tra i dissidenti russi: "Ora siamo impotenti"]''|Sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''lastampa.it'', 19 febbraio 2024|h=4}} *Alexey Navalny era più di un politico, di un leader, di un personaggio mediatico: era la vittima che si era ribellata al tiranno, il prigioniero che rideva in faccia ai carcerieri, "l’uomo-che-era-sopravvissuto" all’avvelenamento, l’Harry Potter che doveva vincere nel finale. Già l’idea che milioni di persone avevano personificato la loro ultima speranza in un detenuto sepolto in un Gulag siberiano, e non viceversa, rende il grado di depressione cui era giunta l’[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]]. Che ora diventa disperazione. *La protesta in Russia si paga con la vita, e a conquistare la libertà saranno solo quelli che rischiano e osano. *Non a caso molti ucraini prendono in giro ferocemente i "russi buoni", ricordando loro che non sono stati capaci di ribellarsi in massa né all’arresto di Navalny, né alla guerra, preferendo la fuga o il silenzio. Il vittimismo, arte in cui l’intellighenzia russa ha sempre raggiunto vette letterarie sublimi, minaccia di sommergere tutti [...]. {{Int|Da ''[https://it.gariwo.net/magazine/editoriali/perche-aleksej-naval-nyj-e-tornato-in-russia-26947.html Perché Aleksej Naval'nyj è tornato in Russia?]''|Sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''it.gariwo.net'', 20 febbraio 2024|h=4}} *La domanda "perché Aleksej Naval'nyj è tornato in Russia?", a farsi arrestare, a morire in carcere, continua a venire fatta da molti, in Russia e all'estero, da chi lo seguiva da anni e da chi scopre il suo messaggio soltanto dopo la sua morte. La risposta è semplice: perché era un politico, e sapeva che il diritto a diventare un leader e un modello non si guadagna nei salotti degli intellettuali liberali europei, ma nelle piazze, nelle aule del tribunale, dietro le sbarre. *La disperazione – come ''di-sperazione'', assenza di speranza nel suo significato più letterale – dell'[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] russa è travolgente, e mostra una profonda sfiducia in se stessi: già il fatto che per milioni di persone la speranza era rappresentata da un uomo isolato in un carcere di massima sicurezza, e non viceversa, offre una misura della condizione devastata e devastante della protesta. *A uccidere Naval'nyj è stato Putin. Ma a permettergli di farlo sono stati quelli che "tutti capiscono tutto", quelli che "non mi interesso di politica", quelli che "tanto da noi non dipende nulla", quelli che "tengo famiglia", "devo pagare il mutuo" e "mica vado in piazza a rischiare l'arresto per quelli lì che tanto sono tutti uguali". A ogni azione corrisponde una reazione, una legge che in politica vale anche per l'assenza di un'azione. A ogni passaggio della drammatica storia di Naval'nyj, e della tragica discesa della Russia nella dittatura, qualche migliaio in più in piazza, qualche punto percentuale in più alle elezioni, qualche sussulto di protesta più intenso avrebbe fatto la differenza, come aveva fatto la differenza la folla che nel 2013 aveva invaso il centro di Mosca un'ora dopo la prima condanna di Aleksej al carcere, costringendo il Cremlino a commutargli la sentenza in condizionale, il mattino dopo. *Un Giusto può salvare una nazione, se questa fa uno sforzo per salvarsi. Il silenzio assordante sulla invasione dell'Ucraina e la dittatura putiniana della maggioranza dei russi, inclusi molti liberali, ha consegnato la sorte della libertà della Russia del futuro in mano agli ucraini: visto da oggi, è più probabile che il regime del Cremlino cada sotto i colpi di una crisi al vertice provocata dall'esercito di Kyiv e dalle pressioni occidentali, che grazie a una rivolta della popolazione. Uno scenario – per ora lontano e faticoso da raggiungere – che lascerebbe i russi di nuovo vittime, e non padroni del loro destino, in quella rassegnazione a subire che ha segnato buona parte della loro storia. *La meravigliosa Russia del futuro sognata da Naval'nyj non potrà nascere senza assumersi le proprie responsabilità, ammettere i propri errori, imparare le lezioni e pagare le colpe. Ma oggi, se a qualunque latitudine si chiede a un passante il nome di un politico russo che non sia Putin, la risposta non sarà Lavrov, Shoigu, Volodin o Medvedev o un altro dei cortigiani del Cremlino. La risposta sarà "Naval'nyj". {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/02/29/news/transnistria_putin_moldova-14107682/ Perché adesso Putin punta sulla Moldova]''|''lastampa.it'', 29 febbraio 2024|h=4}} *Sede del primo conflitto armato postsovietico già nel 1992, la [[Transnistria]] era diventata una pistola puntata alla testa della Moldova, dell’Ucraina – nel caso di una sua caduta in mano alla Russia si aprirebbe un secondo fronte a sud-ovest, minacciando Odessa – e dell’Europa. *La Transnistria è una striscia di terra lungo la frontiera con l’Ucraina, non confina con la Russia, rendendo impossibile una invasione di terra. Per trasportare truppe con gli aerei bisognerebbe sorvolare il territorio ucraino – dove gli aerei russi ultimamente vengono abbattuti quasi tutti i giorni – oppure la Romania, un Paese Nato. Il contingente russo di stanza in Transnistria verrebbe bloccato dall’esercito ucraino dall’altra parte del confine. Senza contare che se 220 mila dei quasi 500 mila cittadini della enclave non riconosciuta hanno la cittadinanza russa, 350 mila però possiedono un passaporto moldavo, e possono a loro volta invocare soccorsi da Chishinau. *Tra due settimane {{NDR|Putin}} deve riconfermare il suo quinto mandato presidenziale, e sa che il suo elettorato è nostalgico dell’impero: un’altra annessione, seppure probabilmente solo sulla carta, potrebbe far dimenticare l’impantanamento dell’esercito in Ucraina, e mostrare che Mosca non ha intenzione di fermarsi. {{Int|Da ''[https://mowmag.com/attualita/-navalny-certo-che-putin-lo-voleva-eliminare-ora-la-moglie-yulia-nuova-guida-ma-in-russia-intervista-alla-giornalista-russa-anna-zafesova "Navalny? Certo che Putin lo voleva eliminare. Ora la moglie Yulia nuova guida, ma in Russia..."]''|Intervista di Diana Mihaylova sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''mowmag.com'', 22 febbraio 2024|h=4}} *Se uno vuole fare politica, la fa in loco, non dall'esilio. Abbiamo tanti esempi di altre opposizioni in esilio: russa, ma anche iraniana e di altri Paesi. Sono opposizioni che possono scuotere l'opinione pubblica occidentale e possono anche far arrivare delle idee al loro Paese, ma la politica si fa in loco. *Ha dimostrato che la Russia non ha remore e non presta attenzione a quello che si pensa all’estero, non ha remore né verso la comunità internazionale, né in particolare verso quella occidentale. In passato l’Unione Sovietica non uccideva i suoi grandi dissidenti, perché sapeva che avrebbe pagato un caro prezzo, anche reputazionale; ma oggi l'impressione è che la Russia di Putin non abbia nessun problema con la propria reputazione, perché lasciar morire in carcere un uomo che ha preso il Premio Sacharov del Parlamento europeo, chiaramente è una sfida esplicita all’opinione pubblica internazionale. È come dire: "non me ne importa niente delle vostre condanne e delle vostre sanzioni". *Non abbiamo mai saputo nello specifico in cosa consistessero questi legami {{NDR|tra Putin e Salvini}}. Abbiamo avuto delle ipotesi, alcune indiscrezioni, sospetti, ma mai nulla di concreto. Che un legame ideologico esista, l'abbiamo visto se non altro dalle dichiarazioni fatte da Salvini, per esempio sul fatto che su Navalny, ha espresso fiducia verso i giudici russi che "indagheranno e faranno chiarezza", che oltretutto, non stanno nemmeno indagando, perché la vicenda di Navalny è in mano ai servizi segreti e non certo in quelle dei giudici. Però, d’altra parte, credo che sia anche molto positivo il fatto che, nel frattempo, la Lega abbia sentito anche il bisogno di partecipare, comunque, alla manifestazione per la memoria di Navalny. La Russia ha oltrepassato dei limiti oltre i quali persino chi in realtà - persone e forze politiche - condivide il suo operato, non riesce più a farlo in pubblico perché diventa troppo imbarazzante. *{{NDR|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2024]]}} Queste non sono vere elezioni, quindi è totalmente irrilevante chi viene ucciso prima o dopo. [...] i candidati alle elezioni sono tutti stati concordati con Putin e sono dei putiniani, fondamentalmente. Per quanto riguarda gli altri oppositori, certo ci sono tantissimi oppositori, il problema è che la maggior parte si trova in carcere oppure all'estero. *{{NDR|Sui paralleli tra [[Aleksej Naval'nyj]] e [[Julian Assange]]}} No, non c’è alcun parallelismo. Uno è un politico che si battuto contro la corruzione, l’altro invece una persona che ha rivelato dei documenti segreti, ma non ci sono similitudini. L’unico aspetto in comune è solo il carcere, di entrambi, ma le vicende sono diverse. {{Int|Da ''[https://www.quotidiano.net/esteri/funerale-navalny-arresto-51ae210c Il funerale di Navalny a Mosca, l’analista: "Non ci sarà la folla, si rischia l’arresto"]''|Sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''quotidiano.net'', 29 febbraio 2024|h=4}} *Ricordo che Alexei Navalny per le autorità russe resta un estremista condannato a quasi 20 anni di carcere. I suoi movimenti sono stati dichiarati illegali e con questi anche i loro simboli, persino il semplice punto esclamativo che compare nei loro account social o la ‘n’ che indentifica appunto Navalny. Utilizzarli è considerato esibizione di insegne terroristiche e punibile con il carcere. Per questo i siti di opposizione stanno ricordando a chi vuole andare ai funerali di non portarsi dietro volantini, magliette, o qualunque altra simbologia politica che possa provocare la repressione da parte delle forze dell’ordine. *Mi pare evidente che chi parteciperà ai funerali correrà un altissimo rischio di venire schedato, arrestato dalla polizia o addirittura incriminato. Il Cremlino teme una manifestazione fisica molto visibile. Anche da morto Navalny rimane il simbolo del più forte movimento di opposizione attualmente in Russia. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} Ha detto che Putin ha ucciso suo marito, ma ha anche detto che sta portando avanti una guerra criminale. Non si è limitata a rimanere nel suo ruolo di vedova e denunciare Putin perché non voleva restituirle il corpo. Ha fatto un discorso molto politico, ha affermato che Putin ha ucciso suo marito come uccide gli ucraini in guerra, questo è già passibile di discredito delle forze armate. Sebbene Putin abbia poche remore, arrestare una persona che due giorni prima ha parlato al Parlamento Europeo è un po’ pesante. Francamente, poi, non so quanto per Yulia abbia senso ripetere quello che ha fatto suo marito e consegnarsi come una martire del regime russo. Se però il regime russo non l’arresta, è come se dicesse che la teme. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/03/23/news/attacco_mosca_ritorno_fantasmi_teatro_dubrovska-14168198/ Attacco a Mosca: la pista dei separatisti del Daghestan, ritorno dei fantasmi del teatro Dubrovka]''|Sull'[[attentato al Crocus City Hall]], ''lastampa.it'', 23 marzo 2024|h=4}} *[[Strage di Beslan|Beslan]], [[Crisi del teatro Dubrovka|Dubrovka]], il [[Bombe nei palazzi in Russia|settembre nero]] del 1999 a Mosca. Le riprese terribili dall'interno del centro Krokus-City fanno ricordare i momenti più neri della recente storia russa. Il ritorno del terrorismo, nel cuore della Russia, pochi giorni dopo la proclamazione di Vladimir Putin come non solo vincitore delle «elezioni» presidenziali, ma anche come dell'unico politico russo, che governa un Paese di esecutori e sottoposti, fa esplodere quella immagine di controllo totale che il Cremlino aveva proposto come una delle sue principali conquiste. *La scenografia della strage di Krokus ricorda tanto Beslan e soprattutto Dubrovka, la presa di ostaggi nel teatro, un altro attacco alla Mosca benestante e indifferente a una tragedia lontana. Ma a vedere le immagini dei commandos che sparano contro le guardie e il pubblico, senza – almeno da quello che si sa per ora – nessuna minaccia, rivendicazione o richiesta – viene in mente semmai la [[Attentati di Parigi del 13 novembre 2015|strage del Bataclan]]. Gli uomini entrati al Krokus non volevano negoziare o mostrare il proprio messaggio, volevano uccidere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile, fare terrorismo nel senso più stretto della parola, seminare terrore, totalmente indifferenti a chi sarebbero state le loro vittime. Più che Beslan, o Dubrovka, l'attacco di ieri sera ricorda il raid di Hamas contro Israele, in una festa della violenza. *Oggi, una strage a Mosca, se attribuita agli ucraini o a dei "partigiani" russi – e che il commando del Krokus era fatto di professionisti lo si è visto dalla sua mostrosa efficacia - può sicuramente far nascere nei russi una rabbia vera, che potrebbe giustificare una nuova chiamata alle armi che molti temono come imminente. Sarebbe però anche un colpo grave all'immagine del regime, che si propone come l'unico in grado di difendere i russi dalle minacce esterne e interne, e che si fa sfuggire, in una città piena di telecamere e poliziotti, un commando armato fino ai denti che riesce a dileguarsi nel nulla. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/03/27/news/mosca_complotti-14177823/ La Russia profonda rovina i sogni dello Zar]''|Sull'[[attentato al Crocus City Hall]], ''lastampa.it'', 25 marzo 2024|h=4}} *La propaganda continua a ripetere il mantra della "traccia ucraina" nella più terribile strage terroristica mai vissuta dalla capitale russa, ma i moscoviti sembrano credere più alle immagini che alle parole, e le facce dei presunti killer che la tv gli sta mostrando sono così simili a decine di altre facce che vedono tutti i giorni. Tassisti, spazzini, muratori, camerieri, venditori al mercato, il "tagiko collettivo" all'improvviso da fonte di irritazione e disprezzo diventa una minaccia. La polizia sta facendo raid a tappeto negli ostelli e nei convitti degli immigrati, le direzioni di molti centri commerciali stanno chiedendo agli affittuari di presentare le liste di tutti i dipendenti originari dall'Asia Centrale, non solo tagiki, ma anche kirghizi, kazakhi, uzbeki. In Russia è tornata la grande paura del terrorismo, che assume subito il volto del diverso, dello straniero, del musulmano. *La possente macchina della sicurezza russa, abituata a manganellare i ragazzi con le magliette di Navalny, e arrestare pensionati che scrivono sui social, fallisce clamorosamente di fronte a una minaccia vera e terribile. *Il tentativo di utilizzare la tragedia per mobilitare la nazione nella guerra contro Kyiv non sembra aver funzionato. Gli ucraini colpiscono altrove, mentre il Cremlino è costretto a distogliere lo sguardo dalla direzione occidentale, l'unica che gli interessava ultimamente, per ricordarsi di avere le spalle scoperte a Oriente, in quel Caucaso che sembrava ormai "costretto alla pace", e nell'Asia Centrale governata da colleghi dittatori più o meno leali a Mosca. Ma le ambizioni "geopolitiche" di Putin, spesso ispirate dal desiderio di contrastare gli occidentali, hanno lasciato segni in Siria come in Medio Oriente, in diversi Paesi africani appaltati ai mercenari della Wagner, per non parlare delle strane amicizie con i taleban afghani e gli ayatollah iraniani. Un fronte variopinto, il cui odio antirusso potrebbe venire alimentato ulteriormente dalle immagini dei sospetti terroristi torturati dagli agenti russi, insanguinati, con le orecchie tagliate, i pantaloni calati e i fili elettrici attaccati alle parti intime. *Le televisioni continuano a mostrare il volto acqua e sapone di Islam Khalilov, il 15enne guardarobiere kirghizo che ha salvato un centinaio di visitatori del Krokus guidandoli verso le uscite secondarie sotto le pallottole dei terroristi. Ma il genio del razzismo forse è già scappato dalla bottiglia, ingigantito dalla paura, e il deputato della Crimea annessa Mikhail Sheremet propone di limitare l'ingresso dei migranti dall'Asia Centrale fino alla conclusione della "operazione militare speciale" in Ucraina, sostenendo che «possono venire usati dai servizi segreti occidentali per atti terroristici». {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/03/27/news/mosca_complotti-14177823/ Mosca è ormai staccata dalla realtà, il suo mondo è governato da complotti]''|Sull'[[attentato al Crocus City Hall]], ''lastampa.it'', 27 marzo 2024|h=4}} *Probabilmente, la strage nel centro Krokus è stata la più fallimentare della sanguinosa carriera dei jihadisti, non tanto dal punto di vista del tragico bilancio, quanto rispetto al suo impatto mediatico. Per quanto l’Isis stessa continui a rivendicare l’attentato, pubblicando mostruosi video di uccisioni di civili russi, e lanciando minacce al Cremlino, a Mosca continuano a ignorarli. Credere alle rivendicazioni degli islamisti significa, secondo il regime, fare il gioco degli occidentali, che sono i veri colpevoli dell’accaduto [...]. *Terroristi islamisti e ucraini "nazisti", la Cia e l’Interpol, la Nato e l’Isis, un cocktail cospirazionista da agitare ma non mescolare, che dagli account più deliranti della galassia social viene elevato a posizione ufficiale di un Paese che tiene enormemente a venire riconosciuto come una "grande potenza", il cui presidente - considerato per anni perfino da molti occidentali critici come un gran maestro della "geopolitica", forte della sua preparazione nel Kgb - sembra non attribuire alcuna importanza alle apparenti incompatibilità tra cristiani, ebrei, islamisti fondamentalisti. Tutti sono nemici della Russia, l’odio verso Mosca unisce nemici giurati, e Washington governa il mondo tirando le fila in Ucraina come in Tagikistan, in una manifestazione di onnipotenza malefica e perfetta da film di James Bond. In uno spettacolo surreale, la corte di Putin lo asseconda nel confermare la sua paranoia, e la propone - anzi, la vuole imporre - al mondo, citando come fonte le confessioni dei terroristi tagiki che gli stessi servizi russi si vantano di avere torturato davanti alle telecamere. Un buon modo di far dimenticare un fallimento clamoroso, dopo aver ignorato gli allarmi di attentato a Mosca lanciati dagli americani, e di aver fatto tardare i soccorsi alle vittime dei terroristi imprigionate nel teatro che bruciava. *Nella nuova tragedia russa, quello che forse colpisce di più è proprio questo: il distacco ormai definitivo dalla realtà, e lo sfoggio compiaciuto della violenza. I sospetti terroristi sono stati esibiti al tribunale massacrati di botte. Uno era in carrozzella, con il catetere attaccato, apparentemente in coma, l’altro con le bende al posto dell’orecchio tagliato durante l’arresto, il terzo con ancora al collo una busta di plastica che probabilmente era stata usata per soffocarlo. Le torture non sono state nascoste, né smentite, ma sfoggiate con orgoglio. Difficile credere seriamente alle "confessioni" che possono produrre questi personaggi, ma Putin non sembra più interessato ad apparire credibile né rispettabile. {{Int|Da ''[https://vocerepubblicana.it/zafesova-dovevate-sostenere-meglio-lucraina/ Zafesova: «Dovevate sostenere meglio l'Ucraina»]''|Intervista di Francesco Subiaco, ''vocerepubblicana.it'', 20 aprile 2024|h=4}} *La morte di Navalny ha mostrato come il regime di Putin non ha intenzione di fermarsi davanti a nulla nelle sue ambizioni imperiali neanche di fronte all'opinione pubblica internazionale o ad un danno della propria immagine pubblica come quello dell'uccisione di un dissidente politico. *Oggi, [...] l'opposizione non ha un leader chiaro ed anzi sembra divisa e disgregata in molti particolarismi. A mio avviso solo [[Julija Naval'naja]] potrebbe svolgere questo ruolo simbolico di collante delle molte anime dell'opposizione al regime di Vladimir Putin. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} Lei potrebbe essere anche qualcosa di più di quello che fu nel contesto antifascista Ada Gobetti, perché ha seguito il suo destino politico non solo come una compagna leale ma anche come una dissidente e una oppositrice politica vera e propria. Non è soltanto una vedova, ma una figura capace di unire l'opposizione forse di più di suo marito, su cui gravavano ancora alcune superate mistificazioni. *{{NDR|«Tornando sulla figura di Navalny molti gridano al ''double standard'', soprattutto in relazione alla figura di Julian Assange, cosa ne pensa?»}} È una insensatezza perché da una parte abbiamo un leader politico che ha attaccato e denunciato il regime russo per difendere e garantire la libertà e la democrazia in Russia e per questo è stato ucciso in carcere. Mentre [[Julian Assange]] non è né un capo dell'opposizione né un dissidente. Lui ha agito in un contesto democratico ed infatti la sua difesa, a prescindere dalla valutazione sul personaggio e del caso, viene garantita da leggi democratiche. Al di là del trattamento di Assange mi sembra un paragone inconsistente che anzi cerca una parificazione tra Stati Uniti e Russia che mi sembra insensata ed errata. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/05/03/news/primavera_georgiana_contro_lincubo_putin-14271832/ Primavera georgiana contro l'incubo Putin]''|Sulle [[proteste in Georgia del 2023-2024]], ''lastampa.it'', 3 maggio 2024|h=4}} *La rivolta contro la "legge russa", iniziata ad aprile, è andata ben oltre uno scontro tra governo e opposizione: la Georgia sta oscillando sull'orlo di una crisi violenta che potrebbe decidere il suo futuro europeo. *Il [[Sogno Georgiano]] [...] non nasconde più a cosa serve la "legge russa": dalla tribuna di un comizio a Tbilisi l'oligarca Bidzina Ivanishvili – ex premier e vero ideologo e proprietario del partito al governo – ha chiamato a emettere «la sentenza finale» contro l'opposizione, che accusa di essere «agenti stranieri» del «partito della guerra globale dell'Ue e della Nato», che stanno «preparando la rivoluzione» in vista delle elezioni di ottobre. *Per Vladimir Putin, il Paese caucasico è cruciale non soltanto perché era stato il primo ad abbandonare l'orbita filorussa, ma anche perché in Georgia hanno trovato rifugio centinaia di migliaia di esuli russi contrari alla guerra in Ucraina (molti dei quali stanno ora scendendo in piazza a fianco dei giovani georgiani). I propagandisti televisivi russi stanno già chiamando a invadere la Georgia. *[...] la "legge russa" permetterebbe di silenziare Ong e giornali d'opposizione in vista delle elezioni. Un progetto che però dovrà passare letteralmente sul corpo dei giovani georgiani in piazza, in una spaccatura generazionale sempre più evidente e drammatica. *Secondo i sondaggi, la maggioranza dei georgiani è favorevole all'avvicinamento all'Europa, e la protesta scatenata dalla "legge russa" ha mostrato la presenza di una società civile molto determinata (in Russia a suo tempo Putin approvò le sue leggi liberticide senza incontrare alcuna resistenza che non fosse di pochi intellettuali). Quanto la piazza del parlamento di Tbilisi possa diventare un nuovo Maidan, oppure una Tiananmen, dipenderà però anche da altri attori [...]. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Zafesova, Anna}} [[Categoria:Giornalisti russi]] fnttmyfjhvb66qsgoi0woyvs8lyznoq Putinismo 0 203105 1351524 1339426 2024-11-12T09:11:42Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351524 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Vladimir Putin rally in Sevastopol 2018-03-14.jpg|thumb|[[Vladimir Putin]] durante un raduno a Sebastopoli]] Citazioni sul '''putinismo'''. ==Citazioni== *Chiamare gli altri fascisti pur essendo fascisti è la pratica putinista per eccellenza. ([[Timothy Snyder]]) *Ciò che è accaduto in Kosovo ha avuto un ruolo importante nel creare il Putinismo e il desiderio della guerra, e ha creato una connessione forte tra la [[Guerra del Kosovo|guerra in Kosovo]] e questa terribile guerra che vediamo. ([[Maša Gessen]]) *Il putinismo, credo, è il primo regime nella storia che ha adottato come ideologia ufficiale un comportamento deviante. ([[Arkadij Babčenko]]) *Il putinismo è stato il punto di riferimento di tutti i sovranismi mondiali in questo decennio: [[Donald Trump|Trump]], [[Matteo Salvini|Salvini]], [[Jair Bolsonaro|Bolsonaro]], [[Viktor Orbán|Orbán]]. ([[Andrea Romano]]) *Il putinismo ha tradotto e aggiornato nel linguaggio del XXI secolo quelli che furono i tratti fondamentali del fascismo novecentesco: il disprezzo per la democrazia liberale, la persecuzione del dissenso politico e culturale, il rifiuto della diversità sessuale come "degenerazione", il complottismo come chiave di lettura della realtà, il culto della morte, la pratica sistematica della violenza, un nazionalismo aggressivo a sfondo etnico e suprematista e da ultimo una certa connivenza con l'antisemitismo. ([[Andrea Romano]]) *Il putinismo, infatti, è una sorta di retro-politica. Dopo aver fallito con i suoi piani iniziali di modernizzare la Russia e di perseguire una politica di riavvicinamento con l'Occidente nel periodo dal 2000 al 2003, Putin ha iniziato a guardare al passato come fonte della sua legittimità, come forza di mobilitazione e consolidamento della popolazione. ([[Sergej Medvedev (scrittore)|Sergej Medvedev]]) *Il putinismo è condannato perché è nemico della libertà e nemico della democrazia. Oggi la gente lo ha finalmente capito. Ha attaccato un Paese libero e democratico proprio perché è un Paese libero e democratico. Ma è lui a essere condannato perché il mondo della libertà e della democrazia è molto più grande della sua tana oscura e cupa. Condannato perché ciò che vuole è un nuovo Medioevo, corruzione, menzogne ​​e calpestio delle libertà umane. Perché lui è il passato. E dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere affinché questo mostro rimanga lì – nel passato – per sempre, insieme alla sua Piramide del Potere. ([[Vladimir Georgievič Sorokin]]) *Il putinismo non durerà perché non include nessuna di quelle false promesse che all'epoca {{NDR|sovietica}} avevano saputo sedurre centinaia di milioni di persone nel mondo. Questo regime, un semplice aggregato di [[Crimine|criminalità]] e [[saccheggio]], non è altro che uno di quegli istanti di caos che fanno seguito a qualsiasi rivoluzione. Non è altro che un'atroce virgola della Storia da cui la Russia uscirà presto, perché nessuno è immortale e, precipitando il suo Paese in un'avventura senza via d'uscita, quell'uomo ha accelerato la sua stessa fine. ([[Bernard Guetta]]) *Il sistema putiniano si basa sulla trasformazione della democrazia in un rituale utilizzando ciò che i russi chiamano la gestione delle risorse. Poiché non esiste un'ideologia alternativa alla democrazia, Putin sopravvive solo con la ripetuta legittimazione che gli atti teatrali democratici e le rappresentazioni democratiche gli forniscono. Quindi ogni tanto, ogni sei anni, avremo un'elezione e Putin lo vincerà. E deve vincere di molto, non perché la gente creda davvero nei risultati – non ci credono – ma perché le elezioni dimostrano che è lui a comandare, perché è lui a condurre le elezioni. Funziona così. ([[Timothy Snyder]]) *L'ideologia del putinismo è piuttosto eclettica; in esso, il rispetto per le menzogne sovietiche va di pari passo con l'etica feudale, con Lenin che condivide il letto con la Russia zarista e il cristianesimo ortodosso russo. ([[Vladimir Georgievič Sorokin]]) *La corruzione, indubbiamente, sarà tra i fattori principali con cui gli storici futuri descriveranno il periodo del "putinismo". ([[Nicolai Lilin]]) *Nel putinismo non c’è possibilità che compaia alcun leader. E se volete la sicurezza nel mondo, bisogna soltanto deputinizzare il mondo. Questo significa che Mosca non deve più pagare in Europa o in Italia i politici, le ong, i giornalisti. ([[Petro Oleksijovyč Porošenko]]) *Nel putinismo non si intravede chi potrebbe realizzare {{NDR|un rovesciamento di palazzo}}, perché si tratta di un regime personalista, non c’è un partito con un ''politbjuro'' che ha delle correnti, dei falchi e delle colombe, dei rappresentanti dell’industria, dei militari, delle forze di intelligence, tutte cose che c’erano invece in Unione Sovietica. Quello di oggi è un sistema politico molto più primitivo, molto più rudimentale, una specie di corte con dei clan che combattono per la propria ricchezza e la propria sopravvivenza. ([[Anna Zafesova]]) *Probabilmente molti benpensanti di sinistra in fondo si ritrovano fedeli al richiamo di Mosca perché, come dicono gli inglesi, ''"My country, right or wrong"'', quella è la mia patria, non importa se abbia torto o ragione. Ed è questo sentimento sempre più diffuso la punta di lancia del putinismo. ([[Paolo Guzzanti]]) *Tutto deve restare sotto controllo della presidenza, questo il principio base della dottrina putiniana: i governatori locali sono inquadrati e non devono sgarrare; gli oligarchi sorvegliati; l’opposizione messa all’angolo, perseguitata, repressa; la Russia deve essere forte territorialmente ed economicamente; la “nuova” Russia è portatrice di valori tradizionali e patriottici, la religione ortodossa è uno degli strumenti che saldano passato e presente, il nazionalismo sollecitato da Putin diventa un’arma politica ed economica. ([[Leonardo Coen]]) ==Voci correlate== *[[Eurasiatismo]] *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Propaganda nella Federazione Russa]] *[[Rascismo]] *[[Russia Unita]] *[[Russkij mir]] *[[Russia sotto Vladimir Putin]] *[[Vladimir Putin]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Ideologie politiche]] [[Categoria:Potere]] [[Categoria:Storia della Russia]] 0x6p0qroacj5ypaehbxnq7p1f73ij96 Alfredo Baccelli 0 203728 1351348 1271184 2024-11-11T16:09:01Z Gaux 18878 /* Come leggo? */ Francesco Piccolo: citazioni su 1351348 wikitext text/x-wiki [[File:Alfredo Baccelli.jpg|thumb|Alfredo Baccelli]] '''Alfredo Baccelli''' (1863 – 1955), scrittore e politico italiano. ==''Come leggo?''== *Come si [[lettura|legge]]? Ma non tutto si legge egualmente. Nei giornali leggo i titoli, e, sotto quelli che mi interessano, scorro i periodi stampati. Nei libri di scienza, di politica, di storia, di critica letteraria, leggo soltanto le parti che mi possano dire qualche cosa che non so. Nei romanzi leggo soltanto ciò che mi diverte: quando comincio ad annoiarmi, salto, e via velocemente alla fine. Le opere d'arte – quelle che meritano davvero questo nome – le leggo attentamente, non troppo a lungo, con riposi anche di ore. Il nutrimento forte bisogna digerirlo adagio.<br>L'arte di leggere è fra le più difficili: e pure da questa dipende la nostra cultura. (p. 70) *Chi crede che sia sempre necessario leggere tutto, da capo a fondo, pedantescamente, sarà oppresso, affogherà nel mare magno, e non sarà più in grado di percepire e ritenere ciò che più importa. Chi non legge o legge poco resta ignorante. (p. 70) *L'arte di leggere, che ho appreso per tempo, la debbo in gran parte alla stanchezza degli occhi, per la quale m'industriava a non leggere che il necessario o almeno il molto utile. Tanto è vero che non ogni male vien per nuocere. (p. 70) ==Citazioni su Alfredo Baccelli== *[[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, Baccelli trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto {{sic|ritardatarii}}, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. ([[Francesco Piccolo (filologo)|Francesco Piccolo]]) ==Bibliografia== *AA.VV., ''[https://archive.org/details/ComeLeggo/mode/1up Come leggo? Domanda ai più noti scrittori d'oggi]'', Felice Le Monnier, Firenze, 1935. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Baccelli, Alfredo}} [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 4smvwy14vhxh3tf74lq6c3mpqbfmw96 Russkij mir 0 203871 1351526 1339425 2024-11-12T09:12:01Z Mariomassone 17056 /* Voci correlate */ 1351526 wikitext text/x-wiki [[File:Главный храм Вооружённых сил Российской Федерации 2021 18.jpg|thumb|Un mosaico nella Cattedrale delle Forze Armate della Federazione Russa, nell{{'}}''oblast{{'}}'' di Mosca, che fonde due anime del cosiddetto "Mondo russo": l'iconografia ortodossa orientale con il simbolismo militare della propaganda sovietica.]] Citazioni sul '''Russkij mir''' o '''Mondo russo'''. ==Citazioni== *Il concetto del "mondo russo" (secondo il modello di Pax romana) ha tutti i tratti dell'imperialismo militante, e testimonia lo sforzo - pazzesco, davvero - di restaurare l'Unione Sovietica. Un'utopia retrograda, pericolosa non soltanto per gli Stati vicini, ex-sovietici, ma per tutto il mondo. Il potere non permette a nessuno di dialogare. L'ultima zona libera rimasta è internet. ([[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]) *Il mondo intero si è reso conto chiaramente di cosa significhi veramente il mondo russo. Di cosa è capace la Russia. ([[Volodymyr Zelens'kyj]]) *Il tuo mondo russo – un mondo di paura, un mondo che brucia libri in [[lingua ucraina]] – non ha futuro finché siamo qui, noi che siamo stati vaccinati durante la nostra infanzia contro questa piaga. Il nostro mondo, d'altra parte, ha un futuro, nonostante tutti i tuoi blocchi. Sappiamo come preservare i valori del nostro mondo russo. E il tuo mondo, se non si sveglia, morirà delle sue paure. ([[Michail Baryšnikov]]) *L'idea del ''Russkij Mir'', sviluppata a Mosca già all'inizio degli anni Novanta – ben prima dell’ascesa di Putin – considerava l’etnia russa del mondo intero e dei Paesi precedentemente sotto il suo dominio affine alla Russia e l’ha strumentalizzata per esercitare influenza. In seguito, questo costrutto imperiale si è evoluto e oggi attribuisce alla Russia il compito speciale di riordinare il mondo e difendere i valori anti-occidentali. ([[Botakoz Kassymbekova]]) *L'ideologia del "mondo russo" nega il diritto all'esistenza del popolo ucraino, come un tempo l'ideologia della Germania nazista lo ha fatto con il popolo ebraico. In questo modo viene, di fatto, proposta una nuova ideologia autoritaria che, nata in Russia, grazie alla massiccia propaganda trova – anche se può sembrare strano – i suoi seguaci in occidente. ([[Svjatoslav Ševčuk]]) *Mi è odiosa la dottrina del «Mondo russo» i cui slogan oggi servono a giustificare la guerra in Ucraina. Sentiamo gli ucraini che nelle loro città e villaggi, guardando le macerie delle loro case saccheggiate, di ospedali e stazioni dicono: «Eccolo il mondo russo che arriva!». ([[Ol'ga Aleksandrovna Sedakova]]) *Oggi in Russia si percepisce il desiderio di ricostruire a tavolino un passato ideale e puro e per farlo si guarda ad un tempo che precede sia l'era sovietica che quella dell'Impero zarista, forse perché in quelle stagioni era più difficile separare nettamente il «Russkij Mir» dal mondo esterno: una stagione di grandezza e innocenza cancellata da un complotto occidentale. ([[Elena Aleksandrovna Kostjukovič]]) *Questa è una ideologia nata nel seno della Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, dove la Chiesa si è auto-offerta alla predicazione di questa ideologia. Ciò che stiamo vedendo nei sermoni dei più alti rappresentanti della Chiesa del Patriarcato di Mosca. E io da testimone posso affermare che è una ideologia che porta la morte e distruzione in Ucraina. ([[Svjatoslav Ševčuk]]) *Se mi fosse chiesto di caratterizzare in una parola il «Mondo russo», senza esitazioni risponderei: «infantilismo». Proprio questo concetto descrive nel modo migliore la condizione della società russa contemporanea. [...] Il fatto è, però, che l'intera società è permeata dall'infantilismo, dall'alto in basso, indipendentemente dalla posizione sociale, dal reddito e dalla casa... ecco quello che sorprende! ([[Arkadij Babčenko]]) *Secondo il concetto di Russkij Mir, le terre "ancestrali slave" prima o poi si concentreranno attorno alla poderosa Terza Roma, ossia Mosca. Perché sia possibile ricomporre i pezzi di questa Russia ideale, bisogna che nasca un superuomo. E questi prima di agire dovrà aspettare il momento in cui sarà finita una grande peste, la Morte Nera che falcerà i popoli, come indicato nell'Apocalisse. ([[Elena Aleksandrovna Kostjukovič]]) ===''[[Dichiarazione di Volo]]''=== {{cronologico}} *Il sostegno da parte di diversi gerarchi del Patriarcato di Mosca alla guerra del presidente [[Vladimir Putin]] contro l'[[Ucraina]] si è radicato in una forma di fondamentalismo religioso ortodosso etno-filetico, di carattere totalitario, chiamato "''Russkij mir''" o "''mondo russo''", un falso insegnamento che sta affascinando molti dentro la Chiesa Ortodossa ed è stato anche ripreso dall'estrema destra e da fondamentalisti cattolici e protestanti. *Tale insegnamento sostiene che questo "mondo russo" ha un centro politico comune (Mosca), un centro spirituale comune (Kiev quale "madre di tutte le ''Rus'''"), una lingua comune (il russo), una Chiesa comune (la Chiesa ortodossa russa, il Patriarcato di Mosca), e un patriarca comune (il Patriarca di Mosca), che lavora in "sinfonia" con un presidente/capo nazionale comune (Putin) per governare questo mondo russo, oltre che per sostenere una spiritualità, moralità e cultura comuni, distinte da quelle del mondo non russo.<br>Contro questo "mondo russo" (così dice questo insegnamento) si erge l'Occidente corrotto, guidato dagli Stati Uniti e dalle nazioni dell’Europa Occidentale, che avrebbe ceduto al "liberalismo", alla "globalizzazione", alla "cristianofobia", ai "diritti omosessuali" promossi nelle "parate gay", e al "secolarismo militante". *Dall'intronizzazione del [[Cirillo I|Patriarca Kirill]] nel 2009, le figure di spicco del Patriarcato di Mosca, così come i portavoce dello Stato russo, hanno continuamente attinto a questi principi per vanificare le basi teologiche dell'unità ortodossa. Il principio dell'organizzazione etnica della Chiesa è stato condannato al Concilio di Costantinopoli nel 1872. Il falso insegnamento dell'etnofiletismo è la base dell'ideologia del "mondo russo". Se ritenessimo validi tali falsi principii, allora la Chiesa Ortodossa cesserebbe di essere la Chiesa del Vangelo di Gesù Cristo, degli Apostoli, del Credo niceno-costantinopolitano, dei Concili ecumenici e dei Padri della Chiesa e la sua unità diventerebbe intrinsecamente impossibile. ==Voci correlate== *[[Conflitto russo-ucraino]] *[[Eurasiatismo]] *[[Imperialismo russo]] *[[Nostalgia per l'Unione Sovietica]] *[[Putinismo]] *[[Rascismo]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Russian world|w_site=en|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul}} [[Categoria:Ideologie politiche]] [[Categoria:Storia della Russia]] eucupemtdjyvv08jdlap2vluagey8gh Federal'naja služba bezopasnosti 0 204031 1351510 1336495 2024-11-12T08:45:48Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351510 wikitext text/x-wiki [[File:Emblem of Federal security service.svg|thumb|Simbolo del FSB]] '''''Federal'naja služba bezopasnosti''''', nota con lo pseudonimo di '''FSB'''. ==Citazioni== *Considera che solo l'FSB conta tre milioni e cinquecentomila agenti effettivi. Sai cosa vuol dire una cifra del genere? Vuol dire che non c'è niente che possa fermarli, né la CIA né il Mossad. Come si fa a pensare che una struttura così possa mandare due agenti a sparare in pancia alla Politkovskaja mentre sale a casa sua con i sacchi della spesa? Neanche i criminali ormai fanno cose del genere in Russia: hanno più gusto e più pietà. ([[Nicolai Lilin]]) *I nostri organi di sicurezza, percorrendo un cammino difficile, hanno tratto dalla storia lezioni importanti. Adesso l'Fsb è libero dall'influenza politica e non serve nessun interesse di partito o di gruppo. Costruisce il suo lavoro sulla base della Costituzione e della legislazione federale. Agisce negli interessi del mantenimento della sicurezza dell'individuo, della società e dello Stato. I risultati del nostro lavoro sono tenuti in grande stima dal presidente e ogni anno trovano sempre maggiore appoggio nei cittadini. ([[Aleksandr Bortnikov]]) *I servizi di sicurezza possono ammonire chi commette un reato "secondo loro". Così discrezionale da inquietare. Anche gli Usa all’indomani dell’11 settembre fecero qualcosa di simile, questo ricorda il vecchio Kgb che poteva prelevare una persona da casa, fermarla e spedirla in carcere. ([[Fabrizio Dragosei]]) *Il fatto che la Fsb possa intercettare conversazioni telefoniche ed entrare in abitazioni private senza mandato non turba più di tanto i russi. ([[Anne Applebaum]]) *L'organizzazione più sanguinaria e criminale dell'intera storia dell'umanità, che per il secondo secolo terrorizza interi popoli e Paesi. ([[Achmed Zakaev]]) *Ricordate la storia di questa mostruosa organizzazione, quanti milioni di innocenti sono diventati vittime di questa organizzazione: ora tutto il governo della Russia è nelle sue mani. ([[Ačemez Gočijaev]]) *Sembra vigere la regola per cui, se al comando c'è un ex procuratore o un funzionario dell'FSB, la corruzione sarà due volte più diffusa. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Sì, concordo sul fatto che siano disgustosi e che non abbiano alcun rispetto per la vita umana, figuriamoci per le relazioni tra le persone e la loro dignità. Loro stessi non ne hanno alcuna. ([[Natalia Pelevine]]) ===[[Jurij Felštinskij]]=== *I suoi membri non vanno mai in pensione, dopo gli anni di servizio passano alla cosiddetta riserva attiva, concepita per infiltrare la società ad ogni livello: banche, case editrici, imprese, media, associazioni, partiti. Nessuno ufficialmente sa che sono agenti, e chi lo sospetta non può farne il nome perché è un segreto di Stato il cui disvelamento è severamente punito dalla legge. *In Russia la FSB è al di sopra dei partiti ed è l'unico potere. Putin non è diventato un dittatore perché era intelligente o carismatico, ma perché c'è l'intera struttura della FSB dietro di lui. *Le intelligence creano sistemi paralleli non apertamente legati allo Stato. Il Fsb lo ha fatto con il [[gruppo Wagner]]. Ci sono stati disaccordi tra Putin e i servizi, scontenti che dopo un anno e mezzo la guerra non sia andata come previsto. All’inizio l’intelligence era totalmente al fianco di Putin, la decisione di invadere l’Ucraina l’hanno presa in cinque e tre di loro — oltre a Putin, Patrushev e Bortnikov — erano uomini dell’Fsb, gli altri erano militari, Shoigu e Gerasimov. Oggi queste persone sono in disaccordo, non è chiaro su cosa. Penso che certi dirigenti dell’Fsb trovino controproducente e suicidario il richiamo alla minaccia nucleare. E comunque sappiamo con certezza che Putin ha tentato di sottrarre Wagner al controllo dei servizi, per farla passare sotto l’autorità del ministero della Difesa. ===[[Aleksandr Goldfarb (biologo)|Aleksandr Goldfarb]]=== *All'interno dell'FSB, l'URPO godeva di una notevole autonomia. Comprendeva circa quaranta ''oper'' con servizi di trasporto e di supporto tecnico, un'unità di intervento speciale e agenti scelti. Il comando si trovava in un edificio separato e senza contrassegni lontano dal quartier generale della Lubjanka. Saša non impiegò molto a capire che la missione dell'URPO comprendeva l'esecuzione di azioni extragiudiziali contro sospetti criminali. *Come mi disse Saša, i metodi di reclutamento dell'URPO consistevano nel cercare oper con un ruolino di marcia grondante sangue. Per esempio, il suo ufficiale era stato richiamato in servizio dopo un certo periodo di carcere, dov'era rinchiuso per avere ucciso un sospetto di omicidio e stupro che aveva dovuto rilasciare per mancanza di prove. Altri ufficiali superiori dell'URPO avevano fatto scomparire quattro gangster del Daghestan che avevano avuto la sfortuna di cercare di estorcere soldi a un negozio di proprietà del figlio di un ex capo del KGB. *La maggior parte dei membri dell'URPO erano veterani della Cecenia e, anzi, il concetto stesso di URPO proveniva dall'esperienza cecena: in circostanze straordinarie l'applicazione della legge poteva avvenire al di fuori della legge stessa. Una cosa che a Saša non piaceva affatto. ===[[Aleksandr Val'terovič Litvinenko]]=== *Con tutto che da fuori sembri brillante e minacciosa, è un'organizzazione abbastanza inefficace. Non vi sono davvero persone pensanti, intelligenti e strategiche. Non viene incoraggiata alcuna iniziativa, per loro non esiste alcun limite morale. La cosa che odiano di più al mondo è l'America, eppure sfruttano con particolare amore e soddisfazione i dollari americani e li tengono all'estero, spesso nella stessa America. Preferiscono dare i loro soldini in custodia ai nemici, poiché in questo àmbito nel proprio Paese non hanno alcuna fiducia l'uno dell'altro. *Dal 1995 nell'Fsb hanno cominciato a ritornare in massa i vecchi quadri del Kgb di [[Jurij Vladimirovič Andropov|Andropov]]. Per questi generali le parole "democrazia", "difensore dei diritti umani", "diritti dell'uomo" erano le più bieche imprecazioni. *I collaboratori dell'Fsb, con uno stipendio di circa 100 dollari statunitensi, sono persone benestanti, e i loro generali non hanno solo il potere, ma anche i milioni. Per questo non dice il vero chi sostiene che loro hanno scambiato la difesa della sicurezza con la libertà, è più corretto dire invece che ci hanno sottratto la libertà in cambio delle dacie e dei conti in banche straniere. *L'Fsb è un'organizzazione terroristica, criminale e socialmente pericolosa, la quale, una volta preso il potere, ha trasformato la Russia nel Paese del terrorismo statale. *L'Fsb è una struttura dalle molte facce, come un'idra ha migliaia di tentacoli e a nessuno, compreso il direttore di questa istituzione, sono note tutte le sue possibilità. Internamente all'Fsb è in corso una lotta perenne tra clan, che si basa sulla suddivisione degli incarichi e dei mandati dietro ai quali ci sono potere e soldi. I regolamenti di conti tra cechisti sono più crudeli ed efferati dei regolamenti dei conti tra banditi, benché in sostanza gli uni si differenzino assai poco dagli altri. Ogni divisione e ogni collaboratore di norma attinge soldi a partire dai propri mandati e dai propri obblighi di servizio, coprendo contestualmente la propria attività illecita secondo le istruzioni o le delibere dei vertici sotto il segno del segreto. Per questo, a sua volta, al capo corrispondono parte degli utili. *L'Fsb non è un servizio segreto nel senso classico della parola. I servizi segreti dei Paesi civili si occupano di contrastare i servizi segreti stranieri e di lotta al terrorismo. Invece in Russia, l'Fsb è una struttura politica segreta, la schiera armata di Putin e del suo entourage, il cui compito principale è quello di mantenere al potere quel manipolo di persone che si trova al Cremlino. *Questa organizzazione non ha assolutamente alcun controllo civile e parlamentare su di sé. Per esempio, oggi l'Fsb può, come ai tempi dell'URSS, senza processo, soltanto sulla base di una soffiata falsa, limitare i diritti di qualsiasi persona e cominciare un'indagine illegale ai suoi danni, mettergli il telefono sotto controllo e così via. *Ritengo una grandissima fortuna che in qualche modo sia riuscito a scambiare l'uniforme dell'Fsb con la casacca da carcerato del reparto dei detenuti politici, e in qualche modo a strisciare via da quel lurido e fetido pantano del Kgb, dove ero finito, come altre migliaia di ragazzini ingenui che guardano film menzogneri sul passato "eroico" dei cechisti sovietici. *Se prima un ufficiale del Kgb uccideva per un'idea o talvolta per paura, adesso un ufficiale dell'Fsb uccide esclusivamente per soldi, e di norma in valuta americana. Ecco, questa è la principale differenza tra i cechisti sovietici e quelli russi. *Una persona non pubblica oggi può essere eliminata per decisione di qualsiasi ufficiale dell'Fsb, per esempio uno che è geloso della moglie. Da tempo l'Fsb non viene controllato da nessuno dall'esterno ed è indebolito il controllo dall'interno: i vertici dell'Fsb controllano fiaccamente ciò che avviene nel dicastero. ===''[[Russia. Il complotto del KGB]]''=== {{cronologico}} *Evgenij Savostianov (a Mosca) e [[Sergej Vadimovič Stepašin|Sergej Stepashin]] (a Leningrado) hanno svolto un ruolo fondamentale nel salvare il [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] dalla distruzione. Entrambi avevano la reputazione di essere dei democratici e il loro compito riguardava il controllo e la riforma del KGB. In realtà, sia Savostianov sia Stepashin in un primo momento erano stati infiltrati nel movimento democratico dalle agenzie di sicurezza di stato e solo più tardi chiamati a rivestire incarichi dirigenziali nei nuovi servizi segreti, allo scopo di impedire l'annientamento del KGB a opera dei democratici. Anche se con il passare degli anni molti ufficiali e collaboratori esterni del KGB-MB-FSK-FSB vennero prestati al mondo degli affari o della politica, Savostianov e Stepashin riuscirono a conservare la struttura nel complesso. Inoltre il KGB era stato in precedenza sotto il controllo politico del Partito comunista, che entro certi limiti aveva sempre un effetto frenante sulle attività delle agenzie speciali non permettendo che venissero eseguite operazioni rilevanti senza l'avallo del Politburo. Dopo il 1991 l'MB-FSK-FSB iniziò a operare in Russia in modo assolutamente indipendente e incontrollato, eludendo la sorveglianza esercitata dall'FSB sui suoi agenti. La sua struttura tentacolare e intrusiva poteva a quel punto agire senza alcun vincolo imposto dalle ideologie o dalla legge. [...] Non si sa come, gli uomini dell'ex potentissimo KGB iniziarono a occupare le massime cariche del potere, il più delle volte senza che i profani se ne accorgessero. I primi furono gli agenti segreti, seguiti da ex funzionari o funzionari in servizio. *Nel 1996 fu creato nell'FSB un Centro antiterrorismo (ATT), basato sul Dipartimento per la lotta al terrorismo. L'ATT comprendeva un Dipartimento operativo (OU), che raccoglieva informazioni sui terroristi e dava loro la caccia, e un Dipartimento per la difesa dell'ordine costituzionale (Dipartimento K), l'ex Quinto dipartimento del KGB, che raccoglieva informazioni sui gruppi e sulle organizzazioni politiche e religiose e sui dissidenti. In seguito l'ATT diventò (o meglio fu ribattezzato) Dipartimento per la lotta al terrorismo e per la sicurezza costituzionale (Dipartimento K). Il 28 agosto 1999, prima che avesse inizio l'ondata di attentati di settembre, ci fu un'altra trasformazione e prese il nome di Dipartimento per la protezione dell'ordine costituzionale e la lotta al terrorismo.<br>Queste continue riorganizzazioni non devono essere considerate una semplice coincidenza. Ristrutturando vari "dipartimenti" e "uffici", l'FSB tentava semplicemente, nella maniera più primitiva, di nascondere le proprie tracce. Di fronte a queste frequenti trasformazioni, sembrava impossibile che qualcuno dall'esterno riuscisse a capire chi era incaricato di cosa, chi dava gli ordini e chi era sottoposto a chi. Questi nomi complicati e confusi, tanto simili l'uno all'altro, erano creati deliberatamente. Tutto ciò serviva anche a depistare i giornalisti. In realtà tutti continuavano a fare il proprio lavoro e ancor oggi i dirigenti dei servizi di sicurezza statali siedono al loro posto, al settimo e al nono piano del palazzo al n. 1 di via Bolšaja Lubjanka, proprio come Sudoplatov ai tempi di Stalin. Nulla è cambiato. *È importante per l'FSB trascinare la Russia in guerra prima possibile, in modo che le elezioni presidenziali si tengano sullo sfondo di un grave conflitto armato e che, una volta insediatosi, il nuovo presidente possa ereditare il conflitto e tutte le sue conseguenze politiche, come la dipendenza del presidente dalle strutture coercitive. Solo grazie alla guerra l'FSB può finalmente salire al potere nel paese. È una semplice cospirazione con l'obiettivo di consentire all'ex KGB di prendere il potere con la scusa della lotta al terrorismo ceceno. *Il restauro della lapide in memoria di Andropov sull'edificio della Bolšaja Lubjanka che ospita l'FSB, un brindisi alla salute di Stalin insieme al capo dei comunisti russi Zjuganov, bombe negli edifici residenziali e una nuova guerra in Cecenia, l'approvazione di una legge che consente di nuovo di fare indagini su privati cittadini sulla base di denunce anonime, la promozione a incarichi di potere in seno all'FSB di generali e ufficiali dell'esercito; e infine la completa distruzione delle basi stesse di una società costituzionale costruita sui valori, che tutti riconosciamo fragili, ma comunque democratici, di un'economia di mercato, lo strangolamento della libertà di parola: queste sono solo alcune delle conquiste del primo ministro e presidente Putin durante i primi mesi del suo dominio. ===[[Michail Trepaškin]]=== *Gruppi del crimine organizzato hanno cercato negli ultimi anni in tutti i modi di penetrare nell'Fsb. All'inizio si contentavano di stabilire un contatto con un agente dell'Fsb che li proteggesse nelle loro attività criminali, ma poi questi gruppi hanno iniziato a infiltrare i loro uomini facendoli assumere nel servizio stesso, ottenendo allo stesso tempo che fossero licenziati tutti coloro che avevano capacità professionali ed esperienza di lavoro operativo. Tutto questo è sotto il benevolo sguardo dell'ex collaboratore dell'apparato del personale, Patrushev. *Per molti anni ho dato l'allarme che nell'Fsb era stata creata una struttura che si occupava di procure e tribunali. Formalmente è per la lotta alla corruzione, in pratica per gestire queste strutture e per collocarvi i propri uomini. Ed ecco che vediamo che i tribunali, dal basso all'alto, sono diventati gestibili e mansueti... A mio avviso si è insediato qualcosa di simile ad una "giunta militare cechista"... *Putin, Patrušev e l'Fsb hanno creato in Russia un'atmosfera di terrore generale. Posso dichiarare che al momento la situazione nel paese è uguale a quella degli anni trenta, quaranta e dell'inizio degli anni cinquanta dello scorso secolo. L'Fsb non si vergogna di agire per vendetta ed opera in questo senso apertamente, dando a far vedere di non temere alcuna responsabilità... *Quando ero all'Fsb i colleghi mi chiedevano spesso aiuto per indagini sul terrorismo o il contrabbando. Io li aiutavo, ma quando arrivavamo alla soluzione del caso i nostri capi, invece di premiarci, ce lo toglievano senza spiegazioni. Se insistevo, ci insultavano urlando che non dovevamo impicciarci di affari che non ci riguardavano. Con l'arrivo di Patrushev al Dipartimento di sicurezza interna cominciò una vera repressione contro gli agenti dotati di professionalità e integrità, compresi quelli che si occupavano della lotta al terrorismo: con i pretesti più vari venivano allontanati perché pericolosi; a loro non sarebbero sfuggiti gli affari più loschi ed era meglio non averli tra i piedi. I dirigenti del servizio venivano ormai scelti dal crimine organizzato e si arrivò presto alla violenza e persino agli omicidi. I terroristi venivano non soltanto protetti, ma usati per le operazioni più sporche chieste dall'alto. Insomma, la mafia aveva preso possesso dell'Fsb. ==Voci correlate== *[[Cekismo]] *[[Commissariato del popolo per gli affari interni]] *[[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] *[[Russia sotto Vladimir Putin]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'}} [[Categoria:Servizi segreti]] [[Categoria:Storia della Russia]] qerr8miq84p2z4yzhqc1n2d2wz4jcy0 Grigorij Javlinskij 0 205332 1351507 1337074 2024-11-12T08:39:47Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Grigorij Javlinskij */ 1351507 wikitext text/x-wiki [[File:Grigory Yavlinsky (cropped, 2018-03-19).jpg|thumb|Grigorij Javlinskij nel 2018]] '''Grigorij Alekseevič Javlinskij''' (1952 – vivente), economista e politico russo. ==Citazioni di Grigorij Javlinski== {{cronologico}} ===1992=== {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/01/15/anche-boris-sara-travolto-dalla-crisi.html "Anche Boris sarà travolto dalla crisi"]''|2=Intervista di [[Enrico Franceschini]], ''La Repubblica'', 15 gennaio 1992.|h=4}} *{{NDR|Sull'[[Unione degli Stati Sovrani]]}} Prenda il Trattato di Unione Economica: sono centinaia di pagine. Lo hanno preparato duecento economisti. Era già firmato dai leader di dieci repubbliche, Eltsin compreso. Mancavano solo Azerbajdzhan e Georgia, ma sarebbero state costrette a partecipare anche loro. Ed era previsto tutto: sistema bancario, valuta, politica finanziaria, prezzi, privatizzazione, commerci, riforma dell'agricoltura. Tutto. Invece niente, è stato buttato fuori dalla finestra, ignorato. *{{NDR|Su [[Egor Timurovič Gajdar]] e i suoi consiglieri}} Li conosco bene, e li stimo. Sono ben preparati, hanno fatto ottime scuole. Ma sono economisti teorici, disgiunti dalla realtà. Dicono: non abbiamo paura dell'inflazione, che ben venga, poi verrà la stabilizzazione, e tutto andrà a posto. Ma ci sono grandi settori dell'economia che per adesso lavorano in modo soddisfacente, settori ancora sani, che l'inflazione può distruggere. E se entriamo in una fase di iperinflazione, la produzione continuerà a calare, avremo disoccupazione di massa. *Il fallimento della riforma economica significherà la perdita del potere. Come è successo a Gorbaciov. Un risultato negativo comporterà la perdita del potere, anche se qualcuno proverà a inventare distrazioni, nuovi nemici, o un capro espiatorio. *Anche Eltsin ha lavorato, insieme a Gorbaciov, per questo obiettivo, per costruire una nuova Unione politica tra le repubbliche dell'ex Urss. Faceva raccomandazioni, proposte. Poi si è fermato. Lui non pensa che così confonde la gente, non pensa che l'Occidente è confuso davanti a un leader che una volta si comporta in un modo, l'indomani in un altro, senza un concetto di base, una linea precisa. *{{NDR|Sul [[programma dei 500 giorni]]}} I nostri oppositori dicevano che 500 giorni sono pochi per costruire il capitalismo, ma intanto abbiamo perso 500 giorni in chiacchiere. E siamo ancora al punto di partenza. {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0819_01_1992_0024_0007_24961328/ «Solo il disastro ci unisce»]''|2=Intervista di Enrico Singer, ''La Stampa'', 25 gennaio 1992.|h=4}} *Noi non stiamo tentando una riforma per migliorare l'economia: dobbiamo crearla da zero. Peggio, dalle macerie del sistema comunista e da soli non ce la faremo. *Non sono né ottimista né pessimista. Sono due atteggiamenti sbagliati: gli ottimisti si bloccano al primo ostacolo, i pessimisti sono già paralizzati in partenza. *Il governo di Eltsin sta realizzando quello che avevo proposto nel piano del 500 giorni, ma lo fa senza rispettare l'ordine degli interventi. *La piramide burocratica è stata decapitata, ma tutti i gradini intermedi sono rimasti: l'iniziativa privata non è ancora in grado di muoversi liberamente, mancano le leggi, mancano le banche che possono finanziare i neoimprenditori. C'è molto disordine. Questo mi spaventa e credo che spaventi anche gli investitori stranieri che vogliamo attirare. *Oggi i leader dei nuovi Stati indipendenti sono attratti più dal nazionalismo. Lo considerano il cemento del loro potere e questo impedisce degli accordi seri. La [[Comunità degli Stati Indipendenti]]? Di comune c'è solo il disastro economico. {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0842_01_1992_0254_0009_25204757/ «Dopo l'Urss scomparirà anche la Russia»]''|2=Intervista di Fabio Squillante, ''La Stampa'', 16 settembre 1992.