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Discussioni utente:Silvio Gallio
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2024-10-31T15:13:27Z
Silvio Gallio
81
/* Interessa la merce? */ Risposta
3417007
wikitext
text/x-wiki
{{benvenuto|firma=--[[Utente:Civvi|Civvi]] 19:03, 13 Nov 2005 (UTC)}}
[[Discussioni utente:Silvio Gallio/Vecchie chiacchiere]]
== Tanti auguri! ==
Caro Silvio,
[[File:Train Cake from AWWCBCB.jpeg|300px|center|thumb|scusa il ritardo: buon compleanno!]]
- '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 07:45, 2 gen 2016 (CET)
== Vagito rotabile ==
Rotabile inteso come ''rotatorio''.... qui i primi test: [[Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/610]]. SE son rose ruoteranno.... --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 17:55, 3 mar 2016 (CET)
:{{ping|Alex brollo}}. Apprezzo l'intervento. Poi quando lo capirò lo apprezzerò molto di più (E poi, rotatorio? Immaginerai certo quante cose ruotino...) E io, cosa sono supposto di fare? Intervenire in una tabella? Uhm! Ciao! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 20:48, 3 mar 2016 (CET)
== Re: Sormani ==
Ciao, posso chiedere a livello di curiosità ma la digitalizzazione di un simile archivio è un costo enorme che avrebbe poco senso sostenere per una povera biblioteca comunale che poi non ha nemmeno la garanzia di poterlo legalmente pubblicare in rete (discorso diverso sarebbe se lo facesse un consorzio di biblioteche appoggiato dal ministero). La positivizzazione invece non ho idea quanto costi. [[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 00:33, 3 mag 2016 (CEST)
== GB e Source ==
Caro Silvio, poiché, come ricorderai, mi occupo anche di Astronomia, la recente notizia diffusa dall'INAF della conferma della presenza di acqua allo stato liquido su 1 Cerere mi spinse a rileggere la voce sul suo scopritore, il concittadino [[Autore:Giuseppe Piazzi|abate Giuseppe Piazzi]] (di cui la Biblioteca centrale della mia ex Facoltà di Ingegneria, oggi Scuola Politecnica, possiede il ''Codice metrico per la Sicilia'', Piazzi Giuseppe ; con una appendice dell'architetto Giuseppe Caldara, 3. ed. corretta ed aumentata, Palermo : Stamp. della ved. Solli e C., 1850). Qui in Source, oltre a varie trascrizioni di testi molto interessanti ci sono anche i rinviii alle digitalizzazioni presenti in Google Books. Il quesito: come ricorderai in itWiki scrissi la voce sulle locomotive statunitensi Chesapeake & Ohio (C&O) gruppo M-1, che nella voce in enWiki rinvia direttamente alle digitalizzazioni pertinenti in Google Books mi pongo il problema, dato che in itWiki ciò è vietato, se si possa predisporre qui una pagina che contenga detti collegamenti, ed eventualmente altro (ma c'è il rischio di sovrapposizioni con Commons, trattandosi di documenti tecnici). Grazie dell'attenzione. Cordiali saluti, --[[User:Alessandro Crisafulli|Alessandro Crisafulli]] ([[User talk:Alessandro Crisafulli|disc.]]) 10:02, 1 lug 2016 (CEST)
:Caro Silvio, grazie della risposta. In sintesi.
Questa è la voce in enWiki: https://en.wikipedia.org/wiki/Chesapeake_and_Ohio_class_M-1 ,
che è stata basata quasi del tutto su quanto rintracciato in GB
Per completezza ecco la voce che scrissi in itWiki: https://it.wikipedia.org/wiki/Locomotiva_C%26O_M-1 , per la cui stesura attinsi a quanto disponibile su carta (e di fatti la nostra è una VdQ).
Cordiali saluti, --[[User:Alessandro Crisafulli|Alessandro Crisafulli]] ([[User talk:Alessandro Crisafulli|disc.]]) 11:06, 1 lug 2016 (CEST)
==RE:So che non hai fatto apposta...==
Mi dici cosa ho fatto per favore; non capisco il tuo messaggio. Ciao --[[Speciale:Contributi/93.40.177.39|93.40.177.39]] 07:51, 24 ott 2016 (CEST)
== Share your experience and feedback as a Wikimedian in this global survey ==
<div class="plainlinks mw-content-ltr" lang="it" dir="ltr">
¡Ciao! La Fondazione Wikimedia sta richiedendo il tuo parere su una inchiesta. Vogliamo sapere stiamo sostenendo efficacemente il suo lavoro all'interno e all'esterno del wiki, e come possiamo cambiare o migliorare le cose nel futuro.<ref>Questa inchiesta è sta principalmente pensata per ottenere pareri sull'attuale lavoro della Fondazione Wikimedia, non sulla strategia a lungo termine.</ref> Le opinioni che condividi avranno effetto sull'attuale e futuro lavoro della Fondazione Wikimedia. Sei stato scelto con sorteggio per partecipare a questa ricerca perché vorremmo avere l'opinione della tua comunità Wikimedia. Per ringrazianti del tempi che dedicherai all'indagine, doneremo 20 magliette Wimimedia con un sorteggio tra chi partecipa alla ricerca.<ref>Problemi legali: Non ci sono acquisti previsti. per partecipare, è necessario essere maggiorenni. Patrocinato dalla Fondazione Wikimedia, ubicata in 149 New Montgomery, San Francisco, CA, USA, 94105.Termine 31 gennaio 2017. Nullo ove proibito [[m:Community Engagement Insights/2016 contest rules|Click here for contest rules]].</ref> L'inchiesta è disponibile in diverse lingue e necessita di 20 minuti per essere completata.
<big>'''[https://wikimedia.qualtrics.com/SE/?SID=SV_6mTVlPf6O06r3mt&Aud=VAE&Src=57VAEOP Inizia l'indagine ora!]'''</big>
Può trovare più informazione su [[m:Community_Engagement_Insights/About_CE_Insights|questo progetto]]. Questa inchiesta è ospitata in un servizio terzo e è regolata da questa [[:foundation:Community_Engagement_Insights_2016_Survey_Privacy_Statement|regole di privacy]]. Per favore visita la nostra pagina delle [[m:Community_Engagement_Insights/Frequently_asked_questions|domande frequenti]]
[[m:Community_Engagement_Insights/Frequently_asked_questions|Pagina delle domande frequenti]] per avere più informazione su questa inchiesta.. Se hai necessità di altro approfondimento o se vuoi essere ascluso da future comunicazioni su questa inchiesta, per favore manda una mail a: surveys@wikimedia.org.
Grazie!
--[[:m:User:EGalvez (WMF)|EGalvez (WMF)]] ([[:m:User talk:EGalvez (WMF)|talk]]) 23:26, 13 gen 2017 (CET)
</div>
<!-- Messaggio inviato da User:EGalvez (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Community_Engagement_Insights/MassMessages/Lists/2016/57-VAEOP&oldid=16205400 -->
<references />
== Cortesia ==
Segui questo link: https://it.wikisource.org/wiki/Indice:Delle_strade_ferrate_italiane_e_del_miglior_ordinamento_di_esse.djvu?vis=true , dimmi se vedi il binocolino vicino alle due lentine a sinistra, cliccalo e prova a cercare parole (non c'è un pulsante, scrivi la parola/le parole e dai Enter). Scorri col mouse sui numeri pagina e cliccane qualcuno. E sappimi dire! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:56, 28 giu 2017 (CEST)
:Gran bel lavoro! Complimentoni! funziona benissimo. Ovviamente hai scelto un testo che mi tocca, eh! E altrettanto ovviamente non aspettarti che io sia del tutto contento. Quando mai è successo? :-) qualche perfezionamento (non necessario ma utile) sarebbe auspicabile. 1) forse è solo il mio browser (qui in montagna uso FF) /computer/windows (7) ma non vedo evidenziate le parole ricercate. 2) il quadretto è bello ed esaustivo ma un po' nei piedi e non riesco a spostarlo (è possibile? Come? Forse metterlo largo, in basso e fare scorrere i numeri?). 3) non sempre "becca" il nunmero giusto, ovvero la pagina contiene la parola ma il numero di pagina del testo non è congruo. Es. Ho cercato "Milano", il quadretto mostra 8-18-25-81-84 ecc. pag. 8 ok; pag 18 invece porta a 17 (che contiene la parola), 81 non vedo la parola che è a pag. 80 sotto l'inamovibile quadretto (controllato in NsO. 4) mi sembra che il click non sia congruo ma forse sono le pagine del nostro testo che non lo sono. Es. cliccando 152 si posizione su pagine 150-151 (che contengono la parola), cliccando pag. 158 va a pag. 156-157 e per andare a 158 (che contiene la parola) devo cliccare su 159 che naturalmente mi dà la stessa schermata per le due pagine) Non vedendo "sotto" il quadretto ho provaro a diminuire la dimensione con il tastino "meno"; si è aperta un'altra scheda di FF ma si è bloccata su aboutblank. Lo stesso avviene aumentando la dimensione. Però sei grande! Grazie. (Ti avviso che sarò computerless fino a lunedi; vado a Milano e altri spostamenti). Ciao! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:24, 28 giu 2017 (CEST)
Ehm! a integrazione e dopo aver letto un avvisetto al bar, noto che per vedere apparire il testo (cosa che non avevo notato prima) devi avere una discreta mira perché (a me) il cursore del mouse che è a "I" diventa freccia e fa apparire il piccolo testo (testicolo?) quando centro il puntino davanti al numero della pagina. Ma quantèbbello [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:31, 28 giu 2017 (CEST)
:: 1) Evidenziare le parole ricercate .... magari ci riuscissi, è veramente difficile. 2) alla fine dovrebbe diventare una cosa tipo il "cerca-parole" Internet Archive, grafico; questa è una versione di prova; si sta poco comunque a renderlo almeno trascinabile. 3) I numeri sono le pagine djvu.... lo so che crea confusione. Ho acceso il pc adesso proprio per rimediare.
:: Riprova domani, grazie! [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 21:41, 28 giu 2017 (CEST)
== Pieghevole enorme in fondo a "Considerazioni sulla importanza militare e commerciale della ferrovia direttissima Bologna-Firenze" ==
Se ti può interessare (metà) l'ho caricato qui https://archive.org/details/DirettissimaFig.1-4
--[[User:Divudi85|Divudi85]] ([[User talk:Divudi85|disc.]]) 10:30, 12 ott 2017 (CEST)
== Testi che forse ti interessano ==
Caricato un paio di testi che forse ti interessano : )
* {{Testo|Indice:Le ferrovie economiche d'Europa.djvu}}
* {{Testo|Indice:Delle strade ferrate toscane e del migliore ordinamento di esse.djvu}}
un altro è in coda su IA upload (https://archive.org/details/SulleFerrovieEconomiche)
== Proposta ==
Ti proporrei una roba così: [[File:Screenshot Tu Puoi Farlo.png|right]]. Il "verde" rappresenta un subliminale invito a rendere la pagina verde. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 15:04, 13 dic 2017 (CET)
PS:Approfitto per segnalarti che dalla sua pagina Wikipedia [[Utente:Rbianchi96]] dimostra interessi ferroviari (mi pare di capire, più orientati alla meccanica): lo conosci? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 15:09, 13 dic 2017 (CET)
:Sono interessato alle ferrovie in generale (e al trasporto pubblico, in particolare milanese). Se voleste segnalarmeli sarei ben contento di contribuire alla trascrizione (o formattazione o revisione...) di testi a tema ferroviario. --[[User:Rbianchi96|Rbianchi96]] ([[User talk:Rbianchi96|disc.]]) 16:30, 13 dic 2017 (CET)
:: {{ping|Rbianchi96}} [[:Categoria:Ferrovie]] (contributi di Silvio per il 90% abbondante, a occhio) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 21:56, 13 dic 2017 (CET)
== Regalino prenatalizio ==
Pewr ringraziarti della tua affascinante idea sui SAL 75%, ho modificato eis, aggiungendo un pulsante "Salva" (senza procedere), e anche un piccolo simbolo "fatto" che lampeggia per mezzo secondo dopo il salvataggio con successo di una pagina. Il "salva e retrocedi" a questo punto potrebbe essere inutile. O no? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 23:56, 18 dic 2017 (CET)
== Re: Ringrazia ==
Ciao Silvio, la parola "business" è soggetta ad errori più di quanto si creda. In questa "survey" ne ho corretto almeno una trentina scritte in modo errato sulle varie wiki. Un errore può sempre capitare....l'importante è che passi ogni tanto l'"ortografo" a rettificare. Saluti e buon 2018, --[[User:Eumolpo|Eumolpo]] ([[User talk:Eumolpo|disc.]]) 09:00, 5 gen 2018 (CET)
== [[wmit:Iscrizioni|Iscriversi a Wikimedia Italia]] ==
Suvvia, non è poi [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Wikisource:Bar&diff=prev&oldid=2026544 tanto difficile]. :) Aiuta se ti dico che dovremmo avere ancora un po' di spilline e adesivi di Wikisource? :-) --[[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 09:08, 10 gen 2018 (CET)
:Hehehe! Lo so che non è difficile. Sono anche stato iscritto anni fa quando a Bologna si è tenuta un'assemblea(parmi). Allora è stato più facile. Ero lì e ho pagato cash. Mi sembra fosse quel collega di Padova che non c'è più. Non ho mai parlato di difficoltà ma di mia pigrizia. Quando mi ricordo non ho tempo e quando non mi ricordo ... non mi ricordo. Un giorno racconterò al tuo umano l'intera storia. :) --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:15, 10 gen 2018 (CET)
== Filosofia.... ma neanche tanto ==
IL problema, nella definizione di "Sal 100%", è che prima andrebbe definito cos'è una pagina SAL 75%, ossia una pagina che un contributore considera "a posto" . Chiarito questo, la pagina SAL 100% è semplicemente: "una '''conferma''' che la pagina è '''veramente''' a posto, fatta da un utente diverso". --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 08:54, 28 gen 2018 (CET)
== Altezza del testo delle pagine in visualizzatore ==
Guarda adesso, la situazione dovrebbe essere migliorata (l'effetto forse lo vedrai fra un po', perchè come sai certe modifiche ci mettono tempo a visualizzarsi). Eliminare del tutto la differenza di altezza delle pagine mi è difficile, ma almeno un passetto l'ho fatto. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 07:06, 2 feb 2018 (CET)
{{ping|Alex brollo}}. Io sempre apprezzo i tuoi lavori e i tuoi sforzi. Ti confesso che non mi ero nemmeno accorto di questo... difetto(?). Ti esorto a non impazzire sul problema (?) della pagina sussultante. Invece chiedo una cortesia. C'è sicuramente un template tipo "x-smaller" che si seleziona il nick e, cliccando diventa ping. Ma io non 'l'ho' trovo. Non è che si potrebbe mettere nel quadratone in basso, ai piedi di esso in fondo a destra? oppure dopo le firme - che c'è un sacco di spazio-? Posto che non esista un altro metodo che io non vedo, eh! 10Q [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 07:39, 2 feb 2018 (CET)
: OK per il pingetto. per l'altezza pagina in visualizzatore probabilmente ho capito male una tua osservazione, a causa di un mio vecchio senso di colpa per una cosa che avevo trascurato. Comunque sono soddisfatto :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 11:53, 2 feb 2018 (CET)
:: aggiunto il ping nella prima riga "firme", c'era spazio :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 11:57, 2 feb 2018 (CET)
{{ping|Alex brollo}} funziona! La mia pigrizia ringrazia. Quanto al visualizzatore, si, sarebbe più bello che la pagina fosse sempre (o quasi) della stessa altezza per evitare di far saltellare la vista; il fondo scuro e la pagina bianca... Ma immagino che con l'htm sia un po complesso (almeno, ricordo che lo era quando non era ancora htm+l-1-2-3 ...) Ma non è grave, dai. Ed è proprio una chicca leggere con quello. ''Ab imo pectore''... [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 14:35, 2 feb 2018 (CET)
: L'altezza della pagina è veramente complessa da gestire in html; comunque, dipende dal numero di righe di testo e dagli eventuali "blocchi" di altra roba (es. immagini); dipende anche dai margini verticali di ciascun elemento. Per ora ho azzerato i margini verticali dei paragrafi, lo "stacchino" fra un paragrafo e l'altro, e le cose sono migliorate (soprattutto nelle pagine con molti dialoghi, anche Barzini ne risentiva). --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 15:39, 2 feb 2018 (CET)
::{{ping|Alex brollo}} (mUhaha! che bello pingare così). Si ricordavo bene. All'epoca mi interessavo un po' di htm (non ancora "l"), pensa. Poi, dovendo senpre aggiornarmi con i vari aumenti di bellurie (come da Win3 a 95, d'altra parte) la scelta era fra immergersi al massimo e dedicarmi ad altro. Indovina che strada ho preso :D ciao grazie! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 15:43, 2 feb 2018 (CET)
{{ping|Alex brollo}} Continuo qui per una qualche forma di lateralità e per non appestare la tua pagina :-) . Ho usato VIS per copiare una parte di testo (di Cattaneo-Bruschetti) da incollare quiale citazione in un articolo che verrà stampato su carta. Accade che quando incolli nell'editor, lo sfondo che si seleziona assieme al testo viene incollato e diventa nero. Ora, non è grave, basta non usare VIS oppure incollare su Blocco Note e poi ri-copiare (però in queato caso si perde l'eventuale formattazione; corsivo ecc). Detto così, giusto per sapevatelo. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 10:33, 20 feb 2018 (CET)
::: Grazie della segnalazione! Non avevo mai provato a copiaincollare su un editor (word, I suppose), ci provo e vedo se ci sono soluzioni. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 11:26, 20 feb 2018 (CET)
:::: Vero su Word, ma solo se copincolli con il Ctrl-V. Prova Click destro, e poi l'opzione incolla: ci dovrebbero essere opzioni, se scegli quella "solo testo" l'odioso fenomeno non avviene. Se poi decidi che "copiaincollare solo testo" ti va bene di default, c'è modo di selezionarlo come comportamento di default di Ctrl-V (pigrone). [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 10:57, 21 feb 2018 (CET)
:::::{{ping|Alex brollo}} Uh! Vero! Non avevo pensato al tasto destro e le sue opzioni. Ottimo consiglio. Poi, che io sia un pigrone non solo lo dico e lo affermo, ma fa pure comodo a Source perchè mi capita così di trovare necessità di scorciatoie adatte alla (mia) pigrizia. E a farti lavorare :) E già che sono qui, ti volevo porre la solita domanda da 60.000 lire (V. Rischiatutto, roba dei miei tempi): Allora, pensi sia possibile mettere un tastino che da VIS apra EIS sulla pagina voluta? Perché VIS è una meraviglia per leggere e anche controllare. Peccato che sia -ovvio- di sola lettura. Poter intervenire subito sarebbe un ottimo viatico alla mia pigrizia. Adesso devo uscire e rientrare di là oppure tenere aperta una seconda finestra; insomma lo sai come funziona. Pensaci... ciao vado alla pappa. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 13:05, 21 feb 2018 (CET)
== formattazione complessa ==
ciao Silvio, ho sistemato [[Pagina:Alfredo_Melani,_Manuale_dell%27ornatista_1896.djvu/73|questa pagina]], come altre del libro, mettendo le scritte che sono in verticali, in orizzontale: invece che in verticale a destra ed a sinistra, in orizzontale in alto e in basso. E' accettata una soluzione simile? grazie --[[User:Giaccai|Susanna Giaccai]] ([[User talk:Giaccai|disc.]]) 17:46, 17 feb 2018 (CET)
== Gutta cavat lapidem ==
... et silvius cavat alex.
Forse il matrimonio eis-vis si può fare :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 08:17, 22 feb 2018 (CET)
== Eis news ==
Ho modificato Anteprima dentro Eis, adesso dà l'illusione ottica di essere in visualizzazione (esci con doppio click sull'anteprima e con un click sul bottone Anteprima di eis).
Passo successivo: se Anteprima è aperta, passando alla pagina successiva o precedente resterà aperta e si aggiornerà. Ovviamente sarà aggiornata anche la normale pagina di edit sottostante, immediatamente accessibili. Non è eis chiamato dal visualizzatore.... ma forse è pure meglio. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 00:46, 4 mar 2018 (CET)
:{{ping|Alex brollo}} - Bel lavoro, al solito (ormai non mi stupisco pù). L'unico rimpianto (per ora, eh! non pensare di passarla liscia) è la mancanza di quel "cerca" puro del visualizzatore. Colpa mia che non ho capito come si usa, ma il 'cerca e sostituisci' mi fa un po' paura. Non ho alcun controllo (o almeno mi pare). Vabbé, per ora ti lascio in pace che sto lavorando fuori Source; appena posso torno e faccio un test con un po' di pagine. Grazie, quindi, ma non dormire... :D --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 11:07, 4 mar 2018 (CET)
:: Ti ho attivato l'eis di prova, attendo i tuoi feedback e intanto lo stresso. Una meraviglia per passare SAL 75% - SAL 100% se non ci sono correzioni; fastidioso correggere singole parole, perchè, indivisuato l'errorino in visualizzazione, occorre chiudere la preview, e cercare fastidiosamente la parola in un testo con una struttura diversa. IL passaggio dalla maschera view alla maschera edit è istantaneo ma costa fatica evitabile. Però... se in visualizzazione risulta accettabile la piccola fatica di ''selezionare la parola errata'' forse si può sistemare le cose per editarla direttamente, ''senza chiudere la maschera di anteprima''. Tu che sei pigro, accetteresti questa piccola fatica? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:12, 6 mar 2018 (CET)
{{ping|Alex brollo}} a) Facciamo che mi segno fra i preferiti quell'altra [[Wikisource:Domande_tecniche#View_in_sequence|pagina tecnica]] se no mi perdo fra domende e risposte. Già è difficile on due... b) giustappunto ieri swera ho avuto questo problema. ma ancora non ho testato se e come funziona. Fammi provare una pagina semplice e vediamo se ho capito il funzionamento. Vedo se oggi pomeriggio ce la faccio a provare per un paio d'ore. Poi ti dico. Comunque la mia prigizia è immensa quindi può accettare di tutto. Basta che non esageri. Se esagheri ti mando la bozza del mio ultimo libro in pdf (che non è -ancora?- stampato quindi qui non ci può stare). Così impari. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:08, 6 mar 2018 (CET)
: Ok, tengo aggiornato solo là. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 12:40, 6 mar 2018 (CET)
== Mail del genio cinese ==
Hai forse ancora la mail del geniale autore di DjvuToy? Avrei da sottoporgli un paio di richieste "toste". --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 08:44, 3 apr 2018 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} Temo che abbia cambiato ma mo' guardo a fondo. (Già che ci sei, eventualmente digli che posso tradurlo in italiano. Magari gli viene voglia di lavoraci di nuovo :) [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:46, 3 apr 2018 (CEST)
Ti ho mandato una mail, per ora --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:48, 3 apr 2018 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} Mandata altra mail con presuibile indirizzo recente. (Non mi pace mandare indirizzi qui) ciao! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:54, 3 apr 2018 (CEST)
: Ricevuto grazie. Fai bene, niente email qui se non indispensabile. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 15:04, 3 apr 2018 (CEST)
== Esortazione ==
Per favore, non strabiliarti, invece.... '''prova'''! Ho bisogno di feedback! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:55, 11 apr 2018 (CEST)
:{{ping|Alex brollo}} (?) Sbagliato. Per provare ci sono due ostacoli, uno dei quali insuperabile. Primo ostacolo: cosa devo provare? almeno metti un link, mi sono un po' perso... Secondo ostacolo: non so come dirtelo...Io sono pigro! Devo studiare qualcosa? E provare cosa? come? dove? perché? chi siamo? dove andiamo? e soprattutto chi paga il taxi? --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 15:02, 11 apr 2018 (CEST)
:: Hai ragione. :-(
:: [[Indice:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. II, 1913 – BEIC 1884499.pdf]], apri una pagina qualsiasi SAL 25% e pigia postOCR. Ci sono due parole di doc nella pagina Discussioni indice per un lavoretto fatto meglio. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 15:56, 11 apr 2018 (CEST)
:::{{ping|Alex brollo}} (continuiamo qui che è meglio) Ehm! Come tu ben sai io sono molto duro di cervice. Come richiesto ho aperto la pag. 225. Appare: immagine a destra (as usual) e testo a sx. (as usual) solo che il testo è tutto circondato da strani comandi che -desumo- sono le coordinate delle varie parole (o che altro). Clicco modifica e le stesse cose si mettono in ordine in colonna come elefanti in trasferimento. Aziono PostOCR Alt+7 e tutto si sistema. Quasi. I nomi dei personaggi sono incolonnati sopra, il testo incolonnato sotto. In Anteprima la situazione è simile. Ho visto la pagina 125 (pdf/131) che hai fatto tu e la situazione è piuttosto differente. Adesso vado a vedere cosa non ho capito. Ne riparliamo. Ciao! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:22, 11 apr 2018 (CEST)
Ah NON ho fatto "reorder". Va scritto? e DOVE?. (sarai la rovina dei miei neuroni. Già che ne ho pochi e pigri) [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:25, 11 apr 2018 (CEST)
: va scritto, appena entrato in Modifica e PRIMA di lanciare postOCR, immediatamente ad inizio pagina, prima della parola <code><OBJECT</code>. E' una soluzione grtossolana e provvisoria per far pervenire a postOCR il "segnale" di fare una cosa invece che un'altra. Se il sistema sarà implementato in modo serio, ci sarà un pulsante che darà il "segnale" con un click (io ho già un pulsanmte "reorder" che lo fa.... ma tu usi "la bottoniera")?
: Comunque grazie del test, mio conferma che la cosa funzia anche a te, era questo che volevo! [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 20:05, 11 apr 2018 (CEST)
::{{ping|Alex brollo}} Funzia? Ah meno male. Se no chissà cosa leggevo :D - Domani, se ho tempo (ma temo che...) riprovo. Quanto alla bottoniera io in basso vedo una barra che -mi par di ricordare- mi hai installato tu nella notte dei tempi. Credo che sia la stessa che usi tu perchè vedo tre tasti per regex e altre piacevolezze che manco so cosa siano. Come si chiama non lo so. Ma fai pure come preferisci, quella barra in basso mi serve essenzialmente per Centrato, autoRi, autoPt Rule. Magari più avanti riprendo in mano tableM. Però devo dire che mi manca tanto un aiuto consequenziale e chiaro, per niubbi perpetui. Salum. Notte --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 20:42, 11 apr 2018 (CEST)
::: Ok. Adesso la barra in basso (la bottoniera) dovrebbe contenere tutto quello che c'era e in più tutto quello che vedo io. Nota il pulsante "reorder": in un click chiama reorder e pure postOCR. Istruzioni: appena entri in una dele pagine di Metastasio con codice xml, pigialo. Fine. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 21:32, 11 apr 2018 (CEST)
::::{{ping|Alex brollo}} Si, vedo un sacco di roba. Per tua info, sappi che sembrano esserci alcune ripetizioni di tasti: 2 tableM, 2 AutoRi, 2 Sections, poi un "rule" e un "Sc" dentro le graffe e anche senza graffe. Lo stesso per un RV (se è "Righe Vuote" è doppio pure questo) e AC (Auore Citato?) e forse dell'altro. Ora, preciso che a me non da alcun fastidio, però forse potrebbe esserti utile riordinare un po'. Ma sono 'cavoli' tuoi, eh!. Io non spingo. Grazie. Stasera vedo di riprovare con Metastasio che ho un pomeriggio da corsa :( . [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:22, 12 apr 2018 (CEST)
:::::: Va in Preferenze/Accessori e deseleziona Bottoniera, e vedrai quello che vedo io, senza duplicazioni (avvisiami se ti manca qualcosa). --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:46, 12 apr 2018 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} - Dunque, ho appena provato sul Metastasio alla [[Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/51]]. Ho solo pigiato reorder come hai detto subito prima del testo che c'era. Forse non era la pagina giusta, il risultato è quello che vedi. Solo ho aggiunto i "centrato" e sistemato un paio di scannos. I nomi dei personaggi parlanti sono rimasti nel testo. Proverò qualche altra pagina più tardi (spero, sempre spero). Infine, per la bottoniera dovremo fare due chiacchierre a parte; ci sono cose che non capisco e istruzioni che non trovo. Ma mi ci vuole un po' di tempo per elaborare il problema nel complesso. Ciao! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 10:20, 13 apr 2018 (CEST)
: Be' è un buon inizio; suppongo che tu non abbia attivato il gadget "memoRegex" perchè postOCR non ha fatto tutto quello che avrebbe dovuto fare. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 11:42, 13 apr 2018 (CEST)
::{{ping|Alex brollo}} Supponi giusto. Almeno credo, oggettivamente non ricordo. Sarebbe bello che da qualche parte (Per esempio qui che poi magari ne cavo un help) mettessi una scaletta delle cliccature da fare. È come la sequenza delle stazioni di Milano dal 1840 al 1864 che per me è banale ma per chi non c'è sopra tutto il giorno... Danke! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 15:46, 13 apr 2018 (CEST)
:::{{ping|Alex brollo}} Dunque fammi capire. 1- apri la pagina; 2- click Modifica; 3 - eis (facoltativo); 4 -Reorder; 5-PostOCR; indi lavoro solito (font, centrati, a destra, a sinistra, rientri, rieschi). Il MemoRegex (qualunque cosa sia) a che punto fa cliccato? Giusto? Ovviamente non del tutto quindi adesso tocca a te :P Buona domenica. v[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:52, 15 apr 2018 (CEST)
:::: memoRegex ''non occorre nemmeno toccarlo'', se lavori su un'opera dove qualcuno l'ha già "alimentato" (come in Metastasio), viene richiamato da postOCR, silenziosamente. Se invece lavori su un'opera nuova, bisogna "alimentarlo"; ma - per quanto non sia difficilissimo - rispetto la tua pigrizia e non te lo spiego. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:15, 15 apr 2018 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} Bene, ma sei ambiguo e antriguo, perché mi dici "suppongo che tu non abbia attivato il gadget "memoRegex" poco più su? mi stavo preoccupando. E poi, va bene la scaletta di click? No Source per oggi è domenica e mi fanno lavorare. Ci sentiamo più in là. Salum [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 14:19, 15 apr 2018 (CEST)
: OK. ''Una volta attivato'', ossia: Preferenze->Accessori->spuntare memoRegex (fallo se non l'hai fatto!) ''non serve più toccarlo'', perchè viene chiamato da postOCR. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:28, 15 apr 2018 (CEST)
== Vigezzo ==
La struttura l'ho scopiazzata da casi simili, penso di aver risolto (sempre scopiazzando da testi simili). Il libro è bellissimo :-D --[[User:Civvì|Civvì]] ([[User talk:Civvì|disc.]]) 22:16, 6 mag 2018 (CEST)
{{ping|Civvì}}. Tu almeno sei brava a scopiazzare. Io ormai gliel'ho data su (dicono qui a BO). Il libro è davvero simpatico. Vedrò di tenerlo d'occhio anche se forse si avvicina un tempo impegnativo (dovrebbe/spero partire la fase finale di editing del mio, di libro) --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:32, 7 mag 2018 (CEST)
:In [[Pagina:Cavalli - Cenni statistico-storici della Valle Vigezzo I.djvu/22|questa pagina]] si parla di un testo ferroviario... È tra quelli che già possediamo? Tu sei l'esperto. --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 23:30, 6 mag 2018 (CEST)
::{{ping|Luigi62}} Si, l'ho visto ieri mentre pistolavo qualche pagina. Il testo esiste, ed è pure piuttosto importante per la storia della Ferdinandea, la Milano-Venezia. Tra l'altro contiene una particolarità, alla Commissione Zuradelli partecipava anche Carlo Cattaneo e la votazione finale fu unanime per dirottare la linea da Brescia a Bergamo e poi a Monza e Milano Porta Nuova. Molto strano: Cattaneo aveva sempre avversato (anche con una certa violenza verbale) sia il dirottamento sia l'utilizzo di Milano Porta Nuova anziché la sua prediletta Milano Porta Tosa. Il testo è pure scaricabile da Guggol [[https://books.google.it/books?id=c_VSAAAAcAAJ&pg=RA2-PA5&dq=commissione+Zuradelli&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwifjZ7U-_LaAhWmBZoKHTQdBNwQ6AEINjAD#v=onepage&q=commissione%20Zuradelli&f=false]]. Non l'ho mai insertito qui perché è zeppo di tabelle; e le tabelle, come sai, per Source sono un paroblema piuttosto grosso. Se ti va... :D [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:32, 7 mag 2018 (CEST)
== Mi presento ==
Gentile Silvio Gallio, mi hai già visto in Wikipedia, sotto l'identità di Amalia Matilde Mingardo, che adesso è chiusa. Vorrei rispondere alla richiesta che mi hai fatto allora, di passare a questo progetto. Mettiamola così: io sono ipovedente gravissima, per la qual ragione ho testi digitalizzati e ne faccio molti con lo scanner, ragion per cui ho anche quella ""Vita di Costantino" che forse ricorderai. A questo punto:
*Ho esaminato i testi in mio possesso, fatti da me, e avrei alcune opere di Aleksej N. Tolstoj (1) e di D.S. Merezkovskij tradotti in italiano entro il 1946. Però non so se tali testi siano soggetti a copyright per via dei traduttori;
*per la mia particolare condizione, non sempre tengo i cartacei, dopo fatta la correzione (restituzione alle biblioteche, donazione, spappolamento del volume);
*temo che questo progetto sia particolarmente visivo, non sono certa di poter leggere testi con la sintesi vocale, specie i PDF se sono acquisiti come immagine;
*comunque non si sa mai, vorrei che tenessimo contatto. Le nostre biblioteche sono tanto vaste (parlo di quelle per ciechi), che può sempre saltare fuori una sorpresa.
Ti ringrazio, Scrivimi qui (non in WP).--[[User:Danieldanielou|Danieldanielou]] ([[User talk:Danieldanielou|disc.]]) 11:20, 6 giu 2018 (CEST)
== Duchi di Svevia ==
Tutta la combriccola dei duchi in oggetto è sguarnitissima su 'pedia. Ora creo stubbini come se piovesse... --[[User:Civvì|Civvì]] ([[User talk:Civvì|disc.]]) 12:04, 14 gen 2019 (CET)
== Biblioteca Cesare Pozzo ==
Una delle più belle biblioteche private italiane in materia ferroviaria è quella della Fondazione Cesare Pozzo, che ha ereditato la Biblioteca della Mutua Fuochisti e Macchinisti di Milano. Mio figlio mi ha presentato il presidente che è anche un docente universitario, che ci ha fissato un appuntamento per metà mese. Tu hai qualche idea di come sfruttare questa opportunità? Magari, senza avere fretta, si potrebbe, con l'aiuto di Wikimedia, pensare ad un programma di lungo respiro.-[[User:Mizardellorsa|Mizar (ζ Ursae Maioris)]] ([[User talk:Mizardellorsa|disc.]]) 07:24, 31 mar 2019 (CEST)
:Ci provo. Ti farò sapere.--[[User:Mizardellorsa|Mizar (ζ Ursae Maioris)]] ([[User talk:Mizardellorsa|disc.]]) 11:37, 31 mar 2019 (CEST)
::Ho incontrato, con mio figlio oggi il presidente insieme al bibliotecario. Si è reso conto della potenzialità di Wikisource e degli altri progetti wikimedia. Martedì pomeriggio continuo l'incontro. Magari si individuano le opere da cui cominciare.[[User:Mizardellorsa|Mizar (ζ Ursae Maioris)]] ([[User talk:Mizardellorsa|disc.]]) 17:24, 12 apr 2019 (CEST)
:::Il discorso sta andando avanti molto bene. Ho coinvolto anche Wikimedia Italia che sembra disposta a concedere un microgrant: mi sembra molto bello. non tanto per la cifra modesta, quanto per un interessamento della comunità. Se tu riuscissi ad avere il tempo di fare un salto a Milano potresti collaborare a scegliere ''de visu'' i testi da cui iniziare. Poi da Alex bisogna darsi dare le specifiche di una ''buona scansione''-[[User:Mizardellorsa|Mizar (ζ Ursae Maioris)]] ([[User talk:Mizardellorsa|disc.]]) 06:26, 25 apr 2019 (CEST)
::::L'accordo con la Biblioteca Cesare Pozzo sta decollando. In particolare si dovrebbe partire (oltre che da tre opere di Cesare Pozzo) dalla scansione di una serie di Album delle locomotive, ricche di disegni tecnici. In genere il formato dei testi è 24x36. Dove trovo le specifiche da usare nelle scansioni per ottimizzare il risultato?---[[User:Mizardellorsa|Mizar (ζ Ursae Maioris)]] ([[User talk:Mizardellorsa|disc.]]) 08:46, 31 mag 2019 (CEST)
== Come.... ==
Vedo che hai iniziato la rilettura del vecchio libercolo e che procedi .... ''come un treno!'' :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 15:08, 4 mag 2019 (CEST)
:{{ping|Alex brollo}} Beh, si, merito dell'OCR che hai fatto e che lascia pochi errori. Una volta che mi ricordo di non usare quella combinazione di tasti che sai, per andare avanti veloce si cammina bene. Lascio indietro le pagine con formattazione un po' più complicata che una volta avrei fatto senza difficoltà. Ti aspetto su quelle due o tre pagine con tabella che per te sono cavolate, ma per me no. Mi stavo chiedendo se il template "autoRi" non si poteva mettere assieme al "autoPt" nella colonna di sinistra o meglio nei tastini di formattazione qui sopra. Forse c'è ma non lo vedo... Ciao e grazie! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 19:10, 4 mag 2019 (CEST)
:: AutoPt non serve quasi più, perchè Candalua ha fatto in modo (operando ai "piani alti") che le parole interrotte fra una pagina e l'altra si "congiungano" da sole (purchè il trattino sia l'ultimo carattere della pagina precedente e la seconda parte della parola sia esattamente all'inizio della pagina successiva, senza righe vuote): autoRi non serve mai, perchè è richiamato automaticamente da postOCR (richiede solo che ci sia RigaIntestazione nella pagina fronte o retro corrispondente prededente). Ho adocchiato le tabelle, quelle ferroviarie non sono mai banali, ma ce la faremo. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:08, 5 mag 2019 (CEST)
:::{{ping|Alex brollo}} Come vedi, allora, sono rimasto indietro. Uno dei problemi è che in certi casi se non salvi non riesci a vedere cosa realmente succederà. Quindi ieri, non vedendo movimento Pt e Ri mi sono un po' attivato. Adesso provo a fare un paio di pagine (poi devo andare a Milano) e vedo come funzia. Salum --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 10:57, 5 mag 2019 (CEST) P.S. "Ctrl + freccia dx" continua a generare apostrofi. anche in questa pagina. In basso ci sono alcuni pulsantini che credo siano "tuoi" (da sx sono: ml, Xml, Reorder [...] fino a Sections, TableM e Pg). A livello di tentativo, riesci a toglierli che vediamo cosa accade? ricordo confusamente che anni fa tu mi abbia pistolato le preferenze. Le avevo riportate al predefinito ma questi sono misteriosamente rimasti. Boh. ciao!
:::: I pulsantini dovrebbero essere spariti, ho disabilitato la riga in [[Utente:Silvio Gallio/PersonalButtons.js]]. Poverini, però.... :-( --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 12:01, 5 mag 2019 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} Stavo per chiudere. Mica ho detto che è colpa loro. Semplicemente ho azzerato (quasi) tutte le impostazioni, appena ricomincio provo a vedere se è cambiato qualcosa. Poi vedremo. Dispiace anche a me qui cosini sono utilissimi. Speremm, dicono a MI. ciao --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:11, 5 mag 2019 (CEST) (Grr perchè non pinga giusto? Mo' non ho tempo salutoni --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:13, 5 mag 2019 (CEST) TROVATa la graffa. vabbé.
::{{ping|Alex brollo}} Ciao. Scrivo qui per continuità. Ho un po' terminato il lavoretto. In effetti il tuo OCR è stato determinante per la velocità. Ma soprattutto sono stati determinanti i tuoi giochini. Restano piccoli interventi che però non so come effettuare: Le tabelle, piuttosto semplici perfino per me (grazie al TableM), sarebbero da controllare ci sono aspetti che non mi convincono (da pag. 76 a 83 circa), altro coso è la formattazione dei titoli. Per finire una chicca per quelli informati: in questa pagina [[Pagina:Strade ferrate da Milano a Venezia e da Milano a Como di quelle progettate in Italia.djvu/119]] si parla di un anonimo. Però io sono sicuro che si tratti del nostro Luigi Tatti e la bibliografia in 'Pedia lo conferma. Purtroppo non abbiamo il testo per bluizzare il link (e penso che sarà dura procurarselo visto che credo ci sia una copia solo alla Sormani di Milano). Io ho "risolto" come vedrai. Se non va bene cancella. Ah, ho aggiunto una piccola cosa nelle Note della Pagina Indice per evitare contestazioni future ed eventuali. Infine: tu dici che "autoRi" non serve; ma a me, verso la metà del lavoro aveva smesso di funzionare (se vai a vedere le ultimi modifiche vedrai che ieri ha salvato a raffica per far ripartire il giochino. Probabilmente forse non so, derivato dalla mancanza di numero in una pagina che era senza. Comunque non avevo i tastini (sai la storia) che adesso appaiono e, senza di essi, ho avuto le difficoltà del newbye. Perché non metti il link nella colonna a sinistra sopra o sotto AutoPt? Salutone ringrazioso. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 14:54, 12 mag 2019 (CEST) P.s. È una soddisfazione vedere che il libercolo è già al primo posto di Guggol!--[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 15:04, 12 mag 2019 (CEST) Peccato che sia quello scansionato alla Biblioteca di Vienna hahaha! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 15:04, 12 mag 2019 (CEST)
::: Due tabelle presentavano una difficoltà serissima ed "infida" (cella con testo lungo spezzato in due pagine) e difficoltà più piccole (virgolette e lire allineata sul fondo, e non in cima alla cella: il template <nowiki>{{cs|B}}</nowiki> significa: '''c'''ell '''s'''tyle='''b'''ottom). Per i problemi di gadget et al. toccherà vederci col tuo pc, altrimenti non ne veniamo fuori.... [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 21:20, 12 mag 2019 (CEST)
::::{{ping|Alex brollo}} Si, infatti ero un po' (non troppo) disperato. Dopo il tuo intervento sono rimasti ancora dei problemini piccoli. Excel aveva giustamente letto in numeri come ... numeri e toglie gli zeri dopo la virgola, adesso li ho ripassati. Poi ho risolto (?) l'allineamento delle cifre a destra mettendo il template ogni cella (fatto bene? C'è altro metodo più elegante?); il template che manda in bottom lo devo ancora imparare, ovvero devo capire come e dove inserirlo, perché ci ho provato (nelle pagine precedenti ci sono alcune celle che lo richiedono) e ha sballato la formattazione. Ci deve essere un punto più preciso, ma se me ne viene il "tempo" ci arrivo, grazie. Per i gadget per ora vado bene, in basso si vede una serie che va da "centrato" a "tableM", immagino sia roba che mi hai agganciato anni fa. Ok lascia stare che sono felice. Per questi tastini (e altri?) avrei un suggerimento: sarebbe possibile fargli un fondo ''leggermente'' colorato? tipo celestino o rosa o che ti pare. Ora come ora si vedono poco (io, che so che ci sono, li noto con difficoltà) e forse un po' di evidenza... boh. Ciao [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:46, 13 mag 2019 (CEST)
== Ranco ==
[[Il Parlamento del Regno d'Italia/Luigi Ranco|Carneade]], chi era costui? -- Anonimo Romano
Salam eleikum --lo istesso
== Giorgio Ciani ==
[http://www.socnumit.org/doc/Numismatici/CIANI_Giorgio.pdf] Conosci? Se faccio una wiki-bio scrivi qualcosa sulla sua attività di ingegnere oppure come ingegnere è un illustre signor nessuno?
Grazie per un cenno di risposta. --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 10:53, 2 set 2019 (CEST)
:{{ping|Carlomorino}}. Caro Carlo (chissà quante volte te lo sei dovuto sorbire... :) dapprima rinnovo gli auguri di buon compleanno, dasseconda mi piace deluderti sul ingegnero. Magari sarà stato pure bravo ma lavorando alle rotaie turche (da quanto leggo) risulta un tantinello fuori dai normali circuiti "storici" di noi poveri italici. Di ferroviario non risulterebbe nessuno scritto in italiano. Datterza speravo che fosse uno effettivamnte importante nella storia delle ferrovie italiane in quanto propugantore delle prime linee che dovevano attraversare l'Appennino e la battaglia fra Pistoia e Prato per ottenere il collegamento con Bologna. Invece abbiamo Ciacci, Cialdi, Ciampa, Ciampi, Ciappa, Ciardi. E forse ne dimentico qualcuno. Ciani lo vedo citato qui in Source per cose tridentine, ma credo che tu lo abbia già scoperto. Anyway, un salutone te lo assorbi, dài. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 21:26, 2 set 2019 (CEST)
Grazie per la pronta risposta e per gli auguri. Evidentemente è più rilevante come numismatico che come ingegnere ferroviario. --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 09:10, 3 set 2019 (CEST)
::{{ping|Carlomorino}}. Ovviamente non sono in grado di valutare la rilevanza numismatica. Ma nemmeno quella ingneristica. Magari in Turchia ha fatto cose notevoli. Vallasapé. Purtroppo non saprei nemmeno dove cercare notizie sul soggetto; a differenza di molti italiani (governativi) conosco i numeri arabi :) ma non il turco. Salum [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:39, 4 set 2019 (CEST)
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== Settembrini ==
Tutto tuo: [[Indice:Settembrini - Protesta del popolo delle Due Sicilie.djvu]]. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 22:17, 7 dic 2019 (CET)
:{{ping|Alex brollo}} Sei grande! Dovrebbero pagarti. E anche salato. Grazie, mi metto all'opera. --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:16, 8 dic 2019 (CET)
== sconoscenze acquisite ==
Bah, mi ero scritto sulla mia pagina (la fretta) Lo so che non si dovrebbe cancellare ma mi pare stupido tenerlo. --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 11:58, 5 feb 2020 (CET)
== [[Autore:Filippo Cerroti]] ==
Cognosci? Ferroviario comme te. Ma soprattutto "patriotta della repubblica romana". Hai un minimo di notizie per fare una biografia dell'eroe? (su WP)
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 17:43, 17 feb 2020 (CET)
{{ping|Carlomorino}} Mi dispiace. Sono abbastanza informato sulle ferrovie del Lombardo-Veneto, so qualcosa di quelle del nord Italia e Toscana. Per il resto ho qualche piccola nozione raccogliticcia. Di questo mi ricordo di aver letto qualche pezzo del saggio sul Monte Arioso e (paradossalmente) di quello sugli argini del Tevere. Ma come biografia proprio zero. Sorry. --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 20:14, 17 feb 2020 (CET)
Voi padani sempre uguali.... :-)
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 20:27, 17 feb 2020 (CET)
== Commedie di Goldoni ==
Se mi sto dedicando alle Commedie di Goldoni, è anche per il fatto che ho applicato una serie di "complicazioni tecniche" che mi facevano sentire un po' in colpa. Ti chiedo quindi: ti sei ritrovato? Hai avuto difficoltà? Hai trovato cose incomprensibili, accontentandoti del fatto che in qualche modo più o meno misterioso funzionavano? E se è così, ti è sembrato frustrante? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 19:52, 30 mar 2020 (CEST)
== Suggerimento ==
Prova a copiare nella tua pagina [[Utente:Silvio Gallio/common.js]] questo codicillo che io trovo comodo (ne ho accennatgo in Bar tecnico):
<pre>
$(document).ready(function() {
if (mw.config.get("wgCanonicalNamespace")==="Index"||mw.config.get("wgCanonicalNamespace")==="") {
$("a[title='Pagina:']").each(function(){$(this).attr("target","pagina");
});
}
});
</pre>
Poi apri una pagina Indice o una pagina ns0 e clicca un link a nsPagina. La aprirà in un’altra scheda, e in quella scheda si apriranno altri link verso nsPagina, lasciando aperta la schedxa con Indice o ns0 per ulteriori click su altre pagione. Almeno.... dovrebbe. —[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 16:35, 20 apr 2020 (CEST)
:{{ping|Alex brollo}} So che lo fai perchè mi vuoi bene ma io sono terrorizzato dall’idea di pistolare certi comandi. L’ultima volta per tornare a vivere in modo decente ho dovuto resettare il S.O. e, come ormai ho troppo ripetuto, c’è ancora quel giochino (utile peraltro) che mi spara automaticamente l’apostrofo tipografico. Non ho paura di rovinare niente nel computer ma "E se domani" devo scavare in posti innominabili per recuperare "la perduta felicità" (cit.) sarò obbligato a '''pensare''' e perfino per intere mezze ore. Mi avrai sulla coscienza. Ok ci provo però se copio la pagina e la incollo nel blocco note, se va male e la ributto dentro sono salvo? Vado, eh! Vado...:D —[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:02, 20 apr 2020 (CEST)
::{{ping|Alex brollo}} Mah, sembra che funzioni. (se ho capito cosa dovrebbe fare). Posso togliere la mano da sotto? —[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:11, 20 apr 2020 (CEST)
::: Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Sei tu che mi hai ispirato questa cosa, con il tuo giustificato lamento sui voi/vol, poi/pol ecc. Carcando le parole dubbie con il "cerca" del browser, in ns0, è una meraviglia, soprattutto se la pagina ns0 che stai scandagliando resta aperta.... sei un bel Muso (Musa ispiratrice, ma di genere maschile). —[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 19:53, 20 apr 2020 (CEST)
::::{{ping|Alex brollo}} Che bella coppia! Il braccio e la mente (decidere come si divide:P). Davvero non ho capito cosa c’entro io. Certo è più comodo ma la funzione cerca non ho capito cosa c’entri. Proverò a capire quando avrò tutte e due le mani libere....Brrrr! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 20:42, 20 apr 2020 (CEST)
:::::: Non usi mai la funzione "cerca" del browser? Sia su Firefox che su Google si apre con Ctrl-F. Il bello è che cerca ignorando gli accenti; quindi " voi" evidenzia, ad esempio, anche " vòi" (sempre sbagliato) che " vôi". Un clicketto sul link alla pagina in modifica... [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 21:24, 20 apr 2020 (CEST)
:::::{{ping|Alex brollo}} ('''conflittato'') la uso si, come credi che abbia fatto finora? Però Se clicco su una stringa evidenziata non succede niente. Ti racconto il mio tentativo. Sarò sfigato io... Succede ciò: Chrome - Apro la '''pag.Indice''' di Goldoni e da lì clicco su ''Introduzione'' e apro in NS0, poi ctrl+f, nel quadretto scrivo goldoni e si evidenzia bel bello un sacco di (22) volte. In quella pagina clicco sotto l'intestazione su "Prefazioni(bla bla)" = '''NON''' si apre una nuova pagina, e "ctrl+f" apre il quadretto con scritto dentro goldoni ma NON cerca e- ovviamente- non trova le sette occorrenze. nemmeno rilanciando questa pagina ergo devo riscrivere goldoni (Ma ciò accade solo con Chrome; con FF la cerca funziona -altro mistero). Se clicco sui link a un "autore citato" viene fuori -ma va?-... esso Autore Citato, ma ''senza cambiare pagina''. Sempre la stessa. Allora è meglio usare il tasto destro, no?
'''Correggo!!''' Si adesso ho capito cosa si ottiene. Avevo capito che in seconda battuta bisognasse cliccare sul link o sulla stringa. OK funziona, Però purtroppo solo un pezzetto alla volta.
:::::Quello che mi piacerebbe, ma immagino che non si possa, sarebbe partire dalla prima pagina o altro punto di interesse (ad es. in NS0) e, impostata la stringa, poter andare avanti pagina per pagina anche fino alla fine del testo (o quanto vuoi). Adesso, essendo il pentolone diviso in tomi ed essi in sottotomi, e sottosottotomi ciò è impossibile. Il top sarebbe che, trovata una stringa sbagliata ("voi" Vol" ecc.), si potesse entrare in Modifica (magari in un altra pagina, magari!) e modificare, salvare e tornare alla pagina con cui stai cercando. Spero che (tu) abbia almeno capito la sequenza. Perché io sto precipitato. salutazione [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 21:30, 20 apr 2020 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} Immagino che il cerca del browser non possa andare oltre la pagina che uno ha richiamato sul monitore quindi la speranza, temo, sarà destinata a restare tale. Ho cercato "voi" nel primo atto del"Uomo di mondo" e ho trovato tre o quattro errori. è già buono ma, appunto, lo ottenevo con il tasto destro. Peccato che non si possa far partire EIS in automatico nella pagina di modifica. Vabbé chi si contenta gode. O come godo :) [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 21:55, 20 apr 2020 (CEST)
: Giusta osservazione, mio Muso... a eic manca proprio un campetto dove mettere un numero pagina per "saltarci sopra". Non c'è perchè all'inizio ero concentrato sull'edit in sequenza, ma più volte mi è capitato di desiderarlo. Tieni conto però che i link a Modifica delle pagine in ns0 già aprono la pagina linkata in modifica, quindi il vantaggio sarebbe minimo.
: Piuttosto, per opere suddivise in sottopagine, potrebbe essere utile lavorare su una transclusione globale temporanea, aperta in una propria sandbox. Basta entrare in modifica su una roba come [[Sandbox]], scriverci dentro qualcosa come <nowiki><pages index="Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVI.djvu" from="377" to="438" /></nowiki> e aprire Anteprima per avere la transclusione degli interi Morbinosi e farci le opportune ricerche. Non serve nemmeno salvare la pagina provvisoria!--[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:19, 21 apr 2020 (CEST)
:: Però la tua osservazione che "cliccando sulla parola evidenziata non succede niente" è suggestiva. E' '''bellissimo''' che non succeda niente; potremmo fare in modo che succeda qualcosa ;-) (tipo aprire in modifica la pagina che contiene la parola cliccata). [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:26, 21 apr 2020 (CEST)
:::{{ping|Alex brollo}} Abbi pietà, fammi finire l'interminabile nota storica dell'avaro fastoso poi ragiono su questa situazione. Temo che si debba partire da una revisione dell'intero marchingegno. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:31, 21 apr 2020 (CEST)
::::{{ping|Alex brollo}} ciao! Mi sto divertendo con Goldoni e nei tratti in dialetto spesso ritrovo cose linguistiche della mia nonna e che non ho più sentito da oltre 60 anni. (La più bella è stata la "Marantega" che la ''madleine'' di Proust gli fa un basso a destra). Ciò detto, per staccare un po', sono ritornato su questa pagina. Non lo ricordavo è ho con felicità scoperto che nel Visualizzatore (eic?) se clicco su una stringa si apre la finestra di edizione. Bellissimo! finora usavo "eis" ma questo gioco sul visualizzatore si presenta molto più "meglio".
::::Posso però "musarti" un giochino che renderebbe il tutto bellamente rapido e aiutante? Sempre se possibile,. eh!. Ok io clicco su una parola, si apre la pagina, però quella parola me la devo cercare, (anche fuori dal quadro di edizione?). Data la mia veneranda età sono sicuro che così, perdo il filo (già un po' lo perdo con "eis") Domanda: ''Non è che quando si apre la detta finestra si potrebbe avere anche evidenziata quella parola (o frase) anche dentro di essa''? Così la si beccherebbe subito e il lavoro si snellisce di molto assai. Il massimo, poi sarebbe che si potesse vedere l'anteprima delle due pagine (se ce ne sono due) e controllare che le giunzioni fra la fine della prima e l'inizio della seconda siano congrue. Ma per ora mi basterebbe l'evidenziazione... :D Salut. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:48, 12 mag 2020 (CEST)
::::: {{ping|Silvio Gallio}} Interessante; ci penserò. Al momento, un click un ''qualcunque punto'' della pagina in Visualizzatore la apre in modifica in un'altra scheda. Quello che chiedi non è "impossibilissimo" ma è laborioso. Se però selezioni e salvi (Ctrl+s) e poi, arrivato nella pagina, cerchi con Ctrl-f, copiaincollando nel campo Cerca con Ctrl-v, ti risparmi già adesso una laboriosa ricerca "a occhio nudo". [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 20:04, 12 mag 2020 (CEST)
{{ping|Alex brollo}} LOL!Bella roba| Le cose facili le so fare anch'io se mi ci metto. Sei tu che "''tenetur ad impossibilia''" [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 21:35, 12 mag 2020 (CEST)
::{{ping|Alex brollo}}. Ehm... Sembra incredibile ma mi accorgo di aver detto una stupidaggine :D. Quel lavoro sul Visualizzatore è sì comodo, ma solo se, leggendo, trovi qualche errore di battitura o simile. Per una rilettura "seria", in realtà non serve per il semplice motivo che non hai le due visualizzazioni (NS0 e Pagina). Meglio sarebbe se questo trucchetto, di evidenziare il punto dolente, lo si potesse ottenere in "eis" che (io) uso sempre ed è un ritrovato eccezionale per ciò. Io opero così: in genere uso l'"Anteprima" con a lato il djvu. È estremamente più facile perché toglie tutti i comandi e alleggerisce. Però - appunto- non permette di correggere direttamente. Ergo se evidenziassi il punto dolente e cliccando apparisse "wikitesto" con il relativo 'marone' bel bello, avrei dei tempi di ricerca molto più contenuti. Hai presente quando le note sono a fondo pagina o altrove e per trovare il "ref" diventi matto? ecco.. .L'altro miglioramento (ammesso che lo sia e che sia possibile) sarebbe quell'anteprima di due pagine (o due mezze pagine) per controllare la corrispondenza fra fine pagina e inizio pagina successiva utile -imho- per gli acapo, note e margini altre piacevolezze. Ciao! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:55, 14 mag 2020 (CEST)
::: Resto perplesso. Se usi eis e ti metti in anteprima, cosa succede se ''selezioni un paio di parole''? E se fai ''un doppio click su una parola?'' Se non succede niente c'è un problema; se invece ti si apre un piccolo campo modificabile, prova a modificare il testo (e poi fai un click su qualsiasi parte della finestra di edit). Non è certo il potentissimo Visual editor di mediawiki, ma è un trucchetto modesto, ma utile. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 10:40, 14 mag 2020 (CEST)
::::{{ping|Alex brollo}} Grrr! È circa quello che volevo. Ma quando ho cliccato (tempo fa e per sbaglio) mi è semplicemente apparso quel quadretto di windows con una piccola tastiera e qualche domanda. Avevo anche provato a fare un "copia" con risultati nulli. Non mi era chiaro per niente che si poteva editare. Uffa! Mo' lo so. Grazie. ciao! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 11:28, 14 mag 2020 (CEST)
::::: E' un giocattolo, ma non malaccio... avrai notato che il testo in visualizzazione, dopo un secondo, si adegua alla correzione. E si adegua anche con alcuni dei tool, tipo postOCR, restando sempre in visualizzazione. Attenzione: non funzia se nel testo selezionato c'è codice template o altre stranezze. Questo è il suo limite principale, rispetto al suo "fratello maggiore": è editabile solo il puro testo. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 17:31, 14 mag 2020 (CEST)
@Alex brollo, Il tuo giochino l'ho usato per le ultime pagine delle ''Donne de ca' sua'' dopo che me l'hai setgnalato. Piuttosto buono. Per mè è sufficiente, le cose più articolate le posso sempre fare col vecchio sistema. L'editor di wiki l'ho provato in 'Pedia e l'ho cancellato subito. Mi sembra il Word in DOS 2.2 che avevo prima che inventassero il disco rigido... Grazie! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:59, 14 mag 2020 (CEST)
== Ferrovie papaline ==
Forse ti interessa (ma magari non te ne fotte una beata minchia)
[[Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/292]]
Se vedi tutto il capitolo c'è anche il mio trisavolo (L.F.) tra quelli che fecero perder tempo a sua santità, papa Mastai Ferretti, in arte Pio VIIII.
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 15:34, 14 mag 2020 (CEST)
::{{ping|Utente:Carlomorino}} Bello! Certo che mi interessa. In prospettiva stavo appunto pensando di lavorare sulle ferrovie del papa. Ho già un articolo su un progetto di stazione di Roma nel 1846 (appena arrivato Pioix), se ti può interessare ti mando il pdf. Gratis (ce l'ho, vero, il tuo indirizzo?. Roba di Blasi e Petitti e altri c'è anche qui su Source. Mo' vedo con calma. Semmai ti bersaglio. Grazie [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:55, 14 mag 2020 (CEST)
Al momento mi interessano più "li giacubbini". --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 19:22, 14 mag 2020 (CEST)
== SALometro goldoniano ==
{{SALometro|0|3|0|41|74}}
La serie cronologica in [[Discussioni autore:Carlo Goldoni]] :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 12:32, 22 mag 2020 (CEST)
== Si prega di controllare la tua email ==
Gentile {{PAGENAME}}: Si prega di controllare la tua email! Oggetto: "The Community Insights survey is coming!" In caso di domande, inviare un'e-mail a surveys@wikimedia.org.
(English: Please check your email! Subject: "The Community Insights survey is coming!" If you have questions, email surveys@wikimedia.org.)
Really sorry for the inconvenience, [[:it:Wikipedia:Bar/2020 09 25#Heads-up_about_MassMessaging_for_annual_survey|you can read about my explanation here]].
[[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]] ([[User talk:MediaWiki message delivery|disc.]]) 14:58, 25 set 2020 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Samuel (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Samuel_(WMF)/Community_Insights_survey/it&oldid=20478158 -->
== RE: Goldoni ==
La pagina che ho modificato io non aveva il tmp maiuscolo (es.: {{sc|Filippo}}) quando stavo editando; per questo li ho maiuscolizzati. Mah! Ci farò attenzione. --[[User:Eumolpo|Eumolpo]] ([[User talk:Eumolpo|disc.]]) 17:29, 24 ott 2020 (CEST)
== FS ==
Chette credi? D'esse l'unico che s'interessa de trenini?
[[Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/189]] e segg.
Un abbraccio e un bacio (rigorosamente con mascherina) --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 12:45, 9 nov 2020 (CET)
== Lafinediunregno ==
''Nuntio tibi gaudium magnum'':
[[Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/89]].
Tutto il capitolo che segue parla di reffovie, reffovieri, ingegneri, quisquilie e pinzillacchere varie. Perfino di Alfonso C. che ha rischiato di nascere direttamente sul 1° treno italiano.
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 09:41, 25 feb 2021 (CET)
== Link e immagini ==
Gentile Silvio Gallio,
grazie per la risposta [[Discussioni_utente:Nomituttipresi|nelle mie discussioni]]. Ho visto la tua risposta riguardo alle immagini nella [[Discussioni_utente:Accurimbono|pagina di Accurimbono]], quindi nessun problema, mi occuperò della trascrizione. Però, magari, potrei chiederti un'altra cosa: qual è la politica di wikisource riguardo ai link? Il testo in questione è [[Indice:Lettere_e_testimonianze_dei_ferrovieri_caduti_per_la_patria,_1921.djvu|questo]]; come vedrai, è fatto di nomi, luoghi, testimonianze di battaglie e nomi di brigate o comunque di reparti dell'esercito. Come mi comporto a riguardo? Spero di essermi spiegato abbastanza bene, grazie in anticipo per la risposta. Buona giornata --[[User:Nomituttipresi|Nomituttipresi]] ([[User talk:Nomituttipresi|disc.]]) 17:17, 13 mar 2021 (CET)
== Segnaloti ==
[[La fine di un Regno/Parte III/Documenti vol. I/XXI]]
Metti che, invece che sulla pallavolo, magari ti salta il ghiribizzo di scrivere qualcosa sulle ferrovie.
C'è anche quello appresso.
W la pallavolo.
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 18:48, 26 mar 2021 (CET)
== scambio idee ==
Hai ragione Silvio, ho sbagliato pagina di discussione. Se scrivo qui dovresti ricevere un avviso anche se non metto il ping. Dammi conferma per favore. Avevo visto gli altri tuoi scrittim ma formalmente come hai fatto?: come si fa a comunicare a OTRS che il testo caricato ha la liberatoria CCBYSA dell'autore? quale mail usi? grazie e ciao --[[User:Giaccai|Susanna Giaccai]] ([[User talk:Giaccai|disc.]]) 11:00, 3 mag 2021 (CEST)
{{ping|Giaccai}}. Esatto. Infatti ora mi è arrivato il segnalino. Ma va bene anche nell'altra Discussone (e in qualsiasi altra pagina) solo che il detto segnalino non arriva e ci vuole il ping. Ciò detto, per l'OTRS c'è una procedura in Wikipedia che vale per tutti i progetti. Sono passati anni da quando l'ho usata e ormai frequento poco. Qui (mi auguro) [[w:Wikipedia:OTRS]] dovresti trovare tutto. Ciao![[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 11:33, 3 mag 2021 (CEST)
== Pancaldi - Idea di progetto di una supposta strada ferrata nella provincia di Bologna ==
A proposito di testi brevi, ho adocchiato l'[[Indice:Pancaldi - Idea di progetto di una supposta strada ferrata nella provincia di Bologna, 1842.djvu|altro]] testo di Pancaldi. Che ne pensi della resa di [[Pagina:Pancaldi - Idea di progetto di una supposta strada ferrata nella provincia di Bologna, 1842.djvu/12|questa tabella]]? Se ti piace, proseguo... ;-) --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:49, 18 mag 2021 (CEST)
:{{ping|Paperoastro}} Chiunque e in qualsiasi modo riesca a costruire tabelle è, per me, elevato all'ennesima potenza. Proprio non sono in grado. Ma non lo ero nemmeno sedici anni fa su 'Pedia! Come avrai capito il "ferroviere" qui dentro sono io e, ovviamente qualsiasi attività sui miei "poveri" file è gradita. Purtroppo, quando arrivo a certe pagine mi fermo. E di tabelle nelle pubblicazioni ferroviarie, anche antiche, è tutto pieno. Sono prodotte per lo più da ingegneri (ma anche Carlo Cattaneo non scherzava...). Per cui non solo quello che fai va bene ma ti ringrazio ''ab imo pectore''. Salut. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 20:21, 18 mag 2021 (CEST)
:: Non c'è di che!! Qualche decennio prima Toaldo ha scritto testi ricchi di tabelle con dati meteorologici. Sono più semplici di quelle ferroviarie, ma sono molte. Mi sono esercitato in questo modo... Pian piano proseguo... ;-) Ciao!! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 13:26, 19 mag 2021 (CEST)
::: Dovrei aver terminato anche [[Pagina:Pancaldi - Idea di progetto di una supposta strada ferrata nella provincia di Bologna, 1842.djvu/17|questa tabella]]. Segnalami pure tutti i problemi che noti. ;-) Preferisci che la porti io a SAL75% o vuoi farlo tu? --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:22, 13 giu 2021 (CEST)
::::{{ping|Paperoastro}} L'onore del 100% è tutto tuo. Te lo sei strameritato! Man mano che posso io porto le pagine al 75. Mo' vado a vedere. Grazie! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 16:11, 13 giu 2021 (CEST) (E poi): le ultime due pagine al 50% non dovrebbero essere terribili per uno bravo come te. Ma posso capire che uno anche bravo si stufi di queste tabelle. Ad ogni modo riguardato la parte testuale (piccoli scannos) e dovrebbe essere a posto. Vedi tu cosa fare. Di nuovo grazie! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 16:24, 13 giu 2021 (CEST)
:::::Dovrei aver sistemato le ultime due tabelle di pagina 230 e 231. In trasclusione ho pensato di unirle in una unica tabella evitando di riportare il riporto a fine prima tabella e ad inizio seconda tabella. Segnalami pure se la cosa non ti aggrada e per qualunque imprecisione che rilevi... ;-) --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 11:50, 19 giu 2021 (CEST)
{{ping|Paperoastro}} Ciao! Nei giorni scorsi avevo cautamente occhieggiato e vedevo qualche piccolo dettaglio non ben reso simile. Oggi, però il computer di base ha deciso che non si connette mentre il vecchio piccolo lap usando lo stesso cavo lan va che è una meraviglia. Boh- Lunedì andrò dal dottore :( però è un bene perché l'altro computer, con Chrome mi dava appunto queste discrepanze (ottiche). Questo, in cui Chorme non riesce a far andare il Djviewer e sto usando FF, le discrepanze non si vedono. Mi ero astenuto da lavorarci non sapendo se volevi 'dediscrepanzare' ma immagino che -sic stantibus rebus- non sia il caso. O forse puoi guardarci con due o tre browser? Suggerisco, peraltro che io porto al 75 e tu, giustamnte, farai diventare tutto verde. Con la mia grata benedizione. Se non hai grande fretta, più tardi ci guardo. Se no invertiamo gli interventi :) salum [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:32, 19 giu 2021 (CEST)
:Ciao, ho fatto gli ultimi ritocchi stamattina... ;-) prenditi tutto il tempo che vuoi, non c'è fretta: quando avrai controllato tutto, porto io al 100% ;-) --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 12:37, 19 giu 2021 (CEST)
{{ping|Paperoastro}} OK! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:56, 19 giu 2021 (CEST)
== ciuf, ciuf. ==
Non si parla del coccodrillo né del rodiggio 2C1 ma solo di preti; tuttavia l'argomento potrebbe anche interessarti: [[Roma e lo Stato del Papa/Capitolo XI]].
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 18:54, 27 giu 2021 (CEST)
::{{ping|Carlomorino}} Grazie per aver pensato a me. Dovrò decidermi a studiare anche quello che è successo sotto l'Appennino. Magari dopo l'estate. Adesso è troppo caldo. Ciao! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 19:22, 27 giu 2021 (CEST)
== Nuova rarità ferroviaria ==
Ti segnalo questo raro libricino che ho appena acquistato, scansionato e caricato...
[[Indice:Sulla rete di strade ferrate, Ascanio Ginevri Blasi, 1883.pdf]]
Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 17:43, 25 nov 2021 (CET)
:{{ping|Accurimbono}} Bello! Un po' fuori dal periodo che seguo ma interessante. Vedrò di portarlo al 75% quanto prima. Come ben sai di più non posso. E, con le mie attuali competenze, è pure al limite. Quando arriverà al 100 o anche prima lo segnalerò sui gruppo FB interessati all'archeologia ferroviaria. Tienilo d'occhio e grazie ancora [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:59, 25 nov 2021 (CET)
::{{ping|Accurimbono}} Ehmm! A me non viene la trascrizione OCR del testo che al bar dicono tanto potente... Puoi fare qualcosa? Danke! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:10, 25 nov 2021 (CET)
:::{{ping|Alex brollo}}: puoi darci una mano con l'OCR? --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 12:38, 26 nov 2021 (CET)
:::: OCR caricato (con il gadget google e qualche ritocco), dopo rilettura ci sono i soliti problemi di formattazione di tabelle nelle prime pagine; non perderci tempo, ripingami Silvio. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:50, 26 nov 2021 (CET)
::::{{ping|Alex brollo}} Eccoti pingato. Oggi ho fatto il falegname in casa. Appena mi riprendo do un'occhiata. fin dove arrivo faccio. Al solito. Ormai sono mezzo utile. E mezzo no. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 19:10, 26 nov 2021 (CET)
::::{{ping|Alex brollo}}Epperò i pdf/7 e pdf/8, che sono stampati in corsivo, io non li vedo... Si può scrivere tutto a mano, eh, però... :D! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 19:36, 26 nov 2021 (CET)
::::: le avevo semplicemente dimenticate --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 06:43, 27 nov 2021 (CET)
{{ping|Alex brollo}} Hhehehe! Grazie. Però, tanto per dire quanto poco ormai sappia lavorarci, al pdf/9 manca la linea della somma. Non riesco più ad aggiungerla! oggi vedo di dare un colpetto. se mi lasciano il tempo. È incredibile che da pensionato abbia meno tempo per me. È vero però che la mia attività di "storico" (virgolette) ferroviario mi impegna non poco. Ciao rigrazie [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:23, 27 nov 2021 (CET)
: Perfezionista.... ok, aggiunta la linea di somma. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:38, 27 nov 2021 (CET)
::{{ping|Alex brollo} Il problema non è la perfezione mia. È che qui si vorrebbero cose ottime con strumenti insufficienti. E, a proposito di strumenti. Temo (temo) che eis mi stia facendo qualche scherzo. Sto pistolando quelle pagine. Ho appena settantacinquato il pdf/7 (Conte carissimo...). ciò fatto vado con "salva e procedi" il testo cambia ma l'IMMAGINE resta la stessa. anche inserendo il numero di pagina (vai a pag....) accade lo stesso. Mi sembra che, invece, accetti il cambio di percentuale. Con il "modifica" normale mi sembra che ciò non accada. Ovviamente è colpa mia? Parliamone :D [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:12, 27 nov 2021 (CET)
:::Ping non arrivato... vuole ''due'' graffe finali :-)
:::Leggo per caso moooooolto tempo dopo. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 21:37, 5 apr 2022 (CEST)
== Parentesi ==
sono esausto dopo aver lavorato su un testo veramente difficile, e vorrei fare un po' di trascrizioni ''liscie'', o almeno ''ferrarelle'' :-). Ti va se ti dò una mano con i testi ferroviari del Parlamento cisalpino? Se si, mi basta che mi indichi le sezioni di [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf]] che ti interessano. Intanto do un occhio all'indice degli argomenti a fine testo, spero che ci sia. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 21:35, 5 apr 2022 (CEST)
:{{ping|Alex brollo}} Se davvero hai intenzione di infilarti in questi testi ce n'è fin che vuoi. Come certo hai visto ho cominciato e proprio sulle prime pagine c'è la discussione sulla "Vittorio Emanuele". E Laffitte avrà un pesante ruolo nel 1859 durante la campagna a Milano. Nelle pagine come puoi vedere non ho doppiamente incolonnato il testo. ma se mi si fa un esempio forse imparo. E naturalmente è già arrivata una tabellina... Vado a vedere più avanti cosa c'è da fare per le ferrovie. Poi ti darò qualche suggerimento. Aspetta un po' :D --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:58, 6 apr 2022 (CEST)
:: {{ping|Alex brollo}} Aggiungo: il documento nel sito della Camera, segnalato da Carlo, sembra che trovi le parole-chiave (es. ferrat) ma non mi ci fa andare cliccando. Ergo sono andato su quello che devo lavorare. Quindi l'indice con le varie pagine a base ferroviaria lo trovi qui [[https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Parlamento_subalpino_-_Atti_parlamentari,_1853-54,_Documenti.pdf/550]] - se ne trovo altre te lo dico. Scusa la fretta. Sono appena rientrato e sono tempestato dalla cana che vuole uscire. A ragione, peraltro. --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 11:10, 6 apr 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] Per quello sono le pagine su cui ho dato una prima lavorata veloce.... ok, grazie della conferma. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:52, 7 apr 2022 (CEST)
== Aiutini subalpini ==
Ho impostato, sui tre volumi, delle piccole scorciatoie via momoRegex:
# nell'header, un numero preceduto da una p (es. p123), (che sia '''l'unico contenuto''' però!), viene espanso nell'intero ambaradan della doppia RigaIntestazione con un click su postOCR o un Alt+7;
# nel testo, aggiungendo su una riga vuota le due sigle rs oppure rd e richiamando postOCR come sopra, la sigla viene espansa in un rule rispettivamente singolo (rs mnemonico per "rule singolo") o doppio (rd mnemonico per "rule doppio").
In realtà faccio grandissimo uso di questi trucchi regex, secondo me vale la pena di impararli.... o di usare quelli già preparati e condivisi da altri :-).
Vista la tua preferenza per la suddivisione in sottopagine, e visto che mi sono preso la briga di dare una rapida formattata alle pagine ferroviarie, cercherò di aggiungere le section per poter separare, volendo, i singoli documenti compresi nei titoli, usando il "rule semplice" come indicatore di suddivisione. Se poi non verranno usate... non daranno comunque alcun fastidio. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 00:56, 19 apr 2022 (CEST)
::{{ping|Alex brollo}} Buongiorno. Guarda che non vale mica la pena di impazzire per i miei difetti, eh! A malapena ho capito alcunché di quello che hai scritto. Forse lavorandoci, ci arrivo. Ma, come ho detto troppe volte, se non mi ci siedo sopra tutti i giorni o quasi "tutto andrà perduto come lacrime nella pioggia". In questi tempi sono un po' più presente perché mi sto disintossicando dal mio ultimo libro che ha richiesto una lavoro piuttosto coinvolgente. Però ho trovato il tempo di collaborare con un libro di racconti ferroviari [[http://www.trenidicarta.it/schede/16/16001_Ricordi_in_treno_Le_piu_belle_storie_di_ferrovieri_e_viaggiatori_in_Italia.html]]. In questo aprile uscirà un altro articolo su un macchiavello segnaletico (sempre '800) e un'altra rivista dovrebbe (condizionale obbligato) pubblicarne un altro ancora ma non so quando. Nel frattempo sto scavando materiale per una specie di biografia di un semi-sconosciuto ingegnere ferroviario della seconda metà dell'Ottocento. Non contento, devo raschiare il testo di un terzo libro sulle ferrovie milanesi che è troppo prolisso (prova a pronunciare "troppo prolisso" davanti a uno specchio...) . Eccetera. Capisci che mi devo limitare a rileggere e poco altro. Ma ti ringrazio anche solo per aver pensato di darmi una mano. Proverò a usare queste tue sudate stranezze :D [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:11, 19 apr 2022 (CEST)
:::Intanto metto doc di queste "stranezze" nella pagina discussioni indice dei tre volumi. Come al solito, sono sempre in irrimediabile ritardo nella documentazione di invenzioni varie.... fra l'altro ho la brutta sensazione di non riuscire più a fare quello che facevo anni fa, ho appena chiesto di chiudere un mio account su un progetto ormai del tutto inaccessibile per deterioramento della mia competenza + sua evoluzione tecnologica. Comunque mi diverto ancora... chissà però se durerà. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:48, 19 apr 2022 (CEST)
== Re: Milano-Como ==
Ciao. Ho portato sia [[Indice:Progetto della strada di ferro da Milano a Como.djvu|indice]] che [[Progetto della strada di ferro da Milano a Como|testo]] al 100% senza problemi. Che errore ti dava?--[[User:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] ([[User talk:Dr Zimbu|disc.]]) 17:51, 29 apr 2022 (CEST)
== Domanda di manutenzione ferroviaria ==
ricordo, tanti anni fa, un omino che prima della partenza dei treni controllava, con un martelletto dal lungo manico, i ceppi frenanti. ricordo male? se no, quando si è perduta questa pratica? da cosa è stata sostituita? il problema ha relazione con gli incendi sul Carso, molti dei quali attribuiti a scintille provenienti da ceppi bloccati. Puoi darmi una fonte per approfondire? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 07:06, 4 set 2022 (CEST)
:{{ping|Alex brollo}} Ciao buongiorno. Nono ricordi bene! Una figura che sembra scomparsa ma non lo è. In gergo è il (o la) "Verifica" cioè il (Verificatore). Fra le altre incombenze ha appunto quella di controllare la situazione dei ceppi ed eventualmente mettere una prima "toppa" con quei cerchietti che in genere sono infilati nel manico del martello. In genere oggi ci sono controlli più o meno elettronici già nella cabina di guida per cui la verifica fatta in quel modo sta scomparendo assieme al materiale rotabile obsoleto. Poi il riscaldamento dei ceppi (prodromo alle scintille) viene controllato dal personale delle stazioni in transito e, ora che non c'è più quasi nessuno, da appositi sensori che segnalano il problema al DCO. Nel caso i sensori "chiudono" i segnali a valle per cui il macchinista deve fermarsi, chiedere lumi al DCO e attivarsi. Paradossalmente (IMHO) questo è il momento più pericoloso perché si può diffondere la fiamma e quindi.... Sull'attribuzione degli incendi alle scintille ci andrei cauto perché, pur essendo possibile, attribuirei la maggior parte del problema ad altri fattori. E anche le scintille (oggi) sono del tutto occasionali. La "responsabilità" dei fuochi da treno andrebbe per lo più cercata nella manutenzione della verdura vicino ai binari. E, a occhio, all'opera indefessa e diretta dei vandali. Dopo, è uso comune dare la colpa dove conviene, visto che le "Ferrovie" sono piene di soldi e quindi pagano. E anche se non "pagano" sono un ottimo bersaglio per gente interessata ad altro (esempio: https://www.tommasofoti.com/archivio/attivita-parlamentare/atti-di-sindacato-ispettivo/fs-cesifer-figura-del-tecnico-verificatore.html). Forse ti conviene partire dalla risposta governativa che è piuttosto interessante. Peraltro,(<polemica> Sta succedendo che per alcuni incidenti vengano dispensate condanne a persone che nulla hanno a che fare e nulla possono/potevano fare ma sono, appunto un redditizio bersaglio. </polemica>). Sono andato su 'Pedia a cercare "Verificatore" ma non c'è :D Bisognerebbe andare sui "sacri testi" Ma i miei li ho regalati al Museo Ferroviario di Forlì e -onestamente- dopo 5 anni di pensione tenderei a evitare scavi. Mi piacerebbe (si fa per dire) sapere quanto siano "professionali" quelli che accusano le scintille, quanto siano in grado di dimostrare il loro assunto. Bah! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 08:21, 4 set 2022 (CEST)
:: Non ci piove sul fatto che l'erba secca attorno ai binari faccia da combustibile, ed escluderei che i numerosissimi incendi documentatamente originati a partire dal tracciato ferroviario siano dolosi/vandalici. Il problema è quello dell'innesco. E' vulgata comune da noi, dove il fenomeno è frequentissimo, attribuirli a scintille da ceppi bloccati. ma se non provengono da ceppi bloccati, e di certo nellemo da mozziconi di sigaretta accesi lanciati dai finestrini, per vari motivi, allora quale può essere il meccanismo d'innesco dell'incendio "ferroviario"? PS se ti pare inopportuno, discutiamone, se ti va, in altra sede. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:15, 4 set 2022 (CEST)
:::{{ping|Alex brollo}}. Vabbé che ''vox populi...'' ma la "vulgata" mi ricorda le "informazioni" su Facebuk o YuTub, dài! :-D- Dai e dai ci può anche prendere -qualche volta-. Mozziconi, dai treni, non ne dovrebbero scendere se non in stazione. In effetti, nemmeno lì. Da anni, su tutti i treni, nessuno dovrebbe fumare, ma soprattutto, i finestrini sono bloccati (o dovrebbero esserlo - poi alcuni viaggiatori...). Le scintille ci saranno di certo ma farei un giro dove gli inneschi si verificano e farei un confronto fra area innescata e movimento dei treni. Più probabile (ora me ne ricordo) che le scintille si verifichino MENTRE e/o PERCHÈ il treno frena. Un treno deve frenare di quando in quando (vai in auto alla barriera dell'autostrada, freni) e deve cominciare anche un chilometro prima del punto dove deve fermarsi o transitare lentamente. Il verificatore, controlla il treno quando è fermo: in tal caso nulla può, ma molto può -dopo- il giardiniere. Io, peraltro, sono il meno indicato per poter dare informazioni precise. La linea di Monfalcone non l'ho mai percorsa e mai ne ho studiato le caratteristiche. Quando lavoravo avevo le mie linee da studiare e di cui ricordare cose buone e malvage. Adesso, anche volendo, avrei delle difficoltà ad accedere al sacri testi, per di più di aree a trecento Km da casa :-D. Ma tu hai il mio indirizzo mail se vuoi continuare. Questo messaggio, stamane, l'ho visto per puro caso; lo sai che frequento poco. Ciao! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:50, 4 set 2022 (CEST)
== Venezia - Mestre ==
Nella pagina qui sotto, parlando dei due Nini, cita ''Venezia - Mestre''. Credo sia il breve tratto da Santa Lucia a Mestra passando per il ponte della Libertà (dubito che gli austriaci l'abbiano chiamato così quando l'hanno costruito).
Il mio problema è:
# Montecchi (Mattia) che c'entra con la ferrovia?
# se l'altro Nino (Nino Castellani) ha avuto a fare con la ferrovia ensi che da qualche parte risulta?
Ovviamente potrebbe NON essere una ferrovia o un malinteso di Emma Perodi.
La citazione è in [[Pagina:Emma Perodi - Roma italiana, 1870-1895.djvu/31]]
Grazie per una risposta. E scrivi un bel saggio sulla Roma-Civita Castellana-Viterbo.
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 10:10, 14 ott 2022 (CEST)
p.s.su Montecchi: il DBI dice che ebbe l'incarico di "segretario generale delle ferrovie sarde".
::{{ping|Carlomorino}} Ma tu, domande difficili (tipo "quanto fa 2+2" mai eh!?. Questi due personaggi mi sono -purtroppo- del tutto ignoti. In genere trovo nomi sconosciuti nei vari testi che percorro ma, sempre in genere, non hanno una vera rilevanza nella storia che seguo. Per il semplice fatto che mi piacciono di più le linee generali e fisso la mia attenzione sui nomi solo quando diventano "importanti" (per restare in tema, enciclopedici :D). Quanto alla Venezia-Mestre, ritengo che si parli della Stazione di Venezia-Mestre. Il ponte della libertà (che effettivamente non si chiamava così -per lo più si parlava di Ponte sulla Laguna) non credo avesse bisogno di un particolare Direttore. Non dal punto di vista del Movimento e della Gestione del Traffico. Necessari, invece in una stazione di una certa importanza (e Mestre lo fu da subito e necessitava di sicuro di una e più figure dirigenziali di alto livello già prima ancora che il traffico iniziasse. Ma ti risparmio i dettagli). Quanto ai miei saggi, è appena uscito il mio "Ferrovie di Milano - Il Quadrante Nord-est e le prime strade ferrate" che però era quasi del tutto finito prima della mia operazione al cuore in giugno. Tu dici che non è Roma. E va bene. Ma anni fa mi fu rifiutato un bellissimo :D saggio su un progetto di stazione romana nel 1846 che doveva sorgere dalle parti dello stadio Flaminio (se ben ricordo). Adesso sono impegnato sulla descrizione della prima ferrovia al mondo (Liverpool-Manchester) avendo riesumato un libercolo pubblicato solo due giorni prima dell'inaugurazione! Il tutto condito con annotazioni, spiegazioni e immagini varie. Devo però convincere l'editore che varrà la pena di stamparlo... E poi sulle ferrovie delle tue parti c'è una letteratura piuttosto vasta. Mi spiace di non essere d'aiuto. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 12:01, 15 ott 2022 (CEST)
:::{{ping|Carlomorino}} Mi è nel frattempo sovvenuto che ci potevano essere stati dei Direttori di una "linea" da Venezia a Mestre. Nel 1848-49 quando si dovette mettere mano alla riparazione del Ponte, minato dai veneziani e bombardato dagli austriaci, ''forse'' (!) poteva essere stato creata una Direzione specifica per il tempo necessario. Più che di un Direttore, in genere si trattava di un ingegnere di un certo spessore professionale addetto a una specifica tratta con specifici problemi da risolvere. Lo stesso potrebbe essere stato fatto dieci anni dopo o anche nel 1866. Ma non ho mai approfondito questa parte, magari lo farò, chissà. Trovare documenti dell'epoca è quasi impossibile e non mi piace affidarmi al "sentito dire" così comune in questo "settore" della storia. Salumi [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 09:30, 17 ott 2022 (CEST)
::::{{@|Carlomorino|Silvio Gallio}}: ragazzi, mi spiace abbattere il vostro bel castello di carte :) Ma la [[Pagina:Emma Perodi - Roma italiana, 1870-1895.djvu/31|pagina in questione]] dice ''Venezia-Murano'', non ''Venezia-Mestre'', guardate bene la scansione! E penso si riferisca a [[:w:Pauly & C. - Compagnia Venezia Murano|questa vetreria storica]] di Murano. Quel "Nino Castellani" dovrebbe essere [[:w:Alessandro Castellani]]. Niente ferrovie, quindi... [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:05, 17 ott 2022 (CEST)
::::: HYaHaHa! Grazie. Mi sento meglio. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 10:29, 17 ott 2022 (CEST)
{{rientro}} {{@|Candalua}} che figuraccia. Su Nino Castellani: non è assolutamente Alessandro, ma Giovanni Castellani. Anche lui romano ma non erano parenti, anche se spesso le due famiglie sono spesso confuse, perfino dalla onnipresente polizia pontificia e da <del>[[:w:Agostino Chigi Albani della Rovere|Agostino Chigi]]</del> Nicola Roncalli: [[Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/244]] . Giovanni era figlio di Giorgio e Carolina Tabanelli mentre Alessandro era figlio di Fortunato Pio e Carolina Baccani (Casualmente ho il ritratto di Carolina in casa, casualmente ;-) - vedi i miei conflitti di interesse). Il fratello di Giovanni (Nino) è più noto: Carlo Castellani (1822-1897) bibliotecario e direttore della Marciana, mica pizza e fichi, che è presente tra i nostri autori. Anche Carlo stava, ovviamente, a Venezia. --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 11:26, 17 ott 2022 (CEST)
:{{@|Carlomorino}}, ah ecco! In effetti mi è venuto in mente dopo che per chiamarli entrambi "Nino", doveva essere Giovanni come quell'altro. Il [https://www.britishmuseum.org/collection/term/BIOG80562 British Museum] cita invece Alessandro, che credo c'entri anche lui, ma mi sa che era solo un "consulente artistico", insieme al fratello Augusto. [https://crepuscoli.wordpress.com/2011/10/30/bettino-ricasoli-pietro-marchetti-e-la-compagnia-venezia-murano-la-storia-dei-mosaici-della-cappella-di-san-jacopo Quest'altro] che ho trovato adesso, e anche [http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/15435/848105-1231648.pdf?sequence=2 questa tesi] dicono giustamente Giovanni e lo indicano come "direttore", dunque direi che la matassa è sufficientemente dipanata. :) [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:35, 17 ott 2022 (CEST)
Direi che siamo finalmente arrivati al punto di partenza. Giovanni, come peraltro il fratello a noi più noto, finisce a Venezia a dirigere la Compagnia Venezia - Murano. Invece Augusto e Alessandro hanno lo stesso cognome ma non solo partenti. Di Augusto sono in possesso di una copia dei suoi ricordi e del Diario: sto trascrivendo entrambi da una copia scritta a mano dal nipote {{Wl|Q3907868|Pompeo Fabri}}. Personalmente ho tonnellate di materiale sui Castellani "orefici". Un'altra decina di tonnellate di materiale sta al AS Roma (non la "maggica" ma l'archivio di stato che si trova a Roma, alla {{Wl|Q1324617|Sapienza}}. Ma al momento non ce ne frega. Sugli altri Castellani, quelli che invece di stare a {{Wl|Q109362163|Palazzo Raggi}} stavano a p.za San Marcello al Corso iniziano le ricerche. Grazisssime a {{@|Candalua}} per i due file che sono già nel mio archivio e chiedo scusa a {{@|Silvio_Gallio}} che è costretto a leggere "robba che nun je frega un c..o". Dovrò trovare altri dati su Nino Castellani per fare la scheda su wikidata. --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 15:40, 17 ott 2022 (CEST)
== [[Autore:Carlo Pontani]] ==
È autore di due saggi sulle ferrovie papaline. Forse, magari, chissà, può darsi che, se hai tempo e voglia, potresti anche pensare a lavorarci sopra. Saluti da s. Pietro in vincoli.
:
[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 14:16, 27 giu 2023 (CEST)
{{ping|Carlomorino}}. La tua dedizione a me e alle mie manie è ammirevole e ti ringrazio di ciò. Sto proprio progettando qualcosa del tipo "pillole di antica ferrovia" e stavolta, magari allargo l'area anche all'Italia sotto l'Appennino- In effetti mi è venuto il sospetto che Bayard (l'ingegnere francese della Napoli-Portici) in realtà non volesse costruire la ferrovia ma montare una speculazione azionaria. E' solo un sospetto ma mi frulla da qualche tempo e più ci penso... Venendo alla Roma papalina (di Pio ix) avrei un articolo -pronto da anni -su un progetto del 1846 per una stazione per Ancona da costruire appena fuori il Tridente con una secondaria per Civitavecchia a due passi dal Colosseo- La rivista che di solito mi prende gli articoli ha cambiato direttore e questo non gli frega nulla di fatti storici preferendo cose tecnologiche odierne. Le riviste ferroviarie "normali" vogliono solo foto e disegni di locomotive possibilmente a vapore. Conosci qualche rivista romana che possa vagamente essere interessata a un soggetto del genere?
Grazie comunque per la dritta e Saluti dalla Carinzia!--[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:19, 27 giu 2023 (CEST)
I direttori di riviste vanno presi a calci in KУΛΩ.
Purtroppo no. Non conosco direttori di riviste. Conosco solo l'ex direttore de La Discussione, rivista della DC. Ma non cedo sia utile.
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 17:49, 27 giu 2023 (CEST)
::{{ping|Carlomorino}} Oh, io non pretendo le conoscenze altolocate. Solo, essendo abitatore del nordappenninom non conosco le riviste romane/laziali. In genere sono appetibili quelle a carattere locale che cercano notizie e curiosità. Basterebbe una "selezione ragionata" poi mi arrangio con le mail e -se proprio necessario- il telefono. E, comunque grazie dell'interessamento. Ad majora! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 19:49, 27 giu 2023 (CEST)
::Aggiungo. Ho letto uno dei Pontani. Piuttosto interessante! Intanto racconta in buon dettaglio la proposta dei bolognesi del 1844 poi sarebbe da leggere con una geocarta sotto il naso e qualcuno degli altri progetti che si susseguivano; e confrontare (un lavoraccio che forse farò, a casa, in ottobre). Grazie per la spinta. ciao! [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 20:43, 27 giu 2023 (CEST)
== [[Autore:Paolo Provinciali]] ==
Guarda chi mi è capitato. Il famoso Provinciali.
:
[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 18:23, 13 ott 2023 (CEST)
::{{ping|Carlomorino}} Grazie! Dovrò decidermi ad approfondire le ferrovie papaline. Ma sono impegnatissimo con la Liverpool-Manchester 1830 (una conferenza fra una ventina di giorni). Ma arrivo. prima o poi. Grazie ancora. --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 10:51, 14 ott 2023 (CEST)
:::Dove? Alla sapienza? --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 11:41, 14 ott 2023 (CEST)
::::{{ping|Carlomorino}} Purtroppo no. Molto più lontano (da te). Un paesello del Veneto che si chiama Romano d'Ezzelino, fra una ventina di giorni. Sto preparando il Power Point per tenere sveglio l'uditorio :-(. Se dovesse interessarti, magari dopo il fattaccio te lo mando per wetransfer) Ciao! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:25, 14 ott 2023 (CEST)
:::: PS ma il link mi manda a un libro che non si apre! Cattivone! :D --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 17:26, 14 ott 2023 (CEST)
:::::Buffo. Noi (quella che porta i pantaloni in casa ed io) siamo in Veneto lunedì. Alla terra d'origine dei suoi. Il tuo PP? Nein danke.
:::::Non si apre perché .. non lo so.
:::::[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 18:09, 14 ott 2023 (CEST)
:::::: {{ping|Carlomorino}} Beh, io abito a Bologna ma sono veneto. quanto al PP non si apre perché non te l'ho mandato :P Buon viaggio! --[[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 18:36, 14 ott 2023 (CEST)
== Auguri! ==
[[File:Comic postcard of Walkerburn and Innerleithen Train.jpg|200px|left]] Buon anno e buon compleanno, Silvio! ^_^ '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 16:35, 1 gen 2024 (CET)
== Interessa la merce? ==
Quale merce ti starai chiedendo?
[[Pagina:Archivio di statistica - 1876.djvu/295|Questa qui]]. Un saggio di statistica sui trenini ed affini.
Se ti interessa, famme nu fischë.
