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Aiuto:Guida essenziale/Modificare
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text/x-wiki
{{tutorial}}
{{TOCright Aiuto}}
==Modificare le pagine==
Iniziamo esaminando la principale caratteristica di wiki: '''modificare''' le pagine. A eccezione di alcune pagine protette, ogni pagina su Wikisource presenta una linguetta in alto con la scritta <span style="color:green">modifica</span>. Questo link permette di fare esattamente quello che sembra, ovvero modificare la pagina che si sta guardando. Siti internet come questo, in cui ognuno può modificare qualunque cosa, sono conosciuti come wiki.
Prova! Apri questa pagina: [[Wikisource:Pagina delle prove|pagina delle prove]], e clicca sul link <span style="color:green">modifica</span>. Vedrai il testo contenuto nella pagina: scrivi qualcosa, e quindi salvalo: potrai subito vedere il risultato. Puoi avere ulteriori spiegazioni su come modificare le pagine leggendo [[Aiuto:Come modificare una pagina|Come si modifica una pagina]]: puoi aprirla in una nuova finestra, e nel frattempo continuare con questo tutorial.
Ogni volta che vorrai effettuare prove di qualunque tipo, puoi sempre farlo nella pagina espressamente dedicata, cioè la [[Wikisource:Pagina delle prove|Pagina delle prove]].
==Visualizza anteprima==
[[File:Campo Oggetto.png|550px|miniatura|Il pulsante "Visualizza anteprima", a destra del pulsante "Pubblica le modifiche"]]
Un'altra funzionalità importante che puoi utilizzare sin d'ora è <span style="color:green">Visualizza anteprima</span>, che ti permette di vedere il risultato delle modifiche che hai apportato, senza salvare la pagina definitivamente. Prova a modificare la [[Wikisource:Pagina delle prove|pagina delle prove]], poi clicca sul bottone <font color="green">Visualizza anteprima</font>. Dato che tutti sbagliamo, questa funzionalità ci permette di correggere i nostri errori immediatamente: utilizzando abitualmente la visualizzazione dell'anteprima risparmierai tempo e fatica sia a te stesso che agli altri wikisourciani. Infine, a prescindere da eventuali errori, l'anteprima ti consente anche di cambiare la formattazione della pagina prima di salvarla, finché non ti ritieni soddisfatto.
Abituarsi a utilizzare l'anteprima è importante specialmente quando pensi di effettuare più modifiche successive: è una buona idea salvare una volta soltanto, per mantenere più chiara e consultabile la [[Aiuto:Cronologia|cronologia]] della pagina. Salvare non frequentemente è anche un modo per evitare i [[Aiuto:conflitto di edizione|conflitti di edizione]], che succedono quando due utenti cercano di modificare la stessa pagina contemporaneamente. <!-- Ma non è proprio il contrario? più si salvano grosse modifiche raramente, più è probabile un CdE! --> Comunque, quando modifichi grandi quantità di testo, cerca di farlo in passi successivi (ad esempio salvando un paragrafo alla volta), cosicché gli altri possano seguire più facilmente l'andamento delle tue modifiche.
==Modifiche minori==
Se hai fatto log-in come utente registrato, puoi contrassegnare le modifiche che stai realizzando come [[Aiuto:Modifica minore|minori]] selezionando l'apposita casella nella pagina di modifica, prima di salvare. Questo accorgimento viene utilizzato per mostrare agli altri utenti che le modifiche che hai apportato non sono sostanziali. Non ci sono regole precise per decidere se una modifica sia da considerarsi minore o no, sicuramente lo sono correzioni ortografiche e aggiustamenti nella formattazione (come aggiungere un wikilink o uno spazio). In sintesi, cambiare l'aspetto visivo è spesso una modifica minore, mentre cambiare il contenuto tendenzialmente non lo è: comunque, quando sei nel dubbio non selezionare il box. Per una trattazione più estesa, puoi guardare [[Aiuto:Modifica minore|Modifica minore]].
==Oggetto della modifica==
Prima di premere <span style="color:green">{{int:Publishchanges}}</span>, è considerata una buona e utile abitudine immettere un commento riassuntivo delle modifiche effettuate nel campo <span style="color:green">Oggetto</span>, che puoi trovare tra la finestra di modifica e i pulsanti di visualizzazione anteprima e salvataggio. Il commento può essere anche molto sintetico: ad esempio, se hai solamente trasformato una parola in un wikilink, puoi scrivere "wikilink". Il contenuto immesso aiuta gli altri a capire quindi se le correzioni sono minime oppure sostanziali.
Ora possiamo continuare, esaminando in breve la [[Aiuto:Guida essenziale/Formattazione|formattazione]].
{{tutorial}}
[[Categoria:Guida essenziale|{{PAGENAME}}]]
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/* Modifiche minori */
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text/x-wiki
{{tutorial}}
{{TOCright Aiuto}}
==Modificare le pagine==
Iniziamo esaminando la principale caratteristica di wiki: '''modificare''' le pagine. A eccezione di alcune pagine protette, ogni pagina su Wikisource presenta una linguetta in alto con la scritta <span style="color:green">modifica</span>. Questo link permette di fare esattamente quello che sembra, ovvero modificare la pagina che si sta guardando. Siti internet come questo, in cui ognuno può modificare qualunque cosa, sono conosciuti come wiki.
Prova! Apri questa pagina: [[Wikisource:Pagina delle prove|pagina delle prove]], e clicca sul link <span style="color:green">modifica</span>. Vedrai il testo contenuto nella pagina: scrivi qualcosa, e quindi salvalo: potrai subito vedere il risultato. Puoi avere ulteriori spiegazioni su come modificare le pagine leggendo [[Aiuto:Come modificare una pagina|Come si modifica una pagina]]: puoi aprirla in una nuova finestra, e nel frattempo continuare con questo tutorial.
Ogni volta che vorrai effettuare prove di qualunque tipo, puoi sempre farlo nella pagina espressamente dedicata, cioè la [[Wikisource:Pagina delle prove|Pagina delle prove]].
==Visualizza anteprima==
[[File:Campo Oggetto.png|550px|miniatura|Il pulsante "Visualizza anteprima", a destra del pulsante "Pubblica le modifiche"]]
Un'altra funzionalità importante che puoi utilizzare sin d'ora è <span style="color:green">Visualizza anteprima</span>, che ti permette di vedere il risultato delle modifiche che hai apportato, senza salvare la pagina definitivamente. Prova a modificare la [[Wikisource:Pagina delle prove|pagina delle prove]], poi clicca sul bottone <font color="green">Visualizza anteprima</font>. Dato che tutti sbagliamo, questa funzionalità ci permette di correggere i nostri errori immediatamente: utilizzando abitualmente la visualizzazione dell'anteprima risparmierai tempo e fatica sia a te stesso che agli altri wikisourciani. Infine, a prescindere da eventuali errori, l'anteprima ti consente anche di cambiare la formattazione della pagina prima di salvarla, finché non ti ritieni soddisfatto.
Abituarsi a utilizzare l'anteprima è importante specialmente quando pensi di effettuare più modifiche successive: è una buona idea salvare una volta soltanto, per mantenere più chiara e consultabile la [[Aiuto:Cronologia|cronologia]] della pagina. Salvare non frequentemente è anche un modo per evitare i [[Aiuto:conflitto di edizione|conflitti di edizione]], che succedono quando due utenti cercano di modificare la stessa pagina contemporaneamente. <!-- Ma non è proprio il contrario? più si salvano grosse modifiche raramente, più è probabile un CdE! --> Comunque, quando modifichi grandi quantità di testo, cerca di farlo in passi successivi (ad esempio salvando un paragrafo alla volta), cosicché gli altri possano seguire più facilmente l'andamento delle tue modifiche.
==Modifiche minori==
Se hai fatto log-in come utente registrato, puoi contrassegnare le modifiche che stai realizzando come [[Aiuto:Modifica minore|minori]] selezionando l'apposita casella nella pagina di modifica, prima di salvare (vedi immagine sopra). Questo accorgimento viene utilizzato per mostrare agli altri utenti che le modifiche che hai apportato non sono sostanziali. Non ci sono regole precise per decidere se una modifica sia da considerarsi minore o no, sicuramente lo sono correzioni ortografiche e aggiustamenti nella formattazione (come aggiungere un wikilink o uno spazio). In sintesi, cambiare l'aspetto visivo è spesso una modifica minore, mentre cambiare il contenuto tendenzialmente non lo è: comunque, quando sei nel dubbio non selezionare il box. Per una trattazione più estesa, puoi guardare [[Aiuto:Modifica minore|Modifica minore]].
==Oggetto della modifica==
Prima di premere <span style="color:green">{{int:Publishchanges}}</span>, è considerata una buona e utile abitudine immettere un commento riassuntivo delle modifiche effettuate nel campo <span style="color:green">Oggetto</span>, che puoi trovare tra la finestra di modifica e i pulsanti di visualizzazione anteprima e salvataggio. Il commento può essere anche molto sintetico: ad esempio, se hai solamente trasformato una parola in un wikilink, puoi scrivere "wikilink". Il contenuto immesso aiuta gli altri a capire quindi se le correzioni sono minime oppure sostanziali.
Ora possiamo continuare, esaminando in breve la [[Aiuto:Guida essenziale/Formattazione|formattazione]].
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[[Categoria:Guida essenziale|{{PAGENAME}}]]
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Aiuto:Guida essenziale/Namespace
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TrameOscure
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/* Alcuni namespace utilizzati */ Davvero complicato e diverso da wp. Cerco di chiarire e chiarirmi perchè è davvero fumoso!
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text/x-wiki
{{tutorial}}
{{TOCright Aiuto}}
==Cos'è un namespace==
Tutti gli articoli presenti su Wikisource sono raggiungibili attraverso una URL che contiene il nome della voce in questione. Ad esempio, se si vuole guardare il testo degli "Annali" di [[Autore:Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]], l'URL sarà
<samp><nowiki>http://it.wikisource.org/wiki/Annali</nowiki></samp>
La pagina iniziale della guida essenziale ha però una URL un po' diversa:
<samp><nowiki>http://it.wikisource.org/wiki/Aiuto:Guida essenziale</nowiki></samp>
Ti capiterà di vedere molte pagine che presentano, dopo il primo pezzo di URL comune a tutte <samp><nowiki>http://it.wikisource.org/wiki/</nowiki></samp>, una struttura separata dal carattere '''<samp>:</samp>'''. Questo perché ogni pagina risiede in un suo '''namespace''', e infatti la struttura generale dell'URL è la seguente:
<samp><nowiki>http://it.wikisource.org/wiki/</nowiki>'''Nome del namespace''':'''Nome della pagina'''</samp>
(l'unica eccezione è che nell'URL delle pagine degli articoli non si mette il namespace, come nell'esempio sopra)
I namespaces sono stati creati principalmente per separare i diversi ambiti di utilizzo di Wikisource, in cui coesistono pagine di articoli e pagine di gestione di questi ultimi, di discussione, di categorizzazione, ed altre tipologie ancora: di seguito descriviamo brevemente i namespaces di utilizzo più frequente.
==Alcuni namespace utilizzati==
Prima di elencare alcuni namespace spiegandone brevemente l'utilizzo, ricordiamo una cosa che abbiamo già accennato in precedenza: ogni pagina (eccetto le pagine del namespace ''Speciale'') è affiancata dalla propria pagina di discussione.
===Principale (main)===
Ogni Testo pubblicato su Wikisource ha una pagina dedicata che riporta il testo vero e proprio (o l'indice se è molto ampio) ed altre informazioni utili per la lettura. Per esempio [[Africa orrenda]] o [[Divina commedia]].
===Pagina===
Contiene una ad una le singole pagine del testo originario, e viene utilizzato per la "''versione con testo a fronte''", cioè una rappresentazione in cui l'immagine (foto o scansione) di un libro è presentata accanto allo spazio in cui il testo è da trascrivere (o è stato trascritto) dai wikisourciani. Puoi vederne un esempio [[Pagina:Africa orrenda.djvu/11|qui]].
===Indice===
Namespace che elenca tutte le "Pagine", cioè fa da indice delle versioni ''con testo a fronte''. Un esempio [[Indice:Africa_orrenda.djvu|qui]].<br/>
Insieme al namespace "Pagina", costituisce "l'ambiente di lavoro" in cui i wikisourciani trascrivono i testi che vengono poi pubblicati nel namespace Principale.
{{hr}}
===Utente===
Ogni utente registrato ha la propria pagina personale, dove è possibile descriversi, mettere appunti, link utili, eccetera; è raggiungibile semplicemente cliccando, sull'estremo superiore della pagina, sul proprio nome utente. Inoltre, ogni utente ha a disposizione una pagina discussione (è il link accanto "le mie discussioni") in cui può ricevere i messaggi che altri gli lasciano, venendo automaticamente avvisato.
===Immagine===
Ogni pagina di questo tipo contiene un'immagine che risiede sui server di Wikisource, e la pagina di discussione relativa contiene semplicemente eventuali discussioni in merito.
===Aiuto===
Ricadono in questo namespace tutte le pagine esplicitamente pensate per fornire un aiuto agli utenti.
===Categoria===
Pagine in cui sono presenti elenchi di sottocategorie e pagine singole, raggruppate per argomento.
Per avere una panoramica più completa e approfondita, ti invitiamo a leggere la pagina [[Aiuto:Namespace]].
I contenuti di base di questo tutorial sono terminati; dato però che Wikisource è uno strumento molto potente, è anche molto complesso. Abbiamo quindi pensato di concludere con una pagina di [[Aiuto:Guida essenziale/Approfondimento|approfondimenti]].
{{tutorial}}
[[Categoria:Guida essenziale|{{PAGENAME}}]]
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Aiuto:Blocco della pagina
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Candalua
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/* Come richiedere il blocco di una pagina */
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text/x-wiki
{{TOCright Aiuto}}
Il '''Blocco o protezione della pagina''' è un'operazione riservata agli ''[[Wikisource:Amministratori|amministratori]]'' di Wikisource a seguito della quale il codice di una pagina può essere letto ma non modificato. L'operazione inversa al blocco è lo ''sblocco''.
== Politica di blocco delle pagine ==
{{Criteri di blocco delle pagine}}
== Tipologie di blocco della pagina ==
Esistono due tipi di protezione:
*'''Completa''': la pagina è modificabile solo dagli amministratori.
*'''Parziale''': la pagina è modificabile da tutti gli utenti registrati da più di 4 giorni.
== Come richiedere il blocco di una pagina ==
* Se la pagina sta subendo dei [[Aiuto:Vandalismo|vandalismi]] inserisci una richiesta nella [[Wikisource:Richieste_agli_amministratori#Richieste_di_protezione|pagina dedicata]].
== Come richiedere lo sblocco di una pagina ==
Vi sono due possibilità:
# Rivolgersi direttamente all'amministratore che ha effettuato il blocco il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/protect |registro delle protezioni]].
# Inserire una richiesta nella [[Wikisource:Richieste_agli_amministratori#Richieste_di_sprotezione|pagina dedicata]].
== Come segnalare gli errori presenti nelle pagine bloccate ==
Se riscontri un errore in una pagina bloccata utilizza la pagina di discussione del testo per lasciare un messaggio con i suggerimenti e le proposte di correzione che reputi utili per migliorarla.
== Voci correlate ==
* [[Wikisource:Amministratori|Amministratori]]
* [[Speciale:Log/protect|Registro delle protezioni]]
* [[Wikisource:Amministratori/Procedure/Procedure per il blocco e lo sblocco di una pagina|Procedure per il blocco e lo sblocco di una pagina]]
[[Categoria:Aiuto|{{PAGENAME}}]]
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Wikisource:Richieste agli amministratori
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Candalua
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/* Protezione di una pagina */
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text/x-wiki
{{Amministratori}}
Le '''richieste agli amministratori''' sono uno strumento a disposizione di tutti gli utenti, registrati e anonimi, per richiedere l'esecuzione di operazioni possibili solo con le funzionalità aggiuntive del software disponibili agli [[Wikisource:Amministratori|amministratori]].
== Richieste agli amministratori ==
Di seguito sono elencate le possibili richieste da fare agli amministratori.
=== Blocco di un utente o un indirizzo IP ===
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco di un utente}}
==== Quando richiederlo ====
* Quando ti accorgi, osservando la pagina delle [[Aiuto:Ultime modifiche|ultime modifiche]], che un utente registrato o un utente anonimo (IP) sta [[Aiuto:Vandalismo|vandalizzando]] numerose pagine di Wikisource, avvisa quanto prima un amministratore. Egli provvederà a controllare i contributi dell'utente in questione e prenderà gli adeguati provvedimenti.
==== Come richiederlo ====
* Scrivi ad un [[Wikisource:Amministratori|amministratore]].
=== Protezione di una pagina ===
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco della pagina}}
==== Quando richiederla ====
* Quando la pagina sta subendo dei [[Aiuto:Vandalismo|vandalismi]].
==== Come richiederla ====
* Inserisci una richiesta nella sezione sottostante.
===== Richieste di protezione =====
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=8}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
Chiedo la semiprotezione di [[Modulo:Autore]] (usato dall'[[Template:Autore|omonimo template]], semiprotetto). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 03:31, 14 feb 2014 (CET)
:{{fatto}} da Candalua --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:31, 28 lug 2020 (CEST)
Ci sarebbe da rimuovere la protezione "ricorsiva" in queste pagine:
*[[Utente:Turtwig planante Turtwig]]
*[[Utente:Lewis Hamilton planante Lewis Hamilton]]
*[[Utente:Frank Sinatra planante Sinatra]]
*[[Utente:Boatbadly planante Boatbadly]]
*[[Utente:A planante A]]
--[[User:Samuele2002|Samuele2002]] ([[User talk:Samuele2002|disc.]]) 18:19, 28 lug 2020 (CEST)
:Perché? --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:31, 28 lug 2020 (CEST)
=== Sprotezione di una pagina ===
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco della pagina}}
==== Quando richiederla ====
* Quando è necessario apportare delle modifiche ad una pagina bloccata.
==== Come richiederla ====
* Scrivi all'amministratore che ha effettuato il blocco il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/protect |registro delle protezioni]].
* Inserisci una richiesta nella sezione sottostante.
===== Richieste di sprotezione =====
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=12}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
*Dato che [[Utente:Demart81]] ha a disposizione la fonte cartacea delle [[Rime (Angiolieri)|''Rime'' di Cecco Angiolieri]], su sua richiesta, chi ha tempo sblocchi per favore le rime bloccate. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 23:30, 22 mag 2009 (CEST)
*Sproteggere/cancellare le mie pagine utente e talk per poter spostare [[utente:Larry Yuma]] --> [[utente:Yuma]] e [[discussioni utente:Larry Yuma]] --> [[discussioni utente:Yuma]]. ...sono infatti tornato al vecchio nick.. Grazie in anticipo! :) --[[w:it:Utente:Yuma|Yuma]] · <small>[[w:it:discussioni utente:Yuma|parliamone]]</small> 19:49, 23 mar 2016 (CET)
=== Cancellazione di una pagina ===
{{Vedi anche|Aiuto:Cancellazione e ripristino delle pagine}}
==== Quando richiederla ====
* Quando una pagina rientra nei [[Wikisource:Politica di blocco delle pagine|criteri di cancellazione]].
==== Come richiederla ====
* Inserisci nella pagina il template {{Tl|cancella subito}}
=== Ripristino di una pagina ===
{{Vedi anche|Aiuto:Cancellazione e ripristino delle pagine}}
==== Quando richiederla ====
* Quando una pagina rientra nei [[Wikisource:Politica di blocco delle pagine|criteri di ripristino]].
==== Come richiederla ====
* Scrivi all'amministratore che ha effettuato la cancellazione il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/delete|registro delle cancellazioni]].
* Inserisci una richiesta nella sezione sottostante.
===== Richieste di ripristino =====
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=19}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
*Chiedo il ripristino della voce [[D.L.L. 16 marzo 1946, n. 98 - Integrazioni e modifiche al decreto-legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151]] che è stata cancellata da IPork perché senza fonte. Una possibile fonte è http://www.parlalex.it/pagina.asp?id=2823 . Per la cronaca, la voce è linkata da 'pedia, a Costituzione della Repubblica Italiana --[[User:.mau.|.mau.]] ([[:w:User talk:.mau.|disc. su 'pedia]]) 15:31, 28 feb 2013 (CET)
−
**{{Ping|.mau.}} scusa il ritardo, fatto ora. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 17:44, 13 ago 2015 (CEST)
Chiedo il ripristino della voce [[Sartoria Litrico]] che è stata cancellata dall'utente [[Rojelio]] perché "Contenuto palesemente non enciclopedico o promozionale". Ho assunto un ghostwriter per sistemare il contenuto che potete visionare nelle mie prove per notare la differenza nello stile: https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Luca_Litrico/Sandbox
grazie
:Apparentemente hai fatto tutto da solo nel marzo 2020. Non ci sarebbe in contributo su commissione da dichiarare? Vedi [[:w:it:WP:CSC|qua]]. PS: Questo sito ''non è'' Wikipedia. --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:29, 28 lug 2020 (CEST)
=== Modifica dei messaggi di sistema ===
==== Quando richiederla ====
* Quando trovi un [[Speciale:Allmessages|messaggio di sistema]] contenente errori di ortografia o scritto in inglese.
==== Come richiederla ====
* Inserisci una richiesta nella sezione sottostante.
===== Richieste di modifica dei messaggi di sistema =====
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=23}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
[[MediaWiki:Sitenotice]] andrebbe aggiornato, il sondaggio è finito ormai da {{#expr:({{#timel:U}}-{{#timel:U|2013-10-28 23:59}})/86400 round 2}} giorni. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 19:20, 1 nov 2013 (CET)
:{{Fatto|[{{fullurl:MediaWiki:Sitenotice|diff=1328400}} '''Fatto''']}} da [[Utente:Samuele Papa|Samuele Papa]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 16:37, 2 nov 2013 (CET)
*Sostituire <code>getUrlVar</code> con <code>mw.util.getParamValue</code> in [{{fullurl:Speciale:Ricerca|search=getUrlVar&ns2=1&ns8=1}} questi script]
*sostituire <code>getUrlVars</code> con <code>mw.util.getParamValue</code> in [[MediaWiki:Gadget-autoriSenzaOpere.js]];
*rimuovere <code>getUrlVars</code> e <code>getUrlVar</code> da [[MediaWiki:Gadget-common.js]] (righe 5-20).
--<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 00:28, 16 dic 2013 (CET)
====== MediaWiki:Gadget-common.js ======
Richiedo un [[wikibooks:MediaWiki Administrator's Handbook/Edit History#Merging|history merge]] da [[Utente:Ricordisamoa/MediaWiki:Gadget-common.js]] a [[MediaWiki:Gadget-common.js]]. Gli avvisi JSHint risultano più che dimezzati (da 52 a 23). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 03:58, 13 giu 2014 (CEST)
:La diff è abbastanza diversa, era solo per i JSHint o hai cambiato proprio la logica? [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:11, 25 lug 2014 (CEST)
::@[[Utente:Candalua|Candalua]]: la diff giusta sarebbe [[Speciale:Diff/1407388/1408764|questa]], ma posso segnalare come {{fatto|[[Speciale:Diff/1410356|'''Fatto''']]}} da [[Utente:Samuele Papa|Samuele Papa]] <small>anche se non con [[Speciale:FondiCronologia]] (che sarà il prossimo giocattolo di Alex)</small> --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 04:50, 26 lug 2014 (CEST)
====== MediaWiki:Areadati.js ======
{{ping|Alex brollo}} Rimuovere "Nome della pagina su Wikipedia", "Nome della pagina su Wikiquote", "Nome della pagina su Wikinotizie" e "Nome della pagina su Commons" dalla variabile "campiAutore", per evitare che vengano reinseriti dopo essere stati rimossi da SamoaBot. Possibilmente, rimuoverlo da [[MediaWiki:Common.js]] e renderlo un gadget, disattivabile dagli utenti registrati (è davvero fastidioso!). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 23:35, 24 lug 2014 (CEST)
: Giro la richiesta a {{ping|Candalua}}. Io sono l'ideatore iniziale della cosa, ma poi è Candalua che l'ha rifinita e inserita in un contesto coerente. Se tocco lo script nei suoi "gangli" temo di causare danni. --[[User:Alex brollo|Alex]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 00:15, 25 lug 2014 (CEST)
Ho tolto del tutto quei 4 campi da Autore (non sapevo che avevi iniziato a rimuoverli, sennò lo facevo anche prima). L'area dati non è stata fatta come gadget proprio perché sennò i soliti smanettoni se la disattivano e le cose non funzionano più! :D Ma per fortuna ora c'è Wikidata e poco per volta elimineremo l'accrocchio. [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:08, 25 lug 2014 (CEST)
====== MediaWiki:Wlshowlast ======
{{ping|Alex brollo}} Cancellare per usare automaticamente l'ultima versione. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:49, 10 feb 2015 (CET)
{{Fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:29, 2 mar 2015 (CET)
====== [[Template:Icona pagina bloccata]] ======
Non è un messaggio di sistema, ma è protetto. Sarebbe da aggiornare con i [[mw:Help:Page status indicators|page status indicator]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 18:30, 28 mar 2015 (CET)
: {{ping|Candalua}} Come [[Speciale:Diff/1549023]] --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 09:49, 18 apr 2015 (CEST)
:: {{ping|Candalua}} Mi sono spiegato male ;-) Forse tentando di limitare la protezione, lo hai in realtà semiprotetto. È comunque modificabile solo agli amministratori per via di una protezione ricorsiva. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 17:39, 19 apr 2015 (CEST)
:::{{Fatto}} {{Ping|Ricordisamoa}}, ti eri spiegato benissimo :) solo che in quel momento non avevo tempo di vedere la modifica da fare e speravo di riuscire a sproteggerla, così potevi farlo tu stesso. Va bene com'è ora? Grazie [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:38, 20 apr 2015 (CEST)
::::{{ping|Candalua}} Ottimo :) --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 14:16, 21 apr 2015 (CEST)
====== [[MediaWiki:Citethispage-content]] ======
Ciao! Vorrei suggerire di modificare due righe in [[MediaWiki:Citethispage-content]], seguendo l’esempio di [[:de:Spezial:Diff/3732519|dewikisource]], [[:en:Special:Diff/10871596|enwikisource]] ecc.: <code>wiki:xxx</code> dovrebbe diventare <code><nowiki>itwikisource:{{REVISIONID}}</nowiki></code>. Così citazioni di voci avranno sempre un identificatore unico, mentre al momento si deve sempre modificare l’identificatore se si cita più voci in un documento unico. Saluti --[[User:XanonymusX|XanonymusX]] ([[User talk:XanonymusX|disc.]]) 13:45, 4 feb 2021 (CET)
:[[User:XanonymusX|XanonymusX]]: {{Fatto}}, grazie del suggerimento. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 16:12, 4 feb 2021 (CET)
[[Categoria:Amministratori e burocrati]]
== [Global proposal] m.{{SITENAME}}.org: {{int:group-all}} {{int:right-edit}} ==
<div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">
[[File:Mediawiki-mobile-smartphone.png|thumb|MediaWiki mobile]]
Hi, this message is to let you know that, on domains like {{CONTENTLANGUAGE}}.'''m'''.wikipedia.org, '''unregistered users cannot edit'''. At the Wikimedia Forum, where global configuration changes are normally discussed, a few dozens users [[m:Wikimedia Forum#Proposal: restore normal editing permissions on all mobile sites| propose to restore normal editing permissions on all mobile sites]]. Please read and comment!
Sorry for writing in English but I thought as administrators you would be interested. Thanks, [[m:User:Nemo_bis|Nemo]] 23:26, 1 mar 2015 (CET)
</div>
<!-- Messaggio inviato da User:Nemo bis@metawiki usando l'elenco su http://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Meta:Sandbox&oldid=11428879 -->
== Problema con filtro automatico sui link esterni ==
Ciao, scusate se scrivo qui ma nessuna delle sezioni precedenti si applica al caso. Avrei voluto segnalare al bar la possibilità di fare domanda per le borse di partecipazione a WIkimania, ma essendoci un link esterno (alla pagina sul sito di Wikimedia Italia in cui è descritto il programma delle borse), mi è impossibile farlo. Qual è secondo voi il modo milgiore di procedere? Grazie. --[[User:Baruneju|Baruneju]] ([[User talk:Baruneju|disc.]]) 10:44, 8 mag 2019 (CEST)
==MediaWiki:Movepage-reason-dropdown==
#[[MediaWiki:Movepage-reason-dropdown]] Si tratta della nuova lista a tendina per e motivazioni per lo spostamento. Va riempita altrimenti esce in inglese. I wikilink non funzionano.
#Siccome i developer sono diventati molto produttivi sulla interfaccia e alcune traduzioni anche italiane vanno adattate al mondo wikimedia, vorrei centralizzare questo tipo di annunci e sarebbe gradito il nome di un sysop volontario da pingare volta per volta--[[Utente:Pierpao|Pierpao]] ([[Discussioni utente:Pierpao|disc.]]) 09:23, 11 gen 2023 (CET)
:#@[[Utente:Pierpao|Pierpao]], {{Fatto}};
:#Non è il caso di pingare ''un'' sysop: è già sufficiente quello che hai appena fatto e sono convinto che se non io, @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Carlomorino|Carlomorino]], @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] o @[[Utente:Paperoastro]] risponderanno celermente! Ora sappiamo che dobbiamo essere pronti a tutto in questo periodo di finalizzazione dell'interfaccia Vector. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 17 gen 2023 (CET)
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2024-11-24T16:55:04Z
TrameOscure
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eliminazione eccesso di sottotitoli per micro-paragrafi
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wikitext
text/x-wiki
{{Amministratori}}
Le '''richieste agli amministratori''' sono uno strumento a disposizione di tutti gli utenti, registrati e anonimi, per richiedere l'esecuzione di operazioni possibili solo con le funzionalità aggiuntive del software disponibili agli [[Wikisource:Amministratori|amministratori]].
Di seguito sono elencate le possibili richieste da fare agli amministratori.
== Blocco di un utente o un indirizzo IP ==
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco di un utente}}
Va richiesto direttamente a un [[Wikisource:Amministratori|amministratore]] quando ti accorgi, osservando la pagina delle [[Aiuto:Ultime modifiche|ultime modifiche]], che un utente registrato o un utente anonimo (IP) sta [[Aiuto:Vandalismo|vandalizzando]] numerose pagine di Wikisource, avvisa quanto prima un amministratore. Egli provvederà a controllare i contributi dell'utente in questione e prenderà gli adeguati provvedimenti.
== Protezione di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco della pagina}}
Va richiesta quando la pagina sta subendo dei [[Aiuto:Vandalismo|vandalismi]], inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di protezione ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=3}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
Chiedo la semiprotezione di [[Modulo:Autore]] (usato dall'[[Template:Autore|omonimo template]], semiprotetto). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 03:31, 14 feb 2014 (CET)
:{{fatto}} da Candalua --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:31, 28 lug 2020 (CEST)
Ci sarebbe da rimuovere la protezione "ricorsiva" in queste pagine:
*[[Utente:Turtwig planante Turtwig]]
*[[Utente:Lewis Hamilton planante Lewis Hamilton]]
*[[Utente:Frank Sinatra planante Sinatra]]
*[[Utente:Boatbadly planante Boatbadly]]
*[[Utente:A planante A]]
--[[User:Samuele2002|Samuele2002]] ([[User talk:Samuele2002|disc.]]) 18:19, 28 lug 2020 (CEST)
:Perché? --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:31, 28 lug 2020 (CEST)
== Sprotezione di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco della pagina}}
Si può richiedere quando è necessario apportare delle modifiche ad una pagina bloccata nei seguenti modi:
* Scrivendo all'amministratore che ha effettuato il blocco il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/protect |registro delle protezioni]].
* Inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di sprotezione ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=5}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
*Dato che [[Utente:Demart81]] ha a disposizione la fonte cartacea delle [[Rime (Angiolieri)|''Rime'' di Cecco Angiolieri]], su sua richiesta, chi ha tempo sblocchi per favore le rime bloccate. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 23:30, 22 mag 2009 (CEST)
*Sproteggere/cancellare le mie pagine utente e talk per poter spostare [[utente:Larry Yuma]] --> [[utente:Yuma]] e [[discussioni utente:Larry Yuma]] --> [[discussioni utente:Yuma]]. ...sono infatti tornato al vecchio nick.. Grazie in anticipo! :) --[[w:it:Utente:Yuma|Yuma]] · <small>[[w:it:discussioni utente:Yuma|parliamone]]</small> 19:49, 23 mar 2016 (CET)
== Cancellazione di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Cancellazione e ripristino delle pagine}}
Si può chidere quando una pagina rientra nei [[Wikisource:Politica di blocco delle pagine|criteri di cancellazione]] inserendo nella pagina il template {{Tl|cancella subito}}
== Ripristino di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Cancellazione e ripristino delle pagine}}
Si può chiedere quando una pagina rientra nei [[Wikisource:Politica di blocco delle pagine|criteri di ripristino]]nei seguenti modi:
* Scrivendo all'amministratore che ha effettuato la cancellazione il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/delete|registro delle cancellazioni]].
* Inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di ripristino ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=8}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
*Chiedo il ripristino della voce [[D.L.L. 16 marzo 1946, n. 98 - Integrazioni e modifiche al decreto-legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151]] che è stata cancellata da IPork perché senza fonte. Una possibile fonte è http://www.parlalex.it/pagina.asp?id=2823 . Per la cronaca, la voce è linkata da 'pedia, a Costituzione della Repubblica Italiana --[[User:.mau.|.mau.]] ([[:w:User talk:.mau.|disc. su 'pedia]]) 15:31, 28 feb 2013 (CET)
**{{Ping|.mau.}} scusa il ritardo, fatto ora. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 17:44, 13 ago 2015 (CEST)
Chiedo il ripristino della voce [[Sartoria Litrico]] che è stata cancellata dall'utente [[Rojelio]] perché "Contenuto palesemente non enciclopedico o promozionale". Ho assunto un ghostwriter per sistemare il contenuto che potete visionare nelle mie prove per notare la differenza nello stile: https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Luca_Litrico/Sandbox
grazie
:Apparentemente hai fatto tutto da solo nel marzo 2020. Non ci sarebbe in contributo su commissione da dichiarare? Vedi [[:w:it:WP:CSC|qua]]. PS: Questo sito ''non è'' Wikipedia. --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:29, 28 lug 2020 (CEST)
== Modifica dei messaggi di sistema ==
Si può richiedere quando trovi un [[Speciale:Allmessages|messaggio di sistema]] contenente errori di ortografia o scritto in inglese, inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di modifica dei messaggi di sistema ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=10}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
[[MediaWiki:Sitenotice]] andrebbe aggiornato, il sondaggio è finito ormai da {{#expr:({{#timel:U}}-{{#timel:U|2013-10-28 23:59}})/86400 round 2}} giorni. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 19:20, 1 nov 2013 (CET)
:{{Fatto|[{{fullurl:MediaWiki:Sitenotice|diff=1328400}} '''Fatto''']}} da [[Utente:Samuele Papa|Samuele Papa]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 16:37, 2 nov 2013 (CET)
*Sostituire <code>getUrlVar</code> con <code>mw.util.getParamValue</code> in [{{fullurl:Speciale:Ricerca|search=getUrlVar&ns2=1&ns8=1}} questi script]
*sostituire <code>getUrlVars</code> con <code>mw.util.getParamValue</code> in [[MediaWiki:Gadget-autoriSenzaOpere.js]];
*rimuovere <code>getUrlVars</code> e <code>getUrlVar</code> da [[MediaWiki:Gadget-common.js]] (righe 5-20).
--<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 00:28, 16 dic 2013 (CET)
==== MediaWiki:Gadget-common.js ====
Richiedo un [[wikibooks:MediaWiki Administrator's Handbook/Edit History#Merging|history merge]] da [[Utente:Ricordisamoa/MediaWiki:Gadget-common.js]] a [[MediaWiki:Gadget-common.js]]. Gli avvisi JSHint risultano più che dimezzati (da 52 a 23). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 03:58, 13 giu 2014 (CEST)
:La diff è abbastanza diversa, era solo per i JSHint o hai cambiato proprio la logica? [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:11, 25 lug 2014 (CEST)
::@[[Utente:Candalua|Candalua]]: la diff giusta sarebbe [[Speciale:Diff/1407388/1408764|questa]], ma posso segnalare come {{fatto|[[Speciale:Diff/1410356|'''Fatto''']]}} da [[Utente:Samuele Papa|Samuele Papa]] <small>anche se non con [[Speciale:FondiCronologia]] (che sarà il prossimo giocattolo di Alex)</small> --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 04:50, 26 lug 2014 (CEST)
==== MediaWiki:Areadati.js ====
{{ping|Alex brollo}} Rimuovere "Nome della pagina su Wikipedia", "Nome della pagina su Wikiquote", "Nome della pagina su Wikinotizie" e "Nome della pagina su Commons" dalla variabile "campiAutore", per evitare che vengano reinseriti dopo essere stati rimossi da SamoaBot. Possibilmente, rimuoverlo da [[MediaWiki:Common.js]] e renderlo un gadget, disattivabile dagli utenti registrati (è davvero fastidioso!). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 23:35, 24 lug 2014 (CEST)
: Giro la richiesta a {{ping|Candalua}}. Io sono l'ideatore iniziale della cosa, ma poi è Candalua che l'ha rifinita e inserita in un contesto coerente. Se tocco lo script nei suoi "gangli" temo di causare danni. --[[User:Alex brollo|Alex]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 00:15, 25 lug 2014 (CEST)
Ho tolto del tutto quei 4 campi da Autore (non sapevo che avevi iniziato a rimuoverli, sennò lo facevo anche prima). L'area dati non è stata fatta come gadget proprio perché sennò i soliti smanettoni se la disattivano e le cose non funzionano più! :D Ma per fortuna ora c'è Wikidata e poco per volta elimineremo l'accrocchio. [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:08, 25 lug 2014 (CEST)
==== MediaWiki:Wlshowlast ====
{{ping|Alex brollo}} Cancellare per usare automaticamente l'ultima versione. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:49, 10 feb 2015 (CET)
{{Fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:29, 2 mar 2015 (CET)
==== [[Template:Icona pagina bloccata]] ====
Non è un messaggio di sistema, ma è protetto. Sarebbe da aggiornare con i [[mw:Help:Page status indicators|page status indicator]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 18:30, 28 mar 2015 (CET)
: {{ping|Candalua}} Come [[Speciale:Diff/1549023]] --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 09:49, 18 apr 2015 (CEST)
:: {{ping|Candalua}} Mi sono spiegato male ;-) Forse tentando di limitare la protezione, lo hai in realtà semiprotetto. È comunque modificabile solo agli amministratori per via di una protezione ricorsiva. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 17:39, 19 apr 2015 (CEST)
:::{{Fatto}} {{Ping|Ricordisamoa}}, ti eri spiegato benissimo :) solo che in quel momento non avevo tempo di vedere la modifica da fare e speravo di riuscire a sproteggerla, così potevi farlo tu stesso. Va bene com'è ora? Grazie [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:38, 20 apr 2015 (CEST)
::::{{ping|Candalua}} Ottimo :) --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 14:16, 21 apr 2015 (CEST)
==== [[MediaWiki:Citethispage-content]] ====
Ciao! Vorrei suggerire di modificare due righe in [[MediaWiki:Citethispage-content]], seguendo l’esempio di [[:de:Spezial:Diff/3732519|dewikisource]], [[:en:Special:Diff/10871596|enwikisource]] ecc.: <code>wiki:xxx</code> dovrebbe diventare <code><nowiki>itwikisource:{{REVISIONID}}</nowiki></code>. Così citazioni di voci avranno sempre un identificatore unico, mentre al momento si deve sempre modificare l’identificatore se si cita più voci in un documento unico. Saluti --[[User:XanonymusX|XanonymusX]] ([[User talk:XanonymusX|disc.]]) 13:45, 4 feb 2021 (CET)
:[[User:XanonymusX|XanonymusX]]: {{Fatto}}, grazie del suggerimento. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 16:12, 4 feb 2021 (CET)
[[Categoria:Amministratori e burocrati]]
== [Global proposal] m.{{SITENAME}}.org: {{int:group-all}} {{int:right-edit}} ==
<div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">
[[File:Mediawiki-mobile-smartphone.png|thumb|MediaWiki mobile]]
Hi, this message is to let you know that, on domains like {{CONTENTLANGUAGE}}.'''m'''.wikipedia.org, '''unregistered users cannot edit'''. At the Wikimedia Forum, where global configuration changes are normally discussed, a few dozens users [[m:Wikimedia Forum#Proposal: restore normal editing permissions on all mobile sites| propose to restore normal editing permissions on all mobile sites]]. Please read and comment!
Sorry for writing in English but I thought as administrators you would be interested. Thanks, [[m:User:Nemo_bis|Nemo]] 23:26, 1 mar 2015 (CET)
</div>
<!-- Messaggio inviato da User:Nemo bis@metawiki usando l'elenco su http://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Meta:Sandbox&oldid=11428879 -->
== Problema con filtro automatico sui link esterni ==
Ciao, scusate se scrivo qui ma nessuna delle sezioni precedenti si applica al caso. Avrei voluto segnalare al bar la possibilità di fare domanda per le borse di partecipazione a WIkimania, ma essendoci un link esterno (alla pagina sul sito di Wikimedia Italia in cui è descritto il programma delle borse), mi è impossibile farlo. Qual è secondo voi il modo milgiore di procedere? Grazie. --[[User:Baruneju|Baruneju]] ([[User talk:Baruneju|disc.]]) 10:44, 8 mag 2019 (CEST)
==MediaWiki:Movepage-reason-dropdown==
#[[MediaWiki:Movepage-reason-dropdown]] Si tratta della nuova lista a tendina per e motivazioni per lo spostamento. Va riempita altrimenti esce in inglese. I wikilink non funzionano.
#Siccome i developer sono diventati molto produttivi sulla interfaccia e alcune traduzioni anche italiane vanno adattate al mondo wikimedia, vorrei centralizzare questo tipo di annunci e sarebbe gradito il nome di un sysop volontario da pingare volta per volta--[[Utente:Pierpao|Pierpao]] ([[Discussioni utente:Pierpao|disc.]]) 09:23, 11 gen 2023 (CET)
:#@[[Utente:Pierpao|Pierpao]], {{Fatto}};
:#Non è il caso di pingare ''un'' sysop: è già sufficiente quello che hai appena fatto e sono convinto che se non io, @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Carlomorino|Carlomorino]], @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] o @[[Utente:Paperoastro]] risponderanno celermente! Ora sappiamo che dobbiamo essere pronti a tutto in questo periodo di finalizzazione dell'interfaccia Vector. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 17 gen 2023 (CET)
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TrameOscure
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/* Ripristino di una pagina */ typo
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wikitext
text/x-wiki
{{Amministratori}}
Le '''richieste agli amministratori''' sono uno strumento a disposizione di tutti gli utenti, registrati e anonimi, per richiedere l'esecuzione di operazioni possibili solo con le funzionalità aggiuntive del software disponibili agli [[Wikisource:Amministratori|amministratori]].
Di seguito sono elencate le possibili richieste da fare agli amministratori.
== Blocco di un utente o un indirizzo IP ==
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco di un utente}}
Va richiesto direttamente a un [[Wikisource:Amministratori|amministratore]] quando ti accorgi, osservando la pagina delle [[Aiuto:Ultime modifiche|ultime modifiche]], che un utente registrato o un utente anonimo (IP) sta [[Aiuto:Vandalismo|vandalizzando]] numerose pagine di Wikisource, avvisa quanto prima un amministratore. Egli provvederà a controllare i contributi dell'utente in questione e prenderà gli adeguati provvedimenti.
== Protezione di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco della pagina}}
Va richiesta quando la pagina sta subendo dei [[Aiuto:Vandalismo|vandalismi]], inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di protezione ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=3}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
Chiedo la semiprotezione di [[Modulo:Autore]] (usato dall'[[Template:Autore|omonimo template]], semiprotetto). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 03:31, 14 feb 2014 (CET)
:{{fatto}} da Candalua --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:31, 28 lug 2020 (CEST)
Ci sarebbe da rimuovere la protezione "ricorsiva" in queste pagine:
*[[Utente:Turtwig planante Turtwig]]
*[[Utente:Lewis Hamilton planante Lewis Hamilton]]
*[[Utente:Frank Sinatra planante Sinatra]]
*[[Utente:Boatbadly planante Boatbadly]]
*[[Utente:A planante A]]
--[[User:Samuele2002|Samuele2002]] ([[User talk:Samuele2002|disc.]]) 18:19, 28 lug 2020 (CEST)
:Perché? --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:31, 28 lug 2020 (CEST)
== Sprotezione di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Blocco della pagina}}
Si può richiedere quando è necessario apportare delle modifiche ad una pagina bloccata nei seguenti modi:
* Scrivendo all'amministratore che ha effettuato il blocco il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/protect |registro delle protezioni]].
* Inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di sprotezione ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=5}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
*Dato che [[Utente:Demart81]] ha a disposizione la fonte cartacea delle [[Rime (Angiolieri)|''Rime'' di Cecco Angiolieri]], su sua richiesta, chi ha tempo sblocchi per favore le rime bloccate. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 23:30, 22 mag 2009 (CEST)
*Sproteggere/cancellare le mie pagine utente e talk per poter spostare [[utente:Larry Yuma]] --> [[utente:Yuma]] e [[discussioni utente:Larry Yuma]] --> [[discussioni utente:Yuma]]. ...sono infatti tornato al vecchio nick.. Grazie in anticipo! :) --[[w:it:Utente:Yuma|Yuma]] · <small>[[w:it:discussioni utente:Yuma|parliamone]]</small> 19:49, 23 mar 2016 (CET)
== Cancellazione di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Cancellazione e ripristino delle pagine}}
Si può chidere quando una pagina rientra nei [[Wikisource:Politica di blocco delle pagine|criteri di cancellazione]] inserendo nella pagina il template {{Tl|cancella subito}}
== Ripristino di una pagina ==
{{Vedi anche|Aiuto:Cancellazione e ripristino delle pagine}}
Si può chiedere quando una pagina rientra nei [[Wikisource:Politica di blocco delle pagine|criteri di ripristino]] nei seguenti modi:
* Scrivendo all'amministratore che ha effettuato la cancellazione il cui nome è reperibile nel [[Speciale:Log/delete|registro delle cancellazioni]].
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=== Richieste di ripristino ===
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*Chiedo il ripristino della voce [[D.L.L. 16 marzo 1946, n. 98 - Integrazioni e modifiche al decreto-legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151]] che è stata cancellata da IPork perché senza fonte. Una possibile fonte è http://www.parlalex.it/pagina.asp?id=2823 . Per la cronaca, la voce è linkata da 'pedia, a Costituzione della Repubblica Italiana --[[User:.mau.|.mau.]] ([[:w:User talk:.mau.|disc. su 'pedia]]) 15:31, 28 feb 2013 (CET)
**{{Ping|.mau.}} scusa il ritardo, fatto ora. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 17:44, 13 ago 2015 (CEST)
Chiedo il ripristino della voce [[Sartoria Litrico]] che è stata cancellata dall'utente [[Rojelio]] perché "Contenuto palesemente non enciclopedico o promozionale". Ho assunto un ghostwriter per sistemare il contenuto che potete visionare nelle mie prove per notare la differenza nello stile: https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Luca_Litrico/Sandbox
grazie
:Apparentemente hai fatto tutto da solo nel marzo 2020. Non ci sarebbe in contributo su commissione da dichiarare? Vedi [[:w:it:WP:CSC|qua]]. PS: Questo sito ''non è'' Wikipedia. --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 19:29, 28 lug 2020 (CEST)
== Modifica dei messaggi di sistema ==
Si può richiedere quando trovi un [[Speciale:Allmessages|messaggio di sistema]] contenente errori di ortografia o scritto in inglese, inserendo una richiesta nella sezione sottostante.
=== Richieste di modifica dei messaggi di sistema ===
<span class="plainlinks">'''[{{fullurl:Wikisource:Richieste agli amministratori|action=edit§ion=10}} Premi qui per inserire la tua richiesta]'''</span>
<!-- SCRIVI QUI SOTTO -->
[[MediaWiki:Sitenotice]] andrebbe aggiornato, il sondaggio è finito ormai da {{#expr:({{#timel:U}}-{{#timel:U|2013-10-28 23:59}})/86400 round 2}} giorni. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 19:20, 1 nov 2013 (CET)
:{{Fatto|[{{fullurl:MediaWiki:Sitenotice|diff=1328400}} '''Fatto''']}} da [[Utente:Samuele Papa|Samuele Papa]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 16:37, 2 nov 2013 (CET)
*Sostituire <code>getUrlVar</code> con <code>mw.util.getParamValue</code> in [{{fullurl:Speciale:Ricerca|search=getUrlVar&ns2=1&ns8=1}} questi script]
*sostituire <code>getUrlVars</code> con <code>mw.util.getParamValue</code> in [[MediaWiki:Gadget-autoriSenzaOpere.js]];
*rimuovere <code>getUrlVars</code> e <code>getUrlVar</code> da [[MediaWiki:Gadget-common.js]] (righe 5-20).
--<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 00:28, 16 dic 2013 (CET)
==== MediaWiki:Gadget-common.js ====
Richiedo un [[wikibooks:MediaWiki Administrator's Handbook/Edit History#Merging|history merge]] da [[Utente:Ricordisamoa/MediaWiki:Gadget-common.js]] a [[MediaWiki:Gadget-common.js]]. Gli avvisi JSHint risultano più che dimezzati (da 52 a 23). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 03:58, 13 giu 2014 (CEST)
:La diff è abbastanza diversa, era solo per i JSHint o hai cambiato proprio la logica? [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:11, 25 lug 2014 (CEST)
::@[[Utente:Candalua|Candalua]]: la diff giusta sarebbe [[Speciale:Diff/1407388/1408764|questa]], ma posso segnalare come {{fatto|[[Speciale:Diff/1410356|'''Fatto''']]}} da [[Utente:Samuele Papa|Samuele Papa]] <small>anche se non con [[Speciale:FondiCronologia]] (che sarà il prossimo giocattolo di Alex)</small> --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 04:50, 26 lug 2014 (CEST)
==== MediaWiki:Areadati.js ====
{{ping|Alex brollo}} Rimuovere "Nome della pagina su Wikipedia", "Nome della pagina su Wikiquote", "Nome della pagina su Wikinotizie" e "Nome della pagina su Commons" dalla variabile "campiAutore", per evitare che vengano reinseriti dopo essere stati rimossi da SamoaBot. Possibilmente, rimuoverlo da [[MediaWiki:Common.js]] e renderlo un gadget, disattivabile dagli utenti registrati (è davvero fastidioso!). --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 23:35, 24 lug 2014 (CEST)
: Giro la richiesta a {{ping|Candalua}}. Io sono l'ideatore iniziale della cosa, ma poi è Candalua che l'ha rifinita e inserita in un contesto coerente. Se tocco lo script nei suoi "gangli" temo di causare danni. --[[User:Alex brollo|Alex]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 00:15, 25 lug 2014 (CEST)
Ho tolto del tutto quei 4 campi da Autore (non sapevo che avevi iniziato a rimuoverli, sennò lo facevo anche prima). L'area dati non è stata fatta come gadget proprio perché sennò i soliti smanettoni se la disattivano e le cose non funzionano più! :D Ma per fortuna ora c'è Wikidata e poco per volta elimineremo l'accrocchio. [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:08, 25 lug 2014 (CEST)
==== MediaWiki:Wlshowlast ====
{{ping|Alex brollo}} Cancellare per usare automaticamente l'ultima versione. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:49, 10 feb 2015 (CET)
{{Fatto}} [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:29, 2 mar 2015 (CET)
==== [[Template:Icona pagina bloccata]] ====
Non è un messaggio di sistema, ma è protetto. Sarebbe da aggiornare con i [[mw:Help:Page status indicators|page status indicator]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 18:30, 28 mar 2015 (CET)
: {{ping|Candalua}} Come [[Speciale:Diff/1549023]] --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 09:49, 18 apr 2015 (CEST)
:: {{ping|Candalua}} Mi sono spiegato male ;-) Forse tentando di limitare la protezione, lo hai in realtà semiprotetto. È comunque modificabile solo agli amministratori per via di una protezione ricorsiva. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 17:39, 19 apr 2015 (CEST)
:::{{Fatto}} {{Ping|Ricordisamoa}}, ti eri spiegato benissimo :) solo che in quel momento non avevo tempo di vedere la modifica da fare e speravo di riuscire a sproteggerla, così potevi farlo tu stesso. Va bene com'è ora? Grazie [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:38, 20 apr 2015 (CEST)
::::{{ping|Candalua}} Ottimo :) --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 14:16, 21 apr 2015 (CEST)
==== [[MediaWiki:Citethispage-content]] ====
Ciao! Vorrei suggerire di modificare due righe in [[MediaWiki:Citethispage-content]], seguendo l’esempio di [[:de:Spezial:Diff/3732519|dewikisource]], [[:en:Special:Diff/10871596|enwikisource]] ecc.: <code>wiki:xxx</code> dovrebbe diventare <code><nowiki>itwikisource:{{REVISIONID}}</nowiki></code>. Così citazioni di voci avranno sempre un identificatore unico, mentre al momento si deve sempre modificare l’identificatore se si cita più voci in un documento unico. Saluti --[[User:XanonymusX|XanonymusX]] ([[User talk:XanonymusX|disc.]]) 13:45, 4 feb 2021 (CET)
:[[User:XanonymusX|XanonymusX]]: {{Fatto}}, grazie del suggerimento. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 16:12, 4 feb 2021 (CET)
[[Categoria:Amministratori e burocrati]]
== [Global proposal] m.{{SITENAME}}.org: {{int:group-all}} {{int:right-edit}} ==
<div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">
[[File:Mediawiki-mobile-smartphone.png|thumb|MediaWiki mobile]]
Hi, this message is to let you know that, on domains like {{CONTENTLANGUAGE}}.'''m'''.wikipedia.org, '''unregistered users cannot edit'''. At the Wikimedia Forum, where global configuration changes are normally discussed, a few dozens users [[m:Wikimedia Forum#Proposal: restore normal editing permissions on all mobile sites| propose to restore normal editing permissions on all mobile sites]]. Please read and comment!
Sorry for writing in English but I thought as administrators you would be interested. Thanks, [[m:User:Nemo_bis|Nemo]] 23:26, 1 mar 2015 (CET)
</div>
<!-- Messaggio inviato da User:Nemo bis@metawiki usando l'elenco su http://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Meta:Sandbox&oldid=11428879 -->
== Problema con filtro automatico sui link esterni ==
Ciao, scusate se scrivo qui ma nessuna delle sezioni precedenti si applica al caso. Avrei voluto segnalare al bar la possibilità di fare domanda per le borse di partecipazione a WIkimania, ma essendoci un link esterno (alla pagina sul sito di Wikimedia Italia in cui è descritto il programma delle borse), mi è impossibile farlo. Qual è secondo voi il modo milgiore di procedere? Grazie. --[[User:Baruneju|Baruneju]] ([[User talk:Baruneju|disc.]]) 10:44, 8 mag 2019 (CEST)
==MediaWiki:Movepage-reason-dropdown==
#[[MediaWiki:Movepage-reason-dropdown]] Si tratta della nuova lista a tendina per e motivazioni per lo spostamento. Va riempita altrimenti esce in inglese. I wikilink non funzionano.
#Siccome i developer sono diventati molto produttivi sulla interfaccia e alcune traduzioni anche italiane vanno adattate al mondo wikimedia, vorrei centralizzare questo tipo di annunci e sarebbe gradito il nome di un sysop volontario da pingare volta per volta--[[Utente:Pierpao|Pierpao]] ([[Discussioni utente:Pierpao|disc.]]) 09:23, 11 gen 2023 (CET)
:#@[[Utente:Pierpao|Pierpao]], {{Fatto}};
:#Non è il caso di pingare ''un'' sysop: è già sufficiente quello che hai appena fatto e sono convinto che se non io, @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Carlomorino|Carlomorino]], @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] o @[[Utente:Paperoastro]] risponderanno celermente! Ora sappiamo che dobbiamo essere pronti a tutto in questo periodo di finalizzazione dell'interfaccia Vector. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 17 gen 2023 (CET)
q9srqibqrzv639atakbh7zr4we4efpp
Template:Criteri di blocco delle pagine
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3428851
1298494
2024-11-24T13:37:10Z
Candalua
1675
3428851
wikitext
text/x-wiki
Su [[Wikisource:Wikisource|Wikisource]] ci sono alcuni casi in cui si ricorre al blocco della pagina:
# Per proteggere una pagina dai [[Aiuto:Vandalismo|vandalismi]].
#: Si può rendere necessario il blocco di un testo quando questo è oggetto di modifiche distruttive o di [[Aiuto:Glossario#Edit war|edit war]] prolungate.
# Quando un [[Aiuto:Template|template]] è utilizzato in molte pagine e le modifiche, anche accidentali, si ripercuoterebbero su di esse.
#: Il blocco del template è necessario per evitare che modifiche accidentali vadano a ripercuotersi in modo pericoloso su tutte le pagine in cui tale template viene utilizzato. Per fare le prove è sempre a disposizione una pagina dedicata in ogni template.
# Quando una pagina di sistema va protetta per evitarne modifiche (archivio delle elezioni, etc.).<noinclude>
{{Documentazione}}
</noinclude>
jfewhw1nwg7suriai6hu8560n8osz6n
Operette morali/Dialogo della Natura e di un'Anima
0
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1271220
2024-11-24T13:51:33Z
Udiki
59464
Accento
3428855
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Dialogo della Natura e di un'Anima<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Dialogo di Malambruno e di Farfarello<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Dialogo della Terra e della Luna<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 settembre 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=28 settembre 2008|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Dialogo della Natura e di un'Anima|prec=../Dialogo di Malambruno e di Farfarello|succ=../Dialogo della Terra e della Luna}}
;Natura
:Va, figliuola mia prediletta, che tale sarai tenuta e chiamata per lungo ordine di secoli. Vivi, e sii grande e infelice.
;Anima
:Che male ho io commesso prima di vivere, che tu mi condanni a cotesta pena?
;Natura
:Che pena, figliuola mia?
;Anima
:Non mi prescrivi tu di essere infelice?
;Natura
:Ma in quanto che io voglio che tu sii grande, e non si può questo senza quello. Oltre che tu sei destinata a vivificare un corpo umano; e tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici.
;Anima
:Ma in contrario saria di ragione che tu provvedessi in modo, che eglino fossero felici per necessità; o non potendo far questo, ti si converrebbe astenere da porli al mondo.
;Natura
:Né l’una né l’altra cosa è in potestà mia, che sono sottoposta al fato; il quale ordina altrimenti, qualunque se ne sia la cagione; che né tu né io non la possiamo intendere. Ora, come tu sei stata creata e disposta a informare una persona umana, già qualsivoglia forza, né mia né d’altri, non è potente a scamparti dall’infelicità comune degli uomini. Ma oltre di questa, te ne bisognerà sostenere una propria, e maggiore assai, per l’eccellenza della quale io t’ho fornita.
;Anima
:Io non ho ancora appreso nulla; cominciando a vivere in questo punto: e da ciò dee provenire ch’io non t’intendo. Ma dimmi, eccellenza e infelicità straordinaria sono sostanzialmente una cosa stessa? o quando sieno due cose, non le potresti tu scompagnare l’una dall’altra?
;Natura
:Nelle anime degli uomini, e proporzionatamente in quelle di tutti i generi di animali, si può dire che l’una e l’altra cosa sieno quasi il medesimo: perché l’eccellenza delle anime importa maggiore intensione della loro vita; la qual cosa importa maggior sentimento dell’infelicità propria; che è come se io dicessi maggiore infelicità. Similmente la maggior vita degli animi inchiude maggiore efficacia di amor proprio, dovunque esso s’inclini, e sotto qualunque volto si manifesti: la qual maggioranza<ref>''Maggioranza per quantità maggiore'', {{Ac|Dino Compagni|Dino Comp.}} ed. di Pisa, 1818, pag. 100.</ref> di amor proprio importa maggior desiderio di beatitudine, e però maggiore scontento e affanno di esserne privi, e maggior dolore delle avversità che sopravvengono. Tutto questo è contenuto nell’ordine primigenio e perpetuo delle cose create, il quale io non posso alterare. Oltre di ciò, la finezza del tuo proprio intelletto, e la vivacità dell’immaginazione, ti escluderanno da una grandissima parte della signoria di te stessa. Gli animali bruti usano agevolmente ai fini che eglino si propongono, ogni loro facoltà e forza. Ma gli uomini rarissime volte fanno ogni loro potere; impediti ordinariamente dalla ragione e dall’immaginativa; le quali creano mille dubbietà nel deliberare, e mille ritegni nell’eseguire. I meno atti o meno usati a ponderare e considerare seco medesimi, sono i più pronti al risolversi, e nell’operare i più efficaci. Ma le tue pari, implicate continuamente in loro stesse, e come soverchiate dalla grandezza delle proprie facoltà, e quindi impotenti di se medesime, soggiacciono il più del tempo all’irresoluzione, così deliberando come operando: la quale è l’uno dei maggiori travagli che affliggano la vita umana. Aggiungi che mentre per l’eccellenza delle tue disposizioni trapasserai facilmente e in poco tempo, quasi tutte le altre della tua specie nelle conoscenze più gravi, e nelle discipline anco difficilissime, nondimeno ti riuscirà sempre o impossibile o sommamente malagevole di apprendere o di porre in pratica moltissime cose menome in sé, ma necessarissime al conversare cogli altri uomini; le quali vedrai nello stesso tempo esercitare perfettamente ed apprendere senza fatica da mille ingegni, non solo inferiori a te, ma spregevoli in ogni modo. Queste ed altre infinite difficoltà e miserie occupano e circondano gli animi grandi. Ma elle sono ricompensate abbondantemente dalla fama, dalle lodi e dagli onori che frutta a questi egregi spiriti la loro grandezza, e dalla durabilità della ricordanza che essi lasciano di sé ai loro posteri.
;Anima
:Ma coteste lodi e cotesti onori che tu dici, gli avrò io dal cielo, o da te, o da chi altro?
;Natura
:Dagli uomini: perché altri che essi non li può dare.
;Anima
:Ora vedi, io mi pensava che non sapendo fare quello che è necessarissimo, come tu dici, al commercio cogli altri uomini, e che riesce anche facile insino ai più poveri ingegni; io fossi per essere vilipesa e fuggita, non che lodata, dai medesimi uomini; o certo fossi per vivere sconosciuta a quasi tutti loro, come inetta al consorzio umano.
;Natura
:A me non è dato prevedere il futuro, né quindi anche prenunziarti infallibilmente quello che gli uomini sieno per fare e pensare verso di te mentre sarai sulla terra. Ben è vero che dall’esperienza del passato io ritraggo per lo più verisimile. che essi ti debbano perseguitare coll’invidia; la quale è un’altra calamità solita di farsi incontro alle anime eccelse; ovvero ti sieno per opprimere col dispregio e la noncuranza. Oltre che la stessa fortuna, e il caso medesimo, sogliono essere inimici delle tue simili. Ma subito dopo la morte, come avvenne ad uno chiamato {{Ac|Luís de Camões|Camoens}}, o al più di quivi ad alcuni anni, come accadde a un altro chiamato {{Ac|John Milton|Milton}}, tu sarai celebrata e levata al cielo, non dirò da tutti, ma, se non altro, dal piccolo numero degli uomini di buon giudizio. E forse le ceneri della persona nella quale tu sarai dimorata, riposeranno in sepoltura magnifica; e le sue fattezze, imitate in diverse guise, andranno per le mani degli uomini; e saranno descritti da molti, e da altri mandati a memoria con grande studio, gli accidenti della sua vita; e in ultimo, tutto il mondo civile sarà pieno del nome suo. Eccetto se dalla malignità della fortuna, o dalla soprabbondanza medesima delle tue facoltà, non sarai stata perpetuamente impedita di mostrare agli uomini alcun proporzionato segno del tuo valore: di che non sono mancati per verità molti esempi, noti a me sola ed al fato.
;Anima
:Madre mia, non ostante l’essere ancora priva delle altre cognizioni, io sento tuttavia che il maggiore, anzi il solo desiderio che tu mi hai dato, è quello della felicità. E posto che io sia capace di quel della gloria, certo non altrimenti posso appetire questo non so se io mi dica bene o male, se non solamente come felicità, o come utile ad acquistarla. Ora, secondo le tue parole, l’eccellenza della quale tu m’hai dotata, ben potrà essere o di bisogno o di profitto al conseguimento della gloria; ma non però mena alla beatitudine, anzi tira violentemente all’infelicità. Né pure alla stessa gloria è credibile che mi conduca innanzi alla morte: sopraggiunta la quale, che utile o che diletto mi potrà pervenire dai maggiori beni del mondo? E per ultimo, può facilmente accadere, come tu dici, che questa sì ritrosa gloria, prezzo di tanta infelicità, non mi venga ottenuta in maniera alcuna, eziandio dopo la morte. Di modo che dalle tue stesse parole io conchiudo che tu, in luogo di amarmi singolarmente, come affermavi a principio, mi abbi piuttosto in ira e malevolenza maggiore che non mi avranno gli uomini e la fortuna mentre sarò nel mondo; poiché non hai dubitato di farmi così calamitoso dono come è cotesta eccellenza che tu mi vanti. La quale Sarà l’uno dei principali ostacoli che mi vieteranno di giungere al mio solo intento, cioè alla beatitudine.
;Natura
:Figliuola mia; tutte le anime degli uomini, come io ti diceva, sono assegnate in preda all’infelicità, senza mia colpa. Ma nell’universale miseria della condizione umana, e nell’infinita vanità di ogni suo diletto e vantaggio, la gloria è giudicata dalla miglior parte degli uomini il maggior bene che sia concesso ai mortali, e il più degno oggetto che questi possano proporre alle cure e alle azioni loro. Onde, non per odio, ma per vera e speciale benevolenza che ti avea posta, io deliberai di prestarti al conseguimento di questo fine tutti i sussidi che erano in mio potere.
;Anima
:Dimmi: degli animali bruti, che tu menzionavi, e per avventura alcuno fornito di minore vitalità e sentimento che gli uomini?
;Natura
:Cominciando da quelli che tengono della pianta, tutti sono in cotesto, gli uni più, gli altri meno, inferiori all’uomo; il quale ha maggior copia di vita, e maggior sentimento, che niun altro animale; per essere di tutti i viventi il più perfetto.
;Anima
:Dunque alluogami, se tu m’ami, nel più imperfetto: o se questo non puoi, spogliata delle funeste doti che mi nobilitano, fammi conforme al più stupido e insensato spirito umano che tu producessi in alcun tempo.
;Natura
:Di cotesta ultima cosa io ti posso compiacere; e sono per farlo; poiché tu rifiuti l’immortalità, verso la quale io t’aveva indirizzata.
;Anima
:E in cambio dell’immortalità, pregoti di accelerarmi la morte il più che si possa.
;Natura
:Di cotesto conferirò col destino.
{{Sezione note}}
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Progetto:Template/Template per tipo/Template di navigazione/Testi
104
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2024-11-25T11:27:40Z
Candalua
1675
/* Template di navigazione per i testi */
3429247
wikitext
text/x-wiki
<noinclude>{{Intestazione indice progetto
|Titolo pagina=Elenco dei template di navigazione: Namespace Testi (Principale)
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</noinclude>
==== [[Progetto:Template/Template per tipo/Template di navigazione/Testi|Template di navigazione per i testi]] ====
{{Tl avanzato
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[[Categoria:Progetto template|Template per tipo/Template di navigazione/Testi]]
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Pagina:Nuova edizione aumentata e riveduta dell'unico metodo accelerato razionale per imparare a parlare, leggere e scrivere la lingua tedesca.djvu/23
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<noinclude><pagequality level="4" user="Shinitas" /></noinclude>gli altri e di farmi comprendere; ora studio ancora e con piacere infinito per addestrarmi a gustare i classici. Presentato ad alcuni signori Inglesi ed Americani ho avuto la dolce soddisfazione di poter conversare con essi; e questo è, io credo, il miglior elogio del mio maestro. So ch’Ella, umile quanto intelligente, modesto quanto laborioso, rifugge dagli elogi, ama la franchezza, è orgoglioso dei suoi allievi, ed aspira soltanto ad un poco d’affetto. Questo suo desiderio sarà, per me soddisfatto, perchè attraverso le vicissitudini dell’esistenza, io serberò sempre un ricordo gradito, un desiderio affettuoso di Lei, egregio signore, che aprì alla mente mia desiosa un campo nuovo e fecondo di studi e di lavoro.
Gradisca mio signore, i sensi della mia alta stima e della mia più viva e più sincera riconoscenza.
Di Lei, Egregio Signore, devotissimo
{{A_destra|''Levi Guido'', via Po, 10.}}
{{Centrato|________________}}
{{A_destra|Torino, li 13 Aprile 1901.}}
Stimatissimo sig. Prof. A. de R. Lysle,
Mi trovo in dovere d’avvertirla che, dovendo io mettermi a studiare la contabilità commerciale, sono nell’impossibilità di continuare a studiare il tedesco.
Mi spiace di dover lasciare tale studio essendo già a buon punto e, avendo avuto un buonissimo esito nello studiare la lingua francese col di Lei ''Metodo'' unico e pratico, che in ''quattro mesi di studio'', e con ben pochi momenti al giorno di applicazione mia privata, mi portò al grado di poter ''parlare, leggere e scrivere'' in modo abbastanza corretto.
Con tutta stima la riverisco e mi creda il suo affezionatissimo allievo
{{A_destra|''Gervino Lorenzo.''}}
{{Centrato|¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯}}
{{A_destra|Torino, 19 Aprile 1901.}}
Egregio sig. Prof. A. de R. Lysle,
Il meno che io possa dire del suo «Metodo Razionale» è che ne sono entusiasta, sia pei risultati ottenutine studiando l’''inglese'' ed il ''tedesco'', sia per le lusinghiere soddisfazioni ricavatene studiando il ''francese''.
Questo «Metodo» non sarà mai raccomandato abbastanza agli studiosi di lingue straniere.
Abbia, egregio professore, l’attestazione della perfetta stima del di Lei allievo
{{A_destra|''Ferdinando Cattò.''}}
{{Centrato|__________________}}
{{A_destra|Torino, 23 Aprile 1901.}}
Sig. A. de R. Lysle,
Voglio attestare colla presente, che dopo ''sei mesi'' di studio con il suo ''Metodo Accelerato'' mi è riuscito d’imparare a leggere, scrivere e conversare in ''tedesco'' e in ''francese'', ed a sapere un po’ d’ inglese; e le sono molto riconoscente per la buona volontà che Ella ha adoperata nell’insegnarmi dette lingue.
Non mancherò di venire, sino alla mia partenza per la Germania, da Lei, per poter così far buona figura all’estero.
Tanti saluti dal di Lei obbligatissimo scolaro
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<noinclude><pagequality level="4" user="FranzJosef" />{{RigaIntestazione|12||}}</noinclude>{{Pt|l’acqua|dell’acqua}} bollente, con somma diligenza lo pennerai per quella parte istessa ove la natura gli diede le penne (bada a questa seconda operazione, molto più essenziale della prima, affinchè la cute rimanga sana.) Pennato che sarà il pollo, l’uccelletto, o qualunque altro volatile (avverti che non sia ammazzato con lo schioppo, perchè allora, è tutto forato, e molto fastidio recherebbe nel disossarlo ad una mano non perita), lo porrai sul pancone tenendoci al di sotto per pulizia una tovagliola; prenderai uno de’ già descritti coltellini, e situerai il pollo colla schiena al di sopra, principiando a fare l’incisione da sotto il porta-coda, che dee restar sano, e taglierai destramente giusta il filo della schiena sin dove principia il collo. Quindi incomincerai a scarnire a poco a poco radente i fianchi; e quando sarai alla giuntura delle cosce, che sono vicino la cassa, cercherai alla meglio slogare la detta giuntura; oppure (sino a che non ci acquisterai la pratica) procurerai di rompere l’osso nella giuntura, pigliandolo con due dita della mano sinistra, e con l’altra scarnirai tutto l’osso della coscia, in modo come se fosse alla rovescia (sta attento alla giuntura della gamba, perchè questa s’ingrandisce); e così giungerai a scarnire l’osso dalla gamba medesima, che troncherai pria della giuntura del piede. Poscia prenderai il piede tirandolo fuori, e lo troncherai similmente sotto la sua giuntura, facendo rimanere un nodo di quest’ultima, onde non resti un buco. Lo stesso farai per l’altra coscia. Tolto che avrai questi due ossi, destramente troncherai dalla punta della schiena il porta-coda, che, come ho detto di sopra, dee rimaner sano attaccato alla cute di sotto. Indi aprirai con diligenza il {{pt|fian-|}}<noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|20||}}</noinclude>sara un ''taborè'' per Signore, non già una galantina per tavola. Allorchè sarà ben raffreddata, e che abbia acquistata una certa durezza, la scioglierai da’ doppî panni-lini, l’aggiusterai nel piatto, con tovagliolo al di sotto, e foglie di merancoli all’intorno.
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. VIII.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Apparecchio, e cottura del presciutto rifreddo, e verigine lattante.}}
Prendi un buon presciutto, che non abbia cattivo odore; ne toglierai tutto il suo d’intorno, cioè quella parte grassa, la quale è più soggetta a prendere cattivo odore, e senza fargli mai perdere la sua figura. Troncherai la punta dell’osso ov’è il pendolo, e lo pulirai ben bene; quindi lo porrai in un gran vase pieno d’acqua fresca, che cambierai due volte al giorno, lavandolo sempre: ciò lo praticherai per tre giorni sussecutivi, raspando con un coltello quel salso e lordura che vi si osserva. Il quarto giorno lo laverai di nuovo ben bene con acqua fresca; e dopo averlo asciugato, ci farai una lavanda con spirito di vino, e lo avvolgerai in un tovagliolo, che cucirai come le galantine, e lo farai bollire egualmente come le galantine fredde. La sua cottura sarà anche di ore sei, e forse meno, a norma della sua grossezza. Giunto a cottura (di che ti assicurerai tastando con le dita la sua morbidezza) lo porrai sotto un peso per farne scaturire tutto il brodo, e fargli prendere una figura piana.
Per la verigine lattante praticherai lo stesso metodo, all’infuori del tempo di cottura, che è molto di meno.<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||21}}</noinclude>
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. IX.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Guarnizione de’ descritti rifreddi.}}
Per le galantine fredde di polli grandi e piccoli, porrai una salvietta nel piatto, sopra di cui situerai il pollo, facendoci una inverniciata di butiro liquefatto, o pure un intonaco di butiro fresco, ma senza fargli perdere la sua figura, e mettendoci all’intorno delle foglie di merangoli.
Ai salami rifreddi ci farai una patina di butiro fresco, ma che sia egualissima, togliendo pria la cute, e l’unico e solo osso di mezzo, che slogherai dalla gamba diligentemente; e sulla parte superiore, ove hai già disteso il butiro, ci farai un grazioso ''perterre'' di tanti lavoretti di carte colorate, in modo che sembri un disegno. Sulla estremità dell’osso che rimane nella gamba ci avvolgerai attorno diverse strisce di carte colorate, ed intagliate in maniera che sembrino un fiocco, ligandole con una piccola fittuccina; e finalmente porrai delle foglie di merangolo attorno di esso, e precisamente fra la salvietta che avrai messa nel piatto, ed il presciutto.
Lo stesso farai per la verigine lattante, potendoci fare ancora una guarnizione di pezzettini di brodo gelato, così detto ''alla spiga'', che troverai descritto nel seguente Capitolo.<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|22||}}</noinclude>
{{Ct|f=120%|v=1|CAPITOLO IV.}}
{{ct|v=2|{{Sc|maniere di fare qualunque brodo, e mezzo più facile di chiarirlo.}}}}
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. I.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Metodo pratico per fare il brodo chiaro.}}
Ti necessiterà primieramente il brodo per le diverse zuppe di grasso, che è sempre lo stesso. In questo caso, volendo servire il lesso, prenderai la carne vaccina, e propriamente il così detto ''vacante'', ch’è il migliore; in un sol pezzo però. E su di ciò debbo avvertire che per il lesso di vaccina, annecchia, o vitella, non può gustarsi buono, se non sia almeno un pezzo di due o tre rotoli, perchè se è meno, si neautralizza. Ma quì mi si potrebbe dire: Se dunque il lesso servir dovesse per una o due persone, queste non potrebbero gustar mai del buon lesso? Rispondo di no, volendolo gustar buono.
Se dunque avrai stabilito di servire il lesso, prenderai tre rotoli di carne, la quale è sufficiente per 12 coperti; la porrai nella marmitta con un rotolo di presciutto senza grascio e senza quella parte salina, una gallina, o un cappone, o invece diversi pezzi di pollo, ed una zampa di vitella, lavando bene il tutto; ci porrai un poco di sale, e l’adatterai sulla fornella a lento foco, finchè non sarà interamente spumato. Quando sarà giunta a cottura la carne (che sia piuttosto morbida) la leverai e la riporrai in un vase con alquanto di brodo, e la conserverai per quando ti bisogna, restando a scuocere il resto in modo da<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||23}}</noinclude>rimanere le sole ossa. (Bada a rimettervi dell’acqua bollente, onde non manchi il quantitativo di brodo che ti necessita, il quale non dovrà restringersi più di un terzo.) Quando tutto sarà consumato, lo leverai dal foco e lo passerai pel passa-brodo, onde toglierne le ossa, e quelle membrane, conservandolo in un vase di creta sino al giorno seguente in cui dovrà servirti.
Tre sono le prerogative che si richieggono in un buon brodo: che sia chiaro, che sia ben sgrassato, e che abbia buon senso. Ecco il mezzo come ottenere tali prerogative.
Facendo restare il brodo, come ti ho detto, a rassetto sino al giorno seguente, si ottiene naturalmente la sua chiarezza, poichè tutte le impurità piombano nel fondo del vase, e tutta la materia grassa si presenta nella sommità, per cui rendesi facile lo sgrassarlo, togliendo con un cocchiarone il grasso; e passandolo poi pian piano pel setaccio, si ottiene anche la chiarezza. Fatta questa operazione verserai il brodo in una marmitta, in dove porrai due grana di petrosemolo, sette in otto pastinache ben pulite, e toltone lo stipite di mezzo; due o tre selleri divisi in pezzi, toltene le foglie cattive; una piccola stecca di cannella; quattro o cinque teste di garofano; una cipolla sana, e del sale corrispondente: quindi chiuderai ben bene la marmitta, onde non svaporizzi, per quanto è possibile, e con proporzionato foco farai tutto scuocere. Da tanto in tanto baderai a non far restringere il brodo in maniera che venisse a mancarti per la zuppa; e perciò, come ti ho detto, vi rimetterai dell’acqua bollente, e quando vedrai che il brodo è giunto al quantitativo che ti necessita, lo passerai la prima volta pel<noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|24||}}</noinclude>setaccio, e lo riporrai in una casseruola, unendoci tre o quattro chiara d’ovi ben montate, e colla mescola bucata lo spumerai come il giulebbe a lento foco; e quindi per renderlo veramente limpido, lo passerai l’ultima volta per un panno lino sottile, perchè così anderà via qualunque residuo di materia grassa, o impurità.
Laddove poi non volessi servire il lesso, potrai prendere diversi altri pezzi di carne, vaccina però; e possono bastare rotoli due, che farai anche scuocere, come ti ho detto.
Il descritto metodo è il più regolare, ed il più facile per ottenersi le tre descritte qualità. Ciò però non esclude che si potesse fare al momento; ed in questo caso, mancando il tempo, dee supplirsi con l’attenzione e la diligenza, che si praticherà nello spumare e ripassare il brodo, onde farlo divenir chiaro.
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. II.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Maniera di fare il ''colì'' di carne, ovvero ''brodo colorato''.}}
Bisognandoti due caraffe di ''colì'', prenderai tre quarti di carne vaccina, ed un mezzo pollo; mezzo quarto di lardo, che fetterai sottilmente e con simmetria porrai nel fondo di una casseruola; sopra di esso situerai interpellatamente delle fette di cipolla, su le quali adatterai la carne ed il pollo, con sale, pepe, ed un pochino di aromo. Sopra la carne porrai delle fettoline di presciutto, e col coverchio l’adatterai sulla fornella a lento foco. Quando principierà a soffriggere, e ti sembrasse esser troppo, ci spruzzerai un poco d’acqua bollente, praticando lo stesso per la seconda volta<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||25}}</noinclude>dandoci una rivoltata: La terza volta finalmente ci porrai una mezza caraffa d’acqua sempre bollente; e quando vedrai essersi consumata la metà e più del brodo, ci rimetterai l’altra acqua bollente, in tanta quantità che restringendosi la terza parte possa restar quel ''colì'' che ti necessita, cioè le due caraffe dette di sopra.
Ridotto che avrai al punto questo ''colì'' lo passerai per setaccio, e poscia lo sgrasserai; e di esso potrai servirtene per qualunque salsa di grasso, per cuocere dell'erbe, delle interiora di polli, ed altro; perchè così tutte queste cose acquisteranno maggior gusto.
Di quella carne poi che rimane, la quale chiamasi ''sostanza'', non se ne dovrebbe parlare, perchè l’è uno di quei tali ''profitti''..... ma dovendo fare qualche sarpicco è ottima.
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. III.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Modo di fare il ''colì'' di pesce.}}
Porrai nella casseruola dell’oglio finissimo, o butiro, o anche dello strutto; vi metterai le stesse fettoline di cipolla, ed il pesce: Questo potrebb’essere delle andragini (bada che sia rotto quel dente mordentissimo, spiacendomi molto se ti pungicassi), del cefalo, del merluzzo, de’ piccoli scorfanelli, de’ cocci, del pesce palumbo. Se questi sono piccoli, come le andragini, le quali non sono più di mezzo quarto circa, allora li porrai interi; se sono più grandi, ne prenderai uno o due del peso di un rotolo; e laddove il pesce bisognasse per altri piatti allora potrai far uso delle teste e code, che porrai in una casseruola con sale,<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||25}}</noinclude>dandoci una rivoltata: La terza volta finalmente ci porrai una mezza caraffa d’acqua sempre bollente; e quando vedrai essersi consumata la metà e più del brodo, ci rimetterai l’altra acqua bollente, in tanta quantità che restringendosi la terza parte possa restar quel ''colì'' che ti necessita, cioè le due caraffe dette di sopra.
Ridotto che avrai al punto questo ''colì'' lo passerai per setaccio, e poscia lo sgrasserai; e di esso potrai servirtene per qualunque salsa di grasso, per cuocere dell’erbe, delle interiora di polli, ed altro; perchè così tutte queste cose acquisteranno maggior gusto.
Di quella carne poi che rimane, la quale chiamasi ''sostanza'', non se ne dovrebbe parlare, perchè l’è uno di quei tali ''profitti''..... ma dovendo fare qualche sarpicco è ottima.
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. III.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Modo di fare il ''colì'' di pesce.}}
Porrai nella casseruola dell’oglio finissimo, o butiro, o anche dello strutto; vi metterai le stesse fettoline di cipolla, ed il pesce: Questo potrebb’essere delle andragini (bada che sia rotto quel dente mordentissimo, spiacendomi molto se ti pungicassi), del cefalo, del merluzzo, de’ piccoli scorfanelli, de’ cocci, del pesce palumbo. Se questi sono piccoli, come le andragini, le quali non sono più di mezzo quarto circa, allora li porrai interi; se sono più grandi, ne prenderai uno o due del peso di un rotolo; e laddove il pesce bisognasse per altri piatti allora potrai far uso delle teste e code, che porrai in una casseruola con sale,<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|26||}}</noinclude>spezie, ed un mazzettino di petrosemolo; e farai il ''colì'' di pesce come quello di carne, che potrà servirti per le salse di magro, per zuppe, ed altro. Se però dovrà servirti pe’ maccheroni incaciati, allora in vece dell’oglio farai uso dello strutto, o del butiro.
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. IV.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Metodo di fare il brodo per i geli.}}
Bisognandoti una forma di tre caraffe o poco più di brodo per gelo prenderai tre piedi di vitella; li taglierai, cercando toglierne quel midollo ch’è tutto grascio, onde meno t’infastidisca; li laverai ben bene con acqua fresca, li porrai in una marmitta con una diecina di caraffe d’acqua, ed a foco piuttosto lento li farai bollire finchè il brodo sia ben spumato. Dopo ciò, aumenterai il foco, ma non molto; basta che bolla sempre; e quando le ossa si sono staccate interamente, le toglierai col la mescola bucata, lasciando scuocere il resto fino alla quasi consumazione di quella parte carnea; e se il brodo siasi molto ristretto, vi rimetterai dell’acqua bollente, con una certa discrezione però, onde la parte vischiosa non perda la sua forza. Fatta questa prima operazione, passerai tutto per setaccio, conservando il brodo già ristretto in un vase di terra sino alla mattina seguente per fare comodamente l’altra operazione, cioè toglierne il grascio, e nettarlo della sua impurità, come ho detto nel §. I. Indi porrai in una casseruola quel brodo, o quel gelo, e lo anderai sconvolgendo ben bene con mescola di legno, unendoci due o tre chiara d’ovi montati, ed un rotolo di zucchero. In tal modo si otterrà doppio<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||27}}</noinclude>vantaggio: si chiarifica il brodo, e si purifica il zucchero, in vece di metterci il giulebbe, come in più e diversi opuscoletti è scritto. Attento adesso, mio caro esecutore, al foco, altrimenti tutto anderà via. Il foco dev’essere piuttosto lento, onde avere il comodo da spumarlo bene; e quando ti sarai assicurato d’averlo ben chiarito, ci porrai qualche sottilissima corteccia di limone o cedro, mezza caraffa d’ottimo aceto bianco, e qualche stecchetta di cannella per toglierne quella ''muffa carnea'', facendolo seguitare a bollire. Indi ci darai quel senso che più ti piace.