|h=4}} *Il potere centrale ed i rapporti all'interno del Paese sono cambiati in modo radicale. Il centro non ha nessun meccanismo per esercitare il proprio potere, non ha un apparato, e nn è in grado di realizzare le riforme. Le sue decisioni non vengono applicate, e infine non dispone più di risorse finanziarie da distribuire, per condurre una politica di investimenti e di difesa sociale. Ad affrontare i cittadini sono i poteri locali, e se quello centrale è impotente, sono loro, lo vogliano o no, a doversi assumere questi compiti. *La Russia non è mai stata un organismo monolitico, bensì un enorme Paese che si compone di tanti Paesi diversi. Da una regione dove bene o male funzionano i tribunali, in un'ora di volo si arriva in un posto dove la gente non viene processata ma frustata. Abbiamo i cosacchi, e la loro punizione è la frusta: ti tolgono i pantaloni, prendono una cintura e ti frustano. È uno scherzo, ovviamente, anche se è la verità, ma quello che voglio dire è che, una volta crollato il regime totalitario, sono emerse a valanga le differenze da sempre compresse. *Le faccio notare il singolare destino della Russia: vi esplode sempre quello che si è accumulato in tutto il mondo. Ed è qui che si devono cercare soluzioni in prospettiva. *{{NDR|«Se Eltsin non le darà ascolto, quali saranno le conseguenze?»}} La disintegrazione completa e irreversibile della Russia. È una prospettiva reale di un anno o massimo due. Abbiamo già due repubbliche che ufficialmente non fanno parte della Russia, il Tatarstan e la Cecenia. Cos'altro vuole? Questo è l'inizio, eccolo. *Quando loro sono arrivati al potere avevamo il 6% di inflazione al mese, un calo della produzione del 15% annuo e il dollaro a 60 rubli. Oggi, dopo 9 mesi di riforma, abbiamo il 30% d'inflazione, il 15% di calo di produzione e il dollaro a 220 rubli. Perché le cose sono andate così? Perché l'obiettivo che si è posto [[Egor Timurovič Gajdar|Gaidar]] era assurdo: in un Paese che non esiste, con 15 parlamenti ed altrettanti presidenti Gaidar ha tentato di stabilizzare la moneta delle 15 repubbliche ex-sovietiche, mentre loro non avevano concordato nulla e facevano di questo rublo quello che gli pareva. ===1993=== {{Int|1=''[https://archivio.unita.news/assets/main/1993/12/15/page_005.pdf Se Eltsin cerca alleati per il suo governo ora dovrà scegliere una politica chiara]''|2=Intervista di Sergio Sergi, ''L'Unità'', 15 dicembre 1993.|h=4}} *{{NDR|Su [[Vladimir Žirinovskij]]}} Ha vinto ma non posso dire che si tratta di un fatto clamoroso e sensazionale perché si doveva aspettare una reazione più o meno simile della popolazione alle condizioni di vita degli ultimi due anni. *I nostri poteri non accettano un'opposizione democratica e costruttiva. [...] E visto che non si desidera un'opposizione democratica, abbiamo avuto un'opposizione nazional-socialista. *Per tutta la campagna non hanno fatto altro che dire che eravamo tutti uguali, uomini e programmi. Mentre l'opposizione ha differenziato i propri obiettivi: i comunisti su una strada, gli agrari sull'altra, l'Unione delle donne, e così via... *Non si può costruire una coalizione solo per fare una coalizione. [...] Ci vuole una coalizione se i partner hanno non dico una visione unitaria ma almeno comune. *{{NDR|«Qual è stato l'errore di cui si pente?»}} Di non essere riuscito a convincere gli elettori che è possibile un'alternativa democratica. Non parlo, come fa Zhirinovskij, dell'accesso all'oceano indiano, ma di un altro modo di fare le riforme nel nostro paese. Senza sangue, senza scontri, con grandi difficoltà ma con un chiaro futuro e passi trasparenti. ===1995=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0688_01_1995_0340_0009_9322388/ Loro barano]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 17 dicembre 1995.|h=4}} *{{NDR|Su [[Gennadij Zjuganov]]}} Dietro di lui ci sono forze revansciste diverse, ben più temibili. *Quello che mi preoccupa è che i comunisti dicono delle cose e ne pensano delle altre. Insomma fanno grande tattica, ma non rivelano la loro strategia. *Il guaio è che i comunisti russi sono speciali, non sono socialdemocratici, sono bolscevichi. E non accettano alleanze con nessuno che non sia uguale a loro. *Ha un'idea di quello che succede in Cecenia? E se si restaurerà l'Urss in Ucraina sarà la stessa cosa, ma mille volte peggio. ===1996=== *{{NDR|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]]}} Sono disposto a diventare mediatore e garante nei negoziati con i guerriglieri. Sono convinto che ci sia lo spazio per trattare, se lo si vuole veramente.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/15/il-comunista-zjuganov-eltsin-si-offra.html Il communista Zjuganov. "Eltsin si offra prigioniero"]'', ''la Repubblica'', 15 gennaio 1996.</ref> {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0647_01_1996_0160_0011_8815686/ «Il mio no a Boris»]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 12 giugno 1996.|h=4}} *{{NDR|Su [[Aleksandr Ivanovič Lebed']]}} Ha paura della guerra civile. È il suo chiodo fisso. Pensa che se vince Ziuganov gli altri spareranno. Lui fa comodo a Eltsin anche per un altro motivo. Che porterà via voti ai comunisti e a Zhirinovskij, non certo a Eltsin. Insomma ha ceduto. Niente da fare. *Brutta situazione nel nostro Paese [...] se pensate che io debba avere per forza delle guardie del corpo. E poi [...] se mi vogliono fare fuori non serve né uno né cento agenti. Basterebbe un colpetto da lassù. Oppure un incidente stradale mentre torno a casa... *Lei vede che atmosfera c'è tra i radical-democratici. Lei non sa le telefonate dei miei ex amici, che strillano che il sangue dei loro figli ricadrà sulla mia testa se io non mi ritiro dalla competizione a favore di Eltsin... {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0650_01_1996_0183_0007_8965295/ Ma il Pc crescerà ancora]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 5 luglio 1996.|h=4}} *Su Eltsin e [[Viktor Stepanovič Černomyrdin|Cernomyrdin]] non ho cambiato opinione. Gli errori sono stati "macro" in tutti i sensi. Non solo macroeconomici. Trilioni di salari non pagati, una crisi finanziaria paurosa, disastro nelle privatizzazioni, un budget che fa acqua da tutte le parti, nessuno paga le tasse. *Penso che a ministri comunisti non si debbano affidare ministeri economici, né ministeri connessi con la sicurezza del Paese. *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} Il mio programma è chiaro: ritiro delle truppe in cambio della tregua. Negoziati. Referendum sull'autonomia. Non parteciperei a un governo che continuasse la guerra in Cecenia. ===1998=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0540_01_1998_0082_0009_7552033/ Se il Paese ha bisogno di me, eccomi]''|2=Intervista di [[Anna Zafesova]], ''La Stampa'', 24 marzo 1998.|h=4}} *Che Cernomyrdin prima o poi sarebbe stato licenziato, questa non è certo una sorpresa. Semmai lascia interdetti il modo in cui il Presidente ha gestito l'operazione. Nessuno ha pensato alle conseguenze, alla reazione inevitabile dei mercati. *Non capite, questo sistema è una corte. E la corte di un re vive secondo le proprie regole. Qualcuno potrebbe anche rimanere al proprio posto, altri potrebbero essere graziati, ma vedersi assegnare cariche che non contano niente. *È ormai sotto gli occhi di tutti che la politica in Russia si fa d'impulso. ===1999=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0526_01_1999_0346_0009_7011798/ È l'ultima chance per la democrazia]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]] e [[Anna Zafesova]], ''La Stampa'', 19 dicembre 1999.|h=4}} *Temo che la Russia possa insegnare al mondo che la democrazia è solo un veicolo. Con la democrazia si può giungere al fascismo, al nazionalismo o alla società aperta. Dipende da quello che la gente ha in testa. *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} Tutta la struttura politica russa oggi poggia sulla guerra. La sconfitta non significherà solo una disfatta militare, ma il collasso di tutta la politica russa. *Questa non è l'Urss, potete curiosare dove volete. Ma qui arrivano turisti politici. Gli osservatori occidentali dopo le 6 di sera andranno a bere birra. Secondo loro, se nei seggi non ci sono soldati con Kalashnikov puntati, è tutto in regola. *Perché le riforme economiche nell'Est europeo sono riuscite, e in Russia no? Perché lì c'è stata una rivoluzione democratica, qui invece un termidoro della nomenclatura comunista, che ha solo cambiato veste. ===2000=== {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/25/cresce-incognita-javlinskij-al-secondo-turno.html Cresce l'incognita. Javlinskij: Al secondo turno ci sarò io]''|2=Intervista sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2000]], ''La Repubblica'', 25 marzo 2000.|h=4}} *Il mio avversario n.1 è Putin e Zjuganov [...]. I due sono molto vicini, per lo meno io non vedo una qualche particolare differenza nelle loro politiche. *Vladimir Putin è oggi una specie di cavallo di Troia attraverso cui entreranno nel Cremlino tutti quanti, nazionalisti e comunisti di tutte le sfumature. Basta dare uno sguardo alla struttura dei fiduciari di questo candidato, allo stile con cui sta conducendo la campagna e su come si lasciano utilizzare i mass media. Io non ho nulla di personale contro il presidente facente funzioni. Semplicemente non approvo la politica che sta conducendo, una miscela fra Brezhnev e Andropov. Mentre si raccontano un sacco di fandonie, tutti a poco a poco vengono intimiditi: è questa politica che considero molto pericolosa per l'elettorato e per tutti. *{{NDR|«Ma lei pensa veramente di poter vincere?»}} Le posso dire solo questo. Guardate come ci temono, come si sono spaventati di noi. Guardate cosa succede ogni sera alla tv: fiumi di menzogne contro di noi. Sì, io credo che se saremo in tanti potremo farci prendere in considerazione. E siccome questa volta tantissimi elettori di Zjuganov voteranno per Putin, noi abbiamo tutte le possibilità di lottare con lui al secondo turno. {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0411_01_2000_0084_0008_4165457/ La nomenklatura tornerà a occupare il potere]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 26 marzo 2000.|h=4}} *Facevo l'elenco delle calunnie che mi hanno rovesciato addosso. Dalla operazione segreta di plastica al volto, al cambiamento di sesso che avrei avuto qualche anno fa, all'uso abituale di narcotici, al mio vergognoso impegno a favore delle minoranze sessuali, ai milioni di dollari che ho preso da Soros, da tutte le fondazioni culturali tedesche etc. A proposito, anche lei mi ha dato qualche lira per comprarmi il gelato? *È vero, il prestigio della Russia è basso, ma lo si innalza non con la demagogia. Bisogna elevare il tenore di vita della gente, riportare alla gratuità l'assistenza sanitaria, costruire un esercito che difende davvero le frontiere, costruire uno stato democratico. Invece Putin usa una retorica da grande potenza che rappresenta solo un pericolo: per l'interno e per l'esterno. *Io so che esiste una specie di sindrome di Versailles, tra i russi. Perché davvero sono stati umiliati, violentati, derubati. Ma la domanda è: chi l'ha creata? Proprio loro, i residui della nomenklatura comunista che sono stati al potere in questi anni. Putin è stato portato al potere da loro. *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} La Russia uscirà indebolita e niente affatto rafforzata. Putin dice che la Russia si sente più forte. Forse, ma perché è stata ingannata. *L'Occidente è uno spettatore che siede in platea mentre si rappresenta "Guerra e pace". Solo che ho l'impressione che il teatro di cui stiamo parlando si trovi a Yalta. ===2002=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0309_01_2002_0293_0002_2874613/ I kamikaze vogliono parlare solo col Presidente]''|2=Intervista di [[Anna Zafesova]] sulla [[crisi del teatro Dubrovka]], ''La Stampa'', 26 ottobre 2002.|h=4}} *Stiamo tentando il possibile, ma per ora i guerriglieri vogliono parlare solo con Putin o con un suo diretto emissario. [...] Se avessero l'interlocutore che vogliono, si potrebbe trattare anche una soluzione intermedia. *Un blitz da parte del potere federale? Non è in preparazione niente del genere. È da dentro il teatro che potrebbe partire una crisi. È lì che la situazione potrebbe esplodere. *Non c'è prezzo che non si possa pagare per 700 vite umane, per qualsiasi vita umana. *{{NDR|«Come sono questi terroristi?»}} Molto giovani. Sono dei ragazzi cresciuti in guerra, in un'atroce guerra, e non sanno che esistono altre realtà. Sono dei kamikaze. ===2003=== *Avete forse una vera opposizione in Gran Bretagna, in Giappone o, ancor peggio, negli USA? Sarà difficile allora trovarne una qui. Perché esista un'[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] sono indispensabili alcune premesse - media indipendenti o quanto meno non concentrasti in una sola mano. Servono risorse finanziarie indipendenti, una società civile e un ambiente particolare. La Duma è piena di gente corrotta. Non abbiamo elezioni indipendenti. Questo è sistema quasi corporativo, semi criminale e non esistono alternative da sottoporre a popolo. Il sistema è a totale servizio di una persona.<ref name="segreti">Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/06/segreti-del-cremlino-sogni-di-un.html I segreti del Cremlino e i sogni di un autocrate]'', ''La Repubblica'', 6 dicembre 2003.</ref> *Cercammo di porre fine all'era di Eltsin il più rapidamente possibile. Il suo tempo era scaduto già nel 1993 [...]. Tutto ciò che venne dopo si rivelò controproduttivo, la Cecenia, il collasso finanziario del 1998, la privatizzazione criminale. Ma Eltsin ci giocò un gran brutto tiro introducendo sulla scena politica il suo successore e cementando così il suo sistema. È un sistema in grado di creare un successore dopo l'altro, quindi meglio prepararsi ad un cammino lungo e difficile In questa situazione l'alternativa è il dissenso o il sostegno alla creazione di una lista civica indipendente. Serve una strategia e serve mantenere come vettore la difesa dei diritti umani, della politica liberale, della dignità umana, della proprietà privata. La sfida sta nell'essere indipendenti accettando fondi da gente come Khodorkovskij [...] o mantenendo un dialogo aperto con Putin e mostrandosi comprensivi nei confronti della burocrazia, fedele al presidente. O la gente si sveglia e agisce, o si aspetterà all'infinito l'arrivo di "buono zar". Il mio compito in questo sistema è quello di creare un partito democratico indipendente russo. Alla fine dobbiamo vincere, dobbiamo creare un'era post-Eltsin. Forse tra vent'anni ci riusciremo.<ref name="segreti"/> {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0166_01_2003_0198_0009_1149718/ La guerra fra Stato e oligarchi sta distruggendo la Russia]''|2=Intervista di [[Anna Zafesova]], ''La Stampa'', 21 luglio 2003.|h=4}} *È probabile che Mikhail Khodorkovskij avesse ambizioni politiche. Gli oligarchi credono che il potere è il migliore business. E i miliardari che vogliono fare politica sono considerati una minaccia allo Stato. *Come ogni regime totalitario ambisce la bomba atomica, ogni oligarca desidera il potere. *Qualcuno li considera la locomotiva che porterà la Russia verso il futuro, a me sembrano piuttosto il prodotto del sistema del passato. *Il potere e il business sono gemelli siamesi: il secondo non può realizzarsi senza l'aiuto del primo, che a sua volta mangia la mano degli imprenditori. *Il problema è che i riformatori degli anni '90 si dichiaravano anticomunisti, ma partivano da due presupposti fondamentalmente marxisti: uno, ogni accumulazione primigenia è criminale, due, l'economia creerà, in modo più o meno automatico, la nuova società. Questo ha generato un sistema perennemente tentato di avviare una ripartizione della ricchezza. *Oggi abbiamo quello che io chiamo "capitalismo periferico": fortemente monopolizzato, regolato da rapporti informali e non dal diritto, senza garanzie, che mischia capitalismo e tradizione, diritto e violenza, repressione politica e impunità per i corrotti. Attenzione: non è un sistema marcio, possiede una logica, è perfino capace di modernizzarsi fino a un certo punto. Ma non può dare alla Russia un futuro. *Un terzo dei russi vive in miseria, con la risorsa medievale dell'orto privato. La distanza tra rapporti trionfalistici e una crisi devastante può essere coperta in pochi mesi. *Se noi come popolo ci rassegniamo alla [[Corruzione in Russia|corruzione]], alle città rase al suolo nel Caucaso, alla xenofobia crescente, all'assenza di giustizia, un'alternativa allo zar buono non esiste. {{Int|1=Dall'intervista di Anna Politkovskaja|2=25 novembre 2003; citato in Anna Politkovskaja, ''Diario russo. {{small|2003-2005}}'' (2007), traduzione di Claudia Zonghetti, Adelphi Edizioni, Milano, 2022, ISBN 978-88-459-3711-8.|h=4}} *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} Ho detto che è un crimine, sotto ogni punto di vista. Che il numero delle vittime recenti supera quello dei morti negli ultimi tre anni. E che i politici inclini a vedere nella guerra cecena la "rinascita dell'esercito russo" devono rispondere politicamente e personalmente di quanto detto e fatto. *È mia convinzione che l'Unione delle forze di destra sia stata determinante in questo conflitto. Era l'unica forza che poteva dirsi civile e democratica, e invece ha sostenuto che in Cecenia l'esercito sarebbe rinato a nuova vita e che chi la pensava diversamente era un traditore e pugnalava alle spalle le nostre truppe. *I presidenti sanno sempre tutto. Non c'è speranza di rivelare loro una qualche novità, è pura utopia. *Non ci sono altri partiti di massa. Non esistono. Dopo il 1996 una reale opposizione politica è impossibile. La prima ragione è che non esiste un sistema giudiziario indipendente, laddove l'[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] può appellarsi solo ed esclusivamente a una giustizia senza padroni. La seconda è che mancano dei mass media indipendenti a carattere nazionale, e ho in mente la televisione, il Primo e il Secondo canale. La terza ragione è che mancano finanziamenti indipendenti. Non esistono. In assenza di questi tre fondamenti è praticamente impossibile creare un'opposizione politica attiva. Ed è una dimostrazione lampante del fatto che in Russia non c'è democrazia. Perché non c'è democrazia senza opposizione. *Il mio partito è un essere vivente. Se lo uccidono, nessuno metterà più al primo posto i diritti umani, la libertà, il rispetto delle persone. Non so se sopravviveremmo nel caso in cui non dovessimo entrare in parlamento... ===2007=== {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/17/javlinskij-uniamo-gruppi-opposizione.html Javlinskij: Uniamo i gruppi d' opposizione]''|2=''La Repubblica'', 17 novembre 2007.|h=4}} *Circolano sempre delle voci in base alle quali l'opposizione democratica non riuscirebbe a unirsi in un'azione comune: è mera propaganda, in realtà l'opposizione si sta unificando. Nella nostra lista, per esempio, ci sono difensori dei diritti umani, madri di militari, rappresentanti dei movimenti femminili, verdi ed anche i rappresentanti del movimento giovanile democratico. *Putin è a mio avviso un monarchico, o comunque un seguace di un regime autoritario che non crede nella democrazia. Può anche parlarne, ma sono solo discorsi da salotto. *Noi di Jabloko avremmo buone prospettive se ricevessimo il sette per cento dei voti. Il che sarà possibile solo alle due seguenti condizioni: se i risultati non saranno manipolati, oppure se dovessimo ottenere un quindici per cento effettivo, col risultato che ci rimarrebbe il sette per effetto delle macchinazioni elettorali. Ma anche per conseguire un tale risultato avremmo bisogno di maggiore presenza nei mass media, che ora non abbiamo e non avremo mai. In un paese così grande come la Russia, nessuno saprà nulla di noi senza la televisione. ===2021=== {{Int|1=''[https://www.rivistailmulino.it/a/intervista-a-grigorij-javlinskij L'economista della Perestrojka]''|2=Intervista di Martina Napolitano, ''rivistailmulino.it'', 17 dicembre 2021.|h=4}} *Il sistema economico sovietico era molto inefficiente, funzionava male, non c’erano prospettive. [...] Cercai più volte di spiegare nel dettaglio al premier [[Nikolaj Ivanovič Ryžkov|Nikolaj Ryžkov]] che fosse necessario un sistema economico del tutto diverso, dato che quello allora esistente non avrebbe mai funzionato. C’erano sempre nuovi problemi e i dirigenti non sapevano che fare. Anche comprendendo i principi di un sistema alternativo, era impossibile per loro capire cosa fare e come. Vidi con i miei occhi che lo stesso premier non sapeva come rivolgersi ai propri ministeri: non sapeva cosa chiedere, che domande porre. L’economia di mercato e quella pianificata erano così differenti tra loro che Ryžkov, che aveva lavorato tutta la vita in un sistema pianificato, non aveva idea di cosa significasse passare al sistema di mercato. *{{NDR|Sul [[programma dei 500 giorni]]}} Alla fine del programma l’Unione Sovietica non sarebbe dovuta diventare la Svizzera, non era previsto. Il programma intendeva gettare delle prime basi per l’attuazione di una serie di riforme, e non costruire da zero una nuova economia. In sostanza si puntava a creare la proprietà privata, a far nascere una classe media, una piccola e media imprenditoria che, sulla base dei risparmi accumulati nel periodo sovietico dai cittadini, potesse andare a bilanciare domanda e offerta. La cosa essenziale era porre le basi di un nuovo sistema politico basato su persone libere con una loro proprietà privata, un sistema che permettesse la nascita di una classe media. *Sia El’cin che Gorbaciov non attuarono il programma perché, in primo luogo, non ne comprendevano il contenuto e poi perché erano molto presi dalla competizione politica e non vollero realizzarlo per ragioni politiche. *La [[perestrojka]] era di per sé un fenomeno piuttosto eterogeneo, comprendeva cose molto diverse tra loro. Uno dei suoi tratti principali era la libertà di parola. Gorbaciov decise che le persone potevano dire quello che pensavano e che per questo non sarebbero state escluse dal partito, licenziate dal lavoro, fucilate o condannate in alcun modo. Di fatto tutte le forme di repressione della libertà di pensiero furono abolite e si ebbe un’autentica libertà di parola in Urss. Credo che questo sia stato l’evento principale della perestrojka, nonché lo strumento che cambiò ogni cosa e portò al collasso dell’Urss. *Per quanto riguarda il programma dei 500 giorni, questo intendeva creare la proprietà privata in Urss. In questo senso andava oltre la perestrojka che invece non considerava la proprietà privata e il mercato libero come basi essenziali dell’economia. Il programma dei 500 giorni instillava il rispetto di se stessi nelle persone. Non garantiva la sopravvivenza dell’Urss, ma gettava un fondamento per l’integrazione economica tra le repubbliche sovietiche e per un mercato unico secondo un modello simile a quello dell’Unione europea; quest’integrazione avrebbe potuto garantire uno scenario futuro molto interessante per tutto lo spazio post-sovietico. *Oggi in Russia vige un capitalismo di Stato. Non c’è né privatizzazione, né riduzione della spesa pubblica, né un aumento del ruolo del settore privato, manca un vero libero commercio, manca una deregolamentazione, mentre cresce il controllo statale sull’economia. La quota delle proprietà statali nell’economia è di oltre il 75%, la concorrenza è estremamente limitata, i gruppi oligarchici si espandono e sono loro a determinare la formazione del governo, l’indirizzo degli investimenti e della spesa pubblica. Una spesa pubblica enorme, un budget immenso destinato al settore militare, l’ampliamento dei monopoli sono tutte caratteristiche dell’attuale sistema economico russo, un sistema di capitalismo statale-monopolistico. *La politica putiniana sta portando la Russia verso un vicolo cieco. La Russia ha bisogno di un vettore di sviluppo europeo: deve sviluppare la propria economia, la propria politica interna ed estera indirizzandole verso l’Europa. Invece avviene l’esatto contrario: la politica di Putin è una politica di isolamento, di avvicinamento alla Cina, una politica — come disse lo stesso Putin — di una «civiltà a se stante». È un grave errore. *In Russia non c’è libertà di parola e non ci sono elezioni veramente competitive. Ampi strati della popolazione non conoscono affatto le nostre idee e principi. Chi ci conosce, è grazie a internet. Si tratta di circa un milione di persone che continua a votarci, ma è un numero piccolo nelle nostre circostanze elettorali. Se ci dessero l’opportunità di spiegare alla televisione, sul primo canale o su altri, che siano di Stato o privati, nel giusto formato, per cosa lottiamo, per quale tipo di politica, non ho dubbi che non avremmo soltanto un milione di elettori, ma almeno dieci, mi pare evidente. Ci hanno tappato la bocca. *{{NDR|Sulla [[crisi russo-ucraina del 2021-2022]]}} Oggi mi preoccupa la possibilità di scontro reale con l’Ucraina, di guerra aperta con l’obiettivo di sottrarle la sovranità, un conflitto che può nascere oggi da qualsiasi provocazione deliberata o anche da qualche evento involontario visto il continuo sferragliare di armi. *Per me e in generale per il partito la politica di Naval’nyj è del tutto inaccettabile. [...] Provo compassione per lui come persona, ma la sua politica, tanto quella di un tempo quanto quella attuale, non è per me in alcun modo condivisibile. ===2024=== {{Int|1=''[https://www.corriere.it/esteri/24_febbraio_23/grigorij-yavlinskij-navalny-stato-ucciso-un-regime-brutale-fda662e2-d28a-11ee-986e-4fbc6ecbbba1.shtml Grigorij Yavlinskij: «Navalny è stato ucciso da un regime brutale. Le elezioni? Inutili. E i russi sono terrorizzati»]''|2=Intervista di Marco Imarisio sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''corriere.it'', 23 febbraio 2024.|h=4}} *Qualunque sia la causa della morte, è stato vittima di una brutale repressione politica. Le condizioni della sua detenzione non sono state altro che una forma di tortura fisica e psicologica. *A un certo punto le nostre differenze di vedute sono diventate insanabili. Abbiamo discusso in pubblico e ci siamo spesso criticati con durezza. Ma questo non sminuisce certo l’orrore di un sistema dove le autorità non si fermano davanti a nulla per sopprimere il libero pensiero di un oppositore. *{{NDR|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2024]]}} Non sono elezioni, ma una semplice procedura burocratica senza alternativa, sotto il pieno controllo delle autorità. *{{NDR|Sulle elezioni presidenziali in Russia del 2024}} Non mi aspetto niente da queste elezioni. Vi partecipano in qualità di candidati solo tre strenui sostenitori di Putin, che appoggiano pienamente la sua politica, compresa la guerra con l’Ucraina. Non sapremo mai quanta gente andrà ai seggi. Tanto più che una parte notevole della votazione sarà elettronica. *{{NDR|«Come sarà la Russia dei prossimi anni sotto Putin?»}} Le prospettive sono molto preoccupanti. In un futuro prossimo potrebbero avvenire scontri interetnici oppure interreligiosi. Potrebbe rialzare la testa l’ala ultranazionalista. Potrebbero ampliarsi le repressioni politiche. Tuttavia, sono sicuro che prima o poi avremo di nuovo una possibilità per diventare un Paese moderno e democratico. Ma quando e come ciò accadrà, non lo sa ancora nessuno. ==Citazioni su Grigorij Javlinskij== *Javlinskij è un ragazzo che non ha mai fatto niente di concreto e che vede solo un capitalismo dal volto umano. ([[Svjatoslav Nikolaevič Fëdorov]]) *Javlinskij è un uomo molto intelligente, sa da dieci anni di che cosa ha bisogno la Russia, ma non lo dice a nessuno. ([[Aleksandr Ivanovič Lebed']]) *Non c'era bisogno di pregarlo perché venisse alle nostre serate, solo che appena arrivava cominciava il suo eterno, infinito, narcisistico monologo. E già dopo dieci minuti della famosa aria "Javlinskij su Javlinskij con amore" cominciavamo ad addormentarci un po' tutti, cercando solo di non russare per salvare le apparenze. ([[Elena Tregubova]]) ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *La maggior parte delle persone si iscriveva a Jabloko perché ne ammirava il leader, Grigorij Javlinskij. Io non condividevo la profondità di quei sentimenti. Se durante il mio precedente entusiasmo per Eltsin non sopportavo Javlinskij e lo consideravo uno che gli toglieva voti, adesso il mio atteggiamento era più sfumato e avevo iniziato a rispettarlo. Lo ritenevo un politico perbene e onesto. Gli ex burocrati del Partito comunista che si erano allontanati di soppiatto dagli uffici del Soviet e si erano insinuati in quelli della Federazione Russa erano un manipolo di ladri, mentre Javlinskij era un uomo con dei valori. Aveva un'idea, che difendeva, e nel complesso il partito agiva in modo coerente; non c'era un gran desiderio di fare qualcosa di decisivo, quindi si preferiva lanciarsi in dibattiti intellettuali, ma almeno i militanti credevano davvero in ciò che dicevano. *Con il tempo iniziai a capire che l'unanime ammirazione per Javlinskij era così forte da assumere talvolta le sembianze del culto della personalità. I leader del partito e lui stesso erano incontestabili e la gerarchia osservata con rigore. Guardavano ai nuovi venuti con circospezione, nell'eventualità che qualcuno arrivasse e cercasse di impadronirsi del partito! *Senza dubbio ho imparato tanto e sono anche grato a Grigorij Javlinskij per avermi insegnato svariate importanti lezioni. Però non riuscivo ad accettare il fatto che Jabloko stesse scegliendo di autoghettizzarsi dalla vita pubblica russa. Io sognavo che il nostro sarebbe diventato il partito di maggioranza. Volevo veder apparire un politico che intraprendesse tutti i progetti necessari e interessanti, e collaborasse direttamente con il popolo russo. Se si fosse presentata una persona così, sarei corso a offrirgli la mia collaborazione. Attesi a lungo, poi un giorno capii che quella persona potevo essere io. *Un sottopancia di Euronews dice: «Grigorij Javlinskij afferma in un articolo che una Russia democratica e Navalny sono incompatibili». Questo è il Cremlino che ridicolizza il vecchio codardo, costringendolo a scrivere una cosa del genere proprio in questo momento. L'umiliazione pubblica è il dazio da pagare per aver potuto registrare il proprio partito e aver ricevuto finanziamenti. Che orrore trasformarsi in una cosa del genere. [...] Poveretto. Posso solo immaginare il tormento che ha provato nello scrivere quella roba. Mettendo da parte il fatto che il Cremlino lo ha costretto a scrivere di me, doveva sapere che lo avrebbero fatto a pezzi, il che probabilmente è accaduto. E questo non perché sono io in particolare, ma perché viene da chiedersi: per l'amor di Dio, come gli è venuto in mente di scrivere un articolo su qualcuno che è appena stato sbattuto in prigione? Come si dice: ha perso un'occasione per tacere.<br>Non so cos'abbia su di lui la lunga mano del Cremlino, ma di certo lo tiene in pugno. Difficile dire che la sua carriera sia finita, perché, tanto per cominciare, non ne ha mai avuta una. Più precisamente, si è alienato anche lo zoccolo duro dei suoi sostenitori e ha mandato in fumo le chance che molti membri del suo partito avevano di essere eletti. I più sconvolti sono i suoi compagni di partito. Eccola qui, la tanto attesa marea politica, giusto alla vigilia delle elezioni. Dovevano solo cavalcare l'onda. ===[[Anna Stepanovna Politkovskaja]]=== *Cos'è che Putin non perdona a Yavlinski? Le sue critiche sul comportamento dell'armata federale in Cecenia. Il suo sostegno ai rifugiati ceceni. Il suo rifiuto di dividere la Russia in cittadini di serie A e cittadini di serie B. Il suo rifiuto verso la politica dello stato forte e del razzismo. *È per abitudine che ascolto quel che dice Javlinskij. Gli altri lo ignorano. *Javlinskij fa sempre e solo l'offeso. *La gente ha «mandato giù il rospo» e ha accettato di viverre non tanto senza Javlinskij, ma senza democrazia. Ha accettato di passare per idiota. *Non appare assolutamente sui media, come se non esistesse. Il paese non lo vede e crede che abbia abbandonato la scena politica (alcune lettere dei nostri lettori lo testimoniano). Solo i più curiosi lo sentono qualche volta alla radio o lo leggono su certi periodici che si permettono ancora qualche velleità di indipendenza. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Javlinskij, Grigorij}} [[Categoria:Economisti russi]] [[Categoria:Politici russi]] 2y22xh5ssn35evnmxus2l06lbag9iuc 1351509 1351507 2024-11-12T08:40:44Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351509 wikitext text/x-wiki [[File:Grigory Yavlinsky (cropped, 2018-03-19).jpg|thumb|Grigorij Javlinskij nel 2018]] '''Grigorij Alekseevič Javlinskij''' (1952 – vivente), economista e politico russo. ==Citazioni di Grigorij Javlinski== {{cronologico}} ===1992=== {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/01/15/anche-boris-sara-travolto-dalla-crisi.html "Anche Boris sarà travolto dalla crisi"]''|2=Intervista di [[Enrico Franceschini]], ''La Repubblica'', 15 gennaio 1992.|h=4}} *{{NDR|Sull'[[Unione degli Stati Sovrani]]}} Prenda il Trattato di Unione Economica: sono centinaia di pagine. Lo hanno preparato duecento economisti. Era già firmato dai leader di dieci repubbliche, Eltsin compreso. Mancavano solo Azerbajdzhan e Georgia, ma sarebbero state costrette a partecipare anche loro. Ed era previsto tutto: sistema bancario, valuta, politica finanziaria, prezzi, privatizzazione, commerci, riforma dell'agricoltura. Tutto. Invece niente, è stato buttato fuori dalla finestra, ignorato. *{{NDR|Su [[Egor Timurovič Gajdar]] e i suoi consiglieri}} Li conosco bene, e li stimo. Sono ben preparati, hanno fatto ottime scuole. Ma sono economisti teorici, disgiunti dalla realtà. Dicono: non abbiamo paura dell'inflazione, che ben venga, poi verrà la stabilizzazione, e tutto andrà a posto. Ma ci sono grandi settori dell'economia che per adesso lavorano in modo soddisfacente, settori ancora sani, che l'inflazione può distruggere. E se entriamo in una fase di iperinflazione, la produzione continuerà a calare, avremo disoccupazione di massa. *Il fallimento della riforma economica significherà la perdita del potere. Come è successo a Gorbaciov. Un risultato negativo comporterà la perdita del potere, anche se qualcuno proverà a inventare distrazioni, nuovi nemici, o un capro espiatorio. *Anche Eltsin ha lavorato, insieme a Gorbaciov, per questo obiettivo, per costruire una nuova Unione politica tra le repubbliche dell'ex Urss. Faceva raccomandazioni, proposte. Poi si è fermato. Lui non pensa che così confonde la gente, non pensa che l'Occidente è confuso davanti a un leader che una volta si comporta in un modo, l'indomani in un altro, senza un concetto di base, una linea precisa. *{{NDR|Sul [[programma dei 500 giorni]]}} I nostri oppositori dicevano che 500 giorni sono pochi per costruire il capitalismo, ma intanto abbiamo perso 500 giorni in chiacchiere. E siamo ancora al punto di partenza. {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0819_01_1992_0024_0007_24961328/ «Solo il disastro ci unisce»]''|2=Intervista di Enrico Singer, ''La Stampa'', 25 gennaio 1992.|h=4}} *Noi non stiamo tentando una riforma per migliorare l'economia: dobbiamo crearla da zero. Peggio, dalle macerie del sistema comunista e da soli non ce la faremo. *Non sono né ottimista né pessimista. Sono due atteggiamenti sbagliati: gli ottimisti si bloccano al primo ostacolo, i pessimisti sono già paralizzati in partenza. *Il governo di Eltsin sta realizzando quello che avevo proposto nel piano del 500 giorni, ma lo fa senza rispettare l'ordine degli interventi. *La piramide burocratica è stata decapitata, ma tutti i gradini intermedi sono rimasti: l'iniziativa privata non è ancora in grado di muoversi liberamente, mancano le leggi, mancano le banche che possono finanziare i neoimprenditori. C'è molto disordine. Questo mi spaventa e credo che spaventi anche gli investitori stranieri che vogliamo attirare. *Oggi i leader dei nuovi Stati indipendenti sono attratti più dal nazionalismo. Lo considerano il cemento del loro potere e questo impedisce degli accordi seri. La [[Comunità degli Stati Indipendenti]]? Di comune c'è solo il disastro economico. {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0842_01_1992_0254_0009_25204757/ «Dopo l'Urss scomparirà anche la Russia»]''|2=Intervista di Fabio Squillante, ''La Stampa'', 16 settembre 1992.|h=4}} *Il potere centrale ed i rapporti all'interno del Paese sono cambiati in modo radicale. Il centro non ha nessun meccanismo per esercitare il proprio potere, non ha un apparato, e nn è in grado di realizzare le riforme. Le sue decisioni non vengono applicate, e infine non dispone più di risorse finanziarie da distribuire, per condurre una politica di investimenti e di difesa sociale. Ad affrontare i cittadini sono i poteri locali, e se quello centrale è impotente, sono loro, lo vogliano o no, a doversi assumere questi compiti. *La Russia non è mai stata un organismo monolitico, bensì un enorme Paese che si compone di tanti Paesi diversi. Da una regione dove bene o male funzionano i tribunali, in un'ora di volo si arriva in un posto dove la gente non viene processata ma frustata. Abbiamo i cosacchi, e la loro punizione è la frusta: ti tolgono i pantaloni, prendono una cintura e ti frustano. È uno scherzo, ovviamente, anche se è la verità, ma quello che voglio dire è che, una volta crollato il regime totalitario, sono emerse a valanga le differenze da sempre compresse. *Le faccio notare il singolare destino della Russia: vi esplode sempre quello che si è accumulato in tutto il mondo. Ed è qui che si devono cercare soluzioni in prospettiva. *{{NDR|«Se Eltsin non le darà ascolto, quali saranno le conseguenze?»}} La disintegrazione completa e irreversibile della Russia. È una prospettiva reale di un anno o massimo due. Abbiamo già due repubbliche che ufficialmente non fanno parte della Russia, il Tatarstan e la Cecenia. Cos'altro vuole? Questo è l'inizio, eccolo. *Quando loro sono arrivati al potere avevamo il 6% di inflazione al mese, un calo della produzione del 15% annuo e il dollaro a 60 rubli. Oggi, dopo 9 mesi di riforma, abbiamo il 30% d'inflazione, il 15% di calo di produzione e il dollaro a 220 rubli. Perché le cose sono andate così? Perché l'obiettivo che si è posto [[Egor Timurovič Gajdar|Gaidar]] era assurdo: in un Paese che non esiste, con 15 parlamenti ed altrettanti presidenti Gaidar ha tentato di stabilizzare la moneta delle 15 repubbliche ex-sovietiche, mentre loro non avevano concordato nulla e facevano di questo rublo quello che gli pareva. ===1993=== {{Int|1=''[https://archivio.unita.news/assets/main/1993/12/15/page_005.pdf Se Eltsin cerca alleati per il suo governo ora dovrà scegliere una politica chiara]''|2=Intervista di Sergio Sergi, ''L'Unità'', 15 dicembre 1993.|h=4}} *{{NDR|Su [[Vladimir Žirinovskij]]}} Ha vinto ma non posso dire che si tratta di un fatto clamoroso e sensazionale perché si doveva aspettare una reazione più o meno simile della popolazione alle condizioni di vita degli ultimi due anni. *I nostri poteri non accettano un'opposizione democratica e costruttiva. [...] E visto che non si desidera un'opposizione democratica, abbiamo avuto un'opposizione nazional-socialista. *Per tutta la campagna non hanno fatto altro che dire che eravamo tutti uguali, uomini e programmi. Mentre l'opposizione ha differenziato i propri obiettivi: i comunisti su una strada, gli agrari sull'altra, l'Unione delle donne, e così via... *Non si può costruire una coalizione solo per fare una coalizione. [...] Ci vuole una coalizione se i partner hanno non dico una visione unitaria ma almeno comune. *{{NDR|«Qual è stato l'errore di cui si pente?»}} Di non essere riuscito a convincere gli elettori che è possibile un'alternativa democratica. Non parlo, come fa Zhirinovskij, dell'accesso all'oceano indiano, ma di un altro modo di fare le riforme nel nostro paese. Senza sangue, senza scontri, con grandi difficoltà ma con un chiaro futuro e passi trasparenti. ===1995=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0688_01_1995_0340_0009_9322388/ Loro barano]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 17 dicembre 1995.|h=4}} *{{NDR|Su [[Gennadij Zjuganov]]}} Dietro di lui ci sono forze revansciste diverse, ben più temibili. *Quello che mi preoccupa è che i comunisti dicono delle cose e ne pensano delle altre. Insomma fanno grande tattica, ma non rivelano la loro strategia. *Il guaio è che i comunisti russi sono speciali, non sono socialdemocratici, sono bolscevichi. E non accettano alleanze con nessuno che non sia uguale a loro. *Ha un'idea di quello che succede in Cecenia? E se si restaurerà l'Urss in Ucraina sarà la stessa cosa, ma mille volte peggio. ===1996=== *{{NDR|Sulla [[crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje]]}} Sono disposto a diventare mediatore e garante nei negoziati con i guerriglieri. Sono convinto che ci sia lo spazio per trattare, se lo si vuole veramente.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/15/il-comunista-zjuganov-eltsin-si-offra.html Il communista Zjuganov. "Eltsin si offra prigioniero"]'', ''la Repubblica'', 15 gennaio 1996.</ref> {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0647_01_1996_0160_0011_8815686/ «Il mio no a Boris»]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 12 giugno 1996.|h=4}} *{{NDR|Su [[Aleksandr Ivanovič Lebed']]}} Ha paura della guerra civile. È il suo chiodo fisso. Pensa che se vince Ziuganov gli altri spareranno. Lui fa comodo a Eltsin anche per un altro motivo. Che porterà via voti ai comunisti e a Zhirinovskij, non certo a Eltsin. Insomma ha ceduto. Niente da fare. *Brutta situazione nel nostro Paese [...] se pensate che io debba avere per forza delle guardie del corpo. E poi [...] se mi vogliono fare fuori non serve né uno né cento agenti. Basterebbe un colpetto da lassù. Oppure un incidente stradale mentre torno a casa... *Lei vede che atmosfera c'è tra i radical-democratici. Lei non sa le telefonate dei miei ex amici, che strillano che il sangue dei loro figli ricadrà sulla mia testa se io non mi ritiro dalla competizione a favore di Eltsin... {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0650_01_1996_0183_0007_8965295/ Ma il Pc crescerà ancora]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 5 luglio 1996.|h=4}} *Su Eltsin e [[Viktor Stepanovič Černomyrdin|Cernomyrdin]] non ho cambiato opinione. Gli errori sono stati "macro" in tutti i sensi. Non solo macroeconomici. Trilioni di salari non pagati, una crisi finanziaria paurosa, disastro nelle privatizzazioni, un budget che fa acqua da tutte le parti, nessuno paga le tasse. *Penso che a ministri comunisti non si debbano affidare ministeri economici, né ministeri connessi con la sicurezza del Paese. *{{NDR|Sulla [[prima guerra cecena]]}} Il mio programma è chiaro: ritiro delle truppe in cambio della tregua. Negoziati. Referendum sull'autonomia. Non parteciperei a un governo che continuasse la guerra in Cecenia. ===1998=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0540_01_1998_0082_0009_7552033/ Se il Paese ha bisogno di me, eccomi]''|2=Intervista di [[Anna Zafesova]], ''La Stampa'', 24 marzo 1998.|h=4}} *Che Cernomyrdin prima o poi sarebbe stato licenziato, questa non è certo una sorpresa. Semmai lascia interdetti il modo in cui il Presidente ha gestito l'operazione. Nessuno ha pensato alle conseguenze, alla reazione inevitabile dei mercati. *Non capite, questo sistema è una corte. E la corte di un re vive secondo le proprie regole. Qualcuno potrebbe anche rimanere al proprio posto, altri potrebbero essere graziati, ma vedersi assegnare cariche che non contano niente. *È ormai sotto gli occhi di tutti che la politica in Russia si fa d'impulso. ===1999=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0526_01_1999_0346_0009_7011798/ È l'ultima chance per la democrazia]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]] e [[Anna Zafesova]], ''La Stampa'', 19 dicembre 1999.|h=4}} *Temo che la Russia possa insegnare al mondo che la democrazia è solo un veicolo. Con la democrazia si può giungere al fascismo, al nazionalismo o alla società aperta. Dipende da quello che la gente ha in testa. *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} Tutta la struttura politica russa oggi poggia sulla guerra. La sconfitta non significherà solo una disfatta militare, ma il collasso di tutta la politica russa. *Questa non è l'Urss, potete curiosare dove volete. Ma qui arrivano turisti politici. Gli osservatori occidentali dopo le 6 di sera andranno a bere birra. Secondo loro, se nei seggi non ci sono soldati con Kalashnikov puntati, è tutto in regola. *Perché le riforme economiche nell'Est europeo sono riuscite, e in Russia no? Perché lì c'è stata una rivoluzione democratica, qui invece un termidoro della nomenclatura comunista, che ha solo cambiato veste. ===2000=== {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/25/cresce-incognita-javlinskij-al-secondo-turno.html Cresce l'incognita. Javlinskij: Al secondo turno ci sarò io]''|2=Intervista sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2000]], ''La Repubblica'', 25 marzo 2000.|h=4}} *Il mio avversario n.1 è Putin e Zjuganov [...]. I due sono molto vicini, per lo meno io non vedo una qualche particolare differenza nelle loro politiche. *Vladimir Putin è oggi una specie di cavallo di Troia attraverso cui entreranno nel Cremlino tutti quanti, nazionalisti e comunisti di tutte le sfumature. Basta dare uno sguardo alla struttura dei fiduciari di questo candidato, allo stile con cui sta conducendo la campagna e su come si lasciano utilizzare i mass media. Io non ho nulla di personale contro il presidente facente funzioni. Semplicemente non approvo la politica che sta conducendo, una miscela fra Brezhnev e Andropov. Mentre si raccontano un sacco di fandonie, tutti a poco a poco vengono intimiditi: è questa politica che considero molto pericolosa per l'elettorato e per tutti. *{{NDR|«Ma lei pensa veramente di poter vincere?»}} Le posso dire solo questo. Guardate come ci temono, come si sono spaventati di noi. Guardate cosa succede ogni sera alla tv: fiumi di menzogne contro di noi. Sì, io credo che se saremo in tanti potremo farci prendere in considerazione. E siccome questa volta tantissimi elettori di Zjuganov voteranno per Putin, noi abbiamo tutte le possibilità di lottare con lui al secondo turno. {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0411_01_2000_0084_0008_4165457/ La nomenklatura tornerà a occupare il potere]''|2=Intervista di [[Giulietto Chiesa]], ''La Stampa'', 26 marzo 2000.|h=4}} *Facevo l'elenco delle calunnie che mi hanno rovesciato addosso. Dalla operazione segreta di plastica al volto, al cambiamento di sesso che avrei avuto qualche anno fa, all'uso abituale di narcotici, al mio vergognoso impegno a favore delle minoranze sessuali, ai milioni di dollari che ho preso da Soros, da tutte le fondazioni culturali tedesche etc. A proposito, anche lei mi ha dato qualche lira per comprarmi il gelato? *È vero, il prestigio della Russia è basso, ma lo si innalza non con la demagogia. Bisogna elevare il tenore di vita della gente, riportare alla gratuità l'assistenza sanitaria, costruire un esercito che difende davvero le frontiere, costruire uno stato democratico. Invece Putin usa una retorica da grande potenza che rappresenta solo un pericolo: per l'interno e per l'esterno. *Io so che esiste una specie di sindrome di Versailles, tra i russi. Perché davvero sono stati umiliati, violentati, derubati. Ma la domanda è: chi l'ha creata? Proprio loro, i residui della nomenklatura comunista che sono stati al potere in questi anni. Putin è stato portato al potere da loro. *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} La Russia uscirà indebolita e niente affatto rafforzata. Putin dice che la Russia si sente più forte. Forse, ma perché è stata ingannata. *L'Occidente è uno spettatore che siede in platea mentre si rappresenta "Guerra e pace". Solo che ho l'impressione che il teatro di cui stiamo parlando si trovi a Yalta. ===2002=== {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0309_01_2002_0293_0002_2874613/ I kamikaze vogliono parlare solo col Presidente]''|2=Intervista di [[Anna Zafesova]] sulla [[crisi del teatro Dubrovka]], ''La Stampa'', 26 ottobre 2002.|h=4}} *Stiamo tentando il possibile, ma per ora i guerriglieri vogliono parlare solo con Putin o con un suo diretto emissario. [...] Se avessero l'interlocutore che vogliono, si potrebbe trattare anche una soluzione intermedia. *Un blitz da parte del potere federale? Non è in preparazione niente del genere. È da dentro il teatro che potrebbe partire una crisi. È lì che la situazione potrebbe esplodere. *Non c'è prezzo che non si possa pagare per 700 vite umane, per qualsiasi vita umana. *{{NDR|«Come sono questi terroristi?»}} Molto giovani. Sono dei ragazzi cresciuti in guerra, in un'atroce guerra, e non sanno che esistono altre realtà. Sono dei kamikaze. ===2003=== *Avete forse una vera opposizione in Gran Bretagna, in Giappone o, ancor peggio, negli USA? Sarà difficile allora trovarne una qui. Perché esista un'[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] sono indispensabili alcune premesse - media indipendenti o quanto meno non concentrasti in una sola mano. Servono risorse finanziarie indipendenti, una società civile e un ambiente particolare. La Duma è piena di gente corrotta. Non abbiamo elezioni indipendenti. Questo è sistema quasi corporativo, semi criminale e non esistono alternative da sottoporre a popolo. Il sistema è a totale servizio di una persona.<ref name="segreti">Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/06/segreti-del-cremlino-sogni-di-un.html I segreti del Cremlino e i sogni di un autocrate]'', ''La Repubblica'', 6 dicembre 2003.</ref> *Cercammo di porre fine all'era di Eltsin il più rapidamente possibile. Il suo tempo era scaduto già nel 1993 [...]. Tutto ciò che venne dopo si rivelò controproduttivo, la Cecenia, il collasso finanziario del 1998, la privatizzazione criminale. Ma Eltsin ci giocò un gran brutto tiro introducendo sulla scena politica il suo successore e cementando così il suo sistema. È un sistema in grado di creare un successore dopo l'altro, quindi meglio prepararsi ad un cammino lungo e difficile In questa situazione l'alternativa è il dissenso o il sostegno alla creazione di una lista civica indipendente. Serve una strategia e serve mantenere come vettore la difesa dei diritti umani, della politica liberale, della dignità umana, della proprietà privata. La sfida sta nell'essere indipendenti accettando fondi da gente come Khodorkovskij [...] o mantenendo un dialogo aperto con Putin e mostrandosi comprensivi nei confronti della burocrazia, fedele al presidente. O la gente si sveglia e agisce, o si aspetterà all'infinito l'arrivo di "buono zar". Il mio compito in questo sistema è quello di creare un partito democratico indipendente russo. Alla fine dobbiamo vincere, dobbiamo creare un'era post-Eltsin. Forse tra vent'anni ci riusciremo.<ref name="segreti"/> {{Int|1=''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0166_01_2003_0198_0009_1149718/ La guerra fra Stato e oligarchi sta distruggendo la Russia]''|2=Intervista di [[Anna Zafesova]], ''La Stampa'', 21 luglio 2003.|h=4}} *È probabile che Mikhail Khodorkovskij avesse ambizioni politiche. Gli oligarchi credono che il potere è il migliore business. E i miliardari che vogliono fare politica sono considerati una minaccia allo Stato. *Come ogni regime totalitario ambisce la bomba atomica, ogni oligarca desidera il potere. *Qualcuno li considera la locomotiva che porterà la Russia verso il futuro, a me sembrano piuttosto il prodotto del sistema del passato. *Il potere e il business sono gemelli siamesi: il secondo non può realizzarsi senza l'aiuto del primo, che a sua volta mangia la mano degli imprenditori. *Il problema è che i riformatori degli anni '90 si dichiaravano anticomunisti, ma partivano da due presupposti fondamentalmente marxisti: uno, ogni accumulazione primigenia è criminale, due, l'economia creerà, in modo più o meno automatico, la nuova società. Questo ha generato un sistema perennemente tentato di avviare una ripartizione della ricchezza. *Oggi abbiamo quello che io chiamo "capitalismo periferico": fortemente monopolizzato, regolato da rapporti informali e non dal diritto, senza garanzie, che mischia capitalismo e tradizione, diritto e violenza, repressione politica e impunità per i corrotti. Attenzione: non è un sistema marcio, possiede una logica, è perfino capace di modernizzarsi fino a un certo punto. Ma non può dare alla Russia un futuro. *Un terzo dei russi vive in miseria, con la risorsa medievale dell'orto privato. La distanza tra rapporti trionfalistici e una crisi devastante può essere coperta in pochi mesi. *Se noi come popolo ci rassegniamo alla [[Corruzione in Russia|corruzione]], alle città rase al suolo nel Caucaso, alla xenofobia crescente, all'assenza di giustizia, un'alternativa allo zar buono non esiste. {{Int|1=Dall'intervista di Anna Politkovskaja|2=25 novembre 2003; citato in Anna Politkovskaja, ''Diario russo. {{small|2003-2005}}'' (2007), traduzione di Claudia Zonghetti, Adelphi Edizioni, Milano, 2022, ISBN 978-88-459-3711-8.|h=4}} *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} Ho detto che è un crimine, sotto ogni punto di vista. Che il numero delle vittime recenti supera quello dei morti negli ultimi tre anni. E che i politici inclini a vedere nella guerra cecena la "rinascita dell'esercito russo" devono rispondere politicamente e personalmente di quanto detto e fatto. *È mia convinzione che l'Unione delle forze di destra sia stata determinante in questo conflitto. Era l'unica forza che poteva dirsi civile e democratica, e invece ha sostenuto che in Cecenia l'esercito sarebbe rinato a nuova vita e che chi la pensava diversamente era un traditore e pugnalava alle spalle le nostre truppe. *I presidenti sanno sempre tutto. Non c'è speranza di rivelare loro una qualche novità, è pura utopia. *Non ci sono altri partiti di massa. Non esistono. Dopo il 1996 una reale opposizione politica è impossibile. La prima ragione è che non esiste un sistema giudiziario indipendente, laddove l'[[Opposizione a Vladimir Putin in Russia|opposizione]] può appellarsi solo ed esclusivamente a una giustizia senza padroni. La seconda è che mancano dei mass media indipendenti a carattere nazionale, e ho in mente la televisione, il Primo e il Secondo canale. La terza ragione è che mancano finanziamenti indipendenti. Non esistono. In assenza di questi tre fondamenti è praticamente impossibile creare un'opposizione politica attiva. Ed è una dimostrazione lampante del fatto che in Russia non c'è democrazia. Perché non c'è democrazia senza opposizione. *Il mio partito è un essere vivente. Se lo uccidono, nessuno metterà più al primo posto i diritti umani, la libertà, il rispetto delle persone. Non so se sopravviveremmo nel caso in cui non dovessimo entrare in parlamento... ===2007=== {{Int|1=''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/17/javlinskij-uniamo-gruppi-opposizione.html Javlinskij: Uniamo i gruppi d' opposizione]''|2=''La Repubblica'', 17 novembre 2007.|h=4}} *Circolano sempre delle voci in base alle quali l'opposizione democratica non riuscirebbe a unirsi in un'azione comune: è mera propaganda, in realtà l'opposizione si sta unificando. Nella nostra lista, per esempio, ci sono difensori dei diritti umani, madri di militari, rappresentanti dei movimenti femminili, verdi ed anche i rappresentanti del movimento giovanile democratico. *Putin è a mio avviso un monarchico, o comunque un seguace di un regime autoritario che non crede nella democrazia. Può anche parlarne, ma sono solo discorsi da salotto. *Noi di Jabloko avremmo buone prospettive se ricevessimo il sette per cento dei voti. Il che sarà possibile solo alle due seguenti condizioni: se i risultati non saranno manipolati, oppure se dovessimo ottenere un quindici per cento effettivo, col risultato che ci rimarrebbe il sette per effetto delle macchinazioni elettorali. Ma anche per conseguire un tale risultato avremmo bisogno di maggiore presenza nei mass media, che ora non abbiamo e non avremo mai. In un paese così grande come la Russia, nessuno saprà nulla di noi senza la televisione. ===2021=== {{Int|1=''[https://www.rivistailmulino.it/a/intervista-a-grigorij-javlinskij L'economista della Perestrojka]''|2=Intervista di Martina Napolitano, ''rivistailmulino.it'', 17 dicembre 2021.|h=4}} *Il sistema economico sovietico era molto inefficiente, funzionava male, non c’erano prospettive. [...] Cercai più volte di spiegare nel dettaglio al premier [[Nikolaj Ivanovič Ryžkov|Nikolaj Ryžkov]] che fosse necessario un sistema economico del tutto diverso, dato che quello allora esistente non avrebbe mai funzionato. C’erano sempre nuovi problemi e i dirigenti non sapevano che fare. Anche comprendendo i principi di un sistema alternativo, era impossibile per loro capire cosa fare e come. Vidi con i miei occhi che lo stesso premier non sapeva come rivolgersi ai propri ministeri: non sapeva cosa chiedere, che domande porre. L’economia di mercato e quella pianificata erano così differenti tra loro che Ryžkov, che aveva lavorato tutta la vita in un sistema pianificato, non aveva idea di cosa significasse passare al sistema di mercato. *{{NDR|Sul [[programma dei 500 giorni]]}} Alla fine del programma l’Unione Sovietica non sarebbe dovuta diventare la Svizzera, non era previsto. Il programma intendeva gettare delle prime basi per l’attuazione di una serie di riforme, e non costruire da zero una nuova economia. In sostanza si puntava a creare la proprietà privata, a far nascere una classe media, una piccola e media imprenditoria che, sulla base dei risparmi accumulati nel periodo sovietico dai cittadini, potesse andare a bilanciare domanda e offerta. La cosa essenziale era porre le basi di un nuovo sistema politico basato su persone libere con una loro proprietà privata, un sistema che permettesse la nascita di una classe media. *Sia El’cin che Gorbaciov non attuarono il programma perché, in primo luogo, non ne comprendevano il contenuto e poi perché erano molto presi dalla competizione politica e non vollero realizzarlo per ragioni politiche. *La [[perestrojka]] era di per sé un fenomeno piuttosto eterogeneo, comprendeva cose molto diverse tra loro. Uno dei suoi tratti principali era la libertà di parola. Gorbaciov decise che le persone potevano dire quello che pensavano e che per questo non sarebbero state escluse dal partito, licenziate dal lavoro, fucilate o condannate in alcun modo. Di fatto tutte le forme di repressione della libertà di pensiero furono abolite e si ebbe un’autentica libertà di parola in Urss. Credo che questo sia stato l’evento principale della perestrojka, nonché lo strumento che cambiò ogni cosa e portò al collasso dell’Urss. *Per quanto riguarda il programma dei 500 giorni, questo intendeva creare la proprietà privata in Urss. In questo senso andava oltre la perestrojka che invece non considerava la proprietà privata e il mercato libero come basi essenziali dell’economia. Il programma dei 500 giorni instillava il rispetto di se stessi nelle persone. Non garantiva la sopravvivenza dell’Urss, ma gettava un fondamento per l’integrazione economica tra le repubbliche sovietiche e per un mercato unico secondo un modello simile a quello dell’Unione europea; quest’integrazione avrebbe potuto garantire uno scenario futuro molto interessante per tutto lo spazio post-sovietico. *Oggi in Russia vige un capitalismo di Stato. Non c’è né privatizzazione, né riduzione della spesa pubblica, né un aumento del ruolo del settore privato, manca un vero libero commercio, manca una deregolamentazione, mentre cresce il controllo statale sull’economia. La quota delle proprietà statali nell’economia è di oltre il 75%, la concorrenza è estremamente limitata, i gruppi oligarchici si espandono e sono loro a determinare la formazione del governo, l’indirizzo degli investimenti e della spesa pubblica. Una spesa pubblica enorme, un budget immenso destinato al settore militare, l’ampliamento dei monopoli sono tutte caratteristiche dell’attuale sistema economico russo, un sistema di capitalismo statale-monopolistico. *La politica putiniana sta portando la Russia verso un vicolo cieco. La Russia ha bisogno di un vettore di sviluppo europeo: deve sviluppare la propria economia, la propria politica interna ed estera indirizzandole verso l’Europa. Invece avviene l’esatto contrario: la politica di Putin è una politica di isolamento, di avvicinamento alla Cina, una politica — come disse lo stesso Putin — di una «civiltà a se stante». È un grave errore. *In Russia non c’è libertà di parola e non ci sono elezioni veramente competitive. Ampi strati della popolazione non conoscono affatto le nostre idee e principi. Chi ci conosce, è grazie a internet. Si tratta di circa un milione di persone che continua a votarci, ma è un numero piccolo nelle nostre circostanze elettorali. Se ci dessero l’opportunità di spiegare alla televisione, sul primo canale o su altri, che siano di Stato o privati, nel giusto formato, per cosa lottiamo, per quale tipo di politica, non ho dubbi che non avremmo soltanto un milione di elettori, ma almeno dieci, mi pare evidente. Ci hanno tappato la bocca. *{{NDR|Sulla [[crisi russo-ucraina del 2021-2022]]}} Oggi mi preoccupa la possibilità di scontro reale con l’Ucraina, di guerra aperta con l’obiettivo di sottrarle la sovranità, un conflitto che può nascere oggi da qualsiasi provocazione deliberata o anche da qualche evento involontario visto il continuo sferragliare di armi. *Per me e in generale per il partito la politica di Naval’nyj è del tutto inaccettabile. [...] Provo compassione per lui come persona, ma la sua politica, tanto quella di un tempo quanto quella attuale, non è per me in alcun modo condivisibile. ===2024=== {{Int|1=''[https://www.corriere.it/esteri/24_febbraio_23/grigorij-yavlinskij-navalny-stato-ucciso-un-regime-brutale-fda662e2-d28a-11ee-986e-4fbc6ecbbba1.shtml Grigorij Yavlinskij: «Navalny è stato ucciso da un regime brutale. Le elezioni? Inutili. E i russi sono terrorizzati»]''|2=Intervista di Marco Imarisio sulla [[morte di Aleksej Naval'nyj]], ''corriere.it'', 23 febbraio 2024.