--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 17:49, 30 ott 2024 (CET)
:Uhé! Ciao! tutto bene? Grazie per aver pensato a me. Nei prossimi giorni darò un'occhiata più a fondo ma in linea di massima siamo proprio a metà del guado, quando le ferrovie erano ancora private ma sull'orlo di essere risistemate con un cambio di gestione che divise l'Italia ferroviaria in due "per il lungo" e non, come prima, fra "Padania" e "Piano di sotto". Devo dire che la statistica non è proprio il mio forte ma probabilmente ci sono informazioni di qualche peso. Però non chiedermi di intervenire sui testi di source. Sono fuori da troppo tempo e non mi ricordo più nulla. Lo vedi dalla "frequenza" dei miei edit... :-(. Ad esempio dovrei terminare qualche testo che se non lo faccio io resta com'è ma non ricordo più come si fa a creare pagine, metterle in fila eccetera; figuriamoci a editare con tutti i barbatrucchi. Comunque un'occhiata la darò. spero di ricordarmi. Hasta Luego. [[User:Silvio Gallio|Silvio Gallio]] ([[User talk:Silvio Gallio|disc.]]) 16:13, 31 ott 2024 (CET)
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Candido
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3416697
2024-10-31T18:22:36Z
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| Nome e cognome dell'autore = Voltaire
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| Nome e cognome del traduttore = anonimo
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==Indice==
* {{testo|/Voltaire}}
* {{testo|/Parte I}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo I}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo II}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo III}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo IV}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo V}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo VI}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo VII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo VIII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo IX}}
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** {{testo|/Parte I/Capitolo XIII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XIV}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XV}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XVI}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XVII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XVIII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XIX}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XX}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXI}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXIII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXIV}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXV}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXVI}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXVII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXVIII}}
** {{testo|/Parte I/Capitolo XXIX}}
* {{testo|/Parte II}} (apocrifa, attribuita a [[Autore:Henri-Joseph Dulaurens|Henri-Joseph Dulaurens]])
** {{testo|/Parte II/Capitolo I}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo II}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo III}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo IV}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo V}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo VI}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo VII}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo VIII}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo IX}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo X}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XI}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XII}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XIII}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XIV}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XV}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XVI}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XVII}}
** {{testo|/Parte II/Capitolo XVIII}}
* {{Testo|/Indice}}
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Discussione:Candido
1
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3416942
3379376
2024-10-31T14:03:33Z
Accolturato
41514
/* Titolo e paternità */ Risposta
3416942
wikitext
text/x-wiki
<!--{{Infotesto
| Progetto= letteratura
| Edizione = Edizione Sonzogno, 1882<br />Collana Biblioteca Universale Sonzogno.
| Fonte = Sito Internet [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/voltaire/candido_ovvero_l_ottimismo/html/index.htm LiberLiber]
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore = [[Utente:Bucciabuccia|Bucciabuccia]]
| Nome del rilettore = Ci sono significative differenze tra l'edizione Sonzogno usata per questa edizione e tutte le altre edizioni consultate:<br />mancano un paio di brani (riportati in nota a fine testo) e un capitolo quasi per intero.<br /> Per contro è presente una "seconda parte", di dubbia attribuzione, composta da altri 18 capitoli.
| Note =
}}-->
== Traduttore ==
Chi è il traduttore? --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:33, 1 dic 2007 (CET)
:Rimane da chiarire che sia il traduttore e la data della sua morte, in relazione al [[Aiuto:Copyright|copyright]]. --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 18:25, 14 dic 2007 (CET)
::Mica semplice. [http://www.scriptalibri.it/dettrandom.asp?ID=10361 Dal libro non si capisce]. [http://books.google.com/books?id=LnUbP35cZOMC&pg=PA153&dq=Candido+Sonzogno+1882&hl=it&sig=qYRCfixtKM4tWG85hB_b7yzQR-o#PPA153,M1 Questo] può dare un altro contributo. Se proprio ci toccano traduttori anonimi si può ripiegare su [http://books.google.com/books?id=GkgGAAAAQAAJ questa che è sicura!] - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:07, 14 dic 2007 (CET)
:::Un attimo, davo per scontato che i diritti d'autore dei traduttori durino 70anni con per gli autori, invece mi sembrava di aver letto che i termini sono inferiori, bisognerebbe approfondire. Cmq io sono per togliere il 75%, visto che resta questo dubbio fondamentale per lo SAL. Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:21, 14 dic 2007 (CET)
:::Mmmh, le cose non sono certe, è vero, però il fatto che sia del 1882 ci da un buon margine, no? Dovrebbe essere morto dal 27 in poi per darci dei problemi...[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 18:17, 15 dic 2007 (CET)
Penso che si possa scegliere il testo su google libri indicato da Orbilius e seguire gli amici francesi e [http://fr.wikisource.org/wiki/Candide,_ou_l%E2%80%99Optimisme/Garnier_1877 l'edizione ufficiale di tutte le opere Garnier del 1877] che fissa a trenta il numero dei capitoli. --'''[[Utente:Xavier121|<span style="color:orange;">X</span><span style="color:black;">avier</span>]][[Discussioni_utente:Xavier121|<span style="color:orange;">1</span><span style="color:black;">21</span>]]''' 16:37, 11 set 2010 (CEST)
:Effettuata la risistemazione del testo rimane la discrepanza nella divisione in capitoli:
:La traduzione del capitolo 24 dopo "eccettuato forse nell’Eldorado, dove nessuno poteva entrare" salta un bel pezzo dell'originale e riprende con "Si parla, dice Candido, d’un certo senatore Pococurante che abita in quel bel palazzo sulla Brenta, che è tanto compito co’ forastieri" con cui nell'originale il capitolo termina. Dopo di questo la traduzione prosegue includendo nel capitolo 24 tutto il capitolo 25 dell'originale. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:00, 8 lug 2024 (CEST)
===Piazza pulita===
Un punto oscuro è rimasto tale per fin troppi anni:
*Il primo contributore del testo [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119313 prima indica come fonte readme.it poi la cambia con LiberLiber], ma Aubrey [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119335 segnala l'irregolarità] senza però che alcuno batta ciglio.
*Il sito readme.it non è visitabile e girandoci intorno con Google non si arriva al ''Candido'', ma si arriva a ''L'ingenuo'', romanzo dello stesso autore che probabilmente deriva dalla stessa fonte: l'italiano della traduzione è troppo moderno per non essere sicuramente copyviol: ne deduco che il testo che attualmente abbiamo qui sia quasi certamente (ma il quasi è scritto solo perché non ho un riscontro inappellabile, non perché il buon senso e l'esperienza non lo proclami) un testo in violazione di diritto d'autore. Il cambio di fonte con liberliber ha rassicurato falsamente tutti.
* Ebbene, dato che la fonte di LiberLiber è chiara {{GB|PP7UQdjKy-8C|ed è presente}} occorre quanto prima eliminare quesa macchia. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:27, 5 lug 2024 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Fatta la piazza pulita, caricato il GB Sonzogno 1882 matchato con il testo LiberLiber. (traduzione di anonimo). Ora basta procedere alla creazione dei capitoli. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:26, 6 lug 2024 (CEST)
::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] '''Finito''' un ottimo SAL 25% (quasi SAL 75%). La macchia è smacchiata :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:48, 6 lug 2024 (CEST)
=== Titolo e paternità ===
{{Fatto}}. Il testo è tornato a SAL 75%
Nel processo di riformattazione e correzione superficiale sono emerse le seguenti questioni:
# Il titolo ufficiale è ''[[Candido]]'' o deve essere ''[[Candido, o l'ottimismo]]''? Il confronto con altre edizioni e traduzioni non mi ha aiutato molto, dunque chiedo un aiuto.
# La seconda parte non è di Voltaire, ma è un'aggiunta apocrifa. Dati i contenuti scottanti e la messa all'indice dell'opera è normale che il traduttore italiano resti anonimo, ma dato il grande successo dell'opera è altrettanto normale che l'anno successivo alla pubblicazione sia apparsa una seconda parte ''apocrifa'' che Voltaire, non uscito dalla pseudonimia se non qualche anno dopo la pubblicazione del romanzo, non poté sconfessare subito. La seconda parte è attribuita dalla critica a tale [[Autore:Henri-Joseph Dulaurens]] ma tale attribuzione non è confermata: intanto l'ho aggiunta, ma sono conscio che non è definitiva: chiedo pertanto feedback. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:43, 10 lug 2024 (CEST)
:quindi rincollo qui quanto detto ieri e oggi?
:Ho appena finito di rileggere [[Candido]] e con mio stupore, arrivato alla fine che conoscevo, scopro una seconda parte (perdonate l'ignoranza). Vedo da Wikipedia che si tratta di un'altra opera che si pone come seguito ma che di fatto non è stata autorizzata da Voltaire (da verificare). Questa seconda parte ha una sua corretta identificazione autoriale qui: [[Candido/Parte_II]] ma non prima e nemmeno nei capitoli che compongono la seconda parte, che così appaiono: [[Candido/Parte_II/Capitolo_I]]
:Chiedo a costo di sembrare pedante: le intestazioni dei capitoli non dovrebbero essere coerenti con quello generico della Parte II ? Inoltre, è giusto che l'intestazione iniziale riporti solo Voltaire quando poi vi è "appesa" un'altra opera non sua?
:Terza e ultima cosa, i trascrittori hanno introdotto 2 wikilink. Personalmente non li amo molto, e soprattutto in un romanzo del genere ve ne sarebbe da introdurre a decine, cosa che secondo me risulterebbe molto noiosa anche per chi legge. Considerate le possibilità del multitasking attuale io avrei tolto anche quei due link ma essendo assai poco pratico non tocco il lavoro altrui. [[Utente:Accolturato|Accolturato]] ([[Discussioni utente:Accolturato|disc.]]) [[Wikisource:Bar/Archivio/2024.10#c-Accolturato-20241030114600-Candido di Voltaire e Henri-Joseph Dulaurens (paternità, accorpamenti, specific|12:46, 30 ott 2024 (CET)]]Rispondi
:: Caso bello intricato; così come stanno le cose (attribuzione "certa" della parte II a Du Laurens) di certo nell'intestazione andrebbero specificati i due autori. Ma questo non risolverebbe i problemi. Di certo IncludiIntestazione "vede" solo Intestazione, e non gli IncludiIntestazione intermedi. Forse sarebbe meglio "spezzare" ns0 in due voci indipendenti, ognuna con il suo autore. Non so poi che convenzioni (sia wikisource, che Commons, che Wikidata) vi siano per questo tipo di opere, sostanzialmente anonime tranne una ipotetica, anche se ben argomentata, attribuzione.
:: Resto a disposizione per lavori "tecnici" (spostamenti, ecc) ma passo la palla ad altri per i problemi sull'attribuzione. [[Utente:Alex brollo|Alex brollo]] ([[Discussioni utente:Alex brollo|disc.]]). [[Wikisource:Bar/Archivio/2024.10#c-Alex brollo-20241030174700-Accolturato-20241030114600|18:47, 30 ott 2024 (CET)]]Rispondi
::: '''La discussione è importante''': spostiamola però a [[Discussione:Candido]] dove i diversi altri problei di questo testo sono affrontati. '''[[Utente:OrbiliusMagister|εΔ]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|ω]]''' [[Wikisource:Bar/Archivio/2024.10#c-OrbiliusMagister-20241031120500-Alex brollo-20241030174700|13:05, 31 ott 2024 (CET)]]Rispondi
:[[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 15:03, 31 ott 2024 (CET)
4l6dbefnqv3yi8iii7mipmreqkegg0n
3416996
3416942
2024-10-31T15:06:39Z
Alex brollo
1615
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wikitext
text/x-wiki
<!--{{Infotesto
| Progetto= letteratura
| Edizione = Edizione Sonzogno, 1882<br />Collana Biblioteca Universale Sonzogno.
| Fonte = Sito Internet [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/voltaire/candido_ovvero_l_ottimismo/html/index.htm LiberLiber]
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore = [[Utente:Bucciabuccia|Bucciabuccia]]
| Nome del rilettore = Ci sono significative differenze tra l'edizione Sonzogno usata per questa edizione e tutte le altre edizioni consultate:<br />mancano un paio di brani (riportati in nota a fine testo) e un capitolo quasi per intero.<br /> Per contro è presente una "seconda parte", di dubbia attribuzione, composta da altri 18 capitoli.
| Note =
}}-->
== Traduttore ==
Chi è il traduttore? --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:33, 1 dic 2007 (CET)
:Rimane da chiarire che sia il traduttore e la data della sua morte, in relazione al [[Aiuto:Copyright|copyright]]. --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 18:25, 14 dic 2007 (CET)
::Mica semplice. [http://www.scriptalibri.it/dettrandom.asp?ID=10361 Dal libro non si capisce]. [http://books.google.com/books?id=LnUbP35cZOMC&pg=PA153&dq=Candido+Sonzogno+1882&hl=it&sig=qYRCfixtKM4tWG85hB_b7yzQR-o#PPA153,M1 Questo] può dare un altro contributo. Se proprio ci toccano traduttori anonimi si può ripiegare su [http://books.google.com/books?id=GkgGAAAAQAAJ questa che è sicura!] - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:07, 14 dic 2007 (CET)
:::Un attimo, davo per scontato che i diritti d'autore dei traduttori durino 70anni con per gli autori, invece mi sembrava di aver letto che i termini sono inferiori, bisognerebbe approfondire. Cmq io sono per togliere il 75%, visto che resta questo dubbio fondamentale per lo SAL. Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:21, 14 dic 2007 (CET)
:::Mmmh, le cose non sono certe, è vero, però il fatto che sia del 1882 ci da un buon margine, no? Dovrebbe essere morto dal 27 in poi per darci dei problemi...[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 18:17, 15 dic 2007 (CET)
Penso che si possa scegliere il testo su google libri indicato da Orbilius e seguire gli amici francesi e [http://fr.wikisource.org/wiki/Candide,_ou_l%E2%80%99Optimisme/Garnier_1877 l'edizione ufficiale di tutte le opere Garnier del 1877] che fissa a trenta il numero dei capitoli. --'''[[Utente:Xavier121|<span style="color:orange;">X</span><span style="color:black;">avier</span>]][[Discussioni_utente:Xavier121|<span style="color:orange;">1</span><span style="color:black;">21</span>]]''' 16:37, 11 set 2010 (CEST)
:Effettuata la risistemazione del testo rimane la discrepanza nella divisione in capitoli:
:La traduzione del capitolo 24 dopo "eccettuato forse nell’Eldorado, dove nessuno poteva entrare" salta un bel pezzo dell'originale e riprende con "Si parla, dice Candido, d’un certo senatore Pococurante che abita in quel bel palazzo sulla Brenta, che è tanto compito co’ forastieri" con cui nell'originale il capitolo termina. Dopo di questo la traduzione prosegue includendo nel capitolo 24 tutto il capitolo 25 dell'originale. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:00, 8 lug 2024 (CEST)
===Piazza pulita===
Un punto oscuro è rimasto tale per fin troppi anni:
*Il primo contributore del testo [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119313 prima indica come fonte readme.it poi la cambia con LiberLiber], ma Aubrey [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119335 segnala l'irregolarità] senza però che alcuno batta ciglio.
*Il sito readme.it non è visitabile e girandoci intorno con Google non si arriva al ''Candido'', ma si arriva a ''L'ingenuo'', romanzo dello stesso autore che probabilmente deriva dalla stessa fonte: l'italiano della traduzione è troppo moderno per non essere sicuramente copyviol: ne deduco che il testo che attualmente abbiamo qui sia quasi certamente (ma il quasi è scritto solo perché non ho un riscontro inappellabile, non perché il buon senso e l'esperienza non lo proclami) un testo in violazione di diritto d'autore. Il cambio di fonte con liberliber ha rassicurato falsamente tutti.
* Ebbene, dato che la fonte di LiberLiber è chiara {{GB|PP7UQdjKy-8C|ed è presente}} occorre quanto prima eliminare quesa macchia. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:27, 5 lug 2024 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Fatta la piazza pulita, caricato il GB Sonzogno 1882 matchato con il testo LiberLiber. (traduzione di anonimo). Ora basta procedere alla creazione dei capitoli. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:26, 6 lug 2024 (CEST)
::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] '''Finito''' un ottimo SAL 25% (quasi SAL 75%). La macchia è smacchiata :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:48, 6 lug 2024 (CEST)
=== Titolo e paternità ===
{{Fatto}}. Il testo è tornato a SAL 75%
Nel processo di riformattazione e correzione superficiale sono emerse le seguenti questioni:
# Il titolo ufficiale è ''[[Candido]]'' o deve essere ''[[Candido, o l'ottimismo]]''? Il confronto con altre edizioni e traduzioni non mi ha aiutato molto, dunque chiedo un aiuto.
# La seconda parte non è di Voltaire, ma è un'aggiunta apocrifa. Dati i contenuti scottanti e la messa all'indice dell'opera è normale che il traduttore italiano resti anonimo, ma dato il grande successo dell'opera è altrettanto normale che l'anno successivo alla pubblicazione sia apparsa una seconda parte ''apocrifa'' che Voltaire, non uscito dalla pseudonimia se non qualche anno dopo la pubblicazione del romanzo, non poté sconfessare subito. La seconda parte è attribuita dalla critica a tale [[Autore:Henri-Joseph Dulaurens]] ma tale attribuzione non è confermata: intanto l'ho aggiunta, ma sono conscio che non è definitiva: chiedo pertanto feedback. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:43, 10 lug 2024 (CEST)
:Ho appena finito di rileggere [[Candido]] e con mio stupore, arrivato alla fine che conoscevo, scopro una seconda parte (perdonate l'ignoranza). Vedo da Wikipedia che si tratta di un'altra opera che si pone come seguito ma che di fatto non è stata autorizzata da Voltaire (da verificare). Questa seconda parte ha una sua corretta identificazione autoriale qui: [[Candido/Parte_II]] ma non prima e nemmeno nei capitoli che compongono la seconda parte, che così appaiono: [[Candido/Parte_II/Capitolo_I]]
:Chiedo a costo di sembrare pedante: le intestazioni dei capitoli non dovrebbero essere coerenti con quello generico della Parte II ? Inoltre, è giusto che l'intestazione iniziale riporti solo Voltaire quando poi vi è "appesa" un'altra opera non sua?
:Terza e ultima cosa, i trascrittori hanno introdotto 2 wikilink. Personalmente non li amo molto, e soprattutto in un romanzo del genere ve ne sarebbe da introdurre a decine, cosa che secondo me risulterebbe molto noiosa anche per chi legge. Considerate le possibilità del multitasking attuale io avrei tolto anche quei due link ma essendo assai poco pratico non tocco il lavoro altrui. [[Utente:Accolturato|Accolturato]] ([[Discussioni utente:Accolturato|disc.]])
:: Caso bello intricato; così come stanno le cose (attribuzione "certa" della parte II a Du Laurens) di certo nell'intestazione andrebbero specificati i due autori. Ma questo non risolverebbe i problemi. Di certo IncludiIntestazione "vede" solo Intestazione, e non gli IncludiIntestazione intermedi. Forse sarebbe meglio "spezzare" ns0 in due voci indipendenti, ognuna con il suo autore. Non so poi che convenzioni (sia wikisource, che Commons, che Wikidata) vi siano per questo tipo di opere, sostanzialmente anonime tranne una ipotetica, anche se ben argomentata, attribuzione.
:: Resto a disposizione per lavori "tecnici" (spostamenti, ecc) ma passo la palla ad altri per i problemi sull'attribuzione. [[Utente:Alex brollo|Alex brollo]] ([[Discussioni utente:Alex brollo|disc.]]).
::: {{ping|Acculturato}} {{ping|OrbiliusMagister}} Ripulita un po' la discussione, a partire da "Ho finito di rileggere"; il copiaincolla aveva prodotto qualche sbavatura. Possiamo procedere.
::: Sarebbe utile una modifica a Intestazione, in modo che compaiano, prima dell'autore, due paroline: "attribuito a"; ma bisogna pensarci a fondo, e bisognerebbe anche ripensare alle categorie automatiche :-(. Stante il vigente divieto rigoroso di aggiungere ''annotazioni estranee al testo originale'', l'unico punto dove possiamo spiegare un po' il problema e le scelte che faremo è il campo "Note" della pagina Indice. Ci butto dentro qualcosa, da rivedere. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 16:06, 31 ott 2024 (CET)
8t6kzcbe30xu0oxf6o7jfj9m8joaljv
3417072
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2024-10-31T17:47:48Z
OrbiliusMagister
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/* Titolo e paternità */ Risposta
3417072
wikitext
text/x-wiki
<!--{{Infotesto
| Progetto= letteratura
| Edizione = Edizione Sonzogno, 1882<br />Collana Biblioteca Universale Sonzogno.
| Fonte = Sito Internet [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/voltaire/candido_ovvero_l_ottimismo/html/index.htm LiberLiber]
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore = [[Utente:Bucciabuccia|Bucciabuccia]]
| Nome del rilettore = Ci sono significative differenze tra l'edizione Sonzogno usata per questa edizione e tutte le altre edizioni consultate:<br />mancano un paio di brani (riportati in nota a fine testo) e un capitolo quasi per intero.<br /> Per contro è presente una "seconda parte", di dubbia attribuzione, composta da altri 18 capitoli.
| Note =
}}-->
== Traduttore ==
Chi è il traduttore? --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:33, 1 dic 2007 (CET)
:Rimane da chiarire che sia il traduttore e la data della sua morte, in relazione al [[Aiuto:Copyright|copyright]]. --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 18:25, 14 dic 2007 (CET)
::Mica semplice. [http://www.scriptalibri.it/dettrandom.asp?ID=10361 Dal libro non si capisce]. [http://books.google.com/books?id=LnUbP35cZOMC&pg=PA153&dq=Candido+Sonzogno+1882&hl=it&sig=qYRCfixtKM4tWG85hB_b7yzQR-o#PPA153,M1 Questo] può dare un altro contributo. Se proprio ci toccano traduttori anonimi si può ripiegare su [http://books.google.com/books?id=GkgGAAAAQAAJ questa che è sicura!] - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:07, 14 dic 2007 (CET)
:::Un attimo, davo per scontato che i diritti d'autore dei traduttori durino 70anni con per gli autori, invece mi sembrava di aver letto che i termini sono inferiori, bisognerebbe approfondire. Cmq io sono per togliere il 75%, visto che resta questo dubbio fondamentale per lo SAL. Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:21, 14 dic 2007 (CET)
:::Mmmh, le cose non sono certe, è vero, però il fatto che sia del 1882 ci da un buon margine, no? Dovrebbe essere morto dal 27 in poi per darci dei problemi...[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 18:17, 15 dic 2007 (CET)
Penso che si possa scegliere il testo su google libri indicato da Orbilius e seguire gli amici francesi e [http://fr.wikisource.org/wiki/Candide,_ou_l%E2%80%99Optimisme/Garnier_1877 l'edizione ufficiale di tutte le opere Garnier del 1877] che fissa a trenta il numero dei capitoli. --'''[[Utente:Xavier121|<span style="color:orange;">X</span><span style="color:black;">avier</span>]][[Discussioni_utente:Xavier121|<span style="color:orange;">1</span><span style="color:black;">21</span>]]''' 16:37, 11 set 2010 (CEST)
:Effettuata la risistemazione del testo rimane la discrepanza nella divisione in capitoli:
:La traduzione del capitolo 24 dopo "eccettuato forse nell’Eldorado, dove nessuno poteva entrare" salta un bel pezzo dell'originale e riprende con "Si parla, dice Candido, d’un certo senatore Pococurante che abita in quel bel palazzo sulla Brenta, che è tanto compito co’ forastieri" con cui nell'originale il capitolo termina. Dopo di questo la traduzione prosegue includendo nel capitolo 24 tutto il capitolo 25 dell'originale. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:00, 8 lug 2024 (CEST)
===Piazza pulita===
Un punto oscuro è rimasto tale per fin troppi anni:
*Il primo contributore del testo [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119313 prima indica come fonte readme.it poi la cambia con LiberLiber], ma Aubrey [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119335 segnala l'irregolarità] senza però che alcuno batta ciglio.
*Il sito readme.it non è visitabile e girandoci intorno con Google non si arriva al ''Candido'', ma si arriva a ''L'ingenuo'', romanzo dello stesso autore che probabilmente deriva dalla stessa fonte: l'italiano della traduzione è troppo moderno per non essere sicuramente copyviol: ne deduco che il testo che attualmente abbiamo qui sia quasi certamente (ma il quasi è scritto solo perché non ho un riscontro inappellabile, non perché il buon senso e l'esperienza non lo proclami) un testo in violazione di diritto d'autore. Il cambio di fonte con liberliber ha rassicurato falsamente tutti.
* Ebbene, dato che la fonte di LiberLiber è chiara {{GB|PP7UQdjKy-8C|ed è presente}} occorre quanto prima eliminare quesa macchia. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:27, 5 lug 2024 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Fatta la piazza pulita, caricato il GB Sonzogno 1882 matchato con il testo LiberLiber. (traduzione di anonimo). Ora basta procedere alla creazione dei capitoli. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:26, 6 lug 2024 (CEST)
::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] '''Finito''' un ottimo SAL 25% (quasi SAL 75%). La macchia è smacchiata :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:48, 6 lug 2024 (CEST)
=== Titolo e paternità ===
{{Fatto}}. Il testo è tornato a SAL 75%
Nel processo di riformattazione e correzione superficiale sono emerse le seguenti questioni:
# Il titolo ufficiale è ''[[Candido]]'' o deve essere ''[[Candido, o l'ottimismo]]''? Il confronto con altre edizioni e traduzioni non mi ha aiutato molto, dunque chiedo un aiuto.
# La seconda parte non è di Voltaire, ma è un'aggiunta apocrifa. Dati i contenuti scottanti e la messa all'indice dell'opera è normale che il traduttore italiano resti anonimo, ma dato il grande successo dell'opera è altrettanto normale che l'anno successivo alla pubblicazione sia apparsa una seconda parte ''apocrifa'' che Voltaire, non uscito dalla pseudonimia se non qualche anno dopo la pubblicazione del romanzo, non poté sconfessare subito. La seconda parte è attribuita dalla critica a tale [[Autore:Henri-Joseph Dulaurens]] ma tale attribuzione non è confermata: intanto l'ho aggiunta, ma sono conscio che non è definitiva: chiedo pertanto feedback. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:43, 10 lug 2024 (CEST)
:Ho appena finito di rileggere [[Candido]] e con mio stupore, arrivato alla fine che conoscevo, scopro una seconda parte (perdonate l'ignoranza). Vedo da Wikipedia che si tratta di un'altra opera che si pone come seguito ma che di fatto non è stata autorizzata da Voltaire (da verificare). Questa seconda parte ha una sua corretta identificazione autoriale qui: [[Candido/Parte_II]] ma non prima e nemmeno nei capitoli che compongono la seconda parte, che così appaiono: [[Candido/Parte_II/Capitolo_I]]
:Chiedo a costo di sembrare pedante: le intestazioni dei capitoli non dovrebbero essere coerenti con quello generico della Parte II ? Inoltre, è giusto che l'intestazione iniziale riporti solo Voltaire quando poi vi è "appesa" un'altra opera non sua?
:Terza e ultima cosa, i trascrittori hanno introdotto 2 wikilink. Personalmente non li amo molto, e soprattutto in un romanzo del genere ve ne sarebbe da introdurre a decine, cosa che secondo me risulterebbe molto noiosa anche per chi legge. Considerate le possibilità del multitasking attuale io avrei tolto anche quei due link ma essendo assai poco pratico non tocco il lavoro altrui. [[Utente:Accolturato|Accolturato]] ([[Discussioni utente:Accolturato|disc.]])
:: Caso bello intricato; così come stanno le cose (attribuzione "certa" della parte II a Du Laurens) di certo nell'intestazione andrebbero specificati i due autori. Ma questo non risolverebbe i problemi. Di certo IncludiIntestazione "vede" solo Intestazione, e non gli IncludiIntestazione intermedi. Forse sarebbe meglio "spezzare" ns0 in due voci indipendenti, ognuna con il suo autore. Non so poi che convenzioni (sia wikisource, che Commons, che Wikidata) vi siano per questo tipo di opere, sostanzialmente anonime tranne una ipotetica, anche se ben argomentata, attribuzione.
:: Resto a disposizione per lavori "tecnici" (spostamenti, ecc) ma passo la palla ad altri per i problemi sull'attribuzione. [[Utente:Alex brollo|Alex brollo]] ([[Discussioni utente:Alex brollo|disc.]]).
::: {{ping|Acculturato}} {{ping|OrbiliusMagister}} Ripulita un po' la discussione, a partire da "Ho finito di rileggere"; il copiaincolla aveva prodotto qualche sbavatura. Possiamo procedere.
::: Sarebbe utile una modifica a Intestazione, in modo che compaiano, prima dell'autore, due paroline: "attribuito a"; ma bisogna pensarci a fondo, e bisognerebbe anche ripensare alle categorie automatiche :-(. Stante il vigente divieto rigoroso di aggiungere ''annotazioni estranee al testo originale'', l'unico punto dove possiamo spiegare un po' il problema e le scelte che faremo è il campo "Note" della pagina Indice. Ci butto dentro qualcosa, da rivedere. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 16:06, 31 ott 2024 (CET)
::Infatti: il problema nasce dal desiderio di rispettare la fonte e al contempo chiarire le paternità di testi in cui entrambi gli autori hanno mantenuto un certo anonimato.
::Vediamo un po' di scenari in ns0:
::#teniamo la situazione com'è (testo unico, seconda parte con autore aggiunto che però deve essere aggiunto anche nelle sottopagine successive e sempre con Voltaire come primo autore)
::#Creiamo due testi separati in ns0 (ad esempio [[Candido parte prima]] e [[Candido parte seconda]] ciascuno con il suo autore e li riuniamo sotto il titolo [[Candido]] con una nota sotto che spiega la particolarità di questa edizione
::#... altre proposte?
::'''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 18:47, 31 ott 2024 (CET)
484cl1stbm415ymtrarrgwk0q2mnm5r
3417081
3417072
2024-10-31T18:23:43Z
Candalua
1675
/* Titolo e paternità */ Risposta
3417081
wikitext
text/x-wiki
<!--{{Infotesto
| Progetto= letteratura
| Edizione = Edizione Sonzogno, 1882<br />Collana Biblioteca Universale Sonzogno.
| Fonte = Sito Internet [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/voltaire/candido_ovvero_l_ottimismo/html/index.htm LiberLiber]
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore = [[Utente:Bucciabuccia|Bucciabuccia]]
| Nome del rilettore = Ci sono significative differenze tra l'edizione Sonzogno usata per questa edizione e tutte le altre edizioni consultate:<br />mancano un paio di brani (riportati in nota a fine testo) e un capitolo quasi per intero.<br /> Per contro è presente una "seconda parte", di dubbia attribuzione, composta da altri 18 capitoli.
| Note =
}}-->
== Traduttore ==
Chi è il traduttore? --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:33, 1 dic 2007 (CET)
:Rimane da chiarire che sia il traduttore e la data della sua morte, in relazione al [[Aiuto:Copyright|copyright]]. --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 18:25, 14 dic 2007 (CET)
::Mica semplice. [http://www.scriptalibri.it/dettrandom.asp?ID=10361 Dal libro non si capisce]. [http://books.google.com/books?id=LnUbP35cZOMC&pg=PA153&dq=Candido+Sonzogno+1882&hl=it&sig=qYRCfixtKM4tWG85hB_b7yzQR-o#PPA153,M1 Questo] può dare un altro contributo. Se proprio ci toccano traduttori anonimi si può ripiegare su [http://books.google.com/books?id=GkgGAAAAQAAJ questa che è sicura!] - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:07, 14 dic 2007 (CET)
:::Un attimo, davo per scontato che i diritti d'autore dei traduttori durino 70anni con per gli autori, invece mi sembrava di aver letto che i termini sono inferiori, bisognerebbe approfondire. Cmq io sono per togliere il 75%, visto che resta questo dubbio fondamentale per lo SAL. Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] 19:21, 14 dic 2007 (CET)
:::Mmmh, le cose non sono certe, è vero, però il fatto che sia del 1882 ci da un buon margine, no? Dovrebbe essere morto dal 27 in poi per darci dei problemi...[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 18:17, 15 dic 2007 (CET)
Penso che si possa scegliere il testo su google libri indicato da Orbilius e seguire gli amici francesi e [http://fr.wikisource.org/wiki/Candide,_ou_l%E2%80%99Optimisme/Garnier_1877 l'edizione ufficiale di tutte le opere Garnier del 1877] che fissa a trenta il numero dei capitoli. --'''[[Utente:Xavier121|<span style="color:orange;">X</span><span style="color:black;">avier</span>]][[Discussioni_utente:Xavier121|<span style="color:orange;">1</span><span style="color:black;">21</span>]]''' 16:37, 11 set 2010 (CEST)
:Effettuata la risistemazione del testo rimane la discrepanza nella divisione in capitoli:
:La traduzione del capitolo 24 dopo "eccettuato forse nell’Eldorado, dove nessuno poteva entrare" salta un bel pezzo dell'originale e riprende con "Si parla, dice Candido, d’un certo senatore Pococurante che abita in quel bel palazzo sulla Brenta, che è tanto compito co’ forastieri" con cui nell'originale il capitolo termina. Dopo di questo la traduzione prosegue includendo nel capitolo 24 tutto il capitolo 25 dell'originale. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:00, 8 lug 2024 (CEST)
===Piazza pulita===
Un punto oscuro è rimasto tale per fin troppi anni:
*Il primo contributore del testo [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119313 prima indica come fonte readme.it poi la cambia con LiberLiber], ma Aubrey [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Discussione:Candido&diff=prev&oldid=119335 segnala l'irregolarità] senza però che alcuno batta ciglio.
*Il sito readme.it non è visitabile e girandoci intorno con Google non si arriva al ''Candido'', ma si arriva a ''L'ingenuo'', romanzo dello stesso autore che probabilmente deriva dalla stessa fonte: l'italiano della traduzione è troppo moderno per non essere sicuramente copyviol: ne deduco che il testo che attualmente abbiamo qui sia quasi certamente (ma il quasi è scritto solo perché non ho un riscontro inappellabile, non perché il buon senso e l'esperienza non lo proclami) un testo in violazione di diritto d'autore. Il cambio di fonte con liberliber ha rassicurato falsamente tutti.
* Ebbene, dato che la fonte di LiberLiber è chiara {{GB|PP7UQdjKy-8C|ed è presente}} occorre quanto prima eliminare quesa macchia. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:27, 5 lug 2024 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Fatta la piazza pulita, caricato il GB Sonzogno 1882 matchato con il testo LiberLiber. (traduzione di anonimo). Ora basta procedere alla creazione dei capitoli. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:26, 6 lug 2024 (CEST)
::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] '''Finito''' un ottimo SAL 25% (quasi SAL 75%). La macchia è smacchiata :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:48, 6 lug 2024 (CEST)
=== Titolo e paternità ===
{{Fatto}}. Il testo è tornato a SAL 75%
Nel processo di riformattazione e correzione superficiale sono emerse le seguenti questioni:
# Il titolo ufficiale è ''[[Candido]]'' o deve essere ''[[Candido, o l'ottimismo]]''? Il confronto con altre edizioni e traduzioni non mi ha aiutato molto, dunque chiedo un aiuto.
# La seconda parte non è di Voltaire, ma è un'aggiunta apocrifa. Dati i contenuti scottanti e la messa all'indice dell'opera è normale che il traduttore italiano resti anonimo, ma dato il grande successo dell'opera è altrettanto normale che l'anno successivo alla pubblicazione sia apparsa una seconda parte ''apocrifa'' che Voltaire, non uscito dalla pseudonimia se non qualche anno dopo la pubblicazione del romanzo, non poté sconfessare subito. La seconda parte è attribuita dalla critica a tale [[Autore:Henri-Joseph Dulaurens]] ma tale attribuzione non è confermata: intanto l'ho aggiunta, ma sono conscio che non è definitiva: chiedo pertanto feedback. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:43, 10 lug 2024 (CEST)
:Ho appena finito di rileggere [[Candido]] e con mio stupore, arrivato alla fine che conoscevo, scopro una seconda parte (perdonate l'ignoranza). Vedo da Wikipedia che si tratta di un'altra opera che si pone come seguito ma che di fatto non è stata autorizzata da Voltaire (da verificare). Questa seconda parte ha una sua corretta identificazione autoriale qui: [[Candido/Parte_II]] ma non prima e nemmeno nei capitoli che compongono la seconda parte, che così appaiono: [[Candido/Parte_II/Capitolo_I]]
:Chiedo a costo di sembrare pedante: le intestazioni dei capitoli non dovrebbero essere coerenti con quello generico della Parte II ? Inoltre, è giusto che l'intestazione iniziale riporti solo Voltaire quando poi vi è "appesa" un'altra opera non sua?
:Terza e ultima cosa, i trascrittori hanno introdotto 2 wikilink. Personalmente non li amo molto, e soprattutto in un romanzo del genere ve ne sarebbe da introdurre a decine, cosa che secondo me risulterebbe molto noiosa anche per chi legge. Considerate le possibilità del multitasking attuale io avrei tolto anche quei due link ma essendo assai poco pratico non tocco il lavoro altrui. [[Utente:Accolturato|Accolturato]] ([[Discussioni utente:Accolturato|disc.]])
:: Caso bello intricato; così come stanno le cose (attribuzione "certa" della parte II a Du Laurens) di certo nell'intestazione andrebbero specificati i due autori. Ma questo non risolverebbe i problemi. Di certo IncludiIntestazione "vede" solo Intestazione, e non gli IncludiIntestazione intermedi. Forse sarebbe meglio "spezzare" ns0 in due voci indipendenti, ognuna con il suo autore. Non so poi che convenzioni (sia wikisource, che Commons, che Wikidata) vi siano per questo tipo di opere, sostanzialmente anonime tranne una ipotetica, anche se ben argomentata, attribuzione.
:: Resto a disposizione per lavori "tecnici" (spostamenti, ecc) ma passo la palla ad altri per i problemi sull'attribuzione. [[Utente:Alex brollo|Alex brollo]] ([[Discussioni utente:Alex brollo|disc.]]).
::: {{ping|Acculturato}} {{ping|OrbiliusMagister}} Ripulita un po' la discussione, a partire da "Ho finito di rileggere"; il copiaincolla aveva prodotto qualche sbavatura. Possiamo procedere.
::: Sarebbe utile una modifica a Intestazione, in modo che compaiano, prima dell'autore, due paroline: "attribuito a"; ma bisogna pensarci a fondo, e bisognerebbe anche ripensare alle categorie automatiche :-(. Stante il vigente divieto rigoroso di aggiungere ''annotazioni estranee al testo originale'', l'unico punto dove possiamo spiegare un po' il problema e le scelte che faremo è il campo "Note" della pagina Indice. Ci butto dentro qualcosa, da rivedere. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 16:06, 31 ott 2024 (CET)
::Infatti: il problema nasce dal desiderio di rispettare la fonte e al contempo chiarire le paternità di testi in cui entrambi gli autori hanno mantenuto un certo anonimato.
::Vediamo un po' di scenari in ns0:
::#teniamo la situazione com'è (testo unico, seconda parte con autore aggiunto che però deve essere aggiunto anche nelle sottopagine successive e sempre con Voltaire come primo autore)
::#Creiamo due testi separati in ns0 (ad esempio [[Candido parte prima]] e [[Candido parte seconda]] ciascuno con il suo autore e li riuniamo sotto il titolo [[Candido]] con una nota sotto che spiega la particolarità di questa edizione
::#... altre proposte?
::'''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 18:47, 31 ott 2024 (CET)
:::Rollbackate se non vi piace, ma io la risolverei semplicemente [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Candido&diff=3417080&oldid=3416697 così] [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 19:23, 31 ott 2024 (CET)
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Dr Zimbu
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3417161
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| Nome e cognome dell'autore = Vittoria Colonna
| Nome e cognome del curatore =
| Titolo =Rime
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto =
| Argomento =
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Colonna - Rime, 1760.djvu
}}
<pages index="Colonna - Rime, 1760.djvu" from="5" to="5" />
==Indice==
* {{testo|/A' leggitori}}
* {{testo|/La vita di Vittoria Colonna Marchesana di Pescara}}
* {{testo|/Testimonianze|Testimonianze onorevoli di varj illustri autori intorno alla persona ed agli scritti di Vittoria Colonna Marchesana di Pescara}}
* {{testo|/Catalogo delle principali edizioni delle Rime di Vittoria Colonna}}
* {{testo|/Sonetto I}}
* {{testo|/Sonetto II}}
* {{testo|/Sonetto III}}
* {{testo|/Sonetto IV}}
* {{testo|/Sonetto V}}
* {{testo|/Sonetto VI}}
* {{testo|/Sonetto VII}}
* {{testo|/Sonetto VIII}}
* {{testo|/Sonetto IX}}
* {{testo|/Sonetto X}}
* {{testo|/Sonetto XI}}
* {{testo|/Sonetto XII}}
* {{testo|/Sonetto XIII}}
* {{testo|/Sonetto XIV}}
* {{testo|/Sonetto XV}}
* {{testo|/Sonetto XVI}}
* {{testo|/Sonetto XVII}}
* {{testo|/Sonetto XVIII}}
* {{testo|/Sonetto XIX}}
* {{testo|/Sonetto XX}}
* {{testo|/Sonetto XXI}}
* {{testo|/Sonetto XXII}}
* {{testo|/Sonetto XXIII}}
* {{testo|/Sonetto XXIV}}
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* {{testo|/Sonetto XXIX}}
* {{testo|/Sonetto XXX}}
* {{testo|/Sonetto XXXI}}
* {{testo|/Sonetto XXXII}}
* {{testo|/Sonetto XXXIII}}
* {{testo|/Sonetto XXXIV}}
* {{testo|/Sonetto XXXV}}
* {{testo|/Sonetto XXXVI}}
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* {{testo|/Sonetto XL}}
* {{testo|/Sonetto XLI}}
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* {{testo|/Sonetto L}}
* {{testo|/Sonetto LI}}
* {{testo|/Sonetto LII}}
* {{testo|/Sonetto LIII}}
* {{testo|/Sonetto LIV}}
* {{testo|/Sonetto LV}}
* {{testo|/Sonetto LVI}}
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* {{testo|/Sonetto LIX}}
* {{testo|/Sonetto LX}}
* {{testo|/Sonetto LXI}}
* {{testo|/Sonetto LXII}}
* {{testo|/Sonetto LXIII}}
* {{testo|/Sonetto LXIV}}
* {{testo|/Sonetto LXV}}
* {{testo|/Sonetto LXVI}}
* {{testo|/Sonetto LXVII}}
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* {{testo|/Sonetto LXXV}}
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* {{testo|/Sonetto LXXVII}}
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* {{testo|/Sonetto LXXX}}
* {{testo|/Sonetto LXXXI}}
* {{testo|/Sonetto LXXXII}}
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* {{testo|/Sonetto LXXXIV}}
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* {{testo|/Sonetto LXXXVI}}
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* {{testo|/Sonetto XC}}
* {{testo|/Sonetto XCI}}
* {{testo|/Sonetto XCII}}
* {{testo|/Sonetto XCIII}}
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* {{testo|/Sonetto XCVII}}
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* {{testo|/Sonetto XCIX}}
* {{testo|/Sonetto C}}
* {{testo|/Sonetto CI}}
* {{testo|/Sonetto CII}}
* {{testo|/Sonetto CIII}}
* {{testo|/Sonetto CIV}}
* {{testo|/Sonetto CV}}
* {{testo|/Sonetto CVI}}
* {{testo|/Sonetto CVII}}
* {{testo|/Sonetto CVIII}}
* {{testo|/Sonetto CIX}}
* {{testo|/Sonetto CX}}
* {{testo|/Sonetto CXI}}
* {{testo|/Sonetto CXII}}
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* {{testo|/Sonetto CXIV}}
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* {{testo|/Sonetto CXX}}
* {{testo|/Sonetto CXXI}}
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* {{testo|/Sonetto CXXIII}}
* {{testo|/Sonetto CXXIV}}
* {{testo|/Sonetto CXXV}}
* {{testo|/Canzone I}}
* {{testo|/Canzone II}}
* {{testo|/Stanze}}
* {{testo|/Sonetti spirituali}}
** {{testo|/Sonetti spirituali/Sonetto I}}
** {{testo|/Sonetti spirituali/Sonetto II}}
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** {{testo|/Sonetti spirituali/Sonetto IV}}
** {{testo|/Sonetti spirituali/Sonetto V}}
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** {{testo|/Sonetti spirituali/Sonetto XX}}
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| Anno di pubblicazione = 2007
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{{diritto legge
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[[File:HILLBLU meccanismo.png|30px]] '''[[:Categoria:Tecnologia e scienze applicate|Tecnologia e scienze applicate]]'''</span>
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=== Testo in evidenza ===
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=== Citazioni ===
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=== Proposte ===
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==Seconda colonna==
=== Laboratorio ===
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{{Centrato}}'''[[Wikisource:Aiuta Wikisource|Aiuta Wikisource!]]'''<br/>
'''È sufficiente saper leggere'''
[[File:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu|170px|page=7|border|link=Indice:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu]]<br/>La [[Wikisource:Rilettura del mese|collaborazione del mese]] propone la rilettura di
[[Indice:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu|'''''Il romanzo d'un maestro''''']] di [[Autore:Edmondo De Amicis|Edmondo De Amicis]].
In alternativa scegli pure un testo a piacimento tra quelli [[:Categoria:Pagine indice SAL 75%|da rileggere]], o se ti senti più esperto anche tra quelli [[:Categoria:Pagine indice SAL 25%|da ''trascrivere'']]! Qui c'è [[Speciale:IndexPages|l'elenco completo]].
[[Aiuto:Rilettura - 1 - primissimi passi|({{smaller|Serve un ''aiutino''?}})]]</div></div><section end="Laboratorio" />
{{Centrato|'''N.B. La rilettura del mese va rinnovata [[w:Template:Pagina principale/Wikisource|anche su Wikipedia]]'''}}
=== Ricorrenze ===
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=== Ultimi arrivi ===
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<b>Ultimi testi trascritti</b>
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MODIFICARE QUA SOTTO
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Numero massimo: 5 testi
NON TOGLIERE I TESTI SE DIVENTANO RILETTI!
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* {{Testo|Rime (Vittoria Colonna)}}
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=== Oltre Wikisource ===
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__NOTOC__
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*[[Pagina principale/Sezioni#Proposte|Proposte]]
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| valign=top width=39% | <!-- SECONDA COLONNA -->
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; padding: .3em;">Sezioni "comunità"
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<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; padding: .5em;;">Sezioni "comunità"
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*[[Pagina principale/Sezioni#Oltre Wikisource|Oltre Wikisource]]
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=== Titolo ===
<section begin=Titolo />
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<div style="margin-bottom:5px;"><span class="nomobile">{{xx-larger|[[Aiuto:Benvenuto|Benvenuti]] in}}</span> <span style="font-family:Times;serif">{{xxx-larger|{{Sc|Wikisource}}}}{{x-larger|,}} </span>{{Larger|la [[Wikisource:Cos'è Wikisource?|biblioteca]] [[Aiuto:Cosa vuol dire libera|libera]]}} <span class="nomobile">{{Larger|con [[Speciale:Statistiche|{{NUMBEROFARTICLES}} pagine di contenuto]]!}}</span>
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{{Cassetto
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|Testo=[[File:File-Wikimedia Italia - WikiGuida 3 - Wikisource.ogv|center|750px|thumb|thumbtime=0:23|Video di introduzione a Wikisource. Se non lo vedi clicca [//www.youtube.com/watch?v=cR0g5ACaC-g qui]]]
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</div><section end=Titolo />
== Prima colonna ==
=== Biblioteca ===
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[[File:HILLBLU indici.png|30px]] '''[[Portale:Autori|Indici per autori]]'''</span>
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[[Wikisource:Indice alfabetico degli autori|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico degli autori|Cronologico]] · [[Wikisource:Indice degli autori per argomento|Tematico]]
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[[Wikisource:Indice alfabetico dei testi|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico dei testi|Cronologico]] · [[Wikisource:Testi in ordine alfabetico per argomento|Tematico]] · [[Wikisource:Indice dei testi per Stato di Avanzamento dei Lavori|Per SAL]] <small>([[Aiuto:SAL|?]])</small>
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[[:Categoria:Agricoltura|Agricoltura]] · [[:Categoria:Informatica|Informatica]] · [[:Categoria:Medicina|Medicina]] · [[:Categoria:Ingegneria|Ingegneria]] · [[:Categoria:Trasporti|Trasporti]] ([[:Categoria:Ferrovie|Ferrovie]])
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[[File:HILLBLU indici.png|30px]] '''[[Portale:Autori|Indici per autori]]'''</span>
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[[Wikisource:Indice alfabetico degli autori|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico degli autori|Cronologico]] · [[Wikisource:Indice degli autori per argomento|Tematico]]
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[[File:HILLBLU libro.png|30px]] '''[[Portale:Testi|Indici per testi]]'''</span>
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[[File:HILLBLU tavolozza.png|30px]] '''[[:Categoria:Arti|Arte]]'''</span>
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</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU pigreco.png|30px]] '''[[:Categoria:Scienze matematiche, fisiche e naturali|Scienze matematiche, fisiche e naturali]]'''</span>
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[[File:HILLBLU mondo.png|30px]] '''[[:Categoria:Scienze sociali|Scienze umane e sociali]]'''</span>
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[[File:HILLBLU puzzle.png|30px]] '''[[:Categoria:Società|Società]]'''</span>
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[[:Categoria:Biografie|Biografie]] · [[:Categoria:Politica|Politica]] · [[:Categoria:Religione|Religione]]
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<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU meccanismo.png|30px]] '''[[:Categoria:Tecnologia e scienze applicate|Tecnologia e scienze applicate]]'''</span>
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[[:Categoria:Agricoltura|Agricoltura]] · [[:Categoria:Informatica|Informatica]] · [[:Categoria:Medicina|Medicina]] · [[:Categoria:Ingegneria|Ingegneria]] · [[:Categoria:Trasporti|Trasporti]] ([[:Categoria:Ferrovie|Ferrovie]])
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=== Testo in evidenza ===
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=== Citazioni ===
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=== Proposte ===
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==Seconda colonna==
=== Laboratorio ===
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{{Centrato}}'''[[Wikisource:Aiuta Wikisource|Aiuta Wikisource!]]'''<br/>
'''È sufficiente saper leggere'''
[[File:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu|170px|page=7|border|link=Indice:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu]]<br/>La [[Wikisource:Rilettura del mese|collaborazione del mese]] propone la rilettura di
[[Indice:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu|'''''Il romanzo d'un maestro''''']] di [[Autore:Edmondo De Amicis|Edmondo De Amicis]].
In alternativa scegli pure un testo a piacimento tra quelli [[:Categoria:Pagine indice SAL 75%|da rileggere]], o se ti senti più esperto anche tra quelli [[:Categoria:Pagine indice SAL 25%|da ''trascrivere'']]! Qui c'è [[Speciale:IndexPages|l'elenco completo]].
[[Aiuto:Rilettura - 1 - primissimi passi|({{smaller|Serve un ''aiutino''?}})]]</div></div><section end="Laboratorio" />
{{Centrato|'''N.B. La rilettura del mese va rinnovata [[w:Template:Pagina principale/Wikisource|anche su Wikipedia]]'''}}
=== Ricorrenze ===
<section begin=Ricorrenze /><div style="margin-bottom:10px;">{{Wikisource:Ricorrenze/{{CURRENTDAY}} {{CURRENTMONTHNAME}}}}<div style="clear:both"></div></div><section end=Ricorrenze />
=== Ultimi arrivi ===
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<b>Ultimi testi riletti</b>
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* {{testo|L. 19 luglio 2007, n. 106 - Delega al governo per la revisione del mercato dei diritti radiotelevisivi sulle manifestazioni sportive}}
* {{Testo|Intorno alla vita ed alle opere del Commendatore Luigi Pichler}}
* {{testo|Compendio della dottrina cristiana}}
* {{testo|Firenze sotterranea}}
* {{testo|Morbosità}}
<!--------------------------------------
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<b>Ultimi testi trascritti</b>
<!-----------------------------------
MODIFICARE QUA SOTTO
Inserire i nuovi testi SAL 75% in CIMA
Numero massimo: 5 testi
NON TOGLIERE I TESTI SE DIVENTANO RILETTI!
------------------------------------->
* {{Testo|Rime (Vittoria Colonna)}}
* {{Testo|Novelle (Cademosto)}}
* {{Testo|Reso}}
* {{Testo|Chi vuol fiabe, chi vuole?}}
* {{testo|Novelle (Brevio)}}
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=== Oltre Wikisource ===
<section begin="Oltre Wikisource" />
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Clicca sui loghi per conoscere gli altri progetti liberi della [[:foundation:|Wikimedia Foundation]].
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|4|{{Sc|lorenzo mascheroni.}}|}}</noinclude>{{Pt|metri|geometri}}, è la ''{{TestoCitato|La Geometria del Compasso (1797)|Geometria del Compasso}}''. Antecedentemente {{AutoreCitato|Niccolò Tartaglia|Tartaba}} aveva pur proposto al {{AutoreCitato|Girolamo Cardano|Cardano}} di costruire tutti i problemi di {{AutoreCitato|Euclide|Euclide}} con una sola e medesima apertura di compasso; ma egli ammetteva l’impiego del regolo, come fece in seguito {{AutoreCitato|Giambattista Benedetti|G. B. Benedictus}} nel trattato da lui scritto su questo soggetto. Nell’edizione del 1778 delle ''Ricreazioni matematiche'' si trovano anche degli esempi di soluzioni di problemi, nei quali l’autore si vieta l’uso del compasso; ma, come osserva {{AutoreCitato|Jean-Étienne Montucla|Montucla}}, che riferisce questi fatti, codesti non sono che giuochi da fanciullo al confronto dei procedimenti di Mascheroni e della geometria su cui sono basati. Nelle costruzioni della geometria elementare vengono solitamente adoperati due strumenti; il regolo ed il compasso. Ricercando com’egli stesso racconta nel principio del suo libro, se nel campo della geometria elementare, coltivata e mietuta da tante mani, non vi restasse ancora qualche poco da spigolare. Mascheroni vi trovò un gran numero di soluzioni imponendosi sistematicamente di non ricorrere che all’unico impiego del compasso. Così, per esempio, dati due punti, trovare quanti altri se ne vogliono, che siano in linea retta con essi; conosciuti i due punti estremi d’una retta, determinarne i punti che la dividono secondo una data condizione, e ciò senza tracciare la retta; inscrivere nel circolo i vari poligoni che sono di pertinenza nella geometria elementare; determinare la media proporzionale fra due rette date, intendendosi per retta data la distanza di due dati punti.
Mascheroni scioglie anche, con approssimazioni assai vicine all’esattezza, diversi altri problemi che, d’un ordine superiore alla geometria elementare, esigono l’impiego d’altre curve oltre la circonferenza, quali la duplicazione, la moltiplicazione, o la sottomoltiplicazione del cubo, la sottodivisione generale dell’asse della circonferenza ecc. Egli è principalmente in vista di questi ultimi quesiti che Mascheroni intraprese la sua opera.
{{nop}}<noinclude>
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| Anno di pubblicazione = 1832
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| Nome e cognome dell'autore = Giuseppe Gioachino Belli
| Titolo = Li Cardinali novi
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{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LI CARDINALI NOVI.}}
<poem>
Li cardinali crepeno, e ppe’ cquesto,
Come vede affilà ppiù d’un mortorio,
Er Papa chiama l’antri in conciastorio
Pe’ stuccà er bùscio e ffrabbicanne<ref>[Fabbricarne.]</ref> er resto.
Cusì, ho vvisto ogni sempre, da {{AutoreCitato|Papa Pio VI|Pio Sesto}}
Sino a cquer che cc’è mmo {{AutoreCitato|papa Gregorio XVI|Papa Grigorio}},
Sti marignani<ref>Melanzane: sono così chiamati i prelati a cagione del colore del loro mantello. Più propriamente però diconsi a Roma ''marignani'' i prelati del secondo ordine, quelli cioè ''di mantellone'', o mantello talare, i quali, come familiari del Papa, nascono e muoiono con la di lui dignità.</ref> de Montescitorio
Diventà ppeperoni<ref>Cardinali, dal color rosso.</ref> presto presto.
Doppo creato er novo cardinale,
In conciastorio indegnamente s’usa
De ruprijje la bbocca;<ref>Cerimonia importantissima ''de aperitione oris'', prima della quale un Cardinale non ha voce in capitolo. {{Ec|[''Indegnamente:'' degnamente.]|[“Espressione ironica di tal quale umiltà, di cui si fa molto uso.„ Così il Belli, nel sonetto: ''{{TestoCitato|Le gabbelle de li turchi|Le gabbelle}}'' ecc., 19 nov. 36.]|Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte}}</ref> e cquesto è er male:
Perchè, mmo cc’una e mmo cco’ un’antra scusa,
Nun cascherebbe tutto in un canale,
Cuanno avessi, per dio, la bbocca chiusa.
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|Roma, 28 novembre 1832.}}}}<noinclude><references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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{{Ct|f=100%|v=1|t=2|ER VITTURINO ARUVINATO.}}
<poem>
Che m’aricconti a mmé, ssi’ bbenedetto,
De cuer ch’ar monno è bbene e cquer ch’è mmale!
Cuaggiù, sse sa, nun c’è pp’er poveretto
Né ggiustizzia, né Ddio, né ttribbunale.
Me mannassino puro a ’no spedale,
Nun me vojjo dà mmica un crist’in petto;<ref>Non voglio disperarmi.</ref>
Però all’antri carzoni<ref>All’altro mondo.</ref> è cche ll’aspetto:
Ma ll’aspetto ar ggiudizziuniverzale.
Pe’ ttre ppiastre futtute de gabbella,
Ch’er Papa ha mmesso pe arricchì er zor Conte,<ref>[Uno degli appaltatori delle gabelle. Il {{AutoreCitato|Luigi Carlo Farini|Farini}} dice che al principio del pontificato di {{AutoreCitato|papa Gregorio XVI|Gregorio XVI}}, si fecero “rovinosi appalti di pubbliche rendite.„ Op. e vol. cit., pag. 73.]</ref>
Magnàmmese cavalli e ccarrettella?!
Che sse strozzino<ref>[Che si ingoino.]</ref> er carro de Fetonte!
Ma cce vvieranno llà, ddio serenella,<ref>[Esclamazione comunissima.]</ref>
Co’ ttuttecuante ste gabbelle in fronte!<ref>Espressione consentanea al principio che nella valletta di Giosafat, presso Gerusalemme, compariranno al giudizio di Cristo tutti gli uomini di tutti i secoli co’ loro peccati scritti sulla fronte: secondo miracolo di spazio.</ref>
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|Roma, 27 novembre 1832.}}}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||''Sonetti del 1832''|159}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|È ’GNISEMPRE UN PANGRATTATO.<ref>[È sempre la stessa minestra.]</ref>}}
<poem>
Pe’ nnoi, rubbi Simone o rrubbi Ggiuda,
Magni Bbartolomeo, magni Taddeo,
Sempr’è ttutt’uno, e nnun ce muta un gnèo:<ref>Neo.</ref>
Er ricco gode e ’r poverello suda.
Noi mostreremo sempre er culiseo<ref>Ano. [Ma fa ridere perchè, propriamente, i Romaneschi chiamano così il ''Colosseo''.]</ref>
E mmoriremo co’ la panza ignuda.
Io nun capisco duncue a cche cconcruda
D’avé dda seguità sto piaggnisteo.
Lo so, lo so cche ttutti li cuadrini
Ch’arrubbeno sti ladri è ssangue nostro
E dde li fijji nostri piccinini.
Che sserveno però ttante cagnare?
Un pezzaccio de carta, un po’ d’inchiostro,<ref>[Per scrivere gli editti delle tasse.]</ref>
E ttutt’''Ora-pro-mè'':<ref>Tutto mio.</ref> ll’acqua va ar mare.<ref>Proverbio.</ref>
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|Roma, 27 novembre 1832.}}}}<noinclude><references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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/* Trascritta */
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|160|''Sonetti del 1832''|}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LA STRADA CUPERTA.}}
<poem>
Chi vvò vvienì da le Cuattro-Funtane
Sempre ar cuperto ggiù a Ffuntan-de-Trevi,
Entri er porton der Papa, ch’arimane
Incontr’a Ssan Carlino: poi se bbevi
Tutto er coritorone de sti grevi
De papalini<ref>[Di questi smargiassi (''grevi'') di soldati del Papa.]</ref> fijji de p......:
Ggiri er cortile: poi sscegni a li Bbrevi<ref>Palazzo della Segreteria de’ Brevi pontifici.</ref>
Sin dove prima se fasceva er pane.
Com’è arrivato a la Panettaria,<ref>Panetteria, nome di un luogo del palazzo pontificio del Quirinale.</ref>
Trapassi l’arco, eppoi ricali abbasso
E scappi dar porton de Dataria.<ref>Palazzo della Dateria, che poteva altre volte chiamarsi la miniera papale. Tutte le fabbriche sin qui nominate formano un sol corpo, vastissimo, e unite da interne comunicazioni.</ref>
E accusì er viaggio finirà a l’arbergo
De li somari, che stanno a l’ingrasso,
Magnanno carta zifferata<ref>Cifrata. Sono gli spedizionieri delle sante Bolle della Chiesa.</ref> in gergo.
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|Roma, 28 novembre 1832.}}}}<noinclude><references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Lagrande" /></noinclude> {{Centrato|C A N T O{{spazi|5}}XV.}}
{{Centrato|___________}}
<poem>
{{R+|1|1}}Quanto tra l’ultimar dell’ora terza
E ’l principio del di’ par de la spera,
Che sempre, a guisa di fanciullo, scherza,
{{R+|4|1}}Tanto parea già in ver la sera
Esser al Sol del suo corso rimaso:
Vespro era là, e qui mezza notte era;<ref>v. 6. C. A. Vespero là,</ref>
{{R+|7|1}}E i raggi ne ferian per mezzo naso,
Perchè per noi girato era sì ’l monte,
Che già dritti andavam in ver l’occaso;
{{R+|10|1}} Quando senti’ a me gravar la fronte
A lo splendor assai più che di prima,
E stupor m’eran le cose non conte;
{{R+|13|1}}Ond’io levai la mano in ver la cima
De le mie cillia, e fecimi solecchio,
Che del soverchio visibile lima.
{{R+|16|1}}Come quando da l’acqua o da lo specchio<ref>vv. 16-20. Qui manifestasi la dottrina dell’Allighieri intorno alla legge fondamentale della ''Catottrica. E''.</ref>
Salta lo raggio all’opposita parte,
Salliendo su per lo modo parecchio<ref>v. 18. ''Parecchio; pareglio'', equivalgono a ''pari, simile'', e discendono da ''parilis'' latino. Così ''dicesi specchio, speglio; vecchio, veglio. E.''</ref>
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/368
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}358|{{Sc|p u r g a t o r i o{{spazi|3}}xv.}}|[''v''. 106-114]}}</noinclude>''mal ne disira''; cioè a chi male ci desidera, ''Se quei che ci ama è per noi condennato''; quasi dica: A quella medesima ragione che faremo a l’inimico, se noi condenniamo l’amico?
C. XV — ''v''. 106-114. In questi tre ternari lo nostro autore finge come ne la sua visione li fu presentato a la fantasia la lapidazione di santo Stefano, unde dice così: ''Poi''; cioè di po’ la preditta<ref>C. M. la ditta</ref> visione, ''viddi''; io Dante, ''gente accese in foco d’ira''; questo dice, perchè l’ira riscalda l’omo come lo fuoco, et accende a furore, ''Con pietre un giovanetto ancider''; cioè santo Stefano, come appare ne la leggenda sua: giovanetto prima di po’ Cristo sostenne martiro, e però è chiamato protomartir; cioè primo martire, ''forte Gridando a sè''; cioè a loro medesimi: ''Pur martira, martira''; cioè confortavano l’uno l’altro: Dateli bene de le pietre; a la quale lapidazione fu san Paolo lo quale era chiamato Saulo, e serbava li panni a coloro che lapidavano santo Stefano. ''E lui''; cioè santo Stefano, ''vedea''; io Dante; cioè mi parea vedere ne la mia visione, ''chinarsi per la morte, Che l’aggravava già, in ver la terra'': imperò che cadea in terra, perchè moria per li colpi ricevuti, ''Ma delli occhi facea sempre al Ciel porte''; cioè che sempre ragguardava lo cielo colli occhi; sicchè ''porte''; cioè porgimenti, o vero ''porte''; cioè aprimenti, perchè per essi intrava la visione del cielo; unde dice la Santa Scrittura: ''Stephanus vidit cœlos apertos — , Pregando l’alto Sire''; cioè Iddio, ''in tanta guerra''; in quanta elli era, che era percosso continuamente da le pietre; ecco grande carità, ''Che perdonasse ai suoi persecutori''; e ben fu esaudita la sua orazione in santo Paolo, che si convertì e fu apostolo di Cristo, ''Con quello aspetto che pietà disserra''; cioè con quello ragguardamento che esce da pietà, o vero devoto tanto, che apre la pietà: imperò che così ragguardava Iddio con pietoso aspetto, che aperse la pietà di Dio; o vero con quelli occhi lacrimosi che pietà induce. E questo è lo terzo esemplo che l’autore àe indutto contra l’ira, che desidera vendetta de’ suoi persecutori.
C. XV — ''v''. 115-126. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come, ritornato in sè da le preditte visioni, fu ripreso da Virgilio e sollicitato, dicendo: ''Quando l’anima mia tornò di fori''; parla l’autore de la sua anima, che fu raccolta dentro da sè a considerare le preditte tre istorie; e questo è essere in estasi, quando l’omo dà lo pensieri suo sopra una cosa tutto, sicchè niuna altra cosa sente di fora, ''A le cose che son fuor di lei vere''; cioè tornò a considerare le cose che sono fuora di lei vere et in essere: chè quelle cose ch’io avea veduto in visione estafica<ref>C. M. estasica</ref> non erano state vedute veramente; ma con fantasia, ''Io''; cioè Dante, ''ricognovi i miei non falsi errori''; cioè ricognovi veramente li miei errori, stati veri e non falsi; cioè<noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 115-138]|{{Sc|c o m m e n t o}}|359}}</noinclude>ch’io era veramente ito errando co la mente sopra le ditte tre istorie. ''Lo Duca mio''; cioè Virgilio, ''che mi potea vedere Farmi com’om; cioè come omo, ''che del sonno si slega''; cioè che si svellia, ''Disse: Che ài''; cioè Virgilio a me Dante, ''che non ti puoi tenere''; cioè in sulle gambe, ''Ma se’ venuto più che mezza lega'': lega è misura che è per 4 millia, ''Velando''; cioè coprendo, ''li occhi e co le gambe avvolte''; et adiunge la similitudine, ''A guisa''; cioè a similitudine, ''di cui vino o sonno piega''; cioè di colui che ’l vino o ’l sonno piega? Unde l’autore si vuole scusare, e dice così: ''O dolce Padre mio''; dice Dante a Virgilio, ''se tu m’ascolte''; cioè se tu mi vuoi udire, ''Io ti dirò, diss’io''; cioè io Dante a Virgilio, ''ciò che m’apparve''; cioè ne la mia fantasia, ''Quando le gambe mi furon sì tolte''; che io non potea andare, come tu ài detto. Seguita per questo che la ragione riprende l’omo, quando troppo sta sopra uno pensieri e tanto si profonda in esso, che dell’altre cose non sente.
C. XV — ''v''. 127-138. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come Virgilio risponde a la scusa che Dante volea fare, e prevennelo sapendo quelle visioni ch’elli avea avuto, dicendo così: ''Et ei''; cioè Virgilio rispose a me Dante: ''Se tu avessi cento larve''; cioè mascare, che si metteno a la faccia quelli che si volliono camuffare, o vero contraffare, ''Sopra la faccia''; cioè tua: ecco che parla similitudinariamente; cioè che come lo volto aperto manifesta l’omo, e celato lo cela; così la volontà aperta manifesta lo pensieri, e celata lo cela, ''Non mi sarian chiuse Le tuoe cogitazion, quantunqua parve''; ecco che ben dimostra chiaramente l’autore ch’elli intende per Virgilio la ragione, a la quale è noto ciò che apprende la fantasia: non è niuna sì minima cosa che apprenda la fantasia, che la ragione non n’abba<ref>''Abba'' o ''aba'' fu la nostra voce primitiva dal latino ''habeam'' ec. ''E''.</ref> incotenente lo suo iudicio. Et ora li manifesta che ànno significato le visione ch’elli<ref>C. M. elli à avuto, o vero veduto,</ref> à veduto, dicendo: ''Ciò che vedesti''; tu, Dante, ''fu perchè non scuse''; cioè non rifiuti, ''D’aprir lo cuore''; cioè tuo, ''a l’acque de la pace''; cioè de la abondanzia de la carità e de la pace, ch’è contraria all’ira, ''Che da l’eterno Fonte son diffuse''; cioè da Dio eterno, che è fonte d’ogni bene, sono sparte. ''Non dimandai''; io Virgilio a te Dante: ''Che ài''; tu, Dante? ''per quel che face, Chi guarda pur coll’occhio''; cioè corporale, ''che non vede''; cioè l’occhio corporale non vede niente, ''Quando disanimato''; cioè privato dell’anima, ''il corpo giace''; cioè quando l’omo è morto. ''Ma dimandai''; io Virgilio te Dante, ''per darti forza al piede''; cioè per farti più veloce e sollicito. ''Così frugar''; cioè sollicitar, ''conviensi i pigri lenti'': molti sono li pigri; cioè che non si sanno mettere a le fatiche; ma pur quando vi si mettono, fanno la cosa<noinclude>
<references/></noinclude>
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Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/370
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Dr Zimbu
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/* Riletta */
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}360|{{Sc|p u r g a t o r i o{{spazi|3}}xv.}}|[''v''. 139-145]}}</noinclude>spacciatamente; e molti sono pigri e lenti che non si sanno mettere a le fatiche, e quando vi si mettono, o sono fatti mettervisi, adoperano lentamente, et intanto è differenzia tra pigro e lento: può essere l’omo lento e non pigro, e pigro e non lento; ma chi è l’uno e l’altro è peggio; e così dice Virgilio a l’autore, ch’elli era pigro e lento, ''Ad usar lor vigilia''; cioè loro opera; ma parla per similitudine di quelli che guardano di notte, che convegnono vegghiare a vicenda; e però dice: ''quando riede''; cioè quando ritorna la loro guardia: uno esercizio non è dato a tutti, chi à una grazia e chi un’altra; e però ciascuno dè esser sollicito in quello che tocca a lui, come la guardia dè guardare sollicitamente, quando li tocca la sua gita.
C. XV — ''v''. 139-145. In questi due ternari et uno versetto lo nostro autore finge come seguitteno loro viaggio su per lo girone terso; e come vi trovonno una grande nebbia, dicendo così: ''Noi'': cioè Virgilio et io Dante, ''andavamo''<ref>Il Codice Gradonico porge questa lezione: ''Noi andavam per l’emisperio attenti'', e commenta così: Andavamo per quella vista, la quale sè estende solamente a potere in mezza spera. ''E''.</ref> ''in ver lo vespro attenti''; cioè in verso la parte occidentale: dice ''attenti'', per vedere se trovasseno alcuna gente, ''Oltre quanto potean li occhi''; cioè nostri, ''allungarsi'': cioè quanto potevamo guardare alla lunga, ''Contra i raggi serotini''; cioè contra li raggi del Sole che si calava in ver la sera, come ditto fu di sopra, ''e lucenti''; cioè e risplendenti, che impedivano più la vista. ''Et ecco a poco a poco un fummo farsi Verso di noi''; cioè in verso Virgilio e me, ''come la notte scuro''; cioè questa nebbia era nerissima, come fummo, o come la notte. ''Nè da quell’era loco da cansarsi'': però che occupava tutto ’l balso, sicchè nollo potevamo cessare. Ecco la pena, che l’autore finge che sia nel terso balso, per purgare lo peccato dell’ira; cioè una nebbia oscura che non lassava vedere l’anime che v’erano, e questa nebbia oscura tollieva la chiarità dell’aire; e così privava li occhi de la vista: imperò che l’occhio non può vedere, se non per mezzo de la luce; e però dice l’autore: ''Questo''; cioè fummo, ''ne tolse''; cioè a me Dante tolse, ''li occhi''; che sono lo strumento visuale, ''e l’aire puro''; che è lo mezzo, per lo quale si vede. E finge l’autore che questo fummo non sia per tutto lo girone; ma l’anime che si purgano non esceno d’esso; ma vanno qua e là come lo volere le porta, sicchè non escano de la nebbia. E questa è conveniente pena a purgare lo peccato dell’ira: imperò che la penitenzia, che purga l’anima, dè essere sì fatta che faccia ricognoscere a l’anima lo peccato suo e l’errore suo, a ciò ch’ella si dollia del vizio seguitato, e diventi desiderosa de la virtù abbandonata, come noi veggiamo: l’ira è turbazione de la mente, et accieca la ragione e lo intelletto, tolliendo la grazia di Dio, e per tanto si<noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 139-145]|{{Sc|c o m m e n t o}}|361}}</noinclude>parte l’omo da la pace e da la temperansa; e però finge l’autore che l’anime vadano per questo fummo, o vero nebbia, ripensando la loro ciechità e turbulenzia che ebbeno ne la vita, e dolliansi debitamente d’averla avuta e desiderino di venire a tranquillità di mente e pace vera. E così finge l’autore che vi passasse, elli guidato da Virgilio; cioè da la ragione, per significare che a quel modo si purgasse del peccato dell’ira; unde {{AutoreCitato|Aulo Persio Flacco|Persio}} satiro ne la tersa satira dice: ''Magne pater Divum, saevos punire Tyrannos Haud alla ratione velis, cum dira libido''<ref>''cupido''</ref> ''Moverit ingenium ferventi tincta veneno: Virtutem videant, intabescantque relicta''. E se lo lettore movesse qui dubbio, perchè l’autore ne lo inferno finge altre pene ai peccati che nel purgatorio; e perchè distingue li peccati in più specie che non fa qui, come appare de la superbia e de la invidia che ne tratta dentro a la città di Dite in più specie, come ditto è ne la esponizione di quella, puòsi rispondere che altra pena si richiede a la punizione et altra a la purgazione: imperò che la punizione si fa con acerbità, e la purgazione con clemenzia; unde {{AutoreCitato|Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio}} nel libro {{Sc|iv}}
de la {{TestoCitato|Della consolazione della filosofia|Filosofica Consolazione}} dice: ''Nulla ne animarum supplicia post defunctum corpus relinquis? Et magna quidem. Quorum alla pœnali acerbitate, alia vero purgatoria clementia exerceri puto''. E però a la punizione si richiedeno diverse pene ai peccati, secondo le loro specie, per sodisfare a la iustizia di Dio, che dirittamente punisce dando, secondo la gravità del peccato, la gravità de la pena. A la purgazione una pena è sofficente a tutte le specie del peccato, per sodisfare a la misericordia di Dio che tutte le pene arreca a quella, sensa la quale non si può purgare lo peccato; e questa è lo ricognoscimento del peccato che induca contrizione, e lo ricognoscimento de la virtù contraria che induca amore di quella; unde disse Cristo ne l’Evangelio: ''Nolo mortem peccatoris; sed ut convertatur et vivat''. E però al superbo vasta che ricognosca quanto fallo fu lo suo inalzarsi sopra lo prossimo suo o contra Iddio, lo più che à potuto, e di questo si dollia et adumilisi quanto può; la quale cosa<ref>C. M. la quale cosa figura lo peso.</ref> significa lo peso che àe finto che portasseno addosso li superbi, e ciascuno dicesse: ''Più non posso''; e lo invidioso, cuciti li occhi col filo di ferro, pianga lo suo errore e non vollia vedere li beni mondani che lo movevano ad invidia per freddezza di carità; e l’iracundo ricognosca la sua turbazione de la mente, ripensandola e dolendosene, ritornando a la tranquillità. E questo vasta in qualunque specie dei ditti peccati, che l’omo abbia peccato; cioè ''ut convertatur a via mala et ab errore''; cioè che si converta de la via ria e dall’errore e viva virtuosamente, e questa è la vera penitenzia e la vera purgazione. Seguita lo canto {{Sc|xvi}}, compiuto lo {{Sc|xv}}.<noinclude>
<references/></noinclude>
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Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XV
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[ Commedia (Buti)/Purgatorio|Purgatorio]]<br />Canto quindicesimo<section end="sottotitolo"/>
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<pages index="Commedia - Purgatorio (Buti).djvu" from=351 to=371/>
{{Sezione note}}
===== Altri progetti =====
{{Interprogetto|etichetta=Purgatorio - Canto quindicesimo|w=Purgatorio_-_Canto_quindicesimo}}
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Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/35
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|||''DISCORSO PRELIMINARE''}}</noinclude>manoscritti strozziani, d’un Maffeo, o d’un Lamberto, secondo le notizie di casa Tedaldi citate dal {{AutoreCitato|Giovanni Mario Crescimbeni|Crescimbeni}}; fu, com’ei dice, ''castellano in una buca'': nella quale, a sentir lui, stava a suo grande disagio: «Però che ci sono assedïato Da forti venti e dalla carestia, E ogni cosa m’è porto e collato. Di quel che ho vaga più la vita mia. Cioè di veder donne, son privato In chiesa alli balconi o nella via.» E le donne gli piacevano, tanto che ebbe due mogli: della seconda motteggiava bruttamente: «Qualunque mi arrecassi la novella Vera o di veduta o vuoi di udita, Che la mia sposa si fossi partita Di questa vita o persa la favella; Io gli darei guarnacca o vuoi gonnella, Cintura e borsa con danar fornita; E sempre mai ch’e’ dimorasse in vita Lui servirei con chiara voglia snella.» Di lui hannosi poesie ne’ codd. vaticani segnate del 1311: del 16 settembre 1321 è segnato il sonetto in morte di Dante in quelli e nel riccardiano e nei casanatensi: in uno dei vaticani (3213) è un altro sonetto con tale iscrizione «Pieraccio Tedaldi nel 1333, antivedendo sopra il fatto del legato di Bologna e ripetendo del suo male stato» e comincia: «Gran parte di Romagna e della Marca Ha già perduto il prete di Caorsa, E l’altro rimanente c’ha in borsa Parmi veder che tosto se ne scarca: E, se non se ne avvede e i monti varca, La gente bolognese veggio scorsa A dargli maggior graffi e maggior morsa Che mai non fe leone a bestia parca.» Non ne do altro perchè il {{AutoreCitato|Francesco Trucchi|Trucchi}}<ref>{{AutoreCitato|Francesco Trucchi|F. Trucchi}}, nelle ''Notizie'' di {{AutoreCitato|Pieraccio Tedaldi|Pieraccio Tedaldi}}, in ''{{TestoAssente|Poesie inedite italiane}}'', vol. II (Prato, Guasti, 1846). Citando o nominando il Trucchi nel testo, intendiamo sempre di questo volume della sua raccolta.</ref> resta qui; dalle cui notizie ho riprodotti questi e gli antecedenti versi, di miglior lega che i pubblicati per intiero. Agli antichi raccoglitori e storici della poesia parve gran che un sonetto nel quale Pieraccio seppe ristringere come una ricetta per fabbricare sonetti. A noi par da notare che egli, col {{Ac|Bindo Bonichi|Bonichi}} in parte, prevenne la poesia borghese di cui avremo a parlare più sotto.
{{AutoreCitato|Pietro dei Faitinelli|Mucchio de’ Fantinelli}} da Lucca, detto in altri codici Mugnone e Magnone, meritò luogo nella nostra {{Pt|rac-|}}<noinclude>
<references/>
{{PieDiPagina||— 29 —|}}</noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|218|{{Sc|parte prima}}}}</noinclude>se possibil era di ridursi seco a parlamento e da lui intender la cagione di questo suo corruccio. Il perché chiamata a sé la fante, sospirando e lagrimando le disse: — Io sono, Pasqua mia, in affanno grandissimo del dubio anzi pur certezza che ho, che di me a Bernardino non solamente piú non caglia, ma che egli in grandissima còlera meco viva. Del che non so né posso io imaginarmi cagion alcuna, salvo se non ha a male che io troppo l’ami. Egli è tornato da Vinegia, ed hollo due fiate salutato e mi pare che piú non mi conosca. Ho messo a la finestra il solito tra noi convenuto segno, ma egli punto di venir non s’è curato. Il che quanta passione mi dia, Dio per me te lo dica. Vorrei mò che tu vedessi di trovarlo, e pregandolo caramente dirgli che sia contento farmi questa grazia, che io possa parlargli una volta, e che questa notte che viene io l’attenderò secondo il solito. Va’, Pasqua mia cara, e fa’ come ho fede in te. — La fante promise di far il tutto diligentemente. E non dando indugio a la cosa, finse d’andar al monistero e ne l'andare vide Giacomo tutto solo in porta. Come ella il vide, si pensò che certissimamente egli fosse Bernardino, tanto era l’uno a l’altro simile, e passandogli avanti gli disse senza altrimenti chiamarlo per nome: — Madonna Lucrezia mia padrona vi prega con tutto il core che questa notte vogliate venir a parlarle, e che senza fallo vi aspetterá. — Giacomo, un poco seguendola, le rispose dicendo: — Ove vuoi tu che io venga? — Ella alora soggiunse: — Siete voi smemorato che non sappiate piú venir ne l’orto nostro per la viottola di dietro, e sotto il pergolato attendermi fin che io verrò per voi? — E cosí senza altro dire se n’andò di lungo. Messer Gregorio il dottore, uscendo del suo studio, venne in porta a prendere un poco d’aria, e vide Giacomo con la Pasqua ragionar di segreto. Egli assai ben conosceva chi ella fosse e con chi stesse, come colui che giá era stato innamorato di madonna Lucrezia, ben che indarno. Domandò adunque a Giacomo ciò che egli avesse a far con quella donna. Il giovine senza altrimenti pensar piú innanzi disse al fratello puntalmente tutto quello che con la fante ragionato aveva. Il buon dottore pensò che madonna Lucrezia avesse preso Giacomo in fallo, e<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|66|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XI.}}
Per ordine, diceva il Banditore,
Del Commissario nostro di Cortona,
Si notifica a tutti, che a vent’ore
Dimani si ritrovi ogni persona
Per obbedire al nostro buon Pastore
In duomo, e porti in testa una corona
Di spine, e faccin tutti il collo torto,
Portando nelle man teschi di morto.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XII.}}
Giunto quel giorno in cui da penitente
Comparir si doveva in mascherata,
Ripiena fu la Cattedral di gente,
Che dal suon di campana era chiamata;
Dopo lungo sermon con zelo ardente
In Procession fu tutta incamminata,
Dal Missionario già divisa in cori
Di vacche, troje, verri, becchi, e tori.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XIII.}}
Quì si vedean passare a duoi, a duoi
Sacchi rossi, turchini, bianchi, e neri;
Altri a guisa di bufali, e di buoi
Col giogo di una Croce; altri severi
Battersi con flagelli, ed altri poi
Sulle spalle portare alberi interi;
Come se avesser con tal penitenza
A rimpiantare allora la coscienza.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|72|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXIX.}}
In questo mentre un Prete bell’umore
Con un pezzo di fune strepitava
Sulla predella dell’altar maggiore,
Che in vece del suo corpo flagellava;
E perchè non avea contrito il cuore
Nel perquoter quel legno dimostrava
Fatta di legno ancora la coscienza,
Nel ridur la predella a penitenza.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXX.}}
La fune poi da non so chi si sia
La mattina in quel luogo ritrovata,
Come persona assai divota, e pia,
Avendola raccolta, e poi baciata,
Disse: or vedete se del Ciel la via
Infino il Campanile ha qui mostrata!
Benedetta la fune, ed in buon’ora
Quel ch’adoprolla; ei n’ha bisogno ancora.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXI.}}
Ma quì conviene ormai narrarvi come
Fu sentito più d’un de’ suoi peccati
Sciogliere il sacco, e scaricar le some
Di delitti commessi, e ancor celati;
Quindi in pulpito poscia a proprio nome
''Coram, & clara voce'' pubblicati;
Esortandone tutti il Gesuita,
Per far l’anotomia dell’altrui vita.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|72|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXIX.}}
In questo mentre un Prete bell’umore
Con un pezzo di fune strepitava
Sulla predella dell’altar maggiore,
Che in vece del suo corpo flagellava;
E perchè non avea contrito il cuore
Nel perquoter quel legno dimostrava
Fatta di legno ancora la coscienza,
Nel ridur la predella a penitenza.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXX.}}
La fune poi da non so chi si sia
La mattina in quel luogo ritrovata,
Come persona assai divota, e pia,
Avendola raccolta, e poi baciata,
Disse: or vedete se del Ciel la via
Infino il Campanile ha quì mostrata!
Benedetta la fune, ed in buon’ora
Quel ch’adoprolla; ei n’ha bisogno ancora.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXI.}}
Ma quì conviene ormai narrarvi come
Fu sentito più d’un de’ suoi peccati
Sciogliere il sacco, e scaricar le some
Di delitti commessi, e ancor celati;
Quindi in pulpito poscia a proprio nome
''Coram, & clara voce'' pubblicati;
Esortandone tutti il Gesuita,
Per far l’anotomia dell’altrui vita.
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUARTO.}}|73}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXII.}}
Costui una mattina predicando
Molto si lamentò, che non vedeva
In Cortona quel frutto, come quando
Negli altri luoghi predicar soleva,
Gli uomini, e donne in pulpito montando,
Pubblica confessione ognun faceva;
Tanto la Nobiltà, quanto i Plebei
Con dir ''Mea culpa, Miserere mei''.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXIII.}}
Quindi esortò ciascuno a far palese
La sua coscienza, e dire i suoi difetti;
Ed un Delfino alfin trovò che attese
A simil pesca, acciocchè i tonni alletti;
L’esempio poi di questo in molti accese
Voglia di far l’istesso con gli effetti;
Si sentì pubblicar più d’un misfatto,
E dire; io son colui che ho detto, e fatto.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXIV.}}
Di questi alocchi il Capomastro e scorta
Era di Croce rossa un Cavaliero
Dell’Ordin Fiorentino, che affetto porta
Del corno bigio al portator severo;
Egli spesso con quello si diporta,
Menando buona vita; e pensa in vero
Per simil compagnia esser beato,
E con il corno in gloria anche esaltato.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|74|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXV.}}
In pulpito salito una mattina
Mostrò porporeggiante il bel Crocione,
Sopra ’l negro mantel di seta fina,
Che pareva una fetta di polmone;
Così davanti al Popolo s’inchina,
E poi gli fa sentir questo sermone:
Carissimi Signori, e mie Signore,
Eccovi qui comparso un Peccatore.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVI.}}
S’io avessi fatto mai per il passato
Alla nascita mia cosa indecente,
Chiedo di questo, e ogn’altro mio peccato
Perdono a Dio, ed a voi buona gente;
Chi si fosse di me scandalizzato
Mi veda quì contrito, e penitente:
(Uh benedetto sia) dissero a un tratto
Benedetto la mamma, che t’ha fatto.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVII.}}
Dicesi che la Moglie anco esortasse
A voler fare in pulpito l’istesso,
Ma che in risposta egli ne riportasse
Dalla Consorte un nò chiaro, ed espresso;
O come accorta, o che non s’arrischiasse,
Dimostrossi più sodo il fragil sesso;
E per non farsi all’altre uno zimbello,
La donna più dell’uomo ebbe cervello.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|74|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXV.}}
In pulpito salito una mattina
Mostrò porporeggiante il bel Crocione,
Sopra ’l negro mantel di seta fina,
Che pareva una fetta di polmone;
Così davanti al Popolo s’inchina,
E poi gli fa sentir questo sermone:
Carissimi Signori, e mie Signore,
Eccovi quì comparso un Peccatore.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVI.}}
S’io avessi fatto mai per il passato
Alla nascita mia cosa indecente,
Chiedo di questo, e ogn’altro mio peccato
Perdono a Dio, ed a voi buona gente;
Chi si fosse di me scandalizzato
Mi veda quì contrito, e penitente:
(Uh benedetto sia) dissero a un tratto
Benedetto la mamma, che t’ha fatto.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVII.}}
Dicesi che la Moglie anco esortasse
A voler fare in pulpito l’istesso,
Ma che in risposta egli ne riportasse
Dalla Consorte un nò chiaro, ed espresso;
O come accorta, o che non s’arrischiasse,
Dimostrossi più sodo il fragil sesso;
E per non farsi all’altre uno zimbello,
La donna più dell’uomo ebbe cervello.
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<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUARTO.}}|75}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVIII.}}
Oh se la donna in pulpito montata
Avesse quivi il petto suo scoperto,
L’interno io voglio dire, e palesata
La sua coscienza, e quivi avesse aperto
Dei segreti lo scrigno, oh gran frittata,
Che si faceva! E come io penso al certo,
Se in pulpito ogni Dama allor saliva
Una selva di corna si scopriva.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXIX.}}
Perdonatemi pure, o Donne belle,
Se di voi dico mal, perchè non posso
Tener celato sotto le gonnelle
Peccato, che tra voi è così grosso;
A voi fanno la spia fino le stelle,
Ed il letto talor da voi commosso
Palesa spesse volte in tempi quieti
Della fornicazion tutti i segreti.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XL.}}
Dice il proverbio, e non ha detto in vano,
Quando salta una capra, ancor saltare
Vogliono l’altre pur di mano in mano,
Conforme appunto in questo caso appare;
Mentre si vide poi più d’un Baggiano
Per dir sue colpe in pulpito montare,
Ed a certi di mente assai più sciocca
I peccati più grossi uscir di bocca.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|76|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLI.}}
Dopo che il padre predicato avea,
Sintanto che durò la sua Missione,
Or l’uno, or l’altro in pulpito facea
In pubblico sentir sua Confessione:
Oggi confesso a tutti, un tal dicea,
Che ho fatto sempre mai il Bacchettone
Sol per esser tenuto in buon concetto,
E il prossimo gabbar per mio diletto.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLII.}}
Un Prete di bel tempo un dì s’accusa,
Padre, dicendo, se ascoltar vi piaccia,
Sappiate ch’io, come nel Mondo s’usa,
Atteso ho sempre al giuoco ed alla caccia;
E spesse volte al suon di cornamusa
Molto mi piacque andar di donna in traccia;
E come fanno al tempo d’oggi i Preti,
Andar per gli altrui boschi, e castagneti.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIII.}}
Tengo poi per bisogno naturale
Un par di Serve, oppur bestie da frutto,
Che secondo il Decreto Sinodale
In tutte due han cinquant’anni in tutto;
E perchè sempre mai odio mortale
Porto al Demonio, perch’è troppo brutto,
Com’Angeli le scelsi, e belle, e buone,
Da custodirmi in ogni tentazione.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUARTO.}}|77}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIV.}}
Non si trova, Signore, un furbo eguale
A me, diceva un altro, o mal Cristiano;
Io molto tempo ho già venduto il sale,
Mestiere proprio da Giudeo marrano;
Le libbre ed once ho dispensate male
Gabbando il Cittadino, ed il villano;
Finalmente quest’arte abbandonai,
E senza sale in zucca mi trovai.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLV.}}
So bene, che a ragion voi mi terrete
Di cervello balzano, e stravagante,
Perchè mostrai da Teatino Prete
Nell’incostanza solo esser costante:
Oh che pazzo, oh che pazzo! ancor direte,
Nel vedermi voltar il passo errante;
E coi Monaci bianchi in altro calle
Camminar colla trippa sulle spalle.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLVI.}}
Altri diceva poi, per i misfatti
Già commessi da me, l’ira celeste
Armò di denti i lupi, e d’unghie i gatti,
Gli orsi, le tigri, e ci mandò la peste;
Son dalla fame gl’Uomini disfatti,
Cancheri, guerre, fulmini, e tempeste;
Perchè in lisciar la coda a Satanasso
Mandai più donne ad abitare in chiasso.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|78|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLVII.}}
Signori, a tutti voi ora m’inchino;
Il Prete Bricchi in pulpito diceva;
So ben che un tempo fa Prete Bricchino
Da Cherico chiamarmi ognun poteva;
Per qual voi mi stimate io l’indovino;
E che mutar il nome si doveva,
Mentre all’età, costumi, e discrizione
Mi potete chiamar Prete Briccone.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLVIII.}}
Cherico fui di questa Cattedrale,
Dove molte zizzanie ho seminato
Tra’ canonici, e feci molto male;
Ora in gastigo d’ogni mio peccato
Non potrebbe al mio merto esser eguale
L’inferno mille volte replicato:
Piano, fratel, che se lì a tanto fuoco
Tu ti scaldassi, non sarebbe poco.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIX.}}
Per far suoi falli in pubblico sapere,
Un mercante di pepe e di cannella,
Confessando sua colpa, disse avere
Deflorata a suoi giorni una zittella:
Dicon però, che non toccasse a bere
A lui vin puro di tal botticella;
Perchè prima forata, il vin se n’era
Uscito già dal buco della cera.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUARTO.}}|79}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|L.}}
Vi fu dipoi un certo umor bestiale,
Che Preti, e Frati messe in Confusione;
Dicendo, o Padre santo, io sono il tale,
Che voglio far solenne confessione:
Il mio cognome è di quell’animale,
Che con suoi trilli alletta le persone,
Col far trì trì nella stagion estiva
Dentro de’ buchi, e mai al quattro arriva.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LI.}}
Udite tutti, o miei fratelli amati,
Son troppo galantuomo ed alla mano,
E vi vorrebbe a scriver miei peccati
Un libro grosso più dell’Alcorano
Per dirla schietta fino ai Preti, e Frati
Ho fatto ai giorni miei sempre il Ruffiano;
Con tutto ciò, come di buona razza,
Posso mostrar fronte scoperta in Piazza.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LII.}}
Un figlio poi del ''quondam'' Ser Marchetto,
Che nel ''butroque iure'' era Dottore,
Entrar pur volle al popolo in concetto
D’essere un scellerato peccatore;
Onde battendo colle mani il petto,
Misericordia, disse, o mio Signore:
Fratelli, io sono alquanto carnalaccio,
E confesso che feci un peccataccio.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|80|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LIII.}}
Giunto ch’io fui al quindicesimo anno,
Con una mia sorella un dì scherzando,
Fece il demonio con astuto inganno
Che alla verginità si desse bando:
Allora in ver non me ne presi affanno
Perchè tra i baci andai considerando,
Che l’armi han luogo fra nemiche genti,
E usar devesi il C... fra i parenti.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LIV.}}
Però questo mio caso or vi consiglia,
O Padri, o Madri, ad aver molta cura
Di separare il figlio dalla figlia,
Acciò resti la carne più sicura,
Perchè alla cruda volentier si appiglia,
Che troppo ingorda, e ghiotta è la natura;
„ E se vi accada che il moscon vi cachi,
„ Conviene alfin che si marcisca, o bachi.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LV.}}
Venne ad un Perugin ancora il baco
Di far la sua solenne Confessione,
E cominciò: Da che nel nostro laco
Le lasche Iddio creò tra le persone,
Del più furbo di tutti oggi m’incaco,
E mi tengo tra gli altri il più briccone:
Ma affè del mondo, se ho pur mangiato
Il pesce, ho poi le lische anco cacato.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUARTO.}}|81}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LVI.}}
Ma vi sarebbe in un troppo da fare,
Per farvi ogni minuzia qui palese;
Basta che udite le più grosse, e rare
Cose successe in così buon Paese:
Licenza or chiedo a voi di riposare;
„ Mentre con gote di rossore accese
„ Omai mi sgrida, e fa tacer la Musa
Nelle vergogne altrui tutta confusa.
</poem>
{{ct|f=100%|v=0|''Fine del Canto Quarto.''}}<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUARTO.}}|81}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|LVI.}}
Ma vi sarebbe in un troppo da fare,
Per farvi ogni minuzia quì palese;
Basta che udite le più grosse, e rare
Cose successe in così buon Paese:
Licenza or chiedo a voi di riposare;
„ Mentre con gote di rossore accese
„ Omai mi sgrida, e fa tacer la Musa
Nelle vergogne altrui tutta confusa.
</poem>
{{ct|f=100%|v=0|''Fine del Canto Quarto.''}}<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|82|<!--{{type|f=90|l=6px|CANTO}}-->|}}
{{Rule|v=.1}}{{Rule|v=1}}</noinclude>{{ct|f=200%|v=3|CANTO QUINTO}}
<poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|ARGOMENTO.}}
<i>La Missione nel rustico paese
Prosegue il Padre della Cappellina;
Ei dopo il piano alla montagna ascese,
E a Dio convertì il popol da dozzina;
Rapina, carne, e furto assai riprese:
Indi a quei rozzi insegna la Dottrina;
Ed ivi trova pur più d’un minchione,
Che in pubblico vuol far sua Confessione.</i>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|I.}}
{{xxx-larger|S}}ignori, già son giunto al Quinto Canto,
E qui lasciando il popol Cortonese,
Or mi convien andar col Padre santo
A visitare il rustico paese:
Dirò come costui si dava vanto
Di conquistar colle sue belle imprese,
E ridur finalmente a penitenza
I rustici che han grossa la coscienza.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|82|<!--{{type|f=90|l=6px|CANTO}}-->|}}
{{Rule|v=.1}}{{Rule|v=1}}</noinclude>{{ct|f=200%|v=3|CANTO QUINTO}}
<poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|ARGOMENTO.}}
<i>La Missione nel rustico paese
Prosegue il Padre della Cappellina;
Ei dopo il piano alla montagna ascese,
E a Dio convertì il popol da dozzina;
Rapina, carne, e furto assai riprese:
Indi a quei rozzi insegna la Dottrina;
Ed ivi trova pur più d’un minchione,
Che in pubblico vuol far sua Confessione.</i>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|I.}}
{{xxx-larger|S}}ignori, già son giunto al Quinto Canto,
E quì lasciando il popol Cortonese,
Or mi convien andar col Padre santo
A visitare il rustico paese:
Dirò come costui si dava vanto
Di conquistar colle sue belle imprese,
E ridur finalmente a penitenza
I rustici che han grossa la coscienza.
</poem><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|83}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|II.}}
Pastor d’Anfriso, or tu con la zampogna
Suonami una leggiadra Pastorale,
Mentre per questa gente mi bisogna
Stile più grossolano, e dozzinale;
Di costoro dirò senza menzogna
Peccati, che non han del veniale;
E chi forse li tacque al Confessore
Se ne fece di poi predicatore.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|III.}}
A ritrovare intanto il monte, il piano
Vedo già il Missionario apparecchiato,
Per rivedere il pelo al mal Cristiano
Da molti Cittadini accompagnato;
Più d’uno col pensier di mano in mano
Siccome fece il Padre, ed il Curato,
Con insegnare ai putti la dottrina,
E rimondare al Prete la cucina.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|IV.}}
Mentre costui a qualche villa andava,
E che poco lontano era scoperto,
Col popol tutto il Prete l’incontrava
Per onorar di sì buon Padre il merto;
E beato colui si riputava,
Che toccar lo potea! Stimando certo,
Gli s’attaccasse nel toccar la veste
La santità di lui come la peste.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|84|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|V.}}
Con le prediche poi, che far soleva
A quella razza senza discrizione,
Tremar da capo a piedi ognun faceva
Nel minacciar l’eterna dannazione,
E la dura cotenna s’arrendeva
Alle percosse della riprensione;
Con cui scoprì gran furti del villano
Fatti sull’aia col rastrello in mano.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|VI.}}
I modi udite or quì da lui tenuti
Nel corregger la lor mala coscienza,
Ed esortar quei contadini astuti,
Per poterli ridurre a penitenza,
Con parole mordaci, e detti acuti,
In pulpito esclamando in lor presenza,
E le passion mostrando de’ soggetti,
Predicava in tal guisa i suoi concetti:
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|VII.}}
O popoli di razza acuta, e fina,
Che di malizia agli otto gradi siete,
E vi puzzan le mani di rapina,
Perchè le rape maneggiar solete;
Sebbene uomini siete da dozzina
In furberia però giudizio avete,
Tanto nel criminal, che nel civile,
Grossi di scarpe, e di cervel sottile.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|85}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|VIII.}}
Giove, siccome ho letto, si diè vanto
Di far l’uomo di stucco; indi propose
Formar la donna di cicale al canto;
Fece il bel tempo, e questo ai preti espose;
Scarso tagliò della pazienza il manto,
Che sulle spalle poi dei Frati pose;
Fece pien di creanza il Cortigiano;
E senza discrizion fece il villano.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|IX.}}
Ma io dirò di più senza coscienza,
E di natura che nel male inclina,
Ladron in atto, eretico in potenza
Macchinatore dell’altrui rovina;
Dietro al somaro poi senza pazienza,
Uomo da bosco, uccello di rapina;
Serpente antico di malizia tanta
Che scacciar non si può con l’Acqua Santa.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|X.}}
Oh contadini di bestial natura,
Oh rustica progenie maledetta,
Che la cotica avete così dura,
Che non la passerebbe una saetta;
Il vizio vi accompagna in sepoltura,
Nè mai avete la coscienza netta,
Col callo ai piedi, e mani pur callose,
Con unghie adunche si, ma non pelose.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|86|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XI.}}
Voi siete quelli che l’altrui togliete,
E le decime al Prete non pagate;
Santificar le feste non volete,
Quando vi manca il pan sol digiunate;
Fornicare, ammazzar quando potete,
E falso testimonio spesso fate;
Perchè la vostra rustica malizia
Bandì da voi la legge, e la giustizia.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XII.}}
E per dirvela in somma, o mascalzoni
Nel confessar più volte ho ritrovato,
Che vi voglion del fabbro i tanaglioni
Per cavarvi di bocca un sol peccato;
E spesso avete, rustici bricconi,
Allo spezial gli scrupoli lasciato:
E pensando gabbare i Confessori,
Di voi stessi vi fate traditori.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XIII.}}
Questi son dunque della fede i segni?