Se lo vuoi di frutti, li netterai dalle loro cortecce e nocciuoli, e li farai scuocere in quel brodo, e questi del peso di circa rotoli tre. Se di melogranato, ce ne porrai cinque o sei ben puliti; dipoi lo gusterai per vedere se ha bisogno di maggior dolcezza, nel qual caso vi metterai del giulebbe, perchè il brodo è già purificato; e qualora non ti trovassi pronto il giulebbe, ci metterai del zucchero ''doppio raffinato''. Quando avrai osservato che il senso e la dolcezza son giunti al gusto, passerai la prima volta il brodo per un setaccio un pò più lasco affin di toglierne la materia grossolana de’ disfatti frutti, e quindi ripeterai due o tre altre volte questa operazione per diversi setacci con la loro gradazione; e finalmente, onde portarlo alla precisione, lo porrai in un panno-lino che adatterai con due aste di legno, e lo farai distillare. Di poi porrai questo brodo in quella forma o stampa che ti gradirà, badando sempre che questa sia costrutta con la sua proporzione, in modo che nel rivoltarla il gelo n’esca comodamente, staccandolo pria con diligenza con la punta di coltello.
Se in vece di frutti, vorresti farlo di cannella,<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|28||}}</noinclude>farai nel medesimo brodo una decozione di cannella contusa del peso di mezz’oncia; e ti raccomando non essere avaro circa il zucchero, perchè sarà più gustoso se sarà più dolce, e verrà più tenero.
Se vuoi farlo di vainiglia, ci farai bollire due buone bacchette polpose di ottima vainiglia, divise per mettà, e poi in diversi pezzetti.
Se poi vorresti farlo di poncio ed arancio, ci porrai il succo di una ventina di portogalli, facendolo bollir tanto, quanto ti sembra che questa succo abbia dato il suo senso, ripassandolo più volte per setaccio onde toglierne qualche nocciuola, o altra impurità; e quindi lo riporrai nella casseruola sul foco, aggiungendoci una mezza bottiglia di ottimo rum; e questo più o meno, secondo la sua qualità, insomma quanto ti darà gusto. Poscia farai il resto come sopra. (Bada a te nella immissione del rum, o di altri spiriti, perchè nel momento che si adoperano sorte un fumo con molta fragore; e perciò fiancheggerai la casseruola dal foco istantaneamente, onde non rechi danno ne a tuoi occhi, nè si perda porzione del brodo nel foco).
Avverti che di qualunque senso farai il brodo, l’ultimo a mescolarvi sono i spiriti, i quali non debbono cuocere, ma appena dare due o tre bolli, altrimenti si neutralizzerebbero.
Se ti piace farlo di poncio semplice, ci porrai il succo di freschi e buoni limoni. E qui non posso indicartene il numero, essendovene de’ grandi, e de’ piccoli: la tua prudenza te lo additerà, immaginandomi sempre che queste mie ricette debbansi eseguire da persone istruite, e non già da quei ''materiali'', i quali non conoscono altro che piccolissima pratica appresa dal loro maestro dopo che hanno lasciata la ''sporta''.<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||29}}</noinclude>
Se vuoi farlo di menta, ricordati che questo spirito devi metterlo dopo levata la casseruola dal foco, perchè l’è più soggetto a svaporizzarsi, e vi bisogna anche maggiore attenzione nella immissione del quantitativo, perchè un pò soverchio darebbe un certo amaro al brodo. E qui ne anche posso additarli con precisione la quantità, dappoichè in una farmacia troverai lo spirito anzidetto di maggior forza, ed in altre di meno.
Se poi vuoi farlo di rose, potrai servirti o dello spirito, o dell’oglio di esse, oppure di tanta quantità de’ così detti ''bombò'' di Francia con quel senso. Avverti che se ti servi dello spirito bisogna darci un poco di colore per una certa illusione, ed allora potrai servirti della lacca rossa, ma in pochissima quantità, in modo che appena dia il vermiglio al brodo.
Se lo desideri di pistacchio, ne prenderai una libbra, e ne toglierai la pellicola con acqua bollente (come per le mandorle); li pesterai ben bene, e farai consumare questa pasta nel brodo, come le frutta.
Se far lo vorrai di caffè, prenderai mezzo rotolo di ottimo caffè, lo bruscherai color ''carmelitano'', e dal tamburretto istesso ancor caldo lo tufferai nel brodo, e farai il resto come sopra.
Se vuoi farlo di..... lo farai di ciò che ti piace, avendoti date tutte le norme, ed i metodi teorici, e pratici; chè se di tanti altri far te ne volessi la descrizione, mi fuggirebbe il tempo pel dippiù.<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|30||}}</noinclude>
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. V.
{{indentatura}}Metodo per levare il gelo dalla forma; come presentarlo; mezzo per la sua congelazione; e tempo materiale per portarlo alla sua precisione.</div>
Il tempo materiale per l'esatta precisione di questi geli è di tre giorni: il primo giorno si dà la prima cottura; nel secondo si spuma e si chiarifica, vi si dà il senso, si pone nella forma o stampa, e si conserva, lasciandolo per tutta la notte in riposo in luogo fresco onde ottenersi la congelazione: il terzo giorno poi te ne potrai servire; badando che se ti necessita nella stagione d'inverno, tenendolo in sito fresco, come ho detto, la mattina lo troverai gelato; se poi ti trovi nella stagione estiva, allora quattr’ore prima di servirsi in tavola adatterai la forma in un tinello con molta neve salata, come uno spumone di gelato; e quando sarà il momento di servirlo accomoderai un tovagliolo nel piatto, e con la punta del trinciante lo staccherai pianin pianino pria sull'orlo della forma o stampa, e poi nel di dentro (purchè non vi fussero de' meati) onde non resti niente attaccato alla forma istessa. Quindi lo rovescerai sulla salvietta, e così lo presenterai.
Qualora poi ti mancasse il tempo sopra descritto, può eseguirsi anche al momento, riunendo tutte le operazioni e diligenze, e supplendo con la neve a ciò che non può ottenersi istantaneamente, cioe la congelazione.<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|30||}}</noinclude>
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. V.}}
{{indentatura|style=font-size:90%}}Metodo per levare il gelo dalla forma; come presentarlo; mezzo per la sua congelazione; e tempo materiale per portarlo alla sua precisione.</div>
Il tempo materiale per l'esatta precisione di questi geli è di tre giorni: il primo giorno si dà la prima cottura; nel secondo si spuma e si chiarifica, vi si dà il senso, si pone nella forma o stampa, e si conserva, lasciandolo per tutta la notte in riposo in luogo fresco onde ottenersi la congelazione: il terzo giorno poi te ne potrai servire; badando che se ti necessita nella stagione d'inverno, tenendolo in sito fresco, come ho detto, la mattina lo troverai gelato; se poi ti trovi nella stagione estiva, allora quattr’ore prima di servirsi in tavola adatterai la forma in un tinello con molta neve salata, come uno spumone di gelato; e quando sarà il momento di servirlo accomoderai un tovagliolo nel piatto, e con la punta del trinciante lo staccherai pianin pianino pria sull'orlo della forma o stampa, e poi nel di dentro (purchè non vi fussero de' meati) onde non resti niente attaccato alla forma istessa. Quindi lo rovescerai sulla salvietta, e così lo presenterai.
Qualora poi ti mancasse il tempo sopra descritto, può eseguirsi anche al momento, riunendo tutte le operazioni e diligenze, e supplendo con la neve a ciò che non può ottenersi istantaneamente, cioe la congelazione.<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|30||}}</noinclude>
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. V.}}
{{indentatura|style=font-size:90%}}Metodo per levare il gelo dalla forma; come presentarlo; mezzo per la sua congelazione; e tempo materiale per portarlo alla sua precisione.</div>
Il tempo materiale per l’esatta precisione di questi geli è di tre giorni: il primo giorno si dà la prima cottura; nel secondo si spuma e si chiarifica, vi si dà il senso, si pone nella forma o stampa, e si conserva, lasciandolo per tutta la notte in riposo in luogo fresco onde ottenersi la congelazione: il terzo giorno poi te ne potrai servire; badando che se ti necessita nella stagione d’inverno, tenendolo in sito fresco, come ho detto, la mattina lo troverai gelato; se poi ti trovi nella stagione estiva, allora quattr’ore prima di servirsi in tavola adatterai la forma in un tinello con molta neve salata, come uno spumone di gelato; e quando sarà il momento di servirlo accomoderai un tovagliolo nel piatto, e con la punta del trinciante lo staccherai pianin pianino pria sull’orlo della forma o stampa, e poi nel di dentro (purchè non vi fussero de’ meati) onde non resti niente attaccato alla forma istessa. Quindi lo rovescerai sulla salvietta, e così lo presenterai.
Qualora poi ti mancasse il tempo sopra descritto, può eseguirsi anche al momento, riunendo tutte le operazioni e diligenze, e supplendo con la neve a ciò che non può ottenersi istantaneamente, cioe la congelazione.<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||31}}</noinclude>
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. VI.}}
{{indentatura|style=font-size:90%}}Metodo per fare le forme di carne selvagina, d’interiori di polli, di pesci, di ragoste, di frutti di mare, e di frutti freschi siroppati ''alla spiga''.</div>
Se vorresti fare una forma di cignale ''alla spiga'', prenderai la polpa di esso, e dopo che l’avrai lavata, l’asciugherai ben bene, la ravvolgerai in un panno-lino ben stretta, e la farai cuocere con l’istesso brodo aromatico prescritto per la galantina fredda: quando sarà ben cotta, la leverai, facendola raffreddare sotto di un piccol peso, onde ne sgoccioli tutto quel brodo; poscia ne farai tanti pezzetti, che porrai in una forma o stampa, riempiendola del brodo già fatto come sopra de’ piedi di vitella (In questo piatto ci sta benissimo il senso di menta, o di limone, dovendo essere il brodo più acido, e per conseguenza meno dolce), e lo farai raffreddare giusta il prescritto nel precedente paragrafo.
Se si volesse di ragoste, queste si lessano, si nettano delle loro corteccie e de’ loro artigli, il di cui frutto l’è anche ottimo, e divise in pezzetti, oppure a filetti, si aggiustano nella forma o stampa, versandoci il brodo fatto come sopra.
Lo stesso praticherai pe’ frutti di mare, che lesserai, badando a non farvi rimanere alcuna corteccia, e specialmente alle patelle, nelle quali sono più facili a rimanervi. Le ancine ci stanno bene per framezzo, togliendone però con diligenza gli spicchi, pe’ quali terrai pronta l’acqua bollentissima, onde subito possan cuocersi, e levarli egualmente. Il brodo per questi sarà sempre lo stesso, ma spiritoso.<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|32||}}</noinclude>
Similmente ti regolerai per gli altri pesci, ma che siano de’ grossi e polposi, e bene spinati, e spellati.
Lo stesso praticherai per gl’interiori di polli, (meno i ventricoli), e ti prego usare l’attenzione di situarli tutti assortiti, affinchè rivoltando la forma, l’occhio resti pago in vedere de’ variati colori sotto al trasparente del gelo. Baderai ancora che le interiora siano pronte, e tenere, lessandole pria, e ritirandole nell’acqua fresca, con nettarle qualunque pellicola. Li fegatini li dividerai in due parti, come naturalmente sono, togliendone la milza la quale ha la figura di un faggiolo. Dalle matrici ne toglierai tutti gli estremi delle membrane, riducendole in pezzetti. Le sponghe degli ovi nonnati, e gli ovi più grandi li staccherai, gli altri piccoli li lascerai uniti. In questa forma ci stanno pur benissimo i petti di pollo ben cotti, ma non scotti, senza cute, e meno quelli estremi. Fatto ciò ci verserai il brodo.
Volendo fare una forma di frutti siroppati al gelo, potrai servirti di quelli in giulebbe: e se ti trovi nella stagione, potrai farli ancora da te, come in appresso ti segnerò. Questi pure li situerai in ordine formando nella stampa diversi fili di quanti frutti potrai avere, cioè, delle lazzaruole, delle prugne, delle piccole mandorle (con tutte le cortecce esteriori, purchè sieno tenere), de’ piccolissimi cedrioli, delle piccole pere, de’ pezzetti di mellone d’acqua, e di pane; e quindi ci verserai il brodo, mettendoci anche del rum, del rosolio, del maraschino ec. Questi sensi si ci possono dare di due maniere. La prima, riponendo in un vase di terra tutti i descritti frutti (questi possono essere di quelli siroppati al momento, o<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||33}}</noinclude><section begin="4" />quelli presi dalla conserva nel giulebbe, ma che sieno bene sgocciolati), li terrai assieme per ore 24 con quel liquore, che ti piacerà, ed allora il brodo sarà soltanto dolce con qualche senso di cannella, vainiglia, rose, gelsomino, o altro. L’altra, mettendo nel brodo quel liquore che ti piacerà.
Questo piatto è assai dilicato, e di sommo gusto.<section end="4" />
<section begin="5" />{{Ct|f=120%|v=1|CAPITOLO V.}}
{{ct|v=2|{{Sc|delle zuppe, e minestre<ref>Per zuppa s’intende qualunque sorta di pasta, e fina e grossa, e nel brodo e incaciata, i tagliolini, i gravioli, le diverse frittate di vermicelli, il timpano, il sartù, il riso semplice e composto, le minestre verdi, i broccoli, i cardoncelli, i piselli, le fave, i legumi ec.</ref>.}}}}
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. I.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Zuppe di grascio.}}
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa di tagliolini.''}}
Prendi tre quarti di rotolo di ottimo fior di farina, che adatterai sulla tavola di marmo, fecendoci un buco nel mezzo, entri di cui porrai un battuto di otto in nove ovi, l’impasterai e maneggerai ben bene a polso forte, e se ti sembra che la pasta sia molto dura, lo che dipende dal più o meno liquido che ti daranno gli ovi a tenore della loro grossezza, in questo caso ce ne porrai degli altri, onde la pasta riesca morbida, ma non molle; e quando vedi che è giunta a questa perfezione, la dividerai in quattro o cinque<section end="5" /><noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||33}}</noinclude><section begin="4" />quelli presi dalla conserva nel giulebbe, ma che sieno bene sgocciolati), li terrai assieme per ore 24 con quel liquore, che ti piacerà, ed allora il brodo sarà soltanto dolce con qualche senso di cannella, vainiglia, rose, gelsomino, o altro. L’altra, mettendo nel brodo quel liquore che ti piacerà.
Questo piatto è assai dilicato, e di sommo gusto.<section end="4" />
<section begin="5" />{{Ct|f=120%|v=1|CAPITOLO V.}}
{{ct|v=2|{{Sc|delle zuppe, e minestre<ref>Per zuppa s’intende qualunque sorta di pasta, e fina e grossa, e nel brodo e incaciata, i tagliolini, i gravioli, le diverse frittate di vermicelli, il timpano, il sartù, il riso semplice e composto, le minestre verdi, i broccoli, i cardoncelli, i piselli, le fave, i legumi ec.</ref>.}}}}
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. I.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Zuppe di grascio.}}
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di tagliolini.''}}
Prendi tre quarti di rotolo di ottimo fior di farina, che adatterai sulla tavola di marmo, fecendoci un buco nel mezzo, entri di cui porrai un battuto di otto in nove ovi, l’impasterai e maneggerai ben bene a polso forte, e se ti sembra che la pasta sia molto dura, lo che dipende dal più o meno liquido che ti daranno gli ovi a tenore della loro grossezza, in questo caso ce ne porrai degli altri, onde la pasta riesca morbida, ma non molle; e quando vedi che è giunta a questa perfezione, la dividerai in quattro o cinque<section end="5" /><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|34||}}</noinclude>porzioni, formandone di ciascuna di esse una tela sulla medesima tavola di marmo, levigandola con lo stenderello, ovvero laganatojo, e propriamente quello adatto per li tagliolini, cioè più lungo degli altri, e meno doppio; ed a misura che si allungherà la pasta ci spruzzerai del fior di farina, avvolgendo la pasta istessa al laganatojo, rotolandola sempre sulla tavola, perchè così la pasta si farà sempre più sottile; e quando sarà giunta a questa perfezione sfilerai il laganatojo, restando sulla tavola l’involto della pasta, che taglierai a tuo piacere, facendo li tagliolini o più stretti, o più larghi, spruzzandoci del fior di farina con ambe le mani alla rinfusa; indi li scioglierai, e li riporrai su di un mensale per asciugarli; e quando ti bisognerà la zuppa, li farai cuocere nel brodo chiaro.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa di pane semplice.''}}
Prendi le pagnotte di pane fresco, ne toglierai la corteccia, o con la grattugia, o col coltellone; le fetterai, suddividendo le fette in tanti piccoli dadi; li friggerai; e di questo pane ti servirai per le zuppe semplici. Quando dovrai servirla porrai il pane nella zuppiera riempiendola di brodo.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa alla Tedesca.''}}
Prendi un rotolo e quarto di semola fina, due terzi di ottimo e fresco butiro, un terzo di parmeggiano grattugiato, poco sale poco pepe, e 18 rossi d’ovi, ma freschi; batterai le chiara degli ovi alla fiocca, asciugando bene tutto il loro liquido a forza di polso battendo sempre, onde<noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|34||}}</noinclude>porzioni, formandone di ciascuna di esse una tela sulla medesima tavola di marmo, levigandola con lo stenderello, ovvero laganatojo, e propriamente quello adatto per li tagliolini, cioè più lungo degli altri, e meno doppio; ed a misura che si allungherà la pasta ci spruzzerai del fior di farina, avvolgendo la pasta istessa al laganatojo, rotolandola sempre sulla tavola, perchè così la pasta si farà sempre più sottile; e quando sarà giunta a questa perfezione sfilerai il laganatojo, restando sulla tavola l’involto della pasta, che taglierai a tuo piacere, facendo li tagliolini o più stretti, o più larghi, spruzzandoci del fior di farina con ambe le mani alla rinfusa; indi li scioglierai, e li riporrai su di un mensale per asciugarli; e quando ti bisognerà la zuppa, li farai cuocere nel brodo chiaro.
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Prendi le pagnotte di pane fresco, ne toglierai la corteccia, o con la grattugia, o col coltellone; le fetterai, suddividendo le fette in tanti piccoli dadi; li friggerai; e di questo pane ti servirai per le zuppe semplici. Quando dovrai servirla porrai il pane nella zuppiera riempiendola di brodo.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa alla Tedesca.''}}
Prendi un rotolo e quarto di semola fina, due terzi di ottimo e fresco butiro, un terzo di parmeggiano grattugiato, poco sale poco pepe, e 18 rossi d’ovi, ma freschi; batterai le chiara degli ovi alla fiocca, asciugando bene tutto il loro liquido a forza di polso battendo sempre, onde<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||35}}</noinclude>alzi la spuma; mescolerai il tutto, e l’impasterai benissimo; quindi adatterai la pasta sopra uno o più coverchi di casseruola (perchè ti si renda più facile la maniera di far cuocere detta pasta); terrai pronto il brodo, già descritto diffusamente per le zuppe; e quando bolle col coltellone farai cadere in tanti difformi pezzettini quella pasta, che farai bollire per mezz’ora, e cotta che sarà la servirai col medesimo brodo; ma se te ne trovassi altro, oh quanto mi piacerebbe dippiù, perchè l’è più chiaro. E questa sarà un’ottima zuppa.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa all'Erbaggio.''
{{Ct|v=1|t=1|f=90%|Attenzione per questa zuppa.}}
Prendi 10 lattughe, grana tre di spinaci, due grana di acetosa, ed altrettanto di cerfoglio, ed avendo delle biete (ma tenere) son buone ancora in tre o quattro piantoline (fuori però da quell’idea). Laverai ben bene le dette erbe, le tritulerai, le porrai in una casseruola con un pane di butiro (per farmi meglio intendere once otto di butiro), once otto di prosciutto ben triturato, del sale, del pepe, e della spezie dolce, ovvero poca polvere di cannella, e garofano; farai soffriggere il tutto al foco, e quando si sarà asciugata questa composizione, la bagnerai con buon brodo chiaro di vaccina, ed in questo modo la farai cuocere, quando sarà ben cotta, ci unirai once otto di ottimo fior di farina dodici ovi, ben battuti, e farai legare il tutto, rivoltando con forza a lento foco, badando, che non s’aggroppisca; poscia verserai la stessa composizione in un’altra casseruola, adattandoci del foco, sotto,<noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||35}}</noinclude>alzi la spuma; mescolerai il tutto, e l’impasterai benissimo; quindi adatterai la pasta sopra uno o più coverchi di casseruola (perchè ti si renda più facile la maniera di far cuocere detta pasta); terrai pronto il brodo, già descritto diffusamente per le zuppe; e quando bolle col coltellone farai cadere in tanti difformi pezzettini quella pasta, che farai bollire per mezz’ora, e cotta che sarà la servirai col medesimo brodo; ma se te ne trovassi altro, oh quanto mi piacerebbe dippiù, perchè l’è più chiaro. E questa sarà un’ottima zuppa.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa all'Erbaggio.''}}
{{Ct|v=1|t=1|f=90%|Attenzione per questa zuppa.}}
Prendi 10 lattughe, grana tre di spinaci, due grana di acetosa, ed altrettanto di cerfoglio, ed avendo delle biete (ma tenere) son buone ancora in tre o quattro piantoline (fuori però da quell’idea). Laverai ben bene le dette erbe, le tritulerai, le porrai in una casseruola con un pane di butiro (per farmi meglio intendere once otto di butiro), once otto di prosciutto ben triturato, del sale, del pepe, e della spezie dolce, ovvero poca polvere di cannella, e garofano; farai soffriggere il tutto al foco, e quando si sarà asciugata questa composizione, la bagnerai con buon brodo chiaro di vaccina, ed in questo modo la farai cuocere, quando sarà ben cotta, ci unirai once otto di ottimo fior di farina dodici ovi, ben battuti, e farai legare il tutto, rivoltando con forza a lento foco, badando, che non s’aggroppisca; poscia verserai la stessa composizione in un’altra casseruola, adattandoci del foco, sotto,<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||35}}</noinclude>alzi la spuma; mescolerai il tutto, e l’impasterai benissimo; quindi adatterai la pasta sopra uno o più coverchi di casseruola (perchè ti si renda più facile la maniera di far cuocere detta pasta); terrai pronto il brodo, già descritto diffusamente per le zuppe; e quando bolle col coltellone farai cadere in tanti difformi pezzettini quella pasta, che farai bollire per mezz’ora, e cotta che sarà la servirai col medesimo brodo; ma se te ne trovassi altro, oh quanto mi piacerebbe dippiù, perchè l’è più chiaro. E questa sarà un’ottima zuppa.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa all'Erbaggio.''}}
{{Ct|v=2|t=1|f=90%|Attenzione per questa zuppa.}}
Prendi 10 lattughe, grana tre di spinaci, due grana di acetosa, ed altrettanto di cerfoglio, ed avendo delle biete (ma tenere) son buone ancora in tre o quattro piantoline (fuori però da quell’idea). Laverai ben bene le dette erbe, le tritulerai, le porrai in una casseruola con un pane di butiro (per farmi meglio intendere once otto di butiro), once otto di prosciutto ben triturato, del sale, del pepe, e della spezie dolce, ovvero poca polvere di cannella, e garofano; farai soffriggere il tutto al foco, e quando si sarà asciugata questa composizione, la bagnerai con buon brodo chiaro di vaccina, ed in questo modo la farai cuocere, quando sarà ben cotta, ci unirai once otto di ottimo fior di farina dodici ovi, ben battuti, e farai legare il tutto, rivoltando con forza a lento foco, badando, che non s’aggroppisca; poscia verserai la stessa composizione in un’altra casseruola, adattandoci del foco, sotto,<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|36||}}</noinclude>e sopra, avvertendo che non bolla, ma che si congeli sempre più. Quando sarà il momento che dovrà servirsi questa zuppa, allora con un cucchiajo la toglierai dalla casseruola a piccoli pezzetti, nulla importando, che sieno difformi, e li porrai nella zuppiera; finalmente ci verserai sopra il brodo chiaro, che terrai pronto.
Della stessa te ne potrai servire ancora di magro; non ci porrai però il presciutto, ed in vece del brodo di vaccina, ci porrai quello di pesce.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa di pane composto.''}}
Prendi sei pagnotte, ne toglierai la corteccia, le unirai con latte (bada che sia fresco), ci farai dare pochi bolli, indi lo leverai, e lo premerai facendone sortire tutto l'umido, unirai a questa pasta un terzo di parmeggiano, provola , o cacio cavallo grattugiato, per meglio asciugare il rimanente dell'umido, e bisognandocene un altro tantino ce lo porrai; ci unirai un pochino di petrosemolo triturato finissimo, del presciutto anche trito, del sale, del pepe, e de' torli d’ovi, tanti, quanti potrai bene rammassare la composizione; e se ti sembrasse alquanto molle, ci unirai un poco di pan gratto finissimo; ne farai tante
piccole braciolette, le avvolgerai nel fior di farina, e le friggerai a color d’oro; le porrai in zuppiera, e ci verserai il brodo.
Questa zuppa dee servirsi al momento.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa di pagnottine farsite.''}}
Questa zuppa l'è piuttosto antica, ma trovandoti in provincia, ove molte volte rendesi dif-<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|36||}}</noinclude>e sopra, avvertendo che non bolla, ma che si congeli semprepiù. Quando sarà il momento che dovrà servirsi questa zuppa, allora con un cucchiajo la toglierai dalla casseruola a piccoli pezzetti, nulla importando, che sieno difformi, e li porrai nella zuppiera; finalmente ci verserai sopra il brodo chiaro, che terrai pronto.
Della stessa te ne potrai servire ancora di magro; non ci porrai però il presciutto, ed in vece del brodo di vaccina, ci porrai quello di pesce.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa di pane composto.''}}
Prendi sei pagnotte, ne toglierai la corteccia, le unirai con latte (bada che sia fresco), ci farai dare pochi bolli, indi lo leverai, e lo premerai facendone sortire tutto l'umido, unirai a questa pasta un terzo di parmeggiano, provola, o cacio cavallo grattugiato, per meglio asciugare il rimanente dell'umido, e bisognandocene un altro tantino ce lo porrai; ci unirai un pochino di petrosemolo triturato finissimo, del presciutto anche trito, del sale, del pepe, e de' torli d’ovi, tanti, quanti potrai bene rammassare la composizione; e se ti sembrasse alquanto molle, ci unirai un poco di pan gratto finissimo; ne farai tante
piccole braciolette, le avvolgerai nel fior di farina, e le friggerai a color d’oro; le porrai in zuppiera, e ci verserai il brodo.
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|36||}}</noinclude>e sopra, avvertendo che non bolla, ma che si congeli semprepiù. Quando sarà il momento che dovrà servirsi questa zuppa, allora con un cucchiajo la toglierai dalla casseruola a piccoli pezzetti, nulla importando, che sieno difformi, e li porrai nella zuppiera; finalmente ci verserai sopra il brodo chiaro, che terrai pronto.
Della stessa te ne potrai servire ancora di magro; non ci porrai però il presciutto, ed in vece del brodo di vaccina, ci porrai quello di pesce.
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Prendi sei pagnotte, ne toglierai la corteccia, le unirai con latte (bada che sia fresco), ci farai dare pochi bolli, indi lo leverai, e lo premerai facendone sortire tutto l'umido, unirai a questa pasta un terzo di parmeggiano, provola, o cacio cavallo grattugiato, per meglio asciugare il rimanente dell'umido, e bisognandocene un altro tantino ce lo porrai; ci unirai un pochino di petrosemolo triturato finissimo, del presciutto anche trito, del sale, del pepe, e de' torli d’ovi, tanti, quanti potrai bene rammassare la composizione; e se ti sembrasse alquanto molle, ci unirai un poco di pan gratto finissimo; ne farai tante
piccole braciolette, le avvolgerai nel fior di farina, e le friggerai a color d’oro; le porrai in zuppiera, e ci verserai il brodo.
Questa zuppa dee servirsi al momento.
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||37}}</noinclude>ficilissimo rinvenire tanti generi, perciò non vi è male servirti di essa.
Prendi 24 piccolissime pagnotte, ne toglierai con la grattugia destramente quella prima patina farinacea; con molta attenzione ne toglierai una fettolina, che poi dovrà servirti per coverchio; di poi ne leverai tutta la mollica, e le riempirai di un ''buchè'', ovvero di un ragoncino di piccolissime polpettine, de' pezzettini di fegatini di pollo, dei piselli teneri, di piccolissimi fonghi, di ovi nonnati ec., e le chiuderai con quella fettolina che precedentemente ne togliesti; le bagnerai appena nel latte, o in mancanza nell’acqua fresca, onde si umidiscano; le passerai nel fior di farina, le ravvolgerai nel battuto d’ovi, le friggerai, e le porrai in zuppiera col brodo.
Di queste istesse potrai servirtene per zuppa di magro, sostituendo alla carne il pesce, ed al brodo di carne quello di pesce ancora.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa di Gravioli.''}}
Prendi un rotolo di ottimo fior di farina, lo porrai sulla tavola di marmo, e ci farai un buco nel mezzo: prendi mezzo pane di fresco butiro, e dodici ovi interi, battuti, ed impasterai tutto riducendola come la pasta de' tagliolini, e se ci bisognassero più ovi ce le porrai, (dappoicchè, come saprai vi sono degli ovi, che danno maggiore o minor liquido secondo la loro grossezza.) Dopo di aver maneggiato bene questa pasta, la stenderai con il laganatojo, raffinando e levigando bene le sue tele, formandone tanti piccolissimi pasticcetti, che riempirai, o di ricotta e polpette peste, legando con de' torli d'ovi questa farsa, o di ri-<noinclude>
<references/></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||37}}</noinclude>ficilissimo rinvenire tanti generi, perciò non vi è male servirti di essa.
Prendi 24 piccolissime pagnotte, ne toglierai con la grattugia destramente quella prima patina farinacea; con molta attenzione ne toglierai una fettolina, che poi dovrà servirti per coverchio; di poi ne leverai tutta la mollica, e le riempirai di un ''buchè'', ovvero di un ragoncino di piccolissime polpettine, de' pezzettini di fegatini di pollo, dei piselli teneri, di piccolissimi fonghi, di ovi nonnati ec., e le chiuderai con quella fettolina che precedentemente ne togliesti; le bagnerai appena nel latte, o in mancanza nell’acqua fresca, onde si umidiscano; le passerai nel fior di farina, le ravvolgerai nel battuto d’ovi, le friggerai, e le porrai in zuppiera col brodo.
Di queste istesse potrai servirtene per zuppa di magro, sostituendo alla carne il pesce, ed al brodo di carne quello di pesce ancora.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di Gravioli.''}}
Prendi un rotolo di ottimo fior di farina, lo porrai sulla tavola di marmo, e ci farai un buco nel mezzo: prendi mezzo pane di fresco butiro, e dodici ovi interi, battuti, ed impasterai tutto riducendola come la pasta de' tagliolini, e se ci bisognassero più ovi ce le porrai, (dappoicchè, come saprai vi sono degli ovi, che danno maggiore o minor liquido secondo la loro grossezza.) Dopo di aver maneggiato bene questa pasta, la stenderai con il laganatojo, raffinando e levigando bene le sue tele, formandone tanti piccolissimi pasticcetti, che riempirai, o di ricotta e polpette peste, legando con de' torli d'ovi questa farsa, o di ri-<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|38||}}</noinclude>cotta scemplice; o con parmeggiano ed ovi; o con pesce fatto in polpette, e queste peste. Unirai bene la chiusura della pasta, tagliandola o con lo sperone o col tagliapasta, come più ti piace. Quando sarà il momento li farai bollire o in un brodo liscio, oppure in acqua; ed allorchè si presentano tutti sulla superficie dell’acqua nella caldaja, li leverai, li farai ben sgocciolare, e li porrai in zuppiera, o col brodo, o incaciati col sugo, potendo servire questa zuppa anche di magro, ed incaciata con ''colì'' di pesce, o nel brodo di pesce.
{{Ct|v=1|t=1|''Zuppa alla mosaica al'' bagno-mario.}}
Prendi otto pagnotte, le scorzerai, le unirai con latte, e gli farai dare pochissimi bolli; dipoi con una mescola le maneggerai bene, e le passerai per setaccio; ci porrai once otto di parmeggiano, provola, o caciocavallo grattugiato, dieci o dodeci torli d’ovi battuti, con poco sale, ed unirai tutta questa composizione: dipoi ne farai tante porzioni per quanti colori vorrai darci, regolandoti nel seguente modo.
Pel rosso (se nell’estate) prenderai due pomidoro, e ne farai la salsa passandole per setaccio; se nell’inverno, potrai servirti de’ pomidoro secchi, che ridurrai nell’istesso modo, ovvero di quelle in bottiglie; e se non potrai avere nè gli uni, nè gli altri, potrai usare un poco di lacca siroppata, che mi piacerebbe molto, potendone con questa formare un colore più o meno carico a misura della quantità che ce ne porrai. Potrai fare ancora un altro rosso servendoti delle carote cotte, peste e passate per setaccio, che unirai, e mescolerai con quella porzione, o più porzioni, che<noinclude>
<references/></noinclude>
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2024-11-25T06:23:42Z
Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|38||}}</noinclude>cotta scemplice; o con parmeggiano ed ovi; o con pesce fatto in polpette, e queste peste. Unirai bene la chiusura della pasta, tagliandola o con lo sperone o col tagliapasta, come più ti piace. Quando sarà il momento li farai bollire o in un brodo liscio, oppure in acqua; ed allorchè si presentano tutti sulla superficie dell’acqua nella caldaja, li leverai, li farai ben sgocciolare, e li porrai in zuppiera, o col brodo, o incaciati col sugo, potendo servire questa zuppa anche di magro, ed incaciata con ''colì'' di pesce, o nel brodo di pesce.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa alla mosaica al'' bagno-mario.}}
Prendi otto pagnotte, le scorzerai, le unirai con latte, e gli farai dare pochissimi bolli; dipoi con una mescola le maneggerai bene, e le passerai per setaccio; ci porrai once otto di parmeggiano, provola, o caciocavallo grattugiato, dieci o dodeci torli d’ovi battuti, con poco sale, ed unirai tutta questa composizione: dipoi ne farai tante porzioni per quanti colori vorrai darci, regolandoti nel seguente modo.
Pel rosso (se nell’estate) prenderai due pomidoro, e ne farai la salsa passandole per setaccio; se nell’inverno, potrai servirti de’ pomidoro secchi, che ridurrai nell’istesso modo, ovvero di quelle in bottiglie; e se non potrai avere nè gli uni, nè gli altri, potrai usare un poco di lacca siroppata, che mi piacerebbe molto, potendone con questa formare un colore più o meno carico a misura della quantità che ce ne porrai. Potrai fare ancora un altro rosso servendoti delle carote cotte, peste e passate per setaccio, che unirai, e mescolerai con quella porzione, o più porzioni, che<noinclude>
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Cucina teorico-pratica/Parte prima/3
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Dr Zimbu
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Porto il SAL a SAL 100%
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text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Della disossazione de' polli, teste di vitella, volatili ec. metodo di riempirli, e cuocere, come de' presciutti, e verigini in galantina, come pure delle galantine di pesce calde, e fredde, loro guarnizione<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../2<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../4<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>25 novembre 2024<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=25 novembre 2024|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Della disossazione de' polli, teste di vitella, volatili ec. metodo di riempirli, e cuocere, come de' presciutti, e verigini in galantina, come pure delle galantine di pesce calde, e fredde, loro guarnizione|prec=../2|succ=../4}}
<pages index="Cucina teorico-pratica.djvu" from=19 to=29 fromsection=3 tosection="" />
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2024-11-25T06:24:41Z
Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||39}}</noinclude>vorrai fare de’ differenti rossi, cioè il chiaro, il più forte, il più rosso ec.
Pel verde potrai servirti de’ spinaci bolliti e pesti; in mancanza di questi, delle biete; ed in difetto di quest’altre, farai uso del succo delle ordiche, che danno un bel verde;
Pel bigio ci pesterai de’ tartufi lessati, e fegatini di polli anche lessati.
Pel giallo ci pesterai de’ torli d’ovi duri, oppure un tantino di decozione di zafferano.
Pel nero ci mescolerai un poco di ciccolata, ma cotta in decozione strettissima.
Per altri variati colori potrai pestarci de’ frutti di mare.
Fatti tutti questi diversi colori, prenderai una forma di latta col suo coperchio come un cassettino, ed in essa situerai fil per filo interpellatamente tutti questi colori uno sopra dell’altro, ripetendo lo stesso più volte. Indi chiuderai la forma, la legherai con spago (onde non possa sturarsi per l’azione calorica), e la tufferai nell’acqua bollente che dicesi ''bagno-mario''; badando che non vi penetrasse dell’acqua. Quando sarà giunta a cottura, la leverai, e la farai raffreddare, di poi la rivolterai su d’una salvietta, ed a tuo capriccio dividerai e suddividerai la detta forma in variati pezzetti, che saran graziosi al vedere quei diversi colori. Quando dovrai servire questa zuppa, porrai pria il brodo nella zuppiera, e poi ci tufferai quei pezzettini.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di gnocchi alla Milanese''.}}
Prendi un rotolo di semola fina, che cuocerai come la pasta per le zeppole, e dopo cotta<noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|40||}}</noinclude>ci mescolerai mezzo rotolo di ottima ricotta, once quattro di parmeggiano, provola, o caciocavallo, grattugiato, mezzo pane di butiro, ovvero tre in quattr’once, ed otto o nove torli d’ovi; la maneggerai bene, l’arroterai col fior di farina, e ne formerai tanti maccheroni, che taglierai in tanti pezzetti a forma di giusti struffoletti, e li farai cuocere o nel latte con acqua; o in un brodo chiaro semplice, o finalmente anche nell’acqua; e cotti che saranno, volendoli nel brodo, li porrai in zuppiera con buon brodo già preparato, volendoli incaciati, in vece del brodo, ci porrai del buon sugo, e parmeggiano.
{{Ct|v=2|t=2|''Gnocchi semplici''.}}
Prendi un rotolo di semola fina, once quattro di butiro ed una decina di ovi battuti; e mescolando tutto insieme, farai una pasta come quella de’ tagliolini; la taglierai a piccolissimi struffoletti, che ad uno ad uno incaverai con le dita; indi li lesserai, e potrai servirtene o in brodo, o incaciati con sugo.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa alla santè''.}}
Prendi otto pagnotte scorzate divise a dadi, che friggerai e dopo bene asciugati del grascio, li porrai in zuppiera.
Questa zuppa diversifica da quella di pane semplice nella sola manifattura del brodo, perchè in quella il brodo dev’esser semplice; in questa ci si debbono unire le erbe tritulate, e lessate.<noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||41}}</noinclude>
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di cannoletti di pane farsiti''.}}
Prendi de’ grossi pagnottoni, che abbiano molta mollica; ma bada che questo pane non dev’essere con l’''occhio'' al di dentro, perchè allora non potrai lavorare i cannoletti. Taglierai questi pagnottoni in diverse e grosse fette, acciò da ognuna potrai ricavarne due o tre cannoletti, suddividendo le fette in due o tre pezzi, e riducendole come tanti mortaletti da sparo; li rotonderai bene con la piccola grattugia, e poi col coltellino per vuotare i cocozzoli li forerai similmente, indi li riempirai con un ''buchè'' o raguncino simile a quello della zuppa di pagnottine farsite, e farai tutto il resto come ti bo prescritto per quelle.
Circa la quantità sarà di quattro cannoletti, per ogni coperto.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di Rotelline all'inglese''.}}
Prendi li medesimi pagnottoni, che fetterai regolarmente, e poi col ferro che si tagliano l’ostie, e propriamente quello della rotondità di una ''particola'': taglierai un competente numero di rotelline. Queste debbono essere bagnate; e per bene eseguire tale operazione farai così. Bagnerai un tovagliolo, e nella sua mettà vi adatterai simmetricamente le rotelline, che covrirai coll’altra mettà; o con le mani al di sopra farai che tutte sieno bagnate. Dipoi con una santa pazienza (come l’ho avuta io più volte) cercherai d’imbottire mettà del numero delle rotelline, e tutte diverse: a talune ci porrai de’ spicchi di ancine, ad altre del trito di polpettine, ad altre della composizione di fonghi e tartufi, ad altre una composizione di diverse<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|42||}}</noinclude>erbe; e tutte queste cose legate con torli d’ovi battuti. Indi le covrirai con l’altra mettà delle rotelline, le passerai nel fior di farina (ed ecco perchè ci bisogna quella bagnatura, onde questo ci si attacchi), e le friggerai a color d’oro, potendole pur passare nel battuto d’ovi, se ti piace; e così le porrai in zuppiera col brodo quando dovrai servirle.
Una decina di queste rotelline bastano per un ''coperto''.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di pane di spagna''.}}
Prendi libbre due di pane di Spagna non molto fresco, lo taglierai a piccoli dadi, ed attentamente lo friggerai con strutto bollentissimo, badando pero che non si bruci, gondolando sempre la padella fuori dalla fornella; e preso che avrà il suo color d’oro, lo toglierai, e lo farai asciugare in una carta molle. Quando dovrai servire questa zuppa porrai il pane di spagna già fritto in uno o due proporzionati piatti, ed il brodo nella zuppiera, perchè chi scalcherà in tavola, col cocchiarone prenderà tanti pezzettini del pane di spagna, li porrà nel piatto da zuppa, e col coppino ci verserà il brodo; altrimenti, faresti piuttosto una colla che una zuppa.
{{Ct|v=2|t=2|''Polenta''.}}
Metti in una casseruola una caraffa di latte con poc’acqua, che porrai sul foco, e quando principierà a bollire ci mescolerai un rotolo di semola fina, la farai cuocere, girandola sempre con la mescola di legno, e quando ti sembra cotta, ci mescolerai once otto di parmeggiano, provola, o caciocavallo grattugiato, once quattro di fresco <noinclude>bu-</noinclude><noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|42||}}</noinclude>erbe; e tutte queste cose legate con torli d’ovi battuti. Indi le covrirai con l’altra mettà delle rotelline, le passerai nel fior di farina (ed ecco perchè ci bisogna quella bagnatura, onde questo ci si attacchi), e le friggerai a color d’oro, potendole pur passare nel battuto d’ovi, se ti piace; e così le porrai in zuppiera col brodo quando dovrai servirle.
Una decina di queste rotelline bastano per un ''coperto''.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di pane di spagna''.}}
Prendi libbre due di pane di Spagna non molto fresco, lo taglierai a piccoli dadi, ed attentamente lo friggerai con strutto bollentissimo, badando pero che non si bruci, gondolando sempre la padella fuori dalla fornella; e preso che avrà il suo color d’oro, lo toglierai, e lo farai asciugare in una carta molle. Quando dovrai servire questa zuppa porrai il pane di spagna già fritto in uno o due proporzionati piatti, ed il brodo nella zuppiera, perchè chi scalcherà in tavola, col cocchiarone prenderà tanti pezzettini del pane di spagna, li porrà nel piatto da zuppa, e col coppino ci verserà il brodo; altrimenti, faresti piuttosto una colla che una zuppa.
{{Ct|v=2|t=2|''Polenta''.}}
Metti in una casseruola una caraffa di latte con poc’acqua, che porrai sul foco, e quando principierà a bollire ci mescolerai un rotolo di semola fina, la farai cuocere, girandola sempre con la mescola di legno, e quando ti sembra cotta, ci mescolerai once otto di parmeggiano, provola, o caciocavallo grattugiato, once quattro di fresco bu-<noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||43}}</noinclude>tiro, un poco di sale e pepe, quattro torli d’ovi battuti, e seguiterai a mescolare facendoci dare altra piccolissima cottura. Dopo ciò leverai questa pasta dal foco, e la verserai sulla tavola di marmo unta di butiro, aggiustandola alla meglio, e formandone uno o due pezzi lunghi e rotondi come un capetone, e la farai raffreddare. Indi la taglierai a fette di un mezzo dito di spessezza, e l’accomoderai come i maccheroni, però in piatto di rame perchè deve prendere aria di forno. Tra i loro framezzi ci porrai del parmeggiano grattugiato, o altro formaggio che ti piacesse, o che per necessità ti converrà adoperare; delle fettoline di mozzarelle, o provola bianca, delle fettoline di presciutto, delle salcicce o cervellate cotte e divise a pezzetti, e dell’ottimo sugo. Porrai questo piatto nel forno, o sotto al fornello; e quando la polenta sarà bene incorporata, ci rimetterai dell’altro sugo, e la servirai. Se ti riesce toglierla destramente dal piatto di rame, e farla uscir sana, sarebbe cosa ottima, giacchè accomodandola dapprima nel piatto di terra, si correrebbe il rischio d’aprirsi coll’azione del foco.
{{Ct|v=2|t=2|''Minestra di frutti imbottiti, e semplici.''}}
Prendi tre cocozzelle d’acqua, cosi dette ''lunghe''; ne rasperai la corteccia, ne formerai dodici cannoli della lunghezza non più di tre dita, e ne toglierai il seme, o col cavafrutti, o col coltellino; indi prenderai dodici percoche, altrettante pera di una giusta grossezza, dodici piccole cipollette, ed altrettanti cavoli, ovvero ''torzelle'': a tutti questi frutti e verdure toglierai la corteccia, e le foglie, e col cavafrutti ci farai un forame nel mezzo, onde<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|44||}}</noinclude>toglierne ad alcuni il seme, ad altri l’osso, e ad altri per rimanerci un vuoto da riempirsi. Farai una composizione, così detta ''farsa'', come quella per le polpette, e se la vorrai dolce ci porrai del zucchero, e della polvere di cannella, riempiendo con questa farsa tutt’i frutti e le verdure.
Questa minestra sarà cotta in buon brodo rosso, però articolo per articolo, e quando sarà tutto cotto, li unirai insieme; e nel doverla servire la porrai in zuppiera con brodo rosso.
Della stessa minestra potrai servirtene anche ne’ giorni di magro, riempendola di un ''farsito'' di pan gratto, parmeggiano grattugiato, o altro formaggio, ammassandolo col battuto d’ovi, e facendola cuocere in buon sugo di pomidoro; e così la servirai.
Di questi stessi frutti potrai farne una minestra semplice, facendola cuocere o nel ''colì'' di carne, o nell’estratto di pomidoro però tagliati.
{{Ct|t=2|v=1|f=120%|§. II.}}
{{Ct|v=1|f=90%|Zuppe di magro.}}
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di latte.''}}
Prendi due caraffe di latte, lo farai bollire ponendoci un poco di sale, ed un po di zucchero; indi farai le fettoline di pane bruscato, e le porrai in zuppiera, che terrai sulla cenere calda versando sopra una mettà del latte: nell’altra mettà ci porrai dodici rossi d’ovi battuti, e maneggiandolo sempre lo farai restringere sul foco: quando il latte principierà a condensarsi, lo leverai prontamente, e lo verserai anche nella zuppiera; e così servirai questa zuppa.<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||45}}</noinclude>
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa al sugo di Piselli''.}}
Prendi un rotolo di grossi piselli verdi scorzati, un poco di petrosemolo, sei cipollette, e farai tutto cuocere in buon brodo di pesce per un’ora e mezzo; poi li pesterai, e li passerai per setaccio. Se i piselli fussero secchi, allora ne prenderai mezzo rotolo, e li lesserai, e per renderli verdi, ci aggiungerai degli spinaci cotti nell’acqua, e ben premuti; li pesterai insieme, e ritratto questo sugo brodoso, lo verserai sopra le fettoline di pane bruscato, questa può servirsi ancora di grascio adoperando il brodo, o il ''colì''.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa al sugo delle lenticchia''.}}
Prendi una misura e mezzo di ottime lenti, che stropiccerai con un tovagliolo, perchè vada via tutta la polvere, le laverai con acqua fresca; le farai cuocere con buon brodo di pesce, e scotte che saranno le passerai per setaccio. Tutto l’estratto lo scioglierai con altro brodo, unendoci poche erbette, come petrosemolo, cerfoglio, il bianco e tenero di pochi selleri, e tutte queste erbe ben triturate le lesserai, e le unirai col sugo, ed al momento che dovrai servire la zuppa, porrai nella zuppiera o le fettoline di pane bruscato, o di quello a dadi fritti, e ci verserai il sugo.
Questa potrà servirti ancora di grascio, cuocendo le lenti nel brodo o sugo di carne.<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|46||}}</noinclude>
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di magro per la primavera''.}}
Prendi rotoli quattro di piselli, teneri, freschi e scorzati, grana quattro di cerfoglio, quattro o cinque buone lattughe, due o tre cipolle, due grana di petrosemolo, del sale, poco pepe, una piccola stecchetta di cannella, due o tre teste di garofani, e mezzo rotolo di ottimo e fresco butiro; porrai il tutto a bollire con cinque caraffe d’acqua, facendoci dare tre in quattr’ore di bollimento (perchè così tutto si verrà ad incorporare) in modo che tutto si disfaccia. Terrai pronta dell’acqua bollente per rimetterla sino a che vedrai essere ridotto il brodo a caraffe tre, perchè non meno di questo potrà servirti per la zuppa: allora passerai il brodo per panno-lino; e dopo ben riscaldato, gustandolo pria se abbia buon sapore, lo verserai sul pane come sopra in zuppiera.
{{Ct|v=2|t=2|''Altra zuppa di magro mista''.}}
Prendi tre buone cipolle di quelle perfettamente bianche, cinque o sei rape di quelle grandi e di buona figura, perchè queste difficilmente sono spinose, una decina di torzelle, quattro o cinque selleri, e grana due di petrosemolo; netterai tutte quest’erbe dalle loro cortecce, e quanto siavi di cattivo ed inutile; le ridurrai in pezzi, e li farai bollire con mezzo rotolo di (sempre) ottimo butiro, aggiungendovi una stecchetta di cannella, due o tre teste di garofani, del sale, e pochissimo pepe: quando tutto sarà scotto, passerai per setaccio, e panno lino il brodo, e quindi te ne servirai per la zuppa; circa il quantitativo dell’acqua, ti regolerai come per la precedente.<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||47}}</noinclude>
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa al latte di mandorle''.}}
Prendi un rotolo di mandorle dolci, che porrai in una casseruola con acqua sul foco e quando principia a bollire le toglierai dal foco, e le scorzerai ed a misura, che leverai la corteccia le verserai in acqua fresca; dipoi le asciugherai, e le pesterai in un mortajo di pietra, bagnandole da tanto in tanto con un pochino d’acqua fresca, onde non si convertano in oglio; e quando le avrai ben peste, in modo che sembrano una pasta, le porrai tutte in un vase con quattro caraffe d’acqua fresca, le rivolgerai benissimo, e con un panno-lino le passerai premendole, onde estraggano tutto il latte; quindi porrai in una casseruola mezza caraffa d’acqua, quattr’once di zucchero, poco sale, e cannella, una dozzina di coriandri, e due once di cedro candito, e farai tutto bollire per mezz’ora; di poi passerai questa poc’acqua, e l’unirai al latte di mandorle, che farai bollire, e restringere alquanto, ma dolcemente; ed aggiustando le fettoline di pane bruscato nella zuppiera ci verserai quel latte caldissimo; e così servirai subito la zuppa.
{{Ct|v=2|t=2|''Riso bruciato''.}}
Prendi un rotolo e mezzo di ottimo riso, che sia di quello ''forte'', cioè ''duro''; lo netterai ben bene da qualunque corpo estraneo, e lo stropiccerai con un tovagliolo; quindi porrai in una casseruola grande un terzo o di butiro, o di sugna, ed un terzo di caciocavallo vecchio diviso in pezzettini, che farai soffriggere, e divenuto a color di cannella ci mescolerai il riso, che volterai, e rivolgerai sempre, finchè il riso si brustolisca; e<noinclude>
<references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|48||}}</noinclude>quando sarà bene asciugato, e brustolito lo coprirai, o di brodo chiaro se vorrai servirtene di grascio, o di ''colì'' di pesce, se di magro, con del sale, e del pepe; e così lo farai cuocere, avvertendo che non dev’essere nè brodoso, nè umido; ed in tal modo lo servirai.
{{Ct|v=2|t=2|''Oglia alla spagnuola di magro''.}}
Prendi mezza misura di ceci bianchi; li lesserai, e ci premuterai l’acqua, e li condirai con oglio ottimo, un pochino di rosmarino in polvere, basilico, petrosemolo, e maggiorano, il tutto ben lavato, e triturato; indi prenderai once sei di buono tarantello dissalato e nettato delle sue impurità, e lo taglierai a giusti dadi; once quattro d’alici salse, anche nettate e spinate, e le farai ben soffriggere con tutte le suddette erbe ed oglio in una casseruola. Quando saranno cotti i ceci, li unirai alla detta composizione. Prenderai anche cinque in sei torzi di cavoli, due o tre rape bianche, e due o tre selleri, triturerai similmente e lesserai, e quando saran cotte le sgocciolerai bene, ed unirai il tutto con ''colì'' di pesce; farai de’ piccolissimi pezzettini di pane fritto, li porrai in zuppiera, e quando dovrai servirla ci verserai tutta la descritta composizione.
{{Ct|v=2|t=2|''Zuppa di Gamberi''.}}
Prendi de’ gamberi grossi, li lesserai, ne staccherai le code, ove è tutto il frutto, ed il resto lo pesterai fortemente nel mortajo; indi lo porrai in una marmitta con acqua, e farai bollire; quando tutto sarà disfatto, passerai questo brodo<noinclude>
<references/></noinclude>
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Cucina teorico-pratica/Parte prima/4
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Dr Zimbu
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Porto il SAL a SAL 100%
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text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Maniere di fare qualunque brodo e mezzo più facile di chiarirlo<section end="sottotitolo"/>
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Candalua
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wikitext
text/x-wiki
{{Bot intestazione}} <ul>
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*Programming language: Pywikipedia, php, C++, etc.
*Function: interwiki, regex, etc.
*Already has flag on: en, fr, de, ...
*Description: describe shortly what your bot does (one-two example will be good too)
--~~~~ (signature with timestamp)
</pre>
</li>
</ul>
*[[Wikisource:Bot/Autorizzazioni/Archivio|Archivio]]
==Richieste di autorizzazione in corso - Pending Requests of Authorization ==
<!--''Nessuna richiesta di autorizzazione in corso.''-->
=== [[Utente:CarsracBot|CarsracBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/CarsracBot|Contributi]]
*Operator: [[:nl:user:Carsrac|Carsrac]] (on the dutch wiki)
*Programming language: Pywikipedia
*Function: interwiki
*Already has flag on: en, fr, de and other. It has also a global botflag.
*Description: interwiki
--[[User:Carsrac|Carsrac]] ([[User talk:Carsrac|disc.]]) 23:50, 16 nov 2012 (CET)
: no objections to use my bot as interwiki bot. Thanks I will start next year. [[User:Carsrac|Carsrac]] ([[User talk:Carsrac|disc.]]) 01:30, 16 dic 2013 (CET)
:<del>[[File:Symbol support vote.svg|16px]] '''Favorevole''' --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 08:06, 16 dic 2013 (CET)</del>
::@[[Utente:Carsrac|Carsrac]]: [[File:Symbol oppose vote.svg|16px]] '''Oppose''': interwiki links are now managed via [[d:|Wikidata]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 22:18, 15 gen 2014 (CET)
=== [[Utente:RCantoroBot|RCantoroBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/RCantoroBot|Contributi]]
*Operatore: [[:it:user:CristianCantoro|CristianCantoro]] (it.wiki) [[Utente:CristianCantoro|CristianCantoro]] (qui)
*Programming language: Pywikipedia
*Function: -
*Flag su: it.wiki
*Descrizione: Piccoli interventi di manutenzione su richiesta
::@[[Utente:CristianCantoro|CristianCantoro]]: nel campo "Function" hai scritto "interwiki". --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 23:50, 15 dic 2013 (CET)
:::<small>Grazie [[Utente:Ricordisamoa|Ricordisamoa]]. Sono i pericoli del copia-incollare dalla richiesta precedente ;-). Colgo l'occasione per dire che la mia funzione non ufficiale sarà "fare le cose che Aubrey mi chiede (v. sotto) e che potrebbe fare lui stesso se si decidesse a imparare un po' di Python" =P-- [[User:CristianCantoro|CristianCantoro]] ([[User talk:CristianCantoro|disc.]]) 15:20, 16 dic 2013 (CET)</small>
:::{{+1}} Dato che gli ho chiesto favori più di una volta, voto sicuramente si :-) --[[User:Aubrey|Aubrey]] ([[User talk:Aubrey|disc.]]) 15:13, 16 dic 2013 (CET)
=== [[Utente:SamoaBot|SamoaBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/SamoaBot|Contributi]]
*Manovratore: <span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span>
*Linguaggio: Pywikibot
*Funzioni: migrazione di dati
*Descrizione: inizialmente solo sulle pagine nel namespace 102 (Autore), per eliminare "Nome della pagina su Wikipedia" ed (eventualmente) date di nascita e morte e sezione dati. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 18:51, 3 mar 2014 (CET)
: {{+1}} --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 15:18, 4 mar 2014 (CET)
: {{+1}} - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:47, 5 mar 2014 (CET)
Quasi quasi... anche per sostituire il vecchio {{tl|R}} con la nuova notazione del tag poem (quando sarà)! --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 20:11, 13 mar 2014 (CET)
:{{+1}} Mea culpa! Non avevo visto questa richiesta... [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:45, 26 mar 2014 (CET)
=== [[Utente:FrescoBot|FrescoBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/FrescoBot|Contributi]]
*Manovratore: [[Utente:Basilicofresco|Basilicofresco]]
*Linguaggio: pywikipedia
*Funzioni: regex e script ad hoc
*Descrizione: sostituzioni, spostamenti, manutenzioni, correzione wikisintassi ed eventuali richieste
[[User:Basilicofresco|<span style="font-variant:small-caps; font-family:Verdana; font-size:1em; color:green">Basilicofresco</span>]] ([[User talk:Basilicofresco|msg]]) 21:11, 11 mag 2014 (CEST)
{{-1}} Richieste a suo tempo inevasa di utente con pochissimi edit e recentemente non attivo. Se ce ne sarà bisogno potrà ripetere la richiesta. (C/C {{Ping|OrbiliusMagister|Candalua}}) --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 14:50, 4 apr 2015 (CEST)
=== [[Utente:Leaderbot]] ===
*[[Speciale:Contributi/Leaderbot|Contributi]]
*Operator: [[Utente:Leaderboard]]
*Programming language: Python
*Function: For [[meta:Global reminder bot]] - the bot will rarely run here, but it appears that explicit authorisation is required, so putting it here. Please ping me in a response. The bot flag is NOT required.
*Already has flag on: See [[Special:CentralAuth/Leaderbot]] and [[metawiki:Global reminder bot/global]]
*Description: See [[meta:Global reminder bot]]. Let me know if more clarity is needed.
--[[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 17:41, 23 nov 2024 (CET) (signature with timestamp)
:@[[Utente:Candalua|Candalua]], notifying you as per the policy. I think the page on Meta should be enough in terms of describing what the bot does; let me know if not. [[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 17:53, 23 nov 2024 (CET)
::Hi @[[Utente:Leaderboard|Leaderboard]], thank you for volunteering, but I don't think we need this kind of automated reminders here. Currently the only role that expires periodically is the interface sysop, I'm the only user with this role, and I'm a bureaucrat, so I just renew it myself when I need it. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:54, 24 nov 2024 (CET)
c3ods1doi8l4ntne5l4r0ngg60305tc
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2024-11-24T14:28:43Z
Leaderboard
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/* Utente:Leaderbot */ Risposta
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wikitext
text/x-wiki
{{Bot intestazione}} <ul>
<li style="margin-bottom:5px; padding:1em 1em 1em 2em; border:1px solid gray; background:#EEE;">
'''<big style="margin-left:-1em;">it / italiano:</big>'''<br />
Le richieste per lo status di [[m:bot|bot]] devono essere fatte su questa pagina. Questa wiki usa la [[m:bot policy|policy standard per i bot]] e approva automaticamente i [[m:bot policy#Global_bots|bot globali]]<!-- e [[m:bot policy#Automatic_approval| alcuni altri tipi di bot]].--> Qualora volessi richiedere lo status per un altro tipo di bot, leggi le istruzioni qui sotto:
;<big>Per avere lo ''status'' di bot, occorre:</big>
*Registrare un'utenza con la parola '''bot''' compresa nel nome. Questo è necessario, perché facilita il riconoscimento del bot stesso a chi deve controllare le pagine. La pagina utente del bot deve riportare un link alla pagina del suo manovratore.
*Annunciare la richiesta '''in questa pagina''' con le principali funzionalità del bot stesso e i campi di intervento previsti.
*Specificare se si usa Pywikipedia o, in alternativa, il linguaggio di programmazione utilizzato.
*Verificare il comportamento del bot su un congruo numero di pagine (né troppe, né troppo poche: in genere ne basta una cinquantina); preferibilmente sottopagine dell'utente in modo che eventuali errori non danneggino le voci.
*Raccogliere un certo numero di pareri favorevoli di altri utenti che hanno controllato le modifiche effettuate dal bot, da riportare qui.
*'''Dopo 7 giorni''' un [[Wikisource:Burocrati|burocrate]] controllerà che la richiesta abbia ricevuto almeno i 3/4 di pareri favorevoli con un minimo di 3 pareri.
*Per i bot gestiti da utenti di altre wiki e che utilizzano Pywikipedia per le funzionalità di interlink, è sufficiente un solo parere positivo e non sono necessari i 7 giorni.
<big><span style="color:green">Copia e incolla come richiesta questo modulo:</span></big>
<pre>
=== [[Utente:NomeutenteBot|NomeutenteBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/NomeutenteBot|Contributi]]
*Manovratore: [[Utente:Nomeutente|Nomeutente]]
*Linguaggio: Pywikipedia, php, C++, etc.
*Funzioni: interwiki, regex, etc.
*Descrizione: descrivi brevemente le funzioni citando degli esempi (uno o due sono sufficienti)
--~~~~ (firma con data e ora)
</pre></li>
<li style="padding:1em 1em 1em 2em; border:1px solid gray; background:#EEE;">
'''<big style="margin-left:-1em;">en / English:</big>'''<br />
Requests for the [[m:bot|bot]] flag should be made on this page. This wiki uses the [[m:bot policy|standard bot policy]], and allows [[m:bot policy#Global_bots|global bots]]<!-- and [[m:bot policy#Automatic_approval|automatic approval of certain types of bots]]-->. Other bots should follow the instructions below.
;<big>To have the bot flag you have to:</big>
* Register a bot account with the word '''bot''' in the username. Something like ''YourusernameBot''. Please identify the maintainer and link a page where he can be contacted.
*Write your request '''at the bottom of this page''' using the boilerplate message below.
*Contact an active local bureaucrat posting a paragraph to describe your bot: purpose, what program(s) it uses, etc.
*Verify your bot contributions: please make about 50 edits. A non-flagged bot that makes too many edits will be blocked.
*'''After 7 days from the request''' a bureaucrat will give you the flag if there will be at least 3 total votes with 3/4 support votes.
*If you have already the bot flag on other wiki, and you are on Pywikipedia framework to put interlink, it's enough only one support vote and it is not necessary to wait for 7 days.
<big><span style="color:green">Copy, paste and adapt this boilerplate message:</span></big>
<pre>
=== [[Utente:YourusernameBot|YourusernameBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/YourusernameBot|Contributi]]
*Operator: [[Utente:OperatorName|OperatorName]] (may be on another project like [[:en:w:User:OperatorName|OperatorName]])
*Programming language: Pywikipedia, php, C++, etc.
*Function: interwiki, regex, etc.
*Already has flag on: en, fr, de, ...
*Description: describe shortly what your bot does (one-two example will be good too)
--~~~~ (signature with timestamp)
</pre>
</li>
</ul>
*[[Wikisource:Bot/Autorizzazioni/Archivio|Archivio]]
==Richieste di autorizzazione in corso - Pending Requests of Authorization ==
<!--''Nessuna richiesta di autorizzazione in corso.''-->
=== [[Utente:CarsracBot|CarsracBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/CarsracBot|Contributi]]
*Operator: [[:nl:user:Carsrac|Carsrac]] (on the dutch wiki)
*Programming language: Pywikipedia
*Function: interwiki
*Already has flag on: en, fr, de and other. It has also a global botflag.
*Description: interwiki
--[[User:Carsrac|Carsrac]] ([[User talk:Carsrac|disc.]]) 23:50, 16 nov 2012 (CET)
: no objections to use my bot as interwiki bot. Thanks I will start next year. [[User:Carsrac|Carsrac]] ([[User talk:Carsrac|disc.]]) 01:30, 16 dic 2013 (CET)
:<del>[[File:Symbol support vote.svg|16px]] '''Favorevole''' --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 08:06, 16 dic 2013 (CET)</del>
::@[[Utente:Carsrac|Carsrac]]: [[File:Symbol oppose vote.svg|16px]] '''Oppose''': interwiki links are now managed via [[d:|Wikidata]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 22:18, 15 gen 2014 (CET)
=== [[Utente:RCantoroBot|RCantoroBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/RCantoroBot|Contributi]]
*Operatore: [[:it:user:CristianCantoro|CristianCantoro]] (it.wiki) [[Utente:CristianCantoro|CristianCantoro]] (qui)
*Programming language: Pywikipedia
*Function: -
*Flag su: it.wiki
*Descrizione: Piccoli interventi di manutenzione su richiesta
::@[[Utente:CristianCantoro|CristianCantoro]]: nel campo "Function" hai scritto "interwiki". --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 23:50, 15 dic 2013 (CET)
:::<small>Grazie [[Utente:Ricordisamoa|Ricordisamoa]]. Sono i pericoli del copia-incollare dalla richiesta precedente ;-). Colgo l'occasione per dire che la mia funzione non ufficiale sarà "fare le cose che Aubrey mi chiede (v. sotto) e che potrebbe fare lui stesso se si decidesse a imparare un po' di Python" =P-- [[User:CristianCantoro|CristianCantoro]] ([[User talk:CristianCantoro|disc.]]) 15:20, 16 dic 2013 (CET)</small>
:::{{+1}} Dato che gli ho chiesto favori più di una volta, voto sicuramente si :-) --[[User:Aubrey|Aubrey]] ([[User talk:Aubrey|disc.]]) 15:13, 16 dic 2013 (CET)
=== [[Utente:SamoaBot|SamoaBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/SamoaBot|Contributi]]
*Manovratore: <span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span>
*Linguaggio: Pywikibot
*Funzioni: migrazione di dati
*Descrizione: inizialmente solo sulle pagine nel namespace 102 (Autore), per eliminare "Nome della pagina su Wikipedia" ed (eventualmente) date di nascita e morte e sezione dati. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 18:51, 3 mar 2014 (CET)
: {{+1}} --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 15:18, 4 mar 2014 (CET)
: {{+1}} - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:47, 5 mar 2014 (CET)
Quasi quasi... anche per sostituire il vecchio {{tl|R}} con la nuova notazione del tag poem (quando sarà)! --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 20:11, 13 mar 2014 (CET)
:{{+1}} Mea culpa! Non avevo visto questa richiesta... [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:45, 26 mar 2014 (CET)
=== [[Utente:FrescoBot|FrescoBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/FrescoBot|Contributi]]
*Manovratore: [[Utente:Basilicofresco|Basilicofresco]]
*Linguaggio: pywikipedia
*Funzioni: regex e script ad hoc
*Descrizione: sostituzioni, spostamenti, manutenzioni, correzione wikisintassi ed eventuali richieste
[[User:Basilicofresco|<span style="font-variant:small-caps; font-family:Verdana; font-size:1em; color:green">Basilicofresco</span>]] ([[User talk:Basilicofresco|msg]]) 21:11, 11 mag 2014 (CEST)
{{-1}} Richieste a suo tempo inevasa di utente con pochissimi edit e recentemente non attivo. Se ce ne sarà bisogno potrà ripetere la richiesta. (C/C {{Ping|OrbiliusMagister|Candalua}}) --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 14:50, 4 apr 2015 (CEST)
=== [[Utente:Leaderbot]] ===
*[[Speciale:Contributi/Leaderbot|Contributi]]
*Operator: [[Utente:Leaderboard]]
*Programming language: Python
*Function: For [[meta:Global reminder bot]] - the bot will rarely run here, but it appears that explicit authorisation is required, so putting it here. Please ping me in a response. The bot flag is NOT required.
*Already has flag on: See [[Special:CentralAuth/Leaderbot]] and [[metawiki:Global reminder bot/global]]
*Description: See [[meta:Global reminder bot]]. Let me know if more clarity is needed.
--[[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 17:41, 23 nov 2024 (CET) (signature with timestamp)
:@[[Utente:Candalua|Candalua]], notifying you as per the policy. I think the page on Meta should be enough in terms of describing what the bot does; let me know if not. [[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 17:53, 23 nov 2024 (CET)
::Hi @[[Utente:Leaderboard|Leaderboard]], thank you for volunteering, but I don't think we need this kind of automated reminders here. Currently the only role that expires periodically is the interface sysop, I'm the only user with this role, and I'm a bureaucrat, so I just renew it myself when I need it. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:54, 24 nov 2024 (CET)
:::@[[Utente:Candalua|Candalua]] Hi, in that case the bot will simply run silently and not post unless there is a need to, and you can easily exclude yourself. However, if you don't want the bot to run at all, let me know and I'll disable the bot for this wiki. [[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 15:28, 24 nov 2024 (CET)
fs0ibnvsbdj15o1308gar4893zi980r
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2024-11-24T14:30:54Z
Candalua
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/* Utente:Leaderbot */ Risposta
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wikitext
text/x-wiki
{{Bot intestazione}} <ul>
<li style="margin-bottom:5px; padding:1em 1em 1em 2em; border:1px solid gray; background:#EEE;">
'''<big style="margin-left:-1em;">it / italiano:</big>'''<br />
Le richieste per lo status di [[m:bot|bot]] devono essere fatte su questa pagina. Questa wiki usa la [[m:bot policy|policy standard per i bot]] e approva automaticamente i [[m:bot policy#Global_bots|bot globali]]<!-- e [[m:bot policy#Automatic_approval| alcuni altri tipi di bot]].--> Qualora volessi richiedere lo status per un altro tipo di bot, leggi le istruzioni qui sotto:
;<big>Per avere lo ''status'' di bot, occorre:</big>
*Registrare un'utenza con la parola '''bot''' compresa nel nome. Questo è necessario, perché facilita il riconoscimento del bot stesso a chi deve controllare le pagine. La pagina utente del bot deve riportare un link alla pagina del suo manovratore.
*Annunciare la richiesta '''in questa pagina''' con le principali funzionalità del bot stesso e i campi di intervento previsti.
*Specificare se si usa Pywikipedia o, in alternativa, il linguaggio di programmazione utilizzato.
*Verificare il comportamento del bot su un congruo numero di pagine (né troppe, né troppo poche: in genere ne basta una cinquantina); preferibilmente sottopagine dell'utente in modo che eventuali errori non danneggino le voci.
*Raccogliere un certo numero di pareri favorevoli di altri utenti che hanno controllato le modifiche effettuate dal bot, da riportare qui.
*'''Dopo 7 giorni''' un [[Wikisource:Burocrati|burocrate]] controllerà che la richiesta abbia ricevuto almeno i 3/4 di pareri favorevoli con un minimo di 3 pareri.
*Per i bot gestiti da utenti di altre wiki e che utilizzano Pywikipedia per le funzionalità di interlink, è sufficiente un solo parere positivo e non sono necessari i 7 giorni.
<big><span style="color:green">Copia e incolla come richiesta questo modulo:</span></big>
<pre>
=== [[Utente:NomeutenteBot|NomeutenteBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/NomeutenteBot|Contributi]]
*Manovratore: [[Utente:Nomeutente|Nomeutente]]
*Linguaggio: Pywikipedia, php, C++, etc.
*Funzioni: interwiki, regex, etc.
*Descrizione: descrivi brevemente le funzioni citando degli esempi (uno o due sono sufficienti)
--~~~~ (firma con data e ora)
</pre></li>
<li style="padding:1em 1em 1em 2em; border:1px solid gray; background:#EEE;">
'''<big style="margin-left:-1em;">en / English:</big>'''<br />
Requests for the [[m:bot|bot]] flag should be made on this page. This wiki uses the [[m:bot policy|standard bot policy]], and allows [[m:bot policy#Global_bots|global bots]]<!-- and [[m:bot policy#Automatic_approval|automatic approval of certain types of bots]]-->. Other bots should follow the instructions below.
;<big>To have the bot flag you have to:</big>
* Register a bot account with the word '''bot''' in the username. Something like ''YourusernameBot''. Please identify the maintainer and link a page where he can be contacted.
*Write your request '''at the bottom of this page''' using the boilerplate message below.
*Contact an active local bureaucrat posting a paragraph to describe your bot: purpose, what program(s) it uses, etc.
*Verify your bot contributions: please make about 50 edits. A non-flagged bot that makes too many edits will be blocked.
*'''After 7 days from the request''' a bureaucrat will give you the flag if there will be at least 3 total votes with 3/4 support votes.
*If you have already the bot flag on other wiki, and you are on Pywikipedia framework to put interlink, it's enough only one support vote and it is not necessary to wait for 7 days.
<big><span style="color:green">Copy, paste and adapt this boilerplate message:</span></big>
<pre>
=== [[Utente:YourusernameBot|YourusernameBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/YourusernameBot|Contributi]]
*Operator: [[Utente:OperatorName|OperatorName]] (may be on another project like [[:en:w:User:OperatorName|OperatorName]])
*Programming language: Pywikipedia, php, C++, etc.
*Function: interwiki, regex, etc.
*Already has flag on: en, fr, de, ...
*Description: describe shortly what your bot does (one-two example will be good too)
--~~~~ (signature with timestamp)
</pre>
</li>
</ul>
*[[Wikisource:Bot/Autorizzazioni/Archivio|Archivio]]
==Richieste di autorizzazione in corso - Pending Requests of Authorization ==
<!--''Nessuna richiesta di autorizzazione in corso.''-->
=== [[Utente:CarsracBot|CarsracBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/CarsracBot|Contributi]]
*Operator: [[:nl:user:Carsrac|Carsrac]] (on the dutch wiki)
*Programming language: Pywikipedia
*Function: interwiki
*Already has flag on: en, fr, de and other. It has also a global botflag.
*Description: interwiki
--[[User:Carsrac|Carsrac]] ([[User talk:Carsrac|disc.]]) 23:50, 16 nov 2012 (CET)
: no objections to use my bot as interwiki bot. Thanks I will start next year. [[User:Carsrac|Carsrac]] ([[User talk:Carsrac|disc.]]) 01:30, 16 dic 2013 (CET)
:<del>[[File:Symbol support vote.svg|16px]] '''Favorevole''' --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 08:06, 16 dic 2013 (CET)</del>
::@[[Utente:Carsrac|Carsrac]]: [[File:Symbol oppose vote.svg|16px]] '''Oppose''': interwiki links are now managed via [[d:|Wikidata]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 22:18, 15 gen 2014 (CET)
=== [[Utente:RCantoroBot|RCantoroBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/RCantoroBot|Contributi]]
*Operatore: [[:it:user:CristianCantoro|CristianCantoro]] (it.wiki) [[Utente:CristianCantoro|CristianCantoro]] (qui)
*Programming language: Pywikipedia
*Function: -
*Flag su: it.wiki
*Descrizione: Piccoli interventi di manutenzione su richiesta
::@[[Utente:CristianCantoro|CristianCantoro]]: nel campo "Function" hai scritto "interwiki". --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 23:50, 15 dic 2013 (CET)
:::<small>Grazie [[Utente:Ricordisamoa|Ricordisamoa]]. Sono i pericoli del copia-incollare dalla richiesta precedente ;-). Colgo l'occasione per dire che la mia funzione non ufficiale sarà "fare le cose che Aubrey mi chiede (v. sotto) e che potrebbe fare lui stesso se si decidesse a imparare un po' di Python" =P-- [[User:CristianCantoro|CristianCantoro]] ([[User talk:CristianCantoro|disc.]]) 15:20, 16 dic 2013 (CET)</small>
:::{{+1}} Dato che gli ho chiesto favori più di una volta, voto sicuramente si :-) --[[User:Aubrey|Aubrey]] ([[User talk:Aubrey|disc.]]) 15:13, 16 dic 2013 (CET)
=== [[Utente:SamoaBot|SamoaBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/SamoaBot|Contributi]]
*Manovratore: <span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span>
*Linguaggio: Pywikibot
*Funzioni: migrazione di dati
*Descrizione: inizialmente solo sulle pagine nel namespace 102 (Autore), per eliminare "Nome della pagina su Wikipedia" ed (eventualmente) date di nascita e morte e sezione dati. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 18:51, 3 mar 2014 (CET)
: {{+1}} --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 15:18, 4 mar 2014 (CET)
: {{+1}} - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:47, 5 mar 2014 (CET)
Quasi quasi... anche per sostituire il vecchio {{tl|R}} con la nuova notazione del tag poem (quando sarà)! --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 20:11, 13 mar 2014 (CET)
:{{+1}} Mea culpa! Non avevo visto questa richiesta... [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:45, 26 mar 2014 (CET)
=== [[Utente:FrescoBot|FrescoBot]] ===
*[[Speciale:Contributi/FrescoBot|Contributi]]
*Manovratore: [[Utente:Basilicofresco|Basilicofresco]]
*Linguaggio: pywikipedia
*Funzioni: regex e script ad hoc
*Descrizione: sostituzioni, spostamenti, manutenzioni, correzione wikisintassi ed eventuali richieste
[[User:Basilicofresco|<span style="font-variant:small-caps; font-family:Verdana; font-size:1em; color:green">Basilicofresco</span>]] ([[User talk:Basilicofresco|msg]]) 21:11, 11 mag 2014 (CEST)
{{-1}} Richieste a suo tempo inevasa di utente con pochissimi edit e recentemente non attivo. Se ce ne sarà bisogno potrà ripetere la richiesta. (C/C {{Ping|OrbiliusMagister|Candalua}}) --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 14:50, 4 apr 2015 (CEST)
=== [[Utente:Leaderbot]] ===
*[[Speciale:Contributi/Leaderbot|Contributi]]
*Operator: [[Utente:Leaderboard]]
*Programming language: Python
*Function: For [[meta:Global reminder bot]] - the bot will rarely run here, but it appears that explicit authorisation is required, so putting it here. Please ping me in a response. The bot flag is NOT required.
*Already has flag on: See [[Special:CentralAuth/Leaderbot]] and [[metawiki:Global reminder bot/global]]
*Description: See [[meta:Global reminder bot]]. Let me know if more clarity is needed.
--[[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 17:41, 23 nov 2024 (CET) (signature with timestamp)
:@[[Utente:Candalua|Candalua]], notifying you as per the policy. I think the page on Meta should be enough in terms of describing what the bot does; let me know if not. [[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 17:53, 23 nov 2024 (CET)
::Hi @[[Utente:Leaderboard|Leaderboard]], thank you for volunteering, but I don't think we need this kind of automated reminders here. Currently the only role that expires periodically is the interface sysop, I'm the only user with this role, and I'm a bureaucrat, so I just renew it myself when I need it. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:54, 24 nov 2024 (CET)
:::@[[Utente:Candalua|Candalua]] Hi, in that case the bot will simply run silently and not post unless there is a need to, and you can easily exclude yourself. However, if you don't want the bot to run at all, let me know and I'll disable the bot for this wiki. [[User:Leaderboard|Leaderboard]] ([[User talk:Leaderboard|disc.]]) 15:28, 24 nov 2024 (CET)
::::@[[Utente:Leaderboard|Leaderboard]]: that's ok, just let it run then. Thanks, [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 15:30, 24 nov 2024 (CET)
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|Editore=Poligrafica Fiesolana
|Città=Firenze
|Anno=1835
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|Progetto=Letteratura
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|Sommario={{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Dedicatoria|titolo=Dedicatoria|from=5|delta=iv}}
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Lezioni di Eloquenza sopraggiunte durante la stampa. - Della morale letteraria
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{{Indice sommario|nome=Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo II|titolo=Capitolo II. Ciaschedun uomo attrae sempre dagli altri, e diffonde sempre negli altri sentimenti e pensieri|from=401|delta=37}}
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{{Indice sommario|nome=Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo IV|titolo=Capitolo IV. La somma de' sentimenti e dei pensieri, benchè in minore porzione degli individui, viene abbracciata e nella varietà e nella durata da tutto il genere umano.|from=403|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo V|titolo=Capitolo V. Nelle Arti, nelle scienze e nelle lettere trovasi questa universale e perpetua comunicazione di sentimento e di pensiero, che noi cerchiamo insaziabilmente, perchè, come s'è detto, dal sentire nasce soltanto la coscienza della nostra vita, e dal pensare sorge in noi la speranza di migliorarla.|from=405|delta=37}}
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{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante|titolo=Alcuni squarci tratti dal discorso sul Testo della Commedia di Dante|from=414|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/I|titolo=I. Carattere della poesia primitiva, e diversità fra la età poetica, e la scientifica delle nazioni|from=415|delta=ivi}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/II|titolo=II. Del genio poetico; e perchè tra' poeti primitivi operasse potente|from=417|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/III|titolo=III. La storia de' poeti primitivi riesce difficilissima ne' libri Omerici, e nei Biblici ; e non può conoscersi nelle opere e nel secolo di Dante se non diradando mollissime tradizioni storiche e opinioni prevalenti de' critici.|from=420|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/IV|titolo=IV. I sistemi metafisici intorno alla immaterialità della mente umana, ove siano illustrati con esempi tolti da tradizioni storiche, segnatamente intorno ad Omero. Dante e Shakespeare, menano ad illusioni|from=422|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/V|titolo=V. I progressi de' lavori dell'immaginazione sono da tracciarsi nel carattere del secolo, nelle passioni e ne casi della vita degli artefici|from=425|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/VI|titolo=VI. Della unione della bellezza ideale, e della natura reale ne' lavori d'immaginazione, e come Dante applicasse a Paolo e a Francesca un paragone desunto dall'Eneide|from=427|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/VII|titolo=VII. Pareri de critici diversi intorno all'amore di Francesca; e quanto Dante si studiasse di farlo parere eroico|from=431|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Discorso sul testo della Commedia di Dante/VIII|titolo=VIII. Quante e quali cagioni cospirino nel poema all'effetto potente delle scene di Francesca di Arimino, e del conte Ugolino, e quali siano le circostanze ideali aggiunte nell'episodio di Francesca, e le reali soppresse|from=434|delta=37}}
{{Indice sommario|nome=Scelte opere di Ugo Foscolo/Intorno all'ingegno ed allo stile del Boccaccio|titolo=Intorno all'ingegno ed allo stile del Boccaccio. - Frammento dell'articolo intorno al Discorso istorico sul testo del Decamerone inserito nel tomo 34 dell'Antologia di Firenze|from=444|delta=37}}
|Volumi=[[Indice:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu|Volume I]] - [[Indice:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu|Volume II]]
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alphastar" />{{RigaIntestazione|||71}}</noinclude>scopo di queste arti, le profanerete con mercimonio servile, e lascerete quelle che potriano farvi più avventurati e più onesti. Però il divino Omero cantò che la Musa gli avea rapito il caro lume degli occhi, ma che l’avea pur compensato di tanta disavventura, concedendogli l’amabile canto<ref>Omero, ''Odissea, cant. VII, vers''. 61, 64.</ref>. E in vero la poesia è una divina concitazione del Genio, è certa sapienza ispirata; e non è molto che udimmo l’oracolo di Delfo, interrogato da Cherefonte, rispondere ''ch’ Euripide e Sofocle erano sapienti tra gli uomini''<ref>Vedi i due celebri versi di quest’oracolo, e l’interptazione di Suida all’articolo ''Sofos''.</ref>. Or chi non reputa eminentissima la facoltà di persuadere? chè senz’essa nè poeti, nè storici acquisterebbero grazia e credenza; e vedo che quante discipline s’insegnano, tutte s’insegnano col discorso; e so che per essa Temistocle ed altri forti salvarono la repubblica, e la fecero gloriosa e possente, tuttochè arringassero nell’assemblea ravvolti, all’uso di Pericle, nella clamide e senza gesti nè melodia<ref name="pag108">Eschine in ''Timarco''. Ed è memorabile il passo di Plutarco nella vita di Nicia: «Cleono levò la decenza e il decoro che si convengono al tribunale e alla bigoncia, e avendo egli il primo cominciato a gridar forte nel concionare, ad aprirsi la veste, a battersi sulla coscia e a scorrere quà e</ref>.<noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alphastar" />{{RigaIntestazione|72||}}</noinclude><section begin="s1" />Però chi tiene quest’arte e può compartirla per oro, come si usa da Gorgia Leontino e da Polo, è da stimarsi cittadino benefico e beatissimo tra’mortali. Ch’ei senza dubbio deve insegnare che questi facitori di ditirambi agguaglino Alceo, senza avere liberata la patria; e mentre pur vegliano all’altrui cena motteggiando piacevolmente, scrivano i cori d’Euripide nostro che avea sembiante verecondo e severo, e che nell’ilarità de’conviti ospitali cantava agli amici: ''Aborriamo coloro che celebrando motteggi fannno gli nomini più maligni''<ref>Eliano, ''Varia istor. lib. VIII, c''. 13. Eurip. in ''Melan. presso Ateneo, lib. XIX''.</ref>: anzi deve insegnare a’nuovi poeti, i quali si vanno insidiando con invidia mortale, ad emulare le tragedie di Sofocle; e pure Sofocle, benchè contendesse ad Euripide la corona, non però cessò d’onorarlo, e quando Euripide mori, egli comparve in veste lugubre, e pianse con tutta la città che quel nobile capo giacesse in tomba straniera, nè patì che gli attori a quei<section end="s1" />
<ref follow="pag108" />là nell’atto stesso che pur favellava, insinuò quindi in coloro che il maneggio avevano della repubblica, quella libertà licenziosa e quella trascuranza dell’onesto e del convenevole, dalle quali poco dopo messi furono in iscompiglio tutti gli affari».</ref><noinclude>
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<ref follow="pag108">là nell’atto stesso che pur favellava, insinuò quindi in coloro che il maneggio avevano della repubblica, quella libertà licenziosa e quella trascuranza dell’onesto e del convenevole, dalle quali poco dopo messi furono in iscompiglio tutti gli affari».</ref><noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alphastar" />{{RigaIntestazione|||75}}</noinclude>{{Pt|rorò|perorò}} contro Socrate, e trecento Ateniesi lo condannarono, e la sapienza fuggì dal governo, e l’eloquenza ammutì, e Atene fu serva dei retori che fecero esiliare tutti i filosofi<ref>Vedi Bruckero, ''Stor. filosof.'' alla vita di Teofrasto; e l’''Enciclopedia'', articolo ''Aristotelisme''. </ref>, e Italia pure li vide espulsi quando Domiziano insigniva un retore del consolato<ref>Tacito, ''Vita d’Agricola'' sul principio; Svetonio in ''Domiziano'': ed {{AutoreCitato|Henry Dodwell|Enrico Dodwello}} ''Annales Quintilianei''.</ref>, il retore Quintiliano che nelle Istituzioni ov’ ei predica la lealtà indispensabile agli oratori, parlando di Domiziano, di quell’ingrato insidiatore di Tito, di quell’invido tiranno d’ogni virtù, di quel carnefice industrioso, lo chiama «censore santissimo de’ costumi, e in tutto e nelle lettere eminentissimo<ref>''Instit. Orat. lib. IV'', nel proemio.</ref>».