|h=4}} *Qualunque sia la causa della morte, è stato vittima di una brutale repressione politica. Le condizioni della sua detenzione non sono state altro che una forma di tortura fisica e psicologica. *A un certo punto le nostre differenze di vedute sono diventate insanabili. Abbiamo discusso in pubblico e ci siamo spesso criticati con durezza. Ma questo non sminuisce certo l’orrore di un sistema dove le autorità non si fermano davanti a nulla per sopprimere il libero pensiero di un oppositore. *{{NDR|Sulle [[elezioni presidenziali in Russia del 2024]]}} Non sono elezioni, ma una semplice procedura burocratica senza alternativa, sotto il pieno controllo delle autorità. *{{NDR|Sulle elezioni presidenziali in Russia del 2024}} Non mi aspetto niente da queste elezioni. Vi partecipano in qualità di candidati solo tre strenui sostenitori di Putin, che appoggiano pienamente la sua politica, compresa la guerra con l’Ucraina. Non sapremo mai quanta gente andrà ai seggi. Tanto più che una parte notevole della votazione sarà elettronica. *{{NDR|«Come sarà la Russia dei prossimi anni sotto Putin?»}} Le prospettive sono molto preoccupanti. In un futuro prossimo potrebbero avvenire scontri interetnici oppure interreligiosi. Potrebbe rialzare la testa l’ala ultranazionalista. Potrebbero ampliarsi le repressioni politiche. Tuttavia, sono sicuro che prima o poi avremo di nuovo una possibilità per diventare un Paese moderno e democratico. Ma quando e come ciò accadrà, non lo sa ancora nessuno. ==Citazioni su Grigorij Javlinskij== *Javlinskij è un ragazzo che non ha mai fatto niente di concreto e che vede solo un capitalismo dal volto umano. ([[Svjatoslav Nikolaevič Fëdorov]]) *Javlinskij è un uomo molto intelligente, sa da dieci anni di che cosa ha bisogno la Russia, ma non lo dice a nessuno. ([[Aleksandr Ivanovič Lebed']]) *Non c'era bisogno di pregarlo perché venisse alle nostre serate, solo che appena arrivava cominciava il suo eterno, infinito, narcisistico monologo. E già dopo dieci minuti della famosa aria "Javlinskij su Javlinskij con amore" cominciavamo ad addormentarci un po' tutti, cercando solo di non russare per salvare le apparenze. ([[Elena Tregubova]]) ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== {{cronologico}} *La maggior parte delle persone si iscriveva a Jabloko perché ne ammirava il leader, Grigorij Javlinskij. Io non condividevo la profondità di quei sentimenti. Se durante il mio precedente entusiasmo per Eltsin non sopportavo Javlinskij e lo consideravo uno che gli toglieva voti, adesso il mio atteggiamento era più sfumato e avevo iniziato a rispettarlo. Lo ritenevo un politico perbene e onesto. Gli ex burocrati del Partito comunista che si erano allontanati di soppiatto dagli uffici del Soviet e si erano insinuati in quelli della Federazione Russa erano un manipolo di ladri, mentre Javlinskij era un uomo con dei valori. Aveva un'idea, che difendeva, e nel complesso il partito agiva in modo coerente; non c'era un gran desiderio di fare qualcosa di decisivo, quindi si preferiva lanciarsi in dibattiti intellettuali, ma almeno i militanti credevano davvero in ciò che dicevano. *Con il tempo iniziai a capire che l'unanime ammirazione per Javlinskij era così forte da assumere talvolta le sembianze del culto della personalità. I leader del partito e lui stesso erano incontestabili e la gerarchia osservata con rigore. Guardavano ai nuovi venuti con circospezione, nell'eventualità che qualcuno arrivasse e cercasse di impadronirsi del partito! *Senza dubbio ho imparato tanto e sono anche grato a Grigorij Javlinskij per avermi insegnato svariate importanti lezioni. Però non riuscivo ad accettare il fatto che Jabloko stesse scegliendo di autoghettizzarsi dalla vita pubblica russa. Io sognavo che il nostro sarebbe diventato il partito di maggioranza. Volevo veder apparire un politico che intraprendesse tutti i progetti necessari e interessanti, e collaborasse direttamente con il popolo russo. Se si fosse presentata una persona così, sarei corso a offrirgli la mia collaborazione. Attesi a lungo, poi un giorno capii che quella persona potevo essere io. *Un sottopancia di Euronews dice: «Grigorij Javlinskij afferma in un articolo che una Russia democratica e Navalny sono incompatibili». Questo è il Cremlino che ridicolizza il vecchio codardo, costringendolo a scrivere una cosa del genere proprio in questo momento. L'umiliazione pubblica è il dazio da pagare per aver potuto registrare il proprio partito e aver ricevuto finanziamenti. Che orrore trasformarsi in una cosa del genere. [...] Poveretto. Posso solo immaginare il tormento che ha provato nello scrivere quella roba. Mettendo da parte il fatto che il Cremlino lo ha costretto a scrivere di me, doveva sapere che lo avrebbero fatto a pezzi, il che probabilmente è accaduto. E questo non perché sono io in particolare, ma perché viene da chiedersi: per l'amor di Dio, come gli è venuto in mente di scrivere un articolo su qualcuno che è appena stato sbattuto in prigione? Come si dice: ha perso un'occasione per tacere.<br>Non so cos'abbia su di lui la lunga mano del Cremlino, ma di certo lo tiene in pugno. Difficile dire che la sua carriera sia finita, perché, tanto per cominciare, non ne ha mai avuta una. Più precisamente, si è alienato anche lo zoccolo duro dei suoi sostenitori e ha mandato in fumo le chance che molti membri del suo partito avevano di essere eletti. I più sconvolti sono i suoi compagni di partito. Eccola qui, la tanto attesa marea politica, giusto alla vigilia delle elezioni. Dovevano solo cavalcare l'onda. ===[[Anna Stepanovna Politkovskaja]]=== *Cos'è che Putin non perdona a Yavlinski? Le sue critiche sul comportamento dell'armata federale in Cecenia. Il suo sostegno ai rifugiati ceceni. Il suo rifiuto di dividere la Russia in cittadini di serie A e cittadini di serie B. Il suo rifiuto verso la politica dello stato forte e del razzismo. *È per abitudine che ascolto quel che dice Javlinskij. Gli altri lo ignorano. *Javlinskij fa sempre e solo l'offeso. *La gente ha «mandato giù il rospo» e ha accettato di viverre non tanto senza Javlinskij, ma senza democrazia. Ha accettato di passare per idiota. *Non appare assolutamente sui media, come se non esistesse. Il paese non lo vede e crede che abbia abbandonato la scena politica (alcune lettere dei nostri lettori lo testimoniano). Solo i più curiosi lo sentono qualche volta alla radio o lo leggono su certi periodici che si permettono ancora qualche velleità di indipendenza. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Javlinskij, Grigorij}} [[Categoria:Economisti russi]] [[Categoria:Politici russi]] 0y2r1nq4vml6r9xoj6m4wwx6qfqq8vf Prato 0 209134 1351386 1311444 2024-11-11T18:01:32Z ~2024-9620 100276 Pianura 1351386 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Anna Billing, "Meadow" (1885).jpg|thumb|''Prato'' (Anna Billing, 1885)]] Citazioni sul '''prato'''. *''Giunsi in aperto piano, in cui senz'arte | stendeasi ricco di germoglj un prato. || Il vasto loco pien di vario-sparte | folte erbette, che nulla arbor, né fratta | con intralciati rami ingombra, o parte, || dolce allargommi il cor, cui sembra intatta | a par del guardo aver sua libertate | l'immenso avidamente a scorrer atta. || Qui nel varco di quelle a fior smaltate | piagge il fianco posai sotto rugoso | olmo d'opache insiem foglie intrecciate, || ove il puro aere, il rezzo ed il riposo | grato a stanchezza invogliò più l'ingorda | vista a vagar per l'ampio strato erboso.'' || [...] ''Scorrea la morbidissima verzura | Favonio, cui son le odorate rose, | e i molli gigli amica e facil cura, || e quelle umìli piante e rugiadose | piegando intenerìa colla diffusa | aura le fibre lor sotterra ascose; || mentre il passero grigio, e la delusa | spesso da' rai degli aggirati specchi | lodola, e all'arduo vol la rondin usa || aleggiando scegliean i levi stecchi | per tesser nido alla futura prole | di molle creta, e di sermenti secchi: || il suolo, ove arator non mai si duole, | che a fecondarne i germi indarno ei sudi, | di cui cultor è con Natura il sole, || sì adescato m'avean, che a me que' rudi | campi s'offrìan leggiadramente ameni | più assai de' colti co' più eletti studi.'' ([[Alfonso Varano]]) ==Voci correlate== * [[Pianura]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Colture]] 5pgqv4qd3zg18g6woulky6u621hdcvj Vladimir Putin/Citazioni su Vladimir Putin 0 211627 1351542 1347337 2024-11-12T09:57:28Z Mariomassone 17056 /* Aleksej Naval'nyj */ 1351542 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} {{torna a |Vladimir Putin}} [[File:Vladimir Putin 17-11-2021 (cropped).jpg|thumb|Putin nel 2021]] Citazioni su '''Vladimir Putin'''. ==Citazioni== *Abbiamo visto in questi anni il modo in cui ha governato: avvelenando, incarcerando ed eliminando tutti coloro che gli davano fastidio. ([[Javier Marías]]) *Chiunque legga i saggi storicizzanti di Putin, chi abbia assistito alla sua dichiarazione di guerra televisiva all'Ucraina, o chi abbia recentemente – come ho fatto io – avuto ore di colloqui diretti con lui, non può più avere alcun dubbio sul fatto che Putin voglia costruire un impero russo. ([[Olaf Scholz]]) *Da parte mia sono stato favorevolmente impressionato da tante dichiarazioni di Putin e dal grande risveglio religioso [[cristianesimo|cristiano]] registrato nel Paese, frutto indubbiamente di una reazione ai settant’anni di regime sovietico. Ho visto in questo una luce anche per noi occidentali, che viviamo la grande crisi dei valori, immersi come siamo in una società dominata culturalmente dal relativismo etico, che può essere spietato come mostra la cronaca di questi giorni ([[Lorenzo Fontana]]) *È al potere dal 1999 e sta cercando di prolungare il suo regno anche dopo la fine del suo mandato attuale, nel 2024. I benefici della stabilità politica che lui incarna, e della riconquistata influenza russa negli affari internazionali, non sono avvertiti dalla maggioranza dei suoi cittadini. Le risorse naturali del Paese – petrolio, gas, diamanti – sono in mano a pochi oligarchi legati al presidente. Lui e i suoi compari hanno accumulato immense fortune, mentre quasi venti milioni di loro connazionali vivono sotto la soglia della povertà. ([[Lilli Gruber]]) *È da almeno quindici anni che va teorizzando la ricostruzione di una grande potenza slava dominata dalla [[Russia]] e fondata su ordine, gerarchia, ideologia illiberale e disprezzo per l'Occidente corrotto. La sua retorica si nutre di pezzi di storia molto diversi. Da una parte risale al nazionalismo grande-russo precedente il 1914, dall'altra recupera l'eredità di [[Iosif Stalin|Stalin]] scegliendo come evento legittimante del nuovo Stato russo la vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale: una guerra di liberazione dai nazisti, certo; ma anche - come ci ha raccontato [[Vasilij Semënovič Grossman|Vasilij Grossman]] - una guerra di oppressione dei popoli dell'Europa orientale. A queste radici storiche s'aggiunga la retorica dell'umiliazione che il popolo russo avrebbe subito dopo il crollo dell'[[Unione Sovietica|Urss]]. Quello della nazione umiliata è un mito che muove le guerre. Basti pensare all'uso che ne fece Hitler. ([[Andrea Graziosi]]) *È meglio che le critiche alla [[cancel culture]] occidentale non arrivino da chi al momento sta massacrando i civili per il crimine di resistere, e sta mettendo in carcere e avvelenando i propri oppositori. ([[J. K. Rowling]]) *È un [[Crimine di guerra|criminale di guerra]], sì, certamente. Vedo delle analogie con [[Slobodan Milošević|Slobodan Milosevic]]. Putin tratta gli ucraini come terroristi vantandosi di lottare contro il terrorismo - è esattamente la stessa cosa che Milosevic diceva all'epoca. ([[Carla Del Ponte]]) *Fermo restando le dovute differenze storiche Putin è più simile a [[Hitler]] che a [[Mussolini]]. Sul piano della propaganda è ricorso al pretesto della difesa delle minoranze germanofone nei Sudeti e a Danzica per giustificare l'aggressione a Cecoslovacchia e Polonia. Lo stesso schema che Putin ha applicato invadendo l'Ucraina. Inoltre, Putin come Hitler, se incontra resistenza rade al suolo le città. ([[Antonio Scurati]]) *{{NDR|«Se avessi la possibilità di rivolgerti a Putin, cosa gli diresti?»}} Gli direi che è un criminale. Ha distrutto la vita degli ucraini e sta distruggendo il proprio popolo. Verrà processato in Russia per tradimento dello Stato e davanti al Tribunale Internazionale dell’Aia come criminale di guerra per il genocidio del popolo ucraino e per questa guerra insensata. ([[Marina Ovsjannikova]]) *Gli occidentali si credono con le spalle al muro, in guerra aperta con l'[[Islam]], in conflitto strisciante con [[Africa]] e [[Asia]]. Il più delle volte inconsapevolmente, in qualche caso consapevolmente, gli occidentali hanno dunque voglia di un vero capo, di qualcuno che li guidi in battaglia, di un generale che non biascichi le parole e non sia smidollato, ed è in questo ruolo che Vladimir Putin si offre loro, inebriando le nuove estreme destre e seducendo al di là di esse. In virtù di uno straordinario paradosso storico, [[Mosca (Russia)|Mosca]] diventa [[la Mecca]] delle destre nazionaliste dopo essere stata la Mecca del Comunismo, e il presidente russo, le sue delegazioni, i suoi deputati e la sua televisione coltivano una connivenza attiva con queste forze riemerse dal periodo prebellico fascista. Come i partiti comunisti di ieri, le nuove estreme destre sono diventate gli intermediari del Cremlino in territorio occidentale, e questa offensiva ideologica centra il bersaglio, riscuote successo perché il terreno le è favorevole. ([[Bernard Guetta]]) *Ho l'impressione che sia una persona a cui manca la capacità di vedere le conseguenze umane delle sue azioni. ([[Andrej Babickij]]) *I [[dittatori]] cercano di imparare dalla [[storia]], ma sono cattivi studenti. Putin e la sua banda hanno cercato di creare la dittatura moderna del XXI secolo. ... Ma la lezione principale della storia per i dittatori, Putin non l'ha imparata. Sono tutti finiti male. Probabilmente ora si sogna [[Saddam Hussein|Saddam]] impiccato o [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]] linciato. ([[Michail Pavlovič Šiškin]]) *Il fatto è che le corde che Putin tocca nei russi delle generazioni nate e cresciute nell'Unione Sovietica sono molto sensibili. Si tratta di emozioni forti. E di sentimenti imperialisti. La gente ricorda i giorni in cui credeva di vivere in un grande Paese, e non ricorda tutte le cose negative di quei giorni. ([[Elena Milašina]]) *Il Presidente della Federazione Russa {{NDR|Vladimir Putin}} ha riportato l’[[incubo]] della [[guerra]] nel nostro Continente, proprio dove l’opera paziente e lungimirante dei Padri fondatori dell’Europa e il dialogo tra statisti di grande valore, era riuscita a sradicarlo. [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|Quanto sta avvenendo in Ucraina]] costituisce una minaccia ai valori fondanti della comunità internazionale e la risposta della famiglia euro-atlantica è stata all’altezza della sfida posta dall’avventura bellicista intrapresa da Mosca. ([[Sergio Mattarella]]) *Il presidente Putin sta fallendo nella sua brutale [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|guerra di aggressione]]. E sta rispondendo con maggiore brutalità. Vediamo un'ondata dopo l'altra di attacchi missilistici deliberati contro città e infrastrutture civili: case, ospedali e reti elettriche. È terribile per l'[[Ucraina]]... E se lasciamo che Putin vinca, tutti noi pagheremo un prezzo molto più alto, per molti anni a venire. Perché la lezione appresa dal Presidente Putin e da altri leader autoritari sarebbe che possono raggiungere i loro obiettivi usando la forza bruta. Quindi saranno incoraggiati a usare ancora di più la forza. Questo renderà il nostro mondo più pericoloso. E tutti noi più vulnerabili". ([[Jens Stoltenberg]]) *Il problema è che l'Occidente pensa a Putin come un politico. Ma Putin ha da tempo smesso di essere un politico. È il capo di un gruppo criminale organizzato. Tutto il suo cerchio magico è composto da criminali che hanno commesso crimini di guerra, hanno violato leggi, hanno rubato un sacco di soldi al popolo russo, mentre lo tengono in povertà. ([[Julija Naval'naja]]) *Immaginate questa sceneggiatura cinematografica: un ex agente segreto del [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]], rabbioso a causa del collasso della sua madrepatria, progetta un piano di vendetta. Approfittandosi del clima di caos, scala la gerarchia di potere della Russia post-sovietica e diventa presidente. Istituisce un regime autoritario, poi prende la mira sul suo nemico giurato: gli Stati Uniti. E in qualità di spia utilizza gli strumenti di guerra cibernetica per attaccare la democrazia nel mondo. Attraverso la diffusione di propaganda e notizie false sui social network convince i cittadini delle società democratiche a diffidare dei media, del processo politico stesso e persino dei loro vicini. E vince. Vladimir Putin è tale spia e questo non è un copione cinematografico. ([[Morgan Freeman]]) *In questi anni Putin ha tentato di destabilizzare l'[[Unione Europea]], alimentare i movimenti secessionisti, influire nelle elezioni. Questo è quello che è accaduto, questo è ciò che rimane. ([[Javier Marías]]) *Io credo che Putin alla fine sarà per la Russia più distruttivo della caduta del regime sovietico. ([[Vittorio Emanuele Parsi]]) *Io sono [[animalismo|animalista]] e penso che tra Putin e qualsiasi animale c'è un abisso, sicuramente quello atroce è lui. ([[Luigi Di Maio]]) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} L'unica negoziazione che Putin è disposto a prendere in considerazione è quella che garantisce a lui e al suo Paese tutto ciò che vuole, che lo metta al sicuro da tutto ciò che teme, che si tratti dell'esistenza di un'opposizione interna nel suo Paese oppure la volontà di uno Stato, che lui ritiene vassallo, di autodeterminarsi e - perché no? - di scegliere un futuro europeo. ([[Giulia Pastorella]]) *L'angoscia di Putin non è provocata dalla Nato, ma dal fatto che i popoli vogliono la libertà. Perché appena un popolo riesce a liberarsi, la mossa successiva è cercare protezione rispetto all’impero russo. Ecco perché sostiene fino alla morte Lukashenko in Bielorussia, o fa sparare sugli insorti in Kazakistan. ([[Daniel Cohn-Bendit]]) *La banda criminale di Putin ha preso in ostaggio l'intero Paese e ha cominciato a costruire la propria Russia, a sua immagine e somiglianza. Per vent'anni si sono investiti milioni non nella sanità, nell'istruzione e nelle infrastrutture, ma in yacht, ville e club calcistici all'estero. Però la colpa della miseria e della disperazione, come afferma la tv, è dell'Occidente, dell'America. E il nemico numero uno del regime di Putin è l'Ucraina, dato che un'Ucraina prospera e democratica è un esempio pericoloso per i russi. ([[Michail Pavlovič Šiškin]]) *La distruzione delle strutture energetiche in [[Ucraina]] è un [[crimine di guerra]], come lo sono gli [[stupro|stupri]], i [[Rapimento dei minori durante l'invasione russa dell'Ucraina|rapimenti di bambini]], le uccisioni di civili, sono crimini di guerra commessi da Putin ([[Nancy Pelosi]]) *La gente ha paura di parlare di Putin, anche su internet. Pensano che qualcuno andrà a cercarli. Leggono le storie degli oppositori che vengono imprigionati, avvelenati, uccisi. Non vogliono fare la stessa fine. Sanno che il governo reprime chiunque si opponga o dica la verità. E vogliono restare in vita e non finire in prigione. E questo è comprensibile. ([[Natalia Pelevine]]) *Lui, e nessun altro, ha preso le decisioni più importanti e continua a farlo. Anche se ha dei sostegni interni, Vladimir Putin ha scatenato questa guerra perché pensa che l’[[Ucraina]] sia uno Stato illegittimo. È anche spinto da motivi economici, dato che si tratta di un Paese molto ricco. ([[Margaret MacMillan]]) *[[Marine Le Pen]] può anche affermare di non stare dalla parte di Putin ma Putin non nasconde di stare dalla parte di Marine Le Pen. ([[Nathalie Loiseau]]) *Mi sono posto più volte una domanda: ci sembra che, in qualche modo, Putin stia cercando la pace? Penso di no, la [[Russia]] ha approvato una legge che rende suo il 20 per cento del territorio dell'[[Ucraina]], un terzo dell'Italia. Come si può pensare che tutto questo sia un elemento che possa caratterizzare un qualsiasi percorso che porti alla pace? Non ci ricorda forse un dittatore che voleva solo un pezzo della Cecoslovacchia e, tornando da Monaco, [[Neville Chamberlain|Chamberlain]] venne accolto trionfante, dopo l'accordo che aveva sottoscritto con [[Adolf Hitler|Hitler]] dalla folla a [[Londra]]? ([[Ettore Rosato]]) *Nel 2012, quando sono tornata in Russia per combattere contro il regime, non sapevamo che Vladimir Putin sarebbe diventato un tale mostro da decidere di mostrarmi in televisione nuda mentre facevo sesso. ([[Natalia Pelevine]]) *Nella Russia di Putin gli oppositori vengono arrestati alla vigilia delle elezioni e i giornalisti che scrivono contro Putin incredibilmente muoiono sempre di morte violenta e misteriosa. ([[Marco Travaglio]]) *No, non è pazzo. È molto cattivo. Sono certo che sia totalmente sano. Ha una personalità piuttosto particolare. Non è quella di un ufficiale del KGB. È diverso, sadico, non pensa agli altri, nemmeno al popolo russo, solo a se stesso. Ha dei predecessori come Hitler e Stalin. Possiamo dire che costoro hanno fatto cose cattive, ma non perché una voce ha suggerito loro di farle. Erano malvagi. Erano persone sadiche. E non erano pazzi. ([[Semen Hluzman]]) *Non beve. Questo, dopo Eltsin e Chruščёv, era una benedizione. I leader sovietici più spaventosi erano quelli che bevevano, perché potevano premere un bottone in qualsiasi momento. Putin beve un po', ma non abbastanza da perdere il controllo. In secondo luogo, è piuttosto razionale. Calcola il rischio e il profitto di ogni azione che intraprende. È simile a Stalin in questo senso. È molto, molto bravo e commette solo errori occasionali nel calcolare il rischio e quindi è piuttosto cauto nelle avventure internazionali. Quando strappa un pezzo di un altro Paese, lo fa in un momento in cui può essere sicuro che non ci saranno conseguenze o nessuna degna di preoccupazione. Quindi suppongo che trattare con uno psicopatico razionale o apparentemente razionale sia meglio che trattare con un ubriaco irrazionale. E il fatto che avesse tutto sotto controllo significava che non ci sarebbero più problemi in Russia. Non ci sarebbero pià stati territori che reclamavano l'indipendenza, non ci sarebbero state rivolte. Il petrolio russo, il gas, il nichel e qualsiasi altra cosa venisse fornita all'Occidente sarebbero stati estratti, venduti e distribuiti senza intoppi. Penso che i leader occidentali abbiano fatto questo tipo di ragionamento. Forse è un bastardo, ma sembrava capace di gestire le cose correttamente per il profitto di tutti. ([[Donald Rayfield]]) *Non rimpiange il [[comunismo]], la bandiera rossa, la falce e il martello: ma la solidità del comando che quella dottrina conferiva a Mosca, l'autorità che quello stendardo portava con sé, la differenza originaria e perpetua che quel simbolo attribuiva alla [[Russia]], dandole la potestà di rappresentare l'altra metà del mondo, nella lunga contesa bipolare con l'Ovest. Putin non ha bisogno dell'investitura bolscevica per esercitare un dominio assoluto sul Paese, garantito da un metodo autoritario che ha raso al suolo ogni opposizione, concentrando direttamente sulla sua persona l'esercizio del potere assoluto. ([[Ezio Mauro]]) *{{NDR|Barzelletta}} Non so se avete sentito che in [[Russia]] sono in corso dei negoziati per unificare i fusi orari, perché adesso tra una parte e l’altra del paese ci sono nove ore di differenza.<br>Allora il primo ministro va da [[Putin]] e dice: «Signor presidente, abbiamo un problema. Ho mandato la mia famiglia in vacanza e li ho chiamati per la buonanotte ma da loro è già mattina ed erano sulla spiaggia. Ho chiamato [[Olaf Scholz]] per congratularmi per il compleanno ma mi hanno detto che è domani. Ho chiamato [[Xi Jinping]] per fare gli auguri di capodanno ma mi hanno detto che è ancora l’anno vecchio».<br>E Putin dice: «Sì, è successo anche a me: ho chiamato la famiglia di [[Evgenij Prigožin|Prigozhin]] per fare le condoglianze ma l’aereo non era ancora partito». ([[Edi Rama]]) *Oggi la Russia, guidata da un ex membro del [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|Kgb]] già in servizio a Dresda, invade i suoi vicini e uccide gli oppositori politici. ([[Mike Pompeo]]) *Ogni psicopatico e quasi tutti i dittatori che io abbia mai studiato hanno avuto una prima infanzia difficile. Sono stati maltrattati, abbandonati, in particolare tra i due e i tre anni. [...] Ed è vero anche per Putin. Durante l'infanzia è stato abbandonato, maltrattato, bullizzato. Era un criminale di strada. E quindi rientra nel modello di abbandono e violenza per cui un maltrattamento epigenetico precoce genera permanentemente questi disturbi della personalità. ([[James H. Fallon]]) *Per Eltsin una cosa valeva l'altra, ma con Putin ha cominciato a prevalere l'interesse russo. Come è naturale che sia. Putin è un leader forte, acuto, coraggioso: ha capito che la Russia ha un interesse geostrategico e che è necessario perseguirlo. Perché abbandonare l'Abkhazia? Perché lasciare che ai confini della Russia arrivi la Nato? Il mio è un Paese leale alla Russia, e bisogna guardare alle prospettive future. ([[Sergej Bagapš]]) *Perché Putin sente il bisogno di sfruttare la religione ortodossa e la sua estetica? Dopo tutto, egli avrebbe potuto impiegare i suoi strumenti di potere, decisamente più secolari – per esempio, le imprese controllate dallo Stato, o il suo minaccioso sistema poliziesco, oppure il suo obbediente sistema giudiziario. Può darsi che le dure e fallimentari politiche del governo Putin, l’[[Incidente del K-141 Kursk|incidente del sottomarino Kursk]], il bombardamento di civili alla luce del giorno e altri spiacevoli momenti della sua carriera politica lo abbiano costretto a riflettere sulla possibilità che fosse venuto il momento di dare le dimissioni; altrimenti, i cittadini russi lo avrebbero aiutato a farlo. Apparentemente, è stato allora che ha sentito il bisogno di garanzie più persuasive e trascendenti per la sua lunga permanenza al vertice del potere. É stato allora che è diventato necessario fare uso dell’estetica della religione ortodossa, che è storicamente associata al massimo splendore della Russia imperiale, quando il potere veniva non dalle manifestazioni terrene come le elezioni democratiche e la società civile, ma da Dio stesso ([[Ekaterina Samucevič]]) *Putin è stato abile a camuffarsi da democratico, ad esempio non ha indossato uniformi e ha usato i vecchi strumenti di disinformazione e maskirovka (mascheramento) del Cremlino. ([[Sofi Oksanen]]) *Putin, come lo avevo definito tempo fa, è un serpente a sonagli che circonda i suoi avversari, non sempre il serpente a sonagli morde velenoso. Spesso, specie se viene accarezzato, circonda con disinvoltura il corpo di chi lo sopporta, ma può colpire di sorpresa e mordere con morsi velenosi e quindi uccidere. E così è accaduto, il serpente con il suo morso velenoso ha colpito, l'[[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|aggressione militare all'Ucraina]] è stata ed è ancora in queste ore di una violenza inaudita. ([[Eugenio Scalfari]]) *Putin è stato nell'ultimo decennio il punto di riferimento dei sovranisti e dei nazionalisti europei. Non bastasse, il regime russo ha inquinato molte elezioni democratiche in Europa e ha sostenuto con i propri finanziamenti più di un partito democratico. Ha anche appoggiato alcuni movimenti secessionistici, a partire da quello catalano, che peraltro, va precisato, si sono fatti sostenere in totale buona fede. Vladimir Putin è stato il sovranista per eccellenza ed è impossibile disconoscerlo. ([[Bobo Craxi]]) *Putin era ed è l'erede dell'Impero russo comunista. Era, evidentemente, un'illusione pensare che il crollo delle Repubbliche Sovietiche avesse rimosso l'elemento permanente della visione imperiale, un tempo ideologica, ora solo imperiale. ([[Bobo Craxi]]) *Putin era un giovane membro del Kgb quando ci fu il crollo dell’[[Unione Sovietica]], che lo colse in Germania. Ha detto che la [[Muro di Berlino|caduta del Muro]] è stata la più importante catastrofe geopolitica del XX secolo. Gli è andata bene nella nuova Russia, ma ha un grande risentimento e vede l’[[Unione europea|Unione Europea]] come il nemico; non sopportava che l’Ucraina guardasse a Ovest e non a Est. ([[Margaret MacMillan]]) *Putin imita [[Adolf Hitler|Hitler]]: il piccolo ufficiale del [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|Kgb]] di Dresda non agita a vuoto la sua minaccia atomica. ([[Wolf Biermann]]) *Putin mantiene legami con i partiti nazionalisti di destra in Francia, con il Front National di Marine Le Pen, e in Gran Bretagna. In Grecia ha rapporti con Anel, il partito della destra nazionalista che fa parte del governo, ma anche con la sinistra ex comunista anch'essa nella maggioranza ad Atene. [...] Putin ha un piano. La sua ambizione prima di tutto è dividere e destabilizzare l'Ucraina. Oltre a questo, mira anche a dividere la UE, diffondere l'influenza russa e, se possibile, sostituire gli Stati Uniti come il principale fattore esterno sull'Unione europea. È noto che può già pesare molto sull'Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca attraverso il controllo delle forniture di energia. ([[George Soros]]) *Putin mi considera come uno dei suoi principali nemici. Ha pubblicamente promesso di uccidermi. ([[Mikheil Saak'ashvili]]) *Putin si fa forte di una propaganda [[antifascismo|antifascista]], ma i suoi valori sono di estrema destra. Vede nemici dappertutto. Perché è di nemici che ha bisogno ogni [[dittatura|dittatore]] per poter giustificare le violazioni dei diritti umani. ([[Herta Müller]]) *Putin si vanta di usare poco internet, di leggere solo le note dei suoi consiglieri: immagino dicano quello che lui ha voglia di sentirsi dire. Deve essere straordinariamente poco informato. E al tempo stesso è straordinariamente protetto. Non sarà facile sbarazzarsi di lui. ([[Emmanuel Carrère]]) *Scrivere un articolo sulla vita personale del signor Putin o sulla sua ricchezza è davvero pericoloso in Russia. Non significa che subito dopo l'articolo, ad esempio, la polizia piomberà a casa tua a prenderti. Può andare anche diversamente. Non so neanche esattamente come, ma credimi, è un argomento pericoloso. ([[Roman Badanin]]) *Se l'Ucraina cadrà nelle mani dei russi, seguiranno altre nazioni. Putin minaccia con il [[nucleare]] e continuerà ad usare questa carta. L'unica speranza è che [[morte|muoia]], altrimenti farà proprio come [[Adolf Hitler|Hitler]] quando stava dividendo l'Europa. Spaccherà le nazioni in due. ([[Serhij Stachovs'kyj]]) *Sarei veramente curioso di domandargli perché pensa che discriminare le persone [[omosessualità|gay]] sia la strada giusta per rendere la Russia più ricca, più di successo o prestigiosa nel mondo; perché questo è sicuramente il suo mondo. ([[Leo Varadkar]]) *Se Putin fosse una donna, cosa che ovviamente non è, ma se lo fosse, penso davvero che non si sarebbe avventurato in una guerra folle e machista di invasione e violenza come ha fatto lui. [...] Se volete un esempio perfetto di mascolinità tossica, è quello che sta facendo in Ucraina. ([[Boris Johnson]]) *Se volete davvero sconfiggere Putin, occorre diventare innovatori. E smetterla di accontentarsi della banalità. Putin non verrà scalfito da un’ennesima risoluzione né da un nuovo pacchetto di sanzioni, indistinte dalle precedenti. Non verrà sconfitto se continuiamo a considerarlo un uomo di principi e regole morali. [...] Non abbiamo a che fare con un politico, bensì con un mafioso sanguinario. Putin è il capo di una vera e propria organizzazione criminale, che include assassini e avvelenatori. Ma costoro sono soltanto sicari e burattini. I veri responsabili appartengono alla cerchia più vicina a Putin: sono i suoi amici, i suoi soci, e gli amministratori dei soldi della mafia. ([[Julija Naval'naja]]) *Sotto il suo governo in Russia sono scomparse le libertà di espressione e di associazione sbocciate ai tempi di [[Michail Gorbačëv|Gorbaciov]]. Vladimir Putin ha fatto del suo paese una "democratura", una dittatura con le parvenze e perfino i fronzoli elettorali della democrazia, ma che bombarda a tappeto con i suoi aerei – non con quelli di [[Bashar al-Assad]] – perfino gli ospedali di [[Aleppo]]. Annulla il suo incontro con [[François Hollande]] e crea nel proprio paese un clima di guerra. Tutti sanno queste cose. Nessuno osa confutarle. Nonostante tutto, però, Putin piace. Perché? È una questione di immagine: questa attrazione politica ha prima di ogni altra cosa una dimensione fisica. Vladimir Putin non è [[James Dean]] né [[Marcello Mastroianni]]: le sue fattezze e i suoi lineamenti sono del tutto ordinari, eppure quest'uomo asciutto e muscoloso sprigiona un'impressione di forza bruta che egli sa usare in modo quasi scenico. Quando si fa riprendere a torso nudo, sempre a torso nudo, mentre cavalca stalloni o lotta da solo contro animali selvaggi, non fa perdere la testa soltanto agli appassionati di pornografia omosessuale. In Russia come in Occidente questa sublimazione della virilità serve a metterlo in netta contrapposizione con gli altri dirigenti del mondo, europei e americani in primis, perché bisogna ammettere che la qualità principale di [[Angela Merkel]] non è essere un'amazzone, così come François Hollande non è proprio Superman. E sebbene [[Barack Obama]] abbia sicuramente classe, ha più l'aspetto di un professore universitario che quello di un campione di lotta libera. ([[Bernard Guetta]]) *Su Putin ho un atteggiamento freddo. Ci ha tolto la libertà, è vero. E lo combatto per questo. Ma con lui almeno si sopravvive. Negli anni del caos di Eltsin, invece si faceva fatica pure a trovare il pane. ([[Ėduard Limonov]]) *Un altro aspetto di questi disturbi della personalità è l'attribuzione esterna delle colpe. Sono sempre pronti a incolpare qualcun altro per le loro azioni. Hanno sempre una scusa pronta. [...] È molto strano, perché non collegano loro stessi al crimine. E lo fanno da tutta la vita. Ti ho sentito parlare con Putin e l'ho sentito rispondere con dissinvoltura che praticamente era colpa degli ucraini stessi, ecco, quello è il tratto di una personalità psicopatica. ([[James H. Fallon]]) *Un [[judo|judoka]] non farebbe mai questo. Putin non è un judoka, è solo un aggressore. ([[Georgii Zantaraia]]) *Un tiranno manipolatore che sembra un po' Dobby l'elfo domestico. ([[Boris Johnson]]) *Vladimir Putin è mosso da un desiderio di vendetta contro l'Occidente che ha distrutto la potenza dell'Urss e ignorato gli interessi vitali della Russia post-sovietica. Il fallimento delle democrazie liberali è il suo obiettivo. Le sue armi: il ricatto, la corruzione e l'eliminazione fisica degli avversari. ([[Lilli Gruber]]) ===[[Arkadij Babčenko]]=== *Il principale contributo di Putin è stato quello di tirare fuori tutto il peggio dalle persone. Tutto l'odio, tutta la xenofobia, tutta l'aggressività. I tratti più schifosi, più infimi, più neri della natura umana. Non c'era riuscita neppure l'URSS. Persino il regime dei Soviet si era limitato a proclamare classe egemone il proletariato, mentre in realtà classe egemone erano l'intellighenzia operaia, gli ingegneri e gli insegnanti, i cosiddetti fisici e lirici.<br>Invece Putin ha sollevato dal fondo e ha reso classe egemone non semplicemente il sottoproletariato – in quanto anche il sottoproletariato può essere privo di aggressività –, ma i coatti aggressivi. *L'uomo, per la cui ascesa al trono è stata scatenata la Seconda guerra cecena, che da parte sua non ha mai combattuto per la propria Patria, evitando felicemente l'Afghanistan, e che poi, una volta messe le mani sul potere, ha mandato nelle guerre scatenate ormai per sua iniziativa in Georgia e in Crimea, invece di se stesso e dei propri figli, appunto quei medesimi ragazzi di leva, adesso dalla tribuna accusa il sottoscritto, che ha partecipato alla sua guerra da volontario, di essere un traditore, un agente del nemico e una persona di terz'ordine. *Per la prima volta in quindici anni ho guardato il discorso del Cazzone. Per intero. Il nostro nanerottolo sta proprio fuori come un balcone. Mica dichiara guerra all'Ucraina, no: parla di una nuova spartizione del mondo. Nel suo discorso l'America occupa uno spazio dieci volte maggiore dell'Ucraina. Cosa è stato capace di rivangare. Quante ne ha sparate. La Seconda guerra mondiale, il crollo dell'URSS, l'Iraq, la Libia, Belgrado; ha dichiarato che «siamo noi (la Russia) a difenderci dalla NATO», che «non tollereremo la presenza di fascisti ai nostri confini», e in pratica ha detto chiaro e tondo che impiegherà le armi nucleari in caso qualcuno interferisca nell'occupazione dell'Ucraina, occupazione che lui, comunque, non ha intenzione di effettuare. E tutto questo coabita dentro la stessa testa.<br>Ebbene, russi, preparatevi. Cominciate a misurarvi i pastrani militari. *Putin viveva sul serio all'interno di un mondo tutto suo e credeva davvero di avere a disposizione un esercito grande e invincibile, e non un branco di pecorini demotivati a bordo di ferrivecchi. Chissà, forse avevano paura di dirgli la verità, o magari gli hanno troppo leccato il culo. E così la realtà non è più riuscita a farsi strada.<br>Buon risveglio, Voloden'ka. ===[[Al Bano]]=== {{cronologico}} *Gli danno del dittatore, ma lui ha il popolo dalla sua parte. (4 settembre 2014) *Putin è rimasto al fianco dell’Occidente anche nei momenti peggiori. Ci ha sempre detto: io sono vostro amico. Però, se da ingrati non capiamo la sua politica in Ucraina, poi è giusto che ci dica: attenti, ho la Russia in mano... Nessuno ha fatto nulla a Bush che ha ammazzato Saddam quando non nuoceva più. Però si dà del dittatore a Putin che vuole aiutare i russi. Lui non attacca nessuno. Difende e basta. (4 settembre 2014) *Lo sostengo da tempi non sospetti. È un grande. Ha un senso religioso della vita. Ha il pugno di ferro e non ci vedo nulla di male. (2 gennaio 2018) *Lui, con tutte la potenzialità che ha, con tutte le cose belle che ha fatto a favore della Russia, con questo senso di pace che ha seminato per molti anni, ora impone ai suoi di attraversare una nazione che si chiama Ucraina con i carri armati, con le pistole, con i fucili, con i bambini che scappano con le loro mamme. [...] Non si può restare indifferenti di fronte a questo seminare della morte. (28 febbraio 2022) *Ho conosciuto Putin, ho cantato per lui, mi è piaciuto in passato e ora non mi piace più, ma mi è dispiaciuto, in questi giorni, vedermi definito "amico di Putin". Purtroppo non sono amico suo. Se fossi suo amico farei una bella passeggiata con lui nel Cremlino e gli direi: sediamoci 5 minuti davanti a una bella bottiglia di vino, o di vodka, o di acqua pura. Parliamone. Non è giusto aggredire una nazione, un Paese, una famiglia, è una cosa assurda. Ora devi fare i conti con la Storia. (17 marzo 2022) ===[[Madeleine Albright]]=== [[File:Vladimir Putin with Madeleine Albright-1.jpg|thumb|Putin con [[Madeleine Albright]] nel 2000]] *Ci sono forti alleati degli Stati Uniti in quasi tutti i continenti. Gli amici di Putin, da parte loro, includono persone come [[Bashar al-Assad]], [[Alexander Lukashenko]] e [[Kim Jong-un]]. *Credo che Putin abbia ragione a credere che gli Stati Uniti vogliano impedire al suo paese di esercitare il potere militare fuori dai confini nazionali, perché è proprio così. Sbaglia invece a pensare che l'America desideri una Russia marginalizzata e debole. Ciò che vogliamo - e che gran parte del mondo vorrebbe - è una Russia disposta a trattare gli altri con il rispetto che pretende per se stessa. Non è chiedere tanto. *Il presidente ha preso il pretesto del débâcle degli anni Novanta per screditare le istituzioni democratiche e accusare Washington di voler accerchiare il suo paese o, per usare una terminologia da Guerra fredda, di volerlo contenere. Immagina che i politici americani restino svegli la notte per escogitare piani volti a indebolire la Russia. Come si spiegherebbero altrimenti l'allargamento della Nato, le iniziative Usa di sostegno alla democrazia nelle frontiere o il dispiegamento di uno scudo missilistico in Europa dell'Est? Putin si rifiuta di ammettere che altri paesi possano reclamare dei diritti e che, dopo decenni di dominio moscovita, molte delle repubbliche e dei satelliti sovietici abbiano sentito il bisogno di ottenere l'indipendenza e di lavorare per l'annessione all'Europa. *Mentre Eltsin mi aveva lusingato, vantato e lusingato, Putin ha parlato senza emozioni e senza note della sua determinazione a resuscitare l'economia russa e schiacciare i ribelli ceceni. *Per mantenere alto il consenso, Putin non si è mai legato fino in fondo a un'ideologia o a un partito. Cerca piuttosto di identificare il proprio volto con quello dell'intera nazione. Benché possa essere spietato con gli avversari, non è mai volutamente polarizzante come Chávez o Erdoğan. A differenza di molti esponenti della destra europea, è rispettoso nei confronti di ebrei e musulmani. Conserva il grosso della sua artiglieria verbale per i nemici stranieri, gli ipocriti arroganti che predicano bene e razzolano male, diffondono falsità sulla Russia e cospirano per accerchiare e strangolare il paese. Quando passa all'offensiva contro un avversario interno non lo fa per dibattere sul merito politico ma per rivolgergli accuse di tradimento. *Vladimir Putin non giura fedeltà ai principi della democrazia, ma non vi rinuncia in modo esplicito. Disprezza i valori occidentali, ma dichiara di identificarsi con l'Occidente. Non si preoccupa di ciò che il Dipartimento di Stato scriverà nel rapporto sui diritti umani del prossimo anno perché sta ancora pagando in patria il prezzo politico per le infrazioni commesse negli anni precedenti. Racconta bugie spudorate con una faccia imperturbabile e se viene accusato di soprusi dà la colpa alle vittime. Ha convinto molti, a quanto pare anche il presidente americano, di essere un maestro di strategia, un uomo forte e volitivo. Se restassero nel chiuso della Federazione russa, questi aspetti sarebbero semplicemente preoccupanti, ma Putin, come Mussolini novant'anni fa, è tenuto sotto osservazione dai leader di altre regioni del mondo che sono tentati di seguire le sue orme. E in alcuni casi lo stanno già facendo. ===[[Svjatlana Aleksievič]]=== *Dagli anni Novanta in poi, la libertà è stato il tema sul quale più hanno insistito gli intellettuali russi. C'era la convinzione che si trattasse di un'esigenza diffusa, rispetto alla quale il sostanziale silenzio del popolo suonava abbastanza strano. La verità è che il popolo non parlava perché non aspirava affatto a essere libero. Attendeva semmai che si manifestasse una qualche variante dello stalinismo, una qualche forma di russicità mutante. Ed è a questo punto che si è fatto avanti Vladimir Putin, con la promessa di una nuova Russia dalle ambizioni imperiali, talmente forte da incutere timore al mondo intero. Un Paese, come Putin ripete spesso, che può contare su due soli alleati: l'esercito e la flotta. *È un uomo pericoloso che ci ha fatto abituare ad una società totalitaria. Anche se sono tanti i giovani che lo appoggiano, in generale la gente non è contenta, ma se provi a dire qualcosa di diverso, non ti ascoltano e ti dicono che sei contro il tuo paese, che è colpa di Obama e delle sanzioni introdotte contro di noi. *La Russia si vuole ancora vedere come una grande potenza, forte; è questo che la popolazione capisce e tutto ciò che dai tempi sovietici poteva essere ripristinato, lui l'ha ripristinato. *Non posso che essere contro di lui, non sto zitta, il mio è un impegno politico, sociale, culturale ed esistenziale. Per lui, la Russia è la più forte nel mondo, capace di combattere ogni nemico, ma non si rende conto dei danni che sta facendo. Usa spesso la parola "guerra" tanto che la stessa non fa più paura a nessuno. ===[[Federigo Argentieri]]=== *I russi lavorano sui tempi lunghi e, secondo Putin e la sua cerchia ristretta, il loro destino o è imperiale o non è: la Russia non può non essere imperiale e, quindi, non può non dominare su una molteplicità di nazioni, in qualunque forma, quella zarista, quella sovietica o quella post zarista e post sovietica attuale, non ha importanza. *Putin è l'erede legittimo della tradizione zarista e di quella sovietica, della tradizione imperiale in versione zarista e sovietica, una sintesi delle due, "stracciona" per usare un termine dell'imperialismo italiano. È una sintesi micidiale dal punto di vista della distruttività (distruttività anche un po' "a casaccio"). *Tutta la narrativa sulla Nato che si espande a est e la posizione contraria di Putin è basata sulla propaganda, sull'ideologia e sulla giustificazione delle posizioni moscovite. ===[[Michail Baryšnikov]]=== *Il tuo mondo russo - un mondo di paura, un mondo che brucia libri in lingua ucraina - non ha futuro finché siamo qui, noi che siamo stati vaccinati durante la nostra infanzia contro questa piaga. Il nostro mondo, d'altra parte, ha un futuro, nonostante tutti i tuoi blocchi. Sappiamo come preservare i valori del nostro mondo russo. E il tuo mondo, se non si sveglia, morirà delle sue paure. *Non riesco proprio a comprendere come alcune persone possano fidarsi e seguire leader come Putin, nonostante i russi stessi abbiano sofferto, nel corso della Storia, per la sottomissione a regimi brutali e oppressivi. Non riesco proprio a spiegarmi come si sia arrivati a questo punto; probabilmente, su questo argomento si scriveranno decine di libri. Non dimentichiamo, tuttavia, che perfino nella società libera e democratica nella quale vivo una percentuale sconvolgente di americani pare credere in teorie contorte a proposito di un’elezione che si ritiene sia stata "rubata" nel 2020. Questo ci insegna che l’ignoranza della Storia e il fervore nazionalista non sono esclusivi di nessun Paese. *Penso che Putin abbia risonanza in coloro che hanno paura. Presumo che ciò procuri loro una sensazione di sicurezza, proprio come le leadership autoritarie fanno credere ai loro popoli di proteggerli. Certo, si tratta di un sentimento di sicurezza fittizio, perché in qualsiasi momento il protetto può diventare un perseguitato. ===[[Boris Abramovič Berezovskij]]=== *Durante il governo Eltsin abbiamo superato il periodo più nero della frammentazione ed eravamo sulla buona strada per costruire un sistema statale autonomo, innovativo e aperto. Putin ha cambiato strada: sta cercando di reintrodurre in Russia lo stesso sistema pesantemente centralizzato e opprimente dell'Urss e in questo schema rientra la campagna militare contro la Cecenia. *È risaputo che vuole cambiare la costituzione e rimanere presidente per più di due mandati: magari per sempre. I dittatori non cedono facilmente il comando, una volta raggiunto. A meno che qualcuno non glielo tolga. *Era stato il primo burocrate che non aveva accettato tangenti. [...] Ne rimasi molto impressionato. *Il presidente russo è un imbroglione, un bandito. Ma io non ho perso del tutto la speranza. Ho sempre pensato che sarebbe durato poco, a questo punto è durato anche troppo. *Il problema è che Putin non è Eltsin: sa benissimo che non può uscire dal Cremlino e andare in pensione in una dacia. Se molla il potere, ha due alternative: o la prigione o l'esilio. E mi domando quale paese sarebbe pronto ad ospitarlo. Ah, dimenticavo: l'Italia, dove Berlusconi si sbraccia per accoglierlo nelle sue ville. *L'Occidente, in primo luogo l'America, ha chiuso gli occhi sui massacri commessi da Putin in Cecenia, sulle limitazioni alla libertà di stampa, sulle elezioni truccate, sulle persecuzioni del Kgb. Gli interessa solo avere l'appoggio della Russia sulla [[guerra in Iraq]] o sulla crisi del momento o su qualche buon affare. Del resto, l'America andava d'accordo anche con il Portogallo del dittatore [[António de Oliveira Salazar|Salazar]], firmava trattati perfino con Breznev. Può farlo pure con Putin. *Prima il presidente ha tappato la bocca al potere politico, poi ai mass media e ora sta completando l'opera con il grande business. L'obiettivo è abbattere ogni sembianza di democrazia in Russia e ricostituire un regime autoritario, saldamente tenuto in mano dai suoi ex-colleghi del Kgb. *Putin è un truffatore, che ha cercato di imbrogliare l'Occidente e in buona parte ci è riuscito. Sia perché l'Occidente capisce poco della Russia odierna, forse con l'eccezione di voi italiani, che avendo una specie di regime in casa comprendete meglio come un sistema autoritario possa mascherarsi da democrazia. Sia perchè a molti paesi occidentali fa comodo una Russia in mano a un bandito. ===[[Silvio Berlusconi]]=== [[File:Vladimir Putin 25 October 2001-1.jpg|thumb|Putin e [[Silvio Berlusconi]] nel 2001]] {{cronologico}} *[[Dmitrij Anatol'evič Medvedev|Medvedev]] e Putin sono un dono di Dio per il vostro Paese. (11 settembre 2010) *Putin è una persona rispettosa degli altri, è un riflessivo, è un uomo profondamente liberale, è uno che mantiene la parola data, è veramente un democratico. Io lo conosco da più di quindici anni, lo considero quasi un mio fratello minore; ho con lui una grandissima cordialità, una grandissima confidenza. Ed oggi è indubitabilmente il numero uno tra i leader del mondo. (settembre 2015) *Vladimir Putin è un leader eccezionale. Io sono legato da un'amicizia fraterna a lui. E lo conosco per quello che è realmente: è il contrario dell'immagine che i media di tutto il mondo gli hanno creato addosso. Mister Putin ha un grande rapporto con i cittadini russi. Lui vince le elezioni con una grande quantità di voti ed è amato dalla sua gente. (aprile 2017) *Putin è molto rispettoso delle libere scelte degli italiani, e vorrebbe — e io sono totalmente d’accordo su questo — che l’Italia fosse parte attiva in un migliore e più costrittivo rapporto fra la Russia e l’Occidente. (9 dicembre 2017) ===[[Joe Biden]]=== [[File:Vice President Joe Biden greets Russian Prime Minister Vladimir Putin.jpg|thumb|Putin con Biden nel 2011]] *Ha scelto una strada di crescente repressione interna e violazione delle norme internazionali. Da parte nostra semplicemente non possiamo sopportare questa flagrante mancanza di rispetto per le norme internazionali più basilari. Se la Russia cambia corso e comincia ad obbedire a queste norme e rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dei suoi vicini, allora ovviamente anche le nostre relazioni cambieranno. *Non sta scherzando, quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche, biologiche o chimiche, perché il suo esercito, come dire, sta offrendo una prestazione significativamente più bassa delle attese. *Voleva meno presenza della Nato e invece Finlandia e Svezia sono entrate a far parte della Nato. Credeva che la Nato si sarebbe divisa, che sarebbe crollata, e invece la Nato è più unita che mai. Credeva di poter usare l'energia come arma, e invece l'Europa è stata determinata ed è meno dipendente dei combustibili fossili russi. Pensava di essere forte mentre i leader democratici deboli, ma siamo paesi che rifiutano l'uso della forza e la paura. E ha incontrato un uomo che è stato forgiato dal ferro, dall'acciaio, dal fuoco: il presidente Zelensky. E si trova a fronteggiare uno scenario molto diverso da quello che aveva immaginato un anno fa: il mondo libero e democratico oggi è più forte che mai, e gli autocrati sono ancora più deboli. ===[[Boris Bondarev]]=== *Evidentemente Putin immaginava che la sua ricchezza lo avrebbe posto sullo stesso piano dei leader europei, pronti a far finta di niente sulla vera natura del suo potere. Si sbagliava. Oggi lui e la sua "élite" sono infuriati, pensano che l’Occidente abbia giocato "sporco". Curioso quando un baro si ritiene offeso perché nessuno vuole giocarci a carte. *I rifornimenti e i condotti di gas hanno sempre fatto parte della diplomazia targata Putin. Era l'uncino con cui teneva appesi i leader europei, lui spera che funzioni ancora. Con quest'uomo non si può negoziare, non rispetta leggi e trattati. Non fatevi prendere in giro di nuovo. *I ventidue anni di Vladimir Putin al potere sono stati un totale spreco di tempo per la Russia. Con un’ottima congiuntura sui mercati globali, il rialzo dei prezzi di petrolio, gas e altri beni per l’export, un’autorità consolidata sui russi, negli anni 2000 Putin avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa. Avrebbe potuto usare il suo potere, la sua autorevolezza per condurre in porto le tanto attese riforme e spingere sullo sviluppo economico e la costruzione di una società democratica e libera. Sarebbe stato ricordato come il grande leader e uomo di Stato che senza dubbio desidera essere. [...] Invece ha scelto di costruire una dittatura personale per permettere a se stesso e ai suoi amici di godersi miliardi di dollari, palazzi e yacht, opprimendo nel frattempo l’opposizione e privando milioni di persone della speranza di un futuro migliore. *Il multipolarismo immaginato da Putin prevede Paesi autoritari con una loro sfera di influenza. Nel caso della Russia si tratta di ristabilire l'area di influenza dell'Urss, averne l'esclusiva e farne ciò che si vuole. Non solo gli Usa e la Nato ma nemmeno l'Onu o l'Ue potrebbero metterci il naso e raccomandare cosa è bene fare e cosa no. Il presidente russo può dire che è favorevole al mondo multipolare, che vuole un movimento di Paesi non allineati, che è contro la schiavitù, che è anti-liberale. O pro-liberale. Sono solo parole. Tutto ciò che gli interessa è il potere personale. La narrativa messianica è solo una vernice. Se gratti, sotto trovi la cupidigia. *Non è un’esagerazione dire che Putin incarna lo Stato per molti russi. Ufficiali, ministri e generali sono sconosciuti alla maggioranza della popolazione. Quando Putin sarà fuori gioco, in un modo o nell’altro, nessun governo sarà legittimo. Il nuovo presidente dovrà spiegare ai russi i motivi della crisi economica e sociale, sarà allora logico e tentante dare la colpa a Putin per tutti gli errori, i crimini e questo minerà quello che resta della legittimità del regime che inizierà a sgretolarsi. *Putin ha selezionato personalmente la sua élite. Avendo come parametro la lealtà dei prescelti. E anche la loro mancanza di onore, di integrità e di iniziativa. Ha cooptato solo persone pronte ed eseguire i suoi ordini. E questo è molto pericoloso. Perché se ordinerà un attacco nucleare, l'ordine verrà eseguito. Queste persone, però, non hanno un'ideologia. Sono abituati a fare quel che dice il presidente per personale convenienza. Se capiscono che ricchezze e posizioni sono in pericolo, potrebbero anche rivoltarglisi contro. *Putin isolerà la Russia dal mondo, ne farà un Paese più povero e sottosviluppato. La guerra avvicina l’obiettivo, per questo dico che è un crimine contro il futuro dei russi. Senza contare che i nostri rapporti con l’Ucraina, uno dei Paesi confinanti a noi più vicini, saranno persi del tutto per decenni e intere generazioni. *Si deve capire che Putin e la Russia sono due entità diverse. Quando Putin dice che l'espansione della Nato minaccia la sicurezza della Russia, quel che veramente pensa è che l'espansione della Nato minaccia la sua, di sicurezza. ===[[Bill Browder]]=== *Credo che Putin abbia rovinato la Russia per i prossimi 30 anni. Ormai è uno Stato emarginato, uno Stato terrorista. *Ha accumulato ben oltre 200 miliardi di dollari da quando è diventato presidente: cosa che ne fa l’uomo più ricco del mondo. [...] Putin è anche un agente del Kgb molto efficace : e ha passato tutta la sua vita corrompendo o ricattando la gente perché diventassero parte del suo sistema. Per cui sa che chiunque avesse un documento col suo nome sopra potrebbe ricattarlo: così non è mai nella posizione di essere formalmente il proprietario di qualche bene. *Ha cominciato tutta la sua carriera come un tipo al quale piacciono i soldi: e nessuno entra nella carriera pubblica in Russia con altri obiettivi che non siano rubare quanti più soldi possibile. *La cleptocrazia creata da Putin fa sì che le élite possano accumulare denaro togliendolo alla popolazione. Facendolo spesso ledono i diritti umani e sanno che per mettere al sicuro quei soldi è meglio non lasciarli in Russia. *Mi ha minacciato di morte, ha minacciato di rapirmi, ha cercato di bloccarmi tramite mandati di arresto dell’Interpol e con richieste di estradizione, oltre che con una miriade di cause legali che avevano come unico scopo quello di distruggere la mia vita. Non ha allentato la presa in alcun modo e continua ancora oggi. Ma questo è il destino di chiunque abbia cercato di tenere testa a Putin. *Non sono più il nemico numero uno in assoluto di Putin, adesso lo è sicuramente Navalny. Diciamo che sono il suo nemico numero uno all’estero. *Putin è un piccolo criminale paranoico, a capo di quella che è fondamentalmente una organizzazione criminale: non ci dobbiamo aspettare null’altro