E questo è in voi di buon Cristian l’odore?
Tristi furfanti, villanacci indegni,
Di magagne ripieni, e d’ogni errore;
E sarà ver, che ceda ai fieri sdegni
Fin satanasso al rustico furore?
Deh non v’inganni più con tentazioni
Convertitevi omai, e siate buoni.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|87}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XIV.}}
Or quì bisogna dir pubblicamente
Quei peccatacci, che commessi avete:
Ed ogni vostra colpa, o trista gente,
Che il perdono dipoi conseguirete:
Ma pur tra tanti ancor nessun si sente?
Oh che razza ostinata che voi siete!
Sù, sù, gridate pur fino alle stelle
Misericordia, voi Contadinelle.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XV.}}
Dopo alte strida, allor senza vergogna
Seguì la Confessione universale
Di peccati che d’aglio, e di scalogna
Avean odor, con il suo pepe, e sale:
Chi con sorelle si grattò la rogna,
O madre, o zia, con atto criminale;
Altri la vigna avea palificata
Chi della nuora, e chi della cognata.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XVI.}}
Alcun di sua coscienza la bruttura
In cotal guisa poi manifestava;
Alle pecore, e capre, oltre natura
Più volte fatto avea pascer la fava,
E nel condur le vacche alla pastura
Col stimolo di nervo le incalzava;
Col fare una figura in fin all'Effe,
Per poterle poi dir bestie coll’Effe.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|88|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XVII.}}
Padre, uno disse, io ve la dirò schietta;
Quando i’ ero ragazzo più piccino,
Una ragazza un dì trovai soletta,
Starsi filando all’ombra sotto un pino,
Subito messi mano alla brachetta
Per entrar nella grotta di Merlino;
E la distesi sopra il santambarco
Col bracco in mano per turarle il varco.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XVIII.}}
Padre, diceva Marco di Sandrone,
Da giovine son stato un tristarello,
Nel veder con le pecore il montone
Mi sentivo allungare il chiavistello;
Allora poi pensando all’occasione
Faceva in su, e in giù col pintentello:
Dopo aver dato poi di se tal saggio,
Così un altro parlò nel suo linguaggio.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XIX.}}
Io son quel Margarito da Pecano,
Che tenne mala pratica nov’agne,
Di ciravello strubegl’ e balzano
Vissuto con astuzia, e con engagne,
E capriccione nel menar de mano
Con Marco, o Piero, o Pavel, o Giovagne;
Mo ne chieggio perdono a tucchie quanchie
A Dio, alla Madonna, e a tucchie Sanchie.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|89}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XX.}}
Un gatto, Padre, dentro a uno stivale
Più volte, disse un altro, ho tentennato:
Rispose il Padre: non facesti male,
Perchè dall’unghie sue ti siei salvato:
Minchion io fui, che da una bestia tale
Da giovine restai tutto graffiato;
E per aver manco di te cervello,
Ebbi a lasciar la testa, ed il cappello.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXI.}}
Padre, diceva un altro, io son Pastore,
Che vado or per il monte, or per la valle,
Nè furon mai dal mio carnal furore
Le somare sicure, e le cavalle:
Per contentare in me cotale umore
Non basterebber poi tutte le stalle,
Ripiene d’ogni razza di animale,
All’appetito mio tanto bestiale.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXII.}}
L’esser poi con le mani ardito, e lesto,
E l’aver sempre in esse il rasparello,
Nell’uva del Padron farvi l’agresto,
E nell’aia adoprar d’ugne il rastrello;
In tutte le raccolte far del resto,
Uscìa di bocca ad ogni villanello,
Che a man giunte dipoi la remissione
Per se chiedeva, e non per il Padrone.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|90|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXIII.}}
In somma, nel paese de’ villani
Vomitato per tutto apertamente
Della coda fu visto, e delle mani
Tutto il velen dal rustico serpente:
Ma quivi adesso un abbajar di cani
Interrompe il mio Canto, e nuova gente
Mi fa veder in Chiesa appunto entrata
In forma di solenne mascherata.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXIV.}}
È l’Ossaja un villaggio, in quella parte
Che da Cortona guida al Trasimeno,
E le reliquie ancor serba di Marte
Fra l’ossa antiche il fertile terreno,
Dove Annibale già trovò le carte
Della fortuna in suo favore appieno;
E con l’asso di spade nelle mani
Il gioco vinse marcio anche ai Romani.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXV.}}
Or mentre quivi il Frate predicava
Videsi comparir con divozione
Dodici Preti, e ciaschedun portava
D’un Apostolo il segno, e di passione
Un istrumento, in cui rappresentava
Chi Pietro, chi Giovanni, e chi Simone,
Chi Giacomo, chi Andrea, e chi Taddeo,
E chi Filippo, e chi Bartolommeo.
</poem><noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|91}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXVI.}}
Così l’Apostolato allor si espresse
In un Collegio di più colpe reo;
E non vi fu chi miglior cera avesse
D’Apostolo portando il suo trofeo,
Che la persona di colui che elesse
La figura mostrar di S, Matteo:
E il popolo minchione offriva a quello
L’ammirazione in voto, ed il cervello.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXVII.}}
Tosto che il Missionario predicante
Dentro la Chiesa vide entrar costoro,
Si voltò verso lor tutto zelante,
E disse; o degno, e religioso coro,
Che siei cosi devoto nel sembiante,
Ma troppo attendi ad ammassar dell’oro!
Bisogna chi del Cielo i Santi imita
Il secolo lasciare, e mutar vita.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXVIII.}}
Entrar vi vedo in questa sacra soglia
Di devozion ripieni e duolo esterno;
Ma poi non so se sotto ovina spoglia
Vi sia un lupo, o spirito d’Averno;
E piaccia a Dio, che poi cangiando voglia,
Quel che con croce in man oggi discerno,
Diman visto non sia, voltata faccia,
Con l’archibuso in mano andare a caccia.
</poem><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|92|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXIX.}}
Mirate, chi pare or santa Maria,
Un Prete uomo da bosco, e da riviera!
Iddio sa poi come la fede stia,
In chi d’un San Tommaso ha poca cera;
E quel che pare adesso un San Mattia,
Non torni a far giulè, flusso, o primiera,
E la sorte di quel voglia imitare
Con un mazzo di carte da giocare.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXX.}}
Il Padre con ragion questo diceva;
Non già che ciò sapesse in Confessione,
Ma perchè gli altrui fatti risapeva
Dagli uomini devoti, e pie persone;
Onde molto contento ne godeva,
Per esser di sua propria professione
L’udir chi nell’orecchie a lui soffiava,
Per saper poi ciascun quanto pesava.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXI.}}
Quivi comparve ancor tutta dolente
La Sbuccia meretrice, che bandita
Già di Cortona fu, ma peninente
Ora si fìnse; e come assai scaltrita
Si scompigliò, si presentò piangente
Piena di contrizione al Gesuita,
Che vedendola in tanto affanno, e pena
Chiamolla una novella Maddalena.
</poem><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|93}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXII.}}
Dopo ch’ebbe sfogato il suo dolore
Promise d’esser buona, e farsi Monica;
Ma rivocato il bando in suo favore,
Non fu mai Maddalena, nè Veronica;
Perchè nato non era quel sartore,
Che doveva per lei tagliar la tonica:
Alfin poi si ridusse a mutar vita,
E farsi, non so come, Convertita.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXIII.}}
Con queste ed altre simili sparate
Le persone più triste, e dissolute
Si vedevan così mortificate
Per ogni villa, come volpi astute;
Ed in queste divote mascherate
Lucciole per lanterne eran vendute,
Mentre con finte azioni, ed opre sante
Gabbar poteva il Mondo ogni furfante.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXIV.}}
Il Missionario poi, che lor credeva,
Queste dimostrazioni assai lodava,
Tutti con larga man benediceva,
E ''motuproprio'' gli canonizzava;
Da colpa, e pena ancora gli assolveva,
E molti verso il Cielo incamminava;
Assicurando ognun con lieta fronte
Dal tenebroso passo d’Acheronte.
</poem><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|94|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXV.}}
Quando un Villano, roba del Padrone,
Per ''furtum factum'', poi avesse avuto,
Senza trattar della restituzione
Con un’''Ave Maria'' era assoluto;
Anzi per segno poi di divozione
A star zitto il Padrone era tenuto;
E rilasciando il proprio in man rapace
Con gli altri poi gridar viva la pace.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVI.}}
Ma quì, lasciato il piano, alla montagna
Vedo che il nostro Padre ora s’invia;
Dove a gente più zotica, e taccagna
S’accinge ad insegnar del Ciel la via;
Quivi facendo ''mirabilia magna'',
Pur la ridusse a buona ortografia
Con la dottrina, che già seminata
Sopra quei monti mai si vide nata.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVII.}}
Giunto ch’ei fu tra così dure genti
Disse: la pace sia con voi Fratelli,
Dio sia quel che v’allumini le menti;
E vi cangi di lupi in bianchi agnelli:
In pulpito dipoi con rauchi accenti
Fece sermoni assai galanti, e belli;
E per rendersi grato agli ascoltanti
In tal guisa parlava a lor davanti.
</poem><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|95}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXVIII.}}
O Tartari nostrali imbastarditi,
Furbi di sette cotte, e gente alpina,
Zingari di montagna, e degli Sciti
Razza peggior assai, ladra, assassina;
Non son da voi mai buon costumi usciti,
Perchè raspa chi nasce di gallina,
Nè caca lupo agnelli; e se la vacca
I figli fa, le corna ancor gli attacca.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XXXIX.}}
Così nel suo principio salutava
Quei popoli; e dipoi gli riprendeva;
Con molti esempj, che lor raccontava,
Gli inteneriva, e pianger li faceva;
Il pelo alla coscienza gli levava
Di sua lingua il rasojo che radeva;
Toglieva via dalla lor carne impura
Il quojo grosso, e la pellaccia dura.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XL.}}
La parte loro poi fecero anch’essi
Col raccontar gli inveterati vizj,
Volontari omicidj, e furti espressi,
Contro il prossimo assai cattivi uffizj.
D’aver ancor poveri, e ricchi oppressi
Con ladrocinj, e fino in benefizi;
Ed altre cose pubbliche, e segrete,
Che in confession giammai le seppe il Prete.
</poem><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|96|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLI.}}
Qui si sentì per primo Tofanone,
Che disse: Padre santo, io per dispetto,
Feci una burla ad Angel di Simone,
Mentre una notte si trovava in letto;
E di sal forestiero in conclusione
In casa gli cacciai un buon sacchetto,
Con dirlo poi agli Sbirri; e in una sera
Feci a costui buscare la galera.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLII.}}
Accuso Padre, e a tutte le persone,
Diceva un altro, la coscienza ria;
Più di vent’anni son la Confessione
Non so dirvi per me che cosa sia:
Perchè poi di saldare ebbi intenzione
In una volta ogni partita mia,
Con trattenermi, ed aspettar fra tanto
Un Giubbileo del Papa, o un Anno Santo.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIII.}}
Per ogni bosco, e per le macchie al passo
Con l’archibuso mio sempre alla mano,
Spesso mi son pigliato qualche spasso
Con tirare alla volta del Cristiano;
Con gli assassini poi più d’uno scasso
Feci peggio d’un Turco, o d’un Marrano;
Più volte andai con simili furfanti
Alla caccia di Fiere, e di Mercanti.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|96|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLI.}}
Quì si sentì per primo Tofanone,
Che disse: Padre santo, io per dispetto,
Feci una burla ad Angel di Simone,
Mentre una notte si trovava in letto;
E di sal forestiero in conclusione
In casa gli cacciai un buon sacchetto,
Con dirlo poi agli Sbirri; e in una sera
Feci a costui buscare la galera.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLII.}}
Accuso Padre, e a tutte le persone,
Diceva un altro, la coscienza ria;
Più di vent’anni son la Confessione
Non so dirvi per me che cosa sia:
Perchè poi di saldare ebbi intenzione
In una volta ogni partita mia,
Con trattenermi, ed aspettar fra tanto
Un Giubbileo del Papa, o un Anno Santo.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIII.}}
Per ogni bosco, e per le macchie al passo
Con l’archibuso mio sempre alla mano,
Spesso mi son pigliato qualche spasso
Con tirare alla volta del Cristiano;
Con gli assassini poi più d’uno scasso
Feci peggio d’un Turco, o d’un Marrano;
Più volte andai con simili furfanti
Alla caccia di Fiere, e di Mercanti.
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|97}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIV.}}
Padre, un giovane disse, io non son schietto
Dove l’asino porta lo straccale,
E portando alla Togna un grande affetto
Nell’offendere Iddio commessi male:
Mi son preso più volte gran diletto,
Con un’arte ch’è propria naturale;
Nelle selve piantar della montagna,
Innestando il marron sulla castagna.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLV.}}
Tutti i ragazzi poi egli attastava
Delle montagne, ove di mano in mano
Nella dottrina quelli ammaestrava,
Ed in ciò che s’aspetta al buon Cristiano;
Con fatica, e sudor gli dirozzava
L’intelletto silvestre, e grossolano,
Onde ben spesso ancor da quei monticoli
De’ spropositi udia molto ridicoli.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLVI.}}
Uno tra gli altri, ora mi viene in mente
Da raccontarvi; e servirà per chiusa
Della Missione alla Montana gente;
Poi manderemo a riposar la Musa.
Il Missionario in zelo molto ardente
Tra quella gioventù di ingegno ottusa
Un ragazzetto interrogò tra tanti
De’ precetti di Dio, di quali, e quanti.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|98|{{type|f=90|l=6px|CANTO}}|}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLVII.}}
Il poveretto, come appunto fanno
Gli altri suoi pari stava titubando,
E come fan color, che poco sanno
Con il pensiero andava ruminando;
E il Gesuita gli accresceva affanno
Mentre andava di nuovo interrogando,
E alla risposta lo sollecitava,
E gli interrogatorj gli incalzava.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLVIII.}}
Il proprio Padre, che gli stava a lato,
Vedendo il figlio scarso di concetti;
Pezzo d’asino, disse, e disgraziato,
Capaccio duro, e bue, orsù che aspetti?
Che ti venga la rabbia! io t’ho insegnato
Sei persone di Dio, tre gli Precetti,
Già comandati a noi contro natura,
La superbia, il Battesimo, e l’Usura.
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|XLIX.}}
Tosto che quella bestia udì parlare
Il Gesuita, si gettò per terra,
E dalle risa quasi ebbe a crepare,
Gridando ad alta voce, serra, serra
La stalla, perchè il bue vuole scappare:
In Casa poi, se il mio pensier non erra,
Questo bel caso, acciò non se ne scordi
Nel Libro registrò de’ suoi ricordi.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{type|f=90%|l=6px|QUINTO.}}|99}}</noinclude><poem>
{{ct|f=100%|v=0|l=20em|L.}}
I Gesuiti hanno cotal peccato
Di dar la quadra a ciaschedun ch’è tondo,
E chiunque di loro ha predicato
Scrive quel che gli avvenne in stil giocondo;
Quindi un libro ne fanno intitolato:
Somma degli spropositi del Mondo:
E spesso poi ne leggon qualche straccio
Per trastullo la sera al Camminaccio.
</poem>
{{ct|f=100%|v=1|''Fine del Canto Quinto.''}}<noinclude>
<references/></noinclude>
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Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/443
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|440|{{sc|indice dei nomi e delle cose notabili.}}|}}</noinclude><noinclude>{{col2|rule}}{{smaller block}}{{indentatura}}</noinclude>
{{Pt|{{gap|1.5em}}vieri,|Ulivieri,}} e l’abbatte, {{OM|XVI|71|''ivi''}}. — abbatte Ricciardetto, {{OM|XVI|72|''ivi''}}. — giostra tutto un giorno con Orlando, {{OM|XVI|75|''ivi''}}. — leva il campo di Francia, {{OM|XVI|90|''ivi''}}. — induce Rinaldo a cambatter il Veglio, {{OM|XVII|9}}. — ordina l’esercito per Francia, {{OM|XVII|20|''ivi''}}. — accampasi a Montalbano, {{OM|XVII|50|''ivi''}}. — abbatte e fa prigioni Alardo e Guicciardo, {{OM|XVII|59|''ivi''}}. — fa bastonar Gano ben bene, {{OM|XVII|68|''ivi''}}. — va al castel di Creonta, {{OM|XXI|54}}. — tornasene a Babillonia, {{OM|XXI|94|''ivi''}}. — fu coronata di Babillonia, {{OM|XXI|96|''ivi''}}. — prepara esercito per Francia, {{OM|XXIII|53}}. — arriva con l’esercito in Francia per vendicare suo padre, {{OM|XXIV|57}}. — abboccasi con Orlando, {{OM|XXIV|115|''ivi''}}. — giostra seco, {{OM|XXIV|122|''ivi''}}. — combatte, e resta al disotto, {{OM|XXIV|143|''ivi''}}. — partesi di Francia con l’esercito, {{OM|XXIV|178|''ivi''}}.
{{Sc|Araiso}}, già signore di Benevento, {{OM|XXVIII|92}}.
{{Sc|Arcalida}}, capitanessa delle donne guerriere di Saliscaglia, {{OM|XXII|164}}. — abbatte Guicciardo, ed è uccisa da Alardo, {{OM|XXII|167|''ivi''}}.
''Arcaliffa'' di Baldacca; va con Marsilio in Roncisvalle, {{OM|XXV|180}}. — ferisce a morte Ulivieri, ed è ucciso da lui, {{OM|XXVII|59}}.
{{Sc|Archilagio}}, era passato in Francia col fratello Calavrione per vendicare il Veglio, {{OM|XXII|17}}. — sconfortasi dell’arrivo d’Orlando, {{OM|XXII|121|''ivi''}}. — rimena via le sue genti dopo morto Calavrione, {{OM|XXII|214|''ivi''}}.
{{Sc|Archilesse}}, cugino dell’Arpalista; è ucciso da Rinaldo, {{OM|XXII|174}}.
{{Sc|Arlotto}}, re di Soria; va con Marsilio in Roncisvalle, {{OM|XXV|176}}. — morto per man d’Astolfo, {{OM|XXVI|50}}.
{{Sc|Arnaldo}} di Bellanda, paladino di Francia, {{OM|XIX|162}}. — scrisse di Carlo, e delle grand’imprese di Rinaldo in Egitto, {{OM|XXVII|80}}. — fa strage di pagani, {{OM|XXVII|233|''ivi''}}.
{{Sc|Arpalista}}, giostra con Rinaldo, {{OM|XXII|175|''ivi''}}. — resta abbattuto con la perdita d’una mano, e si obbliga a trovare Orlando, {{OM|XXVII|182|''ivi''}}. — va in Francia, giostra con Gano, e lo abbatte, {{OM|XXVII|190|''ivi''}}. — ritorna Gano in grazia di re Carlo, {{OM|XXVII|208|''ivi''}}. — è morto da Calavrione, {{OM|XXVII|211|''ivi''}}.
''Astarotte'', diavolo, scongiurato da Malagigi, {{OM|XXV|119}}. — porta Rinaldo e Ricciardetto in Roncisvalle, {{OM|XXV|210|''ivi''}}. — di molte belle cose racconta a Rinaldo per via, {{OM|XXV|228|''ivi''}}. — gli si raccomanda d’una grazia, e sparisce co’ suoi compagni, {{OM|XXVI|86}}.
{{Sc|Astolfo}}, cugino d’Orlando; vuol dare della spada sulla testa all’ambasciatore Mattafolle, {{OM|VIII|39}}. — resta prigione di Lionfante, sotto Montalbano, {{OM|VIII|44|''ivi''}}. — è liberato da lui, {{OM|VIII|49|''ivi''}}. — partesi di Parigi, e si fa assassino, {{OM|XI|18}}. — va alla giostra in Parigi, {{OM|IX|28|''ivi''}}. — è preso da Gano, {{OM|IX|42|''ivi''}}. — è menato alle forche, {{OM|IX|72|''ivi''}}. — è liberato da Orlando, {{OM|IX|102|''ivi''}}. — domanda perdono a Carlo, e Carlo a lui, {{OM|IX|133|''ivi''}}. — è fatto Gonfaloniere in soccorso d’Orlando, {{OM|XIII|25}}. — va per liberar Rinaldo da Creonta, {{OM|XXI|54}}. — è abbattuto da Liombruno, {{OM|XXI|58|''ivi''}}. — arriva al castcl di Creonta, {{OM|XXI|65|''ivi''}}. — adirato con Rinaldo, si parte solo, {{OM|XXI|79|''ivi''}}. — alloggia con tre romiti, dove gli è furato il cavallo, {{OM|XXI|83|''ivi''}}. — ritrova il cavallo, e gastiga quelli che l’avevan rubato, {{OM|XXI|88|''ivi''}}. — arriva a Corniglia, {{OM|XXI|101|''ivi''}}. — giostra con Chiaristante, {{OM|XXI|135|''ivi''}}. — è coronato di Corniglia, {{OM|XXI|149|''ivi''}}. — è ritrovato da Orlando, {{OM|XXI|152|''ivi''}}. — uccide Arlotto di Soria, {{OM|XXVI|50}}. — è morto in Roncisvalle dal re Balsamino, {{OM|XXVII|17}}.
''Aurora'' descritta, {{OM|VI|2}}.
{{Sc|Avino}}, fratello di Berlinghieri; combatte con Mattafolle, e divien suo prigione, {{OM|VIII|92}}. — piange nel vedere Astolfo menato alle forche, {{OM|XI|84}}. — uccide il re Balsamino in Roncisvalle, {{OM|XXVII|23}}. — vi è morto, {{OM|XXVII|82|''ivi''}}.
{{Sc|Avolio}}, giostra con Mattafolle, e resta prigione, {{OM|VIII|93}}. — morto in Roncisvalle, {{OM|XXVII|82}}.
{{ct|t=1|v=1|'''B'''}}
''Babillonia'', presa da Orlando con l’aiuto di Morgante, {{OM|XIX|167}}.
''Baiardo'', cavallo di Rinaldo; dà un morso a un saracino che dallo spasimo ne muore, {{OM|III|46}}. — rubato da Malagigi a Rinaldo, {{OM|V|25}}. — {{Pt|resti-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|448|{{sc|il morgante maggiore.}}|}}</noinclude><noinclude>{{col2|rule}}{{smaller block}}{{indentatura}}{{gap|1.5em}}</noinclude>
— va con Astolfo, Giucciardo, Alardo e Antes al castrel di Creonta, e guastano il suo incanto e ’l castello, {{OM|XXI|54|''ivi''}}. — fa per arte impaniare i giganti d’Antea, {{OM|XXIV|90}}. — getta l’arte per saper di Rinaldo, {{OM|XXV|118}}. — ragiona con Astarotte, e gli comanda che vada per Rinaldo e per Ricciardetto, e li conduca in Roncisvalle, {{OM|XXV|119}}.
{{Sc|Malducco}} di Frasse; va con Marsilio in Roncisvalle, {{OM|XXV|177}}. — dopo avere ucciso Berlinghieri e Ottone, cade per man d’Orlando, {{OM|XXVII|58}}.
{{Sc|Malprimo}}, re; va con Marsilio in Roncisvalle, {{OM|XXV|177}}. — ucciso da Ulivieri, {{OM|XXVI|58}}.
{{Sc|Mambrino}} re, cognato d’Erminione; già morto da Rinaldo, {{OM|VIII|15}}; {{OM|XVIII|91}}.
{{Sc|Manfredonio}}, è a campo a Caradoro, {{OM|II|59}}. — vuol fare impiccar Dodone, {{OM|VII|13}}. — Morgante lo getta per morto in un fiume, {{OM|VII|22|''ivi''}}. — risentesi, ed esce salvo dell'acqua, {{OM|VII|25|''ivi''}}. — vuol come disperato giostrar con Meridiana, {{OM|VII|70|''ivi''}}. — leva il campo da Caradoro per consiglio di Meridiana, {{OM|VII|85|''ivi''}}.
{{Sc|Marco}} e Matteo, del Piano (o del Monte) di San Michele; combattono in Roncisvalle, {{OM|XXVI|78}}. — Matteo uccide re Fiorello, {{OM|XXVI|139|''ivi''}}. — uccisi ambedue da Margaritone, {{OM|XXVII|43}}.
{{Sc|Marcovaldo}}, gigante; venuto col gran Soldano ad osteggiare l’Amostante di Persia, della cui figliuola, Chiariella, era innamorato, {{OM|XII|39}}, — ucciso da Orlando, {{OM|XII|49|''ivi''}}. — qual grazia chiedesse a Orlando prima di morire, {{OM|XII|67|''ivi''}}. — è veduta l’anima sua andarne in paradiso, {{OM|XII|70|''ivi''}}.
{{Sc|Margaritone}}, re; nell’esercito di Marsilio, {{OM|XXV|179}}; {{OM|XXVI|129}}. — uccide Angiolin di Bellanda e i due fratelli da San Michele, {{OM|XXVII|43}}. — è ucciso da Rinaldo, {{OM|XXVII|44|''ivi''}}.
{{Sc|Margutte}}, dice della condizione e qualità sue, {{OM|XVIII|115}}. — ruba un oste, e arde l’osteria, {{OM|XVIII|176|''ivi''}}. — ammazza con gli sproni Beltramo gigante, {{OM|XIX|40}}. — scoppia per le risa, e muore, {{OM|XIX|147|''ivi''}}.
{{Sc|Mariotto}}, figliuolo dell’imperadore di Mezza, {{OM|XVIII|41}}. — venuto presso il Soldano per assistere all’esecuzione della giustizia nella persona di Ricciardetto e Ulivieri, {{OM|XVIII|41}}. — ucciso da Spinellone, {{OM|XVIII|52|''ivi''}}; {{OM|XX|59}}.
{{Sc|Marsilio}}, re di Spagna; giostra con Rinaldo, e resta abbattuto, {{OM|XIII|35}}. — conduce seco in Siragozza Rinaldo e i compagni, {{OM|XIII|44|''ivi''}}. — manda Luciana con esercito in soccorso d’Orlando, {{OM|XIV|36}}. — manda Falserone ambasciadore a Carlo, {{OM|XXIV|149}}. — riceve Gano ambasciadore con grande onore, {{OM|XXV|16}}. — compone con Gano il tradimento, {{OM|XXV|53|''ivi''}}. — divide le schiere per Roncisvalle, {{OM|XXV|174|''ivi''}}. — conforta l’esercito, {{OM|XXV|185|''ivi''}}. — comparisce in Roncisvalle con l’esercito, {{OM|XXVI|8}}. — qualità, costumi e natura di Marsilio, {{OM|XXVI|118|''ivi''}}. — uccide Angiolino di Baiona, {{OM|XXVII|12}}. — fuggesi sconfitto di Roncisvalle, {{OM|XXVII|98|''ivi''}}. — è preso in Siragozza, e gittato in sulla piazza, {{OM|XXVII|245|''ivi''}}. — è impiccato, {{OM|XXVII|267|''ivi''}}.
{{Sc|Martello}}, {{OM|XXVIII|75}}.
''Mattafellone'', cavallo di Gano, {{OM|XI|38}}; {{OM|XX|13}}.
{{Sc|Mattaferro}}, feroce Pagano; nel campo di Marsilio, {{OM|XXVI|129}}. — uccide Anselmo, {{OM|XXVII|93}}. — è ucciso da Rinaldo, {{OM|XXVII|94|''ivi''}}.
{{Sc|Mattafolle}}, re pagano; è mandato ambasciatore da Lionfante a Carlo Magno, {{OM|VIII|38}}. — giostra con Uggeri, e l’abbatte, {{OM|VIII|59|''ivi''}}. — vince Namo, {{OM|VIII|69|''ivi''}}. — conquide Berlinghieri, {{OM|VIII|72|''ivi''}}. — abbatte e fa prigioni Avino, Ottone, Turpino, Gualtier da Mulione, Salamon di Brettagna, Avolio, Riccardo di Normandia e Angiolin di Guascogna, {{OM|VIII|93|''ivi''}}. — torna a Montalbano, e presenta a Erminione i prigionieri, {{OM|VIII|95|''ivi''}}.
{{Sc|Mazzarigi}}, re; morto da Baldovino, {{OM|XXVII|8}}.
{{Sc|Merediana}}, giostra con Orlando, {{OM|III|15}}. — vuol combatter con Orlando, {{OM|V|5}}. — combatte con Manfredonio, {{OM|VII|62}}. — scuopre il suo amore a Ulivieri, {{OM|VIII|8}}. — è da lui battezzata, e quindi ingravidata, {{OM|VIII|11|''ivi''}}. — va con l’esercito in soccorso di {{Pt|Car-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{sc|indice dei nomi e delle cose notabili.}}|453}}</noinclude><noinclude>{{col2|rule}}{{smaller block}}{{indentatura}}{{gap|1.5em}}</noinclude>
{{Pt|porto|diporto}} verso Agrismonte, {{OM|XII|10}}. — ritorna col suo signore a Montalbano {{OM|XII|16|''ivi''}}.
{{ct|t=1|v=1|'''S'''}}
{{Sc|Salamon}} di Brettagna; combattendo con Mattafolle, trovasi prigione, {{OM|VIII|93}}.
{{Sc|Salioncorno}}, fratello d’Erminione; va con lui all’impresa di Montalbano {{OM|VIII|25}}. — combatte con Meridiana, e le uccide il cavallo, {{OM|X|33}}. — morto da Rinaldo, {{OM|X|52|''ivi''}}.
{{Sc|Salincorno}}, gigante; combatte con Orlando, {{OM|XVII|118}}. — promette non domandar più tributo al re Falcone, {{OM|XVII|131|''ivi''}}. — va in aiuto del Soldano, {{OM|XVIII|9}}. — uccide il re Gostanzo e Spinellone, {{OM|XVIII|75|''ivi''}}. — combatte con Rinaldo, ed è ucciso {{OM|XVIII|96|''ivi''}}.
''Saliscaglia'', città dove regnava il feroce Arpalista, {{OM|XXII|158}}. — descritta, {{OM|XXII|161|''ivi''}}. — convertita al cristianesimo da Rinaldo, {{OM|XXII|215|''ivi''}}.
{{Sc|Sansonetto}}, figliuolo del Soldano. Erasi fatto cristiano per amore d’Orlando, {{OM|XXV|181}}; {{OM|XXVIII|59}}. — fa prodezze nella battaglia di Roncisvalle, {{OM|XXVI|131}}. — morto da Grandonio, {{OM|XXVII|10}}.
''Sardona'', città, dove Fuligatto commetteva tante barbarie, e dov’era la statua d’Orlando, {{OM|XXII|245}}.
{{Sc|Scirocco}}, uno de’ padroni della nave sulla quale s’imbarcarono Oliando e Rinaldo, {{OM|XX|27}}. — gettato in mare da Rinaldo, {{OM|XX|41|''ivi''}}.
''Scusa'' dell’autore circa la morte de’ giganti e l’incanto di Malagigi, {{OM|XXIV|104}}. — per Carlo d’aver creduto a Gano, {{OM|XXVIII|15}}.
''Sentenza'' di Rinaldo contro Brunoro in farore dell’abate Chiaramonte, {{OM|IV|65}}.
''Sera'' descritta, {{OM|IX|2}}; {{OM|XIX|10}}; {{OM|XXII|2}}; {{OM|XXIII|2}}.
{{Sc|Serpentino}}, già morto da Orlando, {{OM|XXV|10}}; {{OM|XXVIII|58}}.
{{Sc|Sicumoro}}, capitano dell’esercito saraci- nesco, {{OM|XXIV|62}}. — rincora i suoi, {{OM|XXIV|133|''ivi''}}. — Orlando gli taglia una mano, {{OM|XXIV|139|''ivi''}}.
''Similitudine'' della vacca che ha smarrito il vitellino, {{OM|XXII|36}}. — del cane percosso, {{OM|XXII|200|''ivi''}}. — del cane e della cornacchia, {{OM|XXIV|95}}. — delle biade investite dal vento, {{OM|XXIV|134|''ivi''}}. — del lione alla vista dell’armento, {{OM|XXIV|138|''ivi''}}.
{{Sc|Simone}} (Don), amico di Rinaldo, d’Astolfo e di Ricciardetto, {{OM|XI|30}}.
{{Sc|Siragozza}}, città di Spagna dov'era Marsilio, {{OM|XXIV|29}}. — messa a sacco e a fuoco da Carlo, {{OM|XXVII|234}}.
{{Sc|Sirione}}, re; va con Marsilio in Roncisvalle, {{OM|XXV|179}}; {{OM|XXVI|129}}.
''Smanie'' amorose di Rinaldo per Antea, {{OM|XVI|29}}.
{{Sc|Smeriglione}} di Maganza, morto da Alardo, {{OM|XII|25}}.
''Soldano'' (il), è a campo all’Amostante, della cui figliuola, chiamata Chia- riella, era fieramente innamorato, {{OM|XII|40}}. — avvisa l’Amostante che Orlando è in sua corte, e fa pace seco, {{OM|XII|83|''ivi''}}. — ordina con l’Amostante il modo d’imprigionare Orlando, {{OM|XII|87|''ivi''}}. — ritorna in Persia con l’esercito, e protesta a Rinaldo, {{OM|XV|91}}. — leva il campo, {{OM|XVI|88}}. — manda Rinaldo a conquistare il Veglio, {{OM|XVII|14}}. — manda la figliuola con esercito a Montalbano, {{OM|XVII|23|''ivi''}}. — riceve una gotata da Orlando, {{OM|XVIII|31}}. — vuol fare impiccare Ulivieri e Ricciardetto, {{OM|XVIII|42}}. — è morto dal Veglio, come gli era stato prognosticato, {{OM|XVIII|65|''ivi''}}.
{{Sc|Sperante}}, gigante; ucciso da Morgante, {{OM|XIX|37}}.
{{Sc|Spinardo}}, centauro, {{OM|XXIII|10}}. — è ucciso da Rinaldo, {{OM|XXIII|23|''ivi''}}.
{{Sc|Spinellone}}, barone alla corte del re Gostanzo, {{OM|XVIII|21}}. — uccide Mariotto, {{OM|XVIII|52|''ivi''}}. — è ferito a morte dal gigante Salincorno, {{OM|XVIII|75|''ivi''}}. — è battezzato in punto di morte da Orlando, ''ivi''. — sua visione innanzi di morire, {{OM|XVIII|70|''ivi''}}. — il suo corpo è fatto onorevolmente imbalsamare da Orlando, e rimandato in patria, {{OM|XX|5}}.
''Spiriti folletti'', vanno per l’aria come uccel vagando, {{OM|XXIV|109}}.
{{Sc|Squarciaferro}}, demonio; volle ingannare Astarotte suo compagno, {{OM|XXV|269}}.
''Statua'' d’Orlando in Sardona, {{OM|XXII|253}}.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|454|{{sc|indice dei nomi e delle cose notabili}}|}}</noinclude><noinclude>{{col2|rule}}{{smaller block}}{{indentatura}}</noinclude>
''Storia'' di Milon d’Anglante, dipinta nella badia dell’abate Chiaramonte, {{OM|I|85}}. — pietosa di Florinetta, {{OM|XIX|5}}.
{{ct|t=1|v=1|'''T'''}}
{{Sc|Tassillo}}, {{OM|XXVIII|94}}. — già domato da Carlo, ''ivi'', 95.
{{Sc|Terigi}}, scudiero di Orlando, {{OM|X|70}}; {{OM|XI|50}}. — va con Orlando in Pagania, {{OM|XII|37}}. — ammazza un saracino, {{OM|XII|45|''ivi''}}. — vede l’anima del gigante Marcovaldo, stato ucciso e battezzato da Orlando, volarsene in paradiso, {{OM|XII|70|''ivi''}}. — va in Francia a chieder soccorso per Orlando, imprigionato dall’Amostante, {{OM|XIII|15}}. — porta a Carlo la novella della morte d’Orlando, {{OM|XXVII|100}}. — muore a piè di Carlo, {{OM|XXVIII|185|''ivi''}}.
{{Sc|Tesoretto}}, valletto di Rinaldo; è mandato per un’imbasciata a Orlando, {{OM|X|89}}. — tornò con la risposta a Montalbano, {{OM|X|93|''ivi''}}.
''Tolleto'', città di Spagna, ov’era studio di negromanzia e d’altre scienze oggidì vietate, {{OM|XXV|259}}.
''Tradimento'' fatto a Orlando dal Soldano e dall’Amostante, {{OM|XII|87}}. — di Gano, pel quale morì Orlando con gli altri paladini in Roncisvalle, {{OM|XXVI|53}}.
''Trattato'' tra Marsilio e Gano, {{OM|XXV|53}}. — di Gano con Diliante contro Aldinghieri e’ paladini, {{OM|XXII|75}}.
''Tregua'' fra il campo di re Carlo e l’esercito della regina Antea, {{OM|XXIV|115}}.
''Truffa'' che Margutte fa all’oste, {{OM|XVIII|170}}.
{{Sc|Turchione}}, va con Marsilio in Roncisvalle, {{OM|XXV|177}}. — ucciso da Turpino, {{OM|XXVI|62}}.
{{Sc|Turpino}}, arcivescovo; combattendo con Mattafolle, resta prigione, {{OM|VIII|93}}. — pugna cou la spada e col pastorale contro l’esercito d’Antea, {{OM|XXIV|230}}. — segna con la croce, e benedice tutti i Cristiani adunati in Roncisvalle, {{OM|XXVI|10}}; {{OM|XXVI|40|''ivi''}}. — ammazza Turchione, {{OM|XXVI|62|''ivi''}}. — fa da boia a Marsilio e Bianciardino, {{OM|XXVII|208}}. — morto, {{OM|XXVIII|25}}.
{{ct|t=1|v=1|'''U'''}}
{{Sc|Uggieri}}, il Danese; valoroso in armi, {{OM|VIII|43}}. — è vinto da Mattafolle, {{OM|VIII|59|''ivi''}}.
{{Sc|Ugone}}, {{OM|XXVIII|59}}.
{{Sc|Uliva}}, figliuola del re Gostanzo, e parente di Diliante, {{OM|XXII|67}}.
{{Sc|Ulivieri}}, cognato d’Orlando e marchese di Vienna; s'innamora di Forisena, {{OM|IV|79}}. — trova mille scuse a Rinaldo per indugiare a partirsi da lei, {{OM|V|3}}. — innamorasi di Meridiana, {{OM|VI|9}}. — è abbattuto da Manfredonio sotto gli occhi di Meridiana, {{OM|VII|57}}. — diviene amico di Meridiana, {{OM|VIII|12}}. — partendosi da Meridiana, la lascia gravida di lui, {{OM|IX|11}}. — dà a conoscerla a Carlo, {{OM|X|9}}. — vuol ammazzare l’ambasciadore Vegurto, {{OM|X|139|''ivi''}}. — ha parole con Rinaldo, {{OM|XI|9}}. — va con Rinaldo per soccorrere Orlando, {{OM|XIII|25}}. — uccide l’Amostante, {{OM|XV|74}}. — giostra con Antea, e riman suo prigione, {{OM|XVI|72}}. — è menato alle forche, {{OM|XVIII|42}}. — liberato, {{OM|XVIII|71|''ivi''}}. — è abbattuto da Aldinghieri, {{OM|XX|94}}. — ammazza uno de’ giganti, figliuoli di Creonta, {{OM|XXI|39}}. — dà una gotata a Gano, che fu causa del trattato di Roncisvalle, {{OM|XXIV|47}}. — va incontro ad Antea, {{OM|XXIV|67|''ivi''}}. — uccide Malprimo, {{OM|XXVI|58}}. — uccide Brusbacca, ed è morto dall'Arcaliffa, {{OM|XXVII|59}}.
{{Sc|Usuldo}}, {{OM|XXVIII|73}}.
{{ct|t=1|v=1|'''V'''}}
''Vegliantino'', cavallo d’Orlando; passa a Rinaldo per opera di Malagigi, {{OM|X|80}}. — restituito a Orlando, scopertasi la burla di Malagigi, {{OM|X|114|''ivi''}}. — era stato già di Almonte saracino, {{OM|XXIV|13}}. — muore a una fonte appiè d’Orlando, {{OM|XXVII|101}}.
''Veglio della Montagna''; combatte con Rinaldo, {{OM|XVII|39}}. — arrendesi a Rinaldo, e diviene suo compagno, {{OM|XVII|47|''ivi''}}. — ammazza il mastro giustiziere, {{OM|XVIII|13}}. — giugne a Babillonia alla esecuzione di Ulivieri e di {{Pt|Ricciar-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{sc|indice dei nomi e delle cose notabili.}}|455}}</noinclude><section begin="s1" /><noinclude>{{col2|rule}}{{smaller block}}{{indentatura}}{{gap|1.5em}}</noinclude>
{{Pt|detto,|Ricciardetto,}} {{OM|XVIII|57|''ivi''}}. — ammazza il Soldano, {{OM|XVIII|65|''ivi''}}. — creato Arcaito in Soria da Orlando dopo la presa di Babillonia, {{OM|XIX|178}}. — è morto da Aldinghieri, {{OM|XX|95}}.
{{Sc|Vegurto}}, gigante, ambasciadore di Caradoro a Carlo; è morto da Morgante, {{OM|X|130}}.
{{Sc|Vergante}}, re d’Arna, oscenamente crudele, {{OM|XIII|73}}. — gettato d’un balcone in piazza da Rinaldo, {{OM|XIV|11}}.
''Villafranca'', città dove regnava Diliante, {{OM|XXII|39}}.
''Visione'' di Morgante, {{OM|I|39}}. — di Spinellone, {{OM|XVIII|70}}.
''Vita'' e fatti d’Orlando, {{OM|XVII|135}}; {{OM|XXVII|135}}. — e lode di Carlo Magno, {{OM|XXVIII|48}}.
{{Sc|Viviaro}} da Pontieri, morto da Alardo, {{OM|XII|26}}.
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{{Sc|Zambugeri}}, figliuolo del re Marsilio; valoroso in armi, {{OM|XXV|56}}. — è nel campo a Roncisvalle, {{OM|XXVI|130}}. — morto da Orlando, {{OM|XXVII|36}}.
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{{gap|4em}}Dicendo: E in città difenderemo, ''leggasi'' Dicendo: Le città difenderemo
''Vol. II'', ''pag''. {{pg|120}}, ''stanza'' 70, ''verso'' 7.
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{{gap|2em}}— ''pag''. {{pg|172}}, ''stanza'' 153, ''verso'' 8. {{gap|3em}}Portieri ''leggasi'' Pontieri.}}<noinclude></noinclude>
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{{Pt|detto,|Ricciardetto,}} {{OM|XVIII|57|''ivi''}}. — ammazza il Soldano, {{OM|XVIII|65|''ivi''}}. — creato Arcaito in Soria da Orlando dopo la presa di Babillonia, {{OM|XIX|178}}. — è morto da Aldinghieri, {{OM|XX|95}}.
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{{Sc|Vergante}}, re d’Arna, oscenamente crudele, {{OM|XIII|73}}. — gettato d’un balcone in piazza da Rinaldo, {{OM|XIV|11}}.
''Villafranca'', città dove regnava Diliante, {{OM|XXII|39}}.
''Visione'' di Morgante, {{OM|I|39}}. — di Spinellone, {{OM|XVIII|70}}.
''Vita'' e fatti d’Orlando, {{OM|XVII|135}}; {{OM|XXVII|135}}. — e lode di Carlo Magno, {{OM|XXVIII|48}}.
{{Sc|Viviaro}} da Pontieri, morto da Alardo, {{OM|XII|26}}.
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{{center|{{Sc|fine del secondo volume}}
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{{smaller block|''Vol. I'', ''pag''. 145, ''stanza'' 35, ''verso'' 7.
{{gap|4em}}Dicendo: E in città difenderemo, ''leggasi'' Dicendo: Le città difenderemo
''Vol. II'', ''pag''. {{pg|120}}, ''stanza'' 70, ''verso'' 7.
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Morgante maggiore/Indice dei nomi e delle cose notabili
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Indice dei nomi e delle cose notabili<section end="sottotitolo"/>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{smaller|''In un’isola''}}|7|riga}}</noinclude>età, che per una parola si mettevan le mani agli occhi e s’addentavano come piccole belve, in un canto, senza far rumore, e quella che rimaneva malconcia, non rifiatava. — Ecco delle creature viventi! — concluse. — E tu che gente hai trovato a Altarana?
Ma nemmeno questa volta lo lasciò rispondere, e tirò innanzi. Ah! i piemontesi, fiori d’inverno! Non ce n’era neanche l’idea fra di loro della espansione affettuosa ch’essa aveva trovato laggiù.... Ed era stata fortunata in tutto. S’era fatta un’amica, fra le altre, una suora francese, sotto maestra, che insegnava il francese alle esterne, una creatura unica al mondo, un angelo.... che aveva l’idea fissa d’andar con le missioni in China a riscattare i bambini per la ''Santa Infanzia'', ed era così accesa in quell’idea, che quando ne parlava, le pigliava un tremito e mutava viso, e ne parlava perfino in sogno, chiamando quei bambini ad alta voce, come se li vedesse. Era stata sui campi di battaglia nella guerra del settanta, aveva soccorso dei moribondi, di cui ripeteva le ultime parole, aveva visto amputazioni e agonie orrende, e udito poi continuamente, per delle giornate intere, le grida dei soldati che le eran morti fra le mani, come se l’eco gliele ripetesse da tutte le parti; e con tutto questo, aveva conservato tanta delicatezza di sentimento che per una sbucciatura che si facesse una bimba ad un dito accorreva col cuore in affanno, e di qualunque dolore, anche di gente sconosciuta, soffriva, come se ella stessa ne fosse stata la causa, senza volere. Oh la divina creatura! Tutto quello che le usciva dalla bocca pareva una preghiera. Si sentiva il soffio d’un’altra vita, a udir la sua voce.
Il maestro la guardò: era commossa; non pareva più quella di poc’anzi. — Sei stata felice, dunque, — le domandò il giovane, — non hai avuto nessun dispiacere? nessun contrasto?
— Nessun contrasto, — rispose, — nessun dispiacere. Son stati due anni di pace immensa. — Tutto era pace, nel convento e di fuori. Perfino quegli uomini dai capelli lunghi, coi calzoni bianchi e le ghette nere, ch’essa vedeva dalla finestra sdraiati per ore ed ore sulla piazza, od occupati a giocare a castelletto con le noci, come bambini, e che desinavano con un<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|8|{{smaller|''In un’isola''}}||riga}}</noinclude>cesto di lattuga che tenevan sotto il braccio, gli davan l’idea d’un popolo antico, semplice ed amabile. Le notizie delle guerre e delle vendette sanguinose tra famiglia e famiglia non arrivavano al convento che come voci d’un mondo lontano.... Non accadeva nulla, intorno a lei, che turbasse la sua quiete. Ed era libera. Mangiava sola in un grande refettorio, ed era trattata come una gran signora. Dormiva in una camera appartata, grandissima. Usciva quando voleva, non accompagnata che da un’orfanella, che le faceva da cameriera. Ma non aveva bisogno d’uscire. Veniva tanta gente a trovarla in casa! Il convento era come una reggia per lei. E poi.... la suora francese l’aveva ricondotta alla fede. Alle volte, la sera, stando tutt’e due alla finestra, al lume della luna, dopo aver discorso di molte cose, la suora le diceva: — Preghiamo, — e giungeva le mani, e allora essa pure, guardando quelle montagne e quella distesa immensa d’oliveti, pregava, essa pure col cuore, come non aveva più pregato da bambina.
E ricadendo a un tratto nella mondanità, — Giusto, — disse, — ci ho qui una croce, — e la tirò fuori dall’abbottonatura della camicetta rosea; — una croce d’oro che mi regalò la marchesa Ortu; una marchesa che potrebbe esser regina. Quella è un’amica per me.... più che un’amica. Mi adorava. Voleva a ogni costo che io andassi istitutrice nella sua famiglia, che sarei stata tenuta come una principessa; ricorse perfino al confessore perchè mi persuadesse. Mi faceva andare a casa sua, e quando c’ero io non riceveva nessuno: una cosa, ti assicuro, da farmi insuperbire. Mi ha scritto due giorni dopo che son partita... una lettera! Non si scrive così che a una sorella. Quella è un’amicizia che serberò fino alla morte. Oh che buona, che dolce vita! È il mondo della cortesia e della grandezza!
— Vi ritornerai volentieri, — disse il maestro.
La cugina rispose sventatamente: — Non vi torno più. Mi son licenziata.
Il giovane restò con la bocca aperta. — Licenziata? E perchè mai? — E gli balenò il sospetto d’un amore andato a male, d’una persecuzione, della gelosia di qualche signora potente.
— Perchè mi son licenziata?... — domandò la {{Pt|ra-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{smaller|''In un’isola''}}|9|riga}}</noinclude>{{Pt|gazza|ragazza}} alla sua volta, per pigliar tempo a rispondere, arrossendo leggermente. Poi disse con vivezza: — Oh bella! Perchè ci fa troppo caldo. Ah! tu non hai una idea di quell’estate! Dei calori da zona torrida, delle giornate che ti manca il respiro e ti va via la testa. E poi l’acqua cattiva. Del resto, tu sai, io ho bisogno di cambiare. Ed anche... ero troppo sola. Ma tu, come ti trovi a Altarana? — E, fissandolo, ripetè la domanda di prima: — E di dove vieni ora?
Il maestro le assicurò che aveva detto la verità, e tornò all’assalto, guardandola negli occhi, con un sorriso: — Ma ti sei proprio licenziata per il caldo?... Ci dev’essere sotto qualche cos’altro.
Di nuovo le sbocciarono due fiori rossi sulle sommità delle guancie; ma disparvero subito. — Non c’è sotto nulla, — rispose, col viso serio; — ma tu, come ti trovi ad Altarana?
E questa volta il maestro dovette e potè rispondere, e raccontò una parte della sua storia, seguitando a andare in su e in giù per il corso Palestro; seccato però, a quando a quando, dallo sguardo curioso dei passanti, nel quale appariva quel discernimento fine che ha la gente d’ogni età e d’ogni condizione a riconoscer per la via due giovani di sesso diverso non legati nè da matrimonio nè da parentela strettissima; forse da quell’ombra di suggezione che mostran sempre d’avere del pubblico, non foss’altro che pel sospetto d’esser sospettati. Ma ai passanti non badava la cugina, che stava tutta intenta alle sue parole, forse anche per correggere la impressione non tutta favorevole che le pareva d’avergli fatta col principio e con la fine del suo discorso. E per correggerla affatto mise nelle parole di commiato l’espressione schietta della sua natura. — Ricordati di me, — gli disse. — Sono un cervello un po’, come dicono, svolazzatoio.... forse perchè ho perduto troppo presto mia madre. Ma... son buona. E poi, sono la tua unica parente grande.... Ho un po’ di diritto a essere benvoluta. — E gli porse tutt’e due le mani, guardando all’intorno in atto di sfida.
Il maestro le domandò dove stava.
Rispose che stava da un’amica, e soggiunse con un bel sorriso, un po’ triste: — Tu sai... le maestre sono<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|10|{{smaller|''In un’isola''}}||riga}}</noinclude>come le monache: trovan da alloggiare da per tutto senza andare all’albergo.
Quel sorriso ridestò nel giovane tutta l’antica simpatia. — Ed ora, — le domandò, — sei senza posto?
Ne aveva uno in vista, per il prossimo anno scolastico, a Brilla, sulla riviera ligure. — Ma sai, — soggiunse, — il mio pensiero è sempre lo stesso... l’Africa, l’Oriente.
E dicendo questo, era già discosta da lui di alcuni passi; e l’ultimo suo gesto, accompagnato da un sorriso malinconico, accennò un paese lontano.
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Il romanzo d'un maestro (De Amicis)/In un'isola
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{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{Sc|All’illustrissimo e reverendissimo mio signore e padrone singolarissimo il signor cardinale borghesi}}|pagina=Pag. {{Pg|3}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{Sc|A chi legge}}|pagina=» {{Pg|5}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} I — L’universitá de’ politici apre un fondaco in Parnaso, nel quale si vendono diverse merci utili al virtuoso vivere dei letterati|pagina=» {{Pg|9}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} II — L’ordinaria guardia del territorio di Parnaso, avendo fatto cattura di un poetaccio capitalmente sbandito da Parnaso, gli trova nelle calze un mazzo di carte da giuocare; le quali vedute da Apollo, ordina ch’egli nelle pubbliche scuole legga il giuoco del trionfetto|pagina=» {{Pg|15}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} III — Avendo Apollo avuto l’infelice avviso dello sceleratissimo assassinamento commesso nella persona del potentissimo re di Francia Enrico quarto, per l’indennitá de’ suoi dilettissimi franzesi, comanda che dall’Arcadia sia mandato potente soccorso in Francia|pagina=» {{Pg|17}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} IV — Michelangelo Buonaroti, mentre copia la bruttissima facciata dell’abitazione di Anneo Seneca, da Pierio Valeriano vien domandato perché egli ciò faccia; e il Buonaroti li rende la cagione|pagina=» {{Pg|20}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} V — La contesa nata tra molti letterati, quale nella floridissima republica di Vinegia sia la piú preclara legge politica, quale il piú prestante costume degno di lode straordinaria, dalla stessa serenissima Libertá veneziana, dai medesimi letterati concordemente eletta arbitra, è decisa e terminata|pagina=» {{Pg|21}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} VI — Un letterato laconico, per non aver nel suo ragionare usata la debita brevitá, severamente dal senato laconico è punito|pagina=» {{Pg|32}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} VII — I censori delle buone lettere severamente puniscono un letterato, che nell’etá sua molto matura mostrava aver gusto della poesia italiana|pagina=» {{Pg|33}}}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|370|{{Sc|ragguagli di parnaso}}|}}</noinclude>{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} VIII — ''Asino d’oro'' di Apuleio e ''Asinaria'' di Plauto si dogliono appresso Apollo della molta severitá usata da’ padroni loro nel batterli, e hanno poco grata risposta|pagina=» {{Pg|34}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} IX — Nota del raccolto che hanno fatto i letterati delle scienze seminate e coltivate da essi|pagina=» {{Pg|35}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} X — Il menante entra nel fondaco de’ politici, e dalle merci che vi comprano i letterati studia di venire in cognizione della qualitá de’ geni loro|pagina=» {{Pg|37}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XI — La serenissima virtú della Fedeltá secretamente essendosi partita da Parnaso, Apollo, dopo che fu accertato ove ella si era ascosa, spedisce le serenissime muse Melpomene e Talia, acciò le persuadino il ritorno|pagina=» {{Pg|43}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XII — Nella dieta generale de’ letterati intimata da Apollo in Elicona, Sua Maestá contro l’aspettazione di ognuno decreta l’eternitá al nome di Vincenzo Pinti, nella corte di Roma detto «il cavalier del liuto»|pagina=» {{Pg|45}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XIII — Giovanfrancesco Peranda con difficultá ottiene da Apollo di esser ammesso in Parnaso, e disprezza la proferta di Girolamo Fracastoro, che volea farli riavere la luce perduta degli occhi|pagina=» {{Pg|47}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XIV — Le accademie d’Italia mandano commissari in Parnaso per impetrar da Apollo qualche preservativo rimedio alla loro corruzione, e trovano il negozio esser impossibile|pagina=» {{Pg|50}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XV — Anneo Seneca appresso la maestá d’Apollo essendo stato accusato di due bruttissimi vizi comuni a tutta la sua setta de’ filosofi morali, egregiamente difende la causa propria e de’ suoi compagni|pagina=» {{Pg|52}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XVI — L’universitá degli ortolani manda ambasciadori ad Apollo per impetrar da lui qualche strumento da poter senza spesa mondar gli orti loro dalle erbe inutili, e da Sua Maestá sono scherniti|pagina=» {{Pg|54}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XVII — Essendo nato dubbio sopra la certezza della trita sentenza che per ben conoscere un uomo fa mestiere mangiar prima un moggio di sale, Apollo in una general congregazione di letterati, chiamata a quest’effetto, fa disputar sopra la veritá di lei|pagina=» {{Pg|56}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XVIII — Gli ircani mandano ambasciadori ad Apollo per aver da Sua Maestá la vera risoluzione dell’importante articolo, se a’ popoli sia lecito uccidere il tiranno|pagina=» {{Pg|57}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XIX — Nerone imperadore contracambia una molto segnalata lode datagli da Cornelio Tacito col ricco dono di venticinque muli carichi di scudi d’oro|pagina=» {{Pg|60}}}}
{{Vi|indentazione=-2|larghezzap=60|titolo={{sc|Ragguaglio}} XX — I virtuosi visitano il tempio maggiore di Parnaso, e al grande iddio domandano una grazia importante|pagina=» {{Pg|62}}}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|||17}}</noinclude>{{Pt|dotti|Guidotti}} figlio di Martino, e marito di Bonvicina d’Andrea Pollicini, secondo il {{Wl|Q130744991|Dolfi}}, il quale nel 1307 fu bandito dalla patria per causa di stato, ed ebbe tre figliuoli, de’ quali il minore, frate Francesco, fu eziandio gaudente nel 1338. Difende la sua sentenza contro la opposizione che dice poterglisi muovere intorno alla avanzata età di Guidotto nel 1307, se è quello stesso che pubblicò nel 1257 circa il volgarizzamento della {{TestoAssente|rettorica}} di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Tullio}}, dimostrando che nella supposizione che quando pubblicò la sua operetta avesse 19 o 20 anni, l’età, non sarebbe troppo avanzata, e che forse alla sua tarda età, ebbero riguardo i concittadini richiamandolo dall’esiglio l’anno seguente alla sua cacciata. Combatte e rigetta poi del tutto l’opinione del {{AutoreCitato|Mauro Sarti|Sarti}}, e spiega il nome di Maestro col quale molti lo conoscevano per la religione militare ch’egli professò, o per la fama che gli procacciò il suo libretto della rettorica nova.
Il {{AutoreCitato|Pierre-Louis Ginguené|Ginguené}} nella {{TestoAssente|storia della letteratura italiana}} (lib. I, cap. VI) così scrive: ''Un autre professeur de grammaire et de helles lettres dans la même université (Bologna) nommé Galeotto ou Guidotto fût le premier traducteur d’un ouvrage de Ciceron en italien''. Distingue i nomi e si appoggia probabilmente al Sarti per farlo professore della nostra università; e forse anche alla grande autorità del {{AutoreCitato|Girolamo Tiraboschi|Tiraboschi}} che (come accennammo) è il primo che ragioni sulla materia con qualche principio critico, e ci mostri il procedimento del suo pensiero.
Il {{AutoreCitato|Giulio Perticari|Perticari}} loda la squisita eleganza dell’opera del frate e ne riporta un brano nell’opera: ''Apologia dell’amor patrio di Dante'', ma di lui non dice che i due nomi tenendoli per altro distinti Galeotto o Guidotto.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||{{Sc|dei comuni}}|233}}</noinclude><section begin="s1" />gran {{Wl|Q283466|Ruggeri}}, e condottone via prigione il proprio figliuolo {{Wl|Q314331|Carlo il giovane}} [1284]; e si vendicò malvagiamente sui napoletani, ed accorato morí in sul principio del 1285. Morendo dicono pregasse Dio: gli perdonasse i peccati, per il merito fattosi in conquistar il Regno a santa Chiesa! Tanto gli uomini sembrano illuder sé, e voler illudere Dio stesso, chiamando merito e sacrificio le proprie ambizioni! Ma entriamo noi il men possibile nell’intenzioni: son segreti di Dio giudice, giudice terribile e misericordioso. — L’anno innanzi [1284] erasi combattuta un’altra gran battaglia navale tra genovesi e pisani, di nuovo alla Meloria. Ma qui furono vinti i pisani; e non se ne rialzaron mai piú, né essi, né parte ghibellina in Toscana.
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Type|f=90%|20. Re Carlo II d’Angiò [1285-1309].}} — A {{Wl|Q203829|Carlo I d’Angiò}} successe, da sua prigionia d’Aragona, {{Wl|Q314331|Carlo II}} figliuolo di lui, nel regno di Puglia ed insieme nel contado di Provenza e gli altri feudi francesi. E fu nuova disgrazia nostra siffatta riunione del regno italiano e delle province francesi negli Angioini; i quali, quantunque dimoranti tra noi, sempre rimaser francesi, non si fecer nostri bene mai, come succedé poi piú volte delle famiglie di principi stranieri ma venute a regnare in Italia sola. Il tempo di Carlo II è famoso nella nostra storia letteraria, perché è quello della vita politica di {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, quello de’ fatti che entrano piú abbondantemente nel poema di lui. Ed è pur tempo molto notevole nella nostra storia politica, perché oramai abbiamo in essa tedeschi, francesi, spagnuoli, tutti quanti gli stranieri moderni; e perché poi è il tempo degli ultimi errori di parte guelfa, quello in che succombette la suddivisione moderata, papalina ed italiana, e prevalse l’esagerata, pura o francese. — Morirono nel medesimo anno che Carlo I, papa {{AutoreCitato|Papa Martino IV|Martino}}, a cui succedette {{AutoreCitato|Papa Onorio IV|Onorio IV}} italiano, e {{Wl|Q312311|Pietro}} re, a cui succedettero il figliuolo primogenito di lui {{Wl|Q336855|Alfonso III}} nel regno d’Aragona, e il secondogenito {{Wl|Q312735|Giacomo}} in quel di Sicilia. Carlo II d’Angiò fu liberato per un trattato del 1288; onde rimase a lui il regno di Napoli o Puglia, a Giacomo quel di Sicilia. Ma appena giunto Carlo in Italia, ei ruppe il trattato; e si riaprí la guerra di Francia, Castiglia e Napoli contra<section end="s2" />{{§|}}<noinclude></noinclude>
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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni/Libro sesto/19. Re Carlo I d'Angiò
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||''Sulle rive della Sonna.''|69|riga=si}}</noinclude>{{nop}}
— Gliela raccomando — disse il povero padre seguendo Editta sui primi scalini — me la tenga allegra; ha bisogno di distrazioni, di discorsi con fanciulle della sua età. Come ha fatto bene a venire! È Dio che l’ha ispirata. Le suggerisca, lei come lei, il catrame: a me non vuol dar retta. La persuada a stare coperta.
Rachele che aspettava la sua amica, mezzo spogliata, sul ballatoio, tossì un poco.
Bruno soggiunse ancora: — Gliela raccomando!
— E trovandosi solo, al buio, in fondo alla scala, lasciò cadere silenziosamente una lagrima.
{{ct|t=1|v=1|⁂}}
Quante ne ho conosciute! — dice il poeta delle ''Orientali'' — una era bianca e rosa, l’altra aveva gli occhi neri brillanti sotto la nera mantiglia — e sono morte! Quante ne abbiamo conosciute noi tutti!
Nascono gioia e speranza della madre; vengono su vispe e folleggianti, paiono robuste. Uscite dall’infanzia, spiegano sorridendo le loro ali da angelo ancora candide e immacolate verso le {{Pt|mi-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione|70|''Parte seconda.''||riga=si}}</noinclude>{{Pt|steriose|misteriose}} tentazioni del futuro. L’alba della giovinezza imperla le loro fronti spensierate e serene; la vita le aspetta ne’ suoi vortici frementi, l’amore le chiama.... povere colombe, che non vedranno il nido!
Oggi tossiscono un poco; domani hanno la febbre; doman l’altro la madre pazza di dolore ne comporrà le fredde mani sul loro petto di vergine.
Tremenda malattia che simile al mostro della favola divora ogni anno centinaia di fanciulle, sorda alle preghiere, ribelle alla scienza, cinica e spietata nella sua sete inestinguibile di sangue giovanile — poichè ad essa abbisognano le vittime giovani e belle, cinte di fiori come sulle are antiche.
Rachele non era bella, e nulla sotto a questo rapporto la consacra alla pietà del poeta; ma nell’ordine della natura è pure un atomo del gran tutto; è un essere — sia anche fra gli ultimi — che ha diritto alla sua porzione di esistenza, di aria, di sole, di gioia, di lagrime. Ella doveva avere il tempo per lo meno di pagare quanto aveva costato — tutte le ansie, tutte le veglie, tutti i sacrifici — doveva essere il conforto della vecchiaia di suo padre. Era tanto amata che doveva<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||''Sulle rive della Sonna.''|71|riga=si}}</noinclude>vivere; solo chi non ha amore può morire senza rimpianti.
Vedendola sempre, stando insieme, un po’ la tosse, un po’ gli altri sintomi indicati da Bruno, e che erano evidentissimi, Editta si persuase che la sua compagna era seriamente ammalata, e quello che non aveva potuto fare la simpatia fece la compassione: Editta amò Rachele. Dunque cure grandissime, previdenze quasi materne, una pazienza, una dolcezza inalterabili.
Rachele, naturalmente, non credeva al suo male. Un semplice raffreddore, diceva essa, una cosa da nulla. Quando tossiva era sempre perchè le era andato un non so che a traverso; del rossore degli zigomi accusava il fuoco del caminetto; del pallore delle guancie il freddo preso fuori.
Impossibile farle prendere medicine, aveva fissato il chiodo sulla floridezza della propria salute e nessuno poteva smuoverla.
Questa sicurezza, questa baldanza imperiosa e decisa non ingannavano Editta, che anzi riconosceva in esse un pronostico allarmante; ma Bruno fu illuso. Desiderava troppo di sperare, per non aiutare lui stesso la speranza. Si fa sempre così.
E non si parlò più nè di male, nè di rimedii;<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 65 —|}}</noinclude>{{Pt|ralmente|naturalmente}}, gli lasciò uno strascico di debolezza e di disturbi viscerali. Ma se lui si fosse attenuto alle mie prescrizioni la convalescenza sarebbe stata breve e completa: no, lui invece di nuovo a cavallo, a caccia, a pigliar aria cattiva, a far cattive digestioni, ed a.... quello che sa lei! — e portandosi furbescamente il pollice destro alle labbra accennò l’azione del bere. Maria sorrise, ricordando il suo vino giallo. — Naturalmente doveva venir questa orribile settimana di febbri gastriche: ma, sa, è come il tempo in questa stagione; vede, dopo l’estate c’è stato un periodo di fresco, ora c’è l’estate di San Martino, poi ritorna il fresco e non se ne parla più. Lei mi capisce benissimo.
— Ma sì! — assicurò ella, benchè veramente non avesse capito bene.
— Ora, conchiuse il dottore, — lascio Stefano in mani sue: lo faccia star in regola per qualche giorno ancora e tutto passerà. Del resto era cosa da nulla.
Maria, lo stesso giorno, sorridendo, riferì tutto a Stefano, che s’era messo a scrivere una lettera nella sua camera.
Era diventato magrissimo, con gli occhi infossati, fissi, circondati da un lividore che gli saliva fino alle tempie; la sua mano tremante stentava a scrivere; tutto il suo aspetto era così cadaverico che Maria, pur vedendolo alzato e<noinclude>{{PieDiPagina|{{Smaller|{{Sc|Deledda}}, ''La giustizia''.}}||5}}</noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 75 —|}}</noinclude>
Don Piane era stanco morto, i suoi passi diventavano microscopici, e soltanto per orgoglio non si appoggiava alla nuora.
— Perchè non vuole? — domandò con una vocetta dispettosa. — Deve volere. Siamo vicini a casa tua, non è vero?
— Siamo davanti! — disse Stefano, ricordando la notte in cui s’era fermato sullo stradale mentre il ruscello cantava arcane parole.
E cercò di passar oltre, ma Maria si fermò decisa.
— Scherzi? — diss’egli vivacemente. — Andiamo dunque, che diavolo? Ritornerai domani mattina. Ora devi venir con noi, prima di tutto perchè non devi lasciarci soli, e poi.... se ci vedono rientrar soli le serve dicono che per via abbiamo avuto qualche malanno.
Ella si fece ancor più pensierosa, poi si rivolse nuovamente al suocero.
— Cosa ne dite voi?
— Io? Cosa c’entro io? Se vuoi venire vieni, se vuoi restare, resta.
— Siete molto stanco?
— No! — affermò con orgoglio.
— Altro che no! Non state in piedi! — osservò Stefano sorridendo.
Maria ebbe un ardito pensiero, ma alzò gli occhi meravigliati sentendosi preceduta da Stefano, che diceva:
— Entriamo un momentino da te, e mentre<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 76 —|}}</noinclude>babbo si riposa, decideremo se puoi o non puoi venire.... almeno a cena! Andiamo, babbo, appoggiatevi a me.
Gli prese la manina e se la mise sul braccio, ma don Piane arrossì, tremò d’ira, si ribellò.
— Macchè! macchè! Io non vengo..., io non vengo.... io.... Andiamo a casa nostra, andiamo..., io non vengo....
— Venite! — disse Stefano con voce persuasiva. — Ci riposiamo un momento, un momento solo: — e lo trascinava riluttante e fremente.
Maria seguiva meravigliata e confusa: la porta era aperta, e Stefano l’infilò volgendosi sul fianco per far entrare il vecchietto, che, attraversando l’andito, continuava a protestare e dibattersi.
Il giovane ricordando ove zia Larenta l’aveva fatto passare entrò nella stanza del telaio, illuminata appena da una piccola finestra.
— Mamma, mamma? — chiamò Maria sulla porta di cucina.
Ma donna Maurizia apparve dalla parte opposta, cioè sull’uscio verso cui si dirigeva Stefano, e alla incerta luce del crepuscolo si videro i peli de’ suoi baffi rizzarsi minacciosamente.
Che cercava don Piane Arca in casa sua?
E don Piane, che sempre aveva nutrito una<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 77 —|}}</noinclude>grande, segreta paura per quella donna, si sentì gelare e tacque.
Contemporaneamente Mimìa, la bella gattina grigia, vedendo Josto aggirarsi fiutando i bastoni del telaio, sbuffò spalancando la bocca, ingrossò la coda e, attraversando le sottane di donna Maurizia, sparì sotto un guardaroba.
— Inimicizia completa! — pensò Stefano, sorridendo con ironica indulgenza.
— Buona sera, donna Maurizia. Abbiamo dunque fatto una passeggiata lunga lunga; il babbo non ne può più, e siamo entrati per riposarci e per decidere se Maria debba piantarci a mezza strada.
Egli scherzava, ma donna Maurizia si ritrasse senza sorridere, senza salutare, senza pronunziar parola.
— Sedetevi, sedetevi, — disse Maria; e rosea, confusa, timorosa della collera materna e dell’ira di don Piane, mise in iscompiglio tutte le sedie e tutti gli sgabelli. Ma, lieto e disinvolto, Stefano fece sedere il padre sul canapè, e gli si abbandonò accanto ridendo come un fanciullo.
— Sa, donna Maurizia, abbiamo fatto una bella passeggiata?
— Maria, — impose ruvidamente Maurizia con la sua grossa voce maschile, — fa andar via quel cane, altrimenti si ammazzano con Mimìa.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 78 —|}}</noinclude>
— Tè, tè, Josto, vieni, pregò Maria, e siccome, invece di seguirla, il cane fiutava il guardaroba sotto cui si celava la gattina, lo prese dolcemente per il collare e, trascinatolo fuori, lo consegnò a zia Larenta, accorsa nell’andito per origliare.
— Dov’è il babbo? — domandò sommessamente la padroncina.
— Se c’è, lo fai venir dentro subito.
— Subito.
Maria rientrò e chiuse la porta.
— Abbiamo fatto una bellissima passeggiata, ripeteva Stefano; donna Maurizia accendeva la lucerna, e don Piane, abbandonato e pallido, chini gli occhi al suolo, non sapeva in che mondo fosse.
Maria prese uno sgabello e gli si assise accanto per rincuorarlo.
— Una bellissima passeggiata, affermò anch’ella, ma evitando gli occhi di sua madre. — Non faceva nè caldo nè fresco, e la via è tanto buona. Quanto tempo non passavo per quella via!
— Pare che ti abbia fatto bene, — disse Stefano, guardandola alla chiara luce della lucerna. — Sei rossa come da molto tempo non ti vedevo.
— Da molto? — pensò donna Maurizia. Ma è da dodici giorni che la vedi, scimunito!
Silenzio di nuovo. Giungeva da lontano il<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 79 —|}}</noinclude>mormorìo del villaggio, delle acque, dei noci sussurranti nel vespero sereno, la lucerna crepitava mandando una viva luce per la stanza sempre seria e pura.
Stefano si mise ancora a ridere fanciullescamente, senza un plausibile motivo; lo divertiva la curiosa e imbarazzante situazione e sentiva i nervi scossi, ma gaiamente, quasi vibranti per la dolce stanchezza della passeggiata, per il presentimento della nuova vita forte e salutare che fra poco lo avrebbe rinvigorito.
— Cosa avete, babbo? Siete molto stanco? Volete qualche cosa? Di’, Maria, hai ancora di quel vino famoso?
E rideva maliziosamente, chinando il viso per guardar meglio suo padre.
— Sa, donna Maurizia, l’ho pagata cara, può dirglielo Maria; ma la colpa è stata tutta di sua figlia....
— Perchè di mia figlia? — domandò freddamente donna Maurizia.
— È stata lei a farmi bere! Il vino scendeva giù limpido e dolce come il miele, ed io credevo si facesse per burla. Invece....
— Io? Io? Che colpa ne avevo io? Se tu non avessi voluto! Che dite voi? — si difese Maria, rivolta al suocero.
Don Piane aveva il viso illuminato: da qualche momento vedeva la zampetta chiara di {{Pt|Mi-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 80 —|}}</noinclude>{{Pt|mìa|Mimìa}} sporgersi e ritirarsi di sotto il guardaroba. Lentamente apparvero il musetto roseo e la fronte vellutata, sotto cui brillarono due liquidi smeraldi.
Dimentico d’ogni altra cosa, il vecchio guardava, incantato dal desiderio di veder avvicinare la graziosa gattina, di afferrarla e carezzarla; ma dietro la porta s’udì il raschiare del cane, e Mimìa sparve di nuovo, velocemente e coi baffi irti.
— Va via, Josto! — gridò Maria alzandosi; e socchiudendo la porta vide sparir nella penombra della stanza attigua la coda del cane e il lembo verde della gonna di zia Larenta.
Don Piane chiamava:
— Vieni fuori, bellina, vieni, che il cane non c’è più. Mimìa, gattina, vieni fuori....
Dopo molte preghiere la gattina si degnò di mostrare il nasino schiacciato, su cui pareva errasse un sorriso di ironia.
— Prendila ora! — disse don Piane.
Maria l’afferrò per il collo e la trasse fuori tutta fremente, coi grandi occhi spauriti, non più verdi, ma color di madreperla e le iridi nere dilatate.
— Eccola qui! La volete? — domandò portandola sul canapè e affidandola all’entusiasmo del suocero.
In quel momento entrò sorridendo e {{Pt|rinchiu-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 81 —|}}</noinclude>{{Pt|dendo|rinchiudendo}} delicatamente la porta don Costantino Arthebella, il padre di Maria.
Stese la mano a Stefano, che s’alzò premuroso e serio, e facendogli cenno di sedersi pregò:
— Sta comodo, sta! — Poi si chinò verso don Piane.
Don Costantino aveva il portamento disinvolto e il passo lieve di Maria; era un bell’uomo sulla cinquantina, alto e scarno, col volto fresco e roseo e con una lunga barba bianchissima divisa in due: sembrava un gentiluomo antico, dalla cui dolce e serena fisionomia spirasse tutta la nobiltà di una stirpe, d’una razza leale e incontaminata. Vestiva signorilmente, ma intorno al colletto rivoltato della camicia non inamidata, invece della cravatta portava un fazzoletto di seta nera, avvolto e annodato secondo la moda del Primo Impero. Appena entrato lui, sparve l’imbarazzo; Stefano lasciò la sua infantile allegria e donna Maurizia si fece un po’ conciliante.
Un tempo don Piane e Kantine, come sua moglie lo chiamava, erano stati amici; ed ora, sebbene non si parlassero da circa tre anni, mercè la delicatezza di Arthebella parve che si fossero lasciati da pochi giorni.
— Come la va, Piane Arca?
— Siamo andati lontani stasera; questi ragazzi mi han fatto trottare come un puledro!<noinclude>{PieDiPagina|{{Smaller|{{Sc|Deledda}}, ''La giustizia''.}}||6}}</noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 81 —|}}</noinclude>{{Pt|dendo|rinchiudendo}} delicatamente la porta don Costantino Arthebella, il padre di Maria.
Stese la mano a Stefano, che s’alzò premuroso e serio, e facendogli cenno di sedersi pregò:
— Sta comodo, sta! — Poi si chinò verso don Piane.
Don Costantino aveva il portamento disinvolto e il passo lieve di Maria; era un bell’uomo sulla cinquantina, alto e scarno, col volto fresco e roseo e con una lunga barba bianchissima divisa in due: sembrava un gentiluomo antico, dalla cui dolce e serena fisionomia spirasse tutta la nobiltà di una stirpe, d’una razza leale e incontaminata. Vestiva signorilmente, ma intorno al colletto rivoltato della camicia non inamidata, invece della cravatta portava un fazzoletto di seta nera, avvolto e annodato secondo la moda del Primo Impero. Appena entrato lui, sparve l’imbarazzo; Stefano lasciò la sua infantile allegria e donna Maurizia si fece un po’ conciliante.
Un tempo don Piane e Kantine, come sua moglie lo chiamava, erano stati amici; ed ora, sebbene non si parlassero da circa tre anni, mercè la delicatezza di Arthebella parve che si fossero lasciati da pochi giorni.
— Come la va, Piane Arca?
— Siamo andati lontani stasera; questi ragazzi mi han fatto trottare come un puledro!<noinclude>{{PieDiPagina|{{Smaller|{{Sc|Deledda}}, ''La giustizia''.}}||6}}</noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 82 —|}}</noinclude>— disse il vecchietto, passando la mano sulla schiena di Mimìa, che dopo le prime riluttanze gli graffiava e mordeva i bottoncini splendenti del corpetto.
— Ti farà bene.
— E chi lo sa? Non ne posso più, sai, non ne posso più! — E dall’accento si capì che accennava alla stanchezza di tutta la vita. Poi cambiò tono: — Nella vigna di Pietro Farina c’erano ancora i pampani: bene; li han tagliati e buttati sulla strada invece di farli brucare dalle pecore.
— Sai, li ho veduti anch’io stamattina, passando lassù. Ed ho domandato: Pietro, perchè non hai fatto entrare le pecore nella vigna? Mi rispose che un continentale lo ha consigliato di non lasciar mai entrare alcun bestiame tra le viti.
— Macchè continentali d’Egitto! — esclamò don Piane, e fermava la zampetta di Mimìa che, non più contenta dei bottoni, voleva graffiargli il mento. — Cosa fa la pecora alle viti! La pecora entra nelle vigne e bruca i pampini con tanta delicatezza che.... che infine non s’è mai inteso che le vigne, dopo la vendemmia, non debbano esser spogliate dalle pecore.
— Ma va e predica agli sciocchi! — disse don Costantino con rassegnazione. — Moda nuova sciocco l’adotta!
Stefano diceva a donna Maurizia:<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 83 —|}}</noinclude>
— Suo marito sembra più giovane di me: non invecchia mai; un giorno, sarà un mese, lo vidi a cavallo guardar il fiume ch’era torbido e gonfio. Io, lo confesso, avevo paura: egli nulla; sprona il cavallo, e tuf! in due passi è all’altra riva. Io invece!
Maria vide finalmente sorrider sua madre, di cui Stefano trovava senza dubbio la via del cuore, come ella, Maria, indovinava i puerili gusti di don Piane.
La conclusione di tutto fu l’adempimento del segreto desiderio di Stefano, poichè suo padre e donna Maurizia si divisero completamente riconciliati, e Maria non potè rifiutare al suocero il piacere di accompagnarlo a casa.
Dopo cena il giovane guardò acutamente la cognata; ma sulle labbra le rivide la solita linea di rassegnato e gelido dolore. Tanta stanchezza le scorse sulla fronte, che si turbò, e gli parve impossibile quanto sino allora gli era sembrato facile e naturale.
Guardò l’orologio; attraverso il cristallo scintillante la lancetta camminava palpitando, verso le nove.
— Ancora un quarto: alle nove precise, — pensò rimettendo l’orologio nel taschino. Ma fissando nuovamente Maria le notò tra le fini sopracciglia una piccola ruga, e sentì più acuta una sensazione di freddo, di timore, un’oppressione ansiosa che quasi gli toglieva il respiro.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 84 —|}}</noinclude>Per liberarsene e poter parlare francamente, dovette muoversi.
— Raggiungimi nel mio salotto; devo parlarti, — disse alzandosi e respingendo la sedia. E uscì rapido, temendo ch’ella gli rispondesse ''no''.
Salito nel suo salotto l’attese sul balcone, stringendo fra i denti una sigaretta egiziana appena accesa. Dal vuoto del balcone, nella notte chiara e fresca, si scorgeva il cielo d’un azzurro cinereo e trasparente, segnato sul confine occidentale da una striscia ancora lucida e bianca.
Dal Sud veniva la via lattea, chiara e diafana come una lunga e tenue nuvola argentea; e le stelle brillavano vividissime, con bagliori di perle azzurre. Null’altro si scorgeva, null’altro che il cielo e gli astri; e nulla s’udiva; ma Stefano sentiva il cammino eguale e incessante dei secondi battuti dalla lancetta del suo orologio, e per un momento gli sembrò che quello fosse il palpito delle stesse che segnavano nello spazio il corso infinito del tempo.
E Maria non veniva.
Dopo un tempo indefinito si spense la sigaretta, e questo semplice incidente richiamò Stefano nella realtà. Voltosi, vide Maria, e allora gli sembrò ch’ella fosse venuta troppo presto, prima che egli avesse preparato le parole da rivolgerle.
— Vieni qui, — disse.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 85 —|}}</noinclude>
Maria avanzò.
— Siediti. — Ella sedette, muta e rassegnata. Egli evitò di guardarla per non essere nuovamente colto da timore, e rimase ritto, dando le spalle alle tende del balcone, sul cui sfondo bianco arabescato il suo viso, contro la luce del lume, appariva più smorto del solito.
— Veramente, — cominciò con fine sorriso, guardando la sigaretta, — la tua ciera non m’incoraggia molto, ma non fa nulla; ti parlerò francamente lo stesso. Non rispondermi però; se è possibile, non aprir bocca, perchè, se tu rispondi, stanotte sento che sono un uomo perduto. Bisogna che tu mediti bene prima di rispondermi, bisogna che tu, savia e accorta e prudente (Maria, non meravigliata dello strano preambolo, si degnò di sorridere, ma ironicamente), — consideri ogni cosa sotto aspetto umano. Senza dubbio hai indovinato perchè mi è venuto il desiderio d’andar stasera alla vigna. Lo hai indovinato?
— Tu vuoi ch’io non risponda! — diss’ella.
— A quello che ti dirò in fine.
— A questo dunque sì? Ma vuoi che ti risponda proprio sinceramente?
— Credo che tu non possa farlo altrimenti.
— Grazie. Dunque, e — senza sollevar il volto un po’ chino, alzò gli occhi guardandolo con malizia, — tu avevi voglia di passeggiare quanto ne avevo io; ma hai voluto uscire per<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 86 —|}}</noinclude>trarti dietro tuo padre e me.... affinchè ci vedessero tutti e tre insieme.
— Questo è un motivo.
— Questo è un motivo, sì, lasciami dire. L’altro era quello di condurre tuo padre in casa mia, o non è vero? affinchè si riconciliasse co’ miei.
— Con tua madre....
— Sì, con mamma e con babbo.
— Con tua madre, — ripetè egli, e stette un momento silenzioso, troncando in due la sigaretta. Poi proruppe: — E il motivo di tutto?
— Quello non lo indovino, — disse lei; ma lo indovinava benissimo, perchè riprese l’aria oscura e fredda di prima. E siccome Stefano taceva, ella riprese freddamente, come per toglierlo d’imbarazzo: — Se è per farmi rimaner qui, te lo dissi, è inutile; non posso assolutamente, ora che sei guarito. Cosa ci faccio? Con quelle due vespe che ci sono, specialmente! E non sai tu le infamie che hanno già cominciato a sparger per il paese?
— Che hanno detto? — gridò egli sdegnandosi. Guardandola la vide rossa in volto. — Voglio saperlo subito, Subito, capisci?
— Lo saprai più tardi, invece! Intanto....
— Intanto, senti, o Maria, ritorniamo al principio! — esclamò egli risoluto. — Come ti dicevo, tu sei prudente e capisci ogni cosa. Permettimi un esempio. Se tu, quando morì Carlo<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 87 —|}}</noinclude>(ella chinò il volto fin quasi sui ginocchi, con un atto doloroso e pio), — se tu ti fossi trovata qui non saresti rimasta?
— Forse. Ma ora tutto è diverso. Io non posso restare appunto perchè ''allora'' non mi avete voluta.... — e la triste frase morì in un accoramento di voce dolente e fiera. Ma ciò bastò perchè la passione di Stefano, si animasse e prorompesse ardente e riparatrice in poche parole:
— Ma ora ti vogliamo!... Ora ti voglio io, ti voglio io!...
Ella diventò pallidissima; egli se ne avvide, e ripetè supplichevole:
— Ti voglio, Maria, e se tu pure mi vorrai, ti darò tutto me stesso in riparazione di quanto ti facemmo soffrire. Non rispondermi ora, non rispondermi! È questo che volevo dirti: cioè di non rispondermi finchè tu non abbia pensato settanta volte sette! Un po’ troppo? Non offenderti intanto se ti ho indotto ad ascoltarmi qui e se ti ho detto che sarebbe una riparazione.... Sarà una riparazione anche, sì, perchè saprò renderti tanto felice che scorderai ogni cosa, ogni dolore passato; ma non credere che io ti voglia solo per ciò. Ti voglio perchè ti amo, come ti avrei amata conoscendoti prima.
— E credi.... — cominciò Maria; ma egli la interruppe:
— Non credo nulla, non rispondermi. So<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 88 —|}}</noinclude>tutto quello che vorresti dirmi, ma so anche che tu sei giovane, tanto giovane.... quanti anni hai?
— Ventisei.
— Bene, ventisei. Fra due o tre anni sarai ancora giovanissima e avrai dimenticato. Non dirmi di no, Maria; io conosco la vita meglio di te. Se vuoi, non ne riparleremo fino ad allora, ma pensaci bene. Se tuo marito risorgesse per un momento, io credo che ti consiglierebbe di cogliere quella felicità che egli non potè darti. Se veramente ti amava....
— Lasciamo in pace i morti! — diss’ella, gelida e severa.
— Io amai mio fratello anche più di mio padre — credè allora bene di spiegar Stefano, avvicinandosi e posando una mano aperta sul tavolino. — Ma credi, Maria, neppur per sogno m’è passata l’idea di offenderlo con l’amar te e proporti la felicità. Anzi, s’egli veramente t’amava, se veramente sussiste lo spirito nostro dopo la morte, egli, al di là, vorrà saperti felice e serena. O non ha ragione? Quindi io credo d’onorar la sua memoria, di seguire un suo vivo desiderio dicendoti: Maria, sei giovane e dimenticherai e amerai ancora: lascia che sia io colui che deve renderti felice. E di questo argomento, non parliamone più.
— Non parliamone più — ripetè ella alzandosi. — Hai altro da dirmi?<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 89 —|}}</noinclude>
Se aveva altro da dirle? La guardò a lungo, e mai, come in quel momento che gli sfuggiva, gli parve più bella e delicata. Avrebbe voluto ancora dirle tutto il desiderio straziante e ineffabile che sentiva, non più delle sue mani soltanto, ma delle sue labbra, del suo viso, di tutta la sua anima; avrebbe voluto dirle tutto ciò, ma senza parlare, chiudendola fra le braccia desiose e portandola sul verone, sotto la bianca luce della via lattea e dei grandi astri azzurri della notte autunnale.
Ma ella gli sfuggiva, e fra loro s’ergeva l’insuperabile fantasma del morto che a lei gelava il sangue, e che l’avrebbe fatta gridare di orrore se in quel momento la mano del vivo avesse osato sfiorarla. Egli lo sentiva bene; tacque e non si mosse.
— Giacchè vuoi che ora non risponda nulla, me ne vado — disse ella. — Ora va e riposati, chè sei stanco, e la veglia potrà nuocerti. Buona notte.
S’allontanò, ed egli rimase con la mano sempre aperta sul tavolino, e gli occhi splendenti.
— Ci rivedremo domani mattina, prima che me ne vada. Buona notte — ella ripetè, uscendo senza voltarsi.
— Buona notte.
Stefano accese un’altra sigaretta e tornò sul balcone. Non sperava più, e sentiva una profonda impressione di vuoto, un disgusto di se<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 90 —|}}</noinclude>stesso e di tutto, una sensazione simile a quella provata nelle tristi e tediose sere della sua prima convalescenza. Lo irritava dolorosamente la freddezza di Maria; egli aveva sperato di vederla almeno commuoversi nel sentirsi nuovamente e grandemente amata; ed invece ella s’era quasi offesa e sdegnata; non aveva pronunziato, ma fatto capire ancor più che a parole, un freddo e inesorabile rifiuto. Non era ella forse simile alle altre donne del paese, ignorante e schiava di falsi pregiudizi, ipocrita e piccola? Ed egli s’era chinato, ed egli, credendola diversa, buona e fine, s’era invaghito per l’apparente delicatezza di lei. Invece!
Pose le mani sul ferro del balcone, e al freddo contatto ''sentì'' che per orgoglio calunniava Maria, e ch’ella aveva rifiutato appunto per delicatezza.
— Sono io il piccolo! Non mi sono spiegato bene! — pensò, e si strinse la fronte fra le mani, ripreso da un profondo disgusto di se stesso.
Rientrò assai tardi e guardò l’orologio. Segnava le nove: s’era fermato nel momento preciso in cui Maria aveva ascoltato la nuova parola di amore, ed ora Stefano, preso da un bizzarro pensiero, lo pose in un angolo, condannandolo a non più palpitare finchè egli non avesse vinto la cominciata battaglia.
L’indomani mattina Maria uscì nell’orto al<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 91 —|}}</noinclude>levarsi del sole: era un limpido e colorato mattino d’autunno; la terra e i muri umidi di rugiada vaporavano lentamente; sul noce brillavano lunghi fili di bianche perle, di cui talune, scivolando sulle foglie, cadevano al suolo in gocciole luminose. Stagnava in lontananza un basso lago di nebbia diafana e azzurra; e una fila di vecchi mandorli protendeva su quel delicato sfondo vaporoso i suoi rami dritti e oscuri, coronati da pennacchi di foglie d’un bel giallo-rosso sfumato.
Più in qua un pesco secco e giallo, sotto l’obliqua irradiazione del sole pareva un trasparente albero d’oro, cosparso di smeraldi e rubini.
Più in qua ancora, dietro il noce, un piccolo ciliegio dalle grandi e rade foglie rosse, tremava come un albero di corallo, sanguinante.
E da per tutto, su gli alberi colorati, sui muri fumanti, sull’erba rinascente negli angoli umidi dell’orto, la rugiada e i sottilissimi fili violetti dei ragni brillavano iridati.
Maria prese il piccolo viale di mezzo, qua e là fiancheggiato di rosai e di gialle viti e cosparso di secche foglie umide, e andò dritta alla vasca. I salici stillavano acqua; dietro il muro assiepato cantava sempre la cingallegra, e il cielo s’ergeva azzurro e fresco.
Alta e limpida l’acqua della vasca rifletteva<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 92 —|}}</noinclude>nella sua verde trasparenza le striscie di sole che attraversavano i salici.
Maria aveva una forte simpatia per quel dolce angolo dell’orto, che ogni mattina veniva a salutare: nei brividi dell’acqua e nel gorgheggio della cingallegra trovava un’eco dei versi del morto, una struggente dolcezza di memorie unita a una indistinta, triste e delicata gioia di vivere, di sperare, di amare ancora.
Ella avea ventisei anni e aveva tanto e sempre sofferto: l’ultimo suo grande e rassegnato dolore era il rimpianto dei pochi giorni felici goduti come in sogno; ma sempre, nei silenzi melanconici della vecchia casa, al ritmico rumore della spola, o davanti al corso delle foglie naviganti sul ruscello, un misterioso sentimento di speranza l’aveva sorretta, parlandole sommessamente dal fondo dell’anima. Era forse la voce del Signore che parlava dalle pagine della ''Imitazione di Cristo'', promettendo una lontana felicità oltre terrena, o la voce della giovinezza che presentiva e vaticinava un lieto e vicino evento, l’amore di un uomo giovane e forte?
Ora, in quel luminoso mattino d’autunno, dopo una notte di proponimenti rigidi, gelati, quasi sdegnosi, ella sollevò il viso al sole, alla luce, alla rugiada stillante dai salici, e ''sentì'' nell’alito puro e inebbriante dell’aria tutta la nobile e refrigerante passione di Stefano Arca: questo, senza dubbio, era l’evento annunziatole<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 93 —|}}</noinclude>dalla dolcezza della rassegnazione, nelle ore più profonde del suo dolore.
Stefano aveva negli occhi tutta l’espressione degli occhi del morto: non era forse qualcosa dell’anima trapassata, che riviveva e riamava?
Maria guardò la verde acqua, e ancor le parve che il canto della cingallegra gorgheggiasse nella muscosa profondità della vasca, ripetendo i dolci versi:
<poem>
{{smaller|Ama, riamata: quando s’ama molto,
La vita è come un delicato fiore,
Che profuma col suo più dolce odore
Il vento che i suoi petali strappò!}}
</poem>
Ella invece, — si domandò, doveva trascorrere una vita sterile e inutile, consumandosi in un egoistico dolore?
In quel momento Stefano apriva il suo balcone; vedendola, scese nell’orto e la raggiunse presso la vasca: anche su lui l’azzurra e lieta trasparenza del mattino operava una vaga malìa di vita e di speranza.
— Buon giorno, — salutò, avanzandosi senza far rumore.
— Buon giorno! — rispose ella, voltandosi, lievemente imbarazzata.
— Che bella giornata! — esclamò egli, chinandosi per raccogliere una fronda di salice inargentata di rugiada.
— Una bella giornata! — ella ripetè, {{Pt|se-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 94 —|}}</noinclude>{{Pt|guendo|seguendo}} con gli occhi il movimento della persona di lui. Com’egli s’inchinò, il sole gli rifulse sui capelli irti, sulla nuca forte e sul fiero volto; e nel risollevarsi, Maria gli notò negli occhi la stessa limpida e verdognola trasparenza dell’acqua, quella trasparenza così pura e profonda ch’ella tanto aveva amato in due chiari occhi spenti.
Ed ebbe paura di se stessa.
— E tuo padre? — chiese, timorosa che Stefano le rivolgesse domanda sull’argomento della sera innanzi.
— Ho sentito che chiamava Serafina per aiutarlo a vestirsi.
E la pericolosa domanda venne.
— Resterai, Maria?
— Non posso.
— Non puoi, o non vuoi?
Intanto s’era avanzato fino al parapetto, e con la fronda tracciava qualche linea nell’acqua, che s’apriva rabbrividendo e scintillando.
Maria credè di scorgere un M in quelle linee vanescenti, ed ebbe desiderio di piangere e ridere nello stesso tempo.
La cingallegra cantava:
<poem>
{{smaller|Se tu un giorno verrai sotto i paterni
Salici, guarda: forse l’amoroso
Sguardo de l’acque nel misterioso
Seno un pio nome ancora leggerà....}}
</poem><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 95 —|}}</noinclude>
— Ti ho offeso, Maria? — domandò Stefano, sollevando la fronda, che gocciolò stille di argento. — Che hai?
— Nulla! Mi dispiace solo la tua insistenza. Dici d’amarmi e intanto vorresti farmi del male: non mi offendi, ma mi addolori....
— Senti, Maria — diss’egli dopo un istante: — è mio destino farmi sempre fraintendere. Perchè? Non so; ma forse, sì, è meglio che tu te ne vada, perchè mi sembra che da lontano ci comprenderemo di più. Se non altro, resteremo buoni amici, e tu verrai qualche volta a trovarci, a rallegrare la piccola vecchiaia di ''nostro'' padre. Verrai?
— Verrò, — diss’ella, e provava un dolore crescente, un dolore sottile e pauroso.
Rimasero nuovamente silenziosi, imbarazzati come due ragazzini.
— Tu mi fai diventare bambino, — disse, con voce che sembrava naturale, mentre era forzata, — e non mi permetti di spiegarmi come vorrei. Ti scriverò.
— Mai più! — esclamò ella spaventata.
— E perchè? Sei strana.... eppure....
Gli venne in mente che Carlo le scriveva ed ella gli rispondeva: ma non osò dirglielo: solo espresse un ricordo venutogli per concatenazione d’idee.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 96 —|}}</noinclude>
— Di’, a proposito: tu devi aver dei versi che parlano di questa vasca.
— Sì. Li hai tu pure? — rispose ella, dopo qualche esitazione.
— Sì, li ho anch’io.