XV. Così l’arte andò deturpando sino a’ dì nostri le lettere: non però valse ad annientare il decreto della natura che le destinò ministre delle immagini, degli affetti e della ragione dell’uomo. E mentre Isocrate pronunziava dopo dieci anni di squisitissima industria un panegirico della repubblica, ove intendendo d’esaltarla con l’eloquenza vituperavala col raziocinio<ref>In quell'orazione Isocrate piantò per assioma che {{pt|l’e-|}}</ref>; e mentre verseggiatori e sofisti <noinclude>traffi-</noinclude><noinclude>
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XV. Così l’arte andò deturpando sino a’ dì nostri le lettere: non però valse ad annientare il decreto della natura che le destinò ministre delle immagini, degli affetti e della ragione dell’uomo. E mentre Isocrate pronunziava dopo dieci anni di squisitissima industria un panegirico della repubblica, ove intendendo d’esaltarla con l’eloquenza vituperavala col raziocinio<ref name="pag112">In quell'orazione Isocrate piantò per assioma che {{pt|l’e-|}}</ref>; e mentre verseggiatori e sofisti <noinclude>traffi-</noinclude><noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alphastar" />{{RigaIntestazione|76||}}</noinclude><section begin="s1" />{{Pt|cavano|trafficavano}} l’ingegno e le Muse, Tucidide, Demostene e Senofonte apparecchiavano esempi immortali d’elevata, di maschia e di affettuosa eloquenza. La storia di Plinio e i versi di Giovenale e di Persio insegnarono a’declamatori ed a’potei di Roma come le lettere giovino alle scienze, e consacrino gli adulatori ed i vizi all’infamia. Anzi Tacito impose sì fattamente rispetto a quei retori, che, non attentandosi di nominarlo, lasciarono scritto ne’loro libri: ''Che l’alto spirito e la verità perigliosa degli annali di un loro contemporaneo, benchè meritevoli della memoria de’ secoli non conseguirebbero imitatori''<ref>Quintilano, ''Istituz. lib. X, cap.'' 1.</ref>. Dai mezzi con che gli egregi letterati di tutte le età ottennero fama ed amore nel mondo, appare omai l’ufficio della letteratura; appare che la natura, creando alcuni ingegni alle lettere, li confida all’esperienza delle passioni all’inestinguibile desiderio del vero, allo studio dei sommi esemplari, all’amore della gloria, alla indipendenza della fortuna ed alla santa carità della patria. Qualunque manchi di queste proprietà negli <noinclude>uo-</noinclude><section end="s1" />
<ref name="pag112">{{Pt|loquenza|l’eloquenza}} debba magnificare le minime cose ed impiccolire le grandi; e procede esaltando i benemeriti degli Ateniesi. Vedi Longino, ''Del sublime cap.'' 38., che da quell’assioma desume il vituperio d’Atene.</ref><noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Alphastar" />{{RigaIntestazione|76||}}</noinclude><section begin="s1" />{{Pt|cavano|trafficavano}} l’ingegno e le Muse, Tucidide, Demostene e Senofonte apparecchiavano esempi immortali d’elevata, di maschia e di affettuosa eloquenza. La storia di Plinio e i versi di Giovenale e di Persio insegnarono a’declamatori ed a’potei di Roma come le lettere giovino alle scienze, e consacrino gli adulatori ed i vizi all’infamia. Anzi Tacito impose sì fattamente rispetto a quei retori, che, non attentandosi di nominarlo, lasciarono scritto ne’loro libri: ''Che l’alto spirito e la verità perigliosa degli annali di un loro contemporaneo, benchè meritevoli della memoria de’ secoli non conseguirebbero imitatori''<ref>Quintilano, ''Istituz. lib. X, cap.'' 1.</ref>. Dai mezzi con che gli egregi letterati di tutte le età ottennero fama ed amore nel mondo, appare omai l’ufficio della letteratura; appare che la natura, creando alcuni ingegni alle lettere, li confida all’esperienza delle passioni all’inestinguibile desiderio del vero, allo studio dei sommi esemplari, all’amore della gloria, alla indipendenza della fortuna ed alla santa carità della patria. Qualunque manchi di queste proprietà negli <noinclude>uo-</noinclude><section end="s1" />
<ref follow="pag112">{{Pt|loquenza|l’eloquenza}} debba magnificare le minime cose ed impiccolire le grandi; e procede esaltando i benemeriti degli Ateniesi. Vedi Longino, ''Del sublime cap.'' 38., che da quell’assioma desume il vituperio d’Atene.</ref><noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Vitaida" />{{RigaIntestazione||''Italia e Grecia''|61|riga=si}}</noinclude>con le parole del biondo Nizzardo, o del pallido Genovese, o con quelle del Visconti-Venosta d’un tempo, o lo scriva col sangue di Santarosa, non importa: la parola del cuore d’Italia non può essere che quella: e in quest’ora ha il dovere di farsi sentire.
Il ministro ha parlato un altro linguaggio, che volle essere o parere il linguaggio della fredda ragione. Il solo averlo tentato fu atto di coraggio, e glie ne do lode, ma coraggio infelice. È bello sfidare l’impopolarità, è gloria dello statista sotto di essa {{Pt|cade-|}}<noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||— 519 —|}}</noinclude>{{Colonna}}<section begin="I" />''Ingegnino'' (Ottone di Santo), {{Pg|198}}.
''Inghenesa'' di Corrado, sacerdote di Terzolasio, {{Pg|71}}.
''Innerbach'', monte nel Perginese, {{Pg|441}}.
''Innocenzo II'', papa, {{Pg|14}}.
— ''III'', papa, {{Pg|54}}, {{Pg|56}}, {{Pg|368}}.
''Innocenzo IV'', papa, {{Pg|98}}, {{Pg|107}}, {{Pg|122}}, {{Pg|124}}, {{Pg|141}}.
''Innocenzo VIII'', papa, {{Pg|382}}, {{Pg|384}}, {{Pg|389}}, {{Pg|390}}, {{Pg|395}}.
''Inquisitori'' e Sacra Inquisizione, {{Pg|190}}.
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''Insulani'', {{Pg|139}}.
''Ioff'', ebreo in Trento, {{Pg|355}}.
''Ipoldo'' di Vinecco. V. ''Vinecco''.
''Ippolito'' (castello e signori di Santo), {{Pg|255}}, {{Pg|290}}, {{Pg|292}}.
''Isacco'', ebreo in Trento, {{Pg|356}}.
''Ischia'' nel Perginese, {{Pg|441}}.
— tra Mezzolombardo e Mezzotedesco, {{Pg|374}}.
''Ischia'', presso Riva, {{Pg|120}}.
''Isera'', comune, {{Pg|78}}, {{Pg|376}}, {{Pg|466}}.
''Isnina'' (Giovanni di), {{Pg|287}}, {{Pg|289}}.
''Israele'', ebreo in Trento, {{Pg|353}}, {{Pg|355}}, {{Pg|356}}.
''Israele'' Volfango, pittore ebreo, in Trento, {{Pg|356}}.
''Italia'', {{Pg|15}}, {{Pg|21}}, {{Pg|70}}, {{Pg|95}}, {{Pg|96}}, {{Pg|114}}, {{Pg|219}}, {{Pg|341}}, {{Pg|358}}, {{Pg|411}}, {{Pg|445}}, {{Pg|472}}, {{Pg|473}}.
''Iuta'' di Andecco, {{Pg|121}}.
— di Ulten, contessa del Tirolo. V. ''Tirolo''.
''Ivano'', veronese, {{Pg|192}}.
— castello nella Valsugana, {{Pg|382}}, {{Pg|384}}, {{Pg|465}}, {{Pg|468}}.<section end="I" />
<section begin="K" />{{ct|v=1|f=120%|K.}}
''Kalisberg''. V. ''Calisbergo''.
''Kel'' Giorgio ed Enrico, {{Pg|291}}.
{{AltraColonna}}
''Khun'' ο ''Khuen'' Pancrazio, {{Pg|404}}.
''Kimbelstein'', castello, {{Pg|333}}, {{Pg|338}}.
''Kirchberg'' (Agnese di), {{Pg|255}}; (Corrado conte di), {{Pg|125}}.
''Kirchenthor'' (chiesa di), diocesi di Frisinga, {{Pg|76}}.
''Kornmarkt'', in Bolgiano, {{Pg|152}}.
''Kune'' Vilchinio, {{Pg|297}}, {{Pg|298}}.
''Kunigl'' Gasparo, {{Pg|430}}.
''Kunigsperg'' (Königsberg), castello e giurisdizione, {{Pg|118}}, {{Pg|133}}, {{Pg|137}}, {{Pg|143}}, {{Pg|155}}, {{Pg|165}}, {{Pg|243}}, {{Pg|244}}, {{Pg|363}}, {{Pg|293}}; (Agnese contessa di), {{Pg|264}}.<section end="K" />
<section begin="L" />{{ct|v=1|f=120%|L.}}
''Ladislao'', re d'Ungheria, {{Pg|474}}.
''Lagarina'', valle, {{Pg|31}}, {{Pg|92}}, {{Pg|104}}, {{Pg|114}}, {{Pg|123}}, {{Pg|128}}, {{Pg|129}}, {{Pg|134}}, {{Pg|137}}, {{Pg|138}}, {{Pg|142}}, {{Pg|188}}, {{Pg|210}}, {{Pg|223}}, {{Pg|229}}, {{Pg|235}}, {{Pg|237}}, {{Pg|286}}, {{Pg|290}}, {{Pg|299}}, {{Pg|317}}, {{Pg|351}}, {{Pg|382}}, {{Pg|411}}, {{Pg|417}}, {{Pg|450}}, {{Pg|465}}, {{Pg|466}}, 580, {{Pg|482}}.
''Laghi'': di Sant'Andrea, {{Pg|421}}; di Caldaro, {{Pg|112}}; di Cavedine, {{Pg|319}}, {{Pg|330}}; di Como, {{Pg|440}}; di S. Cristoforo, {{Pg|132}}, {{Pg|290}}; di Garda, {{Pg|12}}, {{Pg|42}}, {{Pg|275}}, {{Pg|304}}, {{Pg|417}}, {{Pg|429}}; di Levico, {{Pg|391}}; di Magnano, {{Pg|215}}; di Romagnano, {{Pg|60}}; di Terlago, {{Pg|270}}; di Toblino, {{Pg|13}}.
''Laguna'' di Cavedine, {{pg|474}}
— (Bonato di), {{Pg|330}}.
''Lainano'' Enrico, {{Pg|180}}.
''Lana'', comune, {{Pg|152}}, {{Pg|263}}.
''Lancio'' de Pialle, {{Pg|113}}.
''Lanchecco'' (dosso e costa di), {{Pg|61}}.
''Lanfranco'', abbate di S. Lorenzo, {{Pg|22}}, {{Pg|30}}, {{Pg|32}}.
''Lanfredo'' di Bolgiano, {{Pg|169}}.
''Lang'' Matteo, vescovo di Gurk, coadjutore di Salisburgo, {{Pg|433}}.
''Langl'' Pietro di Termeno, {{Pg|446}}.
''Langenstein'' Enrico, detto di Assia, {{Pg|335}}.
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questi fu don Petro re di Ragona, che fu hello omo de la persona e
formato e virtuoso, ''e che s’accorda Cantando con colui del maschio naso''; questo fu lo re Carlo primo di Pullia, aulo del re Roberto, ditto
Carlo primo, conte di Provenza e padre di Carlo secondo, lo quale fu
sciancato, padre del re Roberto et ebbe grande naso, e però dice
''del maschio naso'', perchè li omini ànno maggior naso che le femmine; e dice che ''s’accorda cantando'': imperò amburo funno d’uno
valore e d’una virtù. ''D’ogni valor portò cinta la corda''; cioè fu
valoroso re in ogni cosa: la corda, come fu sposto ne la comedia prima nel canto {{Sc|xvi}}, significa legamento, sicché per questo si dà ad
intendere ch’elli era legato et obligatosi ad ogni valore. ''E se re di po’ lui''; cioè di po’ questo don Petro, ''fusse rimaso Lo giovinetto che dietro a lui sede''; cioè don Alfonso suo filliuolo, lo quale moritte giovane innanti che fusse re, ''Ben andava il valor di vaso in vaso''; cioè
bene seguia lo valore dell’animo del fìlliuolo lo valore del padre,
Che non si può dir sì; cioè come si dice di don Alfonso, ''dell’altre erede''; cioè di don Iacopo re di Ragona e don Federico re di Sicilia,
li quali funno anco fìlliuoli del detto don Petro re di Ragona; ma
nessuno di questi fu valoroso come lo padre; e però dice: ''Iacopo e Federico ànno i reami''; cioè sono regi, cioè Iacopo de Ragona; e
Federico di Sicilia, ''Ma il retaggio millior nessun possede''; cioè ma
nessuno di loro, benché abbiano lo retaggio de’ reami, à lo retaggio
de la valoria e de la virtù ch’è milliore che quello de’ reami. Può
anco dire lo testo: ''Che il retaggio'' ec. et allora s’intende, dei quali
nessuno possiede lo retaggio milliore de la vaioria e virtù, benché
abbia quello de’ reami; e questo dice, perchè questi du’ regi funno
viziosi.
C. VII — ''v''. 121-129. In questi tre ternari lo nostro autore finge che Sordello, per la materia detta di sopra, dica uno bello notabile; e poscia ritorni a dire del re Carlo sopra ditto, dicendo così:
''Rade volte''; questo dice, perchè alcuna volta avviene che il fìlliuolo
simillia ne la virtù al padre, benché di rado; e però dice: ''risurge per li rami L’umana probità''; cioè l’umana virtù rade volte si rileva
nei fìlliuoli, come la virtù del troncone de l’albaro nei suoi rami; et
è qui comparazione da l’affirmativa a la negativa; cioè che, benché
la virtù de lo stipite de l’arbaro risurga nei suoi rami, rade volte
risurge la virtù del padre nei filliuoli, benché pur alcuna volta si
trovi; et assegna la cagione, dicendo: ''e questo vuole''; cioè che così
sia, come ditto è, ''Quei che la dà''; cioè Iddio che è datore di tutte
le virtù, ''perchè da lui si brami''; cioè si desideri e dimandisi: et
altro testo dice: ''si chiami''; cioè si reputi avere da lui; cioè da Dio: e
così è veramente che, benché il filliuolo sia virtuoso come il padre,<noinclude>
<references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Margherita" />{{RigaIntestazione||— 13 —|}}</noinclude>{{Pt|le|delle}} altre stanze, resa disagevole solo da scalini alti e bassi che dividevano gli ambienti, permetteva che vi si movesse liberamente lo stesso. La cucina sopratutto era vastissima, con due alte finestre sul cortile e un camino monumentale, sopra il quale un antico girarrosto in ferro battuto richiamava il ricordo dei signori del luogo e dei loro banchetti. Sotto la cappa del focolare ci si poteva sedere: su un ceppo, infatti, segato bene come uno sgabello, appoggiato all’interno dello stipite destro, aveva già preso posto Primo, il maggiore dei bambini, ed il fratello Secondo glielo contrastava; di modo che Annalena, quando rientrò, dovette ancora dividerli, mandandoli uno per parte della cucina.
Vedendosi trattati in modo eguale essi non protestarono; solo il piccolo, quando si trovò solo e sperduto nell’angolo dov’era stata collocata la madia, si mise a piangere di paura; ma il suo pianto non stonava, nella casa già piena del rumore della famiglia.
L’altro fratello invece si confortava a guardar la madre che faceva la polenta: già ella aveva appoggiato al paiuolo pendente dalla catena, per tenerlo fermo sul fondo del camino, un’asse, sulla quale {{Pt|pre-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
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Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/119
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<noinclude><pagequality level="4" user="Margherita" />{{RigaIntestazione||— 109 —|}}</noinclude>{{nop}}
<!--{{Centrato|{{x-larger|⁂}}}}-->
Questa speranza, di andarsene, un giorno, di staccarsi in parte da un mondo nel quale le pareva di aver sempre sofferto, rischiarava la sua infelicità immaginaria, ma non ravvivava la sua volontà. Nelle sue faccende era sempre stanca e silenziosa come una schiava sofferente, distratta in modo da non accorgersi neppure che Annalena la sorvegliava. Annalena la sorvegliava: un giorno, ai primi di aprile, la pregò di accompagnarla a fare il giro dei campi. Le giornate s’erano fatte lunghe e tiepide, gli uomini lavoravano di nuovo all’aperto, le galline già razzolavano fra le siepi e l’erba fresca: lei sola, Gina, non usciva mai dalla casa e dai suoi oscuri pensieri.
Seguì dunque svogliatamente la suocera, camminandole appresso a testa bassa.
— A giorni è Pasqua, — disse Annalena come parlando fra sè. — Pare fosse ieri Natale, con tutto quel freddo maledetto e tutte quelle preoccupazioni. I giorni sono stati duri, ma sono passati lo stesso: e adesso vengono i giorni buoni. Tutto promette bene; la vite ha già molti germogli; molti boccioli hanno le piante, molte uova<noinclude>
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<!--{{Centrato|{{x-larger|⁂}}}}-->
Questa speranza, di andarsene, un giorno, di staccarsi in parte da un mondo nel quale le pareva di aver sempre sofferto, rischiarava la sua infelicità immaginaria, ma non ravvivava la sua volontà. Nelle sue faccende era sempre stanca e silenziosa come una schiava sofferente, distratta in modo da non accorgersi neppure che Annalena la sorvegliava. Annalena la sorvegliava: un giorno, ai primi di aprile, la pregò di accompagnarla a fare il giro dei campi. Le giornate s’erano fatte lunghe e tiepide, gli uomini lavoravano di nuovo all’aperto, le galline già razzolavano fra le siepi e l’erba fresca: lei sola, Gina, non usciva mai dalla casa e dai suoi oscuri pensieri.
Seguì dunque svogliatamente la suocera, camminandole appresso a testa bassa.
— A giorni è Pasqua, — disse Annalena come parlando fra sè. — Pare fosse ieri Natale, con tutto quel freddo maledetto e tutte quelle preoccupazioni. I giorni sono stati duri, ma sono passati lo stesso: e adesso vengono i giorni buoni. Tutto promette bene; la vite ha già molti germogli; molti boccioli hanno le piante, molte uova<noinclude>
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Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/126
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Margherita" />{{RigaIntestazione||— 116 —|}}</noinclude>le prode dei campi dove cresceva il nasturzio e odoravano le viole nascoste; persino il bastone che lo aiutava a camminare ancora gli sembrava bello: onde rispose:
— Se non oggi domani, i puttini dovevano pure scalzarsi: potessi farlo anch’io. Chi sa però! Guarda, guarda.... Che meraviglia!
Si fermò davanti ad un palo che, piantato lo scorso anno, dopo essere parso definitivamente morto, metteva i germogli. Le foglie si aprivano rasenti al tronco, e parevano piccole mani imploranti protezione dagli uomini e dal cielo.
Anche Gina si tese a guardare con stupore, e non rise, come faceva il vecchio, nel sentire le parole di Annalena:
— Anche questo sarà un miracolo del prevosto.
<!--{{Centrato|{{x-larger|⁂}}}}-->
Di questo prevosto si cominciò a parlare dai Bilsini come nello scorso inverno si parlava del nuovo Messia.
Baldo era stato ad ascoltare una sua predica, e, affascinato dalle parole di lui, {{Pt|ades-|}}<noinclude>
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Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/146
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Margherita" />{{RigaIntestazione||— 136 —|}}</noinclude>{{nop}}
— Qui, — disse, — non occorre la benedizione del prete. Qui c’è già quella di Dio.
Nella solitudine festiva i campi parevano anch’essi riposarsi. Non si muoveva una foglia, e l’ombra stessa degli alberi si allungava come furtiva per non disturbare l’immobilità delle cose intorno. Neppure il passo di quei due risonava, ingoiato dall’erba dei sentieri: solo, in aria, di ramo in ramo, dai platani ai salici, dai gelsi ai pioppi, si stendeva come una rete di argento, i cui fili vibravano con accordi di violino: erano i passeri bambini, che imparavano a cantare.
<!--{{Centrato|{{x-larger|⁂}}}}-->
Così il padrone della terra divenne amico dei suoi affittuari. Tutte le domeniche veniva a trovarli: gli altri giorni era occupato nella sua fabbrica di scope, dove lavoravano settanta operai, o nella spedizione della sua merce: viaggiava, anche, ed aveva una corrispondenza abbondante: ma nelle sue visite ai Bilsini non parlava più dei suoi affari, come non parlava della moglie se non quando si trovava solo con Annalena.
Un giorno condusse anche la sua {{Pt|bam-|}}<noinclude>
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La giustizia
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text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Grazia Deledda<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
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<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=24 novembre 2024|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Grazia Deledda
| Titolo =La giustizia
| Anno di pubblicazione = 1929
| Lingua originale del testo =
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| Progetto = letteratura
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| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu
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<pages index="Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu" from=5 to=5 />
== Indice ==
* {{testo|/I}}
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* {{testo|/IV}}
* {{testo|/V}}
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* {{testo|/VII}}
* {{testo|/VIII}}
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Indice:Marinetti - I Manifesti del futurismo, 1914.djvu
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I Manifesti del futurismo
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== Indice ==
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I Manifesti del futurismo/Manifesto dei pittori futuristi
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I Manifesti del futurismo/Contro la Spagna passatista
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I Manifesti del futurismo/La distruzione della quadratura
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I Manifesti del futurismo/L'antitradizione futurista
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I Manifesti del futurismo/Il Teatro di Varietà
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I Manifesti del futurismo/Programma politico futurista
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{{Centrato|{{x-larger|QUESTO PROGRAMMA VINCERÀ}}}}
{|style="width:100%";text-align:left;"
! {{cs|C}}|Il programma<br/>clerico-moderato-liberale !! {{cs|C}}|Il programma democratico repubblicano-socialista
|-
|style="width:50%"|Monarchia e Vaticano || Repubblica
|-
|Odio e disprezzo del popolo||Popolo sovrano.
|-
|{{cs|L}}|Patriottismo tradizionale e commemorativo.||{{cs|B}}|Internazionalismo pacifista.
|-
|Militarismo intermittente.||Antimilitarismo.
|-
|Clericalismo.||Anticlericalismo.
|-
|{{cs|L}}|Protezionismo gretto o liberismo fiacco.||{{cs|B}}|Liberismo interessato.
|-
|Culto degli avi e scetticismo.||Mediocrazia e scetticismo.
|-
|Senilismo e moralismo || Senilismo e moralismo.
|-
|Opportunismo e affarismo ||Opportunismo e affarismo.
|-
|Forcaiolismo.||Demagogismo.
|-
|{{cs|L}}|Culto dei musei, delle rovine, dei monumenti.||{{cs|L}}|Culto dei musei, delle rovine, dei monumenti.
|-
||Industria del forestiero.||Industria del forestiero.
|-
|Ossessione della cultura.||Sociologia da comizio.
|-
|Accademismo.||Razionalismo positivista.
|-
|{{cs|LB}}|Ideale di un Italia archeologica bigotta e podagrosa.||{{cs|L}}|Ideale di una Italietta borghesuccia, tirchia e sentimentale.
|-
|Quietismo ventraiolo.||Quietismo ventraiolo.
|-
|Vigliaccheria nera.||Vigliaccheria rossa.
|-
|Passatismo.||Passatismo.
|}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Mastrocom" />{{RigaIntestazione||— 165 —|}}</noinclude>in tanti sacchi. Insaponare le assi del palcoscenico, per provocare divertenti capitomboli nel momento più tragico.
5. Incoraggiare in ogni modo il ''genere'' degli eccentrici americani, i loro effetti di grottesco esaltante, di dinamismo spaventevole, le loro grossolane trovate, le loro enormi brutalità, i loro panciotti a sorprese e i loro pantaloni profondi come stive di bastimenti, da cui uscirà con mille altre cose la grande ilarità futurista che deve ringiovanire la faccia del mondo.
Poiché, non lo dimenticate, noi futuristi siamo dei GIOVANI ARTIGLIERI IN BALDORIA, come proclamammo nel nostro manifesto ''«{{TestoCitato|Uccidiamo il chiaro di luna}}»'' fuoco + fuoco + luce contro chiaro di luna e vecchi firmamenti guerra ogni sera {{spazi|15}} grandi città brandire réclames luminose {{spazi|15}} Immensa faccia di negro (30 m. altezza + 150 m, altezza della casa = 180 m.) aprire chiudere aprire chiudere occhio d’oro altezza 3 m. {{x-larger|'''FUMEZ FUMEZ MANOLI FUMEZ MANOLI CIGARETTES'''}} {{spazi|15}} donna in camicia (50 m. + 120 altezza della casa = 170 m. ) stringere allentare busto viola roseo lilla azzurro {{spazi|30}} spuma di lampadine elettriche in una coppa di champagne (30 m.) frizzare svaporare in una bocca d’ombra {{spazi|30}} réclames luminose velarsi morire sotto una mano nera tenace rinascere continuare prolungare nella notte lo sforzo della giornata umana coraggio + follia mai morire né fermarsi nè addormentarsi {{spazi|20}} réclames luminose = formazione e disgregazione di minerali e vegetali centro della terra {{spazi|20}} circolazione sanguigna nei volti ferrei delle case futuriste animarsi imporporarsi (gioia collera su su ancora presto più forte ancora) appena le tenebre pessimiste negatrici sentimentali nostalgiche<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Mastrocom" />{{RigaIntestazione||— 166 —|}}</noinclude>assediano la città risveglio {{spazi|10}} sfolgorante delle vie che canalizzano durante il giorno il brulichio fumoso del lavoro {{spazi|15}} due cavalli (altezza 30 m.) far ruzzolare con una zampa palle d’oro
{{x-larger|GIOCONDA ACQUA PURGATIVA}}
{{noindent}}incrociarsi di '''trrrr trrrrr''' Elevated '''trrrr trrrrr''' sulla testa '''trombeeebeeebeette''' fiiiiiiischi sirene d’autoambulanze + pompe elettriche {{spazi|25}} trasformazione delle vie in splendidi corridoi condurre spingere logica necessità la folla verso trepidazione + ilarità + frastuono del Music-hall {{spazi|25}} {{x-larger|FOLIES-BERGÈRE EMPIRE CRÈME-ECLIPSE}} tubi di mercurio rossi rossi rossi turchini turchini turchini violetti
enormi lettere-anguille d’oro fuoco porpora diamante sfida futurista alla notte piagnucolosa
sconfitta delle stelle calore {{Ec|entgsiasmo|entusiasmo}} fede convinzione volontà penetrazione d’una réclame luminosa nella casa di rimpetto '''schiaffi gialli''' a quel pedagroso in pantofole bibliofile che sonnecchia
3 specchi lo guardano {{spazi|15}} la réclame s’immerge nei 3 abissi rossodoooorati aprire chiudere aprire chiudere delle profondità di 3 miliardi di chilometri
orrore {{spazi|25}} uscire uscire presto cappello bastone scala tassametro spintoni '''zuu zuoeu''' eccoci
barbaglio del promenoir {{spazi|15}} solennità delle pantere-cocottes fra i tropici della musica leggiera
{{spazi|7}} odore tondo e caldo della gaiezza Music-hall = ventilatore instancabile del cervello futurista del mondo.<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Mastrocom" />{{RigaIntestazione||— 115 —|}}</noinclude>{{nop}}
Strauss, sulle orme di Wagner, ha per così dire {{Sc|sinfonizzato il recitativo}}, introducendo mutamenti di tempo specialmente dove l’espressione musicale non conserva la {{Sc|maniera continuativa}}: per questo l’effetto va quasi totalmente perduto.
Così dicasi più o meno degli altri; i quali in verità, usando di frequente il cambiamento della misura nel tempo, non arrivano con questo a dare varietà e libertà assoluta al {{Sc|pensiero ritmico}}.
Al Mascagni spetta il merito particolare di avere intuito con felice risultato il {{Sc|valore ritmico della parola cantata}}.
L’introduzione del {{Sc|ritmo libero nella musica}} è una nuova conquista del futurismo.
Prima di esporre le nostre {{Sc|ultime conclusioni}}, voglio dimostrare per mezzo dell’analisi ritmica di alcuni {{Sc|versi liberi}} del poeta {{AutoreCitato|Paolo Buzzi|Paolo Buzzi}}, come nei suddetti versi l’alternarsi dei ritmi binario e ternario e la formazione dei ritmi misti siano di una libertà ritmica assolutamente nuova e come fra verso e verso non esista alcun {{Sc|legame di simmetria}}.
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|_̂||Nói|| ||siâm||gli||á||-||strâ||-||lí||,
|_̂||í|| ||sân||-||tí||,
|dê||-||mó||-||nì||-||á||-||cí||:
|-
|{{Cs|bl}}|1||{{Cs|brR}}|2|| ||{{Cs|blC}}|1||{{Cs|b}}| ||{{Cs|br}}|2|| ||{{Cs|blC}}|1||{{Cs|b}}| ||{{Cs|br}}|2||
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1. — {{Sc|La musica futurista consegue un’assoluta libertà di ritmo, col lasciare alla sua frase espressiva la multiforme varietà e {{Pt|l’indipen-}}}}<noinclude></noinclude>
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Autore:Giovanni Bartolomeo Casaregi
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| Nome = Giovanni Bartolomeo
| Cognome = Casaregi
| Attività = poeta/letterato
| Nazionalità = italiano
| Professione e nazionalità =
}}
== Opere ==
* {{Testo|Aci, non ti partir, stiam cheti e bassi}}
* {{Testo|Ahi, ch'io son morto, ahi che infernal Vesuvio}}
* {{Testo|Colti v'ho pur, fischiando allor qual angue}}
* {{Testo|In quel gran dì, che a disserrar le porte}}
* {{Testo|L'immensa luce, onde veggiam Natura}}
* {{Testo|Ma qual orrendo risonar bisbiglio}}
* {{Testo|Nel cupo sen di quella orribil fossa}}
* {{Testo|Novo Calvario in sul Calvario istesso}}
* {{Testo|O dolce vin, mio solo amor, mia Dea}}
* {{Testo|Per via de' sensi entra il malvagio oggetto}}
* {{Testo|Poichè la mia spietata aspra sventura}}
* {{Testo|Quando la Fè, Signor di sfera, in fera}}
* {{Testo|Rabbioso mare infra Cariddi e Scilla}}
* {{Testo|Se mai non fu largo perdon conteso}}
* {{Testo|Se te di ferro armato e di bell'ira}}
* {{Testo|Se, pria che gli occhi a questa luce aprissi}}
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{{blocco centrato|<poem>A nninnia a ssa nninna:
Bellu trattende pinna,
In banca su gappellu,
Trattende pinna, bellu,
Cun manu dresta e mmanca,
Cu ssu gappellu in banca,
Cun bonu gradu e sèa
Posadu i-ssa cadrèa,
Cun sea e bonu gradu
I-ssa cadrea posadu.
E ti vèttana gortha
Torrende sa rispostha.
Ti tocchene sas manos
Tottu sos capitanos.
E ti fèttana unore
Primo Superiore.
Chi ti la facat Ddeu:
A nninna, frore meu.<ref>{{spazi|5}}Ninna-nanna, ninna-nanna:
O bello, (che io possa vederti) adoprando la penna,
Con sul tavolo il cappello,
Adoprando la penna, bello,
Con mano destra e manca.
Col cappello sul tavolo,
Con alti gradi e cariche
Posato sulla sedia
<div style="text-indent:-3em;">(''questa frase significa'': possa io vederti in alta posizione).</div>Con carica e alto grado<br/>Sulla sedia posato.<br/>E ti faccian omaggio<br/>Quando tu darai i tuoi responsi.<br/>Ti stringano la mano<br/>Tutti i capitani (alti personaggi),<br/>E ti faccian onore<br/>(Come lor) primo superiore.<br/>Tutto ciò ti conceda Iddio:<br/>Ninna-nanna, fior mio.</ref></poem>}}
Di tutte queste e d’altre superbe profezìe della sua balia, rimasta lungamente al servizio<noinclude></noinclude>
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La giustizia/VIII
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Ma essi non poterono chiudersi subito come avrebbero desiderato nella loro gioia intima e silenziosa. La zia Aglae che viveva nella stessa casa accorse prontamente a far festa al nipote. Era una donnina alta, magra, nervosa, debole, impressionabile, con un neo a lunghi peli sul mento, che camminava a sbalzi, parlava a scatti e teneva sempre con sè uno sciallino di lana per mettersi sulle spalle quando la temperatura scendeva di mezzo grado.
Dopo essersi congratulata con grandi esclamazioni e trapassi dal riso alle lagrime, la zia Aglae volle sapere se Filippo aveva fatto buon viaggio. Viaggiare per lei era una specie di disastro. Due sole volte era stata a Milano e quantunque vi si fosse preparata con tutte le cautele di dieta speciale, di scialli convenienti e di sali d’ogni qualità, ne aveva fatto entrambe le volte una malattia. Per questo considerava sempre un viaggiatore che non fosse mezzo morto come un essere straordinario. Avendola Filippo assicurata che stava benissimo gli domandò allora se trovava sempre il suo conto nell’alloggio di Milano, e se vi {{Pt|sa-|}}<noinclude><references/></div></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||— 44 —|}}</noinclude>{{Pt|rebbe|sarebbe}} rimasto: al quale improvviso cambiamento di idee Filippo aggrottò le sopracciglia.
— Non so, non so, non vi ho ancora pensato, — rispose in fretta.
— Ti converrà forse – soggiunse la madre – prendere un domicilio più decoroso, conforme alla tua nuova condizione, per quanto possa dispiacere a quelle povere donne se non dispongono di altre risorse. La ragazza avrà tuttavia un mestiere nelle mani.
— Non ne so nulla, non me ne sono mai occupato.
Zia Aglae interruppe:
— S’è fatta bella la ragazza?
Filippo questa volta strinse le spalle con una mossa tra l’indifferente e l’indispettito e prese il cappello annunciando che andava a fare un giro in paese.
Egli diceva paese invece che città perchè se ampie belle e dritte erano le vie fiancheggiate da costruzioni signorili la mancanza di popolazione e di commercio le rendeva squallide. Nobile scheletro di un organismo che si era andato lentamente consumando<noinclude><references/></div></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||— 45 —|}}</noinclude>restavano le linee grandiose dell’impianto a fare testimonianza della vita gagliarda di un tempo; ma la vita attuale gretta, meschina, indolente, consumata dagli odii di parte e da guerricciuole intestine non era più che quella di un povero paese.
Filippo fece una sua solita passeggiata lungo l’argine del fiume imbevendosi delle inalterate bellezze ivi radunate dal vasto arco del cielo sospeso sul corso imponente del Po, fra verdi boschi schierati a perdita d’occhio lungo le rive, col suggestivo contrasto dei due ponti: il ponte di chiatte, logoro, abbandonato, morto, e il nuovo ponte in ferro sul quale correva a rari intervalli il treno rumoreggiando fra l’alto silenzio.
Stabilito da molti anni fuori del paese Filippo non conosceva oramai più nessuno, tranne i pochi rimasti in rapporti d’amicizia con sua madre. Potè quindi allungare il suo giro indisturbato, movendo verso il centro sotto l’arco a bugne eretto in onore di Giuseppe d’Austria e rallentando il passo in via Baldesio dinanzi alla bella casa del XV secolo elegantemente ornata di lavori in cotto. Un falegname sulla sua bottega lo salutò ed<noinclude><references/></div></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||— 46 —|}}</noinclude>egli rispose al saluto senza menomamente rammentarne il nome.
Qualche testa femminile si profilava sfaccendata e curiosa dietro le grosse inferriate dei piani terreni, qualche lembo di gonna svoltava rapidamente tra i battenti delle porte accostate, qualche voce veniva dagli orti chiusi riboccanti di salvia e di erba Luigia; insieme a queste rapide visioni gli risorgevano nella mente graziose avventure dell’adolescenza e dei primi anni della giovinezza. Ma tutto ciò gli appariva nelle proporzioni di un canocchiale capovolto, piccolo, lontano, sfuggente.
Attraversando la piazza rivide i due Caffè rivali, l’uno di fronte all’altro, identici a quello che erano stati dieci, venti, trent’anni, cinquant’anni prima, coi soliti oziosi seduti a parlar male di tutto e di tutti, e la padrona e il gatto dietro il banco a sbadigliare.
Un pensiero di disperazione gli attraversò il cervello: se fossi obbligato a passare la vita qui! prese il largo e per il lato opposto a quello da cui era partito si ricondusse a casa dove la madre lo attendeva, calma, con un raggio orgoglioso sulla fronte d’avorio.<noinclude><references/></div></noinclude>
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Discussioni Wikisource:Richieste agli amministratori
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==Errore link?==
In [[Wikisource:Richieste_agli_amministratori#Come_richiederla|questo paragrafo]] (idem in [[Aiuto:Blocco_della_pagina]]) è scritto di segnalare per la protezione le pagine al 100%, usando [[Wikisource:Segnala un testo al 100%|quest'altra pagina]] la quale però è indicata come obsoleta... Va corretto il link e/o spiegato cosa fare con le pagine al 100%... --[[User:TrameOscure|TrameOscure]] ([[User talk:TrameOscure|disc.]]) 11:49, 24 nov 2024 (CET)
:Grazie @[[Utente:TrameOscure|TrameOscure]]: ho rimosso quelle parti, la protezione delle pagine 100% non è più applicata da molti anni. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:39, 24 nov 2024 (CET)
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:Grazie @[[Utente:TrameOscure|TrameOscure]]: ho rimosso quelle parti, la protezione delle pagine 100% non è più applicata da molti anni. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:39, 24 nov 2024 (CET)
::@[[Utente:Candalua|Can da Lua]] Ok, grazie a te. Visto che certi paragrafi risultavano così di un solo punto, ho approfittato per semplificare la pagina riducendo i sottotitoli in eccesso che la rendevano un po' poco leggibile. Spero vada bene anche se son stato un po' bold... :-) --[[User:TrameOscure|TrameOscure]] ([[User talk:TrameOscure|disc.]]) 18:03, 24 nov 2024 (CET)
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Cruccone
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<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|100|{{Sc|illustri italiani}}||riga=si}}</noinclude>della versione in prosa del {{AutoreCitato|Melchiorre Cesarotti|Cesarotti}}. Allora il Monti vi s’incalorì, e volgarizzò l’intero poema.
I dubbj del {{AutoreCitato|Giambattista Vico|Vico}} non erano conosciuti, perchè Vico è italiano. Quelli del {{AutoreCitato|Friedrich August Wolf|Wolff}} intorno all’esistenza o alla duplicità di {{AutoreCitato|Omero|Omero}} leggeansi esposti e discussi dal Cesarotti, con erudizione d’imprestito; e librate le vicende di quella guerra, di cui il ratto d’Elena fu il pretesto, e motivo vero la libera navigazione dell’Egeo; come ai dì nostri il ''paletot'' di Menzikoff fu pretesto a un’altra, che tendeva egualmente a render libero il mar Nero. E a Troja venne costituito quel legame di federazione tra i popoletti della Grecia, che li rese potenti a respingere la Persia, e valenti a primeggiare in tutte le arti, finchè i Macedoni vollero l’unità e il regno forte, pel quale poco dopo cascavano in irreparabile servitù dei Romani.
Di tutto ciò il Monti non si brigava, ma soltanto del bello, di quella lucidità di pensiero, di quella purezza di stile, di quella leggiadria di forme, spoglia dei gingilli delle età di decadenza; di quella calma nel racconto e verità ne’ particolari; di quel dir tutto naturalmente, con facilità graziosa, con finezza senza oscurità, con leggerezza amabile anche nelle cose gravi.
O come il Monti non s’accorse che a questo appunto miravano i romantici italiani, quando voleano revocare la letteratura, non dai classici, bensì dai loro contraffattori, i quali falsavano l’antichità letteraria come l’antichità artistica falsavano i pretesi architetti greci e romani del Cinque e del Seicento?
E come essi romantici voleano richiamar al vero e al sentimento, così il poeta meonio cantava le credenze, la civiltà, i modi dell’età sua e della sua nazione, accoppiando il vero col poetico, il sublime col semplice. Non cantore sacerdotale a guisa di Orfeo e de’ mistagogi; non teogonico a guisa d’Esiodo, parla degli Dei non altrimenti che degli eroi, fissandosi al culto esteriore, alle forme, non al senso mistico; se Giunone si mesce a Giove, se ella è sospesa alla volta del cielo con incudini ai piedi, se Vulcano è lanciato dall’Olimpo, Omero li canta senza sospettarvi simboli; fa gli Dei mistura di bene e di male: la morale rabbrividisca pure ad atti e passioni indegne, la poetica n’è giovata più che dalla monotonia della perfezione: si discosti pure dal sentire, dalle costumanze, dalle leggi, dai canoni dell’onor nostro; vive però d’immortal giovinezza in grazia dei sentimenti; poichè il linguaggio della natura è il filo elettrico delle anime traverso allo spazio e al tempo.<noinclude></noinclude>
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Luigi62
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||{{Sc|pietro panzeri }}|{{Sc|il}}|riga=si}}</noinclude>
E invece ci fu la sconfitta grande e non davvero gloriosa. Giuseppe Mazzini in sull’aprirsi della campagna del ’66, dettò alcune pagine raggianti di lume profetico che gli italiani fanno benissimo a non ricordare. È tutto mal di testa risparmiato. Però — obbietterà alcuno — se le armi mancarono, la diplomazia fece meraviglie. Troppo giusto. Il Veneto, che ancora era sotto la soggezione austriaca, fu per Napoleone ricongiunto alla patria italiana. Però quel passaggio improvviso dalla ridente primavera al triste autunno, tutto quel grande e concorde vino dell’entusiasmo commutato in breve tempo in aceto e in veleno, non rimase senza effetto nel tempo di poi. Filtrò nelle vene della nazione che già altri germi malsani possedeva: il male apparve ad intervalli con espulsioni di carattere maligno, più tardi, e a varie riprese. Nè anche oggi si può dire compiuta la cura depurativa del sangue malsano.
Chiedo venia della disgressione.
{{Asterismo}}
Pietro Panzeri, giovanetto, si arruolò sotto le bandiere garibaldine; e, più precisamente, prese parte alle operazioni di guerra compiute dalla legione di guardia nazionale mobile, la quale fu ideata e organata dopo molte difficoltà, titubanze e {{Pt|incer-|}}<noinclude></noinclude>
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Luigi62
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|{{Sc|xxvi}}|{{Sc|l'istituto dei rachitici}}||riga=si}}</noinclude>padiglione Frizzi di cui qui porgiamo il disegno. Esso sorse per lascito di un’egregia benefattrice, la signora Edvige Frizzi; ed è congiunto all’edificio principale per mezzo di una lunga ed ampia galleria a terreno, tutta a vetrate, fiancheggiata da {{FI
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| caption = {{Sc|bambine ricoverate nel padiglione frizzi.}}}} ambedue i lati da spalliere di glicine. Le stanze di questo padiglione non solo rispondono ad ogni più rigorosa norma di igiene, ma sono anche eleganti ed allegre.
{{Asterismo}}
Ed ora un po’ di statistica. I numeri hanno talvolta più eloquenza che le parole dello scrittore.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione|{{Sc|xxxvi}}|{{Sc|pietro panzeri }}||riga=si}}</noinclude>è costruito per tal modo che esso sorge dalla complessità dell’umano lavoro: l’opera dell’architetto è dagli uomini sommata con quella dell’umile operaio, e nulla se ne perde nel tempo. L’un uomo scomparendo, tramanda all’altro la lampada del sapere perchè questa risplenda di maggiore luce.
Ma dove l’opera umana splende di luce propria nè teme eclissi di luce maggiore è nel bene fare ai propri simili, fortemente, sapientemente, umilmente, cioè senza anelare alla lode e senza temere l’oblio, la maldicenza, le asperità della critica.
Far conoscere e divulgare questi sani e santi frutti del Bene è il mezzo più pratico e semplice per riconciliare gli scettici e gli inerti con l’umana imperfezione.
Ora di questa nuova fede, di questa religione del bene e umanamente operare il Panzeri fu apostolo di pari fervore che della scienza.
{{Asterismo}}
Pietro Panzeri nacque lombardo, e del lombardo aveva i caratteri, cioè l’attività grande, il buon senso pratico, la bonarietà e, non esclusa talvolta, una certa rudezza esteriore della parola e del fare, sotto la quale rudezza non era però difficile lo scoprire l’indole sua squisitamente gentile. «Un burbero benefico», questa fu l’espressione facile in cui quasi tutti coloro che io del Panzeri richiesi,<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="MARIO ZANELLO" />{{RigaIntestazione|{{Sc|xvi}}|{{Sc|l'istituto dei rachitici}}|riga=si}}</noinclude>più tardi trasportate in altro edificio, costruito più tardi.
Un grande studio in ogni menomo particolare presiedette alla costruzione dell’edificio. E non solo la cosa corrispose all’idea dal lato scientifico ed igienico, ma, quello che è pur notevole, anche l’estetica se ne può compiacere.<ref>{{Sc|Nota}}. — Chi desiderasse più ampia relazione dell’Istituto, confronti l’opuscolo che il benefattore e fondatore, Dr. Edoardo Pini, publicò in Milano nel 1884: ''Gli Istituti e le Scuole pei rachitici in Italia. Statuto e regolamento del Pio Istituto dei rachitici in Milano''.</ref>
Inoltre il visitatore che entra nell’Istituto, non è in nessun modo colpito da quel non so che di tristezza che incombe sugli altri Istituti ospitalieri, ma vi respira come un’aura di riposato benessere e di mite lietezza, nè gli repugna di ritornarvi.
Interessante per l’uso a cui serve è il padiglione Regazzoni che si trova sulla linea della strada e che, nel piano terreno, contiene la portineria.
Da prima le inservienti e le infermiere per la insufficienza del locale, dormivano nelle soffitte, ne’ corridoi, nelle stesse infermerie, dove insomma rimaneva un poco di spazio.
La signora Regazzoni, che aveva ragioni di affetto per l’Istituto, volle per sua munificenza che fosse eretto codesto padiglione a dormitorio e ricovero delle infermiere. Sono bellissime e ariose stanze al primo piano.
Del resto se nulla indicasse che quello è {{Pt|l’Isti-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="MARIO ZANELLO" />{{RigaIntestazione|{{Sc|xiv}}|{{Sc|l'istituto dei rachitici}}|riga=si}}</noinclude>Romana — uno dei più fragorosi e ingombri della città — al punto dove una statua di ecclesiaste, seicentisticamente agitata, sorge nel bigio marmo sul ponte del Naviglio. Si diverge per una via solitaria che sembra chiusa al passaggio, la via che prende nome dall’antica chiesa di S. Calimero: si passa prima davanti al melanconico giardino che è di fronte alla chiesa di S. Sofia; poi la via si restringe ancora, ben lastricata, con de’ muricciuoli ai lati che sembra una delle tristi vie disabitate di Orvieto, sopra quell’aereo colle. In fine appaiono ciuffi di verde da alte piante al di là del muricciuolo; si volta, ed ecco un lungo edificio rosso con terrazze, colonne snelle, in fra un largo spiazzale di aiuole e di prato.
È l’Istituto dei rachitici, o meglio il padiglione principale. Questo sorse per il primo, attorno ad esso furono poi costruite le villette e i padiglioni minori.
La fronte del lungo edificio prospetta verso mezzodì e verso occidente e perciò è quasi sempre confortata dal sole. Su questa fronte, all’altezza del piano superiore e in corrispondenza con le infermerie, corre una terrazza lunga ben trentaquattro metri e larga tre, sostenuta da svelte colonnine di ghisa così che al piano terreno rialzato essa riesce a formare una specie di portico.
Questa terrazza fu imaginata allo scopo di trasportarvi i letticciuoli dei piccoli infermi durante le stagioni temperate. Un’opportuna {{Pt|disposi-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione|{{Sc|xlvi}}|{{Sc|pietro panzeri }}||riga=si}}</noinclude>deformità — non lo sorprese, nè egli vide pieni i suoi giorni nè certo compiuta l’opera sua di scienziato, quale egli dovea vagheggiare. Lo sorprese invece la morte, nel pieno vigore della virilità, una di quelle morti fulminee e pietose che gli antichi con voce sapiente chiamarono «per visitationem Dei».
E fu così:
Aveva lavorato tutto il giorno, assistito, consigliato, operato gli infermi, aveva trascorso la sera in mezzo alla sua famiglia d’elezione, nell’Istituto dei Rachitici. Erasi mostrato, come di consueto, genialmente cordiale con tutti i commensali: mangiò poco e poi fece una passeggiata in giardino verso le otto. Era incerto se uscire o no; sentì un po’ di freddo, e disse: «Vado a mettermi a letto».
Si coricò: e pregò una delle assistenti dell’Istituto di leggergli il giornale come era solito fare qualche volta.
La lettrice era abituata, quando si accorgeva che stava per addormentarsi, ad abbassare la lampada ed andarsene inavvertita. Ma quella sera, come ella mi disse, «avea qualche cosa di fisso in mente ed era incapace ad alzarsi dalla sedia».
E così stando, cessata ogni lettura, vide che si svegliava.
Si svegliò e domandò che ora fosse.
Ella rispose: — Le otto e mezzo; desidera di dormire, signor direttore?<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione||{{Sc|chi sarà lo sposo?}}|7|riga=si}}</noinclude><nowiki/>
Ma dopo alcun tempo passarono molti carri, così pesanti che i cavalli non riuscivano che a fatica a levare il trotto: allora potè accostarsi ad uno de’ sergenti che guidava il convoglio e gli domandò chi fosse quel bel cavaliere che era passato prima.
— Quegli è figlio di un Re di corona! — rispose il sergente.
— E dove va?
— Va con la sua baronia al castello della Regina.
— Allora tutti s’avviano al castello della Regina?
— Così è: domani la Reginella si fa la sposa, e le nozze saranno belle e grandi, che chi le avrà vedute potrà ricordarsene per un pezzo. Ma sappiate, signor viandante, e ditelo per certa fede a chiunque sosterrà il contrario, che la Reginella non isposerà altri che il cavaliere che avete veduto passare testè, nostro signore, perchè solo il figlio di un Re di corona può ragionevolmente pretendere di essere sposo della Reginella!
Così disse e mandò un grido e tutti i sergenti fecero il simigliante incitando i cavalli, i quali piegarono le groppe e levarono il trotto; e il convoglio che portava le tende e i doni nuziali, si allontanò, con gran rumore.
Allora Fortunio fu sopraffatto dal desiderio di andare egli pure al castello della Regina a vedere le nozze e, come egli era a piedi, così camminò a quella volta.
E andò, e dopo molto andare passò per un borgo dove era un popolo di gozzuti e di nani che oziavano per la via, ed era tutta gente sucida e macilenta. Pensò che quivi avrebbe potuto domandare del cammino: ma l’uomo a cui si rivolse lo fissò con due occhi smemorati, poi gli aperse una gran bocca sgangherata e davanti a lui si accovacciò con le palme su le ginocchia per ridere meglio. E rise, e poi che ebbe riso a sua voglia, puntò il dito contro di lui e volgendo quella sua ebete faccia ai vicini, disse:<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione|60|{{Sc|la morte di un re}}||riga=si}}</noinclude>mi riaccostai al falco, ma con molta prudenza, e lo vidi con regale solennità immobile come prima; solo l’ala rientrava come da per sè quasi serpe che rimbuca, e quattro lunghi e sottili aghi adunchi si ritraevano nei loro alveoli.
I suoi occhietti gialli, tondi, si movevano solo essi, e seguivano ogni mio gesto, come l’imagine nello specchio segue chi vi si affaccia, e col muover delle pupille si moveva un becco breve ma uncinato, di cui prima non mi era accorto, e dava alla fisonomia un aspetto grifagno.
Compresi allora come il piccolo animale, uguale nell’aspetto agli altri uccelli, ne fosse diverso per delle qualità segrete che prima non avea sospettato.
Pensieri di rappresaglia si agitavano nel mio cervello. — Io ti punirò di morte, — dissi con voce di giudice che sentenzia, ma la mia voce risonò a vuoto nello stanzone melanconico, ma era una voce dolce la mia, egli invece mi avea colpito senza emettere un suono.
Gli enumerai con persuasione tutti i suoi torti: — Voi siete un violento, un rapace, un masnadiero dell’aria, voi avete, signor falco, spogliato tanti nidi, lacerato e ucciso tanti innocenti augelletti i quali cantavano la gloria del Signore e provvedevano il vitto ai loro piccini! Gran perfidia fu la vostra, signor falco, ma ora siete in mia balìa e ne sconterete bene la colpa senza alcuna remissione o pietà.
Così fermato il proposito della pena, dopo essermi assicurato che il falco era ben legato, corsi in cerca di un bastoncello e feci per colpirlo.
Ma il falco stette: solo si contorse nell’atto superbo e magnifico con cui sogliono effigiarsi le aquile negli stemmi, e le pupille perforanti saettarono un senso: — Vile!
Ed io non lo percossi.<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|sotto la madonnina del duomo}}|81|riga=si}}</noinclude>
{{Asterismo}}
Fra le molte felicità di Ambrogino vi fu però una scoperta triste.
Non era nè il risotto, nè il barbèra, secondo lui ''deteriorati'' da quel che erano in antico, no, era un’altra cosa di cui a bella prima non si voleva persuadere, ma di cui dovette mal suo grado amaramente convincersi.
Lasciamo stare che i milanesi veri come lui, dal cuore largo e dal parlar rude e franco, non erano più che in pochi: c’erano veneti, friulani, emiliani: ma pazienza! Non per nulla si era fatta l’Italia. Ma i tedeschi, ma gli svizzeri, che c’entravano loro?
Per certe strade non si sente che parlar tedesco, e tutta gente ben vestita, e che pezzi d’uomini e di donne, e che tuono! Li aveva visti lui! Entrano nelle botteghe, comandano come fossero loro i padroni: questo modo di fare se lo poteva tutt’al più permettere lui che era vero cittadino di Milano, ma loro! Se lui avesse dovuto andare a Berlino o a Vienna, si sarebbe presentato col cappello alla mano, avrebbe chiesto licenza come si fa quando si entra in casa degli altri: invece loro...! Un giorno alla birreria ne aveva vicini due, grossi come due corazzieri: mangiavano quelle carni tedesche affumicate facendo scricchiolare sotto i denti i ''salzstangen'': parlavano, e non sapeva certo lui di che cosa, ma sentì due o tre volte il nome d’Italia detto in un certo modo che gli si inacidì il sangue, e uno rideva con una certa bocca che pareva voler dire: ''noi mangiare tutta bella Italia con tutto risotto e con tutti maccaroni, e bere anche tutto vino''.
Avea mutato di posto per non compromettersi e avea chiesto al cameriere un giornale: il cameriere, nemmeno a farlo apposta, gli avea buttato lì cinque o sei giornali tedeschi di cui non si capiva nemmeno il titolo.<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|144|{{Sc|la seconda disillusione}}||riga=si}}</noinclude>vesti e nel decoro con cui sedeva traspariva anzi qualcosa
di monastico. Solo la capigliatura pareva ribellarsi
a questa mortificazione a cui soggiaceva tutta la figura;
una capigliatura vigorosa, magnifica come un cimiero
antico che incorniciava la pallida fronte, dalla purezza
di statua ellenica.
Il vigore della vita che pareva quasi sfuggire dalle
membra, si affermava rifugiandosi in quella esuberante
chioma.
Aveva deposto presso sè il cappello: un cappello
semplicissimo di paglia e con le mani incrociate sul
grembo sorrideva ogni tanto alla persona che le stava
di fronte.
— È un gran caldo — diceva a fior di labbro ogni tanto.
— Rinfrescati con un po’ di menta — e le porse una scatoletta.
Fece cenno di no, sorridendo di un bellissimo sorriso
che ebbe commento da queste parole: — Voglio resistere
e voglio sopportare il caldo! Stando ferma, si
sente meno.
Il signore di fronte era uomo che ad un attento osservatore
sarebbe parso più vicino ai cinquanta che ai
quarant’anni; ma una gran presenza di signorilità piuttosto
austera, un non so che di sano, di placido, di virtuoso
gli toglieva moltissimo di età.
Un forte e magro naso aquilino dominava una barba
più che brizzolata in cui si apriva una bocca dolcissima,
almeno nei rari colloqui con lei che tutto addimostrava
sua figlia.
Questi erano i due viaggiatori che potremmo chiamare
silenziosi rispetto agli altri due che erano di una
loquacità poco comune. Questi erano saliti per secondi in
quello scompartimento, e si erano posti l’uno di fronte all’altra.<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||15|}}</noinclude>cui con tanto rovinoso dispendio si pretende d’indurlo a produrre contro natura. La coltivazione delle api, principal antica produzione vallerana, è presentemente molto negletta nella Mesolcina. Con un poco d’industria da questo coltivamento ridonderebbe a tutte le Comuni della Valle un’infallibile gran vantaggio, giacchè il suo clima e vegetazione ne sono favorevoli.
''Emigrazione''. — Non volendo i Mesolcinesi applicarsi con assiduità alla coltivazione della terra, e non conoscendo che qualche rustico mestiere, essi sono costretti di procacciarsi altrove i mezzi di sussistenza. Già da lungo tempo parte degli uomini mesolcinesi costumano di rendersi in Francia a professar l’arte di vetrajo-pittore, ed altri in Germania in qualità di spazzacamini, da dove apportano ogni anno vistose somme di danaro per estinguere i debiti dalle loro donne dovuti incontrare durante la loro assenza. Si calcola essere la decima parte almeno degli uomini vallerani che sortono in qualità di emigranti dal paese.
''Commercio''. — Il piccol comune reddito di commercio della Mesolcina, il quale non corrisponde alla spesa che si fa dei diversi necessari generi d’importazione, consiste principalmente in ottocento a mille diverse bestie bovine che annualmente sortono dalla Valle, la maggior parte {{pt|ap-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||16|}}</noinclude>{{pt|partenente|appartenente}} all’Alta Mesolcina e Calanca; in alcune centinaja di pelli di camoscio e d’altre ordinarie qualità; ed in poca caccia e pesca. Il ricavo delle galette che da pochi anni si coltivano nella Bassa Mesolcina produce una riguardevole entrata. Grande è il commercio nell’esportazione che si fa d’ogni sorta di legnami da fabbrica e carboni; ma siccome non appartiene che a privati speculatori, questo genere di commercio non riesce generalmente che di gran danno alle due valli, le quali indubitatamente, se non metteranno in esecuzione sin che sono ancora in tempo non solo la provvida legge sui boschi urgentemente stata proposta l’anno scorso, e già in vigore presso alcune Comuni cantonali, ma anche impedire provvisoriamente l’ulteriore vendita di boschi generali e selve particolari, si vedranno ciecamente ridotte in una trista situazione.
Il transito delle merci ed i forestieri che traversano la Mesolcina sono pure di non lieve lucro ai Vallerani.
''Affitti della alpi''. — Tutte le Comuni della Mesolcina possedono separatamente, o in unione delle alpi, dalle quali ricavano annualmente più o meno quantità di danaro coll’affittare ai pecorai, durante i tre mesi d’estate, quelle pasture che potrebbero sopravanzare al mantenimento del proprio bestiame, ma particolarmente<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||22|}}</noinclude>domenica del Carmine, come la più vicina festa del quattordici luglio, dovrebbe esserla in rendimento di grazia a Dio, ed in commemorazione di quanto è avvenuto in tal giorno dell’anno 1525.
''Velamento''. — Generalmente le donne della Mesolcina in giorni festivi si trovano in chiesa velate d’un pezzo di stoffa di seta nera, chiamato ''Sandalo'' col quale nascondono la metà del loro corpo, oppure le più povere e le piccole ragazze portano sulla testa un semplice fazzoletto. Rimarchevole è il doppio modo con cui le donne di Soazza si velano nei giorni di solennità, giacchè alle funzioni antimeridiane esse sono tutte addobbate di detti ''sandali'' neri, ed a quelle pomeridiane compariscono in chiesa coperte di ''sandali'' di tela bianca, additando e sprezzando quelle che per distinzione contraffacessero a tale loro costume.
''Mortori''. — Allorchè muore qualcuno, si usa di sonare alla distesa e per lungo tempo le campane, particolarmente nell’Alta Mesolcina e Calanca, ciocchè dovrebbe piuttosto sostituirvi il segnale di pochi convenuti tocchi di campana. Il costume d’accompagnar il cadavere alla chiesa dai più prossimi parenti, non fa che sconcertare quelle sacre funzioni; e dovrebbe anche essere dimessa l’orgogliosa usanza di fare ad ogni defunto l’orazion funebre. Dopo la saggia {{pt|adot-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Yiyi" />{{RigaIntestazione||225|}}</noinclude>{{Pt|{{left|''nelle due Valli, e loro attuale composizione.''}}<templatestyles src="Template:TableStyle/style.css" />|}}
{{Ct|f=100%|v=.5|t=2|L=0px|'''CALANCA'''}}
{{FI
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}}
{| class="mesolcina"
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|-
|Belval||Valbel||Valbella monti della Calanca
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
|Giovat||Giova||Giova, fraz. di Busen
|-
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|-
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|-
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|-
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|}<noinclude><references/></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Yiyi" />{{RigaIntestazione||225|}}</noinclude>{{Pt|{{left|''nelle due Valli, e loro attuale composizione.''}}<templatestyles src="Template:TableStyle/style.css" />|Nomi antichi e Moderni di tutti i paesi esistenti nelle due Valli, e loro attuale composizione.}}
{{Ct|f=100%|v=.5|t=2|L=0px|'''CALANCA'''}}
{{FI
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|Cervis||Cervi||Santa Domenica, Com.
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|-
|Landare||Landarca||Landarenca, Comune
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|-
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|-
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|-
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|-
|Nader||Porta||Nadro, fraz. di Castaneta
|}<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Marinetti - I Manifesti del futurismo, 1914.djvu/154
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Mastrocom" />{{RigaIntestazione||— 150 —|}}</noinclude>{|
| width="50%"| ''Néo'' e ''post'' || Dante Shakespeare Tolstoi Goethe
|-
|Bayreuth Firenze Montmartre e Monaco di Baviera || Dilettantismi merdeggianti
|-
|Lessici
|rowspan="2"|Eschilo e teatri d’Orange e di Fiesole
|-
|Buongustismi
|-
|Orientalismi
|rowspan="2"|India Egitto Fiesole e la teosofia
|-
|Dandismi
|-
|rowspan="2"|Spiritualisti o veristi (senza sentimento della realtà e dello spirito) || Scientismo
|-
|Montaigne Wagner Beethoven Edgard Poe
|-
|Accademismi
|rowspan="2"|Walt Whitman e Baudelaire Manzoni Carducci e Pascoli
|-
|I fratelli siamesi D’Annunzio e Rostand
|}
{{ct|f=150%|t=2,5|v=1,5|ROSE a}}
MARINETTI — PICASSO — BOCCIONI — APOLLINAIRE — PAUL FORT — MERCEREAU — MAX JACOB — CARRÀ — DELAUNAY — HENRI MATISSE — BRAQUE — DEPAQUIT — SEVERINE — SEVERINI — DERAIN — RUSSOLO ARCHIPENKO — PRATELLA — BALLA — F. DIVOIRE — N. BEAUDUIN — T. VARLET — BUZZI — PALAZZESCHI — MAQUAIRE — PAPINI — SOFFICI — FOLGORE — GOVONI — MONTFORT — R. FRY - CAVACCHIOLI — D’ALBA — ALTOMARE — TRIDON — METZINGER — GLEIZES — JASTREBZOFF — ROYÈRE.— SALMON — CASTIAUX — LAUERNCIN — AURL — AGERO — LEGER - VALENTINE DE SAINT-POINT — DELMARLE — KANDINSKY — STRAWINSKY — HERBIN —<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Mastrocom" />{{RigaIntestazione||— 151 —|}}</noinclude>A. BILLY — G. SAUVEBOIS — PICABIA — MAECEL DUCHAMP - B. CENDRARS — JOUVE — H. M. BARZUN — G. POLTI — MAC ORLAN — F. FLEURET — JAUDON — MANDIN — R. DALIZE — M. BRESIL — F. CARCO — RUBINER — BETUDA — MANZELLA-FRONTINI — A. MAZZA T. DÉRÈME — GIANNATTASIO — TAVOLATO — DE GONZAGUES-FRIEK — C. LARRONDE.<noinclude></noinclude>
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Cruccone
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<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||{{Sc|appendice}}|473}}</noinclude>{{nop}}
Una pecca comune a quasi tutti gli scrittori che si occuparono del Fiume Latte al principio del secolo scorso, è quella relativa all’altezza e pendenza della cascata del fiume stesso. Nelle guide del lago di Como dell’{{Wl|Q102286974|Ostinelli}}, negli almanacchi manuali della provincia di Como e nelle pubblicazioni di {{AutoreCitato|Cesare Cantù|Cesare Cantù}} sul lago, si legge che il fiume Latte precipita{{FI|file=Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927) (page 482 crop).jpg|width=70%|float=floating-center|caption=Veduta moderna di Fiume Latte (fotogr. Adamoli)|tstyle=font-size:80%}} quasi a picco nel lago da un’altezza di 300 e più metri. {{AutoreIgnoto|Antonio Gentile}} fa scendere il fiume da una caverna lontana dal lago un quarto di miglio<ref>{{Sc|Antonio Gentile}}. ''Como e il suo lago''. Como, Giorgetti, 1858.</ref> e {{AutoreCitato|Ignazio Cantù|Ignazio Cantù}}<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Ignazio Cantù|Ignazio Cantù}}}}. ''{{TestoAssente|Guida per la Brianza e per le terre circonvicine}}''. Milano. Brunetta, 1837.</ref> fa cadere le acque nel lago quasi a perpendicolo da un’altezza nientemeno di 1000 metri.
Hanno esagerato tutti. Il fiume Latte non ha che un percorso di circa 230 metri, ed una pendenza media di quarantacinque gradi che supera per breve tratto, nel punto in cui si getta nel lago.<noinclude></noinclude>
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Pagina:Storia dei collegi elettorali 1848-1897.djvu/100
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<noinclude><pagequality level="3" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||— 84 —|}}
{{sans-serif|'''{{type|f=.8em|l=-0.5px|Bologna II.'''}}}}</noinclude><noinclude>{| class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}
|-
|colspan=9 |{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|''Segue'' {{Sc|Collegio di}} '''Bologna II'''.}}</noinclude>
|-
|align=center|<noinclude>Collegio uninominale<br/></noinclude>IX||22 ott. 1865<br/>29 » » ||1682 ||1ª vot. 597<br/>Ball. 592||{{Wl|Q548589|{{sans-serif|'''Pepoli'''}} march. Gioacchino}}||467<br/>529||{{Wl|Q597155|Minghetti Marco}}||33<br/>30||
|-
|align=center|X||10 marzo 1867<br/>17 » » ||1661 ||1ª vot. 689<br/>Ball. 627||{{nowrap|{{sans-serif|'''Pepoli'''}} march. Gioacchino}}||488<br/>512||{{Wl|Q539|Garibaldi Giuseppe, gen.}}||83<br/>52||{{nowrap|Nom. a senatore<ref>Cessò per nomina a senatore il 12 marzo 1868.</ref>}}
|-
| ||19 aprile 1868<br/>26 " " ||1889 ||1ª vot. 295<br/>Ball. 535||{{Wl|Q676336|{{sans-serif|'''Medici'''}} Giacomo}}, gen.||260<br/>290||Ceneri Giuseppe, avv.||19<br/>213||Dimissioni<ref>Dimissionario l8 aprile 1870.</ref>
|-
| ||24 aprile 1870<br/>1 maggio »||2370 ||1ª vot. 517<br/>Ball. 796||{{Wl|Q63928353|{{sans-serif|'''Vicini'''}} Gustavo}}, avv.||259<br/>401||Nunziante Alessandro, gen.||228<br/>373||
|-
|align=center|XI||20 nov. 1870<br/>27 » »||2565 ||1ª vot. 612<br/>Ball. 804||{{sans-serif|'''Vicini'''}} Gustavo, avv.||215<br/>436||Minghetti Marco||323<br/>340||
|-
|align=center|XII||8 nov. 1874<br/>15 » » ||1907 ||1ª vot. 500<br/>Ball. 491||{{Wl|Q3757135|{{sans-serif|'''Tacconi'''}} Gaetano}}, dott.||394<br/>357||{{Wl|Q728920|Fortis Alessandro}}, avv.||77<br/>90||
|-
|align=center|XIII||5 nov. 1876<br/>12 » » ||2043 ||1ª vot. 954<br/>Ball. 1139||{{nowrap|{{Wl|Q23894264|{{sans-serif|'''Regnoli'''}} Oreste}}, avv. prof. di}} dir. civ. Univ. di Bologna.||315<br/>582||Isolani c.te Francesco<br/><br/>{{nowrap|Tacconi Gaet., dott. (1ª vot.)}}||432<br/>538<br/>164||Sorteggio<ref>Sorteggiato il 12 marzo 1877 per eccedenza nel numero dei deputati professori.</ref>
|-
| ||8 aprile 1877<br/>15 » » ||2024 ||1ª vot. 891<br/>Ball. 1231||{{Wl|Q63859895|{{sans-serif|'''Isolani'''}} c.te Francesco}}||461<br/>738||{{Wl|Q63804996|Berti Ferdinando}}, avv.<br/><br/>{{nowrap|Venturini Arist., avv. (1ª vot.)}}||305<br/>474<br/>89||
|-
|align=center|XIV||{{nowrap|16 maggio 1880}}<br/>23 » » ||2311 ||{{nowrap|1ª vot. 1252}}<br/>Ball. 1645||{{sans-serif|'''Isolani'''}} c.te Francesco||632<br/>841||Marescalchi c.te Antonio||514<br/>763||
|- valign=middle
|align=center|Scrutinio di lista<br/>XV, XVI e XVII||align=center|V. [[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Imola|{{sans-serif|'''Imola'''}}]] || || || || || || || ||
|- valign=bottom
|align=center|Collegio uninominale<br/>XVIII||6 nov. 1892 ||8414||3072||{{Wl|Q63969037|{{sans-serif|'''Silvani'''}} Rodolfo}}, colonn.||1658 ||Baratelli Giuseppe, avv.||1161||
|-
|align=center|XIX||{{nowrap|26 maggio 1895}} || 7967||4126||{{Wl|Q63684294|{{sans-serif|'''Marescalchi'''}} Alfonso}}||2079 ||Silvani Rodolfo, colonn.||1813||
|-
|align=center|XX||21 marzo 1897 ||7944||4113||{{sans-serif|'''Marescalchi'''}} Alfonso||2182 ||{{Wl|Q87492623|Nadalini Ettore}}, avv.<br/>Bozzani Raffaele||1165<br/>585||
|-
<noinclude>|}</noinclude><noinclude><br/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||— 85 —|}}
{{A destra|'''{{sans-serif|{{type|f=.8em|l=-0.5px|Bologna III, IV.}}}}'''}}</noinclude><noinclude>{| class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}</noinclude>
|-
|colspan=9 |{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|{{Wl|Q48802406|{{Sc|Collegio di}} '''{{§|Bologna III|Bologna III}}'''}}.}}
|-
|align=center|Collegio uninominale<br/>VII|| 25 marzo 1860||751||326||{{Wl|Q3659069|{{sans-serif|'''Berti-Pichat'''}} Carlo}}||305||{{nowrap|{{Wl|Q86835749|Massei c.te Giovanni}}, avv.}}<br/>Bacchi Ludovico, avv.<!--Lodovico Bacchi Della Lega-->||3<br/>3||
|-
|align=center|VIII||27 genn. 1861 ||1339||508||{{sans-serif|'''Berti-Pichat'''}} Carlo||451||{{Wl|Q3939917|Audinot Rodolfo}}||18||
|-
|align=center|IX||22 ottob. 1865<br/>29» » ||1540||1ª vot. 577<br/>Ball. 581||{{sans-serif|'''Berti-Pichat'''}} Carlo||478<br/>538||{{Wl|Q597155|Minghetti Marco}}||24<br/>30||
|-
|align=center|X ||{{nowrap|10 marzo 1867}}<br/>17 » » ||1489||{{nowrap|1ª vot. 602}}<br/>Ball. 567||{{sans-serif|'''Berti-Pichat'''}} Carlo||477<br/>470||Loup Luigi||33<br/>69||Dimissioni<ref>Dimissionario il 18 gennaio 1868.</ref>
|-
| ||16 febbr. 1868<br/>23 » » ||1703||1ª vot. 594<br/>Ball. 707||{{Wl|Q63930584|{{sans-serif|'''Loup'''}} Luigi}}||346<br/>425||Vicini Gustavo, avv.||229<br/>267||Dimissioni<ref>Dimissionario il 7 marzo 1870.</ref>
|-
| ||3 aprile 1870<br/>10 » » ||1971||1ª vot. 446<br/>Ball. 628||{{Wl|Q63928665|{{sans-serif|'''Busi'''}} Leonida}}, avv.||262<br/>384||Nunziante Aless., gen.||166<br/>237||
|-
|align=center|XI||20 nov. 1870<br/>27 » » ||2100||1ª vot. 528<br/>Ball. 471||{{sans-serif|'''Busi'''}} Leonida, avv.||348<br/>378||Minghetti Marco||85<br/>56||
|-
|align=center|XII||8 nov. 1874<br/>15 » » ||1802||1ª vot. 594<br/>Ball. 577||align=left|{{nowrap|{{Wl|Q22069595|{{sans-serif|'''Zanolini'''}} Cesare}}, ing., magg.}} d'artiglieria||289<br/>306||{{Wl|Q779096|Panzacchi Enrico}}, prof.||221<br/>247||
|-
|align=center| XIII||5 nov. 1876<br/>12 » » ||1937||1ª vot. 868<br/>Ball. 1098||{{sans-serif|'''Zanolini'''}} Cesare, ing., magg. d'artiglieria||350<br/>587||Ercolani G. B., prof.||445<br/>488||Promozione<ref>Cessò per promozione a tenente colonnello il 27 giugno 1878.</ref>
|-
| ||21 luglio 1878<br/>28 » » ||2080||1ª vot. 300<br/>Ball. 195||{{sans-serif|'''Zanolini'''}} Cesare, ing., ten. colonn. d'artiglieria||292<br/>189||Zanolini Carlo, dott.||2<br/>3||
|-
|align=center|XIV||16 magg. 1880<br/>23 » » ||2114||{{nowrap|1ª vot. 1011}}<br/>Ball. 1504||{{nowrap|{{Wl|Q3766650|{{sans-serif|'''Ercolani'''}} G. B.}}, prof. di med.}} veter. Univ. di Bologna||512<br/>755||Zanolini Cesare, ing., ten. colonn. d'artiglieria||477<br/>681||
|- valign=middle
|align=center|Scrutinio di lista<br/>XV, XVI XVII||align=center| Compreso ael Collegio di [[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Bologna I|Bologna I]]. || || || || || || ||
|- valign=bottom
|align=center|Collegio uninominale<br/>XVIII||6 nov. 1892|| 7060||2366||{{Wl|Q63968961|{{sans-serif|'''Rossi'''}} Rodolfo}}, avv.||1653 ||Brini Giuseppe, prof.||570||
|-
|align=center|XIX||26 magg. 1895 ||6295||3133||{{Wl|Q21832986|{{sans-serif|'''Pini'''}} Enrico}}, avv.||2021||Brini Giuseppe, prof.||942||
|-
|align=center|XX||21 marzo 1897|| 6265||3188||{{sans-serif|'''Pini'''}} Enrico, avv.||1674|| Novaro Giacomo Filippo<br/>Zirardini Gaetano||1161<br/>158||
|-
|colspan=9 |{{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|{{Wl|Q88662130|{{Sc|Collegio di}} '''{{§|Bologna IV|Bologna IV}}'''.}}}}
|-
|align=center|VII||{{nowrap|25 marzo 1860}}||799||322||{{Wl|Q597155|{{sans-serif|'''Minghetti'''}} Marco}}||291 ||Massei c.te Giovanni, avv.||6||{{nowrap|Nomina a min.<ref>Cessò per nomina a ministro dell'interno il 31 ottobre 1860. - Non seguì altra elezione</ref>}}
|-
|align=center|VIII||align=center|Cessò di essere capoluogo di Collegio. || || || || || || ||
|-
<noinclude>|}</noinclude><noinclude><br/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||— 89 —|}}
{{A destra|'''{{sans-serif|{{type|f=.8em|l=-0.5px|Borgomanero.}}}}'''}}</noinclude>{| class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}
|-
|colspan=9 |{{§|Borgomanero}} {{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5|{{Wl|Q88975341|{{Sc|Collegio di}} '''Borgomanero'''.}}}}
|- valign=bottom
|align=center|Collegio uninominale<br/>I||{{nowrap|27 aprile 1848}}||619||440||{{nowrap|{{Wl|Q3951034|{{sans-serif|'''Vegezzi'''}} Franc. Sav.}}, avv.}}||280 ||{{nowrap|Da Bormida Secondo, colonn.}}||111||
|-
|align=center|II||22 genn. 1849||607||198|| {{Wl|Q3904014|{{sans-serif|'''Maestri'''}} Pietro}}||149||{{Wl|Q337311|Rosmini Antonio}}, abate||31 ||Annullamento<ref>Annullata l'elezione il 3 febbraio 1849, non avendo l'eletto raggiunto il terzo degli elettori inscritti.</ref>
|-
| ||20 marzo » ||<ref name=p105>Mancano i verbali. L'elezione non venne convalidata pel sopravvenuto scioglimento della Camera.</ref>||<ref name=p105/>||{{Wl|Q705770|{{sans-serif|'''Durando'''}} Giov.}}, gen.||<ref name=p105/>||align=center|<ref name=p105/>|| ||align=center|<ref name=p105/>
|-
|align=center|III||15 luglio »<br/>22 » » ||616 ||{{nowrap|1ª vot. 265}}<br/>Ball. 224||{{Wl|Q63879312|{{sans-serif|'''Fara-Forni'''}} Giacomo}}, avv.||199<br/>207||Durando Giovanni, gen.||38<br/>16||
|-
|align=center|IV||9 dic. » ||609||424||{{sans-serif|'''Fara-Forni'''}} Giacomo, avv.||378|| Jassis c.te Paolo||12||
|-
|align=center|V||8 dic. 1853<br/>11 » » ||572||{{nowrap|1ª vot. 272}}<br/>Ball. 312||{{nowrap|{{Wl|Q943210|{{sans-serif|'''Cadorna'''}} Raff.}}, magg. genio}}||175<br/>221||Della Margherita Solaro c.te Clemente||83<br/>86||
|-
|align=center|VI||15 nov. 1857||424||299||align=left|{{Wl|Q1088319|{{nowrap|{{sans-serif|'''Della Margherita Solaro'''}}}} c.te Clemente}}||175 ||Cadorna Raffaele, magg. del genio||99|| Opzione<ref>Optò pel collegio di San Quirico il 18 gennaio 1858.</ref>
|-
| ||18 febbr. 1858||420||313||{{Wl|Q63859757|{{sans-serif|'''Guglianetti'''}} Francesco}}, avv.||213||Montiglio c.te Federico||94 ||{{nowrap|Nom. a seg. gen.<ref>Cessò il 25 aprile 1859 per nomina a segretario generale al Ministero dell'interno.</ref>}}
|-
| ||{{nowrap|29 giugno 1859}}||541||275||align=left|{{sans-serif|'''Guglianetti'''}} Francesco, avv. segret, gen. min. interno||256 ||Fara-Forni Giacomo.||8||align=center|<ref>L'elezione non fu riferita alla Camera per la chiusura della Sessione.</ref>
|-
|align=center|VII||25 marzo 1860||552||356||{{sans-serif|'''Guglianetti'''}} Francesco, avv. segret. gen. min. interno||310||Vegezzi Franc. Saverio, avv.||23||
|-
|align=center|VIII||27 genn. 1861||891||526||align=left| {{nowrap|{{Wl|Q3951034|{{sans-serif|'''Vegezzi'''}} Franc. Saverio}}, avv.,}} min, delle finanze||388|| Penotti Marco, notaio.||123||
|-
|align=center|IX||22 ottob. 1865<br/>29 » » ||992|| 1ª vot. 587<br/>Ball. 442||{{sans-serif|'''Vegezzi'''}} Franc. Saverio, avv., min. delle finanze||303<br/>397||Penotti Marco, notaio||185<br/>36||
|-
|align=center|X||10 marzo 1867<br/>17 » » ||805 ||1ª vot. 551<br/>Ball. 481||{{Wl|Q63950770|{{sans-serif|'''Penotti'''}} Marco}}, notaio.||208<br/>296||Serazzi Giuseppe, ing.<br/><br/>Unico Carlo, avv. (1ª vot.)<br/>Ramati Gaudenzio, avv. (id.)||109<br/>170<br/>120<br/>53||Annullamento<ref>Annullata l'elezione il 26 marzo 1867 perchè l'ufficio principale non tenendo conto, per pretese irregolarità, della votazione della sezione di Gozzano proclamò il ballottaggio fra Penotti e Serazzi, anziché, come era suo dovere, fra Penotti ed Unico, il quale, a primo scrutinio, aveva avuto maggior numero di voti dell'ing. Serazzi.</ref>
|-
| ||5 maggio » ||977||545||{{sans-serif|'''Penotti'''}} Marco, notaio||357||Unico Carlo, avv.<br/>Ercole Paolo, avv.||100<br/>57||Annullamento<ref>Annullata l'elezione il 28 maggio 1867 per aver egli subita una condanna ed essere stato per due volte accusato di falso, quantunque, riguardo a queste accuse, il tribunale avesse dichiarato non esservi luogo a procedere.</ref>
|-
| ||16 giugno »<br/>23 » » ||989 ||{{nowrap|1ª vot. 566}}<br/>Ball. 747||{{Wl|Q63931098|{{sans-serif|'''Mongini'''}} Luigi}}, avv.||248<br/>371||Penotti Marco, notaio||300<br/>369||
|-
|align=center|XI||20 nov. 1870||998||507||{{sans-serif|'''Mongini'''}} Luigi, avv.||356||{{Wl|Q1056905|Ricotti-Magnani Cesare}}, gen.||121||
|-
|align=center|XII||8 nov. 1874|| 1030||702||{{sans-serif|'''Mongini'''}} Luigi, avv.||351||{{Wl|Q63974310|Curioni Giovanni}}, avv.<br/>Omar Sereno, avv.||273<br/>57||
|-
<noinclude>|}</noinclude><noinclude><br/></noinclude>
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titolo = titolo.replace(/’/g, "'").replace(/^\s+/, '').replace(/[\r\n]+/g, ' ').replace(/ /, ' ').replace(/''/, "'");
$(this).val(titolo);
// quando l'ultima riga viene compilata, crea una riga nuova
li = $(this).parents('li');
if ($(this).val() !== '' && li.is(':last-child')) {
var level = parseInt(li.attr('class').replace('livello', ''));
aggiungiRiga(level);
}
});
inputFrom.keyup(function() {
$(this).val($(this).val().replace(/[^\d]/g, ''));
});
setLarghezza(li, livello);
inputTitolo.trigger('input');
};
setLarghezza = function(li, livello) {
li.find('.titolo').css('width', boxWidth-70 - (livello * 15));
};
getTitolo = function() {
titolo = $('#wpprpindex-Titolo').val();
if (titolo === '')
titolo = $('#wpprpindex-NomePagina').val();
return titolo;
};
getFrontespizio = function() {
num = $('#wpprpindex-Immagine').val();
if (num === '')
num = 1;
return num;
};
cambiaLivello = function(obj, inc) {
li = obj.parents('li');
livello = parseInt(li.attr('class').substr(-1)) + (inc ? 1 : -1);
if (livello > 0 && livello < 7) {
livelloSopra = parseInt(li.prev().attr('class').substr(-1));
diff = livello - livelloSopra;
// non si può mettere a più di un livello di distanza rispetto alla riga superiore
if (!inc || diff < 2) {
li.attr('class', 'livello' + livello);
setLarghezza(li, livello);
/*
li.find('.arrowRight, .arrowLeft').show();
if (diff == 1 || livello == 5) {
li.find('.arrowRight').hide();
} else if (diff == -1 || livello === 1) {
li.find('.arrowLeft').hide();
}
*/
}
}
li.find('textarea').focus();
};
scriviRiga = function(nome, titolo, from) {
testoPrec = $('#wpprpindex-Sommario').val();
if (testoPrec.length > 0)
testoPrec += '\n';
$('#wpprpindex-Sommario').val(
testoPrec + '{{Indice sommario|nome=' + nome + '|titolo=' + titolo + '|from=' + from + '|delta=' + calcolaDelta(from) + '}}'
);
$('#wpSummary').val('Gadget [[Aiuto:Gadget CompilaSommario|CompilaSommario]]');
};
initCompilaSommario = function() {
etichetta = $("[for='wpprpindex-Sommario']");
etichetta.append(' <a id="compilaSommarioBtn" href="#" class="btn blue" title="Compilazione semplificata tramite il gadget CompilaSommario">Compilazione assistita</a>');
etichetta.append('<p>Si consiglia di <b>compilare completamente il Sommario prima di creare le pagine in ns0</b>!</p>');
$('#compilaSommarioBtn').click(function(e) {
e.preventDefault();
if ($('#compilaSommarioBox').length > 0) {
$('#compilaSommarioCloseBtn').click();
} else {
$('#wpprpindex-Sommario').prop('readonly', true);
pagelists = parsePagelist();
etichetta.after('<div id="compilaSommarioBox"></div>');
box = $('#compilaSommarioBox');
box.append('<div id="compilaSommarioButtons"></div>');
buttons = $('#compilaSommarioButtons');
buttons.append('<div id="compilaSommarioVersion">' + versione + '</div>');
buttons.append('<div id="compilaSommarioGuida"><a href="/wiki/Aiuto:Gadget_CompilaSommario" target="_new" title="Guida (si apre in una nuova pagina)">Guida</a></div>');
box.append('<div id="compilaSommarioHeader">Titolo<div style="float: right">pag.</div></div>');
// sfruttiamo tutto lo spazio a sinistra
box.css('left', -leftMargin);
box.css('width', boxWidth);
buttons.append('<a id="compilaSommarioApplyBtn" href="#" class="btn blue" title="Applica le modifiche senza chiudere questo box">Applica</a>');
buttons.append('<a id="compilaSommarioConfirmBtn" href="#" class="btn blue" title="Conferma le modifiche e chiudi questo box">Conferma e chiudi</a>');
buttons.append('<a id="compilaSommarioCloseBtn" href="#" class="btn blue" title="Chiudi questo box senza applicare le modifiche">Annulla</a>');
box.append('<ul></ul>');
$('#compilaSommarioApplyBtn').click(function(e) {
e.preventDefault();
scriviIndiceSommario();
});
$('#compilaSommarioConfirmBtn').click(function(e) {
e.preventDefault();
$('#compilaSommarioApplyBtn').click();
$('#compilaSommarioCloseBtn').click();
});
$('#compilaSommarioCloseBtn').click(function(e) {
e.preventDefault();
$('#compilaSommarioBox').remove();
$('#wpprpindex-Sommario').prop('readonly', false);
});
$('#compilaSommarioBox').draggable({
create: function( event, ui ) {
$(this).css({
top: $(this).position().top,
left: $(this).position().left
});
}
});
box.append(legenda);
// se il Sommario è vuoto, inizia a scrivere la prima riga con il titolo dell'opera
if ($('#wpprpindex-Sommario').val() === '') {
nomePagina = $('#wpprpindex-NomePagina').val();
if (nomePagina === '') {
$('#compilaSommarioCloseBtn').click();
alert('Compila almeno il campo "Nome della pagina nel namespace principale", poi riapri la Compilazione assistita');
return;
}
scriviRiga(nomePagina, getTitolo(), getFrontespizio());
} else {
$('#compilaSommarioButtons').append('<div style="color: red"><b>Attenzione: verificare le modifiche prima di salvare!</b></div>');
}
parseIndiceSommario();
// preparo un po' di righe vuote a disposizione
for (i = 0; i < 3; i++)
aggiungiRiga(2);
}
});
};
function importVi() {
if (templateVi.length == 0)
alert('Non è stato trovato nessun template Vi. Trascrivi prima le pagine del sommario usando il template Vi, poi esegui nuovamente l\'import');
for (var i = 0; i < templateVi.length; i++) {
titolo = (templateVi[i].sezione + ' ' + templateVi[i].titolo).replace(/\s+/, ' ');
$($('#compilaSommarioBox ul').find('.titolo')[i + 1]).html(titolo);
// se manca il numero per questa pagina (es. perché c'è scritto "ivi"), riportalo da quella precedente
if (templateVi[i].pagina === '' && i > 0) {
templateVi[i].pagina = templateVi[i-1].pagina;
}
var paginaFile = trovaPaginaFile(templateVi[i].pagina);
$($('#compilaSommarioBox ul').find('.numPag')[i + 1]).val(paginaFile);
//console.log("import " + templateVi[i].titolo + ', pag. ' + paginaFile);
aggiungiRiga(2);
}
}
function loadSommarioPages(pageNum) {
console.log('load sommario page ' + pageNum);
$.ajax({
url: "/w/index.php?&title=Pagina:" + mw.config.get("wgTitle") + "/" + pageNum
}).always(function(response) {
$('.voceindice-riga', response).each(function(index) {
var vi = {};
vi.sezione = $(this).find('.voceindice-sezione').text();
vi.titolo = $(this).find('.voceindice-titolo').text();
vi.titolo = vi.titolo.substring(0, 1).toUpperCase() + vi.titolo.substring(1).toLowerCase();
vi.pagina = $(this).find('.voceindice-pagina').text().replace(/[^0-9]/g, '');
templateVi.push(vi);
});
if ($('.voceindice-riga', response).length) {
loadSommarioPages(pageNum + 1);
} else {
importVi();
}
});
}
function loadSommarioNs0() {
paginaNs0 = $('#wpprpindex-NomePagina').val();
console.log('load sommario from ns0 page: ' + paginaNs0);
$.ajax({
url: "/w/index.php?&title=" + paginaNs0
}).done(function(response) {
$('.tl-testo', response).each(function(index) {
titolo = $(this).find('i a').attr('title').replace(' (la pagina non esiste)', '');
livello = titolo.split('/').length;
titolo = titolo.substring(titolo.lastIndexOf('/') + 1);
console.log('add title: ' + titolo);
aggiungiRiga(livello, titolo);
});
aggiungiRiga(2);
});
}
parseIndiceSommario = function() {
sommarioText = $('#wpprpindex-Sommario').val();
nomebase = $('#wpprpindex-NomePagina').val();
// estrazione elementi Indice sommario e parsing
sommario = produciLista(sommarioText, "{"+"{Indice sommario", "}}", 1, "}}");
titoliCambiati = 0;
for (var i = 0; i < sommario.length; i += 1) {
riga = parseTemplate("Indice sommario", sommario[i])[0];
if (riga.nome == undefined) {
console.log("Errore nel parsing di Indice sommario: " + sommario[i]);
continue;
}
livello = (riga.nome.match(/\//g)||[]).length + 1;
// aggiungi riga con il titolo generale, se non c'era già
if (i === 0 && (livello > 1 || riga.nome != nomebase)) {
titolo = $('#wpprpindex-Titolo').val();
if (titolo === '')
titolo = nomebase;
aggiungiRiga(1, titolo, getFrontespizio());
}
titoloBefore = riga.titolo;
if (riga.nome == nomebase)
titolo = getTitolo();
else
titolo = riga.nome.substring(riga.nome.lastIndexOf('/')+1);
if (titoloBefore != titolo)
titoliCambiati++;
aggiungiRiga(livello, titolo, riga.from);
}
if (titoliCambiati > 0) {
msg = "Il gadget CompilaSommario modificherà un titolo per adeguarlo al nome della pagina. ";
if (titoliCambiati > 1) {
msg = "Il gadget CompilaSommario modificherà " + titoliCambiati + " titoli per adeguarli al nome della pagina. ";
}
msg += ' Controlla che le modifiche siano corrette prima di salvare.';
alert(msg);
}
$('#compilaSommarioCloseBtn').after('<a id="compilaSommarioImportBtn" href="#" class="btn blue" title="Importa dal sommario del libro (che devi avere già trascritto)">Importa il sommario del libro</a>');
$('#compilaSommarioImportBtn').click(function(e) {
e.preventDefault();
var ok = true;
if (sommario.length > 1) {
ok = confirm('L\'attuale sommario sarà cancellato e sovrascritto importandolo dalle pagine del libro. Confermi?');
if (ok) {
$('#compilaSommarioBox ul li:not(:first-child)').remove();
aggiungiRiga(2);
}
}
if (ok) {
paginaSommario = prompt("Da quale pagina comincia il sommario del libro? (inserire solo il numero)");
if (paginaSommario) {
$('#compilaSommarioImportBtn').attr('disabled',true);
templateVi = [];
loadSommarioPages(parseInt(paginaSommario));
}
}
});
$('#compilaSommarioImportBtn').after('<a id="compilaSommarioImportNs0Btn" href="#" class="btn blue" title="Importa dal sommario già presente nella pagina principale del testo in in ns0">Importa il sommario da ns0</a>');
$('#compilaSommarioImportNs0Btn').click(function(e) {
e.preventDefault();
var ok = true;
if (sommario.length > 1) {
ok = confirm('L\'attuale sommario sarà cancellato e sovrascritto importandolo dalla pagina ns0. Confermi?');
}
if (ok) {
$('#compilaSommarioBox ul li:not(:first-child)').remove();
$('#compilaSommarioImportNs0Btn').attr('disabled',true);
loadSommarioNs0();
}
});
};
scriviIndiceSommario = function() {
nomebase = $('#wpprpindex-NomePagina').val();
if (nomebase === '') {
$('#compilaSommarioCloseBtn').click();
alert('Compila almeno il campo "Nome della pagina nel namespace principale", poi riapri la Compilazione assistita');
return;
}
$('#wpprpindex-Sommario').val('');
alberoNomi = [nomebase, '', '', '', ''];
$('#compilaSommarioBox ul li').each(function(index) {
titolo = $(this).find('.titolo').val();
if (titolo !== '') {
nome = alberoNomi[0];
from = $(this).find('.numPag').val();
livello = $(this).attr('class').substr(-1);
if (/^\:[a-z]+\:/.test(titolo)) {
nome = titolo;
titolo = titolo.replace(/^\:[a-z]+\:/, '');
scriviRiga(nome, titolo, from);
} else {
if (livello > 1) {
alberoNomi[livello-1] = titolo;
nome = '';
for (i = 0; i < livello - 1; i++) {
nome += alberoNomi[i] + '/';
}
nome += titolo;
} else if (index > 0) {
alberoNomi[0] = titolo;
nome = titolo;
titolo = titolo.replace(/ \([A-Z][\s\S]+\)/, '');
}
scriviRiga(nome, titolo, from);
}
}
});
};
/** calcola partendo dal numero di pagina del file */
calcolaDelta = function(numPag) {
//console.log("calcola delta per pagina " + numPag);
if (!isNaN(numPag)) {
numPag = parseInt(numPag);
for (var i = 0; i < pagelists.length; i++) {
if (pagelists[i].from <= numPag && numPag <= pagelists[i].to) {
num = pagelists[i][numPag];
if (num === undefined)
return 0;
if (isNaN(num))
return num;
return numPag - num;
}
}
}
return 0;
};
/** calcola partendo dal numero stampato sulle pagine */
trovaPaginaFile = function(numPag) {
for (var i = 0; i < pagelists.length; i++) {
var pagelist = pagelists[i];
for (var j in pagelist) {
if (pagelist[j] == numPag || pagelist[j] == parseInt(numPag)) {
//console.log('la pagina ' + numPag + ' corrisponde alla pagina ' + j + ' del file');
return j;
}
}
}
return '';
};
parsePagelist = function() {
pagelistTags = $('#wpprpindex-Pagine').val().match(/<pagelist[\s\S]*?\/>/igm);
pagelists = [];
for (i = 0; i < pagelistTags.length; i++) {
pagelist = { from: 1, to: 10000 };
for (j = 1; j < 10000; j++)
pagelist[j] = j;
parts = Array.from(pagelistTags[i].replace('/>', '').matchAll(/(\S+)\=(\S+)/gm));
for (j = 0; j < parts.length; j++) {
par = parts[j][1];
val = parts[j][2].replace(/"/g, '');
if (par == 'from')
pagelist.from = parseInt(val);
else if (par == 'to')
pagelist.to = parseInt(val);
else if (!isNaN(val)) {
val = parseInt(val);
for (l = parseInt(par); l <= 10000; l++) {
pagelist[l] = val++;
}
}
else if (par.includes('to') && !val.match(/^(?:roman|highroman|folio|folioroman|foliohighroman)$/gm)) {
m = Array.from(par.matchAll(/(\d+)to(\d+)(\S*)/gm));
start = m[0][1];
end = m[0][2];
oddEven = m[0][3];
for (l = start; l <= end; l++) {
if (oddEven === '' || (oddEven == 'odd' && l % 2 == 1) || (oddEven == 'even' && l % 2 == 0))
pagelist[l] = val;
}
} else if (val == 'empty') {
// ignore
} else {
pagelist[par] = val;
}
}
for (j = 0; j < parts.length; j++) {
par = parts[j][1];
val = parts[j][2].replace(/"/g, '');
if (val == 'roman' || val == 'highroman') {
m = Array.from(par.matchAll(/(\d+)to(\d+)(\S*)/gm));
start = parseInt(m[0][1]);
end = parseInt(m[0][2]);
oddEven = m[0][3];
for (l = start; l <= end; l++) {
if (oddEven === '' || (oddEven == 'odd' && l % 2 == 1) || (oddEven == 'even' && l % 2 == 0)) {
pagelist[l] = romanize(pagelist[l]);
if (val == 'roman')
pagelist[l] = pagelist[l].toLowerCase();
}
}
} else if (val == 'folio' || val == 'folioroman' || val == 'foliohighroman') {
m = Array.from(par.matchAll(/(\d+)to(\d+)/gm));
start = parseInt(m[0][1]);
end = parseInt(m[0][2]);
n = pagelist[start];
folio = 'r';
for (l = start; l <= end; l++) {
pagelist[l] = n + folio;
folio = folio == 'r' ? 'v': 'r';
if (folio == 'r')
n++;
}
}
}
pagelists.push(pagelist);
}
return pagelists;
};
romanize = function (num) {
var lookup = {M:1000,CM:900,D:500,CD:400,C:100,XC:90,L:50,XL:40,X:10,IX:9,V:5,IV:4,I:1}, roman = '', i;
for (i in lookup) {
while (num >= lookup[i]) {
roman += i;
num -= lookup[i];
}
}
return roman;
};
showPagelistInfo = function() {
$("#wpprpindex-Pagine").parents('.oo-ui-fieldLayout-body').find('.oo-ui-fieldLayout-header .oo-ui-labelElement-label').first().append(
' <span id="pagelistInfo">'
+ '(<a target="_new" href="https://it.wikisource.org/wiki/Aiuto:Pagelist" title="Istruzioni all\'uso del tag pagelist (si apre in una nuova pagina)">Istruzioni</a>)'
+ '<p><b>NOTA</b>: il pagelist deve mostrare <b>tutte le pagine</b>, anche quelle bianche all\'inizio e alla fine del libro!'