che miserie, perché alla fine non ha costrizioni da parte della storia o della morale. Sarebbe assolutamente capace di usare l’arma nucleare: l’Ucraina è solo l’inizio delle sue ambizioni. *Putin è un piccolo uomo paranoico che va alla ricerca della slealtà anche dove non esiste. *Putin mi dà la caccia da un decennio dopo l’approvazione del Magnitksy Act. L’unica ragione per cui sto seduto qui è che lui ha tenuto sempre un piede nel mondo civilizzato e uno nel mondo criminale: da quest’ultimo lato arrivavano le minacce di morte contro di me, ma dall’altro lato gli piaceva apparire al G20 e ai summit internazionali. Questo è ciò che mi tenuto in vita: ma ora che ha messo tutti e due i piedi nel mondo criminale, c’è un rischio esponenziale di violenza nei miei confronti, perché lui non ha più nulla da perdere. *Putin odia l'Unione Europea, la Nato, gli Stati Uniti e tutte i grandi blocchi geopolitici omogenei: gli danno enorme fastidio nel perseguimento del suoi scopi, non solo militari ma anche finanziari. *Putin vuole diventare lui il più grande oligarca russo e difatti oggi, con i suoi traffici, è l'uomo più ricco del Paese e ha asset ovunque, molto spesso con prestanome. *Quando vuoi scoprire dove Putin tiene i suoi soldi devi partire dagli oligarchi: perché quella gente custodisce i soldi per lui. Stimo che il 50% delle ricchezze degli oligarchi sia in realtà di Putin. Chi sono? Nella lista di Forbes ci sono 118 miliardari in Russia: e 110 di loro sono fiduciari di Putin. *Rimuovere il Magnitsky Act è il principale obiettivo della sua politica estera, la priorità più grande. ===[[Zbigniew Brzezinski]]=== *Aveva già detto cose come "il collasso dell’Unione Sovietica è la più grande calamità del ventesimo secolo". Pensate a cosa significhi. Prima guerra mondiale: milioni di persone uccise. Seconda guerra mondiale: milioni e milioni di persone uccise. Più l’Olocausto. La guerra fredda: la minaccia di un disastro nucleare per tutta l’umanità. Nulla di tutto questo è stato importante, per lui, come la scomparsa dello Stato del quale era un agente segreto, nel Kgb. Lui vuole ricostruire l’Unione Sovietica. L’Ucraina è la posta in palio. *Il presidente russo Vladimir Putin è un dittatore mascherato da leader democratico. *Lui e gli ex agenti del Kgb come lui che lo circondano nelle stanze del Cremlino condividono idee nostalgiche, sognano di realizzare nel prossimo futuro una nuova versione dell'Unione Sovieticia, creata attorno a un'unione di popoli slavi come quelli della Bielorussia e dell'Ucraina. *Putin si preoccupa del passato, della nozione del potere mondiale della Grande Russia, della creazione di qualcosa di simile all’Unione Sovietica ma con un nome nuovo. Tutti obiettivi irrealistici che, alla fine, non credo che la maggioranza dei russi sosterrà. *Putin sta seguendo gli esempi di Stalin e di Krusciov. Chiunque conosca un poco la Russia se ne rende conto. Eccetto Silvio Berlusconi. *Quando Putin afferma che il collasso dell’Urss è stato il maggior disastro geopolitico del XX secolo, lascia intendere che vuole ricostruirla attraverso l’estensione del controllo russo sui nuovi Stati indipendenti già parte dell’Urss e prima ancora dell’Impero russo. Questa tentazione imperiale nuoce alla Russia e l’antidoto è costituito da più stretti rapporti con l’Occidente. *Quanto sia fallito l'esperimento democratico russo è dimostrato dal fatto che l'ipotesi di un Putin-Pinochet equivalga a un buon augurio per la Russia. ===[[Vladimir Konstantinovič Bukovskij]]=== *Con l'avvento di Putin al potere possiamo tranquillamente dire che il [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|Kgb]] è tornato a occupare i ranghi della società, a livello finanziario, politico, economico e amministrativo. *Il governo Putin sta cercando di ricomporre il potere del centro, diciamo il potere del Cremlino. È chiaro che non ci riuscirà totalmente, perché prima il potere del Cremlino era strettamente collegato all'ideologia, al sistema totalitario. Non credo che riescano più a restaurare un sistema totalitario, ma possono ripristinare il potere centrale su molti aspetti della vita, rendendo i russi sempre più infelici. *Quando Putin è andato al potere nel 2000, le persone in Russia hanno immediatamente capito che il KGB era tornato al potere, e subito si sono spaventate. Se prima c'era più o meno la possibilità di essere critici nei riguardi del governo, ora la maggior parte delle persone ha paura di dire qualsiasi cosa. ===[[Michail Borisovič Chodorkovskij]]=== [[File:Vladimir Putin 31 May 2001-2.jpg|thumb|Putin e Chodorkovskij nel 2001]] *Ci sono molte informazioni sui legami profondi tra [[Matteo Salvini|Salvini]] e Putin e il suo entourage. Parte di queste informazioni fanno dubitare dell’integrità di questi contatti. Sfortunatamente si tratta di una pratica comune per Putin che è un eccellente ufficiale reclutatore ed è riuscito a trovare chiavi di varia natura per arrivare a molti politici europei. *I leader dei Paesi europei pensano di avere a che fare con uno statista che ragiona come loro. Invece lui funziona in modo completamente diverso: pensa come un criminale. Se a un criminale tu fai vedere la tua debolezza, quello non si ferma: continuerà sempre ad andare in avanti. Ed è ciò che Putin sta facendo. *Negli ultimi anni ho notato sempre più spesso che Putin usa un’informazione unilaterale e che le persone che lo circondano lo manipolano più facilmente di prima in base ai loro interessi. È stanco, ha perso la capacità di comprensione di molti aspetti della contemporaneità. *Non penso che Putin abbia avuto paura dell’allargamento della Nato all’Ucraina. Lui detesta la Nato, ma non la teme. Piuttosto, è ormai preso da una specie di missione messianica: ne è posseduto, e lo si capisce dal fatto che ha fatto mettere davanti al Cremlino la statua del principe [[Vladimir I di Kiev|Vladimir]]. [...] È una mentalità perfettamente normale per un criminale in età da pensione. *Non siamo mai stati amici, non posso dire di averlo conosciuto da vicino. Io ero al vertice di una grande impresa e Putin era il presidente, avevamo rapporti professionali. In apparenza è cambiato, sì. Vent’anni di potere lo hanno cambiato e in questo il suo non è un caso unico. Oggi si permette di fare cose che prima non osava. All’epoca si comportava in maniera più normale, riconosceva l’esistenza di certi limiti. Ma al fondo è sempre lui. Era già un criminale ed è rimasto tale. Ha la mentalità di un esponente della criminalità organizzata. È ciò che i leader occidentali non hanno mai capito, non capiscono adesso e – mi dispiace – a mio parere non capiranno mai. ===[[Nina Lvovna Chruščёva]]=== *Durante il suo terzo mandato presidenziale – ora è al quarto – si era concentrato più sulla difesa del suo entourage dalle accuse di corruzione o indifferenza che sulla felicità delle persone comuni. In vero stile sovietico, egli rimane più spaventato da un colpo di stato di palazzo che da una rivolta pubblica. *Ha passato gli ultimi 18 anni a interpretare di tutto, dal padre premuroso della nazione a un James Bond esperto di judo. *L'incompetenza di Putin si estende molto oltre l'economia. Le sue forze di sicurezza restano brutali e inaffidabili; in alcune parti del paese si sono mescolate a delle bande criminali. La sua direzione della magistratura non tranquillizza i comuni cittadini, e le installazioni militari, i sottomarini, le trivelle, i pozzi, gli ospedali e le case di riposo del paese esplodono continuamente, si rompono, o affondano, a causa della negligenza e dell'irresponsabilità. *Non sta cercando di ricostruire l’Impero Russo di per sé ma sembra deciso a stabilire una sudditanza degli ex Stati sovietici. L’errore dell’Occidente è di pensare che la Russia sia un invasore, ma in realtà la Russia “prende” se si presenta l’opportunità, come in Crimea nel 2014 o nei Paesi Baltici nel 1940. *Putin non vuole ricostruire l’Urss. Quel che ha sempre voluto è: influenza. Non vuole sedere al tavolo dei bambini. Il problema è che Mosca era al tavolo dei Grandi ma quando ha preso la Crimea è stata cacciata dal G8: Putin stesso è responsabile ma se glielo chiedeste, risponderebbe che comunque non lo ascoltavano e anche questo è in parte vero. ===[[Fabrizio Cicchitto]]=== *A Berlusconi sfuggiva completamente il retroterra culturale di Putin, che aveva come punti di riferimento Pietro il Grande, Ivan il Terribile e Iosif Stalin. Ognuno di questi personaggi aveva una componente autoritaria fortissima, funzionale non alla restaurazione dell'Unione Sovietica ma al mito della Grande Russia. *Che Putin fosse il capo del Kgb con il quale fare anche affari, lo sosteneva un bel pezzo dell'Occidente. E mentre questo accadeva, Putin invadeva l'Europa attraverso i suoi oligarchi, comprandosi squadre di calcio, giornali, partiti. Nessuno voleva vedere il lato oscuro della Luna. Non lo fece Berlusconi e non lo fecero nemmeno Prodi, l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel... Devo continuare? *Ho avuto modo di dire che tra Berlusconi e Putin c'era un legame di omosessualità psicologica: si ammiravano vicendevolmente e il loro era un rapporto assolutamente paritario. Putin considerava geniale questo imprenditore italiano che controllava le televisioni ed era riuscito a sfondare in politica. A sua volta Berlusconi lo riteneva un pragmatico, capace di gestire un Paese come la Russia e con il quale si potevano fare tante cose insieme: dagli affari alle donne. *Putin fu il primo a capire che attraverso Internet si poteva fare politica e penetrare il sistema delle democrazie liberali, che lui disprezza, per manipolarlo. Attraverso Internet ha sostenuto Brexit, il referendum separatista della Catalogna, la campagna elettorale di Donald Trump e per ultimo i no vax. Lui ha sempre mirato a destabilizzare l'Occidente. Ma Berlusconi sorvolava su certe questioni. *Putin voleva rientrare nel grande gioco. E utilizzava Berlusconi e i suoi rapporti con gli americani per tornare nel salotto buono dal quale la Russia era uscita dopo la fine dell'Unione Sovietica. ===[[Leonardo Coen]]=== {{Cronologico}} *Ha grandi progetti per il futuro, dopo aver plasmato il passato e imbrigliato il presente – con un regime che è stato battezzato "democratura", un po’ democrazia, tanta dittatura. Ha riportato la Russia laddove stava quando era Unione Sovietica e dove pensa debba stare di nuovo, e cioè tra le superpotenze del mondo, come in fondo era già ai tempi di Pietro il Grande, di Caterina, dei Romanoff. (30 dicembre 2019) *Dinanzi alle gherminelle politiche, Vladimir vuole accreditarsi come uomo d’ordine. Si rivela un primo ministro energico, abile e risoluto. Recupera la retorica patriottica cara ai comunisti, ma non rinnega d’essere difensore dei nuovi valori liberali, e della democrazia. Accondiscende alle pretese dei militari che vogliono avere mano libera nella repressione dell’insurrezione islamica nel Caucaso. (30 dicembre 2019) *Da quel fatidico giorno di vent’anni fa, non ha mai smesso di consolidare l’immagine di un uomo che ha salvato la Russia dalla decomposizione e l’ha riportata al centro del mondo e della geopolitica. Che ha proclamato l’avvento del multipolarismo, che ha inventato la democratura e la "verticale del potere", che ha lubrificato nazionalismo e sovranismo, che ha schiacciato l’opposizione e progressivamente ridotte le libertà e la società civile; che negli anni del suo dominio ci sono state centinaia di morti tra politici a lui avversi, giornalisti che lo criticavano. (30 dicembre 2019) *Un personaggio forse enigmatico, di certo autocrate e ormai intrappolato dalle sue ambizioni "imperiali" euroasiatiche, dallo scontro con l’Occidente colpevole di assediare la Russia con la Nato ai suoi confini e di aver umiliato Mosca nel decennio eltsiniano; il presidente che ha barattato la sicurezza dei russi privandoli di molti, troppi diritti. (30 dicembre 2019) *Tutto deve restare sotto controllo della presidenza, questo il principio base della dottrina putiniana: i governatori locali sono inquadrati e non devono sgarrare; gli oligarchi sorvegliati; l'opposizione messa all'angolo, perseguitata, repressa; la Russia deve essere forte territorialmente ed economicamente; la "nuova" Russia è portatrice di valori tradizionali e patriottici, la religione ortodossa è uno degli strumenti che saldano passato e presente, il nazionalismo sollecitato da Putin diventa un’arma politica ed economica. (31 dicembre 2019) *Putin si fa paladino dei vari movimenti localisti, per destabilizzare l'Ue: finanzia le destre sovraniste e antiEuro, attacca la Georgia per difendere i separatisti dell'Ossezia del Sud e dell'Abkazia, che pone sotto il suo ombrello militare. Aiuta la ribellione armata del Donbass contro Kiev, annette la Crimea, va in soccorso di Damasco e diventa il burattinaio della crisi mediorientale, appoggia l'Iran e stringe alleanza con Erdogan, causando imbarazzi e problematiche strategiche nella Nato, visto che la Turchia ne rappresentava il pilastro orientale, la sentinella del Caucaso. E adesso, i tentacoli putiniani sono arrivati in Libia. Il sogno di sempre della Russia imperiale e sovietica: il Mediterraneo. (31 dicembre 2019) *La concezione della sua leadership totalitaria – con annesso culto della personalità a volte imbarazzante (Putin che pilota un jet, Putin a dorso nudo mentre cavalca, o pesca salmoni, o va a caccia; Putin judoka; Putin hockeista; Putin sciatore lo conobbi nel 2001 a St-Christophe, in Austria..; Putin e la tigre dell’Altai; Putin che prega; Putin che mette in riga l'Occidente, etc.) – ha bisogno di aggressività rivolta all'esterno, per dirottare eventuali tensioni interne, come le manifestazioni di protesta per la riforma delle pensioni, o per le importazioni d'auto coreane e cinesi (a Vladivostok), o la stagnazione economica che tanto ricorda gli anni brezneviani. (31 dicembre 2019) *Il regime autoritario non è capace di gestire le immense risorse del Paese, le scelte di Putin favoriscono la stabilità politica non lo sviluppo economico, tantomeno quello sociale. [...] Qualsiasi cambiamento economico è visto come un rischio per l'equilibrio politico, ossia per la sopravvivenza "della classe dominante". E così, alla fine, Putin fa quello che hanno sempre fatto gli "uomini forti" dei regimi autoritari: esibire i muscoli. Dirottare le tensioni interne. Attizzare il nazionalismo. Sfidare l'Occidente, a piccoli ma graduali passi. Ragionare cioè in termini di zone d'interesse e d'influenza. (31 dicembre 2019) ===[[Oleksij Danilov]]=== *La gente ha paura a dare il giusto nome alle cose e perde il senso della realtà. Voi lo chiamate Putin, ma il suo nome è Satana. *Non fosse per noi a quest'ora il nuovo Hitler che si chiama Putin sarebbe arrivato a Varsavia. *Putin è già un cadavere politico. Quando diventerà un cadavere fisico è solo questione di tempo. ===[[Carla Del Ponte]]=== *Putin vuole sradicare l'identità di un popolo e quindi deve risponderne penalmente. *La sua '''<small>[della portavoce del ministero degli Esteri russo Zacharova]</small>''' è una reazione inammissibile perché sotto accusa penale non c'è il governo russo, ma una persona specifica, e cioè Putin. Perché la responsabilità criminale riguarda una sola persona, e cioè lui. *Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale. È innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in [[Russia]] lui è il presidente, ma è chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui. ===[[Aleksandr Gel'evič Dugin]]=== *Finché c'è Putin, la Russia ha speranza di essere forte, ma Putin è un problema perché non ha istituzionalizzato la sua linea di pensiero. La Russia oggi è Putin-centrica. *Non c'è aggressione di Putin, ma restaurazione di una civiltà russa che si era dissolta. Queste accuse sono il risultato della paura che la Russia si riaffermi come potere indipendente e che voglia difendere la propria identità. *Non ha fatto nulla nell'educazione, che è rimasta metà sovietica, metà liberale, copiata dall'Occidente. Un miscuglio di incoerenza. Lo stesso vale per la nostra cultura. La nostra cultura è un'imitazione della cultura occidentale e liberale con un frammento di pura propaganda politica, mal fatta. Questa è solo un simulacro, non una preparazione per il regno dello zar. Così non si ritorna alla nostra identità. Si ragiona troppo pragmaticamente e si pensa troppo poco al sacro. Putin rimane nella sua posizione, non sacrifica abbastanza attenzione, tempo e la sua forza vitale per questo problema. *Putin ha frenato la caduta, non ci ha ridestati. Questo trascende i suoi limiti. Lui non è un salvatore. Ha solo intenzione di riparare. È un manager, blocca la crisi. E lo sta facendo in modo eccellente, ma ha dei limiti. Agisce come se fosse eterno, non crede in qualcosa che esiste dopo la sua fine: non ha una chiave per il futuro. Questo è un vero problema. *Putin ha frenato la spaccatura e la caduta della Federazione Russa. Ha iniziato a ricostruire passo dopo passo. È molto più vicino allo zar di quanto lo fossero Eltsin e Gorbaciov per questa e molte altre ragioni. *Putin non è un essere "estraneo" che serviremo supinamente. Lui è noi stessi. Agisce per il nostro interesse. Fa esattamente ciò che siamo disposti a fare noi. Per noi non è una entità separata. È questo il concetto profondo del re sacro. *Quando Putin è salito al potere, pur essendo politicamente contiguo a Eltsin, è stato influenzato da questo terreno che avevo seminato e ha iniziato ad incarnare la mia visione della geopolitica facendo proprie le mie teorie. Ha iniziato a promuovere l'unione euroasiatica, a difendere la sovranità dei popoli pur non ricadendo in un nazionalismo di stampo ottocentesco, mi ha permesso di tornare ad apparire in televisione e a tenere incontri pubblici. È questa l'influenza che ho su di lui. Un'influenza razionale su un uomo realista quale lui è e che ha capito che le mie teorie sono le più valide per garantire una degna collocazione della Russia nel globo facendo fronte alle pressioni dell'Occidente. ===[[Jurij Felštinskij]]=== *È abbastanza intelligente da sapere che se ci fossero regole normali, il suo sistema di governo non potrebbe esistere. Non è un idealista. Sa che non c'è modo che possa sopravvivere a meno che non continui a opprimere. *Putin non è diventato un dittatore perché era intelligente o carismatico, ma perché c'è l'intera struttura della FSB dietro di lui. Anche se Putin morirà domani nulla cambierà drasticamente. E al momento non c'è nessuno in competizione con di lui e non ci sono movimenti armati che cercano di rovesciare il suo potere. *Vladimir Putin è terrorizzato di fare la stessa fine di [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]]. ===[[Orlando Figes]]=== *Penso che sia il più vicino a [[Nicola I di Russia|Nicola I]] – lo zar del diciannovesimo secolo che entrò in guerra contro le potenze occidentali, in particolare con la guerra di Crimea del 1853-56, per difendere i diritti degli ortodossi nell'impero ottomano. Come Putin, anche lui aveva un'ideologia antioccidentale e antidemocratica riassunta dallo slogan "Autocrazia, ortodossia, nazionalismo". La Russia ha perso la guerra di Crimea, quindi speriamo lo stesso per la guerra di Putin contro l'Ucraina. *Per quanto mi riguarda {{NDR|verrà ricordato}} come un dittatore brutale che ha distrutto tutto ciò che di buono c'era in Russia. Per quanto riguarda i libri russi è ancora da decidersi. *Putin è chiaramente ossessionato dalla storia e dal suo posto nella storia. [...] In Russia vi è sempre stato un uso politico della storia. La storia è una miniera, è da dove i politici hanno sempre tratto idee e suggestioni per le proprie agende, per fornire definizioni su cosa è o cosa dovrebbe essere la Russia, o quale dovrebbe essere il suo ruolo nel mondo, o chi sono i russi, o chi dovrebbero essere. È dalla storia che politici e ideologi hanno sempre attinto. *Putin sta reinventando la storia russa e usandola per la sua guerra, ma la sua visione storica non è nuova, è radicata nella storiografia imperiale russa del XIX secolo che ha imposto anche a scuola. Il saggio del 2021 era una chiara dichiarazione di guerra. Sosteneva che l'Ucraina non ha diritto di esistere. Era già successo nel 2016 con l'inaugurazione a Mosca di una statua di Vladimir il Grande. [...] Già allora Putin stava dicendo agli ucraini: "Kiev è il fondamentodella nostra civiltà, voi ne siete soltanto una parte". ===[[Maša Gessen]]=== *È divertente che la mia biografia di Putin sia stata accolta bene, ma che in ogni recensione si riscontri la stessa osservazione: Gessen scrive che lui è stupido, ma gli stupidi non diventano così potenti. Che dire, gli americani sanno ormai che anche l’uomo più potente del mondo può avere problemi con l’ortografia, può non saper assimilare un testo senza illustrazioni o concentrarsi su qualcosa per più di tre secondi. *Essere stato catapultato al potere dall'oscurità e aver passato tutta la vita adulta all'interno dei confini di una istituzione segreta e molto chiusa ha permesso a Vladimir Putin di esercitare un controllo mirato sulle sue informazioni personali più di ogni altro uomo politico moderno e ancor più di ogni altro uomo politico moderno occidentale. Putin è riuscito a creare il proprio mito. Questo è un aspetto positivo perché, meglio di chiunque altro, ha saputo comunicare esattamente cosa voleva che il mondo sapesse di lui e come voleva che il mondo lo vedesse. Il risultato è in pratica il mito di un giovane nato nella Leningrado post-assedio, un luogo malvagio, affamato e povero che ha fatto crescere giovani malvagi, affamati e feroci. Così almeno erano quelli che sono sopravvissuti. *La preoccupazione principale di suo padre, stando ai ricordi, era la disciplina e non la qualità di educazione scolastica che il figlio riceveva. nemmeno per il giovane Putin l'istruzione era parte fondamentale della sua idea di successo: nel descriversi aveva parlato con enfasi della sua reputazione da teppista, e in questo godeva della completa collaborazione dei suoi amici di infanzia. La maggior parte delle informazioni disponibili su di lui – cioè quelle fornite ai suoi biografi – riguarda le scazzottate della adolescenza e giovinezza. *Putin sostiene di non avere mai preso parte ad azioni contro i dissidenti, ma nelle interviste ha dimostrato di essere perfettamente al corrente di come erano organizzate, probabilmente perché aveva mentito nel dire di non averle svolte. In una memoria totalmente agiografica su Putin, scritta da un ex collega che era passato all'Occidente alla fine degli anni Ottanta, si dice chiaramente che a Leningrado Putin lavorava alla Quinta Direzione, creata appositamente per combattere i dissidenti. *Quando vivevo in Russia, ho cercato di evitare Vladimir Putin in ogni modo. Ho lasciato il giornalismo politico per non occuparmi di lui. Sono finita a dirigere una rivista scientifica. Un giorno, fummo invitati a seguire un esperimento in cui alcuni uccelli venivano liberati e poi seguiti da un aereo per vedere cosa facevano. Il cronista tornò indietro e mi disse che sull'aereo c'era Putin. Scelsi di non pubblicare la storia, perché non volevo dare spazio alla propaganda e per questo fui licenziata. Qualche giorno dopo ricevetti una telefonata da una persona che disse di essere il presidente e mi invitava al Cremlino. Pensavo a un imitatore, ma quando arrivai dovetti ricredermi. Era davvero Putin e voleva sapere il perché della mia decisione. Subito dopo mi fu offerto di nuovo il posto di direttore, ma rifiutai. Avevo capito che sfuggire all'influenza di quell'uomo in Russia oggi è impossibile. *Sembra che Putin reagisse alla minima provocazione cacciandosi ogni volta in una rissa, mettendo perciò a rischio la sua carriera nel KGB, che sarebbe stata stroncata se fosse stato arrestato per una lite o anche solo segnalato dalla polizia. Non entriamo in merito alla fondatezza o infondatezza di queste storie, quello che importa qui è l'immagine che Putin vuole dare di sé – e vuole che gli altri diano di lui – quella di un uomo impetuoso, decisamente violento e dal carattere poco controllabile. È ancora più interessante notare come questa immagine sia in contraddizione con il rigore e la disciplina alle quali Putin ha dedicato la sua adolescenza. *Trump parla all'emotività, mentre Putin coltiva uno stile molto costruito: sono i settant'anni di totalitarismo che lo hanno preceduto ad avergli permesso di essere quello che è. Ma ci sono anche similitudini: la maniera in cui mentono, ad esempio. ===[[Aleksandr Goldfarb (biologo)|Aleksandr Goldfarb]]=== {{cronologico}} *A metà giugno [[Valentin Jumašev]], che discuteva sovente di importanti incarichi amministrativi con [[Boris Abramovič Berezovskij|Boris]], chiese al tycoon la sua opinione su uno dei suoi assisstenti: un uomo di nome Vladimir Putin.<br>Boris conosceva bene Putin. Si era incontrato con lui quando il futuro presidente era vicesindaco di San Pietroburgo, la seconda più grande città della Russia, e Boris era ancora impegnato nella vendita di automobili. All'epoca Putin godeva della reputazione di incorruttibile, una ''rara avis'' tra i funzionari. Più di recente, Putin aveva diretto un gruppo di verifica nell'amministrazione del Cremlino.<br>«Perché?» chiese Boris.<br>«Stiamo prendendolo in considerazione per il posto di direttore dell'FSB.»<br>Jumašev spiegò che la qualità principale che il presidente cercava in un nuovo capo delle spie era la lealtà, ma che non si fidava degli attuali generali dell'FSB. Erano un clan molto chiuso. Se Putin aveva una caratteristica fondamentale, era la sua incrollabile lealtà. Quando il suo ex capo, [[Anatolij Aleksandrovič Sobčak|Anatolij Sobčak]], l'ardentemente anticomunista sindaco di San Pietroburgo, non era stato riconfermato alle elezioni, Putin aveva preferito la disoccupazione al tradimento. *Secondo [[Aleksandr Val'terovič Litvinenko|Saša]], Putin non aveva mai lasciato davvero il servizio. Era sempre stato fedele al KGB. Poteva anche aver prestato temporaneamente la sua lealtà a Sobčak o a Eltsin, ma quando tornava in seno all'agenzia, non vedeva l'ora di infilarsi di nuovo nei vecchi metodi. *Come mi spiegò Berezovskij anni dopo, l'immagine bellicosa di Putin era stata attivamente promossa dai direttori della sua campagna nel 1999. Era perfettamente in sintonia con la maggioranza dei russi. L'orgoglio nazionale ferito nel periodo immediatamente successivo alla guerra fredda, il desiderio di un «uomo forte» che portasse ordine e stabilità, l'ira per la disparità tra i pochi superricchi e le masse impoverite: erano tutti motivi per cui quell'uomo ascetico, introverso, duro come l'acciaio, il proletario che combatte e vince contro ogni previsione, fu accolto calorosamente dal popolo russo. Putin era l'uomo che ci voleva per liberarsi di tutte le frustrazioni di cui soffriva il Paese. *Putin non gli era mai piaciuto, era un agente in sonno della ''Kontora'' che era stato richiamato e poi mandato a dirigere l'FSB nel 1998, o forse, a ben pensarci, non aveva mai abbandonato il suo posto. Non era mai stato né leale né sincero e aveva ingannato tutti, compreso Boris. *Quando Boris venne a sapere del ''[[Incidente del K-141 Kursk|Kursk]]'', era in Francia, nella sua residenza di Cap d'Antibes. Cominciò subito a telefonare a Putin, ma riuscì a raggiungerlo solo il 16 agosto, il quinto giorno dello sviluppo della tragedia.<br>«Volodja, perché sei a Soči? Dovresti interrompere le tue vacanze e andare alla base dei sommergibili o almeno a Mosca. Tu non capisci come vanno le cose e questo ti danneggerà.»<br>«E tu, perché sei in Francia? Te la sei meritata la vacanza o no?» Putin era sarcastico.<br>«Prima di tutto, non sono il padre della nazione e a nessuno importa niente di dove sia. Secondo, in mattinata volo a Mosca.»<br>«Bene, Boris, grazie per il consiglio.»<br>Quando il 17 Boris atterrò a Mosca, Putin era ancora in vacanza. ===[[Michail Gorbačëv]]=== [[File:Vladimir Putin 8 October 2001-1.jpg|thumb|Putin con [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] nel 2001]] {{cronologico}} *La tv li aveva mostrati tutti in piedi, acclamanti Putin, in un'atmosfera di unanimità forzata che mi ricordava i tempi sovietici. Tutto ciò mi confermava che stavano maturando in fretta novità. (3 gennaio 2000) *Il regime non cambia, non ci sarà lotta alla corruzione, gli interessi e i privilegi dell'oligarchia saranno tutelati in pieno. Se continua così Vladimir Putin vedrà presto logorarsi i suoi margini di popolarità, perché la gente capirà che è stato un trucco. E il gioco diverrà scoperto. (3 gennaio 2000) *Vladimir Putin è un uomo freddo e concreto, un uomo capace di capire, analizzare e gestire le situazioni. Anche le più difficili. (1 aprile 2000) *Putin arriva al potere in un momento di acuto e profondo distacco tra il vertice e la società. Una vera e propria crisi di fiducia. In questo senso si può dire che perfino l'affluenza alle urne, che è stata relativamente alta, rappresenta un evento stupefacente. Perché questo sia accaduto bisogna ancora capirlo. Ma io oggi penso che Putin sia in grado di fare le mosse giuste. (1 aprile 2000) *Forse Putin non ha una grande esperienza, ma è un uomo che impara in fretta. Il suo tempo non è ancora scaduto. Per ora va con la corrente e, al di là delle apparenze, non ha ancora fatto la sua scelta. Dobbiamo aiutarlo, perchè presto sarà costretto a farla. (16 maggio 2000) *Io gli ho detto, ancora una volta, che lo sostengo e lo sosterrò, finchè sarò d'accordo con lui. Qualora la sua politica dovesse andare contro gli interessi del paese, allora lo dirò, perché non posso mentire. (16 maggio 2000) *Io non dico che Vladimir Putin sia perfetto. Ad esempio trovo inaccettabile il controllo stretto a cui vengono sottoposti i giornali. [...] Penso anche però che Putin abbia un grande merito: lentamente, faticosamente, sta risollevando il paese dalle macerie, lo sta tirando fuori dal caos per restituirlo a una vita normale. (7 settembre 2004) *Le stesse promesse che Putin ha ripetutamente fatto non sono state realizzate e, io temo, non sono realizzabili perché la burocrazia fa affogare il Paese in un pantano d'incompetenza, corruzione e disordine. (10 maggio 2005) *Non credo che Putin sia interessato a un regime autoritario. [...] Putin crede nella democrazia e nello Stato di diritto. Ma egli eredita una situazione desolante. Eltsin e il suo gruppo hanno costruito un sistema oligarchico che si rivela tenace e ostile a ogni forma di rinnovamento e di sviluppo. Non c'è spazio per i piccoli imprenditori, per il ceto medio. C'è una concentrazione di ricchezze in poche mani, ricchezze improduttive per il Paese, che infatti emigrano all'estero. Portare ordine è necessario. Ma non credo che Putin voglia eliminare la democrazia per portare ordine. (10 maggio 2005) *No, Putin non vuol dar vita a un nuovo regime autoritario, e non si trasformerà in un dittatore. Ha ereditato un Paese in preda al caos e ha cercato di restituirgli un ordine e una vita normale. Anche se per riuscirci non ha potuto mettersi a studiare sui manuali della democrazia. (31 ottobre 2006) *Io non dico che Putin sia un modello di democrazia, ma sul piatto della bilancia il bene pesa molto più del male. Le vostre accuse, spesso, sono pretestuose. (31 ottobre 2006) *Ai tempi di Eltsin le ricchezze del nostro Paese venivano saccheggiate, il Paese distrutto, l'esercito semismantellato, la costituzione calpestata. Due terzi dei russi vivevano in miseria, umiliati, e l'Occidente applaudiva. Così si è insinuato il dubbio. La gente si domandava: ma che amici sono quelli che parlano di Casa comune europea, dicono di sostenerci e poi vogliono trasformarci in un semplice fornitore di materie prime. Putin, con i mezzi che aveva, ha restituito al Paese una speranza. Credetemi, io nei suoi panni ci sono stato e so quanto sia difficile. (31 ottobre 2006) *Certo, Putin ha commesso degli errori sul piano dello sviluppo democratico, ma non possiamo dimenticare l'eredità che ha ricevuto da Eltsin: un paese che stava andando a pezzi. Bisogna dargli atto che ha evitato il collasso della Russia. (12 ottobre 2008) *Rimprovero a Putin la lentezza del processo democratico. Perché è vero che molte delle libertà civili introdotte con la perestrojka resistono e che la stragrande maggioranza dei russi ha votato per Vladimir Putin. Ma nessuno sa quale sarebbe la loro scelta se l'intero processo elettorale, dalla selezione dei candidati in poi, fosse davvero libero e democratico. (11 marzo 2016) ===[[Leonid Gozman]]=== *Di sicuro Putin non è pazzo. È perfettamente sano. È intelligente. Ma ha creato attorno a sé un mondo artificiale. Non vive nella realtà. Vive una sua vita fatta di sogni. E non ha alcun feedback, da molti anni. Ciò è molto pericoloso. Per capirsi: se il primo ministro italiano nel suo ufficio accende il televisore, può vedere quel che succede fuori. Invece quando Putin accende il televisore vede solo quello che i suoi collaboratori ordinano di far vedere in tivù. [...] Negli ultimi due anni, poi, si è completamente isolato. Vive in uno spazio asettico e solitario. Putin è un uomo solo. Così sogna di eventi storici: di Lenin che ha "creato l'Ucraina", della crudeltà della Nato, dell'occupazione dell'Europa da parte degli americani, e così via. La sua vita è questa. Ed è piena di stupide idee come queste. *Il suo è un regime personalistico. Non può esistere senza Putin. Non si è inventata alcuna leggenda che ne giustifichi la permanenza dopo di lui. Quindi, quando se ne sarà andato, noi russi avremo la possibilità di costruire un nuovo Paese. Perché Putin lascerà solo rovine. Ci dobbiamo preparare a quel momento: alla ricostruzione della nazione. Come fecero i tedeschi dopo la Seconda guerra mondiale. *In un certo senso ha anche ragione a dire che abbiamo bisogno di valori tradizionali. Ma il principale di questi valori "russi" secondo lui è la ''samovlastye'', il potere di una sola persona. Un potere che vale a tutti i livelli. Nella famiglia, per esempio, il padre è il padrone assoluto. Per questo motivo in Russia non abbiamo leggi contro la violenza in famiglia: se sono il capofamiglia, posso picchiare chi mi pare. E per lo stesso motivo in Russia non abbiamo i sindacati: il proprietario o il manager dell’azienda è una specie di padre. Come succedeva prima del 1861: il proprietario terriero era il "padre" dei contadini. Al livello più alto, quindi, tutti devono dipendere dal capo della nazione – che si chiami zar, khan o presidente. Così in Russia non abbiamo né un parlamento indipendente né un sistema giudiziario indipendente né media indipendenti. È la "tradizione russa". Putin non cerca di tornare all'Unione Sovietica. Cerca di tornare a quel sistema. ===[[Sergej Gurijev]]=== *La gente vicino a lui sa che non è possibile essere sleali con lui. Puoi essere infelice, ma non devi dirlo. E molti sono infelici perché le scelte del presidente costano loro molti soldi. [...] Lui è molto abile e riesce a monitorare ciò che avviene attorno a sé per evitare una cospirazione. Anche se c'è una situazione nuova: Putin è essenzialmente in lockdown. Vede solo le persone che si sottopongono a una o due settimane di quarantena. Significa che sono poche le discussioni su temi sensibili che avvengono in presenza. Spesso sembra fuori dal mondo ed è evidentemente mal consigliato. Credo che comunque sia ancora in controllo della situazione. *La tenuta dell'economia è uno dei pochi strumenti rimasti in mano a Putin per tenere calma la sua gente. *Mi stupisce vedere come i legami con un criminale come Putin non abbiano scalfito l'immagine di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] e [[Matteo Salvini|Salvini]] agli occhi dell'opinione pubblica italiana. Berlusconi è stato una fonte d'ispirazione per Putin, come Putin lo è stato poi per [[Viktor Orbán|Orbán]] e per Salvini. Tutti condividono una caratteristica: la grande abilità nel manipolare l'informazione per restare al potere. *Nel 2014 Putin poteva ancora tentare di farsi passare per uno spin dictator, come [[Lee Kuan Yew]] a Singapore o [[Hugo Chavez|Chavez]] in Venezuela. Ma la guerra in Ucraina è un massacro, la repressione in patria durissima, la trasformazione in fear dictator è evidente. *Oggi il controllo è totale. Ma un giorno Putin potrebbe non avere soldi per pagare né i soldati, né i poliziotti incaricati della repressione. *Quella di mantenere lo status quo, anzi di aumentare la repressione, è stata una scelta deliberata imposta da Putin una volta tornato alla presidenza nel 2012. E quando l'economia ha iniziato a rallentare a causa dell'assenza di riforme, il presidente ha cercato di recuperare consenso invadendo la Crimea. La guerra in Ucraina segue la stessa logica: incapace di generare crescita, Putin gioca la carta bellica per guadagnare legittimità. ===[[Paolo Guzzanti]]=== *Avevate mai visto prima di Putin un re o imperatore, presidente, generale o primo ministro che accogliesse un visitatore straniero di pari rango mettendolo a sedere a dieci metri di distanza ai due capi dello stesso enorme tavolo bianco costringendolo – suppongo- ad usare un microfono per parlare faccia a faccia? È quel che Vladimir Putin ha fatto con Macron e con qualsiasi altro ospite. Lui, il Presidente russo, appare normalmente invecchiato e con qualche chilo in più, ma comunque un uomo non gigantesco – neanche Stalin lo era benché così apparisse nell'iconografia – e appare per sua scelta minuscolo in quell'iperspazio stuccato e stucchevole. E poi lo adoro per il tono calmo, composto, probabilmente elegante (non conosco il russo e mi contento di sottotitoli in inglese) con cui dice delle cose terrificanti, ma come se parlasse della spesa della massaia che va al mercato. *Berlusconi è innamorato di quel brigante internazionale che è Putin. Non è una questione di realpolitik. Il suo è di vero e proprio innamoramento. E questo, a mio avviso, la dice lunga sulla sua idea di democrazia. D'altronde, chi potrebbe considerare «affidabile» uno che va a cena con Hitler? *Confesso di essere un fedelissimo consumatore del canale YouTube del presidente Vladimir Putin da cui sono affascinato per due sue caratteristiche: la totale dissennatezza di quel che cerca di ottenere e la pacata e anzi sussurrata forma di comunicazione che lui predilige e di cui fa un sapientissimo uso. Ne sono veramente affascinato. Putin ha introdotto, dopo la fine del Comunismo sovietico, uno sfarzo imperiale su di sé come persona, come funzione di massima autorità e come universo onirico simbolico, destinato sia alle immagini televisive che agli occhi umani, organizzato con pesantissima e tuttavia leggiadra mobilia, tendaggi pesantissimi e trapunti alternati con altri velati e setosi, tavoli, posateria, metri quadrati, marmi, ori, parquet intarsiati, cristalli. *Diciamoci la verità la sinistra non può mai essere filoamericana, se non in occasioni speciali, ma come sinistra viviamo l'America come il vero nemico e non potete toglierci questo giocattolo fondamentale per il nostro ecosistema. [...] Putin rivuole il suo impero? E allora i Paesi limitrofi devono cedere la sovranità, perché il Paese più grande del pianeta che va da Varsavia a Tokyo, fa brutti sogni e soffre di insicurezza. *La sinistra borghese ha bofonchiato molto su Putin, fondamentalmente perché era amico di Berlusconi. Putin è in ottimi e simmetrici rapporti, o almeno lo era, anche con Romano Prodi, ma lo sketch del "lettone di Putin" faceva premio sulla vignettistica. Poi però le cose sono cambiate perché non solo il mondo degli affari cerca un terreno tranquillo, ma perché Putin è cresciuto nel famoso immaginario collettivo junghiano come il nuovo campione antiamericano, il "Te spiezzo in due" dei tempi di Silvester Stallone. Ed è stato così che i benpensanti di sinistra pianin pianino si sono, con cautela e qualche incentivo, affezionati al buon soldato Putin, pur se tra soffocati tentennamenti e ammortizzatori morali. *Personalmente non riesco neanche ad avercela con Vladimir Putin, così compassato, calmo e con questa strana abitudine di mettere tra se stesso e l'interlocutore un tavolo di venti metri. Non riesco a considerarlo un pazzo furioso, come poteva essere Hitler, ma il figlio e il padre di una cosa a noi sconosciuta, che è l'imperialismo russo, che ha una sua religione, un suo fanatismo illogico e quasi religioso, un fanatismo che è rimasto tale e quale anche ai tempi di Stalin e di Lenin, i quali non sciolsero mai l'Impero ma se lo tennero ben stretto, cercando di ampliarlo. *Putin aveva deciso di liquidare l'embrione di classe sociale civile e capitalista, di cui Berezovsky era il rappresentante di massimo successo, e sostituirlo con una casta di ufficiali fedeli all'istituzione del KGB, sicuro che la ricchezza sarebbe venuta non dalla crescita di un mercato di tipo occidentale, ma dalla vendita di enormi quantità di materie prime, a cominciare dal gas e dal petrolio. Per pompare gas non serve aver letto Max Weber né aver fatto una rivoluzione liberale anglosassone. Bastava avere a disposizione tecnici ed esecutori fedeli. L'idea di Berezovsky era invece opposta: tenere fuori e sotto stretto controllo gli uomini del KGB e far crescere la classe di cui lui stesso era il primo esponente e che poi verrà chiamata «degli oligarchi». *Putin è un esemplare perfetto di russo incomprensibile perché la caratteristica che costituisce la sindrome è una divisione di personalità: metà occidentale ed europea, e americana. E metà asiatica. *Putin ha cominciato a perseguire il suo disegno imperiale dalla sua prima invasione: quella della Georgia per la quale io, personalmente e da solo, feci inutilmente fuoco e fiamme, mentre la tendenza era quella di dire lasciate perdere, sono affari interni e diatribe di confini. Non è così e adesso finalmente tutti cominciano ad accorgersene, ma si rifugiano nelle categorie psichiatriche e shakespeariane del principe pallido e crudele, fuori di testa. Non è così. Putin rappresenta la negazione estrema della democrazia e lo dice come lo dice Xi, il quale dichiara che l'umanità vuole armonia e non democrazia. Putin è pronto a morire e a uccidere per un disegno che considera immanente, divino, coincidente col destino e molto più vicino al mikado giapponese che alle nostre democrazie. Putin è un russo pronto a spararsi senza esitazione, ma che preferisce sparare ad ogni oppositore, rivendica un buon trenta per cento dell'intero pianeta in nome del supremo destino di un Paese che ha dieci fusi orari fra Kaliningrad e le isole Curili davanti al Giappone. *Putin non è un pazzo, ma è l'espressione di un processo mentale russo in cui c'entrano pochissimo l'economia e la geopolitica tradizionale. Putin ha sempre detto (io sono un suo follower sul canale YouTube a lui dedicato) che non vuole rifare l'Unione Sovietica, ma l'impero. E lo dice anche il presidente cinese Xi, che rivendica il suo impero cinese che affonda nella storia le sue radici da cinquemila anni e il turco Erdogan che sta ricostituendo l'impero Ottomano. Noi occidentali non abbiamo capito nulla di tutto ciò e seguitiamo a osservare il mondo attraverso le lenti a noi care del nazionalismo, mentre Putin, Xi ed Erdogan appartengono a un mondo nemico della razionalità. *Putin non è un pazzo e avrà sicuramente delle distorsioni mentali non da poco, ma si tratta di distorsioni che fanno parte di una cultura che accetta e infligge la morte senza batter ciglio, un temperamento che somiglia a quello degli spagnoli che inventarono l'uso di chiedere di poter fumare prima di essere fucilati, non per passione per la nicotina, ma per dimostrare arrotolando la cartina col tabacco, di non tremare. Una tradizione che colpì molto Stalin, il quale decise di non usare più i plotoni d'esecuzione per non consentire esibizioni di tale temerarietà, ma di uccidere con un colpo alla nuca, di spalle, o con massacri perpetrati da belve come quelle che Putin ha scagliato contro Grozny, Aleppo, Mariupol e Dio sa in quanti altri disgraziati posti di quel pezzo di mondo su cui comanda e impera. *Quando ebbi i primi sospetti su una natura molto diversa da quella che appariva nei primissimi anni del suo esercizio del potere, provai a discuterne con Berlusconi, che aveva stretto con Putin una amicizia illustrata da mille fotografie e video. Ma il presidente del Consiglio, come detto, tagliò corto: «Vladimir è una persona dolcissima. Lui capace di far uccidere qualcuno? Sarebbe come se mi dicessero che tu hai fatto uccidere qualcuno. Potrei crederci? No». *Secondo Putin, e l'ampio circolo degli alti ufficiali superstiti del vecchio KGB, tutto ciò che è stato russo, non importa sotto quale imperatore o capo di partito, rientra per diritto storico nell'area della Russia, non importa come siano tracciati i confini secondo le contingenze storiche. E quel territorio, che la Russia considera suo per diritto storico e non per diritto internazionale, non può essere violato da altre potenze, aggregato ad altre alleanze, modificato nella cultura e nelle tradizioni da soggetti estranei alla Russia, come l'Unione Europea, non parliamo poi della NATO. *Vladimir Putin non soltanto si è sempre detto scioccato dalla decisione del suo predecessore Boris Eltsin nel 1991 quando sciolse l'Unione delle Repubbliche Sovietiche, ma disse apertamente che avrebbe considerato ogni terra che avesse fatto parte nel passato sia dell'Impero zarista dei Romanov, sia dell'Unione Sovietica, come proprietà russa per diritto storico, da riportare prima o poi sotto il comando della Russia. E ha spiegato in un'occasione pubblica che il diritto russo su quelle terre momentaneamente perdute (fra cui Georgia e Ucraina) non si fonda sul diritto internazionale, ma su quello dell'appartenenza storica. ===[[Diego Fusaro]]=== *Con guinzaglio sempre più corto, i cani da guardia latrano e abbaiano da tempo contro Putin: il loro sguardo è sempre quello del potere di Washington. *Dopo Gorbaciov che faceva la pubblicità per Pizza Hut e dopo Eltsin che, tra una vodka e l’altra, svendeva la Russia agli oligarchi della finanza, Putin ha ripreso, a suo modo, l’eroica tradizione leniniana di resistenza al capitalismo imperialistico americanocentrico. *È opportuno che Putin conservi il primato militare come arma di dissuasione: per poter svolgere una civile funzione di freno alla super-potenza americana. *La Russia di Putin è uno Stato che non si piega alla globalizzazione americanocentrica e che non accetta l'invasione graduale degli spazi ex sovietici con la Nato come sta accadendo in Ucraina e com'è già avvenuto in Georgia. Perché mai dovrebbe accettare l'atlantizzazione dei propri spazi e la Nato ai propri confini? Questa è la colpa dell'Occidente: l'hybris, la tracotanza, e il non aver rispettato i limiti e gli accordi secondo cui la Nato non doveva espandersi verso Oriente. *Penso francamente che Putin abbia ragione su tutto il fronte. La sua Russia è oggi uno degli ultimi baluardi di resistenza all'imperialismo incontenibile della civiltà dell'hamburger. *Vladimir Putin, per me, rappresenta l'eroica resistenza all'imperialismo statutinense, la capacità di uno stato sovrano nazionale di resistere e di non lasciarsi piegare. Putin, poi, rappresenta anche l'importanza di aver riscoperto le identità e la sovranità nazionale come baluardo di resistenza all'imperialismo. Insomma, Putin può rappresentare la possibilità di un mondo multipolare, ossia di un mondo sottratto all'atlantizzazione integrale, detta globalizzazione. ===[[Pierre Haski]]=== *Certo, c’è sempre il rischio di un mandato di troppo e di perdere quell’autorità fatta di rispetto e paura che ha permesso a Putin di diventare un Brežnev post-sovietico, a sua volta fossilizzato. *Gli uomini della provvidenza hanno la tendenza a presentarsi come insostituibili, e a forza di spazzare via tutti i potenziali rivali finiscono per diventarlo davvero. Vladimir Putin, ormai da vent’anni alla guida della Russia, è uno di loro. *Il problema di Putin non riguarda tanto l’economia mondiale, quanto la situazione interna. Con il blocco dell’economia russa gli ammortizzatori sociali si sono indeboliti, e malgrado il presidente abbia promesso di versare tutti gli stipendi, il denaro arriva con il contagocce. Il malcontento sociale è un problema evidente. *La logica del Cremlino non è la nostra, perché Putin non deve rendere conto a nessuno e può correre rischi che nessuna democrazia occidentale è disposta ad accettare. *La popolarità incontestabile del presidente si basa su due pilastri. Per prima cosa Putin è considerato l’architetto della ripresa della Russia dopo gli anni di Eltsin, e in secondo luogo ha saputo restituire un certo orgoglio ai russi riportando l’ex impero al ruolo di potenza magari non rispettata, ma sicuramente temuta. E pazienza se questo orgoglio nasce da avventure militari insanguinate, in Siria come in Ucraina. *[[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]] si era avvicinato all’Europa trovando ispirazione per la creazione del suo impero. Tre secoli dopo, Putin ha fatto una scelta diversa, quella dell’isolamento e dell’aggressività. *Putin si considera insostituibile perché è lui, e solo lui, a decidere di bombardare la Siria, negoziare con la Turchia, giocare con i nervi degli occidentali e restituire alla Russia lo status di potenza temuta. E pazienza se il paese resta un attore di secondo piano in campo economico. *Trent’anni dopo la morte dell’Urss che Gorbaciov non era riuscito a salvare, Putin ha rimesso in marcia la storia, e andrà avanti fino a quando qualcuno non lo fermerà. ===[[Andrej Illarionov]]=== [[File:Vladimir Putin 20 October 2000-2.jpg|thumb|Putin con [[Andrej Illarionov]] nel 2000]] *Credevo che questi soldi dovessero essere utilizzati per migliorare il tenore di vita dei cittadini russi lanciando vari programmi, attraverso i quali la Russia si sarebbe unita pacificamente al mondo libero e avrebbe goduto dei benefici della cooperazione internazionale, scientifica ed educativa. L'obiettivo di Putin in quel momento, come il mondo intero in seguito si rese conto, era esattamente l'opposto. Non è interessato all'elevare il tenore di vita del popolo russo. Putin ha iniziato ad accumulare risorse da utilizzare per attaccare e soggiogare militarmente i suoi vicini, e non solo loro. *Ho visto le richieste territoriali di Putin aumentare di anno in anno. Già nel 2003 Putin aveva avviato una campagna per impadronirsi della piccola isola di Tuzla nello stretto di Kerč tra il Mar Nero e il Mar d'Azov, inizialmente solo all'Ucraina. Inizialmente, nel settembre-ottobre 2003, fu lanciata una rumorosa campagna per riprenderci "la nostra isola di Tuzla". Nel 2014, all'inizio sembrava che volesse solo la Crimea, ma sfruttando l'occasione, ha immediatamente puntato sul Donbass e sulla Novorossija. E ora, se lo ascoltiamo e leggiamo, è già interessato a tutta l'Ucraina. *Innanzitutto, quando Putin entrò al Cremlino, la sua mentalità era diversa. All'inizio, soprattutto nei primi due o tre anni, dal 2000 al 2003, Putin era ovviamente interessato all'integrazione con l'Occidente. Ha parlato dell'Unione Europea e in particolare della NATO in conversazioni non pubbliche. Voleva che la Russia diventasse un membro a pieno titolo della NATO. Non ha parlato di questo desiderio una o due volte, ma molte volte, anno dopo anno, con un tono tale che se lo sentissimo esprimelo adesso, 20 anni dopo, rimarremmo scioccati. È abbastanza difficile immaginare come si sia comportata in quel momento la stessa persona, per la quale la NATO è ora il principale nemico. *Per tutti arriva il momento della resa dei conti [...]