Maria credè di salvarsi volgendo il breve discorso su questa pagina del passato che li separava; invece si trovò impigliata in una rete ancor più pericolosa, perchè Stefano ricordò con voce grave e sommessa i versi che rievocavano l’infanzia affettuosamente trascorsa col fratello. Poi parve di rammentarsi qualche particolare commovente, ebbe un rapido splendore negli occhi, e rivolgendosi tutto a lei, col viso lumeggiato dai riflessi splendidi dell’acqua, disse:
— Senti, me lo ricordo come se fosse ieri: eravamo qui, intagliavamo due tubetti, tagliati da un ramo di sambuco, per formarne due ''tiranti'': c’era il sole, come oggi, e la cingallegra, che cercavamo sempre invano lassù tra i rovi, cantava. Non so se era proprio questa, ma forse era la madre. Eravamo qui, avevamo io dieci, ''lui'' dodici anni: io pensavo di ammogliarmi, già, d’ammogliarmi, ed anche lui ci pensava.... forse perchè in quel tempo si parlava del matrimonio di Grazia, nostra sorella, morta poco dopo, tu lo sai. Basta, pensavamo d’ammogliarci; ma ci amavamo tanto che<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 97 —|}}</noinclude>avremmo voluto prender la stessa sposa per entrambi: forse la cingallegra.... E mi ricordo una cosa; che volevamo una sola sposa perchè, nel caso morisse uno di noi due, l’altro le restasse.... Vedi se volevamo bene alla nostra futura....
— E se fosse morta lei prima? — domandò Maria, e pretendeva scherzare; ma il pallido sorriso le morì rapidamente sulle labbra all’intenso e penetrante sguardo che Stefano le rivolse.
— Ma ella non è morta....
— È come lo fosse! — sospirò lei, e, come sentendo un pericolo vicino, si mosse, facendo forza a se stessa per vincere il senso di dolce e insidiosa malìa che da qualche momento la tratteneva là, davanti all’acqua trasparente, nel magico cerchio di quei riflessi d’oro, di quel canto appassionato di cingallegra, di quegli occhi limpidi e profondi come un abisso equoreo, di quel cielo autunnale che invitava ad amare e godere prima del vicino, imminente tramonto.
Ritornò per il viale fiancheggiato di rosai e di viti dalle rade foglie gialle. Stefano la seguì, e sorridendo le disse:
— Ella non è morta: ha semplicemente dimenticato la vita. Perchè, poi, non so: forse perchè è un po’ egoista.
— Chi? la vita?<noinclude>{{PieDiPagina|{{Smaller|{{Sc|Deledda}}, ''La giustizia''.}}||7}}</noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||— 98 —|}}</noinclude><section begin="s1" />
— No, ella. Mi ricordo quei versi:
<poem>
{{smaller|Ama, riamata: quando s’ama molto,
La vita è come un delicato fiore,
Che profuma col suo più dolce odore
Il vento che i suoi petali strappò....}}
</poem>
Ella si turbò maggiormente sentendogli ripetere i versi, ma camminava avanti ed egli non s’avvide.
— Tu, invece, Maria cara, non solo neghi il tuo profumo a chi ti fa del male, e sei tu stessa che ti fai del male, ma anche a chi vorrebbe irrorare e baciare i tuoi petali....
Ella non rispose, non protestò contro l’ardito linguaggio poetico, ma affrettò la sua partenza perchè soffriva; soffriva molto, ma d’un dolore a cui era frammischiata una strana paura di ignoti pericoli....
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Davanti al piccolo convento di Silvestra Arca si stendeva un cortiletto cinto da altissimi muri, al di sopra dei quali si scorgeva solo un quadrato di cielo. Occhio umano non penetrava laggiù: durante l’estate solo le rondini riposavano i voli spensierati tra il verde luccichìo dei frammenti di vetro tempestati sulla
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— No, ella. Mi ricordo quei versi:
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{{smaller|Ama, riamata: quando s’ama molto,
La vita è come un delicato fiore,
Che profuma col suo più dolce odore
Il vento che i suoi petali strappò....}}
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Ella si turbò maggiormente sentendogli ripetere i versi, ma camminava avanti ed egli non s’avvide.
— Tu, invece, Maria cara, non solo neghi il tuo profumo a chi ti fa del male, e sei tu stessa che ti fai del male, ma anche a chi vorrebbe irrorare e baciare i tuoi petali....
Ella non rispose, non protestò contro l’ardito linguaggio poetico, ma affrettò la sua partenza perchè soffriva; soffriva molto, ma d’un dolore a cui era frammischiata una strana paura di ignoti pericoli....
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Davanti al piccolo convento di Silvestra Arca si stendeva un cortiletto cinto da altissimi muri, al di sopra dei quali si scorgeva solo un quadrato di cielo. Occhio umano non penetrava laggiù: durante l’estate solo le rondini riposavano i voli spensierati tra il verde luccichìo dei frammenti di vetro tempestati sulla
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 99 —|}}</noinclude>cresta del muro; e i piccoli occhi rotondi guardavano curiosamente in fondo, le testoline piumate si dondolavano irrequiete; le sottili code s’aprivano a ventaglio, i grigi petti fremevano con metallici splendori; ma le rondini non cantavano, e volavano via con stridi acuti e vibranti che parevano di disapprovazione, proiettando le loro rapide ombre sul selciato del cortile.
Solo i corvi, il cui triangolo nero navigava lentamente nell’aria alta e fumigante, nelle tristi giornate autunnali, guardavano in fondo al piccolo cortile, mentre il loro ''crà crà'' prolungato e stridente si fondeva con la grigia e melanconica pace dei silenziosi vapori di novembre.
Nella voce dei corvi era tutta la tristezza di lontane pianure solitarie, e Silvestra, ascoltandola, si credeva rinchiusa in un chiostro perduto nelle vaste e desolate solitudini dell’altipiano sovrastante al paese.
Due volte al giorno la giovane e strana monaca ritirava dalla ruota, comunicante con uno stanzino attiguo al salotto da pranzo degli Arca, la colazione, il desinare, il caffè, la biancheria, e infine tutto ciò che abbisognava. Nessun’altra comunicazione ella aveva con la famiglia; solo in caso estremo di malattia avrebbe suonato un campanello che dava sullo stanzino, e i suoi sarebbero entrati per una {{Pt|porti-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 100 —|}}</noinclude>{{Pt|cina|porticina}} rossa praticata a fianco della ruota, che si doveva aprire solo in tali urgenti casi e per lasciar passare il vecchio zio prete, confessore di Silvestra.
Per ottenere da Roma il privilegio di questa strana monacazione, assai comune del resto in certi paesi sardi, gli Arca avevano faticato e speso assai, mettendo in moto molte persone influenti nelle alte sfere religiose.
Silvestra aveva i capelli rasi e indossava un costume monacale, non privo però d’una certa eleganza; e passava le giornate pregando e lavorando per i poveri.
Alle finestre delle quattro scialbe cellette di quel chiostro in miniatura non mancavano le inferriate verso il melanconico cortiletto. Silvestra viveva per lo più al pian terreno, fra la cameretta ove dormiva e lavorava, — arredata di un semplice lettuccio, d’un tavolino, di due sedie e un paniere d’asfodelo; col camino di pietra e il pavimento di mattoni rossi, su cui per qualche ora del mattino l’inferriata gettava gli scacchi del sole, — e la attigua stanzetta accomodata ad uso di cappella.
La vôlta e le pareti di questo strano oratorio erano tinte di granato cupo, vellutato, con ramificazioni di sottilissime palme d’oro che, assumendo l’illusione d’antica e preziosa<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 101 —|}}</noinclude>tappezzeria, davano all’ambiente una fisionomia calma e severa, di salotto e di chiesa.
Occupava tutta la parete di fondo un altarino di marmo sormontato da una nicchia, entro cui si ergeva, immobile e lilialmente diafana, una Madonnina d’alabastro, artistico lavoro del secolo XVII, memoria di famiglia, dalla quale don Piane si era separato piangendo. E sull’elegante vôlta della nicchia sorretta da due colonnine toscane di marmo grigio, la cui oleosa opacità faceva meglio risaltare la trasparenza alabastrina della statuetta, posava un piccolo sarcofago di marmo bianco che pareva un’urna di gesso, e che sosteneva un fiammeggiante cuore di pietra rossa. Giacchè Silvestra si era dedicata al Sacro Cuor di Maria.
Adornavano l’altare due candelabri d’argento con mazzi di pallide rose carnicine; tristi rose di seta diafana, aperte, languide, dai petali rivoltati, che parevano pronti a cadere; e vi era anche una lampada d’argento e di cristallo granato, entro cui la fiammella sempre accesa sembrava un tremolante rubino. Sotto la grave luce dell’alta finestruola semicircolare, dai vetri smerigliati, l’inginocchiatoio di noce, lucido e duro, in una continua immobilità di preghiera e di sogno, sembrava una persona eternamente inginocchiata e resa rigida da profonde suggestioni ascetiche.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 102 —|}}</noinclude>
In quel chiarore di fuoco mistico che s’accendeva porpureo col sole, e al cader della sera moriva in una prolungata agonia d’ombre silenziose, le ramificazioni delle pareti scintillavano tenuemente, quasi un riflesso di luna smuovesse davvero le palme d’oro; e riposavano le vanescenti figure di antichi quadri ad olio, appesi un po’ bassi con cordoni di seta granata.
Queste tele, dalle cornici nere e rozze, erano pur esse vecchie memorie di famiglia: due erano dipinti chiaro-scuri, appannati da una patina grigiastra e alquanto screpolati; una si diceva copia del Guercino, e rappresentava un Cristo incoronato di spine, al cui volto giovanile, solcato da grosse lagrime sanguigne, la corta e riccioluta barba rossastra dava una grazia nordica assai delicata. Un altro quadro, meglio tenuto, chiaro ancora e luminoso, squisitissima opera d’arte di gran valore, da cui Stefano a sua volta si era separato con grande rimpianto, per tradizione famigliare lo si assicurava un Carpaccio autentico, e, certo, se non al Maestro, apparteneva alla sua scuola; era forse una vaga imitazione del famoso ''Sogno di Sant’Orsola.''
La tela degli Arca, larga un metro e venti ed alta quasi due metri, non aveva titolo e solo una data: ''Venetia, 1503'', e due iniziali: V. C.; ma probabilmente era un’Annunziazione.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 103 —|}}</noinclude>
Vi s’osservava un dappiedi da letto a baldacchino, lumeggiato da una bifora, sul cui davanzale si ergeva un vasetto di metallo contenente una lunga e rigida pianticella fiorita di rose. Prostrata su un inginocchiatoio gotico, a sinistra, pregava e aspettava, presa da estasi e da arcano timore, una giovinetta il cui peplo oscuro lasciava intravedere forme modellate, snelle ed esili, sì, ma non rigide e diafane come nelle vergini preraffaellite degli altri due antichi quadri.
Una viva luminosità di sole, fulgida e dorata, invadeva tutto il piano sinistro della tela, lumeggiando vivissimamente l’angolo del soffitto di legno, piovendo sui piccoli mobili, che quasi svanivano sullo sfondo della camera e nella irradiazione della luce. Donde veniva lo splendore? Da una finestra invisibile o dall’Angelo che s’avvicinava?
Silvestra restava ore ed ore inginocchiata davanti a questo quadro, e fra lei e la figura dipinta esisteva una vaga rassomiglianza, specialmente nel bianco scorcio del volto e nella tinta castana dei capelli che le crescevano di nuovo a ciocche folte e morbide dalle finissime punte dorate.
Ma nessuna luce, tranne quella del passato, ardente e melanconica come il rosso chiarore del piccolo oratorio, irradiava il viso smorto e i freddi, limpidi occhi verdognoli della giovane<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 104 —|}}</noinclude>monaca di casa. Ella non aspettava nulla, e non aveva estasi, non ardori divini; solo talvolta, per semplice autosuggestione, s’infervorava nella preghiera, e per qualche istante le sembrava di esser sommersa in un’onda di viva luce, vicina a Dio ed alla Grazia; ma più che estasi era questa una sensazione di benessere fisico, nella cui momentanea dolcezza la mente obliava il passato e il cuore perdonava e si sentiva egoisticamente tranquillo per l’avvenire. Infatti provava questi momenti spirituali, non nell’oratorio, davanti alla Vergine del Carpaccio e sotto la porpurea luce del Sacro Cuore, ma quando stava a letto o lavorava quietamente al sole del cortile, nella luce azzurra de’ bei giorni sereni.
Nel mangiare, nel dormire, nel vestire, e infine in tutta la sua esistenza materiale, ella non s’imponeva nè sacrifizio nè penitenza convinta che per guadagnarsi il cielo bastasse la volontaria solitudine, la continua preghiera ed il lavoro per i poveri.
Durante l’inverno l’indifferenza e il suo distacco dal mondo parvero aumentare; anche la luce melanconica dei ricordi svaniva nel biancore fosco e continuo dell’aria gelata.
Nel cortiletto s’ammucchiava la neve cristallizzata dal gelo; in alto incombeva un quadrato di cielo basso e bianco, e a quel freddo riflesso<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 105 —|}}</noinclude>nivale anche l’aria e la luce dell’oratorio impallidivano freddamente.
L’anima di Silvestra gelò e parve cristallizzarsi come la neve; eppure nella cella, ove il caminetto restava acceso notte e giorno, spirava un tepore intimo e grato; nessun rumore giungeva, e solo le voci sonore dei venti raccontavano nella notte strane storie, e avevano gridi lontani e richiami misteriosi.
Diceva il vento:
«Silvestra, Silvestra, è possibile mai che tu dimentichi, che l’anima tua dorma, che dorma il tuo pensiero, che dorma il tuo cuore e dormano i tuoi occhi?
«L’altipiano è tutto coperto di neve: spuntano appena gli olivastri, i cespugli, le siepi dei muri; e il cielo è grigio e bianco e su questo smorto sfondo dilagano nuvole e vapori fumosi che vanno, che vanno, che vanno, come vado io. Sai tu chi sono io? Non ti ricordi di me? Io mi ricordo di te attraversando la bianca desolazione dell’alta pianura; e al vento che mi schiaffeggia violentemente e mi toglie il respiro e rende violette le labbra che t’hanno baciato, al vento gitto la mia voce. E nel vento è la mia voce che ti parla. È dunque possibile che tu mi dimentichi nella serenità del tuo piccolo chiostro, se io ti ricordo fra i pericoli e le minaccie del tempo, degli uomini e della natura?<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 106 —|}}</noinclude>
«Silvestra, Silvestra Arca, è mai possibile che tu dorma, che tu riposi? Che mistero è nell’anima tua, se non ti scuote la mia voce incarnata nella violenta sonorità dei venti? È il mistero felino della tua razza? È la superbia di tuo fratello, è la sciocca crudeltà di tuo padre che mi perseguitano perchè osai amarti?»
E così dicendo gemeva larghi singulti sonori il vento marino, che veniva dalla costa portando seco tutto il gelo delle nevi azzurrognole di Monte Bardia e di Monte Pizzinnu; e il vento di tramontana, che gettava sull’altipiano nevoso la livida desolazione di Monte Albo, piangeva con sibili acuti che svanivano lentamente nella notte; e tutte le voci, i gridi, i gemiti e le sonore melodie selvaggie dei venti raccontavano ognuna qualche cosa, implorando, ricordando e insistendo.
Silvestra ascoltava e sentiva, sì, ma nel tepore del piccolo letto bianco, nel benessere del dormiveglia la sua anima non rispondeva alle rumorose voci della notte: solo, e raramente, pregava per la pace dello spirito errante il cui grido veniva col soffio dei venti marini e col sibilo dei venti del nord.
Nel caminetto di pietra ardeva una sottile lingua violetta orlata di alluminio, e le brage si velavano di pallidi merletti cenerini; la lampada granata dell’oratorio oscillava {{Pt|silenziosa-|}}<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 107 —|}}</noinclude>{{Pt|mente|silenziosamente}}, e la luminosità irradiante la Vergine del Carpaccio si colorava di sprazzi scarlatti, quasi al riflesso d’un freddo ma rosso tramonto autunnale.
In alto, nel cinereo pallore della nicchia, la Madonnina svaporava assumendo una trasparenza incorporea; più in alto, sul sarcofago di neve opaca, il cuore non aveva più raggi d’amore e di carità, e le fiammelle si restringevano spegnendosi. Il pensiero s’elevava a Dio, ringraziando per l’indifferenza e l’oblio sonnolento che l’inverno stendeva sulle cose e sulle anime; e il cuore dimenticava e taceva.
Ma venne la primavera. Sul cielo ancora freddo, ma alto e nitidissimo, riapparve qualche rapido volo di rondine e il sole scese nel cortiletto, indugiandosi negli angoli umidi, verdognoli di musco, ove era rimasto qualche rimasuglio di neve ghiacciata; sulle creste dei muri luccicarono verdi e lavati i frantumi di vetro; i davanzali di granito resi bruni dall’umido riprendevano la prima tinta chiara; e sulle grigie cime del noce dell’orto attiguo gli estremi rami sottili si squarciarono per lasciar uscire le gemme.
Di mattina, all’aurora, la brezza ancora fredda portava sottili fragranze di mandorli fioriti, di siepi rinverdite lungo i margini del fiume, di sambuchi galleggianti sulle acque, e di grani nascenti; nei tiepidi meriggi {{Pt|giunge-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||— 108 —|}}</noinclude>{{Pt|vano|giungevano}} timidi gorgheggi di cingallegre, lontane grida di bimbi in cerca di nidi; nella notte i venti non parlavano più, ma nell’indicibile silenzio dei cieli cristallini le stelle doppie oscillavano con rapidi splendori d’acqua marina e viola iridata, di giallo-oro e di perla turchina; la luna calava in nitide spiagge d’argento fuso, e le cose dormienti, ma rinate alla vita, parlavano in sogno e la loro voce silenziosa si imponeva più dei sonori gridi del vento.
Silvestra non dormiva più tanto profondamente; i silenzi delle notti di marzo le narravano cose sottili e arcane, filtrandosi nel sangue come spille di cristallo; l’aurora nitidamente violacea batteva sui vetri, svegliandola, con improvvisi riflessi di nuova luce; e lungo le tiepide giornate, quando i soffusi e lattei ondeggiamenti delle prime nuvole primaverili passando sul cielo come immense gregge attraverso cerulee pianure, proiettavano la dolcezza della stagione rinascente, ella provava un’inquietudine, un non confessato desiderio d’aria e di vita. E indistinte le tornavano alla mente le memorie dei paterni ovili, le brevi residenze primaverili nelle case coloniche delle ''tancas'' dagli alti pascoli aromatici, le feste pastorali, le selvagge canzoni antiche dei pastori, che, tosando le pecore legate e stese sui paleggi fioriti, inneggiavano al verde ''’eranu''<ref>Eranu o Veranu, primavera.</ref> sardo.<noinclude></noinclude>
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La giustizia/III
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Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/118
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||{{Sc|di lionardo da vinci.}}|107}}</noinclude>si è che v’ha apposto in una cifra il proprio nome; ed è questo (tranne quello de’ sigg. conti Sanvitali a Parma) il solo quadro in cui siasi, direm così, sottoscritto. La cifra sua, consistente in un monogramma formato dalle tre lettere L D V, vedesi nella [[Memorie storiche su la vita, gli studj, e le opere di Lionardo da Vinci/Tavola II|tav. II]] fig. 10. Crede il {{AutoreCitato|Venanzio De Pagave|De Pagave}} che appunto abbiavi apposta la cifra, perchè avendo egli in certo modo cangiato lo stile, non s’attribuisse ad altri quel suo lavoro<ref>Il P. {{AutoreCitato|Giuseppe Allegranza|Allegranza}} ({{TestoAssente|Opusc. Eruditi}} pag. 290) sospetta che cifra di {{sc|Lionardo}} sia una X frammezzata da una L, che vedesi presso a certe teste di Filosofi in casa Borri; ma quelle figure non sono certo del {{sc|Vinci}}.</ref>. L’avvenente donna poi certamente è quella per cui il quadro fu fatto; o alla famiglia del Pontefice appartenesse, o a quella de’ Gonzaga, a cui destinata era la tavola. A me sembra verosimile che rappresentar possa la cognata di {{AutoreCitato|Papa Leone X|Lion X}} moglie del duca {{Wl|Q333340|Giuliano}}, giacchè sappiamo da {{sc|Lionardo}} medesimo, che ''partissi il magnifico Giuliano de’ Medici addì 9 di gennaio 1515 in sull’aurora da Roma per andare a sposare la moglie in Savoia: e in tal dì vi fu la morte del re di Francia''<ref>Nota scritta da Lionardo nel fol. primo del cod. segnato X.</ref>. Egli pertanto avranne fatto il ritratto in quella bellissima tavola a lei {{pt|de-}}<ref follow=p117>era a {{AutoreCitato|Raffaello Sanzio|Raffaello}} nella maniera di dipingere, ed emulato l’avrebbe, se scemando qualche grado alla finitezza, n’avesse aggiunto qualche altro alla facilità ed amenità.</ref><noinclude>{{rule}}<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|272||}}</noinclude>abbiamo creduto giusto proporre un verbale chiarante i fatti e riportante le più sentite scuse da parte Vostra<ref>Fin qui tutto era andato secondo le norme cavalleresche, e secondo giustizia e buon senso.</ref>.
«Siccome poi si pretendeva che le scuse si fossero rese pubbliche, perchè pubblica era stata l’offesa, così noi abbiamo acconsentito a rendere pubblico il verbale da redarsi, e per mezzo dei giornali<ref>E fin qui va benissimo.</ref>. Si sospende la seduta e si riapre oggi alle ore 10.
«I signori Fressi e Bivona non vogliono più parlare di {{Ec|acccomodi|accomodi}} conciliativi, considerando l’offesa assai grave perchè lanciata pubblicamente in teatro.
«Si vuole mia riparazione e noi gliel’abbiamo accordata; però si pretende da parte loro che l’arma venga scelta dal loro primo. (Storia assai vecchia e discussa tante e tante volte e sempre decisa per come noi abbiamo sostenuto<ref>Qui non è esatto. La ''storia'' è stata discussa, è vero; ma fu sempre riconosciuto conforme anche ai codici cavallereschi napoletani ({{AutoreIgnoto|Bellini}} e {{AutoreIgnoto|De Rosis}}), che tale costumanza, essendo un controsenso e una ingiustizia, non aveva più ragione di esistere. Anzi, potrei citare più di un verdetto di giurì d’onore, che dà completamente torto all’asserto dei redattori di ''questa opinione''.<br/>{{spazi|5}}Si consultino infatti, {{Wl|Q18508475|Chateauvillard}} cap. I, n. 9.°; {{AutoreCitato|Achille Angelini|Angelini}} capitolo VI, n. 2.°; {{AutoreIgnoto|De Rosis}} cap. II, 9.° e 10.° e cap. II, 27.° e 28.°, non chè Gelli: art. 162; {{AutoreIgnoto|Viti}}, {{Wl|Q28950101|Tavernier}}, {{Wl|Q130745579|Croabbon}}; e cento altri, i quali tutti concordano ''sulla iniquità'' di tale abbandonata usanza. — I rappresentanti dell’avversario del povero tenente Sacco certamente non conoscevano tutti questi giudizi e si basarono esclusivamente sulla tradizione, nè, per questo, c’è da farne loro carico.</ref>{{ec|).|.}}
«E siccome tanto in Sicilia che nel Napoletano, l’uso inveterato da tanti anni s’imponeva a qualunque codice cavalleresco, così ci riusciva impossibile cedere in loro favore».
«Fu inutile il fare osservare che in tutte le altre partite d’onore, avvenute fra militari e borghesi<ref>Dove?</ref> si era sempre fatto e secondo le nostre usanze che nessuno aveva mai insistito su questa pretesa<ref>Non è esatto. Potrei citare una quindicina di duelli avvenuti in Sicilia e a Napoli ne’ quali si fece proprio il contrario.</ref>».<noinclude><references/></noinclude>
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{{Colonna}}
{{indentatura}}
Il {{Sc|Re}} GIOVANNI<ref>Il fondo di questo Dramma è preso dalle antiche storie d’Inghilterra. Il Poeta non ha però sempre rispettato troppo scrupolosamente i fatti.</ref>.
Il {{Sc|Principe}} ENRICO suo figlio; che divien poscia re col nome di {{Sc|Enrico}} III.
ARTURO, duca di Bretagna, figlio di {{Sc|Gefredo}}, ultimo Duca di Bretagna, e fratello maggiore del Re.
GUGLIELMO MARESHALL, conte di Pembroke.
GEFREDO FITZ-PETER, conte di Essex, capo della Giustizia d’Inghilterra.
GUGLIELMO LUNGASPADA, conte di Salisbury.
ROBERTO BIGOT, conte di Norfolk.
UBERTO DE BURGH, ciambellano del Re.
ROBERTO FAULCONBRIDGE, figlio di sir {{Sc|Roberto Faulconbridge}}.
FILIPPO FAULCONBRIDGE, suo fratello spurio, figlio bastardo di {{Sc|Riccardo}} I.
</div>
{{AltraColonna}}
{{indentatura}}
GIACOMO GURNEY, addetto al servizio di lady {{Sc|Faulconbridge}}.
PIETRO DI POMFRET, profeta.
FILIPPO, re di Francia.
LUIGI, delfino.
L’{{Sc|Arciduca d’Austria}}.
Il cardinal PANDOLFO, legato del Papa.
MELUNO, signore francese.
CHATILLON, ambasciatore di Francia al re {{Sc|Giovanni}}.
ELINORA, vedova di {{Sc|Enrico}} II, e madre del re {{Sc|Giovanni}}.
COSTANZA, madre di {{Sc|Arturo}}.
BIANCA, figlia di {{Sc|Alfonso}} re di Castiglia, e nipote del re {{Sc|Giovanni}}.
{{Sc|Lady}} FAULCONBRIDGE, madre del bastardo e di {{Sc|Roberto}}.
Lordi, Lady, Cittadini di Angers, Sceriffo, Araldi, Ufficiali, Soldati, Messaggieri ed altri.
</div>
{{FineColonna}}
<references/>
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{{Centrato|La Scena è ora in Inghilterra, ora in Francia.}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||{{Sc|xii - il cinquecento}}|407}}</noinclude>
Questa letteratura comica o negativa si sviluppa in modo prodigioso. Accanto a’ capitoli e a’ romanzi moltiplicano le novelle. Il cantastorie diviene l’eroe della borghesia. E tutti hanno innanzi lo stesso vangelo, il {{TestoCitato|Decameron|''Decamerone''}}. Il petrarchismo era una poesia di transizione, che in questo secolo è un cosi strano anacronismo come l’imitazione di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} o di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}}. Ma il Decamerone portava giá ne’ suoi fianchi tutta questa letteratura: era il germe che produsse il {{AutoreCitato|Franco Sacchetti|Sacchetti}}, il {{AutoreCitato|Luigi Pulci|Pulci}}, {{AutoreCitato|Lorenzo de' Medici|Lorenzo}}, il {{AutoreCitato|Francesco Berni|Berni}}, l’{{AutoreCitato|Ludovico Ariosto|Ariosto}} e tutti gli altri.
Quasi ogni centro d’Italia ha il suo Decamerone. {{AutoreCitato|Masuccio Salernitano|Masuccio}} recita le sue novelle a Salerno, il {{AutoreCitato|Francesco Maria Molza|Molza}} scrive a Roma il suo decamerone, e il {{AutoreCitato|Anton Francesco Grazzini|Lasca}} le sue {{TestoCitato|Le cene ed altre prose|''Cene''}} a Firenze, e il {{AutoreCitato|Giambattista Giraldi Cinzio|Giraldi}} a Ferrara i suoi {{TestoAssente|''Ecatommiti'' o cento favole}}, e {{Wl|Q22137978|Antonio Mariconda}} a Napoli le sue {{TestoAssente|''Tre giornate''}}, e {{AutoreCitato|Giovanni Sabadino degli Arienti|Sabadino}} a Bologna le sue {{TestoCitato|Le porretane|''Porretane''}}, e quattordici novelle scrive il milanese {{AutoreCitato|Ortensio Lando|Ortensio Lando}}, e {{AutoreCitato|Giovanni Francesco Straparola|Francesco Straparola}} scrive in Venezia le sue {{TestoCitato|Le piacevoli notti|Tredici piacevoli notti}}, e {{AutoreCitato|Matteo Bandello|Matteo Bandello}} il suo novelliere, e le sue diciassette novelle il {{AutoreCitato|Girolamo Parabosco|Parabosco}}. A Roma si stampano le novelle del {{AutoreCitato|Marco Cademosto|Cadamosto}} da Lodi e di monsignor {{AutoreCitato|Giovanni Brevio|Brevio}} da Venezia. A Mantova si pubblicano le novelle di {{AutoreCitato|Ascanio de' Mori da Ceno|Ascanio de’ Mori}} mantovano; e a Venezia escono in luce le {{TestoAssente|''Sei giornate''}} di {{AutoreCitato|Sebastiano Erizzo|Sebastiano Erizzo}} gentiluomo veneziano, e le dugento novelle di {{AutoreCitato|Celio Malespini|Celio Malespini}}, gentiluomo fiorentino; e i Giunti a Firenze pubblicano i {{TestoAssente|''Trattenimenti''}} di {{AutoreCitato|Scipione Bargagli|Scipione Bargagli}}. Aggiungi la {{TestoAssente|''Giulietta''}} di {{AutoreCitato|Luigi da Porto|Luigi da Porto}} vicentino, e l’{{TestoAssente|''Eloquenza''}}, attribuita a {{AutoreCitato|Sperone Speroni|Speron Speroni}}.
Tutti questi scrittori, dal quattrocentista Masuccio sino al Bargagli che tocca il Seicento, si professano discepoli e imitatori del {{AutoreCitato|Giovanni Boccaccio|Boccaccio}}. Chi se ne appropria lo spirito, e chi le invenzioni anche e la maniera. I toscani, presso i quali il Boccaccio è di casa, scrivono con piú libertá, e ci hanno una grazia e gentilezza di dire loro propria, che copre la grossolanitá de’ sentimenti e de’ concetti: tale è il Lasca e il {{AutoreCitato|Agnolo Firenzuola|Firenzuola}} nelle novelle inserite ne’ suoi {{TestoAssente|''Discorsi degli animali''}} e nel suo {{TestoCitato|L'asino d'oro|Asino d’oro}}. Gli altri procedono piú timidi e riescono pesanti, come il Giraldi e il Brevio e il Bargagli, o scorretti e trascurati, come il Parabosco o lo Straparola o il Cadamosto. Il linguaggio è<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||{{Sc|nota}}|475}}</noinclude>che vi spese fatiche e sacrifici veramente grandi; cui segue l’inglese {{Wl|Q5344507|E. Moore}}, che allargò e perfezionò le ricerche e le chiarí con rigore<ref>''Contributions to the textual criticism of the D. C.'', Cambridge, 1889.</ref>.
Ma dalla istituzione in poi della Societá dantesca italiana (1889), che si propose come suo compito principale l’edizione critica delle opere di Dante, tutto il lavoro fatto prima, e tanto altro promosso o direttamente eseguito poi, fa capo ad essa: lavoro vasto, metodico, paziente e diligente sino allo scrupolo, di cui soltanto in parte si possono seguire le direttive ne’ suoi organi: il ''Bullettino'' (1890-1921), e gli ''Studi danteschi diretti da M. Barbi'' (1920... ora al vol. XVI).
La grande edizione documentaria che dia lo spoglio delle varianti, spieghi il processo, giustifichi i risultati, è oggi nuovamente annunziata prossima in quattro volumi. Intanto ne tiene il posto provvisorio quella inserita nel bel volume italiano ''Le opere di Dante'', Firenze, Bemporad, 1921, anno del secentenario.
Giuseppe Vandelli, che ha curato la ''Commedia'', vi ha certamente assommato il lavoro piú ampio, organico e disciplinato che sia stato fatto su quel testo; ma gli studiosi non possono ancora ripercorrerlo, per la loro esperienza. Sul punto principale, ch’è l’aggruppamento dei codici e la possibilitá o meno di risalire all’originale, di ricostruirlo in pieno, la conclusione del Vandelli è negativa<ref>Vedi la ''Prefazione'' del {{Sc|Barbi}} al vol. citato; e queste parole del {{Sc|Vandelli}} in ''Studi danteschi'', V, 97 sg.: «La formazione di una vera e propria, cioè precisa e intera, genealogia degli esemplari superstiti della D. C., per la quale risalire con quasi matematica sicurezza all’originale comune, non è possibile».</ref>, e perciò non disforme da quella espressa dal Witte e spiegata dal Moore, che dimostrò che i caratteri e le relazioni dei manoscritti cambiano da parte a parte, interferiscono.
Si possono però ricostruire i «tipi correnti ne’ tempi piú prossimi alla divulgazione del Poema»; e questa è stata l’insigne fatica dell’operoso dantista, che auguriamo diventi presto apprezzabile da tutti nella sua vastitá, come venga pubblicata.
Un compenso l’ha offerto un’altra edizione uscita in certo modo dalla stessa officina della Societá dantesca italiana, largamente partecipante di quei mezzi organizzati di studio e condotta con sicura e fresca energia: quella di {{WL|Q1125179|Mario Casella}} (Bologna, Zanichelli, 1924). Una rapida prefazione addita appunto due principali tradizioni, e<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|158|''Capitolo ottavo.''|riga=si}}</noinclude>sendovi in paese industria, nè gran commercio, non v’ha capitale circolante ed è ignoto l’interesse che da questo si può cavare, per cui quando realizzando i prodotti insaccano dei talleri, li impiegano aumentando le loro proprietà, oppure li sotterrano. Vengono generalmente nominati capi, non governatori però, della provincia in cui vivono, e dal re sono autorizzati alla riscossione delle imposte dei minori tenenti nella provincia stessa. Le imposte sono poca cosa, ma non mi riuscì sapere a quanto ammontino: riscosse, le depongono nelle mani del re e ne percepiscono un tanto che parmi circa il dieci per cento: se qualcuno ricusa di fare la dovuta consegna, gli si mandano dei soldati che pensano a farsi mantenere, finchè il danno arrecato sia pari alla somma dovuta, più la multa inflitta. Dai proprii coloni si usa ritirare tutti quanti i prodotti e distribuire poi il necessario al sostentamento di ogni famiglia, restando quanto avanza totalmente al proprietario. Le abitazioni di questi signori sono un po’ meglio costrutte delle comuni, e nel recinto in cui stanno ne sorgono altre minori per ricoverare i servi, macinarvi il grano, prepararsi il pane, tenervi le provviste. Del resto ben poco più distinto dalla massa in fatto di comodità: il loro gran lusso è di avere molti servi armati, delle mule, qualche cavallo, degli ''angareb'', tappeti, bottiglie in cristallo per bevervi il tecc, del quale tengono in pronto grandi vasi. La cucina non annovera molta varietà di intingoli, neppure per le tavole principesche. Ai figli nessuna educazione, e tutt’al più imparano a leggere e raramente a scrivere da un prete. Morendo non si usa di far testamento, ma solo agli ultimi istanti il padre dice: lascio i miei poderi a dividersi fra miei figli; e questi in seguito si dividono l’eredità in parti uguali, maschi e femmine.
Un uso strano hanno nel mangiare la carne cruda. Staccano solo a metà il pezzo che vogliono mettere in bocca, poi preso questo fra denti e tenendo il grosso pezzo in mano, finiscono di<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/229
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2024-10-31T13:24:36Z
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo ottavo.''|159}}</noinclude>staccarlo con un taglio dal basso all’alto rasente le labbra. Se si pensa che spesso il coltello è la sciabola, si potrà immaginare quanto sia poco rassicurante trovarsi fra due che mangiano con questo sistema.
L’Abissinese mangia la vera carne muscolosa del bue e ne getta quasi con ribrezzo il cuore e il fegato, mentre, per esempio, il Patagone e il gaucho della pampa preferiscono queste parti a tutto il resto, e spesso ammazzano un bue semplicemente per soddisfare questa ghiottoneria.
Passiamo la Pasqua in Adua, e quattro cose sono a rimarcarsi a quest’epoca: il baccano infernale che si fa la notte in tutte le chiese: l’uso che i preti vanno a deporre in tutte le case dei mazzetti di fusti di un’erba palustre, che poi ognuno si mette attorno al fronte come lo spago di un ciabattino: gli anelli molto ingegnosamente fatti con foglie di palma intrecciate, e tutti ne vanno fabbricando, tutti ne regalano reciprocamente e tutti ne hanno coperte le dita: la fine del digiuno quaresimale, fa che ogni casa quasi diventa macelleria, e per la sera tutti ''indistintamente'' sono pieni di brondò e di tecc, e se ne vedono e sentono dovunque le conseguenze.
Per carattere l’Abissinese querela facilmente, ma, quantunque sempre armato, difficilmente viene al punto di far uso serio delle sue armi. Quando uno s’intesta a sostenere un argomento, o lancia un’offesa ad un compagno, la parte avversaria non ricorre a mezzi troppo energici in sua difesa, ma fa un nodo sullo ''scemma'' e battendovi un pugno esclama: scommetto tanto che non puoi provarmi la verità di quanto sostieni, ''Yohannes imut'': per la morte di Giovanni. Se l’altro disfa il nodo, è segno di ritrattazione, se lo lascia è accettata la scommessa, e il patto è sacro.
Sempre perseguitati dal governatore che un giorno esprime stupore, vedendo delle forchette e dei cucchiai coi quali noi stiamo facendo colazione: le sue domande, le sue osservazioni<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo ottavo.''|159|riga=si}}</noinclude>staccarlo con un taglio dal basso all’alto rasente le labbra. Se si pensa che spesso il coltello è la sciabola, si potrà immaginare quanto sia poco rassicurante trovarsi fra due che mangiano con questo sistema.
L’Abissinese mangia la vera carne muscolosa del bue e ne getta quasi con ribrezzo il cuore e il fegato, mentre, per esempio, il Patagone e il gaucho della pampa preferiscono queste parti a tutto il resto, e spesso ammazzano un bue semplicemente per soddisfare questa ghiottoneria.
Passiamo la Pasqua in Adua, e quattro cose sono a rimarcarsi a quest’epoca: il baccano infernale che si fa la notte in tutte le chiese: l’uso che i preti vanno a deporre in tutte le case dei mazzetti di fusti di un’erba palustre, che poi ognuno si mette attorno al fronte come lo spago di un ciabattino: gli anelli molto ingegnosamente fatti con foglie di palma intrecciate, e tutti ne vanno fabbricando, tutti ne regalano reciprocamente e tutti ne hanno coperte le dita: la fine del digiuno quaresimale, fa che ogni casa quasi diventa macelleria, e per la sera tutti ''indistintamente'' sono pieni di brondò e di tecc, e se ne vedono e sentono dovunque le conseguenze.
Per carattere l’Abissinese querela facilmente, ma, quantunque sempre armato, difficilmente viene al punto di far uso serio delle sue armi. Quando uno s’intesta a sostenere un argomento, o lancia un’offesa ad un compagno, la parte avversaria non ricorre a mezzi troppo energici in sua difesa, ma fa un nodo sullo ''scemma'' e battendovi un pugno esclama: scommetto tanto che non puoi provarmi la verità di quanto sostieni, ''Yohannes imut'': per la morte di Giovanni. Se l’altro disfa il nodo, è segno di ritrattazione, se lo lascia è accettata la scommessa, e il patto è sacro.
Sempre perseguitati dal governatore che un giorno esprime stupore, vedendo delle forchette e dei cucchiai coi quali noi stiamo facendo colazione: le sue domande, le sue osservazioni<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/230
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|160|''Capitolo ottavo.''|}}</noinclude>sono fatte con tale insistenza e con tanta fanciullaggine che davvero mette pietà, pensare che un individuo simile possa avere un’autorità in paese. Sempre già finisce col domandare qualche cosa, finchè un bel giorno manda un suo servo a farci la confessione che dopo i lunghi digiuni quaresimali s’era permesso un po’ troppo di baldoria e le sue funzioni naturali s’erano un po’ alterate nel loro regolare corso. Gli mandammo buona dose di pillole rinomate pei pronti effetti, ma dopo solo mezz’ora mandò ancora un servo a dire che stava in aspettativa, ma non si era ancora dichiarata nessuna azione.
Il Nebrid di Axum è venuto in Adua per le feste di Pasqua e gli andiamo a fare una visita. Ci accoglie colla sua solita cordialità e lo facciamo felice, regalandogli qualche oleografia di soggetti sacri, che colle lagrime agli occhi dalla consolazione, baciò e ribaciò, mentre ripetutamente andava ringraziandoci. Voi siete buoni cristiani, ci disse, e il vostro popolo è grande e potente, ma la via di Gerusalemme a noi è chiusa dai Turchi. Anche noi siamo cristiani, e perchè dunque non pensate a difenderci e aprirci quella via sacra? Ci fece servire il ''tecc'', poi volle assolutamente che accettassimo un piccolo banchetto e un bue fu sgozzato in nostro onore fuori dalla capanna. Ci risparmiò la carne cruda, sapendo che non è la cosa più gradita da noi, ma ci fece servire grossi pezzi di bue, nei quali si fanno delle incisioni trasversali piuttosto profonde, poi si abbrustoliscono sulle bragie. Il sapore è molto gustoso e il solo inconveniente è la cenere e qualche pezzetto di carbone che di quando in quando capitano come intingolo.
Noi stavamo seduti in circolo attorno un paniere con pane e berberia, e i servi allungando le braccia sopra le nostre teste tenevano sospesi al centro questi ''roast-beef'' di nuovo genere, dai quali ognuno andava staccando le proprie porzioni con un coltello. Altri servi intanto preparavano dei piccoli pezzi che ci ve-<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|160|''Capitolo ottavo.''||riga=si}}</noinclude>sono fatte con tale insistenza e con tanta fanciullaggine che davvero mette pietà, pensare che un individuo simile possa avere un’autorità in paese. Sempre già finisce col domandare qualche cosa, finchè un bel giorno manda un suo servo a farci la confessione che dopo i lunghi digiuni quaresimali s’era permesso un po’ troppo di baldoria e le sue funzioni naturali s’erano un po’ alterate nel loro regolare corso. Gli mandammo buona dose di pillole rinomate pei pronti effetti, ma dopo solo mezz’ora mandò ancora un servo a dire che stava in aspettativa, ma non si era ancora dichiarata nessuna azione.
Il Nebrid di Axum è venuto in Adua per le feste di Pasqua e gli andiamo a fare una visita. Ci accoglie colla sua solita cordialità e lo facciamo felice, regalandogli qualche oleografia di soggetti sacri, che colle lagrime agli occhi dalla consolazione, baciò e ribaciò, mentre ripetutamente andava ringraziandoci. Voi siete buoni cristiani, ci disse, e il vostro popolo è grande e potente, ma la via di Gerusalemme a noi è chiusa dai Turchi. Anche noi siamo cristiani, e perchè dunque non pensate a difenderci e aprirci quella via sacra? Ci fece servire il ''tecc'', poi volle assolutamente che accettassimo un piccolo banchetto e un bue fu sgozzato in nostro onore fuori dalla capanna. Ci risparmiò la carne cruda, sapendo che non è la cosa più gradita da noi, ma ci fece servire grossi pezzi di bue, nei quali si fanno delle incisioni trasversali piuttosto profonde, poi si abbrustoliscono sulle bragie. Il sapore è molto gustoso e il solo inconveniente è la cenere e qualche pezzetto di carbone che di quando in quando capitano come intingolo.
Noi stavamo seduti in circolo attorno un paniere con pane e berberia, e i servi allungando le braccia sopra le nostre teste tenevano sospesi al centro questi ''roast-beef'' di nuovo genere, dai quali ognuno andava staccando le proprie porzioni con un coltello. Altri servi intanto preparavano dei piccoli pezzi che ci ve-<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/231
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo ottavo.''|161}}</noinclude>nivano ad offrire con delle mani che Dio sa da quando non videro acqua e cosa toccarono nel frattempo, e Naretti ci assicura che il rifiutare è una vera offesa.
La sera intanto s’era avvicinata e il ''tucul'' non brillava per troppa luce, che chi ne spandeva di molto fioca era uno stoppino infitto in una pallottola di grasso conservata in un avanzo di vaso. In complesso la scena era alquanto originale; e più che un banchetto da sacerdote lo avrei detto un festino da falsi monetarii.
Abbiamo frequenti emozioni di notizie, che fu visto a poca distanza il nostro corriere, che gente venuta dal campo reale ve lo vide e le disse sarebbe partito qualche giorno dopo, che il re venga a svernare in Adua e che pensi di riceverci qui; tutta una massa di fiabe che al momento ci danno qualche speranza, ma poi ci lasciano subito ricadere nell’avvilimento.
L’Abissinia poi è il paese delle fiabe, e dove non si può mai sapere nulla di vero. Credo assolutamente che la verità vi sia ignota o proibita. Qualunque cosa domandate al primo che vi capita fra piedi, mai questi vi risponderà: non so o dubito, ma sempre con tutta fermezza, e quello che non sa, inventa.
La mancanza di interesse a quanto si passa nella vita e l’ignoranza di qualunque strumento od osservazione che possa dar idea di misura e di tempo, fanno poi che i giudizii sono differentissimi e impossibile vi riesce avere informazioni, non precise, ma tali almeno da raccapezzarne qualche cosa. Domandate, per esempio, la distanza di un villaggio dove volete andare; chi ve la dirà di poche ore, chi di parecchie giornate, e tutta gente che ha percorso quel cammino o che abita quei dintorni. Ne abbiamo fatta esperienza nel nostro viaggio, che non una sola volta ci è riuscito di farci un giusto criterio di quello che si doveva fare l’indomani, o della durata di un dato tragitto.
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/233
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|163}}</noinclude>della nostra occasione e seguono le nostre orme, mantenendosi
però completamente indipendenti.
Ghedano Mariam ci fece sapere che diede ordini perchè nei
villaggi ci diano pane, ''tecc'', carne e tutto quanto l’occorrente, ma
cominciando da qui ci dicono che Axum è territorio sacro e riservato
al potere ecclesiastico, non al civile, che quindi non hanno
nessun obbligo verso di noi, e ci rifiutano persino un po’ di legna
per cuocere il pane dei servi che dovettero così rinunciare
al loro pasto.
''Martedì 29''. Grandi noie colle mule che si rifiutano al carico
e cogli abitanti che ci seccano e ci soffocano di domande e di
consigli. Finalmente verso le nove si parte. Proseguiamo verso
ovest e sud-ovest sempre fra alture e altipiani, dove le prime
piogge hanno per lo meno tolto l’impronta di assoluta aridità.
Dapprincipio euforbie e acacie, parecchi arbusti, qualche ''ficus'' e
in alcuni punti dei peschi selvatici, il cui frutto è verde, piccolo,
lanoso, quasi immangiabile. A sud vediamo nelle nebbie la catena
del Semien che si eleva a guglie acuminate: le alture che
ne circondano sono generalmente arrotondate ed alcune volte
hanno l’originale profilo orizzontale interrotto da coni e pareti
verticali delle formazioni basaltiche. Alle due circa troviamo il
nostro accampamento formato a ''Maiscium'', a 2250 metri di elevazione,
in un piccolo altipiano e poco lontano dal villaggio dello
stesso nome. Il giorno appresso ci incamminiamo alle sette in
coda al bagaglio. Aumenta la vegetazione, qualche grosso ''ficus'' e
folti gruppi di palmizii dove v’è dell’acqua. La natura sempre
la stessa, la direzione sud-ovest. Mentre pensiamo fare una breve
sosta per rifocillarci, scorgiamo le nostre tende piantate. Siamo
vittime di un intrigo dei nostri servi che hanno già tutto scaricato
per non continuare più oltre, e sì che quando le mule sono
cariche, il proseguire per loro non è poi gran fatica: ma l’indolenza
è molta e il bene dell’intelletto è poco. Siamo a 2100 me-<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|163|riga=si}}</noinclude>della nostra occasione e seguono le nostre orme, mantenendosi
però completamente indipendenti.
Ghedano Mariam ci fece sapere che diede ordini perchè nei
villaggi ci diano pane, ''tecc'', carne e tutto quanto l’occorrente, ma
cominciando da qui ci dicono che Axum è territorio sacro e riservato
al potere ecclesiastico, non al civile, che quindi non hanno
nessun obbligo verso di noi, e ci rifiutano persino un po’ di legna
per cuocere il pane dei servi che dovettero così rinunciare
al loro pasto.
''Martedì 29''. Grandi noie colle mule che si rifiutano al carico
e cogli abitanti che ci seccano e ci soffocano di domande e di
consigli. Finalmente verso le nove si parte. Proseguiamo verso
ovest e sud-ovest sempre fra alture e altipiani, dove le prime
piogge hanno per lo meno tolto l’impronta di assoluta aridità.
Dapprincipio euforbie e acacie, parecchi arbusti, qualche ''ficus'' e
in alcuni punti dei peschi selvatici, il cui frutto è verde, piccolo,
lanoso, quasi immangiabile. A sud vediamo nelle nebbie la catena
del Semien che si eleva a guglie acuminate: le alture che
ne circondano sono generalmente arrotondate ed alcune volte
hanno l’originale profilo orizzontale interrotto da coni e pareti
verticali delle formazioni basaltiche. Alle due circa troviamo il
nostro accampamento formato a ''Maiscium'', a 2250 metri di elevazione,
in un piccolo altipiano e poco lontano dal villaggio dello
stesso nome. Il giorno appresso ci incamminiamo alle sette in
coda al bagaglio. Aumenta la vegetazione, qualche grosso ''ficus'' e
folti gruppi di palmizii dove v’è dell’acqua. La natura sempre
la stessa, la direzione sud-ovest. Mentre pensiamo fare una breve
sosta per rifocillarci, scorgiamo le nostre tende piantate. Siamo
vittime di un intrigo dei nostri servi che hanno già tutto scaricato
per non continuare più oltre, e sì che quando le mule sono
cariche, il proseguire per loro non è poi gran fatica: ma l’indolenza
è molta e il bene dell’intelletto è poco. Siamo a 2100 me-<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|164|''Capitolo nono.''|}}</noinclude>tri, in un ampio vallone circondato da monti abbastanza verdeggianti
ma poco popolati da villaggi; la posizione è detta ''Selahlaha''.
Abbiamo grandi divari di temperatura: di giorno sole cocente
e di notte assolutamente freddo.
''Giovedì 1° maggio''. Prima di giorno si suona la sveglia e così
per le sei il bagaglio è partito e noi ci incamminiamo in coda
a lui. Ci eleviamo passando di altura in altura dove la vegetazione
non è gigantesca ma abbondante. Ulivi, euforbie, ''ficus'' predominano,
poi molti cespugli ed arbusti fra cui eleganti gelsomini
che coi loro fiori profumano l’atmosfera. In alcuni punti
la via è molto erta e ingombra da pietre e rami che la attraversano,
È un continuo muover di gambe e inchinarsi per non rompersi
le ginocchia o lasciare un occhio infilato a qualche spino.
Giunti all’estremo di un breve altipiano ci si presenta sotto una
vastissima pianura che raggiungiamo, costeggiando le alture che
da est ad ovest la circondano, e vi facciamo l’incontro di una
grossa carovana che dalla provincia di Wolkait porta in Adua
seme di ''cusso'', cotone e scemma fatti, avvolti in stuoie o in pelli
da bue. Alle otto passiamo il piccolo villaggio di ''Bellés'' che prende
o dà il nome alla pianura nella quale sorge. Proseguiamo in direzione
sud-ovest, scendiamo e risaliamo una fenditura ad uso
crepaccio da ghiacciaio, nel fondo della quale scorre un torrente,
e verso mezzogiorno troviamo ferma la carovana all’estremità
opposta della pianura, rimpetto al villaggio di ''Addo-Anfito'', a 2000
metri di elevazione. A sud la pianura si protende fino all’orizzonte
frastagliato delle acuminate vette del Semien.
Il capo del villaggio dove accampammo ieri venne a farci
mille scuse per non averci dato il pane e una vacca, e ci offre
in compenso sei talleri. Ci pare poco dignitoso l’accettarli, ma
Naretti lo vuole, dicendo che in caso diverso la voce corre subito
di villaggio in villaggio, e per tutto il viaggio non otter-<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|164|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>tri, in un ampio vallone circondato da monti abbastanza verdeggianti
ma poco popolati da villaggi; la posizione è detta ''Selahlaha''.
Abbiamo grandi divari di temperatura: di giorno sole cocente
e di notte assolutamente freddo.
''Giovedì 1° maggio''. Prima di giorno si suona la sveglia e così
per le sei il bagaglio è partito e noi ci incamminiamo in coda
a lui. Ci eleviamo passando di altura in altura dove la vegetazione
non è gigantesca ma abbondante. Ulivi, euforbie, ''ficus'' predominano,
poi molti cespugli ed arbusti fra cui eleganti gelsomini
che coi loro fiori profumano l’atmosfera. In alcuni punti
la via è molto erta e ingombra da pietre e rami che la attraversano,
È un continuo muover di gambe e inchinarsi per non rompersi
le ginocchia o lasciare un occhio infilato a qualche spino.
Giunti all’estremo di un breve altipiano ci si presenta sotto una
vastissima pianura che raggiungiamo, costeggiando le alture che
da est ad ovest la circondano, e vi facciamo l’incontro di una
grossa carovana che dalla provincia di Wolkait porta in Adua
seme di ''cusso'', cotone e scemma fatti, avvolti in stuoie o in pelli
da bue. Alle otto passiamo il piccolo villaggio di ''Bellés'' che prende
o dà il nome alla pianura nella quale sorge. Proseguiamo in direzione
sud-ovest, scendiamo e risaliamo una fenditura ad uso
crepaccio da ghiacciaio, nel fondo della quale scorre un torrente,
e verso mezzogiorno troviamo ferma la carovana all’estremità
opposta della pianura, rimpetto al villaggio di ''Addo-Anfito'', a 2000
metri di elevazione. A sud la pianura si protende fino all’orizzonte
frastagliato delle acuminate vette del Semien.
Il capo del villaggio dove accampammo ieri venne a farci
mille scuse per non averci dato il pane e una vacca, e ci offre
in compenso sei talleri. Ci pare poco dignitoso l’accettarli, ma
Naretti lo vuole, dicendo che in caso diverso la voce corre subito
di villaggio in villaggio, e per tutto il viaggio non otter-<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|164|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>
tri, in un ampio vallone circondato da monti abbastanza verdeggianti
ma poco popolati da villaggi; la posizione è detta ''Selahlaha''.
Abbiamo grandi divari di temperatura: di giorno sole cocente
e di notte assolutamente freddo.
''Giovedì 1° maggio''. Prima di giorno si suona la sveglia e così
per le sei il bagaglio è partito e noi ci incamminiamo in coda
a lui. Ci eleviamo passando di altura in altura dove la vegetazione
non è gigantesca ma abbondante. Ulivi, euforbie, ''ficus'' predominano,
poi molti cespugli ed arbusti fra cui eleganti gelsomini
che coi loro fiori profumano l’atmosfera. In alcuni punti
la via è molto erta e ingombra da pietre e rami che la attraversano,
È un continuo muover di gambe e inchinarsi per non rompersi
le ginocchia o lasciare un occhio infilato a qualche spino.
Giunti all’estremo di un breve altipiano ci si presenta sotto una
vastissima pianura che raggiungiamo, costeggiando le alture che
da est ad ovest la circondano, e vi facciamo l’incontro di una
grossa carovana che dalla provincia di Wolkait porta in Adua
seme di ''cusso'', cotone e scemma fatti, avvolti in stuoie o in pelli
da bue. Alle otto passiamo il piccolo villaggio di ''Bellés'' che prende
o dà il nome alla pianura nella quale sorge. Proseguiamo in direzione
sud-ovest, scendiamo e risaliamo una fenditura ad uso
crepaccio da ghiacciaio, nel fondo della quale scorre un torrente,
e verso mezzogiorno troviamo ferma la carovana all’estremità
opposta della pianura, rimpetto al villaggio di ''Addo-Anfito'', a 2000
metri di elevazione. A sud la pianura si protende fino all’orizzonte
frastagliato delle acuminate vette del Semien.
Il capo del villaggio dove accampammo ieri venne a farci
mille scuse per non averci dato il pane e una vacca, e ci offre
in compenso sei talleri. Ci pare poco dignitoso l’accettarli, ma
Naretti lo vuole, dicendo che in caso diverso la voce corre subito
di villaggio in villaggio, e per tutto il viaggio non otter-<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|165}}</noinclude>remo più niente. È uso che quando si viaggia sotto la protezione
del re e scortati da un soldato, i villaggi devono dare tutto quanto
è necessario alla sussistenza dell’intiera carovana. Si hanno però
sempre mille noie e litigi ad ottenerlo, quantunque dicano che
i contadini non ci perdono nulla venendo questo dedotto sul pagamento
delle imposte; d’altronde non regge la coscienza di portar
via il pane a questi miserabili che si vede ne hanno realmente
poco. Consiglio dunque a chiunque voglia intraprendere un viaggio
simile di non assogettarsi a questa generosità imposta, di
portarsi delle provvigioni, comperare quanto necessita e accampare
anzi possibilmente a qualche distanza dai villaggi.
Viene un individuo ferito al dorso, dove dice di aver ricevuta
una fucilata e ci promette, se sappiamo estrargli la palla,
una meschina gallina che merita piuttosto il titolo di pulcino.
L’arte medica non farebbe certo fortuna in questo paese.
Verso sera, con un baccano infernale, arriva una carovana
di forse 150 individui che cantano, gridano, suonano ghitarre e
flauti di canna, per festeggiare il matrimonio del fratello del governatore che mette il suo campo a pochi metri dal nostro.
Vanno così girando e gozzovigliando per parecchi giorni, e sono
un vero flagello pei poveri paesi dai quali passano.
Il giorno seguente facciamo sette buone ore di marcia attraverso
pianure comode per le cavalcature, ma monotone per
noi, e ci fermiamo al villaggio di ''Zembellà'' a 1800 metri.
Sabato 3 ci incamminiamo alle sei e si continua per due
ore nell’altipiano stesso, poi si comincia una ripida discesa fra
vallate coperte da vegetazione fra cui primeggiano grossi alberi
di gardenia dai fiori grandissimi, che quasi rendono l’atmosfera
troppo carica del loro delicato profumo. Più ci abbassiamo,
il caldo aumenta, fino a diventare soffocante. A mezzogiorno,
sortendo da un folto bosco ci troviamo dinanzi il Taccazè che
colle sue acque fangose scorre tranquillo e quasi imponente; lo<noinclude><references/></noinclude>
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2024-10-31T14:21:34Z
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|165|riga=si}}</noinclude>remo più niente. È uso che quando si viaggia sotto la protezione
del re e scortati da un soldato, i villaggi devono dare tutto quanto
è necessario alla sussistenza dell’intiera carovana. Si hanno però
sempre mille noie e litigi ad ottenerlo, quantunque dicano che
i contadini non ci perdono nulla venendo questo dedotto sul pagamento
delle imposte; d’altronde non regge la coscienza di portar
via il pane a questi miserabili che si vede ne hanno realmente
poco. Consiglio dunque a chiunque voglia intraprendere un viaggio
simile di non assogettarsi a questa generosità imposta, di
portarsi delle provvigioni, comperare quanto necessita e accampare
anzi possibilmente a qualche distanza dai villaggi.
Viene un individuo ferito al dorso, dove dice di aver ricevuta
una fucilata e ci promette, se sappiamo estrargli la palla,
una meschina gallina che merita piuttosto il titolo di pulcino.
L’arte medica non farebbe certo fortuna in questo paese.
Verso sera, con un baccano infernale, arriva una carovana
di forse 150 individui che cantano, gridano, suonano ghitarre e
flauti di canna, per festeggiare il matrimonio del fratello del governatore che mette il suo campo a pochi metri dal nostro.
Vanno così girando e gozzovigliando per parecchi giorni, e sono
un vero flagello pei poveri paesi dai quali passano.
Il giorno seguente facciamo sette buone ore di marcia attraverso
pianure comode per le cavalcature, ma monotone per
noi, e ci fermiamo al villaggio di ''Zembellà'' a 1800 metri.
Sabato 3 ci incamminiamo alle sei e si continua per due
ore nell’altipiano stesso, poi si comincia una ripida discesa fra
vallate coperte da vegetazione fra cui primeggiano grossi alberi
di gardenia dai fiori grandissimi, che quasi rendono l’atmosfera
troppo carica del loro delicato profumo. Più ci abbassiamo,
il caldo aumenta, fino a diventare soffocante. A mezzogiorno,
sortendo da un folto bosco ci troviamo dinanzi il Taccazè che
colle sue acque fangose scorre tranquillo e quasi imponente; lo<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/236
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione|166|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>passiamo a guado essendo meno di un metro di profondità al
centro, e una sessantina di larghezza. Eccoci entrati nella provincia
dell’Amara, ed eccoci forse chiusa la sortita per parecchi
mesi, se il forte delle piogge ci sorprende prima che possiamo
incamminarci pel ritorno. Scorre piuttosto incassato fra un vero
ammasso di alture, ed ai lati è fiancheggiato da vegetazione folta,
rigogliosa, gigantea; gli alberi secolari sono legati fra loro da
una vera rete di liane, e centinaia di scimmie li popolano e ci
divertono coi loro gridi, salti e modacci. Mettiamo il campo
sotto colossali acacie e adansonie, poco sopra il livello dell’acqua
che scorre a 950 metri di elevazione. L’incanto della posizione
avrebbe bastato a farci passare intere giornate, ma per le poche
ore che vi restiamo troviamo invece ad aggiungervi caccia di
antilopi nelle colline, di anatre e oche nel fiume e dell’ipopotamo,
che sollevando la testa fuori l’acqua e sbuffando, ci fece
consumare buon numero di cartucce.
In questa stagione l’aria è buona presso i fiumi, ma dopo
le piogge è altrettanto pestilenziale, e ciò deriva dalla grande vegetazione che impedisce la corrente d’aria, e dalla piccola vegetazione
annuale e dalle masse di foglie che cadono e che vanno
in putrefazione, dando così origine ai miasmi che sono un vero veleno.
La domenica mattina per tempo ci avviamo per una salita
ertissima, dove in alcuni punti si arrampica materialmente di roccia
in roccia, accompagnati da un’afa soffocante e da un sole
infuocato. Dopo un paio d’ore siamo al ciglio dell’altipiano, voglio
dire siamo usciti dalla grande infossatura in cui scorre il
Taccazè, e siamo tornati alle aure più pure di 1500 metri d’elevazione.
Proseguiamo verso sud, in direzione della catena del Semien
che ha l’aspetto di un vero caos di dirupi, castelli diroccati,
aguglie, torri monche e simili. Le mule sono alquanto af-<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|166|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>passiamo a guado essendo meno di un metro di profondità al
centro, e una sessantina di larghezza. Eccoci entrati nella provincia
dell’Amara, ed eccoci forse chiusa la sortita per parecchi
mesi, se il forte delle piogge ci sorprende prima che possiamo
incamminarci pel ritorno. Scorre piuttosto incassato fra un vero
ammasso di alture, ed ai lati è fiancheggiato da vegetazione folta,
rigogliosa, gigantea; gli alberi secolari sono legati fra loro da
una vera rete di liane, e centinaia di scimmie li popolano e ci
divertono coi loro gridi, salti e modacci. Mettiamo il campo
sotto colossali acacie e adansonie, poco sopra il livello dell’acqua
che scorre a 950 metri di elevazione. L’incanto della posizione
avrebbe bastato a farci passare intere giornate, ma per le poche
ore che vi restiamo troviamo invece ad aggiungervi caccia di
antilopi nelle colline, di anatre e oche nel fiume e dell’ipopotamo,
che sollevando la testa fuori l’acqua e sbuffando, ci fece
consumare buon numero di cartucce.
In questa stagione l’aria è buona presso i fiumi, ma dopo
le piogge è altrettanto pestilenziale, e ciò deriva dalla grande vegetazione che impedisce la corrente d’aria, e dalla piccola vegetazione
annuale e dalle masse di foglie che cadono e che vanno
in putrefazione, dando così origine ai miasmi che sono un vero veleno.
La domenica mattina per tempo ci avviamo per una salita
ertissima, dove in alcuni punti si arrampica materialmente di roccia
in roccia, accompagnati da un’afa soffocante e da un sole
infuocato. Dopo un paio d’ore siamo al ciglio dell’altipiano, voglio
dire siamo usciti dalla grande infossatura in cui scorre il
Taccazè, e siamo tornati alle aure più pure di 1500 metri d’elevazione.
Proseguiamo verso sud, in direzione della catena del Semien
che ha l’aspetto di un vero caos di dirupi, castelli diroccati,
aguglie, torri monche e simili. Le mule sono alquanto af-<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|166|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>
passiamo a guado essendo meno di un metro di profondità al centro, e una sessantina di larghezza. Eccoci entrati nella provincia dell’Amara, ed eccoci forse chiusa la sortita per parecchi mesi, se il forte delle piogge ci sorprende prima che possiamo incamminarci pel ritorno. Scorre piuttosto incassato fra un vero ammasso di alture, ed ai lati è fiancheggiato da vegetazione folta, rigogliosa, gigantea; gli alberi secolari sono legati fra loro da una vera rete di liane, e centinaia di scimmie li popolano e ci divertono coi loro gridi, salti e modacci. Mettiamo il campo sotto colossali acacie e adansonie, poco sopra il livello dell’acqua che scorre a 950 metri di elevazione. L’incanto della posizione avrebbe bastato a farci passare intere giornate, ma per le poche ore che vi restiamo troviamo invece ad aggiungervi caccia di antilopi nelle colline, di anatre e oche nel fiume e dell’ipopotamo, che sollevando la testa fuori l’acqua e sbuffando, ci fece consumare buon numero di cartucce.
In questa stagione l’aria è buona presso i fiumi, ma dopo le piogge è altrettanto pestilenziale, e ciò deriva dalla grande vegetazione che impedisce la corrente d’aria, e dalla piccola vegetazione annuale e dalle masse di foglie che cadono e che vanno in putrefazione, dando così origine ai miasmi che sono un vero veleno.
La domenica mattina per tempo ci avviamo per una salita ertissima, dove in alcuni punti si arrampica materialmente di roccia in roccia, accompagnati da un’afa soffocante e da un sole infuocato. Dopo un paio d’ore siamo al ciglio dell’altipiano, voglio dire siamo usciti dalla grande infossatura in cui scorre il Taccazè, e siamo tornati alle aure più pure di 1500 metri d’elevazione.
Proseguiamo verso sud, in direzione della catena del Semien che ha l’aspetto di un vero caos di dirupi, castelli diroccati, aguglie, torri monche e simili. Le mule sono alquanto af-<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|167|riga=si}}</noinclude>faticate e quasi digiune da ieri l’altro, chè presso il fiume v’erano
delle piante, ma non dell’erba, per cui, appena scorgiamo un
pascolo nel quale, fra un gruppo di grandi alberi, sta una sorgente
d’acqua, ci fermiamo, quantunque siano di poco passate le
dieci. La località è detta ''Salamatu''. E dietro consiglio dei servi,
certo per capriccio loro più che per necessità, sostiamo qui tutto
il giorno dopo, sempre a preteso beneficio delle mule. Ce la passiamo cacciando nei dintorni, dove sono gazzelle, pernici e faraone.
Ci raggiunge un soldato del re che fu guida al nostro
corriere, il quale, ci si dice, è per altra via andato a cercarci in
Adua con ''un grande'' che S. M. mandava ad incontrarci e accompagnarci.
Certo non vogliamo perdere delle giornate per aspettarlo,
molto più nel dubbio che ci possa raggiungere, e quindi
la mattina di ''martedì 6'' per tempo ci rimettiamo in strada verso
sud e sud-ovest, girando valli e passando alture; in generale
tendiamo a scendere e ci fermiamo infatti alla una in località
detta Angrè, a 1300 metri, presso il torrente Buja. In generale
la vegetazione è piuttosto abbondante, foltissima poi presso i
torrenti, dove sono affratellate palme, acacie, lauri, gelsomini e
cento altre varietà di piante, di arrampicanti, e di parassiti. Due
volte ebbimo oggi incontri di scimmie, ed una volta grossissime
e si allontanarono di poco al nostro sopraggiungere, per disporsi
sulle rocce del ciglio di un burrone a mirare il nostro passaggio.
Verso mezzogiorno incontriamo gente e mule portanti carichi
con tappeti e spade dalle impugnature d’argento, ciò che ci
fa supporre che qualche ''grande'' sia poco lontano da noi. Domandiamo,
ed è infatti il Cighiè, capo civile ed ecclesiastico di
Axum, che viene dal campo del re. Dopo poco lo incontriamo,
seguito da moltissima gente in parte armata, in parte portante i
suoi effetti, tende, cuscini, croci, vasi pel tecc, ecc. È un bel vecchio
dalla barba bianca e dal tratto simpatico; cavalca una mula<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|167|riga=si}}</noinclude>
faticate e quasi digiune da ieri l’altro, chè presso il fiume v’erano delle piante, ma non dell’erba, per cui, appena scorgiamo un pascolo nel quale, fra un gruppo di grandi alberi, sta una sorgente d’acqua, ci fermiamo, quantunque siano di poco passate le dieci. La località è detta ''Salamatu''. E dietro consiglio dei servi, certo per capriccio loro più che per necessità, sostiamo qui tutto il giorno dopo, sempre a preteso beneficio delle mule. Ce la passiamo cacciando nei dintorni, dove sono gazzelle, pernici e faraone. Ci raggiunge un soldato del re che fu guida al nostro corriere, il quale, ci si dice, è per altra via andato a cercarci in Adua con ''un grande'' che S. M. mandava ad incontrarci e accompagnarci. Certo non vogliamo perdere delle giornate per aspettarlo, molto più nel dubbio che ci possa raggiungere, e quindi la mattina di ''martedì 6'' per tempo ci rimettiamo in strada verso sud e sud-ovest, girando valli e passando alture; in generale tendiamo a scendere e ci fermiamo infatti alla una in località detta Angrè, a 1300 metri, presso il torrente Buja. In generale la vegetazione è piuttosto abbondante, foltissima poi presso i torrenti, dove sono affratellate palme, acacie, lauri, gelsomini e cento altre varietà di piante, di arrampicanti, e di parassiti. Due volte ebbimo oggi incontri di scimmie, ed una volta grossissime e si allontanarono di poco al nostro sopraggiungere, per disporsi sulle rocce del ciglio di un burrone a mirare il nostro passaggio.
Verso mezzogiorno incontriamo gente e mule portanti carichi con tappeti e spade dalle impugnature d’argento, ciò che ci fa supporre che qualche ''grande'' sia poco lontano da noi. Domandiamo, ed è infatti il Cighiè, capo civile ed ecclesiastico di Axum, che viene dal campo del re. Dopo poco lo incontriamo, seguito da moltissima gente in parte armata, in parte portante i suoi effetti, tende, cuscini, croci, vasi pel tecc, ecc. È un bel vecchio dalla barba bianca e dal tratto simpatico; cavalca una mula<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/238
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione|168|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>con bardatura a ricami in pelle a diversi colori e gualdrappa ricamata
con filo e lavori in argento. Amico di Naretti, ci fece
a tutti quanti festosa accoglienza, volle scendessimo tutti dalle
mule, ci sedemmo in circolo, alcuni servi stesero uno ''scemma''
sulle teste per difenderci dal sole e ci fu servito dell’eccellente
tecc. Si improvvisò così un accampamento molto originale e
fantastico, circondati come eravamo da tanti servi, soldati, muli
e cavalli.
''Mercoledì 7''. È un continuo succedersi di alture che rendono
faticosissimo il cammino non essendovi strade tracciate e dovendo
sempre salire la vetta di una per ridiscendere e risalire sull''altra,
Si direbbe uno sconvolgimento di materia liquida che d’un
tratto si solidificò, un vero mare in burrasca, e non si può raccapezzarvi
un seguito di valli nè di monti, se non la catena del
Semien, parallelamente alla quale camminiamo, attraversando di
quando in quando qualche torrente che da esso scende. Dopo
cinque ore di faticosa marcia ci fermiamo a ''Adercai'', presso il
torrente ''Maitaliet'', a 1600 metri. Lungo la via il suolo è spesso
nero, di aspetto desolante, che per disporlo alla coltivazione fu
incendiato tutto quanto di flora lo copriva, e solo sporgono dallo
strato di ceneri i mozziconi carbonizzati delle piante che vi vivevano.
Dove ancora si conserva, l’erba secca è alta e forte da
sembrare canneto; frequenti grossi mucchi di terra, nidi e abitazioni
di formiche.
Per noi Italiani non si potrebbe trovare parola che meglio
di Abissinia qualifichi il paese che rappresenta, il vero paese degli abissi. Non parliamo delle alte catene che sono di costituzione
spaventosa e frequentissimi nascondono i punti inaccessibili,
ma prescindendo da questo, l’Abissinia va considerata da un
punto di vista tutt’affatto opposto agli altri paesi; cioè, mentre
in qualunque altra regione, dal livello medio su cui si cammina,
la natura offre alla nostra ammirazione delle catene di monta-<noinclude><references/></noinclude>
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2024-10-31T14:28:56Z
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|168|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>con bardatura a ricami in pelle a diversi colori e gualdrappa ricamata con filo e lavori in argento. Amico di Naretti, ci fece a tutti quanti festosa accoglienza, volle scendessimo tutti dalle mule, ci sedemmo in circolo, alcuni servi stesero uno ''scemma'' sulle teste per difenderci dal sole e ci fu servito dell’eccellente tecc. Si improvvisò così un accampamento molto originale e fantastico, circondati come eravamo da tanti servi, soldati, muli e cavalli.
''Mercoledì 7''. È un continuo succedersi di alture che rendono faticosissimo il cammino non essendovi strade tracciate e dovendo sempre salire la vetta di una per ridiscendere e risalire sull’altra, Si direbbe uno sconvolgimento di materia liquida che d’un tratto si solidificò, un vero mare in burrasca, e non si può raccapezzarvi un seguito di valli nè di monti, se non la catena del Semien, parallelamente alla quale camminiamo, attraversando di quando in quando qualche torrente che da esso scende. Dopo cinque ore di faticosa marcia ci fermiamo a ''Adercai'', presso il torrente ''Maitaliet'', a 1600 metri. Lungo la via il suolo è spesso nero, di aspetto desolante, che per disporlo alla coltivazione fu incendiato tutto quanto di flora lo copriva, e solo sporgono dallo strato di ceneri i mozziconi carbonizzati delle piante che vi vivevano. Dove ancora si conserva, l’erba secca è alta e forte da sembrare canneto; frequenti grossi mucchi di terra, nidi e abitazioni di formiche.
Per noi Italiani non si potrebbe trovare parola che meglio di Abissinia qualifichi il paese che rappresenta, il vero paese degli abissi. Non parliamo delle alte catene che sono di costituzione spaventosa e frequentissimi nascondono i punti inaccessibili, ma prescindendo da questo, l’Abissinia va considerata da un punto di vista tutt’affatto opposto agli altri paesi; cioè, mentre in qualunque altra regione, dal livello medio su cui si cammina, la natura offre alla nostra ammirazione delle catene di monta-<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/239
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2024-10-31T14:21:57Z
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|169|riga=si}}</noinclude>gne, qui bisogna considerare come piano elevato l’altipiano stesso
che costituisce il suolo del paese, ed ammirare i burroni e le vallate
che si sprofondano sotto questo livello. Così abbiamo viaggiato
per intere giornate nella media di 1500 metri di elevazione,
siamo discesi a 950 per passare un fiume e risalimmo subito ancora
a 1500, e lo stesso si ripete per tutti i torrenti. E persino
nei piccoli altipiani secondarii, spesso si incontrano larghe e profonde
fenditure dalle pareti di nuda roccia e dal fondo coperto
da vegetazione, che è forza girare all’origine o passare scendendo
al fondo, se possibile, perfettamente come si opera all’incontro
di un crepaccio in un ghiacciaio.
Abbiamo nella notte l’incomoda visita di una dirottissima
pioggia. Ripartiti la mattina seguente incontriamo dopo due ore
il torrente Ansia e dopo quattro ore l’altro torrente Enzo, che
scendono piuttosto impetuosi e che è forza passare a guado. Sulla
via incontriamo la carovana di Degiatch Area, governatore di
questa provincia, che ci presenta dei vasi di tecc e di miele. Sempre
il noioso e faticoso saliscendi di una sequela di alture, e dopo
il passaggio dell’ultimo torrente una ertissima salita ci porta in
posizione detta Golima, dove ai piedi di una parete di rocce
basaltiche verticali, troviamo la carovana ferma verso le quattro.
La direzione sempre sud-ovest, l’elevazione 1750 metri.
''Venerdì 9''. Costeggiamo il monte fino ad incontrare sulla
destra un avvallamento che ci permette di passare sull’altro versante
per scendere nel fondo della valle e guadare il torrente
Zerima che ha un letto larghissimo, ma ora vi scorre poca acqua.
Verso mezzogiorno raggiungiamo l’accampamento di Naretti,
ma i nostri servi per un puntiglio nato fra loro, hanno
voluto proseguire.
Ci riposiamo fino alle due, poi proseguiamo e dopo una
leggiera salita ridiscendiamo per seguire il corso di un torrente
asciutto e tortuoso che attraversiamo almeno una dozzina di<noinclude><references/></noinclude>
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2024-10-31T14:30:08Z
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|169|riga=si}}</noinclude>gne, qui bisogna considerare come piano elevato l’altipiano stesso
che costituisce il suolo del paese, ed ammirare i burroni e le vallate
che si sprofondano sotto questo livello. Così abbiamo viaggiato
per intere giornate nella media di 1500 metri di elevazione,
siamo discesi a 950 per passare un fiume e risalimmo subito ancora
a 1500, e lo stesso si ripete per tutti i torrenti. E persino
nei piccoli altipiani secondarii, spesso si incontrano larghe e profonde
fenditure dalle pareti di nuda roccia e dal fondo coperto
da vegetazione, che è forza girare all’origine o passare scendendo
al fondo, se possibile, perfettamente come si opera all’incontro
di un crepaccio in un ghiacciaio.
Abbiamo nella notte l’incomoda visita di una dirottissima
pioggia. Ripartiti la mattina seguente incontriamo dopo due ore
il torrente Ansia e dopo quattro ore l’altro torrente Enzo, che
scendono piuttosto impetuosi e che è forza passare a guado. Sulla
via incontriamo la carovana di Degiatch Area, governatore di
questa provincia, che ci presenta dei vasi di tecc e di miele. Sempre
il noioso e faticoso saliscendi di una sequela di alture, e dopo
il passaggio dell’ultimo torrente una ertissima salita ci porta in
posizione detta Golima, dove ai piedi di una parete di rocce
basaltiche verticali, troviamo la carovana ferma verso le quattro.
La direzione sempre sud-ovest, l’elevazione 1750 metri.
''Venerdì 9''. Costeggiamo il monte fino ad incontrare sulla
destra un avvallamento che ci permette di passare sull’altro versante
per scendere nel fondo della valle e guadare il torrente
Zerima che ha un letto larghissimo, ma ora vi scorre poca acqua.
Verso mezzogiorno raggiungiamo l’accampamento di Naretti,
ma i nostri servi per un puntiglio nato fra loro, hanno
voluto proseguire.
Ci riposiamo fino alle due, poi proseguiamo e dopo una
leggiera salita ridiscendiamo per seguire il corso di un torrente
asciutto e tortuoso che attraversiamo almeno una dozzina di<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/240
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2024-10-31T14:22:05Z
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione|170|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>volte. Non abbiamo guide, e nessuno cui domandar consiglio
quando ci troviamo ad una biforcazione della vallata; seguitiamo
quindi dove ci pare più ragionevole dover essere la nostra direzione, ma il dubbio ci accompagna dello sbagliar strada. Passa
un’ora, ne passano due e più, il cammino si fa sempre più cattivo
e a cento doppii aumenta ad ogni passo il timore d’essere
su falsa strada; la vallata ci appare chiusa e davanti ci sta
un’ertissima salita che è pur forza superare, e a divagarci abbiamo
parecchi incontri di grossissime scimmie. Dal colmo dell’altura
si stende dietro noi un estesissimo panorama di tutto il
territorio che attraversammo da Adua in qua; un vero ammasso
di coni e di avvallamenti, perfettamente l’effetto di una carta
geografica in rilievo. A_sud la catena imponente del Semien che
si protende verso ovest, dove ci sta dinanzi la parete quasi
verticale del monte di Wogara che dovremo oltrepassare, e del
quale ci fecero pitture così nere, dicendolo tanto erto che le
mule cariche non lo possono salire, ed è forza farvi trasportare
il bagaglio a dorso d’uomo. Discendiamo di pochi metri
in un altipiano in gran parte coltivato, sparso di acacie e di
enormi gruppi di gelsomini affratellati alle rose, e in fondo al
quale sorge un’altura la cui vetta è coronata da piante e sul cui
versante, a diversi gruppi è sparso un villaggio. Lì presso è piantata
la nostra tenda che vediamo con somma gioia, perchè il
sole volge al tramonto, e sempre abbiamo compagna l’ansia dell’esser
fuori strada. Il villaggio è detto Dibbi-bahar, a 2200 metri.
La posizione è bella, il pascolo abbondante, e ciò ci rallegra,
perchè prevediamo che domani si dovrà fermarsi qui in attesa
dell’altra carovana. È stata oggi una vera giornata campale pel
cammino e quaresimale pel pasto, chè la via fu lunga e faticosa,
la colazione di un po’ di ''chissera'' o pane del paese e il pranzo
la stessa cosa con un po’ di miele. Non si ha pericolo, almeno,
di soffrire imbarazzi allo stomaco. La sera però possiamo<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|170|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>volte. Non abbiamo guide, e nessuno cui domandar consiglio quando ci troviamo ad una biforcazione della vallata; seguitiamo quindi dove ci pare più ragionevole dover essere la nostra direzione, ma il dubbio ci accompagna dello sbagliar strada. Passa un’ora, ne passano due e più, il cammino si fa sempre più cattivo e a cento doppii aumenta ad ogni passo il timore d’essere su falsa strada; la vallata ci appare chiusa e davanti ci sta un’ertissima salita che è pur forza superare, e a divagarci abbiamo parecchi incontri di grossissime scimmie. Dal colmo dell’altura si stende dietro noi un estesissimo panorama di tutto il territorio che attraversammo da Adua in qua; un vero ammasso di coni e di avvallamenti, perfettamente l’effetto di una carta geografica in rilievo. A sud la catena imponente del Semien che si protende verso ovest, dove ci sta dinanzi la parete quasi verticale del monte di Wogara che dovremo oltrepassare, e del quale ci fecero pitture così nere, dicendolo tanto erto che le mule cariche non lo possono salire, ed è forza farvi trasportare il bagaglio a dorso d’uomo. Discendiamo di pochi metri in un altipiano in gran parte coltivato, sparso di acacie e di enormi gruppi di gelsomini affratellati alle rose, e in fondo al quale sorge un’altura la cui vetta è coronata da piante e sul cui versante, a diversi gruppi è sparso un villaggio. Lì presso è piantata la nostra tenda che vediamo con somma gioia, perchè il sole volge al tramonto, e sempre abbiamo compagna l’ansia dell’esser fuori strada. Il villaggio è detto Dibbi-bahar, a 2200 metri. La posizione è bella, il pascolo abbondante, e ciò ci rallegra, perchè prevediamo che domani si dovrà fermarsi qui in attesa dell’altra carovana. È stata oggi una vera giornata campale pel cammino e quaresimale pel pasto, chè la via fu lunga e faticosa, la colazione di un po’ di ''chissera'' o pane del paese e il pranzo la stessa cosa con un po’ di miele. Non si ha pericolo, almeno, di soffrire imbarazzi allo stomaco. La sera però possiamo<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/241
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|171|riga=si}}</noinclude>comperare un bue che domani ci rifocillerà del digiuno d’oggi.
Oltre al resto, dalle due alle tre, abbiamo avuto, come da parecchi
giorni, l’accompagnamento di forti acquazzoni.
''Domenica 11''. Appena fatto giorno ci mettiamo in moto ed
oltrepassata un’altura che ci stava alle spalle, ci troviamo sul
ciglio d’una costa che per originalissima natura si innalza a fare
quasi diga, che taglia un profondo vallone che sotto ci si distende.
Oltre questa la salita comincia e si va facendo sempre più
dura, finchè raggiunto il pendio del monte che ci stava di contro,
si sale per tali gradinate di roccia che meglio che camminarvi
bisogna arrampicarvi, e in molti punti è forza scaricare le mule
e far portare il bagaglio a dorso d’uomo. Quanto faticassero uomini
e mule non è a credere, e fortunatamente tutto passò senza
tristi incidenti, chè un passo fallito poteva avere ben serie conseguenze.
Verso le undici arriviamo al termine della salita più
terribile, e ci troviamo in un piccolo altipiano, in bellissima posizione,
con verdi pascoli sparsi di gruppi d’alberi, un vero parco
inglese a 2750 metri. Proseguiamo poi per un sentiero che sale
fra boschi in cui predominano mirti, tuie, piante dalle foglie
della magnolia, ma più scura e meno lucida, rose, gelsomini e
molti arrampicanti. Il sentiero è molto erto ancora, e ci porta
alla vetta a 2950 metri, da dove si stende dietro noi l’esteso
ed originale, ma monotono panorama delle montagne che veniamo
d’attraversare dal Taccazè in poi; alla nostra sinistra sempre
l’irta catena del Semien di cui calpestiamo uno sprone, e
rimpetto a questo, l’infinito orizzonte che va a confondersi con
una miriade di alture che si succedono decrescendo verso le pianure
del Sudan; avanti a noi una distesa di colli verdeggianti,
gruppi d’alberi e tratti completamente bianchi per le masse di
fiori simili a gigli che vi stanno sparsi. Siamo in provincia di
Wogara e alle due piantiamo le tende rimpetto al villaggio di<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||''Capitolo nono.''|171|riga=si}}</noinclude>comperare un bue che domani ci rifocillerà del digiuno d’oggi.
Oltre al resto, dalle due alle tre, abbiamo avuto, come da parecchi
giorni, l’accompagnamento di forti acquazzoni.
''Domenica 11''. Appena fatto giorno ci mettiamo in moto ed
oltrepassata un’altura che ci stava alle spalle, ci troviamo sul
ciglio d’una costa che per originalissima natura si innalza a fare
quasi diga, che taglia un profondo vallone che sotto ci si distende.
Oltre questa la salita comincia e si va facendo sempre più
dura, finchè raggiunto il pendio del monte che ci stava di contro,
si sale per tali gradinate di roccia che meglio che camminarvi
bisogna arrampicarvi, e in molti punti è forza scaricare le mule
e far portare il bagaglio a dorso d’uomo. Quanto faticassero uomini
e mule non è a credere, e fortunatamente tutto passò senza
tristi incidenti, chè un passo fallito poteva avere ben serie conseguenze.
Verso le undici arriviamo al termine della salita più
terribile, e ci troviamo in un piccolo altipiano, in bellissima posizione,
con verdi pascoli sparsi di gruppi d’alberi, un vero parco
inglese a 2750 metri. Proseguiamo poi per un sentiero che sale
fra boschi in cui predominano mirti, tuie, piante dalle foglie
della magnolia, ma più scura e meno lucida, rose, gelsomini e
molti arrampicanti. Il sentiero è molto erto ancora, e ci porta
alla vetta a 2950 metri, da dove si stende dietro noi l’esteso
ed originale, ma monotono panorama delle montagne che veniamo
d’attraversare dal Taccazè in poi; alla nostra sinistra sempre
l’irta catena del Semien di cui calpestiamo uno sprone, e
rimpetto a questo, l’infinito orizzonte che va a confondersi con
una miriade di alture che si succedono decrescendo verso le pianure
del Sudan; avanti a noi una distesa di colli verdeggianti,
gruppi d’alberi e tratti completamente bianchi per le masse di
fiori simili a gigli che vi stanno sparsi. Siamo in provincia di
Wogara e alle due piantiamo le tende rimpetto al villaggio di<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" />{{RigaIntestazione|172|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>Dewark. Il capo ci fa sapere che, ammalato, non può visitarci,
ma spera vederci; andiamo a trovarlo nel suo affumicato tucul
dove sta accovacciato accanto al fuoco con un braccio fasciato
perchè fracassato da una palla ricevuta or fa un anno nello Scioa;
e così se ne sta inerte e soffrente da tanto tempo.
Fu cordialissimo, ci trattò di tecc, volle regalarci un montone
e del miele e chiese qualche medicamento.
Stanche le mule di questa giornata campale, siamo consigliati
di fare il giorno appresso una tappa piuttosto corta. L’aspetto
della campagna è molto cambiato dai giorni scorsi, e qui
abbiamo lunga distesa di terreni ondulati, solcati di quando in
quando da fenditure in cui scorre un po’ d’acqua; verdeggiante
il suolo, e sparso di grosse macchie di acacie dal fiore bianco;
aspetto bello, grandioso, vero parco popolato da piccoli villaggi
sulle creste delle alture e da molto bestiame pascolante. Dopo
circa quattro ore di marcia, mettiamo il campo presso il villaggio
di Doquà a 2750 metri. Questi villaggi sono tutti costrutti
su di uno stampo, e tolta la prima impressione d’originalità,
hanno per vero dire poco di artistico; i più grandi hanno la
chiesa al centro, nel punto più elevato e spesso circondata da
tuie pendule. La sera, dal villaggio ci portano una vacca, quattrocento
pani e sessanta uova; si capisce che ci avviciniamo al
campo del re, e la paura frutta generosità.
Grande è l’importanza della catena che abbiamo passata ieri
per l’orografia d’Abissinia. Presa infatti a considerare questa in
blocco, vi troviamo il gruppo del Semien e la catena del Lasta
che formano da spartiacque, dando origine verso sud ai torrenti
che vanno ad unirsi all’Havasch che va a scendere nelle provincie
dello Scioa, e verso nord ai torrenti che vanno ad ingrossare
il Nilo; questi poi possiamo dividere in due categorie,
la cui distinzione è appunto dovuta alla cresta di Wogara che
ieri attraversammo, e questa cioè dà luogo al versante che scende<noinclude><references/></noinclude>
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Accolturato
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<noinclude><pagequality level="4" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|172|''Capitolo nono.''||riga=si}}</noinclude>Dewark. Il capo ci fa sapere che, ammalato, non può visitarci,
ma spera vederci; andiamo a trovarlo nel suo affumicato tucul
dove sta accovacciato accanto al fuoco con un braccio fasciato
perchè fracassato da una palla ricevuta or fa un anno nello Scioa;
e così se ne sta inerte e soffrente da tanto tempo.
Fu cordialissimo, ci trattò di tecc, volle regalarci un montone
e del miele e chiese qualche medicamento.
Stanche le mule di questa giornata campale, siamo consigliati
di fare il giorno appresso una tappa piuttosto corta. L’aspetto
della campagna è molto cambiato dai giorni scorsi, e qui
abbiamo lunga distesa di terreni ondulati, solcati di quando in
quando da fenditure in cui scorre un po’ d’acqua; verdeggiante
il suolo, e sparso di grosse macchie di acacie dal fiore bianco;
aspetto bello, grandioso, vero parco popolato da piccoli villaggi
sulle creste delle alture e da molto bestiame pascolante. Dopo
circa quattro ore di marcia, mettiamo il campo presso il villaggio
di Doquà a 2750 metri. Questi villaggi sono tutti costrutti
su di uno stampo, e tolta la prima impressione d’originalità,
hanno per vero dire poco di artistico; i più grandi hanno la
chiesa al centro, nel punto più elevato e spesso circondata da
tuie pendule. La sera, dal villaggio ci portano una vacca, quattrocento
pani e sessanta uova; si capisce che ci avviciniamo al
campo del re, e la paura frutta generosità.
Grande è l’importanza della catena che abbiamo passata ieri
per l’orografia d’Abissinia. Presa infatti a considerare questa in
blocco, vi troviamo il gruppo del Semien e la catena del Lasta
che formano da spartiacque, dando origine verso sud ai torrenti
che vanno ad unirsi all’Havasch che va a scendere nelle provincie
dello Scioa, e verso nord ai torrenti che vanno ad ingrossare
il Nilo; questi poi possiamo dividere in due categorie,
la cui distinzione è appunto dovuta alla cresta di Wogara che
ieri attraversammo, e questa cioè dà luogo al versante che scende<noinclude><references/></noinclude>
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Cruccone
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|[1451-1454]|''Religione, Iddio''|489|riga=si}}</noinclude>
e col sostenere che
{{Cld|1451|Primus in orbe Deos fecit timor.|{{AutoreCitato|Publio Papinio Stazio|{{Sc|Stazio}}}}, {{TestoCitato|La Tebaide|''Tebaide''}}, lib. {{Sc|iii}}, v. 661|traduzione=Fu la paura che prima nel mondo diè vita agli dèi.}}
{{No rientro}}verso che si trova testualmente in {{AutoreCitato|Petronio Arbitro|{{Sc|Petronio}}}} (''Fragm.,'' 27, ed. Buecheler), da cui forse lo trasse Stazio, e che è stato audacemente imitato da {{AutoreCitato|Prosper Jolyot de Crébillon|Crébillon}} nel verso citato al n. 1349: ''La crainte fit les dieux; l’audace a fait les rois''.
Si confrontino anche le parole di {{AutoreCitato|Quinto Orazio Flacco|{{Sc|Orazio}}}}:
{{Cld|1452|Cælo tonantem credidimus Jovem<br>
Regnare.|{{TestoCitato|Le odi di Orazio|''Carmina,'' lib. {{Sc|iii}}, od. V, v. 1-2|Le odi di Orazio/Libro terzo/V}}|traduzione=Abbiamo creduto al regno di Giove quando lo sentimmo tonante in cielo.}}
Perciò altri applica alla religione in generale quel che era stato detto degli Dei gentili in particolare:
{{Cld|1453|Les Dieux s’en vont.|traduzione=Gli Dei se ne vanno}}
{{No rientro}}Nell’ultimo libro (XXIV) dei ''Martiri'' di {{AutoreCitato|François-René de Chateaubriand|{{Sc|Chateaubriand}}}}, dopo che Eudoro e Cimodocea sono caduti nel Colosseo sotto i denti della tigre, «la foudre gronda sur le Vatican, colline alors déserte, mais souvent visitée par un esprit inconnu; l’amphithéâtre fut ébranlé jusque dans ses fondements; toutes les statues des idoles tombèrent, et l’on entendit, comme autrefois à Jérusalem, une voix qui disait: ''Les Dieux s’en vont''.» Lo Chateaubriand qui certamente si riferisce al racconto di {{AutoreCitato|Flavio Giuseppe|{{Sc|Giuseppe Flavio}}}}, dove parla dei segni che precedettero e preannunziarono la rovina di Gerusalemme (''De bello Judaico,'' lib. VI, cap. 5, § XXXI). Fra gli altri portenti, egli narra che la notte di Pentecoste i sacerdoti entrando nel tempio, udirono gran rumore e movimento e quindi una voce che pareva gridare a una moltitudine radunata, ''Andiamocene di qui'' ({{Ec|Μεταβαίνομεν|Μεταβαίνωμεν}} ἐντεῦθεν).
In molte occasioni, ove avverrebbe citare la frase testè ricordata, vi si sostituisce la seguente:
{{Cld|1454|Il gran Pane è morto.}}
{{No rientro}}Questa frase, che si ripete a indicare la decadenza e la morte di cose e istituzioni già venerate e fiorenti, trova la sua fonte in un<noinclude>{{rule}}[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
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Lagrande
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Lagrande" />{{RigaIntestazione|490|''Chi l’ha detto?''|[1454]|riga=si}}</noinclude>
racconto di {{AutoreCitato|Plutarco|{{Sc|Plutarco}}}} nel trattatello ''De oraculorum defectu''. Lo ripeto qui valendomi del volgarizzamento di {{AutoreCitato|Sebastiano Ciampi|Sebastiano Ciampi}}. «Epiterse, .... raccontava che una volta imbarcatosi per la Italia sopra una nave carica di ricche merci, e piena di una turba di passeggieri, sulla sera, trovandosi verso le isole Echinadi, il vento abbassò, e la nave andando qua e là con direzione incerta, venne ad avvicinarsi a Paxò. Delle genti di sulla nave molte eran deste, e molte, avendo cenato, continuavano a bere. All’improvviso fu sentita una voce uscita dall’isola di Paxò, che a gran tuono chiamava: Tamo; di che la maraviglia fu grande. Questo Tamo, egiziano di patria, era il piloto; ma non conosciuto per nome dalla maggior parte di que’ che erano sulla nave. Chiamato due volte, non rispose: finalmente alla terza, diè orecchio. Allora colui che chiamava, rinforzata la voce disse: Quando sarai giunto a Palode, dai la nuova che ''Pane grande è morto'' [il testo greco: ὅτι Πὰν ὁ μέγας τέθνηκε]. Raccontava Epiterse che tutti, udito questo, si spaventarono, e che, consigliandosi se fosse meglio eseguir l’ordine, o non se ne dare per inteso: Tamo decise di lasciar correre, qualora, rialzandosi vento, avesse potuto tirar via cheto cheto; ma se poi giunto al posto facesse calma e bonaccia, avrebbe in quel caso annunziato ciò che avea udito. Diceva che infatti, arrivati a Palode senza vento, e senza movimento d’acqua, Tamo di sulla poppa con la faccia rivolta verso terra annunziò, come avea udito, che Pane grande era morto. Non ebbe per anco finito di dire che fu inteso gran gemito misto a voci di sorpresa non d’un solo, ma di moltissimi: e come che vi si erano trovate presenti molte persone, velocemente se ne sparse la notizia fino a Roma; e Tamo fu chiamato colà dall’imperatore Tiberio. Aggiungono che questi gli prestò fede a segno d’aver fatto premurose ricerche e dimande intorno a quel Pane grande. Gli eruditi, che in gran numero tenevasi attorno Tiberio, non seppero congetturare altro, se non che quel Pane grande essere il Pane nato da Mercurio e da Penelope. A Filippo [''che è il narratore del dialogo di Plutarco''] fu confermato il racconto anche da qualcuno degli astanti, che erano stati discepoli di Emiliano.» Non passerò sotto silenzio che per alcuni filologi tutto questo racconto è un’interpolazione dì qualche monaco o altro zelante, per farne poi l’applicazione alla morte di Gesù Cristo. Uno studio critico {{Pt|sul-|}}<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
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Lagrande
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Lagrande" />{{RigaIntestazione|[1455-1456]|''Religione, Iddio''|491|riga=si}}</noinclude>
{{Pt|l’episodio|sull’episodio}} plutarchiano, contenente un interessante tentativo di interpretazione esoterica del mito, è stato pubblicato dal prof. Luigi Garello, nel volume: ''La morte di Pàn'' (Torino, Bocca, 1908).