+ '<br>I parametri "from" e "to" non vanno usati per nascondere le pagine!'
+ '<br>Eventuali note o altre informazioni non vanno qui, ma nel campo "Note / Altro".</p>'
+ '</span>');
$("#wpprpindex-Note").parents('.oo-ui-fieldLayout-body').find('.oo-ui-fieldLayout-header .oo-ui-labelElement-label').first().append(
'<br><b>Non mettere qui eventuali categorie</b>, usare il campo Categorie.'
);
};
templatizeSource = function() {
source = $('#wpprpindex-Fonte').val().replace("[//", "[http://");
if (
(source.indexOf("http") != -1) &&
(source.indexOf("archive.org") != -1 || source.indexOf("google") != -1 || source.indexOf("beic") != -1)
) {
source = source.replace(/\/?$/, "")
.replace("[//", "[http://")
.replace(/\/mode\/2up/, "")
.replace(/https?:\/\/archive\.org\/(details|download)\/(\S+)/, '{{IA|$2}}')
.replace(/#\S+/, "")
.replace(/https?:\/\/books\.google\.[a-z]+\/books\?id\=(\S+)/, '{{GB|$1}}')
.replace(/https?:\/\/www.google.it\/books\/edition\/(\S+)\/(\S+)\?(\S+)/, '{{GB|$2}}')
.replace(/https?:\/\/gutenberg\.beic\.it(\S+)pid=(\d+)&(\S+)/, '{{BEIC|$2}}')
.replace(/https?:\/\/gutenberg\.beic\.it(\S+)DOCCHOICE=(\d+)\.xml(\S+)/, '{{BEIC|$2}}')
.replace("[{{", "{{").replace(/\}\} .*?\]/, "}}")
.replace(/&\S+\}\}/, "}}");
$('#wpprpindex-Fonte').val(source);
}
};
loadSourceFromCommons = function() {
if ($('#wpprpindex-Fonte').val() == '') {
$.ajax({
url: "/w/index.php?&title=" + mw.config.get('wgPageName').replace('Indice:', 'File:')
}).done(function(response) {
content = $('#mw-content-text', response);
link = content.find('#fileinfotpl_src').next().find('a.external,a.extiw').first().attr('href');
if (link && link.indexOf('wikipedia') == -1 && link.indexOf('wikimedia') == -1 && link.indexOf('wikisource') == -1) {
if (link.startsWith('//'))
link = 'http:' + link;
hostname = $('<a>').prop('href', link).prop('hostname');
$('#wpprpindex-Fonte').val('[' + link + ' ' + hostname + ']');
}
});
}
};
loadSourceFromCommons();
// mostra un alert se ci sono errori in Indice Sommario
checkIndiceSommario = function(direct) {
if (direct || !alertIndiceSommario) {
var sommarioText = $('#wpprpindex-Sommario').val();
// estrazione elementi Indice sommario e parsing
var sommario = produciLista(sommarioText, "{"+"{Indice sommario", "}}", 1, "}}");
var list = [];
for (var j = 0; j < sommario.length; j++) {
var riga = parseTemplate("Indice sommario", sommario[j])[0];
if (list.includes(riga.nome)) {
alertIndiceSommario = true;
alertCounter++;
// la prima volta non mostro l'alert (per dare tempo all'utente di modificare dopo un copia-incolla)
if (direct || alertCounter > 1) {
alert('Ci sono due o più righe di Indice Sommario che puntano alla stessa pagina: ' + riga.nome +
'. Si ricorda che il campo nome= deve contenere il nome completo della pagina. È possibile comunque salvare e correggere in un secondo momento.');
alertShown = true;
}
return true;
} else if (riga.nome != undefined && riga.nome.trim() != '') {
list.push(riga.nome);
}
}
}
return false;
};
/* prende i tooltip che appaiono cliccando "i" e li aggiunge anche su label e campi */
addTooltips = function() {
$('.prp-index-fieldLayout .oo-ui-fieldLayout-header .oo-ui-labelElement-label').each(function(index) {
fieldName = $(this).attr('for');
tooltipId = $('[name="' + fieldName + '"').attr('aria-describedby');
tooltipText = $('#' + tooltipId).html();
$(this).attr('title', tooltipText);
$('[name="' + fieldName + '"').attr('title', tooltipText);
});
};
normalizeApostrofi = function() {
$('#wpprpindex-Sommario').val($('#wpprpindex-Sommario').val().replace(/’/g, "'").replace(/—/g, "-"));
};
window.setInterval(function() {
counter++;
addTooltips();
normalizeApostrofi();
if ($('#compilaSommarioBtn').length === 0)
initCompilaSommario();
if ($('#pagelistInfo').length === 0)
showPagelistInfo();
templatizeSource();
// ogni 2 minuti ripropone l'alert
if (counter % 120 == 0)
alertIndiceSommario = false;
checkIndiceSommario(false);
if ($('#wpSave, #wpPreview').length && !onSaveCheck) {
$('#wpSave, #wpPreview').click(function(e) {
if (!alertShown && checkIndiceSommario(true)) {
e.preventDefault();
}
});
onSaveCheck = true;
}
}, 1000);
});
5h1462urimucmxyugfu5hni1rks4hhb
Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/110
108
719863
3429229
3370907
2024-11-25T10:46:29Z
Cruccone
53
/* Pagine SAL 75% */
3429229
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|104|{{Sc|del rinnovamento civile d’italia}}|}}</noinclude>{{Pt|<br>|}}gran fatto a comporne; ma i fogli spiccioli, che non abbisognano di erudizione e a cui bastano pochi luoghi comuni con una ricca suppellettile d’invettive, sono la loro delizia. Perciò dovrebbero reputarsi beati di vivere in questo secolo, e in vece di maledire la demagogia, come fanno, esserle riconoscenti. La civiltá non riceve alcun danno dagli scritti di costoro, anzi se ne vantaggia, imperocché la loro ignoranza è cosi squisita e le dottrine assurde, che il metterle in mostra basta a farle odiare; onde insegnano a noi come gli ebbri ai lacedemoni. Ma per contro la religione ne riceve non piccolo pregiudizio, imperocché quella che costoro predicano, piena di superbia, di odio, d’intolleranza e affatto priva di spiriti evangelici, è un pretto farisaismo. Il quale in addietro produsse le carceri, i roghi, le guerre sacre; e oggi, che la coltura gli vieta di prorompere (non però da per tutto) in fatti atroci, si sfoga colle minori persecuzioni, cercando di rapire colla parola e cogli scritti la fortuna e la fama a cui non può togliere la libertá e la vita. I fogli di questi fanatici sono un fascio di ogni bruttura, mentono a ogni tratto, calunniano in prova, impugnano la veritá conosciuta, maledicono e condannano indefessamente i buoni, esaltano i perversi e difendono le loro opere; tanto che sotto nome di giornali sono libelli periodici. Ma siccome pretendono alla loro reitá i nomi piú reverendi e ostentano zelo cattolico, il male che ne torna alla fede è gravissimo, misurandola il volgo dall’immagine che costoro ne rendono. Tanto piú che parlano in nome della Chiesa e in tuono di oracoli: sentenziano ex-cathedra, definiscono, censurano, scomunicano, dánno altrui dell’«eretico» e del «rinnegato», come fossero i banditori di un concilio ecumenico<ref>Vedi la pastorale e la nota di {{Wl|Q767064|Domenico Sibour}}, arcivescovo di Parigi, contro ''L’univers'', pubblicate ai 24 di agosto {{Sc|i}}850 e tradotte da {{Sc|{{Wl|Q131321365|Antonmaria Robiola}}}} (Torino, {{Sc|i}}850).</ref>. Siccome molti di costoro son laici, cosi essi tendono a trasferire, secondo l’uso dei protestanti, la signoria delle cose sacre nel ceto secolaresco. E in coloro che sono neofiti, cioè riconciliati di fresco, pare che il fiele divoto trabocchi piú<noinclude>{{ruleLeft|6em}}</noinclude>
cibtmybdcykdbqj0k9bekbfi7vh3lbs
Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/14
108
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2024-11-25T06:30:07Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
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proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|8|{{Sc|storia della letteratura italiana}}|}}</noinclude>
{{no rientro}}— Capisco — dice Cintio. — La poca esperienza che hai del mondo ti fa parlare cosí. Ma non credi tu dunque che e’ possa scongiurare gli spiriti? — E Temolo risponde:
{{blocco centrato|style=font-size:90%|<poem>
Di questi spirti, a dirvi il ver, pochissimo
per me ne crederei; ma li grandi uomini,
e principi e prelati, che vi credono,
fanno col loro esempio ch’io, vilissimo
fante, vi credo ancora.
</poem>}}
{{no rientro}}Questo tratto è stupendo d’ironia: è il popolano ignorante che col suo naturale buon senso si prende spasso de’ grandi uomini. Bella situazione drammatica è dove Nibbio, viste le reti tese a Cintio, a Massimo e a Camillo, il piú ricco, domanda al negromante:
{{blocco centrato|style=font-size:90%|<poem>
Delle tre starne che in piè avete, ditemi
qual mangiarete?
{{Ct|{{Sc|Astrologo}}}}
{{spazi|35}}Vedraimi ir beccandole
ad una ad una, ed attaccarmi in ultimo
alla piú grassa, e tutta divorarmela.
{{Ct|{{Sc|Nibbio}}}}
Eccoven’una, e la miglior: mettetevi,
se avete fame, a piacer vostro a tavola.
{{Ct|{{Sc|Astrologo}}}}
Chi è? Camillo?
{{Ct|{{Sc|Nibbio}}}}
{{spazi|32}}Si.
{{Ct|{{Sc|Astrologo}}}}
{{spazi|40}}Sí ben; mangiarmelo
voglio, che l’ossa non credo ci restino.
</poem>}}
{{no rientro}}E questo Nibbio, quando vede scoperte le magagne dell’astrologo, egli, suo servo, confidente e mezzano, gli dá il calcio<noinclude></noinclude>
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Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/15
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{Sc|xiii - l’«orlando furioso»}}|9}}</noinclude>dell’asino, e lo ruba e lo pianta lí. Sono bei tratti perduti in un mondo convenzionale e superficiale, e poco studiato e abborracciato nei momenti piú interessanti. L’autore vi mostra un’attitudine piú a narrare, ad esporre, a descrivere cbe a drammatizzare. Che uomo sia maestro Iachelino, è benissimo esposto in un monologo di Nibbio; ma, quando lo si vede in azione, lo si trova noioso, insipido, grossolano, molto al di sotto dell’aspettazione.
Ludovico era di coltura al di sotto de’ tanti dotti di quel tempo, ed anche di alcuni della corte. Il cardinale Ippolito pregiava assai meno i poeti, gente oziosa, che i suoi staffieri e camerieri; e, volendo trarre un utile dal nostro poeta, ne fece un «cavallaro», mandandolo qua e lá in suo servigio. Ludovico, ricordandosi la grande amicizia di {{AutoreCitato|Papa Leone X|Leone decimo}}, quando era proscritto con la sua famiglia da Firenze, vistolo papa, andò a lui pieno di speranza, e non ne cavò altro che belle parole. Fu anche in Firenze per commissione della corte ferrarese, e la profonda impressione fattagli da quella vista si rivela in una elegia scritta in quell’occasione:
{{blocco centrato|style=font-size:90%|<poem>
{{spazi|5}}{{TestoCitato|Opera:Gentil città, che con felici auguri|A veder pien di tante ville i colli}}
par che ’l terren ve le germogli, come
vermène germogliar suole e rampolli.
{{spazi|5}}Se dentro un mur, sotto un medesmo nome,
fosser raccolti i tuoi palazzi sparsi,
non ti sarian da pareggiar due Rome.
</poem>}}
{{no rientro}}Inviato governatore in Garfagnana, alza le strida perché il cardinale lo abbia tolto a’ dolci studi e a’ cari amici e spintolo in quel «rincrescevole laberinto». Da ultimo il cardinale volea trarselo appresso in Ungheria; e qui il nostro poeta perde le staffe e dichiara che in Ungheria non vuole andare. Lodare il cardinale in versi, sta bene; ma far da comparsa nel suo corteggio, questo no:
{{blocco centrato|style=font-size:90%|<poem>
{{spazi|5}}{{TestoCitato|Satire (Ariosto 1809)/Satira I|Io, stando qui, farò con chiara tromba}}
il suo nome sonar forse tanto alto,
che tanto mai non si levò colomba.
</poem>}}<noinclude>
<references/></div></noinclude>
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{{Ct|t=1|v=1|DI}}
{{Ct|f=150%|t=1|v=1|L=.2em|GIACOMO LEOPARDI}}
{{Rule|4em|t=1|v=1}}
{{Ct|t=1|EDIZIONE CRITICA}}
{{Ct|f=90%|t=1|AD OPERA}}
{{Ct|t=1|{{sc|di}}}}
{{Ct|t=1|'''FRANCESCO MORONCINI.'''}}
{{Rule|4em|t=1|v=2}}
{{Ct|{{Sc|discorso, corredo critico}}}}
{{Ct|{{Sc|di materia in gran parte inedita,}}}}
{{Ct|{{Sc|con riproduzioni d’autografi.}}}}
{{Ct|t=3|v=1|I.}}
{{Ct|{{Sc|bologna,}}}}
{{Ct|LICINIO CAPPELLI.}}
{{Ct|1927}}<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=140%|v=1|t=3|L=2px|INDICE}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Prefazione}}|pagina=p. {{Pg|3}}}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Proemio}}|pagina=p. {{Pg|5}}}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola prima|pagina=p. {{Pg|11}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Salardo, figliuolo di Rainaldo Scaglia, si parte da Genova, e va a Monferrato, dove fa contra tre comandamenti del padre lasciatili per testamento, e condannato a morte vien liberato ed alla propia patria ritorna.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola seconda|pagina=p. {{Pg|24}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Cassandrino, famosissimo ladro ed amico del pretore di Perugia, li fura il letto ed un suo cavallo leardo; indi, appresentatoli pre’ Severino in uno saccone legato, diventa uomo da bene e di gran maneggio.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola terza|pagina=p. {{Pg|32}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Pre’ Scarpacifico, da tre malandrini una sol volta gabbato, tre fiate gabba loro: e finalmente vittorioso con la sua Nina lietamente rimane.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quarta|pagina=p. {{Pg|40}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Tebaldo, prencipe di Salerno, vuole Doralice, unica sua figliuola, per moglie; la quale, perseguitata dal padre, capita in Inghilterra, e Genese la piglia per moglie, e con lei ha doi figliuoli, che da Tebaldo furono uccisi: di che Genese re si vendicò.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quinta|pagina=p. {{Pg|50}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Dimitrio bazzariotto, impostosi nome Gramotiveggio, scopre Polissena sua moglie con un prete, ed a’ fratelli di lei la manda: da’ quai essendo ella uccisa, Dimitrio la fante prende per moglie.</div><noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/262
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|256|{{Sc|indice}}|}}</noinclude>{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Notte seconda}}|pagina=p. {{Pg|61}}}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola prima|pagina=p. {{Pg|63}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Galeotto, re d’Anglia, ha un figliuolo nato porco, il quale tre volte si marita; e posta giu la pelle porcina e diventato un bellissimo giovane, fu chiamato re porco.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola seconda|pagina=p. {{Pg|70}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Filenio Sistema, scolare, in Bologna vien da tre belle donne beffato, ed egli con una finta festa di ciascheduna si vendica.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola terza|pagina=p. {{Pg|81}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Cario d’Arimino ama Teodosia, ed ella non ama lui, perciò che aveva a Dio la verginitá promessa; e credendosi Carlo con violenza abbracciarla, in vece di lei abbraccia pentole, caldaie, schidoni e scovigli: e tutto di nero tinto, da’ propi servi viene fieramente battuto.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quarta|pagina=p. {{Pg|87}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Il demonio, sentendo i mariti che si lamentano delle loro mogli, prende Silvia Ballastro per moglie e Gasparino Boncio per compare dell’anello: e non potendo con la moglie vivere, si parte ed entra nel corpo del Duca di Melfi, e Gasparino suo compare fuori lo scaccia.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quinta|pagina=p. {{Pg|96}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Messer Simplicio de’ Rossi s’innamora in Giliola, moglie di Ghirotto Scanferla contadino: e trovato dal marito in casa, vien sconciamente battuto e pisto, ed a casa se ne torna. </div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Notte terza}}|pagina=p. {{Pg|103}}}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola prima|pagina=p. {{Pg|105}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Pietro pazzo per virtú di un pesce chiamato tonno, da lui preso e da morte campato, diviene savio; e piglia Luciana, figliuola di Luciano re, in moglie, che prima per incantesimo di lui era gravida.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola seconda|pagina=p. {{Pg|114}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Dalfreno re di Tunisi ha due figliuoli: l’uno Listico, e l’altro Livoretto chiamato, da poi per nome detto Porcarollo: e finalmente Bellisandra, figliuola di Attirante re di Damasco, in moglie ottiene.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola terza|pagina=p. {{Pg|127}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Biancabella, figliuola di Lamberico marchese di Monferrato, viene mandata dalla matrigna di Ferrandino, re di Napoli, ad uccidere. Ma gli servi le troncano le mani e le cavano gli occhi; e per una biscia viene reintegrata, e a Ferrandino lieta ritorna.</div><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{Sc|indice}}|257}}</noinclude>{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quarta|pagina=p. {{Pg|138}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Fortunio per una ricevuta ingiuria dal padre e dalla madre putativi si parte; e vagabondo capita in un bosco, dove trova tre animali da’ quali per sua sentenza è guidardonato; indi, entrato in Polonia, giostra, ed in premio Doralice figliuola del re in moglie ottiene.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quinta|pagina=p. {{Pg|149}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Isotta, moglie di Lucaferro de’ Albani da Bergomo, credendo con astuzia gabbare Travaglino, vaccaro d’Emiliano suo fratello, per farlo parer bugiardo perde il poder del marito, e torna a casa con la testa di un toro dalle corna dorate tutta vergognata.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Notte quarta}}|pagina=p. {{Pg|157}}}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola prima|pagina=p. {{Pg|159}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Ricardo, re di Tebe, ha quattro figliuole: delle quali una va errando per lo mondo, e di Costanza, Costanzo fassi chiamare, e capita nella corte di Cacco, re della Bettinia, il quale per molte sue prodezze in moglie la prende.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola seconda|pagina=p. {{Pg|170}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Erminione Glaucio ateniense prende Filenia Centurione per moglie; e divenuto di lei geloso, l’accusa in giudicio: e per mezzo d’Ippolito suo innamorato vien liberata, ed Erminione condannato.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola terza|pagina=p. {{Pg|176}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Ancilotto, re di Provino, prende per moglie la figliuola d’un fornaio, e con lei genera tre figliuoli; i quali essendo persequitati dalla madre del re, per virtú d’un’acqua d’un pomo e d’un uccello vengono in cognizione del padre.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quarta|pagina=p. {{Pg|189}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Nerino, figliuolo di Gallese re di Portogallo, innamorato di Genobbia moglie di maestro Raimondo Brunello fisico, ottiene l’amore suo, ed in Portogallo la conduce; e maestro Raimondo di cordoglio ne muore.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quinta|pagina=p. {{Pg|197}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Flamminio Veraldo si parte da Ostia, e va cercando la morte; e non la trovando, nella vita s’incontra: la qual gli fa vedere la paura e provare la morte.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Notte quinta}}|pagina=p. {{Pg|205}}}}
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola prima|pagina=p. {{Pg|207}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Guerrino, unico figliuolo di Filippo Maria re di Cicilia, libera un uomo salvatico dalla prigione del padre; e la madre per temenza del<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|258|{{Sc|indice}}|}}
{{Smaller block|class=c95}}</noinclude>re manda il figliuolo in essilio. E lo salvatico uomo, fatto domestico, libera Guerrino da molti ed infiniti infortuni.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola seconda|pagina=p. {{Pg|220}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Adamantina, figliuola di Bagolana Savonese, per virtú di una poavola, di Drusiano re di Boemia moglie divenne.
</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola terza|pagina=p. {{Pg|227}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Bertoldo de Valsabbia ha tre figliuoli, tutta tre gobbi e d’una stessa sembianza; uno de’ quai è chiamato Zambon e va per lo mondo cercando sua ventura; e capita a Roma, ed indi vien morto e gittato nel Tebro con i duo suoi fratelli.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quarta|pagina=p. {{Pg|238}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Marsilio Verzolese ama la Tia, moglie di Cecato Rabboso, ed in casa lo conduce; e mentre che ella fa un scongiuro al marito, egli chetamente si fugge.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo=Favola quinta|pagina=p. {{Pg|246}}}}
{{Smaller block|class=c95}}Madonna Modesta, moglie di messer Tristano Zanchetto, acquista nella sua gioventú con diversi amanti gran copia di scarpe; dopo, alla vecchiezza pervenuta, quelle con famigli, bastasi ed altre vilissime persone dispensa.</div>
{{Vi|larghezzap=50|titolo={{Sc|Varianti}}|pagina=p. {{Pg|253}}}}<noinclude></noinclude>
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Le piacevoli notti (1927)/Indici
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Indici (vol. I)<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Varianti<section end="prec"/>
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<section begin="data"/>24 novembre 2024<section end="data"/>
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<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||''Sonetti del 1844''|255}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LA ROBBA TROVATA.}}
<poem>
Nun zai la novità? Jjerzera, quanno
Te lassai llì a la Pasce<ref>[Presso la Chiesa della Pace.]</ref> all’osteria,
Pijjai dritto, pijjai, pe’ ccasa mia,
Dove tiengo un strapunto ar mi’ commanno.<ref>[Dove ho uno strapunto al mio comando. Per dire che non ha quasi altro che quel po’ di letto.]</ref>
E mme n’annavo cantanno cantanno
Un’aria der ronnò dde la ''Luscia'',<ref>[Del rondò della ''Lucia'' di {{AutoreCitato|Gaetano Donizetti|Donizzetti}}.]</ref>
Quann’ecco a l’immoccà nne la Corzia<ref>[La ''Corsia Agonale'', cioè quel breve tratto di strada tra Piazza Madama e Piazza Navona.]</ref>
Vedde in terra un zocchè ddrent’in un panno.
Azzécchesce ch’edèra!<ref>[Azzeccaci che era!]</ref> Un bèr cappone.
E stammatina io mé lo sò ppelato,
L’ho arrostito, e cciò ffatto colazzione.
In quant’ar panno poi, ch’era stracciato,
Acciò vvedessi de trovà er padrone
L’ho pportato a la serva der curato.<ref>[Perchè al curato, il quale poi dall’altare ne dava notizia al pubblico, si dovevano riportare gli oggetti trovati.]</ref>
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|30 dicembre 1844.}}}}<noinclude></noinclude>
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Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/267
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||''Sonetti del 1845''|257|n=s}}</noinclude><section begin="s1"/>{{Ct|f=160%|v=1|t=2|lh=1.5|'''SONETTI DEL 1845'''}}
{{Rule|}}{{Rule||v=3}}
<section end="s1"/><section begin="s2"/>
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LA SCARROZZATA DE LI CARDINALI NOVI.<ref>[I quali, ricevuto il cappello, vanno a fare una visita alla Basilica di S. Pietro.]</ref>}}
<poem>
Vanno a Ssan Pietro a ringrazziallo, Nèna,<ref>[Maddalena.]</ref>
Pe’ ddacce essempio d’umirtà, ppe’ ddacce.
Jèso<ref>[Gesù! Ma per l'esclamazione usano quasi sempre questa forma più latina.]</ref> che gguittaria! Cristo che ffacce
De ggente che ddiggiuna a ppranzo e a ccena!
E sti cavalli? Maria grazziaprèna!<ref>[''Gratia plena.'']</ref>
’Gni mosscio<ref>[Tapino, misero.]</ref> sovranello pò arrivacce.<ref>[Può arrivarci, ''a comprarseli'' si sottintende.]</ref>
E cche ppònno valé ste carrozzacce?
Seimila scudi l’una ammalappena.<ref>[''A-mala-pena'': appena. E ce n'era davvero di quelle che valevano tanto, e anche di più.]</ref>
Guarda er quipaggio<ref>[L'equipaggio.]</ref> de fòra e de drento:
Smìccelo<ref>[Da ''smiccià'', che s'usa anche nell'Umbria, in senso di “guardare, osservare.„]</ref> bbene de drento e de fòra:
È ttutta stracceria d’oro e dd’argento.
E accusì, co’ sto vive stiracchiato,
Poverelli, s’avvezzeno a bbon’ora
A ppatì le miserie der papato.
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|2 gennaio 1845.}}}}
<section end="s2"/><noinclude>{{rule|24em}}
{{References}}
{{rule|4em}}
17 - M. {{Sc|Belli}}, ''Sonetti''</noinclude>
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De ggente che ddiggiuna a ppranzo e a ccena!
E sti cavalli? Maria grazziaprèna!<ref>[''Gratia plena.'']</ref>
’Gni mosscio<ref>[Tapino, misero.]</ref> sovranello pò arrivacce.<ref>[Può arrivarci, ''a comprarseli'' si sottintende.]</ref>
E cche ppònno valé ste carrozzacce?
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È ttutta stracceria d’oro e dd’argento.
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Poverelli, s’avvezzeno a bbon’ora
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17 - M. {{Sc|Belli}}, ''Sonetti''</noinclude>
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Sonetti romaneschi/Sonetti del 1844
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== Indice ==
* {{testo|La caccia provìbbita|tipo=tradizionale}}
* {{testo|A oggnuno er zuo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La partenza der primo bbattajjone|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'arrivo der riggimento|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er Papa a Ssan Pietro|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La fijja ammalorcicata|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er fijjo maschio|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'incontro der ladro|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er trafichino ingroppato|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Dar tett'in giú|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Lo sscialacore|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La cojjonella de la ssciabbolotta|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La lista de le mance|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Li ladri pagati|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La Mamma curiala|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La regazza lassata|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'accoppatura|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Le bbotteghe serrate|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La portrona nova|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Li casotti novi|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La novena de Natale|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er conto de la locanna|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er fattorino immriàco|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Quarantatré nnomi der zor Grostino|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La vecchia cocciuta|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La mojjetta de bbon core|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La diana de la povera ggente|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er proveditore de Sant'Ann'in borgo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Le furtune de li bbirbi|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Le caluggne contr'er governo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La minchionella|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'art'e bbasso|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Una serenata|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Li quadrini ben impiegati|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er bon core de don Cremente|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er talentaccio de casa|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La vita de la padrona|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La fijja stroppia|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Le massime de la padrona|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'impicciatorio der Padre Curato|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La robba trovata|tipo=tradizionale}}
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Sonetti romaneschi/Sonetti del 1845
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Sonetti del 1845<section end="sottotitolo"/>
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== Indice ==
* {{testo|La scarrozzata de li cardinali novi|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er cariolante de la Bbonifiscenza II|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er zervitore novo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'innamorati (1845)|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Li scrupoli de li mi' stivali|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Una bbrusciatella de bbone grazzie|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La bbanna de Termini|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La spiegazzion de le staggione|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'innurto novo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La viggijja de Pasqua Bbefanìa|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La notte de Pasqua Bbefanìa|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La matina de Pasqua Bbefanìa|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Le devozzione de la padrona|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er predicatore de chiasso|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er cottivo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er volo de Simommàgo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Lo svejjatore|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er padrone bbona memoria|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'editto de nov'idea|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er testamento der bizzoco|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Lo scaricabbarili der Governo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|«Come va, Geremia?» «Sempre l'istesso»|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Li frati (1845)|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La compassion de le disgrazzie|tipo=tradizionale}}
* {{testo|L'aria cattiva|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Le regazzate de li Romaggnoli|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Er passetto de Castel-sant'angiolo|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Li sordati|tipo=tradizionale}}
* {{testo|Grigorio e Nicolò|tipo=tradizionale}}
* {{testo|La vita da cane|tipo=tradizionale}}
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||''Sonetti del 1844''|251}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LA VITA DE LA PADRONA.}}
<poem>
Tutta la notte in zónzola,<ref>[A zonzo.]</ref> io dimanno
Si sta bbene a ’na madre de famijja.
E ccià avvezzata, sai?, puro la fijja,
Che la porta cqua e llà ggirannolanno.
Ciarla er monno, ma llei nun ze ne pijja:
Cià ssempre er ''me ne fr...'' ar zu’ commanno:
E sséguita sta vita tutto l’anno,
Senz’abbadà nné a ffesta né a vviggijja.
Su cquer che ffacci poi tutta la notte,
A sta dimanna nun te so arisponne.
Darà una bbòtta ar cerchio, una a la bbotte.
Sortanto io so (mma nu’ lo dì a ggnisuno),
Che de li vizzi ''vino, ggioco'' e ''ddonne''
A llei nun je n’amanca antro che uno.
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|28 dicembre 1844.}}}}<noinclude></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|252|''Sonetti del 1844''|}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LA FIJJA STROPPIA.}}
<poem>
Ce sarvò ppe’ mmiracolo la pelle,
Povera fijja! Ma arimase zzoppa;
E adesso me sta llì ccom’una pioppa,<ref>[Immobile come un pioppo.]</ref>
O sse strascina un po’ cco’ le stampelle.<ref>[Grucce.]</ref>
Er vento a nnoi nun ce va ssempre in poppa,
Come va a le siggnore. Sibbè a cquelle
Le gamme je diventeno sciammelle,<ref>[Ciambelle.]</ref>
Ciànno bbona carrozza che ggaloppa.
Una siggnora, in qualunque disgrazzia,
Co’ li quadrini presto se la sbriga,
Ché sibbè nnun lavora è ssempre sazzia.
Ma a nnoi povera ggente che cce resta,
Si la man der Ziggnore sce gastiga?
De striggne l’occhi e dd’inchinà la testa.<ref>[Cioè: “di morire.„]</ref>
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|29 dicembre 1844.}}}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||''Sonetti del 1844''|253}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|LE MASSIME DE LA PADRONA.}}
<poem>
La mi’ padrona, poi, padre Priore,
Nun è mmica de quelle cristianacce
Che nell’opere bbone hanno du’ facce,
Una p’er monno e ll’antra p’er Ziggnore.
Lei disce che nnun vò ttante legacce,<ref>[Tanti legami, tanti obblighi.]</ref>
Perché er bene che ffa lo fa de core;
E cch’uno in chiesa, o ggiusto o ppeccatore,
O ha da dà bbon esempio, o nun annacce.<ref>[Non andarci.]</ref>
E, ppe’ mmé, bbuggiaralla la Contessa,
Ma nun ze pò nnegà cche ne sa assai
Sur modo de sentì la santa messa.
Tant’è vvero, e lo disce puro Tòta,<ref>[Antonia.]</ref>
Che ppe’ le cchiese lei nun ce va mmai
Pe’ la pavura de nun stà ddevota.
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|29 dicembre 1844.}}}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|254|''Sonetti del 1844''|}}</noinclude><nowiki />
{{Ct|f=100%|v=1|t=2|L’IMPICCIATORIO DER PADRE CURATO.<ref>[L’imbroglio, il pasticcio, del padre curato. Al curato, in Roma e forse anche in altri luoghi, si dà comunemente il titolo di ''padre'', come a’ frati.]</ref>}}
<poem>
Dio nu’ l’ha ffatto pe’ spiegà er Vangelo
Sto sor padre-curato don Petronio.
Un po’ ppiù mm’addormivo io, sor Antonio,
Bello che in chiesa,<ref>[Benchè fossi in chiesa.]</ref> e cc’è amancato un pelo.
Che sso cche ss’è impicciato!<ref>[Che so io che cosa s’è imbrogliato!]</ref> Er monno, er celo,
L’inferno, er purgatorio, er madrimonio,
Li farisei, le pecore, er demonio,
L’acqua, er vento, la nebbia, er callo, er gelo...
Eppoi, pe’ cconnimento a st’inzalata,
’Ggni du’ parole tosse, raschia, sputa,
E sse mette a strillà: ''Serva mannata''.<ref>''Serva mandata''. [“Si autem vis ad vitam ingredi, ''serva mandata''.„ ''Matth.'', XIX, 17.]</ref>
Ma sta serva chi è? Cchi cce la manna?
Dove va, ccosa vò, cquann’è vvenuta?
Come se chiama, Lia, Stella, Susanna?...
</poem>
{{a destra|margine=5em|{{smaller|30 dicembre 1844.}}}}<noinclude></noinclude>
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Pagina:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776.djvu/35
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<noinclude><pagequality level="4" user="Paperoastro" />{{RigaIntestazione||[[File:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776 (page 8 1 crop).png|15px]] {{Sc|xxxv}} [[File:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776 (page 8 2 crop).png|15px]]|}}</noinclude>piantata in pietra; CCC il Conduttore, che dal basso della punta va sin sotto terra. FF.gg, sono i bracci che lo sostengono. H, P, sono spranghe traversali, con punte che si possono aggiungere di piano in piano per maggior cautela, a ricevere qualche saetta bassa vegnente per obliquo: furono queste spranghe traversali, suggerite prima dal P. Fonda in Roma 1770; poscia dal Signor le Roy nelle Memorie dell’Accademia di Parigi 1771.
La lancia B deve esser alta quattro in sei piedi, o più, e sporgere in alto più che sia possibile, per superare i cammini, e altri pezzi elevati. Sarà bene fare la cima della lancia, un terzo in circa, di rame, o di ottone, ben incastrato nel ferro. Il filo del conduttore sia grosso almeno mezz’oncia.
Se uno non vuole applicar nuovi metalli alla fabbrica, potrà eriger vicina qualche antenna; ma in ciò troverà non poca difficoltà, e cresce sensibilmente il dispendio, per acquistare, erigere, piantare, e assicurare un albero tale (si potrà però incalmarlo) di 50 a 100 piedi, secondo l’elevazione dell’edifizio, cui deve eccedere. Di poi si stenterà, spezialmente in Città, a trovar spazio, e sito opportuno per collocarlo. Perciò consiglio di porre la punta sul colmo della casa. Se questa sia estesa ve ne vorranno due, tre, o quattro, secondo la forma e l’estensione della fabbrica; poichè non si può dar legge precisa, dovendosi regolare secondo il sito, e le altre circostanze.<noinclude>{{PieDiPagina||E 2|Se}}</noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" /></noinclude>
{{Ct|f=150%|t=1|v=1|SERATA VI}}
{{Rule|4em}}
{{Ct|f=130%|t=3|v=1|'''Il Passo di Sobretta.'''}}
{{smaller block|c=is|Il gruppo del Sobretta, 1. — Val-del-Rezzo, 2. — Apparizione di un amico, 3. — La carta geologica, 4. — I graniti delle Alpi, 5. — Progetto di una gita, 6. — Il paesaggio alpino, 7. — La scienza, 8. — Invasione degli antichi ghiacciai, 9. — Nascita di un ruscello, 10. — Il Passo, 11. — I laghi alpini, 12. — Un labirinto, 13. — Gli abeti sull’Alpi, 14. — Minaccia di una notte al sereno, 15. — Posizione critica, 16. — Orme d’uomo! 17. — Un mandato in versi, 18. — Fine di una giornata campale, 19. — Dintorni di Bormio, 20.}}
'''1.''' «E di quel bosco?...» gridò l’uditorio appena mi presentai nella sala, senza nemmeno darmi tempo a sedere.
«Ah.... ah.... di quel bosco?...».
Un bosco è sempre un ideale che fa l’effetto di uno stimolante sulla fantasia dei fanciulli. Se incominciate la narrazione a modo di ''messa in scena'' colla dipintura di un bosco, li vedrete tosto a bocca aperta in aria di grande aspettazione. Si immaginano già il viandante smarrito, brancicante entro gli inestricabili labirinti di una foresta sconfinata; il cader della notte cupa, profonda come l’averno; il lontano ululare del lupo che batte i denti ancora digiuno; un lumicino lontano lontano, una capanna di tavole sconnesse, un bussare alla porta, un apparire d’una barba ispida e nera.... sarà un eremita? sarà un assassino?... ad ogni modo un qualche cosa di poetico, di fantastico.... E non aver nulla di consimile a narrare; e tradire in siffatta guisa un’aspettazione pasciuta di fantasticherie pel corso d’un’intiera settimana!... Ahimè! i boschi bene o male si tagliano; ampie strade addomesticano le più riposte contrade; gli eremiti per amore o per forza imparano a viver cogli uomini; degli assassini s’è perduto lo stampo; i lupi e gli orsi non si ammirano che {{Pt|impa-|}}<noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione|94|{{Sc|serata v. il passo è superato}}||riga=si}}</noinclude>esporre a serî pericoli anche l’alpigiano più esperimentato. Ma anche col bel tempo la prudenza ci vuol sempre. Era pure bel tempo, quando la vidi abbastanza brutta in un certo bosco....».
«In un bosco? dove? come? racconta, racconta», gridarono tutti insieme i nipoti.
«Eh sì; è affar lungo... Bene, vi racconterò altra volta questa spiacevole avventura».<noinclude></noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="1per2" />{{RigaIntestazione|96|{{Sc|serata vi}}||riga=si}}</noinclude>{{Pt|gliati|impagliati}} ne’ musei, ed ora che oltrepassiamo le Alpi a vapore fino i cani del San Bernardo saranno messi in disponibilità.... Oh che secolo senza poesia! Che più narreremo ai nostri bambini, se non cose vere e reali? Ma penso infine che tra il dilettarli senza istruirli, e l’istruirli senza dilettarli sia da scegliersi il secondo.
«Di quel bosco....» ripigliai; «cioè volete, n’è vero? che io continui ad intrattenervi delle mie corse nelle nostre Alpi, amando di formarvene un’idea più completa. Ebbene, tiriamo innanzi anche stasera.
» A sud-ovest di Santa Caterina, quindi tra ''le acque'' e l’alta Valtellina, sorge sublime il Sobretta, monte, o piuttosto gruppo di irte scogliere, radiantisi a mo ’ di raggi d’una stella da una massa elevatissima che, dagli aspri gioghi coperti di nevi eterne e di candide vedrette, versa all’ingiro le acque, quasi un perenne inaffiatojo posto sul vertice di una piramide isolata.
'''2.''' » Nulla infatti di più isolato di questo pittoresco gruppo. Partite la mattina da Santa Caterina, pigliando la sinistra della Val-Gavia; volgete quindi ad ovest pel confluente di Val-Gavia, detto Val-del-Piano, ove potrete osservare una caverna scavata abbastanza profondamente nel marmo saccaroide; discendete quindi per la Valle del Rezzo che termina con un vero rompicollo che vi farà essere senza fiato e co’ ginocchi incurvati alle Prese, e qui, se avete la fortuna di trovare un ronzino, sarete la sera di ritorno a Santa Caterina, passando per Bormio, col piacere d’aver fatto un ''waltzer'' attorno al Sobretta, ma forse col giuramento sulla coscienza di non ripetere più quel ballo faticoso.
» Infatti la gita da Santa Caterina alle Prese per la Val-del-Rezzo, non offre compenso. Dapprima ti annoja la monotonia dell’eterno altipiano appena convesso a sufficienza per determinare i due versanti opposti di Val-del-Piano e di Val-del-Rezzo, quindi ti accoppa il burrone pendente sopra le Prese che, attraversato da una stradella sospesa a rupi verticali dove sarebbe altrimenti inaccessibile, ti obbliga a tale ginnastica di ginocchi e di fianchi e ti dà tali scosse che, se il tuo peritoneo<ref>''Peritoneo'' è quel sacco membranoso, sottilissimo, che involge i visceri del basso ventre.</ref> non è di cuojo, puoi dubitare di trovarti le budella tra’ piedi.
» Ma forse io parlo male di que’ gioghi innocenti, che altri troverà pittoreschi e deliziosi, perchè sempre par brutto il luogo<noinclude></noinclude>
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Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/134
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|{{Sc|i28}}|{{Sc|saggi critici}}|}}</noinclude>che dimostrando senza tener conto delle gravi obbiezioni di {{AutoreCitato|Friedrich Schlegel|Schlegel}}, e riproducendo alcune triviali osservazioni del {{AutoreCitato|Gabriele Rossetti|Rossetti}} e dell’{{AutoreCitato|Eugène Aroux|Aroux}}. Eppure non era qui luogo a dir si e no. Ben era degno dell’ingegno di {{AutoreCitato|Félicité de Lamennais|Lamennais}} entrare risolutamente in quella questione e farla finita, sceverando il vero da tutte le esagerazioni, a cui l’amor di sistema ha sospinto il cementatore italiano e il francese che hanno ridotto la {{TestoCitato|Divina Commedia|''Divina Commedia''}} ad una sciarada politica. Nel capitolo primo e nel quarto e nel quinto vediamo qualche nuovo orizzonte: lo stile è piú colorito e animato. Se non che l’autore vi si è posto con certe preoccupazioni, guardando piú ai nostri tempi che a {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}. Nella civiltá moderna entra come fattore il solo elemento cattolico ed il germanico, o anche l’elemento latino? Il cattolicismo può stare con la libertá? Il papato è stato favorevole alla libertá italiana? Quistioni gravissime senza dubbio: ma qui la ''Divina Commedia'' non è piú il principale, ma un’occasione, di cui si vale il Lamennais per gittare prima di morire la sua ultima parola nelle appassionate discussioni che ci agitano al presente. Ed essendo quistioni incidenti, non è meraviglia che elle non sieno trattate in quel modo definitivo che toghe l’adito alla replica: sono piuttosto sfoghi d’animo indegnato contro il triste presente, che ragionamenti fatti con uno scopo serio. Per dir breve ei mi pare che la morte abbia tolto a Lamennais di meglio determinare il suo disegno, di ordirne con piú accuratezza le fila e di dare alle questioni quel compiuto sviluppo, quel non so che di finito, che ci fa dire: — Ecco una veritá messa in sodo. — Ma se al suo lavoro manca quel vedere da alto e da lungi, che ci fa addentrare in un soggetto ed afferrarne tutte le parti vive, non vi desideri mai alcuna dote esterna di stile, chiarezza, efficacia, splendore. L’esposizione, per esempio, della dottrina scientifica, su cui è edificato il paradiso dantesco, è fatta con molta lucidezza, pregio che manca a Göschel, quantunque il suo lavoro intorno allo stesso argomento sia assai profondo e determinato. Il carattere proprio della ''Divina Commedia'', di riassumere il passato ed accennare all’avvenire, è espresso con una vivacitá e giovinezza d’impressione, che par non credibile, chi pensi<noinclude><references/></noinclude>
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[ /\b[Ss]ali\b/g, "salì senza accento" ],
[ /\b[Ss]pari\b/g, "sparì senza accento" ],
[ /\b[Mm]ori\b/g, "morì senza accento" ],
[ /\b[Gg]iacche\b/g, "giacchè senza accento" ],
[ /\b[Ss]ara\b/g, "sarà senza accento" ],
[ /\b[Mm]oll[aeio]\b/g, "mollo per molto" ],
[ /[BCDFGHLMNPQRSTVZbcdfghlmnpqrstvz]ll/g, "OCR: gll e simili per gli o gil" ],
[ /\b[Gg]ia\b/g, "già senza accento" ],
[ /\b[Cc]itta\b/g, "città senza accento" ],
[ /\sun un\b/g, "doppio un" ],
[ /\sdi di\b/g, "doppio di" ],
[ /\sche che\b/g, "doppio che" ],
[ /scc/g, "OCR: scc per sce" ],
[ /fì/g, "OCR: ì accentata dopo f" ],
[ /―/g, "trattino tossico" ],
[ /alo\b/g, "OCR: alo per ato" ],
[ /ala\b/g, "OCR: ala per ata" ],
];
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<poem>
{{capolettera|V}}ivo mio Sol, molto dell’altro eccede
I grandi effetti il tuo divin valore;
Porge ei col moto qui luce e calore,
Tu allumi noi dalla tua stabil sede. {{R|4}}
Per l’ombra della notte ei non si vede,
Nè allor sente ogni clima il suo vigore,
A te l’ombra di morte accrebbe onore;
Siccome gli alti spirti oggi fan fede. {{R|8}}
Picciola nube a quello i raggi ardenti
Asconde, ma d’invidia, guerre e affanni
Un folto nembo a’ tuoi raccese i lumi. {{R|11}}
Quel dà luce alle stelle, agli elementi;
Ma tu i Beati nei siderei scanni
Con più vivo splendor rallegri e allumi. {{R|14}}
</poem><section end=s1/>
<section begin=s2/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LV.}}
<poem>
{{capolettera|Q}}uel giorno, che l’amata immagin corse
Al cor, come ch’in pace star dovea
Molt’anni in caro albergo, tal parea,
Che l’umano, e ’l divin mi pose in forse. {{R|4}}
In un momento allor l’alma le porse
La dolce libertà, ch’io mi godea;
E se stessa obliando lieta ardea
In lei, dal cui voler mai non si torse. {{R|8}}
Mille accese virtuti a quella intorno
Scintillar vidi, e mille chiari rai
Far di nova beltate il volto adorno. {{R|11}}
Ahi con che affetto Amore, e ’l Ciel pregai,
Che fosse eterno sì dolce soggiorno?
Ma fu la speme al ver lunge d’assai. {{R|14}}
</poem><section end=s2/><noinclude></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||29}}</noinclude><section begin=s1/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LVI.}}
<poem>
{{capolettera|A}}ssai lunge a provar nel petto il gelo
De’ nojosi pensier, ch’apportan gli anni
Allor er’io, che in tenebre, e ’n affanni
Mi lasciasti, mio Sol, tornando al Cielo. {{R|4}}
Indegna forse fui del caldo zelo,
Onde tu acceso apristi altero i vanni,
Infiammando a schivar l’ire, e gl’inganni
Del mondo, e spiegar teco il mortal velo. {{R|8}}
Tu volasti leggiero, i’ sotto l’ali,
Che tu spiegavi, avrei ben preso ardire
Salir con te lontana ai nostri mali. {{R|11}}
Lassa, ch’io non fui teco al tuo partire;
E le mie forze senza te son tali,
Ch’or mi si toglie, e vivere, e morire. {{R|14}}
</poem><section end=s1/>
<section begin=s2/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LVII.}}
<poem>
{{capolettera|D}}al vivo fonte del mio pianto eterno
Con maggior vena un largo rivo insorge,
Quando lieta stagion d’intorno scorge
L’alma, c’ha dentro un lagrimoso verno. {{R|4}}
Quanto più luminoso il Ciel discerno,
Ricca la terra, e adorno il mondo porge
Le sue vaghezze; il cor via più s’accorge,
Che ’l bel di fuor raddoppia il duolo interno. {{R|8}}
Ristretta in luogo oscuro, orrido e solo,
Ascosa, e cinta dal proprio martire,
Legati i sensi tutti al bel pensiero. {{R|11}}
Con veloce, spedito, e fiero volo
Venir la mente al mio sommo desire,
Oggi è quanto di ben nel mondo spero. {{R|14}}
</poem><section end=s2/><noinclude></noinclude>
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Dr Zimbu
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<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|30||}}</noinclude><section begin=s1/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LVIII.}}
<poem>
{{capolettera|D}}’ogni sua gloria fu largo al mio sole
Il Ciel, che di virtù l’animo cinse,
Il volto di color vaghi dipinse,
E diede alto concento alle parole. {{R|4}}
Di qui nacque il desio, com’Amor vuole,
Che dal veder, e dall’udir costrinse
La mente, in cui qual lume non estinse,
Ma serba ancor le forme intere e sole. {{R|8}}
Gli altri semplici sensi, che non fanno
Concordia, ove beltà nasce, ed il vero
Foco divin di gentil alma accende; {{R|11}}
Non mi fur mai cagion di gioja, o danno,
Che ’l chiaro foco mio fa ’l cor sì altero,
Ch’ogni basso pensier sempre l’offende. {{R|14}}
</poem><section end=s1/>
<section begin=s2/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LIX.}}
<poem>
{{capolettera|N}}odriva il cor d’una speranza viva,
Fondata, e colta in sì nobil terreno,
Che ’l frutto producea giocondo e ameno;
Morte la svelse allor, ch’ella fioriva. {{R|4}}
Giunsero insieme i bei pensieri a riva,
Mutossi in notte oscura il dì sereno,
Il nettar dolce in amaro veneno,
Sol di tal ben non è la mente priva. {{R|8}}
Ond’io dintorno, Amor, sovente avvampo,
Parmi udir l’alto suon delle parole
Giunger concento all’armonia celeste. {{R|11}}
E vedo il folgorar del chiaro lampo,
Che dentro al mio pensier avanza il Sole,
Che fia vederlo fuor d’umana veste? {{R|14}}
</poem><section end=s2/><noinclude></noinclude>
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Dr Zimbu
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||31}}</noinclude><section begin=s1/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LX.}}
<poem>
{{capolettera|O}}cchi miei oscurato è il nostro Sole,
Così l’alta mia luce a me sparita,
È per quel, ch’io ne speri, al Ciel salita,
Ma miracol non è, da tal si vuole. {{R|4}}
E se pietà ancor può, com’ella suole,
Ch’indi per Lete esser non può sbandita,
E mia giornata ho co’ suoi piè fornita,
Forse (o che spero) il mio tardar le duole. {{R|8}}
Piagner l’aere, e la terra, e ’l mar dovrebbe
L’abito onesto, e ’l ragionar cortese;
Quando un cor tante in se virtuti accolse? {{R|11}}
Quanto la nuova libertà m’increbbe,
Poichè morto è colui, che tutto intese,
Che sol ne mostrò il Ciel, poi se ’l ritolse. {{R|14}}
</poem><section end=s1/>
<section begin=s2/>{{Ct|f=120%|{{spaziato|SONETTO|4}} LXI.}}
<poem>
{{capolettera|Q}}uanto di bel Natura al mondo diede
Nell’opra sua più cara, e più gradita;
Quanto discopre il Sol, quanto si addita,
Che del poter divin ne faccia fede. {{R|4}}
Dispregia il Ciel, poi ch’altamente riede
Quella luce immortale ed infinita,
Per nostra indegnitate a noi sparita,
Che ’n Cielo ha paragon, qui tutto eccede. {{R|8}}
Or il chiamarlo ognor, nè ’l piagner sempre,
Fa minor’ il dolor, maggior la speme,
Morto è il rimedio allor che nacque il danno. {{R|11}}
E s’avvien, che ’l martir non mi distempre,
La cagion s’appresenta, e ’l danno insieme,
Ond’il rifugio istesso apporta inganno. {{R|14}}
</poem><section end=s2/><noinclude></noinclude>
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Pagina:Mazier - Passatempi de Tasi Nane, Venezia, Visentini, 1894.pdf/75
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Cruccone
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione||— 71 —|}}</noinclude><poem>
Non è sì bianco delle agnelle il latte,
Nè così bianco il molle giglio appare,
Nè di Venere son le carni intatte
A chi brama piacer talor gustare,
Nè si candido latte in terra sta
Come il latte dell’anglo baccalà.
Bello è veder il ciel, bello è vedere
La terra quando fa ritorno aprile,
Bello è scoprir l’arcane cose e vere
Mostrar altrui la forza lor virile,
Bello l’amore e bella l’amistà
Ma assai più bello in piatto il baccalà.
Il fiero pino allor che appar sul monte
Non ha il volto sì snello e disinvolto,
Le antenne di San Marco, a voi già conte,
Non han lo sguardo al ciel sì ben rivolto.
Ne s’ergono giammai con tal maestà
Come ritto vedete il baccalà.
Di Strasburgo le torte ed i bodini,
Il di Biffi già noto panettone,
Di Marsala, di Cipro, i veri vini,
Ciò che al pranzo trovossi d’Epulone,
Niente infatti raggiungere potrà
Il gusto immenso ognor del baccalà.
Bertini<ref>Magazziniere della Ditta Palazzi e custode degli ogli.</ref> allor che nelle vaste idee,
Giudice fu, nei nostri pranzi eletto,
Dovette giudicar dopo di me,
E Trincanato, che fra voi non metto,<ref>Magazziniere della Ditta Palazzi negoziante in baccalà, oglio e salumi.</ref>
Se giudice lo chiamo, egli darà
Il primato per sempre al baccalà.
</poem><noinclude>{{ruleLeft|4em}}<references/></noinclude>
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Pagina:Compendio storico della Valle Mesolcina.djvu/194
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Ilario
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||188|}}</noinclude>1794. Nella composizione di quel memorabile Tribunale, al quale si diede il nome d’imparziale, si trovarono pare due focosi membri della Mesolcina.
Nel suddetto anno le repubblicane armate Francesi occuparono una gran parte della disunita Elvezia, per cui ebbero luogo diversi sanguinosi combattimenti, e fu motivo che ogni Cantone
pensasse separatamente alla propria politica esistenza. Quelle vittoriose truppe, dopo d’aver con prepotenza arrestati e condotti nelle Prigioni francesi molti ragguardevoli Svizzeri perchè giudicati contrari allo stabilimento dei loro nuovi sistemi repubblicani, imposero enormi contribuzioni alle più ricche città della desolata patria, la quale divisa in dieciotto proporzionati Cantoni, dovette ricevere una nuova costituzione ed il nome di Repubblica Elvetica, a far parte della quale fu pure sollecitata la Repubblica delle Tre Leghe; ma le loro Comuni interpellate, rigettarono alla maggioranza, ed unanimaniente quelle della Mesolcina tale proposizione.
Al 26 ottobre trecento uomini delle armate austriache, che poco prima avevano invaso il paese dei Grigioni dalla parte di Coira, entrarono nella Mesolcina per portarsi sui confini dei
Cantone Ticino, il quale era già occupato dalle truppe francesi. Le Comuni della Valle furono<noinclude><references/></noinclude>
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Candalua
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I. Scialle nero ·
II. La vita nuda ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume III - La rallegrata, Verona, Mondadori, 1955.pdf|III. La rallegrata]] ·
IV. L'uomo solo ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume V - La mosca, Firenze, Bemporad, 1923.pdf|V. La mosca]] ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume VI - In silenzio, Firenze, Bemporad, 1923.pdf|VI. In silenzio]] ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume VII - Tutt'e tre, Firenze, Bemporad, 1924.pdf|VII. Tutt'e tre]] ·
VIII. Dal naso al cielo ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume IX - Donna Mimma, Firenze, Bemporad, 1925.pdf|IX. Donna Mimma]] ·
X. Il vecchio Dio ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf|XI. La giara]] ·
XII. Il viaggio ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XIII - Candelora, Verona, Mondadori, 1951.pdf|XIII. Candelora]] ·
XIV. Berecche e la guerra ·
[[Indice:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XV - Una giornata, Milano, Mondadori, 1937.pdf|XV. Una giornata]]<includeonly>[[Categoria:Pagine indice delle Novelle per un anno]]</includeonly>
<noinclude>{{Documentazione}}</noinclude>
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf/23
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<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>{{nop}}
Zi’ Dima rimase un pezzo a riflettere, poi disse:
— Rispondo. Se lei me l’avesse fatta conciare col mastice solo, com’io volevo, io, prima di tutto, non mi troverei qua dentro, e la giara avrebbe su per giù lo stesso prezzo di prima. Così sconciata con questi puntacci, che ho dovuto darle per forza di qua dentro, che prezzo potrà avere? Un terzo di quanto valeva, sì e no.
— Un terzo? — domandò lo Zirafa. — Un’onza e trentatrè?
— Meno sì, più no.
— Ebbene, — disse don Lollò. — Passi la tua parola, e dammi un’onza e trentatrè.
— Che? — fece Zi’ Dima, come se non avesse inteso.
— Rompo la giara per farti uscire, — rispose don Lollò, — e tu, dice l’avvocato, me la paghi per quanto l’hai stimata: un’onza e trentatrè.
— Io, pagare? — sghigno Zi’ Dima. — Vossignoria scherza! Qua dentro ci faccio i vermi. —
E, tratta di tasca con qualche stento la pipetta intartarita, l’accese e si mise a fumare, cacciando il fumo per il collo della giara.
Don Lollò ci restò brutto. Quest’altro caso, che Zi’ Dima ora non volesse più uscire dalla giara, nè lui nè l’avvocato lo avevano previsto. E come si risolveva adesso? Fu lì lì per ordinare di nuovo: — La mula! — ma pensò ch’era già sera.
— Ah sì? — disse. — Ti vuoi domiciliare nella mia giara? Testimonii tutti qua! Non vuole uscirne lui, per non pagarla; io sono pronto a romperla! Intanto, poichè vuole stare lì, domani io lo cito per alloggio abusivo e perchè mi impedisce l’uso della giara. —<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf/7
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<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>{{Ct|f=120%|t=1|LUIGI PIRANDELLO}}
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf/239
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— Ventotto agosto. Benone! Pochi giorni ancora: meno che un mese. Benone! —
E riponeva da parte il fogliolino del calendario insieme con gli altri precedenti, perchè ottimo per....
— Ssss!
— Che c’è di male?
— Bada, vien gente.
— Zitta lì, zitta lì. Non ci sono; o, se mai: ''Il professore studia!'' di’ così, di’ così, mi raccomando.
Chiudeva subito l’uscio; poi, trac! accostava la persiana. Oḥ, e ora.... Eccolo là: segnale a pagina 124.
''L’universo è finito o infinito? Questione antica. È certo che a noi riesce assolutamente impossibile''....
— Ufff! ufff! ufff! — tre volte di seguito, sempre allo stesso posto: lì, nel mezzo della fronte, ronzando. Ah, ma anche per le mosche, se Dio voleva, erano gli ultimi giorni di baldoria, come per gli “insetti umani„ che, a piedi o su somarelli, s’inerpicavano fin lassù, a circa mille metri sul livello del mare. E per vedere che cosa infine? I laghi d’Albano e di Nemi un pajo d’occhiali insellato su quel gran naso con la punta all’insù, ch’è il Monte Cave.
Già cominciavano infatti a spesseggiare i giorni di nebbia quella nebbia umida e densa che toglie lo spettacolo incantevole dei due laghi gemelli ora vaporosi ora morbidi come azzurri veli di seta: oc-<noinclude></noinclude>
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/* Stili per i "Titoli" (esempio pag 13) */
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Trattato che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio – Trattato, Parigi, 18 aprile 1951/Trattato
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Trattato<section end="sottotitolo"/>
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==Indice==
* {{testo|/Preambolo|Preambolo}}
* {{testo|/Titolo primo|Titolo primo — Della Comunità Europea del Carbone e dell’acciaio}}
* {{testo|/Titolo secondo|Titolo secondo — Degli organi della Comunità}}
* {{testo|/Titolo terzo|Titolo terzo — Disposizioni economiche e sociali}}
* {{testo|/Titolo quarto|Titolo quarto — Disposizioni generali}}
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OrbiliusMagister
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<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|362||}}</noinclude>{{Pt|''rismo''|''l’aforismo''}} ch’ei non si può dir cosa nuova, ''e quindi dar merito ad altrui del po’ di buono che tu ci trovassi. Il buono sta nel vero, e del vero vi fu sempre bisogno; onde è impossibile che tanti di più studio e cervello non l’abbiano già cercato e mostrato. Ma la novità viene dal desiderio di persuadersi del vero, senza stare su l’altrui detto; dal cercarlo negli affetti e pensieri che ti eccita la natura, non ne’sistemi della filosofia e delle sette; dall’applicarlo alle azioni vive degli uomini, non alle parole dei loro libri; dal rischiararlo e convalidarlo con l’esperienza, e le massime de’ grandi intelletti; ma non già dal dimostrarlo con esse non mettendoci di tuo, che il titolo, lo scompartimento e le frasi dell’opera; dall’esporlo con tutto il caldo ch’ei portò e prese dentro il tuo cuore e con quanta evidenza ti si ordinò nella mente; dal palesarlo quando è necessario e a chi deve saperlo, e a chi, dovendo, non vuole ascoltarlo, acciocchè se il danno rimane a tutti, a te non resti il rimorso, ma ricada su gli ostinati l’infamia. Questa è tutta novità d’ingegno, e di modo, e di tempo, ed io me la aggiudico tutta, finchè altri provi, o ch’io non ho detto il vero, o ch’io l’ho più ridetto che ripensato, o che non importa che i maestri di lettere mutino modo. Intanto, lettore, abbimi per amico''.<noinclude><references/></noinclude>
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Nom. a min. <sup>nota</sup>
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2 giugno " Ball. 2462 1539 814
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XX 21 marzo 1897)! 7201 | 1ª vot. 2837 ‘Selvatico Riccardo, dott.; 943 | Ceresa Pacifico, . "; 1050
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| | | Cabianea Francesco (1ª vot.) | 649
Collegio elettorale di Venezia III.
IX 25 nov. 1866) 925 ; 1” vot. 483 | Scolari Saverio, prof.; 237) Bembo c.te Pier Luigi., 124
2d, > | Ball. 462 | | 305 | 152
IX 10 marzo 1867) 919 | 1ª vot. 433 |) Bembo c.te Pier Luigi.| 68 | Rocea Adriano, aw .| 130
17 " " | Ball. 475 | 250 | 217
| | Paulovich Giovanni (1ª vot.) | 65
| Berti Antonio, dott. (id.) .) 56
XI 20 nov. 1870) 1060 | 1ª vot. 445 | Bembo c.te Pier Luigi, .) 340 | Vare G. BB. avv. «| 50 | Dimissioni (a)
27 " " Ball. 487 588 | 90
13 aprile 1873 1059 | 1ª vot. 276 | Bembo c.te Pier Luigi. | TT | Gogola Antonio.) 170 | Dimissioni (6)
| " " , Ball. 475 244 i 220
14 dic. " | 1104 |1ª vot. 357 Di Saint-Bon (Pacoret) Si 338 Manin Giorgio .*. 2} 5 | Opzione (c)
Ce ee ae Ball. 262 mone, vice-ammir., min,| 251 7|
| marina :
22 febb. 1874| 1097 | 1ª vot. 315 Minioh Raffaele, prof.) 173 ; Benvenuti Bartolomeo, avv.| 129 |) Annullamento (a)
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12 aprile " | 1097 | 1ª vot. 230 Minich Ralfaele, prof 192 Benvenuti Bartolomeo, avv.| 32
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| | | Cabianea Francesco (1ª vot.) | 649
Collegio elettorale di Venezia III.
IX 25 nov. 1866) 925 ; 1” vot. 483 | Scolari Saverio, prof.; 237) Bembo c.te Pier Luigi., 124
2d, > | Ball. 462 | | 305 | 152
IX 10 marzo 1867) 919 | 1ª vot. 433 |) Bembo c.te Pier Luigi.| 68 | Rocea Adriano, aw .| 130
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XI 20 nov. 1870) 1060 | 1ª vot. 445 | Bembo c.te Pier Luigi, .) 340 | Vare G. BB. avv. «| 50 | Dimissioni (a)
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13 aprile 1873 1059 | 1ª vot. 276 | Bembo c.te Pier Luigi. | TT | Gogola Antonio.) 170 | Dimissioni (6)
| " " , Ball. 475 244 i 220
14 dic. " | 1104 |1ª vot. 357 Di Saint-Bon (Pacoret) Si 338 Manin Giorgio .*. 2} 5 | Opzione (c)
Ce ee ae Ball. 262 mone, vice-ammir., min,| 251 7|
| marina :
22 febb. 1874| 1097 | 1ª vot. 315 Minioh Raffaele, prof.) 173 ; Benvenuti Bartolomeo, avv.| 129 |) Annullamento (a)
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173<br/>Benvenuti Bartolomeo, avv.| 129 |) Annullamento (a)
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/ 440! Bignami Enrico . 2) 9
| 4065, | 3
XII 5 nov. 1876) 1398 667 Minioh Raffaele, prof.| 517 | Scolari Saverio, prof. 7 126
XIV 16 maggio 1880 | 1520 | 1ª vot. 633 Mattei Emilio, gen.| 445 | Fincati Luigi, contramm.| 160
23 " " Ball. 725 | 388 | 146
XVII 6 nov. 1892 7652 | 1ª vot. 4155 | Tiepolo c.te Lorenzo, avv.| 2030 | Ricco Giacomo.| 1945 <sup>nota</sup>
13 " " Ball. 4622 | 2254 2242
XIX | 26 maggio ie 7612 2430 Tiepolo c.te Lorenzo, avy, .| 1339 | Ricco Giacomo. 2.| 578
| pueblos tea,
XX 21 marzo 1897 | 7403 3038 Tiepolo c.te Lorenzo, avv.| 1680 | Castelli Emilio, 604 |
Lazarini Ugo |). 2. 3) 420
| | Ticozi Napoleone.| 80
Collegio elettorale di Ventimiglia.
I 27 aprile 1848) 338 | 1ª vot. 186) Cassini Giuseppe avv., vice presidente di tribunale 100 | Bianchieri Giuseppe, arch.) 39 |
2B " " Ball. 141 97 | 40
Promozione <sup>nota</sup>
26 giugno " 338 | 1ª vot. 212 Biancheri Fruttuoso, avv.| 77 | Cassini Giuseppe, avv., presi-| 7)
27 " " Ball. 209 109 dente di teibunale 99
il 22 genn. 1849) 388 209 Biancheri Fruttuoso, avv.| 137 | De Albertis G. B., arcivescovo | = 31
di Nazianzo
Il 15 luglio =" | 392) 1ª vot. 149 Maraldi Giac, Filippo, gen.| 66 | Biancheri Fruttuoso, avv.| 77 |) Dimissioni <sup>nota</sup>
22 " " Ball. 256 145 105
16 sett. " 392 | 1ª vot. 131 | Galvagno Filippo, avv., min. 56 | Biancheri Fruttuoso, avv. 66 <sup>nota</sup>
17 " " Ball. 215) | Javori pubbliet 115 98
Iv 9 dic. " 388 | 1ª vot. 180 Ricotti Ercole, capitano del genio militare 123 | Biancheri Fruttuoso, avv.| = 45
10 " " Ball. 177 | — 139 | 36
<ref>Non vi fu proclamazione. La Camera proclamò a deputato l'onorevole Tiepolo il 10 dicembre 1892 e ne convalidò l'elezione, rettificando in tal modo il risultato della votazione: a Tiepolo voti 2270, a Ricco 2253.</ref>
<ref>Cessò per promozione a presidente di Tribunale il 16 maggio 1848.</ref>
<ref>Dimissionario il 14 agosto 1849.</ref>
<ref>Nella tornata del 21 settembre 1849, la Camera sospese la convalidazione dell‘elezione, non essendo ancora accertato il numero dei deputati impiegati.</ref>
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Carlomorino
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<noinclude><pagequality level="1" user="Carlomorino" />{{RigaIntestazione||— 701 —|}}
{{sans-serif|'''{{type|l=-0.5px|Venezia III — Ventimiglia.'''}}}}</noinclude><noinclude>{|class="tabella1"
{{Storia dei collegi elettorali/intestazione}}
|-
|colspan=9 | {{Ct|f=1.5em|v=1.5|t=1.5| ''Segue'' {{Sc|Collegio di}} '''Venezia III.'''}}
|-
|-
|align=center|<small>Collegio uninominale</small>|| || || || || || || ||
</noinclude>
|-
|align=center|XII || 8 nov. 1874<br/>15 " " || 1407 || 1ª vot. 478<br/>Ball. 414 ||{{AutoreCitato|Raffaele Minich|{{sans-serif|'''Minich'''}} Raffaele}}, prof.
<!--c
<br/>
{{cs|C}}| —
{{cs|L}}|
align=center|
/ 440! Bignami Enrico . 2) 9
| 4065, | 3
XII 5 nov. 1876) 1398 667 Minioh Raffaele, prof.| 517 | Scolari Saverio, prof. 7 126
XIV 16 maggio 1880 | 1520 | 1ª vot. 633 Mattei Emilio, gen.| 445 | Fincati Luigi, contramm.| 160
23 " " Ball. 725 | 388 | 146
XVII 6 nov. 1892 7652 | 1ª vot. 4155 | Tiepolo c.te Lorenzo, avv.| 2030 | Ricco Giacomo.| 1945 <sup>nota</sup>
13 " " Ball. 4622 | 2254 2242
XIX | 26 maggio ie 7612 2430 Tiepolo c.te Lorenzo, avy, .| 1339 | Ricco Giacomo. 2.| 578
| pueblos tea,
XX 21 marzo 1897 | 7403 3038 Tiepolo c.te Lorenzo, avv.| 1680 | Castelli Emilio, 604 |
Lazarini Ugo |). 2. 3) 420
| | Ticozi Napoleone.| 80
Collegio elettorale di Ventimiglia.