. Per me fu [[Strage di Beslan|Beslan]]. Fu allora che capii che era il ''modus operandi'' canonico. C'era l'effettiva possibilità di salvare vite umane, e lui {{NDR|Putin}} scelse invece di uccidere gente innocente. L'uccisione degli ostaggi. [...] Fare il consigliere è fare il consigliere: è una cosa importante, ma non è la stessa cosa che rappresentare personalmente qualcuno. Dissi al mio datore di lavoro che date le circostanze non potevo più svolgere il ruolo di suo rappresentante personale. *Putin aspirava ad aderire alla NATO anche [...] nel 2005, quando partecipò al saccheggio di 12 miliardi di dollari di beni russi e li donò ai suoi amici e a se stesso attraverso Rosneft per arricchimento personale. A causa di un simile comportamento, quest'uomo pensò di poter unirsi all'Occidente. Era un periodo in cui era interessato alle riforme economiche. Ormai da almeno 10 anni, anzi anche da 15 anni, sicuramente dal 2008, la sua idea principale è invece l'espansione dell'Impero russo. *{{NDR|Sulla [[seconda guerra cecena]]}} Putin era felice. Gesticolava emozionato e diceva: «Glielo abbiamo fatto vedere, li abbiamo presi». Poiché non avevo niente da perdere dissi a loro tutto quello che pensavo della guerra in Cecenia. Gli dissi che le truppe russe ai suoi ordini commettevano un delitto. Lui continuava a dire che c'erano banditi e che li avrebbe fatti fuori e che lui era lì per fare in modo che la Federazione russa rimanesse intatta. Quello che mi disse in privato era esattamente quello che aveva sempre detto sull'argomento in pubblico: era la sua sincera opinione. Invece la mia opinione sincera era che si trattasse di un crimine. *Putin non è "un altro autocrate corrotto" il cui obiettivo principale è arricchire se stesso e i suoi amici attraverso il furto. Anche se lo ha fatto e continuerà a farlo, il suo obiettivo principale è molto più ambizioso: l'espansione dell'impero. E tutto il resto è solo un mezzo per raggiungere questo particolare obiettivo. ===[[Vladislav Inozemcev]]=== *È quasi l'unico dittatore che è riuscito a costruire una prigione da cui la maggior parte dei prigionieri non vuole nemmeno uscire, figuriamoci ribellarsi. *Putin è il veterano di una nuova lega di statisti ossessionati dalla "sovranità"; che si sentono autorizzati a intervenire nel proprio "vicino estero"; che sono scettici riguardo alle virtù della democrazia, e preferiscono i valori "tradizionali" alla retorica sui diritti umani; e che si comportano in modo aggressivo perché si sentono a disagio in un mondo aperto, libero e governato da regole adottate da tutti i suoi membri con una procedura internazionalmente riconosciuta. *Putin non è un nazista. Sebbene abbia sostenuto che la nazione russa sia tenuta insieme non solo da un «codice comune culturale» ma anche «da un potente codice genetico, formatosi in secoli e millenni di matrimoni misti», e che questo codice genetico sarebbe probabilmente, se non di certo, uno dei «nostri vantaggi maggiori nella competizione col mondo odierno»; e sebbene abbia sostenuto, assieme alla Chiesa russa ortodossa, la teoria del «mondo russo» (Russkij Mir); quello che Putin ha creato è, piuttosto, il tipico modello di Stato fascista promosso da Benito Mussolini con elementi di socialdemocrazia, forte senso per la grandezza dell'impero perduto, economia corporativa, repressione relativamente morbida del dissenso. *Vladimir Putin ha dato ai cittadini prosperità e ha permesso loro di fare affari. Ma ha creato così tante minacce a questa prosperità che pochi rischiano di "uscire dagli schemi". Direi addirittura che la stragrande maggioranza dei russi attivi oggi perderebbe molto di più dal crollo del sistema di Putin di quanto potrebbe guadagnare, e questo è il pilastro più importante del regime. La coscienza in Russia è stata scambiata con il profitto, e non ci sono accordi inversi "sul mercato". ===[[Il'ja Jašin]]=== *Afferma di essere il difensore della vita familiare. In realtà è un uomo che ha preso pubblicamente le distanze dalle proprie figlie, e quando le menziona alla stampa si riferisce a loro come "quelle donne". *Al Cremlino, in epoche diverse, si sono avuti leader di vario tipo, crudeli, scaltri o autentici tiranni, ma mai prima d'ora la Russia era stata in mano a un uomo talmente tossico da far sì che mezzo mondo voglia prenderne fisicamente le distanze. *Aveva promesso di portare pace e libertà all'Ucraina, ma di fatto le ha portato morte, distruzione e dolore. Centinaia di migliaia di morti e feriti, milioni di profughi, rovine al posto di città un tempo fiorenti: ecco cos'ha portato Putin al popolo ucraino. Oltretutto, le parti del paese a soffrirne di più sono state proprio le regioni russofone, tradizionalmente leali alla Russia: sono state loro a subire l'attacco più forte da parte dei cosiddetti liberatori. Putin aveva garantito al nostro popolo la difesa degli interessi nazionali della Russia e il ripristino dell'antica grandezza. Ha invece assestato un colpo alla demografia nazionale e ha privato della vita e reso storpi decine di migliaia di russi che avrebbero potuto lavorare, crescere figli ed essere utili alla società. *Certo per Putin sarebbe l'ideale, se tutti i suoi oppositori si rifugiassero all'estero. "Gli oppositori sono scappati a casa dei loro padroni stranieri e abbaiano da lontano", dice il presidente. Non io. Non sono scappato e non abbaio ma dico la verità. Con voce alta e chiara. Rispondo delle mie parole con la mia stessa vita. E credo che le parole di verità dette qui in Russia abbiano più "peso" che le stesse parole dette da fuori. *Criticando Putin si ricorre a sinonimi tipo «il vecchio» oppure «quello» accompagnato dal caratteristico gesto del dito verso l'alto. C'è chi parla sottovoce, chi per allusioni. *Nella mente di Putin, è così che si afferma il potere: attraverso l'omicidio, la brutalità e la vendetta ostentata. Questa non è la mentalità di uno statista. È il pensiero di un capo di una banda criminale. *Putin finge di agire in nome dell'intero popolo, si è attribuito lo status di leader nazionale e ha dato persino al suo partito il nome di Russia unita. In Occidente spesso condividono questa visione quando parlano del "terribile popolo russo" che adora il suo capo, che si è stretto intorno a lui in un'estasi militaristica ed è geneticamente inadatto alla democrazia. Ma noi lo sappiamo che non è così. Sì, Putin ha una base di sostenitori, per anni se l'è coltivata grazie alla propaganda e alla manipolazione. Ma pure gli oppositori della guerra sono tanti nel nostro Paese, e non si tratta solo di politici e attivisti. *Putin lascerà dietro di sé un'eredità funesta: economia distrutta, isolamento internazionale, corruzione esorbitante e degrado delle istituzioni statali. A questo vanno aggiunti un opprimente senso di spaccatura sociale e le decine di migliaia di soldati che torneranno dal fronte con traumi psicologici. Ci attendono anni bui. Ma credo che in un modo o nell'altro ce la faremo. L'epoca di Putin deve finalmente insegnarci che non è possibile affidare l'intero potere a una sola persona. L'autocrazia porta sempre al disprezzo per la vita umana, il dispotismo dei leader si accompagna sempre a repressioni e guerre. *Putin offrirà la Russia su un piatto d'argento al compagno Xi e la porrà in una condizione di dipendenza politica ed economica dalla Cina. *Putin rimarrà un piccolo uomo che ha accidentalmente acquisito un enorme potere. Un personaggio che si nasconde in un bunker, uccide furtivamente e rende milioni di persone ostaggio dei suoi complessi. *Questo padrone del Cremlino cadrà nell'oblio esattamente come i suoi predecessori. E i cambiamenti sono inevitabili. *Vedo che i leader occidentali spesso non distinguono il regime del Cremlino dalla società russa, considerando Putin e il popolo come un tutt'uno. Ai miei occhi è un errore grave. Una politica simile aiuta Putin a farsi scudo del popolo, che di fatto è tenuto in ostaggio, lo aiuta a scaricargli addosso la responsabilità per l'aggressione militare. *Vladimir Putin dice spesso che il principale valore della Russia sono le sue persone, che lo stato compie sforzi enormi per proteggere e sviluppare il capitale umano. La guerra in Ucraina ha dato una palese dimostrazione della falsità di simili proclami e dell'ipocrisia di Putin. Per lui le persone non sono nient'altro che materiale di consumo, da comprare a basso prezzo e sbattere in prima linea per realizzare i suoi fini politici e soddisfare le proprie ambizioni. *Vladimir Putin parla spesso e a lungo di valori conservatori. L'Europa e gli Stati Uniti vogliono imporci i loro modi dissoluti e senza Dio, dice ai russi, per spaventarli e giustificare uno scontro con "l'occidente collettivo". [...] Tutta questa retorica è pura ipocrisia. Per Putin, il discorso conservatore non è altro che uno strumento politico per manipolare la coscienza della popolazione. La realtà è che il presidente russo conduce una vita immorale, del tutto contraria ai valori che pretende di incarnare. ===[[Viktor Juščenko]]=== *L’ho sempre trovato d’una gentilezza formale, non ricordo un suo gesto sgarbato. Mi chiamava confidenzialmente Viktorovic. Però mi colpiva una cosa: se c’era da negoziare su qualcosa, toccava sempre a me prendere l’iniziativa, lui non lo faceva mai. Io spiegavo la posizione ucraina per mezz’ora, lui armeggiava solo con foglietti che estraeva dal taschino. Credo sia molto cambiato, in questi vent’anni. Specie dopo il 2014. Ha visto che la putinizzazione dell’Europa era compiuta e s’è mostrato per quel che oggi vedete tutti. *Putin non si è accorto che l'Urss è crollata, che la guerra fredda è finita e che l'Ucraina è indipendente. Con [[Leonid Kučma|Kuchma]] era abituato a dare ordini, non si rassegna al confronto con un partner fondato su diritto e democrazia. *{{NDR|Schröder e Merkel}} hanno creato una dipendenza energetica per coltivare un rapporto privilegiato con la Russia. Lo stesso hanno fatto in altro modo i Sarkozy, i Berlusconi. Io lo dicevo: si rischia molto, a trattare con la Russia in questo modo. E ora si vede: per più di vent’anni, Putin ha creato un sistema di corruzione internazionale. ===[[Vladimir Kara-Murza]]=== *A tutti coloro che sostengono che Vladimir Putin è così popolare io chiedo una sola cosa: perché un capo di Stato così popolare ha così paura di un’elezione libera? *Al momento in cui il regime di Putin perderà il potere sarà troppo tardi per sedersi e pensare a cosa occorre fare. Bisogna pensarci ora. *{{NDR|«È innegabile [...] che in Russia Putin goda di un notevole sostegno»}} Credo sia molto importante ricordarsi che questa popolarità supposta del signor Putin non è mai stata verificata e confermata da un’elezione libera e democratica, contro dei veri oppositori. *Il regime di Putin non è al potere grazie al popolo russo, non ha un mandato democratico ricevuto dal popolo. È per questo che sempre più persone scendono per le strade a protestare contro il regime. È il solo modo per esprimersi, per opporsi al Governo: non abbiamo delle vere elezioni, tutti i canali televisivi sono controllati dallo Stato, il Parlamento è solo di facciata, non c’è una vera opposizione. Chi si oppone a Putin finisce in prigione. *La storia di questi ultimi due secoli ci insegna che l'unico modello in grado di garantire sviluppo, benessere ed una dignitosa vita umana è quello che si fonda sul rispetto dello stato di diritto, sulla piena libertà politica e sul rispetto dei diritti di ogni individuo. Questo è il modello della "democrazia liberale" inviso a Putin che ha trasformato la Russia da una democrazia imperfetta com’era, in una perfetta dittatura. *Le forze sovraniste e l’estrema destra europea stanno dando qualcosa a Putin che gli mancava da tempo: una nuova legittimazione internazionale. *Non so esattamente che cosa [[Matteo Salvini|Salvini]] ammiri del Presidente Putin: forse le centinaia di prigionieri politici o il fatto che il più importante leader dell’opposizione, [[Boris Nemcov|Boris Nemtsov]], sia stato ucciso a pochi metri dal Cremlino? *Putin è al potere da più di due decenni segnati da guerre. È arrivato al Cremlino come conseguenza della brutale guerra in Cecenia. Poi la distruzione dei media indipendenti, del pluralismo politico, delle libere elezioni e dei diritti civili. Quindi l'invasione della Georgia, l'annessione della Crimea, la prima incursione nell'Ucraina orientale, il bombardamento della Siria. Ora un attacco su vasta scala all'Ucraina, con crimini contro l'umanità nel mezzo dell'Europa. Non si fermerà finché rimarrà al potere. Anni di pacificazione occidentale nei confronti di Putin ci hanno portato a questo. *Putin sarà il nuovo presidente. È al potere da 18 anni. 18 anni! C’è un’intera nuova generazione di russi nati sotto Vladimir Putin. Coloro che andranno ora a votare per la prima volta sono proprio quelli nati sotto Putin. Certo, quando oggi si parla di elezioni in Russia bisogna mettere la parola "elezioni" tra virgolette: non hanno nulla a che vedere con una vera procedura democratica. *Tutta l'ideologia anti-europea, anti-liberale ed anti-occidentale di Putin è anacronistica e sbagliata. La Russia da sola potrà essere soltanto, ben che vada, un "junior partner" del colosso cinese. ===[[Garri Kasparov]]=== *Aiuti nucleari all'Iran, tecnologia missilistica alla Corea del Nord, equipaggiamento militare a Sudan, Myanmar e Venezuela, amicizia con Hamas: così Putin ripagava l'Occidente per aver taciuto per otto anni sulla questione dei diritti umani in Russia. *Ciò che l'Europa ha da offrire sono piuttosto commissioni e tempistiche indefinite, pretendendo in cambio trasparenza e riforme dolorose. Putin offre denaro sonante e tutto ciò che vuole in cambio è la tua libertà e la tua anima. *Fino a pochi anni fa Putin non ha avuto bisogno di ricorrere a nessuna ideologia per depredare la Russia e consolidare il potere. L'unica idea che ispirava la sua cerchia si può riassumere nella frase "Rubiamo insieme": la struttura governativa serviva a far confluire i denari pubblici nelle tasche di chi esercita il potere. Con il deteriorarsi della situazione economica, tuttavia, Putin ha dovuto leggere fino in fondo il manuale del perfetto dittatore alla ricerca di nuovi pretesti con cui giustificare il suo ruolo di leader supremo. *L'ascesa di Vladimir Putin e del suo clan di San Pietroburgo è stata definita machiavellica, ma se ne trova una raffigurazione migliore nelle imprese di don Vito Corleone. La tela di tradimenti, i segreti, il confine indistinto tra affari, governo e crimine: è tutto descritto alla perfezione nei libri di Puzo. [...] leggendo Puzo si ha una visione più precisa del governo Putin: una rigida gerarchia, estorsioni, intimidazioni, un'immagine da duro, una sfilza di provvidenziali decessi tra gli oppositori, l'eliminazione dei traditori, il codice d'onore e di omertà e, soprattutto, la missione di far fluire i ricavi in continuazione. In altre parole: una mafia. *Per sette anni, dall'elezione di Putin fino al momento dell'assassinio di Litvinenko, i leader occidentali provarono a cambiare il Cremlino con parole gentili e condiscendenza. Pensavano di poter integrare Putin e il suo clan nel sistema di mercato regolare e onesta diplomazia del mondo libero. Invece accadde il contrario. Il Cremlino non avrebbe cambiato i suoi standard, ma li avrebbe imposti al resto del mondo. La mafia corrompe tutto ciò che tocca e barattare i diritti umani oggi comincia a sembrare accettabile. Come beneficio aggiuntivo, Putin e i sui compari ricevettero il marchio di legittimità dai leader e dalle aziende occidentali rendendo quegli stessi leader e aziende complici dei loro crimini. *Poiché da oltre dieci anni faccio di tutto, anche con i miei editoriali, per mettere in guardia dalla vera natura di Putin e dalle sue mire, mi secca non poco constatare che tanti politici americani, e così potenti, giungono alle mie stesse conclusioni solo quando non sono più in carica. Eppure nei loro libri non una riga è dedicata ad analizzare quale diversa strategia avrebbero potuto usare per incidere sulle azioni di Putin, quando ancora avevano il potere per farlo. Non si prende mai in considerazione l'ipotesi che gli Stati Uniti avrebbero potuto minacciare di isolare Putin, di emarginare lui e i suoi amici miliardari, di usare il bastone dopo avergli lasciato pappare tutte le loro carote. *Purtroppo Putin, come tutti gli autocrati moderni, disponeva, e dispone ancora oggi, di un'arma che la leadership sovietica non si sarebbe neanche sognata: un profondo legame compromissorio, economico e politico, con il mondo libero. Decenni di scambi commerciali avevano generato una ricchezza mostruosa, che le dittature come quelle russa e cinese usano per edificare sofisticate infrastrutture autoritarie all'interno del paese e per esercitare pressioni in politica estera. Pensavamo, ingenuamente, che il mondo libero avrebbe sfruttato quelle relazioni socioeconomiche per liberalizzare gradualmente gli Stati autoritari. In realtà, sono stati gli Stati autoritari a diffondere il loro sistema corrotto all'estero e inasprire la repressione in patria abusando di quell'apertura e dell'interdipendenza economica. *Putin non è un ideologo. Lui e i suoi soldati hanno accumulato ricchezze spaventose e la minaccia di non poterne usufruire liberamente in Occidente sarebbe per loro devastante. A differenza dei loro predecessori sovietici, Putin e i suoi alleati non si accontentano di una limousine ultimo modello e di una bella dacia sul mar Nero. Vogliono governare come Iosif Stalin ma vivere come [[Roman Abramovič]], il caro amico di Putin che ha speso una fortuna per comprare una famosa squadra di calcio inglese e svariati yatch grandi quanto un campo di calcio. Gli oligarchi di Putin viaggiano in tutto il mondo e custodiscono le loro ricchezze all'estero, e questo dà ai governi occidentali una leva di potere consistente, se soltanto avessero il coraggio di usarla. *Putin [...] non sa che farsene del popolo russo, soprattutto dei giovani istruiti. Lui e la sua giunta hanno trasformato il paese in un petrol-Stato, e le esportazioni di risorse naturali su un mercato globale insaziabile non necessitano di imprenditori o di manager, per non parlare di scrittori e professori. *Quando Putin divenne presidente nel 2000 non figurava nessun russo nella lista di ''Forbes'' dei miliardari di tutto il mondo. Nel 2005 ce n'erano trentasei e nel 2008 erano saliti a ottantasette, più di Germania e Giappone messi insieme, in un paese in cui il 13% dei cittadini vive al di sotto della soglia di povertà, con 150 dollari al mese. Putin e i suoi simpatizzanti all'estero usavano quelle cifre per pubblicizzare la crescita del Pil russo, ma era come calcolare la temperatura media di tutti i pazienti di un ospedale. *Se Putin gode di tanto consenso popolare, perché non ci sono elezioni libere e regolari e una stampa indipendente? Perseguitare blogger e arrestare un manifestante che ne sta in piazza con un cartello anti-Putin non mi pare sia il comportamento tipico di un governante popolare. ===[[Elena Kostjučenko]]=== *Come Hitler e Mussolini, Putin sostiene che amare il nostro Paese ci obblighi a diventare assassini, a sostenere il fascismo. *Non somigliava per niente a El'cin: era giovane, atletico, aveva gli occhi chiari. Gli occhi erano l'unica cosa della sua faccia che ti restava in mente. La voce aveva una particolarità: pareva sempre a un passo dal diventare un ringhio. In compenso, quando Putin sorrideva, tutti quelli che gli stavano intorno sembravano felici. Mia madre non aveva votato per lui. È del Kgb, diceva. Io sapevo cos'era il Kgb: nella nostra scala abitavano due agenti. Persone sospettose in modo maniacale, che bevevano come spugne e non salutavano mai. Non avevamo legato. *Quando Putin è arrivato al potere, i cittadini russi si sono semplicemente accontentati che non fosse né anziano, né alcolista. Le aspettative erano molto basse. Inoltre, non bisogna dimenticare che la propaganda putiniana investe risorse illimitate al fine di apoliticizzare la maggioranza della popolazione. Le votazioni e le elezioni in Russia si sono trasformate in una specie di rituale in cui si pone una crocetta, ma la realtà è che elezioni libere nel mio Paese non esistono più da molto tempo. ===[[Elena Aleksandrovna Kostjukovič]]=== *Convivono in lui idealizzazioni e mistica del Kgb che lo ha sollevato dalla sua parte socialmente misera. Alla fine lui stesso non sa che cosa realmente stia avvenendo: vive da segregato, non si fida di nessuno, vede solo sudditi che gli portano le notizie che vuol sentire e che servono a loro per conservare il proprio posto comodo. *Di sicuro {{NDR|la [[nuova cronologia]]}} gli è utile perché secondo le dottrine che si basano sulla Nuova cronologia è arrivato il momento di ripristinare la giustizia e porre fine all'umiliazione storica del grande popolo russo. *Putin ha una mentalità atavica, mistica, oscura. È uno che non usa il computer, non naviga su Internet, dà ascolto ad eremiti, va in clausura sul Monte Athos, crede a indovini e sciamani. ===[[Sergej Adamovič Kovalëv]]=== {{cronologico}} *Un presidente si elegge perché gli elettori pensano che possa rispondere a varie aspettative, politiche, economiche, sociali. Mentre Putin verrà eletto soltanto perché ha promesso di sbaragliare i ceceni. Qui sta il consenso dei russi attorno al suo nome. (7 marzo 2000) *Coloro che hanno tramato per un ritorno dell' autocrazia, spingendo sulla scena questa specie di Pinochet russo, sono riusciti nel loro intento. (23 marzo 2000) *La manovra con cui Putin è stato messo sulla poltrona presidenziale [...] era perfetta. Se infatti Eltsin non si fosse dimesso, e le elezioni avessero avuto luogo come previsto a giugno, non so proprio come sarebbero finite. (23 marzo 2000) *I commentatori, siano russi o siano stranieri, hanno elaborato diverse spiegazioni per lo straordinario "fenomeno Putin". La prima fa riferimento al fatto che Putin avrebbe dato ai cittadini russi quel che loro attendevano con ansia dopo il susseguirsi delle catastrofi degli anni '90: la sensazione di aver raggiunto una relativa stabilità e sicurezza. Qualcosa di vero c'è: gli stipendi vengono pagati quasi sempre in tempo; l'economia mostra segni di ripresa e in ogni caso il declino si è arrestato. Le pensioni e la sicurezza sociale sono in netto miglioramento, anche se sono ancora lontane dal garantire una vita appena decente; la percentuale di cittadini che vivono in povertà è in costante diminuzione; la resistenza armata cecena è stata quasi debellata, e da qualche tempo non vi sono più stati attacchi terroristici. Una seconda spiegazione per la popolarità di Putin è la nostalgia per il passato sovietico. Alla gente, si dice, il regime sovietico e tutti i suoi simboli tutto sommato mancano. E quale era l'essenza del regime sovietico, se non il Kgb, erede della potente Ceka staliniana, baluardo contro i nemici interni ed esterni dello Stato? Dunque, è per nostalgia che i russi hanno eletto e rieletto un colonnello del Kgb come loro leader. [...] Vi è anche una terza spiegazione, forse un po' mistica, ma se ne parla spesso in conversazioni private e qualche articolo di giornale di tanto in tanto la evoca. La popolarità di Putin ha a che fare col suo "carisma", anche se nessuno sembra capace di dire in cosa esattamente questo consista. L'unica cosa chiara è che non si può ridurre al fascino mascolino o ai suoi comportamenti in pubblico, che sembrano tuttavia ispirare fiducia nel cittadino comune. Eppure, quando si compiace di usare espressioni quali "affoghiamoli nel cesso" (in riferimento ai ribelli ceceni) o dice a un giornalista straniero "vada a farsi circoncidere", non sembra affatto emanare un "carisma" particolare. (5 dicembre 2007) *I collaboratori di Putin hanno rapidamente portato a termine il compito più delicato e importante, la conquista del sistema televisivo. Da allora, il paese è sottoposto a una propaganda pervasiva, incessante, ben più sofisticata, efficace e onnipresente di quanto il regime sovietico sia mai stato capace di mettere in atto. Stampa e televisione hanno martellato senza sosta il pubblico con immagini di Putin quale capo carismatico alla testa di un vasto movimento di resistenza nazionale, mentre il putinismo viene rappresentato come il garante della stabilità e dell'ordine interno. I valori dello stato imperiale sono stati inculcati nell'immaginario collettivo, nell'intelligenza sociale, insieme con una sistematica denigrazione e banalizzazione di ogni concezione alternativa dello sviluppo della Russia, soprattutto quelle che si ispirano ai valori della libertà e di una genuina democrazia. In breve, l'incessante propaganda ha trasformato le diverse ipotesi sulla popolarità di Putin in una singola, coerente e dominante realtà. (5 dicembre 2007) ===[[Andrej Kurkov]]=== *Putin è un dittatore, i suoi soldati delle locuste che divorano il Paese senza alcun diritto [...]. *Putin sta distruggendo la cultura e la lingua russa ovunque. *Vorrebbe diventare il rifondatore dell'impero russo. Del presente non gli importa nulla, la Russia può essere distrutta, i russi morire, a lui interessa solo l'eredità storica. ===[[Nicolai Lilin]]=== {{cronologico}} *È [...] possibile che dietro agli attentati {{NDR|l'[[attentato di Mosca del 2010]] e l'[[attentato terroristico all'aeroporto Domodedovo del 2011]]}} ci sia lui o persone vicine a lui. (25 gennaio 2011) *In Russia la gente ha creduto per anni alle favole che sentiva raccontare. Ha creduto al pericolo del terrorismo, ha creduto che i ceceni fossero criminali e che questo piccolo uomo fosse in grado da solo di garantire sicurezza, salvare le città, mantenere l'ordine. Putin in realtà non è che il risultato di un compromesso tra servizi segreti e oligarchi, per evitare una guerra civile e spartirsi quello che c'era da spartire. (12 dicembre 2011) *È un piccolo uomo, uno che ha sempre bisogno di dimostrare il contrario e per questo si fa fotografare con le tigri, o a torso nudo o con un fucile da cecchino. Non è nemmeno il meglio che possano esprimere i servizi segreti, è semmai un loro fallimento. (12 dicembre 2011) *Sono rammaricato per come stanno andando le cose con Putin, le sue leggi omofobe, la censura, la pedofilia come sistema criminale per guadagnare denaro. La corruzione di stampo occidentale ha preso il sopravvento, per questo Berlusconi e Putin sono così amici, e si somigliano pure: ambedue oggetto di plastiche facciali per sembrare sempre giovani, ma solo Satana non invecchia mai. Sono demoni. (30 ottobre 2013) *Da giovane, e anche nei primi anni della sua presidenza, parlava spesso di portare in Russia il modello di democrazia occidentale. Un progetto che ha presto accantonato perché, da vero russo, ha sentito quella corda intima che c'è nella nostra cultura: la richiesta di autoritarismo. [...] Abbiamo ereditato dai bizantini l'idea che siamo la terza Roma e che non ce ne sarà una quarta. Il popolo vuole lo zar e Putin lo ha capito. (16 ottobre 2020) *Putin parla con gli [[Oligarchi russi|oligarchi]] e non può fare altrimenti. In Russia, si può arrivare al potere solo in due modi: ottenendo l'appoggio delle famiglie degli oligarchi oppure facendo come i comunisti, massacrando, giustamente o ingiustamente, milioni di persone. (16 ottobre 2020) *Alcuni ritengono che Putin voglia ricostruire l'Unione sovietica, ma non è così. Lui non è un sognatore come Gorbačëv (che infatti si è fatto abbindolare da tutti). Putin non è un sognatore, è molto freddo e logico. La sua visione geopolitica si rifà soprattutto agli interessi del sistema economico che lui mantiene e dal quale è mantenuto. (16 ottobre 2020) *Putin ha sbagliato nel condurre una politica interna che ha allontanato la Russia dal binario della democrazia del modello occidentale. Ha scelto la via dell'impero e abbiamo visto com'è finita. Da una parte c'è una setta di ortodossi che l'ha proclamato santo e dipinge icone con la faccia di Putin. Credono infatti che sia stato mandato dal cielo per combattere l'Anticristo. Dall'altra ci sono quelli che dicono che ha rovinato tutto. Io non credo a nessuno dei due. Io ritengo che all'epoca in cui Putin è diventato presidente si dovesse prendere una decisione. Era un momento difficile però lui l'ha fatto. (16 ottobre 2020) *Putin è una cartuccia sparata, non cambierà più. L'unico modo per la Russia di salvarsi, se lui davvero la ama, è quello di cominciare a preparare qualche sostituto, più giovane e più energico. E, soprattutto, meno legato agli olicarchi. (16 ottobre 2020) *Il modello a cui si rifà è un modello imperiale, messianico, il suo modello è [[Alessandro III di Russia|Alessandro III]]. Forse all'inizio ha pensato di avvicinarsi alle democrazie occidentali, non certo a un vero Stato liberale, ma si muoveva in quel senso. Poi ha prevalso l'idea di tornare all'Impero, si è trasformato quasi in un personaggio shakespeariano. (26 marzo 2022) *Sono moltissimi quelli che non la penseranno come Putin. E i più dovranno pernsarlo in silenzio. Ma non si può pensare che Putin cada per una rivoluzione, i russi hanno già provato le rivoluzioni e temono più di tutto il caos. Se ci sarà un cambiamento partirà all'interno del sistema. (26 marzo 2022) *In lui c’è stato un cambiamento incline anche verso il male, il potere non ha migliorato quest’uomo, sicuramente lo ha danneggiato dal punto di vista umano. (28 marzo 2022) ===[[Jonathan Littell]]=== *Fisicamente, Putin è un uomo di bassa statura e certamente gli anni dell’infanzia, trascorsa nella Leningrado post bellica, devono essere stati molto duri per lui. Sicuramente gli hanno insegnato questa lezione: se sei piccolo di statura, colpisci per primo, colpisci forte e continua a colpire. I ragazzi più grandi e grossi impareranno a temerti, e saranno loro a fare un passo indietro. È una lezione che ha imparato a memoria. La spesa militare degli Usa nel 2021 è stata di circa 750 miliardi di dollari, quella complessiva di tutti i paesi europei non è arrivata ai 200 miliardi, e quella della Russia si è attestata intorno ai 65 miliardi di dollari. Eppure, Putin riesce a spaventarci molto di più di quanto non riusciamo a spaventarlo noi. Ha dalla sua il vantaggio di lottare come un topo spinto nell’angolo, non come i nostri ragazzi grassocci e indolenti, allevati a Coca-Cola, Instagram e 80 anni di pace in Europa. *Ho studiato a lungo il linguaggio di [[Adolf Hitler]] e ritrovo lo stesso meccanismo in Putin, quello di un dittatore narcisista che trasferisce le proprie paure e le proprie insicurezze sulla storia. La sua persona diventa un fatto storico. *Putin deve la sua esistenza alla guerra; se sopravvive e prospera ancora oggi, lo deve alla guerra. Ma adesso una guerra, ce lo auguriamo, servirà finalmente ad annientarlo. *Putin sembra addirittura credere alla sua stessa propaganda, quando si tratta dell’Ucraina. Credeva davvero che gli ucraini avrebbero accolto i «liberatori» russi a braccia aperte? Che si sarebbero arresi senza colpo ferire? Se così stavano le cose, si è sbagliato di grosso. Gli ucraini combattono, e benché inferiori per numero e armi, combattono con tutta l’anima. Insegnanti, impiegati, casalinghe, artisti, studenti, dj e drag queen, tutti imbracciano i fucili e sparano ai soldati russi, molti dei quali sono semplici ragazzi che non hanno la minima idea di che cosa sono andati a fare in quel posto. *Putin si è convinto che siamo deboli, almeno se messi di fronte al suo concetto di forza. Anche perché per anni si è allenato sulle debolezze dei Paesi occidentali. Le ha coltivate, le ha studiate. Non mi ha mai convinto l’ipotesi della paranoia, a mio avviso è stato un leader lucidissimo nelle sue mosse. *Tornai in Cecenia come operatore umanitario allo scoppio del secondo conflitto. Nel febbraio del 2000, trascorsi una serata in quella regione in compagnia di Sergey Kovalev, il grande paladino russo dei diritti umani, e gli rivolsi la domanda che era sulle labbra di tutti: chi era questo nuovo presidente sconosciuto? Chi era Putin? Ricordo ancora, a memoria, la risposta di Kovalev: «Giovanotto, vuoi sapere chi è Vladimir Putin? Vladimir Putin è un tenente colonnello del Kgb. E sai chi è un tenente colonnello del Kgb? Un signor nessuno». *Vladimir Putin in tutti questi anni ha giocato sul filo dell’ambiguità unita a un tentativo di normalizzazione. Una volta si è preso un pezzetto di territorio nel silenzio dell’Occidente, un’altra volta ha osato con la guerra ibrida, un’altra ancora è stato accusato di aver violato i diritti umani senza che questo diventasse un problema di tutti. Ogni volta, sui media occidentali, le mosse di Putin restavano un fatto confinato nella Russia, ma il nodo è che i diritti sono un problema di tutti. ===[[Aleksandr Val'terovič Litvinenko]]=== {{cronologico}} *Putin sa di essere un criminale di guerra e, ovviamente, teme di finire sul banco degli imputati per le malefatte che ha compiuto. (22 gennaio 2004) *Se Putin disponesse delle prove della colpevolezza di [[Aslan Maschadov|Maschadov]] in relazione {{NDR|all'[[attentato a Mosca del 2004]]}}, allora certamente verrebbero presentate al pubblico. Poiché ciò non è stato fatto, significa che i vertici della Federazione Russa semplicemente non dispongono di queste prove e a Putin non resta che mentire. (7 febbraio 2004) *Nei cinque anni del suo governo Putin ha detto solamente una cosa giusta, che l'URSS si è sfaldata perché lui è stato un incapace, e qui è necessario aggiungere che incapace lo è stato perché quella era un'enorme prigione di popoli, proprio come lo è oggi la Federazione Russa. (6 settembre 2004) *La Russia ha di che inorgoglirsi: il suo Presidente Putin non è soltanto sommergibilista, aviatore, allevatore di cani esperto ed il migliore amico di tutti i bambini. È anche un armatore: è di sua proprietà il megayacht "Olimpia", che rientra nella classifica dei cento megayacht più grandi al mondo. (10 giugno 2005) *Quando ho incontrato Putin per la prima volta ed ho parlato con lui, il mio fiuto operativo mi ha suggerito che fosse robaccia della peggior specie, di quelle che oggi abbondano sui tavoli dei controlli passaporti, alla dogana e per la Tverskaja all'imbrunire. L'incontro con Putin, quando era ancora direttore dell'Fsb, mi ha lasciato nell'animo un'impressione di ribrezzo, e allora ho preso dentro di me la decisione che da Putin e da quelli come lui, qualunque sia la posizione che occupano, occorra tenersi quanto più distante possibile, come successivamente ho fatto. (10 giugno 2005) *Il principale merito del governo settennale di Putin è che nel Paese governato dal Kgb viene deprezzata pienamente la vita umana, oggi la vita umana in Russia non vale proprio un bel niente. (30 marzo 2006) *Dopo che lo sconosciuto Putin, in un modo del tutto incomprensibile, è apparso all'apice del potere russo, ho iniziato a indagare molto attentamente e a fondo su ogni fase della sua crescita professionale. Ed ecco cosa sono riuscito a scoprire da chi conosceva bene Putin durante i suoi studi al Kai {{NDR|Istituto della bandiera rossa Andropov}}.<br>Si è scoperto che Putin non è stato portato all'intelligence straniera perché è stato accertato che soffre di pedofilia. Come hanno detto persone esperte, non hanno appreso immediatamente di questo disturbo sessuale, ma poco prima di diplomarsi al Kai. Naturalmente, non c'era abbastanza tempo per studiare Putin, e la leadership del Kai aveva paura di riferire ai vertici che gli ufficiali del personale non avevano ispezionato, e nelle profondità dell'intelligence sovietica, è apparso la parola "pedofilo". (5 luglio 2006) *Subito dopo la sua nomina come direttore dell'Fsb, Putin ha iniziato a cercare materiale compromettente raccolto su di lui nei servizi speciali e a distruggerlo, preparandosi così alla futura presidenza. È chiaro che, essendo il direttore dell'Fsb, non ha avuto particolari problemi con la distruzione di prove compromettenti su se stesso. A quel tempo, Putin ha trovato video nel dipartimento della sicurezza dell'Fsb, dove i čekisti sono riusciti a registrare il loro futuro capo nel momento in cui faceva sesso con ragazzi minorenni. (5 luglio 2006) *Certo, non puoi credermi e dici che Putin non può essere un pedofilo, perché è un padre di famiglia esemplare e sua moglie e i suoi figli lo adorano. Tuttavia, se ricordiamo la sanguinosa storia di uno dei maniaci più crudeli del nostro tempo, [[Andrej Romanovič Čikatilo|Andrej Čikatilo]], che, per soddisfare la sua lussuria, uccise 53 bambini, così la moglie del maniaco Čikatilo, come la moglie del presidente russo, ha sempre affermato che suo marito era un padre di famiglia esemplare, amava e si prendeva cura dei suoi figli. (5 luglio 2006) *Caro signor Putin, Lei ha dimostrato di non aver rispetto per la vita, per la libertà o per i valori civili.<br>Lei ha dimostrato di essere indegno del suo ufficio.<br>Di essere indegno della fiducia degli uomini e delle donne civili. Potrà riuscire a mettere a tacere un uomo, ma il fragore delle proteste da tutto il mondo, signor Putin, rimbomberà nelle sue orecchie per il resto dei suoi giorni.<br>Che Dio vi perdoni per quello che avete fatto, non solo a me, ma all'amata Russia. (20 novembre 2006) ===[[Sergej Medvedev (scrittore)|Sergej Medvedev]]=== *Indubbiamente gli storici del futuro scopriranno come e quando l'Ucraina si è impadronita dell'immaginazione paranoica di Putin. È successo nel 2004, al tempo della prima rivoluzione Maidan, quando le "[[rivoluzioni colorate]]" divamparono attorno al perimetro dell’Impero? Oppure è stato durante il secondo Maidan, nel 2013? O era dovuto a qualche trauma infantile sconosciuto? O alla gelosia adulta di un marito respinto e disprezzato? Qualunque cosa fosse, il fatto è che per Putin gli ucraini sono diventati quello che gli ebrei erano per Hitler: una spina nella sua visione dell'universo. Tutti i suoi saggi pseudo-storici dell'anno precedente, tutti i suoi commenti amari, il suo ribollente disprezzo e odio per l'Ucraina, testimoniano il fatto che aveva deciso "di risolvere finalmente la questione ucraina". Nello sterminio dell'Ucraina, che sta avvenendo davanti ai nostri occhi, Putin sta seguendo gli ordini del suo padre spirituale, [[Vladimir Žirinovskij|Žirinovskij]], che lanciava facilmente bombe nucleari nei suoi discorsi incendiari. *Putin ha restituito alla Russia uno dei suoi principali archetipi: la guerra. È salito al potere come "il presidente della guerra" e non ha abbandonato l'argomento per nemmeno un solo anno del suo governo. La sua improvvisa nomina a primo ministro, il 9 agosto 1999, coincise con l'[[Guerra in Daghestan|attacco a sorpresa al Daghestan]] da parte dei combattenti ceceni due giorni prima. Poi ci fu una serie di misteriose [[Bombe nei palazzi in Russia|esplosioni in condomini]] a Mosca, Volgodonsk e Bujnaksk, nel sud della Russia, nel settembre 1999, che uccisero oltre 300 persone e ne ferirono altre 1.700. Un'altra esplosione è stata evitata in un condominio a Rjazan', ma questa è stata poi descritta come "solo un'operazione dell'Fsb". I terroristi ceceni furono accusati degli attacchi, ma ci sono teorie che suggeriscono che dietro gli attacchi ci fossero l'Fsb e Putin personalmente, e che Putin volesse aumentare la sua reputazione come protettore della nazione in vista delle elezioni presidenziali del 2000, così come rafforzare il ruolo dell'Fsb e giustificare una nuova guerra in Cecenia. *Tutto quello che aveva cercato di creare, tutta questa borghesia delle città degli ultimi trent’anni, questi 20 milioni che si erano uniti alla civiltà globale, è finito. La guerra di Putin è una manifestazione di questo fallimento. La Russia di Putin non ha creato una società civile, la democrazia non ha messo radici lì. Invece, ha ricreato un enorme Stato Leviatano, che ha schiacciato tutti i germogli della democrazia. ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *Ho preso parte alle indagini sul mio stesso avvelenamento e abbiamo dimostrato, con tanto di prove, che è stato Putin, impiegando i Servizi di sicurezza federali russi, a mettere in piedi questo tentativo [...]. E questo sta facendo impazzire quel ladruncolo chiuso nel suo bunker: il fatto che tutto questo sia venuto alla luce. *Io l'ho offeso mortalmente sopravvivendo a un attentato alla mia vita ordinato da lui [...]. L'ho offeso mortalmente sopravvivendo, grazie a persone buone, grazie ai piloti e ai medici. E a quel punto gli ho provocato un'offesa ancora più grave: non mi sono andato a nascondere, non ho cominciato a vivere sotto protezione in un bunker – più piccolo – che mi potessi permettere. *L'ideale di Putin è Singapore o la Cina. Zero libertà ma crescita economica, tecnologia e stranieri che si mettono in coda per investire.<br>Ma invece di ottenere un enorme Singapore con l'atomica, o almeno un URSS 2.0 con yacht e Mercedes, se ne sta sulla tribuna delle parate e il suo unico ospite straniero è il presidente del Tadžikistan. E invece delle tecnologie e della crescita fa vedere un'animazione digitale sulla mitica nuova arma. *Non ha mai partecipato a un dibattito, non ha mai fatto una campagna elettorale. L'omicidio è il solo modo che conosce per combattere [...]. Resterà nella storia soltanto come un avvelenatore. E tutti ricorderemo Alessandro il Liberatore e Jaroslav il Saggio. Bene, adesso avremo Vladimir l'Avvelenatore di mutande. È così che rimarrà alla storia [...]. *Per me è la persona che ha fondato nel mio Paese un sistema corrotto che ne impedisce lo sviluppo e che voglio distruggere. *Putin ci ha ricordato la famosa «legge della papera». Ricordate? Se cammina come una papera, se ha l'aspetto e fa il verso della papera, vuol dire che è una papera. Allo stesso modo: se uno ha annientato la stampa, se organizza omicidi politici e vaneggia di illusioni imperialiste vuol dire che è un folle, capace di provocare un bagno di sangue nel centro d'Europa nel XXI secolo. Uno così non lo si deve abbracciare ai forum internazionali. *Putin non è eterno, fisicamente o politicamente. La cosa importante è che il regime di Putin è un incidente storico, non una fatalità. È stato la scelta della famiglia El'cin e della sua corruzione. Presto o tardi questo errore verrà corretto e la Russia procederà su una via di sviluppo democratico europeo. Semplicemente perché è questo che la gente vuole. *Ormai da molto tempo ho smesso di tentare di analizzare e prevedere il comportamento di Putin e del Cremlino: c'è in gioco troppa irrazionalità. Putin è al potere da oltre vent'anni e, come accade a qualunque altro leader della storia che abbia governato così a lungo, ha la testa piena di ossessioni messianiche, tutta quella roba in stile «Niente Putin, niente Russia» proclamata dal podio della Duma. A dispetto di ciò che gli analisti poltici scelgono di scrivere, poi, anche il vero equilibrio di potere fra i più assortiti gruppi del Cremlino è ignoto, quindi è inutile cercare di calcolare quale potrebbe essere la «loro» prossima mossa. Possiamo fare solo quello che riteniamo giusto. *Se mi chiedeste se odio Vladimir Putin, la risposta sarebbe: sì, lo odio, ma non perché ha cercato di uccidermi o perché ha sbattuto mio fratello in prigione. Odio Putin perché ha rubato alla Russia gli ultimi vent'anni. Avrebbero potuto essere anni incredibili, un periodo mai vissuto nella nostra storia. Non avevamo nemici. La pace regnava lungo tutte le nostre frontiere. I prezzi di petrolio, gas e di tutte le nostre altre risorse naturali erano incredibilmente alti. I ricavi delle esportazioni erano enormi. Putin avrebbe potuto usare quegli anni per trasformare la Russia in un paese prospero. E tutti noi avremmo potuto vivere meglio.<br>E invece, venti milioni di persone campano al di sotto della soglia di povertà. Una parte del denaro è stata semplicemente sottratta da Putin e dai suoi compari. Una parte è stata scialacquata. Non hanno fatto nulla di buono per il nostro paese, e questo è il loro peggior crimine contro i nostri figli e contro il futuro di tutta la Russia. *Se non ha appena mentito a qualcuno entra subito in una terribile e dolorosa crisi di astinenza; e allora se la cava così: «Il reddito della popolazione russa è in crescita; in Russia non ci saranno vaccinazioni obbligatorie; Naval'nyj è andato all'estero di sua spontanea volontà; la FBK ha insegnato a fare le molotov». A questo punto riprende a respirare, il dolore si attenua e può finalmente abbracciare teneramente Rotenberg, Timčenko, Roldugin (o chiunque si trovi a passare di lì) e sussurrare affettuosamente nelle loro orecchie: «Oggi non l'abbiamo ancora fatto... non va bene... dai, facciamo in fretta... freghiamoci un altro miliardo dal bilancio...». *Siamo nel XXI secolo, in un Paese ricco di gas e petrolio, che aspira ad essere leader mondiale. Il vostro re nudo e ladro vuole continuare a governare sino alla fine, a lui non gliene frega niente del Paese, ci si è attaccato e vuole tenere il potere all'infinito. *Siccome tutti lo capiscono e sempre più gente vede che il re è nudo, il re nudo deve riconoscere che non ci può fare nulla. Nulla per far stare meglio il Paese. E allora cerca freneticamente dei pezzi di sacralità e se ne appropria per i suoi scopi personali. Così avviene da molti anni con la vittoria nella Grande guerra patriottica. Cerca di farne cosa sua, dichiara che lui ha vinto la guerra, e fa commercio della vittoria a destra e a manca. Questo processo viene proprio di qui: il vostro re nudo ha rubato la bandiera della vittoria e cerca di farsene un perizoma. ===[[Boris Nemcov]]=== [[File:Vladimir Putin with Boris Nemtsov-1.jpg|thumb|Putin con Boris Nemcov nel 2000]] *A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà. *A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina. *{{NDR|«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»}} Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse. *La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere. *[[Barack Obama|Obama]] crede nella [[libertà]] e nello stato di diritto. Putin nel [[denaro]], negli affari e nel [[potere]]. *Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere? ===[[Gleb Pavlovskij]]=== {{cronologico}} *Putin è un personaggio sovietico che non ha tratto lezioni dal crollo della Russia. Vale a dire, ha imparato delle lezioni, ma molto pragmatiche. Capì l'avvento del capitalismo in modo sovietico. A tutti noi è stato insegnato che il capitalismo è un regno di demagoghi, dietro i quali si celano grandi somme di denaro, e dietro a questo una macchina militare che aspira a controllare il mondo intero. Penso che Putin avesse in testa un'immagine molto chiara e semplice, non come ideologia ufficiale, ma come una forma di buon senso. Il suo pensiero era che in Unione Sovietica eravamo degli idioti; avevamo cercato di costruire una società giusta quando avremmo dovuto fare soldi. Se avessimo guadagnato più soldi dei capitalisti occidentali, avremmo potuto semplicemente comprarli, o avremmo potuto creare un'arma che loro non avevano. Questo è tutto. Era un gioco e abbiamo perso, perché non abbiamo fatto alcune cose semplici: non abbiamo creato la nostra classe di capitalisti, non abbiamo dato ai predatori capitalisti dalla nostra parte la possibilità di svilupparsi e divorare i predatori capitalisti dalla loro. *Putin non è un cinico. Pensa che l'uomo sia un essere peccatore, che sia inutile cercare di migliorarlo. Crede che i bolscevichi che cercarono di creare persone giuste e benpensanti fossero semplicemente degli idioti, e non avremmo dovuto farlo. Abbiamo sprecato molti soldi ed energie e allo stesso tempo abbiamo cercato di liberare altre nazioni. Perché farlo? Non ne abbiamo bisogno. *L'idea di Putin è che dovremmo essere capitalisti più grandi e migliori dei capitalisti stessi, ed essere più consolidati come Stato: dovrebbe esserci la massima unità tra Stato e imprese. Un sistema bipartitico come negli Stati Uniti? Meraviglioso, avremo anche quello. Putin ha lavorato per molti anni affinché ciò accadesse. Anche se ammette di non aver avuto successo, penso che sia ancora ciò che vuole, anche se si rende conto che è un compito molto più grande di quanto immaginasse. *Putin non crede che esista una vera competizione tra i partiti politici in Occidente. Per lui è un gioco, come una partita di golf in un circolo privato: un giocatore è leggermente più forte, l'altro è leggermente più debole, ma in realtà non esiste una vera competizione. Lo immagina com'era nella Repubblica Federale Tedesca dopo la guerra, sotto la guida di Konrad Adenauer. Ci sono due partiti, uno dei quali ha il potere, e il secondo aspetta, forse a lungo. I socialdemocratici hanno aspettato, credo, dal 1945 al 1970. È una sorta di sistema a partito e mezzo. Putin ha sempre detto che in futuro l'opposizione prenderà il potere e noi dobbiamo essere pronti per quel momento. Con l'essere pronti intendeva dire che dobbiamo essere sia qui che là, cioè controllare entrambe le parti. *Ho incontrato Putin nell'estate del 1998, poco prima che diventasse capo dell'Fsb e poco prima che si verificasse un default nel paese. [...] Non era molto impressionante o espressivo, se così posso dire. L'ho davvero perso tra gli altri funzionari governativi dell'amministrazione. Non era una figura brillante. Cercava sempre di restare all'ombra e restava in silenzio per la maggior parte del tempo. *Putin è stato nominato primo ministro, il che significa che sarebbe diventato presidente. Ma doveva essere eletto per diventare presidente, e questo era il nostro compito. [...] Nella primavera di quell'anno abbiamo condotto un'indagine sociologica sul tema delle paure delle persone. Inoltre, volevamo sapere come le persone immaginano i loro eroi. Abbiamo chiesto agli intervistati quali fossero le star del cinema e i loro attori preferiti. Questa era una valutazione di ruoli diversi. Abbiamo chiesto degli attori che hanno interpretato Lenin, Stalin, Pietro il Grande. Davanti a tutti gli altri, in modo del tutto inaspettato, abbiamo avuto un attore che interpretava Stirlitz, che era un ufficiale dell'intelligence sovietica, che lavorava in organizzazioni di alto livello in Germania. Ha interpretato un perfetto ufficiale tedesco, vestito in modo eccellente e molto educato. Era un ufficiale dell'intelligence sovietica e si è scoperto che la gente lo preferiva. [...] Ci siamo resi conto che abbiamo bisogno di un ufficiale dell'intelligence giovane, forte e potente. *All'inizio a Putin è stato chiesto di agire in modo più rude. Era un uomo più educato. Dicono che fosse una cortesia da Leningrado. Gli abitanti di Leningrado, che oggi è conosciuta come San Pietroburgo, si sono sempre considerati più eloquenti, più educati degli abitanti di altre città. Era uno di quegli educati residenti di Leningrado. Non riusciva a parlare in modo sgarbato, quindi gli è stato chiesto di comportarsi in modo ancora più sgarbato, e sembrava che gli piacesse imparare varie tecniche e varie tecnologie. Gli piaceva viaggiare sui carri armati, sugli aerei e sui sottomarini. Ha dimostrato di essere giovane e forte. Non dobbiamo dimenticare che tutto accadeva sullo sfondo del vecchio e debole Eltsin. Questo contesto è molto importante. Senza di esso, Putin non farebbe la stessa impressione. *Penso che abbia iniziato a pensare che tutto possa essere manipolato. Qualsiasi tipo di stampa, qualsiasi programma televisivo è tutto incentrato sulla manipolazione. È tutto pagato da qualcuno. Questa è una brutta eredità che ha ricevuto. E quando seguendo quei canali televisivi, i canali televisivi liberali, hanno iniziato a criticarlo, ha deciso che anche questo era un ordine di qualcuno, che fosse una guerra contro di lui, e avrebbe accettato la sfida. Allora non comprendevamo l'eredità che avevamo ereditato dal periodo precedente: essenzialmente ci eravamo corrotti. *In Occidente lo ha detto più di una volta: "Comprendiamo che queste pubblicazioni sulla vostra stampa non sono casuali" e parla della propria esperienza. Sta parlando del modo in cui agisce, della sua tecnica. *Negli anni '70 ho incontrato molti investigatori del Kgb che mi hanno perseguitato. Ho trascorso del tempo in prigione. Ma non ho visto un investigatore che assomigliasse a Putin. È molto flessibile dentro. Può cambiare. Se ha la sensazione che tu sia irritato, cambierà immediatamente. Inizierà a cercare il modo giusto per avvicinarsi a te e lo farà molto facilmente. *Putin ammirava sinceramente Bush. Posso dirtelo con assoluta certezza. Guardava Bush Jr. come io guardavo Putin, con ammirazione. Questo è stato un modello per lui, il modello di un presidente che ha accettato la sfida e ha iniziato una grande guerra sulla scena mondiale. A Putin questo piaceva ed era pronto a essere un alleato. [...] Putin è rimasto ferito dal fatto di non essere stato capito da Bush, e la situazione è peggiorata dopo l'Ucraina. "L'Ucraina è più preziosa per te della Russia?! Ero pronto a fare qualsiasi cosa. Ero pronto ad aderire alla Nato, e tu stai intrigando con l'Ucraina?!" Credo che Putin la vedesse così. E da allora ha perso interesse per Bush. *In Ucraina Putin era estremamente popolare. Era più popolare in Ucraina che in Russia. Se si fosse candidato alla presidenza dell'Ucraina, sarebbe stato eletto immediatamente a stragrande maggioranza. Gli ucraini non volevano entrare in guerra. Per loro la Cecenia è stata un trauma. Quando hanno visto [[Strage di Beslan|Beslan]], hanno smesso di avere un'alta stima di Putin. *È stata una scelta difficile per lui lasciare l’ufficio di presidente. Non lo volevo e lo ammiravo mentre lo faceva. Mi ha completamente ingannato in quel preciso momento, perché in quel preciso momento credevo completamente che fosse un uomo repubblicano, un uomo della Costituzione. *Non aveva nemici. Non c'era nessuno che potesse agire in modo consolidato. Dopo le elezioni poteva riunire tutti. Non l'ha fatto. Ha fatto esattamente il contrario. Ha iniziato a creare conflitti: questo caso delle Pussy Riot; un conflitto che aveva a che fare con il divieto di adottare bambini russi da parte di cittadini americani dopo la legge Magnitskij. Ogni volta che chiedeva che il parlamento prendesse le decisioni con voto unanime, allora si trattava di un Putin diverso. Questo era un Putin senza fiducia in se stesso, un Putin che soffriva di un trauma. *Ma guardi che Putin non è mica una figura poi così importante nella nostra politica... [...] È importante l’élite che lo circonda. Putin è diventato un anello di troppo del sistema che ha creato: così lo vede oggi il suo entourage. Persone che sono dove sono grazie a lui, e che hanno ancora bisogno di lui per avere legittimità. Ma che ultimamente non hanno visto alcun aiuto da parte sua. Perché Putin oggi non risolve nulla e non gestisce nulla. Solo, controlla attentamente che nessun altro prenda il suo posto. *In realtà, non gli piace molto lavorare. Soprattutto, non gli piace il lavoro politico spicciolo. Ha sempre tralasciato la routine del governare. Per questo in Russia più in alto sali per la "verticale", maggiore è il caos organizzativo che trovi. Si gestisce solo l’immagine del potere, tutto il resto è fuori controllo. *Il "mito di Putin" un tempo è stato forte, ma è ormai debole e invecchiato. Non esiste più nella sua forma precedente. La gente non gli crede, quando oggi promette misure di supporto a disoccupati e piccole aziende in crisi. Non è facile misurare il grado di malcontento nella popolazione, perché non esiste una rappresentanza politica, manca quindi il canale attraverso cui esplicitarlo. Ma penso proprio che il mito sia finito e non possa rinascere. Lo stesso Putin non ci conta più. *Sembra che comandi solo lui, ma è un errore. Un tempo andavo molto fiero del fatto che eravamo riusciti a creare la sensazione che Putin governasse tutto nel Paese. Era un teatrino politico necessario, perché il paese era assai nostalgico di una vera leadership, e non era stato governato per quasi dieci anni visto che Boris Eltsin non era molto versato in quel senso. Perciò con il passar del tempo si è capito che la tesi “Putin decide tutto” è molto comoda perché toglie l’ansia e oscura la visione di quello che succede davvero. Lui decide molte cose. Ma è chiaro che ci sono anche forze indipendenti ormai dal governo, grosse corporazioni e banche, centri di potere alternativi. *Il fenomeno di Putin non si ripeterà. È stata una eccezione nata in tempi disperati come la Russia di fine anni Novanta. Dopo, verrà un Putin collettivo, sotto forma di una direzione collegiale, che parcellizzerà il potere. ===[[Anna Stepanovna Politkovskaja]]=== *Con Putin la Russia sta recuperando i peggiori valori sovietici, come il brutale fondamentalismo stalinista. *Diventato presidente, Putin – figlio del più nefasto tra i servizi segreti del Paese – non ha saputo estirpare il tenente colonnello del KGB che vive in lui, e pertanto insiste nel voler raddrizzare i propri connazionali amanti della libertà. E la soffoca, ogni forma di libertà, come ha sempre fatto nel corso della sua precedente professione. *In Russia, Putin e il suo popolo hanno dato la loro benedizione a qualcosa che nessun paese, che non sia totalitarista, può approvare: una corruzione fondata sul sangue, migliaia di vittime che non suscitano stupore né protesta, un esercito corroso dall'anarchia militare, uno spirito sciovinista in seno all'apparato di governo spacciato per patriottismo, una retorica sfrenata dello stato forte, un razzismo anticeceno ufficiale e popolare con metastasi che si estendono ad altri popoli della Russia. *La Russia sta per precipitare in un abisso, scavato da Putin e dalla sua miopia politica. *Per me Putin è una funzione, non una persona. Riguardo a questa funzione ho delle esigenze molto semplici: un presidente deve operare per far diventare il suo paese migliore e più prospero. Ma da noi non è successo niente del genere. Moralmente, la Russia di Putin è ancora più sporca di quella di Eltsin, è una discarica di immondizia coperta di rovi. *Perché ce l'ho tanto con Putin? Per tutto questo. Per una faciloneria che è peggio del ladrocinio. Per il cinismo. Per il razzismo. Per una guerra che non ha fine. Per le bugie. Per i gas nel teatro Dubrovka. Per i cadaveri dei morti innocenti che costellano il suo primo mandato. Cadaveri che potevano non esserci. Io la penso così. *Personalmente non è che non mi piaccia Putin, è che non mi piace ciò che sta facendo. Lui deve mantenere la pace, è un suo dovere costituzionale. Invece continua la guerra nel Caucaso, con migliaia di morti non solo ceceni, ma anche russi. Gli attentati non possono cessare. Putin deve smetterla con questa guerra suicida e mettersi a trattare anche con quelle persone che non gli piacciono. *Putin è un camaleonte. Se gli torna utile sarà dei vostri, altrimenti vi darà battaglia. Sa mettersi nei panni di chiunque, e molti ci cascano. Persino una parte di quegli onestissimi attivisti si è bevuta il suo trasformismo e, nonostante un approccio diametralmente opposto alla realtà, si è sciolta al suo cospetto. *Putin ha dimostrato più volte di non comprendere il concetto stesso di dibattito. E tanto meno quello di «dibattito politico»: chi sta sopra non discute con chi sta sotto, e se chi sta sotto si permette di farlo diventa un nemico. Se Putin si comporta in questo modo non lo fa perché è un tiranno e un despota congenito, ma perché così gli è stato insegnato. Queste sono le categorie che gli ha inculcato il KGB e che lui stesso ritiene ideali, come ha più volte dichiarato. Perciò, non appena qualcuno dissente, Putin si limita a chiedergli di «piantarla con gli isterismi». Per questo rifiuta i dibattiti pre-elettorali: non sono il suo ambiente, non è capace di parteciparvi, non sa reggere un dialogo. La sua arte è quella del monologo, il suo schema quello militare: da basso rango ero costretto a non fiatare? Ora che sono in cima alla scala parlo, anzi monologo, e che gli altri fingano d'essere d'accordo con me. Un "nonnismo" ideologico che talvolta – come nel caso di Chodorkovskij – si risolve nell'allontanamento e nell'eliminazione dell'avversario. *Putin ha scelto di fondare il proprio potere su piedi d'argilla, gli oligarchi, cassando dal suo schema la gente comune. Putin lega con i miliardari che si sono spartiti le riserve di petrolio e di gas e dichiara guerra al resto della popolazione, che non conta nulla. Mosca e le province sono come il Sole e la Terra. Il Sole significa calore, luce, vita. La Terra gira attorno al Sole. Orbite diverse, diversi percorsi. ===[[Il'ja Ponomarëv]]=== *Dovete capire che, come molti rappresentanti delle élite russe post-sovietiche, Putin non è né di destra né di sinistra, né liberale né conservatore. È ideofobico. È una persona molto opportunista e scaltra, pronta ad adattarsi a qualsiasi idea gli si presenti intorno e a utilizzarla a proprio vantaggio. Questa è una caratteristica molto comune all’interno dell’attuale classe dirigente russa, che però la sfrutta principalmente per arricchirsi. Per Putin, invece, è diverso: tale assenza di legami ideologici è all’origine del suo successo. Bisogna, inoltre, riconoscere che è un individuo molto capace, brillante, direi anche molto talentuoso dal punto di vista tattico. Come tattico, prende sempre decisioni poco ortodosse e molto azzardate. Ma quando si tratta di strategia, non ne ha. Ed è per questo che strategicamente fallisce. Un esempio perfetto è l’annessione della Crimea nel 2014 che tatticamente gli ha dato un grande vantaggio, ma strategicamente ha portato a un grande disastro. E la stessa cosa è accaduta nel febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina. *È un mafioso, un bullo, ha bisogno di prevalere, mostrare di essere il maschio dominante. E non è un pazzo come vuole far credere, ma manipola tanto i russi, con la presunta minaccia costituita dalla Nato, quanto i leader dell’Occidente, con quella nucleare. E credo sia più un cleptocrate che un imperialista, come molti sostengono. È pronto a distruggere vite e economie per assicurarsi la sottomissione alle sue regole. *Putin mi ha fatto sapere che voleva neutralizzarmi. Io non ho mai accettato di lasciare la Russia, hanno aspettato che fossi in viaggio per lavoro e non mi hanno più permesso di rientrare. *{{NDR|Putin vuole}} restaurare l’Unione Sovietica senza niente di sovietico né di socialista, perché Putin è, ovviamente, anticomunista, ciò che ha in mente è una sorta di “Unione di Repubbliche sovrane slave” facendo leva anche sul sentimento nostalgico russo. ===[[Petro Oleksijovyč Porošenko]]=== *Il potere di Putin non risiede nel potere del suo esercito — lo dimostriamo ogni giorno che combattiamo l'invasione russa. Piuttosto, risiede nella sua capacità di bullizzare, manipolare e ricattare gli altri. *La mia regola è che non fidarti di Putin e non avere paura, tutto quel che promette non accade mai. Non farà mai un passo verso di te. Non fidarti e non avere paura. Se hai paura, hai perso. *La più grande debolezza di Putin sta nel fatto che pensa in termini di sfera di interessi. Nessuna apertura. Nessuna concorrenza leale. Vuole una sfera di influenza. Questo è il suo sogno. Odia l'idea di avere solo la Crimea o solo il Donbass. Ha bisogno anche adesso dell'intera Ucraina. Vuole rinnovare Yalta e la sfera d'influenza russa ai confini di Yalta. *Non vede le linee rosse nei diritti umani, nella democrazia, nello stato o nella legge, o nelle relazioni di buon vicinato. Acquisizione territoriali dai paesi vicini, questa è la logica di Putin. *Ovunque parlino russo, lui pensa sia Russia. E che la gente sia pronto ad accoglierlo coi fiori. Ma oggi nessuno lo applaudirebbe: gli ucraini hanno avuto 14mila morti, non accettano provocazioni. *Putin non è una persona normale, non si vede solo a capo d’una nazione: si crede a metà fra un imperatore e Dio. *Vladimir Putin non è il diavolo. È soltanto un imperatore che vuole inglobare il mio Paese senza neanche chiedere un parere al mio popolo. *Voglio ringraziare Putin perché nel 2013, prima della mia presidenza, il numero di ucraini che sostenevano l'adesione dell’Ucraina alla Nato era del 16%. Oggi è il 68%. ===[[Ljudmila Putina]]=== {{cronologico}} [[File:Putin on Easter 2011 07.jpg|thumb|Putin con Ljudmila nel 2011]] *C'era qualcosa in Volodja che mi attirava. Nel giro di tre o quattro mesi avevo deciso che era l'uomo per me. {{NDR|«Perché? Se lei stessa ha detto che era banale e noioso».}} Probabilmente era la sua forza interiore, la stessa dote che ora attira tutti verso di lui. *Una sera eravamo a casa sua e lui disse: «Ormai mi conosci, sai che tipo sono. In linea di massima non sono un tipo facile». Stava facendo autocritica. Mi spiegò che era un tipo silenzioso, che era piuttosto brusco in certo cose, arrivava anche ad insultare la gente e così via. Stava dicendo di essere un compagno per la vita ad alto rischio. E aggiunse: «In tre anni e mezzo te ne sei probabilmente resa conto». Mi sembrava che stavamo lasciandoci. «Sì, me ne sono resa conto», risposi. Ma a quel punto disse: «Allora se è così ti amo e ti chiedo di sposarmi». Per me fu una sorpresa assoluta. Risposi di sì. Tre mesi dopo ci sposammo. *Non parlavamo di lavoro a casa. Credo che il tipo di lavoro che faceva mio marito rendeva le cose diverse rispetto ad altre situazioni. Al KGB c'è sempre stata una regola ferrea: non parlare con la propria moglie. Ci hanno detto che c'erano stati problemi quando l'eccessiva franchezza aveva determinato conseguenze spiacevoli. Partivano sempre dal presupposto che meno la moglie sapeva meglio avrebbe dormito. Io facevo abbastanza spesso amicizia con i tedeschi e se qualcuna delle mie conoscenze era indesiderabile Volodja me lo faceva sapere. *Mi sembra che il solo incarico di Volodja sul quale a casa c'è stata qualche discussione fu quello di primo ministro. Mi ricordo che una volta parlammo dei servizi segreti, circa tre mesi prima che gli fosse offerto il posto, e lui disse che non l'avrebbe mai accettato. Stavamo facendo una passeggiata vicino alla dacia di Arkhangel'sk e parlavamo del suo lavoro, fu lì che disse di non voler andare nei servizi segreti. Io capii il perché: voleva dire tornare alla vita segretata. Quando Volodja lavorava nel KGB, conducevamo veramente una vita segretata. Non si poteva andare in certi posti, non si potevano dire certe cose. Si poteva parlare con qualcuno e non con altri. E quando si trattò di lasciare il KGB fu una decisione veramente difficile, tanto che pensava di averlo lasciato per sempre. Ero in vacanza sul Mar Baltico quando mi telefonò dicendo: «Adesso devi stare attenta perché sono tornato nel posto da dove ho cominciato». Io pensai che gli fosse stato nuovamente affidato il posto di vice di Borodin, da quale era stato rimosso. Non riuscii a capire ciò che stava dicendo, pensai che fosse successo qualcosa nel nostro paese durante la mia assenza, che in qualche modo la situazione fosse cambiata. Poi Volodja ripeté: «Sono tornato nel posto da dove ho cominciato». E quando lo ripeté per la terza volta capii. Tornato dalle vacanze, gli chiesi come era potuto succedere. «Mi hanno nominato, tutto qui». Non feci altre domande. *Non definirei Volodja un tipo silenzioso. È molto disponibile a parlare di argomenti che lo interessano, con persone che ritiene interessanti. Ma non ama parlare delle persone, in particolare delle persone con le quali lavora. Io sono esattamente il contrario. Se io conosco qualcuno o vedo qualcuno in televisione tendo ad esprimere le mie opinioni. A lui invece non piace farlo. *A me sembra che lui non prenda le donne sul serio. Le tratta con una certa sufficienza. Non sono una femminista ma credo che le donne debbano avere il posto che spetta loro nel mondo. *Volodja non mi ha mai afflitto con i suoi problemi. Mai! Li ha sempre risolti da solo. Anzi, non parla di un problema prima di aver trovato da solo la soluzione. In seguito può anche dire qualcosa. Ma io sento sempre quando ha dei problemi o quando è semplicemente di cattivo umore. Questo proprio non riesce a nasconderlo. In genere è una persona controllata ma in certi momenti è meglio non disturbarlo. *{{NDR|«Si ubriaca?»