Il medio evo fece del medico arabo di Cordova {{Wl|Q39837|Ibn-Roscd}}, detto comunemente {{AutoreCitato|Averroè|{{Sc|Averroè}}}} (fiorito nel sec. {{Sc|xii}}), il gran patriarca dell’ateismo. Cominciò con attribuirgli un libro famoso, il trattato'' de tribus impostoribus,'' che forse non è mai esistito, e fu imbastito sul blasfema famoso del mondo ingannato da tre furbi - Mosè, Gesù e Maometto - che fu nel medioevo attribuito a {{Wl|Q130221|{{Sc|Federico II}}}} su esplicita accusa di {{AutoreCitato|Papa Gregorio VII|Gregorio VII}} ma che quegli negò di aver mai detto (cfr. ''Huillard-Bréholles, Hist, diplom. Frid. II'', V, 339) e anche ad altri, ma che forse è realmente di origine islamica, come dimostra {{Wl|Q1342067|L. Massignon}} nella ''Revue de l’histoire des réligions,'' to. LXXXII. 1920. pag. 74-78: ciò che spiega come lo si attribuisse ad {{Wl|Q39837|Averroè}}. E la leggenda continuò mettendo a suo carico molte frasi che divennero il vangelo dell’incredulità. Tale è quella con la quale egli si sarebbe augurato di morire della morte dei filosofi, intendendo di dire senza pratiche religiose:
{{Cld|1455|Moriatur anima mea morte philosophorum.|traduzione=Muoia l’anima mia della morte dei filosofi.}}
{{indentatura|0|e in chi foggiò la frase è evidente l’intenzione di parodiare il motto di Balaam: Moriatur anima mea morte justorum. (''Numeri,'' cap. XIII, v. 10). Ed anche a lui la tradizione ascriveva l’altra frase in dispregio delle tre religioni dominanti:}}
{{Cld|1456|Religio christianorum, religio impossibilium; religio judæorum, religio puerorum; religio Mahometanorum, religio porcorum.|traduzione=La religione cristiana è la religione delle cose impossibili; la giudaica, è religione da fanciulli; la maomettana, da porci.}}
{{No rientro}}dicendo religione ''impossibile'' la cristiana a cagione del domma della Eucarestia, a proposito di che si narrava pure che ''ille maledictus {{Wl|Q39837|Averröes}},'' come solevano sempre chiamarlo i filosofi scolastici, entrato un giorno in una chiesa cristiana, e veduti i fedeli che si comunicavano, esclamasse «Evvi al mondo una setta più insensata dei cristiani, i quali mangiano il Dio che adorano?» Ma<noinclude></noinclude>
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Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni.pdf
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{{:MediaWiki:Proofreadpage_index_template
|Autore=Parlamento del Regno di Sardegna
|NomePagina=Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni
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|Curatore=Amedeo Pinelli/Paolo Trompeo
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|Volumi=[[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848.pdf|Documenti]] - [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni.pdf|Discussioni]]
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[[Categoria:Regno di Sardegna]]
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<noinclude><pagequality level="3" user="Lagrande" />{{RigaIntestazione|314|CANTI POPOLARI|}}</noinclude>{{Ct|v=1|t=1|{{*}}}}
<poem>342. Bedda, quannu di tia m’alluntanai,
Ciancivi ’na simana e forsi cchiui:
E non cci curpu iu ca ti lassai,
Cci curpa cui nni voli mali a nui:
E pòzzinu patiri peni e guai
Cui fici fari sta partenza a nui:
Munti ccu munti non si junci mai,
Speru ca m’haju a junciri ccu vui. (''Catania'').</poem>
{{Ct|v=1|t=1|{{*}}}}
<poem>343. Parti suspiru mè, parti e camina,
Tu parti, e non pusari a nudda banna;
Si cc’è quarcunu ca ti scontra e spija,
Non diri nè cu’ si’, nè cu’ ti manna.
Vai unni dda rosa lisciandrina,
Chidda ca teni ’ncatinata st’arma;
Cci di’ ca cianciu di sira e matina,
Su’ comu ’n urfaneddu senza mamma. (''Patti'').</poem>
{{Ct|v=1|t=1|{{*}}}}
<poem>344. Stiddi pianeti chi all’aria jiti,
Chi nova di l’amanti mi purtati?
E vui giuijdda<ref>''Giuijdda'' e ''giuitta'', dim. di gioja.</ref>, chi luntana siti,
Scriviti a manu<ref>''A manu'', di propria mano.</ref>, e diti comu stati.
Vüi la notti ’n sonnu mi viniti,
E ’ntra lu propria sonnu mi parrati;
Poi la matina quannu vi nni jiti
Chi pena ’ntra lu cori mi lassati!... (''Cefalù'').</poem><noinclude></noinclude>
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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/341
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Lagrande
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Lagrande" />{{RigaIntestazione||SEPARAZIONE, PARTENZA, LONTANANZA|315}}</noinclude>{{Ct|v=1|t=1|{{*}}}}
<poem>345. Leggila sta littra ca ti mannu,
Strincila ’n pettu si vô’ beni a mia;
Ti la vuleva scriviri di sangu,
E sangu di li vini ’un ni vinia.
Ti la fici cull’occhi lagrimannu,
E lagrimannu la mannavi a tia;
Lu vô’ sapiri pirchì ti la mannu?
Ca stari ’un puozzu cchiù senza di tia.
( ''Caltavuturo'')</poem>
{{Ct|v=1|t=1|{{*}}}}
<poem>346. Ti la rnannai dintra ’na carta scrittu,
Di lu gran ciantu chi m’hai fattu fari.
Lu sènziu in sdillìniu<ref>''Sdillìniu'', delirio.</ref> m’ha dittu,
Chi subbitu mintisti a larimari.
Oh, amanti cara, quantu m’ha’ custrittu!
Supra di nenti m’ha’ fattu pinsari.
Quannu veni ddu jornu binidittu
Chi vegnu ’nta ssi brazza a ripusari! (''Milazzo'').</poem>
{{Ct|v=1|t=1|{{*}}}}
<poem>347. — O celu santu, mi nni duni nova
Unni l’amanti mia forsi si trova?
— Si trova a chidda valli l'appinnina.
— Cu’ sa si lu me chiantu ddà cci arriva!
Nn’âmu spartutu sènziu e palora;
Di la facciuzza sò nn’hê statu privu.</poem><noinclude></noinclude>
5m39w8hvim9dud6f9igwwn43zfcqps6
Utente:Carlomorino/Atti subalpini
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3416214
2024-10-31T13:50:11Z
Carlomorino
42
/* I legislatura */
3416922
wikitext
text/x-wiki
<big><big>{{ct|'''Atti parlamento subalpino e regnicolo'''}}</big></big>
Altre fonti su WP:
::'''[[:w:Progetto:Politica/Collegi Regno]]'''
== Leggi elettorali ==
v. anche [[:Categoria:Leggi elettorali]]
* [[Regno di Sardegna - Regio editto del 17 marzo 1848]] (1848)
* {{gb|_ENVBpDFxRwC}} raccolta atti
:Contiene editti luogotenenziali per:
** [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=469 editto] per i collegi Piacenza - 29 maggio 1848 (pp. 469 e succ.; la distribuzione dei collegi a [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=477 pag. 477])
** [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=491 editto] per i collegi di Parma (p. 491 e succ.)
** [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=499 editto] p. 499, per i collegi di Modena
* [[Nuova ripartizione dei collegi elettorali di Sardegna]] (1856)
* [[Legge del 20 novembre 1859, n. 3778]] (1859)
* [[Statuto e legge elettorale nella Toscana]] (1860)
* [[ Statuto e legge elettorale nelle Provincie dell'Emilia]] (1860)
Vedi anche:
* [[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II ]] (sia Sardegna che Italia, dal 1848 al 1899, dalla I legislatura alla XX)
== I legislatura ==
Testi presenti:
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848.pdf]]
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni.pdf]]
** cioè [[Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848]]
Inoltre:
;maggio 1848 - dicembre 1848
;DOCUMENTI:
;DISCUSSIONI:
:prima sessione: da 8 maggio a 2 agosto 48 (pp. 1 - 500 + pp. roman di prefazione
:::https://books.google.it/books?id=IJEoUN1w1roC
:::Presente su WS: (citato prima)
:seconda sessione da 16 ottobre a 28 dicembre (pp. 501-1310; 1311 scioglimento camera)
::https://books.google.it/books?id=TZrRmvekpIEC&pg=PA998
; Senato
;DOCUMENTI
:indice p iv, poi roman (I-XXXVI: comp. camere, elezioni, ministero etc.) pp. 1 to fine 386; da 387: tabella cronologica; da 407 indice alfabetico.
:Altra scansione: https://books.google.it/books?id=8e6j8DskuyQC
== II legislatura ==
La legislatura durò da febbraio a marzo 1849. Le elezioni generali si tennero il 22 genn. e le camere si riunirono il 1 febb.
;ATTI Camera
:I sessione
* https://books.google.it/books?id=HwK2UuIXPp8C (da 1 febbr. a 30 mar. 49.) termina con scioglimento della camera PA=599) pubbl. 1860
;DIBATTITI Senato
:I sessione
* https://books.google.it/books?id=XYZpIV4q9McC (da 1 febbr. a 30 mar. 49. A p. 121 indice)
;DOCUMENTI
* https://books.google.it/books?id=SyHP2YHg5qkC (I sess. 1849) pubbl. 1859 curavit Trompeo
* https://books.google.it/books?id=ylTBfTEArqQC (II sess. 1849) pubbl. 1860 curaverunt Trompeo et Galletti
== III legislatura ==
30 luglio 1849 - 20 novembre 1849
;ATTI
:Vol. unico ?
30 luglio 1849 - 17 novembre 49 (indice alfabetico da p. 1321)
* https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC
::* Indice:
::::[https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1321 p. 1321
::::'''B''' [https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1322 1322]
::::'''C''' [https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1328 1328]
::::'''M''' [https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1346 1316]
* https://books.google.it/books?id=eEGnxaYIaZIC
;DOCUMENTI (con leggi approvate etc.)
: I [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf]]
: II [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf]]
: III [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf]]
Anche:
: pag. '''iv''' - Contenuti volume, v: composizione organi regno; pp. 351-366 atti in ordine temporale; 367 in ordine alfabetico
* https://books.google.it/books?id=ylTBfTEArqQC
* https://books.google.it/books?id=HO26C50yOOEC sul frontespizio: "Seconda sessione del 1849 (luglio 1849 - 20 novembre 1849)" Curav. Galletti & Trompeo.
== IV legislatura ==
La legislatura è durata dal dicembre 1849 al dicembre 1853
;;'''1850'''
;DISCUSSIONI:
Vol. I (20 dic. 49 a 12 marzo 50 (pp. 1-987)
* https://books.google.it/books?id=o0dA2QY4eqsC;
* https://books.google.it/books?id=kDEvS91jrbkC
Vol. III (23 maggio 1850 - 19 novembre 1850). N:B. la sessione è chiusa il 19 XI.
:https://books.google.it/books?id=fFdKbj5RheEC
::Indice alfabetico da p. --> https://books.google.it/books?id=fFdKbj5RheEC&pg=3153
;DOCUMENTI
* https://books.google.it/books?id=sk441w6oUWYC
* https://books.google.it/books?id=eEGnxaYIaZIC
;;1851
;DISCUSSIONI: dal 20 maggio 1851 al 9 luglio 1851 (pp. 2273 - 3108)
* https://books.google.it/books?id=Uq6tE2GDtWcC
* Dal 19 novembre 1851 al 17 gennaio 1852 (pp. 3109 - 3847)
* https://books.google.it/books?id=LsvRFrgd6OAC
;;1852
'''DOCUMENTI'''
* https://books.google.it/books?id=GCfPO6YGCbEC
** dal 4 marzo 1852 al 21 nov. 1853
;LAVORI CAMERA DEPUTATI:
* dal 4 marzo 1852 al (pp. 1 al 699)
** https://books.google.it/books?id=oz974Za7ktUC
* dal 4 marzo 1852 al 14 lug. 1852 (pp. 701- 1466)
** https://books.google.it/books?id=FLY9hPgBC2sC
* dal 4 marzo 1852 al 18 nov. 1853 (pp.). ''Segue'' indice analitico (pp. 777-813)
** https://books.google.it/books?id=g_qT4JPe35QC
****Indice:
**** https://books.google.it/books?id=g_qT4JPe35QC&pg=PA777#v=onepage&q&f=false
** https://books.google.it/books?id=xbEW0omOzSgC
* dal ??? al dicembre 1852 (pp. ??). '''Boh'''????
https://books.google.it/books?id=g_qT4JPe35QC
== V legislatura==
;::dicembre 1853-novembre 1857
;ATTI
:sessione 1855-56
* https://books.google.it/books?id=jXa8wmdoXegC&
** atti anno 1855-56 da 12 IX 55 a 15 III 56 (pp. 1-1133
Altra scansione:
* https://books.google.it/books?id=bGAwcgV1H1UC
;DOCUMENTI
sono tre volumi. Indici a p. del vot.
;TESTI PRESENTI
:Volume I
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf]]
:Volume II (pp. 673-1197 : tavola cronologica da 1159 (anche vot. I) ; indice analitico da 1189)
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf]]
:Volume III (contiene gli indici dei 3 voll. da p. 2037)
[[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf]] <big>'''NB DA SPOSTARE??'''</big>
Il volume contiene anche:
;Proposta per una [[Nuova ripartizione dei collegi elettorali di Sardegna]] (= dell'isola)
;Il testo è a pag. 117 di
:[[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1856.pdf]]: <u>col testo della legge per la ripartizione dei collegi dell'Isola</u>
('''originale'''): {{GB|NzkkSeLR3UIC}}: Raccolta degli atti del Governo di Sua Maestà il re di Sardegna], vot. XXV. che contiene la legge approvata a [https://books.google.it/books?id=NzkkSeLR3UIC&pg=PA117 pagina 117])
== VI legislatura==
;novembre 1857-marzo 1860
;DISCUSSIONI
:'''A1''' (volume III) (dicembre 1857-marzo 58); da pag. 1 a 880 '''perché III ?'''
::https://books.google.it/books?id=qk3Aw16DUmEC
:"'''A2'''" 14 dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - Non c'è indice ma sono 880 pp. Sembra più dettagliato.
::https://books.google.it/books?id=qk3Aw16DUmEC&
:'''B1''' da marzo 58 a maggio 1858. Senza indice. Numerazione pagina da 881 (proseguimento di A) a p. 1958
::https://books.google.it/books?id=MkJ_ypdQFZUC
;::Inoltre:
:"F1" 14 dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - indice p. 370
::https://books.google.it/books?id=eaTLn2n3H0sC
:"F2" (altra scansione?) 14 dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - indice p. 373
::https://books.google.it/books?id=x4eg2f6G0BgC
;Discussioni Senato (dicembre 1857 - 14 luglio 1858) indice p. 373
::https://books.google.it/books?id=QKRi-2Ljt_IC
;DOCUMENTI
:'''Doc A1''' (dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - Indice p. V (all'inizio)
::https://books.google.it/books?id=IB4zbCIRJiQC
:'''Doc A2'''": (dicembre 1857-marzo 58); - Indice p. V (all'inizio)
::https://books.google.it/books?id=m2k3n31HKT0C
:'''Doc A3''': (dicembre 1857-marzo 58); - Indice p. V (all'inizio)
::https://books.google.it/books?id=golQAAAAYAAJ
== VI-VII legislature ==
:volume IV (12 gennaio 1859 - 28 dic. 1860)
:'''NB''': il volume è una versione più succinta e riguarda la VI e la VII legislatura- A p. 183 c'è un indice alfabetico della VI leg. Poi ci sono atti della VII con una nuova numerazione della pagina. Indice della seconda parte a p. 311
::https://books.google.it/books?id=qeUB7Q6Qw1QC
== VII legislatura==
;marzo 1860-gennaio 1861
;DOCUMENTI
* [[Indice:Parlamento Italiano - Atti parlamentari, 1860, Documenti.pdf]]
* [[Legge del 20 novembre 1859, n. 3778]] (legge elettorale del 1859, con nuova organizzazione dei collegi.
cfr anche
*: https://books.google.it/books?id=I4JQAAAAYAAJ&
;DIBATTITI (Camera)
* 2 aprile - 10 luglio (il secondo) - 2 aprile - ottobre il primo ; più scansioni, entrambe della II ed.:
* https://books.google.it/books?id=SAROAAAAYAAJ
*: https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC
**:N.B. questo ha l''''indice alfabetico''' da p. 1145 [https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC&pg=PA1145]
**<u>'''Alcune pagine dell’indice alfabetico'''</u>:
***Lettere:
****'''E''' ed '''F''': [https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC&pg=PA1163 1163]
****'''K''' ed '''L''': [https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC&pg=PA1170 1170]
*: https://books.google.it/books?id=SAROAAAAYAAJ
**: Finisce il 10 luglio 1860. Senza indice.
=Regno d'Italia =
annullamento elezione Giacinto Albini a p. 228
== VIII legislatura (1861-1864)==
;::Atti (leggi etc.)
* vol I ? (23 febb. - 23 luglio 1861)
:: https://books.google.it/books?id=UzSDt5YQAuEC
* volume II
::https://books.google.it/books?id=aiw-mSEKRk4C
;::Dibattiti (sedute etc.)
* II edizione (23 febb. - 23 luglio 1861)
:: https://books.google.it/books?id=sipNAAAAYAAJ
*sedute dal 27 maggio 1861 a 23 luglio 1861
::https://books.google.it/books?id=7BZAAAAAcAAJ
:::Inizia da pag. pg=PA1121
::::L' indice (alfabetico) inizia a pg=PA2047)
cercare PA=943
;2° ? periodo ('''parz. sovrapposti''')
*20.11.1861 - 25 febb. 1862
::: https://books.google.it/books?id=IpBQAAAAYAAJ
::: https://books.google.it/books?id=0xxAAAAAcAAJ
* 26 febbraio - 12 aprile 1862
::N.B. dalle testatine in cima alle pagine sembrano le tornate del '''1861''' ma dai contenuti è 26 febbraio - 12 aprile '''1862'''
* https://books.google.it/books?id=aXZdwK9Q-NIC
;3° periodo
: da 3 giugno a 11 luglio 1862
* https://books.google.it/books?id=O95-TadfXGIC&
:;4 ° e 5° periodo
:(11 - 28 dic. 1862 / 28 genn. — 28 feb. 1863 (i due periodi)
* https://books.google.it/books?id=G70sAAAAYAAJ
;Documenti
:[[:indice:Atti del parlamento italiano (1861).djvu]] Atti del parlamento italiano (1861)
:* https://books.google.it/books?id=UzSDt5YQAuEC
:* https://books.google.it/books?id=aiw-mSEKRk4C
== IX legislatura ==
== X legislatura ==
;Sessione 1876.
;Sessione 1868
:da 24 novembre 1868 a 2 feb 1869
::pagg. da 8060 ca. a 9108
* https://books.google.it/books?id=ZhdAAAAAcAAJ
== XI legislatura ==
; Dibattiti
::Prima
::{{GB|j9aAAAAcAAJ}} Rendiconti del Parlamento Italiano prima sessione dal 5 dic. 1870 al 20 marzo 1871
::N.B. indice alle prime pagine
== XII legislatura ==
(23.11.1874 - 03.10.1876)
;Dibattiti
;sessione 1875
:::N.B. preceduta da indice crono.
:::15 mar-), pp. 2093-3095;
* https://books.google.it/books?id=lI9QAAAAYAAJ
;sessione 1876 -77
::da 6 marzo al 26 maggio 1876
* https://books.google.it/books?id=DL7amjvbn1QC
::dal 27 maggio al 3 ottobre 1876 (tre edizioni)
* https://books.google.it/books?id=0cOYB8ZnxrcC
* https://books.google.it/books?id=FEcyAQAAMAAJ
* https://books.google.it/books?id=0cOYB8ZnxrcC
::da nov. 1876 a genn. 77
:::N.B. preceduta da indice crono.
* https://books.google.it/books?id=XwO5_PTR300C
== XIII legislatura ==
;Dibattiti
:II sessione
::20 giu - 23 luglio
* https://books.google.it/books?id=LUwyAQAAMAAJ
== XIV legislatura ==
;Dibattiti
* https://books.google.it/books?id=10wyAQAAMAAJ I sessione 26 maggio - 30 giugno 1880
:da 18 genn a 18 febb 1882 (da p. 8245 a p. 9303
* https://books.google.it/books?id=Bk0yAQAAMAAJ
== XV legislatura ==
:dal
'''CAMERA'''
;Dibattiti:
:da 11 a 30 giu 1883
* https://books.google.it/books?id=ETZRAAAAYAAJ
:dal 26 nov. 21 div. 1883 (da p. 4615 a p. 5321; indice a p. 4611)
* https://books.google.it/books?id=Bk0yAQAAMAAJ
: da 6 feb a 16 mar 1886
* https://books.google.it/books?id=NLfWU_fGU50C
== XVI legislatura ==
'''CAMERA'''
;Dibattiti:
:28 gennaio 1889 a 30 marzo 1889
* https://books.google.it/books?id=t6sGvdAvc-YC
: da 1 mag a 10 giu 1889
* https://books.google.it/books?id=RpuRjHSQfTEC
:da 25 nov. 89 a 15 II 1890
* https://books.google.it/books?id=8IP991p5U_4C
:4 sessione 13 giu - 11 luglio 1890 (Volume 4)
* https://books.google.it/books?id=oYpAFMmnTbwC
== XVII legislatura ==
== XVIII legislatura ==
La legislatura è iniziata nel 1892
* Atti del parlamento italiano Camera dei deputati 18. legislatura
** {{GB|LlOxOiXdr-cC |prime sedute}} 23 Novembre 1892- 23 dicembre 1892
** {{GB|Cqj7vJZnJA0C|I sessione}} 11 aprile - 21 maggio 1894
Raccolta degli atti fatti stampare dal parlamento:
* {{GB|9SxRAAAAYAAJ}}: Atti del parlamento: '''contiene inchiesta Banca Romana'''!!!!
== XXIII ==
https://books.google.it/books?id=GyUy9vULEl8C
qxq5cu3puz0eerv1n4qo7hn00lxw6cb
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3416922
2024-10-31T14:12:18Z
Carlomorino
42
/* I legislatura */
3416947
wikitext
text/x-wiki
<big><big>{{ct|'''Atti parlamento subalpino e regnicolo'''}}</big></big>
Altre fonti su WP:
::'''[[:w:Progetto:Politica/Collegi Regno]]'''
== Leggi elettorali ==
v. anche [[:Categoria:Leggi elettorali]]
* [[Regno di Sardegna - Regio editto del 17 marzo 1848]] (1848)
* {{gb|_ENVBpDFxRwC}} raccolta atti
:Contiene editti luogotenenziali per:
** [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=469 editto] per i collegi Piacenza - 29 maggio 1848 (pp. 469 e succ.; la distribuzione dei collegi a [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=477 pag. 477])
** [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=491 editto] per i collegi di Parma (p. 491 e succ.)
** [https://books.google.it/books?id=_ENVBpDFxRwC&pg=499 editto] p. 499, per i collegi di Modena
* [[Nuova ripartizione dei collegi elettorali di Sardegna]] (1856)
* [[Legge del 20 novembre 1859, n. 3778]] (1859)
* [[Statuto e legge elettorale nella Toscana]] (1860)
* [[ Statuto e legge elettorale nelle Provincie dell'Emilia]] (1860)
Vedi anche:
* [[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II ]] (sia Sardegna che Italia, dal 1848 al 1899, dalla I legislatura alla XX)
== I legislatura ==
Testi presenti:
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848.pdf]]
** cioè [[Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848]]
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni.pdf]]
Inoltre:
;maggio 1848 - dicembre 1848
;DOCUMENTI:
;DISCUSSIONI:
:prima sessione: da 8 maggio a 2 agosto 48 (pp. 1 - 500 + pp. roman di prefazione
:::https://books.google.it/books?id=IJEoUN1w1roC
:::Presente su WS: (citato prima)
:seconda sessione da 16 ottobre a 28 dicembre (pp. 501-1310; 1311 scioglimento camera)
::https://books.google.it/books?id=TZrRmvekpIEC&pg=PA998
; Senato
;DOCUMENTI
:indice p iv, poi roman (I-XXXVI: comp. camere, elezioni, ministero etc.) pp. 1 to fine 386; da 387: tabella cronologica; da 407 indice alfabetico.
:Altra scansione: https://books.google.it/books?id=8e6j8DskuyQC
== II legislatura ==
La legislatura durò da febbraio a marzo 1849. Le elezioni generali si tennero il 22 genn. e le camere si riunirono il 1 febb.
;ATTI Camera
:I sessione
* https://books.google.it/books?id=HwK2UuIXPp8C (da 1 febbr. a 30 mar. 49.) termina con scioglimento della camera PA=599) pubbl. 1860
;DIBATTITI Senato
:I sessione
* https://books.google.it/books?id=XYZpIV4q9McC (da 1 febbr. a 30 mar. 49. A p. 121 indice)
;DOCUMENTI
* https://books.google.it/books?id=SyHP2YHg5qkC (I sess. 1849) pubbl. 1859 curavit Trompeo
* https://books.google.it/books?id=ylTBfTEArqQC (II sess. 1849) pubbl. 1860 curaverunt Trompeo et Galletti
== III legislatura ==
30 luglio 1849 - 20 novembre 1849
;ATTI
:Vol. unico ?
30 luglio 1849 - 17 novembre 49 (indice alfabetico da p. 1321)
* https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC
::* Indice:
::::[https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1321 p. 1321
::::'''B''' [https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1322 1322]
::::'''C''' [https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1328 1328]
::::'''M''' [https://books.google.it/books?id=bBvoNf6S6QsC&pg=PA1346 1316]
* https://books.google.it/books?id=eEGnxaYIaZIC
;DOCUMENTI (con leggi approvate etc.)
: I [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf]]
: II [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf]]
: III [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf]]
Anche:
: pag. '''iv''' - Contenuti volume, v: composizione organi regno; pp. 351-366 atti in ordine temporale; 367 in ordine alfabetico
* https://books.google.it/books?id=ylTBfTEArqQC
* https://books.google.it/books?id=HO26C50yOOEC sul frontespizio: "Seconda sessione del 1849 (luglio 1849 - 20 novembre 1849)" Curav. Galletti & Trompeo.
== IV legislatura ==
La legislatura è durata dal dicembre 1849 al dicembre 1853
;;'''1850'''
;DISCUSSIONI:
Vol. I (20 dic. 49 a 12 marzo 50 (pp. 1-987)
* https://books.google.it/books?id=o0dA2QY4eqsC;
* https://books.google.it/books?id=kDEvS91jrbkC
Vol. III (23 maggio 1850 - 19 novembre 1850). N:B. la sessione è chiusa il 19 XI.
:https://books.google.it/books?id=fFdKbj5RheEC
::Indice alfabetico da p. --> https://books.google.it/books?id=fFdKbj5RheEC&pg=3153
;DOCUMENTI
* https://books.google.it/books?id=sk441w6oUWYC
* https://books.google.it/books?id=eEGnxaYIaZIC
;;1851
;DISCUSSIONI: dal 20 maggio 1851 al 9 luglio 1851 (pp. 2273 - 3108)
* https://books.google.it/books?id=Uq6tE2GDtWcC
* Dal 19 novembre 1851 al 17 gennaio 1852 (pp. 3109 - 3847)
* https://books.google.it/books?id=LsvRFrgd6OAC
;;1852
'''DOCUMENTI'''
* https://books.google.it/books?id=GCfPO6YGCbEC
** dal 4 marzo 1852 al 21 nov. 1853
;LAVORI CAMERA DEPUTATI:
* dal 4 marzo 1852 al (pp. 1 al 699)
** https://books.google.it/books?id=oz974Za7ktUC
* dal 4 marzo 1852 al 14 lug. 1852 (pp. 701- 1466)
** https://books.google.it/books?id=FLY9hPgBC2sC
* dal 4 marzo 1852 al 18 nov. 1853 (pp.). ''Segue'' indice analitico (pp. 777-813)
** https://books.google.it/books?id=g_qT4JPe35QC
****Indice:
**** https://books.google.it/books?id=g_qT4JPe35QC&pg=PA777#v=onepage&q&f=false
** https://books.google.it/books?id=xbEW0omOzSgC
* dal ??? al dicembre 1852 (pp. ??). '''Boh'''????
https://books.google.it/books?id=g_qT4JPe35QC
== V legislatura==
;::dicembre 1853-novembre 1857
;ATTI
:sessione 1855-56
* https://books.google.it/books?id=jXa8wmdoXegC&
** atti anno 1855-56 da 12 IX 55 a 15 III 56 (pp. 1-1133
Altra scansione:
* https://books.google.it/books?id=bGAwcgV1H1UC
;DOCUMENTI
sono tre volumi. Indici a p. del vot.
;TESTI PRESENTI
:Volume I
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf]]
:Volume II (pp. 673-1197 : tavola cronologica da 1159 (anche vot. I) ; indice analitico da 1189)
* [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf]]
:Volume III (contiene gli indici dei 3 voll. da p. 2037)
[[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf]] <big>'''NB DA SPOSTARE??'''</big>
Il volume contiene anche:
;Proposta per una [[Nuova ripartizione dei collegi elettorali di Sardegna]] (= dell'isola)
;Il testo è a pag. 117 di
:[[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1856.pdf]]: <u>col testo della legge per la ripartizione dei collegi dell'Isola</u>
('''originale'''): {{GB|NzkkSeLR3UIC}}: Raccolta degli atti del Governo di Sua Maestà il re di Sardegna], vot. XXV. che contiene la legge approvata a [https://books.google.it/books?id=NzkkSeLR3UIC&pg=PA117 pagina 117])
== VI legislatura==
;novembre 1857-marzo 1860
;DISCUSSIONI
:'''A1''' (volume III) (dicembre 1857-marzo 58); da pag. 1 a 880 '''perché III ?'''
::https://books.google.it/books?id=qk3Aw16DUmEC
:"'''A2'''" 14 dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - Non c'è indice ma sono 880 pp. Sembra più dettagliato.
::https://books.google.it/books?id=qk3Aw16DUmEC&
:'''B1''' da marzo 58 a maggio 1858. Senza indice. Numerazione pagina da 881 (proseguimento di A) a p. 1958
::https://books.google.it/books?id=MkJ_ypdQFZUC
;::Inoltre:
:"F1" 14 dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - indice p. 370
::https://books.google.it/books?id=eaTLn2n3H0sC
:"F2" (altra scansione?) 14 dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - indice p. 373
::https://books.google.it/books?id=x4eg2f6G0BgC
;Discussioni Senato (dicembre 1857 - 14 luglio 1858) indice p. 373
::https://books.google.it/books?id=QKRi-2Ljt_IC
;DOCUMENTI
:'''Doc A1''' (dicembre 1857 - 14 luglio 1858 - Indice p. V (all'inizio)
::https://books.google.it/books?id=IB4zbCIRJiQC
:'''Doc A2'''": (dicembre 1857-marzo 58); - Indice p. V (all'inizio)
::https://books.google.it/books?id=m2k3n31HKT0C
:'''Doc A3''': (dicembre 1857-marzo 58); - Indice p. V (all'inizio)
::https://books.google.it/books?id=golQAAAAYAAJ
== VI-VII legislature ==
:volume IV (12 gennaio 1859 - 28 dic. 1860)
:'''NB''': il volume è una versione più succinta e riguarda la VI e la VII legislatura- A p. 183 c'è un indice alfabetico della VI leg. Poi ci sono atti della VII con una nuova numerazione della pagina. Indice della seconda parte a p. 311
::https://books.google.it/books?id=qeUB7Q6Qw1QC
== VII legislatura==
;marzo 1860-gennaio 1861
;DOCUMENTI
* [[Indice:Parlamento Italiano - Atti parlamentari, 1860, Documenti.pdf]]
* [[Legge del 20 novembre 1859, n. 3778]] (legge elettorale del 1859, con nuova organizzazione dei collegi.
cfr anche
*: https://books.google.it/books?id=I4JQAAAAYAAJ&
;DIBATTITI (Camera)
* 2 aprile - 10 luglio (il secondo) - 2 aprile - ottobre il primo ; più scansioni, entrambe della II ed.:
* https://books.google.it/books?id=SAROAAAAYAAJ
*: https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC
**:N.B. questo ha l''''indice alfabetico''' da p. 1145 [https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC&pg=PA1145]
**<u>'''Alcune pagine dell’indice alfabetico'''</u>:
***Lettere:
****'''E''' ed '''F''': [https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC&pg=PA1163 1163]
****'''K''' ed '''L''': [https://books.google.it/books?id=b21COitV_8UC&pg=PA1170 1170]
*: https://books.google.it/books?id=SAROAAAAYAAJ
**: Finisce il 10 luglio 1860. Senza indice.
=Regno d'Italia =
annullamento elezione Giacinto Albini a p. 228
== VIII legislatura (1861-1864)==
;::Atti (leggi etc.)
* vol I ? (23 febb. - 23 luglio 1861)
:: https://books.google.it/books?id=UzSDt5YQAuEC
* volume II
::https://books.google.it/books?id=aiw-mSEKRk4C
;::Dibattiti (sedute etc.)
* II edizione (23 febb. - 23 luglio 1861)
:: https://books.google.it/books?id=sipNAAAAYAAJ
*sedute dal 27 maggio 1861 a 23 luglio 1861
::https://books.google.it/books?id=7BZAAAAAcAAJ
:::Inizia da pag. pg=PA1121
::::L' indice (alfabetico) inizia a pg=PA2047)
cercare PA=943
;2° ? periodo ('''parz. sovrapposti''')
*20.11.1861 - 25 febb. 1862
::: https://books.google.it/books?id=IpBQAAAAYAAJ
::: https://books.google.it/books?id=0xxAAAAAcAAJ
* 26 febbraio - 12 aprile 1862
::N.B. dalle testatine in cima alle pagine sembrano le tornate del '''1861''' ma dai contenuti è 26 febbraio - 12 aprile '''1862'''
* https://books.google.it/books?id=aXZdwK9Q-NIC
;3° periodo
: da 3 giugno a 11 luglio 1862
* https://books.google.it/books?id=O95-TadfXGIC&
:;4 ° e 5° periodo
:(11 - 28 dic. 1862 / 28 genn. — 28 feb. 1863 (i due periodi)
* https://books.google.it/books?id=G70sAAAAYAAJ
;Documenti
:[[:indice:Atti del parlamento italiano (1861).djvu]] Atti del parlamento italiano (1861)
:* https://books.google.it/books?id=UzSDt5YQAuEC
:* https://books.google.it/books?id=aiw-mSEKRk4C
== IX legislatura ==
== X legislatura ==
;Sessione 1876.
;Sessione 1868
:da 24 novembre 1868 a 2 feb 1869
::pagg. da 8060 ca. a 9108
* https://books.google.it/books?id=ZhdAAAAAcAAJ
== XI legislatura ==
; Dibattiti
::Prima
::{{GB|j9aAAAAcAAJ}} Rendiconti del Parlamento Italiano prima sessione dal 5 dic. 1870 al 20 marzo 1871
::N.B. indice alle prime pagine
== XII legislatura ==
(23.11.1874 - 03.10.1876)
;Dibattiti
;sessione 1875
:::N.B. preceduta da indice crono.
:::15 mar-), pp. 2093-3095;
* https://books.google.it/books?id=lI9QAAAAYAAJ
;sessione 1876 -77
::da 6 marzo al 26 maggio 1876
* https://books.google.it/books?id=DL7amjvbn1QC
::dal 27 maggio al 3 ottobre 1876 (tre edizioni)
* https://books.google.it/books?id=0cOYB8ZnxrcC
* https://books.google.it/books?id=FEcyAQAAMAAJ
* https://books.google.it/books?id=0cOYB8ZnxrcC
::da nov. 1876 a genn. 77
:::N.B. preceduta da indice crono.
* https://books.google.it/books?id=XwO5_PTR300C
== XIII legislatura ==
;Dibattiti
:II sessione
::20 giu - 23 luglio
* https://books.google.it/books?id=LUwyAQAAMAAJ
== XIV legislatura ==
;Dibattiti
* https://books.google.it/books?id=10wyAQAAMAAJ I sessione 26 maggio - 30 giugno 1880
:da 18 genn a 18 febb 1882 (da p. 8245 a p. 9303
* https://books.google.it/books?id=Bk0yAQAAMAAJ
== XV legislatura ==
:dal
'''CAMERA'''
;Dibattiti:
:da 11 a 30 giu 1883
* https://books.google.it/books?id=ETZRAAAAYAAJ
:dal 26 nov. 21 div. 1883 (da p. 4615 a p. 5321; indice a p. 4611)
* https://books.google.it/books?id=Bk0yAQAAMAAJ
: da 6 feb a 16 mar 1886
* https://books.google.it/books?id=NLfWU_fGU50C
== XVI legislatura ==
'''CAMERA'''
;Dibattiti:
:28 gennaio 1889 a 30 marzo 1889
* https://books.google.it/books?id=t6sGvdAvc-YC
: da 1 mag a 10 giu 1889
* https://books.google.it/books?id=RpuRjHSQfTEC
:da 25 nov. 89 a 15 II 1890
* https://books.google.it/books?id=8IP991p5U_4C
:4 sessione 13 giu - 11 luglio 1890 (Volume 4)
* https://books.google.it/books?id=oYpAFMmnTbwC
== XVII legislatura ==
== XVIII legislatura ==
La legislatura è iniziata nel 1892
* Atti del parlamento italiano Camera dei deputati 18. legislatura
** {{GB|LlOxOiXdr-cC |prime sedute}} 23 Novembre 1892- 23 dicembre 1892
** {{GB|Cqj7vJZnJA0C|I sessione}} 11 aprile - 21 maggio 1894
Raccolta degli atti fatti stampare dal parlamento:
* {{GB|9SxRAAAAYAAJ}}: Atti del parlamento: '''contiene inchiesta Banca Romana'''!!!!
== XXIII ==
https://books.google.it/books?id=GyUy9vULEl8C
pls8lhwx26hs4646i9m6b37j99qbx0d
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" /></noinclude><noinclude>{{Ct| |t=16}}</noinclude>
Dedico queste Ricerche alla memoria del mio compianto collega ed amico {{Wl|Q3712963|Domenico Chelini}}, non perchè l’importanza degli argomenti trattati, o la novità dei metodi e dei risultati, siano pari al merito eminente di quell’egregio Geometra, ma perchè esse mi pajon tali che a Lui, zelantissimo in escogitare e diffondere metodi agevoli ed intuitivi per lo studio delle scienze matematiche, sarebbero forse riuscite accette come contributo, modestissimo invero, al più facile studio di una dottrina che gli era cara, voglio dire della Geometria analitica.
Nè questa è la sola giustificazione ch’io possa addurre dell’aver posto il nome rispettato del Chelini in fronte a queste pagine. Nel corso delle presenti Ricerche ho avuto più volte occasione d’invocare, con vantaggio di speditezza e di eleganza, un principio algebrico che accennerò fra un momento, e che è stato da Lui per la prima volta introdotto in Geometria analitica: dove adesso è usato da tutti, senza che la sua apparente naturalezza tolga punto di merito a chi se ne seppe primamente giovare.
Aggiungerò infine che alcune delle considerazioni svolte in questo scritto hanno stretta connessione con quelle d’un mio breve articolo del 1871<ref>{{TestoAssente|Giornale di}} {{Wl|Q3770076|{{Sc|Battaglini}}}}, t . IX, p. 341.</ref>, del quale il Chelini ebbe già la benevolenza d’occu-<noinclude>{{RuleLeft|6em}}</noinclude>
kryh15v7bynqnzw2hoha837dw8d6o0a
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|4||234}}</noinclude>parsi nella sua Memoria ''{{TestoAssente|Sopra alcuni punti notabili nella teoria elementare dei tetraedri e delle coniche}}''<ref>Memorie dell’Accademia di Bologna, T. V della Serie III (1874).</ref>.
Il principio algebrico cui ho fatto allusione dianzi, e che fu dal {{Wl|Q3712963|Chelini}} adoperato in una sua Memoria del 1849 per
la deduzione delle formole relative alle coordinate ellittiche<ref>''{{TestoAssente|Sull’uso sistematico dei principii relativi al metodo delle coordinate rettilinee}}''. Nella ''Raccolta scientifica'' di Roma (Agosto e Novembre 1849).</ref>, sarebbe suscettibile d’essere formulato con una grande generalità. Ma, per non andar troppo lontano dal campo delle applicazioni che se ne debbono far quì, si può enunciarlo nei termini seguenti:
Abbiasi un’equazione della forma
{{Centrato|<math>
\frac{X_1\Phi_1(\lambda)}{(\lambda-a_1)^m} +
\frac{X_2\Phi_2(\lambda)}{(\lambda-a_2)^m} +
\ldots +
\frac{X_n\Phi_n(\lambda)}{(\lambda-a_n)^m} = \Phi(\lambda)
</math>,}}
dove <math>X_1, X_2,\ldots X_n</math> ed <math>a_1, a_2, \ldots a_n</math> sono quantità indipendenti da <math>\lambda</math> (le ultime n tutte diverse fra loro), ''m'' è un numero intero e positivo e <math>\Phi, \Phi_1, \Phi_2, \ldots \Phi_n</math> sono funzioni intere di <math>\lambda</math>, che supporremo prime fra loro, e tali inoltre che per <math>\Phi_k(\lambda)</math> non sia divisibile per <math>\lambda - a_k</math>. Posto
{{Centrato|<math>
f(\lambda) = (\lambda - a_1)(\lambda - a_2)\ldots (\lambda - a_n)</math>,}}
e moltiplicata tutta l’equazione per <math>\left[f(\lambda)\right]^m</math>, essa non conterrà più che potenze intere di <math>\lambda</math> e, se si designa con ''p'' la più alta di queste potenze e con <math>\lambda_1, \lambda_2,\ldots \lambda_p</math> le radici dell’equazione stessa, si avrà l’identità
{{Centrato|<math>
\sum_{k=1}^{k=n}X_k\Phi_k(\lambda) \left[\frac{f(\lambda)}{\lambda-a_k}\right]^m - \Phi(\lambda)\left[f(\lambda)\right]^m
</math>}}
{{Centrato|<math>
=M(\lambda - \lambda_1)(\lambda - \lambda_2)\ldots
(\lambda - \lambda_p) = M\,F(\lambda)</math>,}}
dove ''M'' è un fattore indipendente da <math>\lambda</math> e diverso da zero. Facendo in quest’identità <math>\lambda = a_k</math>, si ottiene
{{Centrato|<math>
X_k\Phi_k(a_k)\left[f'(a_k)\right]^m = M\,F(a_k)
</math>,}}<noinclude>{{RuleLeft|6em}}</noinclude>
cwy5a6ai3uonaymgg5y4nm9f1x3zwjt
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|235||5}}</noinclude>{{No rientro}}donde
{| class=formula
| {{§|f0_1|(I)}}
| <math>X_1 : X_2 : \ldots : X_n</math>
|}
{{Centrato|<math>
= \frac{F(a_1)}{\Phi_1(a_1)[f'(a_1)]^m}
: \frac{F(a_2)}{\Phi_2(a_2)[f'(a_2)]^m}
: \ldots
: \frac{F(a_n)}{\Phi_n(a_n)[f'(a_n)]^m}
</math>.}}
Il principio, o lemma algebrico, del quale si tratta consiste semplicemente nel passaggio dalla primitiva equazione in <math>\lambda</math> a queste ultime formole. La necessità di tale passaggio si presenta molto spesso nel corso delle seguenti Ricerche.
Occorrerà eziandio ricorrere sovente alla nota formola per lo spezzamento delle frazioni razionali (nel caso più semplice delle radici tutte diseguali)
{| class=formula
| {{§|f0_2|(II)}}
| <math>\frac{\Phi(\lambda)}{f(\lambda)}
= \sum_{k=1}^{k=n}\frac{\Phi(a_k)}{(\lambda-a_k)f'(a_k)}</math>,
|}
dove <math>f(\lambda)</math> è la stessa funzione di pocanzi e <math>\Psi(\lambda)</math> è una funzione intera del grado <math>n - 1</math> al più. E parimenti occorrerà ricordare spessissimo quest’altra formola nota, conseguenza della precedente (anzi non diversa sostanzialmente da essa)
{| class=formula
| {{§|f0_3|(III)}}
| <math>\sum_{k=1}^{k=n}\frac{\Psi(a_k)}{f'(a_k)} = 0</math>,
|}
dove <math>\Psi(\lambda)</math> è una funzione intera di <math>\lambda</math> del grado <math>n - 2</math> al più. Ambedue queste formole potrebbero essere ricavate, come corollarii, dal [[#f0_1|Lemma (I)]]: ma esse sono così generalmente note che sarebbe inutile, od almeno fuori di luogo, il far quì una digressione in proposito.
Quanto all’indole ed allo scopo delle presenti Ricerche, facili e piane tanto per l’argomento quanto pei metodi, dirò ch’esse s’aggirano principalmente sulle linee razionali, piane e gobbe, e sono fondate quasi interamente sull’uso di certe forme d’equazioni, locali o tangenziali, assunte a rappresentare l’elemento variabile che si considera come generatore della linea stessa. I primi cinque §§ sono relativi alla teoria delle coniche. I §§ 6° e 7° mostrano la possibilità e la convenienza,
di trattare, con analoghi procedimenti, le curve piane razionali d’or-<noinclude></noinclude>
rhhvtn14g8e9dd9lgatdj0nlhgehjlh
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|6||236}}</noinclude><section begin="s1" />dine o classe qualunque. Il § 8° tratta delle curve piane generali di 3° ordine, e mostra che le formole quì adoperate, benchè più specialmente idonee allo studio dei luoghi razionali, possono nondimeno recare vantaggio anche nella teoria generale delle curve. I §§ 9° e 10° sono consacrati alle cubiche gobbe. Il § 11° tratta delle curve gobbe razionali in genere, con più particolare riguardo alla linea di 4° ordine e di 2<sup>a</sup> specie . Il § 12° ed ultimo tratta della superficie di {{Sc|{{Wl|Q123514|Steiner}}}}, come saggio d’applicazione dei metodi adoperati nei §§ precedenti a luoghi geometrici generati da un elemento doppiamente variabile.
Il principio di dualità è perfettamente applicabile in ogni parte di queste Ricerche; talchè, meno qualche esempio datone in casi semplici, ho quasi sempre ommesso di svolgere i due aspetti di ciascuna questione, per non ripetere inutilmente parole e formole.
Mio unico scopo, nel redigere questo lavoro, fu di esporre un sistema di equazioni e di procedimenti, fondato sulla più elementare analisi algebrica, ma non indegno d’attenzione, a quanto mi pare, per la molteplicità degli usi e, direi quasi, per la non comune sua flessibilità. Certo non mancano esempii già noti di procedimenti siffatti: io stesso ne ho svolto uno fin dal 1868, attingendolo nella teoria delle cubiche gobbe<ref>Atti del R. Istituto Lombardo.</ref>. Ma forse non è stato ancora esplicitamente osservato che il campo della loro applicazione è molto più vasto di quello che sembri a prima giunta. Sarei ben lieto se qualche giovane geometra riuscisse, con nuove applicazioni, a mostrare, meglio che non abbia saputo far io, l’utilità dei metodi che ora procedo senz’altro ad esporre.<section end="s1" /><section begin="s2" />
{{Ct|class=capitolo|{{§|c01|§ 1.}}}}
In ciò che segue denoteremo con ''x, y, z'' le coordinate omogenee d’un punto in un piano, e con ''p, q, r'' le coordinate omogenee d’una retta nello stesso piano, le une e le altre vincolate fra loro dall’equazione
{{Centrato|<math>px + qy + rz = 0</math>}}
{{No rientro}}quando il punto (''xyz'') giace nella retta (''pqr'').<section end="s2" /><noinclude>{{RuleLeft|6em}}</noinclude>
7svmocovfm6rzvqoqr83bdsg14qubq7
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|237||7}}</noinclude>{{Nop}}
Prendiamo ora l’equazione
{{Centrato|<math>x\Phi_1(\lambda) +y\Phi_2(\lambda) + z\Phi_3(\lambda) = 0</math>,}}
dove <math>\Phi_1</math>, <math>\Phi_2</math> e <math>\Phi_3</math> sono tre funzioni intere e di 2° grado rispetto al parametro <math>\lambda</math>: equazione che rappresenta, com’è notissimo, la tangente variabile d’una conica. Questa conica è del tutto arbitraria finchè si lasciano indeterminati i coefficienti delle funzioni <math>\Phi</math>. Se si vuole che essa riesca tangente alle tre rette
{| class=formula
|
| <math> x = 0</math>,
| <math> y = 0</math>,
| <math> y = 0</math>,
|}
bisogna che le tre funzioni <math>\Phi</math> sien tali che un certo valore di <math>\lambda</math> annulli simultaneamente <math>\Phi_2</math> e <math>\Phi_3</math>, che un secondo valore di <math>\lambda</math> annulli simultaneamente <math>\Phi_3</math> e <math>\Phi_1</math> e e che un terzo valore
di <math>\lambda</math> annulli simultaneamente <math>\Phi_1</math> e <math>\Phi_2</math>. Quando ciò ha luogo, l’equazione della tangente variabile può porsi manifestamente sotto la forma
{| class=formula
| {{§|f1_1|(1)}}
| <math>\frac{Ax}{\lambda - a} + \frac{By}{\lambda - b} + \frac{Cz}{\lambda - c} = 0</math>,
|}
dove le ''A, B, C, a, b, c'' sono costanti (di cui due soltanto sono veramente essenziali) . È bene notare subito che quando l’inviluppo è una vera conica, le costanti ''A, B, C'' sono tutte diverse da zero, e le costanti ''a, b, c'' sono tutte diverse fra loro.
La precedente equazione, mutando la designazione delle costanti, può scriversi anche così:
{| class=formula
| {{§|f1_1p|(1)'}}
| <math>
\frac{p'p''x}{p'\lambda+p''} +
\frac{q'q''y}{q'\lambda+q''} +
\frac{r'r''z}{r'\lambda+r''} = 0</math>
|}
e rappresenta, evidentemente, la tangente variabile della conica individuata dalle cinque tangenti
{| class=formula
|
| <math>x = 0</math>, || <math>y = 0</math>, || <math>z = 0</math>,
|}
{| class=formula
|
| <math>p'x + q'y + r'z = 0</math>,
| <math>p''x + q''y + r''z = 0</math>;
|}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|160|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>chiese di Saccargia, di S. Pietro di Sorres, di S. Maria di Tergu, d'Ottana e di molte altre.
L'influenza classica si manifesta anche nelle porte architravate a fil di muro, nelle ricorrenze orizzontali, negli ornamenti inspirati all'arte greco-romana ed in special modo in quel senso di misura e di ritmo, che contradistingue le chiese medioevali di Sardegna.
L'elemento modificatore romanico s'esplica colle false arcate. Le gallerie, lievemente e pittoricamente accennate in S. Miniato, non sono più simulate ma costrutte in pietra da taglio con colonnine di marmo e si spingono alla cornice di finimento, seguendo le pendenze del tetto.
In questo secondo gruppo abbiamo i primi tentativi della penetrazione dell'elemento romanico delle gallerie nella struttura basilicale toscana. Più che gallerie sono arcate poco rilevate poggianti su esili colonnine appoggiate al muro oppure su pilastrini sporgenti una diecina di centimetri dal vivo del paramento in pietra da taglio.
Esse dovettero precedere indubbiamente le forme costruttive e decorative delle chiese toscane sovramenzionate, in cui le gallerie sono discoste dal muro della chiesa con colonnine isolate, le quali colla struttura organica dell'edificio sono unicamente collegate mediante mensole poggianti sui capitelli ed incastrate nel muro, per cui sopra il basamento, in cui svolgonsi le ampie arcate classiche, si hanno due pareti distinte, una interna costituente il massiccio del muro, l'altra esterna decorativa, tutto un merletto finissimo, ma che non è organicamente collegata colla struttura della chiesa.
Questa si potrebbe togliere e la statica dell'edificio non ne risentirebbe detrimento alcuno. Queste sono le forme smaglianti, ricche e più evolute dell'architettura pisana; quelle invece svolgentisi nelle chiese di Sardegna del secondo gruppo, cui corrispondono in Lucca S. Giusto, S. Agostino, S. Maria del Giudice ed in Pisa S. Frediano, S. Pierino, appartengono ad un periodo più arcaico e sono costruzioni meno ornate, meno ricche, meno appariscenti, pur avendo nella semplicità delle lince, sobrie una squisitamente eleganti, tali pregi da costituire modelli nobilissimi d'architettura religiosa.
La Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia è il primo monumento in Sardegna, nel quale l'architettura pisana appare nettamente definita.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|161|riga=si}}</noinclude>La bellezza architettonica e l'antichità delle sue origini imprimono a quest'edificio uno strano fascino, reso ancor più suggestivo per i ricordi storici, che in gran numero ed interessanti ad essa si connettono.
Sull'origine di questa chiesa e sulla fondazione del monastero abbiamo un condaghe, che il Tola inserì nel suo ''Codex Diplomaticus Sardiniae'' all'anno 1116 e che è indubbiamente una scrittura posteriore compilata su un'ossatura storica, riconosciuta esatta dallo stesso Bonazzi che si mostrò poco proclive verso questi apografi di carte medioevali.
Narra l'ignoto compilatore di questa cronaca che ''currende su annu {{FI
|file = Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan) (page 163 crop).jpg
|width = 80%
|caption = Codrongianus — Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia.
}}de su Segnore nostru Iesu Christu Milliquentu et seygui, Indictione nona, quinta octobris. In su tempus qui Papa Paschalis Segundu regiat sa santa Ecclesia de Roma, tenende su Pontificadu de su Imperiu de sa Corte Imperiale Romana. Et in custu tempus in sa insula de Sardigna regnabat prò Iuyghe et Segnore de su Regnu de Logudore su Cristianissimu Costantinu, figiu qui fuit de luyghe Mariane quondam una cun sa prudente de Deu devota donna Marcusa mugiere sua, sa quale fuit de Arvaré de su Samben de Gunale. Tenende su sceptru de su imperiu regale in su dictu regnu de Logadore in Sardigna, sos quales segnori gihaant grandemente e''<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|162|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>''bonamente, dande obediencia et honore a sa sancta Faclesia, et a su sanctu Padre de Roma, per modu qui fuint amados grandemente dae totus su populu per issu bonu regimentu et faguer issoro. Et regnante ambos umpare su {{FI
|file = Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan) (page 164 crop).jpg
|width = 80%
|caption = Codrongianus — Chiesa della S.S.Trinità di Saccargia (planimetria).
}}dictu Iuyghe Costantine cum sa dicta donna Marcusa mugiere sua, faguende justa et sancta vida in servissiu de Deus, appisint figios et figias; et in quo piaguiat a Deus, non de lis podiat regnare, qui totu lis morian.''<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|163|riga=si}}</noinclude>''Inuhe deliberaint de andare a visitare sa Ecclesia de sos tres gloriosos martyres, zo est sanctu Gavinu, Proptu et Ianuariu de Portu de Turres, su quale fuit habitadu dae mercantes Pisanos, et altera gente assay, et inivi faguer devotas oraciones, et humiles pregarias cum officios et missas, et luminarias mannas, pregande a Deus, et a sos gloriosos martyres, qui lis concederent unu figiu o figia pro herede inssoro. Et in ipso facto, fata sa deliberacione, si tucaint, et partidos qui furunt dae sa habitacione cum grandissima gente a pee et a caddu, cum piaguere mannu et triumphu, essendo in camminu apisint a faguer nocte in sa Ischia de Saccargia. Et inivi per virtude de Deus, et de sa gloriosa virgine Maria lis fuit demostradu visibilmente, qui si issos queriant sa gracia, qui in cuddu logu edificarent una Ecclesia a honore et laude de sa sanctissima Trinidade, zo est de su Padre, de su Figius, et de su Spiridu Sanctu; et inivi faguerent unu monasteriu de sanctu Benedictu de su Ordine Camaldulense. Inuhe, vistu su dictu Iuyghe Costantinu, et donna Marcusa mugiere sua sa visione angelica, detisinunt recatu de grande moneda, gasi comente aviant su podere, et apisirunt mastros Pisanos, et edificarunt sa Ecclesia et monasteriu de sa Trinidade.''
Ho voluto riportare questo brano del condaghe giacchè, sfrondandolo di quanto l'annalista a glorificare le miracolose origini del tempio volle aggiungere di suo, ci fa conoscere che la Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia venne cretta sotto gli auspici del giudice Costantino e della pia consorte Marcusa ai primi del secolo XII da artefici pisani.
Costantino fu dei gentiluomini italiani di quel tempo uno dei più illustri: Lorenzo da Varna nel poema sulla conquista delle Baleari, laddove parla dell'onorata accoglienza fatta dal giudice di Torres, ch'era Costantino, alla flotta pisana destinata per quell'impresa, lasciò scritto:
::::''. . . . . pariterque resumunt<br>
::::''Turrenses aditus, ubi Costantinus habebat<br>
::::''Sedes, rex clarus multum celebratus ab omni<br>
::::''Sardorum populo.
Il condaghe riferisce infine le solennità della consacrazione ed attraverso le fredde pagine colla mente si rivive in quei giorni, in cui fra l'esultanza dei giudici e delle genti del Logudoro consacravasi un<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|164|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>tempio squisitamente italiano, per il quale la Sardegna veniva, gentile intermediaria l'arte che fiori sulle rive dell'Arno, riattacata nobilmente alla madre patria.
Leggendola, la mente si porta ad epoca e ad ambienti, in cui se molto si soffriva, molto si viveva.
Mossero dalla reggia di Torres Costantino, che un poeta pisano canto saggio e valoroso, e la pia sua consorte Marcusa, che un fatal destino dovea più tardi strappare dal suo regno e dalle gioie del mondo.
Facevano certo corruscare la sua fronte i ricordi e le visioni dei suoi figli, che il fato inesorabile aveva tutti strappato all'affetto suo. Per i pingui pascoli della Crucca ella s'avanzava trepidante verso l'opera votiva, colla quale intercedeva per aver un figlio non più vittima di inesorabili eventi, ma conservato al suo affetto di madre e di regina. Attorniavano la coppia regale i ''donnicelli'', i ''maiorales'', i ''lieros'' e, preceduto dall'arcivescovo di Torres, uno stuolo di sacerdoti, di chierici e di pie genti. Uno stesso fato, uno stesso sentimento di pietà verso la coppia così provata alle sciagure spinse Gualfredo, arcivescovo di Cagliari, al lungo e disagioso viaggio, sospinse Pietro, il presule di Bosa, ad abbandonare le fiorite rive del Temo, in cui si specchiavano le muraglie vagamente ornate di S. Pietro, ed indusse al pio pellegrinaggio Alberto di Sorres, Pietro di Bisarcio ed i vescovi di Solci, di Castra, di Ploaghe e d'Orotelli. E la imponente cavalcata, cui partecipava quant'era di più eletto nell'isola, procedeva lentamente, inneggiando a Maria, per i scoscesi sentieri svolgentisi fra i piani della Crucca e le colline di Figolina e di Codrongianus. E quando giunse nella bella vallata di Saccargia, circondata da verdi colline, quando apparve nello splendore di forme le più vaghe e le più nobili la mirabile chiesa scintillante di colonnine e di marmi, il fascino della bellezza e l'incantesimo dell'arte dovettero far dimenticare all'attonita turba il triste fato che la fece andare, per salutar con gioia la bella apparizione, preludiante ad uno spirito novello, ad un'alba lieta e feconda nell'arte e nella vita.
Mentre nella navata dolcemente illuminata dalla tenue luce diffondentesi dalle strette finestre salivano le preci e gli occhi degli oranti riguardavano meravigliati la bella Madonna dell'abside, che più non aveva il nero cipiglio delle Marie bizantine ma che già lasciava intravedere quel sorriso che più tardi doveva brillare nelle Madonne di Duccio di Siena e di Cimabue, mentre fra le spigliate colonnine della<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|165|riga=si}}</noinclude>{{FI
|file = Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan) (page 167 crop).jpg
|width = 80%
|caption = Codrongianus - Fianco e campanile della S.S. Trinità di Saccargia.
}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|166|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>cella campanaria i bronzi, forse fusi nelle officine di Lucca, sonavano a distesa, gli artefici pisani, i maestri della chiesa doveano narrare alle genti del Logudoro le speranze, le ansie, i pericoli, i caduti e la vittoria conseguita nel compimento del più bel tempio dell'isola. Ed a questi racconti di battaglie e di vittorie d'arte il pensiero degli ascoltatori dovea portarsi a quella città, da cui s'irradiava tanta vaghezza di forme, e seguire col pensiero le navi di Pisa, solcanti le azzurre acque del Tirreno dalla foce dell'Arno ai frastagliati lidi dell'isola a portar in questa colla poesia di Buschetto coi bronzi e colle iridescenti coppe votive, che nei tramonti dovranno riflettere gli ultimi raggi del sole, i marmi ed i porfidi di cui s'intarsieranno le alte pareti.
Per esser più esatti, Costantino non eresse ''ex novo'' la chiesa, ma ampliò, abbellendola, l'antica, intorno alla quale erano le case (''domus'') ed i fabbricati che indubbiamente doveano formare la ''donnikalia'' di Saccargia, menzionata in antichissimi documenti.
Si conosce infatti una bolla di Pasquale II colla data del 1414, colla quale i monaci camaldolesi ricevettero la sanzione apostolica per la riunione in una sola congregazione delle chiese e dei monasteri che possedevano in Italia, fra i quali è menzionato il monastero di Saccargia.
Anche il condaghe accenna ad un'''ischia'' di Saccargia, che indubbiamente dovea esser abitata se Costantino e Marcusa vi fecero notte.
Ora questi nuclei di popolazione formavansi intorno a chiesette rurali, per lo più appartenenti ai giudici, a ''maiorales'' e molto spesso ad ordini religiosi.
Non è improbabile che la regale coppia, dopo aver implorato nella grandiosa Basilica di S. Gavino di Torres la grazia desiderata, siasi poi rivolta ai camaldolesi, facendo voto d'ampliare e d'abbellire la chiesa ed il monastero. Sta di fatto che questo ebbe da Costantino cospicue elargizioni, per cui l'ordine potè in seguito svolgere nel giudicato di Torres un'azione preponderante non solo nelle vicende religiose, ma anche in quelle politiche e sociali.
E per due secoli ancora la badia di Saccargia fu per l'isola non solo il tempio della fede, ma anche il centro luminoso da cui s'irradio la fiorente scuola di Pisa.
Poi vennero nuove genti, nuovi sentimenti: le svelte colonnine<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|167|riga=si}}</noinclude>vennero strappate dalle gallerie della facciata: le coppe iridescenti, che le navi pisane avevano portato dalle terre di Spagna tormentate dai Sara ceni, vennero spezzate; s'internarono le belle colonnine del portico dentro massicci ed informi pilastri; si murarono le bifore della torre campanaria e si nascosero gli affreschi con deformi altari.
Disertato il cenobio dai monaci, si fece della cospicua badia un beneficio semplice, il quale dietro sovrana proposta veniva conferito dal pontefice agli ecclesiastici più benemeriti del regno.
Ai primi del XVI secolo il monastero era completamente abbandonato e la chiesa dovea esser in non buone condizioni, giacchè il Fara, menzionando l'''oppidum Saccargiae'', dice che quivi era ''templum SS. Trinitatis anno 1116 a ludice Costantino quadratis lapidibus albis et nigris fuit conditum, cum insigni Abbatia Ordinis Camaldulensis, qua etiam nunc deserta et deformata jacet''<ref>{{Sc|Fara}}, ''The Choreographia Sardiniae'', pag. 81.</ref>.
Questa secolare incuria fece ruinare il monastero, le di cui imponenti rovine ne attestano la grandiosità e la bellezza; la chiesa venne deturpata in mille guise e fu fortuna se a noi pervenne ancora in piedi, dando modo al Ministero dell'Istruzione Pubblica di compiere un'opera di salvataggio, al quale modestamente ini fu dato di contribuire col progettare e dirigerne i lavori di restauro, consolidando le antiche strutture e ripristinando le originarie forme toscane.
Gli elementi costruttivi e stilistici confermano pienamente quanto abbiamo desunto dalle memorie storiche.
La Chiesa della S.S. Trinità ha la pianta a forma di croce latina con due cappelle traversali coperte da volte a crociera, mentre il tetto con cavalletti a vista copre la navata longitudinale.
Le pitture dell'abside costituiscono un monumento pittorico di sommo pregio per l'epoca in cui vennero eseguite (XIII secolo), per la conservazione senza restauri o ritocchi posteriori e pur svolgersi in esse in modo completo con forme non frequenti l'iconografia di Gesù.
Queste pitture sono state eseguite da artisti medioevali con arte romanica, ma sono in esse tali reminiscenze bizantine da farci conchiudere che in Sardegna la pittura medioevale, al pari dell'architettura, anche<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|168|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>quando si svolsero forme dovute a nuove correnti artistiche provenienti da Pisa, continuò a subire l'influenza della tecnica e dell'arte orientale.
Nella conca dell'abside è dipinto il Salvatore entro una mandorla contornata da angeli ed arcangeli.
Gesù è assiso in trono tenendo fra le mani il sacro libro e sotto {{FI
|file = Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan) (page 170 crop).jpg
|width = 60%
|caption = Codrongianus — Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia (facciata).
|float=left
|margin-right=1em
}}svolgesi ma fascia decorativa dai colori smaglianti, ottenuti per lo più con terre rosse e verdi, a stelle, a dischi ed a punte.
Inferiormente a questa fascia sono i dodici apostoli fra i quali campeggia la Madonna, dalle forme tuttora rigide e stecchite, ma il cui viso è già allietato da quel sorriso e da quell'espressione di vita, preannunzianti la nuova scuola italiana.
Sotto questi apostoli rigidamente allineati e vestiti di tuniche orientali si stende un'altra fascia decorativa ed inferiormente a questa sono diverse scene della vita di Gesù meritevoli, come tutto l'insieme, di uno speciale studio.
Una bellissima ed elegantissima fascia a palmette limita in basso queste scene iconografiche e nel basamento stendesi un velario maestrevolmente disegnato.
La composizione dell'abside è interessantissima ed è inspirata ai musaici greci.
La rarità di questi affreschi e la composizione rimasta integra e completa rendono oltremodo preziosi questi dipinti che, nelle poche traccie di pittura romanica esistenti in Italia, costituiscono un monumento<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|169|riga=si}}</noinclude>pittorico d'indiscutibile valore, che io ho creduto bene di porre in rilievo nella fiducia che altri, con maggiore lena e forza della mia, lo illustri degnamente.
Altre traccie di pitture ebbi modo di rilevare nella parete a destra ed una figura di S. Gavino, il santo protettore del Logudoro, disegnata con mano sicura e capace, ci attesta della loro origine (secolo XIV) e del loro pregio.
Gli affreschi dell'abside trionfano in un ambiente più che semplice assolutamente spoglio di ogni manifestazione artistica. Originariamente colle pareti affrescate, colle transenne, col pulpito e cogli altri accessori di una chiesa ben fornita la sala basilicale avrà dovuto avere altro aspetto, ma oggi la monotonia delle lunghe e nude pareti della navata longitudinale e delle due cappelle laterali non è rotta se non dagli affreschi dell'abside e da una bella pila marmorea, in cui un drago, mirabilmente scolpito, s'attorciglia lungo il fusto cilindrico.
Uscendo all'aperto, non si può non restare ammirati per tanta bellezza di paesaggio e d'arte; questa si fonde mirabilmente con quello. La chiesa s'erge gaia e smagliante fra le rovine dell'antico monastero in un piano fertilissimo, che i monaci aveano reso irriguo con una rete di canali.
La bella ed alta torre campanaria s'innalza per oltre quaranta metri, raggiungendo coll'ardita cuspide l'altipiano che da Ploaghe si estende a Campomela e chiudendo colle alte pareti la vallata di Saccargia, nella quale dall'altra parte le alture di Codrongianus degradano verso il piano, suddividendosi in fresche e piccole valli, in collinette boschive ed in prominenze rocciose.
A tanta freschezza di paesaggio corrispondono le gaie ed eleganti linee della facciata e del campanile e tutte le parti sono così bene fra loro accordate e connesse, così cospiranti ad un effetto che l'occhio. non sa staccarsi da un insieme così armonico.
La parte superiore della facciata ricorda nelle linee architettoniche la Chiesa di S. Giusto a Lucca ed il frontone della Cattedrale di Volterra, pur presentando un'aspetto più gaio e più ricco.
Nel frontone si svolge una serie ascendente di false arcate poggianti su quattro colonnine e sui pilastri angolari. Le colonnine, due delle quali sono più piccole delle altre due centrali. hanno i fusti di trachite scura ed i capitelli e le basi di calcare bianco, finamente ornati<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|170|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>{{FI
|file = Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan) (page 172 crop).jpg
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|caption = Codrongianus — Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia<br>
(arcata del portico).
}}<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|171|riga=si}}</noinclude>e sagomati. Le arcate sono ancor esse di calcare e spiccano nel paramento a filari bianchi e neri. L'arcata centrale è decorata nobilmente. con ovoli e perline derivanti dalla ornamentazione classica.
Negli sfondi di queste arcate campeggiano quelli ornati ad intarsio così frequenti nell'architettura pisana: sono rose decorate e rombi degradanti, che l'arte toscana trasse da forme bizantine e che qui trovarono elegante applicazione, stendendo una sottile e leggiadra trama di intrecci geometrici intorno alle coppe iridescenti.
Nell'arcata centrale del frontone è aperta una finestra crociforme, corrispondente ad altra esistente nel frontone sopra l'abside.
Le basi delle colonnine poggiano tutte sopra una fascia orizzontale sagomata, sotto la quale si svolge un altro ordine di false logge con cinque arcate e quattro colonnine, tutte d'eguale altezza. Anche in questo come nell'ordine superiore sono grandi ornati ad intarsi. L'arcata centrale contorna nobilmente una bifora elegantissima con un'esile colonnina, sulla quale s'impostano per mezzo del capitello — pulvino ornato con foglie d'acqua — le due arcate per tutto lo spessore del muro. Questi due ordini di gallerie s'ergono sopra un porticato, in cui i muri per mezzo di arcate poggiano su pilastri angolari e su eleganti colonnine.
Alcuni scrittori, fra i quali il Fiori Arrica e lo Spano, vollero vedere in questo portico il ''nartex'' delle basiliche paleo-cristiane, ma, se si riflette all'uso ed al carattere di questa forma primitiva cristiana, alla mancanza del ''cantaro'', alle ristrette dimensioni ed all'inopportunità di una forma costruttiva non più adatta alle consuetudini religiose, non si potrà non convenire che l'asserzione manca in modo assoluto di fondamento.
Nelle opere di restauro, che per conto del Ministero dell'Istruzione Pubblica ebbi la fortuna di dirigere nel 1894, potei fare su questo portico studi e rilievi, dai quali mi risultò in modo ineccepibile che esso non è coevo alla costruzione della chiesa, e della facciata, In questa, tutta ad un solo piano verticale, sotto la galleria orizzontale, in cui trionfa la bifora, si aveva l'intercolonio del primo ordine composto di tre false arcate poggianti sui pilastri d'angolo e su due esili colonnine incastrate nel muro.
La non coevità del portico colla facciata è resa manifesta anche da caratteri decorativi. Nella facciata abbiamo cornici elegantemente<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|172|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>intagliate con ovoli e capitelli di gusto classico imitanti con arte e tecnica medioevale le forme classiche.
È la tradizione del fogliame e dell'ornato greco-romano che domina nelle squisite e festose forme architettoniche del frontone e della {{FI
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|caption = Codrongianus — Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia (colonna del portichetto).
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}}susseguente galleria, mentre nel portico sono altri sentimenti artistici e s'intravedono altri maestri.
Pur adattando armonicamente le nuove linee e ricorrenze agli clementi costruttivi dell'antica facciata. gli artefici che eseguirono il portico, s'affermarono genialmente nelle forme decorative. Sulle fascie degli archi si rincorrono, s'inseguono i più strani animali e mostri. Agli angoli dei grossi capitelli delle esili colonnine, che sopportano il pronao, sostituiscono le classiche volute quattro gatti alati e nella cornice del pilastro angolare a sinistra alcune vacche accovacciate interrompono l'ornamentazione floreale.
Domina in tutte queste forme decorative quel sentimento che popolò di flora e fauna simbolica le chiese dell'Alta Italia e che invece trovò vittoriosa resistenza nella Toscana, la classica Fontana degli Architettori a dirla con una frase del Duca Federico d'Urbino.
Malgrado queste ornamentazioni l'insieme del portichetto, nel quale le masse rilevate e le masse liscie sono distribuite con un sentimento decorativo davvero mirabile, è così vago, così toscano, mi si passi la frase, che non esito a ritenerla opera squisita da compensare ad usura l'alterazione portata alla primitiva facciata, della quale mediante gli elementi costruttivi e decorativi raccolti nella<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione||BADIA DELLA S.S. TRINITÀ DI SACCARGIA|173|riga=si}}</noinclude>direzione dei lavori di restauro mi è possibile presentare un esattissimo disegno di ripristinamento.
Lo scopo che indusse i monaci comaldolesi a far costrurre questo portico risulta evidente dall'uso stesso, cui presentemente è adibito. E per accertarlo è fuor di posto risalire alle regole liturgiche delle prime basiliche cristiane, venendo quest'aggiunta eseguita per soddisfare esigenze tutt'altro che spirituali e cioè per il bisogno di un riparo dalla pioggia e dal sole prima e dopo le funzioni religiose.
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Nella sommità dei muri laterali e dell'abside svolgesi la cornice ad archetti pensili poggianti su mensoline; il paramento non è a grossi conci esattamente squadrati ma a piccoli cantoni calcarei alternantisi a grossi filari trachitici.
Ad un lato della bella chiesa fra la facciata e la capella traversale s'eleva la torre campanaria che è la più completa e più elegante costruzione di tal genere che si abbia in Sardegna.
Essa resta isolata dalla chiesa, essendo distante circa un metro dal muro laterale a sinistra. Un'arcata permette l'accesso al vano inferiore della torre, coperto da una volta a crociera gettata con cunei squadrati di pietra vulcanica. In essa è praticata una piccola apertura (bottola) per la quale si accede mediante scala in legno al primo ordine.
Diversi impalcati in legno sostenuti da travi incastrati nel muro con sollievo di mensole in pietra da taglio costituiscono i diversi piani della torre, comunicanti fra loro mediante scale in legno.
All'esterno abbiamo i quattro lati rivestiti con conci di calcare chiaro e di trachite scura a filari alternati. Quattro pilastri angolari rafforzano la massiccia costruzione, ingentilita da finestre che gli artefici resero più belle, più ricche e più svelte man mano che innalzarono le mura.
Incominciarono col rompere il massiccio della parte inferiore della torre con una stretta feritoia: più su il vano si allarga e diventa una vera finestra ad arco a tutto sesto, che assume una forma meno rude. Al piano sovrastante sono quattro finestre bifore, ciascuna per lato, ed infine nella cella campanaria quattro finestre trifore, in cui le colonnine sono sormontate da pulvini ornati colle stesse foglie che rilevammo nel capitello della finestra della facciata.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alocin" />{{RigaIntestazione|176|STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA||riga=si}}</noinclude>misere condizioni dei nostri paesi la salvaguardarono da irrimediabili manomissioni; si murarono, è vero, le colonnine del portico, si chiusero diverse aperture, si lasciò che gli uragani asportassero le colonnine e che le acque consumassero tratti di cornice, ma le linee decorative e costruttive rimasero integre. Rimesse le colonnine ove mancavano, aperte le arcate e le finestre del campanile e tolte le murature in cui erano internate le colonne del portico, le antiche e belle forme rifulsero di nuovo, senza che mai abbia cessato dal sorridere la madonnina dell'abside da che l'artista, al quale il pennello mal si prestava alle concezioni di un'arte più giovane C più vera, l'avea dipinta sulle liscie pareti.
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|caption = Codrongianus. <br> Chiesa della S.S. Trinità di Saccargia. <br> (interno).
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<poem>
{{capolettera|Q}}uando dal proprio lume, e dall’ingrato
Secol vivo lontana, allor ripiglio
Virtù d’alzar al Ciel la mente e ’l ciglio,
E pregar sol per voi, spirto beato;{{R|4}}
Dicendo: purga, alluma, ardi l’amato
Per nome mio ma tuo per opre figlio,
Ricco del vero onor, candido giglio
Fra tutti i fior del verde eterno prato;{{R|8}}
I più bei raggi, e le più lucid’onde
Del chiaro Sol, e della grazia viva
Manda nel sempre suo fertil terreno:{{R|11}}
Sicchè ’l soave odor, ch’ei dentro asconde,
Per l’acqua pura, e ’l bel lume sereno
Senta del mondo la più lunga riva.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CLXXXV'''}}
<poem>
{{capolettera|T}}emo, che ’l laccio, ond’io molt’anni presi
Tenni gli spirti, ordisca or la mia rima
Sol per usanza, e non per quella prima
Cagion d’averli in Dio volti ed accesi;{{R|4}}
Temo, che sian lacciuoli intorno tesi
Da colui, ch’opra mal con sorda lima;
E mi faccia parer da falsa stima
Utili i giorni forse indarno spesi.{{R|8}}
Di giovar poca, ma di nocer molta
Ragion vi scorgo, ond’io prego ’l mio foco,
Ch’entro in silenzio il petto abbracci ed arda.{{R|11}}
Interrotto dal duol, dal pianger fioco
Esser de’ il canto ver colui, ch’ascolta
Dal Ciel, e al cor, non allo stil risguarda.{{R|14}}
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<poem>
{{capolettera|S}}’una scintilla sol di luce pura
Vedeste in quel gran specchio in croce aperto,
Mentre affannata in questo aspro deserto
Vi veggio intenta a vana, inutil cura;{{R|4}}
Forse fuggir vedrei la nebbia oscura,
Che sì chiaro splendor vi tien coperto,
Poi quanto il mondo infin ad or v’ha offerto
Vi rende men felice, e men sicura.{{R|8}}
Vedreste allor le reti, il vischio, e gli ami
Del reo avversario, onde il pensier disciolto
Dal basso e grave, andrebbe alto e leggiero,{{R|11}}
La divina ragion supremo impero
Avendo al core, i fieri aspri legami
Scioglier potrebbe, ove or si trova involto.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CLXXXVII'''}}
<poem>
{{capolettera|S}}’una scintilla in voi l’alto superno
Fonte mandasse de la sacra viva
Acqua, che ben gustata in tutto priva
Di sete temporal l’alma in eterno;{{R|4}}
Dell’opre e de’ pensier cura e governo
Lasciando al Signor vero e sciolta e schiva,
Senza cercar più questa, o quella riva,
Vi fora albergo il Ciel la state e ’l verno.{{R|8}}
Empie questa acqua santa il cor di gioia
Si, che per gli occhi (Sua mercè) gli rende
Di dolce pianto pura e larga pioggia;{{R|11}}
Onde l’ardor divin non porge noia,
Ch’or si rinfresca l’alma, or si raccende,
E per l’uno e per l’altra in alto poggia.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||175}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CLXXXVIII'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}ual arbor da la pia madre natura
Fondata in buon terren con sì profonde
Radici, che ’l bel frutto, il fior, la fronde
Mostran, ch’è culto con mirabil cura,{{R|4}}
Cui poi malvagio verme entro la pura
Medolla, la consuma, ov’ei s’asconde,
E fa le sue virtuti egre infeconde,
E la vaghezza sua languida, oscura;{{R|8}}
Tal l’alma bella, se in se stessa fermo
Asconde un grave error, le macchia, e strugge
L’immagin prima dell’eterna luce,{{R|11}}
S’ella pentita e umil tosto non fugge
Al fonte di Gesù, che sol riduce
Sano col merto suo l’animo infermo.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CLXXXIX'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}ual lampa, a cui già manca il caldo umore,
Che la nudriva, onde ella ancor si sente
Mancar sì, che virtù vivace ardente
Mostra e s’avvampa forte all’ultime ore;{{R|4}}
Tal tu buon Federico invitto, il core
Sempre mostrasti; ma più assai possente
Apparve, e la tua fede alta lucente
Nel fin sospinto dal divino onore.{{R|8}}
L’ire, gli sdegni, e mille insidie intorno
Correndo sol con l’occhio fiso al vero,
Per lo destro sentier lieto spreggiasti.{{R|11}}
Or godi sotto il giusto, largo Impero
L’alta giustizia, de la qual t’armasti,
Quando il gran Sol t’aperse il Suo bel giorno.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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Alex brollo
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||176}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CXC'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}uando in terra il gran Sol venne dal Cielo,
Per farne agli altri fede, elesse, e volse
Quel primo Gaspar saggio, ond’ei disciolse
A molti poi dell’ignoranza il velo.{{R|4}}
L’alto suo esempio, il vivo ardente zelo,
Col qual corse a vederlo, erse, e rivolse
Gli occhi nostri al bel raggio, ch’allor tolse
Da’ petti umani ogn’indurato gelo.{{R|8}}
Or che rinasce in noi. di novo ha eletto
Questo Gaspar secondo a far qui fede,
Ch’ei sol può render l’uom giusto e perfetto.{{R|11}}
L’uno il vide mortal, ma l’altro il vede
Glorioso, e su in Ciel col vero affetto
Della mente e del cor L’adora e crede.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CXCI'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}uand’io riguardo il nobil raggio ardente
De la grazia divina, e quel valore,
Ch’illustra l’intelletto, infiamma il core,
Con virtù sovr’umana, alta e possente;{{R|4}}
L’alma le voglie alor fisse ed intente
Raccoglie tutte insieme a farli onore;
Ma tanto ha di poter, quant’è ’l favore
Che dal lume, e dal foco intende e sente.{{R|8}}
Ond’ella può ben far certa, efficace
L’alta sua elezion, ma infino al segno,
Ch’all’Autor d’ogni ben (sua mercè{{Ec||)}} piace;{{R|11}}
Non sprona il corso nostro industria o ingegno:
Quel corre più sicuro e più vivace,
Ch’ha dal favor del Ciel maggior sostegno.{{R|14}}
</poem>
<section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||177}}</noinclude><section begin="s1" />
{{Centrato|'''SONETTO CXCII'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}uant’è dolce l’amaro, allor che ’l prende
Per medicina l’alma, e per futura
Salute, e se a lei par troppo aspra cura,
Vien, ch’ella inferma ancor non ben l’intende!{{R|4}}
Mentr’è nel lume tuo, non guarda, o attende
Altra luce minor, ma lieta e pura
Fissa in te sol la mente, sol si cura
Quando in te sol di te solo s’accende.{{R|8}}
Di te solo, Signor, sol dolce sempre,
Il cui giogo soave, e peso leve
Nel porto dell’amor per fede induce.{{R|11}}
Giova dunque l’andar per varie tempre
A tanta pace, e passar quì per breve
Nebbia, correndo all’alta eterna luce.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CXCIII'''}}
<poem>
{{capolettera|D}}al fonte bel dell’infinito amore
Nacque l’altro di grazia, u’ l’alma vede
La sua salute, ed indi arma di fede,
Di speme purga, e di foco arde il core.{{R|4}}
Da cotai fonti allor dentro e di fore
Purgata, anzi nudrita, altro non chiede,
Che gir per sempre, ove sovente riede,
Al natio nido suo, colma d’ardore.{{R|8}}
Per breve stilla di quel largo mare
Si gusta, come in breve ne fia tolta,
Anzi pur sazia questa ardente sete{{R|11}}
Di veder poi la su, pura, disciolta
La prima vena di quest’acque chiare,
Che fan le voglie eternamente liete.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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Alex brollo
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||178}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CXXCIV'''}}
<poem>
{{capolettera|S}}’è ver, com’egli dice, ch’io sospinta
D’alto infinito ardor viva di fede
Sì; che lo spirto, allor che troppo eccede,
Lassa basso la carne inferma e vinta;{{R|4}}
Com’esser può, che essendo intorno cinta
Del bel raggio immortal, che ogni ombra vede,
Non scorga questo error, s’ei pur non crede
Esser la luce in me morta e dipinta?{{R|8}}
Ma s’ella è viva, io so, che con soave
Voce lo sposo chiama, e vuol s’aspetti
Opra e valor quì d’arte e di natura:{{R|11}}
Ond’a quei, ch’anno in lui di me la cura,
Di fuor la lascio, e dentro i puri affetti
Volgo al Signor, c’ha del mio cor la chiave.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CXXCV'''}}
<poem>
{{capolettera|S}}imile all’alta imagin sua la mente
Del Padre eterno, mosso sol da amore,
Formò la mia, ch’al primo antico onore
Di fede in fede or rinovar si sente;{{R|4}}
Onde l’effigie sua viva e possente
Sculta esser de’ nell’alma, al cui valore
Sempre s’inchini, e la dipinta fore
Esser de’ ognor al veder mio presente.{{R|8}}
Quella allo spirto, e questa agli occhi obietto
Essendo, avvien che l’un si ciba, e serra
Agli altri intorno ogni mondana luce;{{R|11}}
Nè la vista di fuor turba il diletto
Del sentimento, e dentro se conduce
E l’una, e l’altro il lume, che non erra.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||179}}</noinclude><section begin="s1" />{{centrato|'''SONETTO CXCVI'''}}
<poem>
{{capolettera|V}}eggio rilucer sol di armate squadre
I miei sì larghi campi, ed odo il canto
Rivolto in grido, e ’l dolce riso in pianto
Là, ’ve io prima toccai l’antica Madre.{{R|4}}
Deh mostrate con l’opre alte e leggiadre
Le voglie umili, o Pastor saggio e santo,
Vestite il sacro glorioso manto,
Come buon successor del primo Padre.{{R|8}}
Semo (se ’l vero in voi non copre, o adombra
Lo sdegno) pur di quei più antichi vostri
Figli, e da’ buoni per lungo uso amati.{{R|11}}
Sotto un sol Cielo, entro un sol grembo nati
Sono, e nudriti insieme alla dolce ombra
D’una sola Città gli avoli nostri.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{centrato|'''SONETTO CXCVII'''}}
<poem>
{{capolettera|P}}rego il Padre divin, che tanta fiamma
Mandi del foco suo nel vostro core,
Padre nostro terren, che dell’ardore
Dell’ira umana in voi non resti dramma.{{R|4}}
Non mai da fier Leone inerme damma
Fuggì, come da voi l’indegno amore
Fuggirà del mortal caduco onore,
Se di quel di là su l’alma s’infiamma.{{R|8}}
Vedransi allor venir gli armenti lieti
Al santo grembo caldo della face,
Che ’l gran lume del Ciel gli accese in terra.{{R|11}}
Così le sacre gloriose reti
Saran già colme, e con la verga in pace
Si rese il mondo, e non con l’armi in guerra.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||180}}</noinclude><section begin="s1" />
{{Centrato|'''SONETTO CXCVIII.'''}}
<poem>
{{capolettera|M}}entre che l’uom mortal freddo ed esangue
Tra l’ombre e le figure intorno cinto
Da mille lacci in cieco labirinto
Fuor del frutto divin del sacro sangue,{{R|4}}
Vive sempre temendo, infermo langue,
Dal primo inganno ancor legato e vinto;
Ma s’a mirar sarà dal vero spinto
In croce quel celeste eneo dolce angue:{{R|8}}
La cui chiara virtù la nostra guerra
Vinse, allor si vedrà sicuro e sciolto
Sovra le stelle, il Cielo, e gli elementi:{{R|11}}
Onde, senza abbassar più gli occhi in terra,
Ai raggi del gran Sol tutto rivolto,
Andrà vèr Lui coi bei pensieri ardenti.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CXCIX.'''}}
<poem>
{{capolettera|A}}gno puro di Dio, che gli alti campi
Del Ciel lastiando, in questo basso ovile
Mondan nostro scendesti, è in vista umile
Celasti e nascondesti i chiari lampi;{{R|4}}
Chi verrà mai, che l’ miser cor mio stampi
Dell’immagine tua alma e gentile
Sì, ch’io risorga del mio stato vile,
E fuor di man degli avversari campi? {{R|8}}
E canti poi con più lodato inchiostro,
Come, sol di pietate ardendo, a scherno
Avesti il mondo allor cieco ed infausto:{{R|11}}
E come per portar il fallir nostro,
Festi di te medesmo al Padre eterno: .
Quello ineffabil tuo vero olocausto.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||181}}</noinclude><section begin="s1" />{{centrato|'''SONETTO CC'''}}
<poem>
{{capolettera|S}}e guarda il picciol spazio de la terra
L’alma (mercè del Ciel) grande e immortale,
Non scorge obietto al suo desire equale,
Nè trova pace in sì continua guerra.{{R|4}}
Del vero albergo a se medesma serra
La porta, e tanto scende, quanto sale,
Mentre fra le fallaci inutil scale
Del labirinto uman vaneggia ed erra:{{R|8}}
Non ha del fil di questa vita il fine,
E pur trama ed ordisce, apre e raccoglie,
Tiro e rallenta la sua fragil tela;{{R|11}}
Ma solo il voler nostro erge e ritoglie
Dalla nebbia mortal, ch’intorno il vela,
La fede de le cose alte e divine.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{centrato|'''SONETTO CCI'''}}
<poem>
{{capolettera|O}}ggi la santa Sposa or gode, or geme
Del principio, e del fin di quella vita,
Ch’eterna a noi la diede, onde ne ’nvita
A dolce gaudio, e amaro pianto insieme.{{R|4}}
Oggi la Vergin pura ascolta e teme
L’alto messo di Dio, che seco unita
Le dice esser in Madre; oggi l’ardita
Morte il gran Figlio in croce affligge e preme.{{R|8}}
Per lungo volger d’anni in un sol giorno,
Per sì meraviglioso estremo effetto,
Vario grave pensier l’alma trista ange;{{R|11}}
E gode pur, che ricercando intorno
L’opre diverse, non convien, che cange
Il sempre fermo suo divino obietto.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||182}}</noinclude><section begin="s1" />
{{centrato|'''SONETTO CCII'''}}
<poem>
{{capolettera|F}}elice il cieco nato, a cui s’aperse
La luce al tempo del gran lume vero;
E la virtù divina al core altero
Altro splendor maggior dentro scoverse!{{R|4}}
Mentre natura il giorno a lui coverse,
Del nostro tenebroso aspro sentero,
Era, come li parve, ombroso e nero,
Sin che ’l Sol vivo ad ambiduo s’offerse.{{R|8}}
Di quei si scrive gloriosa istoria,
Che coi gravi martiri, e con la vita
Fer chiaro il nome del superno Duce;{{R|11}}
E questi fe’ del Ciel nota la gloria,
E la sua fama quì fra noi gradita,
Sol con ricever l’una e l’altra luce.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{centrato|'''SONETTO CCIII'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}ual edera, a cui sono e rotti ed arsi
Gli usati suoi sostegni, onde ritira
Il vigor dentro, intorno si raggira,
Nè cosa trova, u’ possa in alto alzarsi;{{R|4}}
Tal l’alma, c’ha i pensier quiì in terra sparsi,
Sempre s’avvolge fuor, dentro s’adira,
Perch’al bel segno, u’ per natura aspira,
Sono gli appoggi umani e bassi e scarsi{{R|8}}
Mentre non corre al glorioso legno
Della nostra salute, ove erga e annodi
Le sue radici infin all’alta cima;{{R|11}}
Avolta, unita a quel sacro sostegno,
Vuol rivederla il Padre, ove egli in prima
L’avea legata con sì dolci nodi.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||183}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CCIV'''}}
<poem>
{{capolettera|D}}eh manda oggi, Signor, novello e chiaro
Raggio al mio cor di quella ardente fede,
Ch’opra sol per amor, non per mercede,
Onde equalmente il tuo voler gli è caro!{{R|4}}
Dal dolce fonte tuo pensa, che amaro
Nascer non possa, anzi riceve e crede
Per buon quant’ode, e per bel quanto vede,
Per largo il Ciel, quand’ei si mostra avaro.{{R|8}}
Se chieder grazia all’umil servo lice,
Questa fede vorrei, che illustra, accende,
E pasce l’alma sol di lume vero:{{R|11}}
Con questa in parte il gran valor s’intende,
Che pianta, e ferma in noi l’alta radice,
Qual rende i frutti a lui tutti d’amore.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CCV'''}}
<poem>
{{capolettera|F}}orse il foco divino in lingue accese
Venne per dar silenzio all’intelletto,
Sicchè l’alte sue voci in vivo affetto
D’ardente amor fosser dal mondo intese.{{R|4}}
Onde i suoi servi in quelle ardite imprese
Non di saper, ma sol di fede il petto
Armaro, intenti al grande eterno obietto,
Che quanto aveano a dir, lor fea palese.{{R|8}}
Simil vorrei, che i nostri egri desiri,
Tacendo, non spargesser pur di errore
Quel seme, che non mai frutto raccoglie;{{R|11}}
Ma, formando con lacrime e sospiri
Di fede e speme bei pensieri e voglie,
Lasciasser sol parlar sempre all’amore.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||184}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CCVI'''}}
<poem>
{{capolettera|I}}mposto fino a tutti i rei contrasti
Del viaggio terren, mio sacro Nume,
Portato dalle istesse altere piume,
Giorioso e felice al Ciel volasti;{{R|4}}
Prima di fede e amor gli amici armasti,
Per dar lor poi celeste alto costume,
Quando do Spirto eterno in foco e lume
Pien di divino ardor lieto mandasti.{{R|8}}
Aver lo scettro dell’eterno Impero,
Dare a noi la salute, al Padre onore,
Fur degni pregi di cotanto erede.{{R|11}}
Godo della tua gloria sol per fede
In questo esilio, e (mercè vostra) spero
Goder la pace in patria per amore.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CCVII'''}}
<poem>
{{capolettera|Q}}uando (mercè del Ciel) per tante prove,
E sì bei lumi l’alma acquista fede,
Che quanta grazia il gran Padre concede,
Per mezzo del Figliuol nel mondo piove;{{R|4}}
Ivi si purga e sazia, ivi di nove
Acque si lava, ivi si specchia e vede,
Che tanto ha di valor, quant’ella crede
A lui, che l’ama, la governa, e move:{{R|8}}
Onde da sì abondante e largo fonte
Aspettar ne convien quei sacri rivi,
Che son più dolci al cor, ch’ha maggior sete:{{R|11}}
E non sol fan le lor dolcezze conte
A noi, ma nostre voglie e forti e liete,
E gli spirti al periglio accesi e vivi.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/237
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||185}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CCVIII'''}}
<poem>
{{capolettera|B}}eata speme, or che (mercè d’Amore)
Ti mostri assai più dell’usato accesa,
Se tua radice nova forza ha presa
Nel mal culto terren del miser core;{{R|4}}
Prego l’eterno ed amoroso ardore,
Che sia la tua virtute in modo intesa
Dall’alma, che non senta unqua l’offesa,
Che fa nel petto infido il reo timore.{{R|8}}
Contra speranza in te divina speme
Credette quel, che per verace fede
Fu specchio, esempio, e padre agli altri eletti:{{R|11}}
Te credette per detti, essendo in seme
Nella croce previsa; or per gli effetti
Chi te riguarda in frutto al Ciel ti vede.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CCIX'''}}
<poem>
{{capolettera|D}}i nova ardente sete i miei più vivi
Spirti accesi sentii, cotanto piacque
All’alma di veder raccolte l’acque
Del sacro fonte eterno in cento rivi:{{R|4}}
Ed or lungo i bei liti alteri e schivi
Van salendo a trovar, onde pria nacque
La bella vena, e quando a noi rinacque,
E come in tanti suoi vasi derivi:{{R|8}}
E quanto una sua stilla, empiendo il core
Di fede, il guidi per l’irato e torto
Guado del nostro pelago securo;{{R|11}}
Scorgendo dentro il tenebroso orrore
Del fremito del mar, dell’aere oscuro,
Sempre più chiaro, e più dappresso il porto.{{R|14}}
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/238
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Alex brollo
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||186}}</noinclude><section end="s2" /><section begin="s3" /><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CCX'''}}
<poem>
{{capolettera|C}}hi ritien l’alma omai, che nou sia sgombra
Dal carcer tetro, che l’annoda e stringe?
L’amata Luce al ciel la chiama e spinge;
Folta nebbia d’errar qua giù l’ingombra:{{R|4}}
E se l’immagin, che ’l pensiero adombra,
Anzi Amor di sua man nel cor dipinge,
Frena il martir, l’acerba piaga linge;
Che fia di là, se qui l’appaga l’ombra?{{R|8}}
Ma se timor del crudo pianto eterno
Tronca l’audaci penne al bel desire;
Quesio non è minor, che ’l proprio inferno.{{R|11}}
La patria, la ragion desti l’ardire,
Mostrisi in opra al mio tormento interno,
Che ben può nulla, chi non può morire.{{R|14}}
</poem>
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|'''SONETTO CCXI.'''}}
<poem>
{{capolettera|P}}adre eterno del Ciel, con quanto amore
Grazia, lume, dolcezza in vari modi
I’ uomo dal mondo, e da se stesso snodi,
Perchè libero a te rivolga il core!{{R|4}}
Rivolto poi di puro interno ardore
L’accendi e leghi con più saldi nodi;
Poscia l’affermi con sì forti chiodi,
Ch’ogni aspra morte gli par vivo onore;{{R|8}}
Dal pensier ferma nasce in lui la fede;
Dalla fè lume, e dalla luce speme;
E dal vero sperar fochi più vivi. {{R|11}}
Onde non più rubello il desir cede
Alla spirto, anzi al Ciel volano insieme,
D’ogni cura mortal sdegnosi e schivi.{{R|14}}
</poem><section end="s3" /><noinclude></noinclude>
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Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/239
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Alex brollo
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|||187}}</noinclude><section begin="s1" />{{Centrato|'''SONETTO CCXII'''}}
<poem>
{{capolettera|G}}razie a te, Signor mio, che allor verace
Sento la tua promessa, allor la fede
Si fa più forte, allor (tua gran mercede)
Nel maggior duol la speme è più vivace:{{R|4}}
E se ben per brev’ora afflitta giace
La carne inferma quasi in propria sede,
Lo spirto principal, che la possiede,
Dona arra al cor de la sua eterna pace.{{R|8}}
Al qual parea d’avere un nembo nero
Entro e d’intorno, non ch’ei fosse oppresso,
Anzi nel tuo valor fatto più altero;{{R|11}}
Quand’io mi vidi, più che mai dappresso,
Da te mandato a me, colui, che 'l vero
M’ha sempre così ben ne l’alma impresso;{{R|14}}
Onde ’l celeste messo
Scacciò le nebbie, e di pietade adorno
Rese al core ed agli occhi un puro giorno. {{R|17}}
</poem><section end="s1" /><noinclude></noinclude>
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Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXX
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Sonetto CLXX<section end="sottotitolo"/>
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Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXXI
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Sonetto CLXXI<section end="sottotitolo"/>
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Progetto:Trascrizioni/Proposte di correzione
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Paperoastro
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<noinclude>Questa pagina contiene le '''segnalazioni di errori''' presenti nei testi di Wikisource con le rispettive '''proposte di correzione''', inserite dagli utenti mediante il [[Speciale:Accessori|gadget]] "Segnala un errore".