I 27 aprile 1848) 338 | 1ª vot. 186) Cassini Giuseppe avv., vice presidente di tribunale 100 | Bianchieri Giuseppe, arch.) 39 |
2B " " Ball. 141 97 | 40
Promozione <sup>nota</sup>
26 giugno " 338 | 1ª vot. 212 Biancheri Fruttuoso, avv.| 77 | Cassini Giuseppe, avv., presi-| 7)
27 " " Ball. 209 109 dente di teibunale 99
il 22 genn. 1849) 388 209 Biancheri Fruttuoso, avv.| 137 | De Albertis G. B., arcivescovo | = 31
di Nazianzo
Il 15 luglio =" | 392) 1ª vot. 149 Maraldi Giac, Filippo, gen.| 66 | Biancheri Fruttuoso, avv.| 77 |) Dimissioni <sup>nota</sup>
22 " " Ball. 256 145 105
16 sett. " 392 | 1ª vot. 131 | Galvagno Filippo, avv., min. 56 | Biancheri Fruttuoso, avv. 66 <sup>nota</sup>
17 " " Ball. 215) | Javori pubbliet 115 98
Iv 9 dic. " 388 | 1ª vot. 180 Ricotti Ercole, capitano del genio militare 123 | Biancheri Fruttuoso, avv.| = 45
10 " " Ball. 177 | — 139 | 36
<ref>Non vi fu proclamazione. La Camera proclamò a deputato l'onorevole Tiepolo il 10 dicembre 1892 e ne convalidò l'elezione, rettificando in tal modo il risultato della votazione: a Tiepolo voti 2270, a Ricco 2253.</ref>
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Trasformazioni industriali e trasformazioni linguistiche nel cinema americano del dopoguerra/Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta/La rete della distribuzione
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Nel settore della distribuzione il dominio delle Majors è schiacciante. Esse sono le padrone incontrastate, o quasi, sia del mercato interno che di quello estero, dove agiscono anche sotto il cartello comune della '''MPEA''', la "'''Motion Pictures Export of America'''", versione estera della '''MPAA'''. Sul predominio delle Majors nella distribuzione è interessante considerare due episodi occorsi entrambe lungo gli anni '70: il primo tocca in particolare il rapporto cogli autori, il secondo coinvolge invece la televisione. <br>
<br>
Ritenendo insoddisfacente il trattamento riservato dalla MGM prima e dalla Warner poi ai suoi due film,
* '''Brewster Me Cloud''' (''Anche gli uccelli uccidono'', 1970) e
* '''Mc Cabe and Mrs. Miller''' (''I compari'', un western del 1971)
''[[w:Robert Altman|Robert Altman]]'' cercò di affrontare da solo la distribuzione del suo lavoro successivo, '''Images''' (id., 1972), riuscendo anche a procurarsi l'aiuto finanziario di una compagnia inglese, la "''Hemdale''". Il tentativo fallì e per di più si rivelò una tale perdita finanziaria da indurre ''Altman'' a dichiarare solo sette mesi più tardi: "Adesso penso che sia probabilmente un errore non coinvolgere un distributore fin dal momento in cui incomincia la produzione"<ref>L'episodio è riferito in David GORDON, "Why the Movie Majors are Major", Sight & Sound n° 42, autunno 1973</ref>. <br>
Pare dunque inevitabile l'entrata delle Majors nella fase produttiva del film, una entrata che s'impone in gran parte sulla base dei ricatto della distribuzione. In realtà l'attività di distribuzione non concerne solo l'acquisto ed il noleggio, ma implica pure una somma non sempre prevedibile da rischiare sul lancio di un prodotto o di una serie di prodotti. Come si può capire, ciò spinge le Majors a tutelarsi in qualche modo, imponendo al produttore la realizzazione di determinati accorgimenti che contribuiscano a facilitare la vendita del film in questione. Ciò naturalmente è più semplice se si ha una parte diretta nella produzione.<br>
<br>
L'altro episodio concerne il fallimento della "''Cinema Center''" e della "''Cinerama''", due compagnie che erano legate alle reti televisive della '''CBS''' e della '''ABC'''. Pur avendo prodotto film di buona qualità e di discreto successo; come '''Straw Dogs''' (''Cane di paglia'', 1971) di ''[[w:Sam Peckinpah|Sam Peckinpah]]'', oppure '''They Shoot Horses. Don't They?''' (''Non si uccidono così anche i cavalli?'', 1969) di ''[[w:Sidney Pollack'|Sidney Pollack]]'', nei sei anni della sua attività la "Cinerama" segnò un passivo di 47 milioni di dollari e fu costretta a chiudere. Una cosa equivalente accadde alla "Cinema Center" che veniva distribuita dalla gemella "National General": ma questa forniva una rete di distribuzione troppo limitata per reggere a lungo.<br>
<br>
Tuttavia, all'interno dell'attività di distribuzione negli Stati Uniti, c'è almeno un piccolo settore che sfugge al controllo delle Majors, quello dei film stranieri. Questi per poter essere distribuiti negli U.S.A. devono essere presi in listino da una compagnia americana e le Majors lo fanno alquanto raramente, in pratica solo nel caso delle "run-away productions". Conseguentemente si fornisce agli indipendenti una possibilità d'intervento ulteriore, distribuendo film d'autori europei nei circuiti americani. Chi ha scoperto l'esistenza di questo buco nel mercato è stato ancora una volta ''[[w:Roger Corman|Roger Corman]]'', dopo che nel 1970 fondò la propria casa di Produzione e di distribuzione, la "'''New World Pictures'''".<br>
Egli dichiara in un'intervista: "Noi. abbiamo fatto una cosa che nessuno aveva fatto prima: distribuire film artistici in circuiti estremamente commerciali. il primo film d'autore da noi distribuito è stato '''Cries and Whispers''' (''Sussurri e grida'', 1972) di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''. Lo abbiamo fatto passare nei 'drive-in' dopo il circuito abituale delle sale d'art e d'essai. La gente diceva: ''Non potete far passare un film dì Bergman nei drive-in''. ''Bergman'' mi ha inviato una lettera di felicitazioni, dicendo che nessuno l'aveva ancora fatto, che era ''enchanté''. Il film non ha battuto dei record, ma ha marciato bene nei drive-in. Questo è bene per ''Bergman'', che il suo film cioè sia stato visto da un pubblico differente, e bene per i drive-in che hanno presentato alla loro clientela dei film leggermente, non leggermente, radicalmente diversi" <ref>Bill KHRON, "Entretien avec Roger Corman", Cahiers du Cinema n° 296, gennaio 1979.</ref>. E bene per la '''New World''' che ha così scoperto una breccia nella distribuzione: simile trattamento sarà infatti riservato, e con anche migliori risultati, ad '''Amarcord''' (1973) di ''[[w:Federico Fellini|Federico Fellini]]'', cui hanno fatto seguito '''The Romantic Englishman''' di ''[[w:Joseph Losey|Joseph Losey]]'', '''L'argent de poche''' e '''L'histoire d'Adele H''' di ''[[w:Francois Truffaut|François Truffaut]]'', '''Dersu Uzala''' di ''[[w:Akira Kurosawa|Akira Kurosawa]]'', e '''Sinfonia d'autunno''' ancora di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''.<br>
<br>
Negli U.S.A. mettere in circolazione un film straniero viene a costare ai piccoli distributori una cifra intorno ai 100 mila dollari. La maggior parte della somma va spesa a New York, la capitale americana del film estero, banco di prova per i film che intendono poi girare i circuiti delle altre città. In base al livello di successo riscosso si stampano un certo numero di copie, che possono andare dalle 12 alle 200, e si investono ulteriori soldi nella promozione pubblicitaria sui giornali e riviste specializzate. Secondo i fatturati di noleggio stimati annualmente da "Variety", nel 1987 '''Madame Rosa''', il film straniero con maggiori possibilità in U.S.A., aveva incassato 1,7 milioni di dollari di canoni di noleggio. Considerando, stando a ''Guback'', che per andare in pareggio un film straniero deve incassare al botteghino almeno 400 mila dollari, si può dire che le cose erano andate bene. E meglio ancora era andato l'anno prima '''Cousin Cousine''', che aveva incassato 3,3 milioni di dollari per canoni di noleggio. Questo per avere un'idea di quanto possa incassare, quando va bene, un film straniero in U.S.A.; effettivamente per le Majors il gioco non vale la candela.<br>
Ma fatta questa necessaria parentesi sulla distribuzione del film straniero in USA, l'unico settore della distribuzione che ha regole alquanto vaghe dato che le Majors non vi fanno la parte del leone, è ora opportuno analizzare in che cosa consista effettivamente l'attività di distribuzione di una Major, la portata economica della sua realizzazione e attraverso quali espedienti sì costringano gli esercenti in una rete inestricabile di interessi e di doveri.
La prima decisione che la casa distributrice deve prendere rispetto a un film è il tipo di "play off", cioè di programmazione, dove più conviene. Per questo è necessaria un'analisi preliminare sia del prodotto cinematografico, sia del mercato cui dovrebbe essere destinato. Naturalmente le Majors sanno già a grandi linee il tipo di programmazione da adottare per qualsiasi
ciononostante ci sono casi che possono contraddire regole precedentemente ritenute valide. Ciò si deve a molteplici fattori. Uno tra questi è la familiarità del pubblico con un certo film. Essa è di diversa natura, a seconda che il film in questione abbia legami con qualcosa di già noto, come un libro o una commedia o una musica, oppure che sia ottenuta dopo una martellante campagna pubblicitaria <ref>Lee BEAUPRE', nel suo articolo ''La distribuzione cinematografica americana'', in '''AAVV, Hollywood 1969-1979. 2. Industria, autori, film''', Venezia, Marsilio, 1979, riporta i dati di uno studio condotto nel 1967 per conto della MPAA su un campione del pubblico cinematografico americano circa il grado di conoscenza di 6 film, dopo che era stato promosso un grande lancio pubblicitario, ma prima che i film entrassero in circolazione. Ebbene, soltanto uno di essi ('''Camelot''') era conosciuto dalla maggioranza degli intervistati (58%); il grado di conoscenza degli altri film andava dal 37% del '''Dr. Dolittle''', al 6% di '''Tony Rome'''... Lo stesso studio ha indicato un interesse anticipato ancora minore nell'andare a vedere questi film. Quasi nessuno degli intervistati era a conoscenza degli attori nei film in questione, e in molti casi c'era un'idea completamente sbagliata del contenuto" (pag. 38).</ref>. Nel primo caso la familiarità del pubblico è più forte che nel secondo, ma in entrambe i casi non è mai equivalente all'interesse nel comprare il biglietto. Per questo motivo resta sempre incerto il risultato di una campagna pubblicitaria ai fini dell'affluenza del pubblico. Bisogna però dire che un film come '''Superman''', che univa alla conoscenza del personaggio dei fumetti una vasta campagna pubblicitaria in tutto il paese, ha avuto comunque un enorme successo, costruito quasi biglietto per biglietto. Esso era favorito d-1 non aver affatto limitazioni di pubblico, potendo andar bene per chiunque (cosa che accade solo nelle super-produzioni). Ma nella maggior parte dei casi occorre che la casa distributrice sia così accorta da programmare il film laddove c'è un pubblico particolare in grado di entusiasmarsi per quello specifico prodotto. Se si tratta dei teen-agers conviene
che la proiezione si organizzi nelle sale della cinta metropolitana; se questo pubblico è costituito per la maggior parte dai neri non bisognerà proiettarlo subito nei "suburbs" abitati dai bianchi. Queste sembrano indicazioni sin troppo banali, ma spesso vengono dimenticate dai distributori, perché c'è la tendenza a fare di un film un prodotto che si rivolge alla totalità del pubblico, laddove invece si trarrebbe più profitto dai rivolgersi ad un pubblico specifico. Questo errore è forse da considerarsi un retaggio dei tempi in cui il cinema era veramente un divertimento di massa per tutta la nazione; ma attualmente la televisione ha estromesso il cinema da questa sua funzione e quindi si ottengono più ingenti e sicuri profitti stabilendo e raggiungendo un settore specifico di un pubblico potenziale.<br>
Una volta stabilita la selezione delle sale dove proiettare inizialmente il film, le case di distribuzione devono scegliere tra quattro concrete alternative di programmazione, ognuna corrispondente a quattro diversi tipi di prenotazione di prima visione da trattare cogli esercenti.<br>
La prima di queste è una ''programmazione di prima visione in esclusiva'', cioè in un solo locale collocato in una zona centrale di un particolare mercato metropolitano. Questo sistema è stato adottato molto spesso per i film più importanti, ma ultimamente l'aumento dei costi per la pubblicità e poi l'aumento di popolazione nelle zone suburbane ne hanno sconsigliato l'adozione.<br>
Ad esso si preferisce una ''programmazione di prima visione giorno e data'', vale a dire una proiezione in contemporanea in due o tre locali posti in zone diverse dello stesso mercato metropolitano. <br>
A seconda poi dell'aumento più o meno considerevole del numero delle proiezioni in contemporanea si ha la ''programmazione multipla o a saturazione''. Quest'ultima, che usa anche dei locali minori e dei drive-in, è riservata soprattutto a quel genere di film che, pur non essendo importanti, vengono fatti ritenere tali da una grossa, campagna pubblicitaria. Essa permette dunque di recuperare i costi di pubblicità e di sfruttare al massimo il momento favorevole, prima che il pubblico trasformi il suo entusiasmo in delusione e dimentichi il film.<br>
Il punto più controverso della distribuzione americana è costituito dal sistema di noleggio e di aste dei film nei confronti degli esercenti. E' questa infatti l'ultima fase della distribuzione ed insieme il delicato anello di congiunzione cogli esercenti, i quali fanno valere le loro rivendicazioni soprattutto su questo punto. Proprio ultimamente, cioè nel 1979, si è avuto un aggiustamento quasi definitivo tra le due parti in causa. Cercheremo di definire i termini della questione schematizzando le formule di contratto riguardanti il noleggio in tre tipi, seconde il modello fornito dal critico americano ''Lee Beaupré'' nel suo già citato articolo. Bisognerà tuttavia tener presente che nella stipulazione definitiva del contratto giocano una buona parte anche gli accomodamenti tra distributori ed esercenti, dopo che questi hanno visionato il film.<br /><br />
Comunque, una prima formula di contratto è quella nella quale il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo in base alla durata della programmazione: per es., il 50% per la prima settimana, il 40% per la seconda e. la terza, il 35% per la quarta, il 30% per le successive.<br /><br />
Una seconda formula è quella in cui il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo, in base all'entità dell'incasso stesso: per es., il 60% se l'incasso è di 25.000 dollari o più, il 50% se l'incasso è di 20.000-24.999 dollari, il 40% se l'incasso è di 15.000-19.999 dollari ecc.<br><br />
La terza formula è quella escogitata più di recente, ma è anche quella più adottata attualmente in America. Essa si può definire la formula 90/10. In base ad essa, "l'esercente riprende le sue spese correnti specificate nel contratto (l'''house nut'', cioè ''il nocciolo della sala'') prima di rimettere il 90% del resto dell'incasso al distributore come noleggio, tenendo l'altro 10% come suo profitto"<ref>Ibidem, pag. 43</ref>. Questa almeno è la formula adottata nelle città di New York e di Los Angeles; ma prima che si estendesse a tutta la nazione, i distributori hanno aggiunto un ritocco, il cosiddetto ''floor'', cioè il minimo garantito. Esso consiste in una specifica percentuale dell'incasso totale sotto il quale l'esercente non può più andare, che si applichi o no la formula 90/10. Per illustrare il funzionamento di questo meccanismo e del 90/10, Beaupré fa questo esempio che riportiamo, nel quale il minimo garantito per due locali diversi che hanno lo stesso "house-nut" di 5.000 dollari, è calcolato del 70%.<br>
{| class="wikitable" style="margin: auto; width: 100%;"
|+ ''TAB. 4 Esemplificazione di una formula di contratto 90/10 (con applicazione del "floor" = 70%), stipulata tra il distributore e due cinema diversi con "house-nut" identici.''
|- class="wikitable"
! n !! !! style="color: green;"|Cinema A !! Cinema B
|-
| style="text-align: center;"|1 || Incasso al botteghino ||style="color:green;text-align: right;"| $ 50.000 ||style="text-align: right;"| $ 15.000
|-
|style="text-align: center;"| 2 || ''House-nut'' || style="color:green; text-align: right;"|$ 5.000 || style="text-align: right;"|$ 5.000
|-
| style="text-align: center;"|3 || Base del noleggio (n1 meno n2) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 45.000 ||style="text-align: right;"| $ 10.000
|-
|style="text-align: center;"| 4 || 90/10 (90% di n3) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 40.000 ||style="text-align: right;"| $ 9.000
|-
| style="text-align: center;"|5 || ''Floor'' (70% di n1)||style="color:green;text-align: right;"| $ 35.000 ||style="text-align: right;"|$ 10.500
|}
"Visto che la formula 90/10 dà più del minimo del 70% per il '''Cinema A''', questo cinema paga al distributore un noleggio di 40.000 dollari (secondo la formula 90/10 riga 4).<br>
D'altra parte la formula 90/10 dà meno del 70% dell'incasso lordo del '''Cinema B''', che così paga al distributore 10.500 dollari (secondo il minimo del 70%, riga 5)" <ref>Ibidem, pag.43</ref>. In questo modo il Cinema B viene ad accusare una perdita di 500 dollari sul proprio "house-nut" ogni settimana. La perdita può essere tuttavia recuperata dal cinema attraverso gli incassi di alcuni servizi affini (prodotti gastronomici, bevande, flipper, giochi elettronici installati negli atri dei cinema, ecc.), il cui utilizzo è sempre più diffuso anche per questo motivo. <br>
<br>
Comunque la formula 90/10 sembra essere quella più di buon grado accettata sia dai distributori che dagli esercenti. D'altro canto però, i distributori possono farsi valere di più attraverso delle clausole in quegli stessi contratti sopracitati. <br>
Una di queste è il "'''block booking'''", che impone all' esercente di programmare insieme ad un film di sicuro successo altri film di minor richiamo della stessa casa distributrice. <br>
Un'altra clausola è la "'''Designate Play Dates'''', cioè dei giorni o dei periodi speciali in cui il distributore impone all'esercente la programmazione dei suoi film.
Infine, il tanto discusso "'''Blind Bedding'''", vale a dire una singolare forma d'asta nella quale si fanno offerte competitive per dei film non visionati da nessuno degli offerenti. Secondo questo sistema la casa distributrice invia una lettera a tutti gli esercenti di una zona; in essa si annuncia la disponibilità di un certo film per una data e si invitano gli interessati alla programmazione in esclusiva di quel film ad intervenire all'asta. Questo tipo di procedura era permessa dal Dipartimento della giustizia per tre film ogni anno. Tutte le catene degli esercenti si sono però opposte a questa pratica, perché sollevava di fatto la concorrenza tra di loro a tutto vantaggio dei distributori. Hanno presentato perciò delle proposte di abolizione che sono state accolte in tredici stati, almeno fino al 13 aprile 1979 <ref>T. GUBACK, op. cit., pag.101</ref>. <br>
In contrapposizione ad esso gli esercenti hanno difeso la pratica degli "''splits''", cioè l'accordo tra gli esercenti di una zona per la divisione equa dei nuovi film in modo da avere condizioni di noleggio più favorevoli, evitando del tutto le garanzie o gli anticipi da offrire al distributore per la prenotazione di un film. Ma nel 1977 il Dipartimento della giustizia ha dichiarato anche gli "''splits''" contrari alla legge anti-trust, permettendo così che le case distributrici richiedano anticipi e garanzie in contanti agli esercenti per film non ancora visionati, ma ritenuti di cassetta. Gli anticipi e le garanzie non sono poi la stessa cosa. I primi possono essere rinegoziati in seguito, nel caso che il film non abbia ottenuto il successo preventivato. Le seconde invece non sono più rimborsabili agli esercenti. Negli ultimi anni parecchi film avrebbero sollecitato anticipi e garanzie colossali: 30 milioni di dollari per '''The Godfather Part II''', 25 milioni di dollari per '''The Towering Inferno''', 20 milioni di dollari per '''Earthquake''', '''Jaws''', '''Superman''' e 16 milioni di dollari per '''The Great Gatsby''' e '''Clouse encounters of the Third Kind''' <ref>Lee BEAUPRE', op. cit., pag.45. Jack Valenti aggiunge che questo è l'unico espediente per bilanciare il trattenimento abusivo degli incassi da parte degli esercenti, che dovrebbero essere pagati dai rispettivi distributori entro due o tre giorni.</ref>.
Queste cifre risonanti sono anche giustificate dal fatto che, sempre nel corso degli anni '70, le grosse catene degli esercenti hanno cominciato ad aver parte nel finanziamento della produzione di alcuni film, tentando così di scavalcare le case di distribuzione, che dal canto loro hanno pensato di reagire aumentando gli anticipi e le garanzie. Infine, concludendo colle "'''Blind Bedding'''", c'è da dire che la NATO, la ''National Association of Theatres Owners'', è riuscita sì ad ottenere la scomparsa di questa pratica da alcuni stati, ma ciò rischia di ripercuotersi negativamente sugli stessi esercenti, in quanto potrebbe provocare un'ulteriore diminuzione del numero dei film prodotti dagli Studios, accentuando così la carenza dei film in circolazione, già favorita dal rialzo dei costi di distribuzione. E' questo un punto cruciale. Ecco quanto scrive Guback commentando i costi di distribuzione della Fox e della Warner: "La Twentieth Century Fox ha dichiarato che circa i due terzi dei film da lei distribuiti tra il 1974 ed il 1978 hanno avuto costi (escluse le spese generali) superiori ai 5 milioni di dollari, ma il rimanente terzo era salito da 5 a 11,3 milioni di dollari. <br><br>
I costi diretti di distribuzione, come pubblicità e copie, e le spese generali di distribuzione in genere superano i costi di produzione, secondo la Twentieth Century Fox. L'uso della pubblicità, in particolare televisiva, per lanciare i film è aumentato in modo drammatico e durante i primi nove mesi del 1978 le compagnie di produzione-distribuzione hanno speso probabilmente circa 77 milioni di sola pubblicità televisiva. Nello stesso periodo la Warner spese nella distribuzione una cifra stimata 12,7 milioni di dollari, mentre la MCA e la 20th Century Fox spesero rispettivamente 12,1 e 7,6 milioni di dollari. Nella maggior parte dei casi l'aumento dei costi di produzione ha imposto questa espansione della pubblicità, intesa a stimolare, manipolare e controllare il comportamento del pubblico"(27). La tendenza delle Majors ad andare a colpo sicuro, limitando la diffusione soltanto a quei prodotti forniti di determinate garanzie di successo è illustrata dalla TAB.5, nella quale compaiono le cifre riguardanti il numero dei nuovi film distribuiti negli anni '70, comparate agli anni '50 e '60.
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.5 Nuovi film distribuiti da distributori statunitensi
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 425
|-
| 1955 || 281
|-
| 1960 || 233
|-
| 1965 || 257
|-
| 1970 || 267
|-
| 1971 || 281
|-
| 1972 || 279
|-
| 1973 || 237
|-
| 1974 || 229
|-
| 1975 || 190
|-
| 1976 || 187
|-
| 1977 || 154
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Tuttavia questa tabella illustra solo in parte la reale situazione, in quanto sono inclusi nel conteggio anche i film prodotti dagli indipendenti, film che costituiscono tra il 30 ed il 50% della intera distribuzione americana, come emerge dal confronto colla TAB.6. <br>
<br>
Qui viene indicato l'esatto numero dei film distribuiti dalle Majors per ognuno degli anni citati.<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;; width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.6 Nuovi film distribuiti dalle Majors
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 231
|-
| 1955 || 198
|-
| 1960 || 190
|-
| 1965 || 171
|-
| 1970 || 151
|-
| 1971 || 153
|-
| 1972 || 142
|-
| 1973 || 131
|-
| 1974 || 109
|-
| 1975 || 95
|-
| 1976 || 98
|-
| 1977 || 82
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Queste cifre vanno interpretate alla, luce della nuova politica di produzione-distribuzione messa in atto dalle Majors dagli inizi degli anni '70. Se fino a quell'epoca infatti, le Majors avevano creduto che la redditività del loro lavoro dipendesse dalla quantità dei film distribuiti, oggi sono tanto convinte del contrario da investire i capitali in settori esterni al cinema piuttosto che nella produzione di nuovi film. <br>
Ad esempio, la '''Columbia''' ha acquistato la ''D. Gottlieb and Co'', la più grossa fabbricante di flippers, per la cifra di 50,2 milioni di dollari; la '''Twentieth Century Fox''' ha acquistato per 49,4 milioni di dollari la "''Aspen Skiing Co.''" ed inoltre i diritti di imbottigliamento della Coca-Cola per 27,8 milioni di dollari. <br>
<br>
Fin qui abbiamo cercato di delineare gli aspetti più importanti del mercato cinematografico interno agli U.S.A.; ma, come si sa, le Majors sono anche le sole compagnie con catene di distribuzione internazionali, e sul mercato estero non devono dividere nulla coi distributori americani minori o indipendenti. I cinque principali mercati esteri delle compagnie cinematografiche americane, il Canada, la Francia, la Germania, l'Italia ed il Giappone, hanno contribuito e contribuiscono considerevolmente alle entrate complessive delle Majors.
Di fronte al frazionamento del mercato europeo le compagnie americane hanno invece unito i loro sforzi col risultato di allargare i canali internazionali di distribuzione. Così nel 1970 la Paramount e la Universal hanno fondato la '''CIC''', '''Cinema International Corporation''' di cui ognuna è proprietaria del 49% delle azioni. Essa distribuisce nel mondo i film delle rispettive case e dal 1973 anche quelli della MGM. Collaborazione c'è anche tra la Columbia e la Fox che utilizzano in comune un certo numero di uffici esteri e dal 1978 hanno fuso la propria rappresentanza australiana. Così pure la Dear e la Warner hanno fondato la '''PIC''', '''Pictures International Corporation'''. Ma già negli anni Precedenti, anni in cui il mercato interno era in crisi e le Majors ancora non avevano unificato i loro canali di distribuzione esteri, le entrate provenienti da questo settore costituivano ugualmente una fonte in grado di contenere i bilanci critici. Ecco le cifre in proposito. <br>
<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;text-align:center;width:90%"
|+ TAB.7 Entrate estere e nazionali delle compagnie Majors, facenti parte della Motion Picture Association of America (''milioni di dollari'').
|+ FONTE: "Variety" del 14/6/1978, dell'1/9/1976, del 25/6/1975.
|-
! ANNO !! Entrate ESTERE !! Entrate USA !! TOTALE ENTRATE
|-
| 1963 || 293,0 || 239,4 || 532,4
|-
| 1964 ||319,9 ||263,2|| 583,1
|-
| 1965 ||343,5 ||287,2|| 630,7
|-
| 1966 ||361,5 ||319,5 ||680,9
|-
| 1967 ||357,8 ||355,9 ||713,7
|-
| 1968 ||339,0 ||372,3 ||711,3
|-
| 1969 ||348,4 ||317,4 ||665,8
|-
| 1970 ||360,4 ||381,3 ||741,7
|-
| 1971 ||347,0 ||336,7 ||683,7
|-
| 1972 ||388,6 ||426,4 ||815,1
|-
| 1973 ||428,9 ||390,5 ||819,4
|-
| 1974 ||494,8 ||545,9 ||1040,7
|-
| 1975 ||604,0 ||628,0 ||1232,0
|-
| 1976 ||571,0 ||576,6 ||1147,5
|-
| 1977 ||563,0 ||802,7 ||1365,7
|}
Come si vede, soltanto negli anni '70 le entrate del mercato interno raggiungono e poi superano le entrate del mercato estero. Il settore della distribuzione costituisce dunque il vero e proprio punto di forza delle grandi compagnie cinematografiche americane, che dal 1974 hanno anche superato il miliardo di dollari nel noleggio dei loro film in tutto il mondo. Il dominio delle Majors in questo settore è ulteriormente documentato dalla seguente tabella, aggiornata al dicembre 1978 e riportante le percentuali di ognuna sull'attività di noleggio all'interno del mercato statunitense e canadese. Ad esse affianchiamo per un confronto, quelle concernenti la più forte casa indipendente, cioè l'American International Pictures.
{| class="wikitable sortable" style="test align:center;width:90%; margin:auto;"
|+ TAB.8 Percentuali di alcune compagnie, derivanti dall'attività di noleggio sul mercato cinematografico interno.
FONTE: "Variety", 10 gennaio 1979.
|-
! Compagnia !! % 1976 !! 1977 !! 1978
|-
| 20th Century Fox || 13,4 || 19,5 || 13,4
|-
| AIP || 3,8 || 3,4 || 1,4
|-
| Buena Vista || 6,7 || 5,6 || 4,8
|-
| Columbia || 8,4 || 11,5 || 11,6
|-
| Paramount || 9,6 || 10,0 || 23,8
|-
| United Artists || 16,2 || 17,8 || 16,2
|-
| Universal || 13,0 || 11,5 || 16,8
|-
| Warner Bros. || 18,8 || 13,7 || 13,2
|}
'''''NB'''. Il totale delle percentuali non raggiunge il 100%; il residuo è da attribuirsi ai distributori più piccoli (Avco Embassy, Allied Artists, ecc.). Dal novembre del 1973 la UA include anche il no-leggio della MGM sul mercato interno.''
Togliendo la percentuale che si riferisce all'AIP, le Majors relativamente al noleggio sul mercato interno raggiungono dunque rispettivamente , l''''86,0%''' nel 1976', l''''89,6%''' nel 1977 e il '''93,9%''' nel 1978. <br><br>
Alle altre case di distribuzione rimangono insomma soltanto le briciole, ed inoltre il loro spazio va progressivamente restringendosi per la tendenza delle Majors a tenere sotto controllo sia la produzione che l'esercizio.
<br /><hr /><br />
<references/>
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]] <br>2.3. La rete della distribuzione<section end="sottotitolo"/>
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Nel settore della distribuzione il dominio delle Majors è schiacciante. Esse sono le padrone incontrastate, o quasi, sia del mercato interno che di quello estero, dove agiscono anche sotto il cartello comune della '''MPEA''', la "'''Motion Pictures Export of America'''", versione estera della '''MPAA'''. Sul predominio delle Majors nella distribuzione è interessante considerare due episodi occorsi entrambe lungo gli anni '70: il primo tocca in particolare il rapporto cogli autori, il secondo coinvolge invece la televisione. <br>
<br>
Ritenendo insoddisfacente il trattamento riservato dalla MGM prima e dalla Warner poi ai suoi due film,
* '''Brewster Me Cloud''' (''Anche gli uccelli uccidono'', 1970) e
* '''Mc Cabe and Mrs. Miller''' (''I compari'', un western del 1971)
''[[w:Robert Altman|Robert Altman]]'' cercò di affrontare da solo la distribuzione del suo lavoro successivo, '''Images''' (id., 1972), riuscendo anche a procurarsi l'aiuto finanziario di una compagnia inglese, la "''Hemdale''". Il tentativo fallì e per di più si rivelò una tale perdita finanziaria da indurre ''Altman'' a dichiarare solo sette mesi più tardi: "Adesso penso che sia probabilmente un errore non coinvolgere un distributore fin dal momento in cui incomincia la produzione"<ref>L'episodio è riferito in David GORDON, "Why the Movie Majors are Major", Sight & Sound n° 42, autunno 1973</ref>. <br>
Pare dunque inevitabile l'entrata delle Majors nella fase produttiva del film, una entrata che s'impone in gran parte sulla base dei ricatto della distribuzione. In realtà l'attività di distribuzione non concerne solo l'acquisto ed il noleggio, ma implica pure una somma non sempre prevedibile da rischiare sul lancio di un prodotto o di una serie di prodotti. Come si può capire, ciò spinge le Majors a tutelarsi in qualche modo, imponendo al produttore la realizzazione di determinati accorgimenti che contribuiscano a facilitare la vendita del film in questione. Ciò naturalmente è più semplice se si ha una parte diretta nella produzione.<br>
<br>
L'altro episodio concerne il fallimento della "''Cinema Center''" e della "''Cinerama''", due compagnie che erano legate alle reti televisive della '''CBS''' e della '''ABC'''. Pur avendo prodotto film di buona qualità e di discreto successo; come '''Straw Dogs''' (''Cane di paglia'', 1971) di ''[[w:Sam Peckinpah|Sam Peckinpah]]'', oppure '''They Shoot Horses. Don't They?''' (''Non si uccidono così anche i cavalli?'', 1969) di ''[[w:Sidney Pollack'|Sidney Pollack]]'', nei sei anni della sua attività la "Cinerama" segnò un passivo di 47 milioni di dollari e fu costretta a chiudere. Una cosa equivalente accadde alla "Cinema Center" che veniva distribuita dalla gemella "National General": ma questa forniva una rete di distribuzione troppo limitata per reggere a lungo.<br>
<br>
Tuttavia, all'interno dell'attività di distribuzione negli Stati Uniti, c'è almeno un piccolo settore che sfugge al controllo delle Majors, quello dei film stranieri. Questi per poter essere distribuiti negli U.S.A. devono essere presi in listino da una compagnia americana e le Majors lo fanno alquanto raramente, in pratica solo nel caso delle "run-away productions". Conseguentemente si fornisce agli indipendenti una possibilità d'intervento ulteriore, distribuendo film d'autori europei nei circuiti americani. Chi ha scoperto l'esistenza di questo buco nel mercato è stato ancora una volta ''[[w:Roger Corman|Roger Corman]]'', dopo che nel 1970 fondò la propria casa di Produzione e di distribuzione, la "'''New World Pictures'''".<br>
Egli dichiara in un'intervista: "Noi. abbiamo fatto una cosa che nessuno aveva fatto prima: distribuire film artistici in circuiti estremamente commerciali. il primo film d'autore da noi distribuito è stato '''Cries and Whispers''' (''Sussurri e grida'', 1972) di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''. Lo abbiamo fatto passare nei 'drive-in' dopo il circuito abituale delle sale d'art e d'essai. La gente diceva: ''Non potete far passare un film dì Bergman nei drive-in''. ''Bergman'' mi ha inviato una lettera di felicitazioni, dicendo che nessuno l'aveva ancora fatto, che era ''enchanté''. Il film non ha battuto dei record, ma ha marciato bene nei drive-in. Questo è bene per ''Bergman'', che il suo film cioè sia stato visto da un pubblico differente, e bene per i drive-in che hanno presentato alla loro clientela dei film leggermente, non leggermente, radicalmente diversi" <ref>Bill KHRON, "Entretien avec Roger Corman", Cahiers du Cinema n° 296, gennaio 1979.</ref>. E bene per la '''New World''' che ha così scoperto una breccia nella distribuzione: simile trattamento sarà infatti riservato, e con anche migliori risultati, ad '''Amarcord''' (1973) di ''[[w:Federico Fellini|Federico Fellini]]'', cui hanno fatto seguito '''The Romantic Englishman''' di ''[[w:Joseph Losey|Joseph Losey]]'', '''L'argent de poche''' e '''L'histoire d'Adele H''' di ''[[w:Francois Truffaut|François Truffaut]]'', '''Dersu Uzala''' di ''[[w:Akira Kurosawa|Akira Kurosawa]]'', e '''Sinfonia d'autunno''' ancora di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''.<br>
<br>
Negli U.S.A. mettere in circolazione un film straniero viene a costare ai piccoli distributori una cifra intorno ai 100 mila dollari. La maggior parte della somma va spesa a New York, la capitale americana del film estero, banco di prova per i film che intendono poi girare i circuiti delle altre città. In base al livello di successo riscosso si stampano un certo numero di copie, che possono andare dalle 12 alle 200, e si investono ulteriori soldi nella promozione pubblicitaria sui giornali e riviste specializzate. Secondo i fatturati di noleggio stimati annualmente da "Variety", nel 1987 '''Madame Rosa''', il film straniero con maggiori possibilità in U.S.A., aveva incassato 1,7 milioni di dollari di canoni di noleggio. Considerando, stando a ''Guback'', che per andare in pareggio un film straniero deve incassare al botteghino almeno 400 mila dollari, si può dire che le cose erano andate bene. E meglio ancora era andato l'anno prima '''Cousin Cousine''', che aveva incassato 3,3 milioni di dollari per canoni di noleggio. Questo per avere un'idea di quanto possa incassare, quando va bene, un film straniero in U.S.A.; effettivamente per le Majors il gioco non vale la candela.<br>
Ma fatta questa necessaria parentesi sulla distribuzione del film straniero in USA, l'unico settore della distribuzione che ha regole alquanto vaghe dato che le Majors non vi fanno la parte del leone, è ora opportuno analizzare in che cosa consista effettivamente l'attività di distribuzione di una Major, la portata economica della sua realizzazione e attraverso quali espedienti sì costringano gli esercenti in una rete inestricabile di interessi e di doveri.
La prima decisione che la casa distributrice deve prendere rispetto a un film è il tipo di "play off", cioè di programmazione, dove più conviene. Per questo è necessaria un'analisi preliminare sia del prodotto cinematografico, sia del mercato cui dovrebbe essere destinato. Naturalmente le Majors sanno già a grandi linee il tipo di programmazione da adottare per qualsiasi
ciononostante ci sono casi che possono contraddire regole precedentemente ritenute valide. Ciò si deve a molteplici fattori. Uno tra questi è la familiarità del pubblico con un certo film. Essa è di diversa natura, a seconda che il film in questione abbia legami con qualcosa di già noto, come un libro o una commedia o una musica, oppure che sia ottenuta dopo una martellante campagna pubblicitaria <ref>Lee BEAUPRE', nel suo articolo ''La distribuzione cinematografica americana'', in '''AAVV, Hollywood 1969-1979. 2. Industria, autori, film''', Venezia, Marsilio, 1979, riporta i dati di uno studio condotto nel 1967 per conto della MPAA su un campione del pubblico cinematografico americano circa il grado di conoscenza di 6 film, dopo che era stato promosso un grande lancio pubblicitario, ma prima che i film entrassero in circolazione. Ebbene, soltanto uno di essi ('''Camelot''') era conosciuto dalla maggioranza degli intervistati (58%); il grado di conoscenza degli altri film andava dal 37% del '''Dr. Dolittle''', al 6% di '''Tony Rome'''... Lo stesso studio ha indicato un interesse anticipato ancora minore nell'andare a vedere questi film. Quasi nessuno degli intervistati era a conoscenza degli attori nei film in questione, e in molti casi c'era un'idea completamente sbagliata del contenuto" (pag. 38).</ref>. Nel primo caso la familiarità del pubblico è più forte che nel secondo, ma in entrambe i casi non è mai equivalente all'interesse nel comprare il biglietto. Per questo motivo resta sempre incerto il risultato di una campagna pubblicitaria ai fini dell'affluenza del pubblico. Bisogna però dire che un film come '''Superman''', che univa alla conoscenza del personaggio dei fumetti una vasta campagna pubblicitaria in tutto il paese, ha avuto comunque un enorme successo, costruito quasi biglietto per biglietto. Esso era favorito d-1 non aver affatto limitazioni di pubblico, potendo andar bene per chiunque (cosa che accade solo nelle super-produzioni). Ma nella maggior parte dei casi occorre che la casa distributrice sia così accorta da programmare il film laddove c'è un pubblico particolare in grado di entusiasmarsi per quello specifico prodotto. Se si tratta dei teen-agers conviene
che la proiezione si organizzi nelle sale della cinta metropolitana; se questo pubblico è costituito per la maggior parte dai neri non bisognerà proiettarlo subito nei "suburbs" abitati dai bianchi. Queste sembrano indicazioni sin troppo banali, ma spesso vengono dimenticate dai distributori, perché c'è la tendenza a fare di un film un prodotto che si rivolge alla totalità del pubblico, laddove invece si trarrebbe più profitto dai rivolgersi ad un pubblico specifico. Questo errore è forse da considerarsi un retaggio dei tempi in cui il cinema era veramente un divertimento di massa per tutta la nazione; ma attualmente la televisione ha estromesso il cinema da questa sua funzione e quindi si ottengono più ingenti e sicuri profitti stabilendo e raggiungendo un settore specifico di un pubblico potenziale.<br>
Una volta stabilita la selezione delle sale dove proiettare inizialmente il film, le case di distribuzione devono scegliere tra quattro concrete alternative di programmazione, ognuna corrispondente a quattro diversi tipi di prenotazione di prima visione da trattare cogli esercenti.<br>
La prima di queste è una ''programmazione di prima visione in esclusiva'', cioè in un solo locale collocato in una zona centrale di un particolare mercato metropolitano. Questo sistema è stato adottato molto spesso per i film più importanti, ma ultimamente l'aumento dei costi per la pubblicità e poi l'aumento di popolazione nelle zone suburbane ne hanno sconsigliato l'adozione.<br>
Ad esso si preferisce una ''programmazione di prima visione giorno e data'', vale a dire una proiezione in contemporanea in due o tre locali posti in zone diverse dello stesso mercato metropolitano. <br>
A seconda poi dell'aumento più o meno considerevole del numero delle proiezioni in contemporanea si ha la ''programmazione multipla o a saturazione''. Quest'ultima, che usa anche dei locali minori e dei drive-in, è riservata soprattutto a quel genere di film che, pur non essendo importanti, vengono fatti ritenere tali da una grossa, campagna pubblicitaria. Essa permette dunque di recuperare i costi di pubblicità e di sfruttare al massimo il momento favorevole, prima che il pubblico trasformi il suo entusiasmo in delusione e dimentichi il film.<br>
Il punto più controverso della distribuzione americana è costituito dal sistema di noleggio e di aste dei film nei confronti degli esercenti. E' questa infatti l'ultima fase della distribuzione ed insieme il delicato anello di congiunzione cogli esercenti, i quali fanno valere le loro rivendicazioni soprattutto su questo punto. Proprio ultimamente, cioè nel 1979, si è avuto un aggiustamento quasi definitivo tra le due parti in causa. Cercheremo di definire i termini della questione schematizzando le formule di contratto riguardanti il noleggio in tre tipi, seconde il modello fornito dal critico americano ''Lee Beaupré'' nel suo già citato articolo. Bisognerà tuttavia tener presente che nella stipulazione definitiva del contratto giocano una buona parte anche gli accomodamenti tra distributori ed esercenti, dopo che questi hanno visionato il film.<br /><br />
Comunque, una prima formula di contratto è quella nella quale il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo in base alla durata della programmazione: per es., il 50% per la prima settimana, il 40% per la seconda e. la terza, il 35% per la quarta, il 30% per le successive.<br /><br />
Una seconda formula è quella in cui il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo, in base all'entità dell'incasso stesso: per es., il 60% se l'incasso è di 25.000 dollari o più, il 50% se l'incasso è di 20.000-24.999 dollari, il 40% se l'incasso è di 15.000-19.999 dollari ecc.<br><br />
La terza formula è quella escogitata più di recente, ma è anche quella più adottata attualmente in America. Essa si può definire '''la formula 90/10'''. In base ad essa, "l'esercente riprende le sue spese correnti specificate nel contratto (l'''house nut'', cioè ''il nocciolo della sala'') prima di rimettere il 90% del resto dell'incasso al distributore come noleggio, tenendo l'altro 10% come suo profitto"<ref>Ibidem, pag. 43</ref>. Questa almeno è la formula adottata nelle città di New York e di Los Angeles; ma prima che si estendesse a tutta la nazione, i distributori hanno aggiunto un ritocco, il cosiddetto ''floor'', cioè il minimo garantito. Esso consiste in una specifica percentuale dell'incasso totale sotto il quale l'esercente non può più andare, che si applichi o no la formula 90/10. Per illustrare il funzionamento di questo meccanismo e del 90/10, Beaupré fa questo esempio che riportiamo, nel quale il minimo garantito per due locali diversi che hanno lo stesso "house-nut" di 5.000 dollari, è calcolato del 70%.<br>
{| class="wikitable" style="margin: auto; width: 100%;"
|+ ''TAB. 4 Esemplificazione di una formula di contratto 90/10 (con applicazione del "floor" = 70%), stipulata tra il distributore e due cinema diversi con "house-nut" identici.''
|- class="wikitable"
! n !! !! style="color: green;"|Cinema A !! Cinema B
|-
| style="text-align: center;"|1 || Incasso al botteghino ||style="color:green;text-align: right;"| $ 50.000 ||style="text-align: right;"| $ 15.000
|-
|style="text-align: center;"| 2 || ''House-nut'' || style="color:green; text-align: right;"|$ 5.000 || style="text-align: right;"|$ 5.000
|-
| style="text-align: center;"|3 || Base del noleggio (n1 meno n2) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 45.000 ||style="text-align: right;"| $ 10.000
|-
|style="text-align: center;"| 4 || 90/10 (90% di n3) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 40.000 ||style="text-align: right;"| $ 9.000
|-
| style="text-align: center;"|5 || ''Floor'' (70% di n1)||style="color:green;text-align: right;"| $ 35.000 ||style="text-align: right;"|$ 10.500
|}
Visto che '''la formula 90/10''' dà più del minimo del 70% per il '''Cinema A''', questo cinema paga al distributore un noleggio di 40.000 dollari (secondo la formula 90/10 riga 4).<br>
D'altra parte la formula 90/10 dà meno del 70% dell'incasso lordo del '''Cinema B''', che così paga al distributore 10.500 dollari (secondo il minimo del 70%, riga 5)" <ref>Ibidem, pag.43</ref>. <br>
In questo modo il '''Cinema B''' viene ad accusare una perdita di 500 dollari sul proprio "house-nut" ogni settimana. La perdita può essere tuttavia recuperata dal cinema attraverso gli incassi di alcuni servizi affini (prodotti gastronomici, bevande, flipper, giochi elettronici installati negli atri dei cinema, ecc.), il cui utilizzo è sempre più diffuso anche per questo motivo. <br>
<br>
Comunque '''la formula 90/10''' sembra essere quella più di buon grado accettata sia dai distributori che dagli esercenti. D'altro canto però, i distributori possono farsi valere di più attraverso delle clausole in quegli stessi contratti sopracitati. <br>
Una di queste è il "'''block booking'''", che impone all' esercente di programmare insieme ad un film di sicuro successo altri film di minor richiamo della stessa casa distributrice. <br>
Un'altra clausola è la "'''Designate Play Dates'''', cioè dei giorni o dei periodi speciali in cui il distributore impone all'esercente la programmazione dei suoi film.
Infine, il tanto discusso "'''Blind Bedding'''", vale a dire una singolare forma d'asta nella quale si fanno offerte competitive per dei film non visionati da nessuno degli offerenti. Secondo questo sistema la casa distributrice invia una lettera a tutti gli esercenti di una zona; in essa si annuncia la disponibilità di un certo film per una data e si invitano gli interessati alla programmazione in esclusiva di quel film ad intervenire all'asta. Questo tipo di procedura era permessa dal Dipartimento della giustizia per tre film ogni anno. Tutte le catene degli esercenti si sono però opposte a questa pratica, perché sollevava di fatto la concorrenza tra di loro a tutto vantaggio dei distributori. Hanno presentato perciò delle proposte di abolizione che sono state accolte in tredici stati, almeno fino al 13 aprile 1979 <ref>T. GUBACK, op. cit., pag.101</ref>. <br>
In contrapposizione ad esso gli esercenti hanno difeso la pratica degli "''splits''", cioè l'accordo tra gli esercenti di una zona per la divisione equa dei nuovi film in modo da avere condizioni di noleggio più favorevoli, evitando del tutto le garanzie o gli anticipi da offrire al distributore per la prenotazione di un film. Ma nel 1977 il Dipartimento della giustizia ha dichiarato anche gli "''splits''" contrari alla legge anti-trust, permettendo così che le case distributrici richiedano anticipi e garanzie in contanti agli esercenti per film non ancora visionati, ma ritenuti di cassetta. Gli anticipi e le garanzie non sono poi la stessa cosa. I primi possono essere rinegoziati in seguito, nel caso che il film non abbia ottenuto il successo preventivato. Le seconde invece non sono più rimborsabili agli esercenti. Negli ultimi anni parecchi film avrebbero sollecitato anticipi e garanzie colossali: 30 milioni di dollari per '''The Godfather Part II''', 25 milioni di dollari per '''The Towering Inferno''', 20 milioni di dollari per '''Earthquake''', '''Jaws''', '''Superman''' e 16 milioni di dollari per '''The Great Gatsby''' e '''Clouse encounters of the Third Kind''' <ref>Lee BEAUPRE', op. cit., pag.45. Jack Valenti aggiunge che questo è l'unico espediente per bilanciare il trattenimento abusivo degli incassi da parte degli esercenti, che dovrebbero essere pagati dai rispettivi distributori entro due o tre giorni.</ref>.
Queste cifre risonanti sono anche giustificate dal fatto che, sempre nel corso degli anni '70, le grosse catene degli esercenti hanno cominciato ad aver parte nel finanziamento della produzione di alcuni film, tentando così di scavalcare le case di distribuzione, che dal canto loro hanno pensato di reagire aumentando gli anticipi e le garanzie. Infine, concludendo colle "'''Blind Bedding'''", c'è da dire che la NATO, la ''National Association of Theatres Owners'', è riuscita sì ad ottenere la scomparsa di questa pratica da alcuni stati, ma ciò rischia di ripercuotersi negativamente sugli stessi esercenti, in quanto potrebbe provocare un'ulteriore diminuzione del numero dei film prodotti dagli Studios, accentuando così la carenza dei film in circolazione, già favorita dal rialzo dei costi di distribuzione. E' questo un punto cruciale. Ecco quanto scrive ''Guback'' commentando i costi di distribuzione della Fox e della Warner:
"La Twentieth Century Fox ha dichiarato che circa i due terzi dei film da lei distribuiti tra il 1974 ed il 1978 hanno avuto costi (escluse le spese generali) superiori ai 5 milioni di dollari, ma il rimanente terzo era salito da 5 a 11,3 milioni di dollari. I costi diretti di distribuzione, come pubblicità e copie, e le spese generali di distribuzione in genere superano i costi di produzione, secondo la Twentieth Century Fox. L'uso della pubblicità, in particolare televisiva, per lanciare i film è aumentato in modo drammatico e durante i primi nove mesi del 1978 le compagnie di produzione-distribuzione hanno speso probabilmente circa 77 milioni di sola pubblicità televisiva. Nello stesso periodo la Warner spese nella distribuzione una cifra stimata 12,7 milioni di dollari, mentre la MCA e la 20th Century Fox spesero rispettivamente 12,1 e 7,6 milioni di dollari. Nella maggior parte dei casi l'aumento dei costi di produzione ha imposto questa espansione della pubblicità, intesa a stimolare, manipolare e controllare il comportamento del pubblico"<ref>T. GUBACK, op. cit., pag. 97</ref>.
La tendenza delle Majors ad andare a colpo sicuro, limitando la diffusione soltanto a quei prodotti forniti di determinate garanzie di successo è illustrata dalla TAB.5, nella quale compaiono le cifre riguardanti il numero dei nuovi film distribuiti negli anni '70, comparate agli anni '50 e '60.
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.5 Nuovi film distribuiti da distributori statunitensi
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 425
|-
| 1955 || 281
|-
| 1960 || 233
|-
| 1965 || 257
|-
| 1970 || 267
|-
| 1971 || 281
|-
| 1972 || 279
|-
| 1973 || 237
|-
| 1974 || 229
|-
| 1975 || 190
|-
| 1976 || 187
|-
| 1977 || 154
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Tuttavia questa tabella illustra solo in parte la reale situazione, in quanto sono inclusi nel conteggio anche i film prodotti dagli indipendenti, film che costituiscono tra il 30 ed il 50% della intera distribuzione americana, come emerge dal confronto colla TAB.6. <br>
<br>
Qui viene indicato l'esatto numero dei film distribuiti dalle Majors per ognuno degli anni citati.<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;; width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.6 Nuovi film distribuiti dalle Majors
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 231
|-
| 1955 || 198
|-
| 1960 || 190
|-
| 1965 || 171
|-
| 1970 || 151
|-
| 1971 || 153
|-
| 1972 || 142
|-
| 1973 || 131
|-
| 1974 || 109
|-
| 1975 || 95
|-
| 1976 || 98
|-
| 1977 || 82
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Queste cifre vanno interpretate alla, luce della nuova politica di produzione-distribuzione messa in atto dalle Majors dagli inizi degli anni '70. Se fino a quell'epoca infatti, le Majors avevano creduto che la redditività del loro lavoro dipendesse dalla quantità dei film distribuiti, oggi sono tanto convinte del contrario da investire i capitali in settori esterni al cinema piuttosto che nella produzione di nuovi film. <br>
Ad esempio, la '''Columbia''' ha acquistato la ''D. Gottlieb and Co'', la più grossa fabbricante di flippers, per la cifra di 50,2 milioni di dollari; la '''Twentieth Century Fox''' ha acquistato per 49,4 milioni di dollari la "''Aspen Skiing Co.''" ed inoltre i diritti di imbottigliamento della Coca-Cola per 27,8 milioni di dollari. <br>
<br>
Fin qui abbiamo cercato di delineare gli aspetti più importanti del mercato cinematografico interno agli U.S.A.; ma, come si sa, le Majors sono anche le sole compagnie con catene di distribuzione internazionali, e sul mercato estero non devono dividere nulla coi distributori americani minori o indipendenti. I cinque principali mercati esteri delle compagnie cinematografiche americane, il Canada, la Francia, la Germania, l'Italia ed il Giappone, hanno contribuito e contribuiscono considerevolmente alle entrate complessive delle Majors.
Di fronte al frazionamento del mercato europeo le compagnie americane hanno invece unito i loro sforzi col risultato di allargare i canali internazionali di distribuzione. Così nel 1970 la Paramount e la Universal hanno fondato la '''CIC''', '''Cinema International Corporation''' di cui ognuna è proprietaria del 49% delle azioni. Essa distribuisce nel mondo i film delle rispettive case e dal 1973 anche quelli della MGM. Collaborazione c'è anche tra la Columbia e la Fox che utilizzano in comune un certo numero di uffici esteri e dal 1978 hanno fuso la propria rappresentanza australiana. Così pure la Dear e la Warner hanno fondato la '''PIC''', '''Pictures International Corporation'''. Ma già negli anni Precedenti, anni in cui il mercato interno era in crisi e le Majors ancora non avevano unificato i loro canali di distribuzione esteri, le entrate provenienti da questo settore costituivano ugualmente una fonte in grado di contenere i bilanci critici. Ecco le cifre in proposito. <br>
<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;text-align:center;width:90%"
|+ TAB.7 Entrate estere e nazionali delle compagnie Majors, facenti parte della Motion Picture Association of America (''milioni di dollari'').
|+ FONTE: "Variety" del 14/6/1978, dell'1/9/1976, del 25/6/1975.
|-
! ANNO !! Entrate ESTERE !! Entrate USA !! TOTALE ENTRATE
|-
| 1963 || 293,0 || 239,4 || 532,4
|-
| 1964 ||319,9 ||263,2|| 583,1
|-
| 1965 ||343,5 ||287,2|| 630,7
|-
| 1966 ||361,5 ||319,5 ||680,9
|-
| 1967 ||357,8 ||355,9 ||713,7
|-
| 1968 ||339,0 ||372,3 ||711,3
|-
| 1969 ||348,4 ||317,4 ||665,8
|-
| 1970 ||360,4 ||381,3 ||741,7
|-
| 1971 ||347,0 ||336,7 ||683,7
|-
| 1972 ||388,6 ||426,4 ||815,1
|-
| 1973 ||428,9 ||390,5 ||819,4
|-
| 1974 ||494,8 ||545,9 ||1040,7
|-
| 1975 ||604,0 ||628,0 ||1232,0
|-
| 1976 ||571,0 ||576,6 ||1147,5
|-
| 1977 ||563,0 ||802,7 ||1365,7
|}
Come si vede, soltanto negli anni '70 le entrate del mercato interno raggiungono e poi superano le entrate del mercato estero. Il settore della distribuzione costituisce dunque il vero e proprio punto di forza delle grandi compagnie cinematografiche americane, che dal 1974 hanno anche superato il miliardo di dollari nel noleggio dei loro film in tutto il mondo. Il dominio delle Majors in questo settore è ulteriormente documentato dalla seguente tabella, aggiornata al dicembre 1978 e riportante le percentuali di ognuna sull'attività di noleggio all'interno del mercato statunitense e canadese. Ad esse affianchiamo per un confronto, quelle concernenti la più forte casa indipendente, cioè l'American International Pictures.
{| class="wikitable sortable" style="test align:center;width:90%; margin:auto;"
|+ TAB.8 Percentuali di alcune compagnie, derivanti dall'attività di noleggio sul mercato cinematografico interno.
FONTE: "Variety", 10 gennaio 1979.
|-
! Compagnia !! % 1976 !! 1977 !! 1978
|-
| 20th Century Fox || 13,4 || 19,5 || 13,4
|-
| AIP || 3,8 || 3,4 || 1,4
|-
| Buena Vista || 6,7 || 5,6 || 4,8
|-
| Columbia || 8,4 || 11,5 || 11,6
|-
| Paramount || 9,6 || 10,0 || 23,8
|-
| United Artists || 16,2 || 17,8 || 16,2
|-
| Universal || 13,0 || 11,5 || 16,8
|-
| Warner Bros. || 18,8 || 13,7 || 13,2
|}
'''''NB'''. Il totale delle percentuali non raggiunge il 100%; il residuo è da attribuirsi ai distributori più piccoli (Avco Embassy, Allied Artists, ecc.). Dal novembre del 1973 la UA include anche il no-leggio della MGM sul mercato interno.''
Togliendo la percentuale che si riferisce all'AIP, le Majors relativamente al noleggio sul mercato interno raggiungono dunque rispettivamente , l''''86,0%''' nel 1976', l''''89,6%''' nel 1977 e il '''93,9%''' nel 1978. <br><br>
Alle altre case di distribuzione rimangono insomma soltanto le briciole, ed inoltre il loro spazio va progressivamente restringendosi per la tendenza delle Majors a tenere sotto controllo sia la produzione che l'esercizio.
<br /><hr /><br />
<references/>
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2024-11-24T12:20:10Z
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]] <br>2.3. La rete della distribuzione<section end="sottotitolo"/>
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Nel settore della distribuzione il dominio delle Majors è schiacciante. Esse sono le padrone incontrastate, o quasi, sia del mercato interno che di quello estero, dove agiscono anche sotto il cartello comune della '''MPEA''', la "'''Motion Pictures Export of America'''", versione estera della '''MPAA'''. Sul predominio delle Majors nella distribuzione è interessante considerare due episodi occorsi entrambe lungo gli anni '70: il primo tocca in particolare il rapporto cogli autori, il secondo coinvolge invece la televisione. <br>
<br>
Ritenendo insoddisfacente il trattamento riservato dalla MGM prima e dalla Warner poi ai suoi due film,
* '''Brewster Me Cloud''' (''Anche gli uccelli uccidono'', 1970) e
* '''Mc Cabe and Mrs. Miller''' (''I compari'', un western del 1971)
''[[w:Robert Altman|Robert Altman]]'' cercò di affrontare da solo la distribuzione del suo lavoro successivo, '''Images''' (id., 1972), riuscendo anche a procurarsi l'aiuto finanziario di una compagnia inglese, la "''Hemdale''". Il tentativo fallì e per di più si rivelò una tale perdita finanziaria da indurre ''Altman'' a dichiarare solo sette mesi più tardi:<br>
"Adesso penso che sia probabilmente un errore non coinvolgere un distributore fin dal momento in cui incomincia la produzione"<ref>L'episodio è riferito in David GORDON, "Why the Movie Majors are Major", Sight & Sound n° 42, autunno 1973</ref>.
Pare dunque inevitabile l'entrata delle Majors nella fase produttiva del film, una entrata che s'impone in gran parte sulla base dei ricatto della distribuzione. In realtà l'attività di distribuzione non concerne solo l'acquisto ed il noleggio, ma implica pure una somma non sempre prevedibile da rischiare sul lancio di un prodotto o di una serie di prodotti. Come si può capire, ciò spinge le Majors a tutelarsi in qualche modo, imponendo al produttore la realizzazione di determinati accorgimenti che contribuiscano a facilitare la vendita del film in questione. Ciò naturalmente è più semplice se si ha una parte diretta nella produzione.<br>
L'altro episodio concerne il fallimento della "''Cinema Center''" e della "''Cinerama''", due compagnie che erano legate alle reti televisive della '''CBS''' e della '''ABC'''. Pur avendo prodotto film di buona qualità e di discreto successo; come '''Straw Dogs''' (''Cane di paglia'', 1971) di ''[[w:Sam Peckinpah|Sam Peckinpah]]'', oppure '''They Shoot Horses. Don't They?''' (''Non si uccidono così anche i cavalli?'', 1969) di ''[[w:Sidney Pollack'|Sidney Pollack]]'', nei sei anni della sua attività la "Cinerama" segnò un passivo di 47 milioni di dollari e fu costretta a chiudere. Una cosa equivalente accadde alla "Cinema Center" che veniva distribuita dalla gemella "National General": ma questa forniva una rete di distribuzione troppo limitata per reggere a lungo.<br>
Tuttavia, all'interno dell'attività di distribuzione negli Stati Uniti, c'è almeno un piccolo settore che sfugge al controllo delle Majors, quello dei film stranieri. Questi per poter essere distribuiti negli U.S.A. devono essere presi in listino da una compagnia americana e le Majors lo fanno alquanto raramente, in pratica solo nel caso delle "run-away productions". Conseguentemente si fornisce agli indipendenti una possibilità d'intervento ulteriore, distribuendo film d'autori europei nei circuiti americani. Chi ha scoperto l'esistenza di questo buco nel mercato è stato ancora una volta ''[[w:Roger Corman|Roger Corman]]'', dopo che nel 1970 fondò la propria casa di Produzione e di distribuzione, la "'''New World Pictures'''".Egli dichiara in un'intervista:<br>
"Noi. abbiamo fatto una cosa che nessuno aveva fatto prima: distribuire film artistici in circuiti estremamente commerciali. il primo film d'autore da noi distribuito è stato '''Cries and Whispers''' (''Sussurri e grida'', 1972) di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''. Lo abbiamo fatto passare nei 'drive-in' dopo il circuito abituale delle sale d'art e d'essai. La gente diceva: ''Non potete far passare un film dì Bergman nei drive-in''. ''Bergman'' mi ha inviato una lettera di felicitazioni, dicendo che nessuno l'aveva ancora fatto, che era ''enchanté''. Il film non ha battuto dei record, ma ha marciato bene nei drive-in. Questo è bene per ''Bergman'', che il suo film cioè sia stato visto da un pubblico differente, e bene per i drive-in che hanno presentato alla loro clientela dei film leggermente, non leggermente, radicalmente diversi" <ref>Bill KHRON, "Entretien avec Roger Corman", Cahiers du Cinema n° 296, gennaio 1979.</ref>.<br>
E bene per la '''New World''' che ha così scoperto una breccia nella distribuzione: simile trattamento sarà infatti riservato, e con anche migliori risultati, ad '''Amarcord''' (1973) di ''[[w:Federico Fellini|Federico Fellini]]'', cui hanno fatto seguito '''The Romantic Englishman''' di ''[[w:Joseph Losey|Joseph Losey]]'', '''L'argent de poche''' e '''L'histoire d'Adele H''' di ''[[w:Francois Truffaut|François Truffaut]]'', '''Dersu Uzala''' di ''[[w:Akira Kurosawa|Akira Kurosawa]]'', e '''Sinfonia d'autunno''' ancora di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''.<br>
<br>
Negli U.S.A. mettere in circolazione un film straniero viene a costare ai piccoli distributori una cifra intorno ai 100 mila dollari. La maggior parte della somma va spesa a New York, la capitale americana del film estero, banco di prova per i film che intendono poi girare i circuiti delle altre città. In base al livello di successo riscosso si stampano un certo numero di copie, che possono andare dalle 12 alle 200, e si investono ulteriori soldi nella promozione pubblicitaria sui giornali e riviste specializzate. Secondo i fatturati di noleggio stimati annualmente da "Variety", nel 1987 '''Madame Rosa''', il film straniero con maggiori possibilità in U.S.A., aveva incassato 1,7 milioni di dollari di canoni di noleggio. Considerando, stando a ''Guback'', che per andare in pareggio un film straniero deve incassare al botteghino almeno 400 mila dollari, si può dire che le cose erano andate bene. E meglio ancora era andato l'anno prima '''Cousin Cousine''', che aveva incassato 3,3 milioni di dollari per canoni di noleggio. Questo per avere un'idea di quanto possa incassare, quando va bene, un film straniero in U.S.A.; effettivamente per le Majors il gioco non vale la candela.<br>
Ma fatta questa necessaria parentesi sulla distribuzione del film straniero in USA, l'unico settore della distribuzione che ha regole alquanto vaghe dato che le Majors non vi fanno la parte del leone, è ora opportuno analizzare in che cosa consista effettivamente l'attività di distribuzione di una Major, la portata economica della sua realizzazione e attraverso quali espedienti sì costringano gli esercenti in una rete inestricabile di interessi e di doveri.
La prima decisione che la casa distributrice deve prendere rispetto a un film è il tipo di "play off", cioè di programmazione, dove più conviene. Per questo è necessaria un'analisi preliminare sia del prodotto cinematografico, sia del mercato cui dovrebbe essere destinato. Naturalmente le Majors sanno già a grandi linee il tipo di programmazione da adottare per qualsiasi
ciononostante ci sono casi che possono contraddire regole precedentemente ritenute valide. Ciò si deve a molteplici fattori. Uno tra questi è la familiarità del pubblico con un certo film. Essa è di diversa natura, a seconda che il film in questione abbia legami con qualcosa di già noto, come un libro o una commedia o una musica, oppure che sia ottenuta dopo una martellante campagna pubblicitaria <ref>Lee BEAUPRE', nel suo articolo ''La distribuzione cinematografica americana'', in '''AAVV, Hollywood 1969-1979. 2. Industria, autori, film''', Venezia, Marsilio, 1979, riporta i dati di uno studio condotto nel 1967 per conto della MPAA su un campione del pubblico cinematografico americano circa il grado di conoscenza di 6 film, dopo che era stato promosso un grande lancio pubblicitario, ma prima che i film entrassero in circolazione. Ebbene, soltanto uno di essi ('''Camelot''') era conosciuto dalla maggioranza degli intervistati (58%); il grado di conoscenza degli altri film andava dal 37% del '''Dr. Dolittle''', al 6% di '''Tony Rome'''... Lo stesso studio ha indicato un interesse anticipato ancora minore nell'andare a vedere questi film. Quasi nessuno degli intervistati era a conoscenza degli attori nei film in questione, e in molti casi c'era un'idea completamente sbagliata del contenuto" (pag. 38).</ref>. Nel primo caso la familiarità del pubblico è più forte che nel secondo, ma in entrambe i casi non è mai equivalente all'interesse nel comprare il biglietto. Per questo motivo resta sempre incerto il risultato di una campagna pubblicitaria ai fini dell'affluenza del pubblico. Bisogna però dire che un film come '''Superman''', che univa alla conoscenza del personaggio dei fumetti una vasta campagna pubblicitaria in tutto il paese, ha avuto comunque un enorme successo, costruito quasi biglietto per biglietto. Esso era favorito d-1 non aver affatto limitazioni di pubblico, potendo andar bene per chiunque (cosa che accade solo nelle super-produzioni). Ma nella maggior parte dei casi occorre che la casa distributrice sia così accorta da programmare il film laddove c'è un pubblico particolare in grado di entusiasmarsi per quello specifico prodotto. Se si tratta dei teen-agers conviene
che la proiezione si organizzi nelle sale della cinta metropolitana; se questo pubblico è costituito per la maggior parte dai neri non bisognerà proiettarlo subito nei "suburbs" abitati dai bianchi. Queste sembrano indicazioni sin troppo banali, ma spesso vengono dimenticate dai distributori, perché c'è la tendenza a fare di un film un prodotto che si rivolge alla totalità del pubblico, laddove invece si trarrebbe più profitto dai rivolgersi ad un pubblico specifico. Questo errore è forse da considerarsi un retaggio dei tempi in cui il cinema era veramente un divertimento di massa per tutta la nazione; ma attualmente la televisione ha estromesso il cinema da questa sua funzione e quindi si ottengono più ingenti e sicuri profitti stabilendo e raggiungendo un settore specifico di un pubblico potenziale.<br>
Una volta stabilita la selezione delle sale dove proiettare inizialmente il film, le case di distribuzione devono scegliere tra quattro concrete alternative di programmazione, ognuna corrispondente a quattro diversi tipi di prenotazione di prima visione da trattare cogli esercenti.<br>
La prima di queste è una ''programmazione di prima visione in esclusiva'', cioè in un solo locale collocato in una zona centrale di un particolare mercato metropolitano. Questo sistema è stato adottato molto spesso per i film più importanti, ma ultimamente l'aumento dei costi per la pubblicità e poi l'aumento di popolazione nelle zone suburbane ne hanno sconsigliato l'adozione.<br>
Ad esso si preferisce una ''programmazione di prima visione giorno e data'', vale a dire una proiezione in contemporanea in due o tre locali posti in zone diverse dello stesso mercato metropolitano. <br>
A seconda poi dell'aumento più o meno considerevole del numero delle proiezioni in contemporanea si ha la ''programmazione multipla o a saturazione''. Quest'ultima, che usa anche dei locali minori e dei drive-in, è riservata soprattutto a quel genere di film che, pur non essendo importanti, vengono fatti ritenere tali da una grossa, campagna pubblicitaria. Essa permette dunque di recuperare i costi di pubblicità e di sfruttare al massimo il momento favorevole, prima che il pubblico trasformi il suo entusiasmo in delusione e dimentichi il film.<br>
Il punto più controverso della distribuzione americana è costituito dal sistema di noleggio e di aste dei film nei confronti degli esercenti. E' questa infatti l'ultima fase della distribuzione ed insieme il delicato anello di congiunzione cogli esercenti, i quali fanno valere le loro rivendicazioni soprattutto su questo punto. Proprio ultimamente, cioè nel 1979, si è avuto un aggiustamento quasi definitivo tra le due parti in causa. Cercheremo di definire i termini della questione schematizzando le formule di contratto riguardanti il noleggio in tre tipi, seconde il modello fornito dal critico americano ''Lee Beaupré'' nel suo già citato articolo. Bisognerà tuttavia tener presente che nella stipulazione definitiva del contratto giocano una buona parte anche gli accomodamenti tra distributori ed esercenti, dopo che questi hanno visionato il film.<br />
Comunque, una prima formula di contratto è quella nella quale il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo in base alla durata della programmazione. Per es.:<br>
* il 50% per la prima settimana,<br>
* il 40% per la seconda e la terza,<br>
* il 35% per la quarta,<br>
* il 30% per le successive.<br />
Una seconda formula è quella in cui il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo, in base all'entità dell'incasso stesso. Per es:
* il 60% se l'incasso è di 25.000 dollari o più,
* il 50% se l'incasso è di 20.000-24.999 dollari,
* il 40% se l'incasso è di 15.000-19.999 dollari ecc.<br>
La terza formula è quella escogitata più di recente, ma è anche quella più adottata attualmente in America. Essa si può definire '''la formula 90/10'''. In base ad essa,<br>
"l'esercente riprende le sue spese correnti specificate nel contratto (l'''house nut'', cioè ''il nocciolo della sala'') prima di rimettere il 90% del resto dell'incasso al distributore come noleggio, tenendo l'altro 10% come suo profitto"<ref>Ibidem, pag. 43</ref>.
Questa almeno è la formula adottata nelle città di New York e di Los Angeles; ma prima che si estendesse a tutta la nazione, i distributori hanno aggiunto un ritocco, il cosiddetto ''floor'', cioè il minimo garantito. Esso consiste in una specifica percentuale dell'incasso totale sotto il quale l'esercente non può più andare, che si applichi o no la formula 90/10. Per illustrare il funzionamento di questo meccanismo e del 90/10, Beaupré fa questo esempio che riportiamo, nel quale il minimo garantito per due locali diversi che hanno lo stesso "house-nut" di 5.000 dollari, è calcolato del 70%.<br>
{| class="wikitable" style="margin: auto; width: 100%;"
|+ ''TAB. 4 Esemplificazione di una formula di contratto 90/10 (con applicazione del "floor" = 70%), stipulata tra il distributore e due cinema diversi con "house-nut" identici.''
|- class="wikitable"
! n !! !! style="color: green;"|Cinema A !! Cinema B
|-
| style="text-align: center;"|1 || Incasso al botteghino ||style="color:green;text-align: right;"| $ 50.000 ||style="text-align: right;"| $ 15.000
|-
|style="text-align: center;"| 2 || ''House-nut'' || style="color:green; text-align: right;"|$ 5.000 || style="text-align: right;"|$ 5.000
|-
| style="text-align: center;"|3 || Base del noleggio (n1 meno n2) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 45.000 ||style="text-align: right;"| $ 10.000
|-
|style="text-align: center;"| 4 || 90/10 (90% di n3) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 40.000 ||style="text-align: right;"| $ 9.000
|-
| style="text-align: center;"|5 || ''Floor'' (70% di n1)||style="color:green;text-align: right;"| $ 35.000 ||style="text-align: right;"|$ 10.500
|}
Visto che '''la formula 90/10''' dà più del minimo del 70% per il '''Cinema A''', questo cinema paga al distributore un noleggio di 40.000 dollari (secondo la formula 90/10 riga 4).<br>
D'altra parte la formula 90/10 dà meno del 70% dell'incasso lordo del '''Cinema B''', che così paga al distributore 10.500 dollari (secondo il minimo del 70%, riga 5)" <ref>Ibidem, pag.43</ref>. <br>
In questo modo il '''Cinema B''' viene ad accusare una perdita di 500 dollari sul proprio "house-nut" ogni settimana. La perdita può essere tuttavia recuperata dal cinema attraverso gli incassi di alcuni servizi affini (prodotti gastronomici, bevande, flipper, giochi elettronici installati negli atri dei cinema, ecc.), il cui utilizzo è sempre più diffuso anche per questo motivo. <br>
<br>
Comunque '''la formula 90/10''' sembra essere quella più di buon grado accettata sia dai distributori che dagli esercenti. D'altro canto però, i distributori possono farsi valere di più attraverso delle clausole in quegli stessi contratti sopracitati. <br>
Una di queste è il "'''block booking'''", che impone all' esercente di programmare insieme ad un film di sicuro successo altri film di minor richiamo della stessa casa distributrice. <br>
Un'altra clausola è la "'''Designate Play Dates'''', cioè dei giorni o dei periodi speciali in cui il distributore impone all'esercente la programmazione dei suoi film.
Infine, il tanto discusso "'''Blind Bedding'''", vale a dire una singolare forma d'asta nella quale si fanno offerte competitive per dei film non visionati da nessuno degli offerenti. Secondo questo sistema la casa distributrice invia una lettera a tutti gli esercenti di una zona; in essa si annuncia la disponibilità di un certo film per una data e si invitano gli interessati alla programmazione in esclusiva di quel film ad intervenire all'asta. Questo tipo di procedura era permessa dal Dipartimento della giustizia per tre film ogni anno. Tutte le catene degli esercenti si sono però opposte a questa pratica, perché sollevava di fatto la concorrenza tra di loro a tutto vantaggio dei distributori. Hanno presentato perciò delle proposte di abolizione che sono state accolte in tredici stati, almeno fino al 13 aprile 1979 <ref>T. GUBACK, op. cit., pag.101</ref>. <br>
In contrapposizione ad esso gli esercenti hanno difeso la pratica degli "''splits''", cioè l'accordo tra gli esercenti di una zona per la divisione equa dei nuovi film in modo da avere condizioni di noleggio più favorevoli, evitando del tutto le garanzie o gli anticipi da offrire al distributore per la prenotazione di un film. Ma nel 1977 il Dipartimento della giustizia ha dichiarato anche gli "''splits''" contrari alla legge anti-trust, permettendo così che le case distributrici richiedano anticipi e garanzie in contanti agli esercenti per film non ancora visionati, ma ritenuti di cassetta. Gli anticipi e le garanzie non sono poi la stessa cosa. I primi possono essere rinegoziati in seguito, nel caso che il film non abbia ottenuto il successo preventivato. Le seconde invece non sono più rimborsabili agli esercenti. Negli ultimi anni parecchi film avrebbero sollecitato anticipi e garanzie colossali: 30 milioni di dollari per '''The Godfather Part II''', 25 milioni di dollari per '''The Towering Inferno''', 20 milioni di dollari per '''Earthquake''', '''Jaws''', '''Superman''' e 16 milioni di dollari per '''The Great Gatsby''' e '''Clouse encounters of the Third Kind''' <ref>Lee BEAUPRE', op. cit., pag.45. Jack Valenti aggiunge che questo è l'unico espediente per bilanciare il trattenimento abusivo degli incassi da parte degli esercenti, che dovrebbero essere pagati dai rispettivi distributori entro due o tre giorni.</ref>.
Queste cifre risonanti sono anche giustificate dal fatto che, sempre nel corso degli anni '70, le grosse catene degli esercenti hanno cominciato ad aver parte nel finanziamento della produzione di alcuni film, tentando così di scavalcare le case di distribuzione, che dal canto loro hanno pensato di reagire aumentando gli anticipi e le garanzie. Infine, concludendo colle "'''Blind Bedding'''", c'è da dire che la NATO, la ''National Association of Theatres Owners'', è riuscita sì ad ottenere la scomparsa di questa pratica da alcuni stati, ma ciò rischia di ripercuotersi negativamente sugli stessi esercenti, in quanto potrebbe provocare un'ulteriore diminuzione del numero dei film prodotti dagli Studios, accentuando così la carenza dei film in circolazione, già favorita dal rialzo dei costi di distribuzione. E' questo un punto cruciale. Ecco quanto scrive ''Guback'' commentando i costi di distribuzione della Fox e della Warner:
"La Twentieth Century Fox ha dichiarato che circa i due terzi dei film da lei distribuiti tra il 1974 ed il 1978 hanno avuto costi (escluse le spese generali) superiori ai 5 milioni di dollari, ma il rimanente terzo era salito da 5 a 11,3 milioni di dollari. I costi diretti di distribuzione, come pubblicità e copie, e le spese generali di distribuzione in genere superano i costi di produzione, secondo la Twentieth Century Fox. L'uso della pubblicità, in particolare televisiva, per lanciare i film è aumentato in modo drammatico e durante i primi nove mesi del 1978 le compagnie di produzione-distribuzione hanno speso probabilmente circa 77 milioni di sola pubblicità televisiva. Nello stesso periodo la Warner spese nella distribuzione una cifra stimata 12,7 milioni di dollari, mentre la MCA e la 20th Century Fox spesero rispettivamente 12,1 e 7,6 milioni di dollari. Nella maggior parte dei casi l'aumento dei costi di produzione ha imposto questa espansione della pubblicità, intesa a stimolare, manipolare e controllare il comportamento del pubblico"<ref>T. GUBACK, op. cit., pag. 97</ref>.
La tendenza delle Majors ad andare a colpo sicuro, limitando la diffusione soltanto a quei prodotti forniti di determinate garanzie di successo è illustrata dalla TAB.5, nella quale compaiono le cifre riguardanti il numero dei nuovi film distribuiti negli anni '70, comparate agli anni '50 e '60.
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.5 Nuovi film distribuiti da distributori statunitensi
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 425
|-
| 1955 || 281
|-
| 1960 || 233
|-
| 1965 || 257
|-
| 1970 || 267
|-
| 1971 || 281
|-
| 1972 || 279
|-
| 1973 || 237
|-
| 1974 || 229
|-
| 1975 || 190
|-
| 1976 || 187
|-
| 1977 || 154
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Tuttavia questa tabella illustra solo in parte la reale situazione, in quanto sono inclusi nel conteggio anche i film prodotti dagli indipendenti, film che costituiscono tra il 30 ed il 50% della intera distribuzione americana, come emerge dal confronto colla TAB.6. <br>
<br>
Qui viene indicato l'esatto numero dei film distribuiti dalle Majors per ognuno degli anni citati.<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;; width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.6 Nuovi film distribuiti dalle Majors
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 231
|-
| 1955 || 198
|-
| 1960 || 190
|-
| 1965 || 171
|-
| 1970 || 151
|-
| 1971 || 153
|-
| 1972 || 142
|-
| 1973 || 131
|-
| 1974 || 109
|-
| 1975 || 95
|-
| 1976 || 98
|-
| 1977 || 82
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Queste cifre vanno interpretate alla, luce della nuova politica di produzione-distribuzione messa in atto dalle Majors dagli inizi degli anni '70. Se fino a quell'epoca infatti, le Majors avevano creduto che la redditività del loro lavoro dipendesse dalla quantità dei film distribuiti, oggi sono tanto convinte del contrario da investire i capitali in settori esterni al cinema piuttosto che nella produzione di nuovi film. <br>
Ad esempio, la '''Columbia''' ha acquistato la ''D. Gottlieb and Co'', la più grossa fabbricante di flippers, per la cifra di 50,2 milioni di dollari; la '''Twentieth Century Fox''' ha acquistato per 49,4 milioni di dollari la "''Aspen Skiing Co.''" ed inoltre i diritti di imbottigliamento della Coca-Cola per 27,8 milioni di dollari. <br>
<br>
Fin qui abbiamo cercato di delineare gli aspetti più importanti del mercato cinematografico interno agli U.S.A.; ma, come si sa, le Majors sono anche le sole compagnie con catene di distribuzione internazionali, e sul mercato estero non devono dividere nulla coi distributori americani minori o indipendenti. I cinque principali mercati esteri delle compagnie cinematografiche americane, il Canada, la Francia, la Germania, l'Italia ed il Giappone, hanno contribuito e contribuiscono considerevolmente alle entrate complessive delle Majors.
Di fronte al frazionamento del mercato europeo le compagnie americane hanno invece unito i loro sforzi col risultato di allargare i canali internazionali di distribuzione. Così nel 1970 la Paramount e la Universal hanno fondato la '''CIC''', '''Cinema International Corporation''' di cui ognuna è proprietaria del 49% delle azioni. Essa distribuisce nel mondo i film delle rispettive case e dal 1973 anche quelli della MGM. Collaborazione c'è anche tra la Columbia e la Fox che utilizzano in comune un certo numero di uffici esteri e dal 1978 hanno fuso la propria rappresentanza australiana. Così pure la Dear e la Warner hanno fondato la '''PIC''', '''Pictures International Corporation'''. Ma già negli anni Precedenti, anni in cui il mercato interno era in crisi e le Majors ancora non avevano unificato i loro canali di distribuzione esteri, le entrate provenienti da questo settore costituivano ugualmente una fonte in grado di contenere i bilanci critici. Ecco le cifre in proposito. <br>
<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;text-align:center;width:90%"
|+ TAB.7 Entrate estere e nazionali delle compagnie Majors, facenti parte della Motion Picture Association of America (''milioni di dollari'').
|+ FONTE: "Variety" del 14/6/1978, dell'1/9/1976, del 25/6/1975.
|-
! ANNO !! Entrate ESTERE !! Entrate USA !! TOTALE ENTRATE
|-
| 1963 || 293,0 || 239,4 || 532,4
|-
| 1964 ||319,9 ||263,2|| 583,1
|-
| 1965 ||343,5 ||287,2|| 630,7
|-
| 1966 ||361,5 ||319,5 ||680,9
|-
| 1967 ||357,8 ||355,9 ||713,7
|-
| 1968 ||339,0 ||372,3 ||711,3
|-
| 1969 ||348,4 ||317,4 ||665,8
|-
| 1970 ||360,4 ||381,3 ||741,7
|-
| 1971 ||347,0 ||336,7 ||683,7
|-
| 1972 ||388,6 ||426,4 ||815,1
|-
| 1973 ||428,9 ||390,5 ||819,4
|-
| 1974 ||494,8 ||545,9 ||1040,7
|-
| 1975 ||604,0 ||628,0 ||1232,0
|-
| 1976 ||571,0 ||576,6 ||1147,5
|-
| 1977 ||563,0 ||802,7 ||1365,7
|}
Come si vede, soltanto negli anni '70 le entrate del mercato interno raggiungono e poi superano le entrate del mercato estero. Il settore della distribuzione costituisce dunque il vero e proprio punto di forza delle grandi compagnie cinematografiche americane, che dal 1974 hanno anche superato il miliardo di dollari nel noleggio dei loro film in tutto il mondo. Il dominio delle Majors in questo settore è ulteriormente documentato dalla seguente tabella, aggiornata al dicembre 1978 e riportante le percentuali di ognuna sull'attività di noleggio all'interno del mercato statunitense e canadese. Ad esse affianchiamo per un confronto, quelle concernenti la più forte casa indipendente, cioè l'American International Pictures.
{| class="wikitable sortable" style="test align:center;width:90%; margin:auto;"
|+ TAB.8 Percentuali di alcune compagnie, derivanti dall'attività di noleggio sul mercato cinematografico interno.
FONTE: "Variety", 10 gennaio 1979.
|-
! Compagnia !! % 1976 !! 1977 !! 1978
|-
| 20th Century Fox || 13,4 || 19,5 || 13,4
|-
| AIP || 3,8 || 3,4 || 1,4
|-
| Buena Vista || 6,7 || 5,6 || 4,8
|-
| Columbia || 8,4 || 11,5 || 11,6
|-
| Paramount || 9,6 || 10,0 || 23,8
|-
| United Artists || 16,2 || 17,8 || 16,2
|-
| Universal || 13,0 || 11,5 || 16,8
|-
| Warner Bros. || 18,8 || 13,7 || 13,2
|}
'''''NB'''. Il totale delle percentuali non raggiunge il 100%; il residuo è da attribuirsi ai distributori più piccoli (Avco Embassy, Allied Artists, ecc.). Dal novembre del 1973 la UA include anche il no-leggio della MGM sul mercato interno.''
Togliendo la percentuale che si riferisce all'AIP, le Majors relativamente al noleggio sul mercato interno raggiungono dunque rispettivamente , l''''86,0%''' nel 1976', l''''89,6%''' nel 1977 e il '''93,9%''' nel 1978. <br><br>
Alle altre case di distribuzione rimangono insomma soltanto le briciole, ed inoltre il loro spazio va progressivamente restringendosi per la tendenza delle Majors a tenere sotto controllo sia la produzione che l'esercizio.
<br /><hr /><br />
<references/>
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]] <br>2.3. La rete della distribuzione<section end="sottotitolo"/>
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Nel settore della distribuzione il dominio delle Majors è schiacciante. Esse sono le padrone incontrastate, o quasi, sia del mercato interno che di quello estero, dove agiscono anche sotto il cartello comune della '''MPEA''', la "'''Motion Pictures Export of America'''", versione estera della '''MPAA'''. Sul predominio delle Majors nella distribuzione è interessante considerare due episodi occorsi entrambe lungo gli anni '70: il primo tocca in particolare il rapporto cogli autori, il secondo coinvolge invece la televisione. <br>
<br>
Ritenendo insoddisfacente il trattamento riservato dalla MGM prima e dalla Warner poi ai suoi due film,
* '''Brewster Me Cloud''' (''Anche gli uccelli uccidono'', 1970) e
* '''Mc Cabe and Mrs. Miller''' (''I compari'', un western del 1971)
''[[w:Robert Altman|Robert Altman]]'' cercò di affrontare da solo la distribuzione del suo lavoro successivo, '''Images''' (id., 1972), riuscendo anche a procurarsi l'aiuto finanziario di una compagnia inglese, la "''Hemdale''". Il tentativo fallì e per di più si rivelò una tale perdita finanziaria da indurre ''Altman'' a dichiarare solo sette mesi più tardi:<br>
"Adesso penso che sia probabilmente un errore non coinvolgere un distributore fin dal momento in cui incomincia la produzione"<ref>L'episodio è riferito in David GORDON, "Why the Movie Majors are Major", Sight & Sound n° 42, autunno 1973</ref>.