}} Non è mai successo. Non gli importa nulla dell'alcool, veramente. In Germania ci piaceva bere la birra. Ma lui di solito beveva una piccola vodka oppure un po' di cognac. *Ha dovuto partire da zero tante volte e ce l'ha sempre fatta. E a Mosca ha potuto raccogliere i frutti. Ha attraversato un periodo difficile dopo essere stato vice sindaco. Non riusciva a trovare lavoro. Fu veramente un periodo difficile per lui. Era diventato silenzioso. Non diceva nulla, ma io capivo. Credo sempre in lui, anche se sono un po' spaventata. *Una volta andavo a fare compere per lui. E lo faccio ancora di tanto in tanto. I vestiti non sono mai stati molto importanti per lui. Ha sempre avuto due, o al massimo tre abiti. Per il resto jeans e magliette. In genere a casa si mette un paio di jeans e un maglione. Si veste veramente con semplicità. Ma ora che è costantemente sotto gli occhi di tutti ha cominciato a vestirsi un po' più attentamente. ===[[Domenico Quirico]]=== *Aveva assorbito tutto quello che noi avevamo insegnato, intendeva sfruttare fino in fondo quello che avevamo permesso e la nostra avidità. Ci aveva osservato con attenzione: sapeva che per ingannarci bastava indossare le vesti di scena per lo spettacolo che ci convinceva. Cercavamo complici servili, non democratici orgogliosi. *Noi lo abbiamo creato, accettato, lusingato perché eravamo consapevoli, fino a cinque mesi fa, che non ci era estraneo. Anzi. Pensavamo che al momento giusto, quando ha iniziato ad alzare la voce, avremmo saputo parlargli, addomesticarlo. Aleggiava solo una vaga angoscia, parlavamo la stessa lingua e ci avrebbe ascoltato perché non poteva in fondo negare di assomigliarci. Altro che democrazie contro autocrazia. Ci disprezza ma solo perché è certo di averci superato in cinismo e brutalità. *Noi lo abbiamo creato. Per sbarazzarcene dovremo innanzitutto cambiare noi stessi. ===[[Christian Rocca]]=== *C'è ancora chi non ha capito che i baffetti hitleriani delle mille caricature di Putin sono una fotografia perfettamente realista del dittatore che ha infuocato l'Europa. C'e ancora chi non ha capito chi è e che cosa vuole Putin, nonostante lui lo dica chiaramente, perché mille sono ancora i distinguo stravaganti, i «sì, ma» e le altre scemenze giustificazioniste del despota che si sentono in giro. *Le fonti intellettuali dell'attacco di Putin all'Occidente sono il totalitarismo cristiano di [[Ivan Aleksandrovič Il'in|Il'in]], l'[[eurasiatismo]] di [[Lev Nikolaevič Gumilëv|Gumilëv]] e il neonazismo di [[Aleksandr Gel'evič Dugin|Dugin]]. Lo strumento è Internet. *Putin ha scatenato la sua offensiva globale contro la democrazia rappresentativa, contro i diritti civili, contro l'Unione Europea, contro gli Stati Uniti, contro la Nato. E, così, la guerra in Georgia, l'invasione dell'Ucraina, l'annessione della Crimea, i cyber attacks agli Stati baltici, i finanziamenti ai leader estremisti, i patti politici con i partiti populisti, le campagne omofobiche, il sostegno al despota Bashar al-Assad in Siria, la fabbricazione di fake news, comprese quelle di Stato diffuse in inglese dalla tv RT, la scuderia di hacker informatici, la protezione di WikiLeaks e di Edward Snowden, i tentativi di manipolazione dei processi elettorali nel Regno Unito, in Germania, in Francia, in Italia e ovviamente in America, più qualche avvelenamento a Londra, sono tutti elementi della stessa strategia di diffusione del caos e di russizzazione dell'Occidente che sfrutta le debolezze della società aperta, abusa delle innovazioni tecnologiche americane e approfitta della mollezza del mondo libero. *Putin vuole cancellare la democrazia liberale perché la democrazia liberale è l'arma di mobilitazione popolare più micidiale a disposizione dei suoi connazionali interessati a combattere la cosca mafiosa di trafficanti e di oligarchi che si è installata al Cremlino. *Quello di Putin è un intento strategico palese, non segreto, esplicitato in tanti discorsi in russo, in tante interviste in inglese, in tante invasioni militari in Cecenia, in Georgia, in Ossezia, in Crimea e nel Donbas, per non parlare della Siria, in tanti omicidi o tentati omicidi politici di giornalisti, di oppositori, di ex amici e di dissidenti, in tante retate di militanti democratici, in tante ingerenze nei processi elettorali dell'Occidente libero, e in tanti petrorubli con cui ha corrotto i partiti politici e contribuito a diffondere il caos per smantellare l'Europa con la Brexit, a indebolire la Nato con quel fesso di Donald Trump e a giocare a briscola con l'Italia dei suoi groupies del popolo a Cinquestelle e in t-shirt celebrativa della propria dabbenaggine. ===''[[Russia. Il complotto del KGB]]''=== *Il giorno che Putin divenne primo ministro della Russia, a [[Nikolaj Patrušev|Patrušev]] venne affidata la direzione dell'FSB. Chi lo conosceva intimamente sostenne che Putin non aveva avuto altra scelta, in quanto Patrušev era in possesso di materiale compromettente su di lui. *Il parlamento deve approvare con urgenza una legge che proibisca a tutti coloro che hanno prestato servizio e che ancora operano in agenzie per la sicurezza dello stato di occupare posti elettivi o dello stato per i prossimi venticinque anni; la legge dovrà inoltre obbligare tutti coloro che hanno occupato e che occupano posti nelle agenzie per la sicurezza ad andare in pensione a una data prefissata, insieme a una commissione istituita specificamente per questo scopo. Questo decreto del parlamento deve potersi applicare anche all'attuale presidente della Russia ed ex capo del KGB Vladimir Vladimirovič Putin. *Putin merita senza dubbio il titolo di "tiranno", perché ha distrutto le radici iniziali dell'autogoverno in Russia con i suoi primi decreti, ed esercita ora una forma di trasparente dittatura arbitraria, che i russi chiamano ''bespredel'' (alla lettera, "illimitata"). Putin è perfettamente descritto alla voce "tiranno" del ''Dizionario enciclopedico sovietico'' del 1989: "Un governante il cui potere si basa su decisioni arbitrarie e sulla violenza". ===[[Massimo Luigi Salvadori]]=== *{{NDR|Su Vladimir Putin e [[Silvio Berlusconi]]}} Ciò che li lega è sicuramente l'insensibilità verso le procedure democratiche, e poi vi è la simpatia profonda tra due personaggi che condividono il piacere di un potere svincolato dall'ascolto di una società che abbia a cuore il rispetto dei diritti personali e collettivi. *Credo si possa definire come l'espressione, indubbiamente abile quanto cinica, di una concezione statalistico accentatrice che governa in maniera di fatto autoritaria, la società civile russa, la quale vive in una condizione di pluralismo limitato e fortememente controllato dall'alto. *Nelle relazioni con il resto del mondo, Putin può contare su due elementi di forza: il primo, è il fatto che egli ha risollevato sul piano internazionale la Federazione Russa, dando al sistema politico una forte stabilità. Il secondo fattore, che è strettamente collegato al primo e che riguarda in particolare i rapporti tra Mosca e l'Unione Europea, risiede nel fatto che la Russia è la grande fornitrice di una risorsa preziosa, come quella energetica, di cui è enormemente ricca. Grazie alla stabilità interna, Putin può farsi garante di forniture energetiche, gas e petrolio, di cui l'Europa, e non solo essa, ha gran bisogno. ===[[Matteo Salvini]]=== {{cronologico}} *Farei cambio tra Renzi e Putin domattina, altro che dittatore. (18 ottobre 2014) *Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin! (18 ottobre 2014) *Lo ammiro per le idee chiare, la fermezza, il coraggio, l'interventismo e una visione della società basata su punti cardine che condivido. (9 dicembre 2015) *Ho sempre ritenuto sbagliate le sanzioni contro la Russia. Putin ha il nostro sostegno per toglierle anche perchè so bene che la Russia ama il made in Italy e con queste sanzioni ci stiamo rimettendo miliardi di fatturato. (9 dicembre 2015) *Se è considerato un dittatore mi fa sorridere. Le dico solo che quest’anno la Russia crescerà più dell’Italia. (27 marzo 2017) *Di Putin apprezzo l’operato. E mi sembra che la stessa posizione la abbiano Marine La Pen e François Fillon, il Berlusconi di Francia. Eppoi come non dimenticare che anche Renzi ha chiesto di togliere le sanzioni. Fra qualche giorno scopriremo che il ministro Alfano vorrà andare da Putin. (27 marzo 2017) *Noi siamo a fianco degli aggrediti, c'è Putin che ha aggredito e Zelensky che è aggredito. È il caso di dirlo, per dire basta alle polemiche stucchevoli. (2 marzo 2022) *Putin, fino all'aggressione, è stato incontrato e omaggiato da tutti i leader politici nazionali ed europei. Ricordo ancora gli onori con cui lo accolsero Conte e Di Maio. Ma posso citare Berlusconi, Letta, Renzi... Ora c'è una guerra in cui è chiaro a tutti chi è l'aggressore. (10 marzo 2022) *Se uno è pro pace non è pro Putin. Noi siamo orgogliosamente con la Nato. (5 giugno 2024) ===[[Michail Šiškin]]=== *Il crimine di Putin è nell'avere avvelenato gli uomini con l'[[odio]]. *La banda criminale di Putin ha preso in ostaggio l'intero Paese e ha cominciato a costruire la propria Russia, a sua immagine e somiglianza. Per vent'anni si sono investiti milioni non nella sanità, nell'istruzione e nelle infrastrutture, ma in yacht, ville e club calcistici all'estero. Però la colpa della miseria e della disperazione, come afferma la tv, è dell'Occidente, dell'America. *La Russia di Putin è irrespirabile, puzza tremendamente di stivale poliziesco. Sotto gli occhi di tutti il mio paese si sta trasformando in una [[dittatura]] [[fascismo|fascista]]. ===[[Timothy Snyder]]=== *A differenza di tutti i leader stranieri con cui ha a che fare, non conosce le lingue straniere. Non sa niente dell'Ucraina, il che è interessante. Pensa di sapere tutto; non sa niente. E la sua comprensione dell'Ucraina si basa sull'idea che non è realmente un luogo, e se sembra che lo sia è dovuto a cospirazioni straniere. *La Seconda Guerra Mondiale è un elemento del mito storico dell’innocenza russa e della grandezza perduta di Putin: la Russia deve godere del monopolio del vittimismo e della vittoria. *Nella sua mente, gli ucraini sono russi che amano gli occidentali. Devono essere corretti con la forza – “puliti” o “sputati fuori”. *Per comprendere la rivolta di Putin contro gli Stati Uniti non bisogna sentirsi in colpa per la politica americana; non bisogna credere di essere responsabili di tutto, perché non lo siamo; non bisogna negare il libero arbitrio a lui o ai russi, perché loro ce l'hanno. Si tratta di comprendere il fallimento della politica interna di Putin e il suo riconoscimento che ciò di cui ha bisogno è una sorta di spettacolo permanente che provenga dalla politica estera e che gli europei e gli americani glielo forniranno sempre. *Per Putin un "fascista" o un "nazista" è semplicemente qualcuno che si oppone a lui o al suo piano di distruggere l'Ucraina. [...] Chiamare gli altri fascisti pur essendo fascisti è la pratica putinista per eccellenza. *Putin arrivò al potere con l'idea fondamentale che la Russia potesse essere trasformata in una sorta di stato di diritto. Il termine che usò era "dittatura della legge". Si rese presto conto che non era così, o almeno che lui non era la persona giusta per realizzarlo, e passò a un diverso programma di governo, che prevedeva non l'eliminazione dell'oligarchia, ma l'essere il massimo oligarca, che è una differenza fondamentale. Potrebbe sembrare uguale perché rastrella e imprigiona le persone comunque, ma diventare il massimo oligarca, diventare il capo dei capi, trasformare lo stato nel più importante clan mafioso, è molto diverso che ripulire le stalle. *Putin è un dittatore che controlla i media del suo Paese. E se le cose vanno male, gli basta cambiare argomento. [...] L’ultima volta che la Russia ha invaso l’Ucraina, nel 2014, i suoi media hanno cambiato argomento sulla Siria da un giorno all’altro, e i russi lo hanno seguito. *Putin ha bisogno che i russi credano che le elezioni siano sempre un circo, una farsa e un falso, perché se i russi credessero che anche le elezioni britanniche, quelle tedesche e quelle americane siano false, non si preoccuperebbero del fatto che le loro stesse elezioni lo siano. *Putin governa in una realtà virtuale dove c’è sempre una via di fuga. Non può essere messo in un angolo in Ucraina, perché l’Ucraina è un posto reale. *Putin non è lungimirante. Geopoliticamente sta consegnando il suo paese alla Cina. *Putin non ha alcun idea del motivo per cui l'Unione Sovietica è crollata. Tutta la sua storia sul perché l'Unione Sovietica è caduta è una assurdità totale. La storia che raccontano è che gli americani volevano che accadesse e perciò è successo, il che a) non siamo così potenti, e b) [...] la nostra politica nel 1991 era quella di tenere unita l'Unione Sovietica; non era per farlo crollare. Ma visto il modo in cui vede il mondo, è tutta una questione di potere. Non avrebbe potuto avere importanza che in Lituania o in Ucraina le persone avessero idee sull'Unione Sovietica. Non avrebbe potuto avere importanza che ci fossero legittimi disaccordi all'interno di Mosca. Niente di tutto ciò ha importanza. È solo una questione di potere e gli americani hanno mostrato la loro potenza. *Tribalizza la storia della Seconda Guerra mondiale: è lui il nazista e lo sa. ===[[Vladimir Georgievič Sorokin]]=== *Il 24 febbraio l'armatura dell'"autocrate illuminato" che Vladimir Putin aveva indossato negli ultimi 20 anni si è rotta ed è andata in pezzi. Il mondo ha visto un mostro, impazzito nei suoi desideri e spietato nelle sue decisioni. Il mostro era cresciuto gradualmente, guadagnando forza di anno in anno, marinando nella propria autorità assoluta, aggressività imperiale, odio per la democrazia occidentale e malizia alimentata dal risentimento generato dalla caduta dell'URSS. Adesso l'Europa dovrà fare i conti non con l'ex Putin, ma con il nuovo Putin che ha gettato via la maschera di "partnership commerciale" e di "collaborazione pacifica". Con lui non ci sarà mai più pace. *In Russia si è sprofondati in un inverno politico con la salita al potere di Putin. Negli ultimi anni il ghiaccio è diventato man mano sempre più duro. Ora il freezer-Putin funziona a pieno regime: per raggiungere temperature ancora più basse l'attuale fornitura di energia non basta più. Come potrà continuare a funzionare? Nessuno lo sa. Nemmeno Putin. *Ho incontrato molti ammiratori di Putin in Germania, dai tassisti agli uomini d'affari e ai professori. Un anziano partecipante alla rivoluzione studentesca del Sessantotto ha confessato:<br>"Mi piace molto il vostro Putin!"<br>"E perché esattamente?"<br>"È forte. Dice la verità. Ed è contro l'America. Non come le lumache che abbiamo qui."<br>"E non ti dà fastidio che in Russia c'è una corruzione mostruosa, non ci sono praticamente né elezioni né tribunali indipendenti, l'opposizione viene distrutta, le province sono impoverite, Nemcov è stato assassinato e la tv è diventata propaganda?"<br>"No. Questi sono affari interni. Se i russi accettano tutto questo e non protestano, significa che a loro piace Putin."<br>Logica ferrea. L'esperienza della Germania negli anni '30 non sembra aver insegnato nulla a tali europei. *Lui non segue un'ideologia. Ha molti modelli: gli zar ma anche Stalin, Brezhnev, Andropov. Da ognuno coglie una sfumatura diversa. La base su cui fa affidamento, tuttavia, resta la piramide del potere russo così come fu creata nel Medioevo: una struttura al cui vertice è il sovrano protetto dalle sue guardie armate. E in basso non ci sono cittadini ma sudditi. *Per Putin la vita stessa è sempre stata un'operazione speciale. Dall'ordine oscuro del Kgb apprese non solo il disprezzo per le persone "normali", da sempre una forma di materia sacrificabile per lo stato-Moloch sovietico, ma anche il principio fondamentale del čekista: non una sola parola di verità. Tutto deve essere nascosto, classificato. La sua vita personale, i parenti, le abitudini: tutto è sempre stato nascosto, invaso da voci e speculazioni. *Per quanto riguarda l'impero, quello che sta cercando di costruire Vladimir Putin è un impero di straccioni: un fenomeno pericolosissimo nel XXI secolo. *Putin ha dichiarato che il crollo dell'Urss è stata la più grande catastrofe del XX secolo. Per tutti i sovietici lucidi il suo crollo fu una benedizione; era impossibile trovare una sola famiglia che non fosse stata colpita dalla ruota rossa delle repressioni staliniste. Milioni di persone furono annientate. Decine di milioni furono avvelenati dai fumi del comunismo – un obiettivo irraggiungibile che richiedeva sacrifici morali e fisici da parte dei cittadini sovietici. Ma Putin non è riuscito a superare l'ufficiale del Kgb dentro di sé, l'ufficiale a cui era stato insegnato che l’Urss era la più grande speranza per il progresso dell'umanità e che l'Occidente era un nemico capace solo di corruzione. Lanciando la sua macchina del tempo nel passato, era come se tornasse alla sua giovinezza sovietica, durante la quale si era sentito così a suo agio. A poco a poco costrinse anche tutti i suoi sudditi a tornare lì. *Putin odia l'Ucraina e gli ucraini in modo patologico, perché hanno scelto un percorso democratico di sviluppo. Il futuro invece del passato. E in Ucraina tutti parlano russo. È un modello in scala ridotta della Russia. Ma non autoritario. Ai russi potrebbe venir voglia di copiarlo. L'esistenza del "modello ucraino" provoca paura e odio, in Putin. *Se Putin mi ascoltasse, gli direi: non puoi costruire un impero coi ladri. Ma sarebbe un discorso inutile visto che è lo stesso potere a essere corrotto. *Sono successe molte cose negli ultimi 20 anni. Il volto del presidente della Federazione Russa si è trasformato in una maschera impenetrabile, che irradia crudeltà, rabbia e malcontento. Il suo principale strumento di comunicazione sono diventate le bugie: bugie piccole e grandi, ingenuamente superficiali e altamente strutturate, bugie in cui sembra credere lui stesso e bugie in cui non ci crede. I russi sono già abituati alla retorica piena di menzogne ​​del loro presidente. Ma ora ha abituato anche gli europei a quelle bugie. Ancora un altro capo di un paese europeo vola al Cremlino per ascoltare, attraverso la loro tradizionale porzione di fantastiche bugie (ora seduti ad un enorme tavolo totalmente paranoico), per annuire, per dire che "il dialogo si è rivelato abbastanza costruttivo" in una conferenza stampa, per poi volare via. ===[[Vittorio Strada]]=== *Dopo il pangermanesimo, il panslavismo, il panarabismo, Vladimir Putin ha inventato il panrussismo. E con questa strategia imperiale l'Occidente è chiamato a fare i conti. [...] L'interpretazione corrente e diffusa è che Vladimir Putin voglia ricostituire l'Unione Sovietica. Si tratta di una interpretazione semplicistica e approssimativa. Il fatto stesso che Putin faccia riferimento esclusivamente all'elemento nazionale russo dimostra che si tratta di una ideologia diversa da quella sovietica. *Il primo, grande successo è che Putin ha portato la Russia tra le potenze mondiali di primo rango, subito dopo gli Stati Uniti, e al livello della Cina. *Ordine e stabilità erano stati i pilastri del suo "patto" con i russi, il fondamento della sua legittimazione popolare, sin da quando Eltsin lo spinse avanti. Ordine e stabilità sono i valori più sentiti oggi dai russi: tutti i più recenti sondaggi indicano chiaramente che in testa a tutti i valori che erano stati indicati - libertà, democrazia....- la stragrande maggioranza dei russi poneva ordine e stabilità, oltre al miglioramento della situazione economica e delle condizioni di vita. *Per lui la Russia non è soltanto l'etnia di un'unica razza, bensì comprende tutte le etnie che compongono l'attuale Federazione. Più volte ed esplicitamente, il leader del Cremlino ha messo in guardia contro un nazionalismo russo esclusivo. Per lui, l'elemento russofono è il "fratello maggiore" di una comunità di popoli, di etnie, che compongono, per l'appunto, l'attuale Federazione. In questo senso, anche gli ucraini (ucrainofoni) potrebbero far parte di questa "famiglia allargata". Anche da questo nasce la violenta polemica scatenata dalla leadership putiniana contro i nazionalisti ucraini antirussi. *Può piacere o meno, ma sta di fatto che oggi la Russia da lui guidata ha una capacità di azione internazionale, politica ed economica notevolissima. *Putin viene visto come l'uomo che ha fatto uscire la Russia da una situazione di inferiorità che prima aveva avuto. E poi, ognuno vede in Putin ciò che vuole: l'uomo d'ordine, quasi l'uomo "qualunque", "uno dei nostri", vicino al cittadino. In questa ottica, la sua mancanza di carisma risulta essere agli occhi dell'elettore medio, non particolarmente politicizzato, un elemento vincente. A ciò si aggiunge la vecchia tendenza. fortemente radicata nella Russia pre rivoluzionaria e ulteriormente rafforzatasi nella Russia sovietica, dell'uomo forte, dell'uomo che può difendere il Paese da tutti i pericoli e garantire un minimo di sicurezza e di prestigio. *Sotto Putin, il regime "ibrido" - autoritarismo di sostanza e democrazia di facciata - ha raggiunto una indubbia stabilità, tanto è vero che alcuni autorevoli analisti non parlano più di post-sovietismo ma di neo-sovietismo. *Un uomo di stabilità e di transizione, in una fase di sviluppo della Russia post-comunista. Un politico indubbiamente capace che ha risolto alcuni problemi e ne ha aperti altri. ===[[John Sweeney (giornalista)|John Sweeney]]=== *Alla fine degli anni Novanta, Putin descrisse il comunismo come «un vicolo cieco, quanto di più remoto dall'avanzamento della civiltà». Il suo disprezzo per il comunismo era reale. Ma questo, ovviamente, non significava che Putin avesse abbracciato la democrazia o le caratteristiche essenziali che la definiscono: il vaglio da parte di una stampa libera, la libertà di parola, la tolleranza verso la satira e l'umorismo. Al contrario, Putin selezionò una serie di idee che si fusero insieme e divennero la sua stella polare: ultranazionalismo, odio verso il prossimo, disprezzo per la libertà di stampa e di parola, intolleranza verso la satira e l'umorismo, valori sociali profondamente conservatori, un mercato non libero legato al potere politico, un rispetto per "gli organi", vale a dire il KGB e i suoi predecessori alfabetici (Cheka, GPU, OGPU, NKGB, NKVD, MGB) e le sue ramificazioni (SVR, FSB). Senza dirlo apertamente, senza alcun annuncio, Putin era un fascista russo. *Che Putin si sia avvelenato da solo è un finale degno di un'opera di Shakespeare.<br>Fortuna, gira la tua ruota. *Dopo oltre due decenni passati da Putin al potere è evidente la sua tolleranza di un sistema mostruosamente corrotto. Il compromesso con gli oligarchi era che potevano tenersi gran parte delle loro ricchezze purché porgessero i loro omaggi e pagassero i loro tributi al signore del Cremlino. E dovevano starsene alla larga dalla politica. O guai a loro. Ma questa descrizione serve solo a mascherare ciò che accade realmente. Putin sta personalmente depredando la Russia della sua ricchezza, totalmente, ma non può farsi vedere mentre lo fa, perché dal punto di vista psicologico detesta l'idea di venire scoperto, perciò usa dei prestanome che compiano il furto al suo posto. È vero, gli oligarchi sono il prodotto della catastrofica implosione dell'Unione Sovietica e dell'incompetenza alcolica di Boris Eltsin. Ma con Eltsin fuori dai giochi, un nuovo presidente aveva l'opportunità di spogliare gli oligarchi delle loro ricchezze illecite e fare tabula rasa. Invece, Putin ha consolidato il sistema oligarchico, perché si confaceva perfettamente al suo desiderio segreto di appropriarsi di ciò che appartiene legittimamente ad altri. *In Russia, ai nemici di Putin non è permesso avere una vita privata. Sappiamo tutto ciò che fanno in camera da letto. Ma nessuno conosce i fatti più semplici su Vladimir Putin. Quanti figli ha? Con chi? E sono per caso straordinariamente ricchi? *L'Unione Sovietica non poteva permettersi di sfamare, ospitare o prendersi cura del suo popolo, quindi iniziò a implodere. Putin, l'agente segreto di Dresda, non ha mai colto il potere di questi tre fallimenti {{NDR|la [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]], il [[disastro di Černobyl']] e il collasso dell'economia pianificata}}. La sua tragedia – la nostra tragedia – è stata che non ha avuto una conoscenza di prima mano delle tre catastrofi. Era troppo in alto nella catena alimentare della polizia segreta per essere inviato a Chernobyl; troppo pateticamente in basso per essere inviato alla fine della guerra fallimentare in Afghanistan; e men che meno in Occidente, dove avrebbe visto la prova evidente di come la gente comune nel New Jersey o a New Brighton nel Wirral viveva molto meglio che a Mosca, per non parlare di Omsk o Tomsk. Non ha mai visto con i suoi occhi le prove comparative del fallimento economico sovietico o, se lo ha fatto, ha subito un lavaggio del cervello tale da impedirgli di capire cosa stava guardando.<br>Invece, dalle viscere di Stasiland, è arrivato a interiorizzare un'oscura assurdità, ossia che il crollo del suo Paese era dovuto all'inganno occidentale e al tradimento interno, piuttosto che al semplice fatto che l'Unione Sovietica aveva esaurito il denaro, la fiducia nei propri mezzi e lo scopo. Era uno Stato fallito, proprio come la Germania del Kaiser divenne uno Stato fallito dopo avere lanciato la sua stupida guerra nel 1914. Come Hitler nel 1923, Putin dal 1991 in poi ha respirato una finzione velenosa, secondo la quale il suo Paese aveva subito un torto, «era stato pugnalato alle spalle». In realtà, è crollato perché aveva sbagliato, si era autopugnalato alle spalle, tre volte. *La comprensione del mondo di Putin è paurosamente ristretta, ridotta a una cupa visione a tunnel, bloccata in una falsa narrativa di tradimento. Una volta ha dichiarato che la caduta dell'Unione Sovietica è stata «la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo».<br>Cosa?<br>Peggiore della Prima e della seconda guerra mondiale? Peggiore dell'Olocausto? L'Unione Sovietica era, in realtà, un'oscura dittatura totalitaria sotto Stalin, che si è lentamente trasformata in una cupa senilità. *La Russia non ha molta tolleranza per il fallimento. A mio parere, Putin non manovra più in modo adeguato il meccanismo del Cremlino come faceva agli inizi del 2022, e le macchine del Cremlino non obbediscono più al padrone come un tempo. Sta iniziando ad assomigliare al mago di Oz: stiamo tutti aspettando che il cagnolino apra il sipario e che venga rivelato l'ometto imbroglione che urla nel microfono. *Non conosciamo la vera storia e probabilmente non la conosceremo mai. Ma sappiamo che Vladimir Putin mostra molteplici tratti di uno psicopatico: bugiardo senza remore e senza tic; nessuna paura; attribuzione esterna delle colpe; prima infanzia avvolta nel mistero. *Putin è un attore razionale all'interno di un bunker, così in profondità, così privo di luce e di informazioni, che sta tirando le leve senza capire come il mondo moderno stia rispondendo, senza capire che almeno alcune delle sue leve non funzionano più, senza capire che invadere Paesi in pace è ciò che facevano i nazisti. *Putin plasma la propria immagine pubblica in tutto e per tutto. Il sole finto che splende dietro al despota grassoccio della Corea del Nord, Kim Jong-un, o le star di Hollywood che adorano il leader di Scientology sono niente in confronto al culto della personalità di Vladimir Putin, che è il più ricco e il più finanziato del mondo intero. [...] A me sembrano le foto di un uomo che ha avuto un'infanzia estremamente infelice e priva di affetto, che teme la satira e la derisione, che vuole mostrare al mondo di essere il signore assoluto di tutto ciò che è sotto il suo controllo, ma che dà solo l'impressione di essere un ragazzino in cerca di rivalsa. Io, però, non rientro nel suo pubblico di riferimento. *Ripeto queste parole in continuazione ai miei amici ucraini: c'è davvero un'altra Russia. Il problema è che le alternative a Vladimir Putin sono tutte morte o non troppo vive. *Quando lo avevo sfidato nel 2014 era un uomo diverso: sottile, duttile, disposto a relazionarsi con un difficile reporter della BBC, anche se solo allo scopo di mentire con disinvoltura. Nel 2022 Putin era troppo aggressivo. Ma la ragione del mio timore è un'altra. Nel 2014 Putin assomigliava a un furetto o a un rettile, magro e dal volto affilato. Nel 2022 Putin assomigliava a un criceto con le guance gonfie e dall'aspetto malato. Sembrava un uomo pieno di steroidi e questo mi riempiva di paura. *Visto dal vivo, Vladimir Putin è vestito con eleganza, molto basso e somiglia come una goccia d'acqua a un ''Auton'', gli inquietanti manichini di ''[[Doctor Who]]'' che si trasformano in bidoni di spazzatura, ti ingurgitano e poi ti risputano fuori fatto di plastica. Gli interventi estetici a cui si è sottoposto non fanno una buona pubblicità al Botox, ma quando diventi il padrone del Cremlino nessuno ti dirà che il tuo chirurgo plastico ha fatto un lavoro da schifo. ===[[Nadežda Tolokonnikova]]=== *Abbiamo un leader sociopatico da così tanto tempo, che la differenza si nota. Putin è un tipo che non mostra emozioni umane, uno di cui non sappiamo niente. Passa il tempo a nascondersi. *Putin è un dittatore pericoloso e va fermato, è ovvio. Non è pericoloso solo per le persone del suo Paese, è un pericolo per la pace globale. *Ora Putin non teme più l'opposizione interna o la pressione internazionale. Non nasconde più di essere un mostro. ===[[Elena Tregubova]]=== *Circondandosi soltanto di quei giornalisti che può comprare, Putin ha finito per riprodurre erroneamente in tutto il mondo le regole che esistono nella sua "fortezza" del Cremlino. In realtà, il presidente russo è semplicemente incapace di credere che nei normali Paesi civilizzati i giornalisti siano davvero indipendenti, e che pongano domande diverse da quelle scritte loro sul blocchetto dal suo responsabile dell'uficio-stampa. *Durante l'incontro con l'''intelligencija'' locale il candidato alla presidenza Vladimir Putin proclama che il sesso è una forma di perversione.<br>Le cose andarono così: rispondendo alla domanda di un intellettuale siberiano che gli chiedeva la sua opinione sulla censura televisiva, Putin dichiarò che «la società deve rifiutare tutto quello che è legato al sesso, alla violenza e alle altre forme di perversione».<br>Quella sera, mentre mi accingevo a scrivere il servizio, mi telefonò in camera la mia collega Malkina: «Senti, Elena, è meglio che non la citi quella dichiarazione di Putin sul sesso. Altrimenti gli fai proprio fare la figura dell'idiota».<br>«Perché la cosa ti preoccupa tanto? Adesso lavoriamo per l'ufficio-stampa del presidente, io e te?»<br>«Be', capisci, ha chiesto di non scriverlo...» ha balbettato la Malkina.<br>«A me non ha chiesto niente nessuno» ho tagliato corto.<br>Un minuto dopo il telefono ha suonato di nuovo. Questa volta era il capo del protocollo del presidente: «Elena, mi scusi se la disturbo, ma la Malkina mi ha suggerito di consigliare a tutti i giornalisti di non citare le parole di Vladimir Vladimirovic... quelle sul sesso... Non farebbero una buona impressione...». *I giornalisti occidentali mi chiedono di continuo: «Ma perché il vostro Putin è così terrorizzato dalla stampa libera?».<br>Viene subito in mente la risposta più banale: Putin è il miglior frutto del KGB, per il quale un giornalista indipendente, per definizione, non era altro che la "voce del nemico". Non bisogna dimenticare, infatti, che l'uomo ora alla guida dello stato russo è entrato da giovane, per propria scelta consapevole, nel KGB, organo che a quei tempi eliminava fisicamente i dissidenti del Paese. *Il guaio principale di Putin è che lui stesso non sa ciò che vuole. Non ha nessun programma economico, nessuna strategia di riforme, e nemmeno un'idea precisa di che tipo di Paese vorrebbe per l'immediato futuro. La sua tattica politica (che per l'economia dei mezzi è anche una strategia) si limita a un'unica formula: mantenere il potere a ogni costo. *Mi resi conto che era semplicemente un geniale "riflettore", che rimandava come uno specchio l'immagine del suo interlocutore, in modo da indurlo a credere di essere come lui, "uno dei nostri". In seguito dovetti notare più volte questo suo fenomenale talento, soprattutto in occasione degli incontri con i capi degli Stati occidentali di cui voleva assicurarsi il favore. Ci sono certe fotografie ufficiali che documentano bene il suo approccio: invece del presidente russo e di quello americano, per esempio, vediamo, sorridenti, seduti uno di fronte all'altro, due Bush. O, invece del cancelliere tedesco e del presidente russo, ecco due Schroeder. Almeno per qualche momento Putin riesce a copiare con spaventosa precisione la mimica, il modo di guardare, ma addirittura la forma delle guance, il doppiomento e certi tratti del viso dei suoi interlocutori e a imitare le loro espressioni. Per di più lo fa con tale abilità che quelli non se ne accorgono in modo cosciente, ma ne subiscono evidentemente gli effetti. *Nel "pool del Cremlino" giravano gli aneddoti più vari sui tentativi di Putin di accarezzare i bambini.<br>Sembra che nell'ospedale infantile di Petrozavodsk, Putin, invece di consolare un piccolo con le stampelle perché era finito sotto una macchina, gli abbia detto: «Be', così imparerai a rispettare le regole!».<br>Non stupisce che poi la bambina che Putin aveva intenzione di baciare, si sia sottratta al suo abbraccio, balbettando tra le lacrime: «Paura...».<br>Questi episodi i giornalisti non potevano evidentemente descriverli ai loro lettori, pena l'immediata perdita dell'accredito. *Putin è completamente l'opposto di Eltsin. È freddo. E del tutto privo del dono della compassione. Cosa che dovrebbe significare la morte per un politico pubblico. È persino incapace di immaginare che cosa sia, la compassione: come ha fatto a non capire che non era il caso di continuare a mangiare spiedini in compagnia dei suoi fedeli giornalisti in villeggiatura mentre gli uomini del sottomarino Kursk stavano morendo, ma che doveva tornare di corsa a Mosca per dimostrare al Paese che gli era vicino? Come ha fatto a non rendersi conto che andando a trovare all'ospedale giovani soldati mutilati a causa della guerra in Cecenia, non c'era bisogno di dare consigli da Generalissimo, ma era il caso semplicemente di chiedere loro scusa per avere fomentato quella carneficina? O, nelle peggiori delle ipotesi, ringraziarli per averti salvato il culo nelle retrovie, coprendoti con il loro corpo? O, ancora, come si può in visita a un ospedale pediatrico durante la campagna elettorale, ammonire un bambino ferito in un incidente stradale: «Così non violerai più le regole?». *Una cosa mi stupisce sempre quando penso a Putin: ma è possibile che quest'uomo voglia davvero che la sua presidenza venga ricordata soltanto come un periodo di disgusto, di noia e disperazione? Un periodo di rappresaglia contro i giornalisti, di ripresa della repressione nel Paese, di omicidi ed emigrazioni per ragioni politiche? [...] Ma è possibile che tu non abbia voglia di entrare nella storia per qualcosa di buono? Nonno Eltsin la sua bella missione, anche se parzialmente, l'ha portata a termine: ha dato al Paese la possibilità di respirare un po' di libertà, anche se non per molto. ''Chapeau''. Tu, invece, sei stato capace solo di chiuderci di nuovo l'ossigeno. Perché? A che scopo? *Una dote di Putin che mi aveva sinceramente impressionata era stata la sua abilità di comunicatore. Anche se avevo facilmente riconosciuto le classiche modalità di relazione di stampo professionale, tipiche dei servizi, devo dire che Putin le interpretava nel migliore dei modi. Non so come – se con la mimica, con l'intonazione, con lo sguardo – ma nel procedere della conversazione riuscì a darmi l'impressione di parlare con una persona con la mia stessa formazione e i miei stessi interessi. Anche se non c'era alcun motivo logico per presupporlo, e anzi, la realtà dei fatti indicava che era una persona del tutto opposto a me. ===[[Liz Truss]]=== *Abbiamo a che fare con un disperato interlocutore-canaglia senza alcun interesse per le norme internazionali. *I leader come Putin hanno rifiutato l'opportunità di cambiare perché temevano di perdere il controllo. Invece hanno preso i soldi del petrolio e del gas e li hanno usati per consolidare il potere e guadagnare influenza all'estero. *Se Putin dovesse avere successo, ci saranno indicibili, ulteriori sofferenze in tutta Europa e terribili conseguenze in tutto il mondo. Non ci sentiremmo mai più al sicuro. ===[[Julija Tymošenko]]=== {{cronologico}} *Prenderei io stessa l'Avtomat {{NDR|arma automatica}} e sparerei in fronte a questo stronzo... (18 marzo 2014) *Un barbaro. Le spiego perché: l'aver lanciato [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|una guerra]] contro un Paese pacifico, democratico ed europeo come l’[[Ucraina]], è una conferma della sua natura barbarica. Ha incoraggiato l’eliminazione di anziani, donne, bambini. Questo non può essere descritto in altro modo che con quella parola: barbaro. E [[fascismo|fascista]]. Qualcuno pensa che lui sia pazzo, io non credo. Ha una mente fredda, razionale, cinica. E dietro i suoi comportamenti c’è come un nucleo oscuro, qualcosa che arriva dal [[Medioevo]] più nero. (19 aprile 2022) *Lui vuole tutta l'Ucraina. Il suo territorio, la sua storia, la sua cultura. Ma senza gli ucraini. La chiama la denazionalizzazione. In un linguaggio normale, però, questo significa il genocidio della controparte. (8 giugno 2022) *Già 15 anni fa aveva perso umanità. Allora tagliò le forniture di gas all’Europa dell’Est. La gente gelava. Non era una ragione commerciale, non c’erano debiti. Noi premier orientali lo imploravamo di riaprire i rubinetti. Lui ci guardava godendo del suo potere. Già allora usava l’energia come arma, ma i leader occidentali non capirono e invece di ridurre la loro dipendenza dalla Russia, la aumentarono. (5 febbraio 2023) ===[[Donald Trump]]=== {{cronologico}} *Pensate che Putin a novembre verrà al concorso di bellezza Miss Universo a Mosca? Se sì, pensate che diventerà il mio nuovo miglior amico? (18 giugno 2013) *{{NDR|Su [[Russiagate]]}} Il mio staff è venuto da me – Dan Coats, il capo dell'intelligence, e qualcun altro – e mi hanno detto che è stata la Russia. Qui c'è Vladimir Putin: dice che non è stata la Russia. Io dico questo: non vedo nessuna ragione perché sia stata la Russia, ma voglio davvero scoprire dov'è il server. (16 luglio 2018) *Putin dichiara che una bella porzione dell'Ucraina, dico dell'Ucraina, è indipendente. Cioè, è fantastico. Io ho detto: ma quanto è intelligente! E ora ci entra come peacekeeper, cioè con la forza di pace più potente. Potremmo farlo anche noi al nostro confine Sud. (22 febbraio 2022) ===[[Bernardo Valli]]=== *Da giovane, vivendo per le strade di San Pietroburgo (allora Leningrado), Putin ha imparato che spesso bisogna essere pronti a sferrare il primo pugno. È un principio che non ha mai dimenticato. Sorprendere. Così ha fatto, mezzo secolo dopo, in Georgia, poi in Crimea e adesso in Siria. *Oltre a suscitare un "entusiasmo disciplinato", Putin applica una democrazia protetta, che è un surrogato di quella vera. Non esiste censura in Russia, né giornalistica né letteraria. Ma sulla stampa agisce una forte autocensura, favorita dalle proprietà e dalla vigilanza politica. Questo non esclude la discreta libertà concessa a pubblicazioni secondarie. Le quali servono da alibi. Lo stesso vale per la televisione, totalmente addomesticata, ma con qualche canale e stazione radio marginali che fanno eccezione. Idem per le case editrici. Non ci sono interdizioni ma i saggi o i romanzi troppo scomodi per il regime finiscono da editori secondari. La vita privata usufruisce di una larga libertà. Una libertà nella sicurezza dopo il caos degli anni Novanta, quando dalle ceneri dell'Urss spuntavano gli oligarchi, che si spartivano i beni dello Stato, e nelle strade non mancavano i delinquenti. Oggi puoi usare senza restrizioni Internet e i suoi più moderni derivati. Se hai i soldi puoi viaggiare dove vuoi nel mondo. Sbatti contro la cappa autoritaria se alzi la testa al livello del potere politico. *Vladimir Putin invoca la nostalgia dell'Unione Sovietica, ma anche dei principi religiosi, della Russia zarista, dell'identità russa, della lingua nazionale, del progetto euroasiatico, dell'ispirazione slovofila (che l'ha spinto a incontrare Alexander Solgenitsyn). Il suo impero in gestazione si muove in tante direzioni, zigzagando tra le due correnti opposte, in cui si divide il pensiero russo: quella slavofila e quella filo- occidentale. Il sistema imperiale che si disegna è più pragmatico di quel che appare. Vuol essere efficace, moderno, capace di usufruire degli spazi internazionali, politici e militari, che si presentano. Un sistema basato sull'economia di mercato, in cui le tradizioni religiose e nazionali sono elementi essenziali per l'unità del paese. Molto resta imprevedibile. ===[[Manuel Vilas]]=== *Medievalismo, comunismo, stalinismo, carri armati, bombe, esercito, ecco che cosa ci porta quest'uomo. Se lo ricordi però il ceto medio europeo, ovvero tutti i lettori di questo articolo: Putin vi minaccia e minaccia il vostro stile di vita perché quest'uomo lo trova inammissibile. Non sopporta la prosperità, la crescita economica, la ricchezza culturale, le società critiche che contestano il potere politico. Non sopporta la [[libertà di stampa|stampa libera]], i romanzi, i film, i profumi, le spiagge, gli alberghi, le scarpe nuove e i baci degli [[omosessualità|omosessuali]] per strada. Non sopporta il concetto di cittadinanza fondato sul piacere e sul lusso di vivere. Non sopporta la democrazia. In realtà, è un poveraccio che non ha capito niente. *Per Putin [...] la guerra non è affatto ripugnante, anzi, resta un ottimo strumento di azione politica. *Se la bestia si accontenta dell'Ucraina saremo salvi, è quanto pensiamo tutti in questo istante. ===[[Demetrio Volcic]]=== *Con il suo modello di democrazia controllata Putin vuole unire le diverse identità storiche della Russia. Lo si vede dai simboli che sceglie. Lo stemma ha il sapore zarista; la bandiera ricorda un breve periodo democratico; è stata ripresa la musica dell'inno sovietico ma le parole sono di un vecchio letterato, già autore dell'inno precedente; la bandiera rossa dell'esercito ricorda la seconda guerra mondiale, vinta sotto questo vessillo. Questa sintesi di valori contrastanti dovrebbe accellerare la strada all'ammodernamento. *La sua è una storia molto sovietica. Con la maturità, e con la fine del comunismo, ha abbandonato qualsiasi ideologia, sostituendola con un forte sentimento nazionale. Le notizie sulla sua infanzia e sulla difficile adolescenza già contengono elementi che lo distingueranno: solitudine e tendenza ad appartarsi, una certa malinconia, capacità di lavorare, serietà, passione per lo sport, adattabilità, pragmatismo. Nei gruppi di bambini non è mai il capobanda, ma sempre il suo consigliere: il che è tipico dei futuri uomini politici. *Putin è quanto di meno russo si possa immaginare. Conduce vita ritirata, non beve vodka, è un cultore della lotta giapponese. A differenza di Primakov e di Stepashin, che Eltsin designò come successori per poi sbarazzarsene, con Putin il rapporto sembra più serio. Anche perché, non dimentichiamolo, la scelta di Putin ha coinciso con l'affondo delle operazioni belliche in Cecenia. In una situazione economica critica, e con un programma politico carente nei risultati concreti, bisognava inventarsi un nemico. Eltsin puntò su Putin per questa operazione. *Putin ha un progetto, ampolloso nel disegno e concreto nei fatti. Come un maestro di scuola vuole educare i suoi concittadini e per farlo occorre che essi accettino la sua visione. Quando si sente incompreso appare amareggiato. Dispone di reti televisive con cento milioni di contatti giornalieri. La sua condotta in campo economico è un impasto di liberismo controllato. Pragmatico nella gestione della vita quotidiana, rispetto alle vicende del mondo si mostra flessibile ma vuole si sappia che la Russia persegue i suoi interessi nazionali da protagonista, come del resto fanno le altre potenze. ===[[Lech Wałęsa]]=== *Il metodo di Putin è legato al passato ed è inefficace. *Putin deve essere convinto, non sconfitto. *Putin è imprevedibile e il peggio può ancora accadere se lo lasciamo continuare a conquistare territori e a uccidere persone. ===[[Achmed Zakaev]]=== *La mia opinione personale è che di trattative con Putin non se ne parla nemmeno. *Putin vuole riportare la Russia ai tempi sovietici, non più - come ha fatto fin'ora - ripristinando simboli, bandiere e inni. Adesso si accinge a farlo compiutamente. Prigione di popoli era, prigione di popoli vuole che torni ad essere. *Solo una cosa è in grado di compiacere Putin, l'uccisione dei ceceni che da secoli sfidano l'autorità russa con il proprio amore per la libertà. *Una differenza essenziale tra El'cin e Putin è che El'cin, nonostante tutti i problemi, aveva un consenso molto scarso ma una grande autorità, mentre Putin sembra avere un grande consenso e scarsa autorità. ===[[Volodymyr Zelens'kyj]]=== {{cronologico}} *Quando i suoi consiglieri guardano uno Stato, non vedono i cittadini [...] Vedono solo il capo di Stato, vedono i politici, gli imprenditori potenti. *Sono convinto che il presidente russo ben di rado si confronta con persone oneste e sincere. Qualunque cosa gli arrivi all’orecchio o gli venga consegnato nei rapporti scritti, questo è quanto sentiamo dire da lui. *{{NDR|«Crede che Putin stia già prendendo di mira altri Paesi, come la Moldavia?»}} Ma siete a conoscenza di quanto annunciato a Mosca negli ultimi anni? Avete mai sentito una sola frase rispettosa nei confronti dell’Ue? Credete che Putin riconosca l’Europa come potenza alla pari? No. Il suo scopo è quello di dividere e lacerare l’Europa, come sta facendo con l’Ucraina. Ascoltate quello che dice la propaganda russa. Lo predicano persino dalle loro chiese, che bisogna conquistare altri Stati: la Moldavia, la Georgia, le repubbliche baltiche. A mio avviso anche la Polonia è minacciata. Anzi, l’intero continente europeo è in pericolo, fintanto che a Putin verrà consentito di aggredire un Paese vicino. *Credo che Putin non sia stato in un bunker per due settimane o sei mesi, ma per più di due decenni. Non lo intendo letteralmente, ma nel senso che ha ricevuto informazioni solo dalla sua cerchia. E l'Ucraina, mentre era in questo bunker, è cambiata in modo significativo. Quindi il modo in cui vede l'Ucraina è molto diverso dall'Ucraina che esiste nella vita reale. *Abbiamo sempre offerto alla Russia un accordo sulla convivenza a condizioni eque, oneste e dignitose. Ma è ovvio che questo è impossibile con questo presidente russo. Non sa cosa siano la dignità e l'onestà. Pertanto, siamo pronti per un dialogo con la Russia, ma quando avrà un altro presidente. *Esiste la minaccia di un attacco nucleare da parte di Putin? L'ho incontrato e in lui ho visto il desiderio di vivere. Ama la propria vita. Ha persino voluto sedersi a quel tavolo lunghissimo. Ha paura di contrarre il COVID-19 o qualche altra infezione. Ciò indica che ha paura della morte e che ama la vita. Quindi non so se sia pronto a usare un'arma nucleare. Perché sa che, se premerà il pulsante, il passo successivo sarà una risposta degli altri Paesi indirizzata a lui. A lui personalmente. *{{NDR|Rivolto al popolo russo}} Il tuo leader vuole dimostrare di avere le truppe dietro di sé, è avanti. Ma si sta nascondendo. Si nasconde dietro le truppe, i missili, le sue residenze, i palazzi. Si nasconde dietro di te, brucia il tuo paese, il tuo futuro. *Posso solo augurare al presidente della Russia di passare il resto dei suoi giorni in un seminterrato con un secchio come bagno. *Putin incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti, e lui non cambierà. *Putin è una persona malata e non si rende conto delle proprie azioni oppure non controlla i suoi militari che sparano contro i diplomatici o i civili di altri Paesi. {{DEFAULTSORT:Putin, Vladimir}} [[Categoria:Citazioni su persone]] [[Categoria:Personalità della guerra al terrorismo]] [[Categoria:Politici russi]] gx6ikcpd855lcmsb9ozss7vpiojf98n Iulian Ciocan 0 212723 1351517 1334538 2024-11-12T09:00:30Z Mariomassone 17056 1351517 wikitext text/x-wiki [[File:Iulian Ciocan in Berlin.jpg|thumb|Ciocan nel 2023]] '''Iulian Ciocan''' (1968 – vivente), scrittore moldavo. ==Citazioni di Iulian Ciocan== {{cronologico}} {{Int|''[https://it.globalvoices.org/2022/11/parliamo-anche-russo-in-moldavia-ma-non-vogliamo-avere-a-che-fare-con-il-mondo-russo-afferma-lo-scrittore-moldavo-iulian-ciocan/ "Parliamo anche russo in Moldavia, ma non vogliamo avere a che fare con il mondo russo" afferma lo scrittore moldavo Iulian Ciocan]''|Intervista di Filip Noubel, ''globalvoices.org'', 22 novembre 2022.}} *Ho parlato con molti russofoni qui e ai russi che vengono in Moldavia. La mia impressione é che molti di loro considerano questa terra come il "loro territorio russo". Così credo che se la Russia conquisterà Odessa in Ucraina, rivendicheranno anche la Moldavia. *Non mi sono mai sentito molto a mio agio qui come scrittore: questa è una zona tra i fiumi Dniester e Prut, di accordi temporanei dove nulla è creato per durare molto a lungo. Io mi sono sentito sempre come: oggi questa è la Moldavia, domani potrebbe essere parte della Russia, o della Romania. Questa consapevolezza influenza la nostra mentalità: ciò che iniziamo potrebbe non durare, può essere distrutto in ogni momento. *Il fatto che il mio vicino potrebbe parlare russo non è un problema in ogni modo a meno che quella persona voglia che Putin venga qui e governi. Quindi la principale domanda è se i russofoni locali sono legati alle narrazioni di Putin o no. Per essere chiari: parliamo russo in Moldavia ma non vogliamo avere nulla a che fare con il così detto "[[Russkij mir|mondo russo]]". *[...] quando sono all'estero, devo costantemente affrontare situazioni confuse su da dove vengo e devo spiegare dove si trova la Moldavia sebbene dopo questa guerra le persone sembrino più informate. Noto anche che fino ad oggi ogni scrittore russo è generalmente ben considerato all'estero semplicemente per essere russo, a prescindere di quanto bene scriva effettivamente. L'ho sperimentato in Francia dove le persone credono che ogni scrittore russo è un secondo Dostoevsky o Nabokov. Ma la gente in occidente non sarà mai in grado di comprendere cosa è successo e sta accadendo nello spazio post sovietico se tutti loro leggono testi di autori russi. *Ovviamente come scrittore non posso considerare il linguaggio in modo negativo: il linguaggio è uno strumento e non posso accusarlo di nulla di ciò che Putin sta facendo. Quindi per me il fatto che parlo russo è un vantaggio. *La guerra mi ha costretto a pensare a cosa potrebbe succedere se raggiungesse la Moldavia: resterò o andrò via? è qualcosa a cui penso ogni giorno adesso. {{Int|''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Moldavia/La-Moldavia-di-Iulian-Ciocan-223882 La Moldavia di Iulian Ciocan]''|Intervista di Claudia Bettiol, ''balcanicaucaso.org'', 29 marzo 2023.}} *Dobbiamo fare i conti con i lati positivi e negativi della defunta Unione Sovietica. Molti tra noi non ci sono ancora riusciti. In Russia, ad esempio, vengono perseguiti penalmente tutti coloro che tendono a equiparare il regime di Stalin con quello di Hitler. Ma il terrore comunista non è forse comparabile con quello del fascismo e del nazismo? Occorre approfondire, vedere in che misura una simile comparazione possa essere giustificata. *Oggi la classe politica della Repubblica moldava guarda all'integrazione nell'Unione europea. Tuttavia, chi è rimasto prigioniero del passato, nostalgici e schiavi della propaganda russa, si oppone a questo progetto. *In Occidente, così mi pare, non esiste una visione nitida circa le conseguenze del progetto sovietico. È ancora in voga una certa idealizzazione dell'Unione Sovietica, intellettuali europei affascinati dal mondo bolscevico, benché non abbiano mai sperimentato sulla propria pelle gli effetti dell'egualitarismo sovietico. Credo che un occidentale non capirà mai cosa è accaduto in Urss e nello spazio post-sovietico leggendo soltanto narrativa russa. L'esperienza sovietica non è una prerogativa degli scrittori e degli intellettuali russi. *Sono certo che l'Italia abbia avuto una gran fortuna a essere stata liberata dagli americani. Se fossero stati i soldati di Stalin, le conseguenze oggi sarebbero desolanti. Se fosse arrivata l'Armata rossa, oggi l'Italia non sarebbe la meta di così tanti lavoratori moldavi alla ricerca di un salario migliore. *Le nuove generazioni non hanno vissuto l'esperienza dell'Urss. Eppure, molte persone ricordano ancora come ai tempi dell'Unione Sovietica lo stato si prendesse cura di loro, a differenza dei giorni nostri. Nella mentalità di molti moldavi – anche tra i più giovani – è saldamente radicata l'idea che ogni minimo problema quotidiano debba essere risolto grazie all'intervento statale. Allo stesso tempo, però, non esiste una coscienza civica attiva, il sentimento di appartenere a una comunità e la volontà di dare un contributo al proprio paese. *A mio modo di vedere, la [[Nostalgia per l'Unione Sovietica|nostalgia per l'Urss]] oggi è stata rimpiazzata dalla tentazione russa. L'Unione Sovietica non esiste più, ma la Russia sì. Incapace di liberarsi della propria politica imperialista, essa rappresenta per diversi moldavi una specie di faro, la luce di una verità assoluta. *Negli anni della mia infanzia sovietica, le canzoni italiane in voga nell'Urss mi facevano sognare una terra meravigliosa, inaccessibile e piena d'amore. *[...] l'invasione russa della Moldova mi è sempre parsa un'eventualità plausibile. Sono convinto che la Russia consideri il nostro paese a tutti gli effetti un suo territorio. *Nel nostro paese vive una grande comunità russofona. Il problema non è certo la lingua russa, ma il fatto che queste persone non vogliano apprendere il romeno. Discriminazioni verso l'utilizzo del russo non si sono verificate, e le persone intelligenti non mettono certo sullo stesso piano la lingua russa e l'ideologia di Putin. Gran parte della popolazione russofona, però, segue le emissioni dei canali televisivi filorussi che nel corso degli anni si sono moltiplicati. Sono persone che nutrono un'opinione positiva nei confronti di Putin. Lo Stato moldavo ha iniziato una forma di lotta contro queste emittenti televisive, ma la situazione, ancora oggi, è preoccupante. Allo stato attuale, è fondamentale che i moldavi russofoni inizino a imparare il romeno, in modo da avere una fonte di informazione alternativa alla propaganda filo-putiniana. *In Ucraina, che ora sta lottando per la propria sopravvivenza, un sostenitore di Putin non avrebbe certo vita facile. Qui da noi, invece, troverebbe persino piattaforme su cui potersi esprimere senza il minimo rischio di sanzioni. Le personalità pubbliche moldave, benché condannino espressamente l'invasione russa dell'Ucraina, mostrano sempre una certa prudenza quando parlano della Russia, continuando a sostenere gli scambi commerciali con la regione separatista della Transnistria. *Sono ovviamente contento che la Moldova abbia ottenuto il riconoscimento della sua candidatura a paese membro. Per tutti noi rappresenta una possibilità. Alternative non ce ne sono. Si parla anche di una ipotetica riunificazione con la Romania, ma a mio modo di vedere l'integrazione nell'Unione europea è una via molto più realistica. Ovviamente mi pongo una domanda: e se la Russia non avesse invaso l'Ucraina, avremmo comunque ottenuto questo riconoscimento? Nutro forti dubbi. {{Int|''[https://bedaromano.blog.ilsole24ore.com/2023/06/07/incontro-con-iulian-ciocan-il-romanziere-che-racconta-il-confronto-usa-russia-in-moldavia/ Incontro con Iulian Ciocan, il romanziere che racconta il confronto USA-Russia in Moldavia]''|Intervista di Beda Romano, ''ilsole24ore.com'', 7 giugno 2023.}} *C'è una fetta dell'opinione pubblica vicina a Mosca, per via di secolari legami storici, culturali e religiosi. C'è chi poi ha sofferto dello shock economico provocato dall'arrivo del capitalismo e più recentemente dell'elevata inflazione scatenata dalla crisi energetica. Spera in qualche nuova forma di assistenzialismo russo. *[...] la Moldavia è oggi il teatro di un nuovo confronto tra Russia e Stati Uniti. Confronto che approfitta delle enormi difficoltà nel far coagulare i diversi sentimenti in questo paese. *Talvolta la polizia non fa differenza tra un bacio innocuo e un gesto osceno... [...] eredità della religione ortodossa, del passato comunista, e forse anche di un certo ritardo nella corsa alla modernità. *La corruzione è il nostro problema più grande e difficile da debellare. Ha radici sovietiche. *Temo che la Russia tornerà in Moldavia. Dipenderà molto da come finirà la guerra in Ucraina. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Iulian Ciocan|w_site=ro}} {{DEFAULTSORT:Ciocan, Iulian}} [[Categoria:Scrittori moldavi]] 8kekl8pyae5bkm1jk3aaq0roufvjkoj Elezioni presidenziali in Russia del 2000 0 212991 1351506 1337234 2024-11-12T08:37:23Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351506 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Vladimir Putin with Boris Yeltsin-7.jpg|thumb|upright=1.2|Il presidente uscente [[Boris Nikolaevič El'cin|Boris El'cin]] si congratula con [[Vladimir Putin]] per la sua vittoria elettorale, 27 marzo 2000.]] Citazioni sulle '''elezioni presidenziali in Russia del 2000'''. ==Citazioni== *Come mi spiegò Berezovskij anni dopo, l'immagine bellicosa di Putin era stata attivamente promossa dai direttori della sua campagna nel 1999. Era perfettamente in sintonia con la maggioranza dei russi. L'orgoglio nazionale ferito nel periodo immediatamente successivo alla guerra fredda, il desiderio di un «uomo forte» che portasse ordine e stabilità, l'ira per la disparità tra i pochi superricchi e le masse impoverite: erano tutti motivi per cui quell'uomo ascetico, introverso, duro come l'acciaio, il proletario che combatte e vince contro ogni previsione, fu accolto calorosamente dal popolo russo. Putin era l'uomo che ci voleva per liberarsi di tutte le frustrazioni di cui soffriva il Paese. ([[Aleksandr Goldfarb (biologo)|Aleksandr Goldfarb]]) *Nel 1999, quando Vladimir Putin salì al potere, molti lo trovarono fantastico: era giovane, a differenza di Eltsin non beveva e sembrava dire tutte le cose giuste. Questo non fece che consolidare la speranza che, finalmente, tutto sarebbe andato a posto. Tale narrazione mi irritava davvero tanto. Non mi piaceva affatto l'idea di Putin come «successore»: io volevo un'autentica elezione presidenziale, con candidati in competizione tra loro. Se Putin fosse stato un comunista che aveva fatto campagna elettorale e aveva vinto onestamente, mi sarei arrabbiato molto ma avrei accettato il risultato. Invece, Putin era stato imposto alla Russia per ricompensarlo della sua fedeltà e disponibilità a fornire immunità legale all'ex presidente e alla sua famiglia. ([[Aleksej Naval'nyj]]) *Non ci sono vere elezioni nel nostro Paese da molti anni – l'ultima volta che si è svolto qualcosa di simile a una competizione elettorale è stato negli anni 1999-2000 (non è la mia opinione, sono le conclusioni degli osservatori dell'Osce). Tutto ciò che è seguito è stato solo la preparazione per la "legittimazione" formale del regime con vari gradi di validazione esterna. ([[Vladimir Kara-Murza]]) *Quando Putin è arrivato al potere, i cittadini russi si sono semplicemente accontentati che non fosse né anziano, né alcolista. Le aspettative erano molto basse. Inoltre, non bisogna dimenticare che la propaganda putiniana investe risorse illimitate al fine di apoliticizzare la maggioranza della popolazione. Le votazioni e le elezioni in Russia si sono trasformate in una specie di rituale in cui si pone una crocetta, ma la realtà è che elezioni libere nel mio Paese non esistono più da molto tempo. ([[Elena Kostjučenko]]) ===[[Grigorij Javlinskij]]=== *Il mio avversario n.1 è Putin e Zjuganov [...]