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==Segnalazione errore Pagina:Salgari_-_Nel_paese_dei_ghiacci.djvu/115==
Nella pagina: [[Pagina:Salgari_-_Nel_paese_dei_ghiacci.djvu/115]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/151.68.6.183|151.68.6.183]] 21:13, 8 gen 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:I_Malavoglia.djvu/165==
Nella pagina: [[Pagina:I_Malavoglia.djvu/165]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in <i>formattata</i>.
Commento: formata --[[Speciale:Contributi/151.82.46.154|151.82.46.154]] 11:35, 14 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/84==
Nella pagina: [[Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/84]] il testo: <i>Ma Egli non lo formula treddamente;</i> dovrebbe essere corretto in <i>Ma Egli non lo formula freddamente;</i>. --[[Speciale:Contributi/2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D|2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D]] 22:23, 15 feb 2024 (CET)
{{fatto}} [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:01, 18 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/92==
Nella pagina: [[Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/92]] il testo: <i>Rammenta il «lago del cor» dantesco: Inf. I, 20;</i> dovrebbe essere corretto in <i>Rammenta il «lago del cor» dantesco: Inf. I. 20;</i>. --[[Speciale:Contributi/2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D|2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D]] 22:47, 15 feb 2024 (CET)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:37, 24 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Storia_della_rivoluzione_di_Roma_(vol._III).djvu/700==
Nella pagina: [[Pagina:Storia_della_rivoluzione_di_Roma_(vol._III).djvu/700]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/195.89.182.85|195.89.182.85]] 16:17, 21 feb 2024 (CET)
:{{Non fatto}} Non ho trovato nulla da cancellare. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:43, 24 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/8==
Nella pagina: [[Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/8]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/93.47.229.208|93.47.229.208]] 12:20, 29 feb 2024 (CET)
:{{non fatto}} Non ho trovato nulla da cancellare. --[[User:Mrcesare|Mrcesare]] ([[User talk:Mrcesare|disc.]]) 12:09, 5 mar 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Zibaldone_di_pensieri_IV.djvu/304==
Nella pagina: [[Pagina:Zibaldone_di_pensieri_IV.djvu/304]] il testo: <i>se n’é gelosi</i> dovrebbe essere corretto in <i>se n’è gelosi</i>. --[[Speciale:Contributi/82.49.141.88|82.49.141.88]] 11:16, 14 mar 2024 (CET)
: {{Fatto}} Grazie| --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 11:36, 14 mar 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Manzoni.djvu/171==
Nella pagina: [[Pagina:Manzoni.djvu/171]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/79.44.131.133|79.44.131.133]] 17:33, 4 apr 2024 (CEST)
:{{Non fatto}} Non ho trovato nulla da cancellare —-[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:10, 5 apr 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Svevo_-_La_coscienza_di_Zeno,_Milano_1930.djvu/17==
Nella pagina: [[Pagina:Svevo_-_La_coscienza_di_Zeno,_Milano_1930.djvu/17]] il testo: <i></i> dovrebbe essere cancellato.
Commento: c'è un errore
--[[Speciale:Contributi/93.147.229.72|93.147.229.72]] 10:30, 6 apr 2024 (CEST)
:{{Fatto}}? L'unico errore che ho trovato è l'accento sulla parola ''qui''. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 12:27, 6 apr 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Versi_di_Giuseppe_Giusti.djvu/39==
Nella pagina: [[Pagina:Versi_di_Giuseppe_Giusti.djvu/39]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/78.208.18.214|78.208.18.214]] 17:20, 19 apr 2024 (CEST)
:{{non fatto}} Non ho trovato errori. --[[User:Mrcesare|Mrcesare]] ([[User talk:Mrcesare|disc.]]) 10:25, 9 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/31==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/31]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in <i>Ma ella si trasse indietro, e alzò anche il ventaglino per sviargli la mano-</i>. --[[Speciale:Contributi/82.59.88.120|82.59.88.120]] 18:30, 17 mag 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 18:44, 17 mag 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110]] il testo: <i></i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/82.59.88.120|82.59.88.120]] 18:38, 17 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in <i>- Un po' di mal di capo... Nient'altro.
La signora Villa era in estasi dinanzi a certe camicie di Vienna.</i>.
Commento: Da aggiungere --[[Speciale:Contributi/82.59.88.120|82.59.88.120]] 18:50, 17 mag 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 19:12, 17 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Pei_monumenti_storici_del_Friuli.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Pei_monumenti_storici_del_Friuli.djvu/5]] il testo: <i>il dì 4 Agoso 1833</i> dovrebbe essere corretto in <i>il dì 4 Agosto 1833</i>. --[[Speciale:Contributi/93.47.36.4|93.47.36.4]] 15:50, 14 giu 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:21, 16 giu 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Guerrazzi_-_Il_secolo_che_muore_IV.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Guerrazzi_-_Il_secolo_che_muore_IV.djvu/3]] il testo: <i>via del Mortaro, 17</i> dovrebbe essere corretto in <i>Via del Mortaro, 17</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.67.240|151.95.67.240]] 12:16, 15 giu 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:21, 16 giu 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/26==
Nella pagina: [[Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/26]] il testo: <i>io Spettro</i> dovrebbe essere corretto in <i>lo Spettro</i>. --[[Speciale:Contributi/2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3|2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3]] 18:16, 5 lug 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 19:44, 5 lug 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/52==
Nella pagina: [[Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/52]] il testo: <i>in cenoi</i> dovrebbe essere corretto in <i>in cenci</i>. --[[Speciale:Contributi/2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3|2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3]] 20:46, 5 lug 2024 (CEST)
: {{Non fatto}} Grazie della segnalazione. In questo caso nel testo a fronte è scritto proprio <code>cenoi</code>. Se un'altra fonte attesta cenci, è possibile con il template {{tl|ec}} mantenere l'errore nella trascrizione della pagina, ma correggerlo in trasclusione. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:24, 6 lug 2024 (CEST)
::{{fatto}} da me. Mi sembra palese che cenoi è un errore tipografico per cenci, quindi ho applicato il template Ec. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 21:19, 14 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Alfredo_Panzini_-_Il_diavolo_nella_mia_libreria.djvu/47==
Nella pagina: [[Pagina:Alfredo_Panzini_-_Il_diavolo_nella_mia_libreria.djvu/47]] il testo: <i>Perchè sei morto. Renato Serra</i> dovrebbe essere corretto in <i>Perchè sei morto, Renato Serra</i>.
Commento: Nonostante sia affermato che il testo è stato riletto, la versione che appare nella pagina wikisource è diversa dalla lezione leggibile nel testo originale. --[[Speciale:Contributi/78.210.221.171|78.210.221.171]] 01:55, 12 ago 2024 (CEST)
:{{fatto}}, grazie della segnalazione. Lo stato di "riletto" indica solo che un secondo utente ha controllato la trascrizione fatta dal primo, ma non garantisce che il testo sia assolutamente corretto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 21:22, 14 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Guidi_-_Riconciliazione,_1897.djvu/120==
Nella pagina: [[Pagina:Guidi_-_Riconciliazione,_1897.djvu/120]] il testo: <i></i> dovrebbe essere cancellato.
Commento: : 3r: --[[Speciale:Contributi/85.237.234.217|85.237.234.217]] 13:48, 14 ago 2024 (CEST)
{{Non fatto}}, segnalazione priva di senso compiuto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 21:23, 14 ago 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Aida_Libretto_English.djvu/26]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/37.159.69.199|37.159.69.199]] 21:25, 15 ago 2024 (CEST)
:{{Non fatto}} Ho controllato tutta la pagina e non ho trovato nulla da correggere. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 21:41, 28 ago 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Lettera_di_un_matematico_italiano.djvu/1]] il testo: <i>Algebriche</i> dovrebbe essere corretto in <i>Algebriche</i>.
Commento: Algebraiche --[[Speciale:Contributi/82.61.29.34|82.61.29.34]] 15:18, 28 ago 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 21:27, 28 ago 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Lettera_di_un_matematico_italiano.djvu/3]] il testo: <i>bujus</i> dovrebbe essere corretto in <i>huius</i>. --[[Speciale:Contributi/82.61.29.34|82.61.29.34]] 15:22, 28 ago 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 21:24, 28 ago 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Antologia_provenzale,_Hoepli,_1911.djvu/1]] il testo: <i>UFFICIALE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA IN FRANCIA</i> dovrebbe essere corretto in <i>UFFICIALE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA DI FRANCIA</i>. --[[Speciale:Contributi/151.71.120.153|151.71.120.153]] 12:23, 2 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 12:43, 2 set 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Primo_congresso_internazionale_di_criminologia.djvu/2]] il testo: <i>Dal 3 al’8 ottobre</i> dovrebbe essere corretto in <i>Dal 3 all’8 ottobre</i>. --[[Speciale:Contributi/151.71.120.153|151.71.120.153]] 09:14, 3 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}}. Grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:13, 3 set 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:L'arte_della_cucina,_1917.djvu/5]] il testo: <i>1917</i> dovrebbe essere cancellato.
Commento: non presente nell'immagine --[[Speciale:Contributi/151.71.120.153|151.71.120.153]] 09:18, 3 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}}. Grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:15, 3 set 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Monterin_-_Il_clima_sulle_Alpi.djvu/3]] il testo: <i>que la temperature s’élève et s’abbaise périodiquement</i> dovrebbe essere corretto in <i>que la température s’élève et s’abbaise périodiquement</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:24, 3 set 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/3]] il testo: <i>APPLICATI ALL’AGRICOLTURA</i> dovrebbe essere corretto in <i>APPLICATI ALL’AGRIGOLTURA</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:26, 5 set 2024 (CEST)
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==Segnalazione errore Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/7]] il testo: <i>Milano 20 giugno, 1860.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Milano 25 giugno, 1860.</i> --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:28, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} - [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:45, 10 set 2024 (CEST)
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Nella pagina: [[Pagina:Statuti_della_Val_di_Leder.djvu/7]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in {{Centrato|{{Type|f=3em|l=4px|'''STATUTI'''}}}}<br>
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{{rule}}
{{Centrato|Per Andrea Poletti. M. DC. LXXV.}}<br>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:42, 5 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Anonimo_-_Simpatie_di_Majano.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Anonimo_-_Simpatie_di_Majano.djvu/9]] il testo: <i>Forse Lei ricorda ancora quel tal giorno io certo non l’ho dimenticato</i> dovrebbe essere corretto in <i>Forse Lei ricorda ancora quel tal giorno..... io certo non l’ho dimenticato.....</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:51, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} - [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:50, 10 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Epistole_di_Dante_Allighieri.djvu/2==
Nella pagina: [[Pagina:Epistole_di_Dante_Allighieri.djvu/2]] il testo: <i>Edizione posta sotto la sidfaguardia delia vigente Legislazione</i> dovrebbe essere corretto in <i>Edizione posta sotto la salvaguardia della vigente Legislazione</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:33, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:40, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Indice:Il Volapük - Critici e Abolitori.djvu==
Nel libro: [[Indice:Il Volapük - Critici e Abolitori.djvu]].
Commento: i numeri di pagina appaiono 2 volte --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:14, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:49, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Biografie_dei_consiglieri_comunali_di_Roma.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Biografie_dei_consiglieri_comunali_di_Roma.djvu/9]] il testo: <i>auda post morte</i> dovrebbe essere corretto in <i>auda post mortem</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:17, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:51, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/3==
Nella pagina: [[Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/3]] il testo: <i>3a 3 Edizione economica</i> dovrebbe essere corretto in <i>3a Edizione economica</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:19, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:53, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1853.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1853.djvu/5]] il testo: <i>Anno XI - 1855</i> dovrebbe essere corretto in <i>Anno XI - 1853</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:21, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:05, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Goldoni_-_Opere_complete,_Venezia_1912,_XV.djvu/19==
Nella pagina: [[Pagina:Goldoni_-_Opere_complete,_Venezia_1912,_XV.djvu/19]] il testo: <i>Il Signor
ALBERTO FRANCESCO DE FLONCEL</i> dovrebbe essere corretto in <i>ALL'ILLUSTRISSIMO SIGNORE
Il Signor
ALBERTO FRANCESCO DE FLONCEL</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:03, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:08, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._I.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._I.djvu/7]] il testo: <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1700.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1699.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:04, 9 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:10, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Babel_-_Struttura_di_un_film_-_1925.pdf/2==
Nella pagina: [[Pagina:Babel_-_Struttura_di_un_film_-_1925.pdf/2]] il testo: <i>raduzione di Elena Barbaro</i> dovrebbe essere corretto in <i>Traduzione di Elena Barbaro</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:31, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:17, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/9]] il testo: <i>CON LE VARIAMI DELL’EDIZIONE DEL 1730</i> dovrebbe essere corretto in <i>CON LE VARIANTI DELL’EDIZIONE DEL 1730</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:04, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:25, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/10==
Nella pagina: [[Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/10]] il testo: <i>OICG.NO MCMXVI</i> dovrebbe essere corretto in <i>GIUGNO MCMXVI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:05, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:29, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Alfredo_Melani,_Manuale_dell'ornatista_1896.djvu/13==
Nella pagina: [[Pagina:Alfredo_Melani,_Manuale_dell'ornatista_1896.djvu/13]] il testo: <i>raccoglitore aveva ben determinato il compito suo</i> dovrebbe essere corretto in <i>il raccoglitore aveva ben determinato il compito suo</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:06, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:34, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Cena_-_Homo.djvu/30==
Nella pagina: [[Pagina:Cena_-_Homo.djvu/30]] il testo: <i>nel Museo di Ravenna.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nel Museo di Ravenna.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:20, 11 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:36, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Da_Quarto_al_Faro.djvu/12==
Nella pagina: [[Pagina:Da_Quarto_al_Faro.djvu/12]] il testo: <i>Egli che l’anno scorso, nella caserma dei cavalleggieri d’Aosta</i> dovrebbe essere corretto in <i>Egli che l’anno scorso, nella caserma dei cavalleggeri d’Aosta</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:20, 12 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:39, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Il_podere.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Il_podere.djvu/9]] il testo: <i>FEDERICO TOZZI</i> dovrebbe essere corretto in <i>FEDERIGO TOZZI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:01, 13 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:36, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Delle_Donne_-_Burocrazia_e_fisco_a_Napoli,_2012.djvu/4==
Nella pagina: [[Pagina:Delle_Donne_-_Burocrazia_e_fisco_a_Napoli,_2012.djvu/4]] il testo: <i>Knut Gòrich (Ludwig-Maximilians-Universitàt Munchen)</i> dovrebbe essere corretto in <i>Knut Görich (Ludwig-Maximilians-Universität München)</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:04, 13 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:52, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Regolamento_Circolazione_Treni_(1936).djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Regolamento_Circolazione_Treni_(1936).djvu/1]] il testo: <i>Edizione aggiornata con aggiunta dell'Appendice N. 1 (O.S. 118•1929-VIII, 49•1930-IX e del Nuovo Allegato xxxxx 1931-X) e con le modificazioni di cui agli O.S. 58•1932-X, 107•1932-X, 241•1933-XII, 242•1933-XII, 8•1934-XII, 163•1934-XII, 118•1935-XIII, 123•1935-XIII, 164•1935-XIII, 180•1935-XIII, 183•1935-XIII, 47•1936-XIV e 54•1936-XIV</i> dovrebbe essere corretto in <i>Edizione 1923 aggiornata con aggiunta dell'Appendice N. 1 (O. S. 118•1929-VIII, 49•1930-IX) e del Nuovo Allegato (xxxxx 1931-X) e con le modificazioni di cui agli O. S. 58•1932-X, 107•1932-X, 241•1933-XII, 242•1933-XII, 8•1934-XII, 163•1934-XII, 118•1935-XIII, 123•1935-XIII, 164•1935-XIII, 180•1935-XIII, 183•1935-XIII, 47•1936-XIV e 54•1936-XIV</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:36, 13 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:58, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/6]] il testo: <i>Applicazione del Regolamento.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Applicazione del Regolamento.</i>.
Commento: mettere in grassetto --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:26, 16 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:50, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/47==
Nella pagina: [[Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/47]] il testo: <i>Lo stesso segnale si deve fare bel caso di veicoli in fuga</i> dovrebbe essere corretto in <i>Lo stesso segnale si deve fare nel caso di veicoli in fuga</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:27, 16 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:50, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gibbon_-_Storia_della_decadenza_e_rovina_dell'Impero_romano_V.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Gibbon_-_Storia_della_decadenza_e_rovina_dell'Impero_romano_V.djvu/7]] il testo: <i>VOLUME quinto</i> dovrebbe essere corretto in <i>VOLUME QUINTO</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:46, 17 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:52, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Salgari_-_La_Città_dell'Oro.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Salgari_-_La_Città_dell'Oro.djvu/7]] il testo: <i>Città dell’oro</i> dovrebbe essere corretto in <i>Città dell’Oro</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:19, 17 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:53, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Descrizione_della_patria_del_Friuli.djvu/11==
Nella pagina: [[Pagina:Descrizione_della_patria_del_Friuli.djvu/11]] il testo: <i>DON GIUVSEPPE TREVISANATO</i> dovrebbe essere corretto in <i>DON GIVSEPPE TREVISANATO</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:36, 17 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:59, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Caragiale_-_Novelle_rumene_(1914).djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Caragiale_-_Novelle_rumene_(1914).djvu/1]] il testo: <i>NOVELLE ROMENE</i> dovrebbe essere corretto in <i>NOVELLE RUMENE</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:28, 18 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:00, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Prose_e_poesie_(Carrer)_IV.djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Prose_e_poesie_(Carrer)_IV.djvu/1]] il testo: <i>PROSE E POESIE
DI
LUIGI CARRER
VOLUME IV.
VENEZIA
CO' TIPI DEL GONDOLIERE
x dcc xxxviii</i> dovrebbe essere corretto in <i>PROSE E POESIE
DI
LUIGI CARRER.
VOLUME IV.
VENEZIA,
CO' TIPI DEL GONDOLIERE.
M DCCC XXXVIII</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:29, 18 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:02, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5]] il testo: <i>Comica Gelofa</i> dovrebbe essere corretto in <i>Comica Geloſa</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:11, 18 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5]] il testo: <i>Dedicate all’Illustriss. & Reuerendiss. Sig.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Dedicate all’Illuſtriſs. & Reuerendiſs. Sig.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:12, 18 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5]] il testo: <i>Appresso Girolamo Bordone, & Pietromartire Locarni
compagni.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Appreſso Girolamo Bordone, & Pietromartire Locarni
compagni.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:12, 18 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._II.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._II.djvu/5]] il testo: <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1700.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1699.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:23, 18 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:05, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1==
Nella pagina: [[Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1]] il testo: <i>LUIGI BARZ1NI</i> dovrebbe essere corretto in <i>LUIGI BARZINI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:25, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:08, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1==
Nella pagina: [[Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1]] il testo: <i>Casa Editrice L. f: Cogliati</i> dovrebbe essere corretto in <i>Casa Editrice L. F. Cogliati</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:26, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:08, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Lezioni_elementari_di_numismatica_antica.djvu/2==
Nella pagina: [[Pagina:Lezioni_elementari_di_numismatica_antica.djvu/2]] il testo: <i>Haec studia adulescentiam alunt</i> dovrebbe essere corretto in <i>Haec studia adolescentiam alunt</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:09, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:46, 22 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Le_opere_di_Galileo_Galilei_XIX.djvu/4==
Nella pagina: [[Pagina:Le_opere_di_Galileo_Galilei_XIX.djvu/4]] il testo: <i>sotto gli auspigii</i> dovrebbe essere corretto in <i>sotto gli auspicii</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:55, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:48, 22 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Ida_Baccini,_La_mia_vita_ricordi_autobiografici.djvu/16==
Nella pagina: [[Pagina:Ida_Baccini,_La_mia_vita_ricordi_autobiografici.djvu/16]] il testo: <i>mente grati se vi cercassero i soliti lenocinii</i> dovrebbe essere corretto in <i>mente errati se vi cercassero i soliti lenocinii</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:37, 20 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:49, 22 set 2024 (CEST)
== un un di di ==
Ciao! Da un dump ho cercato eventuali errori tipografici nelle pagine 100% (''validated''). Ho già corretto alcuni errori (alcuni con {{tl|Ec}}). Adesso però ho dei dubbi, visto il mio scarso livello di lingua italiana:
* [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Utente:Aleator/errori&oldid=3401585#unun " un un "]: Questa combinazione è corretta? Pensavo di no, ma vedo [https://it.wiktionary.org/w/index.php?search=%22un+un%22&title=Speciale%3ARicerca&profile=advanced&fulltext=1&ns0=1 troppe frasi] nel Wiktionary con " un un " e ora ho dei dubbi.
* [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Utente:Aleator/errori&oldid=3401585#didi " di di "]: Questa combinazione è corretta? (a parte di ''"della: contrazione '''di di''' e la"'', e a parte di un dialogo di un balbuziente).
* " si si ", " la la ", " che che "... può dare falsi positivi: non li correggo.
Grazzie! -[[Discussioni_utente:Aleator|Aleator]] 23:41, 20 set 2024 (CEST)
:{{ping|Aleator}} - Ho controllato il wikizionario e per gran parte si tratta proprio di errori (ne ho corretto qualcuno). Direi che le tue correzioni sono corrette: si tratta di refusi abbastanza comuni.
::OK. Ho corretto gli altri "di di" come ho indicato prima. Eccezioni: (a) in tre casi ([[Pagina:Poesie (Monti).djvu/30|1]], [[Pagina:Saggio di racconti.djvu/102|2]], [[Pagina:De Sanctis, Francesco – Giacomo Leopardi, 1961 – BEIC 1800379.djvu/345|3]]), "dí" sembra essere un arcaismo di "dia" ("giorno"); (b) un [[Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu/480|falso positivo]]; e (c) uno di cui non sono sicuro: [[Pagina:Dubbi amorosi.djvu/66]] (potresti controllare quest'ultima, e molto "particolare", pagina?) Grazzie! -[[Discussioni_utente:Aleator|Aleator]] 22:48, 23 set 2024 (CEST)
: Così a naso il primo "di" dovrebbe avere l'accento. [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:37, 24 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Deledda_-_Colombi_e_sparvieri,_Milano,_1912.djvu/8==
Nella pagina: [[Pagina:Deledda_-_Colombi_e_sparvieri,_Milano,_1912.djvu/8]] il testo: <i>comprisi i Regni di Svezia</i> dovrebbe essere corretto in <i>compresi i Regni di Svezia</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:21, 23 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:39, 24 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Chirografo_della_Santità_di_Nostro_signore_Papa_Pio_VII._in_data_del_primo_ottobre_1802,_sulle_antichità,_e_belle_arti_in_Roma,_e_nello_Stato_Ecclesiastico_(IA_chirografodellas00cath).pdf/1==
Nella pagina: [[Pagina:Chirografo_della_Santità_di_Nostro_signore_Papa_Pio_VII._in_data_del_primo_ottobre_1802,_sulle_antichità,_e_belle_arti_in_Roma,_e_nello_Stato_Ecclesiastico_(IA_chirografodellas00cath).pdf/1]] il testo: <i>Presso Lazzari Stampatore della Rev. Cam. Apost.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Presso Lazzarini Stampatore della Rev. Cam. Apost.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:17, 25 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:05, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gioberti_-_Del_rinnovamento_civile_d'Italia,_vol._1,_1911_-_BEIC_1832099.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Gioberti_-_Del_rinnovamento_civile_d'Italia,_vol._1,_1911_-_BEIC_1832099.djvu/6]] il testo: <i>maggio mcmxi</i> dovrebbe essere corretto in <i>marzo mcmxi</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:18, 25 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:06, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Osservazioni_intorno_a'_pellicelli_del_corpo_umano.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Osservazioni_intorno_a'_pellicelli_del_corpo_umano.djvu/6]] il testo: <i>E da lui con altre osservazioni scritte
in uns Lettera</i> dovrebbe essere corretto in <i>E da lui con altre osservazioni scritte
in una Lettera</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:43, 26 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:08, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Statistica_elezioni_1904_legislatura_22.djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Statistica_elezioni_1904_legislatura_22.djvu/1]] il testo: <i>MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO.
DIREZIONE GENERALE DELLA STATISTICA.</i> dovrebbe essere corretto in <i>MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO
DIREZIONE GENERALE DELLA STATISTICA</i>.
Commento: senza punto --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:19, 26 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:09, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Paola_di_Bello.pdf/2==
Nella pagina: [[Pagina:Paola_di_Bello.pdf/2]] il testo: <i>Con l'invisibie</i> dovrebbe essere corretto in <i>Con l'invisibile</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 10:17, 27 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 22:15, 27 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gli_sposi_promessi_I.djvu/90==
Nella pagina: [[Pagina:Gli_sposi_promessi_I.djvu/90]] il testo: <i>veccchio zio</i> dovrebbe essere corretto in <i>vecchio zio</i>. --[[Speciale:Contributi/151.77.107.132|151.77.107.132]] 22:39, 29 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:51, 1 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rivista_italiana_di_numismatica_1890.djvu/366==
Nella pagina: [[Pagina:Rivista_italiana_di_numismatica_1890.djvu/366]] il testo: <i>un tmpo</i> dovrebbe essere corretto in <i>un tempo</i>. --[[Speciale:Contributi/151.77.107.132|151.77.107.132]] 22:52, 29 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:00, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90==
Nella pagina: [[Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90]] il testo: <i>veniva SpSss0</i> dovrebbe essere corretto in <i>veniva spesso</i>. Commento: nella riga che inizia con Maria Blond --[[Speciale:Contributi/151.77.107.132|151.77.107.132]] 22:54, 29 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:04, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90==
Nella pagina: [[Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90]] il testo: <i>Nana, che incomineiava ad arrabbiare</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nana, che incominciava ad arrabbiare</i>.
Commento: all'inizio della pagina --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:24, 30 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:04, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Storia_degli_antichi_popoli_italiani_-_Vol._I.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Storia_degli_antichi_popoli_italiani_-_Vol._I.djvu/5]] il testo: <i>ACCRESCIUTA
DI UNA PREFAZIONE E DI ALCUNE ANNOTAZIONI
DELL’EDITORE</i> dovrebbe essere corretto in <i>ACCRESCIUTA
DI UNA PREFAZIONE E DI ALCUNE ANNOTAZIONI
DALL’EDITORE</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:35, 2 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:06, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra_1914-1918.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra_1914-1918.djvu/6]] il testo: <i>I diritti di riproduzione e traduzione sono
ritervati per tutti paesi</i> dovrebbe essere corretto in <i>I diritti di riproduzione e traduzione sono
riservati per tutti paesi</i>.
Commento: Uso il commento per una domanda: "Copyright" nell'immagine è scritto "Copyrigh", senza la T. Come procedere a proposito? Trascrivere il testo come risulta dall'immagine o scrivere correttamente? --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 10:09, 4 ott 2024 (CEST)
{{Fatto}}. Grazie per l'osservazione preziosa. In casi di palese errore tipografico esiste un template apposito: [[Template:Ec]] (Errata-Corrige). '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 16:59, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Le_mille_e_una_notti,_1852,_I-II.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Le_mille_e_una_notti,_1852,_I-II.djvu/9]] il testo: <i>Storia di Nareddin Alì e di Bedreddin Hassan</i> dovrebbe essere corretto in <i>Storia di Nureddin Alì e di Bedreddin Hassan</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:54, 4 ott 2024 (CEST)
{{Fatto}}: grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:01, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Occhi_e_nasi.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Occhi_e_nasi.djvu/3]] il testo: <i>Via S. Zanobi,54</i> dovrebbe essere corretto in <i>Via S. Zanobi, 54</i>.
Commento: mancava lo spazio prima del numero --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:27, 8 ott 2024 (CEST)
{{Fatto}}! Grazie dell'acuta osservazione! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:02, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Eh!_La_vita.djvu/10==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Eh!_La_vita.djvu/10]] il testo: <i>Milano. Via Agnello, 8</i> dovrebbe essere corretto in <i>Milano, Via Agnello, 8</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:11, 8 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}}! Grazie per il prezioso contributo!
==Segnalazione errore Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/3]] il testo: <i>Estratto dalla Rivista di Matematica — Anno 1898,</i> dovrebbe essere corretto in <i>Estratto dalla Rivista di Matematica — Anno 1893.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:21, 11 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}}! Complimenti per lo sguardo veramente aquilino! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:05, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/5]] il testo: <i>— 2 —</i> dovrebbe essere corretto in <i>— 3 —</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:21, 11 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}}! Grazie ancora per il tuo occhio certosino. Hai pensato di iscriverti e firmare personalmente i tuoi contributi? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:08, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243==
Nella pagina: [[Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243]] il testo: <i>Garretti di Ferrere per la gran Cancellaria.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Garretti di Ferrere per la gran Cancelleria.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:11, 17 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 23:58, 25 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243==
Nella pagina: [[Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243]] il testo: <i>DALLA NUOVA STAMPERIA DI PANE E BARBERIS</i> dovrebbe essere corretto in <i>DALLA NUOVA STAMPERIA PANE E BARBERIS</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:11, 17 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:00, 26 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Piccole_storie_e_grandi_ragioni_della_nostra_guerra.djvu/30==
Nella pagina: [[Pagina:Piccole_storie_e_grandi_ragioni_della_nostra_guerra.djvu/30]] il testo: <i>che non è il dirigo insegnato dalla legge di Cristo</i> dovrebbe essere corretto in <i>che non è il diritto insegnato dalla legge di Cristo</i>.
Commento: Nella riga che inizia con "Noi facciamo la guerra" --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:29, 24 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:02, 26 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra,_1923.djvu/12==
Nella pagina: [[Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra,_1923.djvu/12]] il testo: <i>sono
ritervati per tutti paesi</i> dovrebbe essere corretto in <i>sono riservati per tutti paesi</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:44, 24 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:04, 26 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Instituzioni-di-Gajus-Commentarj-Quattro_-Libreria-alla-Minerva-Editrice-Verona_-1857-_vol.-1.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Instituzioni-di-Gajus-Commentarj-Quattro_-Libreria-alla-Minerva-Editrice-Verona_-1857-_vol.-1.djvu/7]] il testo: <i>ISTITUZIONI</i> dovrebbe essere corretto in <i>INSTITUZIONI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:26, 30 ott 2024 (CET)
: {{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 10:14, 1 nov 2024 (CET)
07hrjjl8k77slp2dbzmxjrzfd0e614n
3417235
3417214
2024-11-01T09:48:53Z
151.47.138.221
Notifica proposta di correzione
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<noinclude>Questa pagina contiene le '''segnalazioni di errori''' presenti nei testi di Wikisource con le rispettive '''proposte di correzione''', inserite dagli utenti mediante il [[Speciale:Accessori|gadget]] "Segnala un errore".
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| testo = Per la correzione della pagina Segnalazione errori [//it.wikisource.org/w/index.php?title=Progetto:Trascrizioni/Proposte_di_correzione&action=edit segui questo link].
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==Segnalazione errore Pagina:Salgari_-_Nel_paese_dei_ghiacci.djvu/115==
Nella pagina: [[Pagina:Salgari_-_Nel_paese_dei_ghiacci.djvu/115]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/151.68.6.183|151.68.6.183]] 21:13, 8 gen 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:I_Malavoglia.djvu/165==
Nella pagina: [[Pagina:I_Malavoglia.djvu/165]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in <i>formattata</i>.
Commento: formata --[[Speciale:Contributi/151.82.46.154|151.82.46.154]] 11:35, 14 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/84==
Nella pagina: [[Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/84]] il testo: <i>Ma Egli non lo formula treddamente;</i> dovrebbe essere corretto in <i>Ma Egli non lo formula freddamente;</i>. --[[Speciale:Contributi/2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D|2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D]] 22:23, 15 feb 2024 (CET)
{{fatto}} [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:01, 18 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/92==
Nella pagina: [[Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/92]] il testo: <i>Rammenta il «lago del cor» dantesco: Inf. I, 20;</i> dovrebbe essere corretto in <i>Rammenta il «lago del cor» dantesco: Inf. I. 20;</i>. --[[Speciale:Contributi/2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D|2001:B07:5D30:4019:2C84:41B0:367D:DA2D]] 22:47, 15 feb 2024 (CET)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:37, 24 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Storia_della_rivoluzione_di_Roma_(vol._III).djvu/700==
Nella pagina: [[Pagina:Storia_della_rivoluzione_di_Roma_(vol._III).djvu/700]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/195.89.182.85|195.89.182.85]] 16:17, 21 feb 2024 (CET)
:{{Non fatto}} Non ho trovato nulla da cancellare. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:43, 24 feb 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/8==
Nella pagina: [[Pagina:Leonardo_prosatore.djvu/8]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/93.47.229.208|93.47.229.208]] 12:20, 29 feb 2024 (CET)
:{{non fatto}} Non ho trovato nulla da cancellare. --[[User:Mrcesare|Mrcesare]] ([[User talk:Mrcesare|disc.]]) 12:09, 5 mar 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Zibaldone_di_pensieri_IV.djvu/304==
Nella pagina: [[Pagina:Zibaldone_di_pensieri_IV.djvu/304]] il testo: <i>se n’é gelosi</i> dovrebbe essere corretto in <i>se n’è gelosi</i>. --[[Speciale:Contributi/82.49.141.88|82.49.141.88]] 11:16, 14 mar 2024 (CET)
: {{Fatto}} Grazie| --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 11:36, 14 mar 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Manzoni.djvu/171==
Nella pagina: [[Pagina:Manzoni.djvu/171]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/79.44.131.133|79.44.131.133]] 17:33, 4 apr 2024 (CEST)
:{{Non fatto}} Non ho trovato nulla da cancellare —-[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:10, 5 apr 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Svevo_-_La_coscienza_di_Zeno,_Milano_1930.djvu/17==
Nella pagina: [[Pagina:Svevo_-_La_coscienza_di_Zeno,_Milano_1930.djvu/17]] il testo: <i></i> dovrebbe essere cancellato.
Commento: c'è un errore
--[[Speciale:Contributi/93.147.229.72|93.147.229.72]] 10:30, 6 apr 2024 (CEST)
:{{Fatto}}? L'unico errore che ho trovato è l'accento sulla parola ''qui''. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 12:27, 6 apr 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Versi_di_Giuseppe_Giusti.djvu/39==
Nella pagina: [[Pagina:Versi_di_Giuseppe_Giusti.djvu/39]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/78.208.18.214|78.208.18.214]] 17:20, 19 apr 2024 (CEST)
:{{non fatto}} Non ho trovato errori. --[[User:Mrcesare|Mrcesare]] ([[User talk:Mrcesare|disc.]]) 10:25, 9 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/31==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/31]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in <i>Ma ella si trasse indietro, e alzò anche il ventaglino per sviargli la mano-</i>. --[[Speciale:Contributi/82.59.88.120|82.59.88.120]] 18:30, 17 mag 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 18:44, 17 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110]] il testo: <i></i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/82.59.88.120|82.59.88.120]] 18:38, 17 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Giacinta.djvu/110]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in <i>- Un po' di mal di capo... Nient'altro.
La signora Villa era in estasi dinanzi a certe camicie di Vienna.</i>.
Commento: Da aggiungere --[[Speciale:Contributi/82.59.88.120|82.59.88.120]] 18:50, 17 mag 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 19:12, 17 mag 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Pei_monumenti_storici_del_Friuli.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Pei_monumenti_storici_del_Friuli.djvu/5]] il testo: <i>il dì 4 Agoso 1833</i> dovrebbe essere corretto in <i>il dì 4 Agosto 1833</i>. --[[Speciale:Contributi/93.47.36.4|93.47.36.4]] 15:50, 14 giu 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:21, 16 giu 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Guerrazzi_-_Il_secolo_che_muore_IV.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Guerrazzi_-_Il_secolo_che_muore_IV.djvu/3]] il testo: <i>via del Mortaro, 17</i> dovrebbe essere corretto in <i>Via del Mortaro, 17</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.67.240|151.95.67.240]] 12:16, 15 giu 2024 (CEST)
:{{fatto}} [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:21, 16 giu 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/26==
Nella pagina: [[Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/26]] il testo: <i>io Spettro</i> dovrebbe essere corretto in <i>lo Spettro</i>. --[[Speciale:Contributi/2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3|2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3]] 18:16, 5 lug 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 19:44, 5 lug 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/52==
Nella pagina: [[Pagina:Amleto_(Rusconi).djvu/52]] il testo: <i>in cenoi</i> dovrebbe essere corretto in <i>in cenci</i>. --[[Speciale:Contributi/2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3|2A02:B027:8011:16B6:C4B5:D43F:55E2:4AF3]] 20:46, 5 lug 2024 (CEST)
: {{Non fatto}} Grazie della segnalazione. In questo caso nel testo a fronte è scritto proprio <code>cenoi</code>. Se un'altra fonte attesta cenci, è possibile con il template {{tl|ec}} mantenere l'errore nella trascrizione della pagina, ma correggerlo in trasclusione. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:24, 6 lug 2024 (CEST)
::{{fatto}} da me. Mi sembra palese che cenoi è un errore tipografico per cenci, quindi ho applicato il template Ec. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 21:19, 14 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Alfredo_Panzini_-_Il_diavolo_nella_mia_libreria.djvu/47==
Nella pagina: [[Pagina:Alfredo_Panzini_-_Il_diavolo_nella_mia_libreria.djvu/47]] il testo: <i>Perchè sei morto. Renato Serra</i> dovrebbe essere corretto in <i>Perchè sei morto, Renato Serra</i>.
Commento: Nonostante sia affermato che il testo è stato riletto, la versione che appare nella pagina wikisource è diversa dalla lezione leggibile nel testo originale. --[[Speciale:Contributi/78.210.221.171|78.210.221.171]] 01:55, 12 ago 2024 (CEST)
:{{fatto}}, grazie della segnalazione. Lo stato di "riletto" indica solo che un secondo utente ha controllato la trascrizione fatta dal primo, ma non garantisce che il testo sia assolutamente corretto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 21:22, 14 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Guidi_-_Riconciliazione,_1897.djvu/120==
Nella pagina: [[Pagina:Guidi_-_Riconciliazione,_1897.djvu/120]] il testo: <i></i> dovrebbe essere cancellato.
Commento: : 3r: --[[Speciale:Contributi/85.237.234.217|85.237.234.217]] 13:48, 14 ago 2024 (CEST)
{{Non fatto}}, segnalazione priva di senso compiuto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 21:23, 14 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Aida_Libretto_English.djvu/26==
Nella pagina: [[Pagina:Aida_Libretto_English.djvu/26]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/37.159.69.199|37.159.69.199]] 21:25, 15 ago 2024 (CEST)
:{{Non fatto}} Ho controllato tutta la pagina e non ho trovato nulla da correggere. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 21:41, 28 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Lettera_di_un_matematico_italiano.djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Lettera_di_un_matematico_italiano.djvu/1]] il testo: <i>Algebriche</i> dovrebbe essere corretto in <i>Algebriche</i>.
Commento: Algebraiche --[[Speciale:Contributi/82.61.29.34|82.61.29.34]] 15:18, 28 ago 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 21:27, 28 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Lettera_di_un_matematico_italiano.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Lettera_di_un_matematico_italiano.djvu/3]] il testo: <i>bujus</i> dovrebbe essere corretto in <i>huius</i>. --[[Speciale:Contributi/82.61.29.34|82.61.29.34]] 15:22, 28 ago 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 21:24, 28 ago 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Antologia_provenzale,_Hoepli,_1911.djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Antologia_provenzale,_Hoepli,_1911.djvu/1]] il testo: <i>UFFICIALE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA IN FRANCIA</i> dovrebbe essere corretto in <i>UFFICIALE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA DI FRANCIA</i>. --[[Speciale:Contributi/151.71.120.153|151.71.120.153]] 12:23, 2 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 12:43, 2 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Primo_congresso_internazionale_di_criminologia.djvu/2==
Nella pagina: [[Pagina:Primo_congresso_internazionale_di_criminologia.djvu/2]] il testo: <i>Dal 3 al’8 ottobre</i> dovrebbe essere corretto in <i>Dal 3 all’8 ottobre</i>. --[[Speciale:Contributi/151.71.120.153|151.71.120.153]] 09:14, 3 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}}. Grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:13, 3 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:L'arte_della_cucina,_1917.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:L'arte_della_cucina,_1917.djvu/5]] il testo: <i>1917</i> dovrebbe essere cancellato.
Commento: non presente nell'immagine --[[Speciale:Contributi/151.71.120.153|151.71.120.153]] 09:18, 3 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}}. Grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:15, 3 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Monterin_-_Il_clima_sulle_Alpi.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Monterin_-_Il_clima_sulle_Alpi.djvu/3]] il testo: <i>que la temperature s’élève et s’abbaise périodiquement</i> dovrebbe essere corretto in <i>que la température s’élève et s’abbaise périodiquement</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:24, 3 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} - [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:46, 10 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/3]] il testo: <i>APPLICATI ALL’AGRICOLTURA</i> dovrebbe essere corretto in <i>APPLICATI ALL’AGRIGOLTURA</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:26, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} - Si tratta di un refuso. Applicato il template Ec. - [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:44, 10 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Gaetano_Cantoni_-_Fisiologia_vegetale,_1860.djvu/7]] il testo: <i>Milano 20 giugno, 1860.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Milano 25 giugno, 1860.</i> --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:28, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} - [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:45, 10 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Statuti_della_Val_di_Leder.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Statuti_della_Val_di_Leder.djvu/7]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere corretto in {{Centrato|{{Type|f=3em|l=4px|'''STATUTI'''}}}}<br>
{{Centrato|{{Type|f=3em|l=4px|'''DELLA'''}}}}<br>
{{Centrato|{{Type|f=3em|l=4px|'''VAL'''}}}}<br>
{{Centrato|{{Type|f=3em|l=4px|'''DI LEDER'''}}}}<br>
{{Centrato|{{Type|f=3em|l=4px|'''VENETIA'''}}}}<br>
{{rule}}
{{Centrato|Per Andrea Poletti. M. DC. LXXV.}}<br>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:42, 5 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Anonimo_-_Simpatie_di_Majano.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Anonimo_-_Simpatie_di_Majano.djvu/9]] il testo: <i>Forse Lei ricorda ancora quel tal giorno io certo non l’ho dimenticato</i> dovrebbe essere corretto in <i>Forse Lei ricorda ancora quel tal giorno..... io certo non l’ho dimenticato.....</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:51, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} - [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:50, 10 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Epistole_di_Dante_Allighieri.djvu/2==
Nella pagina: [[Pagina:Epistole_di_Dante_Allighieri.djvu/2]] il testo: <i>Edizione posta sotto la sidfaguardia delia vigente Legislazione</i> dovrebbe essere corretto in <i>Edizione posta sotto la salvaguardia della vigente Legislazione</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:33, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:40, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Indice:Il Volapük - Critici e Abolitori.djvu==
Nel libro: [[Indice:Il Volapük - Critici e Abolitori.djvu]].
Commento: i numeri di pagina appaiono 2 volte --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:14, 5 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:49, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Biografie_dei_consiglieri_comunali_di_Roma.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Biografie_dei_consiglieri_comunali_di_Roma.djvu/9]] il testo: <i>auda post morte</i> dovrebbe essere corretto in <i>auda post mortem</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:17, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:51, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/3==
Nella pagina: [[Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/3]] il testo: <i>3a 3 Edizione economica</i> dovrebbe essere corretto in <i>3a Edizione economica</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:19, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 18:53, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1853.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1853.djvu/5]] il testo: <i>Anno XI - 1855</i> dovrebbe essere corretto in <i>Anno XI - 1853</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:21, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:05, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Goldoni_-_Opere_complete,_Venezia_1912,_XV.djvu/19==
Nella pagina: [[Pagina:Goldoni_-_Opere_complete,_Venezia_1912,_XV.djvu/19]] il testo: <i>Il Signor
ALBERTO FRANCESCO DE FLONCEL</i> dovrebbe essere corretto in <i>ALL'ILLUSTRISSIMO SIGNORE
Il Signor
ALBERTO FRANCESCO DE FLONCEL</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:03, 6 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:08, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._I.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._I.djvu/7]] il testo: <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1700.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1699.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:04, 9 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:10, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Babel_-_Struttura_di_un_film_-_1925.pdf/2==
Nella pagina: [[Pagina:Babel_-_Struttura_di_un_film_-_1925.pdf/2]] il testo: <i>raduzione di Elena Barbaro</i> dovrebbe essere corretto in <i>Traduzione di Elena Barbaro</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:31, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:17, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/9]] il testo: <i>CON LE VARIAMI DELL’EDIZIONE DEL 1730</i> dovrebbe essere corretto in <i>CON LE VARIANTI DELL’EDIZIONE DEL 1730</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:04, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:25, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/10==
Nella pagina: [[Pagina:Vico_-_La_scienza_nuova,_3,_1916.djvu/10]] il testo: <i>OICG.NO MCMXVI</i> dovrebbe essere corretto in <i>GIUGNO MCMXVI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:05, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:29, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Alfredo_Melani,_Manuale_dell'ornatista_1896.djvu/13==
Nella pagina: [[Pagina:Alfredo_Melani,_Manuale_dell'ornatista_1896.djvu/13]] il testo: <i>raccoglitore aveva ben determinato il compito suo</i> dovrebbe essere corretto in <i>il raccoglitore aveva ben determinato il compito suo</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:06, 10 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:34, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Cena_-_Homo.djvu/30==
Nella pagina: [[Pagina:Cena_-_Homo.djvu/30]] il testo: <i>nel Museo di Ravenna.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nel Museo di Ravenna.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:20, 11 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:36, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Da_Quarto_al_Faro.djvu/12==
Nella pagina: [[Pagina:Da_Quarto_al_Faro.djvu/12]] il testo: <i>Egli che l’anno scorso, nella caserma dei cavalleggieri d’Aosta</i> dovrebbe essere corretto in <i>Egli che l’anno scorso, nella caserma dei cavalleggeri d’Aosta</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:20, 12 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:39, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Il_podere.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Il_podere.djvu/9]] il testo: <i>FEDERICO TOZZI</i> dovrebbe essere corretto in <i>FEDERIGO TOZZI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:01, 13 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:36, 14 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Delle_Donne_-_Burocrazia_e_fisco_a_Napoli,_2012.djvu/4==
Nella pagina: [[Pagina:Delle_Donne_-_Burocrazia_e_fisco_a_Napoli,_2012.djvu/4]] il testo: <i>Knut Gòrich (Ludwig-Maximilians-Universitàt Munchen)</i> dovrebbe essere corretto in <i>Knut Görich (Ludwig-Maximilians-Universität München)</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:04, 13 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:52, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Regolamento_Circolazione_Treni_(1936).djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Regolamento_Circolazione_Treni_(1936).djvu/1]] il testo: <i>Edizione aggiornata con aggiunta dell'Appendice N. 1 (O.S. 118•1929-VIII, 49•1930-IX e del Nuovo Allegato xxxxx 1931-X) e con le modificazioni di cui agli O.S. 58•1932-X, 107•1932-X, 241•1933-XII, 242•1933-XII, 8•1934-XII, 163•1934-XII, 118•1935-XIII, 123•1935-XIII, 164•1935-XIII, 180•1935-XIII, 183•1935-XIII, 47•1936-XIV e 54•1936-XIV</i> dovrebbe essere corretto in <i>Edizione 1923 aggiornata con aggiunta dell'Appendice N. 1 (O. S. 118•1929-VIII, 49•1930-IX) e del Nuovo Allegato (xxxxx 1931-X) e con le modificazioni di cui agli O. S. 58•1932-X, 107•1932-X, 241•1933-XII, 242•1933-XII, 8•1934-XII, 163•1934-XII, 118•1935-XIII, 123•1935-XIII, 164•1935-XIII, 180•1935-XIII, 183•1935-XIII, 47•1936-XIV e 54•1936-XIV</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:36, 13 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 14:58, 15 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/6]] il testo: <i>Applicazione del Regolamento.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Applicazione del Regolamento.</i>.
Commento: mettere in grassetto --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:26, 16 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:50, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/47==
Nella pagina: [[Pagina:Rete_Mediterranea_-_Istruzione_sui_segnali,_1886.djvu/47]] il testo: <i>Lo stesso segnale si deve fare bel caso di veicoli in fuga</i> dovrebbe essere corretto in <i>Lo stesso segnale si deve fare nel caso di veicoli in fuga</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:27, 16 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:50, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gibbon_-_Storia_della_decadenza_e_rovina_dell'Impero_romano_V.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Gibbon_-_Storia_della_decadenza_e_rovina_dell'Impero_romano_V.djvu/7]] il testo: <i>VOLUME quinto</i> dovrebbe essere corretto in <i>VOLUME QUINTO</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:46, 17 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:52, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Salgari_-_La_Città_dell'Oro.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Salgari_-_La_Città_dell'Oro.djvu/7]] il testo: <i>Città dell’oro</i> dovrebbe essere corretto in <i>Città dell’Oro</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:19, 17 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:53, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Descrizione_della_patria_del_Friuli.djvu/11==
Nella pagina: [[Pagina:Descrizione_della_patria_del_Friuli.djvu/11]] il testo: <i>DON GIUVSEPPE TREVISANATO</i> dovrebbe essere corretto in <i>DON GIVSEPPE TREVISANATO</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:36, 17 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:59, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Caragiale_-_Novelle_rumene_(1914).djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Caragiale_-_Novelle_rumene_(1914).djvu/1]] il testo: <i>NOVELLE ROMENE</i> dovrebbe essere corretto in <i>NOVELLE RUMENE</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:28, 18 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:00, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Prose_e_poesie_(Carrer)_IV.djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Prose_e_poesie_(Carrer)_IV.djvu/1]] il testo: <i>PROSE E POESIE
DI
LUIGI CARRER
VOLUME IV.
VENEZIA
CO' TIPI DEL GONDOLIERE
x dcc xxxviii</i> dovrebbe essere corretto in <i>PROSE E POESIE
DI
LUIGI CARRER.
VOLUME IV.
VENEZIA,
CO' TIPI DEL GONDOLIERE.
M DCCC XXXVIII</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:29, 18 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:02, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5]] il testo: <i>Comica Gelofa</i> dovrebbe essere corretto in <i>Comica Geloſa</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:11, 18 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5]] il testo: <i>Dedicate all’Illustriss. & Reuerendiss. Sig.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Dedicate all’Illuſtriſs. & Reuerendiſs. Sig.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:12, 18 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Rime_(Andreini).djvu/5]] il testo: <i>Appresso Girolamo Bordone, & Pietromartire Locarni
compagni.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Appreſso Girolamo Bordone, & Pietromartire Locarni
compagni.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:12, 18 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._II.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Giro_del_mondo_del_dottor_d._Gio._Francesco_Gemelli_Careri_-_Vol._II.djvu/5]] il testo: <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1700.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nella Stamperia di Giuseppe Roselli. 1699.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:23, 18 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:05, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1==
Nella pagina: [[Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1]] il testo: <i>LUIGI BARZ1NI</i> dovrebbe essere corretto in <i>LUIGI BARZINI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:25, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:08, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1==
Nella pagina: [[Pagina:Barzini,_Luigi._-_Sotto_la_tenda._Impressioni_d'un_giornalista_al_Marocco_(1907).pdf/1]] il testo: <i>Casa Editrice L. f: Cogliati</i> dovrebbe essere corretto in <i>Casa Editrice L. F. Cogliati</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:26, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:08, 20 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Lezioni_elementari_di_numismatica_antica.djvu/2==
Nella pagina: [[Pagina:Lezioni_elementari_di_numismatica_antica.djvu/2]] il testo: <i>Haec studia adulescentiam alunt</i> dovrebbe essere corretto in <i>Haec studia adolescentiam alunt</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:09, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:46, 22 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Le_opere_di_Galileo_Galilei_XIX.djvu/4==
Nella pagina: [[Pagina:Le_opere_di_Galileo_Galilei_XIX.djvu/4]] il testo: <i>sotto gli auspigii</i> dovrebbe essere corretto in <i>sotto gli auspicii</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:55, 19 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:48, 22 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Ida_Baccini,_La_mia_vita_ricordi_autobiografici.djvu/16==
Nella pagina: [[Pagina:Ida_Baccini,_La_mia_vita_ricordi_autobiografici.djvu/16]] il testo: <i>mente grati se vi cercassero i soliti lenocinii</i> dovrebbe essere corretto in <i>mente errati se vi cercassero i soliti lenocinii</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:37, 20 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:49, 22 set 2024 (CEST)
== un un di di ==
Ciao! Da un dump ho cercato eventuali errori tipografici nelle pagine 100% (''validated''). Ho già corretto alcuni errori (alcuni con {{tl|Ec}}). Adesso però ho dei dubbi, visto il mio scarso livello di lingua italiana:
* [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Utente:Aleator/errori&oldid=3401585#unun " un un "]: Questa combinazione è corretta? Pensavo di no, ma vedo [https://it.wiktionary.org/w/index.php?search=%22un+un%22&title=Speciale%3ARicerca&profile=advanced&fulltext=1&ns0=1 troppe frasi] nel Wiktionary con " un un " e ora ho dei dubbi.
* [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Utente:Aleator/errori&oldid=3401585#didi " di di "]: Questa combinazione è corretta? (a parte di ''"della: contrazione '''di di''' e la"'', e a parte di un dialogo di un balbuziente).
* " si si ", " la la ", " che che "... può dare falsi positivi: non li correggo.
Grazzie! -[[Discussioni_utente:Aleator|Aleator]] 23:41, 20 set 2024 (CEST)
:{{ping|Aleator}} - Ho controllato il wikizionario e per gran parte si tratta proprio di errori (ne ho corretto qualcuno). Direi che le tue correzioni sono corrette: si tratta di refusi abbastanza comuni.
::OK. Ho corretto gli altri "di di" come ho indicato prima. Eccezioni: (a) in tre casi ([[Pagina:Poesie (Monti).djvu/30|1]], [[Pagina:Saggio di racconti.djvu/102|2]], [[Pagina:De Sanctis, Francesco – Giacomo Leopardi, 1961 – BEIC 1800379.djvu/345|3]]), "dí" sembra essere un arcaismo di "dia" ("giorno"); (b) un [[Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu/480|falso positivo]]; e (c) uno di cui non sono sicuro: [[Pagina:Dubbi amorosi.djvu/66]] (potresti controllare quest'ultima, e molto "particolare", pagina?) Grazzie! -[[Discussioni_utente:Aleator|Aleator]] 22:48, 23 set 2024 (CEST)
: Così a naso il primo "di" dovrebbe avere l'accento. [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:37, 24 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Deledda_-_Colombi_e_sparvieri,_Milano,_1912.djvu/8==
Nella pagina: [[Pagina:Deledda_-_Colombi_e_sparvieri,_Milano,_1912.djvu/8]] il testo: <i>comprisi i Regni di Svezia</i> dovrebbe essere corretto in <i>compresi i Regni di Svezia</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:21, 23 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 20:39, 24 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Chirografo_della_Santità_di_Nostro_signore_Papa_Pio_VII._in_data_del_primo_ottobre_1802,_sulle_antichità,_e_belle_arti_in_Roma,_e_nello_Stato_Ecclesiastico_(IA_chirografodellas00cath).pdf/1==
Nella pagina: [[Pagina:Chirografo_della_Santità_di_Nostro_signore_Papa_Pio_VII._in_data_del_primo_ottobre_1802,_sulle_antichità,_e_belle_arti_in_Roma,_e_nello_Stato_Ecclesiastico_(IA_chirografodellas00cath).pdf/1]] il testo: <i>Presso Lazzari Stampatore della Rev. Cam. Apost.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Presso Lazzarini Stampatore della Rev. Cam. Apost.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:17, 25 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:05, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gioberti_-_Del_rinnovamento_civile_d'Italia,_vol._1,_1911_-_BEIC_1832099.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Gioberti_-_Del_rinnovamento_civile_d'Italia,_vol._1,_1911_-_BEIC_1832099.djvu/6]] il testo: <i>maggio mcmxi</i> dovrebbe essere corretto in <i>marzo mcmxi</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:18, 25 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:06, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Osservazioni_intorno_a'_pellicelli_del_corpo_umano.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Osservazioni_intorno_a'_pellicelli_del_corpo_umano.djvu/6]] il testo: <i>E da lui con altre osservazioni scritte
in uns Lettera</i> dovrebbe essere corretto in <i>E da lui con altre osservazioni scritte
in una Lettera</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 09:43, 26 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:08, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Statistica_elezioni_1904_legislatura_22.djvu/1==
Nella pagina: [[Pagina:Statistica_elezioni_1904_legislatura_22.djvu/1]] il testo: <i>MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO.
DIREZIONE GENERALE DELLA STATISTICA.</i> dovrebbe essere corretto in <i>MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO
DIREZIONE GENERALE DELLA STATISTICA</i>.
Commento: senza punto --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:19, 26 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:09, 26 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Paola_di_Bello.pdf/2==
Nella pagina: [[Pagina:Paola_di_Bello.pdf/2]] il testo: <i>Con l'invisibie</i> dovrebbe essere corretto in <i>Con l'invisibile</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 10:17, 27 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 22:15, 27 set 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Gli_sposi_promessi_I.djvu/90==
Nella pagina: [[Pagina:Gli_sposi_promessi_I.djvu/90]] il testo: <i>veccchio zio</i> dovrebbe essere corretto in <i>vecchio zio</i>. --[[Speciale:Contributi/151.77.107.132|151.77.107.132]] 22:39, 29 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 07:51, 1 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Rivista_italiana_di_numismatica_1890.djvu/366==
Nella pagina: [[Pagina:Rivista_italiana_di_numismatica_1890.djvu/366]] il testo: <i>un tmpo</i> dovrebbe essere corretto in <i>un tempo</i>. --[[Speciale:Contributi/151.77.107.132|151.77.107.132]] 22:52, 29 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:00, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90==
Nella pagina: [[Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90]] il testo: <i>veniva SpSss0</i> dovrebbe essere corretto in <i>veniva spesso</i>. Commento: nella riga che inizia con Maria Blond --[[Speciale:Contributi/151.77.107.132|151.77.107.132]] 22:54, 29 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:04, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90==
Nella pagina: [[Pagina:Zola_-_Nana_-_Pavia_-_1881.pdf/90]] il testo: <i>Nana, che incomineiava ad arrabbiare</i> dovrebbe essere corretto in <i>Nana, che incominciava ad arrabbiare</i>.
Commento: all'inizio della pagina --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:24, 30 set 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:04, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Storia_degli_antichi_popoli_italiani_-_Vol._I.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Storia_degli_antichi_popoli_italiani_-_Vol._I.djvu/5]] il testo: <i>ACCRESCIUTA
DI UNA PREFAZIONE E DI ALCUNE ANNOTAZIONI
DELL’EDITORE</i> dovrebbe essere corretto in <i>ACCRESCIUTA
DI UNA PREFAZIONE E DI ALCUNE ANNOTAZIONI
DALL’EDITORE</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:35, 2 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} -- [[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 19:06, 2 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra_1914-1918.djvu/6==
Nella pagina: [[Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra_1914-1918.djvu/6]] il testo: <i>I diritti di riproduzione e traduzione sono
ritervati per tutti paesi</i> dovrebbe essere corretto in <i>I diritti di riproduzione e traduzione sono
riservati per tutti paesi</i>.
Commento: Uso il commento per una domanda: "Copyright" nell'immagine è scritto "Copyrigh", senza la T. Come procedere a proposito? Trascrivere il testo come risulta dall'immagine o scrivere correttamente? --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 10:09, 4 ott 2024 (CEST)
{{Fatto}}. Grazie per l'osservazione preziosa. In casi di palese errore tipografico esiste un template apposito: [[Template:Ec]] (Errata-Corrige). '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 16:59, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Le_mille_e_una_notti,_1852,_I-II.djvu/9==
Nella pagina: [[Pagina:Le_mille_e_una_notti,_1852,_I-II.djvu/9]] il testo: <i>Storia di Nareddin Alì e di Bedreddin Hassan</i> dovrebbe essere corretto in <i>Storia di Nureddin Alì e di Bedreddin Hassan</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:54, 4 ott 2024 (CEST)
{{Fatto}}: grazie! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:01, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Occhi_e_nasi.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Occhi_e_nasi.djvu/3]] il testo: <i>Via S. Zanobi,54</i> dovrebbe essere corretto in <i>Via S. Zanobi, 54</i>.
Commento: mancava lo spazio prima del numero --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 16:27, 8 ott 2024 (CEST)
{{Fatto}}! Grazie dell'acuta osservazione! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:02, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Capuana_-_Eh!_La_vita.djvu/10==
Nella pagina: [[Pagina:Capuana_-_Eh!_La_vita.djvu/10]] il testo: <i>Milano. Via Agnello, 8</i> dovrebbe essere corretto in <i>Milano, Via Agnello, 8</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 18:11, 8 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}}! Grazie per il prezioso contributo!
==Segnalazione errore Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/3==
Nella pagina: [[Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/3]] il testo: <i>Estratto dalla Rivista di Matematica — Anno 1898,</i> dovrebbe essere corretto in <i>Estratto dalla Rivista di Matematica — Anno 1893.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:21, 11 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}}! Complimenti per lo sguardo veramente aquilino! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:05, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/5==
Nella pagina: [[Pagina:Garbasso_-_La_teoria_di_Maxwell_dell'elettricità_e_della_luce,_Torino_1893.djvu/5]] il testo: <i>— 2 —</i> dovrebbe essere corretto in <i>— 3 —</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 11:21, 11 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}}! Grazie ancora per il tuo occhio certosino. Hai pensato di iscriverti e firmare personalmente i tuoi contributi? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 17:08, 11 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243==
Nella pagina: [[Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243]] il testo: <i>Garretti di Ferrere per la gran Cancellaria.</i> dovrebbe essere corretto in <i>Garretti di Ferrere per la gran Cancelleria.</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:11, 17 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 23:58, 25 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243==
Nella pagina: [[Pagina:Poemetti_italiani,_vol._I.djvu/243]] il testo: <i>DALLA NUOVA STAMPERIA DI PANE E BARBERIS</i> dovrebbe essere corretto in <i>DALLA NUOVA STAMPERIA PANE E BARBERIS</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:11, 17 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:00, 26 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Piccole_storie_e_grandi_ragioni_della_nostra_guerra.djvu/30==
Nella pagina: [[Pagina:Piccole_storie_e_grandi_ragioni_della_nostra_guerra.djvu/30]] il testo: <i>che non è il dirigo insegnato dalla legge di Cristo</i> dovrebbe essere corretto in <i>che non è il diritto insegnato dalla legge di Cristo</i>.
Commento: Nella riga che inizia con "Noi facciamo la guerra" --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 15:29, 24 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:02, 26 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra,_1923.djvu/12==
Nella pagina: [[Pagina:Panzini_-_Diario_sentimentale_della_guerra,_1923.djvu/12]] il testo: <i>sono
ritervati per tutti paesi</i> dovrebbe essere corretto in <i>sono riservati per tutti paesi</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 17:44, 24 ott 2024 (CEST)
:{{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 00:04, 26 ott 2024 (CEST)
==Segnalazione errore Pagina:Instituzioni-di-Gajus-Commentarj-Quattro_-Libreria-alla-Minerva-Editrice-Verona_-1857-_vol.-1.djvu/7==
Nella pagina: [[Pagina:Instituzioni-di-Gajus-Commentarj-Quattro_-Libreria-alla-Minerva-Editrice-Verona_-1857-_vol.-1.djvu/7]] il testo: <i>ISTITUZIONI</i> dovrebbe essere corretto in <i>INSTITUZIONI</i>. --[[Speciale:Contributi/151.95.216.228|151.95.216.228]] 12:26, 30 ott 2024 (CET)
: {{Fatto}} Grazie! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 10:14, 1 nov 2024 (CET)
==Segnalazione errore Pagina:Salgari_-_I_naviganti_della_Meloria.djvu/176==
Nella pagina: [[Pagina:Salgari_-_I_naviganti_della_Meloria.djvu/176]] il testo: <i>(nessun testo selezionato)</i> dovrebbe essere cancellato. --[[Speciale:Contributi/151.47.138.221|151.47.138.221]] 10:48, 1 nov 2024 (CET)
q0gqsz6ta0ef2u1tfxvn0n0na2wlnwz
Pagina:Legge 25 1956.pdf/4
108
931973
3417055
3363298
2024-10-31T17:16:27Z
Cruccone
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" /></noinclude>{{No rientro}}Nel caso di azioni di guerra particolarmente distinte e gloriose compiute da unità delle Forze armate di terra, di mare e dell’aria, può essere conferita "alla Bandiera" la croce di cavaliere dell’Ordine militare d’Italia ma non decorazioni di classi superiori.
{{Ct|t=3|v=2|{{§|a8|'''Art. 8'''}}}}
{{No rientro}}Alle decorazioni dell’Ordine militare d’Italia è annessa la pensione annua nella misura stabilita dalla {{TestoAssente|legge 27 marzo 1953, n. 259}}. Tale pensione è cumulabile con gli assegni annessi alle medaglie al valor militare.
{{No rientro}}Il decorato dell’Ordine militare d’Italia al quale sia concessa una decorazione dello stesso Ordine di classe più elevata percepisce la sola pensione relativa a questa ultima.
{{No rientro}}Alle Bandiere decorate di più croci di cavaliere competono tutte le corrispondenti pensioni.
{{Ct|t=3|v=2|'''Art. 9'''}}
{{No rientro}}Le pensioni ai decorati dell’Ordine militare d’Italia non possono eccedere, per le singole classi, i seguenti limiti:
{{No rientro}}per la classe di cavaliere di gran croce.............. 12
{{No rientro}}per la classe di grande ufficiale..................... 25
{{No rientro}}per la classe di commendatore......................... 56
{{No rientro}}per la classe di ufficiale............................ 140
{{No rientro}}per la classe di cavaliere............................ 700<noinclude></noinclude>
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Cruccone
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" /></noinclude>{{No rientro}}Nei suddetti limiti sono comprese le pensioni di reversibilità e sono escluse le pensioni annesse, alle decorazioni concesse alle Bandiere delle armi, corpi e reparti militari.
{{No rientro}}Verificandosi delle vacanze nelle classi superiori dell’Ordine, potranno essere concesse pensioni in soprannumero nei gradi inferiori, nel limite numerico delle vacanze stesse.
{{Ct|t=3|v=2|'''Art. 10'''}}
{{No rientro}}Alle pensioni annesse alle decorazioni dell’Ordine militare d’Italia si applicano le disposizioni dell’art. 18 del {{TestoAssente|regio decreto 4 novembre 1932, n. 1423}}.
{{Ct|t=3|v=2|'''Art. 11'''}}
{{No rientro}}Il militare appartenente all’Ordine militare d’Italia cessa di far parte dell’Ordine nel caso che sia privato del suo grado militare.
{{No rientro}}Le disposizioni relative allo perdita delle medaglie e della croce di guerra al valor militare contenute nella {{TestoAssente|legge 24 marzo, 1932, n. 453}}, sono estese, in quanto applicabili, ai decorati dell’Ordine militare d’Italia, sostituito il Consiglio dell’Ordine alla Commissione prevista dall’art. 7 di detta legge.<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|8||238}}</noinclude>infatti queste cinque tangenti particolari risultano dall’unica equazione {{Pg|7#f1_1p|(1)'}} dando rispettivamente al parametro <math>\lambda</math> i valori
{| class=formula
|
| <math>\lambda = -\frac{p''}{p'}</math>,
| <math>\lambda = -\frac{q''}{q'}</math>,
| <math>\lambda = -\frac{r''}{r'}</math>,
|}
{| class=formula
|
| <math>\lambda = 0</math>,
| <math>\lambda = \infty</math>.
|}
Le coordinate ''p, q, r'' d’una sesta tangente qualunque sono dunque date dalle formole
{{Centrato|<math> p:q:r =
\frac{p'p''}{\lambda - a} :
\frac{q'q''}{\lambda - b} :
\frac{r'r''}{\lambda - c},
</math>}}
dalle quali risulta che, per un opportuno valore di <math>\mu</math>, sussistono sempre tre relazioni della forma
{| class=formula
|
| <math>\frac{\mu}{p} + \frac{1}{p'} + \frac{\lambda}{p''} = 0</math>,
| <math>\frac{\mu}{q} + \frac{1}{q'} + \frac{\lambda}{q''} = 0</math>,
| <math>\frac{\mu}{r} + \frac{1}{r'} + \frac{\lambda}{r''} = 0</math>.
|}
Si può dunque enunciare questo corollario: Affinchè le sei rette
{| class=formula
|
| <math>x=0</math>,
| <math>px + qy + rz = 0</math>,
|-
|
| <math>y=0</math>,
| <math>p'x + q'y + r'z = 0</math>,
|-
|
| <math>z=0</math>,
| <math>p''x + q''y + r''z = 0</math>,
|}
sieno tangenti ad una sola e medesima conica è necessario e sufficiente che sia soddisfatta la condizione
{{Centrato|<math>\begin{vmatrix}
\frac{1}{p} & \frac{1}{q} & \frac{1}{r} \\
\frac{1}{p'} & \frac{1}{q'} & \frac{1}{r'} \\
\frac{1}{p''} & \frac{1}{q''} & \frac{1}{r''}
\end{vmatrix} = 0
</math>.}}
Si può affermare ''a priori'' che quest’equazione non è altro che una traduzione algebrica del teorema di {{Sc|Brianchon}}. Ma vediamolo direttamente.
Moltiplicando la prima colonna del determinante per <math>p'p''</math>, la se-<noinclude></noinclude>
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/* Riletta */
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|239||9}}</noinclude>conda per <math>q''q</math>, la terza per <math>r'r</math>; poscia la prima linea per ''p'', la seconda per <math>q'</math>, la terza per <math>r''</math>, la precedente relazione diventa
{{Centrato|<math>\begin{vmatrix}
p' p'' & p q'' & r' p \\
p'' q' & q'' q & q' r \\
r'' p' & q r'' & r r'
\end{vmatrix} = 0
</math>}}
ed esprime che le tre rette
{{Centrato|<math>p' p''x + p''q'y + r''p' z = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>p q''x + q''qy + qr'' z = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>r' px + q'ry + rr' z = 0</math>.}}
si segano in un solo e medesimo punto. Ora ciascuna di queste equazioni può scriversi in doppia guisa, così:
{{Centrato|<math>\begin{cases}
(p'x + q'y + r'z) p'' - (r'p'' - r'' p') z = 0, \\
(p''x + q''y + r''z) p' - (p'q'' - p''q') y = 0;
\end{cases}</math>}}
{{Centrato|<math>\begin{cases}
(p''x + q''y + r''z) q - (p''q - pq'') x = 0, \\
(px + qy + rz) q'' - (q''r - qr'') z = 0;
\end{cases}</math>}}
{{Centrato|<math>\begin{cases}
(px + qy + rz) r' - (qr' - q'r) y = 0, \\
(p'x + q'y + r'z) r - (rp' - r'p) x = 0;
\end{cases}</math>}}
e, da questa doppia forma dell’equazione di ciascuna di quelle tre rette, segue immediatamente ch’esse sono le congiungenti dei vertici opposti dell’esagono formato dalle sei tangenti anzidette, prese nell’ordine seguente:
{{Centrato|<math>x = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>p''x + q''y + r''z = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>y = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>px + qy + rz = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>z = 0</math>,}}
{{Centrato|<math>p'x + q'y + r'z = 0</math>.}}
Si possono del resto facilmente modificare le operazioni fatte sul determinante, in guisa da pervenire ad esagoni formati colle tangenti stesse, ordinate in qualunque altro modo.<noinclude></noinclude>
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/* Riletta */
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|10||240}}</noinclude>{{Nop}}
Ma, indipendentemente da questa verificazione, si vedrà meglio, fra un momento, la ragione della forma sotto cui ci si è presentato il teorema in discorso.
Ripetendo le considerazioni fatte al principio di questo §, colla sostituzione di punto a retta e viceversa, si trova che l’equazione del punto variabile d’una conica circoscritta al triangolo
{| class=formula
|
| <math>p = 0</math>,
| <math>q = 0</math>,
| <math>r = 0</math>
|}
può sempre essere posta sotto la forma
{| class=formula
| {{§|f1_2|(2)}}
| <math>\frac{Ap}{\mu-a} + \frac{Bq}{\mu-b} + \frac{Cr}{\mu-c} = 0</math>,
|}
dove <math>\mu</math> è il parametro variabile; che per la conica determinata dai cinque punti
{| class=formula
|
| <math>p = 0</math>,
| <math>q = 0</math>,
| <math>r = 0</math>,
|}
{| class=formula
|
| <math>px' + qy' + rz' = 0</math>,
| <math>px'' + qy'' + rz'' = 0</math>
|}
l’equazione del punto variabile è
{| class=formula
| {{§|f1_2p|(2)'}}
| <math>\frac{px'x''}{\mu x'+x''} + \frac{qy'y''}{\mu y'+y''} + \frac{rz'z''}{\mu z'+z''}</math>,
|}
talchè le coordinate ''x, y, z'' di questo punto sono dalle formole
{{Centrato|<math>x:y:z = \frac{x'x''}{\mu x' + x''}:\frac{y'y''}{\mu y' + y''}:\frac{z'z''}{\mu z' + z''}</math>;}}
e finalmente che la condizione necessaria e sufficiente affinchè i sei punti
{| class=formula
|
| <math>p = 0</math>, || <math>px + qy + rz = 0 </math>,
|-
|
| <math>q = 0</math>, || <math>px' + qy' + rz' = 0 </math>,
|-
|
| <math>r = 0</math>, || <math>px'' + qy'' + rz'' = 0 </math>,
|}<noinclude></noinclude>
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/* Riletta */ +Wl|Q1290|Pascal e Q931339|Brianchon
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="0 Noctis 0" />{{RigaIntestazione|241||11}}</noinclude><section begin="s1" />sieno in una stessa conica è
{{Centrato|<math>\begin{vmatrix}
\frac{1}{x} & \frac{1}{y} & \frac{1}{z} \\
\frac{1}{x'} & \frac{1}{y'} & \frac{1}{z'} \\
\frac{1}{x''} & \frac{1}{y''} & \frac{1}{z''}
\end{vmatrix} = 0</math>.}}
Che quest’equazione<ref>Ponendo mente a quest’equazione si può, molto agevolmente, risolvere la questione posta, ma non risoluta, alla fine delle mie ''{{TestoAssente|Considerazioni analitiche sopra una proposizione di}}'' {{Sc|{{Wl|Q123514|Steiner}}}} (Mem. dell’Acc. di Bologna, 1877) . La condizione <math>\nabla = 0</math> esprime che i poli delle rette fondamentali, rispetto alla conica assoluta, sono in una conica circoscritta al triangolo fondamentale.</ref> sia una traduzione algebrica del teorema di {{Sc|{{Wl|Q1290|Pascal}}}} è manifesto ''a priori'', e si può d’altronde dimostrare col metodo tenuto precedentemente per quello di {{Sc|{{Wl|Q931339|Brianchon}}}}. Ma quì la cosa riesce ancor più chiara se si rammenta che, istituendo fra due punti variabili <math>(xyz)</math>, <math>(\xi\eta\zeta)</math> le relazioni
{{Centrato|<math>\xi x = \eta y = \zeta z</math>,}}
cioè operando una trasformazione ''steineriana'' o quadratica, ad ogni retta corrisponde una conica passante pei punti fondamentali, e reciprocamente. Ora l’equazione precedente esprime che i punti corrispondenti, in una tale trasformazione, ai tre <math>(x y z)</math>, <math>(x'y'z')</math>, <math>(x''y''z '')</math> sono situati in linea retta: dunque i suddetti punti <math>(x y z)</math>, <math>(x'y'z')</math>, <math>(x''y''z '')</math> ed i tre vertici del triangolo fondamentale sono in una stessa conica.
L’equazione in cui si traduce il teorema di {{Sc|{{Wl|Q931339|Brianchon}}}} può analogamente dedursi da una trasformazione steineriana tangenziale, cioè operata fra coordinate di rette.
<section end="s1" /><section begin="s2" />
{{Ct|class=capitolo|{{§|c02|§ 2.}}}}
Tornando alle equazioni {{Pg|7#f1_1|(1)}} e {{Pg|10#f1_2|(2)}} del {{Pg|6#c01|§ precedente}}, che somministrano il tipo generale della tangente variabile e del punto variabile d’una conica rispettivamente inscritta o circoscritta al triangolo fonda-<section end="s2" /><noinclude>{{RuleLeft|6em}}</noinclude>
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|Note=La Parte II è apocrifa, rifiutata da Voltaire e attribuita a [[Autore:Henri-Joseph Dulaurens|Henri-Joseph Dulaurens]].
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Autore:Henri-Joseph Dulaurens
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| Nome = Henri-Joseph
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== Opere ==
* {{Testo|Candido/Parte II|Candido, parte seconda}}
{{Sezione note}}
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{{Bar}}
== Yambo,_Luna_paese_incomodo.pdf ==
Ciao, come anticpato di persona qualche giorno fa a Padova, @[[Utente:Oriana Bozzarelli|Oriana Bozzarelli]] ed io stiamo cercando di caricare Luna paese incomodo di Yambo, ma non riusciamo a fare correttamente la page list. Ci dice intervallo non valido anche se mi pare che gli intevalli inseriti siano giusti: il frontespizio è a pag. 5 del pdf. La numerazione comincia da pg. 3 del pdf e c'è solo un 'salto' perché manca pag. 16 (che sarebbe stata bianca, ma non hanno scansionato);
L'indice creato è questo [[Indice:Yambo, Luna paese incomodo.pdf]] potreste aiutarci per favore? Grazie in anticipo! [[User:Elena moz|moz]] ([[User talk:Elena moz|disc.]]) 15:29, 2 ott 2024 (CEST)
:@[[Utente:Elena moz|Elena moz]] @[[Utente:Oriana Bozzarelli|Oriana Bozzarelli]] Non riesco a visualizzare le immagini dal pdf. Il ''purge '' su Commons non è efficace. Carico [[:File:Yambo, Luna paese incomodo.djvu]], e se siete d'accordo sposto la pagina Indice alla nuova fonte. OK?
:Due raccomandazioni.
:* usate [https://pdf2djvu.com/it/ pdf2djvu] per trasformare facilmente i pdf in djvu;
:* su Commons usate il tl|Book invece del tl|Information. Trovate un modello adatto ai libri in italiano in [[:c:User:Alex brollo/Book]], concordato tempo fa con @[[Utente:Ruthven|Ruthven]]. In [[:c:File:Yambo, Luna paese incomodo.pdf]] ho compilato Book, conservando (in un commento) il vostro Information per dare un esempio di conversione.
:[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:16, 4 ott 2024 (CEST)
::Grazie mille @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], certo ok per lo spostamento. Senz'altro le prossime volte proveremo lo strumento per fare il djvu, utilissimo, perché ogni volta i pdf danno problemi (grazie!). Per quanto riguarda l'uso del template Book su Commons, per capire se ho capito: io uso l'Upload wizard per caricare la scansione del libro. Devo insrire la il template {{Book}} nel campo "Summary" durante il caricamento con Upload Wizard, giusto?
::grazie mille! ciao [[User:Elena moz|moz]] ([[User talk:Elena moz|disc.]]) 10:45, 4 ott 2024 (CEST)
:::@[[Utente:Elena moz|Elena moz]] Io non uso mai UploadWizard. Compilo con calma il tl|Book con un editor di testo (basta Blocco note!) sulla base del "modello", poi uso la pagina [[:c:Special:Upload]] di Commons, copiaincollando il tl|Book compilato offline.
:::Procedo con lo spostamento dell'Indice e qualche ritocchino al campo Sommario (ho inserito nel djvu una pagina bianca dove mancava). [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:47, 4 ott 2024 (CEST)
::::Ah! ecco... la prossima volta proverò così, grazie! [[User:Elena moz|moz]] ([[User talk:Elena moz|disc.]]) 15:29, 4 ott 2024 (CEST)
:::::Ho curiosato nella pagina di UploadWizard, e trovo l'invito a EVITARLO per i caricamenti che non usano il tl|Information, come Book. Vedi [https://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Upload_tools#Basic_Upload|Basic upload]]. Si va proprio alla pagina [[:c:Special:Upload]]. In pratica ci ero arrivato "a naso"... :-) Bisognerà mettere la cosa in bella evidenza, qui su wikisource. Grazie di avermi citato il problema. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:10, 5 ott 2024 (CEST)
== Invitation to Participate in Wiki Loves Ramadan Community Engagement Survey ==
Dear all,
Apologies for writing in English. Please help to translate in your language.
We are excited to announce the upcoming [[m:Wiki Loves Ramadan|Wiki Loves Ramadan]] event, a global initiative aimed at celebrating Ramadan by enriching Wikipedia and its sister projects with content related to this significant time of year. As we plan to organize this event globally, your insights and experiences are crucial in shaping the best possible participation experience for the community.
To ensure that Wiki Loves Ramadan is engaging, inclusive, and impactful, we kindly invite you to participate in our community engagement survey. Your feedback will help us understand the needs of the community, set the event's focus, and guide our strategies for organizing this global event.
Survey link: https://forms.gle/f66MuzjcPpwzVymu5
Please take a few minutes to share your thoughts. Your input will make a difference!
Thank you for being a part of our journey to make Wiki Loves Ramadan a success.
Warm regards,
User:ZI Jony 05:20, 6 ott 2024 (CEST)
Wiki Loves Ramadan Organizing Team
<!-- Messaggio inviato da User:ZI Jony@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Non-Technical_Village_Pumps_distribution_list&oldid=27510935 -->
== Caricamento di file in locale ==
Abbiamo ancora abilitato il caricamento di file in locale con lo [[Speciale:Carica]]. A parte il fatto che l'interfaccia andrebbe aggiornata (ad esempio, non si accettano più caricamenti con la sola GFDL), ma viene da chiedersi se ne abbiamo ancora bisogno.
Infatti, non vedo utilità nel avere file caricati in locale, visto che [[Aiuto:Copyright|le linee guida di Wikisource sul copyright]] non differiscono da quelle di Wikimedia Commons. Ossia un file deve essere pubblicato con licenza libera (CC BY SA 4.0 di preferenza) o nel pubblico dominio in Italia e negli USA.
In [[Speciale:File]] vi è una raccolta di file. Molti sembrano essere delle prove. Altri sembrano copiati temporaneamente qui, forse per evitare la cancellazione da Commons.
* I primi si possono caricare anche su Commons: chi ha caricato un file, può chiederne semplicemente la cancellazione su Commons pochi giorni dopo il caricamento, per esempio. Ma anche su Commons gli screenshot di pagine di servizio di Wikisource possono tranquillamente stare.
* I secondi, se non possono stare su Commons, non possono stare neanche qui, a meno di non cambiare la policy.
Che vogliamo fare? <span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 07:22, 7 ott 2024 (CEST)
:I file caricati in locale sono perlopiù o screenshot di esperimenti o chiarimenti di cui si è discusso al bar, o file di prova o esempio. Sono stati lasciati qui perché non sono stati prodotti come ''common'', cioè comuni ad altri progetti utenti ecc.
:D'altro canto anch'io sarei favorevole ala massima ripulitura del progetto da file locali.
:Negli ultimi anni non ho notato caricamenti ''problematici'' dunque per quanto faccia comodo mantenere una ''opzione B'' per caricare materiale utile solo qui da noi non mi opporrò minimamente all'obbligo di caricamento su commons. Prima di questo però mi assicurerei che tutte le immagini che possono essere trasferite su commons ci vadano. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:12, 8 ott 2024 (CEST)
::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Come dicevo a [[Utente:Paperoastro|Paperoastro]], su Commons si possono caricare screenshot o file di esempio e si possono far cancellare abbastanza facilmente. Ma vedo di cosa stai parlando. [[Utente:Alex brollo|Alex brollo]] commentava anche lui che potremmo ridirigere il traffico su Commons.
::Una soluzione potrebbe essere sostituire lo [[Speciale:Carica]] da un redirect all'upload wizard di Commons e mantenere una versione locale per un gruppo di utenti <code>caricatore di file</code> (flag ottenibile su semplice richiesta) o in una pagina meno visibile del ns Wikisource. <span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 20:58, 8 ott 2024 (CEST)
== Sondaggio wikiutenti ==
Volevo avvisare gli utenti di questo progetto che da oggi sono ufficialmente aperte le risposte al sondaggio per i wikiutenti. Il sondaggio fa parte del progetto "La re-inventata cultura open italiana". Noi per cercare di sviluppare al meglio questo progetto abbiamo bisogno dei vostri pareri e delle vostre competenze. Per questo vi chiediamo di compilare il sondaggio cliccando [https://meta.wikimedia.org/wiki/La%20re-inventata%20cultura%20open%20italiana/Sondaggio%20wikiutenti qui]. A nome di tutto il team del progetto vi ringrazio per la vostra partecipazione.
P.S. Per favore non rispondete a questo messaggio [[User:DBBBL|DBBBL]] ([[User talk:DBBBL|disc.]]) 20:00, 7 ott 2024 (CEST)
== <span lang="en" dir="ltr">Tech News: 2024-41</span> ==
<div lang="en" dir="ltr">
<section begin="technews-2024-W41"/><div class="plainlinks">
Latest '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|tech news]]''' from the Wikimedia technical community. Please tell other users about these changes. Not all changes will affect you. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/41|Translations]] are available.
'''Weekly highlight'''
* Communities can now request installation of [[mw:Special:MyLanguage/Moderator Tools/Automoderator|Automoderator]] on their wiki. Automoderator is an automated anti-vandalism tool that reverts bad edits based on scores from the new "Revert Risk" machine learning model. You can [[mw:Special:MyLanguage/Extension:AutoModerator/Deploying|read details about the necessary steps]] for installation and configuration. [https://phabricator.wikimedia.org/T336934]
'''Updates for editors'''
* Translators in wikis where [[mw:Special:MyLanguage/Content translation/Section translation#Try the tool|the mobile experience of Content Translation is available]], can now customize their articles suggestion list from 41 filtering options when using the tool. This topic-based article suggestion feature makes it easy for translators to self-discover relevant articles based on their area of interest and translate them. You can [https://test.wikipedia.org/w/index.php?title=Special:ContentTranslation&active-list=suggestions try it with your mobile device]. [https://phabricator.wikimedia.org/T368422]
* View all {{formatnum:12}} community-submitted {{PLURAL:12|task|tasks}} that were [[m:Tech/News/Recently resolved community tasks|resolved last week]].
'''Updates for technical contributors'''
* It is now possible for <bdi lang="zxx" dir="ltr"><code><nowiki><syntaxhighlight></nowiki></code></bdi> code blocks to offer readers a "Copy" button if the <bdi lang="zxx" dir="ltr"><code><nowiki>copy=1</nowiki></code></bdi> attribute is [[mw:Special:MyLanguage/Extension:SyntaxHighlight#copy|set on the tag]]. Thanks to SD0001 for these improvements. [https://phabricator.wikimedia.org/T40932]
* Customized copyright footer messages on all wikis will be updated. The new versions will use wikitext markup instead of requiring editing raw HTML. [https://phabricator.wikimedia.org/T375789]
* [[File:Octicons-tools.svg|12px|link=|class=skin-invert|Advanced item]] Later this month, [[mw:Special:MyLanguage/Trust and Safety Product/Temporary Accounts|temporary accounts]] will be rolled out on several pilot wikis. The final list of the wikis will be published in the second half of the month. If you maintain any tools, bots, or gadgets on [[phab:T376499|these 11 wikis]], and your software is using data about IP addresses or is available for logged-out users, please check if it needs to be updated to work with temporary accounts. [[mw:Special:MyLanguage/Trust and Safety Product/Temporary Accounts/For developers|Guidance on how to update the code is available]].
* [[File:Octicons-tools.svg|12px|link=|class=skin-invert|Advanced item]] Rate limiting has been enabled for the code review tools [[Wikitech:Gerrit|Gerrit]] and [[Wikitech:GitLab|GitLab]] to address ongoing issues caused by malicious traffic and scraping. Clients that open too many concurrent connections will be restricted for a few minutes. This rate limiting is managed through [[Wikitech:nftables|nftables]] firewall rules. For more details, see Wikitech's pages on [[Wikitech:Firewall#Throttling with nftables|Firewall]], [[Wikitech:GitLab/Abuse and rate limiting|GitLab limits]] and [[Wikitech:Gerrit/Operations#Throttling IPs|Gerrit operations]].
* Five new wikis have been created:
** a {{int:project-localized-name-group-wikipedia}} in [[d:Q49224|Komering]] ([[w:kge:|<code>w:kge:</code>]]) [https://phabricator.wikimedia.org/T374813]
** a {{int:project-localized-name-group-wikipedia}} in [[d:Q36096|Mooré]] ([[m:mos:|<code>m:mos:</code>]]) [https://phabricator.wikimedia.org/T374641]
** a {{int:project-localized-name-group-wiktionary}} in [[d:Q36213|Madurese]] ([[wikt:mad:|<code>wikt:mad:</code>]]) [https://phabricator.wikimedia.org/T374968]
** a {{int:project-localized-name-group-wikiquote}} in [[d:Q2501174|Gorontalo]] ([[q:gor:|<code>q:gor:</code>]]) [https://phabricator.wikimedia.org/T375088]
** a {{int:project-localized-name-group-wikinews}} in [[d:Q56482|Shan]] ([[n:shn:|<code>n:shn:</code>]]) [https://phabricator.wikimedia.org/T375430]
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' prepared by [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|Tech News writers]] and posted by [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribute]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/41|Translate]] • [[m:Tech|Get help]] • [[m:Talk:Tech/News|Give feedback]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Subscribe or unsubscribe]].''
</div><section end="technews-2024-W41"/>
</div>
<bdi lang="en" dir="ltr">[[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]]</bdi> 01:42, 8 ott 2024 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=27557422 -->
== Riletto Testo, richiesta verifiche ==
Salve,
ho appena riletto
https://it.wikisource.org/wiki/Memorie_d%27un_Pulcino
il testo era trascritto molto bene e c'erano pochissimi refusi;
purtroppo però sono molto discontinuo e quindi poco aggiornato.
Chiedo se qualcuno può dare una scorsa per essere sicuro che vada tutto bene.
In particolare a pag 65
https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Baccini_-_Memorie_d%27un_Pulcino.djvu/65&action=edit
se sia corretto lasciare quelle virgolette aperte prima di ogni frase del discorso riportato. Mi sembrava di aver letto qualcosa in proposito ma non lo ritrovo. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 10:47, 9 ott 2024 (CEST)
:Vanno certamente trascurate le virgolette in testa ad ogni riga (come in [[Pagina:Della congiura di Catilina.djvu/26|questa pagina]]; queste, all'inizio di ogni paragrafo, secondo me vanno conservate. Vedi [[Wikisource:Convenzioni di trascrizione#Virgolette]]. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 23:57, 9 ott 2024 (CEST)
::Perfetto grazie, sempre molto gentile ed efficiente! [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 19:43, 10 ott 2024 (CEST)
:::@[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]] abbi pazienza, volevo aggiungerlo agli ultimi testi riletti ma nel farlo non mi compaiono in anteprima le due iconcine di 'scarica in epub' e 'Indice'. Eppure l'ho scritto con la stessa formattazione delle altre voci. Dalle mie impostazioni vedo che sono utente autoconvalidato quindi dovrei poter fare questa modifica. Mi sfugge sicuramente qualcosa... [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 13:05, 14 ott 2024 (CEST)
== Internet Achive offline ==
Cosa succede a Internet Archive? Avete qualche notizia? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 23:50, 9 ott 2024 (CEST)
:Ciao @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]],
:su <code>hwupgrade</code> hanno scritto che l'archivio utenti è stato "bucato" e nei giorni scorsi il sito ha subito pesanti attacchi [[w:it:Denial of service#DDoS|DDoS]]. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 11:22, 10 ott 2024 (CEST)
::Grazie; ho visto che stamattina correva di nuovo. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:27, 10 ott 2024 (CEST)
:::A me ora risulta ancora offline. Speriamo bene. Questo dimostra che nemmeno siti benemeriti e innocui come archive.org sono esenti da minacce. teniamoci forte e conserviamo copie del nostro database nei ''dump'' di Wikimedia. La più recente del nostro progetto è del [https://dumps.wikimedia.org/itwikisource/20241001/ 1º ottobre]. Almeno ci facciamo un'idea di quanti edit perderemmo in caso di DDoS. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 20:27, 10 ott 2024 (CEST)
::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Il sito ha subito un grosso attacco hacker ed è ancora malconcio. Solo alcuni servizi sono riattivati; i testi sono inaccessibili. Vedi [https://archive.org archive.org]. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 16:22, 20 ott 2024 (CEST)
:::::@[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]]@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Adesso Internet Archive risulta di nuovo totalmente online, testi digitalizzati compresi. Speriamo che tutto ciò sia una lezione per far ricordare quanto è importante la cybersecurity per siti preziosissimi per la conservazione e la condivisione della cultura. [[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 19:51, 21 ott 2024 (CEST)
::::::Scusa se ribadisco il concetto già espresso, ma per quanto sia importante la cybersecurity i siti come i progetti WMF e IA hanno una programmatica ''apertura al mondo'', dunque non tutte le procedure di protezione tipiche di altre organizzazioni sono implementabili: la contromisura più adatta alla nostra dimensione di apertura è seplicemente un programma serrato di backup automatici. Allo stato attuale essi sono mensili dunque un eventuale attacco che mettesse offline questo progetto farebbe scomparire al massimo un mese di edit prima che qualche anima pia rimetta in piedi un fork momentaneo del sito. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 22:10, 21 ott 2024 (CEST)
:::::::{{Ping|OrbiliusMagister}} In realtà la contromisura più efficace è avere un'infrastruttura dimensionata, aggiornata e applicare tecniche di [[w:en:DDoS mitigation]]. Gli attacchi [[w:Denial of service|DDoS]] non colpiscono i dati bensì cercano di sovraccaricare i server di richieste che poi non riescono a fornire le relative risposte.
:::::::I criminali informatici prima di attaccare scandagliano le reti interne per carpirne la struttura, provano a comprometterle senza dare nell'occhio e infine scatenano l'attacco finale. Loro hanno anche subìto due furti di dati interni (il database delle password e un token di autenticazione di assistenza indebitamente esposto). [https://www.wired.it/article/internet-archive-altro-attacco/ fonte]
:::::::Poi i backup non sono garanzia di salvezza (nel caso specifico si veda [[meta:Data_dumps/What the dumps are not]]): se la rete era già stata compromessa al momento dell'attacco essi potrebbero venire cifrati o cancellati preventivamente/contestualmente. --[[User:ZandDev|ZandDev]] ([[User talk:ZandDev|disc.]]) 01:29, 28 ott 2024 (CET)
== Problemi con Ctrl+I Ctrl+B ==
Ciao a tutti, mi stanno dando problemi i comandi per corsivo e grassetto nelle pagine di [[Indice:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu]], oltre a fare quello che devono fare mi aggiungono altri 4 o 6 apici. Non so se è colpa di qualche regex (ma non dovrebbero attivarsi solo colo con Alt+7?) o è un bug globale (al bar però non fa casino) [[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 20:56, 10 ott 2024 (CEST)
:Grazie, succede anche a me ed è estremamente fastidioso. Il problema è comparso improvvisamente un paio di giorni fa; mi sono scervellato per capire se avevo combinato qualche pasticcio ma niente. Ho trovato però una "pezza": Ctrl+i funziona male, ma Ctrl+Alt+i funziona regolarmente. Idem Ctrl+Alt+b. Il fatto che succeda anche a te mi fa supporre che succeda a tutti... tento una soluzione. Una ipotesi è che le combinazioni di tasti siano state previste per default da qualche script centrale. In questo caso, dovrebbe funzionare anche rimuovendone la previsione nello script che le definisce qui da noi. Provo quindi a modificare [[MediaWiki:Gadget-RegexMenuFramework.js]]. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 06:59, 11 ott 2024 (CEST)
::{{ping|Cruccone}} Sembra che funzioni! La diagnosi è incerta, ma la terapia ha funzionato. Per favore, purga per bene il tuo ambiente wikisource e riprova. Per tutti: le modifiche ai gadget di solito ci mettono un po' per essere attivate: aiuta andare in Preferenze-Accessori. modificare qualcosa, salvare, ripristinare ciò che si è modificato, salvare di nuovo. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 07:31, 11 ott 2024 (CEST)
:::Perfetto, adesso mi funziona! Grazie! --[[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 18:43, 11 ott 2024 (CEST)
::::A me non funge. Improvvisamente anche metà dei pulsanti è saltata (almeno a me). Quando edito i testo tra graffe e diventato viola, i tag html sono verdi e i tag (o link) in linguaggio wiki sono di un del blu di Prussia. --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 23:12, 12 ott 2024 (CEST)
== Inserire nuovo testo ==
Buongiorno, ho caricato il testo che vorrei inserire su Internet Archive. Cosa dovrei fare, adesso, per trasportare le immagini nel formato richiesto da Wikisource? [[User:12Akragas12|12Akragas12]] ([[User talk:12Akragas12|disc.]]) 10:12, 12 ott 2024 (CEST)
:La pagina di aiuto è questa: [[Aiuto:Caricare un libro su Wikisource]], naturalmente "salta" la parte relativa al caricamento su Internet Archive. In breve, devi caricare il file pdf o il file djvu su Commons, e poi creare qui una pagina Indice. Ma... se ti scoraggi, niente paura: sappiamo tutti che il caricamento non è una cosa semplice, e possiamo aiutarti. Qual'è il testo che hai caricato? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:13, 14 ott 2024 (CEST)
::@[[Utente:12Akragas12|12Akragas12]] Il sito archive.org è malconcio per un attacco hacker. Se hai ancora i file che hai caricato su IA e me li fai avere in qualche modo posso aiutarti a caricarli direttamente su Commons. Ti invio una mail. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 16:24, 20 ott 2024 (CEST)
== Risultati preliminari delle elezioni 2024 del Board of Trustees di Wikimedia Foundation ==
<section begin="announcement-content" />
Ciao a tutti,
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato all'[[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation elections/2024|elezione 2024 del Board of Trustees della Wikimedia Foundation]]. Hanno votato circa 6000 membri delle comunità di oltre 180 progetti.