Pare dunque inevitabile l'entrata delle Majors nella fase produttiva del film, una entrata che s'impone in gran parte sulla base dei ricatto della distribuzione. In realtà l'attività di distribuzione non concerne solo l'acquisto ed il noleggio, ma implica pure una somma non sempre prevedibile da rischiare sul lancio di un prodotto o di una serie di prodotti. Come si può capire, ciò spinge le Majors a tutelarsi in qualche modo, imponendo al produttore la realizzazione di determinati accorgimenti che contribuiscano a facilitare la vendita del film in questione. Ciò naturalmente è più semplice se si ha una parte diretta nella produzione.<br>
L'altro episodio concerne il fallimento della "''Cinema Center''" e della "''Cinerama''", due compagnie che erano legate alle reti televisive della '''CBS''' e della '''ABC'''. Pur avendo prodotto film di buona qualità e di discreto successo; come '''Straw Dogs''' (''Cane di paglia'', 1971) di ''[[w:Sam Peckinpah|Sam Peckinpah]]'', oppure '''They Shoot Horses. Don't They?''' (''Non si uccidono così anche i cavalli?'', 1969) di ''[[w:Sidney Pollack'|Sidney Pollack]]'', nei sei anni della sua attività la "Cinerama" segnò un passivo di 47 milioni di dollari e fu costretta a chiudere. Una cosa equivalente accadde alla "Cinema Center" che veniva distribuita dalla gemella "National General": ma questa forniva una rete di distribuzione troppo limitata per reggere a lungo.<br>
Tuttavia, all'interno dell'attività di distribuzione negli Stati Uniti, c'è almeno un piccolo settore che sfugge al controllo delle Majors, quello dei film stranieri. Questi per poter essere distribuiti negli U.S.A. devono essere presi in listino da una compagnia americana e le Majors lo fanno alquanto raramente, in pratica solo nel caso delle "run-away productions". Conseguentemente si fornisce agli indipendenti una possibilità d'intervento ulteriore, distribuendo film d'autori europei nei circuiti americani. Chi ha scoperto l'esistenza di questo buco nel mercato è stato ancora una volta ''[[w:Roger Corman|Roger Corman]]'', dopo che nel 1970 fondò la propria casa di Produzione e di distribuzione, la "'''New World Pictures'''".Egli dichiara in un'intervista:<br>
"Noi. abbiamo fatto una cosa che nessuno aveva fatto prima: distribuire film artistici in circuiti estremamente commerciali. il primo film d'autore da noi distribuito è stato '''Cries and Whispers''' (''Sussurri e grida'', 1972) di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''. Lo abbiamo fatto passare nei 'drive-in' dopo il circuito abituale delle sale d'art e d'essai. La gente diceva: ''Non potete far passare un film dì Bergman nei drive-in''. ''Bergman'' mi ha inviato una lettera di felicitazioni, dicendo che nessuno l'aveva ancora fatto, che era ''enchanté''. Il film non ha battuto dei record, ma ha marciato bene nei drive-in. Questo è bene per ''Bergman'', che il suo film cioè sia stato visto da un pubblico differente, e bene per i drive-in che hanno presentato alla loro clientela dei film leggermente, non leggermente, radicalmente diversi" <ref>Bill KHRON, "Entretien avec Roger Corman", Cahiers du Cinema n° 296, gennaio 1979.</ref>.<br>
E bene per la '''New World''' che ha così scoperto una breccia nella distribuzione: simile trattamento sarà infatti riservato, e con anche migliori risultati, ad '''Amarcord''' (1973) di ''[[w:Federico Fellini|Federico Fellini]]'', cui hanno fatto seguito '''The Romantic Englishman''' di ''[[w:Joseph Losey|Joseph Losey]]'', '''L'argent de poche''' e '''L'histoire d'Adele H''' di ''[[w:Francois Truffaut|François Truffaut]]'', '''Dersu Uzala''' di ''[[w:Akira Kurosawa|Akira Kurosawa]]'', e '''Sinfonia d'autunno''' ancora di ''[[w:Ingmar Bergman|Ingmar Bergman]]''.<br>
<br>
Negli U.S.A. mettere in circolazione un film straniero viene a costare ai piccoli distributori una cifra intorno ai 100 mila dollari. La maggior parte della somma va spesa a New York, la capitale americana del film estero, banco di prova per i film che intendono poi girare i circuiti delle altre città. In base al livello di successo riscosso si stampano un certo numero di copie, che possono andare dalle 12 alle 200, e si investono ulteriori soldi nella promozione pubblicitaria sui giornali e riviste specializzate. Secondo i fatturati di noleggio stimati annualmente da "Variety", nel 1987 '''Madame Rosa''', il film straniero con maggiori possibilità in U.S.A., aveva incassato 1,7 milioni di dollari di canoni di noleggio. Considerando, stando a ''Guback'', che per andare in pareggio un film straniero deve incassare al botteghino almeno 400 mila dollari, si può dire che le cose erano andate bene. E meglio ancora era andato l'anno prima '''Cousin Cousine''', che aveva incassato 3,3 milioni di dollari per canoni di noleggio. Questo per avere un'idea di quanto possa incassare, quando va bene, un film straniero in U.S.A.; effettivamente per le Majors il gioco non vale la candela.<br>
Ma fatta questa necessaria parentesi sulla distribuzione del film straniero in USA, l'unico settore della distribuzione che ha regole alquanto vaghe dato che le Majors non vi fanno la parte del leone, è ora opportuno analizzare in che cosa consista effettivamente l'attività di distribuzione di una Major, la portata economica della sua realizzazione e attraverso quali espedienti sì costringano gli esercenti in una rete inestricabile di interessi e di doveri.
La prima decisione che la casa distributrice deve prendere rispetto a un film è il tipo di "play off", cioè di programmazione, dove più conviene. Per questo è necessaria un'analisi preliminare sia del prodotto cinematografico, sia del mercato cui dovrebbe essere destinato. Naturalmente le Majors sanno già a grandi linee il tipo di programmazione da adottare per qualsiasi
ciononostante ci sono casi che possono contraddire regole precedentemente ritenute valide. Ciò si deve a molteplici fattori. Uno tra questi è la familiarità del pubblico con un certo film. Essa è di diversa natura, a seconda che il film in questione abbia legami con qualcosa di già noto, come un libro o una commedia o una musica, oppure che sia ottenuta dopo una martellante campagna pubblicitaria <ref>Lee BEAUPRE', nel suo articolo ''La distribuzione cinematografica americana'', in '''AAVV, Hollywood 1969-1979. 2. Industria, autori, film''', Venezia, Marsilio, 1979, riporta i dati di uno studio condotto nel 1967 per conto della MPAA su un campione del pubblico cinematografico americano circa il grado di conoscenza di 6 film, dopo che era stato promosso un grande lancio pubblicitario, ma prima che i film entrassero in circolazione. Ebbene, soltanto uno di essi ('''Camelot''') era conosciuto dalla maggioranza degli intervistati (58%); il grado di conoscenza degli altri film andava dal 37% del '''Dr. Dolittle''', al 6% di '''Tony Rome'''... Lo stesso studio ha indicato un interesse anticipato ancora minore nell'andare a vedere questi film. Quasi nessuno degli intervistati era a conoscenza degli attori nei film in questione, e in molti casi c'era un'idea completamente sbagliata del contenuto" (pag. 38).</ref>. Nel primo caso la familiarità del pubblico è più forte che nel secondo, ma in entrambe i casi non è mai equivalente all'interesse nel comprare il biglietto. Per questo motivo resta sempre incerto il risultato di una campagna pubblicitaria ai fini dell'affluenza del pubblico. Bisogna però dire che un film come '''Superman''', che univa alla conoscenza del personaggio dei fumetti una vasta campagna pubblicitaria in tutto il paese, ha avuto comunque un enorme successo, costruito quasi biglietto per biglietto. Esso era favorito dal non aver affatto limitazioni di pubblico, potendo andar bene per chiunque (cosa che accade solo nelle super-produzioni). Ma nella maggior parte dei casi occorre che la casa distributrice sia così accorta da programmare il film laddove c'è un pubblico particolare in grado di entusiasmarsi per quello specifico prodotto. Se si tratta dei teen-agers conviene
che la proiezione si organizzi nelle sale della cinta metropolitana; se questo pubblico è costituito per la maggior parte dai neri non bisognerà proiettarlo subito nei "suburbs" abitati dai bianchi. Queste sembrano indicazioni sin troppo banali, ma spesso vengono dimenticate dai distributori, perché c'è la tendenza a fare di un film un prodotto che si rivolge alla totalità del pubblico, laddove invece si trarrebbe più profitto dai rivolgersi ad un pubblico specifico. Questo errore è forse da considerarsi un retaggio dei tempi in cui il cinema era veramente un divertimento di massa per tutta la nazione; ma attualmente la televisione ha estromesso il cinema da questa sua funzione e quindi si ottengono più ingenti e sicuri profitti stabilendo e raggiungendo un settore specifico di un pubblico potenziale.<br>
Una volta stabilita la selezione delle sale dove proiettare inizialmente il film, le case di distribuzione devono scegliere tra quattro concrete alternative di programmazione, ognuna corrispondente a quattro diversi tipi di prenotazione di prima visione da trattare cogli esercenti.<br>
La prima di queste è una ''programmazione di prima visione in esclusiva'', cioè in un solo locale collocato in una zona centrale di un particolare mercato metropolitano. Questo sistema è stato adottato molto spesso per i film più importanti, ma ultimamente l'aumento dei costi per la pubblicità e poi l'aumento di popolazione nelle zone suburbane ne hanno sconsigliato l'adozione.<br>
Ad esso si preferisce una ''programmazione di prima visione giorno e data'', vale a dire una proiezione in contemporanea in due o tre locali posti in zone diverse dello stesso mercato metropolitano. <br>
A seconda poi dell'aumento più o meno considerevole del numero delle proiezioni in contemporanea si ha la ''programmazione multipla o a saturazione''. Quest'ultima, che usa anche dei locali minori e dei drive-in, è riservata soprattutto a quel genere di film che, pur non essendo importanti, vengono fatti ritenere tali da una grossa, campagna pubblicitaria. Essa permette dunque di recuperare i costi di pubblicità e di sfruttare al massimo il momento favorevole, prima che il pubblico trasformi il suo entusiasmo in delusione e dimentichi il film.<br>
Il punto più controverso della distribuzione americana è costituito dal sistema di noleggio e di aste dei film nei confronti degli esercenti. E' questa infatti l'ultima fase della distribuzione ed insieme il delicato anello di congiunzione cogli esercenti, i quali fanno valere le loro rivendicazioni soprattutto su questo punto. Proprio ultimamente, cioè nel 1979, si è avuto un aggiustamento quasi definitivo tra le due parti in causa. Cercheremo di definire i termini della questione schematizzando le formule di contratto riguardanti il noleggio in tre tipi, seconde il modello fornito dal critico americano ''Lee Beaupré'' nel suo già citato articolo. Bisognerà tuttavia tener presente che nella stipulazione definitiva del contratto giocano una buona parte anche gli accomodamenti tra distributori ed esercenti, dopo che questi hanno visionato il film.<br />
Comunque, una prima formula di contratto è quella nella quale il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo in base alla durata della programmazione. Per es.:<br>
* il 50% per la prima settimana,<br>
* il 40% per la seconda e la terza,<br>
* il 35% per la quarta,<br>
* il 30% per le successive.<br />
Una seconda formula è quella in cui il distributore specifica la sua percentuale sull'incasso lordo, in base all'entità dell'incasso stesso. Per es:
* il 60% se l'incasso è di 25.000 dollari o più,
* il 50% se l'incasso è di 20.000-24.999 dollari,
* il 40% se l'incasso è di 15.000-19.999 dollari ecc.<br>
La terza formula è quella escogitata più di recente, ma è anche quella più adottata attualmente in America. Essa si può definire '''la formula 90/10'''. In base ad essa,<br>
"l'esercente riprende le sue spese correnti specificate nel contratto (l'''house nut'', cioè ''il nocciolo della sala'') prima di rimettere il 90% del resto dell'incasso al distributore come noleggio, tenendo l'altro 10% come suo profitto"<ref>Ibidem, pag. 43</ref>.
Questa almeno è la formula adottata nelle città di New York e di Los Angeles; ma prima che si estendesse a tutta la nazione, i distributori hanno aggiunto un ritocco, il cosiddetto ''floor'', cioè il minimo garantito. Esso consiste in una specifica percentuale dell'incasso totale sotto il quale l'esercente non può più andare, che si applichi o no la formula 90/10. Per illustrare il funzionamento di questo meccanismo e del 90/10, Beaupré fa questo esempio che riportiamo, nel quale il minimo garantito per due locali diversi che hanno lo stesso "house-nut" di 5.000 dollari, è calcolato del 70%.<br>
{| class="wikitable" style="margin: auto; width: 100%;"
|+ ''TAB. 4 Esemplificazione di una formula di contratto 90/10 (con applicazione del "floor" = 70%), stipulata tra il distributore e due cinema diversi con "house-nut" identici.''
|- class="wikitable"
! n !! !! style="color: green;"|Cinema A !! Cinema B
|-
| style="text-align: center;"|1 || Incasso al botteghino ||style="color:green;text-align: right;"| $ 50.000 ||style="text-align: right;"| $ 15.000
|-
|style="text-align: center;"| 2 || ''House-nut'' || style="color:green; text-align: right;"|$ 5.000 || style="text-align: right;"|$ 5.000
|-
| style="text-align: center;"|3 || Base del noleggio (n1 meno n2) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 45.000 ||style="text-align: right;"| $ 10.000
|-
|style="text-align: center;"| 4 || 90/10 (90% di n3) ||style="color:green;text-align: right;"| $ 40.000 ||style="text-align: right;"| $ 9.000
|-
| style="text-align: center;"|5 || ''Floor'' (70% di n1)||style="color:green;text-align: right;"| $ 35.000 ||style="text-align: right;"|$ 10.500
|}
Visto che '''la formula 90/10''' dà più del minimo del 70% per il '''Cinema A''', questo cinema paga al distributore un noleggio di 40.000 dollari (secondo la formula 90/10 riga 4).<br>
D'altra parte la formula 90/10 dà meno del 70% dell'incasso lordo del '''Cinema B''', che così paga al distributore 10.500 dollari (secondo il minimo del 70%, riga 5)" <ref>Ibidem, pag.43</ref>. <br>
In questo modo il '''Cinema B''' viene ad accusare una perdita di 500 dollari sul proprio "house-nut" ogni settimana. La perdita può essere tuttavia recuperata dal cinema attraverso gli incassi di alcuni servizi affini (prodotti gastronomici, bevande, flipper, giochi elettronici installati negli atri dei cinema, ecc.), il cui utilizzo è sempre più diffuso anche per questo motivo. <br>
<br>
Comunque '''la formula 90/10''' sembra essere quella più di buon grado accettata sia dai distributori che dagli esercenti. D'altro canto però, i distributori possono farsi valere di più attraverso delle clausole in quegli stessi contratti sopracitati. <br>
Una di queste è il "'''block booking'''", che impone all' esercente di programmare insieme ad un film di sicuro successo altri film di minor richiamo della stessa casa distributrice. <br>
Un'altra clausola è la "'''Designate Play Dates'''', cioè dei giorni o dei periodi speciali in cui il distributore impone all'esercente la programmazione dei suoi film.
Infine, il tanto discusso "'''Blind Bedding'''", vale a dire una singolare forma d'asta nella quale si fanno offerte competitive per dei film non visionati da nessuno degli offerenti. Secondo questo sistema la casa distributrice invia una lettera a tutti gli esercenti di una zona; in essa si annuncia la disponibilità di un certo film per una data e si invitano gli interessati alla programmazione in esclusiva di quel film ad intervenire all'asta. Questo tipo di procedura era permessa dal Dipartimento della giustizia per tre film ogni anno. Tutte le catene degli esercenti si sono però opposte a questa pratica, perché sollevava di fatto la concorrenza tra di loro a tutto vantaggio dei distributori. Hanno presentato perciò delle proposte di abolizione che sono state accolte in tredici stati, almeno fino al 13 aprile 1979 <ref>T. GUBACK, op. cit., pag.101</ref>. <br>
In contrapposizione ad esso gli esercenti hanno difeso la pratica degli "''splits''", cioè l'accordo tra gli esercenti di una zona per la divisione equa dei nuovi film in modo da avere condizioni di noleggio più favorevoli, evitando del tutto le garanzie o gli anticipi da offrire al distributore per la prenotazione di un film. Ma nel 1977 il Dipartimento della giustizia ha dichiarato anche gli "''splits''" contrari alla legge anti-trust, permettendo così che le case distributrici richiedano anticipi e garanzie in contanti agli esercenti per film non ancora visionati, ma ritenuti di cassetta. Gli anticipi e le garanzie non sono poi la stessa cosa. I primi possono essere rinegoziati in seguito, nel caso che il film non abbia ottenuto il successo preventivato. Le seconde invece non sono più rimborsabili agli esercenti. Negli ultimi anni parecchi film avrebbero sollecitato anticipi e garanzie colossali: 30 milioni di dollari per '''The Godfather Part II''', 25 milioni di dollari per '''The Towering Inferno''', 20 milioni di dollari per '''Earthquake''', '''Jaws''', '''Superman''' e 16 milioni di dollari per '''The Great Gatsby''' e '''Clouse encounters of the Third Kind''' <ref>Lee BEAUPRE', op. cit., pag.45. Jack Valenti aggiunge che questo è l'unico espediente per bilanciare il trattenimento abusivo degli incassi da parte degli esercenti, che dovrebbero essere pagati dai rispettivi distributori entro due o tre giorni.</ref>.
Queste cifre risonanti sono anche giustificate dal fatto che, sempre nel corso degli anni '70, le grosse catene degli esercenti hanno cominciato ad aver parte nel finanziamento della produzione di alcuni film, tentando così di scavalcare le case di distribuzione, che dal canto loro hanno pensato di reagire aumentando gli anticipi e le garanzie. Infine, concludendo colle "'''Blind Bedding'''", c'è da dire che la NATO, la ''National Association of Theatres Owners'', è riuscita sì ad ottenere la scomparsa di questa pratica da alcuni stati, ma ciò rischia di ripercuotersi negativamente sugli stessi esercenti, in quanto potrebbe provocare un'ulteriore diminuzione del numero dei film prodotti dagli Studios, accentuando così la carenza dei film in circolazione, già favorita dal rialzo dei costi di distribuzione. E' questo un punto cruciale. Ecco quanto scrive ''Guback'' commentando i costi di distribuzione della Fox e della Warner:
"La Twentieth Century Fox ha dichiarato che circa i due terzi dei film da lei distribuiti tra il 1974 ed il 1978 hanno avuto costi (escluse le spese generali) superiori ai 5 milioni di dollari, ma il rimanente terzo era salito da 5 a 11,3 milioni di dollari. I costi diretti di distribuzione, come pubblicità e copie, e le spese generali di distribuzione in genere superano i costi di produzione, secondo la Twentieth Century Fox. L'uso della pubblicità, in particolare televisiva, per lanciare i film è aumentato in modo drammatico e durante i primi nove mesi del 1978 le compagnie di produzione-distribuzione hanno speso probabilmente circa 77 milioni di sola pubblicità televisiva. Nello stesso periodo la Warner spese nella distribuzione una cifra stimata 12,7 milioni di dollari, mentre la MCA e la 20th Century Fox spesero rispettivamente 12,1 e 7,6 milioni di dollari. Nella maggior parte dei casi l'aumento dei costi di produzione ha imposto questa espansione della pubblicità, intesa a stimolare, manipolare e controllare il comportamento del pubblico"<ref>T. GUBACK, op. cit., pag. 97</ref>.
La tendenza delle Majors ad andare a colpo sicuro, limitando la diffusione soltanto a quei prodotti forniti di determinate garanzie di successo è illustrata dalla TAB.5, nella quale compaiono le cifre riguardanti il numero dei nuovi film distribuiti negli anni '70, comparate agli anni '50 e '60.
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.5 Nuovi film distribuiti da distributori statunitensi
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 425
|-
| 1955 || 281
|-
| 1960 || 233
|-
| 1965 || 257
|-
| 1970 || 267
|-
| 1971 || 281
|-
| 1972 || 279
|-
| 1973 || 237
|-
| 1974 || 229
|-
| 1975 || 190
|-
| 1976 || 187
|-
| 1977 || 154
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Tuttavia questa tabella illustra solo in parte la reale situazione, in quanto sono inclusi nel conteggio anche i film prodotti dagli indipendenti, film che costituiscono tra il 30 ed il 50% della intera distribuzione americana, come emerge dal confronto colla TAB.6. <br>
<br>
Qui viene indicato l'esatto numero dei film distribuiti dalle Majors per ognuno degli anni citati.<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;; width:80%;text-align:center;"
|+ TAB.6 Nuovi film distribuiti dalle Majors
|-
! Anno !! n. film
|-
| 1950 || 231
|-
| 1955 || 198
|-
| 1960 || 190
|-
| 1965 || 171
|-
| 1970 || 151
|-
| 1971 || 153
|-
| 1972 || 142
|-
| 1973 || 131
|-
| 1974 || 109
|-
| 1975 || 95
|-
| 1976 || 98
|-
| 1977 || 82
|-
|+ Fonte: MPA-Motion Picture Association of America<ref>Le due tabelle sono riportate dall'articolo di Guback che indica per questi anni anche i film distribuiti da ogni singola Major.</ref>
|}
Queste cifre vanno interpretate alla, luce della nuova politica di produzione-distribuzione messa in atto dalle Majors dagli inizi degli anni '70. Se fino a quell'epoca infatti, le Majors avevano creduto che la redditività del loro lavoro dipendesse dalla quantità dei film distribuiti, oggi sono tanto convinte del contrario da investire i capitali in settori esterni al cinema piuttosto che nella produzione di nuovi film. <br>
Ad esempio, la '''Columbia''' ha acquistato la ''D. Gottlieb and Co'', la più grossa fabbricante di flippers, per la cifra di 50,2 milioni di dollari; la '''Twentieth Century Fox''' ha acquistato per 49,4 milioni di dollari la "''Aspen Skiing Co.''" ed inoltre i diritti di imbottigliamento della Coca-Cola per 27,8 milioni di dollari. <br>
<br>
Fin qui abbiamo cercato di delineare gli aspetti più importanti del mercato cinematografico interno agli U.S.A.; ma, come si sa, le Majors sono anche le sole compagnie con catene di distribuzione internazionali, e sul mercato estero non devono dividere nulla coi distributori americani minori o indipendenti. I cinque principali mercati esteri delle compagnie cinematografiche americane, il Canada, la Francia, la Germania, l'Italia ed il Giappone, hanno contribuito e contribuiscono considerevolmente alle entrate complessive delle Majors.
Di fronte al frazionamento del mercato europeo le compagnie americane hanno invece unito i loro sforzi col risultato di allargare i canali internazionali di distribuzione. Così nel 1970 la Paramount e la Universal hanno fondato la '''CIC''', '''Cinema International Corporation''' di cui ognuna è proprietaria del 49% delle azioni. Essa distribuisce nel mondo i film delle rispettive case e dal 1973 anche quelli della MGM. Collaborazione c'è anche tra la Columbia e la Fox che utilizzano in comune un certo numero di uffici esteri e dal 1978 hanno fuso la propria rappresentanza australiana. Così pure la Dear e la Warner hanno fondato la '''PIC''', '''Pictures International Corporation'''. Ma già negli anni Precedenti, anni in cui il mercato interno era in crisi e le Majors ancora non avevano unificato i loro canali di distribuzione esteri, le entrate provenienti da questo settore costituivano ugualmente una fonte in grado di contenere i bilanci critici. Ecco le cifre in proposito. <br>
<br>
{| class="wikitable sortable" style="margin: auto;text-align:center;width:90%"
|+ TAB.7 Entrate estere e nazionali delle compagnie Majors, facenti parte della Motion Picture Association of America (''milioni di dollari'').
|+ FONTE: "Variety" del 14/6/1978, dell'1/9/1976, del 25/6/1975.
|-
! ANNO !! Entrate ESTERE !! Entrate USA !! TOTALE ENTRATE
|-
| 1963 || 293,0 || 239,4 || 532,4
|-
| 1964 ||319,9 ||263,2|| 583,1
|-
| 1965 ||343,5 ||287,2|| 630,7
|-
| 1966 ||361,5 ||319,5 ||680,9
|-
| 1967 ||357,8 ||355,9 ||713,7
|-
| 1968 ||339,0 ||372,3 ||711,3
|-
| 1969 ||348,4 ||317,4 ||665,8
|-
| 1970 ||360,4 ||381,3 ||741,7
|-
| 1971 ||347,0 ||336,7 ||683,7
|-
| 1972 ||388,6 ||426,4 ||815,1
|-
| 1973 ||428,9 ||390,5 ||819,4
|-
| 1974 ||494,8 ||545,9 ||1040,7
|-
| 1975 ||604,0 ||628,0 ||1232,0
|-
| 1976 ||571,0 ||576,6 ||1147,5
|-
| 1977 ||563,0 ||802,7 ||1365,7
|}
Come si vede, soltanto negli anni '70 le entrate del mercato interno raggiungono e poi superano le entrate del mercato estero. Il settore della distribuzione costituisce dunque il vero e proprio punto di forza delle grandi compagnie cinematografiche americane, che dal 1974 hanno anche superato il miliardo di dollari nel noleggio dei loro film in tutto il mondo. Il dominio delle Majors in questo settore è ulteriormente documentato dalla seguente tabella, aggiornata al dicembre 1978 e riportante le percentuali di ognuna sull'attività di noleggio all'interno del mercato statunitense e canadese. Ad esse affianchiamo per un confronto, quelle concernenti la più forte casa indipendente, cioè l'American International Pictures.
{| class="wikitable sortable" style="test align:center;width:90%; margin:auto;"
|+ TAB.8 Percentuali di alcune compagnie, derivanti dall'attività di noleggio sul mercato cinematografico interno.
FONTE: "Variety", 10 gennaio 1979.
|-
! Compagnia !! % 1976 !! 1977 !! 1978
|-
| 20th Century Fox || 13,4 || 19,5 || 13,4
|-
| AIP || 3,8 || 3,4 || 1,4
|-
| Buena Vista || 6,7 || 5,6 || 4,8
|-
| Columbia || 8,4 || 11,5 || 11,6
|-
| Paramount || 9,6 || 10,0 || 23,8
|-
| United Artists || 16,2 || 17,8 || 16,2
|-
| Universal || 13,0 || 11,5 || 16,8
|-
| Warner Bros. || 18,8 || 13,7 || 13,2
|}
'''''NB'''. Il totale delle percentuali non raggiunge il 100%; il residuo è da attribuirsi ai distributori più piccoli (Avco Embassy, Allied Artists, ecc.). Dal novembre del 1973 la UA include anche il no-leggio della MGM sul mercato interno.''
Togliendo la percentuale che si riferisce all'AIP, le Majors relativamente al noleggio sul mercato interno raggiungono dunque rispettivamente , l''''86,0%''' nel 1976', l''''89,6%''' nel 1977 e il '''93,9%''' nel 1978. <br><br>
Alle altre case di distribuzione rimangono insomma soltanto le briciole, ed inoltre il loro spazio va progressivamente restringendosi per la tendenza delle Majors a tenere sotto controllo sia la produzione che l'esercizio.
<br /><hr /><br />
<references/>
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Trasformazioni industriali e trasformazioni linguistiche nel cinema americano del dopoguerra/Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta/La catena degli esercenti
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo mo
-omento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, li esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dan nosa per loro: la. televisione a pagamento. Questa è ca pace di trasmettere un film ad un intervallo che va. da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo co sì una buona parte degli spettatori alle sale del cine ma. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee.. aeree e le basi. militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisio ne fa sentire anch'essa il suo peso sui mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercen ti è forse meno drammatica di quanto si .può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematograficapcausarono la chiusura di molti cinema. Prende do come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero
89
_iene sale è empie diminuito,nonostante la ripresa he pur 531_ è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione
1948.....18.532 1958.....16.354 1967-.12.187
1954...18.491 1963.....12.652 1972...4.12.699
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business. sale drive-in totale
1974 11.612 3.772 15.384
1975 12.175 3.882 15.997
1976 12.996 3,883 16.829
1977 12,990 3.564 16.554
FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Uwners. Riportati in T. Guback, on. cit., nag.
I proprietari di cinema sembrano essersi ro,.sti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo
è stato raggiunto tramite l'arresto dellpt'sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bru scamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano si tue.ti i drive-in, invitando iproprietariartfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della
benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. Come aE pare sempre dalla tabella n09, sono invece aumentate
-omento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, li esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dan nosa per loro: la. televisione a pagamento. Questa è ca pace di trasmettere un film ad un intervallo che va. da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo co sì una buona parte degli spettatori alle sale del cine ma. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee.. aeree e le basi. militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisio ne fa sentire anch'essa il suo peso sui mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercen ti è forse meno drammatica di quanto si .può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematograficapcausarono la chiusura di molti cinema. Prende do come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero
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_iene sale è empie diminuito,nonostante la ripresa he pur 531_ è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione
1948.....18.532 1958.....16.354 1967-.12.187
1954...18.491 1963.....12.652 1972...4.12.699
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business. sale drive-in totale
1974 11.612 3.772 15.384
1975 12.175 3.882 15.997
1976 12.996 3,883 16.829
1977 12,990 3.564 16.554
FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Uwners. Riportati in T. Guback, on. cit., nag.
I proprietari di cinema sembrano essersi ro,.sti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo
è stato raggiunto tramite l'arresto dellpt'sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bru scamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano si tue.ti i drive-in, invitando iproprietariartfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della
benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. Come aE pare sempre dalla tabella n09, sono invece aumentate
le sale tra il '75 ed il 177 La maggior parte'..dei nuo vi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'u nica gestione. Questo sisteme si è rivelato partieolar mente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestiona li, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione piùsale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il niù delle volte all'interno dei grandi centri d'acrJuisto subur.ani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l' "Annual Report" della "Generai Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo -tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro sc-erTi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in pro .erammazione almeno un film di successo.
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, ci&è
la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visio ne di un certo film; oppure ?Ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di b1. ghetto (naturalmente di più nei drive-in) con il ri-
suitato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinemato grafica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior nerte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene le cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. Le più grandi di queste catene sono: la General Cinema. Co. (circa 500 sale), la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione), la Mann Theatres (250 sale), la Commonwealth (200 sale), la ABC Theatre (185 sale) e la Cinemette (150 sale). Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'u nica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tem po dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
7ellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti, Così pure la NATO ha lanciato la Expro dico per investire in film indipendenti e la NITE sta
-attendo a punto un tentativo di finanziamento di film :n Canada. Ancoratila General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazio ne dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio. La
0metco Enterprise ha cinque stazioni TV è ha svolto u
certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal - - rzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un
ervizio televisivo per abbonamento alla area metrepo
-__tana di New York e all'inizio del '79 la compagnia
annunciato un piano per realizare un servizio simi le a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in. attesa di autorizzazione da parte della. Federal Communication Commission, La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cabie vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati" (28).
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora ini=iale delle TV a. pagamento. Del resto questo è il loro enteresse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulte
riore conferma della tendfnIza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
2.5. 1ultiriazionaii. cinema e mass e dia
Il volume d'affari riguardante l'indust
tempo libero in America !è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini,i_quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n0102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un in cremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business
|-
! Anno !! Locali di proiezione
|-
| 1948 || 18.532
|-
| 1954 || 18.491
|-
| 1958 || 16.354
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| 1963 || 12.652
|-
| 1967 || 12.187
|-
| 1972 || 12.699
|}
<br>
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{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners.
|-
! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
|-
| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
|-
| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
|-
| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
|-
| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
|}
Riportati in T. Guback, on. cit., pag.
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro sc-erTi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, ci&è
la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visio ne di un certo film; oppure ?Ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di b1. ghetto (naturalmente di più nei drive-in) con il ri-
suitato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinemato grafica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior nerte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene le cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. Le più grandi di queste catene sono: la General Cinema. Co. (circa 500 sale), la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione), la Mann Theatres (250 sale), la Commonwealth (200 sale), la ABC Theatre (185 sale) e la Cinemette (150 sale). Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'u nica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tem po dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
7ellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti, Così pure la NATO ha lanciato la Expro dico per investire in film indipendenti e la NITE sta
-attendo a punto un tentativo di finanziamento di film :n Canada. Ancoratila General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazio ne dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio. La
0metco Enterprise ha cinque stazioni TV è ha svolto u
certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal - - rzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un
ervizio televisivo per abbonamento alla area metrepo
-__tana di New York e all'inizio del '79 la compagnia
annunciato un piano per realizare un servizio simi le a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in. attesa di autorizzazione da parte della. Federal Communication Commission, La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cabie vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati" (28).
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora ini=iale delle TV a. pagamento. Del resto questo è il loro enteresse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulte
riore conferma della tendfnIza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
2.5. 1ultiriazionaii. cinema e mass e dia
Il volume d'affari riguardante l'indust
tempo libero in America !è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini,i_quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n0102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un in cremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
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Porto il SAL a SAL 75%
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business
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! Anno !! Locali di proiezione
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| 1948 || 18.532
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| 1954 || 18.491
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| 1958 || 16.354
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| 1963 || 12.652
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| 1967 || 12.187
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| 1972 || 12.699
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{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners.
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! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
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| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
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| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
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| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
|-
| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
|}
Riportati in T. Guback, on. cit., pag.
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro schermi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, cioè la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visione di un certo film; oppure ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di biglietto (naturalmente di più nei drive-in) con il risultato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.<br>
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinematografica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior parte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene la cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. <br>
Le più grandi di queste catene sono:<br>
* la General Cinema. Co. (circa 500 sale),
* la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione),
* la Mann Theatres (250 sale),
* la Commonwealth (200 sale),
* la ABC Theatre (185 sale)
* la Cinemette (150 sale). <br>
Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'unica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tempo dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
pellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti. Così pure la NATO ha lanciato la Expro, dico per investire in film indipendenti, e la NITE sta attendo a punto un tentativo di finanziamento di film in Canada. Ancora la General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazione dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio.
La 0metco Enterprise ha cinque stazioni TV e ha svolto una certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal marzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un servizio televisivo per abbonamento alla area metropolitana di New York e all'inizio del '79 la compagnia ha annunciato un piano per realizzare un servizio simile a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in attesa di autorizzazione da parte della Federal Communication Commission.
La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cable vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati" (28).
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora iniziale delle TV a pagamento. Del resto questo è il loro interesse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulteriore conferma della tendenza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
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|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business
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! Anno !! Locali di proiezione
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| 1948 || 18.532
|-
| 1954 || 18.491
|-
| 1958 || 16.354
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| 1963 || 12.652
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| 1967 || 12.187
|-
| 1972 || 12.699
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|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners.
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! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
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| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
|-
| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
|-
| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
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| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
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Riportati in T. Guback, on. cit., pag.
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro schermi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, cioè la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visione di un certo film; oppure ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di biglietto (naturalmente di più nei drive-in) con il risultato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.<br>
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinematografica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior parte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene la cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. <br>
Le più grandi di queste catene sono:
* la General Cinema. Co. (circa 500 sale),
* la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione),
* la Mann Theatres (250 sale),
* la Commonwealth (200 sale),
* la ABC Theatre (185 sale)
* la Cinemette (150 sale). <br>
Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. <br>
Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'unica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. <br>
Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.<br>
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tempo dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
pellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti. <br>
Così pure la NATO ha lanciato la Expro, dico per investire in film indipendenti, e la NITE sta attendo a punto un tentativo di finanziamento di film in Canada. Ancora la General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazione dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.<br>
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio.
La 0metco Enterprise ha cinque stazioni TV e ha svolto una certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal marzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un servizio televisivo per abbonamento alla area metropolitana di New York e all'inizio del '79 la compagnia ha annunciato un piano per realizzare un servizio simile a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in attesa di autorizzazione da parte della Federal Communication Commission.<br>
La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cable vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati" (28).<br>
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora iniziale delle TV a pagamento. Del resto questo è il loro interesse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulteriore conferma della tendenza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business
|-
! Anno !! Locali di proiezione
|-
| 1948 || 18.532
|-
| 1954 || 18.491
|-
| 1958 || 16.354
|-
| 1963 || 12.652
|-
| 1967 || 12.187
|-
| 1972 || 12.699
|}
<br>
<br>
{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners.
|-
! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
|-
| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
|-
| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
|-
| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
|-
| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
|}
Riportati in T. Guback, op. cit., pag. 98
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro schermi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, cioè la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visione di un certo film; oppure ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di biglietto (naturalmente di più nei drive-in) con il risultato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.<br>
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinematografica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior parte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene la cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. <br>
Le più grandi di queste catene sono:
* la General Cinema. Co. (circa 500 sale),
* la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione),
* la Mann Theatres (250 sale),
* la Commonwealth (200 sale),
* la ABC Theatre (185 sale)
* la Cinemette (150 sale). <br>
Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. <br>
Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'unica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. <br>
Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.<br>
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tempo dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
pellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti. <br>
Così pure la NATO ha lanciato la Expro, dico per investire in film indipendenti, e la NITE sta attendo a punto un tentativo di finanziamento di film in Canada. Ancora la General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazione dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.<br>
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio.
La 0metco Enterprise ha cinque stazioni TV e ha svolto una certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal marzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un servizio televisivo per abbonamento alla area metropolitana di New York e all'inizio del '79 la compagnia ha annunciato un piano per realizzare un servizio simile a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in attesa di autorizzazione da parte della Federal Communication Commission.<br>
La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cable vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati"<ref>Ibidem, pag. 104</ref>.<br>
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora iniziale delle TV a pagamento. Del resto questo è il loro interesse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulteriore conferma della tendenza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischì e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
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|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business<ref>Dati riportati in T. Guback, op. cit., pag. 98</ref>
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! Anno !! Locali di proiezione
|-
| 1948 || 18.532
|-
| 1954 || 18.491
|-
| 1958 || 16.354
|-
| 1963 || 12.652
|-
| 1967 || 12.187
|-
| 1972 || 12.699
|}
<br>
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|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners<ref>Dati riportati in T. Guback, op. cit., pag. 98</ref>
|-
! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
|-
| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
|-
| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
|-
| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
|-
| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
|}
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro schermi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, cioè la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visione di un certo film; oppure ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di biglietto (naturalmente di più nei drive-in) con il risultato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.<br>
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinematografica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior parte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene la cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. <br>
Le più grandi di queste catene sono:
* la General Cinema. Co. (circa 500 sale),
* la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione),
* la Mann Theatres (250 sale),
* la Commonwealth (200 sale),
* la ABC Theatre (185 sale)
* la Cinemette (150 sale). <br>
Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. <br>
Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'unica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. <br>
Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.<br>
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tempo dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
pellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti. <br>
Così pure la NATO ha lanciato la Expro, dico per investire in film indipendenti, e la NITE sta attendo a punto un tentativo di finanziamento di film in Canada. Ancora la General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazione dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.<br>
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio.
La 0metco Enterprise ha cinque stazioni TV e ha svolto una certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal marzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un servizio televisivo per abbonamento alla area metropolitana di New York e all'inizio del '79 la compagnia ha annunciato un piano per realizzare un servizio simile a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in attesa di autorizzazione da parte della Federal Communication Commission.<br>
La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cable vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati"<ref>Ibidem, pag. 104</ref>.<br>
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora iniziale delle TV a pagamento. Del resto questo è il loro interesse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulteriore conferma della tendenza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischi e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
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|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business<ref>Dati riportati in Thomas Guback, "L'industria americana del cinema negli anni '70", in AAVV, Hollywood 1969-1979. 3. Immagini piacere dominio, Venezia, Marsilio, 1980, pag. 98</ref>
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! Anno !! Locali di proiezione
|-
| 1948 || 18.532
|-
| 1954 || 18.491
|-
| 1958 || 16.354
|-
| 1963 || 12.652
|-
| 1967 || 12.187
|-
| 1972 || 12.699
|}
<br>
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|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners<ref>Dati riportati in T. Guback, op. cit., pag. 98</ref>
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! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
|-
| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
|-
| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
|-
| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
|-
| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
|}
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro schermi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, cioè la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visione di un certo film; oppure ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di biglietto (naturalmente di più nei drive-in) con il risultato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.<br>
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinematografica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior parte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene la cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. <br>
Le più grandi di queste catene sono:
* la General Cinema. Co. (circa 500 sale),
* la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione),
* la Mann Theatres (250 sale),
* la Commonwealth (200 sale),
* la ABC Theatre (185 sale)
* la Cinemette (150 sale). <br>
Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. <br>
Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'unica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. <br>
Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.<br>
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tempo dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
pellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti. <br>
Così pure la NATO ha lanciato la Expro, dico per investire in film indipendenti, e la NITE sta attendo a punto un tentativo di finanziamento di film in Canada. Ancora la General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazione dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.<br>
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio.
La 0metco Enterprise ha cinque stazioni TV e ha svolto una certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal marzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un servizio televisivo per abbonamento alla area metropolitana di New York e all'inizio del '79 la compagnia ha annunciato un piano per realizzare un servizio simile a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in attesa di autorizzazione da parte della Federal Communication Commission.<br>
La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cable vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati"<ref>Ibidem, pag. 104</ref>.<br>
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora iniziale delle TV a pagamento. Del resto questo è il loro interesse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulteriore conferma della tendenza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
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Il primo sintomo della crisi nel ramo dell'esercizio apparve verso la fine degli anni '40, ed anche qui, come già nella produzione e nella distribuzione, la maggior responsabile fu la televisione. Fino ad allora infatti, le sale cinematografiche costituivano l'unico mezzo per far giungere al pubblico lo spettacolo filmato e gli esercenti si trovavano dunque ad essere gli unici interlocutori delle case di distribuzione, come pure degli spettatori. Ma coll'avvento della TV questa situazione di privilegio da parte delle sale cinematografiche subì un primo scossone. Sebbene in un primo momento le grandi case di produzione e di distribuzione avessero rifiutato di cedere i diritti televisivi dei loro film, in un secondo momento la TV parve loro una fonte di guadagno troppo importante per non collaborare con essa.
Ancor più recentemente, gli esercenti si sono trovati a dover affrontare una rivale particolarmente dannosa per loro: la televisione a pagamento. Questa è capace di trasmettere un film ad un intervallo che va da 6 mesi ad un anno dalla prima nazionale, sottraendo così una buona parte degli spettatori alle sale del cinema. Un'altra forma di concorrenza è poi costituita da quella specie di sottomercato fatto di cineclub a 16 mm installati nelle università, nelle basi militari, sugli aerei di linea e nelle navi, negli istituti di pena. Guback ritiene che i distributori ricavino tra i 30 ed i 40 milioni di dollari all'anno da questo sotto mercato (escludendo le linee aeree e le basi militari). Inoltre l'evoluzione tecnologica legata alla televisione fa sentire anch'essa il suo peso sul mercato attraverso la crescente diffusione dei videodischi e delle videocassette. Ma in fondo la situazione degli esercenti è forse meno drammatica di quanto si può pensare in un primo momento.
Agli inizi degli anni '50 l'avvento della TV, accompagnato da un netto calo della produzione cinematografica causarono la chiusura di molti cinema. Prendendo come parametro il 1948, da allora ad oggi il numero delle sale è sempre diminuito, nonostante la ripresa che pure si è avuta dalla fine degli anni '60. Eccone i dati riassuntivi:
{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ TAB.9 Cinema ed altri locali di proiezione<br>
FONTE: U.S. Department of Commerce, Census of business<ref>Dati riportati in Thomas Guback, "L'industria americana del cinema negli anni '70", in AAVV, Hollywood 1969-1979. 3. Immagini piacere dominio, Venezia, Marsilio, 1980, pag. 98</ref>
|-
! Anno !! Locali di proiezione
|-
| 1948 || 18.532
|-
| 1954 || 18.491
|-
| 1958 || 16.354
|-
| 1963 || 12.652
|-
| 1967 || 12.187
|-
| 1972 || 12.699
|}
<br>
{| class="wikitable" style="text-align:center;width:70%;margin:auto;"
|+ FONTE: Motion Picture Association of America e National Association of Theatres Owners<ref>Dati riportati in T. Guback, op. cit., pag. 98</ref>
|-
! Anno !! Sale !! Drive-in !! Totale
|-
| 1974 || 11.612 || 3.772 || 15.384
|-
| 1975 || 12.175 || 3.882 || 15.997
|-
| 1976 || 12.996 || 3.883 || 16.829
|-
| 1977 || 12.990 || 3.564 || 16.554
|}
I proprietari di cinema sembrano essersi posti essenzialmente due obiettivi: ridurre le spese di gestione, e incrementare gli incassi. Il primo obiettivo è stato raggiunto tramite l'arresto dello sviluppo dei drive-in ed il parallelo aumento degli impianti multiscreen. In questi anni il numero dei drive-in sì è bruscamente arrestato sia perché l'estendersi delle aree urbane ha finito per inglobare i terreni dov'erano situati i drive-in, invitando i proprietari a sfruttarli per altri generi d'affari, sia perché la scarsità della benzina e l'aumento del prezzo hanno pure avuto una qualche incidenza sugli abituali frequentatori. <br>
Come appare sempre dalla tabella n°9, sono invece aumentate le sale tra il '75 ed il '77. La maggior parte dei nuovi impianti è però del genere multi-screen, vale a dire un complesso di sale con rispettivi schermi sotto un'unica gestione. Questo sistema si è rivelato particolarmente vantaggioso per gli esercenti, che in questo modo riducono il costo dei lavoro e delle spese gestionali, utilizzando lo stesso personale per tenere in funzione più sale contemporaneamente. La collocazione di questi impianti è il più delle volte all'interno dei grandi centri d'acquisto suburbani, dotati di grandi parcheggi. Secondo l'"Annual Report" della "General Cinema Corporation", una delle più grosse proprietarie di sale, 18 nuovi complessi cinematografici di questo tipo sarebbero stati aperti da lei stessa nel 1978. La iniziativa è senz'altro in via d'incremento anche in considerazione del fatto che su quattro schermi in un solo impianto si hanno più probabilità di avere in programmazione almeno un film di successo.<br>
Il secondo obiettivo, l'incremento degli incassi, è stato raggiunto attraverso lo sviluppo d'un genere d'attività collaterale a quella dell'esercizio, cioè la vendita di cibo come pizze, hot-dogs, bevande, ecco; oppure manifesti, magliette, giochi abbinati alla visione di un certo film; oppure ancora flipper e giochi elettronici con cui divertirsi nell'attesa di vedere il film. Stando a Guback, i clienti spenderebbero in questo settore mediamente 20 cents per ogni dollaro di biglietto (naturalmente di più nei drive-in) con il risultato che spesso il gestore si trova in attivo proprio per questa attività collaterale.<br>
Nel corso degli ultimi dieci anni il settore dell'esercizio si è esteso anche alla produzione cinematografica e all'industria radiotelevisiva. Sebbene esistano esercenti del tutto autonomi, la maggior parte dei locali di proiezione fanno parte di alcune catene la cui forza si è accresciuta di molto negli anni '70. <br>
Le più grandi di queste catene sono:
* la General Cinema. Co. (circa 500 sale),
* la United Artists Theatre Circuit (500 sale; non ha nulla a che fare con la omonima casa di produzione e distribuzione),
* la Mann Theatres (250 sale),
* la Commonwealth (200 sale),
* la ABC Theatre (185 sale)
* la Cinemette (150 sale). <br>
Ad esse vanno aggiunte la Wometco Home Theatre, le Martin Theatre e la importante NITE, National Indipendent Theatre Exhibitors. <br>
Dobbiamo tuttavia rilevare la scomparsa di una delle citate catene, precisamente quella dell'ABC, l'unica rete televisiva che avesse una propria catena di sale cinematografiche: essa vendette le sale di sua proprietà alla fine del 1978 alLa plitt Theatres. <br>
Al contrario, molto attiva è la presenza delle grosse catene di esercizio nella produzione e nella TV.<br>
La General Cinema Co. ha fondato con la British ATV Co. una società per il finanziamento in comune di alcuni film (la Associated General Film). Nonostante abbia venduto la propria quota di azioni non molto tempo dopo, la General Cinema continua il finanziamento di
pellicole che però, come ammesso da lei stessa, intendono riempire gli schermi più che ricavare dei consistenti profitti. <br>
Così pure la NATO ha lanciato la Expro, dico per investire in film indipendenti, e la NITE sta attendo a punto un tentativo di finanziamento di film in Canada. Ancora la General Cinema possiede una stazione TV a Miami, due stazioni FM e ha una partecipazione dell'80% in altre due stazioni radio di Boston.<br>
La Fuqua Industries, proprietaria del circuito Martin, ha licenza per tre stazioni televisive e due radio.
La 0metco Enterprise ha cinque stazioni TV e ha svolto una certa attività nel campo della TV a pagamento. Dal marzo del 1977 la Wometco Home Theatre ha offerto un servizio televisivo per abbonamento alla area metropolitana di New York e all'inizio del '79 la compagnia ha annunciato un piano per realizzare un servizio simile a San Francisco, Chicago, Detroit, piano in attesa di autorizzazione da parte della Federal Communication Commission.<br>
La United Artists Theatre Circuit possiede il 28% del pacchetto azionario della UA- Columbia Cable vision, che offre un servizio a pagamento a molti dei suoi 250.000 abbonati"<ref>Ibidem, pag. 104</ref>.<br>
Anche le catene degli esercenti contribuiscono dunque a quel processo di reciproca integrazione tra industria cinematografica ed industria televisiva, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo ancora iniziale delle TV a pagamento. Del resto questo è il loro interesse se vogliono controllare appieno la programmazione di film. Allo stesso tempo il loro operato nel campo del finanziamento di nuovi film fornisce un'ulteriore conferma della tendenza cronica dell'industria cinematografica americana all'integrazione verticale della propria struttura.
<hr /><br />
<references/>
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{{indentatura}}''La Valle unita al Canton Ticino; nuova sua riunione al Canton Griggione; sollevazioni; atto di mediazione;
Antonio Anotta; debiti comunali; invasione; monumento; asilo; Patto Federale; carestia; concessioni comunali, e costruzione del nuovo stradale; alluvioni; P. Battaglia; nuova strada di Calanca; progetti; società patriottiche; opuscolo condannato.''</div>
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{{CapoletteraVar|f=250%|'''N'''}}el 1801 al 26 giugno il Direttorio della Repubblica Elvetica sotto il nome di Consiglio
Esecutivo, unì per viste geografiche il Distretto della Moesa, Mesolcina, al Cantone Ticino. La Valle si sottomise in apparenza a tale precipitosa disposizione, e spedì a Bellinzona i cinque richiesti deputati per sedere in quel Gran Consiglio
Cantonale; ma intanto essa si governava e si amministrava sempre sul suo antico sistema, non mancando però di reclamare per essere nuovamente aggregata alla Repubblica delle Tre Leghe, della quale faceva parte già da tre secoli e più. Essa ottenne il suo bramato intento dalla<noinclude><references/></noinclude>
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Compendio storico della Valle Mesolcina/Capitolo XXIV
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delP istess’anno per progettare una nuova costituzione
addattata all’intera Svizzera, chiamata
allora Repubblica Unitaria.
Appena che le guarnigioni francesi ebbero
abbandonato il suolo Elvetico per la seguita pace
tra la Francia e V Austria, si sollevarono nella
Repubblica dei Griggioni i diversi partiti; e nel
restante della Svizzera tutto era in rivolta.
L’allora possente Napoleone Capo della Nazion
Francese per dar pace e concordia alla disunita
Elvezia, si fece di lei Mediatore, imponendole
nel mese ili febbrajo i8o3 il suo Atto
di Mediazione consistente nella elvetica general
legge fondamentale, e nelle costituzioni particolari
d* ogni Cantone. Da quel tempo in poi la Repubblica
delle Tre Leghe si chiamò Cantone dei
Griggioui..,, r j.
Nel i8ò5 mori in Mesocco Antonio Anotta,
soprannominato V Orbo Vedente, rimarchevole
per la sua straordinaria felice memoria e finissimo
tatto di cui era dotato. Già nella sua gioventù
e quattro anni prima del suo matrimonio
egli perdette all’improvviso e totalmente la *ista
per. essersi un giorno d’estate stanco riposato per
qualche tempo sul terreno esposto a 9 cocenti raggi
del sole: giacché svegliatosi si trovò colla yistà
tutta offusQatat e pochi giorni dopo la perdette
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Appena che le guarnigioni francesi ebbero abbandonato il suolo Elvetico per la seguita pace tra la Francia e l'Austria, si sollevarono nella Repubblica dei Griggioni i diversi partiti; e nel restante della Svizzera tutto era in rivolta.
L’allora possente Napoleone Capo della Nazion Francese per dar pace e concordia alla disunita Elvezia, si fece di lei Mediatore, imponendole nel mese di febbrajo 1803 il suo Atto di Mediazione consistente nella elvetica general legge fondamentale, e nelle costituzioni particolari d'ogni Cantone. Da quel tempo in poi la Repubblica delle Tre Leghe si chiamò Cantone dei Griggioni.
Nel 1805 mori in Mesocco Antonio Anotta, soprannominato l'Orbo Vedente, rimarchevole per la sua straordinaria felice memoria e finissimo tatto di cui era dotato. Già nella sua gioventù e quattro anni prima del suo matrimonio egli perdette all’improvviso e totalmente la vista per essersi un giorno d’estate stanco riposato per qualche tempo sul terreno esposto a a' cocenti raggi del sole: giacché svegliatosi si trovò colla vista tutta offuscata, e pochi giorni dopo la perdette<noinclude><references/></noinclude>
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affatto; ma favorito dei sopraccennati eccellenti
doni di natura, egli dirigeva ed accudiva benissimo
ai suoi abituali affari sì domestici che
•
campagnuoli. Quando la di lui moglie era ammalata, egli solo ne aveva premurosa tenera cura
senza l’ajuto di persona; egli inventava e componeva
con precisione e facilità diversi utensili
di casa; andava da solo e senza difficoltà, provveduto
però sempre di un bastone che chiamava
il suo occhio, nei luoghi di cui ricordavasi d’essere
già stato, o altrimenti vi si faceva condurre una
volta: il che bastava per indi ritornarvi da solò
col mezzo di mentali marcati punti dal detto suo
appoggio facilitati. Pervenuto ad una distanza
egli sapeva benissimo quai giri e quanti passi ci
voleano per arrivare ad un’altra, e così progressivamente
giungeva da solo -al destinato luogo.
Fu veduto nei primi anni di sua cecità farsi accompagnare
sul sito di que’suoi beni stabili di
cui non aveva una cognizione perfetta per istruirsi
dei reali loro termini e confini, ed alcuni anni
dopo, causa insorte discussioni di divisioni territoriali, portarsi Sui medesimi contesi fondi, e
col suo bastone indicare con esattezza la situazione
dei marcati termini; egli era in caso di
ripetere letteralmente quanto aveva inteso nella
giornata; col suo tatto egli conosceva e distingueva
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le mani* Nelle lunghe serate d’inverno ed ogni<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: volta che se gli presentava l’occasione, Ànotta amava ascoltare qualche lettura, facendovi indi le sue giudiziose ed istruttive riflessioni, e raccontava volontieri ciocche aveva inteso o veduto, essendo egli nella sua gioventù stato assente dalla patria, per lo spazio di cinque anni; ed amava idi ragionar con ardore di cose patrie, delle quali era non meno istruito. Sentendosi egli all’estremo di sua vita, fece chiamare...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||198|}}</noinclude>volta che se gli presentava l’occasione, Ànotta
amava ascoltare qualche lettura, facendovi indi
le sue giudiziose ed istruttive riflessioni, e raccontava
volontieri ciocche aveva inteso o veduto,
essendo egli nella sua gioventù stato assente dalla
patria, per lo spazio di cinque anni; ed amava
idi ragionar con ardore di cose patrie, delle quali
era non meno istruito. Sentendosi egli all’estremo
di sua vita, fece chiamare vicino al suo letto i di lui
più prossimi parenti, e fra gli altri morali e patrii
ricordi, li scongiurò di non mai dimenticare che
la prima eredità che un padre mesolcinese può lasciare
ai suoi figli, & la libertà, assi più preziosa
di qualunque ricchezza. Questo uomo veramente
straordinario visse sin all’avanzata età di settantatrè
anni, avendone passati trent’otto nella cecità, costretto in tutto queir infelice tempo di.teiere le palpebre chiuse per non sentirsi, come
egli diceva, abbracciar l’orbite. Io conobbi molto
bene questo mio memoràbile compatriota, ledi,cui riferite narrazioni da lui sapute per tradizione, mi furono in parte di grande schiarimento
in alcuni fatti in questa breve Istoria ri.
feriti.:;,. *:;, Nel, 1807 e d Qe consecutivi anni le Comuni
della Medicina, come tutte quelle dell’intero
-Cantone, s’aggravarono di forti debiti per, aver
dovuto fornire i contingenti uomini che per le continue
sanguinose guerre venivano a mancare ai
Digitized by GÒOgfe<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||198|}}</noinclude>volta che se gli presentava l’occasione, Anotta amava ascoltare qualche lettura, facendovi indi le sue giudiziose ed istruttive riflessioni, e raccontava volontieri ciocchè aveva inteso o veduto, essendo egli nella sua gioventù stato assente dalla patria, per lo spazio di cinque anni; ed amava idi ragionar con ardore di cose patrie, delle quali era non meno istruito. Sentendosi egli all’estremo di sua vita, fece chiamare vicino al suo letto i di lui più prossimi parenti, e fra gli altri morali e patrii ricordi, li scongiurò di non mai dimenticare che la prima eredità che un padre mesolcinese può lasciare ai suoi figli, è la libertà, assi più preziosa di qualunque ricchezza. Questo uomo veramente straordinario visse sin all’avanzata età di settantatrè anni, avendone passati trent’otto nella cecità, costretto in tutto quell'infelice tempo di tenere le palpebre chiuse per non sentirsi, come egli diceva, abbracciar l’orbite. Io conobbi molto bene questo mio memorabile compatriota, le di cui riferite narrazioni da lui sapute per tradizione, mi furono in parte di grande schiarimento in alcuni fatti in questa breve Istoria riferiti.
Nel 1807 e due consecutivi anni le Comuni della Mesolcina, come tutte quelle dell’intero Cantone, s’aggravarono di forti debiti per aver dovuto fornire i contingenti uomini che per le continue sanguinose guerre venivano a mancare ai<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: = *99 = Reggimenti che la Svizzera si era obbligata con capitolazione alla Francia. Sotto il pretesto di far eseguire il commerciale adottato sistema continentale, per odine del dispotico Mediatore della Svizzera, allora Imperator dei francesi, le truppe italiane invasero nell’ottobre 1810 il Cantone Ticino; un distaccamento delle quali composto di duecento uomitii compresi alcuni finanzieri, entrò pure sotto P istesso...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||199|}}</noinclude>= *99 =
Reggimenti che la Svizzera si era obbligata con capitolazione
alla Francia.
Sotto il pretesto di far eseguire il commerciale
adottato sistema continentale, per odine del
dispotico Mediatore della Svizzera, allora Imperator
dei francesi, le truppe italiane invasero
nell’ottobre 1810 il Cantone Ticino; un distaccamento
delle quali composto di duecento uomitii
compresi alcuni finanzieri, entrò pure sotto
P istesso motivo, nel giorno cinque marzo dell’anno seguente, nella già prevenuta Mesoloina,
portandosi alcuni di essi ad occupare la montagna
di san Bernardino, mentre il restante stazionava
nei due Capi-luoghi della Valle, Mesocco
e Roveredo. Finalmente dopo ventisei giorni
•di dimora, quella truppa abbandonò la Mesolcina
nel primo giorno d’aprile, ritirandosi nel
Cantone Ticino, il quale per mezzo dei reiterati
riclami, e principalmente per ii successi strepitosi
cambiamenti politici, ne fu poi altresì liberato.
Nel i8i3 morì P amato mio padre, ultimo
Pannerher della Mesolcina, nelP età di 75 anni,
compianto da tutti quelli che lo conoscevano,
essendo la sua vita sì privata che pubblica stata
di continuo un tessuto di esimie virtù e chiari
meriti. E’ memorabile il monumento dedicato
alla sua giustizia, pietà e patriottismo dall’inclito
Contado di Chiavenna Panuo 1791, imperocché
tra le altre volle nel 1789 toccando,<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||199|}}</noinclude>Reggimenti che la Svizzera si era obbligata con capitolazione
alla Francia.
Sotto il pretesto di far eseguire il commerciale adottato sistema continentale, per odine del dispotico Mediatore della Svizzera, allora Imperator dei francesi, le truppe italiane invasero nell’ottobre 1810 il Cantone Ticino; un distaccamento
delle quali composto di duecento uomini compresi alcuni finanzieri, entrò pure sotto l'istesso motivo, nel giorno cinque marzo dell’anno seguente, nella già prevenuta Mesolcina,
portandosi alcuni di essi ad occupare la montagna di san Bernardino, mentre il restante stazionava nei due Capi-luoghi della Valle, Mesocco e Roveredo. Finalmente dopo ventisei giorni di dimora, quella truppa abbandonò la Mesolcina nel primo giorno d’aprile, ritirandosi nel Cantone Ticino, il quale per mezzo dei reiterati riclami, e principalmente per ii successi strepitosi cambiamenti politici, ne fu poi altresì liberato.
Nel 1813 morì l'amato mio padre, ultimo Pannerher della Mesolcina, nell'età di 75 anni, compianto da tutti quelli che lo conoscevano, essendo la sua vita sì privata che pubblica stata di continuo un tessuto di esimie virtù e chiari meriti. È memorabile il monumento dedicato alla sua giustizia, pietà e patriottismo dall’inclito Contado di Chiavenna l'anno 1791, imperocché tra le altre volte nel 1789 toccando,<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: = zoo = # giusta x già stabiliti comparti, alla Mesolcina T ufficio di Commissariato di Chiavenna, venne a questa piazza nella Centena unanimameute eletto mio padre. Durante i due anni di sua amministrazione, egli si cattivò talmente la generale stima ed amore di quel Contado, che riconoscenti quegli abitanti fecero formare, subito dopo la partenza del loro compianto Magistrato, la di lui arma impressa ed intagliata so...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||200|}}</noinclude>= zoo =
#
giusta x già stabiliti comparti, alla Mesolcina
T ufficio di Commissariato di Chiavenna, venne
a questa piazza nella Centena unanimameute
eletto mio padre. Durante i due anni di sua
amministrazione, egli si cattivò talmente la generale
stima ed amore di quel Contado, che
riconoscenti quegli abitanti fecero formare, subito
dopo la partenza del loro compianto Magistrato,
la di lui arma impressa ed intagliata sopra un
pezzo d’argento massiccio in forma ovale e della
circonferenza di trentasei oncie, e novanta di
peso. Questo prezioso monumento che ora, per
disposizione di chi lo ha dedicato, si trova esposto
al di sopra d 1 un altare nella chiesa parrocchiale
di Mesocco, fu recato al Donatario da una scelta
deputazione di Chiavenna, composta di quattro
distinti personaggi. Esso porta la seguente Inscrizione:
JO. A.NT. A MARCÌ.. JUSTO. WO. RELIGIOSO.COMMISSARIO.
JURIBUS. PRIVILEGI! • INTEMERATA.
CLEMENTI. MRLE. A MARCA. ASSISTENTI; PATRUI. IMM1TATORI.
PATRIA. DIGNIS. ORTODOXIS.
NOVUM. IN TEMPLO. MISAUCI. ELOGIUM •
GRATO. ANIMO. CLAVENNJE. JURISD. P. C.». ’ *jO r»..
A.. MDCCXCt. C«)
j * ’ ’ i*7 ’ • - • ’ - ’
’ fi) I Magistrati della Giurisdizione di Chiavenna questo nuovo
elogio per gratitudine dedicarono nel Tempio di Mesocco a Gio.
Antonio a Macca, giusto, pio, religioso Commissario, fermo ed
immacolato conservatore dei loro diritti e privilegi; ed a Clemente
M a a Marca di lui Assistente e dello Zio immitatore, degni ed
ortodossi compatrioti) Panno 1791.
Btgitiz eli by GoOg fe<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||200|}}</noinclude>giusta i già stabiliti comparti, alla Mesolcina l'ufficio di Commissariato di Chiavenna, venne a questa piazza nella Centena unanimamente eletto mio padre. Durante i due anni di sua amministrazione, egli si cattivò talmente la generale stima ed amore di quel Contado, che riconoscenti quegli abitanti fecero formare, subito dopo la partenza del loro compianto Magistrato,
la di lui arma impressa ed intagliata sopra un pezzo d’argento massiccio in forma ovale e della circonferenza di trentasei oncie, e novanta di peso. Questo prezioso monumento che ora, per disposizione di chi lo ha dedicato, si trova esposto al di sopra d'un altare nella chiesa parrocchiale di Mesocco, fu recato al Donatario da una scelta deputazione di Chiavenna, composta di quattro distinti personaggi. Esso porta la seguente Inscrizione:
JO. ANT. A MARCA . JUSTO . PIO . RELIGIOSO . COMMISSARIO .
JURIBUS . PRIVILEGII . INTEMERATIS .
CLEMENTI . MARIAE . A MARCA . ASSISTENTI . PATRUI . INTEMERATIS .
PATRIA . DIGNIS . ORTODOXIS .
NOVUM . IN TEMPLO . MISAUCI . ELOGIUM .
GRATO . ANIMO . CLAVENNAE . JURISD. P. C.
A. . MDCCXCI. (1)
(1) I Magistrati della Giurisdizione di Chiavenna questo nuovo elogio per gratitudine dedicarono nel Tempio di Mesocco a Gio. Antonio a Marca, giusto, pio, religioso Commissario, fermo ed immacolato conservatore dei loro diritti e privilegi; ed a Clemente Ma a Marca di lui Assistente e dello Zio immitatore, degni ed ortodossi compatrioti; l'anno 1791.<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: . Clemente Maria a Marca partecipe di questo monumento era uomo dotto e di molti meriti Dopo T ultimazione de 1 suoi studj regolari, egli fu sempre impiegato in affari amministrativi si Vallerani che Cantonali, e fu l’ultimo Governatore della Valtellina. Trovandosi egli nel 1818 membro del Governo Cantonale, contribuì energicamente all’erezione del nuovo stradale di san Bernardino decretato in quell’anno. Un anno 4opo ve...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||201|}}</noinclude>. Clemente Maria a Marca partecipe di questo
monumento era uomo dotto e di molti meriti
Dopo T ultimazione de 1 suoi studj regolari, egli
fu sempre impiegato in affari amministrativi si
Vallerani che Cantonali, e fu l’ultimo Governatore
della Valtellina. Trovandosi egli nel 1818
membro del Governo Cantonale, contribuì energicamente
all’erezione del nuovo stradale di san
Bernardino decretato in quell’anno. Un anno
4opo venendo da Roveredo, morì colpito d’a*
poplessia sulla pubblica strada vicino a Leggia,
Oveivedesi una lapide eretta in di lui memoria.
La Comune di Soazza fu un sicuro asilo per
la Reggenza del Cantone Ticino, la quale nel
1814 in settembre si era ritirata, causa le insorte
turbolenze de* partiti. Fochi giorni dopo
essa rientrò nel sub Cantone ricondotto all’ordine
per opera della Dieta Federale,;l. Dopo li sorprendenti successi avvenimenti politici
ohe atterrarono l’alta potenza del superbo
Napoleone, e che diedero una nuova marcia al*
T intera sollevata Europa, la Svizzera distruggendo
T umiliante Atto di Mediazione., formò
nel 181 5 il Patto Federale che nel giorno 7 agosto
fu giurato, e segnato in Zurigo dai ventidue
Cantoni, sotto il quale al presente vivono felici.
Il 18 16 è disgraziatamente memorabile per la
Mesolcina come per quasi tutta l’Europa causa<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: ■ •== SLOl ±± là carestia d’-ogni genere di vitttiaglle che mancarono in queH’anno, per cui sino alla metà del susseguente* fu una generale miseria. In taolti paesi della Valle la gente si nutriva unicamente di schifosi insetti, di scorze, d’erbaggi e d’altri cimili alimenti destinati solo alle bestie. Nella Mesotcina però nissuno morì di fame, come in tante altre contrade pur troppo avvenne* v wh Cantane avendo risol...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||202|}}</noinclude>■
•== SLOl ±±
là carestia d’-ogni genere di vitttiaglle che mancarono
in queH’anno, per cui sino alla metà
del susseguente* fu una generale miseria. In taolti
paesi della Valle la gente si nutriva unicamente
di schifosi insetti, di scorze, d’erbaggi e d’altri
cimili alimenti destinati solo alle bestie. Nella
Mesotcina però nissuno morì di fame, come in
tante altre contrade pur troppo avvenne* v
wh Cantane avendo risolto di far costrutte per
utile del commercio il nuovo ^ menzionato stradale
da Coirà a Bellinzona per la via del?aq.
Bernardina, il Gran Consiglio Cantonale deW8i8
ne incaricò il Governo; il <juale «tttrò ’in trattativa
eoa quel di Piemonte come aventene uri
maggior interesse commerciale. Le Comuni ed i particolari
della Valle proprietari cederonò al Cantone,
mediante indennizzaz ione, i necessari terreni,
materiali, i-diritti ’del daziò ed altri diritti di qua1
unque specie ohe sin allora possedevano sulle merci
di transito 7 non riservandosi la Valle che l’antico
diritto dello scarso dazio interno e l’affitto della
peschiera, quali piccole due rendite vengotió
ora percepite alternativamente dalle Squadre
ctune. anticamente. Lo Stato Sardo vi contribuì
sotto il Re Vittoria Emmanuele per una*’ porr
zione delle spese. Verso la fine dello stesso anno
si diede principio ai lavori per economi accantonale
sul disegno e direzione del Ticinese ingegnerò<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: = io3 = PocoBelG. In.ijuatti-Q anni que^o juj}ga stradale fu a; perfezione ultiin&tq. «^collaudato,;jun;ai*np dapo^iei d-, aiterà, in poi qujest^ interessale, ben codtarutta, e comoda *tr/*d* è assai frequentata eonie, l’unica cheiconduee, traveraq^ìo le.Ajpi v più direttamente e brevemente, àajla>. Gejan^p ja r flj Piemonte e Lombardia. Essa è sempre ben mantenuta per coato del Cantone» SnfKS^^B^p. r t conoscenza alla...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||203|}}</noinclude>= io3 =
PocoBelG. In.ijuatti-Q anni que^o juj}ga stradale
fu a; perfezione ultiin&tq. «^collaudato,;jun;ai*np
dapo^iei d-, aiterà, in poi qujest^ interessale, ben
codtarutta, e comoda *tr/*d* è assai frequentata eonie,
l’unica cheiconduee, traveraq^ìo le.Ajpi v più
direttamente e brevemente, àajla>. Gejan^p ja r flj
Piemonte e Lombardia. Essa è sempre ben mantenuta
per coato del Cantone» SnfKS^^B^p. r t
conoscenza alla contribuirne! fe|ta,;( ^a f jà
Re di Sardegna * diede ji nbmetfaWfy%VQ$m
manuele al superba.poinjte chs&t^t^ ^ f ^I<?
ai luogo detto, di 1 Mucci^ (, };*>i»yo/I. xDopò la costruzione dsk nAq^p,jfti?a^, | i;(
man teoimentQ. ideila ttr^aitdt cfcbfetòi ft(/&;§3ft$a
passu, ùiaicai»ente:,allS^: G^miin^^i ^Wj^dq >
la qèssklei|>¥OvyisiptìAl«iefttef p®lx$bk&f#iki?agip*tii
ritii?a*e quelle -piccole ^ (impo^^igià^R^j^it^^iu"
gèneri che tt-a vedano q^eU^/.moiitag^^, coipp
le percepisce: k Qwiil»0; di ^pa^ja^^u 8ttftp9
tragittano Ja<I>>rciola, tf 4 q fo; wjpoté oiaaim
hfiià’ innova,€osti tuckme <fbntqna%wi9W jtfh^A
gorarj e già j stata pr©*feft|^& i^a^^iK^
fu definitivamente: nalfi^o. lacqgt^t^ gf^Cpifr
sigi* e: Gonauni deLlGunfcane, ( [JV ofolnjc:) ’fon
’:L? ann0jiii82gu -,è pu$f>)AÌt^,, ÌB>4W^9^?
per la Bassa Mesolcina, un’annata di desp^zion^
derivaniidat <?ue foilfcAlluffic^^
terribreuXa prima sperduta* pel ^9SmiM> p} tT?><noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: ssz 204 sa (V a vef arrecati matti danai sì particolari che generali, mise anche in pericolo queir estrema parte di Roverèdo giacente sulla destra della Moesa* levandogli altresì due case, e preparò i disastri Maggiori e spaventevoli del giorno 20 y giacché continuando sino a quel dì a piovere senza in* terni z ione è dirottamente, nella notte del 1 9, ie Calan casca che si era eccessivamente ito, inondò in diversi luog...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||204|}}</noinclude>ssz 204 sa
(V a vef arrecati matti danai sì particolari che generali,
mise anche in pericolo queir estrema parte
di Roverèdo giacente sulla destra della Moesa*
levandogli altresì due case, e preparò i disastri
Maggiori e spaventevoli del giorno 20 y giacché
continuando sino a quel dì a piovere senza in*
terni z ione è dirottamente, nella notte del 1 9,
ie Calan casca che si era eccessivamente
ito, inondò in diversi luoghi con sensibili
i la Comune di (Srono, ed aprendosi sotto
ponte dell’Aramo un nuovo diretto corso so*
pra Rovereto, distrusse totalmente quel pèzzo
dèi nuovo stradale che da colà lungo la base
montanini conduce a quest’ultimo paese, ove
la Moesa ’spinta dalla Calancasca strascinò seco
la chiesa e piazza di s. Sebastiano con dieci case
e quei pochi contigui giardini, ove anche di presente
scorre un ramo del fiume. Tutte quelle
disgrazie nòa f furono però che un preludio di
quanto cinque anni più tardi dovea accadere
di ^ fùàKM^ ^ r^ genere, come si vedrà nel
seguente apposito Capitolo. Durante quei giorni
di dìruta ^ò^i^1ac«à»aÉia misteriosa descritta
nel Capitolo VII, gettò dell’acqua, ma sola*
mente bianca, ©asia lattea, che fu chimicamente
analizzata. iL 1,rm:i Va,n:.’o! iva
Paolo Battaglia rieco Milanese, a cui questa
òpera è ’ducato i il^uale d’aicuoi anni fi*H<noinclude><references/></noinclude>
8lhf15i8l15ic8m5zfzn3k0pzzu1ine
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: qaen!a le salutifere acque minerai! di s. Bernarnardino, per semplice filantropia, oltre d’aver fatto fabbricare nel i83o, a proprie apese il va? *to portico, «otto il quale i concorrenti possono comodamente prendere quelle acque, fondò un perpetuo pio legato d’annuali cénto scudi mir lanesi* qual somma unita alle, poche altre, serve al mantenimento d 1 uno stabile Sacerdote ia * Bernardino, La Comune di Mesocco che già...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||205|}}</noinclude>qaen!a le salutifere acque minerai! di s. Bernarnardino,
per semplice filantropia, oltre d’aver
fatto fabbricare nel i83o, a proprie apese il va?
*to portico, «otto il quale i concorrenti possono
comodamente prendere quelle acque, fondò un
perpetuo pio legato d’annuali cénto scudi mir
lanesi* qual somma unita alle, poche altre, serve
al mantenimento d 1 uno stabile Sacerdote ia *
Bernardino, La Comune di Mesocco che già da
più secoli gelosamente mai dispensò a persona la
sua cittadinanza, la, coni parti però in ricoqosceiwa
al distinto di lei generoso benefattore e più tardi
fece porre a perpetua di lui memoria *eir interno
del sopraccennato pori ico una marmorea lapide
portante la seguente Inscrizione:
•; • <
«:•*••’•«.( * • <»:» i • «• «>
IL SASSO ADDITA 7,
DI RELIGIONE E FILANTROPIA. *
I SENSI DEL GENEROSO CUORE DI,
I. PAOLO BATTAGLIA»., _ ■
A PERPETUA DI LUI MEMORIA
LA RICONOSCENTE MESOCCO.
Sj - i835., "
• *
Nel i83i f si costrusse una nuova strada carreggiabile
lungo la Val Calanca, fabbricata a
spese d’tuia società^mesolcinese per così ottener
V esportazione della mercanzia legnami che dai
boschi di quella Valle si traggono.— — — — : —<noinclude><references/></noinclude>
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/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: -•JiUn --’àn^nimo Me&olcinese diede alla stampa nei 1 833, in,settpmbre un progetto di modlfi* cagioni’ sulla’ Costituzione ddir:intói*o Catitadb*, ed in jndrfcò 1884* per kfiga^ierie ò? alcuni tot* fcidi kttriganti iafliTen^ti-dà pochi innovatori mosolcinesi é forestieri, furono kstituile in. al-f cune Comuni Vdllerane certe Ili unioni segrete sotto ir Dome di Sooietà Patriottiche e «li Gabinetto, direttore delle quali...
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<noinclude><pagequality level="1" user="Ilario" />{{RigaIntestazione||206|}}</noinclude>-•JiUn --’àn^nimo Me&olcinese diede alla stampa
nei 1 833, in,settpmbre un progetto di modlfi*
cagioni’ sulla’ Costituzione ddir:intói*o Catitadb*,
ed in jndrfcò 1884* per kfiga^ierie ò? alcuni tot*
fcidi kttriganti iafliTen^ti-dà pochi innovatori
mosolcinesi é forestieri, furono kstituile in. al-f
cune Comuni Vdllerane certe Ili unioni segrete
sotto ir Dome di Sooietà Patriottiche e «li Gabinetto,
direttore delle quali si fece poi quello dì
Crono j ohe ridicolmente nomina vasi Società*
’Madre y ^ Cenérale: quali appunto nient* altro
iii propónevano ehe’P appoggio dell’annunziata
rifttf ma e l’esaltamento del così detto moderrib
^rqgiesso^iioa tutte le sue conseguenze, in confutazione
delle proposte modificatoci t, i comparve
in quel giugno un opuscolo riguardante principalmente
P immunità ècclésiasfièa ancor conservata
nellé fcòmuni dattoiicbè dèi 4 tìàntone. Il
Gran Consiglio, al quale feprògettótà ^riforma
cjoii le sue aggiunte idra -stata presentata, larigettò
nelj seguite iluglia. _1foa;mcitfiudisapprovata
rispq^t$;gl surldpttq • opuscolo ^sojto il nome
del partito riformista v fu ^condannata a Roma
fra i libri proibiti.
Coinè: a tutte ’quelle ciarlatanerie, de’ Gabinetti
non; prcddevapo parte che pochi iiilrfgdnti % a
poco: a poco inuonoibilmonte» si sciolsero.^
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Autore:Riccardo Selvatico
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Carlomorino
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Carlomorino
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Carlomorino
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== Opere ==
* {{Testo|lingua=vec|Commedie e Poesie Veneziane}}, 1910
{{Sezione note}}
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Categoria:Morti a Biancade
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Carlomorino
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Gli elenchi compresi in tale allegato possono essere completati dal Consiglio deliberante all’unanimità.
{{Ct|class=articolo|{{§|a82|Articolo 82}}}}
L’ammontare degli affari che serve di base per il calcolo delle ammende e delle penalità applicabili alle imprese in forza del presente Trattato è quello che si riferisce ai prodotti sottoposti alla giurisdizione dell’Alta Autorità.
{{Ct|class=articolo|{{§|a83|Articolo 83}}}}
L’istituzione della Comunità non pregiudica in alcun modo il regime di proprietà delle imprese sottoposte alle disposizioni del presente Trattato.
{{Ct|class=articolo|{{§|a84|Articolo 84}}}}
Nelle disposizioni del presente Trattato, con le parole «il presente Trattato» s’intende indicare le clausole del Trattato e dei suoi allegati, dei Protocolli annessi e della Convenzione relativa alle disposizioni transitorie.
{{Ct|class=articolo|{{§|a85|Articolo 85}}}}
Le misure iniziali e transitorie convenute dalle Alte Parti Contraenti per permettere l’applicazione delle disposizioni del presente Trattato sono stabilite in una Convenzione allegata.
{{Ct|class=articolo|{{§|a86|Articolo 86}}}}
Gli Stati membri si impegnano a prendere tutte le misure di carattere generale o particolare atte ad assicurare l’esecu-<noinclude>{{PieDiPagina|||''90''}}</noinclude>
l1vyog8bnhgnrpllox7co5qwjaolezn
Autore:Raffaele Minich
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Carlomorino
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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Autore
| Nome = Raffaele
| Cognome = Minich
| Attività = politico
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}}
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Pagina:Trattato istitutivo della comunità europea del carbone e dell'acciaio - 1951.pdf/89
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<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude>zione degli obblighi risultanti dalle decisioni e dalle raccomandazioni degli organi della Comunità e di facilitare questa nell’adempimento, dei propri compiti.
Gli Stati membri si impegnano ad astenersi da qualsiasi misura incompatibile con l’esistenza del mercato comune contemplato agli articoli {{Pg|15#a1|1}} e {{Pg|16#a4|4}}.
Essi prendono, nei limiti della loro competenza, tutte le disposizioni utili per assicurare i pagamenti internazionali derivanti dagli scambi di carbone e di acciaio entro il mercato comune e si prestano un mutuo concorso per facilitare tali pagamenti.
Gli agenti dell’Alta Autorità, incaricati di missioni di controllo, dispongono, sul territorio degli Stati Membri e in tutta la misura necessaria al compimento della loro missione, dei diritti e dei poteri devoluti dalla legislazione di detti Stati agli agenti delle amministrazioni fiscali. Le missioni di controllo e la qualità di agenti incaricati di queste sono debitamente notificate allo Stato interessato. Agenti di tale Stato possono, su richiesta di questo o dell’Alta Autorità, assistere gli agenti dell’Alta Autorità nel compimento della loro missione.
{{Ct|class=articolo|{{§|a87|Articolo 87}}}}
Le Alte Parti Contraenti si impegnano a non avvalersi dei trattati, convenzioni o dichiarazioni fra esse vigenti, allo scopo di sottoporre una controversia relativa all’interpretazione o all’applicazione del presente Trattato a procedure diverse da quelle previste dal Trattato stesso.
{{Ct|class=articolo|{{§|a88|Articolo 88}}}}
L’Alta Autorità, se ritiene che uno Stato abbia mancato ad uno degli impegni che gli incombono in virtù del presente Trattato, constata detta mancanza con decisione motivata,<noinclude>{{PieDiPagina|||''91''}}</noinclude>
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Pagina:Trattato istitutivo della comunità europea del carbone e dell'acciaio - 1951.pdf/90
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<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude>dopo avere posto detto Stato in condizione di presentare le sue osservazioni. Essa assegna allo Stato in causa un termine per provvedere alla esecuzione del suo impegno.
È ammesso ricorso anche di merito da parte di detto Stato avanti la Corte entro un termine di due mesi a datare dalla notifica della decisione.
Se lo Sato non ha provveduto all’esecuzione del suo impegno nel termine fissato dall’Alta Autorità, o, in caso di ricorso, se questo è stato respinto, l’Alta Autorità può, su parere conforme del Consiglio deliberante a maggioranza di due terzi:
a) sospendere il versamento delle somme che essa debba allo Stato in questione in virtù del presente Trattato;
b) prendere o autorizzare gli Stati membri a prendere misure di deroga alle disposizioni dell’{{Pg|16#a4|art. 4}} al fine di correggere gli effetti dell’inadempienza constatata.
Contro le decisioni prese in applicazione dei comma a) e b) è ammesso ricorso anche di merito, entro due mesi a datare dalla loro notifica.
Se le misure previste qui sopra si dimostrano inoperanti, l’Alta Autorità ne riferisce al Consiglio.
{{Ct|class=articolo|{{§|a89|Articolo 89}}}}
Qualsiasi controversia tra Stati membri relativa all’applicazione del presento Trattato, che non possa essere regolata mediante un’altra procedura prevista dal presente Trattato, può essore sottoposta alla Corte, su richiesta di uno degli Stati parte nella controversia.
La Corte è parimente competente a decidere qualsiasi controversia tra Stati membri in connessione con l’oggetto del presente Trattato, se tale controversia le viene sottoposta in base ad accordo fra le parti.<noinclude>{{PieDiPagina|||''92''}}</noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude><nowiki/>
{{Ct|class=articolo|{{§|a9|Articolo 9}}}}
Se una inadempienza ad un obbligo risultante dal presente Trattato commessa da un’impresa costituisce ugualmente una inadempienza ad un obbligo risultante per essa dalla legislazione dello Stato a cui essa appartiene, e se, in forza di detta legislazione, un procedimento giudiziario o amministrativo è iniziato nei riguardi di tale impresa, lo Stato in questione dovrà avvertire l’Alta Autorità che potrà differire la propria decisione.
Se l’Alta Autorità differisce la propria decisione, essa viene informata dello svolgimento del procedimento e posta in condizione di produrre qualsiasi documento, perizia e testimonianza che vi si riferiscano. Essa sarà egualmente informata della decisione definitiva che sarà adottata e dovrà tener conto di tale decisione nel determinare la sanzione che dovesse eventualmente infliggere.
{{Ct|class=articolo|{{§|a91|Articolo 91}}}}
Se un’impresa non effettua, entro il termine prescritto, un versamento da essa dovuto all’Alta Autorità in base a una disposizione del presente Trattato o di un regolamento di esecuzione ovvero in base a una sanzione pecuniaria o a una penale inflitta dall’Alta Autorità, sarà lecito a questa di sospendere, Ano a concorrenza dell’ammontare di tale versamento, la corresponsione delle somme che essa stessa dovesse versare a detta impresa.
{{Ct|class=articolo|{{§|a92|Articolo 92}}}}
Le decisioni dell’Alta Autorità che comportano obblighi pecuniari costituiscono titolo esecutivo.