. I due sono molto vicini, per lo meno io non vedo una qualche particolare differenza nelle loro politiche. *{{NDR|«Ma lei pensa veramente di poter vincere?»}} Le posso dire solo questo. Guardate come ci temono, come si sono spaventati di noi. Guardate cosa succede ogni sera alla tv: fiumi di menzogne contro di noi. Sì, io credo che se saremo in tanti potremo farci prendere in considerazione. E siccome questa volta tantissimi elettori di Zjuganov voteranno per Putin, noi abbiamo tutte le possibilità di lottare con lui al secondo turno. *Questa non è l'Urss, potete curiosare dove volete. Ma qui arrivano turisti politici. Gli osservatori occidentali dopo le 6 di sera andranno a bere birra. Secondo loro, se nei seggi non ci sono soldati con Kalashnikov puntati, è tutto in regola. *Vladimir Putin è oggi una specie di cavallo di Troia attraverso cui entreranno nel Cremlino tutti quanti, nazionalisti e comunisti di tutte le sfumature. Basta dare uno sguardo alla struttura dei fiduciari di questo candidato, allo stile con cui sta conducendo la campagna e su come si lasciano utilizzare i mass media. Io non ho nulla di personale contro il presidente facente funzioni. Semplicemente non approvo la politica che sta conducendo, una miscela fra Brezhnev e Andropov. Mentre si raccontano un sacco di fandonie, tutti a poco a poco vengono intimiditi: è questa politica che considero molto pericolosa per l'elettorato e per tutti. ===[[Sergej Adamovič Kovalëv]]=== *Coloro che hanno tramato per un ritorno dell'autocrazia, spingendo sulla scena questa specie di Pinochet russo, sono riusciti nel loro intento. *La manovra con cui Putin è stato messo sulla poltrona presidenziale [...] era perfetta. Se infatti Eltsin non si fosse dimesso, e le elezioni avessero avuto luogo come previsto a giugno, non so proprio come sarebbero finite. La guerra rischia infatti di mettersi molto male per il nostro esercito. Ai tempi in cui Tolstoj combatteva anche lui da quelle parti, i vecchi capi ceceni dicevano: "Quando sugli alberi le foglie arrivano ad avere la grandezza d' un soldo, la vita del soldato russo non vale più di due soldi". Intendendo che la primavera favorisce la tattica della guerriglia, rende più facili gli agguati e le incursioni dietro le linee russe. Così, da marzo a giugno, le nostre perdite avrebbero potuto essere tanto pesanti da rendere assai più problematica la vittoria del signor Putin... *Un presidente si elegge perché gli elettori pensano che possa rispondere a varie aspettative, politiche, economiche, sociali. Mentre Putin verrà eletto soltanto perché ha promesso di sbaragliare i ceceni. Qui sta il consenso dei russi attorno al suo nome. E più il nostro esercito impiega contro piccoli villaggi, contro gruppi di guerriglieri, armi da grande guerra campale, missili o bombe dagli effetti disastrosi, più cresce il consenso. Per non parlare poi delle tre tappe che hanno portato Putin alle soglie della presidenza: prima i misteriosi attentati terroristici con centinaia di morti, quindi la guerra, infine le dimissioni di Eltsin. Ebbene, chi può credere che dietro a tutto questo non ci siano dei burattinai? ===[[Aleksandr Ivanovič Lebed']]=== *Lei parla di candidarsi alla presidenza come se si trattasse di lavarsi i denti. In realtà, nel paese è in corso una guerra che supererà per dimensioni la campagna cecena del '94-96. Sarebbe più logico che mi chiedesse se intendo diventare comandante di campo. *Per partecipare alle elezioni, c'è bisogno innanzitutto che queste elezioni si tengano, mentre a me pare che siano in dubbio. *Quando scoppiano interi palazzi e la potenza dello scoppio raggiunge 5-600 chili di tritolo e centinaia di persone muoiono, e migliaia vengono ferite, e milioni subiscono traumi psicologici; quando c'è il terrore di massa, con la gente tesa e angosciata, e in una regione come il Caucaso, dove le teste calde abbondano, si svolgono operazioni militari su vasta scala, in questa situazione le scadenze elettorali, sia politiche che presidenziali, vanno messe sotto un grosso punto interrogativo. *Zhirinovskij non sarà mai presidente, perché è un protettore politico di banditi. Javlinskij è un uomo molto intelligente, sa da dieci anni di che cosa ha bisogno la Russia, ma non lo dice a nessuno. Zjuganov sta perdendo i voti avuti nel '96. Luzhkov può essere eletto a Mosca, ma non nel paese, perché Mosca ha derubato tutto il paese. ===[[Boris Nemcov]]=== *Io vivo da molti anni in Russia e ormai non temo più niente. Semplicemente trovo folle votare per una persona che non si sa cosa voglia fare della Russia. Penso che bisognerebbe scegliere il proprio futuro in modo cosciente. *La destra ha commesso molti errori. Non possiamo considerare Javlinskij come il candidato della destra. I nostri elettori ormai lo sanno. Qualunque cosa faccia, qualsiasi somma investa nella campagna elettorale, il suo risultato sarà sempre intorno al 5-7 per cento. Piuttosto avremmo noi dovuto trovare un candidato comune, come per esempio Cjubais. Sì, lo so, a prima vista la scelta sembra esotica. Ma io sono stato eletto a Nizhnij Novgorod, so come la pensa la gente nel paese. E posso dire che all'inizio davanti a una proposta del genere i leader politici ed economici provano una certa sorpresa, ma poi ammettono che è ragionevole. Ma noi non abbiamo avuto la forza di promuovere un nostro candidato e questo ha in un certo senso pre definito l'esito delle elezioni. *Niente è chiaro sul programma di Putin e ancor meno si sa dei quadri dirigenti, la squadra che vuol mettere in piedi. Io vedo davanti al nuovo presidente troppe biforcazioni per poter stabilire quale direzione prenderà. Da un lato vedo che su di lui si sono fatte più pesanti le pressioni degli "oligarchi". Dall'altro c'è un gruppo di economisti liberali nell'attesa. Quindi la scelta è: o il capitalismo banditesco, coperto di una retorica patriottica, o, nonostante tutto, il mercato europeo. ==Voci correlate== *[[Bombe nei palazzi in Russia]] *[[Russia sotto Vladimir Putin]] *[[Seconda guerra cecena]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulle|w_preposizione=riguardante le}} [[Categoria:Elezioni presidenziali in Russia|2000]] [[Categoria:Eventi degli anni 2000]] hjr0azlvairaltibcb3qds4lir0d2xr Wikiquote:SheSaid 2024 4 213902 1351395 1351250 2024-11-11T18:28:50Z IppolitoN 23099 /* Nuove */ 1351395 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) # --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 18:13, 5 nov 2024 (CET) #----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 01:42, 6 nov 2024 (CET) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # [[Jenny Erpenbeck]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mette Frederiksen]] {{fatto|Emmepici}} # [[Elena Isinbaeva]] {{fatto|Danyele}} # [[Jaroslava Mahučich]] {{fatto|Danyele}} # [[Margarete Buber-Neumann]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Mata Hari]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Angelique Rockas]] {{fatto|Emmepici}} # [[Justine Braisaz]] {{fatto|Dispe}} # [[Vittoria Ostuni Minuzzi]] {{fatto|Danyele}} # [[Vittoria Vecchini]] {{fatto|Danyele}} # [[Alyssa D'Incà]] {{fatto|Danyele}} # [[Margot Sikabonyi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Margo Stilley]] {{fatto|Danyele}} # [[Giulia Maenza]] {{fatto|Danyele}} # [[Milena Baldassarri]] {{fatto|Danyele}} # [[Alice Miller]] {{fatto|Wiccio}} # [[Terézia Mora]] {{fatto|Dispe}} # [[Goldie Goldbloom]] {{fatto|Dispe}} # [[Jill Lepore]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elena Bacchin]] {{fatto|IppolitoN}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 5 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Camelia}} + 11 citazioni # [[Milena Jesenská]] {{fatto|IppolitoN}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Stefan]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Beatrice Rigoni]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Jean Shrimpton]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Grace Ambrose]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Pilar Fogliati]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Rachele Sangiuliano]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Sara Gama]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Cecilia Zandalasini]] {{fatto|Danyele}} + 7 citazioni, sistemazioni # [[Nina Lvovna Chruščёva]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] aivkv0pvvctpow6dehwz9xxetouewwl 1351454 1351395 2024-11-12T03:17:00Z Danyele 19198 /* Nuove */ +4 1351454 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) # --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 18:13, 5 nov 2024 (CET) #----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 01:42, 6 nov 2024 (CET) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # [[Jenny Erpenbeck]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mette Frederiksen]] {{fatto|Emmepici}} # [[Elena Isinbaeva]] {{fatto|Danyele}} # [[Jaroslava Mahučich]] {{fatto|Danyele}} # [[Margarete Buber-Neumann]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Mata Hari]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Angelique Rockas]] {{fatto|Emmepici}} # [[Justine Braisaz]] {{fatto|Dispe}} # [[Vittoria Ostuni Minuzzi]] {{fatto|Danyele}} # [[Vittoria Vecchini]] {{fatto|Danyele}} # [[Alyssa D'Incà]] {{fatto|Danyele}} # [[Margot Sikabonyi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Margo Stilley]] {{fatto|Danyele}} # [[Giulia Maenza]] {{fatto|Danyele}} # [[Milena Baldassarri]] {{fatto|Danyele}} # [[Alice Miller]] {{fatto|Wiccio}} # [[Terézia Mora]] {{fatto|Dispe}} # [[Goldie Goldbloom]] {{fatto|Dispe}} # [[Jill Lepore]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elena Bacchin]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Lara Naki Gutmann]] {{fatto|Danyele}} # [[Rebecca Sartori]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucrezia Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Marta Zenoni]] {{fatto|Danyele}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 5 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Camelia}} + 11 citazioni # [[Milena Jesenská]] {{fatto|IppolitoN}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Stefan]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Beatrice Rigoni]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Jean Shrimpton]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Grace Ambrose]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Pilar Fogliati]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Rachele Sangiuliano]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Sara Gama]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Cecilia Zandalasini]] {{fatto|Danyele}} + 7 citazioni, sistemazioni # [[Nina Lvovna Chruščёva]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] n9z53ay526khmbs327vbl9l3kn85dok 1351499 1351454 2024-11-12T08:19:40Z Ibisco 49387 /* Nuove */ + 1 1351499 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) # --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 18:13, 5 nov 2024 (CET) #----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 01:42, 6 nov 2024 (CET) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # [[Jenny Erpenbeck]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mette Frederiksen]] {{fatto|Emmepici}} # [[Elena Isinbaeva]] {{fatto|Danyele}} # [[Jaroslava Mahučich]] {{fatto|Danyele}} # [[Margarete Buber-Neumann]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Mata Hari]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Angelique Rockas]] {{fatto|Emmepici}} # [[Justine Braisaz]] {{fatto|Dispe}} # [[Vittoria Ostuni Minuzzi]] {{fatto|Danyele}} # [[Vittoria Vecchini]] {{fatto|Danyele}} # [[Alyssa D'Incà]] {{fatto|Danyele}} # [[Margot Sikabonyi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Margo Stilley]] {{fatto|Danyele}} # [[Giulia Maenza]] {{fatto|Danyele}} # [[Milena Baldassarri]] {{fatto|Danyele}} # [[Alice Miller]] {{fatto|Wiccio}} # [[Terézia Mora]] {{fatto|Dispe}} # [[Goldie Goldbloom]] {{fatto|Dispe}} # [[Jill Lepore]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elena Bacchin]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Lara Naki Gutmann]] {{fatto|Danyele}} # [[Rebecca Sartori]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucrezia Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Marta Zenoni]] {{fatto|Danyele}} # [[Sabrina Colle]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 5 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Camelia}} + 11 citazioni # [[Milena Jesenská]] {{fatto|IppolitoN}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Stefan]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Beatrice Rigoni]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Jean Shrimpton]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Grace Ambrose]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Pilar Fogliati]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Rachele Sangiuliano]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Sara Gama]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Cecilia Zandalasini]] {{fatto|Danyele}} + 7 citazioni, sistemazioni # [[Nina Lvovna Chruščёva]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] m6lelxpy1ljo6rbee4uchhvw5ayjqio Francesco Piccolo (filologo) 0 215119 1351334 1351187 2024-11-11T15:39:49Z Gaux 18878 /* Zodiaco letterario */ Alfredo Baccelli 1351334 wikitext text/x-wiki '''Francesco Piccolo''' (1892 – 1970), filologo, critico letterario e docente universitario italiano. ==''Zodiaco letterario''== *In [[Ugo Foscolo]] lottano il letterato e il poeta. Le caratteristiche dell'«enfant du siècle» sono decise, marcate: un'età intera vive e si dibatte in lui, non soffocando, anzi rivelando e il letterato e il poeta. Quando le passioni del tempo tacciono, quando l'anima e il cuore e il sangue tumultuosi riposano e si rifugiano in un ideale di pura bellezza, il poeta rimane, sommo. (p. 11) *La poesia dei ''Sepolcri'' nasce direttamente dall'animo appassionato del Foscolo. La poesia sepolcrale che ha negli altri sempre ispirazione o soggettiva o a freddo, non le aggiunge né il calore né l'intonazione formale. Forse, se il Foscolo avesse avuto presente uno schema, ne sarebbe venuto fuori un lavoro letterariamente perfetto, ma perfetto come puro pezzo di letteratura e chiuso in uno svolgimento di motivi lirici serrati; ma è difficile dire fino a qual punto sarebbero giunte la nostra commozione e la nostra adesione. (p. 16) *Per molto tempo la poesia dei ''Sepolcri'' è stata catalogata per carme d'intonazione civile, e non è dubbio che tale fosse nell'intenzione del poeta, inquadrato nella storia, e riferito alle leggi che lo avevano ispirato. Ma il carme d'intonazione civile finisce con la prima parte, come s'è detto: il poeta prende la mano, l'intonazione cambia, la visione diventa più alta, il respiro più ampio, il colore più dolce (''Ma cipressi e cedri — Di puri effluvi i zefiri impregnando — Perenne verde protendean su l'urne... Le fontane versando acque lustrali — Amaranti educavano e viole'') tutto è assorbito e fuso nel calore della fantasia che ricompone in salda unità poetica gli elementi del carme, apparentemente frammentarii: apparentemente, perché il respiro musicale tra una visione e l'altra definisce una per aprirne un'altra la quale è già virtualmente contenuta nella precedente, e perché avvertiamo che il tono con cui ciascuna di esse incomincia è artificioso e oratorio: ''A egregie cose... Felice te che il regno... E me che i tempi e il desio d'onore''. (pp. 17-18) *[[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è ancora solo. La sua poesia sarà sempre in alto e sola, nell'eternità.<br>Che grande errore imporla nelle scuole, trascinare la dolente pensosa figura del poeta per le chiuse aule scolastiche dove è appena lecito declamare per esercitazioni mnemoniche e oratorie: ''Ancor dal monte...''<ref>Carducci, ''Alle fonti del Clitumno''.</ref> o ''Agile e solo vien di colle in colle...''<ref>Carducci, ''La chiesa di Polenta''.</ref> Habent sua fata pöetae. Non c'è al mondo altra poesia più della leopardiana lontana dalla scuola e dalla mentalità scolastica, se togli la canzone all'Italia e l'altra per il monumento di Dante; eppure il destino del Leopardi è stato questo: che il riconoscimento della grandezza della sua poesia dovesse essere ufficiale, incominciando dalla scuola, sulla cui soglia la si abbandona quando si entra nella vita. (pp. 20-21) *[...] tolte le canzoni di carattere patriottico ed encomiastico, il mondo poetico del Leopardi si riduce a quello morale e a quello sentimentale - critico che è assorbito dal primo perché le donne amate dal poeta sono come foglie cadute, figure di cose passate, travolte dalla morte, tornate nel nulla. E queste figure di donne senza contorni, senza qualità speciali, inindividuate, non sono mai il centro di una rappresentazione di arte, ma pure entrando direttamente nella emozione e nella ispirazione del poeta, restano poi fuori della poesia alla quale non importa che cantare il pensiero dominante: il nulla, il vuoto, nulla l'amore, nulla l'illusione, nulla la gloria. (p. 24) *Nessun amore del Leopardi risulta poeticamente giustificato. Fantasie, sogni torbidi, vaneggiamenti: amore no. Nessuna figura di donna ha lasciato nell'anima e nel corpo del poeta un solco profondo. Non possiamo immaginare che vergine il Leopardi: vergine nella carne e nell'anima, con le labbra sottilissime immuni di contatto carnale. In poesia figure di donne passano fugacemente e vaniscono: Silvia, Nerina, Geltrude Cassi e qualche altra. Apparizioni. Dico che questi amori, vissuti forse realmente ma non poeticamente appieno, e passati così, inani, non giustificano empiricamente questo inabissamento e {{sic|annihilamento}} del mondo, dello spazio, del tempo, della propria personalità e del mondo esteriore, ridotti al nulla eterno, alla indifferenza assoluta, alla non esistenza. Che diventa materia di poesia. Nella distruzione tragica del mondo circostante, tempo e spazio, qualche cosa si salva, vien su da tanta feroce e voluttuosa rovina, la coscienza di sé, la coscienza dell'intimo individuale dolore. (p. 27) *Quando il [[Giosuè Carducci|Carducci]] morì, parve per un momento che la sua statura morale dovesse oscurare a lungo quelle della generazione a lui contemporanea e di altre successive che avrebbero dovuto attingere alla poesia gli ideali e alla personalità morale di lui norme di vita. In verità scompariva e scendeva con lui nella tomba una Italia che i panegiristi, i chroniqueurs, i falsi scolari, i critici maggiori e minori credevano d'intendere, gridando a gran voce con lagrime di dolore le lodi di un uomo che, vivo, si sarebbe violentemente e rudemente liberato di quel coro profano: che non sarebbe stato né posa né gesto platonico, come non erano state ciò le ribellioni del Carducci alla esaltazione cieca della sua personalità poetica e {{sic|prattica}}. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 69) *Quando pensiamo al Carducci uomo non sappiamo separare questo dagli altri elementi del suo carattere morale, sicché noi lo vediamo ancora un po' come il maestro e il consigliere di tutte le generazioni. Per altro egli rimane ancora vivo nella coscienza di tutti, anche se ad uso d'una certa coscienza giovanile in formazione è stato ridotto a pezzi d'antologia i quali non danno la misura né del carattere morale né del carattere poetico di lui. Rimane nella scuola, perché la scuola è la più conservatrice di tutte le istituzioni. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 71) *[[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]] non ebbe anima di poeta: il suo nome è più legato alla traduzione delle poesie di [[Heinrich Heine|Heine]] che al resto: vaneggiamenti d'una brava persona che si esercita a costruir versi senza fermarsi su un argomento, poeta disinteressato e astratto, moraleggiante, umorista, innamorato, senza un contenuto serio, poetico. Nonostante la varietà grande degli argomenti intorno ai quali presumeva costruire l'arte sua, questa risulta povera e scheletrica, priva di forma. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 97) *Sì. [[Emilio Praga]] fu un poveruomo, debole e malato. Lo ha visto bene il [[Benedetto Croce|Croce]] tanti anni or sono, e non ci sarà chi voglia rifare al poeta una sanità intatta di corpo e di mente; ma è perché la sua poesia rimane in questa atmosfera di malattia e di debolezza ch'essa ci commuove e ci attrae. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 97) *Bertacchi pubblica ancora, Cesareo pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto ritardatarii, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. (Le forme chiuse, p. 133) *[[Guido Gozzano]] s'è sentito morire lentamente, giovanissimo. Quando lo leggemmo la prima volta, in ''La via del rifugio'' e nei ''Colloqui'', e nelle novelle e fiabe, trascurando pochi movimenti di spensieratezza e atteggiamenti lirici classicisti, il suo mondo poetico che si conchiudeva in un respiro breve, affannoso e stanco, ci commosse. Il cliché del poeta di scuola, tradizionale, dalla voce rotonda, impersonale, era finalmente infranto: la poesia scendeva di tono, s'insinuava timida e modesta nella nostra vita [...]. (Decadenti e futuristi, p. 166) *Non s'è mai potuto capire, [...], come e perché [[Corrado Govoni|Govoni]] e [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]], per citar qualcuno, fossero assorbiti dal [[futurismo]], etichettati così, trasformando la loro fisionomia di buoni provinciali e di buoni figlioli. (Decadenti e futuristi, p. 168) *Che io sappia, [[Renato Fucini|Fucini]] non e stato mai dimenticato, e le cose sue sono state sempre tenute in onore; ma era un onore scolastico e convenzionale, che non usciva al di là dei banchi della scuola dove era facile trovar le ''Veglie di Neri''; ed è bene che sia, finalmente, uscito dalla scuola per interessare una generazione che non sa scrivere, non sa stendere con naturalezza e semplicità una pagina discorsiva e non sa chiamare una cosa con la parola sua. (Narratori, p. 194) *{{NDR|[[Edmondo De Amicis]]}} Era il buon borghese ex militare delle guerre d'indipendenza, il quale metteva la testa fuori ad ammirare le buone cose di casa altrui, contento che tutto fosse buono e bello, perché così s'avviavano ad essere le cose in casa sua: il buon borghese pronto a stringer la mano a tutti, e a dir bene di tutti. Temperamento oltremodo ingenuo, poco passionale, scrittore meccanico, ha visto tutto roseo, la vita militare e la lotta di classe. Leggendolo, avvertiamo che nessuno più di lui è schivo della menzogna convenzionale, e che l'esagerazione, l'ottimismo, la sensibilità eccessiva sono {{sic|resultato}} del suo carattere ch'egli non deformò mai sugli esemplari altrui. (Narratori, pp. 195-196) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Francesco Piccolo, ''[https://archive.org/details/zodiacoletterari00piccuoft/page/n8/mode/1up Zodiaco letterario]'', Vallecchi Editore, Firenze, 1923. {{DEFAULTSORT:Piccolo, Francesco}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Filologi italiani]] [[Categoria:Insegnanti italiani]] 2ty4dyyazejoyujf8iuwop65op7j9ao 1351335 1351334 2024-11-11T15:43:23Z Gaux 18878 /* Zodiaco letterario */ wlink 1351335 wikitext text/x-wiki '''Francesco Piccolo''' (1892 – 1970), filologo, critico letterario e docente universitario italiano. ==''Zodiaco letterario''== *In [[Ugo Foscolo]] lottano il letterato e il poeta. Le caratteristiche dell'«enfant du siècle» sono decise, marcate: un'età intera vive e si dibatte in lui, non soffocando, anzi rivelando e il letterato e il poeta. Quando le passioni del tempo tacciono, quando l'anima e il cuore e il sangue tumultuosi riposano e si rifugiano in un ideale di pura bellezza, il poeta rimane, sommo. (p. 11) *La poesia dei ''Sepolcri'' nasce direttamente dall'animo appassionato del Foscolo. La poesia sepolcrale che ha negli altri sempre ispirazione o soggettiva o a freddo, non le aggiunge né il calore né l'intonazione formale. Forse, se il Foscolo avesse avuto presente uno schema, ne sarebbe venuto fuori un lavoro letterariamente perfetto, ma perfetto come puro pezzo di letteratura e chiuso in uno svolgimento di motivi lirici serrati; ma è difficile dire fino a qual punto sarebbero giunte la nostra commozione e la nostra adesione. (p. 16) *Per molto tempo la poesia dei ''Sepolcri'' è stata catalogata per carme d'intonazione civile, e non è dubbio che tale fosse nell'intenzione del poeta, inquadrato nella storia, e riferito alle leggi che lo avevano ispirato. Ma il carme d'intonazione civile finisce con la prima parte, come s'è detto: il poeta prende la mano, l'intonazione cambia, la visione diventa più alta, il respiro più ampio, il colore più dolce (''Ma cipressi e cedri — Di puri effluvi i zefiri impregnando — Perenne verde protendean su l'urne... Le fontane versando acque lustrali — Amaranti educavano e viole'') tutto è assorbito e fuso nel calore della fantasia che ricompone in salda unità poetica gli elementi del carme, apparentemente frammentarii: apparentemente, perché il respiro musicale tra una visione e l'altra definisce una per aprirne un'altra la quale è già virtualmente contenuta nella precedente, e perché avvertiamo che il tono con cui ciascuna di esse incomincia è artificioso e oratorio: ''A egregie cose... Felice te che il regno... E me che i tempi e il desio d'onore''. (pp. 17-18) *[[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è ancora solo. La sua poesia sarà sempre in alto e sola, nell'eternità.<br>Che grande errore imporla nelle scuole, trascinare la dolente pensosa figura del poeta per le chiuse aule scolastiche dove è appena lecito declamare per esercitazioni mnemoniche e oratorie: ''Ancor dal monte...''<ref>Carducci, ''Alle fonti del Clitumno''.</ref> o ''Agile e solo vien di colle in colle...''<ref>Carducci, ''La chiesa di Polenta''.</ref> Habent sua fata pöetae. Non c'è al mondo altra poesia più della leopardiana lontana dalla scuola e dalla mentalità scolastica, se togli la canzone all'Italia e l'altra per il monumento di Dante; eppure il destino del Leopardi è stato questo: che il riconoscimento della grandezza della sua poesia dovesse essere ufficiale, incominciando dalla scuola, sulla cui soglia la si abbandona quando si entra nella vita. (pp. 20-21) *[...] tolte le canzoni di carattere patriottico ed encomiastico, il mondo poetico del Leopardi si riduce a quello morale e a quello sentimentale - critico che è assorbito dal primo perché le donne amate dal poeta sono come foglie cadute, figure di cose passate, travolte dalla morte, tornate nel nulla. E queste figure di donne senza contorni, senza qualità speciali, inindividuate, non sono mai il centro di una rappresentazione di arte, ma pure entrando direttamente nella emozione e nella ispirazione del poeta, restano poi fuori della poesia alla quale non importa che cantare il pensiero dominante: il nulla, il vuoto, nulla l'amore, nulla l'illusione, nulla la gloria. (p. 24) *Nessun amore del Leopardi risulta poeticamente giustificato. Fantasie, sogni torbidi, vaneggiamenti: amore no. Nessuna figura di donna ha lasciato nell'anima e nel corpo del poeta un solco profondo. Non possiamo immaginare che vergine il Leopardi: vergine nella carne e nell'anima, con le labbra sottilissime immuni di contatto carnale. In poesia figure di donne passano fugacemente e vaniscono: Silvia, Nerina, Geltrude Cassi e qualche altra. Apparizioni. Dico che questi amori, vissuti forse realmente ma non poeticamente appieno, e passati così, inani, non giustificano empiricamente questo inabissamento e {{sic|annihilamento}} del mondo, dello spazio, del tempo, della propria personalità e del mondo esteriore, ridotti al nulla eterno, alla indifferenza assoluta, alla non esistenza. Che diventa materia di poesia. Nella distruzione tragica del mondo circostante, tempo e spazio, qualche cosa si salva, vien su da tanta feroce e voluttuosa rovina, la coscienza di sé, la coscienza dell'intimo individuale dolore. (p. 27) *Quando il [[Giosuè Carducci|Carducci]] morì, parve per un momento che la sua statura morale dovesse oscurare a lungo quelle della generazione a lui contemporanea e di altre successive che avrebbero dovuto attingere alla poesia gli ideali e alla personalità morale di lui norme di vita. In verità scompariva e scendeva con lui nella tomba una Italia che i panegiristi, i chroniqueurs, i falsi scolari, i critici maggiori e minori credevano d'intendere, gridando a gran voce con lagrime di dolore le lodi di un uomo che, vivo, si sarebbe violentemente e rudemente liberato di quel coro profano: che non sarebbe stato né posa né gesto platonico, come non erano state ciò le ribellioni del Carducci alla esaltazione cieca della sua personalità poetica e {{sic|prattica}}. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 69) *Quando pensiamo al Carducci uomo non sappiamo separare questo dagli altri elementi del suo carattere morale, sicché noi lo vediamo ancora un po' come il maestro e il consigliere di tutte le generazioni. Per altro egli rimane ancora vivo nella coscienza di tutti, anche se ad uso d'una certa coscienza giovanile in formazione è stato ridotto a pezzi d'antologia i quali non danno la misura né del carattere morale né del carattere poetico di lui. Rimane nella scuola, perché la scuola è la più conservatrice di tutte le istituzioni. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 71) *[[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]] non ebbe anima di poeta: il suo nome è più legato alla traduzione delle poesie di [[Heinrich Heine|Heine]] che al resto: vaneggiamenti d'una brava persona che si esercita a costruir versi senza fermarsi su un argomento, poeta disinteressato e astratto, moraleggiante, umorista, innamorato, senza un contenuto serio, poetico. Nonostante la varietà grande degli argomenti intorno ai quali presumeva costruire l'arte sua, questa risulta povera e scheletrica, priva di forma. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 97) *Sì. [[Emilio Praga]] fu un poveruomo, debole e malato. Lo ha visto bene il [[Benedetto Croce|Croce]] tanti anni or sono, e non ci sarà chi voglia rifare al poeta una sanità intatta di corpo e di mente; ma è perché la sua poesia rimane in questa atmosfera di malattia e di debolezza ch'essa ci commuove e ci attrae. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 97) *[[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto ritardatarii, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. (Le forme chiuse, p. 133) *[[Guido Gozzano]] s'è sentito morire lentamente, giovanissimo. Quando lo leggemmo la prima volta, in ''La via del rifugio'' e nei ''Colloqui'', e nelle novelle e fiabe, trascurando pochi movimenti di spensieratezza e atteggiamenti lirici classicisti, il suo mondo poetico che si conchiudeva in un respiro breve, affannoso e stanco, ci commosse. Il cliché del poeta di scuola, tradizionale, dalla voce rotonda, impersonale, era finalmente infranto: la poesia scendeva di tono, s'insinuava timida e modesta nella nostra vita [...]. (Decadenti e futuristi, p. 166) *Non s'è mai potuto capire, [...], come e perché [[Corrado Govoni|Govoni]] e [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]], per citar qualcuno, fossero assorbiti dal [[futurismo]], etichettati così, trasformando la loro fisionomia di buoni provinciali e di buoni figlioli. (Decadenti e futuristi, p. 168) *Che io sappia, [[Renato Fucini|Fucini]] non e stato mai dimenticato, e le cose sue sono state sempre tenute in onore; ma era un onore scolastico e convenzionale, che non usciva al di là dei banchi della scuola dove era facile trovar le ''Veglie di Neri''; ed è bene che sia, finalmente, uscito dalla scuola per interessare una generazione che non sa scrivere, non sa stendere con naturalezza e semplicità una pagina discorsiva e non sa chiamare una cosa con la parola sua. (Narratori, p. 194) *{{NDR|[[Edmondo De Amicis]]}} Era il buon borghese ex militare delle guerre d'indipendenza, il quale metteva la testa fuori ad ammirare le buone cose di casa altrui, contento che tutto fosse buono e bello, perché così s'avviavano ad essere le cose in casa sua: il buon borghese pronto a stringer la mano a tutti, e a dir bene di tutti. Temperamento oltremodo ingenuo, poco passionale, scrittore meccanico, ha visto tutto roseo, la vita militare e la lotta di classe. Leggendolo, avvertiamo che nessuno più di lui è schivo della menzogna convenzionale, e che l'esagerazione, l'ottimismo, la sensibilità eccessiva sono {{sic|resultato}} del suo carattere ch'egli non deformò mai sugli esemplari altrui. (Narratori, pp. 195-196) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Francesco Piccolo, ''[https://archive.org/details/zodiacoletterari00piccuoft/page/n8/mode/1up Zodiaco letterario]'', Vallecchi Editore, Firenze, 1923. {{DEFAULTSORT:Piccolo, Francesco}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Filologi italiani]] [[Categoria:Insegnanti italiani]] 317oo9tfby8tpvqu22kjauo3s7mh8jx 1351339 1351335 2024-11-11T15:48:42Z Gaux 18878 /* Zodiaco letterario */ sic forma desueta 1351339 wikitext text/x-wiki '''Francesco Piccolo''' (1892 – 1970), filologo, critico letterario e docente universitario italiano. ==''Zodiaco letterario''== *In [[Ugo Foscolo]] lottano il letterato e il poeta. Le caratteristiche dell'«enfant du siècle» sono decise, marcate: un'età intera vive e si dibatte in lui, non soffocando, anzi rivelando e il letterato e il poeta. Quando le passioni del tempo tacciono, quando l'anima e il cuore e il sangue tumultuosi riposano e si rifugiano in un ideale di pura bellezza, il poeta rimane, sommo. (p. 11) *La poesia dei ''Sepolcri'' nasce direttamente dall'animo appassionato del Foscolo. La poesia sepolcrale che ha negli altri sempre ispirazione o soggettiva o a freddo, non le aggiunge né il calore né l'intonazione formale. Forse, se il Foscolo avesse avuto presente uno schema, ne sarebbe venuto fuori un lavoro letterariamente perfetto, ma perfetto come puro pezzo di letteratura e chiuso in uno svolgimento di motivi lirici serrati; ma è difficile dire fino a qual punto sarebbero giunte la nostra commozione e la nostra adesione. (p. 16) *Per molto tempo la poesia dei ''Sepolcri'' è stata catalogata per carme d'intonazione civile, e non è dubbio che tale fosse nell'intenzione del poeta, inquadrato nella storia, e riferito alle leggi che lo avevano ispirato. Ma il carme d'intonazione civile finisce con la prima parte, come s'è detto: il poeta prende la mano, l'intonazione cambia, la visione diventa più alta, il respiro più ampio, il colore più dolce (''Ma cipressi e cedri — Di puri effluvi i zefiri impregnando — Perenne verde protendean su l'urne... Le fontane versando acque lustrali — Amaranti educavano e viole'') tutto è assorbito e fuso nel calore della fantasia che ricompone in salda unità poetica gli elementi del carme, apparentemente frammentarii: apparentemente, perché il respiro musicale tra una visione e l'altra definisce una per aprirne un'altra la quale è già virtualmente contenuta nella precedente, e perché avvertiamo che il tono con cui ciascuna di esse incomincia è artificioso e oratorio: ''A egregie cose... Felice te che il regno... E me che i tempi e il desio d'onore''. (pp. 17-18) *[[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è ancora solo. La sua poesia sarà sempre in alto e sola, nell'eternità.<br>Che grande errore imporla nelle scuole, trascinare la dolente pensosa figura del poeta per le chiuse aule scolastiche dove è appena lecito declamare per esercitazioni mnemoniche e oratorie: ''Ancor dal monte...''<ref>Carducci, ''Alle fonti del Clitumno''.</ref> o ''Agile e solo vien di colle in colle...''<ref>Carducci, ''La chiesa di Polenta''.</ref> Habent sua fata pöetae. Non c'è al mondo altra poesia più della leopardiana lontana dalla scuola e dalla mentalità scolastica, se togli la canzone all'Italia e l'altra per il monumento di Dante; eppure il destino del Leopardi è stato questo: che il riconoscimento della grandezza della sua poesia dovesse essere ufficiale, incominciando dalla scuola, sulla cui soglia la si abbandona quando si entra nella vita. (pp. 20-21) *[...] tolte le canzoni di carattere patriottico ed encomiastico, il mondo poetico del Leopardi si riduce a quello morale e a quello sentimentale - critico che è assorbito dal primo perché le donne amate dal poeta sono come foglie cadute, figure di cose passate, travolte dalla morte, tornate nel nulla. E queste figure di donne senza contorni, senza qualità speciali, inindividuate, non sono mai il centro di una rappresentazione di arte, ma pure entrando direttamente nella emozione e nella ispirazione del poeta, restano poi fuori della poesia alla quale non importa che cantare il pensiero dominante: il nulla, il vuoto, nulla l'amore, nulla l'illusione, nulla la gloria. (p. 24) *Nessun amore del Leopardi risulta poeticamente giustificato. Fantasie, sogni torbidi, vaneggiamenti: amore no. Nessuna figura di donna ha lasciato nell'anima e nel corpo del poeta un solco profondo. Non possiamo immaginare che vergine il Leopardi: vergine nella carne e nell'anima, con le labbra sottilissime immuni di contatto carnale. In poesia figure di donne passano fugacemente e vaniscono: Silvia, Nerina, Geltrude Cassi e qualche altra. Apparizioni. Dico che questi amori, vissuti forse realmente ma non poeticamente appieno, e passati così, inani, non giustificano empiricamente questo inabissamento e {{sic|annihilamento}} del mondo, dello spazio, del tempo, della propria personalità e del mondo esteriore, ridotti al nulla eterno, alla indifferenza assoluta, alla non esistenza. Che diventa materia di poesia. Nella distruzione tragica del mondo circostante, tempo e spazio, qualche cosa si salva, vien su da tanta feroce e voluttuosa rovina, la coscienza di sé, la coscienza dell'intimo individuale dolore. (p. 27) *Quando il [[Giosuè Carducci|Carducci]] morì, parve per un momento che la sua statura morale dovesse oscurare a lungo quelle della generazione a lui contemporanea e di altre successive che avrebbero dovuto attingere alla poesia gli ideali e alla personalità morale di lui norme di vita. In verità scompariva e scendeva con lui nella tomba una Italia che i panegiristi, i chroniqueurs, i falsi scolari, i critici maggiori e minori credevano d'intendere, gridando a gran voce con lagrime di dolore le lodi di un uomo che, vivo, si sarebbe violentemente e rudemente liberato di quel coro profano: che non sarebbe stato né posa né gesto platonico, come non erano state ciò le ribellioni del Carducci alla esaltazione cieca della sua personalità poetica e {{sic|prattica}}. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 69) *Quando pensiamo al Carducci uomo non sappiamo separare questo dagli altri elementi del suo carattere morale, sicché noi lo vediamo ancora un po' come il maestro e il consigliere di tutte le generazioni. Per altro egli rimane ancora vivo nella coscienza di tutti, anche se ad uso d'una certa coscienza giovanile in formazione è stato ridotto a pezzi d'antologia i quali non danno la misura né del carattere morale né del carattere poetico di lui. Rimane nella scuola, perché la scuola è la più conservatrice di tutte le istituzioni. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 71) *[[Bernardino Zendrini (scrittore)|Bernardino Zendrini]] non ebbe anima di poeta: il suo nome è più legato alla traduzione delle poesie di [[Heinrich Heine|Heine]] che al resto: vaneggiamenti d'una brava persona che si esercita a costruir versi senza fermarsi su un argomento, poeta disinteressato e astratto, moraleggiante, umorista, innamorato, senza un contenuto serio, poetico. Nonostante la varietà grande degli argomenti intorno ai quali presumeva costruire l'arte sua, questa risulta povera e scheletrica, priva di forma. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 97) *Sì. [[Emilio Praga]] fu un poveruomo, debole e malato. Lo ha visto bene il [[Benedetto Croce|Croce]] tanti anni or sono, e non ci sarà chi voglia rifare al poeta una sanità intatta di corpo e di mente; ma è perché la sua poesia rimane in questa atmosfera di malattia e di debolezza ch'essa ci commuove e ci attrae. (Da Carducci a D'Annunzio, p. 97) *[[Giovanni Bertacchi|Bertacchi]] pubblica ancora, [[Giovanni Alfredo Cesareo|Cesareo]] pubblica ancora, [[Alfredo Baccelli|Baccelli]] trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto {{sic|ritardatarii}}, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. (Le forme chiuse, p. 133) *[[Guido Gozzano]] s'è sentito morire lentamente, giovanissimo. Quando lo leggemmo la prima volta, in ''La via del rifugio'' e nei ''Colloqui'', e nelle novelle e fiabe, trascurando pochi movimenti di spensieratezza e atteggiamenti lirici classicisti, il suo mondo poetico che si conchiudeva in un respiro breve, affannoso e stanco, ci commosse. Il cliché del poeta di scuola, tradizionale, dalla voce rotonda, impersonale, era finalmente infranto: la poesia scendeva di tono, s'insinuava timida e modesta nella nostra vita [...]. (Decadenti e futuristi, p. 166) *Non s'è mai potuto capire, [...], come e perché [[Corrado Govoni|Govoni]] e [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]], per citar qualcuno, fossero assorbiti dal [[futurismo]], etichettati così, trasformando la loro fisionomia di buoni provinciali e di buoni figlioli. (Decadenti e futuristi, p. 168) *Che io sappia, [[Renato Fucini|Fucini]] non e stato mai dimenticato, e le cose sue sono state sempre tenute in onore; ma era un onore scolastico e convenzionale, che non usciva al di là dei banchi della scuola dove era facile trovar le ''Veglie di Neri''; ed è bene che sia, finalmente, uscito dalla scuola per interessare una generazione che non sa scrivere, non sa stendere con naturalezza e semplicità una pagina discorsiva e non sa chiamare una cosa con la parola sua. (Narratori, p. 194) *{{NDR|[[Edmondo De Amicis]]}} Era il buon borghese ex militare delle guerre d'indipendenza, il quale metteva la testa fuori ad ammirare le buone cose di casa altrui, contento che tutto fosse buono e bello, perché così s'avviavano ad essere le cose in casa sua: il buon borghese pronto a stringer la mano a tutti, e a dir bene di tutti. Temperamento oltremodo ingenuo, poco passionale, scrittore meccanico, ha visto tutto roseo, la vita militare e la lotta di classe. Leggendolo, avvertiamo che nessuno più di lui è schivo della menzogna convenzionale, e che l'esagerazione, l'ottimismo, la sensibilità eccessiva sono {{sic|resultato}} del suo carattere ch'egli non deformò mai sugli esemplari altrui. (Narratori, pp. 195-196) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Francesco Piccolo, ''[https://archive.org/details/zodiacoletterari00piccuoft/page/n8/mode/1up Zodiaco letterario]'', Vallecchi Editore, Firenze, 1923. {{DEFAULTSORT:Piccolo, Francesco}} [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Filologi italiani]] [[Categoria:Insegnanti italiani]] n78zqssxdy9upco6h5dkjq8xp9wawnf Imposta sul valore aggiunto 0 215291 1351455 1351254 2024-11-12T03:19:56Z Danyele 19198 fix di stile 1351455 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sull{{'}}'''imposta sul valore aggiunto''', in acronimo '''IVA'''. *È vero che gli [[Stati Uniti d'America|Usa]] metteranno i dazi. Ma anche l'[[Europa]] li ha. C'è l'Iva sulle importazioni, che è di fatto un dazio permanente su tutte le importazioni, da ovunque provengano. E ha un peso enorme. Questo non vuol dire che i dazi siano giusti – io sarei contrario – ma gli statisti europei dovrebbero tenerne conto nelle trattative. Personalmente, non conosco differenza tra dazio e Iva. ([[Giulio Tremonti]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante l'|preposizione=sull'}} {{S}} [[Categoria:Diritto commerciale]] molpmcadsy43923g8licl6r1tkglz0h Angelo Pietra 0 215293 1351313 1351289 2024-11-11T12:47:22Z Spinoziano 2297 1351313 wikitext text/x-wiki [[File:Pietra, Angelo – Indrizzo degli economi, 1586 – BEIC 4645639.jpg|thumb|''Indrizzo degli economi'', 1586]] '''Angelo Pietra''' (1550 circa – 1590), economista e benedettino italiano. ==[[Incipit]] di ''Indrizzo degli economi''== Due sono le vie; Molto R. Padre; le quali ispeditamente, e securamente ne guidano, & indirizzano al sommo bene, l'una è quella dell'operare, e l'altra del contemplare, ed ambe corrispondono ai due divini precetti. Il primo che è d'amare Iddio, et il secondo che è d'amare il prossimo nostro, nell'osservanza de' quali disse il nostro Salvatore esser ristretta tutta la legge, & i Profeti. Laonde stimo io, che non si ritrovi huomo tanto privo di humanità, & di spirito ragionevole, il quale se non gli da il cuore di poter felicemente peregrinare per ambedue, almeno, o per questa, o per quella non metta ogni suo possibile studio d'incaminarsi. ==Bibliografia== *Angelo Pietra, ''[https://preserver.beic.it/delivery/DeliveryManagerServlet?dps_pid=IE6205043 Indrizzo degli economi]'', Francesco Osanna, Mantova, 1586. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Pietra, Angelo}} [[Categoria:Economisti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] q7mdee2qye2j5u9t5zyfror3s10du7g Legge fisica 0 215294 1351324 2024-11-11T13:56:52Z Udiki 86035 Creata pagina con "{{Voce tematica}} Citazione sulla '''legge fisica'''. *Il pregio di una legge si è l'essere costante, e invariabile negli effetti, in cui si osserva; ed oltre a ciò l'essere ben dedotta, e tanto meglio è dedotta, quanto più sono gli effetti, in cui per esperienza trovasi osservata, e meno quelli, a quali vuole per analogia la legge estendersi, benché non ancora osservata. ([[Francesco Maria Zanotti]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposi..." 1351324 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazione sulla '''legge fisica'''. *Il pregio di una legge si è l'essere costante, e invariabile negli effetti, in cui si osserva; ed oltre a ciò l'essere ben dedotta, e tanto meglio è dedotta, quanto più sono gli effetti, in cui per esperienza trovasi osservata, e meno quelli, a quali vuole per analogia la legge estendersi, benché non ancora osservata. ([[Francesco Maria Zanotti]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} {{s}} [[Categoria:Filosofia della scienza]] [[Categoria:Fisica]] 2be70o3c9i01a9ko9xyy3r2xw18omzw 1351325 1351324 2024-11-11T13:59:56Z Udiki 86035 Intestazione, Voci correlate 1351325 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazione sulla '''legge fisica'''. ==Citazioni== *Il pregio di una legge si è l'essere costante, e invariabile negli effetti, in cui si osserva; ed oltre a ciò l'essere ben dedotta, e tanto meglio è dedotta, quanto più sono gli effetti, in cui per esperienza trovasi osservata, e meno quelli, a quali vuole per analogia la legge estendersi, benché non ancora osservata. ([[Francesco Maria Zanotti]]) ==Voci correlate== *[[Fisica]] *[[Metodo scientifico]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} {{s}} [[Categoria:Filosofia della scienza]] [[Categoria:Fisica]] aai5zrztas5tuczvpbcsza5e9cqikeq 1351328 1351325 2024-11-11T14:02:33Z Udiki 86035 1351328 wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sulla '''legge fisica'''. ==Citazioni== *Il pregio di una legge si è l'essere costante, e invariabile negli effetti, in cui si osserva; ed oltre a ciò l'essere ben dedotta, e tanto meglio è dedotta, quanto più sono gli effetti, in cui per esperienza trovasi osservata, e meno quelli, a quali vuole per analogia la legge estendersi, benché non ancora osservata. ([[Francesco Maria Zanotti]]) ==Voci correlate== *[[Fisica]] *[[Metodo scientifico]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} {{s}} [[Categoria:Filosofia della scienza]] [[Categoria:Fisica]] 71t7fe3siyzqvfdi5t79ldai76t6sia Elena Bacchin 0 215295 1351391 2024-11-11T18:22:03Z IppolitoN 23099 Creata pagina con "'''Elena Bacchi'''n (1982 – vivente), stotica italiana. == ''24 maggio 1915'' == * La [[Prima guerra mondiale|guerra]], immaginata da mesi, combattuta a parole, entrava in scena; tutti ne erano protagonisti. Il sipario calerà tre anni e mezzo dopo, ma forse, nel novembre 1918, l’Italia non uscì veramente dal conflitto. Quel 24 maggio 1915 nulla poté essere (né sarebbe stato) come prima. * Nei rapporti tra i due Paesi pesava l’eredità risorgimentale: lAustria..." 1351391 wikitext text/x-wiki '''Elena Bacchi'''n (1982 – vivente), stotica italiana. == ''24 maggio 1915'' == * La [[Prima guerra mondiale|guerra]], immaginata da mesi, combattuta a parole, entrava in scena; tutti ne erano protagonisti. Il sipario calerà tre anni e mezzo dopo, ma forse, nel novembre 1918, l’Italia non uscì veramente dal conflitto. Quel 24 maggio 1915 nulla poté essere (né sarebbe stato) come prima. * Nei rapporti tra i due Paesi pesava l’eredità risorgimentale: l[[Austria|’Austria]] aveva dominato la parte settentrionale della penisola e ancora controllava alcune zone di lingua italiana che, secondo la concezione ottocentesca della nazione, sarebbero dovute appartenere al Regno: [[Trento]] e [[Trieste]]. Proprio il 24 maggio il «''[[Corriere della Sera]]''» pubblicò la notizia di una bottiglia ritrovata in alto mare da un marinaio catanese contenente gli appelli di alcuni triestini: «''fratelli italiani: ora o mai, non possiamo più sopportare il [[Francesco Giuseppe I d'Austria|tiranno impiccatore]]''», diceva il primo; «''fratelli, venite a liberarci dal giogo austriaco''», il secondo. * [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] immaginava di tornare al potere, ma [[Antonio Salandra|Salandra]] non si comportò come un primo ministro a tempo e fece dell’opposizione al giolittismo il suo punto di forza. Infatti, nonostante il progresso raggiunto dal Paese nell’ultimo decennio, lo statista piemontese suscitava diverse antipatie. La società italiana stava cambiando e lo Stato nazionale non era riuscito a diventare la patria di tutti gli italiani; socialisti, cattolici, repubblicani, nazionalisti, radicali avevano in mente un’altra Italia e vedevano in Giolitti un dittatore corrotto e corruttore. Cercarono nuove soluzioni. == Bibliografia == * Elena Bacchin, ''24 maggio 1915'', Laterza, Roma-Bari, 2021. [[Speciale:RicercaISBN/9788858144572|ISBN 9788861900233]] [[Categoria:Storici italiani]] 6dalvrd0x9346c674vxuz0gv5dhwqxe 1351392 1351391 2024-11-11T18:24:51Z IppolitoN 23099 1351392 wikitext text/x-wiki '''Elena Bacchi'''n (1982 – vivente), stotica italiana. == ''24 maggio 1915'' == * La [[Prima guerra mondiale|guerra]], immaginata da mesi, combattuta a parole, entrava in scena; tutti ne erano protagonisti. Il sipario calerà tre anni e mezzo dopo, ma forse, nel novembre 1918, l’Italia non uscì veramente dal conflitto. Quel 24 maggio 1915 nulla poté essere (né sarebbe stato) come prima. * Nei rapporti tra i due Paesi pesava l’eredità risorgimentale: l[[Austria|’Austria]] aveva dominato la parte settentrionale della penisola e ancora controllava alcune zone di lingua italiana che, secondo la concezione ottocentesca della nazione, sarebbero dovute appartenere al Regno: [[Trento]] e [[Trieste]]. Proprio il 24 maggio il «''[[Corriere della Sera]]''» pubblicò la notizia di una bottiglia ritrovata in alto mare da un marinaio catanese contenente gli appelli di alcuni triestini: «''fratelli italiani: ora o mai, non possiamo più sopportare il [[Francesco Giuseppe I d'Austria|tiranno impiccatore]]''», diceva il primo; «''fratelli, venite a liberarci dal giogo austriaco''», il secondo. * [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] immaginava di tornare al potere, ma [[Antonio Salandra|Salandra]] non si comportò come un primo ministro a tempo e fece dell’opposizione al giolittismo il suo punto di forza. Infatti, nonostante il progresso raggiunto dal Paese nell’ultimo decennio, lo statista piemontese suscitava diverse antipatie. La società italiana stava cambiando e lo Stato nazionale non era riuscito a diventare la patria di tutti gli italiani; socialisti, cattolici, repubblicani, nazionalisti, radicali avevano in mente un’altra Italia e vedevano in Giolitti un dittatore corrotto e corruttore. Cercarono nuove soluzioni. == Bibliografia == * Elena Bacchin, ''24 maggio 1915'', Laterza, Roma-Bari, 2021. [[Speciale:RicercaISBN/9788858144572|ISBN 9788861900233]] {{DEFAULTSORT:Bacchin, Elena}} [[Categoria:Storici italiani]] 2mg2clk11ezlb6zyqkwz357h0xjqh5b 1351438 1351392 2024-11-12T00:19:56Z Danyele 19198 fix / typo 1351438 wikitext text/x-wiki '''Elena Bacchi'''n (1982 – vivente), storica italiana. ==''24 maggio 1915''== *La [[Prima guerra mondiale|guerra]], immaginata da mesi, combattuta a parole, entrava in scena; tutti ne erano protagonisti. Il sipario calerà tre anni e mezzo dopo, ma forse, nel novembre 1918, l’Italia non uscì veramente dal conflitto. Quel 24 maggio 1915 nulla poté essere (né sarebbe stato) come prima. *Nei rapporti tra i due Paesi pesava l’eredità risorgimentale: l[[Austria|’Austria]] aveva dominato la parte settentrionale della penisola e ancora controllava alcune zone di lingua italiana che, secondo la concezione ottocentesca della nazione, sarebbero dovute appartenere al Regno: [[Trento]] e [[Trieste]]. Proprio il 24 maggio il «''[[Corriere della Sera]]''» pubblicò la notizia di una bottiglia ritrovata in alto mare da un marinaio catanese contenente gli appelli di alcuni triestini: «''fratelli italiani: ora o mai, non possiamo più sopportare il [[Francesco Giuseppe I d'Austria|tiranno impiccatore]]''», diceva il primo; «''fratelli, venite a liberarci dal giogo austriaco''», il secondo. *[[Giovanni Giolitti|Giolitti]] immaginava di tornare al potere, ma [[Antonio Salandra|Salandra]] non si comportò come un primo ministro a tempo e fece dell’opposizione al giolittismo il suo punto di forza. Infatti, nonostante il progresso raggiunto dal Paese nell’ultimo decennio, lo statista piemontese suscitava diverse antipatie. La società italiana stava cambiando e lo Stato nazionale non era riuscito a diventare la patria di tutti gli italiani; socialisti, cattolici, repubblicani, nazionalisti, radicali avevano in mente un’altra Italia e vedevano in Giolitti un dittatore corrotto e corruttore. Cercarono nuove soluzioni. == Bibliografia == *Elena Bacchin, ''24 maggio 1915'', Laterza, Roma-Bari, 2021. [[Speciale:RicercaISBN/9788858144572|ISBN 9788861900233]] {{DEFAULTSORT:Bacchin, Elena}} [[Categoria:Storici italiani]] hen3jq01z5xvkk73tksn5o3qvxulu3q 1351439 1351438 2024-11-12T00:20:10Z Danyele 19198 /* Bibliografia */ fix 1351439 wikitext text/x-wiki '''Elena Bacchi'''n (1982 – vivente), storica italiana. ==''24 maggio 1915''== *La [[Prima guerra mondiale|guerra]], immaginata da mesi, combattuta a parole, entrava in scena; tutti ne erano protagonisti. Il sipario calerà tre anni e mezzo dopo, ma forse, nel novembre 1918, l’Italia non uscì veramente dal conflitto. Quel 24 maggio 1915 nulla poté essere (né sarebbe stato) come prima. *Nei rapporti tra i due Paesi pesava l’eredità risorgimentale: l[[Austria|’Austria]] aveva dominato la parte settentrionale della penisola e ancora controllava alcune zone di lingua italiana che, secondo la concezione ottocentesca della nazione, sarebbero dovute appartenere al Regno: [[Trento]] e [[Trieste]]. Proprio il 24 maggio il «''[[Corriere della Sera]]''» pubblicò la notizia di una bottiglia ritrovata in alto mare da un marinaio catanese contenente gli appelli di alcuni triestini: «''fratelli italiani: ora o mai, non possiamo più sopportare il [[Francesco Giuseppe I d'Austria|tiranno impiccatore]]''», diceva il primo; «''fratelli, venite a liberarci dal giogo austriaco''», il secondo. *[[Giovanni Giolitti|Giolitti]] immaginava di tornare al potere, ma [[Antonio Salandra|Salandra]] non si comportò come un primo ministro a tempo e fece dell’opposizione al giolittismo il suo punto di forza. Infatti, nonostante il progresso raggiunto dal Paese nell’ultimo decennio, lo statista piemontese suscitava diverse antipatie. La società italiana stava cambiando e lo Stato nazionale non era riuscito a diventare la patria di tutti gli italiani; socialisti, cattolici, repubblicani, nazionalisti, radicali avevano in mente un’altra Italia e vedevano in Giolitti un dittatore corrotto e corruttore. Cercarono nuove soluzioni. ==Bibliografia== *Elena Bacchin, ''24 maggio 1915'', Laterza, Roma-Bari, 2021. [[Speciale:RicercaISBN/9788858144572|ISBN 9788861900233]] {{DEFAULTSORT:Bacchin, Elena}} [[Categoria:Storici italiani]] e4rjzg1m5t6ojpr3sal65t1qk4yfrok Italo Foschi 0 215296 1351414 2024-11-11T23:23:21Z Danyele 19198 Creata pagina con "[[File:Foschi.jpg|thumb|Italo Foschi]] '''Italo Celestino Foschi''' (1884 – 1949), politico e dirigente sportivo italiano. ==Citazioni di Italo Foschi== *A me va riconosciuto il merito di aver valorizzato, come non era mai avvenuto per il passato, il gioco del calcio a Roma.<ref>Citato dall'AS Roma in un [https://twitter.com/OfficialASRoma/status/1500844625224945669 post] sul profilo ufficiale ''twitter.com'', 7 marzo 2022.</ref> ==Citazioni su Italo Foschi== *Milita..." 1351414 wikitext text/x-wiki [[File:Foschi.jpg|thumb|Italo Foschi]] '''Italo Celestino Foschi''' (1884 – 1949), politico e dirigente sportivo italiano. ==Citazioni di Italo Foschi== *A me va riconosciuto il merito di aver valorizzato, come non era mai avvenuto per il passato, il gioco del calcio a Roma.<ref>Citato dall'AS Roma in un [https://twitter.com/OfficialASRoma/status/1500844625224945669 post] sul profilo ufficiale ''twitter.com'', 7 marzo 2022.</ref> ==Citazioni su Italo Foschi== *Militante fascista, organizzatore dello squadrismo a Roma, fedele a Mussolini fino alla Repubblica di Salò quando l'Italia subiva gli eccidi delle Brigate nere e delle Ss naziste. Noto anche per essersi congratulato con Amerigo Dumini – scrivendogli che era un eroe – per l'assassinio di Giacomo Matteotti. È Italo Foschi, primo presidente della AS Roma. ([[Paolo Berizzi]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Foschi, Italo}} [[Categoria:Dirigenti sportivi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] r32tn2fa3jly68ck4cltqa8n3q4ief7 Enrico La Talpa 0 215297 1351429 2024-11-11T23:59:47Z Udiki 86035 Creata pagina con "'''Enrico La Talpa''', personaggio dei fumetti creato da [[Silver]] nel 1973. ==Citazioni di Enrico La Talpa== ===Frasi=== *Ascolta bene due cose, donna! Terzo: non so dove siano le mie fottute braghe del pigiama e nemmeno lo voglio sapere!.. Primo: non seccarmi con queste scemenze mentre sto leggendo il giornale!.. E secondo: non darmi più del disordinato, che mi fa andare in bestia, e poi sai che non è vero! *Le mogli! Ti farebbero fare le cose più inutili pur di..." 1351429 wikitext text/x-wiki '''Enrico La Talpa''', personaggio dei fumetti creato da [[Silver]] nel 1973. ==Citazioni di Enrico La Talpa== ===Frasi=== *Ascolta bene due cose, donna! Terzo: non so dove siano le mie fottute braghe del pigiama e nemmeno lo voglio sapere!.. Primo: non seccarmi con queste scemenze mentre sto leggendo il giornale!.. E secondo: non darmi più del disordinato, che mi fa andare in bestia, e poi sai che non è vero! *Le mogli! Ti farebbero fare le cose più inutili pur di vederti faticare... *No, no, questa ve la devo proprio raccontare!.. Allora: c'è il gallo che tutti i giorni prende l'autobus e va in città... Allora un bel giorno il fattore gli fa: "Com'è che vai tutti i giorni in città?.. Non ti trovi bene qui, da noi?" ...E lui: "No, vado solo dal pollivendolo a vedere le galline nude!" Aahr! Ah! Haw! ===Dialoghi=== *'''Enrico''': Cosa può essere, Beppe? Ventuno orizzontale: "Si nutrono di preti e bambini".