I seguenti quattro candidati hanno ottenuto il maggior numero di voti:
# [[User:Kritzolina|Christel Steigenberger]]
# [[User:Nadzik|Maciej Artur Nadzikiewicz]]
# [[User:Victoria|Victoria Doronina]]
# [[User:Laurentius|Lorenzo Losa]]
Anche se questi candidati hanno ottenuto il maggior numero di voti nell'elezione devono ancora essere nominati nel Board of Trustees. Devono superare un controllo dei precedenti e soddisfare le qualifiche indicate nel Regolamento. I nuovi membri del Board saranno nominati alla prossima riunione del Board, nel dicembre 2024.
[[m:Special:MyLanguage/Wikimedia_Foundation_elections/2024/Results|L'annuncio completo si trova su Meta-Wiki]]
Cordiali saluti,
Il Comitato elettorale e il Board Selection Working Group
<section end="announcement-content" />
[[User:MPossoupe_(WMF)|MPossoupe_(WMF)]] 10:26, 14 ott 2024 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:MPossoupe (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=27183190 -->
:Yuppie! Il nostro Laurentius è ancora nel Board! Grande possibilità perché le nostre voci possano avere un ascolto anche diretto! --'''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 16:41, 14 ott 2024 (CEST)
== <span lang="en" dir="ltr">Tech News: 2024-42</span> ==
<div lang="en" dir="ltr">
<section begin="technews-2024-W42"/><div class="plainlinks">
Latest '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|tech news]]''' from the Wikimedia technical community. Please tell other users about these changes. Not all changes will affect you. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/42|Translations]] are available.
'''Updates for editors'''
* The Structured Discussion extension (also known as Flow) is starting to be removed. This extension is unmaintained and causes issues. It will be replaced by [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|DiscussionTools]], which is used on any regular talk page. [[mw:Special:MyLanguage/Structured Discussions/Deprecation#Deprecation timeline|A first set of wikis]] are being contacted. These wikis are invited to stop using Flow, and to move all Flow boards to sub-pages, as archives. At these wikis, a script will move all Flow pages that aren't a sub-page to a sub-page automatically, starting on 22 October 2024. On 28 October 2024, all Flow boards at these wikis will be set in read-only mode. [https://www.mediawiki.org/wiki/Structured_Discussions/Deprecation][https://phabricator.wikimedia.org/T370722]
* WMF's Search Platform team is working on making it easier for readers to perform text searches in their language. A [[phab:T332342|change last week]] on over 30 languages makes it easier to find words with accents and other diacritics. This applies to both full-text search and to types of advanced search such as the <bdi lang="en" dir="ltr">''hastemplate''</bdi> and <bdi lang="en" dir="ltr">''incategory''</bdi> keywords. More technical details (including a few other minor search upgrades) are available. [https://www.mediawiki.org/wiki/User:TJones_%28WMF%29/Notes/Language_Analyzer_Harmonization_Notes#ASCII-folding/ICU-folding_%28T332342%29]
* View all {{formatnum:20}} community-submitted {{PLURAL:20|task|tasks}} that were [[m:Tech/News/Recently resolved community tasks|resolved last week]]. For example, [[mw:Special:MyLanguage/Help:Edit check|EditCheck]] was installed at Russian Wikipedia, and fixes were made for some missing user interface styles.
'''Updates for technical contributors'''
* Editors who use the Toolforge tool [[toolforge:copyvios|Earwig's Copyright Violation Detector]] will now be required to log in with their Wikimedia account before running checks using the "search engine" option. This change is needed to help prevent external bots from misusing the system. Thanks to Chlod for these improvements. [https://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia_talk:New_pages_patrol/Reviewers#Authentication_is_now_required_for_search_engine_checks_on_Earwig's_Copyvio_Tool]
* [[m:Special:MyLanguage/Phabricator|Phabricator]] users can create tickets and add comments on existing tickets via Email again. [[mw:Special:MyLanguage/Phabricator/Help#Using email|Sending email to Phabricator]] has been fixed. [https://phabricator.wikimedia.org/T356077]
* [[File:Octicons-tools.svg|12px|link=|class=skin-invert|Advanced item]] Some HTML elements in the interface are now wrapped with a <code><nowiki><bdi></nowiki></code> element, to make our HTML output more aligned with Web standards. More changes like this will be coming in future weeks. This change might break some tools that rely on the previous HTML structure of the interface. Note that relying on the HTML structure of the interface is [[mw:Special:MyLanguage/Stable interface policy/Frontend#What is not stable?|not recommended]] and might break at any time. [https://phabricator.wikimedia.org/T375975]
'''In depth'''
* The latest monthly [[mw:Special:MyLanguage/MediaWiki Product Insights/Reports/September 2024|MediaWiki Product Insights newsletter]] is available. This edition includes: updates on Wikimedia's authentication system, research to simplify feature development in the MediaWiki platform, updates on Parser Unification and MathML rollout, and more.
* The latest quarterly [[mw:Technical Community Newsletter/2024/October|Technical Community Newsletter]] is now available. This edition include: research about improving topic suggestions related to countries, improvements to PHPUnit tests, and more.
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' prepared by [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|Tech News writers]] and posted by [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribute]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/42|Translate]] • [[m:Tech|Get help]] • [[m:Talk:Tech/News|Give feedback]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Subscribe or unsubscribe]].''
</div><section end="technews-2024-W42"/>
</div>
<bdi lang="en" dir="ltr">[[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]]</bdi> 23:21, 14 ott 2024 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=27597254 -->
== <span lang="en" dir="ltr">Seeking volunteers to join several of the movement’s committees</span> ==
<div lang="en" dir="ltr">
<section begin="announcement-content" />
Each year, typically from October through December, several of the movement’s committees seek new volunteers.
Read more about the committees on their Meta-wiki pages:
* [[m:Special:MyLanguage/Affiliations_Committee|Affiliations Committee (AffCom)]]
* [[m:Special:MyLanguage/Ombuds_commission|Ombuds commission (OC)]]
* [[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation/Legal/Community Resilience and Sustainability/Trust and Safety/Case Review Committee|Case Review Committee (CRC)]]
Applications for the committees open on 16 October 2024. Applications for the Affiliations Committee close on 18 November 2024, and applications for the Ombuds commission and the Case Review Committee close on 2 December 2024. Learn how to apply by [[m:Special:MyLanguage/Wikimedia_Foundation/Legal/Committee_appointments|visiting the appointment page on Meta-wiki]]. Post to the talk page or email [mailto:cst@wikimedia.org cst@wikimedia.org] with any questions you may have.
For the Committee Support team,
<section end="announcement-content" />
</div>
-- [[m:User:Keegan (WMF)|Keegan (WMF)]] ([[m:User talk:Keegan (WMF)|talk]]) 01:09, 17 ott 2024 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Keegan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=27601062 -->
== Consigli esperti per completamento rilettura ==
[[Indice:Il_Buddha,_Confucio_e_Lao-Tse.djvu]]
Dopo dieci anni dalla sua creazione ho trovato questo testo a cui mancavano poche pagine.
Ho riletto quello che ho potuto ma mancano alcune accortezze che mi piacerebbe sciogliere:
1) Formattazione
Da
[[Pagina:Il_Buddha,_Confucio_e_Lao-Tse.djvu/584]]
a
[[Pagina:Il_Buddha,_Confucio_e_Lao-Tse.djvu/593]]
e in
[[Pagina:Il_Buddha,_Confucio_e_Lao-Tse.djvu/625]]
ci sono degli elenchi dove la riga va a capo partendo prima del rientro della precedente.
Specie dove è solo una parola è molto brutto. Come si può evitare?
2)Tabelle:
c'è sempre da impazzire con le tabelle, la prima non dovrebbe essere niente di che per chi le ha in pratica,
l'ho un po' maneggiata ma non è bellissima
[[Pagina:Il_Buddha,_Confucio_e_Lao-Tse.djvu/624]]
l'ultima mi fa più paura
[[Pagina:Il_Buddha,_Confucio_e_Lao-Tse.djvu/630]]
mi permetto di taggare chi ho visto che ci ha lavorato, complimentandomi per l'immenso lavoro @[[Utente:Piaz1606|Piaz1606]] @[[Utente:Utoutouto|Utoutouto]] @[[Utente:Cruccone|Cruccone]]@[[Utente:Luigi62|Luigi62]] [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 13:10, 17 ott 2024 (CEST)
::Per quanto riguarda la formattazione, {{tl|indentatura}} fa al caso tuo. Se fa cose strane, il <nowiki></div></nowiki> a capo rispetto all'ultima riga (non ho mai capito perché). Intanto ho smanettato sulla prima tabella, se non ti piace cambia pure.
::: Quell'elenco tipo pag 584 è un caso particolare. In generale è una serie di paragrafi con indentatura inversa (quindi va benissimo Indentatura), ma nella stampa le righe sono spaziate verticalmente in modo regolare, mentre rendendole come paragrafi si formano spazi più grandi fra un paragrafo e l'altro. Ci sono due soluzioni ma non semplicissime: se a voi va bene, ottenere l'effetto "righe ugualmente spaziate" potrebbe essere un eccesso di zelo. Se invece vi danno fastidio, vi propongo le due soluzioni.
::: Per la tabella di pag. 630, ci vuole pazienza.... tocca fare una tabella di 6 colonne. Una sfida interessante è farla con il minimo di codice possibile :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:53, 17 ott 2024 (CEST)
:::Per ora, la pag. 630 è solo trasformata in una vera tabella. Adesso, volendo, servono le rifiniture. :-) Volete provarci? io torno, stasera a [[Prediche volgari]]: manca pochissimo! [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 22:09, 17 ott 2024 (CEST)
::::Grazie come sempre di tutto. Ho visto anche che altri sono intervenuti ed è finalmente finito.
::::Non ho fatto niente ma sono soddisfatto anch'io!
::::Complimenti al team! [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 10:23, 20 ott 2024 (CEST)
== Confronto ==
Per favore, date un'occhiata a [[Chi vuol fiabe, chi vuole?/La figlia del giardiniere]], basta l'inizio, e confrontatela con [[Chi vuol fiabe, chi vuole?/Il tesoro nascosto]]. Sono due favole, caratterizzate da paragrafi brevissimi. Vedete la differenza? a me la prima delle due piace molto di più. Siete d'accordo? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 08:01, 20 ott 2024 (CEST)
:Per il mio gusto personale e visto da un laptop concordo: trovo più piacevole la prima formattazione. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 10:25, 20 ott 2024 (CEST)
::@[[Utente:Accolturato|Accolturato]] Grazie! L'effetto (visibile solo in ns0, con la soluzione css adottata) è ottenuto semplicemente eliminando i margini superiore e inferiore automatici ai tag html <code>p</code>. Anche l'aggiunta dei tag <code>p</code> è automatica, e questa è una delle caratteristiche generalizzate del software mediawiki, che semplifica le cose ma alle volte causa cefalee. @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]], la mia proposta è di eliminare del tutto i margini automatici del tag html <code>p</code>, tenuto anche conto che nei libri a stampa è rarissimo incontrarli. La loro eliminaziona, secondo me, avrebbe notevoli vantaggi. Non ho idea di dove si dovrebbe intervenire, e comunque, essendo una modifica pesante e generalizzata, è necessaria una discussione e forse anche una votazione. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:15, 20 ott 2024 (CEST)
:::In generale, mi sembra che nei libri cartacei l'interlinea tra i paragrafi sia la stessa che all'interno dei paragrafi, e quindi la soluzione proposta va nella direzione di riprodurre il testo in maniera più fedele. Poi, a livello di lettura a schermo, probabilmente l'interlinea maggiore tra paragrafi aiuta la lettura, penso a certi libri antichi dove si fa fatica a distinguere gli spazi e dove gli a capo sono merce rara, evidentemente la carta costava e andava riempita il più possibile... Decisamente nei testi con molti dialoghi dove i paragrafi sono di 1-2 righe, l'interlinea differenziata è brutta. Tra l'altro, questa cosa si nota molto dove ci sono a inizio paragrafi rientri diversi dallo standard 2em, dovendolo realizzare con i div si ha l'interlinea diversa. [[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 09:59, 23 ott 2024 (CEST)
== Pseudo-duplicazione ed errore di link? ==
Buongiorno,
vengo poco ma creo molti problemi :)
Volevo inserire il testo riletto di Ida Baccini "Memorie d'un pulcino" tra i testi appena riletti in home.
Il problema è che se inserisco
[[Memorie_d%27un_Pulcino|Memorie d'un pulcino]]
non compaiono le due icone a sinistra ma ne compare una a destra che indica un sal 25%,
che è invece lo stato dell'omonimo
[[Memorie_di_un_Pulcino]]
che tra l'altro non è una copia perchè contiene anche un racconto separato che è il seguito del primo.
Passando 'on the fly' col mouse però i link sembrano corretti.
Qualcuno sa risolvere?
Inoltre mi chiedevo se ha senso lasciare la duplicazione del primo testo o non sia più 'economico' lasciare il secondo da solo e rileggerlo per suo conto ma non so se dal punto di vista della correttezza della riproduzione vada bene. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 10:33, 20 ott 2024 (CEST)
:{{ping|Acculturato}} Intanto sulla duplicazione: le trascrizioni (soprattutto quelle proofread) della stessa opera in edizioni diverse sono benvenute :-). Se non c'è ancora, va fatta una pagina [[Opera:Memorie di un pulcino]] con i link alle due trascrizioni. Quanto allo strano funzionamento dei link, non l'ho ancora riprodotto, vediamo. Di certo sarebbe meglio aggiungere ai due nomi in ns0 l'anno di edizione, o almeno ad uno dei due, come disambigua esplicita. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:57, 20 ott 2024 (CEST)
:: Non riesco a riprodurre il problema... ho aggiunto [[Memorie d'un Pulcino]] agli ultimi testi riletti senza inconvenienti. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:04, 20 ott 2024 (CEST)
:::Scusate il grassetto ma scrivo il mio '''No alla ''semi''-disambiguazione!'''. Ora mi spiego
::::Ci sono due edizioni del medesimo testo con il medesimo titolo ma di anni diversi: in entrambe il titolo '''dovrà''' essere spostato a ''titolo_(anno)'' e lo spazio creatosi con il titolo ''normale'' diventerà un rinvio alla corrispondente pagina ''Opera:Titolo''
::::Se non si facesse così una delle due edizioni avrebbe un'implicita maggiore importanza rispetto all'altra, e questo è un POV che non intendo avallare: un'edizione più tarda (o una più recente) è più valida... chi l'ha detto? Sappiamo bene che i secoli hanno prodotto tipografie molto differenti e al tempo stesso deviazioni editoriali dal testo licenziato dall'autore. Sappiamo che un autore non di rado è tornato sulle sue opere modificando ora minimamente ora radicalmente le edizioni successive del suo parto letterario... insomma è giusto cercare di far convergere gli sforzi su edizioni considerate ''migliori'' dalla critica, ma questo non deve dare ad esse una preminenza "tecnica" quando si tratta di dare loro un titolo: le pagine del nsOpera servono proprio a descrivere quando possibile la storia editoriale di un testo. Diversamente a noi non deve interessare che l'edizione del 1840 dei Promessi sposi sia "definitiva" rispetto a quella del 1827: anche sapendolo non per questo daremo alla prima il titolo "I promessi sposi" e alla seconda "I promessi sposi (1827)": questo renderà tranquilli quegli utenti che desiderano serenamente costruire la biblioteca senza entrare nella storia editoriale di un testo.
::::Il problema si porrà nel caso di titoli lievemente o anche molto differenti di una stessa opera: bisognerà scegliere un titolo e a quello far convergere il rimando alla pagina nsOpera. Su questo non ho un riscontro autorevole e IMHO si può scegliere la denominazione più recente, o quella presente in banche dati autorevoli (VIAF LOC BNF ecc.).
:::'''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:43, 20 ott 2024 (CEST)
::::@[[Utente:Accolturato|Accolturato]]
::::Buon giorno a tutti, sono nuovo del progetto e mi scuso anticipatamente per gli errori più grossolani che posso commettere.
::::Per quel che riguarda la pseudo-duplicazione io credo che il problema non si ponga: il titolo dell'opera è un elemento intrinseco dell'opera che non può essere modificato, se si vuole mantenere la fedeltà all'opera originale, come non possono essere modificate le informazioni relative all'edizione di quell'opera per cui i collegamenti dovranno essere rivolti a due edizioni diverse di un'opera con lo stesso titolo, dovrebbe essere cura del destinatario scegliere quella che preferisce.
::::Resta inteso che questa è solo la mia modesta opinione in merito e non tiene conto delle specifiche del progetto che ancora non conosco a fondo.
::::Scusate l'irruzione.
::::Buona giornata a tutti. [[User:Lucca w s|Lucca w s]] ([[User talk:Lucca w s|disc.]]) 12:32, 20 ott 2024 (CEST)
:::::@[[Utente:Accolturato|Accolturato]] Una cosa su cui si è già parlato in passato sul digitalizzare testi di edizioni diverse è quella di utilizzare i software "diff" (ad esempio KDiff3) ovvero strumenti informatici che permettono di individuare velocemente le differenze tra queste due edizioni in modo da velocizzare la digitalizzazione. In sostanza questi software confrontano i due txt degli OCR delle due scansioni e dicono "queste sono le parti di testo che i due txt non hanno in comune". Non so se c'è qualcosa di simile già incorporato su Wikisource... [[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 15:59, 20 ott 2024 (CEST)
::::::sembrerebbe una funzione interessante, ma anch'io sono un utente basic quindi non so darti sponda sul prosieguo di questa ipotesi [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 18:21, 20 ott 2024 (CEST)
:::::@[[Utente:Lucca w s|Lucca w s]], nessuno mette in dubbio i dati del testo, il problema riguarda il ''titolo'', che in gergo di Wikisource significa "il titolo della pagina di Wikisource che consente la navigazione nelle varie pagine del testo (di cui non si cambierà minimamente il titolo!): se abbiamo una sola edizione di tale testo questo ''titolo'' coinciderà appunto con quello del libro digitalizzato, ma se abbiamo due edizioni del medesimo libro qui presenti le pagine che le ospitano dovranno rifarsi a un ''titolo'' che ne permetta la distinzione. Ad esempio del carme ''In morte di Carlo Imbonati'' abbiamo [[In morte di Carlo Imbonati (1881)|l'edizione Rechiedei del 1881]] ma anche [[In_morte_di_Carlo_Imbonati_(1922)|l'edizione Scherillo del 1922]]. Solo una pagina è disponibile al titolo [[In morte di Carlo Imbonati]], dunque per non privilegiare un'edizione rispetto all'altra questa rinvia a una pagina che permette di scegliere tra le due edizioni. Spero che si sia chiarito il mio punto e il rispetto per i titoli. L'argomento è molto più compèlesso e scivoloso: meglio [[Divina commedia|Divina commedia o Comedìa]]? Meglio [[Lo scudo di Ercole|Lo scudo di Ercole o di Eracle]]? Davvero l'[[Alcyone|Alcyione si intitolava Alcione]]?) '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:11, 20 ott 2024 (CEST)
::::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Tu ti ricordi se c'è dentro Wikisource una utility "diff" che evidenzia le differenze tra due testi, che come dicevo velocizzerebero la digitalizzazione di edizioni diverse dello stesso testo? Oltre a Kdiff3 scaricabile qui https://kdiff3.sourceforge.net/ ci sono anche utility da usare direttamente online come la seguente: https://www.diffchecker.com/ però mi sembra che usino tutti testo non formattato, senza differenze tra grassetti, corsivi, caratteri di dimensioni diverse e così via. Per alcuni potrebbe comunque già essere tanto. Su LibreOffice Writer c'è la funzione Modifica/Revisioni/Confronta documento che dovrebbe segnalare anche differenze di formattazione. Non so se tu sai altro... [[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 21:45, 20 ott 2024 (CEST)
::::ti ringrazio per queste riflessioni. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 18:20, 20 ott 2024 (CEST)
::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] @[[Utente:Accolturato|Accolturato]] Il caso è effettivamente fastidioso: mi riferisco alla differenza fra i due titoli stampati: ''Memorie di un Pulcino'' (Bemporad, 1875) e ''Memorie d'un Pulcino'' (Bemporad, 1902). Altre edizioni hanno titoli ancora leggermente diversi: ''pulcino'' minuscolo, oppure ''Le memorie di un pulcino''. VIAF sceglie ''Memorie di un pulcino'' che mi piace parecchio: niente apostrofo e niente maiuscole discutibili. Se siete d'accordo, rinominerei l'edizione 1875 in ''Memorie di un pulcino (1875)'' e quella del 1902 in ''Memorie di un pulcino (1902)''. Lìopera sarà [[Opera:Memorie di un pulcino]]. OK? Vado? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:46, 20 ott 2024 (CEST)
:::::Per me quel che fai va bene... sentiamo il Magister. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 18:52, 20 ott 2024 (CEST)
:::::@[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]]: OK. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 07:06, 21 ott 2024 (CEST)
::::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] Aimè! Ho eseguito ma dovevo pensarci meglio :-(
::::::Come ''disambigua'', bisogna utilizzare ''l'anno di pubblicazione'' e non ''l'anno di prima pubblicazione!'' la confusione fra le due cose è un problema da risolvere. In conclusione: [[Memorie di un pulcino (1902)]] va bene, ma [[Memorie di un pulcino (1875)]] non va affatto bene, va spostato in [[Memorie di un pulcino (1918)]]. Non solo: il secondo è una raccolta di due opere indipendenti, giustamente transcluse anche come tali, e quindi sarebbe opportuna una pagina "raccolta" che semplicemente linki a due pagine ns0 indipendenti. Cerco di sistemare evitando di aggiungere confusione a confusione... Speriamo bene. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:25, 21 ott 2024 (CEST)
:::::::Ci ho provato. Speriamo bene. Per favore, date un'occhiata: sono disponibile a qualsiasi correzione.
:::::::La situazione attuale è:
:::::::* [[Memorie di un pulcino (1902)]]
:::::::* [[Memorie di un pulcino e Come andò a finire il pulcino]], edizione 1918, ''pagina raccolta'' che linka a:
:::::::** [[Memorie di un pulcino (1918)]]
:::::::** [[Come andò a finire il Pulcino]]
:::::::[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:44, 21 ott 2024 (CEST)
::::::::Mi sembra tutto giusto.
::::::::Hai fatto come sempre un ottimo lavoro, e mi sembra anche molto chiaro anche per chi non dovesse conoscerne "la storia". [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 15:14, 21 ott 2024 (CEST)
:::ti ringrazio! paradossalmente hai scritto il titolo e basta e non la forma nomepagina|titolo, che fosse quello il problema?
:::cmq sempre risolutivo! [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 18:18, 20 ott 2024 (CEST)
::::Scusate, ma in tutto questo manca la pagina in nsOpera, [[Memorie di un pulcino]] è un redirect che punta nel vuoto e diventa difficile trovare il titolo. [[Memorie di un pulcino (1902)]] non dovrebbe chiamarsi [[Memorie d'un Pulcino (1902)]]? (o [[Memorie d'un pulcino (1902)]], non è chiarissimo quali parole vadano maiuscole)--[[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 22:39, 21 ott 2024 (CEST)
:::::@[[Utente:Cruccone|Cruccone]] Alla fine ho deciso di utilizzare, per i nomi pagina, lo standard VIAF <code>Memorie di un pulcino</code>. Cancello al volo la pagina redirect confondente [[Memorie di un pulcino]]. Prego chi lo fa con agilità di creare la pagina [[Opera:Memorie di un pulcino]], grazie! [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 00:16, 22 ott 2024 (CEST)
== <span lang="en" dir="ltr">Tech News: 2024-43</span> ==
<div lang="en" dir="ltr">
<section begin="technews-2024-W43"/><div class="plainlinks">
Latest '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|tech news]]''' from the Wikimedia technical community. Please tell other users about these changes. Not all changes will affect you. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/43|Translations]] are available.
'''Weekly highlight'''
* The Mobile Apps team has released an [[mw:Special:MyLanguage/Wikimedia Apps/Team/iOS/Navigation Refresh#Phase 1: Creating a user Profile Menu (T373714)|update]] to the iOS app's navigation, and it is now available in the latest App store version. The team added a new Profile menu that allows for easy access to editor features like Notifications and Watchlist from the Article view, and brings the "Donate" button into a more accessible place for users who are reading an article. This is the first phase of a larger planned [[mw:Special:MyLanguage/Wikimedia Apps/Team/iOS/Navigation Refresh|navigation refresh]] to help the iOS app transition from a primarily reader-focused app, to an app that fully supports reading and editing. The Wikimedia Foundation has added more editing features and support for on-wiki communication based on volunteer requests in recent years.
[[File:IOS App Navigation refresh first phase 05.png|thumb|iOS Wikipedia App's profile menu and contents]]
'''Updates for editors'''
* Wikipedia readers can now download a browser extension to experiment with some early ideas on potential features that recommend articles for further reading, automatically summarize articles, and improve search functionality. For more details and to stay updated, check out the Web team's [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Content Discovery Experiments|Content Discovery Experiments page]] and [[mw:Special:MyLanguage/Newsletter:Web team's projects|subscribe to their newsletter]].
* Later this month, logged-out editors of [[phab:T376499|these 12 wikis]] will start to have [[mw:Special:Mylanguage/Trust and Safety Product/Temporary Accounts|temporary accounts]] created. The list may slightly change - some wikis may be removed but none will be added. Temporary account is a new [[mw:Special:MyLanguage/User account types|type of user account]]. It enhances the logged-out editors' privacy and makes it easier for community members to communicate with them. If you maintain any tools, bots, or gadgets on these 12 wikis, and your software is using data about IP addresses or is available for logged-out users, please check if it needs to be updated to work with temporary accounts. [[mw:Special:MyLanguage/Trust and Safety Product/Temporary Accounts/For developers|Guidance on how to update the code is available]]. Read more about the [[mw:Special:MyLanguage/Trust and Safety Product/Temporary Accounts/Updates|deployment plan across all wikis]].
* View all {{formatnum:33}} community-submitted {{PLURAL:33|task|tasks}} that were [[m:Tech/News/Recently resolved community tasks|resolved last week]]. For example, the [[w:nr:Main Page|South Ndebele]], [[w:rsk:Главни бок|Pannonian Rusyn]], [[w:ann:Uwu|Obolo]], [[w:iba:Lambar Keterubah|Iban]] and [[w:tdd:ᥞᥨᥝᥴ ᥘᥣᥲ ᥖᥥᥰ|Tai Nüa]] Wikipedia languages were created last week. [https://www.wikidata.org/wiki/Q36785][https://www.wikidata.org/wiki/Q35660][https://www.wikidata.org/wiki/Q36614][https://www.wikidata.org/wiki/Q33424][https://www.wikidata.org/wiki/Q36556]
* It is now possible to create functions on Wikifunctions using Wikidata lexemes, through the new [[f:Z6005|Wikidata lexeme type]] launched last week. When you go to one of these functions, the user interface provides a lexeme selector that helps you pick a lexeme from Wikidata that matches the word you type. After hitting run, your selected lexeme is retrieved from Wikidata, transformed into a Wikidata lexeme type, and passed into the selected function. Read more about this in [[f:Special:MyLanguage/Wikifunctions:Status updates/2024-10-17#Function of the Week: select representation from lexeme|the latest Wikifunctions newsletter]].
'''Updates for technical contributors'''
* [[File:Octicons-tools.svg|12px|link=|class=skin-invert|Advanced item]] Users of the Wikimedia sites can now format dates more easily in different languages with the new <code dir="ltr">{{[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:ParserFunctions##timef|#timef]]:…}}</code> parser function. For example, <code dir="ltr"><nowiki>{{#timef:now|date|en}}</nowiki></code> will show as "<bdi lang="en" dir="ltr">{{#timef:now|date|en}}</bdi>". Previously, <code dir="ltr"><nowiki>{{#time:…}}</nowiki></code> could be used to format dates, but this required knowledge of the order of the time and date components and their intervening punctuation. <code dir="ltr">#timef</code> (or <code dir="ltr">#timefl</code> for local time) provides access to the standard date formats that MediaWiki uses in its user interface. This may help to simplify some templates on multi-lingual wikis like Commons and Meta. [https://phabricator.wikimedia.org/T223772][https://www.mediawiki.org/wiki/Special:MyLanguage/Help:Extension:ParserFunctions##timef]
* [[File:Octicons-tools.svg|12px|link=|class=skin-invert|Advanced item]] Commons and Meta users can now efficiently [[mw:Special:MyLanguage/Help:Magic words#Localization|retrieve the user's language]] using <code dir="ltr"><nowiki>{{USERLANGUAGE}}</nowiki></code> instead of using <code dir="ltr"><nowiki>{{int:lang}}</nowiki></code>. [https://phabricator.wikimedia.org/T4085]
* The [[m:Special:MyLanguage/Product and Technology Advisory Council|Product and Tech Advisory Council]] (PTAC) now has its pilot members with representation across Africa, Asia, Europe, North America and South America. They will work to address the [[Special:MyLanguage/Movement Strategy/Initiatives/Technology Council|Movement Strategy's Technology Council]] initiative of having a co-defined and more resilient technological platform. [https://meta.wikimedia.org/wiki/Movement_Strategy/Initiatives/Technology_Council]
'''In depth'''
* The latest quarterly [[mw:Special:MyLanguage/Growth/Newsletters/32|Growth newsletter]] is available. It includes: an upcoming Newcomer Homepage Community Updates module, new Community Configuration options, and details on new projects.
* The Wikimedia Foundation is [[mw:Special:MyLanguage/Wikimedia Security Team#CNA Partnership|now an official partner of the CVE program]], which is an international effort to catalog publicly disclosed cybersecurity vulnerabilities. This partnership will allow the Security Team to instantly publish [[w:en:Common Vulnerabilities and Exposures|common vulnerabilities and exposures]] (CVE) records that are affecting MediaWiki core, extensions, and skins, along with any other code the Foundation is a steward of.
* The [[m:Special:MyLanguage/Community Wishlist|Community Wishlist]] is now [[m:Community Wishlist/Updates#October 16, 2024: Conversations Made Easier: Machine-Translated Wishes Are Here!|testing machine translations]] for Wishlist content. Volunteers can now read machine-translated versions of wishes and dive into discussions even before translators arrive to translate content.
'''Meetings and events'''
* 24 October - Wiki Education Speaker Series Webinar - [https://lists.wikimedia.org/hyperkitty/list/wikitech-l@lists.wikimedia.org/thread/N4XTB4G55BUY3M3PNGUAKQWJ7A4UOPAK/ Open Source Tech: Building the Wiki Education Dashboard], featuring Wikimedia interns and a Web developer in the panel.
* 20–22 December 2024 - [[m:Special:MyLanguage/Indic Wikimedia Hackathon Bhubaneswar 2024|Indic Wikimedia Hackathon Bhubaneswar 2024]] in Odisha, India. A hackathon for community members, including developers, designers and content editors, to build technical solutions that improve contributors' experiences.
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' prepared by [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|Tech News writers]] and posted by [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribute]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/43|Translate]] • [[m:Tech|Get help]] • [[m:Talk:Tech/News|Give feedback]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Subscribe or unsubscribe]].''
</div><section end="technews-2024-W43"/>
</div>
<bdi lang="en" dir="ltr">[[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]]</bdi> 22:52, 21 ott 2024 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:UOzurumba (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=27634672 -->
== 'Wikidata item' link is moving, finally. ==
Hello everyone, I previously wrote on the 27th September to advise that the ''Wikidata item'' sitelink will change places in the sidebar menu, moving from the '''General''' section into the '''In Other Projects''' section. The scheduled rollout date of 04.10.2024 was delayed due to a necessary request for Mobile/MinervaNeue skin. I am happy to inform that the global rollout can now proceed and will occur later today, 22.10.2024 at 15:00 UTC-2. [[m:Talk:Wikidata_For_Wikimedia_Projects/Projects/Move_Wikidata_item_link|Please let us know]] if you notice any problems or bugs after this change. There should be no need for null-edits or purging cache for the changes to occur. Kind regards, -[[m:User:Danny Benjafield (WMDE)|Danny Benjafield (WMDE)]] 13:28, 22 ott 2024 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Danny Benjafield (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Danny_Benjafield_(WMDE)/MassMessage_Test_List&oldid=27535421 -->
== 2 pagine da rileggere per completare rilettura Firenze sotterranea ==
Se qualcuno ha un minuto per rileggere le due pagine mancanti e mettere il progetto al 100% archiviamo un altro lavoro:
[[Indice:Firenze_sotterranea_-_appunti,_ricordi,_descrizioni,_bozzetti_(IA_gri_33125010316723).pdf]]
In realtà, volendo, ci sarebbe da cambiare anche un simbolo a fine capitoli, che io avevo croppato così:
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Firenze_sotterranea_-_appunti,_ricordi,_descrizioni,_bozzetti_(IA_gri_33125010316723)_(page_258_crop).jpg
ma che ha uno spiacevole contrasto col foglio bianco in trascrizione.
Se quindi qualcuno sa come fare per levare lo sfondo il risultato sarebbe sicuramente più gradevole.
Grazie a tutti come sempre. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 16:00, 22 ott 2024 (CEST)
:@[[Utente:Accolturato|Accolturato]] Sistemato il fine capitolo, e data una velocissima ripassata con attenzione concentrata sugli inizi pagina. Stona un po' il diverso stile delle immagini, alcune convertite in toni di grigio, alcune con il fondo colorato originale, ma non mi sembra grave. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 08:31, 23 ott 2024 (CEST)
::e per convertirle abbiamo uno strumento apposito? [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 11:09, 23 ott 2024 (CEST)
:::@[[Utente:Accolturato|Accolturato]] No, purtroppo. Mi pare di aver proposto al creatore di CropTool un paio di modifiche, fra cui quella di aggiungere un "filtro" per la conversione dei colori in fase di cropping, ma la proposta non è stata implementata. Al momento, l'unica soluzione (usando CropTool) è quella di caricare, poi di scaricare l'immagine da Commons, modificarla con un programma di editing di immagini, e ricaricarla come nuova versione.
::: La seconda modifica che avevo chiesto era quella di convertire il template Book, per le immagini, in un template Information: CropTool copia invece Book, anche per le immagini ritagliate, e quindi "inquina" Commons con template errati (immagini categorizzate come libri!); correggere questi errori via bot sarebbe cosa buona e giusta, ma ci ho provato e mi sono scoraggiato. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:13, 24 ott 2024 (CEST)
::::@[[Utente:Accolturato|Accolturato]] PS: l'Indice è passato a SAL 100%, ma manca un passaggio: passare a SAL 100% tutte le sottopagine di [[Firenze sotterranea]] taggate con SAL 75% (dandogli prima una buona occhiata...), poi passare a SAL 100% anche la pagina base, aggiornare la sezione Ultimi arrivi della pagina principale di wikisource e allora il caso sarà "archiviato". [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:30, 24 ott 2024 (CEST)
:::::ti ringrazio tanto come sempre! [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 11:31, 24 ott 2024 (CEST)
== Tschüss... per qualche giorno ==
[[File:20220812 Berliner Philharmonie.jpg|120px|right|thumb|Musica, du edle Kunst!]]Cari amici,
da domani fino a lunedì compreso sarò in viaggio per un impegno che non mi lascerà tempo per connettermi. Divertitevi e scrivetemi pure, ma non aspettatevi risposte almeno fino a martedì. Aloha! '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 22:30, 23 ott 2024 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] E io come farò senza poterti molestare? {{loop|5| :-( }} [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:19, 24 ott 2024 (CEST)
== Boh? ==
Non ha capito cosa non va in [[Indice:Statistica delle elezioni generali politiche 1895.djvu]]. Se qualcuno mi spiega (o risolve direttamente) gli offro due caffè.
:
[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 23:09, 24 ott 2024 (CEST)
Ha cambiato opinione. Tutto da solo. Bah. --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 23:33, 24 ott 2024 (CEST)
:@[[Utente:Carlomorino|Carlomorino]] Intanto ho assegnato al testo un autore (il Ministero dell'epoca). Che problema dava l'Indice? Sono sempre curioso riguardo a "risposte strane" di mediawiki :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 07:21, 25 ott 2024 (CEST)
::@[[User:Alex brollo|Alex brollo]] mi diceva che c'era un errore, per alcuni minuti. Poi è andato tutto bene. p.s. hai cambiato mail? --[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 10:52, 25 ott 2024 (CEST)
:::@[[Utente:Carlomorino|Carlomorino]] Boh, si sarà incantato qualcosa nei server o nelle trasmissioni. No, la mail non la cambio mail :-) ma ammetto che la guardo molto, molto meno di una volta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:23, 25 ott 2024 (CEST)
:::@[[User:Alex brollo|Alex brollo]] take a look. Please.--[[Utente:Carlomorino|'''Carlo M.''']] ([[Discussioni utente:Carlomorino|disc.]]) 11:40, 25 ott 2024 (CEST)
::::@[[Utente:Carlomorino|Carlomorino]] Trovata una mail seppellita dal rumore. Mi spiace. Mi metto all'opera. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:53, 25 ott 2024 (CEST)
== <span lang="en" dir="ltr">Tech News: 2024-44</span> ==
<div lang="en" dir="ltr">
<section begin="technews-2024-W44"/><div class="plainlinks">
Latest '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|tech news]]''' from the Wikimedia technical community. Please tell other users about these changes. Not all changes will affect you. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/44|Translations]] are available.
'''Updates for editors'''
* Later in November, the Charts extension will be deployed to the test wikis in order to help identify and fix any issue. A security review is underway to then enable deployment to pilot wikis for broader testing. You can read [[mw:Special:MyLanguage/Extension:Chart/Project/Updates#October 2024: Working towards production deployment|the October project update]] and see the [https://en.wikipedia.beta.wmflabs.org/wiki/Charts latest documentation and examples on Beta Wikipedia].
* View all {{formatnum:32}} community-submitted {{PLURAL:32|task|tasks}} that were [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Recently resolved community tasks|resolved last week]]. For example, [[w:en:PediaPress|Pediapress.com]], an external service that creates books from Wikipedia, can now use [[mw:Special:MyLanguage/Wikimedia Maps|Wikimedia Maps]] to include existing pre-rendered infobox map images in their printed books on Wikipedia. [https://phabricator.wikimedia.org/T375761]
'''Updates for technical contributors'''
* Wikis can use [[:mw:Special:MyLanguage/Extension:GuidedTour|the Guided Tour extension]] to help newcomers understand how to edit. The Guided Tours extension now works with [[mw:Special:MyLanguage/Manual:Dark mode|dark mode]]. Guided Tour maintainers can check their tours to see that nothing looks odd. They can also set <code>emitTransitionOnStep</code> to <code>true</code> to fix an old bug. They can use the new flag <code>allowAutomaticBack</code> to avoid back-buttons they don't want. [https://phabricator.wikimedia.org/T73927#10241528]
* Administrators in the Wikimedia projects who use the [[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:Nuke|Nuke Extension]] will notice that mass deletions done with this tool have the "Nuke" tag. This change will make reviewing and analyzing deletions performed with the tool easier. [https://phabricator.wikimedia.org/T366068]
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' prepared by [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|Tech News writers]] and posted by [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribute]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2024/44|Translate]] • [[m:Tech|Get help]] • [[m:Talk:Tech/News|Give feedback]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Subscribe or unsubscribe]].''
</div><section end="technews-2024-W44"/>
</div>
<bdi lang="en" dir="ltr">[[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]]</bdi> 21:56, 28 ott 2024 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:UOzurumba (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=27668811 -->
== Final Reminder: Join us in Making Wiki Loves Ramadan Success ==
Dear all,
We’re thrilled to announce the Wiki Loves Ramadan event, a global initiative to celebrate Ramadan by enhancing Wikipedia and its sister projects with valuable content related to this special time of year. As we organize this event globally, we need your valuable input to make it a memorable experience for the community.
Last Call to Participate in Our Survey: To ensure that Wiki Loves Ramadan is inclusive and impactful, we kindly request you to complete our community engagement survey. Your feedback will shape the event’s focus and guide our organizing strategies to better meet community needs.
* Survey Link: [https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSffN4prPtR5DRSq9nH-t1z8hG3jZFBbySrv32YoxV8KbTwxig/viewform?usp=sf_link Complete the Survey]
* Deadline: November 10, 2024
Please take a few minutes to share your thoughts. Your input will truly make a difference!
'''Volunteer Opportunity''': Join the Wiki Loves Ramadan Team! We’re seeking dedicated volunteers for key team roles essential to the success of this initiative. If you’re interested in volunteer roles, we invite you to apply.
* Application Link: [https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfXiox_eEDH4yJ0gxVBgtL7jPe41TINAWYtpNp1JHSk8zhdgw/viewform?usp=sf_link Apply Here]
* Application Deadline: October 31, 2024
Explore Open Positions: For a detailed list of roles and their responsibilities, please refer to the position descriptions here: [https://docs.google.com/document/d/1oy0_tilC6kow5GGf6cEuFvdFpekcubCqJlaxkxh-jT4/ Position Descriptions]
Thank you for being part of this journey. We look forward to working together to make Wiki Loves Ramadan a success!
Warm regards,<br>
The Wiki Loves Ramadan Organizing Team 06:11, 29 ott 2024 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:ZI Jony@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Non-Technical_Village_Pumps_distribution_list&oldid=27568454 -->
== Suggerimenti per il caricamento di libri su Commons ==
* I libri scaricato da Google Books andrebbero modificati eliminando le pagine di warning Google. Si può fare sia con facili applicazioni per la modifica di file pdf (esempio: pdfsam) che dopo la conversione in djvu (anche direttamente da djview; per gli smanettoni suggerisco invece di usare la libreria DjvuLibre, in particolare lo script djvm.exe).
* da evitare tassativamente l'uso dell'Upload wizard, che applica un template Information. Occorre usare, meglio possibile, il template Book.
* ci sono ragioni (ancora.... speriamo che duri) per preferire il formato djvu al formato pdf. La conversione dei pdf in djvu è molto semplice, utilizzando risorse online libere come [https://pdf2djvu.com/it/ pdf2djvu]
* buona pratica sarebbe quella di verificare con cura la sequenza delle pagine prima del caricamento: non sono rari i casi di scansioni duplicate o di sequenze irregolari. Le cose si possono correggere anche a posteriori, ma una volta cominciata la trascrizione serve molto più sudore :-)
[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:37, 30 ott 2024 (CET)
== Allineamento del SAL in ns0 ==
Dopo alcune centinaia di modifiche di pagine ns0 per allineare il SAL a quello di nsPagina (la modifica più comune è portare da SAL 25% a SAL 75% dopo eseguita la rilettura) sento l'esigenza di uno script che, ''dalla visualizzazione e senza entrare in modifica'', allinei al meglio il SAL di ns0 con il SAL delle pagine da cui proviene, con un singolo click. Sentite anche voi questa esigenza? Si risparmiano pochi secondi per pagina, ma i secondi sprecati sono, almeno per me, molto irritanti. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 12:00, 30 ott 2024 (CET)
::Sono un po' dubbioso, non sono così infrequenti i casi in cui le pagine sono a posto ma il testo in ns0 ha bisogno di una sistemata. Ad esempio con i testi a due colonne è frequente l'errore di un paragrafo spezzato tra una colonna e l'altra, oppure problemi con i paragrafi sul cambio di pagina. Almeno il 75%->100% non lo farei in automatico.
:[[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 18:35, 30 ott 2024 (CET)
== Candido di Voltaire e Henri-Joseph Dulaurens (paternità, accorpamenti, specifiche e wikilink) ==
Ho appena finito di rileggere
[[Candido]]
e con mio stupore, arrivato alla fine che conoscevo, scopro una seconda parte (perdonate l'ignoranza).
Vedo da Wikipedia che si tratta di un'altra opera che si pone come seguito ma che di fatto non è stata autorizzata da Voltaire (da verificare).
Questa seconda parte ha una sua corretta identificazione autoriale qui:
[[Candido/Parte_II]]
ma non prima e nemmeno nei capitoli che compongono la seconda parte, che così appaiono:
[[Candido/Parte_II/Capitolo_I]]
Chiedo a costo di sembrare pedante: le intestazioni dei capitoli non dovrebbero essere coerenti con quello generico della Parte II ?
Inoltre, è giusto che l'intestazione iniziale riporti solo Voltaire quando poi vi è "appesa" un'altra opera non sua?
Terza e ultima cosa, i trascrittori hanno introdotto 2 wikilink. Personalmente non li amo molto, e soprattutto in un romanzo del genere ve ne sarebbe da introdurre a decine, cosa che secondo me risulterebbe molto noiosa anche per chi legge.
Considerate le possibilità del multitasking attuale io avrei tolto anche quei due link ma essendo assai poco pratico non tocco il lavoro altrui. [[User:Accolturato|Accolturato]] ([[User talk:Accolturato|disc.]]) 12:46, 30 ott 2024 (CET)
:Caso bello intricato; così come stanno le cose (attribuzione "certa" della parte II a Du Laurens) di certo nell'intestazione andrebbero specificati i due autori. Ma questo non risolverebbe i problemi. Di certo IncludiIntestazione "vede" solo Intestazione, e non gli IncludiIntestazione intermedi. Forse sarebbe meglio "spezzare" ns0 in due voci indipendenti, ognuna con il suo autore. Non so poi che convenzioni (sia wikisource, che Commons, che Wikidata) vi siano per questo tipo di opere, sostanzialmente anonime tranne una ipotetica, anche se ben argomentata, attribuzione.
:Resto a disposizione per lavori "tecnici" (spostamenti, ecc) ma passo la palla ad altri per i problemi sull'attribuzione. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:47, 30 ott 2024 (CET)
::'''La discussione è importante''': spostiamola però a [[Discussione:Candido]] dove i diversi altri problei di questo testo sono affrontati. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 13:05, 31 ott 2024 (CET)
ej3dpzlm5xao6sdyuedgxl65tmwmg2z
Pagina:Storia dei collegi elettorali 1848-1897.djvu/661
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Carlomorino
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proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||– 641 –|}}
{{A destra|{{sans-serif|'''Teggiano — Tempio Pausania.'''}}}}</noinclude><noinclude>{|class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}
|-
|colspan=9 |{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|''Segue'' {{Sc|Collegio di}} '''Teggiano.'''}}
|-
|-
|align=center|<small>Collegio uninominale</small>|| || || || || || || ||</noinclude>
|-
|align=center |<noinclude>''Segue''<br/>XI</noinclude> ||{{nowrap|31 maggio 1874}}<br/>7 giugno "||663 || 1ª vot. 411<br/>Ball. 319||{{Wl|Q63808772|{{sans-serif|'''Pellegrini'''}} Filomeno}}|| 103<br/>202|| Verlangieri Giuseppe<br/><br/>Matina Giovanni (1ª vot.)<br/>{{nowrap|Florenzano Giovanni (id.)}}<br/>Sabini Francesco (id.)||80<br/>107<br/>75<br/>70<br/>56||align=center|<ref>L’elezione non fu riferita per l'avvenuto scioglimento della Camera.</ref>
|-
|align=center|XII|| 8 nov. 1874<br/>15 " "||643||{{nowrap|1ª vot. 424}}<br/>Ball. 347||{{AutoreCitato|Ferdinando Petruccelli della Gattina|{{sans-serif|'''Petruccelli'''}} della Gattina Ferdinando}}, dott.||109<br/>177|| Verlangieri Giuseppe<br/><br/>{{nowrap|Della Rocca Agostino (1ª vot.)}}<br/>Florenzano Giovanni (id.)||100<br/>162<br/>85<br/>74||
|-
|align=center|XIII|| 5 nov. 1876|| 690|| 425||{{sans-serif|'''Petruccelli della Gattina'''}} Ferdinardo, dott.|| 243 || Verlangieri Giuseppe<br/>Matina Giovanni||102<br/>68||
|-
|align=center|XIV ||{{nowrap|16 maggio 1880}}||711|| 351 ||{{sans-serif|'''Petruccelli'''}} della Gattina Ferdinando, dott.||339 || Bertani Agostino ||6||
|-
|align=center|<small>Scrutinio di lista</small>|| || || || || || || ||
|-
|align=center|XV, XVI e XVII||align=center|<small>Compreso nel collegio di [[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Vallo della Lucania|Salerno III]]</small>|| ||{{cs|C}}| — ||{{cs|C}}| — || ||{{cs|C}}| — || ||
|-
|<br/>
|-
|colspan=9 |{{§|Tempio Pausania}} {{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5| {{Wl|Q48802304|{{Sc|Collegio di}} '''Tempio Pausania.'''}}}}
|-
|-
|align=center|I ||17 aprile 1848|| 236|| 184||{{Wl|Q3768148|{{sans-serif|'''Siotto-Pintor'''}} Giovanni}}, consigliere d’appello ||139|| Muzzetto Tommaso, canonico ||38|| Opzione<ref>Per estrazione a sorte rimase deputato del II collegio di Nuoro il 22 maggio 1848.</ref>
|-
| ||26 giugno "|| 236|| 131||{{Wl|Q63967238|{{sans-serif|'''Pes'''}} c.te Pietro}}, censore gen. dei monti di socc. Sardegna || 114 ||{{AutoreCitato|Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour c.te Camillo}}|| 10||
|-
|align=center|II|| 15 genn. 1849|| 236||{{cs|C}}| —||{{sans-serif|'''Pes'''}} c.te Pietro, censore gen. dei monti di socc. Sardegna||align=center|"||{{cs|C}}| — ||align=center|"||<ref>Mancano i verbali. La Camera, nella tornata del 5 febbraio 1849, deliberò una inchiesta per appurare l'esistenza di molte irregolarità denunziate da una protesta. I risultati dell’inchiesta non furono poi comunicati alla Camera.</ref>
|-
|align=center|III ||22 luglio " ||143|| 54||{{AutoreCitato|Pier Dionigi Pinelli|{{sans-serif|'''Pinelli'''}} Pier Dionigi}}, ministro dell'interno ||39 || Falqui-Pes bar Bernardino|| 6 ||Annullamento<ref>Annullata l'elezione il 7 agosto 1849 per essere stato proclamato eletto alla 1ª votazione l'onorevole Pinelli senza che avesse ottenuto il terzo degli elettori inscritti.</ref>
|-
| ||16 sett. "<br/>17 " "||265||1ª vot. 106<br/>Ball. 107||{{Wl|Q63871146|{{sans-serif|'''Bartolomei'''}} Girolamo}}, magg. nei franchi cacciatori||35<br/>56||{{Wl|Q3875856|Ferracciù Nicolò}}, prof. avv.||50<br/>50||align=center|<ref>Nella tornata del 1° ottobre 1849 la Camera sospese la convalidazione dell'elezione per essere l'eletto compreso nella categoria dei deputati impiegati pei quali dovevasi eseguire l'accertamento del numero.</ref>
|-
|align=center|IV|| 13 dic. "<br/>14 " "|| 265 || 1ª vot. 143<br/>Ball. 101||{{sans-serif|'''Bartolomei'''}} Girolamo, magg. nei franchi caceiatori|| 81<br/>97|| Ferracciù Nicolò, prof. avv. ||54<br/>3||Dimissioni<ref>Dimissionario il 15 dicembre 1851.</ref>
|-
<noinclude>|}</noinclude><noinclude></noinclude>
qjx95s4iobkszbr3iqn9hykmxwvryaq
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Carlomorino
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||— 646 —|}}
{{sans-serif|'''Tempio Pausania — Teramo.'''}}</noinclude><noinclude>{|class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}
|-
|colspan=9 |{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|''Segue'' {{Sc|Collegio di}} '''Tempio Pausania.'''}}
|-
|-
|align=center|<small>Collegio uninominale</small>|| || || || || || || ||</noinclude>
|-
|align=center| <noinclude><small>''Segue''</small><br/>IV</noinclude> ||11 genn. 1852<br/>12 " "|| 305 ||1ª vot. 142<br/>Ball. 125||{{Wl|Q16562511|{{sans-serif|'''Cavour'''}} (Benso di) marchese Gustavo}}|| 95<br/>104||{{Wl|Q63860303| Sulis Francesco}}, prof., avv.|| 28<br/>19||
|-
|align=center|V ||8 dic. 1853<br/>9 " "||268 ||1ª vot. 131<br/>Ball. 142||{{Wl|Q3875856|{{sans-serif|'''Ferracciù'''}} Nicolò}}, avv., prof. di leggi Univ. di Sassari||66<br/>73||Cavour march. Gustavo|| 64<br/>69||align=center|<ref>La legge del 27 gennaio 1856 sulle circoscrizioni elettorali della Sardegna non apportò alcuna variazione al collegio di Tempio.</ref>
|-
|align=center|VI|| 15 nov. 1857|| 917|| 411||{{sans-serif|'''Cavour'''}} (Benso di) marchese Gustavo|| 360|| Bonelli Gaetano|| 45||
|-
|align=center|VII||{{nowrap|25 marzo 1860}}|| 737|| 372||{{sans-serif|'''Cavour'''}} (Benso di) marchese Gustavo||301|| Ferracciù Nicolò, prof., avv.|| 66 || Opzione<ref>Optò pel collegio di Santhià il 14 aprile 1860.</ref>
|-
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|-
|align=center|VIII||align=center|Cessò di essere capoluogo di Collegio<br/>(V. {{sans-serif|'''[[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Ozieri|Ozieri]]'''}})|| ||{{cs|C}}| — ||{{cs|C}}| — || ||{{cs|C}}| — || ||
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|-
| ||6 maggio "<br/>10 " "||736 || 1ª vot. 332<br/>Ball. 357||{{AutoreCitato|Domenico Berti|{{sans-serif|'''Berti'''}} Domenico}}, prof.||115<br/>205||Dadea Bernardino, dott.||114<br/>149||align=center|<ref>Nella tornata del 23 maggio 1360 i relatore della elezione propose una inchiesta per appurare fatti di pressione esercitata dalle autorità civili ed ecclesiastiche, denunziati da proteste. La Camera invece convalidò l'elezione. — La Sezione di Angius non prese parte alla 1ª votazione perché nessun elettore si presentò alla sala elettorale. Si costitni poi e procedette nelle operazioni nella seconda votazione.</ref>
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|align=center|VIII||align=center|Cessò di essere capoluogo di Collegio<br/>(V. {{sans-serif|'''[[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Ozieri|Ozieri]]'''}})|| ||{{cs|C}}| — ||{{cs|C}}| — || ||{{cs|C}}| — || ||
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|-
| ||6 maggio "<br/>10 " "||736 || 1ª vot. 332<br/>Ball. 357||{{AutoreCitato|Domenico Berti|{{sans-serif|'''Berti'''}} Domenico}}, prof.||115<br/>205||Dadea Bernardino, dott.||114<br/>149||align=center|<ref>Nella tornata del 23 maggio 1360 i relatore della elezione propose una inchiesta per appurare fatti di pressione esercitata dalle autorità civili ed ecclesiastiche, denunziati da proteste. La Camera invece convalidò l'elezione. — La Sezione di Angius non prese parte alla 1ª votazione perché nessun elettore si presentò alla sala elettorale. Si costituì poi e procedette nelle operazioni nella seconda votazione.</ref>
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|align=center|VIII||align=center|Cessò di essere capoluogo di Collegio<br/>(V. {{sans-serif|'''[[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Ozieri|Ozieri]]'''}})|| ||{{cs|C}}| — ||{{cs|C}}| — || ||{{cs|C}}| — || ||
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| ||21 dic. "<br/>28 " "||638|| 1ª vot. 421<br/>Ball. 457||{{Wl|Q3750651|{{sans-serif|'''Sebastiani'''}} Francesco}}, avv.||161<br/>331|| Ginaldi Achille avv.<br/><br/>Longoni Ambrogio, generale (1ª vot.)||<br/>118<br/>87||
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<noinclude><pagequality level="3" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||– 650 –|}}
{{A destra|'''{{sans-serif|{{type|l=-0.5px|Thiene — Thonon.}}}}'''}}</noinclude><noinclude>{|class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}
|-
|colspan=9 |{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5| ''Segue'' {{Sc|Collegio di}} '''Thiene.'''}}
|-
|-
|align=center|<small>Scrutinio di lista</small>|| || || || || || || ||</noinclude>
|-
|align=center|XIII|| 5 nov. 1876<br/>12 " "|| 721|| 1ª vot. 446<br/>Ball. 505||{{AutoreCitato|Sebastiano Tecchio|{{sans-serif|'''Tecchio'''}} Sebastiano}}, avv.|| 235<br/>289||{{AutoreCitato|Emilio Broglio|Broglio Emilio}}, avv.|| 191<br/>214||Dimissioni <ref>Dimissionario il 21 dicembre 1878.</ref>
|-
| ||19 genn. 1879<br/>26 " "||829 ||{{nowrap|1ª vot. 405}}<br/>Ball. 544||{{Wl|Q27892475|{{sans-serif|'''Colpi'''}} Pasquale}}, dott.||137<br/>318||Cibele Pietro, dott.<br/><br/>Colleoni c.te Guardino, dott. (1ª vot.)||131<br/>218<br/>116||
|-
|align=center|XIV|| 16 maggio 1880<br/>23 " "||876 || 1ª vot. 441<br/>Ball. 635||{{Wl|Q22069354|{{sans-serif|'''Colleoni'''}} c.te Guardino}}, dott.|| 254<br/>374||{{Wl|Q3839467|Cavalli Luigi}}, dott.||133<br/>244||
|-
|align=center|<small>Scrutinio di lista</small>|| || || || || || || ||
|-
|align=center|XV, XVI e XVII||align=center|Compreso nel collegio di {{nowrap|[[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Vicenza I|Vicenza I]].}}|| ||{{cs|C}}| — ||{{cs|C}}| — || ||{{cs|C}}| — || ||
|-
|align=center|<small>Collegio uninominale</small>|| || || || || || || ||
|-
|align=center|XVIII||6 nov. 1892 ||6129|| 1992||{{ac|Attilio Brunialti|{{sans-serif|'''Brunialti'''}} Attilio}}, prof., consigliere di Stato ||1796 || Brentari Ottone||74||
|-
|align=center|XIX || 26 maggio 1895|| 4905|| 2649||{{sans-serif|'''Colleoni'''}} c.te Guardino, dott. || 1416 || Brunialti Attilio, prof.|| 1074||align=center| <ref>Convalidata l'elezione i 19 luglio 1895, dopo che la Giunta per la verificazione dei poteri ritenne inesistenti le accuse di corruzioni, pressioni ¢ ingerenza del clero e delle autorità, elevate contro tale elezione.</ref>
|-
|align=center|XX ||21 marzo 1897|| 4734|| 1982||{{sans-serif|'''Brunialti Attilio'''}}, prof., cons. di Stato|| 969 || Colleoni c.te Guardino, dott.|| 916||
|-
|<br/>
|-
|colspan=9 |{{§|Thonon}}{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|{{Wl|Q27990232| {{Sc|Collegio di}} '''Thonon.'''}}}}
|-
|-
|align=center|I ||27 aprile 1848|| 434|| 356||{{Wl|Q61962976|{{sans-serif|'''De Forrax'''}} c.te Giuseppe}}|| 233 || Frezier Giacomo||114||
|-
|align=center|II|| 22 genn. 1849|| 430|| 268 ||{{Wl|Q62583080|{{sans-serif|'''Frezier'''}} Giov. Francesco}}, avvocato, pres. di tribunale||213 ||{{Wl|Q62575004| Dubouloz Ernesto}}||43||Annullamento<ref>Annullata l'elezione 1'8 febbraio 1849 per non compiuto triennio d’inamovibilità nella magistratura dopo la promulgazione dello Statuto.</ref>
|-
| ||20 marzo "<br/>21 " "||430||1ª vot. 170<br/>Ball. 182||{{Wl|Q62575004|{{sans-serif|'''Dubouloz'''}} Ernesto}}||66<br/>96 ||Ramel Francesco, avv.|| 90<br/>86||
|-
|align=center|III|| 15 luglio "|| 532 ||320||{{sans-serif|'''Frezier'''}} Giov. Francesco, avvocato, pres. trib, di 1ª ist.||235|| Favrat bar. Federico||55 ||Annullamento <ref>Annullata l'elezione il 7 agosto 1849 per non compiuto triennio d’inamovibilità nella magistratura dalla promulgazione dello Statuto.</ref>
|-
| ||16 sett. "<br/>17 e 23 " "|| 532 ||1ª vot. 193<br/>Ball. 187||{{Wl|Q8305803|{{sans-serif|'''Favrat'''}} bar. Federico}}|| 109<br/>103 || Ramel Francesco, avv.|| 80<br/>83||Annullamento <ref>Annullata l’elezione il 2 ottobre 1849 per essere seguito il ballottaggio in una sezione il 17 settembre e in un'altra il 23 settembre. Non seguì altra votazione.</ref>
|-
|align=center|IV ||9 dic. "|| 532|| 426||{{sans-serif|'''Favrat'''}} bar. Federico|| 293 || Ramel Francesco, avv.|| 89||
|-
|align=center|V|| 8 dic. 1853|| 482|| 278 ||{{Wl|Q548167|{{sans-serif|'''Costa di Beauregard'''}} marchese Leone}}|| 166 ||{{AutoreCitato|Ruggiero Gabaleone di Salmour|De Salmour c.te Ruggero}}|| 109 ||Opzione <ref>Optò pel collegio di Chambéry il 26 dicembre 1853.</ref>
|-
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Pagina:Lettere - Santa Caterina, 1922.djvu/22
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|15}}</noinclude>gnata e annegata vel sangue del Figliuolo di Dio. Non dico più. Permane nella santa e dolce dilezione di Dio. Ponti in su la croce con Cristo crocifisso; nasconditi nelle piaghe di Cristo crocifisso. Seguitalo per la via della croce: conformati con Cristo crocifisso; dilettati degli obbrobrii, pene, strazii, tormenti, scherni e villanie per l’amore di Cristo crocifisso; sostenendo infino all’ultimo della vita tua, gustando sempre il sangue che versa giù per la croce. Gesù dolce. Gesù amore.
{{Rule|4em}}
{{x-larger| LXXIV. — A Frate Niccolò da Monte Alcino}} <ref>Uomo di solitudine, morto nel nel 1398; ha titolo di beato.</ref> dell’Ordine de’ Frati Predicatori.
{{x-smaller|La croce è scala. Da’ piedi il primo affetto del bene, giacché l’affetto è i piedi dell’anima: nel costato il segreto dell’amore; alla bocca il bacio della pace. Ambasciate di sagrifizio.}}
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
A voi, dilettissimo e carissimo figliuolo mio in Cristo Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi posto in su la mensa della santissima croce, dove si trova l’Agnello immacolato che s’è fatto a noi cibo, mensa e servitore. Considerando me che d’altro cibo non si può dilettare né saziare l’anima, dico che ci conviene andare per la <ref> Forse: ''per la sua''.</ref> via: egli è essa via. Qual fu la via sua? fu quello che egli mangiò in essa via; pene, obbrobrii, e strazii, villanie, e infino <ref>Forse: ''in fine''</ref> l’obbrobriosa morte<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|15}}</noinclude>gnata e annegata vel sangue del Figliuolo di Dio. Non dico più. Permane nella santa e dolce dilezione di Dio. Ponti in su la croce con Cristo crocifisso; nasconditi nelle piaghe di Cristo crocifisso. Seguitalo per la via della croce: conformati con Cristo crocifisso; dilettati degli obbrobrii, pene, strazii, tormenti, scherni e villanie per l’amore di Cristo crocifisso; sostenendo infino all’ultimo della vita tua, gustando sempre il sangue che versa giù per la croce. Gesù dolce. Gesù amore.
{{Rule|4em}}
{{x-larger| LXXIV. — ''A Frate Niccolò da Monte Alcino <ref>Uomo di solitudine, morto nel nel 1398; ha titolo di beato.</ref> dell’Ordine de’ Frati Predicatori.''}}
{{x-smaller|La croce è scala. Da’ piedi il primo affetto del bene, giacché l’affetto è i piedi dell’anima: nel costato il segreto dell’amore; alla bocca il bacio della pace. Ambasciate di sagrifizio.}}
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
A voi, dilettissimo e carissimo figliuolo mio in Cristo Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi posto in su la mensa della santissima croce, dove si trova l’Agnello immacolato che s’è fatto a noi cibo, mensa e servitore. Considerando me che d’altro cibo non si può dilettare né saziare l’anima, dico che ci conviene andare per la <ref> Forse: ''per la sua''.</ref> via: egli è essa via. Qual fu la via sua? fu quello che egli mangiò in essa via; pene, obbrobrii, e strazii, villanie, e infino <ref>Forse: ''in fine''</ref> l’obbrobriosa morte<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Sanvittore - i misteri del processo monti e tognetti, 1869.djvu/31
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Piaz1606
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione|26|{{Sc|i processi di roma}}||riga=si}}</noinclude>{{Pt|zioni.|risoluzioni.}} Lo sguardo de’ suoi occhi neri, blando e amoroso nella calma, diveniva terribile se lo animava lo sdegno.
Monti era un bravo operaio; la naturale intelligenza e l’amore indefesso del lavoro avevano supplito in lui al difetto dello studio. Nella sua qualità di capo maestro muratore egli aveva condotto a termine dei lavori che avrebbero fatto onore ad un architetto. Eppure, modesto per natura, egli si era mantenuto nell’umiltà della sua condizione. Non essendo ingordo di danaro, non si era mai lanciato in quelle temerarie speculazioni di appalti, che spesso arrichiscono in breve ora i capi maestri. Erasi sempre contentato di quell’onesto guadagno che bastava al sostentamento della sua famigliuola. Amantissimo della moglie e dei figli, passava con essi tutto il tempo che gli avanzava dal lavoro, e che altri operai consacrano alla gozzoviglia e al vizio.
Monti entrò in casa tutto animato di quell’intima soddisfazione, che investe l’uomo che ha lavorato quanto deve. Egli stava allora dirigendo una nuova fabbrica nelle vicinanze della Longara.
Portava seco alcuni utensili della sua professione; li depose entrando; si avanzò verso Lucia, le strinse affettuosamente le mani, e:
— Presto, presto! esclamò. Ho una fame indiavolata; metti in tavola, Lucia. E i ragazzi dove sono?
— Eccoci babbo; rispose la voce argentina di una fanciulla.
Era Paolina che veniva dal babbo, tenendo per mano un ragazzo più piccolo, d’uno o due anni.
Monti li abbracciò, e baciò l’uno poi l’altro, li prese sulle ginocchia, li fece giocherellare, e diceva fra sè:
— Che piacere quando si ritorna dal lavoro accarezzare i propri figliuoli!
Poi chiese a Lucia, che attendeva con Teresa a far cuocere la minestra:
— Il piccino?
— È nella sua culla che dorme, rispose la moglie.
— E la minestra è cotta?
— Manca poco; aspetta.
— Oh don Omobono! riprese Monti, salutando il prete di vettura. Perdonate, non vi aveva veduto. E tu non parli quest’oggi, Teresa? Che cos’è? Ve ne state tutti ingrugnati? Cosa è avvenuto? Che cosa c’è di nuovo?
— Niente, proprio niente, rispose Lucia.
— No, v’è qualche cosa. Non mi ricevete mai così, quando ritorno a casa dal lavoro. Sentiamo, Teresa tu che sei la bocca della verità. Che cosa è accaduto?
— Abbiamo ricevuto una visita di malaugurio, rispose Teresa.
— Taci! disse piano Lucia.
Oh lascia che glielo dica! esclamò l’altra. Infin dei conti; è meglio che lo sappia.<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Statistica elezioni 1904 legislatura 22.djvu/150
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Carlomorino
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|-
|{{cs|Ctrb}}|COLLEGI ||{{cs|Ctrb}}|PROVINCIA ||{{cs|Ctrb}}|DEPUTATI ||{{cs|Ctb}}|Pagina<br/>del<br/>volume</noinclude>
|-
|Casalmaggiore|| Cremona|| Pistoja Francesco, ten gen , comandante il VII corpo d‘armata || 29
<!--a
Caserta|| Caserta|| *Leonetti Raffaele|| 21
Casoria || Napoli|| Rocco Marco, fu Giovanni, banchiere || 54
Cassano al Jonio||Cosenza|| Turco Alessandro, avv. 2|| 38
Cassino || Caserta Visocchi Achille, avv. ||22
Castelfranco Veneto || Treviso|| Macola conte Ferruccio, pubblicista|| 82
Castellammare di Stabia|| Napoli Aubry Augusto, capitano di vascello, sottosegretario di Stato perla marina ||54
Castellaneta|| Lecce|| Pugliese Giuseppe Alberto, avv. 42
Castelmaggiore||Bologna|| Bentini Genuzio, avv. || 16
Castelnuovo ne’ Monti || Reggio nell’Emilia || Basetti Gian Lorenzo, medico|| 68
Castelnuovo di Garfagnana||Massa e Carrara|| Artom Ernesto, avv. || 46
Castel San Giovanni||Piacenza||Manfredi Giuseppe, ing.||63
Castelvetrano | Trapani|| Saporito barone Vincenzo||80
Castiglione delle Stiviere|| Mantova|| Pastore Alceo, dott. in legge, agricoltore ||45
Castrogiovanni||Caltanissetta|| {{AutoreCitato|Napoleone Colajanni (1847)|Colajanni Napoleone}}, medico, prof. ordinario di statistica nella R. Univ. di Napoli|| 19
Castroreale || Messina|| Di Sant’Onofrio (del Castillo) marchese Ugo, sottosegretario di Stato per l'interno|| 47
Castrovillari || Cosenza ||Giunti bar. Leopoldo, gia ufficiale di marina ||28
Catania I|| Catania|| Auteri-Berretta Giovanni|| 23
Catania II|| Catania|| {{AutoreCitato|Giuseppe de Felice Giuffrida|De Felice-Giuffrida Giuseppe}}, procuratore legale, pubblicista || 33
Catanzaro || Catanzaro ||Sanseverino Carlo, barone di Marcellinara ||4
Caulonia || Reggio di Calabria ||*Valentino Giuseppe ||67
Ceccano || Roma|| *Rasponi Carlo || 70
Cefalù || Palermo|| Rienzi Niccolò, avv. || 59
Cento || Ferrara Turbiglio Giorgio, avv., prof. ord. di diritto e procedura penale nella libera Univ. di Ferrara||32
Cerignola || Foggia|| Pavoncelli Giuseppe, banchiere ||35
Cerreto Sannita|| Benevento|| Venditti Antonio, avv. ||14
Cesena || Forlì|| Comandini Ubaldo, avv. ||36
Ceva || Cuneo ||Calleri Giacomo, avv. || 31
Cherasco || Cuneo|| Curreno Giacomo, avv. || 31
Chiaravalle Centrale|| Catanzaro Staglianò Natale,avv. || 94
Chiari || Brescia|| Morando conte Gian Giacomo, dott. in legge ||17
Chiaromonte ||Potenza ||Mendaia Vincenzo, avv., consigliere di Corte d’Appello || 66
Chiavari ||Genova ||Costa~Zenoglio Rolando, dott. in scienze sociali|| 39
Chieti|| Chieti|| Mezzanotte Camillo, avv. || 25
Chioggia|| Venezia|| Galli Roberto, avv. || 84
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|Casalmaggiore|| Cremona|| Pistoja Francesco, ten gen , comandante il VII corpo d‘armata || 29
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|Caserta|| Caserta|| * Leonetti Raffaele|| 21
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|Casoria || Napoli|| Rocco Marco, fu Giovanni, banchiere || 54
|-
|Cassano al Jonio||Cosenza|| Turco Alessandro, avv. 2|| 38
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|Cassino || Caserta|| Visocchi Achille, avv. ||22
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|Castelfranco Veneto || Treviso|| Macola conte Ferruccio, pubblicista|| 82
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|Castellammare di Stabia|| Napoli|| Aubry Augusto, capitano di vascello, sottosegretario di Stato perla marina ||54
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|Castellaneta|| Lecce|| Pugliese Giuseppe Alberto, avv. 42
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|Castelnuovo di Garfagnana||Massa e Carrara|| Artom Ernesto, avv. || 46
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|Castiglione delle Stiviere|| Mantova|| Pastore Alceo, dott. in legge, agricoltore ||45
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|Castrogiovanni||Caltanissetta|| {{AutoreCitato|Napoleone Colajanni (1847)|Colajanni Napoleone}}, medico, prof. ordinario di statistica nella R. Univ. di Napoli|| 19
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|Castroreale || Messina|| Di Sant’Onofrio (del Castillo) marchese Ugo, sottosegretario di Stato per l'interno|| 47
|-
|Castrovillari || Cosenza ||Giunti bar. Leopoldo, gia ufficiale di marina ||28
|-
|Catania I|| Catania|| Auteri-Berretta Giovanni|| 23
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|Catania II|| Catania|| {{AutoreCitato|Giuseppe de Felice Giuffrida|De Felice-Giuffrida Giuseppe}}, procuratore legale, pubblicista || 33
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|Caulonia || Reggio di Calabria ||*Valentino Giuseppe ||67
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|Chiari || Brescia|| Morando conte Gian Giacomo, dott. in legge ||17
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<noinclude><pagequality level="3" user="Sciking" />{{RigaIntestazione||CAPO XXIV.|95}}</noinclude>lüvio i omegn i majaa e i bija, i tölia moer e i fomne marit, fina al moment, che Noè a l’è entrat nel’arca,
{{v|24|39}} E no i s’è tölt fastöde fina che no l’è egnit ol dilüvio, e i è negac töc: icsé al sarà quanda al vegnirà ol Fiöl de l’om.
{{v|24|40}} Inalura du a i se troarà in d’ü cap: ü al sarà tölt sö, l’oter abandunat.
{{v|24|41}} Dò fomne a i sarà al mölì a masná: öna la sarà tölta sö, e l’otra abandunada.
{{v|24|42}} Stè doca des’ c, perchè no si miga a che ura ol vost Padrù al vegnirà.
{{v|24|43}} Sapiè però, che se ol pader de famea al cognoses a che ura a l’à de egn ol lader,sensa döbe a l’istaraf desdat, e no ’l lasaraf miga dervis la cà.
{{v|24|44}} Per quest a’oter stė preparac: perchè ol Fiol de l’om al vegnirà in d’on’ura, che no gh’ pensé miga.
{{v|24|45}} Chi èl mai quel servitur prödent, e fedel, che ol sò padrù al l’abie metit sura i oter sò servitur, per daga al sò tep ol majà?
{{v|24|46}} Beat lü quel servitur, che ol padrù quanda al turna, al la troarà, che al se diporta i’ sta manera.
{{v|24|47}} Mé ve dighe in verità, che al ghe afidarà la diresiù de töc i sd beni.<noinclude><references/></noinclude>
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Il Vangelo di S. Matteo volgarizzato in dialetto bergamasco/Capo XXIV
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<noinclude><pagequality level="3" user="Tuvok1968" />{{RigaIntestazione|148||}}</noinclude>{{Pt|<br>|}}sciagura che per me è una delle più grandi: leggo sempre con ansietà i fogli di Bologna, e mi ha fatto pena il vedere che, pochi giorni sono, si sentivano ancora altre scesse. Dalla carissima tua però mi pare che questo flagello non ti metta grande spavento, poichè ne fai la descrizione con una cert’aria che mostra in te un gran coraggio, coraggio ch’io certo non avrei. La tua lettera mi ha fatto destare parecchie notti con un gran palpito parendomi di sentire il terremoto, cosa che, grazie a Dio, non era punto vera.
Quando tu mi scrivevi non eri niente allegra; chè la tua lettera assomiglia un poco al Miserere: pure, non fa niente, almeno ho veduto i tuoi caratteri, ho avuto le nuove delle mie carissime amiche, sento ch’esse mi vogliono ancora bene. Non puoi credere, Nina mia, con quanta vivacità di sentimenti io desideri la felicità di quelle ch’io risguardo ed amo come mie sorelle, e però non puoi immaginarti quanto cruccio mi rechino i tuoi lamenti sulla sciagura di questi nostri tempi, nei quali più soffre chi più è virtuoso. Ed essendo così, non v’ha alcun dubbio che voi, o mie care, non dobbiate esser punto felici e fortunate in questo infame e scellerato mondo; oh certo! noi non lo saremo a meno che non rinunziamo ai nostri principi, a meno che non ci condanniamo da noi stesse a non avere più il coraggio di guardare il cielo senza arrossire. Come è stato nel passato, così sarà sempre per me oggetto di ammirazione grande e di compiacenza vivissima il trovare in voi, o dolcissime anime, quello ch’io credeva non vi fosse più su questa terra, una<noinclude><references/></noinclude>
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Tuvok1968
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<noinclude><pagequality level="3" user="Tuvok1968" />{{RigaIntestazione|150||}}</noinclude>
Io già sapeva di un incendio accaduto costì nell’appartamento della Marchesa Ricci assente,
ma certo non mi passò affatto in mente che la cara Ninetta se ne stesse dalle sue finestre a contemplarlo, intrepida e senza timore che quelle vampe si dilatassero fino a lei, ed affrontando per curiosità freddo e reuma. Anche noi abbiamo avuto un’estate piena in un certo tempo di fulmini, i quali cadevano a mucchi, e per uno dei quali mori all’istante una povera donna. {{AutoreCitato|Giacomo Leopardi|Giacomo}} ne scrisse sui primi di settembre che a momenti saria venuto da noi<ref>{{TestoCitato|Epistolario (Leopardi, 1934)|''Epist''.}}, lett. 528.</ref>, poi non ci ha scritto più e non è più venuto, ma sappiamo che sta benissimo. Due bellissime sorelle del bellissimo {{AutoreCitato|Antonio Ranieri|Ranieri}} si fanno monache a Roma e stanno per giungere colà, noi crediamo che in loro compagnia Giacomo se ne partirà di Napoli, ma che venga da noi non lo crediamo punto. Addio, cara Nina, amami quanto io ti amo. Amen.
A te, Marianna mia, do con tutta l’anima un bacio affettuosissimo, e mi raccomando all’amor tuo, alla tua tenerezza. Se mi vuoi bene scrivimi presto, e dammi conto di te, dei tuoi affari, delle tue speranze. Oh come ti auguro una vita tranquilla, oh come vorrei che avessi finalmente a godere di quella pace e di quella felicità che meriti! la tua amica non forma voto più ardente di questo. Il solo pensiero di venire a trovarti (pensiero mantenuto più giorni) mi faceva balzare di gioia, ora, non balzo più; sono ricaduta nel solito inerte e melanconico mio stato. Cosa n’è di {{AutoreCitato|Pietro Giordani|Giordani}}?<noinclude>{{ruleLeft|6em}}<references/></noinclude>
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Tuvok1968
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Io già sapeva di un incendio accaduto costì nell’appartamento della Marchesa Ricci assente,
ma certo non mi passò affatto in mente che la cara Ninetta se ne stesse dalle sue finestre a contemplarlo, intrepida e senza timore che quelle vampe si dilatassero fino a lei, ed affrontando per curiosità freddo e reuma. Anche noi abbiamo avuto un’estate piena in un certo tempo di fulmini, i quali cadevano a mucchi, e per uno dei quali mori all’istante una povera donna. {{AutoreCitato|Giacomo Leopardi|Giacomo}} ne scrisse sui primi di settembre che a momenti saria venuto da noi<ref>{{TestoCitato|Epistolario (Leopardi, 1934)|''Epist''.}}, lett. 528.</ref>, poi non ci ha scritto più e non è più venuto, ma sappiamo che sta benissimo. Due bellissime sorelle del bellissimo {{AutoreCitato|Antonio Ranieri|Ranieri}} si fanno monache a Roma e stanno per giungere colà, noi crediamo che in loro compagnia Giacomo se ne partirà di Napoli, ma che venga da noi non lo crediamo punto. Addio, cara Nina, amami quanto io ti amo. Amen.
A te, Marianna mia, do con tutta l’anima un bacio affettuosissimo, e mi raccomando all’amor tuo, alla tua tenerezza. Se mi vuoi bene scrivimi presto, e dammi conto di te, dei tuoi affari, delle tue speranze. Oh come ti auguro una vita tranquilla, oh come vorrei che avessi finalmente a godere di quella pace e di quella felicità che meriti! la tua amica non forma voto più ardente di questo. Il solo pensiero di venire a trovarti (pensiero mantenuto più giorni) mi faceva balzare di gioia, ora, non balzo più; sono ricaduta nel solito inerte e melanconico mio stato. Cosa n’è di {{AutoreCitato|Pietro Giordani|Giordani}}?
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Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LII
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Tuvok1968
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{{ct|f=110%|L=0px|t=0|v=1|A MARIANNA BRIGHENTI}}
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{{A destra|f=80%|''7 novembre (1834)''}}
{{spazi|15}}''Marianna mia,''
Se tutte le volte che mi vengono le tue lettere io ringrazio il cielo che mi ha dato il conforto dell’amor tuo, figurati s’io debba averlo fatto, e di cuore, quando mi giunse l’ultima tua di Bologna. Certo non feci allora come al ricevere l’antecedente, quella in cui mi aprivi gli occhi; perchè, leggendo le prime parole, e giunta a quelle che dicevano: ''a malincuore ti scrivo'', chiusi la lettera e me la posi nel taschino del grembiule, e me ne andava cercando distrazioni e divagamenti per vedere di togliermi quelle tue parole di mente e prolungare un altro poco quell’illusione e quella speranza che mi accompagnavano da tre mesi in poi. Ma tu avevi ragione, o mia cara, ed io ringrazio il papà tuo ch’ebbe il coraggio, e volle inspirarlo anche a te di dirmi tutta la verità. E se dopo il sole mi sembrava meno brillante, il cielo meno puro, cosa importa? era una cosa che dovea finir cost! Quello che non finirà si è l’amor mio, la mia vivissima tenerezza per tutti voi, o miei cari. Inestimabile conforto è per me la sicurezza di essere amata da si eccellenti persone, e<noinclude><references/></noinclude>
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{{spazi|15}}''Marianna mia,''
Se tutte le volte che mi vengono le tue lettere io ringrazio il cielo che mi ha dato il conforto dell’amor tuo, figurati s’io debba averlo fatto, e di cuore, quando mi giunse l’ultima tua di Bologna. Certo non feci allora come al ricevere l’antecedente, quella in cui mi aprivi gli occhi; perchè, leggendo le prime parole, e giunta a quelle che dicevano: ''a malincuore ti scrivo'', chiusi la lettera e me la posi nel taschino del grembiule, e me ne andava cercando distrazioni e divagamenti per vedere di togliermi quelle tue parole di mente e prolungare un altro poco quell’illusione e quella speranza che mi accompagnavano da tre mesi in poi. Ma tu avevi ragione, o mia cara, ed io ringrazio il papà tuo ch’ebbe il coraggio, e volle inspirarlo anche a te di dirmi tutta la verità. E se dopo il sole mi sembrava meno brillante, il cielo meno puro, cosa importa? era una cosa che dovea finir cost! Quello che non finirà si è l’amor mio, la mia vivissima tenerezza per tutti voi, o miei cari. Inestimabile conforto è per me la sicurezza di essere amata da si eccellenti persone, e<noinclude><references/></noinclude>
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Ora sei a Novara, eppure mi fa pena il saperti tanto lontana, giovedi mi pareva di separarmi da te e andava sospirando per le camere al pensare chi ti allontanavi tanto, e che per lungo tempo non avrò lettere tue.
É delizioso il quadro che mi fai dei tre viaggiatori che mi fanno dimandare, ed appunto per essere troppo delizioso, io non lo vedrò mai altro che in pittura, ma se mai questi cari viaggiatori si abbattessero da queste parti.... oh! ch' io lo sappia alquanto prima, chè potrebbero giungere in una di quelle ore in cui la loro amica sta inchiavata, e non può uscire di camera.
Ti lascio, Marianna mia; oggi son di festa fuori di casa. Papà fa da padrino ad un signore inglese che oggi diviene cattolico, ed io sono della compagnia insieme con sua moglie, la quale aime! è troppo, troppo poco per lui, ch'è un brav'uomo. Addio dunque, o mia diletta! Salutami il più affettuosamente che puoi il papà tuo e la cara Nina cui non ho tempo di dire due parole, non so se di rallegramento per essere scappata al pericolo di divenir moglie di uno capace di andare in carrozza con una donna, o vero di condoglianza sul dubbio che non sia ben guarita, nè vorrei che
facesse un'altra malattia a Novara, oh non lo vorrei certo..... Ma io non mi so staccare da voi, mie carissime, e debbo andare a vestirmi per uscire. Addio dunque! il pensiero di voi, dolcissime anime, verrà sempre con me, e mi terrà compagnia<noinclude><references/></noinclude>
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Ora sei a Novara, eppure mi fa pena il saperti tanto lontana, giovedi mi pareva di separarmi da te e andava sospirando per le camere al pensare chi ti allontanavi tanto, e che per lungo tempo non avrò lettere tue.
É delizioso il quadro che mi fai dei tre viaggiatori che mi fanno dimandare, ed appunto per essere troppo delizioso, io non lo vedrò mai altro che in pittura, ma se mai questi cari viaggiatori si abbattessero da queste parti.... oh! ch’io lo sappia alquanto prima, chè potrebbero giungere in una di quelle ore in cui la loro amica sta inchiavata, e non può uscire di camera.
Ti lascio, Marianna mia; oggi son di festa fuori di casa. Papà fa da padrino ad un signore inglese che oggi diviene cattolico, ed io sono della compagnia insieme con sua moglie, la quale aime! è troppo, troppo poco per lui, ch’è un brav’uomo. Addio dunque, o mia diletta! Salutami il più affettuosamente che puoi il papà tuo e la cara Nina cui non ho tempo di dire due parole, non so se di rallegramento per essere scappata al pericolo di divenir moglie di uno capace di andare in carrozza con una donna, o vero di condoglianza sul dubbio che non sia ben guarita, nè vorrei che
facesse un’altra malattia a Novara, oh non lo vorrei certo..... Ma io non mi so staccare da voi, mie carissime, e debbo andare a vestirmi per uscire. Addio dunque! il pensiero di voi, dolcissime anime, verrà sempre con me, e mi terrà compagnia<noinclude><references/></noinclude>
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Una volta ad un mio amico lontano da me, e fuori di stato scriveva in questo modo, e le mie lettere, o sieno i miei biglietti gli giungevano felicemente<ref>Mandava questa lettera acclusa in un giornale.</ref>. E perchè mi sono detta a me stessa, non farò così anche a chi sta a Novara? io credo che non vorrà dispiacere questo filantropico pensiero, seppure il diavolo non vi si mette in mezzo onde non farlo riuscire nel suo scopo.
Marianna mia, dimmi prima di ogni cosa, come stai? come sta il tuo raffredore? hai sofferto nel tuo viaggio? Oh quanto mi ha afflitto la tua ultima di Bologna in cui mi parlavi dell'ostinatissimo tuo raffredore!<noinclude>{{ruleLeft|6em}}<references/></noinclude>
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Tuvok1968
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Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LIII
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Tuvok1968
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Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni.pdf/59
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{{Rule||}}
{{Centrato|{{Sc|tornata del 22 maggio 1848}}}}
{{Rule||}}
{{Rule||}}</noinclude>Invita quindi a procedere allo squittinio segreto per l'adozione dell'intera legge compresi gli emendamenti.
GALVAGNO propone sia adottato per acclamazione.
CADORNA s’oppone soggiungendo che si dee rispettare il
disposto dal regolamento ;, e dà lettura dell'articolo 32 del
medesimo.
IL PRESIDENTE fa procedere allo squittinio segreto che
dà il seguente risultato :
{|width=50% align=center
|Votanti||{{cs|R}}|105
|-
|Voti favorevoli||{{cs|R}}|110
|-
|Contrari ||{{cs|R}}|3
|}
(La Camera adotta).
Dà quindi lettura di una proposta del deputato avvocato {{AutoreCitato|Angelo Brofferio (1802-1866)|Brofferio}} che ha per oggetto di far mettere tosto in libertà quanti tullora giacciono in carcere per provvidenze governative senza sentenza di legittimo Tribunale (''V. doc.'' , p. 34).
VESME invita l' onorevole preopinante a ritirare la sua proposta cercando di provare che non trovasi al momento alcuno che sia nel caso riferito : dà quindi lettura della nota dei ditenuti, che secondo lui trovavansi in carcere per decreto del consiglio di Governo , il quale è un tribunale creato con apposita legge interinata dai Supremi Magistrati ; del resto molti di tali ditenuti già furono messi in libertà , ed i rimanenti sono in procinto di esserlo.
BROFFERIO soggiunge che non intende di ritirare la
proposta , riservandosi a tempo opportuno di comprovare le
avanzate allegazioni.
IL PRESIDENTE fissa la discussione relativa per l'indomani dopo il mezzodì.
Procede quindi all' estrazione a sorte dei collegi che elessero il medesimo deputato.
''Farina P.'' viene dichiarato dalla sorte a deputato del VI collegio di Genova , lasciando a quello di Broni di eleggerne un altro.
''Ferraris'' a Trino, spettando a Cigliano di nominarsi un deputato.
''{{AutoreCitato|Giovanni Siotto Pintor|Siotto - Pintor}}'' a Nuoro , nuove elezioni ai collegi di Tempio, Iglesias, ed al primo di Cagliari.
''Fois'' del V collegio di Cagliari , al II ed al III spetta di eleggersi altri deputati.
Dichiara quindi chiusa la seduta alle ore 4 112. (''Verb''.)
''Ordine del giorno per la seduta di domani alle ore'' 2.
Discussione della proposta dell'avvocato Brofferio.
{{Centrato|'''TABLEAU relatif au discours du Député chevalier DESPINE'''.}}
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|-
|{{Sc|divisions}}||PROVINCES||{{Sc|nombre de colléges}}||CENS||POPULATION||ÉLECTEURS INSCRITS|| ÉLECTEURS VOTANS||
|-
| || || ||fr.|| || || ||
|-
|Turin||Turin , Pignérol , Suse|| 25|| 40|| 884711|| 10227|| 8177 ||1 p. 87
|-
|Génes||Gênes , Chiavari, Levante, Novi.||24 || 20|| 509295|| 7138|| 4795|| 1 p. 71
|-
|Chambéry||Savoie- Propre, Haute-Savoie, Maurienne, Tarantaise||12|| 20|| 307684|| 7808|| 8962|| 1 p. 39
|-
|rowspan=2 {{cs|M}}|Alexandrie||Alexandrie, Asti , Torlona , Voghera
|-
|Bobbio
|-
<!--a
17
40
388444
8708
4435
i p. 68
2
20
34337
532
257
1 p. 64
24
40
566181
8788
6626
I p. 84
20
230718
6568
3656
i p. 41
20
40
414773
6924
4970
1 p. 60
10
20
256483
6107
4433
I p. 42
9
40
238684
2740
2284
1 p. 85
16
40
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8278
3700
1 p. 70
Savone, Albenga
6
20
131386
2428
1611
I p. 54
Acqui
4
40
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979
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1 p. 91
seul
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7535
8487
I p. 72
4668942
77784
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Coni
Coni , Albe, Mondovì , Saluces
Nice
Nice, Oneille , s. Remo
Novare Novare, Val Sesia, Lomelline, Pallauza,
Ossola
Annecy Genevois, Faucigny, Chablais
lyrée.
Iyrée , Aoste
Verceil
Verceil, Bielle, Casal.
Savone
Sardaigne. | L’lle entière
24
loyer
204
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Carlomorino
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medesimo.
IL PRESIDENTE fa procedere allo squittinio segreto che
dà il seguente risultato :
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|Voti favorevoli||{{cs|R}}|110
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(La Camera adotta).
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''Farina P.'' viene dichiarato dalla sorte a deputato del VI collegio di Genova , lasciando a quello di Broni di eleggerne un altro.
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''{{AutoreCitato|Giovanni Siotto Pintor|Siotto - Pintor}}'' a Nuoro , nuove elezioni ai collegi di Tempio, Iglesias, ed al primo di Cagliari.
''Fois'' del V collegio di Cagliari , al II ed al III spetta di eleggersi altri deputati.
Dichiara quindi chiusa la seduta alle ore 4 112. (''Verb''.)
''Ordine del giorno per la seduta di domani alle ore'' 2.
Discussione della proposta dell'avvocato Brofferio.
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''Ferraris'' a Trino, spettando a Cigliano di nominarsi un deputato.
''{{AutoreCitato|Giovanni Siotto Pintor|Siotto - Pintor}}'' a Nuoro , nuove elezioni ai collegi di Tempio, Iglesias, ed al primo di Cagliari.
''Fois'' del V collegio di Cagliari , al II ed al III spetta di eleggersi altri deputati.
Dichiara quindi chiusa la seduta alle ore 4 112. (''Verb''.)
''Ordine del giorno per la seduta di domani alle ore'' 2.
Discussione della proposta dell'avvocato Brofferio.
{{Centrato|'''TABLEAU relatif au discours du Député chevalier DESPINE'''.}}
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|{{Sc|divisions}}||PROVINCES||{{Sc|nombre de colléges}}||{{Sc|cens}}||{{Sc|population}}||{{Sc|électeurs inscrits}}|| {{Sc|électeurs votans}}||
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| || || ||fr.|| || || ||
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|Turin||Turin , Pignérol , Suse|| 25|| 40|| 884711|| 10227|| 8177 ||1 p. 87
|-
|Génes||Gênes , Chiavari, Levante, Novi.||24 || 20|| 509295|| 7138|| 4795|| 1 p. 71
|-
|Chambéry||Savoie- Propre, Haute-Savoie, Maurienne, Tarantaise||12|| 20|| 307684|| 7808|| 8962|| 1 p. 39
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Nice
Nice, Oneille , s. Remo
Novare Novare, Val Sesia, Lomelline, Pallauza,
Ossola
Annecy Genevois, Faucigny, Chablais
lyrée.
Iyrée , Aoste
Verceil
Verceil, Bielle, Casal.
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Sardaigne. | L’lle entière
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{{Rule||000}}
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{{Centrato|{{Sc|tornata del 22 maggio 1848}}}}
{{Rule||}}
{{Rule||}}</noinclude>Invita quindi a procedere allo squittinio segreto per l’adozione dell’intera legge compresi gli emendamenti.
GALVAGNO propone sia adottato per acclamazione.
CADORNA s’oppone soggiungendo che si dee rispettare il
disposto dal regolamento;, e dà lettura dell’articolo 32 del
medesimo.
IL PRESIDENTE fa procedere allo squittinio segreto che
dà il seguente risultato:
{|width=50% align=center
|Votanti||{{cs|R}}|105
|-
|Voti favorevoli||{{cs|R}}|110
|-
|Contrari ||{{cs|R}}|3
|}
(La Camera adotta).
Dà quindi lettura di una proposta del deputato avvocato {{AutoreCitato|Angelo Brofferio (1802-1866)|Brofferio}} che ha per oggetto di far mettere tosto in libertà quanti tullora giacciono in carcere per provvidenze governative senza sentenza di legittimo Tribunale (''V. doc.'', p. 34).
VESME invita l’onorevole preopinante a ritirare la sua proposta cercando di provare che non trovasi al momento alcuno che sia nel caso riferito: dà quindi lettura della nota dei ditenuti, che secondo lui trovavansi in carcere per decreto del consiglio di Governo, il quale è un tribunale creato con apposita legge interinata dai Supremi Magistrati; del resto molti di tali ditenuti già furono messi in libertà, ed i rimanenti sono in procinto di esserlo.
BROFFERIO soggiunge che non intende di ritirare la
proposta, riservandosi a tempo opportuno di comprovare le
avanzate allegazioni.
IL PRESIDENTE fissa la discussione relativa per l’indomani dopo il mezzodì.
Procede quindi all’estrazione a sorte dei collegi che elessero il medesimo deputato.
''Farina P.'' viene dichiarato dalla sorte a deputato del VI collegio di Genova, lasciando a quello di Broni di eleggerne un altro.
''Ferraris'' a Trino, spettando a Cigliano di nominarsi un deputato.
''{{AutoreCitato|Giovanni Siotto Pintor|Siotto - Pintor}}'' a Nuoro, nuove elezioni ai collegi di Tempio, Iglesias, ed al primo di Cagliari.
''Fois'' del V collegio di Cagliari, al II ed al III spetta di eleggersi altri deputati.
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''Ordine del giorno per la seduta di domani alle ore'' 2.
Discussione della proposta dell’avvocato Brofferio.
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|Annecy|| Genevois, Faucigny, Chablais||10 || 20|| 256483|| 6107|| 4433|| 1 p. 42
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medesimo.
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(La Camera adotta).
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VESME invita l’onorevole preopinante a ritirare la sua proposta cercando di provare che non trovasi al momento alcuno che sia nel caso riferito: dà quindi lettura della nota dei ditenuti, che secondo lui trovavansi in carcere per decreto del consiglio di Governo, il quale è un tribunale creato con apposita legge interinata dai Supremi Magistrati; del resto molti di tali ditenuti già furono messi in libertà, ed i rimanenti sono in procinto di esserlo.
BROFFERIO soggiunge che non intende di ritirare la
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avanzate allegazioni.
IL PRESIDENTE fissa la discussione relativa per l’indomani dopo il mezzodì.
Procede quindi all’estrazione a sorte dei collegi che elessero il medesimo deputato.
''Farina P.'' viene dichiarato dalla sorte a deputato del VI collegio di Genova, lasciando a quello di Broni di eleggerne un altro.
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''{{AutoreCitato|Giovanni Siotto Pintor|Siotto - Pintor}}'' a Nuoro, nuove elezioni ai collegi di Tempio, Iglesias, ed al primo di Cagliari.
''Fois'' del V collegio di Cagliari, al II ed al III spetta di eleggersi altri deputati.