L’esecuzione forzata nel territorio degli Stati membri viene effettuata per le vie legali vigenti in ciascuno degli<noinclude>{{PieDiPagina|||''93''}}</noinclude>
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{{Ct|class=articolo|{{§|a90|Articolo 90}}}}
Se una inadempienza ad un obbligo risultante dal presente Trattato commessa da un’impresa costituisce ugualmente una inadempienza ad un obbligo risultante per essa dalla legislazione dello Stato a cui essa appartiene, e se, in forza di detta legislazione, un procedimento giudiziario o amministrativo è iniziato nei riguardi di tale impresa, lo Stato in questione dovrà avvertire l’Alta Autorità che potrà differire la propria decisione.
Se l’Alta Autorità differisce la propria decisione, essa viene informata dello svolgimento del procedimento e posta in condizione di produrre qualsiasi documento, perizia e testimonianza che vi si riferiscano. Essa sarà egualmente informata della decisione definitiva che sarà adottata e dovrà tener conto di tale decisione nel determinare la sanzione che dovesse eventualmente infliggere.
{{Ct|class=articolo|{{§|a91|Articolo 91}}}}
Se un’impresa non effettua, entro il termine prescritto, un versamento da essa dovuto all’Alta Autorità in base a una disposizione del presente Trattato o di un regolamento di esecuzione ovvero in base a una sanzione pecuniaria o a una penale inflitta dall’Alta Autorità, sarà lecito a questa di sospendere, Ano a concorrenza dell’ammontare di tale versamento, la corresponsione delle somme che essa stessa dovesse versare a detta impresa.
{{Ct|class=articolo|{{§|a92|Articolo 92}}}}
Le decisioni dell’Alta Autorità che comportano obblighi pecuniari costituiscono titolo esecutivo.
L’esecuzione forzata nel territorio degli Stati membri viene effettuata per le vie legali vigenti in ciascuno degli<noinclude>{{PieDiPagina|||''93''}}</noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude>Stati, dopo che sia stata apposta, senza altro controllo che quello della verifica dell’autenticità di tali decisioni, la formula esecutiva in uso nello Stato nel territorio del quale la decisione deve essere eseguita. Si provvede a detta formalità a cura di un ministro designato a tale effetto da ciascun Governo.
L’esecuzione forzata non può essere sospesa che per decisione della Corte.
{{Ct|class=articolo|{{§|a93|Articolo 93}}}}
L’Alta Autorità assicura tutti gli utili collegamenti con le Nazioni Unite e con l’Organizzazione europea di cooperazione economica e le tiene regolarmente informate dell’attività della Comunità.
{{Ct|class=articolo|{{§|a94|Articolo 94}}}}
Il collegamento fra gli organi della Comunità ed il Consiglio d’Europa è assicurato nei modi previsti da un Protocollo annesso.
{{Ct|class=articolo|{{§|a95|Articolo 95}}}}
In tutti i casi non previsti dal presente Trattato nei quali una decisione o una raccomandazione dell’Alta Autorità appare necessaria per attuare, durante il funzionamento del mercato comune del carbone e dell’acciaio e conformemente alle disposizioni dell’{{Pg|17#a5|art. 5}}, uno degli obiettivi della Comunità, quali sono definiti dagli articoli {{Pg|15#a2|2}}, {{Pg|15#a3|3}} e {{Pg|16#a4|4}}, tale decisione o tale raccomandazione può essere presa su parere conforme del Consiglio deliberante all’unanimità e dopo consultazione del Comitato Consultivo.
La stessa decisione o raccomandazione, presa nella stessa forma, stabilisce le sanzioni da applicare.<noinclude>{{PieDiPagina|||''94''}}</noinclude>
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude><nowiki/>
Terminato il periodo transitorio previsto dalla Convenzione per le disposizioni transitorie, se impreviste difficoltà nelle modalità di applicazione del presente Trattato, rivelate dall’esperienza, o un cambiamento profondo delle condizioni economiche o tecniche che interessi direttamente il mercato comune del carbone e dell’acciaio, rendono necessario un adattamento delle regole relative all’esercizio da parte dell’Alta Autorità dei poteri che le sono conferiti, appropriate modifiche possono esservi apportate, purchè non pregiudichino le disposizioni degli articoli {{Pg|15#a2|2}}, {{Pg|15#a3|3}}, {{Pg|16#a4|4}} o il rapporto dei poteri rispettivamente attribuiti all’Alta Autorità e agli altri organi della Comunità.
Queste modifiche sono proposte di comune accordo dall’Alta Autorità e dal Consiglio deliberante a maggioranza di cinque sesti dei propri membri e sottoposte al parere della Corte. Nel suo esame, la Corte ha piena competenza per valutare tutti gli elementi di fatto e di diritto. Se, in seguito a tale esame, la Corte constata la conformità delle proposte con disposizioni del paragrafo precedente, le proposte stesse sono trasmesse all’Assemblea ed entrano in vigore se sono approvate a maggioranza di tre quarti dei voti espressi ed a maggioranza di due terzi dei membri che compongono l’Assemblea.
{{Ct|class=articolo|{{§|a96|Articolo 96}}}}
Terminato il periodo transitorio, il Governo di ciascuno Stato membro e l’Alta Autorità potranno proporre emendamenti al presente Trattato. Tali proposte saranno sottoposte al Consiglio. Se esso emette, a maggioranza di due terzi, un parere favorevole alla riunione di una conferenza dei rappresentanti dei Governi degli Stati membri, questa viene immediatamente indetta dal presidente del Consiglio, allo scopo di decidere di comune accordo le modifiche da apportare alle disposizioni del Trattato.<noinclude>{{PieDiPagina|||''95''}}</noinclude>
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Pagina:Trattato istitutivo della comunità europea del carbone e dell'acciaio - 1951.pdf/94
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text/x-wiki
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Tali emendamenti entreranno in vigore dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri in conformità alle loro rispettive norme costituzionali.
{{Ct|class=articolo|{{§|a97|Articolo 97}}}}
Il presente Trattato è concluso per la durata di cinquanta anni a datare dalla sua entrata in vigore.
{{Ct|class=articolo|{{§|a98|Articolo 98}}}}
Qualsiasi Stato europeo può chiedere di aderire al presente Trattato. Esso rivolge la propria domanda al Consiglio, il quale, dopo aver sentito il parere dell’Alta Autorità, delibera all’unanimità e stabilisce, pure all’unanimità, le condizioni di adesione. Quest’ultima ha effetto dal giorno in cui lo strumento di adesione è ricevuto dal Governo depositario del Trattato.
{{Ct|class=articolo|{{§|a99|Articolo 99}}}}
Il presente Trattato sarà ratificato da tutti gli Stati membri in conformità alle rispettive norme costituzionali; gli strumenti di ratifica saranno depositati presso il Governo della Repubblica Francese.
Esso entrerà in vigore il giorno del deposito dello strumento di ratifica dello Stato firmatario che procederà per ultimo a tale formalità.
Qualora entro sei mesi dalla firma del presente Trattato non siano stati depositati tutti gli strumenti di ratifica, i Governi degli Stati che abbiano effettuato il deposito si concerteranno sulle misure da prendere.<noinclude>{{PieDiPagina|||''96''}}</noinclude>
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{{Ct|class=articolo|{{§|a100|Articolo 100}}}}
Il presente Trattato, redatto in un solo esemplare, sarà depositato negli archivi del Governo della Repubblica Francese, che ne rimetterà copia certificata conforme, a ciascuno dei Governi degli altri Stati firmatari.
{{Sc|In fede di che}} i Plenipotenziari sottoscritti hanno apposto le loro firme in calce al presente Trattato e l’hanno munito del loro sigillo.
{{Blocco a destra|
{{Centrato|Fatto a Parigi,}}
{{Centrato|il 18 aprile millenovecentocinquantuno.}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q2492|Adenauer}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q14996|Paul van Zeeland}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q2095140|J. Meurice}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q15981|Schuman}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q463243|Sforza}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q315685|Jos. Bech}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q194654|Stikker}}}}}}
{{Indent|22|{{Sc|{{Wl|Q581777|Van Den Brink}}}}}}<noinclude>{{PieDiPagina|||''97''}}
{{PieDiPagina|||7}}</noinclude>
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Pagina:Trattato istitutivo della comunità europea del carbone e dell'acciaio - 1951.pdf/96
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude>{{Ct|class=titolo|Allegati}}<noinclude></noinclude>
3o48q7ii0i15pa8preer6mpqe7y4i13
Trattato che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio – Trattato, Parigi, 18 aprile 1951/Trattato/Titolo quarto
0
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Porto il SAL a SAL 75%
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text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Trattato]] - Titolo quarto — Disposizioni generali<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Titolo terzo/10<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../../Allegati<section end="succ"/>
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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 novembre 2024|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[../|Trattato]] - Titolo quarto — Disposizioni generali|prec=../Titolo terzo/10|succ=../../Allegati}}
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Categoria:Pagine in cui è citato Raffaele Minich
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{{Vedi anche autore|Raffaele Minich}}
[[Categoria:Pagine per autore citato|Minich, Raffaele]]
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Categoria:Pagine in cui è citato Riccardo Selvatico
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{{Vedi anche autore|Riccardo Selvatico}}
[[Categoria:Pagine per autore citato|Selvatico, Riccardo]]
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Categoria:Marinai italiani
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Trasformazioni industriali e trasformazioni linguistiche nel cinema americano del dopoguerra/Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta/Multinazionali, cinema e mass-media
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]] <br />
2.5. Multinazionali, cinema e mass media<section end="sottotitolo"/>
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2.5. Multinazionali, cinema e mass media|prec=../La catena degli esercenti|succ=../Cinema e televisione: implicazioni industriali e implicazioni linguistiche}}
Il volume d'affari riguardante l'industria del tempo libero in America è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini, i quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.<br>
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n°102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un incremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
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2.5. Multinazionali, cinema e mass media|prec=../La catena degli esercenti|succ=../Cinema e televisione: implicazioni industriali e implicazioni linguistiche}}
Il volume d'affari riguardante l'industria del tempo libero in America è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini, i quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.<br>
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n°102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un incremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
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TAB.10 Consumi personali. Spese per attivit4 ricreati ve (miliardi di dolLari).
1970 1974 Totale spese att. ricr. 40,9 60,9 Biglietti cinema............. 1,5 2,5 Biglietti teatro opera ecc... 0,6 0,7
Biglietti avvenimenti sport Libri ..... . 0...... 2, Giornali.... . . ..... ..., 3,9 RadioTV dischi str. mus 8,9 Riparazioni radioTV 1,1 Fiori piante 2,1 NB + Soggetto a correzione.
1977+
81,2 4,1 1,1 1,4 1,9 3,0 4,3 7,0 9,0 13,3 18,0 1,2 1,7 3,3 4,1
FONTE: U.S. Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis, "Survey of Current Business", luglio 1978. Riportato in T. Guback, op. cit., pag.85.
E' chiaro che su questi dati pesa non roco l'au-r7ento dell'inflazione e dei costi di produzione, ma no noBtante questo l'industria del cinema e in costante ripresa. Una conferma viene pure dai rendiconti annua-ii delle Majors, dalle loro entrate nette (29). 3e nel 1970 la Twentieth Century Fox e la United Ar-tists Co. si trovavano in deficit, nel 1974 soltanto Ia Columbia chiudeva in perdi a, mentre nel 1978 nessu delle Majors si trovava in crisi, ed anzi l'attivi-
th di alcune di esse superava faeilmente ii milia.rdo
ii dollari, e le entrate nette, escludendo la Paramount the nel '78 ebbe it primato, assommavano a 519,6 milio ni di dollari. Sempre nel 1978 le pii grandi compagnie cinemato-
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grfiche americane trov,ano trnquillamente posto tra le
prime 500 corporation deli U.
almero attenendosi
alla classifica stilata dalla rivista "Fortune" (30). Tuttavia bisogna subito aggiungere che ii piazzamento era dovuto in gran parte non •i redditi derivanti dal-l'industria cinematografica, bensi alle entrate procu-rate da aitri settori industriali, facenti parte delTo stesso conglomerato delle Majors. E' infatti facilmen-te immaginabile la limitatezza dei profitti derivanti dall'industria del cinema in paragone a quelli derivan ti dalle attivith nel campo dei petrolis delle banche, delle assicurazioni, ecc, Second() una tabella accuratamente compilata da Gue. back sulla base dei rendiconti annuali delle compagnie nel 1977, le percentuali derivanti dagli spettacoli filmati risultano tanto Dia basse canto pi alti sono gli interessi di un certo conglomerato negli altri set tori dell'industria americana, Ne riportiamo gil esem-pi che ci paiono pia significativi. TAB.11 Entrate+ per spettacoli filmati di alcune com-pagnie con interessi nell'industria cinemato-grafica. 1977.(milioni di dollari).
entrate totali
GUlf+WeStern.00,0*0.3,643,0
Warner Comm.,.......1,1431b
20th Fox. 506,8 General Cinema Co.., 465,1 UA Theatre Circuit.. 147,0
Loews Co..........3,237,q AlP 51,1
spettacoli filmati entrate 334,0 9,2% 353,2 30,9% 436,0 86,4% 213,8 139,2 94,7) 41,5 49,2 96,3%
NB + Include entrate derivanti da film destinati alla distribuzione nelle sale, materiali prodotti per la TV e la conduzione di sale cinematografiche, iJuianti per la lavorazione di film (laboratori). E" probabile che siano incluse anche le entrate per la vendita dei marchi. ++ Casa madre della Loew's Theatres Inc.
F(JNTE: iendiconti annuali delle compagnie e rendiconti Form 10-K per ii 1977.
Come si vede, le entrate derivanti dall'attivith cinematografica si rossono definire marginali per la Guif+Western, relative per la Warner, e determinanti solo per la, Twentieth Century Fox; tra le grandi catene
egli esercenti notiamo la. stessa situazione:
solo
la UA Circuit ha un interesse praticamente esclusivo nell'attivita cinematografica. Infine sintomatico e ii dato riu-rdante l'AIP: solo ii 3,4k delle sue entrate totali non nroviene da attivita cinematografiche, ma da essere sicuri che per le aitre "indies" la per-centuale e anche ii bassa. All'interno dei mass-media il volume d'affari del cinema non e del resto molto alto. Ad esempio, la O1$6 nc., la compapmia di radio e TV, he avuto nel 1977 un reddito pia alto della comma dei rediti della Warner Communication, Walt Disney, Twentieth Century Fox, Uni :ed Artists. Ciononostunte, "nel panorama dell'economia ameri-cana i muss-media occupano un posto relativarnente pie-olo 11 totale dei loro incassi nel 1977 era minore
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di quello della General Motors (55 miliardi). I cinema dell'intera nazione hanno un gettito per biglietti con siderevolmente minbre del totals vendite della RCA (5,9 miliardi). In termini di posti di lavoro, l'indu-stria cinematografica produzione, distribuzione, e-sercizio e servizi aveva circa 185.000 dipendenti nel 1976, mentre nello stesso anno la IBM ne aveva 292.000. L'industria dei quotidiani aveva circa ±1 tri plo dei dipendenti di tutti i cinema. •uesti dati fan-wx2conbilidere*.ahp,considerata come un settore economi-co, l'industria cinematografica non pub pretendere una grande considerazione. Ii film ottiene importanza per-che 6 portatore di valor. cultural. e influenza it comportamento"(31). Da quest° punto di vista ilcinema intreccia naturalmente deLe relazioni cogli altri mass-media, e tra queste relazioni la pia ricca d'interesse e sicuramente quella con la televisione. iiiprendiamo dunque questo discorso la dove to avevamo lasciato al Iermine del precedente capitol°, e cioe agli inizi degli anni '70.
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Il volume d'affari riguardante l'industria del tempo libero in America è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini, i quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.<br>
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n°102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un incremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
{| class="wikitable" style="width:85%;margin:auto;"
|+ TAB.10 Consumi personali. Spese per attività ricreative (miliardi di dollari).<br />
<small>FONTE: U.S. Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis, <br>
"Survey of Current Business", luglio 1978. <ref>Riportato in T. Guback, op. cit., pag.85.</ref></small>
|-
! Attività ricreative !! 1970 !! 1974 !! 1977<small><ref>Soggetto a correzione</ref></small>
|-
| Totale spese ricreative || style="text-align:right;"|40,9 || style="text-align:right;"|60,9 || style="text-align:right;"|81,2
|-
| Biglietti cinema || style="text-align:right;"|1,5 || style="text-align:right;"|2,5 || style="text-align:right;"|4,1
|-
| Biglietti teatro, opera ecc.. || style="text-align:right;"|0,6 ||style="text-align:right;"| 0,7 || style="text-align:right;"|1,1
|-
| Biglietti avvenimenti sportivi || style="text-align:right;"|1,1 || style="text-align:right;"|1,4 || style="text-align:right;"|1,9
|-
| Libri || style="text-align:right;"|2,4 || style="text-align:right;"|3,0 || style="text-align:right;"|4,3
|-
| Giornali || style="text-align:right;"|3,9 || style="text-align:right;"|7,0 || style="text-align:right;"|9,0
|-
| Radio TV, dischi, strumenti musicali || style="text-align:right;"|8,9 || style="text-align:right;"|13,3 || style="text-align:right;"|18,0
|-
| Riparazioni Radio TV || style="text-align:right;"|1,1 || style="text-align:right;"|1,2 || style="text-align:right;"|1,7
|-
| Fiori e piante || style="text-align:right;"|2,1 || style="text-align:right;"|3,3 || style="text-align:right;"|4,1
|}
È chiaro che su questi dati pesa non poco l'aumento dell'inflazione e dei costi di produzione, ma nonostante questo l'industria del cinema e in costante ripresa. Una conferma viene pure dai rendiconti annuali delle Majors, dalle loro entrate nette <ref>Ibidem, pag. 87</ref>. Se nel 1970 la ''Twentieth Century Fox'' e la ''United Artists Co''. si trovavano in deficit, nel 1974 soltanto la ''Columbia'' chiudeva in perdita, mentre nel 1978 nessuna delle Majors si trovava in crisi, ed anzi l'attività di alcune di esse superava facilmente il miliardo di dollari, e le entrate nette, escludendo la ''Paramount'' the nel '78 ebbe il primato, assommavano a 519,6 milioni di dollari. Sempre nel 1978 le più grandi compagnie cinematografiche americane trovano tranquillamente posto tra le prime 500 corporation deli U.S.A., almeno attenendosi alla classifica stilata dalla rivista "Fortune" <ref>''Fortune'', 7 maggio 1979</ref>. <br>
Tuttavia bisogna subito aggiungere che il piazzamento era dovuto in gran parte non ai redditi derivanti dall'industria cinematografica, bensì alle entrate procurate da altri settori industriali, facenti parte dello stesso conglomerato delle Majors. E' infatti facilmente immaginabile la limitatezza dei profitti derivanti dall'industria del cinema in paragone a quelli derivanti dalle attività nel campo dei petroli delle banche, delle assicurazioni, ecc. Secondo una tabella accuratamente compilata da Gueback sulla base dei rendiconti annuali delle compagnie nel 1977, le percentuali derivanti dagli spettacoli filmati risultano tanto più basse tanto più alti sono gli interessi di un certo conglomerato negli altri settori dell'industria americana. Ne riportiamo gli esempi che ci paiono pia significativi.
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|+ TAB.11 Entrate<ref>Include entrate derivanti da film destinati alla distribuzione nelle sale, materiali prodotti per la TV e la conduzione di sale cinematografiche, impianti per la lavorazione di film (laboratori). È probabile che siano incluse anche le entrate per la vendita dei marchi.</ref> per spettacoli filmati di alcune compagnie con interessi nell'industria cinematografica. 1977(milioni di dollari).<br /><small>FONTE: Rendiconti annuali delle compagnie e rendiconti Form 10-K per il 1977</small>
|-
! Compagnie !! Entrate totali !! Entrate cinema!! % entrate cinema
|-
| Gulf+Western || 3643,0 || 334,0 || 9,2%
|-
| Warner Comm || 1143,0 || 353,2 || 30,9%
|-
| 20th Century Fox || 506,8 || 438,0 || 86,4%
|-
| General Cinema Co. || 465,1 || 213,8 || 46,0%
|-
| UA Theatre Circuit || 147,0 || 139,2 || 94,7%
|-
| Loews Co.<ref>Casa madre della Loew's Theatres Inc.</ref> || 3237,9 || 41,5 || 1,3%
|-
| AIP || 51,1 || 49,2 || 96,3%
|}
Come si vede, le entrate derivanti dall'attività cinematografica si possono definire:
* marginali per la Gulf+Western
* relative per la Warner, e
* determinanti solo per la Twentieth Century Fox;<br>
Tra le grandi catene degli esercenti notiamo la stessa situazione: solo la UA Circuit ha un interesse praticamente esclusivo nell'attività cinematografica. Infine sintomatico e ii dato riguardante l'AIP: solo il 3,4% delle sue entrate totali non proviene da attività cinematografiche, ma c'è da essere sicuri che per le altre "indies" la percentuale e anche si abbassa.
All'interno dei mass-media il volume d'affari del cinema non è del resto molto alto.
Ad esempio, la CBS Inc., la compagnia di radio e TV, he avuto nel 1977 un reddito più alto della somma dei redditi della Warner Communication, Walt Disney, Twentieth Century Fox, United Artists.
Ciononostante, "nel panorama dell'economia americana i muss-media occupano un posto relativamente piccolo. Il totale dei loro incassi nel 1977 era minore di quello della General Motors (55 miliardi). <br>
I cinema dell'intera nazione hanno un gettito per biglietti con siderevolmente minbre del totals vendite della RCA (5,9 miliardi). In termini di posti di lavoro, l'indu-stria cinematografica produzione, distribuzione, e-sercizio e servizi aveva circa 185.000 dipendenti nel 1976, mentre nello stesso anno la IBM ne aveva 292.000. L'industria dei quotidiani aveva circa ±1 tri plo dei dipendenti di tutti i cinema. •uesti dati fan-wx2conbilidere*.ahp,considerata come un settore economi-co, l'industria cinematografica non pub pretendere una grande considerazione. Ii film ottiene importanza per-che 6 portatore di valor. cultural. e influenza it comportamento"(31). Da quest° punto di vista ilcinema intreccia naturalmente deLe relazioni cogli altri mass-media, e tra queste relazioni la pia ricca d'interesse e sicuramente quella con la televisione. iiiprendiamo dunque questo discorso la dove to avevamo lasciato al Iermine del precedente capitol°, e cioe agli inizi degli anni '70.
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Il volume d'affari riguardante l'industria del tempo libero in America è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini, i quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.<br>
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n°102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un incremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
{| class="wikitable" style="width:85%;margin:auto;"
|+ TAB.10 Consumi personali. Spese per attività ricreative (miliardi di dollari).<br />
<small>FONTE: U.S. Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis, <br>
"Survey of Current Business", luglio 1978. <ref>Riportato in T. Guback, op. cit., pag.85.</ref></small>
|-
! Attività ricreative !! 1970 !! 1974 !! 1977<small><ref>Soggetto a correzione</ref></small>
|-
| Totale spese ricreative || style="text-align:right;"|40,9 || style="text-align:right;"|60,9 || style="text-align:right;"|81,2
|-
| Biglietti cinema || style="text-align:right;"|1,5 || style="text-align:right;"|2,5 || style="text-align:right;"|4,1
|-
| Biglietti teatro, opera ecc.. || style="text-align:right;"|0,6 ||style="text-align:right;"| 0,7 || style="text-align:right;"|1,1
|-
| Biglietti avvenimenti sportivi || style="text-align:right;"|1,1 || style="text-align:right;"|1,4 || style="text-align:right;"|1,9
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| Libri || style="text-align:right;"|2,4 || style="text-align:right;"|3,0 || style="text-align:right;"|4,3
|-
| Giornali || style="text-align:right;"|3,9 || style="text-align:right;"|7,0 || style="text-align:right;"|9,0
|-
| Radio TV, dischi, strumenti musicali || style="text-align:right;"|8,9 || style="text-align:right;"|13,3 || style="text-align:right;"|18,0
|-
| Riparazioni Radio TV || style="text-align:right;"|1,1 || style="text-align:right;"|1,2 || style="text-align:right;"|1,7
|-
| Fiori e piante || style="text-align:right;"|2,1 || style="text-align:right;"|3,3 || style="text-align:right;"|4,1
|}
È chiaro che su questi dati pesa non poco l'aumento dell'inflazione e dei costi di produzione, ma nonostante questo l'industria del cinema e in costante ripresa. Una conferma viene pure dai rendiconti annuali delle Majors, dalle loro entrate nette <ref>Ibidem, pag. 87</ref>. Se nel 1970 la ''Twentieth Century Fox'' e la ''United Artists Co''. si trovavano in deficit, nel 1974 soltanto la ''Columbia'' chiudeva in perdita, mentre nel 1978 nessuna delle Majors si trovava in crisi, ed anzi l'attività di alcune di esse superava facilmente il miliardo di dollari, e le entrate nette, escludendo la ''Paramount'' the nel '78 ebbe il primato, assommavano a 519,6 milioni di dollari. Sempre nel 1978 le più grandi compagnie cinematografiche americane trovano tranquillamente posto tra le prime 500 corporation deli U.S.A., almeno attenendosi alla classifica stilata dalla rivista "Fortune" <ref>''Fortune'', 7 maggio 1979</ref>. <br>
Tuttavia bisogna subito aggiungere che il piazzamento era dovuto in gran parte non ai redditi derivanti dall'industria cinematografica, bensì alle entrate procurate da altri settori industriali, facenti parte dello stesso conglomerato delle Majors. E' infatti facilmente immaginabile la limitatezza dei profitti derivanti dall'industria del cinema in paragone a quelli derivanti dalle attività nel campo dei petroli delle banche, delle assicurazioni, ecc. Secondo una tabella accuratamente compilata da Gueback sulla base dei rendiconti annuali delle compagnie nel 1977, le percentuali derivanti dagli spettacoli filmati risultano tanto più basse tanto più alti sono gli interessi di un certo conglomerato negli altri settori dell'industria americana. Ne riportiamo gli esempi che ci paiono pia significativi.
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|+ TAB.11 Entrate<ref>Include entrate derivanti da film destinati alla distribuzione nelle sale, materiali prodotti per la TV e la conduzione di sale cinematografiche, impianti per la lavorazione di film (laboratori). È probabile che siano incluse anche le entrate per la vendita dei marchi.</ref> per spettacoli filmati di alcune compagnie con interessi nell'industria cinematografica. 1977(milioni di dollari).<br /><small>FONTE: Rendiconti annuali delle compagnie e rendiconti Form 10-K per il 1977</small>
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! Compagnie !! Entrate totali !! Entrate cinema!! % entrate cinema
|-
| Gulf+Western || 3643,0 || 334,0 || 9,2%
|-
| Warner Comm || 1143,0 || 353,2 || 30,9%
|-
| 20th Century Fox || 506,8 || 438,0 || 86,4%
|-
| General Cinema Co. || 465,1 || 213,8 || 46,0%
|-
| UA Theatre Circuit || 147,0 || 139,2 || 94,7%
|-
| Loews Co.<ref>Casa madre della Loew's Theatres Inc.</ref> || 3237,9 || 41,5 || 1,3%
|-
| AIP || 51,1 || 49,2 || 96,3%
|}
Come si vede, le entrate derivanti dall'attività cinematografica si possono definire:
* marginali per la Gulf+Western
* relative per la Warner, e
* determinanti solo per la Twentieth Century Fox;<br>
Tra le grandi catene degli esercenti notiamo la stessa situazione: solo la UA Circuit ha un interesse praticamente esclusivo nell'attività cinematografica. Infine sintomatico e ii dato riguardante l'AIP: solo il 3,4% delle sue entrate totali non proviene da attività cinematografiche, ma c'è da essere sicuri che per le altre "indies" la percentuale e anche si abbassa.
All'interno dei mass-media il volume d'affari del cinema non è del resto molto alto.
Ad esempio, la CBS Inc., la compagnia di radio e TV, he avuto nel 1977 un reddito più alto della somma dei redditi della Warner Communication, Walt Disney, Twentieth Century Fox, United Artists.
Ciononostante, "nel panorama dell'economia americana i muss-media occupano un posto relativamente piccolo. Il totale dei loro incassi nel 1977 era minore di quello della General Motors (55 miliardi di dollari). <br>
I cinema dell'intera nazione hanno un gettito per biglietti considerevolmente minore del totale vendite della RCA (5,9 miliardi di dollari). In termini di posti di lavoro, l'industria cinematografica produzione, distribuzione, esercizio e servizi aveva circa 185.000 dipendenti nel 1976, mentre nello stesso anno la IBM ne aveva 292.000. L'industria dei quotidiani aveva circa il triplo dei dipendenti di tutti i cinema. Questi dati fanno concludere che,
"considerata come un settore economico, l'industria cinematografica non può pretendere una grande considerazione. Il film ottiene importanza perché è portatore di valori culturali e influenza il comportamento"<ref>T. Guback, op. cit., pag. 85</ref>.
Da questo punto di vista il cinema intreccia naturalmente delle relazioni cogli altri mass-media, e tra queste relazioni la più ricca d'interesse è sicuramente quella con la televisione. <br>
Riprendiamo dunque questo discorso là dove lo avevamo lasciato al termine del precedente capitolo, e cioeè agli inizi degli anni '70.
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Il volume d'affari riguardante l'industria del tempo libero in America è sempre più accresciuto nel corso degli anni '70: le grandi industrie competono aspramente nel tentativo di riempire il tempo libero dei cittadini, i quali da parte loro spendono ogni anno decine di miliardi di dollari in attività ricreative.<br>
Se prendiamo in considerazione i mezzi di comunicazione di massa, il progressivo gonfiarsi del volume d'affari è illustrato nella tabella n°102 la quale, osservando il 1970, il 1974 ed il 1977, registra un incremento generale di circa 20 miliardi di dollari per ognuno di questi anni e rileva il cinema al quarto posto tra le spese per le attività ricreative degli americani, dopo quelle per gli apparecchi radio-TV, i giornali, i libri (nei cui confronti il cinema ha recuperato molto terreno in questi sette anni) e a parità di livello con le spese per i fiori, i semi, le piante. Ecco in sintesi il quadro generale delle spese per la ricreazione negli U.S.A.
{| class="wikitable sortable" style="width:85%;margin:auto;"
|+ TAB.10 Consumi personali. Spese per attività ricreative (miliardi di dollari).<br />
<small>FONTE: U.S. Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis, <br>
"Survey of Current Business", luglio 1978. <ref>Riportato in Thomas Guback, "L'industria americana del cinema negli anni '70", in AAVV, ''Hollywood 1969-1979. 3. Immagini piacere dominio'', Venezia, Marsilio, 1980, pag. 85.</ref></small>
|-
! Attività ricreative !! 1970 !! 1974 !! 1977<small><ref>Soggetto a correzione</ref></small>
|-
| Totale spese ricreative || style="text-align:right;"|40,9B || style="text-align:right;"|60,9B || style="text-align:right;"|81,2B
|-
| Biglietti cinema || style="text-align:right;"|1,5B || style="text-align:right;"|2,5B || style="text-align:right;"|4,1B
|-
| Biglietti teatro, opera ecc.. || style="text-align:right;"|0,6B ||style="text-align:right;"| 0,7B|| style="text-align:right;"|1,1B
|-
| Biglietti avvenimenti sportivi || style="text-align:right;"|1,1B || style="text-align:right;"|1,4B || style="text-align:right;"|1,9B
|-
| Libri || style="text-align:right;"|2,4B || style="text-align:right;"|3,0B || style="text-align:right;"|4,3B
|-
| Giornali || style="text-align:right;"|3,9B || style="text-align:right;"|7,0B|| style="text-align:right;"|9,0B
|-
| Radio TV, dischi, strumenti musicali || style="text-align:right;"|8,9B || style="text-align:right;"|13,3B || style="text-align:right;"|18,0B
|-
| Riparazioni Radio TV || style="text-align:right;"|1,1B || style="text-align:right;"|1,2B || style="text-align:right;"|1,7B
|-
| Fiori e piante || style="text-align:right;"|2,1B || style="text-align:right;"|3,3B|| style="text-align:right;"|4,1B
|}
È chiaro che su questi dati pesa non poco l'aumento dell'inflazione e dei costi di produzione, ma nonostante questo l'industria del cinema e in costante ripresa. Una conferma viene pure dai rendiconti annuali delle Majors, dalle loro entrate nette <ref>T. Guback, op. cit., pag. 87</ref>. Se nel 1970 la ''Twentieth Century Fox'' e la ''United Artists Co''. si trovavano in deficit, nel 1974 soltanto la ''Columbia'' chiudeva in perdita, mentre nel 1978 nessuna delle Majors si trovava in crisi, ed anzi l'attività di alcune di esse superava facilmente il miliardo di dollari, e le entrate nette, escludendo la ''Paramount'' the nel '78 ebbe il primato, assommavano a 519,6 milioni di dollari. Sempre nel 1978 le più grandi compagnie cinematografiche americane trovano tranquillamente posto tra le prime 500 corporation deli U.S.A., almeno attenendosi alla classifica stilata dalla rivista "Fortune" <ref>''Fortune'', 7 maggio 1979</ref>. <br>
Tuttavia bisogna subito aggiungere che il piazzamento era dovuto in gran parte non ai redditi derivanti dall'industria cinematografica, bensì alle entrate procurate da altri settori industriali, facenti parte dello stesso conglomerato delle Majors. E' infatti facilmente immaginabile la limitatezza dei profitti derivanti dall'industria del cinema in paragone a quelli derivanti dalle attività nel campo dei petroli delle banche, delle assicurazioni, ecc. Secondo una tabella accuratamente compilata da Gueback sulla base dei rendiconti annuali delle compagnie nel 1977, le percentuali derivanti dagli spettacoli filmati risultano tanto più basse tanto più alti sono gli interessi di un certo conglomerato negli altri settori dell'industria americana. Ne riportiamo gli esempi che ci paiono pia significativi.
{| class="wikitable sortable" style="margin:auto;width:100%"
|+ TAB.11 Entrate<ref>Include entrate derivanti da film destinati alla distribuzione nelle sale, materiali prodotti per la TV e la conduzione di sale cinematografiche, impianti per la lavorazione di film (laboratori). È probabile che siano incluse anche le entrate per la vendita dei marchi.</ref> per spettacoli filmati di alcune compagnie con interessi nell'industria cinematografica. 1977(milioni di dollari).<br /><small>FONTE: Rendiconti annuali delle compagnie e rendiconti Form 10-K per il 1977</small>
|-
! Compagnie !! Entrate totali !! Entrate cinema!! % entrate cinema
|-
| Gulf+Western || style="text-align:right;"|3643,0M || style="text-align:right;"|334,0M || style="text-align:right;"|9,2%
|-
| Warner Comm || style="text-align:right;"|1143,0M || style="text-align:right;"|353,2M || style="text-align:right;"|30,9%
|-
| 20th Century Fox || style="text-align:right;"|506,8M || style="text-align:right;"|438,0M ||style="text-align:right;"| 86,4%
|-
| General Cinema Co. || style="text-align:right;"|465,1M || style="text-align:right;"|213,8M || style="text-align:right;"|46,0%
|-
| UA Theatre Circuit || style="text-align:right;"|147,0M || style="text-align:right;"|139,2M || style="text-align:right;"|94,7%
|-
| Loews Co.<ref>Casa madre della Loew's Theatres Inc.</ref> || style="text-align:right;"|3237,9M || style="text-align:right;"|41,5M || style="text-align:right;"|1,3%
|-
| AIP || style="text-align:right;"|51,1M || style="text-align:right;"|49,2M || style="text-align:right;"|96,3%
|}
Come si vede, le entrate derivanti dall'attività cinematografica si possono definire:
* marginali per la Gulf+Western
* relative per la Warner, e
* determinanti solo per la Twentieth Century Fox;<br>
Tra le grandi catene degli esercenti notiamo la stessa situazione: solo la UA Circuit ha un interesse praticamente esclusivo nell'attività cinematografica. Infine sintomatico e ii dato riguardante l'AIP: solo il 3,4% delle sue entrate totali non proviene da attività cinematografiche, ma c'è da essere sicuri che per le altre "indies" la percentuale e anche si abbassa.
All'interno dei mass-media il volume d'affari del cinema non è del resto molto alto.
Ad esempio, la CBS Inc., la compagnia di radio e TV, he avuto nel 1977 un reddito più alto della somma dei redditi della Warner Communication, Walt Disney, Twentieth Century Fox, United Artists.
Ciononostante, "nel panorama dell'economia americana i muss-media occupano un posto relativamente piccolo. Il totale dei loro incassi nel 1977 era minore di quello della General Motors (55 miliardi di dollari). <br>
I cinema dell'intera nazione hanno un gettito per biglietti considerevolmente minore del totale vendite della RCA (5,9 miliardi di dollari). In termini di posti di lavoro, l'industria cinematografica produzione, distribuzione, esercizio e servizi aveva circa 185.000 dipendenti nel 1976, mentre nello stesso anno la IBM ne aveva 292.000. L'industria dei quotidiani aveva circa il triplo dei dipendenti di tutti i cinema. Questi dati fanno concludere che,
"considerata come un settore economico, l'industria cinematografica non può pretendere una grande considerazione. Il film ottiene importanza perché è portatore di valori culturali e influenza il comportamento"<ref>T. Guback, op. cit., pag. 85</ref>.
Da questo punto di vista il cinema intreccia naturalmente delle relazioni cogli altri mass-media, e tra queste relazioni la più ricca d'interesse è sicuramente quella con la televisione. <br>
Riprendiamo dunque questo discorso là dove lo avevamo lasciato al termine del precedente capitolo, e cioeè agli inizi degli anni '70.
<hr /><br />
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CAPITOLO III.
Ma tutti ricevono e danno disugualmente.
Questa scambievole comunicazione deriva dalla necessità dello stato sociale a cui la natura crea l’uomo. Ma il sentire, il ricordarsi, il desiderare, l’immaginare, il ragionare, e l’esprimersi con parole che sono tutti mezzi a ricevere e a restituire sentimenti e pensieri dipendono dagli organi esterni ed interni: e degl’interni non solo non conosciamo l’essenza, il che accade anche negli esterni, ma nemmeno il modo di usarne, e solo sentiamo il bisogno di usarne. Ora gli organi essendo si per la qualità, si per la proporzione tra loro dissimili in ogni individuo, \ne viene che anche le facoltà sono sempre dissimili, onde tutti ricevono e danno disugualmente. Bensì l’uomo in cui tutte le potenze della vita sono più forti e in maggiore armonia, deve attrarre molto e rimandare molto. Eperchè la natura serba anche nel genere umano la sua legge di salire per gradi alla possibile perfezione degl’ individui, e la varietà cresce in ragione della<noinclude><references/></noinclude>
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{{Ct|v=2|lh=1.5|''Ma tutti ricevono e danno disugualmente.''}}
Questa scambievole comunicazione deriva dalla necessità dello stato sociale a cui la natura crea l’uomo. Ma il sentire, il ricordarsi, il desiderare, l’immaginare, il ragionare, e l’esprimersi con parole che sono tutti mezzi a ricevere e a restituire sentimenti e pensieri dipendono dagli organi esterni ed interni: e degl’interni non solo non conosciamo l’essenza, il che accade anche negli esterni, ma nemmeno il modo di usarne, e solo sentiamo il bisogno di usarne. Ora gli organi essendo si per la qualità, si per la proporzione tra loro dissimili in ogni individuo, \ne viene che anche le facoltà sono sempre dissimili, onde tutti ricevono e danno disugualmente. Bensì l’uomo in cui tutte le potenze della vita sono più forti e in maggiore armonia, deve attrarre molto e rimandare molto. Eperchè la natura serba anche nel genere umano la sua legge di salire per gradi alla possibile perfezione degl’individui, e la varietà cresce in ragione della<section end="s2" /><noinclude><references/></noinclude>
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CAPITOLO IV.
La somma de sentimenti e de’ pensieri, benchè in minore porzione degl’individui, viene abbracciata e nella varietà e nella durata da tutto il genere umano.
Frattanto gli oggetti fanno sentire e pensare i mortali: essendo innumerabili, differenti tutti, e perpetui, l’umano individuo che è sempre un ente circoscritto in un minimo spazio dell’universo, e in poco numero d’anni, non può accogliere in se l’immensità degli oggetti e de’tempi. Quanto agli oggetti la natura formò ogni individuo di tempra diversa, perchè si procacci sensazioni ed idee più da una {{Pt|co-|}}<noinclude><references/></noinclude>
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CAPITOLO V.
Nelle arti, nelle scienze e nelle lettere trovasi questa universale e perpetua comunicazione di sentimento e di pensiero, che noi cerchiamo insaziabilmente, perchè, come s’è detto, dal Isentire nasce soltanto la coscienza della nostra vita, e dal pensare sorge in noi la speranza di migliorarla.
Questa universale e perpetua comunicaziono del sentimento e del pensiero trovasi possibilmente nelle arti, nelle scienze e nelle lettere. E noi la cerchiamo insaziabilmente, perchè, come si è detto, quanto più si sente, tanto più si è consci dell’esistenza, e quanto più si pensa, cioè quanto più si ricordano, si distinguono e si paragonano le sensazioni, tanto più si crede di migliorarla. Ora gli uomini meglio costituiti, ma che avevano più facoltà, e quindi più bisogno e piacere ne’sentimenti del cuore, non si valsero della loro ragione che per perpetuare ed abbellire, imitando, quell’armonia di suoni, di colori, e di forme con cui l’immensa natura eccita nuovi, sublimi, ed amabili sentimenti; quindi le belle arti. Gli altri che sortirono an-<noinclude><references/></noinclude>
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Questa universale e perpetua comunicaziono del sentimento e del pensiero trovasi possibilmente nelle arti, nelle scienze e nelle lettere. E noi la cerchiamo insaziabilmente, perchè, come si è detto, quanto più si sente, tanto più si è consci dell’esistenza, e quanto più si pensa, cioè quanto più si ricordano, si distinguono e si paragonano le sensazioni, tanto più si crede di migliorarla. Ora gli uomini meglio costituiti, ma che avevano più facoltà, e quindi più bisogno e piacere ne’sentimenti del cuore, non si valsero della loro ragione che per perpetuare ed abbellire, imitando, quell’armonia di suoni, di colori, e di forme con cui l’immensa natura eccita nuovi, sublimi, ed amabili sentimenti; quindi le belle arti. Gli altri che sortirono an-<noinclude><references/></noinclude>
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Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Al cortese lettore
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Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo I
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Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo II
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Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo III
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Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo IV
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Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo V
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Porto il SAL a SAL 75%
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Categoria:Testi in cui è citato il testo Satire (Ariosto 1809)/Satira I
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{{Vedi anche|Satire (Ariosto 1809)/Satira I}}
[[Categoria:Testi in cui sono citati altri testi|Satire (Ariosto 1809)/Satira I]]
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Categoria:Pagine in cui è citato il testo Satire (Ariosto 1809)/Satira I
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text/x-wiki
{{Vedi anche|Satire (Ariosto 1809)/Satira I}}
[[Categoria:Pagine in cui sono citati altri testi|Satire (Ariosto 1809)/Satira I]]
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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/197
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Modafix
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<noinclude><pagequality level="3" user="Modafix" />{{RigaIntestazione||{{Sc|uomini illustri}}|187}}</noinclude>da minacce furibonde. Ma perseverando costantissimo nella cattolica credenza, fu da que’ rabbiosi gittato vivo in una fossa col collo in giù, e lapidato. Tolto quindi cadavere, gli fu tagliato il collo; e così meritò la palma del martirio circa l’anno 1655. Ciò ricaviamo da una nota di {{AutoreCitato|Tommaso Aceti|Tommaso Aceto}} al {{AutoreCitato|Gabriele Barrio|Barrio}}.
{{AutoreCitato|Francesco Spanò|{{Sc|Francesco Spanò}}}}. Fu buon poeta del secolo XVII; ma null’altro ci resta delie cose sue che il seguente sonetto, conservatoci nell’''opuscolo del Martirio di S. Stefano'' del P. {{AutoreCitato|Silvestro Politi|Politi}}, a cui lode è scritto:
<section begin="s1" /><poem style="margin-left:4em">
Non di mortal caduchi Semidei
L’amor, le imprese, le vittorie, e l’armi,
Spirto gentil, ne mostri in questi carmi,
Ma di Celesti Eroi palme e trofei.
Come a’ tormenti insidiosi e rei
Di zelo e fede il Pastor nostro s’armi
Contro del fier Tiranno, i bronzi e i marmi
Spregiando, (opra dell’uom) stupidi Dei:
Così cantando l’onorate some
Onde a Dio vassi, al tempo chiare salme
Imponi, acciò portar deggia il tuo nome.
Indi bramoso di più degne palme
T’involasti dal mondo per dar, come
Davi salute a’ corpi, or vita all’alme.
</poem><section end="s1" />
{{Sc|{{AutoreCitato|Paolo Diano|Paolo Diano}}}}. Vescovo di Oppido nel 1663. Morì l’anno 1674. Fu altro buon poeta contemporaneo dello Spanò. Ecco un suo sonetto in lode del P. Politi, che si legge premesso al ''Martirio di S. Stefano''.
<section begin="s2" /><poem style="margin-left:4em">
Mentre del gran Pastor Stefano canti
I gloriosi gesti, e la gran fede,
Oh, come dolce il liquor d’Ibla fiede
Ogni mortal ne’ carmi tuoi tonanti;
Chè le passate pene, e i lieti pianti
Del fedel di Gesù, di {{AutoreCitato|Paolo di Tarso|Paolo}} erede,
Spieghi sì al vivo, che li cori ''arriede''
Da lieti in mesti, e da leggier costanti.
Che più? Così di Reggio i primi onori;
{{AutoreCitato|Silvestro Politi|Politi}}, in un sì dottamente avvivi,
Che tiri l’alme, e fai gioire i cuori.
Fenice, che dal Ciel qua giù derivi,
Cigno canoro, che cantando mori
Nel secol nostro, e nella fama vivi.
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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2024-11-25T11:05:29Z
Modafix
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<noinclude><pagequality level="3" user="Modafix" />{{RigaIntestazione||{{Sc|uomini illustri}}|187}}</noinclude>da minacce furibonde. Ma perseverando costantissimo nella cattolica credenza, fu da que’ rabbiosi gittato vivo in una fossa col collo in giù, e lapidato. Tolto quindi cadavere, gli fu tagliato il collo; e così meritò la palma del martirio circa l’anno 1655. Ciò ricaviamo da una nota di {{AutoreCitato|Tommaso Aceti|Tommaso Aceto}} al {{AutoreCitato|Gabriele Barrio|Barrio}}.
{{AutoreCitato|Francesco Spanò|{{Sc|Francesco Spanò}}}}. Fu buon poeta del secolo XVII; ma null’altro ci resta delie cose sue che il seguente sonetto, conservatoci nell’''opuscolo del Martirio di S. Stefano'' del P. {{AutoreCitato|Silvestro Politi|Politi}}, a cui lode è scritto:
<section begin="s1" /><poem style="margin-left:4em">
Non di mortal caduchi Semidei
L’amor, le imprese, le vittorie, e l’armi,
Spirto gentil, ne mostri in questi carmi,
Ma di Celesti Eroi palme e trofei.
Come a’ tormenti insidiosi e rei
Di zelo e fede il Pastor nostro s’armi
Contro del fier Tiranno, i bronzi e i marmi
Spregiando, (opra dell’uom) stupidi Dei:
Così cantando l’onorate some
Onde a Dio vassi, al tempo chiare salme
Imponi, acciò portar deggia il tuo nome.
Indi bramoso di più degne palme
T’involasti dal mondo per dar, come
Davi salute a’ corpi, or vita all’alme.
</poem><section end="s1" />
{{Sc|{{AutoreCitato|Paolo Diano Parisio|Paolo Diano}}}}. Vescovo di Oppido nel 1663. Morì l’anno 1674. Fu altro buon poeta contemporaneo dello Spanò. Ecco un suo sonetto in lode del P. Politi, che si legge premesso al ''Martirio di S. Stefano''.
<section begin="s2" /><poem style="margin-left:4em">
Mentre del gran Pastor Stefano canti
I gloriosi gesti, e la gran fede,
Oh, come dolce il liquor d’Ibla fiede
Ogni mortal ne’ carmi tuoi tonanti;
Chè le passate pene, e i lieti pianti
Del fedel di Gesù, di {{AutoreCitato|Paolo di Tarso|Paolo}} erede,
Spieghi sì al vivo, che li cori ''arriede''
Da lieti in mesti, e da leggier costanti.
Che più? Così di Reggio i primi onori;
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Che tiri l’alme, e fai gioire i cuori.
Fenice, che dal Ciel qua giù derivi,
Cigno canoro, che cantando mori
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Modafix
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<noinclude><pagequality level="3" user="Modafix" />{{RigaIntestazione||{{Sc|uomini illustri}}|187}}</noinclude>da minacce furibonde. Ma perseverando costantissimo nella cattolica credenza, fu da que’ rabbiosi gittato vivo in una fossa col collo in giù, e lapidato. Tolto quindi cadavere, gli fu tagliato il collo; e così meritò la palma del martirio circa l’anno 1655. Ciò ricaviamo da una nota di {{AutoreCitato|Tommaso Aceti|Tommaso Aceto}} al {{AutoreCitato|Gabriele Barrio|Barrio}}.
{{AutoreCitato|Francesco Spanò|{{Sc|Francesco Spanò}}}}. Fu buon poeta del secolo XVII; ma null’altro ci resta delle cose sue che il seguente sonetto, conservatoci nell’''opuscolo del Martirio di S. Stefano'' del P. {{AutoreCitato|Silvestro Politi|Politi}}, a cui lode è scritto:
<section begin="s1" /><poem style="margin-left:4em">
Non di mortal caduchi Semidei
L’amor, le imprese, le vittorie, e l’armi,
Spirto gentil, ne mostri in questi carmi,
Ma di Celesti Eroi palme e trofei.
Come a’ tormenti insidiosi e rei
Di zelo e fede il Pastor nostro s’armi
Contro del fier Tiranno, i bronzi e i marmi
Spregiando, (opra dell’uom) stupidi Dei:
Così cantando l’onorate some
Onde a Dio vassi, al tempo chiare salme
Imponi, acciò portar deggia il tuo nome.
Indi bramoso di più degne palme
T’involasti dal mondo per dar, come
Davi salute a’ corpi, or vita all’alme.
</poem><section end="s1" />
{{Sc|{{AutoreCitato|Paolo Diano Parisio|Paolo Diano}}}}. Vescovo di Oppido nel 1663. Morì l’anno 1674. Fu altro buon poeta contemporaneo dello Spanò. Ecco un suo sonetto in lode del P. Politi, che si legge premesso al ''Martirio di S. Stefano''.
<section begin="s2" /><poem style="margin-left:4em">
Mentre del gran Pastor Stefano canti
I gloriosi gesti, e la gran fede,
Oh, come dolce il liquor d’Ibla fiede
Ogni mortal ne’ carmi tuoi tonanti;
Chè le passate pene, e i lieti pianti
Del fedel di Gesù, di {{AutoreCitato|Paolo di Tarso|Paolo}} erede,
Spieghi sì al vivo, che li cori ''arriede''
Da lieti in mesti, e da leggier costanti.
Che più? Così di Reggio i primi onori;
{{AutoreCitato|Silvestro Politi|Politi}}, in un sì dottamente avvivi,
Che tiri l’alme, e fai gioire i cuori.
Fenice, che dal Ciel qua giù derivi,
Cigno canoro, che cantando mori
Nel secol nostro, e nella fama vivi.
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/198
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Modafix
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<noinclude><pagequality level="3" user="Modafix" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}188|{{Sc|tavola terza}}|}}</noinclude>
{{Sc|Paolo Filocamo}}. Da Arcidiacono della Chiesa Reggina fu sollevato a Vescovo di Squillace nel 1676. Morì nel 1687.
{{Sc|{{AutoreCitato|Silvestro Politi|Silvestro Politi}}}}. Tutti i nostri cronisti, copiandosi l’uno dall’altro, confondono in una sola persona {{AutoreCitato|Marco Antonio Politi|Marcantonio}} e Silvestro Politi, facendo che Marcantonio fattosi monaco, avesse mutato in Silvestro il suo primo nome. Ma ciò è un errore grossolano; mentre è pur certissimo che Marcantonio finì di vivere nel 1626, e Silvestro, molto più giovane, e frate dell’ordine de’ Predicatori, continuò la sua vita sino al giugno del 1681. Questo Silvestro era uomo assai culto, e di preclari costumi, e fu autore di una tragedia intitolata ''S. Stefano Vescovo di Reggio'', che pubblicò in Messina presso Pietro Brea 1626 in 8. Primo a chiarire questa confusione de’ due Politi fu il {{AutoreCitato|Giuseppe Logoteta|Logoteta}} ({{TestoAssente|Il Tempio di Iside e di Serapide di Regio|''Tempio d’Iside e Serapide''}}).
La tragedia è dedicata a’ sindaci di Reggio Francesco del Giudice, {{AutoreCitato|Francesco Spanò|Francesco Spanò}}, Pietro Gatto; ed il Politi parlando dello Spanò nella dedica dice: ''il quale fu prima cagione, e perpetuo compagno di questa mia fatica''. Alla dedica seguono due sonetti in lode dell’autore, l’uno di {{AutoreCitato|Paolo Diano|Paolo Diano}}, l’altro del detto {{AutoreCitato|Francesco Spanò|Spanò}}. È divisa tal tragedia in cinque atti, tessuti di versi endecasillabi e settenarii, ed a quando a quando rimati. Nel complesso non è che un mal digerito guazzabuglio di scene lunghe e nojose; e lo stile e la lingua, tranne una buona copia di pensieri ed espressioni leggiadre, si risentono delle antitesi, e degli strani traslati, che il gusto vizioso di quel tempo accettava per singolari pregi dello scriver poetico. Ogni atto è chiuso da un coro; ed io per dar saggio a’ lettori del verseggiare del Padre Silvestro, mi fo qui a riprodurre il coro dell’atto quarto:
<section begin="s1" /><poem style="margin-left:4em">
Misera incauta gente,
Confidi e poi ti lagni,
Fuggi, fuggi dolente,
Chè sotto forma d’Agni
Nasconder fra lusinghe gli odii cupi
Veggo del vostro sangue avidi i Lupi.
Serpe tra fiori ascoso,
Imitatrice Iena,
Coccodrillo pietoso,
Cruda ed empia Sirena
Sembra (lasso) con voi l’empio Girace,
Ch’ha sempre guerra al core, e in bocca pace.
</poem><section end="s1" /><noinclude></noinclude>
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Modafix
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{{Sc|Paolo Filocamo}}. Da Arcidiacono della Chiesa Reggina fu sollevato a Vescovo di Squillace nel 1676. Morì nel 1687.
{{Sc|{{AutoreCitato|Silvestro Politi|Silvestro Politi}}}}. Tutti i nostri cronisti, copiandosi l’uno dall’altro, confondono in una sola persona {{AutoreCitato|Marco Antonio Politi|Marcantonio}} e Silvestro Politi, facendo che Marcantonio fattosi monaco, avesse mutato in Silvestro il suo primo nome. Ma ciò è un errore grossolano; mentre è pur certissimo che Marcantonio finì di vivere nel 1626, e Silvestro, molto più giovane, e frate dell’ordine de’ Predicatori, continuò la sua vita sino al giugno del 1681. Questo Silvestro era uomo assai culto, e di preclari costumi, e fu autore di una tragedia intitolata ''S. Stefano Vescovo di Reggio'', che pubblicò in Messina presso Pietro Brea 1626 in 8. Primo a chiarire questa confusione de’ due Politi fu il {{AutoreCitato|Giuseppe Logoteta|Logoteta}} ({{TestoAssente|Il Tempio di Iside e di Serapide di Regio|''Tempio d’Iside e Serapide''}}).
La tragedia è dedicata a’ sindaci di Reggio Francesco del Giudice, {{AutoreCitato|Francesco Spanò|Francesco Spanò}}, Pietro Gatto; ed il Politi parlando dello Spanò nella dedica dice: ''il quale fu prima cagione, e perpetuo compagno di questa mia fatica''. Alla dedica seguono due sonetti in lode dell’autore, l’uno di {{AutoreCitato|Paolo Diano Parisio|Paolo Diano}}, l’altro del detto {{AutoreCitato|Francesco Spanò|Spanò}}. È divisa tal tragedia in cinque atti, tessuti di versi endecasillabi e settenarii, ed a quando a quando rimati. Nel complesso non è che un mal digerito guazzabuglio di scene lunghe e nojose; e lo stile e la lingua, tranne una buona copia di pensieri ed espressioni leggiadre, si risentono delle antitesi, e degli strani traslati, che il gusto vizioso di quel tempo accettava per singolari pregi dello scriver poetico. Ogni atto è chiuso da un coro; ed io per dar saggio a’ lettori del verseggiare del Padre Silvestro, mi fo qui a riprodurre il coro dell’atto quarto:
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Misera incauta gente,
Confidi e poi ti lagni,
Fuggi, fuggi dolente,
Chè sotto forma d’Agni
Nasconder fra lusinghe gli odii cupi
Veggo del vostro sangue avidi i Lupi.
Serpe tra fiori ascoso,
Imitatrice Iena,
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Cruda ed empia Sirena
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Ch’ha sempre guerra al core, e in bocca pace.
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Pagina:Trattato istitutivo della comunità europea del carbone e dell'acciaio - 1951.pdf/99
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Paperoastro
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<noinclude><pagequality level="3" user="Paperoastro" /></noinclude>{{Ct|class=articolo|ALLEGATO I}}
{{Ct|lh=1.5|DEFINIZIONE DEI TERMINI CARBONE<br/>E ACCIAIO}}
{{Rule|4em|v=3|t=1}}
{{No rientro}}1. I termini «carbone» e «acciaio» comprendono i prodotti che figurano nell’elenco che segue.
{{No rientro}}2. L’azione dell’Alta Autorità riguardante i prodotti di acciaio speciale, il coke ed il rottame, deve tener conto delle condizioni particolari della loro produzione o del loro commercio.
{{No rientro}}3. L’azione dell’Alta Autorità, per quanto riguarda il coke da gas e la lignite che non sia utilizzata per la fabbricazione di mattonelle e di semi-coke, non verrà esercitata se non nella misura in cui lo esigano perturbazioni sensibili determinatesi per causa loro sul mercato dei combustibili.
{{No rientro}}4. L’azione dell’Alta Autorità deve tener conto del fatto che la produzione di alcuni dei prodotti figuranti su questa lista è direttamente legata a quella di sottoprodotti che non vi figurano, ma i cui prezzi di vendita possono condizionare quello dei prodotti principali.<noinclude>{{PieDiPagina|||''101''}}</noinclude>
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf/151
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Candalua
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>{{nop}}
Introdotto nel modesto salotto, il professor Toti siede con Ninì tra le gambe, rassegnato ad aspettare anche qua un bel pezzo, che la sorella persuada Giacomino.
— No, qua, Ninì.... buono! — dice di tratto in tratto al bimbo, che vorrebbe andare a una mensoletta, dove luccicano certi gingilli di porcellana; e intanto si scapa a pensare che diamine può essere accaduto di così grave in casa sua, senza ch’egli se ne sia accorto per nulla. Maddalenina è così buona! Che male può ella aver fatto, da provocare un così aspro e forte risentimento, qua, anche nella sorella di Giacomino?
Il professor Toti, che ha creduto finora a una bizza passeggera, comincia a impensierirsi e a costernarsi sul serio.
Oh, ecco Giacomino finalmente! Dio, che viso alterato! che aria rabbuffata! E come? Ah, questo no! Scansa freddamente il bambino che gli è corso incontro gridando con le manine tese:
— “Giamì! Giamì!„
— Giacomino! — esclama, ferito, con severità, il professor Toti.
— Che ha da dirmi, professore? — s’affretta a domandargli quello, schivando di guardarlo negli occhi. — Io sto male.... Ero a letto.... Non sono in grado di parlare e neanche di sostener la vista d’alcuno....
— Ma il bambino?!
— Ecco, — dice Giacomino; e si china a baciare Ninì.
— Ti senti male? — riprende il professor Toti, un po’ racconsolato da quel bacio. — Lo supponevo. E son venuto per questo. Il capo, eh? Siedi, siedi.... Discorriamo. Qua, Ninì.... Senti che “Giamì„ ha la<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf/152
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Candalua
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>bua? Sì, caro, la bua.... qua, povero “Giamì„... Sta’ bonino; ora andiamo via. Volevo domandarti — soggiunge, rivolgendosi a Giacomino, — se il direttore della Banca Agricola ti ha detto qualche cosa.
— No, perchè? — fa Giacomino, turbandosi ancor più.
— Perchè jeri gli ho parlato di te, — risponde con un risolino misterioso il professor Toti. — Il tuo stipendio non è molto grasso, figliuol mio. E sai che una mia parolina....
Giacomino si torce su la sedia, stringe le pugna fino ad affondarsi le unghie nel palmo delle mani.
— Professore, io la ringrazio, — dice, — ma mi faccia il favore, la carità, di non incomodarsi più per me, ecco!
— Ah sì? — risponde il professor Toti con quel risolino ancora su la bocca. — Bravo! Non abbiamo più bisogno di nessuno, eh? Ma se io volessi farlo per mio piacere? Caro mio, ma se non debbo più curarmi di te, di chi vuoi che mi curi io? Sono vecchio, Giacomino! E ai vecchi — badiamo, che non siano egoisti! — ai vecchi, che hanno tanto stentato, come me, a prendere uno stato, piace di vedere i giovani, come te meritevoli, farsi avanti nella vita per loro mezzo; e godono della loro allegria, delle loro speranze, del posto ch’essi prendono man mano nella società. Io poi per te.... via, tu lo sai.... ti considero come un figliuolo.... Che cos’è? Piangi? —
Giacomino ha nascosto infatti il volto tra le mani e sussulta come per un impeto di pianto che vorrebbe frenare.
Ninì lo guarda sbigottito, poi, rivolgendosi al professore, dice:
— “Giamì, bua„... —<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XI - La giara, Firenze, Bemporad, 1928.pdf/153
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Candalua
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>{{nop}}
Il professore si alza e fa per posare una mano su la spalla di Giacomino; ma questi balza in piedi, quasi ne provi ribrezzo, mostra il viso scontraffatto come per una fiera risoluzione improvvisa, e gli grida esasperatamente:
— Non mi s’accosti! Professore, se ne vada, la scongiuro, se ne vada! Lei mi sta facendo soffrire una pena d’inferno! Io non merito codesto suo affetto e non lo voglio, non lo voglio.... Per carità, se ne vada, si porti via il bambino e si scordi che io esisto! —
Il professor Toti resta sbalordito; domanda:
— Ma perchè?
— Glielo dico subito! — risponde Giacomino. — Io sono fidanzato, professore! Ha capito? Sono fidanzato! —
Il professor Toti vacilla, come per una mazzata sul capo; alza le mani; balbetta:
— Tu? fi.... fidanzato?
— Sissignore, — dice Giacomino. — E dunque, basta.... basta per sempre! Capirà che non posso più.... vederla qui....
— Mi cacci via? — domanda, quasi senza voce, il professor Toti.
— No! — s’affretta a rispondergli Giacomino, dolente. — Ma è bene che lei.... che lei se ne vada, professore.... —
Andarsene? Il professore casca a sedere su la seggiola. Le gambe gli si sono come stroncate sotto. Si
prende la testa tra le mani e geme:
— Oh Dio! Ah che rovina! Dunque per questo? Oh povero me! Oh povero me! Ma quando? come? senza dirne nulla? con chi ti sei fidanzato?
— Qua, professore.... da un pezzo.... — dice Gia-<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Trattato istitutivo della comunità europea del carbone e dell'acciaio - 1951.pdf/100
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Paperoastro
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text/x-wiki
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| {{Sc|n}}. del {{Sc|c}}odice<br/>{{Sc|o.e.c.e.}}
| {{Sc|nomenclatura dei prodotti}}
|-
! 3.000 !! COMBUSTIBILI
|-
| 3.100 || Carbone fossile
|-
| 3.200 || Agglomerati di carbone.
|-
| 3.300 || Coke, eccettuato coke per elettrodi e coke di petrolio.
|-
| || class="r2" | Semi-coke di carbone.
|-
| 3.400 || Mattonelle di lignite.
|-
| 3.500 || Lignite.
|-
| || class="r2" | Semi-coke di lignite.
|-
! 4.000 !! SIDERURGIA
|-
| 4.100 || Materie prime per la produzione della ghisa e dell'acciaio<ref>Non sono comprese le materie prime del n. 4190 della nomenclatura O.E.C.E. (altre materie prime non denominate altrove per la produzione di ghisa e acciaio). In particolare, non sono compresi i refrattari.</ref>.
|-
| || class="r2" | Minerale di ferro (escluse le piriti).
|-
| || class="r2" | Rottame.
|-
| || class="r2" | Minerale di manganese.
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Paperoastro
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Paperoastro
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Paperoastro
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Trasformazioni industriali e trasformazioni linguistiche nel cinema americano del dopoguerra/Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta/Cinema e televisione: implicazioni industriali e implicazioni linguistiche
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Porto il SAL a SAL 25%
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]] -<section end="sottotitolo"/>
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TT.
Cinema e
teIevisione:implicazioni industriali eAEO4cazionl linoitiche
Le relazioni, tra industria cinematografica e in-dustria radiotelevisiva sono molteplici e complesse. Un primo livello di queste relazioni pub essere identi
US
ficato nella propriety di stazioni televisive da parte di alcune compagnie cinemato-rraliche. Ail'inizio del 1979 la Columbia Pictures Industries possedeva 4 stazioni radiofoniche, aveva interessi nel Is stazioni TV delle Isole Vergini e delle Antille Olan desi ed inoitre possedeva una stazione televisiva di lingua spagnola a New York. Sempre alla Columbia fa ea pc) la Spanish Film Division che distribuisce film in • spagnolo prodotti da terzi, oppure edita versioni do,- piate o con sottotitoli di film distribuiti in inglese daila Columbia. Nel 1975 la Columbia ha venduto una stazione televisiva a Salt Lake City per 11 milioni di dollar. e nel 1977 ne ha venduta un'altra a New Orleans per 12,5 milioni di dollar.. La Twentieth Century Fox gestisce tre stazioni televisive rispettivamente nelle citth di Salt Lake Ci ty, Sant'AntOnio e Minneapolis. Singolare l'attivita della Warner Communicetion che pur non possedendo stazioni televisive, 6 fortemen te presente nel settore tramite ii possesso di 137 si-stemi TV via cavo con circa 560.000 abbonati. Cosi anche la disciolta RICO 6 stata rilevata da una società che possiede quattro stazioni radiotelevi-sive sotto ii nome di Ric°, General. Inoltre la Gulf+Western ha interessi nella ABC, mentre la Kinney International Services controlla la Goldman Communication Corp. che produce programmi per la CBS. Ma queste in realty non sono che le relazioni
pia appariscenti tra cinema e TV. II vero nucleo della connessione sta neila trasmissione di film da parte delle reti e la conseguente domanda di quest'ultime di nuovi prodotti da presentare nei programmi part-time. Le compagnie cinematografiche vi rispondono tramite la produzione di film espressamente confezionati per la TV. Sappiamo infatti che le reti non possono produrre da sole programmi di intrattenimento filmato, se si escludono itelegiornali e i programrai sportivi. "Variety" stima a 478 it numero dei film apparsi sul video nel period() compreso tra ii settembre 1977 ed ii settembre 1978. Di questi 478 film, 226 erano stati originariamente prodotti per to schermo cinemato grafico: se si pensa che "la vendita dei diritti tele-visivi pub partire da circa due milioni di dollari per due proiezioni in rete e salire fino a quattro o einque milioni, e qualche volta di Diti, per film che sono con
siderati di grande successo" (32), si pub avere allora un'idea del contributo essenziale fornito da questa at tivith al bilancio delle compagnie cinematografiche. Queste inoltre, facendo acq-dotare dalle reti i film rel momento stesso della loro produzione, incamerano finan ziamenti che in altro modo dovrebbero essere richiesti, e con minor vantaggio, alle banche. I rimanenti 252 film trasmessi in quell'anno erano naturalmente film per la TV, ovvero telefilm. Questi possono essere con-siderati gli eredi del film "medic)", "di genere", che un tempo era la speciality di Hollywood. Definitivamen
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te banditi dallo schermo cinematografico, essi sono ri comparsi sul teleschermo travestiti da "serial". Storicamente ±1 prim() film vero e proprio prodot-to espressamente per la televisione apparve in America la sera del 10 ottobre 1964. Ii titolo era See How The Run e si trattava di un thriller diretto da David Lo-well Rich con Senta Berger, John Forsith e Pamela Fran
klin. La trama era di stampo "famillare": un gruppo di bambini si credono abbandonati e iacciati morire (lo credono anche gli spettatori), mentre in realta sono sotto la sorveglianza del padre, uno scienziato, che ha montato la finzione per esaminare le loro reazioni. "La priority di uscit di See how They Run era del tut to accidentale. Faceva infatti parte di un gruppo di film prodotti per la televisione dalia Universal, it primo dei qua i era supposto essere un'altra versione di The Killers (I gangsters,1950) di Robert Siodmak; mu all'ultimo minuto era stato considerato trOpp0 bru-tale per ii consumo delle case e fu dirottato sugli schermi cinematografici...Questi erano film fatti sul modeilo cinematografico, non su tape, e girati esatta-mente come i film per it cinema, perche era chiaro cib che il pubblico televisivo voleva: ii senso del cinema senza clover andare al cinema" (33). Negli anni seguenti ouesto gusto ha trovato una conferma puntuale: l'alto numero di film trasmessi dalla TV induce infatti a con venire con Robert Sklar che "per la maggior parte degli americani l'esprienza del film è sempre pia un'espe-
rienza televisiva"
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Per quanto concerne poi i telefilml cio6 1.1 g ado sofisticato del film per la TV negli anni '70 es-so si 6 sviluppato in pia direzioni. Dice ancora Tay-lor: "Come per i film di serie B di una volta, 06 oa gi una serie di prodotti di routine pia o meno dichia-ratamente televisivi (1'ABC, per esempio, ne ha realiz zati non meno di 200 in 5 anni, mentre nell'ultimo an-no - it 1974 - l'Universal ha fatto 29 film televisivi e 5 film-pilota di 90 minuti contro nove produzioni e-spressamente per ii cinema), che frequentemente rica1-cano la formula di recenti grossi successi oppure si buttano sulfa scia di qualche prozramma-1ocomotiva(35), Come per it cinema dunque, anche per la televisio ne si torna a parlare di produzione in serie. On esem-pio ad alto liven() di questa formula applicata alla Droduzione televisiva pub essere considerato ii regi-sta Robert Altman: M A S H (id., 1970) e Nashville :ia,,1975) si possono infatti considerare due grandi film che hanno dato origine a due gran di serial tele-visivi. La stessa cosa potremmo dire di Alice Doesn't •- ive Here Anvore (Alice non abita nii oui JY75) di artinScorsese e di ';:erliico (id I7 di Sidney Lumet. Fallimentare si rivelata invece l'esperienza di portare sugli scherrni cinematografici una versione riveduta e corretta di un programma televisivo di suc-
cesso, come ad esempio Battle j-t-mr Gal;-ctica, una del-le tante imitazioni di StarWars; prodotta didla Uni.ver
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sal Television e distribuito naturalmente daila Univer sal. Esso si rivele subito molto meno popolare di quan to to era stato sul video, confermando cosi la teoria secondo la quale "in televisione rispondenza tra pubblicith e popolarith, la quality non c'entra niente I1 lato positivo sta nel fatto che l'opera d'arte at-trae to stesso pubblico dei bidoni, cosa che non si pub certo dire per i film proiettati nelle sale cinema tografiche" (36). "The Movie of the Week" della ABC, "World Premier Movie" della NBC e gli "specials" della CBS possono contare su una media di trenta milioni di spettatori a sera, cifra pia o meno comune anche quan-do si trasmOttono film originariamente distribuiti nel.
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le sale cinematografiche. "La forma standard di un te-lefilm...6 in =Linea di massima un raccorto di novanta minuti che potrebbe essere fatto in trenta secondi"(37). La rete televisiva sonda II soggetto interpellando teleutenti; una volta trovato ii soggetto che fa cas-setta si dà it via alla lavorazione che 6 comunque bre vs (di solito 12 giorni per un film di novanta minuti e 18 giorni per uno di due ore) in modo da sfruttare al massirno l'attualith dell'argomento e contenere I co sti di produzione (a questo proposito come non ricorda re i film di Corman degli anni '60?). Per quanto riguarda i contenuti, al telefilm 6 permesso di tutto a patto che "si mantenga entro 1 li-miti del visibile per tutti con riserve. (PG bounds). Sesso e violenza sono trattati in sordina e facendo
ricorso ad eufemismi, mentre ii realismo sociale viene ricercato con cura" (38). Quest'ultimo in particolare ha sempre piü preso piede nei telefilm, tanto che produttori sono,stimolati a finanziare film per la TV tratti da avvenimenti reali, i cosiddetti "docudrama". Nella stagione '77/78 6 stata la volta di Olocausto che haaraggiunto negli U.S.A. la punta massima di 39,4 milioni di famiglie per l'episodio finale. Prima di lui Radici, un telefilm tratto da un romanzo, ma con riferi menti precisi ad avvenimenti storici e quindi anchlesso un "docudrama", attire pia pubblico di qualsiasi altro programma nella storia della televisione americana"(39). Qualora i costi superino ii ricavo fornito dalla vendita dei diritti, la casa produttrice pub anche deci dere di vendere la pellicola in Europa, facendola di-stribuire nelle sale cinematografiche: cosy ha fatto la Universal TV con Duel (id., 1971) di Steven Spielberg (Pitl di 4 milioni e mezzo di incasso solo in Europa). Quest'ultimo caso sposta it discorso sugli autori. Do-p0 questo successo infatti, Spielberg pote emergere an che come regista cinematografico. In verith un buon successo alla TV 6 considPrato un'ottima prova per pas sane al grande schermo. Come Spielberg anche altri gio w2Ini autori del tipo di John Badham La.IlifL1.21,11a11-1 Fever (La feb)re del sabato sera, 1977) - di Peter Hyams 2apricarn One (id., 1978) - di Michael Crichton - Coma (Coma profondo, 1978),- hanno fatto un lung° tirocinio alla TV.
Tuttavi-a non Si pub fare a meno di constatare che anche ii migliore dei film fatti per la televisione re sta pur sempre di second() piano. Ciononostante molti attori, sceneggiatori ed anche registi preferiscono talvolta non passare al cinema data la sicurezza del lavoro e della paga che pub off rire la TV. Significati vo 6 a questo proposito che gib. dal 1971 i film.fatti per it cinema contribuissero solo al'24%..nelie entrate dei membri dello "Screen Actors Guild". Ii rimanente veniva dalla televisione, cosa che non sorprende. "Ma it 42% di tutto ii denaro guadagnato dapli attori in quell'anno proveniva dalle televisioni commerciali. L'aprire lattine di Coca, ii vendere detersivi e l'o-stentare dolci sorrisi erano lavori pagati quasi ii doppio delle apparizioni in film quotati. Questi lavo-ri televisivi hanno avuto l'effetto di tenere occupata una quantity di energie lavorative che altrimenti sa-rebbe andata dispersa. Essi hanno aiutato Hollywood a tirare avanti" (40). Certo ci sono differenze consistenti tra ii gira-re un film per la TV e girarne uno per il cinema. Per gli autori non 6 affatto la stessa cosa. Nel primo so entra in vigore un codice di proibizioni che ii cine ma ha ormai abolito da tempo. Allo scopo di adeguarsi a questo codice, spesso vengono operati sui film tagli riedizioni e doppiaggi, prima di comparire in televi-sione. Pth innocente sembra la pratica dello "scanning"; ma in realty non to 6 affatto. Con questo sistema l'irn
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magine cinematografica viene falsata registrando solo la parte dell'inquadratura da trasmettere nella versio ne televisiva. Ultimamente i registi preferiscono gira re varie versioni della stessa scena, in modo da adot, tarne alcune neli'edizione cinematografica ed altre, magaDi perfettamente in conformity alle esigenze tele-visive, da passare in TV. Inoltre ii regista deve tener conto di alcune necessity che ne possono condizionare sensibilmente la liberty d'espressione. Egli si pub trovare al punto di dover portare artificlosamente l'a zione al massimo della suspense in modo che vi possano essere inseriti gil spot pubblicitari; oppure deve pre stare particolare attenzione ad un certo pubblico, che poi, nel caso della TV, 6 sempre quell° femminile. I dirigenti delle reti ritengono infatti che ii telefilm vada orientato verso ci b che piace al pubblico femminile. Questa convinzione si basa sulla statistica per la quale la decisione su cosa vedere in TV viene generalmente presa congiuntamente da marito e moglie, mentre chi decide it film da andare a vedere e l'uomo. Da qui l'alternanza di nero e rosa, tipica del telefilm-E di qui anche la constatazione che la quality c'entra ben poco in televisione. Ii lato negativo della questio ne sta nel fatto che to scamblo di mezzi e di idee che Si 6 enormemente sviluppato tra cinema e televisione sembra alfine essersi rivelato pii dannoso che altro per entrambe. Dice John Russell Taylor nel già citato articolo: "Pub sembrare che ci sia una montagna di dif,
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ferenza tra i due generi, i film colic loro prime pub-blicizzate in tutto ii mondo e la monotonia settimanale dei serial. Ma. Praticamente cie ben poca differenza. Molti film non sono che prototipi di serie travestiti. Per esempio, si puo fare un semplice episodio-campione, ma se non to si vende to si butta via. D'altra parte se si fa un "Movie of the Week" o simili, spendendo qual-cosa di piü., scritturando un cast famoso, si pub sem-pre venderlo anche se la serie progettata non si rea-lizzera rnai" (41). In cluesto modo, quindi, le caratteristiche forti del cinema americana si sono plan piano indebolite sot to la spinta del graduale ma inesorabile adeguamento della produzione cinematografica a quella televisiva, lasciando spazio ad una certa uniformity di stile, pro
vocata anche dall'inevitabile ripetitivith cui va in-contro la produzione in serie. Tuttavia, accanto a que
sta che potremmo definire eon buona approssimazione la tendenza conservatrice del cinema americana, opera an-che una forza creativa che ne rielabora continuamente i modelli organizzativi. Come vedremo nel prossimo ca-pitolo, questa forza sono gli autori, e tanto pia oggi che sono entrati di persona nell'ambito della produzio ne, una volta dominlo di uomini che, per quanta lungi-miranti, conoscevano ben poco del linguaggio o della lavorazione di un film. Questo fatto ha reso possibile anche una certa fase di ripensamento critic° sul cine-ma e sul cinema americana, ripensamento che attraversa
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Ia filmografia di molti autori, giovani e meno degli anni '70. Quella Hollywood mitica, classica, stupendamente ritratta da Francis Scott Fitzegerald nel suo ultimo romanzo, The Last Tycoon, non a caso trasposto cinematograficamente proprio nel 1976 da Elia Kazan, si e piano piano sgretolata sotto i colpi delle trasformazio ni sociali, economiche e tecnologiche che dal dopoguer ra hanno investito incessantemente la "way of life" a-mericana. Se gli anni '60 sembravano essere passati per Hollywood ancora alquanto placidamente, cioe tra gli "ultimi film" di grandi vecchi autori e la presenza rassicurante di un cinema medio di genere che invece, di li a poco, sara praticamente abolito, gia alla fine del decennio "tutto ciO che aveva fatto la grandezza del cinema americano sembrava essersi dissolto nel nul la: solidith dell'impianto narrativo, presenza mitolo-gica deil'attore, precisione di scelte formali ripeti-tive ma necessarie. Al loro posto un descrittivismo di 19 vita di tutti I giorni, liberata dale regoie e dai limiti della censura..." (42). Lo svilup-po delie produzioni indipendenti, l'ascesa del regista -produttore, l'avvento di tutto un pubblico pi giova-ne, istruito e attento, l'apertura del cinema d'arte e lo stesso afflusso di film stranieri negli U.S.A. avevano inevitabilmente fatto decadere l'universo mito logic° della "Old Hollywood" cosi come veniva raffigu-rata nei generi classici e tra questi in primo luogo
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II western, come si vedrà nell'ultimo capitolo. Arriviamo cosi ai giorni nostri, quando di generi diventa sempre pi parlare di film. Alcuni di questi, come i già citati The Godfather, American Graffiti Star Lars, Jaws, ed ancora The kind and the Lion (T1 vento e ±1 leone, 1975) di John Milius, Carrie (uarrie, to sguardO di Satana, 1976) di Brian De Palma e Taxi 'Driver (1.0., 1976) di Martin Scorsese h-nno l'in discusso pregio di annullare, riunendolalla birolarizza zione tra film-commerciale e fil7n-d'autore, utilizzando a questo scopo tutte le risorse dell'industria cinematografica americana. Questa negli anni '70 ha avuto la forza di instaurare nuovamente la sua legge, d'imporsi a livello mondiale in quanto richiamo garantito di -nub
sicurezza di prodotti di buona qualital guran-zia di professionalith e di progettualith sempre nuove. Ha saputo insomma rifarsi un'identita fucendo contempo raneamente i conti colle nuove tecnologie, coll'inqui-namento mediologico provocato dallo strapotere televi-sivo: una volta di pii41 e diventata per le altre eine-matografie nazionali l'industria con cui 6 indispensa-bile confrontare, quando non addirittura adeguare, i propri criteri di produzione e la propria organizzazio ne interna del lavoro; in altri termini, Hollywood e ,noora ii metro con cui misurare la propria stessa. vi-=alithe
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Le relazioni, tra industria cinematografica e industria radiotelevisiva sono molteplici e complesse. Un primo livello di queste relazioni pub essere identificato nella '''propriety di stazioni televisive da parte di alcune compagnie cinematografiche'''.<br>
All'inizio del 1979 la ''Columbia Pictures Industries'' possedeva 4 stazioni radiofoniche, aveva interessi nelle stazioni TV delle Isole Vergini e delle Antille Olandesi ed inoltre possedeva una stazione televisiva di lingua spagnola a New York. Sempre alla ''Columbia'' fa capo la ''Spanish Film Division'' che distribuisce film in spagnolo prodotti da terzi, oppure edita versioni doppiate o con sottotitoli di film distribuiti in inglese dalla Columbia. Nel 1975 la ''Columbia'' ha venduto una stazione televisiva a Salt Lake City per 11 milioni di dollari e nel 1977 ne ha venduta un'altra a New Orleans per 12,5 milioni di dollari.<br>
La ''Twentieth Century Fox'' gestisce tre stazioni televisive rispettivamente nelle città di Salt Lake City, Sant'Antonio e Minneapolis.<br>
Singolare l'attività della ''Warner Communication'' che pur non possedendo stazioni televisive, è fortemente presente nel settore tramite ii possesso di 137 sistemi TV via cavo con circa 560.000 abbonati. <br>
Così anche la disciolta ''RKO'' è stata rilevata da una società che possiede quattro stazioni radiotelevisive sotto il nome di ''RKO General''. <br>
Inoltre la ''Gulf+Western'' ha interessi nella ''ABC'', mentre la ''Kinney International Services'' controlla la ''Goldman Communication Corp.'' che produce programmi per la ''CBS''. <br>
Ma queste in realtà non sono che le relazioni più appariscenti tra cinema e TV. II vero nucleo della connessione sta nella trasmissione di film da parte delle reti e la conseguente domanda di quest'ultime di nuovi prodotti da presentare nei programmi part-time. Le compagnie cinematografiche vi rispondono tramite la produzione di film espressamente confezionati per la TV. Sappiamo infatti che le reti non possono produrre da sole programmi di intrattenimento filmato, se si escludono i telegiornali e i programmi sportivi. <br>
"Variety" stima a 478 il numero dei film apparsi sul video nel periodo compreso tra il settembre 1977 ed il settembre 1978. Di questi 478 film, 226 erano stati originariamente prodotti per lo schermo cinematografico: se si pensa che "la vendita dei diritti televisivi può partire da circa due milioni di dollari per due proiezioni in rete e salire fino a quattro o cinque milioni, e qualche volta di più, per film che sono considerati di grande successo" <ref>Robert SKLAR, op. cit., pag. 119</ref>, si può avere allora un'idea del contributo essenziale fornito da questa attività nel bilancio delle compagnie cinematografiche. Queste inoltre, facendo acquistare dalle reti i film nel momento stesso della loro produzione, incamerano finanziamenti che in altro modo dovrebbero essere richiesti, e con minor vantaggio, alle banche. I rimanenti 252 film trasmessi nel 1978 erano naturalmente film per la TV, ovvero telefilm. Questi possono essere considerati gli eredi del film "medio", "di genere", che un tempo era la specialità di Hollywood. Definitivamente banditi dallo schermo cinematografico, essi sono ricomparsi sul teleschermo travestiti da "serial". <br>
Storicamente il primo film vero e proprio prodotto espressamente per la televisione apparve in America la sera del 10 ottobre 1964. Il titolo era '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' (''Guarda come corrono'') e si trattava di un thriller diretto da David Lowell Rich con Senta Berger, John Forsith e Pamela Franklin. La trama era di stampo "familiare": un gruppo di bambini si credono abbandonati e lasciati morire (lo credono anche gli spettatori), mentre in realtà sono sotto la sorveglianza del padre, uno scienziato, che ha montato la finzione per esaminare le loro reazioni.<br>
"La priority di uscita di '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' era del tutto accidentale. Faceva infatti parte di un gruppo di film prodotti per la televisione dalla ''Universal'', il primo dei quali era supposto essere un'altra versione di '''The Killers''' (''I gangsters'', 1950) di Robert Sidmak; mu all'ultimo minuto era stato considerato troppo brutale per il consumo delle case e fu dirottato sugli schermi cinematografici [...] Questi erano film fatti sul modello cinematografico, non su tape, e girati esattamente come i film per il cinema, perché era chiaro ciò che il pubblico televisivo voleva: il senso del cinema senza dover andare al cinema" <ref>John RUSSEL TAYLOR, ''Movies for a small screen'', Sight and Sound v. 44, n°2, primavera 1975</ref>.