<br/> '''Alberto''': Non ho tempo da perdere con quella robaccia insulsa e razzista. <br/> '''Enrico''': Incredibile! Vuoi sempre buttarla in politica, eh? È solo un passatempo con caselle bianche da una parte e sporche caselle negre dall'altra! *'''Alberto''': Gesù, tappo... Hai l'aria di un lombrico che ha scoperto di avere la forfora... <br/> '''Enrico''': È che ho un-un peso qui... Questa vita di corsa mi uccide, Beppe! Uno si riempie la giornata di impegni, pratiche, impicci, scappa di qua, fiondati di là... Per cosa, poi? Per non avere più il tempo di fermarsi, di dedicarsi un minuto... Passano i giorni, moltiplichi gli affanni, butti giù qualunque schifezza e finisci per tenerti tutto dentro.. Tutto dentro... Sigh! <br/> '''Alberto''': Ma non puoi continuare così! Guarda lì che faccia! Devi mollare! Devi liberarti d... <br/> '''Enrico''': E credi che non lo voglia? Ma non ce la faccio, Beppe! Non ce la faccio. È questo il guaio... Mi manca lo stimolo! Sono... Sono annichilito! Azzerato! Kaputt! Sto qui, in attesa di qualcosa... Sigh, è terribile, sai? Sigh! <br/> '''Alberto''': Ah sì, come ti capisco... <br/> '''Enrico''': Ah, anche tu sei stitico? ==Citazioni su Enrico La Talpa== *Con il passare degli anni mi riconosco sempre di più in Enrico, anche con tutte le sue contraddizioni, con il suo essere talvolta meschino e con i suoi pensieri non proprio nobili. Alla fine, la talpa rappresenta quello che siamo al di là di quello che cerchiamo di far credere di essere. Se il lupo è la figura ideale, la talpa è la cruda realtà. ([[Silver]]) ==Opere== *''[[Lupo Alberto]]'' (1973-in corso) – fumetto *''[[Lupo Alberto (serie animata)|Lupo Alberto]]'' (1997-2001) – serie animata ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Personaggi dei fumetti]] [[Categoria:Personaggi dell'animazione]] enz5nvbsgm9iulbvn15znz2pk987hvs 1351433 1351429 2024-11-12T00:08:43Z Udiki 86035 /* Citazioni di Enrico La Talpa */ int. 1351433 wikitext text/x-wiki '''Enrico La Talpa''', personaggio dei fumetti creato da [[Silver]] nel 1973. ==Citazioni di Enrico La Talpa== ===''[[Lupo Alberto]]''=== ====Frasi==== *Ascolta bene due cose, donna! Terzo: non so dove siano le mie fottute braghe del pigiama e nemmeno lo voglio sapere!.. Primo: non seccarmi con queste scemenze mentre sto leggendo il giornale!.. E secondo: non darmi più del disordinato, che mi fa andare in bestia, e poi sai che non è vero! *Le mogli! Ti farebbero fare le cose più inutili pur di vederti faticare... *No, no, questa ve la devo proprio raccontare!.. Allora: c'è il gallo che tutti i giorni prende l'autobus e va in città... Allora un bel giorno il fattore gli fa: "Com'è che vai tutti i giorni in città?.. Non ti trovi bene qui, da noi?" ...E lui: "No, vado solo dal pollivendolo a vedere le galline nude!" Aahr! Ah! Haw! ====Dialoghi==== *'''Enrico''': Cosa può essere, Beppe? Ventuno orizzontale: "Si nutrono di preti e bambini".<br/> '''Alberto''': Non ho tempo da perdere con quella robaccia insulsa e razzista. <br/> '''Enrico''': Incredibile! Vuoi sempre buttarla in politica, eh? È solo un passatempo con caselle bianche da una parte e sporche caselle negre dall'altra! *'''Alberto''': Gesù, tappo... Hai l'aria di un lombrico che ha scoperto di avere la forfora... <br/> '''Enrico''': È che ho un-un peso qui... Questa vita di corsa mi uccide, Beppe! Uno si riempie la giornata di impegni, pratiche, impicci, scappa di qua, fiondati di là... Per cosa, poi? Per non avere più il tempo di fermarsi, di dedicarsi un minuto... Passano i giorni, moltiplichi gli affanni, butti giù qualunque schifezza e finisci per tenerti tutto dentro.. Tutto dentro... Sigh! <br/> '''Alberto''': Ma non puoi continuare così! Guarda lì che faccia! Devi mollare! Devi liberarti d... <br/> '''Enrico''': E credi che non lo voglia? Ma non ce la faccio, Beppe! Non ce la faccio. È questo il guaio... Mi manca lo stimolo! Sono... Sono annichilito! Azzerato! Kaputt! Sto qui, in attesa di qualcosa... Sigh, è terribile, sai? Sigh! <br/> '''Alberto''': Ah sì, come ti capisco... <br/> '''Enrico''': Ah, anche tu sei stitico? ==Citazioni su Enrico La Talpa== *Con il passare degli anni mi riconosco sempre di più in Enrico, anche con tutte le sue contraddizioni, con il suo essere talvolta meschino e con i suoi pensieri non proprio nobili. Alla fine, la talpa rappresenta quello che siamo al di là di quello che cerchiamo di far credere di essere. Se il lupo è la figura ideale, la talpa è la cruda realtà. ([[Silver]]) ==Opere== *''[[Lupo Alberto]]'' (1973-in corso) – fumetto *''[[Lupo Alberto (serie animata)|Lupo Alberto]]'' (1997-2001) – serie animata ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Personaggi dei fumetti]] [[Categoria:Personaggi dell'animazione]] s874z9hrkjgd8ak9z1o2yn6mmefgt1m 1351437 1351433 2024-11-12T00:19:51Z Udiki 86035 1351437 wikitext text/x-wiki '''Enrico La Talpa''', personaggio dei fumetti creato da [[Silver]] nel 1973. ==Citazioni di Enrico La Talpa== ===''[[Lupo Alberto]]''=== ====Frasi==== *Ascolta bene due cose, donna! Terzo: non so dove siano le mie fottute braghe del pigiama e nemmeno lo voglio sapere!.. Primo: non seccarmi con queste scemenze mentre sto leggendo il giornale!.. E secondo: non darmi più del disordinato, che mi fa andare in bestia, e poi sai che non è vero! *Le mogli! Ti farebbero fare le cose più inutili pur di vederti faticare... *No, no, questa ve la devo proprio raccontare!.. Allora: c'è il gallo che tutti i giorni prende l'autobus e va in città... Allora un bel giorno il fattore gli fa: "Com'è che vai tutti i giorni in città?.. Non ti trovi bene qui, da noi?" ...E lui: "No, vado solo dal pollivendolo a vedere le galline nude!" Aahr! Ah! Haw! ====Dialoghi==== *'''Enrico''': Cosa può essere, Beppe? Ventuno orizzontale: "Si nutrono di preti e bambini".<br/> '''Alberto''': Non ho tempo da perdere con quella robaccia insulsa e razzista. <br/> '''Enrico''': Incredibile! Vuoi sempre buttarla in politica, eh? È solo un passatempo con caselle bianche da una parte e sporche caselle negre dall'altra! *'''Alberto''': Gesù, tappo... Hai l'aria di un lombrico che ha scoperto di avere la forfora... <br/> '''Enrico''': È che ho un-un peso qui... Questa vita di corsa mi uccide, Beppe! Uno si riempie la giornata di impegni, pratiche, impicci, scappa di qua, fiondati di là... Per cosa, poi? Per non avere più il tempo di fermarsi, di dedicarsi un minuto... Passano i giorni, moltiplichi gli affanni, butti giù qualunque schifezza e finisci per tenerti tutto dentro.. Tutto dentro... Sigh! <br/> '''Alberto''': Ma non puoi continuare così! Guarda lì che faccia! Devi mollare! Devi liberarti d... <br/> '''Enrico''': E credi che non lo voglia? Ma non ce la faccio, Beppe! Non ce la faccio. È questo il guaio... Mi manca lo stimolo! Sono... Sono annichilito! Azzerato! Kaputt! Sto qui, in attesa di qualcosa... Sigh, è terribile, sai? Sigh! <br/> '''Alberto''': Ah sì, come ti capisco... <br/> '''Enrico''': Ah, anche tu sei stitico? ==Citazioni su Enrico La Talpa== *Con il passare degli anni mi riconosco sempre di più in Enrico, anche con tutte le sue contraddizioni, con il suo essere talvolta meschino e con i suoi pensieri non proprio nobili. Alla fine, la talpa rappresenta quello che siamo al di là di quello che cerchiamo di far credere di essere. Se il lupo è la figura ideale, la talpa è la cruda realtà. ([[Silver]]) ==Opere== *''[[Lupo Alberto]]'' (1973-in corso) – fumetto *''[[Lupo Alberto (serie animata)|Lupo Alberto]]'' (1997-2001) – serie animata ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Personaggi dei fumetti]] [[Categoria:Personaggi dell'animazione]] pj0gw6xi5gt3libmcy9y305k4o40m7r Lara Naki Gutmann 0 215298 1351441 2024-11-12T01:59:43Z Danyele 19198 Creata pagina con "[[File:Lara Naki Gutmann – 2019 European Championships.jpg|thumb|Lara Naki Gutmann (2019)]] '''Lara Naki Gutmann''' (2002 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio italiana. ==Citazioni di Lara Naki Gutmann== {{cronologico}} {{Int|''[https://www.giornaletrentino.it/sport/il-salto-mondiale-di-lara-naki-gutmann-1.2872118 Il salto "mondiale" di Lara Naki Gutmann]''|Intervista di Fabio Peterlongo, ''giornaletrentino.it'', 24 marzo 2021.}} *Il momento più critico a..." 1351441 wikitext text/x-wiki [[File:Lara Naki Gutmann – 2019 European Championships.jpg|thumb|Lara Naki Gutmann (2019)]] '''Lara Naki Gutmann''' (2002 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio italiana. ==Citazioni di Lara Naki Gutmann== {{cronologico}} {{Int|''[https://www.giornaletrentino.it/sport/il-salto-mondiale-di-lara-naki-gutmann-1.2872118 Il salto "mondiale" di Lara Naki Gutmann]''|Intervista di Fabio Peterlongo, ''giornaletrentino.it'', 24 marzo 2021.}} *Il momento più critico arriva cinque minuti prima di entrare in pista. Ho appena indossato la mia divisa da gara, mi sono allacciata i pattini e non vorrei più aspettare un solo minuto. Poi, quando mancano trenta secondi alla mia esibizione, sento pronunciare il mio nome dallo speaker e lì sento forte l'adrenalina. In quel momento sono pronta, scendo in pista e sono totalmente concentrata sull'esercizio. Ma è anche quello il momento in cui inizio a divertirmi. *[...] il [[Pattinaggio artistico su ghiaccio|pattinaggio artistico]] non è solo una disciplina tecnica ed atletica, ha anche un valore espressivo. Cerco di comunicare le emozioni che sento anche grazie alla musica che accompagna l'esercizio. *Mentre pattino, la mia visione interna è un po' particolare. Sono completamente immersa nel momento presente. Sono concentrata sul movimento che sto compiendo e su quello che dovrò compiere da lì a pochi istanti. Qualche volta capita che arrivi dai giudici un giudizio più positivo o più negativo di quello che mi aspettavo mentre stavo pattinando, ma appunto, mentre pattino sono immersa nel presente dei gesti che compio. {{Int|''[https://www.ilmulo.it/2022/03/01/lara-naki-gutmann-la-pattinatrice-trentina-a-pechino/ Lara Naki Gutmann, la pattinatrice trentina a Pechino]''|Intervista di Eleonora Zen, ''ilmulo.it'', 1º marzo 2022.}} *È importantissima la parte mentale, una volta arrivati in gara è quasi più importante della parte fisica. Prima lavori tanto fisicamente, ma se in gara non riesci a gestire l’emozione, rischi di sbagliare tutto. Puoi aver lavorato bene quanto vuoi in allenamento, ma se non sei saldo mentalmente, non va. [...] conta soprattutto l'esperienza. Più gare faccio, più vedo che va meglio. *Scaramanzie in realtà non ne ho. Quando ero più piccola ne avevo tante, poi col tempo ho capito che era quello che mi fregava. Devo riuscire a far bene indipendentemente da quello che accade all'esterno. E questo col tempo lo impari. Quindi la mia scaramanzia è non avere scaramanzie! *[...] il pattinaggio negli ultimi anni ha portato all'estremo la competitività dal punto di vista tecnico con sforzi fisici eccezionali, che nel tempo danneggiano il fisico. Non è la prima volta che si vede un atleta anche giovanissimo vincere un mondiale o un'Olimpiade e poi smettere. *{{NDR|«A volte i giornali scrivono Naki Gutmann come se fosse tutto un cognome»}} Il cognome è Gutmann perché il papà e i nonni sono di Bolzano. Naki invece è sempre il mio primo nome. Lara Naki si scrive staccato ma è tutto un primo nome. Naki è un nome portafortuna, vuol dire "la primogenita": c'è tutta una storia dietro, legata a un amico ghanese dei miei genitori. Il nome infatti viene dal Ghana. Questo loro amico, quando aspettavano me, ha detto loro di chiamarmi così come portafortuna. Nel frattempo, ancora prima che nascessi, lui è mancato, e quindi anche per questo hanno deciso di chiamarmi così. {{Int|''[https://www.iltquotidiano.it/articoli/lara-naki-gutmann-campionessa-italiana-assoluta-di-pattinaggio-artistico-i-miei-mi-iscrissero-al-corso-di-velocita/ Lara Naki Gutmann campionessa italiana assoluta di pattinaggio artistico: «I miei mi iscrissero al corso di velocità»]''|Intervista di Anna Maria Eccli, ''iltquotidiano.it'', 25 luglio 2023.}} *Avevo tre o quattro anni quando, nel 2006, ho visto le Olimpiadi di Torino in televisione; ero rimasta colpita soprattutto dai vestiti con i brillantini e avevo visto per la prima volta la bellissima Carolina Kostner. È diventata subito il mio mito e lo è rimasta a vita, assieme alla pattinatrice coreana Yuna Kim. *{{NDR|«[...] come fu che iniziò a stare sui pattini?»}} C'è da ridere... sfrecciando tra i materassi, con il caschetto in testa. {{NDR|«Come?»}} Sì, cedendo alle mie ripetute richieste, alla fine i miei genitori si arresero e mi portarono al corso di pattinaggio che si teneva a Trento, senza accorgersi però di avermi iscritta all'avviamento di velocità anziché al corso di artistico. Quando mi misero in testa il caschetto capii di dover dare l'addio al sogno dei bei vestitini con le paillettes. Ma fu questione di poco. Benchè piccolina, riuscii a dire che quello non era esattamente ciò che volevo. *{{NDR|«La sua è molto più di una disciplina sportiva, è arte, pura eleganza...»}} È esattamente questo che mi spinge ad andare avanti, l'arte è la dimensione che ti fa spaziare, ti dà un senso di infinito, stimola ad attraversare temi diversi... È una componente che mi è indispensabile, perché caratterialmente io tendo ad annoiarmi. Sono un po' impaziente, diciamo che ho giusto la pazienza che richiede il dover essere precisa. Ma se dovessi curare solamente la parte tecnica del [[Pattinaggio artistico su ghiaccio|pattinaggio]], provando magari mille volte lo stesso salto, non ce la farei. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Gutmann, Lara Naki}} [[Categoria:Pattinatori italiani]] kplxg8nlxixmr6kiv8thd7s1eojns35 Pattinaggio artistico su ghiaccio 0 215299 1351447 2024-11-12T02:23:08Z Danyele 19198 Creata pagina con "{{voce tematica}} [[File:Carolina Kostner Spin 2007 Europeans.jpg|thumb|La pattinatrice [[Carolina Kostner]] esegue una figura durante una gara (2007)]] Citazioni sul '''pattinaggio artistico su ghiaccio'''. *{{NDR|«La sua è molto più di una disciplina sportiva, è arte, pura eleganza...»}} È esattamente questo che mi spinge ad andare avanti, l'arte è la dimensione che ti fa spaziare, ti dà un senso di infinito, stimola ad attraversare temi diversi... [...] se do..." 1351447 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Carolina Kostner Spin 2007 Europeans.jpg|thumb|La pattinatrice [[Carolina Kostner]] esegue una figura durante una gara (2007)]] Citazioni sul '''pattinaggio artistico su ghiaccio'''. *{{NDR|«La sua è molto più di una disciplina sportiva, è arte, pura eleganza...»}} È esattamente questo che mi spinge ad andare avanti, l'arte è la dimensione che ti fa spaziare, ti dà un senso di infinito, stimola ad attraversare temi diversi... [...] se dovessi curare solamente la parte tecnica del pattinaggio, provando magari mille volte lo stesso salto, non ce la farei. ([[Lara Naki Gutmann]]) *Ho provato tanti sport, ho giocato a tennis, ho sciato... ma il pattinaggio per me è lo sport più bello. Tanti dicono che sembra di volare... io non lo so, non ho mai volato! Ma è una sensazione speciale... sembra così facile a guardarsi, e invece c'è bisogno di tanta concentrazione. ([[Carolina Kostner]]) *Il pattinaggio artistico non è solo una disciplina tecnica ed atletica, ha anche un valore espressivo. Cerco di comunicare le emozioni che sento anche grazie alla musica che accompagna l'esercizio. ([[Lara Naki Gutmann]]) *{{NDR|Sul miglior modo per avvicinarsi al pattinaggio}} Sedetevi a osservare chi è in pista e domandatevi cosa vi sta raccontando. ([[Michelle Kwan]]) ==Voci correlate== *[[Pattinaggio]] *[[Pattino]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul}} [[Categoria:Discipline sportive]] ekzs0iz3y384ofr6zlaky11d3lt7h3t 1351457 1351447 2024-11-12T03:23:57Z Danyele 19198 /* Altri progetti */ non necessario 1351457 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Carolina Kostner Spin 2007 Europeans.jpg|thumb|La pattinatrice [[Carolina Kostner]] esegue una figura durante una gara (2007)]] Citazioni sul '''pattinaggio artistico su ghiaccio'''. *{{NDR|«La sua è molto più di una disciplina sportiva, è arte, pura eleganza...»}} È esattamente questo che mi spinge ad andare avanti, l'arte è la dimensione che ti fa spaziare, ti dà un senso di infinito, stimola ad attraversare temi diversi... [...] se dovessi curare solamente la parte tecnica del pattinaggio, provando magari mille volte lo stesso salto, non ce la farei. ([[Lara Naki Gutmann]]) *Ho provato tanti sport, ho giocato a tennis, ho sciato... ma il pattinaggio per me è lo sport più bello. Tanti dicono che sembra di volare... io non lo so, non ho mai volato! Ma è una sensazione speciale... sembra così facile a guardarsi, e invece c'è bisogno di tanta concentrazione. ([[Carolina Kostner]]) *Il pattinaggio artistico non è solo una disciplina tecnica ed atletica, ha anche un valore espressivo. Cerco di comunicare le emozioni che sento anche grazie alla musica che accompagna l'esercizio. ([[Lara Naki Gutmann]]) *{{NDR|Sul miglior modo per avvicinarsi al pattinaggio}} Sedetevi a osservare chi è in pista e domandatevi cosa vi sta raccontando. ([[Michelle Kwan]]) ==Voci correlate== *[[Pattinaggio]] *[[Pattino]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Discipline sportive]] j4i96fprdb8am33xryrqeqdbmgnnmw6 Rebecca Sartori 0 215300 1351448 2024-11-12T02:35:11Z Danyele 19198 Creata pagina con "[[File:2022-08-18 European Championships 2022 – Women's 400 Metres Hurdles by Sandro Halank–020.jpg|thumb|Rebecca Sartori (1997)]] '''Rebecca Sartori''' (2002 – vivente), ostacolista italiana. {{Int|''[https://www.runnersworld.com/it/vip/a43117358/rebecca-sartori-ostacoli-intervista/ Rebecca Sartori e la vita al ritmo di 15 passi oltre gli ostacoli]''|Intervista di Andrea Guerra, ''runnersworld.com'', 8 giugno 2023.|h=2}} *Ho iniziato a fare atletica da piccola. F..." 1351448 wikitext text/x-wiki [[File:2022-08-18 European Championships 2022 – Women's 400 Metres Hurdles by Sandro Halank–020.jpg|thumb|Rebecca Sartori (1997)]] '''Rebecca Sartori''' (2002 – vivente), ostacolista italiana. {{Int|''[https://www.runnersworld.com/it/vip/a43117358/rebecca-sartori-ostacoli-intervista/ Rebecca Sartori e la vita al ritmo di 15 passi oltre gli ostacoli]''|Intervista di Andrea Guerra, ''runnersworld.com'', 8 giugno 2023.|h=2}} *Ho iniziato a fare atletica da piccola. Facevo gare lunghe, correvo sui mille fino alle medie. Poi nel passaggio ai Cadetti gli allenatori cercano di portarti verso la specializzazione. Io ero stufa di fare gare lunghe e alla mia allenatrice di allora dissi che non ne volevo più sapere. Così mi ha provato sugli ostacoli, anche perché il marito era allenatore dei 400 ostacoli. Ho provato e sono andata subito forte e quando vai bene in una specialità non ti fanno più cambiare, e anche tu non vuoi più cambiare perché ne assapori la bellezza. *{{NDR|«Nei [[400 metri ostacoli|400 ostacoli]] quanto conta la corsa, cioè il gesto della corsa, non il salto?»}} Nei 400 ostacoli tanto, è fondamentale. Noi abbiamo una corsa ritmata, molto ritmata. E non è come nelle altre specialità in cui ognuno ha il suo tipo di corsa e comunque si va forte. Noi dobbiamo rispettare alla lettera una determinata ritmica: serve una bella corsa, circolare, ritmata. *{{NDR|«È vero che gli ostacolisti potrebbero correre con gli occhi chiusi?»}} Lo dicono di quelli bravi. Ma è più una battuta. Non credo che l'abbia mai fatto nessuno in realtà. Un atleta davvero bravo nei 400 ostacoli dovrebbe conoscere a memoria la gara, le sensazioni, la distanza tra gli ostacoli, la curva. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Sartori, Rebecca}} [[Categoria:Sportivi italiani]] er7il3ssz84qk2f9id5ve2z35cqig4s 1351452 1351448 2024-11-12T02:59:09Z Danyele 19198 fix date 1351452 wikitext text/x-wiki [[File:2022-08-18 European Championships 2022 – Women's 400 Metres Hurdles by Sandro Halank–020.jpg|thumb|Rebecca Sartori (2022)]] '''Rebecca Sartori''' (1997 – vivente), ostacolista italiana. {{Int|''[https://www.runnersworld.com/it/vip/a43117358/rebecca-sartori-ostacoli-intervista/ Rebecca Sartori e la vita al ritmo di 15 passi oltre gli ostacoli]''|Intervista di Andrea Guerra, ''runnersworld.com'', 8 giugno 2023.|h=2}} *Ho iniziato a fare atletica da piccola. Facevo gare lunghe, correvo sui mille fino alle medie. Poi nel passaggio ai Cadetti gli allenatori cercano di portarti verso la specializzazione. Io ero stufa di fare gare lunghe e alla mia allenatrice di allora dissi che non ne volevo più sapere. Così mi ha provato sugli ostacoli, anche perché il marito era allenatore dei 400 ostacoli. Ho provato e sono andata subito forte e quando vai bene in una specialità non ti fanno più cambiare, e anche tu non vuoi più cambiare perché ne assapori la bellezza. *{{NDR|«Nei [[400 metri ostacoli|400 ostacoli]] quanto conta la corsa, cioè il gesto della corsa, non il salto?»}} Nei 400 ostacoli tanto, è fondamentale. Noi abbiamo una corsa ritmata, molto ritmata. E non è come nelle altre specialità in cui ognuno ha il suo tipo di corsa e comunque si va forte. Noi dobbiamo rispettare alla lettera una determinata ritmica: serve una bella corsa, circolare, ritmata. *{{NDR|«È vero che gli ostacolisti potrebbero correre con gli occhi chiusi?»}} Lo dicono di quelli bravi. Ma è più una battuta. Non credo che l'abbia mai fatto nessuno in realtà. Un atleta davvero bravo nei 400 ostacoli dovrebbe conoscere a memoria la gara, le sensazioni, la distanza tra gli ostacoli, la curva. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Sartori, Rebecca}} [[Categoria:Sportivi italiani]] k8q8knkrc2n62hmb5wf4hmh2nwfqpz0 400 metri ostacoli 0 215301 1351450 2024-11-12T02:43:59Z Danyele 19198 Creata pagina con "{{voce tematica}} [[File:Lashinda Demus Berlin 2009.jpg|thumb|Un passaggio dei 400 metri ostacoli femminili ai campionati del mondo di atletica leggera 2009]] Citazioni sui '''400 metri ostacoli'''. *I 400 ostacoli, se fatti bene, sono musicali: ritmo e armonia. ([[Ottavio Missoni]]) *{{NDR|«Nei 400 ostacoli quanto conta la corsa, cioè il gesto della corsa, non il salto?»}} Nei 400 ostacoli tanto, è fondamentale. Noi abbiamo una corsa ritmata, molto ritmata. E non..." 1351450 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Lashinda Demus Berlin 2009.jpg|thumb|Un passaggio dei 400 metri ostacoli femminili ai campionati del mondo di atletica leggera 2009]] Citazioni sui '''400 metri ostacoli'''. *I 400 ostacoli, se fatti bene, sono musicali: ritmo e armonia. ([[Ottavio Missoni]]) *{{NDR|«Nei 400 ostacoli quanto conta la corsa, cioè il gesto della corsa, non il salto?»}} Nei 400 ostacoli tanto, è fondamentale. Noi abbiamo una corsa ritmata, molto ritmata. E non è come nelle altre specialità in cui ognuno ha il suo tipo di corsa e comunque si va forte. Noi dobbiamo rispettare alla lettera una determinata ritmica: serve una bella corsa, circolare, ritmata. ([[Rebecca Sartori]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante i|preposizione=sui}} {{S}} [[Categoria:Atletica leggera]] [[Categoria:Discipline sportive]] 53p2l6rb2inp1d3ogytjnwtxl6moafq Lucrezia Beccari 0 215302 1351451 2024-11-12T02:55:31Z Danyele 19198 Creata pagina con "[[File:Lucrezia Beccari - 2019 World Junior Championships - 1.jpg|thumb|Lucrezia Beccari (2019)]] '''Lucrezia Beccari''' (2003 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio italiana. ==Citazioni di Lucrezia Beccari== *[...] in gara, riesco ad isolarmi da tutti ed è come se pattinassi dentro una bolla nella quale esisto soltanto io.<ref>Dall'intervista di Barbara Castellaro, ''[http://www.artonice.it/?q=it/book/print/23910 Il pattinaggio dell'anima di Lucrezia Beccar..." 1351451 wikitext text/x-wiki [[File:Lucrezia Beccari - 2019 World Junior Championships - 1.jpg|thumb|Lucrezia Beccari (2019)]] '''Lucrezia Beccari''' (2003 – vivente), pattinatrice artistica su ghiaccio italiana. ==Citazioni di Lucrezia Beccari== *[...] in gara, riesco ad isolarmi da tutti ed è come se pattinassi dentro una bolla nella quale esisto soltanto io.<ref>Dall'intervista di Barbara Castellaro, ''[http://www.artonice.it/?q=it/book/print/23910 Il pattinaggio dell'anima di Lucrezia Beccari]'', ''artonice.it''.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Beccari, Lucrezia}} [[Categoria:Pattinatori italiani]] hmqqbhhibi01y7vakaxbf36yexloa7o Marta Zenoni 0 215303 1351453 2024-11-12T03:14:00Z Danyele 19198 Creata pagina con "[[File:Marta Zenoni - 2015 03.JPG|thumb|Marta Zenoni (2015)]] '''Marta Zenoni''' (1999 – vivente), mezzofondista italiana. ==Citazioni di Marta Zenoni== *Il mio primo approccio con il mezzofondo è stata una casualità! Mia sorella gareggiava alle corse campestri e così una volta ho provato anche io. Ho avuto una sensazione di libertà tale che da subito ho capito che non avrei più potuto farne a meno.<ref>Da ''[https://www.dryarn.com/magazine/interviews/intervista-..." 1351453 wikitext text/x-wiki [[File:Marta Zenoni - 2015 03.JPG|thumb|Marta Zenoni (2015)]] '''Marta Zenoni''' (1999 – vivente), mezzofondista italiana. ==Citazioni di Marta Zenoni== *Il mio primo approccio con il mezzofondo è stata una casualità! Mia sorella gareggiava alle corse campestri e così una volta ho provato anche io. Ho avuto una sensazione di libertà tale che da subito ho capito che non avrei più potuto farne a meno.<ref>Da ''[https://www.dryarn.com/magazine/interviews/intervista-a-marta-zenoni/ Intervista a Marta Zenoni]'', ''dryarn.com'', 23 febbraio 2017.</ref> *{{NDR|«Hai gesti scaramantici?»}} No, nessuno. Anzi, se mi dicono di non passare tra due colonne perché porta male, io ci passo di proposito. Mi affeziono solo alle scarpe da gara, non le cambierei mai.<ref>Dall'intervista di Paolo Marabini, ''[https://www.runnersworld.com/it/news/a5653/marta-zenoni-fa-sul-serio/ Marta Zenoni fa sul serio]'', ''runnersworld.com'', 25 maggio 2017.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Zenoni, Marta}} [[Categoria:Mezzofondisti italiani]] gccl31jvcvy2w4wr2alpaa5x04t32rg Michele Ferrero 0 215304 1351467 2024-11-12T04:20:34Z AssassinsCreed 17001 Creata pagina con "'''Michele Ferrero''' (1925 – 2015), imprenditore italiano. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/economia/2015/02/15/news/michele-ferrero-il-segreto-del-successo-pensare-diverso-dagli-altri-e-non-tradire-il-cliente-1.35294514/ Michele Ferrero: "Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente"]''|Intervista di [[Mario Calabresi]] realizzata nel 2010 e pubblicata su ''lastampa.it'', 15 febbraio 2015.}} *Il mio segreto? Fare sempre diverso da..." 1351467 wikitext text/x-wiki '''Michele Ferrero''' (1925 – 2015), imprenditore italiano. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/economia/2015/02/15/news/michele-ferrero-il-segreto-del-successo-pensare-diverso-dagli-altri-e-non-tradire-il-cliente-1.35294514/ Michele Ferrero: "Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente"]''|Intervista di [[Mario Calabresi]] realizzata nel 2010 e pubblicata su ''lastampa.it'', 15 febbraio 2015.}} *Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la Valeria. [...] La Valeria è la padrona di tutto, l'amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare, che non devi mai tradire ma capire fino in fondo. [...] La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decide che Wal-Mart sia il più grande supermercato del mondo, che decreta il successo di un'idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. Sei finito senza preavviso, perché non ti manda una lettera dell'avvocato per avvisare che taglia il contratto, semplicemente ha deciso di andare da un'altra parte, di non comprarti più. *[...] dicevo della Germania: quando siamo arrivati era il dopoguerra, un Paese ancora pieno di macerie con i segni del conflitto, triste, depresso, in cui gli italiani erano visti malissimo. Ci consideravano traditori, malfattori e infidi, convincerli a comprare qualcosa da noi era una missione quasi impossibile. Cominciai ad andare dai distributori con l'idea di vendere cioccolatini in pezzo singolo, con dentro il liquore e la ciliegia. Mi dicevano che bisognava fare delle scatole, non degli incarti singoli, perché solo quelle si potevano mettere sugli scaffali dei negozi e quelle si vendevano. Io rispondevo che stavano mesi sugli scaffali e le persone le compravano solo per le grandi occasioni, per fare regali. Io invece pensavo a qualcosa che risollevasse il morale, che addolcisse ogni giorno la vita dei tedeschi: c'era il cioccolato, la ciliegia e c'era il liquore che scaldava in quell'epoca fredda e con scarsi riscaldamenti. Qualcosa che avesse una carta invogliante, elegante, lussuosa, di un rosso fiammante, che desse l'idea di una piccola festa ad un prezzo accessibile a tutti. Insistetti finché non trovai un uomo intelligente che si fece conquistare dalla mia idea. La Valeria tedesca aveva bisogno di essere confortata, di sentirsi bene ogni giorno, di potersi fare un piccolo regalo: poteva funzionare tra fidanzati, tra marito e moglie e non c'era bisogno di aspettare feste o ricorrenze. *Ecco cosa significa fare diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l'ho fatto cremoso ed è nata la [[Nutella]]; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti pensavano che noi italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l'uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l'ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c'era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina e caldo e io l'ho fatto freddo e senza bustina. *Sa perché ho potuto fare tutto questo? Per il fatto di essere una famiglia e di non essere quotati in Borsa: questo ha permesso di crescere con serenità, di avere piani di lungo periodo, di saper aspettare e non farsi prendere dalla frenesia dei su e giù quotidiani. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Ferrero, Michele}} [[Categoria:Imprenditori italiani]] jyousft0pc1o87lyusvi3xqjkdidc9n 1351471 1351467 2024-11-12T04:28:25Z AssassinsCreed 17001 +wikilink 1351471 wikitext text/x-wiki '''Michele Ferrero''' (1925 – 2015), imprenditore italiano. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/economia/2015/02/15/news/michele-ferrero-il-segreto-del-successo-pensare-diverso-dagli-altri-e-non-tradire-il-cliente-1.35294514/ Michele Ferrero: "Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente"]''|Intervista di [[Mario Calabresi]] realizzata nel 2010 e pubblicata su ''lastampa.it'', 15 febbraio 2015.}} *Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la Valeria. [...] La Valeria è la padrona di tutto, l'amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare, che non devi mai tradire ma capire fino in fondo. [...] La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decide che Wal-Mart sia il più grande supermercato del mondo, che decreta il successo di un'idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. Sei finito senza preavviso, perché non ti manda una lettera dell'avvocato per avvisare che taglia il contratto, semplicemente ha deciso di andare da un'altra parte, di non comprarti più. *{{NDR|Sul [[Mon Chéri]]}} [...] dicevo della Germania: quando siamo arrivati era il dopoguerra, un Paese ancora pieno di macerie con i segni del conflitto, triste, depresso, in cui gli italiani erano visti malissimo. Ci consideravano traditori, malfattori e infidi, convincerli a comprare qualcosa da noi era una missione quasi impossibile. Cominciai ad andare dai distributori con l'idea di vendere cioccolatini in pezzo singolo, con dentro il liquore e la ciliegia. Mi dicevano che bisognava fare delle scatole, non degli incarti singoli, perché solo quelle si potevano mettere sugli scaffali dei negozi e quelle si vendevano. Io rispondevo che stavano mesi sugli scaffali e le persone le compravano solo per le grandi occasioni, per fare regali. Io invece pensavo a qualcosa che risollevasse il morale, che addolcisse ogni giorno la vita dei tedeschi: c'era il cioccolato, la ciliegia e c'era il liquore che scaldava in quell'epoca fredda e con scarsi riscaldamenti. Qualcosa che avesse una carta invogliante, elegante, lussuosa, di un rosso fiammante, che desse l'idea di una piccola festa ad un prezzo accessibile a tutti. Insistetti finché non trovai un uomo intelligente che si fece conquistare dalla mia idea. La Valeria tedesca aveva bisogno di essere confortata, di sentirsi bene ogni giorno, di potersi fare un piccolo regalo: poteva funzionare tra fidanzati, tra marito e moglie e non c'era bisogno di aspettare feste o ricorrenze. *Ecco cosa significa fare diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l'ho fatto cremoso ed è nata la [[Nutella]]; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti pensavano che noi italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l'uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l'ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c'era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina e caldo e io l'ho fatto freddo e senza bustina. *Sa perché ho potuto fare tutto questo? Per il fatto di essere una famiglia e di non essere quotati in Borsa: questo ha permesso di crescere con serenità, di avere piani di lungo periodo, di saper aspettare e non farsi prendere dalla frenesia dei su e giù quotidiani. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Ferrero, Michele}} [[Categoria:Imprenditori italiani]] ns8p5g57o7hwolhc02k1jep5qutkb1s 1351474 1351471 2024-11-12T04:39:16Z AssassinsCreed 17001 +wikilink 1351474 wikitext text/x-wiki '''Michele Ferrero''' (1925 – 2015), imprenditore italiano. {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/economia/2015/02/15/news/michele-ferrero-il-segreto-del-successo-pensare-diverso-dagli-altri-e-non-tradire-il-cliente-1.35294514/ Michele Ferrero: "Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente"]''|Intervista di [[Mario Calabresi]] realizzata nel 2010 e pubblicata su ''lastampa.it'', 15 febbraio 2015.}} *Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la [[Valeria]]. [...] La Valeria è la padrona di tutto, l'amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare, che non devi mai tradire ma capire fino in fondo. [...] La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decide che Wal-Mart sia il più grande supermercato del mondo, che decreta il successo di un'idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. Sei finito senza preavviso, perché non ti manda una lettera dell'avvocato per avvisare che taglia il contratto, semplicemente ha deciso di andare da un'altra parte, di non comprarti più. *{{NDR|Sul [[Mon Chéri]]}} [...] dicevo della Germania: quando siamo arrivati era il dopoguerra, un Paese ancora pieno di macerie con i segni del conflitto, triste, depresso, in cui gli italiani erano visti malissimo. Ci consideravano traditori, malfattori e infidi, convincerli a comprare qualcosa da noi era una missione quasi impossibile. Cominciai ad andare dai distributori con l'idea di vendere cioccolatini in pezzo singolo, con dentro il liquore e la ciliegia. Mi dicevano che bisognava fare delle scatole, non degli incarti singoli, perché solo quelle si potevano mettere sugli scaffali dei negozi e quelle si vendevano. Io rispondevo che stavano mesi sugli scaffali e le persone le compravano solo per le grandi occasioni, per fare regali. Io invece pensavo a qualcosa che risollevasse il morale, che addolcisse ogni giorno la vita dei tedeschi: c'era il cioccolato, la ciliegia e c'era il liquore che scaldava in quell'epoca fredda e con scarsi riscaldamenti. Qualcosa che avesse una carta invogliante, elegante, lussuosa, di un rosso fiammante, che desse l'idea di una piccola festa ad un prezzo accessibile a tutti. Insistetti finché non trovai un uomo intelligente che si fece conquistare dalla mia idea. La Valeria tedesca aveva bisogno di essere confortata, di sentirsi bene ogni giorno, di potersi fare un piccolo regalo: poteva funzionare tra fidanzati, tra marito e moglie e non c'era bisogno di aspettare feste o ricorrenze. *Ecco cosa significa fare diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l'ho fatto cremoso ed è nata la [[Nutella]]; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti pensavano che noi italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l'uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l'ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c'era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina e caldo e io l'ho fatto freddo e senza bustina. *Sa perché ho potuto fare tutto questo? Per il fatto di essere una famiglia e di non essere quotati in Borsa: questo ha permesso di crescere con serenità, di avere piani di lungo periodo, di saper aspettare e non farsi prendere dalla frenesia dei su e giù quotidiani. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Ferrero, Michele}} [[Categoria:Imprenditori italiani]] h7ma8eu8ns2v4jjfladk6ssd8bqnxk9 Mon Chéri 0 215305 1351470 2024-11-12T04:27:20Z AssassinsCreed 17001 Creata pagina con "{{voce tematica}} [[File:MonCheri.jpg|thumb|upright=1.5|Alcuni Mon Chéri]] Citazioni sul '''Mon Chéri'''. *Dicevo della Germania: quando siamo arrivati era il dopoguerra, un Paese ancora pieno di macerie con i segni del conflitto, triste, depresso, in cui gli italiani erano visti malissimo. Ci consideravano traditori, malfattori e infidi, convincerli a comprare qualcosa da noi era una missione quasi impossibile. Cominciai ad andare dai distributori con l'idea di vende..." 1351470 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:MonCheri.jpg|thumb|upright=1.5|Alcuni Mon Chéri]] Citazioni sul '''Mon Chéri'''. *Dicevo della Germania: quando siamo arrivati era il dopoguerra, un Paese ancora pieno di macerie con i segni del conflitto, triste, depresso, in cui gli italiani erano visti malissimo. Ci consideravano traditori, malfattori e infidi, convincerli a comprare qualcosa da noi era una missione quasi impossibile. Cominciai ad andare dai distributori con l'idea di vendere cioccolatini in pezzo singolo, con dentro il liquore e la ciliegia. Mi dicevano che bisognava fare delle scatole, non degli incarti singoli, perché solo quelle si potevano mettere sugli scaffali dei negozi e quelle si vendevano. Io rispondevo che stavano mesi sugli scaffali e le persone le compravano solo per le grandi occasioni, per fare regali. Io invece pensavo a qualcosa che risollevasse il morale, che addolcisse ogni giorno la vita dei tedeschi: c'era il cioccolato, la ciliegia e c'era il liquore che scaldava in quell'epoca fredda e con scarsi riscaldamenti. Qualcosa che avesse una carta invogliante, elegante, lussuosa, di un rosso fiammante, che desse l'idea di una piccola festa ad un prezzo accessibile a tutti. Insistetti finché non trovai un uomo intelligente che si fece conquistare dalla mia idea. La Valeria tedesca aveva bisogno di essere confortata, di sentirsi bene ogni giorno, di potersi fare un piccolo regalo: poteva funzionare tra fidanzati, tra marito e moglie e non c'era bisogno di aspettare feste o ricorrenze. ([[Michele Ferrero]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Dolci]] pkx8kt2k7kprbu9om4vku6wu0py1v3p Valeria 0 215306 1351473 2024-11-12T04:38:32Z AssassinsCreed 17001 Creata pagina con "{{raccolta}} '''Valeria''', nome proprio femminile. ==Citazioni sul nome Valeria== *Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la Valeria. [...] La Valeria è la padrona di tutto, l'amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare, che non devi mai tradire ma capire fino in fondo. [...] La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è i..." 1351473 wikitext text/x-wiki {{raccolta}} '''Valeria''', nome proprio femminile. ==Citazioni sul nome Valeria== *Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la Valeria. [...] La Valeria è la padrona di tutto, l'amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare, che non devi mai tradire ma capire fino in fondo. [...] La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decide che Wal-Mart sia il più grande supermercato del mondo, che decreta il successo di un'idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. Sei finito senza preavviso, perché non ti manda una lettera dell'avvocato per avvisare che taglia il contratto, semplicemente ha deciso di andare da un'altra parte, di non comprarti più. ([[Michele Ferrero]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul nome|wikt=Valeria}} {{s}} [[Categoria:Prenomi femminili]] [[Categoria:Prenomi italiani]] c9wot3schhabiusjr07uj7bmezlopvt Discussioni utente:Darkman981 3 215307 1351477 2024-11-12T07:30:02Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1351477 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:30, 12 nov 2024 (CET)}} 4eb32id9iyfnkhbce2hxaaoobk3bbuq Sabrina Colle 0 215308 1351487 2024-11-12T08:04:52Z Ibisco 49387 Nuova voce bio, abbozzo 1351487 wikitext text/x-wiki '''Sabrina Colle''' (1973 – vivente), attrice e modella italiana. ==Citazioni di Sabrina Colle== *{{NDR|Sulla relazione con [[Vittorio Sgarbi]]}} I problemi ci sono stati e ci sono tuttora, bisogna superarli. Se dopo ventidue anni siamo qui a parlarne forse i piaceri hanno superato i dispiaceri. Vorrei essere la musa di Vittorio, la dea della casa ma se devo dirlo più freddamente direi che sono la sua compagna, la convivente. [...] Per me il tradimento sessuale non è importante, sono ventidue anni che ripeto la stessa cosa. Gli uomini sono deboli, noi siamo più forti e possiamo sostenerlo questo tradimento. Su una cosa sono intransigente, sul tradimento dei sentimenti reciproci perché trovo riprovevole giocare sui sentimenti. Dire a una donna che la ami e non è vero, quello è un vero tradimento. Il sesso è vitalità, è gioco, c'è sempre la novità e Vittorio faccia pure e si diverta pure.<ref>Citato in Giuseppe Candela, ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/31/sabrina-colle-la-compagna-di-vittorio-sgarbi-si-racconta-il-tradimento-sessuale-non-e-importante-lui-noi-non-facciamo-lamore-da-un-millennio/4938026/ Sabrina Colle, la compagna di Vittorio Sgarbi si racconta: "Il tradimento sessuale non è importante". Lui: "Noi non facciamo l'amore da un millennio"]'', ''ilfattoquotidiano.it'', 31 gennaio 2019.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Colle, Sabrina}} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Modelli italiani]] hj6evjynepx2pzflbgtrtgv0jx33smb 1351493 1351487 2024-11-12T08:11:11Z Ibisco 49387 Citazioni su 1351493 wikitext text/x-wiki '''Sabrina Colle''' (1973 – vivente), attrice e modella italiana. ==Citazioni di Sabrina Colle== *{{NDR|Sulla relazione con [[Vittorio Sgarbi]]}} I problemi ci sono stati e ci sono tuttora, bisogna superarli. Se dopo ventidue anni siamo qui a parlarne forse i piaceri hanno superato i dispiaceri. Vorrei essere la musa di Vittorio, la dea della casa ma se devo dirlo più freddamente direi che sono la sua compagna, la convivente. [...] Per me il tradimento sessuale non è importante, sono ventidue anni che ripeto la stessa cosa. Gli uomini sono deboli, noi siamo più forti e possiamo sostenerlo questo tradimento. Su una cosa sono intransigente, sul tradimento dei sentimenti reciproci perché trovo riprovevole giocare sui sentimenti. Dire a una donna che la ami e non è vero, quello è un vero tradimento. Il sesso è vitalità, è gioco, c'è sempre la novità e Vittorio faccia pure e si diverta pure.<ref>Citato in Giuseppe Candela, ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/31/sabrina-colle-la-compagna-di-vittorio-sgarbi-si-racconta-il-tradimento-sessuale-non-e-importante-lui-noi-non-facciamo-lamore-da-un-millennio/4938026/ Sabrina Colle, la compagna di Vittorio Sgarbi si racconta: "Il tradimento sessuale non è importante". Lui: "Noi non facciamo l'amore da un millennio"]'', ''ilfattoquotidiano.it'', 31 gennaio 2019.</ref> ==Citazioni su Sabrina Colle== *Noi non facciamo l’amore da un millennio perché l'ultima volta fu nel secolo scorso. Non lo facciamo per amore perché l'atto sessuale presuppone una componente animale che è importante nei rapporti ma sarebbe impensabile per Dante e per Petrarca. [...] Ho avuto la fortuna di incontrare una donna straordinaria che esiste ed è reale, ha resistito con me più vent'anni con la tolleranza, l'intelligenza, il perdono. ([[Vittorio Sgarbi]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Colle, Sabrina}} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Modelli italiani]] ith6m4ds459hp4l96nk7iwdrr0p10c8 Discussioni utente:Korbine287 3 215309 1351488 2024-11-12T08:05:11Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1351488 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 09:05, 12 nov 2024 (CET)}} 6edsg76pxr6pqhezeggl58x04qosm18 Nostalgia per l'Unione Sovietica 0 215310 1351519 2024-11-12T09:09:49Z Mariomassone 17056 Creata pagina con "{{voce tematica}} [[File:Moscow Victory Day Parade (2019) 70.jpg|thumb|Soldati russi durante la [[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|Giornata della vittoria]]]] Citazioni sulla '''nostalgia per l'Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *A mio modo di vedere, la nostalgia per l'Urss oggi è stata rimpiazzata dalla tentazione russa. L'Unione Sovietica non esiste più, ma la Russia sì. Incapace di liberarsi della propria politica imperialista, essa rappresen..." 1351519 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Moscow Victory Day Parade (2019) 70.jpg|thumb|Soldati russi durante la [[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|Giornata della vittoria]]]] Citazioni sulla '''nostalgia per l'Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *A mio modo di vedere, la nostalgia per l'Urss oggi è stata rimpiazzata dalla tentazione russa. L'Unione Sovietica non esiste più, ma la Russia sì. Incapace di liberarsi della propria politica imperialista, essa rappresenta per diversi moldavi una specie di faro, la luce di una verità assoluta. ([[Iulian Ciocan]]) *Come è noto, alla fine del periodo eltsiniano la maggior parte dei cittadini russi ripensava all'epoca sovietica come a un periodo felice. Ricordavano l'URSS come un gigantesco impero che faceva paura a tutto il mondo, dove la popolazione era sicura del domani. Non sapendo come gestire il nuovo corso economico, la maggioranza della gente, invece di rimboccarsi le maniche e mettersi a costruire una società democratica, era divenuta nostalgica di quella comoda epoca dove non eravamo responsabili di quasi niente, dove quasi non lavoravamo ma avevamo comunque pane e salame assicurato: una nostalgia battezzata "salame da due rubli e venti", dal nome dell'indigesto prodotto dell'epoca sovietica alla portata di tutti. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *Sono pochi i risultati positivi della Russia di Putin: l'economia è ancora controllata dagli oligarchi, l'assistenza sociale è inesistente. E allora, su quale base è possibile costruire una politica interna? Sulla nostalgia della grande Unione Sovietica e su quella dell'Impero, perché abbiamo sempre tanta voglia di sentirci "grandi". ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *La nostalgia per l'Unione Sovietica è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. ==Voci correlate== *[[Nostalgia]] *[[Unione Sovietica]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Unione Sovietica]] 4kv4sl89rp5kykke8l7j20zk1wfcxz0 1351527 1351519 2024-11-12T09:15:28Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1351527 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Moscow Victory Day Parade (2019) 70.jpg|thumb|Soldati russi durante la [[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|Giornata della vittoria]]]] Citazioni sulla '''nostalgia per l'Unione Sovietica'''. ==Citazioni== *A mio modo di vedere, la nostalgia per l'Urss oggi è stata rimpiazzata dalla tentazione russa. L'Unione Sovietica non esiste più, ma la Russia sì. Incapace di liberarsi della propria politica imperialista, essa rappresenta per diversi moldavi una specie di faro, la luce di una verità assoluta. ([[Iulian Ciocan]]) *Come è noto, alla fine del periodo eltsiniano la maggior parte dei cittadini russi ripensava all'epoca sovietica come a un periodo felice. Ricordavano l'URSS come un gigantesco impero che faceva paura a tutto il mondo, dove la popolazione era sicura del domani. Non sapendo come gestire il nuovo corso economico, la maggioranza della gente, invece di rimboccarsi le maniche e mettersi a costruire una società democratica, era divenuta nostalgica di quella comoda epoca dove non eravamo responsabili di quasi niente, dove quasi non lavoravamo ma avevamo comunque pane e salame assicurato: una nostalgia battezzata "salame da due rubli e venti", dal nome dell'indigesto prodotto dell'epoca sovietica alla portata di tutti. ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) *L'ideologia e la propaganda di Mosca negli ultimi vent'anni hanno [...] mischiato in maniera molto paradossale il rimpianto per i fasti sovietici con quello per la monarchia dei Romanov, in un mix di Stalin e Nicola II che non sarebbe piaciuto a nessuno dei due. Ma la nostalgia dell'Unione Sovietica resta il legame più forte che accomuna Putin e il suo gruppo dirigente con il suo elettorato, il cui nocciolo duro – sparita la maggioranza putiniana – resta proprio quello dei loro coetanei, di chi ha vissuto lo shock della sparizione di un Paese, un impero, un sistema, e più che il benessere economico (inesistente) ne rimpiange le certezze e la grandeur, e la fatica dell'adattamento a quello che è venuto dopo. ([[Anna Zafesova]]) *La nostalgia per l'Urss è diventata l'ideologia ufficiale del regime, nascendo da giochi di marketing innocenti come il ritorno ai sapori delle caramelle dell'infanzia e il recupero delle vecchie commedie e cartoni animati, ed evolvendo in un recupero a 360 gradi dei codici culturali e politici, con al centro la glorificazione della vittoria sul nazismo come principale successo sovietico, base fondante per le rivendicazioni "geopolitiche" di Mosca nel nuovo millennio. ([[Anna Zafesova]]) *Sono pochi i risultati positivi della Russia di Putin: l'economia è ancora controllata dagli oligarchi, l'assistenza sociale è inesistente. E allora, su quale base è possibile costruire una politica interna? Sulla nostalgia della grande Unione Sovietica e su quella dell'Impero, perché abbiamo sempre tanta voglia di sentirci "grandi". ([[Anna Stepanovna Politkovskaja]]) ===[[Aleksej Naval'nyj]]=== *La nostalgia per l'Unione Sovietica è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. ==Voci correlate== *[[Nostalgia]] *[[Unione Sovietica]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Unione Sovietica]] faxj6bktefhimkf6qexmaudrjqpajx8 Shanghai Express 0 215311 1351530 2024-11-12T09:31:21Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "{{Film |titolo italiano = Shanghai Express |immagine = Shanghai Express (film) 1932 Josef von Sternberg, director L to R Anna May Wong, Marlene Dietrich.jpg |didascalia = [[Anna May Wong]] e [[Marlene Dietrich]] nel film |genere = drammatico |regista = [[Josef von Sternberg]] |soggetto = [[Harry Hervey]] |sceneggiatore = [[Jules Furthman]] |attori = *[[Marlene Dietrich]]: Shanghai Lily *[[Clive Brook]]: Donald Harvey *[[Anna May Wong]]: Hui Fei *[[Warner Oland]]: Henry..." 1351530 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Shanghai Express |immagine = Shanghai Express (film) 1932 Josef von Sternberg, director L to R Anna May Wong, Marlene Dietrich.jpg |didascalia = [[Anna May Wong]] e [[Marlene Dietrich]] nel film |genere = drammatico |regista = [[Josef von Sternberg]] |soggetto = [[Harry Hervey]] |sceneggiatore = [[Jules Furthman]] |attori = *[[Marlene Dietrich]]: Shanghai Lily *[[Clive Brook]]: Donald Harvey *[[Anna May Wong]]: Hui Fei *[[Warner Oland]]: Henry Chang *[[Eugene Pallette]]: Sam Salt *[[Lawrence Grant]]: reverendo Carmichael *[[Louise Closser Hale]]: signora Haggerty *[[Gustav Von Seyffertitz]]: Eric Baum *[[Émile Chautard]]: maggiore Lenard *[[Claude King]]: signor Albright |doppiatori italiani = *[[Tina Lattanzi]]: Shanghai Lily *[[Emilio Cigoli]]: Donald Harvey *[[Wanda Tettoni]]: Hui Fei *[[Olinto Cristina]]: Henry Chang *[[Mario Pisu]]: Sam Salt *[[Amilcare Pettinelli]]: reverendo Carmichael *[[Lola Braccini]]: signora Haggerty }} '''''Shanghai Express''''', film statunitense del 1932 con [[Marlene Dietrich]], regia [[Josef von Sternberg]]. ==Frasi== {{cronologico}} *Si ricordino che siamo in [[Cina]], dove vita e tempo non hanno valore. ('''Chang''') *Ogni treno porta il suo carico di peccato, ma questo però ne porta più di quanto gliene spetti. ('''Carmichael''') *Una è gialla, l'altra è bianca, ma l'anima di tutte e due è nera. ('''Carmichael''') *Bella soddisfazione essere cinese: nascere, mangiare riso tutta vita e morire, che Paese! ('''Salt''') *Mi hai lasciato senza una parola solo perché ero ricorsa ad un innocuo espediente femminile per ingelosirti. Volevo avere un'altra prova che mi amavi. E invece t'ho perduto. Ho sofferto, credimi, e me lo sono meritato. ('''Lily''') *È ingenuo l'uomo che crede a una donna, ma per una volta sola voglio comportarmi anch'io da ingenuo. ('''Chang''') ==Dialoghi== {{cronologico}} *'''Lily''': Ma non si può fare qualcosa?<br>'''Carmichael''': Posso solo consigliarla di buttarsi in ginocchio e di pregare.<br>'''Lily''': Forse ha ragione, ma non credo che Iddio vorrà ancora starmi a sentire.<br>'''Carmichael''': Iddio è sempre disposto ad ascoltare chiunque. *'''Lily''': Le sembrerà strano che sia proprio io a usare il suo linguaggio, ma si tratta di una questione di fede. Deve sapere che tanto tempo fa noi ci amavamo. Ci lasciammo, ed io non l'ho più cercato, perché volevo da parte sua un atto di completa fiducia. Io non sono cambiata da allora, e lui nemmeno.<br>'''Carmichael''': E ne è ancora innamorata, è vero?<br>'''Lily''': Sì.<br>'''Carmichael''': E lui la ama ancora?<br>'''Lily''': Ne dubito.<br>'''Carmichael''': Eh sì, l'amore senza fede, come la religione senza fede, è cosa che vale poco. ==Citazioni su ''Shanghai Express''== *3° dei 6 film [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]-Paramount e il più hollywoodiano, quello che ebbe più successo. Inverosimile melodramma esotico e ferroviario, intriso di sadismo, in funzione della carica erotica di M. Dietrich, idolo enigmatico esaltato oltre misura dai costumi di Travis Banton. (''[[il Morandini]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film drammatici]] nmp6bwie0uenktr8ci3tmul1u0af5ct 1351546 1351530 2024-11-12T10:28:46Z Spinoziano 2297 1351546 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Shanghai Express |immagine = Shanghai Express (film) 1932 Josef von Sternberg, director L to R Anna May Wong, Marlene Dietrich.jpg |didascalia = [[Anna May Wong]] e [[Marlene Dietrich]] nel film |genere = drammatico |regista = [[Josef von Sternberg]] |soggetto = [[Harry Hervey]] |sceneggiatore = [[Jules Furthman]] |attori = *[[Marlene Dietrich]]: Shanghai Lily *[[Clive Brook]]: Donald Harvey *[[Anna May Wong]]: Hui Fei *[[Warner Oland]]: Henry Chang *[[Eugene Pallette]]: Sam Salt *[[Lawrence Grant]]: reverendo Carmichael *[[Louise Closser Hale]]: signora Haggerty *[[Gustav Von Seyffertitz]]: Eric Baum *[[Émile Chautard]]: maggiore Lenard *[[Claude King]]: signor Albright |doppiatori italiani = *[[Tina Lattanzi]]: Shanghai Lily *[[Emilio Cigoli]]: Donald Harvey *[[Wanda Tettoni]]: Hui Fei *[[Olinto Cristina]]: Henry Chang *[[Mario Pisu]]: Sam Salt *[[Amilcare Pettinelli]]: reverendo Carmichael *[[Lola Braccini]]: signora Haggerty |note= *Vincitore di un '''[[:Categoria:Film premi Oscar|premio Oscar]]''' (1932): **Migliore fotografia ([[Lee Garmes]]) }} '''''Shanghai Express''''', film statunitense del 1932 con [[Marlene Dietrich]], regia [[Josef von Sternberg]]. ==Frasi== {{cronologico}} *Si ricordino che siamo in [[Cina]], dove vita e tempo non hanno valore. ('''Chang''') *Un uomo solo non sarebbe bastato a farmi diventare Shanghai Lily. ('''Lily''') *Ogni treno porta il suo carico di peccato, ma questo però ne porta più di quanto gliene spetti. ('''Carmichael''') *Una è gialla, l'altra è bianca, ma l'anima di tutte e due è nera. ('''Carmichael''') *Bella soddisfazione essere cinese: nascere, mangiare riso tutta vita e morire, che Paese! ('''Salt''') *Mi hai lasciato senza una parola solo perché ero ricorsa ad un innocuo espediente femminile per ingelosirti. Volevo avere un'altra prova che mi amavi. E invece t'ho perduto. Ho sofferto, credimi, e me lo sono meritato. ('''Lily''') *È ingenuo l'uomo che crede a una donna, ma per una volta sola voglio comportarmi anch'io da ingenuo. ('''Chang''') ==Dialoghi== {{cronologico}} *'''Lily''': Ma non si può fare qualcosa?<br>'''Carmichael''': Posso solo consigliarla di buttarsi in ginocchio e di pregare.<br>'''Lily''': Forse ha ragione, ma non credo che Iddio vorrà ancora starmi a sentire.<br>'''Carmichael''': Iddio è sempre disposto ad ascoltare chiunque. *'''Lily''': Le sembrerà strano che sia proprio io a usare il suo linguaggio, ma si tratta di una questione di fede. Deve sapere che tanto tempo fa noi ci amavamo. Ci lasciammo, ed io non l'ho più cercato, perché volevo da parte sua un atto di completa fiducia. Io non sono cambiata da allora, e lui nemmeno.<br>'''Carmichael''': E ne è ancora innamorata, è vero?<br>'''Lily''': Sì.<br>'''Carmichael''': E lui la ama ancora?<br>'''Lily''': Ne dubito.<br>'''Carmichael''': Eh sì, l'amore senza fede, come la religione senza fede, è cosa che vale poco. ==Citazioni su ''Shanghai Express''== *3° dei 6 film [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]-Paramount e il più hollywoodiano, quello che ebbe più successo. Inverosimile melodramma esotico e ferroviario, intriso di sadismo, in funzione della carica erotica di M. Dietrich, idolo enigmatico esaltato oltre misura dai costumi di Travis Banton. (''[[il Morandini]]'') *Sternberg costruisce un melodramma esotico che all'epoca ebbe grande fortuna e che ruota insistentemente intorno al volto della Dietrich, il cui viso riflette quello di una creatura che vive costantemente nella penombra e si alimenta di mezze luci ed effetti particolari, grazie alla fotografia da Oscar di Lee Garmes. ([[Piero Di Domenico]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film drammatici]] [[Categoria:Film premi Oscar]] qvb0q511q479nvvyhtelsleeghlsr9y Discussioni utente:Cavallo2000 3 215312 1351545 2024-11-12T10:25:52Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1351545 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:25, 12 nov 2024 (CET)}} g8ljlijo62d7ly7sw1f9ambg5qws7wn Discussioni utente:ערוך101 3 215313 1351548 2024-11-12T11:00:00Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1351548 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 12:00, 12 nov 2024 (CET)}} iv4w3gltjf4rdfds9bci9vhowtvfbj3 Discussioni utente:Frank7722 3 215314 1351551 2024-11-12T11:30:01Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1351551 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 12:30, 12 nov 2024 (CET)}} 9bc05m97m4xhv9utdynklr6ivdbatd0