Dichiara quindi chiusa la seduta alle ore 4 112. (''Verb''.)
''Ordine del giorno per la seduta di domani alle ore'' 2.
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Tuvok1968
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Tuvok1968" />{{RigaIntestazione|154||}}</noinclude>
Oh come tremo che il viaggio in questa fredda stagione, e lo strapazzo che ti conviene di prendere nelle prove ti faccia male, o non ti faccia guarire. Senza che io te lo dica pensa quanto deside io abbia la tua amica di saperti bene arrivata costì, lieta del novello tuo soggiorno, e piena di speranza del buon successo. Se stai bene, spero che vorrai dirmi tutte queste cose assai presto, sicura che nol sarà mai quanto io lo bramo. E se non mi parli tu, io non avrò più nuove di te, nè meno nel Carnevale, chè tu stai troppo lontana da noi, ed i giornali ch’io vedo poco parlano di paesi si lontani. Ed a proposito di giornali ti voglio copiare qui a piè un tratto del Feuilletton della ''Gazette de France'' sulla {{w|Maria Malibran|Malibran}}, e vedrai che ovunque essa canta, lascia una impressione sola. Mi dirai poi chi sieno i compagni tuoi, mi dirai cosa fa Nina, cosa fanno i tuoi genitori, come ti piace Novara.
Se vuoi sapere quanto io sia forte nella geografia, sappi soltanto che credeva fermamente che Novara fosse nel Piemonte, ed oggi soltanto me ne sono disingannata colla carta geografica innanzi agli occhi. Vedi meglio di me ch’io non merito verun elogio per la traduzione dell’operetta di {{AutoreCitato|Xavier de Maistre|Maistre}}, essa indica soltanto che ho molto ozio, e che Nobili ha voluto stamparla: il libro nel suo originale è graziosissimo, vorrei che si potesse dir lo stesso nella lingua nostra. Se tu non hai avuto un esemplare col mio carattere si è perchè, temendo che partissi da Bologna più presto di quel che hai fatto, scrissi a Nobili che ti mandasse una copia immediatamente stampata, chè<noinclude><references/></noinclude>
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Tuvok1968
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Tuvok1968" />{{RigaIntestazione|||155}}</noinclude>{{Pt|<br>|}}altrimenti non era in tempo, ed egli lo fece, ma ma non ti può cadere in mente che sia stato per mancanza di amicizia od anche di delicatezza; tu sei sempre la mia diletta, e non ne devi dubitare neanche un istante, no, se mi vuoi anche una piccola parte del bene che ti voglio io.
«M.lle {{w|Maria Malibran|Malibran}} qui pouvait devenir le charme des auditeurs les plus difficiles, avait fini par se rendre le supplice de ses amis les plus dévoués. Combien de fois n’-a-t-elle pas fait changer le spettacle! De combien de relâches n’a-t-elle pas été coupable au moment le plus inattendu! Quittez donc vos familles, ajournez vos affaires, négligez vos amis, hâtez votre diner, pressez votre toilette, crevez vos chevaux dans l’espoir d’arriver a
tems pour le ''di piacer mi balza il cor'' ou le ''se il padre m’abbandona''; puis vous trouvez sur l’afficher il ''matrimonio'' avec M.lle {{w|Eugenia Tadolini|Tadolini}}, ou l’''ultimo giorno di Pacini'', ou la bande, la bande encore moins fatale du relâche par indisposition de la ''prima donna'' que vous aviez recontré le matin caracolant au vis sur un cheval fingant, ou que vous apperceviez le même soir dans quelque lige des Varietés ou de la Porte S. Martin. Il n’y a théâtre ni admiration qui poisse tenir à de pareilles incartades. M.lle Malibran ruinerat tout à la fois enthousiasme et administration. Moins de génie dans l’éxécution et plus de bonne fois dans les engagemens. Un bonheur troublé est un agrément insupportable».
Mi sembrò tanto caro questo lamento allorchè il lessi, che giurai di fartelo sentire, ed era quando le tue orecchie e l’animo tuo dovevano essere:<noinclude><references/></noinclude>
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Tuvok1968
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Tuvok1968" />{{RigaIntestazione|156||}}</noinclude>inebbriate dall'incanto della sua voce. Marianna mia, io ti stringo al mio cuore, a questo cuore cui non puoi mai comprendere quanto tu sii cara, quanto ti ami.
{{Pt||{{ruleLeft|6em}}}}<section end="1" />
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{{ct|f=130%|L=0px|t=2|v=1|{{Sc|LV}}}}
{{ct|f=110%|L=0px|t=0|v=1|AD ANNA BRIGHENTI}}
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{{A destra|f=80%|''11 Febbraio (1835)''}}
{{spazi|15}}''Nina mia,''
È un pezzo che ho ricevuta la tua carissima, ed è un pezzo che non ti ho risposto, benchè avessi sempre in mente di farlo. Ma qualche occupazione e un po' di pigrizia mi hanno trattenuta fino ad ora. Il mio cuore però è stato sempre con voi, mie care anime, ed ho assistito ai nuovi successi di Marianna, ed ho battuto le mani assieme con quelli che le facevano plauso... Ma non ho potuto capire quale opera sia la presente; dopo la ''Norma'', non so in che cosa siasi trasformata la mia amica.
E m'inquieto con i giornali, i quali di tanti teatri parlano, e di uno di cui ricerco sempre notizie con interesse vivissimo, non mi dicono nulla. Ma io non dubito punto che le cose seguano sempre ad andare ottimainente, e che la carissima Marianna continui ad essere l'idolo dei Novaresi. Salutami tanto, Nina mia, quella cara giovine, e dille che mi lasci stare il signor maestro.<noinclude><references/></noinclude>
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Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LIV
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|48|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>e questo volse sostenere, perchè era bene, e per punire la colpa nostra, che è quella cosa ch’è male.
Poi, dunque, che l’occhio dell’intelletto ha così ben veduto e discernuto chi gli è cagione del bene, e chi gli è cagione del male, e quale è quello che è bene, e quello che è miserabile male; l’affetto, perchè va dietro all’intelletto, corre di subito e ama il suo Creatore, cognoscendo nel sangue l’amore suo ineffabile; e ama tutto quello che vede
che ’l faccia più piacere ^ e unire con lui. Onde allora si diletta delle molte tribolazioni, e priva se medesimo delle consolazioni proprie per affetto e amore della virtù. E non elegge lo strumento ^ delle tribolazioni, che provano le virtù, a suo modo, ma
a modo di colui che gli ’l dà, cioè Dio; il quale non vuole alti’o, se non che siamo santificati in lui; e però gli ’1 concede. Così ^ egli ha tratto l’amore dell’amore. E perchè l’occhio deirintelletto in esso amore ha veduto il suo male, cioè la sua colpa,
odialo, in tanto che desidera vendetta di quella cosa che n’è stata cagione. La cagione del peccato è il proprio amore, il quale notrica la perversa volontà, che ribella alla ragione. <ref>Sapientemente dice che la volontà del male fa ribellare la ragione al vero. Il dubbio stesso è spesso principio o effetto di colpa voluta.</ref> E mai non resta di cre-
<ref>La grammatica quadrupede porterebbe: piacere a lui, e unire con lui.</ref>
<ref>Le tribolazioni gli sono strumento a edificare sé ed altri; ma considerandole appunto perciò come cosa sacra, non presume egli di adoperarle, quasi strumenti vili, a capriccio.</ref>
<ref>La stampa: ''come egli''. Il Burlamacchi spiega: «Dio concede a l’uomo il bene delle tribolazioni quasi per premio, secondo che l’uomo ha saputo dall’amore di Dio trarre amore». Ma l’interpretazione mi pare sforzata, e il senso non lega. ci deve mancare qualcosa, o s’ha porre così, e intendere: a questo modo riguardando le tribolazioni per amore concedute da Dio, l'uomo ne deduce cagione e ragione di meglio amare Lui bene sommo, e odiare l'unico vero male, la colpa.</ref><noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" /></noinclude>LETTEEE DI SANTA CATEEINA 49
scere e di multiplicare l’odio dell’amore sensitivo infìno che l’ha morto. E però diventa subito paziente; e non si scandalizza in Dio, ne in sé, né nel prossimo suo; ma ha presa <ref>Qui più bello che ''prende''. Dice e la prontezza, e l’atto abituale: l'ha preso in men ch’io non dico, e la tiene sempre.</ref> l’arme a uccidere questo perverso sentimento, il quale conduce l’anima a tanto miserabile male, che gli tolle l’essere della grazia, e dagli la morte, tornando a non cavelle, perchè è privata di Colui che é. Tolle dunque il coltello, che è l’arme con che si difende da’ nemici suoi; e con quello uccide la propria sensualità. Il quale coltello ha due tagli, <ref>Salmo: «''Gladii ancipites''».</ref> cioè odio e amore, E menalo con la mano del libero arbitrio, il quale, cognosce che Dio gli ha dato per grazia, e non per debito; e con esso coltello taglia e uccide.
Or a questo modo, figliuolo, partecipiamo la virtù del sangue e il calore del fuoco: il quale sangue lava, e il fuoco consuma la ruggine della colpa, e uccide il vermine della coscienzia: non uccide propriamente la coscienzia, la quale è guardia dell’anima, ma il vermine della colpa, che v’è dentro. In altro modo né per altra via non potremo giugnere a pace e a quiete, né gustare il sangue dell’immacolato Agnello. E però vi dissi ch’io desideravo di vedervi bagnato e annegato nel sangue di Cristo crocifisso.
Dunque levatevi su e destatevi dal sonno della negligenzia, e annegate la propria perversa volontà in questo glorioso prezzo. <ref>Un inno: <poem><i>«... Gloriosi
Corporis Mysterium,
Sanguinisque pretiosi,
Qitem in mundi pretium,</i></poem>
Lettere di S. Caterina - Voi. II. 4</ref> E non vi ritragga timo-<noinclude><references/></noinclude>
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Or a questo modo, figliuolo, partecipiamo la virtù del sangue e il calore del fuoco: il quale sangue lava, e il fuoco consuma la ruggine della colpa, e uccide il vermine della coscienzia: non uccide propriamente la coscienzia, la quale è guardia dell’anima, ma il vermine della colpa, che v’è dentro. In altro modo né per altra via non potremo giugnere a pace e a quiete, né gustare il sangue dell’immacolato Agnello. E però vi dissi ch’io desideravo di vedervi bagnato e annegato nel sangue di Cristo crocifisso.
Dunque levatevi su e destatevi dal sonno della negligenzia, e annegate la propria perversa volontà in questo glorioso prezzo. <ref>Un inno: <poem><i>«... Gloriosi
Corporis Mysterium,
Sanguinisque pretiosi,
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Or a questo modo, figliuolo, partecipiamo la virtù del sangue e il calore del fuoco: il quale sangue lava, e il fuoco consuma la ruggine della colpa, e uccide il vermine della coscienzia: non uccide propriamente la coscienzia, la quale è guardia dell’anima, ma il vermine della colpa, che v’è dentro. In altro modo né per altra via non potremo giugnere a pace e a quiete, né gustare il sangue dell’immacolato Agnello. E però vi dissi ch’io desideravo di vedervi bagnato e annegato nel sangue di Cristo crocifisso.
Dunque levatevi su e destatevi dal sonno della negligenzia, e annegate la propria perversa volontà in questo glorioso prezzo. <ref>Un inno: <poem><i>«... Gloriosi
Corporis Mysterium,
Sanguinisque pretiosi,
Qitem in mundi pretium,
Fruetus ventris generosi,
Rex effudit entium.</i></poem>
Lettere di S. Caterina - Voi. II. 4</ref> E non vi ritragga timo-<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|50|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>re servile, né amore proprio, ne detto delle creature, uè mormorazione, ne scandalo del mondo: ^ ma perseverate con virile cuore. E guardate che voi non facciate come i matti; e se voi l’avete fatto, sì ve ne dolete, di scandalizzarvi nei servi di Dio, o mormorare
delle loro operazioni: perocché questo é uno de’ segni che la volontà non é morta: e se ella é morta nelle cose temporali, non é anco morta nelle spirituali. Vogliate dunque che in tutto muoia ad ogni suo parere, ^ e viva in voi, la dolce eterna volontà di Dio: e di questa siate giudice, ^ siccome dice la nostra lezione. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Scrivestemi che il figliuolo non poteva stare senza il latte e il fuoco della mamma. ^ Onde se ne averete volontà, non tardate a venire per esso. Dite, che non vorreste offendere l’obedienzia. Venite per la ^ licenzia, e non r ofPenderete. E eccidi bisogno; perché Nanni *^ s’è partito per buona necessità; sicché se potete venire, r averò molto caro. Gesù dolce, Gesù amore.
Raccomandateci al baccelliere, '' e a Frate An-
<ref>Scandalezzare i tristi e i falsi buoni, è morale necessità.
<ref>Sottintendesi la volontà vostra.
<ref>Se non è errore di scrittura, intendasi: secondo questa volontà di Dio (di per da), siate giudice della vostra. Lexione accenna a qualche lettura spirituale o fatta fra loro dianzi o solita farsi-. In questo senso lexione, anco in Dante.
<ref>Parole affettuose del frate, desiderante a Caterina siccome a madre, che gli dava non pur latte ma fuoco. «Ignitum eloquium tuimi vehenienter». Mamma più volte nel severo poema di Dante.
<ref>''Con.''</ref>
<ref>Fra i discepoli di Caterina numerati da ser Cristofano Guidini è un Giovanni.
^ Fra Gnglielno d’Inghilterra; agostiniano: e così frate Antonio. M.
Matteo Rettore dell’Ospedale della Misericordia; l’Abate è quel di Sant’Antimo.<noinclude><references/></noinclude>
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delle loro operazioni: perocché questo é uno de’ segni che la volontà non é morta: e se ella é morta nelle cose temporali, non é anco morta nelle spirituali. Vogliate dunque che in tutto muoia ad ogni suo parere, ^ e viva in voi, la dolce eterna volontà di Dio: e di questa siate giudice, ^ siccome dice la nostra lezione. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Scrivestemi che il figliuolo non poteva stare senza il latte e il fuoco della mamma. ^ Onde se ne averete volontà, non tardate a venire per esso. Dite, che non vorreste offendere l’obedienzia. Venite per la ^ licenzia, e non l'offenderete. E eccidi bisogno; perché Nanni *^ s’è partito per buona necessità; sicché se potete venire, l'averò molto caro. Gesù dolce, Gesù amore.
Raccomandateci al baccelliere, '' e a Frate An-
<ref>Scandalezzare i tristi e i falsi buoni, è morale necessità.<\ref>
<ref>Sottintendesi ''la volontà'' vostra.<\ref>
<ref>Se non è errore di scrittura, intendasi: secondo questa volontà di Dio (di per da), siate giudice della vostra. Lexione accenna a qualche lettura spirituale o fatta fra loro dianzi o solita farsi. In questo senso lexione, anco in Dante.
<ref>Parole affettuose del frate, desiderante a Caterina siccome a madre, che gli dava non pur latte ma fuoco. «Ignitum eloquium tuimi vehenienter». Mamma più volte nel severo poema di Dante.
<ref>''Con.''<\ref>
<ref>Fra i discepoli di Caterina numerati da ser Cristofano Guidini è un Giovanni.<\ref>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: tonio, e a misser Matteo, e all’Abbate, e a tutti gli altri. LXXXI. — A Francesco, di Francesco di Tolomei ^ vestita dell’abito di San Domenico, inferma. L’esorta a pazienza nelle sue infermità. Sa patire chi ama; chi pensa alla potenza e sapienza e amore di Dio; chi pre^^a, chi attinL’e dalla purità la fortezza. L’anima che sta forte, e non con-iente in sé al male, per battaglie che di fuori sostenga, rimane pura. Rim...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|51}}</noinclude>tonio, e a misser Matteo, e all’Abbate, e a tutti gli altri.
LXXXI. — A Francesco, di Francesco di Tolomei ^ vestita dell’abito di San Domenico, inferma.
L’esorta a pazienza nelle sue infermità. Sa patire chi ama; chi pensa alla potenza e sapienza e amore di Dio; chi pre^^a, chi attinL’e dalla purità la fortezza. L’anima che sta forte, e non con-iente in sé al male, per battaglie che di fuori sostenga, rimane pura. Rimedio agli scrupoli e alle fiacchezze di spirito.
Al nome di Gesìi Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissima figliuola in Cristo dolce Gesù, Io Catarina, serva e schiava di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti con vera e sauta pazienzia, acciocché virilmente porti e la infermità e qualunque altra cosa Dio ti permettesse, siccome vera serva e sposa di Cristo crocifisso. E così debbi fare; perocché la sposa non
si debbo mai scordare della volontà dello sposo suo.
Ma attendi, carissima figliuola, che a questa voloutà, così accordata e sottoposta a quella di Dio non verresti mai se tu col lume della santissima fede non ragguardassi quanto tu se’ amata da lui: perocché, vedendoti amare, non potrai fare che tu non ami: amando, odierai la propria sensualità, ^
1 Figliuola di Francesco Tolomei, e di Onorabile o Orrabile o Rabe degli Agazzari, famiglie cospicue di Siena; sorella di Giacomo Tolomei, convertito a Dio per opera di Caterina. E questa stessa Francesca con la sorella Ginoccia per le esortazioni di lei, si tolse dal mondo, si fece Domenicana; e il popolo la disse beata..
- Non solo i disordinati piaceri del senso, ma ogni condiscendenza al senso o nol non saper sostenere il dolore o nel non usare ragionevolmente il pia<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|51}}</noinclude>tonio, e a misser Matteo, e all’Abbate, e a tutti gli altri.
LXXXI. — A Francesco, di Francesco di Tolomei ^ vestita dell’abito di San Domenico, inferma.
L’esorta a pazienza nelle sue infermità. Sa patire chi ama; chi pensa alla potenza e sapienza e amore di Dio; chi pre^^a, chi attinL’e dalla purità la fortezza. L’anima che sta forte, e non con-iente in sé al male, per battaglie che di fuori sostenga, rimane pura. Rimedio agli scrupoli e alle fiacchezze di spirito.
Al nome di Gesìi Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissima figliuola in Cristo dolce Gesù, Io Catarina, serva e schiava di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti con vera e sauta pazienzia, acciocché virilmente porti e la infermità e qualunque altra cosa Dio ti permettesse, siccome vera serva e sposa di Cristo crocifisso. E così debbi fare; perocché la sposa non
si debbo mai scordare della volontà dello sposo suo.
Ma attendi, carissima figliuola, che a questa voloutà, così accordata e sottoposta a quella di Dio non verresti mai se tu col lume della santissima fede non ragguardassi quanto tu se’ amata da lui: perocché, vedendoti amare, non potrai fare che tu non ami: amando, odierai la propria sensualità, ^
1 Figliuola di Francesco Tolomei, e di Onorabile o Orrabile o Rabe degli Agazzari, famiglie cospicue di Siena; sorella di Giacomo Tolomei, convertito a Dio per opera di Caterina. E questa stessa Francesca con la sorella Ginoccia per le esortazioni di lei, si tolse dal mondo, si fece Domenicana; e il popolo la disse beata..
- Non solo i disordinati piaceri del senso, ma ogni condiscendenza al senso o nol non saper sostenere il dolore o nel non usare ragionevolmente il piacere anche lecito, ella oliiama (e così dicevasi sapientemente) sensualità; che ora a talnni, sotto il nome di sensibilità, è latta pregio di natura e d’arte, coltivasi, accattasi. Possono in quel senso anco le persone devote essere sensuali.<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Sanvittore - i misteri del processo monti e tognetti, 1869.djvu/32
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||{{Sc|monti e tognetti}}|27|riga=si}}</noinclude>
― Ma che è stato dunque? sentiamo.
― Sappi che c’è stato qui un nottolone di sagrestia, che ha voluto parlare con Lucia, e ha incominciato a infinocchiare tante e poi tante bubbole, con qual fine poi... lo saprà qui don Omobono, che l’ha introdotto.
― Don Omobono! esclamò Monti guardandolo.
― Io! non è vero! soggiunse il povero prete, facendosi piccin piccino.
― Ah! se arrivavo prima! se lo trovavo qui! E come è finita?
È finita, rispose Teresa, che lo abbiamo cacciato via.
― Brave! esclamò Monti.
E don Omobono:
― Sì, andate là, che avete fatta una bella cosa. Monsignore Pagni è capace..
― Di che cosa?
― Di farvi arrestare.
― Farmi arrestare! gridò il capo-mastro: poi prese per mano il pretuccolo tutto tremante, e gli disse con voce vibrante:
― Ma non sapete, don Omobono, che è finito il tempo delle ingiustizie, delle violenze, dei soprusi? Non sapete che non passeranno ventiquattro ore che Garibaldi sará entrato in Roma?
― Che! davvero? esclamarono le donne.
Don Omobono corse a raccattare la coccarda nell’angolo, dove l’aveva gettata poco prima.
Frattanto Lucia aveva portata la minestra in tavola, e Teresa metteva i bimbi a sedere nelle loro seggioline.
Monti sedette a mensa in mezzo alla sua famiglia, e mentre la moglie scodellava la minestra, egli seguitava a dire:
― Ma sì! Abbiamo finito di stare sotto il governo della perfidia e della ipocrisia. Non più preti sovrani! non più farisei, che benedicono e uccidono colla medesima mano!
Don Omobono, che non sapeva ormai più che contegno tenere, li salutò con un:
― ''Prosit!''
E se ne andò, passando nella sua camera.
― Qua, miei cari figliuoli, proseguiva Monti. Voi crescerete in un’epoca migliore!... Mangia, Paolina.. E tu Tonino, che vuoi?... Lucia, dàgli da bere. Avremo finito di dipendere dai birri e delle spie, tremare continuamente per la nostra vita, per la nostra libertà, per l’onore delle nostre donne!... Santo Iddio! che non debba venire il momento della giustizia anche per Roma, per Roma che è la nostra capitale, la capitale d’Italia!... Mangia, Tonino. Lucia, non aver paura, ormai non abbiamo più nulla a temere. Teresa, vedi un poco chi è.<noinclude><references/></noinclude>
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Avevano bussato alla porta di strada. Teresa andò ad aprire.
Un lieto sorriso apparve sulle labbra della bella romana: il suo sguardo si era incontrato nella simpatica figura del giovane Tognetti.
— Oh, ben venuto! Avanti! esclamarono tutti,
Tognetti si arrestò un poco confuso, e disse:
— Mi dispiace di trovarvi a tavola.
— Avanti, avanti, replicò Lucia. Tra noi non si fanno complimenti.
— Vieni, vieni, Gaetano, soggiunse Monti. Vieni a mangiare un boccone con noi.
— No, no, disse il giovane visibilmente imbarazzato. Avrei bisogno di parlarti.
— Parla pure.
— Guarda che bell’innamorato! disse Teresa con un cenno burlesco di sdegno. Non dice nemmeno una parola alla sua sposa! Meriterebbe che lo lasciassi in piedi.
E cosí dicendo avvicinava una sedia. Ma Tognetti rimase in piedi.
— Scusami, Teta, disse, ho un affare di grande premura. Senti, Peppe.
— E con un cenno chiamò Monti in disparte.
— Che, non dobbiamo sentire noi? esclamò la vivace Teresa. Che usanze sono queste?
Monti si alzò in fretta, si ritrasse in un canto della stanza coll’amico.
Lucia lo seguì con un guardo inquieto.
— Non c’è tempo da perdere, disse Tognetti a bassa voce; abbiamo bisogno di te. Stiamo per fare un gran colpo, capisci?
— Sì, rispose Monti. Vengo subito con te.
— No, no, partirò prima io, per non dare sospetto alle tue donne.
— Va bene io verrò fra un momento.
— Ti aspetto.
— Dove?
— Ponte Rotto.
— Va bene.
Monti tornò alla tavola, e sedette. Era tranquilissimo in vista, ma pure aveva sulla fronte un’ombra tenuissima il pensiero, che non isfuggì all’occhio intento della moglie.
— Dunque siamo intesi, disse forte Tognetti. A rivederci, Peppe. Sora Lucia, vi saluto. Teresa!...
— Aspettate, soggiunse Lucia, Bevete almeno un bicchiere di vino.
— Grazie tante ho un affare... sono aspettato.
Intanto il giovane si avviava.
— E a me, non si stringe nemmeno la mano? disse Teresa.
— Hai ragione, Teta.
E tornando indietro, Tognetti strinse con forza la mano alla sua fidanzata.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||{{Sc|monti e tognetti}}|29|riga=si}}</noinclude>
— Ahi! Ahi! gridò essa. E adesso per ricompensa mi fai male! Uh! che sgarbataccio!
— Addio!
— Che brutta parola! si dice: A rivederci!
— Ebbene a rivederci!
— A rivederci, Gaetano, ripetè anch’essa la piccola Paolina colla sua grazia infantile.
Tognetti rispose con un ultimo saluto, e partì.
Tutti rimasero in silenzio. Monti era pensoso: quell’ombra leggera della sua fronte si era fatta oscura e profonda.
— Peppe, che hai? chiese Lucia con subito grido.
— Nulla.
— Tu non mangi più.
— Ma sì; vedi pure che mangio. Non ho nulla.
— La visita di Gaetano ti ha turbato, disse Teresa.
— Che cosa è venuto a dirti? domandò Lucia.
— Niente! È venuto ad annunziarmi... così... che c’è un lavoro nuovo da intraprendere.
— Perchè dunque ti ha chiamato da parte? perchè ti ha parlato con tanto mistero?
— Non so davvero! È proprio matto quel Gaetano!
— No, tu m’inganni; mi nascondi qualche cosa.
— Sei pazza! or via, bando a queste follie. Bisogna ch’io vada...
— Dov’è?
— Sai pure, al mio lavoro consueto. Ti par cosa strana? Devo ben ritornare dopo il desinare: non faccio così ogni giorno?... ho indugiato anche troppo quest’oggi.
Monti, così dicendo si levò, Lucia fece lo stesso. Ormai il sospetto si era inoltrato addentro nel suo cuore.
— Monti, lo ripeto, tu mi nascondi qualche cosa.
— Nulla, te ne assicuro. Ma via, calmati. Non vedi come io stesso sono tranquillo? Che cosa ti metti in mente?
Prese il cappello, e allontanando dolcemente la moglie, si avviava.
— No, non partirai, esclamò a un tratto Lucia con accento risoluto. Tu vai ed esporti a qualche pericolo. Ne son certa.
— Perchè pensare a queste cose? Lasciami Lucia. Addio Teresa!
Con queste parole Monti si sciolse con forza da Lucia, e s’incammino frettolosamente: ma giunto sul limitare della porta, un improvviso pensiero lo assalse, si arrestò, tornò indietro con impeto, e corse ad abbracciare i suoi bambini.
— Figli miei! esclamò, e li coperse di baci,
Per quanto un uomo sia fermo, egli s’intenerisce sempre quando bacia<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione|30|{{Sc|i processi di roma}}||riga=si}}</noinclude><section begin="s1" />i suoi figli. Monti sapeva che andava incontro a un pericolo mortale; gli balenò in mente l’idea: Se non dovessi rivederli più!
E a’ suoi baci si mescolarono alcune lagrime.
— Babbo, perchè piangi? chiese Paolina.
— Io? non è vero!
— Egli piange! gridò Lucia. Ma dunque è vero: io non m’inganno: egli vuol lasciarci per sempre.
— Addio, miei cari.
— No, trattenetelo, figliuoli. Egli va a morire
— Lucia!
— Fermati.
Invano la moglie cercò trattenerlo invano i bambini si aggrapparono alle sue ginocchia. Monti si staccò rapidamente da quelle braccia affettuose, e gridando un’altra volta: «Addio!» partì.
Lucia si gettò fra le braccia di Teresa, dicendo:
— Oh Dio! un fatale presentimento mi stringe il cuore.
— Calmati, soggiunse Teresa. Non sarà nulla; finalmente poi, ti spaventi senza ragione.
— Ma perchè a pianto nel baciare i suoi figli?
— Chi sa? si danno certi momenti di commozione senza motivo.
— Ah no! qualche cosa di terribile deve accadere, me lo dice il cuore.
E la povera Lucia, piangendo, si strinse al seno i suoi figliuoletti.
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Centrato|VII.
'''Monte Aventino.'''}}
Il monte Aventino, celebre in antico pei famosi ladroni che vi annidavano ai tempi della fondazione di Roma, è adesso occupato quasi unicamente da varj conventi di frati. Alle falde di quel colle ameno, stanno diverse osterie, dove si beve un vino delizioso. E infatti una di esse, dall’aspetto più ridente dell’altre, invita i passeggieri, che transitano per la via che mena a Porta San Paolo, con questa scritta, il cui senso è tanto chiaro, per quanto i versi sono zoppicanti:
<poem> Chi vuol bere del buon vino
Venga a’ piedi del Monte Aventino.</poem><section end="s2" /><noinclude><references/></noinclude>
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I misteri del processo Monti e Tognetti/Capitolo VI
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>VI. Giuseppe Monti<section end="sottotitolo"/>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||{{Sc|monti e tognetti}}|31|riga=si}}</noinclude>
A poca distanza da quell’osteria, si trovava una grotta, che una volta servì da cantina, ed ora era abbandonata quasi del tutto. Vi si giungeva da diverse parti, della sommità del colle, della strada sottoposta, dalle viuzze serpeggianti nei fianchi del poggio; per le porte posteriori delle taverne o attraverso le siepi delle vigne. In mille modi ci si poteva giungere, e in altrettanti era facile partirsi di là.
Quel luogo fu scelto per qualche tempo pei ritrovi del comitato d’insurrezione romana.
Questo comitato, che portava anche il nome di Comitato di Salute Pubblica, si era composto in Roma appena la rivolta era scoppiata nella campagna viterbese.
L’antica Giunta Nazionale romana, che prima ebbe la direzione del partito liberale nella città di Roma, aveva sempre consigliata la moderazione, e si era limitata a comporre inocue dimostrazioni contro il governo pontificio. E perciò questa Giunta, fin da quando cominciò a prepararsi il movimento rivoluzionario delle provincie romane, si trovò incompatibile col nuovo indirizzo delle cose; e infatti nel 21 settembre di quell’anno, 1866, si era ritirata dalla direzione.
Alla Giunta subentrarono allora i Capi-sezione dell’associazione romana, ai quali ai 27 dello stesso settembre diressero un proclama al popolo romano, perchè si tenesse preparato all’insurrezione.
Dal seno poi di questi Capi-sezione sorse il Comitato di Salute Pubblica, nel quale al cominciare dell’azione si accentrarono tutti i poteri rivoluzionari.
E questo Comitato, il quale aveva assunta la terribile responsabilità del supremo conflitto, che all’epoca di cui parliamo teneva le sue riunioni in una grotta del Monte Aventino.
Tognetti aveva aspettato il suo amico Monti al cominciare del Ponte
Rotto: avevano insieme varcato il Tevere in quel punto che serba ancora
i vestigi dell’eroismo di Orazio Coclite, e costeggiando il fiume, si avviarono
verso le falde dell’Aventino: essi dovevano recarsi alla grotta misteriosa.
S’inoltrarono in un vicoletto, che sale verso la vetta del colle, passarono
fra le rotture di un muro diroccato, e traversato un breve spazio di
ortaglia abbandonata e imboschita, trovarono, nascosta fra i rovi, l’ellera
e i rottami, l’imboccatura della grotta; il terreno scendeva lievemente, e
la luce andava mancando di mano in mano che si procedeva.
Fatti dieci passi, Tognetti, che andava innanzi, si arrestò, toccò sulla sua diritta la parete umida e scabrosa del massó, e andò palpeggiando finchè trovò l’apertura, per la quale doveva voltare. Trovata che l’ebbe, s’inoltrò in quel fitto bujo.
Aveva appena mosso un passo là dentro, che si sentì bruscamente arrestato da una mano, che gli afferrò la giubba sul petto, e in pari tempo<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione|32|{{Sc|i processi di roma}}||riga=si}}</noinclude>la punta aguzzą di una lama di ferro, forando le vesti, venne a posarsi a fior di pelle sotto la sua mammella sinistra.
Tognetti sporse innanzi la testa, cercando quella dell’assalitore, e all’orecchio di questo, mormorò:
— È il giorno dei morti!
Il pugno che stringeva il suo abito si aperse. La lama dello stiletto si ritrasse, e il giovane passò oltre.
Monti ripetè le medesime parole, e anch’esso passò.
Fecero molte giravolte, salirono e scesero degli informi gradini, aiutandosi in quella tenebra col continuo tentar delle mani, finchè arrivarono a una specie di sala a volta scavata nel sasso.
Era la grotta del Comitato.
Molte erano le persone quivi adunate; ma tanto poco era lo spiraglio di luce che arrivava là dentro, che gli uomini sembravano altrettante ombre dalle vaghe sembianze, dall’aspetto incerto e oscillante. Solamente dopo un lungo soggiorno che si fosse fatto là dentro, si poteva pervenire a veder chiari gli oggetti.
Quando i due compagni giunsero nel luogo della riunione, una voce parlava, una voce franca, ardita, impetuosa.
— È tempo, diceva, proseguendo in mezzo al silenzio degli altri un lungo discorso: è tempo ormai che vi laviate da questa macchia, o Romani. L’Italia segue con occhio intento i suoi figli che mossero per liberarvi a prezzo del loro sangue. E guarda voi pure, e dice, sì fratelli, ve lo dice colla mia bocca: E Roma, che fa, che non risponde all’appello? Sarebbe vero ch’essa ami le sue catene? Sarà vero che i nepoti degli Scipioni e dei Bruti siano schiavi adoratori del pontefice-re? Questa, questa è l’accusa che vi grava sul capo. A voi, Romani, a voi: rispondete.
La voce si tacque; e subito dopo un’altra, non meno maschia della prima, ma più giovanile, più ardente, proruppe dall’altro lato della grotta:
— Io, figlio di Roma, in nome di tutti risponderó.
Un mormorio di approvazione successe a quelle parole. E Tognetti, che aveva riconosciuta quella voce, sussultò dal piacere, e stretta vivamente la mano di Monti, che aveva vicino, gli disse all’orecchio:
— Ascolta, ascolta! è Curzio che parla.
E Curzio, ch’era esso infatti, così riprese il suo dire:
— Io non dovrei rispondere colle parole. Tra poco Roma risponderà coll’azione, col sangue: ma io non posso lasciar cadere quest’accusa di codardia. Dite codarda Roma perchè non è insorta ancora! Ma non sapete che a Roma manca il suo sangue più caldo e più puro, e invece di quel sangue le circola nelle vene una tabe immonda e non sua? Che sono nove anni che i suoi figli migliori emigrano continuamente, e vanno ad accrescere le file dell’esercito italiano; e sono nove anni che piovano in seno<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||{{Sc|monti e tognetti}}|33|riga=si}}</noinclude>a lei sciami di stranieri reazionari e feroci? Roma non si e ancora mossa! Ma ridatele, per Dio, il suo sangue, le sue forze! Sbrattatela una volta di questa canaglia cosmopolita, e allora, allora vedrete che cosa le sta nel
{{FI
|file = Sanvittore - i misteri del processo monti e tognetti, 1869 (page 38 crop).jpg
|width = 100%
|caption = ...quell’ardito drappello assaliva bravamente il corpo di guardia di Porta San Paolo.
{{Centrato|Pag. 37.}}
}}
cuore. No, la gente che oggi circola entro le sue sacre mura non sono i figli di Roma; questi voi li troverete là fuori, colla camicia rossa, col fucile del volontario. Coloro che ci circondano da ogni parte, coloro che ci stanno<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 75% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: <noinclude> {|</noinclude> |''strappáre'' ||''stráppo'' |- |''voláre'' ||''vólo'' |- | |- |''badáre'' ||''báda'' (nell’avverbio ''a báda'') |- |''cacciáre'' ||''cáccia'' |- |''compráre'' ||''cómpra'' |- |''dimandáre'' ||''dimánda'' (poet. ''dimándo'') |- |''legáre'' ||''léga'' |- |''leváre'' ||''lèva'' |- |''peccáre'' ||''pècca'' |- |''pescáre'' ||''pésca'' |- |''purgáre'' ||''púrga'' |- |''stimáre'' ||'...
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|256|{{Sc|parte terza — cap. i}}||riga=si}}</noinclude><noinclude>
{|</noinclude>
|''strappáre'' ||''stráppo''
|-
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|-
|
|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
|''stimáre'' ||''stíma''
|-
|''temére'' ||''téma''.
|}
Da verbi, nomi aggettivi. Ne abbiamo veduto grande numero di esempii, {{pg|169#12|Parte II, cap. {{Sc|xx}}, § 12}}.
{{§|6|§ 6.}} Da nomi, verbi. Esempii:
{|
|''bastóne'' ||''bastonáre''
|-
|''bóllo'' ||''bolláre''
|-
|''coróna'' ||''coronáre''
|-
|''cólpo'' ||''colpíre''
|-
|''fíne'' ||''finíre''
|-
|''favóre'' ||''favoríre''
|-
|''gócciola'' ||''goccioláre''
|-
|''grázia'' ||''graziáre''
|-
|''láncia'' ||''lanciáre''
|-
|''orígine'' ||''origináre''
|-
|''péna'' ||''penáre''
|-
|''querèla'' ||''quereláre''
|-
|
|-
|''chéto'' ||''chetáre''
|-
|''miglióre'' ||''miglioráre''
|-<noinclude></noinclude>
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Pagina:Lettere - Santa Caterina, 1922.djvu/59
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|52|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>la quale fa impaziente l’anima che l’ama. Onde subito che tu odierai sarai fatta paziente. Sicché col lume ti vedrai. Ma dove troverai questo amore? Nel sangue dell’umile e immacolato Agnello, il quale per lavare la faccia della sposa sua, corse all’obbrobriosa morte della croce; onde col fuoco della sua carità la purificò della colpa, lavandola nell’acqua del santo battesimo, il quale battesimo vale a noi in virtù del sangue: e il sangue gli fu colore, che fece la faccia dell’anima vermiglia, la quale era tutta impallidita per la colpa di Adam.
Tutto questo fu fatto per amore. Adunque vedi che ’l sangue ti manifesta l’amore che Dio t’ha. Egli è quello eterno sposo che non muore mai: egli è somma sapienzia, somma potenzia, somma clemenzia e somma bellezza, ^ in tanto che ’l sole si maraviglia della bellezza sua. Egli è somma purità, in tanto che, quanto più l’anima che è sua sposa, s’accosta a lui, tanto più diventa pura e monda
d’ogni peccato, e più sente l’odore della virginità.^ E però la sposa che vede che egli si diletta della purità, studia d’accostarsi a lui con quello mezzo che più perfettamente la possa unire. Quale è questo mezzo? è l’orazione umile, fedele e continua. Umile, dico; fatta nel cognoscimento di te: continua, per continuo santo desiderio; e fedele^ per lo cognoscimento che hai avuto di Dio, vedendo che
<ref>Incorona la Triade col raggio della bellezza.</ref>
<ref>Una gentile canzone serbica: <i>«Di die sa egli il tuo seno? di viola o di rosa? Ne’ di viola ne di rosa: sa di ragazza».</i></ref><noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Lettere - Santa Caterina, 1922.djvu/60
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: LETTERE DÌ SAlSfTA CATERINA 53 egli è fedele e potente a darti quello che domandi; ed è somma sapieuzia, che sa; ed è somma clemenzia, che ti vuole dare più. che nou sai addimandare. Or con questo verrai a perfettissima pazienzia in ogni luogo, in ogni tempo e stato ch^ tu se’ e sarai; e nella infermità e nella sanità, con battaglie e senza battaglie. La quali battaglie non vorrei, però, che tu credessi che faccino l’an...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" /></noinclude>LETTERE DÌ SAlSfTA CATERINA 53
egli è fedele e potente a darti quello che domandi; ed è somma sapieuzia, che sa; ed è somma clemenzia, che ti vuole dare più. che nou sai addimandare. Or con questo verrai a perfettissima pazienzia in ogni luogo, in ogni tempo e stato ch^ tu se’ e sarai; e nella infermità e nella sanità, con battaglie e senza battaglie. La quali battaglie non vorrei, però, che tu credessi che faccino l’anima immonda,
se non in quanto la volontà le ricevesse ^ per dilettazione, di qualunque battaglia si fusse. E però l’anima che sente la volontà averne dispiacimento, e
non piacere, si debbe confortare, e non venire a veruna confusione o tedio di mente; ma debbe vedere che Dio gli ’1 permette per farla venire ad umilità, e per conservarla e crescerla in essa. Così voglio che facci tu. Godi, figliuola, che Dio per sua misericordia, ti fa degna di portare ^ per lui; e reputatene
indegna: e facendo così, ti conformerai in Qgni cosa con la volontà del tuo dolce sposo. Compirassi a questo modo in te la volontà di Dio e il desiderio dell’anima mia, il quale dissi che era di vederti con vera e santa pazienzia. E così ti prego
e voglio che sia, in ciò che piace al tuo dolcissimo sposo di concederti per lo poco tempo. ^ Non dico più. Fermane nella santa e dolce dilezione di Dio.
Gesù dolce, Gesìi amore.
1 II compiacimento nel male fa che l’anima accolga ia sé il nemico, la cui battaglia, altrimenti, strepita fuor delle porte.
2 Assoluto, 1 om’oggidì ''sopportare''. Così gli Apostoli esultavano dell’essere stimati degni di patire, per il nome di Ge^ù, contumelie.
^ Glie l’uomo vive quaggiù. O forse qualcosa manca.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|53}}</noinclude>egli è fedele e potente a darti quello che domandi; ed è somma sapieuzia, che sa; ed è somma clemenzia, che ti vuole dare più. che non sai addimandare.
Or con questo verrai a perfettissima pazienzia in ogni luogo, in ogni tempo e stato che tu se’ e sarai; e nella infermità e nella sanità, con battaglie e senza battaglie. La quali battaglie non vorrei, però, che tu credessi che faccino l’anima immonda, se non in quanto la volontà le ricevesse ^ per dilettazione, di qualunque battaglia si fusse. E però l’anima che sente la volontà averne dispiacimento, e non piacere, si debbe confortare, e non venire a veruna confusione o tedio di mente; ma debbe vedere che Dio gli ’l permette per farla venire ad umilità, e per conservarla e crescerla in essa. Così voglio che facci tu. Godi, figliuola, che Dio per sua misericordia, ti fa degna di portare ^ per lui; e reputatene indegna: e facendo così, ti conformerai in Qgni cosa con la volontà del tuo dolce sposo. Compirassi a questo modo in te la volontà di Dio e il desiderio dell’anima mia, il quale dissi che era di vederti con vera e santa pazienzia. E così ti prego e voglio che sia, in ciò che piace al tuo dolcissimo sposo di concederti per lo poco tempo. ^ Non dico più. Fermane nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesìi amore.
1 Il compiacimento nel male fa che l’anima accolga ia sé il nemico, la cui battaglia, altrimenti, strepita fuor delle porte.
2 Assoluto, com’ oggidì ''sopportare''. Così gli Apostoli esultavano dell’essere stimati degni di patire, per il nome di Gesù, contumelie.
^ Glie l’uomo vive quaggiù. O forse qualcosa manca.<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: LXXXII. — A tre Donne di Firenze. Accioccliè l'anima sia tenace del buon proposito, conosca sé; cioè la dipendenza propria, la debolezza, i difetti, il prezzo del tempo, i benefizi! di Dio in cui sperare. Orazione del cuore: vÌL’ilanza della mente. Coscienzia del bene, che si ha più o iiien piena. Pazienzia, midollo di carità. Tolleranza d’opinioni e pratiche diverse. Non andare a caccia di tanti consigli. Al nome di G...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|54|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>LXXXII. — A tre Donne di Firenze.
Accioccliè l'anima sia tenace del buon proposito, conosca sé; cioè la dipendenza propria, la debolezza, i difetti, il prezzo del tempo, i benefizi! di Dio in cui sperare. Orazione del cuore: vÌL’ilanza della mente. Coscienzia
del bene, che si ha più o iiien piena. Pazienzia, midollo di carità. Tolleranza d’opinioni e pratiche diverse. Non andare a caccia di tanti consigli.
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissime figliuole in Cristo dolce Gesù, perchè^ la divina bontà v’ha tratto dal loto del mondo, non vogliate voliere il capo addietro e mirare T arato:
ma sempre mirate quello che vi bisogna di fare per conservare in voi il sauto principio, e proponimento che avete fatto. Quale è quella cosa che ci conviene
vedere e fare per conservare la buona volontà? dicovelo. Che sempre siate nella cella del cognoscimento di voi; e cognoscendo, voi non essere er essere vostro avere da Dio; e di cognoscere li difetti vostri, e la brevità del tempo, il quale è tanto caro ^ a noi. Però che nel tempo si può acquistare la vita durabile, e perderla, secondo che piace a noi: e, passato il tempo, ueuno bene possiamo
adoperare.
E dovete cognoscere in voi la grande bontà di Dio, e lo ineffabile amore che a voi porta; il quale amore v’ha manifestato col mezzo del Verbo dell’unigenito suo Eigliuolo: e questo dolce e amoroso Verbo lo ha mostrato col mezzo del sangue suo.
Onde noi siamo quello vassello che abbiamo ricevuto il sangue; e siaiho quella pietra dove è fitto
1 Manca il solito cominciamento; ond’è da credere frammento di lettera,
la quale forse accennava a particolari notabili della vita di queste tre, e
chi si di quante altre, fiorentine.
- Dante: <poem><i>.... il tempo è caro
In questo regno si, ch’io perdo troppo
Venendo teco sì a paro a paro».</poem></i><noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: il gonfalone della santissima croce. Però che ne croce né chiovi né terra erano sufficenti a tenere questo umile e amoroso Verbo confitto e chiavellato, se lo amore non lo avesse tenuto; ma lo amore che ebbe a noi, il tenne, e fecelo stare in sull’ arbolo della croce. E però conviene a noi che ’l cuore e l'affetto nostro sia meschiato ^ in lui per amore se vogliamo participare il frutto del sangue suo. Allora l'anima, ch...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|55}}</noinclude>il gonfalone della santissima croce. Però che ne croce né chiovi né terra erano sufficenti a tenere questo umile e amoroso Verbo confitto e chiavellato, se lo amore non lo avesse tenuto; ma lo amore che ebbe a noi, il tenne, e fecelo stare in sull’ arbolo della croce. E però conviene a noi che ’l cuore e l'affetto nostro sia meschiato ^ in lui per amore se vogliamo participare il frutto del sangue suo. Allora l'anima, che sì dolcemente cognosce Dio, ama quello che cognosce della sua bontà, e odia quello che cognosce di sé nella parte sensitiva. Onde trae la vera umiltà: la quale è balia e nutrice delia carità.
E per questo va innanzi, e non torna indietro; crescendo di virtii in virtù; esercitandosi con la vigilia e con • la umile e continua orazione, con lo
continuo e santo desiderio, e con buone e sante operazioni: le quali sono quella orazione continua, che ogni persona che ha in sé ragione, ^ debbe avere,
oltre all’orazione particolare, ^ che si fa alle ore debite e ordinate. Le quali ^ in neuno modo si debbono lassare, se non fusse già per caso di obedienzia per carità; ma per altro modo no, né per battaglia né per sonnolenzia di mente né di corpo. Ma debbesi destare il corpo con lo esercizio corporale,^
<ref>In Omero ha senso d’amore materiale. Come rincontratesi Omero e Caterina, gl’Ionio e la Senese? E come il concetto della prosa di lei vola sopra quel canto <i>Che sovra gli altri, com’aquila, vola?</i></ref>
<ref>Orazione senza operazione non è d’anima ragionevole; se non quando l’esempio della solitudine levata dalle meschinità della terra, operi (e non fa di bisogno che ciò sia sensibilmente, e quasi materialmente) negli animi altrui, e rigeneri la società.</ref>
<ref>Più partioolarmonte detta. L’orazione dell’intenzione e dell’opera abbraccia
tutta la vita; la mentale e la vocale, son parti di quella.</ref>
<ref>Orazioni.</ref>
<ref>Alla couteinplante e pensatrice operosa non pare indegno esercitarsi in lavori manuali; e questo anco per tenere sveglia la mente. L’esercizio, bene adoprato, del corpo, è sollievo e ispirazione.</ref><noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="2" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|56|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>in venie ^ o in altri esercizi che abbiano a stirpare ^ il sonno quaud’egli ha avuto il debito suo. La sonnolenzia della mente si vuole destare coU’odio e dispiacimento di se: e con una impugnazione santa salire la sedia della coscienzia vostra, riprendendo sé stessa, e dicendo: «che dormi tu, anima
mia? dormi, e la divina bontà veglia sopra a te: e ’l tempo passa e non ti aspetta. Vuo’ tu esser trovata a dormire dal Giudice, quando ti richiederà
che tu rendi ragione del tempo tuo, come tu l’hai speso, e come sei stata grata al benefizio del sangue suo?» Allora si desterà la mente: e poniamochè sopra di quello destare non sentisse,^ ella s’è pure desta, e stirpa lo amore proprio dell’anima sua. E per questo modo va innanzi, e vassi ^ dalla imperfezione alla perfezione; alla quale pare che vogliate venire. Perocché l’amore non sta ozioso,
ma sempre adopera grandi cose.
<ref>Atti del chiedere venia, perdono, inchinandosi a Dio. I ffreci le chiamano
[lETcivoiai e il pentimento [iEtàvoiGig Un del trecento: <i>«Orava con molte lagrime, e facea molte venie prostrandosi in terra»</i>. Vuole Caterina non già che si facciano cotesti inchini presente la gente, ma in cella, per iscuotere la sonnolenza; e perchè lì veramente gli sfoghi dell’affetto e dell’umiltà sono liberi e schietti. In senso non religioso la cronaca del Morelli: <i>«fu in Vinegia dinanzi al Doge, con molte invenie dimandando perdono»</i>. Oggidì invenie vale cerimonie affettatamento sommesse. Così la stessa parola cerimonia, acquistò senso profano e di spregio.</ref>
<ref>Più felice quest’imagine del sonno che si apprende all’anima e s’avviluppa
quasi pianta parassita; che in Dante il ''frangersi'' nel sonno che, prima di morire, guizza.</ref>
<ref>Forse sbagliato. Il senso pare; quand’anco ella non avesse il pieno sentimento e uso della forza propria, non perderebbe però tutto il merito dell’aver vinto quella fiachezza ch’è nel condiscendere a se.. Il sopra di quello destare, par voglia dire che la mente non si reca in tutto sopra di sé, non ha piena la coscienza riflessa. La stanchezza vince, i sensi; ma l’anima tuttavia è regina di quelli.</ref>
<ref>Può non essere impersonale: e così in Dante i <i>«Come l'uom che non s’affigge. Ma vassi alla via sua»</i>.</ref><noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: Facendo così, vi vestirete del mirollo ^ della virtù della pazienzia, che è la rairoUa della carità; e goderete delle pene, purché voi vi possiate conformare con Cristo crocifisso; e a portare le pene e obbrobrii suoi, vi parrà godere. E fuggirete le conversazioni, e diletteretevi della solitudine; e non presumerete di voi; ma confiderete in Cristo crocifisso. E non s’empirà la mente vostra di fantasie, ma di vere e real...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|19}}</noinclude>Facendo così, vi vestirete del mirollo ^ della virtù della pazienzia, che è la rairoUa della carità; e goderete delle pene, purché voi vi possiate conformare
con Cristo crocifisso; e a portare le pene e obbrobrii suoi, vi parrà godere. E fuggirete le conversazioni, e diletteretevi della solitudine; e non presumerete di voi; ma confiderete in Cristo crocifisso. E non s’empirà la mente vostra di fantasie, ma di vere e reali virtù: amando con il cuore schietto e non finto, ^ libero e non doppio; ma in verità amerete lui sopra ogni cosa, e il prossimo
come voi medesime. Né per molestie del demonio, che vi desse laidi e malvagi pensieri, né per fragilità della carne, né per molestie delle creature, non verrete a tedio né a confusione di mente; ma con fede viva direte con Paolo Apostolo: «per Cristo crocifisso ogni cosa porterò, che é in me, che mi conforta». Riputatevi degne delle pene, e indegne del frutto, per umiltà. ^ Amatevi, amatevi
insieme con una carità fraterna in Cristo dolce Gesù, tratta dall’abisso della sua carità. Altro non vi dico. Dio vi riempia della sua santissima grazia.
Di una cosa vi prego: che voi non andiate per molti consigli; ma pigliate uno consigliero il quale vi consigli schiettamente, e quello seguitate. Però che andare per molti è cosa pericolosa. Non che ogni consiglio, che é fondato in carità, non sia buono: ma come e’ servi di Dio sono differenti nei
<ref>In Romagna ''merollo''. La ''d'' e la ''r'' si scambiano: ''armario, armadio''. ''Vestirsi del midollo'', non è improprio se s’intenda affine a investirsi, ne’ sensi dell’''induere'' latino.</ref>
<ref>Paolo: ''«In caritate non fiata»''. Bello il contrapporre di ''libero a doppio''. Libertà è coraggio di semplicità sapiente; la doppiezza è di schiavi.</ref>
<ref>Non per viltà o per disperazione, che sono due rami dell’orgoglio, ai quali l' anima rea s’impicca.</ref><noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: modi, poniamochè tutti siano neil’affetto della carità; così differente danno la dottrina. Onde se le genti assai cercano, ^ con tutti si vorriano confromare: e quando veniste a vedere, ^ trovereste vedova l'anima d’ognuno. E però è il meglio ed è di bisogno, che l’anima si feudi in uno, e in quello s’ingegni d’essere perfetta; e nondimeno gii piaccia la dottrina di ciascuno. Non, che li vada cercando per sé; ma debbegli...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|58|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>modi, poniamochè tutti siano neil’affetto della carità; così differente danno la dottrina. Onde se le genti assai cercano, ^ con tutti si vorriano confromare: e quando veniste a vedere, ^ trovereste vedova l'anima d’ognuno. E però è il meglio ed è di bisogno, che l’anima si feudi in uno, e in quello s’ingegni d’essere perfetta; e nondimeno gii piaccia la dottrina di ciascuno. Non, che li vada cercando per sé; ma debbegli piacere li differenti e diversi ^ modi che Dio tiene con le sue creature, ed averli in rivereuzia, vedendo che nella casa del
Padre nostro sono tante mansioni.
Or bagnatevi e annegatevi nel sangue di Cristo crocifìsso dolce amore. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.
<ref>Se le persone ne cercano assai di cotesti consiglieri dell’anima. Le ''genti'' è comune ai Francesi; ma il popolo toscano, anco nel plurale, lo ha tuttavia</ref>.
<ref>Nell’intimo. Lo sposare troppe opinioni lascia l’affetto vedovo. Come la Samaritana che non aveva marito, appunto per averne avuti sette.
<ref>Non solo varii ma differenti, non solo differenti ma diversi. Questo si chiama saperne e di stile e di spirito. Questa è la pazienza tollerante, midollo della carità. L’impazienza liberalesca è intollerante degli altri e di sé, quando non sia incatenata o non s’addormenti.</ref><noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|58|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>modi, poniamochè tutti siano neil’affetto della carità; così differente danno la dottrina. Onde se le genti assai cercano, <ref>Se le persone ne cercano assai di cotesti consiglieri dell’anima. Le ''genti'' è comune ai Francesi; ma il popolo toscano, anco nel plurale, lo ha tuttavia<\ref>. con tutti si vorriano confromare: e quando veniste a vedere, <ref>Nell’intimo. Lo sposare troppe opinioni lascia l’affetto vedovo. Come la Samaritana che non aveva marito, appunto per averne avuti sette.<\ref> trovereste vedova l'anima d’ognuno. E però è il meglio ed è di bisogno, che l’anima si feudi in uno, e in quello s’ingegni d’essere perfetta; e nondimeno gii piaccia la dottrina di ciascuno. Non, che li vada cercando per sé; ma debbegli piacere li differenti e diversi <ref>Non solo varii ma differenti, non solo differenti ma diversi. Questo si chiama saperne e di stile e di spirito. Questa è la pazienza tollerante, midollo della carità. L’impazienza liberalesca è intollerante degli altri e di sé, quando non sia incatenata o non s’addormenti.<\ref> modi che Dio tiene con le sue creature, ed averli in rivereuzia, vedendo che nella casa del Padre nostro sono tante mansioni.
Or bagnatevi e annegatevi nel sangue di Cristo crocifìsso dolce amore. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|58|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>modi, poniamochè tutti siano neil’affetto della carità; così differente danno la dottrina. Onde se le genti assai cercano, <ref>Se le persone ne cercano assai di cotesti consiglieri dell’anima. Le ''genti'' è comune ai Francesi; ma il popolo toscano, anco nel plurale, lo ha tuttavia</ref>. con tutti si vorriano confromare: e quando veniste a vedere, <ref>Nell’intimo. Lo sposare troppe opinioni lascia l’affetto vedovo. Come la Samaritana che non aveva marito, appunto per averne avuti sette.</ref> trovereste vedova l'anima d’ognuno. E però è il meglio ed è di bisogno, che l’anima si feudi in uno, e in quello s’ingegni d’essere perfetta; e nondimeno gii piaccia la dottrina di ciascuno. Non, che li vada cercando per sé; ma debbegli piacere li differenti e diversi <ref>Non solo varii ma differenti, non solo differenti ma diversi. Questo si chiama saperne e di stile e di spirito. Questa è la pazienza tollerante, midollo della carità. L’impazienza liberalesca è intollerante degli altri e di sé, quando non sia incatenata o non s’addormenti.</ref> modi che Dio tiene con le sue creature, ed averli in rivereuzia, vedendo che nella casa del Padre nostro sono tante mansioni.
Or bagnatevi e annegatevi nel sangue di Cristo crocifìsso dolce amore. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|58|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>modi, poniamochè tutti siano nell’affetto della carità; così differente danno la dottrina. Onde se le genti assai cercano, <ref>Se le persone ne cercano assai di cotesti consiglieri dell’anima. Le ''genti'' è comune ai Francesi; ma il popolo toscano, anco nel plurale, lo ha tuttavia</ref>. con tutti si vorriano confromare: e quando veniste a vedere, <ref>Nell’intimo. Lo sposare troppe opinioni lascia l’affetto vedovo. Come la Samaritana che non aveva marito, appunto per averne avuti sette.</ref> trovereste vedova l'anima d’ognuno. E però è il meglio ed è di bisogno, che l’anima si feudi in uno, e in quello s’ingegni d’essere perfetta; e nondimeno gii piaccia la dottrina di ciascuno. Non, che li vada cercando per sé; ma debbegli piacere li differenti e diversi <ref>Non solo varii ma differenti, non solo differenti ma diversi. Questo si chiama saperne e di stile e di spirito. Questa è la pazienza tollerante, midollo della carità. L’impazienza liberalesca è intollerante degli altri e di sé, quando non sia incatenata o non s’addormenti.</ref> modi che Dio tiene con le sue creature, ed averli in rivereuzia, vedendo che nella casa del Padre nostro sono tante mansioni.
Or bagnatevi e annegatevi nel sangue di Cristo crocifìsso dolce amore. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|59}}</noinclude>LXXXIII. — A Conte di Conte da Firenze, <ref>Conte è nome, non titolo: e aveva il nome stesso anche il padre. Fu il figliuolo devoto a Caterina. Ed ’ ebbe in cura la carcere delle Stinche; giacché in tempi che meno menavasi vanto di scienza penale, se non sempre più umane, erano più moralmente vegliate e meno corruttrici le carceri. A lui Giovanni delle Celle scrisse in lode di Caterina due lettere.</ref> Spirituale.
Fede è amore, amore è Fede. La Fede s’illumina nel dolore, il qual prova l'anima, accresce, l’intendimento moltiplica i meriti. Legge consolante del progresso morale e sociale: clie dopo il fallo può crescere il merito, crescere coli’ umiltà l’amore verso Dio e verso gli uomini. Fiducia in sé speijne fede. Ogni colpa è infedeltà, e viene da presunzione. Lettera di conforto a chi era forse caduto.
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedere in te il lume della santissima fede, il quale lume ci mostra la via della verità; e senz’esso neuno nostro esercizio, desiderio, operazione <ref>Non solo l’esercizio delle pratiche esteriori, ma i desiderii del bene che valgono più, e le opere stesse. Pare che a ''esercizio'' corrisponda ''frutto'', per denotare che e’ è delle pratiche sterili; a desiderio corrisponda ''perfezione'', cioè esecuzione che lo compisca; a ''operazione'' corrisponda il conseguimento del ''fine''. Intende che le opere buone a fine meramente umano, non raggiungono da ultimo neppur questo fine: onde i disinganni amari, e i dubbii disperati.</ref> verrebbe a frutto, né a perfezione, né a quel fine per lo quale avessimo cominciato; ma ogni cosa verrebbe imperfetta, e, lenti saremmo nella carità di Dio e del prossimo. La cagione è questa: che pare <ref>Apparisce chiaro, non ''sembra'' in mera apparenza.</ref> che tanto sia la fede quanto l’amore, e tanto l'amore quanto la fede. Chi ama, sempre è fedele a colui cui egli ama, e fedelmente il serve infino alla morte. carissimo figliuolo, questo è quel lume che conduce l’anima a porto di salute, tràla dal<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|60|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>loto <ref>Salmo: ''Eduxit me de lacu miseriae et de luto faecis»''.</ref> della miseria, e dissolve in lei ogni tenebra di proprio amore: perocché in esso cognosce quanto è spiacevole a Dio e nocivo alla sua salute; e però si leva con odio e caccialo fuore di se. Con fede viva cognobbe che ogni colpa è punita, e ogni bene è remunerato; e però abbraccia la virtù, e spregia il vizio.
Con grande sollecitudine diventa costante e perseverante in fino alla morte; in tanto che né dimenio né creatura né la fragile carne il fanno voliere il capo addietro, quando questo lume perfettamente é nell’anima. Alla quale perfezione si viene con molto esercizio, con ansietato desiderio, e con profonda umiltà. La
quale umiltà l’anima acquista nella casa del cognoscimento di sé, col mezzo della continua, umile, e fedele orazione, con molte battaglie dal dimonio, e molestie
dalle creature, e da se medesimo, cioè dalla perversa volontà, e dalla fragile carne che sempre impugna centra lo spirito. A tutte resiste col lume della santissima fede; col quale lume, nella dottrina del Verbo, s’innamorò del sostenere pene e fadighe per qualunque modo Dio gliele permettesse; non eleggendo tempo né luogo né fadighe a modo suo, ma secondo che vuole la Verità Eterna, che non cerca né vuole altro che la nostra santificazione.
Ma perché ci permette queste fadighe e tante ribellioni? Perché si provi in noi la virtù; e acciò che col lume cognosciamo la nostra imperfezione, e l’adiutorio che l’anima riceve da Dio nella battaglia e fadighe; e acciò che cognosciamo il fuoco della sua carità nella buona volontà che egli ha riservata nell’anima nel tempo della tenebra e delle molestie e delle molte fadighe.<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: Per questo cognoscimento che ha nel tempo delle fadighe, leva da se la imperfezioue della Fede, e viene a perfettissima Fede, per la molta esperienza che n’ha avuta e provata, ^ essendo ancora nel camino della imperfezione. Questo lume toUe via in tutto la confusione della mente; non tanto che ’ nel tempo delle battaglie, ma eziandio se l’uomo attualmente fosse caduto in colpa del peccato mortale, di qualunque peccato si...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|61}}</noinclude>Per questo cognoscimento che ha nel tempo delle fadighe, leva da se la imperfezioue della Fede, e viene a perfettissima Fede, per la molta esperienza che n’ha avuta e provata, ^ essendo ancora nel camino della imperfezione. Questo lume toUe via in tutto la confusione della mente; non tanto che ’ nel tempo delle battaglie, ma eziandio se l’uomo attualmente fosse caduto in colpa del peccato mortale, di qualunque peccato si sia, la fede il rileva. Perchè col lume ragguarda nella clem«nzia, fuoco ed abisso della carità di Dio, distendendo le braccia della speranza, e con esse riceve e stringe il frutto del sangue, nel quale ha trovato questo dolce e amoroso fuoco; con una contrizione perfetta, umiliandosi a Dio, e al prossimo per lui, ^ e reputasi il minimo, il pili vile di tutti gli altri. E così spegne la colpa dentro nell’anima sua per contrizione e speranza del sangue; il qual sangue fa introdotto * dal lume della fede. Per questo modo viene a tanta perfezione e a tanto amore del divino e amoroso fuoco, che egli può dire insieme col dolce Gregorio: o felice e avventurata colpa, ^ che meritasti avere così fatto Redentore! Fu felice la colpa di Adam? No, ma il frutto che per essa ricevemmo, fu felice,
1 Non ogni prova dà l’esperienza; ma, d’altra parte, non ogni esperienza è provata, cioè preparata e seguita dalla riflessione, che la rende feconda e dimostrativa, e ne deduce le sue coseguenze.
2 Può stare anco senza il ohe; ma non è da torlo via come errore.
3 Umiliarsi al prossimo per altro che per Dio è viltà e vanità.
■* La redenzione non solo è fatta conoscere all’intelletto dalla Fede; ma essa Fede, in quanto virtù, fa sentire all’anima il valore della Redenzione in effetto. E però dice introdotto il sangue, quasi fatto scorrere negli intimi seni dèli’ anima.
5 felix culpa! Ci aggiunge avventurata per abbondanza d’affetto, ma non sRnza senso, in quanto dice che tale ventura non è merito nostro; dove felice accenna più propriamente la grandezza del bene a cui la colpa fu non cagione ma occasione.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|61}}</noinclude>Per questo cognoscimento che ha nel tempo delle fadighe, leva da se la imperfezioue della Fede, e viene a perfettissima Fede, per la molta esperienza che n’ha avuta e provata, <ref>Non ogni prova dà l’esperienza; ma, d’altra parte, non ogni esperienza è provata, cioè preparata e seguita dalla riflessione, che la rende feconda e dimostrativa, e ne deduce le sue coseguenze.</ref> essendo ancora nel camino della imperfezione. Questo lume tolle via in tutto la confusione della mente; non tanto che <ref>Può stare anco senza il ''che''; ma non è da torlo via come errore.</ref> nel tempo delle battaglie, ma eziandio se l’uomo attualmente fosse caduto in colpa del peccato mortale, di qualunque peccato si sia, la fede il rileva. Perchè col lume ragguarda nella clemenzia, fuoco ed abisso della carità di Dio, distendendo le braccia della speranza, e con esse riceve e stringe il frutto del sangue, nel quale ha trovato questo dolce e amoroso fuoco; con una contrizione perfetta, umiliandosi a Dio, e al prossimo per lui, <ref>Umiliarsi al prossimo per altro che per Dio è viltà e vanità.</ref> e reputasi il minimo, il pili vile di tutti gli altri. E così spegne la colpa dentro nell’anima sua per contrizione e speranza del sangue; il qual sangue fa introdotto <ref>La redenzione non solo è fatta conoscere all’intelletto dalla Fede; ma essa Fede, in quanto virtù, fa sentire all’anima il valore della Redenzione in effetto. E però dice introdotto il sangue, quasi fatto scorrere negli intimi seni dell’ anima.</ref> dal lume della fede. Per questo modo viene a tanta perfezione e a tanto amore del divino e amoroso fuoco, che egli può dire insieme col dolce Gregorio: o felice e avventurata colpa, <ref>O ''felix culpa!'' Ci aggiunge ''avventurata'' per abbondanza d’affetto, ma non senza senso, in quanto dice che tale ventura non è merito nostro; dove ''felice'' accenna più propriamente la grandezza del bene a cui la colpa fu non cagione ma occasione.</ref> che meritasti avere così fatto Redentore! Fu felice la colpa di Adam? No, ma il frutto che per essa ricevemmo, fu felice,<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|61}}</noinclude>Per questo cognoscimento che ha nel tempo delle fadighe, leva da se la imperfezioue della Fede, e viene a perfettissima Fede, per la molta esperienza che n’ha avuta e provata, <ref>Non ogni prova dà l’esperienza; ma, d’altra parte, non ogni esperienza è provata, cioè preparata e seguita dalla riflessione, che la rende feconda e dimostrativa, e ne deduce le sue coseguenze.</ref> essendo ancora nel camino della imperfezione. Questo lume tolle via in tutto la confusione della mente; non tanto che <ref>Può stare anco senza il ''che''; ma non è da torlo via come errore.</ref> nel tempo delle battaglie, ma eziandio se l’uomo attualmente fosse caduto in colpa del peccato mortale, di qualunque peccato si sia, la fede il rileva. Perchè col lume ragguarda nella clemenzia, fuoco ed abisso della carità di Dio, distendendo le braccia della speranza, e con esse riceve e stringe il frutto del sangue, nel quale ha trovato questo dolce e amoroso fuoco; con una contrizione perfetta, umiliandosi a Dio, e al prossimo per lui, <ref>Umiliarsi al prossimo per altro che per Dio è viltà e vanità.</ref> e reputasi il minimo, il pili vile di tutti gli altri. E così spegne la colpa dentro nell’anima sua per contrizione e speranza del sangue; il qual sangue fa introdotto <ref>La redenzione non solo è fatta conoscere all’intelletto dalla Fede; ma essa Fede, in quanto virtù, fa sentire all’anima il valore della Redenzione in effetto. E però dice introdotto il sangue, quasi fatto scorrere negli intimi seni dell’ anima.</ref> dal lume della fede. Per questo modo viene a tanta perfezione e a tanto amore del divino e amoroso fuoco, che egli può dire insieme col dolce Gregorio: o felice e avventurata colpa, <ref>O ''felix culpa!'' Ci aggiunge ''avventurata'' per abbondanza d’affetto, ma non senza senso, in quanto dice che tale ventura non è merito nostro; dove ''felice'' accenna più propriamente la grandezza del bene a cui la colpa fu non cagione ma occasione.</ref> che meritasti avere così fatto Redentore! Fu felice la colpa di Adam? No, ma il frutto che per essa ricevemmo, fu felice,<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|62|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>vestendo <ref>Petrarca: ''«Anima che di nostra umanitade Vestita vai»''.</ref> Dio il suo Figliuolo della nostra Umanità, e ponondogli la grande obbedienzia, che restituisce a grazia l’umana generazione; ed egli come innamorato, corse a pagare’ il prezzo del sangue suo. Così dico dell’anima. La colpa sua non è felice, ma il frutto che riceve nell’affetto della carità, per la grande e perfetta emendazione che ha fatta col lume della fede, come detto è, e perchè cresce in cognoscimento e umiltà. Ella se ne va tutta gioiosa all’obbedienzia de’ comandamenti di Dio ricevendo con odio e amore questo giogo sopra le spalle sue; e subito corre, come innamorata, a dare la vita, se bisogna, per salute dell’anime. Perchè col lume ha veduto che l’amore e le grazie, che ha trovato in Dio, a lui non può rendere. Puogli bene rendere amore, ma debito <ref>Renderò il debito delle utilità ricevute da Dio con beni utili a Dio, non abbisognante di noi.</ref> di utilità, no, per grazia che egli riceva da Dio; però che egli non ha bisogno di noi: ma ben può rendere al prossimo, facendo utilità a lui, poiché a Dio non la può fare. E veramente egli è così; che servendo al prossimo caritativamente, noi dimostriamo in lui l’amore che abbiamo alla somma Eterna verità. In questa carità
si pruova se le virtù in verità sono nell’anima, o no. Sicché l’anima corre, come obediente, e ha legata la sua volontà a compire la volontà di Dio nel prossimo suo; non lassando per pena né per veruna cosa, <ref>Né per tentazione di diletto, più terribile d’ogni pena.</ref> in fino alla morte.
Con questo lume gusta l’arra di vita eterna, nutricandosi per affetto d’amore al petto di Cristo<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cor74" />{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere di santa caterina}}|63}}</noinclude>crocifisso, dilettandosi di furare <ref>Non potendo per meriti di giusta fatica acquistare i beni dello spirito, si può dire che in certa guisa li furi, appropriandoseli, e cogliendo il tempo opportuno; e poi tenemdoli celati, non per frode, ma sì per modestia e per tema di perderli. Soggiunge, con modo ardito (per non moltiplicare le parole, e correre diritto alla cosa, e anche così esprimere l'imagine del furare) ''furare la vita e la maturità'': bella parola, che la ripensare al contrapposto, delle acerbe gioie o delle immature o fradice, puerili o decrepite grandezze del mondo.</ref> le virtù, e la vita e maturità, che ebbero i veri gustatori cittadini della vita beata, mentre che furono peregrini e viandanti in questa vita. Con questa fede si porta la chiave del sangue, con la quale si disserra vita eterna. La fede non presume di sé, ma del suo Creatore;
perchè non v’è il vento della superbia con la propria reputazione; <ref>Il reputar sé da molto.</ref> la quale reputazione, e superbia, immondizia, e ogni altro difetto e miseria sono i frutti della infedelità che aviamo verso di Dio, e della presunzione di fidarci in noi medesimi. Il quale è uno vermine che sta nascosto sotto la radice dell’arbore dell’anima nostra; e se l’uomo noll’uccide col coltello dell’odio, rode tanto, che o egli fa torcere l’arbore, o egli il manda a terra, se con grande diligeuzia e umiltà l’anima non si procura. <ref>Per ''curare'' ha esempi, e uno neutro e passivo del Giambullari. Ma qui ha senso più generale e più proprio.</ref> Spesse volte sarà l’uomo sì ignorante per l’amore proprio di sé, che egli non s’avvedrà che questo vermine vi sia nascosto. E però Dio permette le molte battaglie e persecuzioni, e che l’arbore si torca, e alcuna volta che caggia. Non permette la mala volontà, ma permettegli il tempo,
<ref>Che n’usi secondo il libero arbitrio. Altrove dice la libertà e il tempo tesori affidati da Dio.</ref> e lassalo guidare al libero arbitrio suo, solo perchè egli ritorni a sé medesimo; e con questo lume, umiliato, cerchi<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: questo vermiue, e metta mano al coltello dell’odio, ed uccidalo. E non ha materia quell’anima di rallegrarsi, e ricognoscere la grazia che Dio gli ha fatta d’avere veduto e trovato in sé quello che non cognosceva? Sì bene. Sicché per ogni modo, carissimo figliuolo, in ogni stato che l’uomo è, o giusto peccatore, o che sia caduto e poi si rilevi, gli é necessario questo lume. Quanti sono gl’inconvenienti che ne vengono p...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Cor74" />{{RigaIntestazione|64|{{Sc|lettere di santa caterina}}|}}</noinclude>questo vermiue, e metta mano al coltello dell’odio, ed uccidalo. E non ha materia quell’anima di rallegrarsi, e ricognoscere la grazia che Dio gli
ha fatta d’avere veduto e trovato in sé quello che
non cognosceva? Sì bene. Sicché per ogni modo,
carissimo figliuolo, in ogni stato che l’uomo è, o giusto
peccatore, o che sia caduto e poi si rilevi,
gli é necessario questo lume.
Quanti sono gl’inconvenienti che ne vengono per
non averlo! Non mi pongo a narrarlo, né a dirne più;
che troppo sarebbe lungo. Basti per ora quello che ne
ho detto. Quanto gli è utile e dilettevole a darvelo, ^
non tei so esprimere con lingua né con inchiostro;
ma Dio tei faccia provare per sua infinita misericordia.
Così voglio che sia. E però dissi che io desideravo
di vedere in te il lume della santissima fede.
Sómmi molto meravigliata delle lettere che hai
mandate a Barduccio. "^ Per neuna cagione voglio
che ti parti dalla Congregazione ^ de’ tuoi fratelli
(guarda già,"’ che tu non andassi al luogo perfetto della
religione); né che tu venga mai a confusione di
mente; ma tutto umiliato ti facci suddito al piìi minimo
che ve n’é. ° Né, per questo, lassare che tu
non porga a loro quella verità che Dio ti facesse cognoscere.
^ Or cominciamo testé di nuovo a pigliare
i rimedi ’ sopradetti, acciò che il dimonio
1 Meglio ad averlo.
2 Canigiani.
3 quella che Giovanni delle Celle aveva fatta in Firenze, e uè tocca
in altra lettera Caterina: o simile a quella.
* Salvo se tu ti fai monaco.
° Non so se errato.
6 Le umiltà non soffoghi la sincerità, né invilisca il coraggio del
zelo puro.
’ A’ falli commessi; i quali per la Fede convertonsi in meriti vieppiù
grandi forse che quelli della inesperta innocenza. Questa parola mo<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione||LIBRO DECIMOQUARTO|43}}</noinclude>lagrime e arte concubinesca, piacevano a tutti per abbassarla, non credendo però che il figliuolo la dovesse ammazzare per quantunque odio.
II. Cluvio narra, che l’ardore del mantener sua grandezza stigò Agrippina sino a presentarsi più volte a Nerone ubbriaco di mezzo dì, quando egli nel vino e vivande si riscaldava, lisciata e pronta all’incesto; e già dalle carezze e lascivi baci, notati da’ circostanti, venivano all’atto, se Seneca non riparava, con mandatali Atte liberta, che per lo pericolo suo e per l’onor di Nerone gli dicesse, che sua madre si gloriava d’averlo goduto, nè soffrerieno i soldati sì profano Imperadore. Fabio Rustico dice che Nerone, e non Agrippina, tal voglia ebbe, e che Atte lo distolse con astuzia. Ma gli altri scrivono come Cluvio e credesi più tal bestialità venuta da lei, che giovanetta, per la speranza del dominare, si era giaciuta con Lepido, poi, insino a Pallante sottomessasi; e, moglie del zio, fatto callo ad ogni obbrobrio.
III. Nerone adunque fuggiva il trovarsi con lei a ristretto; lòdavala del ricrearsi ne’ giardini e ville di Anzio e Tusculano: finalmente non la potendo in
nessun luogo patire, risolvè d’ammazzarla; dubitò solamente, se con veleno o ferro o altra forza. Piaquegli prima il veleno; ma a tavola sua non si poteva coprire, essendo stato cosi ucciso Britannico; fargliele dare si potea male, perchè ella, a’ tradimenti
usata, s’avea cura, e pigliava contravveleni; uccisa con ferro, non si poteva nascondere; e temeva di non trovare esecutore di si gran fatto. Trovò il modo Aniceto liberto, capo dell’armata di Miseno, maestro già di Nerone fanciullo, e sarebbonsi egli e Agrippina manicati col sale. Mostrò, ch’e’ si poteva {{Pt|conge-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione|44|DEGLI ANNALI|}}</noinclude>{{Pt|gnare|congegnare}} una parte di nave che s’aprisse, e la facesse all’improvviso cadere in mare, capacissimo di tutti i casi. Se ella affogasse, chi ne imputerebbe mai altri che i venti e l’onde? il principe gli farebbe i tempj, gli altari, e l’altre onoranze pie.
IV. Piacque l’avvedimento, e venne a tempo l’andata di Nerone a Baia alla festa de’ Cinque Dì, ove la invitò; e andava dicendo che gli sdegni delle madri si deon tollerare e placarli, per dar nome d’essersi rappattumato, e accogliere Agrippina che veniva (come son le donne preste al credere) a rallegrarsi. Giunta da Anzio al lito, le si fe’ incontro, e la prese per mano e abbracciò, e condusse a Bauli, villa in sul mare, che gira dal Capo di Miseno al lago di Baia. Aspettavala una nave più adorna dell’altre, quasi per onorarla, usando ella farsi portar da galea o altro legno a remi. Allora la invitò a cena, perchè la notte coprisse l’eccesso. Seppesi che l’inganno le fu scoperto; credesselo o no, si fece in seggiola portar a Baia. Quivi passò la paura per le carezze che le fece Nerone; misela nel primo luogo, e ora con cianciar giovenile, ora con inarcar le ciglia quasi conferendole cose gravi, la cena allungò. Partendosi ella, non si saziava di guatarla e strignerlasi al petto, o per compiere l’inganno o perchè l’ultima vista di lei vicina alla morte rattenesse quell’ànimo, benchè di tigre.
V. Parve che gl’Iddii facessero a posta quella notte stellata e quieto il mare, per convincere il fatto. Non guari era camminata la nave, ove tra gli altri accompagnanti Agrippina, Crepereio Gallo stava presso al timone; e Aceronia a’ piedi di lei, che giaceva, per allegrezza contava del figliuolo {{Pt|ripen-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione||LIBRO DECIMOQUARTO|45}}</noinclude>{{Pt|tito|ripentito}} e della madre tornata in grazia; quando, fatto
cenno, il tetto in quella parte caricato di piombo rovinò e schiacciò Crepereio. Agrippina e Àceronia si salvarono sotto i fianchi del getto, che alti e riusciti gagliardi, ressero al peso. La nave non si finiva di aprire, essendo sossopra ognuno, e quei che l’ordine non sapevano impedivano gli altri. Volevano i rematori mandar la nave alla banda e sommergerla, ma non furon d’accordo subito: e gli altri col far forza in contrario, fur cagione che la caduta in mare fu più dolce. Aceronia, che giuocando a rovescio, gridava, sè esser Agrippina, aiutassesi la madre del principe, con bastoni e remi, e ciocchè venne alle mani fu morta. Agrippina cheta, però men conosciuta, pur fu ferita in una spalla. Notando s’avvenne a un battello, e fu portata al lago Lucrino in villa sua.
VI. Ivi riandava, che perciò era stata invitata da quella lettera traditora, più del solito onorata; la nave a proda, non per vento ne scoglio di sopra, come terrestre macchina, esser caduta: Aceronia essere stata uccisa, lei ferita; e altro rimedio a questi lacci non vedendo che infingersi di non li conoscere, mandò a dire al figliuolo per Agerino suo liberto, che per grazia degl’Iddìi e fortuna, di lui, era scampata di gran pericolo. Non venisse per questo travaglio per allora a vederla; si volea riposare; e mostrandosi tutta sicura, attese a medicar la ferita e ristorarsi. Fece trovar il testamento d’Àceronia, e suggellar le sue robe: ciò solo senza fingere.
VII. Nerone, che novelle aspettava dello affondamento, l’ebbe dello scampo con poca ferita, e che il caso era passato in guisa che l’autore era<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione|46|DEGLI ANNALI|}}</noinclude>chiaro. Basì di paura, gridando che ella verrebbe subito a vendicarsi, armare schiari, accender soldati, chiamar il senato, il popolo, gridar del naufragio, della ferita, de’ morti amici; che rimedio avrebbe? se già Burro e Seneca non s’aguzzassono un poco; per cui tosto mandò, e forse prima il sapeano. Stettero un pezzo mutoli, per non lo consigliare in vano; vedendo il caso in termine, che se Agrippina non era vinta della mano, Nerone era spacciato. Dipoi Seneca, prima risoluto, guardò Burro in viso, quasi domandandolo se dovea mandarsi soldati a finirla. Rispose: i Pretoriani aver obblighi a tutta la casa de’ Cesari, e memoria di Germanico; non ardirebbon toccare il suo sangue: finissela Aniceto che vi avea messo mano. „Lasciate fare a me,„ disse egli incontanente. A questa voce Nerone sclamò: „Oggi da te, o liberto mio, riconosco l’imperio: corri con arditissimi e fa l’effetto.„ Egli, udito che Agerino, messaggio d’Agrippina, era giunto, gli ordi subitamente un atto da scena: mentre sponeva, gli lasciò cadere tra’ piedi un pugnale. Allora, quasi colto in peccato, il fe’ legare, come mandato dalla madre a uccider il principe, per poter dar voce che ella per vergogna della cosa scoperta si fosse ammazzata.
VIII. Intanto si sparse, come Agrippina aveva corso pericolo per fortuna; corre ognuno al mare: chi monta in su’l molo, chi in su le barche; altri guazza, quanto oltre può; altri si spenzola, o sporge le mani; empiesi ciò ch’è, di lamenti, boci, grida, domande varie, risposte dubbie: accorre con lumi gran popolo; o quando fu inteso il suo scampo, pignevano innanzi per rallegrarsi, sino a che non furono<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione||LIBRO DECIMOQUARTO|47}}</noinclude>minacciati e scacciati da gente armata. Aniceto accerchia di soldati la villa, e spezzata la porta, piglia quanti servi riscontra. Giunto alla camera, i servi s’eran quasi tutti fuggiti per lo fracasso; dentro era un lumicino e una servente, e Agrippina sempre più sbigottita non vedendo Agerino, nè altri tornare dal figliuolo, la ripa spazzata, non gremita come prima, strepiti repentini e segni d’ultimo male. Andandosene la servente, „Anche tu, disse, m’abbandoni?„ Vide Aniceto in mezzo a Erculeo Capitano di galee, e Oloarito Centurione dell’armata, e disse: „Se vieni a vedermi, digli ch’io mi son riavuta; se ad uccidermi, non credo che il mio figliuolo il ti abbia commesso.„ Accostatisi al letto, Erculeo prima le die d’un bastone in su’l capo, perocchè al Centurione, che impugnava la spada, avea porto il ventre, gridando: „Qui ferisci;„ e di molte ferite mori.
IX. Queste cose scrivono tutti; che Nerone la vedesse morta, e sua bellezza lodasse, chi sì, chi no. Fu arsa la stessa notte in letto da mensa con povere esequie, senza sepolcro, mentre Nerone visse: poi le ne fecero i suoi di casa un piccolo, lungo la via di Miseno, e la villa di Cesare Dettatore, altissima, che guarda i golfi. Mnestero liberto le accese il rogo, e si passò fuor fuore; se per amor della padrona o per paura di sè, non è certo. Agrippina aveva molti anni prima inteso, ma non atteso, questo suo fine: domandò i Caldei della ventura di Nerone, e dissero ch’ei sarebbe Imperadore, e ammazzerebbe sua madre. „Ammazzila, disse, purchè ei sia.„
X. Ma Cesare al fine conobbe la grande {{Pt|scellera-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 75% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: <noinclude> {|</noinclude> |''peggióre'' ||''peggioráre'' |- |''perpètuo'' ||''perpetuáre'' |- |''rotóndo'' ||''rotondáre'' |- |''sáno'' ||''sanáre'' |- |''strèmo'' ||''stremáre'' |- |''tapíno'' ||''tapináre'' |- |''tárdo'' ||''tardáre'' |- |''tranquíllo'' ||''tranquilláre''. |} Quanto ai verbi composti con ''ad'' ed ''in'', vedi i capitoli seguenti. {{§|7|§ 7.}} Da infiniti, nomi sostantivi: ''ardíre'', ''l’ard...
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||{{Sc|le flessioni. derivazione impropria}}|257|riga=si}}</noinclude><noinclude>
{|</noinclude>
|''peggióre'' ||''peggioráre''
|-
|''perpètuo'' ||''perpetuáre''
|-
|''rotóndo'' ||''rotondáre''
|-
|''sáno'' ||''sanáre''
|-
|''strèmo'' ||''stremáre''
|-
|''tapíno'' ||''tapináre''
|-
|''tárdo'' ||''tardáre''
|-
|''tranquíllo'' ||''tranquilláre''.
|}
Quanto ai verbi composti con ''ad'' ed ''in'', vedi i capitoli seguenti.
{{§|7|§ 7.}} Da infiniti, nomi sostantivi: ''ardíre'', ''l’ardíre'', pl. ''i''; ''avére'', ''l’avére'', ''i''; ''desináre'', ''il desináre'', ''i''; ''dovére'', ''il dovére'', ''i''; ''èssere'', ''l’èssere'', ''i''; ''mangiáre'', ''il mangiáre'', ''i mangiári'' (raro); ''parére'', ''il parére'', ''i''; ''parláre'', ''il parláre'', ''i''; ''piacére'', ''il piacére'', ''i''; ''potére'', ''il potére'', ''i''; ''sedére'', ''il sedére''; ''vívere'', ''il vívere'', ''i''; ''volére'', ''il volére'', ''i''.
Da participii, nomi sostantivi. Esempii: ''latráre'', ''latráto'', ''il latráto''; ''guastáre'', ''guásto'', ''il guásto''; ''nitríre'', ''nitríto'', ''il nitríto'', e simili parole denotanti voci animalesche: ''andáre'', ''andáto'', ''a'', ''l’andáta''; ''veníre'', ''venúto'', ''a'', ''la venúta''; ''feríre'', ''feríto'', ''a'', ''la feríta''; ''cadére'', ''cadúta'', ''a'', ''la cadúta''; ''paráre'', ''paráto'', ''a'', ''la paráta''; e così con altri moltissimi participii regolari; e con irregolari: ''chièdere'', ''chièsto'', ''a'', ''la chièsta''; ''propórre'', ''propósto'', ''a'', ''la propósta''; ''prométtere'', ''promésso'', ''a'', ''la proméssa''; ''scuòtere'', ''scòsso'', ''a'', ''la scòssa''; ''scéndere'', ''scéso'', ''a'', ''la scésa''; e così con moltissimi altri.
In tutti questi esempii non si può dire rigorosamente che siasi cambiata la flessione, ma piuttosto che il participio passato, ora maschile or femminile, sia stato sostantivato.<noinclude>{{PieDiPagina|{{Sc|Fornaciari}} — ''Gramm. ital.''||17}}</noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione|48|DEGLI ANNALI|}}</noinclude>{{Pt|tezza|sceleratezza}}, fatta che ei l’ebbe. Stette lo rimagnente di quella notte affisato e mutolo: spesso si rizzava spaventato, e sbalordito aspettava con la luce del giorno la sua rovina. I primi a rincorarlo furon certi Centurioni e Tribuni, mandatigli da Burro a baciargli la mano, e rallegrarsi che ei fusse scampato dal tradimento non mai aspettato di sua madre. Corsero poi gli amici a’ tempj, e dietro a loro le vicine città di Terra dì Lavoro mostraron con sagrificj e ambascerie allegrezza. Esso al contrario si faceva mesto, e quasi dolente del proprio scampo, e piagneva la madre sua; e perchè i luoghi non si metton la maschera come gli uomini, non poteva veder quel mare, quei siti; e alcuni credevano uscir suoni di trombe dai colli vicini, e pianti dalla sepoltura della madre. Se n’andò a Napoli, e scrisse al senato.
XI. „Essersi trovato con l’arme Agerino, liberto principale d’Agrippina, mandato a ucciderlo; lei sè stessa per rimorso di coscienza punitasi per la scelleratezza ordinata. Aggiunse peccati vecchi: „sperato farseli compagna, giurarsele ubbidienza dai pretoriani: dal senato e dal popolo il medesimo vitupero: fallitole ogni disegno, aver tempestato lui a levar a’soldati i donativi, alla plebe le mance; rovinare i Grandi, nimicarsi ognuno. Quanta fatica essere stata a tenerla di non entrar in senato, non risponder alli ambasciadori?„ Per fianco biasimò i tempi di Claudio, ogni male apponendo alla madre, estinta (diceva egli) per ventura pubblica; contando quel naufragio come egli andò: e chi sarebbe stato sì tondo che l’avesse creduto a caso? o che una donna ripescata mandasse con l’arme un solo a romper le guardie e l’armate dell’Imperadore? Levavansi<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione||LIBRO DECIMOQUARTO|49}}</noinclude>adunque i pezzi, non di Nerone, già spacciato per mostro infame, ma di Seneca, che scrivesse in quella lettera la confessione del peccato.
XII. Con tutto ciò que’ principali con gare stupende ordinavano adorazione a tutti gli altari; e che ogn’anno si festeggiassero i Cinque di, quando fu scoperto il tradimento; ponessesi in senato una statua d’oro a Minerva, accantole una del principe: rìponessesi il dì che giacque Agrippina, tra gl’infelici. A questa adulazione, Trasea Peto, che all’altre aveva taciuto o passatole con poche parole, s’usci di senato; rovinò sè, e non fu agli altri principio di libertà. Apparsero ancora molti segni senza effetti: una donna partorì una serpe; un’altra sotto ’l marito mori di saetta; il Sole scurò a un tratto; in tutt’e quattordici regioni di Roma caddero saette. Cose avvenute tanto senza cura degli Iddii, che Nerone continuò le sceleratezze e l’imperio molti anni, Per far più odiosa la madre, e parer, levata lei, più benigno, fece tornare alla patria Giunia e Calpurnia gran donne, e Valerio Capitone, e Licinio Gabolo, stati in governi, scacciati da lei: e ritrovar le ceneri di Lollia Paulina, e farle sepolcro. Ad Iturio e Calvisio, dinanzi da lui confinati, fe’ grazia. Silana tornando di lontano ponfino, si era morta a Taranto consolata, vedendo già cadere o placarsi Agrippina, la cui nimicizia fu la rovina sua.
XIII. Trattenendosi per le castella di Terra di Liavoro confuso di come s’entrare in Roma; se dolesse richieder l’incontro del senato o l’applauso della plebe: i più sciagurati, dei quali quella corte n’era la più fornita del mondo, dicevano, che il nome di Agrippina era odiato, e per la morte di lei<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione|50|DEGLI ANNALI|}}</noinclude>racceso l’amor del popolo verso lui; andasse sicuro che e’ si vedrebbe adorare. Preganlo a mettersi in via, e trovano più prontezza che non avean promesso. Vennero le tribù; il senato in veste allegre; schiere di donne e fanciulli ordinate secondo l’età e sesso: fatti gradi, per vederlo passare, cóme a’trionfi. Quindi insuperbito e della pubblica servitù trionfante, andò in Campidoglio a ringraziare; e si tuffò in tutte le libidini, rattenute pur un poco da qualche rispetto a quella madre.
XIV. Avea umore antico di correre in su le carrette, e non men bruttamente, cenando, cantare sulla cetera a uso di giocolare. Diceva essere ciò usato da’ Re antichi e duci: lodato da’ poeti, e onoratone gl’Iddii; la musica consagrata ad Apollo; e questo gran Dio e Oracolo, non pure nelle greche città, ma nei tempj di Roma vedersi ceteratore. Parve a Burro e Seneca, non potendo medicarlo delle due pazzie, lasciargliene una. Fecesi in Vaticano un chiuso, dove egli facesse correre i cavalli ritirato; poscia vi fu chiamato il popol romano, che lo alzava al cielo; essendo dei piaceri vago, e pazzo se il principe ve l’invita: e dove pensarono con quella indegnità, a pien popolo, farneli uscir l’appetito, l’aguzzarono; e parendogli nettar sè, imbrattando altrui, indusse molti nobili scaduti a far lo strione a prezzo. Son morti, e non li nomino per non disonorar le famiglie; perchè l’onta fa sua pure, che doveva più tosto pagarli acciò non facesser bruttura, perchè indusse ancora de’ primi cavalieri romani a combattere nell’anfiteatro con gran donativi. Ma questi importano necessità d’ubbidire quando vengono da chi può comandare.<noinclude><references/></noinclude>
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XV. E per non si vituperare affatto, giocando ancora nel teatro pubblico, trovò la nuova festa detta Giovanile, ove si scrisse gran numero. Esser nobile, vecchio, aver avuto magistrato, non frenava alcuno dall’usare l’arte delli strioni greci o latini; insino agli atteggiamenti, e gesti non da uomo, anzi le gentildonne ancora studiavano in laidezze; e nella selva che Augusto piantò intorno al lago navale, fece rizzar camere e taverne, e vendere ricette da lussuria. Davansi per cotal festa danari, de’ quali i buoni si servivano per forza, i dissoluti per gloria; onde crebbero le sceleratezze e l’infamia: nè mai fur costumi corrotti quanto in quella canaglia. Appena con l’arti oneste, non che gareggiando ne’ vizj, si mantien pudicizia, modestia, o arte buona. Egli all’ultimo venuto in sul palco, con grande studio la lira accordava e la voce a lume di torchi, presenti ancora una banda di soldati Centurioni e Tribuni, e Burro, che di ciò dolente, pur lo lodava. Creossi all’ora un numero di cavalieri romani detti augustani. Questi giovani, disposti e forti, chi v’entrò per bizzarria di cervello, chi sperando avanzarsi con applaudere dì e notte alla bellezza e boce del principe con titoli divini; erano grandi, e onorati quasi per gran virtù.
XVI. Per non parere questo Imperadore solamente strione, si diede ancora a far versi. Ragunava poetuzzi novellini; metteva loro innanzi, e faceva levare e porre, e rabberciare i versi suoi; e ben si paiono allo stile stentato, rotto e non di vena, nè d’un solo. Udiva ancora filosofi dopo mangiare, che scoprivano loro discordie bisticciandosi: nè mancava chi fra i passatempi del principe desiderasse esser veduto con volto e voce severa.<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Casmiki" />{{RigaIntestazione|52|DEGLI ANNALI|}}</noinclude>
XVII. In questo tempo, di picciola contesa tra i Nocerini e ì Pompeani uscì molto sangue nella festa
degli accoltellanti, che faceva Livineio Regolo, raso, come dissi, del senato; imperocchè dalle insolenze castellane vennero alle villanie, a’ sassi, all’armi: e vinse la plebe pompeiana, che aveva la festa in casa. Molti Nocerini furon portati in Roma, feriti o storpiati, o morti, e pianti da lor padri e figliuoli. Il principe rimise la causa al senato, esso ai Consoli, e ritornò a’ Padri; i quali vietarono a’ Pompeani tal festa per dieci anni: disfecero lor compagnie fatte fuor di legge, e sbandirono Livineio e gli altri primi rissanti.
XVIII. Fu raso del senato ambe Pledio Bleso, accusato da’ Cirenesi d’aver imbolato il tesoro d’Esculapio, guasta la scelta de’ soldati per danari e favori. Essi Cirenesi ancora accusavano Acillo Strabone, stato Pretore, mandato da Claudio a giudicare dei terreni stati ab antico del Re Apione, che gli lasciò insieme col regno al popol romano, come usurpati da’ vicini, che difendevano l’iniquità col possesso lungo. Ei gli condannò a renderli; e quindi fu l’odio. Il senato disse che non sapeva che commessione gli avesse Claudio data; ricorressero al piùncipe; il quale confermò la sentenza di Strabone; ma per sovvenire gli amici, ne fece lor grazia.
XIX. Morirono due cittadini chiari e potenti per sommi onori e molta eloquenza; Domizio Afro, fazioso avvocato, e M. Servilio, prima avvocato, poi scrittor nobile di storie romane. Questi pari d’ingegno, di costumi diverso, con vivere splendido si fe’ più chiaro.
XX. Nel consolato quarto di Nerone, e di Cornelio Cosso, ordinossi in Roma la festa cinquannale<noinclude><references/></noinclude>
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