Negli anni seguenti questo gusto ha trovato una conferma puntuale: l'alto numero di film trasmessi dalla TV induce infatti a convenire con Robert Sklar che
"per la maggior parte degli americani l'esperienza del film è sempre pia un'esperienza televisiva"<ref>R. SKLAR, op. cit., pag. 121</ref> <br>
Per quanto concerne poi i telefilm, cioè il grado sofisticato del film per la TV, negli anni '70 esso si è sviluppato in più direzioni. Dice ancora Taylor:
"Come per i film di serie B di una volta, c'è oggi una serie di prodotti di routine più o meno dichiaratamente televisivi (l'''ABC'', per esempio, ne ha realizzati non meno di 200 in 5 anni, mentre nell'ultimo anno - il 1974 - l'Universal ha fatto 29 film televisivi e 5 film-pilota di 90 minuti contro nove produzioni espressamente per il cinema), che frequentemente ricalcano la formula di recenti grossi successi oppure si buttano sulla scia di qualche programma-locomotiva<ref>J. RUSSELL TAYLOR. op. cit.</ref>
Come per il cinema dunque, anche per la televisione si torna a parlare di produzione in serie. Un esempio ad alto livello di questa formula applicata alla produzione televisiva può essere considerato il regista ''[[w: Robert Altman|Robert Altman]]'': '''[[w:en: M*A*S*H (TV_series)|M*A*S*H]]''' (''id.'', 1970) e '''[[w:en: Nashville|Nashville]]''' (''id'', 1975) si possono infatti considerare due grandi film che hanno dato origine a due gran di serial televisivi. La stessa cosa potremmo dire di '''[[w:en: Alice Doesn't live Here Anymore|Alice Doesn't live Here Anymore]]''' (''Alice non abita più qui'', 1975) di ''[[w:Martin Scorsese|Martin Scorsese]]'' e di '''[[w:en: Serpico|Serpico]]''' (''id'', 1973) di ''[[w:en: Sidney Lumet|Sidney Lumet]]''. <br>
Fallimentare si rivelata invece l'esperienza di portare sugli schermi cinematografici una versione riveduta e corretta di un programma televisivo di successo, come ad esempio '''[[w:en:Battlestar Galactica (1978 TV series)|Battle Star Galactica]]''', una delle tante imitazioni di '''[[w: Guerre stellari|Star Wars]]''', prodotta dalla ''Universal Television'' e distribuito naturalmente dalla ''Universal''. Esso si rivelò subito molto meno popolare di quanto era stato sul video, confermando così la teoria secondo la quale
"in televisione c'è rispondenza tra pubblicità e popolarità, la quality non c'entra niente. Il lato positivo sta nel fatto che l'opera d'arte attrae lo stesso pubblico dei bidoni, cosa che non si può certo dire per i film proiettati nelle sale cinematografiche"<ref>Nancy SCWARTZ, ''I telefilm'', in AAVV, ''Hollywood 1969-1979. 2. Industria Autori Film'', Venezia, Marsilio, 1979, pag. 61</ref>
"'''[[w:en: The Movie of the Week|The Movie of the Week]]'''" della ''ABC'', "'''[[w:en:The NBC Monday Movie|World Premier Movie]]'''" della ''NBC'' e gli "specials" della CBS possono contare su una media di trenta milioni di spettatori a sera, cifra più o meno comune anche quando si trasmettono film originariamente distribuiti nelle sale cinematografiche.
"La forma standard di un telefilm è in linea di massima un racconto di novanta minuti che potrebbe essere fatto in trenta secondi"<ref>Ibidem, pag. 58</ref>.
La rete televisiva sonda il soggetto interpellando i teleutenti; una volta trovato il soggetto che fa cassetta si dà il via alla lavorazione che è comunque breve (di solito 12 giorni per un film di novanta minuti e 18 giorni per uno di due ore) in modo da sfruttare al massimo l'attualità dell'argomento e contenere i costi di produzione (a questo proposito come non ricordare i film di ''[[w:en:Roger Corman|Corman]]'' degli anni '60). Per quanto riguarda i contenuti, al telefilm è permesso di tutto a patto che
"si mantenga entro i li-miti del visibile per tutti con riserve. (PG bounds). Sesso e violenza sono trattati in sordina e facendo ricorso ad eufemismi, mentre il realismo sociale viene ricercato con cura"<ref>Ibidem, pag. 59</ref>.
Quest'ultimo in particolare ha sempre più preso piede nei telefilm, tanto che produttori sono stimolati a finanziare film per la TV tratti da avvenimenti reali, i cosiddetti "'''docudrama'''". Nella stagione '77/78 è stata la volta di '''[[w:en: Holocaust (miniseries)|Olocausto]]''' che ha raggiunto negli U.S.A. la punta massima di 39,4 milioni di famiglie per l'episodio finale. Prima di lui [[w:en:Roots (1977 miniseries)|'''Radici''']], un telefilm tratto da un romanzo, ma con riferimenti precisi ad avvenimenti storici e quindi anch'esso un "'''docudrama'''", attira più pubblico di qualsiasi altro programma nella storia della televisione americana".<ref>(Cfr. R. SKJLAR,op. cit., pag. 123</ref>
Qualora i costi superino il ricavo fornito dalla vendita dei diritti, la casa produttrice può anche decidere di vendere la pellicola in Europa, facendola distribuire nelle sale cinematografiche: così ha fatto la Universal TV con [[w:en:Duel (1971 film)|'''Duel''']] (''id.'', 1971) di [[w:Steven Spielberg|''Steven Spielberg'']] (più di 4 milioni e mezzo di incasso solo in Europa).
Quest'ultimo caso sposta il discorso sugli autori. Dopo questo successo infatti, [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] poté emergere anche come regista cinematografico. In verità un buon successo alla TV è considerato un'ottima prova per passare al grande schermo. Come [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] anche altri giovani autori del tipo di [[w:en: John Badham|''John Badham'']] - [[w:en:Saturday Night Fever|'''Saturday Night Fever''']], (''La febbre del sabato sera'', 1977) - o di [[w:en:Peter Hyams|''Peter Hyams'']] - [[w:e. Capricorn One|'''Capricorn One''']] (''id.'', 1978) - o di [[w:en:Michael Crichton|''Michael Crichton'']] - [[w:en:Coma|'''Coma''']] (''Coma profondo'', 1978),- hanno fatto un lungo tirocinio alla TV.
Tuttavia non si può fare a meno di constatare che anche il migliore dei film fatti per la televisione resta pur sempre di secondo piano. Ciononostante molti attori, sceneggiatori ed anche registi preferiscono talvolta non passare al cinema data la sicurezza del lavoro e della paga che pub off rire la TV. Significati vo 6 a questo proposito che gib. dal 1971 i film.fatti per it cinema contribuissero solo al'24%..nelie entrate dei membri dello "Screen Actors Guild". Ii rimanente veniva dalla televisione, cosa che non sorprende. "Ma it 42% di tutto ii denaro guadagnato dapli attori in quell'anno proveniva dalle televisioni commerciali. L'aprire lattine di Coca, ii vendere detersivi e l'o-stentare dolci sorrisi erano lavori pagati quasi ii doppio delle apparizioni in film quotati. Questi lavo-ri televisivi hanno avuto l'effetto di tenere occupata una quantity di energie lavorative che altrimenti sa-rebbe andata dispersa. Essi hanno aiutato Hollywood a tirare avanti" (40). Certo ci sono differenze consistenti tra ii gira-re un film per la TV e girarne uno per il cinema. Per gli autori non 6 affatto la stessa cosa. Nel primo so entra in vigore un codice di proibizioni che ii cine ma ha ormai abolito da tempo. Allo scopo di adeguarsi a questo codice, spesso vengono operati sui film tagli riedizioni e doppiaggi, prima di comparire in televi-sione. Pth innocente sembra la pratica dello "scanning"; ma in realty non to 6 affatto. Con questo sistema l'irn
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magine cinematografica viene falsata registrando solo la parte dell'inquadratura da trasmettere nella versio ne televisiva. Ultimamente i registi preferiscono gira re varie versioni della stessa scena, in modo da adot, tarne alcune neli'edizione cinematografica ed altre, magaDi perfettamente in conformity alle esigenze tele-visive, da passare in TV. Inoltre ii regista deve tener conto di alcune necessity che ne possono condizionare sensibilmente la liberty d'espressione. Egli si pub trovare al punto di dover portare artificlosamente l'a zione al massimo della suspense in modo che vi possano essere inseriti gil spot pubblicitari; oppure deve pre stare particolare attenzione ad un certo pubblico, che poi, nel caso della TV, 6 sempre quell° femminile. I dirigenti delle reti ritengono infatti che ii telefilm vada orientato verso ci b che piace al pubblico femminile. Questa convinzione si basa sulla statistica per la quale la decisione su cosa vedere in TV viene generalmente presa congiuntamente da marito e moglie, mentre chi decide it film da andare a vedere e l'uomo. Da qui l'alternanza di nero e rosa, tipica del telefilm-E di qui anche la constatazione che la quality c'entra ben poco in televisione. Ii lato negativo della questio ne sta nel fatto che to scamblo di mezzi e di idee che Si 6 enormemente sviluppato tra cinema e televisione sembra alfine essersi rivelato pii dannoso che altro per entrambe. Dice John Russell Taylor nel già citato articolo: "Pub sembrare che ci sia una montagna di dif,
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ferenza tra i due generi, i film colic loro prime pub-blicizzate in tutto ii mondo e la monotonia settimanale dei serial. Ma. Praticamente cie ben poca differenza. Molti film non sono che prototipi di serie travestiti. Per esempio, si puo fare un semplice episodio-campione, ma se non to si vende to si butta via. D'altra parte se si fa un "Movie of the Week" o simili, spendendo qual-cosa di piü., scritturando un cast famoso, si pub sem-pre venderlo anche se la serie progettata non si rea-lizzera rnai" (41). In cluesto modo, quindi, le caratteristiche forti del cinema americana si sono plan piano indebolite sot to la spinta del graduale ma inesorabile adeguamento della produzione cinematografica a quella televisiva, lasciando spazio ad una certa uniformity di stile, pro
vocata anche dall'inevitabile ripetitivith cui va in-contro la produzione in serie. Tuttavia, accanto a que
sta che potremmo definire eon buona approssimazione la tendenza conservatrice del cinema americana, opera an-che una forza creativa che ne rielabora continuamente i modelli organizzativi. Come vedremo nel prossimo ca-pitolo, questa forza sono gli autori, e tanto pia oggi che sono entrati di persona nell'ambito della produzio ne, una volta dominlo di uomini che, per quanta lungi-miranti, conoscevano ben poco del linguaggio o della lavorazione di un film. Questo fatto ha reso possibile anche una certa fase di ripensamento critic° sul cine-ma e sul cinema americana, ripensamento che attraversa
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Ia filmografia di molti autori, giovani e meno degli anni '70. Quella Hollywood mitica, classica, stupendamente ritratta da Francis Scott Fitzegerald nel suo ultimo romanzo, The Last Tycoon, non a caso trasposto cinematograficamente proprio nel 1976 da Elia Kazan, si e piano piano sgretolata sotto i colpi delle trasformazio ni sociali, economiche e tecnologiche che dal dopoguer ra hanno investito incessantemente la "way of life" a-mericana. Se gli anni '60 sembravano essere passati per Hollywood ancora alquanto placidamente, cioe tra gli "ultimi film" di grandi vecchi autori e la presenza rassicurante di un cinema medio di genere che invece, di li a poco, sara praticamente abolito, gia alla fine del decennio "tutto ciO che aveva fatto la grandezza del cinema americano sembrava essersi dissolto nel nul la: solidith dell'impianto narrativo, presenza mitolo-gica deil'attore, precisione di scelte formali ripeti-tive ma necessarie. Al loro posto un descrittivismo di 19 vita di tutti I giorni, liberata dale regoie e dai limiti della censura..." (42). Lo svilup-po delie produzioni indipendenti, l'ascesa del regista -produttore, l'avvento di tutto un pubblico pi giova-ne, istruito e attento, l'apertura del cinema d'arte e lo stesso afflusso di film stranieri negli U.S.A. avevano inevitabilmente fatto decadere l'universo mito logic° della "Old Hollywood" cosi come veniva raffigu-rata nei generi classici e tra questi in primo luogo
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II western, come si vedrà nell'ultimo capitolo. Arriviamo cosi ai giorni nostri, quando di generi diventa sempre pi parlare di film. Alcuni di questi, come i già citati The Godfather, American Graffiti Star Lars, Jaws, ed ancora The kind and the Lion (T1 vento e ±1 leone, 1975) di John Milius, Carrie (uarrie, to sguardO di Satana, 1976) di Brian De Palma e Taxi 'Driver (1.0., 1976) di Martin Scorsese h-nno l'in discusso pregio di annullare, riunendolalla birolarizza zione tra film-commerciale e fil7n-d'autore, utilizzando a questo scopo tutte le risorse dell'industria cinematografica americana. Questa negli anni '70 ha avuto la forza di instaurare nuovamente la sua legge, d'imporsi a livello mondiale in quanto richiamo garantito di -nub
sicurezza di prodotti di buona qualital guran-zia di professionalith e di progettualith sempre nuove. Ha saputo insomma rifarsi un'identita fucendo contempo raneamente i conti colle nuove tecnologie, coll'inqui-namento mediologico provocato dallo strapotere televi-sivo: una volta di pii41 e diventata per le altre eine-matografie nazionali l'industria con cui 6 indispensa-bile confrontare, quando non addirittura adeguare, i propri criteri di produzione e la propria organizzazio ne interna del lavoro; in altri termini, Hollywood e ,noora ii metro con cui misurare la propria stessa. vi-=alithe
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]]<br />2.6 Cinema e televisione: implicazioni industriali e implicazioni linguistiche<section end="sottotitolo"/>
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Le relazioni, tra industria cinematografica e industria radiotelevisiva sono molteplici e complesse. Un primo livello di queste relazioni pub essere identificato nella '''propriety di stazioni televisive da parte di alcune compagnie cinematografiche'''.<br>
All'inizio del 1979 la ''Columbia Pictures Industries'' possedeva 4 stazioni radiofoniche, aveva interessi nelle stazioni TV delle Isole Vergini e delle Antille Olandesi ed inoltre possedeva una stazione televisiva di lingua spagnola a New York. Sempre alla ''Columbia'' fa capo la ''Spanish Film Division'' che distribuisce film in spagnolo prodotti da terzi, oppure edita versioni doppiate o con sottotitoli di film distribuiti in inglese dalla Columbia. Nel 1975 la ''Columbia'' ha venduto una stazione televisiva a Salt Lake City per 11 milioni di dollari e nel 1977 ne ha venduta un'altra a New Orleans per 12,5 milioni di dollari.<br>
La ''Twentieth Century Fox'' gestisce tre stazioni televisive rispettivamente nelle città di Salt Lake City, Sant'Antonio e Minneapolis.<br>
Singolare l'attività della ''Warner Communication'' che pur non possedendo stazioni televisive, è fortemente presente nel settore tramite ii possesso di 137 sistemi TV via cavo con circa 560.000 abbonati. <br>
Così anche la disciolta ''RKO'' è stata rilevata da una società che possiede quattro stazioni radiotelevisive sotto il nome di ''RKO General''. <br>
Inoltre la ''Gulf+Western'' ha interessi nella ''ABC'', mentre la ''Kinney International Services'' controlla la ''Goldman Communication Corp.'' che produce programmi per la ''CBS''. <br>
Ma queste in realtà non sono che le relazioni più appariscenti tra cinema e TV. II vero nucleo della connessione sta nella trasmissione di film da parte delle reti e la conseguente domanda di quest'ultime di nuovi prodotti da presentare nei programmi part-time. Le compagnie cinematografiche vi rispondono tramite la produzione di film espressamente confezionati per la TV. Sappiamo infatti che le reti non possono produrre da sole programmi di intrattenimento filmato, se si escludono i telegiornali e i programmi sportivi. <br>
"Variety" stima a 478 il numero dei film apparsi sul video nel periodo compreso tra il settembre 1977 ed il settembre 1978. Di questi 478 film, 226 erano stati originariamente prodotti per lo schermo cinematografico: se si pensa che "la vendita dei diritti televisivi può partire da circa due milioni di dollari per due proiezioni in rete e salire fino a quattro o cinque milioni, e qualche volta di più, per film che sono considerati di grande successo" <ref>Robert SKLAR, op. cit., pag. 119</ref>, si può avere allora un'idea del contributo essenziale fornito da questa attività nel bilancio delle compagnie cinematografiche. Queste inoltre, facendo acquistare dalle reti i film nel momento stesso della loro produzione, incamerano finanziamenti che in altro modo dovrebbero essere richiesti, e con minor vantaggio, alle banche. I rimanenti 252 film trasmessi nel 1978 erano naturalmente film per la TV, ovvero telefilm. Questi possono essere considerati gli eredi del film "medio", "di genere", che un tempo era la specialità di Hollywood. Definitivamente banditi dallo schermo cinematografico, essi sono ricomparsi sul teleschermo travestiti da "serial". <br>
Storicamente il primo film vero e proprio prodotto espressamente per la televisione apparve in America la sera del 10 ottobre 1964. Il titolo era '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' (''Guarda come corrono'') e si trattava di un thriller diretto da David Lowell Rich con Senta Berger, John Forsith e Pamela Franklin. La trama era di stampo "familiare": un gruppo di bambini si credono abbandonati e lasciati morire (lo credono anche gli spettatori), mentre in realtà sono sotto la sorveglianza del padre, uno scienziato, che ha montato la finzione per esaminare le loro reazioni.<br>
"La priority di uscita di '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' era del tutto accidentale. Faceva infatti parte di un gruppo di film prodotti per la televisione dalla ''Universal'', il primo dei quali era supposto essere un'altra versione di '''The Killers''' (''I gangsters'', 1950) di Robert Sidmak; mu all'ultimo minuto era stato considerato troppo brutale per il consumo delle case e fu dirottato sugli schermi cinematografici [...] Questi erano film fatti sul modello cinematografico, non su tape, e girati esattamente come i film per il cinema, perché era chiaro ciò che il pubblico televisivo voleva: il senso del cinema senza dover andare al cinema" <ref>John RUSSEL TAYLOR, ''Movies for a small screen'', Sight and Sound v. 44, n°2, primavera 1975</ref>.
Negli anni seguenti questo gusto ha trovato una conferma puntuale: l'alto numero di film trasmessi dalla TV induce infatti a convenire con Robert Sklar che
"per la maggior parte degli americani l'esperienza del film è sempre pia un'esperienza televisiva"<ref>R. SKLAR, op. cit., pag. 121</ref> <br>
Per quanto concerne poi i telefilm, cioè il grado sofisticato del film per la TV, negli anni '70 esso si è sviluppato in più direzioni. Dice ancora Taylor:
"Come per i film di serie B di una volta, c'è oggi una serie di prodotti di routine più o meno dichiaratamente televisivi (l'''ABC'', per esempio, ne ha realizzati non meno di 200 in 5 anni, mentre nell'ultimo anno - il 1974 - l'Universal ha fatto 29 film televisivi e 5 film-pilota di 90 minuti contro nove produzioni espressamente per il cinema), che frequentemente ricalcano la formula di recenti grossi successi oppure si buttano sulla scia di qualche programma-locomotiva<ref>J. RUSSELL TAYLOR. op. cit.</ref>
Come per il cinema dunque, anche per la televisione si torna a parlare di produzione in serie. Un esempio ad alto livello di questa formula applicata alla produzione televisiva può essere considerato il regista ''[[w: Robert Altman|Robert Altman]]'': '''[[w:en: M*A*S*H (TV_series)|M*A*S*H]]''' (''id.'', 1970) e '''[[w:en: Nashville|Nashville]]''' (''id'', 1975) si possono infatti considerare due grandi film che hanno dato origine a due gran di serial televisivi. La stessa cosa potremmo dire di '''[[w:en: Alice Doesn't live Here Anymore|Alice Doesn't live Here Anymore]]''' (''Alice non abita più qui'', 1975) di ''[[w:Martin Scorsese|Martin Scorsese]]'' e di '''[[w:en: Serpico|Serpico]]''' (''id'', 1973) di ''[[w:en: Sidney Lumet|Sidney Lumet]]''. <br>
Fallimentare si rivelata invece l'esperienza di portare sugli schermi cinematografici una versione riveduta e corretta di un programma televisivo di successo, come ad esempio '''[[w:en:Battlestar Galactica (1978 TV series)|Battle Star Galactica]]''', una delle tante imitazioni di '''[[w: Guerre stellari|Star Wars]]''', prodotta dalla ''Universal Television'' e distribuito naturalmente dalla ''Universal''. Esso si rivelò subito molto meno popolare di quanto era stato sul video, confermando così la teoria secondo la quale
"in televisione c'è rispondenza tra pubblicità e popolarità, la quality non c'entra niente. Il lato positivo sta nel fatto che l'opera d'arte attrae lo stesso pubblico dei bidoni, cosa che non si può certo dire per i film proiettati nelle sale cinematografiche"<ref>Nancy SCWARTZ, ''I telefilm'', in AAVV, ''Hollywood 1969-1979. 2. Industria Autori Film'', Venezia, Marsilio, 1979, pag. 61</ref>
"'''[[w:en: The Movie of the Week|The Movie of the Week]]'''" della ''ABC'', "'''[[w:en:The NBC Monday Movie|World Premier Movie]]'''" della ''NBC'' e gli "specials" della CBS possono contare su una media di trenta milioni di spettatori a sera, cifra più o meno comune anche quando si trasmettono film originariamente distribuiti nelle sale cinematografiche.
"La forma standard di un telefilm è in linea di massima un racconto di novanta minuti che potrebbe essere fatto in trenta secondi"<ref>Ibidem, pag. 58</ref>.
La rete televisiva sonda il soggetto interpellando i teleutenti; una volta trovato il soggetto che fa cassetta si dà il via alla lavorazione che è comunque breve (di solito 12 giorni per un film di novanta minuti e 18 giorni per uno di due ore) in modo da sfruttare al massimo l'attualità dell'argomento e contenere i costi di produzione (a questo proposito come non ricordare i film di ''[[w:en:Roger Corman|Corman]]'' degli anni '60). Per quanto riguarda i contenuti, al telefilm è permesso di tutto a patto che
"si mantenga entro i limiti del visibile per tutti con riserve. (PG bounds). Sesso e violenza sono trattati in sordina e facendo ricorso ad eufemismi, mentre il realismo sociale viene ricercato con cura"<ref>Ibidem, pag. 59</ref>.
Quest'ultimo in particolare ha sempre più preso piede nei telefilm, tanto che produttori sono stimolati a finanziare film per la TV tratti da avvenimenti reali, i cosiddetti "'''docudrama'''". Nella stagione '77/78 è stata la volta di '''[[w:en: Holocaust (miniseries)|Olocausto]]''' che ha raggiunto negli U.S.A. la punta massima di 39,4 milioni di famiglie per l'episodio finale. Prima di lui [[w:en:Roots (1977 miniseries)|'''Radici''']], un telefilm tratto da un romanzo, ma con riferimenti precisi ad avvenimenti storici e quindi anch'esso un "'''docudrama'''", attira più pubblico di qualsiasi altro programma nella storia della televisione americana".<ref>(Cfr. R. SKJLAR,op. cit., pag. 123</ref>
Qualora i costi superino il ricavo fornito dalla vendita dei diritti, la casa produttrice può anche decidere di vendere la pellicola in Europa, facendola distribuire nelle sale cinematografiche: così ha fatto la Universal TV con [[w:en:Duel (1971 film)|'''Duel''']] (''id.'', 1971) di [[w:Steven Spielberg|''Steven Spielberg'']] (più di 4 milioni e mezzo di incasso solo in Europa).
Quest'ultimo caso sposta il discorso sugli autori. Dopo questo successo infatti, [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] poté emergere anche come regista cinematografico. In verità un buon successo alla TV è considerato un'ottima prova per passare al grande schermo. Come [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] anche altri giovani autori del tipo di [[w:en: John Badham|''John Badham'']] - [[w:en:Saturday Night Fever|'''Saturday Night Fever''']], (''La febbre del sabato sera'', 1977) - o di [[w:en:Peter Hyams|''Peter Hyams'']] - [[w:en: Capricorn One|'''Capricorn One''']] (''id.'', 1978) - o di [[w:en:Michael Crichton|''Michael Crichton'']] - [[w:en:Coma|'''Coma''']] (''Coma profondo'', 1978),- hanno fatto un lungo tirocinio alla TV.
Tuttavia non si può fare a meno di constatare che anche il migliore dei film fatti per la televisione resta pur sempre di secondo piano. Ciononostante molti attori, sceneggiatori ed anche registi preferiscono talvolta non passare al cinema data la sicurezza del lavoro e della paga che pub off rire la TV. Significati vo 6 a questo proposito che gib. dal 1971 i film.fatti per it cinema contribuissero solo al'24%..nelie entrate dei membri dello "Screen Actors Guild". Ii rimanente veniva dalla televisione, cosa che non sorprende. "Ma it 42% di tutto ii denaro guadagnato dapli attori in quell'anno proveniva dalle televisioni commerciali. L'aprire lattine di Coca, ii vendere detersivi e l'o-stentare dolci sorrisi erano lavori pagati quasi ii doppio delle apparizioni in film quotati. Questi lavo-ri televisivi hanno avuto l'effetto di tenere occupata una quantity di energie lavorative che altrimenti sa-rebbe andata dispersa. Essi hanno aiutato Hollywood a tirare avanti" (40). Certo ci sono differenze consistenti tra ii gira-re un film per la TV e girarne uno per il cinema. Per gli autori non 6 affatto la stessa cosa. Nel primo so entra in vigore un codice di proibizioni che ii cine ma ha ormai abolito da tempo. Allo scopo di adeguarsi a questo codice, spesso vengono operati sui film tagli riedizioni e doppiaggi, prima di comparire in televi-sione. Pth innocente sembra la pratica dello "scanning"; ma in realty non to 6 affatto. Con questo sistema l'irn
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magine cinematografica viene falsata registrando solo la parte dell'inquadratura da trasmettere nella versio ne televisiva. Ultimamente i registi preferiscono gira re varie versioni della stessa scena, in modo da adot, tarne alcune neli'edizione cinematografica ed altre, magaDi perfettamente in conformity alle esigenze tele-visive, da passare in TV. Inoltre ii regista deve tener conto di alcune necessity che ne possono condizionare sensibilmente la liberty d'espressione. Egli si pub trovare al punto di dover portare artificlosamente l'a zione al massimo della suspense in modo che vi possano essere inseriti gil spot pubblicitari; oppure deve pre stare particolare attenzione ad un certo pubblico, che poi, nel caso della TV, 6 sempre quell° femminile. I dirigenti delle reti ritengono infatti che ii telefilm vada orientato verso ci b che piace al pubblico femminile. Questa convinzione si basa sulla statistica per la quale la decisione su cosa vedere in TV viene generalmente presa congiuntamente da marito e moglie, mentre chi decide it film da andare a vedere e l'uomo. Da qui l'alternanza di nero e rosa, tipica del telefilm-E di qui anche la constatazione che la quality c'entra ben poco in televisione. Ii lato negativo della questio ne sta nel fatto che to scamblo di mezzi e di idee che Si 6 enormemente sviluppato tra cinema e televisione sembra alfine essersi rivelato pii dannoso che altro per entrambe. Dice John Russell Taylor nel già citato articolo: "Pub sembrare che ci sia una montagna di dif,
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ferenza tra i due generi, i film colic loro prime pub-blicizzate in tutto ii mondo e la monotonia settimanale dei serial. Ma. Praticamente cie ben poca differenza. Molti film non sono che prototipi di serie travestiti. Per esempio, si puo fare un semplice episodio-campione, ma se non to si vende to si butta via. D'altra parte se si fa un "Movie of the Week" o simili, spendendo qual-cosa di piü., scritturando un cast famoso, si pub sem-pre venderlo anche se la serie progettata non si rea-lizzera rnai" (41). In cluesto modo, quindi, le caratteristiche forti del cinema americana si sono plan piano indebolite sot to la spinta del graduale ma inesorabile adeguamento della produzione cinematografica a quella televisiva, lasciando spazio ad una certa uniformity di stile, pro
vocata anche dall'inevitabile ripetitivith cui va in-contro la produzione in serie. Tuttavia, accanto a que
sta che potremmo definire eon buona approssimazione la tendenza conservatrice del cinema americana, opera an-che una forza creativa che ne rielabora continuamente i modelli organizzativi. Come vedremo nel prossimo ca-pitolo, questa forza sono gli autori, e tanto pia oggi che sono entrati di persona nell'ambito della produzio ne, una volta dominlo di uomini che, per quanta lungi-miranti, conoscevano ben poco del linguaggio o della lavorazione di un film. Questo fatto ha reso possibile anche una certa fase di ripensamento critic° sul cine-ma e sul cinema americana, ripensamento che attraversa
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Ia filmografia di molti autori, giovani e meno degli anni '70. Quella Hollywood mitica, classica, stupendamente ritratta da Francis Scott Fitzegerald nel suo ultimo romanzo, The Last Tycoon, non a caso trasposto cinematograficamente proprio nel 1976 da Elia Kazan, si e piano piano sgretolata sotto i colpi delle trasformazio ni sociali, economiche e tecnologiche che dal dopoguer ra hanno investito incessantemente la "way of life" a-mericana. Se gli anni '60 sembravano essere passati per Hollywood ancora alquanto placidamente, cioe tra gli "ultimi film" di grandi vecchi autori e la presenza rassicurante di un cinema medio di genere che invece, di li a poco, sara praticamente abolito, gia alla fine del decennio "tutto ciO che aveva fatto la grandezza del cinema americano sembrava essersi dissolto nel nul la: solidith dell'impianto narrativo, presenza mitolo-gica deil'attore, precisione di scelte formali ripeti-tive ma necessarie. Al loro posto un descrittivismo di 19 vita di tutti I giorni, liberata dale regoie e dai limiti della censura..." (42). Lo svilup-po delie produzioni indipendenti, l'ascesa del regista -produttore, l'avvento di tutto un pubblico pi giova-ne, istruito e attento, l'apertura del cinema d'arte e lo stesso afflusso di film stranieri negli U.S.A. avevano inevitabilmente fatto decadere l'universo mito logic° della "Old Hollywood" cosi come veniva raffigu-rata nei generi classici e tra questi in primo luogo
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II western, come si vedrà nell'ultimo capitolo. Arriviamo cosi ai giorni nostri, quando di generi diventa sempre pi parlare di film. Alcuni di questi, come i già citati The Godfather, American Graffiti Star Lars, Jaws, ed ancora The kind and the Lion (T1 vento e ±1 leone, 1975) di John Milius, Carrie (uarrie, to sguardO di Satana, 1976) di Brian De Palma e Taxi 'Driver (1.0., 1976) di Martin Scorsese h-nno l'in discusso pregio di annullare, riunendolalla birolarizza zione tra film-commerciale e fil7n-d'autore, utilizzando a questo scopo tutte le risorse dell'industria cinematografica americana. Questa negli anni '70 ha avuto la forza di instaurare nuovamente la sua legge, d'imporsi a livello mondiale in quanto richiamo garantito di -nub
sicurezza di prodotti di buona qualital guran-zia di professionalith e di progettualith sempre nuove. Ha saputo insomma rifarsi un'identita fucendo contempo raneamente i conti colle nuove tecnologie, coll'inqui-namento mediologico provocato dallo strapotere televi-sivo: una volta di pii41 e diventata per le altre eine-matografie nazionali l'industria con cui 6 indispensa-bile confrontare, quando non addirittura adeguare, i propri criteri di produzione e la propria organizzazio ne interna del lavoro; in altri termini, Hollywood e ,noora ii metro con cui misurare la propria stessa. vi-=alithe
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Le relazioni, tra industria cinematografica e industria radiotelevisiva sono molteplici e complesse. Un primo livello di queste relazioni può essere identificato nella '''proprietà di stazioni televisive da parte di alcune compagnie cinematografiche'''.<br>
All'inizio del 1979 la ''Columbia Pictures Industries'' possedeva 4 stazioni radiofoniche, aveva interessi nelle stazioni TV delle Isole Vergini e delle Antille Olandesi ed inoltre possedeva una stazione televisiva di lingua spagnola a New York. Sempre alla ''Columbia'' fa capo la ''Spanish Film Division'' che distribuisce film in spagnolo prodotti da terzi, oppure edita versioni doppiate o con sottotitoli di film distribuiti in inglese dalla Columbia. Nel 1975 la ''Columbia'' ha venduto una stazione televisiva a Salt Lake City per 11 milioni di dollari e nel 1977 ne ha venduta un'altra a New Orleans per 12,5 milioni di dollari.<br>
La ''Twentieth Century Fox'' gestisce tre stazioni televisive rispettivamente nelle città di Salt Lake City, Sant'Antonio e Minneapolis.<br>
Singolare l'attività della ''Warner Communication'' che pur non possedendo stazioni televisive, è fortemente presente nel settore tramite ii possesso di 137 sistemi TV via cavo con circa 560.000 abbonati. <br>
Così anche la disciolta ''RKO'' è stata rilevata da una società che possiede quattro stazioni radiotelevisive sotto il nome di ''RKO General''. <br>
Inoltre la ''Gulf+Western'' ha interessi nella ''ABC'', mentre la ''Kinney International Services'' controlla la ''Goldman Communication Corp.'' che produce programmi per la ''CBS''. <br>
Ma queste in realtà non sono che le relazioni più appariscenti tra cinema e TV. '''Il vero nucleo della connessione sta nella trasmissione di film da parte delle reti e la conseguente domanda di quest'ultime di nuovi prodotti da presentare nei programmi part-time'''. Le compagnie cinematografiche vi rispondono tramite la produzione di film espressamente confezionati per la TV. Sappiamo infatti che le reti non possono produrre da sole programmi di intrattenimento filmato, se si escludono i telegiornali e i programmi sportivi. <br>
"Variety" stima a 478 il numero dei film apparsi sul video nel periodo compreso tra il settembre 1977 ed il settembre 1978. Di questi 478 film, 226 erano stati originariamente prodotti per lo schermo cinematografico: se si pensa che "la vendita dei diritti televisivi può partire da circa due milioni di dollari per due proiezioni in rete e salire fino a quattro o cinque milioni, e qualche volta di più, per film che sono considerati di grande successo" <ref>Robert SKLAR, op. cit., pag. 119</ref>, si può avere allora un'idea del contributo essenziale fornito da questa attività nel bilancio delle compagnie cinematografiche. Queste inoltre, facendo acquistare dalle reti i film nel momento stesso della loro produzione, incamerano finanziamenti che in altro modo dovrebbero essere richiesti, e con minor vantaggio, alle banche. I rimanenti 252 film trasmessi nel 1978 erano naturalmente film per la TV, ovvero telefilm. Questi possono essere considerati gli eredi del film "medio", "di genere", che un tempo era la specialità di Hollywood. Definitivamente banditi dallo schermo cinematografico, essi sono ricomparsi sul teleschermo travestiti da "serial". <br>
Storicamente il primo film vero e proprio prodotto espressamente per la televisione apparve in America la sera del 10 ottobre 1964. Il titolo era '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' (''Guarda come corrono'') e si trattava di un thriller diretto da David Lowell Rich con Senta Berger, John Forsith e Pamela Franklin. La trama era di stampo "familiare": un gruppo di bambini si credono abbandonati e lasciati morire (lo credono anche gli spettatori), mentre in realtà sono sotto la sorveglianza del padre, uno scienziato, che ha montato la finzione per esaminare le loro reazioni.<br>
"La priority di uscita di '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' era del tutto accidentale. Faceva infatti parte di un gruppo di film prodotti per la televisione dalla ''Universal'', il primo dei quali era supposto essere un'altra versione di '''The Killers''' (''I gangsters'', 1950) di Robert Sidmak; mu all'ultimo minuto era stato considerato troppo brutale per il consumo delle case e fu dirottato sugli schermi cinematografici [...] Questi erano film fatti sul modello cinematografico, non su tape, e girati esattamente come i film per il cinema, perché era chiaro ciò che il pubblico televisivo voleva: il senso del cinema senza dover andare al cinema" <ref>John RUSSEL TAYLOR, ''Movies for a small screen'', Sight and Sound v. 44, n°2, primavera 1975</ref>.
Negli anni seguenti questo gusto ha trovato una conferma puntuale: l'alto numero di film trasmessi dalla TV induce infatti a convenire con Robert Sklar che
"per la maggior parte degli americani l'esperienza del film è sempre pia un'esperienza televisiva"<ref>R. SKLAR, op. cit., pag. 121</ref> <br>
Per quanto concerne poi i telefilm, cioè il grado sofisticato del film per la TV, negli anni '70 esso si è sviluppato in più direzioni. Dice ancora Taylor:
"Come per i film di serie B di una volta, c'è oggi una serie di prodotti di routine più o meno dichiaratamente televisivi (l'''ABC'', per esempio, ne ha realizzati non meno di 200 in 5 anni, mentre nell'ultimo anno - il 1974 - l'Universal ha fatto 29 film televisivi e 5 film-pilota di 90 minuti contro nove produzioni espressamente per il cinema), che frequentemente ricalcano la formula di recenti grossi successi oppure si buttano sulla scia di qualche programma-locomotiva<ref>J. RUSSELL TAYLOR. op. cit.</ref>
Come per il cinema dunque, anche per la televisione si torna a parlare di produzione in serie. Un esempio ad alto livello di questa formula applicata alla produzione televisiva può essere considerato il regista ''[[w: Robert Altman|Robert Altman]]'': '''[[w:en: M*A*S*H (TV_series)|M*A*S*H]]''' (''id.'', 1970) e '''[[w:en: Nashville|Nashville]]''' (''id'', 1975) si possono infatti considerare due grandi film che hanno dato origine a due gran di serial televisivi. La stessa cosa potremmo dire di '''[[w:en: Alice Doesn't live Here Anymore|Alice Doesn't live Here Anymore]]''' (''Alice non abita più qui'', 1975) di ''[[w:Martin Scorsese|Martin Scorsese]]'' e di '''[[w:en: Serpico|Serpico]]''' (''id'', 1973) di ''[[w:en: Sidney Lumet|Sidney Lumet]]''. <br>
Fallimentare si rivelata invece l'esperienza di portare sugli schermi cinematografici una versione riveduta e corretta di un programma televisivo di successo, come ad esempio '''[[w:en:Battlestar Galactica (1978 TV series)|Battle Star Galactica]]''', una delle tante imitazioni di '''[[w: Guerre stellari|Star Wars]]''', prodotta dalla ''Universal Television'' e distribuito naturalmente dalla ''Universal''. Esso si rivelò subito molto meno popolare di quanto era stato sul video, confermando così la teoria secondo la quale
"in televisione c'è rispondenza tra pubblicità e popolarità, la quality non c'entra niente. Il lato positivo sta nel fatto che l'opera d'arte attrae lo stesso pubblico dei bidoni, cosa che non si può certo dire per i film proiettati nelle sale cinematografiche"<ref>Nancy SCWARTZ, ''I telefilm'', in AAVV, ''Hollywood 1969-1979. 2. Industria Autori Film'', Venezia, Marsilio, 1979, pag. 61</ref>
"'''[[w:en: The Movie of the Week|The Movie of the Week]]'''" della ''ABC'', "'''[[w:en:The NBC Monday Movie|World Premier Movie]]'''" della ''NBC'' e gli "specials" della CBS possono contare su una media di trenta milioni di spettatori a sera, cifra più o meno comune anche quando si trasmettono film originariamente distribuiti nelle sale cinematografiche.
"La forma standard di un telefilm è in linea di massima un racconto di novanta minuti che potrebbe essere fatto in trenta secondi"<ref>Ibidem, pag. 58</ref>.
La rete televisiva sonda il soggetto interpellando i teleutenti; una volta trovato il soggetto che fa cassetta si dà il via alla lavorazione che è comunque breve (di solito 12 giorni per un film di novanta minuti e 18 giorni per uno di due ore) in modo da sfruttare al massimo l'attualità dell'argomento e contenere i costi di produzione (a questo proposito come non ricordare i film di ''[[w:en:Roger Corman|Corman]]'' degli anni '60). Per quanto riguarda i contenuti, al telefilm è permesso di tutto a patto che
"si mantenga entro i limiti del visibile per tutti con riserve. (PG bounds). Sesso e violenza sono trattati in sordina e facendo ricorso ad eufemismi, mentre il realismo sociale viene ricercato con cura"<ref>Ibidem, pag. 59</ref>.
Quest'ultimo in particolare ha sempre più preso piede nei telefilm, tanto che produttori sono stimolati a finanziare film per la TV tratti da avvenimenti reali, i cosiddetti "'''docudrama'''". Nella stagione '77/78 è stata la volta di '''[[w:en: Holocaust (miniseries)|Olocausto]]''' che ha raggiunto negli U.S.A. la punta massima di 39,4 milioni di famiglie per l'episodio finale. Prima di lui [[w:en:Roots (1977 miniseries)|'''Radici''']], un telefilm tratto da un romanzo, ma con riferimenti precisi ad avvenimenti storici e quindi anch'esso un "'''docudrama'''", attira più pubblico di qualsiasi altro programma nella storia della televisione americana".<ref>Cfr. R. SKJLAR,op. cit., pag. 123</ref>
Qualora i costi superino il ricavo fornito dalla vendita dei diritti, la casa produttrice può anche decidere di vendere la pellicola in Europa, facendola distribuire nelle sale cinematografiche: così ha fatto la Universal TV con [[w:en:Duel (1971 film)|'''Duel''']] (''id.'', 1971) di [[w:Steven Spielberg|''Steven Spielberg'']] (più di 4 milioni e mezzo di incasso solo in Europa).
Quest'ultimo caso sposta il discorso sugli autori. Dopo questo successo infatti, [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] poté emergere anche come regista cinematografico. In verità un buon successo alla TV è considerato un'ottima prova per passare al grande schermo. Come [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] anche altri giovani autori del tipo di [[w:en: John Badham|''John Badham'']] - [[w:en:Saturday Night Fever|'''Saturday Night Fever''']], (''La febbre del sabato sera'', 1977) - o di [[w:en:Peter Hyams|''Peter Hyams'']] - [[w:en: Capricorn One|'''Capricorn One''']] (''id.'', 1978) - o di [[w:en:Michael Crichton|''Michael Crichton'']] - [[w:en:Coma|'''Coma''']] (''Coma profondo'', 1978),- hanno fatto un lungo tirocinio alla TV.
Tuttavia non si può fare a meno di constatare che anche il migliore dei film fatti per la televisione resta pur sempre di secondo piano. Ciononostante molti attori, sceneggiatori ed anche registi preferiscono talvolta non passare al cinema data la sicurezza del lavoro e della paga che pub off rire la TV. Significati vo 6 a questo proposito che gib. dal 1971 i film.fatti per it cinema contribuissero solo al'24%..nelie entrate dei membri dello "Screen Actors Guild". Ii rimanente veniva dalla televisione, cosa che non sorprende. "Ma it 42% di tutto ii denaro guadagnato dapli attori in quell'anno proveniva dalle televisioni commerciali. L'aprire lattine di Coca, ii vendere detersivi e l'o-stentare dolci sorrisi erano lavori pagati quasi ii doppio delle apparizioni in film quotati. Questi lavo-ri televisivi hanno avuto l'effetto di tenere occupata una quantity di energie lavorative che altrimenti sa-rebbe andata dispersa. Essi hanno aiutato Hollywood a tirare avanti" (40). Certo ci sono differenze consistenti tra ii gira-re un film per la TV e girarne uno per il cinema. Per gli autori non 6 affatto la stessa cosa. Nel primo so entra in vigore un codice di proibizioni che ii cine ma ha ormai abolito da tempo. Allo scopo di adeguarsi a questo codice, spesso vengono operati sui film tagli riedizioni e doppiaggi, prima di comparire in televi-sione. Pth innocente sembra la pratica dello "scanning"; ma in realty non to 6 affatto. Con questo sistema l'irn
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magine cinematografica viene falsata registrando solo la parte dell'inquadratura da trasmettere nella versio ne televisiva. Ultimamente i registi preferiscono gira re varie versioni della stessa scena, in modo da adot, tarne alcune neli'edizione cinematografica ed altre, magaDi perfettamente in conformity alle esigenze tele-visive, da passare in TV. Inoltre ii regista deve tener conto di alcune necessity che ne possono condizionare sensibilmente la liberty d'espressione. Egli si pub trovare al punto di dover portare artificlosamente l'a zione al massimo della suspense in modo che vi possano essere inseriti gil spot pubblicitari; oppure deve pre stare particolare attenzione ad un certo pubblico, che poi, nel caso della TV, 6 sempre quell° femminile. I dirigenti delle reti ritengono infatti che ii telefilm vada orientato verso ci b che piace al pubblico femminile. Questa convinzione si basa sulla statistica per la quale la decisione su cosa vedere in TV viene generalmente presa congiuntamente da marito e moglie, mentre chi decide it film da andare a vedere e l'uomo. Da qui l'alternanza di nero e rosa, tipica del telefilm-E di qui anche la constatazione che la quality c'entra ben poco in televisione. Ii lato negativo della questio ne sta nel fatto che to scamblo di mezzi e di idee che Si 6 enormemente sviluppato tra cinema e televisione sembra alfine essersi rivelato pii dannoso che altro per entrambe. Dice John Russell Taylor nel già citato articolo: "Pub sembrare che ci sia una montagna di dif,
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ferenza tra i due generi, i film colic loro prime pub-blicizzate in tutto ii mondo e la monotonia settimanale dei serial. Ma. Praticamente cie ben poca differenza. Molti film non sono che prototipi di serie travestiti. Per esempio, si puo fare un semplice episodio-campione, ma se non to si vende to si butta via. D'altra parte se si fa un "Movie of the Week" o simili, spendendo qual-cosa di piü., scritturando un cast famoso, si pub sem-pre venderlo anche se la serie progettata non si rea-lizzera rnai" (41). In questo modo, quindi, le caratteristiche forti del cinema americana si sono plan piano indebolite sot to la spinta del graduale ma inesorabile adeguamento della produzione cinematografica a quella televisiva, lasciando spazio ad una certa uniformity di stile, pro
vocata anche dall'inevitabile ripetitivith cui va in-contro la produzione in serie. Tuttavia, accanto a que
sta che potremmo definire eon buona approssimazione la tendenza conservatrice del cinema americana, opera an-che una forza creativa che ne rielabora continuamente i modelli organizzativi. Come vedremo nel prossimo ca-pitolo, questa forza sono gli autori, e tanto pia oggi che sono entrati di persona nell'ambito della produzio ne, una volta dominlo di uomini che, per quanta lungi-miranti, conoscevano ben poco del linguaggio o della lavorazione di un film. Questo fatto ha reso possibile anche una certa fase di ripensamento critic° sul cine-ma e sul cinema americana, ripensamento che attraversa
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Ia filmografia di molti autori, giovani e meno degli anni '70. Quella Hollywood mitica, classica, stupendamente ritratta da Francis Scott Fitzegerald nel suo ultimo romanzo, The Last Tycoon, non a caso trasposto cinematograficamente proprio nel 1976 da Elia Kazan, si e piano piano sgretolata sotto i colpi delle trasformazio ni sociali, economiche e tecnologiche che dal dopoguer ra hanno investito incessantemente la "way of life" a-mericana. Se gli anni '60 sembravano essere passati per Hollywood ancora alquanto placidamente, cioe tra gli "ultimi film" di grandi vecchi autori e la presenza rassicurante di un cinema medio di genere che invece, di li a poco, sara praticamente abolito, gia alla fine del decennio "tutto ciO che aveva fatto la grandezza del cinema americano sembrava essersi dissolto nel nul la: solidith dell'impianto narrativo, presenza mitolo-gica deil'attore, precisione di scelte formali ripeti-tive ma necessarie. Al loro posto un descrittivismo di 19 vita di tutti I giorni, liberata dale regoie e dai limiti della censura..." (42). Lo svilup-po delie produzioni indipendenti, l'ascesa del regista -produttore, l'avvento di tutto un pubblico pi giova-ne, istruito e attento, l'apertura del cinema d'arte e lo stesso afflusso di film stranieri negli U.S.A. avevano inevitabilmente fatto decadere l'universo mito logic° della "Old Hollywood" cosi come veniva raffigu-rata nei generi classici e tra questi in primo luogo
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II western, come si vedrà nell'ultimo capitolo. Arriviamo cosi ai giorni nostri, quando di generi diventa sempre pi parlare di film. Alcuni di questi, come i già citati The Godfather, American Graffiti Star Lars, Jaws, ed ancora The kind and the Lion (T1 vento e ±1 leone, 1975) di John Milius, Carrie (uarrie, to sguardO di Satana, 1976) di Brian De Palma e Taxi 'Driver (1.0., 1976) di Martin Scorsese h-nno l'in discusso pregio di annullare, riunendolalla birolarizza zione tra film-commerciale e fil7n-d'autore, utilizzando a questo scopo tutte le risorse dell'industria cinematografica americana. Questa negli anni '70 ha avuto la forza di instaurare nuovamente la sua legge, d'imporsi a livello mondiale in quanto richiamo garantito di -nub
sicurezza di prodotti di buona qualital guran-zia di professionalith e di progettualith sempre nuove. Ha saputo insomma rifarsi un'identita fucendo contempo raneamente i conti colle nuove tecnologie, coll'inqui-namento mediologico provocato dallo strapotere televi-sivo: una volta di pii41 e diventata per le altre eine-matografie nazionali l'industria con cui 6 indispensa-bile confrontare, quando non addirittura adeguare, i propri criteri di produzione e la propria organizzazio ne interna del lavoro; in altri termini, Hollywood e ,noora ii metro con cui misurare la propria stessa. vi-=alithe
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{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[../|Capitolo 2 - Struttura industriale del cinema americano degli anni Settanta]]<br />2.6 Cinema e televisione: implicazioni industriali e implicazioni linguistiche<section end="sottotitolo"/>
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Le relazioni, tra industria cinematografica e industria radiotelevisiva sono molteplici e complesse. Un primo livello di queste relazioni può essere identificato nella '''proprietà di stazioni televisive da parte di alcune compagnie cinematografiche'''.<br>
All'inizio del 1979 la ''Columbia Pictures Industries'' possedeva 4 stazioni radiofoniche, aveva interessi nelle stazioni TV delle Isole Vergini e delle Antille Olandesi ed inoltre possedeva una stazione televisiva di lingua spagnola a New York. Sempre alla ''Columbia'' fa capo la ''Spanish Film Division'' che distribuisce film in spagnolo prodotti da terzi, oppure edita versioni doppiate o con sottotitoli di film distribuiti in inglese dalla Columbia. Nel 1975 la ''Columbia'' ha venduto una stazione televisiva a Salt Lake City per 11 milioni di dollari e nel 1977 ne ha venduta un'altra a New Orleans per 12,5 milioni di dollari.<br>
La ''Twentieth Century Fox'' gestisce tre stazioni televisive rispettivamente nelle città di Salt Lake City, Sant'Antonio e Minneapolis.<br>
Singolare l'attività della ''Warner Communication'' che pur non possedendo stazioni televisive, è fortemente presente nel settore tramite ii possesso di 137 sistemi TV via cavo con circa 560.000 abbonati. <br>
Così anche la disciolta ''RKO'' è stata rilevata da una società che possiede quattro stazioni radiotelevisive sotto il nome di ''RKO General''. <br>
Inoltre la ''Gulf+Western'' ha interessi nella ''ABC'', mentre la ''Kinney International Services'' controlla la ''Goldman Communication Corp.'' che produce programmi per la ''CBS''. <br>
Ma queste in realtà non sono che le relazioni più appariscenti tra cinema e TV. '''Il vero nucleo della connessione sta nella trasmissione di film da parte delle reti e la conseguente domanda di quest'ultime di nuovi prodotti da presentare nei programmi part-time'''. Le compagnie cinematografiche vi rispondono tramite la produzione di film espressamente confezionati per la TV. Sappiamo infatti che le reti non possono produrre da sole programmi di intrattenimento filmato, se si escludono i telegiornali e i programmi sportivi. <br>
"Variety" stima a 478 il numero dei film apparsi sul video nel periodo compreso tra il settembre 1977 ed il settembre 1978. Di questi 478 film, 226 erano stati originariamente prodotti per lo schermo cinematografico: se si pensa che "la vendita dei diritti televisivi può partire da circa due milioni di dollari per due proiezioni in rete e salire fino a quattro o cinque milioni, e qualche volta di più, per film che sono considerati di grande successo" <ref>Robert SKLAR, op. cit., pag. 119</ref>, si può avere allora un'idea del contributo essenziale fornito da questa attività nel bilancio delle compagnie cinematografiche. Queste inoltre, facendo acquistare dalle reti i film nel momento stesso della loro produzione, incamerano finanziamenti che in altro modo dovrebbero essere richiesti, e con minor vantaggio, alle banche. I rimanenti 252 film trasmessi nel 1978 erano naturalmente film per la TV, ovvero telefilm. Questi possono essere considerati gli eredi del film "medio", "di genere", che un tempo era la specialità di Hollywood. Definitivamente banditi dallo schermo cinematografico, essi sono ricomparsi sul teleschermo travestiti da "serial". <br>
Storicamente il primo film vero e proprio prodotto espressamente per la televisione apparve in America la sera del 10 ottobre 1964. Il titolo era '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' (''Guarda come corrono'') e si trattava di un thriller diretto da David Lowell Rich con Senta Berger, John Forsith e Pamela Franklin. La trama era di stampo "familiare": un gruppo di bambini si credono abbandonati e lasciati morire (lo credono anche gli spettatori), mentre in realtà sono sotto la sorveglianza del padre, uno scienziato, che ha montato la finzione per esaminare le loro reazioni.<br>
"La priority di uscita di '''[[w: See How The Run|See How The Run]]''' era del tutto accidentale. Faceva infatti parte di un gruppo di film prodotti per la televisione dalla ''Universal'', il primo dei quali era supposto essere un'altra versione di '''The Killers''' (''I gangsters'', 1950) di Robert Sidmak; mu all'ultimo minuto era stato considerato troppo brutale per il consumo delle case e fu dirottato sugli schermi cinematografici [...] Questi erano film fatti sul modello cinematografico, non su tape, e girati esattamente come i film per il cinema, perché era chiaro ciò che il pubblico televisivo voleva: il senso del cinema senza dover andare al cinema" <ref>John RUSSEL TAYLOR, ''Movies for a small screen'', Sight and Sound v. 44, n°2, primavera 1975</ref>.
Negli anni seguenti questo gusto ha trovato una conferma puntuale: l'alto numero di film trasmessi dalla TV induce infatti a convenire con Robert Sklar che
"per la maggior parte degli americani l'esperienza del film è sempre pia un'esperienza televisiva"<ref>R. SKLAR, op. cit., pag. 121</ref> <br>
Per quanto concerne poi i telefilm, cioè il grado sofisticato del film per la TV, negli anni '70 esso si è sviluppato in più direzioni. Dice ancora Taylor:
"Come per i film di serie B di una volta, c'è oggi una serie di prodotti di routine più o meno dichiaratamente televisivi (l'''ABC'', per esempio, ne ha realizzati non meno di 200 in 5 anni, mentre nell'ultimo anno - il 1974 - l'Universal ha fatto 29 film televisivi e 5 film-pilota di 90 minuti contro nove produzioni espressamente per il cinema), che frequentemente ricalcano la formula di recenti grossi successi oppure si buttano sulla scia di qualche programma-locomotiva<ref>J. RUSSELL TAYLOR. op. cit.</ref>
Come per il cinema dunque, anche per la televisione si torna a parlare di produzione in serie. Un esempio ad alto livello di questa formula applicata alla produzione televisiva può essere considerato il regista ''[[w: Robert Altman|Robert Altman]]'': '''[[w:en: M*A*S*H (TV_series)|M*A*S*H]]''' (''id.'', 1970) e '''[[w:en: Nashville|Nashville]]''' (''id'', 1975) si possono infatti considerare due grandi film che hanno dato origine a due gran di serial televisivi. La stessa cosa potremmo dire di '''[[w:en: Alice Doesn't live Here Anymore|Alice Doesn't live Here Anymore]]''' (''Alice non abita più qui'', 1975) di ''[[w:Martin Scorsese|Martin Scorsese]]'' e di '''[[w:en: Serpico|Serpico]]''' (''id'', 1973) di ''[[w:en: Sidney Lumet|Sidney Lumet]]''. <br>
Fallimentare si rivelata invece l'esperienza di portare sugli schermi cinematografici una versione riveduta e corretta di un programma televisivo di successo, come ad esempio '''[[w:en:Battlestar Galactica (1978 TV series)|Battle Star Galactica]]''', una delle tante imitazioni di '''[[w: Guerre stellari|Star Wars]]''', prodotta dalla ''Universal Television'' e distribuito naturalmente dalla ''Universal''. Esso si rivelò subito molto meno popolare di quanto era stato sul video, confermando così la teoria secondo la quale
"in televisione c'è rispondenza tra pubblicità e popolarità, la quality non c'entra niente. Il lato positivo sta nel fatto che l'opera d'arte attrae lo stesso pubblico dei bidoni, cosa che non si può certo dire per i film proiettati nelle sale cinematografiche"<ref>Nancy SCWARTZ, ''I telefilm'', in AAVV, ''Hollywood 1969-1979. 2. Industria Autori Film'', Venezia, Marsilio, 1979, pag. 61</ref>
"'''[[w:en: The Movie of the Week|The Movie of the Week]]'''" della ''ABC'', "'''[[w:en:The NBC Monday Movie|World Premier Movie]]'''" della ''NBC'' e gli "specials" della CBS possono contare su una media di trenta milioni di spettatori a sera, cifra più o meno comune anche quando si trasmettono film originariamente distribuiti nelle sale cinematografiche.
"La forma standard di un telefilm è in linea di massima un racconto di novanta minuti che potrebbe essere fatto in trenta secondi"<ref>Ibidem, pag. 58</ref>.
La rete televisiva sonda il soggetto interpellando i teleutenti; una volta trovato il soggetto che fa cassetta si dà il via alla lavorazione che è comunque breve (di solito 12 giorni per un film di novanta minuti e 18 giorni per uno di due ore) in modo da sfruttare al massimo l'attualità dell'argomento e contenere i costi di produzione (a questo proposito come non ricordare i film di ''[[w:en:Roger Corman|Corman]]'' degli anni '60). Per quanto riguarda i contenuti, al telefilm è permesso di tutto a patto che
"si mantenga entro i limiti del visibile per tutti con riserve. (PG bounds). Sesso e violenza sono trattati in sordina e facendo ricorso ad eufemismi, mentre il realismo sociale viene ricercato con cura"<ref>Ibidem, pag. 59</ref>.
Quest'ultimo in particolare ha sempre più preso piede nei telefilm, tanto che produttori sono stimolati a finanziare film per la TV tratti da avvenimenti reali, i cosiddetti "'''docudrama'''". Nella stagione '77/78 è stata la volta di '''[[w:en: Holocaust (miniseries)|Olocausto]]''' che ha raggiunto negli U.S.A. la punta massima di 39,4 milioni di famiglie per l'episodio finale. Prima di lui [[w:en:Roots (1977 miniseries)|'''Radici''']], un telefilm tratto da un romanzo, ma con riferimenti precisi ad avvenimenti storici e quindi anch'esso un "'''docudrama'''", attira più pubblico di qualsiasi altro programma nella storia della televisione americana".<ref>Cfr. R. SKJLAR,op. cit., pag. 123</ref>
Qualora i costi superino il ricavo fornito dalla vendita dei diritti, la casa produttrice può anche decidere di vendere la pellicola in Europa, facendola distribuire nelle sale cinematografiche: così ha fatto la Universal TV con [[w:en:Duel (1971 film)|'''Duel''']] (''id.'', 1971) di [[w:Steven Spielberg|''Steven Spielberg'']] (più di 4 milioni e mezzo di incasso solo in Europa).
Quest'ultimo caso sposta il discorso sugli autori. Dopo questo successo infatti, [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] poté emergere anche come regista cinematografico. In verità un buon successo alla TV è considerato un'ottima prova per passare al grande schermo. Come [[w:Steven Spielberg|''Spielberg'']] anche altri giovani autori del tipo di [[w:en: John Badham|''John Badham'']] - [[w:en:Saturday Night Fever|'''Saturday Night Fever''']], (''La febbre del sabato sera'', 1977) - o di [[w:en:Peter Hyams|''Peter Hyams'']] - [[w:en: Capricorn One|'''Capricorn One''']] (''id.'', 1978) - o di [[w:en:Michael Crichton|''Michael Crichton'']] - [[w:en:Coma|'''Coma''']] (''Coma profondo'', 1978),- hanno fatto un lungo tirocinio alla TV.
Tuttavia non si può fare a meno di constatare che anche il migliore dei film fatti per la televisione resta pur sempre di secondo piano. Ciononostante molti attori, sceneggiatori ed anche registi preferiscono talvolta non passare al cinema data la sicurezza del lavoro e della paga che pub off rire la TV. Significati vo 6 a questo proposito che gib. dal 1971 i film.fatti per it cinema contribuissero solo al'24%..nelie entrate dei membri dello "Screen Actors Guild". Ii rimanente veniva dalla televisione, cosa che non sorprende. "Ma it 42% di tutto ii denaro guadagnato dapli attori in quell'anno proveniva dalle televisioni commerciali. L'aprire lattine di Coca, ii vendere detersivi e l'o-stentare dolci sorrisi erano lavori pagati quasi ii doppio delle apparizioni in film quotati. Questi lavo-ri televisivi hanno avuto l'effetto di tenere occupata una quantity di energie lavorative che altrimenti sa-rebbe andata dispersa. Essi hanno aiutato Hollywood a tirare avanti" (40). Certo ci sono differenze consistenti tra ii gira-re un film per la TV e girarne uno per il cinema. Per gli autori non 6 affatto la stessa cosa. Nel primo so entra in vigore un codice di proibizioni che ii cine ma ha ormai abolito da tempo. Allo scopo di adeguarsi a questo codice, spesso vengono operati sui film tagli riedizioni e doppiaggi, prima di comparire in televi-sione. Pth innocente sembra la pratica dello "scanning"; ma in realty non to 6 affatto. Con questo sistema l'irn
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magine cinematografica viene falsata registrando solo la parte dell'inquadratura da trasmettere nella versio ne televisiva. Ultimamente i registi preferiscono gira re varie versioni della stessa scena, in modo da adot, tarne alcune neli'edizione cinematografica ed altre, magaDi perfettamente in conformity alle esigenze tele-visive, da passare in TV. Inoltre ii regista deve tener conto di alcune necessity che ne possono condizionare sensibilmente la liberty d'espressione. Egli si pub trovare al punto di dover portare artificlosamente l'a zione al massimo della suspense in modo che vi possano essere inseriti gil spot pubblicitari; oppure deve pre stare particolare attenzione ad un certo pubblico, che poi, nel caso della TV, 6 sempre quell° femminile. I dirigenti delle reti ritengono infatti che ii telefilm vada orientato verso ci b che piace al pubblico femminile. Questa convinzione si basa sulla statistica per la quale la decisione su cosa vedere in TV viene generalmente presa congiuntamente da marito e moglie, mentre chi decide it film da andare a vedere e l'uomo. Da qui l'alternanza di nero e rosa, tipica del telefilm-E di qui anche la constatazione che la quality c'entra ben poco in televisione. Ii lato negativo della questio ne sta nel fatto che to scamblo di mezzi e di idee che Si 6 enormemente sviluppato tra cinema e televisione sembra alfine essersi rivelato pii dannoso che altro per entrambe. Dice John Russell Taylor nel già citato articolo: "Pub sembrare che ci sia una montagna di dif,
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ferenza tra i due generi, i film colic loro prime pub-blicizzate in tutto ii mondo e la monotonia settimanale dei serial. Ma. Praticamente cie ben poca differenza. Molti film non sono che prototipi di serie travestiti. Per esempio, si puo fare un semplice episodio-campione, ma se non to si vende to si butta via. D'altra parte se si fa un "Movie of the Week" o simili, spendendo qual-cosa di piü., scritturando un cast famoso, si pub sem-pre venderlo anche se la serie progettata non si rea-lizzera rnai" (41). In questo modo, quindi, le caratteristiche forti del cinema americana si sono plan piano indebolite sot to la spinta del graduale ma inesorabile adeguamento della produzione cinematografica a quella televisiva, lasciando spazio ad una certa uniformity di stile, pro
vocata anche dall'inevitabile ripetitivith cui va in-contro la produzione in serie. Tuttavia, accanto a que
sta che potremmo definire eon buona approssimazione la tendenza conservatrice del cinema americana, opera an-che una forza creativa che ne rielabora continuamente i modelli organizzativi. Come vedremo nel prossimo ca-pitolo, questa forza sono gli autori, e tanto pia oggi che sono entrati di persona nell'ambito della produzio ne, una volta dominlo di uomini che, per quanta lungi-miranti, conoscevano ben poco del linguaggio o della lavorazione di un film. Questo fatto ha reso possibile anche una certa fase di ripensamento critic° sul cine-ma e sul cinema americana, ripensamento che attraversa
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Ia filmografia di molti autori, giovani e meno degli anni '70. Quella Hollywood mitica, classica, stupendamente ritratta da Francis Scott Fitzegerald nel suo ultimo romanzo, The Last Tycoon, non a caso trasposto cinematograficamente proprio nel 1976 da Elia Kazan, si e piano piano sgretolata sotto i colpi delle trasformazio ni sociali, economiche e tecnologiche che dal dopoguer ra hanno investito incessantemente la "way of life" a-mericana. Se gli anni '60 sembravano essere passati per Hollywood ancora alquanto placidamente, cioe tra gli "ultimi film" di grandi vecchi autori e la presenza rassicurante di un cinema medio di genere che invece, di li a poco, sara praticamente abolito, gia alla fine del decennio "tutto ciO che aveva fatto la grandezza del cinema americano sembrava essersi dissolto nel nul la: solidith dell'impianto narrativo, presenza mitolo-gica deil'attore, precisione di scelte formali ripeti-tive ma necessarie. Al loro posto un descrittivismo di 19 vita di tutti I giorni, liberata dale regoie e dai limiti della censura..." (42). Lo svilup-po delie produzioni indipendenti, l'ascesa del regista -produttore, l'avvento di tutto un pubblico pi giova-ne, istruito e attento, l'apertura del cinema d'arte e lo stesso afflusso di film stranieri negli U.S.A. avevano inevitabilmente fatto decadere l'universo mito logic° della "Old Hollywood" cosi come veniva raffigu-rata nei generi classici e tra questi in primo luogo
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II western, come si vedrà nell'ultimo capitolo. Arriviamo cosi ai giorni nostri, quando di generi diventa sempre pi parlare di film. Alcuni di questi, come i già citati The Godfather, American Graffiti Star Lars, Jaws, ed ancora The kind and the Lion (T1 vento e ±1 leone, 1975) di John Milius, Carrie (uarrie, to sguardO di Satana, 1976) di Brian De Palma e Taxi 'Driver (1.0., 1976) di Martin Scorsese h-nno l'in discusso pregio di annullare, riunendolalla birolarizza zione tra film-commerciale e fil7n-d'autore, utilizzando a questo scopo tutte le risorse dell'industria cinematografica americana. Questa negli anni '70 ha avuto la forza di instaurare nuovamente la sua legge, d'imporsi a livello mondiale in quanto richiamo garantito di -nub
sicurezza di prodotti di buona qualital guran-zia di professionalith e di progettualith sempre nuove. Ha saputo insomma rifarsi un'identita fucendo contempo raneamente i conti colle nuove tecnologie, coll'inqui-namento mediologico provocato dallo strapotere televi-sivo: una volta di pii41 e diventata per le altre eine-matografie nazionali l'industria con cui 6 indispensa-bile confrontare, quando non addirittura adeguare, i propri criteri di produzione e la propria organizzazio ne interna del lavoro; in altri termini, Hollywood e ,noora ii metro con cui misurare la propria stessa. vi-=alithe
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CAPITOL° III. STRUTTURE INDUSTRIALI E STRUTTURE J4INGUI STICHE: IL FILM D'AUTORE IN AMERICA
Una nozione problematica
In. Nickelodeon (Vecchia America, 1976) di Peter Bogdanovich, Buck, it personaggio interpretato da Burt Reynolds, ail'uscita dalla proiezione del film di (rif fith Nascita di una nazione esclama: "E' stato fatto ii miglior film del mondo". Dal 1915 ad oggi, per tutto que sto tempo, quel film e stato ii simbolo della cinematogra fia americana, l'iniziatore di un'industria e di un mito al cui fascino hanno sottostato intere generzioni. Anche Peter Bogdanovich dunque, ii piu "europeo" dei cineasti a mericani degli anni '70, critico e regista, non poteva non sottolineare l'importanza di quell'evento net moment() stes so in cui si accingeva a ripercorrere le origini, le ca-ratteristiche, in una parola l'essenza del cinema america no. E ci6 non sembri strano. Nonostante le ricorrerti run tualizzazioni della critica che non ha mai mancato di met tere in evidenza le similitudini e le influenze tra ii ci nema europeo, soprattutto la "nouvelle vague" francese (co dard, Truffaut, Chabrol, Rivette) ed il'huovo cinema ame-ricanol quest'ultimo si e sempre mosso second() canoni e modalith autonomi, senza rinnegare mai nulla ná defile pro prie peculiarity n4 del proprio passato.
La st'essa nozione di film d'autore cosi come si e formata in Europa, non e affatto esportabile in America se non a patto di introdurvi contenuti nuovi. Nella ci nematografia US.A. non c'e nessuna "new wave", nessun movimento, nessun manifesto programmatico che leghi at torno a se 11 pensiero degli autori di una certa gene raziofle I carnbiamenti che pur ci sono stati nell'indu stria e nel "filmmaking" degli anni '70, gli esperimen ti che sono stati tentati, sono tutti all'insegna del-l'individualismo e all'interno della tradizione dei film di Hollywood. E questa tradizione e garantita dal fare sempre "il rniglior film del mondo" e dall'aver al le spalle un apparato industriale in grado di sostenere questo sforzo e di valicare i confini della nazione. Se poi l'autore europeo si guarda bene, generalmente, dall'aver a che fare in qulsiasi modo con l'industria del cinema, la produzione e la distribuzione, l'autore americano agisce tutto al contrario. In moiti casi egli 6 it produttore dei propri film oppure del film realiz zati da altri sotto la sua supervisione, oppurq ancora, lega ii proprio nome alla distribuzione in territorio americano di film stranieri di al-0, qualite, In ogni
so egli non sembra vivere re la sua attivith di regista-autore da quelia di pro duttore o di distributore. Anzi, ii percorso che ii ci nema americano ha tracciato dal dopoguerra sembra con-, durre verso modelli organizzativi in grado di assimila re il pi.ü possibile ii divario tra le due fasi di cjuel
ea
nella necessita di dover sepa
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che ormai una stessa ed unica attivith. Nel capitolo che segue vedremo dunque in quale mo do questa nozione d'autore si 6 venuta man mano dise-gnundo, attraverso quali esperienze e quali difficolth si 6 fatta largo fino a giungere al momento attuale, cioe alla sua completa connivenza con l'organizzazione industriale hollywoodiana.
111.1.2. Individualismo e uso dell'apparato industriale
Nel corso degli anni '70 it cinema americano ha con statato al suo intern() un sornmovimento tale da portare gli autori ad avere un peso ben pila determinante del pre cedente ai vari livelli dell'industria cinematografica. Si puo anzi dire a buon diritto che gli anni '70 di Hol lywood sono indelebilmente segnati dalla ricerca di un nuovo equilibria mai acquisito in modo definitiva tra chi ha le idee e chi offre la possibility di realizzar le. In effetti, fino alla soglia degli anni '70, i tra dizionali ed unici regolatori di questo equilibrio e-rano gli Studios, ma senza dubbio ii collasso che ii colpi duramente nella seconda meth degli anni sessanta aveva alquanto messo in discussione ii loro monopolio ed allo stesso tempo aveva fatto intravvedere soluzio-ni per cosi dire "indipendenti", che non tarderanno a farsi valere sul piano della concorrenza. Esse sono tutte ascrivibili all'interno della tradizione holly-
woodiana, in continuity col suo modo di fare cinema, col suo essere in ultima analisi una macchina creativat in cui ±1 denaro è l'inizio, 11 centro e il fine della sua esistenza. Al di la delle apparenze, infatti, "ii cinema ame ricano rimane quell° che è sempre stato, un cinema di compromesso, ed I registi qui considerati hanno tutti dovuto fare i conti, in un modo o nell'altro, con it fatto che senza proficul guadagni sui loro lavori essi non avrelobero potuto lavorare del tutto. L'interferen-za dello Studio è stata dunque rimpiazzata dall'interfe renza dei finanziatori o del distributori, co ancora dal Eiudizio_o dai timori degli stessi singoli filmmaker" (1) In questo senso ognuno di essi ha scelto le strade che sembravano a lui pia consone: alcuni sono rimasti Ares so gli Studios, altri Iavorano press° gall indipendenti, altri ancora hanno fondato case di produzione e di di-stribuzione autonome, alri infine hanno rifiutato II sistema industriale del cinema ed operano al di fuori di esso. Se 10 Studio della "Old Hollywood" ea., di fatto .oa'associazione di mestieranti, oioe di individui che lavoravano insieme realizzando un film dopo l'altro e influenzandosi a vicenda, laliberty pi tt grande dei nuovi filmmaker e invece la liberty di poter essere so Ogni film e oggi progettato, finanziato e prodotto come un'entith individuale, ii cui unico support° e la cui unica garanzia 6 se stesso. Al posto del produttore
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dello Studio che domina sopra la produzione, chi ha og gi ii potere ad Hollywood e to scopritore o ii rappre-sentante di talenti. Spesso questa figura coincide con un autore. E' il caso, ad esempio di F.Ford Coppola, che gig ha svolto questo ruolo nei confronti di George Lucas, di cui ha prodotto i primi due film: THX 1138 (L'uomo che fuggi dal futuro, 1971) e American Graffiti (id., 1973); nei confronti di Carroll }qallard, del qua leha prodotto The Black Stallion (id. 1979) e la cui attivith di produttore si estencie anche a. nomi quail Kurosawa, Godard, Hellman. Parirf_enti, Steven Spielberg costituisce una specie di polizza d'assicurazione sui film della Universal, avendo un contratto in base al uale coliabora al completamento dei film realizzati da registi esordienti, proteggendo cosi lore, e la Uni versal, da eventual. insuccessi. George Lucas, a sua volta si e sobbarcato l'esordio registico di due suoi precedenti compagni di classe ala University of Southern California: Hal Barwood e Matt Robbins. Ma al di la dei singoli esempi, cio che va sottolineato è la larga dif fusione di questa ettivith di promozione tra gli autori. E' una pratica di cui le stesse Majors si sono appro-priate, soprattutto dopo ii successo di Easy Rider, tra sformandola cosi in una vera e prooria strategia di ea rattere industriale. In base ad essa alla fine degli anni '70 Jack Va-lenti, presidente della MPEAA, poteva citare orEcwlio-samente ii nome di un buon nuraero di registi e scene-
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giatori americani al di sotto dei 35 anni, tutti al primo o second() film, dimostrando in questo modo che "proprio attingendo ai iovani di talent() l'eta del-l'eccellenza cinematografica amplia costantemente i suoi confini" (2). r2 prima che l'inserimento dei giovani autori en-trasse a far parte della pianificazione industriale del la "New Hollywood", essa era sorta in casa degli indi-pendenti, come conseguenza natural, di una particolarE. politica di produzione affermatasi attraverso
-O. dell' American International Pictures e di Roger Cor
man. In quest'ambito si coilocano le prime esperienze di Coppola, Bogdanovich, Lue, Hellman, Nicholson, Scor sese, Milius, ecc.: ii terreno piatto ed uniforme, ulti mamente massificante, delle produzioni di serie B alle quail le indipendenti, e tra queste l'AIF, crane confi nate, servi da banco di prova per alcune tra le perso-nalita piü interessanti del "nuovo cinema americano".
T.2. L'imerican international Pictures e Rop'er Corman
Gia abbiamo accennato in 11.1.2. f.11Q condizioni che favotirono ii crescere dell'American International Pictures, la prima tra le compagnie indipendenti della Hollywood del dopoguerra: essa fu una risposta alia pc) litica errata delle Majors, politica che non teneva con to ne degli alti costi della produzione, ne delle diffe
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<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>comino. — Con una povera orfana, come me.... amica di mia sorella.... —
Il professor Toti lo guarda, inebetito, con gli occhi spenti, la bocca aperta, e non trova la voce per parlare.
— E.... e.... e si lascia tutto.... così.... e.... e non si pensa più a.... a nulla.... non si.... non si tien più conto di nulla.... —
Giacomino si sente rinfacciare con queste parole l’ingratitudine, e si ribella, fosco:
— Ma scusi! che mi voleva schiavo, lei?
— Io, schiavo? — prorompe, ora, con uno schianto nella voce, il professor Toti. — Io? E lo puoi dire? Io che ti ho fatto padrone della mia casa? Ah, questa, questa sì che è vera ingratitudine! E che forse t’ho beneficato per me? che ne ho avuto io, se non il dileggio di tutti gli sciocchi che non sanno capire il sentimento mio? Dunque non lo capisci, non lo hai capito neanche tu, il sentimento di questo povero vecchio, che sta per andarsene e che era tranquillo e contento di lasciar tutto a posto, una famigliuola bene avviata, in buone condizioni.... felice? Io ho settant’anni; io domani me ne vado, Giacomino! Che ti sei levato di cervello, figliuolo mio! Io vi lascio tutto, qua.... Che vai cercando? Non so ancora, non voglio saper chi sia la tua fidanzata; se l’hai scelta tu, sarà magari un’onesta giovine, perchè tu sei buono...; ma pensa che.... pensa che.... non è possibile che tu abbia trovato di meglio, Giacomino, sotto tutti i riguardi.... Non ti dico soltanto per l’agiatezza assicurata.... Ma tu hai già la tua famigliuola, in cui non ci sono che io solo di più, ancora per poco.... io che non conto per nulla.... Che fastidio vi do io? Io sono come il padre.... Io posso anche, se volete....<noinclude><references/></noinclude>
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<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>per la vostra pace.... Ma dimmi com’è stato? che è accaduto? come ti s’è voltata la testa, così tutt’a un tratto? Dimmelo! dimmelo.... —
E il professor Toti s’accosta a Giacomino e vuol prendergli un braccio e scuoterglielo; ma quegli si restringe tutto in sè, quasi rabbrividendo, e si schermisce.
— Professore! — grida. — Ma come non capisce, come non s’accorge che tutta codesta sua bontà....
— Ebbene?
— Mi lasci stare! non mi faccia dire! Come non capisce che certe cose si possono far solo di nascosto, e non son più possibili alla luce, con lei che sa, con tutta la gente che ride?
— Ah, per la gente? — esclama il professore. — E tu....
— Mi lasci stare! — ripete Giacomino, al colmo dell’orgasmo, scotendo in aria le braccia. — Guardi! Ci sono tant’altri giovani che han bisogno d’ajuto, professore! —
Il Toti si sente ferire fin nell’anima da queste parole, che sono un’offesa atroce e ingiusta per sua moglie; impallidisce, allividisce, e tutto tremante dice:
— Maddalenina è giovine, ma è onesta, perdio! e tu lo sai! Maddalenina ne può morire.... perchè è qui, è qui, il suo male, nel cuore.... dove credi che sia? È qui, è qui, ingrato! Ah, la insulti, per giunta? E non ti vergogni? e non ne senti rimorso di fronte a me? Puoi dirmi questo in faccia? tu? Credi che ella possa passare, così, da uno all’altro, come niente? madre di questo piccino? Ma che dici? Come puoi parlar così? —
Giacomino lo guarda trasecolato, allibito.<noinclude><references/></noinclude>
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— Io? — dice. — Ma lei piuttosto, professore, scusi, lei, lei, come può parlare così? Ma dice sul serio? —
Il professor Toti si stringe ambo le mani su la bocca, strizza gli occhi, squassa il capo e rompe in un pianto disperato. Ninì anche lui, allora, si mette a piangere. Il professore lo sente, corre a lui, lo abbraccia.
— Ah, povero Ninì mio.... ah che sciagura, Ninì mio, che rovina! E che sarà della tua mamma ora? e che sarà di te, Ninì mio, con una mammina come la tua, inesperta, senza guida.... Ah, che baratro! —
Solleva il capo, e, guardando tra le lagrime Giacomino:
— Piango, — dice, — perchè mio è il rimorso; io t’ho protetto, io t’ho accolto in casa, io le ho parlato sempre tanto bene di te, io.... io le ho tolto ogni scrupolo d’amarti.... e ora che ella ti amava sicura.... madre di questo piccino.... tu.... —
S’interrompe e, fiero, risoluto, convulso:
— Bada, Giacomino! — dice. — Io son capace di presentarmi con questo piccino per mano in casa della tua fidanzata! —
Giacomino, che suda freddo, pur su la brace ardente, nel sentirlo parlare e piangere così, a questa minaccia giunge le mani, gli si fa {{Ec|innazi|innanzi}} e scongiura:
— Professore, professore, ma lei vuol dunque proprio coprirsi di ridicolo?
— Di ridicolo? — grida il professore. — E che vuoi che me n’importi, quando vedo la rovina d’una povera donna, la rovina tua, la rovina d’una creatura innocente? Vieni, vieni, andiamo, su via, Ninì, andiamo! —
Giacomino gli si para davanti:
— Professore, lei non lo farà!<noinclude><references/></noinclude>
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— Io lo farò! — gli grida con viso fermo il professor Toti. — E per impedirti il matrimonio son anche capace di farti cacciare dalla Banca! Ti dò tre giorni di tempo. —
E, voltandosi su la soglia, col piccino per mano:
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Pensaci, Giacomino!
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Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Cuneo I
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Carlomorino
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#RINVIA [[Storia dei collegi elettorali 1848-1897. Parte II/Cuneo - Dronero#Cuneo I]]
[[Categoria:Cuneo]]
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{{Vi|sezione=I. |titolo = La mosca | pagina = Pag. 1 }}
{{Vi|sezione=II. |titolo = L’eresia catara | pagina = „ 15 }}
{{Vi|sezione=III. |titolo = Le sorprese della scienza | pagina = „ 29}}
{{Vi|sezione=IV. |titolo = Le medaglie | pagina = „ 49}}
{{Vi|sezione=V. |titolo = La Madonnina | pagina = „ 79}}
{{Vi|sezione=VI. |titolo = La berretta di Padova | pagina = „ 93}}
{{Vi|sezione=VII. |titolo = Lo scaldino | pagina = „ 107}}
{{Vi|sezione=VIII. |titolo = Lontano | pagina = „ 121}}
{{Vi|sezione=IX. |titolo = La fede | pagina = „ 181}}
{{Vi|sezione=X. |titolo = Con altri occhi | pagina = „ 193}}
{{Vi|sezione=XI. |titolo = Tra due ombre | pagina = „ 207}}
{{Vi|sezione=XII. |titolo = Niente | pagina = „ 221}}
{{Vi|sezione=XIII. |titolo = Mondo di carta | pagina = „ 239}}
{{Vi|sezione=XIV. |titolo = Il sonno del vecchio | pagina = „ 253}}
{{Vi|sezione=XV. |titolo = La distruzione dell’uomo | pagina = „ 267}}<noinclude><references/></noinclude>
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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume VI - In silenzio, Firenze, Bemporad, 1923.pdf/339
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text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Candalua" /></noinclude>{{Ct|f=130%|L=0.1em|INDICE}}
{{Vi|sezione = I. | titolo = In silenzio | pagina = Pag. 1}}
{{Vi|sezione = II. | titolo = L’altro figlio | pagina = „ 33}}
{{Vi|sezione = III. | titolo = La morte addosso | pagina = „ 61}}
{{Vi|sezione = IV-VI. | titolo = Va bene | pagina = „ 73}}
{{Vi|sezione = § 1. | titolo = Stato di servizio | pagina = „ 75}}
{{Vi|sezione = § 2. | titolo = La pigna | pagina = „ 95}}
{{Vi|sezione = § 3. | titolo = Il vento | pagina = „ 105}}
{{Vi|sezione = VII. | titolo = Il giardinetto lassù | pagina = „ 115}}
{{Vi|sezione = VIII. | titolo = La maschera dimenticata | pagina = „ 129}}
{{Vi|sezione = IX. | titolo = La balia | pagina = „ 141}}
{{Vi|sezione = X. | titolo = Il corvo di Mizzaro | pagina = „ 177}}
{{Vi|sezione = XI. | titolo = La veglia | pagina = „ 185}}
{{Vi|sezione = XII. | titolo = Lo spirito maligno | pagina = „ 211}}
{{Vi|sezione = XIII. | titolo = Alla zappa | pagina = „ 225}}
{{Vi|sezione = XIV. | titolo = Una voce | pagina = „ 239}}
{{Vi|sezione = XV. | titolo = Pena di vivere così | pagina = „ 259}}<noinclude><references/></noinclude>
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Autore:Paolo Diano Parisio
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wikitext
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<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome"/>Paolo<section end="Nome"/>
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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Autore
| Nome = Paolo
| Cognome = Diano Parisio
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| Professione e nazionalità =
}}
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